Canto del Principe Chopperin di Jiji_Kat (/viewuser.php?uid=109054)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Atto Primo ***
Capitolo 2: *** Atto Secondo ***
Capitolo 1 *** Atto Primo ***
Atto Primo
ATTO PRIMO – Del figlio di re Sanjiro che incontrò l'alga Zorimo e la spada magica
C’era una volta, in un paese lontano lontano
Un piccolo principe con zoccoli invece che mano,
Naso a mirtillo e occhi
lucenti.
Al regno, un dì,
arrivò un carro di pretendenti
Senza che lui – che Chopperin
faceva di nome,
Ne sapesse il perché,
il per dove e il per come.
Alla porta del
Consiglio andò quindi a origliare
E capì che il re suo
padre l’aveva fatto arrivare.
Mille principesse,
belle eleganti,
Alcune accompagnate da
elefanti,
Altre dal vestito di
velluto ammantato,
Recavan doni che da
lontano avevan portato.
Eran tutte lì per lui,
neanche a sognarsi:
Suo padre aveva
scelto, doveva sposarsi.
Re Sanjigon era un
dongiovanni famoso,
Ma non aveva il
diritto di conciarlo da sposo!
Almeno non subito e con
una sconosciuta,
Lui la sua dama
l’aveva già conosciuta!
Provò quindi a
sottrarsi a quel comando:
- Padre, una donna la
sto già frequentando!
Sanjigon il re, tutto
emozionato,
Chiese al figlio chi avesse
incontrato.
Chopperin gli narrò di
Robunzel, bella pulzella,
Chiusa nella torre e dalla
viola gonnella.
- Va’ e portala,
dunque, figlio mio orgoglio -
Ordinò il monarca
porgendogli un foglio
E quando il principe
gli chiese cos’era che gli aveva passato
Lui gli rispose che
l’avrebbe scoperto a tempo adeguato.
Chopperin fece alla
corte un ultimo inchino
Poi dipartì sul suo
cavallino.
Tra boschi e colline
continuò a galoppare
Giungendo infine alla
baia del mare.
Non aveva detto a papà
Tutta quanta la
verità.
Robunzel non l’aveva
mai vista in carne e ossa
E ora temeva di
essersi scavato la fossa.
Era vero che Chopperin
la dama aveva incontrato,
Ma la notte, nel suo
lettuccio, ed era tutto sognato!
Eppure qualcosa gli
diceva che Robunzel esisteva,
Poteva provare a
cercarla, o meglio, doveva!
A suo padre il re
aveva fatto giuramento,
E il suo titolo non ammetteva
fallimento!
Così pregò con tutto
il cuore le acque del mare,
Perché solo la Fata delle Onde lo poteva
aiutare.
La maga comparve fra
riflessi blu cristallini,
Accompagnata da
amabili canti di delfini.
Il suo famoso nome era
Naminamò,
Colei che per oro e
gemme tutto può.
- Principe Chopper,
era da tanto!
Esclamò la fata felice
levandosi un guanto;
Quindi una sfera di
luce dal suo palmo creò
E il desiderio del
reale subito guardò.
Capita all’istante la
situazione,
Naminamò gli diede
consolazione.
- Non temere, esiste
davvero la tua damigella
Ma ahimè, si trova
lontano, là su una stella.
Il principe
esterrefatto si mise a pensare
Con quale mezzo poteva
andarla a trovare?
- Di questo non devi
preoccuparti,
Sgancia il verdone che
so cosa darti!
Chopperin diede alla
maga quel che chiedeva
E in cambio ottenne
quel che aiutarlo poteva.
Una palletta di alghe
verdi si ritrovò davanti al naso
Si accorse che
puzzava, non ci aveva fatto subito caso.
- Zorimo – proferì la
maga, - a un nuovo padrone ti ho affidato!
Consiglialo e guidalo,
finché la sua dama non avrà salvato!
L’alga all’improvviso
Aprì gli occhi e
imbronciò il viso:
- Siamo sempre a dare
ordini! Mi sono stancato!
Brontolò Zorimo mai
stato rispettato.
La Fata delle Onde di tacere gli sbraitò,
Dopodiché in un’onda
se ne andò.
Rimasto da solo con il
principino,
Subito Zorimo gli
ringhiò sul nasino:
- Vediamo di capirci,
testa di segatura,
Voglio togliermela in
fretta, questa seccatura!
Perciò salta in groppa
al tuo destriero,
Salta sugli scogli e
arriva a quel veliero!
Chopperin guardò
allora all’orizzonte:
Vide una nave, grande
e spessa come un monte.
- Che devo fare laggiù
a bordo?
- Obbedisci e ‘sta
zitto, altrimenti ti mordo!
Il principe spaventato
annuì,
Si mise in sella,
quindi ripartì.
Sulla scogliera il
cavallino rosa acquistò velocità
Per poi saltare
librandosi in aria con grande abilità.
Atterrò sul ponte
della nave con un gran fragore,
Ma la ciurma non lo notò,
perché era di malumore.
Il capitano, un tizio
imponente dai rossi capelli,
Si era alzato quel
giorno che gli giravan i corbelli.
Senza perché ordinò a
tutti lavori doppi,
Dicendo che lì di
pigri ce n’erano troppi.
Poi si richiuse in
cabina da solo,
In attesa che
attraccassero al molo.
Quand’era così era
meglio lasciarlo stare
Altrimenti sì che si
rischiava di crepare.
Ad ogni modo a
Chopperin e Zorimo ora torniamo,
Che se me ne dimentico
qua più non finiamo.
Nascosto il destriero
dietro a una botte,
I due aspettarono in
silenzio che calasse la notte.
Sapendo del rosso,
s’incamminarono per il suo covo:
- Entra e rubagli la
spada, non appena lo trovo.
Tra tutte le virtù,
all’alga mancava l’orientamento,
Un bel casino, perché
quello serviva al momento!
Dopo un’ora riuscirono
a trovare lo stanzotto,
- In fretta Chopperin,
non metterci troppo!
Lesto come una lepre e
dalle tenebre nascosto,
Il principe entrò
subito in quell’angusto posto.
Alla luce della luna
vide la lama scintillare,
Gatton gattoni si provò
ad avvicinare.
Un improvviso tremendo
russare
Per poco non lo fece gridare,
Ma l’impavido
Chopperin a Robunzel pensò
E con calma e sangue
freddo la spada arraffò.
Uscì di nuovo dalla
cabina del pirata,
Disse: - Zorimo, l’ho
trovata, l’ho trovata!
- Zitto, cretino! Vuoi
farci trovare?
Esclamò l’alga
cominciando a scappare.
Tornarono dal cavallo
senza farsi beccare,
Tranquilli a riva
potevano ora tornare.
Sulla spiaggia,
Chopperin guardò bene il bottino,
Una spada lucente,
dall’elsa d’oro zecchino.
Zorimo da terra si
mise a saltare:
- Sveglia bifolco! Non
farmi arrabbiare!
Per magia la spada si
svegliò in uno sbadiglio,
Incurante dell’alga e
del suo cipiglio.
- È viva! - prese il
principe ad esclamare.
- Mi chiamo Rufybur,
hai da mangiare?
La spada aveva occhi,
naso e bocca, quindi parlò,
Ma aveva pure uno
stomaco, che brontolò.
L’alga ringhiò: -
Dagli un biscotto che adesso dormiamo,
Rufybur taci, domani
mattina ne riparliamo.
Ma Chopperin era
troppo emozionato per riposare,
Rimase alzato tutta la
notte con l’arma a parlare.
Scoprì che era fatta
di gomma e poteva allungarla
A suo piacimento
poteva anche gonfiarla.
Alla fine si abbandonò
di sasso a un pisolino,
Sfruttando Zorimo come
cuscino.
Il giorno dopo si
svegliarono tutti sul fare del mattino
Ma solo le minacce
dell’alga svegliarono il principino.
- Se Robunzel è sulla
stella e da lei ti devi recare,
Indovina un po’ cosa
dobbiamo andare a cercare?
Chopperin chinò di
lato il capino,
Doveva pensarci su un
pochino.
- Un cavallo più
forte?
Un costruttore di
porte?
E per poco Zorimo la
testa non gli staccò.
- Un razzo, un razzo, no??
Poi Rufybur si
intromise nella discussione:
- Perché non andiamo a
fare colazione?
L’alga capì che il
piano avrebbe dovuto aspettare
Prima quegli ingordi
avrebbero voluto mangiare.
Si riempirono tutti di
polpette e cosciotti
Finché non divennero
belli tracagnotti,
Quindi con la pancia
grossa, piena e rotonda
Si misero in marcia
verso la casa all’altra sponda.
Era una casina di
pietra con selciato
Abitata da un
famosissimo scienziato.
Si chiamava
Frankistein e portava gli occhiali
Costruiva le code, le
pinne e pure le ali.
Era in gamba, ma da
tempo era sparito
E così tutto il mondo
aveva stupito.
Bussarono alla porta,
La casa pareva morta.
- Dai, lascia fare a
me!
Gridò la spada al
figlio del re,
E allungandosi
all’indietro di tanto
Buttò giù l’uscio in
uno schianto.
Trovarono Frankistein
moribondo e affannato
Stava disteso sul
letto, lamentando ch’era assetato.
Dice Chopperin: -
Qualcuno l’acqua gli dia!
Ma quello il bicchiere
lo butta già via.
- Ho bisogno di Cola!
- dice sfinito
Mentre indica la
cassaforte col dito.
La cassa era totalmente
vuota, deserta
Dovevano essere giorni
che era lì aperta.
Frankistein non ha più
un soldo, poveretto
Per questo è lì che
agonizza sul letto!
Zorimo non si lascia
però incantare,
Ha un’importante
missione, lui, da ultimare.
Scatta quindi il
ricatto:
- Scienziato,
stringiamo un patto.
In cambio della tua
Cola preferita,
Ci porti sulla stella
in uno schiocco di dita.
Certo l’assetato ne fu
ben contento,
Accettò l’affare con
un cenno del mento.
Chopperin guardò in
giro dalla stradina
Finché trovò un
villaggio sulla collina.
Ripartirono quindi
verso il centro abitato,
Lì avrebbero preso la Cola per lo scienziato.
Giunsero presto alla
piazza più importante
Dove si teneva un
mercato abbondante.
Girarono quindi tutte
le bancarelle,
Vendevano tonni, api e
persin paperelle,
Ma ovunque, di Cola,
neanche l’ombra si vedeva:
La nave dell’ultimo
carico era affondata, si diceva.
Su alcuni gradini, sfiniti
dal lungo girare,
I nostri eroi andarono
a riposare.
- Povero Frankistein -
disse Chopperin piangendo,
- Chissà come starà
soffrendo!
La spada Rufybur sentì
allora un odorino
Era dolce, appetitoso
e frizzantino.
Non era lontano,
veniva da dietro il campo,
Col suo olfatto
l’aveva captato in un lampo.
C’era lì, su una
roccia seduto,
Un giovane ragazzo
nasuto.
Usoppy disse di
chiamarsi,
E una Cola stava per
scolarsi.
Per fortuna
all’istante Zorimo lo fermò
Ma per farlo una
caviglia gli azzannò.
- Così volete la mia
Cola, ho capito -
Rantolò Usoppy sfregando
il piede colpito.
- Vi propongo uno
scambio conveniente:
Persi una biglia, là
nella foresta adiacente.
C’è una quercia
gigante, è sulla sua cresta,
Riportatemela e avrete
la bevanda chiesta.
La bella compagnia
S’incamminò per la
via.
Entrarono nel bosco e
per un po’ girarono,
Fino a quando, ben
presto, l’albero non trovarono.
Lì sotto, con molta
attenzione
Presero a smuovere i
rami con un bastone.
- Aspettate – disse
Rufybor con brio,
- Posso allungarmi e
prenderla io!
La spada magica si
allungò
Ma subito fra i rami
s’impigliò;
E scuotendo e
scuotendo a più non posso
Dritta la biglia finì
giù per il fosso.
Prima, ben
concentrati, non l’avevan notato,
Ma lì accanto c’era un
castello abbarbicato.
E fortunatamente su
una pietra la pallina rimbalzò
Raggiungendo una
vetrata, e nella dimora si cacciò.
Se da un lato il
gruppetto poté tornare a respirare,
Dall’altro si spaurì:
in quel posto si doveva addentrare.
Zorimo lo riconobbe
osservandolo con attenzione,
Si ritrovavano proprio
in una brutta situazione.
- Quello è il maniero
di Trafalgar ladrone,
Vive lì con i suoi e
con un misterioso bestione!
In più ha interessi
strani,
Colleziona perfino
resti umani.
Quella biglia in fondo
era bella,
Non mi stupirei se si
tenesse anche quella!
A discorso terminato,
Trovò il principe
spaventato.
Si era fatto tutto
piccolino,
Nascosto e abbracciato
al suo cavallino.
A lui si scoprì
improvvisamente affezionato.
Era deciso: lui per
primo avrebbe rischiato.
L’alga partì in
avanscoperta da sola,
Lo faceva per
Chopperin, non per la Cola.
Superò il ponte
levatoio con rapidità,
Sparendo infine nella
completa oscurità.
Intanto, all’interno
dell’angusto maniero,
Trafalgar pirata
cavalcava il suo orso destriero
Quando ad un tratto un
vetro si ruppe
Cadendo in pezzi sulle
sue truppe.
- Chi va là!? - gridò
già eccitato
Ma scoprì che solo un
pallino era stato.
Era liscio, lucido,
blu e dorato:
Sì, meritava d’esser
collezionato.
- Forza, Caschetto,
Nell’armadietto!
Il servo obbedì nel
tempo di un battito di mani,
Riponendo la biglia
nel mobile fra i due divani.
Trafalgar, tornato in
groppa a Bepo Stallone,
Non si accorse di
Zorimo dentro al bastione.
L’alga si mise in
attesa dietro ad un busto,
Aspettando per
attaccare il momento giusto.
Non aveva però fatto i
conti con Pinguino
Che proprio dietro di
lui fece capolino.
- Padrone, guardi
cos’ho trovato!
Esclamò il servo dopo
averlo catturato.
- Ci stava spiando.
Spiegò mentre l’altro
lo stava studiando.
Il capo del castello
sorrise meschino:
aveva trovato un altro
bottino!
- Forza, Pinguino,
Sul comodino!
Guardò quell’alga con
interesse,
Non sapeva che quel
tipo esistesse.
Intanto Zorimo pensò
desolato:
- Mi dispiace, sono
stato catturato.
Notina di Jijì:
Dunque, i nomi coniati
per l’occasione forse lasciano un po’ a desiderare:
Chopperin non so da dove mi
sia venuto (probabilmente perché Chopperù mi faceva
schifo); Rufybur è preso - ovviamente - da Excalibur; Sanjigon
da Pendragon,
Frankistein da Frankenstein, Usoppy, anche qui, boh; Zorimo da marimo
(ma va’!?
XD), Robunzel da Rapunzel e Naminamò dalla Maga Magò.
Trafalgar Law invece è
rimasto invariato, mentre ho dovuto “italianizzare”
Casquette e Penguin a causa
delle rime. A questo proposito, scusatemi se alcune stonano un
po’, vi prego!
Ah, Kidd apparirà
meglio nel secondo atto, con un ruolo ben più importante…
Grazie per aver
letto!! °v°
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Atto Secondo ***
Atto Secondo
ATTO SECONDO – Del
salvataggio di Zorimo e della principessa rapita
Era da tempo ormai che
si aspettava,
Fuori dal castello
Zorimo più non tornava.
Solo in un modo poteva
essere andata,
E urlò Chopperin a
spada sguainata:
- L’avranno trovato,
quell’incosciente!
Andiamo a salvarlo, rapidamente!
Così il principe di
spada armato,
Lasciato il cavallo ad
un tronco legato,
Entrò nel castello per
portare soccorso:
Mai si aspettava di
incontrare un orso!
Grosso, morbido e
bianco era quell’affare
E aveva tutta l’aria
di non lasciarlo passare.
- Ti prego, spostati
caro orso!
Gli chiese schivando un
suo morso.
Bepo Stallone
Alzò quindi un
unghione,
Pronto a colpire il
suo muso
Per portarlo al
padrone tutto contuso.
Ma il principe con un
balzo schivò il fendente:
Si sarebbe pentito di
aver fatto il prepotente!
Con tutto il suo fiato
la spada gonfiò,
E con gran potenza
l’orso picchiò.
Il morbido Bepo venne
sconfitto,
Cadendo a terra lungo
e dritto.
Chopperin proseguì
lungo l’androne,
Ma passate le scale,
ecco un altro ladrone.
Portava in testa uno
strano cappellino,
Il suo nome c’era
scritto: era Pinguino.
- Sei un amico
dell’alga, ci scommetto!
Sai, l’ho catturato io
quel poveretto!
Quelle parole il
principe non poté sopportare:
- Preparati, fetente!
Te la farò pagare!
Si lanciò quindi ancora
all’attacco,
Con Rufybur l’avrebbe
messo nel sacco.
La spada si allungò al
suo comando,
Afferrò il ladrone che
stava sbraitando.
- Per Zorimo! – il
principe urlò
E con un boato
Pinguino schiattò.
Anche questo era stato
sconfitto,
Ora bisognava arrivare
al soffitto.
Lassù la stanza di
Trafalgar si trovava,
Ma ancora un ladrone
all’appello mancava.
Era Caschetto, un
birbantone,
tra i più fedeli al
suo padrone.
Si parò appunto fra egli
e l’entrata:
contro di lui non
l’avrebbe scampata.
- Se vi risparmio,
perché siete due strambi,
Il capo avrà piacere a
collezionarvi entrambi!
Chopperin in risposta
ringhiò:
- Non contarci, ti
sconfiggerò!
Balzò in aria armato
di spada,
Avrebbe spedito
Caschetto all’altra contrada.
In un sol colpo riuscì
a colpire il nemico
Senza dargli il tempo
di alzare un sol dito;
Fuori dal castello
Caschetto volò,
E per diversi giorni
lì più non tornò.
Ad ogni modo Chopperin
riprese la corsa
La figura dell’amico
l’aveva ormai scorsa.
Spalancò poi il
portone con un grido:
- In nome del re,
Trafalgar ti sfido!
Sentì la risata del
pazzo alla scrivania,
Più inquietante anche
della sua folle mania.
- Benvenuto,
Chopperin! – disse voltandosi,
Poi sguainò la sua
lunga spada, alzandosi.
Il principe intanto li
aveva adocchiati:
La sfera e Zorimo,
tutti legati.
Trafalgar fu il primo
ad attaccare,
La sua distrazione
voleva sfruttare,
Ma Rufybur prontamente
Parò e deviò il suo
fendente.
Si allungò poi fino al
soffitto:
- Preparati Trafalgar,
sei fritto!
Ma in tanti pezzetti all’improvviso
si trovò,
Così pure Chopperin, e
Trafalgar ghignò:
- Siete caduti in
trappola come due scemi,
Calmatevi, tra poco vi
esporrò come premi!
Vedendo i due compagni
fatti a pezzi così,
Zorimo si vergognò di star
fermo lì.
Gonfiandosi tutto con
grande impegno,
Mandò in pezzi le catene
con sdegno.
Alla sprovvista il
cattivo colse
Così la sua tecnica si
dissolse.
Raggiunse alle spalle
Trafalgar ladrone
E subito furente gli
morse un tallone.
Ora Chopperin e
Rufybur interi erano tornati,
Per modo di dire,
erano ancora frastornati.
Purtroppo la spada
magica era fuori uso,
L’aveva ben conciato,
quel brutto muso!
Al principe Chopperin
rimase l’ultima mossa,
Si preparò quindi per
la riscossa.
Si mise a palletta per
concentrarsi,
Poi si sentirono due parole
levarsi:
- Kyuun Spark! – gridò
il principe arrabbiato
Sapendo che Trafalgar
sarebbe stato abbagliato.
Trafalgar era un
sadico, ma nonostante tutto
Cascò nella trappola,
e anche di brutto.
Presi biglia e
cavallo, lasciato il bastione,
Gli eroi tornaron da
Usoppy e il nasone.
Disse Chopperin
all’amico - Eccoti la biglia!
Così Usuppy ben grato
gli diede la bottiglia.
Da quel patto tutti ci
avevano guadagnato,
E dopo i saluti il
gruppo tornò dallo scienziato.
Frankistein non credé
a quel che accadeva:
Era da tempo che la Cola più non beveva.
Mandò giù la bevanda
in una sorsata,
Quindi scoprì che la
forza era tornata.
Corse al laboratorio
per darsi da fare,
Sulla stella gli amici
doveva portare.
Costruì il razzo in un
momento,
Forte e sicuro, rapido
come il vento.
- Tutti a bordo, si
decolla!
Era felice con la
pancia satolla.
Partirono in fretta
per il cielo stellato,
Rubunzel Chopperin
avrebbe incontrato.
Navigavano fra gli
astri sulla navicella
Il principe incredulo
cercava la stella,
Quando ad un tratto
vide un veliero:
Era la nave del Rosso,
volava davvero!
L’astuto Frankistein,
capito il pericolo,
Attivò subito
l’invisibilità del veicolo.
- Possiamo seguirli
senza paura.
Guardate, vanno verso
l’altura.
Quella in verità era
una torre su un astro brillante,
Era la stella!
Robunzel non era distante!
Ma perché lì Kidd si
stava recando?
E Robunzel sapeva che
stava arrivando?
Chopperin allora si
ricordò
Della prima volta che
la incontrò.
Robunzel, seduta in un
prato fra i fiori
Disse che era stata
rapita da certi signori.
- Ma Kidd il pirata è
il più cattivo,
Mi ha rinchiusa lui
nella torre in cui vivo.
Dal manto invisibile
ben celato,
Il gruppo osservò il
vascello appena attraccato.
Scese Kidd per primo, poi
il suo secondo,
I due uomini più
crudeli del mondo.
Il capitano sotto la
torre si fermò,
E con tono perentorio
ordinò:
- Robunzel, cala le
braccia!
Guarda che ti spacco
la faccia!
Comparì quindi la dama
dal fascino raggiante
Calando una scala di
braccia giù al brigante.
Kidd si arrampicò fin
dalla bella
Lasciando giù Killer
da sentinella.
Chopperin afferrò
Rufybur preoccupato,
Che si era ripreso,
aveva mangiato.
Annunciò che da
Robunzel sarebbe corso,
Per salvarla, per andarle
in soccorso.
Zorimo disse che
l’avrebbe aiutato,
Del vice col casco si sarebbe
occupato.
Così dal missile di
Frankistein scesero giù
Preparandosi ad uno
scontro a tu per tu.
E mentre l’alga di
Killer si occupava,
Il principe la torre
per lungo scalava.
Giunse in cima che era
sfinito,
Giusto un minuto dopo
il bandito.
- Brutto farabutto,
lasciala stare!
Robunzel non temere,
ti sto per salvare!
La ragazza pianse
felice e emozionata,
Non credeva che il suo
principe l’avesse trovata.
Il pirata divenne blu
per l’irritazione,
Ecco chi aveva la
spada, maledizione!
Chopperin attaccò
subito col suo sguardo suadente,
Ma niente da fare,
Kidd era troppo potente!
Esclamò il capitano: -
Povero, fesso!
Che cos’è quello
sguardo da pesce lesso?
Il Kyuun Spark l’aveva
mancato,
E Kidd il suo pugno
aveva sferrato.
Purtroppo Chopperin
non lo riuscì a schivare
E il pugno il suo
nasino andò a schiacciare.
Trattenne una lacrima
di dolore:
C’era Robunzel, doveva
tener alto l’onore.
Impugnò poi Rufybur
saldamente:
- Ti faccio vedere io,
prepotente!
A Rufybur, Kidd non
era mai piaciuto
Fin dal giorno che
l’aveva conosciuto.
Non gli dava da
mangiare
Né lo faceva giocare.
In continuazione lo
sfruttava
Per ferire la gente
che incontrava.
Per questo attaccò
senza esitazione
Andandolo a colpire forte
sul testone.
Il pirata barcollò
stremato,
Oh accidenti! Era
disarmato!
Robunzel, astuta
quanto bella,
Gli aveva rubato la
rivoltella.
Ordinò Chopperin: -
Arrenditi, disgraziato!
Mentre la lama al
collo gli aveva puntato.
Intanto da sotto un
grido partì:
Zorimo allo stremo il
suo vice colpì.
Kidd non ebbe altro da
fare:
La resa dovette
dichiarare.
- Oh, amor mio! -
contenta Robunzel esclamò,
E sul naso di Chopperin
un bel bacio schioccò.
Il piccolo principe
arrossì imbarazzato:
Finalmente la sua dama
aveva trovato,
La furia di Kidd aveva
piegato
E il proprio onore
aveva salvato.
- Aspetta - disse poi
Chopperin ricordandosi
Del foglio che il
padre gli diede congedandosi,
- Questo è per te
Te lo manda il re!
Robunzel stupita accettò
il documento
- Lo apro adesso, in
questo momento.
Una volta che la dama
la lettera ebbe aperto,
Chopperin non credé a
quel che venne scoperto.
Suo padre Sanjigon,
quel maniaco ostinato,
Il suo numero di
telefono le aveva inviato.
“Chiamami dolcezza” le
aveva stilato,
Ma gliel’avrebbe
pagata, lo scriteriato!
Ma non c’è tempo per
la vendetta:
Chopperin, il
matrimonio ti aspetta!
Lasciata la torre e
Zorimo ripreso,
Salirono tutti sul
razzo riacceso.
Dritti al castello i
nostri eroi ora vanno:
Li aspetta la più
grande festa dell’anno.
La canzone che qui vi
ho cantato
Spero che un po’ vi
abbia allietato.
È stato davvero un
piacere per me
Narrarvi di Chopperin,
futuro re.
Brook il cantore vi
saluta, signorine,
Volete ora mostrarmi
le mutandine?
Fine.
Jijì dice…
Grazie infinite per
aver seguito questo non-so-cosa fino
alla fine, lo apprezzo davvero molto!!
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=664293
|