Sound of heaven

di Sedge
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prefazione-Libro primo-Edward ***
Capitolo 2: *** Fidanzato ***
Capitolo 3: *** Lunga notte ***
Capitolo 4: *** Il grande giorno ***
Capitolo 5: *** Gesto ***
Capitolo 6: *** Isola Esme(prima parte) ***
Capitolo 7: *** Isola Esme(seconda parte) ***
Capitolo 8: *** Distrazioni(prima parte) ***
Capitolo 9: *** Distrazione(seconda parte) ***
Capitolo 10: *** Inaspettato ***
Capitolo 11: *** Prefazione-Libro secondo-Edward ***
Capitolo 12: *** Ritorno ***
Capitolo 13: *** Visita ***
Capitolo 14: *** Discussione ***
Capitolo 15: *** Tempi ***
Capitolo 16: *** Patto(prima parte) ***
Capitolo 17: *** Patto(seconda parte) ***
Capitolo 18: *** Sconfitta ***
Capitolo 19: *** Allarme(prima parte) ***
Capitolo 20: *** Allarme(seconda parte) ***
Capitolo 21: *** Intuizione(prima parte) ***
Capitolo 22: *** Intuizione(seconda parte) ***
Capitolo 23: *** Aiuti ***
Capitolo 24: *** Nuovo imprevisto(prima parte) ***
Capitolo 25: *** Nuovo imprevisto(seconda parte) ***
Capitolo 26: *** Calma ***
Capitolo 27: *** Cattive notizie ***
Capitolo 28: *** Rivelazione ***
Capitolo 29: *** Travaglio(prima parte) ***
Capitolo 30: *** Travaglio(secondaparte) ***
Capitolo 31: *** Nascita e morte ***
Capitolo 32: *** Prefazione-Libro terzo-Edward ***
Capitolo 33: *** Attesa(prima parte) ***
Capitolo 34: *** Attesa(seconda parte) ***
Capitolo 35: *** Extra:Isola Esme(Bella) ***
Capitolo 36: *** Nuova ***
Capitolo 37: *** Caccia(prima parte) ***
Capitolo 38: *** Caccia(seconda parte) ***
Capitolo 39: *** Promessa ***
Capitolo 40: *** Prova ***
Capitolo 41: *** Incontro ***
Capitolo 42: *** Scontro ***
Capitolo 43: *** Fiducia ***
Capitolo 44: *** Prima notte:vampiri ***
Capitolo 45: *** Priorità ***
Capitolo 46: *** Problemi ***
Capitolo 47: *** Aspettando Charlie ***
Capitolo 48: *** Charlie ***
Capitolo 49: *** SuperBella ***
Capitolo 50: *** Seconda notte:vampiri ***
Capitolo 51: *** Progetti di viaggio ***
Capitolo 52: *** Futuro ***



Capitolo 1
*** Prefazione-Libro primo-Edward ***


LIBRO PRIMO-EDWARD

LIBRO PRIMO-EDWARD


Gli occhi hanno sete, perché esistono i tuoi occhi.
La bocca ha sete, perché esistono i tuoi baci.
L'anima è accesa di queste braccia che ti amano.
Il corpo, incendio vivo che brucerà il tuo corpo.
Di sete. Sete infinita. Sete che cerca la tua sete.
E in essa si distrugge come l'acqua nel fuoco.

(Pablo Neruda)

 

 

 

PREFAZIONE

 

Non mi era più permesso sognare, da un pezzo ormai.

Ma, grazie a lei, tutto sembrava possibile.

Persino l’avverarsi dei miei sogni.

Osservarla scendere le scale tremante, appoggiare la sua mano sulla mia, pronunciare un dolce e deciso “si”, alzarsi sulle punte per posare sulla mie labbra un tenero bacio che sanciva la promessa appena scambiata…Finalmente uniti nella promessa di un’esistenza assieme.

Questo andava al di là di qualsiasi mia aspettativa.

Le appartengo, ma non la possiedo.

L’unica cosa che si possiede è l’amore che si dà.[1]

E io ho donato a lei tutto me stesso, tutto l’amore che mi era possibile.

Io sono suo.

Per l’eternità.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



[1] Isabel Allende

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Capitolo 2
*** Fidanzato ***


1
  1. Fidanzato


Chiederle di sposarmi era la cosa più egoista che avessi mai fatto. Ma la volevo, per sempre. Le cose erano molto cambiate da quando l’avevo conosciuta.
Per circa ventiquattro ore avevo creduto che Bella fosse morta.
Ora l’unica cosa che volevo era stare con lei, per sempre.
Da quando l’avevo incontrata non avevo mai smesso di amarla, anche se avevo cercato di farle credere il contrario per proteggerla, da me.
Ma dopo aver temuto di averla persa per sempre tutto era cambiato. Non le avrei fatto del male. Rifiutavo di credere di poterle fare del male. Neppure il suo sangue mi tentava più. O meglio, mi tentava, ma ormai era facile ignorarlo.
Mancava un giorno al matrimonio. Ero agitato. Non di certo perché dovevo sposarla. La cosa che più volevo al mondo era legarmi a lei…per sempre. Il problema era il dopo matrimonio.
Lei si aspettava una cosa da me. Ero spaventato.
Ero sicuro che non le avrei mai fatto del male finché la mia mente dominava suoi miei istinti…ma quello che mi chiedeva lei lasciava poco spazio alla ragione.
Non capivo come potesse fidarsi in modo così assoluto di me. Ero un mostro, un milione di volte più forte di lei, e i miei istinti potevano prendere il sopravvento in qualsiasi momento.
Ma era quello che voleva.
Certo…anch’io la volevo. Avevo fantasticato molto su come poteva essere tenerla tra le mie braccia ma non pensavo fosse possibile stare con lei in quel modo. Non finché era ancora umana.
Non ero sicuro di riuscire a controllarmi.
Ma non potevo non tenere fede  alla promessa. Avrei tanto voluto essere umano, per darle tutto quello che voleva.
Da giorni ormai i miei pensieri ormai erano focalizzati su quel pensiero.
Lei non pareva preoccupata per questo aspetto del matrimonio e questo non mi rassicurava.
Aveva la tendenza a sottovalutare troppo il mio lato pericoloso.
Ma la amavo anche per questo. Era così fiduciosa, calorosa…
Scossi la testa cercando di concentrami. Ero a caccia, ma sarei tornato sicuramente a casa a bocca asciutta:non riuscivo a smettere di pensarla. Chissà lei dov’era?
Rassegnato cercai Emmett . Volevo tornare da Bella.
Credo di aver bevuto troppo!”.Il suo pensiero mi raggiunse poco dopo. L’avevo trovato.
Con un balzo arrivai alle sue spalle. Lui si voltò di scatto mostrandomi i denti, pronto ad attaccarmi.
Quando mi vide si rilassò e mi sorrise.
Lui sapeva delle mie preoccupazione.
Non era riuscito molto ad aiutarmi. Lui e Rosalie non avevano di questi problemi: erano entrambi vampiri. E anzi, si lasciavano andare completamente in quei momenti, lasciando distruzione alle loro spalle. Erano, come dire, molto… focosi.
Io non avrei mai potuto essere così con la mia Bella, era troppo fragile.
-Gara?-, chiese Emmett.
Emmett amava un sacco mettersi in competizione.
Annuii. Sapevo di essere più veloce. Lui era più forte, ma io ero quasi imbattibile nelle gare di velocità. Quasi, perché con Alice a volte perdevo.
Arrivai prima io ed Emmett grugnì arrabbiato.
-Mi darai la rivincita-.
-Senz’altro-, risposi, senza badarlo troppo.
Dovevo andare da Bella. Anzi volevo andarci.
Non volevo lasciarla troppo sola. Sapevo che stava male per Jacob. Era scomparso. Più che altro voleva starsene un po’ per i fatti suoi sotto sembianze di lupo, probabilmente per non soffrire troppo. Non mi piaceva che Bella lo pensasse troppo spesso, ma lo capivo. Probabilmente se avesse scelto lui me ne sarei andato anch’io per un po’, come avevo fatto quando l’avevo lasciata sola…Era stata una decisione imperdonabile. Ma Bella come sempre mi aveva stupito, riaccettandomi nella sua vita come se non le avessi mai spezzato il cuore. Era proprio unica.
Bella aveva accettato la mia proposta di matrimonio, con mia immensa gioia. Era di me che aveva bisogno, aveva scelto me e io non potevo non essere immensamente grato e felice di questa sua decisione. Mi amava e questo mi bastava. Per sempre.
Dirlo a Charlie non era stato per niente facile, per lei perlomeno.
Seduta sul divano, aspettando il rientro di suo padre, Bella non fece altro che contorcersi per l’agitazione e sudare freddo.
-Dai Bella. Stai tranquilla, per favore. Non devi confessare nulla di male -, dissi, cercando di sdrammatizzare.
-La fai tanto facile Edward -, rispose secca.

 In realtà non trovavo niente di spaventoso in quello che stava per dire a Charlie, ma come sempre le reazioni di Bella non erano logiche, ed era spaventata per i motivi sbagliati.
Quando sentì la porta di casa aprirsi ormai era presa dal panico più assoluto. Sentivo il suo cuore pompare intensamente e non la sentivo più respirare. Mi stava veramente facendo preoccupare. Le sue reazioni come sempre erano immensamente esagerate: o era troppo calma o si agitava troppo.
-Respira Bella-, ripetei piano al suo orecchio.
La porta si chiuse sbattendo e lei sobbalzò spaventata sul divano. In realtà era super terrorizzata. Neppure io le avevo mai fatto quell’effetto.
-Ciao Charlie-, salutai educatamente ascoltando i suoi pensieri.
Era tranquillo.
-Shh…-, sibilò Bella a bassa voce.
Cosa avevo detto?
-Che c’è?-, sussurrai.
-E’ pericoloso parlargli ora!Ha ancora la pistola addosso!Aspetta che la metta giù-.
Ridacchiai. Come se potessi avere paura di una pistola o di Charlie. Come sempre Bella non ricordava di avere un vampiro per fidanzato.
Charlie entrò in salotto, ancora armato e ci osservò stranito.
Aveva capito che c’era qualcosa che volevamo dirgli e come sempre era infastidito dalla mia presenza. Si sforzava di essere gentile con me, ma i suoi pensieri non mentivano:c’era sempre un filo di rabbia e di risentimento nei miei confronti. Ma anche questo dovevo accettarlo. Dopotutto avevo ridotto io Bella in quello stato catatonico che l’aveva avvolta per mesi.
-Ciao ragazzi!Tutto bene?-, esordì Charlie.
-Dobbiamo parlarti -, dissi. -Di una cosa bella-, mi affrettai a precisare.
Ormai stavo perdendo Bella, sarebbe svenuta da un momento all’altro. Meglio prendere l’iniziativa.
-Cosa dovete dirmi di tanto bello?-, ringhiò Charlie.
La sua mente era molto confusa, piena di immagini sovrapposte che si accatastavano l’una sull’altra. Aveva già pensato ad una miriade di cose, ovviamente non indovinando il vero motivo della conversazione.
-Papà,è meglio che ti metti seduto-, gli ordinò Bella. Per fortuna si era ripresa.
Charlie la fissò ansioso di sapere cosa stesse succedendo e si sedette ,teso, sulla poltrona in attesa della rivelazione.
-Non agitarti papà. Non è niente di negativo -, precisò Bella. Doveva fargli proprio paura la reazione del padre se si affrettava a mettere in chiaro che non era una brutta cosa.
Feci una smorfia:non capivo come una cosa tanto meravigliosa come il nostro matrimonio potesse risultare tanto terrificante da annunciare.
-Bella, ti potrei anche credere. Ma mi spieghi perché sei completamente sudata?-
L’aveva notato anche lui. Bella ormai era fuori di sé dall’agitazione.
-Non sono sudata, sto benissimo-, mentì.
Si strinse contro di me e si passò la mano sulla fronte, cercando di scacciare i segni che provavano la sua agitazione. Bene. Charlie era giunto alla conclusione sbagliata. Dalla catasta di immagini che aveva invaso la sua mente aveva estratto l’opzione più sbagliata e impossibile.

-Aspetti un figlio?-, urlò.
Certo, come se fosse stato plausibile. Era proprio la cosa più ridicola che potesse dire, ma forse era quella l’impressione che davamo.
Probabilmente Bella aveva ragione. Per sposarsi a diciotto anni poteva esserci solo un motivo:aspettare un figlio. E anche Charlie era giunto a quella affrettata conclusione. D’altro canto non sapeva che Bella era fidanzata con un vampiro sterile che mai avrebbe potuto renderla madre. Risi per non piangere:odiavo privare Bella di questa possibilità.
-Papà no!Cosa vai a pensare?Sei completamente fuori strada -, si affrettò a precisare Bella dandomi una gomitata sulle costole.
Charlie iniziò a calmarsi. Tenevo sotto controllo la sua mente, non volevo reagisse in modo esagerato.
Fissò Bella e capì che stava dicendo la verità. Bella era una pessima attrice e si capiva subito se stava mentendo.
-Davvero non sei incinta?Beh, allora…scusa-.
-Scuse accettate-, rispose.

Charlie si era calmato. Al contrario di Bella che rientrò nel suo stato di agitazione.
Nessuno parlò. Aspettai che si calmasse e che iniziasse a spiegare il motivo della conversazione, ma non lo fece. Alzò i suoi grandi occhi marrone cioccolato imploranti e mi fissò. Non sapeva come dirlo al padre. L’avevo capito. Avevo immaginato che avrei dovuto farlo io e mi ero preparato il discorso, ben impresso nella mente. Le sorrisi, respirai a fondo e mi rivolsi a Charlie.
In un certo senso ero contento di dargli io la notizia.
Charlie si voltò verso di me in attesa di una spiegazione.
- Charlie, siamo pronti per fare un passo importante. Io amo Bella più di ogni altra cosa al mondo e lei sembra ricambiare ogni mio sentimento. Abbiamo deciso di sposarci Charlie e vorrei la tua benedizione. Ti prometto che mi prenderò per sempre cura di lei. E’ la sola cosa che voglio al mondo-.
Mi emozionai nel dirlo. Erano le parole più vere che potessi dire. Amavo Bella più di qualsiasi cosa e desideravo "solo" averla per sempre al mio fianco.
Sentii quasi salire le lacrime agli occhi, anche se ovviamente era impossibile.
Bella mi osservava rapita,probabilmente colpita dall’intensità delle mie parole.
Charlie ci guardò esterrefatto e fissò l’anello al dito di Bella.
Aspettai la sua reazione. La sua mente era completamente vuota, non pensava a niente. Probabilmente stava digerendo la notizia.
Bella tratteneva il respiro. Si stava agitando. Le strinsi la mano. Charlie aveva bisogno di un altro momento prima di parlare.
-Ancora un attimo-,le sussurrai.
Charlie rimase in silenzio ancora a lungo. Da una parte era sollevato perché si aspettava molto di peggio. D’altro canto non digeriva l’idea che Bella si sposasse così presto, anche se non sembrava particolarmente stupito della nostra decisione.
Non si aspettava il matrimonio, ma aveva compreso l’intensità della nostra relazione e sapeva che, prima o poi, in un modo o in un altro, saremmo andati a vivere assieme.
I suoi pensieri erano relativamente calmi.
-Chissà perché questa notizia non mi ha stupito più di tanto? -, borbottò,-era da un po’ che mi aspettavo una cosa simile! -.
Bella ricominciò a respirare.
-Ma siete sicuri vero?E’ una decisione importante…-, chiese, lanciandoci un’occhiataccia.
Io non potevo essere più sicuro, ma la domanda era rivolta in modo particolare a Bella.
-Sono sicura:voglio passare il resto della vita accanto a Edward, papà -, rispose Bella senza esitare.
Il mio petto si gonfiò di calore. Come sempre sapeva stupirmi prendendo delle posizioni chiare e precise.
-Si certo. Ma perché sposarsi subito?Non potete aspettare ancora un po’?Finire gli studi perlomeno? -, chiese Charlie.
Domanda che si era posta anche Bella. Ora era difficile spiegare che avevo più di cento anni e che mi sembrava naturale sposare Bella dal momento che l’amavo immensamente.
-Andremo all’università assieme a settembre e vorrei fare le cose per bene. Sono stato educato così-, risposi.
Bene, ero riuscito a dire una mezza verità. Certo c’era tutta la questione della trasformazione di Bella anche, ma era meglio sorvolare.
Comunque era vero:mi sembrava naturale sposare Bella prima di andare troppo oltre.
Avevo una moralità antica, in fin dei conti.
Charlie non era soddisfatto della mia risposta. Gli sembrava un motivo troppo banale per sposarsi. Stava addirittura consigliandoci di andare a vivere assieme senza sposarci, ma si trattenne. In fin dei conti ci ammirava per la decisione presa:era una decisione matura e responsabile.
-Sapevo che era inevitabile. Mi aspettavo di dover affrontare una decisione del genere-, mormorò  tra sé rassegnato.
Un lampo illuminò la sua mente. Aveva trovato un appiglio per rendere la cosa più difficile.
-Papà?-, lo chiamò Bella vedendolo improvvisamente serio e composto.
Charlie iniziò a ridere rumorosamente. Aveva trovato un’altra spina dolente del matrimonio, almeno per Bella.
Bella lo osservava stranita, meravigliata dalla sua inaspettata reazione.
-Si, si-, disse Charlie, -sposatevi pure, però…-
-Però cosa?-,chiese Bella ansiosa.
-Affronta tu Renée. Sono proprio curioso di sapere la sua reazione. Non la prenderà mai bene come me-.
Bene, Charlie lo avevamo affrontato ora toccava la madre di Bella.
Sapevo che non sarebbe stato un problema. Bella la sottovalutava e non si rendeva conto dell’immensa fiducia che sua madre riponeva in lei.
Bella sbiancò. Sapeva che la madre non condivideva l’idea di sposarsi troppo giovani, conscia dei suoi errori giovanili.
Renée , però, come avevo previsto, aveva accettato la decisione con immensa gioia.
Avevo origliato i suoi pensieri durante la nostra visita la primavera precedente. In qualche modo aveva capito l’intensità della nostra relazione e le sembrava il passo più naturale possibile il matrimonio dopo averci visto così coinvolti.
Ovviamente Bella aveva sottovalutato i pensieri della madre dando per scontato che la sua avversione per i matrimoni tra giovani coinvolgesse anche lei.
Ma Renée conosceva Bella ed era sicura delle sue decisioni.
Questo mi rasserenava non poco:era piacevole conoscere meglio Bella attraverso i pensieri della madre.
Così le nostre due famiglie si coalizzarono per organizzare il matrimonio. Ovviamente Alice era su di giri e anche Esme non scherzava. Era proprio un bel periodo. Ero fiducioso e convinto che tutto sarebbe andando per il meglio. Se Bella era al mio fianco, il resto perdeva di importanza.


 

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Capitolo 3
*** Lunga notte ***


1

Ciao a tutti!Io non sono molto pratica e non so se ci sia un modo per rispondere alle recensione. In attesa di trovarlo ringrazio per tutte le recensioni ricevute. Sono felice che vi interessi la mia fan fiction. Buona giornata.

2. Lunga notte
Bella era a casa, come speravo.
Saperla in giro mi rendeva ansioso. Aveva una capacità innata di mettersi nei guai.
La Mercedes Guardian che le avevo regalato era nel vialetto. Per fortuna aveva accettato la macchina senza problemi. Non mi sembrava sicura nel pick-up. Era stato complicato ottenere quella macchina. Avevo dovuto sborsare il doppio del suo valore.
Ma era una macchina blindata e mi sembrava abbastanza sicura. In realtà nulla era mai troppo sicuro per Bella.
Suonai il campanello. Non mi aspettava. Sapeva che ero a caccia. Sicuramente avrebbe aperto la porta sgranando gli occhi per la sorpresa. Adoravo vederla fare certe espressioni.
E infatti, quando mi aprì, sul suo volto apparve un’espressione stupita.
-Edward-, disse, -che ci fai già a casa?-.
Cosa potevo dirle? La verità.
-Mi mancavi-, dissi sincero, attirandola a me e posandole un bacio sui suoi capelli umidi.
-Ti disturbo?-, dissi, accorgendomi che era mezza nuda e aveva i capelli bagnati.
Era avvolta solamente da un grande asciugamano bianco che le copriva appena le ginocchia e lasciava scoperte le sue spalle e parte della sua schiena.
Dovevo far finta di niente. Non potevo permettermi di cedere a quella visione.
-Vai a vestirti, ti aspetto qui-, cercai di dire, senza far trapelare il mio turbamento.
Lei corse in bagno e io potei rilassarmi.
Non si rendeva minimamente conto dell’effetto che mi faceva.
Bella era così,sottovalutava troppo sè stessa.
Tornò quasi subito. Indossava un morbido vestitino di lino bianco che aderiva perfettamente al suo corpo. Forse era meglio vederla con l’asciugamano.
Non potevo continuare a mentire a me stesso…la volevo e tanto.
Ma dovevo fare il bravo…fino al matrimonio. Ormai mancava poco.
Bella venne a sedersi sulle mie ginocchia appoggiando la testa sul mio petto.
-Che c’è?-, chiesi dolcemente, annusandole i capelli.
-Mi sei mancato-, rispose lei, coccolandosi ancora di più su di me.
Era proprio piccola e fragile. La avvolsi con le mie braccia e la stinsi forte al petto.
Era piacevole sentirle dire che le ero mancato.
-Anche tu-, risposi,-non sono riuscito a cacciare. Non riuscivo a concentrarmi-.
Bella si scostò leggermente da me, con aria di rimprovero.
-Non voglio che tu stia male-, disse,-vuoi che mi sposti?-.
Scossi la testa. La sete era niente in confronto al desiderio di stare con lei.
La cullai tra le mie braccia per un tempo che mi parve troppo breve.
Lei sospirò, si scostò un po’ da me e disse:-Sai che ti amo?-.
Si lo sapevo. Ma era bello sentirselo dire.
-Anch’io ti amo Bella-.
Sentii la macchina di Charlie svoltare nel vialetto. La allontanai delicatamente da me.
-Ti aspetto in camera. C’è Charlie!-.
Si alzò di malavoglia e io scappai poco prima che Charlie aprisse la porta.
-Bella?-.
-Si papà, sono in cucina-.
-Come va?-.
-Bene. Alice ha finito di sistemare il vestito per domani. Sono stata tutto il giorno il suo manichino. A te come è andata?-.
-Bene-, rispose Charlie,-ma non ho fame, mi sono fermato da Billy-.
Bella non rispose. Sapevo che avrebbe voluto sapere se Jacob era tornato, ma non chiese nulla. Forse perché sapeva che ero in ascolto e non voleva farmi star male.
Aveva scelto me, e questo doveva sollevarmi, ma sapevo che il legame con Jacob era forte e che soffriva per lui. Ero pazzamente geloso.Ma non avrei fatto niente per far soffrire Bella, non di nuovo. Avevo già commesso un errore una volta. Non l’avrei più ridotta così. Tutto, ogni cosa, doveva essere fatta perché la voleva lei.
Lei voleva sposare me e io non mi sarei tirato indietro.
Ma anche se avesse scelto Jacob l’avrei aspettata, per tutta la sua vita.
Aprì la porta della camera piano e venne verso di me. Ero seduto a gambe incrociate nel letto, come si metteva spesso lei.
Mi sorrise e il mio petto si riempì di gioia.
-Vado a mettermi il pigiama-, disse, afferrandolo dal letto assieme al beauty.
-Ti aspetto-, dissi.
Avrei tanto voluto non starle mai lontano. Sospirai. La amavo proprio tanto.
Tornò cinque minuti dopo. Indossava un pigiama che non avevo mai visto. Molto carino.
La canotta aderiva perfettamente alle sue forme e il pezzo sotto…non la copriva. Erano un paio di pantaloncini corti che lasciavano scoperte le sue gambe.
Ero contento che non valorizzasse troppo il suo fisico quando usciva, avrei potuto strozzare qualcuno che pensasse a quanto fosse sexy.
Deglutii cercando di controllarmi. Non mi ero mai sentito più umano di così. Sembravo in preda ai miei ormoni.
Lei si dispose sul letto a gambe incrociate, come me.
Con la punta del dito mi toccò il naso.
-A cosa pensi?-, chiese. Risi, di solito era la mia battuta.
-Penso che sei bellissima-.
Lei arrossì, abbassando lo sguardo. Non se l’aspettava.
La avvicinai a me, facendola sedere tra le mie gambe. Le spostai i capelli dalla spalla e appoggiai il mento.
-Dovresti essere abituata ai complimenti. Sai che non smetterò mai di fartene-.
Bella si voltò per guardarmi.
-Sono contenta di essere bella…per te-.
Avvicinai le mie labbra alle sue e la baciai dolcemente.
Nell’ultimo mese avevamo, gradualmente, fatto progressi cercando di aumentare lentamente il grado di intimità. Dovevamo fare le cose con calma. O meglio…io dovevo fare le cose con calma.
Il suo cuore batteva forte. Con la mano le sfiorai il petto, per calmarlo, lei sussultò del mio tocco.
Io ero felice. Felice che rispondesse alle mie carezze in quel modo.
Era l’ultima notte prima di sposarci. Forse potevamo permetterci qualche altro passo audace.
Lei non aveva più insistito dopo il nostro accordo. Aspettava impaziente la luna di miele per fare l’amore con me. Un po’ mi dispiaceva. Mi piacevano i suoi agguati e i suoi tentativi per aumentare la nostra intimità.
Però sapeva che le avevo fatto una promessa. Sapeva che l’avrei mantenuta e probabilmente non voleva turbarmi o stimolarmi troppo. Lei era pronta, mi voleva. Aspettava pazientemente me, e soprattutto, si fidava ciecamente di me. Fiducia che io non ero certo di poter meritare, per questo ero io ad avere paura.

La girai verso di me, avvolgendo le sue gambe dietro la mia schiena.
Bella non se l’aspettava. Arrossì ma non parlò.
La strinsi forte al mio petto. Non avrei più potuto vivere, proprio no, senza la mia tenera Bella. A parole o con gesti era impossibile trasmetterle quanto importante era per me.
La stesi sul letto e lei si accucciò tra le mie braccia, con la testa sotto al mio mento.
Restammo in quella posizione per un momento eterno. Ascoltavo il pulsare del suo cuore e il suo respiro. Quanto mi era mancato tutto questo mentre ero stato lontano da lei!
Bella alzò il volto e mi guardò negli occhi e con le dita percorse il profilo del mio collo , fino al colletto della camicia. Trattenni il respiro. L’aveva fatto già altre volte, ma come sempre il suo tocco caldo lasciava un’ustione sulla mia pelle ghiacciata.
Mi guardò titubante. Cosa voleva chiedermi?Avrei tanto voluto sapere quello che pensava, entrare in quella piccola testolina che tanto adoravo.
Non parlò, ma iniziò a sbottonarmi con la mano tremante la camicia.
Nell’ultimo mese avevamo fatto parecchi progressi, ma io non mi ero ancora abituato al tocco delle sue mani o delle sue labbra sul mio petto.
La mia camicia cadde a terra. Le presi il volto tra le mani e la baciai. Era così difficile mantenere un briciolo di ragione mentre la baciavo, anche perché lei non mi era di certo d’aiuto. Dovevo sempre essere io quello responsabile…ma avrei tanto voluto non esserlo. Avrei potuto farle del male come se niente fosse. Dovevo sempre mantenere il controllo sulle mie azioni.
Mi spostai rapidamente dalle sue labbra e le schioccai un bacio sulla fronte stringendola a me.
-Vorrei stare con te tutta la notte. Mi mancherai-,disse.
-Resto con te allora. Non voglio andare con i miei fratelli se tu non sei d’accordo…-.
La baciai lentamente guardandola negli occhi. Lei li teneva chiusi. Chissà a cosa pensava? Era proprio frustante non leggere il suo pensiero. Aprì gli occhi e incontrò i miei. Aveva un espressione triste.
-Tranquilla, resto qui. Non fare quel faccino triste-, dissi, dolcemente. Non volevo andarmene. Era la verità.
-Non scherzare, Edward-, rispose piano lei.-Come puoi pensare che ti privi della tua ultima notte di libertà. Emmett e Jasper non me lo perdonerebbero mai… -.
Probabile. Ma volevo tenerla tra le braccia ancora un po’.
Bella aveva intrecciato le sue mani nei miei capelli e mi strinse a sè. Come potevo andare? Sarebbe stato un dolore fisico staccarmi da lei in quel momento. L’unica cosa che volevo era stare sempre con lei.
-Gli uomini vanno agli addii al celibato perché temono che il matrimonio li priverà per sempre della libertà. Ma io, Bella, non vedo l’ora di incatenarmi a te per sempre -. Era la verità. Stare con lei era il mio desiderio più grande. E sposarla era il passo giusto da fare. Dovevo mettere in chiaro di fronte a tutti l’impegno preso:io volevo vivere e prendermi cura di lei per tutta la vita.
-Sempre il solito romantico-,mormorò lei, accarezzando il mio petto fino ventre. Una scossa mi percosse e cercai la sua bocca per baciarla. Ancora una volta esagerai. Non era un bacio tra i più casti. Ma la volevo, la desideravo più di quanto avessi desiderato il suo sangue. Ancora una volta il mio autocontrollo prevalse. “Dopo il matrimonio”mi dissi. Ma era dura aspettare.
Feci per allontanarmi ma Bella si avvinghiò a me con più forza, trattenendomi con una gamba.
-Mmm..., Edward-, sussurrò, -continuare a fare esercizio potrebbe aiutare il tuo autocontrollo- .
Risi. Non si rendeva conto che se avesse continuato a provocarmi in quel modo l’avrei assalita. Avevamo aspettato tanto, avremmo aspettato ancora per l’ultima notte.
-Non ti lamentare. Mi pare che ultimamente non ci siamo limitati molto -, dissi.-Non hai mai dormito!-. Aveva dormito troppo poco nell’ ultimo mese.
Ma avevo passato più tempo possibile con lei. Sia per allenarmi, come aveva detto lei, sia perché il mio bisogno di lei era irrefrenabile. E anche perché non volevo pensasse a Jacob.
-Si ma questa è la serata giusta per rivedere tutti i nostri progressi. Potremmo spingerti un po’ oltre, anche se fosse rischioso -, continuò Bella.
Mi immobilizzai. Cosa voleva fare ancora? Magari continuare da dove ci eravamo fermati prima. Un’ondata di panico mi avvolse. Non ce l’avrei fatta. Potevo farle del male.
-Bella..-, cercavo di sapere se fosse ancora convinta di fare l’amore con me. Dovevo farle capire che non era una buona idea.
-Shh…non tirare fuori ancora quel discorso-,si affrettò a dire lei.
Ecco come sempre era irremovibile sulle sue decisioni. Aveva deciso di fare l’amore con me e nulla poteva farle cambiare idea. Dovevo provare. Lei doveva essere sicura, capire che io potevo perdere il controllo.
-Sai quanto potrebbe essere rischioso per te. Non so cosa aspettarmi e non so se riuscirei a controllarmi. Riesci a capirmi? -.
-Andrà tutto bene, Edward-,proruppe lei.
-Bella…-. Non cercavo di controbattere. Avrei voluto che fosse più obiettiva. Aveva a che fare con un mostro, non con un semplice ragazzo. Ma lei come sempre semplificava le cose.
-Sssh!-,sussurrò, baciandomi. Ma ormai ero preoccupato. La mia mente pensava a quali orribili cose avrei potuto farle se non fossi stato accorto, delicato attento. Cercai di cambiare argomento.
-Sei agitata?-,chiesi
-Non più-,rispose.
-Sei ancora in tempo per cambiare idea. Hai una notte intera per riflettere-. Volevo essere sicuro. Lei non doveva avere paura di me o sentirsi obbligata. Lei era libera di fare le sue scelte e di cambiare idea qualora ne avesse sentito il bisogno.
-Mi stai lasciando?-, chiese lei.
Come sempre la sua mente contorta aveva capito il contrario. Io le chiedevo se aveva ripensamenti e lei credeva fosse un modo mio di mollarla. Ma come facevo a spiegarle che l’amavo e per nulla al mondo avrei smesso di provare questo sentimento per lei?
Risi nervosamente.-Quanto sei sciocca amore!Voglio solo che tu sia certa della tua decisione, tutto qua! -.
-Sono sicura che voglio stare con te. Il resto non m’importa-. Come potevo meritarmi questo? Lei era disposta a lasciarsi alle sue spalle tutta la sua famiglia e i suoi amici per me, per stare con me. Per diventare un mostro come me. Come potevo non darle l’unica cosa che voleva prima di essere uguale a me per sempre?
-Davvero sicura?-, chiesi,-Potrebbero mancarti le persone a te care:tuo padre, tua madre, i tuoi amici. Anche di loro non t’importa? -.
-Sentirò la loro mancanza. Questo è certo-,rispose.
Come potevo toglierle tutto questo. Ma l’avevo promesso a me stesso. Non avrei più fatto niente per impedirle di amarmi, a patto che fosse convinta della sue decisioni.
-Ma la mia preoccupazione più grande riguarda Mike:come potrò vivere senza di lui? -, rise, scherzando.
La guardai serio. Non era il momento di scherzare. Il discorso era serio.
-Dai Edward!Scherzavo!Certo che sono sicura. Ho deciso:voglio passare la mia vita con te. Anzi la mia esistenza. Non credo di potermi accontentare di una sola vita-.
-Per sempre diciottenne-, sospirai.
-Che sogno!-, scherzò lei.
-Non crescerai, non cambierai…mai -, aggiunsi.
-Che significa?-, chiese.
Volevo farle capire a cosa andava incontro. Diventando un vampiro non avrebbe mai potuto diventare madre. Doveva sapere quali rinunce avrebbe dovuto subire scegliendo di stare con me. Ma non avrei voluto dirglielo. Temevo di insinuare in lei il dubbio.
-Pensavo al fatto che non potresti mai rimanere incinta. Non potremmo mai dare una notizia del genere a Charlie-,dissi.
Rimasi in silenzio. Forse avrei fatto meglio a non dire niente.
Sbuffò. Aveva capito.
-So quello che faccio-, rispose laconica.
Come faceva a sapere che non le sarebbe mancato un figlio? Forse per ora ancora no, ma col tempo mi avrebbe sicuramente odiato per quello che non le potevo dare.
-Come fai ad esserne certa?-, sbottai, -Esme e Rosalie soffrono un sacco per non poter aver

figli -.
-Mi sembra che riescono a cavarsela comunque. E poi c’è sempre la possibilità dell’ adozione-.
Rassegnato, smisi di convincerla.
-Se fossi umano però non ti priverei di certe cose. Odio sapere che ti precluderò delle possibilità. Non mi va... -,mi lamentai. Ma non mi lasciò finire.
-Io voglio solo te. E’ l’unica cosa di cui mi importa. Ora smettila di lamentarti altrimenti chiamo Emmett e Jasper. Distrarti un po’ non ti farebbe male -.Ero lamentoso?Forse avevo assunto un tono di voce leggermente piagnucoloso.
Sospirai.
-Mi sto lamentando troppo?Forse perché sono un po’ teso-.
-Forse sei tu ad avere dei ripensamenti… -.
-Non pensarlo neanche. E’ da quando ho capito di amarti che desidero sposarti-.
Mi interruppi.
Stiamo venendo a prenderti fratellino”.
Bene Emmett e Jasper stavano arrivando. E avrei passato la notte con loro.
-Che c’è?-, mi chiese Bella.
Strinsi i denti.
-Non serve che fai venire i miei fratelli. Stanno venendo a prendermi-.
Mi strinse forte a sé, per non lasciarmi andare. Ricambiai l’abbraccio e le baciai i capelli.
Non poteva neppure immaginare quanto avrei preferito passare la notte con lei.
Mi lasciò andare.
-Divertiti-, disse.
Emmett strisciava le unghie sul vetro creando un rumore agghiacciante. Bella tremò.
-Bella, lasciaci Edward per questa notte. Se non lo farai lo porteremo via con la forza-,disse Emmett cercando di usare un tono minaccioso.
Mi voltai verso Bella.
-Corri-, disse, ridendo, -prima che mi minaccino ancora-.
Continuai a guardarla e mi alzai. Non avevo nessuna voglia di andarmene e lasciarla da sola. Peggio per Emmett, si sarebbe sorbito tutto il mio malumore. Mi infilai la camicia e le bacia la fronte. Profumava. Stupido addio al celibato!
-Riposati-,le dissi dolcemente,-domani è un grande giorno-.
-Utile questa constatazione. Mi rilasserò sicuramente -,rispose.
-Domani sarò al matrimonio-,sussurrai, scherzando.
-Non ti sbagliare:io avrò un vestito bianco-,ridacchiò.
-Cercherò di stare attento-,risposi, preparandomi a saltare fuori dalla finestra e ad aggredire Emmett.
Gli saltai addosso, cercando di fargli perdere l’equilibrio.
Lui rise, imprecando.
-Tornate presto-, sussurrò Bella ai miei fratelli.
Jasper si arrampicò sul muro della casa, fino alla finestra della camera.
-Sarà presente al matrimonio. Non temere Bella -.
La rassicurava, tranquillizzandola. Ero grato a Jasper per quel che faceva.
-Jasper?Toglimi una curiosità:cosa fanno i vampiri agli addii al celibato?Birre a volontà e strip club? -,chiese Bella, attendendo una risposta.
Chissà come le venivano certe idee.
-Non rispondere-,gridò Emmett. Gli saltai addosso di nuovo e cademmo entrambi nel prato.
-Ma figurati Bella!Noi Cullen abbiamo dei riti di famiglia. Non sarà molto diverso da una normale uscita serale-.
-Grazie Jasper-,rispose Bella.
Per il momento l’aveva tranquillizzata. Più tardi, se mi era permesso, sarei venuto a controllare, per vedere se dormiva.
Corremmo veloci verso la foresta. Niente mete lontane. Meglio rimanere vicini, perlomeno ero riusciti a convincerli di questo.
Emmett era curioso e divertito da morire. So cosa voleva sapere:cosa avevo deciso per domani.
Anche Jasper mi guardava con aria interrogativa in attesa della mia risposta.
-Si. Penso che proverò, sperando che vada tutto bene-.
-Wow-, esclamò Emmett spallandomi,-poi dovrai raccontarmi tutto-.
-Ma neanche per idea. Sono cose private-. Risi e li distanziai.
Non volevo pensarci. Domani. Dopo il matrimonio. Ora volevo concentrarmi nella caccia. Volevo nutrirmi e tornare da Bella il prima possibile.
Non ero proprio in grado di stare senza di lei neppure per poche ore.
Sapevo che la caccia non sarebbe stata interessante. Solo qualche erbivoro, niente di più. Ma sarebbe bastato per qualche giorno. Mi concentrai, ascoltando i rumori attorno a me e iniziai a correre seguendo la traccia. Fu più facile del previsto. Trovai un branco di cervi che attaccai.
Bevvi così tanto da sentirmi gonfio. Il sapore non era tra i più buoni, ma ero comunque nutrito.
Anche Emmett era intento a giocare con la sua preda. Jasper non si vedeva. Mi avvicinai a Emmett,mi sedetti sul terreno incrociando le gambe. Aveva finito e si voltò con un mega sorriso.
-Sei preoccupato?-,chiese.
Con lui potevo parlare.
-Mmmm-,risposi.
-Secondo me non le farai del male. Dovrai avere un ottimo autocontrollo ma con un po’ di buona volontà vedrai che andrà tutto per il meglio-.
-Lo so, ma vedi…-,dissi, imbarazzato,-in realtà non so bene cosa fare-. Avevo bisogno di un consiglio.
Emmett sorrise.-Lo so che il consiglio che sto per darti è banale, ma credo che sia il migliore. Fai quello che ti senti Edward. Cercando di stare attento alle sue reazioni, ovvio. È la prima volta per Bella, devi essere delicato e aspettare i suoi tempi. So che anche per te è la prima volta, ma per noi “uomini” è meno traumatico. Diciamo che c’è solo la novità. E saremmo tentati di avere tutto subito. Ma per lei sarà un’esperienza allo stesso tempo piacevole e dolorosa. Devi essere pronto ad accettare ogni sua reazione. Solo questo Edward:pazienza, dolcezza e delicatezza. Poi col tempo farete esperienza e le cose cambieranno. Ricordati che per lei forse è l’esperienza più importante della sua vita-.
Annuii. Aveva perfettamente ragione, come sempre.
Emmett era un ragazzo semplice, giocherellone ma si poteva sempre contare su di lui per un buon consiglio.
Jasper tornava con aria soddisfatta.
-Tutto a posto?-,chiesi.
-Si. Io pensavo di tornare, ho voglia di vedere Alice-.
-Sei sempre il solito,guastafeste!Come faresti senza Alice?-, brontolò Emmett.
Emmett e Rosalie erano la coppia più normale, almeno in confronto ad Alice e Jasper. Loro non litigavano mai. Il più delle volte erano assieme. E se Jasper non era con Alice non era tranquillo.
Tornammo a casa velocemente e ognuno di noi prese una strada diversa: Emmett cercò Rosalie, Jasper Alice e io andai da Bella.
Stava dormendo, ma era agitata, si muoveva. Avrei voluto svegliarla, calmarla ma non volevo sapesse che ero lì. Non avrebbe più dormito.
Ad un certo punto urlò:-I volturi no,lasciatelo stare-.
Mi dispiaceva che per causa mia avesse gli incubi. Quando andai in Italia, mai e poi mai avrei pensato che avrei potuto mettere in pericolo la sua esistenza.
Aro non l’aveva uccisa solo perché era affascinato dalla sua strana caratteristica:l’immunità ai poteri mentali di alcuni di noi. Sperava diventasse presto un vampiro per capire se poteva essergli utile nel suo esercito.
Si era calmata. Respirava lentamente, probabilmente il sogno era finito.
Era proprio bella. E io la amavo da impazzire. Inizio ad albeggiare e Bella iniziò a muoversi stiracchiandosi:si stava svegliando. L’avevo osservata tutta la notte accarezzandole i capelli. Era così piccola, bella, fragile. Avrei potuto ucciderla con una mano. Non avevo mai desiderato tanto essere umano fino a quel momento.
Me ne andai di mala voglia, avrei voluto rimanere ancora con lei.
Ma dopo poche ore l'avrei rivista, e sarebbe diventata mia moglie...per sempre.

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Capitolo 4
*** Il grande giorno ***


3

Non so con quanta frequenza postare ma dal momento che un bel po’ di capitoli sono già scritti non vi faccio aspettare troppo. Grazie a tutte per i commenti positivi. Un bacio.

3. Il grande giorno

Corsi a casa sfrecciando velocissimo tra gli alberi del bosco. Ero avvolto da una strana euforia, mista ad agitazione.

Rallentai in prossimità di casa, assalito dal profumo dei fiori che addobbavano il vialetto.

Entrai curioso. Alice era fuori di sé, non l’avevo mai vista così agitata.

Girava per casa dando ordini e compiti a tutti, nessuno escluso, mentre Rosalie la seguiva tentando di sistemarle i capelli.

Appena mi vide mi guardò torva.

Vedo che ti sei degnavo di tornare”, pensò.

-Alice, stai tranquilla. Abbiamo ancora parecchio tempo. Sembra che ti debba sposare tu-, le dissi.

-Edward-, devi ancora provarti il vestito. Sapevo che ti saresti preso all’ultimo, come sempre-, mi rimproverò sbuffando e alzando gli occhi al cielo.

La seguii mal volentieri: non mi piaceva essere il suo manichino. Fortunatamente la tortura finì presto:il vestito mi cadeva a pennello e non aveva bisogno di modifiche.

-Bene-, disse, con tono minaccioso,-ora vado a prendere Bella. Vai a caccia con Emmett o da qualsiasi altra parte. Non voglio che tu stia qui mentre preparo Bella, deve essere una sorpresa anche per te-.

Annui. Lo sapevo che non mi avrebbe lasciato stare a pochi metri da lei. Pensava che avrei sicuramente origliato nelle sua mente, scovando l’immagine di Bella vestita per il matrimonio.

Emmett e Jasper erano nel retro. Stavano finendo di sistemare.

I pensieri di Emmett erano molto felici. Era molto contento per me e Bella.

In realtà tutti erano contenti che io avessi trovato il mio paradiso e la mia pace.

Mi allontanai da casa da solo. Ero agitato e volevo calmarmi prima del matrimonio.

Presi la jeep di Emmett e partii senza meta.

Era una sensazione strana. Non avevo mai pensato di meritarmi Bella e il suo amore  incondizionato.

In fin dei conti stava rinunciando alla sua vita da umana per stare con un mostro come me.

Non credevo si rendesse conto del significato della sua scelta. Non riuscivo a capire se avesse paura della futura trasformazione o se, l’amore che provava per me e il desiderio di passare l’eterna vita assieme a me, riuscissero a  smorzare a tal punto la paura da non farla trasparire per niente.

Bella era veramente un pozzo buio e misterioso. Per quanto cercassi di capire e prevedere i suoi pensieri raramente ci riuscivo.

Ma la risposta più plausibile era che Bella mettendo al primo posto gli altri, piuttosto che se stessa, avesse deciso di mettere al primo posto, nella sua vita, me.

Sapeva che la sua trasformazione in vampira implicava meno sofferenza e controllo per me. Ma per lei?No, non poteva essere consapevole di cosa andava incontro. Probabilmente ne aveva avuto qualche assaggio qualche mese prima, durante lo scontro con l’esercito dei neonati creato da Victoria.

Non avevo mai voluto approfondire con lei il dolore provato durante la trasformazione. Ma dopo il matrimonio avrei provato a parlargliene, non per spaventarla ma per renderla maggiormente consapevole della sua scelta.

Le avrei concesso tutto il tempo necessario. L’idea di una breve vita accanto a lei umana non era ancora scemata dalla mia mente.

Certo se lei fosse stata ancora determinata a diventare un vampiro, nonostante tutte le mie avvertenze, mi sarei arreso e l’avrei trasformata.

Volevo mantenere la mia promessa, ma prima l’avrei messa al corrente di tutti i rischi che poteva correre.

I pensieri si accavallavano velocemente nella mia mente mentre sfrecciavo lungo la strada.

Nonostante queste preoccupazioni che mi affollavano la mente ero straordinariamente felice. Neppure da umano avevo mai provato una simile sensazione. E come sempre tutto il merito era della mia Bella che aveva saputo risvegliare in me antiche passioni umani ormai assopite da tempo.

Stanco di girare a vuoto, invertii la marcia per tornare. Non importava se Alice si fosse arrabbiata:era il mio giorno e avevo bisogno di sentire la presenza di Bella vicina a me.

Arrivai a casa poco dopo mezzogiorno.

Jasper stava andando a prendere Renée e Phil in albergo e a momenti sarebbe arrivato anche Charlie.

Sentii Rosalie dire a Bella che eravamo tornati.

Probabilmente Alice non aveva specificato che eravamo tornati dalla caccia presto per non metterla in agitazione. Probabilmente si sarebbe preoccupata che non mi fossi nutrito abbastanza.

-Edward non deve vedermi-,gridò Bella.

Era proprio tenera. Non avrei voluto vederla per niente al mondo. Mi piaceva l’idea di vederla per la prima volta vestita da sposa mentre percorreva il salone per venirmi incontro mentre l’aspettavo all’altare.

Sorrisi e andai nel retro ad aiutare Esme.

Mi resi conto che il giro in macchina non aveva annullato o perlomeno smorzato la strana agitazione che si faceva spazio in me.

Emmett venne verso di me e mi diede un pugno sulla spalla.

Non ti tremano neanche un po’ le gambe?”, pensò.

-Neanche un po’-, risposi. Certo, ero emozionato, ma non spaventato dall’idea di legarmi per sempre a Bella. L’avevo aspettata per quasi un secolo e non vedevo l’ora di passare il resto della vita assieme.

Esme mi cinse in un abbraccio materno. Probabilmente se avesse potuto si sarebbe messa a piangere. Aveva tanto desiderato che trovassi la compagna giusta che riuscisse a colmare il vuoto e l’ angoscia che aveva regnato in me dopo la trasformazione.

-Vai a vestirti, fra un po’ arrivano gli ospiti-, mi disse piano all’orecchio.

Anche Carlisle era commosso. Lui più di chiunque altro conosceva i miei tormenti interiori e le mie paure, ma aveva sempre appoggiato ogni mia scelta ed era contento che avessi scelto di sposare Bella.

Passai davanti al bagno dove Alice teneva rinchiusa Bella e mi soffermai ad assaporarne il profumo.

-Stai calma Bella. Pensa che c’è Edward ad aspettarti. Ora respira e cerca di rilassarti -, sentii Alice  dire a Bella.

Mi affrettai a raggiungere camera mia per vestirmi:mi sarei messo nei guai se Alice mi avesse sorpreso ad origliare. Avrei tanto voluto tranquillizzare Bella, abbracciarla forte a me. Sapevo che era agitata perché odiava essere messa al centro dell’attenzione. Ma aveva scelto di affidare i preparativi per il matrimonio ad Alice e come sempre, la mia cara sorellina, aveva calcato un po’ troppo la mano con le sue assurde pretese e limitazioni.

Bella però aveva deciso di fare le cose per bene prima di congedarsi per sempre dalla sua esistenza umana. Per lei il matrimonio segnava l’inizio di una nuova vita, la vita che aveva scelto e che avrebbe impedito qualsiasi legame con la vita precedente.

L’arrivo di Renée e Phil mi scosse nuovamente dai miei pensieri. Corsi giù a salutarli prima che Renée fosse assorbita da Bella.

Anche Charlie aveva già fatto il suo ingresso e stava salendo le scale per raggiungerla.

Tutto ormai era pronto. Era giunto il momento.

Salutai cortesemente tutti gli ospiti che nel frattempo avevano preso posto nel salone e mi sistemai vicino a Carlisle sotto l’arco di fiori dove mi Bella mi avrebbe raggiunto.

Rosalie iniziò a suonare il Canone di Pachelbel e io mi preparai ad accogliere la mia amata futura sposa. Cercai di rilassarmi, senza riuscirci. Se avessi ascoltato i miei istinti sarei corso a prendere Bella. L’attesa era snervante. Volevo vederla per sapere come stava, come si sentiva. Jasper intuì le mie emozioni. Una calda, soffice sensazione di pace mi avvolse. Rosalie iniziò a suonare la marcia nuziale di Wagner. Stranamente si era resa utile, e doveva aver aiutato anche Bella da quello che percepivo dai suoi pensieri.

 Alice scese velocemente dalle scale. Bella era pronta. Ora era il nostro momento. Non vedevo l’ora di vederla.

Guardai in alto, verso al scalinata. Bella era aggrappata a Charlie, timida.

-Papà, ti prego, tienimi. Sto tremando e ho paura di cadere-, la sentii implorarlo. 

Sorrisi. Era molto probabile che inciampasse ma questo non avrebbe rovinato la magia del momento. La seguii con lo sguardo mentre scendeva lentamente le scale. Era bellissima. Più di sempre. Incantevole. Ed era mia, per l’eternità. Sorrisi. Lei in quel momento incrociò i miei occhi e ricambiò il sorriso. Stava per sposare me. Il mio desiderio si stava avverando. Mi cercò con lo sguardo e quando i suoi occhi caldi si posarono su di me il mio viso si distese e le mie labbra si aprirono in un grande sorriso. Avanzava verso di me lentamente e avrei volentieri accorciato le distanze tra di noi.

Quando Charlie appoggiò la mano di Bella sulla mia sentii una scossa percorrermi.

Durante tutta la funzione non smisi di guardarla. La amavo e stava diventato mia moglie. Qualcosa mi scoppiava nel petto. Sembrava avessi ancora il mio cuore. Le promisi che mi sarei per sempre preso cura di lei. Era la promessa che più desideravo farle.

Quando il signor Weber ci dichiarò marito e moglie scoppiavo di gioia. Nessun momento era stato più felice di quello. La strinsi a me e la baciai. In un modo non troppo cortese per gli invitati. Ma non mi importava. L’unica cosa davvero importante eravamo noi due.

Fu difficile staccarsi da lei. Feci due passi indietro per guardarla:era divina, semplicemente splendida.

Gli invitati applaudirono e ci voltammo per dare inizio al ricevimento.

Avrei tanto voluto portarla via con me, subito. Desideravo solo poter passare del tempo solo con lei.

Ma Bella doveva salutare Charlie, Renèe e i suoi amici. Lei sarebbe cambiata, sarebbe diventata come me. Mi tremarono le ginocchia a quel pensiero, soprattutto perché toccava a me trasformarla. Era nel nostro patto: lei mi sposava e in cambio acconsentivo a trasformarla. Era una grande responsabilità che, forse, non avrei mai dovuto prendermi. Scacciai quei pensieri dalla testa. Volevo godermi Bella, fino in fondo. Si meritava tutta la mia attenzione. Ci guardavamo negli occhi. Lei sprizzava gioia e io pure. Non poteva farmi più felice.

Renèe l’ abbracciò per prima, ma non mollai la sua mano e continua a fissarla.

Non potevo ancora realizzare che Bella avesse scelto me per l’eternità. La mia Bella, la mia unica ragione di vita. Era indescrivibile la gioia che provavo in quel momento, scacciava più di un secolo di aride emozioni.

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Capitolo 5
*** Gesto ***


4

Ciao a tutte!!ringrazio per i commenti e per chi mi ha messo nei preferiti o seguiti. Poi…ho fatto uno sbaglio…mi sono dimenticata di postare il capitolo 4…sono passata direttamente al 5.Perdonatemi…sono un po’ stordita ultimamente!!!

4. Gesto

La guidai all’esterno, dove aveva luogo il ricevimento, senza mai lasciare la sua mano. Per niente al mondo l’avrei lasciata ancora. La volevo, desideravo sentirla vicina.

Il sole era tramontato dietro il fiume e gli ultimi raggi lo facevano scintillare.

Alice era stata brava ad azzeccarci con i tempi organizzativi, come sempre.

Non avevamo ancora parlato tra di noi dopo le promesse, troppo occupati ad intrattenere gli ospiti.

-Sono felice per voi-, disse Seth, venendomi incontro a braccia aperte e stringendomi in un abbraccio caloroso.

Nonostante lui fosse un licantropo eravamo diventati ottimi amici. Lo apprezzavo molto. Non ci considerava mostri, ma  persone. Niente attriti tra di noi, niente pregiudizi. Eravamo due amici, al di là della nostra natura.

Neppure i suoi pensieri avevano mai tradito i suoi gesti:Seth era un ragazzo limpido e sincero, e gli ero grato per avermi permesso di essergli amico.

-Edward, sono contento di vederti così felice!Non sai quanto mi faccia piacere-,disse.

Era vero, era contento. Sapevo che Bella desiderava che tra me e Jacob si instaurasse un bel rapporto come quello che legava me e Seth. Ma era impossibile.

-Sei gentile a dirmi certe cose. Ti ringrazio-,risposi.

-Voglio ringraziare anche voi-, aggiunsi rivolgendomi a Billy e Sue che lo accompagnavano.-Siete stati molto gentili ad accettare l’invito al matrimonio-.

-E’ stato un piacere-, disse Billy.

Ma mentiva. Il vero motivo della sua partecipazione era per tenerci d’occhio e per ricordarmi del patto. Inoltre sperava che Jacob decidesse di venire al matrimonio per salutare Bella. In questo modo l’avrebbe rivisto.  Non ci feci troppo caso, cercando di concentrarmi sulla persona più importante:Bella.

Non era importante quello che pensavo io, ma quello che pensava lei.

Lei era felice che ci fossero, in qualche modo rappresentavano un legame con Jacob.

Sapevo che lo stava pensando, o almeno lo credevo.

Non ero più riuscito a mettermi in contatto con lui, dopo la sua fuga.

L’unica cosa che mi ero sentito in dovere di fare era di mandargli l’invito al matrimonio:io al suo posto avrei voluto poter scegliere, perlomeno poter salutarla.

Non sapevo se Jacob avesse deciso di accettare l’invito ma avevo provato comunque:per Bella sarebbe stato il regalo più grande.

Seth ci salutò e spinse in avanti Billy, verso il buffet.

Continuarono i saluti e le congratulazioni:Angela e Ben, Mike e Jessica e il clan dei Denali.

Sentii Bella irrigidirsi al mio fianco.

Tanya venne verso di me e mi abbracciò.

-Ciao Edward. Era da un po’ che avevo voglia di vederti. Ho sentito la tua mancanza-,disse.

Sceglieva sempre i momenti meno opportuni per dire certe cose. Risi imbarazzato e mi allontanai da lei, anche perché ero preoccupato per Bella:era da un po’ che non la sentivo respirare.

-Già. E’ dà parecchio che non ci incontravamo. Ti trovo in forma-,risposi educato.

-Anch’io ti trovo bene-,aggiunse.

Era il momento di fare le presentazioni ufficiali, niente più fraintendimenti.

Bella non parlava, avrei tanto voluto conoscere i suoi pensieri, mentre l’unica cosa che riuscivo a percepire erano quelli non proprio educati e innocenti di Tanya.

-Tanya, voglio presentarti mia moglie, Bella-, dissi orgoglioso e pieno di soddisfazione

Cercai di marcare bene l’aggettivo mia. Era mia perché era l’unica donna che volessi, che desiderassi , che sentissi mia.

Bella mi guardò con gli occhi meravigliati, spalancati, come non si aspettasse una presentazione tanto solenne e ufficiale.

I pensieri di Tanya si erano calmati, rassegnata dal fatto che qualunque cosa avesse fatto niente avrebbe potuto allontanarmi dalla mia Bella.

-Sono felice di conoscerti. Fai parte della famiglia ora-,le disse educata.

Era triste, non tanto per aver perso del tutto la speranza su di me, ma perché avrebbe voluto trovare anche lei un uomo che rappresentasse quello che per me rappresentava Bella. Non potei che provare compassione per lei:era un desiderio legittimo. Inoltre si sentiva in colpa per non averci concesso l’aiuto richiesto  mesi prima.

-Noi ti dobbiamo delle scuse…perlomeno io mi sento di dartele. Avete chiesto il nostro aiuto poco tempo fa e noi ve l’abbiamo negato. Perdonaci, Bella, se puoi -,aggiunse Tanya.

-Certo, nessun problema. Anche per me è un piacere fare la tua conoscenza-, rispose Bella tutto d’un fiato.

Probabilmente la conoscenza con Tanya era l’incontro che più temeva. Sapevo che era stata gelosa di lei ed era innegabile che mia aveva fatto piacere. Anche quella si era aggiunta alle mie nuove sensazioni umane che non avevo ancora mai avuto il piacere di provare.

-Kate, ti rendi conto che ora siamo le uniche zitelle della famiglia?Quando avremo la fortuna anche noi di incontrare l’anima gemella? -,scherzò Tanya rivolgendosi alla sorella , dando voce ai suoi pensieri di poco prima.

-Aspetta e spera-,rispose laconica Kate,alzando gli occhi al cielo.

-Ciao Bella!Scusa se non mi sono ancora presenta-,le disse stringendole la mano.

-Io mi chiamo Carmen, lui invece è Eleazar. E siamo felici di fare, finalmente, la tua conoscenza-,aggiunse,infine, gentilmente Carmen.

Bella era evidentemente a disagio davanti a tante attenzioni.

-Grazie!Anch’io sono felice di avervi conosciuto, finalmente-, riuscì infine a balbettare, stringendo la mia mano.

-Meglio andare. Non è il caso di continuare a monopolizzare gli sposi. Avremmo tempo per approfondire la conoscenza-, concluse Tanya divertita mentre lasciava il posto ad altri invitati.

Osservai Bella ancora attonita dopo il recente incontro. Lei alzò lo sguardo su di me e mi sorrise, un sorriso che mi avrebbe fermato il cuore.

Sembrava più rilassata.

Dopo aver salutato tutti i presenti tagliammo la torta e fummo accecati dai flash delle macchine fotografiche, mentre ci imboccavamo a vicenda e sotto lo sguardo sbalordito di Bella, inghiottii la mia porzione. Non poteva mancare il lancio del bouquet, che Bella lanciò con estrema destrezza tra le braccia di Angela.

Il momento più divertente per i miei fratelli fu quando dovetti sfilarle la giarrettiera. Un po’ meno lo fu per me. La afferrai con i denti con cautela cercando di non toccare la morbida pelle delle sue gambe:fortunatamente le era quasi scesa alle caviglie e la tortura durò poco.

In quel momento sentii il fastidioso pensiero di Mike Newton:avrebbe voluto essere il mio posto. Seccato da quei pensieri molesti gliela lanciai dritta in faccia sperando di destarlo da quei pensieri impuri.

Ma il mio momento preferito fu quando iniziò la musica e potei prenderla tra le braccia per farla ballare.

Fino a quel momento non avevamo avuto modo di parlare, presi com’eravamo dai riti tradizionali del matrimonio.

-Come va amore?O dovrei chiamarti “signora Cullen”?Il ricevimento è di tuo gradimento?-, le sussurrai all’orecchi stringendola più forte verso di me e inebriandomi del suo profumo.

Sorrise.

-Sarà difficile abituarmi a sentirmi chiamare signora. Cullen per giunta-, rispose.

-Hai tutto il tempo che vuoi-, le ricordai e mi chinai per baciarla.

Troppo presto Charlie venne a reclamare Bella per un ballo.

Di malavoglia mi scostai e sentii Esme stringermi un braccio.

-Sono tanto felice per te Edward-, affermò sorridendo.

Mi chinai per abbracciarla.

-Grazie mamma-.

-E’quello che ti meriti, tesoro-, rispose.

Commosso, la trascinai a ballare in attesa che Bella tornasse da me.

Quando iniziò una nuova canzone mi accorsi che Mike Newton aveva chiesto  Bella di ballare. Lei aveva lo sguardo vagante per la sala. Probabilmente mi stava cercando, soffocata dalla presenza di Mike e mi affrettai a raggiungerla per sfilarla dalle sue braccia.

-Che ha fatto Mike per meritare un trattamento del genere?-,mi fece notare, mentre la stringevo a me.

-Non hai idea quanto disgustosi fossero i suoi pensieri. L’avrei picchiato per aver osato immaginarti in certi modi -, risposi, ripensando ai pensieri osceni che aveva fatto su Bella tutta la sera.

-Davvero?Prima o poi mi racconterai…-, rispose lei divertita.

Era davvero incantevole. I capelli raccolti le lasciavano scoperto il suo viso meraviglioso illuminato dai suoi grandi occhi color cioccolato, che risaltavano in contrasto al candore della sua pelle e dell’abito.

Il vestito aderiva perfettamente al suo busto e ai suoi fianchi, mettendo in risalto le sue forme perfette, e terminando con una ampia gonna lunga con lo strascico.

Era più bella che mai, bellissima. Non mi stupiva che Mike potesse desiderarla così tanto.

-Sei un incanto stasera!Ti sei vista?-, le chiesi, conoscendo già, per la verità, la risposta.

-A dir la verità no, almeno mi sembra. Sai com’è: ero un po’ in confusione prima. Perché?-

-Per vedere quanto bella sei. Non ti rendi conto delle tue potenzialità. Faccio fatica a tenere a freno l’impulso di fare a cazzotti con Mike. Continua a fare dei pensieri su di te che neppure immagini. E tutto perché sei davvero una bellezza unica stasera-.

Sicuramente lei non si era guardata. Probabilmente non pensava di essere così bella.

-Ma per te sono sempre bella!Anche se indossassi degli stracci, lo sai, mi troveresti attraente-.

Lo sapevo?Sapevo che,  per me che l’amavo, era incantevole e bellissima sempre, ma come poteva continuare a sottovalutarsi  così, senza comprendere quanto splendida fosse in realtà?

 Non le risposi, rimasi in silenzio e la feci voltare verso le vetrate che riflettevano la festa come un lungo specchio e le indicai la coppia riflessa.

-Secondo me ti sbagli. Tutti pensano che tu sia bellissima-.

Mentre lei osservava la vetrata io fui attirato da uno strano pensiero, estraneo a tutti gli invitati. C’era Jacob. Era venuto per vedere Bella, anche se non era convinto di aver fatto una buona scelta ed era ancora indeciso se andarsene o meno.

-Qualcosa non va?-,chiese Bella, attenta ad ogni mio cambio d’umore.

Le sorrisi raggiante.

-E’ arrivato il mio regalo di nozze-.

-Cosa?-, chiese sempre più confusa.

Non risposi, ma la ripresi nuovamente tra le braccia e la feci volteggiare verso il lato più buio del giardino.

Guardai dritto negli occhi Jacob. Ancora una volta agivo per Bella. Sapevo che non era completa senza di lui, le mancava il suo testimone di nozze, il suo miglior amico. Nel giorno, probabilmente, più bello della sua vita,lui non poteva mancare.

Avevo capito che ormai era diventato parte di lei e la sua lontananza significava dolore per Bella.

-Grazie di aver accettato l’invito-.

-L’ho fatto solo per Bella -, rispose sarcastico Jacob dal buio della notte,-posso chiedere alla sposa un ballo?-.

Bella era immobile, non dava segno di vita. Tratteneva di nuovo il respiro.

-Sei tu?Sei Jacob?-,ansimò senza fiato.

-Certo Bella, sono io. Ciao-, la salutò lui serio.

Bella tremava, mentre si avvicinava a lui. La sostenni finché non sentii le mani di Jacob afferrarla. Mollai la presa affidandola a lui.

Lui la abbracciò e io fui colpito da una fitta di invidia.

-Ho promesso a Rosalie un ballo. Meglio che vada:potrebbe arrabbiarsi e non rivolgermi più la parola-, aggiunsi frettolosamente.

Li lasciai soli. Quello era il mio regalo per Bella. Il regalo che mi costava di più farle.

Non mi allontanai di molto. Cercavo di tenere sotto controllo i pensieri di Jacob. In fin dei conti era una situazione per lui fonte di instabilità emotiva e poteva perdere il controllo da un momento all’altro. Anche Sam sembrava averlo capito: lo teneva d’occhio, assieme a Quil, dall’interno della foresta.

Anche Seth si era avvicinato e teneva d’occhio la situazione.

Cercai di rilassarmi:in fin dei conti eravamo fin troppi ad essere pronti ad intervenire.

Speravo che ora Bella potesse essere felice:aveva accanto tutte le persone che amava.

Era difficile per Jacob essere con lei, lo capivo, ma in qualche modo sapevo che sarebbe venuto. In fin dei conti sapeva che non era un semplice matrimonio, sapeva che forse era l’ultima occasione per vedere Bella umana.

Non si era ancora rassegnato a perderla in quel modo. Per lui equivaleva vederla morire.

Jacob si stava innervosendo e stava perdendo il controllo. Sentii Seth irrigidirsi poco lontano da me preparandosi ad intervenire.

Certo il motivo per cui Jacob si stava innervosendo era più che valido:lo stesso motivo per cui ero nervoso da giorni. E aveva ragione. Eravamo matti. Bella per avere avuto l’idea, io per averla assecondata.

Ma Jacob stava esagerando, le stava facendo male e intervenni prima che la situazione precipitasse.

-Lasciala stare. Smettila di toccarla e allontanati-, ordinai perentorio.

Anche i lupi si erano avvicinati per calmare Jacob.

-Jake dai retta a Edward. Lascia stare Bella-, aggiunse Seth.

-Immediatamente-,ringhiai.

Jacob la lasciò andare. Mi affrettai ad afferrare Bella e ad allontanarla da Jacob spostandola alle mie spalle. Ero di fronte a Jacob, pronto ad attaccare. Sam e Quil si frapposero fra noi pronti a frenare un possibile attacco.

Seth si avvicinò a Jacob afferrandolo per un braccio.

-Vieni Jake, ti porto a casa-.

-Io ti uccido. Giuro che ti uccido-, disse in preda alla rabbia e alle convulsioni.

Seth cercò nuovamente di trascinarlo via.

-Non dire cavolate Jake!Sei fuori di te,vieni!-.

Intervenne Sam, che spinse Jacob lontano, portandolo via.

-Scusa Jacob-, sussurrò Bella dietro di me.

-Bella tranquilla. E’ tutto sistemato-, mormorai continuando a fissare Quil che mi ricordava, nuovamente, del patto.

Aspettai che se ne andasse.

-Vieni. Gli ospiti ci aspettano-, dissi voltandomi verso Bella.

Aveva il viso rigato di lacrime e tremava.

-E Jacob?...-.

-E’ con Sam. Sta cercando di calmarlo-.

Speravo che le cose non andassero così.

-Sono sempre la solita. Perché non riesco a stare zitta?...-.

-Bella, tranquilla. Non hai fatto niente di sbagliato…-.

 Perlomeno per ora non avevamo fatto niente che potesse mettere a repentaglio la sua vita.

-Quanto sono stupida?Perché sono andata a dirgli certe cose…-.

-Ora basta. Smettila di angosciarti-, le dissi sfiorandole il viso per asciugarle le lacrime.-Torniamo dagli ospiti prima che si accorgano della nostra mancanza-.

Era disorientata e spaventata. Jacob voleva essere una Bella sorpresa e non fonte di tormento per lei.

-Ancora due secondi. Come sto?-,chiese.

-Benissimo. Sei  perfetta-

Sospirò a fondo.

-Sono pronta. Torniamo-.

La abbracciai e la riportai verso il ricevimento. Nessuno si era accorto dell’accaduto. Tutto si era svolto nella penombra, silenziosamente.

Ricominciammo a ballare.

-Tutto…-. Non sapevo se chiederglielo. Forse voleva solo cancellare l’accaduto e godersi la festa. O forse voleva andarsene, per sfogarsi in silenzio, lontano da tutti gli sguardi puntati inevitabilmente su di noi.

-Tutto bene,davvero! Cosa mi è saltato in mente?Perché ho rivelato certe cose a Jacob?Deve esserci qualcosa che non va in me…Continuo a fare cose sbagliate-.

-Bella, non hai fatto nulla di male. Non angosciarti-.

Lei non aveva fatto niente di male. Lei non si rendeva conto con chi aveva a che fare.

Era colpa mia. Io dovevo frenare da principio la sua idea di fare l’amore con me prima di essere trasformata. Ero stato stupido e avventato anche solo  averla presa in considerazione.

-Ormai il danno è fatto. E’ meglio evitare di pensarci e goderci la serata. Che ne dici?-,aggiunse.

Annui, silenzioso, occupato a lacerarmi nei miei pensieri.

-Edward?-.

Chiusi gli occhi. Non volevo ulteriormente rovinarle la serata con le mie angosce.

Mi avvicinai a lei appoggiando la mia fronte sulla sua.

-Bella, non posso fare a meno di pensare che Jacob abbia pienamente ragione-.

-No, Edward-,rispose Bella con voce ferma e decisa.-Jake non sa nulla di noi, non riesce a giudicare senza farsi influenzare dai suoi pregiudizi-.

-Invece ha ragione lui. Non dovevo neppure prendere in considerazione l’idea di… -.

-Basta Edward-, ordinò Bella prendendomi il volto tra le mani.

Aprii gli occhi e affondai nei suoi.

-Smettila. Non pensare più a Jacob.Questo è il nostro giorno, il nostro matrimonio. Dobbiamo pensare solo a noi e a nessun altro. Hai sentito?-

-Come vuoi-, sospirai. Si, avevo sentito. E non avevo fatto altro che pensare a lei e a me cercando di trovare un appiglio di convinzione in me stesso. Ero forte abbastanza o mi illudevo solo di esserlo?

-Dimentica quello che è appena successo e torniamo a goderci la nostra festa. D’accordo?-.

Avevo già dimenticato Jacob. Erano le sue parole che aleggiavano imperterrite nella mia mente, come echi dei miei pensieri.

La guardai intensamente. Non potevo pensare di farle del male, rifiutare di credere che avrei potuto. In fin dei conti ero stato abbastanza forte da resistere al suo sangue. Forse potevo farcela anche in questo caso.

-D’accordo-, le dissi.

-Sono felice che mi hai dato ascolto. Non devi temere per me, hai capito?-

-Io non riesco a farne a meno-, risposi sincero.

-Non dire così-, disse sorridendo,-Ricorda che ti amo-.

Anch’io, senza dubbio. Era proprio quello il motivo per cui avevo paura.

-Non saremo qui altrimenti-, le risposi abbozzando un sorriso.

Emmett si stava avvicinando per reclamare Bella.

-Ora basta. Smettila di tenere la sposa tutta per te!-, disse, spuntando alle mie spalle.-Lasciami fare un ballo. Non resisto: ho voglia di prenderla un po’ in giro-, scherzò, scoppiando a ridere.

Lascia Bella alle sue sgrinfie e cercai Alice per un ballo. Non avevo avuto ancora modo di ringraziare la mia sorellina che sapeva essere tanto fastidiosa quanto adorabile.

La trovai assieme a Jasper e la monopolizzai per un ballo.

-Grazie Alice, per tutto-, dissi.

-Oh, Edward!Grazie a te che mi hai lasciato fare tutto questo!-, rispose.

-Devi solo ringraziare Bella. Io ho fatto come voleva lei-.

Sorrise.

-Fra un po’ dovete partire. Ho già preparato tutto, anche la valigia per Bella-.

-Grazie ancora per esserti occupata di tutto-, aggiunsi mentre mi staccavo da lei per ritornare da Bella.

-Un’altra cosa!-, disse. Ma non parlò, non servì. Le immagini parlavano chiaro.

-E’ stato un po’ disgustoso prevedere una certa cosa ma se serve a farti stare più tranquillo…andrà tutto bene Edward, non le farai del male. E’ l’unica possibilità che vedo!-.

-Grazie-, risposi, in parte sollevato e mi avvicinai per stamparle un bacio tra i capelli.

Non avevo avuto il coraggio di chiedere ad Alice una cosa del genere. Probabilmente Jasper aveva interceduto per me. Ora ero leggermente più tranquillo.

Ritornai da Bella, riaccogliendola tra le mie braccia e facendola volteggiare sulle note di una nuova melodia.

-Non vedevo l’ora che tornassi. Mi piace ballare con te-,disse.

-Non ci credo!Se penso a tutte le paturnie che mi hai fatto al ballo di fine anno… -, dissi, allibito. Non avevo dimenticato le paturnie che mia aveva fatto quando l’avevo portata al ballo di fine anno.

-Beh…mi piace solo perché posso stare tra le tue braccia. Sai, ho pensato che ora non ci lasceremo ma più-, disse stringendosi ancora più forte a me.

-Ti resterò per sempre accanto-,le promisi. E mi chinai per baciarla. Il contatto con le sue labbra era come sempre un’emozione unica, forte, che mi faceva sentire il più possibile umano

Non l’avrei più lasciata, per nessuna ragione al mondo.

-Dovete partire!Bella vieni a prepararti-. Alice interruppe il nostro momento di intimità, ma io la ignorai continuando a lasciarmi tentare da quelle labbra calde e morbide.

-Muoviti Bella!Perderai l’aereo e di conseguenza anche la luna di miele-.

Fui costretto a separarmi da Bella per intimarle di andarsene.

-Lasciaci in pace Alice-, bisbigliai, tornando alla mia tenera e sensuale occupazione di poco prima.

-Dai Bella!Ti devi cambiare!Non vorrai salire in aereo vestita da sposa?-, insistette.

Anche Bella la ignorò, continuando a occuparsi di me.

Alice passò alle minacce.

-Bene. Edward, vedi di lasciarmi Bella altrimenti le rivelo il nome della meta-.

Mi arresi.-Sei proprio fastidiosa-, dissi, affettuosamente.

-Ho passato un’intera mattina a scegliere l’abito da viaggio per Bella. Non voglio che vanifichiate i miei sforzi. Avrete tutto il tempo per baciarvi come si deve-.

E lascia Bella in balia di Alice.

Sfruttai quel tempo per andarmi a cambiare e per andare a salutare Esme ,Carlisle e i miei fratelli. Aspettavo Bella ai piedi dello scalone per partire. Se era possibile era ancora più bella. I capelli mossi le ricadevano ondulati sulle spalle incorniciando il suo incantevole viso sfumato di rosso. La presi per mano e aspettai che finisse di salutare gli ospiti. Cercava Charlie.

-Vieni-, le dissi, trascinandola verso la parete in cui si era rifugiato, commosso.

La lasciai sola, scostandomi un po’ mentre finiva di salutarlo. Charlie era triste:Bella le sarebbe mancata. Non potei fare a meno che provare un po’ di dispiacere per lui. Probabilmente non l’avrebbe più rivista.

La ripresi tra le mie braccia e la spinsi attraverso la folla di invitati verso l’esterno.

-Andiamo?-,chiesi.

-Certo-, rispose convinta.

La baciai sulla porta di casa e la trascinai giù per le scale mentre venivamo colpiti dai chicchi di riso. Cercai di ripararla da quella tempesta ma, probabilmente Emmett, riuscì a colpirla con grande precisione.

Salimmo in macchina e partimmo lasciando dietro di noi urla, saluti e pianti.

Finalmente eravamo io e lei.

Le strinsi la mano che teneva in grembo.

-Ti amo-, le dissi.

Posò la testa sul mio braccio.-Non saremo qui altrimenti-, disse, riprendendo una frase usata da me poco prima. Mi chinai per baciarle i capelli.

Era vero:l’avevo sposata perché l’amavo e per me era il passo più naturale possibile da fare.

Il matrimonio era una promessa. Promettevo a Bella di amarla e di prendermi cura di lei per sempre.

Mentre percorrevo l’autostrada nera a tutto gas un suono cupo e profondo riempì l’atmosfera…Jacob.

Non so se Bella l’avesse sentito. Mi augurai di no…era un urlo di profondo dolore.

 

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Capitolo 6
*** Isola Esme(prima parte) ***


Ciao a tutte

Ciao a tutte!Vi posto un altro po’ della mia ff!!Spero vi piaccia. Fatemi sapere. Ringrazio per tutti i commenti ricevuti e per tutte le persone che mi hanno messo tra i preferiti o seguiti!!A domani.

5.Isola Esme (prima parte)

In un quarto d’ora raggiungemmo Port Angeles. Trascinai Bella esausta fino all’imbarco per Seattle. Era distrutta. In aereo si addormentò nuovamente col capo appoggiato alle mie ginocchia mentre le accarezzavo dolcemente i capelli.

Era un bene che dormisse così non avrebbe posto domande sulla nostra meta mantenendo la sorpresa.

Dovetti svegliarla arrivati a Seattle.

-Andiamo a Houston?-, chiese delusa all’imbarco, leggendo la nostra prossima meta.

-Tranquilla, è solo una tappa del viaggio-, la rassicurai sorridendo.

Una volta in aereo si riaddormentò di nuovo. A volte mi dimenticavo che fosse umana. Dovevo ricordarmi  di farla mangiare:lei non se ne sarebbe preoccupata.

Riuscii a trascinarla a mangiare qualcosa prima di raggiungere il banco dei voli internazionali, per il check-in.

-Rio de Janeiro?Questa volta è la meta?-, chiese più entusiasta di prima.

-Mmm…no-, risposi senza darle troppa soddisfazione.

Anche durante questo volo Bella si addormentò profondamente, incurante delle luci e delle voci, dormendo per tutto il giorno. Ogni tanto si agitava nel sonno pronunciando il mio nome, a volte sorridendo a volte imbronciandosi, e non potevo fare a meno di chiedermi cosa stesse sognando. Non riuscivo ancora a credere che fosse mia moglie:sorridevo estasiato a quel pensiero.

A Rio prendemmo un taxi che ci portò al porto, dove ci aspettava lo yacht che gentilmente Carlisle mi aveva prestato.

Caricai le valigie all’interno e poi aiutai Bella a salire, prima che cadesse in acqua, maldestra com’era.

Puntai verso oriente a tutta velocità. Avevo guidato poche volte in mare e avevo dimenticato quanto fosse piacevole.

Bella rimase silenziosa per tutto il tragitto. Non le chiesi il motivo. Magari stava pensando a dove la stavo portando o magari pensava a Jacob. Non potevo farci nulla, nonostante mi corrodesse l’idea:lui era parte di lei e io dovevo accettarlo.

-Quanto manca?-, chiese Bella curiosa destandomi dai miei pensieri.

Mi voltai per guardarla:era pietrificata nel sedile con le mani ben salde , probabilmente spaventata dalla mia guida. Sorrisi.

-Devi pazientare ancora mezz’oretta-, risposi, accelerando per accorciare i tempi.

Quando scorsi la costa la chiamai.

-Bella, amore, guarda là, di fronte a te-, dissi indicando il punto da osservare.

La vidi fissare intensamente dove avevo indicato, cercando di individuare qualcosa.

Forse l’avevo chiamata troppo presto.

-Non capisco dove siamo-, disse dopo un po’.

Mi voltai e le sorrisi orgoglioso.

-All’isola Esme-.

Rallentai per avvicinarmi al molo illuminato dalla luce lunare.

Spensi il motore e mi voltai verso Bella.

-Hai detto isola Esme?-, chiese con un sussurro.

-Si. Carlisle ha regato quest’isola a Esme e,  hanno deciso di prestarcela per la luna di miele-, risposi tranquillo.

Carlisle aveva regalo l’isola ad Esme nel 1971, per il loro cinquantesimo anno di matrimonio.

Erano stati davvero generosi a farci quel regalo di nozze. Ma sapevo che Esme ci teneva che tutto fosse semplice per Bella e pareva una buona idea portarla in quel posto così caldo.

Posai le valigie sul molo e risalii per aiutare Bella. La sollevai tra le mie braccia per condurla in casa.

-Di solito si solleva la sposa prima di entrare in casa…-, constatò mentre saltavo sul molo e afferravo le due valigie che avevo appoggiato poco prima.

-Giusta osservazione. Ma io voglio fare le cose per bene e poi sarai stanca-, risposi. In realtà avevo un bisogno eccessivo di sentirla vicino a me, di poter affondare il mio volto tra i suoi capelli.

Mi incamminai silenziosamente, accompagnato dal ritmo del suo cuore che si faceva sempre più insistente. La guardai:non respirava più. Guardava fisso davanti a sé come ipnotizzata. Pensai che fosse assalita da un attacco di panico, lo stesso che attanagliava anche me. Posai le valigie sotto la veranda e aprii le porte.

La guardai di nuovo, aveva ricominciato a respirare e aspettai un suo cenno prima di entrare.

Bella mi fissò con i suoi grandi occhi illuminati dalla luna e io prosegui portandola in giro per le stanze, fino all’ultima:la camera da letto.

Un grande letto bianco troneggiava nella stanza, letto che Esme aveva appositamente comperato per l’occasione.

La lasciai scendere.

-Recupero le valigie-, le bisbigliai all’orecchio.

Feci più in fretta possibile e quando tornai mi accorsi che Bella stava sudando:forse avevo ecceduto in pignoleria, forse era troppo caldo anche per lei.

-E’ troppo caldo?Ho pensato che avrebbe facilitato le cose-, dissi, sincero,accarezzandole la nuca per darle un po’ di sollievo.

-Sempre scrupoloso-, mormorò.

-Beh...ho pensato che era meglio semplificare la situazione-, ammisi ridacchiando nervosamente.

Appoggiai le valige su una cassettiera bianca e preparai aperta quella di Bella, in caso le fosse servito qualcosa.

Quando ne vidi il contenuto sorrisi tra me imbarazzato. Era piena zeppa di completini intimi molto poco casti che Bella non avrebbe mai trovato il coraggio di indossare. Non me la vedevo proprio…anche se…mi sarebbe piaciuto.

Chissà quale altra visione aveva avuto ancora Alice per dotare Bella di quell’arsenale?

Sentii Bella deglutire nervosamente e tornai ad occuparmi di lei. Dovevo darle tempo, come mi aveva consigliato Emmett.

-Che ne pensi se, prima, facciamo un bagno di mezzanotte. La temperatura dell’acqua deve essere perfetta ,calda al punto giusto…per te!Dovrebbe piacerti questo tipo di spiaggia-.

-Certo, è un’ottima proposta-, rispose a mezza voce.

-Ti lascio sola. Avrai bisogno di un po’ di tempo per te…da umana-.

Bella annuì rigida. Le sfiorai il collo con le labbra, scendendo fino alla punta delle sue spalle.

-Non farmi aspettare troppo però...-.E, così dicendo, la lasciai sola, attraversando la portafinestra che dava sulla spiaggia e scrollandomi la camicia di dosso. Lasciai il resto dei vestiti appesi ad un albero ricurvo che si ergeva a pochi metri dall’acqua.

L’acqua era caldissima e sperai che questo fosse un sollievo per Bella. Per me era piacevole sentire il suo corpo caldo,mentre per lei doveva risultare alquanto fastidioso il mio, freddo. Mi tuffai in acqua cercando di calmare l’agitazione che stava aumentando in me.

Dovevo essere padrone della situazione per non farle del male, non dovevo perdere il controllo. Ma come sapevo se ce l’avrei fatta non conoscendo a cosa andavo incontro?

Carlisle si fidava di me e credeva che tutto sarebbe andato per il meglio. Anche Alice mi aveva rassicurato. Ma allora, da dove nasceva tutta quella preoccupazione?

Una strana consapevolezza sorse in me. Ero spaventato perché non sapevo cosa avrei dovuto fare, non sapevo come comportarmi. Tra tutti i libri che avevo letto nessuno aveva mai spiegato cosa fare in una situazione del genere. Per me era tutto nuovo, come lo era per Bella. Ogni sensazione,che lei aveva fatto nascere in me, era nuova e risvegliava la mia parte umana.

Ricordai la conversazione con Emmett. Non c’era niente da sapere, da imparare, tutto sarebbe stato naturale.

Bella ancora non si vedeva. Forse aveva cambiato idea, forse aveva ripensato alle parole di Jacob e aveva deciso di non affrontare questo momento, perlomeno da umana. Risalii in superficie, deciso ad andare a cercarla, quando sentii un fruscio dietro di me. Non mi mossi, rimasi immobile con lo sguardo immerso nell’oscurità del mare. Nascosi le mani in acqua, per nascondere i pugni, dovuti all’improvviso nervosismo e attesi il suo arrivo. Sentendola più vicina, riuscii a rilassarmi. Distesi i pugni e appoggiai i palmi della mano sull’acqua calda osservando i movimenti dell’acqua increspata provocati dall’avvicinamento di Bella. Il profumo mi invase. Appoggiò la sua mano sulla mia, delicatamente, avvicinandosi alle mie spalle.

-Favolosa-, disse. Voltai leggermente lo sguardo per vedere a cosa si riferisse e vidi che stava fissando la luna.

-Non male-, risposi indifferente.

Mi voltai lentamente, desideroso di vederla e di avvolgerla tra le braccia.

Era nuda…non me l’aspettavo. In realtà non avevo pensato a come mi avrebbe accolto ma non la pensavo così audace. Deglutii cercando di mantenere la calma. L’attrazione fisica che provavo verso di lei rasentava il desiderio che provavo per il suo sangue.

La presi per mano, intrecciando le sue dita alle mie.

-Favolosa…Questo aggettivo lo userei per descrivere te, non la luna. Non regge minimamente il confronto con te-,precisai.

Sorrise, sollevando la mano libera che poggiò sul mio petto all’altezza del mio cuore. Il suo gesto provocò un tremore lungo tutto il mio corpo, come una scarica di eccitazione. Sospirai, agitato.

-Bella…ho fatto una promessa e intendo mantenerla o perlomeno cercherò di  farlo-, dissi, nervoso.-Ma se diventa troppo per te, se ti rendi conto che perdo il controllo e ti faccio male  fermami subito-.

Annuì con espressione seria, continuando a fissarmi negli occhi.

-Non ti devi preoccupare-, mormorò.-Siamo due metà che si completano-.

 L’avvolsi tra le mie braccia, scosso dalla verità delle sue parole.

-Per l’eternità-, aggiunsi, accarezzandole il viso. Era così tenera e fragile tra le mie braccia. Mi chinai per baciarla dolcemente, affondando le mie mani tra i suoi capelli.

Lei si aggrappò con decisione alla mia schiena, ricambiando con passione il bacio.

Ma, troppo presto, si allontanò da me,guardandomi incerta. Probabilmente si chiedeva se era andata troppo oltre. Potevo capirla:le avevo imposto così tanti divieti che ora non sapeva più cosa le era concesso fare e cosa no.

L’attirai nuovamente verso di me, sollevandola per i fianchi per poter avvicinare il suo viso al mio. Si abbandonò tra le mie braccia con un sospiro rispondendo in modo inaspettato e molto più audacemente di quanto mi aspettassi :mi cinse il bacino con le gambe portandole dietro la mia schiena e affondando le labbra sul mio collo. Io sorrisi, lasciandola fare.

-Anche tu dimmi se faccio qualcosa che non va!Non voglio che sia troppo difficile o troppo doloroso per te-, sussurrò al mio orecchio. Mi sentivo abbastanza forte da concedermi gesti molto più imprudenti di quello. In fin dei conti Alice aveva previsto che non sarebbe successo niente.

Per tutta risposa iniziai ad accarezzarla, prendendo confidenza con il suo corpo, soffermandomi su ogni centimetro della sua pelle. Avevo sognato da sempre di poterla sfiorare in quel modo, sentirla fremere al mio tocco. Le sue mani, affondate nei miei capelli, scesero lungo le spalle e poi verso la schiena provocandomi  brividi ad ogni cambiamento di direzione.

Non avevo mai sentito pulsare il sangue di Bella tanto intensamente, né il suo cuore battere con una simile energia.

Spostai le mie labbra giù, lungo il profilo della sua mascella, proseguendo lungo il collo verso l’incavo delle sue spalle. Aveva un profumo squisito che richiamava veleno nella mia bocca . Lo ricacciai giù con disgusto e continua ad occuparmi di lei, scendendo fino all’incavo del suo seno. Quando lo sfiorai  con le labbra, inarcò la schiena, inclinando la testa all’indietro e premendo il suo bacino contro il mio. La sua pelle calda vibrava sotto il tocco delle mie mani , modellandosi sotto la mia pelle di pietra.

Si era completamente lasciata andare e fremeva ad ogni mia carezza. Alzai gli occhi per guardarla:era bellissima.

Teneva gli occhi chiusi, la testa rivolta all’indietro ed aveva le guancie sfumate di rosso. Si mordeva il labbro come se volesse attenuare i gemiti che uscivano dalla sua bocca.

Ritornai alle sue labbra che si dischiusero in un caldo bacio e lei si soffermò a succhiarmi e a morderli il labbro inferiore. Io mi azzardai a passarle la lingua attorno alle labbra, cosa che non avevo mai fatto prima. Ma mi sentivo audace e ottimista:non le avrei fatto del male, lei era il mio bene, la mia unica ragione di vita. Come avrei potuto?

 

La portai fuori dall’acqua il più velocemente possibile e la adagiai sul grande letto bianco. Mi scostai per guardarla:era bellissima, un angelo che si confondeva con il candore delle lenzuola.

Le sue guance avvamparono di rosso in risposta al mio sguardo eccitato, mentre si sollevava per attirarmi di nuovo dolcemente a sé.

-E’ già finito il bagno?-, sussurrò al mio orecchio, impaziente.

-Volevi continuare ancora un po’?-.

-No, certo che no-, rispose con voce soffocata mentre percorreva il mio petto con le labbra.

Mi inginocchiai, nuovamente su di lei afferrandole la mano: le baciai il palmo, per poi salire lungo la piega del gomito verso la spalla e il collo.

Li mi soffermai ad assaporarne la dolce fragranza e poi continuai, giù nell’incavo tra le spalle, e poi sempre più giù, soffermandomi sulle parti più nascoste del suo corpo. Ad ogni mio bacio  si contraeva e le sue labbra mi esortavano a continuare per darle sempre di più.

Ogni suo bacio mi provocava un piacere immenso e non faceva altro che aumentare la mia eccitazione. Quante volte avevo immaginato di stare con Bella in quel modo, di poterla stringere a me per sentire il calore e la morbidezza del suo corpo aderire alla mia pelle dura!Ma mai avrei potuto immaginato che l’eccitazione che sarebbe nata dentro di me potesse essere così forte, così totalizzante.

I nostri corpi si muovevano in sincrono e godevano delle carezze dell’altro.

-Dimmi se ti faccio male-, le sussurrai all’orecchio quando giunse il momento.

Lei non rispose ma affondò le mani alla base della mia schiena per farmi penetrare più a fondo. Sul suo viso apparve un’espressione di dolore e io mi fermai terrorizzato all’idea di averle fatto del male.

-Vuoi che mi fermo?-, le sussurrai all’orecchio.

 -Oh,no Edward, ti prego continua. E’ normale, basta che fai piano-, e la sentii premere nuovamente la base della mia schiena verso di lei. La lascia fare, abbandonandomi alle nuove sensazioni che nascevano in me.

Bella continuava a pronunciare il mio nome ansimando e io non potevo che non essere contento che mi cercasse, che mi chiamasse,che mi chiedesse di continuare e di stringerla più forte. Non potevo credere che avesse scelto me per provare, assieme a lei, questa gioia immensa.

Quando l’eccitazione arrivò al culmine un’onda di piacere ancora più forte delle precedenti invase il mio corpo, immerso in quello di Bella, mentre si aggrappava alle mie spalle affondando le unghie nella mia schiena. Mi faceva impazzire sentirla così presa da me.

Se non avessi praticato  più di un secolo di autocontrollo difficilmente sarei riuscito a resistere. Il piacere che provavo era amplificato dall’odore del suo sangue:ad ogni spinta il profumo si infrangeva sul mio volto, come un’onda, lasciandomi senza fiato.

Diventò  quasi impossibile controllarmi e affondai i denti zeppi di veleno sul cuscino, mentre, unito a Bella mi lasciai andare.

Ansimante Bella si lasciò cadere di fianco a me appoggiando la testa sul mio petto.

-Ti amo-, disse guardandomi con i suoi splendidi occhi.

-Anch’io Bella, per sempre-.

Appoggiò il capo sul mio petto, avvolgendomi con le braccia e si abbandonò ad un sonno profondo.

 

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Capitolo 7
*** Isola Esme(seconda parte) ***


Ciao a tutte

Ciao a tutte!!!Ringrazio come sempre per i commenti. Vi posto la seconda parte del capitolo che ho iniziato a postare ieri sera. E, se non l’avete notato, avevo saltato di postare un capitolo distratta come sono…ho rimediato, mancava il capitolo 4 che riguarda il festeggiamento del matrimonio.

Spero vi piaccia anche questa seconda parte del cap. Buona lettura

 

Capitolo 5.Isola Esme(seconda parte)

 

I capelli le coprivano il viso. Glieli spostai dolcemente per guardarla…era incantevole. Ancora arrossata, dormiva con le labbra impegnate in un sorriso estasiato. Io mi rilassai e mi preparai a passare il resto della notte in compagnia del ricordo dei dolci momenti appena trascorsi.

Tutta la paura e la tensione accumula erano scomparse, consapevole del fatto che le cose erano andate molto meglio di quanto avessi mai immaginato.

Chiusi gli occhi e ripercorsi ogni momento:il viso di Bella, le sue carezze, i suoi gemiti…tutto era stato perfetto. Il piacere che avevo provato unico, quasi inspiegabile.

Da una parte desideravo ardentemente il suo corpo, possederla in modo più intimo possibile, dall’altra l’odore del suo sangue e il suo pulsare nella vene faceva riaffiorare il veleno del mostro racchiuso in me. Ma era stato semplice resistere, tutto sommato: riuscivo a resistere al sangue squisito di Bella, almeno finché la ragione mi dominava. Ma c’era stato un momento in cui non ero stato sicuro di aver deciso qualcosa. In quel momento il piacere era diventato incommensurabile e se non avessi affondato i denti sul cuscino…non dovevo pensarci. Non le avevo fatto del male. Bella stava bene e riposava tra le mie braccia. La prossima volta avrei avuto un’idea più precisa di cosa aspettarmi e sarei riuscito ad incanalare l’eccesso di eccitazione altrove. Se c’ero riuscito la prima volta, la seconda volta sarebbe andata sicuramente meglio.

Il sonno di Bella era strano. Mi aspettavo che parlasse, che dicesse qualcosa…magari che sognasse me. Potevo sentirla a malapena respirare, quasi non si muoveva. Solo impercettibilmente il suo petto si muoveva su e giù sul mio. Probabilmente l’avevo fatta stancare troppo. E non l’avevo neppure fatta mangiare. Preso dalla situazione, me n’ero totalmente scordato. La mattina seguente, mi promisi, le avrei preparato una deliziosa colazione. Ma i miei pensieri non durarono a lungo in quella direzione. Il suo corpo era così caldo a contatto con il mio e la sua pelle così morbida che ne avrei desiderato ancora.

Aprii gli occhi, colpiti da una nuova luce, più accecante di quella notturna e inorridii.

Il sole appena sorto illuminava la schiena di Bella evidenziando lividi in tutto il suo corpo, alcuni più evidenti altri meno. Ero riuscito a farle del male Non si era mai lamentata mentre facevamo l’amore, almeno mi sembrava, e neppure mentre dormiva, l’avevo sentita farlo.

Ero un mostro, ecco cos’ero. Per tutta la notte mi ero convinto di non esserlo, trastullato dal dolce ricordo, ma la luce del mattino aveva portato con se l’amara verità.

Le avevo fatto del male. I lividi erano stati prodotti dalle mie mani, dalla mia presa troppo stretta sul suo fragile corpo, dai miei baci. Avrei tanto voluto allontanarmi da lei, svegliarla per sapere se provava dolore, se voleva che la portassi a casa, se voleva che la lasciassi in pace per sempre. Ero sempre e solo stato un problema per lei, le avevo sempre e solo causato danni. Come avevo fatto ad essere così irresponsabile?Un vampiro e un umana…non poteva uscirne nulla di buono. Eppure il desiderio incontenibile verso di lei mi aveva fatto quasi dimenticare le mie paure pur di possedere quell’unica anima e quell’unico corpo che volevo.

Ero un essere spregevole, sicuramente non degno della mia Bella.

Aveva ragione Jacob, l’aveva sempre avuta.

Aspettai paziente che Bella si svegliasse per sapere come stava. Non l’avrei più toccata, non avrei più fatto l’amore con lei, almeno finché non l’avessi trasformata, sempre che fosse la cosa giusta da fare. Ormai non ero più sicuro di niente. E Alice?Come poteva avermi assicurato?Come poteva avermi detto che le cose sarebbero andate bene?Forse, per lei,”bene” significava non uccidere Bella?

Le mie domande rimasero sospese, come macigni che solcavano i miei pensieri.

Bella si mosse piano, stringendo le sue mani attorno ai fianchi, sorridendo. Le sfioravo dolcemente la schiena, quasi senza toccarla.

-Perché sorridi?-,mormorai senza smettere di accarezzarla. Volevo sentirla parlare, dovevo assicurarmi che stesse bene.

Il suo stomaco brontolò e ancora una volta mi rimproverai per non averla fatta cenare la sera prima.

-Perché il mio lato umano sta riaffiorando-.

Per tutta la sera precedente anch’io avevo quasi dimenticato la differenza tra di noi e questo non aveva portato a niente di buono. Mi rabbuiai maggiormente a quel pensiero e distolsi lo sguardo dal corpo di Bella.

-Edward, che hai?Perché non mi guardi?-, chiese, dopo essersi sollevata su un gomito per guardarmi negli occhi.

-Non dovresti neppure chiederlo-, risposi, in modo più sgarbato di quanto volessi essere con lei. Lei non si meritava certo la mai scortesia, ma il mio umore non poteva essere più tetro.

E inoltre non potevo credere che lei non si rendesse conto di quale fosse il problema.

Bella rimase immobile, impietrita, assorta nei suoi pensieri, aggrottando la fronte.

Sembrava preoccupata, come se stesse realmente cercando il motivo della mia collera.

-Che hai?A cosa pensi?-, chiesi, accarezzandole la fronte.

Volevo sapere cosa pensava di me, volevo sentirmi dire che ero un mostro, il peggiore marito del mondo e che non voleva più saperne di me. Non mi avrebbe di certo fatto sentire meglio, ma almeno lei ne sarebbe stata consapevole e mi sarebbe stata lontana. Io non potevo, non volevo. Non ce l’avrei fatta ad abbandonarla. Ma lei ne aveva tutto il diritto.

-Mi sembri arrabbiato e non capisco cosa ho fatto…-.

Non serviva che finisse la frase. Avevo capito. Bella non mi avrebbe mai detto se le avessi fatto del male.

-Bella, potevi dirmelo. Ti fa tanto male?-, dissi lentamente.

-Male?-, chiese stupita.

Alzai un sopracciglio, aspettando la risposta. Non poteva negare, era coperta di lividi.

Si allontanò da me, allungando le braccia,contraendo i muscoli.

-Non sto male!Perché dovrei?-, disse seccata ma con voce tuttavia serena.

Chiusi gli occhi, innervosito. Era inutile negare.

-Smettila!-, la intimai.

-Cosa dovrei smettere?-, chiese ancora una volta come se le mie domande non avessero senso.

-Smettere di dire che stai bene e smettere di nascondere quello che sono. Sono stato un’ animale stanotte-, sputai,incollerito.

-Edward-, urlò scocciata.-Ma cosa dici?Non dire certe cavolate!-.

Come potevo non dirlo più. Era quello che ero, e la notte precedente lo avevo dimostrato. Come poteva continuare a negare di fronte all’evidenza.

-Ma ti sei vista?Come puoi continuare a dire che non sono una bestia?-, dissi mantenendo la voce più calma possibile. Non riaprii gli occhi. Non volevo vedere come l’avevo rovinata.

-Ti riferisci alle piume?-, chiese Bella, dopo un minuto che mi parve interminabile.

Sbuffai. Ma cosa stava dicendo?Possibile che volesse continuare a negare. Non la capivo.

-Le piume?No, per fortuna che ci sono …Stanotte ho morso il cuscino-.

-Perché l’avresti fatto?-.

Mi stava facendo innervosire. Spesso avevo pensato che Bella non mi considerasse un vampiro pericoloso, ma a volte mi sottovalutava proprio.

-Bella-, ruggii spazientito, tirandole il braccio, forse con molta meno delicatezza di quello che avrei voluto.-Vedi qui?-, continuai, indicando il livido sul suo braccio. Sfiorai ogni suo livido mostrandole che combaciavano perfettamente con la sagoma delle mie dita.

-Ah!-, sospirò meravigliata, come se l’avessi colta di sorpresa.

-Non so cosa dire…come scusarmi…mi dispiace di aver provato .Sapevo che sarebbe andata così. Mi dispiace…-, dissi affondando il volto tra le mani per nascondere ai miei occhi il male che le avevo fatto. Come avevo potuto?E peggio ancora..come avevo fatto a non accorgermene?Mi sembrava di essere stato controllato, cauto, dolce e invece…

-Edward-, Bella dolcemente mi chiamò, cercando di farmi risalire dal pozzo di tristezza nel quale ero caduto. Non risposi, disgustato. Come poteva ancora starmi accanto?

-Non voglio che ti scusi. Io non sono mai stata più felice. Edward sto davvero bene, non ti preoc…-.

La interruppi bruscamente.

-Non dirmi che non mi devo scusare e neppure preoccupare. Non puoi stare bene, Bella!Guarda come ti ho ridotta-, dissi secco.

Non poteva stare bene, era ricoperta di lividi che pulsavano richiamando sangue.

Erano una prova lampante che non ero in grado di controllarmi mentre facevo l’amore con lei, non ero in grado di dosare la mia forza.

-Non sto mentendo. E’ la verità-, si ostinò a continuare.

-Smettila Bella-. Era inutile convincermi del contrario.

-No, smettila tu Edward-,urlò Bella. Spostai le mani dal mio viso e la guardai cercando di capire cosa volesse dire, ancora.

-Stai rovinando il mio risveglio. Io sto bene e sono felice-.

Come poteva esserlo?Come poteva dirlo?Io non stavo rovinando proprio niente…l’avevo già fatto.

-Non sto rovinando proprio niente. Ho già commesso l’irreparabile-.

-Basta-, urlò, con un tono di voce più alto del precedente.

Non capivo. Non la capivo. Cosa voleva dirmi?Che le piacevo violento?Che le andavo bene anche così?Che poteva accettare anche questo?Digrignai i denti, ancora una volta stupito e allo tempo spaventato dai pensieri incoerenti di Bella.

-In questo momento vorrei tanto che riuscissi a leggere i miei pensieri!Almeno capiresti come sto realmente!-,sbuffò imbronciata.

Non era il momento, ma mi fece ridere, e mi rilassai.

-Adesso vorresti che potessi intrufolarmi nella tua mente?Ma sei sempre stata contenta di essere immune al mio potere…-.

-Ora vorrei…-.

La guardai dritto negli occhi, cercando di capire cosa mi sfuggiva. Perché voleva che le leggessi nel pensiero?

-E come mai?-, chiesi, attendendo una risposta che non tardò ad arrivare.

Bella mi colpì il petto, innervosita e incollerita.

-Perché la smetteresti di farti paranoie inutile sulla mia salute e potremmo goderci questa prima mattina da sposati. E invece no. Mi hai fatto arrabbiare…-.

-E’ giusto che tu lo sia-, fu la sola cosa che mi sentii di rispondere. Volevo che ce l’avesse con me. La sua prima volta doveva essere dolce e delicata, cosa che la mia natura non aveva permesso.

-E ora che lo sai, va meglio?Riesce a tranquillizzarti un po’ sapermi incavolata-.

Sospirai.-Per niente. Nulla potrebbe cambiare il mio stato d’animo e il mio senso di colpa-.

-E’ proprio questo il motivo per cui sono arrabbiata:il tuo umore influenza anche il mio. Ero felice fino a pochi minuti fa. Anzi felice è riduttivo, euforica direi-.

Ma di quale euforia parlava?Le era piaciuto fare l’amore con me nonostante le avessi quasi spezzato le ossa?Non la capivo. Alzai gli occhi al cielo, scuotendo la testa. Anche se avessi letto i suoi pensieri non sarei riuscito a comprenderli.

-In fin dei conti immaginavo che una cosa del genere potesse accadere. Lo sapevamo che era pericoloso…e se il risultato è solo qualche livido possiamo dire che è andata bene, no?-, disse facendo scorrere le dita lungo i suoi lividi.-Era anche la prima volta…nessuno dei due sapeva cosa aspettarsi…andrà sicuramente meglio la prossima volta..con  un po’ d’esercizio andrà sempre meglio-.

Cosa voleva dirmi?Che era pronta a riprovarci?Che era pronta a soffrire fino a quando io sarei riuscito a placare le mie pulsioni e a controllare meglio la mia forza?Non poteva esserle piaciuto. Certo tutta la notte lo avevo pensato, ma l’alba mi aveva rivelato ben altra verità. E poi cosa voleva dire con”In fin dei conti immaginavo che una cosa del genere poteva accadere”?Sapeva di rischiare la sua salute facendo l’amore con me e non se n’era preoccupata?Ero esterrefatto. Cominciavo a dubitare della sua salute mentale.

-Ma cosa stai dicendo Bella?Ti aspettavi tutto questo?Avevi messo in conto che ti avrei fatto del male, ma visto che non te ne ho fatto”troppo”possiamo ritenerci soddisfatti?-, sputai rabbioso.

Bella mi fissava, guardandomi negli occhi. Mi dispiaceva, forse la stavo spaventando. Invece di scusarmi e cercare di curare le sue ferite, inveivo su di lei.

Ma non riuscivo a capire come potesse continuare a starmi accanto, senza tremare e inorridire della mia presenza.

-Non avevo nessuna idea…non sapevo come sarebbe stato…certo che è stato al di sopra di ogni mio desiderio. Per me è stato bellissimo, non so per te… -, disse, quando mi fui calmando, distogliendo i suoi occhi dai miei e avvampando di rossore.

Avevo immaginato tutta la notte di sentire quelle parole uscire dalle sue labbra, ma ora faticavo a crederle.

Mi ammorbidii, intenerito dall’improvvisa confessione di Bella. Ma non riuscivo a non pensare a quello che avevo fatto.

Le portai un dito sotto il mento per alzarle il viso, all’altezza dei miei occhi.

-Guardami Bella!Temi che non mi sia piaciuto?E’ questa la tua preoccupazione?-, dissi, con una punta di rabbia. Non volevo essere così sgradevole, ma non riuscivo a calmarmi del tutto.

Non sollevò lo sguardo. Continuò a parlare fissandosi le mani.

-So che non c’è paragone. Tu non sei umano e la cosa per te sarà stata molto diversa. Ma per me…è stata la miglior esperienza della mia vita fin’ora-.

Era felice. Sembrava felice.

Ero spiazzato. Come sempre fraintendevo Bella. Forse non le avevo fatto male come pensavo o forse, presa dalle intense sensazioni della notte precedente, non se n’era accorta, sbadata com’era. Me l’avrebbe detto se le avessi fatto male, ma non ricordavo altro se non le sue richieste di stringerla più forte o la sua impazienza nell’unirsi a me.

-Mmm…non devi pensarla così. La mia reazione non ti deve confondere. E’ stata anche per me la notte migliore della mia vita… -.

Non finii la frase. Bella aprì le sue labbra in un sorriso compiaciuto e imbarazzato.

-Dici sul serio?La migliore in assoluto?-, sussurrò.

Come potevo resisterle?Come potevo essere stato così brusco quella mattina accecato dalla rabbia che provavo per me stesso?

 Avevo travolto Bella nella mia rabbia e nel mio disgusto senza chiedermi,realmente, quali fossero i suoi pensieri.

Dovevo spiegarle, doveva sapere che stare con lei era stato un piacere unico, indefinibile.

Le presi il volto tra le mani, pensieroso, cercando di trovare le parole giuste, per spiegarmi al meglio.

-Quando ho stretto il nostro patto non sapevo cosa aspettarmi. Carlisle mi sembrava la persona giusta a cui chiedere consiglio-, dissi, rabbuiandomi al pensiero dell’avvertimento di Carlisle a cui non avevo prestato la dovuta attenzione.

-E lui mi ha avvertito che fare l’amore con te poteva risultare pericoloso. Ma ha anche aggiunto che sarei riuscito a controllarmi, riponendo una grande fiducia in me-.

Bella cercò di parlare, ma la fermai appoggiandogli le dita sulle labbra.

-Mi ha anche spiegato che certe sensazioni, provocate da emozioni forti, possono alterare la nostra indole stabile. Ma secondo lui io non dovevo preoccuparmi di questo perché io sono già cambiato completamente nel momento in cui ti ho incontrata-, sorrisi, vedendo Bella così assorta e attenta alle mie parole.

-Non contento, ho chiesto un parere anche a Jasper e Emmett. Secondo l’oro, l’amore fisico, provoca un piacere molto simile al sangue umano. Ma per me è stato diverso. Ho assaggiato il tuo sangue e non esiste piacere più grande. Per noi è diverso, è unico-. Era vero. Quella notte il desiderio di possedere Bella, di sentirla dentro di me si era mescolato al desiderio, quasi incontenibile, del suo sangue, provocandomi un piacere a dir poco immenso.

Speravo di averle fatto capire un po’ come era stato fare l’amore con lei, irresistibile e magnifico allo stesso tempo, un piacere unico.

-Si, per noi è unico-, cantilenò felice e certa della sua affermazione.

-Questo però non cambia nulla. E’ comunque sbagliato e pericoloso continuare a mettere in pericolo la tua vita. Anche ammettendo che per te sia stato così bello come dici-, dissi, non potendo fare a meno di gettare un dubbio sulla veridicità della sue parole.

-Perché continui a pensarla così?Cosa ti fa pensare che stia mettendo?-.

-Bella, ti conosco fin troppo bene. Mi hai giustificato troppe volte, anche quando non l’avrei meritato. Non mi stupirei se stessi mentendo solo per farmi sentire meglio-, dissi.

Mi prese il viso fra le mani, provocandomi un brivido che si propagò lungo la schiena. Quanto avrei voluto riprenderla tra le mie braccia come la sera prima!Ricacciai il desiderio nel fondo della mia mente inorridito al solo pensiero di poterle di nuovo fare del male.

-Edward!Ora smettila  e ascoltami bene. Non devi minimamente mettere in dubbio la sincerità delle mie parole. Mi hai fatto passare dei momenti indimenticabili ma nessuno vale quanto stanotte. Al mio risveglio ero la persona più felice della terra e non mi aspettavo  certo di trovarti in questo stato e di doverti consolare. Ora ,per favore ,smettila di  lagnarti!Mi fai intristire ancora di più! -, concluse decisa.

In qualche modo credevo alle sue parole. Bella non era in grado di mentire.

Speravo che realmente, nonostante tutto, avesse passato una notte indimenticabile e mi dispiaceva averla fatta arrabbiare e non averla accolta nel modo che si meritava al suo risveglio.

Le sfiorai le sopracciglia corrugate, cercando di distenderle, per far assumere al suo viso un’espressione felice.

-Non voglio che tu sia triste per colpa mia-, dissi.

-E allora devi essere più felice tu!Il tuo umore tetro non è giustificato!-, insistette.

La guardai serio. Noi ci appartenevamo. Dipendevamo l’uno dall’altro. La nostra felicità o la nostra tristezza era legata a doppio filo.

-Cercherò di farmi passare questo umore!In fin dei conti hai ragione:quel che è fatto è fatto e non posso far nulla per rimediare. Tanto vale non filarci più sopra-. Era una promessa. Una promessa che le avevo già fatto e che intendevo rinnovare.

Bella mi guardò seria, aspettando, probabilmente una nuova crisi di rabbia da parte mia. Le sorrisi, cercando di mostrarmi sereno.

-Promesso?-, chiese.

Certo, avrei fatto qualsiasi cosa pur di farla felice.

In quel momento il suo stomaco ruggì e io mi ricordai che doveva mangiare. Lo stavo dimenticando, troppo spesso ormai, e lei non mi aiutava certo a ricordarmelo.

-Mi sembri affamata-, affermai e scesi dal letto alzando una nuvola di piume.

-Spiegami un po’… perché hai deciso di addentare i cuscini di Esme?Erano così belli!-, mi chiese Bella, mentre mi vestivo.

-E’ stato duro mantenere il controllo stanotte!Devi solo ringraziare che fossero i cuscini e non te-, risposi, scuotendo la testa, pensando a quanto ero andato vicino a farle del male sul serio.

Mi voltai sorridendogli. Avevo promesso di fare tutto quello che voleva lei.

Si alzò dal letto stiracchiandosi e l’orrore mi colpì nuovamente come uno schiaffo.

I lividi di Bella erano in piena mostra, ricordandomi quanto fossi stato mostruoso quella notte. Mi voltai di scatto. Non volevo vedere il meraviglioso corpo di Bella tumefatto in quel modo. Cercai di calmarmi, riprendendo a respirare.

-Sono così oscena?-, chiese Bella, quasi divertita. Non risposi e non mi voltai. Come poteva prendere alla leggera certe cose?Lei, ovviamente, era bellissima ma i segni sul suo corpo non potevano che aumentare l’odio verso me stesso e verso la mia natura.

Sentii un lamento provenire dal bagno.

Non mi ero accorta che Bella avesse lasciato la camera da letto.

Corsi da lei spaventato, pensando che avesse qualche ferita più profonda,di cui non mi ero accorto.

-Bella?-, la chiamai terrorizzato.

-Guarda che disastro!Le piume hanno creato un’unica fase con i miei capelli. Non riuscirò mai a liberarmene-, disse, indicando le piume. Giusto, dovevo immaginarlo:non si stava lamentando per le ferite che le avevo procurato, ma per le piume tra i capelli. Tipico di Bella.

-Delle piume ti preoccupi?-, le disse, rimproverandola e mi avvicinai per aiutarla.

-Devo essere proprio ridicola. Hai il permesso di ridere…se credi-. Era vero, ma non riuscivo ad essere sereno ed ero troppo di malumore per ridere.

-Cambierò tecnica…forse lavare i capelli può risolvere il problema-, disse dopo poco.-Che ne dici di aiutarmi?-, chiese abbracciandomi.

Deglutii a fatica. Era difficile resistere a un tale invito ma era meglio non scherzare con il fuoco.

Delicatamente mi liberai dal suo abbraccio.

-Ti preparo la colazione-, dissi a bassa voce, allontanandomi in fretta. Avrei tanto voluto starla accanto come la sera prima,non desideravo altro, ma non potevo. Non per il momento.

Mi misi ai fornelli mettendo in pratica le mie scarse conoscenze culinarie. Preparai un omelette, con uova, pancetta e formaggio sperando che Bella gradisse.

Si sedette al tavolo della cucina e le servii la colazione.

-Buon appetito!-, dissi sorridendole. Aveva indossato un vestitino di cotone che nascondeva i lividi più evidenti. Era bella, davvero. Nulla poteva sminuire la sua innata bellezza.

Mi sedetti, rassegnato, all’altro capo del tavolo e la osservai mentre mangiava affamata.

-Mangi troppo poco!Dovrei prendermi più cura di te-, dissi, più a me stesso che a lei.

-Edward…non avevo il tempo per mangiare, sono stata occupata in altre attività!Smettila di preoccuparti incessantemente per me. Sono davvero buone però!Chi ti ha insegnato a cucinare?-.

-Ultimamente ho guardato un sacco di programmi di cucina-, dissi sorridendo. Era stato il mio passatempo preferito con Esme nell’ultimo mese.

-E le uova?Dove le hai trovate?-, chiese.

-I domestici. Hanno riempito il frigo e dovrò chiedere loro anche di raccogliere le piume… -, dissi,mentre brutti pensieri riaffioravano nella mente.

Bella finì di mangiare  molto velocemente.

-Mi hai preparato una buonissima colazione!Grazie-, disse, chinandosi sul tavolo per baciarmi. Restituii il bacio velocemente e mi allontanai.

-Mi starai lontano per tutto il tempo che passeremo qui vero?E neppure mi toccherai, giusto?-,mi accusò Bella, con una punta di acidità nella voce.

No, non l’avrei più toccata. Non era mia intenzione farle del male nuovamente.

Sorrisi dolcemente e le accarezzai una guancia. Non sapeva quanto avrei voluto toccarla ancora.

-Sai che vorrei tanto comportarmi diversamente, ma non posso-, sospirai rassegnato, ritirando la mano dalla sua guancia. Finché non diventerai come me non faremo l’amore, non voglio rischiare di farti ancora del male. Non posso permetterlo. Mai più-.

 

 

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Capitolo 8
*** Distrazioni(prima parte) ***


6

6. Distrazioni(prima parte)

Nei giorni seguenti avevo cercato di tenerci il più occupati possibile, trascinando Bella in lunghe nuotate ed escursioni. Era difficile resisterle:era così bella, così sensuale, e cercava in tutti i modi di sedurmi, ma non cedetti mai alle sue lusinghe.

Avrei tanto voluto abbandonarmi anima e corpo a lei, ma non potevo, volevo,ma non l’avrei fatto.

Non le avrei più fatto del male, mai più. Bella non mi rendeva certo la cosa semplice:già di per sé era dura resisterle,e,vederla indossare il contenuto della sua valigia giorno e notte diventava pressoché impossibile da sopportare.

Inoltre aveva sviluppato in poco tempo una dose non indifferente di audacia che sfociava, quasi ogni sera, in premeditati agguati sempre più sensuali, che andavano al di là della mia immaginazione. Come sempre un secolo di autocontrollo aveva i suoi vantaggi…ma la mia scorta stava per finire.

Anche quella sera Bella era già da un po’ in bagno e pensai stesse organizzando un altro dei suoi apprezzati ma inopportuni attacchi a sorpresa.

Eppure avevo pensato che quella sera gettasse la spugna dal momento che, mentre mangiava, si era appisolata sulla tavola, svegliandosi poi di soprassalto quando l’avevo sollevata per portarla a letto.

Ero quasi deciso ad entrare in bagno, forse si era addormentata nella vasca mentre si lavava. Con la scusa di farle vedere l’isola la trascinavo in lunghe passeggiate e nuotate. E la sera crollava, stanchissima, subito dopo cena. Questo mi permetteva di dribblare i suoi tentativi per far l’amore con me.

Sentii la porta del bagno aprirsi e mi preparai ad accoglierla tra le braccia.

Ma Bella non aveva intenzione di venire a letto, non subito perlomeno. Deglutii a fatica, cercando di respirare normalmente, senza mostrare alcun segno evidente di cedimento.

Indossava un completo nero, di pizzo. Uno di quei completini che Alice le aveva infilato in valigia e che mai avrei pensato di vederle addosso. Era bellissima. E il nero le stava d’incanto: metteva in risalto il candore della sua pelle per non parlare delle forme del suo corpo.

Girò su sé stessa per farsi ammirare.

-Ti piace?-, domandò con una punta di imbarazzo.

Avevo perso la voce. Mi sentivo la gola secca. Ed ero senza parole. Poche volte mi ero sentito così spiazzato in vita mia e solo Bella aveva quel potere.

-Sei incantevole, come al solito, del resto-, mi limitai ad osservare, incapace di aggiungere altro.

-Grazie-, rispose, fissandomi negli occhi, cercando di smuovere la mia ostinazione.

Si intrufolò tra le mie braccia sbadigliando. La abbracciai forte, stringendola al mio petto. Non poteva capire quale rinuncia era per me non poterla toccare come avrei voluto.

-Ho un accordo da proporti-, disse assonnata.

Ero proprio curioso:cosa voleva adesso?Era meglio non saperlo. Sarebbe sicuramente stata una richiesta inesaudibile.

-Non stringeremo nessun accordo io e te-, risposi deciso.

-Ma non sai neppure di cosa si tratta-, replicò, mettendo il broncio.

-Non m’interessa-, ribadii, cercando di non mostrare la mia curiosità.

Sbuffò incrociando le braccia al petto.

-Come non detto. Buonanotte-, brontolò afflosciandosi tra le lenzuola.

Alzai gli occhi al cielo, impotente. Non potevo resisterle. Non quando usava quel tono offeso. Era adorabile. Come potevo non darle retta, non sapere cosa passava per quella sua strana testolina.

-Dimmi…-, dissi dopo un attimo, rassegnato, non accorgendomi che Bella stava già sprofondando in uno dei suoi lunghi sonni. Sorrise, aprendo gli occhi.

-Stavo pensando…l’idea dell’università non è così male. Forse potremmo posticipare la mia trasformazione e frequentare almeno il primo semestre. In questo modo poteri anche fare contento Charlie. Sarà felice di sentire i miei racconti su Dartmouth-.

Non sapevo che dire. Ero spiazzato. Era la richiesta che le avevo fatto tante volte, cercando di temporeggiare la sua trasformazione, e che Bella aveva sempre categoricamente rifiutato. E ora era lei a chiedermelo. Voleva rimanere umana ancora per qualche tempo. Era ovvio il perché. Sapeva che non sarei resistito ancora a lungo. Il mio più grande desiderio era fare ancora l’amore con lei e sapeva che non l’avrei più toccata finché non fosse stata come me. A meno che…

-Ho capito giusto?Vuoi posticipare la trasformazione?-, sibilai, a bassa voce, cercando di restare calmo. Bella non rispose. Tratteneva il fiato, probabilmente temendo la mia reazione.

-Perché  cambiare idea adesso?Non pensi che per me sia difficile non considerarti come vorrei?-, continuai, non riuscendo più a contenere la rabbia, afferrando la sottoveste che indossava.

Chiusi gli occhi, cercando di concentrare la mia attenzione altrove.

-Lasciamo perdere. Non mi va di discutere con te-.

-Veramente Edward:voglio andare a Dartmouth-.

Non era vero. Voleva provocarmi. Era impossibile che volesse rimanere umana dopo aver smosso mari e monti per convincermi a trasformarla.

-Io non credo Bella. E non credere che continuerò ancora a mettere a repentaglio la tua vita-.

-In realtà non mi interessa proprio il college, ma vorrei rimanere umana un altro po’-.

Avevo capito le sue intenzioni. Era ovvio che il college non le interessasse. Aveva solo deciso di farmi diventare matto.

Chiusi gli occhi, cercando di calmarmi per parlarle gentilmente.

-Non ti rendi conto Bella?Mi stai facendo diventare matto. Cambi idea in continuazione-.

-E’ vero…ma ora ho una ragione per voler restare umana-.

-E quale sarebbe?-, chiesi ironico, conoscendo già la sua risposta.

-Secondo me  sai già la risposta…-, disse, sollevandosi dal cuscino per posare un bacio sulle mie  labbra.

Ero lusingato. Sapevo che non era la sensazione giusta da provare, ma mi faceva un immenso piacere sapere che Bella, pur di far ancora l’amore con me,fosse disposta a posticipare la trasformazione.

La abbracciai delicatamente al mio petto, desiderando con tutto me stesso di poterla stringere in modo diverso.

-Se non ci fossi io ad avere un po’ di buon senso…I tuoi ormoni stanno prendendo il sopravvento sulla tua ragione-, scherzai.

E non era l’unica ad avere questo problema. Certo, il mio desiderio non era guidato da ormoni, ma il risultato era lo stesso, anzi molto più amplificato del suo.

-Ma Edward, non capisci?Non voglio rinunciare subito a queste nuove sensazioni appena scoperte. Dopo la trasformazione sarà tutto diverso e ci vorrà molto tempo prima che io riesca a provare qualcosa di simile. Non voglio… -, disse, sbadigliando.

Sorrisi. Era piacevole sentirle dire queste cose.

-Sei a pezzi, amore. Ora dormi-, sussurrai, iniziando a canticchiare la sua ninna nanna.

-Sono sempre troppo stanca da quando siamo qui-, borbottò.-Deve essere una tua strategia per farmi addormentare appena poso la testa sul cuscino senza permettermi di usufruire in altro modo del letto-.

Ridacchiai. Effettivamente il tenerla occupata di giorno la stancava parecchio, procurandole una sonnolenza non proprio normale.

-Devi dormire profondamente la notte perché, da quando siamo qui ,non hai mai blaterato nel sonno-,osservai preoccupato.

-Mai?Che strano!E dire che di solito quando ho gli incubi mi agito e urlo!-.

-Hai fatto brutti sogni?-.

-Si alcuni. Sono molto nitidi e mi stancano-, continuò sbadigliando

-E cosa riguardano questi incubi?-.

-Non hanno un soggetto unico ma mi spaventano per i loro colori-.

-Che tipo di colori?-.

-Sono molto chiari, lucenti. Ma la cosa che più mi spaventa è che di solito mi accorgo di sognare mentre in questi casi no-.

-E perché ti spaventano?-, chiesi preoccupato e ansioso di sapere.

Bella tremò, scossa dai ricordi degli incubi.

-In realtà…-.

-In realtà…?-, la esortai a continuare.

Bella stentava a rispondere. Sembrava stesse cercando le parole giuste per spiegarmi cosa la terrorizzava tanto.

-Sogno i Volturi-, sussurrò rabbrividendo.

La strinsi forte cercando di tranquillizzarla, consapevole che non potevo impedire che avesse degli incubi mentre dormiva.

 -Bella stai tranquilla. A breve non rappresenteranno più un problema-, dissi, cercando di calmarla ulteriormente.

La cullai tra le mie braccia, cercando di alleviare la paura e la sofferenza impressa nel suo volto.

 -Cosa posso fare per aiutarti?-,chiesi. Volevo in tutti i modi cancellare la sua espressione spaventata ma non sapevo come fare.

-Non è un problema Edward. E’solo un sogno-, disse, cercando di sorridere. Ma era davvero preoccupata, come se mi nascondesse qualcosa.

-Potrei canticchiarti la ninna nanna. Potrebbe aiutarti. Potrei farlo per tutta la notte se ti aiuta-.

-No, non serve. Faccio anche dei bei sogni che riguardano l’isola,non solo incubi. Forse i miei sogni sono così chiari per colpa della luce che c’è qui…l’isola è molto luminosa-.

-Torniamo a casa quando vuoi se pensi che possa aiutarti a riposare meglio-.

-Vorrei rimanere ancora un po’, se non è un problema-.

-Non abbiamo limiti. Possiamo rimanere per tutto il tempo che vuoi-,le dissi.

-Dobbiamo cercare la data dell’inizio delle lezione a Dartmouth. Non voglio iniziare tardi-. Ancora insisteva con la storia dell’università.

Sospirai, continuando a cullarla tra le braccia finché si addormentò.

Avevo notato che i sonni di Bella erano tranquilli, troppo tranquilli ma non avevo mai pensavo che avesse degli incubi. E mi dispiaceva sapere che in qualche modo ero io la causa di quei brutti sogni. Non dovevo coinvolgerla con i Volturi, sapevano essere molto pericolosi e di certo non avrebbero scordato Bella. Prima o poi sarebbero venuti a cercarci per avere conferma dell’avvenuta trasformazione. Non era il caso di attendere oltre. Era assurda l’idea di prorogare la sua vita da umana. Il pericolo era troppo grande.

Osservai Bella raggomitolata sul mio petto:era così piccola, fragile e indifesa.

Non avrei permesso a nessuno di farle del male, me compreso.

Le sfiorai le braccia nude con la punta delle dita:i lividi erano quasi completamente spariti, solo alcuni segnavano ancora la sua pelle candida.

La camicia da notte che indossava lasciava poco spazio alla mia immaginazione, lasciando intravedere il suo bellissimo corpo.

La scostai leggermente da me e mi alzai. Avevo bisogno di calmarmi.

La mia immaginazione aveva preso il volo e dovevo riprendere il controllo. Era stato difficile fin’ora mitigare il desiderio di Bella, ma ora diventava impossibile, quasi doloroso.

Mi svestii velocemente ed entrai in doccia. Speravo che l’acqua gelida riuscisse a smorzare le mie pulsioni:volevo allontanare il calore del mio corpo dovuto al contatto con quello bollente  di Bella.

Come poteva non capire quanto fosse difficile resisterle? Mi stava rendendo tutto più difficile di quanto avessi mai potuto immaginare. Non avrei resistito ancora a lungo lontano dal suo tenero corpo caldo. Era peggio che resistere al suo sangue.

In qualche modo riuscii a placare il mio desiderio di lei. Mi rivestii e ritornai nella stanza dove Bella riposava.

Mi appoggiai allo stipite della porta, osservandola.

Potevo sentire il suo respiro quasi impercettibile. Il suo petto era quasi immobile, sembrava che il suo cuore si fosse fermato.

Mi sdraiai di nuovo accanto a lei, riprendendola tra le mie braccia.

Il contatto con la sua pelle calda mi provocò un brivido. Chiusi gli occhi cercando di spostare l’attenzione altrove.

Era strano. Era da quasi una settimana che non sentivo altri pensieri, solo i miei. Di solito ero bravo ad ignorarli, ma nell’isola non serviva. Eravamo soli:io e Bella, la mia muta mentale. Avrei voluto tanto entrare nella sua mente per vedere i suoi sogni, i suoi incubi e per poterla svegliare non appena quest’ultimi fossero diventati troppo spaventosi per lei. Ma non potevo proteggerla totalmente, anche se avrei voluto.

Bella iniziò a muoversi convulsamente sul mio petto.

Pensai stesse facendo uno dei suoi incubi.

-Bella?-, la chiamai delicatamente, scrollandola per svegliarla,-tutto bene, amore?-.

Alzò il suo sguardo verso di me, disorientata.

-Oh-, balbettò, ancora incredula, sospesa tra incubo e realtà.

Il suo viso si inondò di lacrime, mandandomi nel panico. Cosa aveva sognato di così spaventoso da ridurla in quello stato?

-Bella!-, esclamai a voce alta, allarmato. -Qual è il problema?-.

Le asciugai le lacrime che continuavano a sgorgare lungo le sue guance, attirandola stretta verso il mio petto. Era doloroso per me vederla così sofferente e non sapere in che modo alleviarla.

-No…ho solo sognato-, disse con voce soffocata.

-Tranquilla Bella, sono qui-, dissi, cullandola avanti e indietro cercando di tranquillizzarla.

-Un altro brutto sogno?-, mi affrettai ad aggiungere.

-No, questa volta no-, disse continuando a piangere. Non riuscivo a calmarla.

 -Ho fatto un bellissimo sogno-, continuò, singhiozzando più di prima.

-Perché piangi allora?-, domandai, non comprendendo la sua reazione.

-Perché è finito….-,piagnucolò, stringendomi le braccia al collo.

Ridacchiai di sollievo. Mi aveva fatto preoccupare.

-Respira amore, non ti agitare-.

-Sembrava vero-, singhiozzò.

-Dimmi cos’hai sognato!Magari ti aiuta a star meglio-, dissi, cercando di alleviare l’angoscia che non sembrava volersene andare.

-C’eravamo tu e io...-, iniziò, incapace di finire per la voce rotta dal pianto.

Si scostò da me per guardarmi.

-E?-, chiesi impaziente di sapere quale bellissimo sogno potesse averla ridotta in quello stato.

-Oh, Edward...-, disse, con voce rassegnata. Sembrava che il suo sogno custodisse un desiderio irrealizzabile.

-Ti prego Bella finisci il racconto…-, la implorai, incapace di vederla ancora in quello stato.

Continuò a fissarmi:l’espressione sofferente, lo sguardo implorante.

Mi gettò le braccia al collo, premendo le sue dolce, calde, tenere, impazienti labbra sulle mie. Perché resistere?Era mia moglie. La volevo, la desideravo più di ogni altra cosa. E ogni suo gesto, ogni suo movimento mi faceva capire che anche lei voleva lo stesso. Ma non potevo lasciarmi andare. Non sarei riuscito a controllarmi.

-Bella, non fare così-, la pregai, cercando di allontanarla delicatamente da me. Dovevo farlo subito, altrimenti non ci sarei più riuscito.

Si arrese, mentre altre lacrime iniziavano a scendere dai suoi occhi rigandole il viso. Stavo male. Era insopportabile vederla così. Avrei tanto voluto poterle dare quello che chiedeva, che cercava con tanta passione.

-Perdonami-, mormorò.

No,non volevo che chiedesse perdono. Ero io a quello che doveva farsi perdonare

La avvicinai di nuovo a me, facendo aderire quel suo corpicino che tanto amavo al mio petto.

-Veramente Bella, non posso-, ansimai tormentato. Le avrei fatto del male, nuovamente, non volevo.

-Ti prego Edward…-.

E come resistere ad una preghiera tanto semplice quanto inesaudibile per la sua pericolosità.

Non avevo più forza ne la volontà per resisterle. La volevo, con tutto me stesso, con tutta la forza che potevo avere. Mi sarei sforzato, ancora più della prima volta di stare attento. Ma volevo fare l’amore con lei. Volevo sconfinare nuovamente quei limiti fisici che per anni mi ero imposto di non oltrepassare con Bella.

Di fronte alla sue preghiere nulla aveva più senso. E mi lasciai andare, liberando la tensione accumulata, rilassando i muscoli e preparando la mente ad accogliere l’immenso piacere che solo lei era in grado di donarmi.

 

 

Ciao a tutte. Rispondo ai vostri commenti, anche a quelli dei precedenti capitoli, partendo dai più recenti:

KissyKikka:Edward si fa tantissime pare e come dici tu questo era evidente anche nei libri della Meyer. Sono d’accordissima con te, ma soprattutto in situazioni che non conosce e che riguardano Bella, lui diventa insicuro e paranoico…almeno secondo me.

Per quanto riguarda i dialoghi in realtà non sono uguali a quelli della traduzione italiana. La ff è nata mantenendo i dialoghi originali, ma poi ho dovuto modificarli per problemi di copyright. Quindi ho modificato i dialoghi a posteriori cercando di mantenere il significato del libro. Il capitolo 7 e i seguenti invece sono nati con la consapevolezza che non potevo copiare i dialoghi, quindi secondo me, sono un po’ meglio. Comunque quando li leggere rai mi dirai che ne pensi.

Grazie per i commenti e per leggere. Sono felice che ti piaccia quello che scrivo. Un bacio.

feffira:Grazie per i complimenti, sono felice che ti piaccia come scrivo. Si…è strano che Bella non si rendi conto che Edward lasci distruzione alle sue spalli…è una cosa del libro che mi ha lasciato un po’ perplessa…ma d’altronde si parla di Edward Cullen…è facile perdere la testa con lui…J

Elfa sognatrice:grazie per avermi spiegato come rispondere ai commenti, pensavo ci fosse un modo più diretto. Sono felice che ti piaccia il modo in cui interpreto il punto di vista di Edward e sono contenta che sia simile al tuo modo di pensarlo. Grazie, un bacio.

Tede:grazie per i commenti fatti ad ogni capitolo. Mi fa felice sapere che ti piace!

linda88:grazie Linda, sono felice che ti piacciano tutti i capitoli che ho postato fin’ora. Prometto di postare presto, un bacio.

Bellas:sono felice che ti piaccia come ho reso il dopo prima notte di nozze…non ci avevo mai pensato ma è proprio la loro prima litigata da coniugi. Mi fa strano pensarli marito e moglie…!

Beh, purtroppo in BD Edward è messo un po’ da parte ed è per questo che ho deciso di scrivere il suo punto di vista. In realtà ha molte cose da dire e anche sulla gravidanza di Bella non si sa poi molto, ma solo che è l’incarnazione del dolore e della sofferenza. Mi piaceva l’idea di descrivere momenti importanti anche per Ed:il matrimonio, la prima volta, la gravidanza, la paternità, la trasformazione di Bella e poi la paura di perdere tutto. Spero di non deluderti in futuro…ho fatto del mio meglio per rimanere il più possibile vicino al personaggio della Meyer. Comunque per qualsiasi critica io sono qui. Ho scritto un poema…sorry.Ogni tanto mi faccio prendere la mano. Beh…un bacio, al prossimo capitolo.

Goten:sono davvero felice che ti sia piaciuto come ho reso l’isola Esme. Per fortuna che non ti sei accorta che mancava il capitolo 4…che figura…vabbè…ho sistemato tutto ora. Grazie di leggere e di recensire e grazie per i bellissimi complimenti che hai lasciato,un kiss!!

Erzsi:ciao nuova fan!!!Posterò prestissimo. Sono felice che ti piaccia come ho reso BD dal punto di vista di Edward. Spero di non deluderti in futuro, ma, se così fosse fammelo sapere.

Lady cat:posterò prestissimo, almeno i primi capitoli. Sono contenta che ti ho fatto leggere una cosa che ti mancava…!Grazie per i complimenti, a presto!!!

Midnightsummerdreams: anch’io mi sono sempre chiesto in certi momenti Edward dove fosse. Spero di aver inventato una possibilità credibile…Grazie per i complimenti, prometto che posterò presto.

Francycullen:che dire?Wow…mi fa piacere che lo stai rileggendo. Grazie dei complimenti e continua a seguirmi!!!Baci

tess89:grazie per i complimenti, posterò velocemente promesso.

tiva95:grazie mille, sei gentilissima. Un  bacio

twilight_the best:sono contenta che la storia ti piaccia. Posterò presto, promesso.

vitti:sono felice che continuerai a leggere, mi fa proprio piacere.

Anthy:ciao cara, beh…è grazie a te che posto qui!!!Grazie di avermi dato l’input, un bacio.

petitfraise:posterò prestissimo, promesso. Sono felice che l’inizio ti sia piaciuto.

 

Spero di aver risposto a tutte. Se così non fosse mi dispiace, ma giuro che sarebbe solo per colpa della mia distrazione. Rinnovo i miei ringraziamenti:sono davvero felice che vi piaccia quello che scrivo. Spero di non deludervi, ma qualora questo accada, fatemelo sapere. Soprattutto dai prossimi capitolo ci sono parecchie cose da me inventate(ovviamente coerenti con il BD originale), quindi se qualcosa non vi piace fatemelo sapere. Continuate a commentare perché per me è importante. Grazie anche a tutti quelli che dedicano del tempo solo a leggere quello che scrivo!!!Un bacio, Silvia.

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Capitolo 9
*** Distrazione(seconda parte) ***


Catturai nuovamente le sue labbra tra le mie

Capitolo 6.Distrazioni(seconda parte)

Ciao a tutte!!Vi ringrazio per i commenti e vi lascio alla lettura della seconda parte!!!Qui ci sono un po’ più di cose immaginate da me…spero vi piaccia!!!Un bacione a tutte!!!Grazie per recensire e per seguirmi!!!Silvia.

Catturai nuovamente le sue labbra tra le mie. Potevo sentire ancora il gusto salato delle sue lacrime che fino a poco prima avevano rigato il suo viso.

Aveva poco di delicato il bacio che le avevo appena dato, e che lei aveva ricambiato allo stesso modo. Era pieno di urgenza. Avevo fretta di  sentirla nuovamente su di me, di sentirla ansimare, modellarsi sotto le mie mani.

Mi sollevai, sedendomi sul letto e portai Bella sopra di me. Continuava ad accarezzarmi freneticamente il viso, le spalle, il petto  lasciandomi baci bollenti ovunque. Ogni suo gesto lasciava poco spazio alla ragione. Potevo sentire il suo sangue caldo rifluire lungo tutto il suo corpo, ribollendo nelle vene.

Il suo cuore mi deliziava col un suono morbido e martellante.

Cercai di raccogliere quanto più controllo potessi e la allontanai lentamente da me.

Bella mi guardò con aria interrogativa, quasi rassegnata, ma dopo poco decisi che sarei andato fino in fondo. Sarei stato attento. Sapevo cosa aspettarmi, avrei cercato di controllarmi.

L’attirai nuovamente a me, prendendola per un lembo della sua camicia da notte, che si strappò alla mia presa.

Rimasi incantato a guardarla:niente era più bello di lei.

Appoggiai le labbra sul suo collo inspirando l’irresistibile profumo , e assaporando il dolce sapore della sua pelle. Non sarei più riuscito a fermarmi, quella notte avrei continuato incapace di resistere alla fonte del mio paradiso.

 Lei si aggrappò ai miei capelli facendo aderire il suo bacino ancora di più al mio. Non poteva sapere l’effetto che mi faceva, quali scosse, quali impulsi provocava in me. Sentivo che mi voleva, che mi desiderava e questo non faceva altro che aumentare il mio bisogno di lei…come se non fosse già insostenibile. Non mi sarei mai stancato…non ne avrei mai avuto abbastanza.

Avevo rinunciato per tutta la mia esistenza al piacere fisico, ma era valsa la pena aspettare. Bella, mia moglie, era tutto ciò che volevo. Era la mia rinascita, il mio senso, la mia vita. E poter condividere queste sensazioni con lei era tutto ciò che volevo.

Le mie labbra continuavano inarrestabili il loro cammino:seguirono la curvatura del collo, per poi scendere e soffermarsi sulla sua clavicola e proseguire giù tra i suoi seni. Era qualcosa di meraviglioso poter sentire il suo corpo rispondere immediatamente ai miei stimoli. Sollevai lo sguardo per guardarla:era totalmente persa nel piacere che provava. Incontrai i suoi occhi ardenti di desiderio e si morse il labbro.

-Ancora Edward, ti prego-, riuscì a dire con voce rotta dai gemiti e io non potei far altro che cogliere la sua dolce preghiera, continuando là dove mi ero fermato.

Continuammo a esplorare a vicenda i nostri corpi, con più urgenza della prima volta ma allo stesso tempo con meno timore e con più audacia.

L’unico momento in cui Bella sembrò nuovamente incerta, timorosa fu quando iniziò a spogliarmi. Mi guardò negli occhi prima di proseguire. Con mani incerte si liberò della mia maglia e io l’aiutai con il resto, impaziente di sentire il contatto con il suo corpo nudo. Su di lei c’era rimasto ben poco da togliere, ma mi liberai ben presto di quel poco che era rimasto.

Bella sapeva essere la più devota e scrupolosa delle amanti: non tralasciò nessuna parte del mio corpo deliziandomi con le sue carezze ma anche con i suoi baci e la sua lingua.

Rimaneva poco in lei della Bella della prima sera. Aveva urgenza di darsi e darmi piacere lasciando ad un altro momento il tormento dell’attesa.

Appena il bisogno divenne incontenibile, mi accolse in lei. La lasciai sopra di me, adattandomi ai suoi ritmi e alle sue spinte cercando di dosare la forza nelle mie carezze.

Quando il piacere divenne incontenibile, allontanai le mani dal suo corpo, e mi aggrappai alla testiera del letto cercando di concentrare l’eccesso di energia altrove.

Anche questa volta fu difficile controllarmi e sbriciolai la testiera del letto di Esme.

Fortunatamente ancora una volta non si trattava di Bella.

Ansimante si lasciò cadere sul mio petto e io l’accolsi tra le mie braccia, nella speranza di non averle fatto del male.

Appoggiò le labbra sul mio petto, lasciandoci un bacio.

-Grazie Edward. E’ stato così…-, ma non terminò la frase. Chiuse gli occhi stremata.

-Ti amo Edward-,farfugliò infine, prima che il sonno la portasse lontano da me.

-Ti amo anch’io Bella-,dissi, stampandole un bacio sulla fronte, convinto che non potesse sentirmi, ormai addormentata. Mi augurai che il suo sonno riprendesse senza incubi e anzi, che continuasse quel sogno tanto bello da averla sconvolta in quel modo.

Ancora una volta mentre Bella riposava sul mio petto io potei ripercorrere mentalmente tutti i momenti di quella notte, deliziandomi nei dolci ricordi.

Sperai di non averle fatto del male. Ero stato ancora più accorto questa volta. In ogni carezza avevo dosato la mia forza, concentrandomi quanto più mi era concesso fare in quel momento.

Abbassai il volto, immergendo il mio viso tra i suoi capelli e respirando il suo profumo. Avrebbe mai capito quanto la amavo, quanto la volessi, quanto la cercassi, quanto desiderassi sentirla vicina a me? Al solo pensiero di doverla lasciare solo per poco tempo mi si annebbiava la vista e una morsa di dolore attanagliava il mio corpo.

L’avvicinai ancora di più al mio corpo, aspettando che il suo calore mi invadesse, consapevole che non avrei mai permesso a niente e a nessuno di farle del male o di allontanarla da me.

Bella ancora non si svegliava. Mi stavo preoccupando. Erano quasi dodici ore ininterrotte che dormiva. La facevo stancare troppo, era il caso di rallentare un po’ i ritmi. Il sole, che illuminava la sua pelle , non metteva in evidenza nulla di preoccupante. Non sembrava avesse nuovi lividi. Sorrisi tra me e me.

Forse bastava un po’ di esercizio, come spesso aveva ripetuto Bella, e non avrei più avuto nessun il timore di farle male.

Il respiro di Bella era leggermente aumentato. Forse era sveglia, ma non si muoveva.

Ero proprio curioso di sapere come si sarebbe comportata. In fin dei conti aveva avuto quello che voleva.

Alzò leggermente lo sguardo dal mio petto, guardandomi appena, con la coda dell’occhio. Ero tentato di sorriderle e di attirarla a me ma mi trattenni. Continuavo a tenere le braccia dietro la testa, osservando il soffitto per non cedere alla tentazione. Se mi fossi perso nei suoi occhi, non ce l’avrei fatta a resistere, e le avrei sorriso compiaciuto e sereno.

Si alzò leggermente da me.

-Sono tanto nei guai?-, bisbigliò piano.

-Non ne hai idea-, scherzai. Abbassai lo sguardo e non resistetti. Mi aprii in un sorriso che la diceva lunga.

Sospirò di sollievo. Doveva essere stata proprio terrorizzata dalla mia possibile reazione.

-Credo di doverti della scuse-, disse. -Non riesco a capire cosa mi sia successo stanotte. Mi dispiace-.

A me non dispiaceva proprio, ma mi divertiva vedere che si sentiva in colpa.

-Devi ancora terminare il racconto del sogno che ti ha sconvolto così tanto-, dissi, cercando di tranquillizzarla.

-Non serve il racconto…come dire…ne hai avuto una dimostrazione stanotte…-, disse ridendo nervosamente.

Ah…però…bel sogno. Ero contento che mi avesse reso partecipe! Chissà se mi aveva sognato spesso in quel modo…

-Ah-, risposi compiaciuto,-notevole-.

-Si, si…proprio un bel sogno-, mormorò. Da quello che mia aveva mostrato non avevo dubbi.

-Sei ancora arrabbiato?-.

-Non lo so…ci penso su-.

Bella si allontanò da me , sedendosi  e lanciando qualche occhiata al  suo corpo. Immaginai stesse cercando la presenza di qualche nuovo livido. Ma si riaccasciò quasi subito sul letto. L’avvolsi tra le mie braccia all’istante.

-Cavolo…che giramento di testa-, disse.

 -Sei una dormigliona. E’ da dodici ore che dormi!-, risposi, per giustificare la sua mancanza.

-Così tanto?-, chiese incredula.

Si rialzò leggermente, stiracchiandosi, e continuando a lanciare sguardi verso la sua pelle nuda.

-Stai facendo un check-up completo?-.

Annui imbarazzata.

-Questa volta non ti sei accanito sui cuscini della povera Esme-, disse, cercando di smorzare la tensione che si era creata.

-Sui cuscini no, ma sulla tua camicia da notte si..-, dissi, indicando ai piedi del letto, dove, mescolati tra le lenzuola si intravedevano pezzi di pizzo nero.

-Non era male, quasi mi piaceva-.

-Anch’io ho gradito…molto-, risposi, anche se era molto meglio senza.

-Altri danni?-, domandò timida.

 -Il letto. Ho letteralmente sbriciolato la testiera-,constatai gettando uno sguardo alla mie spalle. Lei fissò la testiera distrutta con aria corrucciata, e poi tornò a guardarmi pensierosa.

-Mmm-, disse corrugando la fronte.-Sei bravo a tenermi occupato in quei momenti. Io non mi accorgo di nulla-.

-Bene. Mi fa piacere che la tua mente sia impegnata altrove…-, risposi.

Adoravo quando si distraeva in quel modo…

-Effettivamente…ero in un’altra dimensione-, confessò,avvampando di rossore.

E adoravo anche quando arrossiva. Accarezzai la sua guancia.

-Mi mancherà non vedere più i segni dell’imbarazzo sul tuo volto-, sospirai.

Bella mi scrutava attentamente. Chissà cosa stava cercando nel mio volto!

-Parliamo di te. Come ti senti stamattina?-, chiese.

Risi di gusto osservando la sua espressione colpevole nel suo viso.

-Perché ridi?-.

-Hai l’aria molto colpevole, come i bambini quando sanno di aver messo le mani dove non potevano…-.

-Effettivamente…mi sento un po’ così-, mormorò.

-In realtà hai messo le mani sul tuo. Sono tuo marito…-, scherzai.

Arrossì di nuovo.

-E’ vero anche questo, ma a forza di impedirmi di prendere confidenza con ciò che è mio non so più cosa mi è lecito fare. Non sei arrabbiato?-.

Sorrisi. -No Bella, non lo sono-.

-E come mai?-.

-Cerco di spiegarmi. Questa volta è andata meglio perché sapevo cosa aspettarmi e sono riuscito a controllarmi meglio-, dissi voltando lo sguardo verso la testiera distrutta.-E poi non ti ho fatto del male, e questa è la cosa davvero importante-, conclusi

-Hai visto?Dipende tutto dall’esercizio e dalla costanza con cui lo si fa…-, disse vittoriosa.

Alzai gli occhi al cielo. Si forse aveva ragione, ma questo non cancellava il fatto che avevo comunque rischiato di farle del male.

Il suo stomaco brontolò, ricordandomi, cosa che spesso dimenticavo ultimamente, che Bella era umana.

-Che ne dici di fare colazione?-, domandai ridendo.

-Buona idea-,disse e saltò giù dal letto.

Troppo in fretta, forse, perché traballò e se non l’avessi afferrata sarebbe andata a sbattere contro l’armadio.

-Tutto ok?-, chiesi, cercando di non riderle in faccia.

-Ma perché devo essere così scoordinata!-, brontolò imbronciata. Era adorabile.

Si precipitò in cucina e si mise ai fornelli. La lasciai fare, io mi sedetti su una sedia osservandola. Era il mio passatempo preferito. Adoravo guardarla, rapito dai suoi gesti, dalle sue espressioni…dalle sue smorfie.

Mi stupii che avesse scelto ancora una volta uova per colazione. Io gliele preparavo sempre perché erano una delle poche cose che sapevo cucinare, ma poteva scegliere qualsiasi altra cosa se voleva. La dispensa era piena…soprattutto di quei croccantini disgustosi che amava mangiare con il latte.

-Non sapevo ti piacessero le uova all’occhio di bue?-,dissi.

-In effetti…non le ho mai mangiate prima-, rispose, non badando troppo alla mia osservazione.

-Devono proprio piacerti un sacco. Sai quante ne hai mangiate questa settimana?-.

Mi alzai per sfilare il bidone della spazzatura:era pieno di scatole da sei vuote.

-Non ho mai mangiato così tanto. Sarà l’isola…-, osservò rendendosi conto che la mia osservazione non era così fuori luogo. Non l’avevo mai vista mangiare così tanto. Non era proprio da Bella. Forse era vero che l’isola le stava facendo un effetto strano. O forse erano le nostre nuove attività notturne. Sorrisi compiaciuto a quel pensiero.

 -Anche se mi piace molto stare qui. Ma non potremmo starci ancora a lungo. Dobbiamo pensa

re a Darmouth, organizzarci,pensare a cosa ci serve. Forse anche trovare una casa… -.

Ancora con quella storia. Poteva fare a meno di fingere di essere interessata all’università ora. Aveva avuto quello che voleva e poteva averne ancora:quando voleva, come voleva e per quanto voleva…Io non mi sarei di certo più tirato indietro ora che avevo capito come controllarmi.

Mi sedetti accanto a lei, voltandola verso di me. Sollevai le sue gambe appoggiandole sopra le mie, per poterle accarezzare. Il suo viso nuovamente avvampò di rossore e sentii il suo cuore spiccare verso battiti più frenetici.

-Bella,smettila! Tanto lo so che il college non ti interessa. Ora hai quello che volevi, quindi puoi smettere questa finta-, sussurrai vicino alle sue labbra.

Sbuffò infastidita.

 -Nessuno ha finto Edward. Sono realmente interessata. Io non tramo alle tue spalle come hai fatto tu per farmi stancare il più possibile-, disse contrariata .

Scoppiai a ridere per il suo tono inviperito.

 -Voglio restare umana ancora un po’-, disse, avvicinandosi ulteriormente a me per accarezzarmi il petto. Se il mio cuore non avesse smesso di battere probabilmente avrebbe iniziato a seguire il suo. Non poteva capire quale scompiglio creasse in me.

-Non sono ancora soddisfatta-, continuò, mandandomi letteralmente su di giri.

La fissai incredulo, mentre la sua mano proseguiva verso il basso, facendomi sussultare.

-Di cosa?Di questo?-, chiesi, afferrandole la mano, prima di perdere totalmente il controllo.

-Ho sempre avuto la soluzione a portata di mano, e non ci ho mai pensato-, constatai divertito. -Avrei evitato molte questioni-.

Scoppiò a ridere. «Sicuramente».

-Non ti rendi conto di quanto sei umana-, sospirai giocherellando con i suoi capelli.

‹-Si, invece-, rispose.

E la cosa non mi dispiaceva, per niente. Ora che sapevo di riuscire a controllarmi tutto mi sembrava più chiaro. Bella poteva rimanere umana ancora per un po’. Avremmo potuto godere l’uno dell’altro senza più privarci di niente e saremmo andati al college. Bella sarebbe andata al college, senza privarsi di altre esperienze umane. Mi piaceva, era un bellissimo programma futuro.

Sorrisi, soddisfatto.

-Allora andiamo al college?-, chiesi, non ancora convinto del tutto della sua decisione.

-Certo!Anche se avrò problemi con gli esami del primo semestre-, constatò.

-Non ti preoccupare. Ti darò una mano io-, risposi rilassato.

-Ci serve una casa. Chissà se riusciremo a trovare qualcosa di disponibile?-, osservò.

-Non ti preoccupare. La casa ce l’abbiamo già-.

-E’ tua?-.

-Si. E’uno dei miei investimenti-.

-Quindi abbiamo tutto, non ci manca nulla?-, chiese.

-L’unica incognita è la tua macchina. Forse è il caso di tenerla ancora-.

-Certo. Come farò senza una macchina a prova di carri armati?-.

Sorrisi.

-Quindi?Per quanto ancora potremmo rimanere in luna di miele?-, domandò.

-Ti concedo un paio di settimane. Poi se vuoi, prima dell’inizio del college, potremmo far visita a Charlie e a Natale potremmo passare a trovare tua madre… -.

-Buona idea-, constatò. -Però pensavo…che ne dici di continuare a fare un po’ di pratica?Sai ci vuole costanza nell’esercizio fisico… -, disse, cambiando improvvisamente argomento.

Risi, di nuovo. -Che bei propositi... Devi aspettare però, ci sono i domestici. Parlo con loro e poi possiamo uscire e andare dovunque tu voglia… -.

-Possiamo stare in casa oggi?Non ho proprio voglia di affaticarmi per l’isola-,si lagnò, mettendo il broncio.

-Ok, come vuoi tu!Scegli un film da vedere allora, mentre vado ad aprire-, dissi, intenerito dalla sua espressione a dir poco scontenta.

-Non hanno bussato-, notò, perplessa.

Reclinai la testa di lato, aspettando che ciò avvenisse. Mezzo secondo dopo un timido colpetto alla porta avvisò l’arrivo dei domestici.

Risi e mi diressi in corridoio ad aprire.

Gustavo e Kaure erano sempre uguali, sembravano non cambiare mai, un po’ come me.

-Bons dias[1]-, salutai educatamente.

Gustavo fece un cenno con il capo, mentre Kaure non rispose, mantenendo lo sguardo basso. Mentre li conducevo nella stanza da letto piena di piume, spiegandogli qual era il problema, passammo davanti alla cucina dove c’era Bella.

Mi fermai per presentargliela, con immenso orgoglio.

-Ele è Bella,minha esposa[2]-, dissi prendendo la sua mano tra le mie.

Bella sorrise, ricambiando il sorriso di Gustavo.

Kaure invece la osservò spaventata. Non era spaventata per sé stessa, ma per Bella. In qualche modo aveva capito che c’era qualcosa di stano in me e temeva per Bella, temeva fosse in pericolo.

Indicai loro di seguirmi nella camera bianca dove avrebbero avuto molto da fare.

Tornai da Bella subito dopo e la avvolsi in un abbraccio, appoggiando il mento sulla sua spalla. Era pensierosa, nella stessa posizione in cui l’avevo lasciata poco prima.

-Perché mi ha guardato così quella?-, chiese scocciata. Non le era sfuggita l’espressione sconvolta di Kaure. Cercai di spiegarle cosa preoccupava quella donna. Di certo non ce l’aveva con lei.

 -Il suo nome è Kaure. E’ una mezzosangue Ticuna. E’ un’ottima osservatrice e ha capito cosa sono, o perlomeno dubita che io sia umano. E’ una donna molto superstiziosa e le sue constatazioni si basano su leggende del luogo. Una di queste parla del Lobishomen, un demone che si nutre del sangue di belle donne-, spiegai, ponendo enfasi sulle ultime due parole e girandola verso di me per poterla ammirare meglio.

-Aveva un’espressione sconvolta-, osservò.

-E’ vero. Ma è solo spaventata per te-.

-Perché?-.

-Sei qui, sola con me. E se le sue intuizioni sono vere crede che tu sarai la mia prossima vittima-,spiegai sorridendo. Non poteva essere più al sicuro, almeno finché riuscivo a controllare i miei istinti.

Guardai la parete piena di dvd cercando di cambiare discorso. Non vedevo l’ora che Gustavo e Kaure finissero per riprendere quello di poco prima…

-Non hai ancora scelto nulla da vedere?Scegli in fretta così potremmo mostrarci occupati in un’ attività tipicamente umana-.

-Sicuramente!Vederti davanti alla tv sarà sufficiente per demolire le sue intuizioni…-,disse ridendo e si sollevò in punta di piedi per avvicinarsi al mio viso. Che dolce tentazione!

Mi chinai per baciarla e poi la sollevai, facendo aderire il suo corpo al mio.

Era irresistibile!

-Cosa scelgo..-, mormorò, mentre feci scorrere le labbra lungo il suo invitante collo.

Poi udii un singhiozzo e la lasciai andare di colpo. Kaure era immobile in anticamera, con le piume fra i capelli neri, un grosso sacco pieno di altre piume fra le braccia, l'espressione terrorizzata sul viso. E fissava Bella.

-Perdão! Com licença![3]-, si affrettò a scusarsi Kaure.

-Não tem problema. Não faz mal[4]-, risposi.

Se ne andò via in fretta e mi voltai verso Bella. Un’espressione preoccupata le velava il volto.

-Penso di sapere a cosa stava pensando. Mi sbaglio?-,chiese.

Risi della sua frase confusa.

-No, non ti sbagli-, risposi. Stava pensando che mi stessi “dissetando” con il suo sangue.

-Questo-, disse, allungando una mano e pescando un film a caso. -Guardiamo questo-.

Grease?

-Un tipico film da luna di miele-, dissi, approvando la sua scelta.

Mi sedetti sul divano e Bella si rifugiò tra le mie braccia soddisfatta.

-Dopo che i domestici l’avranno sistemata possiamo tornare a dormire nella stanza bianca?-, chiese.

-Forse è meglio di no. E’ meglio lasciare integra la stanza bianca e concentrare la distruzione sull’altra-, dissi, aspettando una sua reazione che non tardò ad arrivare.

Si sollevò leggermente da me e mi guardò facendomi un gran sorriso.

-Questo significa che la demolizione è appena cominciata?-.

Se la metteva su questo piano…”Si, era appena cominciata”, pensai sorridendo.

-Non riuscirei a trattenerti a lungo. Scommetto che stai già pensando al tuo prossimo assalto-, dissi, per provocarla.

-Si, effettivamente sto maturando un’idea del genere-, commentò tranquilla. Apparentemente tranquilla. Le sue guance si colorarono improvvisamente di rosso e il suo cuore iniziò a battere intensamente.

-Devi avere qualcosa che non funziona…non è normale che il tuo cuore si comporti così-, dissi, facendo finta di ignorare il motivo reale della sua improvvisa tachicardia.

-No, no è tutto a posto. Ma dimmi…volevi continuare subito la demolizione?-. Incontentabile e impaziente.

-Magari quando Gustavo e Kaure se ne saranno andati. Non sarebbe carino farli assistere ad una demolizione in diretta-.

-Effettivamente…Aspetterò-, disse dondolandosi lentamente sulle mie ginocchia.

Si riposizionò sul mio petto prestando attenzione al film, mentre io prestavo tutta la mia attenzione a lei. Era delizioso, per me guardarla, catturando ogni sua piccola smorfia o reazione. Verso la fine del film si stava nuovamente addormentata forse aiutata dal fatto che le stavo accarezzando i capelli quando sentii Gustavo avvicinarsi. Mi raddrizzai per rispondergli. Avevano finito e se ne stavano andando.

-Via libera!Hanno finito-, sussurrai a Bella.

-Mi piace questa notizia!Quindi…siamo soli?-.

-Si. Forse è il caso che mangi qualcosa però prima-. Questa volta ero stato bravo, erano già passate alcune ore dalla colazione e mi ricordai che Bella doveva mangiare.

Mi guardò con aria interrogativa, ammutolita. La presi per mano trascinandola in cucina.

-Non ho mai mangiato così tanto. Devo avere qualcosa che non va-, disse, quando finì di mangiare.

-Se vuoi oggi pomeriggio potremmo fare una passeggiata o nuotare…potrebbe essere un ottimo modo per bruciare delle calorie-, chiesi vedendola preoccupata per il suo copioso appetito.

-Io avrei un’altra idea-, disse con aria innocente.

-Quale?-, chiesi con altrettanta innocenza.

-Il sito da demolire è quasi completamente integro, a parte la testiera….-. Non le lasciai finire la frase. La presi tra le braccia, baciandola con trasporto e la riportai nella camera blu, dove, se fosse stato per me, ci saremo rimasti…probabilmente per l’eternità.

 



[1] Buongiorno

[2] Questa è Bella, mia moglie

[3] Mi perdoni,per favore

[4] Non ti preoccupare, non è un problema

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Capitolo 10
*** Inaspettato ***


Capitolo 7

Ciao a tutte!!!Vi ringrazio per i commenti e vi lascio al prossimo capitolo…la reazione di Edward!!!Fatemi sapere che ne pensate, buona lettura.

 Capitolo 7. Inaspettato

Scostai Bella leggermente dal mio petto e mi alzai. Mi infilai i jeans e la maglietta della sera prima e cercai una penna e della carta per scrivere.

Sono andato sul continente a cacciare. Se ti svegli e non mi trovi, non ti preoccupare e torna a dormire. Al tuo risveglio ci sarò. Torno presto. Ti amo.

Avrei fatto presto, non l’avrei lasciata sola a lungo. Qualche ora. Il tempo di raggiungere il continente, cacciare e sarei tornato. Avevo già rimandato troppo. Erano due settimane che non mi nutrivo e la sete cominciava a farsi sentire in modo imperante. In altri casi avrei spinto la resistenza oltre quel limite temporale, ma se volevo continuare a stare accanto a Bella,come era diventata mia abitudine negli ultimi giorni,era conveniente mettere a freno la mia sete.

Quella sera si era addormentata esausta subito dopo mangiato e avevo deciso di approfittare della sua mancanza di “energia notturna” per andare a dissetarmi.

Velocemente azionai lo yacht, e mi diressi verso la costa. Carlisle non aveva scelto a caso la posizione dell’isola. Rio de Janeiro contiene la più grande foresta all’interno di un’area urbana:la foresta Tijuca, ricca di puma e di giaguari. Una festa per il mio arso palato!

Ormeggiai lo yacht e schizzai velocemente tra le stradine tetre di Rio, facendo attenzione a non dare nell’occhio. Mi addentrai lentamente nella foresta, cercando di prendere confidenza con il nuovo ambiente che mi circondava. Era strano. Ero stato talmente a lungo solo con Bella che mi riusciva difficile concentrarmi, ignorando le diversi voci che avevano preso di nuovo ad intasare la mia mente. Scossi la testa. Dovevo concentrarmi, altrimenti avrei impiegato più del tempo voluto per cacciare. Mi flessi sulle ginocchia, pronto a scattare. I muscoli contratti, gli occhi vitrei, le orecchie tese…respirai, lentamente, scansionando ogni particella aerea presente nell’atmosfera.

Bingo!Una folata proveniente da nord-est prometteva bene!Mi diressi verso quella direzione seguendo la scia che da lì proveniva. Saettai fra gli alberi e gli arbusti che si frapponevano tra me e la mia meta, impaziente di raggiungerla per poter gustare il dolce liquido che custodiva nella vene.

Prossimo a raggiungerla, rallentai. Bloccai il respiro e mi acquattai pronto a balzare per immobilizzarla tra i miei vigorosi arti. Avvertivo il battito del suo cuore pulsare con veemenza. Percepiva il pericolo. Mi sentiva. Sentiva il predatore pronto ad afferrare la sua preda. Non lasciai che il suo istinto indugiasse oltre, e scattai verso il mio obiettivo paralizzandolo con la mia presa. Appoggiai i canini sulla sua carne, affondandoli lentamente. L’odore del sangue giunse alle mie narici, prima di diffondersi, caldo e fluente, tra le mie labbra. Meglio di quello che mi aspettassi.

Il puma, che stavo lentamente dissanguando, doveva essersi appena nutrito a giudicare da sapore del suo sangue. Sentivo il fluido scorrere nel mio corpo, in qualche modo riscaldandolo e conferendomi quell’energia che negli ultimi giorni mi era venuta lentamente a mancare.

Sarebbe bastato, almeno per un altro paio di  settimane.

Mi pulii le labbra con la mano e ritornai a correre, nella direzione opposta a prima, verso la costa.

Avevo quasi dimenticato la sensazione che provocava la caccia:adrenalina allo stato puro.

Pensai a Bella:sarei riuscito a sopportare l’idea di vederla uguale a me?Di vederla cacciare, in preda all’istinto animale che ci guidava?E sarei riuscito a lasciarla fare senza intervenire, senza preoccuparmi per la sua incolumità?

Misi in fretta in moto lo yacht, pronto a tornare tra le sue braccia, pronto a tornare a sentirmi umano come solo lei sapeva farmi sentire.

Attraversai la portafinestra della camera. Il letto era vuoto. Un senso d’ansia invase il mio corpo. Una sensazione inutile:sentivo il suo profumo e sapevo che era in casa. La trovai stesa sul divano, davanti alla tv accesa. La spensi e mi sedetti accanto a lei:era completamente sudata. Doveva aver cucinato perché aleggiava uno strano odore in casa. Mi alzai per chiudere  le finestre che aveva aperto, probabilmente sperando di far circolare un po’ di aria per trovare un po’ di refrigerio.

Avrei voluto stringerla tra le braccia immediatamente per darle un po’ di sollievo, ma avevo bisogno di una doccia, dal momento che per la fretta, non ero stato troppo attento alla pulizia durante la mia attività di caccia notturna.

Quando tornai la sollevai piano, per appoggiare il suo viso sulle mie ginocchia. Non si era accorta di niente, continuava a dormire. Avrei fatto bene a far installare un condizionatore in casa, perché, visto il lago di sudore in cui si trovava non percepivo chiaramente il clima torrido che sovrastava l'isola.

Dopo un po’, verso mezzogiorno, sentii il ritmo del suo cuore aumentare. Si stava svegliando. La strinsi forte. Mi sentivo terribilmente in colpa per averla lasciata sola e mi dispiaceva che si fosse svegliata nel letto senza me al suo fianco.

-Buongiorno amore. Scusa, ti ho lasciata sola. Non pensavo patissi così il caldo senza di me. Perdonami-, mormorai, sfiorandole la fronte per darle un po’ di sollievo.

Ma Bella, inaspettatamente, cercò di liberarsi dalla mia presa.

Reazione strana. Di solito appena si svegliava si stringeva ancora di più a me in cerca di quel contatto che le era mancato mentre dormiva.

-Ti prego Edward, lasciami-, disse flebilmente, tossendo.

La lasciai andare istantaneamente e corse verso il bagno.

-Bella?-, la chiamai preoccupato seguendola. Era china sul water:vomitava.

Ma cosa era successo durante la mia assenza?L’avevo lasciata per poche ore e ora la ritrovavo che stava male!Mi avvicinai a lei, accarezzandole il viso. Non sapevo come aiutarla, cosa fare. Avrei voluto che mi spiegasse cosa stava accadendo.

-Bella che hai?Stai male?-, chiesi con tono angosciato e ansioso.

-E' il pollo avariato-, bofonchiò in tutta risposta.

Che pollo?

-Ma di quale pollo parli?Ti senti bene?-, chiesi preoccupato. Non stavo capendo più nulla.

-Sì-, ansimò. -Credo sia solo un'intossicazione alimentare. Non guardare. Vai via-.

-Ma figurati, Bella, non vado da nessuna parte. Lasciati aiutare-. Non l’avrei mai lasciata sola. Dovevo capire cosa avesse. Se aveva un intossicazione alimentare l’avrei curata, non erano cose da sottovalutare.

-Ti prego Edward,vai via. Non voglio che tu mi veda in certe condizioni-, continuò testarda, spostandosi verso il lavandino per sciacquarsi il viso.

Non si reggeva in piedi. Era uno straccio. Mi riavvicinai a lei, avvolgendola con un braccio, e l’aiutai a finire di lavarsi. Che sciocca e che ostinata a non volere il mio aiuto! Ero suo marito, nonché medico. E non mi faceva schifo o altro vederla in quella situazione. Solo tanto dispiacere e preoccupazione. Se si fosse fatta aiutare avrei trovato il modo di alleviare la sua sofferenza.

La portai in camera e la feci sedere sulle mie ginocchia, tra le mie braccia.

-Intossicazione alimentare?-, chiesi, cercando di indagare se come causa del suo malessere fosse plausibile.

-Sì-, rispose.-Stanotte mi sono svegliata e non sapevo cosa fare. Così ho cucinato il pollo che c'era nel frigo. Ma dopo un po' che lo mangiavo mi sono resa conto che sapeva di marcio e l'ho buttato via. Penso sia questa la causa del mio malessere-. Mi dispiaceva che si fosse messa a cucinare da sola. Non la nutrivo abbastanza, non ero in grado di fronteggiare al meglio le sue esigenze umane.

Posai una mano fredda sulla sua fronte, con la speranza di darle sollievo.

-E adesso stai ancora male?Ti viene ancora da vomitare?-, chiesi.

Ci pensò a lungo prima di rispondere.

-No, sembra passato. Ho un po' di fame però!-, disse con tono colpevole.

Sorrisi. Non era il caso che mangiasse di nuovo, perlomeno non subito. Se era un intossicazione dovuta al cibo, come diceva, era meglio aspettare che il suo corpo si assestasse un attimo prima di mettere ancora in moto il suo stomaco.

Inaspettatamente mi ascoltò e mangiò solo dopo qualche ora quando ormai la nausea e il vomito sembravano passati. Ero un po’ sollevato:sembrava realmente solo un’intossicazione. Non era comunque il caso di uscire quel pomeriggio, anche perché sembrava ancora debole, quindi ci sdraiammo sul divano a guardare distrattamente la tv.

Ad un tratto, Bella scattò in piedi e corse verso il lavandino, ricominciando a vomitare. Forse era più che una semplice intossicazione. Doveva già essere passata in quel caso. Magari un virus, un’influenza o qualcosa di simile.

Mi affrettai a raggiungerla per aiutarla.

 -E' il caso che torniamo a Rio da un medico. Mi sto preoccupando-, suggerii ansioso, mentre si sciacquava la bocca.

-Non ti preoccupare:mi lavo i denti, mi rinfresco un' attimo e vedrai che starò meglio-, disse, mentre si dirigeva verso il bagno. Testarda. Per quanto avrebbe continuato a stare male prima di rivolgersi ad un medico competente?

Si chiuse in bagno e io attesi la sua uscita per cercare di convincerla.

La sentii ,prima lavarsi i denti e poi frugare, immaginai, nella valigia in cerca di qualche medicinale. Poi silenzio. Non sentivo niente, neppure respirare.

-Bella?Sei viva?Tutto bene?Non ti sento più. E' successo qualcosa?-,chiesi, in preda all’agitazione. -Ti viene ancora da vomitare?-.

-Non lo so-, rispose, fievolmente. Che cavolo di risposta era?

-Bella, amore, fammi entrare per favore-, la supplicai preoccupato.

-O...kay-, rispose, incerta.

Entrai  e la trovai seduta per terra a gambe incrociate. Il volto pallido, imperlato di sudore, lo sguardo vitreo e disorientato.

-Che hai?Qual è il problema?-, chiesi sedendomi vicino a lei, accarezzandole il viso.

-Quanti giorni sono passati dal matrimonio?-, chiese.

-Diciassette-, risposi in modo automatico. -Bella, dimmi che c'è!-, chiesi ancora una volta, ormai sfinito dalle sue non risposte. Ma non mi badò e prese a bisbigliare dei numeri tra sé. Cercai di interromperla di nuovo ma alzò l’indice, segno di aspettare ancora.

-Bella!-, ansimai impaziente. -Ti prego, dimmi cos'hai. Mi sto innervosendo-.

Si voltò verso di me e deglutì. Sembrava non riuscisse a parlare. Ma cosa la preoccupava tanto? Non riuscivo ad immaginare niente.

Iniziò a frugare nella valigia e alla fine si sporse verso di me sollevando una scatolina blu:assorbenti. Aveva il ciclo? Strano, me ne sarei accorto!

La guardai confuso. -Cosa?Stai cercando di dirmi che è colpa del ciclo?-.

-No-, esclamò ansimando. -Edward ho un ritardo di cinque giorni-, disse senza riprendere fiato.

Ritardo?La donne hanno ritardi abitualmente, soprattutto le donne giovani. Poteva volerci anche una decina d’anni prima che il ciclo di una donna fosse regolare. Ma, da quel che sapevo, Bella era sempre stata regolare come un orologio. E di questo ne ero certo. Poteva essere l’isola. Si, probabile. O lo stress. Il ciclo delle donne era molto soggetto a variazioni di tipo psicologico o geografico. Non era da escludere che Bella fosse stressata, visti gli avvenimenti emotivamente stressanti che l’avevano coinvolta nelle settimane precedenti. Non sembrava una cosa molto preoccupante. Eppure per  Bella lo sembrava.

-Non credo di stare male per colpa del pollo avariato-, aggiunse.

Sì, l’avevo capito. Ma era comunque strano che un ritardo del ciclo provocasse nausea e vomito. A meno che…no, era impossibile. Non poteva essere. Non c’erano le condizioni per prendere in considerazione anche quella opzione.

-Faccio sogni strani, dormo tanto, mi sveglio nel cuore della notte per mangiare, piango senza motivo...Oddio-, senti mormorare Bella, come una litania.

No, era impossibile.

Bella incinta?

 Non ero nelle condizioni per farlo. Ero sterile. Ero assolutamente sicuro di questo. Nessun vampiro della mia famiglia aveva mai avuto figli. Bella non poteva essere incinta, anche se questo, dal punto di vista medico spiegava ogni suo sintomo. Carlisle me ne avrebbe sicuramente parlato. E Rosalie?Se ci fosse stata la possibilità avrebbe sicuramente avuto un bambino. Era la cosa che più voleva. Il motivo per cui rimpiangeva di non essere più umana. E Esme?Anche lei probabilmente ci avrebbe provato. Senza dubbio. Si era impossibile. Doveva esserci un’altra spiegazione. Più valida e più logica. Era fuori discussione. Bella non poteva essere incinta.

La guardai. Teneva le mani appoggiate sulla pancia.

-Oh!-, strillò, sfilandosi da me. Io non riuscivo a muovermi. Ero immobilizzato dai miei pensieri. Osservavo ogni suo movimento, percepivo ogni suo sussulto o affermazione ma non riuscivo a parlare, né a muovermi.

Si pose davanti allo specchio. La pancia scoperta. Le mani su di essa.

-Non può essere vero-, sussurrò.

Rabbrividii. Il suo ventre aveva già assunto la tipica forma arrotondata dei primi mesi di gravidanza. Impossibile. L’avevo fatta mangiare troppo, si era un po’ appesantita. L’avrei trascinata in qualche attività all’aria aperta sarebbe tornata come prima.

Anche se.... Il resto del suo corpo sembrava molto più magro del solito. Gambe e braccia erano più sottili e potevo scorgere ossa che prima non avevo mai visto così evidenti sul suo corpo. Eppure lo conoscevo  millimetro per millimetro. L’avevo esplorato con estrema cura, memorizzando ogni particolare. E quelle ossa non c’erano nella mia memoria. Ma comunque l’idea della gravidanza era infattibile. Il concepimento poteva essere avvenuto al più sedici giorni prima. Impossibile che il suo corpo ne mostrasse già i segni. Impossibile anche dal punto di vista medico. Ripercorsi mentalmente i libri di anatomia studiati e nessuno riportava casi di gravidanza accelerata.

Mi focalizzai di nuovo su Bella che continuava a scrutarsi allo specchio.

-Impossibile-, sussurrò di nuovo. Volevo risponderle, volevo dirle che ero d’accordo con lei ma non riuscivo a muovermi. La mia mente continuava a celarmi qualcosa. C’era qualcosa a cui non avevo pensato, o forse a cui non volevo pensare. La risposta era là. Ma a cosa non avevo pensato?Cosa mi sfuggiva?

Continuai a fissare Bella, il suo ventre, immobile, cercando di estrapolare dalla mia mente quello che mi stava così disperatamente occultando.

Quando un movimento, quasi impercettibile mosse il suo ventre . Dall’ interno.

Bella era umana. Questo mi sfuggiva. Quel pensiero era rimbalzato nella mia mente, da una parete all’altra, come uscito da una scatola a molla.

Esistevano leggende su vampiri che riuscivano a ingravidare donne umane. Questa era la differenza. Bella era umana, il suo corpo poteva cambiare, mutare, adattarsi a quella nuova condizione. Quello di Rosalie no, quello di Esme neppure. E né Carlisle, né i miei fratelli avevano mai avuto una compagna umana. Non potevano sapere cosa sarebbe accaduto.

E quando mai un vampiro aveva deciso di intraprendere una relazione con un’ umana?

Quale vampiro, talmente stupido, avrebbe solo lontanamente considerato l’idea? Ne conoscevo solo uno.

Drin! Drin! Drin!

Non riuscivo a muovermi. Non riuscivo a fare niente. Ero sopraffatto dalla rivelazione dei miei pensieri. Bella era incinta. Possibile? Non riuscivo a darmi una risposta. Un ronzio fastidioso saliva e invadeva la mia mente impedendomi di valutare maggiormente la mia affermazione.

Bella china su di me cercava qualcosa nelle mie tasche. Cosa stava facendo?Ero confuso, disorientato, paralizzato…

Alice...no...Edward...sotto shock...incinta.

Le parole riecheggiavano nella mente…lontane. Udivo ma non ascoltavo, come se la mia mente volesse proteggermi dalla verità. Non capivo da dove provenissero, non riuscivo a focalizzare chi stesse parlando e non riuscivo neppure a comprendere il senso del discorso. Doveva essere Carlisle. Probabilmente Alice aveva visto qualcosa e preoccupatasi aveva deciso di chiamare.

Poi un luccichio, spuntato sulle guance di Bella, mi spinse a muovere lo sguardo. Inginocchiata vicino a me piangeva, tenendosi il grembo con una mano. Stavo impazzendo. Dovevo uscire dallo stato di shock in cui mi trovavo. Per Bella. Per aiutarla. Se l’avevo messa incinta, l’avrei anche aiutata a risolvere il problema.

Facendo un enorme sforzo alzai il volto e la mano per farmi passare il telefono.

-Carlisle, Edward vuole parlare con te. Te lo passo-.

Faticavo ancora ad emettere dei suoni, e mi riusciva difficile articolare la mandibola.

 -Bella può essere incinta?-, sussurrai.

‹-Edward!Non lo so , cioè penso di sì. Da quello che mi ha detto Bella tutti i sintomi sono imputabili ad una gravidanza, ma non posso esserne certo. Dovete tornare subito a casa. La devo visitare, fare un' ecografia. Se fosse davvero incinta non saprei comunque cosa aspettarmi, non sono preparato. Farò delle ricerche. Mi farò aiutare da Emmett e Jasper, ma tornate subito-.

- Bella potrebbe avere problemi?- domandai.

-Non ti so rispondere figliolo. Potrebbe essere in pericolo. Da quello che mi ha detto la gravidanza è accelerata. Dubito che la creatura che porta in grembo sia umana, non del tutto perlomeno. Per questo è necessario che torniate subito a casa. La devo visitare per risponderti con precisione. Ma non ti preoccupare. Troveremo una soluzione. Interverremo chirurgicamente se è necessario. Bella non rischia la vita se agiamo subito-. Rabbrividii a quel pensiero. Avvolsi Bella tra le braccia, per avvicinarla a me. Cosa le avevo fatto?

-Ma Edward, è importante che torniate subito, al più presto. Non riesco a prevedere l’evolversi della gravidanza, non so quanto velocemente avanzi. Non c’è tempo da perdere. Partite subito. Porta a casa Bella. Qualcosa ci inventeremo. Capito?-.

-Ok. Il prima possibile, non ti preoccupare-.

Il mio corpo sembrava rispondere nuovamente ai miei impulsi. Dovevo cercare di organizzare il viaggio di ritorno il più in fretta possibile. Bella aveva bisogno di cure e ogni momento passato sull’isola era pericoloso per lei.

Composi il numero dell’aeroporto. Avrei pagato qualsiasi cifra pur di portare immediatamente Bella a casa. Avrei noleggiato un aereo, se necessario. Anche comprato.

-Allora?Cosa ha detto Carlisle-, chiese Bella debolmente.

-Pensa che potresti essere incinta, quasi sicuramente-, risposi a mezza voce.

Potei sentire nuovamente un sussulto provenire dal suo ventre. Ci saremmo liberati al più presto di quella cosa che la stava mettendo in pericolo.

-E ora chi chiami?-, domandò.

-La reception dell'aeroporto. Devo portarti a casa-, risposi deciso.

Avevo la mente altrove. Mi muovevo come un automa con un unico obiettivo:portare Bella da Carlisle. Lui l’avrebbe curata e tutto sarebbe tornato come prima. Le mie mani mi muovevano più veloci della mia mente, fatto molto strano per me. Infilai i vestiti miei e di Bella in valigia, lasciando fuori il necessario per il viaggio di ritorno che stavo tentando di organizzare. Dovetti implorare, minacciare,”comprare” l’addetta alle vendite dei biglietti ma alla fine ce la feci:di lì a poche ore saremo partiti. Saremo tornati a casa.

Mi guardai attorno imbambolato:avevo sistemato tutto, non rimaneva altro che partire.

E Bella?Dov’era Bella?Nell’ultima ora non l’avevo mai vista!Che idiota. Preso com’ero dall’organizzare il tutto l’avevo completamente ignorata.

La trovai in cucina, appoggiata alla credenza, di spalle.

-Bella, amore?-, la chiamai.

Si voltò. Un’ espressione tragica attraversava il suo volto rigato di lacrime, mentre si accarezzava il ventre con le mani.

-Bella!-. Attraversai la stanza in un lampo e presi il suo viso fra le mani. -Ti senti bene?-, chiesi.

-Si, si...Credo-.

La abbracciai forte, tentando di darle sollievo.

-Non ti preoccupare amore. Ti porto da Carlisle. Lui saprà cosa fare. Sistemerà tutto e tornerai a stare bene. Non ti devi preoccupare-.

-In che senso sistemerà tutto?Che c'è da sistemare?-.

Mi scostai per guardarla negli occhi. -Bella, sei in pericolo amore. Dobbiamo tirare fuori quella cosa prima che ti faccia del male, non posso permettere che una cosa del genere accada. Lo capisci?-.

Non feci caso alla sua risposta. C’era un’ altra complicazione.

-Cavolo!Proprio oggi doveva passare Gustavo. Me n'ero dimenticato. Lo mando via e sono subito da te amore, non ti preoccupare-.

Sfrecciai verso la porta d’ingresso, attendendo l’arrivo dei domestici.

Non li salutai neppure. Mi limitai ad avvisarli che stavamo partendo e che non era necessario il loro servizio quel giorno. Ma Kaure, probabilmente allarmata dalla mia espressione vitrea e insofferente, continuava ad insistere con il dire che doveva lasciare la cena in cucina:voleva assicurarsi che mia moglie fosse ancora viva.

Una folata di rabbia invase il mio corpo:l’avrei volentieri scaraventata fuori della porta!Stupida donna superstiziosa.

Mi rassegnai alle sue insistenze e la portai in cucina. Speravo che, dopo averla vista, si tranquillizzasse e se ne andasse, lasciandoci in pace.

Bella era ancora appoggiata al bancone. Piangeva. Mi avvicinai e il più dolcemente possibile che mi era concesso,le accarezzai il viso, segnato dalla stanchezza, spazzando via le lacrime che lo rigavano.

-Vuole lasciare in cucina quello che ti ha preparato da mangiare. Ho cercato di dirle che non è necessario ma non mi ha dato ascolto. In realtà vuole assicurarsi che tu stia bene e che sei ancora viva-, sussurrai al suo orecchio.

Bella non si mosse. Osservò la donna con uno sguardo misto di fastidio e riconoscenza e aspettò, che appoggiasse il piatto sul bancone.

-Guarda com’è ridotta. Non sta bene-, mormorò Kaure.

-Si muova-, la intimai spazientito.-Abbiamo un aereo da prendere-. Non avevo bisogno di sentire anche le sue considerazioni riguardo allo stato di salute fisico ed emotivo di Bella. Potevo vedere con i miei occhi come stava.

Si muoveva per la cucina, mantenendo lo sguardo fisso su Bella.

Se ne stava andando. Finalmente. Ma in quel momento Bella si voltò verso il lavandino. Stava male di nuovo. Mi affrettai a sorreggerla,e a darle sollievo appoggiando le mani freddi sulla sua fronte.

-Mi dispiace Bella, mi dispiace tanto-, sussurrai, scostandole i capelli dal viso.

Quanto avrei voluto essere in grado di aiutarla, di alleviare la sua sofferenza.

Avrei preferito soffrire milioni di volte più intensamente di lei, piuttosto che vederla ridotta così. E ancora una volta realizzai che era solo e tutta colpa mia.

Capii cosa poteva averle provocato quell’attacco:l’odore, anche per me, disgustoso del cibo portato dalla mezzosangue. Presi in fretta il piatto e lo lanciai nel frigo, sperando che questo bastasse a placarle la nausea.

Tornai in fretta da Bella. Tornai ad accarezzarla.

La voltai verso di me e la strinsi forte. Avrei alleviato al più presto le sue sofferenze. E poi le avrei chiesto di perdonarmi in ginocchio per tutto il male che le stavo infliggendo. Bella si portò le mani sul ventre: quanto fastidio le faceva sentire quella cosa estranea dentro il suo corpo?Non potevo saperlo ma non sarebbe durato a lungo.

Un singulto alle nostre spalle la fece sobbalzare. Kaure era ancora lì. Un’espressione sconvolta sul volto. Aveva visto Bella portare le mani sul grembo. Aveva capito.

Maledetto! Che hai fatto?E’ incinta?Sei riuscito a depositare in lei il tuo seme malvagio?Perché lei?E’ così piccola, fragile, indifesa. E ora cosa farai?La lascerai morire mentre il mostro prende possesso di lei e del suo fragile corpo. Quello è il figlio del demonio. Tu sei un demonio. Dovresti morire. Tutti quelli come dovrebbero morire. Ecco perché non l’hai uccisa prima. Volevi continuare la tua stirpe di mostri”.

I suoi pensieri urlavano nella mia mente lasciandomi frastornato e confuso. Aveva ragione, perfettamente ragione. Non riuscivo ad alzare lo sguardo, non riuscivo ad affrontare quella piccola donna che aveva dato vita alle mie più profonde angosce.

-Lasciala stare. Devi lasciarla in pace. Cosa le hai fatto. Mostro, sei un mostro. Non dovresti esistere.. Dovreste scomparire, tutti. Le antiche leggende non mentono: con la vostra parvenza angelica riuscite ad attirare a voi le vittime per poi farle morire in un modo o nell’altro. Angeli con l’animo da demoni. E’ chiaro perché non l’hai uccisa prima:ti serviva il suo grembo per far crescere in lei una specie come te, vero?Non siete già abbastanza ad imperversare su questo mondo?-, urlò rabbiosa, agitando i pugni con tono di minaccia.

Le sue parole, peggio dei suoi pensieri, mi colpirono con veemenza, lasciandomi tramortito.

Cosa dire di fronte a quella accusa tanto terribile quanto ineluttabilmente vera?

Aveva ragione. Avrei dovuto lasciare in pace Bella, dal primo momento che avevo posato gli occhi su di lei. E non sarei dovuto esistere. Ma su una cosa aveva torto:non avrei mai messo Bella in quella situazione se solo avessi minimamente sospettato che c’era la possibilità. Mai!Non le avrei mai fatto del male volontariamente.

Mi avvicinai alla mezzosangue, lentamente.

-Lo so. Hai ragione. Non ci sono parole per quello che le  ho fatto. Ma la sto riportando a casa per rimediare. Cosa credi?Odio quello che sono e mi odio per quello che sto facendo a lei.

Ma non so come fare. Voglio stare con lei più di qualsiasi altra cosa, ma in un modo o nell’altro riesco a farle del male. Si, sono un mostro, sono un demone. Ma la amo e mi occuperò di lei. Ora vattene. Lasciaci soli-.

-Lei sa cosa sei?Ti ama nonostante tutto?E tu la ami veramente?E come pensi di aiutarla?-, chiese a raffica, guardandomi meravigliata e stupita.

E’ impossibile che una bestia come te possa amare una cosa tanto bella e delicata come le. Ed è impossibile che lei ricambi. Se sapesse cosa sei girerebbe alla larga da te”,pensò.

-Lei sa tutto. Da sempre. E ha deciso di sposarmi comunque. E io la amo, sì!Più di ogni altra cosa al mondo-, risposi con voce bassa, tremante.

All’ultima domanda postami non avevo ancora trovato una risposta.

Kaure mi guardò con aria più comprensiva di prima. Non capiva ma, in qualche modo, aveva percepito la verità nelle mie parole.

-Proteggila!Da te stesso e dalla cosa dentro di lei. Che Dio vi benedica-, disse infine, facendosi il segno della croce, e arretrando verso l’uscita.

-E’ l’unica cosa che voglio-, risposi, portando la mia mano sulla guancia di Bella, per tranquillizzarla. Sembrava spaventata per il tono della nostra discussione.

-Dovrebbe starti lontana invece di lasciarsi accarezzare da te in quel modo-, disse, sprezzante, continuando a osservare il volto di Bella.

-Lo so. Ma è quello che vuole lei. E io ho smesso da un pezzo di decidere della sua vita-.

Kaure guardò nuovamente Bella, dubbiosa. Non credeva a quello che le stavo dicendo. Per lei era impossibile che avesse deciso volontariamente di starmi accanto.

-E’ come te la cosa dentro di lei?-, chiese mimando con le mani la forma del ventre di Bella.

-Probabilmente, in parte, si-.

-Morirà?-.

-Se non la porto subito a casa, si-.

-La sta consumando?-.

-Si-.

Le leggende non sono mai solo leggende, si basano sempre su verità”, pensò Kaure.

-Hai mai sentito di donne umane sopravvissute alla gravidanza provocata dal Lobishomen?-, chiesi, cercando una speranza in quelle leggende che parevano fonte di scientifica attendibilità.

Scosse la testa.

-Ma io l’aiuterò. Troverò un modo. Non lascerò che quella cosa cresca dentro di lei-, mormorai, più per convincere me stesso, che per rispondere alla mezzosangue.

Impossibile. E’ più forte di lei, più di quanto immagini. La annienterà, portandole via la vita

Si avvicinò a Bella cauta. Le appoggiò una mano sopra la sua, sul ventre.

-Morte-, sibilò, in modo che Bella potesse comprendere.

Si voltò e se ne andò a spalle curve, come se si stesse portando dietro un grosso fardello. Lo stesso che rendeva implacabile la mia angoscia.

Non riuscivo più a parlare. Quella parola rappresentava il nostro futuro. Bella rischiava di morire, per colpa mia.

-Hai bisogno di qualcosa?Vado io, non ti stancare-, chiesi, vedendo Bella scostarsi da me.

-Ho bisogno di lavarmi i denti un'altra volta-, rispose impassibile.

Mi riavvicinai a lei accarezzandole i capelli.

-Non dar peso a quello che ha detto. Sono solo delle stupide leggende. Non ti devi preoccupare, sai. Ritorneremo a casa e risolveremo tutto-, dissi, cercando di sdrammatizzare le parole di Kaure. Non volevo che Bella si preoccupasse più del necessario. Sarebbe stata bene.

-Tanto non ho capito niente Edward. Sai che non parlo portoghese-, rispose. Ma il suo tono non era convincente.

-Vado a recuperare lo spazzolino. L'avevo già messo in valigia. Aspetta qua-, dissi, cercando di cambiare discorso.

Corsi in camera da letto e le portai lo spazzolino.

-Andiamo via subito?-, chiese debolmente

-Quando sei pronta. Ma fai pure con calma, abbiamo ancora qualche ora-.

Non sapevo come affrontare la situazione. Ancora una volta ero spiazzato e mi sentivo impotente. Volevo prendere Bella tra le braccia, sapere cosa stava pensando. Aveva male?Soffriva?Cosa pensava di me?Di noi?Si era finalmente convinta che il prolungamento della sua vita umana non poteva causare altro che problemi?Si sarebbe decisa finalmente a diventare come me, salvo ripensamenti, che avrei sicuramente compreso?

Non mi accorsi che aveva già finito e che mi stava restituendo lo spazzolino. Lo rimisi in valigia.

-Intanto che finisci di prepararti porto le valigie sulla barca-.

-Edward...-.

Mi voltai. -Sì?-.

-Potresti portare via anche qualcosa da mangiare? Potrei avere fame tra un po’-.

Era incinta. Ora dovevo ricordarmi di pensare anche a quelle sue nuove esigenze.

-Certo-, dissi, guardandola teneramente.-Sicuro amore. Prendo subito qualcosa!Hai preferenze?-.

Scosse la testa. Mi avvicinai di nuovo a lei appoggiando la mia fronte sulla sua e circondando il suo viso con le mani.

-Stai tranquilla tesoro. Starai bene. Torniamo da Carlisle per questo. Fra poco tutto sarà finito-.

Annui, silenziosa.

Mi voltai e uscii dalla camera per portare le valigie nella barca. Lentamente. Molto lentamente secondo i miei standard. Faticavo a muovermi, faticavo a formulare pensieri coerenti. La mia mente era nebulosa, offuscata, piena di interrogativi a cui non sapevo rispondere e ipotesi che non avrei mai potuto credere diventassero reali.

Avevo sbagliato tutto. Sin dal principio. Avevo sbagliato ad avvicinarmi a Bella, sbagliato a lasciarmi travolgere dalla sua bellezza, dal suo modo di fare, dalla sua essenza.

Già era sbagliata la coesistenza delle nostre due specie, come avevo solo potuto credere che fosse possibile una relazione normale tra noi?

Amavo Bella sopra ogni cosa. Ma questo non mi consolava affatto. Era sbagliato. Sbagliato che io provassi certi sentimenti verso di lei, sbagliato che lei li provasse verso di me.

Era sbagliata la nostra unione, fisica e spirituale. Non potevamo essere un’ unica cosa, non poteva esistere un noi, non potevamo coesistere senza distruggerci a vicenda. O meglio:io non potevo stare accanto a lei senza distruggerla. Ma non potevo farne a meno. La forza che mi attirava verso di lei era più forte di qualsiasi constatazione di pericolosità nei suoi confronti. Volevo stare con lei. Agognavo la sua presenza. Non sarei mai riuscito a staccarmene. Non più. Neppure se avessi pensato he fosse per il suo bene. L'unico motivo per cui l'avrei lasciata era se me lo avesse chiesto lei.

Ma sapevo che era una richiesta impossibile da sperare.

A Bella non importava della sua vita. O meglio non le importava vivere senza di me. Ero sicuro che avrebbe preferito vivere per poco tempo con me accanto, che a lungo senza. Avevo già avuto prova di questo. Volevo starle accanto e lei non me l'avrebbe impedito. Tutto si sarebbe risolto. Carlisle sapeva fare bene il suo lavoro e avrebbe guarito Bella. E poi l'avrei trasformata, senza indugiare oltre. Sarebbe andata così e avremo continuato la nostra vita assieme felici.

Presi dei cracker dalla credenza per Bella, come mi aveva chiesto.

-Bella?-, la cercai.

Non rispose. Era in camera, seduta sul letto. La raggiunsi e mi sedetti accanto a lei.

Accarezzai il suo viso e le posai un bacio sulla fronte.

-Hai dimenticato questo-, disse porgendomi il cellulare. Doveva aver capito che ero fuori di me. Difficilmente scordavo le cose.

-Grazie. Come stai, amore?-.

-Sono un po' stanca, ma per il resto va meglio di prima-.

-Bene. Se te la senti possiamo andare. Ho sistemato tutto-.

-Sì-, disse, con voce triste, alzando il capo dalla mia spalla.

La presi per mano e la condussi fuori.

Lasciammo l'isola. Non sapevo cosa sarebbe successo una volta tornati a casa.

Di una sola cosa ero certo:amavo Bella e le sarei stato accanto sempre, in ogni momento di difficoltà e di gioia.

Finché lei avrebbe voluto.

 

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Capitolo 11
*** Prefazione-Libro secondo-Edward ***


LIBRO SECONDO-EDWARD

 

LIBRO SECONDO-EDWARD

 

 

Il Libro della Vita inizia con l’immagine di un uomo e una donna in un giardino.

                                Termina con l’Apocalisse.

(Oscar Wilde)

 

                               Ecco il mio segreto.

                                 E’ molto semplice:non si vede bene che col cuore.

                                 L’essenziale è invisibile agli occhi

(da Il Piccolo Principe)

 

PREFAZIONE

 

Se, accanto al suono del cuore che più ami, ne sbocciasse un altro, inizialmente debole, ma che si rinforza, spegnendo lentamente quel suono che ami più della tua stessa vita, si potrebbe amare incondizionatamente quel nuovo cuore?

E chi potrebbe amarlo tanto da combattere contro tutto e tutti?

Lei.

Lei l’ha amato dal primo momento, quando ancora quel debole battito  non aveva la forza di farsi sentire.

 L’ha custodito, nutrito, accudito.

Ma io, che vedo la vita che amo spegnersi inesorabilmente, l’anima che ha ridato suono al mio cuore morire lentamente  senza poter far nulla per evitarlo, come posso provare lo stesso amore incondizionato verso quella nuova creatura che pesantemente vuol entrare a far parte della mia esistenza?

Quando gli occhi sono ciechi, bisogna cercare col cuore[1].

E io ho cercato.

 Ho trovato la ragione per aggrapparmi alla sua forza, alla sua volontà di voler a tutti i costi la creatura che cresceva dentro di lei. Nel momento in cui ho percepito il legame che li univa, il bene che li legava, una certezza si è fatta spazio nella mia  mente: aveva ragione lei, l ’aveva sempre avuta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao ragazze!!!Wow…sono felicissima che la storia vi piaccia!!!Siete troppo buone con me, troppi commenti belli!!Quello che vi ho postato era l’ultimo cap. del primo libro(mantenendo la suddivisione della Meyer)…ora entriamo nel secondo!Questa parte ha molte situazioni che mi sono immaginata…spero vi piaccia!!Un mega kiss a tutte!!!

 

Ora rispondo ad un po’ di commenti specifici:

Bellas:sono felice che ti siano piaciuti gli ultimi due capitoli!!E’ sì…ora viene la parte più difficile…spero di non deludervi!!!Ma sono sicura che sarai sincera nel tuo giudizio!!!

Tettra:sono felice che la mia storia ti abbia rapito!!!Cerco di postare abbastanza velocemente, almeno finché posso, perché so cosa significa aspettare i capitoli con ansia…povera me…adoro le ff!!!

Goten:grazie per i complimenti, sei troppo troppo buona!!!

Anthy:ciao tesoro!!!Sono davvero felice che ti piaccia!!!Mi fa proprio, proprio piacere!!!Grazie per i commentino che hai lasciato!!!

Linda88:sono proprio felice che la mia immaginazione ti abbia soddisfatto!!!Grazie per leggere e per i commenti!!!

Tede:grazie mille, sono felicissima che ti piaccia.

Erzsi:grazie mille per tutti i commenti!!!sono davvero contenta che il mio modo di vedere BD dal punto vista di Ed ti piaccia.

Feffira:ciao, grazie per i complimenti. Secondo me Edward non pensa neanche un attimo di tenere il bimbo nell’isola, anche perché secondo me non lo vede come tale, ma come un pericolo per Bella. E neppure immagina che Bella stia pensando di tenerlo…almeno secondo me!!Secondo te invece l’ha pensato?sono curiosa, perché magari mi è sfuggito qualcosa e mi fa piacere sapere come la pensi!!!

Vitti:oddio…addirittura un libro della Meyer…sei troppo buona, davvero!!!Grazie comunque del complimento, mi fa piacere che lo pensi!!

 

 

 

 



[1] Riferimento al “Piccolo principe”,Antoine de Saint-Exupèry

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Capitolo 12
*** Ritorno ***


Capitolo 8- Ritorno

Capitolo 8- Ritorno

Bella si appoggiò alla mia spalla appena saliti in aereo. Quasi non mi rivolse la parola.

Le uniche due volte che lo fece fu per chiedermi di accompagnarla in bagno perché aveva di nuovo la nausea e per dirmi, verso sera, che aveva fame.

Salvo poi vomitare l'intera cena. Io non parlavo perché non sapevo cosa dire. Volevo solo porre fine a quella agonia. Il prima possibile.

Il resto del tempo lo passò a dormire. La vedevo sofferente, preoccupata, tormentata.

E non volevo affaticarla ulteriormente con le mie ansie,le mie inquietudini e le mie frustrazioni. Preferii semplicemente starle accanto. Accarezzandola ogni volta che sentiva una fitta al ventre o tenendole i capelli e la mano mentre rigettava quello che aveva appena mangiato. Quelle erano le uniche cose che riuscivo a fare. Farle sentire che ero lì, vicino a lei, almeno fisicamente. Ma mentalmente no, ero completamente assente. La mia mente aveva ricominciato a funzionare dopo il periodo di stand-by provocato dallo shock della notizia, ma aveva comunque preso le distanze dal presente e stava scandagliando qualsiasi possibile soluzione futura per permettere una vita felice a Bella. Con o senza di me. Perlomeno mentalmente potevo intravedere un futuro felice per la mia dolce adorata senza la mia infausta e incombente presenza pericolosa. Anche se, ne ero sicuro,non me l'avrebbe mai permesso. Lei era sempre stata sicura e certa della sua scelta. Aveva deciso di stare con me dal primo momento al di là della mia aberrante natura. Neppure nel momento in cui aveva capito di amare Jacob aveva avuto dei dubbi. Si, lo amava, ma non quanto amava me. Senza lui poteva riuscire a vivere, senza me no.

E io, nonostante l'amassi alla follia, non riuscivo a salvarla da me stesso. Ero l'unico pericolo che non riuscivo a non farle correre. Come potevo salvarla in questo caso? L'abbandono mi era sembrato, in passato, l'unica soluzione possibile.

Ed era ancora l'unica soluzione che vedevo possibile per salvare Bella. Ma non sarebbe più potuta essere una mia decisione. Certo, era la soluzione ragionevolmente più sensata, ma non ero più stato in grado di prendere decisioni ragionevoli da quando ero tornato con lei...

Ogni decisione era stata dettata dall'amore, dalla passione, dalla devozione e dall’assoluta implacabile attrazione che avevo provato per lei fin dal primo momento.

L'allontanamento da lei, seppur a fin di bene, non era contemplato dai suoi possibili scenari futuri. Niente vita senza di me, niente futuro felice per lei.

Mi chiesi a cosa stesse pensando durante tutto il viaggio. Mi augurai ce l'avesse con me per non averla avvisata, allarmata sulla possibilità che potesse rimanere incinta. Se avesse deciso di non perdonarmi l'avrei capito e accettato. Come biasimarla?Avrei accettato qualsiasi sua scelta, non avrei più interferito nella sua vita, se fosse stata lei a volerlo. Anche se avrei continuato a starle accanto, nell'ombra, in silenzio, per proteggerla e per assicurarmi che fosse felice. Nient'altro. Continuavo ad accarezzare il suo viso sofferente, sia perché non sapevo se mi avrebbe concesso di continuare a farlo, sia perché speravo, ad ogni carezza, di spazzare via le tracce di dolore che rendevano contratto il suo viso.

Arrivammo puntuali a Port Angeles. Come mi aspettavo c'erano Carlisle ed Esme ad aspettarci. Ma quello che non mi aspettavo fu quello che accade un secondo dopo la loro accoglienza all'aeroporto. Bella lasciò la mia mano e corse verso la mia famiglia.

Non avevo ancora fatto caso ma mancava Alice. Mentre, cosa inaspettata, c'era Rosalie. E Bella era tra le sue braccia. Tra le braccia di Rosalie!

Rosalie?No non era possibile. Perché Rosalie?

Tranquilla Bella. Ci sono io. Nessuno ti farà del male. Né a te né al bambino”pensò, accarezzandole amorevolmente i capelli.

Che pensiero era?E cosa voleva dire?

Cosa stava succedendo?Cosa non capivo? Immobile, fermo, davanti a Carlisle mi stavo interrogando sulla scena appena vista quando un pensiero di mio padre mi strinse come una morsa.

Come immaginavo. Bella lo vuole tenere

Tenere cosa?Cosa voleva tenere...

Strinsi i pugni vicino ai fianchi cercando di controllare la rabbia che stava prendendo il sopravvento.

Mi avvicinai a Bella.

-Dobbiamo parlare-, dissi con voce algida.

Non ora” pensò Rosalie.

-Adesso. Voglio parlare con mia moglie adesso-, insistetti perentorio.

Bella mi guardò spaventata. Probabilmente aveva evitato di mettermi al corrente prima della situazione per non scatenare la mia ira senza avere l'appoggio o la protezione di nessuno.

Non ora figliolo”, pensò mio padre appoggiandomi una mano sulla spalla.Torniamo a casa. Lì saremo più tranquilli e potremo parlarne con calma”.

Non risposi, ma mi diressi verso l'esterno senza guardare nessuno.

Tranquillo Edward. Non ti agitare. Ne parlerete a casa e risolverete tutto. Non fare una scenata davanti a tutti. Jasper tentava di calmarmi.

Non mi ero accorto di lui. C'era lui e non Alice?Strano, strano che lei non ci fosse.

Di solito in situazioni come quelle si sarebbe presentata subito per darmi la sua visione delle cose.

C'erano troppe cose che non quadravano, troppe cose che non avevo previsto, come la reazione di Bella.

Ma le avrei parlato e avrebbe capito. Doveva capire. Avrebbe abbracciato la mia visione della situazione, come un'unica possibile soluzione.

Salimmo in macchina con Rosalie.

Il viaggio fino a casa fu silenzioso. Non mi era risultato mai così facile isolarmi dai pensieri altrui. E non era facile evitare i pensieri di Rosalie. Quello che mi infastidiva era che erano riflessioni felici, positive. Pensava alla cosa dentro Bella come a un bambino da accudire nutrire, vestire, lavare...la cosa più assurda che avessi mai potuto sentire o realizzare fino ad ora. Non si rendeva conto che era un mostro, un abominio contro natura, quello che portava dentro di lei.

Bella rimase lontana da me. Le mani appoggiate sul grembo, lo sguardo fuori dal finestrino.

 Fisso.

Alienato.

Non parlò. Non mi guardò. Non mi toccò.

Volevo sapere cosa le passava per la testa, cosa stava succedendo.

Lo volevo sapere da lei.

Avrei voluto prenderla per le spalle, scuoterla, supplicarla di parlare, di spiegarmi il motivo della sua scelta. Perché voleva rendere tutto così difficile?Perché non poteva lasciare che risolvessi le cose a modo mio? Avrebbe significato meno dolore per tutti, in particolar modo per lei.

Non la feci entrare in casa quando arrivammo. La presi delicatamente per una spalla.

-Bella,possiamo parlare?-, chiesi ansioso.

Annuì insicura.

Lasciala stare”, tuonò Rosalie nella mia mente.

-Dannazione Rosalie, lasciaci in pace. Voglio solo parlare con lei-, ringhiai in risposta ai suoi pensieri.

Mancava solo che dovessi avere a che fare anche con Rosalie!

-Bella?-, la chiamò lei cercando di capire se fosse d'accordo.

Bella annui e mi seguì in camera.

-Cosa sta succedendo Bella?Io non capisco-, ammisi sincero, cercando di mantenere la calma.

-Edward, io voglio tenere il mio bambino. Non voglio che ci pensi Carlisle-, disse con voce bassa e timorosa.

Immobile accusai la sua risposta. Non era quello che avrei voluto sentirmi dire. Ma cosa significava che voleva tenere il bambino?Quale bambino?Doveva essere impazzita. Non si rendeva conto di quello che diceva.

-Come?Come dici Bella?Vuoi continuare la gravidanza?Ma non ti rendi conto che quella cosa che sta crescendo in te ti farà morire?E' un vampiro Bella, è forte come me, se non di più. Come puoi pensare che ti lasci vivere?-, urlai, senza nemmeno tentare di trattenere la rabbia.

-So che sarà così-, rispose.

Sapeva dire solo questo?Come faceva a saperlo?Come?

Iniziai a muovermi freneticamente per la stanza cercando di trovare una soluzione. Dovevo trovarla. Dovevo trovare il modo di farla rinsavire.

-Oh...tu non sai niente Bella, niente-, riuscii a rispondere, in un ultimo momento di sofferta lucidità.

“Edward, vedi di smetterla la spaventerai così. Ha bisogno di tranquillità

Rosalie. Come faceva Rosalie a sapere che Bella voleva continuare la gravidanza?Come si erano messe in contatto?Quando?Ero sempre stata con Bella. Sicuramente era stata quella stupida di Rosalie a metterle in testa di avere il “bambino”. Avrebbe fatto di tutto pur di avere un figlio, e chi meglio di Bella poteva darle quello che voleva? Tanto la madre non sarebbe sopravissuta e lei avrebbe potuto godersi la sua pseudo maternità in santa pace! Non c’era altra spiegazione se non quella di considerare Bella plagiata da Rosalie.

 Ormai sragionavo!

 -E’ stata lei?E’ stata Rosalie a metterti in testa questa idea?Cosa ti ha detto?Che andrà tutto bene?Che la gravidanza progredirà normalmente senza pericolo?Dimmi Bella, dimmi cosa ti ha detto!-, inveii contro di lei, ormai fuori controllo.

Si sedette nel letto, tenendosi il capo fra le mani.

-Edward...non reagire così. Non ti arrabbiare. Rosalie non c’entra. L’ho chiamata io, mentre tu eri andato a portare le valigie nella barca. Sapevo di poter contare solo su di lei. Metterà al primo posto la vita di mio figlio, non come te. Lo so che tu lo faresti per il mio bene, ma capiscimi Edward:è nostro figlio, tuo figlio e ne ho bisogno come ho bisogno di te. Non posso fare a meno, di entrambi. Siete come l’aria che respiro…Andrà tutto bene. Se le cose si metteranno male potrai sempre trasformarmi, come era nei nostri piani del resto-, disse con voce esausta.

Ormai ribollivo di rabbia. Come poteva porre tanto amore e tanta speranza in qualcosa che l’avrebbe fatta morire? Certo, la risposta era ovvia:allo stesso modo in cui aveva deciso di amare me. Ma questa volta non l’avrei accettato, non senza prima oppormi in tutti i modi.

-E nel frattempo Bella? Devo aspettare?Vederti morire?E se le cose non andassero come dici tu Bella, cosa succederebbe?A te, a me , a noi?-.

-Edward, ascoltami-, disse ormai esausta.-Io voglio tuo figlio, nostro figlio. Ho deciso. Ma non mi perderai, noi abbiamo una possibilità. Subito dopo la sua nascita mi potrai trasformare e tutto andrà per il meglio-.

La guardai pieno di rabbia, con il volto livido.

-Bella, tu non sai quello che dici. Potrebbe essere troppo tardi, troppo rischioso. Poni troppa fiducia in me. Non so se ce la faccio, se ce la posso fare. Mi stai chiedendo troppo-.

-Edward, mi fido di te. So che farai il possibile. Pensa prima al bambino poi a me. Promettimelo!-.

Sferrai un pugno contro lo stipite della porta, oltrepassandolo.

-Maledizione Bella!Come puoi chiedermi una cosa simile. Già è difficile da sopportare vederti ridotta così, mentre quella cosa prosciuga la tua vita, come puoi chiedermi di mettere al secondo posto la tua vita?Come puoi Bella?-,dissi, continuando a fissare il muro.

Mi voltai. Bella era pietrificata, il suo viso era rigato di lacrime e aveva iniziato a piangeva sommessamente.

Fammi entrare Edward, subito! Butto giù la porta,urlò nella mia mente Rosalie.

Aprii la porta e uscii lasciandomi alle spalle tutto. Non volevo più saperne niente. Bella non capiva, si ostinava a non capire. Come dovevo fare con lei?Potevamo risolvere tutta la faccenda in poco tempo. Lei sarebbe tornata a stare bene e avrei capito se avesse deciso di allontanarmi dalla sua vita.

Edward aspetta!

Esme cercò di trattenermi.

Edward?Dove vai?Cerchiamo di parlare. Proverò io a parlare a Bella, ma non andare,pensò trattenendomi per un braccio. Avrei potuto, strattonandomi, liberarmi dalla sua presa. Ma non volevo,non avrei trattato mia madre così.

Mi voltai.

-Ti prego mamma, lasciami andare-, la supplicai.

Lascialo andare. Ha bisogno di pensare, come tutti. Gli farà bene riflettere da solo”.

La voce, solitamente cristallina di Alice, risuonò cupa nella stanza.

Vai Edward. Prenditi il tempo che vuoi. Penserò io a Bella finché tu non ci sarai

Esme lasciò la presa e io mi affrettai a raggiungere l'uscita. L'atmosfera in casa mi soffocava. Sentivo tutti gli occhi puntati su di me. Tutti i pensieri indirizzati a rassicurarmi e tranquillizzarmi. Ma io non volevo essere calmato, non volevo farmi trascinare in quel vortice di pazzia che sembrava aver avvolto la mia famiglia e Bella.

Come il giorno prima, mi lasciai guidare dall'istinto e sfrecciai tra gli alberi, questa volta senza meta, annullando i miei sensi. Non volevo pensare. Solo sfogarmi. Placare la rabbia. Calmare il senso di impotenza che la provocava.

Avrei voluto piangere, urlare, chiedere perdono per aver permesso questo. Perché la vita era stata così ingiusta per Bella?Perché si era innamorata di me?Poteva avere chiunque. Nessuno, ne ero certo, l'avrebbe amata come me. Ma sarebbe potuto bastare. Jacob avrebbe potuto amarla molto più di qualsiasi altro normale umano.

Jacob avrebbe potuto proteggerla, senza rischiare, con la sola sua esistenza di metterla in pericolo. Lui sarebbe stato giusto per lei.

Ma Bella, no. Non aveva scelto il meglio per lei. Aveva scelto me. Di me non poteva fare a meno. Avrebbe vissuto senza Jacob, ma non senza me.

Se avesse scelto lui...a quest'ora starebbe stata bene.

La mia fuga durò poco. Mi accasciai al suolo ansimante. Un singhiozzo convulso  mi squarciò il petto. Cosa stavo facendo?Cosa avevo fatto?Possibile che per quanto mi sforzassi non riuscissi a proteggere Bella dal mostro che ero. Non sapevo che fare, come comportarmi. Perché doveva essere tutto così difficile per noi?Perché il destino permetteva che continuassi a mettere in pericolo l’unica anima che avessi mai voluto salvare e amare?

Mi irrigidii. Un fruscio alle mie spalle mi fece tendere i muscoli e allertare i sensi.

Edward, sono io

Esme?Cosa voleva da me?

Non aveva capito che volevo essere lasciato in pace. Solo.

Edward ti prego, calmati. Voglio solo parlarti.

Ruggii.

-Mamma, lasciami in pace. Torna a casa-, la intimai.

No Edward. Tu torna a casa. Non ti lascerò far un'altra volta di testa tua. Torna da Bella, da tua moglie. Parlale e soprattutto ascoltala. Non aggredirla come al tuo solito quando pensi che non stia facendo la cosa giusta. So che ti comporti così perché sei arrabbiato a causa della sua decisione, ma non puoi scegliere per lei.

Torna da Bella, Edward. Non è in grado di affronterà la situazione da sola. Questa volta se la lasci sola sarà la fine per lei.

Si sedette vicino a me, prendendo la mia mano tra le sue.

-Edward, ti prego, guardarmi. Anche tu hai bisogno di lei. Stalle accanto Edward. E’ un momento difficile, ma ricorda la promessa che hai fatto. Non puoi scegliere per lei. Capisco che tu non possa  condividere la sua scelta, ma accettala Edward. Devi starle vicino. Potrebbero essere gli ultimi momenti che passi con lei-, disse dolcemente.

Mi afflosciai ancora di più su me stesso, impotente.

-Non credo di farcela. Impazzisco a vederla così. E sapere che è colpa mia…-

-Non pensarla così Edward. Se l’avessi saputo, non avreste mai corso questo rischio. E’ accaduto e basta. Ora c’è altro a cui pensare-, disse, sorridendomi dolcemente.

Era possibile che le sue parole riuscissero a sollevarmi? 

-Torniamo a casa. Dobbiamo parlare con Carlisle e Alice-

Alice?Perché non aveva ancora parlato con me? Probabilmente non aveva avuto buone visioni su Bella e il bambino.

Alice non riesce più a vedere Bella, per questo vi ha chiamati spaventati ieri mattina. E’ sparita dalla sua mente allo stesso modo in cui spariva quando stava con Jacob. Carlisle ha una sua teoria, ma sarà lui stesso a parlartene”, pensò Esme, intuendo il motivo della mia espressione smarrita.

Alice non vedeva più Bella?Questo significava che era colpa del bambino?

Non vedevo l’ora di parlare con Carlisle.

-Edward?-.

Mi voltai verso Esme.

-Sii dolce con Bella. E’ distrutta. Non farle sentire il peso della disapprovazione della sua scelta-.

Annui.

-Tu approvi?La sua decisione intendo…-, chiesi.

Si, avrei fatto lo stesso anch’io. Avrei dato la vita pur di salvare quella di mio figlio”.

Non c’era altro da dire. Rimasi in silenzio fino a casa. Cercai di raccogliere tutta la forza che potevo per affrontare Bella.

Quello che vidi appena entrato mi spaventò e mi demolì più di quanto non fossi già.

Bella era accucciata su un angolo del divano. Gli occhi persi nel vuoto, rigati di lacrime e cerchiati di nero. Si dondolava avanti e indietro accarezzandosi la pancia, canticchiando la sua ninna nanna. Rosalie sedeva vicino a lei e le teneva la mano.

Vattene. Torna dov'eri. Non abbiamo bisogno di te”, urlò Rosalie.

E’ così da quando te ne sei andato”, pensò Alice.

Fai qualcosa Edward”, pensò Emmett.

Ho bisogno di visitarla Edward, di farle un'ecografia ma non si fa toccare. Continua a ripetere il tuo nome come una litania”, rifletté Carlisle.

Non badai nessuno. Mi avvicinai a Bella.

Ero una bestia, un animale. Non potevo credere di averla ridotta in quello stato.

Deglutii. Avevo deciso:avrei affrontato la cosa nel modo in cui aveva deciso.

Mi affrettai a raggiungerla ma nel momento in cui mi avvicinai Rosalie si alzò e mi si parò di fianco ringhiando.

-Scusa-, sussurrai a Bella, sollevandola dal divano.

Non osare toccarla”, pensò,l’hai già fatta star male fin troppo per oggi”.

Bella voltò lo sguardo verso di me. Sembrava essere uscita dallo stato catatonico nel quale era caduta.

-Edward…-, disse. Un sorriso si stampò nelle sue labbra livide.-Sei tornato!-.

Abbassò lo sguardo verso il suo ventre deforme accarezzandolo con entrambe le mani sussurrando:-Il tuo papà è tornato. Te l’avevo detto che non c’avrebbe lasciati soli-.

E tornò a guardarmi con lo sguardo pieno d’amore e di comprensione. Questo gesto sembrò costarle un'immensa fatica e si abbandonò spossata tra le mie braccia, chiudendo gli occhi e appoggiando il suo capo sulla mia spalla.

Lei era in grado di vedere le cose al di là di quelle che erano. Non era in grado di considerarmi un mostro. No, lei mi considerava un papà, il papà del suo bambino. Invidiavo la sua capacità di vedere le cose in modo così semplice e positivo. Si, sarebbe stato bello essere un papà. E sarebbe stato bello vedere Bella come una mamma…Perché tutto questo non riuscivo a crederlo possibile?

Rosalie si spostò di mala voglia.

Attento Edward, ti tengo d’occhio”, pensò.

La portai in camera mia, lentamente per non spaventarle ulteriormente.

Mi sedetti con lei sul letto, cullandola, senza parlare.

-Edward?-, mi chiamò.

-Si?-, risposi a mezza voce.

-Avrei bisogno di una doccia e di cambiarmi. Devo essere orribile. E avrei bisogno di aiuto per fare tutto questo-. Era una richiesta inaspettata, ma come potevo ostinarmi a pensare che la mente di Bella potesse generare un pensiero per me ovvio?

-Chiamo Alice-, risposi.”O preferisci Rosalie?”, non potei fare a meno di pensare con cattiveria.

-Puoi aiutarmi tu…se vuoi-, disse mantenendo un tono di voce basso e gli occhi puntati a terra.

Strana richiesta. Ma non obiettai.

Mi diressi in bagno e aprii l'acqua della vasca. Mentre si riempiva cercai Alice.

La trovai raggomitolata sul divano. A fianco a lei Jasper le massaggiava le tempie.

Speriamo ti passi in fretta bambolina. Non sai quanto mi dispiace vederti così”, pensò.

-Cos’ha?-, chiesi.

-Una forte emicrania, o qualcosa del genere. E’ da un po’ di giorni che va avanti. Avevi bisogno di qualcosa?-.

-Mi servivano dei vestiti puliti per Bella, ma vedrò di arrangiarmi-, risposi, per non disturbarli ulteriormente.

 L’aiuto io con il bagno”.

Mi voltai. Rosalie mi stava fissando infastidita.

-No, grazie, l'ha chiesto a me-, risposi,senza ammettere replica.

Grugnì qualcosa di incomprensibile, e si allontanò.

Ti lascio i vestiti puliti sul letto. Attento Edward ,non farla stancare troppo e non stressarla con le tue preoccupazioni, non ne ha bisogno. Ha preso la sua decisione ed è inutile che ti ostini a farle cambiare idea. La fai solo star male inutilmente”.

Le avrei volentieri tappato la bocca,anzi la mente, anche violentemente se necessario. Odiavo sentire l'opinione di Rosalie. Non mi importava niente di quel che pensava. Poteva tenerseli per lei i suoi pensieri. Da quando in qua le interessava la salute di Bella?Mi veniva in mente solo una risposta. Egoista e opportunista, ecco cos'era. Attributi che le calzavano a pennello!Cercai di non pensarci e tornai da Bella. Si era stesa sul letto, di fianco e si teneva il ventre con entrambe le mani.

Mi inginocchiai di fronte a lei e appoggiai la testa sul suo petto stringendola piano per i fianchi. Era così fragile.

-Stai male?-, chiesi preoccupato.

Mi sfiorò i capelli con il viso.

-Un po’-, rispose a denti stretti.

-Devi farti vedere da Carlisle, non può aiutarti altrimenti-.

-Lo so. Ma prima ho bisogno di mettermi un po' a posto-.

Annui. Come voleva lei.

-Vieni allora. Il bagno è pronto-, dissi, avvicinandola e sollevandola piano.

Sentii un colpetto provenire dal suo ventre. La osservai. Un'espressione di dolore aveva contratto il suo viso.

-Ti fa male?-, chiesi.

-E' forte Edward, tutto qua. Ma è sopportabile-.

La feci sedere sul ripiano del bagno e mi avvicinai per aiutarla a spogliarsi.

-Edward aspetta-, disse,mentre tenevo tra le dita un lembo della sua maglietta che le stavo togliendo.

-Che c'è?-.

-Non ti spaventare, ok?Ti ho chiesto di aiutarmi per mostrarti una cosa-, disse con voce più preoccupata del solito.

Attesi che continuasse il discorso, ma non lo fece. Alzò lentamente la sua maglietta e quello che vidi mi inorridì. La sua pancia era quasi il doppio del giorno prima e completamente coperta di macchie violacee, segni evidenti di ecchimosi recenti.

-Bella-, sussurrai , senza voce.

-Te l'ho detto:è molto forte-, disse quasi orgogliosa.

Raccolsi tutta la mia forza e il mio autocontrollo.

-Vieni, forza. Facciamo in fretta. Poi di porto da mio padre, vedrai che ti darà qualcosa per far calmare il dolore. Ti fa tanto male?-.

-Abbastanza-, ammise.

Non riuscii a fare a meno di chiederglielo.

-Bella, perché fai tutto questo?Lo puoi vedere da te che ti sta distruggendo. Qualsiasi cosa sia ti ucciderà. Non sei abbastanza forte, amore, per poter farlo nascere. Il tuo corpo è troppo fragile per poter adempiere a questa gravidanza anormale. Ti prego Bella, ripensaci. Potremmo sistemare tutto nel giro di qualche ora-, dissi, stremato.

Non rispose. Continuò ad accarezzarsi la pancia tumefatta, con lo sguardo pieno d'amore. Quasi impossibile da sopportare. Ma perché doveva amare tutto ciò che non avrebbe dovuto?Era una domanda inutile. E la risposta forse troppo ovvia e banale. Era Bella e quella era la sua forza:amare incondizionatamente, superando qualsiasi limite fisico, imposto per natura.

-Mi dispiace Bella, per prima, per essermene andato. Non sapevo cosa fare, come affrontarti. Lo so:non cambierai idea. Io non riuscirò a smuoverti dalla tua decisione, Ma ti prego amore:promettimi che se diventerà troppo, se starai troppo male me lo dirai-.

Un singhiozzo, simile ad un lamento strozzato,salì dal mio petto, scuotendomi e devastandomi ulteriormente.

-Shh-, sussurrò,-è tutto a posto. Ora che sei qui va tutto bene. Non farlo più. Non lasciarmi più Edward. Mai più-, disse, stringendomi forte al suo petto.

Non riuscivo a calmarmi. Continuavo a lamentarmi come in preda ad una crisi di pianto convulso.

-Shh, Edward. Va tutto bene-, e continuò a cullarmi sul suo petto, come se fossi io ad aver bisogno di conforto e ad essere rassicurato.

E in realtà ne avevo bisogno. Avevo bisogno di sentirmi dire che sarebbe andato tutto bene.

E fu quello che fece.

-Edward, tranquillo, andrà tutto bene. Non ti devi preoccupare per me. Per noi-, aggiunse infine dopo un attimo di esitazione portando la mia mano sul suo grembo.

Non potevo esserne certo e nemmeno lei. Ma come sempre mi stupivo della sua apparente noncuranza del pericolo e della sua positività nell'affrontare situazioni pericolose e insensate.

L'unica cosa che potevo fare era aggrapparmi a lei, alla sua fede, alla sua speranza.

Non c'era spazio per altro.

-Ti amo Bella-.

Fu l’unica cosa che mi restava da dire.

 

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Capitolo 13
*** Visita ***


Capitolo 9-Visita

Capitolo 9-Visita

Niente. Non si vede niente. Come temevo”.

Mi voltai verso mio padre. Teneva gli occhi fissi sul monitor, concentrato. Cercava un’ombra, un battito, un movimento…qualsiasi cosa lo potesse ricondurre ad una vita, possibilmente umana.

-Edward?Che problema c’è?-.Bella stringeva la mia mano. Gli occhi paralizzati su Carlisle. La voce rotta dalla preoccupazione.

-Va tutto bene, amore. Non è il caso che ti agiti così. Stai tranquilla-.

Voltai anch’io gli occhi verso il monitor. Nero. Non c'era speranza di prevedere nulla. Un salto nel buio. Nel vuoto. Contemporaneamente. Non ero certo di saper affrontare tutto questo. Non ero certo di poter sopravvivere ad un esito negativo della scelta di Bella.

Deve essere molto più simile a noi più di quando immaginassi. Riesce a resistere agli ultrasuoni dell'ecografo. Deve aver creato una sacca amniotica per proteggersi molto somigliante alla nostra pelle. E' pressoché impenetrabile con strumenti “per umani”. Nulla, non possiamo vedere nulla, solo aspettare”, pensò Carlisle deglutendo rumorosamente. Percepivo lo sguardo di Bella fisso su di me. Attendeva una spiegazione.

-Bella…-, iniziai, ma m’interruppe.

-Ho capito Edward-, disse abbassando lo sguardo.- Carlisle non riesce a vederlo. Sa difendersi bene questo brontolone-,constatò, con fastidiosa devozione, accarezzandosi il ventre. Distolsi lo sguardo da lei. Non riuscivo a vederla così. Come poteva adorare in quel modo indiscutibile quella creatura che le cresceva dentro?Ogni volta che notavo quel luccichio appassionato nei suoi occhi un’ondata di rabbia invadeva il mio corpo. Rabbia che doveva rimanere muta, dentro di me, senza possibilità di sfogo:Bella non avrebbe retto un’altra sfuriata da parte mia. Ma non dovevo fare uno grande sforzo per ricordare di controllarmi. C’era chi lo faceva per me…

Calmati Edward”, mi consigliò Rosalie entrando nella stanza. Ormai lavorava in team con Jasper:lui teneva d’occhio il mio stato d’animo e non appena iniziavo ad agitarmi più del solito lei interveniva in soccorso di Bella. Disgustoso!Tutta quella premura non era certo da Rose:possibile che Bella non se ne rendesse conto?No, certo che no:aveva solo bisogno di qualcuno che difendesse imperterrita la sua scelta.

-Per i lividi sul ventre Bella posso provare a darti un antidolorifico, sperando che faccia effetto. Inoltre  possiamo comunque fare altri controlli. Se ti fa piacere può pensarci Edward. So che sei spaventata, per metterti a tuo agio-, intervenne Carlisle per smorzare gli sguardi infuocati tra me e Rose.

-Ci penso io. Vi ricordo che anch'io sono laureata in medicina-, tagliò corto Rosalie.

Edward, non provare ad opporti. Sai anche tu che Bella si sentirebbe più a suo agio con me. Si rende conto che soffri ogni volta che la guardi e ti risparmierebbe volentieri questa agonia, almeno per una volta”.

Come darle torto in questo caso?Aveva ragione. Bella soffriva ogni volta che la osservavo. Il suo viso, ormai ossuto e trasparente, si tendeva in un’espressione sofferente, riflesso della mia.

Ma non riuscivo in alcun modo a nascondere il mio tormento interiore.

Avrei tanto voluto piangere.

Forse avrebbe aiutato a dar sfogo alla mia angoscia e al mio senso di colpa.

Ma i vampiri non piangono.

Non potevo concedere al lago, che era andato a crearsi dentro di me,lo sfogo necessario per impedirmi di soffocare. E' così che mi sentivo...soffocare. Che contraddizione! I vampiri non hanno necessità di respirare, non soffocano...eppure per me, in quel momento, non valeva.

Sentivo la mia gola stringersi in un orifizio sempre più stretto, intrappolando dentro me l'angoscia che mi logorava, che premeva contro il mio petto, schiacciandomi, giù, verso terra senza darmi modo di risalire. E non potevo far nulla. Impotente, soffrivo il più silenziosamente possibile.

-Dici davvero?- chiese Bella sollevata, interrompendo il divenire dei miei pensieri.

-Certo Bella. Mi fa piacere-, rispose Rose. “Così, magari,riusciamo a capire qualcosa di più rispetto a Carlisle

-Allora noi usciamo-, disse mio padre trascinandomi con sé.

-Sono qui fuori se hai bisogno-, mormorai a Bella, prima di andarmene.

Carlisle, precedutomi nell’uscire, era appoggiato alla parete serio e preoccupato.

Non so cosa pensare. Non ho mai visto niente di simile prima

-Cosa facciamo adesso?-, chiesi, teso.

-Non lo so Edward, non lo so. Intanto andiamo nel mio studio, li possiamo parlarne con calma-.

Io ero tutto fuorché calmo. Ma aveva ragione. Immaginavo la piega che avrebbero preso i nostri discorsi e non volevo che Rosalie ne sentisse neanche solo una minima parte.

Lo segui a testa bassa, continuando ad ascoltare i suoi pensieri.

Speravo di riuscire a capire, a darti delle risposte, seppur vaghe. Non ho la minima idea sulla creatura che porta in grembo Bella. Nulla”.

Chiusi la porta del suo studio alle spalle.

Non avevo ancora parlato a lungo con mio padre. Da quando eravamo tornati avevo cercato di carpire i suoi pensieri ma erano strani, diversi dal solito. Erano vaghi, incompleti, inconsistenti, incoerenti. Non aveva un’idea precisa della situazione, non sapeva neppure lui cosa fare. Era la prima volta che lo vedevo in evidente difficoltà.

 -C’è una sola soluzione, Carlisle, lo sai bene-, dissi.

-Non è quello che vuole Bella-.”E non posso fare una cosa del genere a Esme, non me lo perdonerebbe mai.”

-E quello che penso io?A nessuno interessa, giusto?Continuiamo a proteggere quella specie di mostro!Si nutre della vita di Bella, papà. Ogni giorno che passa diventa sempre peggio, sarà sempre più difficile liberarsene senza compromettere irreparabilmente la sua vita-

Non possiamo farle questo. Non possiamo.-Capisco le tue preoccupazioni Edward, ma cosa vorresti fare?Imbottirla di anestesia e privarla della creatura che porta in grembo?No, figliolo, non possiamo cedere a questa soluzione. Forse è la più semplice!Ma per chi?Per me, per te…non certo per Bella-.

-Ma non posso neppure aspettare!Aspettare cosa, poi?Che la sua vita venga definitivamente risucchiata da quello che lei definisce”bambino”?-, replicai,quasi senza voce.

Credo sia l’unica soluzione”, concluse mentalmente Carlisle.

-Tutto bene là dentro?-. Emmett ci interruppe. -Fatemi entrare, per favore-.

Jasper .L'aveva mandato sicuramente lui a controllare la situazione.

Carlisle aprì la porta.-State parlando di Bella, vero?-.

Che domande sceme che faccio. Certo che sì, ho origliato l’intera conversazione…dovrei saperlo

-Bhe, ecco…credo dovreste coinvolgere tutta la famiglia in questa discussione. Ormai non è più solo affare tuo e di Bella, Edward-,continuò.

Per forza, dopo che Rosalie ha deciso di diventare la paladina della gravidanza di Bella, è impossibile, almeno per me prenderne le distanze

-Forse hai ragione, Emmett. Scendiamo subito-, disse Carlisle.

-Sarà meglio-, rispose ,-anche perché Esme è preoccupata per Edward. Teme che potresti fare qualche cavolata-, concluse rivolgendosi a me.

-Che tipo di “cavolata”?-, ringhiai rabbioso per l’improvvisa e indesiderata interruzione.

Tipo prendere Bella, sedarla e puff…farle sparire il pupo nella pancia

Sempre molto pittoreschi i pensieri di Emmett.

-E’ un opzione da prendere in considerazione-, dissi, rispondendo ai suoi pensieri.

Rosalie ti farebbe a pezzetti piuttosto”, constatò, immaginandosi la scena.

-E tu la lasceresti fare?-.

-Si, Edward. E’ difficile prendere una posizione, ma credo che un figlio sia sempre e comunque un dono da accettare e basta-

Dono che vorrei più di ogni altra cosa fare a Rosalie…”.

-Smettila Emmett!Non ti rendi conto di quello che dici. Fammi il favore di tornare dov’eri. Non voglio litigare con te, ma non voglio neppure sorbirmi le tue elucubrazioni mentali-

Elu..che?Certo che a volte Edward parla proprio difficile

-In ogni caso vi aspettiamo giù. E’ il caso che ne parliamo tutti assieme-, concluse andandosene.

Grugnii, mostrandogli i denti. In altri casi avere Emmett vicino mi avrebbe fatto piacere, ma in questa circostanza no. In quel momento odiavo la semplicità dei suoi pensieri, la facilità con cui aveva liquidato la gravidanza di Bella. Mi stavano saltando i nervi, dovevo calmarmi.

Scendiamo Edward. Emmett ha ragione:parliamone tutti assieme”.

-Ancora una cosa Carlisle. Esme mi ha detto che hai una teoria sul feto. Non me ne hai ancora parlato-, osservai.

E’ vero. A dir la verità me n’ero scordato”.

-In realtà non è una teoria!Vorrei solo riuscire a  studiare il DNA del feto per calcolare il numero di cromosomi. Questo ci permetterebbe di capire se è più simile a te o a Bella-.

-Ed è  possibile?-

-Purtroppo non credo. Temo che un ago non riuscirebbe a penetrare il sacco amniotico-.

-E cos’altro potremmo fare?In che altro modo potremmo procurarci informazioni?-.

-L’unico modo è fare delle ricerche. Potremmo studiare antiche leggende e vecchi miti. Sono riportati sicuramente dei casi simili al nostro. Non dobbiamo lasciare perdere niente che possa darci informazioni sul feto, nulla. Chiederò a Emmett e Jasper di aiutarmi. E’ la nostra unica speranza per saperne un po’ di più-.

Ora scendiamo, ci stanno aspettando. Parleremo anche di questo”.

Seguii Carlisle e nello stesso momento Rosalie uscì dalla stanza adibita ad “infermeria”per Bella aiutandola a camminare. La raggiunsi velocemente.

-Tutto bene, Bella?-, chiesi vedendo il suo sguardo distorto in una smorfia di dolore.

Non troppo. E tu di certo non l’aiuti a stare meglio”.

-Insomma... Dopo l’ecografia il bimbo deve essersi infastidito perché mi ha sferrato due colpi da vero pugile. Non vedo l’ora di vederlo-.

Respirai a fondo, tentando di ricacciare giù la risposta cattiva e acida, seppur fin troppo reale, che avrei voluto darle. Come faceva essere così sicura che avrebbe visto il suo bambino?Non poteva esserlo. Cosa le garantiva che avrebbe continuato a vivere…dopo? Speravo che la sua unica garanzia non fossi io:non ero ancora certo di potermi accollare una responsabilità del genere!

-Scendiamo. Abbiamo una decisione da prendere assieme-, disse Carlisle, rivolgendosi a Rose e Bella.

Ma di cosa parla?Che decisione?Spero che non si riferisca a Bella perché non c’è nulla da decidere, mi sembra tutto più che chiaro ormai”.

-Scendi e basta Rose-, le risposi, infastidito dal suo pensiero.-Lascia andare Bella. L’aiuto io!-, conclusi inflessibile. Mi guardò con aria di sfida, ma la lasciò delicatamente andare e si afflosciò tra le mie braccia.

Le sue condizioni cambiavano in brevissimo tempo:l’avevo lasciata solo una decina di minuti fa e già la vedevo più debole rispetto a prima. Era sicuramente più magra, il viso più scavato, le occhiaie più marcate.

-Hai fame?-, chiesi.

-Un pochino. Anche se non so se vale la pena mangiare. Ho appena vomitato tutto il pranzo-,osservò.

Se continua così dovremmo iniziare ad alimentarla per via venosa, sperando le sia di aiuto”, rifletté Carlisle.

Già, aveva ragione. Il corpo di Bella rigettava ormai tutto quello che mangiava, non tratteneva più niente. Se le cose non cambiavano in fretta, la soluzione ,appena pensata da Carlisle, pareva l’unica possibile.

La posai delicatamente sul divano e mi sedetti di fianco a lei. Si accovacciò in posizione fetale poggiando la testa sulle mie ginocchia. Come poteva continuare a cercare al mia vicinanza dopo tutto quello che le avevo fatto?Era solo una delle innumerevoli cose che non riuscivo a spiegarmi e che, probabilmente mai, sarei riuscito a fare.

 

 

Ciao ragazze!!Oggi vado un po’ di fretta, quindi non ce la faccio a rispondere a tutti i commenti!!!Vi ringrazio come sempre, siete troppo, troppo buone con me. Ringrazio anche chi mi ha inserito tra i preferiti e i seguiti!!!Un bacio!

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Capitolo 14
*** Discussione ***


10

Ciao ragazze!!Allora, visto che i prossimi capitoli sono già pronti, non vi faccio aspettare troppo. I prossimi capitoli sono un po’ di passaggio:ho cercato di scrivere cosa, secondo me, è successo i primi giorni dopo il ritorno a casa. Spero vi piacciano comunque.Scusatemi se non rispondo puntualmente ai commenti, prometto che quando ho un po’ più di tempo lo farò. Come sempre ringrazio tutte, per la fiducia che riponete in me e per i mille complimenti che mi fate. Ringrazio in particolare Bellas, che ha deciso di segnalarmi nella sua fan fiction. E’ da un po’ che leggo ff in questo sito, ma sono certo che ne ho tralasciate alcune di molto belle!!Quindi se voi volete segnalarmene qualcuna di meritevole da leggere io lo faccio volentieri!!Grazie a tutte ragazze!!Un bacio

Capitolo 10.Discussione

-Bene parliamo-, proruppe infastidita Rosalie.
Di cosa vorranno parlare poi, non capisco. La decisione è già stata presa”.
-Nulla è definitivo-, ringhiai in risposta ai suoi pensieri.
Non ti permetterò di opporti alla sua scelta”.
Calmo Edward, non scaldarti prima ancora di cominciare”. Jasper tentava di tenere sotto controllo la situazione.
-Mi spiegate cosa sta succedendo. Non capisco nulla-, brontolò Bella, alzando lentamente il capo dalle mie ginocchia.
-Stai giù amore, non serve che ti alzi. Ora Carlisle ti spiegherà tutto-.
Mio padre prese la parola.
-Come già saprete, ho fatto l’ecografia a Bella, ma non riesco a vedere nulla. Di conseguenza non so neppure come agire. Quindi prima di tutto avrei bisogno dell’aiuto di Emmett e Jasper. Dovreste fare delle ricerche ragazzi:qualsiasi cosa possa ricondurci ad un caso simile alla gravidanza di Bella può essere oggetto di studio. Quindi dovrete raccogliere testimonianze,leggende, credenze antiche…Purtroppo non esiste un testo scientifico che tratti una gravidanza simile alla tua Bella. In quel caso saprei sicuramente come aiutarti-.
Bella sorrise mesta a Carlisle.-Lo so, non ti preoccupare-.
-Dobbiamo anche valutare se è la scelta giusta-, dissi tutto d’un fiato,introducendo l’argomento che più mi stava a cuore.
Sentii lo sguardo di Bella trafiggermi.-Ne avevamo già parlato Edward-.
-Lo so Bella,ma come mi ha fatto notare Emmett prima, non è più una questione che riguarda solo noi, non più ormai-.
-Sapete già come la penso io:prima di toccare Bella dovrete passare sul mio cadavere, quindi non osate neppure immaginare di agire contro la sua volontà. La sua scelta l’ha già fatta da un pezzo ormai. Non vedo perché ostinarsi a farle cambiare idea-, urlò Rosalie.
-Rosalie calmati-, le sussurrò Emmett all’orecchio, accorso al suo fianco.
Non voglio calmarmi. E’ una discussione inutile”.
Ha ragione Rose. Bella ha già preso la sua decisione e non cambierà idea. Perche Edward non si rassegna ad accettare la sua scelta”, pensò Esme.
Girai lo sguardo verso mia madre. Per me era impossibile arrabbiarmi con lei, ma avrei voluto che stesse dalla mia parte. Come poteva non capire?L’unica cosa che per me era importante era la vita di Bella. Tutto il resto perdeva significato. Senza lei ero vuoto, il nulla. E non potevo rischiare di perderla senza prima avere lottato fino allo stremo.
Mi rivolsi a Bella.
-Bella, io non ce la faccio a vederti così. E’ tutta colpa mia, me ne rendo conto. Sei in questa situazione per colpa della mia ignoranza. Avrei dovuto informarmi meglio prima di…-. Non terminai la frase. Era stata una stupida negligenza da parte mia accettare come dato di fatto la mia sterilità. Prima di fare l’amore avrei dovuto accertarmene. Ma il dubbio non mi aveva mai colto. Preso com’ero dalla preoccupazione di poterle fare del male per esaudire la sua richiesta, avevo del tutto ignorato quella possibilità.
-Pensavo avessi capito Edward.Pensavo fosse un argomento chiuso-, sospirò mesta.
-Non riesco a rassegnarmi Bella. Ho pensato a quello che mi hai detto:non sono sicuro di riuscire a trasformarti in tempo, non sono sicuro di farcela-, ammisi sinceramente.
Abbassai gli occhi evitando il suo sguardo. L’ammissione della mia paura di fallire mi faceva arrabbiare:come potevo non garantire a Bella di sopravvivere, seppur in una forma diversa da quella umana? Passò qualche istante di puro silenzio. Nessun pensiero, nessun rumore, nessun respiro. Persino Bella aveva smesso di respirare.
-Non importa Edward. Non rinuncio al mio bambino comunque-, ribatté decisa, dopo essersi ripresa dall'oblio nel quale era caduta.
-Come puoi dire così?-, chiesi, quasi rassegnato.
-Te l'ho già spiegato Edward:non è una scelta, ma una necessità. Non posso rinunciare a lui, non posso. Fa parte della mia vita ora. Non l'ho cercato. E' arrivato e basta...come te. E non m'importa se e per quanto dovrò combattere: farà parte della mia vita. Non posso farne a meno.
Ma andrà tutto bene Edward, me lo sento!-
Mi raggomitolai ancora di più su me stesso, avvicinandomi al suo viso. Me l'ero presa con lei pochi giorni prima per aver espresso gli stessi pensieri ma ora...non riuscivo ad arrabbiarmi, non riuscivo a reagire. Credevo realmente che l'unica scelta possibile fosse liberarmi del feto che tanto faceva soffrire Bella, ma non era la scelta che voleva lei, ma quello che volevo io. Era di nuovo una decisione egoistica?Probabilmente si. Probabilmente ancora una volta avrei fatto di testa mia pur di tenerla al mio fianco, pur di sentirla ancora la sua presenza vicino a me. Possibile che non riuscissi a mettere da parte quello che volevo io, in favore di quello che realmente desiderava lei?Potevo accettare di vederla morire per mettere al mondo il bambino che tanto desiderava? Se lei fosse morta,cosa sarebbe rimasto di me?
Osservai Alice. Avrei tanto voluto una rassicurazione da lei.
Quanto mi mancavano le sue, seppur incerte, previsioni sul futuro. Non me n'ero mai reso conto ma il suo potere era stato spesso provvidenziale , soprattutto da quanto avevo conosciuto Bella. Come avrei fatto senza di lei? Ora anche lei soffriva. E sempre per colpa mia.
Da quando ero tornato i suoi pensieri erano identici, si perpetuavano nel tempo uguali a sé stessi:”Non vedo niente”, continuava a ripetersi. Sapevo che si stava sforzando al di là delle sue capacità per aiutarmi. Avrei dovuto dirle di smetterla di accanirsi così nei confronti di un futuro così buio. Ma, egoista com'ero, volevo che non smettesse, che continuasse a cercare quell'appiglio che mi poteva aiutare a sperare. Alzò gli occhi verso di me, scuotendo la testa.
Mi dispiace Edward, non posso aiutarti. E' il feto, mi impedisce di vedere Bella. Il suo futuro è sparito. Mi dispiace.A volte sembrava fosse lei a leggermi nella mente e non il contrario. In qualche modo sapeva sempre quello che stavo pensando, quello che volevo da lei.
Avevo spesso pensato fossimo due anime destinate a stare assieme. L’affetto che mi univa ad Alice era di certo quello più forte all'interno della mia famiglia. Il nostro legame era stato da subito molto forte, molto intenso. Le nostre mente sembravano complementari, come fossero due metà di un intero. Più di una volta avevo scherzato con lei sul fatto che probabilmente eravamo fratelli anche da umani ma separati alla nascita. Troppo simili,troppo legati dalle stesse emozioni. Non eravamo solamente due persone accomunate dallo stesso destino. Lei era mia sorella. Nel senso più profondo del termine. Avrei sacrificato la mia vita per lei. Così come l'avrebbe fatto lei a Volterra per me. Era l'unica che probabilmente capiva la mia profonda angoscia per Bella. La mia preoccupazione per lei, per la sua volontà di voler a tutti i costi quel bambino. Ero certo che la pensasse come me. Non avrebbe mai permesso di mettere in pericolo la vita di Bella se fosse dipeso da lei. Se avesse avuto la minima convinzione di poter convincerla avrebbe provato, ma sapeva di non aver la minima speranza.
E' proprio impazzito. Prima la spara grossa e poi si ammutolisce come un'ebete. Il pensiero di Rosalie mi fece ricordare che eravamo nel pieno di una conversazione. Non ero ancora pronto per terminare il mio stato di torpore mentale in cui ero caduto, e cedere il passo al proseguo della discussione. Sapevo che tutti stavano osservando la scena e ognuno era immerso nei propri pensieri che, però, poco rumorosi in confronto a quelli di Rosalie, non giungevano fino a me affinché li percepissi ma si disperdevano prima di infrangersi nella mia mente.
Avvolto dalle mia riflessioni, involontariamente, avevo iniziato ad accarezzare i capelli di Bella e lei si era addormentata. Quante volte mi ero perso a osservare i mille cambiamenti impercettibili del suo volto mentre dormiva! Il suo viso era una scatola di sorprese:sempre pronto a stupirmi con colori e sfumature nuove. E ora, nonostante il suo viso portasse chiari i segni della sofferenza, una nuova luce, una nuova tonalità colorava il suo volto avvolto dalla inconsapevolezza che arrecava il sonno. Sorrideva, tenendosi il grembo con entrambe le mani, molto piccole, al confronto con il grosso pancione che le era cresciuto così velocemente. Per una frazione piccolissima di secondo quasi mi piacque vederla così. Emanava pace. Serenità. Forse lo stava sognando. Lo poteva vedere, seppur solo nei suoi sogni. Per un attimo la invidiai:era già legata a lui indissolubilmente. Io non riuscivo ancora a trovare quella forza necessaria per lottare per lui. Non sapevo dove cercare, cosa cercare. Per me era solo qualcosa che voleva portarmi via Bella. Qualcosa che lottava per imporre la sua esistenza, a scapito di un’altra che per me, invece, valeva più di qualsiasi altra cosa. Scossi la testa cercando di riprendere in mano i restanti brandelli delle mie capacità mentali per continuare la discussione poco prima iniziata.
Sembra abbia visto un fantasma. Chissà a cosa pensa. Esme. Non avrebbe voluto conoscere i miei pensieri se solo avesse saputo quanti meschini fossero. Chissà quanto le faceva strano vedermi in quello stato. Anche lei era sempre molto sensibile al mio stato d'animo, quasi quanto Alice, anche se le sue reazioni erano molto diverse. Alice sapeva quando intervenire e se era il caso di farlo. Esme non appena percepiva che qualcosa non andava si precipitava da me, per parlarmi,calmarmi, aiutarmi che io ne avessi voglia o meno. E spesso, non ero sempre stato gentile con lei.
-Bene, mi sembra che non ci sia più molto da dire. Sapete bene che Bella non cambierà idea, e nessuno sarà mai in grado di farglielo fare. Quindi, Edward, decidi in fretta quale condotta seguire:o sei con noi o contro di noi. E se decidi di aiutare Bella, cerca di smettere di preoccuparla-, concluse velocemente Rosalie.
-In realtà c'è un'altra cosa da decidere:dovremo avvisare Charlie, non possiamo tenerlo all'oscuro di tutto. Verrà a sapere presto che Bella è a casa e vorrà vederla. Dobbiamo inventare una scusa per impedire che ciò avvenga-, osservò Carlisle.
Non avevo più pensato a Charlie da quando avevamo fatto ritorno a Forks. Sicuramente avrebbe chiamato per sapere se eravamo tornati, anche perché si avvicinava l'inizio del college. Non poteva vedere Bella senza spaventarsi. Non avrebbe capito.
Mancava solo questa”pensò Rosalie.
Dobbiamo inventarci una scusa credibile, per tenerlo lontano. E' un uomo cocciuto. Verrebbe fino a qui pur di vedere Bella”pensò Carlisle.
Ha già chiamato una volta per sapere quando sarebbero tornati. Non passerà troppo tempo prima che lo rifaccia”, rifletté Esme.
Che scusa inventare?Come potevo tenere lontano Charlie da sua figlia?Mi venne in mente che la prima volta che avevo capito che Bella non stava bene avevo ipotizzato che avesse contratto una morbo in Sud America. Poteva essere credibile una scusa del genere.
-Potremo dirgli che Bella ha contratto una malattia contagiosa in Sud America e che siamo tornati per farla curare da te Carlisle. Potremmo impedire a Charlie di venirla a trovare usando come scusante la possibilità di contagio-.
Bell'idea!Sembra che il suo cervello abbia ripreso a funzionare”, sentenziò mentalmente Rose.
-E chi chiamerà Charlie?-, chiese Emmett.
-Lo chiamerò io. Ho voglia di sentire mio padre-, intervenne Bella che nel frattempo si era svegliata.-Lo chiamo subito-.
-D'accordo-, rispose Carlisle .-Ti prendo il telefono-.
-Sei sicura amore?Te la senti?-, chiesi, questa volta più impaurito di lei per quello che stava per fare.
-Non ti preoccupare Edward. Prima o poi dovrò affrontarlo e non posso evitare che in un modo o nell'altro si preoccupi, quindi...-.Annuii, silenzioso. Poteva essere anche l'ultima volta che avevano l'occasione di sentirsi. Anche se le cose fossero andate “bene” per Bella, ossia se fossi riuscito a trasformarla in tempo, non avrebbe più potuto parlare o incontrare Charlie.
Charlise le porse il telefono.
-Ho già fatto il numero-, la avvisò.

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Capitolo 15
*** Tempi ***


Capitolo 11

Ciao ragazze!!Io finché posso vi faccio contente. I capitoli fino al 17 sono scritti, per me non è un problema postarli. Solo non vorrei essere troppo pesante. Comunque ho deciso di postare anche questo capitoletto. Spero vi piaccia. Dal prossimo arriva Jacob!!Fatemi sempre sapere cosa ne pensate. Per me è importante, sia per migliorarmi, sia perché potrei non essere stata coerente con il libro. Anzi è probabile perché non è semplice tenere tutto a mente!!Comunque non voglio tediarvi ancora con le mie osservazioni e vi lascio alla lettura!!!Un bacio a tutte!!

 

Capitolo 11.Tempi


-Pronto papà, sono Bella-.
Tutti avevano lasciato la stanza per evitare che Bella si sentisse in imbarazzo. Stavo per andarmene anch'io ma mi aveva pregato di non lasciarla sola. Forse perché aveva paura di sentirsi male di nuovo o forse perché aveva bisogno di sostegno in quello che stava facendo. Stava solo per dire a Charlie una delle tante bugie che avrebbe dovuto raccontargli. Per proteggerlo e per proteggerci.
-Ciao Bells!Siete tornati. Non vedevo l'ora!Mi sei mancata così tanto-.

La voce di Charlie era palesemente piena di sorpresa e di gioia. Non poteva sapere che eravamo si tornati,ma che non avrebbe potuto vedere Bella…forse mai più.
-Si...siamo tornati-, rispose, incerta.
-C'è qualcosa che non va?Ti sento strana!-, chiese Charlie con tono più agitato di prima.
Osservai Bella. Si mordeva il labbro, probabilmente incerta su come rispondere.
-In effetti non sto troppo bene. Siamo tornati per questo. Credo di essermi presa una sorta di influenza sudamericana, o qualcosa del genere, e fatico a riprendermi-. Risposta diplomatica, che non dava alcuna informazione sul suo vero stato di salute.
-Ma sei stata da un medico?-.
-Papà!C'è Carlisle!Non potrei essere seguita da un medico migliore!-.
-Giusto, giusto!Passo subito da te allora!Così vengo a vedere come stai!Sei dai Cullen vero?-.
-Eee...papà,non serve!Carlisle dice che potrei essere contagiosa. Non è il caso che tu ti esponga ad un simile rischio, lascia perdere. Appena sto meglio ti richiamo-, rispose cercando di mantenere un tono di voce il più allegro possibile.
-Ma che dici Bella?Certo che correrò il rischio di ammalarmi pur di vederti. Non pensarlo neppure che rinuncerei per una simile sciocchezza-.
Bella mi guardò sconvolta. Non sapeva più come uscirne. Io la stavo già osservando da un pezzo in attesa di un momento di difficoltà che non era tardato ad arrivare. Le feci segno di passarmelo.
-Papà?Ti passo Edward, vuole parlare con te-.
Quasi tremante, raccolsi il telefono dalla mano di Bella e lo avvicinai all’orecchio. Avrei voluto spiegargli che era tutta colpa mia se sua figlia stava male, che avrebbe dovuto prendersela con me. Qualcuno, finalmente, avrebbe riconosciuto le mie colpe. Non mi avrebbe fatto certo stare meglio, ma almeno Charlie avrebbe capito che razza di mostro ero e avrebbe cercato di convincere Bella a starmi lontano.
-Pronto?Salve Charlie-, esordii cercando di mantenere una tonalità tranquilla della voce.
-Edward?Cos'è questa storia?Cos'ha Bella?-. Charlie, invece, non mi salutò neppure e mi investì con le sue domande preoccupate.
-Ha contratto una malattia in luna di miele. Potrebbe essere grave-, cercai di spiegare tentando inutilmente di non allarmarlo troppo.-Ha bisogno di riposo e di tranquillità. E soprattutto può essere contagiosa:per almeno quaranta giorni non potrà uscire ne ricevere visite. Capisci Charlie:lo facciamo per non farla correre rischi inutili e soprattutto per non farli correre a te-, conclusi.
-Non m’interessa!Voglio vederla!-, ribadì deciso.
-Carlisle ha vietato ogni visita a Bella-, risposi perentorio.
-Fammi parlare con lui-.
Che osso d'uro!Risultava più difficile del previsto tenerlo lontano da Bella.
-Ora te lo passo-, risposi, porgendo il telefono a Carlisle che nel frattempo si era materializzato al mio fianco.
-Pronto Charlie-.
-Carlisle, perché non posso vedere mia figlia?-, chiese nuovamente Charlie con voce piena di angoscia.
-E' meglio di no!Finché non capiamo chiaramente cos'ha è opportuno non fare correre rischi inutili a nessuno. Né a Bella né a te-. Carlisle ripeté esattamente quello che gli avevo già risposto io.
-Ma...-,cercò di dire Charlie.Mio padre lo interruppe.-Ti prego Charlie, niente ma!So quello che faccio e per il momento non mi sembra il caso che tu veda Bella. Almeno finché non capisco bene cos'ha. Sto facendo tutto il possibile, fidati-, concluse.
Per alcuni minuti eterni Charlie non parlò. Non era possibile per me sapere a cosa pensasse, ma non era difficile da immaginare. Probabilmente si sentiva impotente di fronte a quell'ordine, con le parvenze di un consiglio, che gli aveva imposto mio padre!Mi dispiaceva per lui. Se solo avesse saputo la verità!Ma in cuor mio avevo sempre pensato che Charlie sapesse che per Bella, stare con me, non fosse la scelta giusta. Per questo, probabilmente, aveva tanto insistito affinché lei continuasse a vedere Jacob.
Anche perché avevo fatto soffrire Bella fin troppo e l'avevo troppo spesso messa in pericolo. E Charlie conosceva solo una piccola parte dei pericoli che aveva corso Bella per colpa mia.
-Va bene. Ho capito-, sospirò Charlie.-Almeno fammi riparlare con Bella-
-Certo, certo. Puoi parlarci quando vuoi-, rispose mio padre, prima di riporgere il telefono a Bella.
-Pronto papà?Non ti preoccupare!Ha ragione Carlisle .E' meglio che ascoltiamo i suoi consigli!Possiamo comunque sentirci per telefono tutti i giorni-, confermò.
-Si,certo-, sbottò Charlie innervosito.-Allora ci sentiamo domani tesoro-, concluse, con voce improvvisamente più dolce.
-Certo papà-.E riattaccò.
Mi aspettavo di vedere Bella scossa da quella telefonata, finalmente arrabbiata per aver dovuto mentire al padre. Invece sembrava sollevata, rasserenata. Come se si fosse tolta un altro peso.
Si ridistese sul divano, vicino a me, richiudendo gli occhi.
-Sei stanca?-, le chiesi.
-Non troppo. Mi sento abbastanza bene-.
-Davvero?-, chiesi.-Mi sembri pensierosa?-.
-In realtà pensavo che mi sono scordata di chiedere una cosa a Charlie-.
-Puoi richiamarlo, se vuoi-.
-No, non serve. Glielo chiederò domani-, rispose.
La guardai dubbioso, stranamente curioso di sapere cosa avesse dimenticato di chiedere. Ma non notò la mia curiosità e io non avevo il coraggio di chiederle cosa si fosse scordata. Magari non voleva che lo sapessi.
Dovrebbe mangiare”, pensò Rosalie, tornando nel salone.
-Hai fame?-, chiesi allora a Bella, smosso dal pensiero di mia sorella.
-Un pochino-, rispose lei sorridendomi appena.
-Cosa vorresti?-.
-Mmm...non lo so...uova?...Si...ho voglia di mangiare le uova come me le preparavi sull'isola-.
-Sicura?Non è che ti facciano male?Forse sarebbe meglio di qualcosa di più leggero?-, chiesi.
Io non penso”, pensò Carlisle, in risposta alla nostra conversazione.
Bella mi guardò con il visino implorante.
-D'accordo allora. Mi metto ai fornelli-.
-Ti aspetto qui-, mormorò.
-Faccio presto-, promisi, andando in cucina.
Poco dopo tornai con la sua cena. Si tirò su a sedere sul divano e divorò tutto con molto appetito. Mi stupivo sempre nel vederla mangiare così. Mi sembrava quasi che stesse meglio. Il suo colorito era cambiato:non era più pallida come al solito. Sembrava che sentire Charlie l'avesse sollevata. Ma , poco dopo, si alzò barcollando e mi chiese di portarla in bagno, dove vomitò tutto. Mi accasciai vicino a lei, distrutto. Tutte le illusioni di poco prima erano scemate in meno di un secondo.
-Mi dispiace Edward-, disse, alzandosi per andare a sciacquarsi il viso.
-Di cosa?-, chiesi, triste.
-Ho vomitato la cena che mi avevi preparato!Hai fatto fatica per niente!-.
-Bella!Di questo di preoccupi?Fammi il favore!-, la rimproverai, chinandomi per risollevarla.-Ti riporto sul divano-.
-Edward…no-, disse cercando di opporsi.- Ho voglia di stare da sola con te. Andiamo in camera tua-.Strana richiesta. Ma anch’io sentivo fortemente il desiderio di passare del tempo solo con lei senza avere Rose tra i piedi.
-Come vuoi!-, risposi.
La alzai senza sforzo avvicinandola al mio petto. Lei si aggrappò senza forza alle mie spalle affondando il viso nell’incavo del mio collo. Camminai lentamente, godendo del profumo e del calore del suo respiro sulla mia pelle. La adagiai piano sul letto e si sistemò nella situazione più comoda le fosse possibile indicandomi, subito dopo di sdraiarmi vicino a lei. Feci come mi aveva chiesto, prestando attenzione a non avvicinarmi troppo per non darle fastidio. Ma Bella, probabilmente intuendo il mio timore, appoggiò una mano sui miei fianchi, avvicinandomi il più possibile e incatenando i suoi occhi ai miei.
Sopraffatto dalla situazione, non sapevo che fare. Possibile, che nonostante tutto, sentissi vivo il desiderio di lei?
-Edward...-.
-Dimmi-, sussurrai, affondando le labbra sui suoi capelli.
-Sai che ho preso la mia decisione, ma credi davvero che io stia sbagliando?-.
Che domanda?Certo che secondo me stava sbagliando, ma la mia considerazione si basava solamente sulla sua incolumità, sulla sua sicurezza.
-Non lo so Bella. Non so risponderti. Almeno riuscissimo a scoprire qualcosa!Brancoliamo nel buoi, non c'è nessun appiglio. Non sappiamo quanto a lungo proseguirà la tua gravidanza,come avverrà la nascita, cosa nascerà...nulla-, dissi sconfortato dalle mie stesse parole.
-Hai ragione. E' vero. Ma ti posso assicurare che sento che tutto andrà bene. Non sono mai stata così sicura in vita mia. Anzi no. Sono stata sicura in questo modo solo un'altra volta:quando ho deciso che ti volevo,nonostante fossi un vampiro. Non mi è mai importato Edward quello che sei, ma solo come sei.-
Io non sapevo più cosa risponderle. Ormai i discorsi che si alternavano tra di noi erano sempre gli stessi:avevo capito che non avrei potuto farle cambiare idea.
-Cercherò di fare il possibile Bella per assecondarti,ma se le cose si mettono male, se la situazione si aggrava... permettermi di salvarti...ad ogni costo-.
Si scostò rapidamente da me, guardandomi con gli occhi sbarrati.
-No, Edward!Pensavo di essere stata chiara!Il bambino prima di tutto. Lui ha la priorità rispetto a me. Promettimelo, altrimenti dovrò affidarmi completamente a Rosalie-.
La fissai intensamente. Cosa mi stava chiedendo?Ancora una volta mi chiedeva l'impossibile, l'unica cosa che non sarei stata in grado di promettergli.
Scosso la testa, annientato.
-Ti prego Edward, promettimi di aiutarmi. Ho bisogno di te-, mi supplicò, accarezzando i miei capelli e cercando di sollevare il mio capo a livello dei suoi occhi. Non opposi resistenza e segui il volere delle sue mani, trovandomi di fronte ai suoi caldi occhi. Affondai il viso sul suo collo, inspirando smaniosamente il suo profumo. Non sapevo se avrei mai più potuto sentire un profumo simile.
-Prometto di fare il possibile, Bella. Per te e per il bambino. Ormai è parte di te, l'ho capito, e non posso pensare a voi come a due entità distinte-, risposi, rassegnato.
-Grazie-, rispose, avvicinando le sue labbra ai miei capelli.
-Mi diresti una cosa?-.
-Si...-.
-Cosa hai dimenticato di chiedere a Charlie prima?-.
-Non ti farebbe piacere...-.
-Dimmi Bella. Puoi dirmi tutto-.
-Ecco...volevo chiedere a mio padre se aveva notizie di Jacob. Volevo sapere come sta-.
Jacob. La sua alternativa felice. Chissà se aveva realizzato che stare con lui non le avrebbe creato nessun tipo di problema, ma che, anzi, avrebbe potuto dargli tutto ciò che voleva compresi dei figli e una gravidanza serena!Si, lui avrebbe potuto. In realtà avrebbe potuto ancora.
Jacob…certo, che stupido!Perché non ci avevo pensato prima? ...potevo chiedere a Jacob.
L'avrei cercato, rintracciato e pregato di convincere Bella a sospendere la gravidanza. Se fosse riuscito nel suo intento l'avrei lasciata a lui...per la vita. Non importava quello che avevo appena detto a Bella!Le mie parole erano dettate dal fatto che rassegnato dall'evolversi della situazione, non vedevo soluzione per impedire a Bella di perseguire la sua decisione. Ma Jacob...Jacob l'avrebbe convinta, l'avrebbe ascoltato. In quel vicolo buio, senza speranza Jacob rappresentava il mio orizzonte. La mia ultima speranza.
-E ora?A cosa stai pensando. Lo sapevo…non avrei dovuto dirtelo-, osservò, triste, vedendomi assorto in quel nuovo pensiero, e probabilmente credendo di avermi ferito palesandomi la sua preoccupazione per lui.
-No, no Bella. Tranquilla-, mi affrettai a rassicurarla.-Non pensavo a Jacob, davvero-, mentii. Non volevo lasciar trapelare l’ultima speranza che era appena balenata nella mia mente.
-E allora a cosa stai pensando?-.
-Non mi hai ancora detto come è andata la visita con Rose?Qualche novità?-, chiesi. Era la prima cosa che mi era venuta in mente e a dir la verità ero realmente interessato alla risposta.
-Ha detto che sta andando tutto bene, come una gravidanza normale,solo accelerata. Secondo lei mancano pochi giorni al parto. Dai suoi calcoli una mia settimana corrisponde a circa tre mesi di una gravidanza umana, ma sembra che la crescita del feto stia accelerando -.
La guardai sconvolto . Non avevo realizzato che mancasse così poco tempo!Mi restavano pochi giorni per tentare tutto il possibile. Prima di tutto avrei dovuto mettermi in contatto con Jacob. Avrei cercato di convincerlo ad aiutarmi. E in caso anche questa possibilità non fosse andata a buon fine avrei dovuto concentrarmi sull’ultima mia opportunità per salvare Bella:la sua trasformazione.

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Capitolo 16
*** Patto(prima parte) ***


Ciao ragazze

Ciao ragazze!!Per festeggiare le 100 recensioni vi posto l’inizio del prossimo cap che è lunghissimo!!!

per__TiTtA__:grazie per il complimento!!!Il problema è che sto postando molto più di un cap al giorno(credo che oggi sia già il quarto che posto…);non vorrei mai oberarvi di lettura!!

 

 

Capitolo 12. Patto(prima parte)
Rimasi con lei tutta la notte.
Non mi allontanai neppure per un attimo. Tutto di me era con lei:il mio sguardo, il mio corpo, la mia mente.
Percepivo il suo respiro caldo e dolce come il miele sulle mie labbra, i suoi capelli sul mio viso, le sue piccole mani sul mio petto.
Avevo bisogno di tutto questo, avevo bisogno di lei…della sua esistenza.
Ma sarebbe stato sufficiente saperla viva, seppur lontana da me?
Mi avrebbe mai perdonato per la proposta che ero intenzionato fare a Jacob? E per non desiderare “questo figlio” come lo desiderava lei?
Nel buio della notte questi interrogativi assumevano le sembianze di ombre scure, spettrali, che si frapponevano fra me e Bella, il mio amore.
Il silenzio assordante della mia mente mi faceva impazzire molto di più del vociare giornaliero.
Solo con le mie domande senza risposte. Solo con una delle scelte più difficili della mia vita. Solo con la mia unica ragione di esistenza.
Lei. Il motore delle mie azioni e delle mie decisioni.
Lei. Il motore del mio cuore senza vita.
Lei. L’unica vita davvero importante per me.
Si svegliò di soprassalto poco prima dell’alba.
Aprì piano gli occhi, stropicciandoseli con le mani. Mi sorrise. Una fitta al petto mi ricordò quanto mi sentissi vivo…vulnerabile come un umano.
-Buongiorno-, disse, cercando tra le mie braccia il dolce rifugio, che fino a qualche istante prima era stato l’incoscienza del sonno.
-Come va oggi?-, chiesi, apprensivo come al solito.
-Mi sento bene. Molto bene. Sicuramente il merito è tuo che non mi hai abbandonato per tutta la notte-, disse, fregiandomi di un merito che non sentivo di possedere.
-Mi fa piacere-,risposi, lieto solamente che si sentisse meglio. E,in effetti, i segnali che il suo corpo mandava facevano presagire un miglioramento del suo stato di salute.
-Ho un po’ di fame-, disse, nascondendo ancora di più il suo viso nel mio petto.
-Scendiamo allora!O preferisci che ti porto qualcosa qui?-, chiesi. Era il minimo che potessi fare. “Tutto per lei”, mi ripetei.
-No, no. Scendiamo. Non voglio essere scortese con gli altri-.
-Bella!Nessuno pensa che tu sia scortese. Puoi fare quello che vuoi, quello che ti senti-, ribadii alla sua sciocca preoccupazione.
-Va bene, ma scendiamo lo stesso-.
-Come vuoi-, dissi allora, e mi allontanai da lei per sollevarla e portarla giù, nel salone, dove il divano era pronto ad accoglierla.
Finalmente, mi stavo innervosendo. Era ora che scendessero. Rosalie. Sempre pensieri gentili, soprattutto di prima mattina. Le sorrisi beffardo, felice che Bella avesse deciso di allontanarsi da lei per stare con me, seppur per una notte. La adagiai sul divano e mi sedetti accanto a lei.
-Ciao-, salutò Bella, sfoggiando uno dei più bei sorrisi che avessi mai visto.
-Ciao tesoro-, la salutò Esme, avvicinandosi per darle un bacio sulla fronte.
-Ti trovo bene, oggi-, osservò mio padre. Stare con Edward le fa proprio bene. Ormai dovrebbe essere chiaro. Lui è la sua felicità. Guardai torvo mio padre. Non era felicità quella che stava provando Bella. Era un’apparente sollievo dalla distruzione. Felicità era tutt’altro. Sarebbe arrivata, a breve. Non sapevo ancora come mettermi in contatto con Jacob, ma al più tardi nel pomeriggio, avrei parlato con lui.
Rosalie portò a Bella dei dolci per colazione. Io avevo già dimenticato il motivo per cui eravamo scesi, preso dal mio pensare su come agire nel pomeriggio. Perdevo colpi. Non era da me tralasciare uno dei bisogni primari di Bella. Ma Rosalie era attenta e premurosa con lei. Questo dovevo ammetterlo.
La osservai mangiare lentamente, sperando che questa volta il mostro che era in lei le permettesse di nutrirsi senza crearle problemi. Ma ,come non detto, poco istanti dopo, un conato di vomito la pervase e, come il giorno prima, gli illusori miglioramenti di Bella scemarono in poco tempo.
-Maledizione!-, esclamai. Non sopportavo di vederla piegata dal dolore. Non lei, non aveva fatto nulla per meritarsi una simile pena.
Alzai lo sguardo e incontrai quello di Bella. Era dispiaciuta. Dispiaciuta di causarmi dolore. Insopportabile.
Stupido!La spaventi così”, pensò Rosalie. Mi accasciai vicino a Bella.-Scusa-, sussurrai, mentre lei accarezzava il mio viso.
Un cane?!”, pensò improvvisamente Rosalie. Mi guardai attorno disorientato dalle sue parole. Poi sentii.

Che odore!Vampiri puzzolenti !Finché c'era Bella questo odore era sopportabile ma ora...che razza di schifo”.
-E' Jacob!-, dissi certo, dopo aver sentito i suoi pensieri. Non ci potevo credere. Jacob. Non serviva cercarlo. Era venuto lui. Un problema in meno.
Sanno che sono qui. Splendido. Meglio incamerare più aria pulita possibile prima di entrare in quell'atmosfera impregnata del loro disgustoso odore. Bleah!Insopportabile”.
-Apro io-, disse Carlisle dirigendosi verso la porta.Questa non ci voleva”, pensò, allo stesso tempo. Invece ci voleva eccome! Perlomeno era quello che volevo io.
-Salve Jacob. Tutto bene?-, chiese gentilmente.
Il dottore...non riesco ad avercela con lui. Speravo ci fosse Edward...così avrei potuto spalmarlo subito per terra...tanto per mettere in chiaro subito le mie intenzioni”.
-Certo, certo. Mi è giunta voce che sono tornati...-.
Potrei atterrarlo ora, ci metterei pochi istanti. In questo modo entrerei velocemente in casa e forse potrei avere il tempo di individuare Edward per finire il mio operato. Al diavolo gli altri, voglio lui...”.
-Jacob torna a casa. Non è il caso che tu stia qui. Ne parliamo in un alto momento-, rispose cortesemente mio padre.Non è il momento per affrontare Jacob, per nessuno, tantomeno per Edward”.
Ma è stordito o cosa?Pensa che posticiperei il confronto con loro?”.
-Ma è Jacob?Facciamolo entrare, io non ho nulla da nascondere-, intervenne Bella, dopo essersi ripresa dal torpore in cui si trovava e aver ascoltato attentamente la voce che proveniva dall'esterno.
Bella!La voce di Bella, è come la ricordo:limpida, anche se un po' rauca, come sempre. E' una voce da umana. Molto diversa da quella che ho sentito nei neonati la primavera scorsa ”.
-Vieni Jacob, entra-, urlò Bella.
Il dottore è preoccupato. Bene. Renderà le cose più facili saperlo irritato. E Bella?Come sarà Bella?Affamata?Irritata?...non so se sono pronto a vederla…”.
-Permesso-, chiese.
Ce l'ho dietro!Non è una scelta vincente. Odio avere un nemico alle spalle .Si, ma è il dottore. Non farebbe male ad una mosca. Posso stare tranquillo e concentrarmi sugli altri!
Tenevo sotto controllo attentamente i pensieri di Jacob, nel caso avesse intenzione di fare qualcosa di avventato. In fin dei conti non sapevo a quale conclusione fosse giunto. La più probabile era che pensasse che la malattia di Bella fosse una scusa per nascondere la sua trasformazione. E in realtà nascondeva qualcosa, ma non di certo la sua trasformazione.
Non lo guardai. Continuai a tenere gli occhi bassi, fissi. Non ero ancora pronto ad affrontarlo. Non volevo staccarmi dal centro del mio mondo. Ero rimasto a vegliarla tutta la notte. Avevo deciso di andare a cercare Jacob e soffrivo al solo pensiero di allontanarmi da lei. Ma non era stato necessario. Mi aveva preceduto. Era qui. E io avrei avuto la mia occasione.
La sua visita si era rivelata tempestiva e provvidenziale. Mai come in quel momento avevo desiderato di vederlo.
Edward?Dannazione...ma che ha?Cos'è successo?Non l'ho mai visto preso in quelle condizioni. Bella?Cos'ha?Solo lei può averlo ridotto in quello stato. Guarda dov'è?Ma come è messa?Si è rimpicciolita. Non era una bugia. Sta male sul serio e...è umana. Senti che profumo. E' umana.
Ma sta male!Cavolo se sta male. Sembra uno spettro. E' proprio magra, tesa tirata. Sembra che la pelle possa esplodere da un momento all'altro lasciando scoperto le sue ossa spigolose. E' realmente malata. Tanto malata. Charlie aveva ragione. Il dottore per telefono non ha mentito. Più leali di quello che pensavo. E la bionda che ci fa vicino a Bella?Sembra la sua sentinella

Acuto Jacob. Osservazioni perfettamente in linea con l’evidenza. Ma l’evidente era nulla al confronto al mio immenso dolore.
Bella ha paura di lei. La teme. Perché la lascia stare così vicino?E la bionda come la guarda?Che sguardo è quello?Gentilezza, premura?Che diavolo sta succedendo qui?No, no...Bella ha paura di Rosalie…lo so…”.
Jacob era confuso. Come me d'altronde. Come tutti.
Mi alzai, per aiutare Bella a sedersi. Era peggiorata negli ultimi minuti. Non era in grado di alzarsi senza l'aiuto di qualcuno. Si aggravava a vista d’occhio, perlomeno secondo i miei.
Potevo farlo io”, pensò Rosalie, cercando di intervenire.
Quanto mi urtavano i suoi pensieri!Avrei preferito che fosse lei, per me, una muta mentale. Non Bella. Se avessi potuto leggere la sua mente avrei conosciuto subito le sue intenzioni riguardo alla gravidanza e sarei potuto intervenire, senza portarla a casa da Rosalie. L’avrei convinta a desistere alle sue intenzioni.
Non la badai, come accadeva spesso ormai, e mi riappoggiai a Bella. Sentivo sempre più spesso il bisogno di sentire il suo profumo, la morbidezza della sua pelle, il calore del suo corpo. Temevo che fossero gli ultimi istanti in cui potevo godere di tutto questo che più amavo al mondo.
Il movimento fatto poco prima per sedersi le causò una fitta al ventre e l’ennesimo attacco di vomito. Prontamente Rosalie intervenne accostandole la bacinella sotto al mento.
Non sopportavo più di vederla agonizzante?Per cosa poi…non trovavo giustificazione al suo dolore.
Mi inginocchiai di fronte a lei, vulnerabile e inerme, incapace di chiedere nuovamente scusa per tutto il dolore che le stavo provocando. Attendevo una reazione da lei, una punizione che sentivo di meritare. Ma ogni suo gesto era intriso di riconoscenza e amore.
Mi accarezzò una guancia. Mi stupivo sempre di quanto amore riuscisse a darmi nonostante tutto quello che le avevo e che le stavo provocando.
-Mi dispiace Jacob-, sussurrò, continuando ad accarezzarmi per tranquillizzarmi.
Cane stai lontano da lei. Anche da te la devo difendere ora” pensò Rosalie, parandosi davanti a Jacob che stava lentamente avanzando verso Bella.
-Lascialo stare, Rose.-, brontolò Bella, in risposta all’attacco di Rosalie.
Certo, certo. Lasciamo interferire anche lui con questa storia”, pensò, tornando a vegliare su Bella.
Forza Jacob!E' il momento di affrontarla...puoi sapere qual è il problema”.
-Cos'hai Bella?-, chiese inginocchiandosi di fronte a lei.
Piccola, cosa ti ha ridotto così?Possibile che non ci sia nulla per farti star meglio”, pensò accarezzandole una mano. Avrei voluto ringhiargli contro, dirgli di non toccarla, ma quale diritto avevo io di pretendere una cosa del genere da Jacob che di sicuro l'aveva fatta soffrire molto meno di me?Mi dava fastidio che lui la toccasse, certo, ma non potevo dimenticare che stavo per fargli una proposta che, in caso di accettazione, sarebbe andata molto al di là di una semplice carezza alla mano. Ricacciai giù il veleno che per la rabbia si era accumulato tra le mie labbra.
Bella...Bella...tutto per Bella!Avrei sopportato qualsiasi cosa per lei pur di renderla felice.
Che mano gelida!”.
-Bella, non stai bene vero?-.
Cavolo Jacob!Che domande idiote che fai!Certo che non sta bene!Lo vedrebbe anche un cieco”.
-Non sai quanto sono felice di vederti Jacob-.
Certo che era felice di vederlo. Era la sua scelta conveniente, che le avrebbe garantito felicità.
Speravo che, finalmente, Bella l'avesse capito. Doveva scegliere lui, fin da principio. Non sarei mai dovuto tornare da lei...mai.
Bella tornò ad accarezzarmi dolcemente.
-Dimmi che hai Bella-, richiese Jacob.
Non riesco a capire. Cosa può averlo ridotto così. Deve essere una cosa grave per averlo annientato in quel modo. Non mi aspettavo di trovarmi una scena del genere”.
-Mi aiuti Rose?-.
Stupido cane!La farà sicuramente stancare. Mi auguro non voglia fermarsi a lungo”.
-Dai Rose-, insistette Bella, notando la tensione tra lei e Jacob e la riluttanza di Rosalie nel fare quello che le aveva appena chiesto. Io non alzai mai lo sguardo, ma sentivo chiaramente gli insulti mentali di Rosalie e sapevo che , se non fosse stato per Bella, avrebbe immediatamente attaccato Jacob.
Vai al diavolo cane!Mi tocca pure agevolarti le cose”.
Sentii Rose sporgersi verso Bella per aiutarla a sollevarsi. Io non mi mossi. Odiavo quella circostanza. Non ero pronto ad allontanarmi da lei, seppur per pochi secondi. Affondai sul divano, occupando lo spazio che prima era occupato da lei, sperando che non rimanesse vuoto a lungo.
-Non serve che ti alzi-, si affrettò a precisare Jacob.”Sei così debole”.
-Jacob!Se vuoi delle risposte questo è l'unico modo-, rispose stizzita.
Risposta tipica!Finalmente riconosco la tenacia della mia Bella”.
In un'altra occasione avrei desiderato strozzare Jacob. Mia?Era un aggettivo utilizzabile solo da me,se riferito a Bella. Ma ora...ora non sapevo più niente. Certo, per me era senz'altro ancora solo mia...ma per il suo bene avrei rinunciato a lei facendola diventare la”Bella di Jacob”. Era quella la proposta che ero intenzionato a fargli. A breve.
Non è possibile. Non è possibile. Non è possibile...non ci credo...no...C'è un'altra spiegazione...cavolo!Deve esserci!Neppure un mese…meno… venti giorni dal matrimonio…mi sbaglio, deve esserci un’altra spiegazione, deve…Incinta no…
E il pensiero di Jacob era corredato da immagine molto vivide di me e Bella assieme. Nel modo in cui avevo sempre immaginato, e che era stato semplicemente sublime. Ma il modo in cui lo immaginava Jacob era molto più simile ad una violenza. Una violenza su un corpo labile, fragile, consumabile, da parte di un mostro senza scrupolo e con il solo bisogno di possederla. Io dentro di lei. Un momento indimenticabile che si era ben presto trasformato in una terribile realtà.
No, non lo capisco. L'avevo avvertita. Sapeva che era pericoloso. Perché con lui, perché?Si è dimostrato per quel mostro che è...e ha messo radici in lei. Parte del mostro ora è in lei, si nutre di lei, la consuma, la logora...vita per un'altra vita...i mostri come lui vivono in questo modo...nutrendosi della vita delle loro vittime...è un parassita...la sta facendo morire...No...No...non deve...Bella...no...la realtà è peggiore delle mie già pessime aspettative...”.
Alzai lo sguardo, puntandolo dritto verso Jacob. Il suo pensiero. Aveva montato in me una rabbia che cercavo di reprimere da giorni. Nulla, non potevo fare nulla. Aveva semplicemente ragione. Era giunto il momento di affrontarlo. Mi alzai lentamente, soffrendo attimo per attimo nel distaccarmi da Bella. Quando sarei tornato la situazione sarebbe cambiata, e io non volevo perdermi neppure un istante dei suoi respiri.
Dire che è preso male è poco…è posseduto dalla sofferenza. Ma è così che deve essere…troppo poco in realtà rispetto a quello che sta facendo a Bella”.
-Vieni Jacob-, ringhiai, senza volerlo. Non era quello il tono che avrei voluto dare alla mia richiesta, ma l'insofferenza per quello che stavo per fare non mi permetteva di essere più gentile.
Si alzò, lanciandomi uno sguardo ansioso.
Era ora che ti decidessi ad affrontarmi, succhiasangue”.

-Certo-, risposi alle sue mute speranze.
Emmett si piazzò al mio fianco, Jasper alle mie spalle. Non volevo coinvolgerli. Era una questione tra me e Jacob. La mia famiglia non aveva idea del motivo per cui volessi parlare con lui, ma immaginavo temessero uno scontro fisico. Ma nulla di tutto questo era nelle mie intenzioni. Volevo implorarlo, supplicarlo di aiutarmi con Bella.
Tre contro uno. Morirò con onore. Rimarranno solo resti di me, ma almeno avrò lottato per qualcosa che amo. O magari no...la rabbia che provo è troppo grande...forse sarà sufficiente per farli fuori tutti quanti...beh, tranne le due morette là in fondo. Non le toccherò se non reagiranno, ma la bionda, la bionda...intavolerei volentieri con lei un combattimento...”.
-Per favore Edward, no!Lascia perdere!-, disse Bella cercando di avvicinarsi a me, ma perse l'equilibrio. Rose la aiutò facendola stendere nuovamente sul divano.
Che intenzioni ha Edward?Forse ha ragione:se non fosse per Bella, uscirei anch'io per dare una lezione al cane. Cosa c’entra lui?Perché vuole intromettersi in cose che non lo riguardano…stupido cane”, pensò Rosalie.
Mi chinai verso Bella, sfiorandole il viso per tranquillizzarla.-Tranquilla amore, voglio solo parlargli, nient'altro-. Annuì silenziosa, non prima di avermi osservato a lungo. Probabilmente voleva cogliere se stessi dicendo il vero. Si accasciò nuovamente sul divano e Rosalie la aiutò a mettersi meglio. Cercò chiaramente lo sguardo di Jacob che aveva tutt’altre intenzioni rispetto a me.
Maledetto!Come può continuare a toccarla in quel modo, e come può lei continuare ad accettare tutto questo. Io lo uccido, ora...non ce la faccio a vederla così”.
-Va bene allora. Ma tornata presto e non fate nulla di male. Vi voglio interi al ritorno-, acconsentì Bella.
Aveva capito che non ce l'avevo con Jacob e che non gli avrei fatto niente. Lui non le rispose, ma il motivo, dai suoi pensieri, fu subito chiaro:non voleva fare promesse che non era in grado di mantenere. Il suo desiderio più grande era mettere fine alla mia esistenza, mettere fine alla vita del succhiasangue che aveva ridotto in fin di vita la sua amata. Glielo avrei lasciato fare...ma non era quello il momento. Se Bella fosse morta non avrei chiesto altro.

 

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Capitolo 17
*** Patto(seconda parte) ***


Buongiorno ragazze

Buongiorno ragazze!!Vi lascio la fine del capitolo!!Spero vi piaccia!!Grazie come sempre a tutte per avermi inserito nei preferiti, seguiti e per aver commentato!!Fatemi sapere se vi sembra troppo confuso con i pensieri mentali di Jacob o se tutto sommato è abbastanza chiaro!!!

Vi lascio alla lettura, buone giornata.

 

Capitolo 12.Patto(seconda parte)

 

Mi incamminai lentamente verso l'esterno.

E' proprio alienato. Fantastico!Sarà più facile del previsto. Ma non devo continuare a pensare di attaccarlo. Lui lo saprebbe. Non devo scodarmi che è un succhiasangue leggi-menti. Dovrò attaccarlo e basta, senza premeditazione”.
-Basta Jacob. Non mi farò uccidere da te...oggi. Dovrai aspettare ancora un po’-, sussurrai, senza voltarmi.
Che me ne frega!Io ti uccido quando mi pare...maledetto vampiro”.-Come se m'importasse dei tuoi tempi...-.
Continuai a camminare con Jacob alle spalle. Potevo sentire il calore che irradiava il suo corpo investirmi, come per ricordarmi l'inferno che stavo vivendo. Le pulsazioni del suo cuore erano aumentate, come l'intensità del suo respiro. Stava ribollendo di rabbia e mancava poco alla trasformazione. Non volevo accadesse. Volevo parlare con Jacob umano. Sarebbe stato più difficile trattare con un cane. Era il momento di affrontarlo.
E quanto mi costò l'azione di voltarmi per supplicarlo di aiutarmi!
Non mi freghi Cullen!Spero per te che tu non stia preparando un agguato... non mi sono mai sentito così pronto...o così motivato...ho voglia di uccidere...”.
Mi fermai e contemporaneamente mi voltai, immobilizzando Jacob con lo sguardo. Indietreggiò col capo, quasi non si aspettasse una simile reazione da parte mia. Avrebbe sicuramente preferito affrontarmi in una situazione diversa, piuttosto che dover fare i conti con la mia sofferenza e l’annientamento di me stesso. Credeva di trovarmi pieno della solita mia sicurezza, invece...niente di tutto questo era rimasto. Tutto demolito, tutto annientato, annullato...sicurezze, certezze, futuro...Bella...ogni cosa stava morendo davanti ai miei occhi. Compresa Lei...la mia ragione di esistenza…
E il mio sguardo rispecchiava tutta la mia infelicità interiore che si stava riversando improvvisamente all'esterno, come se finalmente avesse trovato lo sfogo, a lungo tenuto nascosto, per non far ulteriormente aggravare le condizioni di Bella.
Cullen così no...non me l'aspettavo!Dannazione...è difficile attaccarlo in questa situazione. E' tormentato...come posso capire cosa sta provando...Bella...devo sapere...devo chiedere...lei ora ha importanza...solo lei”.
-La sta uccidendo?-, chiese. Cosa più ovvia non poteva chiedere.
La sto perdendo...questa volta per sempre...non esisterà più la mia Bella...e tutto per colpa sua!Maledizione...perché non mi ha ascoltato...poteva essere tutto diverso, tutto...”.
-Si, è colpa mia-, risposi, ribadendo i suoi pensieri.-Solo e tutta colpa mia-.

E crollai.

Niente più mi teneva in piedi. Nessuna motivazione. Nessuno scopo. Nessuna ragione. Desideravo scomparire. La mia esistenza era contro natura. Ero un abominio. Non dovevo essere presente nella vita di Bella. Non avrei mai dovuto cedere alle mie emozioni, mai...avrei dovuto farlo per lei...invece...ora mi trovavo di fronte al mio rivale, a pochi giorni dalla preannunciata scomparsa della mia amatissima moglie, per implorarlo di convincerla a rinunciare a mio figlio, promettendogli in cambio di scomparire per sempre. Assurdo.
Si dannazione!Hai detto bene...colpa tua”.
-Si-, continuai,-sta morendo-, dissi esalando l'ultimo respiro che mi era rimasto. Stavo soffocando.
Maledizione Cullen. Ti arrendi così, senza combattere...non me lo sarei mai aspettato. Come può non fare niente per lei, per salvarla...deve esserci un modo...Tira fuori la tua arroganza succhiasangue...non voglio ucciderti senza vederti combattere”.-Non dirmi che non potete fare niente!Carlisle è un dottore...ci sarà un modo per estrarre quella cosa da Bella, deve esserci...-, disse irato.
Anche la risposta a questa osservazione mi pareva ovvia, e risposi usando un tono che glielo facesse comprendere.
-Bella non vuole-.
Tipico di Bella!Morire per dare un figlio al mostro. Per dare un mostro al mostro...certo, certo....per Bella non è un mostro, non lo vedrebbe mai in questo modo. Il desiderio di avere un figlio vale la pena che sta passando...Dannazione Bella!!!Perché, perché...”.
-Sicuramente tu la capisci meglio di me. C'è una sintonia speciale tra voi. Tu hai capito al volo perché Bella vuole tenerlo. Io no. Per tutto il viaggio di ritorno non ho capito il significato del suo silenzio finché...finché non l'ho vista gettarsi tra le braccia di Rosalie. E allora ho capito...ho dato finalmente un significato al suo silenzio. Tu no Jacob, l'avresti capito subito...-.
Cosa cavolo sta dicendo. Mi sono perso...non lo seguo più...reset...calma Jacob...calma...”.
-Non ho capito:Bella non vuole?-, chiese ridendo nervosamente,ovviamente interdetto da una simile risposta.-Prendetela, narcotizzatela e toglietele quella cosa, per dio!Siete stupidi o cosa?Non ha la forza fisica necessaria per opporsi a voi...siete vampiri, maledizione!E per una volta fate quello che più siete capaci:abbattete i vostri obiettivi-. Come se non avessi fatto un simile pensiero, come se non ci avessi provato...
-Lo so. Ne avevo parlato con Carlisle...-.
E allora?Che maledetto impedimento c'è?Motivi etici...Perché non farlo ora, subito, all'istante...potrei aiutarli”.
-Non è quello che pensi il motivo-, risposi ai suoi pensieri,-Rose si è messa in mezzo, quasi impedendomi di stare vicino a Bella!La protegge, o meglio protegge il “bambino”, non ce lo permette-.
Bene...capisco...anche la bionda ha trovato un ruolo nel quadretto devastante che poco prima ho visto...ma io uccido pure lei...e che cavolo vuole da Bella?Spera di vederla morire lentamente dilaniata dal mostro dentro di lei?E' questo il suo scopo...perché proteggerla altrimenti?”.
-No, non è quello il motivo...e poi Emmett è dalla sua parte e anche Esme. E dubito che Carlisle mi aiuterebbe conoscendo la posizione di Esme...-, dissi, improvvisamente svuotato di ogni energia che mi fosse rimasta.
-Era meglio che Bella stesse con me-.
Quelle parole mi colpirono, affondandomi. Nessun pensiero le aveva preannunciate, ed erano arrivate pungenti fino a me cogliendomi impreparato. Si, lo sapevo. Ed era quello il motivo della discussione con Jacob. Non gli avevo lasciato Bella quando avrei dovuto, sopraffatto dai sentimenti che provavo per lei e che lei provava per me. Avevo creduto che questo bastasse per poter credere in un futuro assieme. Ma non avevo fatto i conti con la mia natura intrinseca di vampiro. Ora era giunto il momento di aiutare il destino a fare la scelta giusta. Ci avevo già provato, con troppa poca convinzione. Ora non avrei più avuto ripensamenti. Non m'importava di quello che mi sarebbe accaduto. Stavo consumando l'ultimo anelito che mi era rimasto per chiedere a Jacob di salvare Bella e di prendersene cura per la vita. Io mi sarei eclissato, vegliandola da lontano, assicurandomi che stesse bene e fosse abbastanza felice. Avrei trascorso gli ultimi anni della mia vita così, nell'ombra, godendo della sua esistenza e nel saperla serena.
-Si, sarebbe stata la scelta migliore-, risposi, cercando di fare uscire dalla mia gola in fiamme l'ammissione di colpevolezza per il mio sbaglio più grande.
Succhisangue...ora lo dici maledizione!L'hai sempre saputo che era la scelta migliore per lei, ma no, prima hai dovuto mettere ulteriormente in pericolo la sua vita mettendola incinta di un succhiasangue come te...maledizione Cullen”.
Colpito. Aveva ragione. Chiaramente e profondamente ragione. Una ragione che colpiva per la sua chiara semplicità ed evidenza. L'avevo nascosta a me stesso, beandomi dei mie sentimenti verso Bella, credendo che avrei potuto tutto, controllandomi e tenendo sotto controllo la mia natura. Avevo creduto tante cose. Persino di essere superiore al resto del mondo, vantandomi della mia natura e dei miei poteri. Ma di fronte ad una vita che scivola via davanti agli occhi, senza poter nulla per evitarlo, cosa si è se non spettatori impotenti di un gioco crudele?Gioco crudele che avevo iniziato io...e che stava a me concludere, nel modo migliore che mi fosse concesso, evitando vittime inutile...Ma davanti all'evidente ragione di Jacob c'era un'alta evidente giustificazione per quello che era successo.
-Non pensavo potesse accadere-, risposi, tentando di motivare, per quanto impossibile fosse, la situazione in cui avevo intrappolato Bella.-Non era mai accaduto che un' umana e un vampiro stessero assieme come è accaduto per me e Bella...non lo sapevo...non lo sapevamo-, ripetei rassegnato.
-Neppure che l'umana sarebbe stata ridotta in fin di vita-, notò.
-Neppure questo sapevamo-, confermai.-Esistono vampiri che si “nutrono” della vittima in quel modo, ma il tutto è seguito dalla morte della stessa...Incubi, Sadici, Succubi...per loro è un divertimento prima del banchetto finale...-, mormorai.
Disgustoso...e terribile. Perché Bella,perché...”.-Allora esiste un termine esatto per definirti-, osservò.
Ti ammazzo con le mie mani se Bella muore per colpa tua...maledetto...non ti basta averle preso il cuore, non ti basta sapere che sarà tua per sempre...no certo...anche della sua vita devi privarla...infame...vi uccido tutti...tutti...”.
-Smettila Jacob. Il tuo odio non sarà mai paragonabile a quello che io provo per me stesso-.
Non si rendeva conto che se Bella fosse morta sarei andato io stesso al suo cospetto implorandolo di porre fine alla mia esistenza.
Non credo che tu sappia quanto ti odio...sconfina l’infinito”.
-E comunque non è continuando a pensare di uccidermi che salveremo Bella-.
-E cosa proponi, succhiasangue?-
Era giunto il momento. Cercai di incamerare tutta l'aria che mi era possibile prima di parlare.
Non sapevo per quanto ancora sarei riuscito a rimanere lucido.

-Mi devi fare un favore-.
-Non esiste-.“Neanche morto...è impazzito”.
-Fallo per lei, non per me...-.
-No, ho fatto tutto quello che mi era possibile per tenerla lontano da te. Ha fatto la sua scelta, non posso fare più niente per lei-.Niente, niente”.
-Parlale Jacob, ti prego. A te darà ascolto. Avete un rapporto molto profondo, vi capite con uno sguardo. Crede di poter resistere ad una gravidanza del genere, crede che, come al solito, io la stia sottovalutando e la voglia proteggere da un pericolo inutile, o forse no...non lo so...non so più niente. Sai com'è...è testarda, non cambia idea facilmente...prova a convincerla...-.
Come potrebbe dare ascolto a me?Non l'ha mai fatto… mai...E dio sa quanto avrei voluto che non fosse mai partita per l'Italia lasciando il succhiasangue al suo destino...ora tutto sarebbe risolto...nessun problema”.
-E cosa ti fa pensare che io riuscirei a convincerla?-“Spiegamelo Cullen, perché io non ci arrivo”.
Era il momento di sputare la mia idea. Non sarei mai stato pronto per una proposta del genere.
Bella.
Bella sana.
Bella felice.
Bella al parco con i suoi figli.
Bella con le gote rosse e il respiro affannato mentre rincorreva i suoi bambini.
Bella a casa con la sua famiglia.
Bella con Jacob...
Questo era il futuro giusto per lei. Il futuro che fin'ora non aveva avuto ma che sarei riuscito a dargli. Attraverso le mie scelte e le mie decisioni. Nulla è impossibile. Jacob avrebbe fatto di tutto per lei, lo sapevo. L'avrebbe amata...quanto basta. L'avrebbe protetta durante l'avanzare della sua vita. Le avrebbe dato una vita normale. Avevo sbagliato, ma a tutto c'era rimedio.
E il mio era davanti a me.
Si è bloccato?Non parla più!!Fra un po' crolla di nuovo. Non l'ho mai visto così..E' impazzito, anche se non sono certo che a quelli come loro possa accadere una cosa del genere”.
-Neanche di questo ho la certezza, ma visto quello che mi sta accadendo è possibile...-, dissi, rispondendo alla sua osservazione mentale. Scossi la testa scacciando il brutto pensiero di Bella sconvolta dalle mie reazioni avventate e dettate dalla pazzia che avevano affollato la mia testa nei giorni scorsi.
-Non posso farmi vedere in questo modo da lei. E' molto sensibile...alle mie reazioni. E la fa peggiorare vedermi stare male. Non devo essere un peso anch'io per lei. Quindi devo cercare di controllarmi...ma questo non c'entra nulla...devi parlarle Jacob...ti ascolterà-.
Non capisco...”.
-E cosa dovrei dirle Cullen?Come pensi che la posso convincere a liberarsi di quella cosa?Come?Dicendole che morirà?Penso lo sappia già. Dicendole che è una stupida per pensare di darti un figlio?...anche questo scommetto che lo sa già. Illuminami...cosa dovrei dirle?-.“Sentiamo genio...”.
-Dalle ciò che vuole, dalle l'alternativa...-.
Cosa sta dicendo?...”.
-Jacob, se vuole dei figli li avrà. Non ora però...non questo...potrà averli in futuro, offrile ciò che vuole, anche dei cuccioli se questo servirà a tenerla in vita...questo è quello che conta-, dissi. E la mia voce riacquistò quel vigore che serviva per dimostrare che la mia era l'unica proposta possibile.
Alzai lo sguardo, cercando quello di Jacob.
...anche dei cuccioli se servirà a tenerla in vita...”.Continuava a ripetersi quello che gli avevo appena detto senza sviluppare un pensiero diverso che mi aiutasse a capire se intendeva o meno prendere in considerazione la mia proposta. Mi fissava stranito finché la sua espressione cambiò, indicandomi che aveva compreso la mia offerta. Quindi continuai.
-E' l’unico modo. Morirà altrimenti. Ti prego:falla ragionare. Convincila a liberarsi di quel mostro succhiavita che tiene in grembo. Non so come fare altrimenti, non so come intervenire e il tutto è aggravato dalla presenza di Rosalie che non fa altro che tenermi sotto controllo. Lei vuole “lui”, non gliene importa niente di Bella e della sua vita-, sibilai.
Cosa?Cosa?Cosa?Non capisco...ma che vuole da me...che la convinca a liberarsi del suo mostro e poi cosa dovrei fare io?...darle un figlio in modo che non rimpianga di non poterne averne altri. E io cosa sarei?Una sorta di padre in affitto che si rende disponibile per una prestazione sessuale in modo da permettere alla donna che amo e al suo succhiasangue di fare i genitori felici?Che razza di proposta è?No....oppure che si fa?Si divide Bella?Metà settimana a lui metà a me?...No...no...no...che proposta di mer...”.
-L'unica cosa importante è la sua vita, nient'altro-, dissi, interrompendo i suoi pensieri.
-Non ti ho mai sentito dire niente di più inverosimile. E' una proposta assurda a dir poco-.
-Jacob, sai che ti vuole bene-.
-Non nel modo giusto, o perlomeno non quanto basta-.
-Dobbiamo cercare di trovare un'altra soluzione e questa mi sembra l'unica possibile. Vuole un figlio ed è disposta a morire pur di averlo. Possiamo offrirle un'alternativa più semplice. Se vuole un figlio lo avrà, ma non al posto della sua vita...-
E' fuori completamente. Come può pensare che Bella rinunci a questo figlio...non la capisce, non la conosce...si aggrapperà a questa decisione con tutta la forza che ha sempre dimostrato di avere per le cose che ama...”.
-Non lo capisci vero?Non la conosci abbastanza...-.
-Sarà difficile, lo ammetto, ma basterà parlarle, convincerla...Jacob è questo che dovrai fare. A te darà ascolto-.
Non..non...no...non è il caso che ci pensi...no...non è possibile...non si fa...non glielo chiedo...ma cosa vuole...noleggiarmi Bella per poi riaverla incinta. E' sbagliato. Non si fa. E' una cosa perversa...non devo e non voglio pensarci...maledizione però...che tentazione...Bella su di me... le sue labbra...il suo corpo caldo....il suo viso...i suoi ansiti...no...no...eppure lo vorrei...Bella in salute...Bella felice...Bella e mio figlio...Bella e io...”.
-No, no...non posso, non mi darà mai retta. Non so come hai fatto solo a pensarlo-.
-Almeno provaci-. Lo dissi sapendo bene che la proposta lo tentava. Le sue immagini mentali di poco prima circolavano ancora nella mia mente, incuranti della nausea che mi provocavano. Bella con un altro?Con Jacob...non l'avrei sopportato. Lei era mia, solo mia. Solo io potevo averla in quel modo. Ma in questo caso c'era in gioco la sua vita. Una posta troppo alta per lasciarmi sopraffare dalla gelosia e dal senso di possesso che sentivo verso di lei.
Ci appartenevamo.
Si appartenevo a lei. Per sempre.
Ma tutto pur di vederla vivere.
Ogni cosa per lei, in cambio della sua esistenza.
Non mi serviva altro.
Il resto era nulla in confronto.
Nulla.
-Maledizione come ti vengono certe idee perverse Cullen, eh?-
-Da quanto ho saputo che voleva tenerlo ho tentato di tutto. Mi sono arrabbiato, l'ho supplicata, pregata, minacciata...e poi ho pensato a te. Sarei venuto a cercarti se non fossi venuto qui oggi. Sei la mia ultima speranza. Provaci Jacob...Dobbiamo fare in fretta. Non c'è molto tempo. La gravidanza procede velocemente e presto non rimarrà più molto da fare per lei,la sta consumando..-
-Che razza di roba è?-
-Non lo so. Ma la sta distruggendo. E' molto forte, molto più di lei-
Che schifo!Si ingrossa nutrendosi di lei..orribile...”.
-Ti prego Jacob,aiutami!Dobbiamo salvarla-
-E come dovrei fare?Devo mettere a disposizione una prestazione…,cosa?Non accetterà mai-
-Chiediglielo,provaci.Nulla ci costa provare-.
“Costa a me dannazione. A chi cavolo interessano i miei sentimenti...si certo continuiamo a dilaniare Jacob...”.
-Non saresti disposto a essere”dilaniato”un po’ pur di salvarle la vita?-.
-Sai che non accetterà mai-.
-Mi basta un 'attimo di esitazione da parte sua. Se riuscirai ad insinuarle il dubbio, io sfrutterò al meglio la situazione...basta un attimo-
-Bravo!E poi come ti comporterai?Cosa le dirai?Si, era solo un modo per liberarti del mostro succhiavita?-
-Tutto per lei. Se sente la necessità di avere un altro bambino, non mi tirerò indietro. Non cambia la mia proposta-.
No..no...Jacob...non devi prendere in considerazione una cosa simile...no...non devi ascoltare questo pazzoide di un succhiasangue, non dovevi dargli retta...perché...uccidere e basta...quello dovevo fare...ucciderlo..sei venuto qui per questo”.
- Non è ancora il momento. Non mi ucciderai per ora Jacob. Farebbe peggiorare ulteriormente Bella, e non è ciò che voglio. E neppure quello che vuoi tu. Se Bella morirà io per primo ti cercherò per supplicarti di porre fine alla mia esistenza-.
-Sarà una supplica breve, allora-.
Sorrisi triste.-E' quello che voglio-, dissi.
-Allora è deciso?-, chiese. Annui e gli porsi la mano. Lui la strinse tra le sue senza far nulla per nascondere il disgusto che provava.
-Perfetto, allora-, ribadì.

 

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Capitolo 18
*** Sconfitta ***


Capitolo 13

Ciao ragazze!!!Come promesso altro capitolo e rispondo anche ai vostri commenti!!!

Trettra:ciao!!in realtà i capitoli sono pronti fino al 17, perché è da un po’ che posto in un altro sito. Comunque mi è piaciuto proprio il tuo commento e sono felice che i miei capitoli risultino completi, chiari e ben scritti!!!Grazie davvero tanto per leggere e recensire

Maja89:ciao!!io ho iniziato a scrivere questa ff perché quando ho terminato BD mi sono sentita vuota, come se mancasse qualcosa. E forse proprio quello che mancava era la parte di Edward. Quindi ho iniziato ad immaginare cosa poteva accadere. Non è facile scrivere questa ff, anche se lo può sembrare, perché è molto difficile far combaciare il tutto con BD, ma spero di riuscirci. Grazie mille per i commenti, sei troppo buona. Non credo di avere il dono della scrittura. Mi piace è vero, ma non mi sento particolarmente dotata!!Comunque mi fa piacere che lo pensi.

__TiTtA_:ciao!!grazie mille per tutto!!

Linda88:ciao Linda!!Sono felice che il capitolo risulti chiaro, non è stato facile scriverlo!!Grazie mille per i tuoi complimenti!!!

Bellas:ciao!!Sono felice che ti sia piaciuto il confronto tra Jacob e Ed!!Non ho capito se volevi qualche spiegazione su qualcosa che Edward non ha detto a Jacob…non ho davvero capito la domanda…scusa, sono un po’ imbranata. Fammi sapere se volevi qualche chiarimento!!

Lisa76:ciao, ho altri 4 capitoli, il quinto lo sto scrivendo. Quindi non ti preoccupare per un po’ di giorni continuerò a postare. Sono felice che il capitolo ti sia piaciuto!!

Tede:ciao, sono contente che il capitolo sia chiaro da leggere. Grazie mille per il commento.

 

Ok…fatto!!Ora vi lascio alla lettura!!Mi raccomando continuate a dirmi che ne pensate e se avete qualche commento negativo fatelo pure!!!

Un bacio, Silvia

 

 

Capitolo 13. Sconfitta

Voltai le spalle a Jacob e tornai in casa. I suoi pensieri erano confusi. Privi di una scelta precisa. Non aveva ancora deciso se era il caso di accennare o meno del nostro patto a Bella.
Io speravo lo facesse. Ormai eravamo un passo dall’inevitabile.
Mi piazzai al centro della stanza. Muto. Non alzai lo sguardo, continuai ad osservare un punto inesistente in cerca di un appiglio per non disperare. Martire della mia stessa volontà.
Ma potevo sentire lo sguardo di Bella interrogativo su di me.
Perché mi ha chiesto una cosa del genere?Pensa di potermi manovrare a suo piacimento…come vuole lui…e certo…dove lui non può arrivarci devo arrivarci io…ingiusto…disgustoso...Bella…la voglio tutt’ora. Sto male ogni istante che passo lontano da lei…maledizione….E continuavo a sentire anche i pensieri caotici di Jacob.
-Jacob deve parlare con Bella…lasciamoli soli-, dissi, strascicando stancamente le ultime parole.
Cosa deve dirle…Edward…cosa gli hai detto?Giuro che te la faccio pagare…falla star male e farai i conti con me”.Rosalie mi stava minacciando mentalmente. Ma non me ne importava nulla, niente. Se tutto andava secondo i miei piani poteva farmi quello che voleva. Nessuna cosa avrebbe avuto più alcun senso.
-Come no!Non lascio da sola Bella col cane-, rispose Rose con tono a dir poco sprezzante. Non poteva proprio farsi i fatti suoi e star fuori da questa storia?Era un cosa impossibile da sperare.
Ma cosa crede?Che lascerei Bella indifesa e sola…non esiste. Chissà cos’hanno tramato lì fuori. Sono uno più sconvolto dell’altro…”.
La ignorai, come ormai era mia abitudine fare e mi rivolsi a Bella. Non staccai gli occhi da terra.
-Bella?Jacob vorrebbe parlare con te!Ti va?O hai paura a rimanere sola con lui-, chiesi.
Attesi la sua risposta per qualche istante.
-No, non c’è problema. Rose, lasciaci soli. Mi fa piacere parlare con Jacob-, rispose con voce stanca ma convinta.
Ma che dice??No, no…non la lascio sola”.-Bella, sei sicura. Potrebbe essere un modo per confonderti ulteriormente…pensaci bene-.
-Non credo, tranquilla Rose-.
-Rose, starai con me e Carlisle, potrai tenerci d'occhio-, dissi, cercando in tutti i modi di lasciare via libera a Jacob.In realtà Bella temeva di stare da sola con me o con Carlisle. Dopo tutte le volte che avevo cercato di convincerla a rinunciare faceva fatica a stare da sola con noi due contemporaneamente. E Rosalie alimentava questa paura mettendola spesso in guardia.
-Siamo noi due il pericolo, non Jacob...-, terminai con voce rotta dovuta dal fatto di avere le mani legati e non poter far nulla di più per lei.
-Edward, che dici?No...-. A quel punto sollevai lo sguardo e la guardai. Aveva gli occhi rossi , rigati di lacrime. Perché non riuscivo a stare zitto?Perché me n'ero uscito con quell'espressione infelice?
Bella...tutto per Bella. Mi sforzai. Storsi le labbra in quello che aveva tutta l'intenzione di essere un sorriso per tranquillizzarla, rassicurarla.
-Bella, tranquilla, hai capito male. Non volevo dire così, scusami. Non ti devi preoccupare per me. Io sto bene-. La mia affermazione non poteva essere più falsa. Ma dovevo rassicurare Bella. Anche in questo momento difficile, doloroso per lei, pensava a me. Alla mia felicità.
E probabilmente neppure immaginavo quanto avrebbe voluto vedermi felice della sua decisione.
In altre condizioni, questo sarebbe stato il momento più felice della mia vita. Era innegabile che avere un figlio da Bella era la cosa che più avrei voluto al mondo, ma il prezzo che dovevo pagare era troppo alto. Non potevo accettarlo.
E io non facevo che peggiorare la condizioni di Bella. E anche Jacob sen'era accorto.
Il succhiasangue ha ragione...Bella...perché si deve preoccupare in questo modo...insopportabile...si preoccupava per lui...Bella...sempre pronta ad immolarsi per le cause in cui crede...”.
-Usciamo. Tutti-, ripetei con poca convinzione.
Povero figlio mio...è distrutto...non ce la faccio vederlo così...e neppure Bella...insopportabile”, pensò mia madre.
Chissà cosa si sono detti li fuori?Beh...lo sapremo presto-, pensò mio padre.
Edward...sono con te", pensò la mia cara, dolce Alice.
Rosalie non lascerà mai sola Bella...poi dovrò subirmi tutta la sua rabbia e il suo nervosismo...spero ne valga la pena”. Emmett.
Sembravano tutti intenzionati a lasciare la stanza, a parte Rosalie ovviamente.
Mi incamminai lentamente verso la porta e tutti mi seguirono, lasciando Bella e Jacob da soli.
Rimase solo Rose, che mi guardava con aria di sfida. Non dovetti parlare, ci pensò Bella.
-Vai Rose, voglio stare sola con Jacob-.
D'accordo...spero di non pentirmene. Lì terrò comunque d'occhio...tutti e tre!!
Si incamminò verso di me, facendomi segno di precederla. Lasciai definitivamente la stanza, e poco dopo lei ci raggiunse.
Ero riuscito a lasciare soli Jacob e Bella. Mi appoggiai al muro, incurante dell’ affollamento di pensieri che investivano la mia mente,incurante della mia famiglia e della situazione paradossale che si stava consumando nella stanza accanto.
Le spalle ricurve, il capo chino, gli occhi chiusi. Sapevo di aver fatto la scelta giusta. Speravo che Jacob riuscisse a convincerla. Doveva farcela. Ma io non potevo continuare a stare lì. Dovevo disintossicarmi dalla situazione, dalla decisione…dalla follia di quei giorni.
Alice che fino a quel momento non mi aveva quasi parlato, si avvicinò a me, circondò il mio busto con le sue lunghe braccia esili e appoggiò il capo sul mio petto.
‹‹Oh, Edward, non te ne rendi conto ma hai un cuore grande. Anche se non batte più è in grado di compiere grandi gesti d’amore››.Lei sapeva tutto. Avrei tanto desiderato non avere il cuore, avrei evitato di incatenare la luminosa vita di Bella alla mia inutile e buia esistenza.
Se avessi potuto, avrei pianto, consolato dall’unica persona che volevo davvero avere vicina.
Appoggiai un bacio sui suoi capelli.-Grazie Alice-, e mi scostai, pronto a lasciare la stanza.
Ti chiamo quando Jacob se ne va”, pensò. Come sempre sapeva cosa e come fare.
Nella stesso istante un altro pensiero sforzò con prepotenza e fastidio la mia mente.
Allora”, pensò Rosalie impaziente,si può sapere cosa hai detto a quel cane?
Non la badai ma continuai a camminare, diretto non sapevo neppure io dove.

Andai in camera. Era il posto più lontano dove mi fosse concesso andare. Non sarei riuscito ad allontanarmi troppo dall’origine del mio mondo. Potevo distinguere ancora la sua dolce fragranza tra le lenzuola del letto ancora sfatto. Il suo profumo era cambiato da quando era incinta. Non glielo avevo mai detto, ma aveva assunto delle tonalità ancora più dolci e inebrianti. Era la fragranza che scandiva la mia vita. Mi stesi sul letto. Azione del tutto inutile, ma da quando stavo con Bella, molte azioni umane erano diventate parte integrante dei miei comportamenti.
Non volevo ascoltare la conversazione tra lei e Jacob.
Non volevo ascoltare la proposta di Jacob.
Non volevo ascoltare la risposta di Bella.
Almeno quello volevo risparmiamelo. Non sapevo se Jacob avesse il reale potere di convincerla, ma sarebbe bastato quel poco per mandarla in confusione, per mettere in equilibrio precario la sua decisione. A quel punto sarei intervenuto, accentuando ulteriormente la validità della proposta di Jacob, sperando di far cadere finalmente le sue difese. Rimaneva Rosalie. Ma fin’ora mi sembrava che Bella riuscisse a piegarla alle sue decisioni.
Chissà cosa si stavano dicendo. Probabilmente Jacob la stava accarezzando per tranquillizzarla, per aumentare il potere persuasivo della sua proposta. O semplicemente perché, anche per lui, era impossibile starle lontano e non cedere alla tentazione di accarezzare quel viso tanto bello, o quelle mani tanto piccole e delicate.
Che rabbia!Chiusi gli occhi, cercando di eliminare dalla mia mente certe immagini. Era dura. Ormai non ce la facevo più a controllarla. Era diventata una torre di Babele, piena di voci, di pensieri sia miei che degli altri. Solitamente mi riusciva facile annullare quello che non volevo sentire, ma ora tutti i suoni sembravano essere diventati dispettosi e maleducati, decisi ad impossessarsi della mia mente senza il mio permesso.
Mi alzai lentamente, per mettere un po’ di musica sperando mi aiutasse ad isolarmi.
Scelsi qualcosa di duro, di metallico che con il suo fracasso riuscisse a sovrastare ogni altro suono. Ma inutilmente. Anzi, se era possibile, accentuò maggiormente le voci che volevo ignorare. Quando mai questo tormento avrebbe trovato la sua fine?Sempre che fosse possibile auspicare un termine. E soprattutto in quale modo?
Mi rassegnai e mi lasciai invadere dalle mie riflessioni, l’unica cosa che, per quanto mi sforzassi, non riuscivo occultare dalla mia mente.
Ma anche i miei pensieri erano confusi, sconnessi. Avevo perso la lucidità necessaria per valutare con oggettività la situazione. Volevo Bella, volevo stare con lei e forse aveva ragione:era possibile trasformarla subito dopo il parto. Ma anche questa soluzione era dettata dal caso, dalla tempestività della mai reazione, dalla freddezza nel fare una cosa del genere a Bella.
Mi ridestai improvvisamente dal formicolio dei miei pensieri, e andai da Carlisle. Era nel suo studio.
Edward,entra pure”. Pensò prima ancora di bussare alla sua porta. Jacob è ancora con Bella. Non hanno ancora finito. Non so cosa tu gli abbia detto, ma ad un certo punto Bella sembrava davvero arrabbiata. Ho cercato di non prestare attenzione alle parole, ma il suo tono era impossibile da ignorare…”, pensò ancora, quasi scusandosi di sapere queste cose. A lui potevo dirlo. Poteva sapere la proposta che avevo fatto a Jacob.
-Ho chiesto a Jacob di convincere Bella a rinunciare al bambino. Lo so che non lo farà mai, ma ho anche promesso che, se ci riuscirà, gli lascerò campo libero. Potrà darle tutti i figli che vuole…senza metterla in pericolo. Questo è quello che conta-.
Immaginavo una cosa del genere. Non c’è da stupirsi”.-Capisco. E credi di riuscire ad accettare una cosa del genere se si avverasse?-, chiese.
-Credo di si. O meglio mi adatterei. Se Bella morisse terminerebbe anche la mia esistenza. A me basta sapere che lei è viva, amata e felice. Il resto non conta. Se non fossi tornato con lei, ora sarebbe felice con Jacob. E’ riuscito a mettere assieme i cocci del suo cuore una volta. Potrà riuscirci anche questa-, dissi.
Io non credo”.-Edward, Bella non cederà mai alla richiesta di Jacob. Vuole tuo figlio, non quello di un altro-.
-Lo so, lo so. Ma provare…dovevo provare Carlisle…dovevo-, risposi, sconfinato nella più assoluta tristezza.-Infatti sono qui per questo-, continuai.-Devo pensare alla trasformazione di Bella. Mi devi aiutare. Insegnare come fare. Ho bisogno del tuo aiuto. Molto probabilmente Jacob non potrà fare nulla per aiutarmi e a quel punto la trasformazione di Bella sarà inevitabile-.
Certo, certo. Tutto quello che vuoi”, rispose mio padre.
Bella è sola, se n’è andato”. Il pensiero di Alice si fece spazio nella mia mente caldo e consolante.
-Bella è sola. Scendo da lei-, mi affrettai a comunicare a mio padre.
Vai, vai. Io continuo a studiare per riuscire a trovare qualche informazione in più”.
Annuii e scesi nel salone. Era raggomitolata nel solito angolo del divano. Rose vicino a lei le accarezzava dolcemente il viso.
Sapevo che non dovevo lasciarla sola. Maledetto cane”, pensò.”E tu?Cosa ci fai qui?Vattene”.
Ancora una volta la ignorai e mi sedetti vicino a lei.
Non si muoveva. Immobile. Più di quanto fossi mai riuscito a rimanere io.
E io non sapevo cosa fare, come comportarmi. Chiusi gli occhi. Aspettavo insofferente.
Poi ad un tratto il suo petto si gonfiò, assorbendo aria dall'esterno e parlò.
-Per favore lasciami sola con lui Rose. Dobbiamo parlare-.
Poi di nuovo silenzio. Dalle sue labbra non uscì più alcun suono. Sentii dei passi, segno che Rose stava uscendo dalla stanza.Un’altra volta. Perché continua a voler rimanere sola con loro…non la capisco…
Chiuse la porta e lasciò me e Bella soli. Sospesi nel limbo creato dalla richiesta di Jacob. Era indirettamente una mia richiesta ma tremavo al pensiero della conseguenza.
Io la mia mossa l'avevo fatta. Ora toccava a Bella fare la sua. Non sapevo cosa augurarmi. O meglio lo sapevo ma non coincideva con la parte spontanea, istintiva di me, che voleva che Bella appartenesse a me e a nessun altro.
L'aria si mosse e un tocco, caldo, morbido, invase il mio viso.
-Apri gli occhi Edward, guardami-.
Le palpebre pesanti, serrate per non farmi vedere la realtà, lentamente si aprirono per accogliere un'espressione sul viso di Bella che non mi sarei mai aspettata di vedere.
Era triste. Il viso solcato di lacrime e immensamente avvolto dalla tristezza.
Avrei voluto vederla arrabbiata, confusa…ma triste…triste no.
-Jacob mi ha detto…tutto-, disse. Non parlai, ma avvicinai la mano al suo viso, raccogliendo le gocce luccicanti, che creavano rivoli continui lungo la sue guance terminando agli angoli delle sue labbra.-Mi dispiace Edward, mi dispiace di provocarti tutto questo dolore. Ma non posso…non posso…-, e la sua voce venne interrotta dal pianto.
-Shh…Bella…Shh. Non importa-, dissi, vedendola così mortificata.
Riprese fiato e ricominciò a parlare.
-Si invece, importa. Non voglio che tu pensi che rinuncerei a te, al tuo bambino per quello di qualcun altro. Anche se fosse Jacob. Io gli voglio bene, ma è nulla paragonabile all’amore che provo per te e per lui-, disse, accarezzandosi la pancia.-Non so come fartelo capire…non è un capriccio il mio…so che non è un gioco, so che molto probabilmente morirò…ma non posso stare senza di lui. Non posso neppure solo pensare di fargli del male…io voglio lui…tuo figlio…nostro figlio-, e continuò a piangere silenziosamente, raggomitolata su stessa.
Lo sapevo. Quelle parole le avevo già sentite. Eppur speravo ancora di riuscire a salvarle la vita senza rincorrere alla soluzione estrema.
E quello che aveva appena detto, se non fosse stata per la drammaticità della situazione, mi avrebbero reso immensamente felice.
Mi avvicinai a lei, appoggiando il mio capo sul suo petto e lasciandomi cullare dalle onde del suo profumo e del suo respiro.
Non sapevo cosa dire. Non mi rimaneva che aspettare e osservare.
Osservarla morire,istante dopo istante, attendendo la sua fine...sperando nella sua rinascita.

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Capitolo 19
*** Allarme(prima parte) ***


Ciao ragazze

Ciao ragazze!Grazie a tutte per i commenti. Mi dispiace di non avere troppo tempo per rispondere. Faccio un aggiornamento lampo e vado a studiare!Divido a metà il cap. perché anche questo è abbastanza lungo!Spero vi piaccia!!Un bacio!!

Capitolo 14. Allarme(prima parte)

Bella si addormentò poco dopo. Prima la conversazione con Jacob, poi quella con me l’avevano stremata. Per di più per lei era diventato impossibile nutrirsi. Il suo corpo rigettava qualsiasi cosa. Era uno straccio, l’ombra di sé stessa.
Rosalie, se era possibile, nutriva un ancora più profondo odio nei miei confronti. Era convinta che l’aggravamento di Bella fosse colpa mia. E probabilmente aveva ragione.
Lasciai Bella sola con Rosalie e andai da Carlisle. Era il caso di terminare la conversazione che avevamo iniziato poche ore prima. Mi costava. Eccome se mi costava stare lontano da lei, ma dovevo parlare con mio padre se non volevo correre il rischio di perderla definitivamente.
Come sempre mi aspettava nel suo studio, chino sui suoi appunti.
Mi sedetti di fronte a lui, stranamente lucido e attento.-Dimmi tutto quello che sai-, dissi, consapevole che sapeva di cosa stavo parlando.
Certo, certo”, pensò.
-Tutto quello che ho fatto per trasformarvi è stato del tutto casuale, soprattutto con te. Non sapevo come funzionava esattamente. Feci a te quello che fecero a me, nulla di più. E con Esme lo stesso. E ti posso assicurare che non avrei mai creduto di riuscire a trasformarla. E neppure Emmett. Era letteralmente smembrato, a pezzi e il suo cuore batteva appena. Il nostro veleno è potente, curativo. Ci trasforma, è vero, ma allo stesso tempo cura le ferite, le lacerazioni. Per Bella sarà la stessa cosa-, disse, pensieroso,cercando di raccogliere e di darmi più informazioni possibili.
Bella dilaniata, a pezzi…era un’immagine che la mia mente rifiutava con disgusto, categoricamente. Perché doveva finire così?Perché non potevamo intervenire subito e farla finita? Nonostante conoscessi la risposta, non riuscivo ad evitare di pensare che poteva essere tutto più semplice.
Cos’altro, vediamo…”. Cercai di aiutare mio padre a darmi informazioni utili, che mi sarebbero servite.
-Hai morso il nostro collo, giusto?E in nessun altro posto?-, chiesi, cercando di ottenere le informazioni che volevo.
-Si, è esatto!Solo un morso, sulla carotide. Ma credo che in qualsiasi altro posto sia uguale-, valutò.
Io avevo un'altra idea. Era nata da poco, per la verità, ma avevo bisogno di sentire cosa ne pensasse mio padre. Dovevo trasformare Bella, ma volevo che la cosa le provocasse il meno dolore possibile. Sapevo quanto difficile e doloroso fosse stato per me, e non volevo infliggerle una pena simile. Se c’era un modo per aiutarla a soffrire di meno l’avrei utilizzato.
-E se io facessi penetrare il veleno in più punti?Credi che la trasformazione avverrebbe più velocemente?-.
Bella domanda”, pensò, ma non impiegò molto tempo a rispondermi.
-Credo di sì. Anzi forse è meglio. Io non ci ho mai pensato, ma credo che il veleno fluisca più velocemente nella vene, arrivando alla sua meta…il cuore. Credo che immetterlo direttamente là sarebbe la cosa migliore, ma mi pare una manovra impossibile da attuare. Deve essere l’unico organo ancora funzionante affinché il veleno abbia effetto. Non credo si riuscirebbe più a fare qualcosa se il cuore smettesse di battere. E un nostro morso lo lacererebbe in modo irreversibile-.
Giusta osservazione. Ma io avevo pensato anche a questo. Avevo pensato a lungo nelle ultime ore alla trasformazione e nulla era sfuggito alla mia analisi, nessun particolare.
-E se il veleno venisse iniettato direttamente nel cuore ma non attraverso un morso?Non ci sarebbe pericolo di lacerarlo e il veleno sarebbe iniettato direttamente nel fulcro del motore della trasformazione-, osservai. Mi guardò perplesso, come se gli avessi aperto un mondo al quale lui non aveva mai pensato.
Potrebbe funzionare”.-Si, è una possibilità. Potremmo estrarre il tuo veleno e attraverso una siringa iniettarlo nel cuore di Bella. Può essere un’ottima idea. Senza morderla quindi?-.
-No, no. Pensavo anche di morderla…in più punti…gomiti,collo, ginocchia. Cosa ne pensi?-, chiesi. Non sapevo se iniettare il veleno sul cuore sarebbe stato sufficiente. Volevo fare le cose per bene, accelerando i tempi e cercando di limitare la sofferenza. Ovviamente Bella sarebbe stata sotto l’effetto della morfina, questo era scontato.
Vuole essere proprio sicuro…”. -Penso che puoi anche farlo, ma che non sia fondamentale. Però se ti fa stare più tranquillo... Ci penserò, ma non credo ci siano problemi. Quindi al più presto è il caso di estrarre il tuo veleno per preparare la siringa. Dovremmo conservarlo a bassa temperatura e non credo che una siringa “normale” potrà fare al caso nostro. Il veleno potrebbe attaccare il materiale plastico…Proveremo, in caso ci procureremo una siringa di un materiale diverso. Riusciremmo a fare tutto Edward, non ti preoccupare-. Concluse le sue considerazioni cercando di rassicurarmi. Ma come potevo non preoccuparmi. Si trattava della vita di Bella…era nelle mie mani…nelle mie inesperte e insicure mani.
-Speriamo-, risposi, in parte rincuorato dall’aiuto che mi stava dando mio padre.
-Io ora vado a caccia con Esme. Non credo che nei prossimi giorni ci saranno molte occasioni per farlo. Dovresti andarci anche tu. Da quand’è che non ti nutri?-. Non lo ricordavo. Ormai non ci pensavo neppure più. La sete non era il mio problema principale.
- Dall’isola-, risposi automaticamente.
Cerca di andare Edward. Diventerà sempre più difficile altrimenti.
Annuii. Probabilmente aveva ragione, ma con che coraggio potevo lasciare Bella anche solo per un paio d’ore. E' vero, soffrivo la sete, ma mi sembrava solo una piccola pena da scontare in confronto a quello che le stavo facendo passare. Tornai da lei, rimuginando, nel frattempo, la conversazione che avevo avuto con Carlisle. In qualche modo mi sentivo più fiducioso dopo aver parlato con lui, quasi fosse riuscito a farmi intravedere una possibilità nel’impossibile. Bella dormiva ancora. Ed era peggiorata. Il suo viso aveva assunto una tonalità grigiastra e il blu delle sue occhiaie aveva assunto tonalità violacee, simili a delle ferite. Guardai Rose. Scosse la testa.
Ha la febbre, ma è fredda peggio di noi. Forse dovremmo avvisare Carlisle”.
-E’ andato a caccia-, risposi, maledicendomi per non avergli chiesto di controllare Bella prima di andarsene. Neppure questo era in grado di fare!
Ci mancava solo questa”, pensò accompagnando il tutto con uno sbuffo.
Edward, Edward…riesci a sentirmi? . Una voce sconosciuta risuonò nella mia mente. Osservai Rose sconvolto, guardandomi attorno. D’accordo che sentivo i pensieri ma questo non capivo da dove provenisse. Di certo non da qualcuno in casa. Forse stavo realmente impazzendo del tutto.
-Che c’è adesso-, chiese.
-Non lo so. Qualcuno mi sta chiamando, ma non capisco chi-.
Cavolo…ora sente cose che non ci sono…”.Rose era giunta alla mia stessa conclusione.
Edward…”. Ancora. Questa volta il pensiero era cambiato…non proveniva dalla stesa mente di prima. Non ero matto. C’era davvero qualcuno che cercava di mettersi in contatto con me. Mi concentrai. Proveniva dall’esterno. Chi poteva cercarmi?
Se riesci a sentirmi, stai attento!Ci sono dei problemi”. Jacob?Poteva essere?
Corsi all’esterno cercando di capire dove fosse. E pochi secondi dopo lo vidi:galoppava con Seth verso il giardino.
-Qual è il problema?-, chiesi, allarmato, dall’insistenza dei loro pensieri. I due lupi indietreggiarono schifati, colpiti dal mio odore. Io ormai non facevo più caso al loro, preso da cose ben più gravi.
Sam ha deciso di attaccare Bella, per uccidere il bambino. Lo credono una minaccia, un essere che sarà incapace di controllarsi e che creerà solo problemi. Vuole attaccarvi, tendervi un’imboscata…Questa notte. Vogliono Bella, vogliono ucciderla…”.
Interruppi il fluire dei pensieri di Jacob con un ringhio. Uccidere Bella?Cosa volevano?Perché?
In questo momento già difficile e delicato mancava che anche i cani si mettessero in mezzo.
Emmett e Jasper furono presto al mio fianco, allertati dal mio ringhio.
Tranquillo Edward”, pensò Seth, “siamo qui per aiutarvi”.
Hanno un piano preciso. Noi due ci siamo dissociati. Ho disobbedito a Sam…beh…non proprio. Comunque io e Seth ci siamo divisi dal resto del branco. Non condivido la sua decisione. Non farò mai del male a Bella. Siamo qui per aiutarvi come ha detto Seth”.
I pensieri e le immagini mentali di Seth e Jacob mi permisero di avere un quadro preciso della situazione. Emmett e Jasper, sentendo solo una parte della discussione, si tesero, pronti ad attaccare.
No…no…non dovete prendervela con noi”, pensò Seth. Povero, sembrava un piccolo cucciolo indifeso.
-Emmett, Jasper tranquilli. Non sono loro il pericolo. Sono qui per aiutarci. Ci attaccherà il resto del branco, stanotte-, mi affrettai a precisare sperando di calmare Seth.
-Perché vogliono attaccare?-, chiese Emmett.
Per lo stesso motivo per cui io avrei voluto “intervenire” su Bella. Ma i motivi per cui volevano farlo erano diversi dai miei. Io volevo salvare Bella. A loro non importava nulla della sua vita e volevano solo sbarazzarsi del feto perché lo consideravano un possibile pericolo futuro.
-Indovina?Hanno lo stesso mio problema, ma la soluzione che hanno trovato per risolverlo è inaccettabile. Chiama gli altri. Soprattutto Carlisle ed Esme. Sono a caccia. Rintracciali, devono tornare subito-.
No, non sono tutti uniti. Non ci voleva”pensò Jacob. Aveva ragione. Ma Esme e Carlisle ci avrebbero messo poco a tornare. Non dovevano essere lontani, erano partiti da poco e di sicuro non si erano allontanati troppo.
Controllo com’è la situazione qua attorno”, pensò Seth. Ma era in grado di farcela? Sembrava fosse lui ad aver bisogno di protezione , non di certo che riuscisse a garantirla a qualcun altro.
-Sei sicuro Seth?Potresti metterti nei guai-, chiesi apprensivo. Seth riusciva a smuovere la parte protettiva dentro di me.
I due lupi si guardarono.
Non penso ma…Forse ha ragione Edward. Meglio che vada io nel caso…”.
No Jacob, è improbabile che mi attacchino. Non mi temono, sono piccolo per loro…”.
E infatti è quello che sei”.
Beh, vado lo stesso. Rimani qui ad organizzare la risposta all’attacco. E corse via inghiottito dal buio della foresta. Fissai Jacob. Potevo chiaramente intuire che la sua preoccupazione era grande quanto la mia.

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Capitolo 20
*** Allarme(seconda parte) ***


Capitolo 14

Capitolo 14.Allarme(seconda parte)

Non vi faccio aspettare troppo!Ecco qui!!Ragazze incrociate le dita:sto scrivendo un capitolo intricatissimo e lunghissimo, spero di non fare pasticci e di riuscire a incastrare tutto come nel libro!!!Grazie a tutte per i commenti, siete dei tesori!!

Buona lettura, un bacio!!!

Emmett era al telefono con Carlisle. Fortunatamente era riuscito a rintracciarlo. Uscì anche Alice e si mise a fianco di Jasper che stava fissando un punto lontano nel bosco, probabilmente cercando di cogliere qualcosa. Si respirava tensione nell’aria. Jacob teneva il muso rivolto a terra e ripensava al confronto con Sam. Meritava i miei ringraziamenti. Sapevo che il suo scopo non era aiutare me ma Bella, ma questo non importava.
-Jacob, grazie. Non so come avremmo fatto senza di te. Come sempre la tua presenza è essenziale. E grazie per aver deciso di proteggere Bella ancora una volta. Te ne sarò per sempre grato. Hai fatto molto per lei questa sera, non ti avrei mai chiesto così tanto-.
Come no!L’avresti chiesto eccome…per Bella…anzi, forse hai già chiesto troppo”.
Si, era vero. Probabilmente la richiesta del pomeriggio era stata molto peggio. Ma ero riconoscente a Jacob. Avevamo uno scopo comune:proteggere la persona che entrambi amavamo.
-E’ vero!Hai ragione-, risposi.
Si, si. Ricorda che lo faccio per lei”.
Era abbastanza. Forse troppo. Non chiedevo altro.
-Non cambia la gratitudine che provo nei tuoi confronti-.
Oggi non sono riuscita a convincerla…come immaginavo…non mi ha dato retta..mi dispiace”.
-Non è colpa tua. Ho provato…Hai provato. Era una delle ultime possibilità. Immaginavo non ti avrebbe dato ascolto, ma…-.
…era un tentativo da fare. Lo capisco. Come sta ora?
Scossi la testa.-E’ peggiorata, molto-, dissi con tono simile ad un lamento.
-Jacob?-, chiese Alice interrompendoci,-potresti tornare umano? Non riesco a vedere cosa succede-.
Annui, ma a me non pareva una buona idea.
-E Seth?Non è il caso che si trasformi, deve rimanere in contatto con lui-, obiettai.
-E allora Edward, spiegami tu quello che sta succedendo!-, ribatté infastidita.
-Il branco ci attaccherà stanotte. Vogliono uccidere Bella. Per loro il feto è un potenziale pericolo che va eliminato. Seth e Jacob si sono staccati dal branco perché non sono d’accordo-, risposi velocemente, come ripetendo un discorso noioso, rifatto fin troppe volte.
Alice si portò le mani al volto, cercando di trattenere il suo sguardo sconvolto.
Emmett e Jasper si guardarono e poi fissarono un punto lontano nel bosco.
Sembra tranquillo, nessuno in arrivo da ovest” comunicò Seth.
E se avessero cambiato direzione?”, chiese Jacob.
Ok, allora faccio un’ispezione completa”.
-Carlisle ed Esme a minuti saranno a casa-, disse Emmett, dopo aver chiuso il telefono.
-E’ il caso di preparare un piano di difesa-, osservò Jasper.
Annuii. Aveva ragione.-Entriamo, allora-, dissi.
Vado da Seth. Se vado troppo lontano e non riesci più a sentirmi, ascolta l’ululato. Sarà il mio modo di avvisarvi-, pensò Jacob prima di andarsene
D’accordo”, risposi, poco prima che sparisse inghiottito dall’oscurità del bosco.

Rientrammo in casa. Ci mancava solo l’attacco con i lupi. Per fortuna che ancora una volta era intervenuto Jacob. Provvidenziale e assolutamente necessario il suo aiuto.
Controllo io l’altra parte del perimetro. Veloce…non devono passare”.
Continuavo a sentire i suoi pensieri. Ormai mi ero sintonizzato sulla sua mente e,concentrandomi,potevo sentirlo a notevole distanza. Lo stesso valeva per Seth.
Bella dormiva ancora. Non sapeva che di lì a poco si sarebbe scatenato l’inferno. Spesso si muoveva,lamentandosi nel sonno. Non trovava pace e il dolore non le lasciava tregua neppure mentre tentava di riposare.
Cosa le avevo fatto?Perché doveva soffrire così?Era ingiusto e crudele.
-Alice mi ha detto tutto, che si fa ora?-, chiese Rosalie senza allontanarsi da Bella.”Maledetti lupi…perché devono mettersi in mezzo in affari che non li riguardano?”.
-Non lo so, non lo so. È già tanto avere dalla nostra parte Jacob e Seth. Senza di loro…-, non terminai la frase.
-Lo fa per Bella, non per noi-, precisò Rose.
-E’quanto basta-, risposi, ringhiandole contro. Dovevamo essere riconoscenti a Jacob e Seth. Stavano facendo l’impossibile per darci una mano.
Sentii un irreale abbraccio di calma avvolgermi. Jasper stava cercando di tranquillizzarmi. Lo fissai per un lungo istante infastidito. Possibile che non potessi vivere le mie emozioni, senza qualcuno sempre pronto ad intervenire per placare quelle troppo intense?Ero arrabbiato con Rose…sì…e avevo voglia di esserlo.
-Jasper…che cosa proponi?-, lo apostrofai, cercando di rendere utile la sua presenza.
Mi osservò serio.-Direi che l’importante è proteggere Bella. Quindi almeno un paio di noi dovrebbero stare con lei-.
-Non c’è dubbio-, risposi sottolineando, con il tono della voce, l’ovvietà della sua affermazione.
Dobbiamo fare in fretta”. Carlisle. Erano tornati.
-Ragazzi?-, strillò Esme venendoci incontro,-tutto bene?-.
-Per ora si-, risposi.
-Abbiamo incontrato Seth. Ci ha spiegato tutto-, disse mio padre.
Che caro ragazzo”, pensò Esme.
-Avete già deciso qualcosa?-, continuò a chiedere Carlisle.
-No, ne stavamo giusto discutendo ora-, risposi, senza fornire ulteriori dettagli.
Sei convinto che morirà in ogni caso, non è vero? Mi dispiace per Edward:è completamente fuori di testa”.Seth. Deglutii, iniziando a muovermi per la stanza. Non dovevano pensare a me, non dovevano. Non volevo conoscere questi loro tipi di pensieri. Sì, probabilmente stavo impazzendo, ma avrei voluto vedere chi al mio posto non sarebbe impazzito. La donna che amavo più di ogni altra cosa stava morendo per mettere al mondo un figlio, che a causa della natura mostruosa del padre, cresceva a dismisura nutrendosi della sua vita. E l’assoluta consapevolezza che, per il momento, non potevo far nulla per esserle d’aiuto alimentava la pazzia della situazione.
Un ululato. Rabbrividii. Era il segnale?Sembrava provenire da Seth. Forse Jacob era troppo lontano per mettersi in contatto con me e aveva affidato il compito a lui.Il branco stava per arrivare, quindi… Non avevamo avuto il tempo di organizzare nulla. Ancora una volta dovevamo affidarci al caso.
-Cosa hai sentito Edward?-, chiese mio padre vedendo probabilmente la smorfia di terrore e preoccupazione nel mio volto.
-Credo che il branco stia per attaccare. Seth ha ululato…dovrebbe essere il segnale-, risposi.
-Che succede?-, chiese una voce inconfondibile e agitata alle mie spalle. Bella si era svegliata.
-Stai giù tesoro. Hai ancora la febbre, non è il caso che ti muova-, disse Rosalie cercando di evitare che si mettesse a sedere. Mi voltai, cercando di tranquillizzarla. Non le era sfuggito che stava succedendo qualcosa. Attenta come sempre.
Era raggomitolata su sè stessa, tremava.
Mi avvicinai a lei, preoccupato. Non l’avevo mai vista stare così male.
-Bella, cos’hai?Stai così male?-, chiesi appoggiandole le mani sul volto, come se potessi asportare un po’ del suo dolore.
Stai zitto, stupido. Capiranno male. Crederanno che Sam stia per attaccare”. Jacob. Quindi Seth si era sbagliato. Non ci capivo più niente. Continuai a occuparmi di Bella e della sua salute. Era la cosa più importante in quel momento.
-Non lo so-, rispose Bella, accarezzando il suo viso contro la mia mano,-ho tanto freddo-.
Quanta pena mi faceva vederla in quelle condizioni! Abbassai il capo, esasperato.
Carlisle si avvicinò.
-Credo abbia la febbre, molto alta temo. Le darò qualcosa sperando si abbassi-, e così dicendo sparì. Tornò quasi subito con il medicinale, e per tutto il tempo Bella non fece che accarezzarmi e stringersi a me, nonostante non potessi darle il calore che cercava. Prese il farmaco, ma poco dopo il suo corpo lo rigettò. Niente, non riusciva più a trattenere niente.
Ormai faticava anche a respirare. Anche Carlisle lo notò.”Temo che il feto stia comprimendo i suoi polmoni. E’ troppo grosso”, pensò. Ma subito dopo iniziò ad agire, dando ordini ai miei fratelli.
-Aiutatemi. Dobbiamo portare qui la flebo e il respiratore, nel caso avesse una crisi-.
Buona idea”, pensò Rosalie. Almeno per una volta non si era opposta.
-Seth si è sbagliato. Non sta per arrivare nessuno-, dissi quando le cose si furono un po’ calmate.
-Chi doveva arrivare?-, chiese Bella.
-Nessuno tesoro, nessuno. Poi ti spiego-, si affrettò a dire Rose.
Non vi allontanate, state tranquilli. Seth si è sbagliato. Non sta arrivando nessuno”. Jacob continuava a mandarmi messaggi rassicuranti e probabilmente si stava avvicinando per essere sicuro che avessimo capito.
Mi avvicinai alla finestra, mentre alle mie spalle Carlisle stava collegando le apparecchiature per nutrire e monitorare Bella.
Jacob stava correndo verso il giardino e colse subito il mio sguardo dalla finestra.
Non sta arrivando nessuno, ok?”, pensò ancora una volta. Annuii. Mi voltai nuovamente, ma avrei voluto non averlo fatto. Bella era stesa su un letto troppo grande e sembrava essersi rimpicciolita, sovrastata dall’escrescenza che si faceva spazio dentro di lei. Un ago le perforava la vena del braccio, cercando un percorso alternativo per nutrirla. Dei tubicini fuoriuscivano dal naso pronti ad aiutarla nel caso il respiro le fosse mancato. Quella visione riportò alla mia memoria un’altra occasione in cui l’avevo vista nelle stesse condizioni. E ancora una volta Bella si trovava inerme, sofferente, immobilizzata in un letto per colpa mia. Rabbrividii. Sembrava uno scherzo:io che l’amavo tanto, che avrei dato qualsiasi cosa per proteggerla ero diventato il suo carnefice.
Che succede?”.Jacob, di nuovo. Aveva sicuramente notato l’allestimento da ospedale che si era creato attorno a Bella, e voleva delle notizie al riguardo. Ma non avevo voglia di parlare con lui. Gli feci segno di andarsene e tornai al capezzale di Bella.
-Allora?-, chiese Jasper,-L’attacco?-.
-Era un falso allarme-, spiegai.-Seth si è dimenticato che l’ululato era un segnale di avvertimento. Non è colpa sua, è un po’ inesperto-, aggiunsi, prendendo le difese di Seth.
-Siamo in buone mani…Ci aiutano dei cucciolotti-, osservò divertito Emmett.
Non gli risposi. Lo fece Carlisle per me.
-Emmett, non dire così. Ci sono stati d’aiuto stanotte. Si sono ribellati al loro capo, non è una cosa da poco-.
-Scherzavo!!Li invidio solo un po’:vorrei essere al loro fianco, lì fuori-, tentò di giustificarsi.
-Sam non ci attaccherà. Almeno così pensa Seth. E’ senza due membri del branco e in più sa che noi siamo stati avvertiti-, osservai, ripetendo un pensiero di Seth.
-E cosa pensa Jacob?-, chiese mio padre.
-E’ un po’ meno fiducioso-, risposi.
Voltai nuovamente lo sguardo verso Bella. Faticava di nuovo a respirare, peggio di prima e la febbre non voleva scendere. Si era riaddormenatata di nuovo. Il suo corpo doveva essere completamente privo di energie perché sempre più spesso dormiva, cercando di trattenere quelle poche che le erano rimaste. Le accarezzai il viso, cercando di spazzare via le goccioline che le si erano create sulla fronte per la febbre.
-Lasciala stare!Così la svegli!-, bisbigliò Rose rimproverandomi. Ma non la badai e continuai a sfiorare il viso di Bella.
-Basta Rose-, intervenne Carlisle sospirando esausto.”Non può continuare ad essere così ossessiva”.
-No, basta tu Carlisle. Ti abbiamo lasciato fare quello che volevi fin’ora, forse anche troppo. E’ il caso che la smettiate di farla star male, di tormentarla-, sbottò lei incattivita.
Quasi incitato dalle sue parole, proposi la prima cosa che mi passò per la testa.
-Potremmo farlo nascere ora, adesso. Ormai è cresciuto a sufficienza…non morirà, e per Bella ci sarebbero più speranze -, bisbigliai tormentato osservando Carlisle. Mi sembrava un buon compromesso.
-Non se ne parla-, ringhiò Rose.
-Non è il caso di farlo questa notte. Abbiamo guai a sufficienza-, intervenne Emmett. Aveva ragione. Non era il momento giusto, ma non appena la questione dei lupi si fosse risolta, avrei provato ad insistere con la mia nuova proposta. Mi chinai nuovamente verso Bella bisbigliandole quanto mi dispiaceva di averle fatto questo.-Mi dispiace tanto Bella, non volevo…non volevo…non avrei dovuto infliggerti una pena simile…-. Rose, intervenne per trattenermi. L’avrei attaccata se Emmett non si fosse frapposto fra noi. Perché continuava a mettersi in mezzo?Non la tolleravo più.
Mi allontanai insofferente e incrociai lo sguardo di Jacob all’esterno, altrettanto irrequieto e preoccupato. Ci fissammo a lungo. Poi si voltò e se ne andò. Corse via, verso il buio del bosco. Non so cosa vide nei miei occhi. Probabilmente quello che neppure io avrei mai voluto vedere:l’avvicinarsi, inesorabile della morte di Bella. La mia Bella. La nostra Bella.

 

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Capitolo 21
*** Intuizione(prima parte) ***


Ciao ragazze

Ciao ragazze!!come sempre grazie a tutte per i commenti, per seguirmi e per preferirmi. Non mi aspettavo questo grosso seguito. Spero di non deludervi ma, se così fosse fatevi sapere. Come sempre spero che il capitolo vi piaccia. Altra cosa:va bene il carattere ch uso per scrivere o lo preferite più grande per leggere meglio?Forse è una domanda stupida ma io a volte faccio fatica a leggere storie scritte troppo in piccolo.Buona lettura.

Capitolo 15. Intuizione(prima parte)

Bella quella notte non migliorò. Jacob e Seth rimasero di guardia nel caso i lupi avessero avuto intenzione di attaccare. Io, come sempre, mi sentivo impotente di fronte a tanta sofferenza. Sfibrato, consumato, sconfitto. Bella mi guardava come se fosse lei a dovermi consolare, aiutare a superare questo momento difficile. Non aveva dormito durante la notte, tormentata da quella cosa che cresceva dentro di lei. Un bambino?Per quanto mi sforzassi non riuscivo a considerarlo tale. Non riuscivo proprio a realizzarlo, a comprenderlo.
L’ululato di Seth mi allarmò. Mi alzai velocemente dalla mia postazione e andai alla finestra tentando di capire cosa lo avesse indotto ad ululare.
Non erano più soli. Si era aggiunto un terzo lupo che grazie ai pensieri di Seth non tardai a riconoscere.
Leah, vai via. Che ci fai qui?. La sorella di Seth. Sembrava non ci fosse nulla di preoccupante.
- Cos’ha Seth?-, chiese Bella, cercando di voltarsi verso la mia direzione.
-Niente, niente-, risposi laconico. Non volevo che Bella si preoccupasse. Già era preoccupata per Seth e Jacob, non volevo che anche Leah diventasse un peso per lei.
Vai a spiegare a Edward che c’è tua sorella…si allarmeranno”.Jacob. Per quanto cercasse di non darlo a vedere si preoccupava per noi.
Vado, vado”, pensò Seth e si accucciò davanti alla finestra. Incrociando il mio sguardo per comunicarmi quello che già sapevo.
Mi voltai, dopo aver annuito, e appena vidi Bella, ancora una volta, mi sembrò di cedere, di non avere più la forza per riuscire ad affrontare quella situazione. Mi riaccasciai vicino a lei, attendendo un miglioramento che temevo non sarebbe mai arrivato.
Sintonizzato sulla mente dei lupi riuscivo a sentire la loro discussione:Jacob non sembrava per nulla contento che Leah avesse lasciato il branco di Sam. E probabilmente non lo era neppure per lui, ma come me, avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di aiutare Bella.
Ad un tratto non percepii più Jacob, per un unico attimo. Si era trasformato. Era umano e stava raggiungendo la casa.
-Sta arrivando Jacob-, dissi, sperando che qualcuno andasse ad accoglierlo al posto mio. Non avevo la forza e la voglia di lasciare sola Bella. Percepivo che la fine si stava avvicinando e non sapevo per quanto ancora avrei potuto godere del suo respiro leggero e del battere affaticato del suo cuore.
-Vado io-, pensò mio padre e sparì verso l’uscio di casa.
Non rientrò ma si trattenne a parlare con Jacob. Non potei fare a meno di percepire l’argomento della loro conversazione. Parlavano di Bella, del feto, dell’incapacità di poter far qualcosa per aiutarla. Ogni suono, ogni considerazione mi scivolava nella mente, senza farmi male veramente. Il mio dolore era davanti ai miei occhi, forte e intenso come non mai. Bella mi stava abbandonando…Lo sentivo. Come potevo lasciare che tutto questo accadesse?Come?Le stringevo la mano, senza parlare, senza guardarla negli occhi per paura che la sua assoluta consapevolezza e certezza riguardo a quello che stava facendo montasse in me una rabbia senza fine. Quella rabbia da vampiro che avrebbe ucciso chiunque avesse osato far del male al mio amore. E mi sarei fatto uccidere , avrei messo fine alla mia vita se la sua avesse cessato di esistere. Avevo trovato il mio alleato, nella vita e nella morte:Jacob. Sapevo di poter contare su di lui.
E se vai via, voglio venire con te. E se muori, voglio morire con te. Prendere la tua mano e andare via. Queste parole aleggiarono nella mia mente:un testo di una canzone forse?Non lo ricordavo ma rispecchiavano esattamente l’andamento della mia anima:avrei seguito Bella, ovunque.
Forse cerca solo una vena pulsante di sangue…per sfamarsi”. Girai velocemente la testa di scatto. Il pensiero di Jacob…Possibile che avesse ragione?Era quello ciò che cercava?Poteva essere, perché non ci avevo pensato prima?Ma come potevo chiedere una cosa così a Bella?Mi sembrava disgustoso nonostante per me fosse… normale…Ma vedere lei. Eppure…Forse Jacob aveva ragione, perché non provare?
Mi alzai di scatto, spaventando Bella.
-Dove vai?-, mi chiese.
-Voglio parlare con mio padre un attimo, torno subito-, risposi, dispiacendomi di lasciarla senza darle ulteriori informazioni.
-Rose, puoi venire anche tu con me?-, chiesi.”Neanche morta, se credi di poter fare un altro dei tuoi giochetti ti sbagli
-Ti prego Rose-, continuai.-Esme puoi stare con Bella mentre io parlo con Rose e Carlisle?-, chiesi, preso da una strana euforia.
Esme scese subito, sempre disponibile ad aiutarmi.-Certo-, rispose.
Mio padre mi attendeva alla porta. Aveva sentito la conversazione e il suo sguardo era attento e curioso. Rose stranamente mi seguì, senza fare ulteriori storie. Chiusi la porta alla mia spalle.
-Carlisle, credo che abbiamo affrontato la faccenda nel modo sbagliato-.
Ti pareva…un’altra delle sue idee. Sentiamo il genio cosa propone ora. Trafissi Rosalie con lo sguardo e continuai con la mia intuizione.
-Prima, ascoltavo la conversazione tra te e Jacob, e lui ha avuto un’idea-.
Jacob mi guardò come se cadesse dalle nuvole.Succhisangue, che dici?Quale idea?Ho solo pensato che odio quella cosa, odio il feto…nessuna rivelazione interessante”, pensò.
-Abbiamo sbagliato tutto. Abbiamo sempre pensato a quello che vuole Bella, quello di cui ha bisogno lei… ma non abbiamo mai pensato a lui, al feto…intendo-.
Non ti seguo”, pensò mio padre.
-Forse dovremmo soddisfare i bisogni del feto. Se è simile a noi, come credo, anche i suoi bisogni saranno simili ai nostri. Quindi di cosa potrebbe aver bisogno…-.
Sei occhi mi puntavano straniti, incapaci di capire a cosa mi riferissi.
Decisi di essere più esplicito ma Jacob mi precedette.
-Ha sete…-, disse laconico, illuminandosi.
Cavolo…è vero!!Stavolta ci hai azzeccato Edward!!!E bravo anche il cane…bell’idea”, pensò esultando Rose, che mi sorrise, per la prima volta dopo il mio ritorno dall’isola.
Giusto, giusto”, pensò mio padre.-Ho delle sacche di sangue che ho portato a casa dall’ospedale per Bella…possiamo provare. Vado a prenderle ma…come pensavi di darglielo?-.
A quello non ci avevo pensato, e anzi la cosa mi metteva un po’ in agitazione. Rose e mio padre erano d’accordo con me, ma Bella?Avrebbe accettato di fare una cosa come quella?Forse sì, se era per il bene del bambino.
-Non credo ci sia molto tempo per pensare ad un metodo adeguato. Direi che Bella dovrà berlo…-, disse Rose.
Che schifo, è matta”, pensò Jacob.-No, no…Volete fare bere del sangue a Bella?-, chiese dando voce ai suoi pensieri.
-Cane, zitto!Mi sembra che l’idea sia partita da te-.
Jacob si guardò attorno, cercando di trovare un modo per evitare una cosa del genere a Bella. Continuava a pensare a quanto fosse rivoltante la cosa.
-Ma è una cosa…-, iniziò a dire.
-Disgustosa?Schifosa?...Lo è ma se può aiutare Bella-, dissi, completando la frase di Jacob.
-Esatto!Ma come vuoi fare?Non la puoi obbligare-.
-Ora vado a parlarle e le chiedo cosa ne pensa. Volevo prima però parlare con Carlisle per sapere se poteva essere una buona idea-, dissi, cercando di tranquillizzarlo. Non so per quale motivo ma mi rendeva ansioso vedere Jacob preoccupato per qualcosa che riguardava Bella. Era come se, in qualche modo, lui potesse cogliere, percepire sensazioni diverse riguardo a Bella e potesse aiutarmi a capirla meglio, a comprenderla.
-Per il bambino farà questo ed altro-, pensò e disse subito dopo Rose. Il modo in cui Rose disse bambino mi fece rabbrividire. Non potevo credere che la sua dedizione completa e assoluta verso Bella non nascondesse, in realtà ,un suo bisogno inappagabile ma costante nella sua esistenza. Cosa si è disposti a fare quando si desidera una cosa in modo inverosimile, inspiegabile, immenso?Forse anche calpestare la vita altrui se necessario…se poteva aiutare ad esaudire quel desiderio incontenibile. Ne sapevo qualcosa.
Dannazione bionda, è il bambino di Bella, non il tuo…Deciderà lei, non tu. Perché la sta aiutando?Non di certo per Bella, no. E’ una stupida vampira egoista che pensa solo a lei…Perché Bella non se ne accorge…Ma forse a lei va bene così”.
Jacob aveva capito tutto. E come spesso accadeva ultimamente il nostro pensiero andava di pari passo. Lo cercai, con la coda dell’occhio, non potendo far altro che annuire ai suoi pensieri che traboccavano di verità.
Di Bella non le importa niente…sarebbe capace di qualsiasi cosa pur di farle avere il bambino”. Questa volta mi voltai, centrando Jacob con lo sguardo. E ancora una volta lui capì di aver perfettamente ragione. Aveva inquadrato la situazione.
Meglio muoversi. Lo berrà, lo berrà…Bella farà di tutto per far star bene il suo bambino.-Muoviamoci, quindi, non c’è tempo da perdere. Carlisle?Ti pare una buona idea?-, chiese Rose.
Si…il problema è Bella”. Rose non si era neppure preoccupata di prendere in considerazione quanto potesse far ribrezzo a Bella una simile ipotesi, mentre mio padre…Il suo lato umano prevaricava sempre su quello vampiro, sempre pronto a chiedersi cos’era meglio per gli altri,prima che per sé stesso. Avevo molto da imparare da lui.
-Chiediamo a Bella, sarà una sua decisione-, disse deciso e perentorio.
Allora è fatta”, pensò Rosalie, sospirando sollevata.

 

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Capitolo 22
*** Intuizione(seconda parte) ***


Ciao ragazze

Ciao ragazze!!ho trovato un po’ di tempo per rispondere ai commenti. Le risposte sono alla fine del capitolo!!Buona lettura!!

 

Capitolo 15. Intuizione(seconda parte)

Rientrammo tutti in casa. Anche Jacob venne con noi. Non capivo perché lo facesse, doveva essere una cosa tremenda per lui da vedere. Ma la sua mente era stranamente silenziosa e non mi lasciva intravedere nessun motivo razionale che ne spiegasse il motivo. Forse, come sempre, il tutto era da ricercarsi nel forte senso di protezione che lo legava a Bella.
Bella…Era stesa sul letto, come da molte ore ormai. Se non avessi avuto dei sensi sviluppati non avrei sentito il suo cuore battere né notato il suo petto alzarsi per respirare. Mi faceva male vederla così…un male sordo, soffocante, lacerante, straziante. Ma questa volta avvicinarmi a lei era più facile. Avevo un’opzione, un’idea per darle il sollievo che meritava.
-Cosa c’è?-, chiese preoccupata non appena ci vide attorno al letto. La sua mano accarezzò la sua pancia e non serviva leggere la sua mente per capire che i suoi pensieri erano indirizzati alla salute del bambino.
-Forse abbiamo trovato il modo di aiutarti. Jacob ha avuto un’idea-, disse mio padre, cercando il modo di dirglielo senza sconvolgerla.
No, io non ho detto niente. E’ un’idea del succhiasangue”, pensò Jacob. Certo, preferiva non accollarsi la responsabilità di certe malsane idee, potevo capirlo.
-Non sarà una cosa facile, Bella-, continuò mio padre cercando di essere il più delicato possibile.
-Farà star meglio il bambino…-, si affrettò a dire Rose. Non poteva aspettare che fosse Carlisle a terminare, no, doveva intromettersi con la frase che avrebbe sicuramente fatto capitolare Bella all’istante. Era ovvio che avrebbe fatto qualsiasi cosa per “il bambino”.
-Forse abbiamo scoperto di cosa ha bisogno…-, continuò, ignorando i ringhi che salivano dal mio petto.
Bella si guardò intorno, incrociando i nostri sguardi uno a uno.
-Non c’è stato nulla di piacevole, fin’ora-, disse tossendo e osservando l’ago che le perforava il braccio-quindi…qualcosa in più non farà la differenza-, disse sorridendo, per alleviare la tensione. Abbassai lo sguardo, stringendo i pugni. Se avessi potuto avrei perforato con le unghie la mia pelle, per poter percepire una minuscola parte del dolore che stava provando a causa mia. Era la prima volta che ammetteva davanti a me che la situazione non era piacevole. Mai, mai aveva ceduto al dolore, mai…perlomeno mai davanti a me. Mi avvicinai ancora di più a lei e la presi per mano, incurante di Rose che mi osservava guardinga.
-Tesoro, quello che ti stiamo per chiedere è una cosa bruttissima, disgustosa. Se non te la senti, non fa nulla-, mi affrettai a precisare.
Bravo…altro che la bionda…almeno lui ha avuto il coraggio di dirle le cose come stanno”.
Bella mi fissò con gli occhi aperti, terrorizzati.
-E’ una cosa così brutta?-, chiese, stringendo più forte che le era possibile la mia mano.
Continuai a fissarla. Era impossibile per me smorzare l’angoscia che trapelava dai suoi caldi occhi.
-Crediamo che il feto sia più simile a noi-, intervenne mio padre,-di conseguenza anche il suo appetito-, continuò,senza spiegare chiaramente quale fosse la richiesta.-Crediamo abbia sete-, concluse infine.
Bella continuò a fissarmi incredula. Sembrava chiedersi perché non l’aveva pensato prima.
-Ho capito-, disse infine, battendo gli occhi.
-C’è un problema però. Il feto cresce velocemente e non abbiamo tempo per pensare ad un modo poco disgustoso per farti assimilare il sangue. C’è solo un modo veloce per capire se realmente è quello che il feto vuole-, continuò Carlisle, cercando di spiegarle la parte difficile di questa scoperta.
-L’unico modo è berlo, giusto?-, chiese Bella, abbassando il capo verso il suo ventre.-Beh, non è così grave. Mi servirà anche per abituarmi al futuro-, continuò alzando gli occhi verso di me e aprendo il suo splendido viso in un sorriso vittorioso. Cercai di ricambiare il sorriso, ma quello che ne uscì era più simile ad una smorfia di dolore e di rassegnazione. Come faceva ad essere così fiduciosa?Come?Come riusciva ad accettare una simile proposta con una tale serenità da far rabbrividire me?Io, un vampiro assettato di sangue. E come faceva ad essere assolutamente certa del suo futuro?Non sapeva se sarebbe mai stata una vampira, se sarebbe sopravvissuta alla gravidanza. Ormai non capivo più niente, non la capivo e non mi sforzavo neppure più di farlo. Probabilmente lei vedeva oltre, in un luogo in un tempo che era per me ancora sconosciuto, oscuro.
Ora le salto addosso e la meno”, pensò Jacob, e mi voltai immediatamente verso Rose per capire a cosa si riferisse. Sembrava impaziente, come una bambina che aveva appena ricevuto un gioco nuovo. Irritante!Mi sarei unito volentieri a Jacob nel pestaggio.
-Bene, allora mi servirà un orso o qualcosa di simile. Chi me lo va a prendere?-, chiese Bella sempre sorridendo. Guardai Carlisle sconvolto:aveva fatto il mio stesso pensiero. Non potevamo accontentarci di sangue animale;Bella avrebbe dovuto bere sangue umano. Sarebbe stata in grado di accettare una simile proposta?
-Cosa c’è?-, chiese allora Bella notando i nostri sguardi.
-Bella, amore. Non abbiamo tempo, dobbiamo fare in fretta. Il feto, se ha necessità di sangue, non si accontenterà di sangue animale…-, dissi sperando che capisse a cosa mi stavo riferendo.
-Non c’è nessuna differenza-, disse Rose. Per lei forse. Perché doveva far sembrare tutto così facile quando in realtà niente era semplice?
-Il sangue di chi dovrei bere?-, chiese sconvolta sgranando gli occhi.
-Non guardare me-, scherzò Jacob,-non sono io il donatore, anche perché non credo che il mio sangue gli potrebbe piacere-.
-Abbiamo del sangue da parte-, intervenne con il suo tempismo rassicurante Rose, interrompendo Jacob.-Era per te, per quando saresti diventata vampira, per sicurezza. Vedrai…non sarà difficile e farà stare sicuramente meglio il bambino-.
Bella la guardava incantata, rapita e certa della sue parole. Rivoltante.
-Ok, allora. Cosa stiamo aspettando?Io ho fame e credo che anche il piccolino ne abbia-, disse accarezzandosi amorevolmente la pancia. Piccolino?Era più grande di lei ormai…
-Sarà la prima cosa da vampira che faccio…-, continuò, cercando di scherzare, ma in me scatenò la sensazione opposta.
Carlisle e Rosalie andarono velocemente a preparare “il pasto” per Bella. O meglio per il feto. Io non mi mossi. Restai al suo fianco tenendole la mano e chiedendomi quanta forza avesse la mia piccola Bella. Sicuramente più di quanto mi fossi mai vantato di avere io. Fissavo i suoi occhi, pregando di perdermi in lei, di restare con lei per sempre. In qualsiasi luogo, in qualsiasi tempo sarebbe andato bene, ma con lei. Lei ricambiava il mio sguardo, cercando silenziosamente di consolarmi e di aiutarmi. Lei aiutarmi?Si perché il martire della situazione ero io. Ero io a non avere la forza, io a non avere il coraggio di affrontare quella situazione…Nessuna situazione in cui la vita di Bella fosse stata in pericolo.
Ecco qui”, pensò Rose che era tornata con un bicchiere tra le mani. La guardai sconcertato.
-Non in un bicchiere trasparente-, borbottai, alzando gli occhi al cielo. Volevo risparmiare a Bella il più possibile la vista del sangue. Non avevo dimenticato quale effetto le faceva e non riuscivo a capire come potesse solo pensare di berlo. Come minimo sarebbe svenuta al solo odore.
Agli ordini”, pensò Rose ironica andandosene di nuovo.
-E’ tua l’idea?-, chiese Bella, rivolgendosi a Jacob, sforzandosi di alzare il tono di voce.
Non serve che ti affatichi, ci sento…non sono completamente umano”, pensò Jacob.
-No, no…è il tuo vampiro che mi ruba i pensieri dalla testa e fa queste proposte…-, rispose grattandosi il capo imbarazzato.
-E’ bello vederti Jacob-. Una morsa mi chiuse lo stomaco. Gelosia?Non era possibile, non doveva essere possibile. Respirai a fondo cercando di calmarmi.
-Anche per me-, rispose lui, sincero, abbassando lo sguardo.
Sì, mi faceva male vedere la loro confidenza, il loro sapersi capire, il loro parlarsi silenzioso. Ero geloso. Lei era mia…ma che diritto avevo di reclamare il suo possesso?
-Ho sentito cosa hai dovuto fare. Deve essere stato duro per te, mi dispiace-.
-E’ tutto ok Bella, non ti preoccupare. Prima o dopo mi sarei staccato da Sam , ho solo colto l’ottima occasione-, mentì spudoratamente Jacob. Anche in lui era partito il meccanismo subdolo di difesa nei confronti di Bella. Mentire, cercando di fare il possibile per non farla preoccupare. Sicuramente a lui riusciva meglio…io non ero neppure in grado di fare quello.
-E Seth?Ti ha seguito giusto?-, chiese ancora Bella, non soddisfatta delle informazioni che aveva ricevuto.
Dannazione…Perché mi fa tutte questa domande?Non le basta sapere che sono qui per lei?Era quello che voleva…”.
-Beh…sai che Seth ha sempre avuto una simpatia per noi. E’ contento di aiutarci-, mi intromisi cercando di aiutare Jacob.
-Mi dispiace di aver causato tutto questo-, sibilò piano Bella. Sembrava quasi non avesse ascoltato le mie parole. Perché capiva al volo sempre tutto e si preoccupava di conseguenza?
Non si può nasconderle niente”, pensò Jacob ridendo nervosamente.
-Beh…è da un po’ che non faccio altro che generarti problemi-, constatò affranta respirando con difficoltà.
-Già…da quando ti conosco-, cercò di scherzare Jacob per alleggerire la tensione.
-E’ meglio che te ne vai, non voglio che tu assista-, proruppe Bella seria cambiando improvvisamente argomento.
Ha ragione…dovrei andare via. Non so se riuscirei a sopportarlo…Ma dannazione…è presa male. Come faccio sapere che tra un quarto d’ora sarà ancora viva, umana…”.
Un quarto d’ora?Dannazione…Era presa male, sì, e se n’era accorto anche Jacob. Non ero preparato, no. Il veleno non era pronto. Stava accadendo tutto troppo in fretta, tutto velocemente.
-E dove vuoi che vada?Ora c’è anche Leah con noi, e non mi piace stare con lei-.
-Leah si è unita a voi?-, chiese Bella stupita.
-Non te l’ha detto Edward?-, chiese Jacob, rivolgendo uno sguardo verso di me. Io sollevai le spalle incurante di dargli una risposta. Ero bloccato, paralizzato. Era veramente giunta l’ora?Era passato così in fretta il tempo?Bella stava veramente per abbandonarmi?Deglutii rumorosamente. Mai come in quel momento mi sentii intrappolato dal tempo. Io che non avevo mai percepito lo scorrere del tempo come una limitazione, ora era la mia dannazione. Mi mancava il tempo di fare la cose come si dovevano.
-Perché si è unita a voi?-, chiese Bella agitandosi più di quanto fosse necessario.
Cosa le dico?”.
-Beh, con me c’è Seth. E’ suo fratello, non se l’è sentita di lasciarlo solo-.
-Ma Leah odia tutti, soprattutto noi vampiri-, constatò triste.
-Non sarà un fastidio. Fa parte del mio branco e io sono il capo. Fa quello che le dico-, rispose cercando di tranquillizzarla. Ma Bella lo guardò scettica, poco convinta.
-Fammi capire:Leah non ti piace, ma la vampira bionda sì-, chiese Jacob cercando di scherzare.
Zitto, cane”, pensò Rose che aveva sentito la provocazione di Jacob.
-E’ diverso. Rose capisce la situazione-.
-Ti capisce eccome. Infatti spera che sia il mostriciattolo ad avere la meglio…-, rispose Jacob, dando sfogo anche ai miei pensieri.
Ora stacco la testa al cane”, pensò Rose, ancora al piano di sopra
-Non è così, smettila di scherzare, Jake!-, disse Bella, tossendo e faticando a respirare.
Scherzare?E chi scherzava?”.-Sai che non è possibile-, rispose Jacob cercando di sdrammatizzare.
Per un istante incontrai i suoi occhi:panico, lo stesso che probabilmente c’era anche nei miei. Bella peggiorava, stava male.
Rose e mio padre finalmente scesero con il sangue. Questa volta il bicchiere era coperto e munito di cannuccia:molto meglio.
Bella prese tra le mani il bicchiere. Tremava.
Tranquilla Bella”, pensò mio padre.-Se non ce la fai, non ti preoccupare. Riusciremo a trovare un’altra soluzione-, le disse comprensivo.
-No, no-, rispose Bella risoluta,-è il modo più semplice e veloce. Non sarà così difficile-, e pose la sua mano sulla pancia. Il suo pensiero gravitava attorno al bambino, come sempre. Cercò di sollevarsi, facendo forza su un gomito, senza riuscirci.
Cavolo se si è indebolita…ieri non stava così”, pensò Jacob.
Rose si chinò su di lei e piano l’aiutò a sollevarsi.
-Grazie Rose-, disse, con sguardo riconoscente.
-Bevi tesoro. Fa come noi non ci fossimo-, la incitò Rosalie.
Forse è meglio che esca…non so se la faccio”, pensò Jacob. Sarei uscito anch’io. Mi faceva male vedere ancora una volta Bella in difficoltà per colpa mia. E quello che stava per fare…forse non ero in grado di rendermene conto pienamente ma doveva essere una cosa a dir poco disgustosa per lei.
La osservai, mentre prendeva confidenza con il bicchiere. Lentamente, molto lentamente lo portò verso il naso e lo annusò. Una smorfia, di disgusto sembrava, invase il suo volto.
-Bella, amore. Lascia perdere se non ci riesci. Troveremo un modo meno difficile per te-, dissi, tendendo la mano per prenderle il bicchiere.
-Prova a tapparti il naso-, propose Rosalie. Ringhiai. Perché non provava a tappare la sua bocca ogni tanto?Non volevo che Bella si sforzasse più del dovuto.
Dai che ci scappa la lite…vorrei tanto che Edward staccasse un braccio alla bionda stupida”.Avrei voluto anch’io.
-No, no…Mi piace, ha un buon odore-, confessò Bella con voce debole.
-Bene allora-, si affrettò a dire Rosalie soddisfatta.-Prova ad assaggiare, dai-, la incitò, felice.
Bella lentamente si portò la cannuccia alle labbra. Le tremavano le mani e potevo sentire l’odore del sangue penetrarmi potente nelle narici e bruciare nella mia gola ormai arsa da giorni. Ma non ci feci più di tanto caso. Continuai a osservare Bella. Speravo che non svenisse o non vomitasse. Non appena la sentii sorseggiare mi avvicinai a lei e le accarezzai il viso. Ero con lei. Qualsiasi cosa avesse deciso di fare, ero con lei.
-Bella, tesoro…va tutto bene?-, chiesi ansioso di ottenere la sua risposta.
-E’ tutto ok-, rispose allontanando il bicchiere.-E’ buono, mi piace- disse, spiazzandomi. Non avrei mai creduto possibile una cosa del genere.
Disgustoso”, pensò Jacob.
-Benissimo, allora-, tintinnò estasiata Rose, quasi saltellando dalla gioia.
Io continuai ad osservare Bella, cercando qualche miglioramento. Le accarezzai piano il viso, fragile, debole. Dio…che dolore vederla così. Squarciava la mia anima, la dilaniava in minuscoli pezzi. Bella ricominciò a sorseggiare dalla cannuccia. Più vigorosamente di prima, sembrava avesse realmente voglia di bere sangue…sembrava ne sentisse davvero il desiderio.
-Come va Bella?Lo stomaco?-, chiese Carlisle preoccupato.
-Tutto bene, mi sembra. Sto bene, niente nausea-.
-Favoloso-, trillò Rosalie, raggiante.
-Aspettiamo un attimo prima di esultare. E’ ancora presto-, si precipitò a dire mio padre.
Bella trangugiò ancora un po’ di sangue dal bicchiere. Poi si rivolse a me preoccupata.
-Questo va conteggiato vero?E’ sangue umano…Oppure iniziamo a tenere il conto quando sarò una vampira?-. Rabbrividii. Che domanda!
-Tranquilla Bella. Non teniamo punti e poi questo sangue è di un donatore…nessuno si è immolato-, risposi cercando di apparire tranquillo.
Cosa stanno dicendo…punteggio di che?”.
-Jacob, poi ti spiego-, sussurrai.
-Che cosa?-, chiese Bella curiosa.
-Niente, niente. Ho solo detto un pensiero a voce alta-, mentii.
Se Bella diventerà vampira non le sfuggirà più niente. Poi sarai costretto a dirle tutta la verità”, osservò Jacob mentalmente. Sorrisi mesto:giusta osservazione, ma per ora andava bene così. Non volevo affaticare Bella con spiegazioni inutili.
Bella continuava a bere, apparentemente tranquilla. Possibile che le piacesse sul serio?
Guarda fuori dalla finestra. Le da fastidio essere osservata…forse da me. Sono l’unico in fondo che non la capisce. Chissà come fanno ad osservarla senza cedere all’impulso di strapparle il bicchiere di mano per bere?. D’accordo che eravamo vampiri, ma da un bel po’ ormai, e con un po’ di sforzo sapevamo controllarci. E quello non mi sembrava il caso di cedere alla nostra sete.
Jacob notò la mia espressione.Che rottura però che senta i pensieri…non si può pensare a niente senza avercelo nel cervello…odioso. Se fosse riuscito a sentire i pensieri di Bella, lei si sarebbe stancata molto presto, e lui …anche. Ridacchiai a quel pensiero. Non mi sarei mai stancato di Bella, ma le osservazioni di Jacob erano sempre molto ingenue e limpide. Stavo iniziando a volergli bene…quasi sentivo la mancanza dei suoi pensieri quando lui non c’era. Cose da non credere…forse stavo veramente andando fuori di testa. Io e Jacob amici?Possibile?
-Perché ridi?Mi sono persa qualcosa-, chiese Bella. Mi rituffai nei suoi grandi occhi e quel che vidi mi fece rabbrividire di gioia. Le sue guance, pallide e scavate, erano rigate di un rossore tenue e il suo cuore batteva più forte, più insistentemente. Non sarebbe stato quel giorno, il giorno più brutto della mia esistenza. Non era ancora il momento.
-Sono i pensieri di Jacob-, le risposi, quasi con un tono felice dopo aver visto i miglioramenti sul suo corpo.
Si voltò verso di lui con un sorriso stanco, anche se molto caloroso.-Sì, è vero,Jacob è proprio un pagliaccio-.
Evviva…ora sono diventato l’animatore della situazione…cosa avrò pensato di così divertente?Mah… I vampiri hanno uno strano senso dell’umorismo”.E iniziò a gesticolare imitando un giocoliere del circo e canticchiando una canzone. Fece nuovamente sorridere Bella che continuò a bere. Era confortante  vederla stare meglio. Non sarebbe stato un sollievo definitivo, ma mi concedeva del tempo per organizzare il futuro meglio che potevo.
Cavolo l’ha finito…E’ veramente una sanguisuga quello che porta in lei…
Già. Il fatto che desiderasse sangue ne era la prova evidente.
-Ho finito-, trillò vittoriosa. Anche la sua voce era cambiata:più forte, chiara, acuta. Anche Jacob se ne accorse.
-Carlisle, se non lo rigetto, poi mi toglierai la flebo?-, chiese speranzosa.
-Sicuramente-, rispose mio padre, evidentemente contento di vedere un miglioramento nello stato di salute di Bella.
Rosalie le accarezzò dolcemente i capelli, come per congratularsi di questa sua vittoria. Non era più tanto difficile per me capire il rapporto che le univa:legate da uno scopo comune, entrambe mosse dallo stesso desiderio di vita. Come me e Jacob.
E’ migliorata, indubbiamente migliorata…Il colore del viso, il respiro, il battito del cuore…Non è uno scherzo. Aveva realmente bisogno di sangue. Sì, Jacob aveva ragione e probabilmente se fossi riuscito a capirlo prima avrei alleviato da subito le sue sofferenze.
Ancora, ancora…Oddio come sono felice”, pensò Rose. No, non era normale. Non avevo mai visto mia sorella in quelle condizioni.

-Che ne dici di berne dell’altro?-, chiese eccitata.
Bella si afflosciò sul divano, come sconsolata nello sapere che la sua tortura non era terminata.
Fulminai Rose. Un po’ di pazienza, no?Aveva appena bevuto un intero bicchiere di sangue, non mi sembrava ci fosse tutta questa fretta di farle ripetere l’amara operazione.
-Bella, non ascoltare Rose. Puoi aspettare e berne ancora tra un po’,se te la senti-, mi affrettai a dire per tranquillizzarla.
-In realtà…Ne ho voglia-, ammise, quasi vergognandosi.
-Tesoro...Non ti preoccupare. E’ una cosa che capiamo benissimo. Non devi farti scrupolo a chiederne dell’altro-, disse Rose, intromettendosi e accarezzandole i capelli con gesto materno.

-E chi non capisce questo bisogno, può andarsene anche subito-, aggiunse infine aspra rivolta chiaramente a Jacob.

La bionda inizia proprio a girarmi le scatole…Che vuole?Non ho detto niente…E’ ovvio che mi faccia schifo, ma non per questo ho impedito che Bella lo bevesse…”.
Guardai Jacob dispiaciuto. Possibile che mi disturbassero le frecciatine di Rose verso di lui?

Jacob…Aveva fatto moltissimo, più del dovuto per Bella, e quindi per me. Rose doveva smettere di essere sempre così scontrosa con lui. Tutti avevamo una preoccupazione comune:Bella. E questo doveva essere un motivo sufficiente per spallarci e aiutarci a vicenda. Ma Rose, superficiale ed egoista, non riusciva a spingere i suoi pensieri molto al di là dei suoi istinti.
Carlisle prese il bicchiere dalle mani di Bella.-Vado a prenderne dell’altro-, disse, prima di sparire.
-Mi sembri stanco, Jake-, notò Bella, fissandolo a lungo.
Certo che non ti sfugge niente è…”.-Anche tu-, rispose.
-Dai Jake…Fai il serio…Da quando è che non dormi?-, chiese preoccupata.
Mmm…E che ne so?
-Per la verità non te lo so dire-, ammise sincero.
-Cavolo Jake. Ora mi sento in colpa…A causa mia non dormi…Non va bene. Pensa a te e vai a dormire un po’-.
Che discorso è?Tu puoi mettere a repentaglio la tua salute come meglio credi e io non posso perdere qualche notte di sonno per passare gli ultimi momenti con te…Bella…Sempre la solita”.
Jacob aveva perfettamente ragione. Quando mai Bella si sarebbe decisa a pensare a lei, piuttosto che agli altri?Conoscevo la risposta.
-Vai a riposarti Jake, per favore. Ci sono un sacco di letti in questa casa. Puoi dormire in quello che preferisci-.
Nel mio, il cane non lo voglio”, pensò aspra Rose e lo fece capire in modo evidente anche a Jacob fulminandolo con lo sguardo.
Bionda…a cosa ti servirà poi un letto?Non ci credo che lo usi…”, pensò giustamente Jacob.
-Tranquilla Bells. Preferisco dormire per terra. C’è un po’ di puzza qui…-.
-Vero-, rispose tranquilla, annuendo.
Mio padre tornò con una nuova dose di sangue. Bella si alzò lentamente da quello che, fino a qualche istante prima, pensavo fosse il suo letto di morte e si mise seduta, senza l’aiuto di nessuno. Non c’erano dubbi:era notevolmente migliorata. Ricominciò a bere lunghe sorsate di sangue.
-Come va?-, chiese Carlisle.
-Tutto bene. Niente nausea. Anzi, credo di avere fame, ma non saprei dire se ho fame o “sete”-.
-Beh, mi pare evidente. Basta guardarla. Il suo corpo ha bisogno di sangue:diamone dell’altro-, propose Rose.
-No, con calma Rose. Non essere precipitosa. Bella è ancora umana. Ha esigenze umane e quindi ha bisogno di cibo. Lasciamole il tempo di assimilare il sangue che ha bevuto e facciamola mangiare. Hai voglia di qualcosa di particolare Bella?-.
Si aprì in un gran sorriso e guardandomi disse:-Uova-. Non potei fare a meno di ricambiare il suo sorriso. Finalmente il mio petto sembrava essersi leggermente sgonfiato da quell’angoscia che l’aveva tenuto in ostaggio. Mi sentivo più leggero, più tranquillo.
Svolsi rapidamente lo sguardo da lei , per raggiungere Jacob che stava letteralmente cadendo a terra dal sonno.
-Jacob-, lo chiamai,-vai a dormire. Puoi sistemarti in qualsiasi stanza tu voglia. Prometto che verrò a svegliarti se ci dovessero essere cambiamenti-.
-Ok, Ok-, rispose esausto alzandosi.
Ha ragione. E io sto morendo dal sonno. Vado fuori, tanto se ci sono problemi il succhiasangue mi avvisa”.
-Contaci-, risposi ai suoi pensieri.
Annuì e salutò Bella accarezzandole una mano.E’ gelida”, pensò.
-Sembra proprio che tu stia meglio-, osservò.
-Sì. È vero. Grazie Jacob-, rispose, stingendogli la mano.
-Copritela. Ha freddo-, disse, quasi ordinando, prima di andarsene.
Aveva ragione. Bella aveva bisogno di essere scaldata. Io non me n’ero reso conto. Ancora una volta non ero stato in grado di far fronte ai bisogni primari di Bella. Per fortuna c’era lui. Per fortuna c’era Jacob.

 

 

EEELE :Grazie!Si su Twilight italia si arriva al capitolo 8, ma sul forum sono già al capitolo 17. Purtroppo il ritardo nella pubblicazione non dipende da me. Sto cercando di provvedere per sistemare le cose.

ita chan :La canzone è proprio quella. Ogni tanto vado in crisi:non so più cosa scrivere e come scrivere e Lonely Day è una di quelle canzoni che mi ha ridato l’ispirazione. Grazie mille per i commenti, sono contenta che ti sia piaciuto fin’ora.

Tede :Ora aggiorno!!!Ti posso assicurare che neppure io resisto nell’aggiornare. Mi dispiace tenervi sulle spine e anche perché non vedo l’ora di farvi leggere quello che ho scritto. Rose…è difficile scrivere di Rose, o perlomeno immaginare come Edward la veda. Comunque nel capitolo che sto scrivendo ho inserito una riflessione di Edward su Rose, un po’ più comprensiva!Non vedo l’ora di farvi leggere. Grazie ovviamente per i commenti positivi, sono felicissima che ti piaccia.

linda88 :Grazie mille Linda!!Vi lascio per poco con la curiosità!!Non resisto…ora aggiorno!

Bellas :Spero di non deludere le tue aspettative!!Ecco la fine del capitolo, fammi sapere e grazie dei bellissimi commenti!!

lady cat :Spero di farlo al meglio. Ingrandisco un po’ il carattere allora!!Grazie del consiglio e grazie di leggere e commentare

trettra :Seguirò il tuo consiglio per l’interlinea. Non è molto bella l’immagine di Bella che beve sangue, ma ad Ed non può dare troppo fastidio, molto di più a Jake!!!ti lascio alla lettura del capitolo e grazie di commentare sempre!!!

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Capitolo 23
*** Aiuti ***


Ciao

Ciao!!Vi lascio alla lettura della storia. Alla fine ci sono le risposte e un po’ di commenti!!!

 

 

 

 

Capitolo 16. Aiuti


-Maledizione-, imprecai alzandomi e andando verso la finestra. Seth aveva ululato. Vidi i vestiti di Jacob svolazzare nel giardino. “Merda…erano gli ultimi”, pensò Jacob, trasformandosi. Qual era il problema?Era improbabile che Seth si fosse sbagliato un’altra volta.
Che c’è ora?”, pensò Rose, sbuffando.
-Edward?-, mi chiamò Carlisle.”Chissà cosa c’è ora…forse i lupi…”. Gli feci cenno di aspettare un attimo, non sapevo neppure io di preciso cosa stava succedendo. Mio padre venne al mio fianco, e mi appoggiò una mano sulla spalla.
Seth?Qual è il problema”, chiese mentalmente Jacob.
Gli altri…stanno arrivando”, rispose. C’era da aspettarselo. Sam non avrebbe rinunciato così presto alla sua battaglia.
Quanti sono?”.
Credo tre”.
Sto tornando, raggiungo Seth”.
Jacob, Seth e Leah si stavano organizzando per far fronte all’avanzata.
Senza voltarmi, annunciai la novità alla mia famiglia.
-Stanno arrivando tre lupi. Seth, Jacob e Leah si stanno preparando ad affrontarli-, dissi lentamente, continuando a monitorare la situazione. Sentii Bella sussultare spaventata.
-Sta tranquilla tesoro, non succederà niente-, la tranquillizzò Rose.
Sono fermi…Non credo sia un attacco”.
Seth, aspettami. Non fare nulla”.
Si stanno trasformando”.
Sono qui Seth, ti copro le spalle”.
No…sono in quattro…tre sono lupi, uno è umano”.
Cavolo Seth…ottimo udito”.
Sono con loro”, pensò Jacob. Probabilmente era un pensiero rivolto a me. Aspettavano. E io aspettavo con loro. Ritornai a sedermi vicino a Bella che mi osservò con gli occhi sbarrati e vitrei.
- Bella, amore, non ti devi angosciare. Credo vogliano solo parlare. Non c’è nessun pericolo per Jacob e gli altri-, dissi, accarezzandole dolcemente il viso. Se Seth aveva ragione,sembrava improbabile che tre lupi volessero lo scontro, forse davvero volevano solo parlare.
Potremmo toglierle la flebo e il respiratore…mi sembra stia molto meglio ora”, pensò mio padre. Annuii e mi alzai per aiutarlo.
-E’ tutta colpa mia…non dovevo mettere in mezzo Jacob in questa storia…sono una stupida-, mormorò prima di iniziare a singhiozzare. Possibile che non potesse fare a meno di preoccuparsi degli altri e soprattutto per i motivi sbagliati?
-No, Bella, no-, dissi, avvicinandola al mio petto per tranquillizzarla. Da quando aveva iniziato a bere sangue, stava molto meglio e io con lei. E ora mi dispiaceva vederla star male per Jacob, soprattutto perché si colpevolizzava per niente.
-Bella-, continuai,-è venuto Jacob a cercarti. Anche per lui è difficile starti lontana e sai che tutto quello che sta facendo lo fa per te, perché ti vuole bene. Non colpevolizzarti per questo. Stai migliorando, non peggiorare tutto con le tue preoccupazioni, ok?Anzi, adesso Carlisle ti toglie la flebo e il resto e se vuoi puoi tornare sul divano-, dissi, sperando di distoglierla dai suoi pensieri negativi. Mi guardò sbalordita, sbattendo gli occhi e continuando a tenere le mani sulla mia maglietta.
-Davvero posso?E da quando parli in quel modo di Jacob?Non ti è mai andato a genio...-, osservò, sorridendo timidamente.
-Da quando lottiamo dalla stessa parte-, risposi serio.-Adesso vieni che ti aiuto ad andare sul divano. E smettila di preoccuparti:vuoi o no che questo bambino nasca forte e sano?-, chiesi sorridendole. Non mi sembrava vero:io che parlavo con naturalezza,senza astio e sofferenza del bambino?Ormai era indiscutibile:dipendevo da Bella e il mio umore, la mia serenità erano legati a lei a doppio filo. La feci stendere sul divano e mi sedetti vicino a lei, appoggiando le sue gambe sulle mie ginocchia. Stranamente Rose non intervenne ma si sedette vicino ad Emmett che distrattamente guardava la tv. Jasper aiutava mio padre a sistemare la stanza, cercando di togliere tutto ciò che la faceva apparire somigliante ad una camera di ospedale.
-Nel frattempo ti racconto cosa succede, così stai tranquilla-, dissi.
Sarà utile anche a noi”, pensò Carlisle.
-C’è Jared…sembra il portavoce, è umano. I lupi sono Paul, Quil e Collin.Seth si è sbagliato, sono in quattro non in tre.Jared ha appena specificato che sono lì per parlare, quindi possiamo stare tranquilli, sembra che non ci sarà nessun attacco imminente-, dissi, continuando ad accarezzare la mano di Bella.
-Niente Sam?-, chiese lei.
-No…infatti inizialmente Jacob temeva fosse un tranello, per dividerci. Ma ora tutti sembrano più tranquilli, compreso Jacob-, risposi, portando la mano di Bella sul mio viso. Era calda. Da quanto tempo non sentivo quel tepore dolce provenire dal suo corpo?Le sorrisi, consapevole che stavo gioendo, forse un po’ troppo, per quella ripresa.
-Jared vuole che tornino a formare un unico branco…sembra quello il motivo della visita-, continuai a raccontare.
Non si arrenderanno…niente attacco a sorpresa ma vogliono uccidere il bambino. Aspetteranno solo che Bella lo faccia nascere”, pensò Jacob. Sembrava quasi che il pensiero fosse rivolto a me. Non potevo di certo dirlo a Bella. L’avrei mandata ancora di più nel panico. Tralasciai di raccontare quella parte, ne avrei parlato poi in privato con mio padre e i miei fratelli.
Credono che Bella morirà comunque”, pensò Jacob, riflettendo un pensiero di Leah. No, non sarebbe morta. Avrei fatto di tutto per lei. Dovevo convincermene altrimenti non sarei riuscito a trasformarla con determinazione. Non avrei permesso a Bella di lasciarmi. Non mi sarei mai perdonato se non fossi riuscito a salvarla.
-Cosa stanno dicendo?-, chiese Bella vedendomi assorto.
-Jacob vuole parlare da solo con Jared…si sta trasformando-, dissi frettolosamente, cercando di cambiare argomento.-Mamma…c’è un problema. Jacob avrebbe bisogno di vestiti nuovi, trasformandosi prima ha distrutto gli ultimi che gli erano rimasti -dissi, sperando che la conversazione cambiasse direzione. Non sapevo che dire a Bella e non potevo certo confessare che stavano discutendo sulla possibilità di uccidere il bambino dopo la nascita.
Bleah”.-Si, ti prego prepariamo dei vestiti per Jacob, non credo che riuscirei a resistere nel caso si presentasse in questa casa nudo-, disse schifata Rosalie.
-Non c’è problema-, intervenne Esme prima che i pensieri di Rosalie degenerassero.-Ci sono un sacco di vestiti che non mettiamo più. Preparo delle ceste anche per Seth e Leah e…un’altra cosa Edward…ti prego parla con Jacob. Mi dispiace che siano senza casa. Possono usufruire di qualsiasi cosa abbiano bisogno:docce, letti, cibo. E’ il minimo che possiamo fare per loro dopo tutto quello che stanno facendo per noi-, concluse con tono dolce e apprensivo, tipico di una mamma.
Ci mancava solo l’invasione dei lupi. Mi tocca pure dividere la casa con loro…disgustoso”, pensò Rose arricciando il naso e venendo a sedersi per terra vicino a Bella. Fortunatamente si trattenne dal fare questo commento ad alta voce, probabilmente per rispetto verso Esme, che in quanto altruismo e bontà era la migliore di tutti noi.Vado a preparare i vestiti allora”, pensò mia madre allontanandosi dalla stanza, rallegrandosi di poter essere utile.
-Ti va' di bere ancora un po’ di sangue?-, chiese Rose, accarezzandole i capelli. Bella annuì e Rose sparì in cucina.
-Come sta andando la discussione?-, chiese Bella impaziente.
-Jared sta facendo leva sui sentimenti di Seth e Leah…Sue è rimasta sola e vorrebbe che tornassero a casa-.
-Povero Seth…-, pensò Bella triste.
-Credo sia solo un modo per mettere in crisi Seth e far vacillare la sua scelta. Sue è una donna forte, può stare lontana dai suoi figli per un po’-, risposi tentando di rassicurarla. Non ero sicuro che Seth e Leah non ci stessero male, ma non potevo confessarlo a Bella.
Come non potevo dirle che sentivo il dolore di Jacob nel vedere la sua famiglia lontano da lui. Era straziante sentire il guaito triste di Quil. Jacob aveva lasciato un pezzo del suo cuore a LaPush. Non era per Sam che stava male, ma per i suoi amici:Quil e Embry. Probabilmente se anche loro si fossero uniti al suo branco Jacob sarebbe stato più felice. Ma non era il caso di dire a Bella certe cose. L’avrei fatta soffrire ulteriormente. E anche Jacob avrebbe voluto non farle sapere nulla…ne ero certo.
-Tieni-, disse Rose, porgendole il bicchiere e risedendosi per terra.
-I lupi se ne sono andati-, dissi.-Ora Leah e Seth vanno a riposarsi, Jacob sta venendo qui-, conclusi.
-Ma anche Jacob ha bisogno di dormire-, obiettò Bella.
E’ tutto ok”, pensò Jacob per avvisarci. I suoi pensieri apparivano davvero molto stanchi. Aveva ragione Bella:doveva dormire.
-Ora glielo dirai tu, è quasi qui-, dissi.
Ho messo i vestiti sulle scale”, pensò mia madre.
-Si, grazie mamma. Li ha trovati-, risposi al suo pensiero.
Jacob si stava vestendo. Mi facevano ridere i suoi pensieri su quanto puzzassero i nostri vestiti e sul fatto che non gli cadessero a pennello. E mi dispiaceva che non potesse tornare a casa per prendersi i pantaloni della tuta che desiderava.
Entrò poco dopo stupendosi che nessuno l’avesse accolto con un “Vattene” o qualcosa di simile e stupendosi ancora di più del cambiamento che era avvenuto nella stanza. Gli sorrisi e poco dopo anche Bella gli rivolse un sorriso a dir poco gioioso. Sapevo che voleva bene a Jacob e ora che lo conoscevo un po’ meglio potevo capire perché gli fosse così legata. Capivo tutto…ma non potevo evitare di provare una punta di invidia e di gelosia. Anche Jacob non comprendeva l’atteggiamento di Bella e la sua mente urlava tutto questo disappunto.
Ma come mi sorride?Di fronte a suo marito poi…cavoli è sposata, felice, incinta. Perché dimostra tutta quella felicità nel vedermi?E’ ancora peggio così…almeno mi cacciasse, non mi badasse…Ma sento di essere indispensabile per lei…così non riesco a starle lontano”.
Guardai Jacob con aria comprensiva. Lo capivo perfettamente. Non sapevo dargli una risposta. Anche per me era incomprensibile l’attaccamento di Bella nei suoi confronti.
-Niente di grave. Abbiamo solo parlato-, disse Jacob con voce esausta.
-Sì, lo so. Ho ascoltato quasi l’intera conversazione-, risposi.
Eravamo lontani…”.-E come ci sei riuscito?-, chiese.
-Beh…ormai la tua voce mi è familiare e riesco a sintonizzarmi meglio sulla tua mente…soprattutto quando sei umano-, risposi.
-Davvero?Beh…meglio…così non devo rispiegarvi tutto-, osservò.
-Jacob, ti conviene dormire un po’. Non che serva che io te lo dica, anche perché se non mi darai ascolto fra meno di un secondo sverrai comunque…-, osservò Bella con un sorrisino furbo sulle labbra. Mi colmava il cuore vederla stare meglio.
-Vado, vado…-, rispose convinto e assonnato più che mai.
Sono felice di vederla stare meglio. La vedo proprio bene. E’…più sana…e continua a bere…ma quanta scorta hanno?Esaurito tutto cosa faranno?...”, osservò mentalmente.
Prima di uscire Rose e Jacob non riuscirono ad evitare di battibeccarsi:era divertente assistere alle loro scaramucce e non potei fare a meno di sorridere. Mi ricordai che non avevo detto nulla a Jacob sulla possibilità di usufruire dei servizi della casa a loro piacimento. Mi alzai per raggiungerlo ma Bella mi trattenne per un braccio.
-Dove vai?-, chiese ansiosa.
-Tranquilla tesoro. Vado solo un attimo a parlare con Jacob. Mi sono dimenticato di dirgli una cosa-, dissi, accarezzando la sua mano, che debolmente faceva presa sul mio braccio.
-Non puoi lasciarlo dormire?Glielo dirai dopo…-.
-Faccio presto, solo un secondo…-, dissi e seguii Jacob nel giardino. Mi stava aspettando, avendo ascoltato l’intera conversazione. Doveva sapere che aveva il nostro appoggio e tutto l’aiuto che potevamo dargli.
-Dimmi Edward…che c’è adesso?-, chiese, distrutto.
-Jacob, scusa…so che vorresti dormire ma…ci vorrà solo un attimo-, risposi dispiaciuto.
…cosa mi devi dire…”.
-Prima parlavo con gli altri e ci siamo preoccupati…-.
E’ tutto a posto ora…Sam non è un problema per ora”.-Non dovete preoccuparvi. Staremo attenti, anche se crediamo a quello che ci ha fatto riferire Sam.-
-Si, si, non è quello. Anch’io mi fido della tua impressione. Esme è preoccupata per voi…per il tuo branco. Le dispiace sapervi senza casa, e anche a me dispiace…-.
-Che vuoi dire?-, chiese, attonito.
-Beh…avrete bisogno di vestiti, cibo, servizi, letti e tutto questo noi possiamo offrirvelo-.
Esme?Di vampiro ha ben poco…è molto simile ad una mamma amorevole”.-Non abbiamo problemi Edward, sappiamo arrangiarci-, rispose.
-Ma ad Esme farebbe piacere dare una mano…-.Le avrebbe fatto molto piacere se in qualche modo fossimo riusciti a ripagare l’aiuto che ci stavano offrendo.
-Quindi?-, chiese.
-Quindi noi abbiamo una casa e vorremmo che la condivideste con noi, usufruendo di tutte le comodità che vi può offrire. Ovviamente questa proposta è rivolta anche a Seth e a Leah. Quindi se potessi dirglielo tu a loro…-.
-Certo, certo…-, rispose laconico.
-Ho visto che hai trovato i vestiti…anche per quelli non dovete più preoccuparvi. Ne abbiamo un sacco di smessi a causa della politica di Alice-.
-Si, si grazie. Questi sono utili. Anche se non credo che a Leah farà piacere indossare vestiti indossati da voi…non si adatta come me-.
-Prova a parlarle lo stesso. Voi state facendo tanto per noi, e ci pare il minimo aiutarvi come possiamo-.
-Beh…che dire…grazie, allora. Ringrazia anche Esme. Per la doccia non c’è problema, ci laviamo nelfiume di solito-.
-D’accordo. Magari dillo lo stesso agli altri-.
-Sicuramente-, rispose, ormai vinto dal sonno. Faticava a tenere le palpebre sollevate. Era meglio lasciarlo andare a riposarsi.
-Grazie Jacob. Ora ti lascio andare a dormire-, risposi.
Mi voltai per tornare in casa. La mia Bella mi stava aspettando e io non vedevo l’ora di rivederla con le guance rosee e gli occhi vivi. Ma un rumore secco proveniente dalla casa, seguito da un urlo di dolore lancinante,mi fece rabbrividire e corsi in casa. Proveniva da Bella…non potevo crederci. Cos’era successo ora?Stava bene, l’avevo lasciata pochi minuti prima e stava bene…maledizione!La trovai piegata sul divano,sudata e sconvolta, mentre cercava di non muoversi tentando di mantenere unite parti del suo corpo che si erano spezzate.
Una smorfia di dolore sfregiava il suo viso. Stava male. Stava di nuovo male. E io mi accasciai vicino a lei, risucchiato nuovamente nel buco nero della sofferenza, riflesso del suo dolore.

 

 

Scusate se ieri ho saltato di postare ma dovevo studiare e mi sono imposta di stare incollata ai libri…povera me!!Oggi la situazione non è molto diversa, ma ho trovato 5 minuti.

Come sempre ringrazio tutti, tutti. Un mega grazie a chi mi segue, chi mi preferisce e chi mi recensisce…grazie davvero.

Poi…volevo segnalarvi due storie che io amo particolarmente. Credo di poterlo fare, almeno spero. Sono entrambe di frufru123. La prima si chiama Dark Memories e racconta cosa sarebbe successo se Edward non fosse mai tornato in New moon. Non vi preoccupate, Bella e Edward comunque si ritroveranno, nonostante ci siano un po’ di complicazioni. E’ davvero scritta molto bene. Poi sempre frufru123 si è cimentata in un’altra storia sempre molto, molto intrigante e misteriosa, che si chiama Moonlight. E’ ancora all’inizio ma promette molto bene:io resto con gli occhi spalancati ogni volta che termino un capitolo…è davvero piena di sorprese…l’ultimo cap. non vi dico!!!Beh…ho fatto un po’ di pubblicità. Mi faceva piacere segnalarvele perché credo che le sue storie meritino di essere lette…anzi…si fanno proprio leggere.

 

 

 

 

 

Recensione di trettra, fatta il 04/07/2009 - 12:00PM sul capitolo 22: Intuizione(seconda parte) - Firmata


Sì…mi piaceva l’idea che Edward percepisse Jacob come un alleato durante la gravidanza di Bella. Sono felice che ti sia piaciuto, un bacio.

 

Recensione di Tede, fatta il 04/07/2009 - 10:58AM sul capitolo 22: Intuizione(seconda parte) - Firmata


Sono felice che ti sia piaciuto il divario tra pensieri e parole di Bella…cosa non farebbero per Bella!!!Grazie di continuare a recensire e seguire. Un bacio

 

Recensione di maja89, fatta il 03/07/2009 - 11:29PM sul capitolo 22: Intuizione(seconda parte) - Firmata


Grazie ma davvero non mi sento una scrittrice. Mi fa piacere comunque che lo pensi, un bacio.

 

Recensione di chariss, fatta il 03/07/2009 - 11:09PM sul capitolo 22: Intuizione(seconda parte) - Firmata


Grazie mille, troppo buona…troppo!

 

Recensione di lady cat, fatta il 03/07/2009 - 07:51PM sul capitolo 22: Intuizione(seconda parte) - Firmata


Grazie mille per i complimenti, ma ripeto che siete troppo, troppo buone.

 

Recensione di Bellas, fatta il 03/07/2009 - 07:12PM sul capitolo 22: Intuizione(seconda parte) - Firmata


Temo anche più capitoli…ci sono ancora un sacco di cose da scrivere. Anch’io non me nero mai resa conto ma è pieno zeppo di avvenimenti il secondo libero. Sicuramente ne perderò qualcuno per strada.Grazie davvero, sono felice che ti piaccia. Grazie per recensire e continuare a seguirmi.

 

Recensione di linda88, fatta il 03/07/2009 - 05:45PM sul capitolo 22: Intuizione(seconda parte) - Firmata


Grazie mille per i complimenti, un bacio.

 

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Capitolo 24
*** Nuovo imprevisto(prima parte) ***


Grazie ragazze

Grazie ragazze!Vi lascio con questo mezzo capitoletto!!Scusate se non ho sempre tempo di rispondere ai commenti!!

 

Capitolo 17. Nuovo imprevisto(prima parte)

Non sapevo cosa fare. Davanti al corpo di Bella piegato dal dolore mi sentii invadere da una sofferenza infinita, immensa. Non sapevo se toccarla, come aiutarla, cosa dirle. Mi sentivo inutile. Lì, inginocchiato di fronte a lei, ero testimone del suo dolore,impotente. Volevo fare qualcosa per lei,ma cosa?Cosa potevo fare per aiutarla ad alleviare il suo dolore?Perché non potevo fare come volevo io? Perché doveva continuare a soffrire in quel modo? Non era giusto, non Bella, non meritava quel destino, quella sofferenza, quella penitenza.
Ansimava dal dolore , incapace di muoversi, tenendosi il grembo con le mani.
Era stata quella cosa dentro di lei a farle del male, quell’essere generato da me. Ma, neppure lui, in realtà ,aveva colpa. Solo io ce l’avevo. Lui era come me:un vampiro. Ma incapace di controllarsi, incapace di usare la ragione per discernere il bene dal male.
No,il bambino non aveva colpe:gli sbagli erano tutti miei. Dovevo continuare la mia vita, solo, senza appropriarmi di quella di Bella. Che diritto avevo di imporle la mia vita…la mia natura?
Scossi la testa, cercando di riprendermi. Dovevo aiutarla e smettere di compiangermi.
Dovevo sforzarmi, per lei, per il bambino che ormai faceva parte della mia vita.
Ma se Bella non ce l’avesse fatta?Come avrei fatto io senza lei?
Scossi la testa,cercando di eliminare quella possibilità dalla mia mente. Finché fosse stata vicino a me, non ci avrei pensato…non potevo pensarci. Anche perché, se fosse accaduto realmente, anch’io avrei cessato di esistere all’istante, con lei. Io non potevo esistere senza lei, non potevo pensare a nulla senza di lei. No, la mia vita era la sua. Tutto quello che volevo fare, lo volevo fare con lei. Era impossibile immaginare un futuro...solo. Scossi la testa cercando di scacciare quelle immagini devastanti dalla mia mente.
Mai…avrei permesso a Bella di andarsene senza di me. L’avrei seguita,ovunque.
Povera Bella”, pensò mio padre, cercando di aiutarla.
-Un momento, ce la faccio Carlisle-, ansimò in preda al dolore la mia dolce Bella. La guardai, colmo di dispiacere e le accarezzai un braccio cercando di farle sentire che c’ero…ero lì con lei. Mi sarei sobbarcato il suo dolore volentieri piuttosto che vederla così. E pensare che ero io la causa di tutto…
Non avrei dovuto darle ascolto, non dovevo. Un’umana e un vampiro:c’era un motivo se non si erano mai sentite storie simile. Pazzo io a pensare che non potesse accadere niente di male.
-Bella, devi esserti rotta qualcosa-, disse mio padre chinandosi su di lei. Non me n’ero accorto ma erano tutti attorno a Bella preoccupati, compreso Jacob. E c’era anche Alice. Da quanto non la vedevo?
-Si, credo di si-, rispose Bella, cercando di sollevarsi per indicare a mio padre il punto da cui proveniva il dolore. Non sapevo cosa fare, come aiutarla per alleviarla.
Era talmente piccola, talmente fragile. E il bambino dentro di lei cresceva inesorabilmente, spezzandola, facendosi spazio, trovando il suo posto, distruggendola.
-Facciamo una radiografia, per capire l’entità della frattura-, disse Carlisle sospirando.
-Va bene-, sussurrò Bella cercando, con immenso dolore di sollevare il busto.
Le ossa, le sta spezzando le ossa”, pensò Rose, chinandosi su di lei. Non l’avevo mai sentita così sconvolta. Era ora che si rendesse conto che stava aiutando Bella in un impresa impossibile per un’umana.
La sollevò con cautela e Bella si accasciò gemendo tra le sue braccia. Io non ero capace di fare neppure quello. Non ero in grado di sollevare mia moglie dolorante per aiutarla.
Non ero capace…Come potevo pensate di rimanere lucido durante il parto per poi trasformarla?
Non ci sarei riuscito. Era inutile che cercassi di convincermi. Avevo perso la testa in quella situazione e l’avrei persa anche nel momento della trasformazione. Mi avvicinai a Rose, cercando di sollevare Bella dalle sue braccia…era mia, volevo sentirla. Avevo bisogno del suo contatto, del suo respiro sul mio collo, del suo battito accanto al mio petto. Se non ero stato pronto a farlo, non significava che non desiderassi aiutarla.
-Troppo tardi Edward, l’ho già presa-, ringhiò Rose.
Non volevo litigare. Risposi al suo ringhio, innervosito, e mi lasciai sopraffare dal nulla, dal vuoto.
Cavolo…se Bella si rafforza, si rafforza anche la cosa. Non c’è modo per fronteggiare la gravidanza. In un modo o nell’altro soffre. Non serve a nulla darle il sangue…”, osservò Jacob.
Si era così. Madre e figlio legati da un destino comune, come era ovvio fosse.
Lasciai Jacob solo e seguii Rose su per le scale.
Bella piangeva, sommessamente, cercando di contenere il suo dolore mentre Carlisle la aiutava a stendersi. E allo stesso tempo con gli occhi, con le mani, cercava me, il mio viso, come per rassicurarmi,segno evidente che si stava preoccupando per me.
Mi avvicinai a lei, tremando, e presi la sua mano tra le mie. La portai alle labbra mormorando delle scuse che non sarebbero mai bastate. Sempre troppo poche in confronto a quello che le avevo fatto e che le stavo facendo sopportare.
Credo proprio siano le costole”, pensò mio padre, spostando il radiografo vicino al lettino in cui era stesa Bella.
-Ti fa tanto male?-, chiesi, appoggiando la mia testa sulla sua mano.
Bella accarezzò i miei capelli, osservandomi con un’espressione dolce e tragicamente innamorata.
-No Edward, il più è passato. Credo abbia steso una gambina-, osservò sorridendo.-Ora sembra essersi calmato-.
Possibile che facesse sembrare tutto così maledettamente normale?Non era normale che un bambino, distendendosi, provocasse fratture alla madre. Deglutii, cercando di contenere la rabbia che stava prendendo il sopravvento. Cercai di sorriderle, nascondendo il disgusto per quello che aveva appena detto.
-Ora Carlisle si occuperà di te-,dissi, accarezzandole i capelli prima di spostarmi, per permettere a mio padre di avvicinarsi per farle la radiografia. Non era da molto che non vedevo il suo ventre nudo, ma la cosa mi lasciò inorridito. Era completamente nero, martoriato dai lividi, molto peggio di quello che ricordavo. Chissà quante volte aveva sopportato in silenzio il dolore proteggendomi dalla sua sofferenza?
Mi voltai dall’altra parte, cercando di trattenere un ringhio di frustrazione e rabbia.
Calma Edward”, pensò Rose, notando la mia reazione.
Una costola. L’unica cosa che posso fare e fasciarla e darle un antidolorifico”, pensò mio padre, allontanandosi da Bella. Mi avvicinai nuovamente a lei. Nonostante la recente rottura sembrava stare bene, sicuramente meglio di poche ore prima, quando ancora non avevo capito che il sangue poteva esserle d’aiuto.
-Edward, vuoi fasciarla tu?-, chiese Carlisle gentilmente.
-Lo faccio io-, intervenne Rose, prima che potessi annuire.
-No Rose, smettila di metterti in mezzo. E’ sua moglie, non le farà del male. Lasciamoli soli-, le rispose infastidito mio padre. Ero lieto che prendesse le mie difese nei confronti di Rose. Ormai non la sopportavo più e mi risultava difficile ignorarla o risponderle senza avere un irrefrenabile impulso di azzannarla.
Siete due idioti…”, pensò Rose, prima di uscire impettita e offesa dalla stanza, seguita da mio padre.

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Capitolo 25
*** Nuovo imprevisto(seconda parte) ***


Ciao ragazze

Ciao ragazze!!Avrete capito che ho seri problemi nel resistere a postare!!Mi dispiace proprio tanto farmi attendere e quindi ecco qua la fine del capitolo!!!Vi ringrazio tanto, sempre sempre dolcissime con i vostri commenti e sono contenta che la mia interpretazione di BD vi piaccia!!

Ledyang non credo che la parte finale del cap.ti farà piangere, almeno non è mia intenzione, però spero vi piaccia!!

Capitolo 17.Nuovo imprevisto(seconda parte)

Ritornai con gli occhi da Bella, che aveva assistito all’intera scena in silenzio. Non sembrava turbata, anzi. Sembrava contenta che tutti se ne fossero andati.
-Spero di non farti male-, dissi, prendendo delle bende per fare la fasciatura.
-Sono sicuro che starai attento-, disse, aprendosi in un sorriso dolcissimo e comprensivo.
Perché doveva essere tutto così difficile?Non volevo ammetterlo ma anch’io desideravo il figlio che portava in grembo.
Avevo fatto di tutto per pensare il contrario, ma come potevo non desiderare la sua esistenza vedendo, percependo,in ogni movimento, respiro, parola di Bella l’entusiasmo nel sapere che saremmo diventati genitori?
La mia Bella. Così forte, così fiduciosa, così capace di donare amore alle cose tremendamente sbagliate. Non resistetti e mi sedetti sul lettino, vicino a lei, appoggiando il mio capo sul suo petto. Respirai a lungo il suo profumo.
Se all’inizio, sentire il suo odore, il profumo del suo sangue mi aveva fatto impazzire dal desiderio di lei, innescando in me l’impulso irrefrenabile di ucciderla, ora mi sembrava impossibile aver provato simili sensazioni. Ora quel profumo scandiva la mia vita, la mia esistenza, e non avrei potuto in alcun modo farne a meno. Mi strinsi a lei dolcemente, cercando di non muoverla per non farle male. Volevo che continuasse ad esistere, dovevo fare di tutto per continuare a farla vivere. Non m’importava come. Vampira o umana ero lo stesso, ma lei doveva esserci. Non m’importava se le cose da vampira sarebbero cambiate. Non m’importava se avrei dovuto aspettarla e aiutarla nei suoi primi anni da neonata. Era Bella, sarebbe sempre stata lei e io non volevo nessun altro.
-Edward, non sai quanto mi dispiace vederti così-, sussurrò, tra i miei capelli.
Possibile che fosse lei quella dispiaciuta, quella che si sentiva in colpa?Sospirai e mi scostai, regalandole il sorriso più sincero che mi era possibile.
-Bella, amore, non ti preoccupare. Non va così male-, mentii.-Anzi, mi sembra che il sangue ti abbia fatto bene. Certo anche il bambino è più forte, speriamo che si calmi-, osservai, cercando di usare un tono sereno
Lei mi sorrise e io iniziai a farle la fasciatura. Non si lamentò mai. Avevo cercato di essere il più delicato possibile, ma non ero certo di non averle fatto del male.
Lei mi fissò rapita per tutto il tempo, finché, quando ebbi finito disse:-Non è da tutte avere un medico personale, per giunta così bello e affascinante-. La guardai sconvolto:ma era possibile che mentre la medicavo avesse pensato a questo?Riusciva a stupirmi sempre...
Mi avvicinai al suo viso e poco prima di raggiungere le sue labbra le sussurrai:-Sono felice che mi trovi affascinante, ma spero di non dover più essere il tuo medico. Sai che non sopporto vederti star male!-, e le stampai un dolce bacio. Mi allontanai, giusto in tempo per vedere il suo viso arrossire. Incantevole. Le accarezzai la guancia come per raccogliere e custodire quel rossore che non sapevo se e quando avrei rivisto.
-Scendiamo dai-, dissi,-sollevandola dal lettino. Gli altri vorranno sapere come stai-, osservai.
-Hai ragione. Jacob se n’è andato?-, chiese.
-No, è giù…Sta dormendo e sta facendo sogni molto strani. Inoltre sta russando e sta facendo innervosire Rosalie. E’ meglio scendere prima che lo soffochi-, osservai, sbirciando nelle loro menti. Bella rise di gusto, affondando il capo nella mia spalla.
-Oddio, meglio far veloci allora-, mormorò con voce rotta dalle risate. Mi faceva bene vederla così. Mi nutrivo della sua felicità. Ormai era diventata la mia fonte di sostentamento. Era da parecchio tempo che non mi nutrivo e non me ne importava. Non ne sentivo il bisogno.
Mi sembra che stia meglio”, osservò Esme mentalmente.
-Come va Bella?-, chiese mio padre, avvicinandosi a noi.
-Benissimo. Edward è stato molto bravo, non sento più dolore-, osservò con voce squillante, stringendosi ancora più a me.
-Se vuoi posso darti anche un antidolorifico, non farti scrupolo a chiedere nulla-, continuò Carlisle.
-Un antidolorifico no, ma…in realtà…avrei un po’ di fame-, sussurrò, quasi vergognandosi.
-Cosa vorresti?-, chiesi cercando di capire se la sua non fosse, in realtà,sete.
-Non ridere se te lo dico-, mormorò.
-Bella-, dissi contrariato, -sai che puoi chiedermi ciò che vuoi-, osservai.
Che cavolata sta dicendo?Non mi sembra proprio che possa chiedergli tutto. E perché non la mette giù?Che nervi…E senti che tormento quel cane:ora lo soffoco”.
Era vero:non l’avevo ancora appoggiata sul divano e la cosa non mi dispiaceva affatto. Adoravo sentirla addosso a me. Certo, Rosalie non era per nulla contenta ma, ormai, sembrava scaricare il suo nervosismo su Jacob, che ronfava rumorosamente. La sua mente era incasinata di idee, alcune a dir la verità molo poco ortodosse, su come porre fine al suo russare.
-Beh…avrei voglia di pancetta. E poi vorrei ancora un po’ di sangue-, disse titubante, guardandomi con sguardo colpevole.
-Certo tesoro. Vado subito a preparare tutto-, intervenne mia madre, rispondendo alle sue richieste.
-Preparo anche qualcosa per Jacob e gli altri, saranno affamati-, aggiunse contenta, dirigendosi in cucina. Quanto le piaceva rendersi utile:era proprio una mamma.
Appoggiai Bella sul divano e mi sedetti vicino a lei, prendendole una mano tra le mie. Era gelida. Da quando era così fredda?Certo:era stata tutta colpa mia. L’avevo tenuta così tanto vicino a me da gelarla in quel modo.
Ero proprio uno stupido:possibile che non me ne fossi reso conto?Lei non me l’avrebbe mai fatto notare.
-Scusa,ti ho congelata-, mormorai, sentendomi ancora una volta inadatto e incapace di comprendere le sue necessità, avvolgendola nella coperta.-Mi dispiace tanto-.
-Non c’è problema Edward, non è colpa tua-, mormorò stringendo il mio braccio vicino al suo viso. E certo, come potevo sperare che Bella mi incolpasse per qualcosa? Sospirai, rassegnato.
Busso?Forse Edward mi sente. Sono Seth, tutto bene. Posso entrare?”.Sorrisi.
-Seth, vieni pure. E’ aperto-, dissi, sapendo che mi avrebbe sentito anche senza alzare troppo la voce.
Avanzò velocemente e si fermò davanti a me, dondolandosi con il busto avanti e indietro.
-Ciao. Come state?-, chiese gentilmente, accompagnando il saluto con la mano.
-Ciao Seth, abbastanza bene, a parte una costola rotta.Tu?-, chiese Bella, palesemente felice di vederlo.
-Mi dispiace Bells. Non vuole proprio darti tregua il bimbetto, eh? Io tutto ok. Ho appena finito di fare il giro e mi sembra tutto calmo. Ah…ho trovato i vestiti, grazie mille!-.
-Sono felice che ti siano serviti-,osservai.-Che ne dici di rimanere un po’ qui. Esme sta cucinando della pancetta e credo anche qualcos’altro dall’odore. Potresti mangiare un po’. E chiamare anche Leah-, aggiunsi, felice di avere Seth vicino.
In effetti…ho una fame, ma Leah”.
-Accetto volentieri, e più tardi tenterò di convincere Leah…-, rispose, dandomi una pacca sulla spalla. Mai, mai avrei pensato di affezionarmi ad un licantropo.
Che schifo…lo vuole addomesticare come cane da guardia?”, pensò inopportunamente Rose. Mi voltai verso di lei, mostrandole i denti.
-Bene, sono felice-, osservai, rivolgendomi nuovamente a Seth. –Ah…avrei anche un piacere da chiederti-, dissi.
Tutto quello che vuoi, amico”.
-Potresti sederti vicino a Bella per scaldarla. E’ piena di freddo-, dissi.
-Non serve-, mormorò Bella.
Certo, certo”.
-Fammi un po’ di spazio Bells-, disse allegramente Seth.
Bella si scostò un po’ lasciando un po’ di spazio per lui. Seth le cinse le spalle con un braccio, senza la minima esitazione e il minimo segno di imbarazzo.
-Và un po’ meglio?-, chiese.
-Sì, certo, grazie Seth-, rispose lei, chiaramente grata del sollievo che le stava portando.
Rosalie non sembrava molto contenta della situazione, anche perché era la prima volta che veniva totalmente escluse dalle dinamiche che giravano attorno a Bella. Chiaramente scocciata, venne a sedersi vicino a noi, appoggiando il capo sulle ginocchia di Bella. Io l’avrei volentieri allontanata, ma a lei non sembrava dare fastidio.
-Pronto!!-, affermò felice Esme, portando nel salone una quantità industriale di cibo.
Seth si alzò affamato dal divano andando a recuperare più cibo possibile e portando, molto gentilmente, un piatto anche per Bella. Era proprio buono Seth. Un’altra anima pura che aveva deciso di entrare a far parte della mia vita.
Sorrisi a Bella, mentre addentava un pezzo di pancetta, affamata. Ero davvero felice di vederla così…in forma. Certo, il bambino non le dava tregua, ma almeno sembrava soffrire un po’ meno.

 

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Capitolo 26
*** Calma ***


Ciao ragazze

Ciao ragazze!!Scusate il ritardo ma sono stata sommersa dallo studio!!Finalmente respiro un po’!!Ecco il nuovo capitoletto!!!Ve lo posto tutto anche se è molto lungo perché mi dispiace dividerlo in più parti!!Ora ho tutto il tempo per scrivere e spero di postare in fretta!!Grazie davvero a tutti!!

Capitolo 18. Calma
Seth, dopo aver terminato la sua cena, se ne andò in cerca di Leah. Era dispiaciuto di lasciare Bella, che nel frattempo si era addormentata, senza la sua azione riscaldante.
-Vai Seth, tranquillo-,dissi,vedendolo incerto.-Porta con te del cibo anche per Leah e ricordale che ,se ha bisogno di qualcosa, noi siamo qui-.
Ok, faccio presto. La aiuto a fare un altro giro e poi torno”.
Annuii,mentre Seth si avvicinava per tirarmi un pugno sulla spalla. Era incredibile quanto si sentisse a nostro agio tra di noi. Neppure toccarmi sembrava dargli problemi.
Non preoccuparti troppo, sembra che stia un po’ meglio”, pensò, voltando lo sguardo verso Bella.
-D’accordo-, gli risposi, anche se sapevo che per me era impossibile placare la mia preoccupazione.
Si voltò e se ne andò, camminando con passo pesante e strascicato. Era proprio buffo. Eppure quando si trasformava diventava molto agile, veloce ed estremamente preciso nei movimenti. Per certi aspetti mi ricordava un po’ Bella.
Chissà come sarebbe stata da vampira?Ormai era inutile evitare di pensarci. Sarebbe accaduto, o perlomeno, era l’unica cosa che ormai potevo desiderare. Ogni mio pensiero era sempre rivolto a lei, che riposava tranquilla di fianco a me. Le scostai i capelli dal viso. Mi persi a guardarla dormire, incantato dal movimento ritmico del suo petto, dal tremolio delle sue palpebre e dal vibrare delle sue labbra, scosse dal suo leggero respiro. Era davvero bellissima.
Era evidente che stava un po’ meglio. A parte il dolore che le aveva provocato la frattura della costola, si era un po’ ripresa, grazie anche all’aiuto del sangue. Continuavo a stupirmi nel vederla trangugiarlo così di gusto.
Edward”. Mio padre si stava avvicinando.”Credo sia il caso di finire il discorso che abbiamo iniziato riguardo alla trasformazione di Bella. Non vorrei mai che un evento imprevisto ci cogliesse impreparati”, osservò giustamente, appoggiando una mano sulla mia spalla. Mi alzai lentamente dal divano, ancora una volta soffrendo nell’allontanarmi da Bella. Cercai Rose con lo sguardo che comprese la mia richiesta muta.
Non ti preoccupare. Fai quello che devi fare. Sto io con Bella”.
Annuii e segui mio padre nel suo studio.
Non mi sedetti, preferii restare in piedi, nella speranza di fare in fretta per poter tornare presto nel salone.
-Allora…-, incominciò mio padre, afferrando una siringa dalla sua valigetta.
-Questa è una siringa un po’ particolare. L’ho fatta fare a posta. E’ in teflon, un materiale plastico tra i più resistente. Resiste agli acidi, confido che sia abbastanza forte anche per il nostro veleno, che ho analizzato, e sembra avere un comportamento molto simile. Ora tocca a te:devi raccoglierlo. Ho cercato di documentarmi il più possibile:non ho trovato casi di vampiri trasformati con iniezione di veleno direttamente nel cuore, ma sembra essere il modo più ragionevole per diminuire la durata della trasformazione. Emmett e Jasper si stanno preparando per partire. Non so bene dove mandarli per iniziare le ricerche ma più cose si scoprono sulla nascita del bambino meglio è. Purtroppo non ci sono molte fonti scritte e dovremmo accontentarci di quelle verbali, sempre se siamo fortunati a trovarle-.
Ascoltai rapito il discorso di mio padre, rigirandomi tra le mani la siringa che mi aveva porto poco prima. Emmett e Jasper sarebbero partiti…non me l’aspettavo. O meglio, sapevo che c’era l’intenzione, ma ormai pensavo fosse sfumata visto anche l’allarme lupi. Ma Carlisle aveva ragione:dovevamo raccogliere informazioni in qualsiasi modo. Mi dispiaceva non aiutarli, stavano facendo tutto quello per me e io mi sentivo impotente, come spesso mi accadeva ultimamente.
Non so come, la mia mente scavò improvvisamente nelle mia memoria dalla quale emerse un nome:Kaure,la nostra domestica nell’isola Esme. Lei sapeva qualcosa. Jasper e Emmett potevano andare a cercarla e chiedere aiuto a lei. Aveva parlato di alcune leggende locali sui Lobishomen.
Che c’è Edward?”, chiese mio padre, vedendomi assorto.
-Mi è venuta un’idea. Credo di sapere da dove partire con le ricerche-,esordii fiducioso e gli raccontai della mia conversazione con Kaure.
-Ottima idea. Se non altro abbiamo un punto di partenza e non brancoliamo nel buio. Poi ne parlo con Emmett e Jasper. Anzi, vado subito-, disse alzandosi.
-Mi sembra che abbiamo sistemato tutto, siamo pronti per Bella. La stanza di là è organizzata per il parto. Speriamo solo che Jasper e Emmett riescano a scoprire qualche altra informazione importante-, osservò prima di lasciare il suo studio.
- Un’altra cosa-, intervenni. Non avevo ancora spiegato a mio padre la verità sulla conversazione tra i due branchi di lupi, che era avvenuta poco prima.
- I lupi, non si sono arresi. Stanno solo aspettando che il bambino nasca prima di attaccare. Lo credono comunque una minaccia, ma non vogliono fare del male a Bella. Di’ a Jasper e Emmett di fare in fretta, abbiamo bisogno del loro aiuto. Quando Bella partorirà dovremo essere tutti uniti, per sventare un possibile attacco. Non possiamo farci cogliere impreparati-, conclusi. Non avevo avuto ancora modo di parlare con mio padre riguardo a questa faccenda, troppo preoccupato ad occuparmi di Bella.
Sempre più complicazioni…affronteremo anche questo”, pensò prima di rispondermi.
-Immaginavo che non si sarebbero arresi. Parlerò con i tuoi fratelli anche di questo. Credo che abbiamo a disposizione quattro- cinque giorni prima della nascita del bambino. Cercheremo di farci trovare tutti assieme per quel momento-, disse.-Non ti preoccupare Edward, penseremo noi a questo. Tu pensa a Bella-,continuò, posandomi una mano sulla spalla, prima di lasciare definitivamente la stanza. Non meritavo tutto quell’appoggio;stavo mettendo in pericolo anche la loro esistenza.
Mi dispiaceva un po’ non essere d’aiuto ai miei fratelli, ma non potevo e non volevo lasciare sola Bella. Prima di tornare da lei, portai la siringa nella mia camera, in attesa che nella mia bocca fluisse del veleno da versarci. Sicuramente non sarebbe mancata l’occasione:Rosalie era molto brava a farmi innervosire ed innescare in me l’impulso di morderla. Non sarebbe stato un problema.
Tornai nel salone dove l’atmosfera era surreale:Bella dormiva angelica nel divano mentre Jacob continuava a russare pesantemente, aumentando il nervosismo di Rose che sbuffava seduta ai piedi del divano.

Ora lo strozzo”, continuava a pensare infastidita. Poi si alzò e lasciò la stanza.
Era la prima volta che lasciava Bella sola con me, volontariamente, e l’unica cosa che poteva distoglierla dal suo compito di protettrice era Emmett. Lui se ne stava andando e lei stava già soffrendo nell’essere lasciata sola.
Molto spesso l’atteggiamento e i pensieri di Rose mi avevano infastidito. E molto spesso avevo giudicato la sua mente vuota, priva di interesse e di spessore. Ma forse, il tutto era da attribuirsi alle sue esperienza umane. Credo volesse tenere lontano dalla sua mente ricordi dolorosi, indelebili, che avevano macchaito gli ultimi istanti della sua vita. Non potevo biasimarla se preferiva "non pensare", piuttosto che pensare per poi soffrire.
Ogni membro della mia famiglia aveva avuto esperienze umani infelici, ma molto probabilmente Rose, tra tutti, era quella che aveva dovuto subire la violenza più traumatica che ti può riservare la vita. Per mano della persona che amava, per giunta, e che credeva l’avrebbe protetta per sempre.
E ora, ogni volta che Emmett la lasciava sola, percepivo chiaramente quanto grande fosse il suo dolore, la paura di essere tradita nuovamente, anche se era ben conscia che Emmett non le avrebbe mai fatto nulla di male.
Rose portava indelebili,nella sua mente e nella sua anima, sempre che per noi vampiri si possa definire tale, gli avvenimenti di quella notte: il veleno, purtroppo, cura solo le ferite del corpo, non quelle dell’anima.
Ma, quello che la faceva soffrire maggiormente, era il fatto che quella notte aveva portato via con sé tutti i suoi desideri, i suoi progetti, svaniti per mano di balordi ubriachi. E trovarsi costretta a vivere in un corpo perfetto, ma non funzionale ai suoi desideri, era, per lei, perfino peggiore della morte.
Non ero un buon fratello per lei, poca affinità tra di noi e poca voglia di capirsi, ma conoscevo Rose, probabilmente meglio di chiunque altro. E sapevo che, molto spesso, il suo essere arrogante e scontroso non era altro che un modo per difendersi, tanta era la sua paura di essere attaccata. Non conosceva altro modo. Quello che gli era stato insegnato in vita non le era servito a niente. E ora lottava per tutte le cose in cui credeva. Non era così facile giustificare i suoi comportamenti, e non sempre era possibile, ma era indubbio che soffrisse tanto, ancora, nonostante Emmett fosse riuscito ad alleviare,in parte, la sua angoscia. Con immenso sforzo potevo capire cosa rappresentasse per lei il bambino che Bella portava in grembo:era il suo riscatto nei confronti di una vita che era stata terribilmente e violentemente ingiusta. E, se le condizioni fossero state diverse, se il bambino non avesse messo in pericolo la vita di Bella, sarei stato immensamente felice nel sapere che il nostro bambino potesse in qualche modo aiutarla a superare il trauma e il tradimento che aveva subito. Ma noi siamo vampiri,io sono un vampiro. E nonostante riuscissi a formulare pensieri molto umani da quando stavo con Bella, il mio agire era profondamente egoistico. E Rose, come me, desiderava stare bene, cercando di avere quello che da sempre desiderava, anche sacrificando sentimenti o,addirittura, vita altrui.
Era vero:in qualche modo comprendevo la sua visione delle cose, ma se avessi potuto scegliere, avrei scelto la salute di Bella, nient’altro era importante per me e non di certo il sollievo di Rose. Attribuivo quel desiderio al mio essere vampiro, che mi portava ad essere egoista e prepotente, ma probabilmente un umano non l’avrebbe pensata tanto diversamente. Facile pensare, credere, dire a parole di essere una persona altruista, ma di fronte ai fatti, di fronte ad un’inevitabile scelta, se si può, si sceglie quello che ci fa soffrire meno, e non di certo quello che fa soffrire meno gli altri.
Anche nel mio caso, nel caso mio e di Bella, se avessi potuto scegliere, avrei scelto di vederla stare bene, in salute, a scapito della vita del bambino. Ma era davvero quello che faceva soffrire meno lei?
Mi scossi da quelle considerazioni che avevano occupato la mia mente e mi avvicinai a Bella, sollevato nel vederla riposare così bene. Erano notti che non la sentivo respirare così regolarmente e tranquillamente. Sembrava tutto stranamente calmo, troppo calmo. Persino il russare di Jacob partecipava alla creazione di quella pace surreale che respiravo in casa, come se tutto l’affanno e la preoccupazione di poche ore prima, fossero improvvisamente cessate.
Posai una mano sulla fronte di Bella, scostandole i capelli che le erano caduti disordinatamente sul viso. Non sembrava avere la febbre, sembrava stare proprio bene. Mi ritrovai ad osservare il rigonfiamento che si intravedeva dalla coperta che la copriva.
Ormai non avevo più dubbi:Bella era il mio miracolo. Era riuscita a sconvolgere il trascorrere della mia esistenza, mutandola finalmente in vita. Potevo dire di non avere mai vissuto davvero, neppure durante i miei diciassette anni da umano. Niente emozioni sconvolgenti, solo un futuro già prestabilito, prima ancora della nascita, e una morte prematura, che aveva spazzato via in pochi attimi ogni speranza. Ma non potevo dirmi sfortunato.
Forse prima di conoscere Bella avrei potuto pensarlo, ma ora…no, non più. Se fossi tornato indietro, molto probabilmente, avrei fatto le stesse scelte. Non sarei mai riuscito a pentirmi veramente di aver vinto le mie pulsioni pur di stare con lei, mai. Lei era ciò che volevo.
Ma tutto questo discorso valeva per me, per lei il discorso era diverso:indubbiamente le avevo complicato e reso difficile la vita.
Mi chinai, facendo una cosa improvvisa, istintiva, per la prima volta, senza pensarci veramente. Appoggiai il mio capo sul suo ventre, ascoltando il battito del cuore del bambino, del mio bambino, che faceva eco a quello di Bella.
Era davvero possibile iniziare ad amare quell’esserino che cresceva dentro di lei?
Mi rialzai, provato dalla mia azione e dai miei pensieri. Non potevo lasciarmi coinvolgere in quel modo. Avevo fatto una promessa a Bella:il bambino prima di tutto, ma sapevo che non avrei potuto scegliere. Era una promessa destinata ad essere infranta nello stesso istante in cui era stata formulata:per me, Bella veniva prima di tutto.
E avrei fatto qualsiasi cosa per salvare lei, non il bambino.
Torno dai Cullen”. Il pensiero di Seth mi ridestò dai miei.
Mi faceva piacere che tornasse da noi, anche perché percepivo chiaramente quanto amasse l’atmosfera che si respirava in casa nostra. Al contrario di Jacob che, se non fosse stato per Bella, se ne sarebbe andato volentieri, Seth desiderava passare del tempo con me, con Bella, con la mia famiglia.
Mi alzai e andai in cucina con l’intenzione di mettermi a cucinare. Mi sentii in colpa nel lasciare Bella sola, ma ero rincuorato dal suo stato di salute. Ero a pochi passi da lei, se si fosse sentita male, sarei corso subito in suo aiuto.
Sicuramente Seth avrebbe avuto fame e speravo che anche Bella, al suo risveglio, sentisse il desiderio di mangiare come aveva fatto la sera prima. Era un bene che riuscisse a trattenere il cibo, significava niente più flebo, almeno per un po’.
Posso?”, sentii Seth chiedere mentalmente.
-Vieni Seth, sono in cucina-, dissi.
Che profumo e che fame”.
-Sto cucinando-, spiegai,non appena lo sentii oltrepassare la porta.-Ho pensato che dopo una notte di ronda avresti avuto fame-.
-Grande Edward!Ma hai preparato tutto tu?-, chiese guardandosi attorno.
-Sì…-, ammisi, un po’ imbarazzato della sua espressione stupita.
Tu si che ci sai fare”, pensò.
-Prendi quello che vuoi, e porta qualcosa anche a Leah-, dissi, cercando di essere gentile.
Vado subito, anche se non credo che apprezzerà quanto me”, constatò con una punta di amarezza.
Annuii, credendo se ne andasse. Invece lo sentii avvicinarsi cauto. “Magari gli dà fastidio se glielo chiedo”.
-Che c’è Seth?Dimmi. Puoi chiedermi tutto-.
Mi guardò stupito.-Giusto, giusto. Ogni tanto mi scordo che leggi nel pensiero. Non ti si può nascondere nulla-, osservò, schioccandosi nervosamente le dita.
-Cosa vuoi sapere?-,chiesi.
-Beh, mi chiedevo…Ma perché siete ancora qui?Perché non ve ne andate?Se non sbaglio ci sono altri vampiri in Alaska…perché non avete portato Bella lì, lontana da Sam?-, osservò giustamente.
Non avevo mai valutato concretamente la possibilità della nostra fuga. Molto spesso avevo sentito Carlisle e i miei fratelli pensarci, soprattutto dopo che eravamo stati avvertiti dell’attacco di Sam, ma le condizioni di salute di Bella, troppo variabili, li aveva fatti desistere, senza neppure tentare di propormi la cosa.
-Sarebbe troppo complicato. Carlisle, in questa casa, ha tutto ciò che serve per Bella. Sarebbe impensabile trasferire tutto in Alaska in breve tempo. E poi Carlisle lavora in ospedale qui. Ha la possibilità di procurarsi ciò che gli serve, di comprare il sangue per Bella. In Alaska sarebbe tutto troppo difficile-, osservai.-E poi non voglio far muovere Bella. Sai anche tu quanto sono deboli le sue condizioni, mutano velocemente. Non voglio farla viaggiare, stancare inutilmente-, continuai, sperando di essere esauriente.
Capito”, pensò.-Hai ragione. E’ la scelta migliore. Non dovete preoccuparvi. Faremo di tutto per non far avvicinare Sam e gli altri-.
-Grazie Seth. E’ bello sapere che posso contare su di te-, ammisi sincero.
-E Jacob?Sono venuto a vedere se è vivo?E’ da un po’ che non si vede-, chiese.
-Sta ancora dormendo…Rose ormai non ne può più-, osservai.
-Edward?-, mi chiamò Bella dall’altra stanza. Mi ero assentato da soli dieci minuti, possibile che avesse deciso di svegliarsi proprio ora che era sola?Corsi da lei, sperando che stesse bene. Dieci minuti non erano molti ma viste le sue condizioni, il suo stato di salute poteva aver subito notevoli variazioni.

Io vado. Ci vediamo dopo”, pensò Seth, portando con sé del cibo per la sorella. Annuii distrattamente, mentre le rispondevo.
-Bella, amore, sono qui. Stavo cucinando, come stai?-, chiesi appoggiandole una mano sulla fronte.
-Bene, credo. Mi sento anche riposata-, confermò, appoggiandosi sui gomiti per sedersi. La aiutai a mettersi meglio cercando di constatare se ci fossero dei cambiamenti delle sue condizioni.
-Rose?-, chiese, guardandosi attorno.
-Torna subito. Emmett e Jasper partono per il Sudamerica in cerca di informazioni e Rose li sta salutando-.
Mi osservò triste.-Mi dispiace, io dormivo. Avrei voluto salutarli anch’io-.
-Non ti preoccupare di questo Bella-, dissi, prendendo il suo capo tra le mani e stringendola al petto.-Staranno via solo per qualche giorno, non c‘è motivo di dispiacersi. A proposito:hai fame?Ho preparato la colazione-, dissi orgoglioso.
-Un pochino-, rispose, abbassando lo sguardo verso il suo ventre.-E credo anche lui ne abbia parecchia-, disse, quasi pentendosi dell’affermazione, sempre preoccupata di evitare di dire qualcosa che potesse ferirmi.
-Bene-, dissi,-allora vado a prendere qualcosa per entrambi. Tu cosa vorresti?-, chiesi.
-Uova?-, sussurrò, alzando lentamente lo sguardo colpevole.
Le sorrisi.-Ho fatto le omelette. Ti vanno o preferisci le uova in qualche altro modo?-, chiesi.
-No, no. Le omelette vanno benissimo-, rispose, cercando di stiracchiarsi.
- Stai male?-, chiesi, apprensivo come al mio solito.
-No, no. Sono solo un po’ intorpidita-, rispose, riportando le mani in grembo.
-Vuoi alzarti un po’?Camminare?Ti aiuto io-, proposi, cercando un qualsiasi modo per vederla migliorare ulteriormente.
-Magari dopo aver fatto colazione-, disse.-Ho parecchia fame-, ammise.
-Aspettami qui, allora. Torno subito-.
Annuì, sorridendomi felice. Io tornai quasi subito con un piatto colmo di cibo e con l’immancabile bicchiere di 0 positivo.
-Questo è per te…-, dissi porgendole il piatto con le omelette,-…mentre questo è per il bambino-, conclusi dandole il bicchiere di sangue.
-Grazie-, disse sporgendosi verso di me e dandomi un bacio sulle labbra.-Questo è da parte mia, mentre questo…-, continuò spostandosi sulla guancia per lasciarci un altro bacio,-…è da parte del bambino-, concluse felice e sorridente,riprendendo la mia affermazione.
Non potei fare a meno di rispondere al suo sorriso. Era una gioia vederla stare meglio.
-E questo-, continuai io baciandola nuovamente sulle labbra,-è per farti sapere quanto sono felice che tu stia meglio-. Arrossì, e nascose il suo viso nell’incavo del mio braccio.
-Che c’è ?Ho fatto qualcosa che non va?- chiesi.
Alzò lo sguardo verso di me.-No, no. Anzi…Solo che…-.
-Solo che?-, chiesi curioso.
-Beh, ecco…Mi manca lo stare con te…Soli-, ammise arrossendo. Avevo capito perfettamente cosa voleva dire. Anche a me mancava, anche se non potevo dimenticare che era stato lo stare con lei in quel modo che l’aveva ridotta in quello stato.
-Anche a me. Non ci pensare. Vedrai che avremo modo di recuperare-, dissi, stringendola piano. Non potevo saperlo, ma cos’altro potevo dirle?
-Ora mangia, altrimenti diventa freddo-, dissi serio.
-Agli ordini-, scherzò.
In quel momento Seth entrò di nuovo in casa. Non l’avevo sentito, troppo attento a badare a Bella. Anche Carlisle, Esme, Rosalie e Alice ritornarono nel salone. Rose corse al fianco di Bella, notando nel frattempo la presenza di Seth.”Un altro cane?Noo..”.
-Come stai tesoro?-, chiese, ansiosa, rivolgendosi a Bella.
-Bene, grazie Rose. E ho fame. Per fortuna che Edward aveva già preparato un sacco di cose-.
Che fortuna!!”, pensò Rose sprezzante.
-Ciao Seth-, salutarono assieme Alice e Carlisle, mentre Esme gli sorrise dolce.
-Ciao..-, borbottò lui in risposta.-Sono venuto a vedere se Jacob si è finalmente svegliato, ma mi sembra proprio di no…-.
-Beh…visto che sei qui, prendi qualcosa da mangiare-, disse Esme dolcemente porgendogli un piatto.-Edward ha cucinato stamattina. Sono sicuro che sarebbe felice se tu facessi colazione, qui con noi-.
Seth rise.-Sicuro, volentieri. Ero qui mentre cucinava e non so come sono riuscito a trattenermi dal divorare tutto-, disse, mentre si recava in cucina per riempite il piatto. Tornò quasi subito.
-Ah…grazie dei vestiti, sono perfetti. Lì ho trovati qui fuori e ne ho approfittato. Jacob mi ha detto che erano per noi…-, osservò. Aveva già ringraziato me, ma mi faceva piacere che avesse rinnovato il ringraziamento anche ad Esme.
-Hai fatto benissimo Seth. E'piacere fare quel che posso per aiutarvi-, rispose Esme, contenta del ringraziamento di Seth.
-Buono questo…-, disse con la bocca piena, divorando un tortino alla cannella.
Bella rise.-Mangia piano Seth-, lo rimproverò, prima di rivolgersi a Alice.
-Come va?-, chiese.-Mi dispiace che ti faccio venire mal di testa-, si scusò Bella mentre beveva dal suo bicchiere.
-Bella, non ti preoccupare.Finché Jacob o Seth sono qui va meglio. Tramortiscono il mio male-, osservò, sedendosi ai piedi di Bella.-Devi tornare a star bene. Mi manca la mia sorellina e non sopporto di vederti così trascurata-, disse scherzando. Bella rise e le accarezzò i capelli.
-Avrai tutto il tempo per farmi diventare matta con i tuoi vestiti-.
-E’ quello che spero. Come minimo, dopo avermi fatto soffrire tutto questo mal di testa-.
Bella rise ancora, facendo una faccia terrorizzata in seguito alla minaccia di Alice.
-Edward?-, mi chiamò, subito dopo distogliendo la sua attenzione da mia sorella.
-Dimmi Bella?-, risposi preoccupato.
-Avrei un po’ di freddo…-, disse con aria affranta. Le dispiaceva farmelo notare, perché significava che dovevo allontanarmi da lei.
-Non ti preoccupare-, dissi spostandomi e porgendogli una coperta.
Ci sono sempre io se ha bisogno…al posto di Jacob”, osservò Seth, cercando di essere, come sempre, d’aiuto.
-Ci sono io Bella. Vengo a sedermi vicino a te-, propose Seth timidamente.
-Buona idea-, osservò Bella, spostandosi per fargli posto.-Sei il mio vice-Jacob-, concluse sorridendo. Seth ricambiò il sorriso e, con la bocca piena e senza lasciare il suo piatto, si sedette vicino a Bella, circondandola con un braccio.
Ero felice. Bella sembrava essersi ripresa bene dopo la rottura della costola. Le sue condizioni non erano minimamente paragonabili a quelle di pochi giorni prima.
-Ehi, dormiglione…finalmente. Era ora che ti svegliassi Jake-, scherzò Seth, rivolgendosi a Jacob che, finalmente, si era svegliato.
Che ci fa qui il moccioso?”, pensò, strascinandosi verso di noi.
- E’ venuto a vedere come stavi-, mi affrettai a dire, quasi mi sentissi in dovere di giustificare la sua presenza , -e Esme l’ha convinto a fermarsi per fare colazione-.
-E’ vero. Sono venuto a vedere se ti eri svegliato. Era da un po’ che non ti trasformarvi, e Leah era preoccupata. E poi non potevo perdermi la colazione di Edward…è un cuoco fenomenale-, disse.
-Grazie-, risposi, al complimento di Seth.
Cos’è quel braccio attorno a Bella…?”. Jacob sembrava geloso…di Seth. Continuava a fissare Bella, e il braccio attorno alle sue spalle.
-Stiamo cercando di mantenere costante la temperatura di Bella. E ora aveva freddo, quindi…-, risposi al suo pensiero mentale di poco prima.
Non me ne importa. Bella non è mia…”, pensò evidentemente urtato dalla situazione.
Oh…Oh…allarme lupo geloso…lupo geloso”, pensò Seth allegramente e spostò il braccio dalle spalle di Bella concentrandosi sul cibo che teneva in grembo.
-Leah dov’è?Sta facendo il giro di perlustrazione?-, chiese Jacob avvicinandosi al divano.
-Tranquillo Jake.Sta tenendo sotto controllo la situazione. Se c’è qualche problema, ci avverte-, concluse Seth.
-Bella amore?Come va-, chiesi, ignorando la conversazione tra i due lupi, vedendola mangiare e bere di gusto.
-Bene Edward, non ti preoccupare. L’omelette è buonissima-, disse, continuando a mangiucchiare.
Spostai lo sguardo su Jacob che sembrava essersi, finalmente, accorto di Bella.
-Come va?La costola?-, chiese, avvicinandosi al divano.
-Bene, bene. E fasciata talmente bene da non farmi male-. Alzai lo sguardo al cielo per la sua risposta:aveva il vizio di minimizzare sempre tutto.
-Cosa bevi?-, chiese.-0 positivo?-, continuò sarcastico.
Bella gli mostrò la lingua, proprio come una bambina. Sì, era una gioia vederla leggermente più in forze e vederla scherzare. Mi riempiva il petto di una nuova forza e di una nuova speranza.
-In cucina c’è un sacco di cibo per fare colazione. Vai a mangiare Jake, avrai fame-, intervenne Seth.
-E Leah, ha mangiato?-, chiese, con l’intento di farlo sentire in colpa. Sembrava geloso, invidioso del fatto che avesse preso il suo posto durante le sue ore di riposo.
-Le ho portato qualcosa prima. Ma ha detto che preferiva cacciare. Non so come abbia fatto a resistere. Questo tortino è fenomenale…-, osservò continuando a mangiare e incrociando il mio sguardo, in segno di ringraziamento.
-Ah…Ok. Vado a caccia con lei, allora-, rispose Jacob, chiaramente infastidito, voltandosi per andarsene. Seth sospirò, incapace di capire il motivo della sua irritazione.
Caccia?Ora provo a parlargli”.
-Jacob, avresti un minuto?-, chiese mio padre prima che se ne andasse.
Il dottore…non essere infastidito, fai il gentile Jacob”, pensò prima di rispondere.
-Sì, certo-, rispose.
-Io e la mia famiglia abbiamo bisogno di nutrirci, ma capisco anche che non sia uno dei momenti migliori per farlo. Credi che con Sam ci saranno problemi se ci spingiamo oltre il perimetro?Non vogliamo creare guai a nessuno. Tu cosa faresti?-, chiese gentilmente.
Che domanda?Che ne so?Ma Sam…forse è meglio metterli in guardia…”.
-Beh. Sembra che Sam per il momento abbia deciso di fare una tregua ma credo che il patto non valga più, almeno nella sua testa. Vi crede una minaccia, e non si farà molti scrupoli. Ma credo anche che non si allontanerà troppo da LaPush. La sua priorità è comunque proteggere la sua gente.Quindi cacciate tutti assieme e di giorno-, disse, immaginando il comportamento di Sam al riguardo.
-Cercate di essere veloci e di allontanarvi il più possibile, ma non credo sia un problema per voi vampiri-, osservò infine.
-Ma non possiamo lasciare Bella da sola, indifesa mentre noi andiamo a cacciare-, osservò mio padre. Certo che no!Io sarei rimasto con lei. Non avevo bisogno di nutrirmi, non ancora.
-Ci siamo noi. Se dovesse venire il branco ad attaccarla sapremo come difenderla-, osservò infastidito Jacob.
-Jacob, sicuramente sareste in grado, ma sarebbe troppo difficile per voi-, osservò dispiaciuto mio padre.
-Sarebbe un problema nostro, non tuo-, rispose.
-No,no…faremo in modo che non sia necessario. Usciremo in gruppi da tre, è la cosa migliore-, rifletté.
-Credo che separarvi non sia una buona idea-.
-Abbiamo altre doti per compensare l’inferiorità numerica. Edward potrebbe essere sempre uno dei tre e garantirci la sicurezza nel raggio di qualche chilometro-.
Mi voltai sconvolto verso Carlisle.Cosa stava dicendo?No, non mi sarei mai, mai allontanato da Bella.
Forse non è una buona idea”, pensò mio padre dopo aver incrociato il mio sguardo minaccioso.
-O comunque troveremo un altro modo-, si affrettò a dire.-Alice tu potresti darci una mano?Sapresti indicarci quale percorso evitare?-, chiese mio padre.
-Certo, certo. Basta evitare quelli che scompaiono dalla mia mente-,osservò.
Mi rilassai. Non volevo avere il rimorso di non aiutare la mia famiglia durante la caccia, ma non volevo neppure essere costretto ad allontanarmi da Bella, che si era accorta del mio irrigidimento e aveva preso ad accarezzarmi la mano.
-Altre domande?Altrimenti io vado-, disse infine Jacob.-Ti aspetto verso sera. Riposati, dormi e ci vediamo dopo-, concluse, rivolgendosi a Seth, prima di andarsene.
-Sì, sì. Finisco di mangiare e ti raggiungo subito, sempre che…Bella tu hai bisogno di me?-, chiese.
-Esistono le coperte-, intervenne Jacob infastidito prima che Bella potesse dare la sua risposta.
-Tranquillo Seth, io sto bene-, concluse infine lei.
In quel momento entrò mia madre, tenendo in mano un grande piatto colmo di cibo, con tutta l’intenzione di offrirlo a Jacob.
-Jacob-, iniziò piano, quasi avesse paura di lui.-Capisco che mangiare qui non sia una bella cosa per te. Non puoi far ritorno a casa e la colpa è solo nostra. Vorrei esserti utile:prendi un po’ di cibo da portare con te-.
E’…E’…non può essere un vampiro-, pensò Jacob, prima di arrendersi allo sguardo dolce e supplichevole di Esme e accettare il piatto che gli porgeva.
-Grazie-, disse.-Lo dividerò con Leah, se ha ancora fame…-.
Lo lascerò nel bosco, da qualche parte. Ma devo accettare…mi dispiace se ci rimane male. Cavolo il succhiasangue…Edward vedi di non dire niente a tua madre, non voglio che ci rimanga male”, osservò. Capivo…capivo che per lui fosse difficile accettare e fosse strano il comportamento di mia madre, ma gli ero grato che cercasse di essere sempre gentile e cordiale. Annuii, in risposta al suo sguardo.
-Grazie Jacob-, rispose mia madre, prima di sparire con Carlisle.
Era chiaramente turbato e imbarazzato dall’atteggiamento di mia madre, chiaramente spiazzato dalla sua duale natura:mamma-vampira.
-Torni dopo Jake?-, chiese Bella, piena di speranza.
-Ci penserò-, rispose bruscamente. Aveva bisogno di uscire da casa nostra. Era innervosito e confuso.
-Potrei avere bisogno di te…e se ho freddo?-, chiese, cercando di far leva sul senso di protezione che anche lui provava verso di lei.
-Forse-, disse, ma era chiaro che sarebbe tornato. Almeno per me.
-Jacob?-, lo chiamò ancora mia madre.
E adesso cosa vuole?”.
-Ho lasciato una cesta di vestiti per Leah in veranda. Potresti portarglieli?-, chiese.
Anche questo devo fare?”.-Anche…-, borbottò, senza aggiungere altro. Probabilmente aveva terminato la scorta di pazienza e buone maniere e per evitare di essere scortese corse via, verso la foresta.

 

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Capitolo 27
*** Cattive notizie ***


Capitolo 19.Cattive notizie

-Edward?-, mi chiamò Bella subito dopo che Jake se ne fu andato.

-Dimmi Bella-, dissi, stringendole la mano.

-Posso chiamare Charlie?E’ da qualche giorno che non lo sento-, osservò, cambiando velocemente espressione. Non mi sembrava il caso. Eravamo riusciti a calmarlo dopo l’iniziale agitazione provocata dalla falsa notizia della malattia di Bella. Forse non era una buona idea chiamarlo per ricordargli che sua figlia stava male. Non saremo più riusciti a tenerlo lontano. I giorni prima anche Renée aveva chiamato, allertata da Charlie, ma con lei tutto era più semplice. Aveva solamente preso atto della fantomatica malattia di Bella, arrendendosi al fatto che era meglio non farle visita. Ma il padre…era un uomo cocciuto, e se avesse deciso di vedere Bella, nessuno sarebbe riuscito a fermarlo. La osservai a lungo, cercando di non darle una risposta troppo brutale.

-Bella, amore, forse non è il caso -, dissi solamente sperando che capisse cosa intendessi dire, quando la vidi nuovamente stendersi in modo innaturale lungo il divano ed urlare dal dolore. Mi immobilizzai, incapace di fare nulla per fermare quell’agonia.

Di nuovo il bambino”, pensò Rose.

Un’altra costola”, pensò mio padre subito dopo aver sentito un rumore di ossa spezzarsi.

Mi alzai, inginocchiandomi di fronte a lei, che si teneva la pancia con le mani e respirava affannosamente e con fatica.

-Bella-, la chiamai. Le sue guancie si rigarono di lacrime che esprimevano chiaro il grande dolore che stava provando. Boccheggiò, cercando di ritrovare l’aria che le mancava. Io ero teso, disperato.

La sollevai, piano,facendo quello che la prima volta non ero stato pronto a fare. Lei si aggrappò alla mia maglietta, nascondendo il viso sul mio petto.

-Ora passa, Bella. Ti diamo qualcosa per calmare il dolore-, le promisi, incapace di dirle altro.

Carlisle mi seguì, serio e preoccupato. La adagiai nel lettino, cercando di accompagnare i suoi movimenti affinché non fossero troppo bruschi, mentre Carlisle avvicinava l’apparecchiatura per farle la radiografia. Si ripeteva la stessa scena di poche ore prime:per quanto sarei riuscito a mantenere il controllo senza che la rabbia e l’impotenza, che si facevano spazio dentro di me, prendessero il sopravvento?

Non la abbandonai. Le presi il viso tra le mani, accarezzandole i capelli e baciandole la fronte, nel tentativo di calmarla e rassicurarla.

- Un’altra costola-, confermò Carlisle poco dopo.-Devo rifarti la fasciatura e ti darò un antidolorifico. Il dolore sarà meno sopportabile rispetto a prima-, concluse sospirando. Bella annuì immobile.

-Vuoi far tu Edward?-, chiese mio padre ancora una volta, ma Bella mi trattenne per un braccio.

-Stai qui con me, per favore?-, chiese. Scossi la testa, rispondendo alla domanda di mio padre, e rimasi accanto a Bella, accarezzandola e canticchiandole all’orecchio la sua ninna- nanna.  Sembrava aver ripreso un po’ il suo respiro normale, anche se non era più come prima. Era molto più affannoso e affaticato.

-Penso abbia la febbre-, constatai, appoggiandole le labbra sulle fronte.

Possibile”, osservò mio padre, che nel frattempo aveva terminato la bendatura.

Risollevai Bella, avvicinandola a me il più possibile, stando attento a non farle male.

-Coma va?-, chiesi, sussurrando al suo orecchio.-Bene-, mentì.

-Bella-, la rimproverai.-Non devi sempre minimizzare ogni cosa. E’ importante per me, per mio padre sapere come ti senti veramente. Altrimenti non sappiamo come aiutarti-, dissi.

-Mi gira la testa-, ammise allora.-E ho mal di stomaco-.

Ora che lo sapevo,non ero comunque in grado di alleviare il suo dolore. Rimasi in silenzio, mentre la riportavo sul divano. Rose non chiese niente, ma si limitò ad accarezzarle la guancia. Seth camminava agitato, attendendo il nostro ritorno.

-Bells, come stai?Ho sentito un botto tremendo-, osservò innocentemente.“Povera Bella…Per fortuna Jake non è qui…”.

-Meglio, grazie Seth-, rispose Bella.

-Ecco qui il tuo antidolorifico-, disse mio padre, porgendoglielo.

Speriamo faccia effetto in fretta. Non sta per niente bene”, pensò mio padre.

-Grazie-, sussurrò Bella che, esausta, si lasciò cadere sul divano. Mi sedetti vicino a lei, cercando di darle sollievo. Era molto calda, la sua temperatura si era alzata rapidamente.

-Ha la febbre?-, chiese Seth preoccupato.

Rispose Carlisle per me.

-Si, anche se non credo sia dovuto alla frattura. Si è indebolita di nuovo, purtroppo. Temo che il suo sistema immunitario sia davvero allo stremo. Potrebbe essere anche solo una semplice influenza. Non saprei dirlo-, osservò mio padre, che per la prima volta era davvero in difficoltà, scuotendo la testa.

Non so davvero come fare per aiutarla”, pensò, mentre mia madre, avvicinandosi, gli strinse la mano. Io spostai lo sguardo su Bella:era troppo difficile ammettere che c’era troppo poco da fare per darle sollievo. Eravamo tornati quasi al punto di partenza. Se farle bere sangue mi aveva dato l’illusione che le cose potessero cambiare rendendo la sua gravidanza meno difficile e dolorosa, ora ogni speranza era svanita.

-Mi dispiace, Bella-, sussurrai al suo orecchio.

-Non ti preoccupare, non è niente-, rispose, accarezzandomi i capelli. Non riuscii a contenermi e mi uscì un ringhio di rabbia, provocato dalla sua risposta a dir poco assurda. Niente?Come poteva dire che quello che le stava accadendo era “niente”?A volte pensavo che non si rendesse minimamente conto di quello che stava accadendo.

-Edward-, mi riprese subito Rose.-Smettila di scusarti e di compiangerti. Bella è solo incinta. Capita anche ai bambini umani di rompere le costole alle loro madri, non è una tragedia. E’ normale-, disse scadendo lentamente le ultime due parole.

Cosa dici Rose?”, pensò mio padre.”Sempre la solita, non riesce a tenere a freno la lingua”.

In quel momento mi sentii invadere da una collera assurda. Mi sollevai lentamente, cercando di non fare movimenti troppo bruschi che avrebbero spaventato Bella, per andare a staccare la testa a Rose. Mia sorella. Quella che fino a pochi istanti prima avevo tentato di giustificare. Come osava dire che Bella era”solo incinta”?Bella era malata, per colpa mia, per colpa di quel bambino che assomigliava tanto a me. E, se in qualche modo riuscivo ad andare avanti, arrendendomi alla gravidanza, non riuscivo a tollerare che mi venissero dette certe cose. Non c’era niente…niente di normale o giusto in quello che stava accadendo a Bella. Non era normale che dovesse bere sangue per sopravvivere. Non era normale che dovesse rinunciare all’affetto dei suoi genitori in quel momento tanto delicato. Non era normale che il suo migliore amico dovesse proteggerla nonostante odiasse con tutte le sue forze la cosa che portava in grembo. E non era normale che mia sorella si impicciasse così tanto.

Ora le stacca davvero la testa a morsi. Forse è meglio che mi trasformi”, pensò Seth.

-No Edward-, mi implorò Bella, intuendo il mio stato d’animo.-Resta qui con me-. Mi voltai, angosciato e abbassai la testa arrendendomi alla sua volontà. Sapeva che avrei acconsentito ad una richiesta del genere. Avrei fatto di tutto pur di non preoccuparla ulteriormente. Lei poteva piegarmi al suo volere. L’unica persona per cui l’avrei fatto.

-Torno subito-, le sussurrai, prima di sparire nella mia camera dove mi attendeva una siringa da riempire di veleno. Quello scontro mancato, ma desiderato, con Rose aveva perlomeno dato buoni frutti. E il mio veleno, in quel momento, era l’unica cosa n cui potevo davvero sperare. Solo lui poteva salvare Bella.

Calmato il nervoso?”, pensò Rose, chiaramente rivolgendosi a me, quando ritornai nel salone. Stare qualche minuto da solo mi aveva fatto bene. Ero riuscito a riprendere momentaneamente il controllo di me stesso. Non dovevo dare retta a rose, non dovevo. Bella. Lei doveva essere il fulcro dei miei pensieri e delle mie attenzioni. Solo lei.

-Dove sei stato?-, chiese Bella, accogliendomi al suo fianco e appoggiando la testa sulla mia spalla.

-In camera. Dovevo fare una cosa. Scusa per prima-, dissi, cercando di smorzare la sua curiosità. Non avevo voglia di spiegarle cosa stavo organizzando.

-Non devi scusarti per nulla, Edward-, disse, accoccolandosi maggiormente a me.-Stai organizzando qualcosa per me?-, chiese.-Pensavo ti fossi arrabbiato con me, prima. Mi sono spaventata-, si affrettò ad aggiungere prima della mia risposta.

-No, no Bella. Che dici?Io non posso e non voglio arrabbiarmi con te-, sussurrai, accarezzandole i capelli.-E sì, sto facendo una cosa per te, per me…-, continuai a bassa voce.

-Sono sicura che sarà la cosa giusta-, rispose, spiazzandomi. Pensavo non sarebbe stato così facile chiudere il discorso.

-Posso chiamare Charlie?-, chiese subito dopo, alzandosi e guardandomi negli occhi. Nel suo volto pallido, scavato e segnato dal dolore, il nome di Charlie aveva acceso in lei una scintilla, illuminando i suoi occhi. Come potevo negarle quel desiderio?Non me la sentivo più di metterla in guardia. Poteva far preoccupare Charlie quanto voleva, se poteva aiutarla a stare meglio.

-Ma certo-, dissi e mi alzai per andare a prenderle il telefono.

Charlie?Ma cosa vuole dirgli?Povero…chissà quanto soffre nel sapere che Bella sta male e nel non poterla vedere”, rifletté Seth. Lo guardai, mentre le porgevo il telefono. Aveva ragione. Charlie avrebbe sofferto, ma Bella avrebbe sofferto molto di più se le avessi negato anche quella semplice telefonata.

 -Pronto papà, sono Bella-.

-Bella?Come stai?-, rispose Charlie.

-Sì, tutto bene. Ho un po’ di febbre ma sto meglio-, mentì Bella.

-E Carlisle cosa pensa?-,chiese.

-Pensa che sia dovuta al fatto che sono debole, e che si tratti di una semplice influenza-,rispose tranquilla. Ma dove aveva imparato a mentire così bene?

-Hai sentito la mamma? E’ da un po’ che non ci parlo e l’ultima volta mi sembrava abbastanza agitata-, continuò.

-Sì, sì. Ha chiamato prima. Infatti se non chiamavi tu l’avrei fatto io. Sembra che non riesca a mettersi in contatto con te, ma sai che tua madre e la tecnologia sono due cose diverse…-, osservò con tono meno gravoso e preoccupato del solito.

-E’ sì, probabilmente ha litigato ancora una volta con il telefono, o magari ha perso il carica batteria-, osservò Bella ridendo di gusto. Sentii Charlie seguirla nella risata e non potei fare a meno di provare un dispiacere immenso verso quell’uomo a cui avevo portato via la figlia.

-Bella?Sicura che non hai bisogno di me o di qualsiasi altra cosa?-, chiese Charlie, cambiando improvvisamente tono di voce.

-No, no papà, non ti preoccupare. Le cose stanno migliorando, non c’è motivo per cui tu venga qui-, osservò con un’espressione triste sul volto.-Ora vado, sono un po’ stanca. Ci sentiamo domani, ok?Salutami la mamma se la senti-, concluse tutto d’un fiato evidentemente desiderosa di chiudere la telefonata.

-Sì, sicuramente. Parlo io con Reneè.Allora ciao e ricordati di chiamare-, concluse.

Bella riattaccò il telefono, con un’espressione amareggiata sul volto. Io la guardavo con aria colpevole. Mi dispiaceva, tanto sapere che doveva mentire per colpa mia. Ma lei, dopo un’ attimo di evidente sconforto, alzò i suoi occhi su di me.

-Prima stavo bevendo…Sai dove ho messo il bicchiere?-, chiese sorridendomi radiosa.

-L’ho portato via io-, rispose Rose.-Ora vado a riprenderlo-.

-E’ meglio che mi sposti-, osservai.-Sembra che la temperatura sia scesa-, conclusi, dopo averle posato la mano sulla fronte.

-Sì, credo anch’io. Ho un po’ freddo ora-, rispose, afferrando il bicchiere che Rose le porse.

Seth prese velocemente il mio posto. Era utile avere un lupo in casa. E se era Seth, per me, era molto meglio. Perlomeno non dovevo subire i pensieri di Jacob. Quando stava vicino a Bella prendevano una piega che non era molto gradevole.

Nonostante tutti i nostri sforzi,Bella quel giorno non si riprese. Neppure il sangue sembrava aiutarla. Seth e io ci demmo il cambio tutto il giorno per mantenere la sua temperatura costante.

L’antidolorifico sembrava aver fatto effetto. Non provava più dolore ma in compenso le sue capacità respiratorie si erano aggravate.

Verso sera, poco prima che Seth se ne andasse per dare il cambio a Jacob, mio padre mi chiamò.

-Posso parlarti, Edward?-, chiese.

Lo guardai. Non avevo voglia di lasciare Bella in quel momento. La mia espressione gli fece capire la mia riluttanza all’idea di seguirlo.

Fa niente Edward. Ascoltami solo. Ho sentito Emmett. Sono riuscito a rintracciare Kaure. Era molto agitata e spaventata ma Jasper è riuscito a metterla a suo agio. Ha detto loro tutto quello che sa. E c’è una cosa, a cui non avevamo pensato. Non ti farà piacere saperla”, pensò sospirando.

Lo guardi sconvolto, con gli occhi spalancati. Continuò.

Ecco. Sembra  che l’unico modo in cui il bambino riuscirà ad uscire sarà usando i denti. La sua pelle è uguale alla nostra e non c’è altro modo”, concluse.

Guardai Bella, che si era appisolata al mio fianco. Non sarei riuscito a reggere una cosa del genere. Era un’immagine disgustosa e terribile anche per me, nonostante avessi visto cose ben peggiori. Mi lasciai cadere in avanti, con la testa tra le mani spaventato dall’immenso dolore che stava per provare Bella. Non avrebbe mai retto:prima il parto e dopo la trasformazione. Era troppo piccola, indifesa, debole. Scossi la testa, incapace di trovare un appiglio.

Edward che c’è?”, chiese Seth accarezzandomi una spalla.

-Non ce la farà mai-, risposi.- Mai-.

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Capitolo 28
*** Rivelazione ***


Ciao ragazze!!Ho finito uno dei capitoli più difficile che abbia mai scritto…spero vi piaccia!!come sempre vi ringrazio per i meravigliosi commenti che mi riservate. Ho visto che molte hanno gradito la messa da parte di Jacob, quindi non vi dispiacerà se go tralasciato qualche conversazione tra Bella e Jacob per concentrarmi sugli avvenimenti più importanti di BD!Sono felicissime che adorate Seth…come avrete capito anch’io lo adoro tanto!!!Vi lascio al capitolo!!!Grazie ancora a chi commenta, a chi legge, a chi mi preferisce e a chi mi segue!!!Grazie davvero a tutti!!!!

Capitolo 20.Rivelazione
Le ore passavano in fretta, troppo in fretta. Il tempo scorreva davanti a me, inesorabile. Bella ne era la prova. Il bambino, purtroppo, non le dava tregua. Dopo poche ore dalla rottura della seconda costola anche il bacino si era fratturato. Il bambino sembrava essere cresciuto improvvisamente. Ormai mancava davvero poco e tutti ne eravamo consapevoli. Secondo Carlisle mancavano circa quattro giorni al travaglio. Se il tempo fosse stato clemente con me avrei potuto godere ancora per pochi giorni della presenza certa di Bella umana. Poi…il nulla. Tutto era nella mie mani. L’esistenza della donna che più amavo al mondo, dipendeva esclusivamente da me. Continuavo a raccogliere il veleno che speravo, avrebbe assicurato la trasformazione di Bella. Le occasioni non erano mancate, soprattutto grazie a Rose.
Emmett e Jasper non erano riusciti a scoprire molto di più rispetto a quello che già sapevamo, a parte il terribile modo in cui il bambino si sarebbe fatto strada all’esterno dell’utero di Bella.
Come sempre ero seduto vicino a lei sul divano. Le tenevo la mano, monitorando costantemente il suo stato di salute.
Jacob era arrivato da un po’ e stava avvisando la mia famiglia sulla possibilità di andare a caccia. Aveva perlustrato la zona fino a Seattle e sembrava non ci fosse traccia del branco, quindi avevano via libera. Io non sarei andato a caccia, ed era chiaro, dai pensieri di Rose, che neppure lei si sarebbe allontanata da Bella. Mio padre,invece ,più di tutti, aveva bisogno di cacciare, anche perché sarebbe stato fondamentale durante il parto di Bella. Doveva essere al mio fianco, non ce l’avrei fatta da solo.
Jacob entrò nel salone poco dopo, accomodandosi nella poltrona, tra Bella e Rose, e incominciando subito a infastidire Rose. Ormai non facevano altro che insultarsi a vicenda attraverso battute e barzellette a dir poco stupide.
Iniziavano a starmi sui nervi. Perché non la smettevano?Non avevo proprio voglia di sentire i loro insulti reciproci.
-Smettila Jacob-, proruppe Bella, mettendo fine a quell’agonia. Probabilmente si era stancata, come me. Mi sembrava perfino di avere un’emicrania se questo fosse stato possibile.
-Vado via, se vuoi-, rispose lui, mortificato.
-Ma no Jacob, cos’hai capito?-, rispose subito per tranquillizzarlo. Io in quel momento avrei voluto che se ne andasse. Quel giorno non sopportavo Jacob e neppure Rosalie. Le cose non stavano andando per il verso giusto. Ormai Bella era ridotta ad un mucchio di ossa rotte e tutte per colpa di quel mostro che le distruggeva la vita.
-Sei stanco?-, gli chiese Bella.
-Parecchio-.
Mi isolai, cercando di non badare alla loro conversazione. Ero racchiuso nella mia ansia e nella mia preoccupazione. Sapevo che ormai il tempo a mia disposizione era giunto al limite, ed ero spaventato dalle implicazioni che quel limite comportava.
…bella…”.
Che era?Da dove proveniva quella parola che era entrata piano nella mia mente. Mi guardai attorno. Osservai Jacob, osservai Bella che ricambiò il mio sguardo quasi fossi matto.
Un’ondata di luce chiara invase la mia mente, come un flash accecante e fui costretto a chiudere gli occhi, anche se avrei voluto tenerli aperti per godere ancora e ancora di quella luce. Sembrava un raggio di sole…caldo,tiepido, calmante. Mi scaldò la mente, quasi attenuando il dolore che mi sembrava di percepire.
…mamma…”.
Ancora?Cosa mi stava succedendo?Era il suono della voce di Bella. Riecheggiò chiaro, solenne, prepotente nella mia mente come una dolce melodia
-Tesoro,cos’hai detto?-, chiesi a Bella, quasi sicuro che quello che avevo sentito provenisse da lei. Era la sua voce, in qualche modo modificata, filtrata, ma sempre la voce di Bella.
Ma non potevano essere i suoi pensieri…non ero mai riuscito a sentirli.
Scossi la testa e mi concentrai sul brusio della mia mente cercando di filtrare le voci mentali una a una a associando ad ognuna una provenienza. Ripetei l’operazione più e più volte. Niente. Non riuscivo a capire da dove provenissero quelle sensazioni, quelle parole che si imbattevano nella mia testa. O meglio…sapevo da dove provenivano ma tutto mi sembrava impossibile e assurdo. Sembrava quasi mi cercassero … io di certo non mi ero concentrato per sentirle.
Bella mi fissava sconvolta.
-Io non ho detto niente-, rispose.
La guardai confuso. Eppure quei pensieri provenivano da lei, ne ero quasi certo.
-A cosa stai pensando?-, chiesi ancora a Bella, mentre un’immagine questa volta buia, scura arrivò alla mia mente.”Fra poco nascerai tesoro”. Un altro pensiero senza un’origine certa.
-A nulla. Ma che hai Edward?-.
-E un attimo fa a cosa hai pensato?-, chiesi in preda all’eccitazione. Erano davvero i pensieri di Bella quello che stavo sentendo?
-Solo ai cuscini…all’isola Esme-. E arrossì. No, niente di simile era giunto alla mia mente.
Un’altra nuvola, questa volta, bianca mi avvolse. Che sensazione serena, felice…Sembrava simile al potere di Jasper.Stavo impazzendo. Cosa stava succedendo?
…la mia mamma”.…Ancora…E questa volta la provenienza non sembrava lasciare spazi a molti dubbi. Oddio…era davvero possibile?
I pensieri provenivano davvero da Bella, ma non dalla sua mente.
Mi inginocchiai, proteso verso di lei.
-Parla ancora…-, le dissi.
-Ma cosa devo dire, non capisco…-.
…mamma...”.
Non potevo crederci…non era possibile. Mi avvicinai a Bella, lentamente e appoggiai entrambi i palmi delle mie mani sul suo ventre. Poi avvicinai il viso, appoggiando l’orecchio su quella che credevo l’origine dei pensieri. Gesto inutile. Non avevo bisogno di tendere l’orecchio per percepire i pensieri. Ma mi venne spontaneo.
…la mamma ti vuole bene piccolino, un bene immenso. Stai bene lì, al caldo, protetto…Sto cercando di fare il possibile per te…”.
Non ci credevo. Tutti i pensieri, le sensazioni, i colori provenivano dal…dal…bambino.
E ricordava, ricordava le parole di Bella. Riconosceva la sua voce. Era felice quando lei parlava…rideva.
Devi fare piano piccolo, la mamma altrimenti sta male…”.
E capiva…Capiva qualsiasi cosa che Bella gli avesse detto… Incredibile.
Alzai gli occhi verso di lei. Tremavo. Il mio petto era colmo, pieno di felicità, gioia, consapevolezza…non sapevo neppure io cosa. Ero certo che se fossi stato umano delle lacrime calde di gioia avrebbero punto i miei occhi, insistito per scendere lungo le mie guancie riscaldando quella pelle e quell’animo che a lungo erano rimasti freddi.
Sentivo gli occhi di Bella lucidi e tremanti puntati su di me.
-E’ il bam...-.Non riuscivo a parlare. Ero emozionato. Mi tremava la voce. Era il mio bambino, il mio bambino. Il nostro bambino:mio e di Bella. Per la prima volta lo sentii tale. Per la prima volta lo sentii mio.
-Riconosce la tua voce…E’ felice quando la sente-, continuai, mantenendo i palmi sulla sua pancia. Bella mi guardò ancora a lungo.
-O dio mio…ma lo senti?Non riesco a crederci-, esultò estasiata.
Sentii un colpo. Il bambino aveva scalciato.
…che spavento”, pensò.
-Shh, Bella. Fai piano lo spaventi-, dissi spontaneamente. Mi sembrava assurdo preoccuparmi per lui. Non l’avevo mai fatto direttamente, fino ad ora.
Mi guardò sconvolta. Si accarezzò la pancia.-Scusa piccolino, non volevo-.
…mi piacciono le carezze della mamma, e la sua voce…”.Riportai il viso vicino alla pancia di Bella. Non potevo fare a meno di accarezzare quel gonfiore che custodiva gelosamente la vita di mio figlio.
…il mio papà…”. E rise, rise felice. Come riusciva a distinguere la provenienza delle carezze?
-E ora a cosa pensa Edward?-, mi chiese Bella accarezzandomi i capelli.
-E’…felice-, dissi, sconvolgendomi delle mie stesse parole. Quello che stava accadendo mi sembrava impossibile. Non avevo mai pensato al bambino come ad una persona, con delle capacità mentali così sviluppate. Sembrava essere molto intelligente. Mi era capitato di sentire i pensieri di bambini umani, ma non erano così ben compiuti, definiti.
Bella aveva smesso di respirare. Alzai lo sguardo verso di lei. Stava piangendo…di gioia.
Aveva gli occhi illuminati di una nuova luce. Era contenta di sapere che non si era sbagliata. Aveva sempre avuto ragione lei.
Lei era riuscita ad amarlo fin dal primo istante, senza freni, remore di nessun tipo. Aveva dovuto accompagnarmi in quel cammino. Pian piano era riuscita a farmelo conoscere e ora sapevo che non sarei riuscito a scegliere. Se fino a poche ore prima ero certo che avrei preferito la vita di Bella a quella del bambini, ora…ora non più. Tutto ad un tratto mi sembrò indispensabile anche la sua vita, la sua esistenza, come quella di Bella.
Le catturai le lacrime con le labbra:quanto l’avevo fatta soffrire per nulla, per niente, prigioniero della mie paure?
-Come fai a non essere felice bambino bello?Sai che ti amo tanto, piccolino?Sei così protetto, al sicuro lì, vero EJ?-.
…Anch’io mamma ti voglio bene”, pensò.
Troppe, troppe emozioni positive in un solo istante. Non ero preparato a percepire così tanto amore provenire dal bambino. E Bella, come lo aveva chiamato?
La guardai curioso, confuso, in cerca di una spiegazione. Capì al volo il motivo della mia espressione.
-Non te l’ho detto perché credevo che ti arrabbiassi, ma gli ho dato un nome…-, continuai ad osservarla smarrito.
Quante cose mi ero perso della sua gravidanza?Quante cose mi aveva celato per non farmi soffrire?Chissà a quante cose aveva pensato, come lo aveva immaginato?La sua mente aveva sicuramente partorito un sacco di pensieri, prospettive felice, mentre la mia non era andata molto oltre all’angoscia di perdere lei.
-Beh…ho pensato che anche tuo padre si chiamava Edward, giusto?-, continuò.
-Sì, ma…-. E poi sentii, la cosa più bella che mi fosse mai capitata di sentire.
…il mio papà…che bella voce…”.
Ero rapito, stregato da quel bambino. Il mio bambino. E mi conosceva…mi riconosceva.
Chissà quante volte Bella gli aveva parlato di nascosto di me!
-Cosa c’è, Edward?-, chiese probabilmente vedendo sul mio viso un’espressione estasiata.
-Sembra che gli piaccia anche la mia voce-, sussurrai ancora incredulo.
-Come potrebbe essere altrimenti?La tua voce è la più bella del mondo-, cantilenò lei, eccitata quanto me.
-E se fosse una bambina?Come la chiamerete?-, chiese Rose, interrompendo la nostra parentesi paradisiaca. Io non ci avevo pensato, proprio no. Mi faceva strano…Solo ora riuscivo a capire, percepire chiaramente che il bambino sarebbe stato parte della mia vita. Una parte indispensabile della mia vita.
-Ci ho pensato-, disse Bella, spazzandosi via le lacrime che continuavano a scendere lungo il suo viso.-Pensavo ad una combinazione dei nomi di mia madre e di Esme…Renesmee. E’ troppo strano?-, chiese.
-Mi piace molto-, affermò Rose avvicinando il suo capo a quello di Bella.-E’ un nome unico, come unico sarà il tuo bambino-, concluse. Era la prima volta, dopo tanto, che ero d’accordo con mia sorella:il nostro bambino era unico, proprio come il nostro amore.
-Sono convinta che sia un maschietto, però-, rifletté Bella.
…mamma,ti voglio bene”. Non era possibile. Non era possibile che il bambino riuscisse a formulare pensieri così coerenti. Dimenticavo che per metà era vampiro, per metà era come me. Non c’era poi tanto da stupirsi che avesse capacità cognitive fuori dalla norma.
-Che c’è Edward?Cosa hai sentito?-, chiese Bella eccitata.-A cosa pensa ora?-.
Non risposi, ancora troppo sbalordito per poter credere a quello che avevo sentito. Mi chinai sul ventre di Bella, accarezzandolo nel frattempo, per appoggiare l’orecchio alla fonte di quei inimmaginabili pensieri.
La mia mamma…”, continuava a ripetere felice il bambino ogni volta che sentiva la voce di Bella.
-Bella…il bambino ti vuole bene, un bene immenso-, dissi, con il petto pieno di amore verso quel piccolino che Bella portava dentro di sé. Come avevo fatto solo a dubitare di quel bambino?Voleva un bene indiscutibile a Bella, come avevo fatto solo a pensare il contrario?
Sentii qualcuno alzarsi in piedi. Segui il movimento con lo sguardo:era Jacob. Un’espressione indecifrabile sul suo volto, mista a rabbia, disgusto e risentimento.
Da uno a mille quanto sono idiota?Come ho fatto a fidarmi del succhiasangue, maledizione!Sono solo…solo contro quel mostro che sta portando via la mia Bella!!Dannato vampiro…cosa ho fatto a fidarmi di te. Gli è bastato sentire uno stupido pensiero per cambiare tutte le carte in tavola…ora non odia più quell’essere ributtante, no…E ora guardalo, chino su di lei con quell’espressione da ebete sul volto…disgustoso e scorretto. Mi ero fidato di lui…”.
I suoi pensieri si riflessero sul mio volto:aveva ragione, ma io non potevo farci nulla,non più ormai.
Non potevo più essere con lui. In pochi minuti avevo abbracciato l’assoluta convinzione di Bella:il bambino prima di tutto. Era come se l’amore che avevo sempre provato verso di lui fosse stato trattenuto a forza dentro di me da qualcosa di più ragionevolmente sensato. Ma ora che avevo percepito i pensieri del mio bambino, ora che era chiaro quanto amasse la mia adorata Bella, non c’era più alcun motivo per temerlo.
Balzai in piedi velocemente e afferrai un paio di chiavi da un cassetto. Jacob meritava il mio aiuto, non sopportavo di vederlo così.
-Vai via Jacob, vai-, dissi lanciandogli le chiavi della macchina. Sarebbe servito a poco ma perlomeno avrebbe trovato un attimo di tregua per poter pensare. Non se lo fece ripetere due volte:afferrò le chiavi al volo e corse via, lontano, lontano dal mio ritrovato paradiso. Anche Rosalie lo seguì.”Vi lascio soli…cerco di fidarmi di te Edward”.
Tornai da Bella velocemente, ansimante e trepidante come un bambino. Volevo tornare da lui, dal mio piccolino, che in un attimo era riuscito a sciogliere le mie paure e ad accendere un barlume di speranza. Il futuro non era più nero, non era più buio. Intravedevo una piccola luce,calda che avrebbe illuminato la mia strada, il mio cammino per salvare Bella. Non l’avrei lasciato solo senza la mamma che amava già così tanto. Un nodo mi chiuse la gola. Non era paura, non era tristezza, non era angoscia…era pura e semplice felicità, come se quella piccola rivelazione, i pensieri ingenui e sinceri del bambino avessero aperto la mia mente verso nuove consapevolezze, verso nuovi scenari:io e Bella potevamo davvero essere una famiglia felice. Mi inginocchiai vicino a lei, che continuava a piangere, senza riuscire a smettere.
-Anch’io ti voglio bene, tesoro, tanto-, ripeteva singhiozzando con il sorriso sulle labbra, accarezzandosi dolcemente la pancia.
Le accarezzai le guance, cercando di raccogliere quel sollievo che sgorgava copioso dai suoi occhi.
-Mi dispiace Bella di non averlo capito prima-, dissi, avvolto improvvisamente da una profonda tristezza. Le dovevo molto più che delle semplice scuse, ma in quel momento era l’unica cosa che riuscivo a dire.
-No, Edward, non ti devi preoccupare, non lo sapevi, non lo potevi sapere-, disse, facendomi appoggiare la testa sul suo petto e cullandomi come fossi un bambino. Non so cosa accadde in quel momento, certo è che durante la mia vita come vampiro non avevo mai sentito niente di simile dentro di me. Un singhiozzo, privo di lacrime, squarciò il mio petto. Tutta la tensione, la rabbia, la paura accumulata negli ultimi giorni, verso di me, verso il bambino, verso Bella, si sciolse, agitando il mio corpo. Stavo piangendo…sì, in modo limitato, come era concesso ai vampiri. Nessuna lacrima bagnava il mio volto, ma solo singhiozzi, violenti singhiozzi e spasmi scuotevano il mio corpo cercando quella via di fuga che a lungo avevo negato. Ora sapevo che non avevo generato un mostro. Il bambino amava la madre, come me. E io non potevo non amare quella creatura che adorava e venerava Bella già prima di conoscerla, già prima di vederla. Ma d’altronde come si poteva non amare una creatura celestiale come lei, disposta a sacrificare tutto pur di permette la vita a nostro figlio? Saremo diventati genitori, questa ormai era una certezza.
Non so per quanto “piansi”, ma Bella mi tenne tra le sue braccia per tutto il tempo, cullandomi, tranquillizzandomi, sussurrandomi dolcemente quanto mi amasse e quanto mi volesse bene. Io avevo bisogno di tutto quello, avevo bisogno di tutto l’amore che era in grado di darmi ma che fino allora non avevo appieno apprezzato, troppo preoccupato a pensare al peggio.
-Va meglio?-, chiese Bella, quando riuscii a sollevare il capo dal suo seno, continuando ad accarezzarmi dolcemente i capelli.
Annuii, avvicinandomi al suo viso e suggellando quel momento che avevo vissuto con lei con un bacio.
-Grazie Bella-, dissi, appoggiando la mia fronte sulla sua e stringendola a me.-Grazie per aver fatto come hai voluto tu, grazie per non avermi dato retta-, sussurrai, continuando a tenere il suo capo vicino al mio.
-L’importante è che tu abbia capito quanto è importante per me…-, disse,avvicinando le sue labbra alla mie. Mi lasciai cullare da quel tenero bacio, che esprimeva tutto il suo sollievo verso quella nuova alleanza, quel nuovo legame che avevamo creato.
-…quanto è importante per noi-, la corressi, quando le sue labbra si staccarono dalle mie.
Mi sorrise dolcemente, sospirando di sollievo.
-E ora a cosa sta pensando, Edward?Dimmi, dimmi…sono curiosa-, disse, quasi saltellando sul divano. Non avevo mai smesso di ascoltare i suoi pensieri durante tutto questo tempo ed ero certo non sarei più riuscito a farne a meno.
- Ora sta sognando-, dissi.-Si è addormentato da poco. Prima si è spaventato sentendomi singhiozzare, ma sentire la tua voce che mi tranquillizzava, calmava anche lui. Te l’ho detto che riesce a riconoscermi?Sa che sono il suo papà. Riesce a distinguere anche il tocco della mia mano-, dissi, accarezzandole dolcemente il ventre.
-Certo-, disse, con aria stanca ma felice,-sei il nostro essere speciale-, concluse, prima di chiudere gli occhi e di addormentarsi. Ora avevo un motivo in più per combattere assieme a Bella. Era comunque tutto nelle mie mani, e forse le cose sarebbero state ancora più difficili, perché ora erano due le creature che dovevo salvare ad ogni costo. Ma la gravidanza di Bella non era più un errore, non lo era mai stato, anche se non me n’ero mai reso pienamente conto fino a quel momento. Rimaneva la paura di non farcela, di non riuscire a salvare le due persone che più amavo al mondo. Decisi di fare una cosa che era da giorni, parecchi giorni che non facevo:scrivere. Abituato per anni a tenere diari, annotando pensieri, ricordi umani che affioravano, sensazioni, durante quel periodo, emotivamente importante per me, non avevo trovato la voglia e la forza di scrivere. Forse augurandomi che non mettendo nero su bianco le mie sensazioni, queste avrebbero potuto essere meno reali. Ma in quel momento ne avevo voglia, se non per me, per quel bambino che avevo cominciato ad amare immensamente pochi istanti prima. Mi procurai carta e penna, e seduto di fronte a Bella, guardandola mentre dormiva, iniziai a scrivere.


Ciao piccolo,
qui vicino a me c’è la tua mamma. Dorme. Sembra così piccola…è rannicchiata e tiene entrambe le mani sul suo pancione…vicino a te. Stai crescendo davvero in fretta. Non credevo che l’avrei mai detto, ma non vedo l’ora di vederti. Non vedo l’ora di sentirti tra le mie braccia, di sentire il profumo della tua pelle, il battito del tuo cuore, anche se lo sento già….come sento i tuoi pensieri, le tue emozioni.
Sento che sei felice, che ti senti amato, al sicuro, protetto.
La tua mamma, la mia Bella, sta facendo di tutto per te. Ti ama piccolino. Anche senza leggere nella sua mente so che tu sei perennemente presente nei suoi pensieri. Farebbe di tutto per te. E mi dispiace di non aver capito prima che tu la stai ripagando con tutto l’amore che ti è possibile.
Ti vuole bene, un bene immenso, totale…un bene tanto grande che non si può chiedere ma solo ricevere. E lei ha deciso di donarti tutto l’amore che può, con tutta la forza e il coraggio che le è concesso avere. Il coraggio, la forza di lottare per qualcosa in cui si crede ciecamente, sarà lei ad insegnartelo…Lei che da subito, da sempre, ha imparato a conquistare, a lottare per le cose in cui crede. Prima con me…ora con te. Io, per quanto coraggioso e forte possa apparire, non sono niente in confronto a lei…
Se qualcuno potrà insegnarti ad amare, quel qualcuno sarà lei…
Ti insegnerà a vedere con il cuore e a parlare con l’anima.
Sei un essere speciale piccolino, nato da un angelo e da un vampiro che non sapeva amare…Ma l’angelo ha creduto in lui fin da subito. L’ha accudito, tranquillizzato, amato, aspettato, ritrovato e riamato…Mai l’amore dell’angelo è vacillato…Mai, soprattutto verso di te.
E il vampiro si è innamorato perdutamente dell’angelo tanto bello, tanto luminoso, tanto candido e dal cuore tanto puro…E si è abbondato, cullato dal suo amore infinito, promettendole in cambio eterno amore, eterna protezione e devozione. L’angelo mi ha insegnato ad amare, a fidarmi maggiormente di me stesso, a guardare oltre le apparenze, ad osservare al di là della banale vista.
Dentro di me spero che non dovrai mai leggere questa lettera.
In quel caso l’angelo non ci sarà più.
Sono sicuro che sarà abbastanza forte da metterti al mondo…sarà il suo ultimo gesto d’amore.
Non sono sicuro di me. Non sono sicuro di riuscire a soccorrere l’angelo che tu chiami mamma…Non sono certo di riuscire ad agire in tempo. Se non la conoscerai mai sarà tutta colpa mia. Non odiarmi per questo. Non odiarmi per averti impedito di conoscere la tua mamma, il mio angelo. Non odiarmi per non essere riuscito a salvarle la vita.
Odiami per non aver capito subito quanto grande era il tuo amore nei suoi e nei miei confronti e il mio per te.
Continuo a commettere lo stesso errore. Continuo ad allontanare l’amore donato da un cuore puro come il tuo…come quello della tua mamma.
Meriteresti di conoscere lei, non me. Io sono nulla senza di lei. Niente più che un involucro vuoto senza forma né sostanza.
Ma ti amo…l’ho capito troppo tardi, ma il mio amore nei tuoi confronti è immenso piccolino.
Come sempre la tua mamma l’ha capito prima di me e ti ha protetto, guidando me, allo stesso tempo, nella scoperta di questo nuovo amore.
Farò di tutto per lei, farò di tutto per te.
Con amore, il tuo papà.

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Capitolo 29
*** Travaglio(prima parte) ***


Capitolo 21. Travaglio(prima parte)
Ripiegai con cura la lettera che avevo scritto e osservai Bella:avrei fatto di tutto pur di non farla leggere a nessuno. Bella e il mio bambino dovevano vivere ad ogni costo.
In casa sembrava essere tornata quella calma che avevo respirato qualche giorno prima. Oltre a me e a Bella, c’era solo Rose che, silenziosamente, era ritornata nel salone e si era seduta nuovamente accanto a lei. Sapevo che le era costato molto il gesto di lasciarci soli e le ero grato per questo.
Mi dovranno spiegare che gli è preso…”. Un altro pensiero sconosciuto. Subito la mia attenzione si rivolse al bambino, anche se ero quasi certo che il pensiero non provenisse da lui. Era un pensiero pieno di rabbia, risentimento…non era proprio in linea con i pensieri del piccolo che avevo percepito. I suoi pensieri riuscivano a calmarmi; quello che avevo sentito, invece, aveva suscitato in me una strana e inspiegabile agitazione.
-Chi c’è?-, chiese Rose, probabilmente sentendo lo stesso odore che sentivo io.C'era chiaramente un lupo, ma non si trattava di Seth di Jacob.
-Credo sia Leah-, risposi.-Vado a vedere cosa vuole, magari ci sono dei problemi con Sam e gli altri-, dissi, alzandomi velocemente e andando alla porta.
Avevo completamente scordato la minaccia di Sam. Avrebbe aspettato il parto, poi avrebbe agito per uccidere il piccolo. Se fino a qualche ora prima non me ne importava nulla, ora sapevo che avrei difeso allo stremo il mio bambino. Non avrei permesso a nessuno di fargli del male…nessuno. Avrei dovuto parlare con Jacob…in fretta. Lui era il solo, l’unico che poteva darmi una mano.
Forse dovrei trasformarmi prima di entrare…”.
-Leah-,dissi.-Che ci fai qui. Ci sono problemi?-.
Voi siete il problema…”, pensò. Non era sicuramente una visita di cortesia.
Il lupo che avevo di fronte mi guardò intensamente,con sguardo pieno di rabbia e di disprezzo. Poi si voltò e si affrettò a raggiungere un luogo più isolato, appena dietro la vegetazione.
Meglio trasformarsi…”.
Attesi mentre assumeva sembianze umane. I suoi pensieri non lasciavano trapelare nessuna minaccia da parte di Sam, quindi mi rilassai. Magari era solo stata mandata da Seth a vedere come andavano le cose, anche se ne dubitavo fortemente.
Poco dopo tornò. Portava dei vestiti sporchi, logori e consumati:aveva preferito continuare a indossare i suoi vestiti piuttosto che mettersi quelli che Esme le aveva messo a disposizione. Mi dispiaceva, ma potevo capirla. In fin dei conti lupi e vampiri erano nemici da generazioni. Era impossibile cancellare anni, secoli di dispute e di odio, anche se in realtà Seth sembrava esserci riuscito.
-Volevo sapere dov’è andato Jacob-, disse, puntando i suoi occhi scuri dritti nei miei, quasi sfidandomi.
E’ sparito senza dire nulla a nessuno. Doveva venire a darci il cambio e non l’abbiamo ancora visto. Non si è neppure trasformato”, pensò.
-Vieni entra. Ora ti spiego tutto-.
Mi fa entrare?Non me lo può dire subito cos’è successo e la facciamo finita?”.
-E’ una storia lunga Leah. Fammi la cortesia di entrare. Bella per ora sta dormendo e non ho intenzione di non farmi trovare con lei quando si sveglierà-, dissi, perentorio. Non provavo una grande simpatia per Leah, a pelle. Non aveva nulla in comune con Seth.Quanto lui era fiducioso e disponibile, lei mi sembrava scontrosa e perennemente scocciata.
-Non ho intenzione di spendere molto tempo qui con te. Quindi, per favore, invece di sprecare il tuo tempo nel tentativo inutile di convincermi ad entrare, spiegami in fretta cos’è accaduto così posso andarmene-.
Non ho proprio nessuna intenzione di entrare in quella casa con quel puzzo orribile…".
-Bene-, dissi rassegnato.-Oggi è successa una cosa incredibile:sono riuscito a sentire i pensieri del bambino, il mio bambino. Ho scoperto che ama Bella immensamente e che non ha nessuna intenzione di farle del male. Jacob non l’ha presa bene, per niente. Si è sentito tradito da questa mio improvviso cambio di posizione. Mi credeva un alleato. Era arrabbiato e frustrato. Non sapevo come aiutarlo. La prima cosa che mi è venuta in mente è stata quella di farlo andare via…lontano dalla fonte che gli provocava dolore. Così gli ho dato le chiavi della macchina e se n’è andato. Non so dove…-, spiegai.
Leah aveva ascoltato tutta la mia spiegazione in religioso silenzioso. Non si mosse.
Neppure i suoi pensieri avevano disturbato la formulazione della mia risposta.
-Posso parlare con Bella?-, chiese, dopo aver fatto un profondo respiro.
-Sta dormendo ora…-, dissi. Non riuscivo a capire le sue intenzioni:cosa voleva da Bella?I suoi pensieri non lo lasciavano trapelare. Forse era diventata brava a nasconderli essendo costretta a condividerli quasi costantemente con un branco di lupi maschi.
-Aspetterò-, disse, impettita e risoluta.
-Ti va di entrare?-, chiesi.-La motivazione è la stessa di prima-, mi affrettai ad aggiungere.
Mi guardò a lungo, poi annuì e mi seguì. Rose non appena la vide balzò in piedi, scoprendo i denti e ringhiandole contro.
-Tranquilla Rose,vuole solo parlare con Bella-, dissi, stranamente turbato dalla mia affermazione.
Rose si sedette di nuovo vicino a Bella, senza smettere di affrontare con gli occhi quel lupo che sembrava avere tutt’altro che intenzioni amichevoli.
Leah si appoggiò accanto al muro, aspettando in silenzio che Bella si svegliasse, cosa che avvenne poco dopo. Si guardò attorno confusa non appena aprì gli occhi, ma quando vide Leah, le sorrise cortese e la salutò.
-Ciao Leah-, disse.-Che ci fai qui?E’ successo qualcosa?-.
Non si mosse dal suo posto, mantenne le distanze e scosse la testa per dare una risposta negativa alla domanda di Bella.
-Bene, allora. Temevo fosse accaduto qualcosa a Jacob o a Seth-, disse il mio piccolo amore prima di rilassarsi e riappoggiarsi sullo schienale del divano.
-Bene?...Non va bene niente -, iniziò allora ad urlare Leah. -Non ti rendi conto di quello che stai facendo a Jake?Gli stai rovinando la vita. Tu…tu…sei solo una stupida ragazzina viziata ed egoista. Hai fatto la tua scelta?Hai scelto il tuo bel vampiro…bene…ma smetti di far soffrire Jacob, capito?Gli hai già fatto del male abbastanza…-, disse tutto d’un fiato prima che Rose le saltasse addosso, appoggiandole i denti al collo. Lei non si difese, consapevole che qualsiasi cosa avesse fatto, avrebbe solo peggiorato le cose. Era sola...nella tana del nemico
Bella al mio fianco tremava. Aveva le guancie rigate di lacrima, ma con decisione alzò gli occhi verso Leah.
-Lasciala stare Rose-, ordinò Bella, mentre mia sorella continuava a tenerla inchiodata al muro.
-Voglio sentire cos’ha da dire ancora…-, disse, abbassando gli occhi triste, mentre mia sorella si allontanava di pochi centimetri da lei continuando a mantenerla sott’occhio.
…mamma, che c’è?”, pensò il piccolino. Lo sentivo ancora, era una meraviglia
-No Bella, non è necessario, non devi ascoltare-, dissi, accarezzandole le mani che teneva sul grembo.-Devi stare tranquilla, il bambino si sta agitando-, continuai, cercando di calmarla.
-Lo senti ancora?-, chiese appoggiandosi le mani sulla pancia.-Scusa non volevo spaventarti. Sta tranquillo-, disse prima di rivolgersi di nuovo a me.”Disgustoso…”, pensò nel frattempo Leah.”Non mi stupisce che Jacob abbia deciso di andarsene”.
-Sì,Edward, voglio sentire cos’ha da dirmi. A quanto pare ho sbagliato tutto e non mi sono resa conto che vi stavo facendo soffrire, sia te sia Jacob. Non sono in grado di fare altro…ma ho troppo bisogno di voi, di entrambi…-, disse, sussurrando le ultima parole a fatica.
-Non ti preoccupare, Jacob questo lo capisce-, disse, cercando di tranquillizzarla.
-Certo, certo…Jacob capisce tutto… Jacob è troppo buono , per questo serve qualcuno che ti dica in faccia come stanno le cose. Tu stai solo giocando con i sentimenti altrui, questo è quello che stai facendo! E stai continuando ad illudere Jacob…sai che ti ama, sai che farebbe qualsiasi cosa per te e tu stai approfittando di questo…-.
Ora basta. Ero stufo di sentirle dire certe cose nei confronti di Bella. Non era quello il momento adatto per aggredirla con una simile raffica di accuse. Era vero:anch’io non capivo perché si ostinasse a volere Jacob al suo fianco, ma era anche vero che anche lui poteva scegliere. E se starle accanto lo faceva soffrire, poteva andarsene in qualsiasi momento...come aveva fatto prima. Era indubbio che Jacob amasse Bella, ma era anche vero che anche Bella lo amava. Certo, non allo stesso modo, non come lui avrebbe desiderato, ma lo amava e Jacob era abbastanza forte per poter godere di quell’amore e ,allo stesso tempo, accettandone le dolorose conseguenze. Se fossi stato nella sua posizione avrei fatto uguale:avrei goduto degli istanti passati con lei e mi sarei rallegrato se avessi saputo che quegli istanti le avessero provocato dei momenti di gioia.
-Basta Leah, ora vattene-, le urlai, mostrandole i denti.-Hai fatto abbastanza danni per oggi-, dissi, alzandomi con tutta l’intenzione di lanciarla fuori dalla porta se fosse stato necessario. Non me ne importava niente che fosse una donna, nulla. Non aveva il diritto di dire certe cose a Bella, soprattutto nella sue condizioni. Avrei potuto anche essere d’accordo con lei in un certo senso, ma non condividevo assolutamente la maniera e il tono che aveva usato.
Se ne andò senza opporsi e senza dire nient’altro, lasciando Bella sconvolta e distrutta sul divano. Cercai lo sguardo di Rose,sperando che capisse che volevo stare solo con Bella. Non obiettò. Ormai anche fra noi era iniziata una nuova alleanza, come se la percezione dei pensieri del bambino avesse sistemato certi legami con la mia famiglia che si erano logorati.
-Bella-,cercai di chiamarla, mentre continuava a piangere sommessamente, con il capo chino verso il basso. Non mi rispose.
-Bella-, la chiamai di nuovo, cercando di alzarle il viso verso il mio, ma si ritrasse.
-Tesoro, ti prego guardami. Non ascoltare quello che ha detto Leah, era solo arrabbiata-, dissi, accarezzandole il viso e cercando di asciugarle le guancie rigate di lacrime. Sapevo che non le faceva bene abbattersi in quel modo, né a lei, né al bambino.
-Invece ha ragione..-, disse scuotendo la testa.-Sto facendo soffrire Jacob, ancora-.
Cosa potevo dirle?Sì, è vero, ma sono certa che Jacob preferisce soffrire ma rimanere al tuo fianco, piuttosto che essere ignorato, escluso totalmente dalla tua vita?Sì, forse era proprio quello che dovevo dirle, ma optai per una risposta diversa.
La mamma è triste”. Continuavo a sentire i pensieri del piccolino che, nonostante si fosse calmato, percepiva e viveva lo stato d’animo della madre.
-Non sta a Leah dire certe cose, Bella.Se Jacob è al tuo fianco ora, è perché lo vuole lui. Nessuno lo costringe. Se il dolore che prova è più forte del desiderio di stare con te, cosa legittima, sono sicuro che si allontanerebbe. Ma non è così, tesoro. Ricorda che è stato lui a cercarti ed è lui che ritorna sempre da te…E ora cerca di stare tranquilla e di pensare a qualcosa di felice. Il piccolino sente che c’è qualcosa che non va ed è triste anche lui-, dissi, riuscendo a farle sollevare il viso.
Le appoggiai le mani sul pancione, cercando di trasmettere un po’ di serenità al bambino.
-Ora calmati, non c’è motivo di agitarsi in questo modo. Fra poco vedrai che tornerà e potrai parlarne direttamente con lui. Che ne dici?-.
Non so se l’avessi convinta con le mie parole, o se fosse semplicemente stremata da quello che era appena accaduto, ma annuì e lentamente si girò di fianco, prendendo la mia mano tra le sue e portandosela vicino al capo, prima di chiudere gli occhi e riaddormentarsi di nuovo.
Io afflosciai le spalle, contento di aver, per il momento, superato un altro momento di crisi.
Anche il bambino sembrava essere più tranquillo e probabilmente si sarebbe addormentato anche lui a breve.
-Come sta?-, chiese Rose, rientrando nella stanza.”Quella stupida cagna…”, pensò.
-Non troppo bene, ma spero che al risveglio ci sia Jacob così può parlare direttamente con lui. Non sono bravo a prendere le sue difese-, dissi.

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Capitolo 30
*** Travaglio(secondaparte) ***


Ciao ragazze!!!Intanto vi chiedo scusa perché prima ho postato due volte la prima parte del capitolo .Poi ancora scuse perché ho dovuto modificare la parte finale della prima parte del capitolo 21, perché non era coerente con BD originale…mi dispiace davvero!!!Grazie a tutti quelle che mi seguono, mi recensiscono e mi preferiscono!!Buona lettura!!!

Capitolo 21.Travaglio(seconda parte)

Com’è gonfia…povera Bella, non riesce neppure più a camminare…”.
-Forse bisognerebbe chiedere a Carlisle di intervenire prima-, osservò.-Non credo valga la pena aspettare che entri in travaglio naturalmente. Ormai siamo certi che il bimbo è completamente formato-.
-Non è una cattiva idea, quando torna Carlisle gliene parlo-, dissi.
-Ah, ha chiamato prima, mentre parlavi con Bella. Voleva te, ma gli ho detto che eri impegnato. Voleva farci sapere che rimarrà fuori ancora un po’ perché non ha trovato la quantità di sangue che voleva per Bella e il bambino e sta cercando ancora-, disse.-Inoltre gli ho detto che riesci a sentire i suoi pensieri…non poteva crederci. Pensa che questo semplificherà le cose durante il parto
-Forse è meglio che lo richiamo...-, dissi.
-E’ una buona idea. Dovrai anche parlare con Bella. Credo che sarà d’accordo, ma dobbiamo capire se anche lei è pronta…ad anticipare il parto intendo-, disse.

Com’è gonfia…povera Bella, non riesce neppure più a camminare…”.
-Forse bisognerebbe chiedere a Carlisle di intervenire prima-, osservai.-Non credo valga la pena aspettare che entri in travaglio naturalmente. Ormai siamo certi che il bimbo è completamente formato-. Questa proposta mi era venuta in mente subito dopo aver sentito l’osservazione di Rose. Sì, non c’era motivo di aspettare…perché aspettare?Organizzando le cose avremo avuto tutto il tempo di sedare Bella e operare facendola soffrire il meno possibile. Osservai Rose, in attesa della sua risposta.
-In questo modo riusciremo a controllare il dolore di Bella-, aggiunsi, sperando che accogliesse la mia proposta.
-Non è una cattiva idea, quando torna Carlisle gliene parleremo-, disse.
-Forse è meglio chiamarlo subito per chiedergli se è una buona idea...-, aggiunsi, spostando nuovamente lo sguardo verso Bella.
-Non te l’ho detto ma ha chiamato prima, mentre parlavi con Bella. Voleva te, ma gli ho detto che eri impegnato. Voleva farci sapere che rimarrà fuori ancora un po’ perché non ha trovato la quantità di sangue che voleva per Bella e il bambino e sta cercando ancora-, disse.
-Inoltre gli ho detto che riesci a sentire i suoi pensieri…non poteva crederci. Pensa che questo semplificherà le cose durante il parto…-.Vero,non avevo pensato a questo.
-Forse è meglio che lo richiamo...-, dissi.
-E’ una buona idea. Dovrai anche parlare con Bella. Credo che sarà d’accordo, ma dobbiamo capire se anche lei è pronta…ad anticipare il parto intendo-, disse.
Annuii. E io ero pronto?Sicuramente non vedevo l’ora di vedere quel bambino che avevo scoperto di amare da poco, ma ero pronto a trasformare Bella?Tutto era stato definito, organizzato. Solo io dovevo trovare il coraggio, la freddezza necessaria per intervenire.
Rose mi porse il telefono. La conversazione con Carlisle non andò per le lunghe. Era d’accordo con me e con Rose riguardo al parto di Bella. Nel pomeriggio del giorno dopo sarebbe ritornato e, entro sera, se Bella fosse stata d’accordo, sarebbe intervenuto per far nascere il bambino.
Jasper e Alice sarebbero stati di ritorno di lì a pochi minuti con tutto il sangue che erano riusciti a mettere assieme fino a quel momento. Jasper e Emmett, tornati dal Sudamerica, avevano direttamente raggiunto Carlisle per aiutarlo nella ricerca.
Se da un lato non vedevo l’ora che l’agonia, che la gravidanza portava con sé terminasse, dall’altro temevo che le cose non sarebbero andate per il verso giusto e temevo di perdere per sempre Bella.
E se fosse stata l’ultima volta che l’avessi vista?Se il bambino non avesse mai conosciuto la madre?No, non potevo pensare ad una simile evenienza. Non mi avrebbe permesso di agire con la giusta prontezza e decisione.
Mi tenevo il capo con le mani, fissando un punto qualsiasi del pavimento, cercando, pregando che mi venisse concessa la forza per salvare Bella e il mio bambino, quando mi sentii sfiorare il braccio. Alzai lo sguardo:Bella si era svegliata.
-Bella, amore. Già sveglia?Qualcosa non va?-, chiesi allarmato dal gonfiore dei suoi occhi.
-Non riesco a riposare-, disse, portandosi la mia mano al volto. Le accarezzai quel viso ormai stanco e segnato dagli ultimi avvenimenti.
-Posso fare qualcosa per te?Vuoi che ti canto qualcosa?Qualsiasi cosa Bella…-, dissi continuando a godere del contatto con la sua pelle calda.
-Non servirebbe…Sono troppo preoccupata per dormire…-.
-Mi dispiace Bella. Se solo avessi capito le intenzioni di Leah non l’avrei mai fatta entrare…mi dispiace tanto-, dissi, realmente affranto. A cosa serviva essere un vampiro che leggeva la mente se non ero riuscito a percepire i pensieri di Leah e ad evitare che questi pensieri si accanissero con cattiveria contro Bella?
-No Edward, non ti devi preoccupare. Non è colpa tua. Leah ha ragione…è questo il problema…-, disse, pensierosa spostando gli occhi da me verso il suo pancione.
-Bella-, dissi,cercando di non farla preoccupare ulteriormente con la nuova proposta che stavo per farle.-Prima ho parlato con Carlisle. Pensiamo che sia il caso di anticipare il parto. Il bambino sembra essersi formato completamente e in questo modo avremo un maggior controllo sull’andamento della situazione. Tu cosa ne pensi, te la senti?O preferisci aspettare che la cosa progredisca naturalmente-, chiesi, spostandole i capelli dal viso. Lei alzò lo sguardo smarrita, prima verso di me poi verso Rose.
-Per me è la scelta più giusta da fare tesoro. E’ inutile che aspettiamo;rischiamo solo di mettere in pericolo sia la tua vita che quella del piccolo-, si affrettò a dire Rose, prendendo una mano di Bella tra le sue e accarezzandola.
Annuì, pensierosa.-D’accordo, mi fido di voi-, disse, prima di riappoggiare il capo sullo schienale del divano.
-Edward?-, mi chiamò subito dopo.-Ci ho ripensato. Ho proprio bisogno di dormire un po’, mi aiuteresti?-.
-Sì, certo-, risposi. Rosalie mi lasciò il suo posto e io mi sedetti accanto a lei, appoggiandole il capo sulla pancia e canticchiando dalla sua ninna-nanna. Era incredibile l’effetto che anche la mia voce riusciva ad avere sul bambino. Stava dormendo, ma era chiaro che il suo sonno era irrequieto ,proprio come lo era stato quello di Bella. Il suo cuoricino batteva forte, agitato, ma non appena iniziai ad intonare la melodia lo sentii rilassarsi, rallentare verso battiti più calmi e dolci. Era incredibile quanto fosse sensibile all’umore, alle sensazioni di Bella e all’atmosfera che si respirava attorno a lui. Ero riuscito a creare un legame con il mio bambino, e questa semplice constatazione mi riempiva il petto di gioia. Riuscii a far addormentare Bella. Sembrava tranquilla o almeno lo speravo.
-Siamo qui- .Sentii trillare una voce famigliare. Entrò Alice, seguita da Jasper. Se fosse solo stato qui qualche ora prima mi avrebbe aiutato a sedare Leah e a calmare Bella.
Come sta?”, chiese mentalmente Alice seguita da Jasper.
-Al solito-, risposi sforzandomi di fare un sorriso.
-Noi andiamo a sistemare queste-, disse indicando le sacche di sangue che erano riusciti a portare a casa per Bella. Annuii, mentre un altro pensiero mi giungeva alla testa.
Eccomi di nuovo qui…in un modo o nell’altro non riesco a non tornare”.C’era Jacob. Era tornato in fretta.
-Rose,ti spiace stare qui con Bella?C’è Jacob.Lo vado ad aspettare in garage…è meglio che gli parli di Leah…-.-Tranquillo vai. Sto qui io con lei-, disse, alzandosi e prendendo il mio posto.
Annuii e mi diressi fuori dal salone. Pensavo di trovarmi uno Jacob sconvolto, arrabbiato. Temevo di farlo salire subito da Bella, temevo in un altro scontro che,ero sicuro, non avrebbe retto. Inoltre avevo un’altra richiesta da fargli. Una richiesta fondamentale.
Che ci fa qui il succhias…no, Bella sta bene. Non sarebbe qui ora, non la lascerebbe mai sola se stesse male…Dannazione…no…sente il bambino…ecco perché ha quell’aria da ebete felice…e non gli ho neppure sbattuto la macchina…che idiota…vabbè…è un peccato…non sarei riuscito neppure a fare un graffio a questo gioiellino…ecco perché me l’ha prestata…”.
-Solo due parole, Jacob-, mi affrettai a dire prima ancora che scendesse dalla macchina.
Sospirò profondamente, come rassegnato. Sapevo che voleva darmi retta. Mi lanciò le chiavi e scese dalla macchina.
-Grazie del favore…ora cosa devo fare per te?-, chiese acido.
-Beh innanzi tutto vedi di controllare Leah…non so quanto conti la tua autorità ma…-, dissi prima di venire interrotto.
-Leah?Autorità?Cosa stai dicendo?-, chiese smarrito.
-Prima è venuta a controllare perché te ne fossi andato e dopo la mia spiegazione ha deciso di aspettare che Bella si svegliasse per aggredirla-, spiegai, innervosito.
-E cosa le ha detto?-, chiese chiaramente preoccupato.
-Non è importante cosa le ha detto, ma vedi di tenermela lontana dai piedi. Prima non le ho fatto niente, non l’ho toccata, ma ti giuro che se riprova ad aggredire Bella in quel modo la lancio fuori dalla finestra senza pensarci due volte-, dissi, finalmente sciogliendo la tensione che quella aggressione mi aveva procurato.
Stai calmo succhiass…”.
-Cosa ha detto a Bella?Voglio saperlo…-, insistette.
-E’ stata cattiva e insensibile. So che Bella non dovrebbe volerti al suo fianco e so anche che non può fare a meno di te, ma non tollero che le si dica che non fa altro che farti soffrire. Leah l’ha insultata pesantemente e Bella ha pianto tanto. Ho fatto fatica a calmarla…-.
-Fai un passo indietro…Leah ha preso le mie difese, si è accanita contro Bella per difendermi?-, chiese, quasi sconvolto.
-Certo…tu eri l’oggetto della discussione-, dissi laconico.
-Giuro che non le ho chiesto di farlo-, disse.
-Lo so Jacob, lo so-, dissi. Non avevo mai pensato che fosse stato lui a mandare Leah, sapevo che non avrebbe mai fatto nulla che facesse soffrire Bella.
Sì, sì…certo che lo sa…è un succhiasleggimenti…cavolo però Leah…sorprendente…ha fegato la ragazza ad entrare nella casa dei vampiri che tanto odia per prendere le mie difese…”.
-Le parlerò, ma non le ordinerò di stare alla larga da voi. Non starò a controllarla, anche perché non credo che sarà qualcosa che si ripeterà. Leah è molto impulsiva. Ha sputato fuori ciò che pensa, ora si è tolta un peso-, disse, quasi soddisfatto che qualcuno si fosse preoccupato per lui.
-Le conviene non farlo più-, dissi rabbioso.
-Ora vado a parlare con Bella. Non deve starci male…-, disse, improvvisamente rabbuiandosi.
-Gliel’ho già detto…-,dissi.
- E ora coma sta?-, chiese.
-Ora dorme, era stremata e dopo la discussione si è addormentata quasi subito. Rose è con lei…-.
Bene…ora la pazza sanguinaria è diventata Rose…ormai la sua consacrazione al partito salviamo il mostro è definitiva…”.
Non diedi retta a quella assurda battuta mentale di Jacob e continuai a parlargli di Bella.
-Fisicamente sta meglio, o perlomeno come prima che te ne andassi. Moralmente è abbattuta e si sente in colpa-.
Giusto…sta meglio…ora che sente i pensieri del mostro può dire che Bella sta meglio”.
-Jacob, i suoi pensieri sono chiari. Non vuole fare del male a Bella, anzi sta cercando di fare il possibile per non farla soffrire. Ha delle capacità mentali molto sviluppate, riesce a capire e sta cercando davvero di non farle del male. Come posso avercela ancora con lui?-, tentai di spiegare.
-Non ci credo…-, disse, incredulo.
-Sì, è così. Riesce a percepire quali suoi movimenti possono dar fastidio a Bella e sta cercando di evitarli-, dissi.
Cavolo…il mostro l’ha convinto…per questo non riesce più ad odiarlo. Vuole bene a Bella e lui non può odiarlo se ama Bella…non più. E’ lo stesso motivo per cui non riesce ad odiare me…solo che io non la sto facendo morire…”.
-Tra l’altro sta crescendo molto velocemente, più di quanto pensassimo. Non appena torna mio padre….-, dissi prima di venire interrotto da Jacob.
-Non sono ancora tornati?-.
-Alice e Jasper sono tornati pochi minuti fa portando con loro tutto il sangue che Carlisle è riuscito a recuperare. Purtroppo, secondo lui, è ancora troppo poco e vuole continuare le ricerche. Bella ne richiede sempre di più e non è sicuro che basti per più di un giorno quello che ha trovato, anche se forse non è necessario-.
-Perché non è necessario?Hai appena detto che non basterà…-.
Cercai di essere cauto nel dare la risposta alla giusta osservazione di Jacob. Anticipare il parto di Bella, per lui, significava anticipare la sua morte. Anche se fossi riuscito a rendere Bella una vampira per lui non sarebbe cambiato nulla…avrebbe comunque significato la fine della vita di Bella. Non sarebbe riuscito a starle accanto.
-Ecco, vedi…sto cercando di anticipare la nascita del bambino-, dissi, tutto d’un fiato.
-Ma cosa stai dicendo?-, chiese, quasi strabuzzando gli occhi.
-Sono certo che il bambino sta facendo di tutto per evitare di far del male a Bella. Ma è grosso, molto grosso…nessuno si aspettava una tale crescita, men che meno mio padre. E Bella continua a diventare sempre più debole. Non vedo perché non anticipare le cose…-, conclusi, sperando che comprendesse le mie motivazioni.
Cavolo no…no…è una fregatura continua…prima Edward che cambia idea e ora vuole togliermi gli ultimi quattro giorni…i miei ultimi quattro giorni…cazxx…no…no…perché…”.
Jacob non l’aveva presa bene. Era sconvolto. Si teneva la mano alla gola come se gli mancasse l ‘aria per respirare. E forse era proprio quella che gli stavo portando via. Aspettai prima di aggiungere altro. Aspettai lui, una sua reazione.
-Come fai ad essere certo che ce la farà?-, chiese.
-Non lo so…ma volevo parlarti anche di questo-. Era ora di affrontare la questione più difficile e delicata.
Non mi diede risposta.
Tutto ciò che continuava a pensare era:“No…i miei ultimi quattro giorni no…”.
Proseguii, cercando di trovare le parole giuste per convincerlo.
-Non ha senso aspettare. Come ti ho già detto il bambino è pronto e potrebbe nascere in qualsiasi momento. Se programmiamo tutto, se interveniamo in anticipo non vedo perché non dovrebbe andare tutto bene. Anche Rose e Bella sono d’accordo. Sono riuscito a convincerle-, dissi.
-E per quando è programmato tutto questo?-.
-Non appena mio padre rientra. Entro domani, comunque-, specificai.
Caxxx domani…E’ così presto”. Vidi Jacob indietreggiare tremando, come se non riuscisse a reggersi in piedi. Si appoggiò alla macchina tenendo lo sguardo fisso verso il pavimento. Mi avvicinai automaticamente, cercando di aiutarlo, ma, subito mi ritrassi.
-Jacob…mi dispiace, non sai quanto. Lo so che per te non è una buona notizia, ma pensa a Bella…Lo so che mi odi oltremodo e l’unica cosa che vorresti è vedermi scomparire, ma io non posso provare lo stesso sentimento verso di te. Non vorrei esagerare, ma per me sei quasi un fratello. Davvero, non sai quanto ti sono grato per essere rimasto accanto a me, a Bella in questo momento. So che per te è stato tutt’altro che facile, ma davvero…grazie Jacob. Grazie per essere stato al mio fianco, anche se per Bella. Giuro che farò di tutto affinché lei sopravviva. Perché è questo che conta, giusto?So che è quello che desideri più di ogni altra cosa-.
Dannazione, maledetto succhiass…ha ragione, eccome se ha ragione. Tutto affinché Bella continui ad esistere…in qualsiasi forma”.
-E lo so che hai già fatto tanto, troppo per me. Ma ti devo chiedere un ultimo favore. Sono disposto a mettermi in ginocchio se è necessario-, dissi.
-Chiedi quello che vuoi, non ho più niente ormai-. Sentii forte il desiderio di confortare Jacob, di aiutarlo. Non avrei mai pensato di provare simili sensazioni, ma odiavo farlo soffrire. Tesi una mano, in cerca della sua spalla, ma subito ricadde accanto al mio fianco:non gli avrebbero fatto piacere la mia consolazione.
-Non potrò mai dimenticare Jacob quanto hai fatto per noi…mai. Ma ti devo chiedere un’ultima cosa, una cosa che solo tu puoi fare in quanto alfa, come vero erede di Ephraim-, dissi.
Non rispose di nuovo. Non alzò neppure lo sguardo.
Cosa vuoi Edward…dimmelo e basta”.
-Sai bene che il patto che avevamo stipolato con lui prevede che non si possano trasformare umani in vampiri. Ma ti prego, fa in modo che si possa ammettere un’eccezione. Permettimi di salvare la vita a Bella, Jacob. Lo farei comunque, ma vorrei fare in modo di non infrangere il patto. Mi costa molto chiederti una cosa del genere, e tu sei l’unico che può comprendere le motivazioni della richiesta. Io voglio rispettare quell’accordo e per questo ti chiedo di aiutarmi. Voglio che la tregua tra lupi e vampiri continui, anche quando tutta questa storia sarà finita-.
Sam…devi chiedere a Sam…io non ho autorità”.
-Jacob, sei tu la vera autorità. Tu sei il vero alfa, non Sam. Vale la tua parola, non la sua-.
Non posso essere io a decidere…”.
-Sì, invece!-.
No, no…ora non sono in grado di pensare ad una cosa del genere…di decidere…”.
-Ti prego Jacob. Devi decidere al più presto. Il tempo a nostra disposizione è poco-.
Un minuto ok…fammi pensare solo un minuto”, pensò arrendendosi all’inevitabile costrizione del tempo.
-Sì, certo-, dissi, andando verso casa.
Jacob mi seguì silenzioso. Non stava pensando realmente alla mia domanda, stava pensando a tutto il resto, ma non alla mia richiesta.
Sentii la vegetazione, che limitava la casa, muoversi. Mi fermai sulla soglia di casa e vidi spuntare Seth.
Era preoccupato per Jacob. Leah gli aveva raccontato tutta la storia e ora era venuto a vedere le condizioni del suo amico.
-Va tutto bene Seth, non ti preoccupare-, mentì Jacob.-Poi ti racconto tutto-.
-Ah, un’altra cosa. Vedi di dire a Leah di farsi gli affari suoi la prossima volta…-, lo intimò chiaramente infastidito.
Il piccolo Seth annuì.
-Vai, corri. Torna dov’eri-, disse.-Fra un po’ ti raggiungo per spiegarti tutto-, concluse.
Seth ripartì correndo veloce, sparendo nel bosco.
-Sei fortunato ad avere un amico come Seth e poter condividere con lui i suoi pensieri. Ha davvero una mente speciale:pura, sincera, gentile-, dissi, quasi più a me stesso che a Jacob.
-Ne sono consapevole-, brontolò, senza darmi ulteriore retta.
Sentii un rumore particolare provenire dalla casa. Mi concentrai:era il succhiare da una cannuccia. Bella. Si era svegliata. Non ci pensai due volte e corsi dentro casa.
-Bella, tesoro, ti sei svegliata. Mi dispiace di non essere stato qui con te-, le dissi, seccato, sedendomi per terra, vicino a lei.
-Tranquillo Edward, non ti preoccupare. Avevo una gran sete, che mi ha svegliata…per fortuna Carlisle ne ha procurato dell’altro. Credo che questo piccolino avrà una gran sete quando uscirà-, mi spiegò, più riposata e tranquilla di prima.
Avevo tanta fame”, pensò il bimbo.
-Credo proprio di sì-, risposi, sorridendo al pensiero del bambino.
-Secondo te mangerà anche qualcos’altro?-.
-Non lo so Bella-, dissi, stringendomi nella spalle.-Ma molto presto lo sapremo direttamente da lui-, osservai.
In quel momento entrò anche Jacob.
-Era ora-, esclamò Alice tutta contenta.
Gli occhi di Bella, non appena lo videro, si illuminarono e le sue labbra si aprirono in un sorriso radioso, che si spense quasi subito. Le parole di Leah erano sicuramente affiorate nella sua mente.
Stupida Leah…poi te la vedi con me”, pensò, intuendo il motivo del cambio rapido di espressione di Bella.
-Bells, come va?-, chiese.
-Tutto bene-, rispose evitando di incrociare i suoi occhi.
-Che giornata!Ne sono successe di cose, vero?-, osservò Jacob, chiaramente imbarazzato.
-Jacob, davvero…non serve-, cercò di fermarlo Bella.
-Non serve cosa?Non capisco…-, mentì lui.
-Mi disp…-, disse Bella, prima di essere interrotta da Jacob che , nel frattempo,l’aveva raggiunta per sedersi vicino.
-Ti prego Jake…-, disse cercando di allontanare le sue mani che le tenevano chiuse le labbra. Era davvero molto, molto debole.
-Ti lascio parlare solo se prometti di smettere di dire cavolate-, disse, sorridendole.
-Promesso-, borbottò,ancora con le labbra serrate dalla mano di Jacob.
Lui, allora tolse la mano, ma Bella tutto d’un fiato esclamò:-Mi dispiace tanto Jake, perdonami-.
Poi gli sorrise, soddisfatta di essere riuscita a dirlo.
Jacob alzò gli occhi al cielo.
Sempre la solita Bella…deve averla vinta lei. Non troverò mai quello che voglio, è inutile cercare…nessun’altra è come lei…nessuna.Leah può essere un’amica, ma non troverò mai nessuno come Bella…mai L’importante è che rimanga viva, e se anticipare il parto può aiutarla…deve essere fatto tutto pur di mantenerla viva…tutto…Amica o alleata?La decisione è mia, solo mia”.
Sospirò e poi mi fissò.
Fai quello che devi fare per salvarla Edward. Ti do il mio permesso come alfa, come erede di Ephraim. Mi prenderò io la responsabilità di fronte al resto del branco. Non violerai il patto salvandola. Fai quello che devi fare…”, disse, tornando a sospirare.
-Grazie Jacob-. Era l’unica cosa che rimaneva da dire. Sapevo che Bella poteva qualsiasi cosa su di lui.
-La tua giornata come è stata?-, gli chiese Bella interrompendo il nostro scambio mentale.
-Tranquilla. Ho fatto un giro in macchina e poi una passeggiata al parco-, disse.
Meglio non spiegarle perché proprio al parco”.
-Che bello-, rispose Bella, sorridente.
-Già, già-, osservò Jacob laconico.
Poi ad un tratto Bella cambiò espressione e si rivolse a Rose.
-Rose, dovrei andare in bagno-.
-Ancora tesoro?-, chiese lei strabuzzando gli occhi e ridendo.
-Ho bevuto un sacco da quando mi sono svegliata-, disse, imbarazzata, cercando di giustificarsi.
Mi spostai, lasciando che Rose si avvicinasse per sollevarla.
-Credo mi serva una mano per camminare…ho tutte le gambe intorpidite-, osservò preoccupata.
-Ti aiuto io…-, mi affrettai a dire.
-Tranquillo, c’è Rose. Sono sicura che non mi farà inciampare-, disse, sorridendo a Rose, che ricambiò il sorriso.
Mia sorella la aiutò a sollevarsi piano, trattenendola per le spalle. Era davvero pelle e ossa, e faceva fatica a stare in piedi squilibrata da quel grande pancione che la sovrastava. Ancora poche ore e tutto sarebbe finito.
Bella si stiracchiò piano, cercando di allungare la schiena e le braccia.
-Va molto meglio-, osservò.-Cavolo…che pancia che ho-, osservò appoggiando le sue mani, che al confronto erano minuscole, sul suo ventre.
-Manca pochissimo…solo un giorno-, disse contenta, accarezzandosi la pancia.
Si, caxxx…solo un giorno…un solo maledettissimo giorno”, pensò Jacob, colto da un improvvisa sensazione di sconforto.
-Ok, sembra che riesco a stare in piedi-, osservò soddisfatta.
-…Oh, cavolo no…-, esclamò improvvisamente.
Il bicchiere di sangue che aveva appoggiato sul divano, cadde, rovesciando il contenuto per terra.
Mi sporsi velocemente per afferrarlo e in quel momento anche Bella, si chinò in avanti per prenderlo.
Quello che accade dopo mi terrorizzò completamente. Un rumore straziante, simile ad uno squarcio, si innalzò dal centro del suo corpo. Fissai Rose sconvolto. In un istante afferrai Bella prima che cadesse a terra. Rose fece lo stesso, contemporaneamente a me.
-Bella?-, la chiamai, spaventato oltre modo.-Bella, tesoro?-.
Gli occhi erano aperti, la testa rivolta all’indietro, non dava segni di coscienza.
Poi un urlo.
Intenso, forte, straziante.
La agitò. La sconvolse. La torturò.
Ero immobilizzato non sapevo cosa fare...Per un secondo tutto, ogni cosa si congelò, si fermò, come fossi uno semplice spettatore di quella scena agghiacciante e non l’aiuto fondamentale per placare quella improvvisa situazione.
Osservai con gli occhi sbarrati Bella, accasciata tra le braccia di Rose.
Un altro sussulto. Un altro spasmo. E Bella vomitò un mare di sangue.

 

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Capitolo 31
*** Nascita e morte ***


Capitolo 22. Nascita e morte
Ero paralizzato. Non riuscivo a muovermi. Non riuscivo a pensare. Cosa stava succedendo?Dov’era Carlisle?Dov’era?Doveva succedere domani, domani era il giorno giusto. Era tutto pronto, definito, programmato. E dov’era mio padre?...Lui che avrebbe dovuto aiutarmi. Ero solo, solo nel dover affrontare il mio incubo peggiore. Scossi la testa cercando di ritrovare un minimo di concentrazione. Bella era lì, spezzata, dilaniata, muta, sconvolta…sentivo a malapena il suo cuore e quello del mio bambino, del mio piccolino.
Cercai lo sguardo di Rose sconvolto.”Ti prego aiutami”, le gridai silenziosamente. Avevo bisogno di aiuto,non ce l’avrei fatta a fare tutto da solo.
Dannazione! Non era quello il momento, non poteva accadere tutto in quel modo…non così…non ancora…non ero pronto. Non l’avevo neppure salutata…E se non le avessi più parlato?
No, non pensare a queste cose”, mi dissi, cercando di aggrapparmi ad una forza interna a me che non riuscivo a trovare.
Rose sollevò Bella e si precipitò su per le scale.”Muoviti Edward, andiamo…”, pensò.
Il suo gesto e la su esortazione mi aiutarono. Riuscì ad attivarmi, ad innescare una mia reazione.
-Edward, dannazione muoviti…dobbiamo fare qualcosa-, ripeté urlando, muovendosi freneticamente su per le scale.
Io la seguii, ancora incapace di comprendere perché doveva accadere tutto così. La stese sul lettino, privandola dei vestiti, mentre io cercavo la cosa fondamentale:la morfina. Bella non urlava più, nessun suono usciva dalle sue labbra ma si dimenava in modo incontrollato, in modo spasmodico, seguendo i movimenti del piccolo dentro di lei, che voleva uscire.
-Dove è la morfina?-, urlai, in preda ad un’agitazione che non avevo mai avuto in vita mia.
-Alice, Alice…contatta Carlisle-, urlò Rose, contemporaneamente.
Trovai quello che cercavo, e riempii una siringa affondandola velocemente nel braccio di Bella. Sarebbe andato tutto bene, doveva andare tutto bene.
Pregai affinché la morfina facesse effetto al più presto. Non volevo che Bella soffrisse, non doveva soffrire.
No…il bambino non respirava, non riusciva a farlo. Stava soffocando. Sentivo i suoi gemiti, la sua angoscia e la sua voglia di ossigeno invadermi la testa…non così, non l’avrei mai lasciato morire.
Cosa dovevo fare?Cosa potevo fare?Non sapevo a chi dedicarmi per primo, non sapevo chi aiutare , a chi dare il sollievo che meritava.
-Edward, cosa c’è?-, urlò Rose, vedendomi probabilmente bloccato e spaesato.
-Il bambino…il piccolo non riesce a respirare-, singhiozzai, ormai vinto dalle mie paure.
Dannazione, maledizione…”, pensò Rose, sbattendo il pugno sulla parete vicino al letto.-Deve essersi staccata anche la placenta…
No, no, no…non così. Non in quel modo. Bella non doveva soffrire. La morfina doveva avere il tempo di far effetto…maledizione!!!
-Il bambino…deve uscire-, urlò ad un tratto Bella, contorcendosi nel lettino.-Non respira più, non respira-, ansimò ancora, prima di ricadere nel letto. Gli occhi rossi, le labbra violacei per lo sforzo di quell’ultimo grido di aiuto, per salvare il suo bambino.
Ma non potevo farlo uscire, non potevo. Sarebbe morta di dolore senza anestesia.
-Deve fare effetto la morfina…-, mormorai in preda alla rabbia e maledicendo il tempo, che non era a mio favore.
-ORA-, urlò ancora Bella, dopo aver sentito la mia affermazione, prima che un altro conato di sangue la investisse.
Maledizione…Mi precipitai a tenerle la testa alzata affinché il sangue non la facesse soffocare.
Bella…Bella…la mia povera Bella…Non riuscivo a vederla così, non riuscivo. Dannazione…volevo Carlisle, volevo mio padre.
C’è Carlisle…”, pensò Alice,quasi rispondendo alle mie suppliche mentali,entrando nella biblioteca e mettendo l’auricolare a Rosalie.
Doveva essere lì con me…non serviva nulla sentire la sua voce al telefono…nulla.
-Il bambino non respira Carlisle, sta soffocando. Ma la morfina non è ancora in circolo, come facciamo?-, chiese Rosalie velocemente.
-Dovete tirarlo fuori ora, subito…-, urlò mio padre dall’altro capo del telefono.
Vidi Rose afferrare il bisturi, pronta ad incidere la pancia tumefatta di Bella.
No, non così, no. Era carne viva, senza anestesia. Avrebbe sofferto da impazzire. Non avrei permesso a Bella una simile sofferenza.
-La morfina…-, ringhiai a Rose. “Bella non deve soffrire”, pensai continuando a tenere fermo il volto di Bella, affinché non soffocasse.
-Il bambino sta morendo…Non abbiamo tempo per questo…-, mi rispose Rosalie, premendo la pancia di Bella e infilzandola con il bisturi producendole un taglio profondo dal quale iniziò a sgorgare sangue…Sangue rosso vivo, caldo, profumato…”.
No, no…Rose non potevo pensare ad una cosa del genere. C’era la vita di mia moglie nelle nostre mani, quella del mio bambino…
Bella si dimenò, rantolò senza urlare, sibilare alcun suono.
Quanto stai soffrendo amore mio, perdonami…”, pensai, schifato da me stesso,abbassando gli occhi verso il viso di Bella, sfigurato da una smorfia muta di dolore.
Odiai tutto di me in quel momento…ogni cosa. Non sarei mai stato preparato ad una cosa del genere, mai.
Alzai di nuovo gli occhi e quello che vide mi sconvolse. Rose doveva aiutarmi, lei doveva aiutarmi.
-No, Rose, dannazione…non puoi-, urlai, vedendo il suo viso piegato in una smorfia acuta di desiderio. Gli occhi accesi, vivi, i denti scoperti, la posizione d’attacco…
Maledizione Rose, no….”, pensai ancora, incapace di agire. Non potevo saltarle addosso e lasciare Bella sola. Non potevo. Doveva respirare e se l’avessi lasciata sola non l’avrebbe più fatto…
Controllati, Rose, controllati…”, pregai ancora muto, trattenendo il respiro, sperando che Rose non si facesse vincere dal suo istinto.
Poi un ringhio. Jacob le saltò addosso scaraventandola dall’altra parte del tavolo.
Grazie al cielo, grazie Jacob, la mia salvezza”, pensai, ritornando a respirare.”Maledizione Rose...”.Non ci voleva anche lei.
-Alice…-, la chiamai urlando. –Prendi Rose, portala via di qui, non voglio più vederla. Dì a Jasper di calmarla-, ordinai, prendendo il controllo della situazione. Dovevo farlo, era necessario. Era tutto, tutto nella mie mani.
-Jacob-, chiamai.-Vieni qui, AIUTAMI!-, gli ordinai. Potevo contare solo su di lui…nessuno altro mi avrebbe aiutato.
-Bella sta perdendo conoscenza-, dissi, ansimando, in preda al panico.-Il suo battito sta calando velocemente. Sai fare la respirazione bocca a bocca?-, chiesi.
-Sì, sì…certo-.
-Bene. Vedi di tenerla in vita Jacob…Io tiro fuori il bambino…-, mormorai, sapendo che stavo per fare una delle cose più difficili della mia esistenza, se non la più difficile.
Un rumore assordante provenne da Bella. Mi bloccai. Era piegata letteralmente a metà, inarcata sul letto dal bambino, che cercava con tutta la sua forza di uscire.
Bella non urlò, nulla. Il suo cuore era impazzito…si stava spegnendo. Le gambe ricadevano molli sul lettino…era spezzata…la spina dorsale…
-Le ha rotto la spina dorsale…-, ansimai, in preda alla disperazione più assoluta, guardando angosciosamente Jacob.
-Edward, cazzo, muoviti…tiralo fuori-, sbraitò lanciandomi il bisturi.-Orma non sente più nulla-, osservò, disgustato.
Sì,Edward, cazzo, muoviti…”, mi dissi, deglutendo rumorosamente e cercando quel coraggio, che non avrei mai voluto tirare fuori.
Guardai il bisturi sanguinante che tenevo tra le mani. Non me ne sarei fatto niente di quello. Quello che serviva, quello che occorreva erano denti di vampiro…i miei denti.
Appoggiai le mani tremanti di fianco al lettino.
Perdonami Bella, amore”, pensai, prima di affondare i miei denti con forza sul suo ventre, abbattendo l’ultima parete che mi divideva dal bambino.
In quel momento, il piccolo si mosse, scuotendo, devastando nuovamente Bella.
Mi rialzai e affondai le mani nel ventre aperto di Bella. Sollevai l’esserino che aveva combattuto fino alla fine, con tutte le forze, per conquistarsi la vita.
Rimasi senza fiato. Era una delle creature più bella che avessi visto. Gli occhi erano quelli della mia Bella, caldi occhi color cioccolato. Il viso era chiaro, color crema, ma le sue guancie erano sfumate di un rosso acceso. La pelle calda e il suo corpicino era palpitante, animato da un piccolo cuore.
Papà”, pensò sorridendomi.
-Renesmee..-, dissi, senza fiato. Era davvero la bambina più bella che avessi mai visto.
Renesmee”, pensai ancora stringendola al petto. Lei si appoggiò a me, il capo sulla spalla, le manine sul petto. Come avevo potuto non amarla da subito?Non avrei più potuto vivere senza di lei, mai più. Ora ero davvero completo.
-Voglio vederla…-,ansimò improvvisamente Bella, animata dalla certezza che il nostro bimbo era nato. Mi avvicinai piano con il mio tesoro.
Bella, amore, ecco la nostra bambina…”, pensai, appoggiandogliela piano sul petto.
Bella cercò di alzare il capo, senza riuscirci. Cercò di aprire gli occhi, per osservarla meglio.
-Sei bellissima Renesmee-, sussurrò singhiozzando, prima di urlare di dolore.
Strappai velocemente la piccola dal suo petto e mi accorsi che aveva lasciato il segno dei suoi denti sopra il seno di Bella.
-No, non si fa…-, dissi, convinto che avrebbe capito e non l’avrebbe più fatto. E infatti rividi nei suoi pensieri l’azione che aveva appena compiuto,e, dall’improvviso velo di tristezza di cui si erano macchiati i suoi occhi compresi che aveva capito.
Poi ad un tratto, la fine. Il cuore di Bella, esalò l’ultimo battito.
Renesmee ,no…”, pensai guardando la piccola tra le mie braccia.
Aiuta la mamma”, pensò, accarezzandomi il viso Renesmee.Nei suoi pensieri il viso sofferente e devastato di Bella. “Sì, piccola. Salverò la tua mamma, non ti lascio senza di lei”.
-Cosa stai aspettando?-, urlò Jacob, inferocito mentre tentava di rianimare Bella.
-Tieni la bimba…-, dissi, guardandomi attorno e cercando di ricordare dove avevo messo la siringa con il mio veleno.
-Buttala via-, urlò Jacob, in risposta alla mia richiesta.
-Dalla a me, Edward-. Rose. Ringhiai. Non gli avrei dato la mia piccola e calda bambina. Non gliel’avrei affidata, non dopo quello che aveva fatto. Nelle sue vene scorreva sangue,sangue caldo e invitante, e il suo piccole cuore batteva insistentemente. Come potevo fidarmi di lei?
Eppure dovevo farlo. Non avrei potuto occuparmi di Bella altrimenti. E dovevo affrettarmi. Dovevo muovermi, altrimenti avrei perso il mio amore.
-Fidati Edward. Riesco a controllarmi. Dammi la bimba, finché ti occupi di Bella…-, continuò, notando la mia riluttanza.
Tranquillo, penso io a lei. Vai da Bella”, pensò ancora.
Le passai Renesmee, cercando di fidarmi di lei. D’altronde non avevo altra scelta.
Afferrai la siringa che avevo preparato e tornai sul tavolo dove era distesa Bella, ormai quasi senza vita.
-Spostati-, ordinai a Jacob, che continuava imperterrito a fare la respirazione a Bella.
-Cosa fai?-, mi chiese.
Non gli risposi, infastidito che intralciasse il mio operato.”Vai via Jacob”, pensai seccato, spingendolo lontano da Bella, e, nello stesso momento infilando la siringa dritto nel suo cuore.
Ti prego, fa che funzioni”, pensai, continuando a spingere il mio veleno dentro il suo corpo.
Che cazzo è?”, pensò ancora Jacob.Sentivo il suo sguardo carico di disprezzo e di disgusto su di me.
-E’ il mio veleno…-, risposi.
Il cuore di Bella sussultò. Funzionava, grazie al cielo funzionava.
-Jacob, muoviti. Continua a fare quello che stavi facendo…non deve smettere di battere-, gli ordinai ancora, in preda ad un’agitazione esagerata.
Feci velocemente il giro del lettino. Guardai Bella.
Tutto per te amore”, pensai.”Ti rivoglio con me”.Poi le inclinai dolcemente la testa all’indietro. Le baciai dolcemente il collo, prima di affondare i miei denti in quella carne tenera e profumata che a lungo mi aveva tentato. Sentii il suo sangue, ancora caldo,mescolato all’odore di morfina, affluire alla mia bocca,inondandomi e arrivando ostile alle mie narici.
E’ Bella, è mia moglie…”, pensai, lasciando che il mio veleno fluisse freddo nelle sue vene calde. Mi ritirai velocemente, ignorando il dolore, la tentazione che provavo. Le passai velocemente la lingua sulla ferita che le avevo inflitto:avrebbe curato la sua pelle, ricucendo il morso, in modo da trattenere il mio veleno al suo interno.
Percorsi con gli occhi il suo busto, e le sollevai il braccio. Le accarezzai la mezzaluna che si intravedeva nella sua pelle pallida e portai alla mie labbra quel polso sul quale avevo già appoggiato i miei denti, e con tutta la forza avevo succhiato il suo sangue, misto al veleno di quell’essere immondo che aveva deciso di portarmela via.
Ancora una volta stavo combattendo per la sua sopravvivenza, questa volta come vampira.
Mi spostai velocemente anche sull’altro braccio, lasciando il mio veleno in più punti possibili.
Quando finii, un senso di angoscia mi invase:e se non fosse bastato?Se non fosse stato sufficiente?Se avessi agito troppo tardi?
Guardai Jacob, che si stava accanendo su Bella tentando di mantenere attivo il suo cuore.
E’ morta. Non c’è più niente che mi lega a lei. E’ inutile continuare ad accanirsi su un cadavere, inutile. Non la sento più, non c’è più ormai. Voglio scappare, voglio andare via. Bella non c’è più”.
Come poteva pensare questo?Come?Non avevo bisogno di qualcuno che alimentasse le mie stesse paure. Bella ce l’avrebbe fatta, doveva farcela. Un impeto di rabbia mi invase, e lo scansai con violenza dal suo corpo.
-E allora vai via…-, ringhiai rabbioso.
Appoggiai le mani sul cuore di Bella, e premetti forte, velocemente, sostituendomi a lui.
-Bella non è morta, non è morta…-, ripetei, cercando di convincere più me stesso che lui.
-Si risveglierà. Bella si risveglierà…-, continuai, cercando imperterrito di rianimare il suo cuore.

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Capitolo 32
*** Prefazione-Libro terzo-Edward ***


LIBRO TERZO-EDWARD

 

Dammi il supremo coraggio dell'amore, 

questa è la mia preghiera,

coraggio di parlare,

di agire, di soffrire,

di lasciare tutte le cose, o di essere lasciato solo.

Temperami con incarichi rischiosi, onorami con il dolore,

e aiutami ad alzarmi ogni volta che cadrò.

Dammi la suprema certezza nell'amore, e dell'amore,

questa è la mia preghiera,

la certezza che appartiene alla vita

nella morte, alla vittoria nella sconfitta,

alla potenza nascosta nella più fragile bellezza,

a quella dignità nel dolore, che accetta l'offesa, ma disdegna di ripagarla

 con l'offesa. 

Dammi la forza di Amare sempre e ad ogni costo.

                                        ( K.Gibran)

 

 

Verrò come un rapace
a mutilare la pace
dentro nel tuo cuore.

(Rapace-Afterhours)

 

PREFAZIONE

Non c’era speranza per noi.

Nessuna.

Non ci era permesso di poter godere a lungo dell’avverarsi dei nostri sogni.

Loro non lo avrebbero permesso.

E in quel caso, cosa rimaneva da fare se non aggrapparsi disperatamente all’amore, all’amore per la nostra famiglia, la mia famiglia?

L’amore può tutto.

Ora lo credevo davvero.

 

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Capitolo 33
*** Attesa(prima parte) ***


Ciao a tutti!!!Ringrazio davvero tutti per i commenti!!Mi dispiace di non rispondere ai commenti,ma preferisco lasciarvi alla lettura!!!Grazie davvero di cuore a tutti queli che leggono, seguono, preferiscono e recensiscono!!!Grazie davvero!Vi adoro, un bacio.Silvia

Capitolo 22.Attesa(prima parte)

Mi lasciai scivolare lungo la parete, per terra. Ero sfinito, stremato. Poteva un vampiro essere in simili condizioni?Sì, poteva…se fino ad un momento prima aveva fatto di tutto per salvare l’esistenza della donna che ama. E ora Bella era lì, stesa sul lettino, completamente devastata e insanguinata. Guardai il suo corpo con occhi inorriditi. Non ce l’avrebbe fatta. Aveva troppe ferite, troppe lacerazioni. Il mio veleno non sarebbe mai riuscito a sistemare quel corpo devastato e distrutto…il corpo della mia Bella, della mia piccola Bella.
Cercai di non pensarci, di non lasciarmi prendere dall’infinito sconforto che stava incessantemente cercando di prendere il sopravvento.
Bella era forte. Era sempre stata certa che sarebbe riuscita a fare nascere il suo piccolo bambino, e aveva avuto ragione. E aveva, anche, sempre avuto fiducia in me…troppa fiducia nella mia capacità di trasformala.
Cercai di rialzarmi da terra, per accarezzarla ancora. Sollevai la sua mano dal lettino e la portai alla mia guancia. Era ancora calda. Chinai il mio busto verso di lei. Appoggiai l’orecchio sul suo petto.
Il suo cuore batteva piano, con calma, lentamente…esattamente come l’avevo lasciato pochi istanti prima, nessun cambiamento.
-Edward…-, mi sentii chiamare. Non volevo vedere nessuno, non in quel momento. Volevo stare solo con Bella. Vegliare i suoi ultimi istanti di vita.
Sentii una mano appoggiarsi sulla mia schiena.
-Bella starà bene…vedrai-, bisbigliò una voce alle mie spalle.
-Non lo puoi sapere. Non la vedi ancora…-,risposi infastidito ad Alice, frugando nei suoi pensieri.
-Edward voltati e guardami per favore-, insistette, cercando di girare il mio busto verso di lei.
Mi voltai. Forse perché avevo davvero bisogno di sentirmi dire che tutto sarebbe andato bene, che non avevo fallito ancora una volta.
Incontrai gli occhi di Alice, tanto simili ai miei, quanto diversi.
-Non la vedo ancora chiaramente, è vero, perché è troppo presto. Ma so Edward che diventerà come noi…lo sento, non è scomparsa dalle mie visioni-, disse, senza però riuscire a convincermi troppo.
-Non vuol dire niente Alice, niente. Continui a vederla stesa su questo letto…-, sputai rabbioso.
-No Edward, ti sbagli. E’ vero che continuo a vederla qui, ma guarda bene…nella mia visione è completamente senza ferite, segno che il veleno sta facendo effetto…-, mi spiegò, aspettando che rientrassi nella sua mente per rendermi effettivamente conto della sue parole. Era vero, aveva ragione. Il ventre di Bella, era piatto, liscio sano…senza lo squarcio che avevo dovuto imprimerle per fare uscire la nostra piccolina. Mi voltai di nuovo verso Bella, prendendo nuovamente le sue mani tra le mie.
-Ti amo Bella, perdonami per tutto quello che ti ho fatto…-, mormorai augurandomi che non stesse soffrendo troppo. Se era vero che il veleno stava facendo effetto, Bella stava soffrendo come mai in vita sua. Sangue e veleno stavano combattendo nelle sue vene per impossessarsi del suo corpo. E quando il veleno avrebbe raggiunto il pieno dominio del suo cuore, quest’ultimo si sarebbe spento, sancendo definitivamente l’ingresso di Bella tra i vampiri.
-Secondo me non sta soffrendo…Annusa Edward, il suo corpo è intriso di morfina. Probabilmente non sta sentendo nulla…-.
-Speriamo…-, mormorai, addolorato per la sofferenza che probabilmente stava provando Bella, ma allo stesso tempo, in parte sollevato dalla visione di Alice.
-Sai…Renesmee sta mangiando-,sussurrò, quasi con timore di parlarmi di lei, della mia piccolina.
Dovevo, volevo pensare anche a lei ora. Ma era dura, difficile allontanarmi da Bella. Sapevo che non potevo far più nulla per lei, se non pregare che mi venisse restituita, pregare che continuasse a rimanere al mio fianco. Io avevo bisogno di lei, nel modo più assoluto.
Se per il momento non la vuoi vedere, posso capire…”, pensò ancora Alice.
No, no…certo che volevo vedere la mia piccolina. Quel piccolo fagottino che avevo tenuto tra le braccia da subito, da i suoi primi istanti di vita.Volevo vederla...
-Dammi un attimo Alice…-, risposi, tornando a guardare il volto di mia moglie.
Sembrava dormire. Nessuna sofferenza trapelava dalla sua espressione. Ricordavo la pena, il dolore che avevo dovuto sopportare io durante la trasformazione e non avrei mai voluto che lei dovesse patire una simile sofferenza. Si era solo un corpo vuoto in quel momento, animato da una lotta interiore tra le due forme, umana e vampira, che tentavano di prendere il sopravvento l’una sull’altra. E questo combattimento bruciava le ossa, squartava le vene, fino ad invadere il cuore:motore per la vita umana, masso silente e muto per l’esistenza vampira. Avevo sempre creduto che non avere un cuore funzionante significasse non poter provare sentimenti, se non quelli più aberranti, immondi. Invece mi dovetti ricredere:sapevo provare sentimenti d’amore molto forti, molto intensi.E solo Bella, sole lei, che ora giaceva in quel letto cercando di lottare, di resistere, era riuscita a farmelo capire.
Mi alzai lentamente, interrompendo la mia veglia.
-Voglio vedere Renesmee…-, dissi ad Alice.
-D’accordo…però devi essere preparato. Sono successe delle cose e poi lei è…-, disse, senza terminare la frase ma guardandomi, cercando di capire in quale direzione andasse la mia reazione.
-Lei è?-, chiesi, cercando di frugare nei suoi pensieri. E la vidi. Renesmee era lì, piccola, bella come non mai, che cercava di dare un volto alle voci che per qualche tempo aveva solo udito.
-…speciale-, terminò Alice.-Come te del resto…-, osservò ancora senza però darmi una spiegazione chiara e precisa.
La seguii. O meglio seguii il suono del cuore di Renesmee che batteva prepotente, più forte che mai. Accanto al suo, sentii un altro battito, altrettanto forte, quasi accelerato.
-C’è ancora Jacob?-, chiesi stupito. Che strano…Jacob.Cosa ci faceva ancora in casa nostra?Cosa lo tratteneva?Forse c’erano dei problemi con Sam e lui era venuto ad avvisarci. Non avrei permesso che accadesse nulla né a Bella né a Renesmee, mai.
-Lo capirai da solo…-, disse, voltando il viso verso di me e sorridendomi. Così non mi diceva niente. Ora che riusciva a vedere Bella di nuovo, Alice era rinata. Durante quelle due ultime settimane doveva essere stata parecchio male, e io, preso com’ero dai miei pensieri e da Bella, avevo avuto rare occasioni, o addirittura nessuna, per chiederle come stava. L’avevo proprio trascurata.
Sentivo il battito del cuore che io e Bella avevamo generato, avvicinarsi. E poi la vidi. Ancora più splendida di come la ricordavo. Era davvero bellissima, e tra le braccia di Rose, riusciva addirittura ad offuscare la sua di bellezza. Non appena entrai voltò il viso verso di me, incatenandomi con i suoi grandi occhi color cioccolato, gli occhi di Bella.
La vidi appoggiare una mano sul viso di Rosalie, mentre si tendeva verso di me con il busto, tentando di raggiungermi. Io, che nel frattempo ero rimasto imbambolato sulla soglia, incantato da quella creatura, mi affrettai per eliminare lo spazio che ci divideva, per poter sentire, ancora e ancora, il suo dolcissimo profumo e il tepore consolante delle sue manine.
Rose mi sorrise, quando la raggiunsi, e mi tese Renesmee che, senza paura, senza esitazione, si intrufolò tra le mie braccia sistemandosi al meglio, senza provare fastidio per la mia pelle gelida in confronto alla sua. Mi immersi un’altra volta nei suoi invitanti pensieri, e mi rividi, attraverso il suo ricordo. Rividi Bella, la sua sofferenza e la sua gioia nel momento che l'avevo appoggiata al suo petto sul petto. E poi vidi Rose, Emmett che l’avevano lavata e vestita, mentre lei continuava a chiedere continuamente della sua mamma e del suo papà.Vidi Alice, che l’aveva pettinata e tenuta stretta a lungo tra le sue braccia e Jasper che ,inaspettatamente, l’aveva presa in braccio, e le aveva lasciato un tenero bacio sulla fronte. Era adorata già da tutti, senza nessuna esclusione. E poi vidi Jacob…l’ultima persona che mi sarei mai sognato di poter vedere nei pensieri della mia piccolina. Pensavo davvero che sarebbe sparito dopo la trasformazione di Bella, soprattutto dopo che sen’era andato lasciandomi solo a lottare per continuare a far battere il suo cuore.
-Hai visto cosa sa fare?-, chiese Alice eccitata. No, non l’avevo capito. Io mi ero immerso nei suoi pensieri…
-No…-, ammisi, pensieroso, ricambiando lo sguardo di Alice che mi guardava stupita.
-Non ti ha mostrato niente?-, chiese.
-No, cioè sì…ma pensavo di essere io a leggere nei suoi pensieri-, osservai, guardando ancora una volta gli occhi incantevoli della mia piccolina.
-Forse per te è difficile da distinguere, ma è lei che ti fa vedere quello che vuole. Basta che ti sfiori e ti rende partecipe dei suoi pensieri. Per voi due, pensandoci, il discorso è un po’ diverso perché tu puoi già leggere nella sua mente, senza bisogno del suo potere…-, mi spiegò Alice, orgogliosa.
Guardai la mia bambina stupito.
-E’ così che comunica-, continuò Rose.-Ci rende partecipe dei suoi pensieri…Cosa hai visto Edward?-, chiese.
Non risposi. Jacob,era l’ultima persona che avevo visto nei pensieri di Renesmee. Mi voltai a cercarlo con lo sguardo, mentre la piccola mi mostrava la prima volta che l’aveva visto. Potevo sentire, percepire quanto bene gli volesse, quanto lo volesse per lei, lo sentisse suo. Gli voleva bene, in modo totale, e amava stare al suo fianco, tra le sue braccia. Inorridii…Jacob l’aveva presa in braccio?Lui che l’aveva sempre considerata un mostro, un abominio durante tutta la gravidanza, ora la coccolava, la faceva giocare…
-Jacob, ma che…?-, cercai di dire, senza trovare le parole per spiegare quello che era accaduto.
-Lasciami spiegare Edward…è accaduto, non volevo accadesse ma è accaduto…-, cercò di giustificarsi, in modo impacciato e con un affermazione quasi incoerente.
Ora mi stacca la testa”.
-Spiegami Jacob, perché dovrei staccarti la testa?-, chiesi ancora, stringendo Renesmee al mio petto,cercando di tranquillizzarla dal momento che stava iniziando ad agitarsi, in seguito al mio crescente nervosismo.
-E’ meglio che mi dai la piccola…-, sentii dire a Emmett.-Forse è meglio che tu e Jacob parliate soli…-, cercò di consigliare.
-No,voglio rimanere qui. E voglio tenere Renesmee…-, dissi, deciso. La mia bambina riusciva a calmarmi e finché avevo lei tra le braccia non avrei fatto del male a Jacob. Non volevo fargli del male. Non dopo tutto quello che aveva fatto per me e per Bella.
Lo vidi avvicinarsi, e mentre lo faceva, sentii Renesmee pensarlo intensamente, desiderare che Jacob la prendesse in braccio. E poi li vidi guardarsi, e capii. Erano predestinati a stare assieme. I loro occhi si cercavano, come se si conoscessero da sempre, come se non avessero aspettato altro che incontrarsi per amarsi…Strinsi ancora di più Renesmee tra le mie braccia, spaventato da quello che era accaduto. Lui non poteva ,no, lei era ancora troppo piccola, troppo…
-Tu hai avuto l’imprinting con mia figlia??-, chiesi, con voce fin troppo calma, sperando di essermi sbagliato e di aver frainteso.
Ora è davvero finita…”, pensò, abbassando il capo, annuendo.
Indietreggiai con la piccola ancora stretta su di me, mentre lei mi guardava con i suoi occhi luccicanti e dolci, sfiorandomi la guancia e pregandomi di non litigare con Jacob. Così piccola e già lo difendeva?Scossi la testa. Non potevo davvero crederci, non potevo…e non potevo neppure fare qualcosa di male a Jacob, non potevo fare una cosa simile alla mia bambina. Lei ne avrebbe sofferto immensamente, il suo piccolo cuore non avrebbe retto se le avessi portato via il suo Jacob…come già lo pensava lei.
-Dammi Nessie, Edward…si sta agitando-, intervenne Rose, sfilandomi la piccola tra le braccia. Forse aveva ragione. Dovevo starmene un po’ da solo a pensare…
-Ma come l’hai chiamata?-, chiesi, dopo un secondo di esitazione.
Se non mi ha strozzato prima, lo fa ora…”, pensò Jacob, che era fermo in mezzo alla stanza, incerto sul da farsi e aspettando una mia reazione.
-E’ un sopranome che le ha dato Jacob…a lei piace e quindi abbiamo deciso di usarlo dal momento che Renesmee è troppo difficile da pronunciare…-, mi spiegò mia sorella.
Mi girai, per uscire dalla stanza, in preda all’ira.
Non volevo fare del male a nessuno, soprattutto a Jacob. A lui dovevo molto, moltissimo, non potevo scordarlo.
-Aspetta-, lo sentii urlare.
Mi fermai immobile, senza voltarmi. Era troppo alto il rischio di attaccarlo.
-Io devo andare a parlare con Sam…-, mormorò.-Dopo quello che è successo non posso permettere che ci sia anche solo il rischio che facciano del male a Nessie…-, continuò, a bassa voce.
-Fai quello che devi fare, Jacob-, risposi, laconico, senza indugiare oltre sulla conversazione.
-Aspetta…un’altra cosa-, disse, prima di lasciarmi andare.”E’ importante…”pensò.
-Dimmi Jacob, cosa vuoi?-, chiesi in malo modo.
-Promettimi che mi lascerai spiegare con Bella. Non parlargli di questa faccenda, lascia che lo faccia io…-, chiese. “Me lo devi Edward. Ho fatto tanto per voi…”.
Mi voltai inchiodandolo con lo sguardo.
-Questo te lo concedo. Ma se trovo nella tua testa un pensiero che non mi piace su mia figlia,e ne basta uno, sappi che ti staccherò davvero la testa….a morsi-, lo minacciai.
Sai che l’imprinting non funziona così. Io voglio solo che Nessie sia al sicuro, come lo vuoi tu d’altronde”, pensò, giustificandosi.
Evitai di rispondergli e tornai a vegliare Bella. Stare al suo fianco mi avrebbe aiutato a pensare e a riflettere. Quello che aveva pensato poco prima Jacob era vero. Sapevo che voleva solo il bene di Nessie e nient’altro. Forse dovevo solo abituarmi all’idea.
E quello che vidi non appena giunsi da lei mi riempì di gioia. Il veleno aveva completamente ricucito le sue ferite, esattamente come aveva previsto Alice. Il suo corpo era bellissimo, integro, intatto.
-Alice…-, la chiamai. Arrivò subito, velocemente.
-Te l’avevo detto che avrebbe funzionato…-, trillò felice, saltando vicino alla mia spalla per darmi un bacio sulla guancia, dopo aver osservato il corpo di Bella.
-Oh, Edward…è già bellissima. Diventerà una vampira favolosa…non vedo l’ora-, disse, saltellando contenta. Già, era davvero incantevole.
-Però avrebbe bisogno di un bel bagno…-, constatò inorridita, -…e di essere vestita-, aggiunse.
-Non so se posso spostarla da qui…-, notai, pensieroso.
-Certo che puoi Edward, non succederà nulla-, sentii la voce di Carlisle assicurarmi alle mie spalle. Erano tornati.
Esme fu subito al mio fianco.
-Oh Edward, mi dispiace tanto. Abbiamo fatto più in fretta possibile-, disse tentando di scusarsi.
-Come sta?-, chiese, prendendo la mano di Bella tra le sue.-Sembra che stia funzionando. La sua temperatura corporea è molto bassa-, osservò, pensierosa. Mi avvicinai a toccare il viso di Bella. Era vero. Era molto più fredda di come l’avevo lasciata e la sua pelle era più pallida del solito.
-Sta funzionando,Edward. Hai fatto un ottimo lavoro-, mi tranquillizzò mio padre, mettendomi una mano sulla spalla.
-Vado a vedere la piccolina…-, sussurrò, impaziente Esme, lasciandomi da solo con mio padre e con Alice che si stava sforzando di vedere Bella, ma sembrava ancora lontano il momento che si svegliasse. Ma, prima di uscire definitivamente dalla stanza, mia madre si fermò, e tornò indietro.
-Dimmi mamma-, la pregai, ben sapendo che stava valutando se era il caso di dirmi una cosa o no.
-Ecco vedi…-, iniziò, appoggiando il suo capo sulla mia spalla.
-Mentre tu e Bella eravate in viaggio di nozze, abbiamo pensato di prepararvi un regalo, per voi. So che Bella non ama i regali e festeggiare i compleanni, ma tra qualche giorno è il suo e…-, disse, fermandosi, cercando il mio sguardo pensierosa.
-Ti sei data ad una altro dei tuoi progetti?-, chiesi, dopo aver sbirciato nei suoi pensieri.
-Sembra davvero una casa bellissima-, continuai, dopo aver sbirciato più attentamente.
-Credi che a Bella farà piacere?-, chiese ancora pensierosa.
-Sono certo che amerà avere un posto solo per noi-, dissi per tranquillizzarla.
-E tu Alice, non c’entri nulla?-, chiesi, vedendola gongolare sull’angolo della stanza.
-Oh, beh…diciamo che io ho procurato qualche vestitino carino per Bella…-, disse, contenta.
Qualche?Ho dovuto rivedere l’intera struttura della camera per permettere ad Alice di farci entrare tutti quei vestiti…”, pensò mia madre, lasciandomi un bacio sulla guancia. Non potei trattenere una risatina nervosa. Chissà come avrebbe preso quel regalo Bella?Ci avrei pensato in un secondo momento.
-Grazie mamma-, dissi, sincero, prima che lasciasse definitivamente la stanza.

Carlisle esaminò velocemente Bella, ascoltò il suo cuore, osservò le sue ferite ormai del tutto rimarginate.
-E’ stupefacente…davvero. Il veleno sta facendo effetto in modo molto veloce. Bella si trasformerà in molto meno tempo di noi…-, osservò, continuando a controllarla.
-Non è un problema davvero se vuoi farle un bagno. Questo non interferirà con l’azione del veleno, stai tranquillo!-, cercò di tranquillizzarmi ancora una volta mio padre.
-Ora vado a vedere come sta Renesmee.E’ stata davvero coraggiosa Bella. Non avrei mai pensato che ce l’avrebbe fatta…-, osservò, quasi commosso. Non lo pensavo neppure io. Ma Bella era fuori dall’ordinario, era speciale.
-Aspetta…-, dissi, prendendo per un braccio mio padre.-Dovresti parlare con Jacob. So che vuole affrontare Sam. Puoi occuparti tu di questo?Non ho intenzione di lasciare sola Bella per una cosa del genere-, spiegai.
Certo, non ti preoccupare figliolo”, pensò Carlisle, lasciando anche lui, nel frattempo, la stanza.
-La sistemo io se vuoi Edward-, propose Alice, accarezzandomi una spalla. –Ritorna da Nessie se vuoi-, continuò ancora continuando a fissarmi, mentre io tenevo lo sguardo fermo su Bella.
-No, ci penso io-, dissi, convinto.-Ma tu puoi procurarmi qualcosa da metterle, e poi puoi aiutarmi a vestirla-, continuai, sapendo che l’avrei fatta contenta.
-Vado subito a scegliere qualcosa-, cinguettò impaziente.-Chiamami quand’è il momento-, disse.
-Ti preparo anche l’acqua per il bagno-, continuò, mentre ormai era scomparsa dalla stanza. Sentii il rumore dell’acqua che ricadeva copiosa nella vasca, e un profumo forte, di vaniglia, invadermi le narici.

 

 

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Capitolo 34
*** Attesa(seconda parte) ***


Ciao a tutte!!Vi lascio alla seconda parte del capitolo!!Alla fine ho risposto alle vostre recensioni!!!Un maga grazie a tutti, Silvia.

Capitolo 23.Attesa(seconda parte)

-Il bagno è pronto-, strillò Alice, che era super indaffarata a pensare a quale abito poteva essere idoneo per il risveglio di Bella. Io sorrisi tra me, pensando che anche con uno straccio, Bella sarebbe stata magnifica. Mi avvicinai al lettino, e la sollevai piano, facendola aderire al mio petto. Era vero. Il suo corpo aveva cambiato temperatura;solo vicino, attorno al suo cuore, persisteva un area ancora molto calda. La sentivo respirare piano, regolare, come se stesse davvero semplicemente dormendo. L’unica cosa che potevo sperare era che non stesse soffrendo troppo.
Speravo anche che il veleno fosse intervenuto sulla spina dorsale, curando la frattura. Quella era la cosa che mi preoccupava di più. Sapevo che il nostro veleno aveva delle grandi capacità curative, ma non sapevo fino a che punto riuscisse ad intervenire.
La portai lentamente in bagno, continuando a sperare di poterla vedere presto stare bene di nuovo.
La appoggiai, piano nell’acqua tiepida e profumata, attenta a non farle male. Bella non si mosse, non si lamentò, non fece nulla. Nessun gemito, nessun sussulto. Ricordavo la trasformazione di Rose. Era stata tutt’altro che tranquilla, l’opposto di quella di Bella. Mi sedetti sul bordo della vasca e afferrai una spugna. La passai lungo le sue braccia, che sembravano molto più forti e muscolosi del solito;lungo il suo collo, osservando il punto dove l’avevo morsa, che era rimasto più bianco, rispetto al resto;lungo le sue spalle, per poi scendere vicino al suo seno dove era ancora molto evidente la cicatrice a mezza luna provocata dai denti di Renesmee;lungo il suo addome, piatto, muscoloso, bianco, senza nessun livido e nessuna cicatrice evidente. E poi ancora più giù, lungo i suoi fianchi, le sue gambe, definite e muscolose. Bella era cambiata davvero, il mio veleno la stava trasformando, rendendola del tutto simile a me.
Mi spostai sul suo viso, accarezzando quelle labbra che erano di un rosso molto più vivido del solito, ma pur sempre le sue piccole dolci labbra. Mi spostai lungo i suoi zigomi, il suo naso, fino ad arrivare ai suoi occhi, ancora chiusi, ancora intrappolati dalla furia della trasformazione.
Chissà come sarebbe stata una volta vampira?Chissà se mi avrebbe voluto ancora, se i suoi sentimenti nei miei confronti sarebbero stati gli stessi?Sapevo che ci voleva tempo, io stesso c’ero passato. Non era facile essere un neonato, convivere con quella miriade di sensazioni nuove e fortissime che l’essere vampiro portava con sé. Probabilmente avrebbe sempre avuto sete e non ci sarebbe stato spazio per me nei suoi desideri, almeno nei primi anni. Sarebbe stato difficile farlo capire anche a Renesmee. Sapevo che era forte il suo desiderio di vedere la madre, ma per il primo periodo sarebbe stato meglio mantenerla lontana da lei. La piccola aveva pur sempre un cuore che batteva e che pompava sangue…E Bella avrebbe desiderato bere sangue più di qualsiasi altra cosa al mondo.
Immerso in quei pensieri, continuai a fare il bagno a Bella. Mi versai un po’ di shampoo sulla mano, spostandomi sui suoi capelli setosi e lunghi, e massaggiandoglieli per fargli riacquistare quello splendore che avevano perso. Mi incantai spesso a guardarla…a guardare Bella, mia moglie. Era sempre stata bellissima, perfetta, ma ora aveva assunto le sembianze di un angelo…così pura ed eterea.
-Alice…-, chiamai, quando ebbi finito di lavarla. Alice si presentò subito alla porta del bagno, contenta che fosse arrivato il suo turno di prendersi cura di Bella.
-Aiutami-, dissi, sollevandola dalla vasca.-Prendi l’asciugamano…-, continuai, stringendo Bella bagnata al mio corpo.
Alice silenziosamente mi aiutò ad asciugarla e la portai nella sua camera.
-Ci penso io ora Edward. Torna da Renesmee. Ti cercava prima-, mi consigliò Alice dolcemente. Lasciai il mio angelo nelle sue mani, e tornai nel salone dove tutti erano riuniti attorno alla piccola.
Non li avevo mai visti così entusiasti, soprattutto mio padre. Sembravano tutti rapiti, ammaliati da quella bimba con i grandi occhi castani e i boccoli dorati.
Papà…”, pensò, non appena incrociò i miei occhi. Percepii Jacob irrigidirsi al mio arrivo, e allontanarsi dalla piccola.
-Non ti farò niente Jacob, per ora-, lo tranquillizzai.-Sono sicuro che dovrai vedertela con Bella, quando si sveglierà-, scherzai.
Anche peggio…”, valutò Jacob pensieroso.
-Credo di sì…-, confermai, prima di riprendere tra le braccia Renesmee.
-Cresci davvero in fretta…-, mormorai, sconvolto.
-E’ vero-,confermò mio padre.-Ho già iniziato a tenere sotto controllo la sua crescita, così avremmo un’idea dei suoi sviluppi-,continuò con tono professionale. Sì, era davvero una bambina stupefacente.
-E non sai quant’è difficile farle mangiare cibo per neonati!-, continuò mio padre.-Non ne vuole sapere-. Osservai la piccola, che, pensando a quell’intruglio schifoso che le faceva mangiare Carlisle, strinse le labbra e gli occhietti in una smorfia di puro disgusto. Risi, stringendola forte al petto. Possibile che così piccola fosse già così intelligente e determinata nelle sue scelte?
-Effettivamente Carlisle, non ha proprio un buon odore quello che gli stai cucinando-, osservai, avvicinandomi al fornello dove stava preparando qualcosa di color giallognolo e dalla consistenza grumosa.
Non metterti anche tu Edward. Altrimenti poi non lo mangerà più…”, pensò mio padre contrariato.
-Bella come sta?-, chiese Jacob, con tono colpevole.
-Sembra che il veleno stia facendo effetto-, risposi velocemente, troppo assorbito dalla mia bambina per poter dare il giusto peso alla sua domanda.
Aveva appena sbadigliato, portandosi le piccole mani a pugno, sul viso per stropicciarsi gli occhi.
Hai sonno, piccola”, pensai, iniziando a canticchiarle una ninna nanna che avevo composto mentalmente negli ultimi giorni, prima della sua nascita. Si lasciò cullare dalla mia voce e dal movimento delle mie braccia. Chiuse gli occhi e si rilassò, distendendo i suoi pensieri, che assunsero una consistenza senza forma, colorata. Avevo trovato un altro angelo che non mi sarei mai stancato di osservare dormire. Rimasi così, incantato dal suono del suo cuoricino, e dal suo respiro, finché Alice non mi chiamò.
-Edward?Bella è pronta…Vieni a vedere quanto è bella-, sentii urlare Alice dal piano di sopra.
-Dalla a me-, disse Rose, avvicinandosi per prendere la piccolina dalle mie braccia. Mi dispiaceva lasciarla sola, ma dormiva, e sperai non si accorgesse della mia assenza.
Mi precipitai da Bella e non appena la vidi ne ebbi la certezza:era un angelo. Alice le aveva messo un vestito di seta azzurro ,tenue come il colore della sua pelle. I capelli scuri, asciutti e morbidi, le ricadevano lungo il viso, lungo le spalle, terminando sopra il seno. Ero davvero senza parole, senza fiato. Avevo sempre pensato che fosse bellissima davvero, ma ora, sembrava che tutte le caratteristiche, i lineamenti che mi avevano da subito affascinato, fossero maggiormente marcati rendendola assolutamente attraente e magnifica.
Mi sedetti di nuovo a fianco a lei, e da lì non mi mossi. Passai la notte attento e vigile al suo fianco, cercando di cogliere ogni possibile miglioramento. Ma nulla cambiò. Neppure Alice riusciva ancora a vedere il suo risveglio.
-Ancora nulla?-, chiese Carlisle, che periodicamente veniva a controllare la situazione, sdoppiandosi tra Renesmee e Bella.
-Niente di nuovo-, risposi. Sempre la stessa risposta, ormai era da ore che continuavo a ripetere sempre la stessa cosa.
-Però ora non si sente più l’odore della morfina-, osservò ancora mio padre.
Dovrebbe mancare poco quindi…”.
-Già-, osservai, rispondendo sia alla sua osservazione mentale che alla sua constatazione di poco prima.
-Bella, amore, riesci a sentirmi?-, chiesi ancora una volta, ma nessun suono uscì dalle sue labbra e neppure nessun cenno mi diede conferma che l’attesa fosse quasi finita.
Provai ad insistere.
-Bella?Riesci ad aprire gli occhi?-, chiesi ancora invano, stringendole la mano. Nessun segnale. Sembrava ancora in piena balia del veleno.
Chinai il capo in preda allo sconforto. Erano passate ore, tante ore, e Bella non aveva dato più alcun segno di ripresa.
-Devo aver sbagliato qualcosa Carlisle, non è normale…Forse sono intervenuto troppo tardi…-, mi lamentai in cerca di una parola di conforto.
Ti prego Bella svegliati. Ho bisogno di te”, pensai, portando la sua mano alle mie labbra.
-No Edward. Il battito del suo cuore si è rafforzato, è vivo. Non ho mai sentito un cuore battere così durante la trasformazione-, mi tranquillizzò, appoggiandomi una mano sulla schiena.
-E la spina dorsale?-, chiesi preoccupato. Avevo la prova evidente che il veleno era riuscito a sistemare le altre ferite, ma non ero sicuro che potesse far qualcosa per la sua schiena spezzata.
-Esme era presa molto peggio di lei. Le sue lesioni erano molto più gravi. Sono certo che il veleno ha già sistemato tutto, non ti preoccupare-, continuò a rassicurarmi mio padre.
-Ma è immobile. Non si muove, respira appena. Non ho mai visto una trasformazione così tranquilla…-, continuai, liberando tutte le mie paure e le mie preoccupazioni.
-Hai fatto tutto nel modo giusto Edward. Molto più di quanto non abbia mai fatto io. Hai agito con molta più determinazione di me-, continuò Carlisle, replicando ad ogni mio timore.
-Deve soffrire molto in questo momento…-, mormorai, più a me stesso che a mio padre. Non sapevo cosa stava succedendo nel suo corpo, niente, nulla. Nessun segnale usciva da lei, dal suo corpo. Forse era meglio così, o forse no…Era difficile aspettare impotente senza sapere quanto mancava al suo risveglio.
-Può essere, ma anche no-,constatò Carlisle.-Nel suo corpo è circolata tanta morfina. Non sappiamo che effetto abbia avuto sulla trasformazione. Può essere che non stia soffrendo, che non abbia sofferto-.
Strinsi ancora di più la mano di Bella sulle mie labbra. Speravo davvero che la morfina non le avesse fatto patire la pena che avevo dovuto subire io. Non potevo sopportare il pensiero che Bella fosse in agonia.
-Bella, amore scusami. Ti prego perdonami-, mormorai chiudendo gli occhi, abbassando il capo e baciando la sua mano.
Edward io torno da Nessie. Jacob e Rose stanno litigando di nuovo per darle da mangiare. Vuoi venire tu?”, chiese mio padre,cercando di distogliere l’attenzione dal mio dolore.
-No, voglio stare qui con Bella. Si arrangeranno, troveranno una soluzione-, risposi. Ci mancava solo che dovessi fare da tramite tra Rose e Jacob.
-E’ davvero una situazione paradossale. Non pensavo che potesse accadere una cosa del genere…-, continuò Carlisle, chiaramente riferendosi all’impriting di Jacob con mia figlia. Solo a pensarci avrei davvero staccato la testa a Jacob, ma ero certo che ci avrebbe pensato Bella al suo risveglio.
-Non è il caso di parlarne ora. Ci penserò…ci penserò assieme a Bella-, spiegai, stringendo forte la sua mano sul mio petto.
Forza amore, ti prego resisti”.
-Sono sicuro che riusciremo a tenere a bada Rose e Jacob fino al suo risveglio -,disse ancora, quasi divertito, Carlisle.
Sospirai. Non potevo crederci che Rose e Jacob continuassero ad accanirsi ancora l’uno sull’altro.
-A me sembra stupido il comportamento di entrambi. Non capisco questa rivalità per prendersi le attenzioni di Nessie. Comunque, per ora, non ho voglia di pensarci-, mormorai, ancora.
-Sono davvero curioso di vedere la reazione di Bella-, continuò mio padre, sogghignando.
Vidi nei suoi pensieri Bella attaccare Jacob e ridacchiai anch’io.
-Sono certo che Bella saprà stupirmi, come al suo solito-, osservai.
-Prima ha chiamato Charlie-,disse mio padre, cambiando il tono della conversazione.-Ha parlato Esme con lui. Non sapevamo come giustificare il fatto che Bella non potesse parlargli, e gli abbiamo detto che è all’ospedale di Atlanta, per fare dei test…-, disse mesto.-Ha voluto il numero, per mettersi in contatto con lei, e ovviamente abbiamo dovuto dargli il numero sbagliato-, continuò. Povero Charlie!Non poteva sapere che molto probabilmente non avrebbe più visto né sentito la figlia.
Annuii. Non sapevo cosa dire. Avrei trovato una soluzione con Bella al suo risveglio, anche se non vedevo molte alternative se non andarcene da Forks, facendo perdere le nostre tracce.
-Alice ha visto che ritelefonerà. Sarà difficile tenerlo lontano a lungo. Appena Bella si sveglia sarà bene partire-, constatò mio padre, arrivando alla mia stessa unica soluzione.
Annuii di nuovo, alzando il capo per guardarlo comprensivo.
-E un’altra cosa. Ho parlato con Sam. Abbiamo ristipulato il patto-, disse.
-Mi dispiace di non averti aiutato-, dissi. ”Non ti preoccupare Edward”, pensò, come sempre comprensivo.
-Sam e Jacob sono riusciti a trovare un accordo. Ovviamente la piccola Nessie non si tocca, in quanto soggetto dell’impriting di Jacob. Inoltre Sam ha accettato la trasformazione di Bella, perche Jacob, in qualità di vero alfa, ha dato il consenso-, mi spiegò.
-Per fortuna si è risolto tutto-, constatai, sollevato dalla consapevolezza che non avrei dovuto temere un possibile attacco del branco di Sam.
Beh,vado a sedare la rissa imminente”,pensò, scherzando di nuovo mio padre, e cercando di smorzare il clima pesante che si era creato.
Rimasi solo di nuovo a vegliare Bella. Continuai a sussurrarle per tutto il tempo, come una litania,quanto mi dispiaceva per quello che le avevo fatto passare, quando sentii dei passi alle mie spalle.
Era Alice, che forse aveva una buona visione per me.
-Riesci a vederla?-, chiesi impaziente.
-Sì, molto chiaramente-, rispose soddisfatta. E ora potevo vederla anch’io ,attraverso i suoi pensieri, in tutta la sua maestosità e bellezza, tipica dei vampiri.
Ormai ogni preoccupazione di aver fatto qualcosa di sbagliato era sparita, sostituita da un desiderio inaudito di vederla.
Sentii Alice sospirare alle mie spalle. Non le avevo ancora parlato, ma dai suoi pensieri avevo intuito quanto fosse amareggiata nel non poter aver nessuna visione sul futuro della mia bambina.
-Ancora triste?-, chiesi, ben sapendo a cosa mi riferissi.
-Edward, non me lo ricordare. Odio non vedere il futuro di Nessie-, sbuffò, sedendosi sul bordo del letto.
-Alice, ti prego, concentrati e fammi vedere ancora Bella-, la pregai. Chiuse gli occhi e la rividi:Bella vampira. Non potevo ancora crederci.
-Sta davvero migliorando, sempre di più-, sospirai,allietato dalla visione di Alice.
-Senza dubbio-, mormorò soddisfatta.
-Oddio…qualche ora fa non vedevi nulla-, dissi, con tutta l’intenzione di prenderla in giro.
-Finchè c’era Nessie non riuscivo a vederla completamente, le mie visioni erano piene di buchi neri. Ora è tutto molto più chiaro-, si giustificò.
-Riesci a farmela vedere ancora?Più nitidamente?-, chiesi,insistente e curioso come un bambino. Quando la vidi stringere gli occhi in segno di concentrazione cominciai a frugare nella sua mente, in cerca, nuovamente, della visione su Bella.
-Non hai un briciolo di pazienza…-, sospirò. -Aspetta…-.
E la vidi di nuovo. La sua espressione era smarrita, sulla difensiva. Non sarebbe stato facile per lei essere una neonata. Avrebbe avuto bisogno dell’aiuto di tutti noi.
-Alice, grazie davvero-, dissi ormai rasserenato dal fatto che il momento più difficile sembrava essere passato.
-Hai visto? Sarà bellissima…-, chiese ancora Alice, sporgendosi verso Bella e accarezzandole la guancia.
-E’ sempre bellissima-, risposi laconico.
-Sì, Edward è vero…-, sbuffò Alice, dopo la mia ennesima replica alle sue affermazioni.-Ma guardala…Hai capito cosa voglio dire, no?-, disse, prima di lasciare felice la stanza.
Manca poco…”, pensò, fermandosi sullo stipite della porta per sorridermi. Non potei fare a meno di ricambiare quel sorriso contagioso che aveva invaso il suo viso. Sì, mancava poco e poi avrei potuto nuovamente godere della presenza di Bella al mio fianco. Era l’unica cosa che volevo. Non sapevo come si sarebbe svegliata:spaventata, affamata, arrabbiata…sarei sempre rimasto al suo fianco aiutandola a trovare quell’equilibrio che per la mia famiglia era difficile trovare, dovendo vincere quotidianamente con l’istinto primario di nutrirci di sangue umano.
Ad un tratto sentii il battito del cuore di Bella farsi più frenetico, martellante.
Chiamai Carlisle, spaventato da quell’improvviso cambio di ritmo. Lui sarebbe stato in grado di darmi una spiegazione.
Che c’è?”, pensò entrando velocemente nella stanza.
-Senti-, dissi. Ascoltò per pochi secondi le pulsazioni forsennate del cuore di Bella. Poi si aprì in un sorriso.
-Bene. Siamo alla fine ormai. Bella sta per svegliarsi-, mormorò, stringendo forte la mia spalla.

Sentii altri passi leggeri nella stanza.
Sapevo che mancava poco…”. Il pensiero di Alice entrò euforico nella mia mente. Possibile che mi sentissi agitato, impacciato, come se stessi per incontrare Bella per la prima volta?
-Lo vado a dire agli altri. Dico a Rose di tenere Nessie…-.Non lasciai terminare la frase ad Alice.
-…lontana-, mi affrettai a dire. Mi dispiaceva sul serio non permettere a Bella di vedere sua figlia, ma avevo bisogno di essere sicuro che non le avrebbe fatto nulla di male. E non ero certo che i suoi desideri amplificati di neonata permettessero di resistere al richiamo del sangue, seppur di sua figlia.
Sentii le sue dita stringersi attorno alla mia mano. Mi emozionai a quella stretta.
-Amore, Bella?Mi senti?-, chiesi, cercando di tranquillizzarla il più possibile. Chissà se riconosceva la mia voce?
-Io vado. Porto su Nessie e Jacob…-, mormorò di nuovo Alice prima di sparire. Dubitavo che Bella, per quanto assetata, avrebbe desiderato il sangue di Jacob, ma forse la piccola sarebbe stata più tranquilla con lui a fianco. Cercai i pensieri di Nessie. Come temevo era spaventata:aveva intuito che stava accadendo qualcosa di importante, e continuava a chiedere a Jacob il motivo di tanta agitazione. Avrei tanto voluto in quel momento avere anche il dono dell’ubiquità, per poter essere sia con Bella che con Nessie in quel momento.
Il cuore di Bella, se possibile, accelerò il suo ritmo ancora più di prima. Guardai Carlisle preoccupato.”E’ tutto normale Edward. E’ questione di attimi e poi aprirà gli occhi”.Continuai a stringerle ed accarezzarle la mano per tranquillizzarla, anche se esteriormente non dava alcun segno di agitazione. Ero esterrefatto dall’andamento della sua trasformazione:niente urli, nessuna imprecazione, nessun movimento…nulla, come se tutto si fosse svolto pacificamente. O almeno questo era quello che era parso ai miei occhi. Non sapevo se e quanto Bella avesse sofferto.
Sentii il suo cuore rallentare, lentamente, cercando di trovare quella pace che negli ultimi minuti gli era mancata…rallentava sempre di più, in accordo con il respiro di Bella. Poi ad un tratto…silenzio. Il suo cuore cessò di battere e con lui il suo respiro. E due grandi occhi rossi si aprirono, rivedendo la luce.

 

 

Linda88:grazie mille davvero!!!Cercherò di scrivere al più presto i prossimi capitoli!!Un bacio, Silvia.

Goten:sono davvero felice di emozionarti, davvero tanto!!!Spero di continuare a farlo fino alla fine!!Un bacio, Silvia

Francycullen:grazie tesoro!!!Manca pochissimo al risveglio!!!Un bacio, silvia

KissyKikka:grazie mille!!Sì, non sapevo neppure io in verità come far reagire Edward, ma da BD originale sembra che lui confidi nella reazione di Bella, che non tarderà ad arrivare!!Grazie davvero, Silvia.

Tettra:ti lascio la seconda parte del capitolo, dove già Edward nota un po’ di cambiamenti!!Al più presto vi posterò anche il nuovo capitolo!!!Grazie davvero di leggere sempre e commentare!!!Un bacio, silvia.

Lithium80:grazie mille di aver commentato, e non ti preoccupare se non l’hai fatto prima!!Ora ti lascio il seguito, spero ti piaccia quanto la prima parte. Sono davvero, davvero felice che la mia interpretazione di Edward ti piaccia!!!Grazie ancora per tutto:leggere e commentare. Un bacio, silvia

Marika BD:grazie mille tesoro!!!

Theangelsee69:oddio…mi fai arrossire!!!E’ un onore essere la scrittrice preferita di qualcuno!!!No so se sarei in grado di essere una scrittrice per professione:non sarei capace, credo, di creare dei personaggi come quelli che ha saputo regalarci la Meyer!!Io ci ricamo solo intorno, ma la grande è lei!!!Comunque grazie del consiglio, anche se credo che continuerò a farlo per piacere personale…i miei studi sono rivolti in tutt’altra direzione!!!Grazie ancora per i complimenti, un bacio!!

Naog94:grazie mille, sono davvero felice che ti piaccia!!!

Tede:Grazie mille!!Sono felice che ti piaccia come ho descritto Nessie!!!Continuerò al più presto!!Un bacio, Silvia

Antonya:grazie mille per i bellissimi complimenti!!Sono felice di farti emozionare e spero di continuare a farlo!!

Elfa sognatrice:sono felice che ti piaccia come ho descritto la reazione di Edward all’impriting. Anche perché, secondo me, Edward, più di chiunque altro, si rende conto che non può farci nulla…è successo, e non servirebbe a nulla arrabbiarsi o altro con Jacob, anche perché farebbe soffrire la piccolina!!sono felice che il capitolo ti piaccia, non sai quanto questo mi renda felice!Un bacio, silvia.

Bellas:ciao!sì, forse un ringhio ci sarebbe stato…ma  ho pensato che non era al pieno delle sue forze!Troppi avvenimenti in un colpo solo, anche per un vampiro come Edward!!Sai, non so se hai visto, ma ho preso in considerazione il tuo commento del capitolo scorso, e ho un po’ smorzato il linguaggio di Edward. Rileggendolo forse mi ero fatta prendere un po’ la mano, e ho sostituito alcune imprecazioni con altre più adatte per Edward!!Grazie per avermelo fatto notare!!!Grazie mille anche per leggere e commentare. Un bacio, silvia.

 

 

 

 

 

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Capitolo 35
*** Extra:Isola Esme(Bella) ***


Avvolta dalle braccia di Edward ogni paura era scomparsa

Ciao ragazze!!Vi lascio questa cosa che ho scritto un po’ di tempo fa, subito dopo aver scritto il punto di vista di Edward…Lo metto come appendice…tanto per allegerire un po’ l’attesa del prossimo capitolo!Spero vi faccia piacere leggerlo!!Grazie a tutte!!Un bacio, Silvia

 

Isola Esme-Bella

Avvolta dalle braccia di Edward ogni paura era scomparsa .

Eravamo nati per stare insieme. Non smisi di fissare i suoi occhi , rapita dalla loro profondità ed intensità. Sollevò le nostri mani intrecciate  e mi accarezzò la guancia con il dorso della sua  mano, ricambiando il mio sguardo. Non so per quanto tempo rimanemmo a fissarci, perdendoci l’uno nell’altra. Non c’era fretta nei suoi gesti, nessuna impazienza. E neppure nei miei, sebbene avessi desiderato per molto tempo quel momento, non c’era urgenza di affrettare le cose o di concludere. Ogni momento era magico, ed Edward riusciva a farmelo vivere con un intensità tale che a fatica riuscivo a contenere il mio cuore nel petto.

Ma dai suoi occhi intravedevo anche tanta paura. Paura, che non aveva mai nascosto di provare, verso questo momento. Ma ero altrettanto sicura che non mi avrebbe mai fatto del male, perlomeno volontariamente. Appoggiò lentamente le sue fredde labbra sulle mie, affondando le sue mani tra i miei capelli per attirarmi maggiormente a lui.

Solo questo era molto di più di quanto mi avesse mai concesso. Potevo sentire il suo corpo marmoreo aderire al mio e, se non mi avesse tenuta così stretta a lui, sicuramente le mie gambe avrebbero ceduto. Stavo perdendo il controllo, ma dovevo dare un’altra possibilità ad Edward. Non riuscivo a dimenticare i suoi occhi profondi e angosciati e non volevo che per lui fosse troppo difficile accontentare le mie “pulsioni” umane.

Con tutta la forza che mi era rimasta mi allontanai da lui, scostandomi leggermente dal suo corpo, e lo guardai nuovamente, rimmergendomi nei suoi grandi occhi neri, striati d’argento. Ricambiò il mio sguardo e sorrise, riavvicinandomi a lui, senza permettermi di parlare. Le sue dita percossero la mia schiena, lentamente, scendendo lungo le mie cosce, per poi risalire e quando arrivò ai miei fianchi le sue grandi mani mi sollevarono, avvicinando il mio volto al suo. A quel punto ogni mia buona intenzione di rendergli tutto più facile era svanita. Sospirai, ansimando, al tocco delle sue dita sul mio bacino e le mie gambe si avvolsero a lui, incapaci di stare lontano dal suo corpo. Affondai le labbra sul suo collo, vergognandomi improvvisamente della mia reazione e convinta che mi avrebbe allontanata.

Non so come, in un ultimo sprazzo di lucidità rimasta, trovai la forza di sussurrargli: -Anche tu dimmi se faccio qualcosa che non va!Non voglio che sia troppo difficile o troppo doloroso per te-. Mi aveva frenato così tante volte che non sapevo se i miei gesti potevano dargli problemi. Ma Edward non rispose. Non sembrò minimamente far caso alle mie parole e cominciò ad accarezzarmi ovunque, lentamente.

A quel punto mi abbandonai inerme a lui:avevo fatto del mio meglio per aiutarlo, ma da quel momento in poi non avrei più avuto una volontà propria.

Quindi mi lasciai andare, affondando le mie mani sui suoi capelli, godendo delle sue carezze. Ma le mie mani non resistettero a lungo, e seguirono l’esempio delle sue, iniziando ad esplorare il freddo miracolo del suo corpo. Scesi lentamente, seguendo con i polpastrelli la linea sinuosa del suo collo, delle sue spalle muscolose e della sua schiena. Potevo sentirlo contrarsi e rabbrividire e questo non fece altro che aumentare il battito del mio cuore e l’intensità della mia eccitazione.

Edward non smetteva di accarezzarmi e non riuscivo a capacitarmi di come riuscisse a farmi sentire tante emozioni nello stesso tempo.

Si staccò leggermente da me, guardandomi con occhi eccitati ed accesi. Sfiorò le sue labbra fredde sulle mie, ma per troppo poco, perché continuarono il loro cammino giù verso la mia mascella, il mio collo fino a fermarsi sulle spalle.

Lì si soffermò ad annusare il mio profumo e per un breve attimo pensai volesse interrompere il suo cammino. Ma non mi deluse e sposto le sue labbra più giù, fino ad incontrare l’incavo del mio seno. Non ero abituata a ricevere certe “attenzioni” da Edward. Un improvviso calore invase il mio corpo, che ormai non rispondeva più ai miei comandi ma solo ai suoi. Inarcai la schiena all’indietro,allontanando il mio petto dal suo, permettendogli di baciarmi con più facilità ma allo stesso tempo avvicinai il mio bacino al suo, agognando quel contatto col suo corpo che era venuto a mancare.

Avevo perso ogni controllo:non riuscivo a controllare i gemiti di piacere che uscivano dalle mie labbra, alimentati dagli stessi sospiri e gemiti che scuotevano anche Edward.

Sentii le sue labbra staccarsi da me, ma non osai aprire gli occhi. Immaginai che mi stesse guardando e avvampai di rossore al pensiero.

Ritornò di fretta alla mia bocca e io mi aggrappai alle sue labbra, soffermandomi ad assaporare il delizioso sapore che portavano con sé.

Edward a quel punto fece un gesto che andava molto al di là delle mie aspettative:la sua lingua tracciò il contorno delle mie labbra mandandomi sull’orlo della frenesia.

Rimasi immobile, godendo di quell’ultimo atto di piacere mentre mi portava fuori dall’acqua e mi adagiava tra le candide lenzuola del letto.

Si allontanò per guardarmi…nuda. Potevo sentire i suoi occhi carichi di desiderio indugiare sul mio corpo e mi aggrappai alle sue spalle attirandolo sopra di me per mettere fine a quella lenta, ma piacevolissima tortura.

-E’ già finito il bagno?-, chiesi divertita al suo orecchio per stuzzicarlo un po’.

-Volevi continuare ancora un po’?-, chiese, stupito.

-No, certo che no-, risposi, mentre percorrevo il suo petto marmoreo con le labbra.

A quel punto Edward decise che voleva farmi impazzire sul serio, e percorse ogni centimetro del mio corpo con la sua lingua, indugiando su “zone” particolarmente sensibili. Poteva farmi quello che voleva, ormai ero soggiogata dalle sue attenzioni.

Avevo perso ogni controllo, e tra un gemito e l’altro lo pregavo di continuare, impaziente di poter sentire nuovamente le sue labbra sulla mia pelle.

Quando risalì, per incontrare nuovamente i miei occhi, capii che era pronto e che era arrivato il momento. Si sistemò meglio su di me,facendo aderire il suo bacino al mio, mi prese una mano tra le sue intrecciando le dita e portandole di fianco al mio viso. Appoggiò la sua guancia fredda alla mia ed entrò, piano.

-Dimmi se ti faccio male-, sussurrò al mio orecchio, accarezzandomi con il pollice il viso.

Non risposi, ma appoggiai la mano libera alla base della sua schiena, guidando i suoi movimenti. Potevo sentire i suoi occhi fissare il mio volto in attesa di un’espressione di dolore che non tardò ad arrivare.

-Vuoi che mi fermo?-, chiese dolcemente. Mai e poi mai avrei rinunciato a quelle sensazioni.

-Oh, no Edward, ti prego continua. E’normale, basta che fai piano-, e lo spinsi nuovamente verso di me.

Il dolore che provavo era nulla in confronto al piacere che mi dava sentirlo dentro di me e affondare nel mio corpo.

Come poteva aver solo pensato di potermi fare del male?Non avevo mai sperato in qualcosa di più delicato e dolce di lui. Desideravo sentirlo più vicino a me e lo pregai di stringermi più forte, mentre lui pronunciava ansimando il mio nome. Quando  il piacere arrivò al culmine Edward mi alzò verso di lui, facendomi aggrappare alla sua spalla. Affondai le mie unghie sulla sua schiena e le labbra sul suo collo, abbandonandomi al piacere dei nostri corpi uniti assieme. Infine, ricademmo ansimanti sul letto, ancora abbracciati.

Mi sistemai al suo fianco, appoggiando la testa sul suo petto, appagata e felice, e mi lasciai trasportare dalla stanchezza che quell’atto d’amore aveva portato con sé.

 

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Capitolo 36
*** Nuova ***


Ciao ragazze!!!Ho fatto presto questa volta a scrivere un nuovo capitolo e ve lo posto(anche se io non sono troppo soddisfatta…)!!Poi…il capitolo dal punto di vista di Bella non l’ho postato prima perché mi ero scordata di averlo scritto…semplicemente!!!Spero di non avervi fatto fare confusione!!!Beh…vi lascio al capitolo!!Un bacio, Silvia!

Capitolo 24. Nuova
Non si mosse. Non respirò. Ma i suoi occhi aperti osservarono con intensità il soffitto. Cosa stava guardando?Doveva essere tutto molto strano per lei. Ora i suoi sensi erano molto, molto più sviluppati di prima e poteva percepire sfumature, colori, suoni, prima impossibili.
Sono qui con te”, pensai. Avrei voluto accarezzare, toccare quel viso che mi sembrava spaventato, turbato. Dirle che era quasi tutto come prima;che io ero lì, come sempre, per lei.
Ma temevo di spaventarla, più di quanto non lo fosse già.
Le strinsi la mano, cercando di rassicurarla. I suoi occhi si immobilizzarono, fissi. Sembrava essere turbata da quella stretta, da quel tocco. Come se non lo riconoscesse, come se non fosse quello che si aspettava. E probabilmente era così. Lei ricordava la mia pelle dura e fredda, ma ora, che anche la sua era esattamente così, come la mia, mi percepiva in modo diverso.
E improvvisamente scattò velocemente lontano da me, addossandosi completamente alla parete, in posizione di difesa. Era davvero agile e veloce. Difficile pensare in quei termini di Bella, la mia Bella, che difficilmente, da umana, sarebbe riuscita a fare una cosa del genere senza, come minimo, rompersi una gamba. Cercai di non ridere a quel pensiero, non mi sembrava il momento adatto per lasciarmi prendere dall’ilarità.
Fai piano Edward…Aspetta, lascia che prenda confidenza con l’ambiente”, pensò Carlisle, che insieme con i miei fratelli, era vicino alla porta, pronto ad aiutarmi in caso di reazioni incontrollate di Bella.
Era ora che si svegliasse…Com’è bella!!!”, pensò, Alice, canticchiando tra sé.
Bella si era leggermente rilassata,abbassando la guardia, senza però alzarsi; rimaneva accovacciata, in posizione di attacco. E teneva gli occhi fissi su di me. Mi guardava.
Sono io amore, Edward”, avrei voluto dirle, ma volevo aspettare che fosse lei a fare il primo passo verso di me. Potevano essere successe mille cose durante la trasformazione. Poteva essersi resa conto che l’avevo fatta soffrire come non mai, che l’avevo condannata ad un esistenza eterna senza i suoi affetti umani…poteva aver cambiato idea su un sacco di cose, soprattutto su di me.
I suoi occhi, rossi accesi, non smettevano di fissarmi, di osservarmi. La fissai anch’io, e mi accorsi che non emanavano timore, paura, rabbia, rancore…no, mi stava studiando, come se mi stesse vedendo per la prima volta. Poi lentamente, la vidi spostare i suoi occhi oltre me, sulla porta, dove c’erano Emmett, Jasper, Alice e Carlisle.
Aveva ragione mio padre. Stava studiando la situazione, come un animale. Non dovevo scordare che ora Bella era del tutto simile a me, solo con i sensi molto più sensibile e una forza che, molto probabilmente, era il doppio della mia.
Il suo sguardo si muoveva velocemente, vagliando attentamente ogni piccolo dettaglio.
Tornò a guardare me. Piegò la testa di lato,e si alzò lentamente, senza smettere di fissarmi.
Sembrava aver capito che nessuno voleva farle del male. Feci il giro del lettino, dov’era stata distesa durante tutta la trasformazione, per avvicinarmi a lei. Rimase immobile, continuando a guardarmi quasi incantata.
-Bella, amore?-, chiesi, sperando che mi riconoscesse.”Sono io va tutto bene”, pensai, cercando di tranquillizzarla con lo sguardo.
Non rispose ancora. Sembrava imbambolata, ipnotizzata da qualcosa…
-Tesoro...Ora sei un po’ confusa…stai tranquilla-, cercai di dire, sperando che mi rispondesse.
Che c’è amore?A che pensi?”.Avrei voluto aiutarla in qualche modo. Sembrava davvero un piccolo cucciolo, spaesato e indifeso. Probabilmente aveva sete, e non sapeva capire quella nuova sensazione che albergava in lei. O probabilmente era solo confusa, dalla miriade di suoni, odori, cose nuove che non era solita percepire.
Mi sarebbe piaciuto sapere a cosa stava pensando e, in realtà, avevo sperato che, dopo la trasformazione, la sua mente si sarebbe finalmente aperta a me. Ma nulla. Era, come sempre, inaccessibile.
Feci l’ultimo passo che mi divideva da lei, e le accarezzai, lentamente, dolcemente la guancia. La vidi turbata, come se avessi fatto qualcosa che non andava. Osservò me, il mio viso, per poi spostare i suoi occhi sulla mia mano, che continuava ad accarezzarla.
Che c’è?Cosa provi amore?”, avrei voluto chiederle ancora. Non lo feci. E non lo feci perché ero emozionato, impacciato, quasi peggio della prima volta che l’avevo baciata, o che avevamo fatto l’amore. Toccarla…era da tanto che non desideravo Bella in quel modo. O meglio, l’avevo sempre desiderata tanto, ma mi sembrava sbagliato fare certi pensieri… prima. Avevo sempre timore di farle male, di non essere in grado di fermarmi, di perdere il controllo. E durante la gravidanza era stato ancora peggio. Troppo preso, spaventato, preoccupato per quello che avevo fatto a lei, a Bella, mi ero spesso odiato per aver fatto il patto, e aver deciso di fare l’amore con lei, ancora umana.
Ora invece, che tutto sembrava essersi sistemato,mi sembrava naturale tornare a desiderarla, tanto, sempre, come un uomo, come un marito. E mentre l’accarezzavo, sembrava che anche lei percepisse quella scossa elettrica, emozionante, eccitante che aveva invaso il mio corpo, bruciando le mie vene, e concentrandosi nello stomaco. Avrei addirittura giurato di sentirla tremare al mio tocco…Ma non poteva essere. Sapevo che i vampiri neonati non avevano quel tipo di pensieri, quel tipo di “appetiti”…troppo presi a combattere con quello della sete.
Eppure…eppure sentivo i suoi occhi guardarmi, fissarmi e avrei giurato che quegli occhi fossero carichi di desiderio…per me. Con un espressione stupita sul volto, continuai ad osservarla, in attesa che parlasse.
Poi successe l’inaspettato.
Bella si gettò completamente su di me, abbracciandomi stretto.
Oddio se è forte”, pensai, stritolato dalla sua stretta e allo stesso tempo compiaciuto e piacevolmente stupito del gesto. Non potevo crederci…tra tutte le cose che avevo immaginato, quella era davvero la più lontana dalle mie aspettative. La sentii annusarmi, respirarmi, prima di appoggiare la guancia contro il mio petto…troppo forte.
Mi allontanai lentamente, cercando di essere gentile. Era lei, era la mia Bella e questo mi rendeva euforico e contento. E mi voleva ancora…l’unico problema era che era parecchio più forte di me e forse, era il caso di ricordaglielo.
Mi pentii subito di essermi allontanato, osservando il suo viso diventare pensieroso, triste e confuso.
-Piano Bella, se più forte di me amore, ora-, mi affrettai a dire, cercando di tranquillizzarla.
Ti voglio Bella…non temere”, pensai, osservando ancora i suoi occhi spaesati osservarmi.
-Scusa…-, mormorò, abbassando il capo, e ritirandosi da me, incrociando le braccia dietro la schiena.
Farete scintille…”,pensò Emmett sghignazzando, tirando fuori un pensiero malizioso e inopportuno come al suo solito.
Sorrisi a Bella, tentando di rassicurarla. Era davvero dispiaciuta.
-Tranquilla amore, basta che fai più attenzione. Ora tocca a te…-, osservai, accarezzandole la bocca, schiusa in una smorfia colpevole. Quelle labbra…erano così morbide, vellutate, invitanti…Risollevò gli occhi su di me, osservandomi ancora. C’erano tante cose che doveva conoscere, metabolizzare, accettare. Le accarezzai la guancia di nuovo, comprensivo, capendo che aveva bisogno di calma per abituarsi a quella nuova vita.
Non parlò più, ma continuò a fissarmi, riflessiva, pensierosa. Sembrava quasi che cercasse il coraggio, o le parole giuste per dire qualcosa. O forse no. Forse era solo confusa, dalle troppo emozioni che erano nate in lei improvvisamente.
E poi decisa, ma delicata, mi toccò la guancia. Sussultai, stupito da quell’improvviso gesto. E la fissai. Ero emozionato, turbato, scosso…e innamorato. Innamorato di lei, di Bella, che come sempre sapeva stupirmi regalandomi sensazioni, emozioni uniche e rare.
Ci fissammo negli occhi, immergendoci uno nell’altro, dimenticando il resto.
-Ti amo, Edward-, disse, con voce delicata e melodiosa.
E in quel momento non potevo sentirmi più felice. Non c’era più niente, più nessuno attorno a noi. Solo io, Bella e il nostro amore. Le sorrisi, incapace di trovare un modo efficace di esprimerle il mio amore.
-Ti amo anch’io, Bella-, risposi, con voce rotta dall’emozione, sapendo che non avrei mai trovato il modo, o le parole per farle capire quanto fosse indispensabile per me.
Le presi il volto tra le mani, pensando a quanto fosse infinitamente bella, e lentamente avvicinai le sue labbra alle mie. Le sfiorai lentamente, beandomi della loro morbidezza e del loro sapore. Ora non dovevo più fare attenzione, stare attento a non perdere il controllo. Ora potevo perderlo…
E le accarezzai piano le labbra con la lingua,labbra che socchiuse piano, permettendomi di approfondire il bacio, come non avevo mai fatto prima. Portò una mano tra i miei capelli, e premette il suo corpo contro il mio cercandomi freneticamente. I nostri respiri si fecero più affannati, sempre di più, seguendo il ritmo del bacio che ci stavamo scambiando. Io ormai non capivo più nulla. Se fosse stato per me sarei sparito con lei, immediatamenta, a fare l’amore per giorni. Non mi ricordavo neppure che ci fosse qualcun altro ad osservarci. Ma troppo presto,Emmett si schiarì la gola, ricordandoci che non eravamo soli. Mi staccai malvolentieri dalle sue labbra,e appoggiai la fronte alla sua. Era ancora mia, era ancora la mia Bella. I suoi sentimenti nei miei confronti non erano cambiati, anzi…
Bella mi fissò per un istante negli occhi, prima allontanarsi da me. Io feci altrettanto, mettendomi al suo fianco e ridacchiando nervosamente…la volevo...tanto. La sentii respirare a fondo, in cerca nuovamente del controllo, che avevamo rischiato di perdere un secondo prima. Io facevo fatica a riprendermi, troppo sconvolto da quel bacio che ci eravamo appena scambiato. Dopottutto…era il nostro primo vero bacio…di quel genere perlomeno.
-Ti sei divertito a tenermi nascosto una cosa del genere?-, chiese, sorridendomi compiaciuta, giocherellando con le dita della mia mano, che ricadeva vicino al suo fianco.
Sorrisi alla sua domanda, finalmente libero, svuotato da tutti quei pensieri che mi avevano aflitto fino a quel momento. Ora sembrava tutto davvero perfetto.
-Beh…prima c’era il rischio che perdessi il controllo e ti facessi del male,ora tocca a te stare attenta…-, mormorai, vicino al suo collo, respirando il suo profumo.
Mi guardò con aria di nuovo pensierosa, mentre io la osservavo divertito.
L’ho detto io che farete scintille…”, pensò ancora Emmett, spostandosi per lasciare passare mio padre.
-Come va Bella?-, chiese, avvicinandosi a lei, e osservandola con aria professionale.
Sembra tranquilla…”, pensò, leggermente stupito.
-Un po’ confusa. E’ tutto così strano, diverso…tanto…-, disse, interrompendosi subito, distratta da qualcosa che non capii.
-E’ normale Bella. All’inizio può essere fastidioso, ma presto diventerà tutto più semplice-, cercò di spiegare mio padre, tentando di tranquillizzarla.
Io non smettevo di osservarla, raccogliendo ogni sua reazione.
Annuii velocemente all’osservazione di mio padre.
-Sì, ma a parte quello sono io…è una cosa che non mi aspettavo-, osservò stupita.
Mi faceva piacere sapere che la trasformazione non l’aveva sconvolta completamente. La abbracciai, stingendola al mio fianco, sollevato.
-Sono felice-, mormorai al suo orecchio.
E’ davvero controllata”, pensò mio padre.
-E’ davvero stupefacente-, disse, esprimendo ad alta voce il pensiero di poco prima.-Sei molto tranquilla, pacata. Non me l’aspettavo-. Era vero, aveva ragione. Io non sapevo cosa aspettarmi, ma le reazioni al suo risveglio erano completamente in linea con la tranquillità con cui si era svolta la trasformazione.
-Non proprio-, ribatté Bella, probabilmente riferendosi alla reazione di difesa che aveva avuto al suo risveglio.
Non direi Bella, sei proprio controllata invece”, continuò a pensare mio padre.
-E dimmi:cosa ti ricordi della trasformazione?Da quello che ho visto, sembra che la morfina ti abbia aiutata…-, osservò, cercando chiaramente una conferma da Bella. Io mi irrigidii a quella domanda. Era quello che più temevo sapere. Attesi una sua risposta, sperando che non ammettesse di aver sofferto troppo.
-Non ricordo molto. Era tutto confuso…-, disse, scuotendo la testa come per riordinare i suoi pensieri.-Ricordo che la bambina non respirava…-, concluse spaventata, cercando il mio sguardo. Voleva informazione su Renesmee, la nostra piccola.
Strinsi il mio braccio attorno a lei.-Renesmee sta bene tesoro. E’ bellissima…-, mormorai, commuovendomi delle mie stesse parole. Non mi sembrava vero che fossimo genitori e che potessi vivere quell’esperienza con lei.
-Ma continua il tuo racconto-, dissi, esortandola a raccontare della trasformazione.-Cosa ricordi ancora?-, chiesi.
Mi osservò a lungo prima di rispondere. Sembrava cercare le parole esatte…
-In realtà non ricordo molto. Mi è sembrato di dormire per tutto il tempo…-, disse.-E quando ho aperto gli occhi, ero così…-,concluse, abbassando gli occhi. Mi sembrava strano che non avesse provato dolore, nulla, ma era possibile. La morfina forse aveva funzionato davvero, e Carlisle sembrava pensarla allo stesso modo.
-Davvero stupefacente-, mormorò mio padre, curioso e stupito come poche volte l’avevo visto.
-Devi ripensare a tutto quello che è successo, e ricordare ciò che puoi…-, insistette ancora, eccitato. Osservai Bella che annuii mogia, senza aggiungere altro. Temevo che non volesse raccontare nulla in mia presenza. Probabilmente aveva sofferto molto e non voleva darmi anche quella pena. Le avrei parlato con calma, in un altro momento, per conoscere la verità di quei momenti.
-Oh, scusa Bella-, intervenne mio padre, fraintendendo il suo silenzio.-Avrai sicuramente sete. Parleremo di questo in un altro momento-, si affrettò a dire mortificato per la sua disattenzione. Anch’io non ci avevo pensato. Bella non aveva ancora dato segno di aver sete…
Tornai con lo sguardo su di lei, che guardò smarrita mio padre, dopo aver nominato la possibilità che potesse avere sete. Si portò le mani sul collo, origine del bruciate desiderio che provocava il bisogno di nutrirsi.
La presi per mano, scuotendola leggermente dai suoi pensieri.
-Bella, amore-, la chiamai.-Vieni, andiamo a caccia-, dissi, immaginando una sua istantanea reazione. Cacciare per noi era naturale, istintivo, come mangiare o bere per gli umani. Pensavo che Bella, rispondesse subito al mio invito, senza indugio, vinta dal desiderio irrefrenabile di dissertarsi. Invece rimase immobile, senza muoversi. Mi guardò sconvolta, come se avessi detto una cosa totalmente senza senso. Le sorrisi, meravigliato dalla sua reazione.
-Tranquilla amore-, le dissi.-Vedrai…sarà semplice, istintivo, naturale…-,spiegai. Ma nulla. Continuò a fissarmi interdetta e spaventata.
-Ma come?-dissi, prendendola in giro.-Non era un tuo desiderio quello di vedermi cacciare?-, chiesi tentando di convincerla. Non volevo che stesse male. Sapevo quanto doloroso potesse essere il desiderio di bere.
Sorrise, alla mia domanda.-Allora andiamo?-, chiesi ancora, stringendole la mano, e portando l’altra sul suo collo bianco e liscio, accarezzandola.-Non c’è motivo di aspettare. Non voglio che tu stia male…-, mormorai, preoccupato e sincero.
-Tranquillo, sto bene-, disse, stringendo forte la mia mano.-Aspetta, prima voglio…-.
Si interruppe. Era chiaro. Voleva sapere. Molte cose erano rimaste in sospeso durante la sua gravidanza, ed era chiaro volesse delle spiegazioni.
-Cosa vuoi Bella?-, chiese mio padre precedendomi.
-Vorrei vedere Renesmee-, chiese, guardando prima me poi mio padre. Poi le sue mani lasciarono le mie e andarono ad appoggiarsi sul suo ventre. Con che coraggio potevo dirle che non era il caso che per il momento vedesse sua figlia?Come potevo negarle una cosa del genere?Fissai Carlisle con sguardo implorante, cercando il suo appoggio.
No Edward, è troppo pericoloso”,pensò, rispondendo alla mia supplica muta.
-Cosa c’è?-, chiese Bella, attenta ad ogni nostra reazione e avendo notato l’occhiata che io e Carlisle ci eravamo scambiati.
Mi voltai verso di lei, cercando le parole adeguate per negarle un desiderio legittimo come quello di vedere la figlia che con le sue ultime forze da umana aveva messo al mondo.
Le accarezzai le mani, che teneva strette sulla pancia.
-Tesoro-, iniziai dolcemente, guardandola negli occhi.-Renesmee ha un cuore che batte,nelle sue vene scorre sangue. È mezza umana. Potresti metterla in pericolo…-, osservai attendendo una sua reazione. Temevo si arrabbiasse, si infuriasse per quella negazione, sensata, ma senza cuore. Come si poteva negare ad una madre di vedere la figlia?Era terribilmente ingiusto…
Bella mi osservò a lungo, soppesando le mie parole. Scosse la testa, rattristandosi.
Mi dispiace amore”, pensai,”mi dispiace tanto…”.
La vidi concentrarsi di nuovo, come se stesse ascoltando qualcosa.
-Dov’è adesso?-, chiese con un tono di voce calmo e pacato. Non sembrava arrabbiata o altro. Sembrava aver capito che poteva essere un pericolo per la piccola, ma di certo non era una reazione tipica di un vampiro neonato. Non erano così ragionevoli, di solito!
Non risposi. Sapevo che l’avrebbe trovata da sola. Il suo cuoricino batteva forte. Anche la mia piccolina era emozionata. Jacob le aveva appena spiegato che la sua mamma si era appena svegliata e lei non faceva altro che chiedere quando avrebbe potuto vederla. Era un doppio dolore non permettere a Bella di far vedere la bambina!
-E’ con Rose?-, chiese ancora, senza smettere di cercarla.
-Sì-, risposi laconico. Con Rose e Jacob…ma per il momento non era il caso di dire che Jacob era ancora lì, in casa nostra. Sarebbe stato difficile giustificare la sua presenza, senza poter spiegare dell’impriting. Ma avevo promesso a Jacob che avrei lasciato a lui tutte le spiegazioni del caso.
Vidi lo sguardo di Bella farsi ancora più pensieroso di prima.
-E Jacob?E Charlie?-, chiese.-Raccontatemi…per quanti giorni sono rimasta senza coscienza?-, chiese ancora, mentre pian piano altre domande si facevano spazio nella sua testa.
Io ero allibito. Continuava a far domande, legittime per carità, mettendo in secondo piano la sete. Ma come faceva?Era impossibile!Fissai Jasper, anche lui stupito dal comportamento di Bella.
Poi spostai ancora una volta lo sguardo su Carlisle, scambiando uno sguardo stupito anche con lui.
-C’è qualcosa che non va?-,chiese Bella, notando come prima la nostra esitazione nel rispondere, e le occhiate sbalordite che mi ero scambiato prima con Jasper, poi con mio padre.
-No Bella, tranquilla. Non c’è niente che non vada-, si affrettò a tranquillizzarla mio padre.-La trasformazione è durata due giorni. Tutto è avvenuto più velocemente del solito. E questo per merito di Edward, che ha iniettato direttamente il suo veleno nel tuo cuore-, disse. Si fermò un attimo, cercando le parole giuste per continuare.
-Charlie crede che tu sia ammalata. Ti crede ad Atlanta, in un centro dove effettuano test epidemiologici. E’ amareggiato perché non riesce a mettersi in contatto con te. Jacob invece sta bene ed è ancora qui-, terminò mio padre senza dare ulteriore e più particolareggiate spiegazioni.
-Forse è il caso che chiami mio padre-, mormorò, apparentemente confusa,piena di domande e piena di perplessità. Poi si fermò, alzò gli occhi su Carlisle, perplessa.
-Scusa, hai detto che Jacob è qui?-, chiese a mio padre, che mi guardò, non sapendo cosa rispondere.
E ora cosa le dico?”, pensò in evidente difficoltà.
Intervenni, cercando di rimandare il discorso.
-Bella, tesoro. Ne parliamo dopo. Ora è meglio pensare a te. Avrai sete, no?-, chiesi, ancora cercando di spostare l’attenzione su qualcos’altro.
La sentii deglutire rumorosamente, come se volesse ricacciare giù l’arsura che immaginavo sentisse.
-E Jacob?-, insistette ancora.
-Tranquilla Bella. C’è tempo per le spiegazioni-, ribadii ancora.
-Va bene-, acconsentì. La presi di nuovo per mano, con tutta l’intenzione di trascinarla a cacciare. Non avevo fatto i conti con Alice, che si piazzò davanti a Bella, pretendendo la sua attenzione.
-Fermi-, ordinò.-Prima di andare Bella deve vedere quanto è incantevole-, continuò.-Mi serve uno specchio…-.
-Dai Alice, lasciala stare-, la rimproverai. Bella era già abbastanza confusa senza che ci mettesse anche lei.
-Eddai, ci vorrà solo un attimo-, replico con voce lagnosa.”Dai, dai, dai Edward…peeeeerfavore!!!
-Che succede?-, chiese Bella, guardandosi attorno, come temevo, confusa. Alice, nel frattempo, era sparita dalla stanza e tornò velocemente con un enorme specchio che di solito stava nella camera di Rose.
Meglio che mi metta più vicino a lei”, pensò Jasper, temendo che Bella, vedendo il suo aspetto, reagisse in maniera inaspettata. Lei lo osservò attenta ogni suo movimento e poi lo fissò intensamente, probabilmente notando le sue cicatrici.
Si sta agitando”, pensò quasi vittorioso. Bella non stava reagendo come lui si aspettava e questa cosa lo innervosiva. Li vidi osservarsi a lungo, studiarsi e vidi Bella scoprire leggermente i denti, in segno di difesa. Jasper le sorrise, prima di usare il suo potere per tranquillizzarla.
-Ecco qui-, intervenne Alice, distogliendo l’attenzione di Bella da Jasper, e posizionando il grande specchio davanti a lei.-Il giorno del matrimonio nessuno mi ha dato soddisfazione, e ora mi prendo la rivincita-, disse, borbottando tra sé.
-Cosa stai dicendo, Alice?-, chiesi. Mi sembrava un po’ esagerata la sua reazione.
-Non so…probabilmente esagero…-, borbottò ancora.
-Tu e il tuo bisogno di essere gratificata-, replicai, leggermente infastidito. “Già, già, già…lasciami fare per una volta Edward”, pensò, facendomi l’occhiolino e cercando la mia complicità.
Distolsi l’attenzione da Alice, scuotendo la testa rassegnato:non l’avrebbe fermata nessuno, inutile insistere. Come uno sciocco avevo lasciata sola Bella, che si stava guardando con aria perplessa allo specchio. Non smisi di fissarla un attimo, concentrandomi sull’espressione del suo viso. Lentamente la sua espressione smarrita si distese in un sorriso compiaciuto, ma troppo presto, si rabbuiò, guardandosi confusa.
-E gli occhi?-, chiese, avvicinandosi allo specchio per guardarsi meglio.-Per quanto tempo i miei occhi rimarranno di questo colore?-, chiese.
-Mi avvicinai a lei, accarezzandole una spalla.
-Tranquilla tesoro, fra qualche mese il colore cambierà e diventeranno simili a quello di tutti noi. Devi solo aspettare che il sangue animale diluisca il colore del tuo sangue-, le spiegai, cercando i confortarla come potevo. La capivo. C’era tanto, troppo di nuovo nel diventare vampiro. E non era facile accettare tutto contemporaneamente.
-Qualche mese?-, chiese, voltando il viso, triste, verso di me.
Edward!Si sta agitando più del solito”, pensò Jasper, mettendomi in allerta. Guardai prima lui, poi Alice, sperando che Jasper non intervenisse in modo affrettato.
-Va tutto bene-, disse Bella, intervenendo, mettendo fine al nostro allarmismo.-E’ solo che è tutto così strano , così diverso…-, spiegò tornando a guardarsi allo specchio.
Davvero…non capisco. Come fa a controllarsi in questo modo?Prima era molto agitata”, osservò Jasper scuotendo la testa.
-Non ne ho idea…-, mormorai, stupito quanto lui dall’autocontrollo di Bella. Non appena si era accorta della nostra preoccupazione, ci aveva tranquillizzati…lei…che non doveva assolutamente avere una simile capacità in quanto vampiro neonato.
-Mi sono persa qualcosa?-, chiese guardando prima me poi mio fratello.
-Jasper non capisce come fai-, le spiegai.
-Come faccio a fare cosa?-, chiese.
- A controllare così bene le tue emozioni, ad avere questo autocontrollo…-, le rispose Jasper.
-Ne ho visti di neonati…ma tu, Bella, sei una sorpresa continua. Prima sentivo il tuo turbamento, ma non appena hai visto la nostra preoccupazione, hai preso da sola il controllo di te stessa, tranquillizzandoti, senza il nostro aiuto-, spiegò.
-E questo è sbagliato?-, chiese, perplessa.
-No, non lo so-, rispose Jasper, chiaramente incapace di darle una risposta.”Io non ho mai visto una cosa simile”.
Intervenni, accarezzandole un braccio.
-Non c’è nulla di sbagliato tesoro, solo che non ce l’aspettavamo. E non sappiamo per quanto riuscirai a mantenere il controllo in questo modo-, le spiegai.
Non mi rispose. Mi guardò ancora una volta pensierosa. -Parliamo d’altro-, disse Alice, interrompendo la conversazione.-Che ne pensi, allora?-, chiese, indicando l’immagine di Bella riflessa allo specchio.
Lei tornò ad osservarsi attentamente. Alzò la sua mano, come per verificare se la donna riflessa allo specchio facesse lo stesso. Sospirai. Chissà dove la portavano i suoi pensieri…avrei tanto voluto essere nella sua testa…
-Che c’è?Sei deluso?-, chiese, notando il mio sospiro.
Sorrisi. Sapevo che lei si riferiva al suo aspetto, ma io non ero affatto deluso di quello,anzi…
-Un po’ -,ammisi, riferendomi al fatto che non riuscivo a leggere i suoi pensieri, neppure ora che lei era come me.
Vidi il suo viso stringersi in una smorfia di dolore, che mi fece pentire subito di quello che avevo detto. Avevo pensato solo e sempre a me, in quei giorni, non pensando che anche lei potesse essere spaventata dalla mia reazione. Mi avvicinai a lei, abbracciandola forte, ignorando gli avvertimenti di fare attenzione di Jasper.
Appoggiai le mie labbra sulla sua guancia, respirando il suo profumo, che era cambiato, sì, ma se era possibile era ancora più buono di prima.
-Pensavo di poter ascoltare la tua mente, ora che sei come me-, le spiegai, continuando a stringerla, e sentendola rilassarsi lentamente tra le mie braccia.-Invece nulla. Come prima sono qui a desiderare di poter sentire i tuoi pensieri…-, continuai.
La sentii sorridere, appoggiando la fronte al mio petto.
-Beh, se è solo questo…il mio cervello non funzionerà mai come dovrebbe. Perlomeno il mio aspetto è migliorato…-, osservò.
-Bella-, la rimproverai.-Tu sei sempre stata bellissima-, continuai, mordendole il lobo dell’orecchio. Non potevo ancora credere che fosse così facile stare con lei.
Ti prego portala a caccia. Mi sto innervosendo a sentirla cambiare umore così facilmente. Lei non dovrebbe sapersi controllare in questo modo…”, pensò frustato Jasper.
-D’accordo, ora andiamo-, dissi, rispondendo al suo pensiero mentale.
-Che c’è?-, chiese, attenta, senza lasciarsi sfuggire niente.
-Jasper si sta innervosendo. Meglio che ti porti a caccia, così forse poi si rilasserà-, le spiegai, sempre più convinto che quello più agitato fosse lui e non Bella.
-Va bene-, disse, staccandosi dal mio petto. Diede un ultimo sguardo alla sua immagine riflessa allo specchio e respirò a fondo .
-Sono pronta, andiamo-, disse, prendendomi per mano e guardandomi regalandomi uno dei suoi meravigliosi sorrisi.

Chanellina94:Ciao!!Sono brava questa volta!!Aggiorno presto!!!Sì…Bella finalmente si sveglia!!!Grazie mille!

silvia16595:Ciao Silvia!!Mi piace sapere i vostri nomi veri!!!Sai, anche a me una volta è capitato di non riuscire più ad entrare nel sito…mah…misteri della tecnologia!!!Tranquilla, sono certa che leggi sempre e scrivimi quando puoi. A me fa sempre piacere ricevere commenti, ma capisco che a volte si legga e basta…io sono ugualeXD!!!Grazie mille per leggere e commentare!!

Elfa sognatrice:ciao!Ti lascio questo nuovo capitolo:finalmente Bella si sveglia!!Non sono proprio contentissima di come è venuto, ma non ho saputo fare meglio…sorry!!!Beh, ti lascio alla lettura così giudicherai te!!!Grazie mille come sempre per leggere e commentare!!!Dimenticavo…sono felice che ti sia piaciuto il capitolo di Bella, ma non credo che lo continuerò…ci ha già pensato la Meyer a descrivere il risveglio!!!

trettra:grazie!Sono contenta che le mie invenzioni nel capitolo ti sono piaciuteXD!!Grazie mille di tutto!!

Goten:grazie mille davvero!!!

linda88:grazie mille linda!!Sto facendo il possibile per aggiornare in fretta, ma i prossimi capitoli non li ho ancora scritti quindi dovrete pazientare un po’ di più dei primi!!!

Marika_BD:Marika…sei onnipresente, mi riempi di complimenti ovunque!!!Sei davvero un tesoro!!Io ti adoro!!Grazie mille di tutto!!!

Tede:grazie mille, sono felice che ti sia piaciuta la mia descrizione!!E sono felice che ti sia piaciuto il punto di vista di Bella!!Sto facendo il possibile per postare in fretta!!Un bacio, Silvia

Antonya:Grazie mille davvero, io sono felice quando posso farvi leggere qualcosa che vi piace!!Grazie davvero!!

ClaryCullen:grazie tesoro!!Ti adoro!!!

KissyKikka:grazie, grazie, grazie davvero!!!Sono felice che ti sia piaciuto anche il punto di vista di Bella sull’isola Esme!!

naog94:grazie!Cerco di postare più in fretta che posso!!!

DolceGiuggy:grazie tesoro, sono felice che ti sia piaciuto anche il punto di vista di Bella!!!Grazie mille davvero, per tutto!!!

ila74cullen:ciao!!Sono contenta che ti piaccia la mia storia!!!Mi fa davvero piacere, non sai quanto!!!Grazie davvero di leggere e commentare!Un bacio, Silvia!!

 

 

 

 

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Capitolo 37
*** Caccia(prima parte) ***


Ciao a tutte!! Chiedo scusa in anticipo se questo capitolo non è molto curato e contiene errori di ortografia ma l'ho scritto di fretta. Domani parto, vado in montagna e sto via fino a domenica e tra i preparativi e il resto no ho avuto molto tempo per scrivere. Tra l'altro è solo la prima parte del capitolo, la prossima ve la posto lunedì prossimo. Perdonatemi e portate pazienza!!
Grazie a tutte in anticipo!!!Un bacio, silvia

Capitolo 25. Caccia(prima parte)
Vidi il suo viso aprirsi in un espressione sconvolta.
-Usciamo dalla finestra?-, chiese, guardando prima me e poi tornando ad osservare il vuoto che si apriva davanti a lei.
Non potevo crederci…non potevo davvero credere che temesse di saltare giù. Era un vampiro ora, non doveva avere certe paure. Eppure…sembrava non rendersene ancora conto.
Sorrisi tra me, vedendola preoccupata fissare fuori dalla finestra.
-Se hai paura, ti porto io-, mi affrettai ad assicurarla.-Era solo per fare più veloci…-, spiegai.
-Come?Abbiamo l’eternità davanti e il tuo problema è uscire velocemente?-, chiese sbigottita di fronte alla mia spiegazione. Giusta osservazione, non faceva una piega se non fosse stato che per raggiungere la porta di casa l’avrei fatta avvicinare troppo a Nessie, e non sapevo se potevo fidarmi di lei, del suo autocontrollo.
Fin’ora non mi aveva dato motivo di dubitarne…ma come continuava a ricordarmi Jasper, Bella era una vampira neonata e le sue reazioni potevano essere violente e improvvise.
-Beh…-, tentai di giustificare la scelta dell’uscita.-In realtà giù c’è Renesmee, con Jacob…-, dissi, mortificato di doverle nuovamente ricordare di lei.
-Capisco…-, mormorò cupa, tornando a guardar giù. Chissà a cosa stava pensando?Mi dispiaceva non permetterle di vedere la sua piccolina, nostra figlia…Per quanto ancora avrei dovuto tenerle lontane?
-Ma sei sicuro che Renesmee stia bene assieme a Jacob?-, mi chiese, accigliata.
Certo che sta bene. Non potrebbero stare meglio assieme…Jacob ha avuto l’imprinting con nostra figlia”, pensai tra il sollevato e l’infastidito, ma anche questo non potevo dirlo a Bella.
Non le risposi, ma tornai ad osservarla affascinato. Ogni suo gesto, ogni suo movimento, ogni sua attesa mi stregava e mi attirava. Non mi sarei mai stancato di osservarla così presa dalle sensazioni della sua nuova natura.
La vidi concentrarsi di nuovo, perdersi nell’insieme caotico di rumori che percepiva.
-Strano…l’ha sempre considerata come un mostro-, mormorò ancora tra sé Bella, riferendosi alla permanenza di Jacob vicino a Nessie.
-Tranquilla Bella-, le dissi, avvicinando le mani verso il suo viso perplesso e preoccupato.-So quali sono i pensieri di Jacob, e so che la piccola è al sicuro con lui-, le spiegai, sperando che non volesse approfondire ulteriormente la cosa.
-Beh, certo…-, bisbigliò, spostando lo sguardo da me, come dispiaciuta di aver messo in dubbio la mia capacità di giudizio,e osservando il vuoto. Fissava fuori dalla finestra impaurita e deglutì più volte continuando a fissare il terreno sotto di lei. Possibile che avesse paura?Non avevo mai visto una vampira più timorosa e riflessiva di lei. Non potevo credere che avesse paura di farsi male. Soprattutto perché ero certo che avesse sete, e un vampiro di fronte a quel bisogno non si sarebbe fatto frenare da un piccolo salto come quello. Ma Bella era pur sempre Bella…Era incredibilmente ancora molto umana…le sue paure, le sue insicurezze, le sue incertezze…tutto era ancora molto umano in lei.
-Che c’è Bella?-, chiesi quasi divertito.-Stai cercando di evitare il salto?-, chiesi ancora provocandola. Pensavo reagisse sfidandomi, mostrandomi che non era certo una sua paura quella di saltare. Invece mi guardò con occhi preoccupati, impauriti…come un cucciolo indifeso, non ancora pronto ad abbandonare il rifugio protettivo della madre.
-Sì…non so come fare…-, ammise imbarazzata. “Non ci credo…Sapevo che non si sarebbe smentita”, pensò Emmett ridacchiando tra sé, che stava osservando tutta la scena pronto a prenderla in giro al primo sbaglio. Ero certa che anche Bella lo avesse sentito ridere, perché la vidi abbassare la testa come mortificata.
-Bella, tesoro, tranquilla. E’ più facile di quello che immagini. Guarda come faccio io-, dissi, accarezzandole dolce il dorso della mano per attirare la sua attenzione prima di lanciarmi fuori dalla finestra, ricadendo morbido nell’erba sottostante.
Alzai lo sguardo verso di lei, che si era sporta maggiormente dalla finestra per guardarmi.
Era davvero bellissima, incantevole…un angelo. E subito dopo mi seguì, lanciandosi dalla finestra, e con grazia e disinvoltura appoggiare i piedi al suolo. Nessuna caduta rovinosa, nessuna risata, nulla. Solo un angelo bellissimo che aveva trovato il coraggio che le mancava e un po’ di fiducia in sé stessa.
Alzò lo sguardo verso il mio e mi sorrise. Un sorriso luminoso, quasi incredulo. Sì, era davvero una creatura speciale la mia Bella.
-E’ davvero facile!-, esclamò, guardandosi attorno, quasi stupita di essere ancora in piedi.
Le sorrisi, altrettanto felice.
-Tesoro?-, la chiamai, mentre si passava una mano sul vestito, sistemandoselo. Aspettai che mi guardasse. Poi mi avvicinai a lei e le circondai i fianchi con le braccia.
-Sei una vampira molto aggraziata…-, le sussurrai all’orecchio.
Era stupita e orgogliosa del complimento che le avevo appena rivolto, ed ero certo che se fosse stata ancora umana le sue guancie si sarebbero colorato di un rosso incantevole, segno di imbarazzo.
Mi sorrise dolce e riconoscente, ringraziandomi del complimento che le avevo appena fatto.
Poi si tolse le scarpe che Alice le aveva infilato, e le lanciò all’interno della finestra. Non sarebbe mai cambiata. Alice poteva provarci finché voleva ma la sua tendenza a preferire scarpe comode, sarebbe stata una delle caratteristiche immortali di Bella.
Mi ha lanciato le scarpe?Ingrata…Con tutta la fatica che ho fatto a sceglierle…”, pensò Alice, infatti, infastidita.
-Il suo equilibrio sarà anche migliorato, ma il suo senso estetico lascia sempre a desiderare…-, brontolò arrabbiata. Bella sorrise, e fece spallucce a quell’affermazione. Senz’altro sarebbe stata più comoda a correre nel bosco, senza quegli inutili tacchi. Anche Alice molto spesso esagerava…e quella non era certo l’occasione per vestire Bella in quel modo elegante.
La presi per mano, stupendomi ancora una volta di sentire la sua pelle tanto simile alla mia, e la portai, correndo, nella foresta. Non sapevo come insegnarle a cacciare…non era una cosa che andava insegnata. Doveva venire naturalmente, essere una cosa istintiva. Ma per Bella sembrava non essere così, sembrava aver bisogno di aiuto. E io ero lì per darle tutto l’aiuto di cui aveva bisogno. Mi seguì tranquilla, senza esitazione , finché non arrivammo davanti al fiume.
Mi guardò un’altra volta con il suo sguardo timoroso. Sguardo che avevo visto spesso da quando si era svegliata.
-E ora nuotiamo?-, chiese, mordendosi il labbro.
-No amore. Così rischiamo di rovinare il tuo vestito. Dobbiamo saltare di nuovo…-, le spiegai, stringendole la mano e portandola più vicino all’argine del fiume. Mi guardò perplessa. Poi osservò la larghezza del fiume, probabilmente valutando quante fossero le probabilità che ci finisse dentro.
-Vai prima tu…-, disse. Non sapevo se volesse prendere tempo o se avesse semplicemente bisogno della conferma che ce l’avremo fatta a saltare senza finirci dentro. Le accarezzai la guancia comprensivo. Feci due passi indietro per prendere la rincorsa, saltai, atterrando sull’altra sponda del fiume facendo una capriola in aria. Sapevo che mi aveva osservato durante tutto il salto, studiando i miei movimenti per poi ripeterli simili.
-Sempre il solito…-, mormorò, quando mi voltai per aspettarla.-Quanto ti piace metterti in mostra?-, chiese, scuotendo la testa divertita. Risi alla sua domanda, mentre aspettavo la sua di acrobazia.
Era davvero magnifico vederla così, uguale a me,sapere che non si sarebbe fatta del male, non facilmente perlomeno.
La vidi indietreggiare di parecchio, molto più di quello che avevo fatto io, probabilmente temendo che la rincorsa altrimenti non sarebbe stata sufficiente a ricoprire la distanza tra le due sponde.
Respirò a fondo e poi partì, fermandosi quasi subito. Avevo sentito il rumore di uno strappo e non avevo capito subito a cosa fosse dovuto. Vidi Bella chinata su sé stessa, armeggiare con il vestito e contemporaneamente,sentii Jacob ridere.”Non si smentisce mai…
Nooo…è riuscita a rovinare il vestito…”, pensò Alice,digrignando i denti infastidita. Sentii un altro strappo e quando riposai gli occhi su Bella, dovetti far fronte a tutto il mio autocontrollo per non balzare rapidamente da lei. Aveva strappato il suo vestito fino al suo bacino, mettendo in evidenza le sue gambe lunghe e muscolose. Era chiaro che l’aveva fatto per rendere più facili e fluidi i suoi movimenti, senza rendersi conto di quanto provocante fosse ai miei occhi... come facevo a insegnarle a cacciare, senza essere distratto da lei svestita in quel modo?
Deglutii a fatica, cercando di riportare l’attenzione su quello che stavamo per fare:cacciare. Quella era la cosa importante, soprattutto per Bella per poterle permettere di vedere Renesmee.
-Bella amore?Vuoi che ti rimostro come si fa?-, chiesi ancora, impaziente di averla di nuovo al mio fianco. Non mi rispose, ma la vidi concentrarsi, prima di riprendere la sua corsa verso il fiume. Appoggiò il piede esattamente come avevo fatto io poco prima, per darsi lo slancio necessario ad attraversarlo. Ma si lanciò con troppa forza, saltando parecchi metri più in là di me. Era davvero un fenomeno, che non conosceva le sue potenzialità, ma pur sempre un vero fenomeno. Il mio fenomeno. Mi affrettai a raggiungerla. Mi aspettava soddisfatta, con una smorfia orgogliosa sul viso.
-Ho fatto un bel salto?-, chiese, guardandomi con occhi illuminati e eccitati per quello che aveva appena fatto. Si capiva che ci stava prendendo gusto e questo rendeva euforico anche me.
-Perfetto-, dissi, a dire la verità stupito che avesse saltato così tanto più in là di me. Ma non potevo scordare che, nonostante non lo sembrasse, era pur sempre un vampiro neonato, molto forte.
-Lo facciamo di nuovo?-, chiese, ansiosa di ripetere quell’esperienza adrenalinica.
-Bella, siamo qui per cacciare-, le ricordai.-Concentrati amore-, dissi ancora, stupito che si facesse distrarre in quel modo da attività che non riguardavano la caccia, nonostante sentisse il desiderio di bere.
-Giusto…-, mormorò, di nuovo mortificata.-Dobbiamo cacciare…-, si ripetè, quasi per convincersene.
-Vieni…prova a seguirmi…se ce la fai-, la sfidai, prima di sfrecciare tra gli alberi, sperando che ritrovasse la concentrazione necessaria alla caccia. Era davvero molto forte. Riusciva a correre molto più di me, e non perché fosse più veloce, me perché ogni sua falcata valeva circa tre delle mie. Rise soddisfatta quando riuscì a superarmi correndo agile tra gli alberi.
Ad un certo punto mi fermai e la chiamai.-Bella?-.Come prevedevo la sentii rallentare fino a bloccarsi. Poi mi guardò confusa.
-Dove vorresti andare a cacciare?-, le chiesi.-Forse è meglio rallentare se non vogliamo superare i confini nazionali-, notai, ironico.
Mi guardò con un sorrisetto divertito e furbo sulle labbra.-Qui può andare bene-, acconsentì.-Ma cosa si caccia?-, chiese ancora, guardandosi attorni.
-Pensavo ad alci. Sono semplici da catturare e visto che è la tua prima volta…-, osservai sperando che le alci potessero in qualche modo stuzzicare la sua sete. Sapevo che non erano il massimo, ma aveva bisogno di imparare. Avrebbe avuto tutto il tempo per fare delle battute di caccia in piena regola in cerca di carnivori.
La vidi incupirsi, impaziente. Probabilmente la sua sete stava aumentando anche perché il colore delle sue occhiaie era molto più scuro di prima.
-E dove ce ne sono?-, chiese, guardandosi ancora attorno confusa. Non potevo dirglielo io. Doveva imparare a trovarle da sola. Non era difficile:aveva solo bisogno di qualcuno che le spiegasse come usare gli strumenti a sua disposizione per farlo.
Mi avvicinai a lei, e le appoggiai le mani sulle spalle.
-Aspetta, calmati-, le mormorai.-Chiudi gli occhi-, le bisbigliai ancora, portando una mano sul suo viso, accarezzandola. Dovetti chiudere gli occhi anch’io per far fronte all’irresistibile bisogno di lei. Non avevo mai pensato che, da subito, avrei potuto di nuovo godere della sua pelle, che si sarebbe fatta accarezzare in questo modo da me, senza attaccarmi o perdere il controllo. La sentii rilassarsi contro il mio petto, avvicinando maggiormente il suo orecchio alle mie labbra.
-Prova ad ascoltare. Senti qualcosa?-, le mormorai ancora. Ben sapendo che se si fosse concentrata avrebbe riconosciuto l’odore di sangue che stavamo cercando.
Non rispose subito, ma sentii il suo respiro farsi più ansante, più pesante, come se non stesse solo cercando l’origine della sua sete. Non poteva dipendere da me. Anch’io avevo il respiro affaticato a causa della sua vicinanza, ma non potevo credere che lei condividesse la mia stessa sensazione, i miei stessi desideri. I vampiri neonati non avevano certi tipi di priorità…anche se dopo il bacio che ci eravamo scambiati qualche ora prima era chiaro che Bella rappresentava una piacevole eccezione.
Mi immersi nel profumo della sua pelle, nell’intensità del suo respiro,in attesa di una sua risposta.
-Forse verso nord-est, al ruscello?-, chiese, aprendo gli occhi e voltandosi verso di me per ottenere la mia conferma, interrompendo quel paradiso di attesa.
-Giusto. Ora ascolta ancora, senti il profumo…-, mormorai, tornando ad accarezzarle la guancia. Chiuse di nuovo gli occhi, concentrandosi. Io la osservai mentre scandagliava tutti gli odori che percepiva. Ad un tratto la vidi storcere il naso, contrariata. Sorrisi a quella smorfia. Non era proprio un odore invitante quello di alci ma sicuramente avrebbero placato la sua sete.
-E’ normale. L’odore non è molto appetibile ma presto ti ci abituerai…-, ridacchiai.
Bella continuò a tenere gli occhi chiusi, concentrandosi sull’origine di quell’odore.
-Sono in tre?-, chiese.
-No, sono in cinque. Tre stanno bevendo, ma ce ne sono altri due dietro di loro-. Non era facile riconoscere il numero di prede a disposizione, solo l’esperienza permetteva di affinare questa capacità.
-E ora che faccio?-, chiese preoccupata mordendosi il labbro inferiore. Doveva essere proprio difficile per lei, in un modo che probabilmente non ero in grado di comprendere.
-Fai quello che ti senti…-, le risposi, tornando ad accarezzarle una spalla.
-Cerca di non pensarci. Segui l’istinto, dovrebbe venirti naturale-, mormorai, allontanandomi da lei, e cercando di lasciarla libera di agire come meglio credeva. Ero sempre lì, pronto per lei, pronto ad intervenire in qualsiasi istante. Riprese a correre ancora, in direzione della scia che aveva identificato. Era davvero silenziosa, mentre si muoveva sinuosa tra gli alberi. In prossimità del fiume, rallentò, acquattandosi trai cespugli. Mi fermai qualche passo più lontano da lei, osservandola, pronto ad intervenire qualora avesse avuto bisogno di aiuto. Anche se sapevo che non ce ne sarebbe stato bisogno. La vidi studiare attenta la situazione, prima di alzarsi leggermente, tendendo i muscoli, pronta all’attacco. Ma una folata di vento, proveniente dalla direzione opposta, le fece distogliere completamente l’attenzione dalle sue prede.
Dannazione”, pensai, mentre la rincorsi, preoccupato. Quella maledetta folata aveva portato con sé odore di sangue umano e Bella aveva seguito alla lettera il mio consiglio di seguire l’istinto che, ovviamente, le aveva consigliato di lasciar perdere quegli stupidi erbivori poco invitanti, per concentrarsi sull’odore di sangue umano ben più stuzzicante.
Non sapevo come fermarla. Non sapevo se davvero ci sarei riuscito. La frenesia che provocava l’odore di sangue umano era così totalizzante da oscurare ogni possibile briciolo di ragionevolezza. Ero davvero preoccupato, anche perché l’unica soluzione sembrava quella di attaccarla per riuscire a fermarla, e aggredire Bella era l’ultima cosa che volevo fare. Mi avvicinai maggiormente a lei, sperando che percepisse la mia presenza, che si fermasse, distogliendosi dall’intento di continuare a seguire quella scia. E così fece. Si fermò improvvisamente e si voltò verso di me in posizione di attacco. Le labbra socchiuse, pronte a lanciare un ringhio che avrebbe fatto rabbrividire qualsiasi essere umano. Anch’io mi fermai, poco lontano da lei, affascinato da quella creatura che sapeva essere tanto idilliaca quanto spaventosa. Quando mi vide però, si raddrizzò, quasi vergognandosi di quello che aveva fatto, e tornò a guardarmi con quel viso mortificato e colpevole. Cercai di avvicinarmi per abbracciarla, sperando di tranquillizzarla, e farle tornare la ragione.
Ma Bella scosse la testa rassegnata.-Me ne devo andare da qui…-, ringhiò.
-Incredibile…Ci riesci?-, mormorai, sconvolto dal fatto che fosse riuscita a capire che non poteva continuare la caccia in quella direzione. Prima che riuscissi a finire la domanda, Bella era già ripartita, ripercorrendo il sentiero di poco prima.
Si fermò poco dopo, immobile. La sentivo trattenere il respiro. Ero stato uno stupido a permettere che dovesse subire una prova del genere lo stesso giorno della sua nascita come vampiro…dovevo accertarmi che non ci fossero escursionisti in giro prima di inoltrarmi in quel modo nel bosco.
Mi affrettai a raggiungerla, per capire se andasse tutto bene. Mi piazzai davanti a lei. Le appoggiai una mano sulla spalla e con l’altra le alzai il volto, che afflitto, fissava il terreno.
-Come ci sei riuscita, Bella?-, chiesi. In quel momento avrei voluto più di ogni altra cosa entrate nella sua mente, per capire cosa l’avesse fatta desistere dall’attaccare quell’escursionista.
-E io che pensavo di essere più brava di te…Mi hai lasciato vincere prima?-, chiese, cercando di cambiare argomento. Aveva ripreso a respirare e sembrava vagliare l’aria per capire se fosse sicura, pulita da ogni profumo che potesse farle perdere la testa di nuovo.
Non capivo il senso della sua domanda, ma non l’avo lasciata vincere, no. Scossi la testa, rispondendole e poi tornai a ripeterle la mia domanda. Volevo sapere.
-Spiegami come hai fatto, per favore?-, chiesi ancora.
-A scappare dici?Ho smesso di respirare…-, rispose semplicemente. Ovvio…ma come aveva fatto a prendere una decisione del genere? I vampiri neonati non sanno decidere…
-Sì, ma come hai fatto a smettere. Stavamo cacciando…-, mormorai incredulo. La vidi rabbuiarsi,e il suo viso macchiarsi di un’espressione colpevole.
-Sei stato tu…ti ho sentito dietro di me e mi sono fermata per attaccarti. Scusa…-, mormorò dispiaciuta.
-No Bella, non mi devi chiedere scusa. Sono io che ho sbagliato. Non dovevo esporti ad una simile tentazione. Dovevo assicurarmi che non ci fosse nessuno in giro…-, le spiegai. Non doveva preoccuparsi, non doveva. Non era di certo colpa sua. Anzi, lei era stata fin troppo brava a riprendere così velocemente il controllo.
-Edward, ti rendi conto che ti ho ringhiato contro?-, continuò, profondamente disgustata da ciò che aveva fatto.
-E’ normale, tesoro. Ti sei sentita minacciata. Ma quello che non capisco è come hai fatto ad andartene?-, chiesi ancora. Eravamo sconvolti per due cose completamente diverse.
-E cos’altro potevo fare?-, chiese.-Era una persona. Qualcuno che magari conosco-, cercò di spiegarmi. Sì, capivo la sua spiegazione, ma non era comunque una cosa normale. Non per un neonato. Non per quei neonati che avevo visto, ma Bella, come sempre riusciva a stupirmi lasciandomi senza parole. Non sapevo cosa dirle. La guardai sbalordito, prima di scoppiarle a ridere in faccia, probabilmente in modo poco educato. Ma non era davvero una cosa a cui potevo credere:un vampiro neonato che durante una battuta di caccia si preoccupava per l’umano di cui stava seguendo la scia dell’odore di sangue…incredibile!!E solo Bella era in grado di sfatare in quel modo i comportamenti simili di secoli di neonati…
La vidi guardarmi quasi offesa, e mi costrinsi a tornare serio subito.
-Perché mi deridi?-, chiesi imbronciata.
-No amore, non rido di te, non potrei mai. Sono solo sconvolto dalla tua reazione-, le spiegai, prendendole una mano tra le mie.
-E perché?-, chiese ancora, continuando a mantenere il broncio e supplicandomi con gli occhi di darle una spiegazione.
-Ti rendi conto Bella che forse hai più autocontrollo di me?Non dovresti essere in grado di pensare mentre cacci, di resistere come hai fatto tu. E’ una cosa quasi impossibile anche per noi. Facciamo molta attenzione quando cacciamo al fatto che non ci siano persone vicino a noi. Sarebbe quasi impossibile fermarci. In quegli istanti ci facciamo comandare solo dai sensi…ma tu…non capisco come fai a stare qui a discutere con me. Sei incredibile…-, dissi, scuotendo la testa sempre più conscio della sua reazione sconvolgente.
Non disse nulla, ma continuò a guardarmi, forse finalmente consapevole di quello che era riuscita a fare. Le appoggiai le mani sul viso,avvicinai la fronte alla sua e cercai i suoi occhi.
-Vorrei tanto leggerti nella mente, per sapere a cosa pensi…-, mormorai, lasciandomi assuefare dal suo profumo e dal suo respiro.
Avevo una voglia immensa di baciarla e di sentirla nuovamente mia. Chiusi gli occhi, cercai di riprendere nuovamente il controllo di me stesso, quando Bella, fece di nuovo una cosa inaspettata. Si allontanò dal mio viso. Io aprii gli occhi, un po’ dispiaciuto che la nostra parentesi fosse già terminata. Ma mi sbagliavo. Portò le mani sul mio viso, e lentamente seguì il profilo della mia guancia, facendomi rabbrividire.
-Sai…non pensavo che sarei riuscita a provare subito queste sensazioni…-, mormorò, incatenandomi ai suoi occhi. Deglutii, cercando di rimanere controllato. Come riusciva a dirmi certe cose?
-Non sai quanto di desidero…non pensavo fosse possibile, perlomeno non subito…-, continuò ancora, facendomi perdere completamente la ragione. Non sapeva quanto la desiderassi io…
La guardai ancora una volta sconvolto.
-Ma come fai a concentrati su un’idea del genere…-, dissi. Non che non mi facesse piacere, anzi…mi lusingava e mi eccitava sapere che Bella mi desiderava sopra ogni cosa.
-Non hai sete…?-, chiesi ancora.
Annuì.Chiuse gli occhi, combattuta e sofferente e si allontanò da me. E il suo viso si concentrò di nuovo, in cerca di una nuova scia.

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Capitolo 38
*** Caccia(seconda parte) ***


Ciao ragazze!!Sono tornata…non vi ho abbandonate!!Ecco qui la fine del capitolo!!So che non è granchè, ma devo riprendere un po’ la mano per scrivere perché è da due settimane che non pratico!!Grazie a tutte per i commenti che avete lasciato!Un bacio, silvia.

Capitolo 25.Caccia(seconda parte)

E quando riaprì gli occhi capii che l’aveva trovata. Ricominciò a correre veloce tra gli alberi, seguendo, come precedentemente le avevo consigliato, il suo istinto. Si muoveva rapida, cercando di fare il più in fretta possibile, ma allo stesso tempo era leggera, armoniosa nei movimenti, sembrava quasi danzare. Cercai di non disturbare la sua corsa. Volevo che ce la facesse da sola, senza il mio aiuto. Ero certo che non ne avrebbe avuto bisogno. Si arrampicò agile su un pino, dal quale poteva tenere d’occhio meglio la sua preda. Era attenta, tesa, pronta ad attaccarla per avere il suo sangue. Mi sistemai su un ramo poco lontano da lei, pronto ad intervenire se ce ne fosse stato bisogno. Lei ora era un vampiro, e per me non sarebbe stato facile abituarmi a quella idea e soprattutto abituarmi all’idea che non avrebbe più avuto bisogno del mio aiuto o della mia protezione. Era incantato dalla sua attenzione e dalla sua cura nell’osservare la sua preda. Si lanciò dal ramo, atterrando precisa vicino al puma. Era molto più grande di lei. Pensai che forse dovevo intervenire. Bella era pur sempre un vampiro neonato, inesperto e senza pratica. Non ero certo che sapesse fronteggiare un simile animale, grosso quasi quattro volte più di lei. Quando la sentì al suo fianco, il puma ruggì di sorpresa, e si posizionò pronto ad attaccarla. Lei lo fissò a lungo negli occhi, rispondendo al suo ringhio di sfida. E poi lo attaccò. Lo trascinò con lei sul terreno, in una lotta rapida e vincente…vincente per Bella. Per me fu una tortura starmene appollaiato al ramo ad osservare lo spettacolo, cercando di trovare la forza per non intervenire. Continuavo a ripetermi che Bella era un vampiro, che non aveva di certo bisogno del mio aiuto e che era molto più forte di un puma, ma il mio istinto di soccorrerla, di aiutarla era quasi più forte di ogni ragionevole evidenza. Quando finalmente la vidi immergere i denti del collo pulsante del felino, mi tranquillizzai. A quel punto il puma si era arreso ad predatore molto più forte di lui, e Bella non correva più nessun pericolo e finalmente poteva placare la sua sete. E da come si aggrappò al felino, cercando di spremere ogni goccia di sangue dalle sue vene, capii che doveva essere davvero molto molto assetata, ma non so come riusciva a controllare in maniera rigida e impeccabile quel nostro istinto naturale.
Quando terminò di dissetarsi la vidi scansare con disgusto il felino che poco prima era stato oggetto delle sue attenzioni e del suo desiderio. Ricordavo chiaramente cosa significasse essere un vampiro neonato, avere la gola costantemente ardente a causa del bisogno implacabile di bere, la frenesia nel dissetarsi il più in fretta possibile, la consapevolezza di volerne sempre di più,di più…
E Bella in quel momento doveva sentirsi esattamente così…smarrita nella sua stessa natura.
Si alzò velocemente, pulendosi la bocca con il dorso della mano. Aveva completamente imbrattato di sangue e riempito di strappi il vestito che indossava. Ogni parte del suo corpo portava i segni di quello che aveva appena fatto. La vidi guardarsi con aria di rimprovero, rendendosi conto che non era stata molto attenta durante la sua attività. A me non era dispiaciuto vederla così…anzi…E ora, osservarla assorta mentre tentava di sistemarsi il vestito e i capelli cercando di ottenere un aspetto pressoché presentabile, mi fece ricordare che ora non cera più nessuna scusa, nessun ostacolo tra me e lei.
Mi scappò una risatina, che ovviamente Bella non tardò a notare.
-Non ridere, so che sono stata un disastro-, osservò con aria imbronciata.
-Sei stata bravissima-, mi affrettai a rassicurarla.-E stare semplicemente ad osservarti mentre lottavi con quel puma è stato più difficile di quanto immaginassi…-, le spiegai sincero.
Mi guardò con aria confusa.-Per me è stato molto difficile lasciarti sola con un puma…sai che ho un senso di protezione molto accentuato nei tuoi confronti-, le spiegai ancora, scendendo dal tronco d’albero dove poco prima mi ero accovacciato e avvicinandomi a lei.
-Davvero?-, mi chiese sconvolta.-Sei proprio uno scemo…-, osservò, sorridendomi.
-Lo so…ma è difficile abbandonare vecchie abitudini-, osservai ancora, rispondendo al suo sorriso.
-Però…devo dire che mi piace molto di più ora il tuo vestito-, mormorai, prendendo e un lembo e attirandola a me. C’erano parecchi nuovi strappi che facevano intravedere il candore della sua pelle, e quella visione non faceva che aumentare il desiderio di lei.
Non rispose, ma la vidi abbassare gli occhi, come imbarazzata. Non capii subito per quale motivo reagì così, non mi sembrava di aver detto nulla di male.
-Mi spieghi perché continuo a sentire la gola bruciare…-, chiese alzando lo sguardo su di me.-Ho ancora sete-constatò con tono dispiaciuto portandosi la mano a coppa sul collo.
-E’ normale amore. Sei un neonato, un vampiro giovane-, risposi, sapendo quanto fosse difficile vivere quella prima fase della nostra esistenza.
Sospirò rassegnata.
-E purtroppo non credo che ci siano altri puma qua attorno. Sei stata molto fortunata a trovarne uno. Però ci sono un sacco di cervi se vuoi-, dissi, cercando di aiutarla.
Una smorfia schifata le comparve sul volto.-Non hanno un buon odore-, osservò.
-Perché sono erbivori, mentre il puma, dal quale hai appena bevuto, è un carnivoro,e il suo profumo è più simile a quello umano-.
-Non è proprio vero…-, ribatté, probabilmente ricordando il profumo umano che aveva sentito poco prima.
-Beh…se vuoi possiamo provare a ricercare quel profumo…-, sussurrai avvicinandomi a lei.
-Sono certo che quell’uomo ti lascerebbe fare qualsiasi cosa…-, continuai accarezzandole un fianco.-Non si accorgerebbero neppure di morire. Probabilmente penserebbero di essere già in paradiso…-,terminai, continuando a guardarla mai stanco e assuefatto dalla sua bellezza.
-Non mi prendere in giro-, sbuffò.-Vieni, portami a cacciare qualche erbivoro schifoso-, disse, guardandomi negli occhi con aria di sfida. Cominciò a correre nuovamente, asciandomi ben presto indietro. Quasi subito riuscì ad individuare il profumo proveniente da un branco di cervi:aveva certamente imparato a cacciare. Se all’inizio avevo avuto qualche dubbio sull’effettiva capacità di Bella ad adattarsi ad una simile attività, ora mi sembrava nata per fare quello. Cacciai anch’io assieme a lei e, quando probabilmente fu ormai sazia, si acquattò poco distante da me e mi osservò attentamente, a lungo, probabilmente cercando di carpire qualche informazione che potesse esserle utile dal mio modo di cacciare.
-Che c’è?-, chiesi allora curioso di sapere il motivo della suo sguardo fisso su di me.-Non hai più sete?-, chiesi ancora. Scrollò le spalle, come se quella non fosse una cosa importante, non più.
-Colpa tua…mi distrai!Sei davvero molto bravo, molto più di me. Ma come fai a non fare il disastro che faccio io?-, chiese, guardandomi seria.
-Non dimenticare che ho un secolo di vantaggio-, le ricordai, orgoglioso.
-Sì, ma solo uno-, puntualizzò lei. Sorrisi. Ero certo che in poco tempo mi avrebbe eguagliato, se non superato. Era sorprendente quante cose fosse già riuscita a fare nel suo primo giorno da vampira…sorprendente davvero.
-Basta cacciare per oggi, o non sei ancora soddisfatta?-, chiesi, cercando di capire cosa volesse fare.
Da un lato speravo che volesse continuare a cacciare ancora un po’. In questo modo avrei preso tempo, prima di spiegargli di Nessie e Jacob. Dall’altro non vedevo l’ora che Bella e Nessie si incontrassero.
-Per oggi basta, credo-, rispose non troppo convinta. La vidi rimanere pensierosa per un po’ e come aveva fatto poco dopo essersi risvegliata, portò le mani sul suo ventre. Il senso di vuoto per lei doveva risultare opprimente.
-Renesmee…voglio vederla-, mormorò, alzando i suoi occhi su di me.Non sapevo come sarebbero andate le cose, ma capivo che il suo bisogno era legittimo. Non avrei aspettato oltre. Avevamo preso tutte le precauzioni possibili. Bella era nutrita e soprattutto durante la caccia aveva dato prova di saper resistere all’odore di sangue umano. Non avrebbe mai fatto del male a sua figlia…a Nessie. Ne ero certo, nonostante quello che pensasse in realtà Jacob.
Bella afferrò la mano che le porsi, e nel momento in cui sentii il caldo contatto con la sua pelle mi bloccai. Dio se era bella…non aveva mai pensato che potesse diventare più bella di quanto non fosse da umana. Ero turbato da quel contatto. E sembrava essere lo stesso per lei, perché si avvicinò portando l’altra mano sul mio viso accarezzandolo dolcemente, come se fosse la prima volta che mi vedesse e che mi toccasse. Poi inaspettatamente si allungò, aderendo completamente al mio corpo e abbracciandomi completamente. Lo fece con delicatezza, con gentilezza, controllando la sua forza ben consapevole che se avesse esagerato nella presa mi avrebbe fatto del male.
Mi arresi a lei, portando le mie braccia attorno ai suoi fianchi e stringendola forte a me. Questa volta ero io a non dover fare nessuna attenzione…potevo stringerla quanto volevo, trasmettendole tutto il mio desiderio nei suoi confronti. E la baciai. Mi arresi a lei…al suo corpo, alle sue labbra…alla mia Bella. E mi sembrò stupita, quasi timorosa, come poche ore prima, quando le avevo dato un bacio simile, seppur molto meno intenso di questo. Ma lentamente, la sentii sciogliersi, abbandonarsi alle mie braccia e alle mie labbra, rispondendo in modo altrettanto desideroso e passionale. Non potevo credere che Bella riuscisse a stare con me in quel modo, in quella maniera. Mi ero rassegnato a starle accanto, almeno per i primi anni, accontentandomi di aiutarla, di seguirla nel suo diventare vampira. Ma ora ero consapevole che niente di questo sarebbe stato necessario. Potevamo davvero stare assieme come marito e moglie. E dal desiderio che sentivo nascere in me, e da quello che mi trasmetteva lei sapevo che non ci saremo accontentati di pochi attimi per stare assieme, per conoscerci, per amarci come avevamo solo iniziato a fare mentre Bella era ancora umana. Finalmente le mie notti si sarebbero riempite di qualcosa di assolutamente piacevole, unico e necessario, sia per me, sia per lei.
Continuai a stingerla forte a me, continuando ad accarezzarla e ringraziando mentalmente a sua idea di strapparsi il vestito lungo i fianchi, così da permettermi di poterle accarezzare quelle gambe perfette, muscolose e lisce. E Bella, seppur all’inizio le sue carezze fossero trattenute, si lasciò andare, facendomi sfiorare quel che probabilmente sarebbe stato il mio paradiso terreno.
Ad un tratto cademmo a terra, e la cosa non mi dispiacque per niente, soprattutto perché Bella era sopra di me.
-Scusa…-, mormorò ridendo, consapevole che era stata la sua irruenza a spingerci sul terreno.
-Sono stata un po’ troppo passionale. Stai bene?-, chiese preoccupata.
-Benissimo, mai stato meglio-,risposi, accarezzando il suo viso perfetto. Dovevo ritrovare il controllo se non volevo ritrovarmi di nuovo in sua balia, senza più nessuna capacità decisionale. Non che la cosa mi dispiacesse, anzi, probabilmente era una delle cose che desideravo maggiormente in quel momento. Ma c’era Nessie, mia figlia, che aspettava a casa il ritorno e l’incontro con Bella.
-Andiamo da Renesmee?-, chiesi, cercando di capire se fosse ancora il suo desiderio predominante. Mi fissò per un attimo eterno. Capivo che non sapeva neppure lei cosa fare. Appoggiò il capo sul mio petto, continuando a pensare. Avrei fatto sempre e solo quello che era meglio per lei. La sua decisione era sua.
Quando rialzò il capo verso di me aveva fatto la sua scelta.
-Andiamo!-, disse decisa, alzandosi in piedi, trascinandomi con lei.

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Capitolo 39
*** Promessa ***


Ciao ragazze!!Spero stiate tutte bene!!Scusate se mi sono fatta attendere troppo!!Vi lascio un nuovo capitolo!!un bacio, silvia!!!

Capitolo 26. Promessa
Nominare il nome di nostra figlia l’aveva fatta incupire. Non avrei mai voluto interrompere quel momento magico che si era creato tra di noi, ma nel profondo sapevo che era meglio affrontare al più presto la questione. Bella ancora non era al corrente di molte cose, e non avevo idea di quale sarebbe stata la sua reazione, soprattutto nei confronti di Jacob.
Mi sorrise triste, e la presi per mano prima di correre verso casa. Era pensierosa, cupa, assorta nei suoi pensieri che avrei tanto voluto condividere per alleggerire il peso che portava sola.
-Raccontami qualcosa di lei-, chiese, sorridendomi triste e stringendomi la mano, rallentando la nostra corsa. Sembrava non aver troppa fretta di tornare e probabilmente era proprio così. Probabilmente aveva bisogno del suo tempo per prepararsi a vedere Renesmee, la sua piccolina che con immenso amore e forza aveva custodito e messo al mondo. Ripensai alla sua richiesta. Cosa potevo dirle di lei?Non c’erano parole per poter descrivere quanto fosse straordinaria la nostra bambina.
-Renesmee è una bimba davvero speciale, unica al mondo…-, le spiegai, rendendomi conto di quanto fossero riduttive le mie parole. Perché Nessie era molto molto di più…era il nostro miracolo.
Bella si fermò, paralizzandomi con il suo sguardo triste e smarrito. Non volevo vederla così, non era affatto giusto. Lei aveva tutto il diritto di vedere, toccare, parlare con sua figlia. Sapevo che non le avrebbe mai fatto nulla di male, mai. Era stata la prima a credere ed ad avere fiducia in lei. Ero certo che la sua nuova natura non avrebbe cambiato il profondo senso d’amore e di protezione che provava verso la piccola.
-Ti somiglia?O somiglia più a me?-, chiese ancora, esortandomi a continuare. Le sorrisi, triste. Mi faceva una tenerezza infinita vederla afflitta, malinconica, insicura, quasi non si sentisse all’altezza della situazione.
-Direi che somiglia ad entrambi-, riuscii solo a dire, non trovando ancora una volta le parole per descrivere quanto fosse incantevole la nostra creatura.
-E nelle sue vene scorre sangue…-, mormorò preoccupata in attesa di una mia conferma.
Non le farai del male Bella, ne sono sicuro”, pensai, mentre le accarezzavo la pallida guancia del suo volto.
-Sì, e il suo cuore batte. Non proprio come quello umano. I suoi battiti sono molto più frequenti e la sua temperatura corporea è un po’ più alta di quella media umana-, le spiegai, cercando di darle più informazioni possibili.-E poi dorme…-, aggiunsi, ripensando a quanto fosse incantevole perdersi nei suoi sogni, o osservare il suo viso rilassarsi e i suoi occhi chiudersi perdendosi nell’oblio del sonno.
-Veramente?-, chiese stupita, animando un po’ la sua espressione e il suo animo.
-Sì, parecchio. Pensa che contraddizione:siamo gli unici genitori al mondo che non devono dormire di notte e nostra figlia non ha problemi ad addormentarsi-, osservai, cercando di strapparle un sorriso, che non tardò ad arrivare. Mi strinse maggiormente la mano e si appoggiò alla mia spalla, come appagata e confortata dalle mie parole.
-Sai che ha lo stesso colore che avevano i tuoi occhi…-,sussurrai, baciandole la fronte. Avevo bisogno di essere a contatto con lei, sempre. Non importava come o quando, ma avevo bisogno di sentire Bella sempre vicina a me. Si scostò un attimo, sorridendomi incredula.
-Per fortuna non sono andati persi…sono così belli-, continuai, sperando che tornasse ad appoggiarsi su di me. Mi era mancata tanto durante la trasformazione, nonostante fosse durata meno del previsto. Erano stati due lunghissimi giorni, colmi di paure, timori di aver sbagliato o di essere arrivato troppo tardi. Non mi sarei mai perdonato se non l’avessi più potuta vedere sorridere, o sentire parlare. E, in quelle ultime settimane, fatte di momenti terribili durante i quali si faceva spazio dentro di me la concreta possibilità di perderla per sempre, mi ero reso conto ancora di più di quanto fosse assolutamente necessario ed estremamente profondo il legame che mi univa a lei. E in quel momento, sentirla su di me, appoggiata a me, in cerca di risposte per conoscere meglio Renesmee, rendeva chiaro che il legame tra di noi, se possibile, era diventato ancora più essenziale, e finalmente paritario.
-E cosa ha preso da te?-, chiese ancora, mentre aumentava l’andatura.
-La pelle…è dura e impenetrabile esattamente come quella dei vampiri, o almeno sembra. Nessuno ha provato a verificare la cosa-, conclusi, divertito.
Rallentò, fino a quasi a fermarsi e mi guardò terrorizzata.
-Tranquilla tesoro, stavo scherzando. Nessuno farà mai una cosa di simile a Renesmee-,le spiegai cercando di tranquillizzarla.-Può sia mangiare cibo umano, che bere sangue, anche se preferisce il secondo modo di nutrirsi. Carlisle vorrebbe convincerla a mangiare qualche pappa per bambini, ma lei non ne vuole sapere. La capisco, quella roba ha un’odoraccio , peggio del cibo umano-,aggiunsi, cercando di spostare la sua attenzione su un altro argomento e allo stesso tempo cercando di fornirgli altre informazioni sulla piccola. Fermai il mio racconto, stupito dalla sua espressione sconvolta.
-Convincerla?Come fate a convincerla…è così piccola…-, osservò giustamente. Come spiegarle che non era poi così piccola, e che la sua crescita era straordinaria come il resto di lei?E come spiegarle che aveva un metodo efficace e infallibile per farci capire cosa le piacesse e cosa meno?Non volevo dirle niente, anche perché non sarei sicuramente riuscito a trovare le parole adeguate per spiegare una cosa del genere. E poi era il caso che scoprisse da sola certe cose di Nessie:non volevo rovinarle completamente la possibilità di conoscere sua figlia, e di farsi conoscere.
-Quando la vedrai capirai. E’ così intelligente, e migliora velocemente. Non parla ancora, anche se ha un metodo infallibile per comunicare-, le spiegai, cercando di non entrare troppo nel dettaglio.
-Come “non parla ancora”?Non è troppo piccola per farlo?-, chiese. Ovviamente non le era sfuggito niente della mia affermazione.
-E come fa a comunicare in modo abbastanza efficace?-, chiese ancora, confusa.
-Quando la vedrai capirai. E’ complicato da spiegare, porta pazienza-, tagliai corto, sperando non insistesse a volerne sapere di più.
Mi fissò per un secondo, poi puntò lo sguardo verso terra, pensierosa. Avrei tanto desiderato dare una risposta a tutte le sue domande, ma era davvero molto più semplice e più giusto che scoprisse da sola certe cose di Nessie.
-E Jacob?E’ ancora da voi?Perché non se ne è andato?Perché rimane?Perché continua a soffrire ancora?-, chiese subito dopo, alzando lo sguardo e investendomi con una raffica di domande. Domande alle quali non sapevo di nuovo cosa rispondere.
Non vedevo l’ora di rivelare a Bella dell’impriting di Jacob con Nessie, soprattutto per vedere la sua reazione. Io ero troppo preoccupato per lei quando Jacob mi aveva spiegato l’accaduto per trovare la forza di prendermela con lui, e non vedevo l’ora di sapere cosa ne pensava Bella. L’avrebbe accettato?L’avrebbe difeso un'altra volta?Avrebbe impedito a Jacob di vedere nostra figlia?In parte era ciò che speravo. Era difficile da accettare che avesse già creato un legame così forte con Nessie, ancora prima che Bella potesse rendersi conto di essere diventata madre. Ed era difficile sapere di dover condividere l’affetto della piccola con lui, anche se era chiaro che non potevo fare nulla per impedire quel legame, sia perché dovevo molto a Jacob, sia perché allontanarlo da mia figlia significava provocarle un grande dolore, cosa che non avrei mai e poi mai fatto.
-Calmati Bella. Jacob non soffre…-, mormorai, ancora immerso nei miei pensieri.-Anche se in realtà non mi dispiacerebbe allontanarlo un po’ da noi…-, bisbigliai a bassa voce, dimenticandomi per un attimo che Bella era perfettamente in grado di sentirmi, e che non si sarebbe fatta sfuggire la mia affermazione.
-Non dire così, Edward-, mi rimproverò infatti Bella subito dopo.-Jacob ha fatto tanto per noi. Si è sacrificato per proteggerci-, mi ricordò. Era per quello che lo tolleravo accanto a Nessie, non per altro. Ero certo che non appena avesse saputo dell’impriting tra lui e nostra figlia, anche Bella avrebbe cambiato opinione nei suoi confronti. Ma per il momento non potevo dirle niente. Avevo fatto una promessa, e per quanto desiderassi infrangerla, non lo feci proprio a causa della gratitudine che sentivo nei confronti di Jacob.
-Presto capirai perché la penso così, e ti comporterai di conseguenza. Scommetto che non reagirai molto diversamente da me. Anche se spesso mi sbaglio sui tuoi pensieri…-, osservai ancora, augurandomi di non sbagliare questa volta.-Comunque ho fatto una promessa. Sarà lui stesso a spiegarti ogni cosa-, spiegai infine, senza aggiungere ulteriori informazioni.
-Cosa mi dovrebbe spiegare?-, chiese.
-Come ti ho detto, ho fatto una promessa, che intendo mantenere-, tagliai corto.
-Davvero non capisco cosa vuoi dirmi. Ma cosa è successo?-, continuò ancora, senza dare ascolto alle mie parole. Era brutto essere all’oscuro di qualcosa. Io stesso avevo provato quel senso di frustrazione e impotenza che comportava essere tenuti fuori da decisioni, discussione quando Bella aveva preso la decisione di tenere Nessie accordandosi con Rose. Non volevo renderle tutto così difficile. Non serviva di certo tutto quel mistero che non faceva altro che renderla ancora più smarrita e confusa di quanto non dovesse essere già. Ma era strano e assolutamente straordinario la capacità che aveva Bella di far sembrare ogni cosa normale, come se non fosse realmente cambiata o come se fosse sempre stata una vampira. Perché era di certo questa l’impressione che dava. Le sue reazioni erano pensate, ponderate, calme, e ogni qualvolta si rendeva conto che stava perdendo il controllo, con assoluta calma e ragionevolezza, lo riprendeva come se fosse la cosa più semplice da fare per un vampiro.
-Non so come fai, ma sei straordinaria. So che è tutto molto più difficile di come la fai sembrare-, mormorai, accostandomi a lei e sfiorandole una guancia per sistemarle una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Si ammutolì all’istante, e mi fissò intensamente. Ora non c’era più il rossore delle sue guance, o il battito del suo cuore a tradire l’emozione che provava. C’era qualcosa di più, qualcosa di più forte. Perché ogni volta che la nostra pelle si sfiorava, o i nostri occhi si incrociavano non potevamo fare a meno di scambiarci desiderio carico di elettricità, desiderio assoluto e consapevole di appartenerci per l’eternità.
-Non è piacevole sentirsi così confusi-, mormorò cercando con la guancia il palmo della mia mano. Era calda, e il suo calore era vita per me.
-Mi dispiace-, confessai.-Andiamo a casa, così tutte le tue domande potranno trovare risposta-, dissi, cercando di dare un minimo di sollievo al suo stato d’animo. Mi allontanai da lei, per prenderle di nuovo la mano, quando mi resi conto di quanto fosse poco coperta. Per me era una vera gioia vederla così, ma non volevo che diventasse una gioia anche per gli altri. Mi fermai un attimo confuso davanti a lei. Era davvero spiacevole per i miei occhi trovare una soluzione per coprirla, ma era l’unico modo per non provocare i commenti o le risate dei miei fratelli.
Mi sbottonai la camicia e gliela porsi. Bella mi guardò per un secondo, con uno sguardo misto tra il compiaciuto e lo smarrito.
-Ah…-, disse poco dopo infilandosi la mia camicia e abbottonandosi velocemente. –Non credevo di essere così indecente..-, osservò, alzandosi il colletto e annusandolo a lungo. Abbassai lo sguardo, quasi imbarazzato, ma assolutamente compiaciuto di quel gesto così banale, ma allo stesso tempo intimo e piacevole.
-Vediamo chi arriva prima…-, disse, mettendosi affianco a me.-Stavolta non farmi vincere, però…-, mormorò, facendomi l’occhiolino. Non riuscivo a credere che tutto fosse così facile, che Bella semplicemente mi amasse, come aveva sempre fatto.
-Ok…dai il via-, acconsentii, accarezzandole la mano. Mi guardò con aria furba, prima di sparire tra gli alberi, lasciandomi lì solo, a desiderare nuovamente quegli occhi e quelle mani su di me.

 

KissyKikka

Grazie mille, come sempre sei troppo buona con me!!Spero che anche il prossim capitolo ti piaccia!Un bacio, Silvia

 

ila74cullen

Grazie mille, sei dolcissima!!!Sapere che ti piace è una gioia per me!!

Elfa sognatrice

Vero, verissimo!!anche a me non piace il capitolo…uff…ho mollato per due settimane e ora faccio molta fatica a riprendere a scrivere!!Porta pazienza!!Grazie comunque per la fiducia!!Spero che il prossimo vada un po’ meglio!!!

trettra

Grazie del bentornata!!E grazie di commentare sempre!!!Un bacio, Silvia!!!

Chanellina94

Grazie mille!!!

Tede

Le vacanze sono andate bene, grazie!!Spero anche le tue!!Grazie mille per i commenti!!Mi dispiace di non aggiornare più assiduamente come prima, ma ho un po’ di meno tempo per scrivere…perdonami!!Grazie comunque di seguirmi sempre!!Un bacio,Silvia!

linda88

Le vacanze sono andate bene, tranquille e riposanti!!Le tue?Grazie mille per i commenti e per seguirmi sempre!!Un bacio, silvia

naog94

Grazie mille!!Vero…vi ho trascurate ultimamente!!Spero non succeda più!!Intanto vi lascio un nuovo capitoletto!!Grazie ancora per i commenti, sono contenta che ti piaccia quello che scrivo!!!

maja89

Grazie mille maja!!Per la storia del puma…io non ci ho fatto caso che le misure fossero esagerate, ma la meyer lo descrive quattro volte più grosso di Bella, e io mi sono basata su quel dato per descriverlo!!Effettivamente è un po’ esagerato…

 

 

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Capitolo 40
*** Prova ***


Ciao a tutti!!Purtroppo non riesco a rispondere ai commenti!!!Vi ringrazio davvero tutte, i vostri commenti mi fanno sempre sempre piacere!!Vi lascio alla lettura!!Grazie ancora, Silvia

Capitolo 27. Prova

La segui poco dopo, attratto dalla scia di profumo che lasciava dietro di sé. Era un piacere vederla scivolare senza timore tra gli alberi, cercando di scoprire quanto estese fossero le sue nuove capacità. La superai quasi subito, lasciandola dietro di me di pochi metri.

 Non voleva avere favoritismi, e io non glieli avrei dati. Bella era certamente molto più forte di me, ma in quanto velocità era molto difficile battermi. Arrivati al fiume rallentai preoccupato.”Forse ha bisogno del mio aiuto”, pensai, girandomi e cercandola con lo sguardo. E, non appena mi voltai, la vidi spiccare un notevole salto, che la portò parecchi metri più avanti della sponda del fiume, distanziandosi notevolmente da me. Si fermò un attimo, si guardò attorno quasi per rassicurarsi di non aver lasciato danni dietro di sé, e poi mi sorrise. Un sorrise trionfante, fiero, che mi scaldò l’anima. Quando mai avrei smesso di preoccuparmi per lei?Probabilmente mai, ne ero quasi certo. Ero stato talmente abituato  a preoccuparmi continuamente di lei e della sua incolumità fisica, che ora,in un certo senso, mi dispiaceva sapere che non avrebbe più avuto bisogno di me, almeno in quel senso. Ma d’altro canto, la consapevolezza che Bella era esattamente come me e che non avrei più dovuto controllarmi per non farle del male, mi sollevava e mi tranquillizzava. Attraversai il fiume anch’io e continuai a seguirla, senza sforzarmi troppo per superarla. Non importava se l’avrei fatta vincere di nuovo con l’inganno. Quello che volevo era di rivederla sorridere come aveva fatto pochi minuti prima, serena e contenta di essere quello che l’avevo fatta diventare.

-Vinto…-, urlò vittoriosa, in prossimità del giardino di casa. Poi si immobilizzò, spaventata. E capii. Un’altra volta avevo messo in difficoltà il suo autocontrollo, con un gesto avventato e poco pensato.

-Tranquilla, trattieni il respiro-, le sussurrai, dopo essermi avvicinato ed aver appoggiato entrambe le mani sulle sue spalle per rassicurarla. Voltò leggermente il capo all’indietro, mostrandomi tutta la sua ansia e la sua paura di non farcela. Le posai un bacio tra i capelli, e piano le accarezzai la guancia. Non sarebbe accaduto niente di male, ero lì per lei, per aiutarla.

Bella…non avrei mai creduto di poterla vedere così. E soprattutto di doverla affrontare. Ma per Nessie questo ed altro…”, pensò Jacob, che stava impalato e teso sul confine del giardino, vicino alla casa.

-Fai piano Jacob…-, ordinai. Sapevo che ora l’unica cosa davvero importante per lui era Nessie, mia figlia. Ma Bella fino ad ora non aveva fatto nulla di male, anzi. Era riuscita a prendere la decisione di allontanarsi, di scappare dal richiamo di uno sconosciuto. Ero cero che non avrebbe mai fatto del male a sua figlia.

Piano?Coma fai Edward a continuare a preoccuparti così per lei?Non ti rendi conto di quello che può fare?Devo metterla alla prova prima…”, pensò ancora, terminando il suo pensiero con un ringhio arrabbiato e frustrato.

-Forse non è questo il modo giusto per farlo…-, spiegai allora, continuando ad accarezzare la guancia di Bella che era arretrata di qualche passo appoggiandosi completamente a me.

Dio…mi sentivo un adolescente alle prime armi. Possibile che quel contatto così casuale, mi potesse sconvolgere in quel modo. Eppure sentire il suo capo, i suoi capelli, il suo corpo appoggiato al mio petto nudo, mi offuscava la mente rendendomi quasi incapace di pensare. Ero abituato al senso di disorientamento che era solito provocarmi l’essere vicino a Bella. Era dovuto al suo profumo, alla tentazione del suo sangue, al tiepido e insistente richiamo del suo cuore. Ma mi ero abituato a resistere a tutto ciò. Ma ora, quella sensazione di volerla a tutti i costi, e di sapere che potevo averla, senza limiti, senza vincoli rendeva tutto difficile. Che scusa avevo per non prenderla e per non portarla via con me, lontana, per poter assaporare, godere delle sensazioni che a lungo mi ero vergognato e rimproverato di provare nei suoi confronti?

Tu non ti rendi conto di cosa sarebbe capace Edward?Come fai ad essere così tranquillo sapendo che da un momento all’altro potrebbe avventarsi su tua figlia?Dimmi Edward, come fai?”, urlò allora Jacob nella mia mente, risvegliandomi dal mio sogno ad occhi aperti.

-Cosa credi?Che sia più sicuro farla avvicinare direttamente a Nessie. Non esiste…prima proverà ad avvicinarsi a me. In caso decidesse di attaccarmi, io saprò guarire in fretta…-, tagliò corto Jacob, vedendomi temporeggiare nel dargli una risposta. Come spiegargli che, forse per la prima volta in vita mia, la mia mente era completamente assorta nelle sensazioni che provava il mio corpo, a causa dell’estrema vicinanza con Bella?

Ma non appena la sentii chinare il capo verso terra e prendermi la mano spaventata, tornai completamente in me. Le accarezzai una guancia comprensivo. Non volevo ammetterlo, ma l’idea di Jacob non era così assurda. Nonostante Bella apparisse calma e ragionevole, non potevo dimenticare che era pur sempre un vampiro neonato che in qualsiasi momento poteva perdere la ragione e farsi sopraffare dall’istinto di nutrirsi.

Si voltò verso di me, ansiosa. Probabilmente voleva sapere cosa doveva fare. E l’idea che azzannasse Jacob non mi dispiaceva affatto. Anzi, quasi speravo che perdesse il controllo dandogli una bella lezione. In fin dei conti lui aveva avuto l’impriting con mia figlia. Non che la cosa fosse programmabile o meditata, ma mi infastidiva comunque sapere che dovevo continuare ad avercelo tra i piedi.

-Va bene, come vuoi. Se succede qualcosa ricorda che te la sei voluta tu…-, replicai,sfidandolo con lo sguardo.

Stupido vampiro”, pensò Leah, che si trovava dietro a Jacob, pronta ad intervenire se fosse stato necessario.

Non mi scomposi più di tanto. Era sempre stato chiaro che lei non amava stare a fianco a noi, non come Jacob o Seth, perlomeno.

Speriamo non accada nulla di male…”, pensò Seth, come sempre gentile e preoccupato. Cercai il suo sguardo per tranquillizzarlo. Non sarebbe successo niente,e, in caso contrario sarei intervenuto per placare le cose. Ma l’avrei fatto per Seth, non certo per Jacob.Ancora lo sguardo di Bella su di me. Aveva paura. Percepivo la sua ansia di non farcela.

E’ proprio la solita Bells…non è cambiata poi molto”, pensò Jacob, vedendo Bella così timorosa  e impacciata. E si aprì in un gran sorriso, amichevole e comprensivo.

Sentii Bella irrigidirsi, chiaramente messa in ulteriore difficoltà dalla reazione di Jacob.

-Mi fai troppo ridere Bella!!Non ho mai visto un vampiro così spaventato. In breve tempo capovolgerei le leggende sulla tua nuova specie…-, constatò divertito.

Bella fece un passo indietro, come se stesse cercando rifugio in me.

-Senti chi parla…ti sei mai guardato allo specchio, cane!-, sbottai, arrabbiato in difesa di Bella. Avrei voluto vedere lui, alle prese con i primi segnali delle sue future trasformazioni!

-Non litigate-, intervenne Bella, stringendomi la mano per attirare la mia attenzione.-Jacob ha ragione…devo essere proprio strana, poi con questi occhi…-,continuò, voltandosi e regalandomi uno dei suoi meravigliosi sorrisi che avevo temuto di perdere per sempre.

Sempre pronta a smorzare il clima tra noi due…è proprio sempre la stessa”.

-Sono spaventosissimi i tuoi occhi, ma ad essere sincero pensavo peggio-, scherzò Jacob.

-Lo prenderò come un complimento, anche se non credo che lo sia, giusto?-.

-Dai Bells…cosa vuoi che ti dica?Sei pur sempre un vampiro, ma la cosa inaspettata è che sei ancora tu, sei sempre Bella, continuo a sentirti tale. E’ bello…-, osservò Jacob, sincero ed emozionato come non mai.

Pensavo sarebbero cambiate le cose tra noi…è bello sapere che non è così”. Le sorrise di nuovo, e io fui colto da una punta di gelosia. Avrei dovuto aspettarmi che il loro legame non si sarebbe spezzato così facilmente…

-Comunque sono certo che mi abituerò presto a questa situazione-, terminò convinto Jacob, con un’espressione serena e sorridente sul volto.

-Non ci credo…Ma come può essere?-, chiese Bella incredula, guardando prima lui e poi me. Era spaesata, completamente spiazzata dalle affermazioni di Jacob. E non poteva essere diversamente:fino a pochi giorni prima avrebbe preferito vedere Bella morta piuttosto che trasformata, ma ora…

Quando Bella sarebbe venuta a conoscenza della verità, sarebbe stato tutto chiaro anche a lei, ma per i momento, dovevo accontentarmi di vederla immersa in mille pensieri causati da quegli avvenimenti contraddittori.

-Grazie Edward.Non pensavo avresti mantenuto la promessa…Di solito non resisti alle richieste di Bella-, mi ringraziò Jacob, mandando Bella maggiormente in confusione. E infatti mi rivolse uno sguardo carico di rimprovero e di disapprovazione, per averla tenuto all’oscuro di qualcosa. Le accarezzai il volto contrito e imbronciato.

-Porta pazienza, fra un po’ capirai ogni cosa-, le sussurrai, stringendola allo stesso tempo contro il mio petto. Poteva sentire quanto fosse immenso il bisogno di lei?Avevo davvero temuto di non poter più godere della sua presenza, e questo, forse, mi aveva reso ancora più bisognoso di lei.

-Non l’ho fatto per te…Spero che si arrabbi moltissimo e che sia lei a darti una bella lezione-, dissi, rispondendo al ringraziamento di Jacob. In realtà non sapevo perché l’avevo fatto, forse solo per dare l’opportunità a Jacob di spiegarsi con Bella. Almeno quello glielo dovevo.

-Cosa mi state nascondendo?Cos’è successo durante la mia incoscienza?-.

-Te lo dico dopo-, si affrettò a rispondere Jacob.-Prima devo metterti alla prova-. Ancora una volta Bella volse lo sguardo verso di me, cercando un minimo di spiegazione che però non potevo darle. Alzai le spalle, facendo finta di non sapere le intenzioni di Jacob.

-Concentrati sui tuoi sensi, e affrontalo…-, sussurrai nuovamente al suo orecchio. –Ora respira amore. Prova a vedere se riesci a resistere al richiamo del suo sangue-, dissi, lasciandole subito dopo un bacio su quel collo liscio e candido che non smetteva di tentarmi, e allontanandomi di qualche passo dalei.

Non vi avvicinate, faccio da solo. Bella non si deve far del male…”, pensò Jacob, in risposta ad un pensiero di Leah. Era chiaro che anche per lui era difficile credere che Bella non aveva più motivo per essere protetta.

Lei si guardò attorno timorosa, e  chiaramente confusa da quella prova alla quale la stavamo sottoponendo.

-Tienimi Edward…-, mormorò, tornando a rannicchiarsi contro il mio petto. Probabilmente aveva paura della sua reazione, anche se, dal suo gesto, sembrava invece che fosse spaventata dalla situazione e che cercasse un rifugio sicuro nel quale sentirsi protetta.

Le accarezzai le braccia, facendola aderire a me. Non poteva sapere che, come prima, parte della mia mente non era lì, non era in quella situazione. Ma ogni volta che sfioravo la sua pelle o che la sentivo su di me, non potevo non pensare a quando avrei potuto di nuovo stare assieme a lei. Non era certo da me fare certi pensieri, perlomeno non così frequentemente. Ma prima mi sembravano semplicemente sbagliati, e avevo fatto di tutto per tenerli il più possibile lontani dalla mia mente. Ma ora…non avevo nessun motivo per limitare i miei pensieri su Bella e non volevo di certo farlo.

Respirò a fondo, a pieni polmoni, e subito dopo indietreggiò, appoggiando la testa al mio petto, e voltandola in direzione opposta a Jacob.

-Oddio…ora so perché tutti dicevano che tu puzzi. Mio dio:tu puzzi sul serio Jacob-, disse, storcendo il suo musetto in un’espressione disgustata. Sciolsi la presa dalle sue braccia e scoppiai a ridere. Non potevo credere che avesse detto una cosa del genere:era proprio unica.

Le portai le mani attorno ai fianchi e la stinsi forte a me.

-Ti amo, lo sai?-, le mormorai sul collo. Non poteva più arrossire, come avrebbe fatto da umana, ma potei cogliere ugualmente il suo imbarazzo. Abbassò gli occhi verso terra, e poi li alzò subito dopo verso di me, mordendosi il labbro.-Ti amo anch’io -, mormorò contenta, portando le sue mani sopra le mie e stringendosi su di me.

In quel momento sembrò che ad esistere fossimo io e lei, e solo qualche istante dopo, mi accorsi che anche Seth e gli altri si erano uniti alla mia ilarità di poco prima.

Sarà uno spasso”, pensò Emmett, ancora divertito.

-Anche tu puzzi, sai?-, replicò Jacob infastidito, incrociando le braccia sul petto, rispondendo all’accusa di Bella di poco prima. Ma subito dopo, sorrise, unendosi alla risata degli altri.

-Sono stata brava, vero?Ho superato la prova?-, chiese Bella, chiaramente felice di non aver attaccato il suo amico.

-E ora posso sapere qual è il segreto?-.

-Non ancora, per ora-, rispose rapidamente Jacob, rabbuiandosi improvvisamente. Quando aveva intenzione di svelare a Bella dell’impriting tra lui e la nostra bambina?Per quanto, ancora, l’avrebbe tenuta all’oscuro?Lo guardai con disapprovazione, pentendomi di avergli fatto quella promessa. Odiavo tenere all’oscuro Bella. Fortunatamente sembrò non accorgersi di quello scambio di sguardi,  rapita da qualcosa di più interessante.

-E’ Renesmee?-, chiese, tendendo l’orecchio verso quello che doveva essere il battito del cuore della piccola.

-Sì-, risposi.-Vieni a vederla-, continuai convinto, sciogliendo l’abbraccio e prendendola per mano.

Non credo sia il caso”, pensò Jacob, urtando la mia pazienza. Lo zittii con lo sguardo, prima di rendermi conto che Bella era immobile e disorientata.

Le stinsi la mano, cercando di portarla con me, ma in cambio ottenni solo uno sguardo spaventato.

-Andrà tutto bene, sarai bravissima-, la tranquillizzai, accarezzandole piano i capelli.                          ,

-Starai lì con me?-, chiese, fissandomi con i suoi grandi occhi timorosi.

-Certo Bella, non temere…-.

-Forse è meglio che ci siano anche Emmett e Jasper, nel caso perda il controllo…-, disse, interrompendomi. Se la faceva sentire più sicura, avrei chiamato chiunque.

-Va bene amore. Ma stai tranquilla, non faremo mai niente che possa mettere in pericolo la piccola-, mi affrettai a precisare.-Le vogliamo tutti un gran bene, e se non fossi certo di te, non ti permetterei di avvicinarti…-, continuai, cercando di placare il suo turbamento dovuto al desiderio contrastante di poter prendere tra le braccia la figlia per cui aveva dato la vita, e la paura di farle del male. Conoscevo quella sensazione, e mi dispiaceva che anche Bella potesse provarla. Ma senza dubbio lei sarebbe stata più forte di me.

-Sei sicuro di quello che dici succhiasangue? Forse è meglio aspettare, e vedere altre sue reazioni…-, intervenne Jacob, facendo nuovamente comparire sul viso di Bella quell’espressione sfiduciata che avevo tentato di cancellare. Che diritto aveva di intervenire?Renesmee era la figlia di Bella, come poteva solo pensare che le avrebbe fatto del male?

-Bella si è comportata in modo impeccabile fin’ora e tu hai avuto il tuo test…-, ribattei, trascinando Bella con me.

Ma io sono un cane, non vale…”.

-Ma…-, tentò di replicare, dando alito ai suoi pensieri, piazzandosi minaccioso davanti a Bella, che mi immobilizzò pietrificata.

-Smettila Jacob. E’ sua figlia e entrambe hanno bisogno di vedersi…-, dissi, ricordando i pensieri chiari di Renesmee verso Bella.-Quindi ora smettila e lasciala passare-, ordinai, scoprendo i denti.

Jacob si spostò e io mi avvicinai di nuovo a Bella, che ancora, si era chiusa nei suoi pensieri tristi.

Odiavo vederla così. Jacob doveva smetterla di intromettersi.

-Amore, non le farai del male-, le ripetei ancora, accarezzando quel viso preoccupato.

-Te la senti di vederla?-, chiesi, cercando di sollevare il suo sguardo su di me. Mi fissò di nuovo, cercando di trovare nel mio viso conferma delle mie parole. Annuii, sforzandosi di sorridere.

-Allora andiamo-, dissi sicuro, stingendole forte la mano e trascinandola verso casa.

 

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Capitolo 41
*** Incontro ***


Ciao ragazze!!!Sono riuscita a scrivere un altro capitolo e non vi faccio aspettare oltre!!Ringrazio tutti quelli che mi hanno messo tra i preferiti, i seguiti e un ringraziamento speciale alle mie commentatrici!!Alla fine trovate le risposte ai commenti!!Grazie davvero di tutto!!Buona lettura, un bacio,Silvia

 

Capitolo 29. Incontro

L’agitazione e l’ansia in Bella erano evidenti. Non smisi un secondo di osservare il suo sguardo fisso e impaurito, quasi concentrato. Le avevo promesso che l’avrei aiutata e l’avrei fatto in qualsiasi modo, anche se il passo più importante doveva farlo lei.

Andrà tutto bene”, pensò mia madre accompagnandomi con una mano sulla spalla, in casa.

Esme…i suoi pensieri erano sempre così positivi, incoraggianti. Solo lei poteva avere la fede di credere, in modo così estremamente sicuro, che non sarebbe successo niente di male.

E’ sua figlia…”, pensò ancora, continuando ad incoraggiare quello che stava per fare. Desideravo con intensità che Bella incontrasse Nessie, ma allo stesso tempo non smettevo di chiedermi se, forse, non avesse in parte ragione Jacob. Era vero:Bella sembrava sempre la stessa ed inoltre era molto calma e tranquilla nonostante fosse un vampiro neonato. Ma nostra figlia aveva pur sempre un cuore che batteva, del sangue caldo che fluiva nelle vene. Pensai a me, ai miei primi istanti da vampiro. Ero quasi certo che io, al posto suo,non sarei mai stato in grado di controllarmi in quel momento di confusione e incertezza post trasformazione, neppure di fronte a mia figlia.

Ma Bella…sembrava avere una capacità innata di controllare il suo istinto, di placare i suoi desideri per non fare del male a degli umani. E quella sua capacità si era manifestata interamente durante la caccia.

Bella ce la farà”, pensai, scacciando dalla mente i miei pensieri negativi, che si mescolavano a quelli dubbiosi e arrabbiati di Jacob, che sembrava non volesse darmi tregua. E poi potevo contare sull’aiuto di Jasper che avrebbe monitorato continuamente lo stato d’animo di Bella, intervenendo se fosse necessario, e sull’aiuto di Alice, che mi avrebbe senz’altro avvertito se le sue visione fossero risultate pericolose per la piccola.

Cercai l’unica mente che mi avrebbe fatto rilassare, e la trovai subito, limpida e luminosa come sempre.

Ora arriva la tua mamma”, si ripeteva, replicando le parole che le aveva appena sussurrato Rose, accompagnando quel pensiero con l’unica immagine che aveva della madre.

Io non mi fido…vado a mettermi vicino a Nessie”, continuò a brontolare Jacob, appiccicandosi a Rose, che non gradì tutta quella vicinanza.

Cane…senti che puzza”, pensò, storcendo il naso e facendo un passo indietro per scostarsi da lui.

Bella si era fermata, davanti a quell’accoglienza e la vidi studiare attentamente con lo sguardo la situazione. Nessie fu molto più veloce di lei, perché si accorse subito che quegli occhi, quel viso che la stavano cercando, era quello della sua mamma.

Mamma”, pensò, portando le sue piccole manine sulle guance di Rose.

-E’ proprio lei-, le rispose mia sorella, assecondando i suoi movimenti, che spingevano per oltrepassare Jacob che le oscurava la visuale.

Bella si voltò con aria triste e incredula verso di me.

-Ha solo due giorni, vero?-, chiese, ovviamente stupita dalla crescita di Nessie, spostando di nuovo lo sguardo su di lei e ritornare ad osservarla. Entrambe cercavano di riconoscersi, riconducendosi agli unici ricordi che avevano una dell’altra. Nessie continuava a ricordare il viso stravolto e sofferente di Bella, un istante dopo averla messa alla luce e Bella…Non sapevo, purtroppo, quali fossero i pensieri che albergavano in Bella,ma avrei tanto voluto entrare nella sua mente , per guidarla, aiutarla in quel momento così complesso.

Portai la mia mano, ancora intrecciata alla sua, sul suo viso, accarezzandolo piano per ricordarle che ero vicino a lei. Non si mosse, e neppure spostò lo sguardo da Nessie. Sembravano rapite, immerse in un mondo tutto loro. Si osservavano come delle sconosciute, consapevoli, però, che il legame che le univa era forte, immenso, unico.

Ad un tratto Nessie si sciolse in un sorriso straordinario, e Bella fece un passo incerto in avanti, cercando di compensare quella distanza fisica, ma non affettiva, che le separava.

Fermala Edward, si sta agitando”, pensò Jasper, allarmandomi.

Senza pensare, affidandomi completamente al potere di Jasper, afferrai Bella da dietro, trattenendola vicino a me. Mi pentii quasi subito del mio gesto improvviso e mi sentii in colpa per averle tolto immediatamente la fiducia. Anche gli altri si disposero velocemente di fronte a Nessie, pronti a difenderla. Bella rimase paralizzata, appoggiata al mio petto, probabilmente interrogandosi su cosa avesse fatto di male.

-Ma volete lasciarla in pace?-, intervenne Alice, che fino a quel momento si era tenuta in disparte.

-Non ha fatto nulla di male, si è solo avvicinata per vederla più da vicino. Datele fiducia-,brontolò in sua difesa. Aveva ragione. La mia reazione e quella di tutti gli altri era stata avventata e impulsiva, e non avevamo fatto altro che aumentare ulteriormente le paure di Bella.

Non le farà del male…non può:è sua figlia”, pensò Alice, venendo in mio aiuto, e mostrandomi parte degli avvenimenti futuri.

Pensavo di aver sapere tutto sui neonati, ma a quanto pare non è così. E’ calma…anche prima, credo di aver confuso l’ansia di avvicinarsi alla piccola per toccarla, per vederla meglio con  senso di sete…E’ davvero strana, continua ad avere delle sensazioni così umane che fatico a capirla”, pensò Jasper, con sguardo truce e dubbioso, cercando di giustificare l’allarmismo di poco prima.

Strinsi Bella a me, mormorandole un “scusa” debole e sussurrato.

-Non volevo spaventarti più di quanto tu non lo sia già-, continuai, cercando di farle capire che comprendevo il suo stato d’animo.

-No, tranquillo. Hai fatto bene. Continua a starmi vicino-, mi rispose, stringendo la mia mano, che era ancora avvolta tra le sue. Nessie, al suono della sua voce, cominciò ad agitarsi tra le braccia di Rose, continuando a cercarla mentalmente e sporgendosi oltre Jacob che le si era parato davanti, impedendole di vederla la sua mamma.

-Emmett, Jasper…va tutto bene. E’ tranquilla, non c’è pericolo…-, dissi, cercando di farli rilassare e di farli assumere una posizione che non fosse così minacciosa come quella che continuavano a mantenere.

-Ma Edward, non sono certo…-, tentò di replicare Jasper.

-Bella è tranquilla, lo pensi anche tu. E’ vero che è un neonato, ma ogni sua reazione è stata degna della nostra fiducia fin’ora. Anche prima, durante la caccia, Bella ha sentito l’odore di alcuni umani, probabilmente escursionisti…-, iniziai a raccontare, bloccato subito dopo dai pensieri scioccati dei miei fratelli e dei miei genitori.

Che incosciente”, pensò mio padre, scuotendo la testa in segno di totale rimprovero.

E non li ha attaccati?”, pensò Jasper, sconvolto e demoralizzato.

E sei riuscito a fermarla?So io come …”, pensò Emmett, come al solito, sghignazzando.

Bella era troppo intenta a pensare a te Edward, per preoccuparsi degli altri due. E guarda come le hai ridotto il vestito…potevi essere un po’ più delicato nelle tue carezze”, pensò Alice, sorridendomi maliziosa. Sì, spesso era proprio una scocciatura avere una sorella veggente, soprattutto quando si intrometteva in cose private…

Non potevo crederci che i pensieri dei miei famigliari fossero così vari, e alcuni proprio senza alcun senso.

-Come hai potuto essere così incosciente Edward?-, mi sgridò Carlisle, l’unico davvero preoccupato e arrabbiato per quello che avevo fatto.

-Sì, è vero, ho agito da irresponsabile. Prima di lasciarla andare da sola avrei dovuto assicurarmi che non ci fosse nessuno…-.

E che è successo?Dimmi che ha aggredito uno dei due…”, pensò Emmett, continuando ad immaginare scenari improbabili, a tratti a dir poco osceni.”Voglio tutti i dettagli…”.

-Edward…-, mormorò Bella, aggrappandosi al mio braccio, cercando di fermare il mio racconto.

-No, Bella. Carlisle ha ragione:ho sbagliato. Sei davvero molto forte e controllata, e spinto da questa evidenza non ho fatto troppa attenzione. Ma quello che volevo dire è che Bella non li ha aggrediti…-.

-Aspetta, aspetta…Bella non ha attaccato gli umani?-, chiese Jasper, rimanendo per un secondo a bocca aperta.”Non ci credo”.

-Esatto!In realtà stava per farlo. Era una cosa normale, era completamente concentrata sulla caccia…-, continuai, fiero di poter raccontare quanto impensabile fosse stata la sua reazione.

Continua”, pensò mio padre.

-E poi, cos’è successo?-, chiese, avvicinandosi curioso.

-L’ho seguita, per cercare di fermarla. Lei mi ha sentito dietro di lei e appena si è accorta di me, si è voltata. Si è resa conto che stava seguendo una scia di sangue umano, ha trattenuto il respiro e se n’è andata-, terminai.

-Incredibile?Sul serio?-, chiese, Emmett, mentre tutti i suoi scenari campati in aria si dissolvevano, lasciando spazio all’unica realtà alla quale non aveva pensato.

Annuii, stringendo Bella per le spalle, addossandola al mio fianco.

-In realtà si è dimenticato di dire che gli ho ringhiato contro-, confessò Bella, con un faccino triste e preoccupato. Possibile che si preoccupasse di questo, e non si rendesse conto di quanto grande dovesse essere il suo autocontrollo per essere riuscita a resistere a quella scia di sangue tanto invitante ed intensa?

-E quindi poi avete lottato tra di voi?-, chiese Emmett, aprendo la sua mente ad un nuovo scenario al quale non aveva pensato.”Lotta…per quello Bella ha il vestito ridotto in quelle condizioni…e poi chissà com’è andata finire…Edward dovrà raccontarmi ogni cosa”.

Sorrisi esasperato dai pensieri senza fondamento di Emmett. Ero certo che avrebbe continuato a pensarci per l’intero giorno.

-Ma no!-, rispose Bella, sconvolta al solo pensiero.-Non avrei mai attaccato Edward-, concluse.

Peccato”, osservò ancora Emmett, mettendo il broncio.-Ma davvero non l’hai attaccato?Neppure un morso, un calcio…niente di niente?-, chiese ancora a Bella, sempre più infastidita, cercando di alimentare le sue immagini mentali.

-Dai Emmett, non dire certe cose-, lo rimproverò Bella, ormai spazientita.

-Non sai davvero come sfruttare le occasioni. Sarebbe davvero eccitante vedervi combattere, anche perché sei l’unica che lo può battere dal momento che non può leggere nei tuoi pensieri-, replicò sghignazzando.-Quanto vorrei vedervi-, terminò. A quel punto nessuno sarebbe più riuscito a fermare lo scorrere dei suoi pensieri. Stava ovviamente immaginando uno scontro tra me e Bella, pensando anche al modo in cui poteva convincerci a combattere.

-Non potrei mai fare una cosa del genere con Edward-, rispose stizzita Bella.

Cavolo si  è davvero innervosita…eppure…non ha l’impulso di staccare la testa ad Emmett…incredibile”, pensò Jasper, cercando di dimostrare che poteva perdere il controllo.” Non è normale…Siamo sicuri che sia davvero un vampiro?”.

Sorrisi, avvicinandomi a Jasper e colpendolo con un pugno sulla spalla.-Ora capisci cosa intendo?-, chiesi, rispondendo ai suoi pensieri.

-Non è normale Edward, non dovrebbe essere così-, replicò, sempre più confuso.

Anche noi siamo stati imprudenti”. Il pensiero di Esme mi fece spostare l’attenzione su di lei.

-Dovevamo accompagnarvi e non lasciarvi soli. Poteva attaccarti, potevate farvi del male…-, brontolò arrabbiata mia madre, più con sé stessa, che per la mia leggerezza.

Non me lo sarei mai perdonata”, pensò ancora, portandosi una mano sul petto.

-Ma non è successo, mamma. Bella ha saputo fermarsi, per questo sono certo che non farà del male a Renesmee. Ha saputo controllarsi con uno sconosciuto, a maggior ragione sarà in grado di farlo con sua figlia-, replicai, osservando verso Bella, che però non stava ascoltando. Il suo sguardo era fisso, rapito, da quel piccolo fagottino che si dimenava impaziente tra le braccia di Rose. Il suo sguardo era dolce, innamorato e spaventato. Automaticamente sporse le sue braccia verso quelle insistenti della piccola, che ormai non riusciva più a controllare il desiderio di immergersi nella braccia della madre.

Ma ad un tratto gli occhi di Bella si spensero, e le sue braccia riccaddero lungo il suo bacino, quasi sentisse di non meritare di tenere fra le braccia sua figlia.

-Posso andare, Edward?-, chiese, sporgendosi oltre Jasper per incrociare di nuovo gli occhi della piccola che la richiamavano impazienti. Stava chiedendo il mio permesso…

E’ troppo pericoloso Edward, pensaci bene”, mi mise in guardia di nuovo Jasper, ringhiando leggermente.

-Oh Jasper…lascia in pace Bella, non farà niente di male…fidati-, venne in mio aiuto Alice, smorzando la tensione che si era creata. Mio fratello fissò Alice intensamente, cercando conferma negli sui occhi di quello che aveva appena detto. Poi si spostò dietro Bella, le appoggiò una mano sulla spalla e la incoraggiò a muoversi verso Renesmee. Bella cercò il mio sguardo, rendendosi conto che l’andamento della situazione sarebbe dipeso solo da lei. Io annuii, dandole il mio appoggio e il mio consenso per quell’incontro. Lasciai che fosse Jasper a guidarla. Io non potevo entrare nella sua mente per prevedere le sue azioni, mentre lui era in grado di controllare lo stato d’animo di Bella, e intervenire qualora ce ne fosse stato bisogno. Bella si mosse lentamente, controllando ogni suo movimento. Doveva costarle molto quella lentezza e quella accortezza pensata, in ogni gesto. Mi dispiaceva per lei. Era chiaro che ognuno di noi la teneva sott’occhio, studiata cercando di evitare un possibile passo falso. Ma in questo modo veniva messo in secondo piano l’importanza dell’incontro. Fortunatamente la piccola, che non aveva smesso un attimo di agitarsi e di tendere le braccia verso Bella, irritata e spazientita emise un lamento nervoso. Tutti si concentrarono attorno a lei, cercando di capire il motivo di una simile reazione e lasciarono Bella sola, immobile, a pochi passi dalla piccola.

-Che ha?-, chiese Jacob, preoccupato, afferrando Renesmee dalle braccia di Rose.

-Non ha niente Jacob, vuole solo andare da Bella, non resiste più-, gli spiegò, dando voce ai pensieri della piccola. Jacob storse il naso, infastidito da quella constatazione.

-Vuole me?-, chiese Bella, che era stata tagliata fuori dall’intera scenata preoccupata per Nessie.

-Certo che vuole te-, le sussurrai all’ orecchio, circondando il suo busto con le braccia ed incoraggiandola ad avanzare.-E’ da tre giorni che ti aspetta-, le spiegai emozionato.-Vai da lei-, dissi, spingendola a fare l’ultimo passo verso la piccola che aveva desiderato sin dal primo momento. E in quel momento accadde. Renesmee smise improvvisamente di piangere e di lamentarsi, e le mani di Bella smisero di tremare, occupate a tenere tra le braccia qualcosa di prezioso. La piccola si aprì in un sorriso esultante e vittorioso, prima di allungare la manina verso il viso diafano di Bella.

Mamma”, pensò Renesmee, accarezzandola dolcemente con le manine chiuse a pugno. In quel momento, probabilmente, se avessi potuto avrei pianto. Pianto di gioia, di liberazione perché finalmente ogni preoccupazione, ogni ansia, ogni angoscia sembrava sparita, lasciando posto a quello che non avrei mai pensato di poter avere:una famiglia, la mia famiglia. Mi avvicinai a loro. Accarezzai i capelli a Bella, lentamente, per farle sapere che ero lì con lei e mi concentrai sui pensieri di Renesmee. Stava mostrando a Bella l’unico ricordo che aveva di lei, la sua immagine confusa e distorta subito dopo il parto. Fu difficile rivivere quel momento, soprattutto attraverso gli occhi della piccola.

-E’ stata lei?Cosa mi sta facendo vedere?-, chiese Bella, confusa.

-Cosa ti ha mostrato?-, le chiese Rose euforica e contenta.

-Sì, è stata lei. Te l’ho detto che è molto speciale, e che comunica in modo particolare. Ma è efficace, non è vero?-, le chiesi, sussurrando piano la risposta sul suo collo, per non disturbare troppo l’idillio che si era creato.

-Ma cosa hai visto?-, chiese Jacob, che non aveva mai smesso di accarezzare Nessie, dal momento in cui Bella l’aveva presa in braccio.

-Credo me…ma avevo un aspetto davvero orribile-,rispose, storcendo il viso in un’espressione disgustata.

-Eri così perché è l’unico ricordo che la piccola ha di te-, le spiegai, con la voce in parte rotta dall’emozione del violento ricordo che avevo appena visto con lei. Bella sembrò capire il mio disagio, e si sporse leggermente indietro, accarezzando la mia guancia con la sua.

-In questo modo ha voluto farti sapere che sa chi sei, che ti riconosci-, le spiegai ancora, beandomi allo stesso momento del dolce profumo della sua pelle.

-Sì, ma come fa?-, chiese sbalordita, accarezzandole piano i fini capelli dorati. Renesmee sembrò voler fare lo stesso e afferrò una ciocca dei capelli di Bella, portandola contro di sé e stringendola forte tra le sue manine.

…bella…”, pensò mentre con aria sognante continuava ad osservare il viso di Bella.

Sì, è vero:è proprio magnifica la tua mamma”, pensai, in risposta ai suoi pensieri, dandole un buffetto sulla guancia.

-Non lo so amore. E’ un dono, come quello mio, di Alice o quello di Jasper. Non sappiamo perché riesce a fare quello che fa…-, risposi alla sua domanda.

-In realtà sembra un interessante capovolgimento…-, osservò Carlisle, senza però terminare la frase.

Sembra abbia capovolto sia il dono di Edward, sia la strana capacità di Bella di chiudere la sua mente. Nessie fa esattamente l’opposto:rende partecipe tutti dei suoi pensieri…”, iniziò a pensare mio padre, perdendosi in quelle riflessioni.

-Sembra davvero così…-, risposi, senza terminare la frase ma lasciandomi trasportare dalle stesse osservazioni. Sembrava avere ragione. Solo una cosa non capivo…se la mente di Bella era davvero così inaccessibile ai poteri”mentali”, come faceva la piccola a far funzionare il suo potere con Bella?Probabilmente ci riusciva perché era sua madre, erano madre e figlia. O forse semplicemente, come aveva osservato Carlisle, Nessie era riuscita a capovolgere anche la capacità di Bella di bloccare la sua mente…Bella non faceva entrare nessuno, mentre nessuno poteva impedire alla piccola di entrare con i suoi pensieri. In quel momento non ci filai troppo sopra, e tornai presto a concentrarmi su Bella che con calma stava prendendo confidenza con Renesmee.

-Anch’io mi ricordo di te-, le disse dolcemente, prima di lasciarle un tenero bacio sulla fronte. Mi sembrò un gesto naturale e materno ma Jasper iniziò ad agitarsi, mettendomi in allerta.

-Smettetela!-, intervenne Alice.-Va tutto bene, Bella sta bene-, ci rimproverò.

Non sta facendo nulla di male”, pensò, rivolgendomi uno sguardo scontroso.

-Però per oggi abbiamo sperimentato abbastanza-, proruppe Jacob che fino a quel punto si era tenuto in disparte il più possibile.

-Che problema c’è Jacob?Cos’hai?-, chiese Bella infastidita da quella, per lei inspiegabile, interruzione stringendo verso di lei la piccola, allontanandola il più possibile da lui.

Come fanno a stare così tranquilli?Maledizione”.

-Jacob…smettila. Bella si sta comportando nel migliore dei modi. Capisco la situazione, ma questo non mi permetterà di sbatterti fuori se continui-, lo minaccia.-Le stai rovinando questo momento e non ne hai nessun diritto-, conclusi ringhiando.

-Puoi contare su di me Edward!Non vedo l’ora di sbatterlo fuori, restituendogli il calcio sulla pancia…-, replicò Rose, finalmente contenta di poter inveire liberamente verso Jacob.

Continuai a guardarlo con aria minacciosa. Doveva smetterla di intromettersi, smetterla di impicciarsi nella vita mia e di Bella.

-Noo-, sentii urlare ad un tratto. Voltai lo sguardo verso Bella, che fissava Jacob con uno sguardo disgustato e attonito.

Attento Edward”, urlò Jasper. Strinsi Bella forte al mio petto, cercando di trattenerla. Aveva capito tutto, ogni cosa. Jacob velocemente le sfilò la piccola tra le braccia,portandola lontano da lei. Bella respirò a fondo, affaticata, senza cercare di liberarsi dalla mia stretta.

-Sta calma,amore-, le sussurrai, in parte euforico della sua reazione:era proprio quella che più avrei desiderato.

-Rose, prendi  Renesmee e portala lontana da qui-, ordinò con voce decisa e asciutta.  Sembrava apparentemente calma, ma era chiaro che sarebbe scoppiata da un momento all’altro. Sentivo i muscoli e i nervi delle sue braccia, tendersi e vibrare, pronti a scoppiare.

-Edward lasciami-, mi ordinò con voce più dolce, ma sempre perentoria.-Non voglio farti del male…-. Esitai un istante e poi la lasciai.-Mettiti vicino a Renesmee-, mi consigliò. Un sorriso compiaciuto uscì dalle mie labbra quando la vidi stendersi in avanti e scoprire i denti in posizione di difesa.

-Dimmi che non è come penso-, ringhiò, verso Jacob.

Inizia lo spettacolo”, pensò Emmett divertito.

E spettacolo sia”, pensai. Finalmente Jacob avrebbe avuto la lezione che meritava.

 

 

Trettra: Ciao trettra!!Sono davvero felice che ti sia piaciuto, anche l’affermazione su Edward!!E sono felice che vi piaccia questo Edward un po’ umanizzato con pulsioni adolescenziali!!Spero che anche questo capitolo ti piaccia!!Un bacione,Silvia 

 

Naog94: Grazie, sono contenta se pensi che il capitolo mi è venuto bene!!Dillo a me, io Jake non lo sopporto…soprattutto in questa parte di Bd…mi verrebbe quasi di cambiare le cose e di farlo prendere a calci da Edward…

 

Tede: Ciao Tede, sono davvero felice che la mia descrizione sui desideri di Edward ti sia piaciuta!!Grazie davvero per leggere e commentare!!Un bacione, Silvia.

 

Linda88: Grazie mille Linda!!Finalmente ti posto il capitolo che desideravi!!Spero che sia all’altezza delle tue aspettative!!Un bacio, Silvia

 

Goten:Felice che ti sia piaciuto!!Eclipse??Oddio, perché no!!Se vi fa piacere leggerlo posso provarci!!Grazie mille per leggere e commentare sempre!!Un bacio, Silvia

 

Francycullen:Grazie mille!!Sono stata brava questa settimana…ho aggiornato in fretta!!

 

Elfasognatrice:Oddio??Davvero ti crea dipendenza leggere il mio BD??Beh, ne sono felice!!Sì…il fatto che Edward senta i pensieri è un buon modo per conoscere anche gli altri personaggi, e mi piace far sentire i pensieri degli altri!!Ora ti lascio al capitolo che aspettavi!!Spero ti piaccia!!Un bacio, silvia

 

Ila74cullen:grazieeeee!!!Speriamo di riuscire a continuare sempre così!!!

 

KissyKikka:tranquilla se non hai commentato!!Sì…anch’io non sopporto Jake!!Se fosse per me l’avrei già rispedito a Lapush…comunque grazie dei bellissimi complimenti!!Mi fa davvero piacere che ti sia piaciuto il capitolo!!Un bacio, Silvi

 

 

 

 

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Capitolo 42
*** Scontro ***


Ciao ragazze!!Eccomi…parecchio in ritardo ma ci sono!!Spero che la descrizione dello scontro con Jake vi piaccia!!Come sempre un mega grazie a tutte!!Siete davvero troppo, troppo buone con me!!Fatemi sapere se per caso trovate qualcosa che non va in quello che leggete:incongruenze, errori…sono certa che ce ne siano quindi se me li segnalate mi fate un  favore!!Non vi tedio oltre!!Vi lascio alla lettura del capitolo!!Un altro mega grazie a tutte!!Silvia

Capitolo 29.Scontro
-Bella, sai che è una cosa che non si può decidere-, si giustificò Jacob, indietreggiando lentamente con le mani alzate.
Vai Bella, azzannalo”, pensò Emmett, sempre più divertito e agitato. Io mi tenni vicino a Renesmee che osservava la scena divertita, anche se un po’ preoccupata.
-Sei solo uno stupido, come hai potuto fare una cosa del genere?-, ringhiò Bella ormai fuori di sé, facendo un passo avanti verso Jacob.-Come hai potuto?-, ripeté ancora, mettendo in bella mostra i denti, minacciosa.-E’ mia figlia-, continuò, enfatizzando l’aggettivo “mia”.
Dannazione Bella, perché non capisci?”, pensò Jacob, ormai completamente spaventato, e quasi preso di sorpresa dalla sua reazione. Continuò ad indietreggiare ancora, fino alla porta d’ingresso, sempre più in fretta. Io non potevo fare a meno che sorridere di fronte a quella scena:Bella che metteva paura…non l’avrei mai e poi mai immaginato.
-Bella, non l’ho deciso io!-, ripeté Jacob.
Emmett si posizionò al mio fianco continuando a guardare con occhi curiosi ed eccitati la scena, incitando mentalmente Bella ad attaccarlo.
Scommetto che attacca”, pensò. Probabilmente era vero. Forse avrebbe attaccato Jacob, sfoderando tutta la sua nuova forza e liberando la rabbia che l’impriting tra Jacob e Nessie le aveva provocato o forse si sarebbe semplicemente limitata a sfogarsi un .
-Non credo attaccherà Jacob-, bisbigliai.-Lo vorrà solo spaventare…-, osservai, chiedendomi veramente se Bella potesse davvero arrivare a tanto.
-Ti scordi che è una vampira neonata, Edward…non credo che manterrà ancora il senno per molto-, osservò, sorridendomi e sghignazzando come un’idiota.
Sta peggiorando, è sempre più arrabbiata”, pensò Jasper, in risposta alle nostre futili disquisizioni sullo scontro che si stava sviluppando nel giardino di casa nostra. Forse sarei dovuto intervenire, ma era troppo piacevole riprendere la rivincita su tutto quello che avevo dovuto sopportare da Jacob. E che questa rivincita provenisse dalla mano di Bella, rendeva tutto più appagante ed eccitante…
-Togliti quel sorriso ebete dalla faccia Edward, si vede lontano un chilometro che stai gongolando di soddisfazione, sei peggio di un’adolescente…-, bisbigliò Alice, cercando di essere seria ma anche lei sembrava vagamente divertita.
Dopo giorni di ansie, paure, preoccupazioni, quello sembrava davvero un momento rilassato, quasi di gioco, che mi stava lentamente rasserenando. Ogni cosa stava andando al posto giusto;ogni cosa stava prendendo la giusta piega e io non potevo far altro che gioire felice di questo. Avrei lasciato che Bella spaventasse un po’ Jacob, solo per il gusto di vederlo terrorizzato e colpevole di fronte a lei. Se le cose si fossero messe male, sarei sicuramente intervenuto per dividere i due litiganti anche se ero certo che sarebbero intervenuti prima Leah e Seth, i quali, nascosti tra gli alberi che limitavano il giardino, guardavano l’intera scena preoccupati, pronti ad aiutare Jacob.
-Sei davvero un cretino, come hai potuto?-, urlò Bella.-E’ la mia bambina?Che stupido diritto vuoi accampare su di lei?-, chiese ancora, continuando a fissare Jacob con sguardo cattivo e accusatorio e continuando ad avanzare verso di lui con passo lento ma sicuro. Se lo stava cucinando lentamente, senza fretta, spaventandolo e facendo preoccupare per bene.
-Ma Bella, non l’ho deciso io-, replicò Jacob, cercando di scusarsi in tutti i modi, anche se Bella sembrava non dargli ascolto.
-L’ho vista una sola volta, ho potuto stare con lei per una sola volta, e tu vuoi avanzare delle richieste su di lei Jacob?-,chiese ancora, con sguardo tetro e cupo ma sempre bellissimo. Possibile che in qualsiasi modo la vedessi la trovassi estremamente sensuale e intrigante?Era una nuova immagine di Bella:forte, decisa e indipendente, capace di difendersi da sola. Non che prima non sapesse difendere le proprie scelte. Caratterialmente, intimamente, era sempre stata molto determinata e decisa nel portare a termine ciò che voleva, solo che fisicamente non era in grado di difendersi da sola. Ora anche il suo bellissimo aspetto era dalla sua parte, conferendole forza e potenza, giusto quello che prima le mancava.
-Non è tua Jacob, lei è mia-, strillò, continuando a muoversi verso di lui, che ormai aveva terminato la sua via di fuga.
-Come ti è saltato in mente di avere l’impriting con la mia bambina, come?-, chiese ancora, mostrando i denti ed arricciando il naso in segno di totale irritazione.
Ora lo attacca”, pensò Jasper, facendo un passo in avanti pronto ad intervenire per sedare la rissa. Emmett, al mio fianco, invece, si sfregava le mani, curioso di vedere la prossima mossa tra i due litiganti:non potevano essere più diversi l’uno dall’altro.
Porto la piccola dentro”, pensò Rose, sempre premurosa e attenta alla piccolina. Annuii, sorridendo a Nessie, che non sembrava avere nessuna intenzione di perdersi la scena.
-Continuerai a guardare la mamma da dentro-, le promisi, rispondendo alla sua richiesta muta di restare.”Dove sarai più protetta”, pensai.
-Non è stato intenzionale, lo sai…-, insistette a difendersi Jacob, inoltrandosi tra gli alberi.
Seth e Leah si portarono in avanti, affrontando Bella. Seth quasi non si mosse, continuò a tenere la testa china, quasi mortificato dalla situazione. Leah abbaiò contro Bella, sfidandola a viso aperto. Istintivamente ringhiai contro quel lupo che aveva osato affrontare mia moglie, ma il ringhio che usci dalle labbra di Bella fu molto più terrificante del mio, e mi ricordò ancora una volta che non aveva alcun bisogno di essere difesa.
-Leah, non ti intromettere-, disse Jacob.-E tu Bella, prova ad ascoltarmi per un secondo-, cercò di convincerla.
Non invidio il cane in questo momento…tra due donne, una peggio dell’altra…io se fossi in lui le inciterei ad azzannarsi, sai che spettacolo”, pensò Emmett facendomi sorridere. Era strana la concezione che avevo di lui…lo associavo quasi ad un cartone animato buffo, dalla quale testa uscivano nuvolette con le scenette animate dei suoi pensieri. La sua mente era davvero così:accanto a pensieri, quasi sempre osceni e improponibili,si creavano sempre delle immagini reali, vivide, che li rappresentavano alla perfezione. E ora nella sua mente era in atto una lotta tra Bella e Leah, vestite in maniera improponibile. Se avessi scovato certi pensieri su Bella, nelle menti degli altri uomini, probabilmente li avrei presi a calci…ma in questo caso si trattava di Emmett, e non potei fare a meno di sghignazzare in risposta ai suoi pensieri. A volte era piacevole avere un fratello dai pensieri così didascalici e animati;sempre che le animazioni non riguardassero Rose…
-No, non ho nessun motivo per darti retta, perchè dovrei?-, replicò Bella, continuando a spostare lo sguardo tra Jacob e Leah, che non si era mossa, ignorando la richiesta di Jake.
-Perché l’hai detto tu Bella!L’hai detto tu che le nostre vite ci appartengono, e l’impriting con la piccola ne è la prova. Faccio ancora parte della tua vita, non è ciò che volevi?-,spiegò, tentando di dare alito alle sue ragioni.
Lo sguardo di Bella sembrò stupirsi a quelle parole, quasi dubitasse della provenienza delle stesse. Probabilmente non ricordava di aver detto una simile cosa, facendo parte della sua vita da umana, ormai sfuocata per lei.
-E quindi, credi di poter stare accanto a me come genero?-, chiese, più pungente e cattiva di prima.
E’ davvero mitica”, pensò Emmett, immaginandosi Jacob, che, in quanto genero chiamava Bella mamma. Risi assieme a lui, ma presto, Esme mi ricordò che la situazione forse stava precipitando.
Basta adesso,Edward fai qualcosa”, mi ordinò appoggiandomi una mano sulla spalla per trasmettermi maggiormente la sua ansia e la sua preoccupazione.
-Tranquilla mamma, Jasper mi avvertirà se le cose precipitano-, mormorai, continuando a godermi lo spettacolo.
-No, fermala adesso Edward. Non ragiona più, non sarà felice quando scoprirà di avergli fatto del male-, osservò, con tono dolce ma rimproverevole.
Appoggiai una mano sopra la sua tentando di rassicurarla:sarei intervenuto se le cose si fossero messe male, ma non potevo negare che mi stavo pienamente godendo quel momento. Non avevo nessuna intenzione di farlo terminare in anticipo.
-Ma cosa dici, no…-,precisò Jacob con aria disgustata.-E’ solo una bambina, una neonata, come puoi pensare una cosa del genere?-.“Voglio solo proteggerla…”, pensò.
-Già, è come dici tu!E’ solo una neonata, com’è possibile che tu sia riuscito ad avere l’impriting con lei?-,urlò ancora Bella.
-Te l’ho spiegato come funziona! Non voglio altro se non la sua felicità!Non mi sembra molto diverso da quello che vuoi tu!Edward non mi avrebbe mai lasciato vivo, se non fosse stato così…-, continuò, arrampicandosi sugli specchi per convincere Bella ad non avercela con lui.
Non ti ho fatto nulla, perché speravo ci pensasse Bella…”, pensai, deliziandomi del fatto che quel momento era arrivato.
Bella non gli rispose, ma si avvicinò quatta, felina, minacciosa. A pochi metri da lui si distese squarciando il silenzio dell’attesa con un ringhio acuto.
Non potevo credere che fosse la mia Bella. Era davvero incantevole.
-Non è fantastica?-, mormorai a Emmett, che annuì dandomi una pacca sulla spalla.”Sapevo che Bella aveva delle vere potenzialità come vampira”, pensò, sospirando come se l’avesse sempre saputo.
-Fin’ora non ha mai tentato di attaccarlo. Ha continuato a minacciarlo, ma non ha mai puntato alla sua gola-, osservò mio padre, che, sebbene non lo facesse notare apertamente come me o Emmett, era realmente interessato e incuriosito dalla situazione. Gli unici davvero preoccupati sembravano essere mia madre e Jasper che continuava a monitorare lo stato d’animo di Bella, comunicandomelo mentalmente.
-Per ora avete vinto voi-, mormorò Emmett, soprafatto dalla realtà dei fatti. Bella, fino a quel momento, sembrava aver giocato con Jacob, lentamente, spaventandolo, torturandolo ma senza dare il minimo segno di volerlo realmente attaccare fisicamente.
-Dovrai starle lontano-, lo intimò Bella, con tono serio, basso, imperante, spostandosi i lunghi capelli, che le erano ricaduti in avanti, dietro la schiena.
-Non posso fare una cosa del genere-, replicò Jacob, spaventato dall’idea che gli venisse portata via quella che era l’unica sua ragione di vita.
-Dovrai farlo, dovrai provarci. A partire da subito-, gli ordinò Bella, con un tono che non ammetteva repliche.
-No, no…Non è possibile, non posso farlo. Ricordi che, anche per te, fino a tre giorni fa era impossibile separarti da me. Ora per te è tutto cambiato, mentre per me…-
Per me è tutto diverso ora. Ho il bisogno assoluto di stare con Nessie, per assicurarmi che stia bene, che non abbia bisogno di nulla…”.
-E’ sempre stato così Bella. Il nostro legame era lei-, mormorò Jacob, finalmente consapevole che l’affetto che provava per Bella non era altro che amicizia. Ero sollevato per questo, anche se ero spaventato dalle conseguenza dell’impriting tra lui e mia figlia.
-Non mi interessa. Ripeto:vattene Jacob, stai lontana da lei-, continuò a minacciarlo, senza esitazione e senza dar segno di riprendere un po’ di lucidità che le avrebbe permesso di valutare meglio la sua decisione.
-Ma dai Bella!Anche Nessie mi adora…-, disse, giocando la sua ultima carta e facendo leva sui sentimenti della piccola, che, dentro casa con Rose, le chiedeva continuamente cosa stava accadendo. Bella alzò lo sguardo impietrita a quelle parole. Respirò a fondo, cercando di riprendersi da quello che aveva appena sentito, ma inutilmente. Un silenzio inquietante invase il giardino. Solo il pensiero di Jasper turbava quella quiete prima della tempesta.“Ora lo azzanna davvero”.
-Come l’hai chiamata?Cosa hai detto?-, bisbigliò Bella, con tono di voce tra l’incredulo e l’infuriato.
Jacob indietreggiò, aumentando lo spazio tra di loro.-Beh, sai…Il suo nome è quasi impronunciabile e mi sono permesso di darle un sopranome…-, mormorò, balbettando, in cerca di una giustificazione, conscio che quell’errore aveva sancito la sua condanna.
-E il nome del Mostro di Loch Ness ti sembra un bel sopranome?-, ringhiò Bella, acquattandosi sulle ginocchia e spiccando un balzo agile verso Jacob, atterrandolo.
Non appena la vidi scoprire i denti e mirare al collo di Jake, mi affrettai ad intervenire, ma Seth si era già messo in mezzo tra di loro, cercando di allontanarli. Mi affrettai a raggiungerli, ma troppo tardi, perché Bella aveva già scaraventato lontano Seth, ormai senza nessun barlume di ragione.
La presi per le spalle, attirandola a me e facendola aderire al mio petto, sperando che quel contatto potesse farle riprendere un minimo di lucidità necessaria per farla calmare. Jasper e Emmett, furono subito al mio fianco con l’intento di aiutarmi, ma li fermai, temendo che Bella si sentisse braccata vedendo attorno a sé così tanti vampiri. Portai Bella lontano da loro, lontano dalla situazione, sperando che in qualche modo questo potesse aiutarla a ritrovare la calma e la lucidità necessaria.
-Shh, calmati Bella, calmati amore-, le sussurrai all’orecchio, cercando di trovare il modo giusto per farle riprendere la lucidità persa.
La sentii rilassare lentamente i muscoli, che fino a prima erano estremamente contratti e pronti all’attacco. Si lasciò scivolare addosso al mio petto, facendo cadere ogni arma di difesa e guardandomi con uno sguardo smarrito e pentito.
-Cosa ho fatto?-, chiese, portandosi le mani sul volto. La strinsi forte a me, abbracciandola. Aveva ragione Esme:dovevo fermarla prima, ma, da idiota qual’ero, avevo lasciato che la mia soddisfazione personale venisse appagata, senza pensare che poi Bella si sarebbe pentita e avrebbe sofferto per quello che aveva fatto.
-Non è successo niente Bella-, mi affrettai a risponderle lasciandole un bacio tra i capelli.-Niente-.
-Ma ho aggredito Jake, e credo di aver fatto del male a Seth…Povero Seth-, continuò piagnucolando sul mio petto.
-Vedrai, non sarà nulla di grave- tentai di rassicurarla, cercando tra i pensieri di mio padre o dei miei fratelli delle notizie sulle condizioni del mio amico lupo.
-Se sei più calma, andiamo a vedere come sta-, continuai, abbracciandola forte, cercando di tranquillizzarla come potevo. Non rispose, ma fece un cenno silenzioso con il capo. La presi per mano,e la ricondussi verso casa.

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Capitolo 43
*** Fiducia ***


Capitolo 30.Fiducia

Avevo commesso un altro errore, per l’ennesima volta. E ora, osservare Belle triste, confusa e assolutamente convinta di meritare una punizione mi faceva stare male,mi lacerava il cuore. Non potevo fare molto per lei, non più perlomeno. Sarei dovuto intervenire prima che tutto degenerasse, prima che Seth intervenisse per dividerli. Ma il mio stupido desiderio di rivalsa nei confronti di Jacob aveva preso il sopravvento, regalandomi qualche attimo di rivincita. Una cosa stupida, inutile da fare…ma ormai era troppo tardi per rimediare. Mi avvicinai piano alla vetrata. Bella aveva lo sguardo perso nel vuoto, immersa nell’infinito dei suoi pensieri. Ancora una volta desiderai di conoscere i suoi pensieri, per poterla capire, per poterla aiutarla meglio.Non parlai, non sapevo più che dire. Avevo tentato di convincerla che la sua reazione era stata più che normale e che ero io ad aver commesso un errore per non essere intervenuto prima, ma inutilmente. Neppure Seth era riuscito a rasserenarla. La cosa che piùmi faceva male era che tutti fossero d’accordo nel tenere lontana la piccola da Bella. Non era giusto, né per lei, né per la piccola. Ero certo che non le avrebbe mai fatto del male. Le sfiorai la mano, desiderando di toccarla più di qualsiasi altra cosa, e sperando di riuscire a tranquilizzarla un po’. Intrecciò le sue dita alle mie, distogliendo lo sguardo dall’esterno solo per guardarmi sciìonsolata e con sguardo colpevole, prima di tornare ad immergersi nella moltitudine dei suoi pensieri, chiudendomi fuori. Mi limitai a starle accanto, accompagnadola, muto, nelle sue riflessione.Non doveva essere facile accettare tutto. Doveva affrontare molto più di quanto avevo dovuto fare io. In poco più di un anno e mezzo le cose erano cambiate radicalmente, e la piccola efragile Bella che avevo conosciuto e amato da subito, era diventata una splendida vampira, moglie e madre. No…nulla doveva essere semplice per lei. Anche se lasciava intravedere poco le sue preoccupazioni. Strinsi la sua mano, cercando di ricordarle che ero lì, lì per lei e per la nostra bambina.

-Cosa c’è che ti preoccupa Bella?-, le chiese improvvisamente Jasper,che, appolaiato sulla scala non aveva smesso un attimo  di monitorarla. Avrei voluto sapere anch’io cosa la turbava, cosa la spaventava, ma non volevo essere troppo assilante. Ringraziai mentalmente Jasper per averle posto la domanda che avrei voluto farle io.Osservai Bella, in attesa di una sua risposta. Lei si voltò per fissare mesta Jasper, lo stesso sguardo triste e malinconico che continuava a mostrare a me. Mi chiesi se fosse davvero stata la scelta giusta quella di trasformare Bella. Forse l’avevo costretta a scelte troppo difficili, rinunce insopportabili. Strinsi forte la sua mano, augurandomi che non fosse così.

-Nessuno ce l’ha con te-, continuò Jasper, cercando di consolarla.Un ringhio, proveniente da Leah si alzò, contradicento l’affermazione di mio fratello, che non lo badò e continuò a rassicurare Bella.

-Sei stata brava, davvero Bella. Ci hai sorpresi.Hai superato tutto molto velocemente, al di là di ogni previsione-, concluse, sorridendole. Bella annuii, continuando a mantenere il silenzio che l’aveva caraterizzata negli ultimi istanti. Si voltò di nuovo verso la vetrata e respirò a fondo, prendendo ad accarezzare il palmo della mia mano con il suo pollice, gesto che faceva spesso quando era nervosa.

-Pensavo a mio padre in realtà…-, mormorò con voce bassa.Charlie…aveva già chiamato tre volte quel giorno, per chiedere informazioni sulle condizioni di Bella.La prima volta aveva parlato con mia madre, poi aveva voluto assolutamente parlare con Carlisle, per pregarlo di poterla vedere. Non avremo potuto continuare a lungo con la bugia della malattiadi Bella. L’unica soluzione era andercene, facendo perdere le nostre traccie. Non sapevo se Bellasarebbe mai riuscita a fare una cosa del genere. Ero sempre stato dell’idea che non avesse valutato attentamente tutte le complicazioni che comportava la sua scelta di diventare come me.

-Capisco…-, mormorò Jasper, probabilmente aspettandosi che fossero altri i pensieri che preoccupavano Bella.

-Dobbiamo partire, vero?Almeno per pun po’…fingere di essere ad Atlanta o in un posto del genere…-, disse, quasi riflettendo sulle possibilità a voce alta. Si voltò di nuovo verso Jasper, aspettando una risposta da lui.

-Credo sia l’unico modo per non coinvolgere tuo padre-, le rispose Jasper, con tono grave e basso.

-Charlie mi mancherà tantissimo,mi mancheranno tutti quelli di Forks-, mormorò dopo un attimo di meditato silenzio. Io non parlai, non dissi niente. Non sapevo cosa dirle, e come aiutarla ad un passo del genere. Sapevo che sarebbe stato difficile per lei, ogni cosa lo sarebbe stata.Continuai a starle accanto, ad osservarla cambiare espressione, in accordo con le variazioni dei suoi pensieri finchè non la vidi sorridere leggermente, scuotere la testa e sbuffare come infastidita.

Le stinsi la mano, e la guardai curioso, sperando che mi rendesse partecipe dei suoi pensieri.Mi guardò, scosse la testa come se non fosse importante, e tornò silenziosa e seria.

“E’ora…”, sentii pensare Rosalie e subito dopo vidi Carlisle scendere dalla scale con gli strumenti neccessari a monitorare la crescita della piccola, che entrò in braccio a Rosalie, seguita da Jacob che non le mollava un attimo. Scossi la testa sconsolato. Non c’era più nulla da fare:ormai era assodato che Jacob avrebbe fatto parte della famiglia.  Jasper con un balzo si avvicinò a Bella,che si guardava in giro curiosa.

“La mia mamma…”, pensò Nessie, non appena la vide, allungando le braccia verso di lei.

-Non adesso-, le mormorò Rose accarezzandole una guancia.-Carlisle ti deve misurare per vedere quanto sei cresciuta-, concluse, cercando di distogliere l’attenzaione di Nessie da Bella.

-Sono le sei…-,dissi, cercando di giustifiacare quel’insolito trambusto.

-E cosa succede alle sei-, chiese Bella, senza smettere un attimo di fissare Nessie.

-E’ l’ora per misurare la crescita di Ness…Renesmee-, disse mio padre.

-E lo fate ogni giorno?-, chiese ancora.

-Lo facciamo quattro volte al giorno…-, le rispose Carlisle mentre, indaffarato, si spostava verso il divano.

-E come mai lo fai così spesso?

-Renesmee cresce in fretta…-, mormorai, cercando di mantenere un tono tranquillo. Temevo di turbarla parlandole della piccola, non sopportavo l’idea che non potesse starle accanto e non sopportavo l’idea che Bella accettasse senza opporsi la decisione presa da Jacob o Rose. Che diritto avevano di decidere per noi?Ero assolutamente certo che Bella non le avrebbe mai e poi mai fatto del male. Le strinsi la mano e l’attirai di fronte a me, stringendola forte. Volevo darle fiducia, darle coraggio, farle sapere che mi fidavo di lei e che ero assolutamente certo che non avrebbe avuto alcun problema a controllarsi. E volevo sentirla vicina, addosso a me. Volevo essere sommerso dal suo profumo, dall’aroma dei suoi capelli per essere davvero certo che quello che stava accadendo fosse vero, e non frutto della mia immaginazione. No, niente immaginazione…Bella era davvero mia moglie ed era davvero come me. Nonostante tutte le preoccupazioni che erano sorti in Bella, dopo la trasformazione, non potevo non essere felice. Non c’era nessuno ostacolo fra di noi, nessun limite e nessun freno poteva più mettersi tra di noi.

Fissava Nessie intensamente, guardandola, studiandola, probabilmente per convincersi veramente che quella era la piccola che aveva stretto tra le braccia poco prima. Cresceva in fretta, davvero in fretta…

-Cresce in fretta, davvero in fretta…-, mormorò con le labbra serrate e con tono preoccupato Bella.-cosa faremo?-, chiese, lasciando la domanda, a cui non sapevo rispondere, librare nell’aria.

-Non lo so, non lo so davvero…-, ammisi, stringendo le mie braccia sul suo petto e stringendola saldamente a me. Non sapevo darle una risposta, non in quel momento.

-Sembra che la sua crescita sia rallentando…-, osservò Jacob, che conosceva a memoria ogni progresso fatto da Nessie.

-Non puoi esserne certo. Potrebbe essere un caso…ci vogliono diversi giorni di misurazioni per prevedere l’andamento della crescita di Nessie-, mi affrettai a precisare. Non volevo che Bella si facesse strane speranze:né io, né mio padre avevamo idee su come sarebbe progredita la crescita di Nessie, e non volevo che Bella sperasse che la velocità di crescita di crescita sarebbe diminuita, almeno non finché ne fossimo stati davvero certi.

-Ma ieri la crescita era stata di cinque centimetri, oggi è un po’ meno-,continuò risoluto Jacob,convinto della sua affermazione di poco prima.

-Devi tenere conto che le misure non sono così precise-, notò Carlisle, cercando di smorzare l’entusiasmo di Jacob. Anche per lui non era facile. Nessie era un enigma,e questo non faceva che aumentare le sue preoccupazioni e la sua ansia verso di lei.

-Come non sono precise?E’ necessario che lo siano…-, brontolò Jacob, inveendo come mio padre. Rosalie ringhiò sommessamente, difendendo mio padre dall’attacco immotivato di Jacob.

-Sto facendo del mio meglio Jacob-, si limito a rispondergli mio padre, ammutolendolo.

-Sì, credo che non si possa fare meglio…-,rispose, usando un tono meno irruento e minaccioso di prima. Mi chiesi a cosa stesse pensando Bella. Chissà se la infastidivano quanto me le attenzioni che Jacob riservava a Nessie:non era sua, e non aveva alcun diritto di decidere cosa fosse meglio per nostra figlia. Sicuramente, tenerla lontana dalla madre non era la cosa migliore da fare…soffriva vano entrambe di questo distacco.

Non potevo esserne certo, ma Bella sembrava irritata, esattamente come mi sentivo io da Jacob. E la piccola non faceva altro che chiamare mentalmente Bella:voleva stare con lei, tra le sue braccia. Come potevo ignorare una richiesta del genere lasciando che uno stupido lupo decidesse della mia famiglia?

-Cos’ha Nessie?Perchè si agita in quel modo?-, chiese Jacob, interrompendo i miei pensieri e facendomi spostare velocemente lo sguardo verso Nessie, che imbronciata, si divincolava per raggiungere Rose e mostrarle le sue richieste.

-Vuole Bella, sua madre…-, gli rispose mia sorella, sorridendo dolcemente alla piccola con l’intento di farla calmare.Poi si votò verso Bella, con sguardo dolce e comprensivo, sguardo che raramente avevo visto sul volto di Rosalie.

-Bella, te la senti?-, le chiesi chiaramente riferendesi al suo autocontrollo.

Ma è matta?No,no…io non penso sia il caso…”, pensò Jacob, allarmato dall’intenzione di Rosalie. Prima che potesse aprire bocca, lo intercettai con lo sguardo, fulminandolo e facendogli capire che doveva starsene zitto. Se Bella, troppo spaventata e poco fiduciosa di lei non riusciva ad opporsi allontanamento forzato da Nessie, deciso principalmente da Jacob, avrei pensato io a rimettere a suo posto il cane,impedendogli di interferire ancora tra Bella e Nessie.

Volsi lo sguardo verso mia moglie, in attesa della risposta alla domanda di Rosalie. Mi guardò spaventata prima di rispondere.-Sono preoccupata…-, ammise infine, stringendosi maggiormente al mio petto. Assecondai il suo gesto, e la stinsi ancora di più a me, sperando di trasmetterle la forza necessaria ad affrontare questa sua paura, che era anche la mia.

-Non intendevo questo. Volevo sapere se te la senti di tenere Renesmee in braccio-, disse Rosalie, esplicitando la sua domanda di poco prima.

Bella  voltò lo sguardo verso di me, prima di affondare con il suo volto vicino al mio collo, cercando il contatto con la sua pelle. Non se ne rendeva conto ma mi stava lentamente facendo morire…Deglutii, cercando di ricordarmi che non era ancora il momento per pensare ad una simile circostanza:Nessie e Bella prima di tutto.

Respirò a fondo, quasi volesse essere certa di aver ritrovato la calma che poco prima aveva perso.

-Va tutto bene, sono tranquilla-, rispose, spostando lo sguardo verso Jasper, che annuì verso di me, confermando la versione di Bella. L’unico ad avere qualche problema sembrò ancora una volta essere Jacob, che si morse il labbro e strinse le mani a pugno mentre Rosalie sollevava lentamente Nessie, per portarla a Bella. Non la lasciai, continui a cingerle la vita, sperando di poterla rilassare, anche se, non appena Nessie si intrufolò tra le sue braccia, la sentii improvvisamente sciogliersi, abbandonare quell’irrigidimento che fino a poco prima la caratterizzava. Nessie si aprì in un sorriso mozzafiato, mostrandole tutta la sua felicità nell’ essere di nuovo tra le braccia della madre. Aveva molto da dirle,o meglio molto da mostrarle e, subito, appoggiò la sua manina sulla guancia di Bella rimostrandole lo scontro di poco prima con Jacob.

Rimasi con loro per tutto il tempo, condividendo le immagini che la piccola mostrava a Bella, e, allo stesso tempo, contemplando le espressioni mutevoli del volto di Bella durante il racconto.

-Davvero splendido…-, mormorò sarcastica, non appena si rese conto che il legame che univa Jabon a nostra figlia era assolutamente reciproco:anche lei lo adorava, ed era contenta che Seth avesse fermato Bella prima che avesse fatto del male a Jacob. Ancora una volta l’irritazione di Bella era in assoluto accordo con la mia:l’unico motivo per cui non avevo ancora cacciato Jacob, e per cui non l’avrei mai fatto, era che ero consapevole di quanto la piccola tenesse a lui e non l’avrei mai fatta soffrire, a costo di sopportare per l’eternità la presenza di Jacob.

-Non possiamo farci niente. Per lei Jacob non ha un odore così disgustoso come per noi…-, osservai con voce infastidita.

-Te l’avevo detto che gli piaccio tanto anch’io…-, intervenne Jacob, meritandosi un’occhiataccia da parte di Bella, che non aveva ancora mandato giù l’impriting tra loro due. Fortunatamente il piccolo diverbio finì lì, perché Nessie pretese nuovamente la completa attenzione di Bella:non aveva ancora terminato la sua carrellata di ricordi che voleva condividere con la madre.

-Vuole mostrarti tutto quello che ti sei persa…-, mormorai al suo orecchio, scostandole i capelli dalla spalla,accarezzandole piano il profilo del collo nudo che continuava ad avere sempre lo stesso fascino per me...Mi persi in quel desiderio di baciare, leccare sfiorare quel collo nudo, che sarebbe stato solo l’inizio di una lunga esplorazione,ma mi destai improvvisamente da quel sogno ad occhi aperti, quando mi accorsi che Nessie stava mostrando a Bella un’immagine dei suoi pasti. Non era un bene che Bella, condividesse il desiderio di sangue che provava Nessie. Feci un gesto d’intesa a Jasper, che attento e allerta, immobilizzò Bella, mentre io le sfilavo tra le braccia la piccola.

-Cosa ho fatto?-, chiese Bella,guardandomi con sguardo smarrito e disorientato.

“Non era turbata, leggermente ma non più di tanto”, pensò Jasper, rispondendo al mio di sguardo interrogativo. Non avevo interrogato Jasper sullo stao d’animo di Bella, ma avevo dato per scontato che ricordare il sangue, anche se solo attraverso i ricordi di Nessie, le provocasse un turbamento.

-Nessie stava ricordando il sapore del sangue umano e ho pensato che questo potesse turbarti…-, mi giustificai.

-Sì, è vero. Quindi?-, chiese ancora lei, tranquilla e senza dare il minimo segno di turbamento.

Possibile che questa volta fossi io ad essermi sbagliato ed ad essermi allarmato inutilmente?

-Quindi niente…-, mormorai.-Pensavo ti turbasse un simile pensiero. Mi sono sbagliato…-, ammisi, rimproverandomi per non averle dato fiduciosa. In realtà dovevo quasi immaginarlo che non l’avrebbe turbata più di tanto, non dopo essere stato testimone della sua immensa forza decisionale durante la caccia.-Lasciala andare Jasper…-, mormorai, augurandomi che non le avesse fatto del male, immobilizzandola improvvisamente in quel modo. Lei si avvicinò nuovamente a me, riprendendo Nessie tra le sue braccia.

-Mi da i nervi…-, mormorò Jasper, lasciando definitivamente la stanza, scocciato. Sorrisi tra me e me, mentre ascoltavo i pensieri di Jasper. Non sopportava l’idea di essere lui il più debole della famiglia, nonostante ora il vampiro più giovane fosse Bella. Non capiva cosa non andasse in lui, cosa lo spingesse a desiderare così tanto, ancora, il sangue umano.

-Che ha?-, chiese Bella, seguendo la sua fuga con la coda dell’occhio, mentre Nessie si riappropriava della sua attenzione.

-Ha solo bisogno di stare un po’ da solo con i suoi pensieri-, le spiegai, tornando a condividere con lei i pensieri di Nessie.

-Ma è arrabbiato con me?-, chiese.”Perché dovrebbe?”, pensai, stupendomi della domanda di Bella. Forse credeva che fosse il suo comportamento impeccabile ad aver fatto infuriare mio fratello.

-Non davvero, Bella. Perché dovrebbe essere arrabbiato con te?-, le chiesi, accarezzandole la guancia.

-Non lo so…Ma allora qual è il problema?-, chiese ancora, volendo andare a fondo della questione.

-Vedi Bella…-, iniziai.-Jasper ce l’ha con se stesso, non con te…-continuai, cercando le parole giuste per spiegarle cosa turbasse Jasper.

-Cosa vuoi dire Edward?-, intervenne mio padre, che fino a quel momento, si era tenuto in disparte, studiando silenziosamente il comportamento di Bella.

-Ha sempre creduto che la follia dei neonati fosse una cosa inevitabile, quasi giustificabile. Ma vedendo Bella, ha iniziato a chiedersi se sia davvero così o se, al contrario, con la giusta concentrazione e forza di volontà, non si possa, invece, controllarla. Lui giustifica certi suoi desideri, certi suoi comportamenti perché li credi inevitabili per i neonati, ma osservando Bella, ha iniziato a rimettere in discussione tutte le sue convinzioni sui neonati e su se stesso. Per questo deve riflettere…-, spiegai, sperando, con la mia spiegazione, di sfatare l’idea di Bella, che Jasper ce l’avesse con lei.

-Ma non è giusto…-, replicò Carlisle.-Non dovrebbe sentirsi così. siamo tutti diversi, e ognuno vive il passaggio da umano a vampiro secondo la sua personalità, il suo carattere. Forse il modo di comportarsi di Bella, va al di là di ogni capacità vampira, forse è il suo dono…-,terminò mio padre.

Vidi Bella irrigidirsi a quell’esternazione di mio padre. La piccola si accorse subito del turbamento della madre e le chiese immediatamente quale fosse il problema:nonostante fosse davvero molto piccola, non le sfuggiva niente.

-Sì, questa può essere davvero una teoria plausibile. Dovremmo dirlo a Jasper, in modo che si tranquillizzi un po’-, dissi, riflettendo su quello che aveva appena ipotizzato mio padre.

L’autocontrollo di Bella era davvero un dono, come la mia capacità di leggere nel pensiero, o era frutto della sua preparazione e del suo desiderio di diventare vampira. Qualsiasi cosa fosse, sembrava davvero che Bella potesse saltare a pie pari una delle più grosse difficoltà dei neonati.

-Lo credi davvero Carlisle?Magari dipende solo dalla sua preparazione. In fin dei conti Bella è l’unica, tra di noi, che sapeva cosa l’aspettava una volta trasformata…-, osservai.

-Non saprei dire Edward. Se fosse un dono sembra molto simile a quello di Siobhan…-, constatò Carlisle, ripensando a quello che sapeva fare la sua amica vampira.

-Siobhan fa parte del club irlandese-, chiese Rose, interessata anche lei alla conversazione.-Non sapevo avesse un dono. Credevo che l’unica ad avere un talento particolare fosse Maggie-, osservò.

-In realtà Siobhan non è convinta di avere un dono. Attraverso la sua volontà lei riesce a realizzare qualsiasi obiettivo che si pone, e ci riesce sempre. Secondo lei dipende solo dal suo carattere, ma io sono convinto che sia qualcosa di più. Quando è arrivata Maggie, Liam non voleva che rimanesse, ma Siobhan ha deciso che avrebbe funzionato a tutti i costi, e così è stato…-, rifletté Carlisle.

Mi sedetti vicino a Carlisle, lasciando un po’ d’intimità a Bella e a Nessie, che erano completamente rapite l’una dell’altra. Continuai a disquisire con lui sulla possibilità che quello di Bella fosse un dono, fino a quando Rosalie non decise di trascinarmi fuori, in giardino, con la scusa di mostrarmi una cosa. Non volevo lasciare Bella sola, ma Carlisle rimase con lei, in caso avesse bisogno di aiuto. Ero quasi certo che non si sarebbe accorta della mia assenza, persa com’era in Renesmee e nei suoi racconti. Ero felice che finalmente Bella avesse avuto il tempo per stare con sua figlia,ed ero anche contento perché il clima teso che si era respirato fino a poco prima in casa si era completamente disteso, lasciando spazio a una piena fiducia nei confronti di Bella. Perfino Jacob si era tranquillizzando completamente,andandosi a sedere vicino a Seth, ed addormentandosi in poco tempo.

Seguii Rose, che mi portò nel fitto della foresta, fino ad una piccola radura.

-E’ una sorpresa per te e Bella…-, mormorò Rose, sorridendomi. Emmett, Alice ed Emmett, che credevo fossero a caccia,uscirono da una meravigliosa casetta di pietra, che si incastonava perfettamente nella radura.

-Era ora che arrivassi Edward…-, mormorò alice, saltellando fino a me.

-Non credo di aver capito…-, mormorai, avvicinandomi alla casa e guardandola con stupore.

-Ma certo che hai capito…-, mormorò Alice.-Questa è la casa tua e di Bella, è un regalo da parte nostra, soprattutto di Esme, che ha curato l’intero progetto-, mi spiegò Alice, sorridendo della mia faccia attonita. Non ci potevo credere:una casa mia e di Bella?non ci avevo mai pensato, troppo preso dagli ultimi avvenimenti per pensare a dove avremmo vissuto. Certo che avere un piccolo rifugio tutto per noi era una bella idea.

-Non ci credo…Ma quando avete fatto tutto questo?-, chiesi, meravigliandomi di non essermi accorto di nulla.

-Abbiamo iniziato subito dopo il matrimonio, anche se Esme ha avuto l’idea molto prima…-, mi spiegò Emmett, sorridendomi soddisfatto.

-Vieni Edward, entra…- trillò Alice, prendendomi per mano e portandomi in casa.-Devi vedere cosa ho fatto io…-, mormorò sorridendomi con aria furba.”Speriamo che anche Bella apprezzi, è soprattutto per lei…”, pensò, incuriosendomi. Mi chiesi come avessero fatto a tenermi all’oscuro di tutto, senza pensare mai a questa sorpresa, ma forse, ero stato io ad essere troppo preso da altre mille cose e a non essermi soffermato sui loro pensieri.

L’intera casa era arredata con un gusto impeccabile, ma quello che mi stupì fu la camera da letto, che ricordava l’atmosfera dell’isola. Mi soffermai a guardarla, lasciandomi inondare dai ricordi.

-Sperando che si ricreino le stesse situazioni…-, mormorò Alice, maliziosa, vedendomi completamente assorto.

“Speriamo…”, pensai, chiedendomi se io e Bella avremmo trascorso già quella notte dei momenti in quella casa.

-E questa è la parte che preferisco…-, cinguettò Alice, ferma davanti all’entrata di un’enorme stanza, affacciandomi all’uscio. Alice aveva creato una cabina armadio, più grande di qualsiasi altra stanza che raccoglieva, forse migliaia di abiti per Bella.

-che ne dici?Almeno così sarà presentabile…-, mormorò. Le strofinai i capelli, sorridendo della sua affermazione.

-Ma Bella è…-, ma mi interruppe.-Sì, lo so Edward:Bella è sempre presentabile. Per te andrebbe bene in qualsiasi modo-, osservò facendomi sorridere ancora. Un strano senso di serenità mi avvolse,consapevole che tutte le paure erano svanite.

-Pensavamo di darlo a Bella stanotte, dopo mezzanotte. Domani sarà il suo compleanno…-, mi ricordò.

-Non credo sia una buona idea-, replicai.-Sai come la pensa sui compleanni…-, osservai.

-Non fare troppo il difficile Edward…ormai non invecchia più, è solo una ricorrenza simbolica. Sono certa che non si opporrà questa volta…-, mormorò, non troppo convinta delle sue parole.

-Se lo dici tu…-,replicai, uscendo dalla camera, per cercare Esme e ringraziarla del regalo.

-Edward?-, mi richiamò di nuovo Alice.

-Ho capito-, dissi, leggendola nel pensiero.-Il regalo lo vuoi dare tu a Bella-,conclusi.

-Esatto, e guai a te se spifferi qualcosa prima di mezzanotte…-, mi intimò.

-Però c’è un'altra cosa. Queste-, disse, porgendomi delle chiavi nella mano-sono della macchina del dopo. Quella che mi hai chiesto di acquistare per Bella. E’ stupenda, bellissima…-, continuò.

-Se lei non la vuole…ricordati di me-,terminò, persuasiva.

-Grazie Alice, grazie di tutto, ma speriamo che in Bella sia migliorato anche il gusto per le macchine…-, replicai.

-Speriamo!Ora vado a cercare Jasper, che è nel pieno di una crisi…-, mormorò, corrucciandosi, e dileguandosi velocemente.

Uscii per cercare Emmett,Esme e Rosalie.

-Grazie mamma-, la ringraziai, accostandomi a lei, e lasciandole un bacio sulla guancia.

-Di niente. L’unica cosa che voglio è vedervi felice…-, mormorò, quasi commossa, abbracciandomi.

-E grazie anche a voi-, dissi ad Emmett e Rosalie, che abbracciati si scambiavano effusioni come due innamorati alle prime armi.

-Prego-, rispose Emmett.

-Di niente-, rispose Rose.-Tu e Bella mi avete fatto venir voglia di risposarmi di nuovo…che ne dici?-, disse, rivolgendo la domanda a Emmett, che annuì dolce.

Li lasciai soli e tornai da Bella, che , come immaginavo non si era resa conto della mia assenza. Nessie dormiva tranquilla tra le sue braccia, mostrandole i suoi dolci sogni. Non le avrei disturbate, non ancora. Ero certo che, quando fosse giunto il momento, ci avrebbe pensato Alice.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 44
*** Prima notte:vampiri ***


Ciao a tutte ragazze!Scusate il ritardo ma l’uni mi sta prosciugando la vita!Spero che questo capitolo vi piaccia!!Un bacio, Silvia!!Ah…dimandicavo…Un Mega grazie a tutte per i complimenti e per leggere!!Vi adoro

Capitolo 31.Prima notte: vampiri

Ero agitato. Non potevo crederci. Continuavo a guardare insistentemente l’orologio augurandomi che il tempo passasse in fretta e che giungesse presto mezzanotte. Non vedevo l’ora di dare a Bella il regalo che la mia famiglia aveva preparato per lei. Non ero entusiasta del regalo stesso, quanto del modo in cui avremmo potuto sfruttare quel regalo. Era un sogno…un posto solo nostro…

-Finalmente…-,mormorai, quando vidi la lancetta dell’orologio a muro fare un ultimo scatto in avanti e consacrare definitivamente l’inizio del nuovo giorno.

Sentii lo sguardo di Bella attento su di me. Aveva di certo colto la mia affermazione. Non ero ancora abituato all’idea che i suoi sensi fossero diventati così fini e amplificati, forse più dei miei. Non ricambiai lo sguardo di Bella. Non volevo tradirmi. Alice stava arrivando e avevo promesso che sarebbe stata lei a darle il regalo . Ero estremamente curioso di vedere la reazione di mia moglie. Chissà se se la sarebbe presa come al suo solito?Anche se in quel momento, pensandoci, cadeva ogni motivazione che la spingeva ad odiare i compleanni. Il tempo aveva smesso di avere importanza anche per lei, ormai sospesa per sempre nei suoi diciotto anni.

In breve anche il resto della famiglia fece la sua comparsa nel salone di casa, accerchiando Bella, che osservava l’intera scena con sguardo smarrito e vagamente sospettoso.

Alice si avvicinò a lei, senza parlare, ma con un sorriso stampato sul volto che diceva molto più di mille parole.

-Ho una cosa per te…-, cantilenò felice.-Apri la mano, Bella-, continuò afferrando gentilmente il suo candido palmo e lasciandoci cadere al suo interno una chiave d’ottone.

Bella la fissò per un attimo,sorpresa.-Buon compleanno!!-, urlò Alice, chinandosi per baciarla sulla guancia. Bella alzò gli occhi al cielo sconvolta.

-Non è il mio compleanno!-, obiettò.-I compleanni si iniziano a contare dal primo giorno di nascita e io sono diventata una vampira solo da pochi giorni -, tentò di convincere Alice, cercando di liberarsi dal peso di dover festeggiare un ennesimo compleanno.

-Ma Bella-, replicò subito mia sorella, sedendosi al suo fianco con aria soddisfatta.-Non vogliamo festeggiare il tuo compleanno da vampira. Oggi è il 13 settembre:buon diciannovesimo compleanno!-, squittì, stampandosi sul viso un sorriso felice.

-No, no…io ho smesso di essere umana, non esiste!-, replicò Bella, spegnendo in breve l’entusiasmo di Alice. Questa era un'altra conferma che non era proprio cambiata:la sua avversione verso i compleanni non era mutata, nonostante ora non avesse più nulla di cui preoccuparsi. Sorrisi nel vederla così infuriata, e mi rallegrai del fatto che, nonostante indubbiamente fosse cambiata, rimanevano in lei tratti caratteristici del suo carattere umano.

Si voltò verso di me, lanciandomi uno sguardo accusatorio.-Immagino che tu sia coinvolto in questa faccenda-, borbottò tra sé, prima di riprendere a inveire contro Alice a raffica.-Non è il mio compleanno, non posso compiere diciannove anni. Ho smesso di invecchiare tre giorni fa. Ho e avrò per sempre diciotto anni-.

-Non importa, pensala come vuoi. Noi vogliamo festeggiarti lo stesso, quindi adeguati alle nostre richieste-, le rispose Alice, vagamente infastidita.

Sempre la solita Bella, non cambierai mai…”, pensò, accompagnando il pensiero da uno sbuffo e da un gesto del capo.

Bella non rispose, si limitò ad annuire, rassegnata, conscia che non avrebbe mai potuto opporsi alle decisioni di Alice.-Come vuoi…-, rispose, accarezzando il viso di Nessie, che aveva continuato a dormire tranquilla senza scomporsi.

-Bene…allora puoi aprire il regalo!-, trillò Alice, alzandosi in piedi.

-I regali, Alice,…i regali…- precisai, abbandonando la postazione accanto alla finestra per trasferirmi di fianco a Bella, che ci guardava sempre più smarrita e confusa.

Le accarezzai i capelli, piano, immaginandomi di perdermi nel suo dolce profumo, prima di sfilare dalla tasca dei pantaloni un’altra chiave, quella del mio regalo.

Bella la osservò, attenta. Ma dallo sguardo che mi volse poco dopo era chiaro che aveva intuito quale regalo celasse la chiave:l’auto da vampira, quella che le avevo promesso. -Grazie…-, bisbigliò inaspettatamente e  dolcemente, allungando la mano per accarezzare piano la mia, stando attenta a non farsi vedere da Alice, che si sarebbe di sicuro offesa nel vedere la gratitudine di Bella verso il mio regalo. E non si sbagliava.

-No, prima vedrà il mio…-, si affrettò a precisare Alice, liquidandomi con una linguaccia da vera mocciosa.

-Ma il mio è più vicino…-, ribattei, imitando il suo tono di voce irriverente.

No Edward…no e poi no. Non sopporto di vederla vestita di stracci…ti prego…”,mi supplicò mentalmente, immaginandosi la mega cabina armadio, zeppa di vestiti firmati,che aveva preparato per Bella. Chissà perché, ma avevo come l’impressione che Bella non l’avrebbe apprezzata come invece sperava mia sorella…

Non le risposi, aspettando che continuasse con le sue lamentose suppliche.

-Ma guarda com’è vestita!-, sbottò di nuovo, questa volta ad alta voce. Bella abbassò lo sguardo, verso il suo vestito sbrindellato che le lasciava intravedere le lunghe gambe lisce e sode. Poi sorrise, portando il volto verso il colletto della camicia che indossava, aspirandone a lungo il profumo…il mio profumo, il profumo della camicia che le avevo prestato dopo la caccia. Deglutii…io, di certo, non avrei voluto che Bella si cambiasse.

-E’ tutto il giorno che è vestita in quel modo…la mia pazienza estetica ha un limite…-, brontolò ancora Alice, sempre più imbronciata, scocciata dal fatto che né io né Bella le davamo retta, troppo presi a fissarci improvvisamente immersi in un scambio di sguardi molto intimo.

Bella alzò lo sguardo stupito verso Alice, probabilmente chiedendosi cosa centrasse la chiave che le aveva dato mia sorella con gli abiti che indossava.

-Ok,ok…ho capito. Allora giochiamo per decidere quale regalo darle per primo…morra cinese?-, chiese, avvicinandosi verso di me con i pugni chiusi. Quando si metteva era peggio di una bambina!

Quant’è carina quando fa così…”, pensò Jasper sorridendo alle mie spalle. Io avrei usato un altro aggettivo per descriverla…

-Dai Alice…dimmi chi vince e facciamola finita…-, tagliai corto, pensando che non era proprio una cattiva idea che Bella vedesse prima il regalo di Alice…poi avremmo potuto finalmente stare di nuovo soli…soli io e lei.

-Ho vinto io…!-, urlò Alice, tornando verso Bella.

-Meglio così…il mio regalo può aspettare fino a domani mattina…-, mormorai tra me e me, con un tono di voce un po’ troppo alto, dando voce ai miei pensieri. Bella mi guardò con aria interrogativa e lo stesso fece Alice, mentre, nel frattempo, Jasper sghignazzava, avendo intuito il senso delle mie parole. Mi affrettai a trovare una spiegazione.

-Credo che il mio regalo interesserà molto anche a Seth e Jacob…ma ora non mi sembra il caso di svegliarli!Sono certo che loro sapranno entusiasmarsi a dovere-, conclusi, sperando che la mia spiegazione suonasse il più possibile verosimile. Bella annuì, tornando a guardare la nostra bimba che riposava silenziosa tra le sue braccia.

-Bene…Evviva!-, cantilenò Alice, fiera e vittoriosa.-Dai Renesmee a Rosalie e vieni con me-, disse, severa a Bella, con un tono che chiaramente non ammetteva  un rifiuto.

Bella rimase immobile un istante, incerta sul da farsi.

Mi dispiace amore”,pensai.”Posso proteggerti da qualsiasi cosa ma non dalla pazzia di mia sorella…”.

-Ma di solito Renesmee dove dorme?-, chiese dopo un secondo di silenzio.

-Da nessuna parte. E’ sempre in braccio di qualcuno:Esme, Rosalie, Jacob,Edward…crescerà molto viziata. Sarà la mezza vampira più viziata della galassia-, le rispose mia sorella,senza troppo curarsi della risposta ma fremendo per portare Bella a vedere il suo regalo.

Io sorrisi:era vero. La piccola era continuamente ricoperta di attenzioni, troppo importante per tutti noi.

Rose, con uno dei sorrisi più dolci che le avessi mai visto in volto, si avvicinò a Bella, tendendo le braccia per prendere Nessie che continuava tranquillamente a dormire.

-Sarà anche la mezza vampira meno viziata della galassia-, osservò rispondendo alla battuta di Alice.-E’ la cosa bella di essere unici…-., concluse,rivolgendo a Bella un sorriso pieno di gratitudine.

-Bene andiamo-, strillò Alice, prendendo la mano di mia moglie e conducendola verso l’esterno.

-Ma è fuori?-, chiese Bella, probabilmente,molto lontana dall’intuire che tipo di regalo fosse.

-Diciamo di sì…-, bisbigliò Alice, continuando a trascinarla.

-Spero che il regalo ti piaccia. E’ un regalo soprattutto di Esme-, precisò Rosalie.

-E voi non mi accompagnate?-, chiese.-No Bella. Goditi il regalo in privato. Ci racconterai…-, le rispose Rose maliziosa,strizzandomi subito dopo l’occhio, complice. A forza di frequentare Emmett aveva imparato a fare le sue solite battute allusorie…

E infatti Emmett scoppiò a ridere.”Mi ha battuto sul tempo…”, pensò, spostandosi verso Rose e lasciandole un dolce bacio tra i capelli. Bella si fermò un istante, guardandoli con aria interrogativa. Mi aspettavo di vederla arrossire da un momento all’altro, ma solo l’intensità dei suoi occhi sembrò mostrare un leggero imbarazzo.

-Bene, se avete finito di importunarla la porterei a vedere il suo regalo…-, intervenne Alice, infastidita dalle inattese interferenze al suo piano. E continuò a trascinare Bella per la manica della camicia, portandola al di là della sponda del fiume.

-Non attaccarmi-, la avvertì Alice ad un certo punto, saltandole sulle spalle per bendarle gli occhi.

L’espressione di Bella non ammetteva dubbi:era chiaramente infastidita da quella ennesima prepotenza di Alice.

-Potevo pensarci io-, intervenni.-Non serviva che facessi tutto questo!-, la rimproverai.

-Neanche per sogno. Non mi fido di te!Sono certa che l’avresti lasciata sbirciare!-,rispose, terminando con una linguaccia.-Puoi renderti utile lo stesso:prendila per mano e guidala!-, mi ordinò.

-Alice…-, brontolò Bella,invano:era senza diritto di replica. Mi avvicinai a lei, certo che sentendomi al suo fianco si sarebbe tranquillizzata. Non era bello per noi vampiri sentirsi vulnerabili. Strinsi la sua mano tra la mia, e una forte scossa invase il mio corpo…avevo un bisogno imperante di sentirla, di abbracciarla, di toccarla…di farla diventare una sola cosa con me. Deglutii, ricacciando verso il basso quel desiderio.

-Non ti preoccupare amore, manca poco. Fra poco se ne andrà e ci lascerà finalmente in pace-, dissi, per tranquillizzarla, accarezzandole piano una guancia.

Alice sbuffò.-Vedi di mostrare un po’ di entusiasmo anche tu, Edward. Il regalo è anche per te-, replicò, chiaramente offesa.

-E’ vero!Grazie ancora di tutto-, mormorai, ricordandomi che quello che ci avevano regalato era un posto tutto per noi, dove avrei potuto passare la mia vita con Bella e con nostra figlia.

-Non c’è di che!Bene, siamo arrivati-, trillò Alice.-Ora spostala un po’ verso destra…Ecco così, perfetto!!-disse.-Sei pronta?-, le chiese ancora.

Bella fece un lungo sospiro e annuì.-Pronta-, disse, stingendo la mia mano, mentre Alice finalmente le liberava gli occhi. Li tenne chiusi ancora per un attimo, poi li aprì piano adattandosi alla nuova diversa tonalità di buio, finché non trovò il regalo. Non disse una parola per lungo tempo, almeno secondo le velocità relative di noi vampiri.

Fu Alice a rompere il silenzio stupito di Bella.-Allora, che ne pensi?Non è bellissima?-, chiese.

Strinsi la mano di Bella, cercando il suo sguardo e soprattutto cercando di svegliarla dallo stupore che l’aveva completamente colta di sorpresa lasciandola ammutolita.

-E’ un’idea di Esme-, le spiegai, spostandole piano i capelli dalla spalla e accarezzandoli per tutta la loro lunghezza. –Ha pensato che ci avrebbe fatto piacere avere una casa tutta per noi, ma voleva comunque che non fossimo troppo lontani. E poi sai che è la sua passione recuperare vecchi ruderi e farne una meraviglia-, terminai, sfiorandole il viso immobile ed etereo con il dorso della mano.

-Che c’è Bella?Non ti piace?-, chiese Alice, quasi isterica, non vedendo ancora nessun tipo di reazione da lei.-Non c’è nessun problema…Possiamo rifarla. Emmett aveva avuto già qualche idea su come ampliarla, ingrandirla ma Esme pensava che ti sarebbe piaciuta di più così. Ma se si è sbagliata non ti preoccupare, ci rimettiamo al lavoro…-.

-Stai un po’ in silenzio…-, mormorò Bella lasciando, incredibilmente, Alice senza parole. Ero certa che la casa le piacesse esattamente così com’era…probabilmente doveva solo metabolizzare il fatto che il regalo fosse una casa.

-Non ci credo…il mio regalo di compleanno è una casa?-chiese, dopo qualche attimo ancora di silenzio.

-Sbagliato amore…la regalano ad entrambi. Anche se casa è un po’ troppo…è un piccolo rifugio-, precisai, certo che Bella non l’avrebbe pensata in questo modo. E infatti la sua risposta non tardò ad arrivare.-Non dire cretinate…-, mormorò severa. Alice non aspettava altro.

-Allora ti piace?-, chiese ancora.

Bella scosse la testa, in segno di negazione, con un sorrisetto furbo sulle labbra.

-Di più…è bellissima, una meraviglia-, terminò, rasserenando completamente Alice.

-Sono davvero felice-, trillò mia sorella saltellando.-Vado subito a dirlo ad Esme!-.

-Ma perché non sono venuti anche tutti gli altri?-.

-Sappiamo tutti Bella che non ti piacciono i regali,non volevano metterti a disagio-.

Bella si rabbuiò.-Che sciocchi!Come hanno potuto pensare che non mi sarebbe piaciuta?-.

-Riferirò!-, rispose Alice, lasciandole un bacio sulla guancia.-Io torno a casa. La cabina armadio è piena di vestiti…mi raccomando,non voglio più vederti in simili condizioni. Vado!-.

Fate i bravi mi raccomando…attenti a non distruggere nulla”, pensò, facendomi abbassare lo sguardo.

-Ma non entri?-, chiese Bella ingenuamente.

-No, non credo sia il caso…-, rispose vagamente Alice, arretrando lentamente. Stava cercando in tutti i modi di trattenersi dal non entrare:il suo più grande desiderio in quel momento sarebbe stato quello di illustrare a Bella l’intero contenuto della cabina armadio.

Non sai quanto mi costa lasciarvi soli…”, pensò.-“Fa che sia una notte indimenticabile…”, pensò ancora strizzandomi l’occhiolino. Ero certo che lei avesse già sbirciato nell’immediato futuro…

-Vado allora!Jasper mi sta aspettando:vuole andare a caccia. Ti lascio nelle mani di Edward che sa già tutto quello che deve fare-, concluse, sparendo velocemente nella notte violetta.

Mi avvicinai a Bella, che continuava a fissare stupida il punto dove fino a poco prima c’era Alice.

-Mi sento in colpa!Non credevo di essere così difficile!Non hanno neppure avuto il coraggio di accompagnarmi per paura della mia reazione…-, osservò imbronciata.-Forse è meglio tornare a casa, per ringraziare Esme e Alice come si deve-,mormorò ancora cercandomi con gli occhi.

-Non credo sia il caso-, mormorai, cingendole la vita e attirandola contro il mio petto.-E poi nessuno pensa che tu sia difficile, Bella…-, mormorai, accarezzando piano il profilo del suo collo con il volto. Stavo lentamente perdendo il controllo…non ce la facevo più a stare lontano da lei. Ora che ero certo che non avrei più potuto farle del male, non c’era più alcun freno a tenermi lontano da lei.

-E allora perché non sono venuti?-, continuò, staccandosi dalle mie braccia per guardarmi negli occhi.

-Bella, amore-, le spiegai,accarezzandole piano il volto.-Volevano lasciarci soli…fa parte del regalo-, le spiegai, sperando che finalmente capisse.

Si ammutolì completamente, guardandomi con aria stupida. Non si era resa conto che finalmente eravamo soli, soli io e lei, in un posto solo nostro.

Tornò vicino a me, appoggiò il viso sul mio petto respirando lentamente. Io affondai il viso tra i suoi capelli, pensando a quanto fossi fortunato ad averla ancora accanto a me.

-Vieni, ti faccio vedere la casa…-, mormorai, prendendola per mano e accompagnandola verso l’entrata. Quando la sentii ridere mi voltai:non l’avrei lasciata per niente al mondo sorridere, senza poter godere della dolce espressione del suo viso.

-Cosa c’è di così divertente?-, chiesi, avvicinandomi e posandole un dolce bacio a fior di labbra.

-Beh…pensavo che è come se questo giorno non finisse mai. Non mi sento stanca, non ho bisogno di dormire, di riposare, di mangiare…Ed è difficile realizzare che faccio parte di questa nuova vita…-, mi spiegò, continuando a sorridere contenta. Era una gioia vederla così.

-Stai affrontando tutto molto meglio di quanto mi aspettassi. Sei un vero talento Bella…per te sembra talmente naturale essere così. Mi piacerebbe davvero riuscire ad ascoltare i tuoi pensieri…-, dissi, infilando la chiave nella serratura per aprire la porta d’ingresso.

Mi fermai per un attimo prima di entrare. C’era una cosa che dovevo fare. Velocemente, prima che potesse accorgersene, presi Bella tra le braccia, per portarla oltre la soglia di casa.

-Ehi!Che fai?-, chiese, colta di sorpresa stringendo i pugni contro il mio petto.

-Quello che dovrebbe fare un marito:porto la sposa oltre la soglia di casa…-, le risposi tranquillamente, lanciandole un sorriso furbo. Non rispose, ma si lasciò scivolare sul mio petto, stringendosi alle mie spalle.

-Dimmi a cosa pensi…-, le chiesi, stupito dal suo gesto.

-A troppe cose, tutte in una volta. Ci sono così tante cose a cui pensare:alcune sono talmente belle, altre nuove per me e altre ancora preoccupanti. In questo momento, nel vedere questa meraviglia, penso che Esme è davvero un’artista-, disse, osservando il soggiorno tutto di pietra della nostra nuova casa. Non potevo darle torto:mia madre aveva superato sé stessa nel costruire quell’incantevole rifugio. Mi incantai a guardarla mentre osservava silenziosamente la stanza.

-Per fortuna Esme ha aggiunto una stanza. Nessuno avrebbe mai pensato che potesse esserci anche Nes…Renesmee-, dissi, riflettendo ad alta voce e correggendomi subito. Sapevo che Bella, giustamente, odiava quel sopranome.

-Ti prego, non chiamarla anche tu così-, mi rimproverò.

-Hai ragione Bella. E’che oltre a sentirla chiamare spesso così,  lo leggo continuamente nei pensieri degli altri-, tentai di giustificarmi, abbassando lo sguardo per non dover sostenere il suo sguardo contrariato e deluso.

Bella mi accarezzò la guancia,comprensiva.

 -Ti porto a vedere la cabina armadio, così almeno Alice sarà contenta-, dissi, cercando di cambiare discorso e di alleggerire la tensione che si era creata.

-Deve essere terrorizzante…- esclamò scherzando, aggrappandosi con entrambe le mani alla mia camicia e nascondendo il suo dolce  viso sul mio petto ormai in fiamme.

-Già…io al posto tuo sarei spaventatissimo-, scherzai, stando al gioco.

La condussi verso il corridoio che portava alle camere.

-Questa è la camera della piccola-, dissi, mostrandole una piccola stanza non ancora terminata.-Non è ancora sistemata bene, ma al più presto tutto sarà a posto-, le spiegai.

-Invece questa…-, dissi mostrandole l’ultima stanza,-…è la nostra stanza. Esme ha voluto farla simile alla stanza nell’isola, per ricreare l’atmosfera-, le spiegai.

-Oh-, fu l’unica parola che riuscì a dire, mentre continuava a guardarsi attorno completamente stupita.

Rimanemmo in silenzio per qualche istante:avrei tanto voluto sapere in quali pensieri fosse immersa Bella. Forse pensava ai momenti trascorsi nell’isola Esme, forse semplicemente era curiosa di vedere la cabina armadio tanto decantata da Alice.

-Ora ti porto a vedere la cabina armadio. Ti avverto:è enorme, più grande della nostra stanza-, dissi, cercando di riportarla alla realtà. I suoi pensieri l’avevano tenuta distante troppo a lungo…

-Potremo dire ad Alice che sono corsa dritta nella cabina armadio, troppo curiosa di vederla…-, disse, lasciandomi completamente sconvolto.-Potremo mentire…-, continuò ancora, appoggiando la sua fronte alla mia, e attirandomi vicino a lei. Mi sentii morire…le sue mani tra i miei capelli, le sue labbra a pochi millimetri dalle mie, il suo dolce respiro sul mio viso…Non potevo credere che il momento che a lungo avevo aspettato fosse finalmente arrivato. Avrei potuto amarla, senza nessun freno, senza nessun accorgimento, finalmente alla pari. Non dissi nulla, mi limitai ad annullare l’esiguo spazio che mi divideva ancora da lei, dalle sue labbra e dal suo corpo. La volevo in un modo indescrivibile, così tanto intensamente da provare quasi dolore.

Appoggiai le mie labbra alle sue, baciandola prima piano, a fior di labbra, poi più intensamente,con la consapevolezza che non avrei dovuto fermarmi o tirarmi indietro per paura di farle del male. Avrei potuto baciarla a lungo, sempre, certo che non mi sarei mai stancato di sentire quelle morbide labbra a contatto con le mie.

-Edward-, mormorò, stringendo i miei capelli e attirandomi ancora più vicino a lei. Avrei perso presto completamente il controllo, troppo incitato dal suo stesso desiderio, riflesso del mio.

La portai contro la parete della stanza, continuando a sorreggerla. Non l’avrei mai fatta staccare da me, ero certo che avrei provato dolore se solo si fosse allontanata per qualche istante. Le sfilai la camicia che indossava, scoprendo le sue spalle nude. Posai le mie labbra su quella pelle bianca, candida, liscia che avevo a lungo sognato di baciare, di leccare, di strofinare, ma che solo ora potevo finalmente assaporare come volevo. Bella non sembrava per nulla turbata dalla mia imminente impazienza…anzi sembrava non avesse aspettato altro dal momento in cui avevo varcato la soglia di casa con lei tra le braccia.

-Bella…-,sussurrai al suo orecchio, riempiendomi del suono del suo nome. Lei mi strinse maggiormente a , immergendo le mani tra i miei capelli e stringendoli piano. Nonostante sapesse che non mi avrebbe fatto del male, non facilmente e in modo irreversibile perlomeno, sembrava trattenersi, consapevole di essere momentaneamente più forte di me.

-Non trattenerti…-, la implorai, sperando che esaudisse la mia preghiera e mi facesse sentire, percepire con ogni parte del suo corpo, con ogni respiro, con ogni gemito, con ogni carezza quanto mi volesse e quanto fossi assolutamente e necessariamente suo.

-Non lo faccio…-, rispose, sostando il capo all’indietro per permettere alla mia bocca di scendere per esplorare le curve morbide del suo collo, e le linee sinuose delle sue spalle. Non avrei mai creduto che potesse diventare ancora più bella di quanto fosse sempre stata da umana. Avevo temuto che, trasformandola in vampira, avrei perso una piccola parte dell’attrazione che provavo per lei. Ma in quel momento, in quell’istante, ogni dubbio sparì. Era sempre lei, era sempre Bella…piegata, arresa tra le mie braccia, in balia delle mie carezze e dei miei baci. Ero certo che non mi sarei mai stancato di accarezzarla, di percorrere le linee morbide e perfette del suo corpo allo stesso tempo marmoreo e morbido. Le accarezzai una gamba, agganciata dietro alla mia schiena…deglutii nel farlo, emozionato e stupito allo stesso tempo dell’irruenza di quell’atto d’amore che ci aveva colti improvvisamente. Continuai il cammino, spostando verso l’alto il lembo del vestito che la ricopriva fino a raggiungere il suo fianco. La sentii respirare a fondo, affannosamente, quasi le mancasse il respiro. Era impossibile per lei sentire la mancanza di ossigeno, ma era destramente eccitante sentirla respirare in quel modo ansimante, quasi insostenibile.

-Cosa c’è?-, le chiesi, passandole la punta della lingua dietro l’orecchio, e facendole  reclinare la testa sulla mia spalla, quasi avesse bisogno di sostegno.

-Mi stai facendo morire…-, rispose, spingendosi ancora di più verso di me, verso la parte che più pulsava dal desiderio di averla di nuovo, finalmente.

-Impossibile…-, risposi, sarcastico, afferrandola con entrambe le mani per i fianchi e portandola a sedersi sul bordo della cassettiera bianca che si trovava in camera. Mi allontanai un attimo per guardarla in tutto il suo splendore. Aveva gli occhi lucidi, rossi intensi, le labbra vivide, probabilmente a causa del suo vizio di mordersi ripetutamente il labbro, proprio come stava facendo in quel momento, mentre la osservavo, a metà tra l’imbarazzata e la compiaciuta.

-Vieni qui…-, disse, decisa, infilando l’indice nel passante dei miei pantaloni e attirandomi a lei.

Non mi opposi. Lasciai che le sue mani accarezzassero il mio corpo, consapevole che non avrei voluto alto se non sentire le sue dita delicate sfiorarmi piano, con l’intenzione di darmi piacere.

-Bella…-, la chiamai, quando la sentii spingersi lungo il mio bacino, fino a raggiungere l’orlo dei miei pantaloni.

Non rispose, ma prese piano a sbottonarli uno a uno i bottoni. Mi appoggiai con entrambe le mani alla cassettiera, temendo davvero di non poter resistere a quella tortura deliziosa alla quale mi stava sottoponendo. Sembrava stare ben attenta a ogni suo gesto, conducendo lentamente le sue lente carezze.

-Sei bellissimo…-, disse, dopo aver raggiunto il suo scopo, e iniziando ad accarezzarmi. Ero davvero confuso, frastornato da quelle sensazioni, che potevo vivere senza alcun freno, senza preoccuparmi di farle del male.

-Anche tu sei bellissima…-, dissi, tornando a occuparmi di lei e strappandole letteralmente di dosso il vestito. Non era mia intenzione essere così irruento, ma il bisogno di sentire la sua pelle, il suo corpo a contatto con il mio era diventato insostenibile. E altrettanto insostenibile era il desiderio di sentirmi parte di lei, completamente suo. Non ci fu bisogno di parole per capire che l’insostenibilità di quel desiderio era comune ad entrambi. Sapevo che quello che avevo raggiunto era la felicità…non volevo altro…solo sentire i suoi gemiti in risposta alle mie spinte. Solo sentire il suo corpo  scaldarsi, irrigidirsi a contatto con il mio;sentire il suo corpo pronto ad accogliermi come se fosse stato creato apposta per me, come due metà che non aspettano altro di ricongiungersi per raggiungere finalmente la felicità, insieme, perché soli, l’uno senza l’altro non sono niente, se non involucri vuoti, aridi.

-Edward…-, ansimò, lasciandosi infine cadere sulla mia spalla, per posarvi un dolce bacio. Non c’erano parole per descrivere quello che c’era stato tra noi. Tutto era andato oltre ogni mia aspettativa. Le accarezzai piano i capelli, che le ricadevano lungo la schiena liscia e scolpita.

Mi staccai da lei e la sollevai tra le braccia.-Che fai?-, chiese, appoggiando entrambe le mani sul mio petto, per scostarsi da me, e guardarmi in viso.-Cosa hai preparato ancora?-, chiese dubbiosa. Le sorrisi, senza risponderle. Mi limitai a posarle un bacio sulla punta del naso.

La portai oltre la camera da letto, nella stanza adiacente.

-E questa che stanza è?-, chiese, aspettando impaziente che aprissi la porta per svelare il mistero.

-Niente di che…-, risposi evasivo.-E’ una stanza che tutte le case hanno…-, mormorai, abbassando la maniglia e facendola entrare nell’immenso bagno che Esme aveva fatto costruire.

-Oh mio Dio…-, esclamò, stringendomi forte le braccia al collo, e affondando il viso sul mio petto, nascondendosi per l’eccitazione.

-Beh…sai…-, iniziai a spiegarle.-Esme ha voluto ricreare l’atmosfera della nostra isola, solo che mancava un elemento fondamentale per ricreare la giusta ambientazione. Credo che in questo si sia fatta aiutare dalle visioni di Alice…-, le spiegai. Ero quasi certo che Alice avesse spiato a lungo la nostra luna di miele, senza farsi scrupoli nel raccontare dettagli personali al resto della mia famiglia.

-Ah…-, rispose Bella, sollevandosi e tornando a fissare il centro della stanza.-E’ per questo che il nostro bagno è quasi completamente occupato da un’enorme vasca idromassaggio?-, chiese sorridendomi, sgranando gli occhi.-O forse dovrei più propriamente chiamarla piscina…?-, chiese ancora. Sorrisi della sua osservazione.

Erano l’unico modo che mia madre aveva trovato per ricreare un pezzetto del nostro oceano e sì, molto probabilmente aveva un po’ esagerato con le dimensioni, ma in questo modo saremo stati sicuramente comodi.

-Ti va di provarla?-, chiesi, lasciandole un bacio sulla spalla. Annuì, guardandomi intensamente negli occhi. Non ne avevo ancora abbastanza, e sarebbe stato impossibile non avere più voglia di lei, e dai suoi occhi si leggeva lo stesso disperato incessante bisogno.

La feci sedere sul bordo della vasca e andai ad aprire il rubinetto per riempirla.

-Alice ci ha lasciato una vasta scelta di lozioni per profumare l’acqua. Cosa preferisci?-, le chiesi iniziando a leggere i nomi sulle confezioni.-Sandalo, lavanda, pesca, gelsomino, fragola…-, ma fermai il mio elenco, non appena sentii delle dolci braccia stringermi il bacino.

-Fa lo stesso…ma  il profumo che preferisco è il tuo…-, mormorò, soffocando le sue parole con un bacio sulla mia schiena. Mi voltai verso di lei. Non sapevo come faceva ma era una sorpresa continua,  riusciva sempre a sorprendermi. Condividevo in pieno la sua affermazione:anch’io non volevo altro che riempirmi sempre e solo del suo profumo. Profumo che ora non mi faceva più soffrire e desiderare il suo sangue, ma che, per qualche strano motivo era rimasto sempre lo stesso. Sempre la stessa dolce fragranza di fresia e di lavanda…era il profumo, il sapore della sua pelle e mi faceva letteralmente impazzire.

Le accarezzai dolcemente una guancia, continuando a perdermi nei suoi occhi, che avevano perso il loro colore nocciola, ma in quanto ad espressività erano sempre gli stessi.

-Ti amo…-, sussurrai, avvicinandomi al suo viso e lasciandole un bacio all’angolo delle sue labbra.

-Ti amo tanto…-, continuai, avvolgendo le mie braccia attorno alla sua schiena, senza preoccuparmi della stretta. Prosegui il mio cammino verso le sue labbra, fino ad incontrarle. Socchiuse, aspettavano le mie.-Anch’io ti amo, Edward…-, sussurrò, dolce, vicino alla mia bocca,prima di accettare le mie labbra sulle sue. La sollevai tra le braccia, trascinandola nell’enorme vasca pronta per noi. Mi immersi piano, quasi temendo che la temperatura dell’acqua potesse in qualche modo darle fastidio, quando mi ricordai-lo scordavo troppo spesso-che lei era simile a me, e potevo meglio prevedere quali potessero essere le sue sensazioni.

Mi sedetti appoggiando la schiena sul bordo della vasca, continuando a tenere Bella tra le braccia.

La feci sedere di fronte a me, tra le mie gambe…il mio petto contro la sua schiena. La sentii ansimare quando, appoggiandole delicatamente le mani sui fianchi, la portai ad aderire completamente a me. Mi faceva impazzire. Sapere che in qualche modo ero io a darle piacere, a provocarle quel piacere estatico e profondo che solo due amanti del corpo e dell’anima possono darsi, mi faceva impazzire.

-A cosa pensi?-, le chiesi, spostandole i capelli dalle spalle e accarezzandolo il collo lentamente con il dorso della mano. Raccolsi un po’ d’acqua e la versai sulla sua schiena beandomi dei riflessi perla che la sua pelle assumeva. Bella si fece ancora più vicina, reclinando la testa di lato, per offrirmi completamente il suo collo. Nonostante non sentissi più il richiamo del suo sangue, l’attrazione che provavo verso quel punto del suo corpo rimaneva immutata. Così liscio, chiaro, vulnerabile…mi chinai, appoggiandole un bacio, per poi proseguire lungo la sua lunghezza, disegnando piccoli cerchi concentrici con la lingua. La sentivo tendersi, contrarsi, lasciarsi completamente andare su di me affidandosi completamente a me…alle mie mani, alla mia lingua,al mio corpo…

-Cosa vuoi che faccia?-, le chiesi, sentendo la sua mano cercare la mia per stringerla forte.

Non rispose subito. Con l’altra mano la feci voltare delicatamente verso di me.

-Dimmi amore…cosa vuoi che faccia?-, le chiesi ancora, beandomi del suo imbarazzo, evidente dal fatto che si stava mordendo le labbra nervosa.

-Toccami Edward…ho bisogno di sentirti su di me…-, mormorò infine, arrendendosi alla mia domanda, e abbassando lo sguardo verso l’acqua. Non me lo feci ripetere due volte, era quello che volevo sentirmi dire. Avevo bisogno di sapere che era totalmente mia, totalmente presa dalle mie carezze, dai miei baci…avevo bisogno di sapere che aveva assolutamente e incessantemente bisogno di me, esattamente come io ne avevo di lei. Ero certo che il mattino seguente, separarmi da lei sarebbe stata una sofferenza atroce.

La feci voltare interamente verso di me. Lei capì le mie intenzioni e si sedette sulle mia gambe, cingendo, con le sue, la mia schiena. Non mi sarei mai stancato di guardarla, ammirarla mentre attendeva con ansia di essere accarezzata, baciata…Intrecciai di nuovo una mano alla sua, mentre l’ spostai l’altra sul suo seno, tormentandola delicatamente. Subito arrivò la risposta che attendevo:si tese all’indietro, inarcando la schiena e premendo il suo bacino verso il mio. Mi stava facendo impazzire e non ero sicuro di poter resistere ancora a lungo, senza sentirmi completamente parte di lei. Spostai la mia bocca sul suo seno, mordendola piano…il gemito di piacere che uscì dalle sue labbra era un chiaro segno che tutto quello che le stavo facendo le provocava piacere. Mi spostai lento più giù, verso il suo stomaco. Poi ancora più giù verso il suo ventre piatto e tonico, sorreggendola per la schiena mentre lentamente si inarcava, seguendo il percorso dei miei baci. Mi fermai, un attimo esatto prima di concludere il mio cammino, facendola ansimare forte e facendola gemere, frustata.-Ti prego continua…-, mormorò accarezzandomi i capelli. Mi piaceva sentirmi dire cosa dovevo farle e velocemente la sollevai, portandola a sedere sul bordo della vasca. Non si oppose al mio gesto, ma anzi, mi sorrise eccitata guidando il mio volto verso il punto da baciare. Iniziai lento, giocando piano con la lingua, per poi aumentare il ritmo fino a sentirla irrigidirsi e contrarsi sulle mie labbra. Si lasciò cadere contro il mio petto, senza smettere di ansimare.

-E’ stato bellissimo-, mormorò, stringendosi ancora più forte a me. Non avrei mai creduto di poter arrivare a fare simili cose con Bella, non prima perlomeno. Ma ora mi rendevo conto che volevo stare con lei in qualsiasi modo…ovviamente sempre rispettando i suoi desideri.

-Ora tocca a me…-, disse dopo qualche minuto, ribaltando velocemente le nostre  posizioni, e prendendo a fare su di me quello che fino a poco prima ero io a fare su di lei. Mi appoggiai all’indietro, sui gomiti, lasciandomi trasportare da tutte le fortissime sensazioni che il mio corpo stava vivendo…Non ero mai stato prima con una donna ed ero contento di aver aspettato l’arrivo di Bella, della mia amata Bella, per condividere quelle scoperte e quelle gioie con lei. Non volevo nessun altro al mio fianco…Lei che sapeva essere dolce e passionale, forte e vulnerabile allo stesso tempo. Non avrei mai smesso di amarla,di questo ero certo.

Mi lasciai andare alle sue pazienti mani e alla sua bocca delicata, lasciandomi guidare verso la via del piacere.

-Bella…-, mormorai, prendendola di nuovo tra le braccia e scivolando con lei, nella profumata schiuma della vasca.-Tu vuoi farmi morire, vero?-, chiesi, baciandole la schiena.

-Potrei farti la stessa domanda...-, rispose, schizzandomi con l’acqua, divertita. Era una gioia vederla così serena e appagata…scacciava ogni brutto momento che avevamo vissuto.

Si rilassò sul mio petto, silenziosa, e rimanemmo così, ad accarezzarci muti e ansimanti finché non percepii che l’acqua era diventata fredda.-Vieni…ti porto a provare il letto…-, le dissi, conducendola fuori dall’acqua a avvolgendola nel grande telo bianco che avevo lasciato al bordo della vasca.

Bella rise.-Che c’è?-, chiesi.

-C’è che mi tratti come fossi ancora umana. Non c’è bisogno che mi asciughi, ne che mi trascini fuori dall’acqua se è diventata troppo fredda. Ora sono come te…non c’è più il rischio che mi prenda un raffreddore o che mi ammali…-, concluse, lasciandomi un bacio sulle labbra.

-Lo so, hai ragione-, mormorai, rendendomi conto di quanto le mie premure fossero sciocche,-ma lasciami prendermi cura di te. Per te sembra essere facile, ma io mi devo ancora abituare all’idea che tu sia come me…-le spiegai, sollevandola per portarla nel letto. Probabilmente avevo detto qualcosa di male perché si incupì e non parlò a lungo. Neppure io parlai, aspettai, accarezzandola piano, che fosse lei a spiegarmi il motivo del repentino cambiamento di umore.

-Edward…?-, mi chiamò voltandosi di fianco, verso di me e appoggiandomi una mano sulla guancia.-Ti manca?-, chiese.

-Cosa dovrebbe mancarmi?-, le chiesi, cingendola con un braccio e attirandola a me. Avevo molto di più di quello che avevo sempre desiderato, cosa avrebbe potuto mancarmi?

-Ogni cosa di me…il mio profumo, il calore e la morbidezza della mia pelle. Per me non è cambiato niente, ma io ho perso tutte queste cose…-,mormorò con tono triste, abbassando gli occhi e appoggiando il suo mento al petto come una bambina.-Deve essere molto triste per te…-, continuò.

Non sapevo come reagire ad una simile sciocca osservazione e sorrisi, portando l’indice sotto il suo mento per incrociare i suoi occhi.

-Non ti rendi conto di quello che dici amore…-, iniziai.-E’ impossibile per me essere triste. Ho tutto quello che desidero, anzi molto più di quello che ho sempre desiderato…-, le spiegai.

-Non stai rispondendo alla mia domanda…-, osservò mettendo il broncio. Non sapevo come spiegarle che anche per me non era cambiato nulla, e tutti i cambiamenti che, effettivamente c’erano stati, avevano migliorato le cose, rendendomi tutto molto più semplice con lei. Pensai che l’unico modo per farle capire quanto non “fosse cambiata”, era essere più esplicito.

-Sei molto calda…-, le sussurrai all’orecchio, mordendogli piano il lobo e cercando il suo seno con la mano. Era vero…percepivo la sua pelle scaldarsi quando la toccavo o quando la baciavo…-E sei morbida…-, continuai, lasciando proseguire la mia mano, più in basso, sul suo bacino fino a trovare l’essenza della sua morbidezza. Non parlò, ma chiuse gli occhi, aggrappandosi al lenzuolo e stringendolo forte.-E per il profumo, beh…è solo un bene che tu non abbia più l’odore di prima. Ti ricordi il profumo degli escursionisti?-, le chiesi, senza smettere di accarezzarla, lì, dove poco prima avevo fermato la mia mano. Sapevo che correvo il rischio di non ottenere risposta, perché in quei momenti rimaneva estremamente distratta e non ero certo che la sua mente riuscisse a percepire le mie parole.

-Sì…-, rispose ansimando,-ma ho cercato di dimenticarlo…- concluse faticosamente.

-Bene…-, dissi,-immagina di baciare qualcuno con quel profumo-, la provocai, spostando le mie labbra sul suo stomaco.

-Oh…-, fu l’unica esclamazione che uscì dalle sue labbra, ma non capii se fosse la risposta alla mia provocazione o alle mie carezze.

-Quindi puoi ben capire che non sento la mancanza di niente. Ho tutto ciò che voglio…-, mormorai, portando le labbra vicino alla mano, per aiutarla in quello che stava facendo. Non so se furono le mie affermazioni a convincerla, o quello che stavo facendo a lasciarla senza parole. Ma non obiettò più, e si lasciò andare a ben altri pensieri.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 45
*** Priorità ***


Ciao a tutte!Scusate tantissimo per il ritardo di questo capitolo!Ho terminato gli esami per ora, quindi nelle prossime settimane aggiornerò più spesso per farmi perdonare dell'attesa!!Grazie a tutte di seguirmi e per i complimenti!!Scusate ancora

Capitolo 32.Priorità

Nonostante i miei sforzi nel tentativo di distrarla non ero riuscito a placare le sue domande.

-Passa dopo un pò?-, chiese, alzandosi dal mio petto e cercando il mio viso.

-Che cosa?-chiesi, sorridendole e chiedendomi cos'altro ancora la turbasse e la rendesse confusa.

-Tutto questo...tutta questa voglia di te-, spiegò.-Se fosse per me,me ne starei chiusa in camera con te tutto il giorno. Come fanno i tuoi fratelli a stare tutto il giorno con i vestiti addosso?-, chiese ancora, senza riuscire a darsi una risposta. Si portò sopra di me, stringendomi forte, quasi volesse darmi una dimostrazione delle sue parole. Sorrisi. Era davvero piacevole saperla assolutamente desiderosa di stare con me.

-Beh...-, iniziai a spiegarle cercando di essere sincero.-Non saprei dirti per  quanto tempo durerà. Tu non dovresti avere certe esigenze, certi bisogni. Non ora, perlomeno. L'unico tuo desiderio dovrebbe essere quello di mettere fine alla tua sete, ma per te non è così. Il trucco è trovare un equilibrio, stabilire delle priorità...-, terminai, sperando di aver esaurito la sua domanda.

-Ma io voglio sapere quanto...per quanto tempo mi sentirò così?-.

Sorrisi e iniziai ad accarezzarle la schiena, in tutta la sua lunghezza. Bella appoggiò il mento sul mio petto e si rilassò leggermente in attesa della mia risposta.

-Posso solo darti una risposta in base a quello che è successo agli altri. Emmett e Rosalie detengono il record...è durata circa una decina d'anni. Non era facile stare con loro prima. Anche Esme e Carlisle faticavano a sopportarli. Esme ha costruito una casa anche per loro, molto più lussuosa di questa, come piace a Rose-, le spiegai, sperando di aver esaurito le risposte alla sua domanda.

Non parlò subito, rimase per un istante pensierosa.-Quindi fra dieci anni forse tutto questo desiderio passerà, e si tornerà normali?-, mi chiese ancora, cercando una nuova conferma.

Sorrisi alla sua domanda. Normali?Noi non entravamo in quella categoria

-Non so bene cosa intendi per normali...Per noi vampiri la maggior parte dei desideri sono molto amplificati. E poi tu hai sempre frequentati i miei fratelli di giorno, mai di notte...abbiamo molto tempo a disposizione...non sono sicuro che la definizione di normali si può applicare alla mia famiglia-, dissi, spostando il lenzuolo che per metà la copriva.

-E poi-, continuai-, chinandomi per lasciarle un bacio sulle labbra,-spero proprio che questo tuo desiderio non passi mai...neppure fra dieci anni-, confessai.-Anche perché ho molto tempo da recuperare...sono il miglior musicista della famiglia e quello che ha letto più libri proprio perché ho avuto un sacco di notti a disposizioni...-.

La sentii ridere, mentre lentamente si faceva strada su di me, facendo aderire i nostri corpi.

-Vorresti dire che sono il tuo nuovo passatempo notturno?-, mi chiese, maliziosa,affondando il viso nell'incavo del mio collo per posarvi un bacio.

-No...non solo notturno...-, risposi, abbracciandola forte e con un rapido gesto ribaltando le posizioni.No, ero certo che non mi sarei mai stancato di lei. ora che l'avevo trovata era impossibile immaginare un futuro senza Bella. Avevamo l'eternità davanti, e l'unica cosa che in quell'istante volevo era passarla interamente con lei.

La sentii stringere forte la mia nuca, portandola verso di lei.-Che c'è?-, mi chiese, notando la mia momentanea assenza mentale.

-Niente, pensavo solo che sono fortunato ad averti mia per l'eternità...-, mormorai, osservando quel volto che conoscevo a memoria e che mai avrei smesso di amare.

-Ogni istante sarò tua, Edward...-, mormorò,prima di chiudere gli occhi e lasciarsi andare di nuovo a me. Avrei passato ogni momento così, con lei su di me.

L'unica cosa che poteva farci tornare dagli altri era Renesmee. Sapevo che per Bella era difficile scindere i desideri e dare la priorità a qualcun altro. Così, poco dopo l'alba, mi bastarono poche parole per richiamare l'attenzione di Bella.

-Renesmee ci aspetta...-, dissi dolcemente al suo orecchio. Sospirò a fondo, la sentii irrigidirsi e percepii la sua agitazione.

-Non ti preoccupare tesoro. Ora ci vestiamo e andiamo subito da lei...-, dissi.

Bella si alzò velocemente dal letto e rimase per un istante immobile, quasi non sapesse cosa fare.

Guardò me, poi la porta della stanza,poi di nuovo me, infine sè stessa.

Dovevo aiutarla. Scesi velocemente dal letto e la presi per mano. La guidai verso la cabina armadio, in cerca di vestiti.

-Stai tranquilla amore. E' normale essere confusi-, le dissi. Si voltò verso di me e appoggiò entrambe le mani sul mio petto nudo, disegnando dei cerchi nervosi con il pollice.-Ma io ho ancora voglia di te...-mormorò. Dovetti fare uno sforzo tremendo per non cedere alle sue richieste. La volevo anch'io, subito, sempre in qualsiasi momento. Ma oltre che amanti innamorati eravamo anche genitori, e la piccola ci stava aspettando chissà da quanto tempo.

-Tranquilla amore-, dissi.- E' solo una questione di equilibrio. Sono certo che presto saprai scegliere da sola cosa fare. E poi...-aggiunsi, intrecciando le sue mani alle mie e stringendola forte a me,-non ti lascerei rivestire se non sapessi che avremo tutta la notte per noi-.

Si sciolse completamente tra le mie braccia, rassegnata. Fece un respiro profondo, si staccò da me decisa e andò verso la cabina armadio. La seguii sorridendo.

Spalancò le ante con decisione e si infilò all'interno, guardandosi attorno stupida.

-Alice riesce sempre a lasciarmi a bocca aperta-, osservò, faticando ad orientarsi.-Aiutami...quali sono i miei vestiti?-, mi chiese.

-Credo sia tutto tuo, a parte questo-, dissi indicando la mia misera parte di armadio.

-No...davvero è tutto mio?-, chiese ancora.

-Certo. Poi sarà mia sorella a spiegarti meglio dove sono le cose. Ha cercato di spiegarlo a me, ma nonostante la mia super memoria non ricordo nulla. Riesco a spegnerla quando Alice mi parla di vestiti. L'unica cosa che ricordo è cosa contiene quella cassettiera là-, dissi, indicandola.

Bella mi guardò confusa, con un mezzo sorriso sulle labbra.

-Devo aver paura?-, chiese.

-Per niente...credo siano i migliori acquisti che ha fatto Alice...-,le spiegai ancora, avvicinandomi a lei.-Apri, così mi dici se sei d'accordo con me-,la esortai.

Mi fissò ancora per un istante, prima di aprire il primo cassetto.

Si mise a ridere. Afferrò un pezzo di stoffa dalle mani e lo guardò sconvolta.-Non sapevo che ti piacessero certe cose...-, osservò, rigirandosi l'indumento tra le mani.-Va bene se lo metto stasera?-, mi chiese infine, con un sorriso malizioso tra le labbra.-Potevi anche dirmelo prima...-, osservò ancora, avvicinandosi e mordendomi il labbro con fare scherzoso,-che amavi la lingerie sexy-.

-E' stato meglio così...Poi davvero non sarei stato in grado di respingere i tuoi agguati...Anzi, ora che ci penso l'unica volta che hai indossato qualcosa del genere non sono davvero riuscito a trattenermi-osservai, senza staccare le labbra dalle sue, ricordando la notte all'isola Esme.

Sorrise ancora.-Dimmi dove posso trovare qualcosa di più comodo?-chiese, rimettendo a posto la lingerie  che aveva tra le mani e richiudendo il cassetto.

-Non mi sembra il caso di indossare questo-, e mi mostrò un lungo abito da sera rosa confetto.

Risi. Alice non sapeva mai fermarsi, non era in grado di riconoscere quando esagerava.

-Ti aiuto io-, dissi, e iniziai ad annusare l'aria cercando di individuare in quale cassetto o in quale anta dei jeans e qualche semplice maglia di cotone.

Aprii un cassetto e le lanciai un paio di jeans.

-Ma come hai fatto?-, mi chiese, venendomi accanto.

-Annusali-, dissi.-Hanno un odore molto particolare, cerca di memorizzarlo così la prossima volta sarai in grado di trovarli da sola. E ora cerchiamo una maglia di cotone-, dissi, dissotterrandone una da una mensola.

-Ottimo osservò-, mentre si infilava i jeans. Subito dopo afferrò dalle mie mani la maglia e se la infilò e raccolse i lunghi cappelli in una coda.

-Pronta-, osservò poco dopo. Io non dissi niente, non potevo. Rischiavo di convincerla a rimanere ancora nella nostra casa...e nel nostro letto. Era davvero bellissima, un incanto. Avevo mentito prima quando avevo detto che l'avrei voluta sempre nuda. La volevo in qualsiasi modo, e vestita così sembrava quasi che non fosse cambiato nulla. Bella sembrava felice, nonostante l'avessi condannata a seguire le orme della mia esistenza. Sorrise al mio sguardo assorto, fisso su di lei.

E io ricambiai il sorrisi quando la vidi annusarsi la manica della mano per memorizzare l'odore del cotone, come aveva fatto poco fa con l'odore del denim.

Io andai a vestirmi, e mentre lo facevo, continuavo a sentire gli occhi di Bella su di me. Non era difficile credere che forse, lo stesso desiderio che avevo provato io pochi attimi prima, stesse investendo anche Bella in quel momento. Misi le prime cose che trovai, e quando finii la presi per mano. Sfrecciamo velocemente lungo il giardino,e in poco tempo raggiungemmo Renesmee,che era già sveglia e giocava con Rose nel salone.

 

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Capitolo 46
*** Problemi ***


Ciao ragazze!Ecco a voi un nuovo capitolo!Grazie mille per leggere e commentare!

Capitolo 33. Problemi
Bella fissava il centro nel salone dall'esterno, immobile. Due piccoli occhi, intenti a torturare una posata, si alzarono al di scatto, attenti e luminosi. E trovarono ciò che cercavano. Bella e Nessie si fissarono per un istante, riaccendendo quel contatto che durante la notte era venuto a mancare.
La piccola lanciò via l'oggetto,con cui stava giocando, e indicò Bella sorridendo e sporgendosi quasi volesse toccarla. L'aveva riconosciuta.
"Sì piccola", pensai. "E' la tua mamma".
Bella non aspettò oltre. Corse in casa e prese in braccio Renesmee stringendola forte. Si scambiarono un lungo sorriso. Poi tornarono ad osservarsi attentamente.
Lo sguardo di Bella era concentrato, sembrava stesse monitorando e registrando i cambiamenti avvenuti durante la notte. Nessie guardava curiosa la madre. Continuava a paragonare il suo nuovo volto, con quello da umana, che aveva visto per pochi attimi. Stentava a credere che appartenessero alla stessa persona.
"E' proprio bella la tua mamma, hai ragione", pensai, avvicinandomi silenziosamente a loro, cercando di non interrompere il piccolo idillio che si era creato.
Tutti nella stanza stavano in silenzio ad osservare la magia che si era creata tra Bella e la piccola. E nessuna delle due sembrava aver pensieri per qualcos'altro. In quell'istante esistevano solo loro due, nient'altro. Ma ben presto Nessie, si distrasse. Qualcosa che non riusciva ancora a controllare si fece spazio nei suoi pensieri distraendola dalla madre:aveva fame.
Corsi in cucina, prima ancora che la piccola esprimesse a tutti il suo desiderio.
-Ma da quanto tempo è sveglia?-, sentii chiedere Bella, mentre versavo nella tazza del "cibo" per Nessie.
-Da poco...ma ti pretendeva. Abbiamo dovuto sacrificare un servizio di piatti di Esme per tenerla buona. Non ti abbiamo chiamata perché non volevamo disturbarvi...-, spiegò Rose.
"Chissà cosa stavate facendo...", pensò solamente, accompagnando il pensiero con un'immagine mentale molto esplicita, e da una risatina maliziosa, ma sommessa
I pensieri di Emmet non erano da meno e accompagnò con una risata sonora il quasi silenzioso ghignò di Rosalie. Io continuai a scaldare il sangue per Renesmee, aspettando la reazione di Bella, che però sembrava non aver dato loro retta.
-La casa è bellissima Renesmee. Io e il papà ti prepareremo subito la cameretta, così la prossima notte potrai stare con noi...-, la sentii affermare decisa.
Non sapevo se avesse volutamente ignorato le frecciatine di Rose e Emmett, oppure se davvero non avesse più prestato loro attenzione. Probabilmente aveva occhi e orecchie solo per Nessie.
-Grazie, grazie mille Esme. La casa è una meraviglia...-, le sentii dire, rivolta a mia madre.
Ma Esme non ebbe modo di rispondere, perché Emmett scoppiò a ridere.
-Non mi dire che è ancora in piedi?-, chiese a Bella, continuando ad immaginare in quanti modi avremmo potuto demolirla. Non sapevo se ridere, o farlo smettere. Ma la curiosità di vedere la reazione di Bella, ora che aveva tutte le carte in regola per poter competere con lui, mi fece continuare a fare da spettatore silenzioso a quella sceneggiata.
-Non ci credo che sia ancora in piedi...Ma cosa avete fatto stanotte?Lavorato a maglia?...-, continuò a provocarla, senza cercare più di trattenersi dalle risate.
Bella ancora non rispondeva.
-Non ci sono...Seth e Jacob sono partiti questa mattina presto-,sentii dire Rose, capendo, dai suoi pensieri, che stava rispondendo ad un interrogativo muto di Bella.
"Jacob è sparito in fretta, era preoccupato...".
Afferrai la tazza per Nessie, e andai nel salone.
-Perché era preoccupato?-, chiesi, avvicinandomi a Rose, che prese la piccola dalle braccia di Bella per nutrirla.
-Non lo so, non l'ho capito...E sinceramente non m'importa nulla...-, disse.
La guardai intensamente e quando vide il mio sguardo indagatore sbottò.
-Ti racconto...così magari riesci a capire cosa gli sia passato per la testa...Stava guardando Nessie che dormiva, con la sua solita aria un po' idiota e imbambolata e ad un tratto ha preso e se n'è andato senza dire una parola. Non ha neppure salutato,quel cane. E' una cosa positiva:non dobbiamo più sorbirci il suo fetido odore...-, aggiunse infine, sorridendo a Renesmee.
-Rose...cerca di essere più gentile-, la richiamò Esme, che non sopportava si offendesse qualcuno.
-Si, va bene. Tanto non è un problema così grave dal momento che non staremo a Forks ancora a lungo-.
-Dobbiamo andare nel New Hampshire,così Bella può organizzarsi per Dartmouth...-, aggiunse Emmett,ma presto si interrupe trasportato da uno dei suoi soliti pensieri.-Bella, sono sicuro che sarai la prima della classe...A quanto ho capito di notte non avrai certo di meglio da fare che studiare...-,ghignò, riprendendo a provocarla, riallacciandosi al discorso di prima.
"Vero...", penso Rosalie, sempre d'accordo con Emmett.
Volsi lo sguardo verso Bella. Si era seduta sul divano, e aveva chinato la testa in segno di rassegnazione. Non riuscivo a capire se fosse arrabbiata, umiliata o se stesse semplicemente cercando di ignorare Emmett, per non avere una reazione esagerata e senza controllo, come quella del giorno prima.
Un impeto di rabbia mi invase nel vederla così indifesa. Senza che potessi far qualcosa per controllarlo un ringhio furioso mi attraversò il petto, arrivando bruciante in gola e trovando sfogo solamente riversandosi interamente verso la causa della mia rabbia:Emmett.
"Cane...cane...cane".La mia rabbia fu interrotta da Alice, che balzò in piedi brontolando.
-Quello stupido cane...ha cancellato il programma per la mia giornata!Come ci riesce?Non vedo nulla-,disse furiosa. Poi si voltò verso Bella, la squadrò prima di sbottare più arrabbiata di prima.
-Ma guardati...Non sai come si usa una cabina armadio. Non posso lasciarti sola, ha assoluto bisogno di me...-.
Dimenticai la mia rabbia verso Emmett e pensai a Jacob. Quella mattina aveva avuto un comportamento alquanto strano e da quello che sentivo sembrava correre. Mi sintonizzai sui suoi pensieri, cercando di farmi strada in quel groviglio disarticolato di parole.
"New Hampishire...Bella e Nessie via da Forks...Charlie impedirà tutto questo...Ho fatto la scelta giusta.Capirà come ha fatto con me e impedirà che Bella se ne vada...Nessie...Charlie mi verrà dietro per verificare con i suoi occhi...sicuro".
I pensieri confusi di Jacob erano chiari. Strinsi i pugni lividi di rabbia. Stupido cane...perché continuavo a sopportarlo?
-Jacob sta arrivando, ha parlato con Charlie. Forse lo sta seguendo per venire qui, oggi-, dissi, ancora confuso.
-Caxxo-, sibilò Alice, alle mie parole, scattando verso il retro della casa."Come facciamo?Deve nascondere gli occhi...gli occhi fanno davvero impressione".
-Cosa ha fatto?Ha parlato con Charlie?Non capisce la situazione...come ha potuto?-sibilò Bella sconvolta. La risposta era ovvia...tutto pur di rimanere accanto a Nessie. Non le importava di Bella, di Charlie. Lui avrebbe potuto morire...nessuno doveva sapere di noi.
-No...-, mormorò piena di dolore Bella.
-Non c'è molto da fare. Jacob è qui-, mormorai.
-Ciao ragazzi-, salutò Jacob entrando in casa bagnato fradicio. "Come spiego quello che ho fatto?...No, non mi devo scusare di nulla...Era una cosa che andava fatta".
I pensieri incoerenti di Jacob mi davano sui nervi. Seth e Leah entrarono un momento dopo di lui. Si fermarono alle sue spalle, immobili, pronti ad intervenire se necessario.
-Rose-, disse Bella, tendendo le braccia per riavere Renesmee, sperando che la piccola riuscesse a calmarla.
"Lo sa...dovevo immaginare che il succhiasangue leggimenti avrebbe spifferato tutto", pensò Jacob.
"Siamo nei guai...", pensò Seth, facendosi più vicino a Jacob.
"Tanto vale dire le cose come stanno", pensò di nuovo il cane.-Oggi dovrebbe venire Charlie a farvi visita-, disse, come se fosse la cosa più normale del mondo.-Ma credo che Alice già lo sappia-.
"Sa sempre tutto...", pensò.-Forse è andata a prendere un paio di occhiali...per nascondere i tuoi occhi-.
-Che cavolo stai dicendo Jacob?Cos'hai combinato-, urlò Bella furiosa, volendo sentirselo dire da lui.
"Ho fatto la cosa migliore...per me".-Dal momento che vi trasferite, come mi hanno comunicato stamattina la bionda e Emmett, ho cercato di darvi una mano. Il problema era Charlie giusto?Problema risolto!Ora sa tutto...-, borbottò orgoglioso.
-Tu non ti rendi conto di quello che hai fatto!-, urlò Bella alzandosi in piedi e avanzando verso di lui.-Ci hai esposto ad un rischio enorme...e hai coinvolto anche Nessie in tutto questo, ti rendi conto?-, continuò a dire, avanzando lentamente ma con tutta l'intenzione di attaccare Jacob.Nonostante fossi preoccupato rimasi ad osservare la scena, in parte divertito e in parte affascinato dal comportamento di Bella. Era la più Bella vampira che avessi mai visto.
-Ma smettila!L'unico pericolo potresti essere tu, ma da quello che ho capito hai una specie di superpotere che ti permette di avere un autocontrollo infinito. Anche se...-, continuò, fermandosi un attimo come se stesse riflettendo,-credo che non sia minimamente comparabile con il potere di leggere il pensiero. Quello è il massimo...-.
"E dopo questa...speriamo che Bella attacchi!", pensò Emmett, ma non le lasciai il tempo, lo feci io. Schizzai di fronte a Jacob, parandomi dritto davanti a lui,scoprendo i denti. Jacob fece un passo indietro, probabilmente non si aspettava la mia reazione.
-Cosa stai dicendo, bastardo?-, sputai furioso.-E' solo una teoria. E hai pensato bene alle conseguenze prima di spifferare tutto a Charlie?Credi davvero che Bella riesca ad affrontare il padre?E se non fosse così forte?Se non avesse nessun superpotere?Hai pensato al dolore che proverebbe Bella se facesse del male a suo padre?-, sputai. Mi fermai un secondo.
No, non aveva pensato a nulla di tutto ciò.-Giusto-, pensai,-Bella ormai non ha più nessuna importanza per te-,aggiunsi, pieno di disprezzo.
"Sta mentendo, è bravo a manipolare le persone in modo che si sentano in colpa...".
-Bella non sentirà dolore, non è vero?
-Per lei sarà come avere un palo di ferro incandescente in bocca-, risposi laconico, infastidito dalla leggerezza che aveva dimostrato. Non riuscivo ancora a credere quanto stupido fosse stato.
Un nostro allontanamento da Forks non giustificava la scelta di mettere in pericolo Charlie. E neppure la sofferenza di Bella. Era chiaro che fosse nervosa e in collera con Jacob. Continuava a mettere alla prova la sua resistenza e io, come lei, temevo che questa volta non sarebbe andata bene.
"Io non pensavo...io non sapevo!Cosa ho fatto?".
L'incertezza e il rimorso dei pensieri di Jacob mi davano il nervoso. Poteva pensarci prima, prima di farsi venire questi stupidi scrupoli e rimorsi. Era Bella che doveva pagare le conseguenze del suo gesto.
-Non pensavo-, mormorò il cane.
Non lo sopportavo. Il mio rapporto con lui era stato altalenante e finalmente pensavo di aver raggiunto un equilibrio di reciproca sopportazione, ma questo...andava aldilà di ogni limite.
-Non so come ti sia venuta in mente una cosa simile. Potevi chiedere prima di metterci in pericolo-, ringhiai.
"No io...Lo sapevi. Potevi fermarmi. Charlie non farà nulla...Potrei fermarlo". I pensieri di Jacob continuavano ad essere sconnessi. No, non potevo fermarlo. Ero con Bella nel momento in cui lui aveva preso la decisione, e avevo escluso chiunque dalla mia mente, chiunque tranne lei. Non ero certo così masochista da sintonizzarmi sul pensiero del cane in quel momento!
-Si, dovevi essere fermato-mormorai disgustato. Mi voltai dandogli le spalle. Non volevo più vederlo, odiavo la sua espressione da bambino colpevole. Non potevo credere di aver pensato di poter affidare la vita di Bella a lui.
-Jacob, non sono io il problema. Hai messo in pericolo la vita di Charlie. Lui non può sapere che siamo vampiri. Ci sono delle regole precise. Ora ci sono solo due possibilità-, mormorò Bella, abbassando lo sguardo e accarezzando dolcemente il capo di Renesmee, quasi volesse proteggerla.-O diventa anche lui un vampiro, oppure morirà-, concluse con un filo di voce.
Se non fosse stata intrappolata in quell'involucro immortale, la sua preoccupazione si sarebbe riversata in lacrime.
"Si stanno agitando per niente...Ho solo anticipato le cose...".
- Non credo sia come dici tu...-, iniziò a dire Jacob.- Tanto prima o poi avresti detto queste cose a Charlie.Ho solo anticipato i tempi!-, disse, con aria spavalda, continuando a autorassicurarsi mentalmente.
-Jacob, mio padre sta venendo qui!-, ribatté Bella, cercando, inutilmente di fargli comprendere la gravità della situazione.
-Sì, sta venendo qui. Anche se non gli ho detto proprio tutto...-, mormorò, senza spiegarsi, ma dal riassunto mentale della conversazione avuta con Charlie, capii che gli aveva solo accennato "qualcosa", una mezza verità.
Bella si stava innervosendo, e il pugno che teneva lungo il fianco lo dimostrava.
-Jacob, dimmi subito cosa hai detto a mio padre-, lo intimò minacciosa, spazientita dalle sue mezze parole, facendo un passo verso di lui.
-Non ho parlat molto di te, gli ho "solo" fatto vedere cosa sono io-, e l'immagine della sua trasformazione completò la sua confessione.
-E' diventato lupo di fronte a Charlie-, dissi, esplicitando i suoi pensieri.
-Che cosa hai fatto?-, chiese di nuovo Bella, sperando, come speravo io del resto, di non aver sentito bene.
Jacob continuò il suo racconto tranquillo.
-Non si è impressionato, è come te. Non è scappato, non ha urlato niente. Ma pagherei per rivedere la sua faccia mentre mi spogliavo-, e concluse la frase con un ghigno divertito. Non so cosa mi trattenne da saltargli addosso per togliergli quel sorriso ebete dalla faccia.
-Tu sei fuori, completamente andato!-, urlò Bella facendo un'altro passo verso di lui.
-Ma no!E' un grande,non si è impressionato, ti ripeto. Non dovresti essere così arrabbiata, vi ho fatto solo un favore!-,disse, realmente convinto in quel momento di aver fatto la scelta giusta.
Bella fece un'altro passo avanti. Non dovevo leggerle il pensiero per sapere che stava perdendo il controllo.
-Ti dò trenta secondi, per riferirmi, con dettaglio, la conversazione che hai avuto con mio padre.Altrimenti affido mia figlia a Rose e non ci penserò un altro secondo prima di staccarti a morsi quella stupida testa che ti ritrovi-, sputò, scoprendo infine i denti.
-Ma che ti è preso?Non sei mai stata così ansiosa!Dipende dal fatto che ora sei una vampira?-, chiese, cercando di essere simpatico e smorzare la situazione, senza però riuscirci.
-Di secondi te ne rimangono ventisei-, fu l'unica cosa che disse Bella.
"Che pesante!Non ho fatto nulla di così grave...", pensò sedendosi stancamente sulla poltrona. Leah e Seth lo seguirono, come due guardie del corpo, e si disposero al suo fianco.
"Ho sempre pensato che Bella fosse pazza...", pensò Leah. Non sopportavo che prendesse le difese di Jacob, nonostante fosse palese che, oltre ad aver messo a repentaglio la nostra vita, era in pericolo anche la loro.
"Questa volta Jake l'ha combinata grossa", pensò Seth. Il mio lupo preferito non mi tradiva mai.
Jacob, vedendo che stavamo aspettando lui, si decise a raccontare.
-Prima sono andato da Charlie. Gli ho detto che eri tornata a casa, che stavi bene ma che non eri più come prima. Lui voleva venire subito da te, non vedeva l'ora di vederti, ma io l'ho convinto a seguirmi, perché prima gli volevo mostrare una cosa. E mi sono trasformato in lupo-, terminò, alzando le spalle, sperando che al quel punto Bella la smettesse di tormentarlo.
-Non mi basta, cane. Devi ripetermi parola per parola quello che vi siete detti-, sibilò Bella, tra i denti serrati.
-Tutte le parole?Ma mi hai dato solo mezzo minuto-, rise Jacob, pensando, un'altra volta, di fare il simpatico. Lo sguardo mio e di Bella spensero il suo sorriso dalla faccia,e, capendo che nessuno di noi stava scherzando, si convinse a continuare.
-Gli ho detto che il mondo non era così come sembrava. Non cambiava nulla per lui, a parte avere la consapevolezza che le apparenze ingannano. E che poteva crederci o meno. Charlie mi ha chiesto se tu eri stata davvero male. Io gli ho detto che quella era la verità, ma che per stare bene, hai dovuto cambiare un po'. A quel punto ha voluto sapere cosa voleva dire che sei "cambiata un po' ". Gli ho risposto che ora assomigliavi più ai Cullen, che a lui e Renèe -.
Ringhiai. La stupidità del suo gesto stava alimentando il mio nervosismo. Bella fece lo stesso.
Jacob continuò.
-Poi mi ha chiesto se anche tu, Bella, fossi diventata un animale. A quel punto sono scoppiato a ridere e gli ho risposto che forse sarebbe stato meglio-.
Ringhiai di nuovo.
"Cane stupido, stupido cane", pensò Rose.
-Pensavo volesse sapere qualcosa di più sui licantropi, ma ha detto che non voleva sapere nulla di più. Mi ha anche chiesto se quello che hai avuto dipendeva da Edward e se sapevi cosa ti sarebbe capitato dopo averlo sposato. Io ho detto che sapevi tutto, da molto prima. Questa notizia non l'ha fatto molto contento, e si è un po' sfogato con me. Io l'ho lasciato dire e infine mi ha fatto due richieste:vuole vederti e vuole sapere il meno possibile di ciò che ti è capitato. La seconda richiesta credo non sia molto difficile da soddisfare. Per la prima...sono riuscito a trattenerlo per il tempo di venire fin qui a prepararvi alla la sua visita-.
Non so cosa cambiò, forse l'intero racconto la tranquillizzò, o forse semplicemente si era rassegnata al fatto, ma l'espressione sul viso di Bella si distese.E il mio umore seguì il suo.
-Ok, ce la posso fare-, disse, stringendo a sé la piccola. Sembrava fosse Nessie ad averle trasmesso la tranquillità che cercava. Di certo la piccola non avrebbe mai voluto che nessuno di noi si arrabbiasse con il suo Jake. Rabbrividii al pensiero che il lupo fosse suo. Ero rassegnato:che avessi voluto o no, Jacob avrebbe continuato a far parte della mia esistenza.
Anche Jacob si rilassò completamente, rassicurato dall'ultima affermazione di Bella.
-Vuole solo vederti, assicurarsi che stai bene. Il resto non gli importa-.
-E sa di Nessie?-, chiese ancora Bella, ormai in pieno controllo di sè.
-Certo, ma non gli ho detto che è vostra figlia. Gli ho detto che è un'orfanella e che l'avete adottata. Non credo sia un problema che io abbia mentito. Era anche la vostra intenzione, no?-, chiese ancora, ormai sempre più convinto di essere padrone della situazione.
-Charlie non riusciva a credere di avere una nipote, e ancora meno di essere diventato nonno in così poco tempo. Ha sorriso quando gli ho detto"Congratulazioni nonnino"-, continuò Jacob, ormai preso e coinvolto dal suo stesso racconto.
Bella guardava Renesmee.
-Ma non può vederla, cambia troppo in fretta-, osservò tra sé Bella, spostando i capelli dalla fronte della piccola.
-Non ti preoccupare!Gli ho spiegato anche questo. Gli ho detto che era strana, molto più di tutti noi-.
Jacob si alzò e si diresse verso Nessie, ignorando i gesti protettivi e preoccupati del resto del branco.
La piccola non appena vide Jake si allungò verso di lui.
Ma Bella non era intenzionata a cedere così velocemente.
Jacob,allora, continuò il suo racconto sperando di far cedere completamente Bella.
-Gli ho detto anche che era meglio che accettasse la situazione, altrimenti voi ve ne saresti andati in fretta. Ed era un peccato che non vedere Nessie, parchè è una meraviglia-.
-Non ti aspettare un grazie, Jacob. Hai fatto tutto questo solo per te, senza curarti di nessun'altro-, rimarcò Bella.
-Davvero Bella, mi dispiace. Non pensavo che ci saresti rimasta male. Ora le cose tra noi sono diverse, ma tu rimarrai sempre la mia migliore amica e io ti vorrò per sempre bene. Siamo di nuovo amici?-, chiese,come fanno i bambini.
Nonostante la nuova corazza fisica di Bella, il suo cuore si sciolse a quella esternazione.E sorrise.
Jacob le tese una mano, per scusarsi.
Bella respirò a fondo, spostò Nessie sull'altro braccio e ricambiò il gesto, aggiungendo:-Non è detto che ti perdoni, dipende tutto dall'esito della serata. Se non ucciderò Charlie, ci penserò su-.
-Ma so per certo che stasera non farai del male a tuo padre, quindi mi dovrai perdonare-, disse. Era chiaro che volesse avere l'ultima parola.
Bella alzò gli occhi al cielo, ma lasciò perdere e non replicò.
-Posso prendere Nessie, ora?-, chiese ancora.
-E' meglio di no, tiene occupate le mie mani che altrimenti ti strozzerebbero-, disse mia moglie, ridacchiando.
E Jacob non insistette. Non aveva perso completamente il suo buon senso. Mi avvicinai a Bella e la baciai sulla nuca. Era riuscita a gestire al meglio la complicata situazione ed ero certo che, anche se costretta,sarebbe riuscita ad affrontare al meglio anche la serata in compagnia di Charlie.

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Capitolo 47
*** Aspettando Charlie ***


Ciao ragazze, scusate per il ritardo!!!Ringrazio tutte per i commenti e per pazientare, e vi ricordo che ho aperto un forum che raccoglie le mie storie.
Il link è questo:http://silviettafanfiction.forumfree.it/

Capitolo 34.Aspettando Charlie
"Devo sistemare le cose, devo sistemare le cose".Alice rientrò in un lampo nel salone e iniziò ad organizzare l'incontro con Charlie.
-Voi due-, disse indicando Seth e Leah,-andate fuori di qui, o se proprio non potete mettetevi in un angolo e fatevi vedere il meno possibile-ordinò.
-E tu, Bella, dai la piccola a Jacob. Mi servi a mani vuote-, sbottò.
"Il cane crea problemi, e io li devo risolvere...", borbottò mentalmente.
"Evvai", pensò invece Jacob vittorioso. Ora poteva avere Nessie tutta per sè. Ringhiai in risposta alla sua esultazione.
Bella alzò il capo, guardò Alice intensamente, come se, solo in quel momento, si fosse resa conto dell'enormità della prova che stava per affrontare.
Era vampira solo da poche ore, io stesso non ce l'avrei fatta ad affrontare una prova del genere.
Mi avvicinai a lei, e strinsi sia lei sia Nessie, che continuava a tenere stretta a sè, in un abbraccio protettivo. Non potevo permettere che nessuna delle due soffrisse, per nessun motivo. Avrei affrontato con lei l'incontro con suo padre, pronto ad intervenire se necessario.
Bella si voltò leggermente verso di me, affondando il viso sul mio petto. Ero certo stesse raccogliendo tutta la forza di cui disponeva. Charlie era importantissimo per lei, non si sarebbe mai perdonata se gli avesse fatto del male.
-Prendi Nessie-, disse a Jacob, alzando il capo dal mio petto e allungando le braccia riluttante, per porgergli la piccola.
"Mi dispiace...". Non appena ebbe tra le braccia Nessie, l'umore del cane cambiò. Era stato stupido e impulsivo e non si era reso conto della gravità della situazione. Ma la piccola, che in qualche modo aveva percepito l'umore teso di Bella, stava riversando tutta la sua preoccupazione a Jacob, rendolo partecipe della preoccupazione e della paura che aveva provocato in tutta la famiglia.
-Io posso andare via?-, chiese Seth, dopo aver visto che la situazione si era tranquillizzata.
"Odio questi vestiti...non vedo l'ora di togliermeli di dosso", pensò esausto.
-Vai Seth -,acconsentì Jacob senza distogliere lo sguardo dalla piccola. Seth non se lo fece ripetere due volte e se la squagliò in fretta.
-Tieniti verso Est, altrimenti rischi di trovare Charlie-, aggiunse Alice, in preda ad un altro dei suoi mal di testa.
Leah fino a quel momento non aveva parlato e , silenziosa come al solito, seguì Seth fuori dalla casa.
"Finalmente...", pensò una volta libera.
Gli avvenimenti di quegli ultimi istanti mi erano scivolati addosso. Avevo udito, ma non sentito realmente la conversazione. Accarezzavo piano il viso di Bella ed ero completamente assorbito da lei. Desideravo più di ogni altra cosa asportare dal suo viso la preoccupazione.
-Tranquilla tesoro. Andrà tutto bene, sono certo che andrà tutto bene. Ti aiuterò, tutti ti aiuteranno-, mormorai, contento che non potesse leggere il mio pensiero e capire che stavo mentendo. Ero preoccupato quanto lei.
I suoi grandi occhi rossi si girarono verso il mio volto, scrutandomi in cerca di verità nelle mie parole. Sapevo mentire bene. Ne aveva già avuto prova. Ma in quel momento, come allora, stavo mentendo per il suo bene. Non potevo essere certo che ce l'avrebbe fatta, ma volevo crederci e trasmettere questa illusoria sicurezza anche a lei. Non c'era alternativa. Non potevamo andarcene. Ero certo che Charlie ci avrebbe cercati ovunque, non si sarebbe dato per vinto, e non era il caso che attirassimo maggiormente l'attenzione su di noi. I Volturi non perdonano, ed ero sicuro fossero in attesa di una nostra mossa sbagliata per farci visita. E non incontrare Charlie era la nostra mossa sbagliata. Anche per Bella, perché doveva rivedere suo padre, glielo dovevo.
"Tranquillo Edward, è la scelta giusta", mi tranquillizzò Carlisle. Come sempre sapeva intervenire nel momento più opportuno.
-Bella, amore, andrà tutto bene. Non saremo ancora qui se pensassi il contrario-, mentii di nuovo.
-Sarai più contenta se rivedrai Charlie e in qualche modo riuscirai a farlo entrare ancora nella tua vita-, aggiunsi. E questa volta il mio pensiero era sincero.
"L'aiuto io", pensò Alice, porgendole una scatolina.-Sono lenti a contatto. Non sono proprio del tuo vecchio colore, ma sempre meglio del colore che hai ora. Sono fastidiose, irritano gli occhi e offuscano la vista-, la mise in guardia mia sorella prima di lanciare la scatolina per aria. Bella la prese al volo.
-Ma quando le hai comprate?-, chiese Bella stupita.
-Durante la vostra luna di miele. Non sapevo che fare, ho pensato a possibili situazioni future e così ho deciso di comperarle-, le spiegò Alice.
Bella annuii e aprì la scatolina. Afferrò una lente con l'indice e la infilò con sicurezza nell'occhio destro. Chiuse gli occhi, sbatté più volte le palpebre e li riaprì. Uno dei suoi occhi era di nuovo marrone cioccolata, quel caldo colore che mi aveva fin da subito scaldato l'anima.
-Sono davvero fastidiose-, mormorò, mentre cercava di infilarsi l'altra lente.
-Come sto?-, chiese, voltandosi verso di me, dopo che aveva terminato.
Era bellissima, di una bellezza indescrivibile. Non appena i suoi occhi rossi avrebbero smesso di essere tali sarebbe diventata ancora più bella di quello che già era. Incredibile.
-Stai d'incanto-, mormorai. E le sorrisi. Questa volta non mentivo.
-Oh, certo-, sbottò Alice.-Il tuo parere non vale Edward. Per te è sempre bellissima. Ascolta me Bella:il tuo colore di occhi era molto più bello, ma questo è il più simile che sono riuscita a trovare, sempre meglio che rossi. Ricorda anche che le lenti non dureranno per tutto il tempo che Charlie starà qui:in poche ore il veleno nei tuoi occhi le scioglierà. Quindi ricordati di scusarti e andare in bagno a cambiarle ogni tanto-, concluse, non convinta che Bella potesse farcela.
-Esme è meglio che l'aiuti e le dai dei consigli per sembrare il più umana possibile. Sembra che se ne sia già dimenticata, eppure lo era fino a pochi giorni fa-, disse ancora.
-Quanto tempo ho?-, chiese Esme.
-Charlie sarà qui fra pochi minuti-, la avvertì Alice.
Esme venne verso Bella e le prese la mano. -Ricordati che non devi stare seduta troppo immobile o muoverti troppo velocemente-.
-E se tuo padre si siede, fallo anche tu. Si sentirà in imbarazzo se tu non lo fai-, intervenne Emmett.
-E ricordati di sbattere gli occhi e di vagare con lo sguardo. Gli umani non fissano mai le cose troppo a lungo-, aggiunse Jasper.
-Muovi le gambe. Incrociale e dopo un pò accavallale-, disse Rose.
-Ma ricordati soprattutto degli occhi. Sbattili spesso-, replicò Emmett.
-Muovi anche le mani. Gioca con i capelli, incrociale, spostale...-, suggerì di nuovo Jasper.
Bella era molto attenta. Di certo si stava concentrando al massimo per assimilare più consigli possibili.
-Smettetela di parlare tutti assieme. Si confonderà!-, intervenne Alice infastidita.
-No, va bene. Ho capito:devo stare seduta, muovere gli occhi, guardarmi in giro, muovere le mani, sbattere le palpebre...ce la posso fare-, rassicurò Bella.
-Proprio così, impari in fretta-, disse divertita Esme.
-Non respirare, trattieni il fiato il più a lungo possibile, ma muovi ritmicamente per le spalle per far credere che respiri-,aggiunse Esame, che si stava dando un gran da fare per tenere Bella tranquilla.
-Ok-,disse Bella, accompagnando l'espressione con un cenno del capo. Io non dissi nulla, non volevo confonderla ancora di più. Mi avvicinai a lei, e la circondai con le braccia attirandola a me. L'unica cosa di cui, forse, aveva bisogno era un pò di fiducia in più.
-Vedrai che andrà tutto bene, sarai bravissima-, mormorai al suo orecchio, sentendola rabbrividire. Si volto verso di me e mi sorrise dolce, appoggiando la testa sul mio petto, in cerca di un attimo di conforto. Le accarezzai i capelli:non doveva superare da sola quella prova, io e tutta la mia famiglia eravamo lì per darle una mano.
-Sta arrivando Bella, due minuti. Dovresti fingerti convalescente, siediti sul divano-, le suggerì Alice.
-Vieni con me?-, mi chiese Bella, stringendo la mia mano, prima che Alice la trascinasse via con forza verso il divano. Certo che mi sarei seduto accanto a lei, dove altro avrei potuto andare?
-Bella, dovresti cercare di essere più goffa quando cammini, trascinati un po', fai passi corti...un po' come quando eri umana...-, le consigliò ancora Alice, che sembrava più agitata di Bella stessa.
-Jacob, mi porteresti la piccola, ho bisogno di lei-, chiese, prima di affondare nel divano.
Ovviamente Jacob non era d'accordo, e la sua espressione torva e contrariata lo fece capire."No, sei matta, Nessie rimane dov'è", pensò il cane, senza però aprire bocca per dare spiegazioni.
-Non è il caso che tu tenga Renesmee vicino a te, non vedrò più nulla dopo-,intervenne anche Alice a dissentire la richiesta di Bella.
-Voi non capite, lei mi serve, mi rende tranquilla-, spiegò ancora Bella con una punta di panico nella voce. Mi affrettai a raggiungerla, mi sedetti accanto a lei e le presi la mano tra le mie.
-Va bene, come vuoi. Speriamo stia buona, così guarderò attorno a voi due-, sbottò Alice seccata dall'ulteriore inconveniente, dopo aver incrociato il mio sguardo e aver capito che anche secondo me la piccola doveva rimanere con le madre."Sono davvero tutti fuori, non mi sembra il caso di dare Nessie a Bella in una situazione del genere...", pensò Jacob, dandole però la piccola.
Portai un braccio attorno alle spalle di Bella, e guardai la mia piccolina, un angioletto. Cercai di fare la faccia seria e di mantenere un tono duro e deciso mentre le spiegavo la situazione, ma era difficile non sciogliersi davanti a quel visetto perfetto e a quegli occhi luminosi che fissavano attenti i miei.
-Devi stare molto attenta adesso, è un momento particolare. Sta arrivando una persona che è molto importante per la tua mamma...-, e la piccola si voltò a guardare Bella, che le sorrise dolce, e le accarezzò i capelli.-La mamma non vuole far del male a questa persona e tu dovrai aiutarla. Non è come noi, e neppure come Jacob. Non devi dirgli le cose come le dici a noi...-, e Nessie allungò una manina verso di me, sulla mia guancia, facendomi capire che aveva capito ogni cosa.
-Esatto, così. E non morderlo,anche se ti farà avere sete. Non è come Jacob che guarisce in fretta-, aggiunsi ancora, continuando a sentire la manina della piccola sulla mia guancia.
-Ha capito?-, chiese Bella, che aveva osservato con attenzione l'intera scena.
-Certo che ha capito, sei brava vero?-,e Nessie aprì la mano, che prima teneva a pugno sulla mia guancia, facendomi un riassunto visivo di tutto quello che le avevo detto e facendomi capire che era stanca e che probabilmente avrebbe dormito durante la visita. Poi mi fece vedere Jacob, lei in braccio a lui che gli mordeva una mano. Mi fece anche capire che le sarebbe dispiaciuto molto non continuare in quel modo:lei voleva Jacob, e le piaceva morderlo.
Chinai la testa rassegnato. Non era possibile che Nessie avesse già quel senso di dipendenza fisica e mentale da una persona, dipendenza che io avevo capito solo con Bella. E ormai ero rassegnato:avrei avuto per l'eternità Jacob tra i piedi, non avrei potuto farci nulla.
-Certo piccolina, Jacob lo puoi mordere quanto vuoi-, disse a voce alta, facendo sorridere Bella, e ghignare Jacob."Anch'io ti mordicchierei tutta...", pensò Jacob, facendomi venire il voltastomaco.
-Jacob, ti prego, vattene sbottai. Poi io e te dovremo parlare...-, aggiunsi, infastidito da tutto quello che riguardava lui. Dalla sua presenza, dal suo impriting con Nessie, e dalla sua decisione di comunicare a Charlie di Bella.
-No, Charlie sa che ci sarò anch'io, gliel'ho promesso-, replicò Jacob.-Sarò il suo sostegno morale-, disse, orgoglioso. Mi stava facendo innervosire.
-Che cavolo dici?Tu un sostegno morale per Charlie?Sei il moralmente più scorretto di tutti noi!-, sbottai super infastidito. -Sei il più ripugnante tra tutti noi!-,aggiunsi ancora.
-Sono ripugnante?-, chiese ancora il cane, sghignazzando, ma dai suoi pensieri capii che non era certo del significato del termine che avevo usato per definirlo. Bene...oltre ad essere un cane, puzzare,combinare guai e essersi legato indissolubilmente a mia figlia era anche poco colto.
Sentii le ruote dell'auto di Charlie strusciare sul vialetto. Fortunatamente per me era arrivato Charlie altrimenti avrei soffocato Jacob, ma sfortunatamente per Bella che doveva affrontare un'altra difficile prova.

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Capitolo 48
*** Charlie ***


Ciao ragazze!Come state?Allora...ho scritto il capitolo più in fretta che potevo, spero vi piaccia(a me non tantissimo...vabbè!).Volevo ringraziarvi come sempre per tutti i commenti positivi che mi lasciate e per leggere. Quindi ringrazio chi mi ha messo tra i preferiti, tra i seguiti e nelle storie da ricordare e chi, ovviamente, mi commenta!Vi ricordo che ho creato un forum(so che non è una cosa originale....), dove potete trovarmi quasi ogni sera. Quindi è il posto giusto per lasciarmi messaggi e per spronarmi a scrivere... http://silviettafanfiction.forumfree.it/!Ovviamente fate un giro se vi va e se avete un 'pò di tempo da perdere!

Elfa sognatrice: Certo l'idea del vocabolario è utilissima...avrai capito ormai che Jacob non mi va tanto a genio...sono team Edward per sempre!!Grazie mille dei commenti, e di leggere sempre!Silvia.

Antonya:grazie a te di leggere. Anche secondo me Edward ha avuto troppo poco spazio, non avrei mai fatto raccontare la gravidanza di Bella a Jacob!Sto lavorando a Sogno, e, forse, ho definito la trama. Spero di non aver voglia di fare altri cambiamenti. Comunque tranquilla, ho quasi un capitolo pronto anche di Sogno,Silvia

chi61:grazie mille, sono contenta che il mio Edward ti piaccia, cerco di umanizzarlo il più possibile.

ila74cullen:ho fatto in fretta, vero?Spero che il capitolo non deluda le tue aspettative!Grazie di leggere e commentare sempre!

Crazyangel84:grazie, sono davvero felice che ti piaccia!

theangelsee69:hai ragione, sembrano tutto fuorchè dei fenomeni!grazie davvero di leggere e di commentare sempre!

linda88:ciao Linda!Spero che il capitolo ti piaccia, e grazie per aver letto e commentato!

Un bacio a tutte!

Capitolo 34.Charlie

Bella sentì la macchina di Charlie arrivare e si irrigidì al mio fianco. Le presi la mano, cercando di tranquillizzarla. Lei strinse, ancora di più, Nessie al suo petto e la piccola si rilassò tra le sue braccia.

-Molto bene, Bella. Il tuo stato d'animo è perfetto-, si congratulò Jasper, che si meravigliava continuamente delle sue capacità. Strinsi Bella in un abbraccio:era davvero nata per essere una vampira. Non sapevo dove trovasse tutto quell'autocontrollo di cui aveva bisogno.

-Sei certo vero Jasper?-, gli chiese Bella, in cerca di ulteriori rassicurazioni.

"Non ho mai visto in nessun vampiro neonato un simile autocontrollo, ne ha da vendere", pensò Jasper, e lasciò che fossi io a dare quella certezza a Bella.

-Sicuro, tesoro. Siamo certissimi che tu possa fare qualsiasi cosa-,dissi, e mi avvicinai a lei con una gran desiderio di baciarla. Lei mi sorrise, e ricambiò il bacio che non fu proprio come mi aspettavo.

Bella sapeva baciare in modo dolce e allo stesso tempo molto sensuale. Dimenticai che aspettavamo Charlie, dimenticai che Nessie era in braccio a Bella, l'unica cosa che sapevo è che volevo continuare a tenere le mie labbra sulle sue, volevo continuare a sentire la sua mano accarezzare i miei capelli...

-Mmmm...Edward...-. Jasper mi fece tornare in me. Mi staccai mal volentieri da Bella e lo guardai con la mente altrove.

-La stai distraendo...-, mi rimproverò.

-Opss...-, dissi, sorridendo colpevole,imitando Bella.

-Quella era la mia battuta-, mi fece notare lei,cercando di ricomporsi.

-Stasera...-, le sussurrai all'orecchio, con Jasper che disapprovava il nostro continuo flirtare.

-Non vedo l'ora-, rispose Bella,guardandomi con lo sguardo eccitato.

-Dai, concentrati-. Ci pensò Jasper a mettere fine alla nostra parentesi amorosa.

-Giusto...-, mormorò Bella, ma la sua mente era altrove.-Dai Bella, smettila...-, la rimproverò ancora Jasper, e dai pensieri di mio fratello capii che mia moglie stava ancora pensando a noi due e alla serata che avremo trascorso. Ero lusingato. Sorrisi tra me, anch'io non vedevo l'ora...

-Ok, scusami Jasper-, borbottò Bella colpevole, stringendo Nessie più forte a sé.

"Lo sapevo che da vampiri si sarebbero scatenati...", ridacchiò pensandoci Emmett.

Il rumore dello spegnimento del motore di Charlie, fece tornare Bella seria e concentrata. Accavallò le gambe nervosamente, e sbatté gli occhi. Probabilmente stava ripassando mentalmente tutto quello che doveva fare, e che le avevamo consigliato.

"Sono proprio curioso di sapere che succede...speriamo che Bella stia bene...", pensò Charlie mentre richiudeva la porta della macchina."Forse la trasformazione di Jacob è stata solo un'allucinazione...deve essere così",borbottava la sua mente confusa.

Bella, sempre più nervosa, inspirò copiosamente prima di trattenere definitivamente il respiro. Nessie si era messa tranquilla, aveva sprofondato il viso sulla spalla di Bella, tra i suoi capelli, anche lei chiaramente nervosa. Una punta d'odio mi attraversò il petto:Jacob era la causa di tutto. Non ero certo che sarei riuscito a perdonarlo. Odiavo vedere sia Bella, sia la piccola così in difficoltà.

Carlisle si diresse alla porta. L'espressione che fino poco prima aveva impressa sul suo volto mutò. Da preoccupato, divenne sereno e cordiale mentre apriva la porta per invitare Charlie ad entrare. Era un bravo attore.

-Salve Charlie-, lo salutò mio padre, fingendo di essere preoccupato e sorpreso della sua visita.

-Salve Carlisle-, lo salutò frettolosamente.-Dov'è mia figlia?-, chiese, sporgendosi oltre di lui, e lanciando un'occhiata nervosa all'intero salone.

-Ciao papà, sono qui-, intervenne Bella, cercando di mantenere un tono di voce controllato.

Respirò a fondo un'altra volta, cercando di riprendere l'ossigeno che le era mancato dopo aver parlato.

"Non sembra la voce di Bella", pensò Charlie. Si avvicinò, e la guardò a lungo, come se non la riconoscesse."Cosa le è successo?", pensò ancora, continuando ad osservarla.

"Non è lei, non sembra lei...",pensò ancora Charlie, disorientato. Bella si morse il labbro nervosa, come faceva spesso da umana. Non credevo l'avesse fatto apposta, non era un gesto calcolato per sembrare ancora umana. Era davvero nervosa e mi piaceva che parte dei suoi atteggiamenti umani fossero rimasti gli stessi.

-Sei davvero tu, Bella?-, chiese ancora Charlie, in cerca di rassicurazioni.

-Certo che sono io-, disse Bella con tono sicuro.-Ciao, papà-, disse ancora, cercando di comportarsi normalmente. Charlie respirò a fondo."Eppure sembra lei...", pensò ancora.

-Ciao Charlie-, lo salutò Jacob, sorridendo. L'avrei strozzato.-Come stai?-, gli chiese, e la domanda sembrava molto fuori luogo. Non gli rispose. Tremò alla sua vista, sembrava un tremolio di disgusto, e tornò a guardare Bella, spaesato.

Continuò a camminare verso di lei, avvicinandosi piano."Cosa è successo?E' stato lui?", pensò guardandomi con sguardo minaccioso. Io abbassai il capo, colpevole. Sì, era stata tutta colpa mia.

-Bella?-, la chiamò ancora, insicuro che fosse davvero sua figlia.

-Sì papà, sono io...-, disse ancora Bella,con la voce che le tremava.-Scusa se non ti ho avvisato che ero tornata...-, disse ancora, abbassando il capo, dispiaciuta.

-Ora stai bene?-, chiese lui preoccupato."Possibile che sia stata la malattia a cambiarla?", pensò ancora.

-Certo, sto benissimo-, disse sorridendogli."E' diversa, è strana...molto più pallida di prima, ma anche molto più bella. Il suo pallore illumina la sua bellezza, sembra quasi finta...", pensò Charlie. Era un bravo osservatore, non potevamo illuderci di nascondergli le cose.

-Jacob mi ha detto che quello che ti è successo non poteva essere evitato, che eri in fin di vita...-, cercò di spiegare,senza però realmente comprendere quello che stava dicendo.

Bella strinse la mia mano, in cerca di coraggio, sia per quello che doveva dire, sia per resistere alla voglia di attaccarlo.

"Tranquillizzala Edward, è nervosa...", mi consiglio Jasper. Io strinsi più forte la sua mano e le accarezzai una guancia. Nessie si mosse tra le sue braccia, e l'attenzione di Bella, si focalizzò su di lei, abbandonando per un attimo Charlie.

"Non pensavo che per Bella fosse così difficile", pensò Jacob, notando che Bella era chiaramente in difficoltà.

-Jacob non ha mentito...-, disse, rimanendo evasiva senza dare spiegazioni che avrebbero potuto turbare ulteriormente suo padre.

-E quindi ora sei come loro-, rispose Charlie, anche lui evasivo, senza esplicitare cosa significasse una di loro. Non lo aveva capito."Sapevo che i Cullen erano particolare...chissà di cosa sono capaci, chissà in cosa si trasformano...", pensò, subito scosso da un brivido di disgusto pensando che anche noi avessimo il potere di mutare in qualcosa, come Jacob.

Guardai Bella, che per un attimo rimase muta, immobile, senza rispondere. Poi abbassò lo sguardo:la piccola si muoveva, e stava annusando in giro. Aveva percepito l'odore diverso di Charlie, il quale non si era accorto che Bella teneva tra le braccia una bambina."Oddio...chi è?", pensò nervoso, guardandola intensamente.

-E' lei la bambina che avete deciso di adottare...Jacob mi ha detto...-, mormorò, voltandosi verso di lui, guardandolo e rabbrividendo."Ma davvero si è trasformato, non credo, forse ho bevuto un po' troppa birra...", pensò, guardandosi attorno,per poi riposare lo sguardo sulla piccola. "E' davvero bellissima, assomiglia davvero molto a Edward, ma anche a Bella...ma che dico?Non è loro...non ci capisco più niente...ma non saranno troppo giovani, appena sposati, non vorrei che succedesse come me e Renee, l'entusiasmo fa presto a passare quando si devono affrontare un sacco di problemi...", pensò. I suoi pensieri erano partiti a mille, non avevo mai sentito la mente di Charlie così affollata. Era un bravo osservatore, aveva già notato la somiglianza della piccola a me e a Bella. Meglio cercare una bugia plausibile.-E' la figlia di mio fratello, mio nipote-, mi affrettai a dire, sperando che almeno questo riuscisse a spiegare la somiglianza a me. Charlie alzò lo sguardo verso di me, dubbioso."Ma perché non è stato con suo fratello allora, invece che essere adottato da Carlisle...mah...".-Davvero?Credevo non avessi più nessuno della tua famiglia-, disse, sincero, rispecchiando i suoi pensieri.

-Avevo solo questo fratello, più grande di me, che è stato adottato anche lui dopo la morte dei miei genitori. Non l'ho più rivisto, solo ora sono venuto a sapere che è morto assieme alla moglie in un incidente, lasciando una bambina-, spiegai, cercando di tenere un tono tranquillo, pacato e più verosimile possibile."Vai Edward, te la stai cavando alla grande", mi incoraggiò Emmett, facendomi l'occhialino. "Che sfortuna...prima la famiglia, poi il fratello...". Le mie bugie avevano funzionato:avevo fatto impietosire Charlie. Renesmee si mosse piano, spostando i suoi occhioni verso Charlie e guardandolo intensamente.

-E' bellissima...-, disse,sospirando. "E' davvero bellissima come Bella...", pensò. Non potevo essere più d'accordo:non potevo chiedere di meglio.

-E'vero-, confermai. Renesmee non aveva dovuto fare tanta fatica:con uno solo sguardo aveva conquistato anche il nonno.

-Siete sicuri della vostra scelta. Un bambino piccolo è una bella responsabilità siete così giovani...-, osservò, senza staccare gli occhi dalla piccola."Ma quanto è bella, è un amore, un tesoro...", pensò.

-Non potevamo fare altro, non potevamo lasciarla sola...-, spiegai, accarezzando la guancia della piccola, e appoggiandole un dito sulle labbra per ricordarle di fare la brava."E'tranquilla...", mi informò Jasper.-Tu avresti fatto diversamente?-, chiesi, cercando di impietosire Charlie.

-No, ovvio che no...-."Magari poteva pensarci Carlisle, ha fatto un buon lavoro con loro...", pensò, guardandosi attorno.-Si chiama Nessie, vero?-, chiese, cambiando discorso.

-No-. Bella intervenne, con tono acuto e infastidito.-Si chiama Renesmee, ti hanno informato male...-, disse, lanciando un'occhiataccia a Jake. "Non so...Edward potrebbe...ma Bella, non è giusto imporle un compito così grande...", pensò, preoccupandosi per la figlia.

-Ma sei sicura Bella, sicura del compito che ti sei presa?-,chiese per essere rassicurato.

-Forse Carlisle ed Esme potrebbero darvi una mano...-, azzardò. Ma la risposta di Bella fu netta.

-Neanche per sogno, è mia,la voglio con me-, disse, con un tono che non ammetteva repliche.

"Non pensavo che Bella mi desse tutti questi pensieri, era così tranquilla quando stava a Phoenix con la madre...ora mi fa diventare pure nonno...". Sorrisi leggermente al pensiero di Charlie.

-Quindi sono nonno così giovane?-, chiese, ovviamente già conoscendo la risposta.

-Beh, anche mio padre è nonno-, dissi, cercando di mitigare il suo disappunto.

"E' vero anche Carlisle è nonno...pensa quando lo sapranno in ospedale...dimostra una trentina d'anni, per lui deve essere peggio...", pensò, facendomi sorridere un'altra volta.

-Beh, questo mi fa sentire un po' meglio-, disse, tornando a guardare Bella, dopo aver fissato intensamente mio padre.

-Certo che è davvero stupenda, i bambini sono tutti belli, ma lei è una cosa straordinario...è bellissima...-. Renesmme appoggiò la sua manina sul mio braccio, riversandomi tutta la difficoltà che stava vivendo in quel momento. Non voleva far del male a Charlie, ma era dura resistere. Maledii mentalmente un'altra volta il cane per aver messo mia moglie e mia figlia in questa situazione. Accarezzai la mano della piccola, sperando che si tranquillizzasse. Bella le accarezzava teneramente i capelli, cercando anche lei di rilassarla. Charlie era il primo umano che incontrava, senza ovviamente considerare Jacob.

"E' assurda la somiglianza con Bella, è davvero sua...fatico a credere che non sia sua figlia...sembra figlia di Bella....è assurdo...è passato poco più di un mese dal matrimonio...possibile che fosse incinta da prima...".I pensieri di Charlie erano completamente sconnessi. Aveva capito che Nessie era profondamente legata a Bella, e aveva, ovviamente, notato la somiglianza fisica.

Alternava il suo sguardo da una all'altra, cercando un appiglio, un qualcosa a cui aggrapparsi per non credere fosse davvero figlia di Bella."Non può essere...non poteva essere incinta quando si è sposata...era....no....non era....ma la piccola...è lei....". Bella abbassò gli occhi gli occhi verso di me, pregandomi di dire o fare qualcosa per mettere fine all'agonia di Charlie che gli si leggeva chiaramente in viso. -Charlie, lascia stare. E' una cosa un po' strana, ma va tutto bene..-, intervenne Jacob,dandogli una pacca sulla spalla per tranquillizzarlo."Jacob...". Charlie rabbrividì, e l'immagine di lui trasformato in lupo gli ritornò in mente. Mi aspettavo che a quel punto scappasse dalla nostra casa, urlando che eravamo solo un branco di mostri, e avrebbe avuto ragione,ma così non fece.

Respirò a fondo, come se volesse cercare di riprendere la calma che aveva perso."Voglio la verità...", pensò,svolgendo uno sguardo tetro e colpevole a Jacob.-Sono stufo delle vostre balle. Non voglio sapere tutto, ma almeno ditemi la verità-, esplose. Aveva ragione, non era stupido ed era inutile fargli credere quello che non era.

-Charlie, ci dispiace, ma è meglio che tu conosca la versione ufficiale, piuttosto che la verità. Ormai fai parte del segreto, e l'unica cosa che devi sapere è quello che ti abbiamo raccontato. Riesci a farti bastare questo per il bene di Bella e di Renesmee?-, chiesi,sperando che capisse e che non insistesse.

"Allora è vero...allora è sua figlia...assurdo...è nata da Bella e da lui...", pensò, guardandomi disgustato."Però...potevano dirmelo prima....era questa allora la malattia...Bella era incinta....".

-Potevi avvisarmi in qualche modo però Bella-, la rimproverò ancora. A cosa sarebbe servito, probabilmente ad aumentare l'odio e la paura che provava nei confronti di me e della mia famiglia. Non era il caso che avessimo un'altra complicazione durante la gravidanza di Bella, ne avevamo già avute troppe.

-A cosa sarebbe servito?-, chiese Bella, stringendo maggiormente la piccola su di sé. Non rispose. Si inginocchiò davanti a Bella, per osservare meglio la piccola. Renesmee, che fin'ora era stata davvero molto brava, sporse i suoi occhioni verso di lui e sbatté le sue lunghe e folte ciglia.

Poi allungò la sua manina verso di lui. Bella cercò di trattenerla, riportandola verso di lei.La piccola aveva sete, desiderava "assaggiare" Charlie, ma il nostro avvertimento era stato chiaro chiaro. Sapeva e capiva che era proibito,ma ugualmente in lei c'era il desiderio di conoscerlo, di avvicinarsi a quell'estraneo tanto diverso da lei che in qualche modo desiderava.

Renesmee gli sorrise dolce.-Ma quanti giorni ha?-, chiese."Ha già tutti i dentini....ci vogliono mesi...", pensò, cercando di ricordare la sua esperienza come padre.

-Ha tre mesi...-, dissi,cercando di trovare il modo di alleggerire questa affermazione.-Ma per certi aspetti sembra più grande, per altri più piccola-. Avevo detto tutto e niente, le mie frasi avevano l'unico scopo di confondere Charlie in modo tale che capisse che non potevamo spiegargli nel dettaglio chi era e cos'era Nessie. Avrebbe dovuto accettarla così com'era, senza domande.

-E' un esserino speciale, te l'ho detto-, intervenne Jacob, cercando di rimediare almeno in parte al danno che aveva causato.-E' davvero speciale-, ripeté, appoggiando una mano sulla spalla di Charlie. Lui si ritrasse al contatto.-Dai Charlie, sono sempre io, Jacob...Quello che è successo oggi pomeriggio non cambia le cose...-. Ricordò ancora una volta la trasformazione in lupo, chiedendosi chi fosse Jacob, e perché continuasse a stare accanto a Bella."Se n'era andato...era arrabbiato con Bella...perché ora è con lui e conosce il suo segreto...". Abbassai la testa...quello non avrei saputo spiegarglielo...neppure io riuscivo a credere che Jacob fosse indissolubilmente legato a mia figlia. Era ancora così piccola,doveva crescere, capire da sola quale strada condurre nella vita. Non volevo che si sentisse obbligata a stare con Jacob, solo perché il destino e il fato aveva scelto per lei. Ma dal modo incantato in cui Nessie lo guardava, capivo che non avrei potuto farci molto. Lo amava, era suo. Nient'altro contava.

-Jacob, che ci fai qui?Perché conosci questa storia e cosa sa Billy?-, chiese Charlie, cercando di capire, con tono di rimprovero.

-Billy sa tutto, e potrei spiegarlo anche a te, ma non è il caso...non è il caso che ti racconti un sacco di particolari sui licant...-. Charlie lo fermò disgustato.-Basta, basta, non voglio sapere, lascia perdere...-, disse, tornando a concentrarsi su Nessie. "Ero certo che non avrebbe voluto sapere....", pensò, sorridendo.-Non c'è nessun problema Charlie, basta che tu non cerca di capire. Accetta le cose così come sono...-, aggiunse. "Mmm...non pensavo che anche lui fosse coinvolto, e sembra il più disgustoso di tutti...". Ridacchia, cercando di non darlo a vedere. Condividevo il pensiero di Charlie.

-Dai Gators, forza..-. Tutti spostammo l'attenzione verso Emmett, che stava guardando la partita. La tensione si era in parte placata, e Emmett aveva fatto il resto, stemperando definitivamente l'apprensione per l'incontro. Charlie si voltò spaventato.-Sta vincendo il Florida?-, chiese a mio fratello, accantonando per un attimo i suoi pensieri preoccupati per la situazione della figlia.

-Certo, hanno appena fatto touchdown...-, disse, voltandosi verso di noi, me in particolare.-Loro non fanno mai cilecca...-, continuò, facendomi l'occhiolino."Vero fratellino?". Più tardi me l'avrebbe pagata, sul serio questa volta. Sentii Bella immobilizzarsi ancora di più, se fosse stato possibile.

Charlie fortunatamente non colse il doppio senso, distratto dalla partita. Sembrava essersi ormai rilassato e tranquillizzato. Si alzò da terra e si sedette accanto a Emmett.-Non credo ce rimarranno in vantaggio...-, notò, sprofondando sulla poltrona."Ci vorrebbe solo una birra...poi mi sentirei come a casa mia..."-.Sospirai, un sospiro liberatorioo. Il peggio sembrava essere passato. Bella abbassò le spalle, che erano rimaste rigide tutto il tempo, e sprofondò nel divano. Renesmee riemerse dal suo nascondiglio e mi sorrise.-Sei stata bravissima...-, le bisbigliai all'orecchio.-Anche tu...-, continuai, questa volta rivolgendomi a Bella. La baciai piano sulla punta del naso, sperando che Charlie non se ne accorgesse."Ero certo che Charlie sarebbe stato ragionevole...", pensò Jacob, scodinzolando felice. Sospirai rassegnato...non c'era verso di fargli capire che dirlo a Charlie era stato stupido e folle. Poteva finire male per tutti.

Il resto del pomeriggio trascorse tranquillo. Sembravamo davvero una grande famiglia. Charlie e Emmett si trovarono subito molto bene insieme, tanto che Emmett lo invitò a vedere quando voleva le partite con lui. Era una strana coalizione. Io ero finalmente felice. Ero contento che Bella avesse potuto rivedere Charlie, e in parte, chiarire con lui. Era davvero un bravo papà. Aveva messo da parte ogni paura, ogni incertezza pur di continuare a stare con sua figlia. Lasciai che Bella salutasse il padre in privato. Mi sedetti al piano. Ero felice, e mi andava di suonare. Era da tantissimo tempo che non lo facevo...era da tantissimo tempo che non mi sentivo completamente e interamente felice. Avevo tutto quello che non avevo mai osato desiderare. Molto più di quello che meritava la mia anima. Possibile che ci fosse una speranza anche per un essere come me?

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Capitolo 49
*** SuperBella ***


Ciao ragazze!Vi lascio al nuovo capitolo. Spero vi piaccia!Adesso non so bene come continuare...pensavo di aggiungere qualche capitolo di testa mia...per esempio una seconda notte tra Bella e Edward...che ne pensate?Aspetto vostri suggerimenti!Grazie a tutte ragazze!Grazie a chi mi preferisce, chi mi ha messo nelle storie da ricordare, chi mi segue e chi mi commenta!Grazie a tutti!Vi adoro!

 naog94:non ti preoccupare. Scrivi il tuo commento quando puoi. So cosa vuol dire non avere troppo tempo!Grazie, anzi, di leggere sempre. Un bacio, Silvia.

 linda88:grazie Linda, sei sempre molto gentile. Ti ringrazio, sono contenta che la mia visione di Bd ti piaccia!Grazie mille di leggere e recensire sempre.

 Crazyangel84:grazie, grazie davvero!

 chi61:io lo ripeterò sempre, ma secondo me Edward è il personaggio, più vivo(perdonami il paradosso), più ricco di emozioni  della saga. Io adoro Edward, un pò meno Jacob e penso si percepisca. E Charlie...lo adoro. E' un adorabile papà che passa sopra ad ogni stranezza pur di vedere felice Bella. Quello che conta è continuare a far parte della sua vita. Nient'altro. Quindi sono contenta che quello che ho percepito io dalla saga, sia molto simile alla tua di percezione. Ti ringrazio di aver letto e commentato. Ogni vostra parola è molto importante per me!Grazie.

 ila74cullen:grazie davvero. sono davvero contenta che questo capitolo ti sia piaciuto. Contenta davvero. Grazie.

 theangelsee69:grazie tesoro, mi fai davvero contenta." .L'apparente normalità dietro a cui si celano i mostri..solo di forma e non di sostanza"...bellissima questa tua frase, centra davvero la situazione!Grazie mille ancora.

 Antonya:si lo credo anch'io che Edward abbia bisogno di spazio. Grazie di tutto, di commentare e di leggere. Grazie davvero.

 Luna Renesmee Lilian Cullen:grazie Luna. Sì, per certi aspetti BD non è molto bello. Anch'io non condivido l'impriting tra nessie e Jake...da doveva trovare un posto pure lui. Se fosse per me lo eliminerei dalla saga...solo Edward e basta. Comunque vabbè, sono un pò drastica. Grazie mille per aver letto e recensito.

Capitolo 36.SuperBella

Smisi di suonare il piano quando sentii la macchina di Charlie e corsi da lei. Era stata davvero brava.

-Wow...-, mormorò, sbattendo le palpebre, probabilmente infastidite dalle lenti a contatto, che il suo veleno disintegrò proprio in quell'istante.

 La abbracciai forte, da dietro, cingendo la sua vita e appoggiando il mento sulla mia spalla.

-Davvero amore...wow...-, ripetei, congratulandomi per il comportamento impeccabile che aveva mantenuto con Charlie. Era sembrata tutt'altro che una neonata fuori controllo e assetata di sangue.

-Ci sono riuscita Edward...-, mormorò, voltandosi verso di me e sorridendomi contenta. Non potevo credere che fosse riuscita a superare anche quella prova.

-Sei stata fenomenale Bella. Altro che neonato, sembravi un vampiro pluricentenario per la calma e l'autocontrollo che hai avuto...-, precisai. La sentii sorridere, mentre Nessie dormiva tranquilla tra le sue braccia.

-Mmm...io ho i miei dubbi...faccio fatica a credere che sia una vampira, figuriamoci una neonata. E' così tranquilla...-, la provocò Emmett,aspettandosi una sua reazione.

"Con suo padre è stata tranquilla, vediamo come se la cava con me...e con le mie battute", pensò, ammiccando. Io non mi sarei messo in mezzo stavolta. Emmett era grande e grosso per cavarsela da solo se Bella avesse voluto reagire. Non lo fece, ma dal ringhio che le uscì dalle labbra era chiaro che avesse una gran voglia di vendicarsi, sia per le battute allusive che aveva osato fare in presenza di Charlie, sia per quelle che continuava a fare.

-Mamma che paura...-, la canzonò ancora Emmett, portandosi le mani tragicamente alla bocca e sgranando gli occhi. Bella non rispose, perché fu attratta dal piccolo frugoletto che si mosse tra le sue braccia. Renesmee aprì gli occhi piano, si guardò attorno, annusò l'aria per controllare se Charlie fosse ancora in giro; poi spostò le mani sul viso di Bella chiedendole del nonno. Non potevo crederci, ma anche la piccola sembrava già affezionata a Charlie.

-Il nonno tornerà domani...-, mormorò Bella, avvicinandosi e dandole un bacetto sulla guancia.

-Perfetto...-, mormorò Emmett, pensando a quante battute avrebbe potuto fare anche il giorno seguente. Si divertiva a metterla in difficoltà, ovviamente per scherzare. Rose si unì alla risata di Emmett, attirando l'attenzione di Bella che ovviamente aveva capito quali fossero le sue intenzioni.

-Mossa sbagliata fratello-, dissi, con l'intenzione di prendere le difese di Bella.  Poi tesi le braccia per prendere la piccola, in modo da lasciare Bella libera di fare ciò che voleva. Lei mi guardò a lungo, probabilmente cercando di capire quali fossero le mie intenzioni. Quindi sorrisi e le feci l'occhiolino, per darle il mio consenso a prendersela con mio fratello. Lei capì, sorrise e mi porse la piccola che si gustava la scena confusa.

-Cosa vuoi dire?-, mi chiese Emmett.

-Non ti conviene metterti contro con il vampiro più forte della famiglia-, gli spiegai,ammiccando.

Emmett buttò la testa all'indietro, in modo quasi tragico e si portò la mano alla fronte per enfatizzare il gesto.-Ma figurati...-, mormorò.

-Bella, amore. Ti ricordi quando un paio di mesi fa ti ho detto cosa avresti dovuto fare una volta diventata vampira?-. Sperai si ricordasse le nostre conversazioni quando lei era ancora umana. Mi guardò per un secondo, poi vidi i suoi occhi illuminarsi e la sua bocca aprirsi in un -Oh!-.

Bene. Aveva capito. Anche Alice aveva inteso e mi stava mostrando quale sarebbe stato l'esito scoppiando a ridere. Sorrisi anch'io, già vittorioso.

"Che succede?"- Sentii il pensiero di Jacob e mi voltai verso di lui. Non potevo crederci...mangiava continuamente, non aveva il minimo autocontrollo.

-Cosa avete in mente?-, chiese Emmett, diventato improvvisamente serio.

-Ma davvero vuoi che lo faccia?-, mi chiese allo stesso tempo Bella, un po' preoccupata. Sapevo di essere stato un po' iperprotettivo con lei, ma in quel momento sapevo che non c'era alcun pericolo, e vincere una scommessa contro Emmett mi sembrava un buon modo per concludere la giornata.

-Stai tranquilla...-, le dissi. Dopotutto avevo visto nei pensieri di Alice, e non sarebbe accaduta

nulla di male. Sentii Bella respirare a fondo. Poi si voltò verso Emmett, con aria sicura.

-Emmett che ne dici di fare una scommessa?-, chiese.

Mio fratello si fece subito avanti, pronto ad ogni sfida.

-Certo, sempre pronto-, disse, parandosi davanti a Bella, che indietreggiò un attimo impaurita.

"Sono troppo forte per te...", pensò.

-Hai paura?-, notando il suo attimo di esitazione.

Bella raddrizzò le spalle cercando di contrastarlo.

-Ora,io e te...braccio di ferro...su quel tavolo-, ordinò Bella,decisa, senza distogliere lo sguardo da quello di mio fratello, indicando il tavolo della sala da pranzo. Il viso di Emmett si illuminò. Adorava le sfide.

Alice intervenne.-Non è il caso fare una cosa simile su quel tavolo, Esme lo adora-. Bella si voltò verso Esme, che mimava un grazie ad Alice.

-Nessun problema, andiamo fuori-, disse pronto mio fratello. Bella mi lanciò un'occhiata divertita prima di seguirlo. Poi seguì Emmett, e io seguii Bella assieme al resto della famiglia. Eravamo tutti degli spettatori curiosi di sapere l'esito della gara. Mio fratello ci portò vicino al fiume, dove c'era un  masso di granito sopra delle altre pietre. La superficie era abbastanza piana e regolare, anche se non troppo. Nessie continuava a guardare la scena, in parte divertita, in parte spaventata, ma anche lei curiosa di sapere chi sarebbe stato il vincitore di quella sfida, solo qualche giorno prima, improponibile vista la diversità degli avversari. Emmett appoggiò il gomito sulla pietra, aspettando che Bella facesse lo stesso. Lei, però, si fermò un attimo, probabilmente spaventata dal gonfiore dei bicipiti di mio fratello. Guardò quel braccio gonfio e muscoloso che la stava aspettando; poi dette un'occhiata al suo, ancora esile e mingherlino, nonostante fosse più muscoloso di quando era umana.  Cercò di fare la disinvolta, ma ero certa fosse spaventata da quella sfida, e appoggiò il gomito di fronte a quello di Emmett, che sogghignava, già vittorioso.

-Ok, il patto è questo...-, disse, prima di cominciare.-Se vinco io, tu e Rose dovrete smetterla di fare battute o allusioni sulla mia vita privata e intima...dovette smetterla con tutte le vostre battutine...-, concluse, infine.

La mente di Emmett stava scoppiando dalle risate, ma fu molto galante nel trattenersi e nell'assumere un'aria seria e professionale.- Perfetto. Se vinco io,continuerò a darti il tormento-. Bella lo fissò a lungo, e quando vide un ghigno comparire nel volto di Emmett, ritrasse la mano, quasi temesse la stesse prendendo in giro.

-Che ti prende Bella?Hai deciso di ripensarci...Quindi non sei senza limiti e disinibita come cerchi di farci credere?Scommetto che la vostra nuova casetta è ancora integra dopo la notte scorsa?Non come me e Rose...sai quante ne abbiamo sfasciate noi di case?-, chiese. Non era una mossa saggia da parte sua; quelle affermazioni avrebbero solo fatto incendiare di rabbia ,ancora di più, Bella.

E infatti , risentita,afferrò decisa la mano di mio fratello.-Uno, due...-, iniziò a dire.

-Tre...-, concluse Emmett, e ognuno di loro cominciò a spingere. Nessie strinse la sua mano alla mia.

"La mamma...". L'unico suo pensiero riguardava Bella. Aveva paura che Emmett le facesse del male, anche se lei stessa faticava a crederlo.

-Tranquilla-, le sussurrai, stringendole la mano che mi aveva porto.-La mamma è più forte dello zio Emmett...-.

Continuavo a tenere fisso lo sguardo sul masso, in attesa che accadesse qualcosa. Per i primi istanti, né il braccio di Emmett né quello di Bella si mossero. Avrei voluto,per l'ennesima volta, essere nella mente di Bella per percepire cosa stesse provando in quel momento. Non aveva mai usato la sua nuova forza, non sapeva cosa significasse custodire quell'immensa potenza nei muscoli. Ricordai i miei primi giorni da vampiro. Sentivo la mia nuova forza privare nelle vene, nei muscoli, scuotermi e non vedevo l'ora di sfogarmi, usandola e liberandola dal mio corpo.

Bella era diventata vampira in condizioni diverse. Era preparata, sapeva a cosa sarebbe andata incontro, al contrario di me e del resto della mia famiglia. Bella, dal primo momento che aveva aperto gli occhi come vampira sapeva che doveva trattenersi, limitarsi. Era rinata con quella consapevolezza. Vidi il suo braccio curvarsi verso quello di Emmett. Mio fratello grugnì, spingendo ancora di più verso Bella, senza scalfirla. Un leggero sorriso apparve sulle labbra di mia moglie, le bellissima labbra di mia moglie. Aspettò qualche attimo, forse per continuare ad illudere Emmett. Poi, flesse ancora il braccio, guadagnando qualche centimetro e sorridendo compiaciuta al vampiro che le stava di fronte, che rispose con un ghigno arrabbiato.

-Chiudi il becco Emmett-, gli urlò, prima di spingere la mano di mio fratello contro il granito duro.

Aveva vinto Bella, senza troppa fatica.

Io risi, seguito a ruota da Jacob, che, dietro di me, continuava a masticare qualcosa dall'odore terribile. Ovviamente mai più terribile del suo stesso odore.

Un pezzo di pietra, per completare l'opera, si staccò dal granito e finì sul piede di Emmett, già parecchio alterato.

-Domani ci riproviamo-, sbraitò Emmett super innervosito.

Bella non si toglieva quel sorriso ,bellissimo per me,e compiaciuto sul viso.

-Aspetta qualche mese...non credo che la mia forza scemerà così facilmente-, gli ricordò Bella canzonandolo.

-Ho detto domani-, ripeté Emmett, punto nel suo orgoglio di vampiro maschio.

-Ok, va bene, come vuoi fratellone-, continuò a deriderlo Bella.

Emmett se ne andò infastidito, prima però colpì con un pugno il masso di granito sul quale si era svolta la gara, in parte sbriciolandolo. "Domani vinco, sono io il più forte...", continuava a pensare.

Bella alzò la mano davanti ai suoi occhi, poi l'appoggiò sul granito rimasto e con una semplice pressione riuscì ad incavarla, ritrovandosi con un pugno di polvere tra le mani.

-Che fico...davvero fico...-, mormorò, alzando lo sguardo verso di me e sorridendomi soddisfatta.

Poi, si girò nuovamente contro il masso e con un colpo secco del braccio lo divise a metà.

Eravamo tutti incantati a guardarla e non potemmo fare a meno di sorridere, quando sentimmo sghignazzare  anche lei. Pian pianino si stava rendendo conto cosa era diventata.

Alle nostre e alla risata di Bella se ne unì un'alta, più dolce, limpida e cristallina.

-E' stata lei a ridere?-, chiese Bella, venendo verso Nessie. La piccola aveva un sorriso a mezza luna stampato in faccia e continuava a ridere piano.

-Sì, è stata lei...-, dissi, stringendo la manina che ancora tenevo fra la mia.

-Era impossibile non ridere...-."Bella era ridicola in quella prova di forza...", disse e pensò Jacob.

-Ma stai zitto cane!-, lo intimai.-Anche tu la prima volta ti sarai lasciato andare...-, dissi, e i pensieri di Jacob si riempirono di tutte le sue prodezze compiute non appena aveva scoperto di essere un lupo.

-Non è la stessa cosa...-, tentò di giustificarsi.-Bella è una donna, una mamma e una moglie. Inoltre è adulta...dovrebbe essere un po' più seria...-, spiegò il cane. Stavo per ribattere, ma Renesmee mi toccò il viso per attirare la mia attenzione.

-Hai ragione piccola...-, le sussurrai, dopo aver percepito i suoi pensieri.

-Cos'ha?-, chiese Bella, accorgendosi del mio colloquio privato con nostra figlia.

-Non è d'accordo con Jacob-."Almeno per una volta...", pensai,ancora turbato dal fatto che il cane avesse avuto l'impriting con mia figlia.-Vuole meno serietà. Le sei piaciuta prima...-, spiegai a Bella.

-Ti diverto?-, le chiese Bella, tenendo le mani verso di lei per prenderla. Nessie non si fece ripetere il gesto un altra volta e si protese, per andare tra le braccia della madre.

-Vuoi?-. Bella le porse un pezzo di granito che si era staccato.-Prova anche tu?-, le disse.

Nessie prese quel pezzettino tra le dita piccole della sua mano. Tentò di spingere verso quell'oggetto, per ripetere il gesto della madre, ma ne ricavò solo poca polvere.

-Dammi, faccio io...-, disse Bella, riprendendo il pezzetto dalle mani della piccola e sbriciolandolo senza fatica. Renesmee scoppiò in una risata, come prima, e tutti ci unimmo a lei.

Era sorprendente come Bella riuscisse ad essere. Sapevo che sarebbe stata una brava mamma, ma temevo, che l'essere diventata vampira, quasi contemporaneamente all'essere diventata mamma, potesse crearle qualche difficoltà. Invece no. Bella era fantastica, meravigliosa. Sempre.

Sollevai il viso verso l'altro, quando sentii un debole raggio di sole,colpire la pelle del mio braccio.

La coltre di nubi, che sovrastava Forks, per un attimo se ne andò, lasciando trapelare deboli e radi sprazzi di sole. Guardai Bella, illuminata e luccicante. Si guardava e la piccola, contrariata dalla sua poca luminosità, aveva messo il braccio accanto a quella di Bella.

-Sei più bella tu-, disse mia moglie a nostra figlia.

-Posso non essere d'accordo?-, chiesi, avvicinandomi alla vampira e alla mezza vampira più importanti della mia esistenza. Bella si voltò verso di me, probabilmente per ribattere, ma quando mi vide rimase senza parole. Conoscevo e amavo quello sguardo che mi riservava.

-Stasera...-, mimarono le sue labbra, promettendomi il paradiso.

-Sei davvero assurda, Bella-, intervenne Jacob, come sempre fuori luogo.

-E' davvero una creatura incantevole...-,ribattei, avvicinandomi a mia moglie e baciandole il collo.

Nonostante i miei timori, Bella aveva trovato il suo posto nel mondo. Nel mio mondo.Non potevo sperare andasse in modo diverso. Tutto sembrava andare in modo perfetto. Almeno fino a quel momento.

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Capitolo 50
*** Seconda notte:vampiri ***


Capitolo 37.Seconda notte:vampiri

-Andiamo?-.Ero seduto. Giocavo con Renesmee,assieme a  Bella, quando lei mi aveva fatto quella insolita proposta. Alzai lo sguardo verso di lei.

-A casa...-, precisò.-La piccola sembra stanca...-, disse.  Non sapevo definire con esattezza il mio stato d'animo in quel momento. Felice mi sembrava la parola giusta, ma mi pareva comunque troppo poco. Ero leggero. Anche quell'aggettivo poteva andare per definire il mio umore. Non c'erano problemi in vista, e tutti quelli che c'erano stati erano ormai risolti.

Ora finalmente potevo godere di un pò di tranquillità assieme a Bella, a Renesmee e alla mia famiglia.

Sollevai la piccola dal pavimento, che appoggiò la testa sulla mia spalla. Effettivamente era stanca.

-Noi andiamo...-, disse Bella, rivolgendosi a Esme e Carlisle, che annuirono comprensivi.

-Dove?Cosa...-. Ecco, aveva parlato giusto l'unico che non ne aveva diritto.

-A casa Jacob-, gli rispose Bella.-Nessie è stanca e io e Edward vorremmo stare un pò da soli-,precisò ,anche se non erano necessarie delle spiegazioni, soprattutto al cane.

-No...lasciala qui. Può dormire qua come ieri...-,iniziò a dire, angosciato.

Stavo perdendo la pazienza. Avevo giusto pensato un attimo prima che i miei problemi fossero risolti, ma non era così. Ne avevo un altro:grande, grosso e puzzolente.

-Sentimi bene Jacob...-, ringhiai.-Non azzardarti più a dirci cosa dobbiamo fare con nostra figlia. Lo ripeto:è nostra, mia e di Bella-.

-Non devi prenderti libertà che non ti sono concesse. Nessie verrà a casa con noi, dormirà nel suo lettino e domani mattina Bella le farà il bagnetto. Quando avremo finito e se avremo voglia verremo qua e, in quel caso, tu potrai passare un pò di tempo assieme a lei. Non dormirai con lei, non la laverai o altro. Lei è mia figlia e tu sei un suo potenziale ragazzo, sempre che lei ti voglia. Quindi non intrometterti mai più-, sputai alla fine. Bella al mio fianco stava cercando in tutti i modo di trattenere le risate.

"Vai fratellino fagli capire chi comanda...", pensò Emmett.

"Troppo geloso...", pensò Rose, seduta al suo fianco.

Mi voltai verso di loro e li incenerii con lo sguardo.

-Edward non puoi, io non posso stare lontano da lei...-, mi affrontò il cane.

-Pensavo di essere stato chiaro, ma probabilmente non è così. Tu vedrai mia figlia se e quando lo decideremo Bella ed io...-. Questa volta ero stato molto esplicito.

"Che razza di...Non è giusto, ora si prende la rivincita per tutte le volte che io ho visto Bella contro la sua volontà...Non è giusto...". Nonostante dimostrasse molti più anni, la sua mente lo rivelava per quello che era:un sedicenne capriccioso e immaturo.

-Mah...-, provò di nuovo a ribattere. Questa volta fu Bella ad intervenire.

-Jacob, smettila. Mio marito ha ragione, Edward ha ragione. Come genitori non possiamo permettere che Nessie stia con te continuamente. Vai a casa, datti una ripulita e dormi. Domani ci ritroverai qui-.

Gongolai felice che Bella avesse preso la mia stessa posizione. Presi Nessie tra le braccia e seguii mia moglie alla porta. Non appena uscimmo si voltò. "Ho voglia di te", mimarono le sue labbra verso di me. Sorrisi e abbassai lo sguardo turbato. Adoravo quel suo nuovo desiderio tanto intenso e, a fatica, controllabile. Non avevo mai pensato di potermi sentire così vulnerabile di fronte a lei.

Ora i ruoli si erano nettamente ribaltati. Lei aveva in pugno me. Poteva farmi ciò che voleva...qualsiasi cosa.

-E' stata una bella giornata-, mormorò, sorridendomi felice. In quel momento, chiunque ci avesse visti, avrebbero visto solo una famiglia felice. Una famiglia normale. Una moglie e un marito che si amano sopra ogni possibile concezione immaginabile. Una madre e un padre che provano un amore ancora più grande per la loro figlia, un amore che sconfina le porte dell'universo infinito.

Renesmee dormiva. Era impossibile non guardare il suo viso dolce e rilassato distendersi e contrarsi sotto il calmo ondoso respiro che la accompagnava nel sonno.

Entrammo in casa, nel nostro piccolo paradiso privato. Appoggiai Nessie nel suo lettino. Le accarezzai la guancia, prima di lasciare la stanza. Sentii Bella schioccarle un bacio, prima di seguirmi. La aspettavo appena fuori la porta, appoggiato allo stipite.

-Ehi...-, mormorò, dolce, appoggiandosi al mio petto.-Non vedevo l'ora di essere sola con te-, continuò, alzando il suo sguardo verso di me.

-Cosa mi proponi per la serata?-, le chiesi, ricambiando il suo sguardo profondo, che lasciava trasparire.

-Bhe...a dire la verità qualche idea ce l'avrei...-, disse, voltando il viso verso di me  e sorridendomi dolce.

-Sentiamo...-. Ero davvero curioso...chissà cosa aveva partorito la sua mente.

-No...non te la dico...Devi accettare a scatola chiusa...-, mormorò, voltandosi e lasciandomi un bacio sulle labbra. Come facevo a rifiutare un invito simile?

-Va bene. Fai di me ciò che vuoi-, dissi solo, sorridendole curioso. Chissà cosa aveva in mente?Non riuscivo proprio ad immaginarlo. Mi lasciai condurre in camera da letto, affascinato dal suo modo di fare. Bella era indubbiamente cambiata...in meglio. Era senz'altro più matura, più decisa, anche se alcuni tipici aspetti del suo carattere non se n'erano andati.

-Aspettami qui-, disse, appoggiando una mano sul mio petto e spingendomi delicatamente, per quanto delicata potesse essere la spinta di una vampira,a sedere sul letto. Non opposi resistenza e mi lasciai cadere continuando ad osservarla mentre si aggirava per la stanza.

-Torno subito-, aggiunse, prima di chiudersi in bagno. Mi stesi completamente, pensando a quanto fosse straordinariamente perfetta la mia vita. Non mi mancava nulla. Ero l'essere più fortunato della terra, forse dell'universo. Senza dubbio. Poco più di un anno prima credevo di aver perso Bella per sempre, e lo stesso timore, anche se in forma nettamente diversa, si era rappresentato solo pochi giorni prima. Ero stato sicuramente baciato dalla fortuna perché  avevo ritrovato Bella per ben due volte. Chiusi gli occhi. Sentii un forte ma piacevole profumo di lavanda provenire dal bagno. Bella stava usando la sua crema, quella che sapeva di lei. Non capivo il perché di tutta quella preparazione, ma non volevo farle domande. Avrei fatto come mi aveva detto. Avrei accettato il pacchetto completo. Quando sentii la porta aprirsi non aprii gli occhi. Aspettai che fosse lei a chiedermelo.

-Sono pronta-, disse. Sentii l'aria spostarsi e il suo profumo invadermi completamente.

Aprii gli occhi e alzai il sopraciglio. Sorrisi. Indossava la sua maglietta bucherellata, quella che aveva usato la prima notte che avevo passato con lei , la prima notte che Bella fu consapevole della mia presenza accanto a lei,e un paio di pantaloni larghi di una vecchia tuta. Mi morsi il labbro. Non poteva fare scelta più azzeccata. Nessun completino di pizzo o pieno di trasparenze avrebbe potuto competere con quel suo vecchio pigiama. La maglietta,troppo corta,lasciava scoperte le sue anche, mostrando parte del suo ventre morbido e piatto. Inoltre essendo troppo larga le scivolava sulle spalle lasciando scoperta le clavicole.

-Sei bellissima-, mormorai, cercando le sue mani e attirandola a me.

-Alice mi ucciderà...-, mormorò, accettando la mia mano e intrecciando le dita delle sua mano alle mie.

-Non può...non ne sarà capace...-, le spiegai, lasciando che le mie parole rimanessero sospese tra di noi. La guardai negli occhi. Ci guardavamo negli occhi, incapaci di guardare altrove. Le presi la mano, che era rimasta libera, e la portai alle mie labbra. Portai il suo pollice sul mio labbro inferiore, e lo passai lentamente sulla mia bocca. Era bellissimo non avere più bisogno di trattenersi. Era bellissimo sapere che potevo perdermi in lei, senza freno.

-Aspetta-, mormorò Bella. Mi immobilizzai attendendo sue istruzioni. Venne sul letto e si sedette a cavalcioni su di me.

-Cos'hai in mente?-, le chiesi, cingendola per i fianchi e appoggiando il naso sul suo collo. Lo percorsi in tutta la sua lunghezza, inebriandomi del suo profumo.

-Vedrai...-, mormorò, e la vidi estrarre dalla tasca una fascia nera. La guardai dubbioso.

-Voglio bendarti...-, mormorò. Sentii una scossa invadermi il petto e perdersi sul mio corpo, facendomi eccitare più di quanto non lo fossi già.

-Ma non credo basterà un semplice pezzo di stoffa per privarmi della vista...-, precisai. Dopotutto ero un vampiro e un piccolo pezzetto di stoffa non sarebbe stato di ostacolo ai miei occhi.

-Tu mi sottovaluti...O meglio sottovaluti Alice. E' stata lei a darmi questo nastro e mi ha rassicurato sulle sue qualità. L'ha cercato a lungo...Sai che gli piace giocare con Jasper...-, mi spiegò Bella lasciandomi senza parole.

-Non voglio sapere certe cose dei miei fratelli. So già troppo, e non per volontà mia. Devo dire che questa mi era sfuggita...-, le dissi di rimando, cercando di conquistare centimetri della sua pelle portando le mie mani sempre più su sotto la sua maglietta.

-E quindi volevi verificare le qualità di questo piccolo e apparentemente innocuo pezzo di stoffa?-, le chiesi, ancora.

-Esatto...Ho pensato: chi meglio di un vampiro centenario poteva prestarsi a questa simile prova?Tu sei, dopo Carlisle, il vampiro più anziano che conosco e che meglio può dirmi se questo bendaggio funzionerà bene o no...-.

-Lo spero...-, risposi solo, lasciando che le sue mani percorressero la mia nuca e annodassero la fascia attorno ai miei occhi. Chiusi gli occhi automaticamente quando sentii la fascia stringermi la testa. Lasciai che Bella facesse il nodo e mi beai del profumo del suo respiro vicino al volto e del suo seno appoggiato al mio mento. Per fortuna non sapeva leggere i miei pensieri, altrimenti avrebbe trovato non poche immagini poco "signorili".

-Bene, ho fatto...-, trillò felice. -Quanti sono?-, mi chiese. Tenevo ancora gli occhi chiusi, ma la immaginai sventolarmi davanti agli occhi le sue dita. Alzai le palpebre, certo che avrei visto ogni cosa comunque. Non poteva esistere un materiale in grado di mascherare completamente la nostra vista. Invece...aprii gli occhi il più possibile, ma nulla. L'oscurità totale.

-Allora, quanti sono?-, mi chiese ancora Bella. Era riuscita a mettermi in difficoltà.

Scossi la testa.-Non lo so...Aveva ragione Alice. Non si vede nulla-.

La sentii ridere.-Bene, molto bene. Ma la mia domanda rimane valida. Quanti sono?-, mi chiese ancora, sporgendosi verso di me, e appoggiando la sua mano sulle mie labbra.

-Quali sensi ho a disposizione per dirtelo?-, chiesi, cercando di scoprire dove voleva andare a parare con il suo gioco.

-Solo il tatto...solo il tocco delle labbra-, mormorò, avvicinandosi ancora di più a me e lasciandomi un bacio all'angolo della bocca.

-Sei ingiusta...-, mormorai.

-Oh no, non che non lo sono...-, ribatté.- Se vuoi, poi, si possono ribaltare i ruoli...allora non la troverai una cosa tanto ingiusta...-. Sorrisi. Era bravissima a tenermi testa e a darmi le risposte giuste.

-Mi devi ancora rispondere....-, osservò, quasi rimproverandomi.

-Posso?-, le chiesi, appoggiando la mia mano sulla sua e facendola scorrere sulla mia bocca. Il pollice era alzato. Lo passai piano sul mio labbro inferiore e gli lascia un debole bacio sulla punta. Bella sospirò. Spinsi la sua mano ancora in avanti. Anche l'indice era alzato. Non mi accontentai di passarlo lievemente sulla mia bocca. Lo lambii con la lingua, e piano lo introdussi in bocca, leccandolo leggermente. Bella sospirò ancora. Spinsi ancora avanti la sua mano. Il medio e le altre due dita non erano alzate.

-Due?-, chiesi, certo che fosse la risposta esatta.

-Giusto!-, confermò sorridendomi.-Ma potevi indovinarlo anche prima, non era difficile-.

-E come potevo, senza un aiuto?-, le chiesi.

-Facile...Bastava che pensassi a quanti sono gli amori più importanti della mia vita...Tu e Nessie...-, mi specificò.

Non ci pensai due volte e la spinsi ad aderire completamente a me, conscio che non avrei potuto farle del male.

-Sono così fortunato...-, mormorai, sulla pelle della sua spalla.

-Ti amo...-, mormorò Bella sul mio collo. Tremai.

-Ti amo anch'io-, le risposi, lasciando un bacio sulla sua clavicola.-Lascia che ti dimostri quanto...-, le sussurrai, lasciando che le sue piccole mani percossero il mio petto.

-Faccio ancora fatica ad abituarmi alla tua bellezza...-,sospirò ancora.

-Anch'io alla tua...ma la bella notizia è che non dobbiamo abituarci...-,dissi.

La sentii sospirare, quasi insofferente.

-Lasciami fare...-, soffiò sul mio collo ancora. Non volevo oppormi. Lasciai che le sue mani mi spingessero a stendermi sul letto. La sentii sedersi a cavalcioni su di me e pensai che sarebbe stato bellissimo vederla muoversi, indecisa sul da farsi.

Raccolse i lembi della mia maglia e li portò verso l'alto, continuando a toccarmi, passando leggermente le punte delle sue dita sulla mia pelle. Sospirai. Era difficile da credere ma mi sentivo nervoso, come la prima volta.

Lasciai che mi sfilasse la maglietta chiedendomi perché non l'avesse strappata. Probabilmente si stava trattenendo. Stava cercando di fare le cose con calma per rendere eternamente eccitante quella nostra seconda notte. Sentii le sue labbra umide percorrere il mio petto, su e giù, facendomi sussultare ad ogni passaggio. Ringraziai mentalmente che mi avesse lasciato le mani libere di toccarla perché avevo bisogno di sentirla in qualche modo. Le portai sulla sua schiena e non appena sfiorai la sua pelle con la punta delle sue dita, tremai. Tremai di eccitazione, di desiderio, di felicità...la volevo, subito. Non ci pensai due volte. L'afferrai per la vita, e la portai a stendersi sul letto, sotto di me, nonostante sapessi che desiderava tenere in pugno la situazione per un pò. Glielo avrei lasciato fare...dopo. Prima avrei pensato io a lei, ne avevo bisogno. Bella mugolò, in segno di protesta ma non fece nulla per ribaltare la situazione. Lasciò che mi stendessi sopra di lei, corpo su corpo. Lasciò che la mia pelle combaciasse con la sua diventando una sola cosa. Lasciò che i miei baci le dessero un 'estenuante dolce tormento che l'avrebbe portata a chiamare più volte il mio nome desiderando di più. Poggiai le labbra sul suo ventre e lo percorsi lentamente, stupendomi ancora una volta della sua incredibile morbidezza. Cercai i lembi della maglia percorrendo alla cieca il suo corpo, e quando li trovai li presi tra  i denti, e piano, li portai su, sopra il suo seno. Sussultai quando scoprii che non portava nulla sotto. Era stata una bellissima idea quella del bendaggio. Essere privato di un senso mi permetteva di sorprendermi. Ho forse ero talmente inebetito dalla sua presenza che non me n'ero accorto prima. Ormai non mi sorprendeva più il fatto che,con Bella, diventassi molto più vulnerabile di quello che solitamente ero.

-Sei bellissima...-, le sussurrai, trascinando le mia labbra sulla sua pelle fino ad incontrare il morbido incanto del suo seno. La baciai dolcemente, trattenendolo il suo capezzolo tra le mie labbra. La sentii muoversi sotto di me. Era estenuante fare le cose così lentamente, la nostra indole richiedeva l'opposto,ma volevo assaporarla lentamente, senza fretta.

-Non è valido...io avrei dovuto essere al tuo posto...-, mormorò Bella, senza però opporre la minima resistenza alla lenta conquista del suo corpo.

-Dimmi che ti piace...-, le sussurrai all'orecchio, prendendo il lobo tra i denti e mordicchiandolo piano.

-Mi piace...-, mormorò Bella assecondandomi con le parole e con i fatti. Si arcuò ancora di più verso di me spingendo il suo bacino verso il mio.-Mi piace tutto quello che mi fai...-, aggiunse ancora, lasciando che le mie mani e le mie labbra la raggiungessero ovunque.-E vorrei fare l'amore con te...ora...adesso...non ce la faccio più...-, mormorò infine, con un tono di voce quasi stanco, sfinito.

Senza pensarci due volte, con un gesto rapido mi privai della benda che mi impediva di godere dello spettacolo di mia moglie. Mi immobilizzai per un istante quando la vidi, certo di non aver mai visto in vita mia una creatura più bella di lei. Le accarezzai i capelli che le ricadevano morbidi sul petto, nascondendo in parte il suo seno. E deglutii. Perché nonostante fossi un vampiro, e nonostante non fosse la prima volta che mi ritrovavo in una situazione simile con mia moglie, mi ritrovavo emozionato come se fosse la prima volta. Bella approfittò del mio momento debole e mi attirò di nuovo a sè, adoperandosi per spogliarmi completamente.

-Mi piace sentirti...tutto...-, mormorò ancora, facendomi perdere di nuovo nell'oblio. C'era ancora un ostacolo tra di noi, i suoi pantaloni, ma non appena anche lei si ritrovò nuda sotto di me, potemmo finalmente "sentirci tutti". Scivolai piano in lei, senza smettere un attimo di guardarla. Non volevo perdermi solo nel suo corpo mentre facevo l'amore, volevo perdermi dentro di lei, unire le mie emozioni alle sue. Non mi persi neppure un momento. La osservai mentre chiudeva gli occhi e ansimava soddisfatta, non appena entrai in lei. La guardai mordersi il labbro mentre percorrevo ogni millimetro della sua pelle, che al mio tocco si protendeva verso di me, chiedendomi di essere accarezzata ancora. La contemplai, mentre il piacere per entrambi diventava estasi, lasciando spazio alla completa soddisfazione di essere stati l'uno dell'altra.

Mi lasciai scivolare sopra di lei. Non ero ancora pronto a lasciarla. Volevo continuare a sentire il suo corpo sul mio. Bella mi accarezzava i capelli.

-Devo farmi valere di più...-, mormorò.

-In che senso?-, le chiesi.

-Nel senso che hai interrotto il mio gioco troppo presto. Alice non sarà molto contenta quando glielo dirò. Lei è dell'opinione che dovrei prendere molto di più l'iniziativa...-.

-Alice ti dice questo?-, le chiesi, domandandomi dove fossi stato con la testa per non essermi accorto di simili conversazioni tra mia sorella e mia moglie.

-Si, ...sai...Alice ha molta più esperienza di me...quindi...è normale che mi dia dei consigli-.

-Bella, tu non hai bisogno dei consigli di nessuno. Sono certa che non ne hai bisogno. Sbaglio o l'idea di mettere la tua tuta vecchia e sbrindellata è stata tua stasera?Non certo di Alice...quando saprà che ti sei messa quella roba non ti parlerà più per un pò...-, osservai.-Però io ho apprezzato molto...mi piace quando fai di testa tua...-, le spiegai.-Io amo te, il tuo modo di fare, di essere...non dimenticarlo...-, le dissi infine, appoggiando il mio capo tra i suoi seni e lasciandomi coccolare dalle sue carezze.

-Però l'idea della benda non era male...-, aggiunse.

-Bhe...in quel caso...io non mi tiro indietro...è presto, abbiamo tutta la notte. A meno che tu non abbia altre idee...-, aggiunsi.

-Nessunissima idea...la tua mi sembra perfetta-, aggiunse. -Ma per stasera basta con gli occhi bendati. Mi piace sentire il tuo sguardo su di me-. Sorrisi, e lasciai che Bella capovolgesse la situazione, sedendosi su di me.-Non mi par vero di essere arrivati a questo punto. Ho tutto quello che ho sempre sognato-,osservò,sorridendomi.

Dio se era bella quando sorrideva. Rinchiusi il suo sorriso nella mia mente, sperando di non scordarlo mai:riusciva a ricordarmi che in passato ero stato umano, con un cuore vivo.

-Non ci credo neppure io...-, mormorai, sincero, lasciando che, di nuovo, le sue labbra incrociassero le mie. Non mi sarei mai stancato di desiderarla, di volerla sentire su di me, di volerla e saperla completamente mia. Non sarebbe accaduto né quella notte, né quella successiva, né l'altra ancora.

Ero certo, che, ogni notte sarebbe stata,per sempre, il preludio della nostra vita assieme.

 

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Capitolo 51
*** Progetti di viaggio ***


Capitolo 38.Progetti di viaggio

 

-Non esiste-,mormorai. Digrignai i denti. Non mi ero mai mostrato così cattivo con Bella e me ne pentii subiti.

Bella si voltò. Sul suo viso erano evidenti i segni della preoccupazione che provava e che io condividevo.

-Ma devo Edward, non posso metterla in pericolo-.

Appena avevamo guadagnato un attimo di pace, già si prospettavano all'orizzonte nuovi problemi.

Bella voleva andare dai Volturi. Voleva dimostrare  di essere diventata una vampira, come aveva loro predetto mia sorella Alice.

Non ero tanto preoccupato per l'incontro tra Bella e gli anziani vampiri di Volterra. Non avrebbero potuto farle del male. Era diventata una vampira, come avevano ordinato.

Il problema era un altro:sarebbe dovuta andare da sola. I Volturi non dovevano saper di Nessie. E Bella era l'unica in grado di garantire una cosa del genere. L'impermeabilità della sua mente avrebbe tenuto al sicuro il segreto dal potere di Aro.

Renesmee non doveva esistere. Era un ibrido, a metà tra due mondi.

Aro l'avrebbe temuta, e per questo l'avrebbe eliminata. A meno che...a meno che non fosse entrato a far parte della sua guardia. Non saremo bastati noi vampiri della famiglia Cullen a difenderla. Neppure con l'aiuto dei lupi,ormai installati in casa nostra, potevamo avere qualche chance.

Per questo Bella doveva andare da sola. Aveva ragione da vendere quando diceva che non c'era altro modo. Ma io non riuscivo ad accettarlo. Se le avessero fatto del male non sarei mai riuscito a perdonarmelo. Nonostante Bella ormai fosse come me,io non smettevo di preoccuparmi per lei,come prima,come quando ero umana. Lei era cambiata,io rimanevo il solito apprensivo Edward.

In compenso, però, era cambiato il mio approccio con il tempo.

Per un centinaio di anni, non avevo calcolato più il suo scorrere, perché su di me non aveva alcun effetto.

Ero e sarei rimasto immobile, mentre il tempo,attorno a me andava avanti. Questo era essere immortali.

Già da quando nella mia vita era entrata Bella,il tempo aveva assunto un'altra dimensione,molto più simile a quella che erano soliti considerare gli umani. E  con Renesmee il mio rapporto con il tempo peggiorò ulteriormente.

La piccola disse la sua prima parola dopo una settimana dalla sua nascita.

Abbracciai Bella,prima ancora che la pronunciasse, perché avevo letto nella sua mente la sua intenzione.

Disse mamma,dolcemente, rivelando quanto la sua vocina fosse soave e bellissima come il resto di lei. Se non fossi stato un vampiro, sono certo che mi sarei commosso.

Strinsi le spalle di Bella che, prima guardò Nessie con aria felice, poi si voltò rapidamente verso di me, fissandomi con occhi sbarrati. Non sapevo cosa dirle. Poche volte ero stato preso alla sprovvista e le uniche due persone in grado di farlo erano state appunto colei che sarebbe diventata mia moglie e mia figlia.

Cercai di tranquillizzarla. Dopotutto era solo una parola,ma subito dopo Nessie articolò la sua prima vera frase. Anche il mio viso divenne di pietra,più di quanto non lo fosse già.

-Mamma, dov'è il nonno?-, trillò felice, a voce più alta di prima,in modo tale che il messaggio giungesse forte e chiaro dall'altra parte del salone, dove ci trovavamo io e Bella che,prese la mia mano e la stinse così forte da stritolarmela, e non metaforicamente. Dopotutto era ancora lei la vampira più forte, tra noi due.

I primi passi della piccola non tardarono ad arrivare:dopo solo tre settimane dalla sua prima parola,imitando Alice, si mise a volteggiare per il salone, senza traballare e senza insicurezza.

Di nuovo,gli occhi di Bella saettarono nei miei, pieni angoscia e di paura per un futuro che si prospettava ignoto.

Iniziai, assieme a Carlisle, a condurre delle ricerche. Non avevo mia sentito parlare di individui simili a Renesmee, e volevo capire come sarebbe stata la sua crescita.

Secondo i calcoli di mio padre, con i suoi ritmi di crescita, a quindici anni sarebbe stata una donna anziana. Il tempo aveva davvero assunto un altro colore. Quindici anni, prima di avere Renesmee, mi sarebbero sembrati un tempo irrisorio se confrontato  con l'eternità.

Poteva morire?Non lo sapevamo, ma dal momento che aveva un cuore che batteva era molto probabile che la sua esistenza dipendesse dal suo cuore.

C'era sempre la possibilità di trasformarla, ma anche in quel caso i rischi erano molto elevati perché essendo un ibrido, a metà tra due specie, non sapevamo che effetto potesse avere il nostro veleno su di lei.

Potevamo solo basarci su quello che sapevamo per certo:anche i lupi erano degli ibridi e il nostro veleno era mortale per loro.

Carlisle trovò un vecchio libro, dove erano riportate antiche leggende sui vampiri.

Non conoscevamo la fonte di questi scritti e, per quel che mi riguardava, potevano essere delle pure e semplici invenzioni narrative. Non eravamo sicuri si basassero su fatti veri. Ma sembravano essere l'unico punto da cui partire per continuare le nostre ricerche.

Nelle leggende degli indios Ticuna, erano riportate storie di bambini come Renesmee.

L'unica soluzione pareva quella di partire per il Brasile,dove avremo potuto parlare con Kaure, la mezzosangue Ticuna dell'isola Esme,che ero certa sarebbe stata in grado di darci delle informazioni.

Era questione di tempo,poi saremo partiti. Rimanevano solo alcuni dettagli da definire. Alcuni importanti altri meno.

Bella desiderava rimanere a Forks per passare le feste di Natale con suo padre, che sembrava avere accettato la stramba situazione, senza fare troppo domande, aiutato anche dalla madre di Seth, Sue, con la quale sembrava avere una dolce affinità.

Il dettaglio più spinoso rimaneva la partenza di Bella per l'Italia. Prima avremo trovato un accordo, prima saremo andati in Brasile in cerca di informazioni più precise.

L'unica cosa certa era che la trasformazione di Bella andava ufficializzata di fronte ai Volturi. Solo così, forse, Aro avrebbe smesso di perseguitarci.

Alla fine giungemmo ad un compromesso:Carlisle avrebbe accompagnato Bella fino a Londra mentre io sarei rimasto a Forks con Nessie . Non ero felice della decisione, ma ero in parte rassicurato dalle visioni di Alice, che non sembrava prevedere alcun pericolo per Bella.

Dopo aver risolto la questione italiana, saremo partiti finalmente per il Brasile...senza cani al seguito. Ero deciso a lasciare fuori da questa faccenda Jacob e tutto il branco di lupi. Riguardava solo la mia famiglia e nessun altro.

 

Quel giorno,quello che avrebbe nuovamente cambiato tutti i nostri piani,ero nello studio con Carlisle.

Stavamo organizzando il nostro viaggio nel dettaglio, cercando di non trascurare nessuna variabile.

Bella era a caccia con Nessie e Jacob. Cercavamo di fare di tutto affinché la piccola si abituasse a nutrirsi non solo con sangue umano,ovviamente sangue di donatori che procurava Carlisle dall'ospedale, ma anche con sangue animale.

Ad un tratto il mio cellulare squillò.

-Bella-, dissi, subito, avendo letto il nome sulla tastiera e lasciando che squillasse solo una volta. Cominciai a camminare su e giù per la stanza, nervoso. Mi ero reso conto che, quando ero in ansia, tendevo a comportarmi in modo molto umano.

-Devi venire subito e devi portare anche Carlisle-. Bella parlava in modo molto veloce. Era agitata. Volevo consigliarle di stare calma, ma non riuscivo ad infilare la mia voce tra le sue parole veloci.-Credo di avere visto Irina-.Smisi di camminare. Alice aveva visto che c'era la possibilità che venisse a farci visita, ma la vampira era ancora indecisa.

-Mi ha vista, e poi ha visto Jacob e Renesmee. Il quadretto non deve esserle piaciuto perché se ne è andata. Dovete cercarla e parlarle. Ho paura faccia una sciocchezza-, terminò.

-Arrivo-, dissi solo. Feci segno a Carlisle di seguirmi e mentre raggiungevo Bella gli spiegai l'accaduto.

Bella non sembrava essere la sola ad aver chiamato rinforzi:dietro di noi c'erano due lupi- Seth e Leah- che erano stati richiamati da Jacob.

-Dov'era?-, chiesi a Bella. Lei mi indicò il crinale.-Era lì. Dovete sbrigarvi. Sembrava molto contrariata-, disse.

-In che senso?-, chiesi,cominciando a preoccuparmi seriamente.

-Mi ha ringhiato contro-, mi spiegò.

Ringhiai anch'io. Possibile che i nostri guai non fossero mai finiti?

-Vado io Edward. E' in lutto, è normale che sia sconvolta-, disse mio padre appoggiando una mano sulla mia spalla.

-Forse era meglio chiamare anche Jasper e Emmett-,aggiunse Bella, chiaramente preoccupata.

Strinsi forte i pugni.-Vengo con te-, dissi a mio Carlisle, che non faceva nulla per celare i suoi pensieri preoccupati. Mi guardò a lungo.

"E' pericolosa Edward. E' un vampiro ferito, ce l'ha con noi. Non sappiamo cosa potrebbe fare. Non sappiamo cosa vuole fare. Dobbiamo assolutamente trovarla e fermarla". Il messaggio di mio padre era chiaro.

-Andiamo. Non perdiamo tempo-, dissi,lasciando prima un veloce bacio sulla nuca di Bella.-Non ti preoccupare-, le sussurrai all'orecchio."Penso a tutto io", pensai.

Ma il destino sembrava avere complottato contro di noi.

Attraversammo lo stretto orientale, ma dopo perdemmo completamente le tracce di Irina.

-Cazzo-, imprecai,prendendomela con un albero che si accasciò al suolo.

La mano di Carlisle ancora una volta arrivò come monito a calmarmi.

-Non ti preoccupare. Magari non è così grave. Dopotutto Alice non ha visto niente di negativo nell'immediato futuro. Torniamo a casa e chiamiamo Tanya. Avvisiamola dell'accaduto. Ci penseranno loro  a parlare con Irina-.

Annui. Lo speravo. Ma il destino era davvero deciso a non renderci l'esistenza facile.

 

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Capitolo 52
*** Futuro ***


Capitolo 39.Futuro

Ciao a tutti!Scusate la mia assenza!Un mega ringraziamento a tutte e scusate se non rispondo ai commenti. Ora risponderò a quelli dell'ultimo capitolo!Questa settimana credo che aggiornerò almeno un'altra volta questa storia...mi sto concentrando su di lei per terminarla...quindi aspettatevi un nuovo capitolo a breve!

Grazie ancora!Vi lascio alla lettura!Un bacio

Silvia

Mentre rimuginavo sulla visita di Irina, Alice ebbe una visione che mi fece raggelare, più di quanto non lo fossi già. Gli occhi di mia sorella saettarono nei miei e si lasciò sfuggire di mano il vaso che stava spostando.

Ansimai e corsi vicino a Renesmee.

-Cosa c'è,cos'è successo?-, chiesero Jasper e Bella nello stesso momento. Gli occhi del resto della mia famiglia erano puntati su Alice che aveva avuto una visione.

Era terribile. I Volturi, tutti, comprese le moglie che di solito non si muovevano mai da Volterra stavano venendo a prenderci. Il paesaggio era ricoperto di neve e questo significava che sarebbero venuti a Forks entro un mese. Non di più.

Quella era l'unica cosa che aveva visto Alice. Non sapevamo ancora il perché. Avrebbe dovuto cercare e scavare nel futuro per trovare quella motivazione. Dovevamo essere preparati al loro arrivo.

Dubitavo che si scomodassero in massa per verificare se Bella era diventata o meno una vampira. Avrebbero mandato Jane e Alex,non di certo l'intera famiglia reale al completo.

C'era qualcosa che non andava. Un tassello che mancava. Cosa mi sfuggiva?

Guardai di nuovo Alice che era subissata di domande da  parte della mia famiglia.

-Stanno venendo a prenderci...i Volturi- dicemmo all'unisono io e mia sorella.

-Perchè?-chiese Rose. Era la stessa cosa che ci stavamo chiedendo io e Alice, senza trovare risposta,né nella nostra mente né nelle visioni.

-Probabilmente vogliono verificare che Bella sia vampira-,disse Emmett.

Alice scosse la testa.

-Ci sono le moglie con loro...-, comunicò loro,ricambiando la mia occhiata angosciata.

-E' strano. Le mogli non lasciano mai Volterra. Mai...Non l'hanno lasciata né durante la guerra del Sud e neppure quando si dava la caccia ai bambini immortali...-osservò Jasper, lasciando in sospeso la frase.

Strinsi gli occhi. E i pugni. Non capivo. Alice doveva vedere qualcos'altro. Il quadro non era completo. Mancava qualcosa. Mi sfuggiva qualcosa.

-Cerca Alice, cerca il motivo della loro visita-la spronò Jasper. E dire visita era un eufemismo. Sembrava più una spedizione punitiva. Ma cosa avevamo fatto di tanto grave per meritarla?

Quando nella mente di Alice di materializzò il motivo,trattenni il fiato. Non poteva essere. Non poteva essere davvero. Se avessi saputo le intenzioni di Irina l'avrei seguita in capo al mondo,non me la sarei di certa fatta scappare.

-Cazzo...-, mormorai,picchiando il pugno contro il muro del salone e lasciando che una crepa solcasse l'intonaco.

-La causa scatenante è Irina-, mormorai,sconvolto.

Bella mi raggiunse e appoggiò entrambe le mani sulle mie mani.

-Spiegami-, mi disse. Mi voltai verso di lei. Credo che il mio viso da non morto avesse la morte stampata in faccia.

-E' colpa sua. Sta andando dai Volturi- spiegò Alice.

-Possiamo fermarla?-chiese Jasper.

-No, è troppo tardi-rispose.

Bella continuava a guardarmi senza capire. I Volturi non volevano lei. Non appena Irina avrebbe raccontato loro di aver visto una bambina e un licantropo con Bella, a caccia, sarebbero giunti alla conclusione più ovvia. Quella conclusione per la quale si erano scomodate anche le moglie:per loro Nessie era una bambina immortale.

Guardai Bella e dal suo sguardo sconvolto capii che era giunta alla mia stessa conclusione.

-Bambini immortali...-, mormorò.

Irina e le sue sorelle erano diventate molto rigide in termini legislativi da quando avevano perso la madre a causa della violazione della stessa delle leggi dei Volturi.

Irina aveva visto una bambina a caccia. Poco importava se fosse o meno una bambina immortale. Era giunta subito a quella conclusione e aveva deciso di andarlo a riferire ai Volturi, che avrebbero applicato le stesse leggi anche al nostro clan.

Mi inginocchiai di fianco a Bella e a Renesmee e strinsi entrambe a me.

"Cosa c'è papino, perché siete così preoccupati?", pensò Nessie.

Non le risposi, mi limitai a lasciarle un bacio sulla guancia.

Cosa potevo dire a mia figlia?Come potevo giustificare la nostra paura? Non potevo dire che sarebbero venuti a prenderla. I Volturi volevano lei, volevano mia figlia.

Non riuscivo a definire il mio stato d'animo. Impaurito,spaventato, arrabbiato...e preoccupato. Infinitamente preoccupato perché non avevo idea di come poter risolvere l'intera faccenda.

Alzai lo sguardo. Alice si stringeva a Jasper immobile. Era scossa, spaventata per la visione che aveva avuto.

"Una delle visioni più brutte della mia vita"pensava, mentre Jasper si preoccupava per lei e cercava un modo per tranquillizzarla.

"Non c'è mai pace"pensò Esme e accarezzava la mano di Carlisle che cercava in tutti i modi di trovare una soluzione.

"Andrò loro incontro. Parlerò con Aro. Gli spiegherò la situazione. Capiranno. Devono capire. Nessie non è un bambino immortale. Lo capiranno. Conterà pure qualcosa che abbia passato tanto tempo con loro in Italia in passato?". Ma non era convinto neppure lui. Sapeva, come lo sapevo io, che i Volturi avrebbero preso il nostro caso come esempio.

Volevano punirci per ribadire il loro potere e il loro ruolo di famiglia reale. Nessie era il giusto pretesto.

Infine guardai Bella, che stringeva forte sua figlia,nostra figlia, e le accarezzava dolcemente i capelli. Non era necessario conoscere i suoi pensieri. L'espressione del suo viso era sufficiente.

-Si sbagliano -iniziò a dire ad alta voce.-Renesmee non è una bambina immortale. Lei non è fuori controllo, non ha mai fatto del male a nessuno. Ha incontrato Sue e Charlie e non ha fatto loro mai nulla di male nonostante fossero umani. Non è ammissibile una cosa del genere. E' sicuramente un errore. Glielo spiegheremo...-continuò a dire. E strinse la mia mano, quasi a cercare il mio consenso alle sue parole. Non potevo dirle che aveva ragione. O meglio:ce l'aveva eccome ragione. Tutto nel suo discorso era logico, ma i Volturi non ci avrebbero fatto parlare.

Le portai una mano attorno al fianco e la strinsi a me. Bella si lasciò andare e si appoggiò alla mia spalla.

Le baciai i capelli.

-I pensieri di Irina sono una prova, amore. Non vengono a Forks per verificare quello che ha detto lei. Non cercano un confronto verbale. Vengono per punirci. Vengono per distruggerci-le spiegai, continuando a stringerla a me.

-Ma non è giusto-osservò.

No,non era giusto. Ma ai Volturi non importava nulla se fosse giusto o meno.

-Lo so.Ma non ci consentiranno di difenderci,di spiegare...-le dissi.

-E non possiamo fare nulla?-mi chiese.

Continuai a guardare Bella. Poi spostai lo sguardo verso Nessie. Certo che potevamo fare qualcosa. Dovevo fare qualcosa. Non avrei mai permesso che i Volturi spazzassero via la mia famiglia, a costo di scappare per sempre.

Emmett mi precedette nella risposta. Lui era molto più determinato di me.

-Combatteremo- disse solamente.

-Non abbiamo chance di vincere- ribatté Jasper."E' troppo rischioso per Alice. Non posso permettere che la sua esistenza venga messa in pericolo. Io combatterei subito, senza esitazione. Ma lei...lei no. Lei deve stare al sicuro".

I suoi pensieri erano giustificabili. Voltò lo sguardo verso di me, conscio che li avrei ascoltati e io annuii verso di lui. Jasper proteggeva quello che più amava al mondo:Alice.

-Scapperemo -mormorai,piano.

Era solo un palliativo, probabilmente, ma nell'attesa di avere un piano mi sembrava l'alternativa migliore.

-Non possiamo farlo. I Volturi hanno Demetri. Ci troverà ribatté Emmett

Aveva ragione. Ma era l'unico modo per prendere tempo.

-Io non lo so se possiamo vincere, ma dobbiamo combattere. Dobbiamo provarci. E comunque non dobbiamo combattere da soli-disse.

-Non è neppure giusto chiedere aiuto ai lupi. Per loro sarà una condanna a morte. Ti ricordo quello che è successo con Victoria. Jacob ci ha quasi rimesso la vita. E il suo era un esercito di neonati impreparati. Non è come la guardia dei Volturi. Tra quelle fila ci sono vampiri con i migliori poteri-inveì Bella.

-Bella, stai calma. Non mi riferivo al branco, anche se non credo che starà a guardare, comunque. Pensavo di chiedere ad alcuni amici vampiri di darci una mano. Potremmo creare un nostro piccolo esercito-disse. Non intervenni. Lo lasciai parlare perché mi sembrava l'ipotesi più plausibile.

-Non è neppure giusto condannare a morte loro -disse mio padre.

-Non li costringeremo ad aiutarci, se non vogliono. Glielo chiederemo. Spiegheremo loro la situazione e decideranno loro se scendere al nostro fianco o meno. Dobbiamo solo temporeggiare quanto basta per spiegare qual è la verità. A quel punto Aro e company non avranno più motivo di attaccarci-terminò.

Io rimasi in silenzio. Non intervenni ancora. Era davvero quella l'alternativa più ragionevole?La mia mente continuava a pensare ed ipotizzare possibili possibilità, ma quella di Emmett sembrava davvero quella più plausibile. Anche se fossimo scappati non avremo avuto mai pace e, probabilmente, Aro si sarebbe accanito maggiormente su di noi.

Se i Voluti non ci avessero dato retta, solo in quel caso, avremmo combattuto.

-Secondo me Emmett ha ragione-intervenne mia madre, spostandosi a fianco di mio fratello e appoggiando una mano sulla sua spalla.-Dobbiamo fare in modo che i Volturi ci ascoltino-.

-Sarà necessario radunare un bel po' di vampiri che testimonino a nostro favore-intervenne Rosalie, che fino a quel momento era rimasta silenziosa accanto a Emmett.

-Ma dobbiamo farlo subito. Dovranno imparare a conoscere la piccola per testimoniare nel modo giusto. Devono rendersi conto che Nessie non è una bambina immortale. Contatteremo la famiglia di Tanya,i clan di Siobhan e Amun, Garrett, Mary e Alistair- aggiunse Alice, continuando a pensare chi contattare.

-Anche Peter e Charlotte?-chiese Jasper.

-Sarebbe una buona idea-gli rispose Alice, sorridendogli.

-Io contatterò le Amazzoni,Kachiri, Zafrina e Senna- disse Carlisle, cercando conferma in Alice che però era caduta in una delle sue visioni.

Mi sintonizzai su di lei. Nella sua mente era raffigurata una giungla, ma l'immagine era sfuocata, scura.

- Cos'era quella cosa?-le chiesi.-Hai trovato qualcosa di utile?-le chiesi.

-Nulla -si affrettò a dire.-Non so cosa fosse. Sta arrivando Jacob e non riesco più a vedere -mi rispose. Non so perché ma quella risposta non mi convinse. Lasciai perdere ripromettendomi che le avrei chiesto delucidazioni in un secondo momento. Ero certo avesse visto qualcosa. O meglio:ero certo che avesse capito il significato della sua visione.

-Bene, se questa è l'unica alternativa dobbiamo agire subito -tagliò corto Alice.

 -Dobbiamo dividerci e cercare di radunare più vampiri possibili. Cercate anche Eleazar...-.

Mia sorella si perse di nuovo in una visione. Ancora la giungla, ma ancora una volta l'immagine era confusa. Sembrava esserci qualcosa o qualcuno sullo sfondo ma non capii chi o cosa fosse.

-Alice. E' stata una visione troppo veloce. Cos'era?-le chiesi di nuovo. Ma ancora una volta la sua risposta fu evasiva.

-Non lo so. Jacob è sempre più vicino e io non vedo nulla...-disse.

-Lo vado a fermare-disse Rose, sempre disponibile a litigare con Jacob.

-No- la bloccò Alice.-Vado via io. Mi aiuterà allontanarmi un po'. Sarò lontana anche da Nessie, così riuscirò a vedere meglio...-disse velocemente, afferrando la mano di Jasper e trascinandolo via con lei.

Avrei voluto fermarla, ma non lo feci. Ero troppo poco lucido per farlo. Ero certo che Alice mi stesse nascondendo qualcosa. Lei aveva visto qualcosa nella sua visione,qualcosa che io non avevo colto. Ne ero certo.

-Dovete fare in fretta. Dovete trovarli tutti -urlò Alice, già sulla porta pronta per uscire.

In quel momento Jacob fece irruzione nella stanza.

-Dove va Alice?Cosa sta succedendo?-chiese."Sembrava che lei e il suo amico avessero visto un fantasma".

Non gli risposi. Nessuno in realtà lo fece.

"Ma...sto via per poche ore e li ritrovo in questo stato. Cos'è successo e perché non me lo vogliono dire?"pensò Jacob, avvicinandosi a Bella. La guardò, poi guardò Nessie che era ancora intrufolata nelle sue braccia.

-Bells, che succede?Nessie sta bene?-chiese, chinandosi su di lei e appoggiando una mano sulla sua fronte.

Bella lo guardò a lungo, c'era un'infinita distesa di orrore nei suoi occhi.

-Mi volete dire che cazzo sta succedendo?-urlò Jake.

-Nessie sta bene-mormorò Bella.

-E allora chi è in pericolo?-chiese.

-Tutti noi Jake. Sta per finire tutto. Stanno venendo per condannarci a morte-disse Bella.

Il salone si trasformò in una sala di statue di cera, tutte con la morte negli occhi.

 

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