Don't touch my little princess di niky94 (/viewuser.php?uid=55681)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 1 ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2 ***
Capitolo 1 *** CAPITOLO 1 ***
Ciao a tutti miei cari e care fan spero di potervi chiamare
così xD sono tornata vi sono mancata? r: noooo
ritornatene a casa * lanciano le mele marce su di me* xD
vabbè a parte questo piccolo sclero iniziale sono pronta per
ricominciare a scrivere il tanto atteso sequel di : xXx LA MIA PICCOLA
PRINCIPESSAXxX spero tanto che questo sequel non vi deludi e
che vi possa piacere e interessare allo stesso modo che vi ha
appassionato diciamo il numero uno, questo capitolo è
descrittivo e mi serviva per introdurre la storia e per recuperare i
caratteri dei personaggi diciamo per un rinfresco della memoria e anche
per far capire a coloro che non hanno letto il numero uno, spero tanto
di non annoiavi in tal caso mi scuso in anticipo, bene credo di aver
detto tutto apparte che dirvi che i personaggi non mi appartengono
quelli reali e che quelli inventati sono frutto della mia fervida
immaginazione la storia non è scritta a nessun scopo di
lucro fatti e persone reali indicate sono puramente casuali, ed ora non
vi stresso più ma vi lascio al primo capitolo di questa
lunga storia un bacione vostra Je : BUONA LETTURA!
XXx DON'T TOUCH MY
LITTLE PRINCESS XxX
CAPITOLO 1
Tom Kaulitz , chitarrista dei Tokio Hotel , non era più un
ragazzino ; era cresciuto ormai i suoi 20 anni
avevano lasciato il posto agli anni di Cristo : 33.
Il suo viso dai delicati lineamenti non mostravano i segni
dell'età che avanzava sempre più velocemente ,
sotto quegli occhi color del cioccolato non possedeva una ruga, non una
crespa vi era comparsa su quella fronte candida nascosta dalla fascia
nera che conteneva i lunghi capelli dorati , che dopo esser
stati tramutati in delle lunghe treccine nere , avevano
ripreso la loro posizione iniziale : dreadlock biondi .
<< Topolino, Topolino!
>> un urlo invase casa
Kaulitz , un urlo straziante , da far rizzare i capelli sulla tempia .
<< Che succede?
>> chiese l'uomo
allarmato, con gli occhi sbarrati in due enormi O accorrendo
come un forsennato nella cameretta disordinata della fanciulla.
Vi era di tutto in quella stanza , dal lampadario pendevano
persino dei calzini sporchi variopinti , per non parlare della
scrivania , su quel minuscolo arredo regnava in caos totale : libri
aperti , fogli di giornale tagliuzzati, penne, chine, grafiti
e trucioli di matita sparsi ovunque per la mancata voglia di
fare due passi ed arrivare al cestino dei rifiuti che puzzava di uova
marce; sembrava la tana di un qualche animale selvatico.
<< Mi è uscito un brufolo
sul naso ! >>
piagnucolò emettendo una voce alquanto
irritante mentre esaminava attraverso un enorme specchio - l'unico
oggetto che dominava la sporcizia dentro quell'antro chiamato stanza
- quel minuscolo foruncolo , quasi inesistente, che si
rilassava sulla sua pelle candida .
Gli occhi del chitarrista si ridussero in due minuscole
fessure mentre la sua bocca si assottigliò
<< Alessandra cara, tu mi hai fatto
correre fino a qui , con il cuore in gola per lo spavento che
ti fosse accaduto qualcosa di grave per dirmi cosa? che ti è
nato un brufolo sul naso? >>
sbottò spazientito Tom , quella scena
aveva un non so cosa di famigliare :
" <<
Tom... Tom....
>> sentì la
voce soave del gemello provenire dalla sua camera, si alzò
di scatto dal letto e con passo felino entrò nella
stanza di Bill
<< che è successo?
>> chiese
spaventato il chitarrista
<< le mie mutande si sono
sbiadite ! >>
esclamò disperato Bill, il chitarrista si stampò
una mano sulla fronte " ma che ho fatto di male?
" si chiedeva esasperato Tom
<< e tu mi hai fatto correre fin
qui, quasi rompere una gamba, per dirmi cosa? delle tue orride mutande
che sono diventate del colore della casa di barbie?
>>
chiese Tom trattenendo a stento la calma
<< si
>> piagnucolò Bill , Tom
si scostò dal gemello,si avvicinò alla parete
color pistacchio e iniziò a sbattere la
testa contro il muro
... " ecco cosa gli ricordava quella buffa scena
, le mutande scolorite di suo fratello Bill, ora capiva da chi avesse
preso Alessandra " beh, se non altro che potevo
aspettarmi dalla vita ? infatti esiste il detto che fa: chi
va con lo zoppo impara a zoppicare, e purtroppo chi va con
Bill si rincoglionisce , non c'è scusa che tiene "
.
<< Si! >>
esclamò la ragazza , Tom la
scrutava nei suoi minimi particolari , ebbene si ; quella dolce bimba
dai capelli color dell'oro , gli occhi blu come il mare
estivo , dalla pelle candida e le gote rosee era
cresciuta.
Con il passare degli anni quei capelli biondi si
erano scuriti divenendo una tonalità sul biondo
cenere , e in più si erano allungati ; le ricadevano lisci
sulle spalle robuste .
L'unica cosa che non era cambiata in quella bimba
mite erano i grandi occhioni , quegli occhioni che avevano
sciolto come un gelato al sole il cuore del bel chitarrista , quegli
occhioni che con un semplice sguardo mostravano i suoi sentimenti
più intimi , quei grandi occhioni blu come il cielo .
<< Non ho parole guarda! tu non
cambierai mai , nemmeno di una virgola, sei e rimarrai la
solita bambina pestifera! >>
esclamò Tom ricordando i
vecchi tempi di disperazione, euforia , divertimento ,
sentimento e grande emozione.
In quegli anni che erano trascorsi, la famiglia si era allargata
perchè oltre alla graziosa Alessandra ,- la quale era
impossibile non volerle bene - vi era la soave Francesca
, oramai tredicenne , possedeva i capelli biondo cenere che
le ricadevano sulle esili spalle , gli occhi color nocciola , la pelle
candida, le labbra sottili che mostravano un
sorriso puro e bonario da mozzare il fiato ,e il
corpicino magro ; era fatta ad immagine e somiglianza del
capofamiglia .
Ma nella lussuosa villa Kaulitz vi erano dei
freschi piedini che zampettavano teneramente , quelli di Cristina
ovvero la sorellina di Francesca e della piccola principessa.
Cristina aveva appena 2 anni, non parlava molto ma
quando lo faceva aveva la tendenza a storpiare le parole a causa della
sua tenera età .
Sulla piccola testolina spuntavano i capelli biondo cenere
come quelli del papà , la carnagione scura e due occhietti
vispi di un verde smeraldo, come quelli della mamma , la
mamma oramai trentunenne che come il marito non potava sul
volto alcun segno della maturità ; quei capelli scuri e
boccolati che portava selvaggiamente sulle spalle li aveva accorciati
assumendo un aspetto adulto .
Insieme a quella felice ed armoniosa famigliola viveva un losco
individuo; pazzerello , dalle acconciature strane che variavano ogni
mese .
Una pioggia di ombretto scuro gli coloravano le palpebre, gli occhi
circondati pesantemente dalla matita nera mentre le ciglia
erano coperte da una valanga di mascara tetro ; per non
dimenticare le mani perfettamente curate e smaltate col nero della
notte .
Credo che voi miei cari lettori abbiate capito perfettamente di chi io
vi stia parlando , il gemello di Tom, ovvero Bill Kaulitz attuale
cantante dei Tokio Hotel .
<< A tavola!
>> strillò
Cassandra mentre appoggiava i piatti colmi di minestra fumante sul
tavolo apparecchiato
<< io non mi muovo da qui , non
posso di certo uscire con questo orrendo mostro accoccolato sul mio
naso!
>> esclamò
Alessandra incrociandosi le mani al petto ; Tom
roteò gli occhi scocciato
< < ma sei bellissima lo
stesso tesoro >>
<< tu menti!
>> esclamò la
ragazza puntandogli il dito contro i pettorali scolpiti nascosti dalla
larga maglietta gialla
<< che succede qui?
>> fece capolino Bill
in quello scompiglio
<< Bubo, guarda, ho un brufolo
enorme sul naso >>
piagnucolò la fanciulla
indicandosi quella piccola imperfezione comoda sul
suo organo olfattivo .
<< No problem !
>>
esclamò Bill sorridendo
<< ho la soluzione
>>
<< cioè?
>>
<< fai lavorare l'artista
>>
proferì il cantante sghignazzando.
Gli occhi di Tom erano sgranati , non osava nemmeno immaginare cosa
avrebbe combinato questa volta il suo diabolico gemello , sapeva
perfettamente che quell'individuo, o meglio, quel genio del male
ne stava combinando una delle sue , una delle sue invenzione
che al solo pensiero faceva erigere i capelli sulla testa :
" <<
che state facendo?
>> chiese
Cassandra incredula ai suoi occhi
<< stiamo pescando mamma
>> rispose Alessandra
che guardava divertita Bill
<< in un tombino?
>> domandò la
ragazza sgranando gli occhi
<< senti Cassandra non stare
addosso ... sto lavorando non vedi!
>> esclamò Bill secco
<< ma guarda questo!
>> esclamò
indignata la fanciulla
<< Sampei ...
Sampei... pescatore grandi orecchie a sventola ... sorriso di sole
Sampei ...ma che sarà pesce cane o spada che sarà
...è questione di momenti abboccherà ...amica tua
una canna fatta di magia e quella calamita, impossibile
cambiare strada oh Sampei ... gira il mondo come i marinai ...quanti
mari vedrai ...Sampei... Sampei...e la barca va, la barca scivola con
te, dietro i sogni che fai ...Sampei...Sampei...13 anni e peschi
l'impossibile perchè incredibile sei
...abboccherà, una vecchi scarpa non sarà , il
salmone più gigante del Canada... no, non sarà,
la fortuna che ti mancherà ...e un cappello giallo in testa
, sotto il sole , sotto la tempesta ...Sampei...Sampei... dal Giappone
al centro dell'America... oramai, imbattibile vai ...Sampei... Sampei
che non perdi quasi mai la bussola... un lupo di mare Sampei
...Sampei...Sampei...uh che miracoli fai ...Sampei...Sampei...uh che
campione che sei ... >>
Bill cantava la sigla del
manga Giapponese : Sampei , credendosi proprio il ragazzino tredicenne
che sognava di fare il pescatore .
Alessandra lo guardava divertita , e ammirata, quasi rapita
mentre le persone che passavano per quella via erano
allibite, nel vedere un ragazzo con la faccia coperta da un paio di
occhiali neri, e una sciarpa avvolta al collo, con un cappello giallo
in testa - probabilmente si era vestito così per non farsi
riconoscere, a quanto pare un minimo di cervello ancora ce l'aveva,
fortunatamente le mosche non lo avevano ancora divorato - seduto sul
marciapiede, con una canna da pesca in mano che tentava di pescare
all'interno di un tombino. "
Frugava il musicista tra i suoi ricordi mentre l'artista
completava la sua opera .
<< Bubo, ma è normale
che non vedo nulla? >>
chiese la ragazza in piedi dinanzi all'alto
cantante .
<< Normalissimo
>> rispose l'uomo mentre
annodava un asciugamano bianco dietro al capo di Alessandra.
L'asciugamano le copriva l'intero viso, nascondendole la vita
<< ecco, ora il brufolo non
c'è più >>
disse il vocalist soddisfatto del
proprio lavoro.
Tom scosse la testa sconsolato " lo sapevo" si ripeteva
continuamente .
<< Ti sembra il caso?
>> sbottò Tom
<< casissimo
>> rispose Bill
<< casissimo?
>> fece eco il gemello inarcando il
sopraciglio biondo sinistro
<< dovresti ampliare il tuo lessico
, vai a leggere sul vocabolario , vai, vai ...
>> disse il
leader della band scuotendo la mano destra incitando il
fratello ad andare a cercare sul vocabolario la parola " casissimo" .
<< Ma te la sei inventata tu questa
parole! >>
sbottò rimpicciolendo gli occhi in due fessure
<< casissimo: deriva dalla parola
caso , e si usa affermamente , se non sempre , quando tuo fratello Tom
Kaulitz, chitarrista dei Tokio Hotel , nonchè tuo fratello
gemello omozigote nato il tuo stesso giorno ovvero : 01-09-89, ti
chiede : ma ti sembra il caso? ... c'è scritto
così sul vocabolario vai a leggerlo
>>
<< scusate se vi disturbo, ma io
devo rimanere al buio? >>
l'interruppe la ragazza indicando
l'asciugamano bianco che aveva preso luogo sulla sua faccia ,
ma i due gemelli parvero non ascoltarla e continuarono con
quell'insensata discussione
<< tesoro, dove tieni il
vocabolario? >>
le chiese il leader
<< quello che mi hai prestato tu
Bubo? >>
<< si, il mio
>>
<< guarda dentro al calzino sul
lampadario forse è là
>> rispose la ragazza
momentaneamente cieca.
Bill seguì il consiglio di Alessandra, si
avvicinò al lampadario dorato impreziosito
di diamanti rossi
<< qual'è il calzino
interessato? >>
<< quello rosa!
>> esclamò l'altra in
risposta .
Così il leader prese il calzino rosa dalla forma assai
panzuta , appeso al lampadario come un panno appena uscito
dalla lavatrice, mancavano soltanto le mollette ed era un quadretto
perfetto , Bill inserì la mano oblunga al suo interno ,
nella speranza che non fosse sporco, e vi esportò un
minuscolo dizionario dalla copertina rossastra , il quale lo
passò al gemello che lo scrutava silenziosamente
<< avanti cerca
>> lo sfidò
Bill, il musicista obbedì e si mise a scorrere quelle pagine
attentamente
<< io mi siedo
>> l'informò la ragazza
che essendo al momento priva di vista , credendo che avesse il letto
dietro di lei, fece per sedersi e cadde con i glutei a terra, la
poveretta gemette dal dolore massaggiandosi affettuosamente il punto
dolorante, ma i gemelli parvero non accorgersi di Alessandra che a
causa dell'opera di Bill stava patendo le pene di Cristo .
Tom arrivò all'epilogo di quel dizionario, ma di quella
parola : " casissimo" non vi trovò nemmeno l'ombra.
<< Hai visto che non esiste?
>>
<< guarda qua, leggi!
>>
esclamò il leader , mostrandogli all'interno della
copertina una scrittura assai famigliare
<< ad alta voce prego!
>>
<<
casissimo: deriva dalla parola caso , e si usa affermamente , se non
sempre , quando tuo fratello Tom Kaulitz, chitarrista dei Tokio Hotel ,
nonchè tuo fratello gemello omozigote nato il tuo stesso
giorno ovvero
: 01-09-89, ti chiede : ma ti sembra il caso?
>>
<< visto? >>
<< ma lo hai scritto tu
>>
sbraitò
<< capita
>> rispose l'altro
scrollando le larghe spalle
<< comunque sto bene, e vi
ringrazio per l'affettuosa attenzione che avete mostrato per me non
dovevate neanche >>
disse ironicamente e allo stesso tempo sdegnata
Alessandra mentre tentava di rialzarsi in piedi
<< prego >>
fu la risposta dei gemelli .
***
Driin ...Driin...
quella dannata sveglia rimbombava per tutta la stanza disordinata
driin... driiin ...
quel suono fastidioso che alle 7:00 di mattina le rintronava
nelle orecchie
driin...driin...
quell'aggeggio malefico che se avesse potuto lo avrebbe ridotto in un
mucchio di rottami
<< maledetta...
>> sibilò
Alessandra a denti stretti estraendo il braccio destro dalle
calde coperte , portandolo su quell'oggetto che strillava, facendo i
modo di farlo zittire .
Dopo che lo ebbe spento rimise il suo lungo braccio sotto alle coperte
e riprese a farsi coccolare dalle dolci braccia di Morfeo ,
sotto le coperte morbide che per tutta la notte l'avevano scaldata .
I suoi sogni danzavano felici nella sua mente ancora addormentata ,
correvano liberi , senza la minima voglia di voler sparire .
<< Avanti dolcezza, togli quel tuo
bel pigiama caldo posto sul tuo corpo, levati di dosso le coperte
che non vuoi abbandonare più, ti ricordo che devi
fare una bella corsa sulla strada per non perdere il pullman, e con
questo tempo se non ti muovi c'è la pioggia che ti
bagnerà tutta... ma non mi sembra giusto svegliarti sta
mattina perchè starai facendo sicuramente un sogno nuovo ,
maledicimi appena ti alzerai anche se dopo tutto questo da un orecchio
mi penetrerà e dall'altro evaderà e
arrivata l'ora di a scuola andar ...
>> Bill irruppe nella
stanza con questa bella canzoncina inventata dal suo bel cervellino ,
con le bacchette di Gustav tra le mani e al collo appeso un
tamburo
<< sveglia, svegli, sveglia, che
oggi hai la consegna, sveglia , sveglia,sveglia e il giorno della
merla, sveglia, sveglia, sveglia, che ti regalo una bella caramella...
>>
continuava il cantante battendo le bacchette sul tamburo sempre
più forte tentando di svegliare la bella Alessandra
addormentata
<< Bubo !
>> esclamò irritata la
ragazza con il cuscino sul capo che le copriva i timpani, era stufa
ogni mattina della solita routine, alle 7 spaccate cantava la sveglia e
alle 07:05 cantava Bill ogni giorno con una nuova invenzione,
quest'oggi si era cimentato a suonare il tamburo , ieri si era
arrampicato come una scimmia sulla scrivania e lanciava mele per la
stanza urlando : " marlele" , domani sicuramente sarebbe entrato in
stanza strillando: " è arrivato il marino!"
<< va bene, va bene... mi alzo...mi
alzo... >> si
arrese Alessandra sbuffando, con la voce ancora assonnata , un occhio
aperto e l'altro chiuso ed ogni tanto faceva cambio.
Così, rassegnata e soprattutto controvoglia la sedicenne
dopo aver truccato il suo volto da bambina, si mise la cartella in
spalle e si avviò per quell'istituto che da 3 anni
frequentava.
La bionda arrivò con circa 20 minuti di ritardo- a
causa del mezzo di trasporto che ogni santo giorni si divertiva a
lasciarla in fermata- dinanzi a quell'enorme istituto dalle mura
giallognole e le finestre pericolanti.
Entrò attraverso il cancellone enorme dipinto di grigio ,
che le incuteva ansia ogni volta che vi entrava nella sua
mente sentiva una di quelle inquietanti musichette da film horror.
Alessandra entrò nell'edificio, salì le scale per
arrivare al secondo piano dove era posizionata la sua classe, percorse
il lungo corridoio polveroso e si bloccò davanti alla porta
della sua aula : 3°B , rivelò la sua mano, nascosta
nelle tasche del cappotto nero e la posizionò sulla maniglia
la quale si piegò facendo si che la porta si spalancasse.
la ragazza sparì in quell'aula chiudendosi la porta alle
spalle
<< sei in ritardo !
>>
strillò la signorina Mordrik , una donnina tozza, con il
naso ad uncino e gli occhietti neri , penetranti,
la bionda odiava quella voce da ranocchia che
Mordrik emanava ; ma quella mattina non riusciva a darle retta, era
rimasta sull'uscio a fissare quella ragazza dai capelli scuri e
boccolati che le ricadevano selvaggiamente sulla schiena , la pelle
olivastra e gli occhietti a mandorla color
caffè , che si trovava di fianco alla professoressa dai
capelli rosso fuoco ; aveva un aria così famigliare , quegli
occhi scuri che si riflettevano nei suoi avevano un non so
cosa di conosciuto, doveva pur averla vista da qualche parte, ma dove?
<< siediti !
>> esclamò la
professoressa indicandole il suo banco in fondo alla classe
<< stavo dicendo ragazzi, prima che
la signorina Alessandra ci interrompesse che questa ragazza
è una vostra nuova compagna... vuoi dire qualcosa tu cara?
>>
<< beh... mi chiamo
Jessica...e...boh... >>
la ragazza alzò le spalle timidamente scrutando i
volti incuriositi dei suoi nuovi compagni
<< è di poche parole...
>>
sussurrò Elisabetta all'orecchio della bionda -
Elisabetta era la sua migliore amica, condivideva con lei le lezioni di
quella scuola da tre anni , era una ragazza allegra, dai capelli
lisci come spaghetti , il viso coperto da una pioggia di
lentiggini e gli occhioni di un marrone intenso sempre
truccati con colori chiari - ma lei non le diede
ascolto, era rapita, incantata, quella ragazza non gliela raccontava
giusta, era così simile a lei ma allo stesso tempo
così diversa, Alessandra aveva la strana sensazione di
averla già incontrata, forse in una vita precedente o forse
era il sonno che le giocava brutti scherzi.
<< Bene Jessica, vai a sederti
là vicino alla ritardataria
>> disse la donnina tozza
indicandole la fanciulla che ancora la stava scrutando rapita, Jessica
annuì e con passo felino si avviò verso l'ultimo
banco della classe affianco a quella ragazza che poco tempo
prima era arrivata in ritardo beccandosi una strigliata dalla signorina
Mordrik.
CONTINUA
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Capitolo 2 *** CAPITOLO 2 ***
Ciao a tutti miei cari lettori, mi scuso in anticipo per il mostruoso
ritardo, spero che durante la mia assenza non vi siate dimenticati
della vostra cara Niky94 xD , vabbè apparte questo volevo
ringraziare ovviamente chi ha recensito, i quali potranno trovare la
risposta dell'autore sulla recensione lasciata, dopodiché
volevo ringraziare infinitamente tutti coloro che hanno letto questo
primo capitolo facendomi visita anche senza lasciare nessuna traccia di
loro xD li ringrazio davvero di cuore e spero che il primo capitolo li
possa aver soddisfatti.
In seguito volevo ringraziare : - Baby_Princess
e - Debbuz
, per aver aggiunto questa storia tra i preferiti e ovviamente anche
: Marty483
e Veri_995
per aver aggiunto tra i seguiti.
Bene pensando di aver finito con i ringraziamenti, ora vorrei
lasciare al secondo capitolo di questa lunga storia un bacione a tutti
e BUONA LETTURA! ( rammendo che i personaggi reali non mi
appartengono e le situazioni, paesaggi e personaggi sono frutto della
mia fantasia " puramente casuale" , la storia non
è scritta a nessun scopo di lucro .)
Ps: chiedo umilmente scusa nel caso ci fossero errori di battitura
CAPITOLO 2
<<
Ciao, io sono Alessandra
>> sorrise la
bionda non appena vide il bacino della ragazza poggiarsi sulla sedia
dell'enorme banco vuoto accanto al suo
<< ciao
>> rispose Jessica
diffidente, mentre adornava il banco color nocciola con le
sue cianfrusaglie personali, ovvero: astuccio,diario, libri, quaderni e
chi più ne ha più ne metta, solo Dio sapeva
quanta roba vi era dentro quell'enorme cartella grigia , sembrava un
pozzo senza fondo, avete presente la magica borsa di Mary Poppins?
ecco, la sua cartella era colma di accessori o quant'altro.
Dopo aver riempito il banco oramai suo fino alla fine di quell'anno
scolastico che si prospettava alquanto arduo, sparì immersa
nel suo mondo dietro la custodia rossa delle grafite.
<< Non è molto socievole
>> le
sussurrò all'orecchio destro Elisabetta , mentre osservava
il comportamento di quella fanciulla silenziosa
<< forse è timida
>>
bisbigliò in risposta Alessandra
<< sarà... a me convince
assai poco ! ... >>
esclamò la mora incrociandosi le mani sul petto.
Elisabetta, la sua migliore amica, non aveva tutti i torti ,
l'adolescente appena arrivata in quella piccola classe composta da
circa 14 persone - con Jessica compresa- non appariva
cordiale, era ammutolita, non dava l'impressione di cercare
nuove amicizie, se ne stava lì, sul suo banco, con il mento
poggiato sui polsi come un cane da guardia , chiusa nel suo mondo
parallelo, cosa mai potesse girarle in quella testa scura? che cosa
attirava la bionda ad osservarla nei suoi minimi movimenti?
Alessandra la osservava mentre gli occhi nocciola della
giovane erano vitrei sulla signorina Mordrik che spiegava
cose dell'altro mondo, cose incomprensibili, mentre faceva danzare quel
gessetto bianco sulla lavagna scura.
***
<< Bill, puoi andare tu a prendere
Alessandra a scuola oggi?
>>
domandò Tom Kaulitz al fratello gemello , il quale si stava
ingozzando come un maiale di caramelle gommose, spaparanzato
sul divano bianco in pelle posto nel salotto Kaulitz , con la
televisione accesa , le luci spente e le finestre oscurate in modo da
non farvi penetrare i raggi del sole primaverile
<< affermativo
>> rispose il cantante
con la bocca pieni di orsetti verdi , inalzando la mano
candida mostrando al gemello il pollice bislungo e accuratamente
smaltato, Tom liberatosi di quel pensiero e sicuro che Alessandra
sarebbe tornata a casa con Bill se ne tornò in camera sua a
comporre qualche nuovo pezzo per la band .
<< ... Chio mella... chicchina
sasodaro cola... mella chicchina >>
Cristina si avvicinò al
divano in pelle dove era sdraiato lo zio Bill e
cominciò a mormorare parole storpiate a causa della sua
tenera età , picchiettando la sua esile manina sullo
stomaco coperto dalla maglietta nera del cantante
<< mella dietto , mella chicchina
>>
diceva la piccina indicando la scodella tra le mani di Bill
colma di orsetti e vermicelli gommosi
<< sei piccola tu per le melle , vai
a trovarti un fidanzato!
>>
esclamò il leader tenendo la cucciolotta lontana
da sè e dalle caramelle con l'enorme
piede privo di scarpe , coperto da lunghi calzini bianchi
<< chicchina no titantato!
chicchina melle >>
protestò contrariata
la bimbetta bionda gonfiando le guance rosee e
poggiando le minuscole manine scure sui fianchi
<< sono mie le melle
tu no, altrimenti ti fa male il pancino e poi ti vengono i
vermi ! >>
<< chicchina pam pam dietto
>> lo
minacciò la piccola persistente
<< ma perchè non ti trovi un
lavoro? > > le
domandò in seguito mentre si portava alla bocca un
coccodrillo rosso
<< Chicchina scosca, chicchina
pam pam cuvetto dietto Bubillo!
>> esclamò
Cristina inferocita, come un toro alla vista del colore rosso
si avventa sul torero così la bimba prese la
rincorsa e si lanciò a peso morto sul bel cantante .
<< Lasciami, lasciami!
>> strillava Bill
dimenandosi come un agnellino tra le grinfie della mannaia , mentre la
piccola lo mordeva con foga
<< chicchina no lascio dietto,
chicchina ahm , ahm gambette dietto !
>> esclamò
Cristina uscendone vittoriosa di quell'assurda azzuffata .
<< Piccola canaglia!
>>
esclamò Bill con gli occhi lucidi - per via del dolore dei
denti di Cristina che si erano affondati nella sua carne. lasciandoli
disegnato " l'orologio" - se avesse sbattuto le palpebre
sicuramente lacrime salate gli sarebbero sgorgate dai suoi occhi
truccati di nero
<< chicchina vince!
>> sghignazzava quella
piccola peste con la scodella di caramelle stretta tra le braccia.
***
Due ore erano passate , e al posto della signorina Mordrik , era
comparso un ometto piccolino, dagli occhietti verdi e i capelli corti,
biondi ; la forma fisica non era nelle sue ambizioni, di fatti
da sotto la camicetta azzurra e fin troppo stretta
faceva capolino il panciotto tondo.
Alessandra era sempre là, seduta al suo banco, con la mente
traboccante di pensieri ,ad osservare Jessica :
più la osservava e più la odiava.
Non sapeva spiegarsi nemmeno lei il motivo di quell'odio che era nato
in due ore, ma più la fissava e più vedeva che
quella ragazza aveva un'aria così egocentrica fin troppo
piena di sè
<< che hai da guardarmi?
>> le
domandò la ragazza sentendosi in soggezione, aveva troppi
occhi puntati addosso, manco fosse la nuova miss mondo
<< nulla ..
.>> rispose titubante
Alessandra
<< e allora perchè mi
fissi? >>
chiese nuovamente la giovane corrugando la fronte e inalzando il
sopraciglio destro
<< gli occhi sono fatti apposta per
guardare non trovi? >>
le rispose l'altra a tono, mentre il professore
Pancrew spiegava la letteratura inglese
<< certo, ma non bisogna abbondare
troppo su una cosa , ti ricordo che il troppo stroppia
>>
<< io guardo chi e cosa mi pare,
non sei mica tu proveniente da chissà quale posto
sconosciuto a dirmi cosa devo o non devo fare è chiaro?
>>
<< stai calma bambina , non
agitarti , e volgi i tuoi begli occhietti blu sul professore che sta
spiegando >>
<< i tuoi genitori non ti anno
insegnato l'educazione? tua madre non ti ha mai insegnato il rispetto
altrui? e tuo padre? tuo padre era troppo impegnato per occuparsi
dell'educazione e dell'istruzione di sua figlia?
>> le disse in
ton odi sfida, a denti stretti, a quelle parole il cuore di Jessica si
arrestò provocandole una fitta d'odio contro quella
ragazzina viziata che si trovava davanti ma anche una fitta
di puro dolore , quasi creando uno squarcio su quel muscolo cardiaco
grande quanto il suo pugno, quelle parole taglienti facevano
male , facevano più male di quel morso ricevuto
sul braccio destro all'età di 11 anni, più male
di 1000 coltellate inferte in luoghi vitali
<< taci
>> strillò la mora, gli
occhi iniettati di odio profondo , come se all'interno di quei piccoli
occhi color caffè ci fossero scintille ardenti di un fuoco
acceso pronto a devastare tutto, la bocca incurvata in una smorfia di
disprezzo e le mani serrate in pugni violenti che più
stringeva , più le unghie si affondavano nella sua tenera
carne.
<< Taci ! tu non sai nulla di me!
nulla è chiaro? >>
urlò le lacrime amare di una
continua sofferenza aveva preso il sopravvento su lei, quelle lacrime
che per anni aveva cercato di nascondere , quelle lacrime che ogni
volta che cadevano dai suoi occhi tetri le graffiavano il volto
<< che c'è questo caos?
>> intervenne
il professore
< < mi disturba...
>> tentò di
difendersi la bionda
<< fuori, tutte e due!
>>
esclamò Pancrew irritato , mostrando con l'indice voluminoso
e corto l'uscio della porta
<< io non ho alcuna intenzione di
uscire dalla classe ! >>
esclamò Alessandra incrociandosi le braccia al
petto
<< e invece tu e la tua amichetta
uscite entrambe >>
disse l'ometto alzandosi in piedi per via della sua bassa
altezza con tono autoritario .
Le ragazze furono costrette ad obbedire ed insieme si trovarono in quel
corridoio deserto e silenzioso, che da lì a non molto si
sarebbe riempito di studenti e professori per consumare l'intervallo
<< dove vai?
>> le chiese Alessandra
<< che strano, sento una voce, ma
non vedo nessuno >>
disse la mora mentre si asciugava gli occhi,
odiava farsi vedere piangere, per lei piangere era sinonimo di
debolezza, e lei era forte, si credeva forte o meglio doveva essere
forte
<< smettila di fare la bambina !
>>
<< smettila di strami addosso!
>>
***
<< Che cosa stai facendo Zio Billy?
>>
chiese Francesca varcando la porta della cucina e
buttando a peso morto la cartella bluastra che poco prima teneva sulle
spalle , era appena rientrata da scuola, era uscita un'ora prima
perchè mancava la professoressa di scienze
<< riso soffiato per il
pranzo >>
rispose il leader mentre estraeva dalla
busta trasparente, ovvero la confezione del riso in scatola, un chicco
impercettibile di riso alla volta , portandoselo dinanzi alle
labbra che sporgendosi in avanti assumevano una forma tipo cuore,
facendone uscire dell'aria - dalle labbra- in seguito poi
dopo averci soffiato sopra li posava in una ciotola verde
accanto alla busta trasparente.
<< Riso soffiato?
>> fece eco
Francesca sgranando gli occhi nocciola
<< si, mia cara Beatrice,
riso soffiato , a quanto vedo sei sorda come tuo padre, fatti un giro
in centro ampli fon , la vita ti parla !
>>
<< Non mi chiamo Beatrice
zio, quante volte te lo devo dire?
>> sbottò Francesca
irritata, era stufa di sentirsi chiamare da suo zio con quel nome,
erano 13 anni che vivevano insieme a ancora lui si ostinava a chiamarla
a suo piacimento
<< se ti chiami così non
è un problema mio >>
<< io mi chiamo
Francesca! ... effe,erre a,enne,ci,e,esse,ci,a ... Francesca!
F-R-A-N-C-E-S-C-A ... Francesca chiaro?
>> esplose la ragazzina facendogli
lo spelling di ogni minima lettera che componeva il suo nome
<< si, Beatrice, si
>> rispose
l'altro mentre soffiava un altro degli innumerevoli chicchi
di riso .
<< Poscia ch'io ebbi il
mio dottore udito
nomar le donne antiche e cavalieri,
pietà mi giunse, e fui quasi smarrito.
I' cominciai : << poeta
volentieri,
parlerei a quei due che'nsieme vanno,
e paion si al vento esser leggeri
>>.
Ed elli a me: << Vedrai quando
saranno
più presso a noi ; e tu allor li priega
per quello amor che i mena, ed ei verranno
>> .
Si tosto come il vento a noi li piega,
mossi la voce: << Oh anime affannate,
venite a noi parlar, s'altri nol niega !
>> .
Quali colombe dal disio chiamate ....
>> Cominciò a
recitare il cantante lasciando la povera Francesca sconvolta.
" Ora si collega tutto" pensò la ragazzina mentre
ascoltava il canto quinto della divina commedia recitatole
dallo zio , ora capiva perchè continuava a chiamarla
Beatrice, e all'interno del cervello della bambina apparve un
immagine bizzarra : suo zio Bill vestito con una camicetta bianca
infilata all'interno dei pantaloni scuri ed eleganti , la giacca
abbinata accuratamente ai pantaloni scuri , con pochi capelli
brizzolati attorno alla nuca semi stempiata, un cravattino
rosso ben annodato attorno al collo candido, e le palpebre
perfettamente pulite senza alcun velo di trucco coperti da grandi e
spessi occhiali neri , tra le mani una ventiquattrore color castagna e
sotto l'ascella una pila di temi sgrammaticati da correggere .
A quell'immagine dello zio Bill professore Francesca scoppiò
in una fragorosa risata, e come darle torto , voi vi sareste mai
immaginate Bill Kaulitz, il chitarrista dei tokio hotel oramai
trentatreenne , che all'età adolescenziale aveva
fatto impazzire il mondo con la sua voce melodica e pulita? no , ho i
miei dubbi su questo.
<< Che hai da ridere Beatrice?
>>
le domandò lo zio , la risata della fanciulla lo
aveva distratto dal suo " intelligente lavoro"
<< nulla...
>> rispose con un ghigno la ragazzina
<< e comunque per la
millequattrocento ventesima volta, io mi chiamo Francesca...
>> lo informò
<< hai presente Paolo e
Francesca della divina commedia di Dante? nel quinto canto? quella che
stavi recitando tu poco prima? >>
le chiese la giovinetta, lo zio
annuì
<< ... Siede la terra dove nata fui
sulla marina dove'l po discende
per aver pace coi seguaci sui.
Amor,ch'al cor gentil ratto s'apprende
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e'l modo ancor m'offende.
Amor,ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che,come vedi, ancor non m'abbandona.
Amor condusse noi ad una morte:
Caina attende chi a vita ci spense
>>.
Queste parole da lor ci fuor porte.
>>
Riprese a recitare il leader con tanta passione su quell'amore illegale
che così si può definire.
<< Esatto zio Bill ed io
mi chiamo come Francesca della divina commedia, non come Beatrice la
ragazza più che altro la donna di cui si era
invaghito >>
intervenne poi la tredicenne sperando che così il cantante
avrebbe imparato una volta per tutte il suo nome, che poi pensandoci
bene non era poi così difficile da pronunciare, d'accordo
forse era lungo ma non impossibile da dire o da ricordare.
<< Bill, non per
qualcosa, ma hai visto che ore sono?
>> Domandò Tom
irrompendo nell'enorme cucina
<< 1544...
>>
<< esatto, sono le 15.44 ! e sai a
che ora esce la bambina o meglio la ragazza da scuola? alle 15.00
>>
<< 1545...1546...1547...
>> continuava Bill
mettendo i chicchi di riso nella ciotola uno alla volta dopo averli
soffiati, senza dare ascolto alle parole del gemello iracondo
<< ma cosa stai facendo?
>> gli chiese
con gli occhi sgranati il musicista
<< il riso soffiato
>> rispose
scocciato per la seconda volta Bill
<< il riso soffiato?
>>
<< si vede che siete parenti voi
due ! >>
esclamò il cantante scuotendo la testa sotto gli occhi
increduli del gemello , il quale si prese il capo tra le mani
sconsolato , nel suo cervello rimbombava sempre la solita frase: "
ma che ho fatto di male per meritarmi tutto questo?! "
il chitarrista sapeva che quell'essere pazzerello di suo
fratello non sarebbe mai cambiato, persino nella tomba avrebbe fatto
rizzare i capelli in testa ai vermi - quali non hanno manco i capelli e
questo è da tenere in considerazione- giunti fino alla sua
bara per mangiarvi le sue carni ormai morte .
<< Ti spiacerebbe adesso andare a
prendere la bambina per favore? >>
gli domandò il chitarrista
mostrandogli l'enorme orologio dorato sul suo polso, indicandogli l'ora
con la punta dell'indice .
<< Vodafone: messaggio
gratuito, il telefono da lei chiamato potrebbe essere spento o
irraggiungibile, la preghiamo di richiamare più tradi,
grazie e arrivederci >>
fu la risposta di Bill imitando la voce
femminile che ti avverte quando non è possibile contattare
una persona.
Gli occhi di Tom si ridussero in due fessure, avrebbe voluto
incenerirlo con la forza del pensiero e poi buttarne via le
ceneri nel water della toilette di casa Kaulitz, quell'uomo era
irritante!
<< Bill !
>>
<< Vodafone: il cliente da lei
chiamato non può rispondere, la preghiamo di richiamare
più tardi, grazie e arrivederci
>>
<< Bill
>> strillò Tom
imbestialito, le mani posate sui fianchi , gli occhi
iniettati di sangue , mancava soltanto del fumo grigio che fuori usciva
dalle sue narici , ma il gemello non parve spaventato anzi, continuava
a soffiare e contare chicchi di riso .
Così il musicista prese il suo nuovo cellulare di ultima
generazione , compose il numero del gemello e aspettò che
egli a 5 passi di distanza da lui rispondesse.
Il telefono cellulare del cantante prese a cantare a squarciagola,
distrattamente l'uomo portò la mano della tasca dei jeans
scuri, estrasse l'apparecchio e se lo portò
all'orecchio
<< pronto sono Bill Kaulitz con chi
ho il piacere di chiacchierare?
>>
<< brutta testa di rapa
che non sei altro muovi il culo e vai a prendere Alessandra a
scuola >>
urlò tutto ad un fiato la voce che era distante
da lui pochi passi .
***
<< Ma perchè non viene
nessuno ? >>
si chiedeva allarmata la bionda dinanzi all'enorme cancellone grigio
della scuola
<< si sono scordati di te?
>> le
domandò la mora con un ghigno malvagio
<< ma perchè
non te ne vai a casa? >>
le chiese la ragazza in risposta
<< perchè io
non ho una casa e sto aspettando esattamente come te che la mia
tutrice mi venga a prendere ...
>> rispose con voce flebile l'altra
<< e poi non sono affari tuoi!
>> riprese
Jessica , non voleva mostrarsi deboli dinanzi a quella bambina viziata
, che per volontà del fato si trovava ancora insieme a
lei,come se Dio volesse che quelle due ragazze stessero
insieme per chissà quanto tempo ancora.
Una macchina lussuosa nera , dai vetri scuri comparì sotto i
loro occhi, bloccando i loro frivoli battibecchi adolescenziali,
Jessica rimase a bocca aperta, non aveva visto tanto lusso in vita sua
<< finalmente
>> sbuffò spazientita
Alessandra riconoscendo l'automobile
<< sono i tuoi genitori?
>> le chiese la mora
<< no è mio zio
>> rispose
acida l'altra, allontanandosi dal marciapiede grigio e dirigendosi
verso la vettura
<< Bubo! ci voleva così
tanto ? sai che ore sono?
>> esplose Alessandra con
il viso paonazzo dalla rabbia, era stanca, stressata arrabbiata, aveva
avuto una giornataccia e in quel momento aveva soltanto
voglia di una bella doccia e una bella dormita .
<< Scusami tesoro ma vedi ho avuto
un contrattempo ... >>
cercò di difendersi l'uomo, Jessica osservava la
scena incredula, lo zio di quella ragazza era Bill Kaulitz?
proprio quel Bill Kaulitz? il cantante della sua band preferita? quel
cantante che con la sua canzone " don't jump" era
riuscito a farla uscire dalla depressione dopo la morte della
sua mamma adottiva? quel cantante che pur essendo 17 ani più
grande di lei aveva fatto breccia nel suo cuore? la macchina
sfrecciò via come una freccia scoccata da un arco, la
ragazza mora era ancora là con la testa appoggiata sul muro
giallastro e traeva le sue conclusioni : " sto di certo sognando " .
CONTINUA
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