My Dreams

di AriStone06
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 : L'inizio di tutto ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 : Tu provochi io picchio ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 : Crazier ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 : Hold It Against Me ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 : What does it mean? ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 : Vampiri? che baggianata! ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 : Enchanted ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 : Tonight (I'm Lovin' You) ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 : Why you gotta be so mean? ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 : Tell me why ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 : Una giornata insieme ***
Capitolo 12: *** Avviso Non Importante :3 ***
Capitolo 13: *** Ultimo Avviso... Tornerò Sabato ***
Capitolo 14: *** Verità Nascoste ***
Capitolo 15: *** Sorpresa! ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 : L'inizio di tutto ***



 

My Dreams





Pov. Ian
 

Finnick Pictures, Images and Photos

<< No Kate, non puoi farlo seriamente! Annulla tutto immediatamente!>> ma non è possibile…non è possibile che non posso mai avere un attimo di pace! È sempre la solita storia…Mai una volta che il mio Manager mi rallegri con buone notizie. Oh ma in questo momento non ècolpa di qualche regista o robe varie! Oh no…sta di fatto che la mia cara manager, nonché miamigliore amica, abbia combinato una strage! Ma quale strage?! Una catastrofe!!
<< Senti Ian, capisco che la cosa non ti vada a genio, ma non ho altra scelta!>> mi sussurrò a denti stretti girandosi poi di scatto e facendo oscillare i capelli setosi biondi che, tra parentesi, avrei tanto voluto in quel momento strapparglieli uno ad uno. Calma Som, andrà tutto bene…andrà tutto…non andrà bene un cazzo! Qui sta di mezzo la mia libertà! La mia privacy, porca miseria!
<< Kate! Ma perché io? Perché non Paul o ancor meglio Nina! È una ragazza, no?>> chiesi speranzoso che potesse cambiare la sua folle e stupida idea.
<<  Tu sei il migliore del Cast! Ah e non nominare nemmeno quella sgualdrina! Lo sai quanto odio la tua ragazza! Non capisco ancora cosa ci trovi di tanto speciale in quella! …>>
<< Senti puoi insultarmi, puoi rovinarmi la vita come stai già facendo, ma non nominare Nina>> chiusi seccamente il discorso “Nina” con quella frase. Era fortunata ad essere la mia migliore amica e in più una donna, altrimenti si ritroverebbe già con la mandibola a terra.
<< Il punto, caro il mio Ian, è che sto facendo un favore ad un vecchio amico, quindi…la ospiterai punto e basta!>>
<< Ma perché? Sono un attore non una balia e poi scusa non dovevano tutti essere affibbiati a delle famiglie? Io non posso ospitare una ragazzina che poi non so manco se è una fan accanita di Damon Salvatore! Lo sai cosa rischio?! Quella potrebbe persino stuprarmi la notte!! No, no…io non…non posso farlo…>> ribattei con voce rotta non appena feci mente locale. Io nella mia casa con una fan accanita di The Vampire Diaries…no,no… sto serialmente pensando che fine potrei fare di notte…
<< Oh Ian! Chi te la detto che è una fan di TVD! Forse non vi conoscerà neanche! Oh su avanti non fare il bambino e se proprio hai paura, chiuditi la porta della tua camera a chiave!>> detto questo mi fece un occhiolino e si dileguò a prendere un caffè nelle macchinette apposte per il Cast.
<< Kate non mi hai ancora detto del perché dovrei ospitare nella MIA casa una sconosciuta, proveniente in chissà quale università della Francia!>> si girò da me guardandomi con i suoi enormi occhi da cerbiatta portandosi poi delicatamente il liquido nero in bocca.
<< Allora ascoltami bene…questa ragazza, come tu già sai, viene dalla Francia più precisamente a Nizza…beh, sta studiando nell’università François Perin e penso che si stia basando sul commercio internazionale o roba simile…devi sapere che suo Zio è un mio vecchio amico che è diventato professore  di teatro. Ora ascolta. Devi sapere che la ragazza possiede due doni : cantare e recitare. Mi raccontò che da piccola voleva diventare attrice e crescendo era sempre rimasta di quest’idea. Però i suoi genitori non erano del suo stesso parere. Volevano che la loro unica figlia possedesse tutti i beni del mondo, ma doveva sudare per averli! Riuscirono persino a persuaderla dal suo sogno e due anni fa decise di iscriversi in un college che avrebbe realizzato il sogno dei suoi genitori. Ovviamente lo zio era contrario a tutto ciò! Riuscì persino a farle qualche lezione di recitazione di nascosto all’età di 15 anni!>> rimasi assorto nel racconto. Come potevano seriamente i suoi genitori obbligarla a fare un lavoro che non desiderava? Ricordavo ancora le facce orgogliose dei miei quando gli raccontai, all’età di 17 anni, che volevo dedicarmi totalmente alla recitazione. Non ci fu né un si né un no, solo un “ segui il tuo cuore figliolo”. Ogni santo giorno ringraziavo della mia scelta folle, ma che si rivelò piena di sorprese. Aprì bocca per dire cosa ne pensavo, ma venni interrotto con il suo sguardo severo e terribilmente serio.
<< Il tuo compito Som è di esortarla ad entrare nel mondo dello spettacolo, ma senza mai rivelarle del tuo intento! Ha del talento la ragazza, non sprechiamolo…>> detto ciò, mi lasciò nella stanzetta della “pausa caffè” rimuginando su tutto. Dunque il mio compito era incitarla ad avverare il suo sogno nel cassetto, senza però dirle niente. Impresa ardua, ma se è per rendere felice la mia migliore amica e sia!
 
 
 
 
 
 
Pov. Geneviève
 
 
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L’oceano…Una vasta distesa d’acqua ghiacciata salata di un blu acceso con qualche spruzzo di verde-acqua qua e là. Erano ormai da 5 ore che ci eravamo messi in viaggio e non chiusi occhio nemmeno per un secondo. Ero troppo affascinata dal mondo visto dall’alto. Ormai erano le dieci di sera ed era già da un’ora che le hostess ci servirono la cena. Facendo i calcoli dovevamo arrivare ad Antlanta verso le quattro del mattino. Un po’ presto per le povere famiglie, ma sicuramente i professori gli avranno già prevenuti del nostro arrivo. Sospirai pesantemente, cercando di mettermi il più comoda possibile nel mio sedile e scacciando inutilmente tutti i brutti ricordi di qualche anno fa. Attrice e cantate…che baggianata! Ma nel mio inconscio sapevo che era il mio desiderio più segreto. Ormai tutti pensavano che era solo una mia follia da adolescente. “ Troppi film! ” mi ripetevano. “ Basta sognare! Pensavo che non credessi più alle favole! ” “ Geneviève hai 18 anni! Apri gli occhi! Tutto questo, non fa per te tesoro… ” tutti flashback che mi riempirono la testa e non fecero che rattristarmi ulteriormente. I miei genitori con i loro consigli…che monotonia. Ovviamente non sono più io il possessore della mia vita! No, certo che no! Sono io a dirigere il gioco? Oh che bestemmia! Io? Che oltraggio per i miei genitori…
<< Ehi, ehi…non piangere tesoro! Che c’è?>> mi girai verso la fonte di quella dolce, ma al tempo stessa roca, voce fino a scontrarmi con due occhi verdi che mi fecero fremere dalla dolcezza che vi s’intravedeva. Non mi accorsi nemmeno di star piangendo. Con uno scatto veloce, alzai la mano destra e asciugai l’unica lacrima che sfuggì al mio controllo.
<< No, niente…ripensavo ai miei genitori…di quanto un anno possa essere molto lungo senza vederli…>> ma tanto sapevo che non ci credeva. Perché lui sapeva del mio odio verso di loro. Lui sapeva che erano stati loro ad infrangere il mio unico sogno nella vita. Ma anche se ne era a conoscenza, fece finta di credermi, abbracciandomi poi calorosamente e accompagnando il mio inaspettato sonno con una ninna nanna dolce
.



Mmmmh...tutta colpa di un sogno! Non miaaaa!!
Non so come vi sembra l'inizio, ma se dovesse far schifo la tolgo subitissimo! ditemi il vostro parere se continuare si o no... altrimenti cancello tutto e continuo tranquillamente l'altra mia storia! Mi raccomando ditemi cosa ne pensate!
Un Bacione a tuttee!!

 

Nada650

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 : Tu provochi io picchio ***


Tu provochi io picchio

 
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<< Ladies and Gentlemen, fasten yourseat belts. We're going to make the process of landing.>>
 
<< Amore, svegliati...siamo arrivati>> aprii lentamente gli occhi uno ad uno guardandomi attorno spaesata. Ma dove cavolo…Ah già…ci trovavamo in aereo. Mi girai dalla parte del mio ragazzo e lo trovai intento a fissarmi dolcemente. Rivolsi lo sguardo attorno a me ancora assonnata e notai che la maggior parte dei passeggeri cercava di allacciarsi le cinture di sicurezza. Caspita, erano già passate sei ore?
<< Che ore sono?>> domandai a Daniel con la voce ancora impastata dal sonno. Sei ore senza neanche svegliarmi. Strano che non ci fu neanche un po’ di turbolenza a ridestarmi. Dopotutto non ho un sonno così profondo.
<< Sono le tre e mezza…siamo arrivati persino in anticipo! Ma fa conto che dovremmo rimanere circa un’ora all’aeroporto! Giusto il tempo per prendere i bagagli e radunarci tutti…>> annuii pensierosa. Dunque da adesso in poi incomincerà la mia nuova vita…
<< E anche il tempo per andare in bagno e truccarci! Giusto Vivy??>> sussultai nel sentire la voce della mia migliore amica nel sedile davanti. Miseria ero proprio distratta dal non sapere neanche che Céline si trovava davanti a me. La guardai sorridendo apertamente. I cappelli boccolosi le ricadevano davanti il viso, coprendole la maggior parte delle guance. Era una persona bellissima, sia esteriormente che interiormente ed era l’unica a capirmi fino in fondo. Le mandai un bacio in aria e lei lo prese prontamente e se lo porto alle labbra, facendomi poi l’occhiolino.
<< Ragazze poi m’ingelosisco…>> scoppiammo a ridere dalla rivelazione del mio ragazzo che s’imbronciò ulteriormente quando gli diedi un buffetto sulla guancia.
<< Idiota forse non lo sai, ma io e Vivy abbiamo intenzione di sposarci! Se vuoi, potresti essere il suo testimone…>>
<< Céline un giorno di questi non la passi liscia con me…solo per rispetto della mia ragazza me ne sto zitto!>> tanto si sapeva che i due stavano solo scherzando, dopotutto erano cugini! Scorreva lo stesso sangue nelle loro vene, quindi non mi preoccupai nemmeno dei loro battibecchi quotidiani.
Mi allacciai la cintura di sicurezza aspettando ansiosa l’imminente atterraggio.
 
 
 
 
 
 
 
<< Questa non è…nemmeno quell’altra…uffa, ma dove cavolo è finita la mia valigia!>> misi la mia ultima valigia nel carrello insieme a quelle di Daniel, girandomi poi verso Céline che era in tenta a buttare all’aria tutte le valige delle persone.
<< Céline la vuoi smettere di comportarti da poppante? Sicuramente la tua ultima valigia sarà ancora fuori quindi sta zitta cretina! Che ci fai fare la figura degli imbecilli!>> era buffo vedere le scenette delle due persone più importanti della mia vita.
<< Poppante a chi?! Oh, ma guarda cosa devo sopportare!  Va via idiota che mi fai perdere quel briciolo di pazienza che mi rimane!>> li lasciai li intenti nelle loro stupide litigate e mi avviai verso i bagni pubblici. Per prima cosa mi catapultai nel water, dato che erano undici ore che non andavo in bagno. Dopodiché mi lavai le mani e tirai fuori i miei trucchi dalla borsa. Mi specchiai nello specchio e ciò che vidi m’inorridii. Due occhiaie profonde e violacee come ustioni s’intravedevano sotto i miei occhi color zaffiro, pelle giallastra manco fossi uno zombi e ciliegina sulla torta matita tutta sbavata che mi dava un perfetto look da Emo drogata.
<< Cazzo…>> fu l’unica cosa che riuscii a dire vedendomi in quell’immenso specchio grande quanto un muro. Ma come fa Daniel a stare ancora con me? Bene! Qui ci tocca rincominciare la faccia da zero! Presi in mano il latte e mi struccai in un baleno. Mi sciacquai velocemente la faccia con dell’acqua ghiacciata prendendo poi in mano il fondotinta e cercai di coprire alla ben in meglio le occhiaie.
<< Ma che stronza che sei! Ti avevo detto di aspettarmi!>> mi gridò contro la mia migliore amica guardando torva il mio riflesso.
<< Stronza è il mio secondo nome! Non te l’hanno mai detto? >> le risposi mettendo da parte il fondotinta e prendendo di slancio la matita nera. Ne misi solamente un filo per abbellire poi i miei occhi con il mascara.
<< Non era Chantal? Mmh, come sempre la più figa dell’università si vuol far vedere agli occhi della famiglia! Ci pensi se ci sarà un figo della madonna ad aspettarci?? Mmmh passerei un anno da urlo!>>
<< Per te mia cara! Io sono già felicemente fidanzata! Non troverei meglio di Daniel…>> le risposi senza neanche pensarci. Perché era vero. Amavo con tutta me stessa Daniel e non sarebbe un ragazzo tutto muscoli e niente cervello a farmi capitolare.
<< Come se foste sposati…mmh te lo dico io che c’è molto di meglio di Daniel!>> mi disse marcando sul “molto” e lanciandomi un’occhiata maliziosa.
<< Se ti sente tuo cugino t’ammazza tesoro!>> le dissi scoppiando poi a ridere con lei e finendo di truccarmi, uscimmo insieme dal bagno ridendo e scherzando come sceme. Céline mi fece segno di voltarmi e notai il mio ragazzo quasi disteso sul carrello dei bagagli mezzo addormentato. Mi avvicinai silenziosamente con un sorriso sadico a dipingermi il viso e mi piegai su di lui per dargli un bacio a stampo.
<< Svegliati bell’addormentato!>> gli gridai all’orecchio. Lo vidi spalancare gli occhi di botto mostrandomi i suoi bellissimi occhi. Non appena vide il mio sorriso di scherno comincio a ripetere come un imbecille “ci sono, ci sono!”, ma era per questo che l’amavo! Il mio scemo!
<< Ragazzi! Ci hanno appena chiamati i professori! Hanno detto che le famiglie sono già fuori ad aspettarci!>> a parlare fu la “secchiona” del nostro anno. Dopotutto i professori si fidavano solo di lei proprio per questo. Appena finì la frase, un coro di sospiri s’innalzò, tra cui pure il mio. Ah…potevo riposarmi in un vero letto finalmente! Slacciai la coda e mi passai tutte e due le mani tra i capelli biondi. Ah…cosi mi sentivo più libera. M’incamminai mano nella mano col mio ragazzo e con Céline accanto e insieme ci avvicinammo verso le uscite dove trovammo tutte le famiglie. Ognuno di loro aveva un cartello con il cognome del ragazzo a cui gli era stato affidato. Notai che Céline trovò subito la famiglia e la stessa cosa valeva per Daniel e tutti e due mi salutarono con un bacio avviandosi verso le uscite. I miei compagni se ne andavo lentamente finché non rimasi da sola in quell’ immensa stanza. Mi sedetti in una sedia libera aspettando pazientemente l’arrivo della mia famiglia. Forse sono rimasti bloccati per colpa del traffico… si Geneviève come no! Le quattro del mattino è l’ora di punta ovviamente! Quasi mi misi a ridere da sola per il mio pensiero alquanto stupido. Passarono venti minuti in cui cambiai posizione in quella sedia di ferro almeno 5 volte e nemmeno l’ombra della mia famiglia. Presi in mano il foglietto dove c’era scritto l’indirizzo della loro casa e prendendo le mie due valige in mano e la mia borsa, uscii dall’aeroporto sicura della mia decisione. Ok… Non volevano venire a prendermi? Bene, sarò io a bussare alla loro porta! Presi un taxi con un fischio. Poverini, lavorano già di prima mattina. Entrai nell’abitacolo e li diedi il biglietto aspettando pazientemente il suo consenso. Stranamente si girò a guardarmi torvo tenendo sempre in mano il biglietto. Prese gli occhiali da vista dal cruscotto titubante e si mise a rileggere di nuovo. Stavolta ero io a guardarlo accigliata. Cos’è non riusciva a leggere poche righe? E poi era scritto bello che grosso, non li servivano gli occhiali per decifrare il contenuto!
<< Signorina, non posso portarla qua…>> uscì con questa frase che mi fece solo ribollire il sangue nella testa.  Respirai profondamente chiedendoli poi gentilmente il motivo, ma non voleva dirmelo. Bene…senza nemmeno rendermene conto gli buttai addosso 2 banconote da 50 dollari. Ora vediamo se non mi ci porta. Ma guarda un po’ te! Devo ricordarmi di dire alla mia famiglia del cazzo di ripagarmi. Vedendo le banconote, i suoi occhi si accesero partendo poi la macchina con una sgommata da fare invidia a Fast&Furious. Tzé…questi americani ragionano solo con i soldi sotto il naso. In meno di cinque minuti ero già davanti alla casa della mia nuova famiglia ingrata. Dovevano essere dei ricconi se abitavano in ville di questo rango. Presi le valige da sola senza rivolgere parola a quello stupido tassista. Mi avviai verso il vialetto a testa alta pronta a fare una strage davanti a tutti. Bastardi…l’aeroporto era a due passi e non potevano neanche venirmi a prendere?!
Sbuffai sonoramente sbattendo le valige vicino la porta e notando che sotto il campanello vi era il cognome della famiglia : “ Somerhalder ”. Ma chi cazzo ha un cognome più strano di questo? E come cavolo si pronuncia? Bene bene…se già il cognome è difficile figuriamoci il nome! Penso che non mi basti neanche un anno per distinguere uno ad uno. Chissà quanti erano…oh cavolo, adesso che ci penso… e se mi ritrovo degli adolescenti suscettibili da dover dividere la stanza?? Beh, mi sembra improbabile data la grandezza di questa reggia. Mi feci coraggio e suonai. Niente. suonai nuovamente. Un leggero venticello mi fece svolazzare il vestitino…nada…ok se il campanello non li svegliava, vediamo come la mettiamo con i miei pugni. Iniziai a bussare talmente forte e ripetutamente che quasi quasi ebbi paura di sfondarla. Tzé, almeno in questo modo posso entrare in casa!
<< E un attimo idiota! Ma chi è sto stronzo che suona di prima mattina…>> idiota? Stronzo?…a chi?... alzai un sopraciglio aspettando che quest’uomo si faccia avanti. So solo che appena aprirà la porta si troverà un mio destro a presentarsi per me. La porta si aprì in un colpo secco e mentre io caricavo la forza sul mio braccio, due occhi azzurri come il cielo m’inotizzarono sul posto, ma non servirono per bloccare il pugno.
<< Oh cazzo…>> senza rendermene conto, dato che avevo caricato fin troppo, un cazzotto gli arrivò in pieno naso e lo fece barcollare all’indietro. La paura m’invase in quel momento. E se avessi rotto il naso a quell’angelo? Un senso di colpa mi fece chiudere gli occhi e sospirare. Mi ricordo in Francia di aver rischiato più volte di essere espulsa dalla scuola per le risse, dunque non mi meraviglio di aver deformato la faccia di quella creatura celeste…creatura celeste?! Quello mi aveva insultato senza neanche vedermi in faccia! Aprii di botto gli occhi guardando orgogliosa del lavoro fatto. Il povero uomo era intento a controllare se gli uscisse un po’ di sangue. Strano…mi sembra di averlo già visto da qualche parte…
<< Ma sei pazza?! Idiota! Mi hai quasi rotto il naso!>> mi gridò contro, fulminandomi con gli occhi. Io rimasi zitta a guardarlo con un sorriso sadico. Bello o non bello, ho fatto un buon lavoro. Un rivolo di sangue gli usciva dalle narici. Mmmh…peccato, non sembra rotto!
<< Ma chi cazzo sei?!>>
<< Che finezza! È cosi che si trattano gli ospiti? Su avanti bamboccio chiama i tuoi genitori!>> detto questo feci per entrare, ma una sua spinta secca mi fece fare tre passi all’indietro.
<< Guarda da che pulpito! Se è per questo dovrei prenderti a calci nel sedere fino da dove sei venuta!>> ormai l’odio nei suoi occhi si era congelato.
<< Beh allora arriveremo fino in Francia!>> il suo sguardo si fece interrogativo, fino a che un velo di comprensione gli illuminò gli occhi.
<< Ah, quindi tu sei la rompi scatole che rovinerà la mia esistenza!>> senza neanche accorgermene di nuovo, un calcio mi partì di slancio verso i gioielli di famiglia. Bastardo!
 





Ed eccomi di nuovo qua a rompere! "non ricevi recensioni quindi molla l'osso!" mi direte voi...beh, non vi do torto! dovrei proprio lasciar stare! ma continuo lo stesso. beh volevo comunque ringraziare tutti i lettori silenziosi che leggono senza recensire e volevo anche ringraziare con tutta me stessa buffy46 l'unica che si è fatta sentire, incoraggiandomi ad andare avanti! beh ci sto andando come vedi! sperando anche di sentire il parere delle altre...
Un Bacione a tutte!


Nada650

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 : Crazier ***



Crazier




Taylor Swift Pictures, Images and Photos

Pov. Geneviève
 
 
Sorpassai il coglione steso a terra, entrando definitivamente in casa con un sorriso a dipingermi il viso.  Ah…ora mi tocca solo cercare i genitori di questo poppante e il gioco è fatto! Devo anche notare sulla mia agenda personale che mi devono 100 verdoni per il taxi. Giuro che se mi capita sottomano quel tassista di nuovo non la passerà liscia con me! Feci un tour in quella reggia, ma di genitori o fratelli neanche l’ombra. Scesi le scale lentamente con un sopraciglio inarcato. Ok…una cosa è sicura…i miei professori sono degli incoscienti! Sapevano che ero stata affidata ad un uomo solo in casa! Ma non si preoccupavano per me?! Che ne so…poteva anche trattarsi di uno stupratore o roba simile!  Notai che il ragazzo era ancora disteso a terra agognante…poverino l’ultimo colpo è stato molto forte. Mi avvicinai saltellando fino a che i suoi capelli corvini non solleticarono i miei piedi quasi totalmente scoperti. Poverino dalla smorfia di dolore che si ritrovava dovevo avergli  fatto molto male. Cercai di abbassarmi per scuoterlo un po’, ma una mano prese di slancio il mio collo sbattendomi poi contro il muro. Aprii gli occhi e ciò che vidi mi fece solo venire un attacco di risa, ma cercai di trattenermi mordendomi il labbro inferiore. Il ragazzo cercava di trattenermi dal collo con la mano destra, mentre con l’altra si teneva i preziosi gioielli di famiglia. Ciliegina sulla torta una smorfia di dolore ad abbellire la scena. Patetico… il mio sguardo ormai traspariva tutta la compassione del mondo.
<< Senti tu…se vuoi che conviviamo a dovere devi rispettare alcune regole!>> mi ringhiò contro… Come se quello fosse un ringhio! Sembrava più il miagolio del mio gatto Stevie, morto 2 anni fa per vecchiaia. Mi lasciò andare di colpo e si diresse zoppicando verso il divano più vicino. Oh My Gosh, come dicono gli americani, me per noi : Oh mon Dieu!… ora che si allontanava da me, potevo vedere tutto il suo pigiama…ma quale pigiama?! Era a petto nudo con solo il pantalone di una tuta! Si lasciò andare a peso morto sul divano facendomi segno di avvicinarmi. Lo accontentai avvicinandomi cauta. Non si sa mai! Dopotutto non sapevo come funzionava la mente bacata maschile! Mi misi davanti a lui con le braccia conserte, battendo nervosamente un piede a terra come se stessi aspettando qualcosa. E si! Aspettavo le mie scuse ovviamente!
<< Non ti ascolto, non ti rispondo finché non ti scuserai>> lo bloccai prime che potesse parlare e iniziare a sparare cavolate. No scuse no party!
<< Che cosa?! Stai scherzando spero?!>> esclamò iniziando a ridere fragorosamente, ma ovviamente la smorfia di dolore non dava cenni ad andarsene. Lo guardai con le sopraciglia inarcate, aspettando pazientemente la fine della sua scenata da cretino.
<< Tu cosa?! Ti aspetti seriamente delle scuse?! Dopo che mi hai quasi castrato e bloccato le vie respiratorie e l’ultima cosa che sentirai uscire da queste labbra…>> ma che faccia da schiaffi! Gli avrei molto volentieri staccato quelle labbra che in quel momento erano incurvate in un sorriso strafottente e mi fecero solo venire un preoccupante tic all’occhio destro.
<< Ok, ascoltami so di sembrare un perfetto bastardo…>>
<< Lo sei non lo sembri! C’è una grossa differenza ragazzo!>>
<< Mi lasci continuare?! Oh, grazie! Tralasciando la prima frase, passiamo subito al dunque…sfortunatamente sei stata affidata a me, quindi…non penso che calci e pugni siano rimedio ad alleviare la tua rabbia, ok?>> annuii con fare annoiata. Potrei passare un anno senza problemi se solo lui non mi si avvicinasse di 50 metri…
<< Non ci siamo neanche presentati! Mi chiamo Ian, Ian Somerhalder…>> mormorò sottovoce il nome guardandomi intensamente come ad aspettarsi una mia reazione pericolosa. Ma ovviamente io non stavo neanche ad ascoltarlo, i miei occhi erano fissi a quel rivolo di sangue che gli usciva dalle narici.
<< Senti, ma perché non vai a pulirti il naso? Mi da fastidio parlare con qualcuno in queste condizioni! Mi mette ansia…>> parlai senza neanche accorgermene, senza spostare il mio sguardo da quel liquido scarlatto ormai quasi secco.
<< Beh dato che sei stata tu l’artefice di questo>> fece per indicarsi << perché non lo pulisci tu stessa?..>> chiese strafottente lanciandomi un’occhiata maliziosa e lasciandomi totalmente basita.
<< Ehm… fa niente…cercherò di non guardare quella schifezza…comunque mi chiamo Geneviève Chantal Hubert e come già sai vengo dalla Francia…potresti per favore mostrarmi la mia stanza? Sai il fuso orario non è molto gradevole!>> domandai stranamente gentilmente, ma la risposta mi lascio più interdetta di prima.
<< Ehm…non c’è una stanza libera, dunque ti trasferirai da me…>> altra occhiata maliziosa e un'altra volta il mio sopraciglio toccò le cime dell’Everest.
<< Ok…chiamo i professori…>>
<< Eddai! Stavo scherzando! Non hai lo spirito dell’umorismo ragazza! Dai seguimi che ti faccio vedere la tua stanza…>> esclamò alzandosi in piedi e facendo un inchino a detta mia buffo, ma sicuramente per lui sexy. Lo segui silenziosamente, salendo i gradini proprio dietro di lui. La villa era veramente molto grande e mi venne quasi un’offesa chiamarla in questo modo. Senza accorgermene, come sempre, una domanda mi uscii di getto.
<< Ma vivi da solo? Che ne so…non abita con te la tua ragazza?>>
<< Ehm…no, non arriverei a tal punto da vivere con la mia ragazza. Mi piace la solitudine.>> mi accorsi che fece una piccola pausa prima di pronunciare “solitudine”, forse a causa mia.
<< E sono arrivata io a rovinarti tutto!>> stranamente lo dissi con un tono fiero. Sarà che non mi sta molto simpatico il mio coinquilino?
<< Esatto, ma è meglio che non dica niente. non voglio rischiare di rimetterci un’altra volta la faccia…>>
<< Certo che devi essere proprio un riccone da permetterti una dimora di queste dimensioni!>>
lo vidi fare dei passi disorientati appena finii la mia affermazione, ritornando poi con la sua camminata sicura e provocante. Svoltammo nella seconda porta a destra di un lungo corridoio e ciò che vidi mi mozzò il respiro. Una camera, ma quale camera? Era come insultarla se la chiamavo in questo modo.
<< Spero che sia di tuo gradimento! La mia camera è la terza a sinistra, dunque siamo comunque vicini. Bene…ehm, di là trovi il bagno e se ti serve qualunque cosa basta che fai un fischio! sono le 5 e mezza dunque fra due ore devo andare al lavoro. Ci vedremo dunque questo pomeriggio! Buona permanenza…>> mi venne quasi da ridere vederlo impacciato intento a spiegarmi tutto. Appena finì l’ultima frase, uscì dalla mia nuova stanza lasciandomi da sola per darmi più privacy. Buttai sul letto il mio borsone e misi da parte le valige. Come prima cosa aprii una valigia per prendere il pigiama e il cambio dell’intimo, catapultandomi poi verso il mio bagno. Feci una doccia veloce e mi vestii con il pigiama scelto…cazzo era un eufemismo chiamarlo pigiama. Non mi ero neanche accorta di aver preso un pigiamino striminzito di pizzo nero. Vabbeh dato che non volevo uscire nuda dal bagno, perché non si sa mai che il psicopatico che mi ritrovo come coinquilino sia fuori, lo indossai velocemente fregandomene altamente di quanto fosse mini. Uscii dal bagno alla svelta e andai a prendere dalla borsa la crema per le mani. Non riuscii a trovarla così buttai tutto il contenuto della borsa sul letto, ma ciò che vi trovai mi paralizzò all’istante. Una decina di fogli si sparpagliarono sul materasso e un sorriso mi uscii spontaneo alla loro vista. Le mie canzoni… fregandomene altamente di Ian, aprii la valigia più grande dove conteneva la mia inseparabile chitarra. L’avevo nascosta dai miei genitori per paura della loro delusione che avrei scovato nei loro occhi. Presi una mia canzone a caso e iniziai a cantare e suonare.
Avevo la mania di scrivere le canzoni in inglese, dato non mi piacevano nella mia lingua materna. Mi sentivo libera in quel momento come non ero mai stata in vita mia. Solo le mie canzoni riuscivano a rendermi totalmente felice e leggera. Cantai come non avevo mai fatto in vita mia, perché a casa mia era vietato. Solo quando i miei genitori uscivano fuori, tiravo fuori la mia alleata e cantavo… cantavo fino allo sfinimento. E ogni volta che i miei genitori ritornavano a casa mi trovavano rossa come un pomodoro, forse per il pianto o forse semplicemente perché cantavo per ore. Erano in quei momenti che mi sentivo libera come una farfalla sopra i fiori appena sbocciati di primavera. E fu cosi che mi addormentai, con la chitarra abbracciata.
 
Ian Somerhalder ♥ Pictures, Images and Photos
Pov. Ian
 
 
Non riuscivo ancora a crederci. Come possono i genitori di questa folle ragazzina, non volere che diventi cantante o attrice? Anche se mi sembrava dalla voce che fosse più portata ad essere cantante. Una voce dolce, non troppo acuta. La migliore che avessi mai sentito, ma non l’avrei ammesso davanti a nessuno. Scesi le scale ancora scosso dalla voce della ragazza. Decisi di non fare colazione e partii subito diretto verso il Set. Dovevo dire a Kate che era arrivata, anche se come arrivo non era stato dei migliori, per me s’intende. Al solo pensarci mi faceva ancora male l’amichetto laggiù. Arrivai in un baleno e un tornado di capelli color mogano mi diede il benvenuto con un bacio passionale. Mi staccai da lei e mi persi nei suoi occhi color cioccolato. Ah la mia Nina.
<< Buongiorno amore>>
<< ‘Giorno Ian>> mi salutò amorevolmente accarezzandomi il naso con il suo. La presi per le spalle e c’incamminammo verso l’entrata. Vidi immediatamente Paul venire verso di me e abbracciarmi amichevolmente e tutti e tre insieme ci dirigemmo dove si facevano le riprese. Notai La mia manager intenta a compilare alcuni fogli, così la chiamai provocando uno sbuffo da Nina. Ancora non capivo l’odio fra le due… vidi Kate alzare lo sguardo verso di me e raggiungermi in un baleno.
<< Buongiorno Som! Paul come va? Nina…>> ed ecco che iniziavano il giochetto di : chi fulmina l’altro di più. Sbuffai sonoramente, prendendo da parte Kate e allontanandola da orecchie indiscrete. Non volevo che girasse voce della mia presunta coinquilina.
<< è arrivata…>> senza giri di parole, come sempre.
<< Ah che bello! Ma allora perché non l’hai portata? Sbaglio o inizia gli studi tra una settimana?>>
<< Si, penso di si…ma non le ho detto che sono un attore…>>
<< Tu cosa?!>> mi chiese sbalordita con gli occhi fuori dalle orbita.
<< Non penso che sia importante…penso che la ragazza dovrebbe invece diventare cantante…l’ho sentita stamattina e devo dire che non mi aspettavo una voce del genere…>> confessai, estraniandomi nuovamente dal mondo e risentendo nella mia mente quella canzone così dolce e piena di significato.
<< Me l’aveva detto pure suo zio…l’aiuteremo lo stesso! Dopotutto ci sono molte persone famose che cantano e recitano!>> esclamò euforica da quella aspettativa. Si…ha ragione…l’aiuteremo a realizzare i suoi sogni anche a costo di andare contro i suoi genitori.




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Ed eccomi di nuovo qua!! allora per prima cosa volevo dirvi che da oggi in poi potro postare solo di sabato sfortunatamente ( colpa della scuola francese dove studio perchè ci sono anche i pomeriggi :(    )

Come sempre volevo ringraziare tutte le lettrici silenziose che seguono la storia e un grande bacione a  nightmare123 e buffy46 che recensiscono! Vi ringrazio di cuoreee!
Un Bacio e alla prossima!!

 

Nada650 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 : Hold It Against Me ***


Pov. Geneviève

 

 

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<< Buongiorno gente! Sono le 7 e 35 del mattino e stiamo per dare in onda la nuova hit di Britney Spears “Hold It Against Me”!Buon Risveglio da Hit Radio!>>


“Hey over there
Please forgive me”

Se il buongiorno si vede dal mattino, allora la mia giornata sarà sicuramente ottima! Aprii tutti e due gli occhi di scatto, risvegliando pure un sorriso nella mia bocca. Il mio primo risveglio in America…che onore! Non ce la facevo più della Francia che in ogni santo risveglio dovevo sentire l’inno nazionale…e che palle! Mio padre e le sue manie da buon patriota! Mi alzai in piedi velocemente canticchiando il ritornello e ballando leggermente. Mi diressi in bagno per una doccia veloce cercando di tenere asciutti i capelli dato che gli avevo lavati neanche due ore fa. Dopodiché, uscii dal bagno velocemente avvolgendomi in un accappatoio color cuoio.
 
Cause you feel like paradise
And I need a vacation tonight
So if I said I want your body now
Would you hold it against me ?


Ok…fase 2 : scegliere i vestiti. Presi in mano la prima cosa che mi capitò a tiro e la indossai velocemente. Mi guardai allo specchio una volta finito di vestirmi e potevo dire che sembravo seriamente una barbona delle stazioni: maglione di lana beige cucito dalla cara nonna Madleine e panta collan di un colore che non capivo se fosse verde acido o giallo vomito. Guardai accigliata il mio riflesso. Ma quando mai avevo comprato sti capi d’abbigliamento? Ma lasciai scorrere. Tanto non volevo fare colpo su nessuno e in più abitavo con quel psicopatico effeminato di Ian. Dunque stavo bella che tranquilla. Scesi giù dalle scale incominciando a cercare da tutte le parti la cucina per farmi una bella colazione degna di un comune americano obeso. La trovai vicino alla porta d’entrata. Tipico d’americani. Aprii il frigorifero distrattamente, aspettando al mio cospetto tante delizie data la grandezza di quel colosso. Ciò che vi trovai mi fece solo cascare le braccia insieme alla mandibola. Birre…milioni e milioni di birre tutte accavallate fra loro. Psicopatico effeminato e pure ubriacone! Oh speranza! Trovai in fondo, nascosto tra l’alcool, un pacchetto incartato con l’alluminio. Lo aprii aspettando di trovare chissà che cosa, ma ahimè ciò che vi trovai mi fece solo venire un conato di vomito. Dei würstel ammuffiti che variavano dal colore rosa e verde gorgonzola.
Chiusi il frigorifero con un colpo secco e mi sedetti a peso morto sulla sedia vicino alla penisola. Avevo tutta la mattinata e il pomeriggio liberi…ma non sapevo che fare. Céline? No…magari la disturbavo. Dopotutto si era appena trasferita dalla sua nuova famiglia e conoscevo abbastanza il suo carattere da sapere che non voleva nessuno a disturbarla. Daniel? Naah…non avevo la ben che minima voglia di parlargli, anche se fosse la persona che amavo con tutta me stessa. Ero più una ragazza che non stava appiccicata come una cozza al suo ragazzo e la cosa innervosiva Daniel, dato che mi voleva sempre accanto in ogni minuto della giornata e ciò non faceva altro che scatenare le liti tra noi. Ero una persona piuttosto claustrofobica io. Mi alzai dalla sedia e decisi di andare a girare per casa. Dopotutto sarà la mia casa per un anno, no? La visitai quasi tutta e ciò non fece altro che terrorizzarmi. Il caro Ian si ritrovava con un immaginazione di merda che manco il mio vicino di casa scorbutico e noioso possedeva. Tutta la casa si differenziava di solo due colori : bianco e nero… pure le pareti e il pavimento. Pensandoci bene, anche la mia stanza era totalmente bianca e ciò fece solo diminuire il mio iniziale innamoramento di quella reggia. Eh si! Qua ci serve una sistematina! Io non resto un minuto di più in una casa così spenta! Salii su per le scale diretta verso la mia camera, decisa a dare un tocco di classe ad ogni mio passaggio. Aprii la valigia lasciata in un angolo remoto della stanza e presi in mano una camicia beige con dei pantaloncini corti di jeans marrone (http://www.polyvore.com/my_dreams/set?id=29242742). Mi vestii in fretta notando che erano già le nove. Mmmh…lavoro…di solito le persone quando andavano al lavoro, ritornavano a casa verso le sei, dunque avevo tutto il pomeriggio per mettere all’opera la mia piccola pazzia. Misi le calze lunghe trasparenti marroni e mi diressi in bagno dove mi truccai come sempre. Matita, mascara e via! Uscii di corsa cercando di mettermi le scarpe zoppicando. Presi la mia immancabile borsa e gli occhiali da sole della Dior e scesi giù varcando poi la soglia. Iniziai a camminare nel vialetto di casa e fortuna sta, mi ritrovai un taxi proprio davanti all’uscita del cancello. Entrai nell’abitacolo e comunicai al tassista dove volessi andare.
 
 
 
 
Pov. Ian
 
 
ian somerhalder Pictures, Images and Photos  

http://www.youtube.com/watch?v=CQkWhz0KEsk
(scene riprese)

Mi buttai a peso morto sulle sedie scomode apposte per il Cast. Non ce la facevo più! Era stata la giornata più lunga ed estenuante di tutta la mia carriera cinematografica. Ed eravamo appena all’inizio della seconda stagione! Notai Nina avvicinarsi e sedersi dolcemente sulle mie gambe. Anche se mi faceva male tutto il corpo, non riuscivo a mandarla via. Forse per il suo viso d’angelo o forse perché semplicemente l’amavo. Le accarezzai i capelli con la punta del naso e baciandole dolcemente il collo le provocai mille brividi.
<< Allora ragazzi! volevo complimentarmi con tutti voi perché siete stati fantastici! Oggi abbiamo finito la decima puntata, dunque come ogni fine puntata avete due giorni più il week-end di totale riposo! Bene ragazzi potete andare!>> a parlare fu la Plec che c’invitò gentilmente a rincasare. Mi alzai lentamente, lasciando il tempo anche a Nina di rialzarsi.
<< Allora ci vedremo in questi due giorni ? >> chiesi innocentemente  alla mia ragazza guardandola con occhi da cane bastonato. Sapevo che non resisteva ai miei occhioni azzurri. Ma sfortunatamente mi sorprese la sua risposta.
<< No amore, devo andare da mio fratello a New York visto che abbiamo il ponte fino al week-end…mi dispiace, ma è dall’estate che non lo vedo!>> le dissi che era uguale e ci salutammo con un bacio passionale che fece solo scattare i risolini e i fischi di tutto il Cast. Uscii in fretta da quell’inferno e accesi la mia bella Audi A5 cabriolet bianca con sedili di pelle rossa. Era ormai la mia seconda ragazza talmente l’amavo. Partii di quarta e arrivai dopo cinque minuti a casa. Parcheggiai attentamente la macchina in garage e mi diressi poi a piedi verso il cancello. Mi avvicinai verso la porta d’entrata e mi bloccai di colpo. All’interiore della casa si sentivano strani rumori che non fecero altro che preoccuparmi. Mi ero dimenticato di aver lasciato quella pazzoide psicopatica da sola a casa mia. Aprii di scatto la porta preparandomi al peggio che sfortunatamente arrivò procurandomi un certo senso di nausea. Mi appoggiai stancamente alla parete del salotto guardando tutta la scena con gli occhi lucidi. Giornata stancate + disastro della mia coinquilina = crisi isterica…ed infatti…
<< Geneviève!!>> tuonai lanciando occhiate di fuoco a tutti gli imbianchini e quelli addetti all’arredamento a casa. Sussultai violentemente notando che la francesina si mise di colpo al mio cospetto e mi saluto con un “ Ian! Ma che bello rivederti!” euforico.
<< Se per te è un piacere, per me è un’angoscia! Ma che diavolo hai combinato?!>> gridai fregandomene deliberatamente delle occhiate indiscrete di chi passava accanto a noi. Oddio…la mia bellissima villa…mi venne persino da piangere vederla così…colorata. Pregai con tutto me stesso che fosso solo uno scherzo della mia stupida immaginazione. Dopotutto era questo che succedeva dopo otto lunghissime ore di lavoro di telefilm che tra l’altro erano fantasy!
<< Ma dai Ian! Come sei permaloso! Ho solamente reso la casa più accogliente di prima! Scusa, ma senza offesa…i tuoi gusti lasciano veramente a desiderare!>> mi guardò con i suoi bei occhioni di zaffiro. Ok…l’ammetto che era molto più persuasiva di me in questo momento. Mi guardai intorno esasperato notando che il salotto non era più dei miei colori preferiti e non solo! Tutta la casa compresi mobili, pareti e anche pavimento che era stato cambiato in parquet chiaro. Però i conti non tornavano…come ha fatto tutto ciò in un solo pomeriggio? La guardai accigliato senza aprire bocca rimanendo per un attimo folgorato dalla sua bellezza giovanile. Era spettacolare nei suoi vestiti perennemente marroni che tra l’altro era il colore che più odiavo in vita mia, ma su di lei erano un incanto. Scossi la testa ridestandomi da quei pensieri che non si addicevano per niente a me. L’assenza della mia ragazza mi giocava brutti scherzi. Decisi di parlarle per mettere a tacere la mia ingenua curiosità che mai e poi mai si sarebbe aspettata una risposta come la sua.
<< Oh beh…ehm…ho promesso dei soldi al negozio in cui ho comprato tutto ciò se mi avessero reso la casa spettacolare in un solo pomeriggio…>> mi rispose titubante abbassando la testa e incominciando a fare dei piccoli cerchi con il piede. Al di fuori della scena potrebbe persino essere tenera, ma io sapevo la natura di quel demonio. Neanche un giorno e riuscivo a capire già parte del suo carattere. La guardai con le sopraciglia corrucciate degne di Damon Salvatore…aspetta! Aveva detto che aveva promesso dei soldi al negozio, ma la domanda era : quanti soldi?!
<< Quanto hai…>> iniziai a parlare guardandola dall’alto, ma a bloccarmi fu un ragazzo mingherlino che si avvicinò titubante con occhi adoranti e veneratori, alla mia coinquilina. Alzai un sopraciglio nel vederlo. Nemmeno io guardavo Nina così! Passò davanti a me senza neanche degnarmi di un minimo sguardo.
<< Ecco il conto Signorina Somerhalder…>> il mio sopraciglio divenne più accentuato sentendo quel cognome. Somerhalder?! Lo guardai stranito e sbottai :
<< Sono io Somerhalder, non questa bamboccia!>>
<< Ah…allora il conto è quello vostro!>> disse svogliato con aria da snob. Presi in mano il foglietto e non mi accorsi nemmeno che Geneviève era sgattaiolata al piano di sopra. Ciò che vidi mi fece solo venire un attacco di nausea, mischiato a svenimento improvviso, isteria e tanta voglia di salire a strangolare la mia coinquilina. 50000…50000 dollari…la mia mente andò letteralmente in Stand-by quando lessi quelle piccole paroline che racchiudevano più dello stipendio annuale di un comune americano. E fu in quel momento che, risvegliandomi dallo shock iniziale, esplosi.
<< Genevièveee io t’ammazzo!!!>>


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Ed eccomi di nuovo qui, dopo una lughissima settimana piena di esami importantissimi ce l'ho fatta a postare! Ahh ragazze mi avete resa estremamente felice con le vostre recensioni!! come ogni fine capitolo volevo ringraziare tutte le care lettrici silenziose e tutte quelle che hanno messo la storia tra le preferite/seguite/ricordate! ma soprattutto ringrazio infinitamente con un bacio  Fra Cullennightmare123 ,  Dede_Blood e  buffy46  che hanno recensito e mi hanno incoraggiato!! vi ringrazio di cuore!! Ragazze avevo pensato di fare alcune domandine per conoscervi meglio! che ne pensate? è una buona idea??
Alluuura domandina : Qual'è il vostro desiderio più grande??
Il mio è quello di partire per gli Stati Uniti a Los Angeles per continuare gli studi per il commercio internazionale! è il mio desiderio più grande *__*
Un Bacio a tutteeee!! <3 <3


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Capitolo 5
*** Capitolo 5 : What does it mean? ***



What does it mean?




Pov. Geneviève
 
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Corsi. Corsi a più non posso. Corsi come non avevo mai fatto in vita mia. Mi sentivo come minacciata da un possibile stupratore o addirittura da un assassino e solo in quel momento capii come doveva sentirsi la povera Jess del film “The Messenger”. Salii velocemente le scale due a due, lasciando dietro di me un urlo disumano che firmava la mia condanna a morte. Eddai anche lui quant’è barboso! Avevo solo cambiato un paio di cosine! Nulla di più nulla di meno. E lui che ne fa una strage…pff…
Aprii di scatto la porta della mia stanza fiondandomi letteralmente sulla testiera del letto. Ignorante o non ignorante, bamboccio o non bamboccio, rimaneva comunque un colosso in confronto a me e la sensazione di paura la provavo anch’io. Sentivo chiaramente il mio coinquilino cacciare gli addetti per l’arredamento a casa e ciò non fece altro che spaventarmi ulteriormente. Se cacciava quelle poche persone ciò vuol dire che aveva via libera per uccidermi tranquillamente senza nessuno a rompergli le scatole. Oh-oh…forse l’avevo combinata veramente grossa…la situazione era peggio di come me la immaginavo. Chiusi fortemente gli occhi, sospirando stancamente. Ma perché dovrei avere paura di quel troglodita cafone?! Ero o non ero una Hubert?? Sentii chiaramente dei passi farsi strada nel corridoio che dava alla mia stanza e sentii nuovamente la paura insinuarsi dentro di me, provocandomi un giramento di testa. E se mi fingessi svenuta?? Ci crederebbe mai?? No, non penso…anche se era un maschio non evoluto, non stava a significare che avrebbe creduto ad una farsa! Mmmmh…pensa Vivy, pensa… prima avevo pensato al film The Messenger…e se anch’io mi nascondessi in cantina?? Accidenti lui era a pochi passi da me e io pensavo a catapultarmi fuori dalla stanza come se niente fosse, passandogli poi accanto e magari chiedendoli pure come stesse, scendendo poi le scale lentamente con un sorriso innocente a dipingermi le labbra. Dio che cretina che ero… Se lui era un maschio non evoluto, io era una femmina ancora sotto forma di cellula! Mi presi la testa tra le mani incominciando a sbatterla sulla testiera. Allora…per prima cosa magari dovevo chiudere la porta della stanza, almeno in questo modo potevo pensare una possibile fuga tranquillamente! E se lui possedeva la coppia della chiave della stanza?? Non mi sorprenderei affatto se ce l’avesse! Dopotutto era o non era la sua casa? Però, tentar non nuoce! No, no…penso dovrei cambiare detto anche perché mi nuocerà in futuro il mio gesto. Senza accorgermene mi ero alzata dal letto per chiudere la porta a chiave e proprio quando girai la prima volta la serratura, la maniglia della porta si abbassò in un colpo secco provocandomi un sobbalzo violento. Indietreggiai di qualche passo, sentendo chiaramente la voce roca di Ian urlarmi di aprire la porta e che in questo modo lo facevo solo arrabbiare di più…eh, si… tentar non nuoce! Eccome se nuoce in questo caso!
<< Geneviève…se non aprii immediatamente questa porta, giuro che la sfondo…>> sibilò a bassa voce incominciando a sbattere, probabilmente con la testa, la porta. ok…una cosa è sicura, non ha la chiave della camera…Yuppie! Ma che felicità…in questo modo rimarrei segregata a vita in questa cazzo di stanza arancione! Sospirai di sollievo. Almeno avevo molto più tempo per prepararmi moralmente alla sua sfuriata! Ma una sua frase mi bloccò sul posto, facendomi tremare fino all’invero simile :
<< Oppure potrei prendere la doppia chiave…>> accidenti! Maledizione a quel babbuino che aveva sempre la soluzione giusta per capovolgere tutto in suo favore! Mi guardai attorno spaesata mordendomi il labbro inferiore quasi lacerandolo dalla forza. Trovato! Feci una piccola rincorsa e scivolai sotto il letto. Soluzione stupida, ma efficace. Magari penserà che sotto il letto é un nascondiglio superfluo…o era ciò che speravo! Meno male che il letto era postato vicino al un muro che dava alla porta, così almeno non mi avrebbe visto appena entrato! Cercai di tapparmi naso e bocca, ma vedendo che in questo caso rischiavo davvero di morire, causa soffocamento, chiusi solo la bocca. Mi rannicchiai di più vicino al muro non appena sentii la serratura della porta scattare e il profumo di Ian alla menta invadere la stanza.
<< Oh avanti non fare la bambina! Esci fuori! Non mordo mica sai! Semmai Damon lo potreb…>> sentii chiaramente che si tappo alla svelta la bocca con una mano. Damon? Ma che cazzo spara?? Ah ho capito…è solo un approccio per farmi uscire dal mio nascondiglio! Mmmh…furbo il ragazzo… lo sentii sospirare e buttarsi poi a peso morto sul letto, schiacciandomi letteralmente al pavimento e provocandomi una forte fitta alla schiena. Cercai di trattenere a stento un gemito di dolore mordendomi la mano destra.  
<< Sai…con quei 50000 dollari potevo fare molte cose…per esempio potevo versarli per la mia fondazione…ma ovviamente te rovini sempre tutto! Ma lo sai che la vernice inquina?? E lo sai che i colori vengono prelevati da dei specifici fiori?? E lo sai che per fare il colore blu devi rasarne infiniti?? E lo sai che senza i fiori…>>
<< Ora basta!! “E lo sai” un cazzo! Ok?! Sono ignorante, va bene?!?!>> sbottai furiosa, ma dato il nervosismo e l’agitazione, sbattei la testa sulla rete del materasso, provocandomi un dolore lancinante alla testa. E, ahimé, solo grazie al dolore mi ricordai che mi ero fatta fregare con le mie stesse mani. Mi tappai la bocca con una mano, ma non riuscii a fare nient’altro dato che mi sentii trascinare per i piedi. Mi ritrovai cosi… a contemplare a testa in giù le ginocchia di Ian. Maledizione! Mi ha scovato il bastardo! Misi su un tenero broncio degno di una bambina capricciosa e incrociai le braccia al petto. Brutto bacucco che non era altro! Mi prese per i fianchi e lasciandomi sempre a testa in giù, mi alzò leggermente fino a farmi scontrare con il suo viso d’angelo, ma che io sapevo perfettamente che era solo una maschera. Quello era il Diavolo in persona! Oh si che lo era! In tutti i sensi. Solo in quel momento mi accorsi che posizione strana aveva preso il mio corpo. Le mie gambe erano rigide all’insù, ma sapevo che avrebbero ceduto prima o poi, dopotutto non ero una persona atletica! Ed infatti mi ritrovai a fare una capriola mortale con sempre Ian a tenermi per i miei esili fianchi. Fortuna sta che cademmo sul soffice materasso con le lenzuola bianche che ci avvolsero dopo l’impatto. Una cosa è certa…dovevo alzarmi alla svelta e sparire dalla sua vista il prima possibile! Mi alzai velocemente schivando appena la sua mano che cercava di afferrarmi il braccio. Fiuu…per un pelo! Iniziai a correre per la stanza saltando sopra la scrivania e i divanetti morbidosi che mi fecero quasi cadere e con sempre lo psicopatico alle calcagna. Mi bloccai di colpo inginocchiandomi per terra, e come previsto da copione, quello scemo di Ian ci cascò e ruzzolò per il parquet lasciandomi pochi secondi per aprire la porta e uscire dalla stanza. Detto, fatto. mi fiondai alla porta aprendola alla svelta e senza  neanche guardarmi le spalle scesi le scale stavolta tre a tre. Non avevo tempo da perdere! Dio miooo!! Tutto questo casino solo per un piccola ristrutturatina alla casa…non ho mica ucciso qualcuno! Vabbeh, si…a detta sua avrei ucciso infiniti fiorellini che ancora non capivo a cosa servivano al mondo. Ad abbellire i giardinetti forse?? Mannaggia, forse dovevo lasciarlo continuare l’ultima frase…
<< Vieni qui piccola peste!>> mi gridò contro cercando di afferrarmi per la camicia, ma per fortuna riuscì a mancarmi e così lasciandomi via libera volando in cucina. Piccola peste?? Ok…mi sentivo tanto Dennis la minaccia con il povero signor Wilson…senza pensarci due volte corsi dall’altra parte della cucina ritrovandomi così faccia a faccia con Ian come poco fa, con l’unica differenza che avevamo l’isola a dividerci. Incominciammo a girare a cerchio come due bambini che giocavano guardia e ladro. E tutto incorniciato con i miei occhioni sbarrati dalla paura e la sua faccia severa che mi ammoniva tutte le volte che sgusciavo via dalla sua presa. Mi guardai attorno e una nuova luce di speranza mi illuminò gli occhi. La porta sul retro… presi in mano un melone vicino a me e glielo buttai addosso facendolo barcollare all’indietro e con un balzo uscii fuori all’aria aperta. Iniziai a correre per il vialetto, ma fui bloccata da degli urli degni di galline starnazzanti prima di essere macellate. Mi girai di colpo e ciò che vidi mi fece paralizzare sul posto. Ian…Ian investito da miriadi di ragazzine in calore che non facevano altro che ripetere Damon ti amo! Guardai con un sopraciglio inarcato il diretto interessato che non mi calcolava nemmeno in quel momento, talmente era preso a sorridere ad ogni ragazza che urlava come una forsennata. Damon…l’aveva pure lui nominato. Ma il punto era :
Chi è Damon?



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Ahia....penso che mi ammazzerete per questo piccolo capitolo senza significato...ma vi capisco! odio pure io me stessa! Scusaaaaateeeee!! ma il capitolo mi è uscito cosi...sta di fatto che ho postato a mezza notte xD! che scema che sono!!
mmmmmh passiamo ai ringraziamenti...alluraa ringrazio sempre ogni ragazza(o) che legge questa stupida storiella frutto di Morfeo, anche senza recensione! ringazio a tutte le bellissime fanciulle che hanno messo la storia del mio Ian tra le preferite/ricordate/seguite!! e un bacione grosso grosso per
buffy46 , nightmare123, Fra Cullen e Ally95 che hanno recensito e mi hanno incoraggiatoo!! graziee careee!!
Domandina come sempre : qual'è il vostro cantante preferito??? anche se so già la risposta di Fra xD xD la mia cantante preferita è Taylor Swift e cantante maschio preferito è Enrique Iglesias!

Un Bacione a tutte e graziee!!

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 : Vampiri? che baggianata! ***


 

Vampiri? Che baggianata!




Scesi giù in cucina a passo felpato, cercando di non svegliare quello zoccolo di Ian, almeno fino a dopo aver mangiato colazione! Due giorni...due giorni convissuti totalmente con quell’ameba che si rivelò stranamente simpatico. Diciamo pure che ho passato due giorni da urlo, tra risate mie e crisi isteriche da parte sua, ma avrei giurato che in ogni mia stupidaggine gli spuntava sempre un sorriso divertito. Devo ammettere che la sua faccia mi esprimeva simpatia e divertimento anche se cercava di starmi più alla larga possibile. Come biasimarlo?? Ero una trottola combina guai sin dalla nascita io! Però si vedeva lontano un miglio che si divertiva a rincorrermi per casa dopo aver fatto una cazzata. Questi due giorni però erano stati i migliori in assoluto, a prescindere dalla cretinata di 50000$ fino all’ultimo incendio in giardino che tra l’altro, non chiedetemi come è scoppiato, Ian si ostinava a darmi la colpa ingiustamente. Ma forse, dico forse, era per colpa di aver fatto rovesciare per sbaglio  la benzina che si trovava in garage e dopo una buona sigaretta, non spenta alla fine, buttai il tutto senza farlo apposta sul prato e...beh, il resto lo sapete. Scrollai la testa ridendo dei ricordi vissuti in quella casa. Si prometteva un lungo anno insieme al mio compagno di giochi. Presi in mano una tazza per il caffè e mi diressi verso il frigorifero che, ovviamente, trovai più vuoto dello stomaco del barbone che dormiva vicino alla nostra pattumiera. Ah si...mi ero dimenticata che da due giorni in qua non facevo che mangiare pizza, cinese e messicano. Chiusi in un botto sonoro quel colosso dirigendomi a passo d’elefante al piano superiore. Senza pensarci due volte spalancai la porta di Ian e non appena il mio sguardo si posò sul suo letto vidi che era bellamente sparapanzato sul letto con un cuscino abbracciato a mo di ragazza dopo averci passato una notte passionale.

<< Svegliati cretino! Oggi è un nuovo giorno!>> urlai a squarciagola apprendo in un colpo secco le tende e ispirando a pieni polmoni l’aria pulita di quel quartiere.

<< Non voglio svegliarmi! È sabato idiota! Quindi ora sparisci dalla mia vista...>> sbuffò sonoramente con ancora la voce impastata dal sonno, prendendo bruscamente le lenzuola azzurrine e portandosele sopra la testa. Dormire?! Geneviève Chantal Hubert alle otto del mattino di sabato oltretutto, non dormiva! Ok lo so... Ero un po’ psicopatica riguardo lo svegliarsi! E un po’ un contegno, e che cavolo! Mi avvicinai velocemente, tirandogli quelle povere lenzuola e lasciandolo completamente nella sua divisa da notte. Era diversa dal primo giorno e maledissi tutti i santi che non fosse vestito come allora. Non prendetemi per una ninfomane, ma in quel momento era molto peggio dall’ultima volta e molto più squisito. Petto nudo con solo un paio di boxer neri attillati che lasciavano poco all’immaginazione. Rimasi a fissarlo con occhi e bocca spalancati.

<< Mmmmh...ti piace quello che vedi?>> mi ridestò Ian con quella frase che mi fece solo arrossire fino alla punta dei capelli. Geneviève che arrosisce?!?! Era la prima volta merda...

<< Geneviève che arrossisce?!?! Questa è da segnare ragazzi!>> iniziò a ridere sguaiatamente facendo vibrare il suo petto e anche qualcos’altro su di me...oh cavolo! La lontananza da Daniel mi giocava brutti scherzi…

<< Vestiti idiota al posto di fare il deficiente!!>> urlai ad occhi chiusi catapultandomi velocemente fuori da quella stanza che profumava dannatamente di lui. Brutto stupido! Arrossire...ma proprio ora doveva capitarmi?! Neppure Daniel che cercava in mille modi di farmi riaffiorare sulle guance quelle mele rosse, ci era mai riuscito. Entrai in camera mia chiudendola subito dopo a chiave buttandomi poi a peso morto sul letto ancore disfatto. Dovevo darmi una calmata o sarei esplosa da un momento all’altro. Ian occhi azzurri, capelli neri scompigliati, fisico mozzafiato...BASTAA! mi alzai velocemente in piedi dirigendomi verso l’armadio. Pantaloncini corti di jeans e maglietta larga bianca che mi cadeva su una spalla con su scritto tutte le città importanti al mondo con vari caratteri. Coda fatta malamente e le mie immancabili All Star basse e bianche. Misi solo un po’ di matita e scesi giù in cucina prendendo al volo il borsone bianco. Cercai di farmi passare il rossore sulle guance facendomi aria con le mie mani. Cazzo, mi sentivo ancora accaldata...

<< E ora dove vai??>> chiese una voce intrisa di divertimento e malizia dietro di me. Mi girai cautamente pensando di ritrovarmelo nuovamente nudo. Per fortuna non fu così. Era ben vestito con una maglietta a maniche corte bianca attillata e dei jeans stretti neri. Decisamente un bello spettacolo da vedere...

<< A fare la spesa dato che il tuo frigorifero ha incominciato a fare le ragnatele!>> detto questo mi rigirai con l’intenzione di varcare quella porta che sembrava seriamente lontana fino in Cina, ma una frase mi bloccò sul posto.

<< Vengo anch’io!>> esclamò euforico Ian, manco gli avessi detto che partivo per le Maldive, prendendomi per le spalle e dirigendosi verso la soglia con un sorriso strafottente.

<< NO!!>> urlai puntando i piedi per terra e facendo sbilanciare in avanti il povero demente. Dopo la spesa avevo intenzione d passare a casa della famiglia di Daniel dato che avevo constatato che la lontananza non ci faceva bene, o almeno non faceva bene a me!

<< E perché scusa?? Dai non fare la stupida che non sapresti neanche dove andare!>> osservazione stupida, ma giusta. O dovrei dire che ero io la stupida che non ci avevo pensato prima!  E così mi ritrovai nell’Audi del mio coinquilino a  contemplare la città. Era enorme…molto più grande della mia adorata Nizza.

<< Allora Geneviève, come ti è apparsa Atlanta?>> mi chiese Ian stranamente gentile, girandosi verso di me e mostrandomi il suo primo sorriso sincero.

<< Enorme…>> risposi guardando rapita intorno a me. Era bella, molto bella! Americanizzata direi. Niente a che vedere con Nice e il suo mare…

<< Ma sei nato qui?>> domandai curiosa girandomi totalmente verso di lui.

<< Ehm, no…sono nato in Louisiana più precisamente a Convington…>>

<< Ah lo stato che confina con il Texas! Stato francese/americano…>> dissi senza accorgermene con un tono molto orgoglioso. Sarà che amo la Francia?

<< Exactement mademoiselle! Mais maintenant on laisse tomber tout ça! Je n’aime pas parler de ma vie...>> enunciò Ian con una pronuncia che mi fece accapponare la pelle. Francese ma con una pronuncia decisamente inglese molto sensuale. Deglutii a vuoto e mi accorsi che non capii un fico secco di ciò che disse, molto probabilmente per colpa delle sue labbra rosee e invitanti che si muovevano molto lentamente…oh cazzo! Basta! Non potevo tradire mentalmente Daniel! Sospirai lievemente cercando di sfuggire al suo sguardo scrutatore. Si decisamente…la lontananza con Daniel più il mio ciclo mestruale mi facevano decisamente andare fuori di testa!

 

 

 

<< NO! Preferisco la salsa tartara! E più buona che la salsa tonnata…>> borbottò Ian prendendomi di mano la mia salsa preferita e tirandola verso di lui. Come se io lasciassi la presa sulla cosa più importante della mia vita. Era come lasciare andare Céline giù per un burrone… E così incominciammo a tirare la salsa da una parte all’altra provocando degli sguardi indiscreti dei passanti.

<< Ian finiscila di fare il bambino e lascia la presa!>>

<< Ok…>> disse tranquillo lasciandomi subito andare e cadere rovinosamente a terra. Lo fulminai dal basso incominciando a borbottare cose senza senso. La cosa che mi faceva più rabbia era il suo sorrisino strafottente che a quanto pare riservava solo a me! Ricordavo benissimo l’incontro con quelle sciacquette il giorno prima. La scusa intelligente del nostro Somerhalder? Beh sono talmente figo che sono famoso nel quartiere e Damon…è solo un nomignolo accattivante che mi hanno affibbiato tutte quante! Che rabbia! Mi alzai in piedi cercando di darmi un minimo contegno e continuai con la spesa trascinando il carrello e lo psicopatico che faceva tanto il cretino da usare il carrello come skateboard. Che bambino… continuammo così tra litigate e risate sulle cose da comprare. Da fuori potevamo benissimo sembrare una coppietta di neo-sposini in procinto di fare la prima spesa.

 

 

<< E abbiamo finito…>> sospirai stancamente raccattando tutte le borse di cartone marrone della spesa. E un’altra giornata era conclusa. Strano…il tempo in America passava troppo in fretta che non mi accorsi nemmeno che si erano fatte le sette di sera.

<< Eh si…dai io vado a farmi una doccia!>> detto questo si dileguò dalla cucina con le spalle incurvate dalla stanchezza.

<< Ok! Io vado a vedere cosa c’è in TV! Magari è la volta buona per prendere il canale preferito di una mia amica…>> dichiarai senza accorgermene e fregandomene bellamente della postura rigida di Ian, mi diressi verso il salone e accesi la mia migliore amica.

<< Qual-quale can-canale??>> Ian che balbettava? Woow…oggi è la giornata delle scoperte! Io che arrossisco e Ian che balbettava! Che record!

<< Boh…pare che si chiama CW…penso che a quest’ora danno anche il suo telefilm preferito…>> risposi senza accorgermene controllando l’ora. Eh  si! Era proprio così! Alle sette davano il telefilm preferito di Céline con l’attore strafighissimo a detta sua. Non ho mai avuto l’onore di vederlo, ma si sa! Io e i vampiri non andavamo d’amore e d’accordo! Tutta colpa della mia fobia da piccola…

<< Ah si?? E…come si ch-iama?>> balbettò nuovamente deglutendo rumorosamente. Comportamento alquanto strano…cavolo avevo detto di vedere un telefilm, non di svelare il segreto più nascosto del diretto interessato!

<< Eh non saprei…qualcosa Vampire…bah! Vampiri…che baggianata!>> esclamai lanciandogli un’occhiata veloce e continuando a cercare il canale.

Now the new episode of The Vampire Diaries The Return by CW ” mannaggia! Era appena finito il promo prima dell’episodio e vidi solamente un’attrice mora alla fine. Ok, intendiamoci! Volevo vedere questo telefilm solo per vedere l’attore strafigo! Non m’interessava un fico secco dei vampiri…

<< NOO!!>> come a rallentatore Ian mi saltò addosso bloccandomi la visuale dell’appuntata appena incominciata, ma ahimè senza riuscire a bloccarmi la vista di un attore.




Ciao ragazzuole mieee!! beh in questo capitolo non ho messo nessuna foto ne niente...motivo?? Non ho tempo!! devo uscire esattamente fra 5 minuti!!
non ho neanche riletto il capitolo quindi sicuramente farà uno schifo tremendo! dunque ringrazio di fretta tutte quante e vi mando un baciooo!! scusate se questa volta non metto nessuna domandaa!! ma proprio mia cugina mi sta per fucilareee!! Alla prossima mie careee!! Vi Adorooo <3 <3
Un Bacioneee

 

Nada650

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 : Enchanted ***






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Pov Geneviève
 
 
<< NOO!!>> come a rallentatore Ian mi saltò addosso bloccandomi la visuale dell’appuntata appena incominciata, ma ahimè senza riuscire a bloccarmi la vista di un attore.
 
 
 
Sentii solo il peso comprimente di quello stolto di Ian e la vista di quell’ attore scomparire di un botto, lasciando posto allo schermo nero. Impossibile… solo perché l’avevo visto con i miei occhi ci credevo, ma se qualcuno me l’avesse detto così non ci avrei mai creduto. Mi girai lentamente dalla parte dello psicopatico, anche se d’ora in poi non dovevo più chiamarlo in quella maniera. Era…era…
<< Ma è orribile!!>> esclamai guardando schifata lo schermo ormai spento. Oh mio Dio com’era orripilante quella scena o dovrei dire quell’attore
<< Che cos’è orribile??>> mi chiese stranito guardandomi dall’ alto. Lo spintonai dall’altra parte, dato che ce  l’avevo appiccicato al mio seno.
<< Ma niente lascia stare! Pensavo che la mia amica avesse gusti migliori in fatto di ragazzi, ma a quanto pare mi sbagliavo di grosso…bref* io vado a nanna!>> esclamai dirigendomi lentamente al piano di sopra lasciando un Ian perplesso ancora seduto per terra. Occhi verdi e capelli chiari…descrizione perfetta, che si addice ad un vero figo! Per carità anche quello del telefilm era carino, ma mi aspettavo molto di più da Céline! Con questi pensieri e con quel attore in mente, mi addormentai.
 
 
 
<< Svegliati!! La domenica è sacraa!!>> urlò quel balordo di Ian aprendo le finestre e lasciando filtrare i raggi…lunari?!?!
<< Ma sei scemo?!>> gridai con tutto il fiato in gola, fottendomi della voce impastata dal sonno. Mi girai a fulminarlo con gli occhi, cercando di fargli paura il più possibile, ma l’unica cosa che ricevetti fu un ghigno birichino. Ah capito…era una vendetta per lo scorso sabato mattina… piccolo bastardino! Senza accorgermene presi in mano uno di tanti cuscini postati sul letto e glielo lanciai beccandolo proprio in faccia. Con una mossa veloce mi misi in piedi sul letto incominciando a gridare come una pazza “ Yeeeah!” ma proprio mentre gli stavo per deridergli in faccia un cuscino mi beccò in pieno naso, facendomi fare una piccola capriola all’indietro. Incominciammo così una battaglia di cuscini all’ultimo sangue, tra cui alcuni miei calci e pugni e tanto, tanto solletico da parte sua. Finimmo in questo modo coricati a pancia in su, sudati e sorridenti, a parlare del più e del meno.
<< Qual è il tuo hobby preferito? Rompere le persone di prima mattina, anzi di notte??>> chiesi buttandola subito sul ridere, anche se ci tenevo molto sapere almeno qualcosa sul mio coinquilino.
<< Beh se è così avremmo un hobby in comune!>> rispose guardandomi sorridente, anche se qualcosa nei suoi occhi mi diceva che c’era veramente una cosa che ci accomunava, ma non capii che cosa.
<< Comunque il mio hobby preferito è…>> prese un lungo respiro, forse decidendo se dirmelo o meno << Recitare…>> confessò intrappolando poi i miei occhi nei suoi. Trattenni il respiro non appena disse la parola vietata nel mio vocabolario o dovrei dire, vietata nel vocabolario dei miei genitori. Recitare…cosa che non potrò mai fare, cosa che se anche pregassi fino allo sfinimento non potrà mai accadere. Chissà, magari Ian starà pure facendo dei corsi di recitazione. Se era così non potevo che essere felice per il mio ex-nemico.
<< E te?>> ed ecco la domanda che non volevo sentire. Verità o bugia?
 
Beh, dopotutto lui si è confidato con te, perché non dovresti anche te aprire una volta per tutte il tuo cuore?
 
Maledetta coscienza! Delle volte, ma proprio poche, veniva a farmi una visitina consigliandomi cose assurde! Tipo ora… Cosa gli avrei detto?? Pure io, ma in più amo cantare?
 
Perché no?
 
Ma anche no! Chissà cosa penserà di me poi!
 
Beh, pure lui ama recitare! Non penso che ti giudicherà per questo…
 
Lo so! Non mi giudicherà perché è ovvio che non si vuole mettere contro di me!
 
Come sei frigida e aggressiva mia Geneviève! Lasciati andare pour une fois chérie!
 
Scossi leggermente la testa scacciando quella stupida coscienza, anche se per una volta non noceva darle ascolto…ma siamo sicuri che non mi metterò a piangere come tutte le volte che penso ai miei sogni?
<< Pure io, ma amo anche cantare…>> sussurrai sottovoce con voce stranamente rotta da un singhiozzo. Ecco…lo sapevo che dovevo mentire… Abbassai gli occhi ritrovandomi così a trattenere, come sempre, a stento le lacrime che sfortunatamente sfuggirono al mio controllo. Incominciai a versare miriadi e miriadi di lacrimoni amari della consapevolezza che quei sogni non si sarebbero mai avverati. Con la tristezza ad avvolgermi il cuore, sentii solo due braccia forti e possenti prendermi per le spalle e cullarmi dolcemente come nessuno aveva mai fatto. Non avevo mai pianto davanti a qualcuno tranne con Daniel che in quel momento non volevo neanche pensarlo stranamente. Mi sentivo così bene tra quelle braccia quasi sconosciute ma che stranamente mi capivano come nessuno ci era mai riuscito. Forse era per quello che non volevo pensare a Daniel, perché lui non aveva mai sopportato che io piangessi per queste stupidaggini, o come le chiamava lui. Non mi aveva mai lasciato sfogare per questo, anzi ogni volta che vedeva le lacrime inondarmi gli occhi cercava di trovare un modo per svignarsela e non dovermi consolare come in quel momento stava facendo Ian. La cosa mi fece rabbia in quel momento. Come è possibile che devo essere consolata da un quasi perfetto sconosciuto e non dal mio ragazzo?! Questa osservazione mi fece solo scuotere il petto da un altra infinità di singhiozzi. Ian mi baciò immediatamente i capelli non appena vide che mi stavo agitando e incominciò ad accarezzarmi dolcemente il braccio in movimenti regolari e rilassanti. Restammo abbracciati per molto tempo, ma senza addormentarci finché non sorse il sole illuminando la nostra pelle intrecciata tra essa. Sorrisi. Un sorriso sincero apparve sulle mie labbra, come sulle labbra di Ian, che si girò a fissarmi dolcemente non smettendo un attimo con le carezze.
<< Perché non mi canti qualcosa?>> mi domandò leggermente stampandomi poi un bacio sulla fronte. Lo guardai intensamente negli occhi annegando volontariamente in quel mare azzurro. Cantare? Non so perché quella proposta mi fece un piacere immenso. Altra cosa che Daniel non avrebbe mai voluto. Forse avevo fatto male ad innamorarmi del cugino della mia migliore amica…
 
Appunto ma chèrie! Ti stai facendo del male da sola…lui non ti merita…
 
Deglutii asciugandomi gli occhi dalle lacrime salate e mi alzai da sopra il petto di Ian. Mi misi in un movimento goffo in piedi dirigendomi velocemente verso la mia borsa marrone. Si, velocemente perché avevo paura che cambiasse idea e mi lasciasse a crogiolarmi come sempre nel mio dolore più profondo. Avevo seriamente bisogno di qualcuno che mi stesse accanto e che m’incoraggiasse in tutto ciò che faccio. In Francia non avevo nessuno, ma chissà…magari avevo davvero trovato un amico con cui confidarmi… Presi tutti i testi delle mie canzoni e mi avvicinai nuovamente al mio consolatore che notai si era messo a gambe incrociate sul letto e mi mostrava uno dei sorrisi più belli che avessi mai visto.
<< Beh…ho scritto parecchie canzoni quindi hai una vasta scelta per scegliere quella che più ti piace…>> sussurrai con voce ancora rotta per il pianto di qualche minuto fa. Avevo il terrore che mi lanciasse le canzoni in faccia incominciando a deridermi per tutto. Magari era solo una vendetta quella di consolarmi e farmi credere di aver trovato un amico, per tutto quello che gli ho fatto. Forse non dovevo piangere e aprire così tanto il mio cuore davanti a lui…
<< le hai davvero scritte tu?>> mi chiese incerto leggendo meravigliato quelle poche righe di ogni canzone.
<< S-si…>> risposi balbettando imbarazzata, aspettando ansiosa il suo verdetto finale.
<< Ma…è meraviglioso n-non ci posso credere…>> esclamò meravigliato guardandomi incantato negli occhi. Un sorriso mi apparve automaticamente sulle labbra facendomi gemere felice e sollevata. Lo vidi prendere in mano una canzone e leggerla attentamente facendogli sbocciare un sorriso nascosto dalla barba incolta.
<< Voglio sentire questa…>> mi porse un foglio euforico con una nuova luce negli occhi che rispecchiava perfettamente la stessa luce nei miei. Presi in mano il foglio e il sorriso mi scomparve di un botto lasciando posto ad una smorfia sofferente. Enchanted … la canzone che scrissi la stessa notte che incontrai per la prima volta Daniel in un bar.
<< Ehi…qualcosa non va? se vuoi puoi anche lasciare star…>>
<< No!>> esclamai bloccandolo con forse troppa enfasi, spaventata all’idea di rimanere nuovamente sola. Mi alzai in piedi dirigendomi verso l’armadio, prendendo la mia chitarra con su inciso “Hubert” e mi avvicinai a Ian, che non fece altro che studiare ogni mia mossa incuriosito. Mi sedetti a gambe incrociate proprio davanti a lui e senza degnare di un solo sguardo il foglio e portando tutta la mia attenzione nei suoi occhi oceano, incominciai a cantare rendendomi subito conto che quelle parole, stranamente dalle altre volte, non avevano più alcun effetto su di me.
 
 
 
Pov Ian
 
 
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Ed eccomi di nuovo, questa sera
A forzare le risate, fingendo sorrisi
Lo stesso vecchio stanco, luogo solitario
Mura di insincerità
Occhi in movimento ed il vuoto
Tutto scomparve quando vidi il tuo volto
Tutto quello che posso vedere, è che è stato incantevole incontrarti

I tuoi occhi sussurrarono 'ci siamo già incontrati?'
Attraverso la stanza, la tua sillohuette
Comincia a farsi strada verso di me
La conversazione inizia
Contro tutte le tue osservazioni veloce
Come note di passaggio in segreto
Ed è stato incantevole incontrarti
Tutto quello che potevo dire era: sono incantata di conoscerti

Questa notte è scintillante
Non lasciarla andare
Sono super meravigliata
Arrossendo per tutta la strada verso casa
Passerò la vita a chiedermi se tu sapevi che
Ero incantata di conoscerti

Una domanda mi tiene sveglia
02:00, chi ami tu ?
Mi chiedo fino a che sono sveglia
So che sto camminando avanti e indietro
Desiderando che tu sia alla mia porta
Io aprirei e tu diresti 'hey'
E' stato incantevole incontrarti
Tutto quello che so è che è stato incantevole incontrarti

Questa notte è scintillante
Non lasciarla andare
Sono super meravigliata
Arrossendo per tutta la strada verso casa
Passerò la vita a chiedermi se tu sapevi che

Questa notte è impeccabile
Non lasciarla andare
Sono super meravigliata
Arrossendo per tutta la strada verso casa
Passerò la vita a chiedermi se tu sapevi che
Ero incantata di conoscerti

Questa sono io che prego perchè questa sia la prima pagina
Non dove la storia finisce
Il mio pensiero farà la eco al tuo nome
Fino a quando non ti rivedrò
Queste sono le parole che ho trattenuto quando ti ho lasciato troppo presto
Ero incantata di conoscerti
Ti prego, non innamorarti di qualcun altro
Ti prego, non avere qualcuno che ti aspetta
Ti prego, non innamorarti di qualcun altro
Ti prego, non avere qualcuno che ti aspetta

Questa notte è scintillante
Non lasciarla andare
Sono super meravigliata
Arrossendo per tutta la strada verso casa
Passerò la vita a chiedermi se tu sapevi che

Questa notte è impeccabile
Non lasciarla andare
Sono super meravigliata
Arrossendo per tutta la strada verso casa
Passerò la vita a chiedermi se tu sapevi che
Ero incantata di conoscerti

Ti prego, non innamorarti di qualcun altro
Ti prego, non avere qualcuno che ti aspetta

 
 
Rimasi incantato da quelle parole ancor prima che iniziasse a cantare, quando ancora tenevo la canzone tra le mani. Una voce così dolce e leggera che mi sembrava impossibile non innamorarsene al primo ascolto. Una ragazza così piccola e indifesa, che cercava di rendersi all’apparenza dura e aggressiva, ma che invece era sensibile e docile come una rosa. Se non se ne prendeva cura, rischiava di appassire. Si, una rosa. Pungente come le sue spine, ma fragile come i suoi petali. Ecco la descrizione perfetta di Geneviève. Una rosa bellissima, ma che nessuno si preoccupava di annaffiare o di vantarsene facendola vedere al pubblico. Una rosa troppo bella a mio parere a lasciare che appassisca senza motivo. Una rosa con un bisogno assurdo di un annaffiatore. Ma dov’era? Era lo stesso ragazzo di cui parlava nella sua canzone? Ma allora dove si trova? Perché non se ne prendeva cura? Perché la stava lasciando appassire? Lei è innamorata del suo annaffiatore, ma lui non era con lei. Non la merita . La rosa ha bisogno di un nuovo annaffiatore e se nessuno vuole farsi avanti, beh…diventerò io il suo nuovo annaffiatore.





Et voilà mes chéries un nouveau chapitre tout pour vous! ( ed ecco mie care un nuovo capitolo tutto per voi! per chi non l'avesse capito xD) che dire...beh non è come tutti gli altri capitoli! nel senso che non è esilarante, ma un po' più triste?? beh sta a voi dirmi com'è! triste, neutro, senza significato...potete dirmi qualsiasi cosa care mie! come sempre ringrazio ogni ragazza che segue la storia in silenzio, chi ha messo la storia nelle preferite/seguite/ricordate e un bacioneee a sam_twins, nightmare123, Fracullen e buffy46 che hanno recensito lo scorso capitolo!! che farei senza di voi ancora non lo so!

Uhh ragazze sapete una cosa?? penso che posterò una storia su TVD...secondo voi la posto si o no?? anche perchè potrò aggiornare come sempre solo il sabato...vabbeh passiamo alla domandina di sempre:
qual'è la categoria di film che più vi piace?? Uhhhh io amooo l'Horrooor!! Aww lo adoro!! ma mi piacciono anche i film romantici e comici per carità! e  delle volte trovo estremente noisi alcuni film polizieschi...
Un Bacioneee  <3 <3


Nada650

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 : Tonight (I'm Lovin' You) ***






Tonight (I'm lovin' you)







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Un amico…chi l’avrebbe mai detto che avrei trovato un amico che potesse capirmi e consolarmi in momenti come questi…in momenti dove la solitudine e la tristezza ti sovrastano, soffocandoti e impedendoti di continuare la tua vita. Si… dopotutto la causa della mia tristezza erano proprio coloro che dovrebbero sostenerti ad andare avanti nel tuo sogno, a fare la vita che desideri.  A chi interessa se voglio diventare principessa? A chi interessa se vorrei prendere il balzo e volare nel cielo blu? A chi interessa se voglio essere qualcuno? A chi interessa a cosa penso ogni secondo della mia vita? A nessuno…e sapete perché? Perché questa è la mia vita e se qualcuno si metterà davanti per ostacolarmela, beh, lo abbatterò! E sapete perché? Perché questa è la mia vita! E se è la mia vita, non sarà qualcuno che mi conosce appena a scrivere il mio futuro impedendomi di realizzare i miei desideri. Non saranno neppure coloro che mi hanno messo al mondo a dirmi di no . Perché Dio solo sa che la mia partenza in America era dovuta solo alla realizzazione dei miei sogni. Dunque se qualcuno si vuole fare avanti, faccia pure! Perché io finalmente avevo trovato un alleato…
 
 
 
 
Aprii lentamente gli occhi cercando di abituarmi già da subito alla troppa luce che filtrava dalla finestra. Mi stropicciai gli occhi con i pugni sbadigliando sonoramente e guardai la sveglia postata sul comodino vicino al letto, constatando che erano già le dieci passate. Che atrocità! Era domenica e mi svegliavo alle dieci! Ma anche se sapevo che andava tutto contro l’educazione di mia madre, non mi alzai dal letto, anzi! Mi feci più comoda sul letto abbracciando teneramente il petto di… Oh cazzo… spalancai gli occhi girandomi di scatto verso l’altra metà del letto dove trovai un Ian dormiente con un braccio penzolante e l’altro a cingermi la vita. Immaginai di essere a casa mia e proprio in quel momento vedere entrare Daniel dalla porta della stanza. Che avrebbe fatto? Che avrebbe pensato? Sicuramente incomincerebbe a urlarmi a squarciagola e tirare un destro al mio pseudo-amico. E che avrei risposto? Ma no Daniel! Era solo una dormita in intimo tra amici! Beh, no…come minimo mi butterebbe giù dalla finestra! Scossi la testa rimuovendo quei pensieri contorti degni di un film Horror per me e mi alzai cautamente dal letto, dirigendomi silenziosamente in bagno. Ok… fin qua tutto silenzioso. Mi spogliai in un baleno e mi catapultai nel boxe. Appena sentii l’acqua ghiacciata infrangersi sul mio corpo nudo, svegliandomi finalmente del tutto, feci mente locale. Il suo sguardo carezzevole che sembrava voler leggermi dentro. Il suo sorriso dolce che m’incitava a continuare a cantare. E se avessi fatto un errore? Mostrarmi per quello che ero? Smascherami in un certo senso…scossi violentemente la testa, ma il suo sguardo di ghiaccio era sempre lì a guardarmi, a fissarmi…a studiarmi per scoprire e far venire a galla la Geneviève debole e fragile. Tutto il contrario di ciò che mostrava alle persone. Strinsi gli occhi fortemente cercando di scacciare ogni tipo di pensieri che mi portassero a lui. Ma niente… Anche perché avercelo nella propria stanza sul proprio letto, non aiutava affatto! Con uno sbuffo sonoro chiusi l’acqua e coprii il mio corpo con asciugamano blu notte corto a metà coscia. Mi avvicinai allo specchio e guardai il mio riflesso per parecchi minuti, disconnettendo la mente dal mondo. Una semplice ragazza. Ero solamente una semplice ragazza, con la sola pecca che ero estremamente sognatrice. Mi lavai in fretta i denti senza mai distogliere lo sguardo dal mio riflesso. Appena ebbi finito presi il cambio che consisteva in un pantalone largo della tuta e una canotta, entrambi neri. Uscii dal bagno silenziosamente e constatai che Ian era sempre rimasto nella stessa posizione. Che dormiglione! Scesi in cucina a piedi nudi e mi misi subito all’opera. Altra cosa, quando mi sentivo agitata l’unico mio rimedio per calmarmi era cucinare. Ero un’appassionata in fatto di cucina, tant’è che a casa ero sempre io a preparare la cena. Feci dei pancakes ai mirtilli, una torta al cioccolato e delle crepes alla francese. Guardai l’orologio appostato sul muro principale della cucina e vidi che si erano già fatte le undici. Apparecchiai velocemente la tavola e proprio quando stavo posando l’ultima forchetta, sentii uno sbadiglio sonoro che mi fece sobbalzare sul posto. Mi girai di scatto scontrandomi contro il petto del mio coinquilino. Arrossii vistosamente, ma cercai di nasconderlo girandogli le spalle e camminando spedita verso il lavandino della cucina. Imbarazzo totale… non era da tutti i giorni dormire con qualcuno che conosci a malapena da quattro giorni! Dopo alcuni secondi di totale silenzio, sentii lo stridulo di una sedia che si sfregava contro il pavimento e il tintinnio delle posate. Io ero sempre lì a guardare fuori dalla finestra i nuvoloni neri sul cielo e gli alberi rossi che indicavano ormai l’arrivo dell’autunno. Non riuscivo a muovermi. Solo pensare che si mi fossi girata incontrando i suoi occhi di ghiaccio, mi faceva venire i brividi. Lo sentii chiaramente masticare e ingoiare pezzo per pezzo, come se dipendesse della mia stessa vita. O la va, o la spacca! Mi girai di scatto spaventando pure il mio ex-nemico e misi su il più falso dei miei sorrisi.
<< Oh, ma buongiorno!>> esclamai fintamente euforica prendendo subito posto davanti a lui. La cosa lo lasciò interdetto, con un sopraciglio alzato.
<< B-buongiorno…>> balbettò spaesato, ma ritornando subito dopo a sfoggiare con uno dei sorrisi più strafottente che avessi mai visto.
<< Bella giornata visto??>> enfatizzai facendo un cenno alla finestra, ma subito dopo il mio gesto, scoppiò un fulmine proprio nel nostro giardino. Il sorriso mi si congelò all’istante in viso. Bella figura di merda…
<< Certo!>> fece ironico guardando interessato il temporale << Una gran bella giornata!>> sospirò guardandomi intensamente. Rimanemmo in questa posizione finché non sentimmo un telefono squillare, ma nessuno dava cenno ad alzarsi.
 
Canzone
 
I know you want me   (lo so che mi vuoi)
made it obvious that I want you too    ( mi sembra ovvio che ti voglio anch’io)
 
Ghiaccio contro ghiaccio, una battaglia all’ultimo sangue. Nessuno dava cedimenti e nessuno sbatteva le palpebre.
 
Here's the situation        ( questa è la situazione)
Been to every nation       (sono stato in tutte le nazioni)
Nobody’s ever made me feel the way that you do  (Nessuna mi ha mai fatto sentire come mi fai sentire tu)
 
Vidi comparire uno strano sorriso malizioso sulle sue labbra e vidi una nuova luce nei suoi occhi.
Si passò lentamente la lingua sulle labbra, forse per tentarmi in qualche modo. Oh cazzo…queste cose non si fanno sicuramente tra amici… vuole giocare?? Beh, e sia! Arrotolai un boccolo dorato sul mio indice mordendomi il labbro inferiore e accennando ad un sorriso birichino. Mmmmh…peccato che mi ero solo messa una misera tuta…
 Ian strinse le labbra guardandomi divertito e prese ad accarezzarsi lentamente il mento senza mai distogliere lo sguardo. Sorrisi maliziosamente, anche se dentro stavo letteralmente morendo. Lo guardai intensamente negli occhi e presi la mia cioccolata calda passandomela sensualmente sulle labbra.
<< But tonight I'm loving you* >> cantò a bassa voce sensualmente, ma ahimè, lui non sapeva che effetto mi faceva quella canzone o più precisamente quella frase...


* Ma stanotte ti amerò





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Ragazze lo so, lo so...ritardo madornale in 2 cose : nell'aggiornamento e nelle storie a recensire...
Scusateeeeee!! corro immediatamente a leggere e a recensire le vostre storie!!
Questo capitolo è un po' diverso dagli altri, un capitolo di passaggio, nel senso che non ha niente di divertente...sarà che voglio entrare un po' nel succo della storia o sarà semplicemente che ho passato una settimana infernale e non sono dell'umore giusto...boh! ma spero comunque che vi piacerà almeno un pochino un pochetto... Riguardo alla canzone è "Tonight" di Enrique Iglesias e l'ultima frase che pensa Vivy è proprio quello che penso sempre io quando c'è il ritorello! Voi non capirete mai come mi sento sentendo quella canzone... Awwww!!
Passiamo ai ringraziamenti : come sempre ringrazio tutte le mie care lettrici silenziose che hanno sempre tempo da darmi. Un abbraccio a tutte le mie care fanciulle che hanno messo la storia tra le preferite/seguite/ricordate e un bacione a chi ha recensito lo scorso capitolo! VI ADORO TUTTE QUANTEE!! non so cosa farei senza di voi!
Volevo anche fare una piccola pubblicità ad una mia storia appena pubblicata. Si chiama Enchanted ed è nella sezione TVD. è una Damon/Nuovo personaggio! se avete un piccolo momento, spero che passiate a leggerla, ma solo se volete! non obbligo nessuno!

Spazio domandina : questa volta ci saranno due domande! Per chi avesse visto l'ultima puntata di TVD (2x18) come l'avete trovata?? Io seriamente sono rimasta un po' scossa...è tutta suspence e quando ho visto Bonnie morire mi è venuto quasi un attacco cardiaco e mi sono quasi messa a piangere! Stupido Damon che ci fa venire un infarto per nulla! Quando ha detto "doveva crederci" riferendosi a Klaus, il mio sopraciglio si stava quasi per staccare dalla fronte per intrufolarsi tra i capelli. Stavo seriamente per spaccare il PC quando ho visto Bonnie risvegliarsi. Ripetevo come una scema "Stupido Damon!". Però seriamente, mi è troppo piaciuta questa puntata! e sono curiosissima di vedere il risveglio di Elijah! Secondo me Elena ha fatto bene a torgliere il pugnale! è tutta la puntata che davo tutti degli stupidi perchè non ci avevano pensato prima! appena ho saputo che per uccidere Klaus, Bonnie doveva morire, è stata la prima cosa che mi è saltata in mente! Eh si ormai avrete capito che sono un'ossessionata di TVD xD xD
Altra domanda : qual'è la città che desiderate visitare?? Io Santa Monica, California! L'ADOROO!! <3 <3
Un Bacione a tutte e grazie del sostegno!

Nada650

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 : Why you gotta be so mean? ***


 

Why you gotta be so mean?
 



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Mean


Someday I'll be livin' in a big old city
and all you're ever gonna be is mean
Someday I'll be big enough so you can't hit me
and all you're ever gonna be is mean
Why you gotta be so mean?



Mi sentivo libera come non ero mai stata in vita mia. Acclamata dalla folla impazzita che gridavano eccitati il mio soprannome. Finalmente ce l’avevo fatta…ero diventata cantate ed ero amata dai miei fans. Non ci potevo ancora credere. Finii la canzone in scena gridando poi un “I love You so much!!”, ma proprio quando aspettai che la folla applaudisse eccitata, un suono stridulo e snervante prese il sopravvento nella mia mente. Sembrava tanto una…sveglia. Tutto attorno a me divenne d’un colpo nero e bianco. Le grida dei fans erano diventati quasi un coro di satanisti. Era…Aprii discatto gli occhi prendendo di slancio la sveglia e buttandola a incazzata nera davanti a me. Gridai fortemente e con un cuscino feci per soffocarmi. Era un sogno…solo un bellissimo sogno porca miseria!! Sentii un lamento di dolore seguito da un “Sei impazzita per caso?!”. Mi misi a sedere velocemente con gli occhi ancora sigillati dal sonno. Riuscii comunque a distinguere la figura alta e possente di Ian che, sicuramente, mi stava guardando infuriato.
<< Oh…scusa, non ti avevo visto!>> cercai di sembrare realmente dispiaciuta, anche se uno sbadiglio non mi fece arrivare nel mio intento.
<< Sono venuto per dirti che la colazione è pronta! La scuola non ti aspetta mica cara mia!>>
mi svegliai del tutto non appena pronunciò la parola sconosciuta nel mio vocabolario. Cazzo…era già passata una settimana! Più che altro erano passati una decina di giorni dal mio arrivo in America. Era passata una settimana dal mio pseudo-flirt con Ian e da allora non abbiamo più parlato al riguardo. Abbiamo fatto finta che non fosse successo niente anche se, quella frase pronunciata dalle sue labbra, mi aveva scombussolato non poco gli ormoni. Mi alzai alla svelta dal letto e volai in bagno per una doccia veloce. Finito di asciugarmi, mi vestii velocemente. Presi in mano un paio di jeans chiari a sigaretta con sopra un top nero con scollatura a barca. Abbinai il tutto con delle decolté nere lucide. Dopodiché mi truccai leggermente : matita, eye liner, lucidalabbra e un po’ di profumo. Presi la mia borsa Chanel nera, regalo di compleanno dei miei genitori. Ci misi dentro lo stretto necessario. Portapenne e quadernino e  scesi infine giù per le scale due a due, anche se con i tacchi 12. Feci di fretta, strada facendo, uno chignon con una matita e mi diressi pimpante in cucina. Stranamente trovai un Ian pensieroso rivolto verso la finestra della cucina con le braccia circondate all’indietro.
<< Ehi Somerhalder, qualcosa non va?>> ormai presi gusto a chiamarlo per cognome. Mi sapeva tanto da un nome da celebrità e la cosa mi piaceva illecitamente. Si girò lentamente verso di me e con un sorriso stanco mi fece segno di no, ritornando subito dopo a contemplare il panorama autunnale fuori dalla finestra. Incominciai a mangiare lentamente rimanendo comunque in allerta e lanciando delle volte delle piccole e innocenti occhiate a Ian. Vedendo che non mi degnava di un solo sguardo, lasciai stare, concentrandomi del tutto nella mia colazione. Ripensai per un piccolo momento al sogno di quella mattina e mi accorsi che durante il concerto cantavo una canzone mai sentita prima d’ora. I miei occhi s’illuminarono di colpo, come ormai succedeva tutte le volte che mi veniva la mia strana ispirazione e, velocemente, presi in mano la mia borsa. Afferrai di slancio  foglio e penna e incominciai a scrivere velocemente, fregandomene degli errori ortografici. Scrivevo come posseduta, cantando anche. La mia ispirazione veniva sempre da un qualcosa avvenuta e che mi era rimasta impressa in mente, ma quella volta non riuscii a capire da quale fonte veniva quella canzone. Scrissi la metà bloccandomi di un colpo. Bye-bye ispirazione! Sbuffai sonoramente raccattando e rimettendo il tutto nella borsa. Incrociai imbronciata le braccia al petto. Maledizione! Mi era venuta in mente una bellissima canzone e io che faccio? Mi lascio sfuggire quest’opportunità!
<< Era carino come inizio…>> sussurrò Ian pensieroso guardandomi di sfuggita. Non capivo che gli prendeva. Era da stamattina che si comportava diversamente, come infastidito da qualcosa o da qualcuno
<< Ti ringrazio! >> risposi stizzita alzandomi di scatto in piedi, facendolo voltare. Mi diressi irritata verso la porta principale, ma fui bloccata inevitabilmente dalla mano calda di Ian.
<< Dove pensi di andare? >> chiese dubbioso Ian facendomi girare totalmente verso di lui.
<< A scuola forse? >> feci ironica scansando il suo braccio malamente.
<< E come sentiamo? Primo, non hai la macchina. Secondo, non sai dove si trova l’università. E terzo…non ti lascerò mai uscire di casa vestita in questo modo da sola…>> sibilò stizzito il mio coinquilino cercando di sembrare autoritario. Rimasi a fissarlo incerta su ciò che disse. Vestita in questo modo? Mi guardai da capo a piedi e non trovai niente che potrebbe sembrare sconcio o non adatto per andare a scuola. Cos’è per uscire da sola mi devo per caso vestire da suora?
<< Cos’ha il mio abbigliamento che non va? >> chiesi accigliata, con un sopraciglio alzato. Come risposta ricevetti un sospiro stanco e un “ Lascia stare va!”.
Uscimmo alla svelta di casa e ci dirigemmo in garage silenziosamente. Notai che si era messo i Ray-Ban anche se non c’era neanche un raggio di sole. Sarà per farsi vedere più figo…
<< Com’è che si chiama ancora la tua scuola?>>
<< Pensavo che ci fosse solo un’università da queste parti…>>
<< Eh no tesoro, sottovaluti il posto!>> stranamente fremei nel sentire tesoro uscito dalle sue labbra.
 
Come se te lo avesse detto con il cuore!
 
Zitta coscienza di merda…
 
Ah-ah, allora ci speravi! Quanto sei evidente mia cara Vivy…
 
Ti dovrei ricordare che sono felicemente fidanzata?
 
Chi? Con quello sfigato di turno? Dany, Daned…ah si Daniel!
 
Ta gueule putain de coscience!
 
 
Et voilà ! Col francese se ne sta un po’ zitta ! Oddio ero da chiudere cazzo! Mi mettevo a parlare persino con me stessa…
<< Allora?>> mi chiese impaziente Ian, tamburellando le dita sul cambio.
<< Perrin University…>> sussurrai a bassa voce, girandomi dall’altra parte per non incrociare i suoi occhi di ghiaccio, anche se nascosti dalle lenti scure. Partimmo sempre in silenzio e neanche dopo cinque minuti mi ritrovai in una grande piazza cosparsa di ragazzini in piena crisi adolescenziale. Ah, si…mi ero dimenticata che si trattava di un liceo e un’università insieme…
<< Grazie del passaggio! Ti chiamo dopo quando devi venirmi a prendere, ok?>> come risposta ricevetti un “si” sussurrato e veloce. Non capivo perché si copriva con una mano però. Appena scesi dalla macchina partì di razzo senza augurarmi un bel niente. Bel amico che mi ritrovo…
<< Vivy!!>> mi girai di scatto non appena sentii l’urlo eccitato di Céline.
<< Chérieee!!>> l’abbracciai di slancio, provocando molti sguardi indiscreti attorno a noi.
<< Oddio una settimanaa! Come ho fatto a resistere senza vederti??>>
<< Cugina, lasciala respirare un po’!>> mi girai verso la voce del mio amore e senza lasciarlo continuare totalmente la frase, lo baciai, lì davanti a mezza scuola. Meglio far capire alle belle americane che è di mia proprietà…
<< Mi sei mancato amore…>>
<< Pure te…>> mi sussurrò dolcemente all’orecchio, prima di lasciarci un bacio tenero. Lo baciai nuovamente a stampo provocando sguardi invidiosi delle ragazzine del liceo.
 
 
 
 
 
 
 
 
<< Oddio!! Siamo nella città dove si girano le puntate di The Vampire Diaries!! Vivy dobbiamo andarci un giorno di questi! Magari posso incontrare il mio Damon…>> esclamò euforica quella pazza di Céline. Quasi quasi si ritrovava con due cuoricini al posto degli occhi. Era ormai da una mezz’ora che mi assillava con questo Damon che, stranamente, mi ricordai che era lo stesso nome con cui chiamavano Ian quelle pazze scatenate.
Era carina l’università e anche i compagni di corso americani erano simpatici. Si, erano tutti degli amori, tranne quelli del liceo. Per carità, ci portavano rispetto dato che eravamo i più grandi, però non mi piaceva come trattavano i “normali”! Le più insopportabili erano le piccole odiose cheerleaders che si credevano tanto Paris Hilton. E io che pensavo di vedere certe cose solo nei film americani…
Io e Céline ci stavamo aggirando per i corridoi mezzi vuoti, dato che non avevamo niente durante quell’ora, finché la mia attenzione non fu catturata dalle galline postate vicino una finestra.
<< Ho sentito dire che ci sarà una festa del cast TVD! L’entrata è cara, dato che poi quei soldi verranno versati in beneficenza. Beh io ci vado, non mi faccio soffiare l’opportunità d’incontrare il mio Cast preferito!>> esclamò una biondina ossigenata, con una faccia orgogliosa per aver sorpreso le sue amiche.
<< Che cosa?? Ci sarà una festa del cast TVD?!>> ed ecco che parte all’azione la nostra cara Céline… Adieu ma chérie!
<< Si!! Sarà domani sera alle 21.00! L’entrata è di 200 dollari!>> enfatizzò la Barbie con un sorriso a 32 denti. Pff 200 dollari, ma manco fosse gratis ci andrei!
<< Ci devo andare per forza e tu Vivy verrai con me!!>> esclamò autoritaria la mia migliore amica quasi da far paura. Ed ecco che mi ritrovavo come sempre sballottata da una festa all’altra…tipico di Céline!





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Amorine mie!!! ma come state mie care?? piaciuto il capitulozzo?? speriam di si!!
Lo so, sono in ritardo di un giorno! I'm sorry!! spero che almeno il capitolo non vi abbia deluso!
Ci metto tutta me stessa per scrivere qualcosa che piaccia alla gente, ma ovviamente che piaccia anche a me! speeeeeeriamoooo!
Forse avete capito che sono un po' su di giri e sapete perchè?? SONO IN VACANZAA!! nella scuola francese sono appena cominciate le vacanze primaverili e sapete quando rientro?? il 9 MAGGIO!! xD xD lo so lo so! sono fortunata! beh è arrivato il momento di portarmi più avanti con i capitoli!
Alluraa volevo come sempre ringraziare le mie carissime lettrici silenziose che hanno sempre del tempo per la matta Nada, abbracciare ogni singola ragazza che ha messo la storia tra le preferite/seguite/ricordate ed infine...UN BACIONE a tutti i miei tesori che recensiscono i capitoli!! che farei senza di voi ancora non lo so!!
Un Bacione a tutte!!!

SPAZIO DOMANDINA

Una domanda più personale questa : vi siete mai innamorate veramente?? intendo innamorate sul serio! che dite "Ti Amo" dal cuore! che sentite mille brividi non appena vi tocca o che sentite le "famose" farfalle nello stomaco. Io sinceramente no... non mi sono mai innamorata a tal punto anche se ci spero vivamente! sembra una bella cosa... ditemi un po' voi! Raccontate un po' alla vostra cara Nadina Pazzinaa!

Nada650

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 : Tell me why ***




Tell me why


 enchanted Pictures, Images and Photos 




 



Wow… conoscete quella sensazione del cavolo che ti trapana la testa? Quella che ti fa venire tanta voglia di ammazzare qualcuno per far passare il tempo? Quella che ti fa incazzare talmente è barbosa?…si…sto parlando della noia. Aggiungendo il professore d’economia che parlava come un autonomo e della nostra cara Céline che non faceva che tartassarmi la testa riguardo alla fantomatica festa. Ah solo al pensare che avrei incontrato quel mezzo biondino del film, mi faceva vomitare. Giuro che se non fosse per la mia migliore amica non ci sarei andata neanche morta. Sbuffai sonoramente ricevendo in cambio un occhiataccia da alcuni studenti in basso. Secchioni americani di merda… mi girai dietro di me e trovai tutti i miei compagni francesi intenti a scherzare e giocare tra loro. La cosa che mi piaceva di più era che parlavano la nostra cara lingua materna. Ah, si… così mi sentivo più a mio agio e a casa…
<< Oh Vivy dopo andiamo a fare shopping non è così??>> mi chiese elettrizzata Céline, incominciando a muoversi come un anguilla sul posto.
<< Se non moriamo per mano del sig. Morrison, ok!>> risposi annoiata provocando una leggera risatina da parte sua. Il signor Morrison era il professore di economia, se non si era capito, che in quel momento guardava male tutti gli individui francesi nella sala. Perché? Perché eravamo i più casinisti di tutti e la nostra lingua a quanto pare non era ben accetta da lui. Che vada a farsi fottere.
Mi passai le mani sugli occhi stancamente e presi immediatamente a scarabocchiare sul quadernino degli appunti senza interesse. Appunti? Non era scuramente da me...
 
I just wanna feel ok again
I'll bet you got pushed around
Somebody made you cold

 
Lampo di genio! Presi un nuovo foglio del quaderno e incominciai a scrivere il continuo della canzone. Ah adorata ispirazione…
<< Nella fila in mezzo! Signorina le dispiacerebbe farsi un giro nei corridoi e non degnarci della sua preziosa quanto fastidiosa presenza?>> esclamò infastidito e persino ironico il babbuino alias signor Morrison. Alzai la testa per vedere questa famosa signorina sfigata e magari deriderla pure, ma gli sguardi degli altri presagivano il contrario. Guardai confusa dietro di me pensando che stessero fissando qualcun altro nella fila indietro, ma ciò che vidi mi gelò il sangue. Tutti gli sguardi dei studenti erano puntati su di me. Ok che ero una ragazza carina, ma fino a questo punto? O può darsi…
<< Si lei signorina potrebbe uscire? Siamo in classe non in un karaoke!>> enfatizzò il bassotto osando pure battere ripetutamente e nervosamente il piede per terra. Karaoke? Ma che cazzo spara? La mia faccia era un libro aperto dei miei stati d’animo e come da copione, accorse Céline che mi spiegò sottovoce, per non farsi sentire, l’accaduto. Oh cazzo…stupida mania di cantare ogni cosa che scrivevo! Raccattai la mia borsa rimettendoci dentro l’astuccio e il quadernino degli “appunti” e a testa bassa mi diressi verso le uscite. Passando accanto agli alunni riuscii a sentire alcuni mormorii che avevano come protagonista me.
<< Però! Canta bene la biondina!...>>
<< Si canta bene, ma farsi sentire in questo modo?...>>
<< Cazzo quant’è carina! Devo chiederle subito il numero!>>
Rossa come un peperone, uscii dalla sala. Di nuovo arrossita…l’America a quanto pare non faceva per me!
 
 
 
 
 

Ormai la giornata all’università era conclusa, non in bellezza, data la figura magra in economia, ma potevo ben dire di aver passato bene il primo giorno.
Mi diressi stanca verso l’uscita del Perrin con mille pensieri ad affollarmi la testa, finché non mi ricordai di dover mandare un messaggio a Ian.
 
Ehi scemo! Sono Geneviève se non l’hai ancora capito! Ascolta non venirmi a prendere. Shopping con una mia amica! Bacio. G.
 
Rimisi svogliatamente il cellulare in tasca con in mente di poggiarmi sul muro della scuola, quando mi sentii strattonare per un braccio. Mi girai con in mente di dirgliene quattro a quel demente che aveva osato tanto quando mi scontrai con due occhi verdi che mi guardavano stranamente rabbiosi.
<< Hai ricominciato a scrivere per caso?!>> urlò irato Daniel beccandosi alcune occhiate indiscrete da parte degli studenti che ci passavano accanto.
<< Daniel calmati…>>
<< Non mi calmo un cazzo Chantal!>> mi interruppe chiamandomi, come ogni qual volta che si arrabbiava, con il mio secondo nome. Mi girai a guardare accigliata Céline che, ovviamente, se ne stava in disparte a guardare interessata le sue scarpe. Allora era lei ad aver detto a Daniel della mia piccola scenata in aula.
<< Ti avevo detto di non scrivere o cantare più, non farmi incazzare Chantal!>> gridò incavolato Daniel prendendomi per un braccio e strattonandomi violentemente. Ero talmente abituata alla sua ira quando veniva a sapere che cantavo ancora, che non ci feci più caso. Tanto si sarebbe calmato fra qualche ora. La cosa che mi lasciava perplessa era il perché di queste quotidiane scenate?
<< Lasciala stare!>> parlò freddamente qualcuno dietro le mie spalle. Era una voce candida, soffice e dannatamente conosciuta. Mi girai bruscamente verso la fonte di quella voce calma e incolore fino a scontrarmi con dei Ray-Ban famigliari. Anzi tutta la sua figura era famigliare solo che quel cappello bianco, quegli occhiali e quella giacca a collo alto non lasciavano decifrare molto la persona, ma io sapevo già di chi si trattava. Ian…
<< E tu chi saresti?? Chi ti ha interpellato??>> chiese bruscamente Daniel facendomi innervosire più del solito.
<< Taci Daniel.>> diretta e velenosa strattonai il braccio lasciando i due cugini a bocca aperta. M’incamminai sicura di me diretta verso Ian con in mente di rincasare, quando mi sentii nuovamente presa per il polso. Adesso era troppo!
<< Ti ho detto di lasciarla. Cosa non capisci in questa frase? Laisse-la! Capisci così?>> sibilò stizzito Ian mettendosi tra di noi. Era molto più alto di Daniel e poteva tranquillamente stravolgerlo con la sua figura.
<< Ed io ti ho detto chi ti ha interpellato? È la mia ragazza ci faccio quello che voglio!>> ringhiò a denti stretti guardando con occhi di fuoco Ian.
<< La tratti come se fosse un oggetto di tua proprietà, fai schifo…>> detto questo lo lasciò lì prendendomi dolcemente la mano e conducendomi fino alla sua macchina. Stranamente questo suo gesto mi fece venire un crampo allo stomaco che stranamente non riuscii a definire. Salimmo silenziosamente in macchina sotto lo sguardo di migliaia di studenti.
 
<< Non dovevi fare tutta quella scenata…>> sussurrai talmente piano che ebbi quasi paura non mi sentisse. Eravamo arrivati a casa da neanche due minuti. Vidi chiaramente Ian togliersi la giacca e gli occhiali, lasciandosi però il cappello si girò verso di me meccanicamente.
<< Bel ragazzo che ti ritrovi. Adorabile oserei dire…>> mormorò ironico trafiggendomi con il suo sguardo di ghiaccio. Detto questo si defilò al piano superiore non prima di avermi lanciato un’occhiataccia. Ok ed ora che avevo fatto per farlo arrabbiare?
<< Senti Ian, non so ancora perché sei arrivato nonostante il mio messaggio…>>
<< Forse perché me l’hai inviato all’ultimo minuto?>> fece ironico entrando nella sua stanza.
<< Ma non ti avevo detto il mio orario…>> questa constatazione lo fece bloccare sul posto. Touché…ora vediamo che mi risponde!
<< Ehm devo farmi la doccia!>> detto questo si defilò nel suo bagno lasciandomi imbambolata lì come una scema. Ah-ah sono scema, ma non così tanto da lasciar stare! Mi sedetti a gambe incrociate sul suo letto e solo allora mi accorsi di non essere mai stata nella sua stanza. Tutta la camera era impregnata del suo odore alla menta. Ma non era un profumo o robe del genere, era proprio l’odore della sua pelle e la cosa mi faceva stranamente scaldare il mio basso ventre.
Vivy? Svegliati!!Mi alzai in piedi scrollando la testa e avvicinandomi alla libreria appostata vicino alla finestra. Era piena di foto e qualche libro. Presi una foto in mano e dolcemente passai le dita sulla cornice. La foto rappresentava un Ian da bambino senza alcuni denti. La cosa mi fece una tenerezza enorme. Ero follemente innamorata di qualsiasi bambino, bello o brutto anche se i miei occhi li vedevano tutti belli. Presi un’altra foto sempre di lui a 17 anni abbracciato a quelli che dovevano essere i suoi genitori. Guardai una ad una finché il mio sguardo non cadde in una particolare. Era sempre di Ian, ma stavolta abbracciato ad una ragazza bionda. Sorridevano felici all’obbiettivo e sembravano avere una strana complicità. La cosa mi fece aggrovigliare lo stomaco su se stesso, ma non ci feci molto caso. Una foto mi fece sobbalzare dallo spavento. Rappresentava ovviamente Ian, ma sottoforma di vampiro con gli occhi rossi e i canini all’infuori. “Oh no…un altro maniaco di vampiri…” non riuscii a far meno di pensare. Lasciai stare le foto avvicinandomi nuovamente al letto e distendendomi supina su di esso. Guardai la sveglia sul mobiletto accanto a me e constatai che erano le sei passate. Eh si! Anche se eravamo all’università, si studiava comunque tanto! Proprio come in Francia… senza neanche accorgermene mi addormentai, abbracciando amorevolmente il cuscino che odorava fortemente di menta.
 
 
 
Rumore di pioggia…quella danza rilassante di tante goccioline che s’infrangevano su di loro e sull’asfalto, creando un rumore piacevole da sentire. Fu quel rumore a destabilizzarmi dal mio sonno tranquillo. Amavo quando pioveva di notte ed io nel letto al calduccio a dormire tranquilla. Mi girai ancora con gli occhi chiusi finché un respiro caldo non mi accarezzò le labbra. Aprii lievemente gli occhi finché non ritrovai la figura di Ian davanti a me. Ma stranamente dall’altra volta non mi mossi. Anzi rimasi immobile a fissarlo come se fosse la cosa più naturale al mondo, azzardando pure ad accarezzarli il contorno del viso con le punte delle dita. Stranamente in quel momento non mi passò in mente che stessi facendo lì o addirittura perché Ian non mi abbia svegliato. No…il mio sguardo era folgorato dalla sua figura. Il naso dritto, la bocca incurvata in una smorfia tenera, i capelli corvini aggrovigliati tra loro che li davano un aspetto decisamente sexy. Sentii un suo braccio passarmi accanto per posarsi su un mio fianco e spingermi verso di lui. Rimasi in silenzio davanti a quel suo gesto azzardato quanto involontariamente. Rimasi a fissarlo per parecchio tempo finché non mi decisi ad alzarmi per tornare nella mia stanza, lasciando un Ian dormiente. Guardai di sfuggita l’ora. Erano le cinque e mezza. Sentii chiaramente il mio stomaco brontolare dato che la sera prima non avevo cenato. Entrai in camera mia alla svelta per mettermi una tuta veloce. Anche oggi mi aspettava una giornata di scuola e la cosa non mi elettrizzava affatto. Mi girai con intenzione di scendere in cucina, quando la mia chitarra non catturò totalmente la mia attenzione. Un’idea mi balzò in testa facendomi sorridere felice. Armata della mia amata chitarra scesi in cucina a passo svelto. Cucinai un po’ di cosette per la colazione. Torta alle mele, crêpes al cioccolato e dei biscotti. Guardai distrattamente l’ora in cucina. Le 6.45…avevo ancora tempo prima del risveglio di Ian. Presi la chitarra e iniziai a suonare.


 
 

Ci ho provato, mi sono messa in gioco
Puoi pensare che io sia a prova di proiettile ma non lo sono
Tu l' hai presa come una cosa senza importanza, per me lo era
Ed ora sono a terra, e vedo ciò che realmente sei

Sono stanca, non ne posso più del tuo comportamento
Mi sembra di non conoscerti
Dici di amarmi e poi mi abbandoni

E ho bisogno di te come di un battito
Ma sai di essere cattivo con me
Mi porti a nascondermi per cercare protezione quando ti vedo

Ed ecco qui, te e il tuo comportamento
Si, ricordo quello che hai detto l' altra sera
E so che vedi ciò che mi stai facendo
Dimmi, perchè?

Potresti scrivere un libro su come rovinare
Il giorno perfetto di qualcuno
Allora, io sono così e frustrata e confusa
Dimentico quello che stavo per dire,

Sono stanca delle tue ragioni
Non ho nessuno a cui credere
Dici che mi vuoi e poi mi allontani

E ho bisogno di te come di un battito
Ma sai di essere cattivo con me
Mi porti a nascondermi per cercare protezione quando ti vedo

Ed ecco qui, te e il tuo comportamento
Si, ricordo quello che hai detto l' altra sera
E so che vedi ciò che mi stai facendo
Dimmi, perchè?

Perchè devi farmi sentire piccola,
Così puoi sentirti più forte?
Perchè devi distruggere i miei sogni
Così che tu sei tutto ciò che occupa la mia mente?

Sono stanca, non ne posso più del tuo comportamento
Mi sembra di non conoscerti
Dici di amarmi e poi mi abbandoni

E ho bisogno di te come di un battito
Ma sai di essere cattivo con me
Mi porti a nascondermi per cercare protezione quando ti vedo

Ed ecco qui, te e il tuo comportamento
Si, ricordo quello che hai detto l' altra sera
E so che vedi ciò che mi stai facendo
Dimmi, perchè? Dimmi, perchè?

Faccio un passo indietro, ti lascio andare
Ti avevo detto che non ero a prova di proiettile
Ora lo sai

 
 
 
Quando Daniel si arrabbiava con me, ero solita cantare questa canzone. Mi rallegrava in qualche modo. Finito di cantare, salii al piano superiore e quando girai l’angolo, sentii un forte odore di menta, ma non ci feci molto caso. Rimisi la chitarra al suo posto con estrema cura. Presi dei vestiti velocemente e mi vestii. Una canottiera nera con sopra una giacca beige di pelle, dei pantaloni bianchi e delle ballerine anch’esse beige di pelle. Mi truccai leggermente ed infine scesi giù in cucina per una bella colazione. Trovai già un Ian sorridente a mangiar di gusto le mie delizie.
<< Buongiorno!>> esclamai euforica dirigendomi al frigo per prendere il succo d’arancia.
<< Buongiorno…>> rispose pensieroso, ma sorridente leggendo il giornale e sorseggiando il suo caffè. Mangiammo in silenzio ognuno preso nei pensieri propri. Mi ricordai che quella sera c’era la festa del cast di The Vampire Diaries, ma visto che avevo non propriamente litigato con Céline, potevo tranquillamente non andarci. Però se facevo così le dimostravo che era per colpa sua che non ci sarei andata. Sospirai sorseggiando il succo e ritornando nei miei pensieri. Va beh, non mi costava nulla andarci! Si 200 dollari, ma almeno mi svagavo e magari incontravo qualche attore figo…non il biondino per carità! Si, ci sarei andata!
 
La giornata all’università passò stranamente velocemente. Quel giorno non avevo tante ore come anche il mercoledì che ne avevo solo due nel pomeriggio. Non parlai con Céline o con Daniel. Non mi sedetti accanto a nessuno. Non volevo parlare con nessuno di loro due. Ripensai a stanotte molte volte. Alla mia audacia nell’accarezzare Ian, ma perché l’avevo fatto precisamente?
Ian mi venne di nuovo a prendere all’uscita, coperto fino alla punta dei capelli come se qualcuno potesse riconoscerlo. Che pazzo che era…
Parlammo del più e del meno in macchina. Mi chiese come avessi passato la mia giornata a scuola e solo in quel momento mi accorsi di non avergli mai chiesto che lavoro praticava. Dopotutto doveva essere ricco data la grandezza della villa. Glielo chiesi, ma stranamente non volle rispondere alla mia domanda innocente. Lasciai stare anche se un po’ infastidita. Questa era la prova tangente che non si fidava pienamente di me. Mica era un trafficante di droga? Quella opzione mi balenò in testa facendomi rabbrividire sul posto. Almeno in questo modo si spiegava la presenza di così tanti soldi… arrivati a casa, mi diressi a passo svelto in camera mia.
<< Senti Geneviève devo uscire adesso! E non so quando ritornerò…>>
<< Ok, tanto anche io non ci sarò. Invitata da una mia amica!>> esclamai mentendo alla grande. Non volevo che venisse a sapere della festa. Lo vidi uscire svelto di casa richiudendosi la porta alle spalle. Bene…avevo tutto il pomeriggio per prepararmi!
 
 
 
Gemetti frustrata nel vedermi allo specchio. Era tutto il pomeriggio che provavo vestiti su vestiti, ma nessuno mi piaceva veramente. Un’idea folle mi balzò in testa. E se… uscii dalla mia camera diretta nella soffitta. Una volta mentre pulivo la casa mi capitò di ritrovarmi nella soffitta. Era piena di vestiti sia maschili che femminili. Magari potevo trovare ciò che mi serviva! Tanto a  Ian non gli sarebbe dispiaciuto…
Cercai disperata nella soffitta, ma non trovai niente di speciale. Sbuffai sonoramente tirando un calcio a un cartone rossiccio e facendolo rivoltare. Accidenti! Mi toccava mettere quel vestito verde che mi arrivava fino a sotto le ginocchia! Sbuffai di nuovo quando sentii un carillon accendersi. Ok…sembrava tanto un film dell’orrore e la musichetta inquietante non aiutava affatto. La melodia proveniva dal cartone rosso. Lo rigirai cautamente prendendo di slancio il carillon e aprendolo meglio. Era carino, anzi molto bello. Tutto perennemente blu con qualche stella brillante sui lati. Dentro c’era uno specchio, ma la cosa che mi lasciò a bocca aperta fu un anello. Un semplice anello dove vi era rappresentato una chiave musicale. Me lo misi al medio della mano sinistra guardandolo incantata. Era bellissimo. Mi alzai in piedi, ma nel farlo la scatola si rovesciò nuovamente facendo vedere un pezzo di seta blu. Incuriosita, presi cautamente la stoffa mettendola davanti a me. Non era della semplice stoffa, era un vestito. Un vestito di seta blu notte. Lo presi in mano insieme al carillon e ritornai di fretta in camera mia. Mi misi davanti allo specchio col vestito in mano. L’annusai per paura di trovarlo ammuffito, ma l’odore che vi trovai era ben altro. Odorava di freschezza e di viole. Indossai il vestito eccitata all’idea nel aver trovato quello giusto per me. Mi guardai incantata allo specchio. Il vestito mi accarezzava dolcemente le gambe a metà coscia o giù di lì. Era composto da due parti. La prima cadeva leggera sulla mia pelle, mentre l’altra mi copriva il seno fino a metà coscia e da lì prendeva una rotazione armoniosa sul mio fianco. Era bellissimo, incantevole…non avevo parole per descriverlo. Mi truccai leggermente con l’eyeliner nero e il mascara blu. Un velo di fondotinta e rossetto rosa pallido. Cercai le scarpe nella mia cabina armadio e ne trovai alcune perfette da abbinare con il vestito. Erano grigie tacco 8 con un fiocco di pietrine grigie. Presi un po’ di brillantini argentati e me li misi leggermente sul viso, sulle palpebre e sul petto. Presi una borsetta blu piccolina e ci misi dentro lo stretto necessario, portafoglio, documenti, telefono e il bigliettino con su scritto l’indirizzo del luogo.
  Vestito
 
 
 
 
 
<< Grazie.>> ringraziai al tassista scendendo a gambe unite dal veicolo. Mi guardai spaesata intorno finché non riuscii ad intravedere il luogo della festa. la festa era situata dove si effettuavano le riprese del telefilm, solo con parecchie modifiche. M’incamminai spedita verso l’entrata illuminata. Trovai un omone a fare da Bodyguard e a quanto pare era lui a prendere i soldi degli ospiti.
<< Buonasera.>> salutai educatamente pagando l’entrata ed addentrandomi definitivamente nel gran salone. Mi guardai attorno estasiata. Tutto era illuminato e stranamente c’era aria di altri tempi. Riuscii ad intravedere alcune compagne del mio corso e, sfortunatamente, a vedere anche Céline con Daniel. M’incamminai verso il buffet quando mi sentii d’un tratto spinta in avanti. Mi girai confusa e con un moto di rabbia, ma che si affievolì non appena due occhi coccolatosi dispiaciuti non si scontrarono con i miei.
<< Oddio scusa, ma questo scemo di Paul non fa altro che spintonarmi addossi alle persone! Sai, per dispetto!>> ridacchiò la ragazza fulminando scherzosamente con gli occhi il famigerato Paul. Mi girai con un sorriso dipinto sulle labbra, ma che scomparve non appena notai il mezzo biondino. Mmmh… non male dal vivo però…
<< Sei te che mi hai buttato il cocktail sulla giacca!>> si difese Paul beccandosi una leggere gomitata dalla bruna.
<< Non è un buon motivo per far passare maleducata una giovane fanciulla!>> lo ripresi scherzosamente, facendoli scoppiare a ridere.
<< Wow la prima volta che parlo ad una persona civilmente, senza che mi salti addosso!>> esclamò Paul guardandomi sorridente.
<< Non vedo perché dovrei farlo! Dopotutto non seguo questa serie, non so neanche il tuo nome! Ma so che reciti in questa sitcom…>>
<< Pure io se è per questo!>> fece notare la piccolina sorridendo divertita.
<< Davvero??>> chiesi ingenuamente. Parlai con loro per molto tempo e scoprii che la piccola bruna si chiamava Nina ed era la protagonista della serie insieme a Paul. Mi raccontarono com’è essere in un set e recitare e la cosa mi entusiasmò non poco. Mi parlarono persino della serie e, sinceramente, la trovai molto bella. Mmmh… forse incomincerò pure io a guardarla…
Simpatizzai subito con i due, talmente tanto che m’invitarono il giorno dopo alle loro riprese.
<< Bene signori e signore! Come ben sapete questa è una festa di beneficenza, ma sappiamo tutti che è dedicata ai nostri bei attori! Bene un applauso per loro!>> applaudimmo tutti quanti rumorosamente.
<< Bene ora li chiamerò uno ad uno! Nina Dobrev, la nostra bellissima Elena!>>
<< Vado!>> mi sussurrò dolcemente sorridendo e salendo in fretta sul palco.
<< Il nostro bel vampiro Stefan Salvatore interpretato da Paul Wesley!>> mi girai verso di lui sorridendo e come risposta ricevetti una pacca amichevole da parte sua.
<< Il nostro sexy, bello, affascinate vampiro sadico che tutti voi conoscerete!>> sbagliato, io non lo conosco… << Il nostro Damon Salvatore interpretato da…>> mi guardai le unghie annoiata trovando persino un difetto dello smalto blu << Ian Somerhalder!>> mi gelai sul posto non appena sentii quel nome. Sentii gli occhi appesantirsi e lo stomaco fare varie capriole. Alzai lo sguardo aspettandomi il peggio che, sfortunatamente avvenne. Lo vidi salire sul palco con il miglior sorriso che avevo mai visto da lui. Lo vidi guardare malizioso il pubblico con un cipiglio sul viso. Tutte le ragazze sul posto non facevano che dimenarsi e urlare ripetendo come sceme “ Ian I love you!”. Lo vidi guardare una ad una finché il suo sguardo, penetrante quanto maledettamente malizioso, non cadde su di me e lì si fermò. Lo vidi passare da ruba cuori a cane indifeso. Sentii la stanza girarmi attorno e un moto di rabbia si fece largo in me. Prendendo la mia borsa, mi diressi spedita fuori dalla sala. Sentii che stavano ancora presentando altri attori che salivano poco a poco sul palco, ma a me non me ne fregava più niente. come aveva potuto?! Perché non me l’aveva detto sin dall’inizio?! Ok, mi aveva detto che il suo hobby era recitare, ma non pensavo che fosse un attore di fama mondiale! Bastardo! Piccolo pezzo di…
<< Geneviève…>>






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Ragazze mie come state?? I'm so happy girls!!!
Alluraa, avrete visto che questo capitolo è moooolto più lungo del solito! spero solo che non vi abbia annoiato :(  e qualche recensione è la benvenutaaa!! Volevo anche dire che sono davvero dispiaciuta che non ho potuto recensire e leggere le vostre storiee! Sorryyy!! :( :( mi rifarò al più presto non appena avrò anche aggiornato Enchanted!! Giuro che ritornerò alla caricaaa!
Volevo anche ringraziare ogni singola e dolce ragazza che ha sempre del tempo per la nadina pazzina! Abbracciare le mie care lettrici che hanno messo questa storia pazza tra le preferite/seguite/ricordate ed infine...UN BACIO INFINITO alle mie care che recensisconoo! Questo capitolo è dedicato a voi!! Grazie di tutto!! non so che farei senza il vostro appoggio!!
Un Bacioneee!



Spazio Domandina :

Qual'è la vostra paura più grande?? Io?? Un ascensore stretto che si blocchi d'un colpo! Ahhhh soffro di claustrofobia!!  è la cosa peggiore che mi possa capitare! Al solo pensarci mi viene un'ansia...

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 : Una giornata insieme ***





Una giornata insieme



 color splash Pictures, Images and PhotosDamon Salvatore Pictures, Images and Photos

 I veri amici sono quelli che si scambiano reciprocamente
fiducia, sogni e pensieri, virtù, gioie e dolori;
sempre liberi di separarsi,
senza separarsi mai.
~ A. Bougeard

 

 

Delusione…solo e semplice delusione verso colui che reputavo un nuovo amico. Colui che mi consolò quella notte di settembre. Cercai a stento di trattenere le lacrime cercando di mettere su una faccia dura, degna del mio carattere. Abbassai la testa stringendomi le spalle. Un attore di fama mondiale. Ecco cos’era. Un attore con appresso miriadi di ragazzine in calore che ripetevano il suo nome d’arte come ossessionate. La cosa che mi fece ridere era che io, Geneviève Chantal Hubert, abitavo nella stessa casa dell’idolo della popolazione femminile. Pazzesco.

 

<< Geneviève…>> era la seconda volta che mi chiamava con la sua voce calda e candida, però senza ricevere nessuna risposta dalla sottoscritta. La rabbia si placò per un attimo, lasciando però il posto ad una forte gelosia. Si, gelosia. Perché lui era riuscito a realizzare il suo sogno con successo, mentre io ero ancora qui, a studiare e farmi una testa solo per soddisfare i bisogni dei miei genitori. Commercio internazionale? Ma stiamo scherzando? Non so neanche cosa voglia dire! Sentii la sua mano posarsi delicatamente sulla mia spalla nuda, facendoci pressione per girarmi vero la sua possente figura. Il mio primo pensiero nel vederlo fu “Bellissimo”, perché in quel momento lo era. Forse più delle altre volte. Con i suoi capelli corvini più aggrovigliati che mai su se stessi e con i suoi occhi umidi di quel azzurro irreale. Non mi accorsi nemmeno di star piangendo finché un suo dito non cancellò via una lacrima. Volevo spaccargli la faccia, proprio come il nostro primo incontro, ma non ce la facevo. Dopotutto perché stavo piangendo? Non mi aveva mica ucciso i genitori! Però era inevitabile piangere, mi trovai ormai abituata a farlo davanti a lui. Vidi il suo sguardo indugiare per un attimo sul mio corpo e ritornare subito dopo a bruciarmi sul posto.
 
<< Ti sta molto meglio di mia zia il vestito…>> soffiò sulle mie labbra aprendosi in un sorriso timido. Perché non riuscivo ad arrabbiarmi come prima? Erano forse i suoi occhi a tenere a bada il mio spirito bollente? Dovevo fare qualcosa e alla svelta! Non potevo rimanere come un ebete a contemplare la sua figura divina immaginando chissà cosa. Dopotutto mi aveva tenuto segreto una cosa così importante!
 
<< Non cambiare argomento…>> sussurrai stizzita guardandolo truce. Modalità acido yogurt con aggiunta di limone : On.
Lo vidi scrollare le spalle e guardarmi stanco.
 
<< Lo so, dovevo dirtelo dall’inizio, ma non ho avuto modo! Nel senso che…si, insomma…è colpa di…non lo so, ti giuro! È…>> cercava invano di aggrapparsi sugli specchi senza farsi sgamare. Povero illuso. Dovevo essere cieca e sorda per non capire che era decisamente in imbarazzo e in colpa. Lo guardai con un sopraciglio alzato, cercando di nascondere più che potevo il sorrisino sulle labbra. Mi faceva quasi pena vederlo intento a giustificarsi impacciato, peccato che non ne aveva di giustificazioni. L’errore l’aveva fatto e tanto meglio lasciar perdere, perché mancava sicuramente poco che scoppiasse in una crisi isterica. Senza neanche accorgermene, il mio indice si avvicinò alle sue labbra bloccandole di colpo. Lo sentii chiaramente rabbrividire dopo il mio tocco, ma feci finta di niente.Sarà sicuramente per il freddo…
 
<< Basta va che rischi di scoppiarmi a piangere sulle braccia!>> esclamai sorridendo, ma rimanendo sempre con uno sguardo ammonitore. Fece per parlare, ma lo bloccai nuovamente.
 
<< Per ora me ne sto zitta, ma non è finita caro il mio Damon…dovrai farmi alcune cosette per farti perdonare!>> enfatizzai concludendo il tutto con un occhiolino. Eh si! Non è finita qui vampirello dei miei stivali!
 
 
Era sabato pomeriggio. Non ero più andata alle riprese dato che la scuola prendeva la maggior parte del mio tempo. Ma Nina non mollava proprio! Mi aveva invitata per mercoledì e io accettai molto volentieri, senza ovviamente rivelarlo a Daniel. A proposito, era dalla scenata davanti alla scuola che non ci parlavo più. Per almeno una settimana non dovevo avvicinarmi, soprattutto perché venne anche a conoscenza del mio coinquilino e di cosa successe alla festa. In quei pochi giorni avevo fatto patire l’inferno a Ian. A prescindere dal fare il bucato e a stirarmi tutti i vestiti, fino a farmi dei massaggi anti-stress che tra l’altro, poverino, aveva dovuto persino fare dei corsi con degli istruttori orientali. Mi divertivo una maniera assurda nel vederlo sgobbare dalla mattina alla sera e a volte mi capitava di pensare il perché facesse tutto questo. Voleva rimediare alla sua gaffe o semplicemente non sapeva che fare? Se ci fosse stato qualcun altro al suo posto mi avrebbe già mandato a quel paese da tempo! Quel caro sabato pomeriggio decisi di dedicarmi totalmente alla TV. Armata di telecomando e popcorn, decisi d’iniziare la prima serie di TVD. Guardai ben cinque puntate di seguito e la cosa fu devastante per me. In poco tempo m’innamorai totalmente di Damon e la cosa fu sconcertante. Da quando pronunciò la sua prima frase “Hi brother” sentii lo stomaco fare mille capriole insieme al mio cuore e ballare insieme la cucaracha. Proprio quando finì la quinta puntata, vidi Ian entrare a casa con la spesa tra le mani.
La mia domanda uscì di getto.
 
<< Perché non sei come Damon Salvatore?>> la mia domanda fece quasi cadere Ian sulla soglia della porta.
 
<< C-come scusa?>> chiese spaesato entrando definitivamente a casa. Porca paletta, mi veniva strano vedermelo davanti, visto che neanche pochi minuti fa gli sbavavo dietro lo schermo.
 
<< Perché non sei come Damon? Mi sarei innamorata di te già da subito.>> dissi senza neanche pensarci due volte. Lo vidi chiaramente irrigidirsi e guardarmi come non aveva mai fatto in vita sua.
 
<< Come mai?>> chiese incolore mettendo la spesa in cucina voltandomi le spalle. Mi alzai in piedi avvicinandomi a lui. Con un balzo mi sedetti sul ripiano in marmo davanti a lui.
 
<< Perché diciamo che Damon rientra nei miei canoni. Sarebbe l’uomo perfetto per me…>> ribadii mettendo su uno sguardo pensieroso. Lo vidi guardarmi intensamente sfiorando accidentalmente la mia coscia nuda con la sua mano. Un lungo brivido percorse entrambi, ma che tutti e due ignorammo.
 
<< Allora che si fa oggi?>> domandai riacquistando la mia energia di sempre e tralasciando l’argomento “ Damon my new infatuation”.
 
<< Avevo pensato di uscire un po’, farti vedere il posto com’è, così quando ritornerai in Francia avrai un buon ricordo di Atlanta!>> povero illuso, o dovrei dire poveri illusi, dato che non sapevano cosa il futuro li riservava.
 
<< Oh, quasi dimenticavo, dobbiamo anche passare dal veterinario!>> esclamò schiaffeggiandosi la fronte e guardando pensieroso fuori dalla finestra.
 
<< Oggi è sabato 27, no?>> mi chiese non veramente interessato dato che era ovvio che sapeva la risposta. Annuii lo stesso confermandogli la data.
 
<< Come mai il veterinario?>> azzardai a chiedere con sguardo scrutatore, sperando vivamente in una sua risposta completa e veritiera.
 
<< Lo scoprirai da sola!>> si defilò in camera sua, non appena mi fece un occhiolino che presagiva decisamente seri guai.
 
 
 
 
 
<< Ok, ora dimmi il programma del giorno. >> chiesi autoritaria già postata sul sedile anteriore.
 
<< Come inizio volevo andare dal veterinario, secondo portarti al mare ed infine mangiare qualcosa fuori…che te ne pare?>>
 
<< È un appuntamento? >> chiesi innocentemente ad un tratto come se fosse la cosa più naturale da dire. Come risposta di Ian fu una mezza frenata che mi fece quasi schiantare contro il parabrezza. Fortuna che c’era la cintura di sicurezza…
 
<< Non ti montare la testa! È solo un uscita tra amici! Si, tra amici…>> disse cercando di essere spavaldo, ma con scarsi risultati.
 
<< Ah ah! E perché hai la tremarella?>> chiesi birichina indicandolo.
 
<< La vuoi smettere?! Mi innervosisci!>> esclamò incavolato lanciandomi uno sguardo di fuoco.
Sospirai guardandolo sorridente. Era sia diverso che uguale a Damon. Avevano tutti e due qualcosa che li accomunava, mettendo a parte l’aspetto fisico ovviamente.
 
<< Sei un amore quando t’innervosisci!>> esclamai divertita lasciandolo totalmente di stucco.
 
Pov. Ian
 
<< Sei un amore quando t’innervosisci!>>
Non ci potevo credere. L’aveva rifatto! Mi aveva totalmente lasciato di nuovo a bocca aperta. Quella ragazza non si conteneva. Ogni cosa che pensava lo diceva senza pensarci, fregandosene altamente della reazione del suo interlocutore. La cosa mi faceva incazzare, ma allo stesso tempo incuriosire. In 32 anni non avevo mai conosciuto una ragazza come lei prima d’ora. Non riuscivo a decifrare totalmente il suo carattere perché anche se era euforica e aperta con tutti, non assecondavi mai ciò che poteva dire da un momento all’altro. Da una parte era una cosa buona. Almeno sapevo che ciò che diceva era tutto veritiero, ma dall’altra parte era un male. Poteva ferire una persona con poche parole senza accorgersene. Le servirebbe un leggi pensiero per tenerla a bada. Rimasi zitto per tutto il viaggio. Da una parte rimuginavo ancora su ciò che disse Geneviève, mentre dall’altra ero eccitato di rivedere il mio Moke. Erano da ben due settimane che non lo vedevo. Colpa mia dopotutto! Ero io che lo viziavo e gli facevo mangiare ogni cosa che mi capitava di mano, fino a farlo letteralmente scoppiare. Il suo stomaco ormai era grande quanto un gatto di parecchi mesi e abbiamo dovuto fargli fare una “dieta” perché possa ritornare normale. Pff mai sentito di un gatto obeso che deve per forza fare una dieta, tranne che il mio. Sbuffai parcheggiando la macchina davanti al veterinario e dicendo a Vivy di rimanere pure in macchina ad aspettarmi.
 
 
Pochi minuti dopo ero già di ritorno con un Moke decisamente dimagrito. La faccia di Geneviève era totalmente stupita nel vedere il mio gatto sulle mie ginocchia. Senza darmi il tempo di presentarle il mio gatto storico, lo prese di getto cominciando a coccolarlo. Stavolta fui io a rimanere stupito davanti quella scena. Si era completamente innamorata di Moke in pochi secondi! Manco con Nina riusciva a prendere confidenza e diciamocelo, lei l’odiava perché la graffiafa sempre. In quel momento Geneviève aveva occhi solo per lui e la cosa mi provocò un certo fastidio.
 
Oh andiamo Ian! Sei geloso del tuo gatto per caso?
 
<< Oh ma che bello!... Che tenero!...Che amore!...>> non faceva altro che ripetere nomignoli affettuosi con voce squillante a quello che reputavo il mio di gatto, ma che preferiva evidentemente la compagnia di Geneviève che la mia. Partii sbuffando cercando d’ignorare i gridolini della mia coinquilina e le fusa del mio ormai ex-gatto bello accoccolato tra i suoi seni. Ma guarda quant’è furbo quel piccolo sacco di pulci!
Arrivammo dopo venti minuti al mare. Era sempre vuoto, nessuno ci andava perché l’acqua era costantemente fredda e il tempo non era sempre dei migliori.
 
<< Wow, spiaggia deserta…mi vuoi uccidere e buttarmi in mare per caso?>> chiese ironica uscendo dall’abitacolo della macchina con appresso Moke. Uscii a mia volta affiancandola e dirigendola verso la spiaggia scuotendo la testa. Che fantasia troppo spinta…
Passammo così la nostra prima di una lunga serie giornata insieme. Moke rimaneva sempre davanti a noi giocando con la sabbia e cercando di accappiare i granchi. Parlammo del più e del meno. Le raccontai della mia vita prima di essere attore, di quando entrai a fare parte del Cast di “Lost”, dei miei numerosi film tra cui “Pulse” che aveva persino visto, ma che non si ricordava che ero io l’attore principale assieme a Kristen Bell.
 
<< Caspita! Modello…dovrebbe essere un’esperienza indimenticabile!>> esclamò sognante guardando incantata il tramonto. Ci eravamo fermati da un bel po’ e ci eravamo seduti sulla sabbia umida.
 
<< Non male. Mi capita ancora oggi di fare alcune sfilate… Sai che potresti diventare anche tu una modella? Sei abbastanza alta e anche magra e la bellezza non manca…>> l’ultima parte la dissi a bassa voce, ma lei lo senti comunque lanciandomi un’occhiata maliziosa che venne prettamente ricambiata da me.
 
<< Ti ringrazio per il complimento, ma non è il mio sogno…pensare di fare sfilate delle volte mezza nuda non mi alletta molto.>> parlò lentamente corrucciando il naso. Rimasi per un momento a fissarla intensamente. I leggeri raggi solari giocavano con le sue iridi color zaffiro rendendoli quasi grigi. I capelli erano tenuti da uno chignon fatto malamente, ma che le dava un tocco di bellezza e classe. Era una ragazza molto bella e con le sue doti diventava molto più affascinante ai miei occhi.
 
<< E quale sarebbe il tuo sogno?>> chiesi già sapendo la risposta.
 
<< Lo sai già!>> esclamò sorridente spintonandomi leggermente. Come non detto…
 
<< E perché non vuoi realizzare i tuoi sogni?>> chiesi innocentemente guardandola attentamente e analizzando ogni suo minima mossa. Da rilassata e solare, a rigida e distaccata. Mi affascinava sempre di più quella ragazza. Il suo comportamento poteva cambiare da un momento all’altro. Sperai che rispondesse alla mia domanda anche se sapevo già la risposta, ma preferivo sentirmelo dire da lei. E poi dovevo comportarmi da finto tonto per non essere colto in fragrante che sapevo metà della sua vita, no?
 
<< Motivi…famigliari.>> mormorò fredda abbassando lo sguardo verso Moke che stava dormendo beato tra le sue gambe. Aprì la bocca per ribattere quando fui bloccato dallo vibrare del mio telefono. Sbuffai prendendolo in mano e osservando che era un messaggio da parte di Nina.
 
Ciao amore! Scusa, ma stamattina ho dovuto prendere il primo aereo per New York quindi per tutto il week-end non ci sarò! Ti spiego poi il motivo quando torno! Un Bacio, Ti Amo :*
 
Di nuovo. Era partita di nuovo per New York mandandomi un misero messaggio che mi riferiva la sua partenza. Era la quarta volta in due settimane che ci andava per suo fratello e tutte le sante volte con una scusa. La prima volta era perché non lo vedeva dall’estate, poi perché si era ammalato gravemente ed infine perché la sua ragazza l’aveva mollato…ed ora? Si era amputato la gamba per far venire di corsa sua sorella?
 
<< Qualcosa non va?>> chiese Geneviève riacquistando un po’ della sua vivacità di sempre e accarezzando dolcemente il pelo del mio gatto.
 
<< Nina…nuova partenza per New York!>> risposi sbuffando nuovamente e coricandomi sul telo. Scoppiò a ridere beccandosi una mia occhiataccia. Beh almeno le avevo fatto tornare il sorriso…
 
<< E perché stavolta? Gli è morto il pesciolino rosso e vuole un supporto morale?>> chiese divertita riferendosi al fratello della mia ragazza e sdraiandosi a sua volta. Scoppiammo a ridere di gusto all’unisono, immaginandoci il motivo della sua partenza finché la nostra attenzione non fu catturata da una stella cadente.
 
<< Guarda, una stella cadente! Dai esprimi un desiderio!>> esclamai girando la testa verso di lei e incitandola ad esprimere il suo desiderio. La vidi chiudere dolcemente gli occhi e aprirli dopo una manciata di secondi.
 
<< Allora che hai espresso?>> chiesi curioso senza mai distogliere lo sguardo dalla sua figura.
 
<< I desideri non vengono detti ad alta voce!>> affermò guardando incantata il cielo stellato.
 
<< Eddai dimmelo! Giuro non lo dico a nessuno!>>
 
<< Ma anche no! Poi non si avvera!>> enfatizzò spazientita dalla mia testardaggine.
 
<< Ah è così… Vediamo come la metti ora!>> mi misi sopra di lei incominciandole a fare il solletico sui fianchi.
 
<< Io n-non s-s-soff-fro il s-solle-etico…>> sbiascicò prima di scoppiare in una risata fragorosa. Incominciò pure lei a farmi il solletico sulla pancia facendomi ridere come non avevo mai fatto in vita mia. In un mio momento di distrazione si mise in piedi e incominciò a correre per la spiaggia.
 
<< Dai prendimi se ci riesci!>> mi urlò correndo al contrario. Mi alzai e la inseguì velocemente ridendo spensierato.
 
 
 
 
Pov. Geneviève.
 
<< Dai prendimi se ci riesci!>> gli urlai incominciando a correre al contrario. Lo vidi alzarsi velocemente dal telo e togliersi le scarpe alla svelta. Presi l’occasione per lanciare le mie infradito all’aria e incominciando subito dopo a correre per davvero. Non mi ricordai di aver mai riso così tanto in vita mia. In quel momento c’ero solo io e Ian. Non c’era Daniel o Nina. Solo due amici che si erano appena incontrarti e volevano solo passare il massimo del tempo insieme prima che le loro vite ritornino impossessate dai propri amori. Mi arrivò alla svelta e, prendendomi alla sprovvista, mi caricò sulla sua spalla dirigendosi pericolosamente al mare. Feci due più due e sbiancai davanti alla conclusione che mi attendeva incominciando subito dopo a dimenarmi come un’ossessa.
 
<< Ian, ti prego lasciami! Giuro che ti svelerò il mio desiderio, ma non gettarmi in acqua! Sarà ghiacciatissima!>> supplicai guardandolo con i miei migliori occhioni da far invidia al gatto di Shrek.
 
<< Troppo tardi darling! Avevi tempo prima per svuotare il sacco!>> esclamò cocciuto dirigendosi sempre di più verso l’acqua quasi nera dal buio.
 
<< Mi prenderò un accidenti Ian!>> non volevo prendermi un malanno e dover stare assente ai miei corsi solo per una sciocchezza!
 
<< Eh vabbeh ce lo prenderemo entrambi!>> mi assicurò con non curanza della questione. Alzai un sopraciglio davanti alla sua constatazione.
 
<< Come ce la prenderemo entr…>> neanche a finire la mia frase che mi ritrovai sotto l’acqua gelata con appresso Ian che mi teneva per i fianchi. Salii subito in superficie cominciando a tremare e sclerale contro quell’imbecille che si definiva l’attore più figo ed intelligente di Hollywood.
 
<< Ma sei scemo o cosa?!>> gli urlai contro con voce tremante dal freddo. E ci credo! Ci saranno stati a malapena 5 gradi in acqua e io portavo solo una maglia a maniche lunghe a rete quasi trasparente con dei pantaloncini corti di jeans! In risposta incominciò a spruzzarmi l’acqua come un bambino di quattro anni. Ok, afferrato il concetto : era totalmente e irrimediabilmente scemo! In risposta alla provocazione, incominciai a spruzzarlo a mia volta. Continuammo così per parecchio tempo finché, sfiniti, non uscimmo dall’acqua tremanti. Raccattammo il telo e quella palla di pelo di Moke. Entrammo subito in macchina accendendo il riscaldamento e asciugandoci piano piano. Incominciai a insultalo e prenderlo in giro per scherzo e lui intanto sorrideva.
 
<< Secondo te ci accetteranno ad un ristorante di lusso se li piombiamo davanti conciati così?>> chiese ironico girandosi verso di me con sempre il solito sorriso strafottente stampato sulle labbra.
 
<< Se li riveli chi sei, penso proprio di si, ma visto che non voglio finire nei giornali di Gossip direi che è meglio mangiare una buona pizza a casa!>>
 
<< Si, sono pienamente d’accordo…>> concluse prendendo subito dopo la strada di casa. Non pensavo che passare una giornata con Ian fosse così divertente. Era un uomo davvero fantastico e un buon amico che potrei scommetterci non avrei mai trovato in vita mia. Sapeva essere gentile ed educato, rompiscatole e acido, divertente e simpatico. Non era la perfezione fatta in persona, ma come disse Marilyn Monroe:  L'imperfezione è bellezza, la pazzia è genialità, ed è meglio essere assolutamente ridicoli che assolutamente noiosi.Peccato che sarei stata io stessa a troncare la nostra amicizia…



* Moke è il vero nome del gatto di Somerhalder! Eccovi una sua foto tra le braccia di Ian : Moke      Non è un amore??
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Spazio Naduzzz : ( che immaginazione del cavolo -.-")


Ehii girls! Come avete visto ho cancellato l'avviso dell'altra volta ;) Scusate per il mio tremendo ritardo, ma dati gli esami non potevo scrivere anche se l'ispirazione mi stava decisamente distraendo dagli studi :P Bene ho postato un capitolo fatto in meno di tre secondi senza neanche essere rivisto per bene. Perchè? Facile : DEVO ANDARE A STUDIAREEE! La scuola è finita, ma i scritti ce gli ho il 22 e 23 :S Auguratemi buona fortuna ragazzi perchè non so se ce la posso fare! Pensando che è tutto in francese mi mette su un'ansia... Spero comunque che il capitolo vi sia piaciuto! L'ho scritto alla veloce e seriamente non ero propensa a postarlo, ma vi ho fatto aspettare fin troppo dunque mi sono decisa a farvi leggere questa mezza cacchetta. Spero che non vi abbia deluso in qualche modo :( Ma è da tanto tempo che faccio solo temi in francese e ritornare all'italiano mi ci è voluto molto!
Bene passiamo ai ringraziamenti! Grazie a tutte le mie care lettrici silenziose che hanno un poè di tempo da dedicare a me, a tutte le mie bellissime fanciulle che hanno messo la mia storia tra le preferite/seguite/ricordate e un gros calin à mes chérieeees!! ( un grande abbraccio ai miei amori xD) che hanno recensito il capitolo precedente! Scusate se non vi ho risposto, ma non ho neanche il tempo per grattarmi la testa! ^___^ dunque vi dico solo " Grazie mille per l'appoggio e spero che il capitolo vi sia piaciuto lo stesso!"
Bisou à tous!!




Spazio Domandina :

Avete qualche migliore amico/a?? Io ne ho uno e gli voglio un bene dell'anima! C'è sempre stato nei momenti di bisogno e mi sopporta sempre quando ho i miei momenti di sclero! xD Seriamente un ragazzo così ( che tra l'altro ha 3 anni più di me) non si trova facilmente! Unico in tutto e per tutto... e voi? Qualche migliore amico che vi è sempre rimasto accanto ce l'avete? Raccontatemi carissimee!

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Capitolo 12
*** Avviso Non Importante :3 ***


Avviso non importante :3


Io sono strana forte -.- 
Non ci doveva neanche essere questo avviso, ma mi sento obbligata a postarlo...
Tranquilli, la storia non verrà nè sospesa nè cancellata ;) Non ho potuto continuarla per mancanza di tempo tutto qui...
Sono successe talmente tante cose che non ho potuto dedicarmi alle mie storie...penso che prima posterò "Tutto grazie a Twitter" dato che il secondo capitolo l'ho già iniziato...per quanto riguarda My Dreams provvederò a continuarla e non deludervi ;)
Scusatemi per il mio ritardo madornale! Non pensavo di tardare così tanto nel postare :P ma vi giuro che non ho avuto tanto tempo per dedicarmi alle storie... SCUSATE...
Ritornerò il prima possibile!!
Un Bacio a tutte e spero di non deludervi in futuro! <3 

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Capitolo 13
*** Ultimo Avviso... Tornerò Sabato ***


Ragazzi mi sento in colpa -.- Ma davvero tanto .. il fatto di non aver aggiornato dall'estate mi fa sentire male.. Sabato prendo le vacanze e spero di poter continuare la storia e postare! <3 Mi manca scrivere, mi manca EFP, ma soprattutto mi mancate voi con le vostre stupende recensioni che mi portano sempre ad aggiornare con piacere! Ritornerò solo ed esclusivamente per voi e per sentire quella frenesia straordinaria percorrermi le vene mentre scrivo <3 TORNERO' !

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Capitolo 14
*** Verità Nascoste ***




Inizio con chiedere umilmente perdono ç__ç lasciarvi così di tutto punto, non è un gesto che mi rende orgogliosa... ecco il capitolo é.è cortino ma non volevo lasciarvi senza nulla... Spero che sia di vostro gradimento fanciulle mie


Verità nascoste



  




Pov. Geneviève

<< Vivy su forza che la scuola non è dietro l’angolo! >> fu così che fui svegliata quella mattina, tra le urla del caro Ian. Ma non era una novità dopotutto. Direi che ero abituata alle sue ormai quotidiane urla mattutine tanté che me ne affezionai. Ormai la sveglia non aveva più alcun effetto sulla sottoscritta. Mi alzai dal letto ancora mezz’assonnata, dirigendomi a piedi nudi in bagno per una doccia veloce. Lo scrosciare dell’acqua calda sulla mia pelle mi svegliò totalmente dal mio torpore. Avevo passato un week-end stupendo in compagnia di Ian. Ormai mi stavo già affezionando a quel ragazzo. Con lui mi sentivo sempre pimpante e felice. Forse perché era l’unico mio amico o semplicemente perché ci capivamo con uno sguardo. C’era un’intesa forte tra di noi e la cosa non fece altro che rendermi più contenta. Ritornai in camera più fresca che mai con un sorriso raggiante a dipingermi il viso, ma che fu cancellato immediatamente al ricordo della scuola. Non era l’università di per sé a rendermi triste, ma le persone che vi erano…o dovrei dire due persone che ci studiavano…
Non avevo più chiarito con Daniel e Céline e la cosa mi rattristava. Mi mancavano terribilmente.
Scossi la testa varcando la soglia della porta e portandomi a passo lento in cucina. Un sospetto mi colse all’improvviso facendomi corrucciare le sopracciglia. Come mai Ian non mi aveva chiamata una seconda volta? Il rituale “sclerata mattutina” consisteva anche in un secondo round di strilla. Aumentai il passo varcando in fine la porta della cucina. Trovai stranamente un Ian con la schiena incurvata, seduto in una sedia a leggere un qualche cosa. Mi avvicinai a passo felpato cercando di fare meno rumore possibile. Mi posizionai dietro la sua schiena possente, guardando da sopra la sua spalla destra.
<< Che combini? >> chiesi a voce alta facendolo sobbalzare dal posto. Guardai meglio di che si trattava e potei scorgere un biglietto aereo, che cercava in tutti i modi di nascondersi dalla mia visuale. Guardai con sguardo sospettoso Ian, corrucciando le labbra in una smorfia.
<< Che mi nascondi? >> continuai cercando di afferrare invano la busta.
<< Non sono affari tuoi Vivy. >> mi riprese freddamente allontandandosi da me velocemente. La sua frase stranamente mi ferii nel profondo. Pensavo che eravamo diventati amici e che ogni cosa ce la potevamo dire direttamente senza troppi convenevoli. I miei occhi senza neanche che me ne accorgessi, diventarono umidi pronti per un pianto degno di una bambina di sei anni. Lo sguardo di Ian cambiò radicalmente, da serio a preoccupato ed infine da spazientito, tanté che sbuffò.
<< Smettila di fare la bambina, lo saprai di che si tratta ma di certo non ora >> esclamò vagamante allontandandosi ancora di più dal mio sguardo.
<< Certo che sei proprio uno stronzo. >> enfatizzai arrabbiata uscendo di casa e sbattendo dietro di me la porta con un gesto secco. Dopo neanche cinque secondi, sentii nuovamente la porta di casa riaprirsi e una mano forte e calda bloccarmi per il gomito.
<< Basta Vivy è una questione che neanche io so di che si tratta. >> soffiò freddamente sulle mie labbra. Per un attimo la mia ira si placò sentendo il suo alito fresco a contatto sulle mie labbra.
<< Si ma… >> mi bloccai allontandandomi << Non è un motivo valido per urlarmi contro. >> continuai appena fui consapevole di me stessa e delle mie azioni. Come risposta ricevetti un sospiro stanco e un abbraccio senza preavviso. Mi ritrovai così stretta tra le braccia di Ian e un senso di calore si propagò nel mio basso ventre.
<< E’ che ho paura.. >> sussurrò con voce preoccupata, baciandomi teneramente i capelli setosi. Passarono non so quanti minuti, secondi, ore… sta di fatto che non volevo cambiare posizione, volevo stare lì cullata tra le sue braccia toniche e sotto il suo alito caldo.
 
 
  Pov. Ian
 
<< Kate è il loro indirizzo vero? >> chiesi con voce seria, accomodandomi sulla scrivania della mia manager.
<< Beh senza saper il loro indirizzo, possiamo dedurre ciò dal contenuto della lettera. >> esclamò incrociando le braccia al suo petto. << La cosa che non riesco a capire è il perché la rivogliono a casa… sicuramente qualcuno deve aver riferito tutta la verità a loro. >> continuò ambigua mordendosi un dito, senza mai distogliere gli occhi dal pavimento di legno.
<< Ma chi può essere? >> chiesi stizzito.
<< Non lo so, ma sta di fatto che si tratta sicuramente di una persona molto vicina a Vivy. >> mormorò vagamente diminuendo sempre di più l’intonazione della frase. Alzò di scatto lo sguardo su di me e come un flash capii cosa pensava la mia migliore amica. Con uno sguardo d’intesa ci alzammo all’unisono dirigendoci verso l’uscita del cast…
 
Pov. Geneviève
 
Tre, due, uno… Driiiiiiin. Un piccolo sorriso increspò le mie labbra non appena sentii la campanella suonare. Diventavo ogni giorno sempre più precisa ad indovinare i secondi esatti della fine dell’ora. Mi alzai velocemente raccattando la mia roba sul banco senza darci molta attenzione. Fu una mano, che si appoggiò in una morsa dolce sulla mia, a destabilizzarmi dalla mia inattenzione. Alzai lo sguardo verso la persona in questione fino a che i miei occhi non si scontrarono con due smeraldi. Il sospiro mi si bloccò in gola non appena feci mente locale, accorgendomi che si trattava di Daniel.
<< Daniel… >> fu un sospiro appena udibile il mio. Come risposta ricevetti un sorriso sghembo che mi portò stranamente in paradiso.
<< Sei sparita. >> esclamò appoggiandosi con la schiena sul banco di fronte a me.
<< Volevo stare un po’ alla larga da voi. >> mormorai senza paura affrontando la sua innata bellezza a testa alta.
<< Sciocchina >> sussurrò a pochi centrimetri dalle mie labbra, toccandomi con un dito affusolato il naso << Mi sei mancata. >> senza darmi tempo per fare mente locale e capire che stesse succedendo, mi abbracciò di tutto punto affondando la testa sui miei capelli. Accarezzai d’istinto i suoi capelli soffici al tatto e mi persi totalmente nell’odorare il suo profumo mascolino. Dire che lo amavo con ogni particella del mio corpo era seriamente un eufemismo bello e buono.
<< Ti accompagno a casa. >> la sua non era una domanda, ma più un’affermazione. Annuii con la testa non avendo più fiato in gola. Uscimmo mano nella mano dall’università con una felicità nel cuore che faceva fatica a non farsi notare. Sembrava essere tornato tutto come prima, come se niente fosse successo. Un piccolo sorriso m’increspò le labbra, ma sparii non appena intravidi una figura al quanto famigliare nel cortile dell’instituto. Mi bloccai senza neanche accorgermene, indietreggiando impercettibilmente.
<< Amore cos’hai? >> Mi chiese Daniel piuttosto stranito stringendo sempre di più la mia mano. Non era il fatto di vedere Ian nel cortile senza travestimento ad avermi spaventata, ma il suo sguardo… freddo come il ghiaccio. Uno sguardo quasi ostile puntato su Daniel. Gelosia? Scossi la testa nel sentire quella strana parola ronzarmi in testa. Mi venne quasi da ridere che abbia pensato ad una cosa del genere.
<< Vivy qui ora. >> Alzai lo sguardo verso la sua figura ormai vicina. Perché tutta questa amarezza? Mi guardai attorno e constatai che le ragazze avevano un piede a mezz’aria. Sembrava tanto che volessero saltare addosso al povero uomo ma che furono incatenate al suolo dal suo sguardo omicida.
<< E’ una minaccia la tua? >> Chiesi provocatoria incrociando le braccia al petto senza evitare di mettere in bella mostra il mio sorriso sghembo.
<< Direi piuttosto un consiglio >> rispose a tono senza distogliere lo sguardo incatenato al mio.
<< Ti consiglierei vivamente di darmi ascolto. Le persone che conosci sono piuttosto deludenti. >> continuò avvicinandosi sempre di più finché non mi ritrovai di fronte a lui.
<< Ti puoi spostare e lasciarci passare pivello? >> Enfatizzò Daniel irritato dalla confidenza che vi era tra noi. Toccai impercettibilmente il braccio del mio ragazzo facendolo spostare di lato.
<< Andiamo… >> mormorai al vento incamminandomi davanti a Ian. Non sapevo perché, ma la sua frase mi aveva toccato nel profondo. Deludenti per cosa?






Spazio autore (?)



Mmmmh deludenti per cosa? u.u chissà chissà che mi combinano Daniel e Céline dietro le spalle della povera Vivy :33 Lo saprete solo se continuerete a leggere ♥ 
Spero solo che la mia assenza non vi abbia fatto arrabbiare é.è e spero ch
e continuerete comunque a leggere e recensire questa storiella un po' malandata >.< xD 
Bacione ragazze e grazie per la comprensione

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Capitolo 15
*** Sorpresa! ***


Avviso : Sorpresa!


Udite udite! Rieccomi qua! Hahahah
Ok non c'è niente da ridere lo so T.T un anno d'assenza... comunque volevo solo avvisarvi che questa storia verrà riscritta da capo in un altro mio account : GuineverexXx
Il link è questo mie care : 
http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1955275
Spero che vi farà piacere rileggerla, anche perché ho intenzione di modificarla completamente! 
Un bacio a tutte e spero proprio che non vi siate dimenticate di me é.è

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