M.I.L.K. - Mother I'd Like to Kill

di Hyperviolet Pixie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I married him, not her ***
Capitolo 2: *** Extreme solution ***
Capitolo 3: *** I'm fucked ***



Capitolo 1
*** I married him, not her ***


M.I.L.K. - Mother I'd Like to Kill


I
I married him, not her


Harry Potter osservò la rigida figura di Narcissa Black che gli aveva appena aperto la porta vestita di tutto punto soffermandosi con lo sguardo un attimo sulla borsa. La donna, quasi intuendo cosa si agitava nella testa del ragazzo, disse: «Pelle di Ungaro Spinato, quello che ha cercato di ucciderla al torneo Tremaghi, signor Potter.».
La reazione scandalizzata del ragazzo non si fece attendere più di tanto.
«Avrei preferito una borsetta di ippogrifo, sa? Purtroppo la suddetta creatura è sparita anzitempo.»
Harry fece per sorridere soddisfatto, ma venne prontamente raggelato.
«L'altro giorno ero in visita a Grimmauld Place e ne ho trovato un altro. Inutile dire che avrò la mia nuova borsetta prima che lei, signor Potter, possa riprendersi dallo shock di queste due tremende perdite.»
Da quando il nome dei Malfoy era stato ristabilito grazie a quella donna, di cui Harry si ostinava a voler ignorare il nome, il Ragazzo Sopravvissuto (con profondo rammarico dei più) era costretto a passare più tempo di quanto avesse mai desiderato a stretto contatto con lei e i suoi collaboratori.
All'inizio era stata una semplice collaborazione del tipo “I Malfoy pagano, gli Auror li proteggono” e fino a lì, Harry, capo della sezione Auror di Londra, trovava la situazione gestibile. Doveva semplicemente fornire un Auror dotato come guardia del principino Draco Malfoy e tutto sarebbe filato liscio come l'olio. Eppure, ancora non sapeva come, il Ministro della Magia era riuscito a convincere il Salvatore del Mondo Magico a smetterla di delegare i compiti agli altri Auror e ora Harry Potter doveva svolgere il gravoso compito di guardia del corpo di Draco Malfoy, splendido furetto rimbalzante. Ma la cosa peggiore, contrariamente a quanto aveva pensato all'inizio, era dover sopportare sua madre che, oltre ad essergli palesemente ostile, aveva la cattiva abitudine di ricordargli spesso e volentieri che gli aveva salvato la vita durante la famosissima Battaglia di Hogwarts.
«Signora Malfoy, è sempre un piacere vederla.» disse con voce atona. Ringraziò Morgana per non essere pagato persino per sorridere.
«Vorrei poter dire lo stesso di lei, signor Potter.»
Perché mai avrebbe dovuto proteggere l'unica famiglia del mondo magico che avrebbe voluto uccidere personalmente a mani nude? Sì, si rispose, grazie a Draco Malfoy. Il ragazzo evidentemente doveva sempre trovare un modo per distruggere ogni suo piano. Non si era potuto accontentare di vivere di rendita come un qualsiasi rampollo di una qualsiasi famiglia purosangue, no! Lui non si era accontentato di una vita perfetta di nullafacentismo. Draco Malfoy era diventato, in men che non si dica, un Indicibile e uno dei più noti Alchimisti dell'ultimo secolo mentre il suo rivale di sempre, Harry Potter, scalava i vertici della carriera da Auror in uno dei periodi più pacifici che il mondo magico avesse mai attraversato.
«Oggi dove la devo accompagnare?» chiese Harry chiedendosi mentalmente per quale motivo dovesse proteggere anche la madre di Malfoy.
«Affari, Potter. Meno sai, meglio stai.» concluse la donna decidendosi finalmente a far entrare il ragazzo nell'ampio atrio del Manor.


*


Astoria Greengrass e Draco Malfoy erano convolati a nozze da meno di due anni e il loro primo figlio era nato dopo poco. Inutile dire che le loro erano state nozze riparatrici e che agli occhi di tutti, l'erede della più ricca e famosa famiglia del mondo magico, era nato prematuramente al settimo mese.
Il piccolo incidente di percorso si chiamava Scorpius ed era il bambino più amato e viziato del mondo intero soprattutto dai nonni Malfoy che rivedevano in lui quello che era stato il loro piccolo Draco.
La madre, Astoria Greengrass, era una giovane promessa laureata in Magisprudenza, ma che per ovvie ragioni aveva dovuto abbandonare la professione per diventare la perfetta mogliettina di Draco Malfoy.
Ora però voleva il divorzio ed era proprio per quel motivo che quell'assolato pomeriggio di fine estate sedeva in un piccolo caffé babbano insieme a Theodore Nott, un tempo suo compagno di studi in Magisprudenza, divenuto poi brillante avvocato nonché ennesima fiamma di sua sorella Daphne.
«Ancora non riesco a credere che tu sia stata così sciocca da firmare un contratto prematrimoniale scritto dall'avvocato di Narcissa Malfoy. Quella donna è...» Astoria non sentì mai cosa fosse in realtà sua suocera dal momento che si sentì in dovere di fare una precisazione.
«Ero innamorata, Theo.» soffiò prendendo la sua tazza ricolma di caffè nero con un'espressione schifata. Theodore si chiese se ciò era dovuto all'ammissione che aveva appena fatto o al caffè non zuccherato.
«Innamorata è sinonimo di sciocca?» chiese sorridendo ironico.
«Presumo di sì.» concordò lei, afflitta.
«Proprio sicura di voler divorziare?» le chiese. «Nella storia dei Malfoy non c'è mai stato nessuna separazione, né tanto meno un divorzio. Sono riuscito a trovare solamente qualche morte prematura.»
«Oh no.» si affrettò a precisare lei. «Draco non lo ucciderei mai! È il padre di mio figlio. Un pensierino su sua madre, magari...».
Il ragazzo si affrettò a dissimulare una risatina con un colpo di tosse. Non stava bene che lui ridesse dell'eventualità della morte di Lady Narcissa. Durante i suoi anni ad Hogwarts, ricordò con molto piacere, lui insieme a pochi altri compagni, ovviamente tutto all'oscuro di Draco, avevano decretato Narcissa come “Madre che mi farei volentieri”. No, non avrebbe mai partecipato all'omicidio della sua prima cotta.
«Narcissa è un osso particolarmente duro. Non vorrei mai averla come suocera.»
«Hai esattamente centrato il punto, Theo. Ho sposato Draco, non sua madre. E ora vedi di trovare un cavillo che mi permetta di divorziare e ottenere qualcosa per il mantenimento di Scorpius.»
Theodore annuì con fare grave e afferrò il contratto prematrimoniale che Astoria gli stava porgendo.
«E non dirlo a mia sorella.» concluse Astoria con espressione colpevole.


*


«Mai sorella cosa?» chiese Daphne con un tono di voce più stridulo di quello di Pansy Parkinson scattando a sedere come una molla.
«Vuole il divorzio, te l'ho detto.» soffiò Blaise Zabini tirandosi a sedere sul letto su cui avevano appena consumato la loro passione segreta.
«Oh no. Non può.» disse la ragazza affranta. «Nostro padre la ucciderà, sempre se non ci penserà prima Narcissa.»
«Oh, vorrei tanto assistere!» Esclamò Blaise sogghignando con la mente già rivolta alle torture che avrebbe affrontato la sorella della sua amante. «E gradirei che tu stessi zitta. Le informazioni che ho sono del tutto confidenziali.» concluse tornando serio dopo l'occhiataccia rivoltagli da Daphne.
«E tu come fai a saperlo, scusa?»
«Theodore sta cercando qualche cavillo per l'affidamento di Scorpius e il suo mantenimento nel contratto prematrimoniale.»
«Theodore non mi ha detto nulla!» esclamò irritata Daphne. «Oh, ma io adesso vado lì e faccio rinsavire tutti a suon di Cruciatus!»
«Temo siano ancora illegali, purtroppo. E sentiamo un po'... come hai intenzione di spiegare al tuo fidanzato come mai sei in possesso di queste informazioni?» le chiese con un sorriso sardonico.
«Zabini? Vaffanculo.»


_________


Angolino dell'autrice:
è più forte di me. Ahah, scrivo una storia su Draco e poi? Voilà! Blaise e Daphne saltano fuori intenti a fare chissà cosa. Stessa cosa quando cerco di farla fidanzare con Nott -.-''
A parte questo ci tengo a sottolineare che sarà una storia molto corta :D
non penso che il titolo abbia bisogno di spiegazioni, ma le darò lo stesso.
M.I.L.K. - Mother I'd Like to Kill è ispirato ovviamente a M.I.L.F. che significa Mother I'd Like to Fuck ovvero madre che mi farei (tanto per non essere volgari u.u) ed è ovviamente riferito a Narcissa che, come si può notare nel sesto libro, ha la lingua abbastanza biforcuta.
Fatemi sapere che ne pensate <3

Fay :)

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Capitolo 2
*** Extreme solution ***


II

Extreme solution


Di nuovo lunedì e di nuovo davanti a quel portone, Harry Potter si trovò a maledire per la settima volta in due giorni quella famiglia. Se l'era trovata tra capo e collo all'improvviso ed l'unico motivo che l'aveva portato a odiare il lavoro che tanto aveva sognato di fare da sempre.
Alzò la mano lentamente e, come se gli costasse una fatica inaudita, afferrò il battente dell'ingresso e lo fece battere contro il ferro sottostante con una flemma che non gli si addiceva. Ritardare il momento in cui si sarebbe dovuto confrontare con quella donna, si domandò, era l'unica cosa giusta da fare? No, forse avrebbe dovuto ucciderla, ammazzarla, squartarla e occultarne il corpo. Sì, quella era decisamente l'unica alternativa.
In quel momento, sentendo dei passi concitati che si affrettavano verso la porta, il ragazzo cominciò a sperare che Narcissa Malfoy cadesse da una delle sue adorate scarpette tacco 12 e si rompesse l'osso del collo. Un maggiordomo in livrea, così ora si divertiva a chiamare gli Elfi Domestici emancipati grazie alla sua amica Hermione, stranamente, gli aprì la porta e lo fece accomodare all'interno accompagnandolo in una delle salette in cui i padroni di casa ricevevano gli ospiti.
«La prego di attendere qui un attimo, Potter Signore!» disse accomiatandosi con un breve inchino nervoso. Probabilmente quello era l'unico elfo che non parlava costantemente in terza persona.
Harry si guardò attorno forse cercando qualche oggetto contundente da usare per rimuovere dal mondo quella piaga.
«Potter? Che stai facendo con l'attizzatoio in mano?» la voce strascicata di Draco Malfoy lo raggiunse facendolo arrossire. Poggiò in tutta fretta l'arnese e si girò con un sorriso colpevole stampato in faccia.
«Pensavo di dover scortare tua madre oggi.» gli spiegò ringraziando Dio e tutti i Santi che la donna non fosse presente per indurlo a macchiare col suo sangue purissimo la sua immacolata fedina penale.
«Mia madre fa un po' a tutti quest'effetto.» convenne Draco stringendosi nelle spalle come se non arrivasse a capire come mai fossero in molti a desiderare la morte della sua genitrice.
«Dove ti devo accompagnare oggi?».
«Affari, Sfregiato. Meno sai e me...»
« E meglio stai. Lo so, furetto. » concluse sconsolato.


*


Astoria Greengrass, ormai divenuta signora Malfoy, si incontrò con il suo avvocato Theodore Nott appena due settimane più tardi del loro precedente incontro. Come sempre, onde evitare equivoci e pettegolezzi, si erano dati appuntamento in un bar babbano dove la probabilità di incontrare gente che li conoscesse o che loro conoscevano diventava molto più che scarsa. Astoria non riservava nessun rancore ai Babbani e nemmeno ai Nati Babbani, però doveva ammettere di sentirsi avvolta da un costante segno di disagio ogni volta che si trovava in mezzo a loro.
Erano così diversi, così moderni, così strambi che certe volte si trovava a dare ragione al marito (che sperava di poter definire presto ex marito).
Per meglio mimetizzarsi tra loro aveva trasfigurato la lunga veste verde smeraldo con i ricami argentati che portava quel giorno in un paio di pantaloni e in una maglietta a maniche corte che aveva visto indosso a una donna che le era passata affianco mentre attendeva Theodore.
Theodore era arrivato con un ghigno tipicamente serpeverde stampato sul volto e l'aveva fatta accomodare al tavolo.
«Buone notizie?» chiese Astoria cercando di nascondere la speranza che serbava dentro di sé.
«Pessime.» replicò l'avvocato guadagnandosi un'occhiata storta. «Non puoi divorziare.»
Astoria sgranò gli occhi e si trovò subito a immaginare una vita vissuta con Narcissa Malfoy al proprio fianco. No, non avrebbe visto il giorno in cui Scorpius avrebbe varcato il muro tra i binari nove e dieci per recarsi a Hogwarts dal momento che si sarebbe suicidata prima. O dal momento che sarebbe finita ad Azkaban per essersi macchiata del sangue della suocera. Si trovò addirittura a pensare a come fosse Azkaban senza Dissennatori ad ogni angolo.
«Come no?» le uscì una specie di vocina isterica che sperò di non sentire mai più.
«Beh, puoi divorziare ma ti ritroveresti senza un soldo, senza figlio, senza casa. Il contratto parla chiaro Astoria. Scorpius rimarrebbe con i Malfoy e tu potresti vederlo solamente alle feste comandate. Anzi, nemmeno a tutte.»
«Avrei dovuto leggerlo bene quel contratto, Theodore.» sbuffò amareggiata. «Sono stata così sciocca, così cieca! Mi sono fidata di Narcissa. Mi sembrava ancora umana. E Lucius era così amabile con me...»
Theodore si trovò a fissarla stranito. Non aveva mai sentito definire Narcissa umana e Lucius amabile da nessuno prima di quel giorno. Sapeva che Narcissa poteva trasformarsi in una madre amorevole, ma in una suocera umana mai.
«Mi hanno fottuta, Theo. Scusa il termine.»
«Sei stata ingenua, ma posso benissimo capire. Eri innamorata ma soprattutto incinta e Narcissa ha approfittato delle tue condizioni. Penso che mi comporterei come hai fatto tu se dovesse succedere qualcosa del genere con Daphne.» concluse Theodore stringendosi nelle spalle.
Astoria, che ben conosceva l'intricata situazione sentimentale della sorella, non disse nulla cercando di dissimulare l'espressione scettica che era sicura di essersi stampata in faccia.
«E ora che faccio?» chiese riportando la conversazione al problema originale.
«C'è sempre l'annullamento.» ghignò Theodore facendo capire ad Astoria finalmente quale fosse il cavillo aggirabile.
«E come faccio ad ottenerlo?»
«Ci sono molteplici modi. In ogni caso, ottenendo l'annullamento, il matrimonio sarà come se non fosse mai stato celebrato e dal momento che tu sei la madre, Scorpius rimarrà a te.»
E finalmente Astoria si sentì libera di sorridere.


*


Un bacio infuocato le stava facendo dimenticare addirittura il suo nome. Lo ricambiò con tutta la passione che sembrava possedere.
Blaise.
L'unico nome che riusciva a ricordare era il suo. Lì, mentre il ragazzo le stava arroventando la pelle con quei baci sempre più audaci, lei non riusciva a fare altro che a ripeterlo.
Blaise.
Aveva giurato a se stessa non ricaderci più, eppure non sapeva come né perché puntualmente si ritrovava a casa di lui, poi nella stanza di lui e infine nel letto di lui.
Sempre se riuscivano ad arrivarci, al letto.

Daphne.
Ok, aveva appena appurato di ricordarsi perfettamente il suo nome, tuttavia doveva esserci qualcos'altro che dimenticava. Slacciò i primi bottoni della camicia di Blaise, lentamente. Gli posò dei baci lì sulla pelle che era riuscita a scoprire.
Tornò a dedicarsi alle labbra quando effettivamente si rese conto che c'era davvero qualcosa che le sfuggiva. Le mani di Blaise avevano appena cominciato a slacciarle il vestito. Si sentiva irrequieta, ma non riusciva a capire cosa stava dimenticando.
Ma fu solo nel momento in cui rimase in biancheria con il vestito raggomitolato attorno alle caviglie che ricordò.

Theodore.
«Oh. Ma io sono fidanzata.» si ricordò improvvisamente sentendosi veramente stupida. Si toccò le labbra gonfie con la punta delle dita e scattò subito in piedi per rivestirsi.
«Ma va?» esordì con tono palesemente ironico Blaise che la ragazza aveva lasciato lì in preda a un desiderio insoddisfatto.

_______

Angolino dell'autrice:

dopo le recenti recensioni, ho deciso di dare qualche speranza in più a questa storia. Per questo motivo ho deciso di allungarla. Non dico che sarà una mega storia di un centinaio di capitoli, ma sicuramente non avrà i pochi capitoli che avevo in mente. Ho deciso un po' di riformarla, di complicarla e di fare tutto ciò che è in mio possesso per togliere la demenzialità che il titolo suggerisce ahahah in ogni caso spero sia di vostro gradimento.
Il titolo "Extreme Solution" si riferisce sia al fatto che Harry vorrebbe squartare Narcissa piuttosto che lavorare ancora per lei e per il divorzio o annullamento che Astoria vorrebbe ottenere.
In ogni caso sono confusa su una cosa. Come diavolo si chiama Astoria in realtà? Astoria o Asteria?
Ovviamente io l'ho cominciata a chiamare Astoria e penso che continuerò così anche se dovessi scoprire che il suo nome vero è l'altro.
Aiutatemi a scoprire la verità ahaha
Fatemi sapere <3
Grazie tutti quelli che hanno recensito, inserito tra preferiti, seguite e ricordate questa infima storiella.
Risponderò privatamente.
Fay :)

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Capitolo 3
*** I'm fucked ***


III

I'm fucked!

Doveva esserci qualcosa di estremamente sbagliato in quella situazione paradossale che da un paio di anni era costretta a vivere. Malfoy Manor era un maniero di dimensioni decisamente considerevoli, nonostante fosse da lungo tempo che la zona est era stata sigillata per qualche ragione oscura. E ovviamente, per oscura, non si intendeva solamente che era una ragione nascosta, sconosciuta ai più, ma che probabilmente era anche un motivo più o meno illegale, che poi il marito e il suocero vi ci si addentrassero più tempo del consentito non faceva altro che aumentare la lunga lista dei suoi sospetti e timori. Per quel motivo, e per mille altri ancora, Scorpius doveva essere allontanato da quella casa. Ma il punto non era quello, quanto piuttosto che non fosse possibile che lei, Astoria Greengrass sfortunatamente ancora in Malfoy, fosse costretta a dover vivere, fianco a fianco, con i suoceri. Nessun problema con Lucius, visto che passava più tempo nel suo studio che altrove, quanto piuttosto i problemi nascevano e si moltiplicavano a vista d'occhio con Narcissa.
La suocera, quando non era in giro a combinare chissà che complotti accompagnata dal fido auror Potter, era una presenza fissa in casa. Non usciva, non aveva hobby se non quello di tiranneggiare sugli elfi e commentare acidamente ogni mise della nuora ormai prossima al collasso nervoso.
Oltretutto, Narcissa, voleva un gran bene al nipotino Scorpius, ma questa affezione scompariva nel momento stesso in cui Astoria era in difficoltà con il mocciosetto viziatissimo.
Scorpius aveva il raffreddore? Narcissa spariva inaspettatamente per una sessione tonificante di shopping.
Scorpius stava covando l'influenza? Narcissa spariva inaspettatamente per una lunga vacanza alle terme in Italia, tornando sì più rilassata, ma anche più carica per nuove schermaglie verbali.
Astoria quasi temeva il momento in cui Scorpius avrebbe contratto le prima malattie infantili.
In quel momento, Scorpius stava tirando su con il suo aristocratico nasino facendo imbestialire Astoria. Narcissa era sul lato opposto della stanza, pronta a sparire alla prima avvisaglia di moccio.
«Narcissa, non te lo chiederei se non fossi disperata.» disse cercando di non sembrare una supplice davanti al santo di turno.
La suocera la squadrò, sopracciglio inarcato e nasino arricciato.
«Cara, non se ne parla nemmeno per quanto so quanto puoi essere disperata. La tua
mise lo testimonia in pieno.» Commentò malevola sbeffeggiando la veste di Astoria.
Aristocrazia e disperazione, così si era commentata poco prima mentre si era guardata allo specchio. Alla fine, quella veste poteva permettersela solamente prima del parto di Scorpius. Quel bambino aveva implicitamente preso dalla nonna quel lato distruttivo. Insomma, durante la gestazione aveva preso chili che difficilmente sarebbe riuscita a togliere e tutta per colpa di quel bambino che ora aveva smesso di tirare su col naso e, con le manine sporche di Merlino solo sa cosa, si puliva le manine sulla veste della mamma.
«Orrore.» commentò, schifata, prima di rivolgersi nuovamente a sua suocera. «Non ho intenzione di lasciare il mio bambino con quelle cose orribili che voi vi ostinate a usare al posto dei domestici.»
«Si chiamano elfi domestici, tesoro.» replicò Narcissa, quasi stizzita. «E mi dispiace, ho un appuntamento urgentissimo con la mia consulente di bellezza. Ciao, Astoria cara.» e la salutò per andare a farsi rifare per la terza volta nell'arco di due mesi un iniezione di botox, splendida e utilissima sostanza scoperta dai Babbani che grazie a questa scoperta avevano guadagnato punti nel suo palmares.
Astoria raccolse il piccolo da terra e dopo un veloce “Gratta e netta” rassegnandosi a dover portare con sé il piccolo Scorpius al suo incontro con Theodore.


*


Subito dopo essersi smaterializzata nella Londra babbana con il piccolo in braccia ancora estasiato dalla magia della madre, cercò di appoggiarlo a terra per farlo camminare un po'. Scorpius si lasciò cadere a terra, molto più propenso a farsi portare in braccio piuttosto che a dover muovere un paio di passi in autonomia. Con uno sbuffo, lo riprese in braccio e uscì dal vicolo in cui si era appena materializzata. Dopo poco si ritrovò nel solito locale babbano con Theodore Nott già seduto a un tavolo che l'aspettava leggendo attentamente delle carte con gli occhialetti da lettura calati sugli occhi.
Prima di innamorarsi scioccamente e perdutamente di Draco, Astoria aveva avuto una leggera cotta per Theodore che era durata circa... una vita. Considerò che probabilmente quella scena, se l'avesse vissuta alla giovane età di quindici anni, trovandosi di fronte un Theodore diciassettenne e nessun moccioso piagnucolone e viziato in braccio, le sarebbe decisamente piaciuta vista la sua infatuazione per i completi babbani composti da giacca e cravatta come quello che l'avvocato portava quel giorno.
Theodore alzò lo sguardo e sorrise apertamente nei confronti di Scorpius, che per tutta risposta ridacchiò allungando le braccia per farsi prendere in braccio dallo zio. Le venne in mente per un attimo sua sorella e i suoi continui tradimenti, ma nascose quei pensieri sconvenienti in un angolino.
«Vogghio.» disse Scorpius prima che la madre riuscisse a salutare Theodore. Il ragazzo la fissò confusa, non essendo ancora avvezzo al nuovo linguaggio del bimbo.
«Vuole la tua cravatta. “Voglio” è l'unica parola che riesce a pronunciare quasi perfettamente.» replicò Astoria evitando di chiedersi come mai ciò fosse possibile.
«E' sempre bello avere la conferma che è anche figlio di Draco.» replicò Theodore facendo un buffetto al bambino che per tutta risposta si asciugò il naso sulla cravatta, facendo effettivamente comprendere alla madre perché la volesse.
«Narcissa non me l'ha voluto tenere e io con gli Elfi non lo voglio lasciare. Senza contare che Lucius e Draco sono spariti stamattina accompagnati chissà dove da Potter.»
«Passiamo agli affari, ti va?» tagliò corto Theodore, capendo che l'argomento “famiglia Malfoy” andava chiuso il prima possibile.
«Scusa, l'altro giorno sono dovuta scappare che Draco mi aspettava per cena. Dove eravamo rimasti?» gli chiese. Da quando era moglie e madre a tempo pieno non aveva più testa per nient'altro. Riprese il piccolo in braccio e aspettò che Theodore iniziasse.
«L'annullamento lo possiamo richiedere solamente se Draco è impotente o non vuole figli, ma direi che ho l'esempio vivente che esclude queste due opzioni.» Disse indicando Scorpius che ora batteva le mani felice cercando di ripetere ciò che l'avvocato diceva.
«
Ipoete.» strillò, battendo le mani più forte.
«Si potrebbe aggiungere un'accusa per violenza domestica, ma dubito che, per quanto sia forte la tua voglia di divorziare, tu voglia mandare Draco ad Azkaban visto che ha una cella che lo aspetta dal momento in cui gli hanno tatuato il Marchio.»
«
Akkaban!».
«Se no, beh, c'è il tradimento.»
«Oh, sono fottuta, Draco non mi tradirebbe mai!» osservò sconvolta.
«
Fottuta!» trillò ancora più felice e ancora più forte Scorpius attirando su di sé parecchie occhiate sconvolte.
Astoria lo osservò non sapendo se ridere o se piangere.
Theodore glissò sull'uscita poco felice del bimbo e aggiunse, nel tentativo di consolarla, ma ottenendo il risultato opposto: «Ti ricordi le corna che sono cresciute sulla testa di Pansy Parkinson durante il periodo di terrore della Umbrdge? Beh, diciamo che qualcuno ha voluto farle aprire gli occhi sulle parecchie infedeltà di Draco.»
«Oh Dio! Non dirmi che Draco potrebbe persino avermi tradito?» chiese quasi disperata. Era troppo tempo che aveva gli ormoni in subbuglio ed era prossima al crollo nervoso.
Theodore la osservò calandosi gli occhialetti da lettura sul naso e la osservò con sguardo indagatore. «Scusami un po', ma tu vuoi divorziare da Draco, sì o no?».

___________

Angolino dell'autrice:
capitolino corto corto, ma abbastanza simpatico per farmi perdonare del ritardo.
Chiedo immensamente scusa ma mi sto dedicando anche ad altre storie contemporaneamente e il tempo materiale mi è venuto decisamente meno.
Tra l'altro se vi va, andate a leggere la mia nuova oneshot Nomen Omen su Harry e Ginny alla presa con un ritardo e dei nomi improbabili.
In ogni caso, ci tenevo a dire, che anche la mia nonna materna, per quanto mi volesse bene,  nel momento in cui ero ammalata non mi voleva vedere nemmeno di striscio, quindi mi sono ispirata a lei per Narcissa. Oltretutto, stando ai racconti di mia madre, mia nonna era un osso duro e abbastanza avversa nei suoi confronti.
Io ora rido, ma ho paura di dovermi sposare per trovarmi una suocera del genere o.o
Va beh, grazie mille a tutti e fatemi sapere dai <3
Grazie milleeeeeeee.
Alla prossima, 
Fay <3

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