Una notte d'estate

di winry8827
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Le sfumature della vita ***
Capitolo 3: *** Una fredda notte d'inverno ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Una notte d'estate
 

 
 

 

 
 

[Prologo]



 
Dipinto d’un amor perduto
 

 

 

Una sera d’estate la Luna, nella maestosità della sua interezza, illuminava il volto di un giovane innamorato.
Tutto appariva immobile, fermo e bloccato come un quadro rappresentante l’aspetto più doloroso dell’amore; la solitudine.
La cornice stellata era un limpido cielo e lo sfondo una ripida scogliera.
Il ragazzo osservava la vastità del mare, tutto era calmo.
Cercava la quiete e per questo motivo si era recato in quel luogo, tentava di dimenticare l’amore, il suo più grande amore.
Cercava dalla natura la serenità che a lui mancava, cercava di trarre da essa la forza per continuare, cercava una ragione per non amare, ma tutto appariva inutile.
La natura apparentemente benevola era mesta, non donava la letizia  tanto attesa.
La sua relazione era ormai conclusa e la felicità appariva lontana.
All’orizzonte un piccolo peschereccio con la sua fioca luce lo rincuorava, un bagliore nell’oblio del mare; una speranza che prepotente squarciava il dolore di un animo rassegnato ad una triste condizione; la rassegnazione,  ma tutto sarebbe cambiato.
Se solo avesse aperto il suo cuore, se avesse detto ciò che provava, se avesse dimostrato ciò che sentiva, se…
Ma ormai il tempo del rimpianto era finito lasciando il suo posto alla rivalsa, alla voglia sfrenata di raggiungere una tappa importante di un lungo ed accidentato percorso.
Quella notte d’estate Lucas avrebbe cambiato il suo destino, avrebbe lottato per conquistare il suo più grande amore.
 
 
 
Lucas ancora si domandava il perché di quel romanzo, quello stupido romanzo apparentemente adolescenziale, ma ricco di cultura e rimandi letterari, ma naturalmente quello stupido libro scritto alcuni anni prima aveva spopolato tra le ragazzine, quello stupido libro aveva attratto soprattutto una fascia di “giovani lettrici”.
Doveva aspettarsi che un romanzo con trama una storia d’amore travagliata avrebbe attratto esclusivamente un gruppo, un folto gruppo di ragazzine.
Eppur i suoi personaggi erano giovani intelligenti e brillanti, innamorati, ma con un difficile trascorso, ma in effetti la trama attrae quel pubblico, ma nella sua storia c’era tensione.
L’amore nel suo romanzo nasceva da una profonda conoscenza ed immensa stima, i protagonisti erano caparbi e orgogliosi e gli ostacoli non eran posti dall’invidia d’un terzo, ma da i loro stessi pregiudizi nei confronti di se stessi e dell’amore, insicuri ed egoisti sfuggivano all’amore, la paura era per loro un sentimento più forte di altri.
Lucas era cinico ed anche il suo romanzo lo era, il ragazzo era disilluso e sarcastico così come lo era il Lucas della storia, non a caso il nome dato al protagonista maschile era il suo.
I due erano la stessa persona, narratore e protagonista, un unico punto di vista, un’unica storia raccontata per un solo scopo; liberarsi.
 “ Una notte d’estate “  questo era il titolo del romanzo che gli aveva garantito una grande autonomia economica, che con la crisi certamente non guastava e proprio a quelle ragazzine doveva la sua nuova vita agiata, anche se il denaro non gli era mai mancato.
Ciò che il pubblico non immaginava era la veridicità del testo, pubblicato naturalmente con uno pseudonimo.
Solo la sua giovane editrice conosceva la sua identità, ma anch’essa ignorava l’aspetto autobiografico del romanzo.
 
 
 
 
Un giorno il giovane Lucas trovò una maglietta sporca infondo ad un cassetto, un impolverato cassetto di una piccola stanza appartenente ad una casetta estiva.
L’ambiente era claustrofobico, piccolo al punto da togliere il respiro, scarnamente e malamente arredato, ma nonostante ciò quel luogo conservava innumerevoli e indimenticabili ricordi.
Quando vide la maglia il ragazzo sussultò, non poteva credere che era ancora lì dopo tanti anni, cinque lunghissimi anni.
La rappresentazione materiale di un ricordo, il dolore ad esso legato, un male morale con una sua particolare fisicità, un’ insulsa maglietta.
 
 
 
 
Lucas si era confessato in quel romanzo, aveva raccontato tutto se stesso e la sua storia, non si sarebbe mai aspettato che qualcuno lo avrebbe pubblicato e soprattutto che in quel qualcuno avrebbe trovato l’amore, non pensava che mai si sarebbe potuto innamorare di nuovo, anche se tutto era diverso, il suo più grande amore era già stato vissuto e perduto.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note autrice […se così posso essere definita…]
Questa storia racconta di un giovane di nome Lucas che si racconta in un romanzo e proprio a causa di esso nasceranno nuove vicende.
La parte in grassetto e corsivo è il libro da lui scritto, in questa storia si intrecciano presente e passato del giovane scrittore.
Spero vi possa piacere e soprattutto di non confondervi, per ora questo è solo il prologo e per questo motivo è breve e poco descrittivo o introspettivo.
Spero di avervi incuriositi e mi farebbe davvero piacere avere una vostra opinione.
Questa storia era già stata pubblicata, ma ora l’ho revisionata e corretta anche nella trama.
Ringrazio Beeble che aveva precedentemente commentato e chi deciderà di lasciare un segno del suo passaggio.
 
 

 

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Capitolo 2
*** Le sfumature della vita ***



Una notte d’estate



[Capitolo primo]

 


    
Le sfumature della vita
     

 


 
Lucas non aveva mai apprezzato le sfumature della vita, non aveva mai accettato il grigio e non amava la mescolanza di colori, insomma Lucas Smith era stato un ragazzo e ora era un uomo monocromatico.
Un uomo rigido e severo con se stesso, un uomo di cultura e per ciò a tratti superbo e per certi aspetti arrogante, non per questo non peccava d’ignoranza, spesso dovuta da banali e stupidi pregiudizi nei confronti della società che lo circondava, ma non era timido o riservato come ci si aspetterebbe, anzi era una personalità abbastanza complessa.
Estroverso e allegro in apparenza, ma al tempo stesso riservato.
Non aveva accennato a nessuno del suo libro, come nessuno conosceva i dettagli del suo più grande amore.
I suoi amici conoscevano ciò che lui desiderava conoscessero.
Lucas era misterioso prima di tutto con se stesso, spesso aveva difficoltà nel comprendersi, non capiva cosa gli accadesse o cosa provasse o per voler esser sinceri, rifiutava di comprendersi per orgoglio probabilmente.
 
Era seduto su un piccolo lettino a osservar l’oggetto che stringeva tra le mani.
Un ricordo iniziò prepotente a romper quel muro di certezze che il giovane aveva creato.
La barriera protettiva iniziava a cedere, i primi massi crollavano al suolo, inesorabili subivano la distruttiva forza che li spingeva al suolo, cosi come i sassi, i ricordi riaffioravano, e ogni schianto era per Lucas un tormento, un dolore non solo psicologico, ma soprattutto fisico.
Il cuore batteva forte, sembrava quasi che esplodesse e lo stomaco … Lì sentiva una fitta, un forte dolore e il respiro diventava così sempre più affannoso.
Era il suo corpo che inconsciamente gli urlava:
“Hai fatto un’ennesima cazzata”
Quel piccolo oggetto aveva un grande potere sul giovane Lucas e ciò lui ancora doveva comprenderlo appieno.
 
Lo scrittore odiava con tutto se stesso chi vestisse come una tavolozza di un pittore, trovava quelle persone molto irritanti, poiché i loro vestiti erano per lui come pugni negli occhi. Quando conobbe Flò, un’allegra e coloratissima editrice rimase colpito, negativamente ovviamente, ma conoscendola iniziò ad apprezzare le sfumature e la mescolanza dei suoi colori e del suo vivacissimo carattere, cercò con Flò di non ripetere gli errori già commessi.
 
Sempre più stordito dall’effetto della maglietta Lucas, ricordava un felice passato, che nel tempo del dolore era ormai pura sofferenza.
 “Non c’è cosa più triste che ricordar nel dolore un tempo felice”
Lucas era certo di aver letto una frase simile, ma in quel momento non ricordava chi l’avesse detta o dove l’avesse letta, quella stupida divagazione mentale lo distolse un momento dal quel triste ricordo.
Si alzò dal lettino con fatica e poggiò l’oggetto sulla scrivania, prima o poi se ne sarebbe sbarazzato. Avrebbe voluto buttarlo anni orsono, ma non  riuscì  in una simile impresa ed era certo che mai avrebbe vinto la dura battaglia contro il passato, esso ritorna sempre prepotentemente a distruggere ogni certezza.
Si voltò verso quel pezzo di stoffa, non riusciva a distogliere lo sguardo da quel piccolo pezzo del suo passato.
La maglietta era tutta stropicciata e molto colorata, macchiata di molti forse troppi colori.
Ricordò così il giorno in cui entrò in possesso di quel piccolo e apparentemente insignificante oggetto.
 
 
 
In una calda giornata estiva una ragazza passeggiava su una scogliera.
Il paesaggio era stupendo, molti avrebbero pagato per esser al suo posto, scese delle piccole ma ripide scale per giungere a un promontorio affacciato sul mare, un balcone sul mondo.
Dinanzi la bellezza del mare lei si sentì spaesata, era abituata ai rumori cittadini e allo smog delle auto, e ora osservava lo specchio di cielo con estrema malinconia, avrebbe desiderato non lasciare mai quel posto.
Scese degli scogli sedendosi in un piccolissimo spiazzale, dove iniziò a dipingere su di una piccola tela, non aveva molto spazio o tempo e si organizzò come poté.
Mentre dipingeva, s’immerse nella natura al punto da non avvertire la presenza di un giovane incuriosito che la osservava, sentì solo un rumore che destò la sua attenzione, nel voltarsi rovesciò la tavolozza sulla maglietta, macchiandola inevitabilmente.
“Cavoli!”
Esclamò impacciata e imbarazzata notando che il ragazzo, causa della piccola disavventura, sorrideva cercando di trattenere una sonora risata.
“Non è poi così grave”
Aggiunse il ragazzo mostrandosi sicuro e spavaldo
“Piacere sono Lucas ero qui per scattare delle foto”
La ragazza sempre più imbarazzata notò che il giovane stava per scattarle una fotografia, almeno così pensava,  non sapeva cosa fare e nell’incoscienza della tenera età, si sfilò la maglia lasciandola sullo scoglio più vicino.
Lucas la osservò incuriosito, non si sarebbe mai aspettato un gesto simile, si chiedeva il perché e sperava intensamente nella nudità della ragazza, quale uomo o presunto tale non avrebbe sperato ciò.
“Ti sarebbe piaciuto”
Disse lei ormai rimasta in costume da bagno
“Perché?”
Solo questo riuscì a farfugliare imbarazzato.
“Perché ora siamo in due a essere imbarazzati”
 
Lucas ricordava quel gesto e quelle parole come se fossero accadute pochi minuti prima e invece erano ormai passati molti anni dall’incontro che cambiò il resto della sua vita, della loro vita.
Conservò quella maglietta non sapendo chi fosse quella ragazza, la conservò e il destino volle farli rincontrare.
Maledetta maglietta galeotta, che in una calda giornata estiva fece nascere l’inizio di un giovane amore.
 
Lucas era un giovane scrittore, un uomo come tanti con le sue  esperienze, i suoi amori e i suoi umori particolari e mai dalla vita si sarebbe aspettato una seconda possibilità, soprattutto con Flò, erano troppo diversi, ma forse questo avrebbe aiutato entrambi a crescere o forse avrebbe potuto solo evidenziare gli errori del passato, forse una nuova relazione poteva essere una piccola finestra sul passato che gli avrebbe mostrato come raggiungere l'agognata meta chiamata felicità.
 
Alla scrivania Lucas con braccia conserte ripensava a ciò che lo aveva spinto a pubblicare il suo libro, quella stupida maglietta trovata in fondo ad un cassetto, non era ancora riuscito a dimenticarla, ma come dimenticare una simile sfacciataggine.
Prese la maglia osservandola per alcuni minuti, proprio non sopportava quei mille colori, quelle sfumature che gli ricordavano ciò che lui non aveva saputo accettare e soprattutto ciò che aveva perso.
Uno squillo di telefono lo destò riportandolo alla realtà,  catapultandolo al presente.
Era la sua editrice, come sempre era Flò.
 
 






















Spiegazioni…
Come potete vedere le due storie (presente e passato, romanzo e realtà) iniziano ad intrecciarsi, la maglia appartiene al passato di Lucas e non dimentichiamoci che il suo libro (parti in corsivo/grassetto) è autobiografico.




Note autrice…
Non sapete come sono contenta delle tre recensioni al prologo *-*
La scorsa versione era seguita solo da Beeble e sono felice che ora sarà letta anche da altre lettrici, non nascondo che mi piace ricevere recensioni soprattutto se sono costruttive, quindi non esitate a segnalarmi errori  o orrori vari.
Ringrazio di cuore Eien91, NonnaPapera e DreamNini  per i commenti ^^
Ancora grazie a tutte e invito chi legge a lasciare un segno del suo passaggio 

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Capitolo 3
*** Una fredda notte d'inverno ***


 Una notte d’estate


[Capitolo terzo]

 

Una fredda notte d’inverno

 



Uno squillo del telefono lo destò riportandolo alla realtà, catapultandolo al presente.
Era la sua editrice, come sempre era Flò.
 
Lucas rispose ringraziando la sorte per esser stato distolto da quei pensieri, sapeva benissimo che quando i ricordi riaffioravano non c’era alcun modo per scacciarli.

“Chiodo schiaccia Chiodo”

Pensò il giovane poco prima di rispondere al telefono.

-Tesoro tutto bene, l’ora è insolita.

Non ebbe il tempo di concludere la frase che la donna all’altro capo del telefono iniziò a urlare furiosamente rimproverandolo di essere in ritardo.

“Merda”

Pensò Lucas irato con se stesso, aveva dimenticato l’appuntamento con la fidanzata.
Non sapeva come scusarsi, per quanto possedesse abili doti di dialettica, non c’era via di fuga a una donna arrabbiata e delusa. In passato avrebbe sfruttato le sue qualità per uscir fuori da una scomoda situazione, ma si era ripromesso di cambiare, di essere gentile e meno arrogante, non poteva e non doveva rispondere a tono, in fondo era lui nel torto, nonostante ciò la scusa più vecchia del mondo uscì dalle sue labbra e senza rendersene conto disse

-Perdonami, ma ero stanco e nell’attesa mi sono appisolato. Tesoro lo sai benissimo che lavoro l’intera giornata e che proprio non riesco ad uscire dopo mezza notte.

Oltre alla scusa era riuscito a rigirarsi la frittata ed in questo Lucas era molto bravo,.
Non volendo offendere alla fine risultò banale, se quella fosse stata una frase detta in un film l’intera sala avrebbe riso, anzi avrebbe deriso lo sceneggiatore.

Ancor più arrabbiata la ragazza continuava ad urlare.
Quando Flò perdeva le staffe non riusciva a ragionare, non sapeva dialogare, urlava e urlava e continuava ad urlare.
Era difficile, era davvero difficile ragionare con una donna testarda e cocciuta e Lucas non riusciva a trovare un modo per contrastarla se non a sua volta rispondere urlando e dire che solitamente era un giovane pacato e tranquillo, difficilmente alzava i toni delle conversazioni, non era polemico volendo essere precisi polemizzava solo su ciò che più gli interessava.
Ed urlando rispose

-Smettila è una lite inutile ed egoista, mi sono addormentato e qual è il problema?

Io proprio non ti comprendo Jin…
Si fermò, di colpo si bloccò, stava per dire quel nome, stava per pronunciare il suo nome, aveva detto le iniziali, stava per pronunciarlo, ma come era possibile una cosa simile? Come poteva lui confondersi?
Fortunatamente la ragazza all’altro capo del telefono mentre lui urlava, gridava a sua volta e così Lucas senza problemi riuscì solo a chiederle scusa umilmente e a riagganciare con la scusa di essere stanco.
 
Si sedette sul divano pensando all’errore che stava commettendo, pensava che Flò non meritava di intristirsi così, ma lei sapeva solo che Jinny era
un nome di fantasia, sapeva che Jinny era un personaggio di fantasia e che il Lucas del romanzo era a sua volta inventato.
Flò credeva nel narcisismo del suo fidanzato, tutto qui, non pensava minimamente che il romanzo fosse autobiografico, anzi quando lo lesse per la prima volta, pensò che due personaggi così sfortunati non sarebbero mai potuti esistere nella realtà, pensava che l’amore vincesse su tutto, pensava che quei due amanti avrebbero trovato la loro felicità e invece il romanzo s’interrompeva bruscamente.
Flò pensava che quella fosse semplicemente una scelta di marketing, artificio che avrebbe utilizzato anche lei per dar spazio alla fantasia e a un possibile sequel.

La giovane editrice conosceva poco Lucas Smith, era un anno che i due si frequentavano ufficialmente, avevano accelerato i tempi e avevano reso il rapporto serio e stabile dal primo giorno.

L’amore spinge a correre, ma anche la necessità di certezze ed equilibrio sortisce lo stesso effetto.

Con i gomiti poggiati sulle ginocchia e le mani tra i capelli, Lucas ricordava un amore passato.
 
 
Lei era bella, lei era istintiva, almeno così apparve a quel primo incontro, lei preferì imbarazzarlo, lei volle imbarazzarlo per non sentire il suo imbarazzo, che pensiero contorto per una ragazzina.
Era timida in realtà e quel gesto all’apparenza istintivo fu ragionato, poco, ma fu comunque ragionato.
In un giorno d’estate Lucas conobbe la ragazza che avrebbe cambiato la sua vita, anche se in quel momento non comprese l’importanza di quell’incontro.
 
In una fredda e piovosa sera invernale, in una di quelle tante sere in cui si rimane in casa, al caldo e a rilassarsi, in una di quelle sere in cui tutto appare futile, tutto appare stupido, in una di quelle sere che Lucas odiava con tutto se stesso.
Era proprio una notte di merda, osservava dalla sua scrivania la pioggia e le righe che essa disegnava sul vetro della sua finestra e ricordava ciò che accadde anni addietro, ciò che accadde in una notte d’estate piovosa e fredda, con malinconia ricordava.
Ed era proprio per questo che odiava le notti di pioggia, perché piovevano anche i ricordi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 



 











Note autrice…
Come potete vedere ho scelto il nome!
Ed è Jinny, grazie mille NonnaPapera!
Penso che aggiornerò dopo aver concluso una long.
Per chi seguisse anche “Lo strano caso del piccolo Jhon” ho aggiornato e penso che domani aggiornerò anche “Sogni e Speranze”.

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