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Gli occhi hanno sete, perché esistono i tuoi occhi.
La bocca ha sete, perché esistono i tuoi baci.
L'anima è accesa di queste braccia che ti amano.
Il corpo, incendio vivo che brucerà il tuo corpo.
Di sete. Sete infinita. Sete che cerca la tua sete.
E in essa si distrugge come l'acqua nel fuoco.
(Pablo Neruda)
PREFAZIONE
Non mi era più permesso sognare, da
un pezzo ormai.
Ma, grazie a lei, tutto sembrava
possibile.
Persino l’avverarsi dei miei sogni.
Osservarla scendere le scale
tremante, appoggiare la sua mano sulla mia, pronunciare un dolce e deciso “si”,
alzarsi sulle punte per posare sulla mie labbra un tenero bacio che sanciva la
promessa appena scambiata…Finalmente uniti nella promessa di un’esistenza
assieme.
Questo andava al di là di qualsiasi
mia aspettativa.
Le appartengo, ma non la possiedo.
L’unica cosa che si possiede è
l’amore che si dà.[1]
E io ho donato a lei tutto me
stesso, tutto l’amore che mi era possibile.
Chiederle di sposarmi era la cosa più egoista che avessi mai fatto. Ma la
volevo, per sempre. Le cose erano molto cambiate da quando l’avevo conosciuta.
Per circa ventiquattro ore avevo creduto che Bella fosse morta.
Ora l’unica cosa che volevo era stare con lei, per sempre.
Da quando l’avevo incontrata non avevo mai smesso di amarla, anche se avevo
cercato di farle credere il contrario per proteggerla, da me.
Ma dopo aver temuto di averla persa per sempre tutto era cambiato. Non le avrei
fatto del male. Rifiutavo di credere di poterle fare del male. Neppure il suo
sangue mi tentava più. O meglio, mi tentava, ma ormai era facile ignorarlo.
Mancava un giorno al matrimonio. Ero agitato. Non di certo perché dovevo
sposarla. La cosa che più volevo al mondo era legarmi a lei…per sempre. Il
problema era il dopo matrimonio.
Lei si aspettava una cosa da me. Ero spaventato.
Ero sicuro che non le avrei mai fatto del male finché la mia mente dominava
suoi miei istinti…ma quello che mi chiedeva lei lasciava poco spazio alla
ragione.
Non capivo come potesse fidarsi in modo così assoluto di me. Ero un mostro, un
milione di volte più forte di lei, e i miei istinti potevano prendere il
sopravvento in qualsiasi momento.
Ma era quello che voleva.
Certo…anch’io la volevo. Avevo fantasticato molto su come poteva essere tenerla
tra le mie braccia ma non pensavo fosse possibile stare con lei in quel modo.
Non finché era ancora umana.
Non ero sicuro di riuscire a controllarmi.
Ma non potevo non tenere fedealla
promessa. Avrei tanto voluto essere umano, per darle tutto quello che voleva.
Da giorni ormai i miei pensieri ormai erano focalizzati su quel pensiero.
Lei non pareva preoccupata per questo aspetto del matrimonio e questo non mi
rassicurava.
Aveva la tendenza a sottovalutare troppo il mio lato pericoloso.
Ma la amavo anche per questo. Era così fiduciosa, calorosa…
Scossi la testa cercando di concentrami. Ero a caccia, ma sarei tornato
sicuramente a casa a bocca asciutta:non riuscivo a smettere di pensarla. Chissà
lei dov’era?
Rassegnato cercai Emmett . Volevo tornare da Bella.
“Credo di aver bevuto troppo!”.Il suo pensiero mi raggiunse poco dopo.
L’avevo trovato.
Con un balzo arrivai alle sue spalle. Lui si voltò di scatto mostrandomi i
denti, pronto ad attaccarmi.
Quando mi vide si rilassò e mi sorrise.
Lui sapeva delle mie preoccupazione.
Non era riuscito molto ad aiutarmi. Lui e Rosalie non avevano di questi
problemi: erano entrambi vampiri. E anzi, si lasciavano andare completamente in
quei momenti, lasciando distruzione alle loro spalle. Erano, come dire, molto…
focosi.
Io non avrei mai potuto essere così con la mia Bella, era troppo fragile.
-Gara?-, chiese Emmett.
Emmett amava un sacco mettersi in competizione.
Annuii. Sapevo di essere più veloce. Lui era più forte, ma io ero quasi
imbattibile nelle gare di velocità. Quasi, perché con Alice a volte perdevo.
Arrivai prima io ed Emmett grugnì arrabbiato.
-Mi darai la rivincita-.
-Senz’altro-, risposi, senza badarlo troppo.
Dovevo andare da Bella. Anzi volevo andarci.
Non volevo lasciarla troppo sola. Sapevo che stava male per Jacob. Era
scomparso. Più che altro voleva starsene un po’ per i fatti suoi sotto
sembianze di lupo, probabilmente per non soffrire troppo. Non mi piaceva che
Bella lo pensasse troppo spesso, ma lo capivo. Probabilmente se avesse scelto
lui me ne sarei andato anch’io per un po’, come avevo fatto quando l’avevo
lasciata sola…Era stata una decisione imperdonabile. Ma Bella come sempre mi
aveva stupito, riaccettandomi nella sua vita come se non le avessi mai spezzato
il cuore. Era proprio unica.
Bella aveva accettato la mia proposta di matrimonio, con mia immensa gioia. Era
di me che aveva bisogno, aveva scelto me e io non potevo non essere
immensamente grato e felice di questa sua decisione. Mi amava e questo mi
bastava. Per sempre.
Dirlo a Charlie non era stato per niente facile, per lei perlomeno.
Seduta sul divano, aspettando il rientro di suo padre, Bella non fece altro che
contorcersi per l’agitazione e sudare freddo.
-Dai Bella. Stai tranquilla, per favore. Non devi confessare nulla di male -,
dissi, cercando di sdrammatizzare.
-La fai tanto facile Edward -, rispose secca.
In realtà non trovavo niente di spaventoso in
quello che stava per dire a Charlie, ma come sempre le reazioni di Bella non
erano logiche, ed era spaventata per i motivi sbagliati.
Quando sentì la porta di casa aprirsi ormai era presa dal panico più assoluto.
Sentivo il suo cuore pompare intensamente e non la sentivo più respirare. Mi
stava veramente facendo preoccupare. Le sue reazioni come sempre erano
immensamente esagerate: o era troppo calma o si agitava troppo.
-Respira Bella-, ripetei piano al suo orecchio.
La porta si chiuse sbattendo e lei sobbalzò spaventata sul divano. In realtà
era super terrorizzata. Neppure io le avevo mai fatto quell’effetto.
-Ciao Charlie-, salutai educatamente ascoltando i suoi pensieri.
Era tranquillo.
-Shh…-, sibilò Bella a bassa voce.
Cosa avevo detto?
-Che c’è?-, sussurrai.
-E’ pericoloso parlargli ora!Ha ancora la pistola addosso!Aspetta che la metta
giù-.
Ridacchiai. Come se potessi avere paura di una pistola o di Charlie. Come
sempre Bella non ricordava di avere un vampiro per fidanzato.
Charlie entrò in salotto, ancora armato e ci osservò stranito.
Aveva capito che c’era qualcosa che volevamo dirgli e come sempre era
infastidito dalla mia presenza. Si sforzava di essere gentile con me, ma i suoi
pensieri non mentivano:c’era sempre un filo di rabbia e di risentimento nei
miei confronti. Ma anche questo dovevo accettarlo. Dopotutto avevo ridotto io
Bella in quello stato catatonico che l’aveva avvolta per mesi.
-Ciao ragazzi!Tutto bene?-, esordì Charlie.
-Dobbiamo parlarti -, dissi. -Di una cosa bella-, mi affrettai a precisare.
Ormai stavo perdendo Bella, sarebbe svenuta da un momento all’altro. Meglio
prendere l’iniziativa.
-Cosa dovete dirmi di tanto bello?-, ringhiò Charlie.
La sua mente era molto confusa, piena di immagini sovrapposte che si
accatastavano l’una sull’altra. Aveva già pensato ad una miriade di cose,
ovviamente non indovinando il vero motivo della conversazione.
-Papà,è meglio che ti metti seduto-, gli ordinò Bella. Per fortuna si era
ripresa.
Charlie la fissò ansioso di sapere cosa stesse succedendo e si sedette ,teso,
sulla poltrona in attesa della rivelazione.
-Non agitarti papà. Non è niente di negativo -, precisò Bella. Doveva fargli
proprio paura la reazione del padre se si affrettava a mettere in chiaro che
non era una brutta cosa.
Feci una smorfia:non capivo come una cosa tanto meravigliosa come il nostro
matrimonio potesse risultare tanto terrificante da annunciare.
-Bella, ti potrei anche credere. Ma mi spieghi perché sei completamente
sudata?-
L’aveva notato anche lui. Bella ormai era fuori di sé dall’agitazione.
-Non sono sudata, sto benissimo-, mentì.
Si strinse contro di me e si passò la mano sulla fronte, cercando di scacciare
i segni che provavano la sua agitazione. Bene. Charlie era giunto alla
conclusione sbagliata. Dalla catasta di immagini che aveva invaso la sua mente
aveva estratto l’opzione più sbagliata e impossibile.
-Aspetti un figlio?-, urlò.
Certo, come se fosse stato plausibile. Era proprio la cosa più ridicola che
potesse dire, ma forse era quella l’impressione che davamo.
Probabilmente Bella aveva ragione. Per sposarsi a diciotto anni poteva esserci
solo un motivo:aspettare un figlio. E anche Charlie era giunto a quella
affrettata conclusione. D’altro canto non sapeva che Bella era fidanzata con un
vampiro sterile che mai avrebbe potuto renderla madre. Risi per non
piangere:odiavo privare Bella di questa possibilità.
-Papà no!Cosa vai a pensare?Sei completamente fuori strada -, si affrettò a
precisare Bella dandomi una gomitata sulle costole.
Charlie iniziò a calmarsi. Tenevo sotto controllo la sua mente, non volevo
reagisse in modo esagerato.
Fissò Bella e capì che stava dicendo la verità. Bella era una pessima attrice e
si capiva subito se stava mentendo.
-Davvero non sei incinta?Beh, allora…scusa-.
-Scuse accettate-, rispose.
Charlie si era calmato. Al
contrario di Bella che rientrò nel suo stato di agitazione.
Nessuno parlò. Aspettai che si calmasse e che iniziasse a spiegare il motivo
della conversazione, ma non lo fece. Alzò i suoi grandi occhi marrone
cioccolato imploranti e mi fissò. Non sapeva come dirlo al padre. L’avevo
capito. Avevo immaginato che avrei dovuto farlo io e mi ero preparato il
discorso, ben impresso nella mente. Le sorrisi, respirai a fondo e mi rivolsi a
Charlie.
In un certo senso ero contento di dargli io la notizia.
Charlie si voltò verso di me in attesa di una spiegazione.
- Charlie, siamo pronti per fare un passo importante. Io amo Bella più di ogni
altra cosa al mondo e lei sembra ricambiare ogni mio sentimento. Abbiamo deciso
di sposarci Charlie e vorrei la tua benedizione. Ti prometto che mi prenderò
per sempre cura di lei. E’ la sola cosa che voglio al mondo-.
Mi emozionai nel dirlo. Erano le parole più vere che potessi dire. Amavo Bella
più di qualsiasi cosa e desideravo "solo" averla per sempre al mio
fianco.
Sentii quasi salire le lacrime agli occhi, anche se ovviamente era impossibile.
Bella mi osservava rapita,probabilmente colpita dall’intensità delle mie
parole.
Charlie ci guardò esterrefatto e fissò l’anello al dito di Bella.
Aspettai la sua reazione. La sua mente era completamente vuota, non pensava a
niente. Probabilmente stava digerendo la notizia.
Bella tratteneva il respiro. Si stava agitando. Le strinsi la mano. Charlie
aveva bisogno di un altro momento prima di parlare.
-Ancora un attimo-,le sussurrai.
Charlie rimase in silenzio ancora a lungo. Da una parte era sollevato perché si
aspettava molto di peggio. D’altro canto non digeriva l’idea che Bella si
sposasse così presto, anche se non sembrava particolarmente stupito della
nostra decisione.
Non si aspettava il matrimonio, ma aveva compreso l’intensità della nostra
relazione e sapeva che, prima o poi, in un modo o in un altro, saremmo andati a
vivere assieme.
I suoi pensieri erano relativamente calmi.
-Chissà perché questa notizia non mi ha stupito più di tanto? -, borbottò,-era
da un po’ che mi aspettavo una cosa simile! -.
Bella ricominciò a respirare.
-Ma siete sicuri vero?E’ una decisione importante…-, chiese, lanciandoci
un’occhiataccia.
Io non potevo essere più sicuro, ma la domanda era rivolta in modo particolare
a Bella.
-Sono sicura:voglio passare il resto della vita accanto a Edward, papà -,
rispose Bella senza esitare.
Il mio petto si gonfiò di calore. Come sempre sapeva stupirmi prendendo delle
posizioni chiare e precise.
-Si certo. Ma perché sposarsi subito?Non potete aspettare ancora un po’?Finire
gli studi perlomeno? -, chiese Charlie.
Domanda che si era posta anche Bella. Ora era difficile spiegare che avevo più
di cento anni e che mi sembrava naturale sposare Bella dal momento che l’amavo
immensamente.
-Andremo all’università assieme a settembre e vorrei fare le cose per bene.
Sono stato educato così-, risposi.
Bene, ero riuscito a dire una mezza verità. Certo c’era tutta la questione
della trasformazione di Bella anche, ma era meglio sorvolare.
Comunque era vero:mi sembrava naturale sposare Bella prima di andare troppo
oltre.
Avevo una moralità antica, in fin dei conti.
Charlie non era soddisfatto della mia risposta. Gli sembrava un motivo troppo
banale per sposarsi. Stava addirittura consigliandoci di andare a vivere
assieme senza sposarci, ma si trattenne. In fin dei conti ci ammirava per la
decisione presa:era una decisione matura e responsabile.
-Sapevo che era inevitabile. Mi aspettavo di dover affrontare una decisione del
genere-, mormoròtra sé rassegnato.
Un lampo illuminò la sua mente. Aveva trovato un appiglio per rendere la cosa
più difficile.
-Papà?-, lo chiamò Bella vedendolo improvvisamente serio e composto.
Charlie iniziò a ridere rumorosamente. Aveva trovato un’altra spina dolente del
matrimonio, almeno per Bella.
Bella lo osservava stranita, meravigliata dalla sua inaspettata reazione.
-Si, si-, disse Charlie, -sposatevi pure, però…-
-Però cosa?-,chiese Bella ansiosa.
-Affronta tu Renée. Sono proprio curioso di sapere la sua reazione. Non la
prenderà mai bene come me-.
Bene, Charlie lo avevamo affrontato ora toccava la madre di Bella.
Sapevo che non sarebbe stato un problema. Bella la sottovalutava e non si
rendeva conto dell’immensa fiducia che sua madre riponeva in lei.
Bella sbiancò. Sapeva che la madre non condivideva l’idea di sposarsi troppo
giovani, conscia dei suoi errori giovanili.
Renée , però, come avevo previsto, aveva accettato la decisione con immensa
gioia.
Avevo origliato i suoi pensieri durante la nostra visita la primavera
precedente. In qualche modo aveva capito l’intensità della nostra relazione e
le sembrava il passo più naturale possibile il matrimonio dopo averci visto
così coinvolti.
Ovviamente Bella aveva sottovalutato i pensieri della madre dando per scontato
che la sua avversione per i matrimoni tra giovani coinvolgesse anche lei.
Ma Renée conosceva Bella ed era sicura delle sue decisioni.
Questo mi rasserenava non poco:era piacevole conoscere meglio Bella attraverso
i pensieri della madre.
Così le nostre due famiglie si coalizzarono per organizzare il matrimonio.
Ovviamente Alice era su di giri e anche Esme non scherzava. Era proprio un bel
periodo. Ero fiducioso e convinto che tutto sarebbe andando per il meglio. Se
Bella era al mio fianco, il resto perdeva di importanza.
Ciao a tutti!Io non sono molto pratica e non so se ci sia un
modo per rispondere alle recensione. In attesa di trovarlo ringrazio per tutte
le recensioni ricevute. Sono felice che vi interessi la mia fan fiction. Buona
giornata.
2. Lunga notte
Bella era a casa, come speravo.
Saperla in giro mi rendeva ansioso. Aveva una capacità innata di mettersi nei
guai.
La Mercedes Guardian che le avevo regalato era nel vialetto. Per fortuna aveva
accettato la macchina senza problemi. Non mi sembrava sicura nel pick-up. Era
stato complicato ottenere quella macchina. Avevo dovuto sborsare il doppio del
suo valore.
Ma era una macchina blindata e mi sembrava abbastanza sicura. In realtà nulla
era mai troppo sicuro per Bella.
Suonai il campanello. Non mi aspettava. Sapeva che ero a caccia. Sicuramente
avrebbe aperto la porta sgranando gli occhi per la sorpresa. Adoravo vederla
fare certe espressioni.
E infatti, quando mi aprì, sul suo volto apparve un’espressione stupita.
-Edward-, disse, -che ci fai già a casa?-.
Cosa potevo dirle? La verità.
-Mi mancavi-, dissi sincero, attirandola a me e posandole un bacio sui suoi
capelli umidi.
-Ti disturbo?-, dissi, accorgendomi che era mezza nuda e aveva i capelli
bagnati.
Era avvolta solamente da un grande asciugamano bianco che le copriva appena le
ginocchia e lasciava scoperte le sue spalle e parte della sua schiena.
Dovevo far finta di niente. Non potevo permettermi di cedere a quella visione.
-Vai a vestirti, ti aspetto qui-, cercai di dire, senza far trapelare il mio
turbamento.
Lei corse in bagno e io potei rilassarmi.
Non si rendeva minimamente conto dell’effetto che mi faceva.
Bella era così,sottovalutava troppo sè stessa.
Tornò quasi subito. Indossava un morbido vestitino di lino bianco che aderiva
perfettamente al suo corpo. Forse era meglio vederla con l’asciugamano.
Non potevo continuare a mentire a me stesso…la volevo e tanto.
Ma dovevo fare il bravo…fino al matrimonio. Ormai mancava poco.
Bella venne a sedersi sulle mie ginocchia appoggiando la testa sul mio petto.
-Che c’è?-, chiesi dolcemente, annusandole i capelli.
-Mi sei mancato-, rispose lei, coccolandosi ancora di più su di me.
Era proprio piccola e fragile. La avvolsi con le mie braccia e la stinsi forte
al petto.
Era piacevole sentirle dire che le ero mancato.
-Anche tu-, risposi,-non sono riuscito a cacciare. Non riuscivo a
concentrarmi-.
Bella si scostò leggermente da me, con aria di rimprovero.
-Non voglio che tu stia male-, disse,-vuoi che mi sposti?-.
Scossi la testa. La sete era niente in confronto al desiderio di stare con lei.
La cullai tra le mie braccia per un tempo che mi parve troppo breve.
Lei sospirò, si scostò un po’ da me e disse:-Sai che ti amo?-.
Si lo sapevo. Ma era bello sentirselo dire.
-Anch’io ti amo Bella-.
Sentii la macchina di Charlie svoltare nel vialetto. La allontanai
delicatamente da me.
-Ti aspetto in camera. C’è Charlie!-.
Si alzò di malavoglia e io scappai poco prima che Charlie aprisse la porta.
-Bella?-.
-Si papà, sono in cucina-.
-Come va?-.
-Bene. Alice ha finito di sistemare il vestito per domani. Sono stata tutto il
giorno il suo manichino. A te come è andata?-.
-Bene-, rispose Charlie,-ma non ho fame, mi sono fermato da Billy-.
Bella non rispose. Sapevo che avrebbe voluto sapere se Jacob era tornato, ma non
chiese nulla. Forse perché sapeva che ero in ascolto e non voleva farmi star
male.
Aveva scelto me, e questo doveva sollevarmi, ma sapevo che il legame con Jacob
era forte e che soffriva per lui. Ero pazzamente geloso.Ma non avrei fatto
niente per far soffrire Bella, non di nuovo. Avevo già commesso un errore una
volta. Non l’avrei più ridotta così. Tutto, ogni cosa, doveva essere fatta
perché la voleva lei.
Lei voleva sposare me e io non mi sarei tirato indietro.
Ma anche se avesse scelto Jacob l’avrei aspettata, per tutta la sua vita.
Aprì la porta della camera piano e venne verso di me. Ero seduto a gambe
incrociate nel letto, come si metteva spesso lei.
Mi sorrise e il mio petto si riempì di gioia.
-Vado a mettermi il pigiama-, disse, afferrandolo dal letto assieme al beauty.
-Ti aspetto-, dissi.
Avrei tanto voluto non starle mai lontano. Sospirai. La amavo proprio tanto.
Tornò cinque minuti dopo. Indossava un pigiama che non avevo mai visto. Molto
carino.
La canotta aderiva perfettamente alle sue forme e il pezzo sotto…non la
copriva. Erano un paio di pantaloncini corti che lasciavano scoperte le sue
gambe.
Ero contento che non valorizzasse troppo il suo fisico quando usciva, avrei
potuto strozzare qualcuno che pensasse a quanto fosse sexy.
Deglutii cercando di controllarmi. Non mi ero mai sentito più umano di così.
Sembravo in preda ai miei ormoni.
Lei si dispose sul letto a gambe incrociate, come me.
Con la punta del dito mi toccò il naso.
-A cosa pensi?-, chiese. Risi, di solito era la mia battuta.
-Penso che sei bellissima-.
Lei arrossì, abbassando lo sguardo. Non se l’aspettava.
La avvicinai a me, facendola sedere tra le mie gambe. Le spostai i capelli
dalla spalla e appoggiai il mento.
-Dovresti essere abituata ai complimenti. Sai che non smetterò mai di fartene-.
Bella si voltò per guardarmi.
-Sono contenta di essere bella…per te-.
Avvicinai le mie labbra alle sue e la baciai dolcemente.
Nell’ultimo mese avevamo, gradualmente, fatto progressi cercando di aumentare
lentamente il grado di intimità. Dovevamo fare le cose con calma. O meglio…io
dovevo fare le cose con calma.
Il suo cuore batteva forte. Con la mano le sfiorai il petto, per calmarlo, lei
sussultò del mio tocco.
Io ero felice. Felice che rispondesse alle mie carezze in quel modo.
Era l’ultima notte prima di sposarci. Forse potevamo permetterci qualche altro
passo audace.
Lei non aveva più insistito dopo il nostro accordo. Aspettava impaziente la
luna di miele per fare l’amore con me. Un po’ mi dispiaceva. Mi piacevano i
suoi agguati e i suoi tentativi per aumentare la nostra intimità.
Però sapeva che le avevo fatto una promessa. Sapeva che l’avrei mantenuta e
probabilmente non voleva turbarmi o stimolarmi troppo. Lei era pronta, mi
voleva. Aspettava pazientemente me, e soprattutto, si fidava ciecamente di me.
Fiducia che io non ero certo di poter meritare, per questo ero io ad avere
paura.
La girai verso
di me, avvolgendo le sue gambe dietro la mia schiena.
Bella non se l’aspettava. Arrossì ma non parlò.
La strinsi forte al mio petto. Non avrei più potuto vivere, proprio no, senza
la mia tenera Bella. A parole o con gesti era impossibile trasmetterle quanto
importante era per me.
La stesi sul letto e lei si accucciò tra le mie braccia, con la testa sotto al
mio mento.
Restammo in quella posizione per un momento eterno. Ascoltavo il pulsare del
suo cuore e il suo respiro. Quanto mi era mancato tutto questo mentre ero stato
lontano da lei!
Bella alzò il volto e mi guardò negli occhi e con le dita percorse il profilo
del mio collo , fino al colletto della camicia. Trattenni il respiro. L’aveva
fatto già altre volte, ma come sempre il suo tocco caldo lasciava un’ustione
sulla mia pelle ghiacciata.
Mi guardò titubante. Cosa voleva chiedermi?Avrei tanto voluto sapere quello che
pensava, entrare in quella piccola testolina che tanto adoravo.
Non parlò, ma iniziò a sbottonarmi con la mano tremante la camicia.
Nell’ultimo mese avevamo fatto parecchi progressi, ma io non mi ero ancora
abituato al tocco delle sue mani o delle sue labbra sul mio petto.
La mia camicia cadde a terra. Le presi il volto tra le mani e la baciai. Era
così difficile mantenere un briciolo di ragione mentre la baciavo, anche perché
lei non mi era di certo d’aiuto. Dovevo sempre essere io quello responsabile…ma
avrei tanto voluto non esserlo. Avrei potuto farle del male come se niente
fosse. Dovevo sempre mantenere il controllo sulle mie azioni.
Mi spostai rapidamente dalle sue labbra e le schioccai un bacio sulla fronte
stringendola a me.
-Vorrei stare con te tutta la notte. Mi mancherai-,disse.
-Resto con te allora. Non voglio andare con i miei fratelli se tu non sei
d’accordo…-.
La baciai lentamente guardandola negli occhi. Lei li teneva chiusi. Chissà a
cosa pensava? Era proprio frustante non leggere il suo pensiero. Aprì gli occhi
e incontrò i miei. Aveva un espressione triste.
-Tranquilla, resto qui. Non fare quel faccino triste-, dissi, dolcemente. Non
volevo andarmene. Era la verità.
-Non scherzare, Edward-, rispose piano lei.-Come puoi pensare che ti privi
della tua ultima notte di libertà. Emmett e Jasper non me lo perdonerebbero
mai… -.
Probabile. Ma volevo tenerla tra le braccia ancora un po’.
Bella aveva intrecciato le sue mani nei miei capelli e mi strinse a sè. Come
potevo andare? Sarebbe stato un dolore fisico staccarmi da lei in quel momento.
L’unica cosa che volevo era stare sempre con lei.
-Gli uomini vanno agli addii al celibato perché temono che il matrimonio li
priverà per sempre della libertà. Ma io, Bella, non vedo l’ora di incatenarmi a
te per sempre -. Era la verità. Stare con lei era il mio desiderio più grande.
E sposarla era il passo giusto da fare. Dovevo mettere in chiaro di fronte a
tutti l’impegno preso:io volevo vivere e prendermi cura di lei per tutta la
vita.
-Sempre il solito romantico-,mormorò lei, accarezzando il mio petto fino
ventre. Una scossa mi percosse e cercai la sua bocca per baciarla. Ancora una
volta esagerai. Non era un bacio tra i più casti. Ma la volevo, la desideravo
più di quanto avessi desiderato il suo sangue. Ancora una volta il mio
autocontrollo prevalse. “Dopo il matrimonio”mi dissi. Ma era dura
aspettare.
Feci per allontanarmi ma Bella si avvinghiò a me con più forza, trattenendomi
con una gamba.
-Mmm..., Edward-, sussurrò, -continuare a fare esercizio potrebbe aiutare il
tuo autocontrollo- .
Risi. Non si rendeva conto che se avesse continuato a provocarmi in quel modo
l’avrei assalita. Avevamo aspettato tanto, avremmo aspettato ancora per
l’ultima notte.
-Non ti lamentare. Mi pare che ultimamente non ci siamo limitati molto -,
dissi.-Non hai mai dormito!-. Aveva dormito troppo poco nell’ ultimo mese.
Ma avevo passato più tempo possibile con lei. Sia per allenarmi, come aveva
detto lei, sia perché il mio bisogno di lei era irrefrenabile. E anche perché
non volevo pensasse a Jacob.
-Si ma questa è la serata giusta per rivedere tutti i nostri progressi.
Potremmo spingerti un po’ oltre, anche se fosse rischioso -, continuò Bella.
Mi immobilizzai. Cosa voleva fare ancora? Magari continuare da dove ci eravamo
fermati prima. Un’ondata di panico mi avvolse. Non ce l’avrei fatta. Potevo
farle del male.
-Bella..-, cercavo di sapere se fosse ancora convinta di fare l’amore con me.
Dovevo farle capire che non era una buona idea.
-Shh…non tirare fuori ancora quel discorso-,si affrettò a dire lei.
Ecco come sempre era irremovibile sulle sue decisioni. Aveva deciso di fare
l’amore con me e nulla poteva farle cambiare idea. Dovevo provare. Lei doveva
essere sicura, capire che io potevo perdere il controllo.
-Sai quanto potrebbe essere rischioso per te. Non so cosa aspettarmi e non so
se riuscirei a controllarmi. Riesci a capirmi? -.
-Andrà tutto bene, Edward-,proruppe lei.
-Bella…-. Non cercavo di controbattere. Avrei voluto che fosse più obiettiva.
Aveva a che fare con un mostro, non con un semplice ragazzo. Ma lei come sempre
semplificava le cose.
-Sssh!-,sussurrò, baciandomi. Ma ormai ero preoccupato. La mia mente pensava a
quali orribili cose avrei potuto farle se non fossi stato accorto, delicato
attento. Cercai di cambiare argomento.
-Sei agitata?-,chiesi
-Non più-,rispose.
-Sei ancora in tempo per cambiare idea. Hai una notte intera per riflettere-.
Volevo essere sicuro. Lei non doveva avere paura di me o sentirsi obbligata.
Lei era libera di fare le sue scelte e di cambiare idea qualora ne avesse
sentito il bisogno.
-Mi stai lasciando?-, chiese lei.
Come sempre la sua mente contorta aveva capito il contrario. Io le chiedevo se
aveva ripensamenti e lei credeva fosse un modo mio di mollarla. Ma come facevo
a spiegarle che l’amavo e per nulla al mondo avrei smesso di provare questo
sentimento per lei?
Risi nervosamente.-Quanto sei sciocca amore!Voglio solo che tu sia certa della
tua decisione, tutto qua! -.
-Sono sicura che voglio stare con te. Il resto non m’importa-. Come potevo
meritarmi questo? Lei era disposta a lasciarsi alle sue spalle tutta la sua
famiglia e i suoi amici per me, per stare con me. Per diventare un mostro come
me. Come potevo non darle l’unica cosa che voleva prima di essere uguale a me
per sempre?
-Davvero sicura?-, chiesi,-Potrebbero mancarti le persone a te care:tuo padre,
tua madre, i tuoi amici. Anche di loro non t’importa? -.
-Sentirò la loro mancanza. Questo è certo-,rispose.
Come potevo toglierle tutto questo. Ma l’avevo promesso a me stesso. Non avrei
più fatto niente per impedirle di amarmi, a patto che fosse convinta della sue
decisioni.
-Ma la mia preoccupazione più grande riguarda Mike:come potrò vivere senza di
lui? -, rise, scherzando.
La guardai serio. Non era il momento di scherzare. Il discorso era serio.
-Dai Edward!Scherzavo!Certo che sono sicura. Ho deciso:voglio passare la mia
vita con te. Anzi la mia esistenza. Non credo di potermi accontentare di una
sola vita-.
-Per sempre diciottenne-, sospirai.
-Che sogno!-, scherzò lei.
-Non crescerai, non cambierai…mai -, aggiunsi.
-Che significa?-, chiese.
Volevo farle capire a cosa andava incontro. Diventando un vampiro non avrebbe
mai potuto diventare madre. Doveva sapere quali rinunce avrebbe dovuto subire
scegliendo di stare con me. Ma non avrei voluto dirglielo. Temevo di insinuare
in lei il dubbio.
-Pensavo al fatto che non potresti mai rimanere incinta. Non potremmo mai dare
una notizia del genere a Charlie-,dissi.
Rimasi in silenzio. Forse avrei fatto meglio a non dire niente.
Sbuffò. Aveva capito.
-So quello che faccio-, rispose laconica.
Come faceva a sapere che non le sarebbe mancato un figlio? Forse per ora ancora
no, ma col tempo mi avrebbe sicuramente odiato per quello che non le potevo
dare.
-Come fai ad esserne certa?-, sbottai, -Esme e Rosalie soffrono un sacco per
non poter aver
figli -.
-Mi sembra che riescono a cavarsela comunque. E poi c’è sempre la possibilità
dell’ adozione-.
Rassegnato, smisi di convincerla.
-Se fossi umano però non ti priverei di certe cose. Odio sapere che ti
precluderò delle possibilità. Non mi va... -,mi lamentai. Ma non mi lasciò
finire.
-Io voglio solo te. E’ l’unica cosa di cui mi importa. Ora smettila di
lamentarti altrimenti chiamo Emmett e Jasper. Distrarti un po’ non ti farebbe
male -.Ero lamentoso?Forse avevo assunto un tono di voce leggermente
piagnucoloso.
Sospirai.
-Mi sto lamentando troppo?Forse perché sono un po’ teso-.
-Forse sei tu ad avere dei ripensamenti… -.
-Non pensarlo neanche. E’ da quando ho capito di amarti che desidero sposarti-.
Mi interruppi.
“Stiamo venendo a prenderti fratellino”.
Bene Emmett e Jasper stavano arrivando. E avrei passato la notte con loro.
-Che c’è?-, mi chiese Bella.
Strinsi i denti.
-Non serve che fai venire i miei fratelli. Stanno venendo a prendermi-.
Mi strinse forte a sé, per non lasciarmi andare. Ricambiai l’abbraccio e le
baciai i capelli.
Non poteva neppure immaginare quanto avrei preferito passare la notte con lei.
Mi lasciò andare.
-Divertiti-, disse.
Emmett strisciava le unghie sul vetro creando un rumore agghiacciante. Bella
tremò.
-Bella, lasciaci Edward per questa notte. Se non lo farai lo porteremo via con
la forza-,disse Emmett cercando di usare un tono minaccioso.
Mi voltai verso Bella.
-Corri-, disse, ridendo, -prima che mi minaccino ancora-.
Continuai a guardarla e mi alzai. Non avevo nessuna voglia di andarmene e
lasciarla da sola. Peggio per Emmett, si sarebbe sorbito tutto il mio malumore.
Mi infilai la camicia e le bacia la fronte. Profumava. Stupido addio al
celibato!
-Riposati-,le dissi dolcemente,-domani è un grande giorno-.
-Utile questa constatazione. Mi rilasserò sicuramente -,rispose.
-Domani sarò al matrimonio-,sussurrai, scherzando.
-Non ti sbagliare:io avrò un vestito bianco-,ridacchiò.
-Cercherò di stare attento-,risposi, preparandomi a saltare fuori dalla
finestra e ad aggredire Emmett.
Gli saltai addosso, cercando di fargli perdere l’equilibrio.
Lui rise, imprecando.
-Tornate presto-, sussurrò Bella ai miei fratelli.
Jasper si arrampicò sul muro della casa, fino alla finestra della camera.
-Sarà presente al matrimonio. Non temere Bella -.
La rassicurava, tranquillizzandola. Ero grato a Jasper per quel che faceva.
-Jasper?Toglimi una curiosità:cosa fanno i vampiri agli addii al celibato?Birre
a volontà e strip club? -,chiese Bella, attendendo una risposta.
Chissà come le venivano certe idee.
-Non rispondere-,gridò Emmett. Gli saltai addosso di nuovo e cademmo entrambi
nel prato.
-Ma figurati Bella!Noi Cullen abbiamo dei riti di famiglia. Non sarà molto
diverso da una normale uscita serale-.
-Grazie Jasper-,rispose Bella.
Per il momento l’aveva tranquillizzata. Più tardi, se mi era permesso, sarei
venuto a controllare, per vedere se dormiva.
Corremmo veloci verso la foresta. Niente mete lontane. Meglio rimanere vicini,
perlomeno ero riusciti a convincerli di questo.
Emmett era curioso e divertito da morire. So cosa voleva sapere:cosa avevo
deciso per domani.
Anche Jasper mi guardava con aria interrogativa in attesa della mia risposta.
-Si. Penso che proverò, sperando che vada tutto bene-.
-Wow-, esclamò Emmett spallandomi,-poi dovrai raccontarmi tutto-.
-Ma neanche per idea. Sono cose private-. Risi e li distanziai.
Non volevo pensarci. Domani. Dopo il matrimonio. Ora volevo concentrarmi nella
caccia. Volevo nutrirmi e tornare da Bella il prima possibile.
Non ero proprio in grado di stare senza di lei neppure per poche ore.
Sapevo che la caccia non sarebbe stata interessante. Solo qualche erbivoro,
niente di più. Ma sarebbe bastato per qualche giorno. Mi concentrai, ascoltando
i rumori attorno a me e iniziai a correre seguendo la traccia. Fu più facile
del previsto. Trovai un branco di cervi che attaccai.
Bevvi così tanto da sentirmi gonfio. Il sapore non era tra i più buoni, ma ero
comunque nutrito.
Anche Emmett era intento a giocare con la sua preda. Jasper non si vedeva. Mi
avvicinai a Emmett,mi sedetti sul terreno incrociando le gambe. Aveva finito e
si voltò con un mega sorriso.
-Sei preoccupato?-,chiese.
Con lui potevo parlare.
-Mmmm-,risposi.
-Secondo me non le farai del male. Dovrai avere un ottimo autocontrollo ma con
un po’ di buona volontà vedrai che andrà tutto per il meglio-.
-Lo so, ma vedi…-,dissi, imbarazzato,-in realtà non so bene cosa fare-. Avevo
bisogno di un consiglio.
Emmett sorrise.-Lo so che il consiglio che sto per darti è banale, ma credo che
sia il migliore. Fai quello che ti senti Edward. Cercando di stare attento alle
sue reazioni, ovvio. È la prima volta per Bella, devi essere delicato e
aspettare i suoi tempi. So che anche per te è la prima volta, ma per noi
“uomini” è meno traumatico. Diciamo che c’è solo la novità. E saremmo tentati
di avere tutto subito. Ma per lei sarà un’esperienza allo stesso tempo
piacevole e dolorosa. Devi essere pronto ad accettare ogni sua reazione. Solo
questo Edward:pazienza, dolcezza e delicatezza. Poi col tempo farete esperienza
e le cose cambieranno. Ricordati che per lei forse è l’esperienza più
importante della sua vita-.
Annuii. Aveva perfettamente ragione, come sempre.
Emmett era un ragazzo semplice, giocherellone ma si poteva sempre contare su di
lui per un buon consiglio.
Jasper tornava con aria soddisfatta.
-Tutto a posto?-,chiesi.
-Si. Io pensavo di tornare, ho voglia di vedere Alice-.
-Sei sempre il solito,guastafeste!Come faresti senza Alice?-, brontolò Emmett.
Emmett e Rosalie erano la coppia più normale, almeno in confronto ad Alice e
Jasper. Loro non litigavano mai. Il più delle volte erano assieme. E se Jasper
non era con Alice non era tranquillo.
Tornammo a casa velocemente e ognuno di noi prese una strada diversa: Emmett
cercò Rosalie, Jasper Alice e io andai da Bella.
Stava dormendo, ma era agitata, si muoveva. Avrei voluto svegliarla, calmarla
ma non volevo sapesse che ero lì. Non avrebbe più dormito.
Ad un certo punto urlò:-I volturi no,lasciatelo stare-.
Mi dispiaceva che per causa mia avesse gli incubi. Quando andai in Italia, mai
e poi mai avrei pensato che avrei potuto mettere in pericolo la sua esistenza.
Aro non l’aveva uccisa solo perché era affascinato dalla sua strana
caratteristica:l’immunità ai poteri mentali di alcuni di noi. Sperava
diventasse presto un vampiro per capire se poteva essergli utile nel suo
esercito.
Si era calmata. Respirava lentamente, probabilmente il sogno era finito.
Era proprio bella. E io la amavo da impazzire. Inizio ad albeggiare e Bella
iniziò a muoversi stiracchiandosi:si stava svegliando. L’avevo osservata tutta
la notte accarezzandole i capelli. Era così piccola, bella, fragile. Avrei
potuto ucciderla con una mano. Non avevo mai desiderato tanto essere umano fino
a quel momento.
Me ne andai di mala voglia, avrei voluto rimanere ancora con lei.
Ma dopo poche ore l'avrei rivista, e sarebbe diventata mia moglie...per sempre.
Non so con
quanta frequenza postare ma dal momento che un bel po’ di capitoli sono già
scritti non vi faccio aspettare troppo. Grazie a tutte per i commenti positivi.
Un bacio.
3. Il grande giorno
Corsi a casa sfrecciando
velocissimo tra gli alberi del bosco. Ero avvolto da una strana euforia, mista
ad agitazione.
Rallentai in prossimità di casa,
assalito dal profumo dei fiori che addobbavano il vialetto.
Entrai curioso. Alice era fuori di
sé, non l’avevo mai vista così agitata.
Girava per casa dando ordini e
compiti a tutti, nessuno escluso, mentre Rosalie la seguiva tentando di
sistemarle i capelli.
Appena mi vide mi guardò torva.
“Vedo che ti sei degnavo di
tornare”, pensò.
-Alice, stai tranquilla. Abbiamo
ancora parecchio tempo. Sembra che ti debba sposare tu-, le dissi.
-Edward-, devi ancora provarti il vestito. Sapevo che
ti saresti preso all’ultimo, come sempre-, mi rimproverò sbuffando e alzando
gli occhi al cielo.
La seguii mal volentieri: non mi
piaceva essere il suo manichino. Fortunatamente la tortura finì presto:il vestito mi cadeva a pennello e non aveva bisogno di
modifiche.
-Bene-, disse, con tono minaccioso,-ora vado a prendere Bella. Vai a caccia con Emmett o da qualsiasi altra parte. Non voglio che tu stia
qui mentre preparo Bella, deve essere una sorpresa anche per te-.
Annui. Lo sapevo che non mi avrebbe
lasciato stare a pochi metri da lei. Pensava che avrei sicuramente origliato nelle sua mente, scovando l’immagine di Bella vestita per il
matrimonio.
Emmett e
Jasper erano nel retro. Stavano finendo di sistemare.
I pensieri di Emmett
erano molto felici. Era molto contento per me e Bella.
In realtà tutti erano contenti che
io avessi trovato il mio paradiso e la mia pace.
Mi allontanai da casa da solo. Ero
agitato e volevo calmarmi prima del matrimonio.
Presi la jeep di Emmett e partii senza meta.
Era una sensazione strana. Non
avevo mai pensato di meritarmi Bella e il suo amoreincondizionato.
In fin dei conti stava rinunciando
alla sua vita da umana per stare con un mostro come me.
Non credevo si rendesse conto del
significato della sua scelta. Non riuscivo a capire se avesse paura della
futura trasformazione o se, l’amore che provava per me e il desiderio di
passare l’eterna vita assieme a me, riuscissero asmorzare a tal punto la paura da non farla
trasparire per niente.
Bella era veramente un pozzo buio e
misterioso. Per quanto cercassi di capire e prevedere i suoi pensieri raramente
ci riuscivo.
Ma la risposta più plausibile era
che Bella mettendo al primo posto gli altri, piuttosto che se stessa, avesse
deciso di mettere al primo posto, nella sua vita, me.
Sapeva che la sua trasformazione in
vampira implicava meno sofferenza e controllo per me. Ma per lei?No, non poteva
essere consapevole di cosa andava incontro. Probabilmente ne aveva avuto
qualche assaggio qualche mese prima, durante lo scontro con l’esercito dei
neonati creato da Victoria.
Non avevo mai voluto approfondire
con lei il dolore provato durante la trasformazione. Ma dopo il matrimonio
avrei provato a parlargliene, non per spaventarla ma per renderla maggiormente
consapevole della sua scelta.
Le avrei concesso tutto il tempo
necessario. L’idea di una breve vita accanto a lei umana non era ancora scemata
dalla mia mente.
Certo se lei fosse stata ancora
determinata a diventare un vampiro, nonostante tutte le mie avvertenze, mi
sarei arreso e l’avrei trasformata.
Volevo mantenere la mia promessa,
ma prima l’avrei messa al corrente di tutti i rischi che poteva correre.
I pensieri si accavallavano
velocemente nella mia mente mentre sfrecciavo lungo la strada.
Nonostante queste preoccupazioni
che mi affollavano la mente ero straordinariamente felice. Neppure da umano
avevo mai provato una simile sensazione. E come sempre tutto il merito era
della mia Bella che aveva saputo risvegliare in me antiche
passioni umani ormai assopite da tempo.
Stanco di girare a vuoto, invertii
la marcia per tornare. Non importava se Alice si fosse arrabbiata:era il mio giorno e avevo bisogno di sentire la presenza di
Bella vicina a me.
Arrivai a casa poco dopo
mezzogiorno.
Jasper stava andando a prendere Renée e Phil in albergo e a momenti sarebbe arrivato anche
Charlie.
Sentii Rosalie dire a Bella che
eravamo tornati.
Probabilmente Alice non aveva
specificato che eravamo tornati dalla caccia presto per non metterla in
agitazione. Probabilmente si sarebbe preoccupata che non mi fossi nutrito
abbastanza.
-Edward
non deve vedermi-,gridò Bella.
Era proprio tenera. Non avrei
voluto vederla per niente al mondo. Mi piaceva l’idea di vederla per la prima
volta vestita da sposa mentre percorreva il salone per venirmi incontro mentre
l’aspettavo all’altare.
Sorrisi e andai nel retro ad
aiutare Esme.
Mi resi conto che il giro in
macchina non aveva annullato o perlomeno smorzato la strana agitazione che si
faceva spazio in me.
Emmett
venne verso di me e mi diede un pugno sulla spalla.
“Non ti tremano neanche un po’
le gambe?”, pensò.
-Neanche un po’-, risposi. Certo,
ero emozionato, ma non spaventato dall’idea di legarmi per sempre a Bella.
L’avevo aspettata per quasi un secolo e non vedevo l’ora di passare il resto
della vita assieme.
Esme mi
cinse in un abbraccio materno. Probabilmente se avesse potuto si sarebbe messa
a piangere. Aveva tanto desiderato che trovassi la compagna giusta che
riuscisse a colmare il vuoto e l’ angoscia che aveva
regnato in me dopo la trasformazione.
-Vai a vestirti, fra un po’
arrivano gli ospiti-, mi disse piano all’orecchio.
Anche Carlisle
era commosso. Lui più di chiunque altro conosceva i miei tormenti interiori e
le mie paure, ma aveva sempre appoggiato ogni mia scelta ed era contento che
avessi scelto di sposare Bella.
Passai davanti al bagno dove Alice
teneva rinchiusa Bella e mi soffermai ad assaporarne il profumo.
-Stai calma Bella. Pensa che c’è Edward ad aspettarti. Ora respira e cerca di rilassarti
-, sentii Alicedire a Bella.
Mi affrettai a raggiungere camera
mia per vestirmi:mi sarei messo nei guai se Alice mi
avesse sorpreso ad origliare. Avrei tanto voluto tranquillizzare Bella,
abbracciarla forte a me. Sapevo che era agitata perché odiava essere messa al
centro dell’attenzione. Ma aveva scelto di affidare i preparativi per il
matrimonio ad Alice e come sempre, la mia cara sorellina, aveva calcato un po’
troppo la mano con le sue assurde pretese e limitazioni.
Bella però aveva deciso di fare le
cose per bene prima di congedarsi per sempre dalla sua esistenza umana. Per lei
il matrimonio segnava l’inizio di una nuova vita, la vita che aveva scelto e
che avrebbe impedito qualsiasi legame con la vita precedente.
L’arrivo di Renée
e Phil mi scosse nuovamente dai miei pensieri. Corsi giù a salutarli prima che Renée fosse assorbita da Bella.
Anche Charlie aveva già fatto il
suo ingresso e stava salendo le scale per raggiungerla.
Tutto ormai era pronto. Era giunto
il momento.
Salutai cortesemente tutti gli
ospiti che nel frattempo avevano preso posto nel salone e mi sistemai vicino a Carlisle sotto l’arco di fiori dove mi
Bella mi avrebbe raggiunto.
Rosalie iniziò a suonare il Canone
di Pachelbel e io mi preparai ad accogliere la mia amata futura sposa. Cercai di rilassarmi, senza
riuscirci. Se avessi ascoltato i miei istinti sarei corso a prendere Bella.
L’attesa era snervante. Volevo vederla per sapere come stava, come si sentiva.
Jasper intuì le mie emozioni. Una calda, soffice sensazione di pace mi avvolse.
Rosalie iniziò a suonare la marcia nuziale di Wagner. Stranamente si era resa
utile, e doveva aver aiutato anche Bella da quello che percepivo dai suoi
pensieri.
Alice scese velocemente dalle scale. Bella era
pronta. Ora era il nostro momento. Non vedevo l’ora di vederla.
Guardai in alto, verso al scalinata. Bella era aggrappata a Charlie, timida.
-Papà, ti prego,
tienimi. Sto tremando e ho paura di cadere-, la sentii implorarlo.
Sorrisi. Era molto probabile che
inciampasse ma questo non avrebbe rovinato la magia del momento. La seguii con
lo sguardo mentre scendeva lentamente le scale. Era bellissima. Più di sempre.
Incantevole. Ed era mia, per l’eternità. Sorrisi. Lei in quel momento incrociò
i miei occhi e ricambiò il sorriso. Stava per sposare me. Il mio desiderio si
stava avverando. Mi cercò con lo sguardo e quando i suoi occhi caldi si posarono
su di me il mio viso si distese e le mie labbra si aprirono in un grande
sorriso. Avanzava verso di me lentamente e avrei volentieri accorciato le
distanze tra di noi.
Quando Charlie appoggiò la mano di
Bella sulla mia sentii una scossa percorrermi.
Durante tutta la funzione non smisi
di guardarla. La amavo e stava diventato mia moglie.
Qualcosa mi scoppiava nel petto. Sembrava avessi ancora il mio cuore. Le
promisi che mi sarei per sempre preso cura di lei. Era la promessa che più
desideravo farle.
Quando il signor Weber ci dichiarò
marito e moglie scoppiavo di gioia. Nessun momento era stato più felice di
quello. La strinsi a me e la baciai. In un modo non troppo cortese per gli
invitati. Ma non mi importava. L’unica cosa davvero importante eravamo noi due.
Fu difficile staccarsi da lei. Feci
due passi indietro per guardarla:era divina,
semplicemente splendida.
Gli invitati applaudirono e ci
voltammo per dare inizio al ricevimento.
Avrei tanto voluto portarla via con
me, subito. Desideravo solo poter passare del tempo solo con lei.
Ma Bella doveva salutare Charlie, Renèe e i suoi amici. Lei sarebbe cambiata, sarebbe
diventata come me. Mi tremarono le ginocchia a quel pensiero, soprattutto
perché toccava a me trasformarla. Era nel nostro patto: lei mi sposava e in
cambio acconsentivo a trasformarla. Era una grande responsabilità che, forse,
non avrei mai dovuto prendermi. Scacciai quei pensieri dalla testa. Volevo
godermi Bella, fino in fondo. Si meritava tutta la mia attenzione. Ci
guardavamo negli occhi. Lei sprizzava gioia e io pure. Non poteva farmi più
felice.
Renèe l’
abbracciò per prima, ma non mollai la sua mano e continua a fissarla.
Non potevo ancora realizzare che Bella avesse scelto me per l’eternità. La mia
Bella, la mia unica ragione di vita. Era indescrivibile la gioia che provavo in
quel momento, scacciava più di un secolo di aride emozioni.
Ciao a
tutte!!ringrazio per i commenti e per chi mi ha messo nei preferiti o seguiti. Poi…ho
fatto uno sbaglio…mi sono dimenticata di postare il capitolo 4…sono passata
direttamente al 5.Perdonatemi…sono un po’ stordita ultimamente!!!
4. Gesto
La guidai all’esterno, dove aveva
luogo il ricevimento, senza mai lasciare la sua mano. Per niente al mondo
l’avrei lasciata ancora. La volevo, desideravo sentirla vicina.
Il sole era tramontato dietro il fiume
e gli ultimi raggi lo facevano scintillare.
Alice era stata brava ad azzeccarci
con i tempi organizzativi, come sempre.
Non avevamo ancora parlato tra di
noi dopo le promesse, troppo occupati ad intrattenere gli ospiti.
-Sono felice per voi-, disse Seth,
venendomi incontro a braccia aperte e stringendomi in un abbraccio caloroso.
Nonostante lui fosse un licantropo
eravamo diventati ottimi amici. Lo apprezzavo molto. Non ci considerava mostri,
mapersone. Niente attriti tra di noi,
niente pregiudizi. Eravamo due amici, al di là della nostra natura.
Neppure i suoi pensieri avevano mai
tradito i suoi gesti:Seth era un ragazzo limpido e
sincero, e gli ero grato per avermi permesso di essergli amico.
-Edward,
sono contento di vederti così felice!Non sai quanto mi faccia piacere-,disse.
Era vero, era contento. Sapevo che
Bella desiderava che tra me e Jacob si instaurasse un bel rapporto come quello
che legava me e Seth. Ma era impossibile.
-Sei gentile a dirmi certe cose. Ti
ringrazio-,risposi.
-Voglio ringraziare anche voi-,
aggiunsi rivolgendomi a Billy e Sue che lo accompagnavano.-Siete stati molto
gentili ad accettare l’invito al matrimonio-.
-E’ stato un piacere-, disse Billy.
Ma mentiva. Il vero motivo della
sua partecipazione era per tenerci d’occhio e per ricordarmi del patto. Inoltre
sperava che Jacob decidesse di venire al matrimonio per salutare Bella. In
questo modo l’avrebbe rivisto.Non ci
feci troppo caso, cercando di concentrarmi sulla persona più importante:Bella.
Non era importante quello che
pensavo io, ma quello che pensava lei.
Lei era felice che ci fossero, in
qualche modo rappresentavano un legame con Jacob.
Sapevo che lo stava pensando, o
almeno lo credevo.
Non ero più riuscito a mettermi in
contatto con lui, dopo la sua fuga.
L’unica cosa che mi ero sentito in
dovere di fare era di mandargli l’invito al matrimonio:io
al suo posto avrei voluto poter scegliere, perlomeno poter salutarla.
Non sapevo se Jacob avesse deciso
di accettare l’invito ma avevo provato comunque:per
Bella sarebbe stato il regalo più grande.
Seth ci salutò e spinse in avanti
Billy, verso il buffet.
Continuarono i saluti e le
congratulazioni:Angela e Ben, Mike e Jessica e il clan
dei Denali.
Sentii Bella irrigidirsi al mio
fianco.
Tanya
venne verso di me e mi abbracciò.
-Ciao Edward. Era da un po’ che
avevo voglia di vederti. Ho sentito la tua mancanza-,disse.
Sceglieva sempre i momenti meno
opportuni per dire certe cose. Risi imbarazzato e mi allontanai da lei, anche
perché ero preoccupato per Bella:era da un po’ che non
la sentivo respirare.
-Già. E’ dà parecchio che non ci
incontravamo. Ti trovo in forma-,risposi educato.
-Anch’io
ti trovo bene-,aggiunse.
Era il momento di fare le
presentazioni ufficiali, niente più fraintendimenti.
Bella non parlava, avrei tanto voluto
conoscere i suoi pensieri, mentre l’unica cosa che riuscivo a percepire erano
quelli non proprio educati e innocenti di Tanya.
-Tanya,
voglio presentarti mia moglie, Bella-, dissi orgoglioso e pieno di
soddisfazione
Cercai di marcare bene l’aggettivo mia. Era mia perché era l’unica donna che
volessi, che desiderassi , che sentissi mia.
Bella mi guardò con gli occhi
meravigliati, spalancati, come non si aspettasse una presentazione tanto
solenne e ufficiale.
I pensieri di Tanya
si erano calmati, rassegnata dal fatto che qualunque cosa avesse fatto niente
avrebbe potuto allontanarmi dalla mia Bella.
-Sono felice di conoscerti. Fai
parte della famiglia ora-,le disse educata.
Era triste, non tanto per aver
perso del tutto la speranza su di me, ma perché avrebbe voluto trovare anche
lei un uomo che rappresentasse quello che per me rappresentava Bella. Non potei
che provare compassione per lei:era un desiderio
legittimo. Inoltre si sentiva in colpa per non averci concesso l’aiuto
richiestomesi prima.
-Noi ti dobbiamo delle
scuse…perlomeno io mi sento di dartele. Avete chiesto il nostro aiuto poco
tempo fa e noi ve l’abbiamo negato. Perdonaci, Bella, se puoi -,aggiunse Tanya.
-Certo, nessun problema. Anche per
me è un piacere fare la tua conoscenza-, rispose Bella tutto d’un fiato.
Probabilmente la conoscenza con Tanya era l’incontro che più temeva. Sapevo che era stata
gelosa di lei ed era innegabile che mia aveva fatto piacere.
Anche quella si era aggiunta alle mie nuove sensazioni umane che non avevo
ancora mai avuto il piacere di provare.
-Kate, ti
rendi conto che ora siamo le uniche zitelle della famiglia?Quando avremo la
fortuna anche noi di incontrare l’anima gemella? -,scherzò
Tanya rivolgendosi alla sorella , dando voce ai suoi
pensieri di poco prima.
-Aspetta e spera-,rispose
laconica Kate,alzando gli occhi al cielo.
-Ciao Bella!Scusa se non mi sono
ancora presenta-,le disse stringendole la mano.
-Io mi chiamo Carmen, lui invece è Eleazar. E siamo felici di fare, finalmente, la tua
conoscenza-,aggiunse,infine, gentilmente Carmen.
Bella era evidentemente a disagio
davanti a tante attenzioni.
-Grazie!Anch’io sono felice di
avervi conosciuto, finalmente-, riuscì infine a balbettare, stringendo la mia
mano.
-Meglio andare. Non è il caso di
continuare a monopolizzare gli sposi. Avremmo tempo per approfondire la
conoscenza-, concluse Tanya divertita mentre lasciava
il posto ad altri invitati.
Osservai Bella ancora attonita dopo
il recente incontro. Lei alzò lo sguardo su di me e mi sorrise, un sorriso che
mi avrebbe fermato il cuore.
Sembrava più rilassata.
Dopo aver salutato tutti i presenti
tagliammo la torta e fummo accecati dai flash delle macchine fotografiche,
mentre ci imboccavamo a vicenda e sotto lo sguardo sbalordito di Bella,
inghiottii la mia porzione. Non poteva mancare il lancio del bouquet, che Bella
lanciò con estrema destrezza tra le braccia di Angela.
Il momento più divertente per i
miei fratelli fu quando dovetti sfilarle la giarrettiera. Un po’ meno lo fu per
me. La afferrai con i denti con cautela cercando di non toccare la morbida
pelle delle sue gambe:fortunatamente le era quasi
scesa alle caviglie e la tortura durò poco.
In quel momento sentii il
fastidioso pensiero di Mike Newton:avrebbe voluto
essere il mio posto. Seccato da quei pensieri molesti gliela lanciai dritta in
faccia sperando di destarlo da quei pensieri impuri.
Ma il mio momento preferito fu
quando iniziò la musica e potei prenderla tra le braccia per farla ballare.
Fino a quel momento non avevamo
avuto modo di parlare, presi com’eravamo dai riti tradizionali del matrimonio.
-Come va amore?O dovrei chiamarti
“signora Cullen”?Il ricevimento è di tuo
gradimento?-, le sussurrai all’orecchi stringendola
più forte verso di me e inebriandomi del suo profumo.
Sorrise.
-Sarà difficile abituarmi a
sentirmi chiamare signora. Cullen per giunta-, rispose.
-Hai tutto il tempo che vuoi-, le
ricordai e mi chinai per baciarla.
Troppo presto Charlie venne a
reclamare Bella per un ballo.
Di malavoglia mi scostai e sentii Esme stringermi un braccio.
-Sono tanto felice per te Edward-, affermò sorridendo.
Mi chinai per abbracciarla.
-Grazie mamma-.
-E’quello che ti meriti,
tesoro-, rispose.
Commosso, la trascinai a ballare in
attesa che Bella tornasse da me.
Quando iniziò una nuova canzone mi
accorsi che Mike Newton aveva chiestoBella di ballare. Lei aveva lo sguardo vagante per la sala.
Probabilmente mi stava cercando, soffocata dalla presenza di Mike e mi
affrettai a raggiungerla per sfilarla dalle sue braccia.
-Che ha fatto Mike per meritare un
trattamento del genere?-,mi fece notare, mentre la
stringevo a me.
-Non hai idea quanto disgustosi
fossero i suoi pensieri. L’avrei picchiato per aver osato immaginarti in certi
modi -, risposi, ripensando ai pensieri osceni che aveva fatto su Bella tutta
la sera.
-Davvero?Prima o poi mi
racconterai…-, rispose lei divertita.
Era davvero incantevole. I capelli
raccolti le lasciavano scoperto il suo viso meraviglioso illuminato dai suoi
grandi occhi color cioccolato, che risaltavano in contrasto al candore della
sua pelle e dell’abito.
Il vestito aderiva perfettamente al
suo busto e ai suoi fianchi, mettendo in risalto le sue forme perfette, e
terminando con una ampia gonna lunga con lo strascico.
Era più bella che mai, bellissima.
Non mi stupiva che Mike potesse desiderarla così tanto.
-Sei un incanto stasera!Ti sei
vista?-, le chiesi, conoscendo già, per la verità, la risposta.
-A dir la verità no, almeno mi
sembra. Sai com’è: ero un po’ in confusione prima. Perché?-
-Per vedere quanto bella sei. Non
ti rendi conto delle tue potenzialità. Faccio fatica a tenere a freno l’impulso
di fare a cazzotti con Mike. Continua a fare dei pensieri su di te che neppure
immagini. E tutto perché sei davvero una bellezza unica stasera-.
Sicuramente lei non si era
guardata. Probabilmente non pensava di essere così bella.
-Ma per te sono sempre bella!Anche
se indossassi degli stracci, lo sai, mi troveresti attraente-.
Lo sapevo?Sapevo che,per me che l’amavo, era incantevole e
bellissima sempre, ma come poteva continuare a sottovalutarsicosì, senza comprendere quanto splendida
fosse in realtà?
Non le risposi, rimasi in silenzio e la feci voltare verso le vetrate che riflettevano la festa
come un lungo specchio e le indicai la coppia riflessa.
-Secondo me ti sbagli. Tutti
pensano che tu sia bellissima-.
Mentre lei osservava la vetrata io
fui attirato da uno strano pensiero, estraneo a tutti gli invitati. C’era
Jacob. Era venuto per vedere Bella, anche se non era convinto di aver fatto una
buona scelta ed era ancora indeciso se andarsene o meno.
-Qualcosa non va?-,chiese Bella, attenta ad ogni mio cambio d’umore.
Le sorrisi
raggiante.
-E’ arrivato il mio regalo di
nozze-.
-Cosa?-, chiese sempre più confusa.
Non risposi, ma la
ripresi nuovamente tra le braccia e la feci volteggiare verso il lato più buio
del giardino.
Guardai dritto negli occhi Jacob.
Ancora una volta agivo per Bella. Sapevo che non era completa senza di lui, le
mancava il suo testimone di nozze, il suo miglior amico. Nel giorno,
probabilmente, più bello della sua vita,lui non poteva
mancare.
Avevo capito che ormai era
diventato parte di lei e la sua lontananza significava dolore per Bella.
-Grazie di aver accettato
l’invito-.
-L’ho fatto solo per Bella -,
rispose sarcastico Jacob dal buio della notte,-posso
chiedere alla sposa un ballo?-.
Bella era immobile, non dava segno
di vita. Tratteneva di nuovo il respiro.
-Sei tu?Sei Jacob?-,ansimò senza fiato.
-Certo Bella, sono io. Ciao-, la salutò lui serio.
Bella tremava, mentre si avvicinava
a lui. La sostenni finché non sentii le mani di Jacob afferrarla. Mollai la
presa affidandola a lui.
Lui la abbracciò e io fui colpito
da una fitta di invidia.
-Ho promesso a Rosalie un ballo.
Meglio che vada:potrebbe arrabbiarsi e non rivolgermi
più la parola-, aggiunsi frettolosamente.
Li lasciai soli. Quello era il mio
regalo per Bella. Il regalo che mi costava di più farle.
Non mi allontanai di molto. Cercavo
di tenere sotto controllo i pensieri di Jacob. In fin dei conti era una
situazione per lui fonte di instabilità emotiva e poteva perdere il controllo
da un momento all’altro. Anche Sam sembrava averlo capito: lo teneva d’occhio,
assieme a Quil, dall’interno della foresta.
Anche Seth si era avvicinato e
teneva d’occhio la situazione.
Cercai di rilassarmi:in fin dei conti eravamo fin troppi ad essere pronti ad
intervenire.
Speravo che ora Bella potesse
essere felice:aveva accanto tutte le persone che
amava.
Era difficile per Jacob essere con
lei, lo capivo, ma in qualche modo sapevo che sarebbe venuto. In fin dei conti
sapeva che non era un semplice matrimonio, sapeva che forse era l’ultima
occasione per vedere Bella umana.
Non si era ancora rassegnato a
perderla in quel modo. Per lui equivaleva vederla morire.
Jacob si stava innervosendo e stava
perdendo il controllo. Sentii Seth irrigidirsi poco lontano da me preparandosi
ad intervenire.
Certo il motivo per cui Jacob si
stava innervosendo era più che valido:lo stesso motivo
per cui ero nervoso da giorni. E aveva ragione. Eravamo matti. Bella per avere
avuto l’idea, io per averla assecondata.
Ma Jacob stava esagerando, le stava
facendo male e intervenni prima che la situazione precipitasse.
-Lasciala stare. Smettila di
toccarla e allontanati-, ordinai perentorio.
Anche i lupi si erano avvicinati
per calmare Jacob.
-Jakedai retta a Edward. Lascia stare Bella-, aggiunse Seth.
-Immediatamente-,ringhiai.
Jacob la lasciò andare. Mi
affrettai ad afferrare Bella e ad allontanarla da Jacob spostandola alle mie
spalle. Ero di fronte a Jacob, pronto ad attaccare. Sam e Quil
si frapposero fra noi pronti a frenare un possibile attacco.
Seth si avvicinò a Jacob
afferrandolo per un braccio.
-Vieni Jake,
ti porto a casa-.
-Io ti uccido. Giuro che ti
uccido-, disse in preda alla rabbia e alle convulsioni.
Seth cercò nuovamente di
trascinarlo via.
-Non dire cavolate Jake!Sei fuori di te,vieni!-.
Intervenne Sam, che spinse Jacob
lontano, portandolo via.
-Scusa Jacob-, sussurrò Bella
dietro di me.
-Bella tranquilla. E’ tutto sistemato-,
mormorai continuando a fissare Quil che mi ricordava,
nuovamente, del patto.
Aspettai che se ne andasse.
-Vieni. Gli ospiti ci aspettano-,
dissi voltandomi verso Bella.
Aveva il viso rigato di lacrime e
tremava.
-E Jacob?...-.
-E’ con Sam. Sta cercando di
calmarlo-.
Speravo che le cose non andassero
così.
-Sono sempre la solita. Perché non
riesco a stare zitta?...-.
-Bella, tranquilla. Non hai fatto
niente di sbagliato…-.
Perlomeno per ora non avevamo fatto niente che
potesse mettere a repentaglio la sua vita.
-Quanto sono stupida?Perché sono
andata a dirgli certe cose…-.
-Ora basta. Smettila di
angosciarti-, le dissi sfiorandole il viso per asciugarle le lacrime.-Torniamo
dagli ospiti prima che si accorgano della nostra mancanza-.
Era disorientata e spaventata.
Jacob voleva essere una Bella sorpresa e non fonte di tormento per lei.
-Ancora due secondi. Come sto?-,chiese.
-Benissimo. Seiperfetta-
Sospirò a fondo.
-Sono pronta. Torniamo-.
La abbracciai e la riportai verso
il ricevimento. Nessuno si era accorto dell’accaduto. Tutto si era svolto nella
penombra, silenziosamente.
Ricominciammo a ballare.
-Tutto…-. Non sapevo se
chiederglielo. Forse voleva solo cancellare l’accaduto e godersi la festa. O
forse voleva andarsene, per sfogarsi in silenzio, lontano da tutti gli sguardi
puntati inevitabilmente su di noi.
-Tutto bene,davvero!
Cosa mi è saltato in mente?Perché ho rivelato certe cose a Jacob?Deve esserci
qualcosa che non va in me…Continuo a fare cose sbagliate-.
-Bella, non hai fatto nulla di
male. Non angosciarti-.
Lei non aveva fatto niente di male.
Lei non si rendeva conto con chi aveva a che fare.
Era colpa mia. Io dovevo frenare da
principio la sua idea di fare l’amore con me prima di essere trasformata. Ero
stato stupido e avventato anche soloaverla presa in considerazione.
-Ormai il danno è fatto. E’ meglio
evitare di pensarci e goderci la serata. Che ne dici?-,aggiunse.
Annui, silenzioso, occupato a
lacerarmi nei miei pensieri.
-Edward?-.
Chiusi gli occhi. Non volevo
ulteriormente rovinarle la serata con le mie angosce.
Mi avvicinai a lei appoggiando la
mia fronte sulla sua.
-Bella, non posso fare a meno di
pensare che Jacob abbia pienamente ragione-.
-No, Edward-,rispose Bella con voce ferma e decisa.-Jake
non sa nulla di noi, non riesce a giudicare senza farsi influenzare dai suoi
pregiudizi-.
-Invece ha ragione lui. Non dovevo
neppure prendere in considerazione l’idea di… -.
-Basta Edward-,
ordinò Bella prendendomi il volto tra le mani.
Aprii gli occhi e affondai nei
suoi.
-Smettila. Non pensare più a
Jacob.Questo è il nostro giorno, il nostro matrimonio. Dobbiamo pensare solo a
noi e a nessun altro. Hai sentito?-
-Come vuoi-, sospirai. Si, avevo sentito. E non avevo fatto altro che pensare a lei
e a me cercando di trovare un appiglio di convinzione in me stesso. Ero forte
abbastanza o mi illudevo solo di esserlo?
-Dimentica quello che è appena
successo e torniamo a goderci la nostra festa. D’accordo?-.
Avevo già dimenticato Jacob. Erano
le sue parole che aleggiavano imperterrite nella mia mente, come echi dei miei
pensieri.
La guardai intensamente. Non potevo
pensare di farle del male, rifiutare di credere che avrei potuto. In fin dei
conti ero stato abbastanza forte da resistere al suo sangue. Forse potevo farcela
anche in questo caso.
-D’accordo-, le dissi.
-Sono felice che mi
hai dato ascolto. Non devi temere per me, hai capito?-
-Io non riesco a farne a meno-,
risposi sincero.
-Non dire così-, disse sorridendo,-Ricorda che ti amo-.
Anch’io, senza dubbio. Era proprio
quello il motivo per cui avevo paura.
-Non saremo qui altrimenti-, le
risposi abbozzando un sorriso.
Emmett si
stava avvicinando per reclamare Bella.
-Ora basta. Smettila di tenere la
sposa tutta per te!-, disse, spuntando alle mie spalle.-Lasciami fare un ballo.
Non resisto: ho voglia di prenderla un po’ in giro-, scherzò, scoppiando a
ridere.
Lascia Bella alle sue sgrinfie e
cercai Alice per un ballo. Non avevo avuto ancora modo di ringraziare la mia
sorellina che sapeva essere tanto fastidiosa quanto adorabile.
La trovai assieme a Jasper e la
monopolizzai per un ballo.
-Grazie Alice, per tutto-, dissi.
-Oh, Edward!Grazie a te che mi hai
lasciato fare tutto questo!-, rispose.
-Devi solo ringraziare Bella. Io ho
fatto come voleva lei-.
Sorrise.
-Fra un po’ dovete partire. Ho già
preparato tutto, anche la valigia per Bella-.
-Grazie ancora per esserti occupata
di tutto-, aggiunsi mentre mi staccavo da lei per ritornare da Bella.
-Un’altra
cosa!-, disse. Ma non parlò, non servì. Le immagini parlavano chiaro.
-E’ stato un po’ disgustoso
prevedere una certa cosa ma se serve a farti stare più tranquillo…andrà tutto
bene Edward, non le farai del male. E’ l’unica possibilità che vedo!-.
-Grazie-,
risposi, in parte sollevato e mi avvicinai per stamparle un bacio tra i
capelli.
Non avevo avuto il coraggio di
chiedere ad Alice una cosa del genere. Probabilmente Jasper aveva interceduto
per me. Ora ero leggermente più tranquillo.
Ritornai da Bella, riaccogliendola tra
le mie braccia e facendola volteggiare sulle note di una nuova melodia.
-Non vedevo l’ora che tornassi. Mi
piace ballare con te-,disse.
-Non ci credo!Se penso a tutte le
paturnie che mi hai fatto al ballo di fine anno… -, dissi, allibito. Non avevo
dimenticato le paturnie che mia aveva fatto quando l’avevo portata al ballo di
fine anno.
-Beh…mi piace solo perché posso
stare tra le tue braccia. Sai, ho pensato che ora non ci lasceremo ma più-,
disse stringendosi ancora più forte a me.
-Ti resterò per sempre accanto-,le promisi. E mi chinai per baciarla. Il contatto con le
sue labbra era come sempre un’emozione unica, forte, che mi faceva sentire il
più possibile umano
Non l’avrei più lasciata, per
nessuna ragione al mondo.
-Dovete partire!Bella vieni a prepararti-.
Alice interruppe il nostro momento di intimità, ma io la ignorai continuando a
lasciarmi tentare da quelle labbra calde e morbide.
-Muoviti Bella!Perderai l’aereo e
di conseguenza anche la luna di miele-.
Fui costretto a separarmi da Bella
per intimarle di andarsene.
-Lasciaci in pace Alice-,
bisbigliai, tornando alla mia tenera e sensuale occupazione di poco prima.
-Dai Bella!Ti devi cambiare!Non
vorrai salire in aereo vestita da sposa?-, insistette.
Anche Bella la ignorò, continuando
a occuparsi di me.
Alice passò alle minacce.
-Bene. Edward, vedi di lasciarmi
Bella altrimenti le rivelo il nome della meta-.
Mi arresi.-Sei proprio fastidiosa-,
dissi, affettuosamente.
-Ho passato un’intera mattina a
scegliere l’abito da viaggio per Bella. Non voglio che vanifichiate i miei
sforzi. Avrete tutto il tempo per baciarvi come si deve-.
E lascia Bella in balia di Alice.
Sfruttai quel tempo per andarmi a
cambiare e per andare a salutare Esme ,Carlisle e i miei fratelli.
Aspettavo Bella ai piedi dello scalone per partire. Se era possibile era ancora
più bella. I capelli mossi le ricadevano ondulati sulle spalle incorniciando il
suo incantevole viso sfumato di rosso. La presi per mano e aspettai che finisse
di salutare gli ospiti. Cercava Charlie.
-Vieni-, le
dissi, trascinandola verso la parete in cui si era rifugiato, commosso.
La lasciai sola, scostandomi un po’
mentre finiva di salutarlo. Charlie era triste:Bella
le sarebbe mancata. Non potei fare a meno che provare un po’ di dispiacere per
lui. Probabilmente non l’avrebbe più rivista.
La ripresi
tra le mie braccia e la spinsi attraverso la folla di invitati verso l’esterno.
-Andiamo?-,chiesi.
-Certo-,
rispose convinta.
La baciai sulla porta di casa e la
trascinai giù per le scale mentre venivamo colpiti dai chicchi di riso. Cercai
di ripararla da quella tempesta ma, probabilmente Emmett,
riuscì a colpirla con grande precisione.
Salimmo in macchina e partimmo
lasciando dietro di noi urla, saluti e pianti.
Finalmente eravamo io e lei.
Le strinsi la mano che teneva in
grembo.
-Ti amo-, le dissi.
Posò la testa sul mio braccio.-Non
saremo qui altrimenti-, disse, riprendendo una frase usata da me poco prima. Mi
chinai per baciarle i capelli.
Era vero:l’avevo
sposata perché l’amavo e per me era il passo più naturale possibile da fare.
Il matrimonio era una promessa.
Promettevo a Bella di amarla e di prendermi cura di lei per sempre.
Mentre percorrevo l’autostrada nera
a tutto gas un suono cupo e profondo riempì l’atmosfera…Jacob.
Non so se Bella l’avesse sentito.
Mi augurai di no…era un urlo di profondo dolore.
Ciao a
tutte!Vi posto un altro po’ della mia ff!!Spero vi piaccia. Fatemi sapere.
Ringrazio per tutti i commenti ricevuti e per tutte le persone che mi hanno
messo tra i preferiti o seguiti!!A domani.
5.Isola Esme (prima parte)
In un quarto d’ora raggiungemmo
Port Angeles. Trascinai Bella esausta fino all’imbarco per Seattle. Era distrutta.
In aereo si addormentò nuovamente col capo appoggiato alle mie ginocchia mentre
le accarezzavo dolcemente i capelli.
Era un bene che dormisse così non
avrebbe posto domande sulla nostra meta mantenendo la sorpresa.
Dovetti svegliarla arrivati a
Seattle.
-Andiamo a Houston?-, chiese delusa
all’imbarco, leggendo la nostra prossima meta.
-Tranquilla, è solo una tappa del
viaggio-, la rassicurai sorridendo.
Una volta in aereo si riaddormentò
di nuovo. A volte mi dimenticavo che fosse umana. Dovevo ricordarmi di farla mangiare:lei non se ne sarebbe
preoccupata.
Riuscii a trascinarla a mangiare
qualcosa prima di raggiungere il banco dei voli internazionali, per il
check-in.
-Rio de Janeiro?Questa volta è la
meta?-, chiese più entusiasta di prima.
-Mmm…no-, risposi senza darle
troppa soddisfazione.
Anche durante questo volo Bella si
addormentò profondamente, incurante delle luci e delle voci, dormendo per tutto
il giorno. Ogni tanto si agitava nel sonno pronunciando il mio nome, a volte
sorridendo a volte imbronciandosi, e non potevo fare a meno di chiedermi cosa
stesse sognando. Non riuscivo ancora a credere che fosse mia moglie:sorridevo estasiato
a quel pensiero.
A Rio prendemmo un taxi che ci
portò al porto, dove ci aspettava lo yacht che gentilmente Carlisle mi aveva
prestato.
Caricai le valigie all’interno e
poi aiutai Bella a salire, prima che cadesse in acqua, maldestra com’era.
Puntai verso oriente a tutta
velocità. Avevo guidato poche volte in mare e avevo dimenticato quanto fosse
piacevole.
Bella rimase silenziosa per tutto
il tragitto. Non le chiesi il motivo. Magari stava pensando a dove la stavo
portando o magari pensava a Jacob. Non potevo farci nulla, nonostante mi
corrodesse l’idea:lui era parte di lei e io dovevo accettarlo.
-Quanto manca?-, chiese Bella
curiosa destandomi dai miei pensieri.
Mi voltai per guardarla:era
pietrificata nel sedile con le mani ben salde , probabilmente spaventata dalla
mia guida. Sorrisi.
-Devi pazientare ancora mezz’oretta-,
risposi, accelerando per accorciare i tempi.
Quando scorsi la costa la chiamai.
-Bella, amore, guarda là, di fronte
a te-, dissi indicando il punto da osservare.
La vidi fissare intensamente dove
avevo indicato, cercando di individuare qualcosa.
Forse l’avevo chiamata troppo
presto.
-Non capisco dove siamo-, disse dopo
un po’.
Mi voltai e le sorrisi orgoglioso.
-All’isola Esme-.
Rallentai per avvicinarmi al molo
illuminato dalla luce lunare.
Spensi il motore e mi voltai verso
Bella.
-Hai detto isola Esme?-, chiese con
un sussurro.
-Si. Carlisle ha regato quest’isola
a Esme e, hanno deciso di prestarcela
per la luna di miele-, risposi tranquillo.
Carlisle aveva regalo l’isola ad
Esme nel 1971, per il loro cinquantesimo anno di matrimonio.
Erano stati davvero generosi a
farci quel regalo di nozze. Ma sapevo che Esme ci teneva che tutto fosse
semplice per Bella e pareva una buona idea portarla in quel posto così caldo.
Posai le valigie sul molo e risalii
per aiutare Bella. La sollevai tra le mie braccia per condurla in casa.
-Di solito si solleva la sposa
prima di entrare in casa…-, constatò mentre saltavo sul molo e afferravo le due
valigie che avevo appoggiato poco prima.
-Giusta osservazione. Ma io voglio
fare le cose per bene e poi sarai stanca-, risposi. In realtà avevo un bisogno
eccessivo di sentirla vicino a me, di poter affondare il mio volto tra i suoi
capelli.
Mi incamminai silenziosamente,
accompagnato dal ritmo del suo cuore che si faceva sempre più insistente. La
guardai:non respirava più. Guardava fisso davanti a sé come ipnotizzata. Pensai
che fosse assalita da un attacco di panico, lo stesso che attanagliava anche
me. Posai le valigie sotto la veranda e aprii le porte.
La guardai di nuovo, aveva
ricominciato a respirare e aspettai un suo cenno prima di entrare.
Bella mi fissò con i suoi grandi
occhi illuminati dalla luna e io prosegui portandola in giro per le stanze,
fino all’ultima:la camera da letto.
Un grande letto bianco troneggiava
nella stanza, letto che Esme aveva appositamente comperato per l’occasione.
La lasciai scendere.
-Recupero le valigie-, le
bisbigliai all’orecchio.
Feci più in fretta possibile e
quando tornai mi accorsi che Bella stava sudando:forse avevo ecceduto in
pignoleria, forse era troppo caldo anche per lei.
-E’ troppo caldo?Ho pensato che
avrebbe facilitato le cose-, dissi, sincero,accarezzandole la nuca per darle un
po’ di sollievo.
-Sempre scrupoloso-, mormorò.
-Beh...ho pensato che era meglio
semplificare la situazione-, ammisi ridacchiando nervosamente.
Appoggiai le valige su una
cassettiera bianca e preparai aperta quella di Bella, in caso le fosse servito
qualcosa.
Quando ne vidi il contenuto sorrisi
tra me imbarazzato. Era piena zeppa di completini intimi molto poco casti che
Bella non avrebbe mai trovato il coraggio di indossare. Non me la vedevo
proprio…anche se…mi sarebbe piaciuto.
Chissà quale altra visione aveva
avuto ancora Alice per dotare Bella di quell’arsenale?
Sentii Bella deglutire nervosamente
e tornai ad occuparmi di lei. Dovevo darle tempo, come mi aveva consigliato
Emmett.
-Che ne pensi se, prima, facciamo
un bagno di mezzanotte. La temperatura dell’acqua deve essere perfetta ,calda
al punto giusto…per te!Dovrebbe piacerti questo tipo di spiaggia-.
-Certo, è un’ottima proposta-,
rispose a mezza voce.
-Ti lascio sola. Avrai bisogno di
un po’ di tempo per te…da umana-.
Bella annuì rigida. Le sfiorai il
collo con le labbra, scendendo fino alla punta delle sue spalle.
-Non farmi aspettare troppo però...-.E,
così dicendo, la lasciai sola, attraversando la portafinestra che dava sulla
spiaggia e scrollandomi la camicia di dosso. Lasciai il resto dei vestiti
appesi ad un albero ricurvo che si ergeva a pochi metri dall’acqua.
L’acqua era caldissima e sperai che
questo fosse un sollievo per Bella. Per me era piacevole sentire il suo corpo
caldo,mentre per lei doveva risultare alquanto fastidioso il mio, freddo. Mi
tuffai in acqua cercando di calmare l’agitazione che stava aumentando in me.
Dovevo essere padrone della
situazione per non farle del male, non dovevo perdere il controllo. Ma come
sapevo se ce l’avrei fatta non conoscendo a cosa andavo incontro?
Carlisle si fidava di me e credeva
che tutto sarebbe andato per il meglio. Anche Alice mi aveva rassicurato. Ma
allora, da dove nasceva tutta quella preoccupazione?
Una strana consapevolezza sorse in
me. Ero spaventato perché non sapevo cosa avrei dovuto fare, non sapevo come
comportarmi. Tra tutti i libri che avevo letto nessuno aveva mai spiegato cosa
fare in una situazione del genere. Per me era tutto nuovo, come lo era per
Bella. Ogni sensazione,che lei aveva fatto nascere in me, era nuova e
risvegliava la mia parte umana.
Ricordai la conversazione con
Emmett. Non c’era niente da sapere, da imparare, tutto sarebbe stato naturale.
Bella ancora non si vedeva. Forse
aveva cambiato idea, forse aveva ripensato alle parole di Jacob e aveva deciso
di non affrontare questo momento, perlomeno da umana. Risalii in superficie,
deciso ad andare a cercarla, quando sentii un fruscio dietro di me. Non mi
mossi, rimasi immobile con lo sguardo immerso nell’oscurità del mare. Nascosi
le mani in acqua, per nascondere i pugni, dovuti all’improvviso nervosismo e
attesi il suo arrivo. Sentendola più vicina, riuscii a rilassarmi. Distesi i
pugni e appoggiai i palmi della mano sull’acqua calda osservando i movimenti
dell’acqua increspata provocati dall’avvicinamento di Bella. Il profumo mi
invase. Appoggiò la sua mano sulla mia, delicatamente, avvicinandosi alle mie
spalle.
-Favolosa-, disse. Voltai
leggermente lo sguardo per vedere a cosa si riferisse e vidi che stava fissando
la luna.
-Non male-, risposi indifferente.
Mi voltai lentamente, desideroso di
vederla e di avvolgerla tra le braccia.
Era nuda…non me l’aspettavo. In
realtà non avevo pensato a come mi avrebbe accolto ma non la pensavo così
audace. Deglutii cercando di mantenere la calma. L’attrazione fisica che
provavo verso di lei rasentava il desiderio che provavo per il suo sangue.
La presi per mano, intrecciando le
sue dita alle mie.
-Favolosa…Questo aggettivo lo
userei per descrivere te, non la luna. Non regge minimamente il confronto con
te-,precisai.
Sorrise, sollevando la mano libera
che poggiò sul mio petto all’altezza del mio cuore. Il suo gesto provocò un
tremore lungo tutto il mio corpo, come una scarica di eccitazione. Sospirai,
agitato.
-Bella…ho fatto una promessa e
intendo mantenerla o perlomeno cercherò di farlo-, dissi, nervoso.-Ma se diventa troppo
per te, se ti rendi conto che perdo il controllo e ti faccio male fermami subito-.
Annuì con espressione seria,
continuando a fissarmi negli occhi.
-Non ti devi preoccupare-,
mormorò.-Siamo due metà che si completano-.
L’avvolsi tra le mie braccia, scosso dalla
verità delle sue parole.
-Per l’eternità-, aggiunsi,
accarezzandole il viso. Era così tenera e fragile tra le mie braccia. Mi chinai
per baciarla dolcemente, affondando le mie mani tra i suoi capelli.
Lei si aggrappò con decisione alla
mia schiena, ricambiando con passione il bacio.
Ma, troppo presto, si allontanò da
me,guardandomi incerta. Probabilmente si chiedeva se era andata troppo oltre.
Potevo capirla:le avevo imposto così tanti divieti che ora non sapeva più cosa
le era concesso fare e cosa no.
L’attirai nuovamente verso di me,
sollevandola per i fianchi per poter avvicinare il suo viso al mio. Si
abbandonò tra le mie braccia con un sospiro rispondendo in modo inaspettato e
molto più audacemente di quanto mi aspettassi :mi cinse il bacino con le gambe
portandole dietro la mia schiena e affondando le labbra sul mio collo. Io
sorrisi, lasciandola fare.
-Anche tu dimmi se faccio qualcosa
che non va!Non voglio che sia troppo difficile o troppo doloroso per te-,
sussurrò al mio orecchio. Mi sentivo abbastanza forte da concedermi gesti molto
più imprudenti di quello. In fin dei conti Alice aveva previsto che non sarebbe
successo niente.
Per tutta risposa iniziai ad
accarezzarla, prendendo confidenza con il suo corpo, soffermandomi su ogni
centimetro della sua pelle. Avevo sognato da sempre di poterla sfiorare in quel
modo, sentirla fremere al mio tocco. Le sue mani, affondate nei miei capelli,
scesero lungo le spalle e poi verso la schiena provocandomibrividi ad ogni cambiamento di direzione.
Non avevo mai sentito pulsare il
sangue di Bella tanto intensamente, né il suo cuore battere con una simile
energia.
Spostai le mie labbra giù, lungo il
profilo della sua mascella, proseguendo lungo il collo verso l’incavo delle sue
spalle. Aveva un profumo squisito che richiamava veleno nella mia bocca . Lo
ricacciai giù con disgusto e continua ad occuparmi di lei, scendendo fino
all’incavo del suo seno. Quando lo sfiorai con le labbra, inarcò la schiena, inclinando
la testa all’indietro e premendo il suo bacino contro il mio. La sua pelle
calda vibrava sotto il tocco delle mie mani , modellandosi sotto la mia pelle
di pietra.
Si era completamente lasciata andare
e fremeva ad ogni mia carezza. Alzai gli occhi per guardarla:era bellissima.
Teneva gli occhi chiusi, la testa
rivolta all’indietro ed aveva le guancie sfumate di rosso. Si mordeva il labbro
come se volesse attenuare i gemiti che uscivano dalla sua bocca.
Ritornai alle sue labbra che si
dischiusero in un caldo bacio e lei si soffermò a succhiarmi e a morderli il
labbro inferiore. Io mi azzardai a passarle la lingua attorno alle labbra, cosa
che non avevo mai fatto prima. Ma mi sentivo audace e ottimista:non le avrei
fatto del male, lei era il mio bene, la mia unica ragione di vita. Come avrei
potuto?
La portai fuori dall’acqua il più
velocemente possibile e la adagiai sul grande letto bianco. Mi scostai per
guardarla:era bellissima, un angelo che si confondeva con il candore delle
lenzuola.
Le sue guance avvamparono di rosso
in risposta al mio sguardo eccitato, mentre si sollevava per attirarmi di nuovo
dolcemente a sé.
-E’ già finito il bagno?-, sussurrò
al mio orecchio, impaziente.
-Volevi continuare ancora un po’?-.
-No, certo che no-, rispose con
voce soffocata mentre percorreva il mio petto con le labbra.
Mi inginocchiai, nuovamente su di
lei afferrandole la mano: le baciai il palmo, per poi salire lungo la piega del
gomito verso la spalla e il collo.
Li mi soffermai ad assaporarne la
dolce fragranza e poi continuai, giù nell’incavo tra le spalle, e poi sempre
più giù, soffermandomi sulle parti più nascoste del suo corpo. Ad ogni mio
bacio si contraeva e le sue labbra mi
esortavano a continuare per darle sempre di più.
Ogni suo bacio mi provocava un
piacere immenso e non faceva altro che aumentare la mia eccitazione. Quante
volte avevo immaginato di stare con Bella in quel modo, di poterla stringere a
me per sentire il calore e la morbidezza del suo corpo aderire alla mia pelle
dura!Ma mai avrei potuto immaginato che l’eccitazione che sarebbe nata dentro
di me potesse essere così forte, così totalizzante.
I nostri corpi si muovevano in
sincrono e godevano delle carezze dell’altro.
-Dimmi se ti faccio male-, le
sussurrai all’orecchio quando giunse il momento.
Lei non rispose ma affondò le mani
alla base della mia schiena per farmi penetrare più a fondo. Sul suo viso
apparve un’espressione di dolore e io mi fermai terrorizzato all’idea di averle
fatto del male.
-Vuoi che mi fermo?-, le sussurrai
all’orecchio.
-Oh,no Edward, ti prego continua. E’ normale,
basta che fai piano-, e la sentii premere nuovamente la base della mia schiena
verso di lei. La lascia fare, abbandonandomi alle nuove sensazioni che
nascevano in me.
Bella continuava a pronunciare il
mio nome ansimando e io non potevo che non essere contento che mi cercasse, che
mi chiamasse,che mi chiedesse di continuare e di stringerla più forte. Non
potevo credere che avesse scelto me per provare, assieme a lei, questa gioia
immensa.
Quando l’eccitazione arrivò al
culmine un’onda di piacere ancora più forte delle precedenti invase il mio
corpo, immerso in quello di Bella, mentre si aggrappava alle mie spalle
affondando le unghie nella mia schiena. Mi faceva impazzire sentirla così presa
da me.
Se non avessi praticato più di un secolo di autocontrollo
difficilmente sarei riuscito a resistere. Il piacere che provavo era
amplificato dall’odore del suo sangue:ad ogni spinta il profumo si infrangeva
sul mio volto, come un’onda, lasciandomi senza fiato.
Diventòquasi impossibile controllarmi e affondai i
denti zeppi di veleno sul cuscino, mentre, unito a Bella mi lasciai andare.
Ansimante Bella si lasciò cadere di
fianco a me appoggiando la testa sul mio petto.
-Ti amo-, disse guardandomi con i
suoi splendidi occhi.
-Anch’io Bella, per sempre-.
Appoggiò il capo sul mio petto,
avvolgendomi con le braccia e si abbandonò ad un sonno profondo.
Ciao a
tutte!!!Ringrazio come sempre per i commenti. Vi posto la seconda parte del
capitolo che ho iniziato a postare ieri sera. E, se non l’avete notato, avevo
saltato di postare un capitolo distratta come sono…ho
rimediato, mancava il capitolo 4 che riguarda il festeggiamento del matrimonio.
Spero
vi piaccia anche questa seconda parte del cap. Buona lettura
Capitolo 5.Isola Esme(seconda parte)
I capelli le coprivano il viso.
Glieli spostai dolcemente per guardarla…era incantevole. Ancora arrossata, dormiva con le labbra impegnate in un sorriso
estasiato. Io mi rilassai e mi preparai a passare il resto della notte in
compagnia del ricordo dei dolci momenti appena trascorsi.
Tutta la paura e la tensione
accumula erano scomparse, consapevole del fatto che le cose erano andate molto
meglio di quanto avessi mai immaginato.
Chiusi gli occhi e ripercorsi ogni
momento:il viso di Bella, le sue carezze, i suoi
gemiti…tutto era stato perfetto. Il piacere che avevo provato unico, quasi
inspiegabile.
Da una parte desideravo
ardentemente il suo corpo, possederla in modo più intimo possibile, dall’altra
l’odore del suo sangue e il suo pulsare nella vene
faceva riaffiorare il veleno del mostro racchiuso in me. Ma era stato semplice
resistere, tutto sommato: riuscivo a resistere al sangue squisito di Bella,
almeno finché la ragione mi dominava. Ma c’era stato un momento in cui non ero
stato sicuro di aver deciso qualcosa. In quel momento il piacere era diventato
incommensurabile e se non avessi affondato i denti sul cuscino…non dovevo
pensarci. Non le avevo fatto del male. Bella stava bene e riposava tra le mie
braccia. La prossima volta avrei avuto un’idea più precisa di cosa aspettarmi e
sarei riuscito ad incanalare l’eccesso di eccitazione altrove. Se c’ero
riuscito la prima volta, la seconda volta sarebbe andata sicuramente meglio.
Il sonno di Bella era strano. Mi
aspettavo che parlasse, che dicesse qualcosa…magari che sognasse me. Potevo
sentirla a malapena respirare, quasi non si muoveva. Solo impercettibilmente il
suo petto si muoveva su e giù sul mio. Probabilmente l’avevo fatta stancare
troppo. E non l’avevo neppure fatta mangiare. Preso dalla situazione, me n’ero totalmente scordato. La mattina seguente, mi
promisi, le avrei preparato una deliziosa colazione. Ma i miei pensieri non
durarono a lungo in quella direzione. Il suo corpo era così caldo a contatto con
il mio e la sua pelle così morbida che ne avrei desiderato ancora.
Aprii gli occhi, colpiti da una
nuova luce, più accecante di quella notturna e inorridii.
Il sole appena sorto illuminava la
schiena di Bella evidenziando lividi in tutto il suo corpo, alcuni più evidenti
altri meno. Ero riuscito a farle del male Non si era mai lamentata mentre
facevamo l’amore, almeno mi sembrava, e neppure mentre dormiva, l’avevo sentita
farlo.
Ero un mostro, ecco cos’ero. Per
tutta la notte mi ero convinto di non esserlo, trastullato dal dolce ricordo,
ma la luce del mattino aveva portato con se l’amara verità.
Le avevo fatto del male. I lividi
erano stati prodotti dalle mie mani, dalla mia presa troppo stretta sul suo
fragile corpo, dai miei baci. Avrei tanto voluto allontanarmi da lei,
svegliarla per sapere se provava dolore, se voleva che la portassi a casa, se
voleva che la lasciassi in pace per sempre. Ero sempre e solo stato un problema
per lei, le avevo sempre e solo causato danni. Come avevo fatto ad essere così
irresponsabile?Un vampiro e un umana…non poteva
uscirne nulla di buono. Eppure il desiderio incontenibile verso di lei mi aveva
fatto quasi dimenticare le mie paure pur di possedere quell’unica anima e
quell’unico corpo che volevo.
Ero un essere spregevole,
sicuramente non degno della mia Bella.
Aveva ragione Jacob, l’aveva sempre
avuta.
Aspettai paziente che Bella si
svegliasse per sapere come stava. Non l’avrei più toccata, non avrei più fatto
l’amore con lei, almeno finché non l’avessi trasformata, sempre che fosse la
cosa giusta da fare. Ormai non ero più sicuro di niente. E Alice?Come poteva
avermi assicurato?Come poteva avermi detto che le cose sarebbero andate
bene?Forse, per lei,”bene” significava non uccidere Bella?
Le mie domande rimasero sospese,
come macigni che solcavano i miei pensieri.
Bella si mosse piano, stringendo le
sue mani attorno ai fianchi, sorridendo. Le sfioravo dolcemente la schiena,
quasi senza toccarla.
-Perché sorridi?-,mormorai
senza smettere di accarezzarla. Volevo sentirla parlare, dovevo assicurarmi che
stesse bene.
Il suo stomaco brontolò e ancora
una volta mi rimproverai per non averla fatta cenare la sera prima.
-Perché il mio lato umano sta
riaffiorando-.
Per tutta la sera precedente
anch’io avevo quasi dimenticato la differenza tra di noi e questo non aveva
portato a niente di buono. Mi rabbuiai maggiormente a quel pensiero e distolsi
lo sguardo dal corpo di Bella.
-Edward,
che hai?Perché non mi guardi?-, chiese, dopo essersi sollevata su un gomito per
guardarmi negli occhi.
-Non dovresti neppure chiederlo-,
risposi, in modo più sgarbato di quanto volessi essere con lei. Lei non si
meritava certo la mai scortesia, ma il mio umore non poteva essere più tetro.
E inoltre non potevo credere che
lei non si rendesse conto di quale fosse il problema.
Bella rimase immobile, impietrita,
assorta nei suoi pensieri, aggrottando la fronte.
Sembrava preoccupata, come se
stesse realmente cercando il motivo della mia collera.
-Che hai?A cosa pensi?-, chiesi,
accarezzandole la fronte.
Volevo sapere cosa pensava di me,
volevo sentirmi dire che ero un mostro, il peggiore marito del mondo e che non
voleva più saperne di me. Non mi avrebbe di certo fatto sentire meglio, ma
almeno lei ne sarebbe stata consapevole e mi sarebbe stata lontana. Io non
potevo, non volevo. Non ce l’avrei fatta ad abbandonarla. Ma lei ne aveva tutto
il diritto.
-Mi sembri arrabbiato e non capisco
cosa ho fatto…-.
Non serviva che finisse la frase.
Avevo capito. Bella non mi avrebbe mai detto se le avessi fatto del male.
-Bella, potevi dirmelo. Ti fa tanto
male?-, dissi lentamente.
-Male?-, chiese
stupita.
Alzai un sopracciglio, aspettando
la risposta. Non poteva negare, era coperta di lividi.
Si allontanò da me, allungando le
braccia,contraendo i muscoli.
-Non sto male!Perché dovrei?-,
disse seccata ma con voce tuttavia serena.
Chiusi gli occhi, innervosito. Era
inutile negare.
-Smettila!-, la intimai.
-Cosa dovrei smettere?-, chiese
ancora una volta come se le mie domande non avessero senso.
-Smettere di dire che stai bene e
smettere di nascondere quello che sono. Sono stato un’ animale
stanotte-, sputai,incollerito.
-Edward-, urlò scocciata.-Ma cosa dici?Non dire certe
cavolate!-.
Come potevo non dirlo più. Era
quello che ero, e la notte precedente lo avevo dimostrato. Come poteva
continuare a negare di fronte all’evidenza.
-Ma ti sei vista?Come
puoi continuare a dire che non sono una bestia?-, dissi mantenendo la
voce più calma possibile. Non riaprii gli occhi. Non volevo vedere come l’avevo
rovinata.
-Ti riferisci alle piume?-, chiese
Bella, dopo un minuto che mi parve interminabile.
Sbuffai. Ma cosa stava
dicendo?Possibile che volesse continuare a negare. Non la capivo.
-Le
piume?No, per fortuna che ci sono …Stanotte ho morso il cuscino-.
-Perché l’avresti fatto?-.
Mi stava facendo innervosire.
Spesso avevo pensato che Bella non mi considerasse un vampiro pericoloso, ma a
volte mi sottovalutava proprio.
-Bella-,
ruggii spazientito, tirandole il braccio, forse con molta meno delicatezza di
quello che avrei voluto.-Vedi qui?-, continuai, indicando il livido sul suo
braccio. Sfiorai ogni suo livido mostrandole che combaciavano perfettamente con
la sagoma delle mie dita.
-Ah!-, sospirò meravigliata, come
se l’avessi colta di sorpresa.
-Non so cosa dire…come scusarmi…mi
dispiace di aver provato .Sapevo che sarebbe andata
così. Mi dispiace…-, dissi affondando il volto tra le mani per nascondere ai
miei occhi il male che le avevo fatto. Come avevo potuto?E peggio ancora..come
avevo fatto a non accorgermene?Mi sembrava di essere stato controllato, cauto,
dolce e invece…
-Edward-, Bella dolcemente mi chiamò, cercando di
farmi risalire dal pozzo di tristezza nel quale ero caduto. Non risposi, disgustato. Come poteva ancora starmi accanto?
-Non voglio che ti scusi. Io non
sono mai stata più felice. Edward sto davvero bene, non tipreoc…-.
La interruppi bruscamente.
-Non dirmi che non mi devo scusare
e neppure preoccupare. Non puoi stare bene, Bella!Guarda come ti ho ridotta-,
dissi secco.
Non poteva stare bene, era
ricoperta di lividi che pulsavano richiamando sangue.
Erano una prova lampante che non
ero in grado di controllarmi mentre facevo l’amore con lei, non ero in grado di
dosare la mia forza.
-Non sto mentendo. E’ la verità-,
si ostinò a continuare.
-Smettila Bella-. Era inutile
convincermi del contrario.
-No, smettila tu Edward-,urlò Bella. Spostai le
mani dal mio viso e la guardai cercando di capire cosa volesse dire, ancora.
-Stai rovinando il mio risveglio.
Io sto bene e sono felice-.
Come poteva esserlo?Come poteva dirlo?Io non stavo rovinando proprio niente…l’avevo
già fatto.
-Non sto rovinando proprio niente.
Ho già commesso l’irreparabile-.
-Basta-,
urlò, con un tono di voce più alto del precedente.
Non capivo. Non la capivo. Cosa
voleva dirmi?Che le piacevo violento?Che le andavo bene anche così?Che poteva
accettare anche questo?Digrignai i denti, ancora una volta stupito e allo tempo spaventato dai pensieri incoerenti di Bella.
-In questo momento vorrei tanto che
riuscissi a leggere i miei pensieri!Almeno capiresti come sto realmente!-,sbuffò imbronciata.
Non era il momento, ma mi fece
ridere, e mi rilassai.
-Adesso vorresti che potessi
intrufolarmi nella tua mente?Ma sei sempre stata contenta di essere immune al
mio potere…-.
-Ora vorrei…-.
La guardai dritto negli occhi,
cercando di capire cosa mi sfuggiva. Perché voleva che le leggessi nel
pensiero?
-E come mai?-, chiesi, attendendo
una risposta che non tardò ad arrivare.
Bella mi colpì il petto, innervosita
e incollerita.
-Perché la smetteresti di farti paranoie inutile sulla mia salute e potremmo goderci questa prima
mattina da sposati. E invece no. Mi hai fatto arrabbiare…-.
-E’ giusto che tu lo sia-, fu la
sola cosa che mi sentii di rispondere. Volevo che ce l’avesse con me. La sua
prima volta doveva essere dolce e delicata, cosa che la mia natura non aveva
permesso.
-E ora che lo sai, va meglio?Riesce
a tranquillizzarti un po’ sapermi incavolata-.
Sospirai.-Per
niente. Nulla potrebbe cambiare il mio stato d’animo e il mio senso di colpa-.
-E’ proprio questo il motivo per
cui sono arrabbiata:il tuo umore influenza anche il
mio. Ero felice fino a pochi minuti fa. Anzi felice è riduttivo, euforica direi-.
Ma di quale euforia parlava?Le era
piaciuto fare l’amore con me nonostante le avessi quasi spezzato le ossa?Non la
capivo. Alzai gli occhi al cielo, scuotendo la testa. Anche se avessi letto i
suoi pensieri non sarei riuscito a comprenderli.
-In fin dei conti immaginavo che
una cosa del genere potesse accadere. Lo sapevamo che era pericoloso…e se il risultato
è solo qualche livido possiamo dire che è andata bene, no?-, disse facendo
scorrere le dita lungo i suoi lividi.-Era anche la
prima volta…nessuno dei due sapeva cosa aspettarsi…andrà sicuramente meglio la
prossima volta..con un po’ d’esercizio
andrà sempre meglio-.
Cosa voleva dirmi?Che era pronta a
riprovarci?Che era pronta a soffrire fino a quando io sarei riuscito a placare
le mie pulsioni e a controllare meglio la mia forza?Non poteva esserle
piaciuto. Certo tutta la notte lo avevo pensato, ma l’alba mi aveva rivelato
ben altra verità. E poi cosa voleva dire con”In fin dei conti immaginavo che
una cosa del genere poteva accadere”?Sapeva di rischiare la sua salute facendo
l’amore con me e non se n’era preoccupata?Ero esterrefatto. Cominciavo a
dubitare della sua salute mentale.
-Ma cosa stai dicendo Bella?Ti
aspettavi tutto questo?Avevi messo in conto che ti avrei fatto del male, ma
visto che non te ne ho fatto”troppo”possiamo ritenerci soddisfatti?-, sputai
rabbioso.
Bella mi fissava, guardandomi negli
occhi. Mi dispiaceva, forse la stavo spaventando. Invece di scusarmi e cercare
di curare le sue ferite, inveivo su di lei.
Ma non riuscivo a capire come
potesse continuare a starmi accanto, senza tremare e inorridire della mia presenza.
-Non avevo nessuna idea…non sapevo
come sarebbe stato…certo che è stato al di sopra di ogni mio desiderio. Per me
è stato bellissimo, non so per te… -, disse, quando mi fui calmando,
distogliendo i suoi occhi dai miei e avvampando di rossore.
Avevo immaginato tutta la notte di
sentire quelle parole uscire dalle sue labbra, ma ora faticavo a crederle.
Mi ammorbidii, intenerito
dall’improvvisa confessione di Bella. Ma non riuscivo a non pensare a quello che
avevo fatto.
Le portai un dito sotto il mento per
alzarle il viso, all’altezza dei miei occhi.
-Guardami Bella!Temi che non mi sia
piaciuto?E’ questa la tua preoccupazione?-, dissi, con una punta di rabbia. Non
volevo essere così sgradevole, ma non riuscivo a calmarmi del tutto.
Non sollevò lo sguardo. Continuò a
parlare fissandosi le mani.
-So che non c’è paragone. Tu non
sei umano e la cosa per te sarà stata molto diversa. Ma per me…è stata la
miglior esperienza della mia vita fin’ora-.
Era felice. Sembrava felice.
Ero spiazzato. Come sempre
fraintendevo Bella. Forse non le avevo fatto male come pensavo o forse, presa
dalle intense sensazioni della notte precedente, non se n’era
accorta, sbadata com’era. Me l’avrebbe detto se le avessi fatto male, ma
non ricordavo altro se non le sue richieste di stringerla più forte o la sua
impazienza nell’unirsi a me.
-Mmm…non
devi pensarla così. La mia reazione non ti deve confondere. E’ stata anche per
me la notte migliore della mia vita… -.
Non finii la frase. Bella aprì le
sue labbra in un sorriso compiaciuto e imbarazzato.
-Dici sul serio?La migliore in
assoluto?-, sussurrò.
Come potevo resisterle?Come potevo essere stato così brusco quella mattina accecato
dalla rabbia che provavo per me stesso?
Avevo travolto Bella nella mia rabbia e nel
mio disgusto senza chiedermi,realmente, quali fossero
i suoi pensieri.
Dovevo spiegarle, doveva sapere che
stare con lei era stato un piacere unico, indefinibile.
Le presi il volto tra le mani,
pensieroso, cercando di trovare le parole giuste, per spiegarmi al meglio.
-Quando ho stretto il nostro patto
non sapevo cosa aspettarmi. Carlisle mi sembrava la
persona giusta a cui chiedere consiglio-, dissi, rabbuiandomi al pensiero
dell’avvertimento di Carlisle a cui non avevo prestato
la dovuta attenzione.
-E lui mi ha avvertito che fare
l’amore con te poteva risultare pericoloso. Ma ha anche aggiunto che sarei
riuscito a controllarmi, riponendo una grande fiducia in me-.
Bella cercò di parlare, ma la
fermai appoggiandogli le dita sulle labbra.
-Mi ha anche spiegato che certe
sensazioni, provocate da emozioni forti, possono alterare la nostra indole
stabile. Ma secondo lui io non dovevo preoccuparmi di questo perché io sono già
cambiato completamente nel momento in cui ti ho incontrata-, sorrisi, vedendo
Bella così assorta e attenta alle mie parole.
-Non contento, ho chiesto un parere
anche a Jasper e Emmett. Secondo l’oro, l’amore
fisico, provoca un piacere molto simile al sangue umano. Ma per me è stato
diverso. Ho assaggiato il tuo sangue e non esiste piacere più grande. Per noi è
diverso, è unico-. Era vero. Quella notte il desiderio di possedere Bella, di
sentirla dentro di me si era mescolato al desiderio, quasi incontenibile, del
suo sangue, provocandomi un piacere a dir poco immenso.
Speravo di averle fatto capire un
po’ come era stato fare l’amore con lei, irresistibile e magnifico allo stesso
tempo, un piacere unico.
-Si, per noi è unico-, cantilenò
felice e certa della sua affermazione.
-Questo però non cambia nulla. E’
comunque sbagliato e pericoloso continuare a mettere in pericolo la tua vita. Anche
ammettendo che per te sia stato così bello come dici-, dissi, non potendo fare
a meno di gettare un dubbio sulla veridicità della sue
parole.
-Perché continui a pensarla così?Cosa
ti fa pensare che stia mettendo?-.
-Bella, ti conosco fin troppo bene.
Mi hai giustificato troppe volte, anche quando non l’avrei meritato. Non mi
stupirei se stessi mentendo solo per farmi sentire meglio-, dissi.
Mi prese il viso fra le mani,
provocandomi un brivido che si propagò lungo la schiena. Quanto avrei voluto
riprenderla tra le mie braccia come la sera prima!Ricacciai il desiderio nel
fondo della mia mente inorridito al solo pensiero di poterle di nuovo fare del
male.
-Edward!Ora
smettilae ascoltami bene. Non devi
minimamente mettere in dubbio la sincerità delle mie parole. Mi hai fatto
passare dei momenti indimenticabili ma nessuno vale quanto stanotte. Al mio
risveglio ero la persona più felice della terra e non mi aspettavocerto di trovarti in questo stato e di
doverti consolare. Ora ,per favore ,smettila dilagnarti!Mi fai intristire ancora di più! -, concluse decisa.
In qualche modo credevo alle sue
parole. Bella non era in grado di mentire.
Speravo che realmente, nonostante
tutto, avesse passato una notte indimenticabile e mi dispiaceva averla fatta
arrabbiare e non averla accolta nel modo che si meritava al suo risveglio.
Le sfiorai le sopracciglia
corrugate, cercando di distenderle, per far assumere al suo viso un’espressione
felice.
-Non voglio che tu sia triste per
colpa mia-, dissi.
-E allora devi essere più felice
tu!Il tuo umore tetro non è giustificato!-, insistette.
La guardai serio. Noi ci appartenevamo.
Dipendevamo l’uno dall’altro. La nostra felicità o la nostra tristezza era
legata a doppio filo.
-Cercherò di farmi passare questo
umore!In fin dei conti hai ragione:quel che è fatto è
fatto e non posso far nulla per rimediare. Tanto vale non filarci più sopra-.
Era una promessa. Una promessa che le avevo già fatto e che intendevo
rinnovare.
Bella mi guardò seria, aspettando, probabilmente una nuova crisi di rabbia da parte
mia. Le sorrisi, cercando di mostrarmi sereno.
-Promesso?-, chiese.
Certo, avrei fatto qualsiasi cosa
pur di farla felice.
In quel momento il suo stomaco
ruggì e io mi ricordai che doveva mangiare. Lo stavo dimenticando, troppo
spesso ormai, e lei non mi aiutava certo a ricordarmelo.
-Mi sembri affamata-, affermai e
scesi dal letto alzando una nuvola di piume.
-Spiegami un po’… perché hai deciso
di addentare i cuscini di Esme?Erano così belli!-, mi
chiese Bella, mentre mi vestivo.
-E’ stato duro mantenere il
controllo stanotte!Devi solo ringraziare che fossero i cuscini e non te-,
risposi, scuotendo la testa, pensando a quanto ero andato vicino a farle del
male sul serio.
Mi voltai sorridendogli. Avevo
promesso di fare tutto quello che voleva lei.
Si alzò dal letto stiracchiandosi e
l’orrore mi colpì nuovamente come uno schiaffo.
I lividi di Bella erano in piena
mostra, ricordandomi quanto fossi stato mostruoso quella notte. Mi voltai di
scatto. Non volevo vedere il meraviglioso corpo di Bella tumefatto in quel
modo. Cercai di calmarmi, riprendendo a respirare.
-Sono così oscena?-, chiese Bella,
quasi divertita. Non risposi e non mi voltai. Come
poteva prendere alla leggera certe cose?Lei, ovviamente, era bellissima ma i
segni sul suo corpo non potevano che aumentare l’odio verso me stesso e verso
la mia natura.
Sentii un lamento provenire dal
bagno.
Non mi ero accorta che Bella avesse
lasciato la camera da letto.
Corsi da lei spaventato, pensando
che avesse qualche ferita più profonda,di cui non mi
ero accorto.
-Bella?-, la chiamai terrorizzato.
-Guarda che disastro!Le piume hanno
creato un’unica fase con i miei capelli. Non riuscirò mai a liberarmene-,
disse, indicando le piume. Giusto, dovevo immaginarlo:non
si stava lamentando per le ferite che le avevo procurato, ma per le piume tra i
capelli. Tipico di Bella.
-Delle piume ti preoccupi?-, le
disse, rimproverandola e mi avvicinai per aiutarla.
-Devo essere proprio ridicola. Hai
il permesso di ridere…se credi-. Era vero, ma non riuscivo ad essere sereno ed
ero troppo di malumore per ridere.
-Cambierò tecnica…forse lavare i
capelli può risolvere il problema-, disse dopo poco.-Che
ne dici di aiutarmi?-, chiese abbracciandomi.
Deglutii a fatica. Era difficile
resistere a un tale invito ma era meglio non scherzare con il fuoco.
Delicatamente mi liberai dal suo
abbraccio.
-Ti preparo la colazione-, dissi a
bassa voce, allontanandomi in fretta. Avrei tanto voluto
starla accanto come la sera prima,non desideravo altro, ma non potevo. Non per
il momento.
Mi misi ai fornelli mettendo in
pratica le mie scarse conoscenze culinarie. Preparai un omelette,
con uova, pancetta e formaggio sperando che Bella gradisse.
Si sedette al tavolo della cucina e
le servii la colazione.
-Buon appetito!-, dissi
sorridendole. Aveva indossato un vestitino di cotone che nascondeva i lividi
più evidenti. Era bella, davvero. Nulla poteva sminuire la sua innata bellezza.
Mi sedetti, rassegnato, all’altro
capo del tavolo e la osservai mentre mangiava affamata.
-Mangi troppo poco!Dovrei prendermi
più cura di te-, dissi, più a me stesso che a lei.
-Edward…non
avevo il tempo per mangiare, sono stata occupata in altre attività!Smettila di
preoccuparti incessantemente per me. Sono davvero buone però!Chi ti ha
insegnato a cucinare?-.
-Ultimamente ho guardato un sacco
di programmi di cucina-, dissi sorridendo. Era stato il mio passatempo preferito
con Esme nell’ultimo mese.
-E le uova?Dove le hai trovate?-,
chiese.
-I
domestici. Hanno riempito il frigo e dovrò chiedere loro anche di raccogliere
le piume… -, dissi,mentre brutti pensieri
riaffioravano nella mente.
Bella finì di mangiare molto velocemente.
-Mi hai preparato una buonissima
colazione!Grazie-, disse, chinandosi sul tavolo per baciarmi. Restituii il
bacio velocemente e mi allontanai.
-Mi starai lontano per tutto il
tempo che passeremo qui vero?E neppure mi toccherai, giusto?-,mi
accusò Bella, con una punta di acidità nella voce.
No, non l’avrei più toccata. Non
era mia intenzione farle del male nuovamente.
Sorrisi dolcemente e le accarezzai
una guancia. Non sapeva quanto avrei voluto toccarla ancora.
-Sai che vorrei tanto comportarmi
diversamente, ma non posso-, sospirai rassegnato, ritirando la mano dalla sua
guancia. Finché non diventerai come me non faremo l’amore, non voglio rischiare
di farti ancora del male. Non posso permetterlo. Mai più-.
Nei giorni
seguenti avevo cercato di tenerciil più occupati
possibile, trascinando Bella in lunghe nuotate ed escursioni. Era
difficile resisterle:era così bella, così sensuale, e
cercava in tutti i modi di sedurmi, ma non cedetti mai alle sue lusinghe.
Avrei tanto
voluto abbandonarmi anima e corpo a lei, ma non potevo, volevo,ma non l’avrei fatto.
Non le avrei
più fatto del male, mai più. Bella non mi rendeva certo la cosa semplice:già di per sé era dura resisterle,e,vederla indossare il
contenuto della sua valigia giorno e notte diventava pressoché impossibile da
sopportare.
Inoltre aveva
sviluppato in poco tempo una dose non indifferente di audacia che sfociava,
quasi ogni sera, in premeditati agguati sempre più sensuali, che andavano al di
là della mia immaginazione. Come sempre un secolo di autocontrollo aveva i suoi
vantaggi…ma la mia scorta stava per finire.
Anche quella
sera Bella era già da un po’ in bagno e pensai stesse organizzando un altro dei
suoi apprezzati ma inopportuni attacchi a sorpresa.
Eppure avevo
pensato che quella sera gettasse la spugna dal momento che, mentre mangiava, si
era appisolata sulla tavola, svegliandosi poi di soprassalto quando l’avevo
sollevata per portarla a letto.
Ero quasi
deciso ad entrare in bagno, forse si era addormentata nella vasca mentre si
lavava. Con la scusa di farle vedere l’isola la trascinavo in lunghe
passeggiate e nuotate. E la sera crollava, stanchissima, subito dopo cena.
Questo mi permetteva di dribblare i suoi tentativi per far l’amore con me.
Sentii la porta
del bagno aprirsi e mi preparai ad accoglierla tra le braccia.
Ma Bella non
aveva intenzione di venire a letto, non subito perlomeno. Deglutii a fatica,
cercando di respirare normalmente, senza mostrare alcun segno evidente di
cedimento.
Indossava un
completo nero, di pizzo. Uno di quei completini che Alice le aveva infilato in valigia e che mai
avrei pensato di vederle addosso. Era bellissima. E il nero le stava d’incanto:
metteva in risalto il candore della sua pelle per non parlare delle forme del
suo corpo.
Girò su sé
stessa per farsi ammirare.
-Ti piace?-,
domandò con una punta di imbarazzo.
Avevo perso la
voce. Mi sentivo la gola secca. Ed ero senza parole. Poche volte mi ero sentito
così spiazzato in vita mia e solo Bella aveva quel potere.
-Sei
incantevole, come al solito, del resto-, mi limitai ad osservare, incapace di
aggiungere altro.
-Grazie-, rispose, fissandomi negli occhi, cercando di
smuovere la mia ostinazione.
Si intrufolò
tra le mie braccia sbadigliando. La abbracciai forte, stringendola al mio
petto. Non poteva capire quale rinuncia era per me non poterla toccare come
avrei voluto.
-Ho un accordo
da proporti-, disse assonnata.
Ero proprio
curioso:cosa voleva adesso?Era meglio non saperlo.
Sarebbe sicuramente stata una richiesta inesaudibile.
-Non
stringeremo nessun accordo io e te-, risposi deciso.
-Ma non sai
neppure di cosa si tratta-, replicò, mettendo il broncio.
-Non
m’interessa-, ribadii, cercando di non mostrare la mia curiosità.
Sbuffò
incrociando le braccia al petto.
-Come non
detto. Buonanotte-, brontolò afflosciandosi tra le lenzuola.
Alzai gli occhi
al cielo, impotente. Non potevo resisterle. Non quando usava quel tono offeso.
Era adorabile. Come potevo non darle retta, non sapere
cosa passava per quella sua strana testolina.
-Dimmi…-, dissi
dopo un attimo, rassegnato, non accorgendomi che Bella stava già sprofondando
in uno dei suoi lunghi sonni. Sorrise, aprendo gli occhi.
-Stavo
pensando…l’idea dell’università non è così male. Forse potremmo posticipare la
mia trasformazione e frequentare almeno il primo semestre. In questo modo
poteri anche fare contento Charlie. Sarà felice di sentire i miei racconti su Dartmouth-.
Non sapevo che
dire. Ero spiazzato. Era la richiesta che le avevo fatto tante volte, cercando
di temporeggiare la sua trasformazione, e che Bella aveva sempre
categoricamente rifiutato. E ora era lei a chiedermelo. Voleva rimanere umana
ancora per qualche tempo. Era ovvio il perché. Sapeva che non sarei resistito
ancora a lungo. Il mio più grande desiderio era fare ancora l’amore con lei e
sapeva che non l’avrei più toccata finché non fosse stata come me. A meno che…
-Ho capito
giusto?Vuoi posticipare la trasformazione?-, sibilai, a bassa voce, cercando di
restare calmo. Bella non rispose. Tratteneva il fiato, probabilmente temendo la
mia reazione.
-Perchécambiare idea adesso?Non pensi che per me sia
difficile non considerarti come vorrei?-, continuai, non riuscendo più a
contenere la rabbia, afferrando la sottoveste che indossava.
Chiusi gli
occhi, cercando di concentrare la mia attenzione altrove.
-Lasciamo
perdere. Non mi va di discutere con te-.
-Veramente
Edward:voglio andare a Dartmouth-.
Non era vero. Voleva
provocarmi. Era impossibile che volesse rimanere umana dopo aver smosso mari e
monti per convincermi a trasformarla.
-Io non credo
Bella. E non credere che continuerò ancora a mettere a repentaglio la tua
vita-.
-In realtà non
mi interessa proprio il college, ma vorrei rimanere umana un altro po’-.
Avevo capito le
sue intenzioni. Era ovvio che il college non le interessasse. Aveva solo deciso
di farmi diventare matto.
Chiusi gli
occhi, cercando di calmarmi per parlarle gentilmente.
-Non ti rendi
conto Bella?Mi stai facendo diventare matto. Cambi idea in continuazione-.
-E’ vero…ma ora
ho una ragione per voler restare umana-.
-E quale
sarebbe?-, chiesi ironico, conoscendo già la sua risposta.
-Secondo mesai già la
risposta…-, disse, sollevandosi dal cuscino per posare un bacio sulle mielabbra.
Ero lusingato.
Sapevo che non era la sensazione giusta da provare, ma mi faceva un immenso
piacere sapere che Bella, pur di far ancora l’amore con me,fosse
disposta a posticipare la trasformazione.
La abbracciai
delicatamente al mio petto, desiderando con tutto me stesso di poterla
stringere in modo diverso.
-Se non ci
fossi io ad avere un po’ di buon senso…I tuoi ormoni stanno prendendo il
sopravvento sulla tua ragione-, scherzai.
E non era
l’unica ad avere questo problema. Certo, il mio desiderio non era guidato da
ormoni, ma il risultato era lo stesso, anzi molto più amplificato del suo.
-Ma Edward, non
capisci?Non voglio rinunciare subito a queste nuove sensazioni appena scoperte.
Dopo la trasformazione sarà tutto diverso e ci vorrà molto tempo prima che io
riesca a provare qualcosa di simile. Non voglio… -, disse, sbadigliando.
Sorrisi. Era
piacevole sentirle dire queste cose.
-Sei a pezzi,
amore. Ora dormi-, sussurrai, iniziando a canticchiare la sua ninna nanna.
-Sono sempre
troppo stanca da quando siamo qui-, borbottò.-Deve essere una tua strategia per
farmi addormentare appena poso la testa sul cuscino senza permettermi di
usufruire in altro modo del letto-.
Ridacchiai.
Effettivamente il tenerla occupata di giorno la
stancava parecchio, procurandole una sonnolenza non proprio normale.
-Devi dormire
profondamente la notte perché, da quando siamo qui ,non
hai mai blaterato nel sonno-,osservai preoccupato.
-Mai?Che
strano!E dire che di solito quando ho gli incubi mi agito e urlo!-.
-Hai fatto
brutti sogni?-.
-Si alcuni.
Sono molto nitidi e mi stancano-, continuò sbadigliando
-E cosa
riguardano questi incubi?-.
-Non hanno un
soggetto unico ma mi spaventano per i loro colori-.
-Che tipo di
colori?-.
-Sono molto chiari,
lucenti. Ma la cosa che più mi spaventa è che di solito mi accorgo di sognare
mentre in questi casi no-.
-E perché ti
spaventano?-, chiesi preoccupato e ansioso di sapere.
Bella tremò,
scossa dai ricordi degli incubi.
-In realtà…-.
-In realtà…?-, la esortai a continuare.
Bella stentava a rispondere. Sembrava stesse cercando
le parole giuste per spiegarmi cosa la terrorizzava tanto.
-Sogno i Volturi-, sussurrò rabbrividendo.
La strinsi forte cercando di tranquillizzarla,
consapevole che non potevo impedire che avesse degli incubi mentre dormiva.
-Bella stai
tranquilla. A breve non rappresenteranno più un problema-, dissi, cercando di
calmarla ulteriormente.
La cullai tra le mie braccia, cercando di alleviare
la paura e la sofferenza impressa nel suo volto.
-Cosa posso
fare per aiutarti?-,chiesi. Volevo in tutti i modi
cancellare la sua espressione spaventata ma non sapevo come fare.
-Non è un problema Edward. E’solo un sogno-, disse,
cercando di sorridere. Ma era davvero preoccupata, come se mi nascondesse
qualcosa.
-Potrei canticchiarti la ninna nanna. Potrebbe
aiutarti. Potrei farlo per tutta la notte se ti aiuta-.
-No, non serve. Faccio anche dei bei sogni che
riguardano l’isola,non solo incubi. Forse i miei sogni
sono così chiari per colpa della luce che c’è qui…l’isola è molto luminosa-.
-Torniamo a casa quando vuoi se pensi che possa
aiutarti a riposare meglio-.
-Vorrei rimanere ancora un po’, se non è un
problema-.
-Non abbiamo limiti. Possiamo rimanere per tutto il
tempo che vuoi-,le dissi.
-Dobbiamo cercare la data dell’inizio delle lezione a Dartmouth. Non
voglio iniziare tardi-. Ancora insisteva con la storia dell’università.
Sospirai, continuando a cullarla tra le braccia
finché si addormentò.
Avevo notato che i sonni di Bella erano tranquilli,
troppo tranquilli ma non avevo mai pensavo che avesse degli incubi. E mi
dispiaceva sapere che in qualche modo ero io la causa di quei brutti sogni. Non
dovevo coinvolgerla con i Volturi, sapevano essere molto pericolosi e di certo
non avrebbero scordato Bella. Prima o poi sarebbero venuti a cercarci per avere
conferma dell’avvenuta trasformazione. Non era il caso di attendere oltre. Era
assurda l’idea di prorogare la sua vita da umana. Il pericolo era troppo
grande.
Osservai Bella raggomitolata sul mio petto:era così piccola, fragile e indifesa.
Non avrei permesso a nessuno di farle del male, me
compreso.
Le sfiorai le braccia nude con la punta delle dita:i lividi erano quasi completamente spariti, solo alcuni
segnavano ancora la sua pelle candida.
La camicia da notte che indossava lasciava poco
spazio alla mia immaginazione, lasciando intravedere il suo bellissimo corpo.
La scostai leggermente da me e mi alzai. Avevo
bisogno di calmarmi.
La mia immaginazione aveva preso il volo e dovevo riprendere
il controllo. Era stato difficile fin’ora mitigare il desiderio di Bella, ma
ora diventava impossibile, quasi doloroso.
Mi svestii velocemente ed entrai in doccia. Speravo
che l’acqua gelida riuscisse a smorzare le mie pulsioni:volevo
allontanare il calore del mio corpo dovuto al contatto con quello bollentedi Bella.
Come poteva non capire quanto fosse difficile
resisterle? Mi stava rendendo tutto più difficile di quanto avessi mai potuto
immaginare. Non avrei resistito ancora a lungo lontano dal suo tenero corpo
caldo. Era peggio che resistere al suo sangue.
In qualche
modo riuscii a placare il mio desiderio di lei. Mi rivestii e ritornai
nella stanza dove Bella riposava.
Mi appoggiai
allo stipite della porta, osservandola.
Potevo sentire il
suo respiro quasi impercettibile. Il suo petto era quasi immobile, sembrava che
il suo cuore si fosse fermato.
Mi sdraiai di
nuovo accanto a lei, riprendendola tra le mie braccia.
Il contatto con
la sua pelle calda mi provocò un brivido. Chiusi gli occhi cercando di spostare
l’attenzione altrove.
Era strano. Era
da quasi una settimana che non sentivo altri pensieri, solo i miei. Di solito
ero bravo ad ignorarli, ma nell’isola non serviva. Eravamo soli:io e Bella, la mia muta mentale. Avrei
voluto tanto entrare nella sua mente per vedere i suoi sogni, i suoi
incubi e per poterla svegliare non appena quest’ultimi fossero diventati troppo
spaventosi per lei. Ma non potevo proteggerla totalmente, anche se avrei
voluto.
Bella iniziò a
muoversi convulsamente sul mio petto.
Pensai stesse
facendo uno dei suoi incubi.
-Bella?-, la chiamai delicatamente, scrollandola per
svegliarla,-tutto bene, amore?-.
Alzò il suo sguardo verso di me, disorientata.
-Oh-, balbettò, ancora
incredula, sospesa tra incubo e realtà.
Il suo viso si inondò di lacrime, mandandomi nel
panico. Cosa aveva sognato di così spaventoso da ridurla in quello stato?
-Bella!-, esclamai a voce alta, allarmato. -Qual è il
problema?-.
Le asciugai le lacrime che continuavano a sgorgare
lungo le sue guance, attirandola stretta verso il mio petto. Era doloroso per
me vederla così sofferente e non sapere in che modo alleviarla.
-No…ho solo sognato-, disse con voce soffocata.
-Tranquilla Bella, sono qui-, dissi, cullandola
avanti e indietro cercando di tranquillizzarla.
-Un altro brutto sogno?-, mi
affrettai ad aggiungere.
-No, questa volta no-, disse continuando a piangere.
Non riuscivo a calmarla.
-Ho fatto un
bellissimo sogno-, continuò, singhiozzando più di prima.
-Perché piangi allora?-, domandai, non comprendendo
la sua reazione.
-Perché è finito….-,piagnucolò,
stringendomi le braccia al collo.
Ridacchiai di sollievo. Mi aveva fatto preoccupare.
-Respira amore, non ti agitare-.
-Sembrava vero-, singhiozzò.
-Dimmi cos’hai sognato!Magari ti aiuta a star meglio-,
dissi, cercando di alleviare l’angoscia che non sembrava volersene andare.
-C’eravamo tu e io...-,
iniziò, incapace di finire per la voce rotta dal pianto.
Si scostò da me per guardarmi.
-E?-, chiesi impaziente di sapere quale bellissimo sogno
potesse averla ridotta in quello stato.
-Oh, Edward...-, disse, con
voce rassegnata. Sembrava che il suo sogno custodisse un desiderio
irrealizzabile.
‹-Ti
prego Bella finisci il racconto…-, la implorai, incapace di vederla ancora in
quello stato.
Continuò a fissarmi:l’espressione
sofferente, lo sguardo implorante.
Mi gettò le braccia al collo, premendo le sue dolce, calde, tenere, impazienti labbra sulle mie.
Perché resistere?Era mia moglie. La volevo, la desideravo più di ogni altra
cosa. E ogni suo gesto, ogni suo movimento mi faceva capire che anche lei
voleva lo stesso. Ma non potevo lasciarmi andare. Non sarei riuscito a
controllarmi.
-Bella, non fare così-, la pregai, cercando di
allontanarla delicatamente da me. Dovevo farlo subito, altrimenti non ci sarei
più riuscito.
Si arrese, mentre altre lacrime iniziavano a scendere
dai suoi occhi rigandole il viso. Stavo male. Era insopportabile vederla così.
Avrei tanto voluto poterle dare quello che chiedeva, che cercava con tanta
passione.
-Perdonami-, mormorò.
No,non volevo che chiedesse
perdono. Ero io a quello che doveva farsi perdonare
La avvicinai di nuovo a me, facendo aderire quel suo
corpicino che tanto amavo al mio petto.
-Veramente Bella, non posso-, ansimai tormentato. Le
avrei fatto del male, nuovamente, non volevo.
-Ti prego Edward…-.
E come resistere ad una preghiera tanto semplice
quanto inesaudibile per la sua pericolosità.
Non avevo più forza ne la
volontà per resisterle. La volevo, con tutto me stesso, con tutta la forza che
potevo avere. Mi sarei sforzato, ancora più della prima volta di stare attento.
Ma volevo fare l’amore con lei. Volevo sconfinare nuovamente quei limiti fisici
che per anni mi ero imposto di non oltrepassare con Bella.
Di fronte alla sue preghiere
nulla aveva più senso. E mi lasciai andare, liberando la tensione accumulata,
rilassando i muscoli e preparando la mente ad accogliere l’immenso piacere che
solo lei era in grado di donarmi.
Ciao a tutte. Rispondo ai vostri
commenti, anche a quelli dei precedenti capitoli, partendo dai più recenti:
KissyKikka:Edward si fa tantissime pare e come dici
tu questo era evidente anche nei libri della Meyer.
Sono d’accordissima con te, ma soprattutto in
situazioni che non conosce e che riguardano Bella, lui diventa insicuro e paranoico…almeno
secondo me.
Per quanto riguarda i dialoghi in
realtà non sono uguali a quelli della traduzione italiana. La ff è nata mantenendo i dialoghi originali, ma poi ho dovuto
modificarli per problemi di copyright. Quindi ho modificato i dialoghi a posteriori
cercando di mantenere il significato del libro. Il capitolo 7 e i seguenti
invece sono nati con la consapevolezza che non potevo copiare i dialoghi,
quindi secondo me, sono un po’ meglio. Comunque quando li leggere rai mi dirai
che ne pensi.
Grazie per i commenti e per
leggere. Sono felice che ti piaccia quello che scrivo. Un bacio.
feffira:Grazie per i complimenti, sono felice che ti
piaccia come scrivo. Si…è strano che Bella non si rendi conto che Edward lasci
distruzione alle sue spalli…è una cosa del libro che mi ha lasciato un po’
perplessa…ma d’altronde si parla di Edward Cullen…è
facile perdere la testa con lui…J
Elfa
sognatrice:grazie per avermi spiegato come
rispondere ai commenti, pensavo ci fosse un modo più diretto. Sono felice che
ti piaccia il modo in cui interpreto il punto di vista di Edward e sono
contenta che sia simile al tuo modo di pensarlo. Grazie, un bacio.
Tede:grazie per i commenti fatti ad ogni capitolo. Mi
fa felice sapere che ti piace!
linda88:grazie
Linda, sono felice che ti piacciano tutti i capitoli che ho postato fin’ora.
Prometto di postare presto, un bacio.
Bellas:sono felice che ti piaccia come ho reso il
dopo prima notte di nozze…non ci avevo mai pensato ma è proprio la loro prima
litigata da coniugi. Mi fa strano pensarli marito e moglie…!
Beh, purtroppo in BD Edward è messo
un po’ da parte ed è per questo che ho deciso di scrivere il suo punto di
vista. In realtà ha molte cose da dire e anche sulla gravidanza di Bella non si
sa poi molto, ma solo che è l’incarnazione del dolore e della sofferenza. Mi
piaceva l’idea di descrivere momenti importanti anche per Ed:il
matrimonio, la prima volta, la gravidanza, la paternità, la trasformazione di
Bella e poi la paura di perdere tutto. Spero di non deluderti in futuro…ho
fatto del mio meglio per rimanere il più possibile vicino al personaggio della Meyer. Comunque per qualsiasi critica io sono qui. Ho
scritto un poema…sorry.Ogni
tanto mi faccio prendere la mano. Beh…un bacio, al prossimo capitolo.
Goten:sono davvero felice che ti sia piaciuto
come ho reso l’isola Esme. Per fortuna che non ti sei
accorta che mancava il capitolo 4…che figura…vabbè…ho
sistemato tutto ora. Grazie di leggere e di recensire
e grazie per i bellissimi complimenti che hai lasciato,un
kiss!!
Erzsi:ciao
nuova fan!!!Posterò prestissimo. Sono felice che ti piaccia come ho reso BD dal
punto di vista di Edward. Spero di non deluderti in futuro, ma, se così fosse
fammelo sapere.
Lady
cat:posterò
prestissimo, almeno i primi capitoli. Sono contenta che ti ho
fatto leggere una cosa che ti mancava…!Grazie per i complimenti, a
presto!!!
Midnightsummerdreams: anch’io mi sono sempre chiesto in certi momenti
Edward dove fosse. Spero di aver inventato una possibilità credibile…Grazie per
i complimenti, prometto che posterò presto.
Francycullen:che
dire?Wow…mi fa piacere che lo stai rileggendo. Grazie dei complimenti e
continua a seguirmi!!!Baci
tess89:grazie per i complimenti, posterò velocemente
promesso.
twilight_the
best:sono contenta che la storia ti piaccia.
Posterò presto, promesso.
vitti:sono felice che continuerai a leggere, mi fa proprio
piacere.
Anthy:ciao
cara, beh…è grazie a te che posto qui!!!Grazie di avermi dato l’input, un
bacio.
petitfraise:posterò prestissimo, promesso. Sono felice che l’inizio ti
sia piaciuto.
Spero di aver risposto a tutte. Se
così non fosse mi dispiace, ma giuro che sarebbe solo per colpa della mia
distrazione. Rinnovo i miei ringraziamenti:sono
davvero felice che vi piaccia quello che scrivo. Spero di non deludervi, ma
qualora questo accada, fatemelo sapere. Soprattutto dai
prossimi capitolo ci sono parecchie cose da me inventate(ovviamente
coerenti con il BD originale), quindi se qualcosa non vi piace fatemelo sapere.
Continuate a commentare perché per me è importante. Grazie anche a tutti quelli
che dedicano del tempo solo a leggere quello che scrivo!!!Un bacio, Silvia.
Ciao a tutte!!Vi
ringrazio per i commenti e vi lascio alla lettura della seconda parte!!!Qui ci
sono un po’ più di cose immaginate da me…spero vi piaccia!!!Un bacione a
tutte!!!Grazie per recensire e per seguirmi!!!Silvia.
Catturai nuovamente le sue labbra tra le mie. Potevo
sentire ancora il gusto salato delle sue lacrime che fino a poco prima avevano
rigato il suo viso.
Aveva poco di delicato il bacio che le avevo appena
dato, e che lei aveva ricambiato allo stesso modo. Era pieno di urgenza. Avevo
fretta disentirla nuovamente su di me,
di sentirla ansimare, modellarsi sotto le mie mani.
Mi sollevai, sedendomi sul letto e portai Bella sopra
di me. Continuava ad accarezzarmi freneticamente il viso, le spalle, il
pettolasciandomi baci bollenti ovunque.
Ogni suo gesto lasciava poco spazio alla ragione. Potevo sentire il suo sangue
caldo rifluire lungo tutto il suo corpo, ribollendo nelle vene.
Il suo cuore mi deliziava col un suono morbido e
martellante.
Cercai di raccogliere quanto più controllo potessi e
la allontanai lentamente da me.
Bella mi guardò con aria interrogativa, quasi rassegnata,
ma dopo poco decisi che sarei andato fino in fondo. Sarei stato attento. Sapevo
cosa aspettarmi, avrei cercato di controllarmi.
L’attirai nuovamente a me, prendendola per un lembo
della sua camicia da notte, che si strappò alla mia presa.
Rimasi incantato a guardarla:niente era più bello di
lei.
Appoggiai le labbra sul suo collo inspirando
l’irresistibile profumo , e assaporando il dolce sapore della sua pelle. Non
sarei più riuscito a fermarmi, quella notte avrei continuato incapace di
resistere alla fonte del mio paradiso.
Lei si
aggrappò ai miei capelli facendo aderire il suo bacino ancora di più al mio.
Non poteva sapere l’effetto che mi faceva, quali scosse, quali impulsi
provocava in me. Sentivo che mi voleva, che mi desiderava e questo non faceva
altro che aumentare il mio bisogno di lei…come se non fosse già insostenibile.
Non mi sarei mai stancato…non ne avrei mai avuto abbastanza.
Avevo rinunciato per tutta la mia esistenza al
piacere fisico, ma era valsa la pena aspettare. Bella, mia moglie, era tutto
ciò che volevo. Era la mia rinascita, il mio senso, la mia vita. E poter
condividere queste sensazioni con lei era tutto ciò che volevo.
Le mie labbra continuavano inarrestabili il loro
cammino:seguirono la curvatura del collo, per poi scendere e soffermarsi sulla
sua clavicola e proseguire giù tra i suoi seni. Era qualcosa di meraviglioso
poter sentire il suo corpo rispondere immediatamente ai miei stimoli. Sollevai
lo sguardo per guardarla:era totalmente persa nel piacere che provava. Incontrai
i suoi occhi ardenti di desiderio e si morse il labbro.
-Ancora Edward, ti prego-, riuscì a dire con voce
rotta dai gemiti e io non potei far altro che cogliere la sua dolce preghiera,
continuando là dove mi ero fermato.
Continuammo a esplorare a vicenda i nostri corpi, con
più urgenza della prima volta ma allo stesso tempo con meno timore e con più
audacia.
L’unico momento in cui Bella sembrò nuovamente
incerta, timorosa fu quando iniziò a spogliarmi. Mi guardò negli occhi prima di
proseguire. Con mani incerte si liberò della mia maglia e io l’aiutai con il
resto, impaziente di sentire il contatto con il suo corpo nudo. Su di lei c’era
rimasto ben poco da togliere, ma mi liberai ben presto di quel poco che era
rimasto.
Bella sapeva essere la più devota e scrupolosa delle
amanti: non tralasciò nessuna parte del mio corpo deliziandomi con le sue
carezze ma anche con i suoi baci e la sua lingua.
Rimaneva poco in lei della Bella della prima sera.
Aveva urgenza di darsi e darmi piacere lasciando ad un altro momento il
tormento dell’attesa.
Appena il bisogno divenne incontenibile, mi accolse
in lei. La lasciai sopra di me, adattandomi ai suoi ritmi e alle sue spinte
cercando di dosare la forza nelle mie carezze.
Quando il piacere divenne incontenibile, allontanai
le mani dal suo corpo, e mi aggrappai alla testiera del letto cercando di
concentrare l’eccesso di energia altrove.
Anche questa volta fu difficile controllarmi e
sbriciolai la testiera del letto di Esme.
Fortunatamente ancora una volta non si trattava di
Bella.
Ansimante si lasciò cadere sul mio petto e io
l’accolsi tra le mie braccia, nella speranza di non averle fatto del male.
Appoggiò le labbra sul mio petto, lasciandoci un
bacio.
-Grazie Edward. E’ stato così…-, ma non terminò la
frase. Chiuse gli occhi stremata.
-Ti amo Edward-,farfugliò infine, prima che il sonno
la portasse lontano da me.
-Ti amo anch’io Bella-,dissi, stampandole un bacio
sulla fronte, convinto che non potesse sentirmi, ormai addormentata. Mi augurai
che il suo sonno riprendesse senza incubi e anzi, che continuasse quel sogno
tanto bello da averla sconvolta in quel modo.
Ancora una volta mentre Bella riposava sul mio petto
io potei ripercorrere mentalmente tutti i momenti di quella notte, deliziandomi
nei dolci ricordi.
Sperai di non averle fatto del male. Ero stato ancora
più accorto questa volta. In ogni carezza avevo dosato la mia forza,
concentrandomi quanto più mi era concesso fare in quel momento.
Abbassai il volto, immergendo il mio viso tra i suoi
capelli e respirando il suo profumo. Avrebbe mai capito quanto la amavo, quanto
la volessi, quanto la cercassi, quanto desiderassi sentirla vicina a me? Al
solo pensiero di doverla lasciare solo per poco tempo mi si annebbiava la vista
e una morsa di dolore attanagliava il mio corpo.
L’avvicinai
ancora di più al mio corpo, aspettando che il suo calore mi invadesse,
consapevole che non avrei mai permesso a niente e a nessuno di farle del male o
di allontanarla da me.
Bella ancora
non si svegliava. Mi stavo preoccupando. Erano quasi dodici ore ininterrotte
che dormiva. La facevo stancare troppo, era il caso di rallentare un po’ i
ritmi. Il sole, che illuminava la sua pelle , non metteva in evidenza nulla di
preoccupante. Non sembrava avesse nuovi lividi. Sorrisi tra me e me.
Forse bastava
un po’ di esercizio, come spesso aveva ripetuto Bella, e non avrei più avuto
nessun il timore di farle male.
Il respiro di
Bella era leggermente aumentato. Forse era sveglia, ma non si muoveva.
Ero proprio curioso
di sapere come si sarebbe comportata. In fin dei conti aveva avuto quello che
voleva.
Alzò
leggermente lo sguardo dal mio petto, guardandomi appena, con la coda
dell’occhio. Ero tentato di sorriderle e di attirarla a me ma mi trattenni.
Continuavo a tenere le braccia dietro la testa, osservando il soffitto per non
cedere alla tentazione. Se mi fossi perso nei suoi occhi, non ce l’avrei fatta
a resistere, e le avrei sorriso compiaciuto e sereno.
Si alzò
leggermente da me.
-Sono tanto nei guai?-, bisbigliò piano.
-Non ne hai idea-, scherzai. Abbassai lo sguardo e
non resistetti. Mi aprii in un sorriso che la diceva lunga.
Sospirò di sollievo. Doveva essere stata proprio
terrorizzata dalla mia possibile reazione.
-Credo di doverti della scuse-, disse. -Non riesco a
capire cosa mi sia successo stanotte. Mi dispiace-.
A me non dispiaceva proprio, ma mi divertiva vedere
che si sentiva in colpa.
-Devi ancora terminare il racconto del sogno che ti
ha sconvolto così tanto-, dissi, cercando di tranquillizzarla.
-Non serve il racconto…come dire…ne hai avuto una
dimostrazione stanotte…-, disse ridendo nervosamente.
Ah…però…bel sogno. Ero contento che mi avesse reso
partecipe! Chissà se mi aveva sognato spesso in quel modo…
-Ah-, risposi compiaciuto,-notevole-.
-Si, si…proprio un bel sogno-, mormorò. Da quello che
mia aveva mostrato non avevo dubbi.
-Sei ancora arrabbiato?-.
-Non lo so…ci penso su-.
Bella si allontanò da me , sedendosie lanciando qualche occhiata alsuo corpo. Immaginai stesse cercando la presenza
di qualche nuovo livido. Ma si riaccasciò quasi subito sul letto. L’avvolsi tra
le mie braccia all’istante.
-Cavolo…che giramento di testa-, disse.
-Sei una
dormigliona. E’ da dodici ore che dormi!-, risposi, per giustificare la sua
mancanza.
-Così tanto?-, chiese incredula.
Si rialzò leggermente, stiracchiandosi, e continuando
a lanciare sguardi verso la sua pelle nuda.
-Stai facendo un check-up completo?-.
Annui imbarazzata.
-Questa volta non ti sei accanito sui cuscini della
povera Esme-, disse, cercando di smorzare la tensione che si era creata.
-Sui cuscini no, ma sulla tua camicia da notte si..-,
dissi, indicando ai piedi del letto, dove, mescolati tra le lenzuola si
intravedevano pezzi di pizzo nero.
-Non era male, quasi mi piaceva-.
-Anch’io ho gradito…molto-, risposi, anche se era
molto meglio senza.
-Altri danni?-, domandò timida.
-Il letto. Ho
letteralmente sbriciolato la testiera-,constatai gettando uno sguardo alla mie spalle.
Lei fissò la testiera distrutta con aria corrucciata, e poi tornò a guardarmi
pensierosa.
-Mmm-, disse corrugando la fronte.-Sei bravo a
tenermi occupato in quei momenti. Io non mi accorgo di nulla-.
-Bene. Mi fa piacere che la tua mente sia impegnata
altrove…-, risposi.
Adoravo quando si distraeva in quel modo…
-Effettivamente…ero in un’altra dimensione-,
confessò,avvampando di rossore.
E adoravo anche quando arrossiva. Accarezzai la sua
guancia.
-Mi mancherà non vedere più i segni dell’imbarazzo
sul tuo volto-, sospirai.
Bella mi scrutava attentamente. Chissà cosa stava
cercando nel mio volto!
-Parliamo di te. Come ti senti stamattina?-, chiese.
Risi di gusto osservando la sua espressione colpevole
nel suo viso.
-Perché ridi?-.
-Hai l’aria molto colpevole, come i bambini quando
sanno di aver messo le mani dove non potevano…-.
-Effettivamente…mi sento un po’ così-, mormorò.
-In realtà hai messo le mani sul tuo. Sono tuo
marito…-, scherzai.
Arrossì di nuovo.
-E’ vero anche questo, ma a forza di impedirmi di
prendere confidenza con ciò che è mio non so più cosa mi è lecito fare. Non sei
arrabbiato?-.
Sorrisi. -No Bella, non lo sono-.
-E come mai?-.
-Cerco di spiegarmi. Questa volta è andata meglio
perché sapevo cosa aspettarmi e sono riuscito a controllarmi meglio-, dissi
voltando lo sguardo verso la testiera distrutta.-E poi non ti ho fatto del
male, e questa è la cosa davvero importante-, conclusi
-Hai visto?Dipende tutto dall’esercizio e dalla
costanza con cui lo si fa…-, disse vittoriosa.
Alzai gli occhi al cielo. Si forse aveva ragione, ma
questo non cancellava il fatto che avevo comunque rischiato di farle del male.
Il suo stomaco brontolò, ricordandomi, cosa che
spesso dimenticavo ultimamente, che Bella era umana.
-Che ne dici di fare colazione?-, domandai ridendo.
-Buona idea-,disse e saltò giù dal letto.
Troppo in fretta, forse, perché traballò e se non
l’avessi afferrata sarebbe andata a sbattere contro l’armadio.
-Tutto ok?-, chiesi, cercando di non riderle in
faccia.
-Ma perché devo essere così scoordinata!-, brontolò
imbronciata. Era adorabile.
Si precipitò in cucina e si mise ai fornelli. La
lasciai fare, io mi sedetti su una sedia osservandola. Era il mio passatempo
preferito. Adoravo guardarla, rapito dai suoi gesti, dalle sue espressioni…dalle
sue smorfie.
Mi stupii che avesse scelto ancora una volta uova per
colazione. Io gliele preparavo sempre perché erano una delle poche cose che
sapevo cucinare, ma poteva scegliere qualsiasi altra cosa se voleva. La
dispensa era piena…soprattutto di quei croccantini disgustosi che amava
mangiare con il latte.
-Non sapevo ti piacessero le uova all’occhio di
bue?-,dissi.
-In effetti…non le ho mai mangiate prima-, rispose,
non badando troppo alla mia osservazione.
-Devono proprio piacerti un sacco. Sai quante ne hai
mangiate questa settimana?-.
Mi alzai per sfilare il bidone della spazzatura:era
pieno di scatole da sei vuote.
-Non ho mai mangiato così tanto. Sarà l’isola…-,
osservò rendendosi conto che la mia osservazione non era così fuori luogo. Non
l’avevo mai vista mangiare così tanto. Non era proprio da Bella. Forse era vero
che l’isola le stava facendo un effetto strano. O forse erano le nostre nuove
attività notturne. Sorrisi compiaciuto a quel pensiero.
-Anche se mi
piace molto stare qui. Ma non potremmo starci ancora a lungo. Dobbiamo pensa
re a Darmouth, organizzarci,pensare a cosa ci serve.
Forse anche trovare una casa… -.
Ancora con quella storia. Poteva fare a meno di
fingere di essere interessata all’università ora. Aveva avuto quello che voleva
e poteva averne ancora:quando voleva, come voleva e per quanto voleva…Io non mi
sarei di certo più tirato indietro ora che avevo capito come controllarmi.
Mi sedetti accanto a lei, voltandola verso di me.
Sollevai le sue gambe appoggiandole sopra le mie, per poterle accarezzare. Il
suo viso nuovamente avvampò di rossore e sentii il suo cuore spiccare verso
battiti più frenetici.
-Bella,smettila! Tanto lo so che il college non ti
interessa. Ora hai quello che volevi, quindi puoi smettere questa finta-,
sussurrai vicino alle sue labbra.
Sbuffò infastidita.
-Nessuno ha
finto Edward. Sono realmente interessata. Io non tramo alle tue spalle come hai
fatto tu per farmi stancare il più possibile-, disse contrariata .
Scoppiai a ridere per il suo tono inviperito.
-Voglio
restare umana ancora un po’-, disse, avvicinandosi ulteriormente a me per
accarezzarmi il petto. Se il mio cuore non avesse smesso di battere
probabilmente avrebbe iniziato a seguire il suo. Non poteva capire quale
scompiglio creasse in me.
-Non sono ancora soddisfatta-, continuò, mandandomi
letteralmente su di giri.
La fissai incredulo, mentre la sua mano proseguiva
verso il basso, facendomi sussultare.
-Di cosa?Di questo?-, chiesi, afferrandole la mano,
prima di perdere totalmente il controllo.
-Ho sempre avuto la soluzione a portata di mano, e
non ci ho mai pensato-, constatai divertito. -Avrei evitato molte questioni-.
Scoppiò a ridere. «Sicuramente».
-Non ti rendi conto di quanto sei umana-, sospirai
giocherellando con i suoi capelli.
‹-Si, invece-, rispose.
E la cosa non mi dispiaceva, per niente. Ora che
sapevo di riuscire a controllarmi tutto mi sembrava più chiaro. Bella poteva
rimanere umana ancora per un po’. Avremmo potuto godere l’uno dell’altro senza
più privarci di niente e saremmo andati al college. Bella sarebbe andata al
college, senza privarsi di altre esperienze umane. Mi piaceva, era un
bellissimo programma futuro.
Sorrisi, soddisfatto.
-Allora andiamo al college?-, chiesi, non ancora
convinto del tutto della sua decisione.
-Certo!Anche se avrò problemi con gli esami del primo
semestre-, constatò.
-Non ti preoccupare. Ti darò una mano io-, risposi
rilassato.
-Ci serve una casa. Chissà se riusciremo a trovare
qualcosa di disponibile?-, osservò.
-Non ti preoccupare. La casa ce l’abbiamo già-.
-E’ tua?-.
-Si. E’uno dei miei investimenti-.
-Quindi abbiamo tutto, non ci manca nulla?-, chiese.
-L’unica incognita è la tua macchina. Forse è il caso
di tenerla ancora-.
-Certo. Come farò senza una macchina a prova di carri
armati?-.
Sorrisi.
-Quindi?Per quanto ancora potremmo rimanere in luna
di miele?-, domandò.
-Ti concedo un paio di settimane. Poi se vuoi, prima
dell’inizio del college, potremmo far visita a Charlie e a Natale potremmo
passare a trovare tua madre… -.
-Buona idea-, constatò. -Però pensavo…che ne dici di
continuare a fare un po’ di pratica?Sai ci vuole costanza nell’esercizio
fisico… -, disse, cambiando improvvisamente argomento.
Risi, di nuovo. -Che bei propositi... Devi aspettare
però, ci sono i domestici. Parlo con loro e poi possiamo uscire e andare
dovunque tu voglia… -.
-Possiamo stare in casa oggi?Non ho proprio voglia di
affaticarmi per l’isola-,si lagnò, mettendo il broncio.
-Ok, come vuoi tu!Scegli un film da vedere allora, mentre
vado ad aprire-, dissi, intenerito dalla sua espressione a dir poco scontenta.
-Non hanno bussato-, notò, perplessa.
Reclinai la testa di lato, aspettando che ciò
avvenisse. Mezzo secondo dopo un timido colpetto alla porta avvisò l’arrivo dei
domestici.
Risi e mi diressi in corridoio ad aprire.
Gustavo e Kaure erano sempre uguali, sembravano non
cambiare mai, un po’ come me.
Gustavo fece un cenno con il capo, mentre Kaure non
rispose, mantenendo lo sguardo basso. Mentre li conducevo nella stanza da letto
piena di piume, spiegandogli qual era il problema, passammo davanti alla cucina
dove c’era Bella.
Mi fermai per presentargliela, con immenso orgoglio.
-Ele è Bella,minha esposa[2]-,
dissi prendendo la sua mano tra le mie.
Bella sorrise, ricambiando il sorriso di Gustavo.
Kaure invece la osservò spaventata. Non era
spaventata per sé stessa, ma per Bella. In qualche modo aveva capito che c’era
qualcosa di stano in me e temeva per Bella, temeva fosse in pericolo.
Indicai loro di seguirmi nella camera bianca dove
avrebbero avuto molto da fare.
Tornai da Bella subito dopo e la avvolsi in un
abbraccio, appoggiando il mento sulla sua spalla. Era pensierosa, nella stessa
posizione in cui l’avevo lasciata poco prima.
-Perché mi ha guardato così quella?-, chiese
scocciata. Non le era sfuggita l’espressione sconvolta di Kaure. Cercai di
spiegarle cosa preoccupava quella donna. Di certo non ce l’aveva con lei.
-Il suo nome è
Kaure. E’ una mezzosangue Ticuna. E’ un’ottima osservatrice e ha capito
cosa sono, o perlomeno dubita che io sia umano. E’ una donna molto
superstiziosa e le sue constatazioni si basano su leggende del luogo. Una di
queste parla del Lobishomen, un demone che si nutre del sangue di belle
donne-, spiegai, ponendo enfasi sulle ultime due parole e girandola verso di me
per poterla ammirare meglio.
-Aveva un’espressione sconvolta-, osservò.
-E’ vero. Ma è solo spaventata per te-.
-Perché?-.
-Sei qui, sola con me. E se le sue intuizioni sono
vere crede che tu sarai la mia prossima vittima-,spiegai sorridendo. Non poteva
essere più al sicuro, almeno finché riuscivo a controllare i miei istinti.
Guardai la parete piena di dvd cercando di cambiare
discorso. Non vedevo l’ora che Gustavo e Kaure finissero per riprendere quello
di poco prima…
-Non hai ancora scelto nulla da vedere?Scegli in
fretta così potremmo mostrarci occupati in un’ attività tipicamente umana-.
-Sicuramente!Vederti davanti alla tv sarà sufficiente
per demolire le sue intuizioni…-,disse ridendo e si sollevò in punta di piedi
per avvicinarsi al mio viso. Che dolce tentazione!
Mi chinai per baciarla e poi la sollevai, facendo
aderire il suo corpo al mio.
Era irresistibile!
-Cosa scelgo..-, mormorò, mentre feci scorrere le
labbra lungo il suo invitante collo.
Poi udii un singhiozzo e la lasciai andare di colpo.
Kaure era immobile in anticamera, con le piume fra i capelli neri, un grosso
sacco pieno di altre piume fra le braccia, l'espressione terrorizzata sul viso.
E fissava Bella.
-Perdão! Com licença![3]-, si
affrettò a scusarsi Kaure.
Se ne andò via in fretta e mi voltai verso Bella.
Un’espressione preoccupata le velava il volto.
-Penso di sapere a cosa stava pensando. Mi
sbaglio?-,chiese.
Risi della sua frase confusa.
-No, non ti sbagli-, risposi. Stava pensando che mi
stessi “dissetando” con il suo sangue.
-Questo-, disse, allungando una mano e pescando un
film a caso. -Guardiamo questo-.
Grease?
-Un tipico film da luna di miele-, dissi, approvando
la sua scelta.
Mi sedetti sul divano e Bella si rifugiò tra le mie
braccia soddisfatta.
-Dopo che i domestici l’avranno sistemata possiamo
tornare a dormire nella stanza bianca?-, chiese.
-Forse è meglio di no. E’ meglio lasciare integra la
stanza bianca e concentrare la distruzione sull’altra-, dissi, aspettando una
sua reazione che non tardò ad arrivare.
Si sollevò leggermente da me e mi guardò facendomi un
gran sorriso.
-Questo significa che la demolizione è appena
cominciata?-.
Se la metteva su questo piano…”Si, era appena
cominciata”, pensai sorridendo.
-Non riuscirei a trattenerti a lungo. Scommetto che
stai già pensando al tuo prossimo assalto-, dissi, per provocarla.
-Si, effettivamente sto maturando un’idea del
genere-, commentò tranquilla. Apparentemente tranquilla. Le sue guance si
colorarono improvvisamente di rosso e il suo cuore iniziò a battere
intensamente.
-Devi avere qualcosa che non funziona…non è normale
che il tuo cuore si comporti così-, dissi, facendo finta di ignorare il motivo
reale della sua improvvisa tachicardia.
-No, no è tutto a posto. Ma dimmi…volevi continuare
subito la demolizione?-. Incontentabile e impaziente.
-Magari quando Gustavo e Kaure se ne saranno andati.
Non sarebbe carino farli assistere ad una demolizione in diretta-.
-Effettivamente…Aspetterò-, disse dondolandosi
lentamente sulle mie ginocchia.
Si riposizionò sul mio petto prestando attenzione al
film, mentre io prestavo tutta la mia attenzione a lei. Era delizioso, per me
guardarla, catturando ogni sua piccola smorfia o reazione. Verso la fine del
film si stava nuovamente addormentata forse aiutata dal fatto che le stavo
accarezzando i capelli quando sentii Gustavo avvicinarsi. Mi raddrizzai per
rispondergli. Avevano finito e se ne stavano andando.
-Via libera!Hanno finito-, sussurrai a Bella.
-Mi piace questa notizia!Quindi…siamo soli?-.
-Si. Forse è il caso che mangi qualcosa però prima-.
Questa volta ero stato bravo, erano già passate alcune ore dalla colazione e mi
ricordai che Bella doveva mangiare.
Mi guardò con aria interrogativa, ammutolita. La
presi per mano trascinandola in cucina.
-Non ho mai mangiato così tanto. Devo avere qualcosa
che non va-, disse, quando finì di mangiare.
-Se vuoi oggi pomeriggio potremmo fare una
passeggiata o nuotare…potrebbe essere un ottimo modo per bruciare delle
calorie-, chiesi vedendola preoccupata per il suo copioso appetito.
-Io avrei un’altra idea-, disse con aria innocente.
-Quale?-, chiesi con altrettanta innocenza.
-Il sito da demolire è quasi completamente integro, a
parte la testiera….-. Non le lasciai finire la frase. La presi tra le braccia,
baciandola con trasporto e la riportai nella camera blu, dove, se fosse stato
per me, ci saremo rimasti…probabilmente per l’eternità.
Ciao a
tutte!!!Vi ringrazio per i commenti e vi lascio al prossimo capitolo…la
reazione di Edward!!!Fatemi sapere che ne pensate, buona lettura.
Capitolo 7. Inaspettato
Scostai Bella leggermente dal mio
petto e mi alzai. Mi infilai i jeans e la maglietta della sera prima e cercai
una penna e della carta per scrivere.
Sono andato sul continente a cacciare.
Se ti svegli e non mi trovi, non ti preoccupare e torna a dormire. Al tuo
risveglio ci sarò. Torno presto. Ti amo.
Avrei fatto presto, non l’avrei
lasciata sola a lungo. Qualche ora. Il tempo di raggiungere il continente,
cacciare e sarei tornato. Avevo già rimandato troppo. Erano due settimane che
non mi nutrivo e la sete cominciava a farsi sentire in modo imperante. In altri
casi avrei spinto la resistenza oltre quel limite temporale, ma se volevo
continuare a stare accanto a Bella,come era diventata mia abitudine negli
ultimi giorni,era conveniente mettere a freno la mia sete.
Quella sera si era addormentata
esausta subito dopo mangiato e avevo deciso di approfittare della sua mancanza
di “energia notturna” per andare a dissetarmi.
Velocemente azionai lo yacht, e mi
diressi verso la costa. Carlisle non aveva scelto a caso la posizione
dell’isola. Rio de Janeiro contiene la più grande foresta all’interno di
un’area urbana:la foresta Tijuca, ricca di puma e di giaguari. Una festa per il
mio arso palato!
Ormeggiai lo yacht e schizzai
velocemente tra le stradine tetre di Rio, facendo attenzione a non dare
nell’occhio. Mi addentrai lentamente nella foresta, cercando di prendere
confidenza con il nuovo ambiente che mi circondava. Era strano. Ero stato talmente
a lungo solo con Bella che mi riusciva difficile concentrarmi, ignorando le
diversi voci che avevano preso di nuovo ad intasare la mia mente. Scossi la
testa. Dovevo concentrarmi, altrimenti avrei impiegato più del tempo voluto per
cacciare. Mi flessi sulle ginocchia, pronto a scattare. I muscoli contratti,
gli occhi vitrei, le orecchie tese…respirai, lentamente, scansionando ogni
particella aerea presente nell’atmosfera.
Bingo!Una folata proveniente da
nord-est prometteva bene!Mi diressi verso quella direzione seguendo la scia che
da lì proveniva. Saettai fra gli alberi e gli arbusti che si frapponevano tra
me e la mia meta, impaziente di raggiungerla per poter gustare il dolce liquido
che custodiva nella vene.
Prossimo a raggiungerla, rallentai.
Bloccai il respiro e mi acquattai pronto a balzare per immobilizzarla tra i
miei vigorosi arti. Avvertivo il battito del suo cuore pulsare con veemenza.
Percepiva il pericolo. Mi sentiva. Sentiva il predatore pronto ad afferrare la
sua preda. Non lasciai che il suo istinto indugiasse oltre, e scattai verso il
mio obiettivo paralizzandolo con la mia presa. Appoggiai i canini sulla sua
carne, affondandoli lentamente. L’odore del sangue giunse alle mie narici,
prima di diffondersi, caldo e fluente, tra le mie labbra. Meglio di quello che
mi aspettassi.
Il puma, che stavo lentamente
dissanguando, doveva essersi appena nutrito a giudicare da sapore del suo
sangue. Sentivo il fluido scorrere nel mio corpo, in qualche modo riscaldandolo
e conferendomi quell’energia che negli ultimi giorni mi era venuta lentamente a
mancare.
Sarebbe bastato, almeno per un
altro paio di settimane.
Mi pulii le labbra con la mano e
ritornai a correre, nella direzione opposta a prima, verso la costa.
Avevo quasi dimenticato la
sensazione che provocava la caccia:adrenalina allo stato puro.
Pensai a Bella:sarei riuscito a
sopportare l’idea di vederla uguale a me?Di vederla cacciare, in preda
all’istinto animale che ci guidava?E sarei riuscito a lasciarla fare senza
intervenire, senza preoccuparmi per la sua incolumità?
Misi in fretta in moto lo yacht,
pronto a tornare tra le sue braccia, pronto a tornare a sentirmi umano come
solo lei sapeva farmi sentire.
Attraversai la portafinestra della
camera. Il letto era vuoto. Un senso d’ansia invase il mio corpo. Una
sensazione inutile:sentivo il suo profumo e sapevo che era in casa. La trovai
stesa sul divano, davanti alla tv accesa. La spensi e mi sedetti accanto a
lei:era completamente sudata. Doveva aver cucinato perché aleggiava uno strano
odore in casa. Mi alzai per chiudere le finestre che aveva aperto,
probabilmente sperando di far circolare un po’ di aria per trovare un po’ di
refrigerio.
Avrei voluto stringerla tra le
braccia immediatamente per darle un po’ di sollievo, ma avevo bisogno di una
doccia, dal momento che per la fretta, non ero stato troppo attento alla
pulizia durante la mia attività di caccia notturna.
Quando tornai la sollevai piano,
per appoggiare il suo viso sulle mie ginocchia. Non si era accorta di niente,
continuava a dormire. Avrei fatto bene a far installare un condizionatore in
casa, perché, visto il lago di sudore in cui si trovava non percepivo
chiaramente il clima torrido che sovrastava l'isola.
Dopo un po’, verso mezzogiorno,
sentii il ritmo del suo cuore aumentare. Si stava svegliando. La strinsi forte.
Mi sentivo terribilmente in colpa per averla lasciata sola e mi dispiaceva che
si fosse svegliata nel letto senza me al suo fianco.
-Buongiorno amore. Scusa, ti ho
lasciata sola. Non pensavo patissi così il caldo senza di me. Perdonami-,
mormorai, sfiorandole la fronte per darle un po’ di sollievo.
Ma Bella, inaspettatamente, cercò
di liberarsi dalla mia presa.
Reazione strana. Di solito appena
si svegliava si stringeva ancora di più a me in cerca di quel contatto che le
era mancato mentre dormiva.
-Ti prego Edward, lasciami-, disse
flebilmente, tossendo.
La lasciai andare istantaneamente e
corse verso il bagno.
-Bella?-, la chiamai preoccupato
seguendola. Era china sul water:vomitava.
Ma cosa era successo durante la mia
assenza?L’avevo lasciata per poche ore e ora la ritrovavo che stava male!Mi
avvicinai a lei, accarezzandole il viso. Non sapevo come aiutarla, cosa fare.
Avrei voluto che mi spiegasse cosa stava accadendo.
-Bella che hai?Stai male?-, chiesi
con tono angosciato e ansioso.
-E' il pollo avariato-, bofonchiò
in tutta risposta.
Che pollo?
-Ma di quale pollo parli?Ti senti
bene?-, chiesi preoccupato. Non stavo capendo più nulla.
-Sì-, ansimò. -Credo sia solo un'intossicazione
alimentare. Non guardare. Vai via-.
-Ma figurati, Bella, non vado da
nessuna parte. Lasciati aiutare-. Non l’avrei mai lasciata sola. Dovevo capire
cosa avesse. Se aveva un intossicazione alimentare l’avrei curata, non erano
cose da sottovalutare.
-Ti prego Edward,vai via. Non
voglio che tu mi veda in certe condizioni-, continuò testarda, spostandosi
verso il lavandino per sciacquarsi il viso.
Non si reggeva in piedi. Era uno
straccio. Mi riavvicinai a lei, avvolgendola con un braccio, e l’aiutai a
finire di lavarsi. Che sciocca e che ostinata a non volere il mio aiuto! Ero
suo marito, nonché medico. E non mi faceva schifo o altro vederla in quella
situazione. Solo tanto dispiacere e preoccupazione. Se si fosse fatta aiutare
avrei trovato il modo di alleviare la sua sofferenza.
La portai in camera e la feci
sedere sulle mie ginocchia, tra le mie braccia.
-Intossicazione alimentare?-,
chiesi, cercando di indagare se come causa del suo malessere fosse plausibile.
-Sì-, rispose.-Stanotte mi sono
svegliata e non sapevo cosa fare. Così ho cucinato il pollo che c'era nel
frigo. Ma dopo un po' che lo mangiavo mi sono resa conto che sapeva di marcio e
l'ho buttato via. Penso sia questa la causa del mio malessere-. Mi dispiaceva
che si fosse messa a cucinare da sola. Non la nutrivo abbastanza, non ero in
grado di fronteggiare al meglio le sue esigenze umane.
Posai una mano fredda sulla sua
fronte, con la speranza di darle sollievo.
-E adesso stai ancora male?Ti viene
ancora da vomitare?-, chiesi.
Ci pensò a lungo prima di
rispondere.
-No, sembra passato. Ho un po' di
fame però!-, disse con tono colpevole.
Sorrisi. Non era il caso che
mangiasse di nuovo, perlomeno non subito. Se era un intossicazione dovuta al
cibo, come diceva, era meglio aspettare che il suo corpo si assestasse un
attimo prima di mettere ancora in moto il suo stomaco.
Inaspettatamente mi ascoltò e
mangiò solo dopo qualche ora quando ormai la nausea e il vomito sembravano
passati. Ero un po’ sollevato:sembrava realmente solo un’intossicazione. Non
era comunque il caso di uscire quel pomeriggio, anche perché sembrava ancora
debole, quindi ci sdraiammo sul divano a guardare distrattamente la tv.
Ad un tratto, Bella scattò in piedi
e corse verso il lavandino, ricominciando a vomitare. Forse era più che una
semplice intossicazione. Doveva già essere passata in quel caso. Magari un
virus, un’influenza o qualcosa di simile.
Mi affrettai a raggiungerla per
aiutarla.
-E' il caso che torniamo a
Rio da un medico. Mi sto preoccupando-, suggerii ansioso, mentre si sciacquava
la bocca.
-Non ti preoccupare:mi lavo i
denti, mi rinfresco un' attimo e vedrai che starò meglio-, disse, mentre si
dirigeva verso il bagno. Testarda. Per quanto avrebbe continuato a stare male
prima di rivolgersi ad un medico competente?
Si chiuse in bagno e io attesi la
sua uscita per cercare di convincerla.
La sentii ,prima lavarsi i denti e
poi frugare, immaginai, nella valigia in cerca di qualche medicinale. Poi
silenzio. Non sentivo niente, neppure respirare.
-Bella?Sei viva?Tutto bene?Non ti
sento più. E' successo qualcosa?-,chiesi, in preda all’agitazione. -Ti viene
ancora da vomitare?-.
-Non lo so-, rispose, fievolmente.
Che cavolo di risposta era?
-Bella, amore, fammi entrare per
favore-, la supplicai preoccupato.
-O...kay-, rispose, incerta.
Entrai e la trovai seduta per
terra a gambe incrociate. Il volto pallido, imperlato di sudore, lo sguardo
vitreo e disorientato.
-Che hai?Qual è il problema?-,
chiesi sedendomi vicino a lei, accarezzandole il viso.
-Quanti giorni sono passati dal
matrimonio?-, chiese.
-Diciassette-, risposi in modo
automatico. -Bella, dimmi che c'è!-, chiesi ancora una volta, ormai sfinito
dalle sue non risposte. Ma non mi badò e prese a bisbigliare dei numeri tra sé.
Cercai di interromperla di nuovo ma alzò l’indice, segno di aspettare ancora.
-Bella!-, ansimai impaziente. -Ti
prego, dimmi cos'hai. Mi sto innervosendo-.
Si voltò verso di me e deglutì.
Sembrava non riuscisse a parlare. Ma cosa la preoccupava tanto? Non riuscivo ad
immaginare niente.
Iniziò a frugare nella valigia e
alla fine si sporse verso di me sollevando una scatolina blu:assorbenti. Aveva
il ciclo? Strano, me ne sarei accorto!
La guardai confuso. -Cosa?Stai
cercando di dirmi che è colpa del ciclo?-.
-No-, esclamò ansimando. -Edward ho
un ritardo di cinque giorni-, disse senza riprendere fiato.
Ritardo?La donne hanno ritardi
abitualmente, soprattutto le donne giovani. Poteva volerci anche una decina
d’anni prima che il ciclo di una donna fosse regolare. Ma, da quel che sapevo,
Bella era sempre stata regolare come un orologio. E di questo ne ero certo.
Poteva essere l’isola. Si, probabile. O lo stress. Il ciclo delle donne era
molto soggetto a variazioni di tipo psicologico o geografico. Non era da escludere
che Bella fosse stressata, visti gli avvenimenti emotivamente stressanti che
l’avevano coinvolta nelle settimane precedenti. Non sembrava una cosa molto
preoccupante. Eppure per Bella lo sembrava.
-Non credo di stare male per colpa
del pollo avariato-, aggiunse.
Sì, l’avevo capito. Ma era comunque
strano che un ritardo del ciclo provocasse nausea e vomito. A meno che…no, era
impossibile. Non poteva essere. Non c’erano le condizioni per prendere in
considerazione anche quella opzione.
-Faccio sogni strani, dormo tanto,
mi sveglio nel cuore della notte per mangiare, piango senza motivo...Oddio-,
senti mormorare Bella, come una litania.
No, era impossibile.
Bella incinta?
Non ero nelle condizioni per
farlo. Ero sterile. Ero assolutamente sicuro di questo. Nessun vampiro della
mia famiglia aveva mai avuto figli. Bella non poteva essere incinta, anche se
questo, dal punto di vista medico spiegava ogni suo sintomo. Carlisle me ne
avrebbe sicuramente parlato. E Rosalie?Se ci fosse stata la possibilità avrebbe
sicuramente avuto un bambino. Era la cosa che più voleva. Il motivo per cui
rimpiangeva di non essere più umana. E Esme?Anche lei probabilmente ci avrebbe
provato. Senza dubbio. Si era impossibile. Doveva esserci un’altra spiegazione.
Più valida e più logica. Era fuori discussione. Bella non poteva essere
incinta.
La guardai. Teneva le mani
appoggiate sulla pancia.
-Oh!-, strillò, sfilandosi da me.
Io non riuscivo a muovermi. Ero immobilizzato dai miei pensieri. Osservavo ogni
suo movimento, percepivo ogni suo sussulto o affermazione ma non riuscivo a
parlare, né a muovermi.
Si pose davanti allo specchio. La
pancia scoperta. Le mani su di essa.
-Non può essere vero-, sussurrò.
Rabbrividii. Il suo ventre aveva
già assunto la tipica forma arrotondata dei primi mesi di gravidanza.
Impossibile. L’avevo fatta mangiare troppo, si era un po’ appesantita. L’avrei
trascinata in qualche attività all’aria aperta sarebbe tornata come prima.
Anche se.... Il resto del suo corpo
sembrava molto più magro del solito. Gambe e braccia erano più sottili e potevo
scorgere ossa che prima non avevo mai visto così evidenti sul suo corpo. Eppure
lo conoscevo millimetro per millimetro. L’avevo esplorato con estrema
cura, memorizzando ogni particolare. E quelle ossa non c’erano nella mia
memoria. Ma comunque l’idea della gravidanza era infattibile. Il concepimento
poteva essere avvenuto al più sedici giorni prima. Impossibile che il suo corpo
ne mostrasse già i segni. Impossibile anche dal punto di vista medico.
Ripercorsi mentalmente i libri di anatomia studiati e nessuno riportava casi di
gravidanza accelerata.
Mi focalizzai di nuovo su Bella che
continuava a scrutarsi allo specchio.
-Impossibile-, sussurrò di nuovo.
Volevo risponderle, volevo dirle che ero d’accordo con lei ma non riuscivo a
muovermi. La mia mente continuava a celarmi qualcosa. C’era qualcosa a cui non
avevo pensato, o forse a cui non volevo pensare. La risposta era là. Ma a cosa
non avevo pensato?Cosa mi sfuggiva?
Continuai a fissare Bella, il suo
ventre, immobile, cercando di estrapolare dalla mia mente quello che mi stava
così disperatamente occultando.
Quando un movimento, quasi
impercettibile mosse il suo ventre . Dall’ interno.
Bella era umana. Questo mi
sfuggiva. Quel pensiero era rimbalzato nella mia mente, da una parete
all’altra, come uscito da una scatola a molla.
Esistevano leggende su vampiri che
riuscivano a ingravidare donne umane. Questa era la differenza. Bella era
umana, il suo corpo poteva cambiare, mutare, adattarsi a quella nuova
condizione. Quello di Rosalie no, quello di Esme neppure. E né Carlisle, né i
miei fratelli avevano mai avuto una compagna umana. Non potevano sapere cosa
sarebbe accaduto.
E quando mai un vampiro aveva
deciso di intraprendere una relazione con un’ umana?
Quale vampiro, talmente stupido,
avrebbe solo lontanamente considerato l’idea? Ne conoscevo solo uno.
Drin! Drin! Drin!
Non riuscivo a muovermi. Non
riuscivo a fare niente. Ero sopraffatto dalla rivelazione dei miei pensieri. Bella
era incinta. Possibile? Non riuscivo a darmi una risposta. Un ronzio
fastidioso saliva e invadeva la mia mente impedendomi di valutare maggiormente
la mia affermazione.
Bella china su di me cercava
qualcosa nelle mie tasche. Cosa stava facendo?Ero confuso, disorientato,
paralizzato…
Alice...no...Edward...sotto
shock...incinta.
Le parole riecheggiavano nella
mente…lontane. Udivo ma non ascoltavo, come se la mia mente volesse proteggermi
dalla verità. Non capivo da dove provenissero, non riuscivo a focalizzare chi
stesse parlando e non riuscivo neppure a comprendere il senso del discorso.
Doveva essere Carlisle. Probabilmente Alice aveva visto qualcosa e
preoccupatasi aveva deciso di chiamare.
Poi un luccichio, spuntato sulle
guance di Bella, mi spinse a muovere lo sguardo. Inginocchiata vicino a me
piangeva, tenendosi il grembo con una mano. Stavo impazzendo. Dovevo uscire
dallo stato di shock in cui mi trovavo. Per Bella. Per aiutarla. Se l’avevo
messa incinta, l’avrei anche aiutata a risolvere il problema.
Facendo un enorme sforzo alzai il
volto e la mano per farmi passare il telefono.
-Carlisle, Edward vuole parlare con
te. Te lo passo-.
Faticavo ancora ad emettere dei
suoni, e mi riusciva difficile articolare la mandibola.
-Bella può essere incinta?-,
sussurrai.
‹-Edward!Non lo so , cioè penso di
sì. Da quello che mi ha detto Bella tutti i sintomi sono imputabili ad una
gravidanza, ma non posso esserne certo. Dovete tornare subito a casa. La devo
visitare, fare un' ecografia. Se fosse davvero incinta non saprei comunque cosa
aspettarmi, non sono preparato. Farò delle ricerche. Mi farò aiutare da Emmett
e Jasper, ma tornate subito-.
- Bella potrebbe avere problemi?-
domandai.
-Non ti so rispondere figliolo.
Potrebbe essere in pericolo. Da quello che mi ha detto la gravidanza è
accelerata. Dubito che la creatura che porta in grembo sia umana, non del tutto
perlomeno. Per questo è necessario che torniate subito a casa. La devo visitare
per risponderti con precisione. Ma non ti preoccupare. Troveremo una soluzione.
Interverremo chirurgicamente se è necessario. Bella non rischia la vita se
agiamo subito-. Rabbrividii a quel pensiero. Avvolsi Bella tra le braccia, per
avvicinarla a me. Cosa le avevo fatto?
-Ma Edward, è importante che
torniate subito, al più presto. Non riesco a prevedere l’evolversi della
gravidanza, non so quanto velocemente avanzi. Non c’è tempo da perdere. Partite
subito. Porta a casa Bella. Qualcosa ci inventeremo. Capito?-.
-Ok. Il prima possibile, non ti
preoccupare-.
Il mio corpo sembrava rispondere
nuovamente ai miei impulsi. Dovevo cercare di organizzare il viaggio di ritorno
il più in fretta possibile. Bella aveva bisogno di cure e ogni momento passato
sull’isola era pericoloso per lei.
Composi il numero dell’aeroporto.
Avrei pagato qualsiasi cifra pur di portare immediatamente Bella a casa. Avrei
noleggiato un aereo, se necessario. Anche comprato.
-Allora?Cosa ha detto Carlisle-,
chiese Bella debolmente.
-Pensa che potresti essere incinta,
quasi sicuramente-, risposi a mezza voce.
Potei sentire nuovamente un
sussulto provenire dal suo ventre. Ci saremmo liberati al più presto di quella
cosa che la stava mettendo in pericolo.
-E ora chi chiami?-, domandò.
-La reception dell'aeroporto. Devo
portarti a casa-, risposi deciso.
Avevo la mente altrove. Mi muovevo
come un automa con un unico obiettivo:portare Bella da Carlisle. Lui l’avrebbe
curata e tutto sarebbe tornato come prima. Le mie mani mi muovevano più veloci
della mia mente, fatto molto strano per me. Infilai i vestiti miei e di Bella
in valigia, lasciando fuori il necessario per il viaggio di ritorno che stavo
tentando di organizzare. Dovetti implorare, minacciare,”comprare” l’addetta
alle vendite dei biglietti ma alla fine ce la feci:di lì a poche ore saremo
partiti. Saremo tornati a casa.
Mi guardai attorno imbambolato:avevo
sistemato tutto, non rimaneva altro che partire.
E Bella?Dov’era Bella?Nell’ultima
ora non l’avevo mai vista!Che idiota. Preso com’ero dall’organizzare il tutto
l’avevo completamente ignorata.
La trovai in cucina, appoggiata
alla credenza, di spalle.
-Bella, amore?-, la chiamai.
Si voltò. Un’ espressione tragica
attraversava il suo volto rigato di lacrime, mentre si accarezzava il ventre
con le mani.
-Bella!-. Attraversai la stanza in
un lampo e presi il suo viso fra le mani. -Ti senti bene?-, chiesi.
-Si, si...Credo-.
La abbracciai forte, tentando di
darle sollievo.
-Non ti preoccupare amore. Ti porto
da Carlisle. Lui saprà cosa fare. Sistemerà tutto e tornerai a stare bene. Non
ti devi preoccupare-.
-In che senso sistemerà tutto?Che
c'è da sistemare?-.
Mi scostai per guardarla negli
occhi. -Bella, sei in pericolo amore. Dobbiamo tirare fuori quella cosa prima
che ti faccia del male, non posso permettere che una cosa del genere accada. Lo
capisci?-.
Non feci caso alla sua risposta. C’era
un’ altra complicazione.
-Cavolo!Proprio oggi doveva passare
Gustavo. Me n'ero dimenticato. Lo mando via e sono subito da te amore, non ti
preoccupare-.
Sfrecciai verso la porta
d’ingresso, attendendo l’arrivo dei domestici.
Non li salutai neppure. Mi limitai
ad avvisarli che stavamo partendo e che non era necessario il loro servizio
quel giorno. Ma Kaure, probabilmente allarmata dalla mia espressione vitrea e
insofferente, continuava ad insistere con il dire che doveva lasciare la cena
in cucina:voleva assicurarsi che mia moglie fosse ancora viva.
Una folata di rabbia invase il mio
corpo:l’avrei volentieri scaraventata fuori della porta!Stupida donna
superstiziosa.
Mi rassegnai alle sue insistenze e
la portai in cucina. Speravo che, dopo averla vista, si tranquillizzasse e se
ne andasse, lasciandoci in pace.
Bella era ancora appoggiata al
bancone. Piangeva. Mi avvicinai e il più dolcemente possibile che mi era
concesso,le accarezzai il viso, segnato dalla stanchezza, spazzando via le
lacrime che lo rigavano.
-Vuole lasciare in cucina quello
che ti ha preparato da mangiare. Ho cercato di dirle che non è necessario ma
non mi ha dato ascolto. In realtà vuole assicurarsi che tu stia bene e che sei
ancora viva-, sussurrai al suo orecchio.
Bella non si mosse. Osservò la
donna con uno sguardo misto di fastidio e riconoscenza e aspettò, che
appoggiasse il piatto sul bancone.
-Guarda com’è ridotta. Non sta
bene-, mormorò Kaure.
-Si muova-, la intimai
spazientito.-Abbiamo un aereo da prendere-. Non avevo bisogno di sentire anche
le sue considerazioni riguardo allo stato di salute fisico ed emotivo di Bella.
Potevo vedere con i miei occhi come stava.
Si muoveva per la cucina,
mantenendo lo sguardo fisso su Bella.
Se ne stava andando. Finalmente. Ma
in quel momento Bella si voltò verso il lavandino. Stava male di nuovo. Mi
affrettai a sorreggerla,e a darle sollievo appoggiando le mani freddi sulla sua
fronte.
-Mi dispiace Bella, mi dispiace
tanto-, sussurrai, scostandole i capelli dal viso.
Quanto avrei voluto essere in grado
di aiutarla, di alleviare la sua sofferenza.
Avrei preferito soffrire milioni di
volte più intensamente di lei, piuttosto che vederla ridotta così. E ancora una
volta realizzai che era solo e tutta colpa mia.
Capii cosa poteva averle provocato
quell’attacco:l’odore, anche per me, disgustoso del cibo portato dalla
mezzosangue. Presi in fretta il piatto e lo lanciai nel frigo, sperando che
questo bastasse a placarle la nausea.
Tornai in fretta da Bella. Tornai
ad accarezzarla.
La voltai verso di me e la strinsi
forte. Avrei alleviato al più presto le sue sofferenze. E poi le avrei chiesto
di perdonarmi in ginocchio per tutto il male che le stavo infliggendo. Bella si
portò le mani sul ventre: quanto fastidio le faceva sentire quella cosa
estranea dentro il suo corpo?Non potevo saperlo ma non sarebbe durato a lungo.
Un singulto alle nostre spalle la
fece sobbalzare. Kaure era ancora lì. Un’espressione sconvolta sul volto. Aveva
visto Bella portare le mani sul grembo. Aveva capito.
“Maledetto! Che hai fatto?E’
incinta?Sei riuscito a depositare in lei il tuo seme malvagio?Perché lei?E’
così piccola, fragile, indifesa. E ora cosa farai?La lascerai morire mentre il
mostro prende possesso di lei e del suo fragile corpo. Quello è il figlio del
demonio. Tu sei un demonio. Dovresti morire. Tutti quelli come dovrebbero
morire. Ecco perché non l’hai uccisa prima. Volevi continuare la tua stirpe di
mostri”.
I suoi pensieri urlavano nella mia
mente lasciandomi frastornato e confuso. Aveva ragione, perfettamente ragione.
Non riuscivo ad alzare lo sguardo, non riuscivo ad affrontare quella piccola
donna che aveva dato vita alle mie più profonde angosce.
-Lasciala stare. Devi lasciarla in
pace. Cosa le hai fatto. Mostro, sei un mostro. Non dovresti esistere..
Dovreste scomparire, tutti. Le antiche leggende non mentono: con la vostra
parvenza angelica riuscite ad attirare a voi le vittime per poi farle morire in
un modo o nell’altro. Angeli con l’animo da demoni. E’ chiaro perché non l’hai
uccisa prima:ti serviva il suo grembo per far crescere in lei una specie come
te, vero?Non siete già abbastanza ad imperversare su questo mondo?-, urlò
rabbiosa, agitando i pugni con tono di minaccia.
Le sue parole, peggio dei suoi
pensieri, mi colpirono con veemenza, lasciandomi tramortito.
Cosa dire di fronte a quella accusa
tanto terribile quanto ineluttabilmente vera?
Aveva ragione. Avrei dovuto
lasciare in pace Bella, dal primo momento che avevo posato gli occhi su di lei.
E non sarei dovuto esistere. Ma su una cosa aveva torto:non avrei mai messo
Bella in quella situazione se solo avessi minimamente sospettato che c’era la
possibilità. Mai!Non le avrei mai fatto del male volontariamente.
Mi avvicinai alla mezzosangue,
lentamente.
-Lo so. Hai ragione. Non ci sono
parole per quello che le ho fatto. Ma la sto riportando a casa per
rimediare. Cosa credi?Odio quello che sono e mi odio per quello che sto facendo
a lei.
Ma non so come fare. Voglio stare
con lei più di qualsiasi altra cosa, ma in un modo o nell’altro riesco a farle
del male. Si, sono un mostro, sono un demone. Ma la amo e mi occuperò di lei.
Ora vattene. Lasciaci soli-.
-Lei sa cosa sei?Ti ama nonostante
tutto?E tu la ami veramente?E come pensi di aiutarla?-, chiese a raffica,
guardandomi meravigliata e stupita.
“E’ impossibile che una bestia
come te possa amare una cosa tanto bella e delicata come le. Ed è impossibile
che lei ricambi. Se sapesse cosa sei girerebbe alla larga da te”,pensò.
-Lei sa tutto. Da sempre. E ha
deciso di sposarmi comunque. E io la amo, sì!Più di ogni altra cosa al mondo-,
risposi con voce bassa, tremante.
All’ultima domanda postami non
avevo ancora trovato una risposta.
Kaure mi guardò con aria più
comprensiva di prima. Non capiva ma, in qualche modo, aveva percepito la verità
nelle mie parole.
-Proteggila!Da te stesso e dalla
cosa dentro di lei. Che Dio vi benedica-, disse infine, facendosi il segno
della croce, e arretrando verso l’uscita.
-E’ l’unica cosa che voglio-,
risposi, portando la mia mano sulla guancia di Bella, per tranquillizzarla.
Sembrava spaventata per il tono della nostra discussione.
-Dovrebbe starti lontana invece di
lasciarsi accarezzare da te in quel modo-, disse, sprezzante, continuando a
osservare il volto di Bella.
-Lo so. Ma è quello che vuole lei.
E io ho smesso da un pezzo di decidere della sua vita-.
Kaure guardò nuovamente Bella,
dubbiosa. Non credeva a quello che le stavo dicendo. Per lei era impossibile
che avesse deciso volontariamente di starmi accanto.
-E’ come te la cosa dentro di
lei?-, chiese mimando con le mani la forma del ventre di Bella.
-Probabilmente, in parte, si-.
-Morirà?-.
-Se non la porto subito a casa,
si-.
-La sta consumando?-.
-Si-.
“Le leggende non sono mai solo
leggende, si basano sempre su verità”, pensò Kaure.
-Hai mai sentito di donne umane
sopravvissute alla gravidanza provocata dal Lobishomen?-, chiesi, cercando una
speranza in quelle leggende che parevano fonte di scientifica attendibilità.
Scosse la testa.
-Ma io l’aiuterò. Troverò un modo.
Non lascerò che quella cosa cresca dentro di lei-, mormorai, più per convincere
me stesso, che per rispondere alla mezzosangue.
“Impossibile. E’ più forte di
lei, più di quanto immagini. La annienterà, portandole via la vita”
Si avvicinò a Bella cauta. Le
appoggiò una mano sopra la sua, sul ventre.
-Morte-, sibilò, in modo che Bella
potesse comprendere.
Si voltò e se ne andò a spalle
curve, come se si stesse portando dietro un grosso fardello. Lo stesso che
rendeva implacabile la mia angoscia.
Non riuscivo più a parlare. Quella
parola rappresentava il nostro futuro. Bella rischiava di morire, per colpa
mia.
-Hai bisogno di qualcosa?Vado io,
non ti stancare-, chiesi, vedendo Bella scostarsi da me.
-Ho bisogno di lavarmi i denti
un'altra volta-, rispose impassibile.
Mi riavvicinai a lei accarezzandole
i capelli.
-Non dar peso a quello che ha
detto. Sono solo delle stupide leggende. Non ti devi preoccupare, sai.
Ritorneremo a casa e risolveremo tutto-, dissi, cercando di sdrammatizzare le
parole di Kaure. Non volevo che Bella si preoccupasse più del necessario.
Sarebbe stata bene.
-Tanto non ho capito niente Edward.
Sai che non parlo portoghese-, rispose. Ma il suo tono non era convincente.
-Vado a recuperare lo spazzolino.
L'avevo già messo in valigia. Aspetta qua-, dissi, cercando di cambiare
discorso.
Corsi in camera da letto e le
portai lo spazzolino.
-Andiamo via subito?-, chiese
debolmente
-Quando sei pronta. Ma fai pure con
calma, abbiamo ancora qualche ora-.
Non sapevo come affrontare la
situazione. Ancora una volta ero spiazzato e mi sentivo impotente. Volevo
prendere Bella tra le braccia, sapere cosa stava pensando. Aveva
male?Soffriva?Cosa pensava di me?Di noi?Si era finalmente convinta che il
prolungamento della sua vita umana non poteva causare altro che problemi?Si
sarebbe decisa finalmente a diventare come me, salvo ripensamenti, che avrei
sicuramente compreso?
Non mi accorsi che aveva già finito
e che mi stava restituendo lo spazzolino. Lo rimisi in valigia.
-Intanto che finisci di prepararti
porto le valigie sulla barca-.
-Edward...-.
Mi voltai. -Sì?-.
-Potresti portare via anche
qualcosa da mangiare? Potrei avere fame tra un po’-.
Era incinta. Ora dovevo ricordarmi
di pensare anche a quelle sue nuove esigenze.
-Certo-, dissi, guardandola
teneramente.-Sicuro amore. Prendo subito qualcosa!Hai preferenze?-.
Scosse la testa. Mi avvicinai di
nuovo a lei appoggiando la mia fronte sulla sua e circondando il suo viso con
le mani.
-Stai tranquilla tesoro. Starai
bene. Torniamo da Carlisle per questo. Fra poco tutto sarà finito-.
Annui, silenziosa.
Mi voltai e uscii dalla camera per
portare le valigie nella barca. Lentamente. Molto lentamente secondo i miei
standard. Faticavo a muovermi, faticavo a formulare pensieri coerenti. La mia
mente era nebulosa, offuscata, piena di interrogativi a cui non sapevo
rispondere e ipotesi che non avrei mai potuto credere diventassero reali.
Avevo sbagliato tutto. Sin dal
principio. Avevo sbagliato ad avvicinarmi a Bella, sbagliato a lasciarmi
travolgere dalla sua bellezza, dal suo modo di fare, dalla sua essenza.
Già era sbagliata la coesistenza
delle nostre due specie, come avevo solo potuto credere che fosse possibile una
relazione normale tra noi?
Amavo Bella sopra ogni cosa. Ma
questo non mi consolava affatto. Era sbagliato. Sbagliato che io provassi certi
sentimenti verso di lei, sbagliato che lei li provasse verso di me.
Era sbagliata la nostra unione,
fisica e spirituale. Non potevamo essere un’ unica cosa, non poteva esistere un
noi, non potevamo coesistere senza distruggerci a vicenda. O meglio:io non potevo
stare accanto a lei senza distruggerla. Ma non potevo farne a meno. La forza
che mi attirava verso di lei era più forte di qualsiasi constatazione di
pericolosità nei suoi confronti. Volevo stare con lei. Agognavo la sua
presenza. Non sarei mai riuscito a staccarmene. Non più. Neppure se avessi
pensato he fosse per il suo bene. L'unico motivo per cui l'avrei lasciata era
se me lo avesse chiesto lei.
Ma sapevo che era una richiesta
impossibile da sperare.
A Bella non importava della sua
vita. O meglio non le importava vivere senza di me. Ero sicuro che avrebbe
preferito vivere per poco tempo con me accanto, che a lungo senza. Avevo già
avuto prova di questo. Volevo starle accanto e lei non me l'avrebbe impedito.
Tutto si sarebbe risolto. Carlisle sapeva fare bene il suo lavoro e avrebbe
guarito Bella. E poi l'avrei trasformata, senza indugiare oltre. Sarebbe andata
così e avremo continuato la nostra vita assieme felici.
Presi dei cracker dalla credenza
per Bella, come mi aveva chiesto.
-Bella?-, la cercai.
Non rispose. Era in camera, seduta
sul letto. La raggiunsi e mi sedetti accanto a lei.
Accarezzai il suo viso e le posai
un bacio sulla fronte.
-Hai dimenticato questo-, disse
porgendomi il cellulare. Doveva aver capito che ero fuori di me. Difficilmente
scordavo le cose.
-Grazie. Come stai, amore?-.
-Sono un po' stanca, ma per il
resto va meglio di prima-.
-Bene. Se te la senti possiamo
andare. Ho sistemato tutto-.
-Sì-, disse, con voce triste,
alzando il capo dalla mia spalla.
La presi per mano e la condussi
fuori.
Lasciammo l'isola. Non sapevo cosa
sarebbe successo una volta tornati a casa.
Di una sola cosa ero certo:amavo
Bella e le sarei stato accanto sempre, in ogni momento di difficoltà e di
gioia.
Il Libro della Vita
inizia con l’immagine di un uomo e una donna in un giardino.
Termina con
l’Apocalisse.
(Oscar Wilde)
“Ecco il mio
segreto.
E’ molto semplice:non si vede bene
che col cuore.
L’essenziale è
invisibile agli occhi”
(da Il Piccolo
Principe)
PREFAZIONE
Se, accanto al suono del cuore che
più ami, ne sbocciasse un altro, inizialmente debole, ma che si rinforza, spegnendo
lentamente quel suono che ami più della tua stessa vita, si potrebbe amare
incondizionatamente quel nuovo cuore?
E chi potrebbe amarlo tanto da
combattere contro tutto e tutti?
Lei.
Lei l’ha amato dal primo momento,
quando ancora quel debole battitonon
aveva la forza di farsi sentire.
L’ha custodito, nutrito, accudito.
Ma io, che vedo la vita che amo
spegnersi inesorabilmente, l’anima che ha ridato suono al mio cuore morire
lentamentesenza poter far nulla per
evitarlo, come posso provare lo stesso amore incondizionato verso quella nuova
creatura che pesantemente vuol entrare a far parte della mia esistenza?
Quando gli occhi sono ciechi,
bisogna cercare col cuore[1].
E io ho cercato.
Ho trovato la ragione per aggrapparmi alla sua
forza, alla sua volontà di voler a tutti i costi la creatura che cresceva
dentro di lei. Nel momento in cui ho percepito il legame che li univa, il bene
che li legava, una certezza si è fatta spazio nella miamente: aveva ragione lei, l ’aveva sempre
avuta.
Ciao ragazze!!!Wow…sono felicissima che la storia vi
piaccia!!!Siete troppo buone con me, troppi commenti belli!!Quello che vi ho
postato era l’ultimo cap. del primo libro(mantenendo la suddivisione della
Meyer)…ora entriamo nel secondo!Questa parte ha molte situazioni che mi sono
immaginata…spero vi piaccia!!Un mega kiss a tutte!!!
Ora rispondo ad un po’ di commenti specifici:
Bellas:sono felice che ti siano piaciuti gli ultimi
due capitoli!!E’ sì…ora viene la parte più difficile…spero di non deludervi!!!Ma
sono sicura che sarai sincera nel tuo giudizio!!!
Tettra:sono felice che la mia storia ti abbia
rapito!!!Cerco di postare abbastanza velocemente, almeno finché posso, perché so
cosa significa aspettare i capitoli con ansia…povera me…adoro le ff!!!
Goten:grazie per i complimenti, sei troppo troppo
buona!!!
Anthy:ciao tesoro!!!Sono davvero felice che ti
piaccia!!!Mi fa proprio, proprio piacere!!!Grazie per i commentino che hai
lasciato!!!
Linda88:sono proprio felice che la mia immaginazione
ti abbia soddisfatto!!!Grazie per leggere e per i commenti!!!
Tede:grazie mille, sono felicissima che ti piaccia.
Erzsi:grazie mille per tutti i commenti!!!sono
davvero contenta che il mio modo di vedere BD dal punto vista di Ed ti piaccia.
Feffira:ciao, grazie per i complimenti. Secondo me
Edward non pensa neanche un attimo di tenere il bimbo nell’isola, anche perché secondo
me non lo vede come tale, ma come un pericolo per Bella. E neppure immagina che
Bella stia pensando di tenerlo…almeno secondo me!!Secondo te invece l’ha
pensato?sono curiosa, perché magari mi è sfuggito qualcosa e mi fa piacere
sapere come la pensi!!!
Vitti:oddio…addirittura un libro della Meyer…sei
troppo buona, davvero!!!Grazie comunque del complimento, mi fa piacere che lo
pensi!!
[1] Riferimento al “Piccolo
principe”,Antoine de Saint-Exupèry
Bella si appoggiò alla mia spalla
appena saliti in aereo. Quasi non mi rivolse la parola.
Le uniche due volte che lo fece fu
per chiedermi di accompagnarla in bagno perché aveva di nuovo la nausea e per
dirmi, verso sera, che aveva fame.
Salvo poi vomitare l'intera cena.
Io non parlavo perché non sapevo cosa dire. Volevo solo porre fine a quella
agonia. Il prima possibile.
Il resto del tempo lo passò a
dormire. La vedevo sofferente, preoccupata, tormentata.
E non volevo affaticarla
ulteriormente con le mie ansie,le mie inquietudini e
le mie frustrazioni. Preferii semplicemente starle accanto. Accarezzandola ogni
volta che sentiva una fitta al ventre o tenendole i capelli e la mano mentre
rigettava quello che aveva appena mangiato. Quelle erano le uniche cose che
riuscivo a fare. Farle sentire che ero lì, vicino a lei, almeno fisicamente. Ma
mentalmente no, ero completamente assente. La mia mente aveva ricominciato a
funzionare dopo il periodo di stand-by provocato dallo shock della notizia, ma
aveva comunque preso le distanze dal presente e stava scandagliando qualsiasi
possibile soluzione futura per permettere una vita felice a Bella. Con o senza
di me. Perlomeno mentalmente potevo intravedere un futuro felice per la mia
dolce adorata senza la mia infausta e incombente presenza pericolosa. Anche se,
ne ero sicuro,non me l'avrebbe mai permesso. Lei era
sempre stata sicura e certa della sua scelta. Aveva deciso di stare con me dal
primo momento al di là della mia aberrante natura. Neppure nel momento in cui
aveva capito di amare Jacob aveva avuto dei dubbi. Si,
lo amava, ma non quanto amava me. Senza lui poteva riuscire
a vivere, senza me no.
E io, nonostante l'amassi alla
follia, non riuscivo a salvarla da me stesso. Ero l'unico pericolo che non
riuscivo a non farle correre. Come potevo salvarla in questo caso? L'abbandono
mi era sembrato, in passato, l'unica soluzione possibile.
Ed era ancora l'unica soluzione che
vedevo possibile per salvare Bella. Ma non sarebbe più potuta essere una mia
decisione. Certo, era la soluzione ragionevolmente più sensata, ma non ero più
stato in grado di prendere decisioni ragionevoli da quando ero tornato con
lei...
Ogni decisione era stata dettata
dall'amore, dalla passione, dalla devozione e dall’assoluta implacabile
attrazione che avevo provato per lei fin dal primo momento.
L'allontanamento da lei, seppur a
fin di bene, non era contemplato dai suoi possibili
scenari futuri. Niente vita senza di me, niente futuro felice per lei.
Mi chiesi a cosa stesse pensando
durante tutto il viaggio. Mi augurai ce l'avesse con me per non averla
avvisata, allarmata sulla possibilità che potesse rimanere incinta. Se avesse
deciso di non perdonarmi l'avrei capito e accettato. Come biasimarla?Avrei
accettato qualsiasi sua scelta, non avrei più
interferito nella sua vita, se fosse stata lei a volerlo. Anche se avrei
continuato a starle accanto, nell'ombra, in silenzio, per proteggerla e per
assicurarmi che fosse felice. Nient'altro. Continuavo ad accarezzare il suo
viso sofferente, sia perché non sapevo se mi avrebbe concesso di continuare a
farlo, sia perché speravo, ad ogni carezza, di spazzare via le tracce di dolore
che rendevano contratto il suo viso.
Arrivammo puntuali a Port Angeles. Come mi aspettavo c'erano Carlisle
ed Esme ad aspettarci. Ma quello che non mi aspettavo
fu quello che accade un secondo dopo la loro accoglienza all'aeroporto. Bella
lasciò la mia mano e corse verso la mia famiglia.
Non avevo ancora fatto caso ma
mancava Alice. Mentre, cosa inaspettata, c'era Rosalie. E Bella era tra le sue
braccia. Tra le braccia di Rosalie!
Rosalie?No non era possibile.
Perché Rosalie?
“Tranquilla
Bella. Ci sono io. Nessuno ti farà del male. Né
a te né al bambino”pensò, accarezzandole
amorevolmente i capelli.
Che pensiero era?E cosa voleva
dire?
Cosa stava succedendo?Cosa non
capivo? Immobile, fermo, davanti a Carlisle mi stavo
interrogando sulla scena appena vista quando un pensiero di mio padre mi
strinse come una morsa.
“Come
immaginavo. Bella lo vuole tenere”
Tenere cosa?Cosa voleva tenere...
Strinsi i pugni vicino ai fianchi
cercando di controllare la rabbia che stava prendendo il sopravvento.
Mi avvicinai a Bella.
-Dobbiamo parlare-, dissi con voce
algida.
“Non ora” pensò Rosalie.
-Adesso. Voglio parlare con mia
moglie adesso-, insistetti perentorio.
Bella mi guardò spaventata.
Probabilmente aveva evitato di mettermi al corrente prima della situazione per
non scatenare la mia ira senza avere l'appoggio o la protezione di nessuno.
“Non ora figliolo”, pensò
mio padre appoggiandomi una mano sulla spalla.”Torniamo
a casa. Lì saremo più tranquilli e potremo parlarne con calma”.
Non risposi, ma mi diressi verso
l'esterno senza guardare nessuno.
“Tranquillo
Edward. Non ti agitare. Ne parlerete a casa e risolverete tutto. Non fare una scenata davanti a tutti”.
Jasper tentava di calmarmi.
Non mi ero accorto di lui. C'era
lui e non Alice?Strano, strano che lei non ci fosse.
Di solito in situazioni come quelle
si sarebbe presentata subito per darmi la sua visione delle cose.
C'erano troppe cose che non
quadravano, troppe cose che non avevo previsto, come la reazione di Bella.
Ma le avrei parlato e avrebbe
capito. Doveva capire. Avrebbe abbracciato la mia visione della situazione,
come un'unica possibile soluzione.
Salimmo in macchina con Rosalie.
Il viaggio fino a casa fu
silenzioso. Non mi era risultato mai così facile isolarmi dai pensieri altrui.
E non era facile evitare i pensieri di Rosalie. Quello che mi infastidiva era
che erano riflessioni felici, positive. Pensava alla cosa dentro Bella come a
un bambino da accudire nutrire, vestire, lavare...la
cosa più assurda che avessi mai potuto sentire o realizzare fino ad ora. Non si
rendeva conto che era un mostro, un abominio contro natura, quello che portava
dentro di lei.
Bella rimase lontana da me. Le mani
appoggiate sul grembo, lo sguardo fuori dal finestrino.
Fisso.
Alienato.
Non parlò. Non mi guardò. Non mi
toccò.
Volevo sapere cosa le passava per
la testa, cosa stava succedendo.
Lo volevo sapere da lei.
Avrei voluto prenderla per le
spalle, scuoterla, supplicarla di parlare, di spiegarmi il motivo della sua
scelta. Perché voleva rendere tutto così difficile?Perché non poteva lasciare
che risolvessi le cose a modo mio? Avrebbe significato meno dolore per tutti,
in particolar modo per lei.
Non la
feci entrare in casa quando arrivammo. La presi delicatamente per una spalla.
-Bella,possiamo
parlare?-, chiesi ansioso.
Annuì insicura.
“Lasciala stare”, tuonò
Rosalie nella mia mente.
-Dannazione Rosalie, lasciaci in
pace. Voglio solo parlare con lei-, ringhiai in risposta ai suoi pensieri.
Mancava solo che dovessi avere a
che fare anche con Rosalie!
-Bella?-, la chiamò lei cercando di
capire se fosse d'accordo.
Bella annui
e mi seguì in camera.
-Cosa sta succedendo Bella?Io non
capisco-, ammisi sincero, cercando di mantenere la calma.
-Edward,
io voglio tenere il mio bambino. Non voglio che ci pensi Carlisle-,
disse con voce bassa e timorosa.
Immobile accusai la sua risposta.
Non era quello che avrei voluto sentirmi dire. Ma cosa significava che voleva
tenere il bambino?Quale bambino?Doveva essere impazzita. Non si rendeva conto
di quello che diceva.
-Come?Come dici
Bella?Vuoi continuare la gravidanza?Ma non ti rendi conto che quella cosa che
sta crescendo in te ti farà morire?E' un vampiro Bella, è forte come me, se non
di più. Come puoi pensare che ti lasci vivere?-, urlai, senza nemmeno tentare
di trattenere la rabbia.
-So che sarà così-, rispose.
Sapeva dire solo questo?Come faceva a saperlo?Come?
Iniziai a muovermi freneticamente
per la stanza cercando di trovare una soluzione. Dovevo trovarla. Dovevo
trovare il modo di farla rinsavire.
-Oh...tu
non sai niente Bella, niente-, riuscii a rispondere, in un ultimo momento di
sofferta lucidità.
“Edward, vedi di smetterla la
spaventerai così. Ha bisogno di tranquillità”
Rosalie. Come faceva Rosalie a
sapere che Bella voleva continuare la gravidanza?Come si erano messe in
contatto?Quando?Ero sempre stata con Bella.
Sicuramente era stata quella stupida di Rosalie a metterle in testa di avere il
“bambino”. Avrebbe fatto di tutto pur di avere un figlio, e chi meglio di Bella
poteva darle quello che voleva? Tanto la madre non sarebbe sopravissuta e lei
avrebbe potuto godersi la sua pseudo maternità in santa pace! Non c’era altra
spiegazione se non quella di considerare Bella plagiata da Rosalie.
Ormai sragionavo!
-E’ stata lei?E’ stata Rosalie a metterti in
testa questa idea?Cosa ti ha detto?Che andrà tutto bene?Che la gravidanza
progredirà normalmente senza pericolo?Dimmi Bella, dimmi cosa ti ha detto!-,
inveii contro di lei, ormai fuori controllo.
Si sedette nel letto, tenendosi il
capo fra le mani.
-Edward...non
reagire così. Non ti arrabbiare. Rosalie non c’entra. L’ho chiamata io, mentre
tu eri andato a portare le valigie nella barca. Sapevo di poter contare solo su
di lei. Metterà al primo posto la vita di mio figlio, non come te. Lo so che tu
lo faresti per il mio bene, ma capiscimi Edward:è
nostro figlio, tuo figlio e ne ho bisogno come ho bisogno di te. Non posso fare
a meno, di entrambi. Siete come l’aria che respiro…Andrà tutto bene. Se le cose
si metteranno male potrai sempre trasformarmi, come era nei nostri piani del
resto-, disse con voce esausta.
Ormai ribollivo di rabbia. Come
poteva porre tanto amore e tanta speranza in qualcosa che l’avrebbe fatta
morire? Certo, la risposta era ovvia:allo stesso modo
in cui aveva deciso di amare me. Ma questa volta non l’avrei accettato, non
senza prima oppormi in tutti i modi.
-E nel frattempo Bella? Devo
aspettare?Vederti morire?E se le cose non andassero come dici tu Bella, cosa
succederebbe?A te, a me , a noi?-.
-Edward,
ascoltami-, disse ormai esausta.-Io voglio tuo figlio,
nostro figlio. Ho deciso. Ma non mi perderai, noi
abbiamo una possibilità. Subito dopo la sua nascita mi potrai trasformare e
tutto andrà per il meglio-.
La guardai pieno di rabbia, con il
volto livido.
-Bella, tu non sai quello che dici.
Potrebbe essere troppo tardi, troppo rischioso. Poni troppa fiducia in me. Non
so se ce la faccio, se ce la posso fare. Mi stai chiedendo troppo-.
-Edward,
mi fido di te. So che farai il possibile. Pensa prima al bambino poi a me.
Promettimelo!-.
Sferrai un pugno contro lo stipite
della porta, oltrepassandolo.
-Maledizione Bella!Come puoi chiedermi una cosa simile. Già è difficile da
sopportare vederti ridotta così, mentre quella cosa prosciuga la tua vita, come
puoi chiedermi di mettere al secondo posto la tua vita?Come puoi Bella?-,dissi, continuando a fissare il muro.
Mi voltai. Bella era pietrificata,
il suo viso era rigato di lacrime e aveva iniziato a piangeva
sommessamente.
“Fammi entrare
Edward, subito! Butto giù la porta”,urlò
nella mia mente Rosalie.
Aprii la porta e uscii lasciandomi
alle spalle tutto. Non volevo più saperne niente. Bella non capiva, si ostinava
a non capire. Come dovevo fare con lei?Potevamo risolvere tutta la faccenda in
poco tempo. Lei sarebbe tornata a stare bene e avrei capito se avesse deciso di
allontanarmi dalla sua vita.
“Edward aspetta!”
Esme
cercò di trattenermi.
“Edward?Dove
vai?Cerchiamo di parlare. Proverò io a parlare a Bella, ma non
andare”,pensò trattenendomi per un braccio. Avrei
potuto, strattonandomi, liberarmi dalla sua presa. Ma non volevo,non avrei trattato mia madre così.
Mi voltai.
-Ti prego mamma, lasciami andare-,
la supplicai.
“Lascialo andare. Ha bisogno di
pensare, come tutti. Gli farà bene riflettere da solo”.
La voce, solitamente cristallina di
Alice, risuonò cupa nella stanza.
“Vai Edward. Prenditi il tempo
che vuoi. Penserò io a Bella finché tu non ci sarai”
Esme lasciò
la presa e io mi affrettai a raggiungere l'uscita. L'atmosfera in casa mi
soffocava. Sentivo tutti gli occhi puntati su di me. Tutti i pensieri
indirizzati a rassicurarmi e tranquillizzarmi. Ma io non volevo essere calmato,
non volevo farmi trascinare in quel vortice di pazzia che sembrava aver avvolto
la mia famiglia e Bella.
Come il giorno prima, mi lasciai
guidare dall'istinto e sfrecciai tra gli alberi, questa volta senza meta, annullando
i miei sensi. Non volevo pensare. Solo sfogarmi. Placare la rabbia. Calmare il
senso di impotenza che la provocava.
Avrei voluto piangere, urlare,
chiedere perdono per aver permesso questo. Perché la vita era stata così
ingiusta per Bella?Perché si era innamorata di me?Poteva avere chiunque.
Nessuno, ne ero certo, l'avrebbe amata come me. Ma sarebbe potuto bastare.
Jacob avrebbe potuto amarla molto più di qualsiasi altro normale umano.
Jacob avrebbe potuto proteggerla,
senza rischiare, con la sola sua esistenza di metterla
in pericolo. Lui sarebbe stato giusto per lei.
Ma Bella, no. Non aveva scelto il
meglio per lei. Aveva scelto me. Di me non poteva fare a meno. Avrebbe vissuto
senza Jacob, ma non senza me.
Se avesse scelto lui...a quest'ora starebbe stata bene.
La mia fuga durò poco. Mi accasciai
al suolo ansimante. Un singhiozzo convulso mi squarciò il petto. Cosa stavo facendo?Cosa
avevo fatto?Possibile che per quanto mi sforzassi non riuscissi a proteggere
Bella dal mostro che ero. Non sapevo che fare, come comportarmi. Perché doveva
essere tutto così difficile per noi?Perché il destino permetteva che
continuassi a mettere in pericolo l’unica anima che avessi mai voluto salvare e
amare?
Mi irrigidii. Un fruscio alle mie
spalle mi fece tendere i muscoli e allertare i sensi.
“Edward, sono io”
Esme?Cosa
voleva da me?
Non aveva capito che volevo essere
lasciato in pace. Solo.
“Edward ti prego, calmati. Voglio solo parlarti.”
Ruggii.
-Mamma, lasciami in pace. Torna a
casa-, la intimai.
“No Edward.
Tu torna a casa. Non ti lascerò far un'altra volta di testa tua. Torna da
Bella, da tua moglie. Parlale e soprattutto ascoltala. Non aggredirla come al
tuo solito quando pensi che non stia facendo la cosa giusta. So che ti comporti
così perché sei arrabbiato a causa della sua decisione, ma non puoi scegliere
per lei.
Torna da Bella, Edward. Non è in
grado di affronterà la situazione da sola. Questa
volta se la lasci sola sarà la fine per lei.”
Si sedette vicino a me, prendendo
la mia mano tra le sue.
-Edward,
ti prego, guardarmi. Anche tu hai bisogno di lei. Stalle accanto
Edward. E’ un momento difficile, ma ricorda la promessa che hai fatto.
Non puoi scegliere per lei. Capisco che tu non possa condividere la sua scelta, ma accettala
Edward. Devi starle vicino. Potrebbero essere gli ultimi momenti che passi con
lei-, disse dolcemente.
Mi afflosciai ancora di più su me
stesso, impotente.
-Non credo di farcela. Impazzisco a
vederla così. E sapere che è colpa mia…-
-Non pensarla così Edward. Se
l’avessi saputo, non avreste mai corso questo rischio. E’ accaduto e basta. Ora
c’è altro a cui pensare-, disse, sorridendomi dolcemente.
Era possibile che le sue parole
riuscissero a sollevarmi?
-Torniamo a casa. Dobbiamo parlare
con Carlisle e Alice-
Alice?Perché non aveva ancora
parlato con me? Probabilmente non aveva avuto buone visioni su Bella e il
bambino.
“Alice non
riesce più a vedere Bella, per questo vi ha chiamati spaventati ieri mattina.
E’ sparita dalla sua mente allo stesso modo in cui spariva quando stava con
Jacob. Carlisle ha una sua teoria, ma sarà lui stesso a parlartene”, pensò Esme, intuendo il
motivo della mia espressione smarrita.
Alice non vedeva più Bella?Questo
significava che era colpa del bambino?
Non vedevo l’ora di parlare con Carlisle.
-Edward?-.
Mi voltai verso Esme.
-Sii dolce con Bella. E’ distrutta.
Non farle sentire il peso della disapprovazione della sua scelta-.
Annui.
-Tu approvi?La sua decisione
intendo…-, chiesi.
“Si,
avrei fatto lo stesso anch’io. Avrei dato la vita pur di
salvare quella di mio figlio”.
Non c’era altro da dire. Rimasi in
silenzio fino a casa. Cercai di raccogliere tutta la forza che potevo per
affrontare Bella.
Quello che vidi appena entrato mi
spaventò e mi demolì più di quanto non fossi già.
Bella era accucciata su un angolo
del divano. Gli occhi persi nel vuoto, rigati di lacrime e cerchiati di nero.
Si dondolava avanti e indietro accarezzandosi la pancia, canticchiando la sua
ninna nanna. Rosalie sedeva vicino a lei e le teneva
la mano.
“Vattene.
Torna dov'eri. Non abbiamo bisogno di te”, urlò Rosalie.
“E’ così da quando te ne sei
andato”, pensò Alice.
“Fai qualcosa Edward”, pensò
Emmett.
“Ho bisogno di
visitarla Edward, di farle un'ecografia ma non si fa toccare. Continua a ripetere il tuo nome come una litania”, rifletté Carlisle.
Non badai nessuno. Mi avvicinai a
Bella.
Ero una bestia, un animale. Non
potevo credere di averla ridotta in quello stato.
Deglutii. Avevo deciso:avrei affrontato la cosa nel modo in cui aveva deciso.
Mi affrettai a raggiungerla ma nel
momento in cui mi avvicinai Rosalie si alzò e mi si parò di fianco ringhiando.
-Scusa-,
sussurrai a Bella, sollevandola dal divano.
“Non osare toccarla”, pensò,”l’hai già fatta star male fin troppo per oggi”.
Bella voltò lo sguardo verso di me.
Sembrava essere uscita dallo stato catatonico nel quale era caduta.
-Edward…-,
disse. Un sorriso si stampò nelle sue labbra livide.-Sei tornato!-.
Abbassò lo sguardo verso il suo
ventre deforme accarezzandolo con entrambe le mani sussurrando:-Il tuo papà è
tornato. Te l’avevo detto che non c’avrebbe lasciati soli-.
E tornò a guardarmi con lo sguardo
pieno d’amore e di comprensione. Questo gesto sembrò costarle un'immensa fatica
e si abbandonò spossata tra le mie braccia, chiudendo gli occhi e appoggiando
il suo capo sulla mia spalla.
Lei era in grado di vedere le cose
al di là di quelle che erano. Non era in grado di considerarmi un mostro. No,
lei mi considerava un papà, il papà del suo bambino. Invidiavo la sua capacità
di vedere le cose in modo così semplice e positivo. Si,
sarebbe stato bello essere un papà. E sarebbe stato bello vedere Bella come una
mamma…Perché tutto questo non riuscivo a crederlo possibile?
Rosalie si spostò di mala voglia.
“Attento Edward, ti tengo
d’occhio”, pensò.
La portai in camera mia, lentamente
per non spaventarle ulteriormente.
Mi sedetti con lei sul letto,
cullandola, senza parlare.
-Edward?-,
mi chiamò.
-Si?-, risposi a mezza voce.
-Avrei bisogno di una doccia e di
cambiarmi. Devo essere orribile. E avrei bisogno di aiuto per fare tutto questo-.
Era una richiesta inaspettata, ma come potevo ostinarmi a pensare che la mente
di Bella potesse generare un pensiero per me ovvio?
-Chiamo Alice-, risposi.”O
preferisci Rosalie?”, non potei fare a meno di pensare con cattiveria.
-Puoi aiutarmi tu…se vuoi-, disse
mantenendo un tono di voce basso e gli occhi puntati a terra.
Strana richiesta. Ma non obiettai.
Mi diressi in bagno e aprii l'acqua
della vasca. Mentre si riempiva cercai Alice.
La trovai raggomitolata sul divano.
A fianco a lei Jasper le massaggiava le tempie.
“Speriamo ti
passi in fretta bambolina. Non sai quanto mi
dispiace vederti così”, pensò.
-Cos’ha?-,
chiesi.
-Una forte
emicrania, o qualcosa del genere. E’ da un po’ di giorni che va avanti. Avevi
bisogno di qualcosa?-.
-Mi servivano dei vestiti puliti
per Bella, ma vedrò di arrangiarmi-, risposi, per non disturbarli
ulteriormente.
“L’aiuto io con il bagno”.
Mi voltai. Rosalie mi stava
fissando infastidita.
-No, grazie, l'ha chiesto a me-,
risposi,senza ammettere replica.
Grugnì qualcosa di incomprensibile,
e si allontanò.
“Ti lascio i vestiti puliti sul
letto. Attento Edward ,non farla stancare troppo e non
stressarla con le tue preoccupazioni, non ne ha bisogno. Ha preso la sua
decisione ed è inutile che ti ostini a farle cambiare idea. La
fai solo star male inutilmente”.
Le avrei volentieri tappato la
bocca,anzi la mente, anche violentemente se
necessario. Odiavo sentire l'opinione di Rosalie. Non mi importava niente di
quel che pensava. Poteva tenerseli per lei i suoi pensieri. Da quando in qua le
interessava la salute di Bella?Mi veniva in mente solo una risposta. Egoista e
opportunista, ecco cos'era. Attributi che le calzavano a pennello!Cercai di non
pensarci e tornai da Bella. Si era stesa sul letto, di fianco e si teneva il
ventre con entrambe le mani.
Mi inginocchiai di fronte a lei e
appoggiai la testa sul suo petto stringendola piano per i fianchi. Era così
fragile.
-Stai male?-, chiesi preoccupato.
Mi sfiorò i capelli con il viso.
-Un po’-, rispose a denti stretti.
-Devi farti vedere da Carlisle, non può aiutarti altrimenti-.
-Lo so. Ma prima ho bisogno di
mettermi un po' a posto-.
Annui. Come voleva lei.
-Vieni allora. Il bagno è pronto-,
dissi, avvicinandola e sollevandola piano.
Sentii un colpetto provenire dal
suo ventre. La osservai. Un'espressione di dolore aveva contratto il suo viso.
-Ti fa male?-, chiesi.
-E' forte Edward, tutto qua. Ma è
sopportabile-.
La feci sedere sul ripiano del
bagno e mi avvicinai per aiutarla a spogliarsi.
-Edward
aspetta-, disse,mentre tenevo tra le dita un lembo
della sua maglietta che le stavo togliendo.
-Che c'è?-.
-Non ti spaventare, ok?Ti ho
chiesto di aiutarmi per mostrarti una cosa-, disse con voce più preoccupata del
solito.
Attesi
che continuasse il discorso, ma non lo fece. Alzò lentamente la sua maglietta e
quello che vidi mi inorridì. La sua pancia era quasi il doppio del giorno prima
e completamente coperta di macchie violacee, segni evidenti di ecchimosi
recenti.
-Bella-,
sussurrai , senza voce.
-Te l'ho
detto:è molto forte-, disse quasi orgogliosa.
Raccolsi
tutta la mia forza e il mio autocontrollo.
-Vieni,
forza. Facciamo in fretta. Poi di porto da mio padre, vedrai che ti darà
qualcosa per far calmare il dolore. Ti fa tanto male?-.
-Abbastanza-,
ammise.
Non
riuscii a fare a meno di chiederglielo.
-Bella,
perché fai tutto questo?Lo puoi vedere da te che ti sta distruggendo. Qualsiasi
cosa sia ti ucciderà. Non sei abbastanza forte, amore, per poter farlo nascere.
Il tuo corpo è troppo fragile per poter adempiere a
questa gravidanza anormale. Ti prego Bella, ripensaci. Potremmo sistemare tutto
nel giro di qualche ora-, dissi, stremato.
Non
rispose. Continuò ad accarezzarsi la pancia tumefatta, con lo sguardo pieno
d'amore. Quasi impossibile da sopportare. Ma perché doveva amare tutto ciò che
non avrebbe dovuto?Era una domanda inutile. E la risposta forse troppo ovvia e
banale. Era Bella e quella era la sua forza:amare
incondizionatamente, superando qualsiasi limite fisico, imposto per natura.
-Mi
dispiace Bella, per prima, per essermene andato. Non sapevo cosa fare, come
affrontarti. Lo so:non cambierai idea. Io non riuscirò
a smuoverti dalla tua decisione, Ma ti prego amore:promettimi
che se diventerà troppo, se starai troppo male me lo dirai-.
Un
singhiozzo, simile ad un lamento strozzato,salì dal
mio petto, scuotendomi e devastandomi ulteriormente.
-Shh-,
sussurrò,-è tutto a posto. Ora che sei qui va tutto
bene. Non farlo più. Non lasciarmi più Edward. Mai più-, disse, stringendomi
forte al suo petto.
Non riuscivo a calmarmi. Continuavo
a lamentarmi come in preda ad una crisi di pianto convulso.
-Shh,
Edward. Va tutto bene-, e continuò a cullarmi sul suo petto, come se fossi io ad
aver bisogno di conforto e ad essere rassicurato.
E in realtà ne avevo bisogno. Avevo
bisogno di sentirmi dire che sarebbe andato tutto bene.
E fu quello che fece.
-Edward,
tranquillo, andrà tutto bene. Non ti devi preoccupare per me. Per noi-,
aggiunse infine dopo un attimo di esitazione portando la mia mano sul suo
grembo.
Non potevo esserne certo e nemmeno
lei. Ma come sempre mi stupivo della sua apparente noncuranza del pericolo e
della sua positività nell'affrontare situazioni pericolose e insensate.
L'unica cosa che potevo fare era
aggrapparmi a lei, alla sua fede, alla sua speranza.
Mi voltai verso mio padre. Teneva
gli occhi fissi sul monitor, concentrato. Cercava un’ombra, un battito, un
movimento…qualsiasi cosa lo potesse ricondurre ad una vita, possibilmente
umana.
-Edward?Che
problema c’è?-.Bella stringeva la mia mano. Gli occhi paralizzati su Carlisle. La voce rotta dalla preoccupazione.
-Va tutto bene, amore. Non è il
caso che ti agiti così. Stai tranquilla-.
Voltai anch’io gli occhi verso il
monitor. Nero. Non c'era speranza di prevedere nulla. Un salto nel buio. Nel
vuoto. Contemporaneamente. Non ero certo di saper affrontare tutto questo. Non
ero certo di poter sopravvivere ad un esito negativo della scelta di Bella.
“Deve essere
molto più simile a noi più di quando immaginassi. Riesce a
resistere agli ultrasuoni dell'ecografo. Deve aver creato una
sacca amniotica per proteggersi molto somigliante alla nostra pelle. E'
pressoché impenetrabile con strumenti “per umani”. Nulla, non
possiamo vedere nulla, solo aspettare”, pensò Carlisle deglutendo rumorosamente.
Percepivo lo sguardo di Bella fisso su di me. Attendeva una spiegazione.
-Bella…-, iniziai, ma m’interruppe.
-Ho capito Edward-,
disse abbassando lo sguardo.- Carlisle non riesce a
vederlo. Sa difendersi bene questo brontolone-,constatò,
con fastidiosa devozione, accarezzandosi il ventre. Distolsi lo sguardo da lei.
Non riuscivo a vederla così. Come poteva adorare in quel modo indiscutibile
quella creatura che le cresceva dentro?Ogni volta che notavo quel luccichio
appassionato nei suoi occhi un’ondata di rabbia invadeva il mio corpo. Rabbia
che doveva rimanere muta, dentro di me, senza possibilità di sfogo:Bella non avrebbe retto un’altra sfuriata da parte mia. Ma
non dovevo fare uno grande sforzo per ricordare di controllarmi.
C’era chi lo faceva per me…
“Calmati Edward”, mi
consigliò Rosalie entrando nella stanza. Ormai lavorava in team con Jasper:lui teneva d’occhio il mio stato d’animo e non appena
iniziavo ad agitarmi più del solito lei interveniva in soccorso di Bella.
Disgustoso!Tutta quella premura non era certo da Rose:possibile
che Bella non se ne rendesse conto?No, certo che no:aveva solo bisogno di
qualcuno che difendesse imperterrita la sua scelta.
-Per i lividi sul ventre Bella
posso provare a darti un antidolorifico, sperando che faccia effetto.
Inoltrepossiamo comunque fare altri
controlli. Se ti fa piacere può pensarci Edward. So che sei spaventata, per
metterti a tuo agio-, intervenne Carlisle per
smorzare gli sguardi infuocati tra me e Rose.
-Ci penso io. Vi ricordo che
anch'io sono laureata in medicina-, tagliò corto Rosalie.
“Edward, non provare ad opporti.
Sai anche tu che Bella si sentirebbe più a suo agio con me. Si
rende conto che soffri ogni volta che la guardi e ti risparmierebbe volentieri
questa agonia, almeno per una volta”.
Come darle torto in questo
caso?Aveva ragione. Bella soffriva ogni volta che la osservavo. Il suo viso,
ormai ossuto e trasparente, si tendeva in un’espressione sofferente,
riflesso della mia.
Ma non riuscivo in alcun modo a
nascondere il mio tormento interiore.
Avrei tanto voluto piangere.
Forse avrebbe aiutato a dar sfogo
alla mia angoscia e al mio senso di colpa.
Ma i vampiri non piangono.
Non potevo concedere al lago, che
era andato a crearsi dentro di me,lo sfogo necessario
per impedirmi di soffocare. E' così che mi sentivo...soffocare.
Che contraddizione! I vampiri non hanno necessità di respirare, non soffocano...eppure per me, in quel momento, non valeva.
Sentivo la mia gola stringersi in
un orifizio sempre più stretto, intrappolando dentro me
l'angoscia che mi logorava, che premeva contro il mio petto, schiacciandomi,
giù, verso terra senza darmi modo di risalire. E non potevo far nulla.
Impotente, soffrivo il più silenziosamente possibile.
-Dici davvero?- chiese Bella
sollevata, interrompendo il divenire dei miei pensieri.
-Certo Bella. Mi fa piacere-,
rispose Rose. “Così, magari,riusciamo a capire
qualcosa di più rispetto a Carlisle”
-Allora noi usciamo-, disse mio
padre trascinandomi con sé.
-Sono qui fuori se hai bisogno-,
mormorai a Bella, prima di andarmene.
Carlisle,
precedutomi nell’uscire, era appoggiato alla parete serio e
preoccupato.
“Non so cosa pensare. Non ho mai visto niente di simile prima”
-Cosa facciamo adesso?-, chiesi,
teso.
-Non lo so Edward, non lo so.
Intanto andiamo nel mio studio, li possiamo parlarne con calma-.
Io ero tutto fuorché calmo. Ma
aveva ragione. Immaginavo la piega che avrebbero preso i nostri discorsi e non
volevo che Rosalie ne sentisse neanche solo una minima parte.
Lo segui a testa bassa, continuando
ad ascoltare i suoi pensieri.
“Speravo di riuscire a capire, a
darti delle risposte, seppur vaghe. Non ho la minima idea sulla creatura che
porta in grembo Bella. Nulla”.
Chiusi la porta del suo studio alle
spalle.
Non avevo ancora parlato a lungo
con mio padre. Da quando eravamo tornati avevo cercato di carpire i suoi
pensieri ma erano strani, diversi dal solito. Erano vaghi, incompleti,
inconsistenti, incoerenti. Non aveva un’idea precisa della situazione, non
sapeva neppure lui cosa fare. Era la prima volta che lo vedevo in evidente
difficoltà.
-C’è una sola soluzione, Carlisle,
lo sai bene-, dissi.
-Non è quello che vuole Bella-.”E
non posso fare una cosa del genere a Esme, non me lo
perdonerebbe mai.”
-E quello che penso io?A nessuno
interessa, giusto?Continuiamo a proteggere quella specie di mostro!Si nutre
della vita di Bella, papà. Ogni giorno che passa diventa sempre peggio, sarà
sempre più difficile liberarsene senza compromettere irreparabilmente la sua vita-
“Non possiamo
farle questo. Non possiamo”.-Capisco le tue preoccupazioni
Edward, ma cosa vorresti fare?Imbottirla di anestesia e privarla della creatura
che porta in grembo?No, figliolo, non possiamo cedere a questa soluzione. Forse
è la più semplice!Ma per chi?Per me, per te…non certo per Bella-.
-Ma non posso neppure
aspettare!Aspettare cosa, poi?Che la sua vita venga definitivamente risucchiata
da quello che lei definisce”bambino”?-, replicai,quasi
senza voce.
“Credo sia l’unica soluzione”,
concluse mentalmente Carlisle.
-Tutto bene là dentro?-. Emmett ci interruppe. -Fatemi entrare, per favore-.
Jasper .L'aveva
mandato sicuramente lui a controllare la situazione.
Carlisle
aprì la porta.-State parlando di Bella, vero?-.
”Che domande sceme che faccio.
Certo che sì, ho origliato l’intera conversazione…dovrei saperlo”
-Bhe,
ecco…credo dovreste coinvolgere tutta la famiglia in questa discussione. Ormai
non è più solo affare tuo e di Bella, Edward-,continuò.
“Per forza, dopo che Rosalie ha
deciso di diventare la paladina della gravidanza di Bella, è impossibile,
almeno per me prenderne le distanze”
-Forse hai ragione,Emmett. Scendiamo subito-, disse Carlisle.
-Sarà meglio-, rispose ,-anche perché Esme è preoccupata
per Edward. Teme che potresti fare qualche cavolata-,
concluse rivolgendosi a me.
-Che tipo di “cavolata”?-, ringhiai
rabbioso per l’improvvisa e indesiderata interruzione.
“Tipo prendere Bella, sedarla e puff…farle sparire il pupo nella pancia”
Sempre molto pittoreschi i pensieri
di Emmett.
-E’ un opzione
da prendere in considerazione-, dissi, rispondendo ai suoi pensieri.
“Rosalie ti farebbe a pezzetti
piuttosto”, constatò, immaginandosi la scena.
-E tu la lasceresti fare?-.
-Si, Edward. E’ difficile prendere
una posizione, ma credo che un figlio sia sempre e comunque un dono da
accettare e basta-
“Dono che vorrei più di ogni
altra cosa fare a Rosalie…”.
-Smettila Emmett!Non
ti rendi conto di quello che dici. Fammi il favore di tornare dov’eri. Non
voglio litigare con te, ma non voglio neppure sorbirmi le tue elucubrazioni mentali-
“Elu..che?Certo
che a volte Edward parla proprio difficile”
-In ogni caso vi aspettiamo giù. E’
il caso che ne parliamo tutti assieme-, concluse andandosene.
Grugnii, mostrandogli i denti. In
altri casi avere Emmett vicino mi avrebbe fatto
piacere, ma in questa circostanza no. In quel momento odiavo la semplicità dei
suoi pensieri, la facilità con cui aveva liquidato la gravidanza di Bella. Mi
stavano saltando i nervi, dovevo calmarmi.
“Scendiamo Edward. Emmett ha ragione:parliamone tutti
assieme”.
-Ancora una cosa Carlisle. Esme mi ha detto che
hai una teoria sul feto. Non me ne hai ancora parlato-, osservai.
“E’ vero. A dir la verità me n’ero scordato”.
-In realtà non è una teoria!Vorrei
solo riuscire astudiare il DNA del feto
per calcolare il numero di cromosomi. Questo ci permetterebbe di capire se è
più simile a te o a Bella-.
-Ed èpossibile?-
-Purtroppo non credo. Temo che un
ago non riuscirebbe a penetrare il sacco amniotico-.
-E cos’altro potremmo fare?In che
altro modo potremmo procurarci informazioni?-.
-L’unico modo è fare delle
ricerche. Potremmo studiare antiche leggende e vecchi miti. Sono riportati
sicuramente dei casi simili al nostro. Non dobbiamo lasciare perdere niente che
possa darci informazioni sul feto, nulla. Chiederò a Emmett
e Jasper di aiutarmi. E’ la nostra unica speranza per saperne un po’ di più-.
“Ora scendiamo, ci stanno
aspettando. Parleremo anche di questo”.
Seguii Carlisle
e nello stesso momento Rosalie uscì dalla stanza adibita ad “infermeria”per
Bella aiutandola a camminare. La raggiunsi velocemente.
-Tutto bene, Bella?-, chiesi
vedendo il suo sguardo distorto in una smorfia di dolore.
“Non troppo. E
tu di certo non l’aiuti a stare meglio”.
-Insomma... Dopo l’ecografia il
bimbo deve essersi infastidito perché mi ha sferrato due colpi da vero pugile.
Non vedo l’ora di vederlo-.
Respirai a fondo, tentando di
ricacciare giù la risposta cattiva e acida, seppur fin troppo reale, che avrei
voluto darle. Come faceva essere così sicura che avrebbe visto il suo
bambino?Non poteva esserlo. Cosa le garantiva che avrebbe continuato a
vivere…dopo? Speravo che la sua unica garanzia non fossi io:non
ero ancora certo di potermi accollare una responsabilità del genere!
-Scendiamo. Abbiamo una decisione
da prendere assieme-, disse Carlisle, rivolgendosi a
Rose e Bella.
“Ma di cosa parla?Che
decisione?Spero che non si riferisca a Bella perché non c’è nulla da decidere,
mi sembra tutto più che chiaro ormai”.
-Scendi e basta Rose-, le risposi,
infastidito dal suo pensiero.-Lascia andare Bella. L’aiuto io!-, conclusi
inflessibile. Mi guardò con aria di sfida, ma la lasciò delicatamente andare e
si afflosciò tra le mie braccia.
Le sue condizioni cambiavano in
brevissimo tempo:l’avevo lasciata solo una decina di
minuti fa e già la vedevo più debole rispetto a prima. Era sicuramente più
magra, il viso più scavato, le occhiaie più marcate.
-Hai fame?-, chiesi.
-Un
pochino. Anche se non so se vale la pena mangiare. Ho appena vomitato tutto il
pranzo-,osservò.
“Se continua così dovremmo
iniziare ad alimentarla per via venosa, sperando le sia di aiuto”, rifletté
Carlisle.
Già, aveva ragione. Il corpo di
Bella rigettava ormai tutto quello che mangiava, non tratteneva più niente. Se
le cose non cambiavano in fretta, la soluzione ,appena
pensata da Carlisle, pareva l’unica possibile.
La posai delicatamente sul divano e
mi sedetti di fianco a lei. Si accovacciò in posizione fetale poggiando la
testa sulle mie ginocchia. Come poteva continuare a cercare al
mia vicinanza dopo tutto quello che le avevo fatto?Era solo una delle
innumerevoli cose che non riuscivo a spiegarmi e che, probabilmente mai, sarei
riuscito a fare.
Ciao ragazze!!Oggi
vado un po’ di fretta, quindi non ce la faccio a rispondere a tutti i
commenti!!!Vi ringrazio come sempre, siete troppo, troppo buone con me. Ringrazio
anche chi mi ha inserito tra i preferiti e i seguiti!!!Un bacio!
Ciao
ragazze!!Allora, visto che i prossimi capitoli sono già pronti, non vi faccio
aspettare troppo. I prossimi capitoli sono un po’ di passaggio:ho cercato di scrivere cosa, secondo me, è successo i primi
giorni dopo il ritorno a casa. Spero vi piacciano comunque.Scusatemi
se non rispondo puntualmente ai commenti, prometto che quando ho un po’ più di
tempo lo farò. Come sempre ringrazio tutte, per la fiducia che riponete in me e
per i mille complimenti che mi fate. Ringrazio in particolare Bellas, che ha deciso di segnalarmi nella sua fan fiction. E’
da un po’ che leggo ff in questo sito, ma sono certo
che ne ho tralasciate alcune di molto belle!!Quindi se voi volete segnalarmene
qualcuna di meritevole da leggere io lo faccio volentieri!!Grazie a tutte
ragazze!!Un bacio
Capitolo 10.Discussione
-Bene parliamo-, proruppe infastidita Rosalie. “Di cosa vorranno parlare poi, non capisco. La decisione è già stata presa”.
-Nulla è definitivo-, ringhiai in risposta ai suoi pensieri.
“Non ti permetterò di opporti alla sua scelta”.
“Calmo Edward, non scaldarti prima ancora di cominciare”. Jasper tentava
di tenere sotto controllo la situazione.
-Mi spiegate cosa sta succedendo. Non capisco nulla-, brontolò Bella, alzando
lentamente il capo dalle mie ginocchia.
-Stai giù amore, non serve che ti alzi. Ora Carlisle
ti spiegherà tutto-.
Mio padre prese la parola.
-Come già saprete, ho fatto l’ecografia a Bella, ma non riesco a vedere nulla.
Di conseguenza non so neppure come agire. Quindi prima di tutto avrei bisogno
dell’aiuto di Emmett e Jasper. Dovreste fare delle
ricerche ragazzi:qualsiasi cosa possa ricondurci ad un
caso simile alla gravidanza di Bella può essere oggetto di studio. Quindi
dovrete raccogliere testimonianze,leggende, credenze
antiche…Purtroppo non esiste un testo scientifico che tratti una gravidanza
simile alla tua Bella. In quel caso saprei sicuramente come aiutarti-.
Bella sorrise mesta a Carlisle.-Lo so, non ti
preoccupare-.
-Dobbiamo anche valutare se è la scelta giusta-, dissi tutto d’un fiato,introducendo l’argomento che più mi stava a cuore.
Sentii lo sguardo di Bella trafiggermi.-Ne avevamo già parlato Edward-.
-Lo so Bella,ma come mi ha fatto notare Emmett prima, non è più una questione che riguarda solo
noi, non più ormai-.
-Sapete già come la penso io:prima di toccare Bella
dovrete passare sul mio cadavere, quindi non osate neppure immaginare di agire
contro la sua volontà. La sua scelta l’ha già fatta da un pezzo ormai. Non vedo
perché ostinarsi a farle cambiare idea-, urlò Rosalie.
-Rosalie calmati-, le sussurrò Emmett all’orecchio,
accorso al suo fianco. “Non voglio calmarmi. E’
una discussione inutile”. “Ha ragione Rose. Bella ha già preso la sua
decisione e non cambierà idea. Perche Edward non si rassegna
ad accettare la sua scelta”, pensò Esme.
Girai lo sguardo verso mia madre. Per me era impossibile arrabbiarmi con lei,
ma avrei voluto che stesse dalla mia parte. Come poteva non capire?L’unica cosa
che per me era importante era la vita di Bella. Tutto il resto perdeva
significato. Senza lei ero vuoto, il nulla. E non
potevo rischiare di perderla senza prima avere lottato fino allo stremo.
Mi rivolsi a Bella.
-Bella, io non ce la faccio a vederti così. E’ tutta colpa mia, me ne rendo
conto. Sei in questa situazione per colpa della mia ignoranza. Avrei dovuto
informarmi meglio prima di…-. Non terminai la frase. Era stata una stupida
negligenza da parte mia accettare come dato di fatto la mia sterilità. Prima di
fare l’amore avrei dovuto accertarmene. Ma il dubbio non mi aveva mai colto.
Preso com’ero dalla preoccupazione di poterle fare del male per esaudire la sua
richiesta, avevo del tutto ignorato quella possibilità.
-Pensavo avessi capito Edward.Pensavo fosse un argomento chiuso-, sospirò
mesta.
-Non riesco a rassegnarmi Bella. Ho pensato a quello che mi hai detto:non sono sicuro di riuscire a trasformarti in tempo, non
sono sicuro di farcela-, ammisi sinceramente.
Abbassai gli occhi evitando il suo sguardo. L’ammissione della mia paura di
fallire mi faceva arrabbiare:come potevo non garantire
a Bella di sopravvivere, seppur in una forma diversa da quella umana? Passò
qualche istante di puro silenzio. Nessun pensiero, nessun rumore, nessun
respiro. Persino Bella aveva smesso di respirare.
-Non importa Edward. Non rinuncio al mio bambino comunque-, ribatté decisa,
dopo essersi ripresa dall'oblio nel quale era caduta.
-Come puoi dire così?-, chiesi, quasi rassegnato.
-Te l'ho già spiegato Edward:non è una scelta, ma una
necessità. Non posso rinunciare a lui, non posso. Fa parte della mia vita ora.
Non l'ho cercato. E' arrivato e basta...come te. E non m'importa se e per
quanto dovrò combattere: farà parte della mia vita. Non posso farne a meno.
Ma andrà tutto bene Edward, me lo sento!-
Mi raggomitolai ancora di più su me stesso, avvicinandomi al suo viso. Me l'ero
presa con lei pochi giorni prima per aver espresso gli stessi pensieri ma
ora...non riuscivo ad arrabbiarmi, non riuscivo a reagire. Credevo realmente
che l'unica scelta possibile fosse liberarmi del feto che tanto faceva soffrire
Bella, ma non era la scelta che voleva lei, ma quello che volevo io. Era di
nuovo una decisione egoistica?Probabilmente si.
Probabilmente ancora una volta avrei fatto di testa mia pur di tenerla al mio
fianco, pur di sentirla ancora la sua presenza vicino a me. Possibile che non
riuscissi a mettere da parte quello che volevo io, in favore di quello che
realmente desiderava lei?Potevo accettare di vederla morire per mettere al
mondo il bambino che tanto desiderava? Se lei fosse morta,cosa
sarebbe rimasto di me?
Osservai Alice. Avrei tanto voluto una rassicurazione da lei.
Quanto mi mancavano le sue, seppur incerte, previsioni sul futuro. Non me n'ero mai reso conto ma il suo potere era stato spesso
provvidenziale , soprattutto da quanto avevo conosciuto Bella. Come avrei fatto
senza di lei? Ora anche lei soffriva. E sempre per colpa mia.
Da quando ero tornato i suoi pensieri erano identici, si perpetuavano nel tempo uguali a sé stessi:”Non vedo niente”,
continuava a ripetersi. Sapevo che si stava sforzando al di là delle sue capacità
per aiutarmi. Avrei dovuto dirle di smetterla di accanirsi così nei confronti
di un futuro così buio. Ma, egoista com'ero, volevo che non smettesse, che
continuasse a cercare quell'appiglio che mi poteva aiutare a sperare. Alzò gli
occhi verso di me, scuotendo la testa. “Mi dispiace Edward, non posso aiutarti. E'
il feto, mi impedisce di vedere Bella. Il suo futuro è sparito. Mi dispiace”.A
volte sembrava fosse lei a leggermi nella mente e non il contrario. In qualche
modo sapeva sempre quello che stavo pensando, quello che volevo da lei.
Avevo spesso pensato fossimo due anime destinate a stare assieme. L’affetto che
mi univa ad Alice era di certo quello più forte all'interno della mia famiglia.
Il nostro legame era stato da subito molto forte, molto intenso. Le nostre mente sembravano complementari, come fossero due
metà di un intero. Più di una volta avevo scherzato con lei sul fatto che
probabilmente eravamo fratelli anche da umani ma separati alla nascita. Troppo
simili,troppo legati dalle stesse emozioni. Non
eravamo solamente due persone accomunate dallo stesso destino. Lei era mia
sorella. Nel senso più profondo del termine. Avrei sacrificato la mia vita per
lei. Così come l'avrebbe fatto lei a Volterra per me. Era l'unica che
probabilmente capiva la mia profonda angoscia per Bella. La mia preoccupazione
per lei, per la sua volontà di voler a tutti i costi quel bambino. Ero certo
che la pensasse come me. Non avrebbe mai permesso di mettere in pericolo la
vita di Bella se fosse dipeso da lei. Se avesse avuto la minima convinzione di
poter convincerla avrebbe provato, ma sapeva di non aver la minima speranza. “E' proprio impazzito. Prima
la spara grossa e poi si ammutolisce come un'ebete”.
Il pensiero di Rosalie mi fece ricordare che eravamo nel pieno di una
conversazione. Non ero ancora pronto per terminare il mio stato di torpore
mentale in cui ero caduto, e cedere il passo al proseguo
della discussione. Sapevo che tutti stavano osservando la scena e ognuno era
immerso nei propri pensieri che, però, poco rumorosi in confronto a quelli di
Rosalie, non giungevano fino a me affinché li percepissi ma si disperdevano
prima di infrangersi nella mia mente.
Avvolto dalle mia riflessioni, involontariamente,
avevo iniziato ad accarezzare i capelli di Bella e lei si era addormentata.
Quante volte mi ero perso a osservare i mille cambiamenti impercettibili del
suo volto mentre dormiva! Il suo viso era una scatola di sorprese:sempre pronto a stupirmi con colori e sfumature nuove. E
ora, nonostante il suo viso portasse chiari i segni della sofferenza, una nuova
luce, una nuova tonalità colorava il suo volto avvolto dalla inconsapevolezza
che arrecava il sonno. Sorrideva, tenendosi il grembo con entrambe le mani,
molto piccole, al confronto con il grosso pancione che le era cresciuto così
velocemente. Per una frazione piccolissima di secondo quasi mi piacque vederla
così. Emanava pace. Serenità. Forse lo stava sognando. Lo poteva vedere, seppur
solo nei suoi sogni. Per un attimo la invidiai:era già
legata a lui indissolubilmente. Io non riuscivo ancora a trovare quella forza
necessaria per lottare per lui. Non sapevo dove cercare, cosa cercare. Per me
era solo qualcosa che voleva portarmi via Bella. Qualcosa che lottava per
imporre la sua esistenza, a scapito di un’altra che per me, invece, valeva più
di qualsiasi altra cosa. Scossi la testa cercando di riprendere in mano i
restanti brandelli delle mie capacità mentali per continuare la discussione
poco prima iniziata. “Sembra abbia visto un fantasma. Chissà a cosa pensa”.
Esme. Non avrebbe voluto conoscere i miei pensieri se
solo avesse saputo quanti meschini fossero. Chissà quanto le faceva strano
vedermi in quello stato. Anche lei era sempre molto sensibile al mio stato
d'animo, quasi quanto Alice, anche se le sue reazioni
erano molto diverse. Alice sapeva quando intervenire e se era il caso di farlo.
Esme non appena percepiva che qualcosa non andava si
precipitava da me, per parlarmi,calmarmi, aiutarmi che
io ne avessi voglia o meno. E spesso, non ero sempre stato gentile con lei.
-Bene, mi sembra che non ci sia più molto da dire. Sapete bene che Bella non
cambierà idea, e nessuno sarà mai in grado di farglielo fare. Quindi, Edward,
decidi in fretta quale condotta seguire:o sei con noi
o contro di noi. E se decidi di aiutare Bella, cerca di smettere di
preoccuparla-, concluse velocemente Rosalie.
-In realtà c'è un'altra cosa da decidere:dovremo
avvisare Charlie, non possiamo tenerlo all'oscuro di tutto. Verrà a sapere
presto che Bella è a casa e vorrà vederla. Dobbiamo inventare una scusa per
impedire che ciò avvenga-, osservò Carlisle.
Non avevo più pensato a Charlie da quando avevamo fatto ritorno a Forks. Sicuramente avrebbe chiamato per sapere se eravamo
tornati, anche perché si avvicinava l'inizio del college. Non poteva vedere
Bella senza spaventarsi. Non avrebbe capito.
“Mancava solo questa”pensò Rosalie. “Dobbiamo inventarci una scusa credibile, per tenerlo
lontano. E' un uomo cocciuto. Verrebbe fino a
qui pur di vedere Bella”pensò Carlisle. “Ha già chiamato una volta per sapere quando sarebbero
tornati. Non passerà troppo tempo prima che lo
rifaccia”, rifletté Esme.
Che scusa inventare?Come potevo tenere lontano Charlie da sua figlia?Mi venne
in mente che la prima volta che avevo capito che Bella non stava bene avevo
ipotizzato che avesse contratto una morbo in Sud
America. Poteva essere credibile una scusa del genere.
-Potremo dirgli che Bella ha contratto una malattia contagiosa in Sud America e
che siamo tornati per farla curare da te Carlisle.
Potremmo impedire a Charlie di venirla a trovare usando come scusante la
possibilità di contagio-.
“Bell'idea!Sembra che il suo cervello abbia ripreso a funzionare”,
sentenziò mentalmente Rose.
-E chi chiamerà Charlie?-, chiese Emmett.
-Lo chiamerò io. Ho voglia di sentire mio padre-, intervenne Bella che nel
frattempo si era svegliata.-Lo chiamo subito-.
-D'accordo-, rispose Carlisle
.-Ti prendo il telefono-.
-Sei sicura amore?Te la senti?-, chiesi, questa volta
più impaurito di lei per quello che stava per fare.
-Non ti preoccupare Edward. Prima o poi dovrò affrontarlo e non posso evitare
che in un modo o nell'altro si preoccupi, quindi...-.Annuii,
silenzioso. Poteva essere anche l'ultima volta che avevano l'occasione di
sentirsi. Anche se le cose fossero andate “bene” per Bella, ossia se fossi
riuscito a trasformarla in tempo, non avrebbe più potuto parlare o incontrare
Charlie. Charlise le porse il telefono.
-Ho già fatto il numero-, la avvisò.
Ciao ragazze!!Io finché posso vi
faccio contente. I capitoli fino al 17 sono scritti, per me non è un problema
postarli. Solo non vorrei essere troppo pesante. Comunque ho deciso di postare
anche questo capitoletto. Spero vi piaccia. Dal prossimo arriva Jacob!!Fatemi
sempre sapere cosa ne pensate. Per me è importante, sia per migliorarmi, sia
perché potrei non essere stata coerente con il libro. Anzi è probabile perché
non è semplice tenere tutto a mente!!Comunque non voglio tediarvi ancora con le
mie osservazioni e vi lascio alla lettura!!!Un bacio a tutte!!
Capitolo 11.Tempi
-Pronto papà, sono Bella-.
Tutti avevano lasciato la stanza per evitare che Bella si sentisse in
imbarazzo. Stavo per andarmene anch'io ma mi aveva pregato di non lasciarla
sola. Forse perché aveva paura di sentirsi male di nuovo o forse perché aveva
bisogno di sostegno in quello che stava facendo. Stava solo per dire a Charlie
una delle tante bugie che avrebbe dovuto raccontargli. Per proteggerlo e per
proteggerci.
-Ciao Bells!Siete tornati. Non vedevo l'ora!Mi sei
mancata così tanto-.
La voce di Charlie era palesemente
piena di sorpresa e di gioia. Non poteva sapere che eravamo si tornati,ma che non avrebbe potuto vedere Bella…forse mai più.
-Si...siamo tornati-, rispose, incerta.
-C'è qualcosa che non va?Ti sento strana!-, chiese Charlie con tono più agitato
di prima.
Osservai Bella. Si mordeva il labbro, probabilmente incerta
su come rispondere. -In effetti non sto troppo bene. Siamo tornati per
questo. Credo di essermi presa una sorta di influenza sudamericana, o qualcosa
del genere, e fatico a riprendermi-. Risposta diplomatica, che non dava alcuna
informazione sul suo vero stato di salute.
-Ma sei stata da un medico?-.
-Papà!C'è Carlisle!Non potrei essere seguita da un
medico migliore!-.
-Giusto, giusto!Passo subito da te allora!Così vengo a vedere come stai!Sei dai
Cullen vero?-. -Eee...papà,non serve!Carlisle dice che potrei essere contagiosa. Non è il caso
che tu ti esponga ad un simile rischio, lascia perdere. Appena sto meglio ti
richiamo-, rispose cercando di mantenere un tono di voce il più allegro
possibile.
-Ma che dici Bella?Certo che correrò il rischio di ammalarmi pur di vederti.
Non pensarlo neppure che rinuncerei per una simile sciocchezza-.
Bella mi guardò sconvolta. Non sapeva più come uscirne. Io la stavo già
osservando da un pezzo in attesa di un momento di difficoltà che non era
tardato ad arrivare. Le feci segno di passarmelo.
-Papà?Ti passo Edward, vuole parlare con te-.
Quasi tremante, raccolsi il telefono dalla mano di Bella e lo avvicinai
all’orecchio. Avrei voluto spiegargli che era tutta colpa mia se sua figlia
stava male, che avrebbe dovuto prendersela con me. Qualcuno, finalmente,
avrebbe riconosciuto le mie colpe. Non mi avrebbe fatto certo stare meglio, ma
almeno Charlie avrebbe capito che razza di mostro ero e avrebbe cercato di
convincere Bella a starmi lontano.
-Pronto?Salve Charlie-, esordii cercando di mantenere
una tonalità tranquilla della voce. -Edward?Cos'è questa storia?Cos'ha Bella?-. Charlie, invece,
non mi salutò neppure e mi investì con le sue domande preoccupate.
-Ha contratto una malattia in luna di miele. Potrebbe essere grave-, cercai di
spiegare tentando inutilmente di non allarmarlo troppo.-Ha bisogno di riposo e
di tranquillità. E soprattutto può essere contagiosa:per
almeno quaranta giorni non potrà uscire ne ricevere visite. Capisci Charlie:lo facciamo per non farla correre rischi inutili e
soprattutto per non farli correre a te-, conclusi.
-Non m’interessa!Voglio vederla!-, ribadì deciso. -Carlisle ha vietato ogni visita a Bella-, risposi
perentorio.
-Fammi parlare con lui-.
Che osso d'uro!Risultava più difficile del previsto tenerlo lontano da Bella.
-Ora te lo passo-, risposi, porgendo il telefono a Carlisle che nel frattempo si era materializzato al mio
fianco.
-Pronto Charlie-. -Carlisle, perché non posso vedere mia figlia?-, chiese nuovamente Charlie con voce piena di angoscia.
-E' meglio di no!Finché non capiamo chiaramente cos'ha è opportuno non fare
correre rischi inutili a nessuno. Né a Bella né a te-. Carlisle
ripeté esattamente quello che gli avevo già risposto io.
-Ma...-,cercò di dire Charlie.Mio padre lo interruppe.-Ti
prego Charlie, niente ma!So quello che faccio e per il momento non mi sembra il
caso che tu veda Bella. Almeno finché non capisco bene cos'ha. Sto facendo
tutto il possibile, fidati-, concluse.
Per alcuni minuti eterni Charlie non parlò. Non era possibile per me sapere a
cosa pensasse, ma non era difficile da immaginare. Probabilmente si sentiva
impotente di fronte a quell'ordine, con le parvenze di un consiglio, che gli
aveva imposto mio padre!Mi dispiaceva per lui. Se solo avesse saputo la
verità!Ma in cuor mio avevo sempre pensato che Charlie sapesse che per Bella,
stare con me, non fosse la scelta giusta. Per questo, probabilmente, aveva
tanto insistito affinché lei continuasse a vedere Jacob.
Anche perché avevo fatto soffrire Bella fin troppo e l'avevo troppo spesso
messa in pericolo. E Charlie conosceva solo una piccola parte dei pericoli che
aveva corso Bella per colpa mia.
-Va bene. Ho capito-, sospirò Charlie.-Almeno fammi riparlare con Bella-
-Certo, certo. Puoi parlarci quando vuoi-, rispose mio padre, prima di riporgere il telefono a Bella.
-Pronto papà?Non ti preoccupare!Ha ragione Carlisle .E' meglio che ascoltiamo i suoi consigli!Possiamo comunque
sentirci per telefono tutti i giorni-, confermò.
-Si,certo-, sbottò Charlie innervosito.-Allora ci sentiamo domani tesoro-, concluse, con voce improvvisamente
più dolce.
-Certo papà-.E riattaccò.
Mi aspettavo di vedere Bella scossa da quella telefonata, finalmente arrabbiata
per aver dovuto mentire al padre. Invece sembrava sollevata, rasserenata. Come
se si fosse tolta un altro peso.
Si ridistese sul divano, vicino a me, richiudendo gli
occhi. -Sei stanca?-, le chiesi.
-Non troppo. Mi sento abbastanza bene-.
-Davvero?-, chiesi.-Mi sembri pensierosa?-.
-In realtà pensavo che mi sono scordata di chiedere
una cosa a Charlie-.
-Puoi richiamarlo, se vuoi-.
-No, non serve. Glielo chiederò domani-, rispose.
La guardai dubbioso, stranamente curioso di sapere cosa avesse dimenticato di
chiedere. Ma non notò la mia curiosità e io non avevo il coraggio di chiederle
cosa si fosse scordata. Magari non voleva che lo sapessi.
“Dovrebbe mangiare”, pensò Rosalie, tornando nel salone.
-Hai fame?-, chiesi allora a Bella, smosso dal pensiero di mia sorella. -Un pochino-, rispose lei sorridendomi appena.
-Cosa vorresti?-. -Mmm...non lo so...uova?...Si...ho
voglia di mangiare le uova come me le preparavi sull'isola-.
-Sicura?Non è che ti facciano male?Forse sarebbe meglio di qualcosa di più
leggero?-, chiesi.
“Io non penso”, pensò Carlisle, in risposta
alla nostra conversazione.
Bella mi guardò con il visino implorante.
-D'accordo allora. Mi metto ai fornelli-.
-Ti aspetto qui-, mormorò.
-Faccio presto-, promisi, andando in cucina.
Poco dopo tornai con la sua cena. Si tirò su a sedere sul divano e divorò tutto
con molto appetito. Mi stupivo sempre nel vederla mangiare così. Mi sembrava
quasi che stesse meglio. Il suo colorito era cambiato:non
era più pallida come al solito. Sembrava che sentire Charlie l'avesse
sollevata. Ma , poco dopo, si alzò barcollando e mi
chiese di portarla in bagno, dove vomitò tutto. Mi accasciai vicino a lei,
distrutto. Tutte le illusioni di poco prima erano scemate in meno di un
secondo.
-Mi dispiace Edward-, disse, alzandosi per andare a
sciacquarsi il viso.
-Di cosa?-, chiesi, triste.
-Ho vomitato la cena che mi avevi preparato!Hai fatto fatica per niente!-.
-Bella!Di questo di preoccupi?Fammi il favore!-, la
rimproverai, chinandomi per risollevarla.-Ti riporto sul divano-. -Edward…no-, disse cercando di opporsi.- Ho voglia di stare da sola con te. Andiamo in camera tua-.Strana richiesta. Ma anch’io
sentivo fortemente il desiderio di passare del tempo solo con lei senza avere
Rose tra i piedi.
-Come vuoi!-, risposi.
La alzai senza sforzo avvicinandola al mio petto. Lei si aggrappò senza forza
alle mie spalle affondando il viso nell’incavo del mio collo. Camminai
lentamente, godendo del profumo e del calore del suo respiro sulla mia pelle.
La adagiai piano sul letto e si sistemò nella situazione più comoda le fosse
possibile indicandomi, subito dopo di sdraiarmi vicino a lei. Feci come mi
aveva chiesto, prestando attenzione a non avvicinarmi troppo per non darle
fastidio. Ma Bella, probabilmente intuendo il mio timore, appoggiò una mano sui
miei fianchi, avvicinandomi il più possibile e incatenando i suoi occhi ai
miei.
Sopraffatto dalla situazione, non sapevo che fare. Possibile, che nonostante
tutto, sentissi vivo il desiderio di lei? -Edward...-. -Dimmi-, sussurrai, affondando le labbra sui suoi
capelli.
-Sai che ho preso la mia decisione, ma credi davvero che io stia sbagliando?-.
Che domanda?Certo che secondo me stava sbagliando, ma la mia considerazione si
basava solamente sulla sua incolumità, sulla sua sicurezza.
-Non lo so Bella. Non so risponderti. Almeno riuscissimo a scoprire
qualcosa!Brancoliamo nel buoi, non c'è nessun
appiglio. Non sappiamo quanto a lungo proseguirà la tua gravidanza,come avverrà la nascita, cosa nascerà...nulla-, dissi
sconfortato dalle mie stesse parole.
-Hai ragione. E' vero. Ma ti posso assicurare che sento che tutto andrà bene.
Non sono mai stata così sicura in vita mia. Anzi no. Sono stata sicura in
questo modo solo un'altra volta:quando ho deciso che
ti volevo,nonostante fossi un vampiro. Non mi è mai importato Edward quello che
sei, ma solo come sei.-
Io non sapevo più cosa risponderle. Ormai i discorsi che si alternavano tra di
noi erano sempre gli stessi:avevo capito che non avrei
potuto farle cambiare idea.
-Cercherò di fare il possibile Bella per assecondarti,ma
se le cose si mettono male, se la situazione si aggrava... permettermi di
salvarti...ad ogni costo-.
Si scostò rapidamente da me, guardandomi con gli occhi sbarrati.
-No, Edward!Pensavo di essere stata chiara!Il bambino prima di tutto. Lui ha la
priorità rispetto a me. Promettimelo, altrimenti dovrò affidarmi completamente
a Rosalie-.
La fissai intensamente. Cosa mi stava chiedendo?Ancora una volta mi chiedeva l'impossibile,
l'unica cosa che non sarei stata in grado di promettergli.
Scosso la testa, annientato.
-Ti prego Edward, promettimi di aiutarmi. Ho bisogno di te-, mi supplicò,
accarezzando i miei capelli e cercando di sollevare il mio capo a livello dei
suoi occhi. Non opposi resistenza e segui il volere delle sue mani, trovandomi
di fronte ai suoi caldi occhi. Affondai il viso sul suo collo, inspirando
smaniosamente il suo profumo. Non sapevo se avrei mai più potuto sentire un
profumo simile.
-Prometto di fare il possibile, Bella. Per te e per il bambino. Ormai è parte
di te, l'ho capito, e non posso pensare a voi come a due entità distinte-,
risposi, rassegnato. -Grazie-, rispose, avvicinando le sue labbra ai miei
capelli.
-Mi diresti una cosa?-.
-Si...-.
-Cosa hai dimenticato di chiedere a Charlie prima?-.
-Non ti farebbe piacere...-.
-Dimmi Bella. Puoi dirmi tutto-.
-Ecco...volevo chiedere a mio padre se aveva notizie
di Jacob. Volevo sapere come sta-.
Jacob. La sua alternativa felice. Chissà se aveva realizzato
che stare con lui non le avrebbe creato nessun tipo di problema, ma che, anzi,
avrebbe potuto dargli tutto ciò che voleva compresi dei figli e una gravidanza
serena!Si, lui avrebbe potuto. In realtà avrebbe potuto ancora.
Jacob…certo, che stupido!Perché non ci avevo pensato prima? ...potevo chiedere
a Jacob.
L'avrei cercato, rintracciato e pregato di convincere Bella a sospendere la
gravidanza. Se fosse riuscito nel suo intento l'avrei lasciata a lui...per la
vita. Non importava quello che avevo appena detto a Bella!Le
mie parole erano dettate dal fatto che rassegnato dall'evolversi della
situazione, non vedevo soluzione per impedire a Bella di perseguire la sua decisione.
Ma Jacob...Jacob l'avrebbe convinta, l'avrebbe
ascoltato. In quel vicolo buio, senza speranza Jacob rappresentava il mio
orizzonte. La mia ultima speranza.
-E ora?A cosa stai pensando. Lo sapevo…non avrei dovuto dirtelo-, osservò,
triste, vedendomi assorto in quel nuovo pensiero, e probabilmente credendo di
avermi ferito palesandomi la sua preoccupazione per lui.
-No, no Bella. Tranquilla-, mi affrettai a rassicurarla.-Non
pensavo a Jacob, davvero-, mentii. Non volevo lasciar trapelare l’ultima
speranza che era appena balenata nella mia mente.
-E allora a cosa stai pensando?-.
-Non mi hai ancora detto come è andata la visita con Rose?Qualche novità?-,
chiesi. Era la prima cosa che mi era venuta in mente e a dir la verità ero
realmente interessato alla risposta.
-Ha detto che sta andando tutto bene, come una gravidanza normale,solo accelerata. Secondo lei mancano pochi giorni al parto.
Dai suoi calcoli una mia settimana corrisponde a circa tre mesi di una
gravidanza umana, ma sembra che la crescita del feto stia accelerando -.
La guardai sconvolto . Non avevo realizzato
che mancasse così poco tempo!Mi restavano pochi giorni per tentare tutto il
possibile. Prima di tutto avrei dovuto mettermi in contatto con Jacob. Avrei
cercato di convincerlo ad aiutarmi. E in caso anche questa possibilità non
fosse andata a buon fine avrei dovuto concentrarmi sull’ultima
mia opportunità per salvare Bella:la sua trasformazione.
Ciao ragazze!!Per festeggiare le 100 recensioni vi posto l’inizio
del prossimo cap che è lunghissimo!!!
per__TiTtA__:grazie
per il complimento!!!Il problema è che sto postando molto più di un cap al giorno(credo che oggi sia già il quarto che posto…);non
vorrei mai oberarvi di lettura!!
Capitolo 12. Patto(prima parte)
Rimasi con lei tutta la notte.
Non mi allontanai neppure per un attimo. Tutto di me era con lei:il mio sguardo, il mio corpo, la mia mente.
Percepivo il suo respiro caldo e dolce come il miele sulle mie labbra, i suoi
capelli sul mio viso, le sue piccole mani sul mio petto.
Avevo bisogno di tutto questo, avevo bisogno di lei…della sua esistenza.
Ma sarebbe stato sufficiente saperla viva, seppur lontana da me?
Mi avrebbe mai perdonato per la proposta che ero intenzionato fare a Jacob? E per
non desiderare “questo figlio” come lo desiderava lei?
Nel buio della notte questi interrogativi assumevano le sembianze di ombre
scure, spettrali, che si frapponevano fra me e Bella, il mio amore.
Il silenzio assordante della mia mente mi faceva impazzire molto di più del
vociare giornaliero.
Solo con le mie domande senza risposte. Solo con una delle scelte più difficili
della mia vita. Solo con la mia unica ragione di esistenza.
Lei. Il motore delle mie azioni e delle mie decisioni.
Lei. Il motore del mio cuore senza vita.
Lei. L’unica vita davvero importante per me.
Si svegliò di soprassalto poco prima dell’alba.
Aprì piano gli occhi, stropicciandoseli con le mani. Mi sorrise. Una fitta al
petto mi ricordò quanto mi sentissi vivo…vulnerabile come un umano. -Buongiorno-, disse, cercando tra le mie braccia il
dolce rifugio, che fino a qualche istante prima era stato l’incoscienza del
sonno.
-Come va oggi?-, chiesi, apprensivo come al solito.
-Mi sento bene. Molto bene. Sicuramente il merito è tuo che non mi hai
abbandonato per tutta la notte-, disse, fregiandomi di un merito che non
sentivo di possedere.
-Mi fa piacere-,risposi, lieto solamente che si
sentisse meglio. E,in effetti, i segnali che il suo
corpo mandava facevano presagire un miglioramento del suo stato di salute.
-Ho un po’ di fame-, disse, nascondendo ancora di più il suo viso nel mio
petto.
-Scendiamo allora!O preferisci che ti porto qualcosa qui?-, chiesi. Era il
minimo che potessi fare. “Tutto per lei”, mi ripetei.
-No, no. Scendiamo. Non voglio essere scortese con gli altri-.
-Bella!Nessuno pensa che tu sia scortese. Puoi fare quello che vuoi, quello che
ti senti-, ribadii alla sua sciocca preoccupazione.
-Va bene, ma scendiamo lo stesso-.
-Come vuoi-, dissi allora, e mi allontanai da lei per sollevarla e portarla
giù, nel salone, dove il divano era pronto ad accoglierla. “Finalmente, mi stavo innervosendo. Era ora che scendessero”.
Rosalie. Sempre pensieri gentili, soprattutto di prima mattina. Le sorrisi beffardo, felice che Bella avesse deciso di
allontanarsi da lei per stare con me, seppur per una notte. La adagiai sul
divano e mi sedetti accanto a lei. -Ciao-, salutò Bella, sfoggiando uno dei più bei
sorrisi che avessi mai visto.
-Ciao tesoro-, la salutò Esme, avvicinandosi per
darle un bacio sulla fronte.
-Ti trovo bene, oggi-, osservò mio padre. “Stare con
Edward le fa proprio bene. Ormai dovrebbe essere chiaro. Lui è la sua felicità”.
Guardai torvo mio padre. Non era felicità quella che
stava provando Bella. Era un’apparente sollievo dalla
distruzione. Felicità era tutt’altro. Sarebbe arrivata, a breve. Non sapevo
ancora come mettermi in contatto con Jacob, ma al più tardi nel pomeriggio,
avrei parlato con lui.
Rosalie portò a Bella dei dolci per colazione. Io avevo già dimenticato il motivo
per cui eravamo scesi, preso dal mio pensare su come agire nel pomeriggio.
Perdevo colpi. Non era da me tralasciare uno dei bisogni primari di Bella. Ma
Rosalie era attenta e premurosa con lei. Questo dovevo ammetterlo.
La osservai mangiare lentamente, sperando che questa volta il mostro che era in
lei le permettesse di nutrirsi senza crearle problemi.
Ma ,come non detto, poco istanti dopo, un conato di
vomito la pervase e, come il giorno prima, gli illusori miglioramenti di Bella
scemarono in poco tempo.
-Maledizione!-, esclamai. Non sopportavo di vederla piegata dal dolore. Non
lei, non aveva fatto nulla per meritarsi una simile pena.
Alzai lo sguardo e incontrai quello di Bella. Era dispiaciuta. Dispiaciuta di
causarmi dolore. Insopportabile.
“Stupido!La spaventi così”, pensò Rosalie. Mi accasciai vicino a Bella.-Scusa-, sussurrai, mentre lei accarezzava il mio viso.
“Un cane?!”, pensò improvvisamente Rosalie. Mi
guardai attorno disorientato dalle sue parole. Poi sentii.
“Che odore!Vampiri puzzolenti
!Finché c'era Bella questo odore era sopportabile ma ora...che razza di schifo”.
-E' Jacob!-, dissi certo, dopo aver sentito i suoi pensieri. Non ci potevo
credere. Jacob. Non serviva cercarlo. Era venuto lui. Un problema in meno. “Sanno che sono qui. Splendido. Meglio
incamerare più aria pulita possibile prima di entrare in quell'atmosfera
impregnata del loro disgustoso odore. Bleah!Insopportabile”.
-Apro io-, disse Carlisle dirigendosi verso la porta.”Questa non ci voleva”, pensò, allo stesso tempo.
Invece ci voleva eccome! Perlomeno era quello che volevo io. -Salve Jacob. Tutto bene?-, chiese gentilmente. “Il dottore...non riesco ad avercela con lui.
Speravo ci fosse Edward...così avrei potuto spalmarlo
subito per terra...tanto per mettere in chiaro subito le mie intenzioni”.
-Certo, certo. Mi è giunta voce che sono tornati...-. “Potrei atterrarlo ora, ci metterei pochi istanti.
In questo modo entrerei velocemente in casa e forse potrei avere il tempo di
individuare Edward per finire il mio operato. Al diavolo gli altri, voglio lui...”. -Jacob torna a casa. Non è il caso che tu stia qui.
Ne parliamo in un alto momento-, rispose cortesemente mio padre.”Non è il momento per affrontare Jacob, per nessuno,
tantomeno per Edward”.
“Ma è stordito o cosa?Pensa che posticiperei il confronto con loro?”.
-Ma è Jacob?Facciamolo entrare, io non ho nulla da nascondere-, intervenne
Bella, dopo essersi ripresa dal torpore in cui si trovava e aver ascoltato
attentamente la voce che proveniva dall'esterno.
“Bella!La voce di Bella, è come la ricordo:limpida,
anche se un po' rauca, come sempre. E' una voce da umana. Molto
diversa da quella che ho sentito nei neonati la primavera scorsa ”.
-Vieni Jacob, entra-, urlò Bella. “Il dottore è preoccupato. Bene. Renderà le
cose più facili saperlo irritato. E Bella?Come sarà Bella?Affamata?Irritata?...non so se sono pronto a vederla…”. -Permesso-, chiese. “Ce l'ho dietro!Non è una scelta vincente.
Odio avere un nemico alle spalle .Si, ma è il dottore.
Non farebbe male ad una mosca. Posso stare tranquillo e concentrarmi sugli
altri!”
Tenevo sotto controllo attentamente i pensieri di Jacob, nel caso avesse
intenzione di fare qualcosa di avventato. In fin dei conti non sapevo a quale
conclusione fosse giunto. La più probabile era che pensasse che la malattia di
Bella fosse una scusa per nascondere la sua trasformazione. E in realtà
nascondeva qualcosa, ma non di certo la sua trasformazione.
Non lo guardai. Continuai a tenere gli occhi bassi, fissi. Non ero ancora
pronto ad affrontarlo. Non volevo staccarmi dal centro del mio mondo. Ero
rimasto a vegliarla tutta la notte. Avevo deciso di andare a cercare Jacob e
soffrivo al solo pensiero di allontanarmi da lei. Ma non era stato necessario.
Mi aveva preceduto. Era qui. E io avrei avuto la mia occasione.
La sua visita si era rivelata tempestiva e provvidenziale. Mai come in quel
momento avevo desiderato di vederlo.
“Edward?Dannazione...ma che ha?Cos'è successo?Non
l'ho mai visto preso in quelle condizioni. Bella?Cos'ha?Solo lei può averlo
ridotto in quello stato. Guarda dov'è?Ma come è messa?Si è rimpicciolita. Non
era una bugia. Sta male sul serio e...è umana. Senti
che profumo. E' umana.
Ma sta male!Cavolo se sta male. Sembra uno spettro. E' proprio magra, tesa
tirata. Sembra che la pelle possa esplodere da un momento all'altro lasciando
scoperto le sue ossa spigolose. E' realmente malata. Tanto
malata. Charlie aveva ragione. Il dottore per telefono non ha mentito.
Più leali di quello che pensavo. E la bionda che ci fa vicino a Bella?Sembra la
sua sentinella”
Acuto Jacob. Osservazioni perfettamente in linea con l’evidenza. Ma l’evidente
era nulla al confronto al mio immenso dolore. “Bella ha paura di lei. La teme. Perché la
lascia stare così vicino?E la bionda come la guarda?Che sguardo è quello?Gentilezza,
premura?Che diavolo sta succedendo qui?No, no...Bella
ha paura di Rosalie…lo so…”.
Jacob era confuso. Come me d'altronde. Come tutti.
Mi alzai, per aiutare Bella a sedersi. Era peggiorata negli ultimi minuti. Non
era in grado di alzarsi senza l'aiuto di qualcuno. Si aggravava a vista
d’occhio, perlomeno secondo i miei.
“Potevo farlo io”, pensò Rosalie, cercando di intervenire.
Quanto mi urtavano i suoi pensieri!Avrei preferito che fosse lei, per me, una
muta mentale. Non Bella. Se avessi potuto leggere la sua mente avrei conosciuto
subito le sue intenzioni riguardo alla gravidanza e sarei potuto intervenire,
senza portarla a casa da Rosalie. L’avrei convinta a desistere alle sue
intenzioni.
Non la badai, come accadeva spesso ormai, e mi riappoggiai a Bella. Sentivo
sempre più spesso il bisogno di sentire il suo profumo, la morbidezza della sua
pelle, il calore del suo corpo. Temevo che fossero gli ultimi istanti in cui
potevo godere di tutto questo che più amavo al mondo.
Il movimento fatto poco prima per sedersi le causò una fitta al ventre e
l’ennesimo attacco di vomito. Prontamente Rosalie intervenne accostandole la
bacinella sotto al mento.
Non sopportavo più di vederla agonizzante?Per cosa poi…non trovavo
giustificazione al suo dolore.
Mi inginocchiai di fronte a lei, vulnerabile e inerme, incapace di chiedere
nuovamente scusa per tutto il dolore che le stavo provocando. Attendevo una
reazione da lei, una punizione che sentivo di meritare. Ma ogni suo gesto era
intriso di riconoscenza e amore.
Mi accarezzò una guancia. Mi stupivo sempre di quanto amore riuscisse a darmi
nonostante tutto quello che le avevo e che le stavo provocando.
-Mi dispiace Jacob-, sussurrò, continuando ad
accarezzarmi per tranquillizzarmi.
“Cane stai lontano da lei. Anche da te la devo difendere
ora” pensò Rosalie, parandosi davanti a Jacob
che stava lentamente avanzando verso Bella.
-Lascialo stare,Rose.-,
brontolò Bella, in risposta all’attacco di Rosalie.
“Certo, certo. Lasciamo interferire anche lui con questa
storia”, pensò, tornando a vegliare su Bella.
“Forza Jacob!E' il momento di affrontarla...puoi
sapere qual è il problema”. -Cos'hai Bella?-, chiese inginocchiandosi di fronte a
lei.
“Piccola, cosa ti ha ridotto così?Possibile che non ci sia nulla per farti
star meglio”, pensò accarezzandole una mano. Avrei voluto ringhiargli
contro, dirgli di non toccarla, ma quale diritto avevo io di pretendere una
cosa del genere da Jacob che di sicuro l'aveva fatta soffrire molto meno di
me?Mi dava fastidio che lui la toccasse, certo, ma non potevo dimenticare che
stavo per fargli una proposta che, in caso di accettazione, sarebbe andata
molto al di là di una semplice carezza alla mano. Ricacciai giù il veleno che
per la rabbia si era accumulato tra le mie labbra.
Bella...Bella...tutto per Bella!Avrei sopportato
qualsiasi cosa per lei pur di renderla felice.
“Che mano gelida!”.
-Bella, non stai bene vero?-.
“Cavolo Jacob!Che domande idiote che fai!Certo che non sta bene!Lo vedrebbe
anche un cieco”.
-Non sai quanto sono felice di vederti Jacob-.
Certo che era felice di vederlo. Era la sua scelta conveniente, che le avrebbe
garantito felicità.
Speravo che, finalmente, Bella l'avesse capito. Doveva scegliere lui, fin da
principio. Non sarei mai dovuto tornare da lei...mai.
Bella tornò ad accarezzarmi dolcemente.
-Dimmi che hai Bella-, richiese Jacob. “Non riesco a capire. Cosa può averlo
ridotto così. Deve essere una cosa grave per averlo annientato in quel modo. Non mi aspettavo di trovarmi una scena del genere”.
-Mi aiuti Rose?-. “Stupido cane!La farà sicuramente stancare. Mi auguro non voglia fermarsi a lungo”.
-Dai Rose-, insistette Bella, notando la tensione tra lei e Jacob e la
riluttanza di Rosalie nel fare quello che le aveva appena chiesto. Io non alzai
mai lo sguardo, ma sentivo chiaramente gli insulti mentali di Rosalie e sapevo
che , se non fosse stato per Bella, avrebbe
immediatamente attaccato Jacob.
“Vai al diavolo cane!Mi tocca pure agevolarti le cose”.
Sentii Rose sporgersi verso Bella per aiutarla a sollevarsi. Io non mi mossi.
Odiavo quella circostanza. Non ero pronto ad allontanarmi da lei, seppur per
pochi secondi. Affondai sul divano, occupando lo spazio che prima era occupato
da lei, sperando che non rimanesse vuoto a lungo.
-Non serve che ti alzi-, si affrettò a precisare Jacob.”Sei così debole”. -Jacob!Se vuoi delle risposte questo è l'unico modo-,
rispose stizzita.
“Risposta tipica!Finalmente riconosco la tenacia della mia Bella”.
In un'altra occasione avrei desiderato strozzare Jacob. Mia?Era un aggettivo
utilizzabile solo da me,se riferito a Bella. Ma
ora...ora non sapevo più niente. Certo, per me era senz'altro ancora solo mia...ma per il suo bene avrei rinunciato a lei facendola
diventare la”Bella di Jacob”. Era quella la proposta che ero intenzionato a fargli.
A breve. “Non è possibile. Non è possibile. Non è
possibile...non ci credo...no...C'è un'altra
spiegazione...cavolo!Deve esserci!Neppure un mese…meno… venti giorni dal
matrimonio…mi sbaglio, deve esserci un’altra spiegazione, deve…Incinta no…”
E il pensiero di Jacob era corredato da immagine molto vivide di me e Bella
assieme. Nel modo in cui avevo sempre immaginato, e che era stato semplicemente
sublime. Ma il modo in cui lo immaginava Jacob era molto più simile ad una
violenza. Una violenza su un corpo labile, fragile, consumabile, da parte di un
mostro senza scrupolo e con il solo bisogno di possederla. Io dentro di lei. Un
momento indimenticabile che si era ben presto trasformato in una terribile
realtà. “No, non lo capisco. L'avevo avvertita. Sapeva
che era pericoloso. Perché con lui, perché?Si è dimostrato per quel mostro che
è...e ha messo radici in lei. Parte del mostro ora è
in lei, si nutre di lei, la consuma, la logora...vita
per un'altra vita...i mostri come lui vivono in questo modo...nutrendosi della
vita delle loro vittime...è un parassita...la sta facendo
morire...No...No...non deve...Bella...no...la realtà è peggiore delle mie già
pessime aspettative...”.
Alzai lo sguardo, puntandolo dritto verso Jacob. Il suo pensiero. Aveva montato
in me una rabbia che cercavo di reprimere da giorni. Nulla, non potevo fare
nulla. Aveva semplicemente ragione. Era giunto il momento di affrontarlo. Mi
alzai lentamente, soffrendo attimo per attimo nel distaccarmi da Bella. Quando
sarei tornato la situazione sarebbe cambiata, e io non volevo perdermi neppure
un istante dei suoi respiri.
“Dire che è preso male è poco…è posseduto dalla sofferenza. Ma è così che deve essere…troppo poco in realtà rispetto a quello
che sta facendo a Bella”.
-Vieni Jacob-, ringhiai, senza volerlo. Non era
quello il tono che avrei voluto dare alla mia richiesta, ma l'insofferenza per
quello che stavo per fare non mi permetteva di essere più gentile.
Si alzò, lanciandomi uno sguardo ansioso.
“Era ora che ti decidessi ad affrontarmi, succhiasangue”.
-Certo-,
risposi alle sue mute speranze. Emmett si piazzò al mio fianco, Jasper alle mie
spalle. Non volevo coinvolgerli. Era una questione tra me e Jacob. La mia
famiglia non aveva idea del motivo per cui volessi parlare con lui, ma immaginavo
temessero uno scontro fisico. Ma nulla di tutto questo era nelle mie
intenzioni. Volevo implorarlo, supplicarlo di aiutarmi con Bella. “Tre contro uno. Morirò con onore.
Rimarranno solo resti di me, ma almeno avrò lottato per qualcosa che amo. O
magari no...la rabbia che provo è troppo
grande...forse sarà sufficiente per farli fuori tutti quanti...beh, tranne le
due morette là in fondo. Non le toccherò se non reagiranno, ma la bionda, la
bionda...intavolerei volentieri con lei un
combattimento...”.
-Per favore Edward, no!Lascia perdere!-, disse Bella cercando di avvicinarsi a
me, ma perse l'equilibrio. Rose la aiutò facendola stendere nuovamente sul
divano.
“Che intenzioni ha Edward?Forse ha ragione:se non
fosse per Bella, uscirei anch'io per dare una lezione al cane. Cosa c’entra lui?Perché vuole intromettersi in cose che non lo riguardano…stupido
cane”, pensò Rosalie.
Mi chinai verso Bella, sfiorandole il viso per tranquillizzarla.-Tranquilla amore, voglio solo parlargli, nient'altro-.
Annuì silenziosa, non prima di avermi osservato a lungo. Probabilmente voleva
cogliere se stessi dicendo il vero. Si accasciò nuovamente sul divano e Rosalie
la aiutò a mettersi meglio. Cercò chiaramente lo sguardo di Jacob che aveva
tutt’altre intenzioni rispetto a me. “Maledetto!Come può continuare a toccarla in quel modo, e
come può lei continuare ad accettare tutto questo. Io lo uccido, ora...non ce la faccio a vederla così”.
-Va bene allora. Ma tornata presto e non fate nulla di male. Vi voglio interi
al ritorno-, acconsentì Bella.
Aveva capito che non ce l'avevo con Jacob e che non gli avrei fatto niente. Lui
non le rispose, ma il motivo, dai suoi pensieri, fu subito chiaro:non voleva fare promesse che non era in grado di mantenere.
Il suo desiderio più grande era mettere fine alla mia esistenza, mettere fine
alla vita del succhiasangue che aveva ridotto in fin
di vita la sua amata. Glielo avrei lasciato fare...ma
non era quello il momento. Se Bella fosse morta non avrei chiesto altro.
Buongiorno ragazze!!Vi lascio la fine del capitolo!!Spero vi
piaccia!!Grazie come sempre a tutte per avermi inserito nei preferiti, seguiti
e per aver commentato!!Fatemi sapere se vi sembra troppo confuso con i pensieri
mentali di Jacob o se tutto sommato è abbastanza chiaro!!!
Vi lascio alla lettura, buone giornata.
Capitolo 12.Patto(seconda parte)
Mi incamminai lentamente verso
l'esterno.
” E' proprio
alienato. Fantastico!Sarà più facile del previsto. Ma non devo
continuare a pensare di attaccarlo. Lui lo saprebbe. Non devo scodarmi che è un
succhiasangue leggi-menti. Dovrò
attaccarlo e basta, senza premeditazione”.
-Basta Jacob. Non mi farò uccidere da te...oggi.
Dovrai aspettare ancora un po’-, sussurrai, senza voltarmi.
“Che me ne frega!Io ti uccido quando mi pare...maledetto
vampiro”.-Come se m'importasse dei tuoi tempi...-.
Continuai a camminare con Jacob alle spalle. Potevo sentire il calore che
irradiava il suo corpo investirmi, come per ricordarmi l'inferno che stavo
vivendo. Le pulsazioni del suo cuore erano aumentate, come l'intensità del suo
respiro. Stava ribollendo di rabbia e mancava poco alla trasformazione. Non
volevo accadesse. Volevo parlare con Jacob umano. Sarebbe stato più difficile
trattare con un cane. Era il momento di affrontarlo.
E quanto mi costò l'azione di voltarmi per supplicarlo di aiutarmi!
“Non mi freghi Cullen!Spero per te che tu non stia
preparando un agguato... non mi sono mai sentito così pronto...o
così motivato...ho voglia di uccidere...”.
Mi fermai e contemporaneamente mi voltai, immobilizzando Jacob con lo sguardo.
Indietreggiò col capo, quasi non si aspettasse una simile reazione da parte
mia. Avrebbe sicuramente preferito affrontarmi in una situazione diversa,
piuttosto che dover fare i conti con la mia sofferenza e l’annientamento di me
stesso. Credeva di trovarmi pieno della solita mia
sicurezza, invece...niente di tutto questo era rimasto. Tutto demolito, tutto
annientato, annullato...sicurezze, certezze,
futuro...Bella...ogni cosa stava morendo davanti ai miei occhi. Compresa Lei...la mia ragione di esistenza…
E il mio sguardo rispecchiava tutta la mia infelicità interiore che si stava
riversando improvvisamente all'esterno, come se finalmente avesse trovato lo
sfogo, a lungo tenuto nascosto, per non far ulteriormente aggravare le
condizioni di Bella.
“Cullen così no...non me
l'aspettavo!Dannazione...è difficile attaccarlo in
questa situazione. E' tormentato...come posso capire cosa sta provando...Bella...devo sapere...devo chiedere...lei ora ha
importanza...solo lei”.
-La sta uccidendo?-, chiese. Cosa più ovvia non poteva chiedere.
“La sto perdendo...questa volta per sempre...non
esisterà più la mia Bella...e tutto per colpa sua!Maledizione...perché non mi
ha ascoltato...poteva essere tutto diverso, tutto...”.
-Si, è colpa mia-, risposi, ribadendo i suoi pensieri.-Solo e tutta colpa mia-.
E crollai.
Niente più mi teneva in piedi.
Nessuna motivazione. Nessuno scopo. Nessuna ragione. Desideravo scomparire. La
mia esistenza era contro natura. Ero un abominio. Non dovevo essere presente
nella vita di Bella. Non avrei mai dovuto cedere alle mie emozioni, mai...avrei dovuto farlo per lei...invece...ora mi trovavo di
fronte al mio rivale, a pochi giorni dalla preannunciata scomparsa della mia
amatissima moglie, per implorarlo di convincerla a rinunciare a mio figlio,
promettendogli in cambio di scomparire per sempre. Assurdo.
“Si dannazione!Hai detto bene...colpa tua”.
-Si-, continuai,-sta morendo-, dissi esalando l'ultimo
respiro che mi era rimasto. Stavo soffocando. “Maledizione Cullen.
Ti arrendi così, senza combattere...non me lo sarei mai aspettato. Come può non
fare niente per lei, per salvarla...deve esserci un
modo...Tira fuori la tua arroganza succhiasangue...non
voglio ucciderti senza vederti combattere”.-Non dirmi che non potete fare
niente!Carlisle è un dottore...ci
sarà un modo per estrarre quella cosa da Bella, deve esserci...-, disse irato.
Anche la risposta a questa osservazione mi pareva ovvia, e risposi usando un
tono che glielo facesse comprendere.
-Bella non vuole-. “Tipico di Bella!Morire per dare un figlio al mostro.
Per dare un mostro al mostro...certo, certo....per
Bella non è un mostro, non lo vedrebbe mai in questo modo. Il desiderio di
avere un figlio vale la pena che sta passando...Dannazione
Bella!!!Perché, perché...”.
-Sicuramente tu la capisci meglio di me. C'è una sintonia speciale tra voi. Tu
hai capito al volo perché Bella vuole tenerlo. Io no. Per tutto il viaggio di
ritorno non ho capito il significato del suo silenzio finché...finché
non l'ho vista gettarsi tra le braccia di Rosalie. E allora ho capito...ho dato finalmente un significato al suo silenzio. Tu no
Jacob, l'avresti capito subito...-. “Cosa cavolo sta dicendo. Mi sono
perso...non lo seguo più...reset...calma
Jacob...calma...”.
-Non ho capito:Bella non vuole?-, chiese ridendo
nervosamente,ovviamente interdetto da una simile risposta.-Prendetela,
narcotizzatela e toglietele quella cosa, per dio!Siete stupidi o cosa?Non ha la
forza fisica necessaria per opporsi a voi...siete vampiri, maledizione!E per
una volta fate quello che più siete capaci:abbattete i vostri obiettivi-. Come
se non avessi fatto un simile pensiero, come se non ci avessi provato...
-Lo so. Ne avevo parlato con Carlisle...-.
“E allora?Che maledetto impedimento c'è?Motivi etici...Perché
non farlo ora, subito, all'istante...potrei aiutarli”.
-Non è quello che pensi il motivo-, risposi ai suoi pensieri,-Rose
si è messa in mezzo, quasi impedendomi di stare vicino a Bella!La protegge, o
meglio protegge il “bambino”, non ce lo permette-.
“Bene...capisco...anche la bionda ha trovato un
ruolo nel quadretto devastante che poco prima ho visto...ma io uccido pure
lei...e che cavolo vuole da Bella?Spera di vederla morire lentamente dilaniata
dal mostro dentro di lei?E' questo il suo scopo...perché proteggerla
altrimenti?”.
-No, non è quello il motivo...e poi Emmett è dalla sua parte e anche Esme.
E dubito che Carlislemi aiuterebbe
conoscendo la posizione di Esme...-, dissi,
improvvisamente svuotato di ogni energia che mi fosse rimasta.
-Era meglio che Bella stesse con me-.
Quelle parole mi colpirono, affondandomi. Nessun pensiero le aveva
preannunciate, ed erano arrivate pungenti fino a me cogliendomi impreparato. Si, lo sapevo. Ed era quello il motivo della discussione con
Jacob. Non gli avevo lasciato Bella quando avrei dovuto, sopraffatto dai
sentimenti che provavo per lei e che lei provava per me. Avevo creduto che
questo bastasse per poter credere in un futuro assieme. Ma non avevo fatto i
conti con la mia natura intrinseca di vampiro. Ora era giunto il momento di
aiutare il destino a fare la scelta giusta. Ci avevo già provato, con troppa
poca convinzione. Ora non avrei più avuto ripensamenti. Non m'importava di
quello che mi sarebbe accaduto. Stavo consumando l'ultimo anelito che mi era
rimasto per chiedere a Jacob di salvare Bella e di prendersene cura per la
vita. Io mi sarei eclissato, vegliandola da lontano, assicurandomi che stesse
bene e fosse abbastanza felice. Avrei trascorso gli ultimi anni della mia vita
così, nell'ombra, godendo della sua esistenza e nel saperla serena.
-Si, sarebbe stata la scelta migliore-, risposi, cercando di fare uscire dalla
mia gola in fiamme l'ammissione di colpevolezza per il mio sbaglio più grande.
“Succhisangue...ora lo dici maledizione!L'hai
sempre saputo che era la scelta migliore per lei, ma no, prima hai dovuto
mettere ulteriormente in pericolo la sua vita mettendola incinta di un succhiasangue come te...maledizione
Cullen”.
Colpito. Aveva ragione. Chiaramente e profondamente ragione. Una ragione che
colpiva per la sua chiara semplicità ed evidenza. L'avevo nascosta a me stesso,
beandomi dei mie sentimenti verso Bella, credendo che
avrei potuto tutto, controllandomi e tenendo sotto controllo la mia natura.
Avevo creduto tante cose. Persino di essere superiore al resto del mondo,
vantandomi della mia natura e dei miei poteri. Ma di fronte ad una vita che
scivola via davanti agli occhi, senza poter nulla per evitarlo, cosa si è se
non spettatori impotenti di un gioco crudele?Gioco crudele che avevo iniziato
io...e che stava a me concludere, nel modo migliore
che mi fosse concesso, evitando vittime inutile...Ma davanti all'evidente
ragione di Jacob c'era un'alta evidente giustificazione per quello che era
successo.
-Non pensavo potesse accadere-, risposi, tentando di motivare, per quanto
impossibile fosse, la situazione in cui avevo intrappolato Bella.-Non era mai accaduto che un' umana e un vampiro stessero
assieme come è accaduto per me e Bella...non lo sapevo...non lo sapevamo-,
ripetei rassegnato.
-Neppure che l'umana sarebbe stata ridotta in fin di vita-, notò.
-Neppure questo sapevamo-, confermai.-Esistono vampiri
che si “nutrono” della vittima in quel modo, ma il tutto è seguito dalla morte
della stessa...Incubi, Sadici, Succubi...per loro è un divertimento prima del
banchetto finale...-, mormorai.
“Disgustoso...e terribile. Perché Bella,perché...”.-Allora esiste un termine esatto per
definirti-, osservò.
“Ti ammazzo con le mie mani se Bella muore per colpa tua...maledetto...non
ti basta averle preso il cuore, non ti basta sapere che sarà tua per
sempre...no certo...anche della sua vita devi privarla...infame...vi uccido
tutti...tutti...”.
-Smettila Jacob. Il tuo odio non sarà mai paragonabile a quello che io provo
per me stesso-.
Non si rendeva conto che se Bella fosse morta sarei andato io stesso al suo
cospetto implorandolo di porre fine alla mia esistenza.
“Non credo che tu sappia quanto ti odio...sconfina
l’infinito”.
-E comunque non è continuando a pensare di uccidermi che salveremo Bella-.
-E cosa proponi,succhiasangue?-
Era giunto il momento. Cercai di incamerare tutta l'aria che mi era possibile
prima di parlare.
Non sapevo per quanto ancora sarei riuscito a rimanere lucido.
-Mi devi fare un favore-.
-Non esiste-.“Neanche morto...è impazzito”.
-Fallo per lei, non per me...-.
-No, ho fatto tutto quello che mi era possibile per tenerla lontano da te. Ha
fatto la sua scelta, non posso fare più niente per lei-.“Niente,
niente”.
-Parlale Jacob, ti prego. A te darà ascolto. Avete un rapporto molto profondo,
vi capite con uno sguardo. Crede di poter resistere ad una gravidanza del
genere, crede che, come al solito, io la stia sottovalutando e la voglia
proteggere da un pericolo inutile, o forse no...non lo so...non so più niente.
Sai com'è...è testarda, non cambia idea
facilmente...prova a convincerla...-.
“Come potrebbe dare ascolto a me?Non l'ha mai fatto… mai...E
dio sa quanto avrei voluto che non fosse mai partita per l'Italia lasciando il succhiasangue al suo destino...ora tutto sarebbe
risolto...nessun problema”.
-E cosa ti fa pensare che io riuscirei a convincerla?-“Spiegamelo Cullen, perché io non ci arrivo”.
Era il momento di sputare la mia idea. Non sarei mai stato pronto per una
proposta del genere.
Bella.
Bella sana.
Bella felice.
Bella al parco con i suoi figli.
Bella con le gote rosse e il respiro affannato mentre rincorreva i suoi
bambini.
Bella a casa con la sua famiglia.
Bella con Jacob...
Questo era il futuro giusto per lei. Il futuro che fin'ora non aveva avuto ma
che sarei riuscito a dargli. Attraverso le mie scelte e le mie decisioni. Nulla
è impossibile. Jacob avrebbe fatto di tutto per lei, lo sapevo. L'avrebbe amata...quanto basta. L'avrebbe protetta durante l'avanzare della
sua vita. Le avrebbe dato una vita normale. Avevo sbagliato, ma a tutto c'era
rimedio.
E il mio era davanti a me. “Si è bloccato?Non parla più!!Fra un po' crolla di nuovo.
Non l'ho mai visto così..E' impazzito, anche se non
sono certo che a quelli come loro possa accadere una cosa del genere”.
-Neanche di questo ho la certezza, ma visto quello che mi sta accadendo è
possibile...-, dissi, rispondendo alla sua
osservazione mentale. Scossi la testa scacciando il brutto pensiero di Bella
sconvolta dalle mie reazioni avventate e dettate dalla pazzia che avevano
affollato la mia testa nei giorni scorsi.
-Non posso farmi vedere in questo modo da lei. E' molto sensibile...alle mie reazioni. E la fa peggiorare vedermi stare male.
Non devo essere un peso anch'io per lei. Quindi devo cercare di controllarmi...ma questo non c'entra nulla...devi parlarle Jacob...ti
ascolterà-.
“Non capisco...”.
-E cosa dovrei dirle Cullen?Come pensi che la posso convincere a liberarsi di quella
cosa?Come?Dicendole che morirà?Penso lo sappia già. Dicendole che è una stupida
per pensare di darti un figlio?...anche questo
scommetto che lo sa già. Illuminami...cosa dovrei
dirle?-.“Sentiamo genio...”.
-Dalle ciò che vuole, dalle l'alternativa...-.
“Cosa sta dicendo?...”. -Jacob, se vuole dei figli li avrà. Non ora
però...non questo...potrà averli in futuro, offrile
ciò che vuole, anche dei cuccioli se questo servirà a tenerla in vita...questo
è quello che conta-, dissi. E la mia voce riacquistò quel vigore che serviva
per dimostrare che la mia era l'unica proposta possibile.
Alzai lo sguardo, cercando quello di Jacob.
“...anche dei cuccioli se servirà a tenerla
in vita...”.Continuava a ripetersi quello che gli avevo appena detto senza
sviluppare un pensiero diverso che mi aiutasse a capire se intendeva o meno prendere in considerazione la mia proposta. Mi
fissava stranito finché la sua espressione cambiò, indicandomi che aveva
compreso la mia offerta. Quindi continuai.
-E' l’unico modo. Morirà altrimenti. Ti prego:falla
ragionare. Convincila a liberarsi di quel mostro succhiavita
che tiene in grembo. Non so come fare altrimenti, non so come intervenire e il
tutto è aggravato dalla presenza di Rosalie che non fa altro che tenermi sotto
controllo. Lei vuole “lui”, non gliene importa niente di Bella e della sua
vita-, sibilai.
“Cosa?Cosa?Cosa?Non capisco...ma che vuole da
me...che la convinca a liberarsi del suo mostro e poi cosa dovrei fare
io?...darle un figlio in modo che non rimpianga di non poterne averne altri. E
io cosa sarei?Una sorta di padre in affitto che si rende disponibile per una
prestazione sessuale in modo da permettere alla donna che amo e al suo succhiasangue di fare i genitori felici?Che razza di
proposta è?No....oppure che si fa?Si divide Bella?Metà
settimana a lui metà a me?...No...no...no...che proposta di mer...”.
-L'unica cosa importante è la sua vita, nient'altro-, dissi, interrompendo i
suoi pensieri.
-Non ti ho mai sentito dire niente di più inverosimile. E' una proposta assurda
a dir poco-. -Jacob, sai che ti vuole bene-.
-Non nel modo giusto, o perlomeno non quanto basta-.
-Dobbiamo cercare di trovare un'altra soluzione e questa mi sembra l'unica
possibile. Vuole un figlio ed è disposta a morire pur di averlo. Possiamo
offrirle un'alternativa più semplice. Se vuole un figlio lo avrà, ma non al
posto della sua vita...-
“E' fuori completamente. Come può pensare che Bella rinunci a questo
figlio...non la capisce, non la conosce...si
aggrapperà a questa decisione con tutta la forza che ha sempre dimostrato di
avere per le cose che ama...”.
-Non lo capisci vero?Non la conosci abbastanza...-.
-Sarà difficile, lo ammetto, ma basterà parlarle, convincerla...Jacob
è questo che dovrai fare. A te darà ascolto-.
“Non..non...no...non è il caso che ci
pensi...no...non è possibile...non si fa...non glielo chiedo...ma cosa
vuole...noleggiarmi Bella per poi riaverla incinta. E' sbagliato. Non si fa. E'
una cosa perversa...non devo e non voglio pensarci...maledizione
però...che tentazione...Bella su di me... le sue labbra...il suo corpo
caldo....il suo viso...i suoi ansiti...no...no...eppure lo vorrei...Bella in
salute...Bella felice...Bella e mio figlio...Bella e io...”.
-No, no...non posso, non mi darà mai retta. Non so come hai fatto solo a
pensarlo-.
-Almeno provaci-. Lo dissi sapendo bene che la proposta lo tentava. Le sue
immagini mentali di poco prima circolavano ancora nella mia mente, incuranti
della nausea che mi provocavano. Bella con un altro?Con Jacob...non l'avrei
sopportato. Lei era mia, solo mia. Solo io potevo averla in quel modo. Ma in
questo caso c'era in gioco la sua vita. Una posta troppo alta per lasciarmi
sopraffare dalla gelosia e dal senso di possesso che sentivo verso di lei. Ci appartenevamo.
Si appartenevo a lei. Per sempre.
Ma tutto pur di vederla vivere.
Ogni cosa per lei, in cambio della sua esistenza.
Non mi serviva altro.
Il resto era nulla in confronto.
Nulla.
-Maledizione come ti vengono certe idee perverse Cullen,
eh?-
-Da quanto ho saputo che voleva tenerlo ho tentato di tutto. Mi sono
arrabbiato, l'ho supplicata, pregata, minacciata...e
poi ho pensato a te. Sarei venuto a cercarti se non fossi venuto qui oggi. Sei la mia ultima speranza. Provaci Jacob...Dobbiamo fare in fretta. Non c'è molto tempo. La
gravidanza procede velocemente e presto non rimarrà più molto da fare per lei,la sta consumando..-
-Che razza di roba è?-
-Non lo so. Ma la sta distruggendo. E' molto forte, molto più di lei-
“Che schifo!Si ingrossa nutrendosi di lei..orribile...”.
-Ti prego Jacob,aiutami!Dobbiamo salvarla-
-E come dovrei fare?Devo mettere a disposizione una prestazione…,cosa?Non
accetterà mai-
-Chiediglielo,provaci.Nulla ci costa provare-. “Costa a me dannazione. A chi cavolo
interessano i miei sentimenti...si certo continuiamo a
dilaniare Jacob...”.
-Non saresti disposto a essere”dilaniato”un po’ pur di salvarle la vita?-.
-Sai che non accetterà mai-.
-Mi basta un 'attimo di esitazione da parte sua. Se
riuscirai ad insinuarle il dubbio, io sfrutterò al meglio la situazione...basta un attimo-
-Bravo!E poi come ti comporterai?Cosa le dirai?Si, era solo un modo per liberarti
del mostro succhiavita?-
-Tutto per lei. Se sente la necessità di avere un altro bambino, non mi tirerò
indietro. Non cambia la mia proposta-.
“No..no...Jacob...non devi prendere in
considerazione una cosa simile...no...non devi ascoltare questo pazzoide di un succhiasangue, non dovevi dargli retta...perché...uccidere
e basta...quello dovevo fare...ucciderlo..sei venuto qui per questo”.
- Non è ancora il momento. Non mi ucciderai per ora Jacob. Farebbe peggiorare
ulteriormente Bella, e non è ciò che voglio. E neppure quello che vuoi tu. Se
Bella morirà io per primo ti cercherò per supplicarti di porre fine alla mia
esistenza-.
-Sarà una supplica breve, allora-.
Sorrisi triste.-E' quello che voglio-, dissi.
-Allora è deciso?-, chiese. Annui e gli porsi la mano. Lui la strinse tra le
sue senza far nulla per nascondere il disgusto che provava.
-Perfetto, allora-, ribadì.
Ciao
ragazze!!!Come promesso altro capitolo e rispondo anche ai vostri commenti!!!
Trettra:ciao!!in realtà i
capitoli sono pronti fino al 17, perché è da un po’ che posto in un altro sito.
Comunque mi è piaciuto proprio il tuo commento e sono felice che i miei
capitoli risultino completi, chiari e ben scritti!!!Grazie davvero tanto per
leggere e recensire
Maja89:ciao!!io
ho iniziato a scrivere questa ff perché quando ho
terminato BD mi sono sentita vuota, come se mancasse qualcosa. E forse proprio
quello che mancava era la parte di Edward. Quindi ho iniziato ad immaginare
cosa poteva accadere. Non è facile scrivere questa ff,
anche se lo può sembrare, perché è molto difficile far combaciare il tutto con
BD, ma spero di riuscirci. Grazie mille per i commenti, sei troppo buona. Non credo
di avere il dono della scrittura. Mi piace è vero, ma non mi sento
particolarmente dotata!!Comunque mi fa piacere che lo pensi.
Linda88:ciao
Linda!!Sono felice che il capitolo risulti chiaro, non è stato facile
scriverlo!!Grazie mille per i tuoi complimenti!!!
Bellas:ciao!!Sono
felice che ti sia piaciuto il confronto tra Jacob e Ed!!Non ho capito se volevi
qualche spiegazione su qualcosa che Edward non ha detto a Jacob…non ho davvero
capito la domanda…scusa, sono un po’ imbranata. Fammi sapere se volevi qualche
chiarimento!!
Lisa76:ciao,
ho altri 4 capitoli, il quinto lo sto scrivendo. Quindi non ti preoccupare per
un po’ di giorni continuerò a postare. Sono felice che il capitolo ti sia
piaciuto!!
Tede:ciao,
sono contente che il capitolo sia chiaro da leggere. Grazie mille per il
commento.
Ok…fatto!!Ora vi lascio alla
lettura!!Mi raccomando continuate a dirmi che ne pensate e se avete qualche commento negativo fatelo pure!!!
Un bacio, Silvia
Capitolo 13. Sconfitta
Voltai le spalle a Jacob e tornai
in casa. I suoi pensieri erano confusi. Privi di una scelta precisa. Non aveva
ancora deciso se era il caso di accennare o meno del
nostro patto a Bella.
Io speravo lo facesse. Ormai eravamo un passo dall’inevitabile.
Mi piazzai al centro della stanza. Muto. Non alzai lo sguardo, continuai ad
osservare un punto inesistente in cerca di un appiglio per non disperare.
Martire della mia stessa volontà.
Ma potevo sentire lo sguardo di Bella interrogativo su di me.
“Perché mi ha chiesto una cosa del genere?Pensa di potermi manovrare a suo
piacimento…come vuole lui…e certo…dove lui non può arrivarci devo arrivarci
io…ingiusto…disgustoso...Bella…la voglio tutt’ora. Sto male ogni istante che passo lontano da lei…maledizione…”.E continuavo a sentire anche i
pensieri caotici di Jacob. -Jacob deve parlare con Bella…lasciamoli soli-,
dissi, strascicando stancamente le ultime parole.
“Cosa deve dirle…Edward…cosa gli hai detto?Giuro che te la faccio
pagare…falla star male e farai i conti con me”.Rosalie mi stava minacciando
mentalmente. Ma non me ne importava nulla, niente. Se tutto andava secondo i
miei piani poteva farmi quello che voleva. Nessuna cosa avrebbe avuto più alcun
senso.
-Come no!Non lascio da sola Bella col cane-, rispose Rose con tono a dir poco
sprezzante. Non poteva proprio farsi i fatti suoi e star fuori da questa
storia?Era un cosa impossibile da sperare. “Ma cosa crede?Che lascerei Bella indifesa e sola…non
esiste. Chissà cos’hanno tramato lì fuori. Sono
uno più sconvolto dell’altro…”.
La ignorai, come ormai era mia abitudine fare e mi rivolsi a Bella. Non staccai
gli occhi da terra.
-Bella?Jacob vorrebbe parlare con te!Ti va?O hai paura a rimanere sola con lui-,
chiesi.
Attesi la sua risposta per qualche istante.
-No, non c’è problema. Rose, lasciaci soli. Mi fa piacere parlare con Jacob-, rispose con voce stanca ma convinta.
“Ma che dice??No, no…non la lascio sola”.-Bella,
sei sicura. Potrebbe essere un modo per confonderti ulteriormente…pensaci bene-.
-Non credo, tranquilla Rose-.
-Rose, starai con me e Carlisle, potrai tenerci
d'occhio-, dissi, cercando in tutti i modi di lasciare via libera a Jacob.In
realtà Bella temeva di stare da sola con me o con Carlisle.
Dopo tutte le volte che avevo cercato di convincerla a rinunciare faceva fatica
a stare da sola con noi due contemporaneamente. E Rosalie alimentava questa
paura mettendola spesso in guardia.
-Siamo noi due il pericolo, non Jacob...-, terminai
con voce rotta dovuta dal fatto di avere le mani legati e non poter far nulla
di più per lei. -Edward, che dici?No...-. A
quel punto sollevai lo sguardo e la guardai. Aveva gli occhi rossi , rigati di lacrime. Perché non riuscivo a stare
zitto?Perché me n'ero uscito con quell'espressione
infelice?
Bella...tutto per Bella. Mi sforzai. Storsi le labbra
in quello che aveva tutta l'intenzione di essere un sorriso per
tranquillizzarla, rassicurarla.
-Bella, tranquilla, hai capito male. Non volevo dire così, scusami. Non ti devi
preoccupare per me. Io sto bene-. La mia affermazione non poteva essere più
falsa. Ma dovevo rassicurare Bella. Anche in questo momento difficile, doloroso
per lei, pensava a me. Alla mia felicità.
E probabilmente neppure immaginavo quanto avrebbe voluto vedermi felice della
sua decisione.
In altre condizioni, questo sarebbe stato il momento più felice della mia vita.
Era innegabile che avere un figlio da Bella era la cosa che più avrei voluto al
mondo, ma il prezzo che dovevo pagare era troppo alto. Non potevo accettarlo.
E io non facevo che peggiorare la condizioni di Bella. E anche Jacob sen'era
accorto.
“Il succhiasangue ha ragione...Bella...perché
si deve preoccupare in questo modo...insopportabile...si preoccupava per
lui...Bella...sempre pronta ad immolarsi per le cause in cui crede...”.
-Usciamo. Tutti-, ripetei con poca convinzione.
“Povero figlio mio...è distrutto...non ce la faccio
vederlo così...e neppure Bella...insopportabile”, pensò mia madre.
“Chissà cosa si sono detti li fuori?Beh...lo
sapremo presto-, pensò mio padre.
“Edward...sono con te", pensò la mia cara,
dolce Alice.
“Rosalie non lascerà mai sola Bella...poi dovrò subirmi tutta la sua rabbia
e il suo nervosismo...spero ne valga la pena”. Emmett.
Sembravano tutti intenzionati a lasciare la stanza, a parte Rosalie ovviamente.
Mi incamminai lentamente verso la porta e tutti mi seguirono, lasciando Bella e
Jacob da soli.
Rimase solo Rose, che mi guardava con aria di sfida. Non dovetti parlare, ci
pensò Bella.
-Vai Rose, voglio stare sola con Jacob-.
“D'accordo...spero di non pentirmene. Lì terrò
comunque d'occhio...tutti e tre!!”
Si incamminò verso di me, facendomi segno di precederla. Lasciai
definitivamente la stanza, e poco dopo lei ci
raggiunse.
Ero riuscito a lasciare soli Jacob e Bella. Mi appoggiai al muro, incurante dell’ affollamento di pensieri che investivano la mia
mente,incurante della mia famiglia e della situazione paradossale che si stava
consumando nella stanza accanto.
Le spalle ricurve, il capo chino, gli occhi chiusi. Sapevo di aver fatto la
scelta giusta. Speravo che Jacob riuscisse a convincerla. Doveva farcela. Ma io
non potevo continuare a stare lì. Dovevo disintossicarmi dalla situazione,
dalla decisione…dalla follia di quei giorni.
Alice che fino a quel momento non mi aveva quasi parlato, si avvicinò a me,
circondò il mio busto con le sue lunghe braccia esili e appoggiò il capo sul
mio petto. ‹‹Oh, Edward, non te ne rendi conto ma hai
un cuore grande. Anche se non batte più è in grado di compiere grandi gesti
d’amore››.Lei sapeva tutto. Avrei tanto desiderato non avere il cuore,
avrei evitato di incatenare la luminosa vita di Bella alla mia inutile e buia
esistenza.
Se avessi potuto, avrei pianto, consolato dall’unica persona che volevo davvero
avere vicina.
Appoggiai un bacio sui suoi capelli.-Grazie Alice-, e mi scostai, pronto a
lasciare la stanza.
“Ti chiamo quando Jacob se ne va”, pensò. Come sempre sapeva cosa e come
fare. Nella stesso istante un altro pensiero sforzò con
prepotenza e fastidio la mia mente.
“Allora”, pensò Rosalie impaziente,”si può
sapere cosa hai detto a quel cane?”
Non la badai ma continuai a camminare, diretto non sapevo neppure io dove.
Andai in camera. Era il posto più
lontano dove mi fosse concesso andare. Non sarei riuscito ad allontanarmi
troppo dall’origine del mio mondo. Potevo distinguere ancora la sua dolce
fragranza tra le lenzuola del letto ancora sfatto. Il suo profumo era cambiato
da quando era incinta. Non glielo avevo mai detto, ma aveva assunto delle
tonalità ancora più dolci e inebrianti. Era la fragranza che scandiva la mia
vita. Mi stesi sul letto. Azione del tutto inutile, ma da quando stavo con
Bella, molte azioni umane erano diventate parte integrante dei miei
comportamenti.
Non volevo ascoltare la conversazione tra lei e Jacob.
Non volevo ascoltare la proposta di Jacob.
Non volevo ascoltare la risposta di Bella.
Almeno quello volevo risparmiamelo. Non sapevo se Jacob avesse il reale potere
di convincerla, ma sarebbe bastato quel poco per mandarla in confusione, per
mettere in equilibrio precario la sua decisione. A quel punto sarei
intervenuto, accentuando ulteriormente la validità della proposta di Jacob,
sperando di far cadere finalmente le sue difese. Rimaneva Rosalie. Ma fin’ora
mi sembrava che Bella riuscisse a piegarla alle sue decisioni.
Chissà cosa si stavano dicendo. Probabilmente Jacob la stava accarezzando per
tranquillizzarla, per aumentare il potere persuasivo della sua proposta. O
semplicemente perché, anche per lui, era impossibile starle lontano e non
cedere alla tentazione di accarezzare quel viso tanto bello, o quelle mani
tanto piccole e delicate.
Che rabbia!Chiusi gli occhi, cercando di eliminare dalla mia mente certe
immagini. Era dura. Ormai non ce la facevo più a controllarla. Era diventata
una torre di Babele, piena di voci, di pensieri sia miei che degli altri.
Solitamente mi riusciva facile annullare quello che non volevo sentire, ma ora
tutti i suoni sembravano essere diventati dispettosi e maleducati, decisi ad
impossessarsi della mia mente senza il mio permesso.
Mi alzai lentamente, per mettere un po’ di musica sperando mi aiutasse ad
isolarmi.
Scelsi qualcosa di duro, di metallico che con il suo
fracasso riuscisse a sovrastare ogni altro suono. Ma inutilmente. Anzi, se era
possibile, accentuò maggiormente le voci che volevo ignorare. Quando mai questo
tormento avrebbe trovato la sua fine?Sempre che fosse possibile auspicare un
termine. E soprattutto in quale modo?
Mi rassegnai e mi lasciai invadere dalle mie riflessioni, l’unica cosa che, per
quanto mi sforzassi, non riuscivo occultare dalla mia mente.
Ma anche i miei pensieri erano confusi, sconnessi. Avevo perso la lucidità
necessaria per valutare con oggettività la situazione. Volevo Bella, volevo
stare con lei e forse aveva ragione:era possibile
trasformarla subito dopo il parto. Ma anche questa soluzione era dettata dal
caso, dalla tempestività della mai reazione, dalla freddezza nel fare una cosa
del genere a Bella.
Mi ridestai improvvisamente dal formicolio dei miei pensieri, e andai da Carlisle. Era nel suo studio.
“Edward,entra pure”. Pensò prima ancora di
bussare alla sua porta. “Jacob è ancora con Bella.
Non hanno ancora finito. Non so cosa tu gli abbia detto, ma ad un certo punto
Bella sembrava davvero arrabbiata. Ho cercato di non prestare
attenzione alle parole, ma il suo tono era impossibile da ignorare…”, pensò ancora, quasi scusandosi di sapere queste
cose. A lui potevo dirlo. Poteva sapere la proposta che avevo
fatto a Jacob.
-Ho chiesto a Jacob di convincere Bella a rinunciare al bambino. Lo so che non
lo farà mai, ma ho anche promesso che, se ci riuscirà, gli lascerò campo
libero. Potrà darle tutti i figli che vuole…senza metterla in pericolo. Questo
è quello che conta-. “Immaginavo una cosa del genere. Non c’è da stupirsi”.-Capisco. E credi di riuscire ad accettare una cosa del
genere se si avverasse?-, chiese.
-Credo di si. O meglio mi adatterei. Se Bella morisse
terminerebbe anche la mia esistenza. A me basta sapere che lei è viva, amata e
felice. Il resto non conta. Se non fossi tornato con lei, ora sarebbe felice
con Jacob. E’ riuscito a mettere assieme i cocci del suo cuore una volta. Potrà
riuscirci anche questa-, dissi.
“Io non credo”.-Edward, Bella non cederà mai
alla richiesta di Jacob. Vuole tuo figlio, non quello di un altro-.
-Lo so, lo so. Ma provare…dovevo provare Carlisle…dovevo-,
risposi, sconfinato nella più assoluta tristezza.-Infatti
sono qui per questo-, continuai.-Devo pensare alla trasformazione di Bella. Mi
devi aiutare. Insegnare come fare. Ho bisogno del tuo aiuto. Molto
probabilmente Jacob non potrà fare nulla per aiutarmi e a quel punto la
trasformazione di Bella sarà inevitabile-. “Certo, certo. Tutto
quello che vuoi”, rispose mio padre.
“Bella è sola, se n’è andato”. Il pensiero di Alice si fece spazio nella mia mente caldo e consolante.
-Bella è sola. Scendo da lei-, mi affrettai a comunicare a mio padre. “Vai, vai. Io continuo a
studiare per riuscire a trovare qualche informazione in più”.
Annuii e scesi nel salone. Era raggomitolata nel solito angolo del divano. Rose
vicino a lei le accarezzava dolcemente il viso. “Sapevo che non dovevo lasciarla sola. Maledetto cane”, pensò.”E
tu?Cosa ci fai qui?Vattene”.
Ancora una volta la ignorai e mi sedetti vicino a lei.
Non si muoveva. Immobile. Più di quanto fossi mai riuscito a rimanere io.
E io non sapevo cosa fare, come comportarmi. Chiusi gli occhi. Aspettavo
insofferente.
Poi ad un tratto il suo petto si gonfiò, assorbendo aria dall'esterno e parlò.
-Per favore lasciami sola con lui Rose. Dobbiamo parlare-.
Poi di nuovo silenzio. Dalle sue labbra non uscì più alcun suono. Sentii dei
passi, segno che Rose stava uscendo dalla stanza.“Un’altra
volta. Perché continua a voler rimanere sola con loro…non la
capisco…”
Chiuse la porta e lasciò me e Bella soli. Sospesi nel limbo creato dalla
richiesta di Jacob. Era indirettamente una mia richiesta ma tremavo al pensiero
della conseguenza.
Io la mia mossa l'avevo fatta. Ora toccava a Bella fare la sua. Non sapevo cosa
augurarmi. O meglio lo sapevo ma non coincideva con la parte spontanea,
istintiva di me, che voleva che Bella appartenesse a me e a nessun altro.
L'aria si mosse e un tocco, caldo, morbido, invase il mio viso.
-Apri gli occhi Edward, guardami-.
Le palpebre pesanti, serrate per non farmi vedere la realtà, lentamente si
aprirono per accogliere un'espressione sul viso di Bella che non mi sarei mai
aspettata di vedere.
Era triste. Il viso solcato di lacrime e immensamente avvolto dalla tristezza.
Avrei voluto vederla arrabbiata, confusa…ma triste…triste no. -Jacob mi ha detto…tutto-, disse. Non parlai, ma
avvicinai la mano al suo viso, raccogliendo le gocce luccicanti, che creavano
rivoli continui lungo la sue guance terminando agli
angoli delle sue labbra.-Mi dispiace Edward, mi dispiace di provocarti tutto
questo dolore. Ma non posso…non posso…-, e la sua voce venne interrotta dal
pianto. -Shh…Bella…Shh. Non importa-,
dissi, vedendola così mortificata.
Riprese fiato e ricominciò a parlare.
-Si invece, importa. Non voglio che tu pensi che rinuncerei a te, al tuo
bambino per quello di qualcun altro. Anche se fosse Jacob. Io gli voglio bene,
ma è nulla paragonabile all’amore che provo per te e per lui-, disse,
accarezzandosi la pancia.-Non so come fartelo capire…non è un capriccio il
mio…so che non è un gioco, so che molto probabilmente morirò…ma non posso stare
senza di lui. Non posso neppure solo pensare di fargli del male…io voglio
lui…tuo figlio…nostro figlio-, e continuò a piangere silenziosamente,
raggomitolata su sè stessa.
Lo sapevo. Quelle parole le avevo già sentite. Eppur speravo ancora di riuscire
a salvarle la vita senza rincorrere alla soluzione estrema.
E quello che aveva appena detto, se non fosse stata per la drammaticità della
situazione, mi avrebbero reso immensamente felice.
Mi avvicinai a lei, appoggiando il mio capo sul suo petto e lasciandomi cullare
dalle onde del suo profumo e del suo respiro.
Non sapevo cosa dire. Non mi rimaneva che aspettare e osservare.
Osservarla morire,istante dopo istante, attendendo la
sua fine...sperando nella sua rinascita.
Ciao
ragazze!Grazie a tutte per i commenti. Mi dispiace di non avere troppo tempo
per rispondere. Faccio un aggiornamento lampo e vado a studiare!Divido a metà
il cap. perché anche questo è abbastanza lungo!Spero vi piaccia!!Un bacio!!
Capitolo 14. Allarme(prima parte)
Bella si addormentò poco dopo.
Prima la conversazione con Jacob, poi quella con me l’avevano stremata. Per di
più per lei era diventato impossibile nutrirsi. Il suo corpo rigettava
qualsiasi cosa. Era uno straccio, l’ombra di sé stessa.
Rosalie, se era possibile, nutriva un ancora più
profondo odio nei miei confronti. Era convinta che l’aggravamento di Bella
fosse colpa mia. E probabilmente aveva ragione.
Lasciai Bella sola con Rosalie e andai da Carlisle.
Era il caso di terminare la conversazione che avevamo iniziato poche ore prima.
Mi costava. Eccome se mi costava stare lontano da lei, ma dovevo parlare con
mio padre se non volevo correre il rischio di perderla definitivamente.
Come sempre mi aspettava nel suo studio, chino sui suoi appunti.
Mi sedetti di fronte a lui, stranamente lucido e attento.-Dimmi tutto quello
che sai-, dissi, consapevole che sapeva di cosa stavo parlando.
“Certo, certo”, pensò.
-Tutto quello che ho fatto per trasformarvi è stato del tutto casuale,
soprattutto con te. Non sapevo come funzionava esattamente. Feci a te quello
che fecero a me, nulla di più. E con Esme lo stesso.
E ti posso assicurare che non avrei mai creduto di riuscire a trasformarla. E
neppure Emmett. Era letteralmente smembrato, a pezzi
e il suo cuore batteva appena. Il nostro veleno è potente, curativo. Ci
trasforma, è vero, ma allo stesso tempo cura le ferite, le lacerazioni. Per
Bella sarà la stessa cosa-, disse, pensieroso,cercando
di raccogliere e di darmi più informazioni possibili.
Bella dilaniata, a pezzi…era un’immagine che la mia mente rifiutava con
disgusto, categoricamente. Perché doveva finire così?Perché non potevamo
intervenire subito e farla finita? Nonostante conoscessi la risposta, non
riuscivo ad evitare di pensare che poteva essere tutto più
semplice.
“Cos’altro, vediamo…”. Cercai di aiutare
mio padre a darmi informazioni utili, che mi sarebbero servite.
-Hai morso il nostro collo, giusto?E in nessun altro posto?-, chiesi, cercando
di ottenere le informazioni che volevo.
-Si, è esatto!Solo un morso, sulla carotide. Ma credo che in qualsiasi altro
posto sia uguale-, valutò.
Io avevo un'altra idea. Era nata da poco, per la verità, ma avevo bisogno di
sentire cosa ne pensasse mio padre. Dovevo trasformare Bella, ma volevo che la
cosa le provocasse il meno dolore possibile. Sapevo quanto difficile e doloroso
fosse stato per me, e non volevo infliggerle una pena simile. Se c’era un modo
per aiutarla a soffrire di meno l’avrei utilizzato.
-E se io facessi penetrare il veleno in più punti?Credi che la trasformazione
avverrebbe più velocemente?-.
“Bella domanda”, pensò, ma non impiegò molto tempo a rispondermi.
-Credo di sì. Anzi forse è meglio. Io non ci ho mai pensato, ma credo che il
veleno fluisca più velocemente nella vene, arrivando
alla sua meta…il cuore. Credo che immetterlo direttamente là sarebbe la cosa
migliore, ma mi pare una manovra impossibile da attuare. Deve essere l’unico
organo ancora funzionante affinché il veleno abbia effetto. Non credo si
riuscirebbe più a fare qualcosa se il cuore smettesse di battere. E un nostro
morso lo lacererebbe in modo irreversibile-.
Giusta osservazione. Ma io avevo pensato anche a questo. Avevo pensato a lungo
nelle ultime ore alla trasformazione e nulla era sfuggito alla mia analisi,
nessun particolare.
-E se il veleno venisse iniettato direttamente nel cuore ma non attraverso un
morso?Non ci sarebbe pericolo di lacerarlo e il veleno sarebbe iniettato
direttamente nel fulcro del motore della trasformazione-, osservai. Mi guardò
perplesso, come se gli avessi aperto un mondo al quale lui non aveva mai
pensato.
“Potrebbe funzionare”.-Si, è una possibilità. Potremmo estrarre il tuo
veleno e attraverso una siringa iniettarlo nel cuore di Bella. Può essere
un’ottima idea. Senza morderla quindi?-.
-No, no. Pensavo anche di morderla…in più punti…gomiti,collo,
ginocchia. Cosa ne pensi?-, chiesi. Non sapevo se iniettare il veleno sul cuore
sarebbe stato sufficiente. Volevo fare le cose per bene, accelerando i tempi e
cercando di limitare la sofferenza. Ovviamente Bella sarebbe stata sotto
l’effetto della morfina, questo era scontato.
“Vuole essere proprio sicuro…”. -Penso che puoi anche
farlo, ma che non sia fondamentale. Però se ti fa stare più
tranquillo... Ci penserò, ma non credo ci siano problemi. Quindi al più presto
è il caso di estrarre il tuo veleno per preparare la siringa. Dovremmo
conservarlo a bassa temperatura e non credo che una siringa “normale” potrà
fare al caso nostro. Il veleno potrebbe attaccare il materiale
plastico…Proveremo, in caso ci procureremo una siringa di un materiale diverso.
Riusciremmo a fare tutto Edward, non ti preoccupare-. Concluse le sue
considerazioni cercando di rassicurarmi. Ma come potevo non preoccuparmi. Si
trattava della vita di Bella…era nelle mie mani…nelle mie inesperte e insicure
mani. -Speriamo-, risposi, in parte rincuorato dall’aiuto
che mi stava dando mio padre.
-Io ora vado a caccia con Esme. Non credo che nei
prossimi giorni ci saranno molte occasioni per farlo. Dovresti andarci anche
tu. Da quand’è che non ti nutri?-. Non lo ricordavo. Ormai non ci pensavo
neppure più. La sete non era il mio problema principale.
- Dall’isola-, risposi automaticamente. “Cerca di andare Edward. Diventerà
sempre più difficile altrimenti”.
Annuii. Probabilmente aveva ragione, ma con che coraggio potevo lasciare Bella
anche solo per un paio d’ore. E' vero, soffrivo la sete, ma mi sembrava solo
una piccola pena da scontare in confronto a quello che le stavo facendo
passare. Tornai da lei, rimuginando, nel frattempo, la conversazione che avevo
avuto con Carlisle. In qualche modo mi sentivo più
fiducioso dopo aver parlato con lui, quasi fosse riuscito a farmi intravedere
una possibilità nel’impossibile. Bella dormiva ancora. Ed era peggiorata. Il
suo viso aveva assunto una tonalità grigiastra e il blu delle sue occhiaie
aveva assunto tonalità violacee, simili a delle ferite. Guardai Rose. Scosse la
testa. “Ha la febbre, ma è fredda peggio di noi. Forse dovremmo avvisare Carlisle”.
-E’ andato a caccia-, risposi, maledicendomi per non avergli chiesto di
controllare Bella prima di andarsene. Neppure questo era in grado di fare!
“Ci mancava solo questa”, pensò accompagnando il tutto con uno sbuffo.
“Edward, Edward…riesci a sentirmi?” . Una voce
sconosciuta risuonò nella mia mente. Osservai Rose sconvolto, guardandomi
attorno. D’accordo che sentivo i pensieri ma questo non capivo da dove
provenisse. Di certo non da qualcuno in casa. Forse stavo realmente impazzendo
del tutto.
-Che c’è adesso-, chiese.
-Non lo so. Qualcuno mi sta chiamando, ma non capisco chi-.
“Cavolo…ora sente cose che non ci sono…”.Rose
era giunta alla mia stessa conclusione.
“Edward…”. Ancora. Questa volta il pensiero era cambiato…non proveniva
dalla stesa mente di prima. Non ero matto. C’era davvero qualcuno che cercava di
mettersi in contatto con me. Mi concentrai. Proveniva dall’esterno. Chi poteva
cercarmi?
“Se riesci a sentirmi, stai attento!Ci sono dei problemi”. Jacob?Poteva
essere?
Corsi all’esterno cercando di capire dove fosse. E pochi secondi dopo lo vidi:galoppava con Seth verso il giardino.
-Qual è il problema?-, chiesi, allarmato, dall’insistenza dei loro pensieri. I
due lupi indietreggiarono schifati, colpiti dal mio odore. Io ormai non facevo
più caso al loro, preso da cose ben più gravi. “Sam ha deciso di attaccare Bella, per uccidere il bambino.
Lo credono una minaccia, un essere che sarà incapace di controllarsi e che
creerà solo problemi. Vuole attaccarvi, tendervi un’imboscata…Questa notte. Vogliono Bella, vogliono ucciderla…”.
Interruppi il fluire dei pensieri di Jacob con un ringhio. Uccidere Bella?Cosa
volevano?Perché?
In questo momento già difficile e delicato mancava che anche i cani si
mettessero in mezzo. Emmett e Jasper furono presto al mio fianco,
allertati dal mio ringhio.
“Tranquillo Edward”, pensò Seth, “siamo qui per aiutarvi”. “Hanno un piano preciso. Noi due ci siamo
dissociati. Ho disobbedito a Sam…beh…non proprio. Comunque io e Seth ci siamo
divisi dal resto del branco. Non condivido la sua decisione. Non farò mai del
male a Bella. Siamo qui per aiutarvi come ha detto Seth”.
I pensieri e le immagini mentali di Seth e Jacob mi permisero di avere un
quadro preciso della situazione. Emmett e Jasper,
sentendo solo una parte della discussione, si tesero, pronti ad attaccare.
“No…no…non dovete prendervela con noi”, pensò Seth. Povero, sembrava un
piccolo cucciolo indifeso. -Emmett, Jasper tranquilli. Non sono loro il
pericolo. Sono qui per aiutarci. Ci attaccherà il resto del branco, stanotte-,
mi affrettai a precisare sperando di calmare Seth.
-Perché vogliono attaccare?-, chiese Emmett.
Per lo stesso motivo per cui io avrei voluto
“intervenire” su Bella. Ma i motivi per cui volevano farlo erano diversi dai
miei. Io volevo salvare Bella. A loro non importava nulla della sua vita e
volevano solo sbarazzarsi del feto perché lo consideravano un possibile
pericolo futuro.
-Indovina?Hanno lo stesso mio problema, ma la soluzione che hanno trovato per
risolverlo è inaccettabile. Chiama gli altri. Soprattutto Carlisle
ed Esme. Sono a caccia. Rintracciali, devono tornare
subito-. “No, non sono tutti uniti. Non ci voleva”pensò Jacob.
Aveva ragione. Ma Esme e Carlisle
ci avrebbero messo poco a tornare. Non dovevano essere lontani, erano partiti
da poco e di sicuro non si erano allontanati troppo.
“Controllo com’è la situazione qua attorno”, pensò Seth. Ma era in grado
di farcela? Sembrava fosse lui ad aver bisogno di protezione
, non di certo che riuscisse a garantirla a qualcun altro.
-Sei sicuro Seth?Potresti metterti nei guai-, chiesi apprensivo. Seth riusciva
a smuovere la parte protettiva dentro di me.
I due lupi si guardarono. “Non penso ma…Forse ha ragione Edward. Meglio che vada io nel caso…”. “No Jacob, è improbabile che mi attacchino. Non mi temono, sono piccolo per loro…”.
“E infatti è quello che sei”. “Beh, vado lo stesso. Rimani
qui ad organizzare la risposta all’attacco”.
E corse via inghiottito dal buio della foresta. Fissai Jacob. Potevo
chiaramente intuire che la sua preoccupazione era grande quanto la mia.
Non vi faccio
aspettare troppo!Ecco qui!!Ragazze incrociate le dita:sto scrivendo un capitolo
intricatissimo e lunghissimo, spero di non fare pasticci e di riuscire a
incastrare tutto come nel libro!!!Grazie a tutte per i commenti, siete dei
tesori!!
Buona
lettura, un bacio!!!
Emmett era al telefono con
Carlisle. Fortunatamente era riuscito a rintracciarlo. Uscì anche Alice e si
mise a fianco di Jasper che stava fissando un punto lontano nel bosco,
probabilmente cercando di cogliere qualcosa. Si respirava tensione nell’aria.
Jacob teneva il muso rivolto a terra e ripensava al confronto con Sam. Meritava
i miei ringraziamenti. Sapevo che il suo scopo non era aiutare me ma Bella, ma
questo non importava.
-Jacob, grazie. Non so come avremmo fatto senza di te. Come sempre la tua
presenza è essenziale. E grazie per aver deciso di proteggere Bella ancora una
volta. Te ne sarò per sempre grato. Hai fatto molto per lei questa sera, non ti
avrei mai chiesto così tanto-.
“Come no!L’avresti chiesto eccome…per Bella…anzi, forse hai già chiesto
troppo”.
Si, era vero. Probabilmente la richiesta del pomeriggio era stata molto peggio.
Ma ero riconoscente a Jacob. Avevamo uno scopo comune:proteggere la persona che
entrambi amavamo.
-E’ vero!Hai ragione-, risposi.
“Si, si. Ricorda che lo faccio per lei”.
Era abbastanza. Forse troppo. Non chiedevo altro.
-Non cambia la gratitudine che provo nei tuoi confronti-.
“Oggi non sono riuscita a convincerla…come immaginavo…non mi ha dato
retta..mi dispiace”.
-Non è colpa tua. Ho provato…Hai provato. Era una delle ultime possibilità.
Immaginavo non ti avrebbe dato ascolto, ma…-.
“…era un tentativo da fare. Lo capisco. Come sta ora?”
Scossi la testa.-E’ peggiorata, molto-, dissi con tono simile ad un lamento.
-Jacob?-, chiese Alice interrompendoci,-potresti tornare umano? Non riesco a
vedere cosa succede-.
Annui, ma a me non pareva una buona idea.
-E Seth?Non è il caso che si trasformi, deve rimanere in contatto con lui-,
obiettai.
-E allora Edward, spiegami tu quello che sta succedendo!-, ribatté infastidita.
-Il branco ci attaccherà stanotte. Vogliono uccidere Bella. Per loro il feto è
un potenziale pericolo che va eliminato. Seth e Jacob si sono staccati dal
branco perché non sono d’accordo-, risposi velocemente, come ripetendo un
discorso noioso, rifatto fin troppe volte.
Alice si portò le mani al volto, cercando di trattenere il suo sguardo
sconvolto.
Emmett e Jasper si guardarono e poi fissarono un punto lontano nel bosco.
“Sembra tranquillo, nessuno in arrivo da ovest” comunicò Seth.
“E se avessero cambiato direzione?”, chiese Jacob.
“Ok, allora faccio un’ispezione completa”.
-Carlisle ed Esme a minuti saranno a casa-, disse Emmett, dopo aver chiuso il
telefono.
-E’ il caso di preparare un piano di difesa-, osservò Jasper.
Annuii. Aveva ragione.-Entriamo, allora-, dissi.
“Vado da Seth. Se vado troppo lontano e non riesci più a sentirmi, ascolta
l’ululato. Sarà il mio modo di avvisarvi-, pensò Jacob prima di andarsene
“D’accordo”, risposi, poco prima che sparisse inghiottito dall’oscurità
del bosco.
Rientrammo in casa. Ci mancava solo
l’attacco con i lupi. Per fortuna che ancora una volta era intervenuto Jacob.
Provvidenziale e assolutamente necessario il suo aiuto.
“Controllo io l’altra parte del perimetro. Veloce…non devono passare”.
Continuavo a sentire i suoi pensieri. Ormai mi ero sintonizzato sulla sua mente
e,concentrandomi,potevo sentirlo a notevole distanza. Lo stesso valeva per
Seth.
Bella dormiva ancora. Non sapeva che di lì a poco si sarebbe scatenato
l’inferno. Spesso si muoveva,lamentandosi nel sonno. Non trovava pace e il
dolore non le lasciava tregua neppure mentre tentava di riposare.
Cosa le avevo fatto?Perché doveva soffrire così?Era ingiusto e crudele.
-Alice mi ha detto tutto, che si fa ora?-, chiese Rosalie senza allontanarsi da
Bella.”Maledetti lupi…perché devono mettersi in mezzo in affari che non li
riguardano?”.
-Non lo so, non lo so. È già tanto avere dalla nostra parte Jacob e Seth. Senza
di loro…-, non terminai la frase.
-Lo fa per Bella, non per noi-, precisò Rose.
-E’quanto basta-, risposi, ringhiandole contro. Dovevamo essere riconoscenti a
Jacob e Seth. Stavano facendo l’impossibile per darci una mano.
Sentii un irreale abbraccio di calma avvolgermi. Jasper stava cercando di
tranquillizzarmi. Lo fissai per un lungo istante infastidito. Possibile che non
potessi vivere le mie emozioni, senza qualcuno sempre pronto ad intervenire per
placare quelle troppo intense?Ero arrabbiato con Rose…sì…e avevo voglia di
esserlo.
-Jasper…che cosa proponi?-, lo apostrofai, cercando di rendere utile la sua
presenza.
Mi osservò serio.-Direi che l’importante è proteggere Bella. Quindi almeno un
paio di noi dovrebbero stare con lei-.
-Non c’è dubbio-, risposi sottolineando, con il tono della voce, l’ovvietà
della sua affermazione.
“Dobbiamo fare in fretta”. Carlisle. Erano tornati.
-Ragazzi?-, strillò Esme venendoci incontro,-tutto bene?-.
-Per ora si-, risposi.
-Abbiamo incontrato Seth. Ci ha spiegato tutto-, disse mio padre.
“Che caro ragazzo”, pensò Esme.
-Avete già deciso qualcosa?-, continuò a chiedere Carlisle.
-No, ne stavamo giusto discutendo ora-, risposi, senza fornire ulteriori
dettagli.
“Sei convinto che morirà in ogni caso, non è vero? Mi dispiace per Edward:è
completamente fuori di testa”.Seth. Deglutii, iniziando a muovermi per la
stanza. Non dovevano pensare a me, non dovevano. Non volevo conoscere questi
loro tipi di pensieri. Sì, probabilmente stavo impazzendo, ma avrei voluto
vedere chi al mio posto non sarebbe impazzito. La donna che amavo più di ogni
altra cosa stava morendo per mettere al mondo un figlio, che a causa della
natura mostruosa del padre, cresceva a dismisura nutrendosi della sua vita. E
l’assoluta consapevolezza che, per il momento, non potevo far nulla per esserle
d’aiuto alimentava la pazzia della situazione.
Un ululato. Rabbrividii. Era il segnale?Sembrava provenire da Seth. Forse Jacob
era troppo lontano per mettersi in contatto con me e aveva affidato il compito
a lui.Il branco stava per arrivare, quindi… Non avevamo avuto il tempo di
organizzare nulla. Ancora una volta dovevamo affidarci al caso.
-Cosa hai sentito Edward?-, chiese mio padre vedendo probabilmente la smorfia
di terrore e preoccupazione nel mio volto.
-Credo che il branco stia per attaccare. Seth ha ululato…dovrebbe essere il
segnale-, risposi.
-Che succede?-, chiese una voce inconfondibile e agitata alle mie spalle. Bella
si era svegliata.
-Stai giù tesoro. Hai ancora la febbre, non è il caso che ti muova-, disse
Rosalie cercando di evitare che si mettesse a sedere. Mi voltai, cercando di
tranquillizzarla. Non le era sfuggito che stava succedendo qualcosa. Attenta
come sempre.
Era raggomitolata su sè stessa, tremava.
Mi avvicinai a lei, preoccupato. Non l’avevo mai vista stare così male.
-Bella, cos’hai?Stai così male?-, chiesi appoggiandole le mani sul volto, come
se potessi asportare un po’ del suo dolore.
“Stai zitto, stupido. Capiranno male. Crederanno che Sam stia per attaccare”.
Jacob. Quindi Seth si era sbagliato. Non ci capivo più niente. Continuai a
occuparmi di Bella e della sua salute. Era la cosa più importante in quel momento.
-Non lo so-, rispose Bella, accarezzando il suo viso contro la mia mano,-ho
tanto freddo-.
Quanta pena mi faceva vederla in quelle condizioni! Abbassai il capo,
esasperato.
Carlisle si avvicinò.
-Credo abbia la febbre, molto alta temo. Le darò qualcosa sperando si abbassi-,
e così dicendo sparì. Tornò quasi subito con il medicinale, e per tutto il
tempo Bella non fece che accarezzarmi e stringersi a me, nonostante non potessi
darle il calore che cercava. Prese il farmaco, ma poco dopo il suo corpo lo
rigettò. Niente, non riusciva più a trattenere niente.
Ormai faticava anche a respirare. Anche Carlisle lo notò.”Temo che il feto
stia comprimendo i suoi polmoni. E’ troppo grosso”, pensò. Ma subito dopo
iniziò ad agire, dando ordini ai miei fratelli.
-Aiutatemi. Dobbiamo portare qui la flebo e il respiratore, nel caso avesse una
crisi-.
“Buona idea”, pensò Rosalie. Almeno per una volta non si era opposta.
-Seth si è sbagliato. Non sta per arrivare nessuno-, dissi quando le cose si
furono un po’ calmate.
-Chi doveva arrivare?-, chiese Bella.
-Nessuno tesoro, nessuno. Poi ti spiego-, si affrettò a dire Rose.
“Non vi allontanate, state tranquilli. Seth si è sbagliato. Non sta
arrivando nessuno”. Jacob continuava a mandarmi messaggi rassicuranti e
probabilmente si stava avvicinando per essere sicuro che avessimo capito.
Mi avvicinai alla finestra, mentre alle mie spalle Carlisle stava collegando le
apparecchiature per nutrire e monitorare Bella.
Jacob stava correndo verso il giardino e colse subito il mio sguardo dalla
finestra.
“Non sta arrivando nessuno, ok?”, pensò ancora una volta. Annuii. Mi
voltai nuovamente, ma avrei voluto non averlo fatto. Bella era stesa su un
letto troppo grande e sembrava essersi rimpicciolita, sovrastata
dall’escrescenza che si faceva spazio dentro di lei. Un ago le perforava la
vena del braccio, cercando un percorso alternativo per nutrirla. Dei tubicini
fuoriuscivano dal naso pronti ad aiutarla nel caso il respiro le fosse mancato.
Quella visione riportò alla mia memoria un’altra occasione in cui l’avevo vista
nelle stesse condizioni. E ancora una volta Bella si trovava inerme,
sofferente, immobilizzata in un letto per colpa mia. Rabbrividii. Sembrava uno
scherzo:io che l’amavo tanto, che avrei dato qualsiasi cosa per proteggerla ero
diventato il suo carnefice.
“Che succede?”.Jacob, di nuovo. Aveva sicuramente notato l’allestimento
da ospedale che si era creato attorno a Bella, e voleva delle notizie al
riguardo. Ma non avevo voglia di parlare con lui. Gli feci segno di andarsene e
tornai al capezzale di Bella.
-Allora?-, chiese Jasper,-L’attacco?-.
-Era un falso allarme-, spiegai.-Seth si è dimenticato che l’ululato era un
segnale di avvertimento. Non è colpa sua, è un po’ inesperto-, aggiunsi,
prendendo le difese di Seth.
-Siamo in buone mani…Ci aiutano dei cucciolotti-, osservò divertito Emmett.
Non gli risposi. Lo fece Carlisle per me.
-Emmett, non dire così. Ci sono stati d’aiuto stanotte. Si sono ribellati al
loro capo, non è una cosa da poco-.
-Scherzavo!!Li invidio solo un po’:vorrei essere al loro fianco, lì fuori-,
tentò di giustificarsi.
-Sam non ci attaccherà. Almeno così pensa Seth. E’ senza due membri del branco
e in più sa che noi siamo stati avvertiti-, osservai, ripetendo un pensiero di
Seth.
-E cosa pensa Jacob?-, chiese mio padre.
-E’ un po’ meno fiducioso-, risposi.
Voltai nuovamente lo sguardo verso Bella. Faticava di nuovo a respirare, peggio
di prima e la febbre non voleva scendere. Si era riaddormenatata di nuovo. Il
suo corpo doveva essere completamente privo di energie perché sempre più spesso
dormiva, cercando di trattenere quelle poche che le erano rimaste. Le
accarezzai il viso, cercando di spazzare via le goccioline che le si erano
create sulla fronte per la febbre.
-Lasciala stare!Così la svegli!-, bisbigliò Rose rimproverandomi. Ma non la
badai e continuai a sfiorare il viso di Bella.
-Basta Rose-, intervenne Carlisle sospirando esausto.”Non può continuare ad
essere così ossessiva”.
-No, basta tu Carlisle. Ti abbiamo lasciato fare quello che volevi fin’ora,
forse anche troppo. E’ il caso che la smettiate di farla star male, di
tormentarla-, sbottò lei incattivita.
Quasi incitato dalle sue parole, proposi la prima cosa che mi passò per la
testa.
-Potremmo farlo nascere ora, adesso. Ormai è cresciuto a sufficienza…non
morirà, e per Bella ci sarebbero più speranze -, bisbigliai tormentato
osservando Carlisle. Mi sembrava un buon compromesso.
-Non se ne parla-, ringhiò Rose.
-Non è il caso di farlo questa notte. Abbiamo guai a sufficienza-, intervenne
Emmett. Aveva ragione. Non era il momento giusto, ma non appena la questione dei
lupi si fosse risolta, avrei provato ad insistere con la mia nuova proposta. Mi
chinai nuovamente verso Bella bisbigliandole quanto mi dispiaceva di averle
fatto questo.-Mi dispiace tanto Bella, non volevo…non volevo…non avrei dovuto
infliggerti una pena simile…-. Rose, intervenne per trattenermi. L’avrei
attaccata se Emmett non si fosse frapposto fra noi. Perché continuava a
mettersi in mezzo?Non la tolleravo più.
Mi allontanai insofferente e incrociai lo sguardo di Jacob all’esterno,
altrettanto irrequieto e preoccupato. Ci fissammo a lungo. Poi si voltò e se ne
andò. Corse via, verso il buio del bosco. Non so cosa vide nei miei occhi.
Probabilmente quello che neppure io avrei mai voluto vedere:l’avvicinarsi,
inesorabile della morte di Bella. La mia Bella. La nostra Bella.
Ciao
ragazze!!come sempre grazie a tutte per i commenti, per seguirmi e per
preferirmi. Non mi aspettavo questo grosso seguito. Spero di non deludervi ma,
se così fosse fatevi sapere. Come sempre spero che il capitolo vi piaccia. Altra
cosa:va bene il carattere ch uso per scrivere o lo
preferite più grande per leggere meglio?Forse è una domanda stupida ma io a
volte faccio fatica a leggere storie scritte troppo in piccolo.Buona lettura.
Capitolo 15. Intuizione(prima parte)
Bella quella notte non migliorò.
Jacob e Seth rimasero di guardia nel caso i lupi avessero avuto intenzione di
attaccare. Io, come sempre, mi sentivo impotente di fronte a tanta sofferenza.
Sfibrato, consumato, sconfitto. Bella mi guardava come se fosse lei a dovermi
consolare, aiutare a superare questo momento difficile. Non aveva dormito
durante la notte, tormentata da quella cosa che cresceva dentro di lei. Un
bambino?Per quanto mi sforzassi non riuscivo a considerarlo tale. Non riuscivo
proprio a realizzarlo, a comprenderlo.
L’ululato di Seth mi allarmò. Mi alzai velocemente dalla mia postazione e andai
alla finestra tentando di capire cosa lo avesse indotto ad ululare.
Non erano più soli. Si era aggiunto un terzo lupo che grazie ai pensieri di
Seth non tardai a riconoscere. “Leah, vai via.
Che ci fai qui?”.
La sorella di Seth. Sembrava non ci fosse nulla di preoccupante.
- Cos’ha Seth?-, chiese Bella, cercando di voltarsi verso la mia direzione.
-Niente, niente-, risposi laconico. Non volevo che Bella si preoccupasse. Già
era preoccupata per Seth e Jacob, non volevo che anche Leah
diventasse un peso per lei.
“Vai a spiegare a Edward che c’è tua sorella…si allarmeranno”.Jacob. Per
quanto cercasse di non darlo a vedere si preoccupava per noi.
“Vado, vado”, pensò Seth e si accucciò davanti alla finestra. Incrociando
il mio sguardo per comunicarmi quello che già sapevo.
Mi voltai, dopo aver annuito, e appena vidi Bella, ancora una volta, mi sembrò
di cedere, di non avere più la forza per riuscire ad affrontare quella
situazione. Mi riaccasciai vicino a lei, attendendo
un miglioramento che temevo non sarebbe mai arrivato.
Sintonizzato sulla mente dei lupi riuscivo a sentire la loro discussione:Jacob non sembrava per nulla contento che Leah avesse lasciato il branco di Sam. E probabilmente non lo era neppure per lui, ma come me, avrebbe fatto qualsiasi
cosa pur di aiutare Bella.
Ad un tratto non percepii più Jacob, per un unico attimo. Si era trasformato.
Era umano e stava raggiungendo la casa.
-Sta arrivando Jacob-, dissi, sperando che qualcuno
andasse ad accoglierlo al posto mio. Non avevo la forza e la voglia di lasciare
sola Bella. Percepivo che la fine si stava avvicinando e non sapevo per quanto
ancora avrei potuto godere del suo respiro leggero e del battere affaticato del
suo cuore.
-Vado io-, pensò mio padre e sparì verso l’uscio di casa.
Non rientrò ma si trattenne a parlare con Jacob. Non
potei fare a meno di percepire l’argomento della loro conversazione. Parlavano
di Bella, del feto, dell’incapacità di poter far qualcosa per aiutarla. Ogni
suono, ogni considerazione mi scivolava nella mente, senza farmi male
veramente. Il mio dolore era davanti ai miei occhi, forte e intenso come non
mai. Bella mi stava abbandonando…Lo sentivo. Come potevo lasciare che tutto
questo accadesse?Come?Le stringevo la mano, senza parlare, senza guardarla
negli occhi per paura che la sua assoluta consapevolezza e certezza riguardo a
quello che stava facendo montasse in me una rabbia senza fine. Quella rabbia da
vampiro che avrebbe ucciso chiunque avesse osato far del male al mio amore. E
mi sarei fatto uccidere , avrei messo fine alla mia
vita se la sua avesse cessato di esistere. Avevo trovato il mio alleato, nella
vita e nella morte:Jacob. Sapevo di poter contare su
di lui. E se vai via, voglio venire con te. E se muori, voglio morire con te.
Prendere la tua mano e andare via. Queste parole aleggiarono nella mia
mente:un testo di una canzone forse?Non lo ricordavo
ma rispecchiavano esattamente l’andamento della mia anima:avrei seguito Bella,
ovunque.
“Forse cerca solo una vena pulsante di sangue…per sfamarsi”. Girai
velocemente la testa di scatto. Il pensiero di Jacob…Possibile che avesse
ragione?Era quello ciò che cercava?Poteva essere, perché non ci avevo pensato
prima?Ma come potevo chiedere una cosa così a Bella?Mi sembrava disgustoso
nonostante per me fosse… normale…Ma vedere lei. Eppure…Forse Jacob aveva
ragione, perché non provare?
Mi alzai di scatto, spaventando Bella.
-Dove vai?-, mi chiese.
-Voglio parlare con mio padre un attimo, torno subito-, risposi, dispiacendomi
di lasciarla senza darle ulteriori informazioni.
-Rose, puoi venire anche tu con me?-, chiesi.”Neanche morta, se credi di
poter fare un altro dei tuoi giochetti ti sbagli”
-Ti prego Rose-, continuai.-Esme
puoi stare con Bella mentre io parlo con Rose e Carlisle?-,
chiesi, preso da una strana euforia. Esme scese subito, sempre disponibile ad aiutarmi.-Certo-, rispose.
Mio padre mi attendeva alla porta. Aveva sentito la conversazione e il suo
sguardo era attento e curioso. Rose stranamente mi seguì, senza fare ulteriori
storie. Chiusi la porta alla mia spalle. -Carlisle, credo che abbiamo affrontato la faccenda
nel modo sbagliato-. “Ti pareva…un’altra delle sue idee. Sentiamo il genio cosa propone ora”.
Trafissi Rosalie con lo sguardo e continuai con la mia intuizione.
-Prima, ascoltavo la conversazione tra te e Jacob, e lui ha avuto un’idea-.
Jacob mi guardò come se cadesse dalle nuvole.”Succhisangue, che dici?Quale idea?Ho solo pensato
che odio quella cosa, odio il feto…nessuna rivelazione interessante”,
pensò.
-Abbiamo sbagliato tutto. Abbiamo sempre pensato a quello che vuole Bella,
quello di cui ha bisogno lei… ma non abbiamo mai pensato a lui, al feto…intendo-.
“Non ti seguo”, pensò mio padre.
-Forse dovremmo soddisfare i bisogni del feto. Se è simile a noi, come credo,
anche i suoi bisogni saranno simili ai nostri. Quindi di cosa potrebbe aver
bisogno…-.
Sei occhi mi puntavano straniti, incapaci di capire a cosa mi riferissi.
Decisi di essere più esplicito ma Jacob mi precedette.
-Ha sete…-, disse laconico, illuminandosi.
“Cavolo…è vero!!Stavolta ci hai azzeccato Edward!!!E bravo anche il
cane…bell’idea”, pensò esultando Rose, che mi sorrise, per la prima volta
dopo il mio ritorno dall’isola.
“Giusto, giusto”, pensò mio padre.-Ho delle
sacche di sangue che ho portato a casa dall’ospedale per Bella…possiamo
provare. Vado a prenderle ma…come pensavi di darglielo?-.
A quello non ci avevo pensato, e anzi la cosa mi metteva un po’ in agitazione.
Rose e mio padre erano d’accordo con me, ma Bella?Avrebbe accettato di fare una
cosa come quella?Forse sì, se era per il bene del bambino.
-Non credo ci sia molto tempo per pensare ad un metodo adeguato. Direi che
Bella dovrà berlo…-, disse Rose.
“Che schifo, è matta”, pensò Jacob.-No, no…Volete fare bere del sangue a
Bella?-, chiese dando voce ai suoi pensieri.
-Cane, zitto!Mi sembra che l’idea sia partita da te-.
Jacob si guardò attorno, cercando di trovare un modo per evitare una cosa del
genere a Bella. Continuava a pensare a quanto fosse rivoltante la cosa.
-Ma è una cosa…-, iniziò a dire.
-Disgustosa?Schifosa?...Lo è ma se può aiutare Bella-,
dissi, completando la frase di Jacob.
-Esatto!Ma come vuoi fare?Non la puoi obbligare-.
-Ora vado a parlarle e le chiedo cosa ne pensa. Volevo prima però parlare con Carlisle per sapere se poteva essere una buona idea-,
dissi, cercando di tranquillizzarlo. Non so per quale motivo ma mi rendeva
ansioso vedere Jacob preoccupato per qualcosa che riguardava Bella. Era come
se, in qualche modo, lui potesse cogliere, percepire sensazioni diverse
riguardo a Bella e potesse aiutarmi a capirla meglio, a comprenderla.
-Per il bambino farà questo ed altro-, pensò e disse subito dopo Rose. Il modo
in cui Rose disse bambino mi fece rabbrividire. Non potevo credere che la sua
dedizione completa e assoluta verso Bella non nascondesse, in realtà ,un suo bisogno inappagabile ma costante nella sua
esistenza. Cosa si è disposti a fare quando si desidera una cosa in modo inverosimile,
inspiegabile, immenso?Forse anche calpestare la vita altrui se necessario…se
poteva aiutare ad esaudire quel desiderio incontenibile. Ne sapevo qualcosa. “Dannazione bionda, è il bambino di Bella, non il
tuo…Deciderà lei, non tu. Perché la sta aiutando?Non di certo per
Bella, no. E’ una stupida vampira egoista che pensa solo a
lei…Perché Bella non se ne accorge…Ma forse a lei va bene così”.
Jacob aveva capito tutto. E come spesso accadeva ultimamente il nostro pensiero
andava di pari passo. Lo cercai, con la coda dell’occhio, non potendo far altro
che annuire ai suoi pensieri che traboccavano di verità.
“Di Bella non le importa niente…sarebbe capace di qualsiasi cosa pur di
farle avere il bambino”. Questa volta mi voltai, centrando Jacob con lo sguardo.
E ancora una volta lui capì di aver perfettamente ragione. Aveva inquadrato la
situazione. “Meglio muoversi. Lo
berrà, lo berrà…Bella farà di tutto per far star bene il suo bambino”.-Muoviamoci, quindi, non c’è
tempo da perdere. Carlisle?Ti pare una buona idea?-,
chiese Rose.
“Si…il problema è Bella”. Rose non si era neppure preoccupata di
prendere in considerazione quanto potesse far ribrezzo a Bella una simile
ipotesi, mentre mio padre…Il suo lato umano prevaricava sempre su quello
vampiro, sempre pronto a chiedersi cos’era meglio per gli altri,prima che per sé stesso. Avevo molto da imparare da lui.
-Chiediamo a Bella, sarà una sua decisione-, disse deciso e perentorio.
“Allora è fatta”, pensò Rosalie, sospirando sollevata.
Ciao ragazze!!ho trovato un po’ di
tempo per rispondere ai commenti. Le risposte sono alla fine del
capitolo!!Buona lettura!!
Capitolo 15. Intuizione(seconda
parte)
Rientrammo tutti in casa. Anche Jacob venne con noi. Non
capivo perché lo facesse, doveva essere una cosa tremenda per lui da vedere. Ma
la sua mente era stranamente silenziosa e non mi
lasciva intravedere nessun motivo razionale che ne spiegasse il motivo. Forse,
come sempre, il tutto era da ricercarsi nel forte senso di protezione che lo
legava a Bella.
Bella…Era stesa sul letto, come da molte ore ormai. Se non avessi avuto dei
sensi sviluppati non avrei sentito il suo cuore battere né notato il suo petto
alzarsi per respirare. Mi faceva male vederla così…un male sordo, soffocante,
lacerante, straziante. Ma questa volta avvicinarmi a lei era più facile. Avevo
un’opzione, un’idea per darle il sollievo che meritava.
-Cosa c’è?-, chiese preoccupata non appena ci vide attorno al letto. La sua
mano accarezzò la sua pancia e non serviva leggere la sua mente per capire che
i suoi pensieri erano indirizzati alla salute del bambino.
-Forse abbiamo trovato il modo di aiutarti. Jacob ha avuto un’idea-, disse mio
padre, cercando il modo di dirglielo senza sconvolgerla. “No, io non ho detto niente. E’ un’idea del succhiasangue…”, pensò Jacob. Certo, preferiva
non accollarsi la responsabilità di certe malsane idee, potevo capirlo.
-Non sarà una cosa facile, Bella-, continuò mio padre cercando di essere il più
delicato possibile.
-Farà star meglio il bambino…-, si affrettò a dire Rose. Non poteva aspettare
che fosse Carlisle a terminare, no, doveva
intromettersi con la frase che avrebbe sicuramente fatto capitolare Bella
all’istante. Era ovvio che avrebbe fatto qualsiasi
cosa per “il bambino”.
-Forse abbiamo scoperto di cosa ha bisogno…-, continuò, ignorando i ringhi che
salivano dal mio petto.
Bella si guardò intorno, incrociando i nostri sguardi uno a uno.
-Non c’è stato nulla di piacevole, fin’ora-, disse tossendo e osservando l’ago
che le perforava il braccio-quindi…qualcosa in più non farà la differenza-,
disse sorridendo, per alleviare la tensione. Abbassai lo sguardo, stringendo i
pugni. Se avessi potuto avrei perforato con le unghie la mia pelle, per poter
percepire una minuscola parte del dolore che stava provando a causa mia. Era la
prima volta che ammetteva davanti a me che la situazione non era piacevole.
Mai, mai aveva ceduto al dolore, mai…perlomeno mai davanti a me. Mi avvicinai
ancora di più a lei e la presi per mano, incurante di Rose che mi osservava
guardinga.
-Tesoro, quello che ti stiamo per chiedere è una cosa bruttissima, disgustosa.
Se non te la senti, non fa nulla-, mi affrettai a precisare.
“Bravo…altro che la bionda…almeno lui ha avuto il coraggio di dirle le cose
come stanno”.
Bella mi fissò con gli occhi aperti, terrorizzati.
-E’ una cosa così brutta?-, chiese, stringendo più forte che le era possibile
la mia mano.
Continuai a fissarla. Era impossibile per me smorzare l’angoscia che trapelava
dai suoi caldi occhi.
-Crediamo che il feto sia più simile a noi-, intervenne mio padre,-di conseguenza anche il suo appetito-, continuò,senza
spiegare chiaramente quale fosse la richiesta.-Crediamo abbia sete-, concluse
infine.
Bella continuò a fissarmi incredula. Sembrava chiedersi perché non l’aveva
pensato prima.
-Ho capito-, disse infine, battendo gli occhi.
-C’è un problema però. Il feto cresce velocemente e non abbiamo tempo per
pensare ad un modo poco disgustoso per farti assimilare il sangue. C’è solo un
modo veloce per capire se realmente è quello che il feto vuole-, continuò Carlisle, cercando di spiegarle la parte difficile di
questa scoperta.
-L’unico modo è berlo, giusto?-, chiese Bella, abbassando il capo verso il suo
ventre.-Beh, non è così grave. Mi servirà anche per abituarmi al futuro-,
continuò alzando gli occhi verso di me e aprendo il suo splendido viso in un
sorriso vittorioso. Cercai di ricambiare il sorriso, ma quello che ne uscì era
più simile ad una smorfia di dolore e di rassegnazione. Come faceva ad essere
così fiduciosa?Come?Come riusciva ad accettare una
simile proposta con una tale serenità da far rabbrividire me?Io, un vampiro
assettato di sangue. E come faceva ad essere assolutamente certa del suo
futuro?Non sapeva se sarebbe mai stata una vampira, se sarebbe sopravvissuta
alla gravidanza. Ormai non capivo più niente, non la capivo e non mi sforzavo
neppure più di farlo. Probabilmente lei vedeva oltre, in un luogo in un tempo
che era per me ancora sconosciuto, oscuro.
“Ora le salto addosso e la meno”, pensò Jacob, e mi voltai
immediatamente verso Rose per capire a cosa si riferisse. Sembrava impaziente,
come una bambina che aveva appena ricevuto un gioco nuovo. Irritante!Mi sarei
unito volentieri a Jacob nel pestaggio.
-Bene, allora mi servirà un orso o qualcosa di simile. Chi me lo va a prendere?-,
chiese Bella sempre sorridendo. Guardai Carlisle
sconvolto:aveva fatto il mio stesso pensiero. Non
potevamo accontentarci di sangue animale;Bella avrebbe
dovuto bere sangue umano. Sarebbe stata in grado di accettare una simile
proposta?
-Cosa c’è?-, chiese allora Bella notando i nostri sguardi.
-Bella, amore. Non abbiamo tempo, dobbiamo fare in fretta. Il feto, se ha
necessità di sangue, non si accontenterà di sangue animale…-, dissi sperando
che capisse a cosa mi stavo riferendo.
-Non c’è nessuna differenza-, disse Rose. Per lei forse. Perché doveva far
sembrare tutto così facile quando in realtà niente era semplice? -Il sangue di chi dovrei bere?-, chiese sconvolta
sgranando gli occhi.
-Non guardare me-, scherzò Jacob,-non sono io il
donatore, anche perché non credo che il mio sangue gli potrebbe piacere-.
-Abbiamo del sangue da parte-, intervenne con il suo tempismo rassicurante
Rose, interrompendo Jacob.-Era per te, per quando saresti diventata vampira,
per sicurezza. Vedrai…non sarà difficile e farà stare sicuramente meglio il
bambino-.
Bella la guardava incantata, rapita e certa della sue
parole. Rivoltante.
-Ok, allora. Cosa stiamo aspettando?Io ho fame e credo che anche il piccolino
ne abbia-, disse accarezzandosi amorevolmente la pancia. Piccolino?Era più
grande di lei ormai…
-Sarà la prima cosa da vampira che faccio…-, continuò, cercando di scherzare,
ma in me scatenò la sensazione opposta. Carlisle e Rosalie andarono velocemente a preparare
“il pasto” per Bella. O meglio per il feto. Io non mi mossi. Restai al suo
fianco tenendole la mano e chiedendomi quanta forza avesse la mia piccola
Bella. Sicuramente più di quanto mi fossi mai vantato di avere io. Fissavo i
suoi occhi, pregando di perdermi in lei, di restare con lei per sempre. In
qualsiasi luogo, in qualsiasi tempo sarebbe andato bene, ma con lei. Lei
ricambiava il mio sguardo, cercando silenziosamente di consolarmi e di
aiutarmi. Lei aiutarmi?Si perché il martire della
situazione ero io. Ero io a non avere la forza, io a non avere il coraggio di
affrontare quella situazione…Nessuna situazione in cui la vita di Bella fosse
stata in pericolo.
“Ecco qui”, pensò Rose che era tornata con un bicchiere tra le mani. La
guardai sconcertato.
-Non in un bicchiere trasparente-, borbottai, alzando gli occhi al cielo.
Volevo risparmiare a Bella il più possibile la vista del sangue. Non avevo
dimenticato quale effetto le faceva e non riuscivo a capire come potesse solo pensare
di berlo. Come minimo sarebbe svenuta al solo odore.
“Agli ordini”, pensò Rose ironica andandosene di nuovo.
-E’ tua l’idea?-, chiese Bella, rivolgendosi a Jacob, sforzandosi di alzare il
tono di voce.
“Non serve che ti affatichi, ci sento…non sono completamente umano”,
pensò Jacob.
-No, no…è il tuo vampiro che mi ruba i pensieri dalla testa e fa queste
proposte…-, rispose grattandosi il capo imbarazzato.
-E’ bello vederti Jacob-. Una morsa mi chiuse lo
stomaco. Gelosia?Non era possibile, non doveva essere possibile. Respirai a
fondo cercando di calmarmi.
-Anche per me-, rispose lui, sincero, abbassando lo sguardo.
Sì, mi faceva male vedere la loro confidenza, il loro sapersi capire, il loro
parlarsi silenzioso. Ero geloso. Lei era mia…ma che diritto avevo di reclamare
il suo possesso?
-Ho sentito cosa hai dovuto fare. Deve essere stato duro per te, mi dispiace-.
-E’ tutto ok Bella, non ti preoccupare. Prima o dopo mi sarei staccato da Sam , ho solo colto l’ottima occasione-, mentì spudoratamente
Jacob. Anche in lui era partito il meccanismo subdolo di difesa nei confronti
di Bella. Mentire, cercando di fare il possibile per non farla preoccupare.
Sicuramente a lui riusciva meglio…io non ero neppure in grado di fare quello.
-E Seth?Ti ha seguito giusto?-, chiese ancora Bella, non soddisfatta delle
informazioni che aveva ricevuto.
“Dannazione…Perché mi fa tutte questa domande?Non
le basta sapere che sono qui per lei?Era quello che voleva…”.
-Beh…sai che Seth ha sempre avuto una simpatia per noi. E’ contento di aiutarci-,
mi intromisi cercando di aiutare Jacob.
-Mi dispiace di aver causato tutto questo-, sibilò piano Bella. Sembrava quasi
non avesse ascoltato le mie parole. Perché capiva al volo sempre tutto e si
preoccupava di conseguenza?
“Non si può nasconderle niente”, pensò Jacob ridendo nervosamente.
-Beh…è da un po’ che non faccio altro che generarti problemi-, constatò
affranta respirando con difficoltà.
-Già…da quando ti conosco-, cercò di scherzare Jacob per alleggerire la
tensione.
-E’ meglio che te ne vai, non voglio che tu assista-, proruppe Bella seria
cambiando improvvisamente argomento. “Ha ragione…dovrei andare via. Non so se
riuscirei a sopportarlo…Ma dannazione…è presa male. Come
faccio sapere che tra un quarto d’ora sarà ancora viva, umana…”.
Un quarto d’ora?Dannazione…Era presa male, sì, e se n’era accorto anche Jacob.
Non ero preparato, no. Il veleno non era pronto. Stava accadendo tutto troppo
in fretta, tutto velocemente.
-E dove vuoi che vada?Ora c’è anche Leah con noi, e
non mi piace stare con lei-. -Leah si è unita a voi?-, chiese Bella stupita.
-Non te l’ha detto Edward?-, chiese Jacob, rivolgendo uno sguardo verso di me.
Io sollevai le spalle incurante di dargli una
risposta. Ero bloccato, paralizzato. Era veramente giunta l’ora?Era passato
così in fretta il tempo?Bella stava veramente per abbandonarmi?Deglutii
rumorosamente. Mai come in quel momento mi sentii intrappolato dal tempo. Io
che non avevo mai percepito lo scorrere del tempo come una limitazione, ora era
la mia dannazione. Mi mancava il tempo di fare la cose
come si dovevano.
-Perché si è unita a voi?-, chiese Bella agitandosi più di quanto fosse
necessario.
“Cosa le dico?”.
-Beh, con me c’è Seth. E’ suo fratello, non se l’è sentita di lasciarlo solo-.
-Ma Leah odia tutti, soprattutto noi vampiri-,
constatò triste.
-Non sarà un fastidio. Fa parte del mio branco e io sono il capo. Fa quello che
le dico-, rispose cercando di tranquillizzarla. Ma Bella lo guardò scettica,
poco convinta.
-Fammi capire:Leah non ti
piace, ma la vampira bionda sì-, chiese Jacob cercando di scherzare.
“Zitto, cane”, pensò Rose che aveva sentito la provocazione di Jacob.
-E’ diverso. Rose capisce la situazione-.
-Ti capisce eccome. Infatti spera che sia il mostriciattolo
ad avere la meglio…-, rispose Jacob, dando sfogo anche ai miei pensieri.
“Ora stacco la testa al cane”, pensò Rose, ancora al piano di sopra
-Non è così, smettila di scherzare, Jake!-, disse
Bella, tossendo e faticando a respirare.
“Scherzare?E chi scherzava?”.-Sai che non è
possibile-, rispose Jacob cercando di sdrammatizzare.
Per un istante incontrai i suoi occhi:panico, lo
stesso che probabilmente c’era anche nei miei. Bella peggiorava, stava male.
Rose e mio padre finalmente scesero con il sangue. Questa volta il bicchiere
era coperto e munito di cannuccia:molto meglio.
Bella prese tra le mani il bicchiere. Tremava.
“Tranquilla Bella”, pensò mio padre.-Se non ce
la fai, non ti preoccupare. Riusciremo a trovare un’altra soluzione-, le disse
comprensivo.
-No, no-, rispose Bella risoluta,-è il modo più
semplice e veloce. Non sarà così difficile-, e pose la sua mano sulla pancia.
Il suo pensiero gravitava attorno al bambino, come sempre. Cercò di sollevarsi,
facendo forza su un gomito, senza riuscirci.
“Cavolo se si è indebolita…ieri non stava così”, pensò Jacob.
Rose si chinò su di lei e piano l’aiutò a sollevarsi.
-Grazie Rose-, disse, con sguardo riconoscente.
-Bevi tesoro. Fa come noi non ci fossimo-, la incitò Rosalie.
“Forse è meglio che esca…non so se la faccio”, pensò Jacob. Sarei uscito
anch’io. Mi faceva male vedere ancora una volta Bella in difficoltà per colpa
mia. E quello che stava per fare…forse non ero in grado di rendermene conto
pienamente ma doveva essere una cosa a dir poco disgustosa per lei.
La osservai, mentre prendeva confidenza con il bicchiere. Lentamente, molto
lentamente lo portò verso il naso e lo annusò. Una smorfia,
di disgusto sembrava, invase il suo volto.
-Bella, amore. Lascia perdere se non ci riesci. Troveremo un modo meno
difficile per te-, dissi, tendendo la mano per prenderle il bicchiere.
-Prova a tapparti il naso-, propose Rosalie. Ringhiai. Perché non provava a
tappare la sua bocca ogni tanto?Non volevo che Bella si sforzasse più del
dovuto.
“Dai che ci scappa la lite…vorrei tanto che Edward staccasse un braccio alla
bionda stupida”.Avrei voluto anch’io.
-No, no…Mi piace, ha un buon odore-, confessò Bella con voce debole.
-Bene allora-, si affrettò a dire Rosalie soddisfatta.-Prova
ad assaggiare, dai-, la incitò, felice.
Bella lentamente si portò la cannuccia alle labbra. Le tremavano le mani e
potevo sentire l’odore del sangue penetrarmi potente nelle narici e bruciare
nella mia gola ormai arsa da giorni. Ma non ci feci più di tanto caso.
Continuai a osservare Bella. Speravo che non svenisse o non vomitasse. Non
appena la sentii sorseggiare mi avvicinai a lei e le
accarezzai il viso. Ero con lei. Qualsiasi cosa avesse deciso di fare,
ero con lei.
-Bella, tesoro…va tutto bene?-, chiesi ansioso di ottenere la sua risposta.
-E’ tutto ok-, rispose allontanando il bicchiere.-E’ buono, mi piace- disse,
spiazzandomi. Non avrei mai creduto possibile una cosa del genere.
“Disgustoso”, pensò Jacob.
-Benissimo, allora-, tintinnò estasiata Rose, quasi saltellando dalla gioia.
Io continuai ad osservare Bella, cercando qualche miglioramento. Le accarezzai
piano il viso, fragile, debole. Dio…che dolore vederla così. Squarciava la mia
anima, la dilaniava in minuscoli pezzi. Bella ricominciò a sorseggiare dalla
cannuccia. Più vigorosamente di prima, sembrava avesse realmente voglia di bere
sangue…sembrava ne sentisse davvero il desiderio.
-Come va Bella?Lo stomaco?-, chiese Carlisle
preoccupato.
-Tutto bene, mi sembra. Sto bene, niente nausea-. -Favoloso-, trillò Rosalie, raggiante.
-Aspettiamo un attimo prima di esultare. E’ ancora presto-, si precipitò a dire
mio padre.
Bella trangugiò ancora un po’ di sangue dal bicchiere. Poi si rivolse a me
preoccupata.
-Questo va conteggiato vero?E’ sangue umano…Oppure iniziamo a tenere il conto
quando sarò una vampira?-. Rabbrividii. Che domanda!
-Tranquilla Bella. Non teniamo punti e poi questo sangue è di un
donatore…nessuno si è immolato-, risposi cercando di apparire tranquillo.
“Cosa stanno dicendo…punteggio di che?”. -Jacob, poi ti spiego-, sussurrai.
-Che cosa?-, chiese Bella curiosa.
-Niente, niente. Ho solo detto un pensiero a voce alta-, mentii. “Se Bella diventerà vampira non le sfuggirà più niente.
Poi sarai costretto a dirle tutta la verità”, osservò Jacob mentalmente.
Sorrisi mesto:giusta osservazione, ma per ora andava
bene così. Non volevo affaticare Bella con spiegazioni inutili.
Bella continuava a bere, apparentemente tranquilla. Possibile che le piacesse
sul serio? “Guarda fuori dalla finestra. Le da fastidio essere osservata…forse da me. Sono l’unico in
fondo che non la capisce. Chissà come fanno ad osservarla
senza cedere all’impulso di strapparle il bicchiere di mano per bere?”. D’accordo che eravamo vampiri,
ma da un bel po’ ormai, e con un po’ di sforzo sapevamo controllarci. E quello
non mi sembrava il caso di cedere alla nostra sete.
Jacob notò la mia espressione.”Che rottura però che
senta i pensieri…non si può pensare a niente senza avercelo nel
cervello…odioso. Se fosse riuscito a sentire i pensieri di
Bella, lei si sarebbe stancata molto presto, e lui …anche”. Ridacchiai a quel pensiero. Non
mi sarei mai stancato di Bella, ma le osservazioni di Jacob erano sempre molto
ingenue e limpide. Stavo iniziando a volergli bene…quasi sentivo la mancanza
dei suoi pensieri quando lui non c’era. Cose da non credere…forse stavo
veramente andando fuori di testa. Io e Jacob amici?Possibile?
-Perché ridi?Mi sono persa qualcosa-, chiese Bella. Mi rituffai nei suoi grandi
occhi e quel che vidi mi fece rabbrividire di gioia. Le sue guance, pallide e
scavate, erano rigate di un rossore tenue e il suo cuore batteva più forte, più
insistentemente. Non sarebbe stato quel giorno, il giorno più brutto della mia
esistenza. Non era ancora il momento.
-Sono i pensieri di Jacob-, le risposi, quasi con un
tono felice dopo aver visto i miglioramenti sul suo corpo.
Si voltò verso di lui con un sorriso stanco, anche se molto caloroso.-Sì, è
vero,Jacob è proprio un pagliaccio-.
“Evviva…ora sono diventato l’animatore della situazione…cosa avrò pensato di
così divertente?Mah… I vampiri hanno uno strano senso dell’umorismo”.E iniziò a gesticolare imitando un giocoliere del circo e
canticchiando una canzone. Fece nuovamente sorridere Bella che continuò a bere.
Era confortante vederla stare meglio.
Non sarebbe stato un sollievo definitivo, ma mi concedeva del tempo per
organizzare il futuro meglio che potevo.
“Cavolo l’ha finito…E’ veramente una sanguisuga quello che porta in lei…”
Già. Il fatto che desiderasse sangue ne era la prova evidente.
-Ho finito-, trillò vittoriosa. Anche la sua voce era cambiata:più forte, chiara, acuta. Anche Jacob se ne accorse. -Carlisle, se non lo rigetto, poi mi toglierai la flebo?-, chiese speranzosa. -Sicuramente-, rispose mio padre, evidentemente
contento di vedere un miglioramento nello stato di salute di Bella.
Rosalie le accarezzò dolcemente i capelli, come per congratularsi di questa sua
vittoria. Non era più tanto difficile per me capire il rapporto che le univa:legate da uno scopo comune, entrambe mosse dallo stesso
desiderio di vita. Come me e Jacob. “E’ migliorata, indubbiamente migliorata…Il colore del
viso, il respiro, il battito del cuore…Non è uno scherzo. Aveva realmente bisogno di sangue”.
Sì, Jacob aveva ragione e probabilmente se fossi riuscito a capirlo prima avrei
alleviato da subito le sue sofferenze.
“Ancora, ancora…Oddio come sono felice”, pensò Rose. No, non era
normale. Non avevo mai visto mia sorella in quelle condizioni.
-Che ne dici di berne dell’altro?-, chiese
eccitata.
Bella si afflosciò sul divano, come sconsolata nello sapere
che la sua tortura non era terminata.
Fulminai Rose. Un po’ di pazienza, no?Aveva appena bevuto un intero bicchiere
di sangue, non mi sembrava ci fosse tutta questa fretta di farle ripetere
l’amara operazione.
-Bella, non ascoltare Rose. Puoi aspettare e berne ancora tra un po’,se te la senti-, mi affrettai a dire per tranquillizzarla.
-In realtà…Ne ho voglia-, ammise, quasi vergognandosi.
-Tesoro...Non ti preoccupare. E’ una cosa che capiamo
benissimo. Non devi farti scrupolo a chiederne dell’altro-, disse Rose,
intromettendosi e accarezzandole i capelli con gesto materno.
-E chi non capisce questo bisogno, può andarsene anche subito-,
aggiunse infine aspra rivolta chiaramente a Jacob.
“La bionda inizia proprio a girarmi le scatole…Che
vuole?Non ho detto niente…E’ ovvio che mi faccia schifo, ma non per questo ho
impedito che Bella lo bevesse…”.
Guardai Jacob dispiaciuto. Possibile che mi disturbassero le frecciatine di
Rose verso di lui?
Jacob…Aveva fatto moltissimo, più del dovuto per Bella, e
quindi per me. Rose doveva smettere di essere sempre così scontrosa con lui.
Tutti avevamo una preoccupazione comune:Bella. E
questo doveva essere un motivo sufficiente per spallarci e aiutarci a vicenda.
Ma Rose, superficiale ed egoista, non riusciva a spingere i suoi pensieri molto
al di là dei suoi istinti. Carlisle prese il bicchiere dalle mani di Bella.-Vado a prenderne dell’altro-, disse, prima di sparire.
-Mi sembri stanco, Jake-, notò Bella, fissandolo a
lungo.
“Certo che non ti sfugge niente è…”.-Anche tu-,
rispose. -DaiJake…Fai il serio…Da
quando è che non dormi?-, chiese preoccupata.
“Mmm…E che ne so?”
-Per la verità non te lo so dire-, ammise sincero.
-Cavolo Jake. Ora mi sento in colpa…A causa mia non
dormi…Non va bene. Pensa a te e vai a dormire un po’-.
“Che discorso è?Tu puoi mettere a repentaglio la tua salute come meglio
credi e io non posso perdere qualche notte di sonno per passare gli ultimi
momenti con te…Bella…Sempre la solita”.
Jacob aveva perfettamente ragione. Quando mai Bella si sarebbe decisa a pensare
a lei, piuttosto che agli altri?Conoscevo la risposta.
-Vai a riposarti Jake, per favore. Ci sono un sacco
di letti in questa casa. Puoi dormire in quello che preferisci-.
“Nel mio, il cane non lo voglio”, pensò aspra Rose e lo fece capire in
modo evidente anche a Jacob fulminandolo con lo sguardo.
“Bionda…a cosa ti servirà poi un letto?Non ci credo che lo usi…”, pensò
giustamente Jacob.
-Tranquilla Bells. Preferisco dormire per terra. C’è
un po’ di puzza qui…-. -Vero-, rispose tranquilla, annuendo.
Mio padre tornò con una nuova dose di sangue. Bella si alzò lentamente da
quello che, fino a qualche istante prima, pensavo fosse il suo letto di morte e
si mise seduta, senza l’aiuto di nessuno. Non c’erano dubbi:era
notevolmente migliorata. Ricominciò a bere lunghe sorsate di sangue.
-Come va?-, chiese Carlisle.
-Tutto bene. Niente nausea. Anzi, credo di avere fame, ma non saprei dire se ho
fame o “sete”-.
-Beh, mi pare evidente. Basta guardarla. Il suo corpo ha bisogno di sangue:diamone dell’altro-, propose Rose.
-No, con calma Rose. Non essere precipitosa. Bella è ancora umana. Ha esigenze
umane e quindi ha bisogno di cibo. Lasciamole il tempo di assimilare il sangue
che ha bevuto e facciamola mangiare. Hai voglia di qualcosa di particolare
Bella?-.
Si aprì in un gran sorriso e guardandomi disse:-Uova-.
Non potei fare a meno di ricambiare il suo sorriso. Finalmente il mio petto
sembrava essersi leggermente sgonfiato da quell’angoscia che l’aveva tenuto in
ostaggio. Mi sentivo più leggero, più tranquillo.
Svolsi rapidamente lo sguardo da lei , per raggiungere
Jacob che stava letteralmente cadendo a terra dal sonno. -Jacob-, lo chiamai,-vai a
dormire. Puoi sistemarti in qualsiasi stanza tu voglia. Prometto che verrò a
svegliarti se ci dovessero essere cambiamenti-.
-Ok, Ok-, rispose esausto alzandosi. “Ha ragione. E io sto morendo dal sonno. Vado fuori, tanto se ci sono problemi il succhiasangue
mi avvisa”. -Contaci-, risposi ai suoi pensieri.
Annuì e salutò Bella accarezzandole una mano.”E’
gelida”, pensò.
-Sembra proprio che tu stia meglio-, osservò.
-Sì. È vero. Grazie Jacob-, rispose, stingendogli la
mano.
-Copritela. Ha freddo-, disse, quasi ordinando, prima di andarsene.
Aveva ragione. Bella aveva bisogno di essere scaldata. Io non me n’ero reso conto. Ancora una volta non ero stato in grado
di far fronte ai bisogni primari di Bella. Per fortuna c’era lui. Per fortuna
c’era Jacob.
EEELE:Grazie!Si
su Twilightitalia si
arriva al capitolo 8, ma sul forum sono già al capitolo 17. Purtroppo il
ritardo nella pubblicazione non dipende da me. Sto cercando di provvedere per
sistemare le cose.
itachan:La canzone è
proprio quella. Ogni tanto vado in crisi:non so più
cosa scrivere e come scrivere e LonelyDay è una di quelle canzoni che mi ha ridato l’ispirazione.
Grazie mille per i commenti, sono contenta che ti sia
piaciuto fin’ora.
Tede:Ora
aggiorno!!!Ti posso assicurare che neppure io resisto nell’aggiornare. Mi
dispiace tenervi sulle spine e anche perché non vedo l’ora di farvi leggere
quello che ho scritto. Rose…è difficile scrivere di Rose, o perlomeno
immaginare come Edward la veda. Comunque nel capitolo che sto scrivendo ho
inserito una riflessione di Edward su Rose, un po’ più comprensiva!Non vedo
l’ora di farvi leggere. Grazie ovviamente per i commenti positivi, sono
felicissima che ti piaccia.
linda88:Grazie mille
Linda!!Vi lascio per poco con la curiosità!!Non resisto…ora aggiorno!
Bellas:Spero
di non deludere le tue aspettative!!Ecco la fine del capitolo, fammi sapere e
grazie dei bellissimi commenti!!
ladycat:Spero
di farlo al meglio. Ingrandisco un po’ il carattere allora!!Grazie del
consiglio e grazie di leggere e commentare
trettra:Seguirò
il tuo consiglio per l’interlinea. Non è molto bella l’immagine di Bella che
beve sangue, ma ad Ed non può dare troppo fastidio, molto di più a Jake!!!ti lascio alla lettura del capitolo e grazie di
commentare sempre!!!
Ciao!!Vi lascio alla lettura della storia. Alla fine ci sono
le risposte e un po’ di commenti!!!
Capitolo 16. Aiuti
-Maledizione-, imprecai alzandomi e andando verso la
finestra. Seth aveva ululato. Vidi i vestiti di Jacob svolazzare nel giardino.
“Merda…erano gli ultimi”, pensò Jacob, trasformandosi. Qual era il
problema?Era improbabile che Seth si fosse sbagliato un’altra volta.
“Che c’è ora?”, pensò Rose, sbuffando. -Edward?-, mi chiamò Carlisle.”Chissà
cosa c’è ora…forse i lupi…”. Gli feci cenno di aspettare un attimo, non
sapevo neppure io di preciso cosa stava succedendo.
Mio padre venne al mio fianco, e mi appoggiò una mano sulla spalla.
“Seth?Qual è il problema”, chiese mentalmente Jacob.
“Gli altri…stanno arrivando”, rispose. C’era da aspettarselo. Sam non
avrebbe rinunciato così presto alla sua battaglia.
“Quanti sono?”.
“Credo tre”.
“Sto tornando, raggiungo Seth”.
Jacob, Seth e Leah si stavano organizzando per far
fronte all’avanzata.
Senza voltarmi, annunciai la novità alla mia famiglia.
-Stanno arrivando tre lupi. Seth, Jacob e Leah si
stanno preparando ad affrontarli-, dissi lentamente, continuando a monitorare
la situazione. Sentii Bella sussultare spaventata.
-Sta tranquilla tesoro, non succederà niente-, la tranquillizzò Rose.
“Sono fermi…Non credo sia un attacco”. “Seth, aspettami. Non fare
nulla”.
“Si stanno trasformando”.
“Sono qui Seth, ti copro le spalle”.
“No…sono in quattro…tre sono lupi, uno è umano”.
“Cavolo Seth…ottimo udito”.
“Sono con loro”, pensò Jacob. Probabilmente era un pensiero rivolto a
me. Aspettavano. E io aspettavo con loro. Ritornai a sedermi vicino a Bella che
mi osservò con gli occhi sbarrati e vitrei.
- Bella, amore, non ti devi angosciare. Credo vogliano solo parlare. Non c’è
nessun pericolo per Jacob e gli altri-, dissi, accarezzandole dolcemente il
viso. Se Seth aveva ragione,sembrava improbabile che
tre lupi volessero lo scontro, forse davvero volevano solo parlare.
“Potremmo toglierle la flebo e il respiratore…mi
sembra stia molto meglio ora”, pensò mio padre. Annuii e mi alzai per
aiutarlo.
-E’ tutta colpa mia…non dovevo mettere in mezzo Jacob in questa storia…sono una
stupida-, mormorò prima di iniziare a singhiozzare. Possibile che non potesse
fare a meno di preoccuparsi degli altri e soprattutto per i motivi sbagliati?
-No, Bella, no-, dissi, avvicinandola al mio petto per tranquillizzarla. Da
quando aveva iniziato a bere sangue, stava molto meglio e io con lei. E ora mi
dispiaceva vederla star male per Jacob, soprattutto perché si colpevolizzava
per niente.
-Bella-, continuai,-è venuto Jacob a cercarti. Anche
per lui è difficile starti lontana e sai che tutto quello che sta facendo lo fa
per te, perché ti vuole bene. Non colpevolizzarti per questo. Stai migliorando,
non peggiorare tutto con le tue preoccupazioni, ok?Anzi, adesso Carlisle ti toglie la flebo e il
resto e se vuoi puoi tornare sul divano-, dissi, sperando di distoglierla dai
suoi pensieri negativi. Mi guardò sbalordita, sbattendo gli occhi e continuando
a tenere le mani sulla mia maglietta.
-Davvero posso?E da quando parli in quel modo di Jacob?Non ti è mai andato a
genio...-, osservò, sorridendo timidamente.
-Da quando lottiamo dalla stessa parte-, risposi serio.-Adesso
vieni che ti aiuto ad andare sul divano. E smettila di preoccuparti:vuoi o no che questo bambino nasca forte e sano?-, chiesi
sorridendole. Non mi sembrava vero:io che parlavo con
naturalezza,senza astio e sofferenza del bambino?Ormai era
indiscutibile:dipendevo da Bella e il mio umore, la mia serenità erano legati a
lei a doppio filo. La feci stendere sul divano e mi
sedetti vicino a lei, appoggiando le sue gambe sulle mie ginocchia. Stranamente
Rose non intervenne ma si sedette vicino ad Emmett
che distrattamente guardava la tv. Jasper aiutava mio padre a sistemare la
stanza, cercando di togliere tutto ciò che la faceva apparire somigliante ad
una camera di ospedale.
-Nel frattempo ti racconto cosa succede, così stai tranquilla-, dissi.
“Sarà utile anche a noi”, pensò Carlisle.
-C’è Jared…sembra il portavoce, è umano. I lupi sono
Paul, Quil e Collin.Seth si
è sbagliato, sono in quattro non in tre.Jared
ha appena specificato che sono lì per parlare, quindi possiamo stare
tranquilli, sembra che non ci sarà nessun attacco imminente-, dissi,
continuando ad accarezzare la mano di Bella.
-Niente Sam?-, chiese lei.
-No…infatti inizialmente Jacob temeva fosse un
tranello, per dividerci. Ma ora tutti sembrano più tranquilli, compreso Jacob-, risposi, portando la mano di Bella sul mio viso.
Era calda. Da quanto tempo non sentivo quel tepore dolce provenire dal suo
corpo?Le sorrisi, consapevole che stavo gioendo, forse un po’ troppo, per
quella ripresa. -Jared vuole che tornino a formare un unico
branco…sembra quello il motivo della visita-, continuai a raccontare. “Non si arrenderanno…niente attacco a sorpresa ma vogliono
uccidere il bambino. Aspetteranno solo che Bella lo faccia nascere”, pensò Jacob. Sembrava quasi che il
pensiero fosse rivolto a me. Non potevo di certo dirlo a Bella. L’avrei mandata
ancora di più nel panico. Tralasciai di raccontare quella parte, ne avrei
parlato poi in privato con mio padre e i miei fratelli.
“Credono che Bella morirà comunque”, pensò
Jacob, riflettendo un pensiero di Leah. No, non
sarebbe morta. Avrei fatto di tutto per lei. Dovevo convincermene altrimenti
non sarei riuscito a trasformarla con determinazione. Non avrei permesso a
Bella di lasciarmi. Non mi sarei mai perdonato se non fossi riuscito a
salvarla.
-Cosa stanno dicendo?-, chiese Bella vedendomi assorto. -Jacob vuole parlare da solo con Jared…si
sta trasformando-, dissi frettolosamente, cercando di cambiare argomento.-Mamma…c’è un problema. Jacob avrebbe bisogno di vestiti
nuovi, trasformandosi prima ha distrutto gli ultimi che gli erano rimasti
-dissi, sperando che la conversazione cambiasse direzione. Non sapevo che dire
a Bella e non potevo certo confessare che stavano discutendo sulla possibilità
di uccidere il bambino dopo la nascita.
“Bleah…”.-Si,
ti prego prepariamo dei vestiti per Jacob, non credo che riuscirei a resistere
nel caso si presentasse in questa casa nudo-, disse schifata Rosalie.
-Non c’è problema-, intervenne Esme prima che i
pensieri di Rosalie degenerassero.-Ci sono un sacco di
vestiti che non mettiamo più. Preparo delle ceste anche per Seth e Leah e…un’altra cosa Edward…ti prego parla con Jacob. Mi
dispiace che siano senza casa. Possono usufruire di qualsiasi cosa abbiano
bisogno:docce, letti, cibo. E’ il minimo che possiamo
fare per loro dopo tutto quello che stanno facendo per
noi-, concluse con tono dolce e apprensivo, tipico di una mamma. “Ci mancava solo l’invasione dei lupi. Mi tocca pure dividere la casa con loro…disgustoso”, pensò Rose arricciando il naso e venendo a sedersi
per terra vicino a Bella. Fortunatamente si trattenne dal
fare questo commento ad alta voce, probabilmente per rispetto verso Esme, che in quanto altruismo e bontà era la migliore di
tutti noi.“Vado a preparare i vestiti allora”,
pensò mia madre allontanandosi dalla stanza, rallegrandosi di poter essere
utile.
-Ti va' di bere ancora un po’ di sangue?-, chiese Rose, accarezzandole i
capelli. Bella annuì e Rose sparì in cucina.
-Come sta andando la discussione?-, chiese Bella impaziente. -Jared sta facendo leva sui sentimenti di Seth e Leah…Sue è rimasta sola e vorrebbe che tornassero a casa-.
-Povero Seth…-, pensò Bella triste.
-Credo sia solo un modo per mettere in crisi Seth e far vacillare la sua
scelta. Sue è una donna forte, può stare lontana dai suoi figli per un po’-,
risposi tentando di rassicurarla. Non ero sicuro che Seth e Leah
non ci stessero male, ma non potevo confessarlo a Bella.
Come non potevo dirle che sentivo il dolore di Jacob nel vedere la sua famiglia
lontano da lui. Era straziante sentire il guaito triste di Quil.
Jacob aveva lasciato un pezzo del suo cuore a LaPush.
Non era per Sam che stava male, ma per i suoi amici:Quil e Embry. Probabilmente se
anche loro si fossero uniti al suo branco Jacob sarebbe stato più felice. Ma
non era il caso di dire a Bella certe cose. L’avrei fatta soffrire
ulteriormente. E anche Jacob avrebbe voluto non farle sapere nulla…ne ero
certo. -Tieni-, disse Rose, porgendole il bicchiere e
risedendosi per terra. -I lupi se ne sono andati-, dissi.-Ora Leah e Seth vanno a riposarsi, Jacob sta venendo qui-,
conclusi.
-Ma anche Jacob ha bisogno di dormire-, obiettò Bella.
“E’ tutto ok”, pensò Jacob per avvisarci. I suoi pensieri apparivano
davvero molto stanchi. Aveva ragione Bella:doveva
dormire.
-Ora glielo dirai tu, è quasi qui-, dissi.
“Ho messo i vestiti sulle scale”, pensò mia madre.
-Si, grazie mamma. Li ha trovati-, risposi al suo pensiero.
Jacob si stava vestendo. Mi facevano ridere i suoi pensieri su quanto
puzzassero i nostri vestiti e sul fatto che non gli cadessero a pennello. E mi
dispiaceva che non potesse tornare a casa per prendersi i pantaloni della tuta che
desiderava.
Entrò poco dopo stupendosi che nessuno l’avesse accolto con un “Vattene” o
qualcosa di simile e stupendosi ancora di più del cambiamento che era avvenuto
nella stanza. Gli sorrisi e poco dopo anche Bella gli rivolse un sorriso a dir
poco gioioso. Sapevo che voleva bene a Jacob e ora che lo conoscevo un po’
meglio potevo capire perché gli fosse così legata. Capivo tutto…ma non potevo
evitare di provare una punta di invidia e di gelosia. Anche Jacob non
comprendeva l’atteggiamento di Bella e la sua mente urlava tutto questo
disappunto. “Ma come mi sorride?Di fronte a suo marito poi…cavoli è
sposata, felice, incinta. Perché dimostra tutta
quella felicità nel vedermi?E’ ancora peggio così…almeno mi cacciasse, non mi
badasse…Ma sento di essere indispensabile per lei…così non riesco a starle
lontano”.
Guardai Jacob con aria comprensiva. Lo capivo perfettamente. Non sapevo dargli
una risposta. Anche per me era incomprensibile l’attaccamento di Bella nei suoi
confronti.
-Niente di grave. Abbiamo solo parlato-, disse Jacob con voce esausta.
-Sì, lo so. Ho ascoltato quasi l’intera conversazione-, risposi.
“Eravamo lontani…”.-E come ci sei riuscito?-,
chiese.
-Beh…ormai la tua voce mi è familiare e riesco a sintonizzarmi meglio sulla tua
mente…soprattutto quando sei umano-, risposi.
-Davvero?Beh…meglio…così non devo rispiegarvi tutto-, osservò. -Jacob, ti conviene dormire un po’. Non che serva che
io te lo dica, anche perché se non mi darai ascolto fra meno di un secondo
sverrai comunque…-, osservò Bella con un sorrisino furbo sulle labbra. Mi
colmava il cuore vederla stare meglio.
-Vado, vado…-, rispose convinto e assonnato più che mai. “Sono felice di vederla stare meglio. La
vedo proprio bene. E’…più sana…e continua a bere…ma quanta scorta hanno?Esaurito
tutto cosa faranno?...”, osservò mentalmente.
Prima di uscire Rose e Jacob non riuscirono ad evitare di battibeccarsi:era divertente assistere alle loro scaramucce e non potei
fare a meno di sorridere. Mi ricordai che non avevo detto nulla a Jacob sulla
possibilità di usufruire dei servizi della casa a loro piacimento. Mi alzai per
raggiungerlo ma Bella mi trattenne per un braccio.
-Dove vai?-, chiese ansiosa. -Tranquilla tesoro. Vado solo un attimo a parlare con
Jacob. Mi sono dimenticato di dirgli una cosa-, dissi, accarezzando la sua
mano, che debolmente faceva presa sul mio braccio.
-Non puoi lasciarlo dormire?Glielo dirai dopo…-.
-Faccio presto, solo un secondo…-, dissi e seguii Jacob nel giardino. Mi stava
aspettando, avendo ascoltato l’intera conversazione. Doveva sapere che aveva il
nostro appoggio e tutto l’aiuto che potevamo dargli.
-Dimmi Edward…che c’è adesso?-, chiese, distrutto. -Jacob, scusa…so che vorresti dormire ma…ci vorrà
solo un attimo-, risposi dispiaciuto.
“…cosa mi devi dire…”.
-Prima parlavo con gli altri e ci siamo preoccupati…-.
“E’ tutto a posto ora…Sam non è un problema per ora”.-Non
dovete preoccuparvi. Staremo attenti, anche se crediamo a quello che ci ha
fatto riferire Sam.-
-Si, si, non è quello. Anch’io mi fido della tua impressione.
Esme è preoccupata per voi…per il tuo branco. Le
dispiace sapervi senza casa, e anche a me dispiace…-.
-Che vuoi dire?-, chiese, attonito.
-Beh…avrete bisogno di vestiti, cibo, servizi, letti e tutto questo noi
possiamo offrirvelo-.
“Esme?Di vampiro ha ben poco…è molto simile
ad una mamma amorevole”.-Non abbiamo problemi
Edward, sappiamo arrangiarci-, rispose.
-Ma ad Esme farebbe piacere dare una mano…-.Le avrebbe fatto molto piacere se in qualche modo fossimo
riusciti a ripagare l’aiuto che ci stavano offrendo.
-Quindi?-, chiese.
-Quindi noi abbiamo una casa e vorremmo che la condivideste con noi, usufruendo
di tutte le comodità che vi può offrire. Ovviamente questa proposta è rivolta
anche a Seth e a Leah. Quindi se potessi dirglielo tu
a loro…-.
-Certo, certo…-, rispose laconico.
-Ho visto che hai trovato i vestiti…anche per quelli non dovete più
preoccuparvi. Ne abbiamo un sacco di smessi a causa della politica di Alice-.
-Si, si grazie. Questi sono utili. Anche se non credo che a Leah
farà piacere indossare vestiti indossati da voi…non si adatta come me-.
-Prova a parlarle lo stesso. Voi state facendo tanto per noi, e ci pare il
minimo aiutarvi come possiamo-.
-Beh…che dire…grazie, allora. Ringrazia anche Esme.
Per la doccia non c’è problema, ci laviamo nelfiume
di solito-.
-D’accordo. Magari dillo lo stesso agli altri-. -Sicuramente-, rispose, ormai vinto dal sonno.
Faticava a tenere le palpebre sollevate. Era meglio lasciarlo andare a
riposarsi.
-Grazie Jacob. Ora ti lascio andare a dormire-, risposi.
Mi voltai per tornare in casa. La mia Bella mi stava aspettando e io non vedevo
l’ora di rivederla con le guance rosee e gli occhi vivi. Ma un rumore secco
proveniente dalla casa, seguito da un urlo di dolore lancinante,mi fece rabbrividire e corsi in casa. Proveniva da
Bella…non potevo crederci. Cos’era successo ora?Stava bene, l’avevo lasciata
pochi minuti prima e stava bene…maledizione!La trovai piegata sul divano,sudata e sconvolta, mentre cercava di non muoversi tentando
di mantenere unite parti del suo corpo che si erano spezzate.
Una smorfia di dolore sfregiava il suo viso. Stava male. Stava di nuovo male. E
io mi accasciai vicino a lei, risucchiato nuovamente nel buco nero della
sofferenza, riflesso del suo dolore.
Scusate se ieri ho saltato di postare ma dovevo studiare e
mi sono imposta di stare incollata ai libri…povera me!!Oggi la situazione non è
molto diversa, ma ho trovato 5 minuti.
Come sempre ringrazio tutti, tutti. Un mega grazie a chi mi
segue, chi mi preferisce e chi mi recensisce…grazie davvero.
Poi…volevo segnalarvi due storie che io amo particolarmente.
Credo di poterlo fare, almeno spero. Sono entrambe di frufru123. La
prima si chiama Dark Memories e racconta cosa
sarebbe successo se Edward non fosse mai tornato in New moon.
Non vi preoccupate, Bella e Edward comunque si ritroveranno, nonostante ci
siano un po’ di complicazioni. E’ davvero scritta molto bene. Poi sempre
frufru123 si è cimentata in un’altra storia sempre molto, molto intrigante e
misteriosa, che si chiama Moonlight. E’ ancora
all’inizio ma promette molto bene:io resto con gli
occhi spalancati ogni volta che termino un capitolo…è davvero piena di
sorprese…l’ultimo cap. non vi dico!!!Beh…ho fatto un po’ di pubblicità. Mi
faceva piacere segnalarvele perché credo che le sue storie meritino di essere
lette…anzi…si fanno proprio leggere.
Recensione di trettra,
fatta il 04/07/2009 - 12:00PM sul capitolo 22: Intuizione(seconda
parte) - Firmata
Sì…mi piaceva l’idea che Edward percepisse Jacob come un
alleato durante la gravidanza di Bella. Sono felice che ti sia piaciuto, un
bacio.
Recensione di Tede, fatta il
04/07/2009 - 10:58AM sul capitolo 22: Intuizione(seconda parte)
- Firmata
Sono felice che ti sia piaciuto il divario tra pensieri e
parole di Bella…cosa non farebbero per Bella!!!Grazie di continuare a
recensire e seguire. Un bacio
Recensione di maja89, fatta
il 03/07/2009 - 11:29PM sul capitolo 22: Intuizione(seconda parte)
- Firmata
Grazie ma davvero non mi sento una scrittrice. Mi fa
piacere comunque che lo pensi, un bacio.
Recensione di chariss,
fatta il 03/07/2009 - 11:09PM sul capitolo 22: Intuizione(seconda
parte) - Firmata
Grazie mille, troppo buona…troppo!
Recensione di lady cat, fatta il 03/07/2009 - 07:51PM sul
capitolo 22: Intuizione(seconda parte) - Firmata
Grazie mille per i complimenti, ma ripeto che siete
troppo, troppo buone.
Recensione di Bellas,
fatta il 03/07/2009 - 07:12PM sul capitolo 22: Intuizione(seconda
parte) - Firmata
Temo anche più capitoli…ci sono ancora un sacco di cose da
scrivere. Anch’io non me nero mai resa conto ma è
pieno zeppo di avvenimenti il secondo libero. Sicuramente ne perderò qualcuno
per strada.Grazie davvero,
sono felice che ti piaccia. Grazie per recensire e continuare a seguirmi.
Recensione di linda88, fatta
il 03/07/2009 - 05:45PM sul capitolo 22: Intuizione(seconda parte)
- Firmata
Grazie ragazze!Vi lascio con
questo mezzo capitoletto!!Scusate se non ho sempre tempo di rispondere ai
commenti!!
Capitolo 17. Nuovo imprevisto(prima
parte)
Non sapevo cosa fare. Davanti
al corpo di Bella piegato dal dolore mi sentii invadere da una sofferenza
infinita, immensa. Non sapevo se toccarla, come aiutarla, cosa dirle. Mi
sentivo inutile. Lì, inginocchiato di fronte a lei, ero testimone del suo
dolore,impotente. Volevo fare qualcosa per lei,ma cosa?Cosa potevo fare per
aiutarla ad alleviare il suo dolore?Perché non potevo fare come volevo io?
Perché doveva continuare a soffrire in quel modo? Non era giusto, non Bella, non
meritava quel destino, quella sofferenza, quella penitenza.
Ansimava dal dolore , incapace di muoversi, tenendosi il grembo con le mani.
Era stata quella cosa dentro di lei a farle del male, quell’essere generato da
me. Ma, neppure lui, in realtà ,aveva colpa. Solo io ce l’avevo. Lui era come
me:un vampiro. Ma incapace di controllarsi, incapace di usare la ragione per
discernere il bene dal male.
No,il bambino non aveva colpe:gli sbagli erano tutti miei. Dovevo continuare la
mia vita, solo, senza appropriarmi di quella di Bella. Che diritto avevo di
imporle la mia vita…la mia natura?
Scossi la testa, cercando di riprendermi. Dovevo aiutarla e smettere di
compiangermi.
Dovevo sforzarmi, per lei, per il bambino che ormai faceva parte della mia
vita.
Ma se Bella non ce l’avesse fatta?Come avrei fatto io senza lei?
Scossi la testa,cercando di eliminare quella possibilità dalla mia mente.
Finché fosse stata vicino a me, non ci avrei pensato…non potevo pensarci. Anche
perché, se fosse accaduto realmente, anch’io avrei cessato di esistere
all’istante, con lei. Io non potevo esistere senza lei, non potevo pensare a
nulla senza di lei. No, la mia vita era la sua. Tutto quello che volevo fare,
lo volevo fare con lei. Era impossibile immaginare un futuro...solo. Scossi la
testa cercando di scacciare quelle immagini devastanti dalla mia mente.
Mai…avrei permesso a Bella di andarsene senza di me. L’avrei seguita,ovunque.
“Povera Bella”, pensò mio padre, cercando di aiutarla.
-Un momento, ce la faccio Carlisle-, ansimò in preda al dolore la mia dolce
Bella. La guardai, colmo di dispiacere e le accarezzai un braccio cercando di
farle sentire che c’ero…ero lì con lei. Mi sarei sobbarcato il suo dolore
volentieri piuttosto che vederla così. E pensare che ero io la causa di tutto…
Non avrei dovuto darle ascolto, non dovevo. Un’umana e un vampiro:c’era un
motivo se non si erano mai sentite storie simile. Pazzo io a pensare che non
potesse accadere niente di male.
-Bella, devi esserti rotta qualcosa-, disse mio padre chinandosi su di lei. Non
me n’ero accorto ma erano tutti attorno a Bella preoccupati, compreso Jacob. E
c’era anche Alice. Da quanto non la vedevo?
-Si, credo di si-, rispose Bella, cercando di sollevarsi per indicare a mio
padre il punto da cui proveniva il dolore. Non sapevo cosa fare, come aiutarla
per alleviarla.
Era talmente piccola, talmente fragile. E il bambino dentro di lei cresceva
inesorabilmente, spezzandola, facendosi spazio, trovando il suo posto,
distruggendola.
-Facciamo una radiografia, per capire l’entità della frattura-, disse Carlisle
sospirando.
-Va bene-, sussurrò Bella cercando, con immenso dolore di sollevare il busto.
“Le ossa, le sta spezzando le ossa”, pensò Rose, chinandosi su di lei.
Non l’avevo mai sentita così sconvolta. Era ora che si rendesse conto che stava
aiutando Bella in un impresa impossibile per un’umana.
La sollevò con cautela e Bella si accasciò gemendo tra le sue braccia. Io non
ero capace di fare neppure quello. Non ero in grado di sollevare mia moglie
dolorante per aiutarla.
Non ero capace…Come potevo pensate di rimanere lucido durante il parto per poi
trasformarla?
Non ci sarei riuscito. Era inutile che cercassi di convincermi. Avevo perso la
testa in quella situazione e l’avrei persa anche nel momento della trasformazione.
Mi avvicinai a Rose, cercando di sollevare Bella dalle sue braccia…era mia,
volevo sentirla. Avevo bisogno del suo contatto, del suo respiro sul mio collo,
del suo battito accanto al mio petto. Se non ero stato pronto a farlo, non
significava che non desiderassi aiutarla.
-Troppo tardi Edward, l’ho già presa-, ringhiò Rose.
Non volevo litigare. Risposi al suo ringhio, innervosito, e mi lasciai
sopraffare dal nulla, dal vuoto.
“Cavolo…se Bella si rafforza, si rafforza anche la cosa. Non c’è modo per
fronteggiare la gravidanza. In un modo o nell’altro soffre. Non serve a nulla
darle il sangue…”, osservò Jacob.
Si era così. Madre e figlio legati da un destino comune, come era ovvio fosse.
Lasciai Jacob solo e seguii Rose su per le scale.
Bella piangeva, sommessamente, cercando di contenere il suo dolore mentre
Carlisle la aiutava a stendersi. E allo stesso tempo con gli occhi, con le
mani, cercava me, il mio viso, come per rassicurarmi,segno evidente che si
stava preoccupando per me.
Mi avvicinai a lei, tremando, e presi la sua mano tra le mie. La portai alle
labbra mormorando delle scuse che non sarebbero mai bastate. Sempre troppo
poche in confronto a quello che le avevo fatto e che le stavo facendo
sopportare.
“Credo proprio siano le costole”, pensò mio padre, spostando il
radiografo vicino al lettino in cui era stesa Bella.
-Ti fa tanto male?-, chiesi, appoggiando la mia testa sulla sua mano.
Bella accarezzò i miei capelli, osservandomi con un’espressione dolce e
tragicamente innamorata.
-No Edward, il più è passato. Credo abbia steso una gambina-, osservò
sorridendo.-Ora sembra essersi calmato-.
Possibile che facesse sembrare tutto così maledettamente normale?Non era
normale che un bambino, distendendosi, provocasse fratture alla madre.
Deglutii, cercando di contenere la rabbia che stava prendendo il sopravvento.
Cercai di sorriderle, nascondendo il disgusto per quello che aveva appena
detto.
-Ora Carlisle si occuperà di te-,dissi, accarezzandole i capelli prima di
spostarmi, per permettere a mio padre di avvicinarsi per farle la radiografia.
Non era da molto che non vedevo il suo ventre nudo, ma la cosa mi lasciò
inorridito. Era completamente nero, martoriato dai lividi, molto peggio di
quello che ricordavo. Chissà quante volte aveva sopportato in silenzio il
dolore proteggendomi dalla sua sofferenza?
Mi voltai dall’altra parte, cercando di trattenere un ringhio di frustrazione e
rabbia.
“Calma Edward”, pensò Rose, notando la mia reazione.
“Una costola. L’unica cosa che posso fare e fasciarla e darle un antidolorifico”,
pensò mio padre, allontanandosi da Bella. Mi avvicinai nuovamente a lei.
Nonostante la recente rottura sembrava stare bene, sicuramente meglio di poche
ore prima, quando ancora non avevo capito che il sangue poteva esserle d’aiuto.
-Edward, vuoi fasciarla tu?-, chiese Carlisle gentilmente.
-Lo faccio io-, intervenne Rose, prima che potessi annuire.
-No Rose, smettila di metterti in mezzo. E’ sua moglie, non le farà del male.
Lasciamoli soli-, le rispose infastidito mio padre. Ero lieto che prendesse le
mie difese nei confronti di Rose. Ormai non la sopportavo più e mi risultava
difficile ignorarla o risponderle senza avere un irrefrenabile impulso di
azzannarla.
“Siete due idioti…”, pensò Rose, prima di uscire impettita e offesa
dalla stanza, seguita da mio padre.
Capitolo 25 *** Nuovo imprevisto(seconda parte) ***
Ciao ragazze
Ciao
ragazze!!Avrete capito che ho seri problemi nel resistere a postare!!Mi
dispiace proprio tanto farmi attendere e quindi ecco qua la fine del
capitolo!!!Vi ringrazio tanto, sempre sempre
dolcissime con i vostri commenti e sono contenta che la mia interpretazione di
BD vi piaccia!!
Ledyang non
credo che la parte finale del cap.ti farà piangere,
almeno non è mia intenzione, però spero vi piaccia!!
Capitolo 17.Nuovo
imprevisto(seconda parte)
Ritornai con gli occhi da Bella,
che aveva assistito all’intera scena in silenzio. Non sembrava turbata, anzi.
Sembrava contenta che tutti se ne fossero andati.
-Spero di non farti male-, dissi, prendendo delle bende per fare la fasciatura.
-Sono sicuro che starai attento-, disse, aprendosi in un sorriso dolcissimo e
comprensivo.
Perché doveva essere tutto così difficile?Non volevo ammetterlo ma anch’io
desideravo il figlio che portava in grembo.
Avevo fatto di tutto per pensare il contrario, ma come potevo non desiderare la
sua esistenza vedendo, percependo,in ogni movimento,
respiro, parola di Bella l’entusiasmo nel sapere che saremmo diventati
genitori?
La mia Bella. Così forte, così fiduciosa, così capace di donare amore alle cose
tremendamente sbagliate. Non resistetti e mi sedetti sul lettino, vicino a lei,
appoggiando il mio capo sul suo petto. Respirai a lungo il suo profumo.
Se all’inizio, sentire il suo odore, il profumo del suo sangue mi aveva fatto
impazzire dal desiderio di lei, innescando in me l’impulso irrefrenabile di
ucciderla, ora mi sembrava impossibile aver provato simili sensazioni. Ora quel
profumo scandiva la mia vita, la mia esistenza, e non avrei potuto in alcun
modo farne a meno. Mi strinsi a lei dolcemente, cercando di non muoverla per
non farle male. Volevo che continuasse ad esistere, dovevo fare di tutto per
continuare a farla vivere. Non m’importava come. Vampira o umana ero lo stesso,
ma lei doveva esserci. Non m’importava se le cose da vampira sarebbero
cambiate. Non m’importava se avrei dovuto aspettarla e aiutarla nei suoi primi
anni da neonata. Era Bella, sarebbe sempre stata lei e io non volevo nessun
altro. -Edward, non sai quanto mi dispiace vederti così-,
sussurrò, tra i miei capelli.
Possibile che fosse lei quella dispiaciuta, quella che si sentiva in
colpa?Sospirai e mi scostai, regalandole il sorriso più sincero che mi era
possibile.
-Bella, amore, non ti preoccupare. Non va così male-, mentii.-Anzi,
mi sembra che il sangue ti abbia fatto bene. Certo anche il bambino è più
forte, speriamo che si calmi-, osservai, cercando di usare un tono sereno
Lei mi sorrise e io iniziai a farle la fasciatura. Non si lamentò mai. Avevo
cercato di essere il più delicato possibile, ma non ero certo di non averle
fatto del male.
Lei mi fissò rapita per tutto il tempo, finché, quando ebbi finito disse:-Non è
da tutte avere un medico personale, per giunta così bello e affascinante-. La
guardai sconvolto:ma era possibile che mentre la
medicavo avesse pensato a questo?Riusciva a stupirmi sempre...
Mi avvicinai al suo viso e poco prima di raggiungere le sue labbra le
sussurrai:-Sono felice che mi trovi affascinante, ma spero di non dover più
essere il tuo medico. Sai che non sopporto vederti star male!-, e le stampai un
dolce bacio. Mi allontanai, giusto in tempo per vedere il suo viso arrossire.
Incantevole. Le accarezzai la guancia come per raccogliere e custodire quel
rossore che non sapevo se e quando avrei rivisto.
-Scendiamo dai-, dissi,-sollevandola dal lettino. Gli
altri vorranno sapere come stai-, osservai.
-Hai ragione. Jacob se n’è andato?-, chiese.
-No, è giù…Sta dormendo e sta facendo sogni molto strani. Inoltre sta russando
e sta facendo innervosire Rosalie. E’ meglio scendere prima che lo soffochi-,
osservai, sbirciando nelle loro menti. Bella rise di gusto, affondando il capo
nella mia spalla.
-Oddio, meglio far veloci allora-, mormorò con voce rotta dalle risate. Mi
faceva bene vederla così. Mi nutrivo della sua felicità. Ormai era diventata la
mia fonte di sostentamento. Era da parecchio tempo che non mi nutrivo e non me
ne importava. Non ne sentivo il bisogno.
“Mi sembra che stia meglio”, osservò Esme
mentalmente.
-Come va Bella?-, chiese mio padre, avvicinandosi a noi.
-Benissimo. Edward è stato molto bravo, non sento più dolore-, osservò con voce
squillante, stringendosi ancora più a me.
-Se vuoi posso darti anche un antidolorifico, non farti scrupolo a chiedere
nulla-, continuò Carlisle. -Un antidolorifico no, ma…in realtà…avrei un po’ di
fame-, sussurrò, quasi vergognandosi.
-Cosa vorresti?-, chiesi cercando di capire se la sua non fosse, in realtà,sete.
-Non ridere se te lo dico-, mormorò. -Bella-, dissi contrariato, -sai che puoi chiedermi
ciò che vuoi-, osservai. “Che cavolata sta dicendo?Non mi sembra proprio che possa
chiedergli tutto. E perché non la mette giù?Che nervi…E senti che
tormento quel cane:ora lo soffoco”.
Era vero:non l’avevo ancora appoggiata sul divano e la
cosa non mi dispiaceva affatto. Adoravo sentirla addosso a me. Certo, Rosalie
non era per nulla contenta ma, ormai, sembrava scaricare il suo nervosismo su
Jacob, che ronfava rumorosamente. La sua mente era incasinata di idee, alcune a
dir la verità molo poco ortodosse, su come porre fine
al suo russare.
-Beh…avrei voglia di pancetta. E poi vorrei ancora un po’ di sangue-, disse
titubante, guardandomi con sguardo colpevole.
-Certo tesoro. Vado subito a preparare tutto-, intervenne mia madre,
rispondendo alle sue richieste.
-Preparo anche qualcosa per Jacob e gli altri, saranno affamati-, aggiunse
contenta, dirigendosi in cucina. Quanto le piaceva rendersi utile:era proprio una mamma.
Appoggiai Bella sul divano e mi sedetti vicino a lei, prendendole una mano tra
le mie. Era gelida. Da quando era così fredda?Certo:era
stata tutta colpa mia. L’avevo tenuta così tanto vicino a me da gelarla in quel
modo.
Ero proprio uno stupido:possibile che non me ne fossi
reso conto?Lei non me l’avrebbe mai fatto notare.
-Scusa,ti ho congelata-, mormorai, sentendomi ancora
una volta inadatto e incapace di comprendere le sue necessità, avvolgendola
nella coperta.-Mi dispiace tanto-.
-Non c’è problema Edward, non è colpa tua-, mormorò stringendo il mio braccio
vicino al suo viso. E certo, come potevo sperare che Bella mi incolpasse per
qualcosa? Sospirai, rassegnato. “Busso?Forse Edward mi sente. Sono Seth,
tutto bene. Posso entrare?”.Sorrisi.
-Seth, vieni pure. E’ aperto-, dissi, sapendo che mi
avrebbe sentito anche senza alzare troppo la voce.
Avanzò velocemente e si fermò davanti a me, dondolandosi con il busto avanti e
indietro.
-Ciao. Come state?-, chiese gentilmente, accompagnando il saluto con la mano.
-Ciao Seth, abbastanza bene, a parte una costola rotta.Tu?-, chiese Bella, palesemente felice di vederlo.
-Mi dispiace Bells. Non vuole proprio darti tregua il
bimbetto, eh? Io tutto ok. Ho appena finito di fare il giro e mi sembra tutto
calmo. Ah…ho trovato i vestiti, grazie mille!-.
-Sono felice che ti siano serviti-,osservai.-Che ne
dici di rimanere un po’ qui. Esme sta cucinando della
pancetta e credo anche qualcos’altro dall’odore. Potresti mangiare un po’. E
chiamare anche Leah-, aggiunsi, felice di avere Seth
vicino.
“In effetti…ho una fame, ma Leah…”.
-Accetto volentieri, e più tardi tenterò di convincere Leah…-,
rispose, dandomi una pacca sulla spalla. Mai, mai avrei pensato di affezionarmi
ad un licantropo.
“Che schifo…lo vuole addomesticare come cane da guardia?”, pensò
inopportunamente Rose. Mi voltai verso di lei, mostrandole i denti.
-Bene, sono felice-, osservai, rivolgendomi nuovamente a Seth. –Ah…avrei anche
un piacere da chiederti-, dissi.
“Tutto quello che vuoi, amico”.
-Potresti sederti vicino a Bella per scaldarla. E’ piena di freddo-, dissi.
-Non serve-, mormorò Bella.
“Certo, certo”.
-Fammi un po’ di spazio Bells-, disse allegramente
Seth.
Bella si scostò un po’ lasciando un po’ di spazio per lui. Seth le cinse le
spalle con un braccio, senza la minima esitazione e il minimo segno di
imbarazzo.
-Và un po’ meglio?-, chiese.
-Sì, certo, grazie Seth-, rispose lei, chiaramente
grata del sollievo che le stava portando.
Rosalie non sembrava molto contenta della situazione, anche perché era la prima
volta che veniva totalmente escluse dalle dinamiche che giravano attorno a
Bella. Chiaramente scocciata, venne a sedersi vicino a noi, appoggiando il capo
sulle ginocchia di Bella. Io l’avrei volentieri allontanata, ma a lei non
sembrava dare fastidio.
-Pronto!!-, affermò felice Esme, portando nel salone
una quantità industriale di cibo.
Seth si alzò affamato dal divano andando a recuperare più cibo possibile e
portando, molto gentilmente, un piatto anche per Bella. Era proprio buono Seth.
Un’altra anima pura che aveva deciso di entrare a far parte della mia vita.
Sorrisi a Bella, mentre addentava un pezzo di pancetta, affamata. Ero davvero
felice di vederla così…in forma. Certo, il bambino non le dava tregua, ma
almeno sembrava soffrire un po’ meno.
Ciao ragazze!!Scusate il ritardo ma
sono stata sommersa dallo studio!!Finalmente respiro un po’!!Ecco il nuovo
capitoletto!!!Ve lo posto tutto anche se è molto lungo perché mi dispiace
dividerlo in più parti!!Ora ho tutto il tempo per scrivere e spero di postare
in fretta!!Grazie davvero a tutti!!
Capitolo 18. Calma
Seth, dopo aver terminato la sua cena, se ne andò in cerca di Leah. Era dispiaciuto di lasciare Bella, che nel frattempo
si era addormentata, senza la sua azione riscaldante.
-Vai Seth, tranquillo-,dissi,vedendolo incerto.-Porta con te del cibo anche per
Leah e ricordale che ,se ha bisogno di qualcosa, noi
siamo qui-.
“Ok, faccio presto. La aiuto a fare un altro giro e poi torno”.
Annuii,mentre Seth si avvicinava per tirarmi un pugno sulla spalla. Era
incredibile quanto si sentisse a nostro agio tra di noi. Neppure toccarmi
sembrava dargli problemi.
”Non preoccuparti troppo, sembra che stia un po’ meglio”, pensò,
voltando lo sguardo verso Bella.
-D’accordo-, gli risposi, anche se sapevo che per me era impossibile placare la
mia preoccupazione.
Si voltò e se ne andò, camminando con passo pesante e strascicato. Era proprio
buffo. Eppure quando si trasformava diventava molto agile, veloce ed
estremamente preciso nei movimenti. Per certi aspetti mi ricordava un po’
Bella.
Chissà come sarebbe stata da vampira?Ormai era inutile evitare di pensarci.
Sarebbe accaduto, o perlomeno, era l’unica cosa che ormai potevo desiderare.
Ogni mio pensiero era sempre rivolto a lei, che riposava tranquilla di fianco a
me. Le scostai i capelli dal viso. Mi persi a guardarla dormire, incantato dal
movimento ritmico del suo petto, dal tremolio delle sue palpebre e dal vibrare
delle sue labbra, scosse dal suo leggero respiro. Era davvero bellissima.
Era evidente che stava un po’ meglio. A parte il dolore che le aveva provocato
la frattura della costola, si era un po’ ripresa, grazie anche all’aiuto del
sangue. Continuavo a stupirmi nel vederla trangugiarlo così di gusto.
“Edward”. Mio padre si stava avvicinando.”Credo sia il caso di finire
il discorso che abbiamo iniziato riguardo alla trasformazione di Bella. Non
vorrei mai che un evento imprevisto ci cogliesse impreparati”, osservò
giustamente, appoggiando una mano sulla mia spalla. Mi alzai lentamente dal
divano, ancora una volta soffrendo nell’allontanarmi da Bella. Cercai Rose con
lo sguardo che comprese la mia richiesta muta.
“Non ti preoccupare. Fai quello che devi fare. Sto io con Bella”.
Annuii e segui mio padre nel suo studio.
Non mi sedetti, preferii restare in piedi, nella speranza di fare in fretta per
poter tornare presto nel salone.
-Allora…-, incominciò mio padre, afferrando una siringa dalla sua valigetta.
-Questa è una siringa un po’ particolare. L’ho fatta fare a posta. E’ in
teflon, un materiale plastico tra i più resistente. Resiste agli acidi, confido
che sia abbastanza forte anche per il nostro veleno, che ho analizzato, e
sembra avere un comportamento molto simile. Ora tocca a te:devi raccoglierlo.
Ho cercato di documentarmi il più possibile:non ho trovato casi di vampiri
trasformati con iniezione di veleno direttamente nel cuore, ma sembra essere il
modo più ragionevole per diminuire la durata della trasformazione. Emmett e Jasper si stanno preparando per partire. Non so
bene dove mandarli per iniziare le ricerche ma più cose si scoprono sulla
nascita del bambino meglio è. Purtroppo non ci sono molte fonti scritte e
dovremmo accontentarci di quelle verbali, sempre se siamo fortunati a
trovarle-.
Ascoltai rapito il discorso di mio padre, rigirandomi tra le mani la siringa
che mi aveva porto poco prima. Emmett e Jasper
sarebbero partiti…non me l’aspettavo. O meglio, sapevo che c’era l’intenzione,
ma ormai pensavo fosse sfumata visto anche l’allarme lupi. Ma Carlisle aveva ragione:dovevamo raccogliere informazioni in
qualsiasi modo. Mi dispiaceva non aiutarli, stavano facendo tutto quello per me
e io mi sentivo impotente, come spesso mi accadeva ultimamente.
Non so come, la mia mente scavò improvvisamente nelle mia memoria dalla quale
emerse un nome:Kaure,la nostra domestica nell’isola Esme. Lei sapeva qualcosa. Jasper e Emmett
potevano andare a cercarla e chiedere aiuto a lei. Aveva parlato di alcune
leggende locali sui Lobishomen.
“Che c’è Edward?”, chiese mio padre, vedendomi assorto.
-Mi è venuta un’idea. Credo di sapere da dove partire con le ricerche-,esordii
fiducioso e gli raccontai della mia conversazione con Kaure.
-Ottima idea. Se non altro abbiamo un punto di partenza e non brancoliamo nel
buio. Poi ne parlo con Emmett e Jasper. Anzi, vado
subito-, disse alzandosi.
-Mi sembra che abbiamo sistemato tutto, siamo pronti per Bella. La stanza di là
è organizzata per il parto. Speriamo solo che Jasper e Emmett
riescano a scoprire qualche altra informazione importante-, osservò prima di lasciare
il suo studio.
- Un’altra cosa-, intervenni. Non avevo ancora spiegato a mio padre la verità
sulla conversazione tra i due branchi di lupi, che era avvenuta poco prima.
- I lupi, non si sono arresi. Stanno solo aspettando che il bambino nasca prima
di attaccare. Lo credono comunque una minaccia, ma non vogliono fare del male a
Bella. Di’ a Jasper e Emmett di fare in fretta,
abbiamo bisogno del loro aiuto. Quando Bella partorirà dovremo essere tutti
uniti, per sventare un possibile attacco. Non possiamo farci cogliere
impreparati-, conclusi. Non avevo avuto ancora modo di parlare con mio padre
riguardo a questa faccenda, troppo preoccupato ad occuparmi di Bella.
“Sempre più complicazioni…affronteremo anche questo”, pensò prima di
rispondermi.
-Immaginavo che non si sarebbero arresi. Parlerò con i tuoi fratelli anche di
questo. Credo che abbiamo a disposizione quattro- cinque giorni prima della
nascita del bambino. Cercheremo di farci trovare tutti assieme per quel
momento-, disse.-Non ti preoccupare Edward, penseremo noi a questo. Tu pensa a
Bella-,continuò, posandomi una mano sulla spalla, prima di lasciare
definitivamente la stanza. Non meritavo tutto quell’appoggio;stavo mettendo in
pericolo anche la loro esistenza.
Mi dispiaceva un po’ non essere d’aiuto ai miei fratelli, ma non potevo e non
volevo lasciare sola Bella. Prima di tornare da lei, portai la siringa nella
mia camera, in attesa che nella mia bocca fluisse del veleno da versarci.
Sicuramente non sarebbe mancata l’occasione:Rosalie era molto brava a farmi
innervosire ed innescare in me l’impulso di morderla. Non sarebbe stato un
problema.
Tornai nel salone dove l’atmosfera era surreale:Bella dormiva angelica nel
divano mentre Jacob continuava a russare pesantemente, aumentando il nervosismo
di Rose che sbuffava seduta ai piedi del divano.
“Ora lo strozzo”, continuava a pensare infastidita.
Poi si alzò e lasciò la stanza.
Era la prima volta che lasciava Bella sola con me, volontariamente, e l’unica
cosa che poteva distoglierla dal suo compito di protettrice era Emmett. Lui se ne stava andando e lei stava già soffrendo
nell’essere lasciata sola.
Molto spesso l’atteggiamento e i pensieri di Rose mi avevano infastidito. E
molto spesso avevo giudicato la sua mente vuota, priva di interesse e di
spessore. Ma forse, il tutto era da attribuirsi alle sue esperienza umane.
Credo volesse tenere lontano dalla sua mente ricordi dolorosi, indelebili, che
avevano macchaito gli ultimi istanti della sua vita.
Non potevo biasimarla se preferiva "non pensare", piuttosto che
pensare per poi soffrire.
Ogni membro della mia famiglia aveva avuto esperienze umani infelici, ma molto
probabilmente Rose, tra tutti, era quella che aveva dovuto subire la violenza
più traumatica che ti può riservare la vita. Per mano della persona che amava,
per giunta, e che credeva l’avrebbe protetta per sempre.
E ora, ogni volta che Emmett la lasciava sola,
percepivo chiaramente quanto grande fosse il suo dolore, la paura di essere
tradita nuovamente, anche se era ben conscia che Emmett
non le avrebbe mai fatto nulla di male.
Rose portava indelebili,nella sua mente e nella sua anima, sempre che per noi
vampiri si possa definire tale, gli avvenimenti di quella notte: il veleno,
purtroppo, cura solo le ferite del corpo, non quelle dell’anima.
Ma, quello che la faceva soffrire maggiormente, era il fatto che quella notte
aveva portato via con sé tutti i suoi desideri, i suoi progetti, svaniti per
mano di balordi ubriachi. E trovarsi costretta a vivere in un corpo perfetto,
ma non funzionale ai suoi desideri, era, per lei, perfino peggiore della morte.
Non ero un buon fratello per lei, poca affinità tra di noi e poca voglia di
capirsi, ma conoscevo Rose, probabilmente meglio di chiunque altro. E sapevo
che, molto spesso, il suo essere arrogante e scontroso non era altro che un
modo per difendersi, tanta era la sua paura di essere attaccata. Non conosceva
altro modo. Quello che gli era stato insegnato in vita non le era servito a
niente. E ora lottava per tutte le cose in cui credeva. Non era così facile
giustificare i suoi comportamenti, e non sempre era possibile, ma era indubbio
che soffrisse tanto, ancora, nonostante Emmett fosse
riuscito ad alleviare,in parte, la sua angoscia. Con immenso sforzo potevo
capire cosa rappresentasse per lei il bambino che Bella portava in grembo:era
il suo riscatto nei confronti di una vita che era stata terribilmente e
violentemente ingiusta. E, se le condizioni fossero state diverse, se il
bambino non avesse messo in pericolo la vita di Bella, sarei stato immensamente
felice nel sapere che il nostro bambino potesse in qualche modo aiutarla a
superare il trauma e il tradimento che aveva subito. Ma noi siamo vampiri,io
sono un vampiro. E nonostante riuscissi a formulare pensieri molto umani da
quando stavo con Bella, il mio agire era profondamente egoistico. E Rose, come
me, desiderava stare bene, cercando di avere quello che da sempre desiderava,
anche sacrificando sentimenti o,addirittura, vita altrui.
Era vero:in qualche modo comprendevo la sua visione delle cose, ma se avessi
potuto scegliere, avrei scelto la salute di Bella, nient’altro era importante
per me e non di certo il sollievo di Rose. Attribuivo quel desiderio al mio
essere vampiro, che mi portava ad essere egoista e prepotente, ma probabilmente
un umano non l’avrebbe pensata tanto diversamente. Facile pensare, credere,
dire a parole di essere una persona altruista, ma di fronte ai fatti, di fronte
ad un’inevitabile scelta, se si può, si sceglie quello che ci fa soffrire meno,
e non di certo quello che fa soffrire meno gli altri.
Anche nel mio caso, nel caso mio e di Bella, se avessi potuto scegliere, avrei
scelto di vederla stare bene, in salute, a scapito della vita del bambino. Ma
era davvero quello che faceva soffrire meno lei?
Mi scossi da quelle considerazioni che avevano occupato la mia mente e mi
avvicinai a Bella, sollevato nel vederla riposare così bene. Erano notti che
non la sentivo respirare così regolarmente e tranquillamente. Sembrava tutto
stranamente calmo, troppo calmo. Persino il russare di Jacob partecipava alla
creazione di quella pace surreale che respiravo in casa, come se tutto
l’affanno e la preoccupazione di poche ore prima, fossero improvvisamente
cessate.
Posai una mano sulla fronte di Bella, scostandole i capelli che le erano caduti
disordinatamente sul viso. Non sembrava avere la febbre, sembrava stare proprio
bene. Mi ritrovai ad osservare il rigonfiamento che si intravedeva dalla
coperta che la copriva.
Ormai non avevo più dubbi:Bella era il mio miracolo. Era riuscita a sconvolgere
il trascorrere della mia esistenza, mutandola finalmente in vita. Potevo dire
di non avere mai vissuto davvero, neppure durante i miei diciassette anni da
umano. Niente emozioni sconvolgenti, solo un futuro già prestabilito, prima
ancora della nascita, e una morte prematura, che aveva spazzato via in pochi
attimi ogni speranza. Ma non potevo dirmi sfortunato.
Forse prima di conoscere Bella avrei potuto pensarlo, ma ora…no, non più. Se
fossi tornato indietro, molto probabilmente, avrei fatto le stesse scelte. Non
sarei mai riuscito a pentirmi veramente di aver vinto le mie pulsioni pur di
stare con lei, mai. Lei era ciò che volevo.
Ma tutto questo discorso valeva per me, per lei il discorso era
diverso:indubbiamente le avevo complicato e reso difficile la vita.
Mi chinai, facendo una cosa improvvisa, istintiva, per la prima volta, senza
pensarci veramente. Appoggiai il mio capo sul suo ventre, ascoltando il battito
del cuore del bambino, del mio bambino, che faceva eco a quello di Bella.
Era davvero possibile iniziare ad amare quell’esserino
che cresceva dentro di lei?
Mi rialzai, provato dalla mia azione e dai miei pensieri. Non potevo lasciarmi
coinvolgere in quel modo. Avevo fatto una promessa a Bella:il bambino prima di
tutto, ma sapevo che non avrei potuto scegliere. Era una promessa destinata ad
essere infranta nello stesso istante in cui era stata formulata:per me, Bella
veniva prima di tutto.
E avrei fatto qualsiasi cosa per salvare lei, non il bambino.
“Torno dai Cullen”. Il pensiero di Seth mi
ridestò dai miei.
Mi faceva piacere che tornasse da noi, anche perché percepivo chiaramente
quanto amasse l’atmosfera che si respirava in casa nostra. Al contrario di
Jacob che, se non fosse stato per Bella, se ne sarebbe andato volentieri, Seth desiderava
passare del tempo con me, con Bella, con la mia famiglia.
Mi alzai e andai in cucina con l’intenzione di mettermi a cucinare. Mi sentii
in colpa nel lasciare Bella sola, ma ero rincuorato dal suo stato di salute.
Ero a pochi passi da lei, se si fosse sentita male, sarei corso subito in suo
aiuto.
Sicuramente Seth avrebbe avuto fame e speravo che anche Bella, al suo
risveglio, sentisse il desiderio di mangiare come aveva fatto la sera prima.
Era un bene che riuscisse a trattenere il cibo, significava niente più flebo,
almeno per un po’.
“Posso?”, sentii Seth chiedere mentalmente.
-Vieni Seth, sono in cucina-, dissi.
“Che profumo e che fame”.
-Sto cucinando-, spiegai,non appena lo sentii oltrepassare la porta.-Ho pensato
che dopo una notte di ronda avresti avuto fame-.
-Grande Edward!Ma hai preparato tutto tu?-, chiese guardandosi attorno.
-Sì…-, ammisi, un po’ imbarazzato della sua espressione stupita.
“Tu si che ci sai fare”, pensò.
-Prendi quello che vuoi, e porta qualcosa anche a Leah-,
dissi, cercando di essere gentile.
“Vado subito, anche se non credo che apprezzerà quanto me”, constatò con
una punta di amarezza.
Annuii, credendo se ne andasse. Invece lo sentii avvicinarsi cauto. “Magari
gli dà fastidio se glielo chiedo”.
-Che c’è Seth?Dimmi. Puoi chiedermi tutto-.
Mi guardò stupito.-Giusto, giusto. Ogni tanto mi scordo che leggi nel pensiero.
Non ti si può nascondere nulla-, osservò, schioccandosi nervosamente le dita.
-Cosa vuoi sapere?-,chiesi.
-Beh, mi chiedevo…Ma perché siete ancora qui?Perché non ve ne andate?Se non
sbaglio ci sono altri vampiri in Alaska…perché non avete portato Bella lì,
lontana da Sam?-, osservò giustamente.
Non avevo mai valutato concretamente la possibilità della nostra fuga. Molto
spesso avevo sentito Carlisle e i miei fratelli
pensarci, soprattutto dopo che eravamo stati avvertiti dell’attacco di Sam, ma
le condizioni di salute di Bella, troppo variabili, li aveva fatti desistere,
senza neppure tentare di propormi la cosa.
-Sarebbe troppo complicato. Carlisle, in questa casa,
ha tutto ciò che serve per Bella. Sarebbe impensabile trasferire tutto in
Alaska in breve tempo. E poi Carlisle lavora in
ospedale qui. Ha la possibilità di procurarsi ciò che gli serve, di comprare il
sangue per Bella. In Alaska sarebbe tutto troppo difficile-, osservai.-E poi
non voglio far muovere Bella. Sai anche tu quanto sono deboli le sue
condizioni, mutano velocemente. Non voglio farla viaggiare, stancare
inutilmente-, continuai, sperando di essere esauriente.
“Capito”, pensò.-Hai ragione. E’ la scelta migliore. Non dovete
preoccuparvi. Faremo di tutto per non far avvicinare Sam e gli altri-.
-Grazie Seth. E’ bello sapere che posso contare su di te-, ammisi sincero.
-E Jacob?Sono venuto a vedere se è vivo?E’ da un po’ che non si vede-, chiese.
-Sta ancora dormendo…Rose ormai non ne può più-, osservai. -Edward?-, mi chiamò Bella dall’altra stanza. Mi ero
assentato da soli dieci minuti, possibile che avesse deciso di svegliarsi
proprio ora che era sola?Corsi da lei, sperando che stesse bene. Dieci minuti
non erano molti ma viste le sue condizioni, il suo stato di salute poteva aver
subito notevoli variazioni.
“Io vado. Ci vediamo dopo”, pensò Seth, portando con
sé del cibo per la sorella. Annuii distrattamente, mentre le rispondevo.
-Bella, amore, sono qui. Stavo cucinando, come stai?-, chiesi appoggiandole una
mano sulla fronte.
-Bene, credo. Mi sento anche riposata-, confermò, appoggiandosi sui gomiti per
sedersi. La aiutai a mettersi meglio cercando di constatare se ci fossero dei
cambiamenti delle sue condizioni.
-Rose?-, chiese, guardandosi attorno.
-Torna subito. Emmett e Jasper partono per il
Sudamerica in cerca di informazioni e Rose li sta salutando-.
Mi osservò triste.-Mi dispiace, io dormivo. Avrei voluto salutarli anch’io-.
-Non ti preoccupare di questo Bella-, dissi, prendendo il suo capo tra le mani
e stringendola al petto.-Staranno via solo per qualche giorno, non c‘è motivo
di dispiacersi. A proposito:hai fame?Ho preparato la colazione-, dissi
orgoglioso.
-Un pochino-, rispose, abbassando lo sguardo verso il suo ventre.-E credo anche
lui ne abbia parecchia-, disse, quasi pentendosi dell’affermazione, sempre
preoccupata di evitare di dire qualcosa che potesse ferirmi.
-Bene-, dissi,-allora vado a prendere qualcosa per entrambi. Tu cosa
vorresti?-, chiesi.
-Uova?-, sussurrò, alzando lentamente lo sguardo colpevole.
Le sorrisi.-Ho fatto le omelette. Ti vanno o preferisci le uova in qualche
altro modo?-, chiesi.
-No, no. Le omelette vanno benissimo-, rispose, cercando di stiracchiarsi.
- Stai male?-, chiesi, apprensivo come al mio solito.
-No, no. Sono solo un po’ intorpidita-, rispose, riportando le mani in grembo.
-Vuoi alzarti un po’?Camminare?Ti aiuto io-, proposi, cercando un qualsiasi
modo per vederla migliorare ulteriormente.
-Magari dopo aver fatto colazione-, disse.-Ho parecchia fame-, ammise.
-Aspettami qui, allora. Torno subito-.
Annuì, sorridendomi felice. Io tornai quasi subito con un piatto colmo di cibo
e con l’immancabile bicchiere di 0 positivo.
-Questo è per te…-, dissi porgendole il piatto con le omelette,-…mentre questo
è per il bambino-, conclusi dandole il bicchiere di sangue.
-Grazie-, disse sporgendosi verso di me e dandomi un bacio sulle labbra.-Questo
è da parte mia, mentre questo…-, continuò spostandosi sulla guancia per
lasciarci un altro bacio,-…è da parte del bambino-, concluse felice e
sorridente,riprendendo la mia affermazione.
Non potei fare a meno di rispondere al suo sorriso. Era una gioia vederla stare
meglio.
-E questo-, continuai io baciandola nuovamente sulle labbra,-è per farti sapere
quanto sono felice che tu stia meglio-. Arrossì, e nascose il suo viso
nell’incavo del mio braccio.
-Che c’è ?Ho fatto qualcosa che non va?- chiesi.
Alzò lo sguardo verso di me.-No, no. Anzi…Solo che…-.
-Solo che?-, chiesi curioso.
-Beh, ecco…Mi manca lo stare con te…Soli-, ammise arrossendo. Avevo capito
perfettamente cosa voleva dire. Anche a me mancava, anche se non potevo
dimenticare che era stato lo stare con lei in quel modo che l’aveva
ridotta in quello stato.
-Anche a me. Non ci pensare. Vedrai che avremo modo di recuperare-, dissi,
stringendola piano. Non potevo saperlo, ma cos’altro potevo dirle?
-Ora mangia, altrimenti diventa freddo-, dissi serio.
-Agli ordini-, scherzò.
In quel momento Seth entrò di nuovo in casa. Non l’avevo sentito, troppo
attento a badare a Bella. Anche Carlisle, Esme, Rosalie e Alice ritornarono nel salone. Rose corse al
fianco di Bella, notando nel frattempo la presenza di Seth.”Un altro cane?Noo..”.
-Come stai tesoro?-, chiese, ansiosa, rivolgendosi a Bella.
-Bene, grazie Rose. E ho fame. Per fortuna che Edward aveva già preparato un
sacco di cose-.
“Che fortuna!!”, pensò Rose sprezzante.
-Ciao Seth-, salutarono assieme Alice e Carlisle, mentre Esme gli sorrise
dolce.
-Ciao..-, borbottò lui in risposta.-Sono venuto a vedere se Jacob si è
finalmente svegliato, ma mi sembra proprio di no…-.
-Beh…visto che sei qui, prendi qualcosa da mangiare-, disse Esme
dolcemente porgendogli un piatto.-Edward ha cucinato
stamattina. Sono sicuro che sarebbe felice se tu facessi colazione, qui con
noi-.
Seth rise.-Sicuro, volentieri. Ero qui mentre cucinava e non so come sono
riuscito a trattenermi dal divorare tutto-, disse, mentre si recava in cucina
per riempite il piatto. Tornò quasi subito.
-Ah…grazie dei vestiti, sono perfetti. Lì ho trovati qui fuori e ne ho
approfittato. Jacob mi ha detto che erano per noi…-, osservò. Aveva già
ringraziato me, ma mi faceva piacere che avesse rinnovato il ringraziamento
anche ad Esme.
-Hai fatto benissimo Seth. E'piacere fare quel che posso per aiutarvi-, rispose
Esme, contenta del ringraziamento di Seth.
-Buono questo…-, disse con la bocca piena, divorando un tortino alla cannella.
Bella rise.-Mangia piano Seth-, lo rimproverò, prima
di rivolgersi a Alice.
-Come va?-, chiese.-Mi dispiace che ti faccio venire mal di testa-, si scusò
Bella mentre beveva dal suo bicchiere.
-Bella, non ti preoccupare.Finché Jacob o Seth sono
qui va meglio. Tramortiscono il mio male-, osservò, sedendosi ai piedi di
Bella.-Devi tornare a star bene. Mi manca la mia sorellina e non sopporto di
vederti così trascurata-, disse scherzando. Bella rise e le accarezzò i
capelli.
-Avrai tutto il tempo per farmi diventare matta con i tuoi vestiti-.
-E’ quello che spero. Come minimo, dopo avermi fatto soffrire tutto questo mal
di testa-.
Bella rise ancora, facendo una faccia terrorizzata in seguito alla minaccia di
Alice. -Edward?-, mi chiamò, subito dopo distogliendo la sua
attenzione da mia sorella.
-Dimmi Bella?-, risposi preoccupato.
-Avrei un po’ di freddo…-, disse con aria affranta. Le dispiaceva farmelo
notare, perché significava che dovevo allontanarmi da lei.
-Non ti preoccupare-, dissi spostandomi e porgendogli una coperta.
“Ci sono sempre io se ha bisogno…al posto di Jacob”, osservò Seth,
cercando di essere, come sempre, d’aiuto.
-Ci sono io Bella. Vengo a sedermi vicino a te-, propose Seth timidamente.
-Buona idea-, osservò Bella, spostandosi per fargli posto.-Sei il mio vice-Jacob-, concluse sorridendo. Seth ricambiò il sorriso
e, con la bocca piena e senza lasciare il suo piatto, si sedette vicino a
Bella, circondandola con un braccio.
Ero felice. Bella sembrava essersi ripresa bene dopo la rottura della costola.
Le sue condizioni non erano minimamente paragonabili a quelle di pochi giorni
prima.
-Ehi, dormiglione…finalmente. Era ora che ti svegliassi Jake-,
scherzò Seth, rivolgendosi a Jacob che, finalmente, si era svegliato.
“Che ci fa qui il moccioso?”, pensò, strascinandosi verso di noi.
- E’ venuto a vedere come stavi-, mi affrettai a dire, quasi mi sentissi in
dovere di giustificare la sua presenza , -e Esme l’ha
convinto a fermarsi per fare colazione-.
-E’ vero. Sono venuto a vedere se ti eri svegliato. Era da un po’ che non ti
trasformarvi, e Leah era preoccupata. E poi non
potevo perdermi la colazione di Edward…è un cuoco fenomenale-, disse.
-Grazie-, risposi, al complimento di Seth.
“Cos’è quel braccio attorno a Bella…?”. Jacob sembrava geloso…di Seth.
Continuava a fissare Bella, e il braccio attorno alle sue spalle.
-Stiamo cercando di mantenere costante la temperatura di Bella. E ora aveva
freddo, quindi…-, risposi al suo pensiero mentale di poco prima.
“Non me ne importa. Bella non è mia…”, pensò evidentemente urtato dalla
situazione.
“Oh…Oh…allarme lupo geloso…lupo geloso”, pensò Seth allegramente e
spostò il braccio dalle spalle di Bella concentrandosi sul cibo che teneva in
grembo. -Leah dov’è?Sta facendo il giro di perlustrazione?-,
chiese Jacob avvicinandosi al divano.
-Tranquillo Jake.Sta tenendo sotto controllo la
situazione. Se c’è qualche problema, ci avverte-, concluse Seth.
-Bella amore?Come va-, chiesi, ignorando la conversazione tra i due lupi,
vedendola mangiare e bere di gusto.
-Bene Edward, non ti preoccupare. L’omelette è buonissima-, disse, continuando
a mangiucchiare.
Spostai lo sguardo su Jacob che sembrava essersi, finalmente, accorto di Bella.
-Come va?La costola?-, chiese, avvicinandosi al divano.
-Bene, bene. E fasciata talmente bene da non farmi male-. Alzai lo sguardo al
cielo per la sua risposta:aveva il vizio di minimizzare sempre tutto.
-Cosa bevi?-, chiese.-0 positivo?-, continuò sarcastico.
Bella gli mostrò la lingua, proprio come una bambina. Sì, era una gioia vederla
leggermente più in forze e vederla scherzare. Mi riempiva il petto di una nuova
forza e di una nuova speranza.
-In cucina c’è un sacco di cibo per fare colazione. Vai a mangiare Jake, avrai fame-, intervenne Seth.
-E Leah, ha mangiato?-, chiese, con l’intento di
farlo sentire in colpa. Sembrava geloso, invidioso del fatto che avesse preso
il suo posto durante le sue ore di riposo.
-Le ho portato qualcosa prima. Ma ha detto che preferiva cacciare. Non so come
abbia fatto a resistere. Questo tortino è fenomenale…-, osservò continuando a
mangiare e incrociando il mio sguardo, in segno di ringraziamento.
-Ah…Ok. Vado a caccia con lei, allora-, rispose Jacob, chiaramente infastidito,
voltandosi per andarsene. Seth sospirò, incapace di capire il motivo della sua
irritazione.
“Caccia?Ora provo a parlargli”. -Jacob, avresti un minuto?-, chiese mio padre prima
che se ne andasse.
“Il dottore…non essere infastidito, fai il gentile Jacob”, pensò prima
di rispondere.
-Sì, certo-, rispose.
-Io e la mia famiglia abbiamo bisogno di nutrirci, ma capisco anche che non sia
uno dei momenti migliori per farlo. Credi che con Sam ci saranno problemi se ci
spingiamo oltre il perimetro?Non vogliamo creare guai a nessuno. Tu cosa
faresti?-, chiese gentilmente.
“Che domanda?Che ne so?Ma Sam…forse è meglio metterli in guardia…”.
-Beh. Sembra che Sam per il momento abbia deciso di fare una tregua ma credo
che il patto non valga più, almeno nella sua testa. Vi crede una minaccia, e
non si farà molti scrupoli. Ma credo anche che non si allontanerà troppo da LaPush. La sua priorità è comunque proteggere la sua gente.Quindi cacciate tutti assieme e di giorno-, disse,
immaginando il comportamento di Sam al riguardo.
-Cercate di essere veloci e di allontanarvi il più possibile, ma non credo sia
un problema per voi vampiri-, osservò infine.
-Ma non possiamo lasciare Bella da sola, indifesa mentre noi andiamo a
cacciare-, osservò mio padre. Certo che no!Io sarei rimasto con lei. Non avevo
bisogno di nutrirmi, non ancora.
-Ci siamo noi. Se dovesse venire il branco ad attaccarla sapremo come
difenderla-, osservò infastidito Jacob. -Jacob, sicuramente sareste in grado, ma sarebbe
troppo difficile per voi-, osservò dispiaciuto mio padre.
-Sarebbe un problema nostro, non tuo-, rispose.
-No,no…faremo in modo che non sia necessario. Usciremo in gruppi da tre, è la
cosa migliore-, rifletté.
-Credo che separarvi non sia una buona idea-.
-Abbiamo altre doti per compensare l’inferiorità numerica. Edward potrebbe
essere sempre uno dei tre e garantirci la sicurezza nel raggio di qualche
chilometro-.
Mi voltai sconvolto verso Carlisle.Cosa stava
dicendo?No, non mi sarei mai, mai allontanato da Bella.
“Forse non è una buona idea”, pensò mio padre dopo aver incrociato il
mio sguardo minaccioso.
-O comunque troveremo un altro modo-, si affrettò a dire.-Alice tu potresti
darci una mano?Sapresti indicarci quale percorso evitare?-, chiese mio padre.
-Certo, certo. Basta evitare quelli che scompaiono dalla mia mente-,osservò.
Mi rilassai. Non volevo avere il rimorso di non aiutare la mia famiglia durante
la caccia, ma non volevo neppure essere costretto ad allontanarmi da Bella, che
si era accorta del mio irrigidimento e aveva preso ad accarezzarmi la mano.
-Altre domande?Altrimenti io vado-, disse infine Jacob.-Ti aspetto verso sera.
Riposati, dormi e ci vediamo dopo-, concluse, rivolgendosi a Seth, prima di
andarsene.
-Sì, sì. Finisco di mangiare e ti raggiungo subito, sempre che…Bella tu hai
bisogno di me?-, chiese.
-Esistono le coperte-, intervenne Jacob infastidito prima che Bella potesse
dare la sua risposta.
-Tranquillo Seth, io sto bene-, concluse infine lei.
In quel momento entrò mia madre, tenendo in mano un grande piatto colmo di
cibo, con tutta l’intenzione di offrirlo a Jacob. -Jacob-, iniziò piano, quasi avesse paura di
lui.-Capisco che mangiare qui non sia una bella cosa per te. Non puoi far
ritorno a casa e la colpa è solo nostra. Vorrei esserti utile:prendi un po’ di
cibo da portare con te-.
“E’…E’…non può essere un vampiro-, pensò Jacob, prima di arrendersi allo
sguardo dolce e supplichevole di Esme e accettare il
piatto che gli porgeva.
-Grazie-, disse.-Lo dividerò con Leah, se ha ancora
fame…-.
“Lo lascerò nel bosco, da qualche parte. Ma devo accettare…mi dispiace se ci
rimane male. Cavolo il succhiasangue…Edward vedi di
non dire niente a tua madre, non voglio che ci rimanga male”, osservò.
Capivo…capivo che per lui fosse difficile accettare e fosse strano il
comportamento di mia madre, ma gli ero grato che cercasse di essere sempre
gentile e cordiale. Annuii, in risposta al suo sguardo.
-Grazie Jacob-, rispose mia madre, prima di sparire
con Carlisle.
Era chiaramente turbato e imbarazzato dall’atteggiamento di mia madre,
chiaramente spiazzato dalla sua duale natura:mamma-vampira.
-Torni dopo Jake?-, chiese Bella, piena di speranza.
-Ci penserò-, rispose bruscamente. Aveva bisogno di uscire da casa nostra. Era
innervosito e confuso.
-Potrei avere bisogno di te…e se ho freddo?-, chiese, cercando di far leva sul
senso di protezione che anche lui provava verso di lei.
-Forse-, disse, ma era chiaro che sarebbe tornato. Almeno per me. -Jacob?-, lo chiamò ancora mia madre.
“E adesso cosa vuole?”.
-Ho lasciato una cesta di vestiti per Leah in
veranda. Potresti portarglieli?-, chiese.
“Anche questo devo fare?”.-Anche…-, borbottò, senza aggiungere altro.
Probabilmente aveva terminato la scorta di pazienza e buone maniere e per
evitare di essere scortese corse via, verso la foresta.
-Edward?-, mi
chiamò Bella subito dopo che Jake se ne fu andato.
-Dimmi Bella-,
dissi, stringendole la mano.
-Posso chiamare
Charlie?E’ da qualche giorno che non lo sento-, osservò, cambiando velocemente
espressione. Non mi sembrava il caso. Eravamo riusciti a calmarlo dopo
l’iniziale agitazione provocata dalla falsa notizia della malattia di Bella.
Forse non era una buona idea chiamarlo per ricordargli che sua figlia stava
male. Non saremo più riusciti a tenerlo lontano. I giorni prima anche Renée
aveva chiamato, allertata da Charlie, ma con lei tutto era più semplice. Aveva
solamente preso atto della fantomatica malattia di Bella, arrendendosi al fatto
che era meglio non farle visita. Ma il padre…era un uomo cocciuto, e se avesse
deciso di vedere Bella, nessuno sarebbe riuscito a fermarlo. La osservai a
lungo, cercando di non darle una risposta troppo brutale.
-Bella, amore,
forse non è il caso -, dissi solamente sperando che capisse cosa intendessi
dire, quando la vidi nuovamente stendersi in modo innaturale lungo il divano ed
urlare dal dolore. Mi immobilizzai, incapace di fare nulla per fermare
quell’agonia.
“Di nuovo il
bambino”, pensò Rose.
“Un’altra
costola”, pensò mio padre subito dopo aver sentito un rumore di ossa
spezzarsi.
Mi alzai,
inginocchiandomi di fronte a lei, che si teneva la pancia con le mani e
respirava affannosamente e con fatica.
-Bella-, la
chiamai. Le sue guancie si rigarono di lacrime che esprimevano chiaro il grande
dolore che stava provando. Boccheggiò, cercando di ritrovare l’aria che le
mancava. Io ero teso, disperato.
La sollevai,
piano,facendo quello che la prima volta non ero stato pronto a fare. Lei si
aggrappò alla mia maglietta, nascondendo il viso sul mio petto.
-Ora passa,
Bella. Ti diamo qualcosa per calmare il dolore-, le promisi, incapace di dirle altro.
Carlisle mi
seguì, serio e preoccupato. La adagiai nel lettino, cercando di accompagnare i
suoi movimenti affinché non fossero troppo bruschi, mentre Carlisle avvicinava
l’apparecchiatura per farle la radiografia. Si ripeteva la stessa scena di
poche ore prime:per quanto sarei riuscito a mantenere il controllo senza che la
rabbia e l’impotenza, che si facevano spazio dentro di me, prendessero il
sopravvento?
Non la
abbandonai. Le presi il viso tra le mani, accarezzandole i capelli e baciandole
la fronte, nel tentativo di calmarla e rassicurarla.
- Un’altra
costola-, confermò Carlisle poco dopo.-Devo rifarti la fasciatura e ti darò un
antidolorifico. Il dolore sarà meno sopportabile rispetto a prima-, concluse
sospirando. Bella annuì immobile.
-Vuoi far tu
Edward?-, chiese mio padre ancora una volta, ma Bella mi trattenne per un
braccio.
-Stai qui con me,
per favore?-, chiese. Scossi la testa, rispondendo alla domanda di mio padre, e
rimasi accanto a Bella, accarezzandola e canticchiandole all’orecchio la sua
ninna- nanna.Sembrava aver ripreso un
po’ il suo respiro normale, anche se non era più come prima. Era molto più
affannoso e affaticato.
-Penso abbia la
febbre-, constatai, appoggiandole le labbra sulle fronte.
“Possibile”,
osservò mio padre, che nel frattempo aveva terminato la bendatura.
Risollevai Bella,
avvicinandola a me il più possibile, stando attento a non farle male.
-Coma va?-,
chiesi, sussurrando al suo orecchio.-Bene-, mentì.
-Bella-, la
rimproverai.-Non devi sempre minimizzare ogni cosa. E’ importante per me, per
mio padre sapere come ti senti veramente. Altrimenti non sappiamo come aiutarti-,
dissi.
-Mi gira la
testa-, ammise allora.-E ho mal di stomaco-.
Ora che lo
sapevo,non ero comunque in grado di alleviare il suo dolore. Rimasi in
silenzio, mentre la riportavo sul divano. Rose non chiese niente, ma si limitò
ad accarezzarle la guancia. Seth camminava agitato, attendendo il nostro
ritorno.
-Bells, come
stai?Ho sentito un botto tremendo-, osservò innocentemente.“Povera Bella…Per
fortuna Jake non è qui…”.
-Meglio, grazie
Seth-, rispose Bella.
-Ecco qui il tuo
antidolorifico-, disse mio padre, porgendoglielo.
“Speriamo
faccia effetto in fretta. Non sta per niente bene”, pensò mio padre.
-Grazie-,
sussurrò Bella che, esausta, si lasciò cadere sul divano. Mi sedetti vicino a
lei, cercando di darle sollievo. Era molto calda, la sua temperatura si era
alzata rapidamente.
-Ha la febbre?-,
chiese Seth preoccupato.
Rispose Carlisle
per me.
-Si, anche se
non credo sia dovuto alla frattura. Si è indebolita di nuovo, purtroppo. Temo
che il suo sistema immunitario sia davvero allo stremo. Potrebbe essere anche
solo una semplice influenza. Non saprei dirlo-, osservò mio padre, che per la
prima volta era davvero in difficoltà, scuotendo la testa.
“Non so
davvero come fare per aiutarla”, pensò, mentre mia madre, avvicinandosi,
gli strinse la mano. Io spostai lo sguardo su Bella:era troppo difficile
ammettere che c’era troppo poco da fare per darle sollievo. Eravamo tornati
quasi al punto di partenza. Se farle bere sangue mi aveva dato l’illusione che
le cose potessero cambiare rendendo la sua gravidanza meno difficile e
dolorosa, ora ogni speranza era svanita.
-Mi dispiace,
Bella-, sussurrai al suo orecchio.
-Non ti
preoccupare, non è niente-, rispose, accarezzandomi i capelli. Non riuscii a
contenermi e mi uscì un ringhio di rabbia, provocato dalla sua risposta a dir
poco assurda. Niente?Come poteva dire che quello che le stava accadendo era “niente”?A
volte pensavo che non si rendesse minimamente conto di quello che stava
accadendo.
-Edward-, mi
riprese subito Rose.-Smettila di scusarti e di compiangerti. Bella è solo
incinta. Capita anche ai bambini umani di rompere le costole alle loro madri, non
è una tragedia. E’ normale-, disse scadendo lentamente le ultime due parole.
“Cosa dici
Rose?”, pensò mio padre.”Sempre la solita, non riesce a tenere a freno
la lingua”.
In quel momento
mi sentii invadere da una collera assurda. Mi sollevai lentamente, cercando di
non fare movimenti troppo bruschi che avrebbero spaventato Bella, per andare a
staccare la testa a Rose. Mia sorella. Quella che fino a pochi istanti prima
avevo tentato di giustificare. Come osava dire che Bella era”solo
incinta”?Bella era malata, per colpa mia, per colpa di quel bambino che
assomigliava tanto a me. E, se in qualche modo riuscivo ad andare avanti,
arrendendomi alla gravidanza, non riuscivo a tollerare che mi venissero dette
certe cose. Non c’era niente…niente di normale o giusto in quello che stava
accadendo a Bella. Non era normale che dovesse bere sangue per sopravvivere.
Non era normale che dovesse rinunciare all’affetto dei suoi genitori in quel
momento tanto delicato. Non era normale che il suo migliore amico dovesse proteggerla
nonostante odiasse con tutte le sue forze la cosa che portava in grembo. E non
era normale che mia sorella si impicciasse così tanto.
“Ora le
stacca davvero la testa a morsi. Forse è meglio che mi trasformi”, pensò
Seth.
-No Edward-, mi
implorò Bella, intuendo il mio stato d’animo.-Resta qui con me-. Mi voltai,
angosciato e abbassai la testa arrendendomi alla sua volontà. Sapeva che avrei
acconsentito ad una richiesta del genere. Avrei fatto di tutto pur di non
preoccuparla ulteriormente. Lei poteva piegarmi al suo volere. L’unica persona
per cui l’avrei fatto.
-Torno subito-,
le sussurrai, prima di sparire nella mia camera dove mi attendeva una siringa
da riempire di veleno. Quello scontro mancato, ma desiderato, con Rose aveva
perlomeno dato buoni frutti. E il mio veleno, in quel momento, era l’unica cosa
n cui potevo davvero sperare. Solo lui poteva salvare Bella.
“Calmato il
nervoso?”, pensò Rose, chiaramente rivolgendosi a me, quando ritornai nel
salone. Stare qualche minuto da solo mi aveva fatto bene. Ero riuscito a
riprendere momentaneamente il controllo di me stesso. Non dovevo dare retta a
rose, non dovevo. Bella. Lei doveva essere il fulcro dei miei pensieri e delle
mie attenzioni. Solo lei.
-Dove sei
stato?-, chiese Bella, accogliendomi al suo fianco e appoggiando la testa sulla
mia spalla.
-In camera.
Dovevo fare una cosa. Scusa per prima-, dissi, cercando di smorzare la sua
curiosità. Non avevo voglia di spiegarle cosa stavo organizzando.
-Non devi
scusarti per nulla, Edward-, disse, accoccolandosi maggiormente a me.-Stai
organizzando qualcosa per me?-, chiese.-Pensavo ti fossi arrabbiato con me,
prima. Mi sono spaventata-, si affrettò ad aggiungere prima della mia risposta.
-No, no Bella.
Che dici?Io non posso e non voglio arrabbiarmi con te-, sussurrai,
accarezzandole i capelli.-E sì, sto facendo una cosa per te, per me…-,
continuai a bassa voce.
-Sono sicura che
sarà la cosa giusta-, rispose, spiazzandomi. Pensavo non sarebbe stato così
facile chiudere il discorso.
-Posso chiamare
Charlie?-, chiese subito dopo, alzandosi e guardandomi negli occhi. Nel suo
volto pallido, scavato e segnato dal dolore, il nome di Charlie aveva acceso in
lei una scintilla, illuminando i suoi occhi. Come potevo negarle quel
desiderio?Non me la sentivo più di metterla in guardia. Poteva far preoccupare
Charlie quanto voleva, se poteva aiutarla a stare meglio.
-Ma certo-,
dissi e mi alzai per andare a prenderle il telefono.
“Charlie?Ma
cosa vuole dirgli?Povero…chissà quanto soffre nel sapere che Bella sta male e nel
non poterla vedere”, rifletté Seth. Lo guardai, mentre le porgevo il
telefono. Aveva ragione. Charlie avrebbe sofferto, ma Bella avrebbe sofferto
molto di più se le avessi negato anche quella semplice telefonata.
-Pronto papà, sono Bella-.
-Bella?Come stai?-,
rispose Charlie.
-Sì, tutto bene.
Ho un po’ di febbre ma sto meglio-, mentì Bella.
-E Carlisle cosa
pensa?-,chiese.
-Pensa che sia
dovuta al fatto che sono debole, e che si tratti di una semplice
influenza-,rispose tranquilla. Ma dove aveva imparato a mentire così bene?
-Hai sentito la
mamma? E’ da un po’ che non ci parlo e l’ultima volta mi sembrava abbastanza
agitata-, continuò.
-Sì, sì. Ha
chiamato prima. Infatti se non chiamavi tu l’avrei fatto io. Sembra che non
riesca a mettersi in contatto con te, ma sai che tua madre e la tecnologia sono
due cose diverse…-, osservò con tono meno gravoso e preoccupato del solito.
-E’ sì,
probabilmente ha litigato ancora una volta con il telefono, o magari ha perso
il carica batteria-, osservò Bella ridendo di gusto. Sentii Charlie seguirla
nella risata e non potei fare a meno di provare un dispiacere immenso verso
quell’uomo a cui avevo portato via la figlia.
-Bella?Sicura
che non hai bisogno di me o di qualsiasi altra cosa?-, chiese Charlie,
cambiando improvvisamente tono di voce.
-No, no papà,
non ti preoccupare. Le cose stanno migliorando, non c’è motivo per cui tu venga
qui-, osservò con un’espressione triste sul volto.-Ora vado, sono un po’
stanca. Ci sentiamo domani, ok?Salutami la mamma se la senti-, concluse tutto
d’un fiato evidentemente desiderosa di chiudere la telefonata.
-Sì,
sicuramente. Parlo io con Reneè.Allora ciao e ricordati di chiamare-, concluse.
Bella riattaccò
il telefono, con un’espressione amareggiata sul volto. Io la guardavo con aria colpevole.
Mi dispiaceva, tanto sapere che doveva mentire per colpa mia. Ma lei, dopo un’
attimo di evidente sconforto, alzò i suoi occhi su di me.
-Prima stavo
bevendo…Sai dove ho messo il bicchiere?-, chiese sorridendomi radiosa.
-L’ho portato
via io-, rispose Rose.-Ora vado a riprenderlo-.
-E’ meglio che
mi sposti-, osservai.-Sembra che la temperatura sia scesa-, conclusi, dopo
averle posato la mano sulla fronte.
-Sì, credo
anch’io. Ho un po’ freddo ora-, rispose, afferrando il bicchiere che Rose le
porse.
Seth prese velocemente il mio
posto. Era utile avere un lupo in casa. E se era Seth, per me, era molto
meglio. Perlomeno non dovevo subire i pensieri di Jacob. Quando stava vicino a
Bella prendevano una piega che non era molto gradevole.
Nonostante tutti i nostri sforzi,Bella
quel giorno non si riprese. Neppure il sangue sembrava aiutarla. Seth e io ci
demmo il cambio tutto il giorno per mantenere la sua temperatura costante.
L’antidolorifico sembrava aver
fatto effetto. Non provava più dolore ma in compenso le sue capacità
respiratorie si erano aggravate.
Verso sera, poco prima che Seth se
ne andasse per dare il cambio a Jacob, mio padre mi chiamò.
-Posso parlarti, Edward?-, chiese.
Lo guardai. Non avevo voglia di
lasciare Bella in quel momento. La mia espressione gli fece capire la mia
riluttanza all’idea di seguirlo.
“Fa niente Edward. Ascoltami solo. Ho sentito Emmett. Sono riuscito a
rintracciare Kaure. Era molto agitata e spaventata ma Jasper è riuscito a
metterla a suo agio. Ha detto loro tutto quello che sa. E c’è una cosa, a cui
non avevamo pensato. Non ti farà piacere saperla”, pensò sospirando.
Lo guardi sconvolto, con gli occhi
spalancati. Continuò.
“Ecco. Sembra che l’unico modo in cui il bambino riuscirà ad
uscire sarà usando i denti. La sua pelle è uguale alla nostra e non c’è altro
modo”, concluse.
Guardai Bella, che si era
appisolata al mio fianco. Non sarei riuscito a reggere una cosa del genere. Era
un’immagine disgustosa e terribile anche per me, nonostante avessi visto cose
ben peggiori. Mi lasciai cadere in avanti, con la testa tra le mani spaventato
dall’immenso dolore che stava per provare Bella. Non avrebbe mai retto:prima il
parto e dopo la trasformazione. Era troppo piccola, indifesa, debole. Scossi la
testa, incapace di trovare un appiglio.
“Edward che c’è?”, chiese
Seth accarezzandomi una spalla.
Ciao
ragazze!!Ho finito uno dei capitoli più difficile che abbia mai scritto…spero vi piaccia!!come sempre vi ringrazio per i
meravigliosi commenti che mi riservate. Ho visto che molte hanno gradito la
messa da parte di Jacob, quindi non vi dispiacerà se go tralasciato qualche
conversazione tra Bella e Jacob per concentrarmi sugli avvenimenti più
importanti di BD!Sono felicissime che adorate Seth…come
avrete capito anch’io lo adoro tanto!!!Vi lascio al capitolo!!!Grazie ancora a
chi commenta, a chi legge, a chi mi preferisce e a chi mi segue!!!Grazie
davvero a tutti!!!!
Capitolo 20.Rivelazione
Le ore passavano in fretta, troppo in fretta. Il tempo scorreva davanti a me,
inesorabile. Bella ne era la prova. Il bambino, purtroppo, non le dava tregua.
Dopo poche ore dalla rottura della seconda costola anche il bacino si era
fratturato. Il bambino sembrava essere cresciuto improvvisamente. Ormai mancava
davvero poco e tutti ne eravamo consapevoli. Secondo Carlisle
mancavano circa quattro giorni al travaglio. Se il tempo fosse stato clemente
con me avrei potuto godere ancora per pochi giorni della presenza certa di
Bella umana. Poi…il nulla. Tutto era nella mie mani.
L’esistenza della donna che più amavo al mondo, dipendeva esclusivamente da me.
Continuavo a raccogliere il veleno che speravo, avrebbe assicurato la
trasformazione di Bella. Le occasioni non erano mancate, soprattutto grazie a
Rose. Emmett e Jasper non erano riusciti a scoprire molto
di più rispetto a quello che già sapevamo, a parte il terribile modo in cui il
bambino si sarebbe fatto strada all’esterno dell’utero di Bella.
Come sempre ero seduto vicino a lei sul divano. Le tenevo la mano, monitorando
costantemente il suo stato di salute.
Jacob era arrivato da un po’ e stava avvisando la mia famiglia sulla
possibilità di andare a caccia. Aveva perlustrato la zona fino a Seattle e
sembrava non ci fosse traccia del branco, quindi avevano via libera. Io non
sarei andato a caccia, ed era chiaro, dai pensieri di Rose, che neppure lei si
sarebbe allontanata da Bella. Mio padre,invece ,più di tutti, aveva bisogno di
cacciare, anche perché sarebbe stato fondamentale durante il parto di Bella.
Doveva essere al mio fianco, non ce l’avrei fatta da solo.
Jacob entrò nel salone poco dopo, accomodandosi nella poltrona, tra Bella e
Rose, e incominciando subito a infastidire Rose. Ormai non facevano altro che
insultarsi a vicenda attraverso battute e barzellette a dir poco stupide.
Iniziavano a starmi sui nervi. Perché non la smettevano?Non avevo proprio
voglia di sentire i loro insulti reciproci.
-Smettila Jacob-, proruppe Bella, mettendo fine a
quell’agonia. Probabilmente si era stancata, come me. Mi sembrava perfino di
avere un’emicrania se questo fosse stato possibile.
-Vado via, se vuoi-, rispose lui, mortificato.
-Ma no Jacob, cos’hai capito?-, rispose subito per tranquillizzarlo. Io in quel
momento avrei voluto che se ne andasse. Quel giorno non sopportavo Jacob e
neppure Rosalie. Le cose non stavano andando per il verso giusto. Ormai Bella
era ridotta ad un mucchio di ossa rotte e tutte per colpa di quel mostro che le
distruggeva la vita.
-Sei stanco?-, gli chiese Bella.
-Parecchio-.
Mi isolai, cercando di non badare alla loro conversazione. Ero racchiuso nella
mia ansia e nella mia preoccupazione. Sapevo che ormai il tempo a mia
disposizione era giunto al limite, ed ero spaventato dalle implicazioni che
quel limite comportava.
“…bella…”.
Che era?Da dove proveniva quella parola che era entrata piano nella mia mente.
Mi guardai attorno. Osservai Jacob, osservai Bella che ricambiò il mio sguardo
quasi fossi matto.
Un’ondata di luce chiara invase la mia mente, come un flash accecante e fui
costretto a chiudere gli occhi, anche se avrei voluto tenerli aperti per godere
ancora e ancora di quella luce. Sembrava un raggio di sole…caldo,tiepido,
calmante. Mi scaldò la mente, quasi attenuando il dolore che mi sembrava di
percepire.
“…mamma…”.
Ancora?Cosa mi stava succedendo?Era il suono della voce di Bella. Riecheggiò
chiaro, solenne, prepotente nella mia mente come una dolce melodia
-Tesoro,cos’hai detto?-, chiesi a Bella, quasi sicuro che quello che avevo sentito
provenisse da lei. Era la sua voce, in qualche modo modificata, filtrata, ma
sempre la voce di Bella.
Ma non potevano essere i suoi pensieri…non ero mai
riuscito a sentirli.
Scossi la testa e mi concentrai sul brusio della mia mente cercando di filtrare
le voci mentali una a una a associando ad ognuna una provenienza. Ripetei
l’operazione più e più volte. Niente. Non riuscivo a capire da dove
provenissero quelle sensazioni, quelle parole che si imbattevano nella mia
testa. O meglio…sapevo da dove provenivano ma tutto
mi sembrava impossibile e assurdo. Sembrava quasi mi cercassero … io di certo
non mi ero concentrato per sentirle.
Bella mi fissava sconvolta.
-Io non ho detto niente-, rispose.
La guardai confuso. Eppure quei pensieri provenivano da lei, ne ero quasi
certo.
-A cosa stai pensando?-, chiesi ancora a Bella, mentre un’immagine questa volta
buia, scura arrivò alla mia mente.”Fra poco nascerai tesoro”. Un altro
pensiero senza un’origine certa.
-A nulla. Ma che hai Edward?-.
-E un attimo fa a cosa hai pensato?-, chiesi in preda all’eccitazione. Erano
davvero i pensieri di Bella quello che stavo sentendo?
-Solo ai cuscini…all’isola Esme-.
E arrossì. No, niente di simile era giunto alla mia mente.
Un’altra nuvola, questa volta, bianca mi avvolse. Che sensazione serena, felice…Sembrava simile al potere di Jasper.Stavo
impazzendo. Cosa stava succedendo?
“…la mia mamma”.…Ancora…E
questa volta la provenienza non sembrava lasciare spazi a molti dubbi. Oddio…era davvero possibile?
I pensieri provenivano davvero da Bella, ma non dalla sua mente.
Mi inginocchiai, proteso verso di lei.
-Parla ancora…-, le dissi.
-Ma cosa devo dire, non capisco…-.
“…mamma...”.
Non potevo crederci…non era possibile. Mi avvicinai a
Bella, lentamente e appoggiai entrambi i palmi delle mie mani sul suo ventre.
Poi avvicinai il viso, appoggiando l’orecchio su quella che credevo l’origine
dei pensieri. Gesto inutile. Non avevo bisogno di tendere l’orecchio per
percepire i pensieri. Ma mi venne spontaneo.
“…la mamma ti vuole bene piccolino, un bene
immenso. Stai bene lì, al caldo, protetto…Sto
cercando di fare il possibile per te…”.
Non ci credevo. Tutti i pensieri, le sensazioni, i colori provenivano dal…dal…bambino.
E ricordava, ricordava le parole di Bella. Riconosceva la sua voce. Era felice
quando lei parlava…rideva.
“Devi fare piano piccolo, la mamma altrimenti sta male…”.
E capiva…Capiva qualsiasi cosa che Bella gli avesse detto… Incredibile.
Alzai gli occhi verso di lei. Tremavo. Il mio petto era colmo, pieno di
felicità, gioia, consapevolezza…non sapevo neppure io
cosa. Ero certo che se fossi stato umano delle lacrime calde di gioia avrebbero
punto i miei occhi, insistito per scendere lungo le mie guancie riscaldando
quella pelle e quell’animo che a lungo erano rimasti freddi.
Sentivo gli occhi di Bella lucidi e tremanti puntati su di me.
-E’ il bam...-.Non riuscivo a parlare. Ero
emozionato. Mi tremava la voce. Era il mio bambino, il mio bambino. Il nostro
bambino:mio e di Bella. Per la prima volta lo sentii tale. Per la prima volta
lo sentii mio.
-Riconosce la tua voce…E’ felice quando la sente-,
continuai, mantenendo i palmi sulla sua pancia. Bella mi guardò ancora a lungo.
-O dio mio…ma lo senti?Non riesco a crederci-, esultò
estasiata.
Sentii un colpo. Il bambino aveva scalciato.
“…che spavento”, pensò. -Shh, Bella. Fai piano lo spaventi-, dissi
spontaneamente. Mi sembrava assurdo preoccuparmi per lui. Non l’avevo mai fatto
direttamente, fino ad ora.
Mi guardò sconvolta. Si accarezzò la pancia.-Scusa piccolino, non volevo-.
“…mi piacciono le carezze della mamma, e la
sua voce…”.Riportai il viso vicino alla pancia di
Bella. Non potevo fare a meno di accarezzare quel gonfiore che custodiva
gelosamente la vita di mio figlio.
“…il mio papà…”.
E rise, rise felice. Come riusciva a distinguere la provenienza delle carezze?
-E ora a cosa pensa Edward?-, mi chiese Bella accarezzandomi i capelli.
-E’…felice-, dissi, sconvolgendomi delle mie stesse
parole. Quello che stava accadendo mi sembrava impossibile. Non avevo mai
pensato al bambino come ad una persona, con delle capacità mentali così
sviluppate. Sembrava essere molto intelligente. Mi era capitato di sentire i
pensieri di bambini umani, ma non erano così ben compiuti, definiti.
Bella aveva smesso di respirare. Alzai lo sguardo verso di lei. Stava piangendo…di gioia.
Aveva gli occhi illuminati di una nuova luce. Era contenta di sapere che non si
era sbagliata. Aveva sempre avuto ragione lei.
Lei era riuscita ad amarlo fin dal primo istante, senza freni, remore di nessun
tipo. Aveva dovuto accompagnarmi in quel cammino. Pian piano era riuscita a
farmelo conoscere e ora sapevo che non sarei riuscito a scegliere. Se fino a
poche ore prima ero certo che avrei preferito la vita di Bella a quella del
bambini, ora…ora non più. Tutto ad un tratto mi
sembrò indispensabile anche la sua vita, la sua esistenza, come quella di
Bella.
Le catturai le lacrime con le labbra:quanto l’avevo fatta soffrire per nulla,
per niente, prigioniero della mie paure?
-Come fai a non essere felice bambino bello?Sai che ti amo tanto, piccolino?Sei
così protetto, al sicuro lì, vero EJ?-.
“…Anch’io mamma ti voglio bene”, pensò.
Troppe, troppe emozioni positive in un solo istante. Non ero preparato a
percepire così tanto amore provenire dal bambino. E Bella, come lo aveva
chiamato?
La guardai curioso, confuso, in cerca di una spiegazione. Capì al volo il
motivo della mia espressione.
-Non te l’ho detto perché credevo che ti arrabbiassi, ma gli ho dato un nome…-, continuai ad osservarla smarrito.
Quante cose mi ero perso della sua gravidanza?Quante cose mi aveva celato per
non farmi soffrire?Chissà a quante cose aveva pensato, come lo aveva
immaginato?La sua mente aveva sicuramente partorito un sacco di pensieri,
prospettive felice, mentre la mia non era andata molto oltre all’angoscia di
perdere lei. -Beh…ho pensato che anche tuo padre si chiamava
Edward, giusto?-, continuò.
-Sì, ma…-. E poi sentii, la cosa più bella che mi
fosse mai capitata di sentire.
“…il mio papà…che
bella voce…”.
Ero rapito, stregato da quel bambino. Il mio bambino. E mi conosceva…mi
riconosceva.
Chissà quante volte Bella gli aveva parlato di nascosto di me!
-Cosa c’è, Edward?-, chiese probabilmente vedendo sul mio viso un’espressione
estasiata.
-Sembra che gli piaccia anche la mia voce-, sussurrai ancora incredulo.
-Come potrebbe essere altrimenti?La tua voce è la più bella del mondo-,
cantilenò lei, eccitata quanto me.
-E se fosse una bambina?Come la chiamerete?-, chiese Rose, interrompendo la
nostra parentesi paradisiaca. Io non ci avevo pensato, proprio no. Mi faceva strano…Solo ora riuscivo a capire, percepire chiaramente
che il bambino sarebbe stato parte della mia vita. Una parte indispensabile
della mia vita.
-Ci ho pensato-, disse Bella, spazzandosi via le lacrime che continuavano a
scendere lungo il suo viso.-Pensavo ad una combinazione dei nomi di mia madre e
di Esme…Renesmee. E’ troppo strano?-, chiese.
-Mi piace molto-, affermò Rose avvicinando il suo capo a quello di Bella.-E’ un
nome unico, come unico sarà il tuo bambino-, concluse. Era la prima volta, dopo
tanto, che ero d’accordo con mia sorella:il nostro bambino era unico, proprio
come il nostro amore.
-Sono convinta che sia un maschietto, però-, rifletté Bella.
“…mamma,ti voglio bene”. Non era
possibile. Non era possibile che il bambino riuscisse a formulare pensieri così
coerenti. Dimenticavo che per metà era vampiro, per metà era come me. Non c’era
poi tanto da stupirsi che avesse capacità cognitive fuori dalla norma.
-Che c’è Edward?Cosa hai sentito?-, chiese Bella eccitata.-A cosa pensa ora?-.
Non risposi, ancora troppo sbalordito per poter credere a quello che avevo
sentito. Mi chinai sul ventre di Bella, accarezzandolo nel frattempo, per
appoggiare l’orecchio alla fonte di quei inimmaginabili pensieri.
“La mia mamma…”, continuava a ripetere felice
il bambino ogni volta che sentiva la voce di Bella. -Bella…il bambino ti vuole bene, un bene immenso-,
dissi, con il petto pieno di amore verso quel piccolino che Bella portava
dentro di sé. Come avevo fatto solo a dubitare di quel bambino?Voleva un bene
indiscutibile a Bella, come avevo fatto solo a pensare il contrario?
Sentii qualcuno alzarsi in piedi. Segui il movimento con lo sguardo:era Jacob.
Un’espressione indecifrabile sul suo volto, mista a rabbia, disgusto e
risentimento.
“Da uno a mille quanto sono idiota?Come ho fatto a fidarmi del succhiasangue, maledizione!Sono solo…solo
contro quel mostro che sta portando via la mia Bella!!Dannato vampiro…cosa ho fatto a fidarmi di te. Gli è bastato
sentire uno stupido pensiero per cambiare tutte le carte in tavola…ora
non odia più quell’essere ributtante, no…E ora
guardalo, chino su di lei con quell’espressione da ebete sul volto…disgustoso e scorretto. Mi ero fidato di lui…”.
I suoi pensieri si riflessero sul mio volto:aveva ragione, ma io non potevo
farci nulla,non più ormai.
Non potevo più essere con lui. In pochi minuti avevo abbracciato l’assoluta
convinzione di Bella:il bambino prima di tutto. Era come se l’amore che avevo
sempre provato verso di lui fosse stato trattenuto a forza dentro di me da
qualcosa di più ragionevolmente sensato. Ma ora che avevo percepito i pensieri
del mio bambino, ora che era chiaro quanto amasse la mia adorata Bella, non
c’era più alcun motivo per temerlo.
Balzai in piedi velocemente e afferrai un paio di chiavi da un cassetto. Jacob
meritava il mio aiuto, non sopportavo di vederlo così.
-Vai via Jacob, vai-, dissi lanciandogli le chiavi della macchina. Sarebbe
servito a poco ma perlomeno avrebbe trovato un attimo di tregua per poter
pensare. Non se lo fece ripetere due volte:afferrò le chiavi al volo e corse
via, lontano, lontano dal mio ritrovato paradiso. Anche Rosalie lo seguì.”Vi
lascio soli…cerco di fidarmi di te Edward”.
Tornai da Bella velocemente, ansimante e trepidante come un bambino. Volevo tornare
da lui, dal mio piccolino, che in un attimo era riuscito a sciogliere le mie
paure e ad accendere un barlume di speranza. Il futuro non era più nero, non
era più buio. Intravedevo una piccola luce,calda che avrebbe illuminato la mia
strada, il mio cammino per salvare Bella. Non l’avrei lasciato solo senza la
mamma che amava già così tanto. Un nodo mi chiuse la gola. Non era paura, non
era tristezza, non era angoscia…era pura e semplice
felicità, come se quella piccola rivelazione, i pensieri ingenui e sinceri del
bambino avessero aperto la mia mente verso nuove consapevolezze, verso nuovi
scenari:io e Bella potevamo davvero essere una famiglia felice. Mi inginocchiai
vicino a lei, che continuava a piangere, senza riuscire a smettere. -Anch’io ti voglio bene, tesoro, tanto-, ripeteva
singhiozzando con il sorriso sulle labbra, accarezzandosi dolcemente la pancia.
Le accarezzai le guance, cercando di raccogliere quel sollievo che sgorgava
copioso dai suoi occhi.
-Mi dispiace Bella di non averlo capito prima-, dissi, avvolto improvvisamente
da una profonda tristezza. Le dovevo molto più che delle semplice scuse, ma in
quel momento era l’unica cosa che riuscivo a dire.
-No, Edward, non ti devi preoccupare, non lo sapevi, non lo potevi sapere-,
disse, facendomi appoggiare la testa sul suo petto e cullandomi come fossi un
bambino. Non so cosa accadde in quel momento, certo è che durante la mia vita
come vampiro non avevo mai sentito niente di simile dentro di me. Un
singhiozzo, privo di lacrime, squarciò il mio petto. Tutta la tensione, la
rabbia, la paura accumulata negli ultimi giorni, verso di me, verso il bambino,
verso Bella, si sciolse, agitando il mio corpo. Stavo piangendo…sì,
in modo limitato, come era concesso ai vampiri. Nessuna lacrima bagnava il mio
volto, ma solo singhiozzi, violenti singhiozzi e spasmi scuotevano il mio corpo
cercando quella via di fuga che a lungo avevo negato. Ora sapevo che non avevo
generato un mostro. Il bambino amava la madre, come me. E io non potevo non
amare quella creatura che adorava e venerava Bella già prima di conoscerla, già
prima di vederla. Ma d’altronde come si poteva non amare una creatura
celestiale come lei, disposta a sacrificare tutto pur di permette la vita a
nostro figlio? Saremo diventati genitori, questa ormai era una certezza.
Non so per quanto “piansi”, ma Bella mi tenne tra le sue braccia per tutto il
tempo, cullandomi, tranquillizzandomi, sussurrandomi dolcemente quanto mi
amasse e quanto mi volesse bene. Io avevo bisogno di tutto quello, avevo
bisogno di tutto l’amore che era in grado di darmi ma che fino allora non avevo
appieno apprezzato, troppo preoccupato a pensare al peggio.
-Va meglio?-, chiese Bella, quando riuscii a sollevare il capo dal suo seno,
continuando ad accarezzarmi dolcemente i capelli.
Annuii, avvicinandomi al suo viso e suggellando quel momento che avevo vissuto
con lei con un bacio.
-Grazie Bella-, dissi, appoggiando la mia fronte sulla sua e stringendola a
me.-Grazie per aver fatto come hai voluto tu, grazie per non avermi dato retta-,
sussurrai, continuando a tenere il suo capo vicino al mio.
-L’importante è che tu abbia capito quanto è importante per me…-,
disse,avvicinando le sue labbra alla mie. Mi lasciai cullare da quel tenero
bacio, che esprimeva tutto il suo sollievo verso quella nuova alleanza, quel
nuovo legame che avevamo creato. -…quanto è importante per noi-, la corressi, quando
le sue labbra si staccarono dalle mie.
Mi sorrise dolcemente, sospirando di sollievo.
-E ora a cosa sta pensando, Edward?Dimmi, dimmi…sono
curiosa-, disse, quasi saltellando sul divano. Non avevo mai smesso di
ascoltare i suoi pensieri durante tutto questo tempo ed ero certo non sarei più
riuscito a farne a meno.
- Ora sta sognando-, dissi.-Si è addormentato da poco. Prima si è spaventato
sentendomi singhiozzare, ma sentire la tua voce che mi tranquillizzava, calmava
anche lui. Te l’ho detto che riesce a riconoscermi?Sa che sono il suo papà.
Riesce a distinguere anche il tocco della mia mano-, dissi, accarezzandole
dolcemente il ventre.
-Certo-, disse, con aria stanca ma felice,-sei il nostro essere speciale-,
concluse, prima di chiudere gli occhi e di addormentarsi. Ora avevo un motivo
in più per combattere assieme a Bella. Era comunque tutto nelle mie mani, e
forse le cose sarebbero state ancora più difficili, perché ora erano due le
creature che dovevo salvare ad ogni costo. Ma la gravidanza di Bella non era
più un errore, non lo era mai stato, anche se non me n’ero mai reso pienamente
conto fino a quel momento. Rimaneva la paura di non farcela, di non riuscire a
salvare le due persone che più amavo al mondo. Decisi di fare una cosa che era
da giorni, parecchi giorni che non facevo:scrivere. Abituato per anni a tenere
diari, annotando pensieri, ricordi umani che affioravano, sensazioni, durante quel
periodo, emotivamente importante per me, non avevo trovato la voglia e la forza
di scrivere. Forse augurandomi che non mettendo nero su bianco le mie
sensazioni, queste avrebbero potuto essere meno reali. Ma in quel momento ne
avevo voglia, se non per me, per quel bambino che avevo cominciato ad amare
immensamente pochi istanti prima. Mi procurai carta e penna, e seduto di fronte
a Bella, guardandola mentre dormiva, iniziai a scrivere.
Ciao piccolo,
qui vicino a me c’è la tua mamma. Dorme. Sembra così piccola…è
rannicchiata e tiene entrambe le mani sul suo pancione…vicino
a te. Stai crescendo davvero in fretta. Non credevo che l’avrei mai detto, ma
non vedo l’ora di vederti. Non vedo l’ora di sentirti tra le mie braccia, di
sentire il profumo della tua pelle, il battito del tuo cuore, anche se lo sento
già….come sento i tuoi pensieri, le tue emozioni.
Sento che sei felice, che ti senti amato, al sicuro, protetto.
La tua mamma, la mia Bella, sta facendo di tutto per te. Ti ama piccolino.
Anche senza leggere nella sua mente so che tu sei perennemente presente nei
suoi pensieri. Farebbe di tutto per te. E mi dispiace di non aver capito prima
che tu la stai ripagando con tutto l’amore che ti è possibile.
Ti vuole bene, un bene immenso, totale…un bene tanto grande
che non si può chiedere ma solo ricevere. E lei ha deciso di donarti tutto
l’amore che può, con tutta la forza e il coraggio che le è concesso avere. Il
coraggio, la forza di lottare per qualcosa in cui si crede ciecamente, sarà lei
ad insegnartelo…Lei che da subito, da sempre, ha
imparato a conquistare, a lottare per le cose in cui crede. Prima con me…ora con te. Io, per quanto coraggioso e forte possa
apparire, non sono niente in confronto a lei…
Se qualcuno potrà insegnarti ad amare, quel qualcuno sarà lei…
Ti insegnerà a vedere con il cuore e a parlare con l’anima.
Sei un essere speciale piccolino, nato da un angelo e da un vampiro che non
sapeva amare…Ma l’angelo ha creduto in lui fin da
subito. L’ha accudito, tranquillizzato, amato, aspettato, ritrovato e riamato…Mai l’amore dell’angelo è vacillato…Mai,
soprattutto verso di te.
E il vampiro si è innamorato perdutamente dell’angelo tanto bello, tanto
luminoso, tanto candido e dal cuore tanto puro…E si è
abbondato, cullato dal suo amore infinito, promettendole in cambio eterno
amore, eterna protezione e devozione. L’angelo mi ha insegnato ad amare, a
fidarmi maggiormente di me stesso, a guardare oltre le apparenze, ad osservare
al di là della banale vista.
Dentro di me spero che non dovrai mai leggere questa lettera.
In quel caso l’angelo non ci sarà più.
Sono sicuro che sarà abbastanza forte da metterti al mondo…sarà
il suo ultimo gesto d’amore.
Non sono sicuro di me. Non sono sicuro di riuscire a soccorrere l’angelo che tu
chiami mamma…Non sono certo di riuscire ad agire in
tempo. Se non la conoscerai mai sarà tutta colpa mia. Non odiarmi per questo.
Non odiarmi per averti impedito di conoscere la tua mamma, il mio angelo. Non
odiarmi per non essere riuscito a salvarle la vita.
Odiami per non aver capito subito quanto grande era il tuo amore nei suoi e nei
miei confronti e il mio per te.
Continuo a commettere lo stesso errore. Continuo ad allontanare l’amore donato
da un cuore puro come il tuo…come quello della tua
mamma.
Meriteresti di conoscere lei, non me. Io sono nulla senza di lei. Niente più
che un involucro vuoto senza forma né sostanza.
Ma ti amo…l’ho capito troppo tardi, ma il mio amore
nei tuoi confronti è immenso piccolino.
Come sempre la tua mamma l’ha capito prima di me e ti ha protetto, guidando me,
allo stesso tempo, nella scoperta di questo nuovo amore.
Farò di tutto per lei, farò di tutto per te.
Con amore, il tuo papà.
Capitolo 21. Travaglio(prima parte)
Ripiegai con cura la lettera che avevo scritto e osservai Bella:avrei fatto di
tutto pur di non farla leggere a nessuno. Bella e il mio bambino dovevano
vivere ad ogni costo.
In casa sembrava essere tornata quella calma che avevo respirato qualche giorno
prima. Oltre a me e a Bella, c’era solo Rose che, silenziosamente, era
ritornata nel salone e si era seduta nuovamente accanto a lei. Sapevo che le
era costato molto il gesto di lasciarci soli e le ero grato per questo.
“Mi dovranno spiegare che gli è preso…”. Un
altro pensiero sconosciuto. Subito la mia attenzione si rivolse al bambino,
anche se ero quasi certo che il pensiero non provenisse da lui. Era un pensiero
pieno di rabbia, risentimento…non era proprio in
linea con i pensieri del piccolo che avevo percepito. I suoi pensieri riuscivano
a calmarmi; quello che avevo sentito, invece, aveva suscitato in me una strana
e inspiegabile agitazione.
-Chi c’è?-, chiese Rose, probabilmente sentendo lo stesso odore che sentivo io.C'era chiaramente un lupo, ma non si trattava nè di Seth nè di Jacob.
-Credo sia Leah-, risposi.-Vado a vedere cosa vuole,
magari ci sono dei problemi con Sam e gli altri-, dissi, alzandomi velocemente
e andando alla porta.
Avevo completamente scordato la minaccia di Sam. Avrebbe aspettato il parto,
poi avrebbe agito per uccidere il piccolo. Se fino a qualche ora prima non me
ne importava nulla, ora sapevo che avrei difeso allo stremo il mio bambino. Non
avrei permesso a nessuno di fargli del male…nessuno.
Avrei dovuto parlare con Jacob…in fretta. Lui era il
solo, l’unico che poteva darmi una mano.
“Forse dovrei trasformarmi prima di entrare…”. -Leah-,dissi.-Che ci fai qui. Ci sono problemi?-.
“Voi siete il problema…”, pensò. Non era
sicuramente una visita di cortesia.
Il lupo che avevo di fronte mi guardò intensamente,con sguardo pieno di rabbia
e di disprezzo. Poi si voltò e si affrettò a raggiungere un luogo più isolato,
appena dietro la vegetazione.
“Meglio trasformarsi…”.
Attesi mentre assumeva sembianze umane. I suoi pensieri non lasciavano
trapelare nessuna minaccia da parte di Sam, quindi mi rilassai. Magari era solo
stata mandata da Seth a vedere come andavano le cose, anche se ne dubitavo
fortemente.
Poco dopo tornò. Portava dei vestiti sporchi, logori e consumati:aveva
preferito continuare a indossare i suoi vestiti piuttosto che mettersi quelli
che Esme le aveva messo a disposizione. Mi
dispiaceva, ma potevo capirla. In fin dei conti lupi e vampiri erano nemici da
generazioni. Era impossibile cancellare anni, secoli di dispute e di odio,
anche se in realtà Seth sembrava esserci riuscito.
-Volevo sapere dov’è andato Jacob-, disse, puntando i
suoi occhi scuri dritti nei miei, quasi sfidandomi.
“E’ sparito senza dire nulla a nessuno. Doveva venire a darci il cambio e
non l’abbiamo ancora visto. Non si è neppure trasformato”, pensò.
-Vieni entra. Ora ti spiego tutto-.
“Mi fa entrare?Non me lo può dire subito cos’è successo e la facciamo
finita?”.
-E’ una storia lunga Leah. Fammi la cortesia di
entrare. Bella per ora sta dormendo e non ho intenzione di non farmi trovare con
lei quando si sveglierà-, dissi, perentorio. Non provavo una grande simpatia
per Leah, a pelle. Non aveva nulla in comune con
Seth.Quanto lui era fiducioso e disponibile, lei mi sembrava scontrosa e
perennemente scocciata.
-Non ho intenzione di spendere molto tempo qui con te. Quindi, per favore,
invece di sprecare il tuo tempo nel tentativo inutile di convincermi ad
entrare, spiegami in fretta cos’è accaduto così posso andarmene-.
“Non ho proprio nessuna intenzione di entrare in quella casa con quel puzzo orribile…".
-Bene-, dissi rassegnato.-Oggi è successa una cosa incredibile:sono riuscito a
sentire i pensieri del bambino, il mio bambino. Ho scoperto che ama Bella
immensamente e che non ha nessuna intenzione di farle del male. Jacob non l’ha
presa bene, per niente. Si è sentito tradito da questa mio improvviso cambio di
posizione. Mi credeva un alleato. Era arrabbiato e frustrato. Non sapevo come
aiutarlo. La prima cosa che mi è venuta in mente è stata quella di farlo andare
via…lontano dalla fonte che gli provocava dolore.
Così gli ho dato le chiavi della macchina e se n’è andato. Non so dove…-, spiegai. Leah aveva ascoltato tutta la mia spiegazione in
religioso silenzioso. Non si mosse.
Neppure i suoi pensieri avevano disturbato la formulazione della mia risposta.
-Posso parlare con Bella?-, chiese, dopo aver fatto un profondo respiro.
-Sta dormendo ora…-, dissi. Non riuscivo a capire le sue intenzioni:cosa voleva
da Bella?I suoi pensieri non lo lasciavano trapelare. Forse era diventata brava
a nasconderli essendo costretta a condividerli quasi costantemente con un
branco di lupi maschi.
-Aspetterò-, disse, impettita e risoluta.
-Ti va di entrare?-, chiesi.-La motivazione è la stessa di prima-, mi affrettai
ad aggiungere.
Mi guardò a lungo, poi annuì e mi seguì. Rose non appena la vide balzò in
piedi, scoprendo i denti e ringhiandole contro.
-Tranquilla Rose,vuole solo parlare con Bella-, dissi, stranamente turbato
dalla mia affermazione.
Rose si sedette di nuovo vicino a Bella, senza smettere di affrontare con gli
occhi quel lupo che sembrava avere tutt’altro che intenzioni amichevoli. Leah si appoggiò accanto al muro, aspettando in
silenzio che Bella si svegliasse, cosa che avvenne poco dopo. Si guardò attorno
confusa non appena aprì gli occhi, ma quando vide Leah,
le sorrise cortese e la salutò.
-Ciao Leah-, disse.-Che ci fai qui?E’ successo
qualcosa?-.
Non si mosse dal suo posto, mantenne le distanze e scosse la testa per dare una
risposta negativa alla domanda di Bella.
-Bene, allora. Temevo fosse accaduto qualcosa a Jacob o a Seth-,
disse il mio piccolo amore prima di rilassarsi e riappoggiarsi sullo schienale
del divano.
-Bene?...Non va bene niente -, iniziò allora ad urlare Leah.
-Non ti rendi conto di quello che stai facendo a Jake?Gli
stai rovinando la vita. Tu…tu…sei solo una stupida
ragazzina viziata ed egoista. Hai fatto la tua scelta?Hai scelto il tuo bel vampiro…bene…ma smetti di far soffrire Jacob, capito?Gli
hai già fatto del male abbastanza…-, disse tutto d’un
fiato prima che Rose le saltasse addosso, appoggiandole i denti al collo. Lei
non si difese, consapevole che qualsiasi cosa avesse fatto, avrebbe solo
peggiorato le cose. Era sola...nella tana del nemico
Bella al mio fianco tremava. Aveva le guancie rigate di lacrima, ma con
decisione alzò gli occhi verso Leah.
-Lasciala stare Rose-, ordinò Bella, mentre mia sorella continuava a tenerla
inchiodata al muro.
-Voglio sentire cos’ha da dire ancora…-, disse,
abbassando gli occhi triste, mentre mia sorella si allontanava di pochi
centimetri da lei continuando a mantenerla sott’occhio.
“…mamma, che c’è?”, pensò il piccolino.
Lo sentivo ancora, era una meraviglia
-No Bella, non è necessario, non devi ascoltare-, dissi, accarezzandole le mani
che teneva sul grembo.-Devi stare tranquilla, il bambino si sta agitando-,
continuai, cercando di calmarla.
-Lo senti ancora?-, chiese appoggiandosi le mani sulla pancia.-Scusa non volevo
spaventarti. Sta tranquillo-, disse prima di rivolgersi di nuovo a me.”Disgustoso…”, pensò nel frattempo Leah.”Non mi stupisce che Jacob abbia deciso di
andarsene”.
-Sì,Edward, voglio sentire cos’ha da dirmi. A quanto pare ho sbagliato tutto e
non mi sono resa conto che vi stavo facendo soffrire, sia te sia Jacob. Non
sono in grado di fare altro…ma ho troppo bisogno di
voi, di entrambi…-, disse, sussurrando le ultima
parole a fatica.
-Non ti preoccupare, Jacob questo lo capisce-, disse, cercando di
tranquillizzarla.
-Certo, certo…Jacob capisce tutto…
Jacob è troppo buono , per questo serve qualcuno che ti dica in faccia come
stanno le cose. Tu stai solo giocando con i sentimenti altrui, questo è quello
che stai facendo! E stai continuando ad illudere Jacob…sai
che ti ama, sai che farebbe qualsiasi cosa per te e tu stai approfittando di questo…-.
Ora basta. Ero stufo di sentirle dire certe cose nei confronti di Bella. Non
era quello il momento adatto per aggredirla con una simile raffica di accuse.
Era vero:anch’io non capivo perché si ostinasse a volere Jacob al suo fianco,
ma era anche vero che anche lui poteva scegliere. E se starle accanto lo faceva
soffrire, poteva andarsene in qualsiasi momento...come aveva fatto prima. Era
indubbio che Jacob amasse Bella, ma era anche vero che anche Bella lo amava.
Certo, non allo stesso modo, non come lui avrebbe desiderato, ma lo amava e
Jacob era abbastanza forte per poter godere di quell’amore e ,allo stesso
tempo, accettandone le dolorose conseguenze. Se fossi stato nella sua posizione
avrei fatto uguale:avrei goduto degli istanti passati con lei e mi sarei
rallegrato se avessi saputo che quegli istanti le avessero provocato dei
momenti di gioia.
-Basta Leah, ora vattene-, le urlai, mostrandole i
denti.-Hai fatto abbastanza danni per oggi-, dissi, alzandomi con tutta
l’intenzione di lanciarla fuori dalla porta se fosse stato necessario. Non me
ne importava niente che fosse una donna, nulla. Non aveva il diritto di dire
certe cose a Bella, soprattutto nella sue condizioni. Avrei potuto anche essere
d’accordo con lei in un certo senso, ma non condividevo assolutamente la
maniera e il tono che aveva usato.
Se ne andò senza opporsi e senza dire nient’altro, lasciando Bella sconvolta e
distrutta sul divano. Cercai lo sguardo di Rose,sperando che capisse che volevo
stare solo con Bella. Non obiettò. Ormai anche fra noi era iniziata una nuova alleanza,
come se la percezione dei pensieri del bambino avesse sistemato certi legami
con la mia famiglia che si erano logorati.
-Bella-,cercai di chiamarla, mentre continuava a piangere sommessamente, con il
capo chino verso il basso. Non mi rispose.
-Bella-, la chiamai di nuovo, cercando di alzarle il viso verso il mio, ma si
ritrasse.
-Tesoro, ti prego guardami. Non ascoltare quello che ha detto Leah, era solo arrabbiata-, dissi, accarezzandole il viso e
cercando di asciugarle le guancie rigate di lacrime. Sapevo che non le faceva
bene abbattersi in quel modo, né a lei, né al bambino.
-Invece ha ragione..-, disse scuotendo la testa.-Sto facendo soffrire Jacob,
ancora-.
Cosa potevo dirle?Sì, è vero, ma sono certa che Jacob preferisce soffrire ma
rimanere al tuo fianco, piuttosto che essere ignorato, escluso totalmente dalla
tua vita?Sì, forse era proprio quello che dovevo dirle, ma optai per una
risposta diversa.
“La mamma è triste”. Continuavo a sentire i pensieri del piccolino che,
nonostante si fosse calmato, percepiva e viveva lo stato d’animo della madre.
-Non sta a Leah dire certe cose, Bella.Se
Jacob è al tuo fianco ora, è perché lo vuole lui. Nessuno lo costringe. Se il
dolore che prova è più forte del desiderio di stare con te, cosa legittima,
sono sicuro che si allontanerebbe. Ma non è così, tesoro. Ricorda che è stato
lui a cercarti ed è lui che ritorna sempre da te…E
ora cerca di stare tranquilla e di pensare a qualcosa di felice. Il piccolino
sente che c’è qualcosa che non va ed è triste anche lui-, dissi, riuscendo a
farle sollevare il viso.
Le appoggiai le mani sul pancione, cercando di trasmettere un po’ di serenità
al bambino.
-Ora calmati, non c’è motivo di agitarsi in questo modo. Fra poco vedrai che
tornerà e potrai parlarne direttamente con lui. Che ne dici?-.
Non so se l’avessi convinta con le mie parole, o se fosse semplicemente
stremata da quello che era appena accaduto, ma annuì e lentamente si girò di
fianco, prendendo la mia mano tra le sue e portandosela vicino al capo, prima
di chiudere gli occhi e riaddormentarsi di nuovo.
Io afflosciai le spalle, contento di aver, per il momento, superato un altro
momento di crisi.
Anche il bambino sembrava essere più tranquillo e probabilmente si sarebbe
addormentato anche lui a breve.
-Come sta?-, chiese Rose, rientrando nella stanza.”Quella stupida cagna…”, pensò.
-Non troppo bene, ma spero che al risveglio ci sia Jacob così può parlare
direttamente con lui. Non sono bravo a prendere le sue difese-, dissi.
Ciao
ragazze!!!Intanto vi chiedo scusa perché prima ho postato due volte la prima
parte del capitolo .Poi ancora scuse perché ho dovuto modificare la parte
finale della prima parte del capitolo 21, perché non era coerente con BD originale…mi dispiace davvero!!!Grazie a tutti quelle che
mi seguono, mi recensiscono e mi preferiscono!!Buona lettura!!!
Capitolo 21.Travaglio(seconda
parte)
“Com’è gonfia…povera
Bella, non riesce neppure più a camminare…”.
-Forse bisognerebbe chiedere a Carlisle di
intervenire prima-, osservò.-Non credo valga la pena aspettare che entri in
travaglio naturalmente. Ormai siamo certi che il bimbo è completamente
formato-.
-Non è una cattiva idea, quando torna Carlisle gliene
parlo-, dissi.
-Ah, ha chiamato prima, mentre parlavi con Bella. Voleva te, ma gli ho detto
che eri impegnato. Voleva farci sapere che rimarrà fuori ancora un po’ perché
non ha trovato la quantità di sangue che voleva per Bella e il bambino e sta
cercando ancora-, disse.-Inoltre gli ho detto che riesci a sentire i suoi pensieri…non poteva crederci. Pensa che questo
semplificherà le cose durante il parto
-Forse è meglio che lo richiamo...-, dissi.
-E’ una buona idea. Dovrai anche parlare con Bella. Credo che sarà d’accordo,
ma dobbiamo capire se anche lei è pronta…ad
anticipare il parto intendo-, disse.
“Com’è gonfia…povera
Bella, non riesce neppure più a camminare…”.
-Forse bisognerebbe chiedere a Carlisle di
intervenire prima-, osservai.-Non credo valga la pena aspettare che entri in
travaglio naturalmente. Ormai siamo certi che il bimbo è completamente
formato-. Questa proposta mi era venuta in mente subito dopo aver sentito
l’osservazione di Rose. Sì, non c’era motivo di aspettare…perché
aspettare?Organizzando le cose avremo avuto tutto il tempo di sedare Bella e
operare facendola soffrire il meno possibile. Osservai Rose, in attesa della
sua risposta.
-In questo modo riusciremo a controllare il dolore di Bella-, aggiunsi,
sperando che accogliesse la mia proposta.
-Non è una cattiva idea, quando torna Carlisle gliene
parleremo-, disse.
-Forse è meglio chiamarlo subito per chiedergli se è una buona idea...-,
aggiunsi, spostando nuovamente lo sguardo verso Bella.
-Non te l’ho detto ma ha chiamato prima, mentre parlavi con Bella. Voleva te,
ma gli ho detto che eri impegnato. Voleva farci sapere che rimarrà fuori ancora
un po’ perché non ha trovato la quantità di sangue che voleva per Bella e il
bambino e sta cercando ancora-, disse.
-Inoltre gli ho detto che riesci a sentire i suoi pensieri…non
poteva crederci. Pensa che questo semplificherà le cose durante il parto…-.Vero,non avevo pensato a questo.
-Forse è meglio che lo richiamo...-, dissi.
-E’ una buona idea. Dovrai anche parlare con Bella. Credo che sarà d’accordo,
ma dobbiamo capire se anche lei è pronta…ad anticipare
il parto intendo-, disse.
Annuii. E io ero pronto?Sicuramente non vedevo l’ora di vedere quel bambino che
avevo scoperto di amare da poco, ma ero pronto a trasformare Bella?Tutto era
stato definito, organizzato. Solo io dovevo trovare il coraggio, la freddezza
necessaria per intervenire.
Rose mi porse il telefono. La conversazione con Carlisle
non andò per le lunghe. Era d’accordo con me e con Rose riguardo al parto di
Bella. Nel pomeriggio del giorno dopo sarebbe ritornato e, entro sera, se Bella
fosse stata d’accordo, sarebbe intervenuto per far nascere il bambino.
Jasper e Alice sarebbero stati di ritorno di lì a pochi minuti con tutto il
sangue che erano riusciti a mettere assieme fino a quel momento. Jasper e Emmett, tornati dal Sudamerica, avevano direttamente
raggiunto Carlisle per aiutarlo nella ricerca.
Se da un lato non vedevo l’ora che l’agonia, che la gravidanza portava con sé
terminasse, dall’altro temevo che le cose non sarebbero andate per il verso
giusto e temevo di perdere per sempre Bella.
E se fosse stata l’ultima volta che l’avessi vista?Se il bambino non avesse mai
conosciuto la madre?No, non potevo pensare ad una simile evenienza. Non mi
avrebbe permesso di agire con la giusta prontezza e decisione.
Mi tenevo il capo con le mani, fissando un punto qualsiasi del pavimento,
cercando, pregando che mi venisse concessa la forza per salvare Bella e il mio
bambino, quando mi sentii sfiorare il braccio. Alzai lo sguardo:Bella si era
svegliata.
-Bella, amore. Già sveglia?Qualcosa non va?-, chiesi allarmato dal gonfiore dei
suoi occhi.
-Non riesco a riposare-, disse, portandosi la mia mano al volto. Le accarezzai
quel viso ormai stanco e segnato dagli ultimi avvenimenti.
-Posso fare qualcosa per te?Vuoi che ti canto qualcosa?Qualsiasi cosa Bella…-, dissi continuando a godere del contatto con la sua
pelle calda.
-Non servirebbe…Sono troppo preoccupata per dormire…-.
-Mi dispiace Bella. Se solo avessi capito le intenzioni di Leah
non l’avrei mai fatta entrare…mi dispiace tanto-,
dissi, realmente affranto. A cosa serviva essere un vampiro che leggeva la
mente se non ero riuscito a percepire i pensieri di Leah
e ad evitare che questi pensieri si accanissero con cattiveria contro Bella?
-No Edward, non ti devi preoccupare. Non è colpa tua. Leah
ha ragione…è questo il problema…-,
disse, pensierosa spostando gli occhi da me verso il suo pancione.
-Bella-, dissi,cercando di non farla preoccupare ulteriormente con la nuova
proposta che stavo per farle.-Prima ho parlato con Carlisle.
Pensiamo che sia il caso di anticipare il parto. Il bambino sembra essersi
formato completamente e in questo modo avremo un maggior controllo
sull’andamento della situazione. Tu cosa ne pensi, te la senti?O preferisci
aspettare che la cosa progredisca naturalmente-, chiesi, spostandole i capelli
dal viso. Lei alzò lo sguardo smarrita, prima verso di me poi verso Rose.
-Per me è la scelta più giusta da fare tesoro. E’ inutile che
aspettiamo;rischiamo solo di mettere in pericolo sia la tua vita che quella del
piccolo-, si affrettò a dire Rose, prendendo una mano di Bella tra le sue e
accarezzandola.
Annuì, pensierosa.-D’accordo, mi fido di voi-, disse, prima di riappoggiare il
capo sullo schienale del divano. -Edward?-, mi chiamò subito dopo.-Ci ho ripensato. Ho
proprio bisogno di dormire un po’, mi aiuteresti?-.
-Sì, certo-, risposi. Rosalie mi lasciò il suo posto e io mi sedetti accanto a
lei, appoggiandole il capo sulla pancia e canticchiando dalla sua ninna-nanna.
Era incredibile l’effetto che anche la mia voce riusciva ad avere sul bambino.
Stava dormendo, ma era chiaro che il suo sonno era irrequieto ,proprio come lo
era stato quello di Bella. Il suo cuoricino batteva forte, agitato, ma non
appena iniziai ad intonare la melodia lo sentii rilassarsi, rallentare verso
battiti più calmi e dolci. Era incredibile quanto fosse sensibile all’umore,
alle sensazioni di Bella e all’atmosfera che si respirava attorno a lui. Ero
riuscito a creare un legame con il mio bambino, e questa semplice constatazione
mi riempiva il petto di gioia. Riuscii a far addormentare Bella. Sembrava
tranquilla o almeno lo speravo.
-Siamo qui- .Sentii trillare una voce famigliare. Entrò Alice, seguita da
Jasper. Se fosse solo stato qui qualche ora prima mi avrebbe aiutato a sedare Leah e a calmare Bella.
“Come sta?”, chiese mentalmente Alice seguita da Jasper.
-Al solito-, risposi sforzandomi di fare un sorriso.
-Noi andiamo a sistemare queste-, disse indicando le sacche di sangue che erano
riusciti a portare a casa per Bella. Annuii, mentre un altro pensiero mi
giungeva alla testa.
“Eccomi di nuovo qui…in un modo o nell’altro non
riesco a non tornare”.C’era Jacob. Era tornato in fretta.
-Rose,ti spiace stare qui con Bella?C’è Jacob.Lo vado ad aspettare in garage…è meglio che gli parli di Leah…-.-Tranquillo
vai. Sto qui io con lei-, disse, alzandosi e prendendo il mio posto.
Annuii e mi diressi fuori dal salone. Pensavo di trovarmi uno Jacob sconvolto,
arrabbiato. Temevo di farlo salire subito da Bella, temevo in un altro scontro
che,ero sicuro, non avrebbe retto. Inoltre avevo un’altra richiesta da fargli.
Una richiesta fondamentale.
“Che ci fa qui il succhias…no, Bella sta bene. Non
sarebbe qui ora, non la lascerebbe mai sola se stesse male…Dannazione…no…sente
il bambino…ecco perché ha quell’aria da ebete felice…e non gli ho neppure sbattuto la macchina…cheidiota…vabbè…è un peccato…non
sarei riuscito neppure a fare un graffio a questo gioiellino…ecco
perché me l’ha prestata…”.
-Solo due parole, Jacob-, mi affrettai a dire prima
ancora che scendesse dalla macchina.
Sospirò profondamente, come rassegnato. Sapevo che voleva darmi retta. Mi
lanciò le chiavi e scese dalla macchina.
-Grazie del favore…ora cosa devo fare per te?-,
chiese acido.
-Beh innanzi tutto vedi di controllare Leah…non so
quanto conti la tua autorità ma…-, dissi prima di
venire interrotto. -Leah?Autorità?Cosa stai dicendo?-, chiese smarrito.
-Prima è venuta a controllare perché te ne fossi andato e dopo la mia
spiegazione ha deciso di aspettare che Bella si svegliasse per aggredirla-,
spiegai, innervosito.
-E cosa le ha detto?-, chiese chiaramente preoccupato.
-Non è importante cosa le ha detto, ma vedi di tenermela lontana dai piedi.
Prima non le ho fatto niente, non l’ho toccata, ma ti giuro che se riprova ad
aggredire Bella in quel modo la lancio fuori dalla finestra senza pensarci due
volte-, dissi, finalmente sciogliendo la tensione che quella aggressione mi
aveva procurato.
“Stai calmo succhiass…”.
-Cosa ha detto a Bella?Voglio saperlo…-, insistette.
-E’ stata cattiva e insensibile. So che Bella non dovrebbe volerti al suo
fianco e so anche che non può fare a meno di te, ma non tollero che le si dica
che non fa altro che farti soffrire. Leah l’ha
insultata pesantemente e Bella ha pianto tanto. Ho fatto fatica a calmarla…-.
-Fai un passo indietro…Leah ha preso le mie difese,
si è accanita contro Bella per difendermi?-, chiese, quasi sconvolto. -Certo…tu eri l’oggetto della discussione-, dissi
laconico.
-Giuro che non le ho chiesto di farlo-, disse.
-Lo so Jacob, lo so-, dissi. Non avevo mai pensato che fosse stato lui a
mandare Leah, sapevo che non avrebbe mai fatto nulla
che facesse soffrire Bella.
“Sì, sì…certo che lo sa…è
un succhiasleggimenti…cavolo però Leah…sorprendente…ha
fegato la ragazza ad entrare nella casa dei vampiri che tanto odia per prendere
le mie difese…”.
-Le parlerò, ma non le ordinerò di stare alla larga da voi. Non starò a
controllarla, anche perché non credo che sarà qualcosa che si ripeterà. Leah è molto impulsiva. Ha sputato fuori ciò che pensa, ora
si è tolta un peso-, disse, quasi soddisfatto che qualcuno si fosse preoccupato
per lui.
-Le conviene non farlo più-, dissi rabbioso.
-Ora vado a parlare con Bella. Non deve starci male…-,
disse, improvvisamente rabbuiandosi. -Gliel’ho già detto…-,dissi.
- E ora coma sta?-, chiese.
-Ora dorme, era stremata e dopo la discussione si è addormentata quasi subito.
Rose è con lei…-.
“Bene…ora la pazza sanguinaria è diventata Rose…ormai la sua consacrazione al partito salviamo il
mostro è definitiva…”.
Non diedi retta a quella assurda battuta mentale di Jacob e continuai a
parlargli di Bella.
-Fisicamente sta meglio, o perlomeno come prima che te ne andassi. Moralmente è
abbattuta e si sente in colpa-.
“Giusto…stameglio…ora
che sente i pensieri del mostro può dire che Bella sta meglio”. -Jacob, i suoi pensieri sono chiari. Non vuole fare
del male a Bella, anzi sta cercando di fare il possibile per non farla
soffrire. Ha delle capacità mentali molto sviluppate, riesce a capire e sta
cercando davvero di non farle del male. Come posso avercela ancora con lui?-,
tentai di spiegare.
-Non ci credo…-, disse, incredulo.
-Sì, è così. Riesce a percepire quali suoi movimenti possono dar fastidio a
Bella e sta cercando di evitarli-, dissi.
“Cavolo…il mostro l’ha convinto…per
questo non riesce più ad odiarlo. Vuole bene a Bella e lui non può odiarlo se
ama Bella…non più. E’ lo stesso motivo per cui non
riesce ad odiare me…solo che io non la sto facendo morire…”.
-Tra l’altro sta crescendo molto velocemente, più di quanto pensassimo. Non
appena torna mio padre….-, dissi prima di venire
interrotto da Jacob.
-Non sono ancora tornati?-.
-Alice e Jasper sono tornati pochi minuti fa portando con loro tutto il sangue
che Carlisle è riuscito a recuperare. Purtroppo,
secondo lui, è ancora troppo poco e vuole continuare le ricerche. Bella ne
richiede sempre di più e non è sicuro che basti per più di un giorno quello che
ha trovato, anche se forse non è necessario-.
-Perché non è necessario?Hai appena detto che non basterà…-.
Cercai di essere cauto nel dare la risposta alla giusta osservazione di Jacob.
Anticipare il parto di Bella, per lui, significava anticipare la sua morte.
Anche se fossi riuscito a rendere Bella una vampira per lui non sarebbe
cambiato nulla…avrebbe comunque significato la fine
della vita di Bella. Non sarebbe riuscito a starle accanto.
-Ecco, vedi…sto cercando di anticipare la nascita del
bambino-, dissi, tutto d’un fiato.
-Ma cosa stai dicendo?-, chiese, quasi strabuzzando gli occhi.
-Sono certo che il bambino sta facendo di tutto per evitare di far del male a
Bella. Ma è grosso, molto grosso…nessuno si aspettava
una tale crescita, men che meno mio padre. E Bella
continua a diventare sempre più debole. Non vedo perché non anticipare le cose…-, conclusi, sperando che comprendesse le mie motivazioni.
“Cavolo no…no…è una fregatura continua…prima
Edward che cambia idea e ora vuole togliermi gli ultimi quattro giorni…i miei ultimi quattro giorni…cazxx…no…no…perché…”.
Jacob non l’aveva presa bene. Era sconvolto. Si teneva la mano alla gola come
se gli mancasse l ‘aria per respirare. E forse era proprio quella che gli stavo
portando via. Aspettai prima di aggiungere altro. Aspettai lui, una sua
reazione.
-Come fai ad essere certo che ce la farà?-, chiese.
-Non lo so…ma volevo parlarti anche di questo-. Era
ora di affrontare la questione più difficile e delicata.
Non mi diede risposta.
Tutto ciò che continuava a pensare era:“No…i
miei ultimi quattro giorni no…”.
Proseguii, cercando di trovare le parole giuste per convincerlo.
-Non ha senso aspettare. Come ti ho già detto il bambino è pronto e potrebbe
nascere in qualsiasi momento. Se programmiamo tutto, se interveniamo in
anticipo non vedo perché non dovrebbe andare tutto bene. Anche Rose e Bella
sono d’accordo. Sono riuscito a convincerle-, dissi.
-E per quando è programmato tutto questo?-.
-Non appena mio padre rientra. Entro domani, comunque-, specificai.
“Caxxxdomani…E’
così presto”. Vidi Jacob indietreggiare tremando, come se non riuscisse a
reggersi in piedi. Si appoggiò alla macchina tenendo lo sguardo fisso verso il
pavimento. Mi avvicinai automaticamente, cercando di aiutarlo, ma, subito mi
ritrassi. -Jacob…mi dispiace, non sai quanto. Lo so che per te
non è una buona notizia, ma pensa a Bella…Lo so che
mi odi oltremodo e l’unica cosa che vorresti è vedermi scomparire, ma io non
posso provare lo stesso sentimento verso di te. Non vorrei esagerare, ma per me
sei quasi un fratello. Davvero, non sai quanto ti sono grato per essere rimasto
accanto a me, a Bella in questo momento. So che per te è stato tutt’altro che
facile, ma davvero…grazie Jacob. Grazie per essere
stato al mio fianco, anche se per Bella. Giuro che farò di tutto affinché lei
sopravviva. Perché è questo che conta, giusto?So che è quello che desideri più
di ogni altra cosa-.
“Dannazione, maledetto succhiass…ha ragione,
eccome se ha ragione. Tutto affinché Bella continui ad esistere…in
qualsiasi forma”.
-E lo so che hai già fatto tanto, troppo per me. Ma ti devo chiedere un ultimo
favore. Sono disposto a mettermi in ginocchio se è necessario-, dissi.
-Chiedi quello che vuoi, non ho più niente ormai-. Sentii forte il desiderio di
confortare Jacob, di aiutarlo. Non avrei mai pensato di provare simili
sensazioni, ma odiavo farlo soffrire. Tesi una mano, in cerca della sua spalla,
ma subito ricadde accanto al mio fianco:non gli avrebbero fatto piacere la mia
consolazione.
-Non potrò mai dimenticare Jacob quanto hai fatto per noi…mai.
Ma ti devo chiedere un’ultima cosa, una cosa che solo tu puoi fare in quanto
alfa, come vero erede di Ephraim-, dissi.
Non rispose di nuovo. Non alzò neppure lo sguardo.
“Cosa vuoi Edward…dimmelo e basta”.
-Sai bene che il patto che avevamo stipolato con lui prevede che non si possano
trasformare umani in vampiri. Ma ti prego, fa in modo che si possa ammettere un’eccezione.
Permettimi di salvare la vita a Bella, Jacob. Lo farei comunque, ma vorrei fare
in modo di non infrangere il patto. Mi costa molto chiederti una cosa del
genere, e tu sei l’unico che può comprendere le motivazioni della richiesta. Io
voglio rispettare quell’accordo e per questo ti chiedo di aiutarmi. Voglio che
la tregua tra lupi e vampiri continui, anche quando tutta questa storia sarà
finita-.
“Sam…devi chiedere a Sam…io
non ho autorità”. -Jacob, sei tu la vera autorità. Tu sei il vero alfa,
non Sam. Vale la tua parola, non la sua-.
“Non posso essere io a decidere…”.
-Sì, invece!-.
“No, no…ora non sono in grado di pensare ad una
cosa del genere…didecidere…”.
-Ti prego Jacob. Devi decidere al più presto. Il tempo a nostra disposizione è
poco-.
“Un minuto ok…fammi pensare solo un minuto”,
pensò arrendendosi all’inevitabile costrizione del tempo.
-Sì, certo-, dissi, andando verso casa.
Jacob mi seguì silenzioso. Non stava pensando realmente alla mia domanda, stava
pensando a tutto il resto, ma non alla mia richiesta.
Sentii la vegetazione, che limitava la casa, muoversi. Mi fermai sulla soglia
di casa e vidi spuntare Seth.
Era preoccupato per Jacob. Leah gli aveva raccontato
tutta la storia e ora era venuto a vedere le condizioni del suo amico.
-Va tutto bene Seth, non ti preoccupare-, mentì Jacob.-Poi ti racconto tutto-.
-Ah, un’altra cosa. Vedi di dire a Leah di farsi gli
affari suoi la prossima volta…-, lo intimò
chiaramente infastidito.
Il piccolo Seth annuì.
-Vai, corri. Torna dov’eri-, disse.-Fra un po’ ti raggiungo per spiegarti
tutto-, concluse.
Seth ripartì correndo veloce, sparendo nel bosco.
-Sei fortunato ad avere un amico come Seth e poter condividere con lui i suoi
pensieri. Ha davvero una mente speciale:pura, sincera, gentile-, dissi, quasi
più a me stesso che a Jacob.
-Ne sono consapevole-, brontolò, senza darmi ulteriore retta.
Sentii un rumore particolare provenire dalla casa. Mi concentrai:era il
succhiare da una cannuccia. Bella. Si era svegliata. Non ci pensai due volte e
corsi dentro casa.
-Bella, tesoro, ti sei svegliata. Mi dispiace di non essere stato qui con te-,
le dissi, seccato, sedendomi per terra, vicino a lei.
-Tranquillo Edward, non ti preoccupare. Avevo una gran sete, che mi ha svegliata…per fortuna Carlisle ne
ha procurato dell’altro. Credo che questo piccolino avrà una gran sete quando
uscirà-, mi spiegò, più riposata e tranquilla di prima.
“Avevo tanta fame”, pensò il bimbo.
-Credo proprio di sì-, risposi, sorridendo al pensiero del bambino.
-Secondo te mangerà anche qualcos’altro?-.
-Non lo so Bella-, dissi, stringendomi nella spalle.-Ma molto presto lo sapremo
direttamente da lui-, osservai.
In quel momento entrò anche Jacob.
-Era ora-, esclamò Alice tutta contenta.
Gli occhi di Bella, non appena lo videro, si illuminarono e le sue labbra si
aprirono in un sorriso radioso, che si spense quasi subito. Le parole di Leah erano sicuramente affiorate nella sua mente.
“Stupida Leah…poi te la vedi con me”, pensò,
intuendo il motivo del cambio rapido di espressione di Bella. -Bells, come va?-, chiese.
-Tutto bene-, rispose evitando di incrociare i suoi occhi.
-Che giornata!Ne sono successe di cose, vero?-, osservò Jacob, chiaramente
imbarazzato. -Jacob, davvero…non serve-,
cercò di fermarlo Bella.
-Non serve cosa?Non capisco…-, mentì lui.
-Mi disp…-, disse Bella, prima di essere interrotta
da Jacob che , nel frattempo,l’aveva raggiunta per sedersi vicino.
-Ti prego Jake…-, disse cercando di allontanare le
sue mani che le tenevano chiuse le labbra. Era davvero molto, molto debole.
-Ti lascio parlare solo se prometti di smettere di dire cavolate-, disse,
sorridendole.
-Promesso-, borbottò,ancora con le labbra serrate dalla mano di Jacob.
Lui, allora tolse la mano, ma Bella tutto d’un fiato esclamò:-Mi dispiace tanto
Jake, perdonami-.
Poi gli sorrise, soddisfatta di essere riuscita a dirlo.
Jacob alzò gli occhi al cielo.
“Sempre la solita Bella…deve averla vinta lei. Non
troverò mai quello che voglio, è inutile cercare…nessun’altra
è come lei…nessuna.Leah può
essere un’amica, ma non troverò mai nessuno come Bella…mai
L’importante è che rimanga viva, e se anticipare il parto può aiutarla…deve essere fatto tutto pur di mantenerla viva…tutto…Amica o alleata?La decisione è mia, solo mia”.
Sospirò e poi mi fissò.
“Fai quello che devi fare per salvarla Edward. Ti do il mio permesso come
alfa, come erede di Ephraim. Mi prenderò io la
responsabilità di fronte al resto del branco. Non violerai il patto salvandola.
Fai quello che devi fare…”, disse, tornando a
sospirare.
-Grazie Jacob-. Era l’unica cosa che rimaneva da
dire. Sapevo che Bella poteva qualsiasi cosa su di lui.
-La tua giornata come è stata?-, gli chiese Bella interrompendo il nostro
scambio mentale.
-Tranquilla. Ho fatto un giro in macchina e poi una passeggiata al parco-,
disse.
“Meglio non spiegarle perché proprio al parco”.
-Che bello-, rispose Bella, sorridente.
-Già, già-, osservò Jacob laconico.
Poi ad un tratto Bella cambiò espressione e si rivolse a Rose.
-Rose, dovrei andare in bagno-.
-Ancora tesoro?-, chiese lei strabuzzando gli occhi e ridendo.
-Ho bevuto un sacco da quando mi sono svegliata-, disse, imbarazzata, cercando
di giustificarsi.
Mi spostai, lasciando che Rose si avvicinasse per sollevarla.
-Credo mi serva una mano per camminare…ho tutte le
gambe intorpidite-, osservò preoccupata.
-Ti aiuto io…-, mi affrettai a dire.
-Tranquillo, c’è Rose. Sono sicura che non mi farà inciampare-, disse,
sorridendo a Rose, che ricambiò il sorriso.
Mia sorella la aiutò a sollevarsi piano, trattenendola per le spalle. Era
davvero pelle e ossa, e faceva fatica a stare in piedi squilibrata da quel
grande pancione che la sovrastava. Ancora poche ore e tutto sarebbe finito.
Bella si stiracchiò piano, cercando di allungare la schiena e le braccia.
-Va molto meglio-, osservò.-Cavolo…che pancia che
ho-, osservò appoggiando le sue mani, che al confronto erano minuscole, sul suo
ventre.
-Manca pochissimo…solo un giorno-, disse contenta,
accarezzandosi la pancia.
“Si, caxxx…solo un giorno…un
solo maledettissimo giorno”, pensò Jacob, colto da un improvvisa sensazione
di sconforto.
-Ok, sembra che riesco a stare in piedi-, osservò soddisfatta. -…Oh, cavolo no…-, esclamò
improvvisamente.
Il bicchiere di sangue che aveva appoggiato sul divano, cadde, rovesciando il
contenuto per terra.
Mi sporsi velocemente per afferrarlo e in quel momento anche Bella, si chinò in
avanti per prenderlo.
Quello che accade dopo mi terrorizzò completamente. Un rumore straziante,
simile ad uno squarcio, si innalzò dal centro del suo corpo. Fissai Rose
sconvolto. In un istante afferrai Bella prima che cadesse a terra. Rose fece lo
stesso, contemporaneamente a me.
-Bella?-, la chiamai, spaventato oltre modo.-Bella, tesoro?-.
Gli occhi erano aperti, la testa rivolta all’indietro, non dava segni di
coscienza.
Poi un urlo.
Intenso, forte, straziante.
La agitò. La sconvolse. La torturò.
Ero immobilizzato non sapevo cosa fare...Per un secondo tutto, ogni cosa si
congelò, si fermò, come fossi uno semplice spettatore di quella scena
agghiacciante e non l’aiuto fondamentale per placare quella improvvisa
situazione.
Osservai con gli occhi sbarrati Bella, accasciata tra le braccia di Rose.
Un altro sussulto. Un altro spasmo. E Bella vomitò un mare di sangue.
Capitolo
22. Nascita e morte
Ero paralizzato. Non riuscivo a muovermi. Non riuscivo a pensare. Cosa stava
succedendo?Dov’era Carlisle?Dov’era?Doveva succedere
domani, domani era il giorno giusto. Era tutto pronto, definito, programmato. E
dov’era mio padre?...Lui che avrebbe dovuto aiutarmi. Ero solo, solo nel dover
affrontare il mio incubo peggiore. Scossi la testa cercando di ritrovare un
minimo di concentrazione. Bella era lì, spezzata, dilaniata, muta, sconvolta…sentivo a malapena il suo cuore e quello del mio
bambino, del mio piccolino.
Cercai lo sguardo di Rose sconvolto.”Ti prego aiutami”, le gridai
silenziosamente. Avevo bisogno di aiuto,non ce l’avrei fatta a fare tutto da
solo.
Dannazione! Non era quello il momento, non poteva accadere tutto in quel modo…noncosì…nonancora…non ero pronto. Non l’avevo neppure salutata…E se non le avessi più parlato?
“No, non pensare a queste cose”, mi dissi, cercando di aggrapparmi ad
una forza interna a me che non riuscivo a trovare.
Rose sollevò Bella e si precipitò su per le scale.”Muoviti Edward, andiamo…”, pensò.
Il suo gesto e la su esortazione mi aiutarono. Riuscì ad attivarmi, ad
innescare una mia reazione. -Edward, dannazione muoviti…dobbiamo
fare qualcosa-, ripeté urlando, muovendosi freneticamente su per le scale.
Io la seguii, ancora incapace di comprendere perché doveva accadere tutto così.
La stese sul lettino, privandola dei vestiti, mentre io cercavo la cosa
fondamentale:la morfina. Bella non urlava più, nessun suono usciva dalle sue
labbra ma si dimenava in modo incontrollato, in modo spasmodico, seguendo i
movimenti del piccolo dentro di lei, che voleva uscire.
-Dove è la morfina?-, urlai, in preda ad un’agitazione che non avevo mai avuto
in vita mia.
-Alice, Alice…contattaCarlisle-,
urlò Rose, contemporaneamente.
Trovai quello che cercavo, e riempii una siringa affondandola velocemente nel
braccio di Bella. Sarebbe andato tutto bene, doveva andare tutto bene.
Pregai affinché la morfina facesse effetto al più presto. Non volevo che Bella
soffrisse, non doveva soffrire. No…il bambino non respirava, non riusciva a farlo.
Stava soffocando. Sentivo i suoi gemiti, la sua angoscia e la sua voglia di
ossigeno invadermi la testa…non così, non l’avrei mai
lasciato morire.
Cosa dovevo fare?Cosa potevo fare?Non sapevo a chi dedicarmi per primo, non
sapevo chi aiutare , a chi dare il sollievo che meritava. -Edward, cosa c’è?-, urlò Rose, vedendomi
probabilmente bloccato e spaesato.
-Il bambino…il piccolo non riesce a respirare-, singhiozzai,
ormai vinto dalle mie paure.
“Dannazione, maledizione…”, pensò Rose,
sbattendo il pugno sulla parete vicino al letto.-Deve essersi staccata anche la
placenta…
No, no, no…non così. Non in quel modo. Bella non
doveva soffrire. La morfina doveva avere il tempo di far effetto…maledizione!!!
-Il bambino…deve uscire-, urlò ad un tratto Bella,
contorcendosi nel lettino.-Non respira più, non respira-, ansimò ancora, prima
di ricadere nel letto. Gli occhi rossi, le labbra violacei per lo sforzo di
quell’ultimo grido di aiuto, per salvare il suo bambino.
Ma non potevo farlo uscire, non potevo. Sarebbe morta di dolore senza
anestesia.
-Deve fare effetto la morfina…-, mormorai in preda
alla rabbia e maledicendo il tempo, che non era a mio favore.
-ORA-, urlò ancora Bella, dopo aver sentito la mia affermazione, prima che un
altro conato di sangue la investisse. Maledizione…Mi precipitai a tenerle la testa alzata
affinché il sangue non la facesse soffocare. Bella…Bella…la mia povera Bella…Non
riuscivo a vederla così, non riuscivo. Dannazione…volevoCarlisle, volevo mio padre.
“C’è Carlisle…”, pensò Alice,quasi rispondendo
alle mie suppliche mentali,entrando nella biblioteca e mettendo l’auricolare a
Rosalie.
Doveva essere lì con me…non serviva nulla sentire la
sua voce al telefono…nulla.
-Il bambino non respira Carlisle, sta soffocando. Ma
la morfina non è ancora in circolo, come facciamo?-, chiese Rosalie
velocemente.
-Dovete tirarlo fuori ora, subito…-, urlò mio padre
dall’altro capo del telefono.
Vidi Rose afferrare il bisturi, pronta ad incidere la pancia tumefatta di
Bella.
No, non così, no. Era carne viva, senza anestesia. Avrebbe sofferto da
impazzire. Non avrei permesso a Bella una simile sofferenza.
-La morfina…-, ringhiai a Rose. “Bella non deve soffrire”, pensai continuando a tenere fermo il
volto di Bella, affinché non soffocasse.
-Il bambino sta morendo…Non abbiamo tempo per questo…-, mi rispose Rosalie, premendo la pancia di Bella e
infilzandola con il bisturi producendole un taglio profondo dal quale iniziò a
sgorgare sangue…”Sangue rosso vivo, caldo, profumato…”.
No, no…Rose non potevo pensare ad una cosa del
genere. C’era la vita di mia moglie nelle nostre mani, quella del mio bambino…
Bella si dimenò, rantolò senza urlare, sibilare alcun suono.
“Quanto stai soffrendo amore mio, perdonami…”,
pensai, schifato da me stesso,abbassando gli occhi verso il viso di Bella,
sfigurato da una smorfia muta di dolore.
Odiai tutto di me in quel momento…ogni cosa. Non
sarei mai stato preparato ad una cosa del genere, mai.
Alzai di nuovo gli occhi e quello che vide mi sconvolse. Rose doveva aiutarmi,
lei doveva aiutarmi.
-No, Rose, dannazione…non puoi-, urlai, vedendo il
suo viso piegato in una smorfia acuta di desiderio. Gli occhi accesi, vivi, i
denti scoperti, la posizione d’attacco…
“Maledizione Rose, no….”, pensai ancora,
incapace di agire. Non potevo saltarle addosso e lasciare Bella sola. Non
potevo. Doveva respirare e se l’avessi lasciata sola non l’avrebbe più fatto…
“Controllati, Rose, controllati…”, pregai
ancora muto, trattenendo il respiro, sperando che Rose non si facesse vincere
dal suo istinto.
Poi un ringhio. Jacob le saltò addosso scaraventandola dall’altra parte del
tavolo.
“Grazie al cielo, grazie Jacob, la mia salvezza”, pensai, ritornando a
respirare.”Maledizione Rose...”.Non ci voleva anche lei. -Alice…-, la chiamai urlando. –Prendi Rose, portala
via di qui, non voglio più vederla. Dì a Jasper di calmarla-, ordinai,
prendendo il controllo della situazione. Dovevo farlo, era necessario. Era
tutto, tutto nella mie mani. -Jacob-, chiamai.-Vieni qui, AIUTAMI!-, gli ordinai.
Potevo contare solo su di lui…nessuno altro mi
avrebbe aiutato.
-Bella sta perdendo conoscenza-, dissi, ansimando, in preda al panico.-Il suo
battito sta calando velocemente. Sai fare la respirazione bocca a bocca?-,
chiesi.
-Sì, sì…certo-.
-Bene. Vedi di tenerla in vita Jacob…Io tiro fuori il
bambino…-, mormorai, sapendo che stavo per fare una
delle cose più difficili della mia esistenza, se non la più difficile.
Un rumore assordante provenne da Bella. Mi bloccai. Era piegata letteralmente a
metà, inarcata sul letto dal bambino, che cercava con tutta la sua forza di
uscire.
Bella non urlò, nulla. Il suo cuore era impazzito…si
stava spegnendo. Le gambe ricadevano molli sul lettino…eraspezzata…la spina dorsale…
-Le ha rotto la spina dorsale…-, ansimai, in preda
alla disperazione più assoluta, guardando angosciosamente Jacob. -Edward, cazzo, muoviti…tiralo
fuori-, sbraitò lanciandomi il bisturi.-Orma non sente più nulla-, osservò,
disgustato.
“Sì,Edward, cazzo, muoviti…”, mi dissi,
deglutendo rumorosamente e cercando quel coraggio, che non avrei mai voluto
tirare fuori.
Guardai il bisturi sanguinante che tenevo tra le mani. Non me ne sarei fatto
niente di quello. Quello che serviva, quello che occorreva erano denti di vampiro…i miei denti.
Appoggiai le mani tremanti di fianco al lettino.
“Perdonami Bella, amore”, pensai, prima di affondare i miei denti con
forza sul suo ventre, abbattendo l’ultima parete che mi divideva dal bambino.
In quel momento, il piccolo si mosse, scuotendo, devastando nuovamente Bella.
Mi rialzai e affondai le mani nel ventre aperto di Bella. Sollevai l’esserino che aveva combattuto fino alla fine, con tutte le
forze, per conquistarsi la vita.
Rimasi senza fiato. Era una delle creature più bella che avessi visto. Gli
occhi erano quelli della mia Bella, caldi occhi color cioccolato. Il viso era
chiaro, color crema, ma le sue guancie erano sfumate di un rosso acceso. La
pelle calda e il suo corpicino era palpitante, animato da un piccolo cuore.
“Papà”, pensò sorridendomi. -Renesmee..-, dissi, senza fiato. Era davvero la
bambina più bella che avessi mai visto.
“Renesmee”, pensai ancora stringendola al
petto. Lei si appoggiò a me, il capo sulla spalla, le manine sul petto. Come
avevo potuto non amarla da subito?Non avrei più potuto vivere senza di lei, mai
più. Ora ero davvero completo.
-Voglio vederla…-,ansimò improvvisamente Bella,
animata dalla certezza che il nostro bimbo era nato. Mi avvicinai piano con il
mio tesoro.
“Bella, amore, ecco la nostra bambina…”,
pensai, appoggiandogliela piano sul petto.
Bella cercò di alzare il capo, senza riuscirci. Cercò di aprire gli occhi, per
osservarla meglio.
-Sei bellissima Renesmee-, sussurrò singhiozzando,
prima di urlare di dolore.
Strappai velocemente la piccola dal suo petto e mi accorsi che aveva lasciato
il segno dei suoi denti sopra il seno di Bella.
-No, non si fa…-, dissi, convinto che avrebbe capito
e non l’avrebbe più fatto. E infatti rividi nei suoi pensieri l’azione che
aveva appena compiuto,e, dall’improvviso velo di tristezza di cui si erano
macchiati i suoi occhi compresi che aveva capito.
Poi ad un tratto, la fine. Il cuore di Bella, esalò l’ultimo battito.
“Renesmee ,no…”,
pensai guardando la piccola tra le mie braccia.
“Aiuta la mamma”, pensò, accarezzandomi il viso Renesmee.Nei
suoi pensieri il viso sofferente e devastato di Bella. “Sì, piccola. Salverò
la tua mamma, non ti lascio senza di lei”.
-Cosa stai aspettando?-, urlò Jacob, inferocito mentre tentava di rianimare
Bella.
-Tieni la bimba…-, dissi, guardandomi attorno e
cercando di ricordare dove avevo messo la siringa con il mio veleno.
-Buttala via-, urlò Jacob, in risposta alla mia richiesta.
-Dalla a me, Edward-. Rose. Ringhiai. Non gli avrei
dato la mia piccola e calda bambina. Non gliel’avrei affidata, non dopo quello
che aveva fatto. Nelle sue vene scorreva sangue,sangue caldo e invitante, e il
suo piccole cuore batteva insistentemente. Come potevo fidarmi di lei?
Eppure dovevo farlo. Non avrei potuto occuparmi di Bella altrimenti. E dovevo
affrettarmi. Dovevo muovermi, altrimenti avrei perso il mio amore.
-Fidati Edward. Riesco a controllarmi. Dammi la bimba, finché ti occupi di Bella…-, continuò, notando la mia riluttanza.
“Tranquillo, penso io a lei. Vai da Bella”, pensò ancora.
Le passai Renesmee, cercando di fidarmi di lei.
D’altronde non avevo altra scelta.
Afferrai la siringa che avevo preparato e tornai sul tavolo dove era distesa
Bella, ormai quasi senza vita.
-Spostati-, ordinai a Jacob, che continuava imperterrito a fare la respirazione
a Bella.
-Cosa fai?-, mi chiese.
Non gli risposi, infastidito che intralciasse il mio operato.”Vai via Jacob”,
pensai seccato, spingendolo lontano da Bella, e, nello stesso momento infilando
la siringa dritto nel suo cuore.
“Ti prego, fa che funzioni”, pensai, continuando a spingere il mio
veleno dentro il suo corpo.
“Che cazzo è?”, pensò ancora Jacob.Sentivo il suo sguardo carico di
disprezzo e di disgusto su di me.
-E’ il mio veleno…-, risposi.
Il cuore di Bella sussultò. Funzionava, grazie al cielo funzionava. -Jacob, muoviti. Continua a fare quello che stavi facendo…non deve smettere di battere-, gli ordinai ancora,
in preda ad un’agitazione esagerata.
Feci velocemente il giro del lettino. Guardai Bella.
“Tutto per te amore”, pensai.”Ti rivoglio con me”.Poi le inclinai
dolcemente la testa all’indietro. Le baciai dolcemente il collo, prima di
affondare i miei denti in quella carne tenera e profumata che a lungo mi aveva
tentato. Sentii il suo sangue, ancora caldo,mescolato all’odore di morfina,
affluire alla mia bocca,inondandomi e arrivando ostile alle mie narici.
”E’ Bella, è mia moglie…”, pensai, lasciando
che il mio veleno fluisse freddo nelle sue vene calde. Mi ritirai velocemente,
ignorando il dolore, la tentazione che provavo. Le passai velocemente la lingua
sulla ferita che le avevo inflitto:avrebbe curato la sua pelle, ricucendo il
morso, in modo da trattenere il mio veleno al suo interno.
Percorsi con gli occhi il suo busto, e le sollevai il braccio. Le accarezzai la
mezzaluna che si intravedeva nella sua pelle pallida e portai alla mie labbra
quel polso sul quale avevo già appoggiato i miei denti, e con tutta la forza
avevo succhiato il suo sangue, misto al veleno di quell’essere immondo che
aveva deciso di portarmela via.
Ancora una volta stavo combattendo per la sua sopravvivenza, questa volta come
vampira.
Mi spostai velocemente anche sull’altro braccio, lasciando il mio veleno in più
punti possibili.
Quando finii, un senso di angoscia mi invase:e se non fosse bastato?Se non
fosse stato sufficiente?Se avessi agito troppo tardi?
Guardai Jacob, che si stava accanendo su Bella tentando di mantenere attivo il
suo cuore.
“E’ morta. Non c’è più niente che mi lega a lei. E’ inutile continuare ad
accanirsi su un cadavere, inutile. Non la sento più, non c’è più ormai. Voglio
scappare, voglio andare via. Bella non c’è più”.
Come poteva pensare questo?Come?Non avevo bisogno di qualcuno che alimentasse
le mie stesse paure. Bella ce l’avrebbe fatta, doveva farcela. Un impeto di
rabbia mi invase, e lo scansai con violenza dal suo corpo.
-E allora vai via…-, ringhiai rabbioso.
Appoggiai le mani sul cuore di Bella, e premetti forte, velocemente,
sostituendomi a lui.
-Bella non è morta, non è morta…-, ripetei, cercando
di convincere più me stesso che lui.
-Si risveglierà. Bella si risveglierà…-, continuai,
cercando imperterrito di rianimare il suo cuore.
Ciao a
tutti!!!Ringrazio davvero tutti per i commenti!!Mi dispiace di non rispondere ai
commenti,ma preferisco lasciarvi alla lettura!!!Grazie davvero di cuore a tutti
queli che leggono, seguono, preferiscono e
recensiscono!!!Grazie davvero!Vi adoro, un bacio.Silvia
Capitolo
22.Attesa(prima parte)
Mi lasciai scivolare
lungo la parete, per terra. Ero sfinito, stremato. Poteva un vampiro essere in
simili condizioni?Sì, poteva…se fino ad un momento
prima aveva fatto di tutto per salvare l’esistenza della donna che ama. E ora
Bella era lì, stesa sul lettino, completamente devastata e insanguinata.
Guardai il suo corpo con occhi inorriditi. Non ce l’avrebbe fatta. Aveva troppe
ferite, troppe lacerazioni. Il mio veleno non sarebbe mai riuscito a sistemare
quel corpo devastato e distrutto…il corpo della mia
Bella, della mia piccola Bella.
Cercai di non pensarci, di non lasciarmi prendere dall’infinito sconforto che
stava incessantemente cercando di prendere il sopravvento.
Bella era forte. Era sempre stata certa che sarebbe riuscita a fare nascere il
suo piccolo bambino, e aveva avuto ragione. E aveva, anche, sempre avuto
fiducia in me…troppa fiducia nella mia capacità di
trasformala.
Cercai di rialzarmi da terra, per accarezzarla ancora. Sollevai la sua mano dal
lettino e la portai alla mia guancia. Era ancora calda. Chinai il mio busto
verso di lei. Appoggiai l’orecchio sul suo petto.
Il suo cuore batteva piano, con calma, lentamente…esattamente
come l’avevo lasciato pochi istanti prima, nessun cambiamento. -Edward…-, mi sentii chiamare. Non volevo vedere nessuno,
non in quel momento. Volevo stare solo con Bella. Vegliare i suoi ultimi
istanti di vita.
Sentii una mano appoggiarsi sulla mia schiena.
-Bella starà bene…vedrai-, bisbigliò una voce alle
mie spalle.
-Non lo puoi sapere. Non la vedi ancora…-,risposi
infastidito ad Alice, frugando nei suoi pensieri. -Edward voltati e guardami per favore-, insistette,
cercando di girare il mio busto verso di lei.
Mi voltai. Forse perché avevo davvero bisogno di sentirmi dire che tutto
sarebbe andato bene, che non avevo fallito ancora una volta.
Incontrai gli occhi di Alice, tanto simili ai miei, quanto diversi.
-Non la vedo ancora chiaramente, è vero, perché è troppo presto. Ma so Edward
che diventerà come noi…lo sento, non è scomparsa
dalle mie visioni-, disse, senza però riuscire a convincermi troppo.
-Non vuol dire niente Alice, niente. Continui a vederla stesa su questo letto…-, sputai rabbioso.
-No Edward, ti sbagli. E’ vero che continuo a vederla qui, ma guarda bene…nella mia visione è completamente senza ferite, segno
che il veleno sta facendo effetto…-, mi spiegò,
aspettando che rientrassi nella sua mente per rendermi effettivamente conto
della sue parole. Era vero, aveva ragione. Il ventre di Bella, era piatto,
liscio sano…senza lo squarcio che avevo dovuto imprimerle
per fare uscire la nostra piccolina. Mi voltai di nuovo verso Bella, prendendo
nuovamente le sue mani tra le mie.
-Ti amo Bella, perdonami per tutto quello che ti ho fatto…-,
mormorai augurandomi che non stesse soffrendo troppo. Se era vero che il veleno
stava facendo effetto, Bella stava soffrendo come mai in vita sua. Sangue e
veleno stavano combattendo nelle sue vene per impossessarsi del suo corpo. E
quando il veleno avrebbe raggiunto il pieno dominio del suo cuore, quest’ultimo
si sarebbe spento, sancendo definitivamente l’ingresso di Bella tra i vampiri.
-Secondo me non sta soffrendo…Annusa Edward, il suo
corpo è intriso di morfina. Probabilmente non sta sentendo nulla…-. -Speriamo…-, mormorai, addolorato per la sofferenza
che probabilmente stava provando Bella, ma allo stesso tempo, in parte
sollevato dalla visione di Alice. -Sai…Renesmee sta mangiando-,sussurrò, quasi con
timore di parlarmi di lei, della mia piccolina.
Dovevo, volevo pensare anche a lei ora. Ma era dura, difficile allontanarmi da
Bella. Sapevo che non potevo far più nulla per lei, se non pregare che mi
venisse restituita, pregare che continuasse a rimanere al mio fianco. Io avevo
bisogno di lei, nel modo più assoluto.
“Se per il momento non la vuoi vedere, posso capire…”,
pensò ancora Alice.
No, no…certo che volevo vedere la mia piccolina. Quel
piccolo fagottino che avevo tenuto tra le braccia da subito, da i suoi primi
istanti di vita.Volevo vederla...
-Dammi un attimo Alice…-, risposi, tornando a
guardare il volto di mia moglie.
Sembrava dormire. Nessuna sofferenza trapelava dalla sua espressione. Ricordavo
la pena, il dolore che avevo dovuto sopportare io durante la trasformazione e
non avrei mai voluto che lei dovesse patire una simile sofferenza. Si era solo
un corpo vuoto in quel momento, animato da una lotta interiore tra le due
forme, umana e vampira, che tentavano di prendere il sopravvento l’una
sull’altra. E questo combattimento bruciava le ossa, squartava le vene, fino ad
invadere il cuore:motore per la vita umana, masso silente e muto per
l’esistenza vampira. Avevo sempre creduto che non avere un cuore funzionante
significasse non poter provare sentimenti, se non quelli più aberranti,
immondi. Invece mi dovetti ricredere:sapevo provare sentimenti d’amore molto
forti, molto intensi.E solo Bella, sole lei, che ora
giaceva in quel letto cercando di lottare, di resistere, era riuscita a farmelo
capire.
Mi alzai lentamente, interrompendo la mia veglia.
-Voglio vedere Renesmee…-, dissi ad Alice.
-D’accordo…però devi essere preparato. Sono successe
delle cose e poi lei è…-, disse, senza terminare la
frase ma guardandomi, cercando di capire in quale direzione andasse la mia
reazione.
-Lei è?-, chiesi, cercando di frugare nei suoi pensieri. E la vidi. Renesmee era lì, piccola, bella come non mai, che cercava
di dare un volto alle voci che per qualche tempo aveva solo udito. -…speciale-, terminò Alice.-Come te del resto…-, osservò ancora senza però darmi una spiegazione
chiara e precisa.
La seguii. O meglio seguii il suono del cuore di Renesmee
che batteva prepotente, più forte che mai. Accanto al suo, sentii un altro
battito, altrettanto forte, quasi accelerato.
-C’è ancora Jacob?-, chiesi stupito. Che strano…Jacob.Cosa
ci faceva ancora in casa nostra?Cosa lo tratteneva?Forse c’erano dei problemi
con Sam e lui era venuto ad avvisarci. Non avrei permesso che accadesse nulla
né a Bella né a Renesmee, mai.
-Lo capirai da solo…-, disse, voltando il viso verso
di me e sorridendomi. Così non mi diceva niente. Ora che riusciva a vedere
Bella di nuovo, Alice era rinata. Durante quelle due ultime settimane doveva
essere stata parecchio male, e io, preso com’ero dai miei pensieri e da Bella,
avevo avuto rare occasioni, o addirittura nessuna, per chiederle come stava.
L’avevo proprio trascurata.
Sentivo il battito del cuore che io e Bella avevamo generato, avvicinarsi. E
poi la vidi. Ancora più splendida di come la ricordavo. Era davvero bellissima,
e tra le braccia di Rose, riusciva addirittura ad offuscare la sua di bellezza.
Non appena entrai voltò il viso verso di me, incatenandomi con i suoi grandi
occhi color cioccolato, gli occhi di Bella.
La vidi appoggiare una mano sul viso di Rosalie, mentre si tendeva verso di me
con il busto, tentando di raggiungermi. Io, che nel frattempo ero rimasto
imbambolato sulla soglia, incantato da quella creatura, mi affrettai per
eliminare lo spazio che ci divideva, per poter sentire, ancora e ancora, il suo
dolcissimo profumo e il tepore consolante delle sue manine.
Rose mi sorrise, quando la raggiunsi, e mi tese Renesmee
che, senza paura, senza esitazione, si intrufolò tra le mie braccia
sistemandosi al meglio, senza provare fastidio per la mia pelle gelida in
confronto alla sua. Mi immersi un’altra volta nei suoi invitanti pensieri, e mi
rividi, attraverso il suo ricordo. Rividi Bella, la sua sofferenza e la sua
gioia nel momento che l'avevo appoggiata al suo petto sul petto. E poi vidi
Rose, Emmett che l’avevano lavata e vestita, mentre
lei continuava a chiedere continuamente della sua mamma e del suo papà.Vidi Alice, che l’aveva pettinata e tenuta stretta a
lungo tra le sue braccia e Jasper che ,inaspettatamente, l’aveva presa in
braccio, e le aveva lasciato un tenero bacio sulla fronte. Era adorata già da
tutti, senza nessuna esclusione. E poi vidi Jacob…l’ultima
persona che mi sarei mai sognato di poter vedere nei pensieri della mia
piccolina. Pensavo davvero che sarebbe sparito dopo la trasformazione di Bella,
soprattutto dopo che sen’era andato lasciandomi solo a lottare per continuare a
far battere il suo cuore.
-Hai visto cosa sa fare?-, chiese Alice eccitata. No, non l’avevo capito. Io mi
ero immerso nei suoi pensieri… -No…-, ammisi, pensieroso, ricambiando lo sguardo di
Alice che mi guardava stupita.
-Non ti ha mostrato niente?-, chiese.
-No, cioè sì…ma pensavo di essere io a leggere nei
suoi pensieri-, osservai, guardando ancora una volta gli occhi incantevoli
della mia piccolina.
-Forse per te è difficile da distinguere, ma è lei che ti fa vedere quello che
vuole. Basta che ti sfiori e ti rende partecipe dei suoi pensieri. Per voi due,
pensandoci, il discorso è un po’ diverso perché tu puoi già leggere nella sua
mente, senza bisogno del suo potere…-, mi spiegò
Alice, orgogliosa.
Guardai la mia bambina stupito.
-E’ così che comunica-, continuò Rose.-Ci rende partecipe dei suoi pensieri…Cosa hai visto Edward?-, chiese.
Non risposi. Jacob,era l’ultima persona che avevo visto nei pensieri di Renesmee. Mi voltai a cercarlo con lo sguardo, mentre la
piccola mi mostrava la prima volta che l’aveva visto. Potevo sentire, percepire
quanto bene gli volesse, quanto lo volesse per lei, lo sentisse suo. Gli voleva
bene, in modo totale, e amava stare al suo fianco, tra le sue braccia. Inorridii…Jacob l’aveva presa in braccio?Lui che l’aveva
sempre considerata un mostro, un abominio durante tutta la gravidanza, ora la
coccolava, la faceva giocare… -Jacob, ma che…?-, cercai
di dire, senza trovare le parole per spiegare quello che era accaduto.
-Lasciami spiegare Edward…è accaduto, non volevo
accadesse ma è accaduto…-, cercò di giustificarsi, in
modo impacciato e con un affermazione quasi incoerente.
“Ora mi stacca la testa”.
-Spiegami Jacob, perché dovrei staccarti la testa?-, chiesi ancora, stringendo Renesmee al mio petto,cercando di tranquillizzarla dal
momento che stava iniziando ad agitarsi, in seguito al mio crescente
nervosismo.
-E’ meglio che mi dai la piccola…-, sentii dire a Emmett.-Forse è meglio che tu e Jacob parliate soli…-, cercò di consigliare.
-No,voglio rimanere qui. E voglio tenere Renesmee…-, dissi,
deciso. La mia bambina riusciva a calmarmi e finché avevo lei tra le braccia
non avrei fatto del male a Jacob. Non volevo fargli del male. Non dopo tutto
quello che aveva fatto per me e per Bella.
Lo vidi avvicinarsi, e mentre lo faceva, sentii Renesmee
pensarlo intensamente, desiderare che Jacob la prendesse in braccio. E poi li
vidi guardarsi, e capii. Erano predestinati a stare assieme. I loro occhi si
cercavano, come se si conoscessero da sempre, come se non avessero aspettato
altro che incontrarsi per amarsi…Strinsi ancora di
più Renesmee tra le mie braccia, spaventato da quello
che era accaduto. Lui non poteva ,no, lei era ancora troppo piccola, troppo…
-Tu hai avuto l’imprinting con mia figlia??-, chiesi, con voce fin troppo
calma, sperando di essermi sbagliato e di aver frainteso.
“Ora è davvero finita…”, pensò, abbassando il
capo, annuendo.
Indietreggiai con la piccola ancora stretta su di me, mentre lei mi guardava
con i suoi occhi luccicanti e dolci, sfiorandomi la guancia e pregandomi di non
litigare con Jacob. Così piccola e già lo difendeva?Scossi la testa. Non potevo
davvero crederci, non potevo…e non potevo neppure
fare qualcosa di male a Jacob, non potevo fare una cosa simile alla mia
bambina. Lei ne avrebbe sofferto immensamente, il suo piccolo cuore non avrebbe
retto se le avessi portato via il suo Jacob…come già lo pensava lei.
-Dammi Nessie, Edward…si
sta agitando-, intervenne Rose, sfilandomi la piccola tra le braccia. Forse
aveva ragione. Dovevo starmene un po’ da solo a pensare…
-Ma come l’hai chiamata?-, chiesi, dopo un secondo di esitazione.
“Se non mi ha strozzato prima, lo fa ora…”, pensò Jacob, che era fermo
in mezzo alla stanza, incerto sul da farsi e aspettando una mia reazione.
-E’ un sopranome che le ha dato Jacob…a lei piace e
quindi abbiamo deciso di usarlo dal momento che Renesmee
è troppo difficile da pronunciare…-, mi spiegò mia
sorella.
Mi girai, per uscire dalla stanza, in preda all’ira.
Non volevo fare del male a nessuno, soprattutto a Jacob. A lui dovevo molto,
moltissimo, non potevo scordarlo.
-Aspetta-, lo sentii urlare.
Mi fermai immobile, senza voltarmi. Era troppo alto il rischio di attaccarlo.
-Io devo andare a parlare con Sam…-, mormorò.-Dopo
quello che è successo non posso permettere che ci sia anche solo il rischio che
facciano del male a Nessie…-, continuò, a bassa voce.
-Fai quello che devi fare, Jacob-, risposi, laconico,
senza indugiare oltre sulla conversazione. -Aspetta…un’altra cosa-, disse, prima di lasciarmi
andare.”E’ importante…”pensò.
-Dimmi Jacob, cosa vuoi?-, chiesi in malo modo.
-Promettimi che mi lascerai spiegare con Bella. Non parlargli di questa
faccenda, lascia che lo faccia io…-, chiese. “Me
lo devi Edward. Ho fatto tanto per voi…”.
Mi voltai inchiodandolo con lo sguardo.
-Questo te lo concedo. Ma se trovo nella tua testa un pensiero che non mi piace
su mia figlia,e ne basta uno, sappi che ti staccherò davvero la testa….a morsi-, lo minacciai.
“Sai che l’imprinting non funziona così. Io voglio solo che Nessie sia al sicuro, come lo vuoi tu d’altronde”,
pensò, giustificandosi.
Evitai di rispondergli e tornai a vegliare Bella. Stare al suo fianco mi
avrebbe aiutato a pensare e a riflettere. Quello che aveva pensato poco prima
Jacob era vero. Sapevo che voleva solo il bene di Nessie
e nient’altro. Forse dovevo solo abituarmi all’idea.
E quello che vidi non appena giunsi da lei mi riempì di gioia. Il veleno aveva
completamente ricucito le sue ferite, esattamente come aveva previsto Alice. Il
suo corpo era bellissimo, integro, intatto. -Alice…-, la chiamai. Arrivò subito, velocemente.
-Te l’avevo detto che avrebbe funzionato…-, trillò
felice, saltando vicino alla mia spalla per darmi un bacio sulla guancia, dopo
aver osservato il corpo di Bella.
-Oh, Edward…è già bellissima. Diventerà una vampira favolosa…non vedo l’ora-, disse, saltellando contenta. Già,
era davvero incantevole.
-Però avrebbe bisogno di un bel bagno…-, constatò
inorridita, -…e di essere vestita-, aggiunse.
-Non so se posso spostarla da qui…-, notai,
pensieroso.
-Certo che puoi Edward, non succederà nulla-, sentii la voce di Carlisle assicurarmi alle mie spalle. Erano tornati. Esme fu subito al mio fianco.
-Oh Edward, mi dispiace tanto. Abbiamo fatto più in fretta possibile-, disse
tentando di scusarsi.
-Come sta?-, chiese, prendendo la mano di Bella tra le sue.-Sembra che stia
funzionando. La sua temperatura corporea è molto bassa-, osservò, pensierosa.
Mi avvicinai a toccare il viso di Bella. Era vero. Era molto più fredda di come
l’avevo lasciata e la sua pelle era più pallida del solito.
-Sta funzionando,Edward. Hai fatto un ottimo lavoro-, mi tranquillizzò mio
padre, mettendomi una mano sulla spalla.
-Vado a vedere la piccolina…-, sussurrò, impaziente Esme, lasciandomi da solo con mio padre e con Alice che si
stava sforzando di vedere Bella, ma sembrava ancora lontano il momento che si
svegliasse. Ma, prima di uscire definitivamente dalla stanza, mia madre si
fermò, e tornò indietro.
-Dimmi mamma-, la pregai, ben sapendo che stava valutando se era il caso di
dirmi una cosa o no.
-Ecco vedi…-, iniziò, appoggiando il suo capo sulla
mia spalla.
-Mentre tu e Bella eravate in viaggio di nozze, abbiamo pensato di prepararvi
un regalo, per voi. So che Bella non ama i regali e festeggiare i compleanni,
ma tra qualche giorno è il suo e…-, disse,
fermandosi, cercando il mio sguardo pensierosa.
-Ti sei data ad una altro dei tuoi progetti?-, chiesi, dopo aver sbirciato nei
suoi pensieri.
-Sembra davvero una casa bellissima-, continuai, dopo aver sbirciato più
attentamente.
-Credi che a Bella farà piacere?-, chiese ancora pensierosa.
-Sono certo che amerà avere un posto solo per noi-, dissi per tranquillizzarla.
-E tu Alice, non c’entri nulla?-, chiesi, vedendola gongolare sull’angolo della
stanza.
-Oh, beh…diciamo che io ho procurato qualche vestitino
carino per Bella…-, disse, contenta.
“Qualche?Ho dovuto rivedere l’intera struttura della camera per permettere
ad Alice di farci entrare tutti quei vestiti…”,
pensò mia madre, lasciandomi un bacio sulla guancia. Non potei trattenere una
risatina nervosa. Chissà come avrebbe preso quel regalo Bella?Ci avrei pensato
in un secondo momento.
-Grazie mamma-, dissi, sincero, prima che lasciasse definitivamente la stanza.
Carlisle esaminò velocemente Bella, ascoltò il suo
cuore, osservò le sue ferite ormai del tutto rimarginate.
-E’ stupefacente…davvero. Il veleno sta facendo
effetto in modo molto veloce. Bella si trasformerà in molto meno tempo di noi…-, osservò, continuando a controllarla.
-Non è un problema davvero se vuoi farle un bagno. Questo non interferirà con
l’azione del veleno, stai tranquillo!-, cercò di tranquillizzarmi ancora una
volta mio padre.
-Ora vado a vedere come sta Renesmee.E’ stata davvero
coraggiosa Bella. Non avrei mai pensato che ce l’avrebbe fatta…-,
osservò, quasi commosso. Non lo pensavo neppure io. Ma Bella era fuori
dall’ordinario, era speciale. -Aspetta…-, dissi, prendendo per un braccio mio
padre.-Dovresti parlare con Jacob. So che vuole affrontare Sam. Puoi occuparti
tu di questo?Non ho intenzione di lasciare sola Bella per una cosa del genere-,
spiegai.
”Certo, non ti preoccupare figliolo”, pensò Carlisle,
lasciando anche lui, nel frattempo, la stanza.
-La sistemo io se vuoi Edward-, propose Alice,
accarezzandomi una spalla. –Ritorna da Nessie se
vuoi-, continuò ancora continuando a fissarmi, mentre io tenevo lo sguardo
fermo su Bella.
-No, ci penso io-, dissi, convinto.-Ma tu puoi procurarmi qualcosa da metterle,
e poi puoi aiutarmi a vestirla-, continuai, sapendo che l’avrei fatta contenta.
-Vado subito a scegliere qualcosa-, cinguettò impaziente.-Chiamami quand’è il
momento-, disse.
-Ti preparo anche l’acqua per il bagno-, continuò, mentre ormai era scomparsa
dalla stanza. Sentii il rumore dell’acqua che ricadeva copiosa nella vasca, e
un profumo forte, di vaniglia, invadermi le narici.
Ciao a tutte!!Vi lascio alla seconda parte del
capitolo!!Alla fine ho risposto alle vostre recensioni!!!Un maga grazie a
tutti, Silvia.
Capitolo 23.Attesa(seconda parte)
-Il bagno è pronto-, strillò
Alice, che era super indaffarata a pensare a quale abito poteva essere idoneo
per il risveglio di Bella. Io sorrisi tra me, pensando che anche con uno
straccio, Bella sarebbe stata magnifica. Mi avvicinai al lettino, e la sollevai
piano, facendola aderire al mio petto. Era vero. Il suo corpo aveva cambiato
temperatura;solo vicino, attorno al suo cuore, persisteva un area ancora molto
calda. La sentivo respirare piano, regolare, come se stesse davvero
semplicemente dormendo. L’unica cosa che potevo sperare era che non stesse
soffrendo troppo.
Speravo anche che il veleno fosse intervenuto sulla spina dorsale, curando la
frattura. Quella era la cosa che mi preoccupava di più. Sapevo che il nostro
veleno aveva delle grandi capacità curative, ma non sapevo fino a che punto
riuscisse ad intervenire.
La portai lentamente in bagno, continuando a sperare di poterla vedere presto
stare bene di nuovo.
La appoggiai, piano nell’acqua tiepida e profumata, attenta a non farle male.
Bella non si mosse, non si lamentò, non fece nulla. Nessun gemito, nessun
sussulto. Ricordavo la trasformazione di Rose. Era stata tutt’altro che
tranquilla, l’opposto di quella di Bella. Mi sedetti sul bordo della vasca e
afferrai una spugna. La passai lungo le sue braccia, che sembravano molto più
forti e muscolosi del solito;lungo il suo collo, osservando il punto dove
l’avevo morsa, che era rimasto più bianco, rispetto al resto;lungo le sue
spalle, per poi scendere vicino al suo seno dove era ancora molto evidente la
cicatrice a mezza luna provocata dai denti di Renesmee;lungo
il suo addome, piatto, muscoloso, bianco, senza nessun livido e nessuna
cicatrice evidente. E poi ancora più giù, lungo i suoi fianchi, le sue gambe,
definite e muscolose. Bella era cambiata davvero, il mio veleno la stava
trasformando, rendendola del tutto simile a me.
Mi spostai sul suo viso, accarezzando quelle labbra che erano di un rosso molto
più vivido del solito, ma pur sempre le sue piccole dolci labbra. Mi spostai
lungo i suoi zigomi, il suo naso, fino ad arrivare ai suoi occhi, ancora
chiusi, ancora intrappolati dalla furia della trasformazione.
Chissà come sarebbe stata una volta vampira?Chissà se mi avrebbe voluto ancora,
se i suoi sentimenti nei miei confronti sarebbero stati gli stessi?Sapevo che
ci voleva tempo, io stesso c’ero passato. Non era facile essere un neonato,
convivere con quella miriade di sensazioni nuove e fortissime che l’essere
vampiro portava con sé. Probabilmente avrebbe sempre avuto sete e non ci
sarebbe stato spazio per me nei suoi desideri, almeno nei primi anni. Sarebbe
stato difficile farlo capire anche a Renesmee. Sapevo
che era forte il suo desiderio di vedere la madre, ma per il primo periodo
sarebbe stato meglio mantenerla lontana da lei. La piccola aveva pur sempre un
cuore che batteva e che pompava sangue…E Bella
avrebbe desiderato bere sangue più di qualsiasi altra cosa al mondo.
Immerso in quei pensieri, continuai a fare il bagno a Bella. Mi versai un po’
di shampoo sulla mano, spostandomi sui suoi capelli setosi e lunghi, e
massaggiandoglieli per fargli riacquistare quello splendore che avevano perso.
Mi incantai spesso a guardarla…a guardare Bella, mia
moglie. Era sempre stata bellissima, perfetta, ma ora aveva assunto le
sembianze di un angelo…così pura ed eterea. -Alice…-, chiamai, quando ebbi finito di lavarla.
Alice si presentò subito alla porta del bagno, contenta che fosse arrivato il
suo turno di prendersi cura di Bella.
-Aiutami-, dissi, sollevandola dalla vasca.-Prendi l’asciugamano…-,
continuai, stringendo Bella bagnata al mio corpo.
Alice silenziosamente mi aiutò ad asciugarla e la portai nella sua camera.
-Ci penso io ora Edward. Torna da Renesmee. Ti
cercava prima-, mi consigliò Alice dolcemente. Lasciai il mio angelo nelle sue
mani, e tornai nel salone dove tutti erano riuniti attorno alla piccola.
Non li avevo mai visti così entusiasti, soprattutto mio padre. Sembravano tutti
rapiti, ammaliati da quella bimba con i grandi occhi castani e i boccoli
dorati.
“Papà…”, pensò, non appena incrociò i miei
occhi. Percepii Jacob irrigidirsi al mio arrivo, e allontanarsi dalla piccola.
-Non ti farò niente Jacob, per ora-, lo tranquillizzai.-Sono sicuro che dovrai
vedertela con Bella, quando si sveglierà-, scherzai.
“Anche peggio…”, valutò Jacob pensieroso.
-Credo di sì…-, confermai, prima di riprendere tra le
braccia Renesmee.
-Cresci davvero in fretta…-, mormorai, sconvolto.
-E’ vero-,confermò mio padre.-Ho già iniziato a tenere sotto controllo la sua
crescita, così avremmo un’idea dei suoi sviluppi-,continuò con tono professionale.
Sì, era davvero una bambina stupefacente.
-E non sai quant’è difficile farle mangiare cibo per neonati!-, continuò mio
padre.-Non ne vuole sapere-. Osservai la piccola, che, pensando a
quell’intruglio schifoso che le faceva mangiare Carlisle,
strinse le labbra e gli occhietti in una smorfia di puro disgusto. Risi,
stringendola forte al petto. Possibile che così piccola fosse già così
intelligente e determinata nelle sue scelte?
-Effettivamente Carlisle, non ha proprio un buon
odore quello che gli stai cucinando-, osservai, avvicinandomi al fornello dove
stava preparando qualcosa di color giallognolo e dalla consistenza grumosa.
“Non metterti anche tu Edward. Altrimenti poi non lo mangerà più…”, pensò mio padre contrariato.
-Bella come sta?-, chiese Jacob, con tono colpevole.
-Sembra che il veleno stia facendo effetto-, risposi velocemente, troppo
assorbito dalla mia bambina per poter dare il giusto peso alla sua domanda.
Aveva appena sbadigliato, portandosi le piccole mani a pugno, sul viso per stropicciarsi
gli occhi.
“Hai sonno, piccola”, pensai, iniziando a canticchiarle una ninna nanna
che avevo composto mentalmente negli ultimi giorni, prima della sua nascita. Si
lasciò cullare dalla mia voce e dal movimento delle mie braccia. Chiuse gli occhi
e si rilassò, distendendo i suoi pensieri, che assunsero una consistenza senza
forma, colorata. Avevo trovato un altro angelo che non mi sarei mai stancato di
osservare dormire. Rimasi così, incantato dal suono del suo cuoricino, e dal
suo respiro, finché Alice non mi chiamò. -Edward?Bella è pronta…Vieni
a vedere quanto è bella-, sentii urlare Alice dal piano di sopra.
-Dalla a me-, disse Rose, avvicinandosi per prendere la piccolina dalle mie
braccia. Mi dispiaceva lasciarla sola, ma dormiva, e sperai non si accorgesse
della mia assenza.
Mi precipitai da Bella e non appena la vidi ne ebbi la certezza:era un angelo.
Alice le aveva messo un vestito di seta azzurro ,tenue come il colore della sua
pelle. I capelli scuri, asciutti e morbidi, le ricadevano lungo il viso, lungo
le spalle, terminando sopra il seno. Ero davvero senza parole, senza fiato.
Avevo sempre pensato che fosse bellissima davvero, ma ora, sembrava che tutte
le caratteristiche, i lineamenti che mi avevano da subito affascinato, fossero
maggiormente marcati rendendola assolutamente attraente e magnifica.
Mi sedetti di nuovo a fianco a lei, e da lì non mi mossi. Passai la notte
attento e vigile al suo fianco, cercando di cogliere ogni possibile
miglioramento. Ma nulla cambiò. Neppure Alice riusciva ancora a vedere il suo
risveglio.
-Ancora nulla?-, chiese Carlisle, che periodicamente
veniva a controllare la situazione, sdoppiandosi tra Renesmee
e Bella.
-Niente di nuovo-, risposi. Sempre la stessa risposta, ormai era da ore che
continuavo a ripetere sempre la stessa cosa.
-Però ora non si sente più l’odore della morfina-, osservò ancora mio padre.
“Dovrebbe mancare poco quindi…”.
-Già-, osservai, rispondendo sia alla sua osservazione mentale che alla sua
constatazione di poco prima.
-Bella, amore, riesci a sentirmi?-, chiesi ancora una volta, ma nessun suono
uscì dalle sue labbra e neppure nessun cenno mi diede conferma che l’attesa
fosse quasi finita.
Provai ad insistere.
-Bella?Riesci ad aprire gli occhi?-, chiesi ancora invano, stringendole la mano.
Nessun segnale. Sembrava ancora in piena balia del veleno.
Chinai il capo in preda allo sconforto. Erano passate ore, tante ore, e Bella
non aveva dato più alcun segno di ripresa.
-Devo aver sbagliato qualcosa Carlisle, non è normale…Forse sono intervenuto troppo tardi…-,
mi lamentai in cerca di una parola di conforto.
“Ti prego Bella svegliati. Ho bisogno di te”, pensai, portando la sua
mano alle mie labbra.
-No Edward. Il battito del suo cuore si è rafforzato, è vivo. Non ho mai
sentito un cuore battere così durante la trasformazione-, mi tranquillizzò,
appoggiandomi una mano sulla schiena.
-E la spina dorsale?-, chiesi preoccupato. Avevo la prova evidente che il
veleno era riuscito a sistemare le altre ferite, ma non ero sicuro che potesse
far qualcosa per la sua schiena spezzata. -Esme era presa molto peggio di lei. Le sue lesioni
erano molto più gravi. Sono certo che il veleno ha già sistemato tutto, non ti
preoccupare-, continuò a rassicurarmi mio padre.
-Ma è immobile. Non si muove, respira appena. Non ho mai visto una
trasformazione così tranquilla…-, continuai,
liberando tutte le mie paure e le mie preoccupazioni.
-Hai fatto tutto nel modo giusto Edward. Molto più di quanto non abbia mai
fatto io. Hai agito con molta più determinazione di me-, continuò Carlisle, replicando ad ogni mio timore.
-Deve soffrire molto in questo momento…-, mormorai,
più a me stesso che a mio padre. Non sapevo cosa stava succedendo nel suo
corpo, niente, nulla. Nessun segnale usciva da lei, dal suo corpo. Forse era
meglio così, o forse no…Era difficile aspettare
impotente senza sapere quanto mancava al suo risveglio.
-Può essere, ma anche no-,constatò Carlisle.-Nel suo
corpo è circolata tanta morfina. Non sappiamo che effetto abbia avuto sulla
trasformazione. Può essere che non stia soffrendo, che non abbia sofferto-.
Strinsi ancora di più la mano di Bella sulle mie labbra. Speravo davvero che la
morfina non le avesse fatto patire la pena che avevo dovuto subire io. Non
potevo sopportare il pensiero che Bella fosse in agonia.
-Bella, amore scusami. Ti prego perdonami-, mormorai chiudendo gli occhi,
abbassando il capo e baciando la sua mano.
“Edward io torno da Nessie. Jacob e Rose stanno
litigando di nuovo per darle da mangiare. Vuoi venire tu?”, chiese mio
padre,cercando di distogliere l’attenzione dal mio dolore.
-No, voglio stare qui con Bella. Si arrangeranno, troveranno una soluzione-,
risposi. Ci mancava solo che dovessi fare da tramite tra Rose e Jacob.
-E’ davvero una situazione paradossale. Non pensavo che potesse accadere una
cosa del genere…-, continuò Carlisle,
chiaramente riferendosi all’impriting di Jacob con
mia figlia. Solo a pensarci avrei davvero staccato la testa a Jacob, ma ero
certo che ci avrebbe pensato Bella al suo risveglio.
-Non è il caso di parlarne ora. Ci penserò…ci penserò
assieme a Bella-, spiegai, stringendo forte la sua mano sul mio petto.
“Forza amore, ti prego resisti”.
-Sono sicuro che riusciremo a tenere a bada Rose e Jacob fino al suo risveglio
-,disse ancora, quasi divertito, Carlisle.
Sospirai. Non potevo crederci che Rose e Jacob continuassero ad accanirsi
ancora l’uno sull’altro.
-A me sembra stupido il comportamento di entrambi. Non capisco questa rivalità
per prendersi le attenzioni di Nessie. Comunque, per
ora, non ho voglia di pensarci-, mormorai, ancora.
-Sono davvero curioso di vedere la reazione di Bella-, continuò mio padre,
sogghignando.
Vidi nei suoi pensieri Bella attaccare Jacob e ridacchiai anch’io.
-Sono certo che Bella saprà stupirmi, come al suo solito-, osservai.
-Prima ha chiamato Charlie-,disse mio padre,
cambiando il tono della conversazione.-Ha parlato Esme
con lui. Non sapevamo come giustificare il fatto che Bella non potesse
parlargli, e gli abbiamo detto che è all’ospedale di Atlanta, per fare dei
test…-, disse mesto.-Ha voluto il numero, per mettersi in contatto con lei, e
ovviamente abbiamo dovuto dargli il numero sbagliato-, continuò. Povero
Charlie!Non poteva sapere che molto probabilmente non avrebbe più visto né
sentito la figlia.
Annuii. Non sapevo cosa dire. Avrei trovato una soluzione con Bella al suo
risveglio, anche se non vedevo molte alternative se non andarcene da Forks, facendo perdere le nostre tracce.
-Alice ha visto che ritelefonerà. Sarà difficile tenerlo lontano a lungo.
Appena Bella si sveglia sarà bene partire-, constatò mio padre, arrivando alla
mia stessa unica soluzione.
Annuii di nuovo, alzando il capo per guardarlo comprensivo.
-E un’altra cosa. Ho parlato con Sam. Abbiamo ristipulato
il patto-, disse.
-Mi dispiace di non averti aiutato-, dissi. ”Non ti preoccupare Edward”,
pensò, come sempre comprensivo. -Sam e Jacob sono riusciti a trovare un accordo.
Ovviamente la piccola Nessie non si tocca, in quanto
soggetto dell’impriting di Jacob. Inoltre Sam ha
accettato la trasformazione di Bella, perche Jacob, in qualità di vero alfa, ha
dato il consenso-, mi spiegò.
-Per fortuna si è risolto tutto-, constatai, sollevato dalla consapevolezza che
non avrei dovuto temere un possibile attacco del branco di Sam.
“Beh,vado a sedare la rissa imminente”,pensò, scherzando di nuovo mio
padre, e cercando di smorzare il clima pesante che si era creato.
Rimasi solo di nuovo a vegliare Bella. Continuai a sussurrarle per tutto il
tempo, come una litania,quanto mi dispiaceva per quello che le avevo fatto
passare, quando sentii dei passi alle mie spalle.
Era Alice, che forse aveva una buona visione per me.
-Riesci a vederla?-, chiesi impaziente.
-Sì, molto chiaramente-, rispose soddisfatta. E ora potevo vederla anch’io
,attraverso i suoi pensieri, in tutta la sua maestosità e bellezza, tipica dei
vampiri.
Ormai ogni preoccupazione di aver fatto qualcosa di sbagliato era sparita,
sostituita da un desiderio inaudito di vederla.
Sentii Alice sospirare alle mie spalle. Non le avevo ancora parlato, ma dai
suoi pensieri avevo intuito quanto fosse amareggiata nel non poter aver nessuna
visione sul futuro della mia bambina.
-Ancora triste?-, chiesi, ben sapendo a cosa mi riferissi. -Edward, non me lo ricordare. Odio non vedere il
futuro di Nessie-, sbuffò, sedendosi sul bordo del
letto.
-Alice, ti prego, concentrati e fammi vedere ancora Bella-, la pregai. Chiuse
gli occhi e la rividi:Bella vampira. Non potevo ancora crederci.
-Sta davvero migliorando, sempre di più-, sospirai,allietato dalla visione di
Alice.
-Senza dubbio-, mormorò soddisfatta. -Oddio…qualche ora fa non vedevi nulla-, dissi, con
tutta l’intenzione di prenderla in giro. -Finchè c’era Nessie non
riuscivo a vederla completamente, le mie visioni erano piene di buchi neri. Ora
è tutto molto più chiaro-, si giustificò.
-Riesci a farmela vedere ancora?Più nitidamente?-, chiesi,insistente e curioso
come un bambino. Quando la vidi stringere gli occhi in segno di concentrazione
cominciai a frugare nella sua mente, in cerca, nuovamente, della visione su
Bella.
-Non hai un briciolo di pazienza…-, sospirò. -Aspetta…-.
E la vidi di nuovo. La sua espressione era smarrita, sulla difensiva. Non
sarebbe stato facile per lei essere una neonata. Avrebbe avuto bisogno
dell’aiuto di tutti noi.
-Alice, grazie davvero-, dissi ormai rasserenato dal fatto che il momento più
difficile sembrava essere passato.
-Hai visto? Sarà bellissima…-, chiese ancora Alice,
sporgendosi verso Bella e accarezzandole la guancia.
-E’ sempre bellissima-, risposi laconico.
-Sì, Edward è vero…-, sbuffò Alice, dopo la mia
ennesima replica alle sue affermazioni.-Ma guardala…Hai
capito cosa voglio dire, no?-, disse, prima di lasciare felice la stanza.
“Manca poco…”, pensò, fermandosi sullo stipite
della porta per sorridermi. Non potei fare a meno di ricambiare quel sorriso
contagioso che aveva invaso il suo viso. Sì, mancava poco e poi avrei potuto
nuovamente godere della presenza di Bella al mio fianco. Era l’unica cosa che
volevo. Non sapevo come si sarebbe svegliata:spaventata, affamata, arrabbiata…sarei sempre rimasto al suo fianco aiutandola a
trovare quell’equilibrio che per la mia famiglia era difficile trovare, dovendo
vincere quotidianamente con l’istinto primario di nutrirci di sangue umano.
Ad un tratto sentii il battito del cuore di Bella farsi più frenetico,
martellante.
Chiamai Carlisle, spaventato da quell’improvviso
cambio di ritmo. Lui sarebbe stato in grado di darmi una spiegazione.
“Che c’è?”, pensò entrando velocemente nella stanza.
-Senti-, dissi. Ascoltò per pochi secondi le pulsazioni forsennate del cuore di
Bella. Poi si aprì in un sorriso.
-Bene. Siamo alla fine ormai. Bella sta per svegliarsi-, mormorò, stringendo
forte la mia spalla.
Sentii altri passi leggeri nella stanza.
“Sapevo che mancava poco…”. Il pensiero di
Alice entrò euforico nella mia mente. Possibile che mi sentissi agitato,
impacciato, come se stessi per incontrare Bella per la prima volta?
-Lo vado a dire agli altri. Dico a Rose di tenere Nessie…-.Non
lasciai terminare la frase ad Alice. -…lontana-, mi affrettai a dire. Mi dispiaceva sul
serio non permettere a Bella di vedere sua figlia, ma avevo bisogno di essere
sicuro che non le avrebbe fatto nulla di male. E non ero certo che i suoi
desideri amplificati di neonata permettessero di resistere al richiamo del
sangue, seppur di sua figlia.
Sentii le sue dita stringersi attorno alla mia mano. Mi emozionai a quella
stretta.
-Amore, Bella?Mi senti?-, chiesi, cercando di tranquillizzarla il più
possibile. Chissà se riconosceva la mia voce?
-Io vado. Porto su Nessie e Jacob…-,
mormorò di nuovo Alice prima di sparire. Dubitavo che Bella, per quanto
assetata, avrebbe desiderato il sangue di Jacob, ma forse la piccola sarebbe
stata più tranquilla con lui a fianco. Cercai i pensieri di Nessie.
Come temevo era spaventata:aveva intuito che stava accadendo qualcosa di
importante, e continuava a chiedere a Jacob il motivo di tanta agitazione.
Avrei tanto voluto in quel momento avere anche il dono dell’ubiquità, per poter
essere sia con Bella che con Nessie in quel momento.
Il cuore di Bella, se possibile, accelerò il suo ritmo ancora più di prima.
Guardai Carlisle preoccupato.”E’ tutto normale
Edward. E’ questione di attimi e poi aprirà gli occhi”.Continuai a
stringerle ed accarezzarle la mano per tranquillizzarla, anche se esteriormente
non dava alcun segno di agitazione. Ero esterrefatto dall’andamento della sua
trasformazione:niente urli, nessuna imprecazione, nessun movimento…nulla,
come se tutto si fosse svolto pacificamente. O almeno questo era quello che era
parso ai miei occhi. Non sapevo se e quanto Bella avesse sofferto.
Sentii il suo cuore rallentare, lentamente, cercando di trovare quella pace che
negli ultimi minuti gli era mancata…rallentava sempre
di più, in accordo con il respiro di Bella. Poi ad un tratto…silenzio.
Il suo cuore cessò di battere e con lui il suo respiro. E due grandi occhi
rossi si aprirono, rivedendo la luce.
Linda88:grazie mille davvero!!!Cercherò di scrivere al più
presto i prossimi capitoli!!Un bacio, Silvia.
Goten:sono davvero felice di
emozionarti, davvero tanto!!!Spero di continuare a farlo fino alla fine!!Un
bacio, Silvia
Francycullen:grazie tesoro!!!Manca
pochissimo al risveglio!!!Un bacio, silvia
KissyKikka:grazie mille!!Sì, non
sapevo neppure io in verità come far reagire Edward, ma da BD originale sembra
che lui confidi nella reazione di Bella, che non tarderà ad arrivare!!Grazie davvero,
Silvia.
Tettra:ti lascio la seconda parte
del capitolo, dove già Edward nota un po’ di cambiamenti!!Al più presto vi
posterò anche il nuovo capitolo!!!Grazie davvero di leggere sempre e
commentare!!!Un bacio, silvia.
Lithium80:grazie mille di aver commentato, e non ti
preoccupare se non l’hai fatto prima!!Ora ti lascio il seguito, spero ti
piaccia quanto la prima parte. Sono davvero, davvero felice che la mia
interpretazione di Edward ti piaccia!!!Grazie ancora per tutto:leggere e
commentare. Un bacio, silvia
Marika BD:grazie mille tesoro!!!
Theangelsee69:oddio…mi fai
arrossire!!!E’ un onore essere la scrittrice preferita di qualcuno!!!No so se
sarei in grado di essere una scrittrice per professione:non sarei capace,
credo, di creare dei personaggi come quelli che ha saputo regalarci la Meyer!!Io ci ricamo solo intorno, ma la grande è
lei!!!Comunque grazie del consiglio, anche se credo che continuerò a farlo per
piacere personale…i miei studi sono rivolti in tutt’altra
direzione!!!Grazie ancora per i complimenti, un bacio!!
Naog94:grazie mille, sono davvero felice che ti piaccia!!!
Tede:Grazie mille!!Sono felice che ti piaccia come ho
descritto Nessie!!!Continuerò al più presto!!Un
bacio, Silvia
Antonya:grazie mille per i
bellissimi complimenti!!Sono felice di farti emozionare e spero di continuare a
farlo!!
Elfa sognatrice:sono felice che ti
piaccia come ho descritto la reazione di Edward all’impriting.
Anche perché, secondo me, Edward, più di chiunque altro, si rende conto che non
può farci nulla…è successo, e non servirebbe a nulla
arrabbiarsi o altro con Jacob, anche perché farebbe soffrire la piccolina!!sono
felice che il capitolo ti piaccia, non sai quanto questo mi renda felice!Un
bacio, silvia.
Bellas:ciao!sì, forse un ringhio
ci sarebbe stato…maho pensato che non era al pieno delle sue forze!Troppi avvenimenti in un
colpo solo, anche per un vampiro come Edward!!Sai, non so se hai visto, ma ho
preso in considerazione il tuo commento del capitolo scorso, e ho un po’ smorzato
il linguaggio di Edward. Rileggendolo forse mi ero fatta prendere un po’ la
mano, e ho sostituito alcune imprecazioni con altre più adatte per Edward!!Grazie
per avermelo fatto notare!!!Grazie mille anche per leggere e commentare. Un
bacio, silvia.
Avvolta dalle braccia di Edward ogni paura era scomparsa
Ciao
ragazze!!Vi lascio questa cosa che ho scritto un po’ di tempo fa, subito dopo
aver scritto il punto di vista di Edward…Lo metto
come appendice…tanto per allegerire
un po’ l’attesa del prossimo capitolo!Spero vi faccia piacere leggerlo!!Grazie
a tutte!!Un bacio, Silvia
Isola Esme-Bella
Avvolta dalle braccia di Edward ogni paura era scomparsa .
Eravamo nati per stare insieme. Non smisi di fissare i
suoi occhi , rapita dalla loro profondità ed intensità. Sollevò le nostri mani
intrecciate e mi accarezzò la guancia
con il dorso della sua mano, ricambiando
il mio sguardo. Non so per quanto tempo rimanemmo a fissarci, perdendoci l’uno
nell’altra. Non c’era fretta nei suoi gesti, nessuna impazienza. E neppure nei
miei, sebbene avessi desiderato per molto tempo quel momento, non c’era urgenza
di affrettare le cose o di concludere. Ogni momento era magico, ed Edward
riusciva a farmelo vivere con un intensità tale che a fatica riuscivo a
contenere il mio cuore nel petto.
Ma dai suoi occhi intravedevo anche tanta paura. Paura,
che non aveva mai nascosto di provare, verso questo momento. Ma ero altrettanto
sicura che non mi avrebbe mai fatto del male, perlomeno volontariamente.
Appoggiò lentamente le sue fredde labbra sulle mie, affondando le sue mani tra
i miei capelli per attirarmi maggiormente a lui.
Solo questo era molto di più di quanto mi avesse mai
concesso. Potevo sentire il suo corpo marmoreo aderire al mio e, se non mi
avesse tenuta così stretta a lui, sicuramente le mie gambe avrebbero ceduto.
Stavo perdendo il controllo, ma dovevo dare un’altra possibilità ad Edward. Non
riuscivo a dimenticare i suoi occhi profondi e angosciati e non volevo che per
lui fosse troppo difficile accontentare le mie “pulsioni” umane.
Con tutta la forza che mi era rimasta mi allontanai da
lui, scostandomi leggermente dal suo corpo, e lo guardai nuovamente, rimmergendomi nei suoi grandi occhi neri, striati
d’argento. Ricambiò il mio sguardo e sorrise, riavvicinandomi a lui, senza
permettermi di parlare. Le sue dita percossero la mia schiena, lentamente,
scendendo lungo le mie cosce, per poi risalire e quando arrivò ai miei fianchi
le sue grandi mani mi sollevarono, avvicinando il mio volto al suo. A quel
punto ogni mia buona intenzione di rendergli tutto più facile era svanita.
Sospirai, ansimando, al tocco delle sue dita sul mio bacino e le mie gambe si
avvolsero a lui, incapaci di stare lontano dal suo corpo. Affondai le labbra
sul suo collo, vergognandomi improvvisamente della mia reazione e convinta che
mi avrebbe allontanata.
Non so come, in un ultimo sprazzo di lucidità rimasta,
trovai la forza di sussurrargli: -Anche tu dimmi se faccio qualcosa che non
va!Non voglio che sia troppo difficile o troppo doloroso per te-. Mi aveva
frenato così tante volte che non sapevo se i miei gesti potevano dargli
problemi. Ma Edward non rispose. Non sembrò minimamente far caso alle mie
parole e cominciò ad accarezzarmi ovunque, lentamente.
A quel punto mi abbandonai inerme a lui:avevo fatto del
mio meglio per aiutarlo, ma da quel momento in poi non avrei più avuto una
volontà propria.
Quindi mi lasciai andare, affondando le mie mani sui suoi
capelli, godendo delle sue carezze. Ma le mie mani non resistettero a lungo, e
seguirono l’esempio delle sue, iniziando ad esplorare il freddo miracolo del
suo corpo. Scesi lentamente, seguendo con i polpastrelli la linea sinuosa del
suo collo, delle sue spalle muscolose e della sua schiena. Potevo sentirlo
contrarsi e rabbrividire e questo non fece altro che aumentare il battito del
mio cuore e l’intensità della mia eccitazione.
Edward non smetteva di accarezzarmi e non riuscivo a
capacitarmi di come riuscisse a farmi sentire tante emozioni nello stesso
tempo.
Si staccò leggermente da me, guardandomi con occhi
eccitati ed accesi. Sfiorò le sue labbra fredde sulle mie, ma per troppo poco,
perché continuarono il loro cammino giù verso la mia mascella, il mio collo
fino a fermarsi sulle spalle.
Lì si soffermò ad annusare il mio profumo e per un breve
attimo pensai volesse interrompere il suo cammino. Ma non mi deluse e sposto le
sue labbra più giù, fino ad incontrare l’incavo del mio seno. Non ero abituata
a ricevere certe “attenzioni” da Edward. Un improvviso calore invase il mio
corpo, che ormai non rispondeva più ai miei comandi ma solo ai suoi. Inarcai la
schiena all’indietro,allontanando il mio petto dal suo, permettendogli di
baciarmi con più facilità ma allo stesso tempo avvicinai il mio bacino al suo,
agognando quel contatto col suo corpo che era venuto a mancare.
Avevo perso ogni controllo:non riuscivo a controllare i
gemiti di piacere che uscivano dalle mie labbra, alimentati dagli stessi
sospiri e gemiti che scuotevano anche Edward.
Sentii le sue labbra staccarsi da me, ma non osai aprire
gli occhi. Immaginai che mi stesse guardando e avvampai di rossore al pensiero.
Ritornò di fretta alla mia bocca e io mi aggrappai alle
sue labbra, soffermandomi ad assaporare il delizioso sapore che portavano con
sé.
Edward a quel punto fece un gesto che andava molto al di
là delle mie aspettative:la sua lingua tracciò il contorno delle mie labbra mandandomi
sull’orlo della frenesia.
Rimasi immobile, godendo di quell’ultimo atto di piacere
mentre mi portava fuori dall’acqua e mi adagiava tra le candide lenzuola del
letto.
Si allontanò per guardarmi…nuda. Potevo sentire i suoi
occhi carichi di desiderio indugiare sul mio corpo e mi aggrappai alle sue
spalle attirandolo sopra di me per mettere fine a quella lenta, ma
piacevolissima tortura.
-E’ già finito il bagno?-, chiesi divertita al suo
orecchio per stuzzicarlo un po’.
-Volevi continuare ancora un po’?-, chiese, stupito.
-No, certo che no-, risposi, mentre percorrevo il suo
petto marmoreo con le labbra.
A quel punto Edward decise che voleva farmi impazzire sul
serio, e percorse ogni centimetro del mio corpo con la sua lingua, indugiando
su “zone” particolarmente sensibili. Poteva farmi quello che voleva, ormai ero
soggiogata dalle sue attenzioni.
Avevo perso ogni controllo, e tra un gemito e l’altro lo
pregavo di continuare, impaziente di poter sentire nuovamente le sue labbra
sulla mia pelle.
Quando risalì, per incontrare nuovamente i miei occhi,
capii che era pronto e che era arrivato il momento. Si sistemò meglio su di
me,facendo aderire il suo bacino al mio, mi prese una mano tra le sue
intrecciando le dita e portandole di fianco al mio viso. Appoggiò la sua
guancia fredda alla mia ed entrò, piano.
-Dimmi se ti faccio male-, sussurrò al mio orecchio,
accarezzandomi con il pollice il viso.
Non risposi, ma appoggiai la mano libera alla base della
sua schiena, guidando i suoi movimenti. Potevo sentire i suoi occhi fissare il
mio volto in attesa di un’espressione di dolore che non tardò ad arrivare.
-Vuoi che mi fermo?-, chiese dolcemente. Mai e poi mai
avrei rinunciato a quelle sensazioni.
-Oh, no Edward, ti prego continua. E’normale, basta che
fai piano-, e lo spinsi nuovamente verso di me.
Il dolore che provavo era nulla in confronto al piacere
che mi dava sentirlo dentro di me e affondare nel mio corpo.
Come poteva aver solo pensato di potermi fare del
male?Non avevo mai sperato in qualcosa di più delicato e dolce di lui. Desideravo
sentirlo più vicino a me e lo pregai di stringermi più forte, mentre lui
pronunciava ansimando il mio nome. Quando il piacere arrivò al culmine Edward mi alzò
verso di lui, facendomi aggrappare alla sua spalla. Affondai le mie unghie
sulla sua schiena e le labbra sul suo collo, abbandonandomi al piacere dei
nostri corpi uniti assieme. Infine, ricademmo ansimanti sul letto, ancora
abbracciati.
Mi sistemai al suo fianco, appoggiando la testa sul suo
petto, appagata e felice, e mi lasciai trasportare dalla stanchezza che
quell’atto d’amore aveva portato con sé.
Ciao
ragazze!!!Ho fatto presto questa volta a scrivere un nuovo capitolo e ve lo
posto(anche se io non sono troppo soddisfatta…)!!Poi…il capitolo dal punto di vista di Bella non l’ho
postato prima perché mi ero scordata di averlo scritto…semplicemente!!!Spero
di non avervi fatto fare confusione!!!Beh…vi lascio
al capitolo!!Un bacio, Silvia!
Capitolo 24. Nuova
Non si mosse. Non respirò. Ma i suoi occhi aperti osservarono con intensità il
soffitto. Cosa stava guardando?Doveva essere tutto molto strano per lei. Ora i
suoi sensi erano molto, molto più sviluppati di prima e poteva percepire
sfumature, colori, suoni, prima impossibili.
“Sono qui con te”, pensai. Avrei voluto accarezzare, toccare quel viso
che mi sembrava spaventato, turbato. Dirle che era quasi tutto come prima;che
io ero lì, come sempre, per lei.
Ma temevo di spaventarla, più di quanto non lo fosse già.
Le strinsi la mano, cercando di rassicurarla. I suoi occhi si immobilizzarono,
fissi. Sembrava essere turbata da quella stretta, da quel tocco. Come se non lo
riconoscesse, come se non fosse quello che si aspettava. E probabilmente era
così. Lei ricordava la mia pelle dura e fredda, ma ora, che anche la sua era
esattamente così, come la mia, mi percepiva in modo diverso.
E improvvisamente scattò velocemente lontano da me, addossandosi completamente
alla parete, in posizione di difesa. Era davvero agile e veloce. Difficile
pensare in quei termini di Bella, la mia Bella, che difficilmente, da umana,
sarebbe riuscita a fare una cosa del genere senza, come minimo, rompersi una
gamba. Cercai di non ridere a quel pensiero, non mi sembrava il momento adatto
per lasciarmi prendere dall’ilarità.
“Fai piano Edward…Aspetta, lascia che prenda
confidenza con l’ambiente”, pensò Carlisle, che
insieme con i miei fratelli, era vicino alla porta, pronto ad aiutarmi in caso
di reazioni incontrollate di Bella.
“Era ora che si svegliasse…Com’è bella!!!”,
pensò, Alice, canticchiando tra sé.
Bella si era leggermente rilassata,abbassando la guardia, senza però alzarsi;
rimaneva accovacciata, in posizione di attacco. E teneva gli occhi fissi su di
me. Mi guardava.
“Sono io amore, Edward”, avrei voluto dirle, ma volevo aspettare che
fosse lei a fare il primo passo verso di me. Potevano essere successe mille
cose durante la trasformazione. Poteva essersi resa conto che l’avevo fatta
soffrire come non mai, che l’avevo condannata ad un esistenza eterna senza i
suoi affetti umani…poteva aver cambiato idea su un
sacco di cose, soprattutto su di me.
I suoi occhi, rossi accesi, non smettevano di fissarmi, di osservarmi. La
fissai anch’io, e mi accorsi che non emanavano timore, paura, rabbia, rancore…no, mi stava studiando, come se mi stesse vedendo
per la prima volta. Poi lentamente, la vidi spostare i suoi occhi oltre me,
sulla porta, dove c’erano Emmett, Jasper, Alice e Carlisle.
Aveva ragione mio padre. Stava studiando la situazione, come un animale. Non
dovevo scordare che ora Bella era del tutto simile a me, solo con i sensi molto
più sensibile e una forza che, molto probabilmente, era il doppio della mia.
Il suo sguardo si muoveva velocemente, vagliando attentamente ogni piccolo
dettaglio.
Tornò a guardare me. Piegò la testa di lato,e si alzò lentamente, senza
smettere di fissarmi.
Sembrava aver capito che nessuno voleva farle del male. Feci il giro del
lettino, dov’era stata distesa durante tutta la trasformazione, per avvicinarmi
a lei. Rimase immobile, continuando a guardarmi quasi incantata.
-Bella, amore?-, chiesi, sperando che mi riconoscesse.”Sono io va tutto bene”,
pensai, cercando di tranquillizzarla con lo sguardo.
Non rispose ancora. Sembrava imbambolata, ipnotizzata da qualcosa…
-Tesoro...Ora sei un po’ confusa…stai tranquilla-,
cercai di dire, sperando che mi rispondesse.
“Che c’è amore?A che pensi?”.Avrei voluto aiutarla in qualche modo.
Sembrava davvero un piccolo cucciolo, spaesato e indifeso. Probabilmente aveva
sete, e non sapeva capire quella nuova sensazione che albergava in lei. O
probabilmente era solo confusa, dalla miriade di suoni, odori, cose nuove che
non era solita percepire.
Mi sarebbe piaciuto sapere a cosa stava pensando e, in realtà, avevo sperato
che, dopo la trasformazione, la sua mente si sarebbe finalmente aperta a me. Ma
nulla. Era, come sempre, inaccessibile.
Feci l’ultimo passo che mi divideva da lei, e le accarezzai, lentamente,
dolcemente la guancia. La vidi turbata, come se avessi fatto qualcosa che non
andava. Osservò me, il mio viso, per poi spostare i suoi occhi sulla mia mano,
che continuava ad accarezzarla.
“Che c’è?Cosa provi amore?”, avrei voluto chiederle ancora. Non lo feci.
E non lo feci perché ero emozionato, impacciato, quasi peggio della prima volta
che l’avevo baciata, o che avevamo fatto l’amore. Toccarla…era
da tanto che non desideravo Bella in quel modo. O meglio, l’avevo sempre
desiderata tanto, ma mi sembrava sbagliato fare certi pensieri…
prima. Avevo sempre timore di farle male, di non essere in grado di fermarmi,
di perdere il controllo. E durante la gravidanza era stato ancora peggio.
Troppo preso, spaventato, preoccupato per quello che avevo fatto a lei, a
Bella, mi ero spesso odiato per aver fatto il patto, e aver deciso di fare
l’amore con lei, ancora umana.
Ora invece, che tutto sembrava essersi sistemato,mi sembrava naturale tornare a
desiderarla, tanto, sempre, come un uomo, come un marito. E mentre
l’accarezzavo, sembrava che anche lei percepisse quella scossa elettrica,
emozionante, eccitante che aveva invaso il mio corpo, bruciando le mie vene, e
concentrandosi nello stomaco. Avrei addirittura giurato di sentirla tremare al
mio tocco…Ma non poteva essere. Sapevo che i vampiri
neonati non avevano quel tipo di pensieri, quel tipo di “appetiti”…troppo presi a combattere con quello della sete. Eppure…eppure sentivo i suoi occhi guardarmi,
fissarmi e avrei giurato che quegli occhi fossero carichi di desiderio…per me. Con un espressione stupita sul volto,
continuai ad osservarla, in attesa che parlasse.
Poi successe l’inaspettato.
Bella si gettò completamente su di me, abbracciandomi stretto.
”Oddio se è forte”, pensai, stritolato dalla sua stretta e allo stesso
tempo compiaciuto e piacevolmente stupito del gesto. Non potevo crederci…tra tutte le cose che avevo immaginato, quella era
davvero la più lontana dalle mie aspettative. La sentii annusarmi, respirarmi,
prima di appoggiare la guancia contro il mio petto…troppo
forte.
Mi allontanai lentamente, cercando di essere gentile. Era lei, era la mia Bella
e questo mi rendeva euforico e contento. E mi voleva ancora…l’unico
problema era che era parecchio più forte di me e forse, era il caso di
ricordaglielo.
Mi pentii subito di essermi allontanato, osservando il suo viso diventare
pensieroso, triste e confuso.
-Piano Bella, se più forte di me amore, ora-, mi affrettai a dire, cercando di
tranquillizzarla.
“Ti voglio Bella…non temere”, pensai,
osservando ancora i suoi occhi spaesati osservarmi. -Scusa…-, mormorò, abbassando il capo, e ritirandosi
da me, incrociando le braccia dietro la schiena.
“Farete scintille…”,pensò Emmett
sghignazzando, tirando fuori un pensiero malizioso e inopportuno come al suo
solito.
Sorrisi a Bella, tentando di rassicurarla. Era davvero dispiaciuta.
-Tranquilla amore, basta che fai più attenzione. Ora tocca a te…-, osservai, accarezzandole la bocca, schiusa in una
smorfia colpevole. Quelle labbra…erano così morbide,
vellutate, invitanti…Risollevò gli occhi su di me,
osservandomi ancora. C’erano tante cose che doveva conoscere, metabolizzare,
accettare. Le accarezzai la guancia di nuovo, comprensivo, capendo che aveva
bisogno di calma per abituarsi a quella nuova vita.
Non parlò più, ma continuò a fissarmi, riflessiva, pensierosa. Sembrava quasi
che cercasse il coraggio, o le parole giuste per dire qualcosa. O forse no.
Forse era solo confusa, dalle troppo emozioni che erano nate in lei
improvvisamente.
E poi decisa, ma delicata, mi toccò la guancia. Sussultai, stupito da
quell’improvviso gesto. E la fissai. Ero emozionato, turbato, scosso…e innamorato. Innamorato di lei, di Bella, che come
sempre sapeva stupirmi regalandomi sensazioni, emozioni uniche e rare.
Ci fissammo negli occhi, immergendoci uno nell’altro, dimenticando il resto.
-Ti amo, Edward-, disse, con voce delicata e
melodiosa.
E in quel momento non potevo sentirmi più felice. Non c’era più niente, più
nessuno attorno a noi. Solo io, Bella e il nostro amore. Le sorrisi, incapace
di trovare un modo efficace di esprimerle il mio amore.
-Ti amo anch’io, Bella-, risposi, con voce rotta dall’emozione, sapendo che non
avrei mai trovato il modo, o le parole per farle capire quanto fosse
indispensabile per me.
Le presi il volto tra le mani, pensando a quanto fosse infinitamente bella, e
lentamente avvicinai le sue labbra alle mie. Le sfiorai lentamente, beandomi
della loro morbidezza e del loro sapore. Ora non dovevo più fare attenzione,
stare attento a non perdere il controllo. Ora potevo perderlo…
E le accarezzai piano le labbra con la lingua,labbra che socchiuse piano,
permettendomi di approfondire il bacio, come non avevo mai fatto prima. Portò
una mano tra i miei capelli, e premette il suo corpo contro il mio cercandomi
freneticamente. I nostri respiri si fecero più affannati, sempre di più,
seguendo il ritmo del bacio che ci stavamo scambiando. Io ormai non capivo più
nulla. Se fosse stato per me sarei sparito con lei, immediatamenta,
a fare l’amore per giorni. Non mi ricordavo neppure che ci fosse qualcun altro
ad osservarci. Ma troppo presto,Emmett si schiarì la
gola, ricordandoci che non eravamo soli. Mi staccai malvolentieri dalle sue
labbra,e appoggiai la fronte alla sua. Era ancora mia, era ancora la mia Bella.
I suoi sentimenti nei miei confronti non erano cambiati, anzi…
Bella mi fissò per un istante negli occhi, prima allontanarsi da me. Io feci
altrettanto, mettendomi al suo fianco e ridacchiando nervosamente…la
volevo...tanto. La sentii respirare a fondo, in cerca nuovamente del controllo,
che avevamo rischiato di perdere un secondo prima. Io facevo fatica a
riprendermi, troppo sconvolto da quel bacio che ci eravamo appena scambiato. Dopottutto…era il nostro primo vero bacio…di
quel genere perlomeno.
-Ti sei divertito a tenermi nascosto una cosa del genere?-, chiese,
sorridendomi compiaciuta, giocherellando con le dita della mia mano, che
ricadeva vicino al suo fianco.
Sorrisi alla sua domanda, finalmente libero, svuotato da tutti quei pensieri
che mi avevano aflitto fino a quel momento. Ora
sembrava tutto davvero perfetto. -Beh…prima c’era il rischio che perdessi il controllo
e ti facessi del male,ora tocca a te stare attenta…-,
mormorai, vicino al suo collo, respirando il suo profumo.
Mi guardò con aria di nuovo pensierosa, mentre io la osservavo divertito.
“L’ho detto io che farete scintille…”, pensò
ancora Emmett, spostandosi per lasciare passare mio
padre.
-Come va Bella?-, chiese, avvicinandosi a lei, e osservandola con aria
professionale.
“Sembra tranquilla…”, pensò, leggermente
stupito.
-Un po’ confusa. E’ tutto così strano, diverso…tanto…-,
disse, interrompendosi subito, distratta da qualcosa che non capii.
-E’ normale Bella. All’inizio può essere fastidioso, ma presto diventerà tutto
più semplice-, cercò di spiegare mio padre, tentando di tranquillizzarla.
Io non smettevo di osservarla, raccogliendo ogni sua reazione.
Annuii velocemente all’osservazione di mio padre.
-Sì, ma a parte quello sono io…è una cosa che non mi
aspettavo-, osservò stupita.
Mi faceva piacere sapere che la trasformazione non l’aveva sconvolta
completamente. La abbracciai, stingendola al mio fianco, sollevato.
-Sono felice-, mormorai al suo orecchio.
“E’ davvero controllata”, pensò mio padre.
-E’ davvero stupefacente-, disse, esprimendo ad alta voce il pensiero di poco
prima.-Sei molto tranquilla, pacata. Non me l’aspettavo-. Era vero, aveva
ragione. Io non sapevo cosa aspettarmi, ma le reazioni al suo risveglio erano
completamente in linea con la tranquillità con cui si era svolta la
trasformazione.
-Non proprio-, ribatté Bella, probabilmente riferendosi alla reazione di difesa
che aveva avuto al suo risveglio.
“Non direi Bella, sei proprio controllata invece”, continuò a pensare
mio padre.
-E dimmi:cosa ti ricordi della trasformazione?Da quello che ho visto, sembra
che la morfina ti abbia aiutata…-, osservò, cercando
chiaramente una conferma da Bella. Io mi irrigidii a quella domanda. Era quello
che più temevo sapere. Attesi una sua risposta, sperando che non ammettesse di
aver sofferto troppo.
-Non ricordo molto. Era tutto confuso…-, disse,
scuotendo la testa come per riordinare i suoi pensieri.-Ricordo che la bambina
non respirava…-, concluse spaventata, cercando il mio
sguardo. Voleva informazione su Renesmee, la nostra
piccola.
Strinsi il mio braccio attorno a lei.-Renesmee sta
bene tesoro. E’ bellissima…-, mormorai, commuovendomi
delle mie stesse parole. Non mi sembrava vero che fossimo genitori e che
potessi vivere quell’esperienza con lei.
-Ma continua il tuo racconto-, dissi, esortandola a raccontare della
trasformazione.-Cosa ricordi ancora?-, chiesi.
Mi osservò a lungo prima di rispondere. Sembrava cercare le parole esatte…
-In realtà non ricordo molto. Mi è sembrato di dormire per tutto il tempo…-, disse.-E quando ho aperto gli occhi, ero così…-,concluse, abbassando gli occhi. Mi sembrava strano
che non avesse provato dolore, nulla, ma era possibile. La morfina forse aveva
funzionato davvero, e Carlisle sembrava pensarla allo
stesso modo.
-Davvero stupefacente-, mormorò mio padre, curioso e stupito come poche volte
l’avevo visto.
-Devi ripensare a tutto quello che è successo, e ricordare ciò che puoi…-, insistette ancora, eccitato. Osservai Bella che
annuii mogia, senza aggiungere altro. Temevo che non volesse raccontare nulla
in mia presenza. Probabilmente aveva sofferto molto e non voleva darmi anche
quella pena. Le avrei parlato con calma, in un altro momento, per conoscere la
verità di quei momenti.
-Oh, scusa Bella-, intervenne mio padre, fraintendendo il suo silenzio.-Avrai
sicuramente sete. Parleremo di questo in un altro momento-, si affrettò a dire
mortificato per la sua disattenzione. Anch’io non ci avevo pensato. Bella non
aveva ancora dato segno di aver sete…
Tornai con lo sguardo su di lei, che guardò smarrita mio padre, dopo aver
nominato la possibilità che potesse avere sete. Si portò le mani sul collo,
origine del bruciate desiderio che provocava il bisogno di nutrirsi.
La presi per mano, scuotendola leggermente dai suoi pensieri.
-Bella, amore-, la chiamai.-Vieni, andiamo a caccia-, dissi, immaginando una
sua istantanea reazione. Cacciare per noi era naturale, istintivo, come
mangiare o bere per gli umani. Pensavo che Bella, rispondesse subito al mio
invito, senza indugio, vinta dal desiderio irrefrenabile di dissertarsi. Invece
rimase immobile, senza muoversi. Mi guardò sconvolta, come se avessi detto una
cosa totalmente senza senso. Le sorrisi, meravigliato dalla sua reazione.
-Tranquilla amore-, le dissi.-Vedrai…sarà semplice,
istintivo, naturale…-,spiegai. Ma nulla. Continuò a
fissarmi interdetta e spaventata.
-Ma come?-dissi, prendendola in giro.-Non era un tuo desiderio quello di
vedermi cacciare?-, chiesi tentando di convincerla. Non volevo che stesse male.
Sapevo quanto doloroso potesse essere il desiderio di bere.
Sorrise, alla mia domanda.-Allora andiamo?-, chiesi ancora, stringendole la
mano, e portando l’altra sul suo collo bianco e liscio, accarezzandola.-Non c’è
motivo di aspettare. Non voglio che tu stia male…-,
mormorai, preoccupato e sincero.
-Tranquillo, sto bene-, disse, stringendo forte la mia mano.-Aspetta, prima voglio…-.
Si interruppe. Era chiaro. Voleva sapere. Molte cose erano rimaste in sospeso
durante la sua gravidanza, ed era chiaro volesse delle spiegazioni.
-Cosa vuoi Bella?-, chiese mio padre precedendomi.
-Vorrei vedere Renesmee-, chiese, guardando prima me
poi mio padre. Poi le sue mani lasciarono le mie e andarono ad appoggiarsi sul
suo ventre. Con che coraggio potevo dirle che non era il caso che per il
momento vedesse sua figlia?Come potevo negarle una cosa del genere?Fissai Carlisle con sguardo implorante, cercando il suo appoggio.
“No Edward, è troppo pericoloso”,pensò, rispondendo alla mia supplica
muta.
-Cosa c’è?-, chiese Bella, attenta ad ogni nostra reazione e avendo notato
l’occhiata che io e Carlisle ci eravamo scambiati.
Mi voltai verso di lei, cercando le parole adeguate per negarle un desiderio
legittimo come quello di vedere la figlia che con le sue ultime forze da umana
aveva messo al mondo.
Le accarezzai le mani, che teneva strette sulla pancia.
-Tesoro-, iniziai dolcemente, guardandola negli occhi.-Renesmee
ha un cuore che batte,nelle sue vene scorre sangue. È mezza umana. Potresti
metterla in pericolo…-, osservai attendendo una sua
reazione. Temevo si arrabbiasse, si infuriasse per quella negazione, sensata,
ma senza cuore. Come si poteva negare ad una madre di vedere la figlia?Era
terribilmente ingiusto…
Bella mi osservò a lungo, soppesando le mie parole. Scosse la testa,
rattristandosi.
“Mi dispiace amore”, pensai,”mi dispiace tanto…”.
La vidi concentrarsi di nuovo, come se stesse ascoltando qualcosa. -Dov’è adesso?-, chiese con un tono di voce calmo e
pacato. Non sembrava arrabbiata o altro. Sembrava aver capito che poteva essere
un pericolo per la piccola, ma di certo non era una reazione tipica di un
vampiro neonato. Non erano così ragionevoli, di solito!
Non risposi. Sapevo che l’avrebbe trovata da sola. Il suo cuoricino batteva
forte. Anche la mia piccolina era emozionata. Jacob le aveva appena spiegato
che la sua mamma si era appena svegliata e lei non faceva altro che chiedere
quando avrebbe potuto vederla. Era un doppio dolore non permettere a Bella di
far vedere la bambina!
-E’ con Rose?-, chiese ancora, senza smettere di cercarla.
-Sì-, risposi laconico. Con Rose e Jacob…ma per il
momento non era il caso di dire che Jacob era ancora lì, in casa nostra.
Sarebbe stato difficile giustificare la sua presenza, senza poter spiegare
dell’impriting. Ma avevo promesso a Jacob che avrei
lasciato a lui tutte le spiegazioni del caso.
Vidi lo sguardo di Bella farsi ancora più pensieroso di prima.
-E Jacob?E Charlie?-, chiese.-Raccontatemi…per quanti
giorni sono rimasta senza coscienza?-, chiese ancora, mentre pian piano altre
domande si facevano spazio nella sua testa.
Io ero allibito. Continuava a far domande, legittime per carità, mettendo in
secondo piano la sete. Ma come faceva?Era impossibile!Fissai Jasper, anche lui
stupito dal comportamento di Bella.
Poi spostai ancora una volta lo sguardo su Carlisle,
scambiando uno sguardo stupito anche con lui.
-C’è qualcosa che non va?-,chiese Bella, notando come prima la nostra
esitazione nel rispondere, e le occhiate sbalordite che mi ero scambiato prima
con Jasper, poi con mio padre.
-No Bella, tranquilla. Non c’è niente che non vada-, si affrettò a
tranquillizzarla mio padre.-La trasformazione è durata due giorni. Tutto è
avvenuto più velocemente del solito. E questo per merito di Edward, che ha
iniettato direttamente il suo veleno nel tuo cuore-, disse. Si fermò un attimo,
cercando le parole giuste per continuare. -Charlie crede che tu sia ammalata. Ti crede ad
Atlanta, in un centro dove effettuano test epidemiologici. E’ amareggiato
perché non riesce a mettersi in contatto con te. Jacob invece sta bene ed è
ancora qui-, terminò mio padre senza dare ulteriore e più particolareggiate
spiegazioni.
-Forse è il caso che chiami mio padre-, mormorò, apparentemente confusa,piena
di domande e piena di perplessità. Poi si fermò, alzò gli occhi su Carlisle, perplessa.
-Scusa, hai detto che Jacob è qui?-, chiese a mio padre, che mi guardò, non
sapendo cosa rispondere.
“E ora cosa le dico?”, pensò in evidente difficoltà.
Intervenni, cercando di rimandare il discorso.
-Bella, tesoro. Ne parliamo dopo. Ora è meglio pensare a te. Avrai sete, no?-,
chiesi, ancora cercando di spostare l’attenzione su qualcos’altro.
La sentii deglutire rumorosamente, come se volesse ricacciare giù l’arsura che
immaginavo sentisse.
-E Jacob?-, insistette ancora.
-Tranquilla Bella. C’è tempo per le spiegazioni-, ribadii ancora.
-Va bene-, acconsentì. La presi di nuovo per mano, con tutta l’intenzione di
trascinarla a cacciare. Non avevo fatto i conti con Alice, che si piazzò
davanti a Bella, pretendendo la sua attenzione.
-Fermi-, ordinò.-Prima di andare Bella deve vedere quanto è incantevole-,
continuò.-Mi serve uno specchio…-.
-Dai Alice, lasciala stare-, la rimproverai. Bella era già abbastanza confusa
senza che ci mettesse anche lei. -Eddai, ci vorrà solo un attimo-, replico con voce
lagnosa.”Dai, dai, dai Edward…peeeeerfavore!!!”
-Che succede?-, chiese Bella, guardandosi attorno, come temevo, confusa. Alice,
nel frattempo, era sparita dalla stanza e tornò velocemente con un enorme
specchio che di solito stava nella camera di Rose.
“Meglio che mi metta più vicino a lei”, pensò Jasper, temendo che Bella,
vedendo il suo aspetto, reagisse in maniera inaspettata. Lei lo osservò attenta
ogni suo movimento e poi lo fissò intensamente, probabilmente notando le sue
cicatrici.
“Si sta agitando”, pensò quasi vittorioso. Bella non stava reagendo come
lui si aspettava e questa cosa lo innervosiva. Li vidi osservarsi a lungo,
studiarsi e vidi Bella scoprire leggermente i denti, in segno di difesa. Jasper
le sorrise, prima di usare il suo potere per tranquillizzarla.
-Ecco qui-, intervenne Alice, distogliendo l’attenzione di Bella da Jasper, e
posizionando il grande specchio davanti a lei.-Il giorno del matrimonio nessuno
mi ha dato soddisfazione, e ora mi prendo la rivincita-, disse, borbottando tra
sé.
-Cosa stai dicendo, Alice?-, chiesi. Mi sembrava un po’ esagerata la sua
reazione.
-Non so…probabilmenteesagero…-,
borbottò ancora.
-Tu e il tuo bisogno di essere gratificata-, replicai, leggermente infastidito.
“Già, già, già…lasciami fare per una volta Edward”,
pensò, facendomi l’occhiolino e cercando la mia complicità.
Distolsi l’attenzione da Alice, scuotendo la testa rassegnato:non l’avrebbe
fermata nessuno, inutile insistere. Come uno sciocco avevo lasciata sola Bella,
che si stava guardando con aria perplessa allo specchio. Non smisi di fissarla
un attimo, concentrandomi sull’espressione del suo viso. Lentamente la sua
espressione smarrita si distese in un sorriso compiaciuto, ma troppo presto, si
rabbuiò, guardandosi confusa.
-E gli occhi?-, chiese, avvicinandosi allo specchio per guardarsi meglio.-Per
quanto tempo i miei occhi rimarranno di questo colore?-, chiese.
-Mi avvicinai a lei, accarezzandole una spalla.
-Tranquilla tesoro, fra qualche mese il colore cambierà e diventeranno simili a
quello di tutti noi. Devi solo aspettare che il sangue animale diluisca il
colore del tuo sangue-, le spiegai, cercando i confortarla come potevo. La
capivo. C’era tanto, troppo di nuovo nel diventare vampiro. E non era facile
accettare tutto contemporaneamente.
-Qualche mese?-, chiese, voltando il viso, triste, verso di me.
“Edward!Si sta agitando più del solito”, pensò Jasper, mettendomi in
allerta. Guardai prima lui, poi Alice, sperando che Jasper non intervenisse in
modo affrettato.
-Va tutto bene-, disse Bella, intervenendo, mettendo fine al nostro
allarmismo.-E’ solo che è tutto così strano , così diverso…-,
spiegò tornando a guardarsi allo specchio.
“Davvero…non capisco. Come fa a
controllarsi in questo modo?Prima era molto agitata”, osservò Jasper
scuotendo la testa.
-Non ne ho idea…-, mormorai, stupito quanto lui
dall’autocontrollo di Bella. Non appena si era accorta della nostra
preoccupazione, ci aveva tranquillizzati…lei…che non
doveva assolutamente avere una simile capacità in quanto vampiro neonato.
-Mi sono persa qualcosa?-, chiese guardando prima me poi mio fratello. -Jasper non capisce come fai-, le spiegai.
-Come faccio a fare cosa?-, chiese.
- A controllare così bene le tue emozioni, ad avere questo autocontrollo…-,
le rispose Jasper.
-Ne ho visti di neonati…ma tu, Bella, sei una
sorpresa continua. Prima sentivo il tuo turbamento, ma non appena hai visto la
nostra preoccupazione, hai preso da sola il controllo di te stessa,
tranquillizzandoti, senza il nostro aiuto-, spiegò.
-E questo è sbagliato?-, chiese, perplessa.
-No, non lo so-, rispose Jasper, chiaramente incapace di darle una risposta.”Io
non ho mai visto una cosa simile”.
Intervenni, accarezzandole un braccio.
-Non c’è nulla di sbagliato tesoro, solo che non ce l’aspettavamo. E non
sappiamo per quanto riuscirai a mantenere il controllo in questo modo-, le
spiegai.
Non mi rispose. Mi guardò ancora una volta pensierosa. -Parliamo d’altro-,
disse Alice, interrompendo la conversazione.-Che ne pensi, allora?-, chiese,
indicando l’immagine di Bella riflessa allo specchio.
Lei tornò ad osservarsi attentamente. Alzò la sua mano, come per verificare se
la donna riflessa allo specchio facesse lo stesso. Sospirai. Chissà dove la
portavano i suoi pensieri…avrei tanto voluto essere
nella sua testa…
-Che c’è?Sei deluso?-, chiese, notando il mio sospiro.
Sorrisi. Sapevo che lei si riferiva al suo aspetto, ma io non ero affatto
deluso di quello,anzi…
-Un po’ -,ammisi, riferendomi al fatto che non riuscivo a leggere i suoi
pensieri, neppure ora che lei era come me.
Vidi il suo viso stringersi in una smorfia di dolore, che mi fece pentire
subito di quello che avevo detto. Avevo pensato solo e sempre a me, in quei
giorni, non pensando che anche lei potesse essere spaventata dalla mia
reazione. Mi avvicinai a lei, abbracciandola forte, ignorando gli avvertimenti
di fare attenzione di Jasper.
Appoggiai le mie labbra sulla sua guancia, respirando il suo profumo, che era
cambiato, sì, ma se era possibile era ancora più buono di prima.
-Pensavo di poter ascoltare la tua mente, ora che sei come me-, le spiegai,
continuando a stringerla, e sentendola rilassarsi lentamente tra le mie
braccia.-Invece nulla. Come prima sono qui a desiderare di poter sentire i tuoi
pensieri…-, continuai.
La sentii sorridere, appoggiando la fronte al mio petto.
-Beh, se è solo questo…il mio cervello non funzionerà
mai come dovrebbe. Perlomeno il mio aspetto è migliorato…-,
osservò.
-Bella-, la rimproverai.-Tu sei sempre stata bellissima-, continuai, mordendole
il lobo dell’orecchio. Non potevo ancora credere che fosse così facile stare
con lei.
“Ti prego portala a caccia. Mi sto innervosendo a sentirla cambiare umore
così facilmente. Lei non dovrebbe sapersi controllare in questo modo…”, pensò frustato Jasper.
-D’accordo, ora andiamo-, dissi, rispondendo al suo pensiero mentale.
-Che c’è?-, chiese, attenta, senza lasciarsi sfuggire niente. -Jasper si sta innervosendo. Meglio che ti porti a
caccia, così forse poi si rilasserà-, le spiegai, sempre più convinto che
quello più agitato fosse lui e non Bella.
-Va bene-, disse, staccandosi dal mio petto. Diede un ultimo sguardo alla sua
immagine riflessa allo specchio e respirò a fondo .
-Sono pronta, andiamo-, disse, prendendomi per mano e guardandomi regalandomi
uno dei suoi meravigliosi sorrisi.
Chanellina94:Ciao!!Sono brava questa volta!!Aggiorno presto!!!Sì…Bella finalmente si sveglia!!!Grazie mille!
silvia16595:Ciao
Silvia!!Mi piace sapere i vostri nomi veri!!!Sai, anche a me una volta è
capitato di non riuscire più ad entrare nel sito…mah…misteri
della tecnologia!!!Tranquilla, sono certa che leggi sempre e scrivimi quando
puoi. A me fa sempre piacere ricevere commenti, ma capisco che a volte si legga
e basta…io sono ugualeXD!!!Grazie
mille per leggere e commentare!!
Elfa sognatrice:ciao!Ti lascio
questo nuovo capitolo:finalmente Bella si sveglia!!Non sono proprio
contentissima di come è venuto, ma non ho saputo fare meglio…sorry!!!Beh,
ti lascio alla lettura così giudicherai te!!!Grazie mille come sempre per
leggere e commentare!!!Dimenticavo…sono felice che ti
sia piaciuto il capitolo di Bella, ma non credo che lo continuerò…ci
ha già pensato la Meyer a descrivere il risveglio!!!
trettra:grazie!Sono contenta che le mie invenzioni nel
capitolo ti sono piaciuteXD!!Grazie mille di tutto!!
linda88:grazie
mille linda!!Sto facendo il possibile per aggiornare in fretta, ma i prossimi
capitoli non li ho ancora scritti quindi dovrete pazientare un po’ di più dei
primi!!!
Marika_BD:Marika…sei
onnipresente, mi riempi di complimenti ovunque!!!Sei davvero un tesoro!!Io ti
adoro!!Grazie mille di tutto!!!
Tede:grazie mille, sono felice che ti sia piaciuta la mia
descrizione!!E sono felice che ti sia piaciuto il punto di vista di Bella!!Sto
facendo il possibile per postare in fretta!!Un bacio, Silvia
Antonya:Grazie mille davvero, io sono felice quando
posso farvi leggere qualcosa che vi piace!!Grazie davvero!!
KissyKikka:grazie, grazie, grazie davvero!!!Sono felice
che ti sia piaciuto anche il punto di vista di Bella sull’isola Esme!!
naog94:grazie!Cerco
di postare più in fretta che posso!!!
DolceGiuggy:grazie tesoro, sono felice che ti sia
piaciuto anche il punto di vista di Bella!!!Grazie mille davvero, per tutto!!!
ila74cullen:ciao!!Sono
contenta che ti piaccia la mia storia!!!Mi fa davvero piacere, non sai
quanto!!!Grazie davvero di leggere e commentare!Un bacio, Silvia!!
Ciao a tutte!! Chiedo scusa in anticipo se questo
capitolo non è molto curato e contiene errori di ortografia ma l'ho scritto di
fretta. Domani parto, vado in montagna e sto via fino a domenica e tra i
preparativi e il resto no ho avuto molto tempo per scrivere. Tra l'altro è solo
la prima parte del capitolo, la prossima ve la posto lunedì prossimo.
Perdonatemi e portate pazienza!!
Grazie a tutte in anticipo!!!Un bacio, silvia
Capitolo 25. Caccia(prima parte)
Vidi il suo viso aprirsi in un espressione sconvolta.
-Usciamo dalla finestra?-, chiese, guardando prima me e poi tornando ad
osservare il vuoto che si apriva davanti a lei.
Non potevo crederci…non potevo davvero credere che temesse di saltare giù. Era
un vampiro ora, non doveva avere certe paure. Eppure…sembrava non rendersene
ancora conto.
Sorrisi tra me, vedendola preoccupata fissare fuori dalla finestra.
-Se hai paura, ti porto io-, mi affrettai ad assicurarla.-Era solo per fare più
veloci…-, spiegai.
-Come?Abbiamo l’eternità davanti e il tuo problema è uscire velocemente?-,
chiese sbigottita di fronte alla mia spiegazione. Giusta osservazione, non
faceva una piega se non fosse stato che per raggiungere la porta di casa
l’avrei fatta avvicinare troppo a Nessie, e non sapevo se potevo fidarmi di lei,
del suo autocontrollo.
Fin’ora non mi aveva dato motivo di dubitarne…ma come continuava a ricordarmi
Jasper, Bella era una vampira neonata e le sue reazioni potevano essere
violente e improvvise.
-Beh…-, tentai di giustificare la scelta dell’uscita.-In realtà giù c’è
Renesmee, con Jacob…-, dissi, mortificato di doverle nuovamente ricordare di
lei.
-Capisco…-, mormorò cupa, tornando a guardar giù. Chissà a cosa stava
pensando?Mi dispiaceva non permetterle di vedere la sua piccolina, nostra
figlia…Per quanto ancora avrei dovuto tenerle lontane?
-Ma sei sicuro che Renesmee stia bene assieme a Jacob?-, mi chiese, accigliata.
“Certo che sta bene. Non potrebbero stare meglio assieme…Jacob ha avuto
l’imprinting con nostra figlia”, pensai tra il sollevato e l’infastidito,
ma anche questo non potevo dirlo a Bella.
Non le risposi, ma tornai ad osservarla affascinato. Ogni suo gesto, ogni suo
movimento, ogni sua attesa mi stregava e mi attirava. Non mi sarei mai stancato
di osservarla così presa dalle sensazioni della sua nuova natura.
La vidi concentrarsi di nuovo, perdersi nell’insieme caotico di rumori che
percepiva.
-Strano…l’ha sempre considerata come un mostro-, mormorò ancora tra sé Bella,
riferendosi alla permanenza di Jacob vicino a Nessie.
-Tranquilla Bella-, le dissi, avvicinando le mani verso il suo viso perplesso e
preoccupato.-So quali sono i pensieri di Jacob, e so che la piccola è al sicuro
con lui-, le spiegai, sperando che non volesse approfondire ulteriormente la
cosa.
-Beh, certo…-, bisbigliò, spostando lo sguardo da me, come dispiaciuta di aver
messo in dubbio la mia capacità di giudizio,e osservando il vuoto. Fissava
fuori dalla finestra impaurita e deglutì più volte continuando a fissare il
terreno sotto di lei. Possibile che avesse paura?Non avevo mai visto una
vampira più timorosa e riflessiva di lei. Non potevo credere che avesse paura
di farsi male. Soprattutto perché ero certo che avesse sete, e un vampiro di
fronte a quel bisogno non si sarebbe fatto frenare da un piccolo salto come
quello. Ma Bella era pur sempre Bella…Era incredibilmente ancora molto umana…le
sue paure, le sue insicurezze, le sue incertezze…tutto era ancora molto umano
in lei.
-Che c’è Bella?-, chiesi quasi divertito.-Stai cercando di evitare il salto?-,
chiesi ancora provocandola. Pensavo reagisse sfidandomi, mostrandomi che non
era certo una sua paura quella di saltare. Invece mi guardò con occhi
preoccupati, impauriti…come un cucciolo indifeso, non ancora pronto ad
abbandonare il rifugio protettivo della madre.
-Sì…non so come fare…-, ammise imbarazzata. “Non ci credo…Sapevo che non si
sarebbe smentita”, pensò Emmett ridacchiando tra sé, che stava osservando
tutta la scena pronto a prenderla in giro al primo sbaglio. Ero certa che anche
Bella lo avesse sentito ridere, perché la vidi abbassare la testa come
mortificata.
-Bella, tesoro, tranquilla. E’ più facile di quello che immagini. Guarda come
faccio io-, dissi, accarezzandole dolce il dorso della mano per attirare la sua
attenzione prima di lanciarmi fuori dalla finestra, ricadendo morbido nell’erba
sottostante.
Alzai lo sguardo verso di lei, che si era sporta maggiormente dalla finestra
per guardarmi.
Era davvero bellissima, incantevole…un angelo. E subito dopo mi seguì,
lanciandosi dalla finestra, e con grazia e disinvoltura appoggiare i piedi al
suolo. Nessuna caduta rovinosa, nessuna risata, nulla. Solo un angelo
bellissimo che aveva trovato il coraggio che le mancava e un po’ di fiducia in
sé stessa.
Alzò lo sguardo verso il mio e mi sorrise. Un sorriso luminoso, quasi
incredulo. Sì, era davvero una creatura speciale la mia Bella.
-E’ davvero facile!-, esclamò, guardandosi attorno, quasi stupita di essere
ancora in piedi.
Le sorrisi, altrettanto felice.
-Tesoro?-, la chiamai, mentre si passava una mano sul vestito, sistemandoselo.
Aspettai che mi guardasse. Poi mi avvicinai a lei e le circondai i fianchi con
le braccia.
-Sei una vampira molto aggraziata…-, le sussurrai all’orecchio.
Era stupita e orgogliosa del complimento che le avevo appena rivolto, ed ero
certo che se fosse stata ancora umana le sue guancie si sarebbero colorato di
un rosso incantevole, segno di imbarazzo.
Mi sorrise dolce e riconoscente, ringraziandomi del complimento che le avevo
appena fatto.
Poi si tolse le scarpe che Alice le aveva infilato, e le lanciò all’interno
della finestra. Non sarebbe mai cambiata. Alice poteva provarci finché voleva
ma la sua tendenza a preferire scarpe comode, sarebbe stata una delle
caratteristiche immortali di Bella.
“Mi ha lanciato le scarpe?Ingrata…Con tutta la fatica che ho fatto a
sceglierle…”, pensò Alice, infatti, infastidita.
-Il suo equilibrio sarà anche migliorato, ma il suo senso estetico lascia
sempre a desiderare…-, brontolò arrabbiata. Bella sorrise, e fece spallucce a
quell’affermazione. Senz’altro sarebbe stata più comoda a correre nel bosco,
senza quegli inutili tacchi. Anche Alice molto spesso esagerava…e quella non
era certo l’occasione per vestire Bella in quel modo elegante.
La presi per mano, stupendomi ancora una volta di sentire la sua pelle tanto
simile alla mia, e la portai, correndo, nella foresta. Non sapevo come
insegnarle a cacciare…non era una cosa che andava insegnata. Doveva venire
naturalmente, essere una cosa istintiva. Ma per Bella sembrava non essere così,
sembrava aver bisogno di aiuto. E io ero lì per darle tutto l’aiuto di cui
aveva bisogno. Mi seguì tranquilla, senza esitazione , finché non arrivammo
davanti al fiume.
Mi guardò un’altra volta con il suo sguardo timoroso. Sguardo che avevo visto
spesso da quando si era svegliata.
-E ora nuotiamo?-, chiese, mordendosi il labbro.
-No amore. Così rischiamo di rovinare il tuo vestito. Dobbiamo saltare di
nuovo…-, le spiegai, stringendole la mano e portandola più vicino all’argine
del fiume. Mi guardò perplessa. Poi osservò la larghezza del fiume,
probabilmente valutando quante fossero le probabilità che ci finisse dentro.
-Vai prima tu…-, disse. Non sapevo se volesse prendere tempo o se avesse
semplicemente bisogno della conferma che ce l’avremo fatta a saltare senza
finirci dentro. Le accarezzai la guancia comprensivo. Feci due passi indietro
per prendere la rincorsa, saltai, atterrando sull’altra sponda del fiume
facendo una capriola in aria. Sapevo che mi aveva osservato durante tutto il
salto, studiando i miei movimenti per poi ripeterli simili.
-Sempre il solito…-, mormorò, quando mi voltai per aspettarla.-Quanto ti piace
metterti in mostra?-, chiese, scuotendo la testa divertita. Risi alla sua
domanda, mentre aspettavo la sua di acrobazia.
Era davvero magnifico vederla così, uguale a me,sapere che non si sarebbe fatta
del male, non facilmente perlomeno.
La vidi indietreggiare di parecchio, molto più di quello che avevo fatto io,
probabilmente temendo che la rincorsa altrimenti non sarebbe stata sufficiente
a ricoprire la distanza tra le due sponde.
Respirò a fondo e poi partì, fermandosi quasi subito. Avevo sentito il rumore
di uno strappo e non avevo capito subito a cosa fosse dovuto. Vidi Bella
chinata su sé stessa, armeggiare con il vestito e contemporaneamente,sentii
Jacob ridere.”Non si smentisce mai…”
“Nooo…è riuscita a rovinare il vestito…”, pensò Alice,digrignando i
denti infastidita. Sentii un altro strappo e quando riposai gli occhi su Bella,
dovetti far fronte a tutto il mio autocontrollo per non balzare rapidamente da
lei. Aveva strappato il suo vestito fino al suo bacino, mettendo in evidenza le
sue gambe lunghe e muscolose. Era chiaro che l’aveva fatto per rendere più
facili e fluidi i suoi movimenti, senza rendersi conto di quanto provocante
fosse ai miei occhi... come facevo a insegnarle a cacciare, senza essere
distratto da lei svestita in quel modo?
Deglutii a fatica, cercando di riportare l’attenzione su quello che stavamo per
fare:cacciare. Quella era la cosa importante, soprattutto per Bella per poterle
permettere di vedere Renesmee.
-Bella amore?Vuoi che ti rimostro come si fa?-, chiesi ancora, impaziente di
averla di nuovo al mio fianco. Non mi rispose, ma la vidi concentrarsi, prima
di riprendere la sua corsa verso il fiume. Appoggiò il piede esattamente come
avevo fatto io poco prima, per darsi lo slancio necessario ad attraversarlo. Ma
si lanciò con troppa forza, saltando parecchi metri più in là di me. Era
davvero un fenomeno, che non conosceva le sue potenzialità, ma pur sempre un
vero fenomeno. Il mio fenomeno. Mi affrettai a raggiungerla. Mi aspettava
soddisfatta, con una smorfia orgogliosa sul viso.
-Ho fatto un bel salto?-, chiese, guardandomi con occhi illuminati e eccitati
per quello che aveva appena fatto. Si capiva che ci stava prendendo gusto e
questo rendeva euforico anche me.
-Perfetto-, dissi, a dire la verità stupito che avesse saltato così tanto più
in là di me. Ma non potevo scordare che, nonostante non lo sembrasse, era pur
sempre un vampiro neonato, molto forte.
-Lo facciamo di nuovo?-, chiese, ansiosa di ripetere quell’esperienza
adrenalinica.
-Bella, siamo qui per cacciare-, le ricordai.-Concentrati amore-, dissi ancora,
stupito che si facesse distrarre in quel modo da attività che non riguardavano
la caccia, nonostante sentisse il desiderio di bere.
-Giusto…-, mormorò, di nuovo mortificata.-Dobbiamo cacciare…-, si ripetè, quasi
per convincersene.
-Vieni…prova a seguirmi…se ce la fai-, la sfidai, prima di sfrecciare tra gli
alberi, sperando che ritrovasse la concentrazione necessaria alla caccia. Era
davvero molto forte. Riusciva a correre molto più di me, e non perché fosse più
veloce, me perché ogni sua falcata valeva circa tre delle mie. Rise soddisfatta
quando riuscì a superarmi correndo agile tra gli alberi.
Ad un certo punto mi fermai e la chiamai.-Bella?-.Come prevedevo la sentii
rallentare fino a bloccarsi. Poi mi guardò confusa.
-Dove vorresti andare a cacciare?-, le chiesi.-Forse è meglio rallentare se non
vogliamo superare i confini nazionali-, notai, ironico.
Mi guardò con un sorrisetto divertito e furbo sulle labbra.-Qui può andare
bene-, acconsentì.-Ma cosa si caccia?-, chiese ancora, guardandosi attorni.
-Pensavo ad alci. Sono semplici da catturare e visto che è la tua prima
volta…-, osservai sperando che le alci potessero in qualche modo stuzzicare la
sua sete. Sapevo che non erano il massimo, ma aveva bisogno di imparare.
Avrebbe avuto tutto il tempo per fare delle battute di caccia in piena regola
in cerca di carnivori.
La vidi incupirsi, impaziente. Probabilmente la sua sete stava aumentando anche
perché il colore delle sue occhiaie era molto più scuro di prima.
-E dove ce ne sono?-, chiese, guardandosi ancora attorno confusa. Non potevo
dirglielo io. Doveva imparare a trovarle da sola. Non era difficile:aveva solo
bisogno di qualcuno che le spiegasse come usare gli strumenti a sua
disposizione per farlo.
Mi avvicinai a lei, e le appoggiai le mani sulle spalle.
-Aspetta, calmati-, le mormorai.-Chiudi gli occhi-, le bisbigliai ancora,
portando una mano sul suo viso, accarezzandola. Dovetti chiudere gli occhi
anch’io per far fronte all’irresistibile bisogno di lei. Non avevo mai pensato
che, da subito, avrei potuto di nuovo godere della sua pelle, che si sarebbe
fatta accarezzare in questo modo da me, senza attaccarmi o perdere il controllo.
La sentii rilassarsi contro il mio petto, avvicinando maggiormente il suo
orecchio alle mie labbra.
-Prova ad ascoltare. Senti qualcosa?-, le mormorai ancora. Ben sapendo che se
si fosse concentrata avrebbe riconosciuto l’odore di sangue che stavamo
cercando.
Non rispose subito, ma sentii il suo respiro farsi più ansante, più pesante,
come se non stesse solo cercando l’origine della sua sete. Non poteva dipendere
da me. Anch’io avevo il respiro affaticato a causa della sua vicinanza, ma non
potevo credere che lei condividesse la mia stessa sensazione, i miei stessi
desideri. I vampiri neonati non avevano certi tipi di priorità…anche se dopo il
bacio che ci eravamo scambiati qualche ora prima era chiaro che Bella
rappresentava una piacevole eccezione.
Mi immersi nel profumo della sua pelle, nell’intensità del suo respiro,in
attesa di una sua risposta.
-Forse verso nord-est, al ruscello?-, chiese, aprendo gli occhi e voltandosi
verso di me per ottenere la mia conferma, interrompendo quel paradiso di attesa.
-Giusto. Ora ascolta ancora, senti il profumo…-, mormorai, tornando ad
accarezzarle la guancia. Chiuse di nuovo gli occhi, concentrandosi. Io la
osservai mentre scandagliava tutti gli odori che percepiva. Ad un tratto la
vidi storcere il naso, contrariata. Sorrisi a quella smorfia. Non era proprio
un odore invitante quello di alci ma sicuramente avrebbero placato la sua sete.
-E’ normale. L’odore non è molto appetibile ma presto ti ci abituerai…-,
ridacchiai.
Bella continuò a tenere gli occhi chiusi, concentrandosi sull’origine di
quell’odore.
-Sono in tre?-, chiese.
-No, sono in cinque. Tre stanno bevendo, ma ce ne sono altri due dietro di
loro-. Non era facile riconoscere il numero di prede a disposizione, solo
l’esperienza permetteva di affinare questa capacità.
-E ora che faccio?-, chiese preoccupata mordendosi il labbro inferiore. Doveva
essere proprio difficile per lei, in un modo che probabilmente non ero in grado
di comprendere.
-Fai quello che ti senti…-, le risposi, tornando ad accarezzarle una spalla.
-Cerca di non pensarci. Segui l’istinto, dovrebbe venirti naturale-, mormorai,
allontanandomi da lei, e cercando di lasciarla libera di agire come meglio
credeva. Ero sempre lì, pronto per lei, pronto ad intervenire in qualsiasi
istante. Riprese a correre ancora, in direzione della scia che aveva
identificato. Era davvero silenziosa, mentre si muoveva sinuosa tra gli alberi.
In prossimità del fiume, rallentò, acquattandosi trai cespugli. Mi fermai
qualche passo più lontano da lei, osservandola, pronto ad intervenire qualora
avesse avuto bisogno di aiuto. Anche se sapevo che non ce ne sarebbe stato
bisogno. La vidi studiare attenta la situazione, prima di alzarsi leggermente,
tendendo i muscoli, pronta all’attacco. Ma una folata di vento, proveniente
dalla direzione opposta, le fece distogliere completamente l’attenzione dalle
sue prede.
“Dannazione”, pensai, mentre la rincorsi, preoccupato. Quella maledetta
folata aveva portato con sé odore di sangue umano e Bella aveva seguito alla
lettera il mio consiglio di seguire l’istinto che, ovviamente, le aveva
consigliato di lasciar perdere quegli stupidi erbivori poco invitanti, per
concentrarsi sull’odore di sangue umano ben più stuzzicante.
Non sapevo come fermarla. Non sapevo se davvero ci sarei riuscito. La frenesia
che provocava l’odore di sangue umano era così totalizzante da oscurare ogni
possibile briciolo di ragionevolezza. Ero davvero preoccupato, anche perché
l’unica soluzione sembrava quella di attaccarla per riuscire a fermarla, e
aggredire Bella era l’ultima cosa che volevo fare. Mi avvicinai maggiormente a
lei, sperando che percepisse la mia presenza, che si fermasse, distogliendosi
dall’intento di continuare a seguire quella scia. E così fece. Si fermò
improvvisamente e si voltò verso di me in posizione di attacco. Le labbra
socchiuse, pronte a lanciare un ringhio che avrebbe fatto rabbrividire
qualsiasi essere umano. Anch’io mi fermai, poco lontano da lei, affascinato da
quella creatura che sapeva essere tanto idilliaca quanto spaventosa. Quando mi
vide però, si raddrizzò, quasi vergognandosi di quello che aveva fatto, e tornò
a guardarmi con quel viso mortificato e colpevole. Cercai di avvicinarmi per
abbracciarla, sperando di tranquillizzarla, e farle tornare la ragione.
Ma Bella scosse la testa rassegnata.-Me ne devo andare da qui…-, ringhiò.
-Incredibile…Ci riesci?-, mormorai, sconvolto dal fatto che fosse riuscita a
capire che non poteva continuare la caccia in quella direzione. Prima che
riuscissi a finire la domanda, Bella era già ripartita, ripercorrendo il
sentiero di poco prima.
Si fermò poco dopo, immobile. La sentivo trattenere il respiro. Ero stato uno
stupido a permettere che dovesse subire una prova del genere lo stesso giorno
della sua nascita come vampiro…dovevo accertarmi che non ci fossero
escursionisti in giro prima di inoltrarmi in quel modo nel bosco.
Mi affrettai a raggiungerla, per capire se andasse tutto bene. Mi piazzai
davanti a lei. Le appoggiai una mano sulla spalla e con l’altra le alzai il
volto, che afflitto, fissava il terreno.
-Come ci sei riuscita, Bella?-, chiesi. In quel momento avrei voluto più di
ogni altra cosa entrate nella sua mente, per capire cosa l’avesse fatta
desistere dall’attaccare quell’escursionista.
-E io che pensavo di essere più brava di te…Mi hai lasciato vincere prima?-,
chiese, cercando di cambiare argomento. Aveva ripreso a respirare e sembrava
vagliare l’aria per capire se fosse sicura, pulita da ogni profumo che potesse
farle perdere la testa di nuovo.
Non capivo il senso della sua domanda, ma non l’avo lasciata vincere, no.
Scossi la testa, rispondendole e poi tornai a ripeterle la mia domanda. Volevo
sapere.
-Spiegami come hai fatto, per favore?-, chiesi ancora.
-A scappare dici?Ho smesso di respirare…-, rispose semplicemente. Ovvio…ma come
aveva fatto a prendere una decisione del genere? I vampiri neonati non sanno
decidere…
-Sì, ma come hai fatto a smettere. Stavamo cacciando…-, mormorai incredulo. La
vidi rabbuiarsi,e il suo viso macchiarsi di un’espressione colpevole.
-Sei stato tu…ti ho sentito dietro di me e mi sono fermata per attaccarti.
Scusa…-, mormorò dispiaciuta.
-No Bella, non mi devi chiedere scusa. Sono io che ho sbagliato. Non dovevo
esporti ad una simile tentazione. Dovevo assicurarmi che non ci fosse nessuno
in giro…-, le spiegai. Non doveva preoccuparsi, non doveva. Non era di certo
colpa sua. Anzi, lei era stata fin troppo brava a riprendere così velocemente
il controllo.
-Edward, ti rendi conto che ti ho ringhiato contro?-, continuò, profondamente
disgustata da ciò che aveva fatto.
-E’ normale, tesoro. Ti sei sentita minacciata. Ma quello che non capisco è
come hai fatto ad andartene?-, chiesi ancora. Eravamo sconvolti per due cose
completamente diverse.
-E cos’altro potevo fare?-, chiese.-Era una persona. Qualcuno che magari
conosco-, cercò di spiegarmi. Sì, capivo la sua spiegazione, ma non era
comunque una cosa normale. Non per un neonato. Non per quei neonati che avevo
visto, ma Bella, come sempre riusciva a stupirmi lasciandomi senza parole. Non
sapevo cosa dirle. La guardai sbalordito, prima di scoppiarle a ridere in
faccia, probabilmente in modo poco educato. Ma non era davvero una cosa a cui
potevo credere:un vampiro neonato che durante una battuta di caccia si
preoccupava per l’umano di cui stava seguendo la scia dell’odore di
sangue…incredibile!!E solo Bella era in grado di sfatare in quel modo i
comportamenti simili di secoli di neonati…
La vidi guardarmi quasi offesa, e mi costrinsi a tornare serio subito.
-Perché mi deridi?-, chiesi imbronciata.
-No amore, non rido di te, non potrei mai. Sono solo sconvolto dalla tua
reazione-, le spiegai, prendendole una mano tra le mie.
-E perché?-, chiese ancora, continuando a mantenere il broncio e supplicandomi
con gli occhi di darle una spiegazione.
-Ti rendi conto Bella che forse hai più autocontrollo di me?Non dovresti essere
in grado di pensare mentre cacci, di resistere come hai fatto tu. E’ una cosa
quasi impossibile anche per noi. Facciamo molta attenzione quando cacciamo al
fatto che non ci siano persone vicino a noi. Sarebbe quasi impossibile
fermarci. In quegli istanti ci facciamo comandare solo dai sensi…ma tu…non
capisco come fai a stare qui a discutere con me. Sei incredibile…-, dissi,
scuotendo la testa sempre più conscio della sua reazione sconvolgente.
Non disse nulla, ma continuò a guardarmi, forse finalmente consapevole di
quello che era riuscita a fare. Le appoggiai le mani sul viso,avvicinai la
fronte alla sua e cercai i suoi occhi.
-Vorrei tanto leggerti nella mente, per sapere a cosa pensi…-, mormorai, lasciandomi
assuefare dal suo profumo e dal suo respiro.
Avevo una voglia immensa di baciarla e di sentirla nuovamente mia. Chiusi gli
occhi, cercai di riprendere nuovamente il controllo di me stesso, quando Bella,
fece di nuovo una cosa inaspettata. Si allontanò dal mio viso. Io aprii gli
occhi, un po’ dispiaciuto che la nostra parentesi fosse già terminata. Ma mi
sbagliavo. Portò le mani sul mio viso, e lentamente seguì il profilo della mia
guancia, facendomi rabbrividire.
-Sai…non pensavo che sarei riuscita a provare subito queste sensazioni…-,
mormorò, incatenandomi ai suoi occhi. Deglutii, cercando di rimanere
controllato. Come riusciva a dirmi certe cose?
-Non sai quanto di desidero…non pensavo fosse possibile, perlomeno non
subito…-, continuò ancora, facendomi perdere completamente la ragione. Non
sapeva quanto la desiderassi io…
La guardai ancora una volta sconvolto.
-Ma come fai a concentrati su un’idea del genere…-, dissi. Non che non mi
facesse piacere, anzi…mi lusingava e mi eccitava sapere che Bella mi desiderava
sopra ogni cosa.
-Non hai sete…?-, chiesi ancora.
Annuì.Chiuse gli occhi, combattuta e sofferente e si allontanò da me. E il suo
viso si concentrò di nuovo, in cerca di una nuova scia.
Ciao
ragazze!!Sono tornata…non vi ho abbandonate!!Ecco qui
la fine del capitolo!!So che non è granchè, ma devo
riprendere un po’ la mano per scrivere perché è da due settimane che non
pratico!!Grazie a tutte per i commenti che avete lasciato!Un bacio,
silvia.
Capitolo
25.Caccia(seconda parte)
E quando riaprì gli occhi capii che l’aveva
trovata. Ricominciò a correre veloce tra gli alberi, seguendo, come
precedentemente le avevo consigliato, il suo istinto. Si muoveva rapida,
cercando di fare il più in fretta possibile, ma allo stesso tempo era leggera,
armoniosa nei movimenti, sembrava quasi danzare. Cercai di non disturbare la sua
corsa. Volevo che ce la facesse da sola, senza il mio aiuto. Ero certo che non
ne avrebbe avuto bisogno. Si arrampicò agile su un pino, dal quale poteva tenere
d’occhio meglio la sua preda. Era attenta, tesa, pronta ad attaccarla per avere
il suo sangue. Mi sistemai su un ramo poco lontano da lei, pronto ad intervenire
se ce ne fosse stato bisogno. Lei ora era un vampiro, e per me non sarebbe stato
facile abituarmi a quella idea e soprattutto abituarmi all’idea che non avrebbe
più avuto bisogno del mio aiuto o della mia protezione. Era incantato dalla sua
attenzione e dalla sua cura nell’osservare la sua preda. Si lanciò dal ramo,
atterrando precisa vicino al puma. Era molto più grande di lei. Pensai che forse
dovevo intervenire. Bella era pur sempre un vampiro neonato, inesperto e senza
pratica. Non ero certo che sapesse fronteggiare un simile animale, grosso quasi
quattro volte più di lei. Quando la sentì al suo fianco, il puma ruggì di
sorpresa, e si posizionò pronto ad attaccarla. Lei lo fissò a lungo negli occhi,
rispondendo al suo ringhio di sfida. E poi lo attaccò. Lo trascinò con lei sul
terreno, in una lotta rapida e vincente…vincente per
Bella. Per me fu una tortura starmene appollaiato al ramo ad osservare lo
spettacolo, cercando di trovare la forza per non intervenire. Continuavo a
ripetermi che Bella era un vampiro, che non aveva di certo bisogno del mio aiuto
e che era molto più forte di un puma, ma il mio istinto di soccorrerla, di
aiutarla era quasi più forte di ogni ragionevole evidenza. Quando finalmente la
vidi immergere i denti del collo pulsante del felino, mi tranquillizzai. A quel
punto il puma si era arreso ad predatore molto più forte di lui, e Bella non
correva più nessun pericolo e finalmente poteva placare la sua sete. E da come
si aggrappò al felino, cercando di spremere ogni goccia di sangue dalle sue
vene, capii che doveva essere davvero molto molto
assetata, ma non so come riusciva a controllare in maniera rigida e impeccabile
quel nostro istinto naturale. Quando terminò di dissetarsi la vidi scansare
con disgusto il felino che poco prima era stato oggetto delle sue attenzioni e
del suo desiderio. Ricordavo chiaramente cosa significasse essere un vampiro
neonato, avere la gola costantemente ardente a causa del bisogno implacabile di
bere, la frenesia nel dissetarsi il più in fretta possibile, la consapevolezza
di volerne sempre di più,di più… E Bella in quel
momento doveva sentirsi esattamente così…smarrita
nella sua stessa natura. Si alzò velocemente, pulendosi la bocca con il dorso
della mano. Aveva completamente imbrattato di sangue e riempito di strappi il
vestito che indossava. Ogni parte del suo corpo portava i segni di quello che
aveva appena fatto. La vidi guardarsi con aria di rimprovero, rendendosi conto
che non era stata molto attenta durante la sua attività. A me non era
dispiaciuto vederla così…anzi…E ora, osservarla
assorta mentre tentava di sistemarsi il vestito e i capelli cercando di ottenere
un aspetto pressoché presentabile, mi fece ricordare che ora non cera più
nessuna scusa, nessun ostacolo tra me e lei. Mi scappò una risatina, che
ovviamente Bella non tardò a notare. -Non ridere, so che sono stata un
disastro-, osservò con aria imbronciata. -Sei stata bravissima-, mi
affrettai a rassicurarla.-E stare semplicemente ad osservarti mentre lottavi con
quel puma è stato più difficile di quanto immaginassi…-, le spiegai sincero. Mi guardò con aria
confusa.-Per me è stato molto difficile lasciarti sola con un puma…sai che ho un senso di protezione molto accentuato nei
tuoi confronti-, le spiegai ancora, scendendo dal tronco d’albero dove poco
prima mi ero accovacciato e avvicinandomi a lei. -Davvero?-, mi chiese
sconvolta.-Sei proprio uno scemo…-, osservò,
sorridendomi. -Lo so…ma è difficile abbandonare
vecchie abitudini-, osservai ancora, rispondendo al suo sorriso. -Però…devo dire che mi piace molto di più ora il tuo
vestito-, mormorai, prendendo e un lembo e attirandola a me. C’erano parecchi
nuovi strappi che facevano intravedere il candore della sua pelle, e quella
visione non faceva che aumentare il desiderio di lei. Non rispose, ma la vidi
abbassare gli occhi, come imbarazzata. Non capii subito per quale motivo reagì
così, non mi sembrava di aver detto nulla di male. -Mi spieghi perché
continuo a sentire la gola bruciare…-, chiese alzando
lo sguardo su di me.-Ho ancora sete-constatò con tono dispiaciuto portandosi la
mano a coppa sul collo. -E’ normale amore. Sei un neonato, un vampiro
giovane-, risposi, sapendo quanto fosse difficile vivere quella prima fase della
nostra esistenza. Sospirò rassegnata. -E purtroppo non credo che ci siano
altri puma qua attorno. Sei stata molto fortunata a trovarne uno. Però ci sono
un sacco di cervi se vuoi-, dissi, cercando di aiutarla. Una smorfia schifata
le comparve sul volto.-Non hanno un buon odore-, osservò. -Perché sono
erbivori, mentre il puma, dal quale hai appena bevuto, è un carnivoro,e il suo
profumo è più simile a quello umano-. -Non è proprio vero…-, ribatté, probabilmente ricordando il profumo umano
che aveva sentito poco prima. -Beh…se vuoi possiamo
provare a ricercare quel profumo…-, sussurrai
avvicinandomi a lei. -Sono certo che quell’uomo ti lascerebbe fare qualsiasi
cosa…-, continuai accarezzandole un fianco.-Non si
accorgerebbero neppure di morire. Probabilmente penserebbero di essere già in
paradiso…-,terminai, continuando a guardarla mai
stanco e assuefatto dalla sua bellezza. -Non mi prendere in giro-,
sbuffò.-Vieni, portami a cacciare qualche erbivoro schifoso-, disse, guardandomi
negli occhi con aria di sfida. Cominciò a correre nuovamente, asciandomi ben
presto indietro. Quasi subito riuscì ad individuare il profumo proveniente da un
branco di cervi:aveva certamente imparato a cacciare. Se all’inizio avevo avuto
qualche dubbio sull’effettiva capacità di Bella ad adattarsi ad una simile
attività, ora mi sembrava nata per fare quello. Cacciai anch’io assieme a lei e,
quando probabilmente fu ormai sazia, si acquattò poco distante da me e mi
osservò attentamente, a lungo, probabilmente cercando di carpire qualche
informazione che potesse esserle utile dal mio modo di cacciare. -Che c’è?-,
chiesi allora curioso di sapere il motivo della suo sguardo fisso su di me.-Non
hai più sete?-, chiesi ancora. Scrollò le spalle, come se quella non fosse una
cosa importante, non più. -Colpa tua…mi distrai!Sei
davvero molto bravo, molto più di me. Ma come fai a non fare il disastro che
faccio io?-, chiese, guardandomi seria. -Non dimenticare che ho un secolo di
vantaggio-, le ricordai, orgoglioso. -Sì, ma solo uno-, puntualizzò lei.
Sorrisi. Ero certo che in poco tempo mi avrebbe eguagliato, se non superato. Era
sorprendente quante cose fosse già riuscita a fare nel suo primo giorno da vampira…sorprendente davvero. -Basta cacciare per oggi, o
non sei ancora soddisfatta?-, chiesi, cercando di capire cosa volesse fare.
Da un lato speravo che volesse continuare a cacciare ancora un po’. In
questo modo avrei preso tempo, prima di spiegargli di Nessie e Jacob. Dall’altro non vedevo l’ora che Bella e
Nessie si incontrassero. -Per oggi basta, credo-,
rispose non troppo convinta. La vidi rimanere pensierosa per un po’ e come aveva
fatto poco dopo essersi risvegliata, portò le mani sul suo ventre. Il senso di
vuoto per lei doveva risultare opprimente. -Renesmee…voglio vederla-, mormorò, alzando i suoi occhi su
di me.Non sapevo come sarebbero andate le cose, ma
capivo che il suo bisogno era legittimo. Non avrei aspettato oltre. Avevamo
preso tutte le precauzioni possibili. Bella era nutrita e soprattutto durante la
caccia aveva dato prova di saper resistere all’odore di sangue umano. Non
avrebbe mai fatto del male a sua figlia…aNessie. Ne ero certo, nonostante quello che pensasse in
realtà Jacob. Bella afferrò la mano che le porsi, e nel momento in cui sentii
il caldo contatto con la sua pelle mi bloccai. Dio se era bella…non aveva mai pensato che potesse diventare più bella
di quanto non fosse da umana. Ero turbato da quel contatto. E sembrava essere lo
stesso per lei, perché si avvicinò portando l’altra mano sul mio viso
accarezzandolo dolcemente, come se fosse la prima volta che mi vedesse e che mi
toccasse. Poi inaspettatamente si allungò, aderendo completamente al mio corpo e
abbracciandomi completamente. Lo fece con delicatezza, con gentilezza,
controllando la sua forza ben consapevole che se avesse esagerato nella presa mi
avrebbe fatto del male. Mi arresi a lei, portando le mie braccia attorno ai
suoi fianchi e stringendola forte a me. Questa volta ero io a non dover fare
nessuna attenzione…potevo stringerla quanto volevo,
trasmettendole tutto il mio desiderio nei suoi confronti. E la baciai. Mi arresi
a lei…al suo corpo, alle sue labbra…alla mia Bella. E mi sembrò stupita, quasi timorosa,
come poche ore prima, quando le avevo dato un bacio simile, seppur molto meno
intenso di questo. Ma lentamente, la sentii sciogliersi, abbandonarsi alle mie
braccia e alle mie labbra, rispondendo in modo altrettanto desideroso e
passionale. Non potevo credere che Bella riuscisse a stare con me in quel modo,
in quella maniera. Mi ero rassegnato a starle accanto, almeno per i primi anni,
accontentandomi di aiutarla, di seguirla nel suo diventare vampira. Ma ora ero
consapevole che niente di questo sarebbe stato necessario. Potevamo davvero
stare assieme come marito e moglie. E dal desiderio che sentivo nascere in me, e
da quello che mi trasmetteva lei sapevo che non ci saremo accontentati di pochi
attimi per stare assieme, per conoscerci, per amarci come avevamo solo iniziato
a fare mentre Bella era ancora umana. Finalmente le mie notti si sarebbero
riempite di qualcosa di assolutamente piacevole, unico e necessario, sia per me,
sia per lei. Continuai a stingerla forte a me, continuando ad accarezzarla e
ringraziando mentalmente a sua idea di strapparsi il vestito lungo i fianchi,
così da permettermi di poterle accarezzare quelle gambe perfette, muscolose e
lisce. E Bella, seppur all’inizio le sue carezze fossero trattenute, si lasciò
andare, facendomi sfiorare quel che probabilmente sarebbe stato il mio paradiso
terreno. Ad un tratto cademmo a terra, e la cosa non mi dispiacque per
niente, soprattutto perché Bella era sopra di me. -Scusa…-, mormorò ridendo, consapevole che era stata la sua
irruenza a spingerci sul terreno. -Sono stata un po’ troppo passionale. Stai
bene?-, chiese preoccupata. -Benissimo, mai stato meglio-,risposi,
accarezzando il suo viso perfetto. Dovevo ritrovare il controllo se non volevo
ritrovarmi di nuovo in sua balia, senza più nessuna capacità decisionale. Non
che la cosa mi dispiacesse, anzi, probabilmente era una delle cose che
desideravo maggiormente in quel momento. Ma c’era Nessie, mia figlia, che aspettava a casa il ritorno e
l’incontro con Bella. -Andiamo da Renesmee?-,
chiesi, cercando di capire se fosse ancora il suo desiderio predominante. Mi
fissò per un attimo eterno. Capivo che non sapeva neppure lei cosa fare.
Appoggiò il capo sul mio petto, continuando a pensare. Avrei fatto sempre e solo
quello che era meglio per lei. La sua decisione era sua. Quando rialzò il
capo verso di me aveva fatto la sua scelta. -Andiamo!-, disse decisa,
alzandosi in piedi, trascinandomi con lei.
Ciao ragazze!!Spero stiate tutte
bene!!Scusate se mi sono fatta attendere troppo!!Vi lascio un nuovo
capitolo!!un bacio, silvia!!!
Capitolo 26. Promessa
Nominare il nome di nostra figlia l’aveva fatta incupire. Non avrei mai voluto
interrompere quel momento magico che si era creato tra di noi, ma nel profondo
sapevo che era meglio affrontare al più presto la questione. Bella
ancora non era al corrente di molte cose, e non avevo idea di quale sarebbe
stata la sua reazione, soprattutto nei confronti di Jacob.
Mi sorrise triste, e la presi per mano prima di correre verso casa. Era
pensierosa, cupa, assorta nei suoi pensieri che avrei tanto voluto condividere
per alleggerire il peso che portava sola.
-Raccontami qualcosa di lei-, chiese, sorridendomi triste e stringendomi la
mano, rallentando la nostra corsa. Sembrava non aver troppa fretta di tornare e
probabilmente era proprio così. Probabilmente aveva bisogno del suo
tempo per prepararsi a vedere Renesmee, la sua piccolina che con immenso amore
e forza aveva custodito e messo al mondo. Ripensai alla sua richiesta. Cosa
potevo dirle di lei?Non c’erano parole per poter descrivere quanto fosse
straordinaria la nostra bambina.
-Renesmee è una bimba davvero speciale, unica al mondo…-, le
spiegai, rendendomi conto di quanto fossero riduttive le mie parole.
Perché Nessie era molto molto di più…era il nostro
miracolo.
Bella si fermò, paralizzandomi con il suo sguardo triste e smarrito. Non
volevo vederla così, non era affatto giusto. Lei aveva tutto il diritto
di vedere, toccare, parlare con sua figlia. Sapevo che non le avrebbe mai fatto
nulla di male, mai. Era stata la prima a credere ed ad avere fiducia in lei.
Ero certo che la sua nuova natura non avrebbe cambiato il profondo senso d’amore
e di protezione che provava verso la piccola.
-Ti somiglia?O somiglia più a me?-, chiese ancora, esortandomi a
continuare. Le sorrisi, triste. Mi faceva una tenerezza infinita vederla
afflitta, malinconica, insicura, quasi non si sentisse all’altezza della
situazione.
-Direi che somiglia ad entrambi-, riuscii solo a dire, non trovando ancora una
volta le parole per descrivere quanto fosse incantevole la nostra creatura.
-E nelle sue vene scorre sangue…-, mormorò preoccupata in attesa
di una mia conferma.
“Non le farai del male Bella, ne sono sicuro”, pensai,
mentre le accarezzavo la pallida guancia del suo volto.
-Sì, e il suo cuore batte. Non proprio come quello umano. I suoi battiti
sono molto più frequenti e la sua temperatura corporea è un
po’ più alta di quella media umana-, le spiegai, cercando di darle
più informazioni possibili.-E poi dorme…-, aggiunsi, ripensando a
quanto fosse incantevole perdersi nei suoi sogni, o osservare il suo viso
rilassarsi e i suoi occhi chiudersi perdendosi nell’oblio del sonno.
-Veramente?-, chiese stupita, animando un po’ la sua espressione e il suo
animo.
-Sì, parecchio. Pensa che contraddizione:siamo gli unici genitori al
mondo che non devono dormire di notte e nostra figlia non ha problemi ad
addormentarsi-, osservai, cercando di strapparle un sorriso, che non
tardò ad arrivare. Mi strinse maggiormente la mano e si appoggiò
alla mia spalla, come appagata e confortata dalle mie parole.
-Sai che ha lo stesso colore che avevano i tuoi occhi…-,sussurrai,
baciandole la fronte. Avevo bisogno di essere a contatto con lei, sempre. Non
importava come o quando, ma avevo bisogno di sentire Bella sempre vicina a me.
Si scostò un attimo, sorridendomi incredula.
-Per fortuna non sono andati persi…sono così belli-, continuai,
sperando che tornasse ad appoggiarsi su di me. Mi era mancata tanto durante la
trasformazione, nonostante fosse durata meno del previsto. Erano stati due
lunghissimi giorni, colmi di paure, timori di aver sbagliato o di essere
arrivato troppo tardi. Non mi sarei mai perdonato se non l’avessi
più potuta vedere sorridere, o sentire parlare. E, in quelle ultime
settimane, fatte di momenti terribili durante i quali si faceva spazio dentro
di me la concreta possibilità di perderla per sempre, mi ero reso conto
ancora di più di quanto fosse assolutamente necessario ed estremamente
profondo il legame che mi univa a lei. E in quel momento, sentirla su di me,
appoggiata a me, in cerca di risposte per conoscere meglio Renesmee, rendeva
chiaro che il legame tra di noi, se possibile, era diventato ancora più
essenziale, e finalmente paritario.
-E cosa ha preso da te?-, chiese ancora, mentre aumentava l’andatura.
-La pelle…è dura e impenetrabile esattamente come quella dei
vampiri, o almeno sembra. Nessuno ha provato a verificare la cosa-, conclusi,
divertito.
Rallentò, fino a quasi a fermarsi e mi guardò terrorizzata.
-Tranquilla tesoro, stavo scherzando. Nessuno farà mai una cosa di
simile a Renesmee-,le spiegai cercando di tranquillizzarla.-Può sia
mangiare cibo umano, che bere sangue, anche se preferisce il secondo modo di
nutrirsi. Carlisle vorrebbe convincerla a mangiare qualche pappa per bambini,
ma lei non ne vuole sapere. La capisco, quella roba ha un’odoraccio ,
peggio del cibo umano-,aggiunsi, cercando di spostare la sua attenzione su un
altro argomento e allo stesso tempo cercando di fornirgli altre informazioni
sulla piccola. Fermai il mio racconto, stupito dalla sua espressione sconvolta.
-Convincerla?Come fate a convincerla…è così
piccola…-, osservò giustamente. Come spiegarle che non era poi
così piccola, e che la sua crescita era straordinaria come il resto di
lei?E come spiegarle che aveva un metodo efficace e infallibile per farci
capire cosa le piacesse e cosa meno?Non volevo dirle niente, anche perché
non sarei sicuramente riuscito a trovare le parole adeguate per spiegare una
cosa del genere. E poi era il caso che scoprisse da sola certe cose di
Nessie:non volevo rovinarle completamente la possibilità di conoscere
sua figlia, e di farsi conoscere.
-Quando la vedrai capirai. E’ così intelligente, e migliora
velocemente. Non parla ancora, anche se ha un metodo infallibile per
comunicare-, le spiegai, cercando di non entrare troppo nel dettaglio.
-Come “non parla ancora”?Non è troppo piccola per farlo?-,
chiese. Ovviamente non le era sfuggito niente della mia affermazione.
-E come fa a comunicare in modo abbastanza efficace?-, chiese ancora, confusa.
-Quando la vedrai capirai. E’ complicato da spiegare, porta pazienza-,
tagliai corto, sperando non insistesse a volerne sapere di più.
Mi fissò per un secondo, poi puntò lo sguardo verso terra,
pensierosa. Avrei tanto desiderato dare una risposta a tutte le sue domande, ma
era davvero molto più semplice e più giusto che scoprisse da sola
certe cose di Nessie.
-E Jacob?E’ ancora da voi?Perché non se ne è
andato?Perché rimane?Perché continua a soffrire ancora?-, chiese
subito dopo, alzando lo sguardo e investendomi con una raffica di domande.
Domande alle quali non sapevo di nuovo cosa rispondere.
Non vedevo l’ora di rivelare a Bella dell’impriting di Jacob con
Nessie, soprattutto per vedere la sua reazione. Io ero troppo preoccupato per
lei quando Jacob mi aveva spiegato l’accaduto per trovare la forza di
prendermela con lui, e non vedevo l’ora di sapere cosa ne pensava Bella.
L’avrebbe accettato?L’avrebbe difeso un'altra volta?Avrebbe
impedito a Jacob di vedere nostra figlia?In parte era ciò che speravo.
Era difficile da accettare che avesse già creato un legame così
forte con Nessie, ancora prima che Bella potesse rendersi conto di essere
diventata madre. Ed era difficile sapere di dover condividere l’affetto
della piccola con lui, anche se era chiaro che non potevo fare nulla per
impedire quel legame, sia perché dovevo molto a Jacob, sia perché
allontanarlo da mia figlia significava provocarle un grande dolore, cosa che
non avrei mai e poi mai fatto.
-Calmati Bella. Jacob non soffre…-, mormorai, ancora immerso nei miei
pensieri.-Anche se in realtà non mi dispiacerebbe allontanarlo un
po’ da noi…-, bisbigliai a bassa voce, dimenticandomi per un attimo
che Bella era perfettamente in grado di sentirmi, e che non si sarebbe fatta
sfuggire la mia affermazione.
-Non dire così, Edward-, mi rimproverò infatti Bella subito
dopo.-Jacob ha fatto tanto per noi. Si è sacrificato per proteggerci-,
mi ricordò. Era per quello che lo tolleravo accanto a Nessie, non per
altro. Ero certo che non appena avesse saputo dell’impriting tra lui e
nostra figlia, anche Bella avrebbe cambiato opinione nei suoi confronti. Ma per
il momento non potevo dirle niente. Avevo fatto una promessa, e per quanto
desiderassi infrangerla, non lo feci proprio a causa della gratitudine che
sentivo nei confronti di Jacob.
-Presto capirai perché la penso così, e ti comporterai di
conseguenza. Scommetto che non reagirai molto diversamente da me. Anche se
spesso mi sbaglio sui tuoi pensieri…-, osservai ancora, augurandomi di
non sbagliare questa volta.-Comunque ho fatto una promessa. Sarà lui
stesso a spiegarti ogni cosa-, spiegai infine, senza aggiungere ulteriori informazioni.
-Cosa mi dovrebbe spiegare?-, chiese.
-Come ti ho detto, ho fatto una promessa, che intendo mantenere-, tagliai
corto.
-Davvero non capisco cosa vuoi dirmi. Ma cosa è successo?-,
continuò ancora, senza dare ascolto alle mie parole. Era brutto essere
all’oscuro di qualcosa. Io stesso avevo provato quel senso di
frustrazione e impotenza che comportava essere tenuti fuori da decisioni,
discussione quando Bella aveva preso la decisione di tenere Nessie accordandosi
con Rose. Non volevo renderle tutto così difficile. Non serviva di certo
tutto quel mistero che non faceva altro che renderla ancora più smarrita
e confusa di quanto non dovesse essere già. Ma era strano e
assolutamente straordinario la capacità che aveva Bella di far sembrare
ogni cosa normale, come se non fosse realmente cambiata o come se fosse sempre
stata una vampira. Perché era di certo questa l’impressione che
dava. Le sue reazioni erano pensate, ponderate, calme, e ogni qualvolta si
rendeva conto che stava perdendo il controllo, con assoluta calma e
ragionevolezza, lo riprendeva come se fosse la cosa più semplice da fare
per un vampiro.
-Non so come fai, ma sei straordinaria. So che è tutto molto più
difficile di come la fai sembrare-, mormorai, accostandomi a lei e sfiorandole
una guancia per sistemarle una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Si
ammutolì all’istante, e mi fissò intensamente. Ora non
c’era più il rossore delle sue guance, o il battito del suo cuore
a tradire l’emozione che provava. C’era qualcosa di più,
qualcosa di più forte. Perché ogni volta che la nostra pelle si
sfiorava, o i nostri occhi si incrociavano non potevamo fare a meno di
scambiarci desiderio carico di elettricità, desiderio assoluto e
consapevole di appartenerci per l’eternità.
-Non è piacevole sentirsi così confusi-, mormorò cercando
con la guancia il palmo della mia mano. Era calda, e il suo calore era vita per
me.
-Mi dispiace-, confessai.-Andiamo a casa, così tutte le tue domande
potranno trovare risposta-, dissi, cercando di dare un minimo di sollievo al
suo stato d’animo. Mi allontanai da lei, per prenderle di nuovo la mano,
quando mi resi conto di quanto fosse poco coperta. Per me era una vera gioia
vederla così, ma non volevo che diventasse una gioia anche per gli
altri. Mi fermai un attimo confuso davanti a lei. Era davvero spiacevole per i
miei occhi trovare una soluzione per coprirla, ma era l’unico modo per
non provocare i commenti o le risate dei miei fratelli.
Mi sbottonai la camicia e gliela porsi. Bella mi guardò per un secondo,
con uno sguardo misto tra il compiaciuto e lo smarrito.
-Ah…-, disse poco dopo infilandosi la mia camicia e abbottonandosi
velocemente. –Non credevo di essere così indecente..-,
osservò, alzandosi il colletto e annusandolo a lungo. Abbassai lo
sguardo, quasi imbarazzato, ma assolutamente compiaciuto di quel gesto
così banale, ma allo stesso tempo intimo e piacevole.
-Vediamo chi arriva prima…-, disse, mettendosi affianco a me.-Stavolta
non farmi vincere, però…-, mormorò, facendomi
l’occhiolino. Non riuscivo a credere che tutto fosse così facile,
che Bella semplicemente mi amasse, come aveva sempre fatto.
-Ok…dai il via-, acconsentii, accarezzandole la mano. Mi guardò
con aria furba, prima di sparire tra gli alberi, lasciandomi lì solo, a
desiderare nuovamente quegli occhi e quelle mani su di me.
Vero,
verissimo!!anche a me non piace il capitolo…uff…ho mollato per due
settimane e ora faccio molta fatica a riprendere a scrivere!!Porta
pazienza!!Grazie comunque per la fiducia!!Spero che il prossimo vada un
po’ meglio!!!
Le vacanze
sono andate bene, grazie!!Spero anche le tue!!Grazie mille per i commenti!!Mi
dispiace di non aggiornare più assiduamente come prima, ma ho un
po’ di meno tempo per scrivere…perdonami!!Grazie comunque di
seguirmi sempre!!Un bacio,Silvia!
Grazie
mille!!Vero…vi ho trascurate ultimamente!!Spero non succeda
più!!Intanto vi lascio un nuovo capitoletto!!Grazie ancora per i
commenti, sono contenta che ti piaccia quello che scrivo!!!
Grazie
mille maja!!Per la storia del puma…io non ci ho fatto caso che le misure
fossero esagerate, ma la meyer lo descrive quattro volte più grosso di
Bella, e io mi sono basata su quel dato per descriverlo!!Effettivamente
è un po’ esagerato…
Ciao
a tutti!!Purtroppo non riesco a rispondere ai commenti!!!Vi ringrazio davvero
tutte, i vostri commenti mi fanno sempre sempre
piacere!!Vi lascio alla lettura!!Grazie ancora, Silvia
Capitolo
27. Prova
La
segui poco dopo, attratto dalla scia di profumo che lasciava dietro di sé. Era
un piacere vederla scivolare senza timore tra gli alberi, cercando di scoprire
quanto estese fossero le sue nuove capacità. La superai quasi subito, lasciandola
dietro di me di pochi metri.
Non voleva avere favoritismi, e io non glieli
avrei dati. Bella era certamente molto più forte di me, ma in quanto velocità
era molto difficile battermi. Arrivati al fiume rallentai preoccupato.”Forse ha bisogno del mio aiuto”, pensai,
girandomi e cercandola con lo sguardo. E, non appena mi voltai, la vidi
spiccare un notevole salto, che la portò parecchi metri più avanti della sponda
del fiume, distanziandosi notevolmente da me. Si fermò un attimo, si guardò
attorno quasi per rassicurarsi di non aver lasciato danni dietro di sé, e poi
mi sorrise. Un sorrise trionfante, fiero, che mi scaldò l’anima. Quando mai
avrei smesso di preoccuparmi per lei?Probabilmente mai, ne ero quasi certo. Ero
stato talmente abituatoa preoccuparmi
continuamente di lei e della sua incolumità fisica, che ora,in un certo senso,
mi dispiaceva sapere che non avrebbe più avuto bisogno di me, almeno in quel
senso. Ma d’altro canto, la consapevolezza che Bella era esattamente come me e
che non avrei più dovuto controllarmi per non farle del male, mi sollevava e mi
tranquillizzava. Attraversai il fiume anch’io e continuai a seguirla, senza
sforzarmi troppo per superarla. Non importava se l’avrei fatta vincere di nuovo
con l’inganno. Quello che volevo era di rivederla sorridere come aveva fatto
pochi minuti prima, serena e contenta di essere quello che l’avevo fatta
diventare.
-Vinto…-,
urlò vittoriosa, in prossimità del giardino di casa. Poi si immobilizzò,
spaventata. E capii. Un’altra volta avevo messo in difficoltà il suo
autocontrollo, con un gesto avventato e poco pensato.
-Tranquilla,
trattieni il respiro-, le sussurrai, dopo essermi avvicinato ed aver appoggiato
entrambe le mani sulle sue spalle per rassicurarla. Voltò leggermente il capo
all’indietro, mostrandomi tutta la sua ansia e la sua paura di non farcela. Le
posai un bacio tra i capelli, e piano le accarezzai la guancia. Non sarebbe
accaduto niente di male, ero lì per lei, per aiutarla.
“Bella…non avrei mai creduto di poterla vedere così. E
soprattutto di doverla affrontare. Ma per Nessie
questo ed altro…”, pensò Jacob, che stava
impalato e teso sul confine del giardino, vicino alla casa.
-Fai
piano Jacob…-, ordinai. Sapevo che ora l’unica cosa
davvero importante per lui era Nessie, mia figlia. Ma
Bella fino ad ora non aveva fatto nulla di male, anzi. Era riuscita a prendere
la decisione di allontanarsi, di scappare dal richiamo di uno sconosciuto. Ero
cero che non avrebbe mai fatto del male a sua figlia.
“Piano?Coma fai Edward a continuare a
preoccuparti così per lei?Non ti rendi conto di quello che può fare?Devo
metterla alla prova prima…”, pensò ancora,
terminando il suo pensiero con un ringhio arrabbiato e frustrato.
-Forse
non è questo il modo giusto per farlo…-, spiegai
allora, continuando ad accarezzare la guancia di Bella che era arretrata di
qualche passo appoggiandosi completamente a me.
Dio…mi
sentivo un adolescente alle prime armi. Possibile che quel contatto così
casuale, mi potesse sconvolgere in quel modo. Eppure sentire il suo capo, i
suoi capelli, il suo corpo appoggiato al mio petto nudo, mi offuscava la mente
rendendomi quasi incapace di pensare. Ero abituato al senso di disorientamento
che era solito provocarmi l’essere vicino a Bella. Era dovuto al suo profumo,
alla tentazione del suo sangue, al tiepido e insistente richiamo del suo cuore.
Ma mi ero abituato a resistere a tutto ciò. Ma ora, quella sensazione di
volerla a tutti i costi, e di sapere che potevo averla, senza limiti, senza vincoli
rendeva tutto difficile. Che scusa avevo per non prenderla e per non portarla
via con me, lontana, per poter assaporare, godere delle sensazioni che a lungo
mi ero vergognato e rimproverato di provare nei suoi confronti?
“Tu non ti rendi conto di cosa sarebbe capace
Edward?Come fai ad essere così tranquillo sapendo che da un momento all’altro
potrebbe avventarsi su tua figlia?Dimmi Edward, come fai?”, urlò allora
Jacob nella mia mente, risvegliandomi dal mio sogno ad occhi aperti.
-Cosa
credi?Che sia più sicuro farla avvicinare direttamente a Nessie.
Non esiste…prima proverà ad avvicinarsi a me. In caso
decidesse di attaccarmi, io saprò guarire in fretta…-,
tagliò corto Jacob, vedendomi temporeggiare nel dargli una risposta. Come
spiegargli che, forse per la prima volta in vita mia, la mia mente era
completamente assorta nelle sensazioni che provava il mio corpo, a causa
dell’estrema vicinanza con Bella?
Ma
non appena la sentii chinare il capo verso terra e prendermi la mano
spaventata, tornai completamente in me. Le accarezzai una guancia comprensivo.
Non volevo ammetterlo, ma l’idea di Jacob non era così assurda. Nonostante
Bella apparisse calma e ragionevole, non potevo dimenticare che era pur sempre
un vampiro neonato che in qualsiasi momento poteva perdere la ragione e farsi
sopraffare dall’istinto di nutrirsi.
Si
voltò verso di me, ansiosa. Probabilmente voleva sapere cosa doveva fare. E
l’idea che azzannasse Jacob non mi dispiaceva affatto. Anzi, quasi speravo che
perdesse il controllo dandogli una bella lezione. In fin dei conti lui aveva
avuto l’impriting con mia figlia. Non che la cosa
fosse programmabile o meditata, ma mi infastidiva comunque sapere che dovevo
continuare ad avercelo tra i piedi.
-Va
bene, come vuoi. Se succede qualcosa ricorda che te la sei voluta tu…-, replicai,sfidandolo con lo sguardo.
“Stupido vampiro”, pensò Leah, che si trovava dietro a Jacob, pronta ad intervenire
se fosse stato necessario.
Non
mi scomposi più di tanto. Era sempre stato chiaro che lei non amava stare a
fianco a noi, non come Jacob o Seth, perlomeno.
“Speriamo non accada nulla di male…”, pensò Seth, come sempre gentile e preoccupato.
Cercai il suo sguardo per tranquillizzarlo. Non sarebbe successo niente,e, in
caso contrario sarei intervenuto per placare le cose. Ma l’avrei fatto per
Seth, non certo per Jacob.Ancora lo sguardo di Bella su di me. Aveva paura.
Percepivo la sua ansia di non farcela.
“E’ proprio la solita Bells…non
è cambiata poi molto”, pensò Jacob, vedendo Bella così timorosa e impacciata. E si aprì in un gran sorriso,
amichevole e comprensivo.
Sentii
Bella irrigidirsi, chiaramente messa in ulteriore difficoltà dalla reazione di
Jacob.
-Mi
fai troppo ridere Bella!!Non ho mai visto un vampiro così spaventato. In breve
tempo capovolgerei le leggende sulla tua nuova specie…-,
constatò divertito.
Bella
fece un passo indietro, come se stesse cercando rifugio in me.
-Senti
chi parla…ti sei mai guardato allo specchio, cane!-,
sbottai, arrabbiato in difesa di Bella. Avrei voluto vedere lui, alle prese con
i primi segnali delle sue future trasformazioni!
-Non
litigate-, intervenne Bella, stringendomi la mano per attirare la mia
attenzione.-Jacob ha ragione…devo
essere proprio strana, poi con questi occhi…-,continuò,
voltandosi e regalandomi uno dei suoi meravigliosi sorrisi che avevo temuto di
perdere per sempre.
“Sempre pronta a smorzare il clima tra noi due…è proprio sempre la stessa”.
-Sono
spaventosissimi i tuoi occhi, ma ad essere sincero
pensavo peggio-, scherzò Jacob.
-Lo
prenderò come un complimento, anche se non credo che lo sia, giusto?-.
-Dai
Bells…cosa vuoi che ti dica?Sei pur sempre un
vampiro, ma la cosa inaspettata è che sei ancora tu, sei sempre Bella, continuo
a sentirti tale. E’ bello…-, osservò Jacob, sincero
ed emozionato come non mai.
“Pensavo sarebbero cambiate le cose tra noi…è bello sapere che non è così”. Le sorrise di
nuovo, e io fui colto da una punta di gelosia. Avrei dovuto aspettarmi che il
loro legame non si sarebbe spezzato così facilmente…
-Comunque
sono certo che mi abituerò presto a questa situazione-, terminò convinto Jacob,
con un’espressione serena e sorridente sul volto.
-Non
ci credo…Ma come può essere?-, chiese Bella
incredula, guardando prima lui e poi me. Era spaesata, completamente spiazzata
dalle affermazioni di Jacob. E non poteva essere diversamente:fino a pochi
giorni prima avrebbe preferito vedere Bella morta piuttosto che trasformata, ma
ora…
Quando
Bella sarebbe venuta a conoscenza della verità, sarebbe stato tutto chiaro
anche a lei, ma per i momento, dovevo accontentarmi di vederla immersa in mille
pensieri causati da quegli avvenimenti contraddittori.
-Grazie
Edward.Non pensavo avresti mantenuto la promessa…Di
solito non resisti alle richieste di Bella-, mi ringraziò Jacob, mandando Bella
maggiormente in confusione. E infatti mi rivolse uno sguardo carico di
rimprovero e di disapprovazione, per averla tenuto all’oscuro di qualcosa. Le
accarezzai il volto contrito e imbronciato.
-Porta
pazienza, fra un po’ capirai ogni cosa-, le sussurrai, stringendola allo stesso
tempo contro il mio petto. Poteva sentire quanto fosse immenso il bisogno di
lei?Avevo davvero temuto di non poter più godere della sua presenza, e questo,
forse, mi aveva reso ancora più bisognoso di lei.
-Non
l’ho fatto per te…Spero che si arrabbi moltissimo e
che sia lei a darti una bella lezione-, dissi, rispondendo al ringraziamento di
Jacob. In realtà non sapevo perché l’avevo fatto, forse solo per dare
l’opportunità a Jacob di spiegarsi con Bella. Almeno quello glielo dovevo.
-Cosa
mi state nascondendo?Cos’è successo durante la mia incoscienza?-.
-Te
lo dico dopo-, si affrettò a rispondere Jacob.-Prima devo metterti alla prova-.
Ancora una volta Bella volse lo sguardo verso di me, cercando un minimo di
spiegazione che però non potevo darle. Alzai le spalle, facendo finta di non
sapere le intenzioni di Jacob.
-Concentrati
sui tuoi sensi, e affrontalo…-, sussurrai nuovamente
al suo orecchio. –Ora respira amore. Prova a vedere se riesci a resistere al
richiamo del suo sangue-, dissi, lasciandole subito dopo un bacio su quel collo
liscio e candido che non smetteva di tentarmi, e allontanandomi di qualche
passo dalei.
“Non vi avvicinate, faccio da solo. Bella non
si deve far del male…”, pensò Jacob, in risposta
ad un pensiero di Leah. Era chiaro che anche per lui
era difficile credere che Bella non aveva più motivo per essere protetta.
Lei
si guardò attorno timorosa, e chiaramente confusa da quella prova alla quale
la stavamo sottoponendo.
-Tienimi
Edward…-, mormorò, tornando a rannicchiarsi contro il
mio petto. Probabilmente aveva paura della sua reazione, anche se, dal suo
gesto, sembrava invece che fosse spaventata dalla situazione e che cercasse un
rifugio sicuro nel quale sentirsi protetta.
Le
accarezzai le braccia, facendola aderire a me. Non poteva sapere che, come
prima, parte della mia mente non era lì, non era in quella situazione. Ma ogni
volta che sfioravo la sua pelle o che la sentivo su di me, non potevo non pensare
a quando avrei potuto di nuovo stare assieme a lei. Non era certo da me fare
certi pensieri, perlomeno non così frequentemente. Ma prima mi sembravano
semplicemente sbagliati, e avevo fatto di tutto per tenerli il più possibile
lontani dalla mia mente. Ma ora…non avevo nessun
motivo per limitare i miei pensieri su Bella e non volevo di certo farlo.
Respirò
a fondo, a pieni polmoni, e subito dopo indietreggiò, appoggiando la testa al
mio petto, e voltandola in direzione opposta a Jacob.
-Oddio…ora
so perché tutti dicevano che tu puzzi. Mio dio:tu puzzi sul serio Jacob-, disse, storcendo il suo musetto in un’espressione
disgustata. Sciolsi la presa dalle sue braccia e scoppiai a ridere. Non potevo
credere che avesse detto una cosa del genere:era proprio unica.
Le
portai le mani attorno ai fianchi e la stinsi forte a me.
-Ti
amo, lo sai?-, le mormorai sul collo. Non poteva più arrossire, come avrebbe
fatto da umana, ma potei cogliere ugualmente il suo imbarazzo. Abbassò gli
occhi verso terra, e poi li alzò subito dopo verso di me, mordendosi il labbro.-Ti
amo anch’io -, mormorò contenta, portando le sue mani sopra le mie e
stringendosi su di me.
In
quel momento sembrò che ad esistere fossimo io e lei, e solo qualche istante
dopo, mi accorsi che anche Seth e gli altri si erano uniti alla mia ilarità di
poco prima.
“Sarà uno spasso”, pensò Emmett, ancora divertito.
-Anche
tu puzzi, sai?-, replicò Jacob infastidito, incrociando le braccia sul petto,
rispondendo all’accusa di Bella di poco prima. Ma subito dopo, sorrise,
unendosi alla risata degli altri.
-Sono
stata brava, vero?Ho superato la prova?-, chiese Bella, chiaramente felice di
non aver attaccato il suo amico.
-E
ora posso sapere qual è il segreto?-.
-Non
ancora, per ora-, rispose rapidamente Jacob, rabbuiandosi improvvisamente.
Quando aveva intenzione di svelare a Bella dell’impriting
tra lui e la nostra bambina?Per quanto, ancora, l’avrebbe tenuta all’oscuro?Lo
guardai con disapprovazione, pentendomi di avergli fatto quella promessa.
Odiavo tenere all’oscuro Bella. Fortunatamente sembrò non accorgersi di quello
scambio di sguardi, rapita da qualcosa
di più interessante.
-E’
Renesmee?-, chiese, tendendo l’orecchio verso quello
che doveva essere il battito del cuore della piccola.
-Sì-,
risposi.-Vieni a vederla-, continuai convinto, sciogliendo l’abbraccio e
prendendola per mano.
“Non credo sia il caso”, pensò Jacob,
urtando la mia pazienza. Lo zittii con lo sguardo, prima di rendermi conto che
Bella era immobile e disorientata.
Le
stinsi la mano, cercando di portarla con me, ma in cambio ottenni solo uno
sguardo spaventato.
-Andrà tutto bene, sarai bravissima-, la
tranquillizzai, accarezzandole piano i capelli.,
-Starai
lì con me?-, chiese, fissandomi con i suoi grandi occhi timorosi.
-Certo
Bella, non temere…-.
-Forse
è meglio che ci siano anche Emmett e Jasper, nel caso
perda il controllo…-, disse, interrompendomi. Se la
faceva sentire più sicura, avrei chiamato chiunque.
-Va
bene amore. Ma stai tranquilla, non faremo mai niente che possa mettere in
pericolo la piccola-, mi affrettai a precisare.-Le vogliamo tutti un gran bene,
e se non fossi certo di te, non ti permetterei di avvicinarti…-,
continuai, cercando di placare il suo turbamento dovuto al desiderio
contrastante di poter prendere tra le braccia la figlia per cui aveva dato la
vita, e la paura di farle del male. Conoscevo quella sensazione, e mi
dispiaceva che anche Bella potesse provarla. Ma senza dubbio lei sarebbe stata
più forte di me.
-Sei
sicuro di quello che dici succhiasangue? Forse è
meglio aspettare, e vedere altre sue reazioni…-,
intervenne Jacob, facendo nuovamente comparire sul viso di Bella
quell’espressione sfiduciata che avevo tentato di cancellare. Che diritto aveva
di intervenire?Renesmee era la figlia di Bella, come
poteva solo pensare che le avrebbe fatto del male?
-Bella
si è comportata in modo impeccabile fin’ora e tu hai avuto il tuo test…-,
ribattei, trascinando Bella con me.
“Ma io sono un cane, non vale…”.
-Ma…-,
tentò di replicare, dando alito ai suoi pensieri, piazzandosi minaccioso
davanti a Bella, che mi immobilizzò pietrificata.
-Smettila
Jacob. E’ sua figlia e entrambe hanno bisogno di vedersi…-,
dissi, ricordando i pensieri chiari di Renesmee verso
Bella.-Quindi ora smettila e lasciala passare-, ordinai, scoprendo i denti.
Jacob
si spostò e io mi avvicinai di nuovo a Bella, che ancora, si era chiusa nei
suoi pensieri tristi.
Odiavo
vederla così. Jacob doveva smetterla di intromettersi.
-Amore,
non le farai del male-, le ripetei ancora, accarezzando quel viso preoccupato.
-Te
la senti di vederla?-, chiesi, cercando di sollevare il suo sguardo su di me.
Mi fissò di nuovo, cercando di trovare nel mio viso conferma delle mie parole.
Annuii, sforzandosi di sorridere.
-Allora
andiamo-, dissi sicuro, stingendole forte la mano e trascinandola verso casa.
Ciao ragazze!!!Sono
riuscita a scrivere un altro capitolo e non vi faccio aspettare
oltre!!Ringrazio tutti quelli che mi hanno messo tra i preferiti, i seguiti e
un ringraziamento speciale alle mie commentatrici!!Alla fine trovate le
risposte ai commenti!!Grazie davvero di tutto!!Buona lettura, un bacio,Silvia
Capitolo 29. Incontro
L’agitazione
e l’ansia in Bella erano evidenti. Non smisi un secondo di osservare il suo
sguardo fisso e impaurito, quasi concentrato. Le avevo promesso che l’avrei aiutata
e l’avrei fatto in qualsiasi modo, anche se il passo più importante doveva
farlo lei.
“Andrà tutto bene”, pensò mia madre
accompagnandomi con una mano sulla spalla, in casa.
Esme…i
suoi pensieri erano sempre così positivi, incoraggianti. Solo lei poteva avere
la fede di credere, in modo così estremamente sicuro, che non sarebbe successo
niente di male.
“E’ sua figlia…”,
pensò ancora, continuando ad incoraggiare quello che stava per fare. Desideravo
con intensità che Bella incontrasse Nessie, ma allo
stesso tempo non smettevo di chiedermi se, forse, non avesse in parte ragione
Jacob. Era vero:Bella sembrava sempre la stessa ed inoltre era molto calma e
tranquilla nonostante fosse un vampiro neonato. Ma nostra figlia aveva pur
sempre un cuore che batteva, del sangue caldo che fluiva nelle vene. Pensai a
me, ai miei primi istanti da vampiro. Ero quasi certo che io, al posto suo,non
sarei mai stato in grado di controllarmi in quel momento di confusione e
incertezza post trasformazione, neppure di fronte a mia figlia.
Ma
Bella…sembrava avere una capacità innata di
controllare il suo istinto, di placare i suoi desideri per non fare del male a
degli umani. E quella sua capacità si era manifestata interamente durante la
caccia.
“Bella ce la farà”, pensai, scacciando
dalla mente i miei pensieri negativi, che si mescolavano a quelli dubbiosi e
arrabbiati di Jacob, che sembrava non volesse darmi tregua. E poi potevo
contare sull’aiuto di Jasper che avrebbe monitorato continuamente lo stato
d’animo di Bella, intervenendo se fosse necessario, e sull’aiuto di Alice, che
mi avrebbe senz’altro avvertito se le sue visione fossero risultate pericolose
per la piccola.
Cercai
l’unica mente che mi avrebbe fatto rilassare, e la trovai subito, limpida e
luminosa come sempre.
“Ora arriva la tua mamma”, si ripeteva,
replicando le parole che le aveva appena sussurrato Rose, accompagnando quel
pensiero con l’unica immagine che aveva della madre.
“Io non mi fido…vado
a mettermi vicino a Nessie”, continuò a
brontolare Jacob, appiccicandosi a Rose, che non gradì tutta quella vicinanza.
“Cane…senti che puzza”, pensò, storcendo il naso e
facendo un passo indietro per scostarsi da lui.
Bella
si era fermata, davanti a quell’accoglienza e la vidi studiare attentamente con
lo sguardo la situazione. Nessie fu molto più veloce
di lei, perché si accorse subito che quegli occhi, quel viso che la stavano
cercando, era quello della sua mamma.
“Mamma”, pensò, portando le sue piccole
manine sulle guance di Rose.
-E’
proprio lei-, le rispose mia sorella, assecondando i suoi movimenti, che
spingevano per oltrepassare Jacob che le oscurava la visuale.
Bella
si voltò con aria triste e incredula verso di me.
-Ha
solo due giorni, vero?-, chiese, ovviamente stupita dalla crescita di Nessie, spostando di nuovo lo sguardo su di lei e ritornare
ad osservarla. Entrambe cercavano di riconoscersi, riconducendosi agli unici
ricordi che avevano una dell’altra. Nessie continuava
a ricordare il viso stravolto e sofferente di Bella, un istante dopo averla
messa alla luce e Bella…Non sapevo, purtroppo, quali
fossero i pensieri che albergavano in Bella,ma avrei tanto voluto entrare nella
sua mente , per guidarla, aiutarla in quel momento così complesso.
Portai
la mia mano, ancora intrecciata alla sua, sul suo viso, accarezzandolo piano
per ricordarle che ero vicino a lei. Non si mosse, e neppure spostò lo sguardo
da Nessie. Sembravano rapite, immerse in un mondo
tutto loro. Si osservavano come delle sconosciute, consapevoli, però, che il
legame che le univa era forte, immenso, unico.
Ad
un tratto Nessie si sciolse in un sorriso
straordinario, e Bella fece un passo incerto in avanti, cercando di compensare
quella distanza fisica, ma non affettiva, che le separava.
“Fermala Edward, si sta agitando”, pensò
Jasper, allarmandomi.
Senza
pensare, affidandomi completamente al potere di Jasper, afferrai Bella da
dietro, trattenendola vicino a me. Mi pentii quasi subito del mio gesto
improvviso e mi sentii in colpa per averle tolto immediatamente la fiducia.
Anche gli altri si disposero velocemente di fronte a Nessie,
pronti a difenderla. Bella rimase paralizzata, appoggiata al mio petto,
probabilmente interrogandosi su cosa avesse fatto di male.
-Ma
volete lasciarla in pace?-, intervenne Alice, che fino a quel momento si era
tenuta in disparte.
-Non
ha fatto nulla di male, si è solo avvicinata per vederla più da vicino. Datele
fiducia-,brontolò in sua difesa. Aveva ragione. La mia reazione e quella di
tutti gli altri era stata avventata e impulsiva, e non avevamo fatto altro che
aumentare ulteriormente le paure di Bella.
“Non le farà del male…non
può:è sua figlia”, pensò Alice, venendo in mio aiuto, e mostrandomi parte
degli avvenimenti futuri.
“Pensavo di aver sapere tutto sui neonati, ma
a quanto pare non è così. E’ calma…anche prima, credo
di aver confuso l’ansia di avvicinarsi alla piccola per toccarla, per vederla
meglio consenso di sete…E’
davvero strana, continua ad avere delle sensazioni così umane che fatico a
capirla”, pensò Jasper, con sguardo truce e dubbioso, cercando di
giustificare l’allarmismo di poco prima.
Strinsi
Bella a me, mormorandole un “scusa” debole e sussurrato.
-Non
volevo spaventarti più di quanto tu non lo sia già-, continuai, cercando di
farle capire che comprendevo il suo stato d’animo.
-No,
tranquillo. Hai fatto bene. Continua a starmi vicino-, mi rispose, stringendo
la mia mano, che era ancora avvolta tra le sue. Nessie,
al suono della sua voce, cominciò ad agitarsi tra le braccia di Rose,
continuando a cercarla mentalmente e sporgendosi oltre Jacob che le si era
parato davanti, impedendole di vederla la sua mamma.
-Emmett,
Jasper…va tutto bene. E’ tranquilla, non c’è pericolo…-, dissi, cercando di farli rilassare e di farli
assumere una posizione che non fosse così minacciosa come quella che
continuavano a mantenere.
-Ma
Edward, non sono certo…-, tentò di replicare Jasper.
-Bella
è tranquilla, lo pensi anche tu. E’ vero che è un neonato, ma ogni sua reazione
è stata degna della nostra fiducia fin’ora. Anche prima, durante la caccia,
Bella ha sentito l’odore di alcuni umani, probabilmente escursionisti…-,
iniziai a raccontare, bloccato subito dopo dai pensieri scioccati dei miei
fratelli e dei miei genitori.
“Che incosciente”, pensò mio padre,
scuotendo la testa in segno di totale rimprovero.
“E non li ha attaccati?”, pensò Jasper,
sconvolto e demoralizzato.
“E sei riuscito a fermarla?So io come …”,
pensò Emmett, come al solito, sghignazzando.
“Bella era troppo intenta a pensare a te
Edward, per preoccuparsi degli altri due. E guarda come le hai ridotto il vestito…potevi essere un po’ più delicato nelle tue carezze”,
pensò Alice, sorridendomi maliziosa. Sì, spesso era proprio una scocciatura
avere una sorella veggente, soprattutto quando si intrometteva in cose private…
Non
potevo crederci che i pensieri dei miei famigliari fossero così vari, e alcuni
proprio senza alcun senso.
-Come
hai potuto essere così incosciente Edward?-, mi sgridò Carlisle,
l’unico davvero preoccupato e arrabbiato per quello che avevo fatto.
-Sì,
è vero, ho agito da irresponsabile. Prima di lasciarla andare da sola avrei
dovuto assicurarmi che non ci fosse nessuno…-.
“E che è successo?Dimmi che ha aggredito uno
dei due…”, pensò Emmett,
continuando ad immaginare scenari improbabili, a tratti a dir poco osceni.”Voglio tutti i dettagli…”.
-Edward…-,
mormorò Bella, aggrappandosi al mio braccio, cercando di fermare il mio
racconto.
-No,
Bella. Carlisle ha ragione:ho sbagliato. Sei davvero
molto forte e controllata, e spinto da questa evidenza non ho fatto troppa
attenzione. Ma quello che volevo dire è che Bella non li ha aggrediti…-.
-Aspetta,
aspetta…Bella non ha attaccato gli umani?-, chiese
Jasper, rimanendo per un secondo a bocca aperta.”Non ci credo”.
-Esatto!In
realtà stava per farlo. Era una cosa normale, era completamente concentrata
sulla caccia…-, continuai, fiero di poter raccontare
quanto impensabile fosse stata la sua reazione.
-L’ho
seguita, per cercare di fermarla. Lei mi ha sentito dietro di lei e appena si è
accorta di me, si è voltata. Si è resa conto che stava seguendo una scia di
sangue umano, ha trattenuto il respiro e se n’è andata-, terminai.
-Incredibile?Sul
serio?-, chiese, Emmett, mentre tutti i suoi scenari
campati in aria si dissolvevano, lasciando spazio all’unica realtà alla quale
non aveva pensato.
Annuii,
stringendo Bella per le spalle, addossandola al mio fianco.
-In
realtà si è dimenticato di dire che gli ho ringhiato contro-, confessò Bella,
con un faccino triste e preoccupato. Possibile che si preoccupasse di questo, e
non si rendesse conto di quanto grande dovesse essere il suo autocontrollo per
essere riuscita a resistere a quella scia di sangue tanto invitante ed intensa?
-E
quindi poi avete lottato tra di voi?-, chiese Emmett,
aprendo la sua mente ad un nuovo scenario al quale non aveva pensato.”Lotta…per quello Bella ha il vestito ridotto in
quelle condizioni…e poi chissà com’è andata finire…Edward dovrà raccontarmi ogni cosa”.
Sorrisi
esasperato dai pensieri senza fondamento di Emmett.
Ero certo che avrebbe continuato a pensarci per l’intero giorno.
-Ma
no!-, rispose Bella, sconvolta al solo pensiero.-Non avrei mai attaccato Edward-, concluse.
“Peccato”, osservò ancora Emmett, mettendo il broncio.-Ma davvero non l’hai
attaccato?Neppure un morso, un calcio…niente di
niente?-, chiese ancora a Bella, sempre più infastidita, cercando di alimentare
le sue immagini mentali.
-Dai
Emmett, non dire certe cose-, lo rimproverò Bella,
ormai spazientita.
-Non
sai davvero come sfruttare le occasioni. Sarebbe davvero eccitante vedervi
combattere, anche perché sei l’unica che lo può battere dal momento che non può
leggere nei tuoi pensieri-, replicò sghignazzando.-Quanto vorrei vedervi-,
terminò. A quel punto nessuno sarebbe più riuscito a fermare lo scorrere dei
suoi pensieri. Stava ovviamente immaginando uno scontro tra me e Bella,
pensando anche al modo in cui poteva convincerci a combattere.
-Non
potrei mai fare una cosa del genere con Edward-,
rispose stizzita Bella.
“Cavolo siè davvero innervosita…eppure…non ha l’impulso
di staccare la testa ad Emmett…incredibile”,
pensò Jasper, cercando di dimostrare che poteva perdere il controllo.” Non è normale…Siamo
sicuri che sia davvero un vampiro?”.
Sorrisi,
avvicinandomi a Jasper e colpendolo con un pugno sulla spalla.-Ora capisci cosa
intendo?-, chiesi, rispondendo ai suoi pensieri.
-Non
è normale Edward, non dovrebbe essere così-, replicò, sempre più confuso.
“Anche noi siamo stati imprudenti”. Il
pensiero di Esme mi fece spostare l’attenzione su di
lei.
-Dovevamo
accompagnarvi e non lasciarvi soli. Poteva attaccarti, potevate farvi del male…-, brontolò arrabbiata mia madre, più con sé stessa,
che per la mia leggerezza.
“Non me lo sarei mai perdonata”, pensò
ancora, portandosi una mano sul petto.
-Ma
non è successo, mamma. Bella ha saputo fermarsi, per questo sono certo che non
farà del male a Renesmee. Ha saputo controllarsi con
uno sconosciuto, a maggior ragione sarà in grado di farlo con sua figlia-,
replicai, osservando verso Bella, che però non stava ascoltando. Il suo sguardo
era fisso, rapito, da quel piccolo fagottino che si dimenava impaziente tra le
braccia di Rose. Il suo sguardo era dolce, innamorato e spaventato.
Automaticamente sporse le sue braccia verso quelle insistenti della piccola,
che ormai non riusciva più a controllare il desiderio di immergersi nella
braccia della madre.
Ma
ad un tratto gli occhi di Bella si spensero, e le sue braccia riccaddero lungo il suo bacino, quasi sentisse di non
meritare di tenere fra le braccia sua figlia.
-Posso
andare, Edward?-, chiese, sporgendosi oltre Jasper per incrociare di nuovo gli
occhi della piccola che la richiamavano impazienti. Stava chiedendo il mio permesso…
“E’ troppo pericoloso Edward, pensaci bene”,
mi mise in guardia di nuovo Jasper, ringhiando leggermente.
-Oh
Jasper…lascia in pace Bella, non farà niente di male…fidati-, venne in mio aiuto Alice, smorzando la
tensione che si era creata. Mio fratello fissò Alice intensamente, cercando
conferma negli sui occhi di quello che aveva appena detto. Poi si spostò dietro
Bella, le appoggiò una mano sulla spalla e la incoraggiò a muoversi verso Renesmee. Bella cercò il mio sguardo, rendendosi conto che
l’andamento della situazione sarebbe dipeso solo da lei. Io annuii, dandole il
mio appoggio e il mio consenso per quell’incontro. Lasciai che fosse Jasper a
guidarla. Io non potevo entrare nella sua mente per prevedere le sue azioni,
mentre lui era in grado di controllare lo stato d’animo di Bella, e intervenire
qualora ce ne fosse stato bisogno. Bella si mosse lentamente, controllando ogni
suo movimento. Doveva costarle molto quella lentezza e quella accortezza
pensata, in ogni gesto. Mi dispiaceva per lei. Era chiaro che ognuno di noi la
teneva sott’occhio, studiata cercando di evitare un possibile passo falso. Ma
in questo modo veniva messo in secondo piano l’importanza dell’incontro.
Fortunatamente la piccola, che non aveva smesso un attimo di agitarsi e di
tendere le braccia verso Bella, irritata e spazientita emise un lamento
nervoso. Tutti si concentrarono attorno a lei, cercando di capire il motivo di
una simile reazione e lasciarono Bella sola, immobile, a pochi passi dalla
piccola.
-Che
ha?-, chiese Jacob, preoccupato, afferrando Renesmee
dalle braccia di Rose.
-Non
ha niente Jacob, vuole solo andare da Bella, non resiste più-, gli spiegò,
dando voce ai pensieri della piccola. Jacob storse il naso, infastidito da
quella constatazione.
-Vuole
me?-, chiese Bella, che era stata tagliata fuori dall’intera scenata
preoccupata per Nessie.
-Certo
che vuole te-, le sussurrai all’ orecchio, circondando il suo busto con le
braccia ed incoraggiandola ad avanzare.-E’ da tre giorni che ti aspetta-, le
spiegai emozionato.-Vai da lei-, dissi, spingendola a fare l’ultimo passo verso
la piccola che aveva desiderato sin dal primo momento. E in quel momento
accadde. Renesmee smise improvvisamente di piangere e
di lamentarsi, e le mani di Bella smisero di tremare, occupate a tenere tra le
braccia qualcosa di prezioso. La piccola si aprì in un sorriso esultante e
vittorioso, prima di allungare la manina verso il viso diafano di Bella.
“Mamma”, pensò Renesmee,
accarezzandola dolcemente con le manine chiuse a pugno. In quel momento,
probabilmente, se avessi potuto avrei pianto. Pianto di gioia, di liberazione
perché finalmente ogni preoccupazione, ogni ansia, ogni angoscia sembrava
sparita, lasciando posto a quello che non avrei mai pensato di poter avere:una
famiglia, la mia famiglia. Mi avvicinai a loro. Accarezzai i capelli a Bella,
lentamente, per farle sapere che ero lì con lei e mi concentrai sui pensieri di
Renesmee. Stava mostrando a Bella l’unico ricordo che
aveva di lei, la sua immagine confusa e distorta subito dopo il parto. Fu
difficile rivivere quel momento, soprattutto attraverso gli occhi della
piccola.
-E’
stata lei?Cosa mi sta facendo vedere?-, chiese Bella, confusa.
-Cosa
ti ha mostrato?-, le chiese Rose euforica e contenta.
-Sì,
è stata lei. Te l’ho detto che è molto speciale, e che comunica in modo
particolare. Ma è efficace, non è vero?-, le chiesi, sussurrando piano la
risposta sul suo collo, per non disturbare troppo l’idillio che si era creato.
-Ma
cosa hai visto?-, chiese Jacob, che non aveva mai smesso di accarezzare Nessie, dal momento in cui Bella l’aveva presa in braccio.
-Credo
me…ma avevo un aspetto davvero orribile-,rispose,
storcendo il viso in un’espressione disgustata.
-Eri
così perché è l’unico ricordo che la piccola ha di te-, le spiegai, con la voce
in parte rotta dall’emozione del violento ricordo che avevo appena visto con
lei. Bella sembrò capire il mio disagio, e si sporse leggermente indietro,
accarezzando la mia guancia con la sua.
-In
questo modo ha voluto farti sapere che sa chi sei, che ti riconosci-, le
spiegai ancora, beandomi allo stesso momento del dolce profumo della sua pelle.
-Sì,
ma come fa?-, chiese sbalordita, accarezzandole piano i fini capelli dorati. Renesmee sembrò voler fare lo stesso e afferrò una ciocca
dei capelli di Bella, portandola contro di sé e stringendola forte tra le sue
manine.
“…bella…”, pensò
mentre con aria sognante continuava ad osservare il viso di Bella.
“Sì, è vero:è proprio magnifica la tua mamma”,
pensai, in risposta ai suoi pensieri, dandole un buffetto sulla guancia.
-Non
lo so amore. E’ un dono, come quello mio, di Alice o quello di Jasper. Non
sappiamo perché riesce a fare quello che fa…-,
risposi alla sua domanda.
-In
realtà sembra un interessante capovolgimento…-,
osservò Carlisle, senza però terminare la frase.
“Sembra abbia capovolto sia il dono di
Edward, sia la strana capacità di Bella di chiudere la sua mente. Nessie fa esattamente l’opposto:rende partecipe tutti dei
suoi pensieri…”, iniziò a pensare mio padre,
perdendosi in quelle riflessioni.
-Sembra
davvero così…-, risposi, senza terminare la frase ma
lasciandomi trasportare dalle stesse osservazioni. Sembrava avere ragione. Solo
una cosa non capivo…se la mente di Bella era davvero
così inaccessibile ai poteri”mentali”, come faceva la piccola a far funzionare
il suo potere con Bella?Probabilmente ci riusciva perché era sua madre, erano
madre e figlia. O forse semplicemente, come aveva osservato Carlisle,
Nessie era riuscita a capovolgere anche la capacità
di Bella di bloccare la sua mente…Bella non faceva
entrare nessuno, mentre nessuno poteva impedire alla piccola di entrare con i
suoi pensieri. In quel momento non ci filai troppo sopra, e tornai presto a
concentrarmi su Bella che con calma stava prendendo confidenza con Renesmee.
-Anch’io
mi ricordo di te-, le disse dolcemente, prima di lasciarle un tenero bacio
sulla fronte. Mi sembrò un gesto naturale e materno ma Jasper iniziò ad
agitarsi, mettendomi in allerta.
-Smettetela!-,
intervenne Alice.-Va tutto bene, Bella sta bene-, ci rimproverò.
“Non sta facendo nulla di male”, pensò,
rivolgendomi uno sguardo scontroso.
-Però
per oggi abbiamo sperimentato abbastanza-, proruppe Jacob che fino a quel punto
si era tenuto in disparte il più possibile.
-Che
problema c’è Jacob?Cos’hai?-, chiese Bella infastidita da quella, per lei
inspiegabile, interruzione stringendo verso di lei la piccola, allontanandola
il più possibile da lui.
“Come fanno a stare così
tranquilli?Maledizione”.
-Jacob…smettila.
Bella si sta comportando nel migliore dei modi. Capisco la situazione, ma questo
non mi permetterà di sbatterti fuori se continui-, lo minaccia.-Le stai
rovinando questo momento e non ne hai nessun diritto-, conclusi ringhiando.
-Puoi
contare su di me Edward!Non vedo l’ora di sbatterlo fuori, restituendogli il
calcio sulla pancia…-, replicò Rose, finalmente
contenta di poter inveire liberamente verso Jacob.
Continuai
a guardarlo con aria minacciosa. Doveva smetterla di intromettersi, smetterla
di impicciarsi nella vita mia e di Bella.
-Noo-,
sentii urlare ad un tratto. Voltai lo sguardo verso Bella, che fissava Jacob
con uno sguardo disgustato e attonito.
“Attento Edward”, urlò Jasper. Strinsi
Bella forte al mio petto, cercando di trattenerla. Aveva capito tutto, ogni
cosa. Jacob velocemente le sfilò la piccola tra le braccia,portandola lontano
da lei. Bella respirò a fondo, affaticata, senza cercare di liberarsi dalla mia
stretta.
-Sta
calma,amore-, le sussurrai, in parte euforico della sua reazione:era proprio
quella che più avrei desiderato.
-Rose,
prendiRenesmee
e portala lontana da qui-, ordinò con voce decisa e asciutta.Sembrava apparentemente calma, ma era chiaro
che sarebbe scoppiata da un momento all’altro. Sentivo i muscoli e i nervi
delle sue braccia, tendersi e vibrare, pronti a scoppiare.
-Edward
lasciami-, mi ordinò con voce più dolce, ma sempre perentoria.-Non voglio farti
del male…-. Esitai un istante e poi la
lasciai.-Mettiti vicino a Renesmee-, mi consigliò. Un
sorriso compiaciuto uscì dalle mie labbra quando la vidi stendersi in avanti e
scoprire i denti in posizione di difesa.
-Dimmi
che non è come penso-, ringhiò, verso Jacob.
“Inizia lo spettacolo”, pensò Emmett divertito.
“E spettacolo sia”, pensai. Finalmente
Jacob avrebbe avuto la lezione che meritava.
Trettra: Ciao trettra!!Sono davvero felice
che ti sia piaciuto, anche l’affermazione su Edward!!E sono felice che vi
piaccia questo Edward un po’ umanizzato con pulsioni adolescenziali!!Spero che
anche questo capitolo ti piaccia!!Un bacione,Silvia
Naog94: Grazie, sono contenta se
pensi che il capitolo mi è venuto bene!!Dillo a me, io Jake
non lo sopporto…soprattutto in questa parte di Bd…mi verrebbe quasi di cambiare le cose e di farlo
prendere a calci da Edward…
Tede: Ciao Tede, sono davvero felice
che la mia descrizione sui desideri di Edward ti sia piaciuta!!Grazie davvero
per leggere e commentare!!Un bacione, Silvia.
Linda88: Grazie mille
Linda!!Finalmente ti posto il capitolo che desideravi!!Spero che sia
all’altezza delle tue aspettative!!Un bacio, Silvia
Goten:Felice che ti sia piaciuto!!Eclipse??Oddio,
perché no!!Se vi fa piacere leggerlo posso provarci!!Grazie mille per leggere e
commentare sempre!!Un bacio, Silvia
Francycullen:Grazie mille!!Sono stata brava questa settimana…ho
aggiornato in fretta!!
Elfasognatrice:Oddio??Davvero ti crea dipendenza leggere il mio BD??Beh,
ne sono felice!!Sì…il fatto che Edward senta i
pensieri è un buon modo per conoscere anche gli altri personaggi, e mi piace
far sentire i pensieri degli altri!!Ora ti lascio al capitolo che
aspettavi!!Spero ti piaccia!!Un bacio, silvia
Ila74cullen:grazieeeee!!!Speriamo
di riuscire a continuare sempre così!!!
KissyKikka:tranquilla se non hai commentato!!Sì…anch’io
non sopporto Jake!!Se fosse per me l’avrei già
rispedito a Lapush…comunque grazie dei bellissimi
complimenti!!Mi fa davvero piacere che ti sia piaciuto il capitolo!!Un bacio,
Silvi
Ciao ragazze!!Eccomi…parecchio
in ritardo ma ci sono!!Spero che la descrizione dello scontro con Jake vi piaccia!!Come sempre un mega grazie a tutte!!Siete
davvero troppo, troppo buone con me!!Fatemi sapere se per caso trovate qualcosa
che non va in quello che leggete:incongruenze, errori…sono
certa che ce ne siano quindi se me li segnalate mi fate unfavore!!Non vi tedio oltre!!Vi lascio alla
lettura del capitolo!!Un altro mega grazie a tutte!!Silvia
Capitolo 29.Scontro
-Bella, sai che è una cosa che non si può decidere-, si giustificò Jacob,
indietreggiando lentamente con le mani alzate.
“Vai Bella, azzannalo”, pensò Emmett, sempre
più divertito e agitato. Io mi tenni vicino a Renesmee
che osservava la scena divertita, anche se un po’ preoccupata.
-Sei solo uno stupido, come hai potuto fare una cosa del genere?-, ringhiò
Bella ormai fuori di sé, facendo un passo avanti verso Jacob.-Come hai
potuto?-, ripeté ancora, mettendo in bella mostra i denti, minacciosa.-E’ mia
figlia-, continuò, enfatizzando l’aggettivo “mia”.
“Dannazione Bella, perché non capisci?”, pensò Jacob, ormai
completamente spaventato, e quasi preso di sorpresa dalla sua reazione. Continuò
ad indietreggiare ancora, fino alla porta d’ingresso, sempre più in fretta. Io
non potevo fare a meno che sorridere di fronte a quella scena:Bella che metteva
paura…non l’avrei mai e poi mai immaginato.
-Bella, non l’ho deciso io!-, ripeté Jacob. Emmett si posizionò al mio fianco continuando a
guardare con occhi curiosi ed eccitati la scena, incitando mentalmente Bella ad
attaccarlo.
“Scommetto che attacca”, pensò. Probabilmente era vero. Forse avrebbe
attaccato Jacob, sfoderando tutta la sua nuova forza e liberando la rabbia che
l’impriting tra Jacob e Nessie
le aveva provocato o forse si sarebbe semplicemente limitata a sfogarsi un pò.
-Non credo attaccherà Jacob-, bisbigliai.-Lo vorrà
solo spaventare…-, osservai, chiedendomi veramente se
Bella potesse davvero arrivare a tanto.
-Ti scordi che è una vampira neonata, Edward…non
credo che manterrà ancora il senno per molto-, osservò, sorridendomi e
sghignazzando come un’idiota.
“Sta peggiorando, è sempre più arrabbiata”, pensò Jasper, in risposta
alle nostre futili disquisizioni sullo scontro che si stava sviluppando nel
giardino di casa nostra. Forse sarei dovuto intervenire, ma era troppo
piacevole riprendere la rivincita su tutto quello che avevo dovuto sopportare
da Jacob. E che questa rivincita provenisse dalla mano di Bella, rendeva tutto
più appagante ed eccitante…
-Togliti quel sorriso ebete dalla faccia Edward, si vede lontano un chilometro
che stai gongolando di soddisfazione, sei peggio di un’adolescente…-,
bisbigliò Alice, cercando di essere seria ma anche lei sembrava vagamente
divertita.
Dopo giorni di ansie, paure, preoccupazioni, quello sembrava davvero un momento
rilassato, quasi di gioco, che mi stava lentamente rasserenando. Ogni cosa
stava andando al posto giusto;ogni cosa stava prendendo la giusta piega e io
non potevo far altro che gioire felice di questo. Avrei lasciato che Bella
spaventasse un po’ Jacob, solo per il gusto di vederlo terrorizzato e colpevole
di fronte a lei. Se le cose si fossero messe male, sarei sicuramente
intervenuto per dividere i due litiganti anche se ero certo che sarebbero
intervenuti prima Leah e Seth, i quali, nascosti tra
gli alberi che limitavano il giardino, guardavano l’intera scena preoccupati,
pronti ad aiutare Jacob.
-Sei davvero un cretino, come hai potuto?-, urlò Bella.-E’ la mia bambina?Che
stupido diritto vuoi accampare su di lei?-, chiese ancora, continuando a
fissare Jacob con sguardo cattivo e accusatorio e continuando ad avanzare verso
di lui con passo lento ma sicuro. Se lo stava cucinando lentamente, senza
fretta, spaventandolo e facendo preoccupare per bene.
-Ma Bella, non l’ho deciso io-, replicò Jacob, cercando di scusarsi in tutti i
modi, anche se Bella sembrava non dargli ascolto.
-L’ho vista una sola volta, ho potuto stare con lei per una sola volta, e tu
vuoi avanzare delle richieste su di lei Jacob?-,chiese ancora, con sguardo
tetro e cupo ma sempre bellissimo. Possibile che in qualsiasi modo la vedessi
la trovassi estremamente sensuale e intrigante?Era una nuova immagine di
Bella:forte, decisa e indipendente, capace di difendersi da sola. Non che prima
non sapesse difendere le proprie scelte. Caratterialmente, intimamente, era
sempre stata molto determinata e decisa nel portare a termine ciò che voleva,
solo che fisicamente non era in grado di difendersi da sola. Ora anche il suo
bellissimo aspetto era dalla sua parte, conferendole forza e potenza, giusto
quello che prima le mancava.
-Non è tua Jacob, lei è mia-, strillò, continuando a muoversi verso di lui, che
ormai aveva terminato la sua via di fuga.
-Come ti è saltato in mente di avere l’impriting con
la mia bambina, come?-, chiese ancora, mostrando i denti ed arricciando il naso
in segno di totale irritazione.
“Ora lo attacca”, pensò Jasper, facendo un passo in avanti pronto ad
intervenire per sedare la rissa. Emmett, al mio
fianco, invece, si sfregava le mani, curioso di vedere la prossima mossa tra i
due litiganti:non potevano essere più diversi l’uno dall’altro.
“Porto la piccola dentro”, pensò Rose, sempre premurosa e attenta alla
piccolina. Annuii, sorridendo a Nessie, che non
sembrava avere nessuna intenzione di perdersi la scena.
-Continuerai a guardare la mamma da dentro-, le promisi, rispondendo alla sua
richiesta muta di restare.”Dove sarai più protetta”, pensai.
-Non è stato intenzionale, lo sai…-, insistette a
difendersi Jacob, inoltrandosi tra gli alberi.
Seth e Leah si portarono in avanti, affrontando
Bella. Seth quasi non si mosse, continuò a tenere la testa china, quasi
mortificato dalla situazione. Leah abbaiò contro
Bella, sfidandola a viso aperto. Istintivamente ringhiai contro quel lupo che
aveva osato affrontare mia moglie, ma il ringhio che usci dalle labbra di Bella
fu molto più terrificante del mio, e mi ricordò ancora una volta che non aveva
alcun bisogno di essere difesa. -Leah, non ti intromettere-, disse Jacob.-E tu Bella,
prova ad ascoltarmi per un secondo-, cercò di convincerla.
“Non invidio il cane in questo momento…tra due
donne, una peggio dell’altra…io se fossi in lui le
inciterei ad azzannarsi, sai che spettacolo”, pensò Emmett
facendomi sorridere. Era strana la concezione che avevo di lui…lo
associavo quasi ad un cartone animato buffo, dalla quale testa uscivano
nuvolette con le scenette animate dei suoi pensieri. La sua mente era davvero
così:accanto a pensieri, quasi sempre osceni e improponibili,si creavano sempre
delle immagini reali, vivide, che li rappresentavano alla perfezione. E ora
nella sua mente era in atto una lotta tra Bella e Leah,
vestite in maniera improponibile. Se avessi scovato certi pensieri su Bella,
nelle menti degli altri uomini, probabilmente li avrei presi a calci…ma in questo caso si trattava di Emmett,
e non potei fare a meno di sghignazzare in risposta ai suoi pensieri. A volte
era piacevole avere un fratello dai pensieri così didascalici e animati;sempre
che le animazioni non riguardassero Rose…
-No, non ho nessun motivo per darti retta, perchè
dovrei?-, replicò Bella, continuando a spostare lo sguardo tra Jacob e Leah, che non si era mossa, ignorando la richiesta di Jake.
-Perché l’hai detto tu Bella!L’hai detto tu che le nostre vite ci appartengono,
e l’impriting con la piccola ne
è la prova. Faccio ancora parte della tua vita, non è ciò che volevi?-,spiegò,
tentando di dare alito alle sue ragioni.
Lo sguardo di Bella sembrò stupirsi a quelle parole, quasi dubitasse della
provenienza delle stesse. Probabilmente non ricordava di aver detto una simile
cosa, facendo parte della sua vita da umana, ormai sfuocata per lei.
-E quindi, credi di poter stare accanto a me come genero?-, chiese, più
pungente e cattiva di prima.
“E’ davvero mitica”, pensò Emmett,
immaginandosi Jacob, che, in quanto genero chiamava Bella mamma. Risi assieme a
lui, ma presto, Esme mi ricordò che la situazione
forse stava precipitando.
“Basta adesso,Edward fai qualcosa”, mi ordinò appoggiandomi una mano
sulla spalla per trasmettermi maggiormente la sua ansia e la sua
preoccupazione.
-Tranquilla mamma, Jasper mi avvertirà se le cose precipitano-, mormorai,
continuando a godermi lo spettacolo.
-No, fermala adesso Edward. Non ragiona più, non sarà felice quando scoprirà di
avergli fatto del male-, osservò, con tono dolce ma rimproverevole.
Appoggiai una mano sopra la sua tentando di rassicurarla:sarei intervenuto se
le cose si fossero messe male, ma non potevo negare che mi stavo pienamente
godendo quel momento. Non avevo nessuna intenzione di farlo terminare in
anticipo.
-Ma cosa dici, no…-,precisò Jacob con aria
disgustata.-E’ solo una bambina, una neonata, come puoi pensare una cosa del
genere?-.“Voglio solo proteggerla…”, pensò.
-Già, è come dici tu!E’ solo una neonata, com’è possibile che tu sia riuscito
ad avere l’impriting con lei?-,urlò ancora Bella.
-Te l’ho spiegato come funziona! Non voglio altro se non la sua felicità!Non mi
sembra molto diverso da quello che vuoi tu!Edward non mi avrebbe mai lasciato
vivo, se non fosse stato così…-, continuò,
arrampicandosi sugli specchi per convincere Bella ad non avercela con lui.
“Non ti ho fatto nulla, perché speravo ci pensasse Bella…”,
pensai, deliziandomi del fatto che quel momento era arrivato.
Bella non gli rispose, ma si avvicinò quatta, felina, minacciosa. A pochi metri
da lui si distese squarciando il silenzio dell’attesa con un ringhio acuto.
Non potevo credere che fosse la mia Bella. Era davvero incantevole.
-Non è fantastica?-, mormorai a Emmett, che annuì
dandomi una pacca sulla spalla.”Sapevo che Bella aveva delle vere
potenzialità come vampira”, pensò, sospirando come se l’avesse sempre
saputo. -Fin’ora non ha mai tentato di attaccarlo. Ha
continuato a minacciarlo, ma non ha mai puntato alla sua gola-, osservò mio
padre, che, sebbene non lo facesse notare apertamente come me o Emmett, era realmente interessato e incuriosito dalla
situazione. Gli unici davvero preoccupati sembravano essere mia madre e Jasper
che continuava a monitorare lo stato d’animo di Bella, comunicandomelo
mentalmente.
-Per ora avete vinto voi-, mormorò Emmett, soprafatto
dalla realtà dei fatti. Bella, fino a quel momento, sembrava aver giocato con
Jacob, lentamente, spaventandolo, torturandolo ma senza dare il minimo segno di
volerlo realmente attaccare fisicamente.
-Dovrai starle lontano-, lo intimò Bella, con tono serio, basso, imperante,
spostandosi i lunghi capelli, che le erano ricaduti in avanti, dietro la
schiena.
-Non posso fare una cosa del genere-, replicò Jacob, spaventato dall’idea che
gli venisse portata via quella che era l’unica sua ragione di vita.
-Dovrai farlo, dovrai provarci. A partire da subito-, gli ordinò Bella, con un
tono che non ammetteva repliche.
-No, no…Non è possibile, non posso farlo. Ricordi
che, anche per te, fino a tre giorni fa era impossibile separarti da me. Ora
per te è tutto cambiato, mentre per me…-
“Per me è tutto diverso ora. Ho il bisogno assoluto di stare con Nessie, per assicurarmi che stia bene, che non abbia
bisogno di nulla…”.
-E’ sempre stato così Bella. Il nostro legame era lei-, mormorò Jacob,
finalmente consapevole che l’affetto che provava per Bella non era altro che
amicizia. Ero sollevato per questo, anche se ero spaventato dalle conseguenza
dell’impriting tra lui e mia figlia.
-Non mi interessa. Ripeto:vattene Jacob, stai lontana da lei-, continuò a
minacciarlo, senza esitazione e senza dar segno di riprendere un po’ di
lucidità che le avrebbe permesso di valutare meglio la sua decisione.
-Ma dai Bella!Anche Nessie mi adora…-,
disse, giocando la sua ultima carta e facendo leva sui sentimenti della
piccola, che, dentro casa con Rose, le chiedeva continuamente cosa stava
accadendo. Bella alzò lo sguardo impietrita a quelle parole. Respirò a fondo, cercando
di riprendersi da quello che aveva appena sentito, ma inutilmente. Un silenzio
inquietante invase il giardino. Solo il pensiero di Jasper turbava quella
quiete prima della tempesta.“Ora lo azzanna davvero”.
-Come l’hai chiamata?Cosa hai detto?-, bisbigliò Bella, con tono di voce tra
l’incredulo e l’infuriato.
Jacob indietreggiò, aumentando lo spazio tra di loro.-Beh, sai…Il
suo nome è quasi impronunciabile e mi sono permesso di darle un sopranome…-, mormorò, balbettando, in cerca di una
giustificazione, conscio che quell’errore aveva sancito la sua condanna.
-E il nome del Mostro di LochNess
ti sembra un bel sopranome?-, ringhiò Bella, acquattandosi sulle ginocchia e
spiccando un balzo agile verso Jacob, atterrandolo.
Non appena la vidi scoprire i denti e mirare al collo di Jake,
mi affrettai ad intervenire, ma Seth si era già messo in mezzo tra di loro,
cercando di allontanarli. Mi affrettai a raggiungerli, ma troppo tardi, perché
Bella aveva già scaraventato lontano Seth, ormai senza nessun barlume di
ragione.
La presi per le spalle, attirandola a me e facendola aderire al mio petto,
sperando che quel contatto potesse farle riprendere un minimo di lucidità
necessaria per farla calmare. Jasper e Emmett, furono
subito al mio fianco con l’intento di aiutarmi, ma li fermai, temendo che Bella
si sentisse braccata vedendo attorno a sé così tanti vampiri. Portai Bella
lontano da loro, lontano dalla situazione, sperando che in qualche modo questo
potesse aiutarla a ritrovare la calma e la lucidità necessaria. -Shh, calmati Bella, calmati amore-, le sussurrai
all’orecchio, cercando di trovare il modo giusto per farle riprendere la
lucidità persa.
La sentii rilassare lentamente i muscoli, che fino a prima erano estremamente
contratti e pronti all’attacco. Si lasciò scivolare addosso al mio petto,
facendo cadere ogni arma di difesa e guardandomi con uno sguardo smarrito e
pentito.
-Cosa ho fatto?-, chiese, portandosi le mani sul volto. La strinsi forte a me,
abbracciandola. Aveva ragione Esme:dovevo fermarla
prima, ma, da idiota qual’ero, avevo lasciato che la mia soddisfazione
personale venisse appagata, senza pensare che poi Bella si sarebbe pentita e
avrebbe sofferto per quello che aveva fatto.
-Non è successo niente Bella-, mi affrettai a risponderle lasciandole un bacio
tra i capelli.-Niente-.
-Ma ho aggredito Jake, e credo di aver fatto del male
a Seth…PoveroSeth-,
continuò piagnucolando sul mio petto.
-Vedrai, non sarà nulla di grave- tentai di rassicurarla, cercando tra i
pensieri di mio padre o dei miei fratelli delle notizie sulle condizioni del
mio amico lupo.
-Se sei più calma, andiamo a vedere come sta-, continuai, abbracciandola forte,
cercando di tranquillizzarla come potevo. Non rispose, ma fece un cenno
silenzioso con il capo. La presi per mano,e la ricondussi verso casa.
Avevo
commesso un altro errore, per l’ennesima volta. E ora, osservare Belle triste,
confusa e assolutamente convinta di meritare una punizione mi faceva stare
male,mi lacerava il cuore. Non potevo fare molto per lei, non più perlomeno.
Sarei dovuto intervenire prima che tutto degenerasse, prima che Seth
intervenisse per dividerli. Ma il mio stupido desiderio di rivalsa nei confronti
di Jacob aveva preso il sopravvento, regalandomi qualche attimo di rivincita.
Una cosa stupida, inutile da fare…ma ormai era troppo tardi per rimediare. Mi
avvicinai piano alla vetrata. Bella aveva lo sguardo perso nel vuoto, immersa
nell’infinito dei suoi pensieri. Ancora una volta desiderai di conoscere i suoi
pensieri, per poterla capire, per poterla aiutarla meglio.Non parlai, non sapevo
più che dire. Avevo tentato di convincerla che la sua reazione era stata più che
normale e che ero io ad aver commesso un errore per non essere intervenuto
prima, ma inutilmente. Neppure Seth era riuscito a rasserenarla. La cosa che
piùmi faceva male era che tutti fossero d’accordo nel tenere lontana la piccola
da Bella. Non era giusto, né per lei, né per la piccola. Ero certo che non le
avrebbe mai fatto del male. Le sfiorai la mano, desiderando di toccarla più di
qualsiasi altra cosa, e sperando di riuscire a tranquilizzarla un po’. Intrecciò
le sue dita alle mie, distogliendo lo sguardo dall’esterno solo per guardarmi
sciìonsolata e con sguardo colpevole, prima di tornare ad immergersi nella
moltitudine dei suoi pensieri, chiudendomi fuori. Mi limitai a starle accanto,
accompagnadola, muto, nelle sue riflessione.Non doveva essere facile accettare
tutto. Doveva affrontare molto più di quanto avevo dovuto fare io. In poco più
di un anno e mezzo le cose erano cambiate radicalmente, e la piccola efragile
Bella che avevo conosciuto e amato da subito, era diventata una splendida
vampira, moglie e madre. No…nulla doveva essere semplice per lei. Anche se
lasciava intravedere poco le sue preoccupazioni. Strinsi la sua mano, cercando
di ricordarle che ero lì, lì per lei e per la nostra
bambina.
-Cosa
c’è che ti preoccupa Bella?-, le chiese improvvisamente Jasper,che, appolaiato
sulla scala non aveva smesso un attimodi monitorarla. Avrei voluto sapere anch’io cosa la turbava, cosa la
spaventava, ma non volevo essere troppo assilante. Ringraziai mentalmente Jasper
per averle posto la domanda che avrei voluto farle io.Osservai Bella, in attesa
di una sua risposta. Lei si voltò per fissare mesta Jasper, lo stesso sguardo
triste e malinconico che continuava a mostrare a me. Mi chiesi se fosse davvero
stata la scelta giusta quella di trasformare Bella. Forse l’avevo costretta a
scelte troppo difficili, rinunce insopportabili. Strinsi forte la sua mano,
augurandomi che non fosse così.
-Nessuno
ce l’ha con te-, continuò Jasper, cercando di consolarla.Un ringhio, proveniente
da Leah si alzò, contradicento l’affermazione di mio fratello, che non lo badò e
continuò a rassicurare Bella.
-Sei
stata brava, davvero Bella. Ci hai sorpresi.Hai superato tutto molto
velocemente, al di là di ogni previsione-, concluse, sorridendole. Bella annuii,
continuando a mantenere il silenzio che l’aveva caraterizzata negli ultimi
istanti. Si voltò di nuovo verso la vetrata e respirò a fondo, prendendo ad
accarezzare il palmo della mia mano con il suo pollice, gesto che faceva spesso
quando era nervosa.
-Pensavo
a mio padre in realtà…-, mormorò con voce bassa.Charlie…aveva già chiamato tre
volte quel giorno, per chiedere informazioni sulle condizioni di Bella.La prima
volta aveva parlato con mia madre, poi aveva voluto assolutamente parlare con
Carlisle, per pregarlo di poterla vedere. Non avremo potuto continuare a lungo
con la bugia della malattiadi Bella. L’unica soluzione era andercene, facendo
perdere le nostre traccie. Non sapevo se Bellasarebbe mai riuscita a fare una
cosa del genere. Ero sempre stato dell’idea che non avesse valutato attentamente
tutte le complicazioni che comportava la sua scelta di diventare come
me.
-Capisco…-,
mormorò Jasper, probabilmente aspettandosi che fossero altri i pensieri che
preoccupavano Bella.
-Dobbiamo
partire, vero?Almeno per pun po’…fingere di essere ad Atlanta o in un posto del
genere…-, disse, quasi riflettendo sulle possibilità a voce alta. Si voltò di
nuovo verso Jasper, aspettando una risposta da lui.
-Credo
sia l’unico modo per non coinvolgere tuo padre-, le rispose Jasper, con tono
grave e basso.
-Charlie
mi mancherà tantissimo,mi mancheranno tutti quelli di Forks-, mormorò dopo un
attimo di meditato silenzio. Io non parlai, non dissi niente. Non sapevo cosa
dirle, e come aiutarla ad un passo del genere. Sapevo che sarebbe stato
difficile per lei, ogni cosa lo sarebbe stata.Continuai a starle accanto, ad
osservarla cambiare espressione, in accordo con le variazioni dei suoi pensieri
finchè non la vidi sorridere leggermente, scuotere la testa e sbuffare come
infastidita.
Le
stinsi la mano, e la guardai curioso, sperando che mi rendesse partecipe dei
suoi pensieri.Mi guardò, scosse la testa come se non fosse importante, e tornò
silenziosa e seria.
“E’ora…”,
sentii pensare Rosalie e subito dopo vidi Carlisle scendere dalla scale con gli
strumenti neccessari a monitorare la crescita della piccola, che entrò in
braccio a Rosalie, seguita da Jacob che non le mollava un attimo. Scossi la
testa sconsolato. Non c’era più nulla da fare:ormai era assodato che Jacob
avrebbe fatto parte della famiglia.Jasper con un balzo si avvicinò a Bella,che si guardava in giro
curiosa.
“La
mia mamma…”, pensò Nessie, non appena la vide, allungando le braccia verso di
lei.
-Non
adesso-, le mormorò Rose accarezzandole una guancia.-Carlisle ti deve misurare
per vedere quanto sei cresciuta-, concluse, cercando di distogliere
l’attenzaione di Nessie da Bella.
-Sono
le sei…-,dissi, cercando di giustifiacare quel’insolito
trambusto.
-E
cosa succede alle sei-, chiese Bella, senza smettere un attimo di fissare
Nessie.
-E’
l’ora per misurare la crescita di Ness…Renesmee-, disse mio
padre.
-E
lo fate ogni giorno?-, chiese ancora.
-Lo
facciamo quattro volte al giorno…-, le rispose Carlisle mentre, indaffarato, si
spostava verso il divano.
-E
come mai lo fai così spesso?
-Renesmee
cresce in fretta…-, mormorai, cercando di mantenere un tono tranquillo. Temevo
di turbarla parlandole della piccola, non sopportavo l’idea che non potesse
starle accanto e non sopportavo l’idea che Bella accettasse senza opporsi la
decisione presa da Jacob o Rose. Che diritto avevano di decidere per noi?Ero
assolutamente certo che Bella non le avrebbe mai e poi mai fatto del male. Le
strinsi la mano e l’attirai di fronte a me, stringendola forte. Volevo darle
fiducia, darle coraggio, farle sapere che mi fidavo di lei e che ero
assolutamente certo che non avrebbe avuto alcun problema a controllarsi. E
volevo sentirla vicina, addosso a me. Volevo essere sommerso dal suo profumo,
dall’aroma dei suoi capelli per essere davvero certo che quello che stava
accadendo fosse vero, e non frutto della mia immaginazione. No, niente
immaginazione…Bella era davvero mia moglie ed era davvero come me. Nonostante
tutte le preoccupazioni che erano sorti in Bella, dopo la trasformazione, non
potevo non essere felice. Non c’era nessuno ostacolo fra di noi, nessun limite e
nessun freno poteva più mettersi tra di noi.
Fissava
Nessie intensamente, guardandola, studiandola, probabilmente per convincersi
veramente che quella era la piccola che aveva stretto tra le braccia poco prima.
Cresceva in fretta, davvero in fretta…
-Cresce
in fretta, davvero in fretta…-, mormorò con le labbra serrate e con tono
preoccupato Bella.-cosa faremo?-, chiese, lasciando la domanda, a cui non sapevo
rispondere, librare nell’aria.
-Non
lo so, non lo so davvero…-, ammisi, stringendo le mie braccia sul suo petto e
stringendola saldamente a me. Non sapevo darle una risposta, non in quel
momento.
-Sembra
che la sua crescita sia rallentando…-, osservò Jacob, che conosceva a memoria
ogni progresso fatto da Nessie.
-Non
puoi esserne certo. Potrebbe essere un caso…ci vogliono diversi giorni di
misurazioni per prevedere l’andamento della crescita di Nessie-, mi affrettai a
precisare. Non volevo che Bella si facesse strane speranze:né io, né mio padre
avevamo idee su come sarebbe progredita la crescita di Nessie, e non volevo che
Bella sperasse che la velocità di crescita di crescita sarebbe diminuita, almeno
non finché ne fossimo stati davvero certi.
-Ma
ieri la crescita era stata di cinque centimetri, oggi è un po’ meno-,continuò
risoluto Jacob,convinto della sua affermazione di poco
prima.
-Devi
tenere conto che le misure non sono così precise-, notò Carlisle, cercando di
smorzare l’entusiasmo di Jacob. Anche per lui non era facile. Nessie era un
enigma,e questo non faceva che aumentare le sue preoccupazioni e la sua ansia
verso di lei.
-Come
non sono precise?E’ necessario che lo siano…-, brontolò Jacob, inveendo come mio
padre. Rosalie ringhiò sommessamente, difendendo mio padre dall’attacco
immotivato di Jacob.
-Sto
facendo del mio meglio Jacob-, si limito a rispondergli mio padre,
ammutolendolo.
-Sì,
credo che non si possa fare meglio…-,rispose, usando un tono meno irruento e
minaccioso di prima. Mi chiesi a cosa stesse pensando Bella. Chissà se la
infastidivano quanto me le attenzioni che Jacob riservava a Nessie:non era sua,
e non aveva alcun diritto di decidere cosa fosse meglio per nostra figlia.
Sicuramente, tenerla lontana dalla madre non era la cosa migliore da
fare…soffriva vano entrambe di questo distacco.
Non
potevo esserne certo, ma Bella sembrava irritata, esattamente come mi sentivo io
da Jacob. E la piccola non faceva altro che chiamare mentalmente Bella:voleva
stare con lei, tra le sue braccia. Come potevo ignorare una richiesta del genere
lasciando che uno stupido lupo decidesse della mia
famiglia?
-Cos’ha
Nessie?Perchè si agita in quel modo?-, chiese Jacob, interrompendo i miei
pensieri e facendomi spostare velocemente lo sguardo verso Nessie, che
imbronciata, si divincolava per raggiungere Rose e mostrarle le sue
richieste.
-Vuole
Bella, sua madre…-, gli rispose mia sorella, sorridendo dolcemente alla piccola
con l’intento di farla calmare.Poi si votò verso Bella, con sguardo dolce e
comprensivo, sguardo che raramente avevo visto sul volto di
Rosalie.
-Bella,
te la senti?-, le chiesi chiaramente riferendesi al suo
autocontrollo.
“Ma è matta?No,no…io non penso sia il
caso…”, pensò Jacob, allarmato dall’intenzione di Rosalie. Prima che potesse
aprire bocca, lo intercettai con lo sguardo, fulminandolo e facendogli capire
che doveva starsene zitto. Se Bella, troppo spaventata e poco fiduciosa di lei
non riusciva ad opporsi allontanamento forzato da Nessie, deciso principalmente
da Jacob, avrei pensato io a rimettere a suo posto il cane,impedendogli di
interferire ancora tra Bella e Nessie.
Volsi
lo sguardo verso mia moglie, in attesa della risposta alla domanda di Rosalie.
Mi guardò spaventata prima di rispondere.-Sono preoccupata…-, ammise infine,
stringendosi maggiormente al mio petto. Assecondai il suo gesto, e la stinsi
ancora di più a me, sperando di trasmetterle la forza necessaria ad affrontare
questa sua paura, che era anche la mia.
-Non
intendevo questo. Volevo sapere se te la senti di tenere Renesmee in braccio-,
disse Rosalie, esplicitando la sua domanda di poco prima.
Bellavoltò lo sguardo verso di me, prima di
affondare con il suo volto vicino al mio collo, cercando il contatto con la sua
pelle. Non se ne rendeva conto ma mi stava lentamente facendo morire…Deglutii,
cercando di ricordarmi che non era ancora il momento per pensare ad una simile
circostanza:Nessie e Bella prima di tutto.
Respirò
a fondo, quasi volesse essere certa di aver ritrovato la calma che poco prima
aveva perso.
-Va
tutto bene, sono tranquilla-, rispose, spostando lo sguardo verso Jasper, che
annuì verso di me, confermando la versione di Bella. L’unico ad avere qualche
problema sembrò ancora una volta essere Jacob, che si morse il labbro e strinse
le mani a pugno mentre Rosalie sollevava lentamente Nessie, per portarla a
Bella. Non la lasciai, continui a cingerle la vita, sperando di poterla
rilassare, anche se, non appena Nessie si intrufolò tra le sue braccia, la
sentii improvvisamente sciogliersi, abbandonare quell’irrigidimento che fino a
poco prima la caratterizzava. Nessie si aprì in un sorriso mozzafiato,
mostrandole tutta la sua felicità nell’ essere di nuovo tra le braccia della
madre. Aveva molto da dirle,o meglio molto da mostrarle e, subito, appoggiò la
sua manina sulla guancia di Bella rimostrandole lo scontro di poco prima con
Jacob.
Rimasi
con loro per tutto il tempo, condividendo le immagini che la piccola mostrava a
Bella, e, allo stesso tempo, contemplando le espressioni mutevoli del volto di
Bella durante il racconto.
-Davvero
splendido…-, mormorò sarcastica, non appena si rese conto che il legame che
univa Jabon a nostra figlia era assolutamente reciproco:anche lei lo adorava, ed
era contenta che Seth avesse fermato Bella prima che avesse fatto del male a
Jacob. Ancora una volta l’irritazione di Bella era in assoluto accordo con la
mia:l’unico motivo per cui non avevo ancora cacciato Jacob, e per cui non
l’avrei mai fatto, era che ero consapevole di quanto la piccola tenesse a lui e
non l’avrei mai fatta soffrire, a costo di sopportare per l’eternità la presenza
di Jacob.
-Non
possiamo farci niente. Per lei Jacob non ha un odore così disgustoso come per
noi…-, osservai con voce infastidita.
-Te
l’avevo detto che gli piaccio tanto anch’io…-, intervenne Jacob, meritandosi
un’occhiataccia da parte di Bella, che non aveva ancora mandato giù l’impriting
tra loro due. Fortunatamente il piccolo diverbio finì lì, perché Nessie pretese
nuovamente la completa attenzione di Bella:non aveva ancora terminato la sua
carrellata di ricordi che voleva condividere con la madre.
-Vuole
mostrarti tutto quello che ti sei persa…-, mormorai al suo orecchio, scostandole
i capelli dalla spalla,accarezzandole piano il profilo del collo nudo che
continuava ad avere sempre lo stesso fascino per me...Mi persi in quel desiderio
di baciare, leccare sfiorare quel collo nudo, che sarebbe stato solo l’inizio di
una lunga esplorazione,ma mi destai improvvisamente da quel sogno ad occhi
aperti, quando mi accorsi che Nessie stava mostrando a Bella un’immagine dei
suoi pasti. Non era un bene che Bella, condividesse il desiderio di sangue che
provava Nessie. Feci un gesto d’intesa a Jasper, che attento e allerta,
immobilizzò Bella, mentre io le sfilavo tra le braccia la
piccola.
-Cosa
ho fatto?-, chiese Bella,guardandomi con sguardo smarrito e disorientato.
“Non
era turbata, leggermente ma non più di tanto”, pensò Jasper, rispondendo al mio
di sguardo interrogativo. Non avevo interrogato Jasper sullo stao d’animo di
Bella, ma avevo dato per scontato che ricordare il sangue, anche se solo
attraverso i ricordi di Nessie, le provocasse un
turbamento.
-Nessie
stava ricordando il sapore del sangue umano e ho pensato che questo potesse
turbarti…-, mi giustificai.
-Sì,
è vero. Quindi?-, chiese ancora lei, tranquilla e senza dare il minimo segno di
turbamento.
Possibile
che questa volta fossi io ad essermi sbagliato ed ad essermi allarmato
inutilmente?
-Quindi
niente…-, mormorai.-Pensavo ti turbasse un simile pensiero. Mi sono sbagliato…-,
ammisi, rimproverandomi per non averle dato fiduciosa. In realtà dovevo quasi
immaginarlo che non l’avrebbe turbata più di tanto, non dopo essere stato
testimone della sua immensa forza decisionale durante la caccia.-Lasciala andare
Jasper…-, mormorai, augurandomi che non le avesse fatto del male,
immobilizzandola improvvisamente in quel modo. Lei si avvicinò nuovamente a me,
riprendendo Nessie tra le sue braccia.
-Mi
da i nervi…-, mormorò Jasper, lasciando definitivamente la stanza, scocciato.
Sorrisi tra me e me, mentre ascoltavo i pensieri di Jasper. Non sopportava
l’idea di essere lui il più debole della famiglia, nonostante ora il vampiro più
giovane fosse Bella. Non capiva cosa non andasse in lui, cosa lo spingesse a
desiderare così tanto, ancora, il sangue umano.
-Che
ha?-, chiese Bella, seguendo la sua fuga con la coda dell’occhio, mentre Nessie
si riappropriava della sua attenzione.
-Ha
solo bisogno di stare un po’ da solo con i suoi pensieri-, le spiegai, tornando
a condividere con lei i pensieri di Nessie.
-Ma
è arrabbiato con me?-, chiese.”Perché
dovrebbe?”, pensai, stupendomi della domanda di Bella. Forse credeva che
fosse il suo comportamento impeccabile ad aver fatto infuriare mio
fratello.
-Non
davvero, Bella. Perché dovrebbe essere arrabbiato con te?-, le chiesi,
accarezzandole la guancia.
-Non
lo so…Ma allora qual è il problema?-, chiese ancora, volendo andare a fondo
della questione.
-Vedi
Bella…-, iniziai.-Jasper ce l’ha con se stesso, non con te…-continuai, cercando
le parole giuste per spiegarle cosa turbasse Jasper.
-Cosa
vuoi dire Edward?-, intervenne mio padre, che fino a quel momento, si era tenuto
in disparte, studiando silenziosamente il comportamento di
Bella.
-Ha
sempre creduto che la follia dei neonati fosse una cosa inevitabile, quasi
giustificabile. Ma vedendo Bella, ha iniziato a chiedersi se sia davvero così o
se, al contrario, con la giusta concentrazione e forza di volontà, non si possa,
invece, controllarla. Lui giustifica certi suoi desideri, certi suoi
comportamenti perché li credi inevitabili per i neonati, ma osservando Bella, ha
iniziato a rimettere in discussione tutte le sue convinzioni sui neonati e su se
stesso. Per questo deve riflettere…-, spiegai, sperando, con la mia spiegazione,
di sfatare l’idea di Bella, che Jasper ce l’avesse con
lei.
-Ma
non è giusto…-, replicò Carlisle.-Non dovrebbe sentirsi così. siamo tutti
diversi, e ognuno vive il passaggio da umano a vampiro secondo la sua
personalità, il suo carattere. Forse il modo di comportarsi di Bella, va al di
là di ogni capacità vampira, forse è il suo dono…-,terminò mio
padre.
Vidi
Bella irrigidirsi a quell’esternazione di mio padre. La piccola si accorse
subito del turbamento della madre e le chiese immediatamente quale fosse il
problema:nonostante fosse davvero molto piccola, non le sfuggiva
niente.
-Sì,
questa può essere davvero una teoria plausibile. Dovremmo dirlo a Jasper, in
modo che si tranquillizzi un po’-, dissi, riflettendo su quello che aveva appena
ipotizzato mio padre.
L’autocontrollo
di Bella era davvero un dono, come la mia capacità di leggere nel pensiero, o
era frutto della sua preparazione e del suo desiderio di diventare vampira.
Qualsiasi cosa fosse, sembrava davvero che Bella potesse saltare a pie pari una
delle più grosse difficoltà dei neonati.
-Lo
credi davvero Carlisle?Magari dipende solo dalla sua preparazione. In fin dei
conti Bella è l’unica, tra di noi, che sapeva cosa l’aspettava una volta
trasformata…-, osservai.
-Non
saprei dire Edward. Se fosse un dono sembra molto simile a quello di Siobhan…-,
constatò Carlisle, ripensando a quello che sapeva fare la sua amica
vampira.
-Siobhan
fa parte del club irlandese-, chiese Rose, interessata anche lei alla
conversazione.-Non sapevo avesse un dono. Credevo che l’unica ad avere un
talento particolare fosse Maggie-, osservò.
-In
realtà Siobhan non è convinta di avere un dono. Attraverso la sua volontà lei
riesce a realizzare qualsiasi obiettivo che si pone, e ci riesce sempre. Secondo
lei dipende solo dal suo carattere, ma io sono convinto che sia qualcosa di più.
Quando è arrivata Maggie, Liam non voleva che rimanesse, ma Siobhan ha deciso
che avrebbe funzionato a tutti i costi, e così è stato…-, rifletté
Carlisle.
Mi
sedetti vicino a Carlisle, lasciando un po’ d’intimità a Bella e a Nessie, che
erano completamente rapite l’una dell’altra. Continuai a disquisire con lui
sulla possibilità che quello di Bella fosse un dono, fino a quando Rosalie non
decise di trascinarmi fuori, in giardino, con la scusa di mostrarmi una cosa.
Non volevo lasciare Bella sola, ma Carlisle rimase con lei, in caso avesse
bisogno di aiuto. Ero quasi certo che non si sarebbe accorta della mia assenza,
persa com’era in Renesmee e nei suoi racconti. Ero felice che finalmente Bella
avesse avuto il tempo per stare con sua figlia,ed ero anche contento perché il
clima teso che si era respirato fino a poco prima in casa si era completamente
disteso, lasciando spazio a una piena fiducia nei confronti di Bella. Perfino
Jacob si era tranquillizzando completamente,andandosi a sedere vicino a Seth, ed
addormentandosi in poco tempo.
Seguii
Rose, che mi portò nel fitto della foresta, fino ad una piccola
radura.
-E’
una sorpresa per te e Bella…-, mormorò Rose, sorridendomi. Emmett, Alice ed
Emmett, che credevo fossero a caccia,uscirono da una meravigliosa casetta di
pietra, che si incastonava perfettamente nella radura.
-Era
ora che arrivassi Edward…-, mormorò alice, saltellando fino a
me.
-Non
credo di aver capito…-, mormorai, avvicinandomi alla casa e guardandola con
stupore.
-Ma
certo che hai capito…-, mormorò Alice.-Questa è la casa tua e di Bella, è un
regalo da parte nostra, soprattutto di Esme, che ha curato l’intero progetto-,
mi spiegò Alice, sorridendo della mia faccia attonita. Non ci potevo credere:una
casa mia e di Bella?non ci avevo mai pensato, troppo preso dagli ultimi
avvenimenti per pensare a dove avremmo vissuto. Certo che avere un piccolo
rifugio tutto per noi era una bella idea.
-Non
ci credo…Ma quando avete fatto tutto questo?-, chiesi, meravigliandomi di non
essermi accorto di nulla.
-Abbiamo
iniziato subito dopo il matrimonio, anche se Esme ha avuto l’idea molto prima…-,
mi spiegò Emmett, sorridendomi soddisfatto.
-Vieni
Edward, entra…- trillò Alice, prendendomi per mano e portandomi in casa.-Devi
vedere cosa ho fatto io…-, mormorò sorridendomi con aria furba.”Speriamo che
anche Bella apprezzi, è soprattutto per lei…”, pensò, incuriosendomi. Mi chiesi
come avessero fatto a tenermi all’oscuro di tutto, senza pensare mai a questa
sorpresa, ma forse, ero stato io ad essere troppo preso da altre mille cose e a
non essermi soffermato sui loro pensieri.
L’intera
casa era arredata con un gusto impeccabile, ma quello che mi stupì fu la camera
da letto, che ricordava l’atmosfera dell’isola. Mi soffermai a guardarla,
lasciandomi inondare dai ricordi.
-Sperando
che si ricreino le stesse situazioni…-, mormorò Alice, maliziosa, vedendomi
completamente assorto.
“Speriamo…”,
pensai, chiedendomi se io e Bella avremmo trascorso già quella notte dei momenti
in quella casa.
-E
questa è la parte che preferisco…-, cinguettò Alice, ferma davanti all’entrata
di un’enorme stanza, affacciandomi all’uscio. Alice aveva creato una cabina
armadio, più grande di qualsiasi altra stanza che raccoglieva, forse migliaia di
abiti per Bella.
-che
ne dici?Almeno così sarà presentabile…-, mormorò. Le strofinai i capelli,
sorridendo della sua affermazione.
-Ma
Bella è…-, ma mi interruppe.-Sì, lo so Edward:Bella è sempre presentabile. Per
te andrebbe bene in qualsiasi modo-, osservò facendomi sorridere ancora. Un
strano senso di serenità mi avvolse,consapevole che tutte le paure erano
svanite.
-Pensavamo
di darlo a Bella stanotte, dopo mezzanotte. Domani sarà il suo compleanno…-, mi
ricordò.
-Non
credo sia una buona idea-, replicai.-Sai come la pensa sui compleanni…-,
osservai.
-Non
fare troppo il difficile Edward…ormai non invecchia più, è solo una ricorrenza
simbolica. Sono certa che non si opporrà questa volta…-, mormorò, non troppo
convinta delle sue parole.
-Se
lo dici tu…-,replicai, uscendo dalla camera, per cercare Esme e ringraziarla del
regalo.
-Edward?-,
mi richiamò di nuovo Alice.
-Ho
capito-, dissi, leggendola nel pensiero.-Il regalo lo vuoi dare tu a
Bella-,conclusi.
-Esatto,
e guai a te se spifferi qualcosa prima di mezzanotte…-, mi
intimò.
-Però
c’è un'altra cosa. Queste-, disse, porgendomi delle chiavi nella mano-sono della
macchina del dopo. Quella che mi hai chiesto di acquistare per Bella. E’
stupenda, bellissima…-, continuò.
-Se
lei non la vuole…ricordati di me-,terminò, persuasiva.
-Grazie
Alice, grazie di tutto, ma speriamo che in Bella sia migliorato anche il gusto
per le macchine…-, replicai.
-Speriamo!Ora
vado a cercare Jasper, che è nel pieno di una crisi…-, mormorò, corrucciandosi,
e dileguandosi velocemente.
Uscii
per cercare Emmett,Esme e Rosalie.
-Grazie
mamma-, la ringraziai, accostandomi a lei, e lasciandole un bacio sulla
guancia.
-Di
niente. L’unica cosa che voglio è vedervi felice…-, mormorò, quasi commossa,
abbracciandomi.
-E
grazie anche a voi-, dissi ad Emmett e Rosalie, che abbracciati si scambiavano
effusioni come due innamorati alle prime armi.
-Prego-,
rispose Emmett.
-Di
niente-, rispose Rose.-Tu e Bella mi avete fatto venir voglia di risposarmi di
nuovo…che ne dici?-, disse, rivolgendo la domanda a Emmett, che annuì
dolce.
Li
lasciai soli e tornai da Bella, che , come immaginavo non si era resa conto
della mia assenza. Nessie dormiva tranquilla tra le sue braccia, mostrandole i
suoi dolci sogni. Non le avrei disturbate, non ancora. Ero certo che, quando
fosse giunto il momento, ci avrebbe pensato Alice.
Ciao a tutte ragazze!Scusate il ritardo
ma l’uni mi sta prosciugando la vita!Spero che questo capitolo vi piaccia!!Un
bacio, Silvia!!Ah…dimandicavo…Un Mega grazie a tutte
per i complimenti e per leggere!!Vi adoro
Capitolo 31.Prima
notte: vampiri
Ero
agitato. Non potevo crederci. Continuavo a guardare insistentemente l’orologio
augurandomi che il tempo passasse in fretta e che giungesse presto mezzanotte.
Non vedevo l’ora di dare a Bella il regalo che la mia famiglia aveva preparato
per lei. Non ero entusiasta del regalo stesso, quanto del modo in cui avremmo
potuto sfruttare quel regalo. Era un sogno…un posto
solo nostro…
-Finalmente…-,mormorai,
quando vidi la lancetta dell’orologio a muro fare un ultimo scatto in avanti e
consacrare definitivamente l’inizio del nuovo giorno.
Sentii
lo sguardo di Bella attento su di me. Aveva di certo colto la mia affermazione.
Non ero ancora abituato all’idea che i suoi sensi fossero diventati così fini e
amplificati, forse più dei miei. Non ricambiai lo sguardo di Bella. Non volevo
tradirmi. Alice stava arrivando e avevo promesso che sarebbe stata lei a darle
il regalo . Ero estremamente curioso di vedere la reazione di mia moglie.
Chissà se se la sarebbe presa come al suo solito?Anche se in quel momento,
pensandoci, cadeva ogni motivazione che la spingeva ad odiare i compleanni. Il
tempo aveva smesso di avere importanza anche per lei, ormai sospesa per sempre
nei suoi diciotto anni.
In
breve anche il resto della famiglia fece la sua comparsa nel salone di casa,
accerchiando Bella, che osservava l’intera scena con sguardo smarrito e
vagamente sospettoso.
Alice
si avvicinò a lei, senza parlare, ma con un sorriso stampato sul volto che
diceva molto più di mille parole.
-Ho
una cosa per te…-, cantilenò felice.-Apri la mano,
Bella-, continuò afferrando gentilmente il suo candido palmo e lasciandoci
cadere al suo interno una chiave d’ottone.
Bella
la fissò per un attimo,sorpresa.-Buon compleanno!!-, urlò Alice, chinandosi per
baciarla sulla guancia. Bella alzò gli occhi al cielo sconvolta.
-Non
è il mio compleanno!-, obiettò.-I compleanni si
iniziano a contare dal primo giorno di nascita e io sono diventata una vampira
solo da pochi giorni -, tentò di convincere Alice, cercando di liberarsi dal
peso di dover festeggiare un ennesimo compleanno.
-Ma
Bella-, replicò subito mia sorella, sedendosi al suo fianco con aria
soddisfatta.-Non vogliamo festeggiare il tuo compleanno da vampira. Oggi è il
13 settembre:buon diciannovesimo compleanno!-, squittì, stampandosi sul viso un
sorriso felice.
-No,
no…io ho smesso di essere umana, non esiste!-,
replicò Bella, spegnendo in breve l’entusiasmo di Alice. Questa era un'altra
conferma che non era proprio cambiata:la sua avversione verso i compleanni non
era mutata, nonostante ora non avesse più nulla di cui preoccuparsi. Sorrisi
nel vederla così infuriata, e mi rallegrai del fatto che, nonostante
indubbiamente fosse cambiata, rimanevano in lei tratti caratteristici del suo
carattere umano.
Si
voltò verso di me, lanciandomi uno sguardo accusatorio.-Immagino che tu sia
coinvolto in questa faccenda-, borbottò tra sé, prima di riprendere a inveire
contro Alice a raffica.-Non è il mio compleanno, non posso compiere diciannove
anni. Ho smesso di invecchiare tre giorni fa. Ho e avrò per sempre diciotto
anni-.
-Non
importa, pensala come vuoi. Noi vogliamo festeggiarti lo stesso, quindi
adeguati alle nostre richieste-, le rispose Alice, vagamente infastidita.
“Sempre la solita Bella, non cambierai mai…”, pensò, accompagnando il pensiero da uno sbuffo e
da un gesto del capo.
Bella
non rispose, si limitò ad annuire, rassegnata, conscia che non avrebbe mai
potuto opporsi alle decisioni di Alice.-Come vuoi…-,
rispose, accarezzando il viso di Nessie, che aveva
continuato a dormire tranquilla senza scomporsi.
-Bene…allora
puoi aprire il regalo!-, trillò Alice, alzandosi in piedi.
-I regali, Alice,…iregali…- precisai,
abbandonando la postazione accanto alla finestra per trasferirmi di fianco a
Bella, che ci guardava sempre più smarrita e confusa.
Le
accarezzai i capelli, piano, immaginandomi di perdermi nel suo dolce profumo,
prima di sfilare dalla tasca dei pantaloni un’altra chiave, quella del mio
regalo.
Bella
la osservò, attenta. Ma dallo sguardo che mi volse poco dopo era chiaro che
aveva intuito quale regalo celasse la chiave:l’auto da vampira, quella che le
avevo promesso. -Grazie…-, bisbigliò inaspettatamente
edolcemente, allungando la mano per
accarezzare piano la mia, stando attenta a non farsi vedere da Alice, che si
sarebbe di sicuro offesa nel vedere la gratitudine di Bella verso il mio
regalo. E non si sbagliava.
-No,
prima vedrà il mio…-, si affrettò a precisare Alice,
liquidandomi con una linguaccia da vera mocciosa.
-Ma
il mio è più vicino…-, ribattei, imitando il suo tono
di voce irriverente.
“No Edward…no e poi
no. Non sopporto di vederla vestita di stracci…tiprego…”,mi supplicò mentalmente, immaginandosi la mega cabina armadio, zeppa di vestiti firmati,che aveva
preparato per Bella. Chissà perché, ma avevo come l’impressione che Bella non
l’avrebbe apprezzata come invece sperava mia sorella…
Non
le risposi, aspettando che continuasse con le sue lamentose suppliche.
-Ma
guarda com’è vestita!-, sbottò di nuovo, questa volta ad alta voce. Bella
abbassò lo sguardo, verso il suo vestito sbrindellato che le lasciava
intravedere le lunghe gambe lisce e sode. Poi sorrise, portando il volto verso
il colletto della camicia che indossava, aspirandone a lungo il profumo…il mio profumo, il profumo della camicia che le
avevo prestato dopo la caccia. Deglutii…io, di certo,
non avrei voluto che Bella si cambiasse.
-E’
tutto il giorno che è vestita in quel modo…la mia
pazienza estetica ha un limite…-, brontolò ancora
Alice, sempre più imbronciata, scocciata dal fatto che né io né Bella le davamo
retta, troppo presi a fissarci improvvisamente immersi in un
scambio di sguardi molto intimo.
Bella
alzò lo sguardo stupito verso Alice, probabilmente chiedendosi cosa centrasse
la chiave che le aveva dato mia sorella con gli abiti che indossava.
-Ok,ok…ho capito. Allora giochiamo per decidere quale regalo
darle per primo…morra cinese?-, chiese, avvicinandosi
verso di me con i pugni chiusi. Quando si metteva era peggio di una bambina!
“Quant’è carina quando fa così…”,
pensò Jasper sorridendo alle mie spalle. Io avrei usato un altro aggettivo per descriverla…
-Dai Alice…dimmi
chi vince e facciamola finita…-, tagliai corto,
pensando che non era proprio una cattiva idea che Bella vedesse prima il regalo
di Alice…poi avremmo potuto finalmente stare di nuovo
soli…soli io e lei.
-Ho
vinto io…!-, urlò Alice, tornando verso Bella.
-Meglio
così…il mio regalo può aspettare fino a domani mattina…-, mormorai tra me e me, con un tono di voce un po’
troppo alto, dando voce ai miei pensieri. Bella mi guardò con aria
interrogativa e lo stesso fece Alice, mentre, nel frattempo, Jasper
sghignazzava, avendo intuito il senso delle mie parole. Mi affrettai a trovare
una spiegazione.
-Credo
che il mio regalo interesserà molto anche a Seth e Jacob…ma
ora non mi sembra il caso di svegliarli!Sono certo che loro sapranno
entusiasmarsi a dovere-, conclusi, sperando che la mia spiegazione suonasse il
più possibile verosimile. Bella annuì, tornando a guardare la nostra bimba che
riposava silenziosa tra le sue braccia.
-Bene…Evviva!-,
cantilenò Alice, fiera e vittoriosa.-Dai Renesmee a
Rosalie e vieni con me-, disse, severa a Bella, con un tono che chiaramente non
ammetteva un rifiuto.
Bella
rimase immobile un istante, incerta sul da farsi.
“Mi dispiace amore”,pensai.”Posso proteggerti da qualsiasi cosa ma non
dalla pazzia di mia sorella…”.
-Ma
di solito Renesmee dove dorme?-, chiese dopo un
secondo di silenzio.
-Da
nessuna parte. E’ sempre in braccio di qualcuno:Esme,
Rosalie, Jacob,Edward…crescerà molto viziata. Sarà la
mezza vampira più viziata della galassia-, le rispose mia sorella,senza troppo
curarsi della risposta ma fremendo per portare Bella a vedere il suo regalo.
Io
sorrisi:era vero. La piccola era continuamente ricoperta di attenzioni, troppo
importante per tutti noi.
Rose,
con uno dei sorrisi più dolci che le avessi mai visto in volto, si avvicinò a
Bella, tendendo le braccia per prendere Nessie che
continuava tranquillamente a dormire.
-Sarà
anche la mezza vampira meno viziata della galassia-, osservò rispondendo alla
battuta di Alice.-E’ la cosa bella di essere unici…-.,
concluse,rivolgendo a Bella un sorriso pieno di gratitudine.
-Bene
andiamo-, strillò Alice, prendendo la mano di mia moglie e conducendola verso
l’esterno.
-Ma
è fuori?-, chiese Bella, probabilmente,molto lontana
dall’intuire che tipo di regalo fosse.
-Diciamo
di sì…-, bisbigliò Alice, continuando a trascinarla.
-Spero
che il regalo ti piaccia. E’ un regalo soprattutto di Esme-,
precisò Rosalie.
-E
voi non mi accompagnate?-, chiese.-No Bella. Goditi il regalo in privato. Ci racconterai…-, le rispose Rose maliziosa,strizzandomi
subito dopo l’occhio, complice. A forza di frequentare Emmett
aveva imparato a fare le sue solite battute allusorie…
E
infatti Emmett scoppiò a ridere.”Mi ha battuto sul tempo…”, pensò,
spostandosi verso Rose e lasciandole un dolce bacio tra i capelli. Bella si
fermò un istante, guardandoli con aria interrogativa. Mi aspettavo di vederla
arrossire da un momento all’altro, ma solo l’intensità dei suoi occhi sembrò
mostrare un leggero imbarazzo.
-Bene,
se avete finito di importunarla la porterei a vedere il suo regalo…-,
intervenne Alice, infastidita dalle inattese interferenze al suo piano. E
continuò a trascinare Bella per la manica della camicia, portandola al di là
della sponda del fiume.
-Non
attaccarmi-, la avvertì Alice ad un certo punto, saltandole sulle spalle per
bendarle gli occhi.
L’espressione
di Bella non ammetteva dubbi:era chiaramente infastidita da quella ennesima prepotenza
di Alice.
-Potevo
pensarci io-, intervenni.-Non serviva che facessi tutto questo!-, la
rimproverai.
-Neanche
per sogno. Non mi fido di te!Sono certa che l’avresti lasciata
sbirciare!-,rispose, terminando con una linguaccia.-Puoi renderti utile lo
stesso:prendila per mano e guidala!-, mi ordinò.
-Alice…-,
brontolò Bella,invano:era senza diritto di replica. Mi avvicinai a lei, certo
che sentendomi al suo fianco si sarebbe tranquillizzata. Non era bello per noi
vampiri sentirsi vulnerabili. Strinsi la sua mano tra la mia, e una forte
scossa invase il mio corpo…avevo un bisogno imperante
di sentirla, di abbracciarla, di toccarla…di farla
diventare una sola cosa con me. Deglutii, ricacciando verso il basso quel
desiderio.
-Non
ti preoccupare amore, manca poco. Fra poco se ne andrà e ci lascerà finalmente
in pace-, dissi, per tranquillizzarla, accarezzandole piano una guancia.
Alice
sbuffò.-Vedi di mostrare un po’ di entusiasmo anche tu, Edward. Il regalo è
anche per te-, replicò, chiaramente offesa.
-E’
vero!Grazie ancora di tutto-, mormorai, ricordandomi che quello che ci avevano
regalato era un posto tutto per noi, dove avrei potuto passare la mia vita con
Bella e con nostra figlia.
-Non
c’è di che!Bene, siamo arrivati-, trillò Alice.-Ora spostala un
po’ verso destra…Ecco
così, perfetto!!-disse.-Sei pronta?-, le chiese ancora.
Bella
fece un lungo sospiro e annuì.-Pronta-, disse,
stingendo la mia mano, mentre Alice finalmente le liberava gli occhi. Li tenne
chiusi ancora per un attimo, poi li aprì piano adattandosi alla nuova diversa
tonalità di buio, finché non trovò il regalo. Non disse una parola per lungo
tempo, almeno secondo le velocità relative di noi vampiri.
Fu
Alice a rompere il silenzio stupito di Bella.-Allora, che ne pensi?Non è
bellissima?-, chiese.
Strinsi
la mano di Bella, cercando il suo sguardo e soprattutto cercando di svegliarla
dallo stupore che l’aveva completamente colta di sorpresa lasciandola
ammutolita.
-E’
un’idea di Esme-, le spiegai, spostandole piano i
capelli dalla spalla e accarezzandoli per tutta la loro lunghezza. –Ha pensato
che ci avrebbe fatto piacere avere una casa tutta per noi, ma voleva comunque
che non fossimo troppo lontani. E poi sai che è la sua passione recuperare
vecchi ruderi e farne una meraviglia-, terminai, sfiorandole il viso immobile
ed etereo con il dorso della mano.
-Che
c’è Bella?Non ti piace?-, chiese Alice, quasi isterica,
non vedendo ancora nessun tipo di reazione da lei.-Non c’è nessun problema…Possiamo rifarla. Emmett
aveva avuto già qualche idea su come ampliarla, ingrandirla ma Esme pensava che ti sarebbe piaciuta di più così. Ma se si
è sbagliata non ti preoccupare, ci rimettiamo al lavoro…-.
-Stai
un po’ in silenzio…-, mormorò Bella lasciando, incredibilmente,
Alice senza parole. Ero certa che la casa le piacesse esattamente così com’era…probabilmente doveva solo metabolizzare il fatto che il
regalo fosse una casa.
-Non
ci credo…il mio regalo di compleanno è una
casa?-chiese, dopo qualche attimo ancora di silenzio.
-Sbagliato
amore…la regalano ad entrambi. Anche se casa è un po’
troppo…è un piccolo rifugio-, precisai, certo che
Bella non l’avrebbe pensata in questo modo. E infatti la sua risposta non tardò
ad arrivare.-Non dire cretinate…-, mormorò severa. Alice
non aspettava altro.
-Allora
ti piace?-, chiese ancora.
Bella
scosse la testa, in segno di negazione, con un sorrisetto furbo sulle labbra.
-Di
più…è bellissima, una meraviglia-, terminò,
rasserenando completamente Alice.
-Sono
davvero felice-, trillò mia sorella saltellando.-Vado subito a dirlo ad Esme!-.
-Ma
perché non sono venuti anche tutti gli altri?-.
-Sappiamo
tutti Bella che non ti piacciono i regali,non volevano metterti a disagio-.
Bella
si rabbuiò.-Che sciocchi!Come hanno potuto pensare che
non mi sarebbe piaciuta?-.
-Riferirò!-,
rispose Alice, lasciandole un bacio sulla guancia.-Io torno a casa. La cabina
armadio è piena di vestiti…mi raccomando,non voglio
più vederti in simili condizioni. Vado!-.
“Fate i bravi mi raccomando…attenti
a non distruggere nulla”, pensò, facendomi abbassare lo sguardo.
-Ma
non entri?-, chiese Bella ingenuamente.
-No,
non credo sia il caso…-, rispose vagamente Alice,
arretrando lentamente. Stava cercando in tutti i modi di trattenersi dal non
entrare:il suo più grande desiderio in quel momento sarebbe stato quello di illustrare
a Bella l’intero contenuto della cabina armadio.
“Non sai quanto mi costa lasciarvi soli…”, pensò.-“Fa
che sia una notte indimenticabile…”, pensò ancora
strizzandomi l’occhiolino. Ero certo che lei avesse già sbirciato
nell’immediato futuro…
-Vado
allora!Jasper mi sta aspettando:vuole andare a caccia. Ti lascio nelle mani di
Edward che sa già tutto quello che deve fare-, concluse, sparendo velocemente
nella notte violetta.
Mi
avvicinai a Bella, che continuava a fissare stupida il punto dove fino a poco
prima c’era Alice.
-Mi
sento in colpa!Non credevo di essere così difficile!Non hanno neppure avuto il
coraggio di accompagnarmi per paura della mia reazione…-,
osservò imbronciata.-Forse è meglio tornare a casa, per ringraziare Esme e Alice come si deve-,mormorò ancora cercandomi con
gli occhi.
-Non
credo sia il caso-, mormorai, cingendole la vita e attirandola contro il mio
petto.-E poi nessuno pensa che tu sia difficile, Bella…-,
mormorai, accarezzando piano il profilo del suo collo con il volto. Stavo
lentamente perdendo il controllo…non ce la facevo più
a stare lontano da lei. Ora che ero certo che non avrei più potuto farle del
male, non c’era più alcun freno a tenermi lontano da lei.
-E
allora perché non sono venuti?-, continuò, staccandosi dalle mie braccia per
guardarmi negli occhi.
-Bella,
amore-, le spiegai,accarezzandole piano il volto.-Volevano lasciarci soli…fa parte del regalo-, le spiegai, sperando che
finalmente capisse.
Si
ammutolì completamente, guardandomi con aria stupida. Non si era resa conto che
finalmente eravamo soli, soli io e lei, in un posto solo nostro.
Tornò
vicino a me, appoggiò il viso sul mio petto respirando lentamente. Io affondai
il viso tra i suoi capelli, pensando a quanto fossi fortunato ad averla ancora
accanto a me.
-Vieni,
ti faccio vedere la casa…-, mormorai, prendendola per
mano e accompagnandola verso l’entrata. Quando la sentii ridere mi voltai:non
l’avrei lasciata per niente al mondo sorridere, senza poter godere della dolce
espressione del suo viso.
-Cosa
c’è di così divertente?-, chiesi, avvicinandomi e posandole un dolce bacio a
fior di labbra.
-Beh…pensavo
che è come se questo giorno non finisse mai. Non mi
sento stanca, non ho bisogno di dormire, di riposare, di mangiare…Ed
è difficile realizzare che faccio parte di questa
nuova vita…-, mi spiegò, continuando a sorridere
contenta. Era una gioia vederla così.
-Stai
affrontando tutto molto meglio di quanto mi aspettassi. Sei un vero talento Bella…per te sembra talmente naturale essere così. Mi
piacerebbe davvero riuscire ad ascoltare i tuoi pensieri…-,
dissi, infilando la chiave nella serratura per aprire la porta d’ingresso.
Mi
fermai per un attimo prima di entrare. C’era una cosa che dovevo fare. Velocemente,
prima che potesse accorgersene, presi Bella tra le braccia, per portarla oltre
la soglia di casa.
-Ehi!Che
fai?-, chiese, colta di sorpresa stringendo i pugni
contro il mio petto.
-Quello
che dovrebbe fare un marito:porto la sposa oltre la soglia di casa…-, le risposi tranquillamente, lanciandole un sorriso
furbo. Non rispose, ma si lasciò scivolare sul mio petto, stringendosi alle mie
spalle.
-Dimmi
a cosa pensi…-, le chiesi, stupito dal suo gesto.
-A
troppe cose, tutte in una volta. Ci sono così tante cose a cui pensare:alcune
sono talmente belle, altre nuove per me e altre ancora preoccupanti. In questo
momento, nel vedere questa meraviglia, penso che Esmeè davvero un’artista-, disse, osservando il soggiorno
tutto di pietra della nostra nuova casa. Non potevo darle torto:mia madre aveva
superato sé stessa nel costruire quell’incantevole rifugio. Mi incantai a
guardarla mentre osservava silenziosamente la stanza.
-Per
fortuna Esme ha aggiunto una stanza. Nessuno avrebbe
mai pensato che potesse esserci anche Nes…Renesmee-,
dissi, riflettendo ad alta voce e correggendomi subito. Sapevo che Bella, giustamente,
odiava quel sopranome.
-Ti
prego, non chiamarla anche tu così-, mi rimproverò.
-Hai
ragione Bella. E’che oltre a sentirla chiamare spesso così,lo leggo continuamente nei pensieri degli altri-,
tentai di giustificarmi, abbassando lo sguardo per non dover sostenere il suo
sguardo contrariato e deluso.
Bella
mi accarezzò la guancia,comprensiva.
-Ti porto a vedere la cabina armadio, così
almeno Alice sarà contenta-, dissi, cercando di cambiare discorso e di
alleggerire la tensione che si era creata.
-Deve
essere terrorizzante…- esclamò scherzando,
aggrappandosi con entrambe le mani alla mia camicia e nascondendo il suo
dolceviso sul mio petto ormai in
fiamme.
-Già…io
al posto tuo sarei spaventatissimo-, scherzai, stando al gioco.
La
condussi verso il corridoio che portava alle camere.
-Questa
è la camera della piccola-, dissi, mostrandole una piccola stanza non ancora
terminata.-Non è ancora sistemata bene, ma al più presto tutto sarà a posto-,
le spiegai.
-Invece
questa…-, dissi mostrandole l’ultima stanza,-…è la nostra stanza. Esme ha
voluto farla simile alla stanza nell’isola, per ricreare l’atmosfera-, le
spiegai.
-Oh-,
fu l’unica parola che riuscì a dire, mentre continuava a guardarsi attorno
completamente stupita.
Rimanemmo
in silenzio per qualche istante:avrei tanto voluto sapere in quali pensieri
fosse immersa Bella. Forse pensava ai momenti trascorsi nell’isola Esme, forse semplicemente era curiosa di vedere la cabina
armadio tanto decantata da Alice.
-Ora
ti porto a vedere la cabina armadio. Ti avverto:è enorme, più grande della
nostra stanza-, dissi, cercando di riportarla alla realtà. I suoi pensieri
l’avevano tenuta distante troppo a lungo…
-Potremo
dire ad Alice che sono corsa dritta nella cabina armadio, troppo curiosa di vederla…-, disse, lasciandomi completamente
sconvolto.-Potremo mentire…-, continuò ancora,
appoggiando la sua fronte alla mia, e attirandomi vicino a lei. Mi sentii morire…le sue mani tra i miei capelli, le sue labbra a
pochi millimetri dalle mie, il suo dolce respiro sul mio viso…Non
potevo credere che il momento che a lungo avevo aspettato fosse finalmente
arrivato. Avrei potuto amarla, senza nessun freno, senza nessun accorgimento,
finalmente alla pari. Non dissi nulla, mi limitai ad annullare l’esiguo spazio
che mi divideva ancora da lei, dalle sue labbra e dal suo corpo. La volevo in
un modo indescrivibile, così tanto intensamente da provare quasi dolore.
Appoggiai
le mie labbra alle sue, baciandola prima piano, a fior di labbra, poi più
intensamente,con la consapevolezza che non avrei dovuto fermarmi o tirarmi indietro
per paura di farle del male. Avrei potuto baciarla a lungo, sempre, certo che
non mi sarei mai stancato di sentire quelle morbide labbra a contatto con le
mie.
-Edward-,
mormorò, stringendo i miei capelli e attirandomi ancora più vicino a lei. Avrei
perso presto completamente il controllo, troppo incitato dal suo stesso
desiderio, riflesso del mio.
La
portai contro la parete della stanza, continuando a sorreggerla. Non l’avrei
mai fatta staccare da me, ero certo che avrei provato dolore se solo si fosse
allontanata per qualche istante. Le sfilai la camicia che indossava, scoprendo
le sue spalle nude. Posai le mie labbra su quella pelle bianca, candida, liscia
che avevo a lungo sognato di baciare, di leccare, di strofinare, ma che solo
ora potevo finalmente assaporare come volevo. Bella non sembrava per nulla
turbata dalla mia imminente impazienza…anzi sembrava
non avesse aspettato altro dal momento in cui avevo varcato la soglia di casa
con lei tra le braccia.
-Bella…-,sussurrai
al suo orecchio, riempiendomi del suono del suo nome. Lei mi strinse
maggiormente a sè, immergendo le mani tra i miei
capelli e stringendoli piano. Nonostante sapesse che non mi avrebbe fatto del
male, non facilmente e in modo irreversibile perlomeno, sembrava trattenersi,
consapevole di essere momentaneamente più forte di me.
-Non
trattenerti…-, la implorai, sperando che esaudisse la
mia preghiera e mi facesse sentire, percepire con ogni parte del suo corpo, con
ogni respiro, con ogni gemito, con ogni carezza quanto mi volesse e quanto
fossi assolutamente e necessariamente suo.
-Non
lo faccio…-, rispose, sostando il capo all’indietro
per permettere alla mia bocca di scendere per esplorare le curve morbide del
suo collo, e le linee sinuose delle sue spalle. Non avrei mai creduto che
potesse diventare ancora più bella di quanto fosse sempre stata da umana. Avevo
temuto che, trasformandola in vampira, avrei perso una
piccola parte dell’attrazione che provavo per lei. Ma in quel momento, in
quell’istante, ogni dubbio sparì. Era sempre lei, era sempre Bella…piegata, arresa tra le mie braccia, in balia delle
mie carezze e dei miei baci. Ero certo che non mi sarei mai stancato di
accarezzarla, di percorrere le linee morbide e perfette del suo corpo allo
stesso tempo marmoreo e morbido. Le accarezzai una gamba, agganciata dietro
alla mia schiena…deglutii nel farlo, emozionato e
stupito allo stesso tempo dell’irruenza di quell’atto d’amore che ci aveva
colti improvvisamente. Continuai il cammino, spostando verso l’alto il lembo
del vestito che la ricopriva fino a raggiungere il suo fianco. La sentii
respirare a fondo, affannosamente, quasi le mancasse il respiro. Era impossibile
per lei sentire la mancanza di ossigeno, ma era destramente eccitante sentirla
respirare in quel modo ansimante, quasi insostenibile.
-Cosa
c’è?-, le chiesi, passandole la punta della lingua dietro l’orecchio, e
facendole reclinare la testa sulla mia
spalla, quasi avesse bisogno di sostegno.
-Mi
stai facendo morire…-, rispose, spingendosi ancora di
più verso di me, verso la parte che più pulsava dal desiderio di averla di
nuovo, finalmente.
-Impossibile…-,
risposi, sarcastico, afferrandola con entrambe le mani per i fianchi e portandola
a sedersi sul bordo della cassettiera bianca che si trovava in camera. Mi
allontanai un attimo per guardarla in tutto il suo splendore. Aveva gli occhi
lucidi, rossi intensi, le labbra vivide, probabilmente a causa del suo vizio di
mordersi ripetutamente il labbro, proprio come stava facendo in quel momento,
mentre la osservavo, a metà tra l’imbarazzata e la compiaciuta.
-Vieni
qui…-, disse, decisa, infilando l’indice nel passante
dei miei pantaloni e attirandomi a lei.
Non
mi opposi. Lasciai che le sue mani accarezzassero il mio corpo, consapevole che
non avrei voluto alto se non sentire le sue dita delicate sfiorarmi piano, con
l’intenzione di darmi piacere.
-Bella…-,
la chiamai, quando la sentii spingersi lungo il mio bacino, fino a raggiungere
l’orlo dei miei pantaloni.
Non
rispose, ma prese piano a sbottonarli uno a uno i bottoni. Mi appoggiai con
entrambe le mani alla cassettiera, temendo davvero di non poter resistere a
quella tortura deliziosa alla quale mi stava sottoponendo. Sembrava stare ben
attenta a ogni suo gesto, conducendo lentamente le sue lente carezze.
-Sei
bellissimo…-, disse, dopo aver raggiunto il suo
scopo, e iniziando ad accarezzarmi. Ero davvero confuso, frastornato da quelle sensazioni,
che potevo vivere senza alcun freno, senza preoccuparmi di farle del male.
-Anche
tu sei bellissima…-, dissi, tornando a occuparmi di
lei e strappandole letteralmente di dosso il vestito. Non era mia intenzione
essere così irruento, ma il bisogno di sentire la sua pelle, il suo corpo a
contatto con il mio era diventato insostenibile. E altrettanto insostenibile
era il desiderio di sentirmi parte di lei, completamente suo. Non ci fu bisogno
di parole per capire che l’insostenibilità di quel desiderio era comune ad
entrambi. Sapevo che quello che avevo raggiunto era la felicità…non
volevo altro…solo sentire i suoi gemiti in risposta
alle mie spinte. Solo sentire il suo corpo scaldarsi, irrigidirsi a contatto con il mio;sentire
il suo corpo pronto ad accogliermi come se fosse stato creato apposta per me,
come due metà che non aspettano altro di ricongiungersi per raggiungere
finalmente la felicità, insieme, perché soli, l’uno senza l’altro non sono
niente, se non involucri vuoti, aridi.
-Edward…-,
ansimò, lasciandosi infine cadere sulla mia spalla, per posarvi un dolce bacio.
Non c’erano parole per descrivere quello che c’era stato tra noi. Tutto era
andato oltre ogni mia aspettativa. Le accarezzai piano i capelli, che le
ricadevano lungo la schiena liscia e scolpita.
Mi
staccai da lei e la sollevai tra le braccia.-Che fai?-, chiese, appoggiando
entrambe le mani sul mio petto, per scostarsi da me, e guardarmi in viso.-Cosa
hai preparato ancora?-, chiese dubbiosa. Le sorrisi,
senza risponderle. Mi limitai a posarle un bacio sulla punta del naso.
La
portai oltre la camera da letto, nella stanza adiacente.
-E
questa che stanza è?-, chiese, aspettando impaziente che aprissi la porta per
svelare il mistero.
-Niente
di che…-, risposi evasivo.-E’ una stanza che tutte le
case hanno…-, mormorai, abbassando la maniglia e
facendola entrare nell’immenso bagno che Esme aveva
fatto costruire.
-Oh
mio Dio…-, esclamò, stringendomi forte le braccia al collo, e affondando il viso sul mio petto,
nascondendosi per l’eccitazione.
-Beh…sai…-,
iniziai a spiegarle.-Esme ha voluto ricreare
l’atmosfera della nostra isola, solo che mancava un elemento fondamentale per
ricreare la giusta ambientazione. Credo che in questo si sia fatta aiutare
dalle visioni di Alice…-, le spiegai. Ero quasi certo
che Alice avesse spiato a lungo la nostra luna di miele, senza farsi scrupoli
nel raccontare dettagli personali al resto della mia famiglia.
-Ah…-,
rispose Bella, sollevandosi e tornando a fissare il centro della stanza.-E’ per
questo che il nostro bagno è quasi completamente occupato da un’enorme vasca
idromassaggio?-, chiese sorridendomi, sgranando gli occhi.-O forse dovrei più
propriamente chiamarla piscina…?-, chiese ancora.
Sorrisi della sua osservazione.
Erano
l’unico modo che mia madre aveva trovato per ricreare un pezzetto del nostro
oceano e sì, molto probabilmente aveva un po’ esagerato con le dimensioni, ma
in questo modo saremo stati sicuramente comodi.
-Ti
va di provarla?-, chiesi, lasciandole un bacio sulla spalla. Annuì, guardandomi
intensamente negli occhi. Non ne avevo ancora abbastanza, e sarebbe stato
impossibile non avere più voglia di lei, e dai suoi occhi si leggeva lo stesso
disperato incessante bisogno.
La
feci sedere sul bordo della vasca e andai ad aprire il rubinetto per riempirla.
-Alice
ci ha lasciato una vasta scelta di lozioni per profumare l’acqua. Cosa
preferisci?-, le chiesi iniziando a leggere i nomi sulle confezioni.-Sandalo,
lavanda, pesca, gelsomino, fragola…-, ma fermai il
mio elenco, non appena sentii delle dolci braccia stringermi il bacino.
-Fa
lo stesso…mail profumo che preferisco è il tuo…-, mormorò, soffocando le sue parole con un bacio sulla
mia schiena. Mi voltai verso di lei. Non sapevo come faceva ma era una sorpresa
continua, riusciva sempre a
sorprendermi. Condividevo in pieno la sua affermazione:anch’io non volevo altro
che riempirmi sempre e solo del suo profumo. Profumo che ora non mi faceva più
soffrire e desiderare il suo sangue, ma che, per qualche strano motivo era rimasto sempre lo stesso. Sempre la stessa dolce
fragranza di fresia e di lavanda…era il profumo, il
sapore della sua pelle e mi faceva letteralmente impazzire.
Le
accarezzai dolcemente una guancia, continuando a perdermi nei suoi occhi, che
avevano perso il loro colore nocciola, ma in quanto ad espressività erano
sempre gli stessi.
-Ti
amo…-, sussurrai, avvicinandomi al suo viso e
lasciandole un bacio all’angolo delle sue labbra.
-Ti
amo tanto…-, continuai, avvolgendo le mie braccia
attorno alla sua schiena, senza preoccuparmi della stretta. Prosegui il mio
cammino verso le sue labbra, fino ad incontrarle. Socchiuse, aspettavano le
mie.-Anch’io ti amo, Edward…-,
sussurrò, dolce, vicino alla mia bocca,prima di accettare le mie labbra sulle
sue. La sollevai tra le braccia, trascinandola nell’enorme vasca pronta per
noi. Mi immersi piano, quasi temendo che la temperatura dell’acqua potesse in
qualche modo darle fastidio, quando mi ricordai-lo scordavo troppo spesso-che
lei era simile a me, e potevo meglio prevedere quali potessero essere le sue
sensazioni.
Mi
sedetti appoggiando la schiena sul bordo della vasca, continuando a tenere
Bella tra le braccia.
La
feci sedere di fronte a me, tra le mie gambe…il mio
petto contro la sua schiena. La sentii ansimare quando, appoggiandole
delicatamente le mani sui fianchi, la portai ad aderire completamente a me. Mi
faceva impazzire. Sapere che in qualche modo ero io a darle piacere, a
provocarle quel piacere estatico e profondo che solo due amanti del corpo e
dell’anima possono darsi, mi faceva impazzire.
-A
cosa pensi?-, le chiesi, spostandole i capelli dalle spalle e accarezzandolo il
collo lentamente con il dorso della mano. Raccolsi un po’ d’acqua e la versai
sulla sua schiena beandomi dei riflessi perla che la
sua pelle assumeva. Bella si fece ancora più vicina, reclinando la testa di
lato, per offrirmi completamente il suo collo. Nonostante non sentissi più il
richiamo del suo sangue, l’attrazione che provavo verso quel punto del suo corpo
rimaneva immutata. Così liscio, chiaro, vulnerabile…mi
chinai, appoggiandole un bacio, per poi proseguire lungo la sua lunghezza,
disegnando piccoli cerchi concentrici con la lingua. La sentivo tendersi,
contrarsi, lasciarsi completamente andare su di me affidandosi completamente a me…alle mie mani, alla mia lingua,al mio corpo…
-Cosa
vuoi che faccia?-, le chiesi, sentendo la sua mano cercare la mia per
stringerla forte.
Non
rispose subito. Con l’altra mano la feci voltare
delicatamente verso di me.
-Dimmi
amore…cosa vuoi che faccia?-, le chiesi ancora,
beandomi del suo imbarazzo, evidente dal fatto che si stava mordendo le labbra
nervosa.
-Toccami
Edward…ho bisogno di sentirti su di me…-, mormorò infine, arrendendosi alla mia domanda, e
abbassando lo sguardo verso l’acqua. Non me lo feci ripetere due volte, era
quello che volevo sentirmi dire. Avevo bisogno di sapere che era totalmente
mia, totalmente presa dalle mie carezze, dai miei baci…avevo
bisogno di sapere che aveva assolutamente e incessantemente bisogno di me,
esattamente come io ne avevo di lei. Ero certo che il
mattino seguente, separarmi da lei sarebbe stata una sofferenza atroce.
La feci voltare
interamente verso di me. Lei capì le mie intenzioni e si sedette sulle mia gambe, cingendo, con le sue, la mia schiena. Non
mi sarei mai stancato di guardarla, ammirarla mentre attendeva con ansia di essere
accarezzata, baciata…Intrecciai di nuovo una mano
alla sua, mentre l’ spostai l’altra sul suo seno, tormentandola delicatamente.
Subito arrivò la risposta che attendevo:si tese all’indietro, inarcando la
schiena e premendo il suo bacino verso il mio. Mi stava facendo impazzire e non
ero sicuro di poter resistere ancora a lungo, senza sentirmi completamente
parte di lei. Spostai la mia bocca sul suo seno, mordendola piano…il
gemito di piacere che uscì dalle sue labbra era un chiaro segno che tutto
quello che le stavo facendo le provocava piacere. Mi spostai lento più giù,
verso il suo stomaco. Poi ancora più giù verso il suo ventre piatto e tonico,
sorreggendola per la schiena mentre lentamente si inarcava, seguendo il
percorso dei miei baci. Mi fermai, un attimo esatto prima di concludere il mio
cammino, facendola ansimare forte e facendola gemere, frustata.-Ti prego continua…-, mormorò accarezzandomi i capelli. Mi piaceva
sentirmi dire cosa dovevo farle e velocemente la sollevai, portandola a sedere
sul bordo della vasca. Non si oppose al mio gesto, ma anzi, mi sorrise eccitata
guidando il mio volto verso il punto da baciare. Iniziai lento, giocando piano
con la lingua, per poi aumentare il ritmo fino a sentirla irrigidirsi e
contrarsi sulle mie labbra. Si lasciò cadere contro il mio petto, senza
smettere di ansimare.
-E’
stato bellissimo-, mormorò, stringendosi ancora più forte a me. Non avrei mai
creduto di poter arrivare a fare simili cose con Bella, non prima perlomeno. Ma
ora mi rendevo conto che volevo stare con lei in qualsiasi modo…ovviamente
sempre rispettando i suoi desideri.
-Ora
tocca a me…-, disse dopo qualche minuto, ribaltando
velocemente le nostre posizioni, e
prendendo a fare su di me quello che fino a poco prima ero io a fare su di lei.
Mi appoggiai all’indietro, sui gomiti, lasciandomi trasportare da tutte le
fortissime sensazioni che il mio corpo stava vivendo…Non
ero mai stato prima con una donna ed ero contento di aver aspettato l’arrivo di
Bella, della mia amata Bella, per condividere quelle scoperte e quelle gioie
con lei. Non volevo nessun altro al mio fianco…Lei
che sapeva essere dolce e passionale, forte e vulnerabile allo stesso tempo.
Non avrei mai smesso di amarla,di questo ero certo.
Mi
lasciai andare alle sue pazienti mani e alla sua bocca delicata, lasciandomi
guidare verso la via del piacere.
-Bella…-,
mormorai, prendendola di nuovo tra le braccia e scivolando con lei, nella
profumata schiuma della vasca.-Tu vuoi farmi morire, vero?-, chiesi, baciandole
la schiena.
-Potrei
farti la stessa domanda...-, rispose, schizzandomi con l’acqua, divertita. Era
una gioia vederla così serena e appagata…scacciava
ogni brutto momento che avevamo vissuto.
Si
rilassò sul mio petto, silenziosa, e rimanemmo così, ad accarezzarci muti e
ansimanti finché non percepii che l’acqua era diventata fredda.-Vieni…ti porto a provare il letto…-,
le dissi, conducendola fuori dall’acqua a avvolgendola nel grande telo bianco
che avevo lasciato al bordo della vasca.
Bella
rise.-Che c’è?-, chiesi.
-C’è
che mi tratti come fossi ancora umana. Non c’è bisogno che mi asciughi, ne che
mi trascini fuori dall’acqua se è diventata troppo fredda. Ora sono come te…non c’è più il rischio che mi prenda un raffreddore o
che mi ammali…-, concluse, lasciandomi un bacio sulle
labbra.
-Lo
so, hai ragione-, mormorai, rendendomi conto di quanto le mie premure fossero
sciocche,-ma lasciami prendermi cura di te. Per te sembra essere facile, ma io
mi devo ancora abituare all’idea che tu sia come me…-le
spiegai, sollevandola per portarla nel letto. Probabilmente avevo detto
qualcosa di male perché si incupì e non parlò a lungo. Neppure io parlai, aspettai,
accarezzandola piano, che fosse lei a spiegarmi il motivo del repentino
cambiamento di umore.
-Edward…?-,
mi chiamò voltandosi di fianco, verso di me e appoggiandomi una mano sulla
guancia.-Ti manca?-, chiese.
-Cosa
dovrebbe mancarmi?-, le chiesi, cingendola con un braccio e attirandola a me.
Avevo molto di più di quello che avevo sempre desiderato, cosa avrebbe potuto mancarmi?
-Ogni
cosa di me…il mio profumo, il calore e la morbidezza
della mia pelle. Per me non è cambiato niente, ma io ho perso tutte queste cose…-,mormorò con tono triste, abbassando gli occhi e
appoggiando il suo mento al petto come una bambina.-Deve essere molto triste
per te…-, continuò.
Non
sapevo come reagire ad una simile sciocca osservazione e sorrisi, portando
l’indice sotto il suo mento per incrociare i suoi occhi.
-Non
ti rendi conto di quello che dici amore…-,
iniziai.-E’ impossibile per me essere triste. Ho tutto quello che desidero,
anzi molto più di quello che ho sempre desiderato…-,
le spiegai.
-Non
stai rispondendo alla mia domanda…-, osservò mettendo
il broncio. Non sapevo come spiegarle che anche per me non era cambiato nulla,
e tutti i cambiamenti che, effettivamente c’erano stati, avevano migliorato le
cose, rendendomi tutto molto più semplice con lei. Pensai che l’unico modo per
farle capire quanto non “fosse cambiata”, era essere
più esplicito.
-Sei
molto calda…-, le sussurrai all’orecchio, mordendogli
piano il lobo e cercando il suo seno con la mano. Era vero…percepivo
la sua pelle scaldarsi quando la toccavo o quando la baciavo…-E
sei morbida…-, continuai, lasciando proseguire la mia
mano, più in basso, sul suo bacino fino a trovare l’essenza della sua
morbidezza. Non parlò, ma chiuse gli occhi, aggrappandosi al lenzuolo e
stringendolo forte.-E per il profumo, beh…è solo un
bene che tu non abbia più l’odore di prima. Ti ricordi il profumo degli
escursionisti?-, le chiesi, senza smettere di accarezzarla, lì, dove poco prima
avevo fermato la mia mano. Sapevo che correvo il rischio di non ottenere
risposta, perché in quei momenti rimaneva estremamente distratta e non ero
certo che la sua mente riuscisse a percepire le mie parole.
-Sì…-,
rispose ansimando,-ma ho cercato di dimenticarlo…- concluse
faticosamente.
-Bene…-,
dissi,-immagina di baciare qualcuno con quel profumo-, la provocai, spostando
le mie labbra sul suo stomaco.
-Oh…-,
fu l’unica esclamazione che uscì dalle sue labbra, ma non capii se fosse la
risposta alla mia provocazione o alle mie carezze.
-Quindi
puoi ben capire che non sento la mancanza di niente. Ho tutto ciò che voglio…-, mormorai, portando le labbra vicino alla mano,
per aiutarla in quello che stava facendo. Non so se furono le mie affermazioni
a convincerla, o quello che stavo facendo a lasciarla senza parole. Ma non
obiettò più, e si lasciò andare a ben altri pensieri.
Ciao a tutte!Scusate tantissimo per il ritardo di questo
capitolo!Ho terminato gli esami per ora, quindi nelle prossime settimane
aggiornerò più spesso per farmi perdonare dell'attesa!!Grazie a tutte di
seguirmi e per i complimenti!!Scusate ancora
Capitolo 32.Priorità
Nonostante i miei sforzi nel tentativo di distrarla non ero
riuscito a placare le sue domande.
-Passa dopo un pò?-, chiese, alzandosi dal mio petto e cercando il
mio viso.
-Che cosa?-chiesi, sorridendole e chiedendomi cos'altro ancora la
turbasse e la rendesse confusa.
-Tutto questo...tutta questa voglia di te-, spiegò.-Se fosse per me,me
ne starei chiusa in camera con te tutto il giorno. Come fanno i tuoi fratelli a
stare tutto il giorno con i vestiti addosso?-, chiese ancora, senza riuscire a
darsi una risposta. Si portò sopra di me, stringendomi forte, quasi volesse
darmi una dimostrazione delle sue parole. Sorrisi. Era davvero piacevole
saperla assolutamente desiderosa di stare con me.
-Beh...-, iniziai a spiegarle cercando di essere sincero.-Non
saprei dirti per quanto tempo durerà. Tu
non dovresti avere certe esigenze, certi bisogni. Non ora, perlomeno. L'unico
tuo desiderio dovrebbe essere quello di mettere fine alla tua sete, ma per te
non è così. Il trucco è trovare un equilibrio, stabilire delle priorità...-,
terminai, sperando di aver esaurito la sua domanda.
-Ma io voglio sapere quanto...per quanto tempo mi sentirò così?-.
Sorrisi e iniziai ad accarezzarle la schiena, in tutta la sua
lunghezza. Bella appoggiò il mento sul mio petto e si rilassò leggermente in
attesa della mia risposta.
-Posso solo darti una risposta in base a quello che è successo agli
altri. Emmett e Rosalie detengono il record...è durata circa una decina d'anni.
Non era facile stare con loro prima. Anche Esme e Carlisle faticavano a
sopportarli. Esme ha costruito una casa anche per loro, molto più lussuosa di
questa, come piace a Rose-, le spiegai, sperando di aver esaurito le risposte
alla sua domanda.
Non parlò subito, rimase per un istante pensierosa.-Quindi fra
dieci anni forse tutto questo desiderio passerà, e si tornerà normali?-, mi
chiese ancora, cercando una nuova conferma.
Sorrisi alla sua domanda. Normali?Noi non entravamo in quella
categoria
-Non so bene cosa intendi per normali...Per noi vampiri la maggior
parte dei desideri sono molto amplificati. E poi tu hai sempre frequentati i
miei fratelli di giorno, mai di notte...abbiamo molto tempo a disposizione...non
sono sicuro che la definizione di normali si può applicare alla mia famiglia-,
dissi, spostando il lenzuolo che per metà la copriva.
-E poi-, continuai-, chinandomi per lasciarle un bacio sulle
labbra,-spero proprio che questo tuo desiderio non passi mai...neppure fra
dieci anni-, confessai.-Anche perché ho molto tempo da recuperare...sono il
miglior musicista della famiglia e quello che ha letto più libri proprio perché
ho avuto un sacco di notti a disposizioni...-.
La sentii ridere, mentre lentamente si faceva strada su di me,
facendo aderire i nostri corpi.
-Vorresti dire che sono il tuo nuovo passatempo notturno?-, mi
chiese, maliziosa,affondando il viso nell'incavo del mio collo per posarvi un
bacio.
-No...non solo notturno...-, risposi, abbracciandola forte e con un
rapido gesto ribaltando le posizioni.No, ero certo che non mi sarei mai
stancato di lei. ora che l'avevo trovata era impossibile immaginare un futuro
senza Bella. Avevamo l'eternità davanti, e l'unica cosa che in quell'istante
volevo era passarla interamente con lei.
La sentii stringere forte la mia nuca, portandola verso di lei.-Che
c'è?-, mi chiese, notando la mia momentanea assenza mentale.
-Niente, pensavo solo che sono fortunato ad averti mia per
l'eternità...-, mormorai, osservando quel volto che conoscevo a memoria e che
mai avrei smesso di amare.
-Ogni istante sarò tua, Edward...-, mormorò,prima di chiudere gli
occhi e lasciarsi andare di nuovo a me. Avrei passato ogni momento così, con
lei su di me.
L'unica cosa che poteva farci tornare dagli altri era Renesmee.
Sapevo che per Bella era difficile scindere i desideri e dare la priorità a
qualcun altro. Così, poco dopo l'alba, mi bastarono poche parole per richiamare
l'attenzione di Bella.
-Renesmee ci aspetta...-, dissi dolcemente al suo orecchio. Sospirò
a fondo, la sentii irrigidirsi e percepii la sua agitazione.
-Non ti preoccupare tesoro. Ora ci vestiamo e andiamo subito da
lei...-, dissi.
Bella si alzò velocemente dal letto e rimase per un istante
immobile, quasi non sapesse cosa fare.
Guardò me, poi la porta della stanza,poi di nuovo me, infine sè
stessa.
Dovevo aiutarla. Scesi velocemente dal letto e la presi per mano.
La guidai verso la cabina armadio, in cerca di vestiti.
-Stai tranquilla amore. E' normale essere confusi-, le dissi. Si
voltò verso di me e appoggiò entrambe le mani sul mio petto nudo, disegnando
dei cerchi nervosi con il pollice.-Ma io ho ancora voglia di te...-mormorò.
Dovetti fare uno sforzo tremendo per non cedere alle sue richieste. La volevo
anch'io, subito, sempre in qualsiasi momento. Ma oltre che amanti innamorati
eravamo anche genitori, e la piccola ci stava aspettando chissà da quanto
tempo.
-Tranquilla amore-, dissi.- E' solo una questione di equilibrio. Sono
certo che presto saprai scegliere da sola cosa fare. E poi...-aggiunsi,
intrecciando le sue mani alle mie e stringendola forte a me,-non ti lascerei
rivestire se non sapessi che avremo tutta la notte per noi-.
Si sciolse completamente tra le mie braccia, rassegnata. Fece un
respiro profondo, si staccò da me decisa e andò verso la cabina armadio. La
seguii sorridendo.
Spalancò le ante con decisione e si infilò all'interno, guardandosi
attorno stupida.
-Alice riesce sempre a lasciarmi a bocca aperta-, osservò,
faticando ad orientarsi.-Aiutami...quali sono i miei vestiti?-, mi chiese.
-Credo sia tutto tuo, a parte questo-, dissi indicando la mia
misera parte di armadio.
-No...davvero è tutto mio?-, chiese ancora.
-Certo. Poi sarà mia sorella a spiegarti meglio dove sono le cose. Ha
cercato di spiegarlo a me, ma nonostante la mia super memoria non ricordo
nulla. Riesco a spegnerla quando Alice mi parla di vestiti. L'unica cosa che
ricordo è cosa contiene quella cassettiera là-, dissi, indicandola.
Bella mi guardò confusa, con un mezzo sorriso sulle labbra.
-Devo aver paura?-, chiese.
-Per niente...credo siano i migliori acquisti che ha fatto
Alice...-,le spiegai ancora, avvicinandomi a lei.-Apri, così mi dici se sei
d'accordo con me-,la esortai.
Mi fissò ancora per un istante, prima di aprire il primo cassetto.
Si mise a ridere. Afferrò un pezzo di stoffa dalle mani e lo guardò
sconvolta.-Non sapevo che ti piacessero certe cose...-, osservò, rigirandosi
l'indumento tra le mani.-Va bene se lo metto stasera?-, mi chiese infine, con
un sorriso malizioso tra le labbra.-Potevi anche dirmelo prima...-, osservò
ancora, avvicinandosi e mordendomi il labbro con fare scherzoso,-che amavi la
lingerie sexy-.
-E' stato meglio così...Poi davvero non sarei stato in grado di
respingere i tuoi agguati...Anzi, ora che ci penso l'unica volta che hai
indossato qualcosa del genere non sono davvero riuscito a trattenermi-osservai,
senza staccare le labbra dalle sue, ricordando la notte all'isola Esme.
Sorrise ancora.-Dimmi dove posso trovare qualcosa di più comodo?-chiese,
rimettendo a posto la lingerieche aveva
tra le mani e richiudendo il cassetto.
-Non mi sembra il caso di indossare questo-, e mi mostrò un lungo
abito da sera rosa confetto.
Risi. Alice non sapeva mai fermarsi, non era in grado di
riconoscere quando esagerava.
-Ti aiuto io-, dissi, e iniziai ad annusare l'aria cercando di
individuare in quale cassetto o in quale anta dei jeans e qualche semplice
maglia di cotone.
Aprii un cassetto e le lanciai un paio di jeans.
-Ma come hai fatto?-, mi chiese, venendomi accanto.
-Annusali-, dissi.-Hanno un odore molto particolare, cerca di
memorizzarlo così la prossima volta sarai in grado di trovarli da sola. E ora
cerchiamo una maglia di cotone-, dissi, dissotterrandone una da una mensola.
-Ottimo osservò-, mentre si infilava i jeans. Subito dopo afferrò
dalle mie mani la maglia e se la infilò e raccolse i lunghi cappelli in una
coda.
-Pronta-, osservò poco dopo. Io non dissi niente, non potevo.
Rischiavo di convincerla a rimanere ancora nella nostra casa...e nel nostro
letto. Era davvero bellissima, un incanto. Avevo mentito prima quando avevo
detto che l'avrei voluta sempre nuda. La volevo in qualsiasi modo, e vestita
così sembrava quasi che non fosse cambiato nulla. Bella sembrava felice,
nonostante l'avessi condannata a seguire le orme della mia esistenza. Sorrise
al mio sguardo assorto, fisso su di lei.
E io ricambiai il sorrisi quando la vidi annusarsi la manica della
mano per memorizzare l'odore del cotone, come aveva fatto poco fa con l'odore
del denim.
Io andai a vestirmi, e mentre lo facevo, continuavo a sentire gli
occhi di Bella su di me. Non era difficile credere che forse, lo stesso
desiderio che avevo provato io pochi attimi prima, stesse investendo anche
Bella in quel momento. Misi le prime cose che trovai, e quando finii la presi
per mano. Sfrecciamo velocemente lungo il giardino,e in poco tempo raggiungemmo
Renesmee,che era già sveglia e giocava con Rose nel salone.
Ciao ragazze!Ecco a voi un nuovo capitolo!Grazie mille per
leggere e commentare!
Capitolo 33. Problemi
Bella fissava il centro nel salone dall'esterno, immobile. Due piccoli occhi,
intenti a torturare una posata, si alzarono al di scatto, attenti e luminosi. E
trovarono ciò che cercavano. Bella e Nessie si fissarono per un istante,
riaccendendo quel contatto che durante la notte era venuto a mancare.
La piccola lanciò via l'oggetto,con cui stava giocando, e indicò Bella
sorridendo e sporgendosi quasi volesse toccarla. L'aveva riconosciuta.
"Sì piccola", pensai. "E' la tua mamma".
Bella non aspettò oltre. Corse in casa e prese in braccio Renesmee stringendola
forte. Si scambiarono un lungo sorriso. Poi tornarono ad osservarsi
attentamente.
Lo sguardo di Bella era concentrato, sembrava stesse monitorando e registrando
i cambiamenti avvenuti durante la notte. Nessie guardava curiosa la madre.
Continuava a paragonare il suo nuovo volto, con quello da umana, che aveva
visto per pochi attimi. Stentava a credere che appartenessero alla stessa
persona.
"E' proprio bella la tua mamma, hai ragione", pensai,
avvicinandomi silenziosamente a loro, cercando di non interrompere il piccolo
idillio che si era creato.
Tutti nella stanza stavano in silenzio ad osservare la magia che si era creata
tra Bella e la piccola. E nessuna delle due sembrava aver pensieri per
qualcos'altro. In quell'istante esistevano solo loro due, nient'altro. Ma ben
presto Nessie, si distrasse. Qualcosa che non riusciva ancora a controllare si
fece spazio nei suoi pensieri distraendola dalla madre:aveva fame.
Corsi in cucina, prima ancora che la piccola esprimesse a tutti il suo
desiderio.
-Ma da quanto tempo è sveglia?-, sentii chiedere Bella, mentre versavo nella
tazza del "cibo" per Nessie.
-Da poco...ma ti pretendeva. Abbiamo dovuto sacrificare un servizio di piatti
di Esme per tenerla buona. Non ti abbiamo chiamata perché non volevamo
disturbarvi...-, spiegò Rose.
"Chissà cosa stavate facendo...", pensò solamente,
accompagnando il pensiero con un'immagine mentale molto esplicita, e da una
risatina maliziosa, ma sommessa
I pensieri di Emmet non erano da meno e accompagnò con una risata sonora il
quasi silenzioso ghignò di Rosalie. Io continuai a scaldare il sangue per
Renesmee, aspettando la reazione di Bella, che però sembrava non aver dato loro
retta.
-La casa è bellissima Renesmee. Io e il papà ti prepareremo subito la
cameretta, così la prossima notte potrai stare con noi...-, la sentii affermare
decisa.
Non sapevo se avesse volutamente ignorato le frecciatine di Rose e Emmett,
oppure se davvero non avesse più prestato loro attenzione. Probabilmente aveva
occhi e orecchie solo per Nessie.
-Grazie, grazie mille Esme. La casa è una meraviglia...-, le sentii dire,
rivolta a mia madre.
Ma Esme non ebbe modo di rispondere, perché Emmett scoppiò a ridere.
-Non mi dire che è ancora in piedi?-, chiese a Bella, continuando ad immaginare
in quanti modi avremmo potuto demolirla. Non sapevo se ridere, o farlo
smettere. Ma la curiosità di vedere la reazione di Bella, ora che aveva tutte
le carte in regola per poter competere con lui, mi fece continuare a fare da
spettatore silenzioso a quella sceneggiata.
-Non ci credo che sia ancora in piedi...Ma cosa avete fatto stanotte?Lavorato a
maglia?...-, continuò a provocarla, senza cercare più di trattenersi dalle
risate.
Bella ancora non rispondeva.
-Non ci sono...Seth e Jacob sono partiti questa mattina presto-,sentii dire
Rose, capendo, dai suoi pensieri, che stava rispondendo ad un interrogativo
muto di Bella.
"Jacob è sparito in fretta, era preoccupato...".
Afferrai la tazza per Nessie, e andai nel salone.
-Perché era preoccupato?-, chiesi, avvicinandomi a Rose, che prese la piccola
dalle braccia di Bella per nutrirla.
-Non lo so, non l'ho capito...E sinceramente non m'importa nulla...-, disse.
La guardai intensamente e quando vide il mio sguardo indagatore sbottò.
-Ti racconto...così magari riesci a capire cosa gli sia passato per la
testa...Stava guardando Nessie che dormiva, con la sua solita aria un po'
idiota e imbambolata e ad un tratto ha preso e se n'è andato senza dire una
parola. Non ha neppure salutato,quel cane. E' una cosa positiva:non dobbiamo
più sorbirci il suo fetido odore...-, aggiunse infine, sorridendo a Renesmee.
-Rose...cerca di essere più gentile-, la richiamò Esme, che non sopportava si
offendesse qualcuno.
-Si, va bene. Tanto non è un problema così grave dal momento che non staremo a
Forks ancora a lungo-.
-Dobbiamo andare nel New Hampshire,così Bella può organizzarsi per
Dartmouth...-, aggiunse Emmett,ma presto si interrupe trasportato da uno dei
suoi soliti pensieri.-Bella, sono sicuro che sarai la prima della classe...A
quanto ho capito di notte non avrai certo di meglio da fare che
studiare...-,ghignò, riprendendo a provocarla, riallacciandosi al discorso di
prima.
"Vero...", penso Rosalie, sempre d'accordo con Emmett.
Volsi lo sguardo verso Bella. Si era seduta sul divano, e aveva chinato la
testa in segno di rassegnazione. Non riuscivo a capire se fosse arrabbiata,
umiliata o se stesse semplicemente cercando di ignorare Emmett, per non avere
una reazione esagerata e senza controllo, come quella del giorno prima.
Un impeto di rabbia mi invase nel vederla così indifesa. Senza che potessi far
qualcosa per controllarlo un ringhio furioso mi attraversò il petto, arrivando
bruciante in gola e trovando sfogo solamente riversandosi interamente verso la
causa della mia rabbia:Emmett.
"Cane...cane...cane".La mia rabbia fu interrotta da Alice, che
balzò in piedi brontolando.
-Quello stupido cane...ha cancellato il programma per la mia giornata!Come ci
riesce?Non vedo nulla-,disse furiosa. Poi si voltò verso Bella, la squadrò
prima di sbottare più arrabbiata di prima.
-Ma guardati...Non sai come si usa una cabina armadio. Non posso lasciarti
sola, ha assoluto bisogno di me...-.
Dimenticai la mia rabbia verso Emmett e pensai a Jacob. Quella mattina aveva
avuto un comportamento alquanto strano e da quello che sentivo sembrava
correre. Mi sintonizzai sui suoi pensieri, cercando di farmi strada in quel
groviglio disarticolato di parole.
"New Hampishire...Bella e Nessie via da Forks...Charlie impedirà tutto
questo...Ho fatto la scelta giusta.Capirà come ha fatto con me e impedirà che
Bella se ne vada...Nessie...Charlie mi verrà dietro per verificare con i suoi
occhi...sicuro".
I pensieri confusi di Jacob erano chiari. Strinsi i pugni lividi di rabbia.
Stupido cane...perché continuavo a sopportarlo?
-Jacob sta arrivando, ha parlato con Charlie. Forse lo sta seguendo per venire
qui, oggi-, dissi, ancora confuso.
-Caxxo-, sibilò Alice, alle mie parole, scattando verso il retro della
casa."Come facciamo?Deve nascondere gli occhi...gli occhi fanno davvero
impressione".
-Cosa ha fatto?Ha parlato con Charlie?Non capisce la situazione...come ha
potuto?-sibilò Bella sconvolta. La risposta era ovvia...tutto pur di rimanere
accanto a Nessie. Non le importava di Bella, di Charlie. Lui avrebbe potuto
morire...nessuno doveva sapere di noi.
-No...-, mormorò piena di dolore Bella.
-Non c'è molto da fare. Jacob è qui-, mormorai.
-Ciao ragazzi-, salutò Jacob entrando in casa bagnato fradicio. "Come
spiego quello che ho fatto?...No, non mi devo scusare di nulla...Era una cosa
che andava fatta".
I pensieri incoerenti di Jacob mi davano sui nervi. Seth e Leah entrarono un
momento dopo di lui. Si fermarono alle sue spalle, immobili, pronti ad
intervenire se necessario.
-Rose-, disse Bella, tendendo le braccia per riavere Renesmee, sperando che la
piccola riuscesse a calmarla.
"Lo sa...dovevo immaginare che il succhiasangue leggimenti avrebbe
spifferato tutto", pensò Jacob.
"Siamo nei guai...", pensò Seth, facendosi più vicino a Jacob.
"Tanto vale dire le cose come stanno", pensò di nuovo il
cane.-Oggi dovrebbe venire Charlie a farvi visita-, disse, come se fosse la
cosa più normale del mondo.-Ma credo che Alice già lo sappia-.
"Sa sempre tutto...", pensò.-Forse è andata a prendere un paio
di occhiali...per nascondere i tuoi occhi-.
-Che cavolo stai dicendo Jacob?Cos'hai combinato-, urlò Bella furiosa, volendo
sentirselo dire da lui.
"Ho fatto la cosa migliore...per me".-Dal momento che vi
trasferite, come mi hanno comunicato stamattina la bionda e Emmett, ho cercato
di darvi una mano. Il problema era Charlie giusto?Problema risolto!Ora sa
tutto...-, borbottò orgoglioso.
-Tu non ti rendi conto di quello che hai fatto!-, urlò Bella alzandosi in piedi
e avanzando verso di lui.-Ci hai esposto ad un rischio enorme...e hai coinvolto
anche Nessie in tutto questo, ti rendi conto?-, continuò a dire, avanzando
lentamente ma con tutta l'intenzione di attaccare Jacob.Nonostante fossi
preoccupato rimasi ad osservare la scena, in parte divertito e in parte
affascinato dal comportamento di Bella. Era la più Bella vampira che avessi mai
visto.
-Ma smettila!L'unico pericolo potresti essere tu, ma da quello che ho capito
hai una specie di superpotere che ti permette di avere un autocontrollo
infinito. Anche se...-, continuò, fermandosi un attimo come se stesse
riflettendo,-credo che non sia minimamente comparabile con il potere di leggere
il pensiero. Quello è il massimo...-.
"E dopo questa...speriamo che Bella attacchi!", pensò Emmett,
ma non le lasciai il tempo, lo feci io. Schizzai di fronte a Jacob, parandomi
dritto davanti a lui,scoprendo i denti. Jacob fece un passo indietro,
probabilmente non si aspettava la mia reazione.
-Cosa stai dicendo, bastardo?-, sputai furioso.-E' solo una teoria. E hai
pensato bene alle conseguenze prima di spifferare tutto a Charlie?Credi davvero
che Bella riesca ad affrontare il padre?E se non fosse così forte?Se non avesse
nessun superpotere?Hai pensato al dolore che proverebbe Bella se facesse del
male a suo padre?-, sputai. Mi fermai un secondo.
No, non aveva pensato a nulla di tutto ciò.-Giusto-, pensai,-Bella ormai non ha
più nessuna importanza per te-,aggiunsi, pieno di disprezzo.
"Sta mentendo, è bravo a manipolare le persone in modo che si sentano
in colpa...".
-Bella non sentirà dolore, non è vero?
-Per lei sarà come avere un palo di ferro incandescente in bocca-, risposi
laconico, infastidito dalla leggerezza che aveva dimostrato. Non riuscivo
ancora a credere quanto stupido fosse stato.
Un nostro allontanamento da Forks non giustificava la scelta di mettere in
pericolo Charlie. E neppure la sofferenza di Bella. Era chiaro che fosse
nervosa e in collera con Jacob. Continuava a mettere alla prova la sua
resistenza e io, come lei, temevo che questa volta non sarebbe andata bene.
"Io non pensavo...io non sapevo!Cosa ho fatto?".
L'incertezza e il rimorso dei pensieri di Jacob mi davano il nervoso. Poteva
pensarci prima, prima di farsi venire questi stupidi scrupoli e rimorsi. Era
Bella che doveva pagare le conseguenze del suo gesto.
-Non pensavo-, mormorò il cane.
Non lo sopportavo. Il mio rapporto con lui era stato altalenante e finalmente
pensavo di aver raggiunto un equilibrio di reciproca sopportazione, ma
questo...andava aldilà di ogni limite.
-Non so come ti sia venuta in mente una cosa simile. Potevi chiedere prima di
metterci in pericolo-, ringhiai.
"No io...Lo sapevi. Potevi fermarmi. Charlie non farà nulla...Potrei
fermarlo". I pensieri di Jacob continuavano ad essere sconnessi. No,
non potevo fermarlo. Ero con Bella nel momento in cui lui aveva preso la
decisione, e avevo escluso chiunque dalla mia mente, chiunque tranne lei. Non
ero certo così masochista da sintonizzarmi sul pensiero del cane in quel
momento!
-Si, dovevi essere fermato-mormorai disgustato. Mi voltai dandogli le spalle.
Non volevo più vederlo, odiavo la sua espressione da bambino colpevole. Non
potevo credere di aver pensato di poter affidare la vita di Bella a lui.
-Jacob, non sono io il problema. Hai messo in pericolo la vita di Charlie. Lui
non può sapere che siamo vampiri. Ci sono delle regole precise. Ora ci sono
solo due possibilità-, mormorò Bella, abbassando lo sguardo e accarezzando
dolcemente il capo di Renesmee, quasi volesse proteggerla.-O diventa anche lui
un vampiro, oppure morirà-, concluse con un filo di voce.
Se non fosse stata intrappolata in quell'involucro immortale, la sua
preoccupazione si sarebbe riversata in lacrime.
"Si stanno agitando per niente...Ho solo anticipato le cose...".
- Non credo sia come dici tu...-, iniziò a dire Jacob.- Tanto prima o poi
avresti detto queste cose a Charlie.Ho solo anticipato i tempi!-, disse, con
aria spavalda, continuando a autorassicurarsi mentalmente.
-Jacob, mio padre sta venendo qui!-, ribatté Bella, cercando, inutilmente di
fargli comprendere la gravità della situazione.
-Sì, sta venendo qui. Anche se non gli ho detto proprio tutto...-, mormorò,
senza spiegarsi, ma dal riassunto mentale della conversazione avuta con
Charlie, capii che gli aveva solo accennato "qualcosa", una mezza
verità.
Bella si stava innervosendo, e il pugno che teneva lungo il fianco lo
dimostrava.
-Jacob, dimmi subito cosa hai detto a mio padre-, lo intimò minacciosa,
spazientita dalle sue mezze parole, facendo un passo verso di lui.
-Non ho parlat molto di te, gli ho "solo" fatto vedere cosa sono io-,
e l'immagine della sua trasformazione completò la sua confessione.
-E' diventato lupo di fronte a Charlie-, dissi, esplicitando i suoi pensieri.
-Che cosa hai fatto?-, chiese di nuovo Bella, sperando, come speravo io del
resto, di non aver sentito bene.
Jacob continuò il suo racconto tranquillo.
-Non si è impressionato, è come te. Non è scappato, non ha urlato niente. Ma
pagherei per rivedere la sua faccia mentre mi spogliavo-, e concluse la frase
con un ghigno divertito. Non so cosa mi trattenne da saltargli addosso per
togliergli quel sorriso ebete dalla faccia.
-Tu sei fuori, completamente andato!-, urlò Bella facendo un'altro passo verso
di lui.
-Ma no!E' un grande,non si è impressionato, ti ripeto. Non dovresti essere così
arrabbiata, vi ho fatto solo un favore!-,disse, realmente convinto in quel
momento di aver fatto la scelta giusta.
Bella fece un'altro passo avanti. Non dovevo leggerle il pensiero per sapere
che stava perdendo il controllo.
-Ti dò trenta secondi, per riferirmi, con dettaglio, la conversazione che hai
avuto con mio padre.Altrimenti affido mia figlia a Rose e non ci penserò un
altro secondo prima di staccarti a morsi quella stupida testa che ti ritrovi-,
sputò, scoprendo infine i denti.
-Ma che ti è preso?Non sei mai stata così ansiosa!Dipende dal fatto che ora sei
una vampira?-, chiese, cercando di essere simpatico e smorzare la situazione,
senza però riuscirci.
-Di secondi te ne rimangono ventisei-, fu l'unica cosa che disse Bella.
"Che pesante!Non ho fatto nulla di così grave...", pensò
sedendosi stancamente sulla poltrona. Leah e Seth lo seguirono, come due
guardie del corpo, e si disposero al suo fianco.
"Ho sempre pensato che Bella fosse pazza...", pensò Leah. Non
sopportavo che prendesse le difese di Jacob, nonostante fosse palese che, oltre
ad aver messo a repentaglio la nostra vita, era in pericolo anche la loro.
"Questa volta Jake l'ha combinata grossa", pensò Seth. Il mio
lupo preferito non mi tradiva mai.
Jacob, vedendo che stavamo aspettando lui, si decise a raccontare.
-Prima sono andato da Charlie. Gli ho detto che eri tornata a casa, che stavi
bene ma che non eri più come prima. Lui voleva venire subito da te, non vedeva
l'ora di vederti, ma io l'ho convinto a seguirmi, perché prima gli volevo
mostrare una cosa. E mi sono trasformato in lupo-, terminò, alzando le spalle,
sperando che al quel punto Bella la smettesse di tormentarlo.
-Non mi basta, cane. Devi ripetermi parola per parola quello che vi siete
detti-, sibilò Bella, tra i denti serrati.
-Tutte le parole?Ma mi hai dato solo mezzo minuto-, rise Jacob, pensando,
un'altra volta, di fare il simpatico. Lo sguardo mio e di Bella spensero il suo
sorriso dalla faccia,e, capendo che nessuno di noi stava scherzando, si
convinse a continuare.
-Gli ho detto che il mondo non era così come sembrava. Non cambiava nulla per
lui, a parte avere la consapevolezza che le apparenze ingannano. E che poteva
crederci o meno. Charlie mi ha chiesto se tu eri stata davvero male. Io gli ho
detto che quella era la verità, ma che per stare bene, hai dovuto cambiare un
po'. A quel punto ha voluto sapere cosa voleva dire che sei "cambiata un
po' ". Gli ho risposto che ora assomigliavi più ai Cullen, che a lui e
Renèe -.
Ringhiai. La stupidità del suo gesto stava alimentando il mio nervosismo. Bella
fece lo stesso.
Jacob continuò.
-Poi mi ha chiesto se anche tu, Bella, fossi diventata un animale. A quel punto
sono scoppiato a ridere e gli ho risposto che forse sarebbe stato meglio-.
Ringhiai di nuovo.
"Cane stupido, stupido cane", pensò Rose.
-Pensavo volesse sapere qualcosa di più sui licantropi, ma ha detto che non
voleva sapere nulla di più. Mi ha anche chiesto se quello che hai avuto
dipendeva da Edward e se sapevi cosa ti sarebbe capitato dopo averlo sposato.
Io ho detto che sapevi tutto, da molto prima. Questa notizia non l'ha fatto
molto contento, e si è un po' sfogato con me. Io l'ho lasciato dire e infine mi
ha fatto due richieste:vuole vederti e vuole sapere il meno possibile di ciò
che ti è capitato. La seconda richiesta credo non sia molto difficile da
soddisfare. Per la prima...sono riuscito a trattenerlo per il tempo di venire
fin qui a prepararvi alla la sua visita-.
Non so cosa cambiò, forse l'intero racconto la tranquillizzò, o forse
semplicemente si era rassegnata al fatto, ma l'espressione sul viso di Bella si
distese.E il mio umore seguì il suo.
-Ok, ce la posso fare-, disse, stringendo a sé la piccola. Sembrava fosse
Nessie ad averle trasmesso la tranquillità che cercava. Di certo la piccola non
avrebbe mai voluto che nessuno di noi si arrabbiasse con il suo Jake.
Rabbrividii al pensiero che il lupo fosse suo. Ero rassegnato:che avessi voluto
o no, Jacob avrebbe continuato a far parte della mia esistenza.
Anche Jacob si rilassò completamente, rassicurato dall'ultima affermazione di
Bella.
-Vuole solo vederti, assicurarsi che stai bene. Il resto non gli importa-.
-E sa di Nessie?-, chiese ancora Bella, ormai in pieno controllo di sè.
-Certo, ma non gli ho detto che è vostra figlia. Gli ho detto che è
un'orfanella e che l'avete adottata. Non credo sia un problema che io abbia
mentito. Era anche la vostra intenzione, no?-, chiese ancora, ormai sempre più
convinto di essere padrone della situazione.
-Charlie non riusciva a credere di avere una nipote, e ancora meno di essere
diventato nonno in così poco tempo. Ha sorriso quando gli ho
detto"Congratulazioni nonnino"-, continuò Jacob, ormai preso e
coinvolto dal suo stesso racconto.
Bella guardava Renesmee.
-Ma non può vederla, cambia troppo in fretta-, osservò tra sé Bella, spostando
i capelli dalla fronte della piccola.
-Non ti preoccupare!Gli ho spiegato anche questo. Gli ho detto che era strana,
molto più di tutti noi-.
Jacob si alzò e si diresse verso Nessie, ignorando i gesti protettivi e
preoccupati del resto del branco.
La piccola non appena vide Jake si allungò verso di lui.
Ma Bella non era intenzionata a cedere così velocemente.
Jacob,allora, continuò il suo racconto sperando di far cedere completamente
Bella.
-Gli ho detto anche che era meglio che accettasse la situazione, altrimenti voi
ve ne saresti andati in fretta. Ed era un peccato che non vedere Nessie, parchè
è una meraviglia-.
-Non ti aspettare un grazie, Jacob. Hai fatto tutto questo solo per te, senza
curarti di nessun'altro-, rimarcò Bella.
-Davvero Bella, mi dispiace. Non pensavo che ci saresti rimasta male. Ora le
cose tra noi sono diverse, ma tu rimarrai sempre la mia migliore amica e io ti
vorrò per sempre bene. Siamo di nuovo amici?-, chiese,come fanno i bambini.
Nonostante la nuova corazza fisica di Bella, il suo cuore si sciolse a quella
esternazione.E sorrise.
Jacob le tese una mano, per scusarsi.
Bella respirò a fondo, spostò Nessie sull'altro braccio e ricambiò il gesto,
aggiungendo:-Non è detto che ti perdoni, dipende tutto dall'esito della serata.
Se non ucciderò Charlie, ci penserò su-.
-Ma so per certo che stasera non farai del male a tuo padre, quindi mi dovrai
perdonare-, disse. Era chiaro che volesse avere l'ultima parola.
Bella alzò gli occhi al cielo, ma lasciò perdere e non replicò.
-Posso prendere Nessie, ora?-, chiese ancora.
-E' meglio di no, tiene occupate le mie mani che altrimenti ti strozzerebbero-,
disse mia moglie, ridacchiando.
E Jacob non insistette. Non aveva perso completamente il suo buon senso. Mi
avvicinai a Bella e la baciai sulla nuca. Era riuscita a gestire al meglio la
complicata situazione ed ero certo che, anche se costretta,sarebbe riuscita ad
affrontare al meglio anche la serata in compagnia di Charlie.
Ciao ragazze, scusate per il
ritardo!!!Ringrazio tutte per i commenti e per pazientare, e vi ricordo che ho
aperto un forum che raccoglie le mie storie.
Il link è questo:http://silviettafanfiction.forumfree.it/
Capitolo
34.Aspettando Charlie
"Devo sistemare le cose, devo sistemare le cose".Alice rientrò in un
lampo nel salone e iniziò ad organizzare l'incontro con Charlie.
-Voi due-, disse indicando Seth e Leah,-andate fuori di qui, o se proprio non
potete mettetevi in un angolo e fatevi vedere il meno possibile-ordinò.
-E tu, Bella, dai la piccola a Jacob. Mi servi a mani vuote-, sbottò.
"Il cane crea problemi, e io li devo risolvere...", borbottò
mentalmente.
"Evvai", pensò invece Jacob vittorioso. Ora poteva avere Nessie tutta
per sè. Ringhiai in risposta alla sua esultazione.
Bella alzò il capo, guardò Alice intensamente, come se, solo in quel momento,
si fosse resa conto dell'enormità della prova che stava per affrontare.
Era vampira solo da poche ore, io stesso non ce l'avrei fatta ad affrontare una
prova del genere.
Mi avvicinai a lei, e strinsi sia lei sia Nessie, che continuava a tenere
stretta a sè, in un abbraccio protettivo. Non potevo permettere che nessuna
delle due soffrisse, per nessun motivo. Avrei affrontato con lei l'incontro con
suo padre, pronto ad intervenire se necessario.
Bella si voltò leggermente verso di me, affondando il viso sul mio petto. Ero
certo stesse raccogliendo tutta la forza di cui disponeva. Charlie era
importantissimo per lei, non si sarebbe mai perdonata se gli avesse fatto del
male.
-Prendi Nessie-, disse a Jacob, alzando il capo dal mio petto e allungando le
braccia riluttante, per porgergli la piccola.
"Mi dispiace...". Non appena ebbe tra le braccia Nessie, l'umore del
cane cambiò. Era stato stupido e impulsivo e non si era reso conto della
gravità della situazione. Ma la piccola, che in qualche modo aveva percepito
l'umore teso di Bella, stava riversando tutta la sua preoccupazione a Jacob,
rendolo partecipe della preoccupazione e della paura che aveva provocato in
tutta la famiglia.
-Io posso andare via?-, chiese Seth, dopo aver visto che la situazione si era
tranquillizzata.
"Odio questi vestiti...non vedo l'ora di togliermeli di dosso", pensò
esausto.
-Vai Seth -,acconsentì Jacob senza distogliere lo sguardo dalla piccola. Seth
non se lo fece ripetere due volte e se la squagliò in fretta.
-Tieniti verso Est, altrimenti rischi di trovare Charlie-, aggiunse Alice, in
preda ad un altro dei suoi mal di testa.
Leah fino a quel momento non aveva parlato e , silenziosa come al solito, seguì
Seth fuori dalla casa.
"Finalmente...", pensò una volta libera.
Gli avvenimenti di quegli ultimi istanti mi erano scivolati addosso. Avevo
udito, ma non sentito realmente la conversazione. Accarezzavo piano il viso di
Bella ed ero completamente assorbito da lei. Desideravo più di ogni altra cosa
asportare dal suo viso la preoccupazione.
-Tranquilla tesoro. Andrà tutto bene, sono certo che andrà tutto bene. Ti
aiuterò, tutti ti aiuteranno-, mormorai, contento che non potesse leggere il
mio pensiero e capire che stavo mentendo. Ero preoccupato quanto lei.
I suoi grandi occhi rossi si girarono verso il mio volto, scrutandomi in cerca
di verità nelle mie parole. Sapevo mentire bene. Ne aveva già avuto prova. Ma
in quel momento, come allora, stavo mentendo per il suo bene. Non potevo essere
certo che ce l'avrebbe fatta, ma volevo crederci e trasmettere questa illusoria
sicurezza anche a lei. Non c'era alternativa. Non potevamo andarcene. Ero certo
che Charlie ci avrebbe cercati ovunque, non si sarebbe dato per vinto, e non
era il caso che attirassimo maggiormente l'attenzione su di noi. I Volturi non
perdonano, ed ero sicuro fossero in attesa di una nostra mossa sbagliata per
farci visita. E non incontrare Charlie era la nostra mossa sbagliata. Anche per
Bella, perché doveva rivedere suo padre, glielo dovevo.
"Tranquillo Edward, è la scelta giusta", mi tranquillizzò Carlisle.
Come sempre sapeva intervenire nel momento più opportuno.
-Bella, amore, andrà tutto bene. Non saremo ancora qui se pensassi il
contrario-, mentii di nuovo.
-Sarai più contenta se rivedrai Charlie e in qualche modo riuscirai a farlo
entrare ancora nella tua vita-, aggiunsi. E questa volta il mio pensiero era
sincero.
"L'aiuto io", pensò Alice, porgendole una scatolina.-Sono lenti a
contatto. Non sono proprio del tuo vecchio colore, ma sempre meglio del colore
che hai ora. Sono fastidiose, irritano gli occhi e offuscano la vista-, la mise
in guardia mia sorella prima di lanciare la scatolina per aria. Bella la prese
al volo.
-Ma quando le hai comprate?-, chiese Bella stupita.
-Durante la vostra luna di miele. Non sapevo che fare, ho pensato a possibili
situazioni future e così ho deciso di comperarle-, le spiegò Alice.
Bella annuii e aprì la scatolina. Afferrò una lente con l'indice e la infilò
con sicurezza nell'occhio destro. Chiuse gli occhi, sbatté più volte le
palpebre e li riaprì. Uno dei suoi occhi era di nuovo marrone cioccolata, quel
caldo colore che mi aveva fin da subito scaldato l'anima.
-Sono davvero fastidiose-, mormorò, mentre cercava di infilarsi l'altra lente.
-Come sto?-, chiese, voltandosi verso di me, dopo che aveva terminato.
Era bellissima, di una bellezza indescrivibile. Non appena i suoi occhi rossi
avrebbero smesso di essere tali sarebbe diventata ancora più bella di quello
che già era. Incredibile.
-Stai d'incanto-, mormorai. E le sorrisi. Questa volta non mentivo.
-Oh, certo-, sbottò Alice.-Il tuo parere non vale Edward. Per te è sempre
bellissima. Ascolta me Bella:il tuo colore di occhi era molto più bello, ma
questo è il più simile che sono riuscita a trovare, sempre meglio che rossi.
Ricorda anche che le lenti non dureranno per tutto il tempo che Charlie starà
qui:in poche ore il veleno nei tuoi occhi le scioglierà. Quindi ricordati di
scusarti e andare in bagno a cambiarle ogni tanto-, concluse, non convinta che
Bella potesse farcela.
-Esme è meglio che l'aiuti e le dai dei consigli per sembrare il più umana
possibile. Sembra che se ne sia già dimenticata, eppure lo era fino a pochi
giorni fa-, disse ancora.
-Quanto tempo ho?-, chiese Esme.
-Charlie sarà qui fra pochi minuti-, la avvertì Alice.
Esme venne verso Bella e le prese la mano. -Ricordati che non devi stare seduta
troppo immobile o muoverti troppo velocemente-.
-E se tuo padre si siede, fallo anche tu. Si sentirà in imbarazzo se tu non lo
fai-, intervenne Emmett.
-E ricordati di sbattere gli occhi e di vagare con lo sguardo. Gli umani non
fissano mai le cose troppo a lungo-, aggiunse Jasper.
-Muovi le gambe. Incrociale e dopo un pò accavallale-, disse Rose.
-Ma ricordati soprattutto degli occhi. Sbattili spesso-, replicò Emmett.
-Muovi anche le mani. Gioca con i capelli, incrociale, spostale...-, suggerì di
nuovo Jasper.
Bella era molto attenta. Di certo si stava concentrando al massimo per
assimilare più consigli possibili.
-Smettetela di parlare tutti assieme. Si confonderà!-, intervenne Alice
infastidita.
-No, va bene. Ho capito:devo stare seduta, muovere gli occhi, guardarmi in
giro, muovere le mani, sbattere le palpebre...ce la posso fare-, rassicurò
Bella.
-Proprio così, impari in fretta-, disse divertita Esme.
-Non respirare, trattieni il fiato il più a lungo possibile, ma muovi
ritmicamente per le spalle per far credere che respiri-,aggiunse Esame, che si stava
dando un gran da fare per tenere Bella tranquilla.
-Ok-,disse Bella, accompagnando l'espressione con un cenno del capo. Io non
dissi nulla, non volevo confonderla ancora di più. Mi avvicinai a lei, e la
circondai con le braccia attirandola a me. L'unica cosa di cui, forse, aveva
bisogno era un pò di fiducia in più.
-Vedrai che andrà tutto bene, sarai bravissima-, mormorai al suo orecchio,
sentendola rabbrividire. Si volto verso di me e mi sorrise dolce, appoggiando
la testa sul mio petto, in cerca di un attimo di conforto. Le accarezzai i
capelli:non doveva superare da sola quella prova, io e tutta la mia famiglia
eravamo lì per darle una mano.
-Sta arrivando Bella, due minuti. Dovresti fingerti convalescente, siediti sul
divano-, le suggerì Alice.
-Vieni con me?-, mi chiese Bella, stringendo la mia mano, prima che Alice la
trascinasse via con forza verso il divano. Certo che mi sarei seduto accanto a
lei, dove altro avrei potuto andare?
-Bella, dovresti cercare di essere più goffa quando cammini, trascinati un po',
fai passi corti...un po' come quando eri umana...-, le consigliò ancora Alice,
che sembrava più agitata di Bella stessa.
-Jacob, mi porteresti la piccola, ho bisogno di lei-, chiese, prima di
affondare nel divano.
Ovviamente Jacob non era d'accordo, e la sua espressione torva e contrariata lo
fece capire."No, sei matta, Nessie rimane dov'è", pensò il cane,
senza però aprire bocca per dare spiegazioni.
-Non è il caso che tu tenga Renesmee vicino a te, non vedrò più nulla
dopo-,intervenne anche Alice a dissentire la richiesta di Bella.
-Voi non capite, lei mi serve, mi rende tranquilla-, spiegò ancora Bella con
una punta di panico nella voce. Mi affrettai a raggiungerla, mi sedetti accanto
a lei e le presi la mano tra le mie.
-Va bene, come vuoi. Speriamo stia buona, così guarderò attorno a voi due-,
sbottò Alice seccata dall'ulteriore inconveniente, dopo aver incrociato il mio
sguardo e aver capito che anche secondo me la piccola doveva rimanere con le
madre."Sono davvero tutti fuori, non mi sembra il caso di dare Nessie a
Bella in una situazione del genere...", pensò Jacob, dandole però la
piccola.
Portai un braccio attorno alle spalle di Bella, e guardai la mia piccolina, un
angioletto. Cercai di fare la faccia seria e di mantenere un tono duro e deciso
mentre le spiegavo la situazione, ma era difficile non sciogliersi davanti a
quel visetto perfetto e a quegli occhi luminosi che fissavano attenti i miei.
-Devi stare molto attenta adesso, è un momento particolare. Sta arrivando una
persona che è molto importante per la tua mamma...-, e la piccola si voltò a
guardare Bella, che le sorrise dolce, e le accarezzò i capelli.-La mamma non
vuole far del male a questa persona e tu dovrai aiutarla. Non è come noi, e
neppure come Jacob. Non devi dirgli le cose come le dici a noi...-, e Nessie
allungò una manina verso di me, sulla mia guancia, facendomi capire che aveva
capito ogni cosa.
-Esatto, così. E non morderlo,anche se ti farà avere sete. Non è come Jacob che
guarisce in fretta-, aggiunsi ancora, continuando a sentire la manina della
piccola sulla mia guancia.
-Ha capito?-, chiese Bella, che aveva osservato con attenzione l'intera scena.
-Certo che ha capito, sei brava vero?-,e Nessie aprì la mano, che prima teneva
a pugno sulla mia guancia, facendomi un riassunto visivo di tutto quello che le
avevo detto e facendomi capire che era stanca e che probabilmente avrebbe
dormito durante la visita. Poi mi fece vedere Jacob, lei in braccio a lui che
gli mordeva una mano. Mi fece anche capire che le sarebbe dispiaciuto molto non
continuare in quel modo:lei voleva Jacob, e le piaceva morderlo.
Chinai la testa rassegnato. Non era possibile che Nessie avesse già quel senso
di dipendenza fisica e mentale da una persona, dipendenza che io avevo capito
solo con Bella. E ormai ero rassegnato:avrei avuto per l'eternità Jacob tra i
piedi, non avrei potuto farci nulla.
-Certo piccolina, Jacob lo puoi mordere quanto vuoi-, disse a voce alta,
facendo sorridere Bella, e ghignare Jacob."Anch'io ti mordicchierei
tutta...", pensò Jacob, facendomi venire il voltastomaco.
-Jacob, ti prego, vattene sbottai. Poi io e te dovremo parlare...-, aggiunsi,
infastidito da tutto quello che riguardava lui. Dalla sua presenza, dal suo
impriting con Nessie, e dalla sua decisione di comunicare a Charlie di Bella.
-No, Charlie sa che ci sarò anch'io, gliel'ho promesso-, replicò Jacob.-Sarò il
suo sostegno morale-, disse, orgoglioso. Mi stava facendo innervosire.
-Che cavolo dici?Tu un sostegno morale per Charlie?Sei il moralmente più
scorretto di tutti noi!-, sbottai super infastidito. -Sei il più ripugnante tra
tutti noi!-,aggiunsi ancora.
-Sono ripugnante?-, chiese ancora il cane, sghignazzando, ma dai suoi pensieri
capii che non era certo del significato del termine che avevo usato per
definirlo. Bene...oltre ad essere un cane, puzzare,combinare guai e essersi
legato indissolubilmente a mia figlia era anche poco colto.
Sentii le ruote dell'auto di Charlie strusciare sul vialetto. Fortunatamente
per me era arrivato Charlie altrimenti avrei soffocato Jacob, ma
sfortunatamente per Bella che doveva affrontare un'altra difficile prova.
Ciao
ragazze!Come state?Allora...ho scritto il capitolo più in fretta che potevo,
spero vi piaccia(a me non tantissimo...vabbè!).Volevo ringraziarvi come sempre
per tutti i commenti positivi che mi lasciate e per leggere. Quindi ringrazio
chi mi ha messo tra i preferiti, tra i seguiti e nelle storie da ricordare e
chi, ovviamente, mi commenta!Vi ricordo che ho creato un forum(so che non è una
cosa originale....), dove potete trovarmi quasi ogni sera. Quindi è il posto
giusto per lasciarmi messaggi e per spronarmi a scrivere...
http://silviettafanfiction.forumfree.it/!Ovviamente fate un giro se vi va e se
avete un 'pò di tempo da perdere!
Elfa sognatrice: Certo l'idea del vocabolario è utilissima...avrai
capito ormai che Jacob non mi va tanto a genio...sono team Edward per
sempre!!Grazie mille dei commenti, e di leggere sempre!Silvia.
Antonya:grazie a te
di leggere. Anche secondo me Edward ha avuto troppo poco spazio, non avrei mai
fatto raccontare la gravidanza di Bella a Jacob!Sto lavorando a Sogno, e,
forse, ho definito la trama. Spero di non aver voglia di fare altri
cambiamenti. Comunque tranquilla, ho quasi un capitolo pronto anche di
Sogno,Silvia
chi61:grazie mille,
sono contenta che il mio Edward ti piaccia, cerco di umanizzarlo il più
possibile.
ila74cullen:ho fatto
in fretta, vero?Spero che il capitolo non deluda le tue aspettative!Grazie di
leggere e commentare sempre!
Crazyangel84:grazie,
sono davvero felice che ti piaccia!
theangelsee69:hai
ragione, sembrano tutto fuorchè dei fenomeni!grazie davvero di leggere e di
commentare sempre!
linda88:ciao
Linda!Spero che il capitolo ti piaccia, e grazie per aver letto e commentato!
Un bacio a
tutte!
Capitolo 34.Charlie
Bella sentì la macchina di Charlie arrivare e si irrigidì al mio
fianco. Le presi la mano, cercando di tranquillizzarla. Lei strinse, ancora di
più, Nessie al suo petto e la piccola si rilassò tra le sue braccia.
-Molto bene, Bella. Il tuo stato d'animo è perfetto-, si congratulò
Jasper, che si meravigliava continuamente delle sue capacità. Strinsi Bella in
un abbraccio:era davvero nata per essere una vampira. Non sapevo dove trovasse
tutto quell'autocontrollo di cui aveva bisogno.
-Sei certo vero Jasper?-, gli chiese Bella, in cerca di ulteriori
rassicurazioni.
"Non ho mai visto in nessun vampiro neonato un simile
autocontrollo, ne ha da vendere", pensò Jasper, e lasciò che fossi io
a dare quella certezza a Bella.
-Sicuro, tesoro. Siamo certissimi che tu possa fare qualsiasi
cosa-,dissi, e mi avvicinai a lei con una gran desiderio di baciarla. Lei mi
sorrise, e ricambiò il bacio che non fu proprio come mi aspettavo.
Bella sapeva baciare in modo dolce e allo stesso tempo molto
sensuale. Dimenticai che aspettavamo Charlie, dimenticai che Nessie era in
braccio a Bella, l'unica cosa che sapevo è che volevo continuare a tenere le
mie labbra sulle sue, volevo continuare a sentire la sua mano accarezzare i
miei capelli...
-Mmmm...Edward...-. Jasper mi fece tornare in me. Mi staccai mal
volentieri da Bella e lo guardai con la mente altrove.
-Quella era la mia battuta-, mi fece notare lei,cercando di
ricomporsi.
-Stasera...-, le sussurrai all'orecchio, con Jasper che
disapprovava il nostro continuo flirtare.
-Non vedo l'ora-, rispose Bella,guardandomi con lo sguardo
eccitato.
-Dai, concentrati-. Ci pensò Jasper a mettere fine alla nostra
parentesi amorosa.
-Giusto...-, mormorò Bella, ma la sua mente era altrove.-Dai Bella,
smettila...-, la rimproverò ancora Jasper, e dai pensieri di mio fratello capii
che mia moglie stava ancora pensando a noi due e alla serata che avremo
trascorso. Ero lusingato. Sorrisi tra me, anch'io non vedevo l'ora...
-Ok, scusami Jasper-, borbottò Bella colpevole, stringendo Nessie
più forte a sé.
"Lo sapevo che da vampiri si sarebbero scatenati...",
ridacchiò pensandoci Emmett.
Il rumore dello spegnimento del motore di Charlie, fece tornare
Bella seria e concentrata. Accavallò le gambe nervosamente, e sbatté gli occhi.
Probabilmente stava ripassando mentalmente tutto quello che doveva fare, e che
le avevamo consigliato.
"Sono proprio curioso di sapere che succede...speriamo che
Bella stia bene...", pensò Charlie mentre richiudeva la porta della
macchina."Forse la trasformazione di Jacob è stata solo
un'allucinazione...deve essere così",borbottava la sua mente confusa.
Bella, sempre più nervosa, inspirò copiosamente prima di trattenere
definitivamente il respiro. Nessie si era messa tranquilla, aveva sprofondato
il viso sulla spalla di Bella, tra i suoi capelli, anche lei chiaramente nervosa.
Una punta d'odio mi attraversò il petto:Jacob era la causa di tutto. Non ero
certo che sarei riuscito a perdonarlo. Odiavo vedere sia Bella, sia la piccola
così in difficoltà.
Carlisle si diresse alla porta. L'espressione che fino poco prima aveva
impressa sul suo volto mutò. Da preoccupato, divenne sereno e cordiale mentre
apriva la porta per invitare Charlie ad entrare. Era un bravo attore.
-Salve Charlie-, lo salutò mio padre, fingendo di essere
preoccupato e sorpreso della sua visita.
-Salve Carlisle-, lo salutò frettolosamente.-Dov'è mia figlia?-,
chiese, sporgendosi oltre di lui, e lanciando un'occhiata nervosa all'intero
salone.
-Ciao papà, sono qui-, intervenne Bella, cercando di mantenere un
tono di voce controllato.
Respirò a fondo un'altra volta, cercando di riprendere l'ossigeno
che le era mancato dopo aver parlato.
"Non sembra la voce di Bella", pensò Charlie. Si
avvicinò, e la guardò a lungo, come se non la riconoscesse."Cosa le è
successo?", pensò ancora, continuando ad osservarla.
"Non è lei, non sembra lei...",pensò ancora
Charlie, disorientato. Bella si morse il labbro nervosa, come faceva spesso da
umana. Non credevo l'avesse fatto apposta, non era un gesto calcolato per
sembrare ancora umana. Era davvero nervosa e mi piaceva che parte dei suoi
atteggiamenti umani fossero rimasti gli stessi.
-Sei davvero tu, Bella?-, chiese ancora Charlie, in cerca di
rassicurazioni.
-Certo che sono io-, disse Bella con tono sicuro.-Ciao, papà-,
disse ancora, cercando di comportarsi normalmente. Charlie respirò a
fondo."Eppure sembra lei...", pensò ancora.
-Ciao Charlie-, lo salutò Jacob, sorridendo. L'avrei
strozzato.-Come stai?-, gli chiese, e la domanda sembrava molto fuori luogo.
Non gli rispose. Tremò alla sua vista, sembrava un tremolio di disgusto, e
tornò a guardare Bella, spaesato.
Continuò a camminare verso di lei, avvicinandosi piano."Cosa
è successo?E' stato lui?", pensò guardandomi con sguardo minaccioso.
Io abbassai il capo, colpevole. Sì, era stata tutta colpa mia.
-Bella?-, la chiamò ancora, insicuro che fosse davvero sua figlia.
-Sì papà, sono io...-, disse ancora Bella,con la voce che le
tremava.-Scusa se non ti ho avvisato che ero tornata...-, disse ancora,
abbassando il capo, dispiaciuta.
-Ora stai bene?-, chiese lui preoccupato."Possibile che sia
stata la malattia a cambiarla?", pensò ancora.
-Certo, sto benissimo-, disse sorridendogli."E' diversa, è
strana...molto più pallida di prima, ma anche molto più bella. Il suo pallore
illumina la sua bellezza, sembra quasi finta...", pensò Charlie. Era
un bravo osservatore, non potevamo illuderci di nascondergli le cose.
-Jacob mi ha detto che quello che ti è successo non poteva essere
evitato, che eri in fin di vita...-, cercò di spiegare,senza però realmente
comprendere quello che stava dicendo.
Bella strinse la mia mano, in cerca di coraggio, sia per quello che
doveva dire, sia per resistere alla voglia di attaccarlo.
"Tranquillizzala Edward, è nervosa...", mi
consiglio Jasper. Io strinsi più forte la sua mano e le accarezzai una guancia.
Nessie si mosse tra le sue braccia, e l'attenzione di Bella, si focalizzò su di
lei, abbandonando per un attimo Charlie.
"Non pensavo che per Bella fosse così difficile",
pensò Jacob, notando che Bella era chiaramente in difficoltà.
-Jacob non ha mentito...-,
disse, rimanendo evasiva senza dare spiegazioni che avrebbero potuto turbare
ulteriormente suo padre.
-E quindi ora sei come loro-, rispose Charlie, anche lui evasivo,
senza esplicitare cosa significasse una di loro. Non lo aveva
capito."Sapevo che i Cullen erano particolare...chissà di cosa sono
capaci, chissà in cosa si trasformano...", pensò, subito scosso da un
brivido di disgusto pensando che anche noi avessimo il potere di mutare in
qualcosa, come Jacob.
Guardai Bella, che per un attimo rimase muta, immobile, senza
rispondere. Poi abbassò lo sguardo:la piccola si muoveva, e stava annusando in
giro. Aveva percepito l'odore diverso di Charlie, il quale non si era accorto
che Bella teneva tra le braccia una bambina."Oddio...chi è?",
pensò nervoso, guardandola intensamente.
-E' lei la bambina che avete deciso di adottare...Jacob mi ha
detto...-, mormorò, voltandosi verso di lui, guardandolo e rabbrividendo."Ma
davvero si è trasformato, non credo, forse ho bevuto un po' troppa birra...",
pensò, guardandosi attorno,per poi riposare lo sguardo sulla piccola. "E'davvero bellissima, assomiglia davvero molto
a Edward, ma anche a Bella...ma che dico?Non è loro...non ci capisco più
niente...ma non saranno troppo giovani, appena sposati, non vorrei che succedesse
come me e Renee, l'entusiasmo fa presto a passare quando si devono affrontare
un sacco di problemi...", pensò. I suoi pensieri erano partiti a
mille, non avevo mai sentito la mente di Charlie così affollata. Era un bravo
osservatore, aveva già notato la somiglianza della piccola a me e a Bella.
Meglio cercare una bugia plausibile.-E' la figlia di mio fratello, mio nipote-,
mi affrettai a dire, sperando che almeno questo riuscisse a spiegare la
somiglianza a me. Charlie alzò lo sguardo verso di me, dubbioso."Ma
perché non è stato con suo fratello allora, invece che essere adottato da
Carlisle...mah...".-Davvero?Credevo non avessi più nessuno della tua
famiglia-, disse, sincero, rispecchiando i suoi pensieri.
-Avevo solo questo fratello, più grande di me, che è stato adottato
anche lui dopo la morte dei miei genitori. Non l'ho più rivisto, solo ora sono
venuto a sapere che è morto assieme alla moglie in un incidente, lasciando una
bambina-, spiegai, cercando di tenere un tono tranquillo, pacato e più verosimile
possibile."Vai Edward, te la stai cavando alla grande", mi
incoraggiò Emmett, facendomi l'occhialino. "Che sfortuna...prima la
famiglia, poi il fratello...". Le mie bugie avevano funzionato:avevo fatto
impietosire Charlie. Renesmee si mosse piano, spostando i suoi occhioni verso
Charlie e guardandolo intensamente.
-E' bellissima...-, disse,sospirando. "E' davvero
bellissima come Bella...", pensò. Non potevo essere più d'accordo:non
potevo chiedere di meglio.
-E'vero-, confermai. Renesmee non aveva dovuto fare tanta
fatica:con uno solo sguardo aveva conquistato anche il nonno.
-Siete sicuri della vostra scelta. Un bambino piccolo è una bella
responsabilità siete così giovani...-, osservò, senza staccare gli occhi dalla
piccola."Ma quanto è bella, è un amore, un tesoro...", pensò.
-Non potevamo fare altro, non potevamo lasciarla sola...-, spiegai,
accarezzando la guancia della piccola, e appoggiandole un dito sulle labbra per
ricordarle di fare la brava."E'tranquilla...", mi informò
Jasper.-Tu avresti fatto diversamente?-, chiesi, cercando di impietosire
Charlie.
-No, ovvio che no...-."Magari poteva pensarci Carlisle, ha
fatto un buon lavoro con loro...", pensò, guardandosi attorno.-Si
chiama Nessie, vero?-, chiese, cambiando discorso.
-No-. Bella intervenne, con tono acuto e infastidito.-Si chiama
Renesmee, ti hanno informato male...-, disse, lanciando un'occhiataccia a Jake.
"Non so...Edward potrebbe...ma Bella, non è giusto imporle un compito così
grande...", pensò, preoccupandosi per la figlia.
-Ma sei sicura Bella, sicura del compito che ti sei presa?-,chiese
per essere rassicurato.
-Forse Carlisle ed Esme potrebbero darvi una mano...-, azzardò. Ma
la risposta di Bella fu netta.
-Neanche per sogno, è mia,la voglio con me-, disse, con un tono che
non ammetteva repliche.
"Non pensavo che Bella mi desse tutti questi pensieri, era
così tranquilla quando stava a Phoenix con la madre...ora mi fa diventare pure
nonno...". Sorrisi leggermente al pensiero di Charlie.
-Quindi sono nonno così giovane?-, chiese, ovviamente già
conoscendo la risposta.
-Beh, anche mio padre è nonno-, dissi, cercando di mitigare il suo
disappunto.
"E' vero anche Carlisle è nonno...pensa quando lo sapranno in
ospedale...dimostra una trentina d'anni, per lui deve essere peggio...", pensò, facendomi sorridere un'altra volta.
-Beh, questo mi fa sentire un po' meglio-, disse, tornando a
guardare Bella, dopo aver fissato intensamente mio padre.
-Certo che è davvero stupenda, i bambini sono tutti belli, ma lei è
una cosa straordinario...è bellissima...-. Renesmme appoggiò la sua manina sul
mio braccio, riversandomi tutta la difficoltà che stava vivendo in quel
momento. Non voleva far del male a Charlie, ma era dura resistere. Maledii
mentalmente un'altra volta il cane per aver messo mia moglie e mia figlia in
questa situazione. Accarezzai la mano della piccola, sperando che si
tranquillizzasse. Bella le accarezzava teneramente i capelli, cercando anche
lei di rilassarla. Charlie era il primo umano che incontrava, senza ovviamente
considerare Jacob.
"E' assurda la somiglianza con Bella, è davvero
sua...fatico a credere che non sia sua figlia...sembra figlia di Bella....è
assurdo...è passato poco più di un mese dal matrimonio...possibile che fosse
incinta da prima...".I pensieri di Charlie erano completamente
sconnessi. Aveva capito che Nessie era profondamente legata a Bella, e aveva,
ovviamente, notato la somiglianza fisica.
Alternava il suo sguardo da una all'altra, cercando un appiglio, un
qualcosa a cui aggrapparsi per non credere fosse davvero figlia di Bella."Non
può essere...non poteva essere incinta quando si è sposata...era....no....non
era....ma la piccola...è lei....". Bella abbassò gli occhi gli occhi
verso di me, pregandomi di dire o fare qualcosa per mettere fine all'agonia di
Charlie che gli si leggeva chiaramente in viso. -Charlie, lascia stare. E' una
cosa un po' strana, ma va tutto bene..-, intervenne Jacob,dandogli una pacca
sulla spalla per tranquillizzarlo."Jacob...". Charlie
rabbrividì, e l'immagine di lui trasformato in lupo gli ritornò in mente. Mi
aspettavo che a quel punto scappasse dalla nostra casa, urlando che eravamo
solo un branco di mostri, e avrebbe avuto ragione,ma così non fece.
Respirò a fondo, come se volesse cercare di riprendere la calma che
aveva perso."Voglio la verità...", pensò,svolgendo uno sguardo
tetro e colpevole a Jacob.-Sono stufo delle vostre balle. Non voglio sapere
tutto, ma almeno ditemi la verità-, esplose. Aveva ragione, non era stupido ed
era inutile fargli credere quello che non era.
-Charlie, ci dispiace, ma è meglio che tu conosca la versione
ufficiale, piuttosto che la verità. Ormai fai parte del segreto, e l'unica cosa
che devi sapere è quello che ti abbiamo raccontato. Riesci a farti bastare
questo per il bene di Bella e di Renesmee?-, chiesi,sperando che capisse e che
non insistesse.
"Allora è vero...allora è sua figlia...assurdo...è nata da
Bella e da lui...", pensò, guardandomi disgustato."Però...potevano
dirmelo prima....era questa allora la malattia...Bella era incinta....".
-Potevi avvisarmi in qualche modo però Bella-, la rimproverò
ancora. A cosa sarebbe servito, probabilmente ad aumentare l'odio e la paura
che provava nei confronti di me e della mia famiglia. Non era il caso che
avessimo un'altra complicazione durante la gravidanza di Bella, ne avevamo già
avute troppe.
-A cosa sarebbe servito?-, chiese Bella, stringendo maggiormente la
piccola su di sé. Non rispose. Si inginocchiò davanti a Bella, per osservare
meglio la piccola. Renesmee, che fin'ora era stata davvero molto brava, sporse
i suoi occhioni verso di lui e sbatté le sue lunghe e folte ciglia.
Poiallungò la sua manina
verso di lui. Bella cercò di trattenerla, riportandola verso di lei.La piccola
aveva sete, desiderava "assaggiare" Charlie, ma il nostro
avvertimento era stato chiaro chiaro. Sapeva e capiva che era proibito,ma
ugualmente in lei c'era il desiderio di conoscerlo, di avvicinarsi a
quell'estraneo tanto diverso da lei che in qualche modo desiderava.
Renesmee gli sorrise dolce.-Ma quanti giorni ha?-, chiese."Ha
già tutti i dentini....ci vogliono mesi...", pensò, cercando di
ricordare la sua esperienza come padre.
-Ha tre mesi...-, dissi,cercando di trovare il modo di alleggerire
questa affermazione.-Ma per certi aspetti sembra più grande, per altri più
piccola-. Avevo detto tutto e niente, le mie frasi avevano l'unico scopo di
confondere Charlie in modo tale che capisse che non potevamo spiegargli nel
dettaglio chi era e cos'era Nessie. Avrebbe dovuto accettarla così com'era,
senza domande.
-E' un esserino speciale, te l'ho detto-, intervenne Jacob,
cercando di rimediare almeno in parte al danno che aveva causato.-E' davvero
speciale-, ripeté, appoggiando una mano sulla spalla di Charlie. Lui si
ritrasse al contatto.-Dai Charlie, sono sempre io, Jacob...Quello che è
successo oggi pomeriggio non cambia le cose...-. Ricordò ancora una volta la
trasformazione in lupo, chiedendosi chi fosse Jacob, e perché continuasse a
stare accanto a Bella."Se n'era andato...era arrabbiato con
Bella...perché ora è con lui e conosce il suo segreto...". Abbassai la
testa...quello non avrei saputo spiegarglielo...neppure io riuscivo a credere
che Jacob fosse indissolubilmente legato a mia figlia. Era ancora così
piccola,doveva crescere, capire da sola quale strada condurre nella vita. Non
volevo che si sentisse obbligata a stare con Jacob, solo perché il destino e il
fato aveva scelto per lei. Ma dal modo incantato in cui Nessie lo guardava,
capivo che non avrei potuto farci molto. Lo amava, era suo. Nient'altro
contava.
-Jacob, che ci fai qui?Perché conosci questa storia e cosa sa
Billy?-, chiese Charlie, cercando di capire, con tono di rimprovero.
-Billy sa tutto, e potrei spiegarlo anche a te, ma non è il
caso...non è il caso che ti racconti un sacco di particolari sui licant...-.
Charlie lo fermò disgustato.-Basta, basta, non voglio sapere, lascia
perdere...-, disse, tornando a concentrarsi su Nessie. "Erocerto che non avrebbe voluto sapere....",
pensò, sorridendo.-Non c'è nessun problema Charlie, basta che tu non cerca di
capire. Accetta le cose così come sono...-, aggiunse. "Mmm...non
pensavo che anche lui fosse coinvolto, e sembra il più disgustoso di tutti...".
Ridacchia, cercando di non darlo a vedere. Condividevo il pensiero di Charlie.
-Dai Gators, forza..-. Tutti spostammo l'attenzione verso Emmett,
che stava guardando la partita. La tensione si era in parte placata, e Emmett
aveva fatto il resto, stemperando definitivamente l'apprensione per l'incontro.
Charlie si voltò spaventato.-Sta vincendo il Florida?-, chiese a mio fratello,
accantonando per un attimo i suoi pensieri preoccupati per la situazione della
figlia.
-Certo, hanno appena fatto touchdown...-, disse, voltandosi verso
di noi, me in particolare.-Loro non fanno mai cilecca...-, continuò, facendomi
l'occhiolino."Vero fratellino?". Più tardi me l'avrebbe
pagata, sul serio questa volta. Sentii Bella immobilizzarsi ancora di più, se
fosse stato possibile.
Charlie fortunatamente non colse il doppio senso, distratto dalla
partita. Sembrava essersi ormai rilassato e tranquillizzato. Si alzò da terra e
si sedette accanto a Emmett.-Non credo ce rimarranno in vantaggio...-, notò,
sprofondando sulla poltrona."Ci vorrebbe solo una birra...poi mi
sentirei come a casa mia..."-.Sospirai, un sospiro liberatorioo. Il
peggio sembrava essere passato. Bella abbassò le spalle, che erano rimaste
rigide tutto il tempo, e sprofondò nel divano. Renesmee riemerse dal suo
nascondiglio e mi sorrise.-Sei stata bravissima...-, le bisbigliai all'orecchio.-Anche
tu...-, continuai, questa volta rivolgendomi a Bella. La baciai piano sulla
punta del naso, sperando che Charlie non se ne accorgesse."Ero certo
che Charlie sarebbe stato ragionevole...", pensò Jacob, scodinzolando
felice. Sospirai rassegnato...non c'era verso di fargli capire che dirlo a
Charlie era stato stupido e folle. Poteva finire male per tutti.
Il resto del pomeriggio trascorse tranquillo. Sembravamo davvero
una grande famiglia. Charlie e Emmett si trovarono subito molto bene insieme,
tanto che Emmett lo invitò a vedere quando voleva le partite con lui. Era una
strana coalizione. Io ero finalmente felice. Ero contento che Bella avesse
potuto rivedere Charlie, e in parte, chiarire con lui. Era davvero un bravo
papà. Aveva messo da parte ogni paura, ogni incertezza pur di continuare a
stare con sua figlia. Lasciai che Bella salutasse il padre in privato. Mi
sedetti al piano. Ero felice, e mi andava di suonare. Era da tantissimo tempo
che non lo facevo...era da tantissimo tempo che non mi sentivo completamente e
interamente felice. Avevo tutto quello che non avevo mai osato desiderare.
Molto più di quello che meritava la mia anima. Possibile che ci fosse una
speranza anche per un essere come me?
Ciao ragazze!Vi lascio al nuovo capitolo. Spero vi piaccia!Adesso
non so bene come continuare...pensavo di aggiungere qualche capitolo di testa
mia...per esempio una seconda notte tra Bella e Edward...che ne pensate?Aspetto
vostri suggerimenti!Grazie a tutte ragazze!Grazie a chi mi preferisce, chi mi
ha messo nelle storie da ricordare, chi mi segue e chi mi commenta!Grazie a
tutti!Vi adoro!
naog94:non ti
preoccupare. Scrivi il tuo commento quando puoi. So cosa vuol dire non avere
troppo tempo!Grazie, anzi, di leggere sempre. Un bacio, Silvia.
linda88:grazie Linda,
sei sempre molto gentile. Ti ringrazio, sono contenta che la mia visione di Bd
ti piaccia!Grazie mille di leggere e recensire sempre.
chi61:io lo ripeterò
sempre, ma secondo me Edward è il personaggio, più vivo(perdonami il paradosso),
più ricco di emozioni della saga. Io
adoro Edward, un pò meno Jacob e penso si percepisca. E Charlie...lo adoro. E'
un adorabile papà che passa sopra ad ogni stranezza pur di vedere felice Bella.
Quello che conta è continuare a far parte della sua vita. Nient'altro. Quindi
sono contenta che quello che ho percepito io dalla saga, sia molto simile alla
tua di percezione. Ti ringrazio di aver letto e commentato. Ogni vostra parola
è molto importante per me!Grazie.
ila74cullen:grazie
davvero. sono davvero contenta che questo capitolo ti sia piaciuto. Contenta
davvero. Grazie.
theangelsee69:grazie
tesoro, mi fai davvero contenta." .L'apparente normalità dietro a cui si
celano i mostri..solo di forma e non di sostanza"...bellissima questa tua
frase, centra davvero la situazione!Grazie mille ancora.
Antonya:si lo credo
anch'io che Edward abbia bisogno di spazio. Grazie di tutto, di commentare e di
leggere. Grazie davvero.
Luna Renesmee Lilian Cullen:grazie
Luna. Sì, per certi aspetti BD non è molto bello. Anch'io non condivido
l'impriting tra nessie e Jake...da doveva trovare un posto pure lui. Se fosse
per me lo eliminerei dalla saga...solo Edward e basta. Comunque vabbè, sono un
pò drastica. Grazie mille per aver letto e recensito.
Capitolo 36.SuperBella
Smisi di suonare il piano quando sentii la macchina di Charlie e
corsi da lei. Era stata davvero brava.
-Wow...-, mormorò, sbattendo le palpebre, probabilmente infastidite
dalle lenti a contatto, che il suo veleno disintegrò proprio in quell'istante.
La abbracciai forte, da
dietro, cingendo la sua vita e appoggiando il mento sulla mia spalla.
-Davvero amore...wow...-, ripetei, congratulandomi per il
comportamento impeccabile che aveva mantenuto con Charlie. Era sembrata
tutt'altro che una neonata fuori controllo e assetata di sangue.
-Ci sono riuscita Edward...-, mormorò, voltandosi verso di me e
sorridendomi contenta. Non potevo credere che fosse riuscita a superare anche
quella prova.
-Sei stata fenomenale Bella. Altro che neonato, sembravi un vampiro
pluricentenario per la calma e l'autocontrollo che hai avuto...-, precisai. La
sentii sorridere, mentre Nessie dormiva tranquilla tra le sue braccia.
-Mmm...io ho i miei dubbi...faccio fatica a credere che sia una
vampira, figuriamoci una neonata. E' così tranquilla...-, la provocò
Emmett,aspettandosi una sua reazione.
"Con suo padre è stata tranquilla, vediamo come se la cava
con me...e con le mie battute", pensò, ammiccando. Io non mi sarei
messo in mezzo stavolta. Emmett era grande e grosso per cavarsela da solo se
Bella avesse voluto reagire. Non lo fece, ma dal ringhio che le uscì dalle
labbra era chiaro che avesse una gran voglia di vendicarsi, sia per le battute
allusive che aveva osato fare in presenza di Charlie, sia per quelle che
continuava a fare.
-Mamma che paura...-, la canzonò ancora Emmett, portandosi le mani
tragicamente alla bocca e sgranando gli occhi. Bella non rispose, perché fu attratta
dal piccolo frugoletto che si mosse tra le sue braccia. Renesmee aprì gli occhi
piano, si guardò attorno, annusò l'aria per controllare se Charlie fosse ancora
in giro; poi spostò le mani sul viso di Bella chiedendole del nonno. Non potevo
crederci, ma anche la piccola sembrava già affezionata a Charlie.
-Il nonno tornerà domani...-, mormorò Bella, avvicinandosi e
dandole un bacetto sulla guancia.
-Perfetto...-, mormorò Emmett, pensando a quante battute avrebbe
potuto fare anche il giorno seguente. Si divertiva a metterla in difficoltà,
ovviamente per scherzare. Rose si unì alla risata di Emmett, attirando
l'attenzione di Bella che ovviamente aveva capito quali fossero le sue
intenzioni.
-Mossa sbagliata fratello-, dissi, con l'intenzione di prendere le
difese di Bella.Poi tesi le braccia per
prendere la piccola, in modo da lasciare Bella libera di fare ciò che voleva.
Lei mi guardò a lungo, probabilmente cercando di capire quali fossero le mie
intenzioni. Quindi sorrisi e le feci l'occhiolino, per darle il mio consenso a
prendersela con mio fratello. Lei capì, sorrise e mi porse la piccola che si
gustava la scena confusa.
-Cosa vuoi dire?-, mi chiese Emmett.
-Non ti conviene metterti contro con il vampiro più forte della
famiglia-, gli spiegai,ammiccando.
Emmett buttò la testa all'indietro, in modo quasi tragico e si
portò la mano alla fronte per enfatizzare il gesto.-Ma figurati...-, mormorò.
-Bella, amore. Ti ricordi quando un paio di mesi fa ti ho detto
cosa avresti dovuto fare una volta diventata vampira?-. Sperai si ricordasse le
nostre conversazioni quando lei era ancora umana. Mi guardò per un secondo, poi
vidi i suoi occhi illuminarsi e la sua bocca aprirsi in un -Oh!-.
Bene. Aveva capito. Anche Alice aveva inteso e mi stava mostrando
quale sarebbe stato l'esito scoppiando a ridere. Sorrisi anch'io, già
vittorioso.
"Che succede?"- Sentii il pensiero di Jacob e mi
voltai verso di lui. Non potevo crederci...mangiava continuamente, non aveva il
minimo autocontrollo.
-Cosa avete in mente?-, chiese Emmett, diventato improvvisamente
serio.
-Ma davvero vuoi che lo faccia?-, mi chiese allo stesso tempo
Bella, un po' preoccupata. Sapevo di essere stato un po' iperprotettivo con
lei, ma in quel momento sapevo che non c'era alcun pericolo, e vincere una
scommessa contro Emmett mi sembrava un buon modo per concludere la giornata.
-Stai tranquilla...-, le dissi. Dopotutto avevo visto nei pensieri
di Alice, e non sarebbe accaduta
nulla di male. Sentii Bella respirare a fondo. Poi si voltò verso
Emmett, con aria sicura.
-Emmett che ne dici di fare una scommessa?-, chiese.
Mio fratello si fece subito avanti, pronto ad ogni sfida.
-Certo, sempre pronto-, disse, parandosi davanti a Bella, che
indietreggiò un attimo impaurita.
"Sono troppo forte per te...", pensò.
-Hai paura?-, notando il suo attimo di esitazione.
Bella raddrizzò le spalle cercando di contrastarlo.
-Ora,io e te...braccio di ferro...su quel tavolo-, ordinò Bella,decisa,
senza distogliere lo sguardo da quello di mio fratello, indicando il tavolo
della sala da pranzo. Il viso di Emmett si illuminò. Adorava le sfide.
Alice intervenne.-Non è il caso fare una cosa simile su quel
tavolo, Esme lo adora-. Bella si voltò verso Esme, che mimava un grazie ad
Alice.
-Nessun problema, andiamo fuori-, disse pronto mio fratello. Bella
mi lanciò un'occhiata divertita prima di seguirlo. Poi seguì Emmett, e io
seguii Bella assieme al resto della famiglia. Eravamo tutti degli spettatori
curiosi di sapere l'esito della gara. Mio fratello ci portò vicino al fiume,
dove c'era unmasso di granito sopra
delle altre pietre. La superficie era abbastanza piana e regolare, anche se non
troppo. Nessie continuava a guardare la scena, in parte divertita, in parte
spaventata, ma anche lei curiosa di sapere chi sarebbe stato il vincitore di
quella sfida, solo qualche giorno prima, improponibile vista la diversità degli
avversari. Emmett appoggiò il gomito sulla pietra, aspettando che Bella facesse
lo stesso. Lei, però, si fermò un attimo, probabilmente spaventata dal gonfiore
dei bicipiti di mio fratello. Guardò quel braccio gonfio e muscoloso che la
stava aspettando; poi dette un'occhiata al suo, ancora esile e mingherlino,
nonostante fosse più muscoloso di quando era umana.Cercò di fare la disinvolta, ma ero certa
fosse spaventata da quella sfida, e appoggiò il gomito di fronte a quello di
Emmett, che sogghignava, già vittorioso.
-Ok, il patto è questo...-, disse, prima di cominciare.-Se vinco
io, tu e Rose dovrete smetterla di fare battute o allusioni sulla mia vita
privata e intima...dovette smetterla con tutte le vostre battutine...-, concluse,
infine.
La mente di Emmett stava scoppiando dalle risate, ma fu molto
galante nel trattenersi e nell'assumere un'aria seria e professionale.-
Perfetto. Se vinco io,continuerò a darti il tormento-. Bella lo fissò a lungo,
e quando vide un ghigno comparire nel volto di Emmett, ritrasse la mano, quasi
temesse la stesse prendendo in giro.
-Che ti prende Bella?Hai deciso di ripensarci...Quindi non sei
senza limiti e disinibita come cerchi di farci credere?Scommetto che la vostra
nuova casetta è ancora integra dopo la notte scorsa?Non come me e Rose...sai
quante ne abbiamo sfasciate noi di case?-, chiese. Non era una mossa saggia da
parte sua; quelle affermazioni avrebbero solo fatto incendiare di rabbia ,ancora
di più, Bella.
E infatti , risentita,afferrò decisa la mano di mio fratello.-Uno,
due...-, iniziò a dire.
-Tre...-, concluse Emmett, e ognuno di loro cominciò a spingere.
Nessie strinse la sua mano alla mia.
"La mamma...". L'unico suo pensiero riguardava
Bella. Aveva paura che Emmett le facesse del male, anche se lei stessa faticava
a crederlo.
-Tranquilla-, le sussurrai, stringendole la mano che mi aveva
porto.-La mamma è più forte dello zio Emmett...-.
Continuavo a tenere fisso lo sguardo sul masso, in attesa che
accadesse qualcosa. Per i primi istanti, né il braccio di Emmett né quello di
Bella si mossero. Avrei voluto,per l'ennesima volta, essere nella mente di
Bella per percepire cosa stesse provando in quel momento. Non aveva mai usato
la sua nuova forza, non sapeva cosa significasse custodire quell'immensa
potenza nei muscoli. Ricordai i miei primi giorni da vampiro. Sentivo la mia
nuova forza privare nelle vene, nei muscoli, scuotermi e non vedevo l'ora di
sfogarmi, usandola e liberandola dal mio corpo.
Bella era diventata vampira in condizioni diverse. Era preparata,
sapeva a cosa sarebbe andata incontro, al contrario di me e del resto della mia
famiglia. Bella, dal primo momento che aveva aperto gli occhi come vampira
sapeva che doveva trattenersi, limitarsi. Era rinata con quella consapevolezza.
Vidi il suo braccio curvarsi verso quello di Emmett. Mio fratello grugnì,
spingendo ancora di più verso Bella, senza scalfirla. Un leggero sorriso apparve
sulle labbra di mia moglie, le bellissima labbra di mia moglie. Aspettò qualche
attimo, forse per continuare ad illudere Emmett. Poi, flesse ancora il braccio,
guadagnando qualche centimetro e sorridendo compiaciuta al vampiro che le stava
di fronte, che rispose con un ghigno arrabbiato.
-Chiudi il becco Emmett-, gli urlò, prima di spingere la mano di
mio fratello contro il granito duro.
Aveva vinto Bella, senza troppa fatica.
Io risi, seguito a ruota da Jacob, che, dietro di me, continuava a
masticare qualcosa dall'odore terribile. Ovviamente mai più terribile del suo
stesso odore.
Un pezzo di pietra, per completare l'opera, si staccò dal granito e
finì sul piede di Emmett, già parecchio alterato.
-Domani ci riproviamo-, sbraitò Emmett super innervosito.
Bella non si toglieva quel sorriso ,bellissimo per me,e compiaciuto
sul viso.
-Aspetta qualche mese...non credo che la mia forza scemerà così
facilmente-, gli ricordò Bella canzonandolo.
-Ho detto domani-, ripeté Emmett, punto nel suo orgoglio di vampiro
maschio.
-Ok, va bene, come vuoi fratellone-, continuò a deriderlo Bella.
Emmett se ne andò infastidito, prima però colpì con un pugno il
masso di granito sul quale si era svolta la gara, in parte sbriciolandolo.
"Domani vinco, sono io il più forte...", continuava a pensare.
Bella alzò la mano davanti ai suoi occhi, poi l'appoggiò sul
granito rimasto e con una semplice pressione riuscì ad incavarla, ritrovandosi
con un pugno di polvere tra le mani.
-Che fico...davvero fico...-, mormorò, alzando lo sguardo verso di
me e sorridendomi soddisfatta.
Poi, si girò nuovamente contro il masso e con un colpo secco del
braccio lo divise a metà.
Eravamo tutti incantati a guardarla e non potemmo fare a meno di
sorridere, quando sentimmo sghignazzareanche lei. Pian pianino si stava rendendo conto cosa era diventata.
Alle nostre e alla risata di Bella se ne unì un'alta, più dolce,
limpida e cristallina.
-E' stata lei a ridere?-, chiese Bella, venendo verso Nessie. La
piccola aveva un sorriso a mezza luna stampato in faccia e continuava a ridere
piano.
-Sì, è stata lei...-, dissi, stringendo la manina che ancora tenevo
fra la mia.
-Era impossibile non ridere...-."Bella era ridicola in
quella prova di forza...", disse e pensò Jacob.
-Ma stai zitto cane!-, lo intimai.-Anche tu la prima volta ti sarai
lasciato andare...-, dissi, e i pensieri di Jacob si riempirono di tutte le sue
prodezze compiute non appena aveva scoperto di essere un lupo.
-Non è la stessa cosa...-, tentò di giustificarsi.-Bella è una
donna, una mamma e una moglie. Inoltre è adulta...dovrebbe essere un po' più
seria...-, spiegò il cane. Stavo per ribattere, ma Renesmee mi toccò il viso
per attirare la mia attenzione.
-Hai ragione piccola...-, le sussurrai, dopo aver percepito i suoi
pensieri.
-Cos'ha?-, chiese Bella, accorgendosi del mio colloquio privato con
nostra figlia.
-Non è d'accordo con Jacob-."Almeno per una volta...",
pensai,ancora turbato dal fatto che il cane avesse avuto l'impriting con mia
figlia.-Vuole meno serietà. Le sei piaciuta prima...-, spiegai a Bella.
-Ti diverto?-, le chiese Bella, tenendo le mani verso di lei per
prenderla. Nessie non si fece ripetere il gesto un altra volta e si protese,
per andare tra le braccia della madre.
-Vuoi?-. Bella le porse un pezzo di granito che si era
staccato.-Prova anche tu?-, le disse.
Nessie prese quel pezzettino tra le dita piccole della sua mano.
Tentò di spingere verso quell'oggetto, per ripetere il gesto della madre, ma ne
ricavò solo poca polvere.
-Dammi, faccio io...-, disse Bella, riprendendo il pezzetto dalle
mani della piccola e sbriciolandolo senza fatica. Renesmee scoppiò in una
risata, come prima, e tutti ci unimmo a lei.
Era sorprendente come Bella riuscisse ad essere. Sapevo che sarebbe
stata una brava mamma, ma temevo, che l'essere diventata vampira, quasi
contemporaneamente all'essere diventata mamma, potesse crearle qualche
difficoltà. Invece no. Bella era fantastica, meravigliosa. Sempre.
Sollevai il viso verso l'altro, quando sentii un debole raggio di
sole,colpire la pelle del mio braccio.
La coltre di nubi, che sovrastava Forks, per un attimo se ne andò,
lasciando trapelare deboli e radi sprazzi di sole. Guardai Bella, illuminata e
luccicante. Si guardava e la piccola, contrariata dalla sua poca luminosità,
aveva messo il braccio accanto a quella di Bella.
-Sei più bella tu-, disse mia moglie a nostra figlia.
-Posso non essere d'accordo?-, chiesi, avvicinandomi alla vampira e
alla mezza vampira più importanti della mia esistenza. Bella si voltò verso di
me, probabilmente per ribattere, ma quando mi vide rimase senza parole.
Conoscevo e amavo quello sguardo che mi riservava.
-Stasera...-, mimarono le sue labbra, promettendomi il paradiso.
-Sei davvero assurda, Bella-, intervenne Jacob, come sempre fuori
luogo.
-E' davvero una creatura incantevole...-,ribattei, avvicinandomi a
mia moglie e baciandole il collo.
Nonostante i miei timori, Bella aveva trovato il suo posto nel
mondo. Nel mio mondo.Non potevo sperare andasse in modo diverso. Tutto sembrava
andare in modo perfetto. Almeno fino a quel momento.
-Andiamo?-.Ero seduto. Giocavo con Renesmee,assieme a Bella, quando lei mi aveva fatto quella
insolita proposta. Alzai lo sguardo verso di lei.
-A casa...-, precisò.-La piccola sembra stanca...-, disse.Non sapevo definire con esattezza il mio
stato d'animo in quel momento. Felice mi sembrava la parola giusta, ma mi
pareva comunque troppo poco. Ero leggero. Anche quell'aggettivo poteva andare
per definire il mio umore. Non c'erano problemi in vista, e tutti quelli che
c'erano stati erano ormai risolti.
Ora finalmente potevo godere di un pò di tranquillità assieme a
Bella, a Renesmee e alla mia famiglia.
Sollevai la piccola dal pavimento, che appoggiò la testa sulla mia
spalla. Effettivamente era stanca.
-Noi andiamo...-, disse Bella, rivolgendosi a Esme e Carlisle, che
annuirono comprensivi.
-Dove?Cosa...-. Ecco, aveva parlato giusto l'unico che non ne aveva
diritto.
-A casa Jacob-, gli rispose Bella.-Nessie è stanca e io e Edward
vorremmo stare un pò da soli-,precisò ,anche se non erano necessarie delle
spiegazioni, soprattutto al cane.
-No...lasciala qui. Può dormire qua come ieri...-,iniziò a dire,
angosciato.
Stavo perdendo la pazienza. Avevo giusto pensato un attimo prima
che i miei problemi fossero risolti, ma non era così. Ne avevo un altro:grande,
grosso e puzzolente.
-Sentimi bene Jacob...-, ringhiai.-Non azzardarti più a dirci cosa
dobbiamo fare con nostra figlia. Lo ripeto:è nostra, mia e di Bella-.
-Non devi prenderti libertà che non ti sono concesse. Nessie verrà
a casa con noi, dormirà nel suo lettino e domani mattina Bella le farà il
bagnetto. Quando avremo finito e se avremo voglia verremo qua e, in quel caso,
tu potrai passare un pò di tempo assieme a lei. Non dormirai con lei, non la
laverai o altro. Lei è mia figlia e tu sei un suo potenziale ragazzo, sempre
che lei ti voglia. Quindi non intrometterti mai più-, sputai alla fine. Bella
al mio fianco stava cercando in tutti i modo di trattenere le risate.
"Vai fratellino fagli capire chi comanda...", pensò
Emmett.
"Troppo geloso...", pensò Rose, seduta al suo fianco.
Mi voltai verso di loro e li incenerii con lo sguardo.
-Edward non puoi, io non posso stare lontano da lei...-, mi affrontò
il cane.
-Pensavo di essere stato chiaro, ma probabilmente non è così. Tu
vedrai mia figlia se e quando lo decideremo Bella ed io...-. Questa volta ero
stato molto esplicito.
"Che razza di...Non è giusto, ora si prende la rivincita per
tutte le volte che io ho visto Bella contro la sua volontà...Non è
giusto...". Nonostante dimostrasse molti più anni, la sua mente lo
rivelava per quello che era:un sedicenne capriccioso e immaturo.
-Mah...-, provò di nuovo a ribattere. Questa volta fu Bella ad
intervenire.
-Jacob, smettila. Mio marito ha ragione, Edward ha ragione. Come
genitori non possiamo permettere che Nessie stia con te continuamente. Vai a
casa, datti una ripulita e dormi. Domani ci ritroverai qui-.
Gongolai felice che Bella avesse preso la mia stessa posizione.
Presi Nessie tra le braccia e seguii mia moglie alla porta. Non appena uscimmo
si voltò. "Ho voglia di te", mimarono le sue labbra verso di me.
Sorrisi e abbassai lo sguardo turbato. Adoravo quel suo nuovo desiderio tanto
intenso e, a fatica, controllabile. Non avevo mai pensato di potermi sentire
così vulnerabile di fronte a lei.
Ora i ruoli si erano nettamente ribaltati. Lei aveva in pugno me.
Poteva farmi ciò che voleva...qualsiasi cosa.
-E' stata una bella giornata-, mormorò, sorridendomi felice. In
quel momento, chiunque ci avesse visti, avrebbero visto solo una famiglia
felice. Una famiglia normale. Una moglie e un marito che si amano sopra ogni
possibile concezione immaginabile. Una madre e un padre che provano un amore
ancora più grande per la loro figlia, un amore che sconfina le porte
dell'universo infinito.
Renesmee dormiva. Era impossibile non guardare il suo viso dolce e
rilassato distendersi e contrarsi sotto il calmo ondoso respiro che la
accompagnava nel sonno.
Entrammo in casa, nel nostro piccolo paradiso privato. Appoggiai
Nessie nel suo lettino. Le accarezzai la guancia, prima di lasciare la stanza.
Sentii Bella schioccarle un bacio, prima di seguirmi. La aspettavo appena fuori
la porta, appoggiato allo stipite.
-Ehi...-, mormorò, dolce, appoggiandosi al mio petto.-Non vedevo
l'ora di essere sola con te-, continuò, alzando il suo sguardo verso di me.
-Cosa mi proponi per la serata?-, le chiesi, ricambiando il suo
sguardo profondo, che lasciava trasparire.
-Bhe...a dire la verità qualche idea ce l'avrei...-, disse,
voltando il viso verso di mee
sorridendomi dolce.
-Sentiamo...-. Ero davvero curioso...chissà cosa aveva partorito la
sua mente.
-No...non te la dico...Devi accettare a scatola chiusa...-,
mormorò, voltandosi e lasciandomi un bacio sulle labbra. Come facevo a
rifiutare un invito simile?
-Va bene. Fai di me ciò che vuoi-, dissi solo, sorridendole
curioso. Chissà cosa aveva in mente?Non riuscivo proprio ad immaginarlo. Mi
lasciai condurre in camera da letto, affascinato dal suo modo di fare. Bella
era indubbiamente cambiata...in meglio. Era senz'altro più matura, più decisa,
anche se alcuni tipici aspetti del suo carattere non se n'erano andati.
-Aspettami qui-, disse, appoggiando una mano sul mio petto e
spingendomi delicatamente, per quanto delicata potesse essere la spinta di una
vampira,a sedere sul letto. Non opposi resistenza e mi lasciai cadere
continuando ad osservarla mentre si aggirava per la stanza.
-Torno subito-, aggiunse, prima di chiudersi in bagno. Mi stesi
completamente, pensando a quanto fosse straordinariamente perfetta la mia vita.
Non mi mancava nulla. Ero l'essere più fortunato della terra, forse
dell'universo. Senza dubbio. Poco più di un anno prima credevo di aver perso
Bella per sempre, e lo stesso timore, anche se in forma nettamente diversa, si
era rappresentato solo pochi giorni prima. Ero stato sicuramente baciato dalla
fortuna perchéavevo ritrovato Bella per
ben due volte. Chiusi gli occhi. Sentii un forte ma piacevole profumo di
lavanda provenire dal bagno. Bella stava usando la sua crema, quella che sapeva
di lei. Non capivo il perché di tutta quella preparazione, ma non volevo farle
domande. Avrei fatto come mi aveva detto. Avrei accettato il pacchetto
completo. Quando sentii la porta aprirsi non aprii gli occhi. Aspettai che
fosse lei a chiedermelo.
-Sono pronta-, disse. Sentii l'aria spostarsi e il suo profumo
invadermi completamente.
Aprii gli occhi e alzai il sopraciglio. Sorrisi. Indossava la sua
maglietta bucherellata, quella che aveva usato la prima notte che avevo passato
con lei , la prima notte che Bella fu consapevole della mia presenza accanto a
lei,e un paio di pantaloni larghi di una vecchia tuta. Mi morsi il labbro. Non
poteva fare scelta più azzeccata. Nessun completino di pizzo o pieno di
trasparenze avrebbe potuto competere con quel suo vecchio pigiama. La
maglietta,troppo corta,lasciava scoperte le sue anche, mostrando parte del suo
ventre morbido e piatto. Inoltre essendo troppo larga le scivolava sulle spalle
lasciando scoperta le clavicole.
-Sei bellissima-, mormorai, cercando le sue mani e attirandola a
me.
-Alice mi ucciderà...-, mormorò, accettando la mia mano e
intrecciando le dita delle sua mano alle mie.
-Non può...non ne sarà capace...-, le spiegai, lasciando che le mie
parole rimanessero sospese tra di noi. La guardai negli occhi. Ci guardavamo
negli occhi, incapaci di guardare altrove. Le presi la mano, che era rimasta
libera, e la portai alle mie labbra. Portai il suo pollice sul mio labbro
inferiore, e lo passai lentamente sulla mia bocca. Era bellissimo non avere più
bisogno di trattenersi. Era bellissimo sapere che potevo perdermi in lei, senza
freno.
-Aspetta-, mormorò Bella. Mi immobilizzai attendendo sue istruzioni.
Venne sul letto e si sedette a cavalcioni su di me.
-Cos'hai in mente?-, le chiesi, cingendola per i fianchi e
appoggiando il naso sul suo collo. Lo percorsi in tutta la sua lunghezza,
inebriandomi del suo profumo.
-Vedrai...-, mormorò, e la vidi estrarre dalla tasca una fascia
nera. La guardai dubbioso.
-Voglio bendarti...-, mormorò. Sentii una scossa invadermi il petto
e perdersi sul mio corpo, facendomi eccitare più di quanto non lo fossi già.
-Ma non credo basterà un semplice pezzo di stoffa per privarmi
della vista...-, precisai. Dopotutto ero un vampiro e un piccolo pezzetto di
stoffa non sarebbe stato di ostacolo ai miei occhi.
-Tu mi sottovaluti...O meglio sottovaluti Alice. E' stata lei a
darmi questo nastro e mi ha rassicurato sulle sue qualità. L'ha cercato a
lungo...Sai che gli piace giocare con Jasper...-, mi spiegò Bella lasciandomi
senza parole.
-Non voglio sapere certe cose dei miei fratelli. So già troppo, e
non per volontà mia. Devo dire che questa mi era sfuggita...-, le dissi di
rimando, cercando di conquistare centimetri della sua pelle portando le mie
mani sempre più su sotto la sua maglietta.
-E quindi volevi verificare le qualità di questo piccolo e
apparentemente innocuo pezzo di stoffa?-, le chiesi, ancora.
-Esatto...Ho pensato: chi meglio di un vampiro centenario poteva
prestarsi a questa simile prova?Tu sei, dopo Carlisle, il vampiro più anziano
che conosco e che meglio può dirmi se questo bendaggio funzionerà bene o
no...-.
-Lo spero...-, risposi solo, lasciando che le sue mani percorressero
la mia nuca e annodassero la fascia attorno ai miei occhi. Chiusi gli occhi
automaticamente quando sentii la fascia stringermi la testa. Lasciai che Bella
facesse il nodo e mi beai del profumo del suo respiro vicino al volto e del suo
seno appoggiato al mio mento. Per fortuna non sapeva leggere i miei pensieri,
altrimenti avrebbe trovato non poche immagini poco "signorili".
-Bene, ho fatto...-, trillò felice. -Quanti sono?-, mi chiese.
Tenevo ancora gli occhi chiusi, ma la immaginai sventolarmi davanti agli occhi
le sue dita. Alzai le palpebre, certo che avrei visto ogni cosa comunque. Non
poteva esistere un materiale in grado di mascherare completamente la nostra
vista. Invece...aprii gli occhi il più possibile, ma nulla. L'oscurità totale.
-Allora, quanti sono?-, mi chiese ancora Bella. Era riuscita a
mettermi in difficoltà.
Scossi la testa.-Non lo so...Aveva ragione Alice. Non si vede
nulla-.
La sentii ridere.-Bene, molto bene. Ma la mia domanda rimane valida.
Quanti sono?-, mi chiese ancora, sporgendosi verso di me, e appoggiando la sua
mano sulle mie labbra.
-Quali sensi ho a disposizione per dirtelo?-, chiesi, cercando di
scoprire dove voleva andare a parare con il suo gioco.
-Solo il tatto...solo il tocco delle labbra-, mormorò,
avvicinandosi ancora di più a me e lasciandomi un bacio all'angolo della bocca.
-Sei ingiusta...-, mormorai.
-Oh no, non che non lo sono...-, ribatté.- Se vuoi, poi, si possono
ribaltare i ruoli...allora non la troverai una cosa tanto ingiusta...-.
Sorrisi. Era bravissima a tenermi testa e a darmi le risposte giuste.
-Mi devi ancora rispondere....-, osservò, quasi rimproverandomi.
-Posso?-, le chiesi, appoggiando la mia mano sulla sua e facendola
scorrere sulla mia bocca. Il pollice era alzato. Lo passai piano sul mio labbro
inferiore e gli lascia un debole bacio sulla punta. Bella sospirò. Spinsi la
sua mano ancora in avanti. Anche l'indice era alzato. Non mi accontentai di
passarlo lievemente sulla mia bocca. Lo lambii con la lingua, e piano lo
introdussi in bocca, leccandolo leggermente. Bella sospirò ancora. Spinsi
ancora avanti la sua mano. Il medio e le altre due dita non erano alzate.
-Due?-, chiesi, certo che fosse la risposta esatta.
-Giusto!-, confermò sorridendomi.-Ma potevi indovinarlo anche
prima, non era difficile-.
-E come potevo, senza un aiuto?-, le chiesi.
-Facile...Bastava che pensassi a quanti sono gli amori più
importanti della mia vita...Tu e Nessie...-, mi specificò.
Non ci pensai due volte e la spinsi ad aderire completamente a me,
conscio che non avrei potuto farle del male.
-Sono così fortunato...-, mormorai, sulla pelle della sua spalla.
-Ti amo...-, mormorò Bella sul mio collo. Tremai.
-Ti amo anch'io-, le risposi, lasciando un bacio sulla sua clavicola.-Lascia
che ti dimostri quanto...-, le sussurrai, lasciando che le sue piccole mani
percossero il mio petto.
-Faccio ancora fatica ad abituarmi alla tua bellezza...-,sospirò
ancora.
-Anch'io alla tua...ma la bella notizia è che non dobbiamo
abituarci...-,dissi.
La sentii sospirare, quasi insofferente.
-Lasciami fare...-, soffiò sul mio collo ancora. Non volevo
oppormi. Lasciai che le sue mani mi spingessero a stendermi sul letto. La
sentii sedersi a cavalcioni su di me e pensai che sarebbe stato bellissimo
vederla muoversi, indecisa sul da farsi.
Raccolse i lembi della mia maglia e li portò verso l'alto,
continuando a toccarmi, passando leggermente le punte delle sue dita sulla mia
pelle. Sospirai. Era difficile da credere ma mi sentivo nervoso, come la prima
volta.
Lasciai che mi sfilasse la maglietta chiedendomi perché non
l'avesse strappata. Probabilmente si stava trattenendo. Stava cercando di fare
le cose con calma per rendere eternamente eccitante quella nostra seconda
notte. Sentii le sue labbra umide percorrere il mio petto, su e giù, facendomi
sussultare ad ogni passaggio. Ringraziai mentalmente che mi avesse lasciato le
mani libere di toccarla perché avevo bisogno di sentirla in qualche modo. Le
portai sulla sua schiena e non appena sfiorai la sua pelle con la punta delle
sue dita, tremai. Tremai di eccitazione, di desiderio, di felicità...la volevo,
subito. Non ci pensai due volte. L'afferrai per la vita, e la portai a
stendersi sul letto, sotto di me, nonostante sapessi che desiderava tenere in
pugno la situazione per un pò. Glielo avrei lasciato fare...dopo. Prima avrei
pensato io a lei, ne avevo bisogno. Bella mugolò, in segno di protesta ma non
fece nulla per ribaltare la situazione. Lasciò che mi stendessi sopra di lei,
corpo su corpo. Lasciò che la mia pelle combaciasse con la sua diventando una
sola cosa. Lasciò che i miei baci le dessero un 'estenuante dolce tormento che
l'avrebbe portata a chiamare più volte il mio nome desiderando di più. Poggiai
le labbra sul suo ventre e lo percorsi lentamente, stupendomi ancora una volta
della sua incredibile morbidezza. Cercai i lembi della maglia percorrendo alla
cieca il suo corpo, e quando li trovai li presi trai denti, e piano, li portai su, sopra il suo
seno. Sussultai quando scoprii che non portava nulla sotto. Era stata una
bellissima idea quella del bendaggio. Essere privato di un senso mi permetteva
di sorprendermi. Ho forse ero talmente inebetito dalla sua presenza che non me
n'ero accorto prima. Ormai non mi sorprendeva più il fatto che,con Bella,
diventassi molto più vulnerabile di quello che solitamente ero.
-Sei bellissima...-, le sussurrai, trascinando le mia labbra sulla
sua pelle fino ad incontrare il morbido incanto del suo seno. La baciai
dolcemente, trattenendolo il suo capezzolo tra le mie labbra. La sentii
muoversi sotto di me. Era estenuante fare le cose così lentamente, la nostra
indole richiedeva l'opposto,ma volevo assaporarla lentamente, senza fretta.
-Non è valido...io avrei dovuto essere al tuo posto...-, mormorò
Bella, senza però opporre la minima resistenza alla lenta conquista del suo
corpo.
-Dimmi che ti piace...-, le sussurrai all'orecchio, prendendo il
lobo tra i denti e mordicchiandolo piano.
-Mi piace...-, mormorò Bella assecondandomi con le parole e con i
fatti. Si arcuò ancora di più verso di me spingendo il suo bacino verso il
mio.-Mi piace tutto quello che mi fai...-, aggiunse ancora, lasciando che le
mie mani e le mie labbra la raggiungessero ovunque.-E vorrei fare l'amore con
te...ora...adesso...non ce la faccio più...-, mormorò infine, con un tono di
voce quasi stanco, sfinito.
Senza pensarci due volte, con un gesto rapido mi privai della benda
che mi impediva di godere dello spettacolo di mia moglie. Mi immobilizzai per
un istante quando la vidi, certo di non aver mai visto in vita mia una creatura
più bella di lei. Le accarezzai i capelli che le ricadevano morbidi sul petto,
nascondendo in parte il suo seno. E deglutii. Perché nonostante fossi un
vampiro, e nonostante non fosse la prima volta che mi ritrovavo in una
situazione simile con mia moglie, mi ritrovavo emozionato come se fosse la
prima volta. Bella approfittò del mio momento debole e mi attirò di nuovo a sè,
adoperandosi per spogliarmi completamente.
-Mi piace sentirti...tutto...-, mormorò ancora, facendomi perdere
di nuovo nell'oblio. C'era ancora un ostacolo tra di noi, i suoi pantaloni, ma
non appena anche lei si ritrovò nuda sotto di me, potemmo finalmente
"sentirci tutti". Scivolai piano in lei, senza smettere un attimo di
guardarla. Non volevo perdermi solo nel suo corpo mentre facevo l'amore, volevo
perdermi dentro di lei, unire le mie emozioni alle sue. Non mi persi neppure un
momento. La osservai mentre chiudeva gli occhi e ansimava soddisfatta, non
appena entrai in lei. La guardai mordersi il labbro mentre percorrevo ogni
millimetro della sua pelle, che al mio tocco si protendeva verso di me,
chiedendomi di essere accarezzata ancora. La contemplai, mentre il piacere per
entrambi diventava estasi, lasciando spazio alla completa soddisfazione di
essere stati l'uno dell'altra.
Mi lasciai scivolare sopra di lei. Non ero ancora pronto a
lasciarla. Volevo continuare a sentire il suo corpo sul mio. Bella mi
accarezzava i capelli.
-Devo farmi valere di più...-, mormorò.
-In che senso?-, le chiesi.
-Nel senso che hai interrotto il mio gioco troppo presto. Alice non
sarà molto contenta quando glielo dirò. Lei è dell'opinione che dovrei prendere
molto di più l'iniziativa...-.
-Alice ti dice questo?-, le chiesi, domandandomi dove fossi stato
con la testa per non essermi accorto di simili conversazioni tra mia sorella e
mia moglie.
-Si, ...sai...Alice ha molta più esperienza di me...quindi...è
normale che mi dia dei consigli-.
-Bella, tu non hai bisogno dei consigli di nessuno. Sono certa che
non ne hai bisogno. Sbaglio o l'idea di mettere la tua tuta vecchia e
sbrindellata è stata tua stasera?Non certo di Alice...quando saprà che ti sei
messa quella roba non ti parlerà più per un pò...-, osservai.-Però io ho apprezzato
molto...mi piace quando fai di testa tua...-, le spiegai.-Io amo te, il tuo
modo di fare, di essere...non dimenticarlo...-, le dissi infine, appoggiando il
mio capo tra i suoi seni e lasciandomi coccolare dalle sue carezze.
-Però l'idea della benda non era male...-, aggiunse.
-Bhe...in quel caso...io non mi tiro indietro...è presto, abbiamo
tutta la notte. A meno che tu non abbia altre idee...-, aggiunsi.
-Nessunissima idea...la tua mi sembra perfetta-, aggiunse. -Ma per
stasera basta con gli occhi bendati. Mi piace sentire il tuo sguardo su di me-.
Sorrisi, e lasciai che Bella capovolgesse la situazione, sedendosi su di
me.-Non mi par vero di essere arrivati a questo punto. Ho tutto quello che ho
sempre sognato-,osservò,sorridendomi.
Dio se era bella quando sorrideva. Rinchiusi il suo sorriso nella
mia mente, sperando di non scordarlo mai:riusciva a ricordarmi che in passato
ero stato umano, con un cuore vivo.
-Non ci credo neppure io...-, mormorai, sincero, lasciando che, di
nuovo, le sue labbra incrociassero le mie. Non mi sarei mai stancato di desiderarla,
di volerla sentire su di me, di volerla e saperla completamente mia. Non
sarebbe accaduto né quella notte, né quella successiva, né l'altra ancora.
Ero certo, che, ogni notte sarebbe stata,per sempre, il preludio
della nostra vita assieme.
-Non esiste-,mormorai. Digrignai i denti. Non mi ero mai mostrato
così cattivo con Bella e me ne pentii subiti.
Bella
si voltò. Sul suo viso erano evidenti i segni della preoccupazione che provava
e che io condividevo.
-Ma
devo Edward, non posso metterla in pericolo-.
Appena
avevamo guadagnato un attimo di pace, già si prospettavano all'orizzonte nuovi
problemi.
Bella
voleva andare dai Volturi. Voleva dimostraredi essere diventata una vampira, come aveva loro predetto mia sorella
Alice.
Non
ero tanto preoccupato per l'incontro tra Bella e gli anziani vampiri di
Volterra. Non avrebbero potuto farle del male. Era diventata una vampira, come
avevano ordinato.
Il
problema era un altro:sarebbe dovuta andare da sola. I Volturi non dovevano
saper di Nessie. E Bella era l'unica in grado di
garantire una cosa del genere. L'impermeabilità della sua mente avrebbe tenuto
al sicuro il segreto dal potere di Aro.
Renesmee
non doveva esistere. Era un ibrido, a metà tra due mondi.
Aro
l'avrebbe temuta, e per questo l'avrebbe eliminata. A meno che...a meno che non
fosse entrato a far parte della sua guardia. Non saremo bastati noi vampiri
della famiglia Cullen a difenderla. Neppure con
l'aiuto dei lupi,ormai installati in casa nostra, potevamo avere qualche
chance.
Per
questo Bella doveva andare da sola. Aveva ragione da vendere quando diceva che
non c'era altro modo. Ma io non riuscivo ad accettarlo. Se le avessero fatto
del male non sarei mai riuscito a perdonarmelo. Nonostante Bella ormai fosse
come me,io non smettevo di preoccuparmi per lei,come prima,come quando ero
umana. Lei era cambiata,io rimanevo il solito apprensivo Edward.
In
compenso, però, era cambiato il mio approccio con il tempo.
Per
un centinaio di anni, non avevo calcolato più il suo scorrere, perché su di me
non aveva alcun effetto.
Ero
e sarei rimasto immobile, mentre il tempo,attorno a me andava avanti. Questo
era essere immortali.
Già
da quando nella mia vita era entrata Bella,il tempo aveva assunto un'altra
dimensione,molto più simile a quella che erano soliti considerare gli umani.
Econ Renesmee
il mio rapporto con il tempo peggiorò ulteriormente.
La
piccola disse la sua prima parola dopo una settimana dalla sua nascita.
Abbracciai
Bella,prima ancora che la pronunciasse, perché avevo letto nella sua mente la
sua intenzione.
Disse
mamma,dolcemente, rivelando quanto la
sua vocina fosse soave e bellissima come il resto di lei. Se non fossi stato un
vampiro, sono certo che mi sarei commosso.
Strinsi
le spalle di Bella che, prima guardò Nessie con aria
felice, poi si voltò rapidamente verso di me, fissandomi con occhi sbarrati.
Non sapevo cosa dirle. Poche volte ero stato preso alla sprovvista e le uniche
due persone in grado di farlo erano state appunto colei che sarebbe diventata
mia moglie e mia figlia.
Cercai
di tranquillizzarla. Dopotutto era solo una parola,ma subito dopo Nessie articolò la sua prima vera frase. Anche il mio viso
divenne di pietra,più di quanto non lo fosse già.
-Mamma,
dov'è il nonno?-, trillò felice, a voce più alta di prima,in modo tale che il
messaggio giungesse forte e chiaro dall'altra parte del salone, dove ci
trovavamo io e Bella che,prese la mia mano e la stinse così forte da
stritolarmela, e non metaforicamente. Dopotutto era ancora lei la vampira più
forte, tra noi due.
I
primi passi della piccola non tardarono ad arrivare:dopo solo tre settimane
dalla sua prima parola,imitando Alice, si mise a volteggiare per il salone,
senza traballare e senza insicurezza.
Di
nuovo,gli occhi di Bella saettarono nei miei, pieni angoscia e di paura per un
futuro che si prospettava ignoto.
Iniziai,
assieme a Carlisle, a condurre delle ricerche. Non
avevo mia sentito parlare di individui simili a Renesmee,
e volevo capire come sarebbe stata la sua crescita.
Secondo
i calcoli di mio padre, con i suoi ritmi di crescita, a quindici anni sarebbe
stata una donna anziana. Il tempo aveva davvero assunto un altro colore.
Quindici anni, prima di avere Renesmee, mi sarebbero
sembrati un tempo irrisorio se confrontatocon l'eternità.
Poteva
morire?Non lo sapevamo, ma dal momento che aveva un cuore che batteva era molto
probabile che la sua esistenza dipendesse dal suo cuore.
C'era
sempre la possibilità di trasformarla, ma anche in quel caso i rischi erano
molto elevati perché essendo un ibrido, a metà tra due specie, non sapevamo che
effetto potesse avere il nostro veleno su di lei.
Potevamo
solo basarci su quello che sapevamo per certo:anche i lupi erano degli ibridi e
il nostro veleno era mortale per loro.
Carlisle
trovò un vecchio libro, dove erano riportate antiche leggende sui vampiri.
Non
conoscevamo la fonte di questi scritti e, per quel che mi riguardava, potevano
essere delle pure e semplici invenzioni narrative. Non eravamo sicuri si
basassero su fatti veri. Ma sembravano essere l'unico punto da cui partire per
continuare le nostre ricerche.
Nelle
leggende degli indios Ticuna, erano riportate storie
di bambini come Renesmee.
L'unica
soluzione pareva quella di partire per il Brasile,dove avremo potuto parlare
con Kaure, la mezzosangue Ticuna
dell'isola Esme,che ero certa sarebbe stata in grado
di darci delle informazioni.
Era
questione di tempo,poi saremo partiti. Rimanevano solo alcuni dettagli da
definire. Alcuni importanti altri meno.
Bella
desiderava rimanere a Forks per passare le feste di
Natale con suo padre, che sembrava avere accettato la stramba situazione, senza
fare troppo domande, aiutato anche dalla madre di Seth, Sue, con la quale
sembrava avere una dolce affinità.
Il
dettaglio più spinoso rimaneva la partenza di Bella per l'Italia. Prima avremo
trovato un accordo, prima saremo andati in Brasile in cerca di informazioni più
precise.
L'unica
cosa certa era che la trasformazione di Bella andava ufficializzata di fronte
ai Volturi. Solo così, forse, Aro avrebbe smesso di perseguitarci.
Alla
fine giungemmo ad un compromesso:Carlisle avrebbe accompagnato
Bella fino a Londra mentre io sarei rimasto a Forks
con Nessie . Non ero felice della decisione, ma ero in parte rassicurato dalle
visioni di Alice, che non sembrava prevedere alcun pericolo per Bella.
Dopo
aver risolto la questione italiana, saremo partiti finalmente per il
Brasile...senza cani al seguito. Ero deciso a lasciare fuori da questa faccenda
Jacob e tutto il branco di lupi. Riguardava solo la mia famiglia e nessun
altro.
Quel
giorno,quello che avrebbe nuovamente cambiato tutti i nostri piani,ero nello
studio con Carlisle.
Stavamo
organizzando il nostro viaggio nel dettaglio, cercando di non trascurare
nessuna variabile.
Bella
era a caccia con Nessie e Jacob. Cercavamo di fare di
tutto affinché la piccola si abituasse a nutrirsi non solo con sangue
umano,ovviamente sangue di donatori che procurava Carlisle
dall'ospedale, ma anche con sangue animale.
Ad
un tratto il mio cellulare squillò.
-Bella-,
dissi, subito, avendo letto il nome sulla tastiera e lasciando che squillasse
solo una volta. Cominciai a camminare su e giù per la stanza, nervoso. Mi ero
reso conto che, quando ero in ansia, tendevo a comportarmi in modo molto umano.
-Devi
venire subito e devi portare anche Carlisle-. Bella
parlava in modo molto veloce. Era agitata. Volevo consigliarle di stare calma,
ma non riuscivo ad infilare la mia voce tra le sue parole veloci.-Credo di
avere visto Irina-.Smisi di camminare. Alice aveva
visto che c'era la possibilità che venisse a farci visita, ma la vampira era
ancora indecisa.
-Mi
ha vista, e poi ha visto Jacob e Renesmee. Il
quadretto non deve esserle piaciuto perché se ne è andata. Dovete cercarla e
parlarle. Ho paura faccia una sciocchezza-, terminò.
-Arrivo-,
dissi solo. Feci segno a Carlisle di seguirmi e
mentre raggiungevo Bella gli spiegai l'accaduto.
Bella
non sembrava essere la sola ad aver chiamato rinforzi:dietro di noi c'erano due
lupi- Seth e Leah- che erano stati richiamati da
Jacob.
-Dov'era?-,
chiesi a Bella. Lei mi indicò il crinale.-Era lì. Dovete sbrigarvi. Sembrava
molto contrariata-, disse.
-In
che senso?-, chiesi,cominciando a preoccuparmi seriamente.
-Mi
ha ringhiato contro-, mi spiegò.
Ringhiai
anch'io. Possibile che i nostri guai non fossero mai finiti?
-Vado
io Edward. E' in lutto, è normale che sia sconvolta-, disse mio padre
appoggiando una mano sulla mia spalla.
-Forse
era meglio chiamare anche Jasper e Emmett-,aggiunse
Bella, chiaramente preoccupata.
Strinsi
forte i pugni.-Vengo con te-, dissi a mio Carlisle,
che non faceva nulla per celare i suoi pensieri preoccupati. Mi guardò a lungo.
"E'
pericolosa Edward. E' un vampiro ferito, ce l'ha con noi. Non sappiamo cosa
potrebbe fare. Non sappiamo cosa vuole fare. Dobbiamo assolutamente trovarla e
fermarla". Il messaggio di mio padre era chiaro.
-Andiamo.
Non perdiamo tempo-, dissi,lasciando prima un veloce bacio sulla nuca di
Bella.-Non ti preoccupare-, le sussurrai all'orecchio."Penso a tutto
io", pensai.
Ma
il destino sembrava avere complottato contro di noi.
Attraversammo
lo stretto orientale, ma dopo perdemmo completamente le tracce di Irina.
-Cazzo-,
imprecai,prendendomela con un albero che si accasciò al suolo.
La
mano di Carlisle ancora una volta arrivò come monito
a calmarmi.
-Non
ti preoccupare. Magari non è così grave. Dopotutto Alice non ha visto niente di
negativo nell'immediato futuro. Torniamo a casa e chiamiamo Tanya.
Avvisiamola dell'accaduto. Ci penseranno loroa parlare con Irina-.
Annui.
Lo speravo. Ma il destino era davvero deciso a non renderci l'esistenza facile.
Ciao a tutti!Scusate la mia assenza!Un mega ringraziamento a tutte e scusate
se non rispondo ai commenti. Ora risponderò a quelli dell'ultimo capitolo!Questa
settimana credo che aggiornerò almeno un'altra volta questa storia...mi sto
concentrando su di lei per terminarla...quindi aspettatevi un nuovo capitolo a
breve!
Grazie ancora!Vi lascio alla lettura!Un bacio
Silvia
Mentre
rimuginavo sulla visita di Irina, Alice ebbe una visione che mi fece raggelare,
più di quanto non lo fossi già. Gli occhi di mia sorella saettarono nei miei e
si lasciò sfuggire di mano il vaso che stava spostando.
Ansimai
e corsi vicino a Renesmee.
-Cosa
c'è,cos'è successo?-, chiesero Jasper e Bella nello stesso momento. Gli occhi
del resto della mia famiglia erano puntati su Alice che aveva avuto una
visione.
Era
terribile. I Volturi, tutti, comprese le moglie che di solito non si muovevano
mai da Volterra stavano venendo a prenderci. Il paesaggio era ricoperto di neve
e questo significava che sarebbero venuti a Forks
entro un mese. Non di più.
Quella
era l'unica cosa che aveva visto Alice. Non sapevamo ancora il perché. Avrebbe
dovuto cercare e scavare nel futuro per trovare quella motivazione. Dovevamo
essere preparati al loro arrivo.
Dubitavo
che si scomodassero in massa per verificare se Bella era diventata o meno una
vampira. Avrebbero mandato Jane e Alex,non di certo l'intera famiglia reale al
completo.
C'era
qualcosa che non andava. Un tassello che mancava. Cosa mi sfuggiva?
Guardai
di nuovo Alice che era subissata di domande daparte della mia famiglia.
-Stanno
venendo a prenderci...i Volturi- dicemmo all'unisono io e mia sorella.
-Perchè?-chiese
Rose. Era la stessa cosa che ci stavamo chiedendo io e Alice, senza trovare
risposta,né nella nostra mente né nelle visioni.
-Probabilmente
vogliono verificare che Bella sia vampira-,disse Emmett.
Alice
scosse la testa.
-Ci
sono le moglie con loro...-, comunicò loro,ricambiando la mia occhiata
angosciata.
-E'
strano. Le mogli non lasciano mai Volterra. Mai...Non l'hanno lasciata né
durante la guerra del Sud e neppure quando si dava la caccia ai bambini
immortali...-osservò Jasper, lasciando in sospeso la frase.
Strinsi
gli occhi. E i pugni. Non capivo. Alice doveva vedere qualcos'altro. Il quadro
non era completo. Mancava qualcosa. Mi sfuggiva qualcosa.
-Cerca
Alice, cerca il motivo della loro visita-la spronò Jasper. E dire visita era un
eufemismo. Sembrava più una spedizione punitiva. Ma cosa avevamo fatto di tanto
grave per meritarla?
Quando
nella mente di Alice di materializzò il motivo,trattenni il fiato. Non poteva
essere. Non poteva essere davvero. Se avessi saputo le intenzioni di Irina
l'avrei seguita in capo al mondo,non me la sarei di certa fatta scappare.
-Cazzo...-,
mormorai,picchiando il pugno contro il muro del salone e lasciando che una
crepa solcasse l'intonaco.
-La
causa scatenante è Irina-, mormorai,sconvolto.
Bella
mi raggiunse e appoggiò entrambe le mani sulle mie mani.
-Spiegami-,
mi disse. Mi voltai verso di lei. Credo che il mio viso da non morto avesse la
morte stampata in faccia.
-E'
colpa sua. Sta andando dai Volturi- spiegò Alice.
-Possiamo
fermarla?-chiese Jasper.
-No,
è troppo tardi-rispose.
Bella
continuava a guardarmi senza capire. I Volturi non volevano lei. Non appena
Irina avrebbe raccontato loro di aver visto una bambina e un licantropo con
Bella, a caccia, sarebbero giunti alla conclusione più ovvia. Quella
conclusione per la quale si erano scomodate anche le moglie:per loro Nessie era una bambina immortale.
Guardai
Bella e dal suo sguardo sconvolto capii che era giunta alla mia stessa
conclusione.
-Bambini
immortali...-, mormorò.
Irina
e le sue sorelle erano diventate molto rigide in termini legislativi da quando
avevano perso la madre a causa della violazione della stessa delle leggi dei
Volturi.
Irina
aveva visto una bambina a caccia. Poco importava se fosse o meno una bambina
immortale. Era giunta subito a quella conclusione e aveva deciso di andarlo a
riferire ai Volturi, che avrebbero applicato le stesse leggi anche al nostro
clan.
Mi
inginocchiai di fianco a Bella e a Renesmee e strinsi
entrambe a me.
"Cosa
c'è papino, perché siete così preoccupati?",
pensò Nessie.
Non
le risposi, mi limitai a lasciarle un bacio sulla guancia.
Cosa
potevo dire a mia figlia?Come potevo giustificare la nostra paura? Non potevo
dire che sarebbero venuti a prenderla. I Volturi volevano lei, volevano mia
figlia.
Non
riuscivo a definire il mio stato d'animo. Impaurito,spaventato, arrabbiato...e
preoccupato. Infinitamente preoccupato perché non avevo idea di come poter
risolvere l'intera faccenda.
Alzai
lo sguardo. Alice si stringeva a Jasper immobile. Era scossa, spaventata per la
visione che aveva avuto.
"Una
delle visioni più brutte della mia vita"pensava, mentre Jasper si
preoccupava per lei e cercava un modo per tranquillizzarla.
"Non
c'è mai pace"pensò Esme e accarezzava la mano di
Carlisle che cercava in tutti i modi di trovare una
soluzione.
"Andrò
loro incontro. Parlerò con Aro. Gli spiegherò la situazione. Capiranno. Devono
capire. Nessie non è un bambino immortale. Lo
capiranno. Conterà pure qualcosa che abbia passato tanto tempo con loro in
Italia in passato?". Ma non era convinto neppure lui. Sapeva, come lo
sapevo io, che i Volturi avrebbero preso il nostro caso come esempio.
Volevano
punirci per ribadire il loro potere e il loro ruolo di famiglia reale. Nessie era il giusto pretesto.
Infine
guardai Bella, che stringeva forte sua figlia,nostra figlia, e le accarezzava
dolcemente i capelli. Non era necessario conoscere i suoi pensieri.
L'espressione del suo viso era sufficiente.
-Si
sbagliano -iniziò a dire ad alta voce.-Renesmee non è
una bambina immortale. Lei non è fuori controllo, non ha mai fatto del male a
nessuno. Ha incontrato Sue e Charlie e non ha fatto loro mai nulla di male
nonostante fossero umani. Non è ammissibile una cosa del genere. E' sicuramente
un errore. Glielo spiegheremo...-continuò a dire. E strinse la mia mano, quasi
a cercare il mio consenso alle sue parole. Non potevo dirle che aveva ragione.
O meglio:ce l'aveva eccome ragione. Tutto nel suo discorso era logico, ma i
Volturi non ci avrebbero fatto parlare.
Le
portai una mano attorno al fianco e la strinsi a me. Bella si lasciò andare e
si appoggiò alla mia spalla.
Le
baciai i capelli.
-I
pensieri di Irina sono una prova, amore. Non vengono a Forks
per verificare quello che ha detto lei. Non cercano un confronto verbale. Vengono
per punirci. Vengono per distruggerci-le spiegai, continuando a stringerla a
me.
-Ma
non è giusto-osservò.
No,non
era giusto. Ma ai Volturi non importava nulla se fosse giusto o meno.
-Lo
so.Ma non ci consentiranno di difenderci,di
spiegare...-le dissi.
-E
non possiamo fare nulla?-mi chiese.
Continuai
a guardare Bella. Poi spostai lo sguardo verso Nessie.
Certo che potevamo fare qualcosa. Dovevo fare qualcosa. Non avrei mai permesso
che i Volturi spazzassero via la mia famiglia, a costo di scappare per sempre.
Emmett
mi precedette nella risposta. Lui era molto più determinato di me.
-Combatteremo-
disse solamente.
-Non
abbiamo chance di vincere- ribatté Jasper."E' troppo rischioso per Alice.
Non posso permettere che la sua esistenza venga messa in pericolo. Io
combatterei subito, senza esitazione. Ma lei...lei no. Lei deve stare al
sicuro".
I
suoi pensieri erano giustificabili. Voltò lo sguardo verso di me, conscio che
li avrei ascoltati e io annuii verso di lui. Jasper proteggeva quello che più
amava al mondo:Alice.
-Scapperemo
-mormorai,piano.
Era
solo un palliativo, probabilmente, ma nell'attesa di avere un piano mi sembrava
l'alternativa migliore.
-Non
possiamo farlo. I Volturi hanno Demetri. Ci troverà ribatté
Emmett
Aveva
ragione. Ma era l'unico modo per prendere tempo.
-Io
non lo so se possiamo vincere, ma dobbiamo combattere. Dobbiamo provarci. E
comunque non dobbiamo combattere da soli-disse.
-Non
è neppure giusto chiedere aiuto ai lupi. Per loro sarà una condanna a morte. Ti
ricordo quello che è successo con Victoria. Jacob ci ha quasi rimesso la vita.
E il suo era un esercito di neonati impreparati. Non è come la guardia dei
Volturi. Tra quelle fila ci sono vampiri con i migliori poteri-inveì Bella.
-Bella,
stai calma. Non mi riferivo al branco, anche se non credo che starà a guardare,
comunque. Pensavo di chiedere ad alcuni amici vampiri di darci una mano. Potremmo
creare un nostro piccolo esercito-disse. Non intervenni. Lo lasciai parlare
perché mi sembrava l'ipotesi più plausibile.
-Non
è neppure giusto condannare a morte loro -disse mio padre.
-Non
li costringeremo ad aiutarci, se non vogliono. Glielo chiederemo. Spiegheremo
loro la situazione e decideranno loro se scendere al nostro fianco o meno.
Dobbiamo solo temporeggiare quanto basta per spiegare qual è la verità. A quel
punto Aro e company non avranno più motivo di attaccarci-terminò.
Io
rimasi in silenzio. Non intervenni ancora. Era davvero quella l'alternativa più
ragionevole?La mia mente continuava a pensare ed ipotizzare possibili possibilità,
ma quella di Emmett sembrava davvero quella più
plausibile. Anche se fossimo scappati non avremo avuto mai pace e,
probabilmente, Aro si sarebbe accanito maggiormente su di noi.
Se
i Voluti non ci avessero dato retta, solo in quel caso, avremmo combattuto.
-Secondo
me Emmett ha ragione-intervenne mia madre,
spostandosi a fianco di mio fratello e appoggiando una mano sulla sua
spalla.-Dobbiamo fare in modo che i Volturi ci ascoltino-.
-Sarà
necessario radunare un bel po' di vampiri che testimonino a nostro
favore-intervenne Rosalie, che fino a quel momento era rimasta silenziosa
accanto a Emmett.
-Ma
dobbiamo farlo subito. Dovranno imparare a conoscere la piccola per
testimoniare nel modo giusto. Devono rendersi conto che Nessie
non è una bambina immortale. Contatteremo la famiglia di Tanya,i
clan di Siobhan e Amun, Garrett, Mary e Alistair-
aggiunse Alice, continuando a pensare chi contattare.
-Anche
Peter e Charlotte?-chiese Jasper.
-Sarebbe
una buona idea-gli rispose Alice, sorridendogli.
-Io
contatterò le Amazzoni,Kachiri, Zafrina
e Senna- disse Carlisle, cercando conferma in Alice
che però era caduta in una delle sue visioni.
Mi
sintonizzai su di lei. Nella sua mente era raffigurata una giungla, ma
l'immagine era sfuocata, scura.
-
Cos'era quella cosa?-le chiesi.-Hai trovato qualcosa di utile?-le chiesi.
-Nulla
-si affrettò a dire.-Non so cosa fosse. Sta arrivando Jacob e non riesco più a
vedere -mi rispose. Non so perché ma quella risposta non mi convinse. Lasciai
perdere ripromettendomi che le avrei chiesto delucidazioni in un secondo
momento. Ero certo avesse visto qualcosa. O meglio:ero certo che avesse capito
il significato della sua visione.
-Bene,
se questa è l'unica alternativa dobbiamo agire subito -tagliò corto Alice.
-Dobbiamo dividerci e cercare di radunare più
vampiri possibili. Cercate anche Eleazar...-.
Mia
sorella si perse di nuovo in una visione. Ancora la giungla, ma ancora una
volta l'immagine era confusa. Sembrava esserci qualcosa o qualcuno sullo sfondo
ma non capii chi o cosa fosse.
-Alice.
E' stata una visione troppo veloce. Cos'era?-le chiesi di nuovo. Ma ancora una
volta la sua risposta fu evasiva.
-Non
lo so. Jacob è sempre più vicino e io non vedo nulla...-disse.
-Lo
vado a fermare-disse Rose, sempre disponibile a litigare con Jacob.
-No-
la bloccò Alice.-Vado via io. Mi aiuterà allontanarmi un po'. Sarò lontana
anche da Nessie, così riuscirò a vedere
meglio...-disse velocemente, afferrando la mano di Jasper e trascinandolo via
con lei.
Avrei
voluto fermarla, ma non lo feci. Ero troppo poco lucido per farlo. Ero certo
che Alice mi stesse nascondendo qualcosa. Lei aveva visto qualcosa nella sua
visione,qualcosa che io non avevo colto. Ne ero certo.
-Dovete
fare in fretta. Dovete trovarli tutti -urlò Alice, già sulla porta pronta per
uscire.
In
quel momento Jacob fece irruzione nella stanza.
-Dove
va Alice?Cosa sta succedendo?-chiese."Sembrava che lei e il suo amico
avessero visto un fantasma".
Non
gli risposi. Nessuno in realtà lo fece.
"Ma...sto
via per poche ore e li ritrovo in questo stato. Cos'è successo e perché non me
lo vogliono dire?"pensò Jacob, avvicinandosi a Bella. La guardò, poi
guardò Nessie che era ancora intrufolata nelle sue
braccia.
-Bells,
che succede?Nessie sta bene?-chiese, chinandosi su di
lei e appoggiando una mano sulla sua fronte.
Bella
lo guardò a lungo, c'era un'infinita distesa di orrore nei suoi occhi.
-Mi
volete dire che cazzo sta succedendo?-urlò Jake.
-Nessie
sta bene-mormorò Bella.
-E
allora chi è in pericolo?-chiese.
-Tutti
noi Jake. Sta per finire tutto. Stanno venendo per
condannarci a morte-disse Bella.
Il
salone si trasformò in una sala di statue di cera, tutte con la morte negli
occhi.