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Erano le
due di notte quando uscii dal dormitorio. Avevo bisogno di stare un po’ da solo
per pensare.
Il giorno
dopo ci sarebbe stata la luna piena, e sarebbe successo. Di nuovo.
Per molto
tempo non avevo fatto altro che chiedermi perché? perché?
Alla fine
ero riuscito ad accettarlo, anche se continuava a farmi male, come me ne avrebbe sempre fatto. Ma avevo
capito che il lupo sarebbe stato sempre con me, per l’eternità.
E mi
ero rassegnato.
Finché non avevo conosciuto loro: James, Peter, Sirius…
Già, Sirius…
Mi ero
reso conto di amarlo già da un po’ di tempo, ed era soprattutto lui che avevo paura di perdere.
Sì,
perché la mia paura più grande era che se i miei amici, i miei unici amici, avessero scoperto cosa ero in realtà, mi avrebbero
abbandonato per sempre.
E
sarei stato di nuovo solo…
Certo,
avevo imparato a stare da solo; ed io per primo ero solito allontanare gli altri
prima che si avvicinassero a me tanto da sapere, tanto da correre qualche
pericolo.
Ma
oramai avevo conosciuto l’amicizia, l’affetto, l’amore… che pur non essendo
ricambiato era pur sempre amore… e sentivo di non poterne più fare a meno.
Mi
sentivo un egoista, perché sapevo che prima o poi
avrebbero potuti essere feriti… o peggio… dal lupo che si risveglia in me ogni
plenilunio. Ma non ce la facevo più a continuare così,
a vivere isolato, sotto una campana di vetro. Perché
oramai quella campana era stata spezzata, e non sarebbe mai stato più nulla
come prima per me.
Mi misi a
fissare la luna, quella stessa luna che l’indomani avrebbe nuovamente spezzato
qualcosa dentro di me, rendendomi ancora più solo tra i miei segreti e le mie
sofferenze, così ogni mese, ogni anno, fino alla fine della mia esistenza…
Fino alla
fine…
Questa
era una delle cose che mi facevano più male: la fredda consapevolezza che non
ci sarebbe mai stata una fine, che non ci sarebbe mai stata la pace, non per
me.
Assieme
al senso di colpa che mi attanagliava ogni giorno della mia misera vita per
aver tradito la fiducia dei miei amici, per non aver il coraggio di confidarmi
con loro.
In fondo
al mio cuore qualcosa mi diceva che avrebbero capito, che sarebbero rimasti al
mio fianco nonostante tutto, eppure un’altra parte dentro me
continuava a ripetersi fino allo sfinimento che non potevano capire, nessuno
poteva, e che mi avrebbero voltato le spalle come aveva già fatto chiunque
prima di loro.
Come
forse anch’io, trovandomi al loro posto, avrei fatto.
Era
comprensibile.
Ma
allora perché mi faceva così male?
Perché
così tanto?
Cominciai
a camminare, fino a raggiungere la stamberga strillante.
Entrai
silenziosamente, sfiorando le pareti con le punte delle dita, come se volessi
accarezzare il mio unico rifugio.
Lì ero al
sicuro.
Non so
quale strano collegamento di idee mi portò a pensare a
Sirius.
Era un
ragazzo, il mio migliore amico, eppure… i miei sentimenti per lui non si
fermavano a questo.
Me ne accorsi quando mi scoprii morbosamente geloso… geloso di
lui e James, della straordinaria intesa che avevano,
dei segreti che Sirius gli confidava…
Sì,
perché mi ero accorto che mi stava nascondendo qualcosa, qualcosa di cui solo
il suo migliore amico era a conoscenza.
Un amico
che non ero io.
Ed in
fondo non avrei dovuto prendermela, perché in effetti
anch’io gli stavo tenendo nascoste molte cose di me, ma era il pensiero che James fosse più importante di me a farmi star male.
Ma
come potevo pretendere che lui si legasse a me quando io per primo non mi
fidavo?
Continuavo
a tormentarmi, fino a che non lo capii.
Lo amavo.
“Chissà
cosa penserebbe di me, se lo sapesse… se sapesse che mi sono innamorato di un
mio amico… di un ragazzo. Proverà ribrezzo? Disgusto? O forse semplicemente mi
allontanerà più di quanto io già non sia? Mi ignorerà? E se gli dicessi anche
che sono un… un lupo mannaro? Che non sono nemmeno un
umano come lui? Mi odierà? O riuscirà ancora ad
essermi amico?”
Con tutti
questi pensieri in testa, non mi passò nemmeno per l’anticamera del cervello
che lui potesse ricambiarmi.
No, un
ragazzo così bello, intelligente, praticamente
perfetto… come avrebbe potuto anche solo pensare di amare uno come me?
Senza
contare che era praticamente sempre circondato da
ragazzine petulanti che lo assillavano di continuo con i loro regali e le loro
richieste di appuntamenti.
Non che la cosa, almeno all’apparenza, sembrasse dargli fastidio, ma
io sentivo crescermi una forte rabbia dentro, al pensiero di quanto loro gli
potessero stare vicino mentre a me non era concesso.
Mi
sentivo sempre più egoista e possessivo, ma non potevo farci nulla.
La prima
volta che mi resi conto di questi miei sentimenti, ne rimasi sconvolto.
Non che
mi fossi mai sentito molto attratto dalle ragazze, ma non avevo mai pensato di
poter guardare un ragazzo in quel modo.
Eppure
era successo.
Credo di
aver pianto, ma non ne sono sicuro.
Quella
notte c’era la luna piena, e non ebbi il tempo ne le
forze di pensare a lui, a noi.
E così,
da allora, ogni notte in cui sapevo mi sarei trasformato, il dolore per ciò che
sono si sommava a quello del ricordo di ciò che ebbi
provato in quel momento.
Fu una di
quelle sere, mentre aspettavo che il fato si compisse come sempre, che presi la mia decisione.
Sirius
non lo avrebbe mai saputo.
Mai.
Preferivo
essergli accanto come semplice amico, piuttosto che perderlo per sempre.
Ne sarei
morto.
No, mi
sarei tenuto tutto dentro, come ero sempre stato
abituato a fare.
Fino alla
mia morte.
Non
potevo sapere che la mattina dopo, qualcosa avrebbe sconvolto i miei piani.
Preferivo
essergli accanto come semplice amico, piuttosto che perderlo per sempre.
Ne sarei
morto.
No, mi
sarei tenuto tutto dentro, come ero sempre stato
abituato a fare.
Fino alla
mia morte.
Non
potevo sapere che la mattina dopo, qualcosa avrebbe sconvolto i miei piani.
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Cap. 02 – When the sunisshining
Remusp.o.v.
Ero
riuscito a tornare nel dormitorio prima dell’alba. A
quanto pare nessuno mi aveva notato.
Mi infilai
velocemente sotto le coperte, consapevole del fatto che entro breve mi sarei
dovuto alzare, ma se non fossi stato lì per quando gli altri si sarebbero
svegliati, rischiavo di passare dei guai.
Socchiusi
gli occhi, girandomi su un fianco, quando sentii una
voce alle mie spalle.
– È
inutile fingere di dormire. Lo so che sei appena tornato.
Mi girai
di scatto
–
S-SIRIUS!!!!!!! Che cosa… cosa dici?
– Smettila, con me non attacca. Dove sei stato?
– Da
nessuna parte
Risposi
con un po’ di titubanza
–
Bugiardo. Dove-sei-stato-stanotte.
I suoi
occhi erano freddi, e la sua voce inespressiva, ma roca. Era come se stesse
trattenendo le lacrime.
– Sono
andato a fare un giro. Che c’è, problemi?
Mi
afferrò per il colletto.
–
PROBLEMI!? PROBLEMI!? CERTO CHE NE HO, DI PROBLEMI! TU NON IMMAGINI NEMMENO
QUANTO CI SIAMO PREOCCUPATI DI TE, NON TROVANDOTI. NON È POSSIBILE CHE SPARISCI
DI CONTINUO. E STAVOLTA SENZA NEMMENO AVVISARE! MA COSA CREDI, DI POTER FARE QUELLO CHE TI PARE SENZA
RENDERNE CONTO A NESSUNO?
Stava
urlando, ma il suo sguardo ora era più spaventato che arrabbiato. Si era realmente preoccupato per me… non sapevo se sentirmi
felice o in colpa. Ma non avevo voglia di parlare con
lui dei miei problemi, non quando sapevo che quella sera sarebbe successo.
Potevo dargli altre preoccupazioni?
– Avevo
bisogno di stare un po’ da solo.
– MA TU HAI *SEMPRE* BISOGNO DI STARE DA SOLO! HAI MAI
MINIMAMENTE PENSATO CHE FORSE, SE HAI DEI PROBLEMI, PUOI ANCHE PARLARCENE?
– Non
capireste. Tu, non capiresti.
Mi
guardò, allibito.
– E quindi non ce ne parli perché non ci ritieni all’altezza,
eh? Scusaci tanto se siamo così inferiori.
Non disse
altro, solo si voltò, ed uscì.
Quella
mattina non andai a nessuna lezione.
Mi feci
fare un permesso speciale da Silente, con la scusa che quel giorno mi sentivo poco bene perché la sera ci sarebbe stata la luna
piena.
Come mi
aspettavo, capì che non era quello il reale motivo, ma non oppose problemi,
forse capendo che dentro di me, male stavo sul serio.
Mi
sorrise da dietro i suoi occhiali a mezzaluna, la cui forma
ricordava tanto la cosa che maggiormente temevo, e mi disse che sicuramente chi
mi era accanto avrebbe capito la situazione, se solo io gliel’avessi spiegata.
Ma
come potevo? Come?
La mia
domanda rimase senza risposta.
Era una
bella giornata, e sentivo il canticchiare allegro degli uccellini praticamente ovunque, mentre osservavo la luce del sole
filtrare dalle nuvole. Era davvero bellissimo.
Cominciai
a chiedermi se la mia scelta di non rivelare nulla nemmeno alle persone che mi
erano vicine fosse la più giusta. Soprattutto verso di loro.
Nel tardo
pomeriggio mi decisi ad affrontare i miei amici. Se
ancora avessero avuto voglia di esserlo, ovvio.
Non mi
ero mai reso conto di quanto ero stato ingiusto e ingrato nei loro confronti.
E
avrei tanto voluto avere il coraggio di parlargli del mio segreto, ma ero troppo
vigliacco per farlo.
Mi
diressi verso la sala comune, dove speravo di trovarli, dato che l’ultima
lezione era finita da almeno un quarto d’ora. Erano seduti sul divano della
sala comune, esausti.
Riflettei
sul fatto che l’ora precedente avevano avuto difesa, e che il nostro professore
era uno sciroccato sadico con manie perverse, e che
probabilmente li aveva ancora presi di mira, come era
solito fare con noi (chissà perché quel noi mi sembrò una pugnalata al petto),
ed in particolar modo con James.
Non c’era
nessun altro, dovevano essere ancora rinchiusi in quella pidocchiosa aula piena
di esseri assurdi che il prof portava di continuo.
Chissà,
se gli avessi detto che ero un lupo mannaro, se avrebbe esposto anche me a quel
modo.
Stava per
scendermi una lacrima, quando li sentii parlare. Mi appoggiai al muro appena
dietro la porta per non essere visto, sperando che nessuno si accorgesse della
mia presenza.
Udii la
voce di James, che dopo aver notato che Peter si era addormentato come un sasso, chiese dolcemente
a Sirius
– Ti va
di parlarne?
Di nuovo quella sensazione di gelosia soffocante. Sapevo che era sbagliato, ma… se
avessi potuto li avrei strangolati all’istante. Anzi no, forse avrei strangolato solo James.
Non avrei mai potuto fare del male al *mio* Siriussino
^////^
– È… è strano, ecco. Non riesco più a capirlo. Non che ci sia mai riuscito, ma…
– Cosa è successo?
– Hai
visto, ieri, quando è rientrato? Forse avresti fatto meglio a parlargli tu. Io…
io non sono in grado di farlo.
La sua voce
esprimeva una tristezza infinita. Parlava di me? Possibile, che a causa mia
stesse così?
– Ho
alzato un po’ troppo la voce, e gli ho rinfacciato il fatto di non fidarsi di
noi. – aggiunse.
– Forse
dovresti riprovare a parlargli con più calma, magari dicendogli qual è il vero
motivo per cui ti preoccupi così tanto per lui, non
trovi?
Questa
frase mi risultò un po’ equivoca, ma pensai di
sbagliarmi. A meno che… possibile che sapessero tutto? No… non era possibile.
– Non posso farlo, lo sai, James. Non
posso, discorso chiuso.
– Ma tu devi dirglielo! Non puoi continuare a soffrire in silenzio!
– Si che posso. E lo farò.
– No,
invece. E se non sarai tu a dirglielo, lo farò io.
– Sì, già
ti ci vedo. Non sei ancora riuscito a parlare a Lily, figurati se riesci a
farlo con lui.
Lily? Ma chi, quella ragazzina con i capelli lunghi? E che c’entrava con noi, adesso? Non riuscivo più a seguire
il loro discorso.
– Lily
ora non c’entra. E poi è diverso tra noi, lo sai…
Silenzio
totale. Non capivo perché, i due si erano interrotti di colpo. Mi sentivo
vagamente di troppo.
Decisi di
uscire allo scoperto, così, tentando di nascondere la mia aria colpevole (e
tentando di autoconvincermi che non avevo sentito
nulla) entrai nella stanza, a testa bassa.
Mi guardarono,
ma non dissero nulla.
Probabilmente
aspettavano che fossi io a fare il primo passo. O
forse non ne volevano più sapere di me.
Rimasi
davanti a loro con la testa china per cinque minuti buoni. Non sembravano avere
fretta, ma notai che le mani di Sirius tremavano.
Mi feci
coraggio, e con un filo di voce dissi loro
– Mi…
dispiace. Scusatemi…
Sirius
alzò lo sguardo.
– Alza la
voce. Non ti sento. Non capivo. Perché si comportava
così? – Ho detto che mi dispiace, mi dispiace, ok? Mi dispiace per ieri sera, avrei dovuto avvertirvi e non l’ho fatto.
– Così va
meglio.
Continuò Sirius.
Lo
guardai, smarrito. Cosa avrei potuto fare per farmi
perdonare da lui?
–
D’accordo, Remus – continuò James
– ora ci vuoi spiegare cosa è successo? Perché ogni tanto sparisci? Che
cos’è che ci nascondi?
Cosa
avrei dovuto fare? Dirgli tutto? Non riuscivo a parlare… la
voce non mi usciva…
– Perché oggi non eri in classe? – chiese all’improvviso Sirius
– Io… mi
sentivo poco bene.
– Ma ieri sera eri abbastanza in forma per le tue
passeggiatine notturne, o sbaglio? – chiese nuovamente il moro con tono
inquisitorio
– E cosa fai di solito, quando non ci sei? Perché
non ci rispondi?
– Cosa credi, che io vada a divertirmi? Non sai nemmeno cosa
si prova a---
la mia
voce si interruppe.
Merda,
avevo detto troppo.
Decisamente troppo.
– Cosa si prova a? – chiese James
con aria curiosa e allo stesso tempo spaventata.
Oramai
era fatta. Non potevo più tornare indietro.
– Niente.
– COME
NIENTE! – urlò Sirius. Non credo di averlo mai visto
così infuriato
– ADESSO
TU CI SPIEGHI T-U-T-T-O!!! DALL’INIZIO ALLA FINE, O
NON TI MUOVI DI QUI!!!
La sua
reazione mi stupì non poco, non credevo che tenesse tanto a me. Ma cosa avrei
potuto dirgli? Come avrei fatto?
– Non
posso.
– Cosa? Perché no? – Chiese James, sempre più preoccupato
– Non
posso.
Non
riuscivo a dire altro
– NON
PUOI? NON PUOI O NON VUOI? PERCHÉ NOI NON SIAMO IN GRADO DI CAPIRE? È PER
QUESTO? È PERCHÉ NON TI FIDI DI NOI!? – Sirius si alzò in piedi di scatto.
– Io… mi
dispiace… non
– Cosa? – James trattenne Sirius, che stava quasi per scagliarsi contro di me.
– Remus, perché non vuoi dirci che ti succede?
– Io… non
voglio… rimanere di nuovo solo. Non voglio che voi mi abbandoniate. È per questo… io… mi dispiace… mi dispiace…
Cominciai
a piangere, mentre lo sguardo di Sirius si addolcì
– E perché dovremmo farlo?
– I-io… io… non posso dirvelo…
James
si avvicinò a me, come per abbracciarmi, ma io non glielo permisi
– NON MI
TOCCATE! Lasciatemi stare! Lasciatemi stare!
Poi
fuggii via.
Cominciava
a farsi sera, e non potevo rimanere lì ancora a lungo.
***continua***
Ciao a
tutti!!!
Piaciuto
il nuovo chappy?
Ringrazio
sara(haigiocato a Legend of Dragoon?
C’è un personaggio che se nnsbaglio
si chiama winky…),Agartha, GeorgiaLupin,
Erine e Sphinx per aver
commentato! Sono veramente contenta che vi piaccia me happy ^______________________________^
Nel tardo
pomeriggio mi decisi ad affrontare i miei amici. Se
ancora avessero avuto voglia di esserlo, ovvio.
Non mi
ero mai reso conto di quanto ero stato ingiusto e ingrato nei loro confronti.
E
avrei tanto voluto avere il coraggio di parlargli del mio segreto, ma ero
troppo vigliacco per farlo. […]
– Io… non
voglio… rimanere di nuovo solo. Non voglio che voi mi abbandoniate. È per questo… io… mi dispiace… mi dispiace… […]
James
si avvicinò a me, come per abbracciarmi, ma io non glielo permisi
– NON MI
TOCCATE! Lasciatemi stare! Lasciatemi stare!
Poi
fuggii via.
Cominciava
a farsi sera, e non potevo rimanere lì ancora a lungo.
******************************************
Cap. 03 – Il tuo calore
mi avvolge
Remusp.o.v.
Quando
mi svegliai, la mattina dopo, provai una strana sensazione di benessere e di
calore. Non capivo perché, ma era come se ci fosse qualcosa di … diverso,
rispetto al solito.
Mi
abbandonai a quelle sensazioni per un attimo, lasciandomi cullare dal tepore e
dal dolce profumo che sentivo accanto a me… mi ricordava
così tanto il mio dolce Sirius…
Ah, Sirius… come avevo potuto trattarti in quel modo, amore
mio… Resomi conto della presenza di qualcuno accanto a me, mi voltai.
Il mio
cuore mancò un battito quando mi resi conto di chi mi teneva stretto fra le sue
braccia.
– S-sirius?
Lui aprì lentamente gli occhi, per poi sorridermi dolcemente.
– Sirius… – gli chiesi un po’ timoroso – che cosa ci fai qui?
***Flashback***
Non
potevo permettermi che loro scoprissero il mio segreto.
Li avrei
persi.
Ed io
non volevo assolutamente che accadesse.
E
così ero fuggito.
Mi
sentivo un idiota, e calde lacrime cominciarono a scorrere lungo il mio viso.
Stavo
correndo verso la stamberga strillante quando sentii una voce chiamarmi.
– REMUS!!! ASPETTA!!!
Una voce che avrei riconosciuto ovunque. Ma non
volevo che lui sapesse… cominciai a correre più veloce, ma mi accorsi che anche
lui stava facendo la stessa cosa
– REMUS!!! TI PREGO, ASCOLTAMI!!! SCUSAMI PER PRIMA!!! HO
SBAGLIATO, MA TI PREGO, SPIEGAMI!!! REMUS!!!
No, Sirius, non devi scusarti… Sono io che dovrei farlo… Non
tu…
–
REMUS!!!
Non
aspettai.
Senza nemmeno voltarmi, chiusi la porta della stamberga strillante
alle mie spalle, sigillandola con un incantesimo.
***presente***
Mi
accarezzò delicatamente una guancia, per poi stringermi più forte a se
– Mi hai
fatto preoccupare, sai? Insomma, non capivo cosa stesse
succedendo, ed ho passato ore a tentare di annullare il tuo incantesimo per
sigillare la porta… E quando, questa mattina ci sono riuscito, ti ho trovato
per terra coperto di graffi e ferite…
– Mi… mi
dispiace di averti fatto preoccupare… io
– Non è
di questo che ti devi preoccupare. Però c’è un’altra cosa che mi ha fatto male:
perché non ti sei confidato con me e James (Peter non se lo fila nessuno, poverino… ndMe ma che poverino! Dopo quello
che farà, se lo merita!!! NdSiry Ehm… Siriu, ti rendi conto di quello che hai appena detto? ndMe Ehm… ndSiry)?
Lo sai che noi siamo tuoi amici! Puoi dirci tutto!
– Io…
avevo paura che se voi aveste saputo la verità… non avreste
più voluto saperne nulla di me.
– La
verità su cosa, Remus?
– Vuol
dire che… non hai capito?
– Può
essere. Ma non posso esserne sicuro al 100%. E poi voglio saperlo da te.
– I…io…
non sono …normale… perché… la verità è che…
Scoppiai
a piangere. Non riuscivo a dirlo… non ci riuscivo…
soprattutto davanti a lui. Ma perché? Mi sentivo così
stupido! Mi aveva appena detto che avrei potuto confidargli qualunque cosa… ed
io, da bravo idiota che sono, non riesco a parlargli di quello che mi sta
accadendo. Ma lui, sorprendentemente, non si arrabbiò
come al suo solito.
Mi
accarezzò delicatamente i capelli, e poi mi disse con tono rassicurante
– Non
importa. Me lo dirai quando te la sentirai.
Annuii
con la testa
– Grazie Sirius…
Mi
lasciai andare al calore di Sirius e socchiusi gli
occhi. Com’era dolce e rilassante il suo tepore… quando ero con lui mi sentivo
bene… come se nulla avesse potuto farmi del male.
Rimasi
così, rilassato, finché non lo sentii chiamarmi.
– Re… Remus?
Mi
sembrava nervoso… non capivo perché, ma era come se avesse paura di qualcosa
– Sì?
“Cosa c’è mio dolce amore? Cosa ti
preoccupa?”
– Io… c’è
una cosa che vorrei dirti da parecchio tempo, anche se non so quale potrebbe
essere la tua reazione
– Non
preoccuparti… Cosa potrà mai essere di così terribile?
Sorrise
appena
– Io…
prima voglio che tu mi prometta che mi prenderai sul serio e che tra di noi non cambierà nulla… non in senso negativo,
almeno.
Cosa
voleva dirmi? Cos’era che lo faceva star male? Non riuscivo a vederlo così…
quanto avrei voluto stringerlo forte e dirgli che non sarebbe mai cambiato
nulla, a meno che lui non lo avessi voluto… E quanto
avrei voluto dirgli che qualunque cosa avesse fatto, io sarei sempre stato al
suo fianco… Ma dalle mie labbra uscì solo un flebile
– Te lo
prometto.
Sembrò
esitare un attimo, per poi sciogliere l’abbraccio che ci legava (quanto mi
sentii vuoto…) ed allontanarsi un poco da me.
– Ti amo,
Remus.
Io ero
shockato. Non riuscivo a crederci. Fece una breve pausa per poi riprendere a
parlare
–
All’inizio credevo che il mio sentimento per te fosse una semplice amicizia, ma
poi ho capito che quello che provavo era un sentimento più profondo… Quando mi
sono reso conto di quanto fosse forte il mio amore ho avuto paura, e così ti ho
allontanato… Ma non ho mai voluto farlo realmente… Ed anche se so che tu mi
consideri solo un amico, io…
Gli misi
un dito sulle labbra pere farlo tacere. Non me lo aspettavo, questo era sicuro,
ma l’ansia si trasformò subito in felicità. Il ragazzo che amavo mi ricambiava…
Cosa sarebbe potuto accadere di più bello?
– Anch’io ti amo, Sirius. E non sai quanto mi ha reso felice sapere che anche tu provi
lo stesso per me…
Il suo
volto si fece raggiante.
– Remus… tu… non mi stai prendendo in giro, vero?
Scossi la
testa
– E come potrei?
Si
avvicinò di nuovo a me, per sfiorare le mie labbra con le sue
– Ti amo,
mio piccolo lupacchiotto
Sussurrò
prima di baciarmi.
Mi
staccai subito, guardandolo stupito
– Tu…
allora lo sapevi…
Annuì
– E come…
Mi accarò il viso
– Ieri
sera c’era la Luna piena… Ti avevo detto che forse lo avevo capito, ricordi?
– Sì ma…
allora perché me lo hai chiesto?
– Pensavo
che ti avrebbe fatto bene sfogarti… E poi – a questo punto arrossìleggermete – avrei voluto che fossi tu a confidarti
con me, piuttosto che venirlo a scoprire in questo modo…
Già, ero
stato uno stupido. Non avevo avuto fiducia in lui e lo avevo ferito
–
Scusami.
Dissi debolmente
abbassando lo sguardo.
– Non ti
preoccupare adesso, e poi probabilmente, conoscendoti, non ce
lo avresti detto mai… Ti preoccupi sempre degli altri e mai di te
stesso, sciocchino ^////^
– No,
invece. Sono stato un egoista… Non vi ho detto nulla per paura di perdervi…
Senza darvi l’opportunità di decidere se restarmi accanto nonostante quello che
sono…
Mi guardò
con più severità.
Me ne accorsi subito, e gli chiesi
– Che cosa c’è?
– Non
provare mai più a dire una cosa del genere, capito? Tu non sei
diverso da noi… Hai un problema, e allora? Gli amici non servono anche a
questo?
Io annuii con la testa, poi riflettendo sulle sue parole gli dissi
all’orecchio
– Credevo
che tu volessi essere più di un amico…
Cambiò
subito colore (Checcariiiiino che eri!!!ndRemy Ma io lo sono sempre
che ti credi? ndSiry) per
poi posare le labbra sulle mie
– Certo che voglio… Se a te va bene, ovviamente.
– Mi
sembra logico, no?
Risposi
ridendo
– Forse è
meglio che torniamo indietro, Remus. James sarà preoccupato
– Hai
ragione.
Ci
avviammo a scuola, un accanto all’altro. Non eravamo solo fisicamente, ma anche
con il cuore.
E nulla
ci avrebbe mai separati.
***continua***
Ciao a
tutti!!! Vi piace il nuovo chappy?
Il quarto è in cantiere, appena lo finisco lo posto
^___^
Grazie a
tutti voi che leggete, ma soprattutto a chi commenta
Io ero shockato. Non riuscivo a
crederci. Fece una breve pausa per poi riprendere a parlare
– All’inizio credevo che il mio
sentimento per te fosse una semplice amicizia, ma poi ho capito che quello che
provavo era un sentimento più profondo… Quando mi sono reso conto di quanto
fosse forte il mio amore ho avuto paura, e così ti ho allontanato… Ma non ho
mai voluto farlo realmente… Ed anche se so che tu mi consideri solo un amico,
io…
Gli misi un dito sulle labbra pere
farlo tacere. Non me lo aspettavo, questo era sicuro, ma l’ansia si trasformò
subito in felicità. Il ragazzo che amavo mi ricambiava… Cosa
sarebbe potuto accadere di più bello?
– Anch’io
ti amo, Sirius. E non sai
quanto mi ha reso felice sapere che anche tu provi lo stesso per me…
Il suo volto si fece raggiante.
******************************************
Cap. 04 – Insicurezza
Remusp.o.v.
Arrivammo nel dormitorio abbastanza
presto; almeno, quel tanto che ci bastò per non arrivare in ritardo alle
lezioni.
James
ci guardò con aria interrogativa per tutto il tempo, senza però trovare il
coraggio di chiederci nulla. Anche Peter, poverino,
sembrava piuttosto preoccupato, ma a dirla tutta lo ignorammo
completamente, tantopiù che non sapeva assolutamente
nulla di quello che era accaduto negli ultimi giorni, e nessuno di noi sembrava
avere la minima voglia di perdere tempo a spiegarglielo.
Non so perché, ma a volte quel
ragazzo mi dà sui nervi, come se mi ispirasse qualcosa
di… malvagio, ecco. Non che sia colpa sua, e mi
dispiace pensare questo di lui, ma ci sono momenti in cui mi sembra così
viscido…
Quando James
riuscì a liberarsi di lui, ovverosia fra la lezione di divinazione ( durante la
quale la nostra professoressa, come al solito, non
aveva fatto altro che ripetermi “c’è qualcosa che ti perseguita, come una
maledizione…”, mentre Sirius si tratteneva a stento
dallo strangolarla ), e quella di pozioni, ci allontanammo dal resto dei Grifondoro più silenziosamente che potevamo, e appena
trovammo un’aula vuota ci infilammo dentro.
– Allora?
Chiese preoccupato James
– volete spiegarmi che cavolo è
successo? Che avete fatto ieri?? Mi ero
preoccupato, sapete?
– Oh, non ce n’era bisogno ^////^
Rispose Sirius
dandomi un casto bacio sulle labbra.
Credo di aver cambiato colore… di
certo sentii un forte calore salirmi su dallo stomaco
e invadermi tutto il corpo.
James
ci guardò, leggermente imbarazzato, per poi sfoggiare un sorriso a 362 denti e
dire allegramente
– Era ora! Finalmente vi siete
decisi!
Sirius
fece un sorriso ancora più largo, se possibile, e poi rispose
– Mi sono deciso, prego!
– Bè, quel
che conta è che alla fine ce l’abbiate fatta… Non ne
potevo più di sorbirmi le tue stramaledettissime lamentele tutto il santo
giorno!!!
Lo guardai incuriosito.
Lamentele? Sirius?
Ma allora, era di questo che parlavano, quando
volevano rimanere soli? Era di ME che parlavano? Dio Santo… Mi sentii svenire.
– Remus? Rem!? Ehi! Terra chiama Remus!
Terra chiama Remus! Rispondete!
Mi voltai verso il mio amore
– Mh?
– Ehi, Rem!
A che pensi? Sono tre anni che ti chiamo…
– E sei
anche impallidito Aggiunse James
– Ti senti bene?
– Sìssì
^___^ … non vi preoccupate!!!
– Sicuro?
Mi chiese amorevolmente il mio Sirius
– Ma certo!
– A proposito… (de che, poi…)
Intervenne James
– Remus,
hai più risolto il tuo problema, qualunque fosse? Sai, ieri
sera eri parecchio strano…
Abbassai la testa
– Bè,
ecco, io…
– EddaiiiiReeemuuuus!!! Siamo amici,
no? Lo sai che con me puoi parlarne! Tipregotipregotipregotipregoooooooooo…
Forse non sarà la stessa cosa che con Sirius, però…
– Scusami, James…
Non ho niente contro di te, figurati, e lo sai che ti considero un grande
amico, ma al momento non me la sento di parlarne…
La verità è che avevo paura. Di cosa?
Di tutto! Della verità, della sua reazione, della mia reazione alla sua
reazione… Sì, Sirius l’aveva pres
particolarmente bene, ma… lui avrebbe potuto fare altrettanto?
Sentii la mano del mio ragazzo che
si appoggiava alla mia per poi afferrarla, come per darmi coraggio. Ma non ce la feci. Non guardai nemmeno James, mi mancò la forza per farlo.
Poi sentimmo dei passi.
Era Peter.
– Ehi, ragazzi! È un
ora che vi cerco… sentite, il professore di pozioni è assente, e quindi
avremo tre ore consecutive di difesa dalle arti oscure.
Fece una breve pausa, durante la
quale Sirius lasciò la mia mano e si avvicinò al
nostro amico.
– Ok, arriviamo subito.
– D’accordo. Ah, il professore ha
detto di portare i libri, toglierà cinque punti a ciascuna persona che ne sarà
sprovvista.
E dicendolo fece un cenno a James, che era solito lasciarlo in giro e non riusciva mai
a trovarlo quando ne aveva bisogno.
– Non ti preoccupare, Pet. Oggi ce l’ho.
– Meno male, perché dice che
sarà una lezione impegnativa.
Poi ci lanciò uno sguardo
incuriosito.
– Ah, ora che ci penso… che stavate
facendo qui?
***continua***
E dopo secoli e secoli
eccomi nuovamente fra voi con questa ficcy.
Ringrazio tutte le anime pie che l’hanno
letta e commentata…
– volete spiegarmi che cavolo è
successo? Che avete fatto ieri?? Mi ero
preoccupato, sapete?
– Oh, non ce n’era bisogno ^////^
Rispose Sirius
dandomi un casto bacio sulle labbra.
Credo di aver cambiato colore… di
certo sentii un forte calore salirmi su dallo stomaco
e invadermi tutto il corpo.
James
ci guardò, leggermente imbarazzato, per poi sfoggiare un sorriso a 362 denti e
dire allegramente
– Era ora! Finalmente vi siete
decisi!
Sirius
fece un sorriso ancora più largo, se possibile, e poi rispose
– Mi sono deciso, prego!
******************************************
Cap. 05 – La mia maggior paura
Remusp.o.v.
James
dovette inventare una bugia molto lunga e complicata per convincere Peter, e soprattutto per distrarlo e consentire a me e Sirius di svignarcela.
Capì che ancora non eravamo pronti – non ERO pronto – a dirgli di noi e
soprattutto del mio segreto, che non avevo rivelato nemmeno a James.
Sirius mi rassicurò, dicendomi che per lui non era un
problema se volevo aspettare, ma comunque non c’era
nulla di cui dovessi preoccuparmi, soprattutto con loro, i nostri amici.
Annuii, ma dentro sapevo che probabilmente mi ci sarebbe voluto molto tempo prima di sbloccarmi.
Il fatto che però Sirius mi capisse, ed accettasse la mia situazione mi dava coraggio, e mi faceva
credere che presto sarei stato pronto a parlarne.
Purtroppo, o per fortuna, tutt’ora non saprei dirlo,
le cose non andarono esattamente come avrei sperato.
Quando entrammo in classe James e Peter
già erano arrivati ed avevano preso posto – molto vicino a
Lily. Un giorno io e Jamesavremmo
dovuto fare quattro chiacchiere…
I nostri amici stavano chiacchierando tra di loro, sbirciando ogni tanto
l’armadio alle spalle del professore, che si muoveva come se all’interno ci
fosse qualcosa, qualcuno.
Non avrei saputo dire perché, ma di qualunque cosa si trattasse, già da quella
prima occhiata non mi piaceva. E
più tardi avrei capito quanto avevo ragione.
Seguimmo la lezione più o meno attentamente per tutta la prima ora, mentre il
professore introduceva nuove specie di animali
fantastici, passando per i draghi, i troll ed infine
i mollicci.
Trovai i primi molto affascinanti, ma quando cominciò a descrivere le
caratteristiche dei mollicci – e soprattutto la loro capacità di mostrare le
peggiori paure del soggetto che cercano di terrorizzare – capii immediatamente
che non mi piacevano affatto, e che mi avrebbero procurato solo che guai.
E, quando il professore entusiasta annunciò che aveva
portato un molliccio con sé e che era chiuso nell’armadio, mi sentii gelare il
sangue nelle vene. Il mio istinto aveva detto giusto a proposito dell’armadio…
Dovevo essere particolarmente pallido, perché non solo Sirius
ma mezza classe era girata verso di me.
Il professore mi chiese se era tutto ok, ed io annuii
controvoglia per tranquillizzarlo.
In realtà non me ne importava un fico seco del proff, solo non volevo che Sirius
si preoccupasse.
– Tutto a posto, Rem?
Mi sussurrò il mio ragazzo
– Sì – sorrisi – Non è nulla, non preoccuparti…
Lui mi guardò poco convinto, ma non poteva fare altro in quel momento.
Lo vidi fare un cenno a James, che era seduto accanto
a lui, per poi tornare a seguire la lezione.
O almeno in apparenza.
Mi prese la mano da sotto il banco, stringendola nella sua.
E questo semplice gesto mi confortò più di quanto forse lui stesso non abbia immaginato
– Ora – Continuò il professore – Ho bisogno di qualche volontario.
Chiamò due o tre ragazzi ed un paio di ragazze.
Ricordo che ad uno di loro apparve una specie di rana, solo con i denti aguzzi,
e ad un altro ragazzo il molliccio si trasformò in sua madre, causando
l’ilarità di tutta la classe.
Poi una ragazza lo fece trasformare in un lupo mannaro.
Grande, feroce, e spaventoso.
Tremai, per quanto cercassi di stare calmo, ma non riuscivo a non stare male
dentro.
Se lei – o chiunque altro – l’avesse scoperto… e se i
miei compagni avessero avuto paura di me? Non credevo che l’avrei sopportato…
– Calma, Remus… è tutto a
posto…
Mi disse piano Sirius, cercando di rassicurarmi.
Ma in quell’occasione non ci riuscì molto.
– Sirius Black… visto che ti
piace tanto chiacchierare, perché non provi tu?
Il mio ragazzo fece un’alzatina di spalle e fece
segno di sì con la testa.
Mi lasciò la mano, controvoglia, e si recò davanti all’armadio.
Ma il professore, notando la sua apparente sicurezza, e poi rivolgendo lo
sguardo a me, che stavo praticamente tremando, sorrise
sotto i baffi e disse calmo
– Anzi no… Ho cambiato idea… Lupin, vieni qui per
piacere---
– NO! – esclamò Sirius – Lo faccio
io!
– Signor Black, per quanto io mi senta emozionato
dall’idea di vederla in azione, credo che non stia a lei decidere CHI deve
provare e CHI no.
– Ma lei ha detto…
Si bloccò, forse per non peggiorare la mia situazione.
Già il fatto che avesse cominciato a dargli del lei era
un segno che il professore era notevolmente irritato, ed in quei casi, non era
mai piacevole fargli da cavia.
Mi alzai lentamente, sperando che decidesse all’ultimo secondo che non ero un
soggetto abbastanza interessante per la sua spiegazione, ma la cosa non
avvenne.
Eppure sapeva di me, che ero un lupo mannaro…
Silente lo aveva riferito a tutti i professori delle materie pratiche in cui
questo avrebbe potuto comportare qualche rischio.
Compreso ilprofessore di difesa dalle
arti oscure.
Possibile che lo stesse facendo apposta?
Non poteva essere, ma non c’era altra spiegazione.
Non credo l’avesse scordato. Non avrebbe scelto me al posto di Sirius…
Arrivai vicino al professore e a Sirius,
che mi sillabò con le labbra
– Andrà tutto bene.
Sorrisi, e vidi il professore ghignare
– Bene. Ora vediamo che cosa sei in grado di fare.
Ricordati di agitare la bacchetta e di dire ad alta voce RIDDICULUS! (si scrive così, vero? ndVahly)
“Riddiculus…” ripetei nella mia mente “Riddiculus. Ce la posso fare… Riddiculus!”
Il professore si fece da parte, dicendo a Sirius di
fare le stesso, ed aprì nuovamente l’anta
dell’armadio.
Fu un brevissimo istante, prima che davanti a me apparve
un’enorme sfera bianca, luminosa e splendente.
Molti degli studenti non capirono di cosa si trattasse,
per mia fortuna.
Sentivo alle mie spalle un mormorio sommesso
– Ri… riddiculus Dissi poco convinto.
Ma non ci riuscivo… sentivo le gambe deboli ed il
cuore battere all’impazzata
– Riddiculus!
Ripetei, cercando vanamente di apparire più convincente.
Ma era inutile… completamente inutile
– Riddiculus!
Dissi un’ultima volta, mentre sentivo gli occhi riempirsi di lacrime.
Non so che cosa accadde dopo, ricordo solo che mi voltai
ed uscii di corsa fuori dalla classe, lontano da tutti, lontano da tutto.
Varcai la soglia praticamente correndo, e sbattei la
porta dietro di me.
Cosa che credo al professore non sia piaciuta molto, ma in quel momento era
veramente l’ultimo dei miei pensieri.
Mi sedetti in un angolo poco distante da lì, vicino alle scale, e mi
rannicchiai su me stesso.
La verità è che non volevo stare solo, avevo bisogno
dei miei amici… e avevo bisogno, soprattutto, del mio ragazzo.
Volevo Sirius, volevo
stringerlo a me e farmi confortare da lui.
Pensai vagamente che questo fosse un po’ infantile, ma non importava.
All’improvviso sentii qualcuno chinarsi su di me ed avvolgermi fra le su
braccia.
Alzai la testa spaventato e lo riconobbi
– SIRIUS! Che… che ci fai qui?
– Non dovrei esserci?
Ridacchiò lui, prima di asciugarmi le lacrime con un fazzoletto
– No… non dovresti… non voglio che passi dei guai a causa mia… io… mi sono
comportato da stupido…
Lui mi baciò, e disse tranquillo
– No, non ti sei comportato affatto da stupido. È stato il professore a comportarsi da stronzo con te… tu non hai
nessuna colpa.
– Non dovevi uscire dalla classe… ora ha un pretesto
per prenderti di mira…
– Oh, ma è stato proprio lui a sbattermi fuori!
– Co… come?
– Sì. Beh, in realtà io stavo per uscire, quando ha cercato
di bloccarmi. Allora abbiamo… come dire, discusso un po’… e alla fine ha
detto di venire qui a ripescarti.
– Non avete litigato, vero?
Lui scosse la testa
– Non preoccuparti. Tu come stai ora?
– Meglio, grazie…
In effetti avevo smesso di piangere, anche se non me
ne ero quasi reso conto
– James e Peter sono un po’
preoccupati per te…
– Forse dovrei dirglielo…
– Dirci cosa?
Chiese una voce alla mia sinistra. Sirius si staccò di scatto da me (cosa che devo
ammettere mi dispiacque un pochino) e ci voltammo entrambi
– JAMES?!
Esclamò il mio amore
– E Peter…
Dissi più calmo io.
– Allora, non credi sia giunto il momento delle spiegazioni?
Chiese tranquillo James.
Io annuii.
Un po’ nervosamente, devo dire, ma annuii e mi misi a sedere un po’ meglio,
facendo cenno a Sirius di sedersi al mio fianco. lui lo fece, e mi cinse la vita con un braccio.
Anche James e Peter si
sedettero, di fronte a noi, e solo in seguito mi è venuto in mente che forse
non era poi una brillante idea, quella di raccontargli di me in mezzo a un corridoio affianco alle scale, dove chiunque poteva
sentirci. Ma per fortuna non accadde, ed io parlai
loro a lungo, raccontandogli della maledizione, del morso, della mia sofferenza
in tutti quegli anni. E della paura di venire scoperto e
abbandonato, di non essere all’altezza degli altri miei compagni che non
avevano problemi. Del fatto che mi sentivo diverso.
E poi della stamberga strillante, di come Silente mi aveva
accolto, e di mille altri dettagli che scivolavano via senza importanza
rispetto alla consapevolezza via via maggiore che
loro non mi avrebbero abbandonato.
Glielo leggevo negli occhi, vedevo tutta la loro
comprensione.
Non era pietà, ne pena… era qualcosa di completamente
diverso.
Qualcosa che prima di loro non avevo mai conosciuto.
Amicizia.
Mi rassicurò molto il fatto che anche dopo avergli detto tutto, il loro sguardo
non era cambiato e mi trattavano esattamente allo stesso modo di prima.
James mi disse scherzando
– Ma è una figata unica! E tu che volevi tenerci nascosto tutto, eh furbacchione! Ah,
ma adesso che lo sappiamo veniamo a farti visita una notte di luna piena, che
ti credi? Sono curioso di vedere un lupo dal vero!
– Non è che sia tanto sicuro, sai?
– Oh, non preoccuparti… Troverò il modo! Lo troverò di
sicuro…
Disse tranquillo.
Ed il suo sorriso fu uno dei più bei ricordi che conservo
ancora di quegli anni…
*** continua ***
Lo so, vi avevo promesso di rispondere alle vostre recensioni… Però su,
già che ho postato – finalmente – è qualcosa, no? Tra l’altro sono tornata ora ora da scuola… Comunque ringrazio tutti
Un giorno – più prima che poi si spera – posterò di nuovo e risponderò alle recensioni…
voi intanto continuate a commentare *__* please!!!
Un bacione a tutti-e
Peter chiuse gli occhi, e si concentrò.
Intensamente, o almeno abbastanza intensamente considerando le sue capacità.
Strinse i pugni, ed il suo sforzo era evidente grazie alle piccole rughe che gli si andavano formando sulla fronte.
Poi cominciò a mugulare, ad abbassarsi, si mise in ginocchio e… non accadde nulla.
Assolutamente nulla.
James rise, rise sguainatamente, e Peter aprì i suoi piccoli occhietti porcini e acquosi, con un’espressione a metà tra l’inespressivo e il perplesso.
– Non è divertente James!
Dissi un po’ arrabbiato al mio amico.
– Scusa, ma… oddio, era troppo, troppo bello!!!
Io lo fulminai con lo sguardo, mentre Peter cercava di protestare, debolmente
– Non è colpa mia! E poi… nemmeno voi due ci siete riusciti, ecco!
James ricominciò a ridere nuovamente, e stavolta dovette sedersi per terra per evitare di cadere.
Peter incrociò le braccia, offeso, e si sedette a sua volta.
Io mi battei una mano sulla fronte, disperato.
Possibile che fossero sempre così infantili? Beh, non che io non avessi potuto dire lo stesso di me, ovviamente.
Ma c’erano situazioni in cui persino io riuscivo a mantenere quel minimo di serietà e compostezza che servivano. E se ci riuscivo io, credetemi, avrebbero potuto riuscirci tutti.
Vidi James provarci un’altra volta. Inutilmente. E poi giustificarsi, con un’alzatina di spalle
– Evidentemente per un mago potente come me è difficile far entrare tutto il proprio enorme potere in una semplice forma di animale… A me serve più impegno, Pet. Per te dovrebbe essere più semplice!
Peter sbuffò
– Non è vero! Io ho tanto potere magico quanto te!
– Non direi proprio…
Sogghignò James.
– BASTA!
Sbottai io.
Entrambi si volsero a guardarmi, perplessi.
Forse non era necessario arrabbiarsi con loro, però… mi dava sui nervi l’idea di non poter aiutare concretamente il mio Remus. Volevo fare qualcosa per lui, e volevo un minimo di collaborazione.
James ridacchiò.
– Calma, Siry… Non devi prendertela. Anche se Peter sembra assolutamente incapace di farcela, vedrai che ci riusciremo.
– Ehi, io non…
Tentò di protestare Peter.
Ma io lo bloccai.
– Se non la smetti di fare il cretino, non ci riuscirai mai neppure tu. Dissi, rivolto a james
Lo guardai serio, e lui sostenne il mio sguardo.
Poi mi diede una pacca sulla spalla.
– Ti capisco. Ma non serve essere nervosi. Forse la cosa migliore da fare, in questo momento, è prenderci un attimo di pausa.
Mi disse
Anuii.
– E va bene. Ma domani si fa sul serio, capito?
– Sì, Sirius, va bene…
Era strano come ci si potesse sentire inutili ed impotenti di fronte a qualcosa. era una sensazione che non avevo mai provato prima, e non era affatto piacevole. Continuavo a chiedermi quando sarei riuscito a trasformarmi, e ad aiutare Remus. Sapevo che non era semplice, però era più di una settimana che ci provavamo, e non avevamo avuto alcun risultato. Un paio di volte Peter ci aveva perfino proposto di rinunciare… ma io rifiutai categoricamente. Oramai mi ero impuntato, e NULLA avrebbe potuto farmi cambiare idea.
Quella sera dovevo essere particolarmente stanco, perché il mio ragazzo sembrò accorgersi di qualcosa.
Quando tornai nella sala comune, stremato, mi si avvicinò sorridendo e mi diede un delicato bacio a stampo.
– Ciao Remus…
Gli sorrisi.
– Che fine hai fatto oggi pomeriggio? Ti ho cercato, ma non sono riuscito a trovarti…
Lo guardai, e sembrava un po’ preoccupato.
– Ero in biblioteca, dovevo cercare una cosa per il compito di pozioni…
Non sembrò molto convinto, ma non disse nulla.
– Sembri stremato.
Aggiunse poco dopo.
– Già – sorrisi – fare ricerche è sfiancante.
Lo presi per mano, e lo condussi fino ad una poltrona lì vicino. Mi sedetti, e poi lo feci sedere a sua volta sulle mie ginocchia. Lui si accoccolò sul mio petto, con le braccia avvolte attorno alla mia vita. Ma non sembrò essere troppo rilassato.
– Se entrasse qualcuno… Mormorò sommessamente.
– Non entrerà nessuno. A quest’ora ci sono gli allenamenti di quidditch, e dall’ultima partita James ha acquistato di popolarità. Tutte le ragazzine saranno lì a vederlo… ed i ragazzi chi ad allenarsi, chi a studiare… sai, c’è un gruppetto di corvonero che sta organizzando dei gruppi di studio, e visto che per domani abbiamo dei compiti difficilissimi…
Remus sospirò.
Poi, tirò fuori la bacchetta e la agitò in aria, facendo un incantesimo che non riuscii ad identificare.
– Che cos’hai fatto?
Chiesi.
– Un incantesimo di allarme.
Sorrisi.
Era sempre il solito… sempre così apprensivo!
– Sirius…
Mormorò, stringendosi di più a me.
– Che c’è?
– Sai, la lezione sui mollicci dell’altra volta…
Mi preoccupai un po’.
Dove voleva arrivare?
– Sì, Remus?
– Beh, ho l’impressione che Severus Piton… quel serpeverde che tormenti sempre con James… ecco, mi sta tenendo d’occhio, me ne sono reso conto già da qualche giorno, ma non ero sicuro… Ho paura che abbia qualche sospetto.
La cosa mi preoccupò sul serio.
Che il mocciosus avesse capito tutto solo da una palla bianca, mi sembrava alquanto improbabile. Ma Remus era davvero molto acuto e sensibile su certe cose, e se era in pensiero c’era un valido motivo.
Beh, almeno quasi sempre.
– Non preoccuparti, Remus. Ne parleremo anche con James, se ti va. Ed insieme capiremo che cosa sa.
Remus annuì, e mi baciò dolcemente.
– Grazie.
– Ti amo, Remus.
Affermai convinto.
Ed ogni giorno che passava, mi rendevo conto di quanto questo fosse sempre più vero.
Lui mi riservò quel sorriso dolcissimo che sapeva farmi sciogliere il cuore, prima di rispondermi.
– Anch’io ti amo, Sirius.
Io e Remus parlammo anche a James del problema-Mocciosus, ed alla fine concludemmo che non era pericoloso, però era il caso che qualcuno (leggasi James) gli facesse passare la voglia di curiosare.
Non ero sicuro fosse il caso di lasciarlo fare liberamente, conoscendolo, però avevo altro a cui pensare, e sinceramente non è che mi importasse più di tanto della sorte di Piton.
Piuttosto, ciò che mi interessava, era di riuscire a trasformarmi come ogni animagus, cosa che ancora non ero, avrebbe dovuto saper fare.
Ricordavo chiaramente quando James ce ne parlò: un suo zio lo era diventato, e gli ci erano voluti anni, senza contare che era una magia estremamente difficile e solo un mago con dei poteri magici molto sviluppati, avrebbe potuto farcela.
Ma questo non riuscì a scoraggiarmi, e ben presto convinsi sia lui che Peter a diventarlo.
Nessuno dei due era molto convinto, in effetti, e forse anche questa era una delle cause delle nostre difficoltà.
Per quanto mi riguardava, invece, non riuscivo proprio a capire per quale motivo non mi riuscisse… ero più che motivato, e la cosa non mi spaventava.
Avevo provato a sforzarmi di divenire un animale in particolare, ma anche a leggermi dentro e a capire quale animale fosse il più adatto a me.
Era un giorno coma gli altri quando accadde: Peter e James stavano facendo i cretini, ed ogni tanto provavano a trasformarsi.
Ma io non badai a loro: semplicemente, mi concentrai.
Pensai a Remus, a noi due, alla sua sofferenza… al fatto che volevo stargli vicino in ogni momento, anche mentre si trasformava. Volevo che lui potesse contare su di me… che mi considerasse un appoggio, nei momenti di solitudine e di sofferenza.
Dovevo farcela…
Mi convinsi del fatto che ci sarei riuscito, perché il mio destino era quello di stare con Remus, e non potevo permettere che continuasse a star male, a farsi del male da solo…
Ed alla fine, sentii uno strano calore invadermi, in una sensazione nuova e sconosciuta, eppure di familiarità. Partiva dall’altezza del cuore, e si espandeva per tutto il corpo, fino alla punta delle dita.
Socchiusi gli occhi, e lasciai che il calore mi invadesse totalmente, che prendesse il controllo.
Poi tutto svanì, e quando riaprii gli occhi vidi che la realtà era mutata. I suoni erano più ovattati, ma sentivo delle cose mai udite prima. E la mia vista era diversa, come se percepissi meno colori. Anche la mia prospettiva era cambiata, era più, come dire… bassa. Come se stessi in ginocchio.
Mi resi conto anche del fatto che camminavo a quattro zampe, e guardandole vidi una folta pelliccia nera.
Cercai di attirare l’attenzione di Peter e James, ma dalla mia bocca uscì fuori solo un latrato.
Li vidi girarsi, e sbarrare gli occhi, scioccati… erano davvero uno spettacolo impagabile!
Poi James sorrise apertamente, e urlò
– Grande! Ce l’hai fatta!
Mentre Peter biascicava un poco convinto
– Ma come hai fatto?
Io abbaiai allegramente e mi rigirai scodinzolando. Dovevo essere un cane…
– Sei proprio fighissimo! Dai bello, vallo a prendere!
Ridacchiò James lanciando un foglio di carta appallottolato.
Se fossi stato nella mia forma umana avrei riso.
Mi concentrai, e sforzandomi un pochino tornai normale.
James assunse un’espressione vagamente delusa.
– Uffa – borbottò – dovevi recuperare la pallina! Non sei affatto divertente.
– Piuttosto che dire scemenze, cerca di concentrarti, o non ci riuscirai mai!
James mi diede una botta in testa.
– Non è che adesso solo perché ci sei riuscito puoi fare il sapientone, sai?
Lo guardai malamente, fingendomi offeso, ma ovviamente non ci cascò.
Peter, invece, continuava a piagnucolare.
– Spiegami come hai fatto! Come ci sei riuscito? Eh? eh?
Scossi la testa divertito, pensando fra me e me che sarebbe stata più dura del previsto.
Ma ce l’avremmo fatta.
Per Remus.
***continua***
NOTE DELL'AUTRICE
Ciao a tutti!!! ... e, finalmente, riesco a postare un nuovo capitolo... Allora, che ne pensate? Ringrazio tutti/e coloro che ancora leggono e recensiscono... THANKS!!!
Forse avrete notato che l'impaginazione è un po' diversa... questo perchè sto provando a farmi l'htlm da sola, come anche nelle altre storie. Spero che la cosa non sia di troppo disturbo, visivamente parlando.