M.I.L.K. - Mother I'd Like to Kill di Hyperviolet Pixie (/viewuser.php?uid=4157)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I married him, not her ***
Capitolo 2: *** Extreme solution ***
Capitolo 3: *** I'm fucked ***
Capitolo 1 *** I married him, not her ***
M.I.L.K.
- Mother I'd Like to Kill
I
I
married him, not her
Harry
Potter osservò la rigida figura di Narcissa Black che gli
aveva
appena aperto la porta vestita di tutto punto soffermandosi con lo
sguardo un attimo sulla borsa. La donna, quasi intuendo cosa si
agitava nella testa del ragazzo, disse: «Pelle di Ungaro
Spinato,
quello che ha cercato di ucciderla al torneo Tremaghi, signor
Potter.».
La
reazione scandalizzata del ragazzo non si fece attendere più
di
tanto.
«Avrei
preferito una borsetta di ippogrifo, sa? Purtroppo la suddetta
creatura è sparita anzitempo.»
Harry
fece per sorridere soddisfatto, ma venne prontamente raggelato.
«L'altro
giorno ero in visita a Grimmauld Place e ne ho trovato un altro.
Inutile dire che avrò la mia nuova borsetta prima che lei,
signor
Potter, possa riprendersi dallo shock di queste due tremende
perdite.»
Da
quando il nome dei Malfoy era stato ristabilito grazie a quella
donna, di cui Harry si ostinava a voler ignorare il nome, il Ragazzo
Sopravvissuto (con profondo rammarico dei più) era costretto
a
passare più tempo di quanto avesse mai desiderato a stretto
contatto
con lei e i suoi collaboratori.
All'inizio era stata una semplice
collaborazione del tipo “I Malfoy pagano, gli Auror li
proteggono”
e fino a lì, Harry, capo della sezione Auror di Londra,
trovava la
situazione gestibile. Doveva semplicemente fornire un Auror dotato
come guardia del principino Draco Malfoy e tutto sarebbe filato
liscio come l'olio. Eppure, ancora non sapeva come, il Ministro della
Magia era riuscito a convincere il Salvatore del Mondo Magico a
smetterla di delegare i compiti agli altri Auror e ora Harry Potter
doveva svolgere il gravoso compito di guardia del corpo di Draco
Malfoy, splendido furetto rimbalzante. Ma la cosa peggiore,
contrariamente a quanto aveva pensato all'inizio, era dover
sopportare sua madre che, oltre ad essergli palesemente ostile, aveva
la cattiva abitudine di ricordargli spesso e volentieri che gli aveva
salvato la vita durante la famosissima Battaglia di Hogwarts.
«Signora
Malfoy, è sempre un piacere vederla.» disse con
voce atona.
Ringraziò Morgana per non essere pagato persino per
sorridere.
«Vorrei
poter dire lo stesso di lei, signor Potter.»
Perché
mai avrebbe dovuto proteggere l'unica famiglia del mondo magico che
avrebbe voluto uccidere personalmente a mani nude? Sì, si
rispose,
grazie a Draco Malfoy. Il ragazzo evidentemente doveva sempre trovare
un modo per distruggere ogni suo piano. Non si era potuto
accontentare di vivere di rendita come un qualsiasi rampollo di una
qualsiasi famiglia purosangue, no! Lui non si era accontentato di una
vita perfetta di nullafacentismo. Draco Malfoy era diventato, in men
che non si dica, un Indicibile e uno dei più noti Alchimisti
dell'ultimo secolo mentre il suo rivale di sempre, Harry Potter,
scalava i vertici della carriera da Auror in uno dei periodi
più
pacifici che il mondo magico avesse mai attraversato.
«Oggi
dove la devo accompagnare?» chiese Harry chiedendosi
mentalmente per
quale motivo dovesse proteggere anche la madre di Malfoy.
«Affari,
Potter. Meno sai, meglio stai.» concluse la donna decidendosi
finalmente a far entrare il ragazzo nell'ampio atrio del Manor.
*
Astoria
Greengrass e Draco Malfoy erano convolati a nozze da meno di due anni
e il loro primo figlio era nato dopo poco. Inutile dire che le loro
erano state nozze riparatrici e che agli occhi di tutti, l'erede
della più ricca e famosa famiglia del mondo magico, era nato
prematuramente al settimo mese.
Il
piccolo incidente di percorso si chiamava Scorpius ed era il bambino
più amato e viziato del mondo intero soprattutto dai nonni
Malfoy
che rivedevano in lui quello che era stato il loro piccolo Draco.
La
madre, Astoria Greengrass, era una giovane promessa laureata in
Magisprudenza, ma che per ovvie ragioni aveva dovuto abbandonare la
professione per diventare la perfetta mogliettina di Draco Malfoy.
Ora
però voleva il divorzio ed era proprio per quel motivo che
quell'assolato pomeriggio di fine estate sedeva in un piccolo
caffé
babbano insieme a Theodore Nott, un tempo suo compagno di studi in
Magisprudenza, divenuto poi brillante avvocato nonché
ennesima
fiamma di sua sorella Daphne.
«Ancora
non riesco a credere che tu sia stata così sciocca da
firmare un
contratto prematrimoniale scritto dall'avvocato di Narcissa Malfoy.
Quella donna è...» Astoria non sentì
mai cosa fosse in realtà sua
suocera dal momento che si sentì in dovere di fare una
precisazione.
«Ero
innamorata, Theo.» soffiò prendendo la sua tazza
ricolma di caffè
nero con un'espressione schifata. Theodore si chiese se ciò
era
dovuto all'ammissione che aveva appena fatto o al caffè non
zuccherato.
«Innamorata
è sinonimo di sciocca?» chiese sorridendo ironico.
«Presumo
di sì.» concordò lei, afflitta.
«Proprio
sicura di voler divorziare?» le chiese. «Nella
storia dei Malfoy
non c'è mai stato nessuna separazione, né tanto
meno un divorzio.
Sono riuscito a trovare solamente qualche morte prematura.»
«Oh
no.» si affrettò a precisare lei. «Draco
non lo ucciderei mai! È
il padre di mio figlio. Un pensierino su sua madre,
magari...».
Il
ragazzo si affrettò a dissimulare una risatina con un colpo
di
tosse. Non stava bene che lui ridesse dell'eventualità della
morte
di Lady Narcissa. Durante i suoi anni ad Hogwarts, ricordò
con molto
piacere, lui insieme a pochi altri compagni, ovviamente tutto
all'oscuro di Draco, avevano decretato Narcissa come “Madre
che mi
farei volentieri”. No, non avrebbe mai partecipato
all'omicidio
della sua prima cotta.
«Narcissa
è un osso particolarmente duro. Non vorrei mai averla come
suocera.»
«Hai
esattamente centrato il punto, Theo. Ho sposato Draco, non sua madre.
E ora vedi di trovare un cavillo che mi permetta di divorziare e
ottenere qualcosa per il mantenimento di Scorpius.»
Theodore
annuì con fare grave e afferrò il contratto
prematrimoniale che
Astoria gli stava porgendo.
«E
non dirlo a mia sorella.» concluse Astoria con espressione
colpevole.
*
«Mai
sorella cosa?» chiese Daphne con un tono di voce
più stridulo di
quello di Pansy Parkinson scattando a sedere come una molla.
«Vuole
il divorzio, te l'ho detto.» soffiò Blaise Zabini
tirandosi a
sedere sul letto su cui avevano appena consumato la loro passione
segreta.
«Oh
no. Non può.» disse la ragazza affranta.
«Nostro padre la
ucciderà, sempre se non ci penserà prima
Narcissa.»
«Oh,
vorrei tanto assistere!» Esclamò Blaise
sogghignando con la mente
già rivolta alle torture che avrebbe affrontato la sorella
della sua
amante. «E gradirei che tu stessi zitta. Le informazioni che
ho sono
del tutto confidenziali.» concluse tornando serio dopo
l'occhiataccia rivoltagli da Daphne.
«E
tu come fai a saperlo, scusa?»
«Theodore
sta cercando qualche cavillo per l'affidamento di Scorpius e il suo
mantenimento nel contratto prematrimoniale.»
«Theodore
non mi ha detto nulla!» esclamò irritata Daphne.
«Oh, ma io adesso
vado lì e faccio rinsavire tutti a suon di
Cruciatus!»
«Temo
siano ancora illegali, purtroppo. E sentiamo un po'... come hai
intenzione di spiegare al tuo fidanzato come mai sei in possesso di
queste informazioni?» le chiese con un sorriso sardonico.
«Zabini?
Vaffanculo.»
_________
Angolino
dell'autrice:
è
più forte di me. Ahah, scrivo una storia su Draco e poi?
Voilà!
Blaise e Daphne saltano fuori intenti a fare chissà cosa.
Stessa
cosa quando cerco di farla fidanzare con Nott -.-''
A parte
questo ci tengo a sottolineare che sarà una storia molto
corta :D
non
penso che il titolo abbia bisogno di spiegazioni, ma le darò
lo
stesso.
M.I.L.K.
- Mother I'd Like to Kill è ispirato ovviamente a M.I.L.F.
che
significa Mother I'd Like to Fuck ovvero madre che mi farei (tanto
per non essere volgari u.u) ed è ovviamente riferito a
Narcissa che,
come si può notare nel sesto libro, ha la lingua abbastanza
biforcuta.
Fatemi sapere che ne pensate <3
Fay
:)
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Capitolo 2 *** Extreme solution ***
II
Extreme
solution
Di
nuovo lunedì e di nuovo davanti a quel portone, Harry Potter
si
trovò a maledire per la settima volta in due giorni quella
famiglia.
Se l'era trovata tra capo e collo all'improvviso ed l'unico motivo
che l'aveva portato a odiare il lavoro che tanto aveva sognato di
fare da sempre.
Alzò
la mano lentamente e, come se gli costasse una fatica inaudita,
afferrò il battente dell'ingresso e lo fece battere contro
il ferro
sottostante con una flemma che non gli si addiceva. Ritardare il
momento in cui si sarebbe dovuto confrontare con quella donna, si
domandò, era l'unica cosa giusta da fare? No, forse avrebbe
dovuto
ucciderla, ammazzarla, squartarla e occultarne il corpo. Sì,
quella
era decisamente l'unica alternativa.
In
quel momento, sentendo dei passi concitati che si affrettavano verso
la porta, il ragazzo cominciò a sperare che Narcissa Malfoy
cadesse
da una delle sue adorate scarpette tacco 12 e si rompesse l'osso del
collo. Un maggiordomo in livrea, così ora si divertiva a
chiamare
gli Elfi Domestici emancipati grazie alla sua amica Hermione,
stranamente, gli aprì la porta e lo fece accomodare
all'interno
accompagnandolo in una delle salette in cui i padroni di casa
ricevevano gli ospiti.
«La
prego di attendere qui un attimo, Potter Signore!» disse
accomiatandosi con un breve inchino nervoso. Probabilmente quello era
l'unico elfo che non parlava costantemente in terza persona.
Harry
si guardò attorno forse cercando qualche oggetto contundente
da
usare per rimuovere dal mondo quella piaga.
«Potter?
Che stai facendo con l'attizzatoio in mano?» la voce
strascicata di
Draco Malfoy lo raggiunse facendolo arrossire. Poggiò in
tutta
fretta l'arnese e si girò con un sorriso colpevole stampato
in
faccia.
«Pensavo
di dover scortare tua madre oggi.» gli spiegò
ringraziando Dio e
tutti i Santi che la donna non fosse presente
per indurlo a macchiare col suo sangue purissimo la sua immacolata
fedina penale.
«Mia
madre fa un po' a tutti quest'effetto.» convenne Draco
stringendosi
nelle spalle come se non arrivasse a capire come mai fossero in molti
a desiderare la morte della sua genitrice.
«Dove
ti devo accompagnare oggi?».
«Affari,
Sfregiato. Meno sai e me...»
«
E meglio stai. Lo so, furetto. » concluse sconsolato.
*
Astoria
Greengrass, ormai divenuta signora Malfoy, si incontrò con
il suo
avvocato Theodore Nott appena due settimane più tardi del
loro
precedente incontro. Come sempre, onde evitare equivoci e
pettegolezzi, si erano dati appuntamento in un bar babbano dove la
probabilità di incontrare gente che li conoscesse o che loro
conoscevano diventava molto più che scarsa. Astoria non
riservava
nessun rancore ai Babbani e nemmeno ai Nati Babbani, però
doveva
ammettere di sentirsi avvolta da un costante segno di disagio ogni
volta che si trovava in mezzo a loro.
Erano
così diversi, così moderni, così
strambi che certe volte si
trovava a dare ragione al marito (che sperava di poter definire
presto ex marito).
Per
meglio mimetizzarsi tra loro aveva trasfigurato la lunga veste verde
smeraldo con i ricami argentati che portava quel giorno in un paio di
pantaloni e in una maglietta a maniche corte che aveva visto indosso
a una donna che le era passata affianco mentre attendeva Theodore.
Theodore
era arrivato con un ghigno tipicamente serpeverde stampato sul volto
e l'aveva fatta accomodare al tavolo.
«Buone
notizie?» chiese Astoria cercando di nascondere la speranza
che
serbava dentro di sé.
«Pessime.»
replicò l'avvocato guadagnandosi un'occhiata storta.
«Non puoi
divorziare.»
Astoria
sgranò gli occhi e si trovò subito a immaginare
una vita vissuta
con Narcissa Malfoy al proprio fianco. No, non avrebbe visto il
giorno in cui Scorpius avrebbe varcato il muro tra i binari nove e
dieci per recarsi a Hogwarts dal momento che si sarebbe suicidata
prima. O dal momento che sarebbe finita ad Azkaban per essersi
macchiata del sangue della suocera. Si trovò addirittura a
pensare a
come fosse Azkaban senza Dissennatori ad ogni angolo.
«Come
no?» le uscì una specie di vocina isterica che
sperò di non
sentire mai più.
«Beh,
puoi divorziare ma ti ritroveresti senza un soldo, senza figlio,
senza casa. Il contratto parla chiaro Astoria. Scorpius rimarrebbe
con i Malfoy e tu potresti vederlo solamente alle feste comandate.
Anzi, nemmeno a tutte.»
«Avrei
dovuto leggerlo bene quel contratto, Theodore.»
sbuffò amareggiata.
«Sono stata così sciocca, così cieca!
Mi sono fidata di Narcissa.
Mi sembrava ancora umana. E Lucius era così amabile con
me...»
Theodore
si trovò a fissarla stranito. Non aveva mai sentito definire
Narcissa umana e Lucius amabile da nessuno prima di quel giorno.
Sapeva che Narcissa poteva trasformarsi in una madre amorevole, ma in
una suocera umana mai.
«Mi
hanno fottuta, Theo. Scusa il termine.»
«Sei
stata ingenua, ma posso benissimo capire. Eri innamorata ma
soprattutto incinta e Narcissa ha approfittato delle tue condizioni.
Penso che mi comporterei come hai fatto tu se dovesse succedere
qualcosa del genere con Daphne.» concluse Theodore
stringendosi
nelle spalle.
Astoria,
che ben conosceva l'intricata situazione sentimentale della sorella,
non disse nulla cercando di dissimulare l'espressione scettica che
era sicura di essersi stampata in faccia.
«E
ora che faccio?» chiese riportando la conversazione al
problema
originale.
«C'è
sempre l'annullamento.» ghignò Theodore facendo
capire ad Astoria
finalmente quale fosse il cavillo aggirabile.
«E
come faccio ad ottenerlo?»
«Ci
sono molteplici modi. In ogni caso, ottenendo l'annullamento, il
matrimonio sarà come se non fosse mai stato celebrato e dal
momento
che tu sei la madre, Scorpius rimarrà a te.»
E
finalmente Astoria si sentì libera di sorridere.
*
Un
bacio infuocato le stava facendo dimenticare addirittura il suo nome.
Lo ricambiò con tutta la passione che sembrava possedere.
Blaise.
L'unico nome che
riusciva a ricordare era il suo. Lì, mentre il ragazzo le
stava
arroventando la pelle con quei baci sempre più audaci, lei
non
riusciva a fare altro che a ripeterlo.
Blaise.
Aveva
giurato a se stessa non ricaderci più, eppure non sapeva
come né
perché puntualmente si ritrovava a casa di lui, poi nella
stanza di
lui e infine nel letto di lui.
Sempre
se riuscivano ad arrivarci, al letto.
Daphne.
Ok,
aveva appena appurato di ricordarsi perfettamente il suo nome,
tuttavia doveva esserci qualcos'altro che dimenticava.
Slacciò i
primi bottoni della camicia di Blaise, lentamente. Gli posò
dei baci
lì sulla pelle che era riuscita a scoprire.
Tornò
a dedicarsi alle labbra quando effettivamente si rese conto che c'era
davvero qualcosa che le sfuggiva. Le mani di Blaise avevano appena
cominciato a slacciarle il vestito. Si sentiva irrequieta, ma non
riusciva a capire cosa stava dimenticando.
Ma
fu solo nel momento in cui rimase in biancheria con il vestito
raggomitolato attorno alle caviglie che ricordò.
Theodore.
«Oh. Ma io sono
fidanzata.» si ricordò improvvisamente sentendosi
veramente
stupida. Si toccò le labbra gonfie con la punta delle dita e
scattò
subito in piedi per rivestirsi.
«Ma va?» esordì
con tono palesemente ironico Blaise che la ragazza aveva lasciato
lì
in preda a un desiderio insoddisfatto.
_______
Angolino dell'autrice:
dopo le recenti
recensioni, ho deciso di dare qualche speranza in più a
questa storia. Per questo motivo ho deciso di allungarla. Non dico che
sarà una mega storia di un centinaio di capitoli, ma
sicuramente non avrà i pochi capitoli che avevo in mente. Ho
deciso un po' di riformarla, di complicarla e di fare tutto
ciò che è in mio possesso per togliere la
demenzialità che il titolo suggerisce ahahah in ogni caso
spero sia di vostro gradimento.
Il titolo
"Extreme Solution" si riferisce sia al fatto che Harry vorrebbe
squartare Narcissa piuttosto che lavorare ancora per lei e per il
divorzio o annullamento che Astoria vorrebbe ottenere.
In ogni
caso sono confusa su una cosa. Come diavolo si chiama Astoria in
realtà? Astoria o Asteria?
Ovviamente
io l'ho cominciata a chiamare Astoria e penso che continuerò
così anche se dovessi scoprire che il suo nome vero
è l'altro.
Aiutatemi
a scoprire la verità ahaha
Fatemi
sapere <3
Grazie
tutti quelli che hanno recensito, inserito tra preferiti, seguite e
ricordate questa infima storiella.
Risponderò
privatamente.
Fay :)
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Capitolo 3 *** I'm fucked ***
III
I'm
fucked!
Doveva
esserci
qualcosa di estremamente sbagliato in quella situazione paradossale
che da un paio di anni era costretta a vivere. Malfoy Manor era un
maniero di dimensioni decisamente considerevoli, nonostante fosse da
lungo tempo che la zona est era stata sigillata per qualche ragione
oscura. E ovviamente, per oscura, non si intendeva solamente che era
una ragione nascosta, sconosciuta ai più, ma che
probabilmente era
anche un motivo più o meno illegale, che poi il marito e il
suocero
vi ci si addentrassero più tempo del consentito non faceva
altro che
aumentare la lunga lista dei suoi sospetti e timori. Per quel motivo,
e per mille altri ancora, Scorpius doveva essere allontanato da
quella casa. Ma il punto non era quello, quanto piuttosto che non
fosse possibile che lei, Astoria Greengrass sfortunatamente ancora in
Malfoy, fosse costretta a dover vivere, fianco a fianco, con i
suoceri. Nessun problema con Lucius, visto che passava più
tempo nel
suo studio che altrove, quanto piuttosto i problemi nascevano e si
moltiplicavano a vista d'occhio con Narcissa.
La suocera, quando
non era in giro a combinare chissà che complotti
accompagnata dal
fido auror Potter, era una presenza fissa in casa. Non usciva, non
aveva hobby se non quello di tiranneggiare sugli elfi e commentare
acidamente ogni mise della nuora ormai prossima al
collasso
nervoso.
Oltretutto,
Narcissa, voleva un gran bene al nipotino Scorpius, ma questa
affezione scompariva nel momento stesso in cui Astoria era in
difficoltà con il mocciosetto viziatissimo.
Scorpius aveva il
raffreddore? Narcissa spariva inaspettatamente per una sessione
tonificante di shopping.
Scorpius stava
covando l'influenza? Narcissa spariva inaspettatamente per una lunga
vacanza alle terme in Italia, tornando sì più
rilassata, ma anche
più carica per nuove schermaglie verbali.
Astoria quasi
temeva il momento in cui Scorpius avrebbe contratto le prima malattie
infantili.
In quel momento,
Scorpius stava tirando su con il suo aristocratico nasino facendo
imbestialire Astoria. Narcissa era sul lato opposto della stanza,
pronta a sparire alla prima avvisaglia di moccio.
«Narcissa,
non te lo chiederei se non fossi disperata.» disse cercando
di non
sembrare una supplice davanti al santo di turno.
La
suocera la squadrò, sopracciglio inarcato e nasino
arricciato.
«Cara,
non se ne parla nemmeno per quanto so quanto puoi essere disperata.
La tua mise
lo testimonia in pieno.» Commentò malevola
sbeffeggiando la veste
di Astoria.
Aristocrazia
e disperazione, così si era commentata poco prima mentre si
era
guardata allo specchio. Alla fine, quella veste poteva permettersela
solamente prima del parto di Scorpius. Quel bambino aveva
implicitamente preso dalla nonna quel lato distruttivo. Insomma,
durante la gestazione aveva preso chili che difficilmente sarebbe
riuscita a togliere e tutta per colpa di quel bambino che ora aveva
smesso di tirare su col naso e, con le manine sporche di Merlino solo
sa cosa, si puliva le manine sulla veste della mamma.
«Orrore.»
commentò, schifata, prima di rivolgersi nuovamente a sua
suocera.
«Non ho intenzione di lasciare il mio bambino con quelle cose
orribili che voi vi ostinate a usare al posto dei domestici.»
«Si
chiamano elfi domestici, tesoro.» replicò
Narcissa, quasi stizzita.
«E mi dispiace, ho un appuntamento urgentissimo con la mia
consulente di bellezza. Ciao, Astoria cara.» e la
salutò per andare
a farsi rifare per la terza volta nell'arco di due mesi un iniezione
di botox, splendida e utilissima sostanza scoperta dai Babbani che
grazie a questa scoperta avevano guadagnato punti nel suo palmares.
Astoria
raccolse il piccolo da terra e dopo un veloce “Gratta e
netta”
rassegnandosi a dover portare con sé il piccolo Scorpius al
suo
incontro con Theodore.
*
Subito
dopo essersi smaterializzata nella Londra babbana con il piccolo in
braccia ancora estasiato dalla magia della madre, cercò di
appoggiarlo a terra per farlo camminare un po'. Scorpius si
lasciò
cadere a terra, molto più propenso a farsi portare in
braccio
piuttosto che a dover muovere un paio di passi in autonomia. Con uno
sbuffo, lo riprese in braccio e uscì dal vicolo in cui si
era appena
materializzata. Dopo poco si ritrovò nel solito locale
babbano con
Theodore Nott già seduto a un tavolo che l'aspettava
leggendo
attentamente delle carte con gli occhialetti da lettura calati sugli
occhi.
Prima
di innamorarsi scioccamente e perdutamente di Draco, Astoria aveva
avuto una leggera cotta per Theodore che era durata circa... una
vita. Considerò che probabilmente quella scena, se l'avesse
vissuta
alla giovane età di quindici anni, trovandosi di fronte un
Theodore
diciassettenne e nessun moccioso piagnucolone e viziato in braccio,
le sarebbe decisamente piaciuta vista la sua infatuazione per i
completi babbani composti da giacca e cravatta come quello che
l'avvocato portava quel giorno.
Theodore
alzò lo sguardo e sorrise apertamente nei confronti di
Scorpius, che
per tutta risposta ridacchiò allungando le braccia per farsi
prendere in braccio dallo zio. Le venne in mente per un attimo sua
sorella e i suoi continui tradimenti, ma nascose quei pensieri
sconvenienti in un angolino.
«Vogghio.»
disse Scorpius prima che la madre riuscisse a salutare Theodore. Il
ragazzo la fissò confusa, non essendo ancora avvezzo al
nuovo
linguaggio del bimbo.
«Vuole
la tua cravatta. “Voglio” è l'unica
parola che riesce a
pronunciare quasi perfettamente.» replicò Astoria
evitando di
chiedersi come mai ciò fosse possibile.
«E'
sempre bello avere la conferma che è anche figlio di
Draco.»
replicò Theodore facendo un buffetto al bambino che per
tutta
risposta si asciugò il naso sulla cravatta, facendo
effettivamente
comprendere alla madre perché la volesse.
«Narcissa
non me l'ha voluto tenere e io con gli Elfi non lo voglio lasciare.
Senza contare che Lucius e Draco sono spariti stamattina accompagnati
chissà dove da Potter.»
«Passiamo
agli affari, ti va?» tagliò corto Theodore,
capendo che l'argomento
“famiglia Malfoy” andava chiuso il prima possibile.
«Scusa,
l'altro giorno sono dovuta scappare che Draco mi aspettava per cena.
Dove eravamo rimasti?» gli chiese. Da quando era moglie e
madre a
tempo pieno non aveva più testa per nient'altro. Riprese il
piccolo
in braccio e aspettò che Theodore iniziasse.
«L'annullamento
lo possiamo richiedere solamente se Draco è impotente o non
vuole
figli, ma direi che ho l'esempio vivente che esclude queste due
opzioni.» Disse indicando Scorpius che ora batteva le mani
felice
cercando di ripetere ciò che l'avvocato diceva.
«Ipoete.»
strillò, battendo le mani più forte.
«Si
potrebbe aggiungere un'accusa per violenza domestica, ma dubito che,
per quanto sia forte la tua voglia di divorziare, tu voglia mandare
Draco ad Azkaban visto che ha una cella che lo aspetta dal momento in
cui gli hanno tatuato il Marchio.»
«Akkaban!».
«Se
no, beh, c'è il tradimento.»
«Oh,
sono fottuta, Draco non mi tradirebbe mai!»
osservò sconvolta.
«Fottuta!»
trillò ancora più felice e ancora più
forte Scorpius attirando su
di sé parecchie occhiate sconvolte.
Astoria
lo osservò non sapendo se ridere o se piangere.
Theodore
glissò sull'uscita poco felice del bimbo e aggiunse, nel
tentativo
di consolarla, ma ottenendo il risultato opposto: «Ti ricordi
le
corna che sono cresciute sulla testa di Pansy Parkinson durante il
periodo di terrore della Umbrdge? Beh, diciamo che qualcuno ha voluto
farle aprire gli occhi sulle parecchie infedeltà di
Draco.»
«Oh
Dio! Non dirmi che Draco potrebbe persino avermi tradito?»
chiese
quasi disperata. Era troppo tempo che aveva gli ormoni in subbuglio
ed era prossima al crollo nervoso.
Theodore
la osservò calandosi gli occhialetti da lettura sul naso e
la
osservò con sguardo indagatore. «Scusami un po',
ma tu vuoi
divorziare da Draco, sì o no?».
___________
Angolino
dell'autrice:
capitolino corto corto, ma abbastanza simpatico per farmi perdonare del
ritardo.
Chiedo immensamente scusa ma mi sto dedicando anche ad altre storie
contemporaneamente e il tempo materiale mi è venuto
decisamente meno.
Tra l'altro se vi va, andate a leggere la mia nuova oneshot Nomen Omen
su Harry e Ginny alla presa con un ritardo e dei nomi improbabili.
In ogni caso, ci tenevo a dire, che anche la mia nonna materna, per
quanto mi volesse bene, nel momento in cui ero ammalata non
mi voleva vedere nemmeno di striscio, quindi mi sono ispirata a lei per
Narcissa. Oltretutto, stando ai racconti di mia madre, mia nonna era un
osso duro e abbastanza avversa nei suoi confronti.
Io ora rido, ma ho paura di dovermi sposare per trovarmi una suocera
del genere o.o
Va beh, grazie mille a tutti e fatemi sapere dai <3
Grazie milleeeeeeee.
Alla prossima,
Fay <3
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