Canto del Principe Chopperin

di Jiji_Kat
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Atto Primo ***
Capitolo 2: *** Atto Secondo ***



Capitolo 1
*** Atto Primo ***


Atto Primo


ATTO PRIMO – Del figlio di re Sanjiro che incontrò l'alga Zorimo e la spada magica
 

 
C’era una volta, in un paese lontano lontano
Un piccolo principe con zoccoli invece che mano,
Naso a mirtillo e occhi lucenti.
Al regno, un dì, arrivò un carro di pretendenti
Senza che lui – che Chopperin faceva di nome,
Ne sapesse il perché, il per dove e il per come.
 
Alla porta del Consiglio andò quindi a origliare
E capì che il re suo padre l’aveva fatto arrivare.
Mille principesse, belle eleganti,
Alcune accompagnate da elefanti,
Altre dal vestito di velluto ammantato,
Recavan doni che da lontano avevan portato.
 
Eran tutte lì per lui, neanche a sognarsi:
Suo padre aveva scelto, doveva sposarsi.
Re Sanjigon era un dongiovanni famoso,
Ma non aveva il diritto di conciarlo da sposo!
Almeno non subito e con una sconosciuta,
Lui la sua dama l’aveva già conosciuta!
 
Provò quindi a sottrarsi a quel comando:
- Padre, una donna la sto già frequentando!
Sanjigon il re, tutto emozionato,
Chiese al figlio chi avesse incontrato.
Chopperin gli narrò di Robunzel, bella pulzella,
Chiusa nella torre e dalla viola gonnella.
 
- Va’ e portala, dunque, figlio mio orgoglio -
Ordinò il monarca porgendogli un foglio
E quando il principe gli chiese cos’era che gli aveva passato
Lui gli rispose che l’avrebbe scoperto a tempo adeguato.
Chopperin fece alla corte un ultimo inchino
Poi dipartì sul suo cavallino.
 
Tra boschi e colline continuò a galoppare
Giungendo infine alla baia del mare.
Non aveva detto a papà
Tutta quanta la verità.
Robunzel non l’aveva mai vista in carne e ossa
E ora temeva di essersi scavato la fossa.
 
Era vero che Chopperin la dama aveva incontrato,
Ma la notte, nel suo lettuccio, ed era tutto sognato!
Eppure qualcosa gli diceva che Robunzel esisteva,
Poteva provare a cercarla, o meglio, doveva!
A suo padre il re aveva fatto giuramento,
E il suo titolo non ammetteva fallimento!
 
Così pregò con tutto il cuore le acque del mare,
Perché solo la Fata delle Onde lo poteva aiutare.
La maga comparve fra riflessi blu cristallini,
Accompagnata da amabili canti di delfini.
Il suo famoso nome era Naminamò,
Colei che per oro e gemme tutto può.
 
- Principe Chopper, era da tanto!
Esclamò la fata felice levandosi un guanto;
Quindi una sfera di luce dal suo palmo creò
E il desiderio del reale subito guardò.
Capita all’istante la situazione,
Naminamò gli diede consolazione.
 
- Non temere, esiste davvero la tua damigella
Ma ahimè, si trova lontano, là su una stella.
Il principe esterrefatto si mise a pensare
Con quale mezzo poteva andarla a trovare?
- Di questo non devi preoccuparti,
Sgancia il verdone che so cosa darti!
 
Chopperin diede alla maga quel che chiedeva
E in cambio ottenne quel che aiutarlo poteva.
Una palletta di alghe verdi si ritrovò davanti al naso
Si accorse che puzzava, non ci aveva fatto subito caso.
- Zorimo – proferì la maga, - a un nuovo padrone ti ho affidato!
Consiglialo e guidalo, finché la sua dama non avrà salvato!
 
L’alga all’improvviso
Aprì gli occhi e imbronciò il viso:
- Siamo sempre a dare ordini! Mi sono stancato!
Brontolò Zorimo mai stato rispettato.
La Fata delle Onde di tacere gli sbraitò,
Dopodiché in un’onda se ne andò.
 
Rimasto da solo con il principino,
Subito Zorimo gli ringhiò sul nasino:
- Vediamo di capirci, testa di segatura,
Voglio togliermela in fretta, questa seccatura!
Perciò salta in groppa al tuo destriero,
Salta sugli scogli e arriva a quel veliero!
 
Chopperin guardò allora all’orizzonte:
Vide una nave, grande e spessa come un monte.
- Che devo fare laggiù a bordo?
- Obbedisci e ‘sta zitto, altrimenti ti mordo!
Il principe spaventato annuì,
Si mise in sella, quindi ripartì.
 
Sulla scogliera il cavallino rosa acquistò velocità
Per poi saltare librandosi in aria con grande abilità.
Atterrò sul ponte della nave con un gran fragore,
Ma la ciurma non lo notò, perché era di malumore.
Il capitano, un tizio imponente dai rossi capelli,
Si era alzato quel giorno che gli giravan i corbelli.
 
Senza perché ordinò a tutti lavori doppi,
Dicendo che lì di pigri ce n’erano troppi.
Poi si richiuse in cabina da solo,
In attesa che attraccassero al molo.
Quand’era così era meglio lasciarlo stare
Altrimenti sì che si rischiava di crepare.
 
Ad ogni modo a Chopperin e Zorimo ora torniamo,
Che se me ne dimentico qua più non finiamo.
Nascosto il destriero dietro a una botte,
I due aspettarono in silenzio che calasse la notte.
Sapendo del rosso, s’incamminarono per il suo covo:
- Entra e rubagli la spada, non appena lo trovo.
 
Tra tutte le virtù, all’alga mancava l’orientamento,
Un bel casino, perché quello serviva al momento!
Dopo un’ora riuscirono a trovare lo stanzotto,
- In fretta Chopperin, non metterci troppo!
Lesto come una lepre e dalle tenebre nascosto,
Il principe entrò subito in quell’angusto posto.
 
Alla luce della luna vide la lama scintillare,
Gatton gattoni si provò ad avvicinare.
Un improvviso tremendo russare
Per poco non lo fece gridare,
Ma l’impavido Chopperin a Robunzel pensò
E con calma e sangue freddo la spada arraffò.
 
Uscì di nuovo dalla cabina del pirata,
Disse: - Zorimo, l’ho trovata, l’ho trovata!
- Zitto, cretino! Vuoi farci trovare?
Esclamò l’alga cominciando a scappare.
Tornarono dal cavallo senza farsi beccare,
Tranquilli a riva potevano ora tornare.
 
Sulla spiaggia, Chopperin guardò bene il bottino,
Una spada lucente, dall’elsa d’oro zecchino.
Zorimo da terra si mise a saltare:
- Sveglia bifolco! Non farmi arrabbiare!
Per magia la spada si svegliò in uno sbadiglio,
Incurante dell’alga e del suo cipiglio.
 
- È viva! - prese il principe ad esclamare.
- Mi chiamo Rufybur, hai da mangiare?
La spada aveva occhi, naso e bocca, quindi parlò,
Ma aveva pure uno stomaco, che brontolò.
L’alga ringhiò: - Dagli un biscotto che adesso dormiamo,
Rufybur taci, domani mattina ne riparliamo.
 
Ma Chopperin era troppo emozionato per riposare,
Rimase alzato tutta la notte con l’arma a parlare.
Scoprì che era fatta di gomma e poteva allungarla
A suo piacimento poteva anche gonfiarla.
Alla fine si abbandonò di sasso a un pisolino,
Sfruttando Zorimo come cuscino.
 
Il giorno dopo si svegliarono tutti sul fare del mattino
Ma solo le minacce dell’alga svegliarono il principino.
- Se Robunzel è sulla stella e da lei ti devi recare,
Indovina un po’ cosa dobbiamo andare a cercare?
Chopperin chinò di lato il capino,
Doveva pensarci su un pochino.
 
- Un cavallo più forte?
Un costruttore di porte?
E per poco Zorimo la testa non gli staccò.
- Un razzo, un razzo, no??
Poi Rufybur si intromise nella discussione:
- Perché non andiamo a fare colazione?
 
L’alga capì che il piano avrebbe dovuto aspettare
Prima quegli ingordi avrebbero voluto mangiare.
Si riempirono tutti di polpette e cosciotti
Finché non divennero belli tracagnotti,
Quindi con la pancia grossa, piena e rotonda
Si misero in marcia verso la casa all’altra sponda.
 
Era una casina di pietra con selciato
Abitata da un famosissimo scienziato.
Si chiamava Frankistein e portava gli occhiali
Costruiva le code, le pinne e pure le ali.
Era in gamba, ma da tempo era sparito
E così tutto il mondo aveva stupito.
 
Bussarono alla porta,
La casa pareva morta.
- Dai, lascia fare a me!
Gridò la spada al figlio del re,
E allungandosi all’indietro di tanto
Buttò giù l’uscio in uno schianto.
 
Trovarono Frankistein moribondo e affannato
Stava disteso sul letto, lamentando ch’era assetato.
Dice Chopperin: - Qualcuno l’acqua gli dia!
Ma quello il bicchiere lo butta già via.
- Ho bisogno di Cola! - dice sfinito
Mentre indica la cassaforte col dito.
 
La cassa era totalmente vuota, deserta
Dovevano essere giorni che era lì aperta.
Frankistein non ha più un soldo, poveretto
Per questo è lì che agonizza sul letto!
Zorimo non si lascia però incantare,
Ha un’importante missione, lui, da ultimare.
 
Scatta quindi il ricatto:
- Scienziato, stringiamo un patto.
In cambio della tua Cola preferita,
Ci porti sulla stella in uno schiocco di dita.
Certo l’assetato ne fu ben contento,
Accettò l’affare con un cenno del mento.
 
Chopperin guardò in giro dalla stradina
Finché trovò un villaggio sulla collina.
Ripartirono quindi verso il centro abitato,
Lì avrebbero preso la Cola per lo scienziato.
Giunsero presto alla piazza più importante
Dove si teneva un mercato abbondante.
 
Girarono quindi tutte le bancarelle,
Vendevano tonni, api e persin paperelle,
Ma ovunque, di Cola, neanche l’ombra si vedeva:
La nave dell’ultimo carico era affondata, si diceva.
Su alcuni gradini, sfiniti dal lungo girare,
I nostri eroi andarono a riposare.
 
- Povero Frankistein - disse Chopperin piangendo,
- Chissà come starà soffrendo!
La spada Rufybur sentì allora un odorino
Era dolce, appetitoso e frizzantino.
Non era lontano, veniva da dietro il campo,
Col suo olfatto l’aveva captato in un lampo.
 
C’era lì, su una roccia seduto,
Un giovane ragazzo nasuto.
Usoppy disse di chiamarsi,
E una Cola stava per scolarsi.
Per fortuna all’istante Zorimo lo fermò
Ma per farlo una caviglia gli azzannò.
 
- Così volete la mia Cola, ho capito -
Rantolò Usoppy sfregando il piede colpito.
- Vi propongo uno scambio conveniente:
Persi una biglia, là nella foresta adiacente.
C’è una quercia gigante, è sulla sua cresta,
Riportatemela e avrete la bevanda chiesta.
 
La bella compagnia
S’incamminò per la via.
Entrarono nel bosco e per un po’ girarono,
Fino a quando, ben presto, l’albero non trovarono.
Lì sotto, con molta attenzione
Presero a smuovere i rami con un bastone.
 
- Aspettate – disse Rufybor con brio,
- Posso allungarmi e prenderla io!
La spada magica si allungò
Ma subito fra i rami s’impigliò;
E scuotendo e scuotendo a più non posso
Dritta la biglia finì giù per il fosso.
 
Prima, ben concentrati, non l’avevan notato,
Ma lì accanto c’era un castello abbarbicato.
E fortunatamente su una pietra la pallina rimbalzò
Raggiungendo una vetrata, e nella dimora si cacciò.
Se da un lato il gruppetto poté tornare a respirare,
Dall’altro si spaurì: in quel posto si doveva addentrare.
 
Zorimo lo riconobbe osservandolo con attenzione,
Si ritrovavano proprio in una brutta situazione.
- Quello è il maniero di Trafalgar ladrone,
Vive lì con i suoi e con un misterioso bestione!
In più ha interessi strani,
Colleziona perfino resti umani.
 
Quella biglia in fondo era bella,
Non mi stupirei se si tenesse anche quella!
A discorso terminato,
Trovò il principe spaventato.
Si era fatto tutto piccolino,
Nascosto e abbracciato al suo cavallino.
 
A lui si scoprì improvvisamente affezionato.
Era deciso: lui per primo avrebbe rischiato.
L’alga partì in avanscoperta da sola,
Lo faceva per Chopperin, non per la Cola.
Superò il ponte levatoio con rapidità,
Sparendo infine nella completa oscurità.
 
Intanto, all’interno dell’angusto maniero,
Trafalgar pirata cavalcava il suo orso destriero
Quando ad un tratto un vetro si ruppe
Cadendo in pezzi sulle sue truppe.
- Chi va là!? - gridò già eccitato
Ma scoprì che solo un pallino era stato.
 
Era liscio, lucido, blu e dorato:
Sì, meritava d’esser collezionato.
- Forza, Caschetto,
Nell’armadietto!
Il servo obbedì nel tempo di un battito di mani,
Riponendo la biglia nel mobile fra i due divani.
 
Trafalgar, tornato in groppa a Bepo Stallone,
Non si accorse di Zorimo dentro al bastione.
L’alga si mise in attesa dietro ad un busto,
Aspettando per attaccare il momento giusto.
Non aveva però fatto i conti con Pinguino
Che proprio dietro di lui fece capolino.
 
- Padrone, guardi cos’ho trovato!
Esclamò il servo dopo averlo catturato.
- Ci stava spiando.
Spiegò mentre l’altro lo stava studiando.
Il capo del castello sorrise meschino:
aveva trovato un altro bottino!
 
- Forza, Pinguino,
Sul comodino!
Guardò quell’alga con interesse,
Non sapeva che quel tipo esistesse.
Intanto Zorimo pensò desolato:
- Mi dispiace, sono stato catturato.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Notina di Jijì:
 
Dunque, i nomi coniati per l’occasione forse lasciano un po’ a desiderare: Chopperin non so da dove mi sia venuto (probabilmente perché Chopperù mi faceva schifo); Rufybur è preso - ovviamente - da Excalibur; Sanjigon da Pendragon, Frankistein da Frankenstein, Usoppy, anche qui, boh; Zorimo da marimo (ma va’!? XD), Robunzel da Rapunzel e Naminamò dalla Maga Magò. Trafalgar Law invece è rimasto invariato, mentre ho dovuto “italianizzare” Casquette e Penguin a causa delle rime. A questo proposito, scusatemi se alcune stonano un po’, vi prego!
Ah, Kidd apparirà meglio nel secondo atto, con un ruolo ben più importante…
Grazie per aver letto!! °v°



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Capitolo 2
*** Atto Secondo ***


Atto Secondo


ATTO SECONDO – Del salvataggio di Zorimo e della principessa rapita
 
 

Era da tempo ormai che si aspettava,
Fuori dal castello Zorimo più non tornava.
Solo in un modo poteva essere andata,
E urlò Chopperin a spada sguainata:
- L’avranno trovato, quell’incosciente!
Andiamo a salvarlo, rapidamente!
 
Così il principe di spada armato,
Lasciato il cavallo ad un tronco legato,
Entrò nel castello per portare soccorso:
Mai si aspettava di incontrare un orso!
Grosso, morbido e bianco era quell’affare
E aveva tutta l’aria di non lasciarlo passare.
 
- Ti prego, spostati caro orso!
Gli chiese schivando un suo morso.
Bepo Stallone
Alzò quindi un unghione,
Pronto a colpire il suo muso
Per portarlo al padrone tutto contuso.
 
Ma il principe con un balzo schivò il fendente:
Si sarebbe pentito di aver fatto il prepotente!
Con tutto il suo fiato la spada gonfiò,
E con gran potenza l’orso picchiò.
Il morbido Bepo venne sconfitto,
Cadendo a terra lungo e dritto.
 
Chopperin proseguì lungo l’androne,
Ma passate le scale, ecco un altro ladrone.
Portava in testa uno strano cappellino,
Il suo nome c’era scritto: era Pinguino.
- Sei un amico dell’alga, ci scommetto!
Sai, l’ho catturato io quel poveretto!
 
Quelle parole il principe non poté sopportare:
- Preparati, fetente! Te la farò pagare!
Si lanciò quindi ancora all’attacco,
Con Rufybur l’avrebbe messo nel sacco.
La spada si allungò al suo comando,
Afferrò il ladrone che stava sbraitando.
 
- Per Zorimo! – il principe urlò
E con un boato Pinguino schiattò.
Anche questo era stato sconfitto,
Ora bisognava arrivare al soffitto.
Lassù la stanza di Trafalgar si trovava,
Ma ancora un ladrone all’appello mancava.
 
Era Caschetto, un birbantone,
tra i più fedeli al suo padrone.
Si parò appunto fra egli e l’entrata:
contro di lui non l’avrebbe scampata.
- Se vi risparmio, perché siete due strambi,
Il capo avrà piacere a collezionarvi entrambi!
 
Chopperin in risposta ringhiò:
- Non contarci, ti sconfiggerò!
Balzò in aria armato di spada,
Avrebbe spedito Caschetto all’altra contrada.
In un sol colpo riuscì a colpire il nemico
Senza dargli il tempo di alzare un sol dito;
 
Fuori dal castello Caschetto volò,
E per diversi giorni lì più non tornò.
Ad ogni modo Chopperin riprese la corsa
La figura dell’amico l’aveva ormai scorsa.
Spalancò poi il portone con un grido:
- In nome del re, Trafalgar ti sfido!
 
Sentì la risata del pazzo alla scrivania,
Più inquietante anche della sua folle mania.
- Benvenuto, Chopperin! – disse voltandosi,
Poi sguainò la sua lunga spada, alzandosi.
Il principe intanto li aveva adocchiati:
La sfera e Zorimo, tutti legati.
 
Trafalgar fu il primo ad attaccare,
La sua distrazione voleva sfruttare,
Ma Rufybur prontamente
Parò e deviò il suo fendente.
Si allungò poi fino al soffitto:
- Preparati Trafalgar, sei fritto!
 
Ma in tanti pezzetti all’improvviso si trovò,
Così pure Chopperin, e Trafalgar ghignò:
- Siete caduti in trappola come due scemi,
Calmatevi, tra poco vi esporrò come premi!
Vedendo i due compagni fatti a pezzi così,
Zorimo si vergognò di star fermo lì.
 
Gonfiandosi tutto con grande impegno,
Mandò in pezzi le catene con sdegno.
Alla sprovvista il cattivo colse
Così la sua tecnica si dissolse.
Raggiunse alle spalle Trafalgar ladrone
E subito furente gli morse un tallone.
 
Ora Chopperin e Rufybur interi erano tornati,
Per modo di dire, erano ancora frastornati.
Purtroppo la spada magica era fuori uso,
L’aveva ben conciato, quel brutto muso!
Al principe Chopperin rimase l’ultima mossa,
Si preparò quindi per la riscossa.
 
Si mise a palletta per concentrarsi,
Poi si sentirono due parole levarsi:
- Kyuun Spark! – gridò il principe arrabbiato
Sapendo che Trafalgar sarebbe stato abbagliato.
Trafalgar era un sadico, ma nonostante tutto
Cascò nella trappola, e anche di brutto.
 
Presi biglia e cavallo, lasciato il bastione,
Gli eroi tornaron da Usoppy e il nasone.
Disse Chopperin all’amico - Eccoti la biglia!
Così Usuppy ben grato gli diede la bottiglia.
Da quel patto tutti ci avevano guadagnato,
E dopo i saluti il gruppo tornò dallo scienziato.
 
Frankistein non credé a quel che accadeva:
Era da tempo che la Cola più non beveva.
Mandò giù la bevanda in una sorsata,
Quindi scoprì che la forza era tornata.
Corse al laboratorio per darsi da fare,
Sulla stella gli amici doveva portare.
 
Costruì il razzo in un momento,
Forte e sicuro, rapido come il vento.
- Tutti a bordo, si decolla!
Era felice con la pancia satolla.
Partirono in fretta per il cielo stellato,
Rubunzel Chopperin avrebbe incontrato.
 
Navigavano fra gli astri sulla navicella
Il principe incredulo cercava la stella,
Quando ad un tratto vide un veliero:
Era la nave del Rosso, volava davvero!
L’astuto Frankistein, capito il pericolo,
Attivò subito l’invisibilità del veicolo.
 
- Possiamo seguirli senza paura.
Guardate, vanno verso l’altura.
Quella in verità era una torre su un astro brillante,
Era la stella! Robunzel non era distante!
Ma perché lì Kidd si stava recando?
E Robunzel sapeva che stava arrivando?
 
Chopperin allora si ricordò
Della prima volta che la incontrò.
Robunzel, seduta in un prato fra i fiori
Disse che era stata rapita da certi signori.
- Ma Kidd il pirata è il più cattivo,
Mi ha rinchiusa lui nella torre in cui vivo.
 
Dal manto invisibile ben celato,
Il gruppo osservò il vascello appena attraccato.
Scese Kidd per primo, poi il suo secondo,
I due uomini più crudeli del mondo.
Il capitano sotto la torre si fermò,
E con tono perentorio ordinò:
 
- Robunzel, cala le braccia!
Guarda che ti spacco la faccia!
Comparì quindi la dama dal fascino raggiante
Calando una scala di braccia giù al brigante.
Kidd si arrampicò fin dalla bella
Lasciando giù Killer da sentinella.
 
Chopperin afferrò Rufybur preoccupato,
Che si era ripreso, aveva mangiato.
Annunciò che da Robunzel sarebbe corso,
Per salvarla, per andarle in soccorso.
Zorimo disse che l’avrebbe aiutato,
Del vice col casco si sarebbe occupato.
 
Così dal missile di Frankistein scesero giù
Preparandosi ad uno scontro a tu per tu.
E mentre l’alga di Killer si occupava,
Il principe la torre per lungo scalava.
Giunse in cima che era sfinito,
Giusto un minuto dopo il bandito.
 
- Brutto farabutto, lasciala stare!
Robunzel non temere, ti sto per salvare!
La ragazza pianse felice e emozionata,
Non credeva che il suo principe l’avesse trovata.
Il pirata divenne blu per l’irritazione,
Ecco chi aveva la spada, maledizione!
 
Chopperin attaccò subito col suo sguardo suadente,
Ma niente da fare, Kidd era troppo potente!
Esclamò il capitano: - Povero, fesso!
Che cos’è quello sguardo da pesce lesso?
Il Kyuun Spark l’aveva mancato,
E Kidd il suo pugno aveva sferrato.
 
Purtroppo Chopperin non lo riuscì a schivare
E il pugno il suo nasino andò a schiacciare.
Trattenne una lacrima di dolore:
C’era Robunzel, doveva tener alto l’onore.
Impugnò poi Rufybur saldamente:
- Ti faccio vedere io, prepotente!
 
A Rufybur, Kidd non era mai piaciuto
Fin dal giorno che l’aveva conosciuto.
Non gli dava da mangiare
Né lo faceva giocare.
In continuazione lo sfruttava
Per ferire la gente che incontrava.
 
Per questo attaccò senza esitazione
Andandolo a colpire forte sul testone.
Il pirata barcollò stremato,
Oh accidenti! Era disarmato!
Robunzel, astuta quanto bella,
Gli aveva rubato la rivoltella.
 
Ordinò Chopperin: - Arrenditi, disgraziato!
Mentre la lama al collo gli aveva puntato.
Intanto da sotto un grido partì:
Zorimo allo stremo il suo vice colpì.
Kidd non ebbe altro da fare:
La resa dovette dichiarare.
 
- Oh, amor mio! - contenta Robunzel esclamò,
E sul naso di Chopperin un bel bacio schioccò.
Il piccolo principe arrossì imbarazzato:
Finalmente la sua dama aveva trovato,
La furia di Kidd aveva piegato
E il proprio onore aveva salvato.
 
- Aspetta - disse poi Chopperin ricordandosi
Del foglio che il padre gli diede congedandosi,
- Questo è per te
Te lo manda il re!
Robunzel stupita accettò il documento
- Lo apro adesso, in questo momento.
 
Una volta che la dama la lettera ebbe aperto,
Chopperin non credé a quel che venne scoperto.
Suo padre Sanjigon, quel maniaco ostinato,
Il suo numero di telefono le aveva inviato.
“Chiamami dolcezza” le aveva stilato,
Ma gliel’avrebbe pagata, lo scriteriato!
 
Ma non c’è tempo per la vendetta:
Chopperin, il matrimonio ti aspetta!
Lasciata la torre e Zorimo ripreso,
Salirono tutti sul razzo riacceso.
Dritti al castello i nostri eroi ora vanno:
Li aspetta la più grande festa dell’anno.
 
La canzone che qui vi ho cantato
Spero che un po’ vi abbia allietato.
È stato davvero un piacere per me
Narrarvi di Chopperin, futuro re.
Brook il cantore vi saluta, signorine,
Volete ora mostrarmi le mutandine?
 
 
 
                                                                                                                                                                             Fine.
 
 
 
 
 
 
Jijì dice…
 
Grazie infinite per aver seguito questo non-so-cosa fino alla fine, lo apprezzo davvero molto!!





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