The Real me

di Purelove
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sfida ***
Capitolo 2: *** La scommessa ***
Capitolo 3: *** Nuovi ragazzi a Forks ***
Capitolo 4: *** In bianco ***
Capitolo 5: *** La corsa in moto ***
Capitolo 6: *** Responsabilità ***
Capitolo 7: *** Primo giorno di scuola ***
Capitolo 8: *** La mela rossa ***
Capitolo 9: *** Lista degli ospiti ***
Capitolo 10: *** Non riesco a muovermi ***
Capitolo 11: *** Grazie ***
Capitolo 12: *** Le macchine ***
Capitolo 13: *** Il sapore della vittoria ***
Capitolo 14: *** Las Vegas ***
Capitolo 15: *** Grazie ad Edward ***
Capitolo 16: *** Risveglio ***
Capitolo 17: *** Love sucks ***
Capitolo 18: *** Un unico neo alla festa ***
Capitolo 19: *** Ubriaca ***
Capitolo 20: *** Partenza anticipata ***
Capitolo 21: *** Punizione ***
Capitolo 22: *** E se non fossi abbastanza per lui? ***
Capitolo 23: *** Sei cotto ***
Capitolo 24: *** Phoenix ***
Capitolo 25: *** Il tuo lato pazzo ***
Capitolo 26: *** Violentato ***
Capitolo 27: *** Perdere una figlia ***
Capitolo 28: *** Dormire in 3 ***
Capitolo 29: *** Piccoli indizi mal celati ***
Capitolo 30: *** Ferito ***
Capitolo 31: *** Peace? does not exist ***
Capitolo 32: *** Una cenerentola americana ***
Capitolo 33: *** Litigi ***
Capitolo 34: *** Team Edward o Team Jacob? ***
Capitolo 35: *** Fammi sentire amato ***
Capitolo 36: *** Voragine ***
Capitolo 37: *** Ago e Filo ***
Capitolo 38: *** Black-out ***
Capitolo 39: *** Una nonna tutta speciale ***
Capitolo 40: *** Sfogo ***
Capitolo 41: *** Riflessioni ***
Capitolo 42: *** Team Cullen ***
Capitolo 43: *** Nasce la speranza ***
Capitolo 44: *** Rifugio ***
Capitolo 45: *** Non colpevole ***
Capitolo 46: *** AAA Cercasi Bella ***
Capitolo 47: *** Non c'è realtà più grande di questa ***
Capitolo 48: *** Fuga dalla realtà ***
Capitolo 49: *** 1 passo avanti...100 indietro ***
Capitolo 50: *** ...dobbiamo parlare ***
Capitolo 51: *** Il significato di un valzer ***
Capitolo 52: *** Voglio che tu sia pronta ***
Capitolo 53: *** Anello ***
Capitolo 54: *** Altitude 95 ***
Capitolo 55: *** Non farmi aspettare troppo ***
Capitolo 56: *** 2 different places ***
Capitolo 57: *** Confronto di Bella ***
Capitolo 58: *** Furia in macchina ***
Capitolo 59: *** Video e Foto ***
Capitolo 60: *** Bella può sposarti... ***
Capitolo 61: *** Take Revenge ***
Capitolo 62: *** Rosalie vs Bodyguard ***
Capitolo 63: *** Conversazione padre e figlia ***
Capitolo 64: *** 3 Moments ***
Capitolo 65: *** Robet McCarty Cullen ***
Capitolo 66: *** Assedio... ***
Capitolo 67: *** Sparisce in un secondo ***
Capitolo 68: *** Stufo ***
Capitolo 69: *** In cerca... ***
Capitolo 70: *** Come una volta... ***
Capitolo 71: *** No? ***
Capitolo 72: *** No homework...no sex ***
Capitolo 73: *** L'inizio del piano ***
Capitolo 74: *** Più semplice = No amore ***
Capitolo 75: *** Tregua? ***
Capitolo 76: *** Voglia di...famiglia ***
Capitolo 77: *** Per sempre - Finale ***



Capitolo 1
*** Sfida ***


XXX

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Edward

Vedevo solo flash. Era impossibile capire dove mi trovassi, avevo solo un tenue ricordo della sera. Almeno com’era iniziata. Insieme ai miei fratelli ero andato ad una discoteca a due ore di distanza da Volterra per allontanarci il più possibile dal castello ma evidentemente non era abbastanza.
I paparazzi erano sempre pronti a immortalarci in foto che il più delle volte risultavano scandalose e mettevano in imbarazzo la Corona ma a me non me ne fregava niente. Volevo evadere dall’etichetta e da tutto quello che poteva comportare. Volevo vivere la mia vita.
La piccola mano di mia sorella mi afferra e mi porta lontano da tutta quella luce. Sbatto contro una portiera e immediatamente poi vengo spinto dentro la macchina. Per fortuna ci sono i vetri oscurati. Mio fratello Emmet è alla guida e cerca di farsi strada tra i paparazzi appostati anche fuori dal locale.
-Cos’è successo?-mormoro tenendomi la testa tra le mani.
-Idiota…sei svenuto -mormora Rosalie.
Tengo a stento gli occhi aperti. La testa fa troppo male e le palpebre si abbassano sempre di più contro la mia volontà.
-Esme questa volta ci fa il culo…-mormora Jasper e sono le ultime parole che capisco della serata.
Solo la mattina dopo vengo svegliato di soprassalto da mio padre, Carlisle, che mi sbatte in faccia la nuova copertina di una rivista scandalistica mentre davanti a me su un tavolino fanno bella vista decine o forse più di riviste e giornali che ritraggono la mia ultima notte in quel locale.
-Ne ho abbastanza Edward…-commenta mio padre pizzicandosi il naso con l’indice e il pollice.
-Diamine! Vai a rompere anche a qualcun altro dei tuoi figli! Cazzo non ci sono solo io!-sbotto ricacciandomi sotto le coperte.
Sento i passi svelti di mio padre e in un istante mi ritrovo col culo a terra.
Il re aveva alzato il materasso per buttarmi giù dal letto.
-Loro non diventeranno re!-grida mio padre.
Immediatamente l’alcool della sera prima inizia a farsi sentire.
-Tra mezz’ora. In salotto. Vi aspetto tutti li!-sbotta mio padre sbattendo la porta della mia camera.
Sinceramente non l’avevo mai visto così tanto incazzato ed è solo per questo motivo che mi do una sistemata velocemente se no col cazzo che mi tiravo su.
Quando esco dalla mia stanza mi dirigo nella stanza di mio fratello aprendo la porta di scatto.
-Cazzo Edward! Almeno bussa prima!-grida Rosalie intenta a rivestirsi mentre Emmet esce dal bagno con uno spazzolino in bocca.
-Cazzo Rose! È come se fossi mia sorella dai…ai miei occhi sei un uomo!-ribatto entrando nella stanza.
Mio fratello sghignazza.
-Meno male che non siamo fratelli se no avremmo qualche problemuccio!-dice ridendo a Rosalie prima di andare a sciacquarsi la bocca dal dentifricio.
-Hai ricevuto la chiamata dal capo supremo?-chiede mio fratello sogghignando.
-Ovviamente. Figuriamoci se mancavo all’appello!-commento guardando verso la porta. Strano che Alice non sia già qui a saltellare per la stanza.
-Tu cosa hai fatto?-chiedo mentre Rosalie mi mostra una pagina di giornale che fa vedere Emmet in moto ad una corsa clandestina di circa due giorni fa.
-Bella moto! Nuova?-chiedo notando che non l’avevo mai vista prima.
-Nuova nuova…importata dal Giappone proprio la sera prima. Un gioiellino! Dopo te la faccio vedere!-dice mio fratello estasiato.
-Siamo solo noi nei guai?-chiedo guardando il corridoio alla ricerca di mia sorella ma nessuna traccia di lei.
-Stai scherzando vero?-commenta Emmet sbattendomi un articolo che avevano fatto su di lei e su tutti i luoghi in cui si diceva che la principessa aveva avuto rapporti sessuali con il suo fidanzato. Ovviamente corredato da una foto dove Jasper palpeggia Alice.
-Che bella famiglia che hai Rose!-commento. Jasper, suo fratello gemello, era il fidanzato di Alice da ormai anni e sapevamo benissimo della loro ricerca di nuovi stimoli. Lo facevano praticamente dappertutto con l’adrenalina che scorreva a mille per paura di essere beccati.
Scandali su scandali.
Poveri mamma e papà.
-Oh santo cielo! Ma come vi siete vestiti?-
Guardo verso la porta e vedo Alice vestita di tutto punto come se stesse per andare a fare una sfilata ma questo era tipico di lei.
-Allora andiamo?-chiedo con una smorfia.
Il grande capo, detto anche papy, ci aveva fatto un richiamo ufficiale. Traduzione: era incazzato nero!!
Ovviamente, almeno per una volta, ci siamo fatti trovare puntuali in salotto.
Esme, nostra madre, era già li che ci aspettava leggendo uno dei nostri tanti articoli mentre sotto i suoi occhi scommettevamo su chi di noi stesse leggendo.
Aveva vinto Alice purtroppo per noi.
Mio padre entra in tutta la sua magnificenza. Stranamente non ha il suo solito corteo, è da solo.
-Ne ho abbastanza del vostro atteggiamento!-dice con tono abbastanza alto.
Ci mettiamo contemporaneamente tutti a sedere consapevoli che la romanzina sarebbe durata più del previsto poi saremmo potuti tornare nuovamente alle nostre faccende.
-Io e vostro padre abbiamo preso una decisione-
Mamma non interveniva mai ed è per questo motivo che adesso tutti gli occhi increduli erano puntati su di lei.
-Verrete allontanati dall’Italia. Vi porteremo in un luogo talmente sperduto che nessuno potrà riconoscervi e li vi comporterete bene altrimenti bloccheremo tutti i vostri fondi fino agli ottanta anni. Questo vuol dire niente feste, niente macchine, niente moto, niente ristoranti di lusso. Niente di niente. È ora che incominciate a comportarvi in un modo sano e confacente al vostro status!- dice Carlisle battendo più di una volta il pugno sul bracciolo della poltrona.
Tutti noi siamo in silenzio, increduli di quello che sta dicendo.
-Se in questo periodo uscirà fuori anche solo un articolo che mostra le vostre bravate o vi cacciate nei guai non saremmo più noi a tirarvi fuori da certe situazioni e i conti verranno automaticamente bloccati a tutti quanti che siano responsabili o meno
. -continua Esme.
-Come sarebbe a dire allontanati!? E noi?-sbotta Rosalie alzandosi di scatto.
-Oh cara, anche tuo padre ti vuole mettere in riga e questo vale anche per te Jasper. Il conte ci ha dato il permesso di trattarvi esattamente come nostri figli. Come futuri consorti dei principi anche voi verrete spediti in America- commenta mio padre sorridendo. Evidentemente si aspettava una sua reazione.
-America?-ripete Emmet incredulo.
-Non vi aspettate di certo New York o Los Angeles. -dice Alice per tenerci con i piedi per terra. Effettivamente la mia mente stava già vagando nei posti più cool di quel momento.
-Vivrete proprio come i ragazzi di li. Nessuno saprà chi siete e ricordate…vi terremo d’occhio!-dice mio padre alzandosi.
-E quando dovremmo partire?-chiede Emmet cingendo le spalle di Rose.
-Domani. I domestici stanno già preparando i vostri bagagli. Arrivati li troverete un autista che vi porterà nella vostra nuova casa-
Detto questo sia Esme che Carlisle ci lasciano da soli in salotto.
Mi alzo avvicinandomi al caminetto.
-Non so voi ragazzi ma io ci tengo alla mia grana…- commenta Emmet avvicinandosi a me.
-Non sarà difficile no se li nessuno ci conosce! Potremmo comportarci come al nostro solito, dobbiamo solo fare attenzione a non finire in prigione o in questo caso saremmo tutti nella merda. -spiega Alice con sguardo furbo.
-Eh eh…non sono così furbi come vogliono far credere-commento pregustandomi già la libertà senza paparazzi e genitori.
-Io la prenderei più come una vacanza che una punizione-
-Vi ricordo che non sappiamo ancora dove ci butteranno- dice Rosalie.
-Eddai…papy non può essere così bastardo da metterci in un posto in culo ai lupi, no?-
Tutti ci voltiamo verso Emmet scettici.
-Già…avete ragione voi. -commenta mettendosi le mani in tasca.

Ciao ciao! allora...lo so che devo finire ancora due storie ma ieri sera mi è venuta questa idea e non ho resistito dal pubblicarla. Ho già pronti alcuni bozzetti e delle scene che mi sono venute in mente però vorrei sapere che ne dite di questo Edward un pò particolare. Mi sembra che non l'abbiamo mai visto nei panni del principe...boh...io ci provo a metterlo in questa nuova situazione. Comunque fatemi sapere cosa ne pensate. Un mega bacione a tutti vale

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Capitolo 2
*** La scommessa ***


XXX

Pensavate di liberarvi di me tanto facilmente???? no no...ecco il secondo capitolo! sono stata contentissima di leggere i vostri commenti sul primo e spero di non deludere le vostre aspettative con questo! ma mi rimando al vostro giudizio anche se devo dire ke mi sono divertita tantissimo a scrivere questo capitolo!

Adesso do un bacione enorme a tutti voi e me ne vado a studiare (maledetta Università!! argh!)

-vale-

 

 

EDWARD:

Non arrivavamo più. E’ una vera e propria tortura. Tutte quelle ore di viaggio…mi veniva la nausea solo a pensarci.

I nostri l’avevano escogitata fin troppo bene. Ci stavano facendo pregustare quello che stava per essere il nostro inferno. L’Inferno, quello reale, doveva ancora arrivare.

-Se ci tenete alla vita non guardate fuori dal finestrino…-dice sconsolata Rosalie posando il mento sulla mano. Ovviamente tutti abbiamo guardato fuori dai finestrini della limousine e quello che potevamo vedere era solo verde. Verde, verde, verde, muschio e….pioggia.

-Che merda…-sbotta mio fratello prendendo un altro bicchiere di brandy.

Ha fottutamente ragione. Penso che i nostri genitori vogliano veramente mandarci in un paesino del cazzo.

-Per quanto durerà questa tortura?-chiede Alice già preoccupata mentre si agita sul sedile.

-Non è stato specificato…-mormoro stufo del solito paesaggio. Dopo un ponte iniziamo a vedere più case e notiamo più macchine venirci incontro.

-Oh! La civiltà!-dice Jasper indicando un paio di boscaioli del luogo.

-Che posto del cazzo…-commenta Emmet dando un’altra sorsata.

-Ragazzi…dovete pensare che potremmo fare più cazzate se il paese è così piccolo!-dico cercando di sollevare il nostro morale che è fottutamente sotto i piedi di tutti noi.

La limousine esce nuovamente e la vegetazione torna a fare da padrone.

-Eh no!-diciamo in coro per la delusione, avevamo veramente pensato che fossimo finalmente arrivati.

Improvvisamente la limousine gira a destra verso una strada neanche ben segnalata e dopo essere passati in mezzo ad una specie di bosco arriviamo a quella che pensiamo essere la nostra nuova casa. È una villa in stile vittoriano, un po’ bassa per i nostri standard ma è meglio non lamentarsi in questa situazione.

-Giuro che se non trovo nemmeno una moto mi incazzo da morire. -dice mio fratello scendendo dalla limousine e dirigendosi verso il garage.

Mentre Jasper tira giù le valigie dal bagagliaio mi guardo intorno.

-Siamo veramente in culo ai lupi qui…-mormoro. Mia sorella si avvicina con le braccia incrociate.

-Ci hanno fottuto alla grande!-commenta Alice.

-NOOOOOOOOOOOOOOOOOO!-

Non ci voltiamo neanche. L’urlo disperato era quello di nostro fratello, probabilmente il papy non ha mandato le moto. Spero solo in qualche macchina decente.

Sospirando Alice va verso il garage e io la seguo con le mani nelle tasche dei pantaloni. Appena entriamo vediamo tre macchine: una jeep bianca, una Mercedes rossa e una volvo grigia metallizzata.

Volvo! Mia!

-Su dai…non fare così!-dice Rosalie cercando di tirare su di morale Emmet.

-Domani te ne compro una nuova dai…-gli dico mentre accarezzo il design della mia nuova macchina. Bella, mi piace troppo.

-Ci puoi giurare!-commenta mio fratello. Se non piange è solo questione di tempo.

Entriamo in casa dal garage. Stile moderno, essenziale. Evidentemente Esme ha paura che li distruggiamo la casa.

I nostri occhi vengono attirati da una busta bianca.

-Nooo…anche qui ordini supremi dal capo!-dice mio fratello rigirando la lettera tra le sue manoni.

“Cari miei disgraziati figlioli…”

Esme…

“Iniziamo con le comunicazioni di servizio:

1-Sì Emmet…non ci sono moto in garage. Tuo padre ti vuole tenere lontano dalle corse clandestine e l’abbiamo fatto per te. Per non indurti in tentazione.”

-Oooh…tentazione…tanto ci ricadrò molto volentieri appena ritrovo la vera civiltà!-commenta Emmet fermandosi.

“2- Se distruggete la casa vi ammazzo con le mie stesse mani. Mi sta a cuore quella casa e se le fate anche solo un minimo graffio non sarete al sicuro in nessun posto al mondo. Non scapperete alla mia ira. Non potrete chiedere asilo in nessun paese perché manderei i servizi segreti a recuperarvi. Non sarete al sicuro in nessuno posto, nemmeno sulla Luna. La mia ira cadrà su tutti voi.”

-Ok. Non sta scherzando…-commenta Jasper rabbrividendo. Lui ha già avuto un assaggio della furia di mia mamma quando ha fatto cadere, perché era sbronzo, un vaso cinese a cui era particolarmente affezionata.

“3-Siete stati iscritti ad una scuola pubblica. Basta insegnanti privati, dovete scontrarvi con la realtà.”

-Addio pacchia!-dice Rosalie sedendosi sullo sgabello della cucina.

-Ma va! Le pagelle arrivano per posta a casa. Chi vuoi che le veda?-commenta Jasper alzando le braccia divertito.

“4- Tutte le vostre pagelle saranno spedite a corte quindi non la potrete passare liscia…”

-Cazzo! Hanno pensato proprio a tutto!-dico scioccato.

-Stavolta non scherzano. Siamo proprio nella merda.-commenta mia sorella.

-E non è finita qui…ci ricorda che se facciamo qualsiasi cazzata i conti verranno bloccati. -continua Emmet dando una breve occhiata al resto della lettera.

Istintivamente tutti e cinque rabbrividiamo, se ci fosse stato l’autista l’avrebbe fatto sicuramente anche lui.

Il silenzio cala.

-Allora usciamo a vederci sta cazzo di città?-dice allegro mio fratello buttando nel fuoco la lettera di nostra madre.

-Ovvio! Ma prima devo andare a prendere la mia Gucci!-

-Alice…Muoviti…-la richiama Jasper prendendola per un braccio e trascinandola di nuovo verso il garage.

Le chiavi sono appese al muro, io mi precipito a prendere il mazzo della volvo. Sorrido della mia conquista.

Emmet si catapulta sulla Jeep insieme a Jasper mentre Rosalie e Alice prendono la decappottabile rossa.

-Tanto per non inquinare vero?-le rimbecco. Solo soletto mi metto alla guida.

Il motore è una cosa stupenda.

Abbasso il finestrino per parlare con mio fratello.

-Dove ci porti?-gli chiedo mentre vedo sul suo viso formarsi un largo sorriso.

-Sono esattamente le nove di sera. Direi che un pub farebbe al caso nostro…-mi risponde e incomincia ad uscire dal garage. La macchina con mia sorella e Rosalie stanno dietro di lui mentre io chiudo la fila. Passiamo per il paese e gli occhi mi cadono sul cartello: BENVENUTI A FORKS!

Benvenuti un corno!

Merda di paese! Giriamo praticamente in tondo. Niente di niente. Niente che faccia al caso nostro. Il cellulare nella mia tasca vibra. Emmet.

-Sono stati veramente bravi…lo devo ammettere!-commenta Emmet abbastanza incazzato riferendosi ai nostri genitori.

-Proviamo ad andare più avanti. Magari troviamo qualcosa.-

Detto questo chiudiamo la chiamata e ci mettiamo alla ricerca di una città più grande nei paraggi. Le macchine scorrono veloci e per una benedetta volta non ci sono paparazzi al nostro seguito.

Dopo un’ora su una fottutissimo strada stiamo per perdere la speranza ma come una visione di un oasi nel deserto iniziamo a vedere le luci di una città.

-Qui si che si inizia a ragionare. -mormoro ingranando la quarta.

Emmet ci porta più in dentro ed effettivamente finalmente troviamo un locale che sembra fare proprio al caso nostro.

Parcheggiamo e insieme entriamo nel locale. Le luci sono soffuse. È una mezza discoteca.

-Stasera offri tu Eddy!!-dice Emmet dandomi una pacca sulla schiena.

Ci mettiamo al bancone e ordiniamo da bere. Sento molti occhi puntati su di noi come capita spesso. Mi volto lentamente e dalla parte opposta a dove siamo noi vedo un gruppo di ragazzi.

Al centro c’è un ragazzo. Capelli biondi, fisico atletico, sarà il classico giocatore di football. Intorno a lui dei ragazzi abbastanza anonimi e poi la vedo. Una ragazza che mescola il suo drink con nonchalance per poi passarsi il dito sulle labbra. Terribilmente eccitante. Alza lo sguardo e mi perdo in due pozze cioccolatose. È veramente una bella ragazza.

-Non ti cagherà mai…-commenta Rosalie notando il mio interesse.

-Caro Eddy qui nessuno sa chi sei…-dice Emmet avvicinandosi con una birra in mano.

-Vuoi dire che tutte le ragazze ci stavano solo perché sapevano che ero un principe?-

immediatamente mi sento quattro paia di occhi puntati addosso.

-Non era ovvio?-dice Jasper.

-Quindi io non avrei nessuna speranza con quella solo perché non sa che sono un principe?-chiedo di rimando intuendo già la mia prossima mossa.

Loro annuiscono con gli occhioni fuori dalle orbite.

-Scommetto che quella ragazza cadrà ai miei piedi senza che sappia niente!-dico tendendo la mano a mia sorella. Con lei è uno spasso scommettere.

-Ci sto. Qui non si parlerà di giochi puliti…qui ognuno userà le proprie armi. -dice stringendo la mia mano con sguardo maligno.

-Uno di noi dovrà fare l’arbitro…-commento guardando il resto della truppa.

-Io me ne tiro fuori. Tu sei il prossimo re d’Italia e lei la mia futura moglie…-dice Jasper alzando le braccia.

-Perfetto! Tu sarai il giudice della gara!-dico mentre sulle labbra di Alice si forma un sorriso.

-Io prendo Emmet.-esclamo prima che lei possa sceglierlo. Rosalie si stanca presto di queste cose e non collabora.

-Io Rosalie…-dice mia sorella…sconsolata? Bene…

-Scadenza?-domando.

-Per tutto il tempo che staremo qui. Non abbiamo limiti di tempo. -risponde mia sorella dando delle brevi occhiate alla ragazza.

Riprendo a bere la mia birra fissando la ragazza che arrossisce.

-Non sarà così difficile come pensavo…-commenta Emmet dandomi una pacca sulla spalla.

-Lo spero…-dico dando un altro sorso alla birra.

 

 

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Capitolo 3
*** Nuovi ragazzi a Forks ***


XXX

BELLA:

 

-Dai...Bella...Dammi un bacio...-

Mike continua a ripetermi la stessa solfa ogni volta che è ubriaco. La cosa però succede troppo spesso per i miei gusti. In questi momenti avrei voluto tanto avere Jake al mio fianco per metterlo k.o definitivamente.

E' diventato veramente insopportabile.

Ogni sabato sera facciamo un giro per i locali di Port Angeles e come al suo solito ogni volta che rifiuto di farmi baciare da lui, mi mette il broncio. Patetico.

Mi ha intrappolato con le sue braccia sulla portiera della sua macchina e si avvicina pericolosamente...troppo troppo vicino. I nostri amici sono andati già tutti dentro il locale concedendo a Mike una possibilità con me.

Mai e poi mai.

-Hai finito di fare lo stronzo Mike?-gli dico un po’ inviperita cercando di fargli perdere l'equilibrio spingendolo indietro ed effettivamente ottengo il mio scopo. Si stacca quanto basta da permettermi di sfuggirgli e passando sotto il suo braccio riesco ad entrare nel locale. Per fortuna stasera ho messo solo un tacco dieci.

Entro ed immediatamente Jessica mi si butta addosso prendendomi per un braccio.

-Jess cazzo fai male!!-urlo cercando di superare la musica del locale. Lei come se niente fosse mi porta in bagno facendomi sbattere sul lavandino.

-Cosa hai fatto con Mike?-mi chiede. Anzi...mi aggredisce.

-NIENTE! Ma ti pare!?!? è Mike!-le rispondo. Ma poi che cavolo vuole? Non è colpa mia se Mike non la fila per niente. Per me sarebbe solo un bene.

Jessica incrocia le braccia spazientita.

-E ora...io tornerei di la. Tieniti pure Mike sai quanto me ne frega...-le dico superandola e lasciandola sola in bagno.

Mi guardo intorno nel locale ma non vedo gli altri.

-Ehi Boe! Preparami un cosmopolitan!-dico al barista che ormai ci conosce tutti. Annuisce e inizia a preparami il drink.

Finalmente vedo uno del gruppo così decido di seguirlo.

Sono tutti al tavolo. Mi siedo e sfortunatamente capito proprio accanto a Mike che subito cerca di mettermi le mani addosso sotto il tavolo. Gli prendo una mano prima delicatamente poi prendo un dito e lo giro per fargli male. Veramente male.

Lui si torce per scappare dalla mia presa così lo mollo.

-Stronza...-sbiascica e di tutta risposta gli sorrido.

Angela, una nostra amica che lavora nel locale di Boe, ci porta i nostri drink.

-Come va Angy?-le chiedo mentre mette uno ad uno i drink sul tavolo.

-Schifo Bells...troppa gente niente mance!-risponde alquanto incazzata.

-Se ti fai toccare il culo vedi quante mance tiri su!-dice Lauren atteggiandosi.

-Mica sono tutte troie come te Lauren!-sbotto. Quando troppo è troppo. Poi la mia amica non si tocca e tutti qua dentro lo devono sapere bene. Piuttosto che farle mettere le mani addosso da luridi viscidi uomini inizio a lavorare e gliele do io le mance.

Mi guardo intorno esasperata. Non c'è nessuno in questo cazzo di locale degno delle mie attenzioni, sono tutti pervertiti, maniaci, di tutto e di più.

Rigiro il mio drink con il dito per poi passarmelo sulle labbra. Adoro questo drink.

Sento Mike al mio fianco irrigidirsi.

Alzo lo sguardo e mi perdo in due occhi verdi brillanti che mi mozzano il respiro. Il ragazzo è semplicemente fantastico. Un fisico atletico e asciutto. Indossa una semplice camicia blu e dei jeans stretti. Uno spettacolo. I capelli sono leggermente scompigliati.

Un vero e proprio bocconcino ma noto che non sono l'unica che lo sta puntando.

-Non ti interessava Mike?-chiedo a Jessica accostandomi a lei. Le manca solo la bava che le esce dalla bocca poi è perfetta.

Ritorno a guardarlo e noto che è insieme ad un altro ragazzo. Più alto e più muscoloso. Dopo aver notato il ragazzone mi accorgo anche degli altri.

Una ragazza bellissima dai capelli biondi che sembra una modella e probabilmente lo è, vicino a lei un altro ragazzo simile. Fratelli?

Una ragazza con i capelli molto corti e scuri monopolizza l'attenzione del ragazzo. Sul suo volto si dipinge un sorriso veramente ammaliante.

-Non ti piacerà mica quello?-chiede sbiascicando Mike. Lo ignoro volutamente. Cosa vuole sto qua da me? Quel ragazzo è mille volte migliore di lui, dovrebbe solo stare zitto.

-Bella...lo sai che la gelosia è una brutta cosa...-mormora Angela al mio orecchio facendomi sussultare. Non mi ricordavo che fosse ancora li.

Con la coda dell'occhio vedo la mora stringere la mano al ragazzo. Mi incuriosisce questa cosa.

-Angy, vai ad ascoltare...-le mormoro per non farmi sentire dagli altri. Lei annuisce complice e torna dietro al bancone. Guardo che si affaccenda al bancone proprio dietro di lui sorridendomi complice purtroppo però il ragazzo smette di parlare poi come se avesse intuito i miei pensieri dice qualcosa all'altro ragazzo grosso che gli risponde.

Il figaccione si gira verso Angela e una fitta di gelosia per le attenzioni che le rivolge mi colpisce dritto nello stomaco.

Ridono insieme.

Eh no! Ti ho mandato a fare la spia in territorio nemico non per unirti a loro!

Scivolo sul divanetto e con mossa suadente mi avvicino a lui. Per fortuna ho messo dei jeans abbastanza attilatati da attirare gli sguardi che mi interessano adesso.

Le ragazze del gruppo mi sorridono amichevoli e ricambio ma non ho intenzione adesso di fare nuove amicizie. Almeno non con loro.

Mi intrufolo tra di lui e il suo amico biondo.

-Angy! Mi dai qualcosa da bere?-esclamo attirando l'attenzione dei vicini.

-Angy? Diminutivo di Angela? Bel nome!-dice il ragazzo. La sua voce è veramente bella peccato che non sono le parole che avrei voluto sentire. Angela mi guarda sgranando gli occhi poi gli sorride e annuisce evidentemente imbarazzata dalla situazione.

Non provare a prenderti una cotta per lui...

Lui è mio. Mia proprietà.

-Bel culo!-esclamo un vocione dietro di me. Mi volto e vedo il ragazzone bruno che mi guarda compiaciuto ma immediatamente gli arriva una borsata dalla ragazza bionda.

Meno una.

Adesso manca l'altra. Punto tutto su questo ragazzo biondo per toglierla di torno.

Mi avvicino alla bionda porgendole la mano.

-Grazie...-dico sorridendole. Velocemente afferra la mia mano compiaciuta.

-Mi chiamo Rosalie -dice la ragazza regalandomi un sorrisone. Cavolo! Bella e pure simpatica. Che sfiga!

-Io mi chiamo Bella...-dico presentandomi

Scatta appena le dico il mio nome.

-Bella hai detto?-esclama la ragazza mora avvicinandosi di più a me.

Annuisco un pò spaventata.

-Noi arriviamo dall'Italia e li il tuo nome vuole dire che sei veramente bella...-mi spiega la ragazza con i capelli scuri.

-Comunque io mi chiamo Alice-dice velocemente.

-Io concordo sul significato italiano del tuo nome...-mormora il ragazzo "wow", ecco da adesso in poi mister figaccione sarà soprannominato "wow". Rido della mia stessa battuta.

“Patetica Bella...patetica...”

Finalmente ho ottenuto un po’ della sua attenzione.

-Siamo appena arrivati in paese-dice Alice obbligandomi a rivolgere nuovamente la mia attenzione su di lei. Lei sarebbe stata una specie di passaporto sempre che non fosse la sua ragazza ma non sembra. Se fossi stata in lei ad una affermazione del genere da parte del mio ragazzo l'avrei fatto fuori seduta stante.

-Dove abitate?-chiedo curiosa anche se era troppo sperare in Forks.

Vedo le due ragazze in difficoltà. Non sanno dove abitano?

-Forks...-

Mi volto verso il ragazzo wow e mi specchio nei suoi occhi verdi. Il mio cuore batte veloce, non avrei sperato di meglio.

-Siete iscritti anche voi alla scuola pubblica di Forks?-chiedo speranzosa senza darlo a vedere. Lo vedo annuire e poi dare una sorsata alla sua birra.

Tremendamente sexy.

Distolgo lo sguardo da lui, sarà un gioco divertente.

-Hai bisogno di un passaggio per tornare indietro? Non mi sembra che il tuo ragazzo sia in grado di guidare.-

Guardo per una attimo il ragazzo wow.

-Io non salgo in macchina con gli sconosciuti, non so nemmeno come ti chiami- ribatto.

-Edward. Mi chiamo Edward...-

La sua voce è suadente. Presumo che lo sappia se no non mi spiegherei quel sorriso sghembo che si forma sulle sue labbra. Lo sa. Eccome se lo sa.

È uno di quei ragazzi fottutamente belli che sanno di esserlo e ne approfittano ma qui a sbagliato tutto se pensa che sia una ragazza facile. Lo farò strisciare ai miei piedi. Non sarà di certo l'incontrario.

Isabella Marie Swan non striscia per nessuno.

Mi avvicino di più a lui. Il suo profumo maschile invade prepotentemente le mie narici.

Buono. Mi piace.

-Io adoro il rischio....e tra parentesi, lui non è il mio ragazzo-mormoro.

Saluto gli altri e ritorno al mio tavolo. Mi siedo e mi avvicino nuovamente a Mike.

-Sei pronta ad andare?-dice Mike mettendomi un braccio intorno alle spalle. Lo sopporto solo perché la mia mente malata ha ideato un piano per Edward.

-No che non sono pronta e non salirò mai in macchina con te!-replico con falso sorriso.

Non voglio che intuisca che non ho nessuna intenzione di salire in macchina con lui.

Angela passa proprio vicino al mio tavolo e la fermo per un braccio.

-Ehy!-

-A che ora stacchi?-le chiedo bisbigliando.

-Cavolo Bella! Questa è la prima volta che una ragazza mi fa questa domanda!-esclama divertita. Le metto il broncio.

-Dai scema! Non te la prendere! Comunque dipende, con tutta questa gente credo alle quattro!-mi risponde e io sbianco.

Quattro è troppo tardi visto che c'è più di un'ora per tornare a Forks e mio padre mi fa il culo se torno a casa tardi ancora una volta.

Mi guardo intorno nel locale per vedere gli altri ma di loro nemmeno l'ombra.

Complimenti...

Ho proprio dei bei amici. Mi hanno mollato con un ubriacone. Non mi posso fidare di Mike, non voglio mica morire così giovane per un coglione come lui.

Do un ultimo sguardo verso i nuovi ragazzi e li vedo intenti ad uscire dal locale ridendo e scherzando.

Alla fine decido di aspettare Angela. Mi prenderò un cazziatone da mio padre ma almeno arriverò sana e salva a casa.

Mike esce fuori incazzato nero dal locale. Che si vada pure a schiantare da solo.

Mi siedo sul bancone. Sarebbe così deprimente stare da sola ad un tavolo sopratutto perchè attirerei sguardi sbagliati.

-Con tutte le volte che stai qui potresti anche lavorare per me...-dice Boe asciugando dei bicchieri con un asciugamano.

-Ti piacerebbe vero?-gli rispondo mangiando un oliva.

-Sicuramente verrebbe più gente con te che scorrazzi qui-ribatte divertito.

-Ma io sono sempre qui.-

-Almeno sarebbero sicuri di trovarti sempre...-

-Ehehe...non me la fai. Non alzerò nemmeno un dito almeno fin dopo il college...-gli rispondo facendogli la linguaccia. Lui si mette a ridere e riprende a servire i clienti.

Dopo un'ora passata sul bancone a chiacchierare nei punti morti di Angela decido di uscire a prendere una boccata d'aria.

Quello che non mi sarei mai aspettata è che Edward mi stesse aspettando fuori da locale con una sigaretta in bocca.

-Ehy!-mi dice facendomi un cenno con la testa.

Terribilmente eccitante.

-Bisogno di un passaggio?-mi chiede mentre le luci di una volvo parcheggiata davanti noi si accendono con un bip bip.

Sul suo viso ricompare quel sorriso sghembo che tanto mi piace.

-Bella!-

Mi volto e vedo Alice sbracciarsi da una decappottabile rossa.

-Salta su!-dice Rosalie facendo suonare il clacson. Come una calamita vengo attirata verso di loro. Faccio una corsetta e con un salto mi siedo sul sedile posteriore senza scomodare Alice. Tutto senza smettere di guardarlo sorridendo.

Lui è visibilmente sorpreso.

-Parti Rose!-dice Alice ridendo di gusto.

Con una sgommata lasciamo Port Angeles e Edward in quel parcheggio. Se ripenso alla sua faccia mi scappa da ridere.

-Sei forte ragazza!-esclama Rose guardandomi dallo specchietto retrovisore.

Alice mi batte il cinque e insieme ridiamo di gusto.

Questo è l'inizio di un bell'inizio scolastico. Ne vedrò delle belle con queste due.


Ciaoooo!! 4 pagine piene! direi che potete essere soddisfatti! che ne pensate di questo capitolo? spero sinceramente che vi piaccia! mi raccomando scrivetemi in tanti e ditemi come vi sembra fino addesso la storia. Bella sente già che ne vedrà delle belle con quelle due e io mi unisco a lei...(ovviamente per me non è valido visto che sono la scrittrice =P) cmq spero di sentirvi in tante/i!

UN BACIONE ENORME A TUTTI QUANTI

vi ringrazio enormemente per tutto il sostegno che mi state dando nelle mie storie! siete fantastici! XD

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Capitolo 4
*** In bianco ***


XXX

EDWARD:

 

Appena entro in casa sbatto la porta rumorosamente per far notare che sono incazzato ma soprattutto che qualcuno dovrà nascondersi dalla mia furia.

-Eddino! L'hai detto tu che ci potevano essere colpi bassi...-interviene Emmet con un cucchiaio di nutella in bocca.

-Ti ho già detto che non mi devi chiamare Eddino!-sbotto.

-Ok Edduccio...-mormora. Lascio perdere solo perché ho una voglia di andare ad uccidere la sua futura compagna e nostra sorella per poi infilarmi sotto le coperte.

Ma come cazzo fa a mangiare alle cinque del mattino? Io proprio non capisco.

Nello stesso istante in cui formulo questo pensiero spunta fuori dalla cucina Jasper che si mangia allegramente un panino imbottito alto sei piani.

-Non sono ancora tornate?-domando incazzato e lievemente disgustato.

-Sei andato in bianco Ed?-mi chiede di rimando Jasper. Digrigno i denti.

-Cavolo! È un record! Edward Cullen che va in bianco! Deve essere un tipetto quella...ah! La vedo dura per te caro mio...-commenta il biondo tra un boccone e unaltro.

Lo guardo con un tale odio negli occhi che immediatamente alza le braccia e dice indicandosi "giudice! Giudice!"

Cerco di distendere i muscoli anche se una sonora risata attira le nostre attenzioni dal garage.

-Le squinziette sono tornate!-dico strofinandomi le mani soddisfatto.

-Ehi! Stai parlando della mia donna!-esclama Jasper.

-Sto parlando di mia sorella in primis...-gli rispondo non curante. Nemmeno il suo caruccio amore la potrà salvare. La mia vendetta sarà letale.

Come aveva detto Emmet , avevo chiarito che sarebbe stata una gara sporca.

-Mamma non ne sarebbe contenta...-dice Emmet ridacchiando.

-Non è contenta di niente di quello che facciamo...-sospira Jasper mettendosi una mano tra i capelli. Lui è sempre stato il più razionale e secondo sua madre avevamo una brutta influenza su di lui, lo credevano anche i nostri genitori e anche noi.

Senza fretta mi avvio verso la mia stanza al piano superiore. Mia mamma aveva mandato una squadra che sistemasse tutte le nostre cose così quando arrivai in camera dovevo solo spogliarmi e buttarmi sotto le coperte. In questo paese faceva dannatamente freddo.

Dovevo escogitare qualcosa per battere quel folletto e soprattutto riconquistare la stima di mio fratello e di Jasper che Bella mi aveva fatto perdere in una sola notte mandandomi in bianco. Non l'avrebbe passata liscia di questo ne ero certo e poi dovevo pensare anche a mia sorella. Lei è brava, dannatamente brava in questo genere di cose. Tutto questo renderà solo più divertente la nostra piccola scommessa.

Spero solo che Rosalie si stufi presto e ritorni ai suoi affari anche se dopotutto Alice era pericolosa anche senza spalla destra.

Mi addormento secco tra il viaggio e l'ora sono spossato.

 

Un peso sul mio letto mi fa svegliare quasi di soprassalto.

-Ehy Cullen! Che faccia che hai al mattino!-

Apro gli occhi di più e mi ritrovo Bella seduta con le gambe incrociate sul mio letto.

-Tu che cazzo ci fai qui?-mormoro coprendo gli occhi con un braccio.

-Jasper mi ha mandato a svegliarti, dici che sei un pigrone e ti servono le cannonate.-

Santo Jasper. Allora Rose e Alice sono ancora nel mondo dei sogni. Non le avrebbero mai permesso di avvicinarsi se fossero state sveglie.

-No...ho bisogno di qualcosa di più dolce. Le cannonate non vanno bene-mormoro assonnato mentre prospetto già il futuro delle mie parole.

Sento qualcosa solleticarmi il braccio. Capelli?

Tolgo via il braccio di scatto e me la ritrovo a pochi centimetri dal mio viso che mi sorride maliziosamente.

-Dai, alzati..-dice avvicinandosi alle mie labbra tanto che i nostri nasi si potevano benissimo sfiorare.

-Se no?-chiedo puntellandomi sui gomiti e obbligandola ad indietreggiare leggermente.

Con uno scatto torna in piedi e mi guarda con uno sguardo birichino prima di scomparire dietro la porta.

Mi alzo svogliatamente e vado verso il bagno in fondo al corridoio. Apro la porta e mi ritrovo davanti ancora lei intenta a sistemarsi i capelli.

-Ma sei una persecuzione...-mormora sbuffando mentre dei capelli che aveva davanti vengono puntati con alcune forcine dietro.

-Ti ricordo che sei stata tu a svegliarmi...-ribatto aprendo il getto dell'acqua calda della doccia. “Non farle credere che le stai dietro.”

Guardo Bella che non accenna ad uscire continuando a mettere le mani nei suoi capelli.

-Vuoi fare la doccia anche tu? Sai possiamo sempre risparmiare un pò d'acqua facendola in due.- le dico guardandola attraverso lo specchio sorridendole beffardo.

-Cos'è ti vergogni Cullen?-mi provoca la bimba. Bene, avrà pane per i suoi denti.

Apro l'anta della doccia e con un gesto fulmineo la trascino con me sotto l'acqua. Si mette ad urlare mentre io rido della mia vittoria.

Ho mai detto che non bisogna mai mettersi contro un Cullen? Diciamo che questa è stata un piccola vendetta per avermi fatto fare la figura dell'idiota in quel parcheggio mollandomi da solo.

Quando la sorpresa passa mi guarda con lo sguardo carico d'odio.

-Sei proprio uno stronzo Cullen!-grida.

Nello stesso istante sentiamo bussare alla porta della doccia. Bella esce dalla doccia portandosi con sé un asciugamano. Il mio asciugamano! Appena apre Alice è dietro la porta. Guarda prima me e poi Bella.

-Cosa è successo?-chiede scioccata dalla situazione. Non te lo aspettavi sorellina vero?

Appena si ricompone dallo stupore mormora qualcosa a Bella che esce dal bagno, Alice entra in bagno chiudendo la porta dietro di se e si mette seduta sul bordo della vasca.

Mi tolgo i boxer e glieli lancio ma lei molto abilmente li schifa indignata.

-Non credo che questa scommessa sia poi così difficile...tu non sai trattare con le donne-mi dice trattenendo a stento una risata. Le rivolgo un'occhiataccia da dietro il vetro della doccia che inizia ad appannarsi per il calore.

-Vuoi che ti ricordi tutte le mie conquiste?-

-Santo cielo Ed quanto sei ripetitivo. Quelle non valgono. Sei come partito da zero qui e di certo non sei partito con il piede giusto. Mi fai pena.-

Nello stesso istante entra Emmet.

-Riunione di famiglia?-chiede prima di prendere uno spazzolino.

-Stavamo solo discutendo dei modi che ha Eddy con il gentil sesso...-dice Alice incrociando le braccia. Li ignoro completamente continuando a lavarmi sotto la doccia.

-Ali dai! Non ha esperienza il ragazzo!-dice Emmet attirando la mia attenzione.

-Ehy! Io ho molta esperienza! E poi non dovresti essere dalla mia parte?-ribatto fulminando mio fratello con lo sguardo.

-Penskavo chè fossie uuna iunione di famikia...-sbiascica Emmet con la bocca piena di dentifricio. Incomprensibile lo scimmione in questi casi.

Alice si alza lentamente e guarda il gabinetto alzando leggermente il sopracciglio.

-Ali no! No! Non farlo!-dico ma troppo tardi. Tira lo sciacquone e un'ondata di acqua bollente si riversa sul mio corpo.

Piccola bastarda.

Esce dal bagno ridendo. Mio fratello mi guarda con lo spazzolino a penzoloni dalla bocca e la faccia di uno che si sta trattenendo dalle risate.

-Smamma-sbotto.

Che mattinata di merda.

Esco dalla doccia e per colpa di Bella mi devo coprire solo con un mini asciugamano che è rimasto in bagno. Lo lego in vita anche se è veramente un fazzoletto.

Esco dal bagno per andare in camera mia e incrocio ancora una volta Bella.

-Belle gambe Cullen!-mormora ridendomi in faccia. ok. Qui le cose non stanno andando affatto bene. Ridi ridi. Mi do un mese di tempo e tu cadrai ai miei piedi!

Evidentemente Alice deve averle prestato vestiti nuovi e le ha anche asciugato i capelli che adesso ha raccolto in una coda alta.

Mi viene da ridere se ripenso a cosa le avevo fatto solo pochi minuti fa.

-Vuoi vedere altro?-le chiedo sfoderando il mio sorriso sghembo.

Scende le scale e mi fa la linguaccia.

Entro in camera e mi rivesto. Velocemente scendo. Rose e Alice sono sveglie e la cosa non va affatto bene. Almeno non per me.

-Non hai trovato ancora un modo per rapportarti con lei?-mi chiede Emmet mentre esce fuori dalla cucina dando un morso ad una mela. Lo guardo sbuffando.

-Non ti preoccupare. Ho risolto io-dice con la bocca ancora piena. È sempre dietro a mangiare! Ha sempre qualcosa in bocca! È incredibile! Se non è lo spazzolino è cibo, se non è cibo allora è una sigaretta. È veramente pazzesca come cosa.

-Come avresti risolto?-chiedo scettico.

Sorride soddisfatto prima di rispondermi.

-Bellina mi ha detto che anche qui fanno corse con la moto!-esclama evidentemente compiaciuto. Bambinone fino al midollo.

-Ti ricordo che non hai ancora una moto-gli ricordo ma il suo sorriso non svanisce.

-Oggi Bellina mi accompagnerà a comprarne una! Con i tuoi soldi ovviamente...me la devi visto che sei tu quello che fa più incazzare il papy!-dice tornando serio.

-Verrò anche io.-

-Vuoi anche tu una moto?-mi chiede implorante Emmet. Sa benissimo che le uniche moto che ho avuto io le ho usate su per giù solo cinque volte in tutta la mia vita e quindi sono passate direttamente a lui. Ecco perché quando andava a prendersela per lui tornava con due moto. Una per me e una per lui.

Soddisfatto va in salotto e sento che accende la televisione.

Entro in cucina guardingo.

Sul tavolo sono sparsi un po’ di giornali. Rose è seduta che li sfoglia attentamente con in mano una tazza di caffè. Mentre Alice e Bella si stanno preparando la colazione ridendo e scherzando. Piccolo folletto malefico.

-Allora oggi verrai con noi?-chiedo guardando Bella negli occhi. Lei mi guarda sorpresa.

-Tu saresti un tipo da moto?-mi risponde scettica.

-A casa ne avevo tre-ribatto. Ma chi si crede di essere?

-Bene. Allora ci sarai anche tu alla gara di stasera!-esclama sorridendo. Stesso sorriso sulle labbra di mia sorella! È una combutta! Stanno diventando troppo simili!

Urge intervento!

-Ma ovviamente se non te la senti qui lo capiremo tutte...-mormora Alice. Sa benissimo che non ho mai partecipato ad una gara. Quello è roba da Emmet. L'ho accompagnato a volte ma nulla di più.

-Ci sarò-replico prima che possano interpretare male il mio silenzio. Il sorriso scompare dalle labbra di mia sorella e lo stesso succede a Rose.

Faccio per uscire fuori dalla cucina quando Rose mi blocca per un polso e mi trascina nell'entrata.

-Sei pazzo? Sai che se ti succede qualcosa...-mormora ma io la interrompo.

-Non ti preoccupare. Non succederà nulla-rispondo sicuro di me. Tanto al massimo arriverò secondo. Emmet è imbattibile in queste cose anzi no...arriverò primo solo perché Emmet mi farà vincere. Sarà il suo primo lavoro sporco per la scommessa.

-Avviso mio padre che farò tardi poi possiamo pure andare al negozio-dice Bella interrompendoci.

Rose le indica il telefono così ne approfitto per andare da mio fratello.

Deve sapere il mio piano.


Ciaoooooo!! allora...per prima cosa vorrei chiedervi se c'è qualcuno di voi che se ne intende di moto perché purtroppo per me non ne so assolutamente nulla! quindi se qualcuno ne sapesse qualcosa se ha voglia di aiutarmi mi può contattare a questo contatto MSN purelove89@hotmail.it (ovviamente è aperto anche alle altre persone che hanno voglia di parlare, non c'è problema prendetelo pure).

Spero che il capitolo vi sia piaciuto! stanno massacrando proprio il nostro Ed...lei non è facile da gestire! hihih Vi ringrazio ancora per tutti i commenti che mi lasciate, ho visto che molte persone hanno messo questa storia sia tra le seguite che tra i preferiti. Sono contentissima perché capisco che sto facendo (per adesso) un buon lavoro con la ff! Un Bacione a tutti vale

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Capitolo 5
*** La corsa in moto ***


d

Innanzitutto vorrei dire che siete semplicemente meravigliosi!

Non mi aspettavo di arrivare con il quarto capitolo a quasi 60 commenti! Wow!

Sono tanto contenta...XD

Adesso passiamo alle cose serie...

Mi avete tratto in salvo da una situazione abbastanza spiacevole per me visto che non capisco assolutamente niente di moto, macchine e motori...mi avete salvata da una figuraccia! =P Ringrazio immensamente alle persone che hanno risposto alla chiamata (anche a quelle con cui non sono riuscita a parlare...mi spiace ma apprezzo moltissimo che avete voluto aiutarmi, lo apprezzo molto!) e mi hanno aiutato a scrivere questo capitolo: POISONBLOODkaly, Remember e Cristy97.

Grazie per la pazienza che avete dimostrato...

 

BELLA:

 

Avevo passato il pomeriggio con loro. Alla ricerca della "moto perfetta".

Emmet era molto pretenzioso e ha messo in seria difficoltà il venditore di Seattle ma alla fine sia lui che Edward avevano trovato la loro moto.

Ora sono a casa per mettermi a posto prima della gara.

-Dove vai stasera Bells? Domani c'è scuola...-dice mio padre entrando in camera.

-Ad una corsa clandestina di moto...-rispondo non curante. Rispondere così mi garantisce l'assoluta intoccabilità nel caso succedesse qualcosa. Se poi lui non crede alle mie parole è un'altra faccenda.

-Ahah...simpatica. Prima o poi mi farai prendere un infarto.-mormora appoggiandosi allo stipite della porta. Dallo specchio vedo che mi guarda curioso.

-Che c'è?-chiedo infastidita.

-Come mai così Bella? Su chi è che devi fare colpo? Non mi dire che il figlio dei Newton è riuscito finalmente a farsi notare da te!-dice mio padre sogghignando.

-Quel ciospo? Mai e poi mai. Comunque mi sto solo preparando come al solito.-

-E' uno che conosco?-mi chiede non lasciando cadere il discorso.

-Papà!!-sbotto infastidita.

-Ok.ok ti lascio stare...-dice alzando le braccia in segno di resa ed esce dalla stanza.

Mi guardo allo specchio. Effettivamente mi sto mettendo in mostra più del dovuto.

Ho messo su un paio di jeans neri con una maglia verde un pò scollata e i capelli li ho arricciati con il ferro. Nel complesso non ero niente male.

Guardo l'ora. Le dieci e mezza.

-Ciao papà!-urlo prima di uscire dalla porta come un ladro prendendo la giacca di pelle nera. Se esco abbastanza in fretta non potrà farmi più domande.

Apro la porta del garage piano in modo da non insospettirlo e faccio almeno un isolato a piedi tenendo la moto sulla mia destra.

Adoro correre in moto. La strada diventa una linea che ti formi da sola. Una sensazione unica. Tutto intorno diventa solo un immagine sfuocata. Non importa più niente. Sei tu e la moto. Niente di più, niente di meno.

Una sensazione di libertà unica e irripetibile.

Dopo aver sorpassato almeno cinque case salgo in moto e vado verso il ponte dove finisce il confine di Forks. Appena salgo in moto sento il cuore che inizia a battere forte e si unisce al rumore del motore.

Quando arrivo al punto di raccolta ci sono già una quindicina di moto pronte. Tra di queste vedo le due nuove comprate dai Cullen, una Ducati streetfighter  nera per Emmet mentre per Edward una Kawasaki-ninja grigia metallizata. Mi avvicino e alzo la visiera per farmi riconoscere.

-Bella?-mi chiede sorpresa Alice mentre mi avvicino con la mia moto blu. Probabilmente non aveva capito che anche io avrei partecipato alla gara.

-Ciao!-saluto tutti e scendo dalla moto togliendomi il casco. Poveri miei capelli. Speriamo che non siano troppo devastati.

-Qualcuno qui ha fatto qualche modifica...-dice Emmet analizzando con lo sguardo la mia moto. Della mia piccola ne vado molto fiera.

-E' una Honda R6, vero? Wow! Ti tratti bene per essere una ragazza!-commenta guardandola.

Marmitta modificata.

Fari allo Xeno.

Avvolgimento fatto a regola d'hoc.

Uno splendore.

-Tu cosa le hai fatto?-

-Non tanto. Non ho avuto abbastanza tempo. Ho fatto una modifica alla marmitta. L'ho sostituita con una in fibra di carbonio. Volevo fare anche l'avvolgimento per acquistare più velocità ma il tempo è stato tiranno e non mi sono fidato senza prima provarla a dovere. Invece questo incosciente...-dicendolo guarda Edward – ha insistito per applicarla sulla sua moto. Cacchi tuoi se poi non sai tenerla. -commenta Emmet.

-Non mi dire che sei stato così scemo da farlo su una moto appena comprata che non sai neanche gestire?-chiedo scandalizzata. Si vuole rompere l'osso del collo?

-Ho dovuto fare l'avvolgimento alla moto, per acquisire più potenza, da 0-100 in 2 secondi. 1-2-3 tirate si prendono 290. cos'è? Paura della concorrenza?-mi dice sfoderando il suo sorriso sghembo.

Arriva Megan che con la sua mini fa voltare tutti gli uomini. Una parola: volgare.

E' una bella ragazza, questo non lo metto in discussione. Capelli lunghi neri, due occhi verdi smeraldo, un fisico mozzafiato che neanche con tutti gli anni di palestra potrei mai avere ma rimane il fatto che si comporta come una vera e propria "passeggiatrice"

Sei gelosa di lei?

Hai paura che te lo soffi da sotto il naso?

-Quota prego...-dice come una gatta in calore dando ripetutamente delle occhiate a Edward. Brutta troia in calore come ti permetti?

Emmet e Edward tirano fuori la loro parte. 500 dollari a testa.

Per fortuna ne avevo vinte alcune per potermi permettere una tale somma.

Stanotte più che mai devo vincere. Devo fargli mangiare la mia polvere.

Risalgo in moto mentre Edward fa sgommare la sua mettendosi al mio fianco.

-Che ne dici di una scommessina?-mi dice alzando leggermente un sopracciglio.

Scommessa eh?

-Cosa vuoi Cullen?-gli chiedo mettendomi il casco.

-Mettiamola così. Se sono primo mi darai un bacio...-mi dice facendomi arrossire. Per fortuna che ho il casco. Ma guarda un pò te sto casca morto!

-E se dovessi vincere io?-gli chiedo di rimando sorridendogli.

Pensa un attimo e poi sorride.

-Non credo che succederà- risponde facendomi saltare i nervi.

-Quando io vincerò tu sarai a mia completa disposizione per una settimana. Sarai il mio facchino personale, intesi?-gli dico allungando la mano.

Lui la stringe come se avesse già la vittoria in tasca.

Spera Cullen. Continua a sperare.

Sul fondo vedo la moto di Mike ma anche quella di Jacob.

Mi allungo per farmi vedere e infatti dopo pochi istanti arriva Jacob in sella alla sua Yamaha YZF-R6 nera. Alza la visiera e mi regala uno dei suoi sorrisi abbaglianti.

-Ehy Jake! Anche tu qui?-

-Mi servono un pò di soldi per la macchina.-dice sorridendo.

-Allora buona corsa! Ci vediamo all'arrivo! E non guardarmi troppo il sedere!-gli rispondo facendogli la linguaccia.

-Stavo per dirti esattamente la stessa cosa-replica facendo schioccare le dita.

Guardo un'altra volta la moto di Mike ma lui non mi caga. Forse ora che non è sbronzo si ricorda della figura numero mille che ha fatto ieri notte.

Jake torna alla sua posizione.

-E quello chi era?- mi chiede Edward fissando Jacob.

-Geloso Cullen?-

-Non c'è gara...-risponde sollevando leggermente le spalle.

Ci mettiamo tutti su una riga immaginaria. Megan passa a controllare che tutti siamo alla stessa altezza mentre le ragazze degli altri piloti, tra le quali Rosalie, danno il bacio fortunato al proprio ragazzo.

Megan si ferma davanti a Edward e si avvicina ancheggiando.

Troia.

-E tu? Vuoi un bacio portafortuna?-gli chiede alzandogli la visiera. Non riesce nemmeno a rispondere che lei si è tuffata su di lei.

Troia.

Finalmente quando se ne va compare Ben che di solito da il via alla corsa.

I rombi delle moto iniziano a farsi sentire. La quiete della notte viene rotta dal rumore dei motori. Ben arriva proprio davanti a noi e velocemente fa cadere la bandiera. Appena tocca terra partiamo sgommando.

Percorriamo per due chilometri la strada che è deserta e umida.

Hanno chiuso le strade.

Dopo questo rettilineo dove chiunque tira fuori il peggio di sè iniziano le curve e li ci si diverte. Le ginocchia sfiorano l'asfalto ad ogni curva. L'adrenalina sale a mille.

Una scarica di eccitazione mi attraversa la schiena.

Il solo rumore che sento è quello del mio cuore unito a quello del motore.

Sono quarta. Davanti a me Edward, Emmet e Jacob. Jacob tiene testa a tutti mentre Mike è proprio dietro di me.

-Vai...vai...vai...-dico spingendo ancora di più la mia moto. Vedo Edward spingere ancora di più la sua moto sorpassando Emmet. Jacob è ancora in testa. Arrivo spalla contro spalla con Emmet che mi guarda e giurerei di averlo visto sorridere ma è impossibile alla velocità che stiamo andando. 180 km/h.

Sorpasso Emmet. Sono proprio dietro Edward. Devo superarlo.

Lo vedo rallentare per una curva così ne approfitto facendo correre la mia moto ancora di più. Lo stacco non è netto ma mi permette di stargli davanti. Vedo in lontananza una curva e tremo. Tremo perché adesso so che Edward oserà di più.

Arrivo e rallento questa volta. La curva è troppo stretta. Lui mi passa avanti spavaldo. Sento il sangue ribollirmi nelle vene. Non può vincere. Non può.

Spingo la moto per stargli più dietro possibile. Un'altra curva si avvicina. Questa volta tocca a me poi penserò anche a Jacob anche se quando c'è lui non c'è possibilità di vincere ad una gara. In questa posso superare Edward, non ha ancora quella confidenza che ho io con la mia moto.

Edward non rallenta anzi accelera maggiormente entrando in curva. Pazzo. È tutta questione di pochi secondi, inizia a perdere il controllo, la moto si muove inesorabilmente come se fosse un serpente, la parte anteriore si alza di pochi centimetri da terra e vedo Edward cadere a terra vicinissimo a me. Per non travolgerlo, freno facendo sgommare le gomme ma purtroppo l'asfalto non è uno dei migliori ed inevitabilmente scivolo. La moto mi trascina con se, sento l'asfalto scorrere sotto di me. I  jeans si rompono e posso sentire chiaramente il calore sulla pelle provocato dalle ferite.

Quando tutto finalmente si ferma intorno a me sposto la moto velocemente. L'adrenalina è talmente alta nel mio corpo che sento a mala pena il dolore. Mi guardo intorno e vedo il corpo di Edward a pochi metri da  dove sono io. Inizio a correre. Ha il volto sul terreno così lo volto chiamandolo.

Apre gli occhi sorridendomi.

Per fortuna sembra stare bene. Conciato come me ma diciamo che sarebbe potuta andare peggio.

-Sei un angelo...-mormora.

-No, sarò il tuo peggiore incubo quando mi accerterò che stai bene!-gli dico mentre la furia soppressa inizia ad esplodere.

-EDWARD!! EDWARD!!-

La voce di Rosalie mi fa sobbalzare. E' disperata. Dal suo tono di voce sembra che sta quasi per scoppiare a piangere.

Ben seguiva la gara con una macchina e da quella stessa macchina vedo scendere Rosalie.

Emmet si avvicina a me tirandomi su visto che ero inginocchiata accanto ad Edward.

-Calmati Rose! Sta bene!-dice Emmet che non ha ancora mollato il mio braccio.

-Tu come stai Bella?-mi chiede Emmet notando i miei jeans stracciati e il giubbino ormai logoro per lo sfregamento con l'asfalto.

-Poteva andare meglio.-

-SEI UN IDIOTA! UN INCOSCENTE!! COSA PENSAVI DI FARE EH??! SENTIAMO! MA TI RENDI CONTO CHE POTEVI SPEZZARTI L'OSSO DEL COLLO? NON HAI PENSATO ALLE CONSEGUENZE!! ALLE CONSEGUENZE DI TUTTO QUESTO SE FOSSI....SE FOSSI...-

Rosalie non smette nemmeno per un secondo di urlare contro ad Edward che sembra quasi fatto visto che non da alcun segno. Si limita a guardarla.

Da un'altra macchina che è arrivata scende Alice che con passo svelto si avvicina ad Edward e butta le braccia intorno al suo collo.

-Ehy! Ehy! Sono appena caduto da una moto!-ribatte Edward ridendo.

Alice scoppia a piangere e in meno di un secondo anche Rosalie, sbollita la rabbia, si mette a piangere insieme a lei.

Entrambe si stringono vicino ad Edward che tenta di consolarle.

Emmet rimane al mio fianco.

-Guarda che sto bene...-gli dico guardando come mi tiene.

-Non credo proprio...-

Effettivamente è l'ultima cosa che gli sento dire perché il buio mi avvolge.

 

QUI se ne avete voglia metto i link delle moto che ci sono nel capitolo, scelte da due di voi (grazie ancora!!):

Bella - http://iboi.files.wordpress.com/2008/02/yamaha-r6-2008-blu-nera.jpg

Edward - Non è il suo colore ma è per dare l'idea - http://www2.diariomotor.com/imagenes/kawasaki_ninja_250_r_02.jpg

Emmet - http://www.mondomotoriblog.com/wp-content/uploads/2008/11/wmk_ducati_streetfighter-s_02.jpg

Mike - http://www.motorpragma.com/moto/cars_images/1243960606_offer_Kawasaki%20Z750_O.jpg

Jacob - http://evolve.ae/forum/userpix/52_yamaha_yzfr6_2009_01_2.jpg

 

ECCOMI!! Allora...che ne dite di questo capitolo? Se esiste devo solo ringraziare tutte le persone che mi hanno aiutato. Io non ho una moto e mai sono andata in moto quindi grazie a loro, che mi hanno regalato informazioni e sensazioni sono riuscita a buttare giù questo! mi è piaciuto tanto scrivere questo capitolo. Ne sono veramente entusiasta...quindi spero sinceramente che vi piaccia! Mi raccomando commentata numerosi! il prossimo capitolo sarà per il nostro Eddy!! aaaa Un bacione a tutti vale

 

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Capitolo 6
*** Responsabilità ***


PRIGIONIERA

EDWARD:


Rosalie grida contro cose che già ben so ma non le presto molta attenzione. Bella mi preoccupa di più. Il suo colorito è più bianco del solito e il suo corpo è scosso da tremiti da quando si è alzata.

Mio fratello la sta tenendo per un braccio prima che svenga. Effettivamente ci siamo andati vicini tutti e due a farci del male. Lei solo per causa mia. Mi sento un verme.

Alice e Rosalie mi si buttano al collo piangendo, cerco di consolarle ma nella mia testa compare solo il volto di Bella e delle sue condizioni.

-Ohi ohi ohi!-

Appena sento mio fratello fare così guardo nella sua direzione. Bella è svenuta e mio fratello la sta tenendo in braccio. Per fortuna ha previsto questa sua reazione ed è per questo che gli è rimasto accanto.

-Alice torna in moto e prendi la macchina.-

Alice velocemente tira su la mia moto e la mette in moto dirigendosi un'altra volta al confine di Forks.

-Se lo viene a sapere Jasper come minimo ci uccide tutti.-mormora mio fratello divertito.

Intanto Rosalie ha smesso di piangere anche se non mi si stacca da dosso.

Dopo pochi minuti vediamo la Jeep di Emmet con dietro il carrelino che abbiamo usato per trasportare le moto fino a qui.

Carichiamo le nostro moto compresa quella di Bella.

Delicatamente la poriamo dentro alla macchina.

-Pensi che stia bene?-chiede Emmet mettendola distesa dietro.

-E' solo uno shock, si riprenderà presto poi sarà anche stanca.-spiega mia sorella che aveva fatto volontariato per alcuni mesi presso la croce rossa.

Anche se le parole di Alice mi dovrebbero rilassare leggermente non ci riesco, la morsa allo stomaco persiste e la consapevolezza che è successo a causa mia mi uccide.

Poteva finire peggio.

-Tu hai chiuso con le moto.-dice Rosalie decisa.

Non ribatto. Non stanotte dopo tutto quello che è successo.

-E' meglio che ritorni alle macchine, forse è meglio...-dice mio fratello sghignazzando.

Durante il viaggio teniamo Bella distesa. La testa sulle gambe di mia sorella Alice che le liscia i capelli e le gambe sulle mie.

-Vi ricordate dove abita?-chiede Emmet guardando Alice dallo specchietto retrovisore.

-Ti dico io dove abita...-mormora mia sorella mentre gli da le indicazioni successive.

Arriviamo davanti ad una casa modesta, bianca, tipica americana. Ce ne sono molte così nei dintorni, sarà una casa caratteristica.

Rosalie scende dalla macchina e fa alzare il sedile per permettere di far uscire Bella.

-La dobbiamo portare a letto...-mormora mia sorella.

-Non riusciremo mai da sole a portarla fino nel suo letto!-sbotta Rosalie che la prende da sotto le braccia. Emmet scende e in un battibaleno scendo anche io.

-Lasciate stare. Faccio io...-dico prendendola in braccio.

-Sicuro di farcela?-mi chiede Emmet che si avvicina per vedere se ho bisogno di aiuto.

-Sicuro. Non pesa niente.-rispondo.

Alice che le aveva frugato nelle tasche per trovare le chiavi si avvia verso la porta e la apre. Sembriamo dei ladri. Spero solo che nessun vicino ci veda e chiami la polizia.

Dopotutti siamo nuovi del posto.

-Speriamo solo che i suoi siano già a dormire.-commenta Rosalie guardando verso le finestre esposte sulla strada che sono tutte spente. Sinceramente lo spero anche io. Non vorrei mai entrare in casa di sconosciuti con la figlia in braccio svenuta anche se adesso sembra che stia solo dormendo. Infatti, il suo respiro è regolare e la sento mugugnare qualcosa, parla nel sonno?

Senza fare rumore saliamo le scale. Apriamo due porte. Una è il bagno mentre l'altra è la camera da letto dove dormono probabilmente i suoi.

Alice apre l'altra porta rimasta e...bingo! Trovata.

L'appoggio delicatamente sul letto per non svegliarla. Il volto così rilassato. Le sposto una ciocca di capelli dal viso, le labbra dischiuse.

Così rilassata, senza la maschera che si costruisce intorno a se da stronza la rende così indifesa. È proprio una bella ragazza.

Sento Alice rovistare nei suoi cassetti fino a quando non trova in un cassetto una camicia da notte con sopra winnie the Pooh! Oddio! E sarebbe questa la Femme Fatale?

Sorrido al solo pensiero che la indossi.

Mia sorella inizia a slacciarle i pantaloni.

-Edward!-mi rimprovera Rosalie voltandomi.

Le sento trafficare poi silenzio e il rumore delle lenzuola.

-Ora possiamo andare...-mormora mia sorella. Mi volto e Bella è sotto il piumone viola.

Sorrido.

Loro escono facendo il minimo rumore ma io mi trattengo un attimo di più.

Mi avvicino al letto per guardarla meglio.

-Sogni d'oro Bella...-mormoro al suo orecchio.

La guardo un'ultima volta poi raggiungo i miei fratelli.

Appena arriviamo a casa Jasper ci corre incontro.

-Il re ha chiamato.-

-Beccati?-chiedo di rimando a mio fratello ma sembra non capire. Poi improvvisamente mette le mani sulla vita e ci guarda uno ad uno.

-CHE COSA AVETE COMBINATO?-chiede con tono autoritario. Sembra nostro padre quando si mette a fare così.

-Niente.-risponde Emmet sghignazzando mentre sale le scale accompagnato da Rosalie.

-Dai...ragazzi!-esclama Jasper esasperato. Lui è molto più maturo di tutti noi messi insieme e so benissimo che tutti gli scandali che circondano lui e mia sorella sono causati solo da lei. Lui non è da quelle cose ma quando è insieme ad Alice perde completamente la testa e diventa come un cucciolo. Mia sorella ha una persuasione comune a molte altre donne, il che mi fa ridere se ripenso al povero Jasper. Uomo tutto d'un pezzo il ragazzo peccato che pecca in queste cose, sarebbe il preferito di mio padre. È ovvio che lo vede in malo modo ogni volta che entra in una stanza. Con tutti i giornali scandalistici che deve leggere su di lui e Alice!

-Comunque se avete combinato qualcosa per adesso siete salvi a meno che domani vostro padre ritelefona e fa il cazziatone bloccandoci i conti. Ora...che diamine avete fatto?-chiede Jasper bloccandoci il passaggio per le scale a me e a mia sorella.

-GARA IN MOTO!-urla Emmet da piano superiore.

Brutto traditore bastardo!

Jasper sgrana gli occhi incredulo.

-Dimmi che non sei andato in moto! Ti prego dimmi di no...-supplica.

-INVECE SI!!-urla di nuovo mio fratello rispondendo alla domanda di Jasper. Ma cos'ha al posto delle orecchie?? delle parabole?

Jasper guarda prima me poi mia sorella e nei suoi occhi trova la conferma che non avrebbe voluto mai ricevere.

Sulle scale compare Rosalie con la sua camicia da notte e lo sguardo fisso su Jasper.

-Edward è caduto dalla moto durante la corsa e Bella stava per travolgerlo con la moto. Per schivarlo è caduta anche lei e poi è svenuta...-mormora Rosalie.

-COSA!?-

Jasper adesso è partito.

-Hai richiato di farti ammazzare! Ti rendi conto?!?! ti rendi contro che tu sei l'erede al trono dell'Italia?!?! oddio...se ti fosse successo qualcosa tuo padre avrebbe chiesto le teste di tutti noi.-dice esasperato.

-Adesso basta J.-mormora Alice prendendolo per una braccio per calmarlo. Se fa così li verrà un infarto prima dei trenta.

Lascio Jasper alle cure di mia sorella e mi dirigo in camera mia.

-Edward!-

Mi fermo sulle scale e guardo Jasper che mai come ora assomiglia anche fisicamente a mio padre.

-Stai più attento...so che è difficile ma ogni tua azione ha delle ripercussioni. Hai delle responsabilità su un'intero popolo...ti prego...rifletti prima di fare qualsiasi cazzata futura.-mormora preoccupato. Gli faccio un ok con le dita e poi mi intrufolo dentro la mia camera con le luci ancora spente. Tanto non servono. Non c'è niente che può ostacolarmi in questa stanza. Almeno fino al letto.

Io sono il principe ereditario del trono d'Italia....

Io sono un ragazzo che vuole solo vivere la sua vita.

Mi metto a letto cercando di pensare il meno possibile a quello che è successo concentrandomi sui giorni che devono ancora venire.

Domani abbiamo lezione. Primo giorno di scuola. Spero solo di rivederla.

 

Ok. So che non è niente di eccezzionale ma è un capitolo di transizione visto da Edward. Volevo sottolineare come l'essere il principe ereditario limiti molto quello che potrebbe fare e soprattutto l'importanza che quelli che lo circondano danno ad ogni sua minima azione. Ok...è stato da scemi fare una cosa del genere alla gara ma di solito si pensa "Figurati se capita a me...". Cmq spero che il capitolo vi piaccia lo stesso. Vi ringrazio immensamente per l'appoggio che mi state dando in questa storia. So che costa tempo e magari non se ne ha nemmeno voglia a volte ma per me i vostri commenti sono importantissimi pechè mi fanno capire se la direzione che sto prendendo è giusta o meno...quindi vi ringazio immensamente quando dedicate un pò del vostro tempo a commentare questa storia (ma anche le altre che scrivo!! =P)

Un mucchio di morsetti a tutti voi XD

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Capitolo 7
*** Primo giorno di scuola ***


d

DEDICATO A Didolcenera.cullen E A TUTTI VOI CHE OGGI AVETE AVUTO LA PRIMA PROVA!! RAGAZZI VI PENSO! =>

 

BELLA:

 

Non ero molto riposata ma dovevo farmi forza, avrei dormito al pomeriggio.

Erano solo le sei e avevo tutto il tempo per prepararmi.

Avevo due profonde occhiaie e una faccia smorta. Ero praticamente tutta indolenzita e le gambe erano ancora leggermente intorpidite. La notte era passata praticamente accompagnata da continui incubi, non che mi ricordassi esattamente cosa avessi sognato ma le coperte erano avvolte intorno alle mie gambe come se avessi lottato contro chissà quale mostro sbucato da sotto il letto.

Fisso il soffitto cercando di ricordare gli ultimi avvenimenti. La notte prima stavo quasi per travolgere Edward con la moto ed ero svenuta. Questo era ovvio. Avevo solo pochissimi ricordi per di più molto frammentari.

Mi ricordo di aver visto a terra Edward travolto dalle sue sorelle che lo abbracciavano, nonostante questo i suoi occhi verdi mi accompagnavano e avrei giurato di vedere un velo di preoccupazione nei suoi occhi, forse notava i miei tremori.

D'un tratto però tutto era diventato scuro e mi è mancata la terra da sotto i piedi.

So solo che dopo un pò ero in macchina. Le mie gambe erano appoggiate su quelle di Edward. Avvampai ma subito l'oscurità mi riprese tra le sue grinfie.

Guardo la sveglia appoggiata sul comodino. Sei e mezza.

L'auto della polizia di mio padre che se ne andava era un'ulteriore conferma.

Mi alzo mentre sento i muscoli tirarsi per lo sforzo. Mi trascino sotto la doccia e apro il getto di acqua calda. Quando vedo il fumo uscire fuori mi ci fiondo. Lascio che l'acqua mi avvolga completamente e attraverso il getto potente delle doccia sciolgo i muscoli. Dopo aver fatto un bel shampoo profumato, esco fuori praticamente rinata.

Lo specchio è appannato così indirizzando il getto del phon sulla superficie riesco a vedere la mia figura riflessa. Districo bene i capelli e velocemente li asciugo alla rinfusa. Ho così tanto tempo che posso permettermi di stirarli. Quando sono ben asciutti esco fuori dal bagno con ancora indosso l'asciugamano ed entro in camera mia per mettermi almeno la biancheria. Attacco la piastra nella presa dietro il comodino e la lascio sul pavimento a riscaldarsi mentre scendo giù in cucina per fare colazione.

Prendo un pò di latte e cereali e poi torno di sopra per piastrarmi i capelli. Li porto tutti davanti, sono cresciuti veramente tanto nell'ultimo periodo il ché mi ha fatto impiegare molto più tempo del previsto.  Alla fine però il risultato era perfetto.

Indosso dei jeans scuri con una maglia a mezze maniche blu. Mi guardo allo specchio lungo della parete vicino all'armadio. Bel risultato.

Prendo la borsa con dentro i libri della prima ora ed esco fuori da casa ricordandomi della giacca lasciata in cucina la sera prima. Con mia grande sorpresa vedo una volvo grigio metallizzata sul vialetto di casa. Ero già pronta a dirgli di togliersi dai piedi visto che è proprietà privata quando lentamente il finestrino si abbassa mostrando il proprietario dell'autovettura.

-Serve un passaggio?-mi chiede Edward.

Mamma mia che gnocco!

Da quello che posso vedere indossa una maglia nera con i primi sbottoni slacciati e ha un paio di occhiali scuri che gli incorniciano il volto in modo perfetto. I capelli sono semplicemente perfetti anche se sono disordinati, solo apparentemente però.

-No grazie...-rispondo secca dirigendomi verso il mio pick-up.

-Suvvia...e poi non so nemmeno la strada!-dice sogghignando.

-E gli altri?-chiedo sospettosa. Perchè non è con loro?

-A loro piace andare alla ricerca, io preferisco andare sul sicuro.-mi dice.

-E chi te lo dice che verrò in macchina con te?-

-Comunque ti seguirei e visto che tengo all'ambiente...perchè sprecare le risorse usando benzina per andare nello stesso posto e il tuo mezzo sembra che consumi più del necessario.-mi spiega.

-Se hai intenzione di convincermi è meglio che cambi le tue argomentazioni perché prendertela con il mio adorato pick-up non ti sta aiutando molto.-sibilo. Ci sono molto affezionata e chiunque si metta tra me e il mio pick-up è un uomo morto.

-Ti prego...-mormora tirando giù leggermente i suoi occhiali da sole e abbagliandomi con i suoi fottutissimi occhi. Il mio stomaco si stringe in una morsa.

Ancheggio fino alla sua macchina, non devo sbavare solo io oggi, non è giusto! Non è corretto!

Apro la portiera e Edward mi accoglie con il sorriso sghembo sulle labbra.

-Torna indietro in questa strada...-

Ingrana la marcia e sfrecciamo per le strade di Forks. Ci sono poche macchina così riusciamo ad arrivare in orario a scuola. Noto che si guarda intorno.

-Stai cercando gli altri?-chiedo mentre lui continua a guardare a destra e a sinistra.

Mi metto a cercarli anche io con lo sguardo ma niente.

-Probabilmente la loro ricerca non è andata bene come pensavano...-mormoro.

Scendiamo entrambi dall'auto e lo accompagno in segreteria. Mentre percorriamo i corridoi inizio a notare i primi sguardi delle ragazze che non mi piacciono per niente.

Adesso lui rappresenta la novità e ovviamente anche il suo aspetto non può che non metterlo in rilievo in questa scuola.

Jessica avanza sfoggiando la sua chioma e mi viene per un momento un conato di vomito per quanto cerca di darsi delle arie...cosa che gli riesce malissimo aggiungerei.

-Oh ciao Bella!-

Mi si avvicina e ci scambiamo tre bacini sulla guancia. Immediatamente rivolge un'occhiata molto eloquente ad Edward che si limita a sorriderle. Che cazzo ti ridi?

Cerco di calmarmi, mi servirebbe un'altra doccia bollente in questo momento.

-Stavo accompagnando Edward in segreteria.-dico infastidita dalla sua comparsa. Non penserà veramente di mettergli le mani addosso?

-Bella, tu hai la prima ora di biologia mentre la mia è libera. Accompagno io Edward in segreteria...tu vai pure...-dice Jessica.

Ok. La ragazza vuole seriamente morire.

-Si Bella...tu vai pure...-aggiunge Edward incominciando già a seguire Jessica come un cagnolino. Adesso gli metto le mani addosso ma non in modo piacevole...lo uccido!

Rimango spiazzata in mezzo al corridoio.

Si si...vai pure brutto idiota.

Arrivo in classe e mi siedo al solito bancone dove il professore ha già disposto delle ampolle che serviranno per l'esercizio che intende fare.

Mike si avvicina con i libri in mano.

-Non ci provare nemmeno Mike...-mormoro giocherellando con una ciocca dei capelli tenendo lo sguardo basso sul capitolo che abbiamo appena fatto la scorsa lezione.

-Dai Bella...-supplica Mike posando i suoi libri sul bancone. Solo in quel momento alzo lo guardo fulminandolo.

-Ho detto di no Mike...torna quando prenderai dei voti migliori.-

Il professore entra in classe e Mike prende posto vicino ad una ragazza con una media decente. Io non ho tempo per stare dietro agli scemi.

Fortunatamente sono sola nel bancone. Molti hanno provato a venire in coppia con me ma gli ho subito liquidati. Per me questa materia è molto importante soprattutto per il mio futuro quindi non voglio che nessuno mi ostacoli.

Con mia grande sorpresa dopo pochi minuti dall'inizio delle lezione entra Edward. Consegna un foglietto che il professore firma e dopo gli indica il mio banco.

-Guarda un pò chi si rivede...-mormoro mentre cerco di inserire la giusta dose di acido solforico nel becker.

-Ti sono mancato?-mormora avvicinandosi tantissimo al mio orecchio.

-Da morire...-rispondo ironica.

Quando alzo lo sguardo noto che Mike ci sta lanciando occhiatacce.

-Il tuo ragazzo mi sa che è geloso...-mormora Edward ridendo al mio orecchio.

-Non è il mio ragazzo...-

Mi sembra quasi di avere un deejavù. Stessa frase ma con protagonista diverso.

-Non ci credo che non hai nessuno...-mormora aprendo il suo quaderno.

-Comunque sia...non ti dovrebbe interessare.-dico guardando il prof che sta passando tra i banchi per consegnare un questionario a cui dobbiamo rispondere lavorando in coppia.

Più volte il professore richiama la classe. Non ci vuole molto per capire che il trambusto di oggi è dovuto a Edward. Mi chiedo solo dove siano adesso gli altri ma scommetto che nelle altre classi dove sono in questo momento sta succedendo la stessa identica cosa.

-Vogliamo iniziare?-mi chiede prendendo il microscopio e tirandolo dalla propria parte.

-Non fare casini Cullen o ti sbatterò fuori da questa classe in meno di tre secondi.-mormoro guardando mentre risponde già alla domanda sul foglio.

Velocemente cambia il vetrino del microscopio e altrettanto velocemente scrive le risposte fino a completare l'esercizio.

-Hey!Fammi controllare...-dico strappandogli il foglio dalle mani prima che lo consegni al professore. Non mi fido si un pallone gonfiato sopratutto se finisce così velocemente l'esercizio. Riprendo i vetrini e controllo i risultati che ha scritto Edward.

Il professore si avvicina e controlla i dati anche lui. Rimango stupefatta e come me anche il professore. Mai prima d'ora avevo trovato qualcuno che reggesse al mio confronto.

-Swan credo che hai trovato il patner ideale. -esulta il professore andandosene per controllare i miei compagni di banco.

-In tutti i sensi...-mormora Edward sghignazzando.

-Ti piacerebbe...-

 

La lezione passa notevolmente in fretta. Diciamo che con la velocità che andiamo collaborando insieme abbiamo risolto almeno cinque dei compiti di casa che dovevano essere assegnati.

Barner, il professore, ci fa uscire prima. Mentre passo per uscire vedo che Mike è ancora impegnato con il terzo vetrino. Sclererei se fossi in coppia con lui.

-Ed!-

Ci voltiamo contemporaneamente e vedo Alice correre verso di noi.

-Ciao Bella!-mi saluta abbracciandomi.

-Che cos'hai dopo?-le chiedo prendendole l'orario tra le mani. Lo consulto attentamente, non potevo avere lei a biologia al posto di Edward?

-Abbiamo solo inglese insieme...-mormoro delusa.

La segretaria non sapeva proprio fare gli orari.

Nello stesso momento arriva Rosalie, bellissima come sempre. Aveva mai pensato di fare la modella? Perchè dovrebbe proprio farci un pensierino.

-Ti prego dimmi che abbiamo qualcosa insieme.-mormora sbuffando mentre mi porge il suo orario. Lo analizzo bene e noto che abbiamo educazione fisica. Perchè? Perchè il cielo mi odia? Io sono un'assoluta schiappa e non ci tengo proprio a fare una figuraccia insieme a lei ma sembra quasi impossibile.

-Allora ci vediamo alla quarta ora Bella!-dice Rosalie mentre insieme ad Edward vanno nell'edificio accanto per la loro prossima lezione.

La lezione dopo avevo Angela alle calcagna. Ovviamente sapeva benissimo le mie intenzioni, mi conosce fin troppo bene.

-Beh...te lo sei scelto bene. Sembra un dio greco!-dice sporgendosi dal banco per fare in modo che non troppe orecchie indiscrete ascoltino i nostri discorsi.

Matematica non era proprio la sua materia così ne approfittava per tenermi aggiornata sulla sua vita o sulle ultime novità. Siamo in ultima fila a destra il ché rende tutto più semplice. La professoressa non ci ha mai beccate.

-Cosa sai su di loro?-mi chiede curiosa di sapere tutto sui nuovi ragazzi.

-Beh...vengono dall'Italia. Edward ha altri due fratelli che sono quella bruna e l'altro ragazzo scuro. Alice ed Emmet per capirci che stanno con Jasper e Rosalie. Jasper e Rosalie sono fratelli gemelli...io non ho mai conosciuto dei gemelli ed è strano.-spiego mormorando.

-Simpatici?-mi chiede Angela. Mi chiedo se è rimasta ancora abbagliata da Edward dopo che lui si è comportato così con lei sabato sera.

-Alice e Rosalie sono fantastiche, Edward è un buffone di prima categoria e con gli altri due non ho potuto ancora parlarci e quindi non sono riuscita a farmi un'idea chiara su di loro.-spiego cercando di sottolineare il difetto di Edward. Ci manca solo che Angela si prende una sbandata per lui.

-Come vanno le cose con Ben?-le chiedo, ricordo di non averla vista domani insieme a lui.

-Mi ha detto che sei caduta ieri in moto. -dice schivando la mia domanda. La ripeterò più tardi quando non avrà vie di scampo.

-Edward ha perso il controllo della moto e per schivarlo sono scivolata, la moto mi ha portato via facendomi strisciare contro l'asfalto.-

Angela ha il volto sconvolto da quello che le ho detto.

-Stai bene?-mi chiede con gli occhi infuori.

-Si si solo qualche graffio…niente di che. Poteva andare peggio…-mormoro scrivendo l’ultimo esercizio dalla lavagna.

C’è un attimo di silenzio tra noi due fino a quando non sputo fuori il mio dubbio.

-Ti piace Edward?-chiedo a brucia pelo mentre noto che alcune ragazze si sono girate in attesa della sua risposta.

Le guardo in cagnesco e in malo modo faccio il segno di guardare la lavagna di fronte a loro. E queste che cazzo vogliono?

-Bella…lo sai che io e Ben stiamo insieme…-mormora imbarazzata e forse leggermente infastidita dalla domanda che le ho posto.

-Non importa Angy…ti sto chiedendo se ti senti attratta così tanto da Edward da poter mollare Ben. -spiego. Voglio una semplice risposta. Si o no. Non è così difficile da dire.

-Bella stai tranquilla…continua pure la tua caccia. Io amo Ben. –risponde.

 

Per mia sfortuna la quarta ora arrivò molto prima del previsto.

A malincuore mi avvio verso la palestra e Rosalie è già sulla porta che mi aspetta. Se proprio bisogna farlo…sbuffo sonoramente entrando in camerino.

-Quanto odio educazione fisica!-

Cos’è? È una melodia per le mie orecchie!

-Mai quanto me…-le rispondo sorridendole – ma qui se non sei brava ti prendono per un’incapace.-

Lei mi guarda alzando un sopracciglio sorpresa ma subito dopo il suo sguardo cambia e si mette a ridere. Prende dalla sua borsa una limetta delle unghie e usciamo fuori.

-Incominciamo a cambiare queste cose assurde in questa scuola…-

ci sono già un paio di ragazze in campo, compresa Jessica e Lauren Mallory. Due al prezzo di una. Odiose.

Lauren è sempre stata invidiosa di me e cerca in tutti i modi di rendermi la vita impossibile anche se le esce molto male. L’unica amicizia in comune, se così possiamo metterla, è Jessica. Oddio…amica…diciamo conoscente.

-Che occhi da pesce che ha quella la!-mormora ridendo Rose facendo un cenno con la testa verso Lauren.

Santa donna!! Si può venerare una persona!? È la stessa cosa che ho pensato io quando l’ho vista la prima volta. Ci mettiamo a ridere e attiriamo l’attenzione delle ragazze che stavano prima confabulando tra di loro. Probabilmente si stavano scambiando informazioni sui nuovi arrivati.

-Ciao! Lei è Rosalie…-dico alle altre introducendo Rose che sorride divertita.

Ai suoi occhi dovremmo essere molto buffe. Queste divise non è che ci rendono giustizia mentre lei ha questo completo super firmato che la fa apparire ancora più bella di quella che è. L’unica cosa bella della prima volta a fare ginnastica, non hai ancora la tuta scolastica di un grigio tristissimo.

-Di solito cosa fate?-chiede Rosalie mentre vedo benissimo che sta tirando fuori dalla tasca posteriore dei pantaloni la lima per le unghie.

-Corsa, pallavolo…cose di questo tipo. -risponde Jessica entusiasta di parlarle per prima tra il gruppo.

-Che noia!- sbuffa Rose e in quell’istante tira fuori la lima e si mette a ritoccarsele.

-E’ così fuori moda! In Europa ormai è totalmente out! Tipo da noi si faceva pilates…-dice Rosalie. Nessuno in questa scuola può atteggiarsi in questo modo e incantare tutti i presenti. Solo lei poteva riuscirci.

Sorrido beffarda.

È la più grande balla che abbia mai sentito ma mi piace.

 

Dopo aver passato due ore sugli spalti dove Rosalie non faceva altro che parlare dell’Europa e dei suoi numerosi viaggi in giornata tutti sapevano di lei e dei suoi amici.

La professoressa non l’ha presa molto bene questa nostra ribellione.

Non è riuscita a farci cambiare idea nemmeno quando ci ha proposto la piscina che ovviamente rovinava i capelli dopo un po’ ed è stata subito bocciata da Rose. La grandiosa Rose.

Almeno per questa settimana mi sono risparmiata l’umiliazione della palestra. Spero solo che si inventi qualcos’altro per la prossima.

Torniamo agli spogliatoi dove tutte le ragazze cercano di mangiare con lei a pranzo visto che probabilmente si sarebbe trovata con gli altri.

-Mangi con me vero Bella?-chiede Rosalie mettendo le sue cose nella borsa. Annuisco contenta.

I posti a tavola sono da sei, quindi saranno stati loro più la sottoscritta.

Ci avviamo in mensa dove c’è già fila fuori dalla porta per entrare. Sbuffo annoiata poi il cellulare di Rose squilla. Risponde qualche sì e poi termina con un “C’è anche Bella ovviamente…” poi la chiamata viene interrotta.

Rosalie mi prende per mano e con passo svelto saltiamo tutta la coda e ci mettiamo a sedere dove c’è Alice e il ragazzo bruno.

-Lui è Emmet…non avete avuto ancora modo di conoscervi decentemente. -dice Alice mentre Rosalie gli si siede accanto. Ci stringiamo la mano e poi mette al centro del tavolo due vassoi pieni di cibo.

-Ciao bellezza…-

quel saluto viene mormorato nel mio orecchio da una voce calda e roca. Mamma mia! Edward sposta la sedia vicino alla mia e si siede sorridendomi. Sento già che sono rossa come un peperone.

-Novità Edward? Ti sei già fatto qualcuna?-chiede Rosalie indifferente prendendo una patatina fritta dal vassoio.

-Non ancora ma ci sto lavorando…-le risponde prendendo una bottiglia d’acqua e facendo finta di tirargli l’acqua addosso.

-Dov’è Jasper?-chiede Emmet guardandosi intorno.

-L’ho chiamato. È andato a farsi cambiare l’orario visto che sa già tutto e qui sono indietro rispetto a quello che faceva lui. -spiega Alice incominciando a mangiare.

-Wow!-

Mi scappa e subito quattro paia di occhi mi guardando sorpresi.

-Beh noi seguivamo dei corsi molto avanzati in Italia…-spiega Rosalie.

-Io quest’anno me lo voglio godere…non intendo proprio alzare un dito. -mormora Emmet addentando un hamburger.

Iniziamo a mangiare quello che c’è nei vassoi quando ad Alice viene un’idea.

-Dobbiamo organizzare una festa alla villa…-dice sorridente.

-Perché?-chiede Jasper che arriva proprio in quel momento dandole un bacio sulla guancia per poi sedersi accanto a lei.

-Insomma dobbiamo farci conoscere e cosa c’è di meglio di una festa?dai…mi mancano! E poi dobbiamo inaugurare la casa!-dice entusiasta.

-Mi sembrava che tu e Jasper aveste già inaugurato la casa!-ribatte Edward.

Quando capisco a cosa si riferisce avvampo di vergogna.

-Ci manca solo la tua stanza Eddy!-dice Alice facendogli la linguaccia.

-E’ per questo che è chiusa a chiave…-risponde sorseggiando l’acqua senza mai smettere di fare quel sorriso sghembo che tanto mi piace.

Che tipi!

Mi rilasso sulla sedia sorridendo. Sono più che fantastici…

 

 

Ciao! Spero di non avervi annoiato...alla fine sono sette pagine (almeno è quello che mi dice word)...che dite? va bene così o li volete più corti!? Vi ringrazio per i commenti che mi lasciate...li leggo tutti e mi fa veramente piace leggere quello che pensate della FF...Mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate di questo! un bacione a tutti voi

e....

IN CULO ALLA BALENA PER GLI ESAMI!!

 

(In bocca al lupo non va bene....c'è il rimando di Jake e lo sapete come la penso...quindi...XD)

 

UN BACIONE ENORME!!

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Capitolo 8
*** La mela rossa ***


PRIGIONIERA

EDWARD:


-Voglio Carlo!!-

Alice si sta lamentando da mezz'ora mentre Jazz cerca di farla ragionare.

-Alice! Non puoi...dovrebbe arrivare qui dall'Italia solo per organizzare una festa per i liceali.-ribatte Emmet passando di sfuggita per la cucina.

-Finchè prende soldi non credo che si lamenterà sul tipo di feste che deve organizzare.-

Alice è astuta. Sa giocare sempre bene le sue carte. Carlo è il suo personale organizzatore di feste. Lei ha un'idea e lui l'aiuta a migliorarla e la realizza nei tempi che vuole lei.

Anche nostra madre lo utilizza per i suoi ricevimenti. È molto bravo e diciamo che capisce i desideri delle donne della famiglia Cullen...ovviamente con tutti i soldi che prende questo è il minimo che può fare.

-Io ora lo chiamo...-dice Alice sfoderando il suo cellulare.

-Se aspetti il mio compleanno potremmo festeggiarlo in grande stile. Dopotutto siamo vicini a Las Vegas!-

Mi volto e sull'entrata della cucina c'è Rosalie accompagnata da Bella. Dalla loro tenuta penso che sono andate insieme a fare jogging insieme.

Il volto di Alice si illumina come quando era piccola e scartava i regali di Natale o del suo compleanno. Per un attimo rivedo quella scintilla di bambina nei suoi occhi. Sorrido.

-Oddio! Per poco non me ne scordavo con tutto il trambusto che c'è stato.-esclama Alice.

-Non ci credo nemmeno se me lo dici in giapponese...-commento prendendo una mela rossa dal portafrutta bianco sul bancone. Mia sorella si avvicina e mi si siede in braccio prendendo la mia male per darle un morso, piccolo folletto malefico!

-Fratellone! Fatti gli affaracci tuoi!-esclama schioccando un bacio sulla mia guancia.

-Io ci sto per Las Vegas!-dice Emmet alzando la mano per proporsi favorevole.

-Stabilirò io il budget!-mormora Jazz uccidendo per un'attimo l'atmosfera allegra sprigionata da Alice e Rose. Mia sorella si alza per avvicinarsi al suo ragazzo.

-Suvvia Jazz!-dice Alice per poi mormorargli qualcosa nell'orecchio. Ovviamente dal colore della faccia e dal risolino di Alice capisco che deve essere qualcosa di sessuale. È così che ottiene le cose che vuole da lui la mia sorellina.

Meglio che non ci penso troppo se no potrei vomitare in questo istante. Rose si siede accanto a me e fa sedere sulle sue gambe Bella. Lei mi sorride e mi strappa la mela dalle mani, evidentemente oggi mi è vietata mangiarla...prima mia sorella adesso lei. Però trovo estremamente sexy il fatto che sia lei a mordere la mela, la guardo attentamente mentre le sue labbra si posano sulla superficie liscia.

I nostri occhi non si staccano neanche per un secondo ma dietro di lei vedo lo sguardo divertito di Rosalie con accanto Alice. Per un attimo mi sono dimenticato della loro ingombrante presenza. Maledetta scommessa ma probabilmente non mi interesserei così tanto a lei se non fosse proprio per vincere. Il mio ego è stato eccessivamente ferito.

-Bisogna preparare la lista degli invitati e chi meglio di Bella può dirmi le persone da non invitare!- dice Alice trascinando via Bella che mi lancia la mela prima di andarsene su in camera. Rosalie si alza lentamente sorridendomi maleficamente.

-Qualcuno perderà...e anche molto presto.-mormora Rosalie per non farsi sentire da orecchie indiscrete, ad esempio quelle di Bella che non andrebbe proprio bene in questo caso.

-Ma ci hai visti un attimo fa? È cotta!-

-Credici Edward...credici! Ti sta solo prendendo in giro...-

Così dicendo segue Alice e Bella al piano di sopra. Emmet mi guarda e si trattiene dal rideremi in faccia.

-Ti diverti, eh? Meno male che mi dovresti aiutare...-

-Eddai Eddy! Tu sei la mente, io il braccio. Cosa pretendi da me!-dice sghignazzando.

-Dovevo scegliere Jazz, lui ha la mente più diabolica.-mormoro sbuffando.

-Probabilmente...ma come ho già detto lei è la mia ragazza e tu sei il futuro re.-

Balzo in un attimo vicino a Jazz tappandogli la bocca con la mano.

-Quella parola non si dice.-dico incazzato nero. Bella non lo deve sapere.

-Che parola?-chiede Emmet confuso. Scimmione.

-Quella che inizia con la R...-sibilo mentre Emmet mi guarda forse più confuso di prima.

-Allora... Ragazza?-

Guardo Emmet malissimo lasciando la presa su Jazz. Giuro che adesso gli salto addosso e lo massacro di botte.

-No Emmet...non è ragazza! L'altra...-dice Jazz esasperato anche lui. Certe volte mi sembra che mio fratello sia su un altro pianeta in alcuni momenti.

-Con la R?-chiede ancora Emmet.

Mio fratello ha l'aria pensierosa e Jazz allora cerca di farglielo capire senza compromettersi troppo ma bisogna dire che stiamo sempre parlando di Emmet.

-Allora....cos'è Edward?-chiede Jazz.

-Un pirla...-risponde convinto mio fratello.

-COSA?-urlo. Jazz mi blocca dicendomi che ci doveva arrivare da solo.

-Allora...se tu sei il secondo P....Edward è il primo P....cosa succede al primo P?-dice Jazz.

-Mi hai dato del pirla?-chiede Emmet incominciando ad arrabbiarsi.

-Emmet...se fossi un pò più sveglio capiresti che non è quello che intend...-

Troppo tardi. Emmet si è già catapultato su di lui atterrandolo, ovviamente come succedeva quando eravamo piccoli vengo tirato dentro anche io.

Come al solito finiamo con il fare la lotta. Niente è cambiato da quando eravamo piccoli.

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Capitolo 9
*** Lista degli ospiti ***


d

BELLA:

 

Sono stanca. Solitamente mi limito a correre solo durante l'ora di educazione fisica ma non sono riuscita a dire di no a Rosalie. Stare con lei mi piace e dopotutto mica mi ha chiesto di buttarmi da un ponte.  Solo dopo mezz'ora mi sento a terra e ho già il fiatone. Non pensavo di essere così fuori forma. Arrivo sfiancata alla porta d'ingresso dei Cullen mentre Rosalie prende le chiavi per aprire la porta. Lei è fresca come una rosa probabilmente avrà notato che arrancavo negli ultimi chilometri.

Entriamo in casa e le voci degli altri arrivano limpide. Sembra che Alice si stia lamentando per qualcosa con gli altri ma il mio corso di italiano che ho fatto l'hanno scorso non è servito  a molto. Ovviamente io e Angela l'abbiamo seguito solo perchè volevamo farci un viaggetto in Italia la scorsa estate ma quando Renè se ne è andata da casa, non mi sembrava il caso di lasciare a casa da solo Charlie. Angela ovviamente ha capito e abbiamo deciso di rimandare.

-Se aspetti il mio compleanno potremmo festeggiarlo in grande stile. Dopotutto siamo vicini a Las Vegas!-dice Rosalie distogliendomi dai miei pensieri.

Tutti si voltano verso di noi che siamo appena tornate dalla nostra corsa. Rosalie ci tiene a mantenersi in forma così mi ha chiesto se avevo voglia di accompagnarla a fare jogging questo pomeriggio. Con il fisico che ha ci credo che vuole mantenerlo, potrebbe fare tranquillamente la modella. Me la immagino già su tutte le copertine o alle sfilate.

-Oddio! Per poco non me ne scordavo con tutto il trambusto che c'è stato.-esclama Alice.

-Non ci credo nemmeno se me lo dici in giapponese...-commenta Edward prendendo una mela rossa e poco dopo Alice si siede in braccio al fratello rubandogli la mela dalle mani per dargli un piccolo morso. Dalla faccia che ha direi proprio che non ha gradito il gesto.

-Fratellone! Fatti gli affaracci tuoi!-esclama Alice dandogli poi un bacio sulla guancia.

-Io ci sto per Las Vegas!-dice Emmet attirando la mia attenzione su di lui.

-Stabilirò io il budget!-mormora Jazz mentre gli sguardi dei presenti si spengono. Sono l'unica a sorridere. Si vede proprio che sono molto uniti tra di loro.

Alice si alza dalle gambe di Edward per catapultarsi su Jasper cingendogli con le braccia il collo mentre si appresta a mormorargli qualcosa nell'orecchio.

Jazz avvampa mentre la risata cristallina di Alice riempie la cucina.

Rosalie si siede sullo sgabello vicino a quello dove è seduto Edward e mentre fa questa operazione mi trascina insieme a lei per poi prendermi in braccio.

Gli sorrido per togliere l'attenzione da quello che sto per fare. Infatti, in un attimo gli rubo la mela dalle mani per poi lentamente darle un morso.

Non riesco a resistere alle mele rosse, sopratutto se è la mela che voleva mordere Edward.

Noto che non stacca gli occhi dalle mie labbra, non riesco ad evitare di gongolare interiormente visto che ho suscitato questo tipo di reazione in lui.

La prima volta che l'ho visto in quel bar di Port Angeles mi sono detta che sarebbe stato mio, stranamente ci ho messo più del previsto ma tutto questo rende la caccia più interessante anche se adesso mi sto un pò annoiando. Ovviamente non sarò io a mostrare per prima le carte ma sopratutto mi farò desiderare e anche molto.

Ovviamente, come mi ha detto Alice e ripetuto Rosalie, è sempre stato abituato ad avere tutte le ragazze che voleva ai suoi piedi e io sarei un altra tacca. Questo non succederà mai casomai sarà l'incontrario.

Edward torna a fissare i miei occhi.

-Bisogna preparare la lista  degli invitati e chi meglio di Bella può dirmi le persone da non invitare!- dice Alice trascinando via ma prima di uscire gli lancio la mela che lui prende al volo. Mi sorride complice.

Alice mi trascina su per le scale fino alla sua stanza che è la seconda in cima alle scale. Appena entro rimango come ogni volta sorpresa dalla bellezza della sua camera, mi avvicino istantaneamente alla vetrata che da sul bosco dietro casa loro. La loro casa è una delle migliori di Forks su questo non ci sono dubbi. Elegante ma nello stesso tempo moderna. Una casa da favola.

Rosalie apre la porta e si butta sl letto insieme ad Alice che ha già in mano un blocco per gli appunti giallo a righe e una biro.

Borbottano qualcosa in italiano poi tornano a guardarmi sorridendo. Mi sa che è meglio che torni a frequentare quel corso.

-Allora. Da dove iniziamo? Questa festa deve essere perfetta.-esclama Alice.

-E per il budget?-chiede Rosalie.

-Ti assicuro che Edward collaborerà. Diciamo che sarà il tuo regalo di compleanno.-dice Alice sorridente mentre inizia a buttare giù dei nomi. Mi inginocchio sul letto vicino a loro e guardo il blocco che non so nemmeno chi sono.

-Li ho incontrati oggi...che c'è...sono simpatici!-risponde Alice al mio sguardo indagatorio.

-Aggiungi anche quel ragazzo...aspetta...come si chiama? Quel figo con cui eri al bar la prima volta che ci siamo incontrati! Hai capito?-mi chiede Rosalie.

Un figo con cui mi ha visto la prima volta al bar.

Un figo...mmm...

-Dai quello biondo!-esclama Alice.

-L'unico biondo di quella serata era Mike...-mormoro cercando nella mia memoria qualsiasi altra persona che non sia Mike il viscidone.

-Ecco!! sì proprio lui!-dice Rose cercando lo sguardo di Alice che non trova.

-Voglio Tatiana!-esclama Alice deviando il nostro discorso.

- Tatiana Santo Domingo? Ma sei impazzita?-esclama Rosalie che sembra scioccata da quel nome. Io le guardo e probabilmente ho un punto interrogativo enorme sulla testa.

-Cosa c'è che non va? Perchè non la posso invitare?-chiede Alice con gli occhi da cucciolo.

-Perchè sai benissimo che se inviti lei verrà anche Andrea!-risponde Rosalie.

-Allora Charlotte! Lei sì.-ribatte convinta scrivendo già il suo nome sul blocco.

-Ma cosa cambia a questo punto? È la stessa cosa se non peggio! Non puoi fare un torto così ad Andrea!-

-Tu lo sai a questo punto cosa dobbiamo fare...-mormora Alice mordendosi un labbro.

-Sì. Semplicemente non invitarli.-

-Ma se poi si viene a sapere? Lo sai che sono suscettibili...-

-Alice! Siamo in America! Mica in Italia! Chi vuoi che lo venga a sapere?-

Bussano alla porta ed entra Jasper.

-Come siamo messi?-chiede non sapendo cosa potrebbe scatenare quella domanda.

-Alice vuole invitare Charlotte e Tatiana senza invitare Andrea!-sbotta Rosalie.

-Allora invitate anche lui!-risponde semplicemente Jazz come se la cosa non fosse un problema così insormontabile come invece pensa che sia Rose.

-Ma...ma...-balbetta Rosalie guardando Jasper.

-Allora...scrivi Andrea Grimaldi.-dice Jazz guardandomi attentamente. Immediatamente tre paia di occhi mi guardano curiosi.

-Cosa c'è?-chiedo notevolmente imbarazzata.

-No..niente...visto!?-risponde Jazz mentre Alice tutta eccitata scrive i tre nomi.

Tatiana Santo Domingo.

Charlotte Grimaldi.

Andrea Grimaldi.

-Allora come si chiama il biondino?-mi chiede Alice dopo che ha finito di scrivere quei tre nomi sulla lista.

-Sei sicura di volerlo invitare? Cioè...-

Rosalie e Alice si guardano ma mi zittiscono subito.

-Nome e cognome Bella...-mi dice Rosalie con fare autoritario.

-Mike Newton.-sbotto.

-Non ti piace Mike?-mi chiede curiosa Alice.

-E' così appiccicoso e ossessionato da me che mi da sui nervi.-rivelo ma comunque segnano il suo nome sulla lista e dopo di lui la lista si allunga sempre di più.

-Non so se tutti potranno andare a Las Vegas. Costa molto...-dico un pò imbarazzata perchè tra di loro ci sono anche io.

-Oh ma su questo non c'è problema. Diciamo che si devono solo procurare il biglietto per l'aereo, poi il soggiorno sarà a carico nostro. Un solo week-end non sarà poi così tanto.-spiega Alice mentre conta gli invitati fino adesso.

-Siamo in trenta compresi noi.-dice Alice. Trenta? Madocci! Guardo la lista con la bocca aperta che potrebbe toccare benissimo il pavimento.

-Tu vieni vero?-

-Beh...prima ne devo parlare con Charlie, ma penso di sì. Ovviamente sotto un mucchio di balle.-spiego. Beati loro che non devono rendere conto ai genitori.

-Puoi benissimo dire che dormirai qui così non ci saranno problemi visto che non c'è sulla rubrica telefonica questo numero. Quindi tuo padre non potrà chiamare direttamente qui.-mi spiega Alice. Che mente! Io non avrei avuto una risposta così pronta in meno di tre secondi.

-Ci stai? Non puoi mancare al mio compleanno!!-dice Rosalie prendendo le mie mani tra le sue.

-Certo! Certo!-rispondo di botto. Come posso dirle di no?

Questa è già la seconda volta in un giorno che dico questa frase e non va affatto bene.

-E Vittoria?-chiede improvvisamente Alice.

-Vittoria chi Alice?-chiede sospirando Rosalie guardando il piccolo folletto seduto accanto a noi. Lei abbassa lo sguardo colpevole borbottando qualcosa che non riusciamo a capire.

-Alice cosa hai detto?-chiede Rose spazientita. Borbotta ancora qualcosa che però stavolta Rose afferra.

-No. Lei no! Ma ti rendi conto?-

Iniziano a discutere un'altra volta. Mi alzo sfinita ed esco fuori dalla camera.

-A volte possono essere un pò pesanti.-

Mi volto e vedo Edward di fronte ad una porta con l'intento di entrarci. Sospiro.

-Ci tengono molto a questo compleanno.-gli rispondo cercando un pò di giustificarle.

-Loro tengono molto a parecchie cose...-dice di rimando sorridendo.

-Dimmi solo il numero.-dice sospirando.

-Il numero?-chiedo incerta.

-Quanti sono stati invitati?-mi chiede mentre sfodera il suo sorriso sghembo.

-Ah! Trenta mi sembra ma forse stanno aumentando ancora...-gli rispondo mentre lui guarda il soffitto scuotendo la testa esasperato.

-A quanto pare è richiesta anche un tuo ingente contributo.-dico sghignazzando.

-Immagino già...-risponde passando una mano tra i capelli.

Faccio per scendere le scale quando un'idea mi balena per la testa.

-Puoi farmi un favore?-

Sfodero i miei occhi da cucciolo bastonato che uso ogni volta che ho bisogno di qualcosa.

Mi guarda alzando leggermente un sopracciglio, evidentemente sorpreso dal mio cambiamento così improvviso.

-Cancella Mike Newton dalla lista! Ti prego...-

-Perchè?-mi chiede colpito dalla mia richiesta però si avvicina. Buon segno, vuol dire che gli interessa l'argomento.

-E' il compleanno di Rose e voglio veramente festeggiarlo ma se ci sarà Mike mi starà appiccicato come una sanguisuga se viene anche lui.-gli spiego puntanto a quel poco di interesse che ha mostrato per me per sfruttarlo a mio favore.

Apre la porta della camera di sua sorella e entra deciso. Io sono già al settimo cielo.

-COSA?! I GRIMALDI!?!?-

L'urlo di Edward mi fa sussultare e scatto anche io dentro la camera di Alice. Ho capito solo Grimaldi ma è quanto basta per chiedermi che cosa diavolo hanno combinato questi Grimaldi per non essere abbastanza voluti da loro.

-Alice no.-dice convinto.

-Edward!! io li voglio alla festa!-piagnucola Alice.

-Ah sì? Allora tu mi farai un favore.-dice prendendo la biro dalle mani della sorella.

Alice si mette in ginocchio incrociando le braccia al petto sospettosa. E chiaramente fa bene ad essere sospettosa visto che so quello che in realtà vuole chiede Edward.

-Che cosa vuoi Edward?-chiede Rosalie unendosi alla posizione di Alice. Fa molto ridere la situazione se non sapessi ai risultati catastrofici che potrebbe avere un rifiuto da parte di Rose e Alice alla richiesta di Edward.

-Io e Bella...in camera insieme.-dice mentre di tutta risposta le due ragazze sgranano gli occhi.

-Ehi!!-urlo scandalizzata.

-Vedi! Ovviamente lei non vuole!-ribatte Rose indicandomi.

-A lei conviene stanne certa...-dice guardandomi per un attimo. Maledetto.

-Non c'è lo stesso valore...-barbotta Alice.

-Però se io aggiungo Vittoria...-ribatte sovrappensiero Edward.

-Vittoria?-ripete Alice mentre i suoi occhi si illuminano.

-Edward, cosa dici! Non potrà mai venire...-dice Jazz dallo sguardo scettico.

-Ti assicuro che se glielo chiedo io verrà...tra simili si ci intende piuttosto bene.-

Il volto di Edward è ormai vittorioso.

Alice si volta verso Rose che la fulmina con lo sguardo.

-Tu lo sai quanto mi manca Vittoria! Ti pregoooo...-implora Alice.

Rosalie non abbassa lo sguardo da Edward e lui sostiene senza difficoltà.

-Ti dovrai inventare qualcosa di molto ma molto sagace per controbattere a questa sua mossa.-sibila Rosalie. Dalla reazione saltellante che ha Alice capisco che è solo il suo modo per accettare la proposta di Edward.

Ma io non sono d'accordo!!

Edward si volta soddisfatto e viene verso di me.

-Te lo puoi anche scordare!-sibilo mentre mi passa vicino ma lui impassibile mi sorpassa.

 

 

CIAOOOO!! Rieccomi con questo nuovo capitolo! Spero di non avervi annoiato! Adesso veniamo a noi…Bella non sa chi sono tutti sti nomi nuovi che fanno litigare i nostri cari Cullen ma voi lo saprete in anteprima…se no poi non c’è gusto! Ahahah Povera Bella! Mi odierà…ne sono sicura! Gliene faccio troppe…(me cattiva)..

Adesso passiamo alle presentazioni…

 

Andrea Casiraghi…principe di Monaco.

Nella foto insieme alla sua fidanzata Tatiana Santo Domingo.

Foto: http://aycu40.webshots.com/image/3999/2001885508108558132_rs.jpg

 

Charlotte Casiraghi…principessa di Monaco.

Foto:

http://www.bellezzamediterranea.it/images/Charlotte%20Casiraghi.jpg

 

Mentre la nostra cara Vittoria che praticamente è diventata merce di scambio non è altro che l’erede al trono della Svezia. Quindi molto sorvegliata, quindi molto impossibile da avere nelle feste. AHahah…ma il nostro bell Edward riuscirà nella sua impresa per Bella!

Foto:

http://www.siracusanews.it/files/vittoria_di_svezia.jpg

 

Ok. Spero di non averne dimenticato nessuno perché ci sono altri nomi ma saranno per lo più nei prossimi capitoli!

Ora vi lascio e non dimenticate di commentare! Lo sapete che mi rendete tanto contenta! Tanti morsetti sul collo mie care vampirozze…

AL PROSSIMO CAPITOLO!

 

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Capitolo 10
*** Non riesco a muovermi ***


PRIGIONIERA

Allora...Spero solo che dopo aver letto questo capitolo non rischio il linciaggio. Cmq mi è balenata questa idea per mettere più vicini il nostro Eddy con Bella. A discapito di Bella...(poi capirete il perchè...) però non so...vedete voi! Aspetto i vostri commenti. Non esitate a dirmi cosa ne pensate del capitolo! veramente...

Un bacione vale

BELLA:


C'era ovviamente qualcosa che non andava in casa. Appena ho toccato la porta si è aperta. Charlie non l'avrebbe mai lasciata aperta e a quest'ora doveva essere ormai a pescare con il suo amico.

-Papà?-urlo entrando in casa. Nessuna risposta.

A sinistra verso il salotto vedo un'ombra scattare verso destra, con passo incerto arretro ma mi scontro con qualcosa di duro. Mi volto e un uomo incappucciato mi mette una mano sulla bocca per impedirmi di gridare.

Mi volta facendo aderire la mia schiena contro il suo petto e una sua mano si chiude sul mio seno toccandolo ossessivamente. Sento l'eccitazione del maniaco sul mio corpo.

Reprimo un conato di vomito e ricaccio dietro le lacrime mentre con un colpo deciso del piede gli schiaccio l'alluce e gli sferzo una gomitata nello stomaco.

L'assalitore si piega in due per il dolore e terrorizzata torno fuori chiudendo questa volta la porta grazie alle chiavi ancora inserite nella toppa della porta.

Corro inciampando diverse volte verso il garage ma appena apro la porta vedo che il mio pick-up è bloccato da una macchina che prima non avevo notato.

Mi vien da piangere e sento il cuore pulsare nelle orecchie.

Improvvisamente il rumore dei vetri infranti che viene da casa mia mi fa sussultare spaventata.

Cerco il cellulare nella borsa ma non la trovo. L'ho lasciata dentro in casa prima della mia fuga. L'unica mia speranza adesso sono i vicini. Corro verso la casa più vicina e dopo dieci minuti. Busso forte e un uomo sulla quarantina viene ad aprirmi la porta.

-Mi aiuti! C'è un maniaco in casa! Forse sono ancora dentro! Mi aiuti!-dico implorante mentre sento già le lacrime pizzicarmi gli occhi. L'uomo prende dal tavolino le chiavi della macchina e mi fa salire in macchina per raggiungere più velocemente casa mia.

Scendiamo proprio davanti la porta di casa mentre lui prende una mazza da baseball dai sedili posteriori. Apro la porta e l'uomo inizia ad esaminare la casa alla ricerca degli intrusi. Anche io faccio la stessa cosa infatti vedo che il vetro della porta sul retro è stato rotto e la porta sta sbattendo.

Entro nello studio di Charlie ma troppo tardi il mio cervello elabora che accanto alla porta spuntava fuori un lembo di una maglietta bianca.

Mi volto istantaneamente e Taylor è proprio davanti a me che mi guarda sorpreso come se non si aspettasse di vedermi.

-Dimmi che non eri tu...dimmi...-

ma il suo sgaurdo è colpevole. Troppo colpevole.

-Che cosa volevi fare?-grido.

-Scusami Bella...scusami...-

e detto questo scappa dalla porta sul retro. Con le lacrime agli occhi mi avvento sulla mia borsetta. Il cellulare di Charlie non prende e l'unico numero che mi viene in mente di chiamare è quello di Alice ma non è lei a rispondermi.

-Cosa succede Bella?-chiede la voce di Edward preoccupata sentendo il tono della mia voce quasi rotto dal pianto.

Il mio vicino si presenta e cerca di rassicurarmi promettendomi che non c'è più nessun altro in casa, ha controllato tutte le stanze.

-Arrivo immediatamente...-dice Edward attaccando il telefono.

-Hai chiamato tuo padre?-mi chiede l'uomo.

-Non prende il telefono. Adesso sta arrivando un mio amico.-gli spiego scossa.

-Bene, starò qui finchè non ci sarà qualcuno con te. Penso che dovresti chiamare la polizia.-mi suggerisce. Annuisco ma non posso fare a meno di pensare che c'era Taylor a casa mia. Cosa voleva fare? Era lui?

Pochi minuti dopo Edward fa irruzione come un'uragano dentro casa e io mi tuffo su di lui abbracciandolo.

-Cosa è successo?-chiede Edward in ansia mentre mi liscia i capelli e mi stringe forte a lui.

-Adesso che c'è qualcuno con te posso andare. Mi raccomando chiama la polizia.-dice l'uomo.

-Grazie ancora...-mormoro mentre mi rassicura che posso fare affidamento su di lui ogni volta che ne ho bisogno.

Quando la porta si chiude scoppio a piangere tra le braccia di Edward.

Non so per quanto tempo rimango avvinghiata a lui ma quando mi stacco di lui noto come tutta la sua maglietta è bagnata e sporca sia di matita che di rimmel. Lui segue i miei occhi guardandosi la maglietta.

-Oh non ti preoccupare per questa...-dice cercando di farmi sorridere.

-Scusa! Scusami...non volevo. Sono una sciocca.-dico cercando di riprendere il fiato. Lui mi sorride.

-Davvero. Non importa. Stai meglio?-mi chiede strofinando il palmo della mano sul mio braccio in un gesto consolatorio. Annuisco.

-Puoi dirmi cosa è successo? Sono entrati i ladri?-mi chiede mentre la sua voce si affievolisce forse per non sembrare inopportuna.

-Sono entrata in casa...e...c'era qualcuno ma...-incominciai a dire ma mi fermai in preda ad un tremore. Ero visibilmente scossa di questo ne ero certa.

-Ma non erano ladri...uno mi ha toccato...voleva...-non riuscii a terminare stavolta perchè scossa dai singhiozzi.

Edward mi rassicura tra le sue braccia e non mi invita a continuare il racconto e di questo gliene sono veramente grata.

-Quando torna tuo papà?-mi chiede dopo alcuni minuti in cui il mio cuore si è calmato e insieme a lui il mio corpo. Ormai erano da minuti che non piangevo più ma stare così...abbracciata a lui mi faceva sentire bene, protetta.

-Alle sei...-mormoro poi i miei occhi corrono verso l'orologio. Sei e mezza.

-Non è venerdì oggi...è sabato. È a pescare con il suo amico. Non torna. Starà via fino a domani.-mormoro in preda all'ansia. Stare qui da sola...

-Meglio che chiamo qualcuno che ti ripari il vetro.-dice staccandosi lievemente da me per andare a vedere il danno della porta in cucina. Immediatamente sento freddo e per riscaldarmi mi sfrego le braccia con le mani. Lo sento trafelato al telefono per poi tornare vittorioso verso di me.

-Chiamato. Saranno qui tra pochi minuti.-mi dice sedendosi accanto a me sul divano e cingendomi la vita con un braccio.

-Vieni con me.-gli dico portandolo nella cantina che Charlie aveva adibito alla lavanderia per la casa.

Scese i gradini con un po' di difficoltà visto che lo tenevo per la maglia. Inconscia che magari gliela stessi sformando.

Arrivati davanti alla lavatrice gli sfilo velocemente la maglia e la butto nella lavatrice e subito dopo vado a prendere sullo stendino una camicia di Charlie appena stesa.

-Sarà un po' grande ma per adesso puoi usare questa.-gli dico porgendogliela.

Il campanello suona e lui prende la camicia e va di fretta sopra per aprire la porta. Facico partire la lavatrice sperando che vada via la macchia e solo in quel momento mi vedo. I capelli arruffati e il trucco colato. Orribile.

Salgo anche io al piano di sopra e sento queste parole pronunciate dal vetraio. Il mio cuore smette di battere.

-Passeremo domani con il vetro nuovo...-

E se dovessero tornare?

Edward fa uscire l'uomo anziano e mi guarda perplesso solo ora mi accorgo che stavo tremando inconsciamente.

Lui si avvicina e mi abbraccia.

-Rimango con te...stai tranquilla.-mormora sui miei capelli. Il peso che mi opprimeva l'animo scivola via in un attimo sentendo quelle parole.

-Meglio che vai a farti un bagno rilassante.-mi dice mentre con passo lento salgo le scale che portando in bagno.

Come un'automa apro l'acqua calda della doccia. Non voglio stare troppo in bagno lasciando Edward da solo, o ero io che non voleva stare da sola?

Sta di fatto che mi ritrovo improvvisamente sotto il getto d'acqua calda con ancora i vestiti addosso poi presa da una frenesia prendo la saponetta e incomincio a sfregarla insistentemente sulle zone dove quel maniaco mi ha toccato. La pelle diventa rossa per lo sfregamento ma non mi sembra mai troppo. Ho ancora la sensazione delle sue mani viscide sul mio corpo.

Esco fuori e mi avvolgo nell'accappatoio. Esco ed entro in camera.

Mi siedo sul letto fissando la porta.

Non riesco a muovermi...

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Capitolo 11
*** Grazie ***


PRIGIONIERA

 Spero che vi piaccia! Mi raccomando fatemi sapere! un bacione vale

EDWARD:


L'acqua aveva smesso di correre da un pezzo. Le avevo concesso un pò di tempo per mettersi a posto ma quando ho aperto la porta della sua stanza, l'ho trovata seduta sul letto, lo sguardo vacuo e ancora il pigiama addosso con tutti i capelli gocciolanti.

Mi siedo accanto a lei e l'abbraccio. Lei si appoggia alla mia spalla e dopo un pò ci troviamo distesi sul suo letto con lei sul mio petto mezza addormentata.

Il sole tramonta e lei dorme ancora.

La scosto delicatamente da me e prendo il cellulare dalla mia tasca.

-Alice? Puoi venire un attimo? Ho bisogno del tuo aiuto.-mormoro per non svegliare Bella.

-Che cosa è successo? Dove sei?-mi chiede con la voce allarmata dal mio tono.

-Sono a casa di Bella. Senti mi devi fare questo favore perchè io non posso. Vieni qui subito.-dico cercando di farmi dar retta e riattacco il telefono.

Do un'occhiata veloce a Bella, che come se niente fosse continua a dormire, e vado sotto ad aspettare mia sorella che dopo una decina di minuti si presenta con Rosalie.

-Che cosa vuoi Ed?-chiede Alice con voce troppo squillante.

-Ehy! Abbassa la voce!-dico ammutolendo sia Alice che Rosalie che mi guardano sorprese.

-Ora è il caso che tu ci dica perchè mi hai chiamato.-mormora mia sorella.

-Bella è di sopra in accappatoio. È stata una brutta giornata visto che si è introdotto un uomo in casa sua e lei lo ha sorpreso e ne è rimasta alquanto sconvolta tanto che si è addormentata di sasso dopo la doccia. Non può stare così o si prenderà un malanno e qui entrate in gioco voi...cambiatela e se riuscite a non svegliarla fareste solo del bene.-spiego a bassa voce mentre le vedo mano mano che parlo sempre più sorprese.

-Ma scusa...non potevi farlo tu?-chiede Rosalie aggrottando la fronte.

-Rosalie...-diciamo in coro io e mia sorella.

-Ok...ok...-risponde iniziando a salire i gradini.

Mentre Rosalie e Alice la cambiano io aspetto fuori dalla porta.

-Ora puoi entrare...-dice Rose uscendo fuori dalla stanza. Bella è sotto le coperte e i capelli scompigliati visto che non li ha asciugati. Lei è rannicchiata su se stessa e certe volte la sento mugolare. Mi stendo accanto a lei e automaticamente si rannicchia ancora di più vicino a me. Il suo dolce profumo mi arriva dritto nelle narici e mi ottenebra leggermente la mente. La stringo più forte a me chiudendo gli occhi.

Questo momento mi regala una pace così interiore che mi addormento.

Non so quanto tempo sia passato da quando ho chiuso gli occhi, sta di fatto che mi sveglio quasi di sopprassalto scosso dai singhiozzi della persona avvinghiata a me.

-Bella! Bella! Che succede?-le chiedo alzandole lo sguardo fino ad incontrare i suoi occhi ancora chiusi. Continua a piangere e solo un secondo dopo capisco che sta sognando.

-Svegliati...svegliati Bella!-le dico accanto all'orecchio continuando però a stringerla. Sento il suo corpo bloccarsi di colpo così mi stacco da lei che mi guarda confusa con gli occhi rossi dal pianto. Si toglie via le lacrime dagli occhi con un gesto duro della mano come per cancellare con quel gesto che per lei sembra essere imbarazzante.

Vorrei dirle che non si deve vergognare, che è normale sentirsi così. Mi è bastata una sua mezza frase per capire cosa veramente l'aveva sconvolta. Forse avevano cercato anche di violentarla. Al solo pensiero mi sentivo una bestia. Se solo li avessi avuti davanti probabilmente li avrei uccisi in qualche maniera, la più orribile e crudele ma li avrei uccisi.

In quel momento, l'aria da ragazza dura sembra scivolarle addosso rivelando il suo vero essere, il suo vero io. Sembrava così diversa e il momento sembrava così giusto...abbracciati così in quel grande letto.

-Sei rimasto qui...-mormora cercando il controllo nella voce.

-Me l'hai chiesto tu...-rispondo sorridendole.

-Non è vero!-risponde abbassando lo sguardo mentre arrossisce.

-Oh invece sì! I tuoi occhi non mentono!-ribatto alzandole il mento con due dita.

Avvampa e a stento trattengo una risata che però scoppia quando sento il suo stomaco brontolare. Mi da un pugnetto sulla pancia che mi fa piegare in due ma non riesco a smettere di ridere.

-Sembravi un grizzly!-dico asciugandomi le lacrime dal ridere.

Gonfia le guance come una bambina e si mette a sedere a gambe incrociate sul letto guardandomi. Non guardandomi, incenerendomi con lo sguardo.

-Andiamo giù a mangiare qualcosa dai...-le propongo scendendo dal letto. Lei si alza e dalla sua espressione si ricorda che non era esattamente vestita così.

-Tu...mi hai...-chiede imbarazzata puntando il dito contro il pigiama.

-Oh no! Ho chiamato mia sorella e Rosalie.-rispondo trafelato.

Sospira sollevata.

Scendo le scale quando sento un gridolino, mi volto e la "valanga Bella" mi colpisce in pieno.

Cadiamo entrambi giù dalle scale fino a quando con un'ultima botta Bella mi cade addosso.

-Che botta!-mormoro toccandomi la testa.

La guardo e i nostri volti sono vicinissimi. Lei si morde il labbro inferiore e non riesco a trattenere la mia mano che si posa sulla sua guancia.

-Tutto bene?-le chiedo con quel poco di voce che mi rimane.

Lei annuisce torturandosi il labbro che in questo momento vorrei catturarglielo tra le mie labbra. Le sue guance si tingono ancora di rosso, è così facile capirla in questi momenti.

Il suo corpo è schiacciato contro il mio è una cosa che mi manda fuori per un bel pò di secondi. È così giusto stare con lei, così rilassante...non mi sono mai sentito così leggero come in questo momento con lei.

Mi avvicino lentamente ma il campanello della porta suona.

Bella scatta in piedi e apre la porta.

-Sono venuto per la riparazione del vetro.-

Bella lo fa entrare e gli mostra la porta. Si vede lontano un miglio che è agitata.

"Idiota! Ricordati la scommessa! Stai entrando dentro un campo minato se non te ne sei accorto! Che diavolo stai facendo? Vinci la scommessa e spassatela finchè puoi!"

Bella ritorna da me e con fare molto impacciato mi dice che va sopra a cambiarsi. Effettivamente non è un bene stare in piagiama con uno che gira per casa indisturbato. La guardo correre velocemente verso la sua stanza e quando sento lo sbattere della porta torno in cucina per mettere su qualcosa da mangiare mentre non perdo di vista l'operaio che fa la riparazione. Decido di tostare delle fette di pane e metto su il latte a bollire.

Sul tavolo metto la nutella, una marmellata che ho trovato in frigorifero e due tazze colorate per il latte. Quando il latte inizia a bollire lo verso nelle tazze e metto tra le due del Nesquik.

Io lo adoro. Sorrido di quello sfizio abbastanza infantile.

Pago la riparazione e accompagno l'uomo alla porta.

-Bella!-la chiamo dal fondo delle scale.

Poco dopo varca la soglia della cucina con dei jeans neri e una maglia a mezze maniche verde pastello. Lo sguardo basso ma nonostante tutto la vedo sorpresa per la colazione che ho preparato. Mi rivolge un sorriso imbarazzato e si siede davanti a me.

-Non sono proprio abituata a trovare tutto già fatto...-mormora mettendo due cucchiai di Nesquik nel latte caldo. Sorrido.

-Grazie.-dice regalandomi un bel sorriso.

-Di niente...-

-Anche per tutto quello che hai fatto...-mi dice indicando la porta a vetri.

-Non ti preoccupare.-

Finiamo di fare colazione quando vedo l'arrivo di mio fratello dalla finestra dietro a Bella.

-E adesso che cavolo vuole?-

Senza dire niente mi alzo e apro la porta a mio fratello che rimane con il pugno per bussare a mezz'aria.

-Esiste un campanello...-mormoro indicandogli il bottoncino a fianco della porta.

-Oh...non rompere! Piuttosto...gara...niente moto. Macchine! Muoviti!-

-Hey! Cos'è questa storia?-interviene Bella frapponendosi tra noi due.

Emmet si piega per guardarla bene in faccia.

-Il mio fratellino è il migliore con la macchina e io è da troppo tempo che non scommetto. Ho voglia di vincere.-le spiega Emmet sghignazzando.

-Beh...si da il caso che il mio amico sia il più bravo di tutti. Perfino di tuo fratello.-commenta la piccola vipera. Il più bravo? Non ha ancora conosciuto Edward Cullen!

-Ti va di scommettere?-la stuzzica Emmet.

Bella mi rivolge un'occhiata e poi gli stringe la mano.

-Jacob lo batterà...-

-Non credo proprio scriciolo...-commento scompigliandole i capelli.

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Capitolo 12
*** Le macchine ***


d

ALICE:

 

-Ok, stavolta ho esagerato.-

Seguo lo sguardo di Rosalie e vedo nel nostro garage tre macchine nuove. Adesso c'erano posteggiate in ordine una maserati nera, una mercedes dal colore fiammeggiante e per finire un Aston Martin. Rose era veramente nei guai.

 -Che carta di credito hai usato?-le chiedo tastando un attimo la mia borsetta.

-Metà Edward e metà Emmet. L'hanno voluto loro. Eddy era chiaro su una cosa però...voleva un Aston Maritin.-mi spiega Rosalie accarezzando il cofano della suddetta macchina.

-Che fissato...-sbuffo ricordandomi delle poche gare che ha fatto.

Sempre sotto il culo un Aston Martin.

-Ma...poi che ne facciamo di queste?-chiedo. Ne abbiamo troppe. Ci mancavano pure queste ad occupare spazio.

-Le terranno finchè come al solito non si stufano.-commenta sedendosi sulla mecedes rossa.

-Emmet ti lascia partecipare?-

-Si eccita quando sono al volante...e poi gli ho promesso che non lo faccio per vincere ma per il brivido della corsa.-dice ridacchiando.

-E quell'altra per chi è?-

-Edward mi ha detto che avresti partecipato...-dice Rose sorpresa uscendo fuori dall'abitacolo della macchina.

Prendo un respiro profondo. Odio quando fa così.

-Ha detto solo che li devi tenere dietro un certo Jacob...-mi spiega. E questo poi chi sarebbe?

-Ha detto che è il più bravo e che un pò di sana rivalità ti farà bene.-

Chi? Chi sarebbe più bravo?

Rido di gusto.

Se c'è una gara a cui partecipa Alice Cullen....quella gara sarà vinta solo da lei.

-Edward ti comprerà la macchina che vuoi se tieni testa a quel Jacob e lo lasci passare...-mi informa Rosalie con un ghingno stampato sulla faccia.

-D'accordo. È da tanto che non partecipo più e questa volta nessuno saprà che è stato Edward a vincere. Siamo in questo insignificante paese sperduto in America.-

-Sono contento che la pensi così sorellina...-dice Edward entrando nel garage.

-Ti costerà la macchina....e anche parecchio...-commento incrociando le braccia al petto.

Fa spallucce e sorride.

-Giuro che non mi importa...-

Lo guardo indispettita. C'è qualcosa sotto.

-Ti costerà davvero una barca di soldi...-

-Vuoi anche una barca?-mi chiede trattenendosi dal ridere.

-Se continui così, sì...-

Si morde la lingua e si avvicina alla sua Aston Martin.

-Bella scelta Rose...-commenta accarezzando la carrozzeria della macchina.

-Oh se non la vuoi tenere non farle nemmeno un graffio!-gli raccomanda Rose.

Sentiamo la porta del garage aprirsi e immediatamente ci voltiamo sperando che non fosse Jasper che con la sua faccia cupa ci diceva che non era un atteggiamento maturo, al suo posto fa capolino Bella vestita con degli shorts di jeans e una maglia verde e nera attillata.

Fischia e si avvicina subito alle macchine attratta come una calamita.

-Ma quanti soldi avete?-chiede guardando una macchina dopo l'altra. Io e Rose scattiamo e ci guardiamo guardinghe.

-Beh, i nostri ci viziano molto.-

Bella si volta verso di noi mordendosi il labbro inferiore. Probabilmente non convinta.

-Mi adottate?-dice congiungendo le mani in una preghiera.

Io e Rose scoppiamo a ridere. Pericolo scampato.

-Se vuoi c'è un modo più veloce per far parte della famiglia...-dice Edward.

-E' una proposta di matrimonio Cullen?-

-Diresti di sì?-chiede di rimando.

-Ti piacerebbe...-risponde facendogli poi la linguaccia. Rose si avvicina subito a Bella e la trascina verso la sua macchina.

-Stasera ci sarai anche tu?-le chiede curiosa. Ha fatto bene non devono legare troppo.

-Siamo ancora d'accordo?-mi chiede Edward attirando la mia attenzione. Annuisco.

-BOCCCCIOOOOOLOOOO-

Il vocione di Emmet irrompe e si diffonde per tutto il garage. Rose lascia la presa su Bella per correre in braccio ad Emmet avvolgendogli le gambe intorno alla vita. Mio fratello la sostiene quasi come se fosse una piuma.

-Sono pronti i miei corridori?-ghigna Emmet.

-Mi dispiace Emmet ma perderai questa notte...-gli dice Bella convinta.

-Non penso proprio piccolina! Ho puntato sul migliore...-

-Perchè non hai ancora conosciuto il mio Jacob-ribatte Bella.

-Come sarebbe a dire il MIO?-chiede Edward calcando sul possessivo usato da lei.

-Geloso?-

-Se sali in macchina con me no.-ribatte.

Bella si avvicina e si mette accanto allo sportello del passeggero.

-Lo faccio solo perchè mi piace la macchina.-puntualizza lei.

-Oh certo...diciamo così...-ridacchia Edward.

-Siete pronti ad andare?-chiede Bella guardandoci. Annuiamo e ci avviciniamo alle macchine.

-Jasper?-chiede Emmet alzando il sopracciglio e guardandosi intorno con ancora Rose appiccicata addosso.

-Se scopre che Edward partecipa tipo ci ammazza quindi prima usciamo da qui e meglio è.-rispondo salendo sulla mia macchina.

L'Aston Martin fu la prima ad uscire dal garage visto che Bella era l'unica a sapere bene il posto dove si sarebbe tenuta la gara. Quando arriviamo scopro il perchè della reazione di Bella.

Di certo qui non avevano delle macchine costose come le nostre. Li avrei definiti di più catorci. Più sportivi ma noi siamo dei Cullen, l'eleganza è il nostro marchio.

L'unica macchina degna di nota in mezzo a tutte quelle era una Lamborghini, il che stonava anche un pò vicino a tutte le altre.

Vedo Edward posteggiare accanto a quella così io e Rose lo seguiamo. Bella scende di fretta dalla macchina e bussa immediatamente sul finestrino della Lamborghini.

Rose si avvicina guardando come me il ragazzo che usciva fuori da quel gioiello di macchina, praticamente eravamo a bocche aperte.

Il ragazzo era veramente alto, un fisico che era tutto un programma e un sorriso così perfetto e abbagliante che quasi dovevamo tirare fuori gli occhiali da sole.

-JACOB!-grida Bella saltandogli in braccio.

-Oddio!-diciamo io e Rose in coro.

-Allora...per la scommessa possiamo praticamente dire che abbiamo vinto. Hai visto che schianto di ragazzo? Per la corsa...beh...mi dai una mano?-chiedo a Rose. Nè io nè lei stacchiamo gli occhi di dosso a quella scenetta. Edward appariva agitato. Concorrenza fratellino, pura e semplice concorrenza.

-Dai...ci provo. Non sono brava come Edward o te...-mi risponde Rose.

Edward fa il giro della sua macchina e ci raggiunge imbronciato.

-Ti voglio concentrato fratello!-dice Emmet dandogli una manata sulla spalla.

-Se se...-risponde Edward.

-Tra poco lo uccido, giuro.-dice guardandosi indietro. Bella ride e parla volontieri con Jacob, forse troppo volentieri per i gusti di mio fratello.

Dopo che Emmet mette la quota per noi tre, il ragazzo ci fa parcheggiare lungo una linea disegnata con una bomboletta spray.

Io e Edward ci mettiamo accanto alla lamborghini di Jacob per bloccarlo da subito, di solito facevamo così. Questo tipo aveva veramente possibilità di vincere. Non so perchè ma me lo sentivo.

 

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Capitolo 13
*** Il sapore della vittoria ***


PRIGIONIERA

RAGAZZUOLEEEEEE!!!

Rieccomi con il nuovo capitolo...diciamo che ho amplificato quello precedente. Questo è nettamente più bello...XD

Mi raccomando lasciatemi tanti commentini se no cado in depressione perchè penso che nn vi piace più, quindi su dai...solo un commentino...mi leggete in tanti e poi in pochi mi lasciate un commentino...=(....please....

Cmq spero che questo capitolo vi piaccia!

UN BACIONE VALE 

EDWARD:

Non mi piace. Non mi piace affatto.

Quella specie di armadio ambulante ha troppa confidenza con Bella. Mi sono dovuto trattenere da staccargliela di dosso, che cavolo le è venuto in mente a quella smorfiosetta di fare così quando può benissimo saltare addosso a me.

È sui miei fianchi che le sue gambe si sarebbero dovute chiudere, non sui suoi.

Li lascio li a confabulare tra di loro e mi dirigo da mia sorella e Rosalie che non avevano staccato un attimo gli occhi da Jacob dal primo momento che è uscito da quella stupidissima macchina. Per fortuna ho Alice che mi para il culo questa notte.

-Ti voglio concentrato fratello!-dice Emmet dandomi una pacca sulla spalla e interrompendo il mio flusso di pensieri omicidi verso Jacob.

Probabilmente gli staranno fischiando le orecchie.

-Sì sì...-rispondo cercando di farlo tacere.

Tutta quella allegria in quel momento mi da sui nervi.

-Tra poco lo uccido, giuro.-dico riferendomi all'armadio comparso dalla lamborghini.

Emmet paga la quota di partecipazione e un momento dopo tutti ci troviamo sulla linea di partenza. Io e Alice circondiamo la macchina di Jacob mentre Rosalie è al mio fianco. Avere Alice in gara dalla mia parte è come avere una doppia barriera e lo stesso vale per Rose vista la sua esperienza con i motori.

Bella arriva baldanzosa fino alla mia macchina e si appoggia sul mio finestrino abbassato.

-Sei venuta a dirmi buona fortuna?-le chiedo sfoderando il mio sorriso sghembo.

-Affatto...nemmeno la fortuna ti servirà contro Jacob.-ribatte. Stringo con forza le mani sul volante. Ho già fatto la figura del cretino con lei in moto, vediamo di non fare lo stesso errore. Questa è una corsa di macchine, il mio pane quotidiano.

-Nemmeno un bacio per la corsa?-le chiedo.

-L'altra volta ti ha portato male...-sibila.

Gelosa?

-Solo perchè era la persona sbagliata che me lo dava.-ribatto.

-Tu inizia a vincere poi vediamo come rimediare...-risponde convinta che non potrò mai vincere questa stupida gara.

Vedremo...vedremo.

Dei pick-up ci passano avanti con delle persone sedute sul bordo tra di loro vedo anche Bella.

Immagino che li portino all'arrivo.

La bandiera tocca terra e con un deciso movimento mi porto davanti a Jacob. Sono in testa per adesso. Alice e Rose mi stanno dietro e insieme formiamo una V che si trasforma in un rombo se si conta che dietro di loro c'è Jacob ansioso di buttarle fuori.

Quella che mi preoccupa di più è Rose, di Alice posso fare affidamento in qualsiasi momento, so che lei è brava e sa raggere allo stress ma su Rose...

Le loro macchine stanno solo a cinque centimetri di distanza da me. Ci muoviamo come se fossimo una macchina unica anzichè di tre distinte.

Ne ho visti di peggiori di percorsi nella mia vita e non so perchè sono così preoccupato dalla presenza di quel Jacob. Già lo avevo visto alla corsa di moto ma in quel momento non avevo capito il suo vero potenziale.

Guardo nello specchietto e vedo che con un colpo Jacob riesce a far fare un testa coda a Rose mettendola fuori strada e subito dopo Alice prende posto esattamente dietro di me muovendosi in modo tale da ostacolare l'avanzata di Jacob.

Premo di più sull'acceleratore dando un notevole distacco ad entrambi. Jacob sta veramente dando del filo da torcere a mia sorella e dicendo questo posso dire che è un vero asso al volante, Bella aveva ragione ha scommettere su di lui.

Riguardo un'altra volta lo specchietto e non vedo più mia sorella ma la lamborghini nera di Jacob. Un trillo fa irruzione nella macchina e schiaccio il pulsante sul volante quasi automaticamente.

La voce di Alice arriva squillante all'interno dell'abitacolo dell'Aston Martin.

-Vai a destra!-urla.

-ORA!-

Senza pensarci troppo sterzo il volante verso destra e con mia grande sorpresa vedo Jacob superarmi ma subito dopo Alice sfrecciargli dietro.

-Cazzo fai ALICE!-urlo consapevole che siamo ancora in linea.

-Sta zitto!-urla ancora mentre sento il suo rombare.

-RAGGIUNGI I 110 e mantieni la tua posizione. FA COME TI DICO!-

La sua voce rimbomba e faccio come mi dice lei.

Davanti a me guardo la manovra di Alice che con non so sbatte contro la lamborghini. È tutta questione di pochi secondi esattamente quando le macchine che hanno colliso si distaccano si forma la distanza perfetta per farmi passare. Lo specchietto della Lamborghini salta via mentre il mio si chiude indentro.

Un attimo dopo taglio il traguardo e mi fermo a poca distanza dalle macchine che ci stavano aspettando con una sgommata degna di un film.

Esco dalla macchina e subito Emmet mi viene incontro.

-Lo sapevo che potevo fare affidamento sempre su di te! Grande fratellone!-dice Emmet dandomi continuamente pacche sulla schiena.

Bella si avvicina un pò scocciata.

L'attraggo a me e mi prendo la mia personale ricompensa. Assaggio le sue labbra e le forzo con la mia lingua incontrando meno resistenza di quanto mi aspettassi.

Il suono delle sirene ci fa staccare quasi immediatamente.

-POLIZIA!!-urla qualcuno mentre inizia il fuggi fuggi generale.

-Sali in macchina!-dico a Bella che senza farselo ripetere due volte entra nell'Aston.

Ingrano la marcia e sfrecciamo per la strada allontanandoci il più possibile da quel luogo.

-Io recupo Emmet. Rose sta già andando a casa.-dice la voce di Alice attraverso la connessione telefonica.

-Ok.-rispondo terminando la chiamata.

Vedo la sua macchina fermarsi dove prima ero parcheggiato ed Emmet entra dentro velocemente ridendo.

Percorriamo la strada deserta, guardo ripetutamente dietro nello specchietto ma non vedo nessuna volante che ci insegue o che comunque fa un controllo su questa strada.

-Potrebbe essere mio padre. Se sa che sono in una corsa clandestina mi uccide!-esclama Bella aggrappandosi al sedile e guardando dietro alla ricerca di qualche volante.

-Non succederà...te lo garantisco.-

Anche perchè sarei anche io nei guai. In guai seri. L'adrenalina continua a scorrere nel mio corpo e avere li Bella vestita in quella maniera manda una scarica d'eccitazione fino al basso ventre.Arriviamo finalmente nei pressi di casa mia e il sentiero poco segnalato è ideale per nasconderci. Penso che veramente pochi sappiano che alla fine c'è una casa.

Le macchine che hanno partecipato alla gara sono ben nascoste dentro il garage, con un sospiro Bella si rilassa sul sedile della macchina.

-Direi che ho vinto...-commento riportando l'attenzione alla gara.

Lei mi guarda di sottecchi. Si inginocchia sul sedile appoggiando i palmi sulle mani sulla mia coscia.

-E' vero...una promessa è una promessa...-mormora avvicinando il suo volto al mio. La sua lingua traccia i contorni delle mie labbra, in un attimo è su di me a cavalcioni. Con le labbra percorro la linea del suo collo succhiando avidamente la sua pelle morbida e profumata.

Bella si muove su di me avanti indietro e i jeans incominciano a diventare troppo, veramente troppo stretti. L'attraggo sempre di più verso di me facendole sentire quanto la desidero.

Sobbalziamo quando improvvisamente mia sorella bussa sul vetro, cerca di aprire la portiera ma la tengo bloccata con una mano.

Bella si mette a ridere e riabbassa la maglietta che le avevo sollevato per accarezzarla meglio. Con un colpo secco mia sorella riesce ad aprire la portiera e Bella ne aprofitta per scendere dalle mie gambe. Mi tocco le labbra che hanno ancora il suo sapore.

Prima di sparire dietro la porta d'ingresso si volta e mi fa l'occhiolino.

Dopo un attimo di imbambolamento, mi riprendo e parcheggio l'Aston nel garage dove trovo Rosalie intenta già a riparare i piccoli danni che ha procurato la gara.

-Tutto bene Rose?-le chiedo ricordandomi il suo testa coda. Anniusce e mi squadra.

-Come mai così felice?-mi chiede socchiudendo gli occhi.

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Capitolo 14
*** Las Vegas ***


PRIGIONIERA

BELLA


Una cosa così non mi era mai capitata. Il loro arrivo ha di sicuro portato scompiglio in tutta la scuola e questa ne era la chiara dimostrazione.

Pochi inviti, esclusivissimi ma sopratutto nominali. Non c'era modo di intrufolarsi.

Il viaggio a Las Vegas sarebbe durato solo un week-end, niente di più. La famiglia Cullen, con non so che fondi a disposizione, metteva l'alloggio. I ragazzi si dovevano solo procurare il biglietto fino a Las Vegas. Molto ma molto poco rispetto a quanto in realtà costerebbe stare in un albergo come quelli che ci sono li.

Per fortuna avevo da parte qualche soldo per potermi permettere il viaggio.

Adesso guardo Alice rovistare nel mio armadio alla ricerca di chissà cosa mentre butta dentro la valigia che ho posato sul letto buona parte dei miei vestiti che uso per andare a Phoenix. Io non avevo la minima intenzione di mettermi a fare la valigia. È una cosa che proprio non sopporto forse perchè mi ricorda la separazione da mia madre.

Dieci anni prima ero seduta sul letto dei miei genitori, nella stanza a fianco, mentre guardavo mia mamma fare di fretta e furia la valigia. Ovviamente io non ci stavo.

-Allora domani ti passiamo a prendere alle nove.-

Guardo Alice strabuzzando gli occhi.

-Ma io ho un biglietto per...-

Non mi lascia nemmeno finire la frase.

-Oh non ti preoccupare. Ho cancellato la prenotazione io per te. Tu verrai con noi dopo ti do i soldi del biglietto rimborsato.-squilla Alice sorridente.

-Come vengo con voi?-

sono semplicemente allibita.

-Papy ci da il suo jet privato.-

Rimango semplicemente senza parole e devo fare un tremendo sforzo per chiudere la bocca che stava toccando per terra.

-Un giorno mi dovrai presentare il tuo "papy"-dico ridendo, si ferma un attimo quasi irrigidendosi ma forse è tutto frutto della mia immaginazione.

-Sai è molto impegnato...e...-

-Hey! Stai tranquilla!-

Mi sorride e finalmente chiude l'armadio. La sera prima era stata semplicemente devastante, non avevo nessuna intenzione di baciare Edward ma non so cosa mi sia preso, mi sono fatta trascinare dagli eventi.

Eppure non dovevo. Assolutamente mi ero ripromessa di non cedere ma alla prima occasione mi ero lasciata coinvolgere. Praticamente gli ero saltata addosso anche se lui di certo non mi aveva allontanato.

La notta l'avevo passata a casa Cullen nel grande letto di Rose, tutte e tre insieme. Ridacchiavamo ogni volta che la maniglia della porta scendeva nell'intento di aprirsi ma noi ci eravamo ben munite di chiave.

Avevo passato tutta la notte a chiaccherare e adesso avevo il mal di testa.

Alice chiude la mia valigia e salterella giù in cucina dove c'è mio padre che legge tranquillamente il giornale del giorno.

-Signor Swan, è dimagrito?-chiede Alice con un sorriso smagliante.

Roteo gli occhi all'indietro. Figuriamoci! Con tutte le schifezze che mangia! È solo un altro modo per lisciarselo.

-Trovi?-chiede mio padre trastullandosi nella menzogna.

Alice annuisce decisa mentre mio padre inizia a gongolare dalla gioia.

-Per domani va bene se veniamo a prendere noi Bella per andare all'aereoporto? Così non la facciamo scomodare...un lavoro importante come il suo non può aspettare per simili sciocchezze come il compleanno di mia sorella.-chiede Alice mentre vedo i suoi occhi diventare più simili a quelli di un cerbiatto che a un essere umano.

Rimango totalmente a bocca aperta quando vedo che ha funzionato. Alice è riuscita nell'impossibile. Mi immaginavo già perquisizioni a tutti i miei amici in aereoporto, interrogatori con tanto di lampada puntata in viso, macchina della verità....invece lei in così poco tempo era riuscita ad ottenere quello che voleva.

Alice se ne va dandomi un bacio sulla guancia e un "A domani!".

Chiudo la porta e saluto Charlie. Salgo lentamente le scale e recupero il mio beauty dalla camera per fiondarmi poi in bagno. Devo prepararmi visto che domani non ci sarà tempo con tutto il trambusto.

Il giorno dopo arriva in fretta. Ovviamente Charlie non è assolutamente contento di tutto questo ma penso che se riesco a divertirmi senza spendere troppo allora va bene anche per lui, poi sa benissimo che non sarebbe riuscito a fermarmi. La gente invitata era troppa per far credere allo sceriffo del paese, ossia mio padre, che stavo semplicemente a dormire per un week end a casa Cullen.

Alice e Jasper mi aspettano accanto a una Mercedes nera con i finestrini oscurati.

-Pronta per l'avventura?-mi chiede sorridente Jasper.

-Sempre pronta!-gli rispondo tirando il mio trolley fino al bagagliaio. Jazz mi da una mano e in men che non si dica siamo già in macchina.

-Gli altri?-chiedo notando che non ci sono macchine o comunque che non c'è nessun altro in macchina insieme a loro.

-Sono già partiti ieri sera. Rosalie ha una mania acuta per lo shopping, come me del resto, e Emmet insieme ad Edward; si divertono a scommettere praticamente su qualsiasi cosa quindi non hanno resistito e sono partiti ieri dopo scuola.-mi spiega Alice mentre intreccia le sue dita a quelle di Jasper.

In due ore arriviamo all'aereoporto. Niente fila, niente check-in...uno spasso in poche parole.

Alice fila dritta verso l'area riservata. Prima di conoscerla non sapevo nemmeno che si potesse avere un'area riservata. Mentre ci incamminiamo riesco a vedere grazie alle grandi vetrate il jett, probabilmente quello che dobbiamo prendere noi.

L'interno è pazzamente sublime, fantastico. Questo si che vuol dire viaggiare in grande stile.

Appena il jett parte mi addormento cullata, non avevo chiuso gli occhi per tutta la notta per l'agitazione. Mi sveglio che siamo già arrivati.

Jazz inforca i suoi occhiali da sola da aviatore della Ray-Ban e ci fa strada verso una limousine parcheggiata sulla pista mentre alcuni addetti aprono la pancia del jett tirando fuori le nostre valigie.

Cosa? Limousine?

-Non state spendendo un pò troppo?-chiedo notando lo sfarzo anche se loro hanno sempre dimostrato di avere soldi e in un certo senso classe.

Loro si guardano mettendosi a ridere e io per l'imbarazzo mi mordo il labbro accennando una breve risata che risulta un pò stridente.

Più ci avviciniamo all'hotel che hanno scelto più il mio stomaco si attorciglia e purtroppo per me so benissimo il motivo di questa reazione. Per lui. Per Edward.

Quanto puoi essere così sciocca?

Pensi che ti ricambi? Seii solo il suo ennesimo giocattolino...nulla di più e comunque tu ti presti abbastanza bene per la parte.

La limousine si ferma al Palms Hotel e quando scendo rimango affascinata dal posto. Entriamo dentro che sembriamo quasi dei vip il chè fa molto ridere visto che non lo siamo ma Alice si atteggia in un modo che non può di certo passare inosservata.

-Ho una prenotazione a nome Cullen...-dice Jazz alla ragazza della reception.

I suoi occhi si illuminano e subito sulle sue labbra compare un sorriso degno di una sgualdrina di bassa categoria. Che umiliazione.

Immediatamente Alice è al suo fianco che trafigge con lo sguardo la ragazza.

-Ora che ti sei rifatta gli occhi ti chiedo di darci la chiave.-dice Alice lasciandomi letteralmente senza fiato. Ha fatto bene, su questo non ci sono dubbi ma penso che io non sarei mai riuscita se fossi stata al suo posto.

La ragazza prende immediatamente la chiave e gliela porge mentre con l'altra mano chiama i facchini che ci liberano subito dal peso delle valigie.

-Ultimo piano. E' la playboy Luxury Suite.-mormora Alice guardando la chiave.

-Direi che Edward si tratta proprio bene quando viaggia.-mormora Jazz schioccando un bacio sulla guancia di Alice.

-Gli piace farsi notare in questi casi...e da certe persone.-le risponde Alice dandomi un'occhiata.

Prendiamo l'ascensore, dentro c'è un uomo incaricato dell'hotel e ci porta fino al nostro piano. Ultimo piano proprio come aveva detto Alice.

-Gli altri ospiti sono già qui?-chiede Jasper allungandogli una mazzetta al tipo dell'ascensore a cui compare un sorriso largo trentadue denti.

-Penso di sì ma in altri hotel. Comunque ci teniamo in contatto...-mormora Alice estraendo fuori il suo blackberry e iniziando a premere velocemente i tasti.

Quando le porte dell'ascensore si aprono ci troviamo già nella suite.

-Alla faccia della suite!-esclamo sorpresa. È l'intero piano potrei dire dalla grandezza.

Alice ridacchia e si butta mettendosi comoda sul divano rosso. Sopra ci sono diverse copertine della rivista di Playboy. Sui tavolini davanti sono stati portati bicchieri di cristallo con relativo champagne e diversa frutta fresca con altre squisitezze. Uno schermo enorme al plasma fa bella vista di se coprendo l'intera parete davanti. Mi avvicino alle enormi vetrate e sul lato scorgo una sporgenza della stanza. Come attirata vado nell'altra stanza che scopro essere un altro salotto ma più piccolo visto che dal centro della stanza parte la piscina per uscire addirittura fuori dal perimetro dell'hotel.

Tremendamente invitante.

-Chissà dove sono adesso gli altri...-dice Alice sbuffando. Anche io voglio che arrivino presto o comunque voglio che arrivi presto.

Non farti idee strane Isabella...è il tipico puttaniere.

Inizio a svuotare la valigia in una camera che trovo vuota.

-Era ora che arrivassi...-mi volto sorpresa verso la porta ed Edward è appoggiato allo stipite della porta, lo sguardo un pò segnato ma incredibilmente bello come al solito. Indossa uno smoking nero e lucido con la camicia lasciata abbastanza aperta da farmi boccheggiare. Estremamente sexy nel complesso, per non parlare della voglia di infilare le mie mani in quei capelli così scompigliati.

-Non pensavo che mi aspettassi...se no ci avrei messo di più!-gli rispondo facendogli la linguaccia per poi tornare a rimettere a posto la mia valigia. Lentamente si avvicina e si butta sul letto con le mani incrociate dietro la testa.

-Che cazzo fai? Con le scarpe! Togliele!-

-Eddai Bella! Sono stanco! Non ho dormito per niente...-dice seguito da un sonoro sbadiglio.

-Oh povero bambinone! Le donnacce non ti hanno fatto riposare?-gli chiedo ironicamente. Alice mi ha raccontato del principale passatempo di suo fratello dopo la corsa in macchina. Si era preoccupata per me vedendoci così avvinghiati nella macchina poco prima.

Non voleva che poi ci restassi male visto che suo fratello era un vero stronzo.

Un vero e proprio puttaniere per essere più precisi. Solito ad ottenere tutte le ragazze che gli capitano a tiro.

Probabilmente pensa di fare la stessa cosa con me ma casca male il ragazzo. Renderò tutto molto più interessante, non cederò questo è certo, non farò la stupida un'altra volta. Non può pensare di farmi diventare un'altra tacca o un'altro trofeo casomai sarà l'incontrario.

-No no...Jessica non è ancora arrivata.-dice quasi come una cantilena di un bambino. Un bambino viziato, molto viziato. ARGH!

Per evitare di dargli la soddisfazione di vedermi irritata. Cosa che probabilmente si vede lontano un chilometro in questo momento, mi volto per mettere a posto un vestito sull'appendiabiti dell'armadio. Maledetta.

-E queste cosa sono?-

Mi volto verso il molestatore e quasi sbianco. Edward tiene in mano un mio tanga in pizzo nero mentre mi guarda sorridendomi maliziosamente.

-Come se tu non lo sapessi...-mormoro strappandoglielo dalle mani. Lui si mette a ridere e si ributta sul letto prendendo un cuscino per stare più comodo.

-Ti piace?-mi chiede.

-Che cosa?-

Appena dico così lui indica verso l'alto, sopra il letto c'è un grosso specchio, esattamente sopra il letto che è rotondo.

-E cosa ci fa uno specchio sopra il letto?-chiedo ma immediatamente mi accorgo della gaffe quando scorgo il sorriso stampato in faccia di Edward.

-Se vuoi ti faccio una dimostrazione pratica.-risponde guardandomi maliziosamente.

-Ti piacerebbe vero Cullen?-ribatto con il suo stesso tono.

Edward si ributta sul letto con le mani incrociate dietro la testa.

-Beh...posso sempre mostrarglielo a Jessica.-mormora chiudendo gli occhi. Una fitta di gelosia mi arriva dritta allo stomaco. Maledetto!

Mi volto per spostare l'ennesimo vestito quando mi sento afferrare e vengo trascinata a sedere sul letto. Edward è immediatamente dietro di me che mi tiene per la vita.

Mi sposta lentamente i capelli sulla spalla sinistra e incomincia a strofinare il naso lungo il mio collo provandomi brividi lungo il corpo.

-Come puoi essere gelosa di quella li...non lo sai che ho occhi solo per te?-mormora roco e di tanto in tanto deposita baci leggeri dietro l'orecchio provocandomi un languore in mezzo alle gambe.

-Ciao Edward.-

La voce femminile mi riscuote. Sulla porta c'è una bellissima ragazza, capelli castani e occhi azzurri. Veramente bella e un'altra fitta di gelosia si impossessa di me.

-Charlotte! Sei arrivata finalmente!-dice Edward alzandosi dal letto come niente fosse.

Parlottano in italiano cosa che mi infastidisce molto.

Capisco solo una cosa.

-"Lei lo sa?"-

Maledetto italiano. Però sono convinta di aver capito bene. Edward dissentisce con la testa.

Eh no caro! Cos'è che non so?

La rabbia mi monta dentro. Esco dalla MIA camera e vado in salotto dove trovo solo Jasper intento a bersi un cocktail.

-Che cos'è?-gli chiedo indicando il drink.

-Vodka.-risponde porgendomi il bicchiere. Lo prendo e lo butto giù come se fosse acqua. Fa schifo e mi piangono gli occhi ma in questo momento vorrei solo scacciare via dalla mia testa quel coglione di Edward Cullen.

-Fammene un altro...-

 

Ed eccomi qui! vi sono mancata?? spero di sì...dai...almeno un pochino! è che mi sono concentrata tantissimo per mandare avanti "Prigioniera" così mi sono un pò scordata che dovevo aggiornare anche questa di ff. PERDONATEMI!! Cmq adesso i nostri cari personaggi sono arrivati a Las Vegas....ehehe ne vedo delle belle! spero ke il capitolo vi sia piaciuto! mi raccomando...Lasciatemi qualche commentino! me tanto felice!! ahahahah UN MEGA BACIONE VALE

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Capitolo 15
*** Grazie ad Edward ***


d

BELLA:

Quando avevo visto Edward uscire dalla stanza a braccetto con quella Charlotte non ci avevo visto più. Jasper mi aveva versato un'altro bicchiere di non so che cosa, non mi importava. Volevo disconnettere la mia mente, un attimo di pace, un attimo per riflettere.

Il maledetto fascino del Cullen era veramente una cosa a cui, forse solo Rose, a cui non si poteva resistere. Per un attimo avevo pensato di lasciare perdere la mia scommessa per lanciarmi dritta e filata tra le sue braccia.

Per fortuna Charlotte era entrata al momento giusto.

"Guardo solo te..."

Maledetto. Sapeva come incantare le sue prede.

Do uno spintone con il piede a Jasper che mi passa la bottiglia che un attimo prima si stava

scolando. Mi metto a ridere guardando come è sbronzo.

Per un attimo rimaniamo in silenzio a fissarci negli occhi poi scoppiamo a ridere come due scemi, che brutto effetto che mi fa l'alcool.

Il cellulare vibra sul tavolino davanti, con uno sbuffo mi allungo per prenderlo.

-E' Alice...-mormoro senza però rispondere.

-Cazzo!-sbotta Jasper tirandosi su in piedi in fretta e si mette la camicia nei pantaloni.

Lo guardo confusa e un pò infastidita. Fa troppo rumore e si muove troppo velocemente.

-Ha prenotato un tavolo in un locale per noi. Ci ucciderà se non andiamo. Si è fatta in quattro per farci mettere in lista.-mi spiega mentre mi prende le gambe e le trascina per terra per poi sollevarmi. Mi mette come se fossi una bambina sulla sua spalla e fa qualche passo. Dico "qualche" perchè ci ritroviamo a terra ma per fortuna io atterro su di lui.

-Cazzo se pesavi di più credo che adesso avrei qualche costola rotta.-commenta mentre lo aiuto a rialzarsi. Barcollando a più non posso arriviamo all'ascensore che ci porta al primo piano. Jasper si avvicina alla reception e una macchina nera dopo poco arriva portandoci in un locale. Non facciamo nemmeno la fila. Jasper mi prende per mano e con noncuranza, passando dalla parte della strada, saltiamo tutta la fila ricevendo anche alcuni commenti poco carini su questo nostro comportamento. Quando arriviamo davanti al buttafuori Jasper inizia a parlottare e l'uomo inizia a guardare la sua cartellina spuntando due nomi: i nostri.

Il cordone rosso si alza e mi ritrovo immersa tra luci di diversi colori.

Mentre vengo trascinata per la sala alla ricerca del nostro tavolo vedo molti volti conosciuti, tra cui per mia sfortuna Mike Newton. Vedo Angela ballare in mezzo alla sala insieme a Ben ma non riesco ad avvicinarmi, noi andiamo nella parte opposta.

Sorpassiamo un altro cordone e finalmente arriviamo al nostro tavolo che occupa una buona parte dell'area vip visto che Alice ha prenotato diversi tavoli per far stare tutti i suoi ospiti.

Rosalie arriva con un drink in mano e mi abbraccia salutandomi calorosamente. Il suo vestito è da togliere il fiato come del resto la sua pettinatura, ha i capelli raccolti con chissà quante ore dietro.

-Sei favolosa tesoro!-le dico facendole fare una giravolta.

Lei sorride gongolando.

-Dov'è Alice?-chiede Jasper guardando verso i tavoli senza però trovarla.

-E' andata a cercare Vittoria in pista.-risponde sollevando le spalle Rosalie.

-In pista? Da sola?-chiede Jazz spalancando gli occhi.

-Beh, ci sono anche gli altri.-miagola Rosalie sorseggiando il suo drink.

Jasper annuisce e fa un segno alla barista che si trova sulla sinistra rispetto all'area vip.

Sento un ticchettio sulla spalla così mi volto e mi ritrovo davanti una ragazza dai capelli rossi e gli occhi verdi.

-Ciao!-mi dice sorridendomi. Rimango un pò spiazzata visto che ha messo molta enfasi. Più del dovuto oserei dire.

-Mi chiamo Beatrice!-dice porgendomi la mano.

-Ciao. Sono Bella.-le rispondo cercando di sorriderle in modo convincente, spero che l'alcool mi aiuti a sorpassare anche questa qui.

-Oh lo so chi sei...-sghignazza guardando oltre la mia spalla.

Jazz si appoggia a me e mi allunga un drink.

Sia ringraziato il cielo che esiste questo ragazzo e capisce i miei bisogni.

-Taglia corto Bea, eh!-dice Jazz portandomi via.

-Ma chi è quella?-sbotto rilassandomi, mi metteva agitazione il modo in cui mi guardava.

-Lasciala perdere.-

-Ma sopratutto chi è quella...-chiedo facendo un cenno con la testa verso l'altro tavolo dove c'è Edward insieme a "Charlotte" che parlottano insieme. Jasper segue il mio sguardo e sghignazza.

-Gelosa?-mi chiede ignorando la mia domanda. Gli do un pugno sullo stomaco e riprendo a bere il mio drink. Non ammetto questo genere di domande.

Socchiudo gli occhi per un attimo ma quando li riapro Alice è di fronte a me con le mani sui fianchi e mi guarda truce.

-Sei ubriaca.-dice storcendo il naso.

-Ali tuo fratello è uno stronzo...capiscila.-interviene Jasper in mia difesa mentre l'attrae su di lui trascinandola per le mani.

Sorridendo lo bacia e una piccola fitta di gelosia mi coglie in pieno. Perchè Edward non può essere almeno un briciolo come Jasper? Sono così dolci e perfetti insieme. Complementari.

Li guardo restando affascinata.

Alice si siede sulle sue ginocchia interrompendo il bacio e si mette a giocare con la mia lunga collana che mi ha prestato per l'abito che ha messo nella mia stanza. Per di più è un tubino nero senza spalline, solo un corpetto e la gonna che arriva a metà coscia, anzi, forse molto prima della metà della coscia.

-Stai veramente bene vestita così.-commenta Alice squadrandomi – lo sapevo che la taglia era perfetta.-

immediatamente i miei occhi corrono verso il tavolo dove Edward si sta divertendo.

-Ma chi sono quelle la?-sbotto incazzata. Si può sapere chi le ha invitate?

Alice guarda nella mia stessa direzione e si mette a ridere, cosa ci trova da ridere lo sa solo lei.

-Dovresti ripagarlo con la stessa maniera.-mi incita Alice ricevendo un occhiataccia da Jasper.

-Non trovi Jazz?-chiede tirando fuori la lingua.

-Lo sai ke ne rimango fuori...-mormora scolandosi l'ultima goccia del suo martini.

-Ho visto Mike la...-risponde Alice rivolgendo nuovamente l'attenzione su di me.

Do uno sguardo al tavolo di Edward che è circondato da ragazze e sta dicendo qualcosa all'orecchio della ragazza seduta vicino a lui, quella Charlotte del cazzo. Gli occhi della ragazza guizzano immediatamente verso di me e ride.

Brutto bastardo. Chissà che cosa le sta raccontando, mi starà prendendo per il culo.

-Hai ragione Ali...-dico alzandomi di scatto e con una camminata degna di una modella mi dirigo verso i gradini che portano alla sala da ballo.

Mi faccio largo tra la gente che balla finchè non trovo il mio obbiettivo: Mike Newton; appena mi vede si avvicina e per incoraggiarlo li metto le mani in torno al collo per attrarlo più vicino a me. È piacevolmente sorpreso e approfittando di questa mia grazia si struscia su di me in modo abbastanza lascivo.

Per fortuna che ho giù già un bel pò di litri d'alcool se no non sarei riuscita a trattenermi dal vomitargli addosso, anche se effettivamente è meglio che ci do un taglio con l'alcool per stasera. Mike si abbassa fino a sfiorare il mio viso con le sue labbra.

Tutta colpa di Cullen.

La sua mano scivola fino ad afferrarmi il fondoschiena. I miei occhi guizzano verso il tavolo e con mio grande compiacimento incrocio lo sguardo furente di Edward. Gongolo di soddisfazione, almeno ho ottenuto la sua attenzione.

Ha occhi solo per me, no?

Beh, usiamoli quegli occhi. Imbecille...

-Sei ubriaca?-mormora al mio orecchio sovrastando così la musica del locale.

Annuisco vigorosamente. Brutta mossa. Il suo profumo di sottomarca per poco non mi fa vomitare. Gli sta malissimo e non gli è per niente adatto.

-Quindi avrei potuto evitare di intrufolarmi a casa tua...bastava farti buttare giù più alcool del normale.-sghignazza mentre il mio cervello recepisce l'informazione.

Mi staccherei bruscamente da lui se non fosse che lui mi trattiene.

-Eri tu?-gli chiedo mentre il mio cuore inizia a battere sempre più forte.

Ride come una iena.

-No. Mi sono fatto aiutare...ma saresti stata solo mia. Dovevamo solo prenderti.-

Inizio a dimenarmi cercando di fargli perdere la presa su di me. Ora mi pento di tutto quell'alcool che ho ingurgitato. Non avrei dovuto.

-Mollami.-dico cercando di dare un tono perentorio alla mia voce.

In risposta, Mike stringe ancora di più la presa su di me.

-Ho detto mollami!-dico alzando la voce di diverse ottave. Iniziamo a ricevere sguardi di curiosi e inizio a sparare nel loro intervento ma tutto è inutile.

-Ti potrei trascinare in questo momento nella mia camera e farti mia.-

A quel pensiero rabbrividisco.

-Finalmente l'inarrivabile Isabella Swan che si concede a qualcuno. Anche se non sarà proprio così...-sibila accanto al mio orecchio.

Cerco di cadere almeno a terra in modo da attirare l'attenzione di qualcuno ma ancora la sua presa ferrea mi tiene incatenata al suo lurido corpo.

-TI HO DETTO DI LASCIARMI STARE!!-urlo e con una mano mi tappa la bocca.

-Brutta troia sta zitta!-dice premendo maggiormente la mano sulle mie labbra e iniziando a dire agli altri che ci stanno guardando che sono semplicemente ubriaca. Inizio a piangere.

Improvvisamente Mike si volta di scatto ed Edward gli assesta un bel cazzotto che lo fa voltare verso di me nuovamente. Io lasciata da sola sulle mie gambe cado rovinosamente a terra battendo con forza il sedere per terra.

-Buttatelo fuori di qui.-sento dire ad Edward mentre due grossi buttafuori prendono Mike e lo trascinano via. Edward mi porge la mano e mi aiuta ad alzarmi; mi prende il volto tra le mani e con i pollici asciuga le lacrime depositate sul mio volto, penso che ci sia anche qualche traccia di matita.

-Va tutto bene adesso.-mormora mentre mi cinge con un braccio le spalle e iniziamo a camminare. Usciamo fuori ma prima di fare un altro passo avanti mi blocco. E se è ancosa qui fuori che mi aspetta? Edward come se mi avesse letto nel pensiero mi risponde.

-Stai tranquilla. Ho provveduto a fargli lasciare Las Vegas. Sarà sul primo volo per Forks.-mi spiega ma nonostante tutto non riesco a rilassare i miei muscoli.

Dopo pochi minuti arriva una macchina nera con autista che ci accompagna all'Hotel.

In silenzio percorriamo la hall e arriviamo fino alla suite.

Ricado nuovamente in quella specie di trance. Ora ho capito. Erano in tre: Taylor, Mike e Ben. Erano loro in casa mia.

Mike voleva violentarmi.

Mi rimetto a piangere e vengo scossa dai tremiti. Edward mi stringe forte e in un attimo mi ritrovo seduta sul bordo della vasca mentre lui traffica tra i prodotti lasciati fuori. Lo guardo prendere del cotone e del latte detergente e avvicinarsi al mio viso. Con delicatezza mi passa il batuffolo di cotone sul volto struccandomi completamente.

-Va tutto bene, stai tranquilla.-mormora con voce dolce.

Annuisco mordendomi il labbro trattenendo le lacrime.

-La pagherà. Te lo prometto che la pagherà.-dice con voce più dura e ferma. I suoi occhi fiammeggiano dalla rabbia repressa.

-Era lui in casa l'altra volta.-mormoro cercando di non balbettare. Vedo i suoi pugni stringersi maggiormente fino a far sbiancare le nocche.

-La pagherà. Stanne certa...-mormora vicino al mio viso dove mi perdo nei suoi occhi.

Si allunga verso destra e sento scorrere l'acqua della vasca.

-Fai un bel bagno caldo. Ti aiuterà a rilassarti.-

Le sue dita mi sfiorano il collo e mi slaccia la collana di Alice e con un altro gesto altrettanto lento mi scioglie i capelli togliendomi perfino le forcine.

Gli avrei voluto dire che ero impressionata che un uomo sapesse dell'esistenza delle forcine ma l'unico suono che riesco a mettere insieme è un timido "grazie" appena sussurato.

Mi lascia da sola nel bagno chiudendo la porta dietro di sè. Mi levo le scarpe con il tacco e il vestito che lascio scivolare sul mio corpo fino a terra insieme agli slip.

Mi sdraio sul fondo della vasca, timide bollicine escono fuori prima dal mio naso, poi dalle mie labbra. I miei polmoni iniziano a richiedere aria che non gli concedo. La schiuma sopra di me copre interamente il mio corpo.

Una bolla.

Mi sento sporca.

Due bolle.

È colpa mia quello che è successo?

Quattro bolle.

Mi sento sporca.

Dieci bolle.

La mia vita fa schifo.

Venti bolle.

Il mio corpo richiede aria e ancora una volta non gliela concedo. La pressione sul mio sterno si fa sempre più pressante.

Prima di chiudere gli occhi vedo due mani entrare in acqua e in meno di un secondo mi ritrovo a respirare aria fresca e sento i polmoni dilatarsi per l'entrata di ossigeno.

-Cosa avevi intenzione di fare?-dice Edward scuotendomi per le spalle.

-Tanto cosa ti importa di me? Tornatene pure dagli altri.-ribatto invasa da un improvviso senso di collera nei suoi confronti. Non sarebbe mai successo se non fosse così tanto puttaniere. Non sarebbe successo se non mi fossi infatuata di lui.

Lui mi guarda scuotendo la testa.

-Mi importa MOLTO di te.-dice calcando la parola.

Si sposta su un lato e si mette dietro di me facendomi appoggiare la schiena su di lui. Solo adesso mi accorgo che per tirarmi su si era immerso nella vasca.

Si mette dello shampoo sulle mani e inizia a massaggiarmi la testa poi con il doccino mi sciaqua i capelli dalla schiuma.

Mi discosta leggermente da lui e prende un grosso asciugamano alzandosi in piedi nella vasca.

-Prometto che non sbircio.-dice chiudendo gli occhi, serrati bene e il viso voltato verso destra. Mi alzo dalla vasca e mi lascio avvolgere dall'asciugamano.

Mi volto verso di lui che lentamente riapre gli occhi per assicurarsi che sia coperta, sorride e tirando fuori un piede dopo l'altro esce dalla vasca.

È completamente fradicio e guardarlo così mi fa ridere, molto ridere. Lui si guarda e si unisce alla mia risata.

-Ora vado a cambiarmi in camera mia. Posso lasciarti da sola per due minuti vero?-mi chiede chinando leggermente la testa da un lato.

-Mi stavo solo rilassando.-mi difendo uscendo dal bagno.

-Si si...ovvio.-dice roteando gli occhi all'indietro ed esce dalla stanza.

Vado verso il cassetto e tiro fuori un paio di culotte nere con un reggiseno con un fiocchetto viola in mezzo, poi metto su una semplice t-shirt bianca, fa troppo caldo.

Accendo la bajour e mi stendo sul letto. Di certo questo è il modo più istantaneo per far passare una sbronza anche se so che domani avrò un brutto mal di testa.

Chiudo gli occhi sopraffatta dalla stanchezza ma il volto di Mike si fa strada nuovamente nella mia testa spaventandomi. Qualcuno bussa e poco dopo Edward entra nella stanza con dei calzoncini da basket e una cannottiera bianca.

-Stai bene?-mi chiede preoccupato.

-Non riesco a prendere sonno. Mi viene in mente...-inizio a dire ma la voce viene meno e non riesco a finire la frase. Edward mi capisce e annuisce impotente di fronte a questo.

-Vuoi che rimanga un pò con te finchè non ti addormenti?-mi chiede con un filo di voce. Annuisco e li faccio spazio. Si stende di fianco a me e si mette sul fianco. Ci guardiamo per un pò fino a quando le mie palpebre iniziano a cedere. Dopo un pò sento che mi trascina a sè e mi stringe contro il suo petto. Inspiro il suo profumo.

Buono.

I miei muscoli si rilassano e la mia mente inizia a darmi tregua.

Dormo sogni tranquilli.

Tutto grazie ad Edward.

 

PER RICORDARVI GLI ALTRI PROTAGONISTI CHI SONO:

Charlotte Casiraghi…principessa di Monaco.

Foto:

http://www.bellezzamediterranea.it/images/Charlotte%20Casiraghi.jpg

Vittoria è l’erede al trono della Svezia

http://www.siracusanews.it/files/vittoria_di_svezia.jpg

 

Che ne dite del capitolo? qui si scopre chi era l'intruso a casa di Bella. Il nostro Edward gliela farà pagare su questo non ci sono dubbi. Mi raccomando lasciatemi qualche commentino che non fa mai male....XD un bacione a tutti voi vale

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Capitolo 16
*** Risveglio ***


d

Dedicato a Papeete….

 

BELLA:

 

Possiamo anche essere grandi, ma nei momenti difficili abbiamo sempre bisogno di qualcuno che ci stia accanto e che ci aiuti a risollevarci.

Questa persona per me, in questo istante, è Edward.

Mi sistemo meglio nel suo abbraccio e ancora una volta mi beo del contatto con il suo corpo.

Il suo profumo mi stordisce, è così buono, gli sta divinamente.  Apro gli occhi e ammiro i suoi tratti così marcati ma nello stesso tempo dolci. Le mie dita si allungano lentamente verso i suoi lineamenti e ne accarezzo i contorni con i polpastrelli.

Dei colpi sulla parete di fronte a noi mi fanno sussultare spaventata e ritraggo immediatamente le mie dita portandole sotto il mento e tenendole strette con l'altra mano.

-Perchè hai smesso?-mi chiede Edward con voce roca per il sonno senza però aprire gli occhi. Avvampo imbarazzata, cavolo era sveglio!

-Senti anche tu queste botte?-chiedo a bassa voce sviando la sua domanda.

-Emmet e Rose stanno giocando...-risponde mentre sul suo viso si dipinge un sorriso malizioso. Vorrei tanto scavarmi una fossa e buttarmici dentro. Mi nascondo nell'incavo della sua spalla.

La porta si apre di scatto e Alice fa irruzione nella camera saltando sul letto con le ginocchia facendoci saltare su e giù sul letto e scogliendo il nostro abbraccio.

Quando si dice salvata in extremis.

-Andiamo a fare colazione!-urla Alice straiandosi tra di noi, mi faccio da parte mettendomi sull'orlo del letto proprio come fa Edward. Alice si mette su un lato e mi guarda sorridente, subito dopo sento un tonfo, mi alzo dal letto e vedo il volto stupito di Edward sdraiato per terra con parte del lenzuolo sulle gambe.

-Brutta nana!-dice avventandosi su Alice e inizia a farle il solletico. Adesso capisco che mettendosi in quella posizione con le gambe aveva spinto con tutte le sue forze Edward per farlo cadere dal letto. Alice si dimena sotto le dita del fratello e ride sguaitamente.

-Ma vi sembra di fare tutto questo casino così presto?-chiede Jasper tuffandosi anche lui sul letto, si sdraia mettendo la testa sulla mia pancia e i piedi su Alice frapponendosi tra Edward e sua sorella. Si massaggia le tempie con la mano sinistra mentre con la destra gioca con le dita di Alice lasciate sul lenzuolo.

-Allora...io e Bella abbiamo un bel post sbronza quindi fate pianooooo....-mugola nascondendo il viso contro il mio stomaco.

-Non mi sembra, almeno per Bella.-dice Alice guardandomi di sottecchi.

Jasper si alza di scatto guardandomi confuso.

-Come è possibile? Hai buttato giù alcool più di me!-esclama Jasper mettendosi in ginocchio sul letto come Edward. Mi mordo il labbro inferiore come faccio ogni volta che sono in difficoltà. Non voglio che sappiano di Mike, non voglio essere la vittima della situazione. È già abbastanza dura essere consapevole che Edward sa tutto ma dopotutto se non ci fosse stato lui, io adesso mi ritroverei scioccata e violentata. Di sicuro quella brutta esperienza mi ha fatto azzerrare il tasso alcolico nel sangue in un istante.

-E' il rimedio Edward Cullen!-dice Edward con un ghigno stampato in faccia.

-Oddio non lo voglio sapere!-commenta Alice scendendo dal letto seguita da Jasper.

-Vi voglio vestiti, puliti e in perfetto ordine tra al massimo mezz'ora.-dice Alice con tono da vero comandante dell'esercito. Jasper a questo punto la prende per la spalla e la porta fuori dalla stanza. Io e Edward ci guardiamo e scoppiamo a ridere.

Gattona sul letto intrappolandomi tra le sue braccia.

-Che ne dici di fare la doccia insieme?-mi chiede con sguardo malizioso.

Lo guardo avvicinandomi lentamente al suo viso poi lo sposto grazie anche ad una spinta d'anche che lo fa scivolare lungo il fianco ribaltando le posizioni.

-Che ne dici se invece tu vai nella tua camera mentre io me ne sto tranquilla sotto la mia doccia?-gli rispondo bloccandogli i polsi vicino alla testa.

-Sbagli cara mia.-dice Edward cercando di avvicinarsi alle mie labbra.

-Che cosa intendi dire?-

Lui mi sorride arricciando le labbra.

-Questa è anche la mia stanza.-

Sgrano gli occhi dalla sorpresa. Cavolo mi ero dimenticata che per invitare una ragazza Alice mi aveva venduta al nemico.

-Ok. Questa sarà anche la tua stanza ma adesso io me ne vado sotto la doccia sola soletta cercando di finire tutta l'acqua.-sbotto.

-Siamo in uno dei più bei hotel di Las Vegas. Come pensi di finire l'acqua?-mi chiede scettico.

Mollo la presa su di lui e mi fiondo nella porta che da sul bagno.

-Vuoi mettermi alla prova?-gli chiedo e mi chiudo la porta dietro le spalle.

È ovvio che è impossibile finire l'acqua ma pensavo che non ci avrebbe pensato. Mannaggia!

Apro l'acqua della doccia, sono stronza ma non così tanto da far prendere una romanzina da Alice per il ritardo che potrei provocarli.

Le goccie d'acqua scivolano lungo il mio corpo mentre porta via con se la schiuma; esco dalla doccia e mi avvolgo con l'asciugamano bianco dato in dotazione dall'albergo, poi ne prendo uno più piccolo e lo avvolgo a mò di turbante nei capelli.

Esco fuori dal bagno lasciando così il posto ad Edward per risparmiare tempo, appena apro la porta lo vedo sfilarsi dandomi le spalle la canottiera. Si volta sorridendomi e il mio cuore inizia a battere fuorioso, le guance mi si infiammano così cerco di non darlo a vedere abbassando lo sguardo e dirigendomi verso l'armadio a cui avevo affidato i miei vestiti scoprendo anche che una metà dell'armadio è stata divisa con degli abiti di taglio maschile, quelli di Edward.

-Ora è libero...-mormoro sentendo la sua presenza dietro le spalle.

Mi volto ma lui non c'è più, non ho sentito neppure la porta chiudersi talmente sentivo i battiti del mio cuore nelle orecchie.

Velocemente prendo della biancheria intima e la infilo facendo molta attenzione a non lasciar cadere l'asciugamano e poi scelgo un vestito verde che fascia il seno e scivola morbido lungo il mio corpo poi apro la valigia e tiro fuori un paio di sandali neri, lascio cadere l'asciugamano a terra e infilo l'abito. Mi guardo e noto con disappunto che il reggiseno stona visto che si vede troppo. Do un'occhiata veloce alla porta, non ho il tempo di togliermi il vestito e il reggiseno per poi infilare nuovamente il vestito senza farmi vedere da Edward.

Mi metto davanti allo specchio rivolgendogli la schiena e cerco di slacciarmi il reggiseno.

Improvvisamente la figura di Edward si staglia sullo specchio.

-Vuoi una mano?-mi chiede languidamente mentre il suo sguardo si posa su di me facendomi rabbrividire.

-No, adesso che sei uscito dal bagno posso benissimo usarlo un'altra volta.-mormoro cercando di metterlo da parte ma con scarsi risultati.

-Eh no carina! Poi mi imbratti il bagno con quelle scarpe...-

-Ci sono le cameriere per quelle...-ribatto, un posto come questo deve aver delle cameriere che come minimo ti seguono per pulire qualsiasi traccia che si lascia sul pavimento quindi non vedo il motivo per cui non posso entrare e lasciare orme dovunque....questo si che l'avrebbe fatto sclerare. Perfettino com'è!

-Alice si sta spazientendo...-

Rosalie entra con i capelli raccolti e un paio di grossi occhiali neri che li incorniciano il volto.

-Mi puoi dare una mano?-le chiedo dando un'occhiataccia ad Edward.

Lei annuisce e si avvicina.

-Cosa hai bisogno cara?-mi chiede togliendosi gli occhiali.

Mi metto davanti ad Edward e mi rivolgo a Rosalie.

-Mi slacci il reggiseno? Volevo fare da sola ma con questo maniaco non riesco...-le dico senza distogliere lo sguardo da Edward. Rosalie ridacchia e si mette dietro di me, mi tengo il seno mentre le dita di Rosalie scendono dall'alto in basso per slacciare i ferretti.

-Potrei anche eccitarmi così...-sghignazza Edward.

-Vatti a fare una doccia fredda Eddy.-ribatte Rosalie con tono annoiato.

Sento la presa del reggiseno allentarsi così con un movimento fluido tiro una parte del reggiseno lasciandolo scivolare da un lato e liberandomene completamente.

Rosalie mi prende la mano ed esco fuori dalla stanza facendogli la linguaccia. Alice e Jasper ci aspettano seduti sul divano. Alice indossa una cannottiera bianca con una gonna marrone a vita alta che le evidenzia il vitino da vespa mentre Jasper è seduto con la testa all'indietro; lui indossa una camicia azzurra che lascia intravedere buona parte dei pettorali.

Emmet fa il suo ingresso con i capelli ancora bagnati dalla doccia e stringe forte a se Rosalie.

-Andiamo?-chiede Alice balzando in piedi.

-Gli altri ci staranno già aspettando...-mormora Jasper spazientito.

Sento come un pugno allo stomaco. Per altri si deve riferire per forza anche a tutte quelle ragazze amiche di Rosalie e Alice che ho visto ieri notte al locale con Edward.

Non è gelosia...

Raggiungiamo il quarto piano dove fa bella mostra di sè un piano dedicato al ristorante ma non ci fermiamo all'interno. Le enormi vetrate fanno vedere il balcone con già molti dei nostri amici che stanno chiaccherando mentre altri hanno già iniziato a mangiare.

Appena arriviamo sia Rosalie che Alice sono letteralmente prese d'assalto, Emmet mi prende per un polso e mi trascina fuori da tutta quella massa di gente e ci dirigiamo verso il nostro tavolino. La lieve brezza mi scompiglia i capelli e contribuisce ad asciugarli visto che non ne ho avuto il tempo materiale. Il cameriere arriva e ci chiede cosa vogliamo.

Io opto per un succo di frutta all'arancia e una brioche. In mezzo al tavolo c'è un trionfo di frutti e a malincuore rovino l'opera prendendo una mela.

Do un'occhiata veloce alle persone riconoscendo molti compagni di classe tra cui Jessica che cerca di darsi arie con risultati alquanto patetici. Il cameriere arriva e ci lascia le nostre ordinazioni così insieme a Jasper ed Emmet inizio a spiluzzicare la mia brioche.

-Hey Andrea!-saluta Jasper stringendo la mano ad un ragazzo che si siede su una sedia non ancora occupata. Mi saluta facendomi un baciamano, arrossisco vistosamente. Modi d'altri tempi come fanno i principi.

-Capisci l'italiano?-mi chiede rivolgendosi a me in inglese che risulta perfetto.

-Una parola su venti.-rispondo mortificata.

-Non ti preoccupare. Per me non è un problema parlare inglese.-mi dice con un sorriso smagliante. Finalmente qualcuno che pensa a questi dettagli.

-Scusami se faccio qualche errore...-dice facendomi l'occhiolino.

-Per adesso...guarda...perfetto...-gli rispondo facendo un sorriso come il suo di prima.

Ricambia il sorriso e si rivolge ai ragazzi.

-Avete visto Carlo?-chiede lasciandosi scivolare lungo lo schienale.

Gli altri due fanno cenno di no con la testa. Sbuffa e gli altri due ridono.

-Mi ha promesso che mi fa guidare la nuova porsche che ha comprato.-dice mentre il cameriere li versa del caffè nella tazza davanti.

-Non potrei mai abituarmi a questo caffè! È come bere acqua...-commenta con una smorfia di disgusto. Sulla spalla di Andrea si posa una mano ben curata, seguo la linea e rivedo la ragazza dai capelli rossicci e gli occhi verdi, quella che sembrava strana ieri sera.

-Bea...-dicono in coro Jasper ed Emmet annoiati a mò di saluto. Lei sorride raggiante ma ha qualche cosa che la fa sembrare strana, i denti sono eccessivamente esposti e il sorriso...non so. Ha qualcosa di strano. Emmet mi lancia un'occhiata esasperata e si mette gli occhiali da sole mentre Jasper si sporge verso di me e fa finta di infilarsi due dita in gola mentre sento Bea ridere spensieratamente insieme ad Andrea che ci lancia occhiate per un pronto soccorso.

Rido divertita dalla situazione ma attiro sfortunatamente l'attenzione di Bea.

-Non abbiamo avuto ancora modo di presentarci.-dice Bea con sorriso smagliante e l'accento inglese pronunciato.- Io sono Beatrice Ferguson.-

A Jasper va di traverso il succo di frutta e inizia a tossicchiare mentre Andrea si massaggia la testa e inizia a scuoterla. Andrea inizia a mormorare qualcosa in italiano stretto che non riesco ad afferrare, noto solo la reazione di lei che si irriggidisce e digrigna i denti, cerca di scusarsi con i ragazzi con lo sguardo.

-Voi da quanto vi conoscete?-chiedo curiosa. Sembrano tutti così complici tra di loro. Eppure questa Beatrice si capisce da come parla che è inglese mentre tutti i Cullen e questo Andrea è italiano, seppure credo che la reputino una stupida c'è qualcosa che mi fa capire che sono uniti nonostante tutto.

-Praticamente da quando siamo nati...-risponde Emmet e Jasper annuisce deciso.

-Quindi tu sei la nuova fiamma di Eddy?-mi chiede Bea riportando l'attenzione su di me. Quello sguardo non mi piace per niente, è come se volesse sapere assolutamente tutto di me.

Sgrano gli occhi per la domanda. <> rispondo decisa. Mai e poi mai avrei permesso a qualcuno di definirmi la "nuova fiamma di Edward".

Riguardo un'altra volta verso le tavolate che ormai si sono riempite dei miei compagni di scuola e come al solito ritrovo Edward circondato da due ragazze che gli parlano animatamente. Nuovamente mi ritrovo ad essere osservata.

 

Chiedo scusa per tutto il tempo che vi ho fatto aspettare ma sono andata una settimana in toscana con una mia amica a visitare anche Volterra…mamma mia ke fans sfegatate che siamo! XD abbiamo visto pure il mitico tombino dei Volturi…va beh…tornando alla storia. Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Per quanto riguarda il personaggio di Beatrice mi sono accorta di non aver messo nemmeno un link con la sua foto, cmq se non l’avete inquadrata adesso con il cognome che porta sicuramente nel prossimo capitolo troverete una descrizione accurata del personaggio. Già che ci siamo vi lascio anche il link con la foto di Andrea Casiraghi così avete in mente il volto.

Link Bea: http://www.verycool.it/wp-content/uploads/2008/06/beatrice.jpg

Link Andrea: http://freepages.genealogy.rootsweb.ancestry.com/~fergy/Pierre%20Casiraghi.jpg

 

Vi ringrazio immensamente per tutto l’appoggio che mi date! Mi fate contentissima ogni volta che leggo una volta recensione perché mi piace sapere cosa ne pensate e mi aiuta a migliorare la storia e a capire dove pecco.

Grazie mille! XD

Ora vi lascio….

 

Regalino: (Tutti i video che inserisco sono miei....spero ke vi piaccia

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Capitolo 17
*** Love sucks ***


PRIGIONIERA

Ciao ragazzuole! Rieccomi con un nuovo capitolo. Mi ritrovo molto ispirata in questi giorni tanto che ho già in mente un'altra storia da pubblicare con una nuova e nuova idea (almeno io non ho mai letto una storia nè una prefazione con i personaggi modellati su quello che mi è venuto in mente quindi spero di non deludervi)...quando la pubblicherò sarete i primi a saperlo, per adesso ho solo pronto il primo capitolo ma aspetto di aver terminato almeno una storia prima di pubblicarla. ^_^

Adesso vi lascio al capitolo....bacioni

EDWARD:


Appena arriviamo sulla balconata prenotata da Alice il giorno prima, vedo il gruppo degli amici di scuola stringerci intorno per fare le moine a mia sorella e alla ragazza di mio fratello. Ovviamente Jasper, Emmet e Bella se la filano via verso il tavolino più vicino all'enorme vetrata che permette di avere una bellissima visuale della città.

-Hey Eddy!-mi volto e finalmente vedo un viso amico. Andrea Casiraghi mi batte una mano sulla spalla per attirare la mia attenzione. Ci stringiamo la mano e mi offre una sigaretta che mi affretto ad accendere. È da tanto che non me ne faccio una.

-Com'è?-mi chiede facendo uscire fuori del fumo dalle narici.

-Al solito...-rispondo indifferente mentre mi guarda scettico.

-Qualche nuova scopata che non ho letto sui giornali?-mi chiede e parlando in italiano riusciamo a parlare tranquillamente senza destare troppa curiosità. La mia lingua mi riporta un pò indietro in Italia quando avevo i miei privilegi e le ragazze mi si tuffavano ai piedi.

Un moto di rabbia si fa largo in me, perchè con Bella è così diverso? Perchè voglio che nonostante tutto sia diverso?

La guardo ridere con mio fratello e Jasper poi da un morso alla mela. Andrea segue il mio sguardo e si mette a ridere.

-E' lei?-mi chiede buttando la sigaretta sulla mattonelle del balcone e sghignazzando.

-Tieni l'asta abbassata o lo dico a Tatiana.-lo minaccio.

Tatiana è la sua ragazza ormai da anni ed era più che cornuta, cornutissima anche se non era ma venuta a sapere delle ripetute scappatelle di lui.

-Hey! Sei mio amico! Voglio solo conoscerla!-mi dice lasciandomi in mezzo alle amiche squinternate delle amiche di Alice con i loro sguardi maliziosi, hanno recepito parte dei discorsi tra me e Andrea. La prima ad avvicinarsi è Charlotte che si può dire che è la controparte modaiola e festaiola della famiglia Casiraghi.

-Alloooora...-chiede allungando di proposito le O. Un tono che detesto.

-E' vero...quando ci presenterai questa famosa Bella?-chiede Vittoria staccandosi da Alice e intervenendo nella discussione innestata da Charlotte.

-Speriamo solo che Beatrice non rovini tutto...-dice Tatiana avvicinandosi al gruppo da noi formato. Do uno sguardo al tavolo dove si dovrebbe trovare Bella e infatti noto che parla sia con Beatrice che con Andrea. Beatrice Ferguson è quinta in linea di successione per la corona inglese e ha un piccolo problemino, è dislessica e quando si agita tende a parlare più del dovuto. Sua madre, Sara Ferguson, cercava sempre di inserirla nelle feste dove fosse presente almeno uno della nostra compagnia ma adesso con noi lontani in America, Charlotte fissa in Francia a Parigi e Carlo arruolato nella marina del suo paese, la Svezia; Beatrice si ritrova sempre di più sola, forse avvicinandosi a Bella sperava di tornare ad essere ancora nel "giro", dopotutto noi non sapevamo quanto saremmo rimasti in America. Evidentemente la presenza di Bella l'aveva in un certo senso agitata.

-E' così carina! Ma hai messo la testa a posto?-mi prende in giro Charlotte. Jessica ci lancia delle lunghe occhiate, le ragazze se ne accorgono e traggono spunto per canzonarla.

-Quella la ti mangia con gli occhi!-esclama indignata Vittoria suscitando una risata generale tra di noi per quell'affermazione. Effettivamente Jessica aveva uno sguardo famelico.

-Riportiamo la nostra attenzione sulla nuova new entry...-dice Charlotte riportando le altre due a focalizzarsi su Bella, infatti automaticamente si voltano verso di lei e iniziano a squadrarla.

-Vediamo un pò...capelli ondulati castani....-dice Vittoria iniziando l'elenco.

-Occhi castani...molto profondi...dovrei essere più vicina per constatare meglio.-mormora Tatiana voltandosi nuovamente verso Bella.

Per tutte le attenzioni che riceve Bella si volta nella nostra direzione, si copre distrattamente gli occhi dal riverbero del sole e ci guarda. Tatiana, Charlotte e Vittoria iniziano a ridacchiare per la paura di essere state colte in fallo mentre parlavano di lei anche se da quella distanza dubito che possa aver sentito anche solo una parola, oltretutto stavamo parlando in italiano per non dare ai compagni troppo su cui parlare quando questa vacanza-festa di compleanno fosse finita.

-Forse siamo state beccate.-ridacchia Charlotte coprendosi il volto con le mani per nascondere l'imbarazzo.

-Sento come se mi stesse scavando un buco tra le scapole.-dice Vittoria facendo un gesto come per togliersi qualcosa di dosso.

-Ragazze, se continuate così vi renderete antipatiche ai suoi occhi.-mormoro cercando in qualche modo di difendere le sue occhiate omicide rivolte alle mie amiche di infanzia.

-Deduco che sia gelosa...-commenta Charlotte sorridendo.

-Resta il fatto che se potesse forse ci farebbe fuori viste le sue occhiate...-interviene nuovamente Vittoria.

-Per te è importante? Cioè...credi di aver trovato quella giusta? Mi sembri cambiato, un pò in estasi direi.-mi chiede Tatiana con il suo sguardo indagatore.

-Ehehe...vi piacerebbe saperlo!-ribatto mentre contemporaneamente mi tengono il broncio.

-Sei cattivo! Dobbiamo venire sempre a sapere delle tue scappatelle tramite i giornali!-commenta Vittoria facendo il labbro tremulo.

-Però forse proprio perchè lei non è sui giornali che possiamo dire che forse il nostro principino ha messo la testa a posto. Si è innamorato...lo so che con lui questa parola è come giocare d'azzardo però può essere...-sbotta Tatiana.

-O forse perchè siamo stati preclusi in un paesino del cazzo in America e nessuno sa dove siamo finiti. Voi che sfogliate le riveste, che si dice della nostra scomparsa?-chiedo guardando le ragazze di fronte a me.

-Tutti si stanno chiedendo dove sono finiti i principini. Dopotutto a turno o in contemporanea un membro della famiglia Cullen era in copertina a fare il notizione principale. Facevate vendere ragazzi!-mi spiega Vittoria.

-E adesso si avventano solo su di noi...-dice Tatiana sbuffando.

-Comunque terrei sempre almeno due occhi aperti visto che vi stanno cercando. Non rinunceranno a voi tanto facilmente.-mi mette in guardia Charlotte.

-Lo terremo presente...ora se volete scusarmi...-dico congedandomi da loro e dirigendomi al tavolo di Bella ma appena arrivo Emmet e Bella si alzano.

-Dove andate?-chiedo automaticamente, dove sta andando il mio piccolo fiore?

-Andiamo a cambiarci così dopo facciamo un salto in piscina...-mi spiega Emmet dandomi una pacca sulle spalle. Alice arriva saltellando alle mie spalle euforica.

-Stasera si festeggerà il vero compleanno di Rose! E qualcuno ha bisogno almeno di un pò di tintarella!-esclama entusiasta.

Rosalie si unisce al "gruppo piscina" così rimaniamo al tavolino io, Jasper, Beatrice e Andrea.

Alice si siede in braccio a me e guarda Andrea sorridendo.

-Qui c'è in corso una scommessa.-dice Alice facendomi rimanere di sasso.

-Pensavo fosse una cosa di famiglia...-barbotto mentre il cameriere mi porta un succo. Dallo sguardo di Andrea vedo che in meno di un nano secondo abbiamo attirato le sue attenzioni.

Andrea mi guarda di sottecchi accendendosi un'altra sigaretta.

-Dio...io adoro le vostre scommesse.-sogghigna cercando gli occhi complici di mia sorella. Andrea era stato il primo ragazzo di mia sorella ma presto avevano capito che non funzionavano affatto come coppia ma piuttosto si vedevano come cari amici, crescere insieme, frequentare gli stessi posti e persone ti annebbiano la mente e ti portano a pensare che forse la persona che hai accanto e che vedi ogni giorno è quella che molti definiscono "anima gemella". Ognungo di noi è il punto fermo per qualsiasi festa a cui siamo obbligati a partecipare perchè sappiamo che ci possiamo incontrare e passare nonostante tutto una bella serata. Sappiamo che nonostante tutto quello che può capitare possiamo sempre fare affidamento su uno di noi. Il nostro è un club privato a numero chiuso.

A questa festa per il compleanno di Rosalie manca solo Zara Philipps che non è potuta venire per una delle sue solite gare con i cavalli e poi il gruppo era al completo. Zara è cugina in prima di Harry e William, principi di Inghilterra, con cui noi non abbiamo niente a che fare, loro sono outsider ai nostri occhi. Non sono affatto divertenti e per questo sono stati esclusi fino dai loro sedici anni. Forse anche per la troppa pressione a cui sono continuamente sottoposti. Noi sapevamo di avere ad ogni nostra uscita pochi giornalisti intorno ma con loro due nel gruppo questo non sarebbe stato possibile, avevamo già abbastanza giornalisti intorno ma loro ne avrebbero portati venti a testa per un totale di quaranta paparazzi in più.

Pensiero egoista non lo nego ma erano riusciti lo stesso a crearsi una loro compagnia, non esclusiva come la nostra ovviamente ma pur sempre amici fidati con cui passare il tempo.

Al contrario di me, William prendeva seriamente il suo ruolo anche se la sua incoronazione sarebbe stata molto più importante della mia. Il suo ruolo sarebbe stato attivo nel suo paese, il mio era semplicemente rappresentatvo anzi ancora meno, semplice titolo nobiliare, nient'altro.

-Vuoi partecipare? Rose come al solito si è stufata e mi ha lasciato da sola a darli pane per i suoi denti.-chiede Alice facendogli gli occhioni da cerbiatto. Maledetto folletto.

Andrea mi guarda soppesando la proposta.

-No.-risponde poi rivolgendosi ad Alice.

-No? Ho capito bene? No?-dice scandalizzata. Evidentemente non si aspettava una simile risposta. Io faccio l'indifferente ma dentro di me tiro un sospiro di sollievo.

-Ti scordi di Tatiana?-chiede Andrea mentre come se avesse sentito pronunciare il suo nome appare Tatiana fasciata nel suo abito blu.

-Non mi sembra di ricordare che è stato mai un problema.-lo punzecchia mia sorella arrabbiata per la sua decisione. effettivamente anche io pensavo che si sarebbe unito a lei.

-Qualcuno ha pronunciato il mio nome?-chiede sorridendo mentre si siede sulle gambe di Andy.

-Alice mi aveva proposto di unirmi a lei contro Eddy!-le spiega strofinando la mano contro la sua schiena come se volesse riscaldarla.

-Che scommessa?-chiede incuriosita.

-Beh, sappiamo tutti quanto è difficile per noi trovare qualcuno a cui piacciamo per come siamo veramente e non per i nostri titoli nobiliari. -incomincia a dire Alice, se ci fosse stata Rosalie si sarebbe irrigidita d'un tratto, a lei non piacciano questi discorsi perchè si sente inutilmente presa nel mucchio anche se tutti noi sappiamo della veridicità dei suoi sentimenti. Al contrario Jasper rimane totalmente impassibile a quelle parole.

-Tutti noi sappiamo quanto quelle stupide favolette abbiano instaurato nelle persone il mito del "principe azzurro" o della "principessa in pericolo". Ho spiegato al principino qui davanti che tutte le ragazze che ha avuto sono state solo attratte dal titolo nobiliare e siccome nega fortemente abbiamo deciso di fare una scommessa....su Bella, è stata la prima che abbiamo visto quando siamo arrivati a Forks anche se devo ammettere che era in gara con la morettina del bancone. Come si chiamava? Angy?-chiede Alice rivolgendosi a me.

-Angela.-rispondo annoiato da quello stupido discorso, era una cosa che si era evoluta da sola. Non c'era bisogno di chiedere aiuto dall'esterno. Era da tanto che non pensavo più alla scommessa e a questo punto non ero neppure così sicuro di portarla avanti.

-Come sapete Bella non sa chi siamo in realtà e neppure chi siete voi, per nostra fortuna la piccola non si interessa di gossip internazionali e anche se la qui presente-

-Beatrice ha rivelato il suo cognome ma questo non ha assolutamente rovinato la nostra copertura.-dice Jasper mentre quasi mi strozzo. Lancio un occhiataccia verso Beatrice che sembra farsi piccola piccola.

-Non l'ho fatto apposta. Mi sono agitata.-dice Bea cercando di scusarsi.

-Se Edward riuscirà a far breccia nel suo cuoricino con tutte queste condizioni dimostrandosi per come è veramente allora avrà vinto la scommessa ma se lei non si innamora....beh...diciamo che come al solito avevo ragione io e Edward dovrà ammettere di fronte all'evidenza di non saperci fare con le donne.-spiega Alice terminando con una risata.

-Credevo ti fossi affezionata a Bella.-mormora Jasper.

-E questo cosa c'entra? Proprio perchè ci tengo a lei che non voglio che frequenti mio fratello.-spiega rivolgendomi un'occhiataccia.

-Che bassa considerazione che hai di tuo fratello.-commenta Andrea spegnendo la sigaretta nel posacenere posto sul tavolino.

-Mi hai rubato le parole di bocca.-ammetto prendendo il pacchetto di sigarette di Andrea dal tavolino e sfoderandone una insieme all'accendino.

-Vuoi mandare ancora avanti questa scommessa?-chiedo a mia sorella che alla mia domanda si sporge verso di me sorridendo complice.

-Ti stai ritirando Mr. Cullen?-mormora sghignazzando.

-Penso che dovreste terminare qui la scommessa.-interviene Tatiana sistemandosi meglio sulle gambe di Andrea che abbassa lo sguardo sulle gambe della sua compagna.

-Anche secondo me.-dice Beatrice titubante attirando così l'attenzione su di lei, lei è un coniglietto mentre Alice, che si sta per avventare su di lei, è un'acquila fin troppo esperta nella caccia. Quasi quasi mi fa pena in questo momento.

-Dammi solo una buona ragione per cui dovrei smettere.-ringhia Alice ricevendo però un pizzicotto sui fianchi da Jasper che cerca di contenere il suo tono in questi casi. È una specie di calmante, non per altro è anche giudice della scommessa.

Cala un silenzio pesante e io inizio ad innervosirmi.

-Perchè lui è innamorato...-mormora Tatiana, Beatrice annuisce.

-Cosa?-dico alzando leggermente il tono della voce.

-Dai Eddy, non puoi mentire con noi. Si vede lontano un miglio da come la guardi, ieri in disco non avevi occhi che per lei, tutte se ne sono accorte. Gli unici che non vedono o non vogliono vedere sono proprio lei e il nostro caro Eddy.-spiega Beatrice, se è possibile tutte le bocche qui presenti toccano per terra. Non l'avevamo mai sentita parlare con così tanta sicurezza.

Bea arrossisce imbarazzata sorseggiando una tazza di caffè.

-Io sarei innamorato di Bella?-

Alice si ritrae come scottata.

-Ti sei innamorato...-mormora sconvolta guardandomi fissa degli occhi.

Scatto in piedi confuso.

-Forse è meglio se mi vado a rinfrescare le idee...-mormoro firmando il conto per metterlo sulla mia camera.

-Quindi vai in piscina? Ci sarà anche Bella...fai pure le cose inconsapevolmente adesso.-commenta Jasper dandomi una lunga e intensa occhiata.

Aggrotto la fronte. Sento un bel mal di testa in arrivo. Le sue parole mi turbano nel profondo. Da quando Bella è passata da semplice scommessa da vincere a qualcosa di più?

-Mi tiro fuori dalla scommessa. Rosalie non dirà niente. Terminiamola qui.-mormora Alice senza nemmeno guardarmi giocando con la crema di un pasticcino di fronte a lei sul piatto di Jasper.

Senza aggiungere altro abbandono la balconata e mi rintano nei miei pensieri.

 

Ed eccoci qui! alla fine del capitolo dove c'è il nostro Eddy che forse inizia ad aprire gli occhi riguardo ai sentimenti che prova per Bella. Che ve ne pare? piaciuto? sono tipo 5 pagine...molto lungo ma forse anche perchè ho aggiunto molti particolari perchè voglio cercare di farvi sentire come se foste davanti ad una televisione a guardare una puntata della vostra serie preferita (o almeno lo spero XD)---spero di riuscire nel mio intento! Che ne dite di Andrea Casiraghi!? effettivamente era più bello se si fosse schierato con Alice ma penso che possa andare bene anche così. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e aspetto trepidante i vostri commenti! nonostante siamo in vacanza ho visto che ci sono state 689 letture nel capitolo precendente...wow...non è il solito numero dei 1000 e passa però visto il periodo estivo più vacanze mi aspettavo di peggio! XD un bacione a tutti

 

 

E PER CHI LO VUOLE VEDERE IN ITALIANO (SOTTOTITOLI)

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Capitolo 18
*** Un unico neo alla festa ***


d

BELLA:

 

Quel ritardato di Cullen non si era fatto vedere per tutto il giorno.

Sono le quattro del pomeriggio e direi che mi sono abbastanza crogiolata sotto i raggi bollenti del sole di Las Vegas. Dopo aver passato tutta una vita a Forks in compagnia di pioggia, nebbia e ancora pioggia, il caldo sole è una sverzata nuova sulla mia pelle.

Più volte per paura di scottarmi mi sono messa abbondantemente la crema solare. Analizzo la poca abbronzatura sul mio corpo, posso però essere soddisfatta anche perchè sono mezza albina, più di così dubito che posso abbronzarmi: regalino di Renè.

Almeno una cosa me l'ha lasciata, penso con un sorriso amaro sulle labbra.

Improvvisamente sento freddo, apro gli occhi di scatto e vedo Rosalie che si è sdraiata su di me ridendo come una bambina ma nello stesso tempo si avvinghia alle mie spalle. Emmet arriva in un lampo e la strappa dalle mie braccia.

-No!-urla prima di essere lanciata nuovamente nella piscina, faccio solo in tempo a guardare che si chiude con le dita il naso e  in un attimo l'acqua la inghiotte.

-Dio che bambini...-sbotta Tatiana inforcando nuovamente gli occhiali da sole neri e sistemandosi meglio sul lettino.

La guardo un pò scocciata poi mi alzo di scatto e spingo Emmet dentro l'acqua cogliendolo di sorpresa suscitando le risate di Rosalie che è ancora in acqua che si tiene a galla.

-Oh questa me la paghi!-grida Emmet appena torna in superficie sputando fuori acqua ingoiata per sbaglio. Rido piegandomi in due ma improvvisamente vengo presa per la vita e insieme a me qualcuno cade in acqua senza mai lasciare la presa.

Appena torno a galla incrocio quegli occhi verdi che tanto mi scuotono dentro fino all'intimo. Sorride divertito anche lui ed Emmet e Rosalie si uniscono a lui immediatamente. Gli sorrido e poi gli schizzo dell'acqua in faccia. Lui all'inizio sembra sorpreso poi con sguardo minaccioso mi trascina a fondo. Con tutta la forza che ho in corpo lo spingo lontano da me facendo leva sulle braccia per tornare velocemente in superficie. I miei polmoni si dilatano per l'aria, ancora poco tempo sott'acqua e avrei sicuramente ingoiato l acqua.

-Ma sei pazzo?-urlo voltandomi in tutte le direzioni cercando il futuro cadavere Edward Cullen. I suoi fratelli di sicuro non ne sentiranno più di tanto la mancanza Non è indispensabile dopotutto.

Lo vedo a poca distanza di me e con sguardo truce inizio a nuotare verso di lui con il chiaro intento di buttarlo sott'acqua facendogli provare quello che lui ha fatto a me.

Sghignazzo godendomi la futura vendetta.

Edward nuota fino a una piccola rientranza a sinistra della piscina coperta da alcune palme. Appena lo raggiungo mi aggrappo sulle sue spalle facendo forza per buttarlo di sotto, riesco per poco nel mio intento.

Di sorpresa mi prende per le caviglie e con una spinta mi alza buttandomi in acqua all'indietro. Nuovamente l'acqua è sopra la mia testa ma velocemente due braccia forti mi riportano a respirare aria fresca, automaticamente le mie gambe si allacciano intorno a lui.

Sul suo volto si dipinge il suo solito sorriso sghembo che mi fa tremare le gambe...se solo fossi in piedi in questo momento.

Mi incatena con il suo sguardo ammaliatore...eh no caro Cullen! Sorprendendolo lo allontano schizzandolo nuovamente con l'acqua.

-Vuoi giocare eh?-mi chiede assottigliando gli occhi.

-Affatto...-lo supplico cercando di tenermi a galla.

Lo guardo avvicinarsi lentamente fino a quando con un'ultima spinta arriva proprio di fronte a me intrappolandomi con le sue braccia tra il suo corpo e il muro della vasca..

I capelli leggermente bagnati li corniciano il viso in un modo assolutamente sexy.

Ma è possibile che esista una tale bellezza? È quasi irreale ma sopratutto troppo bello per essere vero. Troppo bello per capitare a me.

-Sei terribilmente eccitante con questo costume...-mormora con il suo solito sorriso.

-Anche tu Mr. Cullen...-gli rispondo stando al suo stesso gioco.

Subito dopo mi metto a ridere. Lui cerca la mia bocca e la cattura in un attimo.

-Ehy non ti allargare...-gli dico aggrappandomi alle sue spalle e spingendolo indietro. Ottengo l'effetto desiderato. Edward cade indietro bagnandosi nuovamente i capelli.

Sicuramente a Forks avrei dovuto portarmi dietro uno spray pieno d'acqua per bagnarli costantemente i capelli...sta troppo bene. Mi fa morire.

Non so però se questa mia idea gli andrebbe tanto a genio visto le temperature quasi glaciali tipiche di Forks. Il look bagnato sta bene a pochi anche se di sicuro qualsiasi cosa facca Edward sta bene. È quasi frustrante questo pensiero. A questo punto penso che potrebbe anche mettersi un sacco di patate addosso e renderlo comunque attraente.

Lo attiro a me prendendolo per i capelli e mi impossesso delle sue labbra avvinghiandomi con le gambe alla sua vita mentre lui si muove facendoci girare.

- Ehy non ti allargare!-soffia sulle mie labbra mentre riprendo fiato.

-Ah sì?-

E senza fargli capire le mie intenzioni mi avvento su di lui portandolo sott'acqua. Riemerge quasi immediatamente.

-Ecco dove vi eravate cacciati!-

Ci giriamo di scatto e vediamo Alice vestita di tutto punto con un grosso cappello bianco e una sottile linea nera. Charlotte è al suo fianco

-Sempre nei momenti giusti sorellina...-ringhia Edward. Scoppio a ridere e Alice mi tende la mano per aiutarmi ad uscire dalla piscina. Anche se è molto mingherlina riesce praticamente a tirarmi fuori da sola facendomi sgusciare via da Edward.

Lo lasciamo li a mollo nell'acqua.

-Stasera c'è il compleanno di Rose e oltre al fatto che ci dobbiamo mettere a posto, non abbiamo ancora trovato il vestito adatto per l'occasione!-esclama Alice dalla gioia, per lei basta spendere per essere felice.

-Sono sicura che Prada fa per te.-dice analizzandomi. Sgrano gli occhi.

-Prima di fare acquisti dovrei prima andare un attimo a mettermi qualcosa addosso e a prendere il portafoglio.-dico mentre vengo trascinata nella parte della piscina dove sono anche gli altri che stanno ancora giocando.

-Non ti preoccupare. Mettiti questa, conosco tutti gli stilisti...basta una telefonata se dovessero fare storia e immediatamente quelle si ritroverebbero a cercare lavoro.-dice Alice tirandomi il mio vestito che avevo lasciato sul mio sdraio.

-E poi offre Eddy!-esclama battendo le mani. Faccio per ribattere perchè in fondo mi spiace e non è giusto ma mi arriva una gomitata nel fianco da parte di Charlotte.

Mi mordo la lingua e mi infilo nel corridoio il vestito sotto gli sguardi degli altri clienti.

-Preparati...si va a caccia.-mi sussurra Charlotte mentre seguiamo Alice diretta al primo piano riservato a tutti i negozi più esclusivi.

 

Ho i piedi veramente gonfi. Quasi quasi sembra che ho quattro piedi!

Il pomeriggio di shopping insieme ad Alice e Charlotte mi ha praticamente distrutto, ma che dico pomeriggio! Ho fatto solo due ore!

Dopo vari giri e varie prove nei camerini finalmente siamo riuscite, a detta di Alice, a trovare il vestito perfetto benchè io sia tremendamente imbarazzata dal mio.

Per rispetto di Rosalie, che aveva comprato un vestito bianco, io e Alice abbiamo preso dei vestiti di colore nero. Lei ha preso un Prada monospalla molto corto con un bustino che le valorizza il seno mentre per me, al solo pensarci arrossisco, Alice mi ha fatto prendere un vestito nero pieno di tagli che lasciano vedere un bel pò di pelle, sono coperta naturalmente nei punti giusti ma diciamo che se penso che mi devo far vedere con quel vestito da Edward e da quelle oche mi viene da scavarmi una buca e buttarmici dentro.

 

VESTITO ROSALIE

http://www.new-fashion-italy.eu/shop/images/p_1271_1271_01.jpg

 

VESTITO ALICE

http://www.glamoutlet.com/Outlet/images/catalog/prd6538f_P.jpg


VESTITO BELLA

http://spidurmunkey.files.wordpress.com/2008/10/0015.jpg

 

 

Esco dalla vasca e mi copro con un grande asciugamano bianco. Do un'occhiata veloce alla porta, ho messo la chiave e ho portato il mio abito qua dentro. Non può assolutamente entrare e scocciarmi.

Accendo la piastra per i capelli per far sì che dopo che li ho asciugati sia già ben calda e inizio ad asciugarli con la spazzola rotonda. Dopo una mezz'oretta inizio ad avere già la testa con un aspetto più decente, i capelli sono ordinati e ricadono sulle spalle morbidi e lisci proprio come li avevo in mente.

Indosso il perizoma nero comprato insieme ad Alice e infilo l'abito nero. Devo ammettere che mi sento molto nuda, sia le spalle che la schiena sono praticamente scoperte e come ho già detto prima a causa di quei tagli non è che sia molto coprente quel vestito.

In un attimo mi ritrovo a pensare cosa dirà Edward vedendomi con questo addosso.

Esco fuori dalla stanza aspettandomi di trovare Edward con il volto imbronciato perchè ho occupato il "nostro" bagno ma non lo trovo. Lentamente metto i tacchi, la porta si apre ma non è Edward. Jasper mi guarda fischiando.

-Sei uno schianto!-esclama sorridendomi.

-Anche tu non sei male!-gli dico dandogli una gomitata al fianco. Ridendo raggiungiamo gli altri. Non c'è da dire che sono praticamente perdetti nei loro ambiti.

Prendiamo l'ascensore e andiamo nella hall dell'albergo dove Alice ha prenotato alcune limousine per raggiungere il posto che ha prenotato per il compleanno.

 

Tre grandi limousine ci aspettano fuori dall'albergo. Molti dei miei compagni di scuola sono già li, le ragazze con abiti succinti quanto i nostri mentre i ragazzi in giacca e cravatta. Mi accorgo di cercare però solo una persona, Edward.

Alice mi prende sottobraccio e mi trascina sulla prima limousine davanti a noi e nel farlo riesco a fare un breve cenno ad Angela e a Jessica che sto trascurando immensamente in questa gita fuoriporta.

Rosalie e Emmet sono già su come Jasper, come al solito manca Edward. Nella limousine ci sono anche Andrea, Charlotte, Vittoria e infine Beatrice.

-Dove andiamo?-chiede Rosalie entusiasta.

-Al Tryst!-esclama Alice mettendoci tutta l'enfasi possibile.

Dopo circa un quarto d'ora di sana chiaccherata arriviamo finalmente nel posto affittato da Alice per l'occasione. Di certo loro sono abituate a fare le cose in grande.

Scendiamo lentamente le scale ed entriamo in un posto decisamente fuori dagli schemi. Tutto, come si poteva dedurre dall''entrata è sul rosso ma anche sul giallo/oro che ne enfatizza la bellezza. Ci sono all'incirca  cinque divanetti sempre con le stesse tonalità occupate già da alcuni ragazzi. La luce è soffusa e sugli specchi ci sono grandi specchi anche se in realtà mi sembra un pò piccolo. Non credo che ci stiamo tutti.

-Tutto qui?-dico. Quando imparo a stare zitta?

-Questa è solo l'entrata!-sussura Jasper spingendomi in un corridoio .dove padroneggia un enorme candeliere in cristallo. Due uomini ci aprono le porte nere ed entriamo nella vera area del locale. Se è possibile ka stanza che ci viene presentata è ancora più rossa di quella prima. Qui i colori dominanti sono il nero e il rosso che giocano con le luci in perfetta armonia.

Con degli schiamazzi i ragazzi si disperdono per le varie sale. Questo si che è grande e ci può contenere tutti. Rosalie abbraccia Alice felice come non mai e dopo da un bacio sulle labbra a Emmet. Mi guardo intorno alla ricerca di Edward, possibile che abbia deciso di non venire?

-Stai cercando qualcuno?-mi chiede Andrea guardandomi di sottecchi.

-No, nessuno.-dico mentendo spudoratamente.

-Sei un incanto con questo vestito!-esclama Vittoria facendomi fare una giravolta per guardare meglio il vestito scelto per me da Alice. Nel farlo scorgo una parete proprio davanti a dove siamo noi aperta che mostra una piccola fontana fatta di luce e acqua che si va a riversare in un piccolo laghetto dal fondo azzurrino.

È un posto che mi attrae profondamente.

-Scusate ma da quando sono qui non ho salutato le mie amiche...torno subito.-dico lasciandoli vicino al divanetto. Esco fuori ad ammirrare la bellezza del posto quando mi accorgo di  non essere sola. Alla mia destra nascosto da una rientranza c'è Edward che fuma una sigaretta.

-Fumare fa male...-gli dico annunciandoli la mia presenza. Lui si volta e per un attimo sembra sorpreso ma un attimo dopo torna la sua faccia strafottente.

-Mai quanto sta sopportando il mio cuore alla tua vista...quindi preferisco continuare...-mi risponde con il suo solito sorriso sghembo. Ora è il mio di cuore che fa gli straordinari.

Caccio giù la saliva e mi avvicino ad Edward strappandogli di mano la sigaretta, non so come si fa ma porto la sigaretta alle mie labbra e inizio ad inspirare, quando penso che sia  abbastanza ributto tutto fuori. Lo vedo sorridere e buttare fuori il fumo che prima anche lui aveva aspirato dalla sigaretta senza mai togliermi gli occhi di dosso.

-Da quanto fumi Miss Swan?-mi chiede avvicinandosi al mio collo e deposita un bacio tanto che le sue labbra mi fanno rabbrividire. Chiudo gli occhi per godermi l'attimo ma come al solito non posso avere un attimo di pace.

-BELLA!!-

Mi volto quasi ringhiando contro l'ennesimo seccatore. Rosalie si avvicina sorridente e mi trascina via. È il suo compleanno, non ho il cuore di mollarla...

Ma perchè? Perchè?

Lassù c'è qualcuno che mi odia profondamente. Ne sono sicura ormai.

Passo praticamente tutta la festa con Alice, Rosalie, Jasper e Charlotte ma non potevo fare a meno di pensare a lui e a cosa stava facendo. Cercavo di scorgerlo tra gli amici ma niente. Svanito nel nulla. A questo punto credo che sia un fantasma, almeno per oggi.

Come al solito Jasper provvede che il mio bicchiere sia sempre pieno mentre mi diverto con la sua ragazza facendo un mini spettacolo sul tavolo a ritmo di musica.

Non so da quanto non mi divertivo così.

Un unico neo sulla serata: la sua assenza.

 

 

Per chi volesse vedere il locale ecco il link:

http://www.trystlasvegas.com

 

Spero che il capitolo vi sia piaciuto! Adesso ci aspetta il rientro in hotel…ihihih adesso vi lascio perché ho veramente aggiornato per il rotto della cuffia! Mi raccomando tanti tanti commentino!! XD

Un bacione vale

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Capitolo 19
*** Ubriaca ***


PRIGIONIERA

EDWARD:


Era impossibile non sentirli. Appena si è aperto l'ascensore si sono sentiti dei tonfi, probabilmente sono più ubriachi di quanto pensassi.

-Edward è tornato prima...-sghignazza Alice e dalla voce capisco che è ubriaca.

Sento il rumore di tacchi fuori dalla stanza ma non sento il rumore della maniglia, solo dopo pochi secondi la porta si apre lentamente. Forse Bella non si è lasciata traviare da mia sorella.

Richiude la porta dietro di se e si tiene alla porta per togliersi le scarpe con il tacco che butta accanto all'armadio sulla sinistra. Chiudo gli occhi di scatto e fingo di dormire, non voglio ammettere che sono praticamente restato sveglio tutta la notte ad aspettare che rientrasse.

Socchiudo gli occhi e la guardo avvicinarsi al letto barcollante fino a che non viene a sbattere contro il letto, a quel punto gattona fino al centro del letto dove mi sono messo io comodamente in modo tale che se mi fossi addormentato l'avrei sentita per forza arrivare.

Non deve essersi accorta che sono sveglia, si abbassa sul mio viso, e qui penso che mi abbia beccato, e sfiora con il suo naso i tratti del mio viso inspirando forte.

Poi scoppia a ridere ma trattiene una risata con la mano.

Decido che è ora di far finta di svegliarmi così mi metto a mugugnare come di solito faccio alla mattina, in realtà sarebbero insulti al mondo ma non sono capace di parlare appena sveglio, mamma mia che messa in scena realistica. Vorrei l'oscar.

Per rendere tutto il più realistico possibile alzo le braccia come se mi dovessi stiracchiare e lentamente apro gli occhi.

Quello che mi lascia perplesso è che mi da un bacio sulle labbra di sfuggita.

-Sei ubriaca?-mormoro sorpreso e con la voce un pò roca.

-Nuoooo.-mi risponde, con tono da perfetta ubriaca, baciandomi il petto lasciato scoperto dal lenzuolo. È tremendamente persa nell'alcool perchè non farebbe mai così, di solito è molto più restia a certi atti sopratutto se questi atti dovrebbero rivolgersi a me. Lascio perdere il mio discorso e cerco di non fare come al solito il coglione approfittando della situazione.

-Forza, spogliati e vieni a letto.-le dico con tono perentorio e facendole spazio nel letto. Ride sguaiatamente e si leva improvvisamente il vestito davanti a me, la cosa che non avevo considerato è che non indossa nessun reggiseno sotto il vestito, la vista di quei seni morbidi e sodi fa risvegliare anche il mio amichetto che cerco di nascondere creando alcune pieghe con il lenzuolo.

Si mette a gattoni e mi da un bacio che lascia poco da capire sulle sue intenzioni.

-Non intendevo questo...-mormoro prendendola per le spalle e spingendola via.

LA RESPINGI??
LA STAI RESPINGENDO??

-Mi stai respingendo Edward?-chiede dando voce ai miei pensieri. Mi guarda sconvolta e io cerco di fare il bravo ragazzo ma è molto molto difficile quando ti trovi una ragazza vogliosa e nuda nel tuo letto.

È tremendamente frustrante. Se solo fosse stata sobria.

Lassù qualcuno mi odia, ora ne sono certo.

-Non...non...io non ti piaccio?-mi chiede con la voce rotta dal pianto che ormai lo sento che è prossimo. Sgrano gli occhi a quella domanda.

-Ma che dici?-sbotto per la follia di quello che ha appena detto. Non sa affatto quanto mi piace, è questo il problema.

Nella luce data dalle luci eterne di Las Vegas vedo che iniziano a sgorgare le lacrime dai suoi occhi.

-Perchè piangi?-mormoro asciugandole le lacrime. Si morde il labbro inferiore e trema soffocando il pianto.

-Ti faccio schifo...-urla piangendo. In un attimo la stringo tra le mie braccia, la pelle nuda del suo petto si schiaccia contro il mio dando nuova vita alla mia erezione. Mentre sfoga tutta la sua frustrazione sul mio collo, le prendo la mano e la porto in mezzo alle mie gambe facendole capire cosa provo stando vicino a lei.

-Ti sembra che mi fai schifo?-mormoro al suo orecchio. Scosta la sua mano come scottata, effettivamente è stato un pò troppo ma non sapevo veramente come fare per farle capire visto che la sua mente è annebbiata ma sopratutto è perchè non le ho mai detto niente...e come avrei potuto visto che l'ho capito da poco.

-Sei ubriaca...-le dico come per scusarmi.

Come si cade in basso...

Un tempo non ti saresti mai fermato nemmeno davanti ad una ragazza ubriaca. Anzi, non te ne è mai importato.

Metto a zittire un'altra volta la mia mente. Porca puttana non poteva rimanere addormentata e svegliarsi con me solo la parte razionale?

Bella si morde le labbra così non resisto e la bacio. Un bacio lungo e passionale.

Mi stacco nuovamente da lei e alzo il lenzuolo bianco invitandola ad entrare. Lei si sdraia dandomi la schiena così mi sdraio anche io e l'abbraccio facendo aderire la sua schiena al mio corpo.

-Ora dormi Bella...-soffio sul suo orecchio.

Poco dopo sento il suo respiro farsi più pesante e capisco che si è addormentata. Aspetto ancora una decina di minuti poi vado in bagno per calmare i bollenti spiriti, apro l'acqua della doccia gelata e mi ci fiondo dentro. Stringo forte i denti per non urlare ma per mia fortuna ottengo l'effetto desiderato.

Edward Cullen che deve calmare il suo amichetto con l'acqua gelata...

mamma mia come ci siamo ridotti male

Sbuffo ed esco dalla doccia. Mi strofino i capelli quanto basta per non sgocciolare in giro poi mi rimetto i boxer e torno in camera vicino a quella ragazza. Prendo un bel respiro profondo e sperando di non trovarla sveglia mi infolo sotto le coperte cercando di non svegliarla, se ci riprova un'altra volta non so se riuscirò a trattenermi,dopotutto la carne è debole.

Come se mi avesse letto nel pensiero si volta verso di me mettendo una gamba in mezzo alle mie e mi abbraccia appoggiando il volto sulla mia spalla, fin qui avrei potuto anche chiudere un occhio se non fosse che stringendomi il suo petto nudo torna a toccare il mio.

DIO SANTO!!

lassù qualcuno mi odia veramente!

Maledetto vestito! Sarebbe stato tutto molto più semplice se avesse avuto indosso quel maledetto reggiseno. Sicuramente l'abito l'ha scelto Alice, avrei dovuto romperle qualche osso nell'immediato futuro.

Ma piantala di dire stronzate che ci stai godendo come un matto per questa situazione.

-Ok...non pensare...non pensare...non pensare...-mormoro come un mantra strizzando gli occhi per distaccarmi da quel posto.

-Edward...-

Abbasso il mio sguardo verso Bella, ha gli occhi chiusi e le labbra dischiuse. Il suo corpo è ancora immobile. Parla nel sonno?

Chiudo gli occhi per cercare di dormire, probabilmente me lo sono solo immaginato.

-Perchè no?-sbiascica,stavolta l'ho proprio sentita bene. La guardo sorridendo.

Bella parla nel sonno.

Si prospetta una nottata interessante.

 

Ed eccomi di nuovo qui! WOW!sono riuscita a scrivere un nuovo capitolo che sinceramente non era previsto ma mi è venuta in mente questa ideuzza e ho detto "perchè no?"...spero che il capitolo vi sia piaciuto se no nel futuro proverò a fare a meno di questi fuori corso nelle FF.  Ho voluto anche inserire i pensieri che comunque nella testa di qualsiasi ragazzo in quella situazione avrebbe fatto...o almeno penso visto che nn sono un uomo! ahahah (va beh...lascio perdere queste divagazioni inutili)....Vi ringrazio per tutti i commenti che mi lasciate...la Meyer ha proprio ragione, i fan di Twilight sono i migliori! XD......tanti morsetti a tutti quanti...Al prossimo capitolo torniamo alla nostra Bella...più che altro al risveglio di Bella! muahahahaha  

 

 

 

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Capitolo 20
*** Partenza anticipata ***


d

Ciao a tutti!! allora lo so che mi sono fatta attendere per questo capitolo e so che forse ne rimarrete delusi ma ho deciso di dividerlo in due parti perchè penso che il prossimo che sarà dal POV di Edward meriti un capitolo tutto suo così ho preferito lasciare così il capitolo e stupirvi con il prossimo anche perchè vi lascerà con una domanda sulle intenzioni di Edward. Spero di avervi incuriosito! Un bacione

BELLA:


Sapevo benissimo che c'era un ottimo motivo per cui non dovevo aprire gli occhi. Qualcosa in un angolo remoto del mio cervello mi sta lanciano questo segnale ed era meglio ascoltarlo, sopratutto dopo che con un respiro affrettato il mio petto si era scontrato con qualcosa di altrettando morbido e altrettanto...nudo.

Accendo completamente il mio cervello per recepire informazioni dall'esterno e quello che assolutamente non volevo sapere si infrange nella mia coscienza come uno tsunami. Strizzo con forza gli occhi per non avere la tentazione di sbirciare anche solo per un secondo.

Nello stesso momento però una parte del mio cervello era così sopita da apprezzare quel contatto con quella pelle che sapevo essere la sua.

Prendo un altro profondo respiro e come avevo previsto il mio seno viene schiacciato contro di lui, lo sento gemere e lentamente scivolare da sotto le coperte lontano da me, infastidita ma nello stesso tempo imbarazzata da quello che ho fatto mi volto dall'altra parte trascinando insieme a me il lenzuolo che scivola scoprendo la schiena.

Improvvisamente sento il respiro caldo di Edward sulla mia pelle e le sue labbra si posano leggere come un soffio sulla mia spalla lasciandomi un bacio che mi fa sciogliere.

Quando sento la porta del bagno chiudersi mi scopro velocemente per cambiarmi e uscire il più velocemente possibile da quella stanza, con mio grande piacere scopro di aver indosso almeno il perizoma nero, sento lo scrosciare della doccia così prendo una minigonna di jeans e un top rosso senza spalline, saltellando per la stanza metto i sandali e veloce come la luce apro la porta uscendo dalla stanza di tutta fretta. Apro la porta di fronte a me che è la stanza di Rose o Alice ma in questo momento non mi importa mi serve una copertura, mi serve qualcuno al più presto. Apro la porta di scatto ma trovo solo Emmet sdraito nel letto, gli salto praticamente addosso svegliandolo di soprassalto.

-Vieni con me a fare colazione!-gli dico sorridente mentre prendo dei pantaloni da uomo nell'armadio davanti al letto e una qualsiasi maglia, di certo è impossibile che prendo qualcosa di Rosalie visto le differenti taglie; Emmet afferra al volo la maglia bianca sbuffando mentre con l'altra mano toglie le coperte uscendo dal letto.

-Edward dov'è, scusa? Non potevi andarci con lui? Volevo dormire ancora un pò...-barbotta infilandosi i jeans e la maglietta. Sento le guance avvampare e automaticamente abbasso lo sguardo per non essere colta in fallo. Mi serve più tempo per capire che cavolo ho fatto la notte prima. Jasper ha una brutta influenza su di me, sì sì, continuava a riempire i nostri calici con champagne per poi passare ai vari drink.

Avevo trovato un buon segno, se lo si vuole chiamare così, avevo ancora le mutande addosso, so che è una scemata ma per me significava tanto. Non ero andata a letto con Edward Cullen, no. Ma chissà cosa avevo fatto...

-Dai! Ho fame!-lo incito, non voglio ancora incontrarlo.

Si mette degli occhiali da sole per coprire le occhiaie e la domanda sorge spontanea.

-Ne hai un paio anche per me?-

Emmet sorride e va verso il cassetto vicino al letto. Lo apre e ne estrae fuori un portaocchiali dove le chiare lette dorate fanno risaltare il nome di un famoso stilista "Prada".

Senza dire una parola li indosso, Emmet apre la porta del bagno e da una voce a Rose.

-Vado a fare colazione con Bella! Ti aspetto di sotto.-

Chiude la porta e usciamo nel corridoio comune. Non sento nessun rumore provenire dalla stanza e per mia fortuna Edward non è uscito nemmeno per andare in salotto. Prendiamo l'ascensore e andiamo al piano adibito a ristorante, come ieri ci sediamo al nostro tavolo dove troviamo Alice con un grosso cappello nero e degli altrettanto grossi occhiali da sole neri come i miei, sembrava Audrey Hepburn in "Colazione da Tiffany".


Ci sediamo lasciandoci scivolare sulla sedia.

-Come mai così mattinieri?-ci chiede Alice sorseggiando probabilmente del caffè.

-Chiedilo alla signorina qui...è entrata come una furia in camera mia svegliandomi. Se fosse stato per me sarei ancora nel letto.-dice Emmet menttendomi in difficoltà.

-Cosa è successo Bella?-mi chiede Alice atona.

A peggiorare la situazione è l'entrata sul balcone della fonte del mio batticuore, Edward. Si siede con in volto il suo solito sorriso sghembo.

-Già Edward, cosa è successo alla nostra piccola Bella?-chiede Emmet mentre ruba la tazza di caffè dalle mani di Alice che gli molla una calcio sotto il tavolo.

Edward aggrotta la fronte confuso.

-Perchè?-chiede Edward guardandomi, il suo sguardo su di me mi lascia boccheggiante.

-Beh, Bella ha buttato giù dal letto tuo fratello per venire a fare colazione, chiedere cosa è successo tra voi due è del tutto normale.-mormora Alice con un sorriso soddisfatto.

-Ho già spiegato ad Emm che avevo molta fame.-intervengo difendendomi.

-E io ero sotto la doccia...-risponde Edward sostenendomi il gioco, ora le cose sono due: o mi sta reggendo il gioco perchè effettivamente è successo qualcosa tra noi due ieri notte oppure non è successo niente e io mi sto montando castelli in aria per niente.

Il cameriere arriva e iniziamo a fare colazione in un silenzio innaturale. Alice ed Emmet credo che sono ancora mezzi addormentati, Edward immerso nei suoi pensieri a cui avrei tanto voluto aver accesso e io persa a cercare di riprendere i miei ricordi.

-E oggi si parte...-sbotta Alice godendosi gli ultimi raggi di sole di Las Vegas, al nostro ritorno avremmo trovato probabilmente nebbia o peggio ancora pioggia.

Da dietro i miei occhiali da sole posso guardare senza timore Edward, analizzando ogni suo movimento o sguardo e imprimemendo nella mia memoria ogni suo tratto.

-Io ed Emmet partiremo prima.-dice Edward.

-Come mai?-chiede Alice mostrando per la prima volta durante la colazione un minimo segno di interesse o una inflessione nella voce.

-Già! Come mai?-chiede Emmet, anche lui è sorpreso da questa improvvisa decisione di Edward, perchè è questo che sembra, una decisione improvvisa e presa sul momento.

Questo non fa altro che preoccuparmi. Sta per caso scappando?

Maledetto alcool!!

-Ho bisogno del tuo aiuto per un affare a Forks.-risponde Edward non curante di avere tre paia di occhi puntati addosso che lo guardano straniti.

-Va bene.-risponde poco convinto Emmet.

Edward si alza con la scusa di preparare le valige per la partenza, Emmet si alza dopo aver finito un bombolone alla crema che aveva ordinato.

-Quando hai voglia di partire? Oggi è domenica...un paio di orette e possiamo tornare a Forks in giornata così domani non saltiamo manco un'oretta.-trilla Alice che sembra essersi risvegliata.

-Non so. Vedi tu...per me è uguale.-le rispondo facendomi piccola piccola al solo pensiero che sto approfittando di un passaggio che in caso contrario avrei dovuto pagare un bel pò.

Alice mi sorride e mi trascina nella nostra suite.

-Prendi un costume Bella...ho voglia d'abbronzarmi!-

Come mi ha chiesto mi metto il costume mentre noto come le cose di Edward sono sparite dalla camera, non è rimasto niente di lui. Questa cosa mi infastidisce più del dovuto.

-Sono già partiti.-esordisco uscendo dalla mia camera.

-Si, lo immaginavo visto che hanno usato il jet è anche per questo che noi dobbiamo aspettare che il pilota torni indietro per prenderci.-mi spiega Alice mentre insieme a Rose ci dirigiamo nella piscina. Mi metto comoda sullo sdraio e mi metto la solita crema protezione 50 per i raggi che ci sono qui a Las Vegas, l'ultima cosa che voglio è ustionarmi.

 

 

E a mò di scusa vi lascio il mio video nuovo nuovo...Bacioni Mi raccomando lasciatemi qualche commentino!! XD

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Capitolo 21
*** Punizione ***


d < p> 

-

allora ragazzi...io ho provato ad inserire la foto ma già dall'anteprima non me la da! e io è da mezz ora che tiro scemi tutti voi su msn per capire perchè cavolo non funziona! mi sembrava troppo bello saper mettere le foto nel capitolo!! argh! visto ke ho un mal di testa impossibile oggi e vorrei andare sotto una doccia il più presto possibile. Se qualcuno poi nei commenti o direttamente contattandomi su msn (vi ridò l'indirizzo per chi non l'avesse ancora: purelove89@hotmail.it) ne sarei molto grata!< /FONT>

Un bacione XD< /FONT>

Ora vi lascio al capitolo....< /FONT>

EDWARD:


-Io amo questa vita!-dice euforico Emmet strofinandosi le mani mentre io mi affosso sempre di più nel sedile della macchina.

Fuori piove a dirotto e a fatica riusciamo a vedere chi esce dal locale. Stiamo aspettando che Mike esca dal locale Maiki a Port Angeles e le nostre intenzioni sono tutt'altro che amichevoli. Ovviamente Emmet era diventato subito mio complice appena gli avevo spiegato perchè volevo tornare a Forks prima di tutti gli altri.

-Gli farò pentire di essere nato.-esclama trattenendosi a mala pena sul sedile.

-Si pentirà di essersi avvicinato a Bella...-lo correggo mentre la porta del locale si apre un'altra volta e fa la sua comparsa Mike.

Velocemente usciamo dalla macchina, i capelli mi si appiccicano sul viso a causa della pioggia ma in questo momento non mi importa, l'adrenalina è a mille. Emmet cerca di essere il più silenzio possibile mentre vediamo la nostra vittima che noncurante della pioggia cammina lento verso la sua macchina.

-Mike Newton?-chiede Emmet cambiando la sua voce.

-Che cazzo vuo...-

Mike non fa in tempo nemmeno a girarsi per completare la frase che gli arriva un cazzotto da Emmet facendolo voltare. Dopo un pò che lo pestiamo fermo Emmet e mi piego verso di lui che dolorante è steso a terra per evitare di prendere altri colpi.

-Se provi ancora ad avvicinarti alla Swan...la prossima volta non ci fermeremo.-sibilo tirandogli i capelli.

-Vi denuncerò...tutti e due...-dice sputando sangue che per fortuna non intaccano le mie scarpe, con mia sorpresa gli arriva un altro calcio dritto nello stomaco da Emmet per quello che ha detto.

-Denunciaci pure, fallo. Noi racconteremo di come stavi per violentare la Swan.-

A quelle parole il bastardo sgrana gli occhi e si ammutolisce.

-Bene, vedo che hai capito. Ricordati che non vogliamo vederti intorno a lei.-interviene Emmet sghignazzando. Lo lasciamo li e risaliamo sulla mia volvo parcheggiata poco distante, complice la notte nessuno ci ha visti.

Sfrecciamo di nuovo verso casa dove troviamo già le valigie e Jasper che sta facendo la spoletta tra il primo piano e quello superiore.

-Dove siete stati fino adesso?-

La voce di Alice ci arriva forte e squillante, alziamo gli occhi verso le scale e la vediamo in cima alle scale, mani sui fianchi e gambe divaricate come un comandante militare.

-Ci siamo fatti un giro nei dintorni.-rispondo cercando di essre il più naturale possibile.

-E perchè siete tutti e due bagnati come dei pulcini?-chiede Alice non credendo natualmente nemmeno ad una parola di quello che ho detto.

-Volevamo sgranchirci le gambe...sai il viaggio è stato così lungo...-interviene Emmet.

-Sgranchirvi le gambe sotto la pioggia?-chiede dubbiosa Alice e con ragione.

-Eddai Alice! Come sei sospettosa che cosa avremmo dovuto fare!?-le diciamo praticamente in coro salendo le scale. La superiamo e ci dirigiamo verso le nostre camere.

-Grazie ancora fratello.-mormoro prima che entri nella sua stanza.

-E le valigie ve lo ho fatte portare su da Jasper!-grida Alice contro le nostre porte.

-Grazie!-rispondiamo in coro.

Vado nel mio bagno personale e inizio a spogliarmi dai vestiti che mi sono rimasti appiccicati addosso come se fossero una seconda pelle e apro il getto dell'acqua calda, pensare che poche ore fa potevo essere ancora a Las Vegas godendomi i raggi del sole e...la compagnia di Bella.

Non potevo però rimandare. Era meglio farlo senza gli occhi indiscreti di Jasper o Alice, loro non sanno niente di quello che le è successo. Non sono nemmeno sicuro di volere che loro sappiano cosa le è succeso, è una cosa troppo personale e intima, solo Emmet per ragion di logica sa la verità e questo mi basta. Mi viene da ridere se penso a cosa Alice gli avrebbe fatto se solo sapesse che Bella aveva rischiato così tanto ma sopratutto Rose che si batte in prima fila in Italia contro le molestie casalinghe sulle donne.

Mi butto sotto il getto d'acqua cercando di distendere i muscoli di tutto il corpo, esco dalla doccia e con l'accappatoio ancora addosso mi butto sul letto. Svogliatamente prendo la sveglia per regolarla ad un'ora decente per domani, anche se vorrei saltare scuola ma il pensiero di privarmi ancora di Bella mi infastidisce. La mattina arriva più velocemente del previsto, la sveglia si sintonizza sulla prima stazione pulita che trova.

Alla radio stanno dando un gruppo che apprezzo molto i Kings of Leon, lascio che continui a suonare mentre mi preparo per andare a scuola.


Stranded in this spooky town

Stoplights are swaying and the phone lines are down

This floor is crackling cold

She took my heart, I think she took my soul

With the moon I run

Far from the carnage of the fiery sun


Mi lavo bene i denti e cerco di dare una forma decente ai miei capelli che proprio non vogliono stare giù. Prendo una maglia grigia con una stampa sul davanti e un paio di jeans.

Gli altri sono in cucina che stanno facendo colazione ancora mezzi addormentati, li saluto velocemente e vado verso il garage dove prendo la volvo.

Proprio non me la sento di mangiare qualcosa. Arrivo al parcheggio nella scuola e chiudo gli occhi pizzicandomi con due dita il naso.

Dopo un pò sento bussare al finestrino della macchina, con occhiata glaciale guardo mia sorella che sorridente vuole aprire la portiera.

-Forza pigrone!-mi dice tirandomi giù a forza dalla macchina, faccio in tempo a prendere la tracolla con dentro i libri quando la mia vista viene completamente bloccata. Le mani di qualcuno mi coprono la visuale ma nel tentativo il mio "aggressore" si appoggia completamente sulla mia schiena.

Mia cara Bella ti ho avuta addosso una notte intera, pensi che non ti riconosca?

-Bella.-dico sorridendo togliendo le sue mani dagli occhi. Mi volto e vedo il suo viso abbastanza imbronciato.

-Come hai fatto?-mi chiede con il muso.

-Fatto cosa?-

-A riconoscermi...-mi risponde mentre ci avviamo verso le scalinate per raggiungere l'edificio scolastico. Mi fermo un attimo sul gradino e lei che è su un gradino più alto rispetto al mio mi guarda confusa.

-Credimi...non lo vuoi sapere.-le rispondo mentre la vedo diventare tutta rossa. Allora qualcosa ricorda...mi chiedo solo cosa ricorda. La supero salendo i gradini, senza dirmi una parola continua a camminare al mio fianco, mi permetto di guardarla liberamente tanto so che non solleverà il suo sguardo su di me.

La accompagno fino in classe dove ci sono già alcuni ragazzi che hanno preso i loro posti a sedere tra cui anche Mike Newton che fa sfoggia di un occhio nero e un taglio al labbro inferiore, gli è andata piuttosto bene dopotutto. Bella si irriggidisce all'entrata della classa ma con un mivomento lento ma fluido la conduco verso il suo posto, passando batto con il palmo della mano sul banco di Newton spaventandolo.

-Come va Newton?-gli chiedo con tono sarcastico mentre lo vedo irriggidirsi e stringere i pugni per contenere la sua rabbia.

Bella si siede guardandomi a bocca aperta.

-Mi raccomando Mike. Lontano da Bella, lontano da me.-mormoro al suo orecchio con tono minaccioso. Lui sembra afferrare il concetto e si sposta nel banco in prima fila. Quando sono sicuro che da li non si muoverà mi siedo accanto a Bella che mi guarda perplessa.

-Cosa c'è?-le chiedo portandole dietro all'orecchio una ciocca di capelli.

-Che cosa hai fatto a Newton?-mi chiede sospettosa.

-Niente. Gli ho detto solo di starti lontano.-mormoro accarezzando con i polpastrelli il suo braccio lasciato scoperto dalla maglia a mezze maniche. Il professore entra così io esco dalla seconda entrata sul fondo della classe.

Ammetto che forse non è stata una buona idea, sopratutto dopo aver visto il volto di Bella appena ha intuito che io potessi avere a che fare con lo stato pietoso in cui era ridotto Mike ma nonostante tutto non riesco a pentirmi di quello che ho fatto, se lo meritava quel porco vile che chiamano Mike.

Bella è una persona così...così....

-Cullen! Sei in ritardo!-mi ammonisce il professore appena metto un piede nella classe. Faccio spallucce e mi siedo nell'unico banco vuoto che è anche quello accanto a mia sorella che se ne infischia della lezione leggendo una rivista di gossip.

-Ho visto Mike...-mormora continuando a sfogliare la rivista e senza dare un peso rilevante alle sue parole, sembrano parole buttate li a caso ma so che sospetta di noi, è mia sorella dopotutto se non mi conosce lei chi lo fa?

-Ah sì?-ribatto mettendo un quaderno sul banco e iniziando a scarabocchiare su un bordo.

-Sì.-risponde secca senza aggiungere altro.

-Devi dirmi qualcosa Edward?-mi chiede dopo aver fatto passare un pò di silenzio.

-No.-

-Per qualsiasi motivo l'hai fatto...-inizia a dire Alice tenendomi sulla corda anche se non lo do a vedere- hai fatto bene.-

Le sorrido e seguiamo il resto della lezione in silenzio.

 

E adesso avete scoperto il motivo della partenza anticipata. So che ci potrà essere qualcuno che sarà contro la mia scelta di risolvere la questione in questo modo ma una lezione qualcuno gliela doveva pur dare, insomma si è intrufolato in casa di Bella con il chiaro intento...beh...l'avete letto e poi voleva approfittarsi di lei a quella serata a Las Vegas. Direi ke i due fratelloni hanno fatto bene! Vi ringrazio immensamente per i commenti che mi lasciate e vorrei complimentarmi con gamolina che ha intuito subito le mie intenzioni! Grazie mille ancora  XD   Tanti bacioni vale

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Capitolo 22
*** E se non fossi abbastanza per lui? ***


PRIGIONIERA

 BELLA:


Con non poca fatica mi alzo dal letto, maledetta scuola. Alla fine sono andata a dormire tardissimo perchè dovevo fare la lavatrice mentre Charlie praticamente eseguiva il suo interrogatiorio alla "sono tuo padre e anche un poliziotto...se mi menti lo verrò a sapere"; Charlie non si può lasciarlo solo nemmeno per un week-end, ma dico io! Gli uomini quanto si sporcano in così poco tempo?

Lasciando perdere questo pensiero, non mi voglio rovinare già la mattina, urto su un altro pensiero ancora più scomodo: Edward. Ancora non capisco perchè se ne sia andato e non ci abbia aspettato a Las Vegas. Cosa aveva da fare di così importante?

Apro l'armadio e fortunatamente al primo colpo becco dei vestiti che mi piacciono, di solito al mattino sono più schizzinosa, va beh...alla fine tiro fuori un paio di pantaloni neri con le tasche che danno un pò all'esterno e una maglietta viola, al tutto ci abbino delle ballerine color panna e una borsa bianca con delle grinze che inizio a riempire solo dei libri strettamente necessari. Vado giù in cucina e bevo una tazza di latte freddo al volo per guadagnare tempo visto che oggi sono più in ritardo rispetto agli altri giorni ma prima di uscire vedo appoggiato vicino alle chiavi della macchina il mio braccialetto preferito fatto di grosse pietre di bigiotteria viola, "perfette per completare il mio completo" penso afferrandolo al volo.

Esco e in pochi minuti mi ritrovo nel parcheggio della scuola. Vedo Emmet, Rosalie e Jasper salire le scale per andare già in classe mentre Alice bussa al vetro di una macchina sorridendo. Non c'è bisogno di sapere chi è seduto dentro la volvo argentata.

Chiudo la portiera e mi fiondo letteralmente su di lui soprendendolo alle spalle, li copro gli occhi con le mani, mannaggia quanto è alto!

-Bella-dice stupendomi, come diavolo ha fatto? Potevo essere chiunque! Si volta e sorride probabilmente della mia faccia arrabbiata.

-Come hai fatto?-gli chiedo facendogli il muso.

-Fatto cosa?-dice ridendo.

-A riconoscermi...-gli rispondo mentre iniziamo a salire i gradini della scuola, con la coda dell'occhio lo vedo fermarsi visto che è solo di un gradino più in basso di quello dove mi trovo io in questo momento.

-Credimi...non lo vuoi sapere.-mi risponde ma con quel sorriso sghembo che mi fa subito avvampare poi un pensiero, che cavolo è successo domenica mattina? Lui evidentemente non era perso nell'alcool quanto lo ero io perchè quel sorrisetto è quello di una che la sa lunga ma soprattutto che sa cose che l'altra persona non sa. Abbasso automaticamente lo sguardo per non farmi tradire dai miei occhi che sono troppo espressivi per i miei gusti.

Mi supera e senza dirmi niente mi accompagna fino dentro in classe. Un banco davanti a quello in cui di solito mi siedo io vedo Mike e subito mi si mozza il respiro in gola, di lui mi ricordo di sicuro, Edward mi spinge dentro in classe scortandomi fino al mio banco, io accellero il passo il più possibile per superare Mike che sembra avere un occhio nero e un taglio sul labbro ma non voglio soffermarmi molto sul suo volto, non lo voglio proprio vedere! Edward invece rallenta e sento battere qualcosa sul banco, mi volto sgranando gli occhi mentre lo vedo parlottare con Newton che un attimo dopo si alza e va ad occupare il primo banco lasciato libero.

Con un movimento fluido si siede dove dovrebbe esserci il mio compagno di banco e mi guarda tranquillo.

-Cosa c'è?-mi dice mentre le sue dita si allungano verso di me per mettere a posto la solita ciocca che sfugge al mio controllo ogni mattina.

-Cosa hai fatto a Newton?-gli chiedo assottigliando le palpebre. Forse c'entra lui con quell'occhio nero che sfoggia Mike?

-Niente. Gli ho detto solo di starti lontano.-mormora abbassando lo sguardo così fisso anche io il punto dove le sue dita entrano in contatto con il mio braccio ma subito il mio paradiso personale viene interrotto dal professore. Edward fa roteare gli occhi verso l'alto sbuffando ed esce dalla seconda porta che si trova proprio in fondo la classe.

Appena finisce la lezione scappo fuori come se la classe fosse piena di ragni e seguo le altre lezioni che per fortuna prevedono l'assenza di Mike.

Mi rilasso e cerco di seguire le lezioni in qualche modo ma i contiui mormorii non cessano; notizia numero uno che praticamente tutta la scuola deve venire a sapere: la festa per il compleanno di Rosalie a Las Vegas è stato un completo successo e si pensa che nessuno potrà mai battere una simile festa, notizia numero due è...chi ha picchiato Mike Newton?

Beh...a questa domanda avevo alcuni indizi primo fra tutti il comportamento di Edward nei confronti di Mike. O ci stava particolarmente godendo che qualcuno finalmente gli avesse dato una lezione o l'improvvisa partenza del giorno prima da Las Vegas aveva l'unico intento di essere una spedizione punitiva nei confronti di Newton.

Guardo di sotecchi la sorella di Edward che si lima le unghie tranquillamente in classe, chissà se lei ne sa qualcosa di questo? Mi faccio per avvicinare senza farmi troppo beccare dal prof ma come era ovvio vengo richiamata.

-SWAN!-

-Mi scusi professore...-mormoro tornando in una posizione composta e da santarellina.

Improvvisamente la tasca dei miei pantaloni vibra.

Chi cavolo mi manda messaggi a ques'ora?


Da: Jacob

Testo:

Saltiamo scuola? Sono qui fuori...


Sorrido e rimetto il cellulare al suo posto, appena il professore si volta mi alzo abbastanza da poter vedere chi c'è nel parcheggio e come mi aveva detto Jacob è appoggiato sulla moto che mi aspetta. Riprendo il cellulare e gli scrivo che finisco almeno questa lezione tanto mancano solo cinque minuti.

Appena la campanella suona saluto Alice e come se fossi una ladra esco fuori dalla scuola dirigendomi verso Jake che mi accoglie con un sorriso smagliante.

-E' tutto il week end che ti cerco Bells!-dice mettendomi il broncio.

-E' questo il modo di salutare?-gli dico mettendomi sulla sua moto.

-No.-ammette sorridendomi.

Sale anche lui e mi porge il casco.

Sotto gli occhi di alcuni dei primi anni usciamo fuori dalla scuola e dalla direzione che prende capisco che ci stiamo dirigendo verso La Push.

Appena arriviamo capisco il perchè è venuto a prendermi a scuola, festa in spiaggia!

-Non ho neanche il costume!-sbuffo scendendo dalla moto.

-Emily ne avrà sicuramente uno anche per te.-mi risponde alzando gli occhi al cielo.

-Sai che se ci becca mio padre darò tutta la colpa a te....-gli dico saltando il muretto e dirigendomi verso Emily che fa le moine a Sam.

-Ciao Bella!-mi saluta calorosamente.

Si avvicinano un pò tutti per salutarmi e poco dopo mi ritrovo da sola con Leah sedute sulla spiaggia a guardare in lontananza l'isola di St. James. Alla fine non avevo chiesto un costume perchè avevo capito che c'era qualcosa che turbava Leah e visto che è una delle mie amiche a La Push voglio indagare.

Prende un sassolino dalla spiaggia e lo butta lontano.

-Cosa c'è che non va?-le chiedo mentre automaticamente i suoi occhi guizzano dietro di me, mi volto lentamente e vedo quello che la fa stare male. Sam sta giocando con Emily e si capisce che è preso da lei, quando mi volto mi specchio nei suoi occhi che mi guardano spenti.

-Guardami...-dice allargando le braccia.

Io la guardo e l'unica cosa che vedo è una bellissima ragazza, dal carattere forte e forse a volte è questo che la mette in una posizione scomoda con i ragazzi.

-Leah...-dico sospirando, questo discorso l'abbiamo già fatto tante volte, ogni volta che sua cugina per un motivo o per un altro passava quasi tutti i week end insieme a lei a La Push.

Forse questo festino inaspettato era stato ideato proprio perchè c'era Emily.

-E se non fossi abbastanza per lui?-mi chiede sconsolata.

-Lui non è abbastanza per te! Non riesce a vedere che tesoro si può trovare tra le mani, non merita le tue attenzioni, sopratutto dopo aver visto che rivolge le sue attenzioni verso quell'oca di tua cugina.

-Forse hai ragione.-mi risponde sorridendo.

Jake si piazza davanti a noi con le mani sui fianchi.

-E voi due signorinelle cosa ci fate qui?-ci chiede ma con uno scatto prende per la vita Leah e se la mette su una spalla.

-Jake!! LA SCOLLATURA!!-urla Leah mentre Jacob se la ride di grosso. Si ferma un attimo pensieroso e poi si gira per farmi vedere meglio il volto di Leah che è un pò nascosto dai suoi folti capelli castani.

-Si vede abbastanza?-mi chiede Jake. Leah mi guarda con le lacrime agli occhi per il ridere e appena Jacob si rivolta verso di me gli faccio un ok con le dita.

-Bene! Andiamo a mostrare la mercanzia così ti trovo il ragazzo!-esclama Jake portandola via e avvicinandosi al gruppetto. Mi alzo e mi tolgo la sabbia dai pantaloni. Mi guardo intorno e d'un tratto mi sento come se volessi essere in tutt'altro posto.

Prendo il cellulare e rispondo ad un messaggio di Alice.


A: Alice

TESTO:

Non ti preoccupare sono a La Push con degli amici.


Aspetto qualche minuto e subito mi risponde.


DA: Alice

TESTO:

Dimmi dove sei. Imposto il navigatore e arrivo.


Le do tutte le informazioni necessarie per raggiungere la spiaggia.

Leah sta urlando ancora contro Jake che sghignazza per la situazione.

-Allora hanno apprezzato il balcone della nostra Leah?-mormoro a Jake facendomi sentire solo da Leah che avvampa di vergogna.

Jacob si fa pensieroso tanto che si mette un dito sopra le labbra e guarda in alto.

-Beh...direi che ci sono buone possibilità di accasarla entro al massimo un mese!-esclama Jake convinto.

-Perchè te la prendi sempre con me? C'è anche Bella!-si lamenta Leah.

-Ma con lei non c'è gusto! Tu sei più combattiva!-risponde Jacob ma una mia gomitata lo fa piegare in due.

-Ho capito il concetto...-dice parandosi la pancia da altri mie colpi.

-L'importante è quello....-rispondo facendogli la linguaccia.

Sorride divertito.

-Adesso ci puoi dire dove sei stata per tutto il week-end?-mi chiede Jacob sedendosi su un ramo messo di traverso sulla spiaggia.

-Las Vegas.-rispondo mentre vedo i miei due amici sgranare gli occhi.

-CHE COSA?-urlano in coro.

-Beh...era il compleanno di una amica di scuola e lei lo voleva festeggiare li così...-

Non mi lasciano nemmeno finire la frase che subito iniziano a chiedermi vita, morte e miracoli su questi miei nuovi amici.

-Saranno stracarica di soldi sti qua!-commenta Jacob passandosi una mano tra i capelli.

Annuisco un pò imbarazzata, non mi piace parlare di soldi sopratutto se sono degli altri.

Un clacson di una macchina ci fa voltare, una bmw rossa fuoco fa bella mostra di sè sul ciglio della strada. La macchina di Rose.

-Ora devo andare. Ci vediamo.-dico mentre vedo i miei due amici con le bocche praticamente a terra per lo stupore. Sento i miei amici fischiare per la macchina e per un attimo mi vergogno di loro.

-Carini i tuoi amici!-trilla Alice facendo manovra per tornare indietro verso Forks.

-Grazie che mi sei venuta a prendere.-le dico timidamente.

-Non ti preoccupare. Per te...di tutto!-esclama sorridendomi.

-Però non sparire più così...ci hai fatto preoccupare!-mi dice Alice mentre cambia stazione alla radio con rapidi gesti.

Mentre ascoltiamo in silenzio la radio la mia mente si riempie di mille domande, anzi, si riempie delle frasi che ha detto Leah. In un attimo il mio buon umore si va a far benedire.

E se io non fossi abbastanza per lui?

E se non fossi abbastanza per Edward Cullen?

 

Ma CIAOOOOOOO!! come state? Allora premetto che siete semplicemente fantastici...apprezzo moltissimo tutti i vostri commenti e sono contenta di sapere che vi siete appassionati alla storia! Probabilmente sarete un pò delusi da questo visto che si vede pochissimo il nostro Eddy ma al suo posto Jacob ma dai...non si è comportato male, no? Cmq anche se è di transizione spero che vi piaccia lo stesso! XD

E adesso ho una sorpresina per voi, ne faccio una più del diavolo...cmq...qui sotto potete vedere come sono vestiti i principali (diciamo così) protagonisti del capitolo. Che ne dite? vi piace come idea? l'ho creato appositamente per il capitolo, almeno avete un'idea ben precisa di come sono vestiti. Io la trovo un'idea carina ma come al solito mi rimetto al vostro giudizio!

Un MEGA BACIONE  A TUTTI QUANTI!!

 


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Capitolo 23
*** Sei cotto ***


d

EDWARD:

Sono seduto tipo da un'ora davanti a questo maledetto libro ma non riesco a farmi entrare in testa niente, ho riletto la pagina circa una quindicina di volte o forse di più ma ogni volta che provo a concentrarmi non ci riesco perchè la mia mente è troppo occupata a metabolizzare le parole di mia sorella.
"Uhuh! Dovevi vedere che ragazzo! Sembravano molto in confidenza..."
Appena era tornata a casa Alice mi aveva fatto il resoconto completo di tutto quello che aveva visto quando era andata a prendere Bella sulla spiaggia. Il piccolo folletto però si era dimostrato inutile visto che non aveva fatto nemmeno una domanda per chiarire la situazione. Sarei dovuto andare io a prenderla...
Bussano alla porta e nello stesso istante parte una musica dal salotto, Alice e Rose si alzano dalla cucina visto che erano con me a studiare e appena arrivano in salotto si mettono a ridere a crepapelle, io che sto andando verso la porta dell'ingresso non riesco a vedere cosa diavolo sta succedendo.
Bella è l'ultima persona che mi aspetto di vedere sulla porta d'ingresso.
-Ciao!-mi saluta sorridente poi la sua espressione cambia e i suoi occhi si indirizzano verso il salotto dove le risate di mia sorella e Rose quasi sovrastano la musica.
-Cosa sta succedendo qui?-mi chiede lasciandola entrare in casa, subito ci dirigiamo da dove proviene la musica e quello che vediamo ci lascia totalmente a bocca aperta.
Mio fratello e Jasper stanno eseguendo un vero e proprio spogliarello per Alice e Rosalie che stanno sedute sul divano e se la ridono di gusto.
Quei due scemi si sono vestiti proprio come veri professionisti d'alto borgo, camicia bianca con tanto di cravatta nera e occhiali da sole. Si stanno togliendo pezzo dopo pezzo sotto gli incitamenti di Rose e mia sorella.
Povero genere maschile...
-Nudi! Nudi! Nudi!-urlano Rose e Alice. Mia sorella poi si volta e chiama Bella che non se lo fa ripetere due volte e scavalca da dietro il divano per mettersi in mezzo a loro due. Mio fratello e Jasper che sono rimasti a torso nudo, iniziano a slacciarsi i pantaloni facendo intravedere le loro ridicole mutande, almeno per quanto riguarda mio fratello visto che sono verdi e una mano con l'indice alzato e un bell'uno stampato sopra.
-Eh no!-dico avanzando ad ampi passi. Prendo per la vita Bella e la sollevo fino a farla ruotare per caricarla sulla spalla.
-Edward!-si lamenta mentre con una mano tiene giù la gonna per non mostrare più del necessario, sghignazzando me la porto via in cucina dove la lascio sulla sedia davanti alla mia dove prima stava Rosalie.
-Oddio che ridere!-dice Bella piegandosi in due con le lacrime agli occhi.
-Siete fenomenali!-continua ridendo.
La sua risata mi travolge instantaneamente, è così bello vederla ridere.
Quando si calma si alza e mi viene vicino sedendosi sulle mie gambe per guardare il libro che precedentemente stavo guardando.
-Che cosa stavi studiando?-mi chiede spostandosi in avanti e qui il mio amichetto si risveglia.
"Sempre nei momenti più sbagliati!"
Si sistema meglio sulle mie gambe e inevitabilmente viene a contatto con la mia eccitazione trattenuta da i miei pantaloni, so che l'ha sentita ma fa finta di niente.
-Ehm...geografia.-rispondo e sento la mia voce roca mutata dal mio amichetto al piano inferiore.
-Bella l'Italia...è da qui che vieni, vero?-mi chiede mentre sfoglia velocemente le pagine.
-Già...-le rispondo spostandomi in avanti e provocando un altro contatto tra di noi che stavolta perdura. Sento che trattiene il fiato e inarca leggermente la schiena, le sposto tutti i capelli sulla destra e mi appoggio alla sua spalla per vedere la pagina che sta guardando.
-Più precisamente da qui...-mormoro indicando la Toscana.
Sento le pagine girarsi ma non è quello che mi attrae, annuso il profumo dei suoi capelli e sfioro la linea del suo collo con la punta del naso. Il mio amichetto apprezza, apprezza molto tanto che sento che tra poco i miei pantaloni potrebbero scoppiare.
Bella si volta e i nostri sguardi si incatenano, i suoi occhi sono liquidi e le guance arrossate, semplicemente una visione, per un attimo mi ritorna in mente il week-end a Las Vegas, il suo seno schiacciato contro il mio petto. Quanto vorrei...
Merda. Merda.merda.
Ma quanto sono coglione? Non è che mi aiuta a far passare l'eccitazione con questo pensiero su di lei. La musica finisce e mia sorella entra in cucina ridendo insieme a Rose.
Porca puttana, sono arrivate  e io ho in corso una mega erezione.
-Abbiamo interrotto qualcosa?-chiede Rose guardandoci di traverso.
-No. Affatto.-rispondo velocemente. Alice prende un bicchiere e lo riempie d'acqua.
-Mi stava facendo vedere da dove venite...-dice Bella.
-Ah sì?-chiede Rose sedendosi di fronte a noi, evidentemente non ci crede molto a quello che abbiamo detto.
-Non sapevo che avete una famiglia reale in Italia.-commenta Bella facendoci irriggidire tutti, a mia sorella scivola il bicchiere tra le mani mandandolo in frantumi per terra.
Bella si alza velocemente per aiutare a mettere a posto proprio come Rosalie, io ne approfitto per scappare in camera mia e farmi passare l'eccitazione.
Appena mi siedo sul letto sento bussare alla porta.
E che cazzo!
-sì?-urlo senza aprire la porta.
-Posso entrare?-
Bella. Cacchio! La causa della mia erezione è fuori dalla mia porta. Benissimo.
Prendo il primo libro che mi capita a tiro e mi sdraio sul letto appoggiando il libro sul rigonfiamento dei pantaloni per far in modo che sembri che stavo leggendo.
-Entra pure!-
Bella entra sorridendomi, chiude la porta alle sue spalle e con una corsetta si lancia sul letto facendomi sobbalzare su e giù. Si sdraia e i miei occhi guizzano sul suo petto che va su e giù per il respiro. Che stronzo maniaco che sono diventato.
Ogni cosa, tutto di lei mi attrae.
-Perchè sei scappato?-mi chiede sdraiandosi a pancia in giù e guardandomi.
-Non sono scappato.-sbotto.
Solleva un sopracciglio visto che non la bevo nemmeno io questa balla.
-Cosa stavi leggendo?-mi chiede rivolgendo il suo sguardo verso il mio libro.
Cazzo. Cazzo. Cazzo. Non mi ricordo nemmeno cosa stavo leggendo. Solleva la mano e alza il libro distaccandolo da poco di me ma inevitabilmente entra in contatto con la stoffa dei jeans facendomi sussultare. Sghignazza e lancia il libro in fondo al letto, scivola verso di me e cattura le mie labbra mordendomi il labbro inferiore. Sorride sulle mie labbra e alza la mia maglia per introfulare la mano sotto i jeans e i boxer toccandone la punta. Un gemito mi esce dalle labbra, lei lo prende per un chiaro invito così si mette a cavalcioni sopra di me baciando la pelle scoperta da lei precendentemente dopo aver alzato la maglia e inizia a baciarmi il petto mentre mi slaccia velocemente i jeans e li abbassa un pò insieme ai boxer. Bacia la punta del mio membro per poi avvolgerlo interamente nella sua bocca muovendola ritmicamente. Gemo e automaticamente una mia mano si intrufola tra i suoi capelli attraendola di più verso di me, quando sento la punta del suo naso sfiorarmi la pelle un gemito più alto rispetto agli altri fuoriesce dalla mia bocca. Quando arrivo al punto di non ritorno la sposto e vengo sul lenzuolo.
Mi sorride e si alza dal letto abbassandosi la minigonna che data la sua posizione precedente si era alzata leggermente.
-Adesso puoi tornare sotto con gli altri...-dice uscendo fuori dalla stanza sorridendomi maliziosamente.
DIO! Io quella me la sposo!
Mi pulisco e torno di sotto come suggerito da Bella. Guardo in cucina ma non c'è nessuno così mi dirigo verso il salotto dove stanno guardando qualcosa in tv.
-Lo sapete vero che dopo di questo non riuscirò più a guardarvi negli occhi, vero?-dice Bella ridendosela alla grande guardando Emmet e Jasper.
-Bellina ti devi fare l'abitudine! Noi siamo gente espansiva!-ribatte Emmet.
Tutti si mettono a ridere e io con loro.
-Oh! Ecco il grande capo!-dice Jasper sghignazzando.
Alice è praticamente sdraiata su Emmet e Jasper che sono seduti intenti a guardare qualche programma in tv, Bella e Rose sono sedute su due poltrone diverse.
-Dai alzati!-dico a Bella, lei si alza con sguardo malizioso, prendo il suo posto e l'attraggo nuovamente a me facendola sedere su di me. In silenzio guardiamo un programma su E!, un programma sulla parabola, non pensavo neanche che avessimo la parabola ma non riesco a concentarmi sulla tv visto che Bella si muove maliziosamente su di me così per vendicarmi, diciamo così, inizio ad accarezzarla sulle gambe lasciate nude iniziando dalla caviglia fino al ginocchio, così per tre/quattro volte poi inizio la mia scalata, guadagnando a ogni carezza centimetro su centimetro fino ad arrivare al bordo della sua minigonna. Con un movimento lento avvicina la sua bocca fino al mio orecchio e morde delicatamente il mio lobo, il rigonfiamento nei pantaloni si fa vivo un'altra volta. Merda.
-Che cosa hai intenzione di fare Mr.Cullen?-mormora con voce roca al mio orecchio.
-Niente che non apprezzeresti...-ribatto allungando di più le mie dita sotto la gonna.
Si avvicina alle mie labbra e sorride.
-E' meglio che vada adesso.-dice ad alta voce alzandosi di scatto.
Saluta tutti e si avvia verso la porta, anche io scatto in piedi per raggiungerla alla porta.
-E mi lasci così?-mormoro mentre la guardo mettersi il giubotto.
-Sì.-risponde decisa mentre apre la porta di casa, la blocco prima che possa essere completamente fuori di casa.
-Vuoi uscire insieme a me?-le chiedo vomitando letteralmente le parole. Lei si volta guardandomi confusa.
-Beh, praticamente abbiamo fatto l'incontrario di come si fa di solito ma credo che possa andare...-mi risponde mentre si allaccia i bottoni del giubotto.
Mi sento come un ragazzino davanti alla prima cotta, insicuro e tremendamente impacciato. Patetico.
-Ok, domani alle otto?-le chiedo cercando di mostrarmi il più possibile sicuro ma con scarsi risultati, non mi riconosco nemmeno più.
Mi sorride, mio schiocca un bacio sull'angolo della bocca e se ne va.
Rimango ancora un attimo confuso sulla soglia di casa guardando il suo pick-up prendere vita e uscire percorrendo la strada che la porterà sulla strada principale. Mi tocco le labbra ancora incredulo di quello che è successo in così poco tempo ma sopratutto improvvisamente.
-Sei proprio cotto Edward...-commenta mia sorella andando in cucina.

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Capitolo 24
*** Phoenix ***


PRIGIONIERA

EDWARD:


Mai sono stato così contento di svegliarmi la mattina e di andare a scuola e quando dico mai è proprio mai. Il cambiamento? Una persona...Bella.

Percorro i corridoi alla sua ricerca ma niente così cerco mia sorella, dovrebbe avere la prima ora in comune con Bella ma proprio quando mi sto per avviare verso la parte sud dell'edificio, è li che di solito mia sorella si dirigeva il martedì mattina, la campanella suona invitandomi ad entrare in classe.

Prendo il mio cellulare dalla borsa e mando un messaggio ad Alice.


A: Folletto

Testo: Bella è con te?


Da: Folletto

Testo: No. Oggi non l'ho vista a scuola.


Aspetto trepidante la fine delle lezioni. Maledetta scuola! Potrei sembre bigiare, sì ma poi chi lo sente mio padre se lo dovesse venire a sapere. Mi blocca il conto in 2 secondi, meglio aspettare che la giornata scolastica finisca.

Più di una volta mi ritrovo a battere il piede freneticamente per l'impazienza ricevendo alcune occhiate dai miei professori a cui a volte faccio perdere il filo del discorso.

A pranzo mia sorella mi guarda con aria soddisfatta e compiaciuta. Più volte le faccio la linguaccia cercando di farla smettere ma pare che questo non faccia altro che farla sorridere.

-Ma che hai oggi Edd?-chiede spazientita Rose.

-Niente, perchè?-ribatto un pò inviperito. Non mi fa affatto bene questa sua assenza.

Magari sta male, ha la febbre, non era molto coperta ieri; e se invece non mi volesse vedere perchè si è pentita di quello che abbiamo fatto?

No. No. No. Non lo sopporterei.

Prendo il mio vassoio e lo sgombro riportandolo alla cuoca della mensa.

Ancora due ore, ancora due misere ore. Mi avvio verso lo spogliatoio maschile dopo aver preso il borsone che avevo messo nel mio amadietto. Indosso i pantaloncini per giocare a basket e la maglia con il logo della scuola che rappresenta un indiano, forse l'hanno tratto per rendere omaggio alla riserva che dista a poca distanza da qui.

Jasper arriva in capo poco dopo di me raggiungendomi con una leggera corsa.

-Ma che ti prende eh?-mi chiede mentre iniziamo a fare streching sotto il consiglio del professore di ginnastica.

-Ma niente!-gli rispondo seccato.

Mi guarda per un attimo in silenzio scrutandomi.

-Non sembra un "niente".-mormora.

-Fate le squadre!-grida il professore. Jasper è il capo di una squadra, Taylor dell'altra della quale dopo poco faccio parte.

Non è che mi concentro molto sulla partita ma il tipo di mia sorella pensa bene di darmi una svegliata con una bella gomitata nello stomaco per tenermi lontano dalla palla. Il professore vede la gomitata e mi fa fare dei tiri liberi per la mia squadra. Sotto gli incitamenti che ignoro dei componenti della squadra faccio canestro per tre volte di seguito facendo vincere la mia squadra nel primo tempo.

Facciamo una pausa così ne approfitto per andare a prendere la bottiglietta d'acqua che avevo lasciato sugli spalti, con mio grande disappunto non la trovo al suo posto.

-Per caso questa è tua?-

Mi volto pronto già ad incenerire il "frega acqua" quando mi ritrovo di fronte la ragazza che il primo giorno mi aveva accompagnato in segreteria.

J...Jess...

-Direi di sì...ma immagino che tu già lo sapessi.-dico strappandole letteralmente dalle mani, lei emette un gridolino. Una parola: oca. Si avvicina lentamente sfiorandomi con l'indice il petto muovendolo su e giù.

-Hai impegni questa sera? Perchè sai...-dice facendosi più vicino fino a raggiungere il mio orecchio– potremmo dirvertirci insieme.-

Faccio un passo per allontanarmi il più possibille da lei. Che troietta, immagino che le manco solo io nella sua collezione e anche mio fratello insieme a Jasper visto che sono certo della loro fedeltà verso le loro ragazze.

Patetica. L'avevo già inquadrata subito il primo giorno e a quanto pare non mi sbagliavo.

-Perchè invece non vai da un'altra parte a scocciare qualcun altro?-le intimo continuando a sorridere, il suo volto cambia immediatamente espressione se prima sosteneva il mio sguardo con un sorriso malizioso ora è infuriata.

Bevo dalla mia bottiglietta e la vedo correre verso le sue amiche che si erano appartate da una parte della palestra ad osservare la scena. Il professore vuole riprendere la partita così ci rimettiamo in campo e giochiamo fino alla fine della lezione. Faccio una doccia veloce e mi cambio altrettanto velocemente, voglio andare subito a casa di Bella.

Saluto mia sorella con un bacio prima che salga sulla Jeep di Emmet e prendo la volvo dirigendomi a casa di Bella. Inizia a piovere, maledetto tempo! Tiro su il colletto della camicia riparandomi sia dal vento che da delle possibile gocce d'acqua che mi possono scivolare lungo il collo e conseguentemente lungo la schiena, è una cosa che odio.

Scendo dalla macchina velocemente e mi rifugio sotto il suo portico, suono il campanello e dopo un paio di minuti un uomo sulla quarantina viene ad aprirmi la porta squadrandomi.

-Posso aiutarti ragazzo?-mi chiede guardingo.

-Ehm, sono un compagno di scuola, mi chiamo Edward Cullen, Bella è in casa?-gli chiedo presentandomi per avere maggiore fiducia visto che nonostante la pioggia sono ancora fuori sul portico dove il vento si abbatte sul mio corpo, per fortuna sono almeno riparato dalla pioggia.

-Ah! Bella non mi ha mai parlato di te, accomodati pure.-mi risponde facendomi entrare in casa spostandosi sulla sinistra per farmi strada.

Rimango fermo accanto alla scala e guardo il padre chiudere la porta.

-Comunque ho da darti una brutta notizia, Bells non è in casa. È da sua madre.-dice il padre strofinandosi le mani.

-Ah-mormoro deluso ma nello stesso tempo capisco che i suoi genitori sono divorziati, non avrebbe mai detto è da sua madre ma con sua madre se fossero andate semplicemente a fare shopping o per una giornata solo madre/figlia.

-Posso avere il suo indirizzo?-gli domando titubante. Si mette a ridere.

-Oh ragazzo! Sua madre vive a Phoenix.-dice continuando a sorridermi.

ok. Non ho la più pallida idea di dove si trovi Phoenix ma è la prima cosa che farò quando vado a casa, mi collego alle mappe di Google e inizio la mia ricerca.

-Posso averlo lo stesso?-gli chiedo, lui sembra acconsentire e prende un foglietto giallo appoggiato vicino al telefono e inizia a scarabocchiare presumibilmente l'indirizzo. Me lo porge un attimo dopo, lo infilo nella tasca dei pantaloni ed esco salutando il padre.

Superando praticamente tutti i limiti di velocità del paese arrivo a casa poco dopo, Alice è sul divano insieme a Jasper mi dispiace intrometterli ma mi serve mia sorella.

-Puoi venire un attimo?-chiedo guardando Alice. Lei mi sorride e si alza seguendomi nel piccolo studio che c'è al primo piano e mi metto al computer sotto il suo sguardo attento che non mi perde nemmeno per un attimo.

-Sai dov'è Phoenix?-le chiedo anche se so già la risposta.

Sgrana gli occhi e scuote la testa in segno di diniego.

Internet si collega in un attimo e inizio la mia ricerca.

-Che cosa stai facendo?-mi chiede Alice portandosi dietro di me per osservare lo schermo.

-Bella è da sua madre.-le rispondo digitando proprio nello stesso istante il paese.

Disgraziatamente noto che è lontano.

-Mi sa che avrai bisogno di un aereo se vuoi arrivare fin la.-commenta Alice guardando insieme a me la traiettoia che dovrei percorrere per arrivvare fino la.

-Penso anche io.-mormoro sbuffando.

-Chiamo James per il jet?-mi chiede sedendosi sulla sedia davanti alla scrivania.

-No, penso che prenderò un aereo di linea come tutti gli esseri umani.-le rispondo.

-Mi fai la valigia mentre io mi occupo dei biglietti?-chiedo iniziando a collegarmi al sito della prima compagnia aerea che mi permette di arrivare a Phoenix il prima possibile.

-Non ti preoccupare, ci penso io.-mi risponde Alice sorridendomi. Esce dallo studio e io inizio a prenotare il biglietto e organizzare il viaggio.

Parto tra 4 ore, farò meglio a spicciarmi. Guardo nel cassetto della scrivania e inizio a guardare ogni passaporto racchiuso nella busta dove li avevamo messi fino a quando trovo il mio che caso vuole è proprio l'ultimo.

-Vai da qualche parte?-mi chiede Emmet entrando nello studio con una fetta di pane e nutella nella mano.

-Phoenix.-gli rispondo controllando i fondi del mio portafoglio ma rassicurandomi del fatto di avere una carta d'oro sempre pronta per eventuali spese fuori programma.

-E ti serve il passaporto? Dov'è? Vuoi che venga con te?-mi chiede incominciando a preoccuparsi leggermente, lo capisco dal tono della sua voce.

-No, rimani qui. Andrò solo io.-gli rispondo uscendo dallo studio per dirigermi nella mia stanza dove Alice sta finendo la valigia.

-Vuoi che ti accompagni all'areoporto?-chiede mia sorella chiudendo la cerniera della tasca principale della mia valigia.

-No, la lascerò li così non vi disturbo quando ritornerò.-dico facendomi un appunto mentale per non scordarmi di pagare il parcheggio per un tempo abbastanza lungo per evitare una multa per il mancato pagamento o peggio ritrovandomi senza macchina per una rimozione forzata per non aver pagato per tutta la durata del soggiorno della macchina. Che sbattimento.

Mi accorgo in quel momento di quanto sono pazzo.

Che cosa sto facendo?

Mi sono subito mosso per andarla a raggiungere in un paese sconosciuto con solo un indirizzo in mano, non ho mai pensato a cosa avrei fatto una volta ritrovato ma non me ne preoccupo in questo preciso momento. Ho il bisogno impellente di vederla e per fortuna le mie condizioni economiche mi consentono di farlo. Probabilmente l'avrei seguita anche se si fosse trovata dall'altra parte del Mondo anche perchè...io arrivavo dall'altra parte del mondo.

-Come farai con la scuola?-mi chiede Emmet rimanendo sulla soglia della mia camera.

-Ci penserò quando torno.-gli rispondo

Prendo la valigia e la trascino per il corridoio fino alle scale dove la alzo per superare i gradini velocemente fino ad arrivare alla porta che da sul garage.

Senza pensarsi su due volte mi avvio verso l'aereoporto. Pago il parcheggio per sette giorni visto che non so esattamente quanto rimarrò a Phoenix, potrei anche ritornare subito visto che come al solito agisco d'impulso, infatti dopo essermi ritrovato ad imbarcare la valigia e a fare la coda per il check-in. Un attimo dopo mi ritrovo seduto al mio posto in trepidante attesa di arrivare a Phoenix. Patetico? Forse un pochino. Forse ho preso qualche droga incosapevolmente che mi ha sballato definitivamente il cervello rendendomi succube dei miei istinti, succube di lei perchè è questo che sono diventato: una marionetta nelle sue mani. Quando mi è successo tutto questo non saprei dirlo.

Qualcosa dentro di me era cambiato, se ne erano accorti i miei amici, la mia famiglia e alla fine c'ero arrivato anche io, mettendoci più tempo rispetto agli altri ma alla fine ho visto quello che gli altri stavano notando già da tempo.

Ho messo da parte lo stronzo e spezza cuori che era tipico di me per una ragazza?

Per Bella?

È questa la domanda che mi attanaglia il cuore e la mente. Il motivo di questo mio cambiamento è per colpa di questa ragazza?

Nel mio cuore so già la risposta a cui avrei dato a questa domanda ed è per questo stesso motivo che avrei voluto che il pilota cambiasse rotta e mi portasse a casa, a Volterra.

Sono disposto a lasciarmi cambiare completamente o è qualcosa che è sempre rimasto sopito dentro di me e che Bella non ha fatto altro che risvegliare?

Mi dirigo con passo incerto e barcollante verso il bagno dell'aereo come se fossi quasi ubriaco e mi chiudo dentro con un gesto secco che in qualche modo rispecchia la furia che sento crescere dentro di me.

Appoggio le mani al lavandino e mi guardo allo specchio che mi rivela la forma del mio viso stanco e un pò solcato da delle occhiaie per la stanchezza e i miei occhi verdi appaiono spenti e senza vita. Sbuffo sonoramente scompigliandomi con una mano i capelli ribelli cercando di dargli un tono che la pioggia ha provveduto ad appiattire.

Esco dal bagno e noto che una hostess mi guarda compiaciuta, il leone dentro di me si rinvigorisce e ruggisce. Le sorrido passandomi la lingua sulle labbra e scrutando il suo viso mentre passa da un lieve pallore ad un rosso acceso. Nella mente il viso di Bella si fa largo nella mia testa dissuadendomi dai miei propositi, le volto la schiena di scatto e vado al mio posto con passo deciso sedendomi e allacciando bene la cintura per non farmi prendere dalla tentazione di tornare indietro e scaricare un pò di energia su quella hostess.

Mentre guardo fuori dal finestrino capisco che la mia reazione è stata solo una chiara provocazione a me stesso per i sentimenti che in questo momento mi stanno turbando.

Tutto è iniziato da una stupida scommessa, fatta per passare il tempo in quella piovosa cittadina dimenticata da Dio. Scommessa fatta da stupidi ragazzini, quali siamo noi, per renderci superiori a quelli che prima consideravo marmaglia. Mi dicevo di essere diverso da tutti quelli che facevano parte del mio mondo, mi ritenevo perfino diverso da Andrea così schiavo del suo ruolo eppure solo adesso capisco di essere così simile a lui. Altezzoso, non curante delle regole solo perchè sapevo di poterle infrangerle senza la minima conseguenza, non mi curavo nemmeno dei sentimenti di quelle che portavo a letto e scaricavo un attimo dopo. Niente poteva scalfire il mio animo così ribelle e così duro, <>, mi ritrovai a pensare.

Mi era entrata dentro, io l'ho fatta entrare per vincere su Alice e alla fine adesso ne sto pagando le conseguenze.Sono su un'aereo, in attesa di vedere lei.

Bene.

Tutti i passeggeri scendono e insieme alle altre persone mi avvio per recuperare la valigia che arriva dopo una buona mezz'ora di attesa. Maledetti aereoporti, forse avrei dovuto seguire il consiglio di Alice e prendere il jet ma forse non avrei riflettuto abbastanza bene immerso nel mio solito mondo fatto di lusso. Mi siedo per un attimo osservando il via vai di gente quasi come se quella sosta mi aiutasse a prendere coraggio di una decisione che avevo preso poche ore prima a Forks.

Adesso si mostrava il vero problema, cosa fare quando mi sarei trovato di fronte Bella?

Per la prima volta mi ritrovo in ansia. Colpa della mia nuova illuminazione?

-Evidentemente sì...-mormoro prendendo la valigia e chiamando un taxi che immediatamente mi aiuta con la valigia. Li porgo l'indirizzo scritto sul biglietto dal padre di Bella e dopo aver armeggiato con il navigatore inizia la sua corsa.

Pago il taxi e osservo la casa che è all'apice di una salita. Bianca posta su due piani, piccola ma graziosa con un giardino ben curato probabilmente dalla mamma di Bella.

Sono ormai le nove quando arrivo davanti alla sua porta.

Busso titubante e poco dopo una donna viene ad aprirmi la porta, è terribilmente simile a Bella, ha preso molto dalla madre. La donna mi guarda incuriosita probabilmente di trovarsi di fronte un ragazzo con tanto di valigia a carico davanti alla sua porta di casa.

-Cara...chi è?-chiede una voce maschile proveniente da una stanza accanto, probabilmente dal salotto vista l'ora.

-Sono Edward Cullen, un'amico di Bella.-rispondo sfoderando il mio sorriso sghembo. Sono un coglione, lo so, ammaliare la madre di Bella ma diciamo che è una cosa innata e inconsapevole. La donna trattiene per un attimo il fiato per poi farmi spazio per farmi entrare, accetto volentieri l'invito trascinando la valigia dentro in casa.

-Bella! Puoi venire giù un secondo!-grida la mamma indirizzando la voce verso il piano superiore.

-Non...beh...non sapevo che aspettasse qualcuno.-dice la donna mordendosi il labbro inferiore, un'altra cosa che ha preso da sua madre?

-Diciamo che è una sorpresa poi...-inizio cercando di scusarmi ma vengo interrotto dalla discesa di Bella. Ha i capelli arruffati, probabilmente li ha fatti asciugare senza il phon visto il caldo che alleggiava anche di notte (totalmente diverso dalla temperatura di Forks) e una camicia da notte lunga fino a metà coscia che inizia a scombussolarmi la mente facendomi vibrare di desiderio.

"Idiota...stai calmo"

-Edward? Cosa ci fai qui?-mi chiede sorpresa Bella bloccandosi a metà della scala.

-Sorpresa.-le dico sfoderando il migliore dei miei sorrisi. Mi guarda stranita per poi posare lo sguardo su sua madre arricciando leggermente il naso come se fosse disgustata.

-E dove alloggi caro?-chiede la madre di Bella inducendomi a rivolgerle l'attenzione.

-Ehm...-dico portandomi una mano tra i capelli- in realtà devo trovare ancora un albergo. Sono appena arrivato a Phoenix.-rispondo mentre dentro di me inizia ad alleggiare una lieve speranza che accetti la mia presenza in casa sua accogliendomi.

-Potresti restare qui se ti accontenti di un divano letto.-dice accogliendo la mia muta preghiera. Le sorrido e in cuor mio ringrazio il mio angelo che per una volta mi ascolta.

Bella mi guarda con gli occhi fuori dalle orbite.

-Bells vai a prendere delle coperte per il tuo amico!-la incita, sbuffa e torna al piano superiore mentre io mi godo la linea flessuosa del suo corpo salire gli scalini fino a scomparire totalmente alla mia vista.

-Io sono Renè, la mamma di Bella mentre...-mi dice prendendomi il cappotto e portandomi verso il salotto dove c'è un uomo seduto placidamente sul divano- lui è Phil, il mio ragazzo.-

La parola "ragazzo" detta da una donna dalla quarantina d'anni suona abbastanza strana ma in quel momento certo non potevo permettermi di iniziare a stilare una lista di contro verso...verso la mia futura suocera?

Che cazzo di pensiero mi è venuto in mente?

Di certo qualcuno mi aveva fatto un bel lavaggio del cervello. Perchè non ero rimasto a Forks? In questo momento vorrei essere da tutt'altra parte.

 

Ciao!! diciamo che non sono pienamente soddisfatta di questo capitolo ma volevo far riflettere Edward su tutta la situazione allontanandolo per un pò dagli altri ma sopratutto da Bella. E cosa c'è di meglio che di un bel viaggio in completa solitudine? spero di aver reso bene i pensieri di Edward ma come al solito mi rimetto al vostro giudizio. Siete fantatici, leggo ogni vostro singolo commento e sono così contenta che continuate a seguirmi...allora non vi annoio! XD A parte gli scherzi...io sto malissimo quando non trovo il tempo per ringraziarvi personalmente, davvero...=( mi perdonate vero? giuro che appena ne ho l'occasione mi metto dietro e rispondo ad ogni commento fatto nel precedente capitolo perchè diciamocelo...siete veramente tanti ma io sono così felice ogni volta che mi ritrovo un vostro commento! =) quindi non smettete! Un bacione vale

PS: Vi lascio un video che spero che vi piaccia...

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Capitolo 25
*** Il tuo lato pazzo ***


PRIGIONIERA

BELLA:


Di certo mai e poi mai mi sarei aspettata di ricevere una notizia del genere, appena avevo terminato la telefonata con mia madre ho scaraventato la lampada contro un muro. Mi dispiaceva solo per Charlie, non si meritava questo comportamento da parte mia. In tutta questa storia ovviamente non riuscivo a non pensare a mio padre; sono ancora convinta che nonostante tutto sia ancora innamorato di lei e questa novità alla fine non era stata altro che un fulmine a ciel sereno.

Phil aveva fatto la fatidica domanda a Renè a cui subito aveva accettato senza remore, quasi vomitavo direttamente nella cornetta. Cosa mi interessava se aveva deciso di sposarsi con quello? Per me era niente, lei era sparita quando ero ancora piccola limitandosi a mandare un biglietto di auguri per le ricorrenze. Non la consideravo mia madre, avevo solo parte dei miei geni in comune con lei.

L'abbandono di una madre è una cosa difficile da mandare giù. Non sono cattiva, sono solo realistica. Mio padre si è dovuto fare in quattro per crescermi, essere un padre single non è affatto facile, per questo molte volte sono stata a La Push, giocando con i bambini di quella riserva. Per fortuna mio padre conosceva la famiglia Black, la famiglia di Jacob, abbiamo trascorso molto tempo insieme sopratutto perchè giocavo insieme alle sue sorelle. Per me Jacob è come un fratello.

Si può dire che ero stata cresciuta un pò da tutti ma come volergliene a mio padre per questo? Non c'è l'ho mai avuta con lui mentre avevo indirizzato tutte le colpe verso Renè.

Renè mi aveva chiesto di partecipare al suo matrimonio e di andare da lei visto che il matrimonio si sarebbe tenuto nel week-end. Io non volevo andare. Charlie mi ha spinto.

Mi ha detto "E se poi te ne penti?" mentre io ero convinta che non me ne sarei mai pentita ma dopotutto era un'ottima occasione per saltare scuola anche se volevo vedere Edward e gli altri, sopratutto dopo come l'ho lasciato.

Charlie mi ha messo praticamente sul primo volo per Phoenix, in mano una valigia fatta la mattina e una carta di credito per qualsiasi evenenzia nel mio portafoglio.

Di certo non avrei mostrato il minimo interesse verso quella pagliacciata. Adesso si sveglia per cercare di riallacciare un rapporto con me? Troppo tardi, decisamente troppo tardi.

-Bella! Puoi venire giù un attimo?-

La voce di Renè mi fa sussultare, è il caso di urlare in questo modo? Se mi voleva poteva anche muovere il culo e fare le scale per venirmi a dire qualsiasi cosa voglia dirmi.

Quando arriva sabato?

Scendo le scale ma mi blocco di colpo quando vedo la persona che mai avrei immaginato di trovarmi davanti. Edward è proprio sull'entrata con una valigia in mano e lo sguardo un pò spaesato.

-Edward? Cosa ci fai qui?-dico vomitando letteralmente le parole. Magari mi sono addormentata e non me ne sono accorta.

-Sorpresa.-dice guardandomi con un sorriso sornione.

ok. In meno di dieci minuti mi ritrovo con Edward in casa, sul mio divano e mia madre che lo bombarda di domande su come ci siamo conosciuti, se c'è qualcosa tra di noi ma sopratutto...perchè non c'è niente tra di noi.

Li lascio parlare lasciandoli da soli mentre mia madre lo aiuta a mettere le coperte.

Che cavolo è venuto a fare qui a Phoenix?

La risata di Renè arriva fino al piano di sopra così con un movimento deciso prendo l'i-pod e mi addormento sotto le note dei Linkin Park.


Non sono affatto abituata ad essere svegliata da un raggio di sole, apro gli occhi infastidita da così tanta luce e immediatamente guardo l'ora. Sono le nove. Mi alzo lentamente maledendo praticamente ogni cosa e mi avvio in bagno per farmi una doccia. Il clima qui è molto diverso da quello di Forks. Fa più caldo ma nel mio guardaroba non ho nemmeno un paio di shorts così quando torno in camera decido di mettere un paio di jeans neri, una maglia grigia con una stampa sul davanti e delle ballerine dello stesso colore della maglia.

Guardo i miei capelli e decido di accendere la piastra per lisciarli, si riscalda e dopo una decina di minuti inizio a suddividere i capelli in ciocche per rendere tutto più semplice e organizzato per risparmiare più tempo.

Tanto ha detto di prenderla come una vacanza no? Mi farò un giro nella città in cui avrei dovuto vivere se solo mia madre mi avesse voluta insieme a lei.

Poi c'era la questione di Edward. Non mi ero comportata molto bene con lui ieri ma era il mio primo giorno qui, un posto in cui non voglio assolutamente stare.

Più tardi gli chiederò scusa.

Scendo giù in cucina, ieri sera non ho cenato per non stare con loro, per fortuna non ha replicato a questa mia decisione ma adesso mi ritrovo con i crampi per la fame. Per maggiore sicurezza metto l'i-pod nelle orecchie e scendo.

Come previsto Renè sta chiaccherando con Edward in cucina.

Non sento una parola e non mi interessa. Prendo l'i-pod e alzo al massimo la canzone di Madonna "Give it to me". È abbastanza forte da far tacere perfino i pensieri nella mia testa.

-Buon giorno.-dico senza nemmeno degnarli di uno sguardo, prendo una tazza pulita e ci verso dentro del latte mischiato al caffè mettendoci dentro un pò di cereali. Poi prendo il tutto e mi siedo sulla sedia più lontana da quella di Renè. Vedo le sue labbra muoversi ma faccio finta di niente e continuo imperterrita a mangiare i miei cereali. Quando ho finito mi tolgo le cuffie e prendo Edward per mano facendolo alzare.

-Vado a farmi un giro in città.-mormoro senza darle il tempo materiale di rispondere.

All'entrata prendo la macchina di Renè e metto in moto, Edward velocemente sale dalla parte del passeggero guardandomi confuso.

-Sono contenta di vederti!-esclamo sorridendogli. Lui mi guarda sgranando gli occhi.

Effettivamente non è che mi sono dimostrata molto felice di vederlo ma dicamo che è come se una parte di Forks mi avesse seguito fino a qui che poi è quello che è successo.

-Non sembrava.-barbotta Edward mettendosi la cintura.

-Scusami.-

-Perchè ti sei comportata in quel modo?-mi chiede guardandomi. Affondo il piede sull'accelleratore raggiungendo in breve tempo la città visto che Renè vive più o meno agli argini di Phoenix.

-Perchè mi andava così...-dico con quasi un tono da bambina viziata.

Mi guarda un attimo sospettoso.

-Quando vorrai dirmi il perchè io sarò qui ad ascoltarti.-mormora, stringo ancora di più il volante sospirando.

-Non sono molto brava con le parole...-mormoro.

-Beh, io sono comunque qui.-mi risponde tirango giù il finestrino dell'auto. Il vento si intrufola nei suoi capelli giocandoci come in questo momento vorrei fare io affondando in quella massa di capelli.

-Giusto...perchè sei qui?-gli chiedo vertendo il discorso su di lui e tirandomi fuori da un discorso che forse avrei voluto condurre ma in un altro momento. Odio stare al centro dell'attenzione, odio questa situazione...odio tante cose in questo momento.

Voglio per un pò evadere da qui e lui è la droga che mi farà sballare.

-Avevo voglia di farmi un viaggetto.-mi risponde stringendosi nelle spalle.

-Certo. È naturale che nel bel mezzo di una settimana scolastica tu prendi un'aereo facendo kilometri su kilometri per poi trovarti casualmente alla mia porta. Normalissimo.-commento ironicamente. Lui sorride ad ogni mia parola.

-Hai inquadrato alla perfezione tutto.-mi risponde stavolta ridendo. Si stiracchia e sento le sue ossa scrocchiare.

-Quel divano mi ucciderà...-mormora stirando anche le gambe.

-Per quanto hai intenzione di rimanere?-gli chiedo guardandolo di sottecchi.

-Finchè sarà necessario.-risponde sul vago.

-Uhm, necessario?-

-E' vero, non mi sono spiegato bene. Rimarrò fino a quando tu mi vorrai in mezzo ai piedi.-mi risponde facendomi leggermente boccheggiare, sento come una stretta nel mio stomaco farsi più pressante ad ogni sua parola.

-Potrebbe volerci tanto tempo allora...-rimbecco guardando la sua reazione.

Sorride immediatamente.

-Come mai sei venuta qui?-mi chiede d'un tratto.

-Renè si sposa.-sbotto mentre cerco di trattenere un conato di vomito.

-Renè?-

-Sì, mia madre.-

Mi guarda confuso. Normale. Non l'ho chiamata mamma. Lei non è mia mamma.

Ha fatto soffrire per troppi anni sia me che mio padre.

-Strano che non ti abbia invitato...-

Attimo di silenzio. Lo dovevo immaginare.

-Mi dispiace...-dico sospirando.

-Perchè? Non mi vuoi?-mi chiede quasi a mezza voce.

-Ti assicuro che in questo momento sei come la mia personale dose di eroina...meno male che ci sei tu!-dico sorridendogli. Mi mordo immediatamente la lingua.

-Quanto mi piace questo lato pazzo di te!-gli dico scompigliandoli i capelli.

È vero. Non sono riuscita a trattenermi, prima o poi lo dovevo fare.


ED ECCOMI QUI MIE CARE RAGAZZUOLE!!

Allora...adesso sappiamo il perchè Bella se ne è andata da Forks (come avete visto solo temporanemanete per fortuna!) comunque le sorprese non sono ancora finite anche perchè mi sono detta..."bene vale...hai fatto male i tuoi calcoli e l'hai fatta partire di martedì (douch!) e adesso devi tenere occupata sia lei che Edward fino al matrimonio...AUGURI!"....già cn la riluttanza di Bella per il matrimonio non la posso nemmeno tenere occupata con gli ultimi dettagli per i preparativi poi...un colpo di genio mi ha fulminato e tutti i miei problemi si sono diradati. Nel prossimo scoprirete chi è il mio piccolo miracolo...che ovviamente voi tutte odierete ma...THE SHOW MUST GO ON!!

Vabbè....ora smetto di parlare che mi sento logorroica in questo momento! Vi ringazio immensamente per tutto l'appoggio che mi date...vedo che la storia vi piace e vi appassiona e questo mi rende felice...

Ora un altro piccolo miracolo...RISPONDO AI COMMENTI!!! oooooo e voi direte:HALLELUJA!!

e io vi rispondo: Sì...ma solo a quelli del capitolo precedente...=P


@hale1843: Ma ciao! Ho sentito la tua mancanza! =) sono contenta che ti sia piaciuto lo spogliarello di Emm e Jazz ma è tutto merito di paie che mi ha dato l'idea! Santa donna! Cmq x Jazz dai...sembrava troppo un generale, diciamo che si sta un pò rilassando (per nostra fortuna!) Fammi sapere se ti è piaciuto il capitolo! Un bacione


@stezietta w: Effettivamente ci poteva arrivare un pò prima...insomma un'aereo per capire che ti piace una persona? Megalomane come sempre!=) kisses


@shasha5:Cosa non si fa per amore, eh? Mi sono fatta un pò aspettare ma spero di aver chiarito i vostri dubbi sul motivo della partenza di Bella. Dimmi se ti è piaciuto! Kiss


@Uchicha_chan: Sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo di Edward. Non ero molto convinta quando lo scrivevo ma quando l'ho riletto mi è piaciuto un sacco! =) dimmi cosa ne pensi di questo! Un bacio


@Piccola Tom: E finalmente eccomi qui a risp...=P nonostante le prime apparenze Bella è molto ma MOLTO felice di averlo li...non so se si è capito! =) spero di aver reso bene la storia passata di Bella con sua madre...avevo dato un indizio nel capitolo della partenza per Las Vegas ma forse non è stato colto...vabbè...dimmi se ti è piaciuto! Kiss


@serve: Ciao! Guarda all'inizio non ero convinta del capitolo su Edward ma alla fine quando l'ho riletto mi è piaciuto un sacco perchè ho cercato il più possibile di scavare dentro a quella crapa rossa! =P Spero di aver chiarito i motivi per cui è andata a Phoenix e tutto il resto! =) un bacio vale


@paie:ma ciaooooooo!! finalmente ci sentiamo anche qui e non solo su msn!XD Piaciuto il capitolo? Spero di sì...un bacione immenso =)


Oltre a queste persone che hanno commentato il capitolo precedente vorrei ringraziare anche...


Goten

ale03

CriPattinson

diddy92

RenEsmee_Carlie_Cullen

erika1975

bigia

adry91

piccola_pokemon

gamolina

Stella Del Sud

LadySile

ellylovestwilight

Sakuno

nanerottola

Synie

Channellina94

Supreme

lisa76

POISONBLOODkaly

midnightsummerdreams

papeete


E tutti voi che mi avete inserito nelle preferite e/o nelle seguite!

Un bacione


qui sotto trovate i vestiti che indossano in questo capitolo Edward & Bella:



e qui il mio video...=P

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Capitolo 26
*** Violentato ***


PRIGIONIERA

BELLA:


Edward non mi ha mai più chiesto niente. Mi ha seguito in silenzio per i negozi per comprare qualcosa di più fresco da indossare per la mia permanenza a Phoenix, mi aveva accompagnato a prendere quelle maledette fedi nuziali trattenendomi dal buttarle nel primo cassonetto disponibile.

Mi era stato accanto cercando il più possibile di non farmi pensare a niente, non una domanda al mio repentino cambio d'umore in presenza di mia mamma. Era molto delicato su questa questione e mi piaceva quello che faceva per me.

Sto bene insieme a lui.

Questo momento fa talmente schifo che non mi riesco a godere nemmeno i baci che do di sfuggita ad Edward perchè sì...mi sono concessa un pò troppe libertà con lui ma non siamo andati mai oltre a un semplice bacio a fiori di labbra. È una cosa che mi fa stare bene, nei momenti in cui ne ho più bisogno lui è li e io mi approprio delle sue labbra.

Sono quei baci fugaci e imprendibili, quelli che si danno ai primi baci. Dolci e senza malizia.

Lui non ribatte in alcun modo e lascia fare, ovviamente io me ne approfitto.

-Isabellaaa...-

Edward inizia a sghignazzare. Sa quanto odio le persone che mi chiamano Isabella ma mai e poi mai vorrò sentire pronunciare "Bella" dalla sua bocca.

-Cosa vuoi?-le chiedo guardando giù dalle scale.

-E' arrivata Kristen...-dice la donna con sguardo raggiante.

-E chi sarebbe?-

-La figlia di Phil, sta con sua madre ma abbiamo intenzione di farla rimanere con noi.-

A quelle parole torno in camera mia e sbatto la porta in modo che si senta per tutta la casa. Edward mi guarda a bocca aperta per lo stupore.

-Cosa è successo?-mi chiede mescolando le carte del mazzo.

Prima della fatidica domanda stavamo giocando a rubamazzo.

-E' arrivata la mia nuova sorellastra...-sbotto cercando di risultare indifferente.

-Carina?-mi chiede provocandomi. Non aspetto altro e in un battito d'ali prendo il cuscino e glielo butto addosso andandogli letteralmente sopra.

Bussano alla porta così mi alzo sbuffando e vado ad aprire, mia madre è sulla porta che mi guarda con sguardo implorante.

-Edward...vieni giù a conoscere Kristen per favore...-chiede in una supplica guardando Ed.

Lui si alza dal letto e mi guarda supplicando il mio perdono. Renè gli sorride e lo prende a braccetto. Li seguo in silenzio giù per le scale fino in salotto dove una ragazza girata di schiena parla animatamente con Phil.

-Kriss...ti presento mia figlia Isabella e il suo amico Edward.-

Kriss o anche ribattezzata: la scostumata.

Appena ha visto Edward gli si sono accesi gli occhi. Quei patetici occhi verdi.

"Se fa un figlio insieme ad Edward è probabile che il bambino abbia gli occhi verdi."

Ma che cazzo di pensieri faccio adesso?

Anche se non lo ammetterò mai ad alta voce è una bella ragazza. Capelli neri e tagliati molto corti che le fanno risaltare i lineamenti del viso.

Certo che però è vestita molto da troia. Ma chi si mette i tacchi alle quattro del pomeriggio? Solo una troia...diciamocelo, ma non è tanto per mettere i tacchi ma le scarpe rosse...dai.....

"sei gelosa."

Zittisco la mia coscienza e la scruto. Kristen inizia ad atteggiarsi per farsi notare da Edward e rendersi scopabile ma per me è e resterà un mocio vileda. Lui capisce al volo le sue intenzioni e se la ride di gusto trovando praticamente tutto esilerante.

Kristen è tutta fighettosa e il mio sguardo cade sul mio abbigliamento. Merda.

Ho una maglia antica di secoli grigio chiaro con su Jimmy Hendrix che suona con la sua chitarra che mi lascia mezza spalla sinistra scoperta e un paio di orribili pantaloni della tuta grigi che mi tagliano a metà il polpaccio, orribile. Merda.

Da dove cavolo salta fuori sta qua? Sembra sputata fuori da una rivista.

"Sì ma di una rivista di basso costo..." sussurra la mia mente mandandomi in un brodo di giuggiole anche se so in cuor mio che non è esattamente così.

-Sarai stanca per il viaggio cara, vorrai rilassarti un pò. Tu e Bella dividerete la stanza.-dice mia madre come se fosse la cosa più naturale del mondo. Io non voglio avere niente a che fare con lei e cosa fa quella squinternata di Renè? Me la mette in camera.

Mando giù il rospo mentre Phil e Renè accompagnano Kristen in camera MIA.

-Stanotte io non dormirò con quella!-sbotto mentre la sento squittire fino al piano di sotto.

-Se vuoi ci dormo io.-mormora attirandomi a lui per i fianchi.

-Se ci provi te lo taglio...e non scherzo.-gli rispondo uccidendolo letteralmente con lo sguardo, lui come al solito tira fuori il suo sorriso sghembo e io come al solito mi riapproprio delle sue labbra per un secondo.



EDWARD:


Per fortuna le attenzione erano manipolate da Kristen.

Bella in qualche modo si sente minacciata dal suo arrivo, ma non per le attenzioni che sua mamma e Phil le stanno dando in questo momento, quanto da quello che potrei pensare di lei. Ovviamente da quale coglione sono stato non è che l'ho rassicurata molto con il " se vuoi ci dormo io...". Diciamo che il mio caratteraccio di merda a volte tornava alla ribalta e nei momenti meno opportuni. Certo però che lei non scherzava dallo sguardo che mi ha dato ma sopratutto da come mi ha risposto "se ci provi te lo taglio". A quelle parole il mio amichetto si è praticamente ritirato in un attimo.

Nonostante la situazione riuscivo sempre a trarne qualcosa di buono. Per questo viaggetto dalla madre, Bella praticamente mi baciava più volte al giorno con mio immenso piacere.

La cosa però stava degenerando, ora Bella, che è seduta davanti a me, ha allungato il suo delizioso piedino proprio verso di me iniziando a massaggiarmi proprio li e a volte si passa la lingua sulle labbra. Merda. Merda. Merda.

Avrei una voglia matta di buttare tutti i piatti a terra e prenderla proprio li su quel tavolo. Probabilmente da quanto li odia me lo lascerebbe anche fare ma...

Dio Edward che cazzo di pensieri fai!

Però in questo giorno passato con lei ho capito che i suoi sbalzi di umore si riflettono anche sulle sue...beh diciamo voglie. Se non fossi un bravo ragazzo (e quando lo sei mai stato?)...Touchè.

Senza farmi troppo notare dai presenti faccio scivolare una mano sotto il tavolo prendendo il piede di Bella e allontanandolo, lei mi guarda imbronciata come se gli avessi tolto un gioco dalle mani.

Dio che situazione!

Si rimette bene sulla sedia e rivolge una lunga occhiata truce alla madre che inizia a ridere per qualcosa che ha detto Kristen. Ma chi la vuole Kristen se c'è Bella!

Ragazze, tremendamente insicure.

Dopo cena io e Bella proponiamo di mettere le cose a posto così da liberarci da Renè e co.

Inizio a spreparare il tavolo mentre Bella prepara l'acqua con il detersivo; inizio a portare alcuni bicchieri che inizia subito a lavare insieme alle forchette. Alla fine porto i piatti e mi siedo sul bancone della cucina in modo da guardarla meglio mentre finisce le faccende.

-Ti sei fissato?-mi chiede facendomi scattare.

-Sì. Però se preferisci vado via.-dico saltando giù ma subito il suo corpo mi blocca contro strappandomi un bacio.

-E' tipo una terapia?-le chiedo quando stacca le labbra dalle mie.

Mi guarda inclinando leggermente la testa da un lato non capendo le mie parole.

-Questa cosa di baciarmi sempre...-

"Ti stai ficcando nella cacca Eddy...chiedi la tua boccaccia chiusa!"

-Magari è un riflesso incondizionato, poi ti dispiace?-mi chiede tranquillamente alzando le spalle come se il suo comportamento fosse normale. Certoooo...

-Affatto...-mormoro baciandole il collo vicino all'orecchio. Sussulta sorpresa e fa un passo indietro, alzo le mani in segno di resa.

-Capito. Iniziativa tua...io subisco...-mormoro guardandola negli occhi. Lei sorride soddisfatta e riprende a finire di lavare i piatti.

"Ammettilo che alla fine ti piace questa situazione..."

Appena finisce andiamo sul divano dove gli altri stanno commentando un film, stiamo con loro per circa un'oretta poi grazie al cielo Renè manda tutti a dormire lasciandomi libero il divano così con l'aiuto di Bella inizio a fare il letto.

-Dormirei con te se non fossi sicura che quella pazzoide urlerebbe...-commenta Bella sbuffando riferendosi a sua madre. Effettivamente...ma ne varrebbe la pena tanto che il piccolo Edward si risveglia per le mie fantasie.

"Datti una calmata o non superi la notte..."

Come al solito mi da il bacio della buona notte che è anche lo stesso della mattina, del pomeriggio, di quando sua madre le parla del matrimonio...vabbè...lasciamo perdere.

Le sorrido e la guardo salire la camera.

Spero solo di non essere coinvolto in un'indagine per omicidio. Bella e Kristen nella stessa stanza con Bella con quegli sbalzi d'umore? Di certo se si menano punterei tutto su Bella. Rido del mio stesso pensiero e mi infilo sotto le coperte visto che praticamente mentre mi ha baciato ripetutamente mi ha perfino spogliato fino a farmi rimanere in mutande. Quando ha visto little Edward gonfio per lei si è messa a sghignazzare come una bambina ma visto che "l'iniziativa ce l'ha solo lei" me la sono vista andare via tornando a calmare il mio amichetto pensando a tutte le disgrazie al mondo possibili. Ho immaginato di tutto per dimenticarmi dell'unica volta che Bella mi aveva fatto toccare il cielo con un dito con la sua bocca. "Idiota"

Visto che alla fine non faccio altro che pensare a quello vado nel bagno che c'è vicino al salotto e mi faccio una bella doccia gelata. Mi rimetto sotto le coperte e mi addormento di sasso per non cadere nuovamente in tentazione.

Non so quanto tempo sia passato, non so nemmeno se è già mattina o ho appena chiuso gli occhi...sta di fatto che mi sveglio di soprassalto sentendo il mio amichetto duro ed eccitato ma poi realizzo che qualcuno sotto le coperte mi sta facendo un servizietto completamente coperta dal lenzuolo. Bella. Sorrido compiaciuto, dopotutto non voleva dormire insieme a Kristen. Trattengo a stento un gemito, l'ultima cosa che vorrei è che sua madre ci becchi in questo momento.

Osservo il lenzuolo alzarsi e abbassarsi al ritmo della sua testa e le mie mani stringo il lenzuolo, una sua mano accarezza i miei addominali tracciando linee immaginarie. Tremendamente eccitante. Le prendo la testa tra le mani e la accompagno nei suoi movimenti, è tutto talmente così eccitante in questo momento.

-Brutta troia!-

Mi tiro su a sedere in attimo guardando l'ombra accanto al letto che praticamente prende Bella per i piedi e la trascina fuori da sotto le coperte poi la luce di una lampada si accende e vedo quello che mai avrei voluto vedere. Non era Bella sotto le coperte ma la sua sorellastra, Kristen. Little Edward si ritira in un soffio.

-Che cazzo ci fai con il mio ragazzo eh? Fila su immediatamente troietta!-urla Bella a bassa voce. Lo so che è un controsenso...urlare a bassavoce ma è quello che sta facendo.

Kristen alza la mano e solo per grazia ricevuta riesco a bloccare la sberla che stava per colpire in pieno volto Bella, le stringo con forza il polso e la porto ai piedi delle scale.

-Ti è piaciuto vero?-mi chiede cercando di riavvicinarsi a me.

-Pensavo fosse Bella...-ringhio a quelle parole offesa si incammina su per le scale.

Bella mi guarda furiosa.

-Tu! A letto! Subito!-dice furibonda. Faccio come mi dice. In questo momento sembra Hitler tanta è la sua furia poi fa una cosa che non mi sarei aspettato, si fa posto nel divano letto accanto a me.

-Lo sai che pensavo...-inizio a dire cercando di scusarmi ma lei mi mette un dito sulle labbra per farmi stare zitto.

-Lo so. È per questo che sono qui o ti avrei già castrato seduta stante.-mormora accoccolandosi meglio vicino a me, automaticante la stringo a me con un bisogno spasmodico di lei.

-Mi prometti che non verrò più violentato?-dico con un tono che si avvicina il più possibile a quello di un bambino.

-Oh...ti prometto che ti violenterò solo io. Ok?-mi chiede con tono amorevole quasi fosse una madre che rassicura il bambino che sotto il letto non ci sono mostri.

-Va bene...-mormoro tenendo la voce da bambino.

Bella se la ride soffocando la sua risata nell'incavo del mio collo. Allungo una mano e spengo la lampada di terra. La sento sistemarsi meglio e intrecciare le gambe con le mie.

-Buona notte Bella...-mormoro dandole un bacio sui capelli.

-'Notte Edward.-

Chiudo gli occhi beandomi di quella pace, ci voleva così poco, mi basta avere lei tra le braccia per stare meglio.

-Domani la picchio...-sbotta Bella facendomi ridere, questa volta sono io che devo trattenermi dallo svegliare tutta la casa.


E ADESSO VIA LIBERA AI COMMENTI!!! =)

SCUSATE SE NON DICO NIENTE MA é MEZZANOTTE E MEZZA E PRATICAMENTE IN SONNAMBULA STO SCRIVENDO...PERDONATEMI! BACIONI VALE

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Capitolo 27
*** Perdere una figlia ***


PRIGIONIERA

 BELLA:


Sinceramente me lo ero aspettata dal primo momento in cui l'ha visto. Stra stronzetta pensa di venire qui a rubarmi Edward, si dovrebbe già accontentare di avere mia madre ma non le basta, vero? Doveva avere anche lui eh?

L'avevo sentita quando si era alzata dal letto ma pensavo che andava in bagno poi mi è arrivata l'illuminazione ed ero andata a controllare Edward e come nel mio peggior incubo avevo visto quella mini mignotta che si era introfulata sotto le coperte.

Non ci ho visto più e l'ho buttata fuori dal letto.

Edward era sbiancato peggio del lenzuolo e mi aveva protetta dallo schiaffo che mi stava per arrivare. In questo momento mi sento tanto come Cenerentola con la sorellastra cattiva. Che bestia grama!

Edward si era addormentato con la mano su un mio seno, lo teneva a coppa nella sua mano ma non mi dava fastidio anzi, mi piaceva. Mi faceva sentire...sua.

-Sento il tuo cuore battere nel palmo della mia mano...-mi aveva sussurrato alle prime luci del sole, un sorriso spontaneo era nato sul mio volto e richiusi gli occhi tornando tra le braccia di Morfeo. Renè alla fine ci aveva svegliato con lo sguardo furioso ad un'ora abbastanza decente da essere presa in considerazione per tirarsi su dal letto.

-Che vuoi?-le avevo chiesto tirandomi su dal divano letto.

-Non tollero che si facciano certe cose sotto il mio tetto!-aveva risposto inviperita.

-Io non faccio CERTE COSE sotto il tuo tetto!-la rimbecco ammutolendola.

Edward si alza passandosi una mano tra i capelli e inizia a prendere dalla valigia dei vestiti puliti mentre Renè prepara la colazione, mi assicuro che sia ben vestito prima di lasciarlo da solo in questa casa piena di donnacce.

-Ora, rifai il letto e siediti senza incrociare lo sguardo di nessuno, stai lontano il più possibile da qualsiasi contatto umano, non so come fare per proteggerti!-dico sbuffando.

-Portami con te.-mormora maliziosamente sfoderando il suo sorriso sghembo.

Lo bacio e lo prendo per la maglietta tirandolo fino al bagno del primo piano, lui mi sorride complice, apro la porta estraendo la chiave e con un gesto fulmineo lo chiudo dentro.

Voglio proprio vedere adesso come riesce a saltargli addosso.

Soddisfatta di me stessa entro nella camera condivisa con Kristen e inizio a cercare qualcosa per cambiarmi. Oggi è il mio turno di mostrare le gambe. Prendo un paio di shorts bianchi e una maglia verde con una stampa floreale bianca sul lato e una delicata fascia bianca che sottolinea il seno, una borsa sempre verde e ai piedi un paio di sandali bianchi di Dior. Ieri mi ero data allo shopping sfrenato, forse anche per somatizzare qualcosa dentro di me, sta di fatto che avevo preso inteligentemente alcuni abiti appropriati per far rendere verde d'invidia Kristen.

Ravvivo i capelli allo specchio e prendo i miei fedelissimi occhiali da sole per queste giornate assolate di Phoenix. Guardo il letto matrimoniale ancora disfatto. Di certo io non mi sarei messa li a farlo e di certo io quella notte non sarei tornata con lei a dormire.

Era troppo chiederla di volerla vedere morta?

No.

Sorridendo riapro la porta del bagno ad Edward che mi guarda scuotendo la testa. Quante gliene sto facendo passare con questo comportamento pazzo.

-Sei bellissima...-dice cercando le mie labbra a cui sfuggo.

-Anche tu non sei niente male...-rispondo squadrandolo. Aveva indossato un paio di jeans corti fino al ginocchio e una maglia viola della D&G, ma quanti abiti firmati aveva? Mentre ai piedi delle semplici sneakers bianche. Una vera gioia per gli occhi.

-Vuoi che ti violentino ancora?-mormoro vicino alle sue labbra schivandole nuovamente quando cerca di catturarle tra le sue. Sospira frustrato più per quello che ho fatto che quello che gli ho detto e mi avvio al piano inferiore dove la "bella famigliola felice" ha già iniziato a fare colazione. Mi sento tanto un bodyguard in questo momento, lo faccio sedere accanto a me, lontano praticamente da Kristen che però è seduta davanti così distendo le gambe sulle sue non vorrei mai che qualche troietta di mia conoscenza facesse qualcosa con il suo cazzo di piedino.

Le lancio occhiate minacciose e minatorie ma lei non è per nulla intimorita.

-Isa puoi farmi un favore oggi?-

Guardo Renè sconvolta, e chi sarebbe Isa? Io? Ma per favore!

Sfodero il sorriso più falso che possa esistere sulla faccia di questo pianeta e Renè rinizia a parlare mentre mi trattengo dal non spaccarle la faccia insieme a Phil.

-Si?-

-Mi faresti tanto un piacere se andassi a prendere i genitori di Phil all'areoporto.-dice radiosa Renè come se fosse il primo giorno di Natale e stesse per aprire dei regali.

Io dovrei andare a prendere la marmaglia che per colpa del loro DNA ha dato vita a questa sciaquetta?

-Certo!-esclamo cercando di mantenere il sorriso, farei di tutto pur di uscire da questa casa dopotutto anche andare a prendere i nemici.

Finiamo velocemente di fare colazione e prendiamo la macchina, direzione: aroporto.

Arriviamo circa una mezz'oretta dopo. Ci sediamo stanchi, più mentalmente che fisicamente azzerderei a dire.

Guardo sbuffando il cartellone che avvisa che l'aereo è atterrato in orario. Sinceramente non so cosa aspettarmi da questi parenti ma mio padre mi diceva sempre una cosa fin da quando ero bambina: "Parenti serpenti". Non ho mai pensato a quanto queste parole potessero essere vere fino a quando non ho incontrato loro: la famiglia di Phil.

Non c'è mai stato viaggio così lungo nella mia vita come questo che stiamo facendo per tornare a "casa". Volevo scendere e stavo per diventare claustrofobica in quella macchina.

Edward guidava, aveva paura che per il nervosismo avrei fatto sbattere la macchina o sul primo cactus che mi capitava o conto un'altra macchina, però non gli avevo detto che prima lo avrei avvisato per buttarci in tempo fuori dalla macchina.

Sta di fatto che io e lui occupiamo i posti anteriori mentre i genitori di Phil con la nonna in mezzo nei sedili posteriori.

-Pensavamo che fossi più carina vista tua madre. Si vede che hai preso tutto da Charlie.-barbottava la carampana che sfiora benissimo i 2000 anni.

-Kristen è molto più magra di te, forse dovresti iniziare una dieta.-

-Pensavo che questo bel ragazzo fosse la nuova fiamma di Kriss...-aveva commentato il padre. Mi sentivo sull'orlo di una crisi di nervi.

Bella non li puoi uccidere ma sicuramente se lo faccio mi darebbero anche una pacca sulla schiena ringraziandomi per aver tolto dalla faccia della Terra degli esseri così.

-Ma hai già provato il vestito da damigella? Non penso che ti entri...-

Carina la nonnina,eh?

-Edward, hai già visto la mia Kristen? Formereste una bella coppia.-

Questa è la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

-VOLETE CHIUDERE QUELLE FOGNE DI BOCCHE?-

Non sono riuscita a fermarmi. Lo dovevo dire, dovevo sfogarmi.

-Tuo padre non ti ha proprio insegnato l'educazione!-dice la madre di Phil scandalizzata dal mio atteggiamento che devo ammettere che non possiedo di solito ma che questo posto mi tira fuori.

-MIO PADRE....E' LA PERSONA MIGLIORE CHE ESISTA SULLA FACCIA DELLA TERRA! E' A VOI CHE NESSUNO HA INSEGNATO L'EDUCAZIONE!-grido con tutta la forza che ho in corpo. Nessuno deve toccare mio padre. Mai.

Li ammuttolisco tutti ma non riesco a cancellare quell'indignazione che vedo sui loro volti.

Arriviamo a casa cinque minuti dopo, sbatto la portiera della macchina e continuo a sbattere porto finchè non arrivo in camera mia. Edward arriva poco dopo e quando apre la porta sento le urla al piano di sotto.

Prendo la valigia da sotto il letto e inizio a riempirla delle mie cose. Non voglio stare più dentro questa casa nemmeno per un secondo.

Edward mi ferma intrappolandomi tra le sue braccia, io mi aggrappo disperatamente a lui cercando un appiglio da un baratro in cui sto scivolando piuttosto velocemente.

Inizio a piangere cercando di trattenere i singhiozzi per non farmi sentire, quando bussano alla porta mi stacco velocemente da lui cercando di asciugare le lacrime. Un attimo dopo Renè fa la sua entrata fuoriosa nella stanza.

-Ti dovresti vergognare signorinella!-dice Renè con le mani incrociate al petto.

-Trattare così i genitori di Phil!-commenta esasperata.

-IO? E' colpa loro! Non hanno fatto altro che insultarmi per tutto il tragitto fino a qui!-cerco di urlare ma per il pianto mi esce solo una specie di vocina.

-Non trovare scuse Isabella! Sono persone deliziose!-ribatte Renè.

-Deliziose? Non credo proprio...-sbotto cercando di cacciare indietro le lacrime.

-Ora torna giù e chiedi scusa.-dice Renè ignorando le mie parole e tornando sui suoi passi.

-No.-dico decisa, si volta inclinando leggermente la testa da un lato.

-No?-mi chiede come se non avesse sentito.

-No.-ripeto stringendo i pugni lungo i fianchi.

-Oh tu lo farai...-dice cercando di prendermi per un braccio ma velocemente mi sposto.

-Io mi sono difesa. Non chiederò scusa a loro quando dovrebbero essere loro a farlo.-

Mia mamma è rossa di rabbia.

-Finchè sarai sotto il mio tetto...-

Non la lascio nemmeno finire di parlare.

-Appunto. Io me ne vado.-dico chiudendo la valigia ed Edward mi aiuta trasportandola fuori sul corridoio. Io lo seguo cercando di essere il più vicina possibile a lui in modo tale da avere intoppi.

-ISABELLA MARIE SWAN!-urla mia madre dal piano di sopra.

Edward per fortuna non aveva tirato fuori qualcosa dalla sua valigia visto che non aveva a disposizione un'armadio, così dopo aver messo dentro il completo del giorno prima chiude la valigia mentre sento i passi veloci e pesanti sulle scale segno che Renè sta scendendo le scale pronta a guerreggiare.

Quando me la ritrovo davanti, non riesco a trattenere un'altra volta il flusso di parole che aleggia nella mia testa e inizio a vomitare parole su parole.

-Ti odio! Non voglio avere più niente a che fare con te! Non cercarmi mai più. Sono stata obbligata a venire qui ed è stata la cosa peggiore che ho fatto in tutta la mia vita. Tu hai preso una scelta tanto tempo fa e l'ho fatta anche io. Tu hai scelto un'altra famiglia. Hai scelto lei al mio posto.-dico indicando Kristen che era arrivata con un sorriso stampato in faccia evidentemente divertita dalla situazione.

-Non puoi pretendere di rovinarmi la vita! Non sopporto niente di questo posto, non sopporto nemmeno te. Sono contenta che te ne sei andata lasciandoci la a Forks. Non farti mai più sentire perchè tu oggi hai perso definitivamente una figlia.-

Seguita da Edward mi catapulto fuori. Nessuno mi segue e iniziamo a camminare lungo la strada. Calde lacrime scivolano lungo il mio volto mentre sento Edward parlare al telefono, sta chiamando un taxi.

Quando finalmente vediamo un taxi venirci incontro Edward tende il braccio per fermarlo.

-Siete voi che avete chiamato?-chiede il tassista tirando giù il finestrino.

-Sì.-risponde Edward per poi andare a depositare le valigie nel bagagliaio.

Mi siedo sul sedile posteriore e vengo raggiunta dopo pochi istanti da lui. Appena i nostri sguardi si incontrano scoppio nuovamente a piangere, questa volta sulla sua maglietta.

 

Ed eccomi qui! Vi sono mancata? spero di sì. Come avete letto ho deciso di riportare a casa la mia piccola Bella, direi che si merita di tornare al più presto a Forks....voi l'avreste lasciata li? Ovviamente no XD. Spero che il capitolo vi piaccia, ho cercato di essere nei suoi panni il più possibile per cercare di capire come avrei reagito (diciamo che quelle sarebbero le mie reazioni). Aspetto tanti vostri nuovi commentini!  Prossimo capitolo POV Edward e ritorno a casa dolce casa.  Tanti morsetti mie vampirozze XD 

 

 

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Capitolo 28
*** Dormire in 3 ***


PRIGIONIERA

 Capitolo dedicato a Paie...

EDWARD:


Per una volta mia sorella fa la cosa giusta, ci aveva fatto seguire da James, il pilota dal nostro jet per qualsiasi evenenzia, nel caso avessimo voluto tornare subito a casa. Appena avevo avvertito tramite messaggio Emmet che stavo tornando a casa, mia sorella mi aveva avvertito che era già pronto il jet all'areoporto.

Bella per mia fortuna non mi aveva fatto nessuna domanda. Io al suo posto sarei stato molto sospettoso e pensare che le basterebbe fare una ricerca su Google.

"Devo dirglielo" ho pensato guardandola dormire sulla mia spalla. "Devo dirle tutto"

Grazie al jet arriviamo piuttosto in fretta, fin quanto è possibile farlo, niente check-in, nessuna attesa per l'imbarco e sopratutto niente attesa per ritirare le valigie.

Bella ha dormito per quasi tutto il viaggio, sonnecchiando in macchina, si sveglia definitivamente a dieci minuti di distanza da casa sua. Guarda assorta il paesaggio e ancora prima di farmi parcheggiare nel vialetto di casa sua si fionda giù dalla macchina. Charlie l'aspetta a braccia aperte. Scendo dalla macchina subito dopo di lei. Suo padre le apre la porta e tenendola accanto a lui la conduce dentro in casa. Mi rivolge uno sguardo di ringraziamento chiudendosi la porta dietro di loro.

Guido fino a casa dove gli altri mi stanno già aspettando. Mi sento così svuotato che non riesco nemmeno a tollerare la musica della radio o quella dei miei cd.

Appena arrivo a casa mia sorella è subito al mio fianco continuando a farmi domande sulla mia permanenza a Phoenix. Mi butto sul divano lasciando scivolare via dal mio corpo tutta la pressione facendo in modo di rilassare tutti i muscoli del mio corpo.

-CHE COSA HA FATTO?-urla Alice scattando in piedi dopo che le ho raccontato tutto lasciando per ultimo il mio incontro ravvicinato con la sorellastra.

-Oddio Eddy! Esci fuori dall'Italia e ti violentano...-mi schernisce Rose.

-Perchè queste cose non succedono mai a me?-ribatte Emmet beccandosi una botta in testa dalla sua ragazza.

-A volte sei proprio inopportuno...-commenta Alice incrociando le braccia al petto indispettita per la battuta di nostro fratello.

-Come sta Bella?-chiede Rose preoccupata deviando l'attenzione da Bella a me.

-Adesso è con suo padre. È meglio così.-commento chiudendo gli occhi. Non è che ho dormito molto bene su quel divano letto. Dentro di me avrei voluto seguirla fin dentro casa e non lasciarla più ma sapevo che era una questione di famiglia e per questo doveva essere risolta tra di loro, io sarei stato solo un estraneo.

"E' meglio così.." continuo a ripetermi per sforzarmi di rimanere a casa.

Mi alzo facendo leva sulle braccia e mi dirigo verso il bagno del piano di sopra. Mi tolgo i vestiti e mi butto sotto la doccia calda, trattengo il respiro per restare completamente sotto il getto d'acqua caldo facendomi avvolgere dal suo calore.

Dopo un tempo infinito esco fuori e mi asciugo alla ben meglio, indosso dei pantaloni della tuta e una maglia nera e riscendo cercando la compagnia degli altri, ottimo modo per non pensare troppo ma appena scendo noto la mancanza di una delle mie distrazioni.

-Dov'è Alice?-chiedo guardandomi in giro.

-E' andata da Bella. Lei l'ha chiamata ed è scattata diciamo, non aspettava altro che raggiungerla.-

Ora il mio corpo vuole muoversi mentre la mia mente mi tiene fermo in mezzo al salotto.

È giusto dirigermi dritto dritto a casa di Bella anche se non invitato? Casomai potrei sempre tornare a casa. È possibile che sono così assuefatto dalla sua presenza che non riesco nemmeno a stare poche ore lontano da lei? Merda.

Con uno slancio di coraggio prendo le chiavi della macchina e mi dirigo in garage per prendere la ima macchina. Guido velocemente ma quando arrivo davanti alla casa di Bella tentenno restando seduto dentro la macchina e fissando la luce proveniente dalla sua camera da letto. Giro e rigiro l'anello che ho sul pollice con l'indice per rilassarmi.

Vado o non vado?

Scendo o non scendo?

"Ormai sei qua, tanto vale che scendi..."

Seguendo la voce nella mia testa (sto diventando pazzo) scendo dalla volvo arrivando fino alla porta di Bella senza un attimo di esitazione. Busso piano ma contro mia ogni aspettativa il padre di Bella viene ad aprirmi la porta.

-Oh Edward sei tu.-dice meravigliato appena mi vede sull'uscio della sua porta. Tentenno sulla porta spostando il peso da un piede all'altro.

-Entra pure.-mi dice spostandomi su un lato per farmi passare. Accetto il suo vito e automaticamente il mio sguardo si posa al piano superiore dove vedo appena tre porte, quella sulla sinistra è la stanza di bella.

-Tua sorella è qui.-commenta il papà di Bella andando in cucina, io anche se anelo a percorrere quelle scale e arrivare dritto nella sua stanza, lo seguo fino in cucina dove si siede con una birra in mano.

-Bella è veramente fortunata ad avere amici come voi. Non ti ho nemmeno ringraziato per quello che hai fatto per mia figlia, non pensavo che l'avresti seguita fino a Phoenix ma ti sono grato per averlo fatto. Naturalmente ti ripagherò per il viaggio.-

-Non ce nè bisogno signore. Sono contento di averlo fatto.-gli rispondo ma a quelle parole lo sceriffo inizia a squadrarmi.

-Cosa c'è tra te e mia figlia?-mi chiede Charlie.

-Ti avevo detto che era la macchina di Edward!-

La voce di mia sorella rompe la quiete ma sopratutto lo distoglie dalla domanda che mi ha appena posto. Bella mi corre incontro abbracciandomi, la stringo forte a me ma solo per un secondo visto che suo padre ci sta guardando incuriosito.

Alice mi prende per mano e insieme a Bella mi conduce al piano superiore creando caos.

La valigia è aperta sul pavimento e sembra che nessuno l'abbia toccata per metterla a posto, Alice salta sul letto insieme ad Alice mentre io mi sdraio sul letto esausto. Pensavo di trovarla ancora in lacrime o comunque con il viso triste, sottovaluto proprio mia sorella o magari ritrovarsi ancora in questo paese piovoso è un vero toccasana per lei. I miei muscoli si rilassano nel vederla così rilassata e serena. Si lasciano cadere sul letto ridendo, Bella da una parte e Alice dall'altra.

-Dormiamo tutti e tre insieme stanotte?-dice ridendo mia sorella. Bella annuisce felice.

-Lo dico a mio padre.-

Appena esce dalla stanza guardo di sottecchi mia sorella.

-Cosa ti ha detto?-mormoro, lei si volta su un fianco con le mani sotto il cuscino guardandomi sorridente.

-Niente e tutto.-dice gongolando.

Bella fa ritorno in camera e si butta in mezzo a noi.

-Charlie ha detto che per lui va bene.-

Alice si mette su di lei per farle il solletico mentre il mio cuore si riempie di gioia nel vederla finalmente con il sorriso di cui mi sono innamorato.

Quando finalmente smettono di ridere a crepapelle la prendo per la vita portandola a sedersi sulle mie gambe.

-Adesso stai bene?-le chiedo sorridente.

Invece di rispondermi mi da un bacio a stampo sulle labbra.

-Allora vogliamo dormire? Domani c'è scuola!-esclama Alice mettendosi sotto le coperte e con il sorriso sulle labbra seguiamo il suo esempio

CIAO!! Ed eccomi qui con questo nuovo capitolo! spero che vi piaccia anche se non è che sia successo niente di che ma almeno sappiamo che la nostra piccola Bella sta bene e poi anche se magari non si nota mi servono questi capitoli per intrecciare maggiormente Edward e Bella. Spero che vi piacciano quindi anche questi capitoli...

Adesso vi lascio alla mia ultima creazione (in termini di video ovviamente ^_^)...mi raccomando fatevi sentire presto! Un Bacione vale

 

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Capitolo 29
*** Piccoli indizi mal celati ***


PRIGIONIERA

ROSALIE:


Alice ed Edward erano andati da Bella e Alice mi aveva mandato un messaggio di buona notte per dirci anche che non sarebbero tornati per la notte ma in questo momento avrei voluto avere solo lei al mio fianco.

Sono seduta da quindici minuti sul bordo della vasca cercando di trovare un coraggio che non riesco a trovare dentro me stessa ma che so che in qualche modo dovrò far uscire.

Prendo la scatoletta rettangolare e la scarto bruscamente dalla carta della farmacia. Faccio un bel respiro profondo cercando di non dare i numeri, mi guardo allo specchio: occhi rossi, capelli scompigliati e un colorito pallido che farei concorrenza perfino ad un morto.

-Forza Rose...è semplice.-mormoro per infondermi coraggio. Leggo attentamente le istruzioni e passo dopo passo faccio esattamente come è stato scritto. Ne ho presi cinque per maggiore sicurezza e ho appoggiato una bottiglia di acqua da un litro per essere più sicura di riuscire a farli tutti e cinque.

Li appoggio tutti e cinque sul piano del lavandino del bagno aspettando trepidante quei maledettissimi cinque minuti. Ho in ritardo di due settimane e per me sono un'eternità visto che sono sempre stata precisa come un orologio svizzero.

Mi mordo il labbro inferiore e faccio tremare la gamba per stemperare la tensione. Bussano alla porta e io mi alzo di scatto buttando un asciugamano sui test di gravidanza per nasconderli da occhi dicreti. Socchiudo la porta e il viso di Jasper fa capolino da dietro la porta.

-Stai bene? Siamo in notevole ritardo per la scuola.-mi chiede preoccupato e lì scoppio buttandomi al suo collo.

Mi stringe delicatamente dandomi un bacio sulla guancia, poggio i talloni e lo trascino con me in bagno chiudendo per bene la porta.

-Stai male? Cosa è successo?-mi chiede mettendosi le mani nelle tasche.

-Mi uccideresti...-mormoro singhiozzando.

Mi accarezza la guancia e incatena i suoi occhi nei miei.

-Sei mia sorella, come mai potrei farlo?-sussurra mettendomi le ciocche di capelli ribelli dietro le orecchie. Prendendo un gran respiro profondo scopro tutti i test. Jasper apre la bocca lentamente e quasi sfiora il pavimento.

-E' quello che penso?-mi chiede in leggero imbarazzo. Annuisco chiudendo gli occhi per non vedere la sua reazione.

-Quanto tempo è passato?-mi chiede leggermente in ansia.

-Che ore sono?-gli chiedo di rimando.

Sposta il polsino della camicia per vedere bene l'ora. Le nove e mezza.

-Dovrei vedere il risultato adesso...-mormoro prendendo il primo test a me più vicino.

Due linee. Positivo.

Due linee. Positivo.

Due linee. Positivo.

Due linee. Positivo.

Due linee. Positivo.

Lo guardo con le lacrime agli occhi.

-E adesso?-gli chiedo scoppiando a piangere sulla sua spalla.

-Bisogna dirlo ad Emm...-mormora cullandomi tra le sue braccia. Mi stacco leggermente da lui pur rimanendo sempre stretta a mio fratello.

-E se non lo volesse? io...io non voglio..io non voglio abor...-dico singhiozzando, Jazz con i pollici mi tira via le lacrime scivolate dagli occhi sul mio volto.

-Andrà tutto bene...te lo prometto.-mi sussurra all'orecchio stringendomi forte.

-E mamma? Oddio papà...-urlo ma quello che mi esce è un gracchiare inconsistente.

-Ci penserò io.-mormora lasciandomi sfogare.


BELLA:


E' stato il miglior risveglio della mia vita. Da una parte la mia migliore amica, Alice e dall'altra...beh...dall'altra parte c'era Edward. Mia ancora di salvezza sempre e comunque. Non mi sarei mai aspettata di vederlo arrivare a Phoenix e per cosa poi? Per una amica? Non che io abbia messo a posto le cose, ovvio, troppo fifona per farlo eppure non riuscivo a staccarmi da lui, nemmeno adesso. Sono fin troppo cosciente di aver incasinato un pò tutto lasciandomi prendere dalla smania di sentire le sue labbra contro le sue ma adesso un pensiero mi attanaglia il cuore; lo faceva solo perchè non voleva offendermi o comunque perchè capiva la situazione? O prova realmente qualcosa nei miei confronti?

Sono totalmente spiazzata da questi nuovi sentimenti che mi invadono l'anima e il corpo per un ragazzo che poi, alla fine se ci penso bene, non conosco poi così bene. Eppure qualcosa di lui ha fatto breccia dentro di me come del resto la sua famiglia e i suoi amici.

-Bella! Mi stai ascoltando?!-

Guardo Jessica e mi rianimo dai miei pensieri e nello stesso tempo mi accorgo che non ho fatto altro che giocherellare con l'insalata nel mio piatto.

-Scusa Jess, non ho dormito molto stanotte.-le rispondo cercando di scusarmi.

Lei sbuffa sonoramente contrariata da questa mia mancanza di attenzione.

-Stavo dicendo...-ripete facendo di proposito una pausa teatrale – che cosmopolitan questo mese ha fatto una lista dei migliori partiti. Il primo è Davide de Rothschild ma ha 31 anni e per noi è un pò vecchio; il secondo è già più interessante.-ridacchia mentre volta la pagina.

-Il secondo in classifica è: Carlo Filippo di Svezia.-

Sulla pagina compare un bel ragazzo in un completo gessato scuro e una cravatta blu e con varie tonalità di bianco e azzurro. Veramente un bel tipo.

-Non che siamo poi distanti dall'età del primo ma questo sembra più giovane...comunque...-dice riprendendosi il giornale tra le mani e guardando le righe attentamente.

-"Il figlio trentenne del re di Svezia non erediterà il regno visto che andrà alla sorella Vittoria ma è duca di Varmland e ufficiale di marina. Cos'ha di speciale? Oltre al fascino dinastico e al fisico palestrato, mostra temperamento artistico e anticonformista. Il suo sangue blu è un mix di ghiaccio svedese e fuoco brasiliano. E' laureato in design e fa molta beneficenza. Dove e con chi si diverte? Molti l'hanno avvistato a Riksgranse, vicino al Circolo Polare per allenarsi alla Vasaloppet, la megamaratona sugli sci a cui partecipa ogni anno insieme all'amico di vecchia data Casiraghi. Ama guidare la sua porsche e non è di certo indifferente alle feste, spesso lo si può trovare nei locali più esclusivi d'Europa insieme alla sua cricca di amici nobili."-conclude Jessica.

Casiraghi...è un nome famigliare.

-Mentre il terzo è un certo Fahd Al-Hariri.-dice girando nuovamente la pagina del giornale- ha 28 anni. Beh, questo è più abbordabile.-conclude soddisfatta Jess.

La campanella suona e in fretta posiamo i vassoi e ci dirigiamo nelle rispettive classi. Quando mi siedo sulla sedia dell'aula di letteratura tiro fuori nuovamente il cellulare per leggere il messaggio che mi ha inviato 2 ore fa Edward.


"Mi dispiace ma siamo dovuti rimanere in casa.

Piccolo contrattempo. Ci vediamo questa sera, ti porterò fuori. XD"


Arrossisco come un'idiota ma nello stesso tempo mi chiedo cosa può essere successo di così importante da far saltare a tutti le lezioni di oggi.

-SIGNORINA SWAN! Penso che si sia meritata un'ora di punizione oggi pomeriggio!-mi richiama il prof allungando la mano per prendere il cellulare. Sprofondo nella sedia. Questa proprio non ci voleva.

 

 

CIAOOOO!! Beh...ovviamente noi lo sappiamo cosa ha trattenuto i Cullen a casa. ihihi povera Bella la tengo proprio all'oscuro di tutto. Io le do indizi ma lei non li coglie...non è colpa mia =P.  Comunque l'articolo di Cosmopolitan esiste davvero, all'interno del numero di questo mese potete trovare veramente i nomi che ho citato sopra e le parole sono copiate pari pari dall'articolo anche se per quanto riguarda Carlo Filippo ho dovuto aggiungere il pezzo finale riguardante Casiraghi e la sua "cricca di amici". Qualcosa nella memoria di Bella però sembra essersi risvegliata, il cognome le sembra famigliare ma ancora non ci è arrivata. Comunque volevo precisare che Bella non ha ancora scoperto nulla, niente di niente. E so già che volete dire che Carlo Filippo non c'era nella mia storia...e invece vi sbagliate: al 16° capitolo Andrea Casiraghi chiede "Dov'è Carlo? Mi ha promesso di farmi guidare la sua nuova porsche"....ihihi che tocco di classe! XD

Vediamo altre cose da dirvi...ah sì! oggi mi è venuto in mente di mettere Purelove anche su Facebook...hihih si vede che non avevo proprio niente da fare...cmq (come per msn) chi volesse aggiungermi basta che scriva: Valentina Purelove, è la foto di una ragazza che passeggia su una strada quindi è riconoscibile da questo dettaglio anche se non credo che ci siano altre Purelove! io sono DOC! muahahaha

Apprezzo tantissimo tutti i commenti che mi avete lasciato! quasi mi commuovo! sn così contenta che la storia continui a piacervi. Non sapete che soddisfazione che provo ogni volta che vi sento così entusiasti...

Vi do una piccola anticipazione al prossimo capitolo:

 "Sta di fatto che ora sono sotto la sua finestra cercando un modo per arrampicarmi cosa non facile vista la mia tremenda sbadataggine. Se cado e mi rompo qualcosa si sentirà in colpa per tutta la vita perché io glielo ricorderò per tutta la vita. Lo farò sentire una vera e propria merda!"

Quindi cosa è successo? hihih come si capisce dal testo sarà un Bella POV. Non vedo l'ora di aggiornare il prossimo capitolo! Vi dico soltanto che ci stiamo avvicinando pericolosamente alla realtà...molto ma molto vicini.

Un bacio a tutti e spero di sentirvi presto! KISS XD

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Capitolo 30
*** Ferito ***


PRIGIONIERA

EDWARD:


Ero rimasto incollato al pianoforte praticamente tutto il giorno. Durante la “notizia importante” di Rosalie che mi ha informato che esattamente fra nove mesi sarei diventato zio. Zio. io. Edward Cullen che diventa zio.

Ovviamente Alice si è subito proposta per farle da madrina al battesimo e ovviamente stava già progettando nei minimi particolari il loro prossimo matrimonio. A mia madre le sarebbe preso un'infarto se il pargolo fosse nato prima dell'unione dei due. Mio fratello aveva fatto i salti di gioia e come un bambino si era già messo a parlare con la pancia di Rosalie che intanto se la rideva di gusto. Emmet mi aveva detto della sua insicurezza per quanto riguardava la sua reazione a questa notizia. Sciocchina. Non avrebbe potuto fare un regalo migliore a mio fratello e devo ammettere che qui fra tutti i presenti l'unico su cui avevo scommesso che sarebbe diventato un buon padre era proprio mio fratello Emmet, con il suo lato infantile ero pronto a scommettere che Rosalie non avrebbe avuto solo un bambino da curare, Emmet si sarebbe sentito troppo in sintonia con lui.

Sorrisi dei miei stessi pensieri.

Ero così contento ed emozionato che mi ero messo al pianoforte deliziando tutti con una melodia composta appositamente per loro due.

Mi sa che presto avrei dovuto comporre anche una ninna nanna per il pargolo.

-Ora manca mamma e papà.-mormora Jasper.

-Sono sicura che saranno felici anche loro.-rincuora mia sorella.

-Lo spero...-dice sospirando Rosalie tenendo le sue mani tra quelle di Emmet.

-Il primo erede dei Cullen.-dico sorridendo.

-Bisogna festeggiare!-esclama mia sorella. Tutti sono entusiasti ma per una volta mi tocca fare il guasta feste.

-Io avrei un appuntamento con Bella...-mormoro affondando le mani nelle tasche dei miei jeans.

Per la prima volta vedo Alice entrare in crisi senza vederla con in mano dei vestiti. So già cosa sta succedendo nella sua testolina: vuole che vada all'appuntamento con Bella ma nello stesso tempo vuole che rimanga a festeggiare insieme a loro.

Avevo preparato tutto alla perfezione. Ero pronto.

Vestito bene e puntuale fuori dalla sua porta con in mano una rosa bianca, non ero riuscito a trattenermi, così senza pensarci due volte l'avevo preso e portato con me fino davanti alla sua porta. Come al solito Bella era raggiante e perfetta. Il mio cuore inizia a fare gli straordinari.

Era incredibile come questa ragazza riuscisse a scuotermi dentro ma senza nessun preavviso da dietro le sue spalle la figura di un ragazzo già visto ma dove? Ah si! Jacob...

Ci mancava veramente poco che iniziassi a ringhiargli contro, infondo io e Bella non ci eravamo detti niente su un rapporto di esclusività. Nel profondo mi sentivo geloso e particolarmente violento visto che la mia mente continuava a suggerirmi vari modi per staccargli la testa dove era apparso quel sorriso che aspettava solo di essere spaccato.

I suoi occhi erano precipitati da me alla rosa e ci era mancato veramente poco che mi scoppiasse a ridere in faccia.

Maledetto.

-Oh Edward! Non sapevo come contattarmi. Il prof oggi mi ha messo in punizione e Charlie ovviamente ha seguito il suo esempio e mi ha mandato qui il cane da guardi in persona. L'hai già visto Jacob,no? Alla gara di moto...-commenta Bella mentre Jacob trattiene una risata.

-Ah tu sei quello che è caduto!-esclama sghignazzando. Bella aveva ragione. È proprio un cane.

-Sta di fatto che sto qua è incaricato ad assicurarsi che non esca di casa visto che i nostri genitori stanno guardando insieme una partita.-sbuffa Bella invitandomi con un gesto ad entrare in casa.

-Sai...non so se posso farlo entrare.-commenta Jacob mettendosi un dito sulle labbra con fare pensieroso.

Questo vuole morire.

Senza indugiare oltre mi tolgo la giacca elegante e arrotolo le maniche della camicia, era abbastanza stupido continuare ad essere vestito elegantemente con uno che sembrava uno scaricatore di porto e Bella vestita con dei pantaloni larghi della tuta e una semplice maglia che molto probabilmente usava per stare comoda in casa.

-Jake piantala!-l'aveva ripreso Bella dandoli un pugno sulla pancia.

Quel comportamento così intimo mi dava terribilmente fastidio, erano troppo uniti per i miei gusti e di certo non aiutava il fatto di averla trovata la sera del nostro appuntamento rinchiusa in una casa vuota con quel cane ma dentro di me c'era la vocina, minuscola ma c'era, che mi diceva che dopotutto non era colpa sua se suo padre l'aveva messa in punizione.

-Stavamo facendo i popcorn, se ti accontenti di un film...-

-Naturalmente...-le risposi facendole un sorriso. Avrei fatto di tutto, perfino buttarmi giù da un ponte o da un auto in corsa.

Li seguo entrambi in cucina dove si mettono a schizzarsi con l'acqua dei piatti, Bella li lava e lui li asciuga. Evidentemente hanno anche mangiato insieme.

Calma Edward. Calmati.”

Mi sento quasi un intruso guardandoli da fuori e questo non fa altro che aumentare il mio senso di frustrazione. Di certo non l'avevo immaginata così questa serata. Tutto mi dava fastidio, la presenza di Jacob, il modo in cui la guardava, gli sguardi che si scambiavano, quel contatto fisico che molto spesso nasceva tra di loro anche solo per darsi delle leggere spinte per spostare l'altro. Ero arrivato al punto di non sopportare nemmeno lei.

Finalmente Jacob, a causa dell'esigenza del bagno, si era tolto di mezzo e se ne era andato lasciandoci finalmente soli. Io non avevo perso di certo tempo attraendola a me. Mi ero impossessato violentemente delle sue labbra come a cercare una qualsiasi ancora di salvezza da un tremendo baratro che voleva divorarmi dopo quello che i miei occhi avevano visto.

-Ma che fai!-sbotta Bella dopo avermi allontanato con la forza. Io rimango basito, dopo che mi ero praticamente fatto sfruttare, dio non che mi sia dispiaciuto, comunque dopo essere stato il suo giocattolino a Phoenix mi ero illuso che forse era nato qualcosa. Lei non la pensava nello stesso modo.

-Pensavo che provassi qualcosa per me.-sbotto e mi morderei immediatamente la lingua se non sapessi quanto male fa.

-Oh Edward dai…non ti sevono questi mezzucci con me, tanto lo sai che non sono come quelle sciaquette che tra un po' ti sbavano sui piedi. -commenta.

-Possibile che ti devi comportare sempre da stronza?-

Bella mi guarda sconvolta con la bocca leggermente aperta. Vorrei baciarla ma resisto e me ne vado. Per oggi il mio orgoglio è stato già abbastanza ferito.

 

RAGAZZE CALMA! Giù i forconi!! si anche tu la dietro che fai finta di non avermi sentito! si sto parlando proprio con te! Lo so che vi avevo dato uno spoiler e che qui non l'avete trovato ma mi sono venute queste idee e non mi sono putata fermare...e voi direte "ma tu e le tue cavolo di idee andare in vacanza un attimo no eh?"...sorry! lo so che questo è una botta come capitolo e sono stata stronza....ok...molto stronza. Lo spoiler che vi ho dato ieri lo troverete nel prossimo capitolo...STAVOLTA LO GIURO! il prossimo capitolo è pronto da mesi e se tutto va bene (cioè se vedo che ci sono abbastanza recensioni e commenti) domani mattina/pomeriggio inserirò già il prossimo capitolo così chissà che magari mi salvo dal vostro linciaggio.

Ora vado a nanna che sto morendo dalla voglia di vedere "supernatural"...sì lo guardo!! =P

Vi ringrazio immensamente per i vostri commenti e anche per i messaggi privati o le conversazioni di msn che ci facciamo, devo dire solo due parole: VI ADORO!! XD

Un mega bacione vale

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Capitolo 31
*** Peace? does not exist ***


PRIGIONIERA

E adesso il capitolo tanto atteso....dovete scusarmi per quello che ho fatto in quello precedente ma erano esigenze di "copione"...sono sciura che con questo mi perdonerete (almeno per la prima parte...)! Mi raccomando prima di continuare assicuratevi di aver letto il capitolo precedente

 

Dedico il capitolo a Serve che ho scioccato più del dovuto....scusami tata!

BELLA:

Non avevo capito che era serio. Non sono abituata a lui in queste vesti sopratutto dopo tutto quello che all'inizio mi diceva sua sorella sul suo conto. Ho notato un cambiamento da parte sua ma di certo non pensavo che in qualche modo “aveva messo la testa a posto”. Insomma, non è stata proprio colpa mia! Edward mi è stato presentato come lo “stronzo puttaniere”! Invece adesso chi si è beccata della stronza sono io.

Perché è cambiato così tanto? Cosa gli è successo?

Vuole veramente stare con me? O sono una semplice tacca?

Eppure qualcosa dentro di me mi diceva che dopo tutto quello che avevamo passato insieme non poteva essere solo una questione di addescamento fine a se stesso per puro orgoglio maschile.

Sta di fatto che ora sono sotto la sua finestra cercando un modo per arrampicarmi cosa non facile vista la mia tremenda sbadataggine. Se cado e mi rompo qualcosa si sentirà in colpa per tutta la vita perché io glielo ricorderò per tutta la vita. Lo farò sentire una vera e propria merda!

Con questo pensiero, che mi risolleva l'umore, inizio ad arrampicarmi su un albero a fianco e con un balzo finale che rischia di spezzarmi il collo arrivo al suo balcone. Fortunatamente trovo la finestra aperta così entro di soppiatto.

-Edward?-mormoro avvicinandomi al letto.

Si alza di scatto e accende la luce che mi acceca.

-Bella?-chiede cadendo dalle nuvole.

-O spegni quella cosa o ti faccio fuori…-

Capendo il mio disturbo dovuto alla luce improvvisa (poveri miei occhiucci XD) butta una maglietta nera sulla lampada del suo comodino in modo che la luce è più soffusa e che non mi dia fastidio agli occhi.

-Che cosa ci fai qui?-mi chiede guardandomi scioccato.

-Ma scusa! Ti pare il caso di mollarmi li così? Non pensavo che stessi facendo il serio! Dai Edward…non è da te!-gli spiego sedendomi sul letto.

Lui mi guarda stralunato come se gli avessi detto la cosa più scema del mondo.

-Pensavo che volessi conoscere il vero me.-dice mormorando.

-E quello era il vero te!?-chiedo un po’ incredula.

-E’ così difficile da credere?-chiede di rimando.

-Beh…diciamo che tutti ti vediamo sotto un’altra luce.-

-Quale?-chiede incuriosito. Ho toccato un tasto che porterà a farlo incazzare ne sono più che sicura.

-Beh…siamo abituati all’Edward stronzo…-commento.

Scoppia in una risata che riempie la stanza.

-Pace?-gli chiedo allungando una mano sorridendogli.

Lui l'afferra e mi trascina verso di lui e mi fa il solletico. Smette improvvisamente e mi accorgo di essere sopra di lui a cavalcioni e i nostri visi sono vicini, troppo vicini.

Mi specchio nei suoi bellissimi occhi poi vengo attratta dalle sue labbra.

Annullo le distanze tra di noi. È un bacio fugace, fresco e inaspettato ma volevo baciarlo e non me ne pento. Almeno non adesso.

Gli sorrido e lui ricambia.

-A cosa lo devo?-mi chiede sfoderando il suo sorriso sghembo.

-Per averti rovinato la serata con la mia boccaccia.-mormoro facendogli la linguaccia.

Guardo l'orologio. Ormai sono le due e praticamente mi sono messa in un guaio enorme se mio padre mi scopre, dopotutto sono uscita di soppiatto dopo che ho sentito Charlie russare.

Gli scivolo di dosso e mi metto dall'altra parte del letto togliendomi le scarpe.

-Ehy! Cosa pensi di fare?-

-E' troppo tardi...dormo qui.-

E così dicendo mi metto sotto le coperte.

-Non vorrai violentarmi come a fatto quella schizzata a Phoenix!-dice con voce finta impaurita. Ahaha...povero bimbo!

-Non penso che ti dispiacerebbe!-ribatto facendogli la linguaccia.

Si volta completamente verso di me sorridendo.

-Non ci pensare nemmeno. Tieni le mani dalla tua parte e tutto filerà liscio.-

così dicendo mi volto dall'altra parte spegnendo la bajour.

-Notte Edward...-

-Notte Bells...-il sussurro caldo e dolce pronunciato da lui mi fa venire i brividi. Bella controllati! Contegno Bella! Contegno!


Mi risveglio tra le sue braccia. Il suo volto disteso è troppo bello per essere anche solo svegliato. Sto così bene, al caldo del suo abbraccio. Potrei stare così per un sacco di tempo.

Sorrido e annuso il suo profumo liberamente. È una cosa che mi ha fatto sempre impazzire di lui e ora che è nel mondo dei sogni ne posso godere appieno finalmente. Socchiudo gli occhi quando sento il suo respiro cambiare.

-Sei sveglio?-gli chiedo curiosa a bassa voce.

Lo vedo sorridere e stringermi di più verso di lui. Mascalzone!

-Forza! Io adesso devo andare.-dico alzandomi. Eh no mio caro Cullen non mi posso proprio fermare qui!

-Non puoi fermarti ancora un po'?-mi chiede aprendo leggermente gli occhi.

-No-rispondo semplicemente facendogli la linguaccia.

Mi alzo e aspetto che lui faccia lo stesso.

-Vorrei ricordarti che mio padre ha una pistola e se sa che ho passato la notte qui tu passerai dei grossi guai! Non so cosa ti convenga fare!-

Si mette a ridere e lentamente scende dal letto. Avvampo immediatamente.

Indossa dei semplici boxer neri che gli fasciano le gambe e ho una visione perfetta dei suoi addominali così perfettamente scolpiti.

Un dio sceso in terra...questo è sicuro. Assolutamente perfetto. Troppo perfetto per essere vero.

Apro la porta e mi fiondo giù dalle scale. Lui mi segue quasi annoiato ma penso che sia per di più ancora addormentato. Magari è sonnambulo.

Mi precede e mi apre la porta. Esco ma lui mi prende per un polso e mi da un bacio a fior di labbra.

-Buona giornata Bells...-mormora sulle mie labbra.

Il mio cuore fa gli straordinari in questo momento.

-A cosa lo devo questo?-gli chiedo esattamente come aveva fatto lui la notte passata.

-Per avermi rovinato la mattinata a letto che avevo programmato.-dice tutto incorniciato dal suo bellissimo sorriso sghembo.

-Vedremo di rimediare presto allora...-

E da quanto sei così intraprendente Isabella Swan?

Non è per caso che sei cotta? Veramente cotta di lui?

Mi sorride e questa volta sono io che catturo le sue labbra tra le mie e non è come i baci che ci eravamo scambiati solo poche ore fa. Affatto.

-Ci vediamo dopo Bells...-mormora sulle mie labbra.

Prendo le chiavi dalla borsa e salgo sul pick-up. Edward mi segue con lo sguardo. Con il cuore leggero e libero di ogni pensiero torno a casa e facendo il minimo rumore torno a letto stavolta spogliandomi completamente.

Charlie entra poco dopo.

-Come mai sei già sveglia?-

Mi volto sbuffando.

-Dovevo andare in bagno.-mento ma lui come al solito la beve.

-Io esco a pesca.-dice uscendo fuori dalla mia stanza. Punto la sveglia per le nove così posso tornare da loro o forse lui può venire da me...

Con questo pensiero mi addormento per l'ennesima volta.



Nella stessa mattina....qualche ora più tardi...


Accosto sul ciglio della strada che porta alla loro casa perché ci sono troppe macchine parcheggiate vicino alla villa.

Stanno facendo una festa?

A piedi arrivo fino allo spiazzo dove fa bella vista la villa e la vedo circondata da uomini armati di macchine fotografiche che continuano a scattare foto o a urlare qualcosa, penso che certi non sono nemmeno americani.

Appena notano la mia presenza vedo che scattano tutti verso di me e mi bombardano di foto. Mi copro gli occhi mentre sento continue domande su di me e su una famiglia reale.

Famiglia reale? Edward? Principe?

Un uomo abbastanza grosso si fa strada tra di loro e mi afferra per un braccio. Mi accompagna direttamente alla porta facendosi largo a furia di spintoni. La porta si apre di scatto e vengo tirata dentro la villa da Jasper.

I miei occhi si abituano difficilmente al buio che fa da padrone nella casa. Prima così luminosa mentre adesso così buia. Le tende sono tutte tirate.

Jasper mi spinge verso il salotto.

Il silenzio regna sovrano. Sono tutti seduti sul divano con lo sguardo fisso sul pavimento.

-Che cosa sta succedendo qua fuori?-chiedo indicando fuori. Nessuno mi risponde. Guardo Jasper che è l’unico ancora in piedi e lancia una breve occhiata ad Edward che scuote la testa.

-Vedi Bella…-inizia a dire Jasper ma Edward lo interrompe con un secco no.

Lo guardo più confusa di prima.

-Aspettate…non mi direte che voi…principe? Famiglia reale?-chiedo ricordando le domande che mi avevano posto quei paparazzi fuori dalla villa.

-Voi…voi…siete principi? Cioè so che magari è scemo...ma...ma...quelli..-chiedo balbettando perchè in questo momento la mia mente non connette molto.

Edward si alza con le mani in tasca guardando sempre il pavimento.

-Bella…sei davanti al principe ereditario d’Italia…-mormora Jasper mentre per la prima volta da quando sono entrata Edward mi guarda negli occhi.

-Che...che cosa hai detto?-chiedo rivolgendomi a Jasper.

-Io sono un principe Bella...-mormora guardandomi. I suoi occhi luccicano e aspettano una mia reazione che non tarda ad arrivare.

Scappo via.

Esco e vengo fotografata. Salgo in macchina mentre alcuni paparazzi continuano a farmi foto.

Non può essere. Edward. Un principe.

Metto in moto e mi allontano il più velocemente possibile da quella villa.

Improvvisamente sento bagnato sulle labbra, solo adesso mi accorgo che sto piangendo e salate lacrime scivolano lungo il mio volto

 

E in questo capitolo finalmente la piccola Bella viene a conoscenza della verità. Ma chi avrà fatto la spiata sui nostri principini alla stampa? pensateci bene...io vi ho dato un indizio enorme, non vi dico dove se no sarebbe troppo facile! Non riesco proprio a farli stare tranquilli eh!? Cmq sono piacevolmente sorpresa della risposta che ho avuto nel capitolo precedente, ho visto tante persone nuove che dalle mie parole sono state spinte a commentare (tesorini...non era una minaccia però devo ammettere che è servita)...cmq visto che solo 845 persone hanno letto...sono la più o meno la metà di chi legge di solito i capitoli ma va bene lo stesso...spero che non abbiano saltato il capitolo precedente. Vi ringrazio immensamente per i commenti che mi avete lasciato...e sono altrettanto contenta di essere ancora viva e vegeta nella mia casetta anche se Rememberme mi aveva già assicurato protezione (tvb tata!)

Spero che il capitolo vi sia piaciuto...il prossimo sarà un Edward POV e forse capiremo qualcosa di più. Tanto è già pronto per essere pubblicato ma vale la stessa cosa del capitolo precedente...quando vedo che ci sono abbastanza commenti e letture (non voglio lasciare indietro troppo nessuno) aggiornerò. Credo cmq che o stasera o domani mattina/pome aggiornerò ancora questa storia.

Un bacione a tutti quanti

VVB

PS: Ricordo a chi avesse la parabola che stasera su MTV verranno trasmessi gli MTV music awards dove verrà presentata la canzone per New Moon e il bellissimo trailer esteso che anche se tutti l'abbiamo già visto non fa mai male rivederlo sopratutto in televisione!

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Capitolo 32
*** Una cenerentola americana ***


PRIGIONIERA

FERMI!!

ok....adesso che ho attirato la vostra attenzione NON MUOVETE GIU' QUEL MOUSE E ASCOLTATEMI. Allora....per essere sicuri di star leggendo il capitolo giusto e che non ve ne siete persi alcuni visto il mio rapido aggiornamento:

-Avete letto "FERITO"?- E' il capitolo dove la nostra Bella fa un pò la stronzetta con Edward.

-Avete letto "Peace? does not exist"??-dove si scopre il segretuccio dei nostri amati Cullen?

Se avete risposto di "SI" a queste due domande...ora potete iniziare a leggere il capitolo. XD

 

Capitolo dedicato alle persone che hanno commentato il capitolo precedente (x adesso 25 pers.) bacioni

EDWARD:


-Sono Aro. Vuole parlarti, aspetta.-

La voce del segretario di mio padre mi fa sussultare. Aspetto neanche un minuto che sento la chiamata trasferita nell'ufficio di mio padre.

-Edward. Ho in mano il giornale e ci sei tu sulla porta di casa in boxer che dai un bacio ad una ragazza. Ora...voglio che torniate a casa. Tutti quanti. Vi ho mandato l'aereo della corona, non fatemi attendere più del dovuto.-

Senza nemmeno farmi ribattere attacca il telefono.

Alice è al mio fianco.

-Cosa è successo?-mi chiede preoccupata. Io ho ancora la cornetta vicino all'orecchio quasi incapace di staccarla.

-Vuole che ritorniamo tutti in Italia. Subito...-rispondo incredulo delle mie stesse parole. Perchè io in realtà non voglio andarmene via da qui.

Non voglio allontanarmi da lei.

-Perchè? Cosa abbiamo fatto? È finito il periodo di prova?-

Mia sorella mi bombarda di domande ma viene messa a tacere quando Emmet entra nel salotto con in mano il giornale di Port Angeles.


Il principe ha trovato la sua Cenerentola in America”


Questo era il titolo in prima pagina e la foto era quella che aveva descritto mio padre al telefono.

-Oh no! Bella non lo sa...Non sa nulla.-mormora Alice.

Mi lascio scivolare sul muro e mi tengo la testa tra le mani. È solo un incubo.

Suonano al campanello.

-Dev'essere Bellina...-dice Emmet e apre la porta. Non è Bella. Affatto.

Fuori dalla nostra porta si è riversata una folla di paparazzi e in quel momento scattano un sacco di foto all'interno della casa. Vengo bombardato di flash come è successo l'ultima volta in Italia.

Con un sonoro tonfo Emmet richiude la porta.

-Abbiamo bisogno di una squadra...-dice Jasper con già il cellulare in mano.

Lui è perfetto in questo genere di cose.

In meno di un'ora arrivano degli uomini che si piazzano nella porta principale e anche su quella dietro che da sul giardino cercando di tenere lontano i paparazzi che vogliono assalirci.

-Alice hai una foto di Bella?-chiede Jasper guardando mia sorella tenendo ancora in mano il cellulare parlando con non so chi.

-Vado a prenderla. Ci sono le foto che abbiamo scattato insieme a Las Vegas durante il compleanno di Rose.-risponde dirigendosi subito in camera sua.

Lo guardo stralunato e anche Emmet ha la mia stessa espressione.

-A che cazzo serve Jazz?-

Emmet mi ruba le parole di bocca. Io mi sento distaccato dal mio corpo anche solo per parlare.

-Devono sapere chi possono fare entrare.-risponde semplicemente Jazz.

Emmet annuisce.

-E credo che lei sia l'unica che vorremmo vedere in questa casa.-continua Jazz.

-Non so.-rispondo pensando alle conseguenze di quell'articolo, non gli ho mai detto la verità, non gli ho mai detto chi sono in realtà. Dopotutto però ho solo celato un maledettissimo titolo, mi sono messo a nudo e sono riuscito ad essere me stesso, lei non mi conosceva per quello che avrebbe potuto leggere su di me nei giornali, lei ha semplicemente conosciuto Edward Cullen non il principe Edward. Ero felice così.

-Di solito si fa così. Non faranno entrare nessuno a parte lei.-mormora mentre Alice li porge una foto dove Bella è sorridente insieme a Emmet.

Tiriamo tutte le tende e ci assicuriamo che porte e finestre siano chiuse anche se i miei fratelli evitano di farmi avvicinare a qualsiasi punto dove mi potrebbero riprendere o fotografare, così mi occupo del piano superiore.

La casa in un istante cala nell'oscurità e pochi raggi di Sole fanno capolino.

Mi siedo sul divano incapace di dire qualsiasi cosa.

Alice e Rose si siedono accanto a me.

-Non volevo che lo sapesse così...-mormoro cercando di non incontrare lo sguardo di nessuno.

-Perchè avevi veramente intenzione di dirglielo?-mi chiede Emmet alzando leggermente un sopracciglio.

Il silenzio cala nel salotto, probabilmente per il fatto che nessuno si è mai posto seriamente questa domanda, noi stavamo bene così. Solo noi stessi, nessuna complicazione, nessuna attenzione solo perchè siamo principi, Bella è diventata nostra amica per come ci ha conosciuti. Semplicemente noi.

-Si stanno muovendo. Qualcosa ha attirato la loro attenzione.-dice improvvisamente Emmet che stava sbirciando da dietro una tenda.

-Oddio è Bellina!-

Jasper salta in piedi dalla poltrona e va verso l'entrata. Sentiamo bussare e dopo pochi secondi sentiamo un altro tonfo.

Ancora una volta cala il silenzio mentre io non riesco a distogliere lo sguardo dal tavolino di fronte al divano.

-Che cosa sta succedendo qua fuori?-chiede. Nessuno le risponde.

Scuoto la testa ripensando a quante volte avrei potuto dirle la verità e non l'ho mai fatto, anche quando tra di noi era nato un sentimento più importante di una semplice amicizia.

-Vedi Bella…-inizia a dire Jasper.

-No.-sbotto. Troppe volte qualcuno si è messo qualcuno in mezzo prendendosi le responsabilità che sono solo tutte mie, questa questione riguarda solo me e lei, nessun'altro si deve intromettere.

Mi guarda confusa.

-Aspettate…non mi direte che voi…principe? Famiglia reale?-chiede, probabilmente ripetendo cosa ha sentito fuori da quei paparazzi.

-Voi…voi…siete principi?-chiede con voce tremula.

-Beh...non esattamente noi no.-commenta Rosalie indicando lei e Jasper, le schiocco un'occhiataccia che la fa ammutolire e la induce a guardarsi le scarpe.

Mi alzo senza però riuscire a guardarla negli occhi, non ci riesco a sostenere il suo sguardo.

-Bella…sei davanti al principe ereditario d’Italia…-mormora Jasper, alle sue parole alzo lo sguardo allibito dal suo comportamento anche se una parte di me lo ringrazia per aver tirato fuori la verità.

-Che...che cosa hai detto?-chiede rivolgendosi a Jasper.

-Io sono un principe Bella...-mormoro guardandola.

I suoi occhi luccicano mentre io aspetto una reazione che non tarda ad arrivare.Scappa via senza dire una parola.

Esce dalla porta sbattendola e così sentiamo nuovamente le urla dei paparazzi avvolgerla. Prendo una lampada e la butto contro il muro di fronte distruggendola in mille pezzi.

-La dovresti seguire...-dice Alice toccandomi la spalla.

-Io penso che dovrebbe metabolizzare la cosa...-commenta Emmet che si è appiccicato nuovamente allo spiraglio della tenda per guardare fuori.

-Non ha tempo di metabolizzare, appena finiamo di fare le valigie dobbiamo tornarcene in Italia.-gli spiego quasi ringhiando quando vedo lo sguardo di mio fratello capisco del tono che ho usato.

-Scusami.-mormoro sospirando. Sono uno stupido. Me la prendo inutilmente con le persone sbagliate quando me la dovrei prendere solo con me stesso.

-Senti...noi gli distraiamo e tu prendi la macchina e voli via.-dice Rose.

-E come avete intenzione di distrarli?-gli chiedo scettico, sembrano parecchi.

-Tu non ti preoccupare. Vai in garage, quando vedi la porta aprirsi esci fuori più veloce che puoi.-mi risponde Jasper andando verso la cucina, seguo il suo consiglio e il più velocemente possibile mi siedo sulla mia volvo preparandomi già ad affrontare una folla che probabilmente mi farà perdere tempo posizionandosi davanti alla macchina per bloccarmi. Come aveva detto Jasper di colpo il garage si apre e io saetto fuori ma non trovo nessun paparazzo, sono come spariti nel nulla in un attimo mi ritrovo sulla strada che porta a casa di Bella ed infatti la trovo, suono il clacson per farla fermare, vedo i suoi occhi guizzare sullo specchietto retrovisore per vedere chi è il disturbatore.

Imperterrita continua a guidare così non trovo altra scelta; la supero e le taglio la strada pregando che quel coso abbia ancora i freni funzionanti.

Il pick-up si ferma e io ne approfitto per uscire fuori dalla volvo, vorrebbe chiudere con la sicura ma non le lascio il tempo aprendo in fretta la sua portiera. Si copre il volto facendosi scudo con i capelli, socchiudo gli occhi sospirando mentre cerco di dire qualcosa anche se non mi esce nemmeno una sillaba.

-Che cosa vuoi?-mi chiede con voce tremula.

-Io non posso cambiare chi sono…-mormoro cercando di farmi guardare negli occhi ma lei sfugge al mio tocco continuando a guardarsi le gambe.

-Diventerò re un giorno e ho sbagliato a mentirti ma per una volta...per una volta sola mi sono sentito accettato per come ero veramente, non per cosa rappresentavo.-

Bella si morde il labbro inferiore mentre cerca di trattenere le lacrime.

-Io ti amo e nemmeno questo posso cambiare. Ora…-gli dico avvicinandomi prendendo la sua mano tra le mie.

-Ti chiedo di seguirmi in Italia…-dico aspettando trepidante una sua risposta, non riesco a lasciarla qui in America. Lentamente sfila la sua mano dalle mie.

-Mi dispiace Edward…ma come posso farlo quando mi hai nascosto una parte così importante della tua vita? io...mi sembra quasi di non conoscerti più.-

Queste sono le sue ultime parole perché poi scappa via ingranando la retro marcia e lasciandomi li da solo in mezzo alla strada.

Scappa via da me.

-Invece sei l'unica che ha conosciuto il vero me.-mormoro guardando il pick-up allontanarsi di fretta.

Rimango solo mentre inizia a piovere. I vestiti iniziano ad appiccicarsi addosso. Salgo in macchina e inizio a guidare fino a casa dove la marmaglia di paparazzi inizia a riversarsi sulla macchina. Come un'automa scendo dalla macchina lasciandomi travolgere dai loro continui flash e dalle domande ma io sento tutti i rumori ovattati e come se fossero distanti anni luce, le guardie del corpo poco dopo arrivano e mi scortano fino dentro caso dove Jasper mi trascina dentro portandomi fino in salotto.

-Allora?-chiede Rose spazientita.

-Penso che non mi vorrà mai più vedere per il resto della sua vita.-mormoro buttandomi sul divano.

Mi sento gli occhi di tutti puntati addosso ma me ne guardo bene da alzare lo sguardo.

-Non ti preoccupare. Faccio io la tua valigia.-mi dice Alice stringendomi una spalla mentre io rimango a crogiolarmi nel mio mal umore.

-Ho già chiamato una macchina per portarci all'areoporto.-ci informa Jasper.

-Quindi è tutto finito? Si torna in Italia?-chiede mio fratello sbuffando.

-Già...-gli risponde Rose facendolo alzare dal divano.

-Mi piaceva stare qua...-commenta Emmet salendo le scale.

Dopo un paio di ore trovo le valigie davanti alla porta e la limousine pronta per portarci all'aereo.


Ed eccomi qui! vi sono mancata?? hihih spero di sì.

Inanzitutto vorrei ringraziare le 26 (-1 perchè uno non era per la mia storia) persone che hanno commentato il capitolo precedente ed è proprio grazie a loro che mi sono decisa ad aggiornare oggi. Quindi fatevi un applauso!! XD Sono stata piacevolmente sopresa quando ho letto così tanti commenti in così poco tempo...praticamente stavo gongolando davanti allo schermo. Lo so che la nostra piccola Bella ha avuto una reazione un pò...beh...forse esagerata ma spero che la possiate comprendere meglio nel prossimo capitolo che sarà per lei (almeno per metà perchè poi ci sono Emmet e Rose...ho visto che volevate vedere la scena di quando Emmet lo viene a sapere ma facciamo che salto direttamente a dedicare un pezzo a loro quando sono in Italia). Volevo farvi soffermare su una domanda per...beh...diciamo per difendere Bella...e se la persona che amate si rivelasse essere un'altra persona? lasciate perdere il fatto che sia un principe o meno...non credete che vi sentireste abbastanza smarrite? Lei non è nella testa di Edward, non sa cosa significhi per lui essere un principe e non lo può nemmeno immaginare e poi scopre che le persone che considerava suoi amici sono delle altre persone con una doppia vita. Ecco ho finito la mia arringa in difesa di Bella.

Ah! Ho visto che alcuni (sia lasciandomi un commento che parlandomi su msn) si sono spaventati per un commento dove si diceva che Bella era andata a letto con Emmet....state tranquilli...non l'ha fatto e non vi siete persi nessun capitolo, ho visto lievitare le visualizzazioni dei capitoli dietro più della norma quindi vi dico solo di non cercare indietro perchè non troverete niente...è un'altra storia quindi come dice Jasper "relax!"

Punto numero due...credo che questo sia più per serve che per gli altri: nessuno ha detto niente del bambino ma in questo capitolo si capiva di più come mai c'erano fuori i paparazzi da casa Cullen.

Spero di ricevere tanti commentini come il capitolo prima =P (eddai ormai mi avete viziato! so cosa potete fare hihi)

Un mega bacione a tutti quanti e vi ricordo che stasera alle 21:00 su MTV ci saranno gli MTV MUSIC AWARDS. Io me li guardo...

XD


 

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Capitolo 33
*** Litigi ***


PRIGIONIERA

BELLA:

Adesso capisco appieno la canzone di Britney Spears quando canta "Pieces of me".  Tutti a Forks sembravano avere qualcosa da dire su di me o vendere qualche foto di quando ero più piccola. I giornali si attaccavano a tutto, ogni aspetto della mia vita; il mio passato veniva mostrato al mondo intero. Perfino per mio padre è stato difficile, appiccavano incendi per attirare la sua attenzione e bloccarlo, i giornalisti mettevano alle strette chiunque potesse avere dei rapporti con me. Jacob, Mike, Angela, Lauren, Taylor, Ben; l'unica che sembra trarre qualcosa di veramente positivo è Jessica che si concede come una puttana a tutti i giornalisti.
Il Preside mi aveva chiamato il primo giorno di scuola parlandomi che avrebbe fatto di tutto per tenerli fuori dalla scuola, gliene sono profondamente grata per questo.
Le felpone con i cappucci sono diventate le mie barriere contro l'esterno. Non so quanto possa durare tutto questo, non mi mollavano un attimo. Non c'è posto in cui loro non mi seguano. Nessun posto è sicuro. Il piano inferiore è sempre al buio per evitare che qualche paparazzo riesca a scattare foto degli interni. Gli annuari di Forks, prima senza un apparente valore, ora risultavano essere ideali per ricostruire la mia crescita.
Sapevo che venivano pagati bene.
Le persone si stavano arricchendo con queste piccole cose. Parlano con i giornalisti e molte volte si inventano cose, io non ribatto. Mi limito a rimanere lontana da tutti loro.
Se gli dai un dito, vorranno un braccio.
Sono rimasta da sola, abbandonata a me stessa ad affrontare tutto questo.
Ormai mangio da sola fuori all'aperto, i bisbigli ormai fanno parte del mio sottofondo.
Guardo di fronte a me e vedo la schiera di paparazzi, il Preside può vietare di stare sul suolo della scuola ma se stanno sul confine ha le mani legate.
Maledetta bella giornata di Forks, sono rare ed ovviamente nei momenti meno opportuni spuntano fuori. Tipo oggi ma la mia vita è già calata per troppo tempo nell'oscurità per privarmi anche dalla naturale luce del sole.
I flash ora sono parte integrante della mia vita.
-ISABELLA! ISABELLA!!  GUARDA QUI! GUARDA QUI!!-
Alzo lo sguardo sui giornalisti e li faccio il dito.

Mi immagino già la copertina.
"Cenerentola diventa volgare"

Erano già uscite diverse riviste con la mia faccia in primo piano o ad immagine intera mentre faccio qualsiasi cosa. Studio, quando ancora non avevo imparato a tirare le tende di casa, faccio la spesa, quando ancora non avevo scoperto che la portavano anche direttamente a casa. Erano uscite tante copertine.

"Al principe piace il taglio alla mocio vileda?"

Non credevo che i miei capelli fossero così tanto brutti.

"La nuova fiamma di Edward cambierà il suo modo di vestirsi o sarà lei a promuovere il look da barbona?"

Mi piace vestirmi comoda quando non devo uscire, e allora? Mi dovrei mettere i tacchi anche per fare la spesa?

"Polpettona americana colpisce il dolce principe"

Ero davvero così grassa?

"All'interno potete trovare dei pratici consigli su come mimetizzare gli occhi da pesce lesso anche se a quanto pare Isabella Swan non sembra porsi il problema..."

Voglio urlare. Voglio picchiare.
Voglio bruciare tutti quei giornali con i rispettivi giornalisti.
Ho smesso di guardare i giornali o a passare davanti ad un giornalaio proprio per non vedere più la mia faccia o il mio nome sulle copertine.
-Bella.-
Mi volto senza nemmeno vedere la ragazza che ho di fronte veramente. Si siede accanto a me con lo sguardo dispiaciuto.
-Che cosa vuoi?-le chiedo con un tono acido.
-Ci sono giornalisti fuori e ti vuoi far fotografare con me?-gli chiedo ironica.
-Mi dispiace. Non sono venuta qui per questo. Mi fai pena.-risponde seria.
-Ah, beh! Grazie.-
-Mi chiamo Stefania. Non ci siamo mai parlate ma c'è una cosa che ti devo dire...-mi dice la ragazza cercando un contatto visivo con me. La guardo sospirando.
-Jessica ha venduto i Cullen ai giornali scandalistici. L'ho vista con una rivista in mano l'altro giorno, Cosmopolitan, se la rideva di gusto ma ha fatto l'errore di raccontare ad un'altra ragazza che presto grazie a lei Forks sarebbe diventata famosa.-mi spiega Stefania con cura.
-E' stata Jessica?-mormoro incredula.
-Dati gli ultimi eventi e su come sia felice di essere al centro dell'attenzione visto che è una tua amica penso proprio che li abbia venduti.-mi dice seria.
La guardo e i nostri sguardi si incatenano. Lo pensa veramente.
-Ti ringrazio.-dico alzandomi e facendo un breve cenno con la testa. Lei ricambia il cenno e torna a sedersi con le sue amiche.
Lascio il vassoio sul tavolo così su internet posso leggere:
"Isabella diventa maleducata. Le bidelle si lamentano..."
Jessica è in corridoio a ridere come un'oca con un'altra ragazza.
Con uno scatto la raggiungo e la spingo violentemente contro gli armadietti provocando un frastuono che rimomba per tutto il corridoio attirando l'attenzioni di molti.
-QUANTO TI HANNO PAGATA EH?-le urlo in faccia. Tutta la rabbia repressa viene scatenata tutta contro di lei, tutta la mia frustrazione, le mie angoscie...tutto viene scaricato su di lei. La mia nuova valvola di sfogo.
-ehy! Di cosa stai parlando?-mi chiede spaventata. Di certo non si aspettava una reazione come questa.
-Sai benissimo di cosa parlo. Hai venduto la loro privacy per denaro...mi fai schifo!-sibilo sbattendola nuovamente contro gli armadietti.
-Ti rode solo perchè non l'hai fatto tu! Cosa pensavi? Di diventare la nuova principessa?-dice ironicamente cercando sostegno con lo sguardo guardando l'altra ragazza che intimorita fa lentamente passi indietro. La rabbia mi annebbia la mente, la mia mano parte da sola e un sonoro schiaffo fa capolino sul suo volto.
Jessica con le lacrime agli occhi corre in bagno tenendosi la guancia offesa con la mano sinistra. Tutti mi guardano allibiti.
-E VOI COSA AVETE DA GUARDARE?-urlo guardando come tutti si erano fermati ad osservare la scena. Molti avevano il cellulare in mano, "perfetto Bella..."


ROSALIE:

Il rientro non è stato dei migliori.
Dopo la confessione ai giornalisti della mia gravidanza per distrarli da Edward, i paparazzi ci braccavano come se fossero animali. Eravamo spariti per troppo tempo dalla circolazione e ora sembrava che volessero recuperare il tempo perso. Eravamo stati via solo due mesi ma erano bastati per fargli sentire la mancanza.
Gli altri ci avevano avvisato.
Si erano scagliati contro di loro ma noi non eravamo passati nel dimenticatoio. Appena qualcuno ci ha venduti alla stampa sono arrivati in massa. Ci hanno pedinato fino all'areoporto dove ci hanno bombardati di flash.
Edward si è diviso da noi, lui è andato sul jet. Jasper e Alice sul primo volo disponibile mentre io ed Emmet abbiamo aspettato un volo con più scali, proprio come abbiamo fatto all'andata. I principi ereditari non possono viaggiare sullo stesso aereo perchè se ne cade uno dove ci sono tutti gli eredi al trono la linea dinastica si può interrompere bruscamente.
Una cavolata prendere aerei differenti, lo so, ma è l'unico modo in cui possiamo tornare visto che ora tutti sanno dove siamo.
Edward si era dovuto sorbire tutta la sfuriata di suo padre per primo, poi è arrivato il turno di Alice per finire con il nostro. Mio padre era scioccato, mi aveva mandata con loro per raddrizzarmi e cambiare, in un certo modo è avvenuto un cambiamento ma non è quel genere di cambiamento che si aspettava. Mia mamma mi aveva abbracciato piena di gioia. Emmet gongolava di gioia e neppure la romanzina di suo padre gli aveva fatto cambiare umore.
I conti  bancari non sono stati bloccati.
Edward è scorbutico e non vuole parlare con nessuno, rinchiuso in camera sua. Non parla con nessuno. È stato compito di Alice spiegare come stavano le cose.
Carlisle era sorpreso di sentire che il proprio figlio si era innamorato. Aveva capito che Bella non era una delle tante e che in quel periodo di allontanamento Edward non aveva frequentato nessuna a parte lei, non erano stati a letto insieme, questo aveva fatto salire i punti per Bella, ma la cosa più importante restava che lui era cotto di lei.
Emmet si butta sul letto facendomi sobbalzare.
-Cosa ti ha detto?-gli chiedo accarezzandogli i capelli.
-Lei organizza tutto o non ci sposiamo proprio...-mormora baciandomi una mano.
Sorrido. Alice è proprio la solita.
Lentamente Emmet mi prende per le spalle e mi fa appoggiare sul suo petto. Nascondo il viso nell'incavo del suo collo e respiro profondamente il suo profumo da uomo vero così intenso ma nello stesso tempo così destabilizzante.
Potevo dire di adorare ogni aspetto di Emmet. Non c'era cosa che non mi piacesse di lui, adoravo anche quella parte infantile che alle volte veniva fuori.
-Come la vuoi chiamare?-mi chiede Emmet baciandomi la testa.
-E se è un lui?-gli chiedo storcendo il naso. Io volevo un maschietto e poi me lo sentivo. Lo so che è una cretinata dire così quando è solo da qualche settimana che sono incinta.
-Io dico che sarà una bella bambina...come la mamma.-dice stringendomi forte.
-Maschio.-dico secca.
-Femmina.-ribatte.
-Ti dico che è maschio...-ribatto sbuffando.
-Allora...potremmo chiamarla....-dice evidenziando il LA.
-Nikki!-esclama di colpo.
-Non mi piace.-ribatto, tanto sarà un maschio! È così difficile capirlo?
-Ashley...-dice.
-No, l'associo a Ashley Simpson e per favore...non le darei mai un nome del genere. Anche se non si pone il problema visto che sarà un maschio.-gli spiego ma lui come se neanche mi avesse sentito continua con le sue ipotesi.
-Kristen?-
-Ma sei impazzito? Tuo fratello è stato quasi violentato da una Kristen! Non voglio che ogni volta che la chiama si ricordi di quella la!-dico quasi urlando mettendomi a sedere a gambe incrociate sul letto.
Lui mi porge la mano che appoggio nell'incrocio delle mie gambe e inizio a fare i ghirigori sul suo palmo, lo guardo socchiudere gli occhi, li piace quando li faccio così le coccole, si rilassa....e io ottengo tutto quello che voglio.
-Comunque sarà un maschio. Non farti troppe illusioni.-mormoro.
I lati della sua bocca si alzano verso l'alto e lo sento sospirare sonoramente.
-E sentiamo come la vorresti chiamare se fosse un maschietto?-mi chiede, non si arrende mai vero? E' MASCHIO!
-Robert.-dico decisa. Non ho altri nomi in testa. Il nome Robert mi è sempre piaciuto fin da piccola.
-Robert Hale Cullen.-ripete testando l'effetto che sonoramente produce.
Per me suona benissimo.
-Suona bene.-ammette Emmet aprendo gli occhi. Annuisco gongolando. Suona più che bene, Robert sembra essere creato apposta per poi avere i nostri cognomi uniti.
Hale in Cullen.
Emmet allunga un mano verso la mia pancia e l'accarezza teneramente.
-La mia piccola Ashley...-mormora.
-OHOHOHOHOH!! ROBERT!! ROBERT! ROBERT!-continuo a ripetere mentre lui sghignazza.
-Allora...se sarà maschio, cosa molto improbabile, lo chiameremo Robert e quando partorirai dirò alle infermiere di chiamare nostra figlia Ashley.-
Lo guardo in cagnesco.
-Nostro figlio non sarà affatto contento di avere un nome da ragazza.-gli spiego sbuffando.
-Non ti arrendi mai eh?-mi chiede lancianodomi un'occhiata.
-Potrei farti la stessa domanda sai?-ribatto incrociando le braccia al petto. Lui mi prende e mi trascina nuovamente su di lui dandomi tanti piccoli baci sul naso, guancia  e labbra.
-Ti amo Emm...-mormoro. Il suo sorriso si allarga e la presa su di me si fa più intensa.
-Anche io ti amo....-mi risponde baciandomi.
Mi accoccolo accanto a lui. Dobbiamo ancora riprenderci dal fuso orario.
-Rose...ti amo anche se dici che la nostra bambina è un maschio.-mormora accanto al mio orecchio. Mi volto di scatto inferocita.
-Se continuiamo così o esce lesbica o gay! Quindi è meglio rimandare il discorso alla prima ecografia che faremo...-gli spiego per far smettere questa diatriba.
Lui se la ride delle mie parole e mi stringe ancora più forte a lui.
Ci addormentiamo così...stretti uno nelle braccia dell'altro.

 

Ed eccomi di qui! inanzitutto vorrei dire che mi dispiace di non aver aggiornato ieri, in realtà era mia intenzione farlo ma ho dovuto prestare la chiavetta ad una mia amica...sapete...io sono abituata a scrivere sul portatile (per me è più comodo) e poi sposto il capitolo su quello fisso dove ho la connessione internet! quindi mi dispiace tantissimo di avervi fatto aspettare!

Questo capitolo è un pò una batosta ma solo il pezzo iniziale, con il pezzo incentrato su Rosalie ho cercato di alleviare la tensione e spero di esserci riuscita e di avervi fatto sorridere, io personalmente mi sono divertita parecchio a scrivere quel pezzo e spero che vi piaccia anche a voi!

Sono tremendamente contenta di aver ricevuto ben 31 commenti!! ma allora mi volete veramente bene?? XD con tanti commentini così potrei anche aggiornare tutti i giorni...mmm....potrebbe essere un'idea! Vi ringrazio immensamente per tutto l'appoggio che state dando a questa storia! senza di voi non avrebbe vita! un bacione a tutti quanti vale

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Capitolo 34
*** Team Edward o Team Jacob? ***


PRIGIONIERA

NELLA SECONDA PARTE DEL CAPITOLO C'E' IL RATING: ROSSO (è una AliceXJasper)...diciamo che per a chi dessero fastidio certe cose consiglio di fermarsi appena Jasper e Alice entrano nella loro camera ma mi raccomando non saltate tutto il capitolo perchè la prima parte è veramente importante! Un bacione

AVETE LETTO IL CAPITOLO PRIMA "LITIGI"??? SE NON L'AVETE FATTO CORRETE A LEGGERLO!

Capitolo dedicato a hale1843...

BELLA:


Jacob fa di tutto per allontanare i paparazzi. Fa di tutto per tenermi su di morale.

Da quando è scoppiato tutto questo casino non ha mai menzionato nemmeno una volta Edward o la sua famiglia, nè tanto meno mi ha fatto sentire una stupida. Molte volte La Push è diventato il mio nascondiglio segreto, Paul, Emily, Leah e Jared a turno mi davano ospitalità confondendo così i giornalisti.

Jacob da semplice amico di famiglia era diventato una specie di guardia del corpo personale, un confidente, un'ancora di salvezza lanciatami da chissà chi.

Il mio sole personale che raschiava via le nuvole e le ombre del mio passato. Mi ero attaccata molto a lui nelle ultime settimane ma questo l'avevano notato anche i paparazzi.

Era come se tutto il mondo si fosse diviso in due team. Team Edward o Team Jacob?

E per avere una risposta guardavano tutti nella mia direzione.

Cosa voleva dire? Team Edward o Team Edward? Erano impazziti.

Non li avrei mai potuti mettere a confronto.

Erano stati creati gruppi su facebook, innumerevoli ragazze dicevano di essere Team Edward, su quale base poi potevano dirlo me lo chiedo ancora adesso. Il Team Jacob era all'inizio svalorizzato ma quando i giornalisti hanno incominciato a dare la caccia anche a lui, perchè lo vedevano come "l'amante" della situazione, erano apparse molte foto di lui e ben presto anche lui era riuscito ad avere il suo stuolo di ragazzine che lo sostenevano.

Sostenevano per cosa poi?

Volevano che prendessi una decisione. O stavo con Edward o stavo con Jacob.

Come scegliere tra il bianco e il nero, cosa volevano da me? Non si erano ancora stufati? si erano perfino messi a fare dei fan made di foto su di me e la mia scelta. Una foto poi era veramente fatta bene...incredibile cosa non riuscissero a fare con le immagini che avevano a loro disposizione.

FOTO

In un mese io ero diventata la preda più ambita del piccolo stato di Washington.

Se mi cercavo su Google...avevo ben 15 pagine a mia completa disposizione. Ho chiuso il myspace che avevo e ho disattivato facebook. Chiuso tutti i contatti.

Poi un lampo illumina la mia stanza e anche la mia mente.

-Google...-mormoro alzandomi di scatto dal letto e andando verso il computer.


ALICE:


Mio fratello è un coglione.

Bella è una cogliona.

Possibile che sono circondata da coglioni?

Edward era rimasto immobile, testa china a fissarsi le punte delle scarpe e senza nessun segno di vita per tutto il tempo in cui mio padre gli ha fatto la strigliata per l'articolo che è uscito su lui e Bella fuori dalla nostra casa a Forks.

Non gli ha spiegato niente, nè chi era la ragazza nè che non era come si poteva pensare.

Si era limitato a dire, alla fine della sfuriata di nostro padre un "Hai perfettamente ragione".

Hai perfettamente ragione? Hai perfettamente ragione?

L'avrei massacrato!

Quella è l'ultima volta che i miei l'hanno visto. Si è rintanato come un topo nella sua dannatissima stanza così adesso mi tocca chiedere l'aiuto di Jasper per scardinare la prota.

-Sei sicura che non si incazza?-mi chiede tanto il secondo colpo sul cardine.

-Tu non ti preoccupare. Sono io che mi incazzerò con lui.-gli rispondo preparandomi già con le gambe divaricate e le mani sui fianchi con occhi già fiammeggianti. Sarebbe stata la prima immagine di me che avrebbe visto appena Jasper avesse finito il suo lavoro.

Stupido di un Cullen.

-Non andarci giù troppo pesante. Sta soffrendo...-mormora Jasper.

Sento un altro tocco di martello e la porta cade giù. Jasper la sposta di un lato e io come una furia mi introduco in camera di mio fratello.

La camera è completamente al buio. Mi dirigo subito verso le finestre e tiro le tende. Quando mi volto vedo la depressione fatta persona distesa sul letto. Edward ha gli occhi chiusi, la barba di qualche giorno cresciuta e i capelli che sono un disastro.

-EDWARD ANTHONY MASEN CULLE! TIRATI GIU' DA QUEL CAZZO DI LETTO!-urlo strappandogli le coperte di dosso. Lui sussulta ma non fa in tempo a prenderle.

-Alice...ti prego...lasciami in pace...-mormora atono.

Pensavo che sbraitasse.

Pensavo che si tirasse su immediatamente almeno per buttarmi fuori dalla sua stanza.

Non avviene niente di tutto ciò.

Lo guardo con la bocca aperta ma mi ricompongo velocemente.

-Non puoi ridurti così...non ne vale la pena.-gli dico sedendomi sul letto. Cerco di accarezzargli una guancia ma si sposta con una smorfia dal mio tocco. Appoggio la mano sconfitta sulle mie ginocchia.

-Edward. Io voglio bene a Bella ma prima vieni tu...tu sei mio fratello. La mia priorità sei tu. Se mi dici che per farti star bene la devo odiare io lo farò. Mi fai star male. Sto male perchè io so che la ami e anche lei ti ama, anche se non so cosa vi siete detti prima della nostra partenza, sono convinta che qualsiasi cosa è successa è stata dettata solo dagli ultimi avvenimenti. Dopotutto noi non siamo stati completamente sinceri con lei, si è affezionata a noi come noi per lei, senza contare il fatto che si è innamorata di te.-gli dico cercando di avvolgerlo con le mie parole.

-Sei sicura?-mi chiede alzando improvvisamente la testa verso di me e penetrandomi l'anima con i suoi occhi verdi. Lo guardo confusa.

Lui semplicmente punta il dito sulla sua scrivania dopo la flebile luce di uno schermo del computer fa capolino nella stanza. Mi alzo alternando la scrivania al suo sguardo.

Appena mi siedo vedo almeno una trentina di finestre aperte con delle foto riguardanti Bella. Improvvisamente mi sento in colpa per quello che le sta succedendo. Tutta colpa nostra poi però noto un altro particolare, Bella è in compagnia di un altro ragazza. Mi sembra di averlo già visto.

-Chi è?-dico dando voce ai miei pensieri.

-Non te lo ricordi?-mi chiede ironicamente Edward. Dissentisco con la testa.

-Jacob Black, è quello su cui puntava Bella che diceva essere il migliore sia nelle moto che nelle macchine. Quello che voleva buttarmi fuori strada e che a quanto pare esce con Bella adesso...-mi spiega mentre la sua voce pian piano diventa sempre più rabbiosa.

-Edward...lo sai come sono i giornalisti...può non essere quello che sembra.-

-E' esattamente come sembra!-sibila rabbioso.

Socchiudo gli occhi sconfitta.

-La devo odiare?-chiedo e per un attimo è solo l'eco della mia voce che fa da padrone nella stanza.

-Servirebbe a qualcosa?-mi chiede di rimando.

Mi alzo lentamente dalla poltroncina davanti alla scrivania ed esco dalla camera dove c'è Jasper che ancora sostiene la porta per rimetterla a posto.

-Vieni con me! Chiameremo qualcuno per farla mettere a posto.-gli dico e appena la posa lo prendo per mano trascinandolo in camera mia. Durante il tragitto vedo una cameriera e l'avverto di chiamare qualcuno per far sistemare la porta del principe ereditario, si inchina e si allontana velocemente.

Appena entriamo in camera Jasper mi prende per i fianchi trascinandomi sul letto, si sistema sopra di me e prende a baciare avidamente le mie labbra.

Passo le mie mani tra i suoi capelli biondi mentre la sua mano destra scende lungo il fianco per poi sbottonare lentamente la camicetta bianca che avevo indossato per un incontro in ospedale con dei bambini malati.

Sposta con un gesto deciso la camicia e intrufola una mano dentro il reggiseno iniziando a massaggiare vigorosamente il mio seno. Jazz mi alza un pò la gonna a tubino nero per permettermi maggiore movimento, infatti appena lo fa allaccio le mie gambe sui suoi fianchi facendo entrare in contatto i nostri bacini. In un attimo mi libera anche dal reggiseno, si scosta un attimo come per ammirrare le mie forme, sorride compiaciuto per poi posare le labbra sul capezzolo destro stuzzicandolo con la lingua e succhiando piano mentre con l'altra mano mi massaggia l'altro seno.

Un gemito esce involontariamente dalle mie labbra.

-Shhh...o ci farai scoprire...-mormora al mio orecchio dopo avermi tappato la bocca con una mano, prendo delicatamente il suo polso facendolo ruotare. Ora le sue dita sono davanti alla mia bocca; ogni dito viene leccato e succhiato mentre sento che tra le mie gambe il suo membro diventa sempre più grande e pulsante.

Socchiude gli occhi cercando un pò di forza per non venire subito e con l'altra mano scende lungo la pancia fino alla mia femminilità per togliermi lo slip. Altrettanto lentamente infila un dito dentro la mia intimità facendomi boccheggiare, alterna dei moviementi lenti con dei movimenti veloci. Delle scariche d'eccitazione si impossessano di tutto il mio corpo scuotendolo nell'intimo.

I nostri respiri pian piano si confondono dentro la stanza e con un gesto deciso e secco finalmente sostituisce le sue dita con il suo membro. Mi aggrappo a lui con tutte le mie forze affondando perfino le unghie nella sua pelle. Jazz, come al solito premuroso nei miei confronti, viene per ultimo aspettando di aver soddisfatto i miei bisogni. Mi da un bacio leggero sulla spalla e si lascia scivolare da un lato del letto.

-Ti amo Jazz...-mormoro voltndomi verso di lui.

Mi sorride e posa nuovamente le sue labbra sulle mie.

Adoro stare con Jazz, quando sto con lui mi dimentico di tutto...

Si alza dal letto scompigliandosi i capelli.

-Vado a fare una doccia...-mormora e avviandosi verso il bagno.

Lo ammiro fino a quando non sparisce dietro la porta del mio bagno e inizio ad arrabbiarmi. Neanche passano tre secondi che riapre la porta sorridendo.

-Ci sei cascata, vero?-mi chiede.

Arrabbiata mi scaravento su di lui buttandolo dentro al bagno. Non si gioca con i sentimenti di Alice Cullen! Lo spoglio definitivamente da tutti i suoi vestiti che erano ancora addosso a lui e lo butto sotto la doccia non prima di essermi tolta la gonna nera, unico indumento che mi era rimasto.

Ci laviamo l'un l'altro divertendoci e ridendo insieme.

 

Beh!?! Allora che ne dite? vi eravate già insospettite sul comportamento di Jazz, vero? muahahaha mi sono giocata bene questa carta! Come avete visto il capitolo è decisamente a rating rosso, ma solo per l'ultima parte...Bella non ha fatto proprio niente...la nostra piccola! adesso...che finalmente sono riuscita ad accontentare hale1843 (sperando di averla fatta contenta! non so se ti piace cosa ho ideato per Jazz e Alice!) mi posso concentrare maggiormente su Bella & Edward...quindi il prossimo o sarà un capitolo pieno per Bella o un capitolo pieno di Edward. Vedremo...Per quanto riguarda la foto che avevano fatto su di lei e sui team avete schiaccito dove avete letto "Foto" sotto in piccolo? cliccate li e potete vedere cosa lei ha visto! Domanda numero 2: Perchè Bella si è avventata sul computer alla fine? cosa ha intenzione di fare?

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che continuate a mandare tanti commenti! oggi sono un pò delusa...solo 19...so che potete fare di meglio...che ne dite di almeno 30? dai...arrivate a 30 e io inserisco il capitolo...ihihih vediamo se ci riusciamo a fare così! un bacione a tutti

 

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Capitolo 35
*** Fammi sentire amato ***


PRIGIONIERA

19 Settembre 2009: Muore scrittrice di ff Purelove.

Causa: Pestaggio dopo che ha aggiornato

EDWARD:


Come sono arrivato a questo?

Non so darmi una risposta a questa domanda. L'unica cosa che voglio è stare con Bella ma non posso e lei non vuole, come pensavo Jacob è diventato parte integrante della sua vita. Ora stanno insieme e molto probabilmente lei si è dimenticata di me, mi maledirà alle volte visto che i giornalisti l'hanno presa di mira. Presto si stancheranno di lei quando vedranno che non abbiamo più contatti.

Sono passate 3 settimane ma non l'ho più sentita.

Evidentemente per lei è come se non fossi mai esistito. Il vuoto dentro di me si faceva largo giorno dopo giorno. Mia sorella era entrata nella mia stanza per cercare di smuovermi ma nemmeno lei ci è riuscita. Mi sto consumando lentamente.

E in ogni momento vedo il suo volto, il suo riflesso su ogni superficie riflettente. Tutto mi riporta a lei e non posso fare altro che rintanarmi il più possibile.

Dopo che sono uscite mie foto in America, tutta l'Europa si è interessata a me e la stampa locale si è accanita più che mai su di me. Tutti vogliono me. Tutti vogliono Bella.

Mio padre cerca di farmi uscire e anche mia sorella ma ogni volta che metto fuori da palazzo succede la stessa cosa orde e orde di ragazzine mi si catapultano addosso. Alcune cercano perfino di abbracciarmi, altre semplicemente mi si buttano addosso. Altre ancora mi si appiccicano addosso per scattare una foto dove vengono ritratte insieme a me e io da buon automa quale sono diventato non faccio altro che proseguire la mia strada mentre i bodyguard pensano a staccarmele di dosso.

Appena Emilie è tornata dal suo viaggio in giro per il mondo sono andato subito a trovarla. E' un ex attice che ora si gode i soldi, l'avevo conosciuta ad uno di quei party di Vanity Fair e ci eravamo piaciuti subito. Lei era l'unica che prima dell'arrivo di Bella mi faceva sentire accettato per come ero veramente e non per il mio titolo.

Eravamo finiti a letto insieme dopo due mesi, è stata la scopata più bella della mia vita perchè in quel periodo ci eravamo frequentati e forse proprio per questo c'era stato qualcosa oltre alla semplice attrazione fisica.

Mi chiedo solo cosa proverei nel fare l'amore con Bella. Scuoto la testa violentemente per scacciare via quel pensiero e quando finalmente arrivo a casa sua mi siedo sui suoi scalini. Poco dopo la luce del portico si accende e sento la prota aprirsi.

-Edward! Cosa ci fai qua fuori?-

La voce di Emilie mi riscuote dai miei pensieri.

-Ho saputo che eri in città.-mormoro intrecciando le mie dita e guardando dritto di fronte a me. Sento i suoi passi avvicinarsi e poco dopo la ritrovo seduta accanto a me.

-Cosa c'è che non va?-mi chiede posandomi la mano sulla spalla.

-Dove sei stata negli ultimi mesi?-le chiedo di rimando.

-India...troppo fuori dal mondo eh?-dice ironicamente.

Improvvisamente la sento irriggidirsi.

-Non è possibile! Che palle! Ti hanno beccato Eddy...-

Seguo il suo sguardo, alla nostra destra ci sono dei paparazzi.

-Entriamo dentro....-mormora aiutandomi ad alzarmi e mi trascina dentro il suo appartamento che è esattamente come me lo ricordavo. Non è cambiato poi così molto. Apre il frigorifero e prende due birre, una per me e una per lei. Me ne porge una già aperta e inizio a bere attaccandomi alla bottiglia. In un'ora mi ritrovo a farle un resoconto completo su tutto quello che si è persa, soffermandomi su di me e Bella quanto basta per darle un'idea generale. Le birre sul tavolino aumentano senza che me ne rendo conto e altrettanto facilmente mi ritrovo a slacciarle la camicietta a quadrettoni rossi, blu e bianchi. Le sue labbra sono subito sulle mie, sento il sapore dell'alcool mescolarsi al mio. La prendo per la vita e la faccio sedere su di me mentre avidi ci approppriamo uno delle labbra dell'altra. Tra i fumi dell'alcool che iniziano a fare effetto ci ritroviamo nudi e avvinghiati sul suo divano.

-Fammi sentire amato almeno per un giorno...-mormoro con la voce rotta. Lei annuisce e in un attimo sono dentro di lei. Sopra di me si muove con un ritmo tutto suo mentre io boccheggio in preda ad un orgasmo. Viene due volte. Il volto imperlato di sudore e i seni sodi che ondeggiano ad ogni suo movimento. Per un attimo mi immagino Bella al suo posto e come c'era da aspettarsi vengo dentro di lei.

Si alza dandomi un bacio sulla fronte e scompare dietro alla porta del bagno.

Rimango ancora seduto cercando di calmare il mio respiro e cercando sopratutto di togliermi dalla testa Bella. Appena lei finisce di farsi la doccia mi catapulto in bagno io togliendomi via l'odore di sesso che mi sento addosso.

Mi asciugo alla ben meglio.

-Vuoi dormire qui?-mi chiede appena esco dal bagno.

Titubo per un attimo.

-Si.-mormoro strofinandomi nuovamente i capelli con l'asciugamano.

 

Ehm.....nn so che dire....sto rischiando veramente grosso con questo capitolo. Veramente tanto...visto che io non ho parole lascio parlare voi...

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Capitolo 36
*** Voragine ***


PRIGIONIERA

TESORINI MIEI! HO AGGIORNATO UN ALTRA VOLTA....CAVOLO VI STO PROPRIO VIZIANDO. XD

MI RACCOMANDO....CONTROLLATE SEMPRE DI AVER LETTO IL CAPITOLO PRECEDENTE VISTO CHE AGGIORNO COSI' IN FRETTA FORSE POTETE RIMANERE INDIETRO E PERDERVI QUALCHE CAPITOLO!! CHE DEVO FARE? RALLENTO? DITEMI VOI! BACIONI

EDWARD:


Il mio peggior incubo inizia quando mi sveglio, ritorno bruscamente alla realtà. Guardo il soffitto. Senza l'alcool di mezzo capisco quello che ho fatto. E' come se l'avessi tradita.

Ho scopato con Emilie, un'altra volta...

Mi tocco la testa che sembra scoppiare.

Non dovrei poi sentirmi tanto in colpa visto che Bella sta con Jacob. Chissà quante volte Jacob ha potuto toccare il suo corpo, baciarlo, accarezzarlo, sentire quel dolce suono che solo chi la ama anche con il corpo può sentire.

Mi sento impazzire.

Trovo un sacco di chiamate di Alice ed Emmet. Spengo il cellulare infastidito.

Emilie arriva con un vassoio in mano e il sorriso disegnato in volto, un pò di luce nella mia oscurità. Prende l'elastico dei capelli dal suo polso e inizia a legare i capelli biondi in una coda, si sporge verso il comodino e apre il comodino dove tira fuori un blaster blu. Schiaccia una parte della confezione da dove esce una piccola pastiglia.

-Che fai?-gli chiedo smarrito.

-A meno che tu voglia avere un figlio è meglio che la prendo...-

Vengo colpito in pieno dalle sue parole. "Coglione...nn hai usato niente!"

-Non ti preoccupare non intendo avere figli al momento...-dice sorridendomi e ingoia la pillola. Per un attimo il mondo mi è crollato addosso. Lo so che è da stronzi dirlo ma non avrei mai voluto un figlio da lei. Sono uno stronzo, ecco che qualcosa riaffiora della mia vecchia vita....la cosa peggiore però.

-Devi andare?-mi chiede addentando una brioche.

-No.-bofonchio versandomi del caffè nella tazza.

-Hai voglia di andare in spiaggia? È da tanto che non ci vado più...-mi dice facendomi gli occhioni da cucciolo bastonato. Come posso dirle di no? Che vorrei rintanarmi in camera mia e non uscire più? Eppure con lei alla fine sto bene se non faccio le mie solite cazzate cioè quella di portarmela a letto.

-Devo passare da casa per cambiarmi prima.-le spiego strappandole un pezzo di brioche dalle mani. Cerca di ribattere ma imbarazzata abbassa lo sguardo.

La osservo alzarsi e trafficare nei cassetti.

-L'ultima volta ke sei venuto ai lasciato questi.-

Mi porge un paio di pantaloni che arrivano fino al ginocchio verde scuro, una maglietta bianca e una camicia a quadrettoni blu e azzurri.

-Ok...allora andiamo.-rispondo finendo di fare colazione. Sorride soddisfatta.


BELLA:


Ieri sera mi sono chiusa in camera.

Solo io e il mio portatile con la mia connessione.

Avevo aperto la pagina di Google e avevo inserito una semplice parola chiave: Cullen. Inutile dire che erano perfino su wikipedia con tanto di accurata descrizione su tutti i loro particolari fisici. Quando ho cliccato sulla pagina di wikipedia mi è uscito per prima cosa il suo nome scritto a caratteri cubitali.

EDWARD CULLEN.

In realtà il suo nome completo era: Edward Anthony Masen Cullen. Una cosa di cui ero totalmente all'oscuro ma dopotutto io mi chiamavo Isabella Marie Swan...nemmeno lui sapeva il mio secondo nome. "Stai iniziando a difenderlo?"

Suo padre si chiama Carlisle mentre sua mamma Esme Anne Platt Masen Cullen.

Non oso immaginare quando deve firmare.

La mamma di Edward ha la passione, questo era quello che avevo scoperto su internet, della restaurazione e quindi mi era facile capire con che cura dei dettagli avesse fatto mettere a posto la casa in cui vivevano qui a Forks.

"Edward Cullen nato il 20 giugno 1988."

-Quindi ha ventuno anni...-mormoro più a me stessa che a qualcuno in particolare.

"Bravissimo compositore e suonatore. Il suo strumento preferito è il piano"

Un'altra cosa che non sapevo di lui.

"Parla diverse lingue anche se fin'ora lo abbiamo sentito solo parlare in inglese, spagnolo e portoghese."

Ero totalmente a bocca aperta.

"Emmet McCarty Cullen, nato il 15 Dicembre 1989, fratello minore di Edward Cullen. Ama le corse in macchina e in moto. Passione per i motori. Attualmente fidanzato con Rosalie Lillian Carol Hale"

-Rosalie Lilian Carol Hale?-

Clicco sul suo nome visto che è una parola calda e come previsto anche lei ha un pagina dedicata tutta per lei. Faccio la stessa cosa anche per Jasper Ronald Whitlock Hale, suo fratello, almeno questo lo sapevo. Per ultima vedo...Mary Alice Brandon Cullen.

Uhm. Usa il suo secondo nome mentre il mio secondo nome è il suo primo nome. Dio che mal di testa che mi sta venendo! Non mi devo soffermare troppo su questi dettagli inutili! Torno su Google ma stavolta guardo le immagini e non di tutti loro, solo di lui.

PRIGIONIERA

Stavo per impietosirmi per lui. Perchè adesso sapevo come poteva sentirsi, continuamente braccato ad ogni movimento.

Ma ho detto "stavo"...esattamente...ho usato il passato perchè ho visto quello che il mio cuore non riusciva ad accettare, se il cuore non voleva crederci, la mente contribuiva nel mio dolore. Una voragine mi si era aperta sotto i piedi e diavoli mi stavano trascinando all'inferno dove verrei arsa dalle fiamme.

Immagini di lui e un'altra ragazza in spiaggia in atteggiamenti più che intimi. Immagini di lui e la stessa ragazza che si baciano di notte accanto ad un taxi. Edward ha una ragazza, Edward mi ha dimenticato velocemente. Sotto la foto c'è scritto Emilie. I miei occhi iniziano a riempirsi di lacrime ma non posso fare a meno di continuare a guardare quelle foto.

PRIGIONIERA

Incredibile come tutto il mondo mi stava crollando addosso. È così surreale guardarlo attraverso queste stupide foto che non fanno altro che lacerarmi l'anima.

Emilie de Ravin, ecco come si chiamava.

Una fitta di gelosia si impossessa di me.

Passiamo alla bionda per dimenticare la bruna?

L'ha baciata e non posso avere nemmeno il beneficio del dubbio perchè quelle foto sono indiscutibilmente reali, stavolta non si tratta di fan made. Qui siamo nella vita reale. Lui che bacia un'altra è un semplice dato di fatto.

Da oggi...ufficialmente odio i panda....

Ma chi voglio prendere in giro? è inutile celare la mia sofferenza dietro l'odio per una persona che nemmeno conosco. Edward mi ha dato l'opportunità di seguirlo, le cose sarebbero andate diversamente se avessi accettato di seguirlo ma ero sconvolta. Ora so perchè non hanno rivelato la loro vera identità, lo capisco adesso che sono stata tirata in ballo. Non posso tornare indietro.

Prendo il cellulare e guardo in rubrica. Edward. Faccio per premere il pulsante di chiamata quando mi blocco con dito a pochi millimetri sul tasto di chiamata. Lo chiamo e cosa gli dico?

"Sono stata una scema...l'ho capito quando ho visto le tue foto con un'altra?"

Non esiste. Dovevo pensarci prima.

"Io ti amo e nemmeno questo posso cambiare..."

Mi aveva detto proprio così. Le sue parole sono impresse nella mia mente come un tatuaggio.

"Ora ti chiedo di seguirmi in Italia..."

Se l'avessi seguito ora non sarei qui a piangere sul latte versato. Non sarei qui a dannarmi l'anima per lui. I nostri mondi sono differenti. Lui non fa parte del mio mondo, io non faccio parte del suo. Siamo solo due persone che si sono incontrate per un cattivo scherzo del destino. Io non riesco a vivere senza di lui...lui riesce a vivere senza di me.

Quanto sembro patetica da 1 a 10? 20.000...

Con un click del computer salvo la foto del loro bacio e spengo il portatile. Estraggo la scheda del cellulare e le do fuoco con l'accendino. Mi alzo lentamente dalla sedia davanti alla scrivania e mi piego per staccare la spina del computer. Il buio cala dentro e fuori di me.  Speravo di svenire ma purtroppo non persi conoscenza. Il dolore mi sommerge e dal fondo non riemergo.

Allora...Fatemi capire bene. Vengo salvata solamente perchè se no nessuno porta avanti la storia?? CATTIVII!!! Nessuno mi vuole bene! sigh sigh e io che vi vizio così tanto...cioè non so se ve ne rendete conto ma ho aggiornato 3 volte oggi??!!??!!??!!? Insomma dove la trovate un'altra così!?!?!? Per questo capitolo veramente ho impiegato tutte le mie risorse...mi sono fatta in quattro per rendere il tutto più realistico possibile...ho fatto attenzione che le foto non sballassero troppo il testo, ho curato tutto nei minimi dettagli...ho perfino fatto una foto del fiore con i mesi...sisi avete capito bene! Propriety of Purelove! muahaha cosa non faccio per voi! Adesso aspetto tanti vostri commentini...e visto che oggi praticamente ho sputato sangue...che ne dite che come dice il signore...Domenica è riposo! ahahah Aspetto tante vostre recensioni!!! mi raccomando non deludetemi!

PS: Non sembra più realistico con le vere foto di lui ed Emilie.

BACIONI

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Capitolo 37
*** Ago e Filo ***


PRIGIONIERA

Lo so. Me ne sono accorta. La mia pausa è durata più del previsto. Mi sono presa 2 giorni di riposo ma adesso l'importante che ho aggiornato...qui siamo 4 mesi dopo il capitolo precedente...vediamo cosa succede...a dopo! baci

BELLA:


Il tempo passa. Anche quando sembra impossibile. Anche quando il ricordo di quelle foto fa male come il sangue che pulsa nelle ferite. Passa in maniera disuguale ma passa.


Charlie batte il pugno sul tavolo destandomi dai miei pensieri.

-Ora basta signorinella! E' ora che ti dai una svegliata!-

Lo guardo sbalordita.

-Cosa c'è?-gli chiedo sospirando.

-Non sopporto di vederti in questo stato...-mormora addentando una fetta biscottata.

-Vedermi come? Non sto facendo niente!-ribatto atona.

-Appunto...non stai facendo niente. Non stai vivendo Bells!-dice cercando di scuotermi, ma scuotere cosa? Perchè io sono un guscio vuoto senza anima nè tanto meno sentimenti.

-Devo andare a scuola papà...-gli dico smorzando la conversazione. Prendo lo zainetto ed esco fuori di casa dove mi aspetta Angela in macchina.

Sembrano passati anni luce da quando avevo il giardino di casa assediato da fotografi. Ora è già tanto se ci sta il gatto dei vicini.

Ottobre era stato drammatico per mio padre. Non sapeva cosa fare, non sapeva cosa dirmi e non aveva la minima idea su come potermi aiutare.

Jacob si è allontanato, anche lui non sapeva come prendermi e poi ora aveva altro per la testa o per meglio dire c'era Leah che lo distraeva. Come avevo predetto in estate Jacob e Leah si erano messi insieme e di certo era finito il periodo di mio personale soccorritore.

Ora cerco di non dare a vedere il mio dolore, sono vuota. Sono stata svuotata.

Le ore passano lente e la vita sembra solo una fotografia con gli stessi colori impressi.

Il grigio regna sovrano.

Gli altri dopo tutto il putiferio che è successo a Forks per i Cullen sono ritornati alle loro vite normali. Non vado più in moto...non riesco a rimanere concentrata sulla competizione. Più volte Jacob mi chiede di partecipare ma declino sempre regalandoli un sorriso. Angela non fa domande e Jessica e Lauren si sono messe in gruppo per fondare un team tutto loro contro di me. Ovviamente le uniche componenti sono loro due ma non mi importa. Non mi importa più di niente.

Penso che se anche il mio corpo venisse preso, dilaniato e fatto in tanti piccoli pezzi...beh...non mi interesserebbe niente.

Forse inizierei a provare qualcosa del semplice nulla.

Torno a casa notando la macchina di Charlie sul vialetto. Strano, dovrebbe essere al lavoro. Entro in casa salutando mio papà mentre appoggio lo zainetto e mi libero dal giaccone.

-Bella? Puoi venire qua un attimo?-

Lentamente arrivo in cucina dove una donna con un foulard in testa mi guarda con degli incredibili occhi castano dorati.

-'giorno...-dico sentendomi morire per pochi secondi. Chi è questa donna?

-Bella...lei è la signora Esme Cullen.-

A quel nome mi sento letteralmente morire. Il baratro sotto i miei piedi si riapre ma stavolta riesco a perdere conoscenza. La mente riesce a difendersi in qualche modo. La mia...aveva subito troppo in questi mesi.


Mi risveglio con un violento cerchio alla testa. Apro piano gli occhi, regna il buio ma c'è qualcuno seduto sulla poltroncina della mia camera; mio padre è rimasto a vegliare sul mio sonno. Mi guardo intorno ma non vedo nessun altro.

Mi alzo scostando le coperte da un lato e vado giù fino ad arrivare in cucina dove la donna che ho visto poco tempo prima, la mamma di Edward, sta bevendo da una tazza mentre lo sguardo è perso fuori dalla finestra.

-Mi scusi per prima...-mormoro. La donna appoggia la tazza sul tavolo voltandosi lentamente.

-Non importa cara.-risponde regalandomi un sorriso.

-Vuoi tenermi un pò compagnia?-mi chiede indicandomi una sedia accanto alla sua.

-Perchè è qui?-chiedo vomitando letteralmente le parole. Ehm beh, addio finezza. Non sono riuscita a trattenermi, di sicuro non è una visita di piacere.

Ci osserviamo attentamente, mentre lei si perde a scrutarmi probabilmente per darmi una risposta esaustiva, io ammiro la sua bellezza; è una donna bellissima, so da chi ha preso Edward. Quel pensiero mi ferisce come una pugnalata al petto.

"Eh ma allora te le vai proprio a cercare Bella!" mi ammonisce la mia coscenza.

-Sono venuta per te Bella.-mi risponde semplicemente intrecciando le dita sulle ginocchia.

-Questo l'avevo capito.-

Improvvisamente la mia voce diventa acida, quasi rabbiosa ma non devo permettere a me stessa di essere maleducata con lei, che dopotutto non ha fatto niente di male.

-E' per Edward?-dico incitandola a continuare visto che sembra restia.

-No.-mi risponde bevendo un altro sorso dalla tazza.

Stringo forte i pugni per non scoppiare a piangere o permettere a me stessa di urlare davanti a sua madre. Questo l'avrei fatto dopo, in mezzo al bosco, dove nessuno mi avrebbe sentito, proprio come ho fatto migliaia di altre volte.

-Allora è per puro divertimento che siete venuta qua? Volevate vedermi dal vivo? Dicono che in foto non vengo bene, forse avete pensato che vostro figlio avesse abbassato i suoi standard. Dopotutto adesso esce con un'attrice...-dico sarcasticamente. I suoi occhi guizzano immediatamente verso di me e mi sembra di aver intravisto una scintilla nei suoi occhi ma me lo sono solo immaginato.

-Edward ed Emilie...si certo...lo so.-

Emilie. Ancora quel maledetto nome che avevo cercato in quattro mesi di cancellare e che questa donna in un attimo riporta a galla. Stringo nuovamente i pungni, sento le unghie conficcarsi nella pelle in profondità.

-Signora...la prego...se ne vada da questa casa.-mormoro esausta e con la voce tremante per le lacrime che sto cercando in tutti i modi di trattenere.

La mamma di Edward, mi sembra di ricordare che si chiami Esme, si alza lentamente iniziando a coprirsi la testa con il foulard. Quando ha finito prende la borsetta e la apre tirando fuori una busta.

-Rosalie darà una festa pre-mam. Ti ho portato l'invito ci terrebbe tanto se tu venissi.-mi spiega porgendomi la busta bianca finemente decorata con dei ricami in oro.

-Rosalie aspetta un bambino?-chiedo più dando voce ai miei pensieri che aspettando una risposta da lei.

-E' al quinto mese.-mi risponde Esme. Con mani tremanti afferro la busta dove scritto in bella calligrafia vedo il mio nome scritto in nero. "Bella Swan"

Guardo la donna che continua a fissarmi.

-Spera sinceramente che accetti il suo invito, è molto sensibile in questo periodo e sta facendo un pò ammattire tutti ma è normale nel suo stato.-

Osservo i suoi tratti distendersi e rilassarmi mentre parla di Rosalie. Mi immagino già Emmet che parla con la sua pancia.

-Sanno già se è un maschio o una femmina?-chiedo lasciadomi travolgere da quella inaspettata notizia. Rose è incinta e presto avrà un bambino.

Ridacchia e da vera Madame mette davanti la mano coperta da un guanto nero di pelle.

-Un maschio, proprio come aveva detto Rosalie. Emmet voleva una bambina.-mi spiega e nei suoi occhi vedo che sta rivivendo momenti che io non ho vissuto insieme a loro.

Ancora una volta mi ritrovo ad essere ricatapultata nel loro mondo.

Le mie barriere che per quattro mesi mi ero premurata di costruire mattone dopo mattone sembrano vacillare con questo invito che ho tra le mani. Non posso permettere a me stessa di tornare nella voragine da cui con fatica sono riuscita quasi a risalire. Con la mano ancora che mi trema porgo ad Esme l'invito. Lei mi guarda sorpresa.

-Non posso accettarlo.-mormoro abbassando lo sguardo. Ora anche i miei capelli mi fanno scudo dal mondo esterno dividendomi da lei.

-Perchè Bella?-mi chiede con voce triste.

-Non posso permettere a me stessa di soffrire un'altra volta.-

-Ma tu stai ancora male Bella...-mormora facendo tornare la busta verso di me e facendo ben attenzione a non toccarla. Alcune lacrime iniziano a scivolare lungo le mie guance.

-Penso di aver capito perchè mio figlio si sia innamorato di te...altre avrebbero fatto i salti di gioia scoprendo che lui è un principe, addirittura il principe ereditario...ma tu no. A te non importa di tutto questo, ho l'impressione che non credi al principe azzurro che arriva sul cavallo bianco per salvare la donzella in difficoltà.-

Mi mordo il labbro inferiore per cercare di trattenere i singhiozzi.

-Edward non mi ama...e io...-cerco di dire ma le parole mi si bloccano in gola e di tutta risposta le mie labbra lasciano sfuggire un singhiozzo.

-Tu l'avresti amato anche se fosse stato povero.-conclude Esme. Non volevo esattamente terminare così ma comunque rende l'idea. Non mi è mai importato molto dei soldi, ovvio mi piaceva gareggiare scommetendo soldi ma non lo facevo per arricchirmi, ero solo alla ricerca di adrenalina pura che scorresse nelle mie vene.

-Edward non è mai stato amato per come è veramente. Sono sua madre, te lo posso garantire. Nessuno ti ha detto chi erano in realtà per il semplice motivo che tu hai conosciuto il loro vero essere. Quelli sono i miei figli, niente di più e niente di meno. In Italia indossano una maschera perchè con i loro obblighi e quello che la gente si aspetta da loro...-mormora ma poi si interrompe, la guardo negli occhi notando quando la mia vista si sia annebbiata per le lacrime.

Sospira tristemente.

-E' inutile che ti dico questo...ho capito che hai preso la tua decisione.-

La busta mi scivolta tra le mani e la vedo come a rallentatore toccare il pavimento. Esme mi supera e apre la porta.

-Dirò a Rosalie che non hai accettato l'invito...-mormora prima di chiudere la porta dietro di se. Nuovamente il vuoto si rimpossessa di me aprendo la voragine nella mia anima che con un filo, sottile ma comunque un filo, avevo cercato di ricucire.

Il rumore del motore di una macchina si fa largo nel silenzio del mio quartiere e scompare dopo meno di un minuto.

Ed eccomi qui...beh a Bella è stata data una possibilità per andare in Italia. Cosa farà? andrà? Non andrà? Non so...si vedrà....XD muahaha fatto la rima!! ahahaha...(vabbè vale nn stanno ridendo piantala....), il prossimo capitolo sinceramente non so di ke POV sarà. Vedremo l'ispirazione cosa mi dirà...

Che ve ne pare di questo capitolo? Esme era un pò strana vero? secondo voi perchè è andata proprio lei? perchè non l'hanno spedito semplicemente? vediamo cosa mi dite....

Sono contentissima che nell'ultimo capitolo ci sono state ben 36 recensioni!!! lo sapete che mi fate tanto contenta?? e cosa succede quando io sono tanto contenta?? scrivo!! XD Recepito il messaggio?

Mega super bacioni

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Capitolo 38
*** Black-out ***


PRIGIONIERA

BELLA:


Adesso sono le quattro e un quarto. I primi ragazzi messi in punizione incominciano ad arrivare. Mi hanno beccata un'altra volta a fissare il vuoto e questo atteggiamento proprio non me lo lasciano passare inosservato. Ormai ho perso il conto di quante volte sono stata rinchiusa in questa maledetta classe ad eseguire i compiti extra assegnatemi per rimediare alla mia mancanza di attenzione in classe; ma saranno ben cavoli miei se poi a casa mi tocca fare il lavoro doppio, no? Evidentemente i professori non la pensano come me.

-Ancora qui Swan, eh?-mi dice la bidella passando a ritirare l'immondizia.

Non le ripondo nemmeno.

La professoressa entra e ci assegna dei compiti da svolgere durante l’intero pomeriggio. Charlie non sarà molto contento. Ogni volta che mi mettono in punizione torno a casa alle sei.

Un trio di ragazze entra nella classe. Sono nella classe superiore alla mia ma comunque qui non le ho mai viste…già perché ormai vedo sempre i soliti in punizione e loro non sono sulla mia lista. Saranno entrate nel giro da poco.

Rido del mio stesso pensiero.

Ci consegnano i fogli. Matematica e inglese.

Dopo circa una mezz’oretta la professoressa lascia la classe e da quel momento iniziano a innalzarsi diversi schiamazzi e risatine. Poi capisco che c’è qualcosa che non và. Alzo lo sguardo e mi ritrovo davanti quelle ragazze.

-Come mai qui? Hai risposto male alla maestra?-mi chiedono con tono canzonatorio. Le mie sopracciglie si inarcano.

-Potrei farvi esattamente la stessa domanda.-sibilo tornando a guardare il mio foglio con il questionario da terminare.

Una di loro sbatte violentemente la mano sul banco facendomi sobbalzare.

-Stiamo parlando con te!-mi dice obbligandomi ad alzare lo sguardo.

-E io non voglio parlare con voi…-rispondo scandendo bene ogni singola parola.

In un attimo mi strappano via il foglio di inglese dove stavo scrivendo.

-Ah…stai facendo inglese, eh?-

Il foglio viene stracciato in due davanti ai miei occhi.

-Ma come potevi stare con Edward? Ci credo che ti abbia dato un due di picche per stare con quell'attrice.-mi dice avvicinandosi tantissimo al mio volto.

La professoressa entra in classe prima che possa reagire, le mie mani prudono, avrei voluto tirarle un cazzotto e l'avrei fatto se non fosse arrivata la professoressa.

Prendo un pò di scotch e mi metto ad unire i due pezzi di foglio. Finisco stavolta tranquillamente tutti i compiti assegnati e appena posso li consegno alla professoressa che mi permette di uscire prima.

Esco fuori nel parcheggio dove l'aria gelata mi entra persino dentro nelle ossa.

Forks non cambierà proprio mai.

Con le braccia incrociate al petto per cercare di trattenere il maggior calore possibile nel giubotto mi incammino verso il pick up che Charlie mi ha preso per non dipendere sempre dagli altri.

Delle risatine mi fanno voltare. Ancora loro. Aumento leggermente il passo per distanziarle e per arrivare prima al pick-up ma non sono abbastanza veloce. Una di loro mi blocca premendo violentemente il nervo della mia spalla.

Mi fa voltare verso di loro. Vedo sui loro visi dipingersi un sorriso. Sanno di essere in maggioranza e poi dai…effettivamente cosa potrei fare contro di loro da sola? Qui poi non c'è nessuno, nessuna anima viva.

-E tu dove staresti andando?-mi chiede una di loro.

-Non sono affari vostri…-rispondo cercando un po’ di coraggio in me stessa.

Una di loro si avvicina e mi spinge, automaticamente finisco per sbattere la schiena contro la portiera del mio pick-up. E' solo per questo che riesco a rimanere in piedi altrimenti sarei già a terra.

-La ragazzina cerca guai…-dice un’altra con le braccia conserte che ha assistito alla scena.

-Io non cerco proprio niente…-rispondo serrando i pugni.

Appena finisco di dirlo mi arriva una sberla in pieno viso…

Poso la mano sulla guancia offesa delicatamente. Sono bloccata dall’incredulità del gesto.

-Ma sei scema?-grido.

Le altre appena recepiscono le mie parole mi saltano addosso. Vengo bloccata a terra. Mi tirano calci e pugni. Rimango così sull’asfalto dolorante. Dopo un po’ non sento nemmeno più le botte…un liquido rosso esce fuori dalla mia bocca, il mio sangue.

Inveiscono su di me mentre mi stanno picchiando e non so il perché. Nemmeno quello mi è concesso di sapere. Sono rannicchiata in posizione fetale per proteggere il più possibile il mio corpo dagli urti.

Ad un certo punto silenzio. Non sento più niente. Nemmeno le botte arrivano più…si sono fermate. Mi sento sollevare da terra e questa volta penso veramente che farà male. Ma non succede niente.

Apro gli occhi lentamente per evitare altre delusioni al mio povero cuore. Oggi non è proprio la mia giornata.

Il mio cuore si blocca nel vedere il mio salvatore.

-Andrà tutto bene…-mi sussurra mentre si avvia verso una macchina con i finestrini oscurati. Mi lascia scivolare delicatamente sul sedile della macchina ed è assurdo che proprio adesso penso che forse quegli ultimi dolcetti che ha preparato la mamma il giorno prima non gli avrei dovuti mangiare.

-Adesso ti porto a casa.-dice ingranando la retromarcia e iniziando a guidare fino a casa mia. Appena arriviamo sul mio vialetto cerco di alzarmi ma il dolore al fianco è atroce. Alza il braccio destra e con un movimento secco mi porta nuovaente tra le sue braccia. Di mio padre neanche l'ombra.

-Dov'è il bagno?-mi chiede quando riusciamo dopo peripezie ad entrare in casa.

-Sopra.-rispondo cercando di trattenere le lacrime che spingono per uscire.

Mi fa sedere sul mobiletto del bagno.

Lo osservo trafficare nei cassetti del bagno poi mi distacco lentamente dallo specchio e poso una mano sulla testa che incomincia a pulsare.

Prende un batufolo di cotone impregnato di acqua ossigenata ed inizia a premerlo sulla ferita alla testa poi mi prende la mano e mi fa tenere il cotone ben aderente alla ferita che brucia entrando in contatto con l'acqua ossigenata.

Con l’altra mano inizio a toccarmi il fianco che mi fa male in un modo assurdo. Troppi calci.

Strabuzzo gli occhi e fermo la sua mano quando mi accorgo che mi sta togliendo via la giaccia e alza la maglia osservando la mia pancia e il mio fianco scoperti da lui stesso.

-Cosa pensi!-mi dice avendo intuito il mio pensiero.

Arrossisco per aver pensato solo per un momento a quello che pensavo volesse fare. Stupida Bella! Mi ha aiutato e penso pure male di lui.

Sfiora leggermente l’evidente livido. Le sue dite sono fredde e rabbrividisco appena mi sfiorano.

-Ma in che guai ti vai a cacciare da un po’ di tempo a questa parte?-mi chiede cercando di sdrammatizzare il più possibile ma appena sento queste parole scoppio a piangere. Non so nemmeno io perché ma piango come un fiume in piena.

Forse è perché è da tanto che mi tengo tutto dentro. Tutto. Senza mai lasciare trapelare niente e forse dopo tutto quello che è successo oggi la mia barriera impenetrabile ha incominciato a cedere lasciando libero sfogo a quelle emozioni che invano ho cercato di celare per così tanto tempo.

Mi abbraccia cercando di non farmi del male ma più lo sento vicino e più piango. Che sciocca. Lui non dice una parola. Non una. Mi lascia sfogare. Mi lascia bagnare completamente la sua camicia.

Quando mi calmo rimango ancora un po’ rassicurata nel suo abbraccio.

Delicatamente mi distacco e mi metto a ridere…

-Cos’hai adesso?-mi dice guardandomi perplesso. Effettivamente ha ragione…prima piango e poi rido.

-Ti ho bagnato tutta la camicia…mi dispiace…-dico mentre gli faccio notare i segni.

Abbassa lo sguardo sulla sua camicia e inizia a ridere anche lui insieme a me.

-Grazie…-gli dico guardando la sua espressione distendersi adesso che mi sono tranquillizzata.

-E di cosa? Ci mancherebbe altro…piuttosto tu sei quella che dovrebbe ricevere delle scuse. Probabilmente quelle psicopatiche sono iscritte al gruppo che è stato fondato contro di te. "Bella non dovrebbe stare con Edward"-dice mentre ritira il cotone e il kit in un antina del bagno mentre con le dita fa le virgolette per indicare il titolo che si erano inventate.

Ottimo direi, qui c'è gente che mi odia.

-Quindi le ho prese per niente?-dico. Mi scappano nuovamente le parole di bocca.

Non mi risponde. O non ha sentito o semplicemente non sa cosa rispondermi.

Scendo dal mobiletto ma evidentemente non ho calcolato il tappetino perché adesso sto scivolando contro la vasca è solo grazie alla sua presa che adesso non mi trovo con la testa spaccata.

Alzo lo sguardo e mi specchio nei suoi occhi. Ci scrutiamo a vicenda senza mai distogliere lo sguardo, senza mai dire una parola.

Si avvicina pericolosamente alle mie labbra….un soffio d’aria ci divide…poi sembra riprendersi…quel gesto fa più male di mille coltellate al petto, più male delle botte che ho preso da quelle ragazze.

-Oggi sembra proprio che non è la tua giornata, vero?-mi dice spezzando quel silenzio.

-Già…-gli rispondo con evidente imbarazzo.

Già…questa non è proprio la mia giornata.


Apro la porta del bagno, sono distrutta sia fisicamente che psicologicamente. Non sono nemmeno del tutto conscia che in questo momento lui è qui con me, in casa mia. Magari sto sognando tutto e tutto questo non è mai successo.

Mi risveglierò nel mio letto e dirò che è stato tutto un incubo.

Mettendo le mani avanti mi posiziono senza movimenti bruschi sul letto che si piega sotto il mio peso. Troppi dolci....

Chiudo gli occhi dicendomi che appena riaprirò gli occhi tornerò nel mio mondo fatto si scuola e fatto di nulla. Perchè il nulla è diventata l'unica certezza della mia vita, qualcosa che mi tiene compagnia ma nello stesso tempo crea terra bruciata intorno a me.

Edward non è qui.

E' solo un sogno...un terribile, orribile...sogno.

Conto fino a dieci poi sentendo il letto piegarsi da una parte apro lentamente gli occhi mentre tra di me prego di scorgere la figura di Charlie.

-Perché continui a scappare da me?-

Forse ho capito male. Gli chiedo di ripetere perché se fosse un sogno adesso cambierei le parole....ma le parole non cambiano. Rimangono uguali.

Rimangono le stesse taglienti, inopportune e dolorose parole di prima.

-Perché fuggi da me?-mi chiede ancora guardandomi negli occhi.

-Io non scappo Edward...-mormoro cercando di scivolare in un mondo migliore che mi potrei creare nei sogni ma ancora una volta la mia mente rimane vigile a sopportare tutto il male che possono causare le sue parole.

A sopportare tutto, sempre e comunque.

Lui si avvicina stando a pochi centimetri di distanza da me.

-Tu mi stai evitando anche adesso. Eviti me, eviti la mia famiglia, eviti perfino Rose che ti ha spedito l'invito per il suo party-mi dice lasciandomi ancora di più di stucco.

-Tu...sei venuto fino qui per dirmi che io sto evitando tu e gli altri. Tu che mi hai fatto soffrire più di tutti giorno dopo giorno con la tua assenza? Io che ho creduto alle tue parole di quel giorno, mi sono ritrovata tradita nel giro di neanche un mese ma va bene così. Io ora sto bene.-gli rispondo, mentendo, con una calma innaturale che non è mia. Se questo non è un sogno ma è la realtà sono contenta che una parte di me sia rimasta sopita così tanto a lungo da permettermi di parlare così. Ma si accorge di cosa sta dicendo? O è solo per far prendere aria alla bocca?

-Ma almeno ti ascolti quando parli?-gli chiedo tirandomi su a sedere evitando di urlare di dolore. Lui rimane immobile. Seduto come prima con le mani incrociate sulle ginocchia. Dietro di lui lo schermo del computer mi ricorda il perchè sono entrata in questo stato catatonico.

-Si chiama Emilie giusto?-gli chiedo guardando verso la finestra. Con la coda dell'occhio lo vedo annuire tre volte con lo sguardo basso fisso sulle sue mani.

Mi mordo il labbro inferiore per evitare sia di piangere che gridare. La mia mente mi immagina già nel bosco, un posto che da quattro mesi non frequentavo più, ad urlare per tutto questo che sta succedendo.

-E poi mi chiedi anche perchè ti evito...-mormoro e stavolta è veramente come un leggero venticello di primavera, appena udibile.

-Tu volevi che ti baciassi?-mi chiede cambiando drasticamente il tono della voce.

La mia mente entra in black-out. Vuoto, vuoto, vuoto.

-Dimmi perchè sei qui e facciamola finita.-dico con tono di voce aspro, volutamente aspro.

-Rose ti vuole al suo party premaman. O vieni o manderà anche i servizi segreti pur di portarti da lei....e credimi, in questo stato è capace di farlo. Io sono il primo gradino della sua scalata per averti la in Italia. Si tratta di pochi giorni te lo garantisco.-mi spiega cambiando drasticamente il tono di voce. È come se la conversazione avuta un attimo prima non avesse avuto mai luogo.

Sorprendente.

-Se vengo poi...giuri che non ti rivedrò più?-chiedo atona.

La mia mente è assopita al 99% e intendo farcela restare, una piccola parte razionale è quella che mi fa andare avanti cercando di vivere.

La delusione è stata forte, troppo forte, eccessivamente forte....

-Si-

 Ok ragazze....oggi il mio umore è nero. Per fortuna il capitolo in parte è stato scritto prima di ricevere questa notizia. Penso che il finale abbia rivelato il mio vero umore. Sinceramente sono troppo svuotata per dirvi qualsiasi cosa...mi dispiace, scusatemi. Vi ringrazio per i commenti che avete lasciato nel capitolo prima. un bacio a tutti....

 

 

 

 

 

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Capitolo 39
*** Una nonna tutta speciale ***


PRIGIONIERA

Ok. Lo so. E' praticamente da 2 settimane che non aggiorno più. 

Ero senza ispirazione e praticamente svuotata da una cosa che mi è successa, per fortuna sono riuscita a riprendermi grazie anche ai vostri commenti di incoraggiamento e le email che mi sono arrivate. Vi ho sentito veramente vicini e questo non poteva rendermi più che felice. XD Grazie mille per il vostro supporto. Ora per il compleanno di una persona fantastica che mi ha sempre supportato in qualsiasi mia decisione e che si è rivelata essere un'amica speciale ho deciso di aggiornare proprio in onore del suo compleanno....AUGURI TATA! Questo è il tuo regalo....

Dedicato a Rememberme 

Jasper ci era venuto a prendere in gran segreto in aereoporto. Nessun giornalista è stato informato del mio arrivo. Tutto è stato tenuto in gran segreto.

È stato il viaggio più stancante della mia vita, non una parola e mille domande che mi ronzavano in testa a cui non potevo avere risposta. Perchè parlare sarebbe stata un umiliazione. Tutto quello che volevo chiedere mi avrebbe soltanto esposto inutilmente. La mia testa ma sopratutto il mio cuore dovevano capire che io non ero più niente per Edward. Anche se nel mio cuore c'era ancora la minima speranza che fosse tutto un brutto incubo. Mi sarei svegliata nel mio caldo letto e alla porta avrei trovato Edward ad aspettarmi appoggiato sulla sua macchina con un sorriso rivolto esclusivamente a me.

Gli avrei raccontato di questo sogno assurdo e ne avremmo riso insieme.

Adesso tutto era cambiato...

Volevo solo picchiarlo. Fargli del male... Almeno la metà di quello che ho provato io.

Stringevo con violenza i braccioli per evitare proprio di prenderlo a schiaffi.

Volevo sfogarmi e non trovavo altro modo se non quello di riversare su di lui tutta la mia frustrazione che mano a mano cercava di tornare a galla.

Non ci siamo scambiati neppure una parola.

In silenzio ero entrata in macchina salutando Jasper ma nulla di più.

Guardavo fuori dal finestrino scorrere il paesaggio fino a quando dopo ore oltrepassiamo un cartello che ci da il benventuto a Volterra.


"Non sapevo che avevate una famiglia reale"


Quanto sono stata stupida.

Arriviamo ma praticamente non c'è nessuno a palazzo. Alice e Rose sono fuori città per incontrare una loro amica in Francia mentre Emmet aveva una partita di calcio in notturna.

In soldoni, non avevo nessuno con cui parlare.

La stanza che mi viene assegnata è molto grande. Così tanto grande che può essere benissimmo un appartamento. Una cameriera entra in camera e inizia a disfare la mia valigia mentre io inerme rimango seduta sul borde del letto facendo cozzare le mie scarpe.

Bussano alla porta e senza nemmeno attendere una risposta vedo una ragazza entrare, non una ragazza...LA ragazza.

-Tu devi essere Bella, giusto?-

Sollevo lo sguardo quanto basta per vederla appoggiata alla porta, sul viso è dipinto un sorriso vomitevole. Dov'è il bagno? Ho urgenza di vomitare.

Non le rispondo neanche.

-Già sei tu la stupida ragazzina.-sibila incrociando le braccia al petto.

-Vero, e tu devi essere la troia che se lo è portato a letto.-ribatto acida.

La sua bocca forma una O muta dallo stupore per la mia risposta e dentro di me il leone ruggisce fiero spronandomi ad andare avanti.

-Io non me lo sono portato a letto. Lui è venuto da me. Evidentemente una ragazzina come te non può dare quello di cui un uomo ha veramente bisogno.-mi risponde a tono muovendosi in avanti senza mai avvicinarsi troppo.

-Già, se è saper allargare solo le gambe è un modo per tenersi Edward...direi proprio che passo...ah già! Che sciocca....ho già passato. Non pensavo che ti piacessero gli avanzi delle altre. Quanto sei patetica? Dovresti solo ritirarti in uno sgabuzzino o sotterrarti. Tutte e due vanno bene per me, basta che sparisci dalla mia vista.-

Stizzita lascia la stanza.

1 a 0 per me.

La cameriera entra nuovamente nella stanza.

-La cena sarà servita alle otto e mezza. Verrò a bussare alla vostra porta dieci minuti prima. Nel bagno troverà tutto l'occorrente per rinfrescarsi.-

Detto questo mi lascia nuovamente sola.

Entro in una porticina di lato ed entro nel meraviglioso bagno. La vasca è enorme con i rubinetti finemente lavorati con vetri pregrati. Una parete intera è dedicata ad un enorme specchio con una cornice dorata adornata da piccoli boccioli di rosa.

Faccio scorrere l'acqua e osservo la vasca riempirsi poco a poco. Verso un pò di bagnoschiuma che con il contatto dell'acqua si trasforma in sapone iniziando a fare diverse bolle dalle mille sfaccettature.

Mi spoglio ed entro nella vasca. Mi rilasso cercando di far distendere tutti i muscoli del mio corpo, sono così nervosa e agitata che sono un dolore unico.

Quando esco fuori dal bagno trovo una scatola rettangolare bianca ad attendermi sul letto matrimoniale. Mi avvicino incuriosita e noto come sulla scatola c'è una busta con un semplice biglietto al suo interno.


"Mi piacerebbe se lo indossassi questa sera"


Nessuna firma. Niente di niente.

Apro la scatola e al suo interno trovo un vestito dal ricordo greco per i suo drappeggi. Mi avvicino allo specchio con in mano il vestito e noto con piacere che i miei capelli scuri non fanno altro che risaltare il vestito.

Senza pormi domande....(non ne vale la pena)...indosso l'abito con delle scarpe che trovo accanto al letto e che si intonano perfettamente al vestito. Decido di lasciare i capelli sciolti anche perchè non sono abituata a queste scollature e poi, i miei capelli aiutano anche a farmi da scudo per il mondo esterno.

La cameriera bussa dopo una decina di minuti. La seguo in silenzio.

Sono consapevole della bellezza del posto, i dipinti, gli affreschi, le statue; tutto è perfetto ed elegante eppure ha un retrogusto amaro.

La cameriera mi apre una porta e mi ritrovo in un salotto con il camino acceso. Una anziana signora è seduta e contempla il fuoco.

-La signorina Swan, come mi avevate chiesto.-

Guardo la cameriera con gli occhi di fuori e la vedo chinarsi alla donna. L'anziana signora si volta verso di me sorridendomi, istintivamente divento rossa. Ha gli occhi di Edward.

-Sono contenta che ti sia piaciuto l'abito.-mormora sorridendomi, la voce rivela tutta la stanchezza nel portare i suoi anni.

-Oh, non sapevo che eravate stata voi. Grazie.-dico imbarazzata facendo un inchino.

-Oh no tesoro! Non fare queste cose con me!-mi rimprovera avvicinandosi aiutandosi con un bastone e facendomi stare dritta in piedi.

-Sei proprio una bella ragazza sai?-mi dice compiaciuta. Arrossisco nuovamente.

-Grazie.-mormoro abbassando lo sguardo, quegli occhi mi ricordano troppo lui.

La porta si apre di scatto e Edward fa la sua comparsa.

-Nonna!-esclama vedendola. Ha il fiatone e sembra che abbia corso. L'abbraccia e la signora che ora scopro che è sua nonna inizia a ridere per poi accarezzargli una guancia.

Quando i due si separano la donna torna ad osservarmi mentre Edward conscio della mia presenza non alza lo sguardo dalla figuara di sua nonna.

-E' proprio una bella ragazza Edward...-

Posso morire?

Qualcuno me lo concede?

-Nonna...ehm...-inizia a dire Edward imbarazzato se è possibile ancora di più di me ma la signora lo mette a tacere con un gesto secco della mano.

-Isabella...vuoi accompagnarmi alla sala da pranzo?-mi chiede la donna porgendomi la mano che immediatamente afferro ed usciamo dalla stanza a braccetto, guida lei...io non so dove andare. Dietro di noi Edward ci segue silenziosamente e mi sento come trapassare dal suo sguardo e l'unico rumore nel corridoio sono i nostri passi e il rumore del bastone che viene appoggiato per terra.

Due valletti ci aprono una porta e una lunga tavola addobbata meravigliosamente fa bella mostra di sè. Dall'altra parte della sala vedo Esme che parla con un altro uomo, biondo e dannatamente bello. Ma che cavolo ha questa famiglia? I geni perfetti?

Probabilmente lui è il padre di Edward...

Padre di Edward....

CAVOLO IL RE!!

CAVOLO LA REGINA!

CAVOLO LA REGINA MADRE E' A BRACCETTO CON ME!

Tutti sono vestiti elegantemente...tutti...tutti tranne lei!

Gioisco come una quindicenne stronza di fronte alla sua rivale che è caduta nel fango davanti a tutti. Poi come un fulmine a ciel sereno guardo la nonna di Edward che è tutta compiaciuta forse anche più di me nel vederla vestita così ma non posso far a meno di pensare che se non fosse stato per questa donna anche io sarei vestita normalmente.

La regina mi guarda compiaciuta.

-Sei perfetta...-mormora l'anziana signora dandomi dei colpetti sul dorso della mano che mi lega a lei in segno di apprezzamento.

-Grazie ancora signora...-mormoro.

-Non chiamarmi signora, non farmi sentire più vecchia di quello che già non sono. Chiamami Angela o nonna se preferisci!-esclama tutta contenta.

-Ehm, sarebbe meglio Angela.-mormoro imbarazzata da tutto quell entusiasmo per avermi vicino, è una vecchietta così carina ma sopratutto mia complice! Hihi!

-Mamma vieni qui.-la chiama il padre di Edward discostando una sedia. Accompagno la donna fino da suo figlio e l'aiuto a sedersi.

-Non è una bellissima ragazza Carlisle?-chiede la donna rivolgendosi al figlio che mi lancia un'occhiata e guarda subito suo figlio.

-Hai ragione mamma.-mormora e la donna mi sorride complice.

-Questo vestito poi le va d'incanto!-continua Angela gongolando sempre di più.

-Ci vogliamo accomodare tutti?-interviene Esme, la mamma di Edward. Emmet si siede vicino alla nonna dandole una bacio sulla guancia. Esme ad un capo del tavolo mentre Carlisle dall'altro, rimaniamo in piedi, io, Edward ed Emilie. Non so dove sedermi.

-Accanto a me Bella...-dice il padre di Edward indicandomi la sedia più vicina al suo posto. Se è possibile Emilie diventa ancora più rossa e gonfia le guance dalla rabbia.

Davanti a me c'è Angela che mi sorride ed Emmet accanto a lei che mi strizza l'occhio. Edward prende il posto più vicino al mio mentre Emilie gli sta al fianco senza tuttavia essere vicino alla madre di Edward.

-Sono così contenta che sei venuta qui Isabella...-esclama Angela durante la prima portata. È così buona con me, me la posso portare a casa?

-Chiamala Bella nonna! Isabella non le piace!-interviene Emmet sistemandosi il polsino dove spicca lo stemma.

Mi aveva spiegato il suo significato.

Guardo Carlisle alla ricerca di qualcosa e sul suo dito fa bella mostra di sè un anello d'oro con impresso il blasone; i due fratelli hanno il polsino nero con lo stemma di famiglia e posso scommettere che il bracciale che indossa la regina ha anche quello qualcosa che rappresenta lo stemma dei Cullen.

Il re che evidentemente ha seguito il mio sguardo si sfila l'anello che porta al dito e me lo porge sporgendosi verso di me.

-Questo è lo stemma dei Cullen.-incomincia a spiegarmi Carlisle mostrandomi meglio l'anello.

-E' bellissimo.-mormoro guardando ogni suo più piccolo dettaglio. Angela e Carlisle si scambiano un'occhiata compiaciuta.

-Rappresenta l'eternità, il pericolo e il coraggio.-mi spiega, io rimango affascinata da quelle tradizioni così antiche e ammettiamolo sapere con certezza chi erano i tuoi antenati fa un certo effetto. Se si è nobili hai una lunga storia alle spalle.

-Voglio che anche i miei figli rispettino lo stemma è per questo che fin da piccole le mie figlie indossano una collana con su lo stemma mentre...-

-Emmet ed Edward indossano i polsini neri.-dico mordendomi immediatamente dopo la lingua, stupida! L'hai interrotto.

-Mi scusi, non volevo interromperla...-mormoro dispiaciuta.

Lui mi guarda come se volesse guardarmi dentro. Cala un silenzio carico di tensione.

-Sono piacevolmente colpito...-dice dopo un pò. Tutti si rilassano a quelle parole, compresa me che stavo sudando freddo.

Le porte della sala si aprono e Alice entra come una furia.

-AAAAAA!!!-urla buttandosi praticamente addosso a me. Mi stringe così forte che quasi non mi passa più il sangue nelle vene.

-Quanto mi sei mancata!!-urla vicino al mio orecchio rendendomi praticamente sorda. Non posso fare a meno di ricambiare quell'abbraccio perchè nonostante tutto l'amore di questa famiglia che ora si è inserita in ogni mia più piccola fibra mi pervade il cuore di gioia così immensa che non riesco ad attenermi al mio piano.

-Nonna l'hai già conosciuta?-chiede Alice rivolgendsi alla nonna.

-E' la migliore ragazza che abbia mai avuto, anzi l'unica.-commenta Angela. Alice mi da un bacio sulla guancia poi saluta anche suo padre nello stesso modo e sua madre. Si siede accanto ad Emmet e il cameriere inizia a portarle la prima portata.

Questa stanza è ricolma d'amore...se non fosse che appena mi volto vedo lo sguardo furioso di Emilie e quello senza espressione di Edward.

Possiamo mandarli in America e io rimango qua con questa stupenda famiglia?

Se non tutti almeno la nonna?

 

Allora....che ne dite? beh questo capitolo va già meglio dell altro no? c'è più amore...XD Spero che vi sia piaciuto! Mi raccomando commentate in tanti e spargete la voce....PURELOVE E' TORNATA!! ahahaah! (ok...sembravo una strega)

Un bacione a tutti quanti vale

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Capitolo 40
*** Sfogo ***


PRIGIONIERA

ANGELA:


-Mamma questa volta hai esagerato. Non sei stata molto cortese con Emilie.-mi dice mio figlio facendo roteare nel largo bicchiere del brandy.

Un disegno mi si dipenge involontariamente sulle mie labbra.

-Caro, io voglio solo che Edward sia felice. Non chiedo altro.-gli rispondo aggiungendo un altro pezzo di legno nel camino. Mio nipote deve essere felice ma da quando è tornato non è stato più lo stesso, ovviamente sapevo bene delle sue scappatelle con le ragazze di qui. Tutte vuote e senza cervello.

Ero un pò contraria a mandare i ragazzi in un paese straniero senza adeguate protezioni ed è per questo che ho mandato alcuni dei miei migliori uomini a vegliare su di loro ed è anche per questo motivo che posso dire con tutta sincerità che Bella mi piace.

Mi ricorda tanto me quando ero giovane. Piena di vita, passionale e sicura di sè.

I miei uomini avevano chiarito la questione "Bella+altri ragazzi", praticamente non esisteva nessuno, nessuno tranne Edward. Per questo motivo sapevo che tutta la rabbia repressa di Edward e questo suo comportamento con Emilie era indotto esclusivamente da tutti i pettegolezzi che giravano su Bella e questo fantoccio chiamato Jacob.

L'amore rende proprio ciechi. Dopo tutto quello che ha passato mio nipote con la stampa dovrebbe sapere che molte cose sono inventate, come ha potuto credere così senza parlarne con lei?

Gli uomini Cullen sono proprio degli stupidi. Anche suo nonno era così.

Sospiro afflitta.

Ricevevo settimanalmente rapporti su Bella anche dopo che i miei nipoti sono tornati a casa. L'ho tenuta sotto la mia ala protettiva pagando un ingente somma di denaro i giornalisti per lasciarla in pace visto che ormai Edward aveva cambiato capitolo; ma Edward non ha voltato pagina.

La sua è una maschera.

Lui è ancora innamorato di Bella, come Bella è ancora innamorata di lui.

Possibile che i giovani non capsicono quanto sia importante passare ogni singolo minuto della propria vita in serenità e nel più completo amore?

-E se fosse felice con Emilie?-ribatte Carlisle bevendo un sorso di brandy.

-Non vedi il suo sguardo quando la guarda? Non prova niente...è il chiodo di legno che cerca di scacciare il chiodo di ferro. Pensi che abbia qualche possibilità di prendere il suo posto?-gli chiedo cercando di farlo ragionare.

-Esme è andata a trovarla una settimana fa. Cosa è andata a fare precisamente?-gli chiedo ma noto che si volta di scatto. Quindi lui non sapeva.

-Penso che la nostra Isabella abbia attirato lo sguardo di questa famiglia...-mormoro andando verso la finestra dello studio di mio figlio dove una bellissima visuale del giardino faceva bella mostra di sè, Esme ha un tocco eccezionale.

-Mi faranno invecchiare più velocemente...me lo sento...-dice afflitto.

Sorrido mentre guardo Alice fare da Cicerone a Bella nel giardino mentre Emmet è seguito dal suo fedele cane a cui a volte butta dei rametti.

-Tu ed Esme non potevate fare un lavoro migliore con loro...sono perfetti nei loro difetti.-lo tranquillizzo. Amo la mia famiglia.

-Quindi Esme ha incontrato già la ragazza...-mormora Carlisle sovrappensiero.

-Perchè hai invitato questa sera Emilie?-mi chiede dopo un pò di silenzio.

-Edward deve capire che la famiglia è importante. Si è fossilizzato su Emilie solo perchè lui è consapevole che lei non lo lascerà mai. Per l'amor di Dio...lui diventerà Re di questo paese. Bella è stata in mezzo a loro senza sapere chi fossero veramente eppure si è innamorata di Edward. Non si è innamorata del principe Edward. Solo di lui. Questo sì che è amore. Tuo figlio farebbe bene a non lasciarsela scappare. Ha già sofferto per troppo tempo quella ragazza per colpa sua.-commento mentre il mio sguardo si perde nel cielo dove la Luna fa capolino tra le nuvole.

Carlisle si siede sulla sua scrivania tirando fuori alcuni incartamenti.

-L'hai seguita, non è vero?-mi chiede mostrandomi alcuni conti privati da cui ho attinto per questa mia "missione". Sorrido facendo spallucce.

-Proteggo solo la mia famiglia...-

Carlisle sorride e mi versa un bicchiere di brandy.



BELLA:


Subito dopo la cena, Alice mi ha portato a vedere il giardino che sua madre cura. La notte era abbastanza fresca e io non avevo niente se non quel semplice vestito ma non mi sono lamentata. Ho fatto conoscenza con Lily, il cane di Emmet.

Un bellissimo esemplare di pastore tedesco. Giocherellona e molto affettuosa perfino con me che sono una completa estranea.

Emilie aveva praticamente trascinato via dalla sala Edward appena ce ne è stata l'occasione. Non vorrei essere al suo posto. È rimasta in silenzio per tutta la serata, Alice mi ha detto che era la prima volta che partecipava ad una cena con la famiglia e non le è stata prestata la minima attenzione. Tutti erano troppo impegnati a parlare con me, a sapere di più sul mio conto e a lodarmi in qualsiasi momento per qualsiasi cosa, ovviamente questo capitava per di più grazie ad Angela, la nonna di Edward.

-La nonna ti trova molto simpatica...-esclama Alice saltellando per il giardino. Lily mi passa a fianco correndo per andare a correre insieme ad Alice facendomi barcollare ma per fortuna Emmet ha la presa salda e riesce a prendermi prima di farmi cadere a terra.

I tacchi: nemico numero 1 delle donne.

Continuiamo a passeggiare mentre Alice e Lily giocano sotto i raggi della Luna.

-Rose è molto contenta che hai deciso di unirti a noi. In questo momento è...come posso dire...un tantino suscettibile.-mi spiega Emmet cercando di scusarsi con lo sguardo.

-Di certo non mi sarei mai aspettata che vostra madre arrivasse al punto di portarmi lei stessa l'invito.-commento in un certo senso lusingata. So che ho reagito male, so che ancora non le ho parlato ma nonostante tutto era venuta fino in America solo per portarmi un maledetto invito, o c'è anche dell'altro?

Emmet si ferma confuso.

-Come?-mi chiede.

-Ehm, sì tua mamma è venuta a portarmi l'invito alla festa.-

-Mia mamma? La donna seduta a capotavola alla cena? Sei sicura?-mi chiede sconcertato.

-Sì. Lei.-rispondo capendo però che nessuno sapeva di quel nostro incontro.

-Ah.-dice semplicemente riprendendo il suo cammino.

-Em dai...non puoi uscirtene fuori così. Perchè è venuta lei? Non lo sapevate?-chiedo in ansia con una strana sensazione allo stomaco.

-Pensavamo tutti che era andata alle terme.-mi risponde facendosi serio.

Una risata sguaiata ci fa voltare improvvisamente e a pochi metri da noi vediamo Emilie ed Edward passeggiare a braccetto.

Emmet mi prende per un braccio e mi trascina avanti.

-Non farti condizionare da quella strega.-mormora.

Cerco di trattenermi dal piangere, non ancora. Vi prego, non ancora. Non ero pronta. Non avevo alzato le mie barriere. Indifesa avevo subito il suo attacco rimanendo ferita.

-Lily!-

Il cane si volta verso di noi e con la lingua a penzoloni corre verso di noi.

Emmet si china grattando dietro le orecchie del cane, anche io mi chino e inizio ad accarezzarla, mi lecca la mano facendomi il sollettico.

-Ehy Lily!-la chiama nuovamente Emmet ricevendo la sua più completa attenzione.

-Guarda la!-la incita facendole un cenno dietro di noi, il cane si volta e sembra arricciare il labbro per mostrare un pò di denti.

-Sai cosa fare...-bisbiglia mentre il cane si mette a quattro zampe e con passo tranquillo si dirige verso la coppia formata da Edward ed Emilie.

Alice ci raggiunge.

-Emmet sei proprio perfido...-commenta Alice guardando suo fratello che sghignazza.

-Ma hai fatto bene.-

Guardo curiosa Lily che cammina tranquilla poi quando si ritrova ad una distanza esigua da loro fa un balzo cadendo su Emilie che non regge il suo peso e finisce a terra.

Edward ride mentre Lily non la smette di lasciare a terra Emilie.

-Aiutami!-ulra inviperita Emilie. Tutti scoppiamo a ridere.

Grande Lily.

Edward sposta il cane prendendolo per il collare e il cane trotterellando torna verso di noi con la lingua ancora a penzoloni fuori dalla bocca soddisfatta di se stessa.

Questo cane è un genio. Emmet la ricompensa facendole tanti grattini e dalla tasca estrae fuori dei croccantini che subito ingurgita.

-Come hai fatto?-gli chiedo incuriosita, come ha fatto ad addestrare un cane a fare questo.

-In realtà è stata mia nonna. È una grande.-commenta Emmet e noto che i suoi occhi si illuminano quando parlano di lei. È vero. Angela è fantastica.

Edward accompagna dentro Emilie, li seguo con lo sguardo senza farmi beccare.

Dopo un pò ci congediamo tutti tornando alle nostre rispettive stanze.

Sono così stanca, colpa anche del fuso orario, praticamente non ho dormito. Mi guardo intorno, non c'è nessuno così ne approfitto e tolgo le scarpe camminando sui tappeti pregiati. Mentre percorro il corridoio per arrivare in camera mia noto una figura fuori da una finestra, mi avvicino per vedere di chi si tratta.

Lo vedo fuori sul balcone e la mia furia a lungo repressa trova una valvola di sfogo. A passi pesanti mi faccio sentire, lui si volta e succede tutto in un attimo. La mia mano parte da sola arrivando a colpirlo dritto in faccia. Mi guarda sopreso.

Nemmeno io mi sarei aspettata da me stessa una reazione del genere. La mano mi incomincia a fare male ma non è niente paragonato alla sensazione di benessere che sento nascere dentro di me. Un benessere che da tempo non sentivo più.

-IO TI ODIO!!-urlo mentre sento che le parole graffiano la mia gola uscendo.

Continuo a picchiarlo mentre lui si piega su un lato cercando di proteggersi il volto con le mani, più fa così più la mia rabbia cresce e mi annebbia la vista.

Improvvisamente mi sento sollevare. Continuo a scalciare cercando di prenderlo ma ormai mi portano lontano da lui.

-TI ODIO!-continuo ad urlare con le lacrime agli occhi.



Ed eccomi qui ragazzuole....ho aggiornata abbastanza velocemente dai. Comunque ho deciso di dare un minimo di spazio alla nonna all'inizio del capitolo per inquadrarla un pò di più e darvi maggiori informazioni su di lei e sul suo gradimento per Bella che non potevate capire il perchè nel precedente capitolo. Lo so che la situazione tra Edward e Bella è ancora tutta una merda ma pensate che la nostra piccolina è stata male per 4 mesi per colpa di sto coglione. Ci voleva uno sfogo così. Muahaha...diciamo che mi sono presa anche un piccola vendetta personale (chi lo sa capirà Ihihih).

Sono enormemente felice che vi sono mancata durante il mio periodo di assenza...a volte pensavo, ma mancherò? Mi riaccoglieranno a braccia aperte....e la risposta è stata: SIIII!!

XD (me tanto contenta)

Vi prometto comunque che le cose miglioreranno, abbiate solo un attimo di pazienza. Diciamo che con l'ultima sfuriata che ha fatto Bella abbiamo fatto ben più di metà dell'opera. Spero di ricevere tanti commentini...per il mio ritorno ne ho avuti ben 35....ma quanto vi adoro?

Ovviamente ringrazio anche chi commenta privatamente su msn o tramite email. Sono così contenta di sentire sempre se riesco ad emozionarvi o meno. XD Bacioni a tutti quanti


AH! Mi stavo dimenticando di dirvi una cosuccia...non so se ve ne siete accorti ma ho scritto una nuova storia "The Twilight Saga's Celestial". Se andate a dare un'occhiata sarei tanto contenta =) poi mi raccomando...fatevi sentire anke di la se poi vi piace!

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Capitolo 41
*** Riflessioni ***


PRIGIONIERA

EDWARD:


La reazione di Bella mi ha scosso più del previsto.

Anche se i suoi occhi erano pieni di lacrime dentro vedevo chiaramente le fiamme ardere di un fuoco che non avevo mai visto negli occhi di nessuno. Avrei voluto abbracciarla, imprigionare le sue labbra tra le mie e l'avrei fatto. L'avrei fatto eccome se Jasper non l'avesse trascinata via.

Sono rimasto imbambolato mentre lei nonostante tutto cercava di sfogarsi ancora di più dimenandosi tra le braccia di Jasper.

Potevo leggere nei suoi occhi tutto il dolore che aveva provato in quei mesi, posso riconoscerlo perchè quando tolgo la mia maschera posso leggere esattamente le stesse cose nei miei.

Adesso è come se i suoi colpi avessero in qualche modo intaccato la mia barriera che tanto meticolosamente avevo costruito nell'arco di questi mesi e d'un tratto volevo solo liberarmi della parte fondamentale della mia barriera: il mio scudo esterno, Emilie.

L'avevo riaccompagnata a casa circa un'ora fa. Mi aveva chiesto di salire, non ce l'ho fatta. Non ho potuto. La mia mente visualizzava la figura di Bella che camminava per il castello assorta nei suoi pensieri e dentro di me volevo in qualche modo avere la certezza che mi stava cercando.

Un pensiero egoista certo ma non potevo fare a meno di cullarmi in quella mia fantasia.

Dopo che ero tornato dall'America insieme a Bella non facevo che pensare a lei in ogni tocco di Emilie, in ogni suo bacio. Stringevo a me Emilie ma quello che sentivo veramente era il corpo di Bella premuto contro il mio.

Quattro mesi.

Sono passati già quattro mesi da quando sono tornato in Italia.

Il viaggio a Forks sembrava essere quasi un sogno, qualcosa che mi ero potuto solo immaginare perchè lì ero riuscito finalmente a vivere. Ad essere me stesso.

In qualche modo mi ero sentito amato da Bella e nel suo modo strambo lei me lo dimostrava ma poi la dura realtà è tornata a mettersi in mezzo tra di noi. Io in Italia, lei in America.

Un oceano a separarci.

Una solo parola a tenerci separati. "No"

Le avrei offerto il mondo su un piatto d'argento se solo me lo avesse chiesto ma non l'avrebbe mai fatto. È diversa. Diversa da qualsiasi ragazza con cui sono uscito.

Una ragazza rara e questa sua rarità la potevo riscontrare anche nelle parole e negli occhi di mia nonna. Mai prima d'ora l'avevo vista così entusiasta.

Nemmeno per Rose o per Jasper è stata così. È per questo che quando mi rivolge il suo sguardo non leggo altro che una parola "idiota". La mia nonna tutta particolare, a volte mi chiedo se è veramente una donna di 90anni o è solo un travestimento.

Sta di fatto che gli insegnamenti che ha impartito a Lily si sono rivelati più che utili. È stato molto divertente se non per quello che ho dovuto sopportare dopo.

Emilie era a dir poco furibonda. Non era solo per il cane ma anche per il trattamente che le era stato riservato a cena, lei abituata ad avere gli sguardi su di lei per il suo lavoro si era trovata a competere con una semplice ragazzina che di particolare non aveva niente.

Niente che i suoi occhi potessero scorgere ma che nei miei si apriva tutto un mondo.

I suoi occhi brillavano per il mondo che la circondava, piena di vita e gioia per ogni più piccola cosa. Testarda e fiera ma anche dolce e tremendamente fragile.

Era giusto trascinarla nel mio mondo?

Sono abbastanza egoista da tapparle le ali per il ruolo che ricopro?

Io non posso cambiare chi sono. La stampa sarà per sempre su di me e avrò costantemente il loro fiato sul collo pronti a giudicarmi e...a giudicarla.

Ha avuto uno squarcio del mio mondo quando la stampa si è catapultata su di lei ed è stato così traumatizzante da chiedermi di prometterle che non la cercherò mai più se fosse venuta qui in Italia per la festa di Rose.

Invece Emilie era abituata. La stampa la seguiva in ogni caso, non le ho rovinato minimamente la vita con la mia presenza. Anzi, forse ha guadagnato più ingaggi.

Io non le sono di alcun peso. Se le chiedessi di sposarmi in questo momento mi direbbe immediatamente di sì perchè alla fine si è rivelata essere come le altre.

Se lo chiedessi a Bella...probabilmente mi sputerebbe in faccia.


BELLA:


Colpa mia. Lo so. Mi sono lasciata trascinare.

Tutto quello che ho represso per mesi è venuto prepotentemente fuori in neanche un secondo. Non ero nemmeno consapevole delle mie azioni, tutto è successo così velocemente che non me ne sono resa conto. Mi sono trovata ad urlare e a cercare di colpire Edward mentre Jasper cercava di allontanarmi il più possibile da lui, ovviamente l'intervento delle guardi è stato scongiurato da Edward che le ha bloccate.

Sarei finita in prigione.

Jasper mi aveva praticamente rinchiuso in camera e io come un animale in gabbia avevo perfino meditato di saltare giù dalla finestra. Ovviamente prima di scoprire che ero al terzo piano e sotto c'era una siepe che non sembrava affatto comoda. Mi sarei fatta male, veramente male.

Come al mio solito volevo scappare, volevo rinchiudermi in me stessa ma ovviamente non potevo. Sono rannicchiata da ormai non so quanto in un angolo della stanza guardando con occhi fissi e spalancati la porta e mi aspetto semplicemente almeno una delle cinque cose che mi sono immaginata in queste ore di attesa:

1-L'arrivo delle guardie che mi portano in cella per quello che ho fatto al principe ereditario.

2-Alice che arriva ad urlarmi contro di non comportarmi da bambina.

3-Emmet che mi batte il cinque per aver sistemato suo fratello una volta per tutte.

4-Il papà e la nonna di Edward che mi guardano delusi.

5-L'arrivo di Edward che entra, mi bacia e mi dice che non può vivere senza di me.


Ovviamente l'ultima è impossibile che si avvera.

Volevo però l'arrivo di Emmet, forse la sua presenza mi avrebbe aiutato. Era inevitabile vederlo come un fratello maggiore, anche perchè si comportava come tale.

Possibile che Edward dovesse avere una famiglia così perfetta?

Probabilmente uno psicologo mi direbbe che trovo questa famiglia così fantastica perchè infondo nel mio cuore ho sempre voluto un clima come questo visto che mai in vita mai ho provato cosa volesse veramente dire la parola "famiglia"; la mia era spezzata, divisa. Mia madre non mi aveva voluto e l'aveva dimostrato.

Dopo che era uscita la notizia su di me e il principe italiano voleva avere una rincociliazione con me e a quel punto avrei voluto veramente vomitare.

Ha venduto alcune foto di me da piccola, pensavo che le avesse bruciate in realtà ma evidentemente ha fatto un buon investimento a tenerle da conto. A volte rilasciava interviste su di me inventandosi come quanto ha cercato di essermi sempre vicina seppure IO avevo deciso di vivere con mio padre a Forks. Charlie non ha mai detto niente, era già abbastanza difficile sopportare tutto il caos che girava intorno a noi per preoccuparci anche di lei.

Prestarle attenzione voleva dire che in qualche modo eravamo interessati a lei ma le sue parole ci scivolavano da dosso. Lei non è mai stata niente, forse anche meno di una conoscente.

Renè non è stata l'unica però a farsi avanti con la stampa. Kristen, la mia nuova sorellastra, aveva raccontato della sua notte di fuoco con Edward; ovviamente mentendo spudoratamente sui reali avvenimenti di quella notte. Erano andati a letto insieme? Ma dai....io me la ricordavo in un altro modo.

Charlie era rimasto allibito quando aveva letto il capitolo e io mi ero affrettata immediatamente a raccontargli la verità. Quella volta è scattato. Ha chiamato Renè e ha detto che la sua nuova figlioccia era una troia. Una parola: woah!

Mai mi sarei aspettata una simile reazione da parte sua. Ero piacevolmente sorpresa.


Mi addormento nell'angolo della stanza e dopo non so nemmeno quanto tempo mi sento sollevare ma sono talmente stanca che non riesco ad aprire gli occhi, mi lascio solo trascinare dagli eventi.

Vengo adagiata sul letto e le coperte mi avvolgono, soffici e profumate. Mi muovo come se stessi dormendo fin quando non trovo una posizione comoda poi due soffici labbra si posano sulle mie.

È un bacio che non è per niente erotico; solo due labbra che si incontrano in qualcosa di estremamente puro. Talmente puro che penso di star sognando e che in realtà sono ancora in quel misero angolo ad aspettare l'arrivo di qualcuno.

-Mi dispiace...-sento mormorare ed è la voce di Edward. Sento le guance bagnarsi e solo dopo una frazione di secondo capisco che sono delle lacrime. Nonostante tutto i miei occhi non vogliono aprirsi e con la morte nel cuore ritorno tra le braccia di Morfeo che mi accoglie cullandomi dolcemente come se fossi una bambina.

 

E mi ritrovo nuovamente ad aggiornare nel giro di questa giornata. Contenti? Spero che siate contenti del POV di Edward. Ho cercato di metterlo un pò a nudo con questi pensieri rivelando cosa gli passa per la testa al nostro "coglione" preferito. Nel prossimo ci saranno interessanti sviluppi. Come al solito vi ringrazio immensamente per il supporto che mi dimostrate con questa storia. Sono contenta che vi piaccia e gongolo ogni volta che leggo un vostro commento positivo, sono contenta di sentirvi entusiasti e così coinvolti per quello che la mia mente malata produce. XD

PICCOLO AVVISO PER CHI LEGGE "PRIGIONIERA ": Vi siete accorti che sono stata brava ed ho aggiornato? =P

Per chi non ne avesse ancora abbastanza di me e delle mie storie vi lascio i link delle altre mie storie, vi basterà cliccare sul titolo per leggerla. Un bacione a tutti quanti vale

Prigioniera

The Twilight Saga's Celestial

How Long I've waited for you

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Capitolo 42
*** Team Cullen ***


PRIGIONIERA

POVBELLA:


Non sono riuscita ad elaborare correttamente gli avvenimenti della notte. Alice è entrata spaventandomi in camera e cancellando la maggior parte dei ricordi. Si è messa a saltare sul letto e mi ha praticamente trascinato in bagno dove mi ha intimato di muovermi.

Quando sono uscita dal bagno con mia grande sorpresa avevo trovato un completo lasciato sul mio letto, sposto il mio sguardo verso Alice e noto che anche lei è vestita con lo stesso completo.

-Alice...-balbetto ma mi blocca sorridendomi e sollevando la maglietta nera sul mio letto.

-Ti piace? Ne abbiamo fatta subito un'altra dopo che abbiamo saputo del tuo arrivo qui.-esclama Alice avvicinando la maglia al mio corpo per constatare che la taglia sia quella giusta. Non c'era dubbio, Alice ha occhio per queste cose.

-Ti dovrebbe andare alla perfezione. Muoviti che tra poco dobbiamo partire.-mi dice tutta sorridente andando verso la porta.

-Scusa Alice! Ma dove andremo!-le dico prima che esca completamente dalla porta. Torna indietro mettendo solo la testa nella stanza senza lasciare per un attimo quel suo sorriso.

-Alla partita di calcio...ovviamente...-

Lascia definitivamente la camera e vengo lasciata da sola con ancora in mano la polo nera a maniche corte, la sollevo fino ad averla di fronte il viso e noto la particolarità della polo.

Sulla schiena ha una scritta "Team Cullen" scritto con lettere dorate.

Chissà perchè in qualche modo appena aveva parlato di partita di calcio avevo intuito che in qualche modo centrassero i suoi fratelli. Per portarmi li, sicuramente significa che Edward è in squadra.

Beh, almeno non c'è scritto Team Edward.

La poso sul letto e indosso l'intimo e i pantaloni a gamba stretta neri, le ballerine coordinate e infine la polo nera con la scritta del Team.

Mi guardo allo specchio per vedere il risultato e intanto faccio una coda alta per mostrare meglio la scritta sulla schiena dato che se lasciassi i capelli sciolti verrebbe interamente coperta dalla mia massa boccoluta.

Mi volto di lato e mi accorgo di aver parlato troppo presto. A bordo manica fa bella vista di sé una scritta in corsivo piccolo ma comunque ben leggibile.

"Team Edward" recita la frase.

Mi accorgo di sperare che anche Alice abbia la stessa scritta a bordo manica.

Esco dalla stanza e inizio a muovermi facendo la stessa strada di ieri notte, mi soffermo sul balcone dove ho praticamente picchiato Edward. Scaccio via quel pensiero e mi dirigo nel salone dove avevo incontrato nonna Angela. Al suo posto stavolta ci sono Alice e Jasper che sembra mi stiano aspettando.

-Stai benissimo Bella!-esclama Alice.

-Dove stiamo andando?-chiedo titubante.

-Al campo di calcio di Volterra. Questa volta giochiamo in casa e la partita dovrebbe iniziare tra poco quindi andiamo.-mi dice Jasper trascinandomi letteralmente fuori dal salotto.

Usciamo fuori dal palazzo e per la prima volta vedo come si presenta esteriormente alla luce del sole. È da mozzare il fiato.

Wow.

Saliamo tutti e tre sulla macchina nera che ci sta aspettando.

-Sei cattiva Alice...-bofonchio mettendo il broncio. Sghignazza e si copre la bocca con la mano sinistra mentre Jasper le arruffa i capelli ricevendo un'occhiataccia e chiedendo il perchè di quella mia frase.

-Devi sapere che questo folletto malefico ha fatto fare una maglia con scritto sulla manica "Team Edward".-

Jasper si sporge e mi allunga la manica per vedere meglio e si mette a ridere poi allunga nuovamente la mano verso l'altra mia manica e me la mostra meglio. "Team Emmet" fa bella vista di sé, tanto che posso perfino sentire che mi urla:"ehy! Sono qui! Non mi vedi?"

Posso morire? Posso sprofondare in questo momento? Adesso?

Please?

No, eh?

Dio non mi vuole affatto bene se permette tutto questo. Sprofondando il più possibile nel sedile dell'auto cerco di non pensare all'enorme figura di merda appena fatta e mi godo il paesaggio verde, le voci di Alice e Jasper che parlano della squadra avversaria arrivano lontane e comunque io di calcio non capisco niente quindi per me quelle chiacchere sono inutili ma mi ritrovo a ringraziare mentalmente Jasper per quel salvataggio.

Arriviamo in un parcheggio e lontanamente vedo il campo da calcio dove c'è già una squadra che si sta riscaldando penso.

Un paio di uomini in giacca e cravatta ci aprono la portiera, prima scende Jasper, poi Alice ed infine io. Appena metto piede fuori dalla macchina sento gli occhi puntati tutti addosso a me come se mi potessero trapassare e improvvisamente sento una stretta allo stomaco.

"Bella stai facendo un'enorme cazzata qui. Tornatene a casa."

La mia coscienza urlava, strillava, si aggrappava alle sbarre dietro a cui l'avevo rinchiusa e gridava forte cercando di farmi fuggire e se Alice non mi avesse preso sotto braccio forse l'avrei anche fatto.

-Ti senti bene Bella?-mi chiede Alice con la sua voce squillante. Annuisco e sotto scorta di tre uomini ci dirigiamo sugli degli spalti separati da grandi vetrate e sapendo con chi mi sto intrattenendo ormai non mi fa più effetto. È del tutto normale che perfino qui loro abbiano un trattamento speciale e molto protettivo.

Ci sono solo sei posti a sedere e due di quelli sono già occupati. Uno dei posti è occupato da nonna Angela che tiene il bastone davanti a sé appoggiando sopra le mani se qualcuno avesse fatto del male ai suoi nipoti credo che l'avrebbe usato volentieri come arma.

Alla sua sinistra con una lunga e liscia chioma di capelli biondi e con dei grossi occhiali di Prada c'è Rosalie. Forse più bella che mai, abbasso lo sguardo sulla sua pancia e la vedo già molto grossa. I tiepidi raggi del sole sembrano che illuminano ancora di più il suo volto perfetto. È veramente la donna più bella che abbia mai visto. Non credo che ci sia nessuna donna di pari bellezza; Alice certo è molto bella ma di tutt'altra categoria.

La vedo voltarsi come al rallentatore e il suo sorriso si amplia ancora di più.

-Bella!-urla alzandosi e tende le mani verso di me.

Mi lascio prendere dall'impeto e mi tuffo tra le sue braccia nel limite del possibile visto che adesso la pancia è come se la tagliasse fuori dai contatti umani.

-Sei bellissima...-mormoro prendendole le mani e ammirandola in tutto il suo splendore.

Mi sorride e mi bacia sulle guance.

-Te l'avevo detto che ti sarebbe piaciuta nonna!- dice poi guardando sua nonna che ci guarda sorridendo. Angela annuisce e mi fa segno con la mano di sedermi accanto a lei.

Alice si siede dietro insieme a Jasper e dopo un pò vediamo cinque uomini in giacca e cravatta e in mezzo una donna minuta ma di estrema bellezza perfino per il portamento.

Non mi è difficile immaginare che sia proprio Esme la donna che si dirige al centro campo.

La squadra che si stava allenando in campo si dirige al centro e dagli spogliatoi viene accolta l'altra squadra in tenuta completamente nera con delle scritte oro, il mio presentimento che quella strada sia quella di Edward e Emmet viene confermata quando sento le urla di Alice e Jasper insieme a tutti gli spalti urlanti.

Il brivido dell'eccitazione si fa largo dentro di me come una scintilla pronta a scoccare.

Esme è a centro campo che sorride in ambedue le direzioni ma i miei occhi vengono inevitabilmente attratti dai due ragazzi Cullen.

Emmet indossa dei colori diversi dal resto dei componenti della squadra.

-E' il portiere, per questo ha dei colori diversi.-

Sorrido ad Alice voltandomi lentamente e ringraziandola con lo sguardo per la spiegazione visto che io sono terribilmente carente in materia. La regina passa e stringe le mani di tutti i giocatori iniziando da quelli della strada avversaria per poi passare alla squadra dove giocano i suoi due figli disposti ordinatamente.

Non si sofferma nemmeno quando passa davanti ai suoi due ragazzi. Se Esme non si sofferma questo non vuol dire che io non lo possa fare; i miei occhi si soffermano su Edward, stramaledettamente bello nella sua divisa. La tinta della maglia si posa divinamente con il colore della sua pelle e il colore dei suoi capelli baciati dal sole rilevando dei riflessi che prima non avevo notato.

Esme si allontana salutando anche il pubblico con un lieve cenno della mano, può una donna contenere tanta grazia?

L'arbitro raggiunge la squadra con una leggera corsa e i giocatori iniziano a prendere i rispettivi posti nel campo. Emmet ed Edward si voltano verso di noi e alzano la mano come saluto in contemporanea e il mio cuore palpita perchè la mia mente crede (e si convince pure!) che Edward stia guardando proprio me ma è impossibile dirlo con certezza visto che la distanza che ci separa è notevole.

La porta di vetro si apre e compare Esme che mi sorride. Mi alzo di scatto lasciandole il posto, in caso contrario dovrebbe stare seduta dietro a Rosalie in seconda fila.

Si avvicina e mi da un bacio sulla guancia.

-Stai tranquilla Bella, rimani pure qui.-mi dice accarezzandomi una guancia amorevolmente come farebbe una mamma. Mi sorride e con la sua camminata ondeggiante si siede vicino a Jasper dietro a Rosalie.

Mi siedo sentendomi veramente una stupida e sopratutto fuori luogo poi improvvisamente sentiamo bussare sul vetro, facendo un salto mi volto verso destra e vedo Emilie guardarmi in cagnesco.

Alice si alza e va vicino al vetro sogghignando.

-Mi dispiace Emilie ma non puoi venire qui.-le dice Alice ma gli occhi di Emilie guizzano furiosi verso di me puntando il suo dito contro il vetro nella mia direzione.

-E lei?-sibila.

-Ma lei è ormai una di famiglia.-esclama con voce squillante e ritornando a sedersi dietro di me. La partita inizia e inizia anche la mia più totale confusione visto che non so le regole e l'arbitro sembra che abbia ingoiato il fischietto tante sono le volte che fischia.

Tra il tifo scatenato di Alice e di sua nonna il tempo passa velocemente e scopro di starmi divertendo sopratutto quando i tifosi iniziano ad insultare l'arbitro o direttamente i giocatori. La partita finisce in pareggio, niente di spettacolare come avevo visto in un cartone...mi sembra che si chiamasse "Holly e Benji" o comunque una roba simile.

Esme esce fuori scortata come al solito da cinque uomini insieme a nonna Angela.

Jasper aiuta Rosalie a scendere i gradini e Alice li segue, io mi guardo ancora un attimo intorno ma una guardia del corpo mi incita a seguirlo. Non mi porta però dagli altri, anzi, arrivo davanti ad una specie di struttura rettangolare con due porte. Da una porta iniziano ad uscire dei giocatori che riconosco essere della squadra avversaria, mi lanciano dei sorrisi e degli sguardi che mi imbarazzano non poco per questo decido di girarmi concentrando le mie attenzione soltanto verso la porta dove ora presumo che escano i giocatori della nostra squadra. Uno ad uno escono entrano i giocatori compreso l'allenatore, io guardo l'uomo che aspetta insieme a me e lo osservo confusa.

Esce Emmet che mi abbraccia calorosamente alzandomi praticamente di peso.

-Bellina!-urla vicino al mio povero timpano e capisco che ormai ho perso per sempre l'uso dell'orecchio. Mi stringe forte poi mi rimette giù quasi come fossi un gatto da coccolare per poi rimettermi in libertà. Gli sorrido e lui mi arruffa i capelli.

-Ci vediamo Bellina...-mi dice strizzandomi l'occhio.

Il tipo mi fa un cenno con il capo e quello che pensavo si avvera. Incontrerò Edward.

Penso che voglia parlarmi di quello che ho fatto ieri, di come praticamente l'ho massacrato di botte. Difenderò con i denti quella mia reazione, me la meritavo.

È comprensibile che alla fine in qualche maniera dovevo sfogare tutto quello che ho cercato di metabolizzare in questi mesi.

Appoggio la mano sulla maniglia prendendo un bel respiro. Non devo temere niente, ora lui sta con Emilie e quindi va bene così, non gli devo rendere conto.

Appena faccio un passo dentro la porta viene chiusa di colpo dietro di me e mi ritrovo improvvisamente tra le sue braccia. Rimango immobile, incredula del suo corpo schiacciato contro il mio ed il suo profumo che si espande e mi invade fino nell'anima. I capelli sono leggermente umidi, non perfettamente asciutti. Prendo un'altro respiro profondo mentre la stretta di Edward si fa sempre più intensa fino quasi a farmi male ma è un dolore sopportabile. Ho patito di peggio.

Nascondo il viso nell'incavo del suo collo assaporando l'attimo assolutamente sbagliato e inopportuno. "In che guaio ti stai andando a cacciare Bella? Non ti è bastata tutta la sofferenza di questi ultimi mesi?"

Solo un ultimo bacio. Solo uno. Una specie di liquidazione da lui.

Lentamente porto le mie labbra sotto il suo mento e li do un bacio poi facendo un tremendo sforzo su me stessa, credo di non aver mai uno sforzo simile in tutta la mia vita, pongo una distanza tra me e lui facendo leva sulle mie braccia. Rimango ancora con i palmi distesi sul suo petto e il volto abbassato temendo la delusione nei suoi occhi o qualsiasi altro sentimento che potrebbe provare dopo questa mia specie di rifiuto. Sa benissimo anche lui che tutto questo è sbagliato e io di certo non sarò l'altra donna.

Mai e poi mai.

"Teoricamente l'altra è Emilie"

Metto a tacere nuovamente la mia coscienza e mi dedico al banalissimo discorso che sto per fare, praticamente è presente in tutte le soap opere.

-Edward, tutto questo è sbagliato.-mormoro evitando il suo sguardo.

-Tu stai con Emilie.-

Con quell'ultima frase mi provoca ferite profonde nella gola, quelle parole si erano aggrappate incapaci di uscire, la mia mente era incapace di vedere come stavano le cose.

-Io non la amo!-urla facendomi sobbalzare. Ritraggo istintivamente le mani ma lui con un gesto deciso se ne riappropria iniziando a baciare i polsi e i palmi delle mani.

Stringo le mani a pugno e mi irrigidisco cercando di spostarle lungo i miei fianchi.

-Non ti capisco.-sibilo cercando di ricacciare indietro le lacrime. Lui mi guarda confuso, non sapendo dove voglia andare a parare.

-Tu non mi puoi dire semplicemente che non la ami dopo quello che mi hai fatto passare. Sono stata male, sono morta di dolore per quelle stramaledettissime foto e per cosa? Per niente? Tu non provi niente per lei?-urlo dal dolore e capisco di stare piangendo quando sento le lacrime arrivare sulle mie labbra.

-E cosa dovrei dire io allora? Tu lo ami Jacob? Anche io sono stato male!-urla a sua volta.

Lo guardo confusa.

-Jacob?-mormoro scuotendo la testa, come può pensare che io e lui...

"I Team..."

-Sei uno stupido Edward...non sai niente.-dico cercando di avere un tono di voce calmo.

Mi volto di scatto aprendo la porta e me ne vado ma faccio ancora in tempo a sentire le ultime parole quasi sussurrate.

-Almeno lei mi ama...-

Ciao! Ciao! Tutti mi vogliono! Ciao ciao...tu mi amano (se vabbè non esagerare!)

Allora ragazzule come avete letto qui ci troviamo davanti a due veri e propri coglioni, io gli darei un premio per la cazzutaggine, vabbè.


Allora iniziamo con le cose un pò più serie e spero che nessuno si offenda ma lo devo proprio dire....

Io non vivo con il computer.

Ragazzi, sono stra ultra mega felice che la mia storia vi appassioni così tanto ma non posso sfornare un capitolo dietro l'altro così per dei semplici motivi:

1) non sono un robot, e se non ho l'ispirazione non scrivo.

2)Come tutti voi sapete la scuola/università(per me) è iniziata e non posso dedicare più così tanto tempo ai miei svaghi come prima.

3)Sto scrivendo un libro

4)Devo ed esco di casa con amici e faccio anche shopping il che toglie molto tempo.

Visto che non nessunissima intenzione di togliere via il numero quattro e tanto meno il numero tre mi ritrovo con il tempo un pò dimezzato così cerco di aggiornare il più possibile tutte, prima o poi me lo sento arriverà il giorno che finirò quelle che sono in corso e credo che dedicherò il tutto solo sull'ultima che per adesso tengo bloccata ossia "The Twilight Saga's Celestial".

Spero che possiate capire che non posso stare incollata constantemente al computer a scrivere e quindi vi prego, non uccidetemi se non vedete il giorno dopo l'aggiornamento.


Adesso passiamo ad un'altra questione: sono contenta di ricevere le vostre email ma quando le inviate tramite il sito di EFP e mi chiedete di rispondere o mandarvi capitoli, non posso rispondervi perchè la vostra email viene celata e quindi il problema che si pone è...se non mi lascia il suo contatto io come faccio?

E' anche per questo motivo che ho creato l indirizzo di msn, ve lo rilascio purelove89@hotmail.it

oppure chi ne ha voglia a volte metto delle anteprime sui capitoli successivi sul facebook creato apposta per Purelove...XD

Basterà cercare Valentina Purelove e vedrete che trovate la faccia di una scema completamente illuminata dal sole con gli occhiali da sole (quella scema sarei io tra l altro...) vabbè----quindi visto che ho notato che alcune persone non hanno msn e mi vogliono contattare in un altro modo c'è anche quel modo.

Per qualsiasi cosa scrivetemi li oppure potete anche aggiungermi, chi mi ha già tra i suoi contatti sa che avverto (ovviamente se siete in linea) se ho spostato qualche capitolo e se ne avete voglia a volte ci scappa anche una chiaccherata.

Tornando a noi, ho ricevuto una email dove mi veniva detto che la storia "Prigioniera" non veniva aperta a chi non aveva ancora 18 anni...mmm....ma davvero? Cioè io pensavo che fosse ad accesso libero a tutti. Cmq a questa ragazza consiglio di prendersi il mio contatto che ho lasciato sopra e contattarmi visto che io non posso contattare lei perchè se non riesce di nuovo ad entrare in "Prigioniera"(cosa che mi sembra strana) sarò lieta di mandarle i capitoli.


Visto che mi sono dilungata in una maniera mostruosa...adesso vi lascio così potete commentare!! muahahah...vero che adesso mi lasciate un commentino?

Un mega bacione a tutti voi e grazie per dimostrarmi ogni volta il vostro supporto.


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Capitolo 43
*** Nasce la speranza ***


PRIGIONIERA

TANTI AUGURI SILVIA Q.!!

XD

 

EDWARD:


Non volevo vedere assolutamente nessuno. Mi sono rinchiuso nella biblioteca e ribadisco il concetto: non voglio vedere nessuno!

Come se fosse sempre e solo colpa mia! È possibile?

Ovvio che no.

È colpa sua!

È lei la bambina!

Di certo non sono io. Io sono maturo.

"Che cazzataaaa che hai appena detto!!"

Adesso anche la mia coscienza inizia a remarmi conto? Oh ma da che parte stai?

"Di certo non dalla tua"

Ok. Ho capito. Sto impazzendo.

Tutta colpa di Bella.

Una rivista lasciata sul tavolino davanti a me sembra chiamarmi furiosamente.

Sì, mi sta chiamando, e allora? È un problema?

Ci manca solo che inizio a ringhiare e poi sono a posto.

Prendo la rivista e inizio a sfogliarla rabbiosamente cercando qualsiasi cosa che mi distragga da questi pensieri di merda.

I miei occhi si soffermano su un titolo: "Come capire se gli piaccio (ancora)"

socchiudo la rivista lasciando dentro il pollice per tenere il segno, poi guardo prima alla mia destra scrutando bene la stanza, poi mi volto verso sinistra.

Non c'è nessuno.

Controllo nuovamente la porta e non c'è anima viva.

Benone.

Riapro la rivista e mi immergo a fare questo cazzutissimo test.

Che cosa frocia.



Andate quasi sempre a dormire nello stesso momento.

Prima di dormire chiaccherate, fate un pò di coccole,

spesso fate l'amore per addormentarvi.

(vero 0 punti falso 2 punti)


Seh, magari! Qui niente di niente, anche se comunque non c'è mai stato niente di quello.

L'ultima volta stava andando a dormire e mi ha massacrato di botte.

Direi che qui sono 2 punti.


Sono almeno due mesi che lui non ti cerca "fisicamente",

devi spesso prendere tu l'iniziativa. Questa sua pigrizia non è normale,

una volta non era così.

(vero 3 punti farlo 1 punto)


Due mesi? Diciamo pure cinque!

E con questo siamo a 3 punti.


Non ti dice mai praticamente che ti trova sexy,

che gli piaci, che sei sempre la più bella.

(vero 3 punti falso 1 punto)


E quando mai me l'ha detto?

Mai.


Se dovesse scegliere tra una partita alla tv ed una cena

al ristorante con te sceglierebbe la prima.

(vero 2 punti falso 1 punto)


Riformuliamo:

"Se dovesse scegliere tra buttarsi giù da un ponte ed una cena al ristorante con te sceglierebbe la prima."

E con questo mi porto a casa altri 2 punti.


Gli proponi di fare la doccia o il bagno insieme

e lui trova sempre la scusa di rifiutare.

(vero 3 punti falso 0 punti)


Se vabbè. L'unica volta me la sono portata dentro nella cabina della doccia ma comunque non voleva. Altri 3 cazzutissimi punti.


Faccio il conto e vado al profilo corrispondente.


"wooo....allora, ecco cosa devi fare. Inanzitutto stai calma e tranquilla,

non è successo niente di irreparabile, leggi tutti e due i profili, fai

la somma, dividi per due e tira le tue conclusioni."


Ma che cazzo di profilo è!!!

-Fanculo! Test di merda!-impreco buttando il giornale dall'altra parte della stanza.

Tiro fuori il pacchetto delle Black Devil dalla tasca dei jeans e me ne accendo una. Il fumo inizia a salire verso l'alto e io seguo il suo percorso istintivamente con gli occhi.


-Sai che ti fa male fumare?-

Mi volto lentamente incenerendo con lo sguardo l'intrusa. Per ripicca avvicino lentamente la sigaretta nuovamente alle mie labbra assaporando ancora una volta il cioccolato che si mischia al tabacco e tiro un'altra profonda boccata.

Assottiglia le palpebre e si avvicina cercando di strapparmi dalle dita la sigaretta ma si sbilancia troppo e cade rovinosamente su di me.

Sistemo meglio la sigaretta tra le mie labbra e metto a sedere meglio Bella sulle mie gambe tenendola per la vita.

-Ora io e te parliamo. Chiariamo questa assurda situazione che mi fa girare la testa.-

-I tuoi sbalzi d'umore mi fanno girare la testa...-sibila mettendo il broncio.

Appoggio la schiena sullo schienale della poltrona lasciandomi andare, non ho più forza per continuare a fare la guerra.

Faccio un altro tiro alla sigaretta e poi la spengo nel portacenere sul tavolino accanto alla poltrona sulla quale sono seduto.

-Facciamo così...-mormoro ottenendo la sua attenzione.

-Una domanda ciascuno, si può chiedere qualsiasi cosa e l'importante è che l'altro non menta. Bisogna dire la verità.-le spiego. Mi guarda dubbiosa.

-Promettilo.-mormoro quasi come se fosse una supplica. Annuisce.

-Chi inizia?-mi chiede mostrandosi sicura.

Alla fine cosa ho da perdere?

-Io.-

Lei mi guarda spazziata. Pensava di iniziare prima lei?

-Sei stata con Jacob?-le chiedo a bruciapelo.

I suoi occhi si ingrandiscono per lo stupore poi china la testa su un lato come per guardarmi meglio.

-No.-

Risposta semplice e secca.

-Hai fatto sesso con Emilie?-mi chiede decisa stringendo i pungi sulle sue gambe.

-Si.-

Altra risposta semplice e secca.

-Provi qualcosa per me?-le chiedo facendola avvampare.

-Ami Emilie?-mi chiede di rimando guardandomi negli occhi.

-Avevamo detto di rispondere alle domande.-le rammento; Bella si morde il labbro inferiore ma sembra decisa a non mollare la sua posizione.

-No.-rispondo scuotendo anche la testa.

Lei mi guarda ma non risponde minimamente alla mia domanda.

-Non stai rispondendo...-mormoro sentendomi un completo idiota.

-Che differenza fa? Tu stai con Emilie, mi hai tradito.-mormora cercando di farsi scudo con i capelli abbassando la testa verso le sue mani.

-Io non ti ho tradito. Tradire una persona significa stare insieme. Noi non siamo mai stati insieme.-dico cercando di farla ragionare. Io avrò anche sbagliato ma se prendiamo la cosa logicamente i fatti sono così.

Fa un'alzata di spalle e cerca di alzarsi ma la blocco per un polso.

-Perchè sei così testarda da non volermi ascoltare?-ringhio.

-Forse perchè ho sofferto così tanto che ho paura...paura di sentire quello che mi potresti dire. Paura di sapere che sono stata male per quattro mesi sentendomi anneggare secondo dopo secondo, minuti dopo minuto, ora dopo ora...mese dopo mese.-finisce la frase in un sussurro.

-Ti avevo chiesto di seguirmi in Italia, ti ricordi?-le dico stringendole di più il polso per la rabbia che sto cercando di contenere.

-Sì.-risponde semplicemente.

-E ti ricordi che prima di venire qui mi hai fatto una promessa?-

-Penso d'infrangerla.-mormoro catturando le sue labbra. Non risponde al mio bacio ma nemmeno mi allontana. Quando ci dividiamo i suoi occhi sono lucidi.

-Giuro che mi farò perdonare per tutto.-mormoro ad un centimetro dalle sue labbra.

-Bene.-mormora abbassando lo sguardo e andando verso la porta.

-Non ti perdonerò così facilmente, sappilo...-dice voltandosi. Stavolta i suoi occhi si incatenano ai miei.

-Nemmeno io...-ribatto sfoderando il mio sorriso sghembo.

La vedo sussultare per quella mia ultima frase e poi chiude la porta dietro le sue spalle lasciandomi da solo nella libreria. Sfioro le labbra con le dita mentre dentro di me nasce una nuova speranza.

Forse non è tutto perduto.

 

Ciao ragazzi!! Quanto vi voglio bene! XD Meno male che ci siete voi che mi tirate su con i vostri commenti sennò oggi sarei a terra. Avete visto che vi ho fatto il regalino che da tanto stavate aspettando? Visto che sono molto stanca....(e molto depressa....) chiuderei qui il mio blamblanare e vi lascerei commentare....PERCHE' DOPO UN CAPITOLO COSI' LO DOVETE FARE!!!

Ho visto che molti di voi mi hanno aggiunto sia su Facebook che su Msn...non fatevi problemi a contattarmi. Quei contatti sono stati creati apposta per la famiglia EFP! ihihih

Per chi si fosse perso il contatto ripeto:

MSN - purelove89@hotmail.it

Facebook- Valentina Purelove

Poi....mmmm....cos'altro dovevo dire? si vabbè ke poi vi lascio un video che ho appena fatto con la canzone di un cantante emergente....mmmmm c'era qualcos altro....ne sono sicura....mmmmm

Ah sì! Spero che nessuno se la sia presa per quello che ho scritto la volta scorsa. Intendevo di non uccidermi se ci metto più del previsto a scrivere....i commenti li apprezzo tantissimo perchè secondo me fanno crescere uno scrittore e non mi danno assolutamente fastidio! mi dispiace se qualcuno l'ha presa a male o ha frainteso le mie parole. Ora vi lascio al video...

BACIONI

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Capitolo 44
*** Rifugio ***


PRIGIONIERA

Capitolo dedicato ad Angela.


BELLA:

Agnes Carsson - Release me


Apro gli occhi lentamente e con non poca fatica. Fuori so benissimo che fa freddo è per questo che rimango rannicchiata sotto lo spesso piumone del letto.

Edward si stiracchia e mi avvicina ancora di più verso di lui. Mi volto di scatto appena sento, beh...appena lo sento vigile. «Ehi!» ha ancora gli occhi chiusi ma so benissimo che non sta dormendo. È tutta una finta.

«So che sei sveglio. Non ci provare.» le sue labbra si increspano in un sorriso e lentamente solleva le palpebre rivelando i suoi bellissimi occhi verdi. Automaticamente il respiro mi si blocca in gola ma devo cercare di riprendermi, non si può continuare in questo modo. Assolutamente no.

«Primo: questo deve sparire.» mormoro indicando sotto le coperte all'altezza dei suoi fianchi, «Secondo: l'accordo era che potevi dormire qui se facevi il bravo, cosa che non stai facendo.»

Proprio così, la sera prima come un bambino, durante il temporale era venuto a rifugiarsi nel mio letto. Ovviamente sapevo già che era tutta una palla ma finchè sarebbe restato buono e calmo non l'avrei allontanato. O forse avrei dovuto?

Si fa ancora più vicino tanto che sento il suo respiro zuccherino sulle labbra tanto da confondersi coon il mio e immediatamente la pulsione di baciarlo si fa largo dentro di me.

«Hai finito?» sibilo ridestandomi dal trance in cui ero caduta.

«Non abbiamo nemmeno iniziato!» si lamenta nascondendo il viso nell'incavo del mio collo.

Con le mani faccio leva per spostarmi da lui e continuo a spostarmi ma faccio male i miei conti perchè finisco rovinosamente a terra con un pesante tonfo. Rabbrividisco quando il mio corpo tocca il pavimento ghiacciato.

La risata di Edward riecheggia in tutta la stanza.

«Ahia!» mi lamento alzandomi in piedi dolorante. Perchè il letto doveva essere tanto alto? Stupidi letti antichi.

Senza pensarci due volte mi rituffo sotto le coperte calde ed inevitabilmente verso di lui.

«Lo sapevo che saresti tornata da me...» sghignazza. Gli do uno schiaffetto per scherzo.

La porta della mia camera si apre di colpo ed immediatamente Edward si butta sotto il piumone fino a scomparire.

«Bella!? Sei sveglia!» Emmet irrompe nella stanza e sembra preoccupato.

«Emm, che c'è?» gli chiedo mettendomi seduta. «Non troviamo Edward!» dopo quelle parole sento le dita di Edward salire su per il ginocchio fino all'interno coscia. Chiudo automaticamente le gambe il più strette possibile imprigionando la sua mano.

«Bella, ti senti bene? Sei tutta rossa...» dice Emm mettendosi davanti al letto.

«No, no, sto bene...» mormoro con voce strozzata quando sento le labbra di Edward lasciarmi dei baci sulla gamba.

«Pensavo che Edward fosse qua. Mia mamma sta impazzendo...» Emmet torna alla porta con lunghe falcate. «Hai provato a cercare da Emilie? Sicuramente sarà la.»

«Ahia!» non posso fare a meno di emmettere un urletto di dolore quando sento il pizzicotto che mi ha dato sotto le coperte Edward. Emmet si volta assottigliando le palpebre, richiude la porta e si lancia letteralmente sul letto proprio sopra ad Edward. "Me l'ha spiaccicato", non posso fare a meno di pensare.

«Bella il tuo letto fa proprio schifo.» sghignazza Emmet mentre vediamo Edward muoversi sotto le coperte cercando di liberarsi. Quando esce ha tutti i capelli arruffati e il viso un pò arrossato. Prende un cuscino e inizia a picchiarlo a suon di cuscinate.

«Ehi! Ehi! Mi arrendo!»

Non posso fare a meno di ridere. Emmet si sta veramente divertendo mentre Edward appare molto ma dico molto infastidito da questa intrusione, probabilmente per aver interrotto il suo giochetto sotto coperte.

Edward con un colpo finale riesce a farlo cadere dal letto, mi guarda e si ributta su di me accoccolandosi su di me e appoggiando il viso sul mio petto. «Chissà perchè ma me lo immaginavo che Edward in realtà era qua.» dice Emmet lanciandomi una lunga occhiata tirandosi su in piedi.

«Vabbè vado a dire a mamma che...diciamo ti ho trovato...impegnato» dice Emmet mettendo si a ridere, se è possibile divento rossa come un peperone dalla punta dei piedi fino alla radice dei capelli.

«Non è come pensi Emmet!» urlo guardandolo scomparire dietro la porta.

Sbuffo spazientita.

«Oh dai...non sono riuscito molto a dormire stanotte. Fammi dormire un altro pò.» mormora con la voce soffocata dal tessuto della mia camicia da notte.

«Mi spiace per te ma io ho dormito benissimo. Stai pure qui a dormire, io mi alzo...»

mossa sbagliata Bella. Appena lo dico la presa su di me si fa più stretta e capisco che non è proprio intenzionato a lasciarmi andare. A mali estremi....estremi rimedi...

«Ed Emily?» gli chiedo e sento i suoi muscoli irriggidirsi per la domanda «Come immaginavo...» mormoro scappando dalla sua presa. Senza più guardarlo prendo della biancheria pulita dalla valigia e vado in bagno a prepararmi.

Sono passati tre giorni da quando abbiamo fatto quel discorso e mi chiedo cosa sta aspettando ancora. Ero stata chiara. Almeno così mi sembrava e avevo anche capito che lui avrebbe lasciato Emilie ma fino adesso non è cambiato niente e io parto tra due giorni.

Domani ci sarà la festa premamam di Rosalie e il giorno dopo salirò sull'areo che mi riporterà a Forks nel solito tran tran quotidiano.

Se davvero mi vuole al suo fianco, perchè non la lascia?

Tutto questo atteggiamento infantile non fa altro che incrementare il mio sospetto che sia tutta solo una questione di sesso. Alla fine dei conti io sono l'unica che non è ancora andata a letto con lui, forse sono solo qualcosa da conquistare.

Quando esco dal bagno, il letto è vuoto e non c'è più nessuna traccia di lui. Prendo un respiro profondo per non ricadere in quella fase di depressione che mi ha caratterizzato per così tanti mesi. Forse questo viaggio, alla fine, mi ha fatto bene. Ho ripreso a respirare ma mi chiedo quando tornerò da sola a Forks cosa succederà.

Infilo velocemente un paio di jeans e la prima maglia che mi viene in mano. Con chissà quale coraggio in circolo nel mio corpo inizio a correre a piedi nudi sui tappeti antichi del castello fino in camera di Edward.

«Purtroppo credo di amarti...» dico quasi gridandolo con gli occhi chiusi per non incontrare i suoi ma quando li riapro vedo Emilie incollata a lui con una mano dentro i pantaloni del pijama. Sento qualcosa frantumarsi e capisco che è solo il mio stupidissimo cuore che si è definitivamente fermato. Richiudo la porta immediatamente mettendomi a correre indietro dritta nella mia stanza ma quando arrivo capisco di non essere al sicuro e quindi proseguo la mia corsa. Non so dove mi nasconderò, so solo che ho bisogno di un rifugio.


Ed eccomi qui...zumpa lì, zumpa là. XD vi sono mancata almeno un pò? Un pochino? Qualcosina? Vi prego ditemi di si!! COMUNQUE....che dite del capitolo?

Dovete scusarmi per tutti questi giorni di assenza ma tra l'università e vari progetti in corso ho trovato veramente pochissimo tempo per dedicarmi alla storia ma prometto di aggiornare il prima possibile infatti oggi mi sono dedicata uno spazio tutto per me per portare avanti questa storia.

Volevo dirvi che anche se non rispondo mai ai commenti li leggo tutti dal primo all'ultimo. Mi fate sorridere e mi spronate a continuare la storia poi mi ispiro molto a quello che voi dite e pensate per continuare la storia perchè capisco su che punti battere o se sto andando nella giusta direzione. =P cmq siete tremendametne fantastici! XD

Ho messo all'inizio una musica sotto consiglio di Kittylit90 perchè come lei credo anche io che quella musica sia perfetta per la storia. Punto numero due è che ho fatto betare il precedente capitolo che era pieno di strafalcioni quindi se lo andate a rivedere lo troverete in un italiano migliore.

Adesso vi lascio al video....mi raccomando commentate! un bacione vale

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Capitolo 45
*** Non colpevole ***


PRIGIONIERA

HAI LETTO IL CAPITOLO PRIMA?


Capitolo dedicato a Kittylit90.

EDWARD: Nelly Furtado - Manos Al Aire


Possibile che mio fratello deve interrompere sempre nei momenti meno opportuni?

«Pensavo che Edward fosse qua. Mia mamma sta impazzendo...»

Mi immagino già tutti i camerieri e le guardie cercarmi in giro per il palazzo ed anche fuori.

«Hai provato a cercare da Emilie? Sicuramente sarà la.» sibila Bella. Le do un pizzicotto sulla coscia e la sento lamentarsi per il dolore. Non ci sono andato leggero.

Ad un certo punto vengo del tutto spiaccicato sul materasso. Maledetto.

«Bella il tuo letto fa proprio schifo.» lo sento dire mentre cerco almeno di ritornare sopra il piumone, diciamo che sta iniziando a mancarmi l'aria sopratutto per il fatto che ho sopra di me tre quintali di Emmet.

Appena riesco a mettere la faccia fuori e a respirare decentemente, prendo uno dei tanti cuscini di Bella e inizio a colpirlo più e più volte.

«Ehi! Ehi! Mi arrendo!»

Bella se la ride ma io non smetto, ha rovinato la mia mattinata a letto. Con un colpo ben assestato riesco a fargli perdere l'equilibrio e lo vedo volare giù dal letto come un sacco di patate. Quando la minaccia di Emmet è ormai scongiurata la sovrasto con tutto il mio corpo buttandomi su di lei. Mi accoccolo sul suo petto sentendone la morbidezza. Se muoio adesso muoio come uomo felice, molto felice.

Chiudo gli occhi e assaporo questo momento e se Emmet prova ancora a rovinarmi la mia mattinata, lo uccido e non sto scherzando.

«Chissà perchè ma me lo immaginavo che Edward in realtà era qua.» barbotta Emmet.

«Vabbè vado a dire a mamma che...diciamo ti ho trovato...impegnato» dice Emmet ridendo.

«Non è come pensi Emmet!» urla cercando di tirarsi su a sedere ma la blocco con il peso del mio corpo e una gamba attorcigliata lungo ad un suo fianco.

«Oh dai...non sono riuscito molto a dormire stanotte. Fammi dormire un altro pò.» mento anche se sono un pò stordito. Diciamo che mi piace guardarla dormire, sopratutto se poi si mette a parlare nel sonno.

«Mi spiace per te ma io ho dormito benissimo. Stai pure qui a dormire, io mi alzo...»

Eh no! Non mi scapperà proprio adesso.

«Ed Emily? Come immaginavo...»

Svincola dalla mia presa che si è allentata. Non mi aspettavo una domanda così a bruciapelo ma ha perfettamente ragione. Quello che mi chiedo è se vale ancora quella promessa che le avevo fatto. Dopo la festa, quando tornerà a Forks, non dovrò mai più rivederla?

E se rimanessi da solo? Di nuovo? Se mi lasciasse?

Sì, sicuramente ho qualcosa che non va nel cervello. Lo so.

Non posso sopportare di perderla di nuovo, non posso sopportare di rimanere di nuovo da solo. Emilie regala amore e attenzioni a comando. Bella no.

Non so cosa mi prenda.

Se Bella non mi perdona e lascio Emilie...io rimango solo. Come lo sono adesso in questo letto enorme. Inspiro un'ultima volta il profumo di Bella lasciato sul cuscino e poi mi tiro su dandomi dell'enorme idiota. Bella mi ama, devo solo lasciare Emilie.

Mi incammino lentamente verso la mia camera con tutti questi pensieri in testa. Devo dirlo ad Emilie, glielo devo. Appena entro in camera la vedo distesa placidamente sul mio letto.

«Era ora!» ringhia alzandosi dal letto. Chiudo la porta ed inizio un discorso nella mia testa per lasciarla senza farla soffrire troppo. Cazzo! Una volta ero bravo in queste cose.

Sbagliato. Una volta ero bravo a mollare le ragazze e non mi importava assolutamente dei loro sentimenti.

«Dove sei stato?»

«Cosa vuoi dire? Ero...» incomincio a dire balbettando e mi do dell'idiota. Da quando sono diventato un ragazzino beccato con le mani nella marmellata?

«Non mentirmi Edward...è tutta la notte che ti aspetto. Hai dormito nel letto di un'altra. Sento ancora il suo odore addosso...»sibila iniziando ad annusarmi all'altezza del collo.

«Emilie, dobbiamo parlare...»mormoro prendendola per le spalle.

«No, non mi interessa. Facciamo sesso.»

Rimango confuso. Sa benissimo che ho dormito con un'altra e nonostante tutto mi vuole ancora? Sussulto quando sento la sua mano attorno alla mia asta.

«Scopami...»mormora con voce roca iniziando a massaggiarmi.

La porta si apre di colpo facendoci voltare entrambi «Purtroppo credo di amarti...» sulla porta Bella è ferma con gli occhi chiusi e per un attimo penso che forse faccio in tempo a spostare la mano di Emilie ma non è così. Quando gli occhi di Bella si aprono fa qualche passo indietro incredula. Ovviamente i suoi occhi scattano all'altezza del cavallo dei pantaloni dove la mano di Emilie è ben visibile. Merda.

Richiude la porta e io mi sento morire.

La prendo per le spalle e l'allontano. Lei se la ride, felice per quello che è successo.

Sa benissimo che sono tornato da lei per quello che era successo a Forks con Bella, sapeva che quella ragazza era lei e ne era gelosa. Come ho fatto ad essere così cieco e stupido? Questo attaccamento morboso...

Bussano alla porta e io mi catapulto sperando nel cuore che sia Bella. Le devo spiegare, devo farlo. Non può pensare che io stavo per...dopo che io e lei.

Apro la porta ma davanti c'è l'ultima persona che pensavo di incontrare.

Entra come una furia.

«Tu! Brutta sgualdrina fuori da casa mia!» urla mia nonna. Emilie, che si vede è spaventata a morte da lei, raccatta le sue cose ed esce dalla stanza costeggiando il muro per non essere troppo vicino a mia nonna. Quando di lei non c'è più nessuna traccia si volta verso di me e inizia a colpirmi con il bastone.

«Tu. Brutto. Idiota!» dice scandendo ogni parola con un colpo di bastone sui fianchi e gambe. Alla fine finsco con le spalle al muro con nessuna via di fuga.

Messo all'angolo da mia nonna, pazzesco.

Mi punta il bastone sulla gola e mi specchio nei miei stessi occhi.

«Ti avevo detto di non far soffrire quella ragazza!»

Non ribatto nemmeno. È vero, gliel'avevo promesso e non ho saputo mantenere fede alla mia promessa. Nemmeno a quella fatta a me stesso.

Fantastico.

Mi darei una pacca sulle spalle se potessi.

«Sei stupido Edward.» mormora infine appoggiando il bastone a terra e tornando verso la porta. Sbatto indietro la testa contro il muro. Sentire un pò di dolore fa solo bene in questi casi. Non ho mai visto mia nonna così arrabbiata.

«Mi hai deluso.» dice abbassando la maniglia della stanza. Esce dalla stanza lasciandomi da solo a riflettere su tutto quello che è successo in meno di cinque minuti.

È incredibile come la vita può cambiare in un istante.



E grande nonna! È un mito quella donna...dai...l'ho ampiamente dimostrato! XD

Carina và!

Comunque come avete visto cosa è sucesso veramente? Ad Edward vanno proprio tutte storte cioè guardate poverino...certo sono io la sadica che descrive queste scene ma in caso contrario penso che vi stufereste. Ora che ho discolpato il nostro piccolo Edward....devo proprio vedere cosa inventarmi per il prossimo capitolo.

Insomma anche io come voi non vedo l'ora di vederli insieme. Ma da quanti capitoli siamo in queste situazioni? Cioè basta....anche io non ne posso più. Voglio vederli felici, sempre se ci riesco. =P vedremo ke fare.

Vi ringrazio immensamente per tutti i commenti che mi lasciate. Siete fantastici. Io gongolo tutta quando li leggo anche perchè vi vedo molto presi dalla storia e sapere che vi piace una cosa che scrivo...guardate...è il più bel regalo che mi potete dare.

Mega Bacioni a tutti quanti


Ultimo video creato....

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Capitolo 46
*** AAA Cercasi Bella ***


PRIGIONIERA

Capitolo dedicato alla mia dolce Angela che oggi ha dato la tesi ed ha finito!! Yuppi!! Beata tu! MEGA BACIONI TESORO

EDWARD:


Ero stato un coglione. Su questo non c'erano dubbi. Avrei potuto vincere un premio e sono sicuro che la giuria me l'avrebbe consegnato ad unanimità.

Da quel momento Bella è come sparita. Ho persino pensato che fosse tornata a casa ma i segnali della sua presenza si possono vedere ancora.

Alice si inventa sempre qualche scusa per portarla fuori a pranzo o a cena ed è inutile cercarle. Quel diavoletto la sa nascondere molto bene.

Non posso fare niente.

Bella crede, giustamente, a quello che ha visto e io non ci posso fare niente.

Rosalie non mi degna neanche di uno sguardo e mi sono beccato un pugno da mio fratello perchè secondo lui ho destabilizzato l'energia positiva creato dalla sua futura mogliettina per il feto.

Ho toccato veramente il fondo.

Solo mia mamma mi riserva un pò di sguardi amorevoli. "Per non dire di compassione".

Carlisle è troppo occupato per capire cosa è successo e per mia nonna ho la peste.

Vinco o meno il premio?

Lo vinco, lo vinco.

Oggi pomeriggio c'è la festa premamam. Solo donne.

Tutti i maschi esclusi.

Sopratutto Edward Cullen, visto che c'è la mia foto con una bella X rossa sopra. E' l'unico momento in cui sono sicuro di dove è ma non posso metterci piede dentro. Alice ha messo due guardie fuori dalla porta.

«Siete consapevoli che diventerò re, vero?» ho chiesto cercando di intimorirli in qualche modo e quindi di farmi passare ma si sono guardati con il terrore negli occhi ma non è il terrore provocato dalle mie parole, è terrore per quel piccolo folletto di mia sorella.

Chi sarebbe il male minore?

Certamente il sottoscritto.

Sbuffo sonoramente «Alice?» chiedo soltanto e li vedo annuire. Poverini, mi fanno pena. Non oso immaginare come li abbia minacciati.

«Mi dispiace...» mormoro.

«A volte...fa veramente paura...» mormora l'altra guardia. Come un omone di 30 e passa anni possa aver paura di una nanetta mi è ancora difficile da comprendere.

Ha dato solo l'ordine di non farmi entrare, ma niente mi vieta di rimanere fuori ad aspettarla. Così blocchiamo la prima cameriera che passa e le chiedo di portare un mazzo di carte da poker. Ci mettiamo a giocare in corridoio puntando soldi finti tanto per ingannare l'attesa.

Mi ritrovo molto spesso a guardare l'orologio ma la lancetta sembra far fatica a muoversi. Avrò la pila scarica? Probabilmente voglio solo avere lei.

Si sentono delle risate e tanti gridolini. Quelli provengono sicuramente da quella bestia malefica di mia sorella.

Non potrà sfuggirmi per sempre, non ci riuscirà.

Arrivano le sei e capisco dal frastuono che stanno per uscire. Devono prepararsi per il party che stasera mia mamma ha organizzato per i suoi ospiti.

Altro motivo per il quale non mi sfuggirà.

Domani parte e non posso lasciarla andare via. Non questa volta. Piuttosto la faccio arrestare ma non lascerà l'Italia.

Appena la porta si apre vengo letteralmente travolto da un sacco di ragazze che starnazzano come oche. Tra molte riconosco anche Carlotta e Beatrice. Praticamente mi addossano sul muro, ma quante sono.

Tra il caos generale vedo passare Alice che scorta Bella fuori dalla stanza.

Maledetta nanerottola.

Lo sapeva. Come faceva a sapere che ero fuori? Guardo le due guardie che mi guardano scuotendo la testa. Non sono stati loro.

La cameriera!!

Cerco di metterle da parte ma senza risultato. Dopo un pò la presa su di me si allenta e finalmente mi posso mettere a correre in direzione delle camere.

Appena arrivo davanti alla porta di Bella mi metto a battere fuoriosamente. No no no. Non può andare così. Non la posso perdere un'altra volta.

La serratura scatta ed esce fuori il mostriciattolo.

«La vuoi lasciare stare?» sibila mia sorella uccidendomi con lo sguardo.

«Alice...per una volta dovresti farti veramente i cazzi tuoi visto che non sai niente.»

le sue pupille si ingrandiscono e si mette a strillare cose che nemmeno riesco ad afferrare visto che la sua voce è troppo acuta.

Alla fine mi lascia solo come un pirla in mezzo al corridoio. Non ho nemmeno capito cosa è successo. È un tornado. Un vero e proprio tornado.

Guardo la maniglia della porta e provo ad aprirla. Inutilmente aggiungerei.

«Si sta preparando idiota!» urla Rosalie dal fondo del corridoio facendo pure la linguaccia. Oddio! Sono tutti contro di me.

Rassegnato come pochi torno in camera mia.

Il party inizia alle otto. È meglio se mi preparo.


Faccio scorrere l'acqua calda della doccia e dopo un pò entro dentro.

Lascio che l'acqua mi avvolga e mi rilassi. Ne ho veramente bisogno. Sono un fascio di nervi unico.

Esco fuori dal vano doccia e mi asciugo alla ben meglio. I capelli sono come al solito un disastro. Cerco di asciugarli con l'asciugamano, tanto non è che posso migliorare di molto la situazione. Quando si saranno asciugati metterò un pò di gel per cercare di fare qualcosa.

Mi metto un pò di profumo: D&G blu da uomo. Buonissimo e le donne, sopratutto Bella, sembrano apprezzare.

Prendo il completo nero dall'armadio e lo appoggio sul letto mentre cerco nel cassetto un paio di boxer neri aderenti.

Indosso il mio completo interamente nero con il gilet rigato e l'orologio d'oro da taschino di mio padre e mi perdo ad osservare la foto di noi sei a Forks, quando eravamo tutti contenti. Vorrei avere una macchina del tempo per tornare a quei momenti. Darei tutto per poterli rivivere.

Stavolta nessuno passa ad avvisarmi. Ulteriore prova che sono tutti incazzati con me, come se la colpa fosse solo mia! ok...forse una buona parte ma non il 100%! diciamo che ho un fato avverso in questo periodo.

Esco e trovo solo Jasper ad aspettarmi sulla porta che da al salone dove mia mamma tiene i suoi party. Mi guarda scuotendo la testa rassegnato.

«Sì, sì, lo so...»barbotto ed insieme facciamo la nostra entata attirando gli sguardi.

Immediatamente la cerco ma è come cercare un ago in un pagliaio.

I due fotografi autorizzati ad assistere all'evento, ci bloccano per fare delle foto. Io e Jasper ci mettiamo uno accanto all'altro con la solita aria strafottente che sembra far vendere tanto i giornali. E diamoli da mangiare no?

Mia mamma ci raggiunge e scattano alcune foto.

Guardo nuovamente tra la folla, so che se trovo mia sorella, troverò anche Bella.

Sembra che sto girando a vuoto, veramente, è una cosa incredibile.

Più volte mi devo fermare perchè mi bloccano con le loro chiacchere inutili.

Voglio Bella. È così difficile da capire?

Dopo un pò sento la musica che ho composto appositamente per i miei genitori riempire la sala. La gente inizia a scostarsi e al centro della sala compaiono i miei genitori che iniziano a danzare.

Mi imbambolo a guardarli. Sono bellissimi insieme.

Come al solito sono loro ad aprire le danze e come avviene tutti gli anni la musica è quella composta da me. Mia mamma l'adora.

Dall'altra parte, esattamente dietro di loro, vedo la figura di Bella. Indossa un vestito rosso con una profonda scollatura. Divina.

Sento i pantaloni stringersi e mi maledico ogni volta per questo.

Lei non si accorge di me ed è per questo che senza farmi notare percorro tutta la sala fino ad arrivare da lei. La stringo forte a me e mi beo del suo profumo.

«Ti prego vieni con me...» mormoro vicino al suo orecchio.

Si volta lentamente e mi prende per mano. Il mio cuore esulta vittorioso.

La porto fuori nel giardino scendendo velocemente i gradini e la porto nel boschetto dove mi rifugiavo quando ero piccolo.

«Bella io...»

Non faccio in tempo a finire la frase che le sue labbra sono sulle mie. Non posso fare a meno di rispondere al suo bacio così passionale e bisognoso.

Le sue mani scivolano lungo il mio petto fino a raggiungere i pantaloni dove inizia a slacciare il bottone. Continua a baciarmi e riesce a slacciare velocemente sia il gilet che la camicia.

«Dobb...dobbiamo...dobbiamo parlare» riesco a dirle tra un bacio e un altro ma lei posa un dito sulle mie labbra per farmi stare zitto.

«Facciamo sesso prima...» mormora con voce roca. Vorrei dirle che con lei non voglio fare sesso ma l'amore ma vado decisamente fuori quando si siede per terra alzando la gonna fino alle cosce. Mi trascina su di lei e inzio a baciarle la pelle lasciata scoperta dalla stoffa.

«Edward...basta...basta giocare...» soffia sulle mie labbra. Alza il bacino e si sfila velocemente le mutandine per poi ritornare a baciarmi.

«Fammi tua...» la sua voce roca non fa altro che far crecere ancora di più la mia eccitazione. «Fammi tua...» ripete e sinceramente non me lo faccio ripetere due volte. Mi avvicino alla sua apertura e inizio a spingermi dentro ma sento una resistenza e le sue unghie affondano nelle mie spalle.

«Bella tu...»

La mia Bella. L'amore della mia vita è ancora vergine. Rimango senza parole e quasi mi eccito ancora di più sapendo che nessuno mai l'ha avuta. Solo io. Solo mia.

«Qui?» le chiedo incredulo. Non può volerlo veramente. Non la sua prima volta.

La mia Bella merita molto di più che un semplice letto fatto di foglie.

«Tu meriti di meglio Bella...non qui...» mormoro baciandole gli angoli della bocca e spostandomi su di un lato. Improvvisamente inizia a piangere.

Cerco di abbracciarla ma si discosta guardandomi con odio.

«Ti odio!» grida e si ricompone velocemente scappando via. Rimango fermo come se fossi bloccato a guardare la scena come se fossi un terzo. Ma che cosa è successo?

 

io...io...

[Senza parole...]

 

Ragazzi sono stra di fretta...non posso soffermarmi come sarebbe giusto ma vi lascio alle vostre conclusioni. Sappiate solo che Serve è stata fondamentale per questo capitolo anche se alla fine ho deciso di modificare il tutto ma il concetto era quello. Traete voi le vostre conclusioni....io ho già assoldato una persona che mi aiuterà per il prossimo capitolo per quanto riguarda l'aspetto musicale visto che sarà una componente fondamentale. Ora spero di non avervi lasciato come Edward...parlate parlate! anzi...scrivete scrivete!!

Come al solito vi ringrazio enormemente per tutti i commenti che mi avete lasciato. li leggo dal primo all ultimo e non posso fare a meno di gongolare dalla gioia ogni volta che leggo cosa ne pensate della storia.

Vi lascio il mio contatto per chi ancora non lo avesse (visto che non rispondo ai vostri commenti...è il minimo che posso fare...XD)

x MSN: purelove89@hotmail.it

x Facebook: Valentina Purelove

Su msn di solito do gli avvisi quando aggiorno e robe del genere. Ovviamente vi parlo anche...se mi cercate sono ben disposta a chiaccherare con voi. XD Mentre su Facebook mette tipo delle anteprime dei capitoli.

Ora vi lascio....

vi lascio all'ultimo capitolo che ho fatto....XD

BACIONI

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Capitolo 47
*** Non c'è realtà più grande di questa ***


PRIGIONIERA

Questo è stato il capitolo più lungo e quello più faticoso da fare. Sono stravolta. Non sembrerà ma c'è un sacco di lavoro dietro.

Devo ringraziare molto kittylit90 che mi ha aiutato. Senza di lei questo capitolo non sarebbe quello che è. Tuttte le musiche che ho messo sono merito suo e della sua passione. La ringrazio tantissimo per avermi dedicato un pò del suo tempo.

Adesso vi lascio al capitolo....

NOTE GENERALI:

Blu= Pensieri di Bella

Rosso= Canzoni (testi)

Nero= scritte sui fogli

 

BELLA:


Avevo ragione.

Sì, sì. Dovevo solo convincermi al 100%. L'unica cosa che vuole Edward da me è il mio corpo. Nient'altro.

Si era arreso molto velocemente. Ho sempre avuto ragione. Sono solo un'altra tacca, un altro trofeo da esporrre. L'avevo provocato apposta per vedere la sua reazione. Non gli interessava che poco prima lo avevo ignorato completamente per quello che era successo e che comunque eravamo in guerra aperta. No. Si era concesso molto volentieri visto che sentivo benissimo la sua eccitazione crescere.

Mi aveva chiesto un timido "qui?"....già non sia mai che la sua adorata lo scoprisse a fornicare con un'altra ragazza nel giardino. Da quel momento non avevo capito più niente. La sua voce mi arrivava lontano e comunque non sarei stata in grado di afferrare nemmeno una di quelle parole.

Cercavo di trattenermi dal piangere e tutta la frustrazione alla fine si è riversata in una semplice frase. Un "ti odio"...urlato con tutta la forza che avevo in corpo.

In quel momento ho capito che non sarei mai potuta andare fino in fondo.

All'inizio pensavo che la mia prima volta sarebbe dovuta essere con Edward. È una di quelle cose che mi ero convinta che doveva succedere con lui.

Non avevo mai trovato il coraggio o la persona giusta con cui lasciarmi finalmente andare. Per Edward provo qualcosa che non riesco ancora adesso spiegarmi. Qualcosa di troppo grande che mi fa mancare il respiro.

Nei momenti felici, pensavo che sarebbe stato lui il mio primo ragazzo.

Chiudo la valigia dove ho riposto alla perfezione in maniera quasi maniacale e l'appoggio sul pavimento. Infilo le ballerine e prendo un respiro profondo.

Fuori c'è una macchina che mi sta aspettando.


{Canzone: Coldplay – Fix you}


[Quando ci provi al meglio che puoi

ma non riesci ad ottenere quel che vuoi

quando ottieni quel che vuoi

ma non è quello di cui hai bisogno

quando ti senti così stanco

ma non riesci a dormire

bloccato al contrario]



Mi ritrovo a canticchiare questa canzone che sembra così giusta....così tremendamente rilassante. Scaccia i miei pensieri ed esiste solo il mio corpo che trascina la valigia per il corridoio. La musica.


[Quando le lacrime si versano sul tuo viso

quando perdi qualcosa che non puoi rimpiazzare...]


Mi guardo intorno imprimendo nella memoria questo luogo lasciandomi trasportare dalla musica dei Coldplay.

Arrivo fuori da palazzo dove mi aspetta la mia macchina che mi porterà a Roma all'aereoporto. Alice mi abbraccia come Rosalie. Ho già salutato tutti gli altri. Ovviamente lui no.

La macchina nera mi sta aspettando e l'uomo prende la mia valigia e la mette nel baule della macchina.


[Quando ami qualcuno ma tutto va perduto,

potrebbe andare peggio?]


Mi salutano e la macchina parte.

Appoggiato sul sedile accanto vedo una busta bianca con sopra un ipod nero.

Lo guardo e non so quanto passa prima che riesca ad afferrarlo. Pesa come un macigno tra le mie mani. Accendo il lettore e mi appare un'unica playlist.

Sussulto quando vedo che la prima canzone è proprio "Fix you" dei Coldplay.

Sollevo la busta e la guardo con il cuore in gola. Parole di Edward. La apro lentamente ascoltando la seconda canzone cantata da un artista italiano ma mi blocco. Richiudo la lettera appoggiandola sulle gambe e sprofondo nel sedile appoggiando la testa sul finestrino gelato lasciandomi cullare ed emozionare dalle canzoni che Edward ha messo insieme per me.

Guardo la schermata "La distanza di un amore – Alex Baroni". Non sono molto ferrata in italiano ma capisco quanto basta e la sua voce profonda mi mette i brividi.


[Sei rimasta dentro me

nel profondo delle idee

come il pezzo di una vita che non c'è.

Come un ago nelle vene

o una splendida bugia

la ferita che ormai non va più via.]


Purtroppo come temevo, le parole della canzone smuovono qualcosa dentro di me di profondo. Tanto che sento gli occhi pizzicare.

Guardo fuori e osservo il paesaggio scorrere mentre il sole inizia ad alzarsi nel cielo mattutino.


[Io ti scrivo ancora un pò

e lo so che non dovrei

che mi devo liberare

dalla trappola di questo amore.

Perchè non vivo più,

perchè mi manchi tu

e questo cielo blu

non lo posso sopportare]


I miei occhi scattano immediatamente verso il cielo che si sta schiarendo.

L'autista prende l'autostrada. Meno di un'ora e arriveremo all'aereoporto. Socchiudo gli occhi e mi immagino che quelle parole sia Edward a pronunciarle.


[Ti vedo come sei

e come ti vorrei,

non è lo stesso sai

non ti posso perdonare mai]


Apro gli occhi di scatto e le mie dita si affrettano a cambiare canzone dopo aver sentito l'ultima frase:"non ti posso perdonare mai..."

Il pezzo al pianoforte introduce la nuova melodia...


[Ricordati di scrivermi ogni tanto

da Los Angeles

E mandami il tuo numero di casa se vuoi

sei mesi non sono pochi sai

Divertiti

fai cioè che vuoi...

è giusto allontanarci poi vedremo

che sarà di noi]


Ancora una volta il volto di Edward fa capolino nella mia testa e nella mia mente lo vedo cantarmi questa canzone. Lo vedo piangere, struggersi come io sto facendo adesso per lui.


[Ricordati che quando tu piangerai con

le gambe strette

seduta sul letto

io sarò li

accanto a te

ti rispecchierai negli occhi miei]


E come se avessi seguito le parole della canzone calde lacrime amare iniziano ad uscire fuori dai miei occhi bagnandomi le labbra.


[E scusami per le idiozie

che ti hanno fatto piangere.]


Annaspo in cerca d'aria.

È lui. È lui che sta parlando.

È lui che si sta rivelando con le canzoni.

[Hanno chiamato il volo...

dai aspetta

Non lo perderai

Ancora un secondo di silenzio

ssssshhhh]


Il mio corpo è scosso dai singhiozzi e le lacrime non riescono a smettere di scendere lungo le mie guance.

Edward.

Edward. Non posso. Non posso.

La canzone finisce accompagnato dal mio pianto.


[Mentirai ai miei occhi

sbaglierai se mi tocchi

non puoi dimenticarla

una bugia quando parla...

e sbaglierà le parole ma ti dirà cioè che vuole]


Più volte incrocio lo sguardo dell'autista che mi guarda forse un pò spaventato da un mio cambiamento così repentino d'umore.

Vedo le sue labbra muoversi. Tolgo una cuffia e ripete «Vuole che la riporta indietro?» a quella domanda se è possibile piango ancora di più ma scuoto la testa. Lo sento sospirare mentre nuove parole che non voglio perdere vengono pronunciate dal cantante.



[Ognuno ha i suoi limiti....

i tuoi li ho capiti bene.]


Stringo forte tra le mani la busta bianca dove delle lettere scritte in corsivo compongono il mio nome. Scrittura di Edward.

Lascio scivolare le mie dita su quella busta dove l'inchiostro nero fa bella vista di sè e riprendo ad ascoltare la musica a tutto volume.


[C'è differenza tra amare e ogni sua dipendenza?]



Mi sono comportata male. Lo so.

L'ho messo alla prova e sono io ad avere sbagliato. Sono io che l'ho istigato.

Non ci siamo parlati.

Quando mai l'abbiamo fatto?

Quando mai ci siamo confrontati? Spiegati...

Mai.

Abbiamo il maledetto vizio di arrabbiarci l'uno con l'altra e mollare tutto. Sempre...fino all'estremo.

Fino quando uno dei due non si allontana drasticamente, in questo caso sono io, e l'altro capisce di star perdendo tutto.

Non sappiamo stare insieme.

Non sappiamo vivere insieme.

Prendo la busta e inizio ad aprirla. Le note della canzone di Nelly Furtado "Try" mi fanno da sfondo.

Estraggo un semplice foglio bianco con quattro semplice righe al centro.


"Non ho mai fatto una cosa giusta.

La mia vita è totalmente sbagliata.

L'unica certezza che ho sei tu e

l'amore che provo per te"



[All of the moments that already passed

We'll try to go back and make them last

All of the things we eant each other to be]


Scatto in avanti chiamando il conducente.

«Si fermi! Per Dio si fermi!» urlo con le lacrime agli occhi. Il conducente mi guarda spaventato e mi accorgo solo adesso che la macchina è ferma sul ciglio della strada. L'uomo mi indica con un dito fuori. Mi volto e vedo Edward in piedi in mezzo ad un campo.

Guarda nella mia direzione e non posso fare a meno di buttarmi giù dalla macchina e corrergli incontro con ancora gli auricolari nelle orecchie e la musica della Furtado che grida le ultime note della canzone.

Mi fermo a pochi passi da lui con il fiatone per cercare nei suoi occhi una risposta. Le sue labbra si tendono in un sorriso dolcissimo e perfetto come solo lui sa fare. Il mio cuore batte forte.


[We never will be

and that's wonderful,

and that's life

and that's you,baby

This is me, baby

And we are, we are, we are, we are...

Free

In our love

We are free in our love]


Continua a sorridere e lentamente si avvicina.

Alza lentamente le mani fino a togliermi gli auricolari.

«Questo sono io....e questa sei tu. Non importa altro.»mormora piegandosi verso di me aspettando che sia io a colmare la distanza tra di noi.

Mi aggrappo a lui con tutta la forza che posso avere posando le mie labbra sulle sue perchè è così che deve essere.

Io lo amo e la mia anima è nulla se è divisa dalla sua.

«Non mi lasciare...non mi lasciare andare via...» lo supplico piangendo. Se è possibile mi stringe ancora di più a lui facendoci aderire perfettamente.

Basta fuggire dai problemi.

Io sono sua e lui è mio, e non c'è realtà più grande di questa.

Adesso vi inserisco i titoli delle canzoni che ho usato (sotto suggerimendo di Kittylit90)...Basta cliccare sopra e vi invia immediatamente al link con la canzone.

Spero di avervi emozionato e magari chissà...qualche lacrimuccia ci è pure scappata! ;)

Ora ragazzi fatemi smettere si scrivere se no sclero...ci sentiamo al prossimo capitolo ma con quello che ho scritto mi aspetto una valanga di commenti! quindi su su...fate andare le ditina! XD A parte gli scherzi....vi ringrazio enormemente per tutto il supporto che mi avete dato.

Quanto eravate prese male all'inzio eh? muahaha quanto sono crudele!

Baci baci

Al prossimo aggiornamento!

Coldplay - Fix you

Alex Baroni - La distanza di un amore

Paolo Meneguzzi - Ricordati che...

Tiziano Ferro - La paura che...

Nelly Furtado - Try

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Capitolo 48
*** Fuga dalla realtà ***


PRIGIONIERA

Oddio! Giuro che non trovo neanche le parole per spiegarvi quanto sia piacevolmente colpita dai vostri commenti! Veramente sono senza parole...vabbè è meglio che ciarlo di meno e vi lascio al capitolo!

Bacioni


EDWARD:


Avevo dato precisi ordini all'autista. Doveva fermarsi nel punto che gli avevo mostrato quanto avrebbe portato Bella all'aereoporto. Avevo lasciato l'i-pod a caricare a casa mentre sul mio calcolavo perfettamente la distanza se Bella avesse ascoltato tutte le canzoni.

Quando la mia playlist finiva, dopo circa 5 minuti l'autista doveva fermarsi.

Era quello che era successo.

Praticamente un tempismo perfetto.

Non sapevo come avrebbe reagito a quel mio gesto ma direi che è andata meglio di quanto mi aspettassi. Non volevo e non potevo perderla. Quando mi ha chiesto di non farla andare via, di trattenerla qui in Italia insieme a lei l'avevo sollevata da terra e mi ero seduto sulla macchina nera dicendo a Caius, l'autista, di cambiare direzione e portarci a Nettuno.

Li saremmo stati tranquilli.

Io e lei. Nessun'altro.

Nessuna interferenza da parte di terzi.

Nient'altro che noi.

Bella si era lasciata condurre senza dire niente. In macchina la stringevo forte a me tenendola sulle ginocchia e le sussurravo parole d'amore mentre nascondeva il viso nell'incavo del mio collo posando alcune volte tiepidi baci.

La villa dava su un tratto di spiaggia escluso alla gente.

Era quello che ci serviva: pace.

Da piccolo io e la mia famiglia ci rifugiavamo qui per il week-end e trascorrevamo le giornate a rilassarci e a giocare come una normale famiglia.

E' stato il primo posto a cui ho pensato quando Bella mi è corsa incontro dicendomi quelle cose perchè qui è dove ho passato i momenti più belli della mia infanzia.

Arrivati alla villa eravamo stremati sia dal viaggio che dalle emozioni provate. Per lo più avevamo passato tutto il giorno a letto.

Io stanco per i preparativi e l'ansia di un suo rifiuto netto, lei per il pianto della notte, i suoi occhi gonfi e rossi ne erano una prova.

Nessuno dei due aveva menzionato quello che era successo il giorno prima. Non esisteva.

Non esisteva nè un passato nè un futuro.

Eravamo semplicemente li a vivere uno dell'altro.

Semplicemente Bella.

Semplicemente Edward.

Ci siamo baciati, sfiorati, addormentati insieme. Praticamente incollati l'uno all'altra. Non ci serviva altro.

Non c'era niente di erotico nello sfiorarci, era per di più un bisogno di essere sicuri della presenza dell'altro.

Era straziante lasciarci, dividerci. Non potevamo. Non ne avevamo la forza.

Facevamo tutto insieme. La presenza di uno per l'altro era come l'ossigeno.

Ci eravamo fatti troppo male. Del male serio che dilania l'anima.

Eravamo stati stupidi. Uso il plurare perchè pensare che tutto quel male che ci siamo fatti sia stato solo colpa mia mi fa morire.

La notte scorsa l'avevo passata prettamente a guardarla dormire. Mi piaceva come si rannicchiava contro di me.

Insieme è il Paradiso.

«Andiamo in spiaggia?» guardo Bella con sottobraccio il telo su cui ci saremmo stesi per approfittare dei raggi di sole. Le sorrido e prendendola per mano ci avviamo giù sul nostro tratto di spiaggia.

I gabbiani e il rumore delle onde che si infrangevano era l'unica cosa che si poteva sentire. Nessun bambino fastidioso o fotografo inopportuno.

Mi sdraio sulla schiena mentre lei a pancia in giù. Sento i suoi occhi curiosi scrutarmi poi timidamente allunga la mano per toccarmi gli zigomi, gli occhi per poi scendere sulle labbra.

«Sei bellissimo...» mormora affascinata. Le sorrido ma lei non distoglie lo sguardo, non arrosisce neanche. Io sono suo e lei è mia. È tutto normale.

Nessun imbarazzo.

La stringo forte. È parte di me.

È andata troppo a fondo nella mia anima e li ha costruito una casa fatta di mattoni. Da li credo che non si muoverà mai.

«Ogni cellula del mio corpo vuole protendersi e toccarti.» mormora avvicinandosi alle mie labbra e sfiorandole delicatamente con le sue.

«Fallo. Sono tuo.» le rispondo con il cuore zampillante di felicità. Mi sorride e mi bacia la punta del naso.

«Che facciamo?» mi chiede mettendosi su un lato e sorregendosi con un braccio.

So perfettamente a cosa si riferisce ma decido di fare ancora per un pò il cretino; questo è il terzo giorno che passiamo a Nettuno ma non possiamo nasconderci per il resto della nostra vita qui.

Alice ci copre le spalle

«Io prendo il sole, tu cerchi di non saltarmi addosso. Ecco cosa stiamo facendo.» mormoro ridendo. Ride anche a lei ma mi da un colpo alla spalla. «Ok, ok.»

Nasconde il viso nell'incavo del mio collo, adoro questo gesto e io adoro tenerla tra le mie braccia.

«Parliamo un pò?» chiede visibilmente agitata.

«Ok» le rispondo tirandomi su a sedere. Lei si sdraia posando la testa sulle mie gambe. Mi perdo nel giocare con i suoi capelli.

«Lo sai che dobbiamo tornare indietro prima o poi, vero?»

Fisso un attimo i suoi occhi così dolci che riescono a farmi morire di lei. «Potremmo restare qui anche per sempre sai?»

Fa finta di pensarci un attimo per poi rispondermi che preferirebbe un'isola tutta per noi, quando le dico che ce n'è una che Carlisle ha regalato ad Esme che potremmo utilizzare mi fissa allibita. «Ti ho fregato, vero?» socchiude le palpebre e mi da un pizzicotto sul braccio.

«Dovrebbe essere più semplice adesso, no?» chiede dopo che l'ho sollevata per darle un bacio sulla guancia.

«Non proprio.» mormoro riflettendo sulla nostra situazione. Si tira su a sedere con una leggera tristezza negli occhi. «Scusami, ho sbagliato a spiegarmi. Intendo dire che tu vorrai ritornare in America da tuo padre.»

Si morde il labbro inferiore.

«Penso di sì.» dice a mezza voce.

Guardo un attimo verso l'orizzonte e le onde morire sul bagnaschiuma.

«Potrei sempre venire con te»

Mi guarda sorpresa e posso quasi sentire il suo cuore battere più velocemente.

«Ma non posso tornare a Forks...mi cercheranno e andranno per prima cosa li.»

«Allora io vengo con te...»dice elettrizzata mettendosi in ginocchio di fronte a me.

Le accarezzo una guancia e lei si abbandona al mio tocco.

«Sei sicura?»

Io posso vivere senza vedere constantemente la mia famiglia ma lei. «Sì, Charlie potrebbe sempre venire a trovarci. Non riesco a pensare di starti lontana ancora.»

Posa nuovamente le sue labbra sulle mie. Stavolta sono io che mi abbandono totalmente a lei. La sento sorridere sulle mie labbra e non posso trattenermi dal farle il solletico.

«Sei felice?»

«Se stiamo insieme sì.» risponde intrecciando le sue dita con le mie.



Ciao. Ed eccomi qui con questo capitolo. Ovviamente la mia amica ha vinto la scommessa dato il mio rapido aggiornamento. XD Mai scommettere con una persona che ha i contatti diretti con l'autrice! Muahaha...

Cmq penso che siete felici anche voi. Replicare la bellezza del capitolo precedente praticamente è impossibile. Lo so, spero che questo vi piaccia lo stesso.

Io lo trovo molto...molto particolare. Strano aggiungerei visto che passiamo da un momento di puro dolore ad un momento così...così d'estasi. Insomma ho catapultato i due piccioncini in una specie di loro piccolo paradiso dove possono essere solo loro due...vabbè poi avete letto il capitolo, no? Spero di essere riuscita a farvi capire il senso di pace e serenità (ma anche di stranezza) che si avverte nella prima parte del capitolo.

Alla fine però affrontano la realtà e si confrontano per trovare un modo per stare insieme. Basta cazzate. Entrambi mettono la testa a posto per come la penso io.

Purtroppo credo che a questa storia mancano veramente pochi capitoli, anzi, pochissimi. Credo 2 o 3...massimo 5. Poi vabbè dipende...ma credo che siamo arrivati proprio alla fine. Bah...vedremo. Solo che per me è così difficile chiudere una storia, anche perchè ci sono affezionata come immagino lo siate anche voi...

Cmq spero di ritrovarvi in una delle mie altre storie...dateci un'occhiata.

Spero che vi piaceranno anche le altre...

vi lascio le parole calde così potete andare direttamente alla storia.

Un Bacione a tutti quanti =>

PRIGIONIERA

THE TWILIGHT SAGA'S CELESTIAL

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Capitolo 49
*** 1 passo avanti...100 indietro ***


PRIGIONIERA

Questo capitolo lo voglio dedicare a Tssara....che per leggere questa storia salta addirittura scuola! Un bacione cara XD



Ed ecco il nuovo capitolo così tanto atteso...



BELLA POV:


«E con Emilie come la mettiamo?»

Lo desto dai suoi pensieri con quella semplice domanda.

«Non ti devi preoccupare. Nel mio cuore esisti solo tu.»

«Belle parole, a chi devo dire grazie? A te o alla persona che scrive i discorsi per tuo padre?»

Mi prende una mano e mi trascina verso di lui. I nostri corpi cozzano l'uno contro l'altro.

La sua bocca è subito sul mio collo dove inizia a lasciare baci roventi. Mi sento sciogliere.

«A me...»soffia vicino al mio orecchio.

Lo guardo male. Non devo lasciargliele vinte così facilmente. Dovrei fare di più la sostenuta ma il problema è che quando incrocio i suoi occhi o ci sfioriamo appena il mio cervello va in black-out.

La sua mano mi accarezza il collo per poi trascinarmi ancora verso le sue labbra.

«Sei ancora gelosa di lei?»

«Non dovrei? E poi non è questo il punto.» gli chiedo di rimando quasi fulminandolo con lo sguardo.

Sospira afflitto.

«Non me la perdonerai mai, vero?»

«Non ne sono sicura. Io ho sofferto per quei mesi. Tu ti sei dato alla pazza gioia con quella sciaquetta.» sibilo. Quando ci penso vorrei metterle le mani addosso.

«Ho sofferto anche io.» sbiascica.

«Potevi resistere almeno.»

«Sono debole senza di te.»

«Questo lo sapevo già. Dimmi una cosa che non so...» gli dico guardandolo dritto negli occhi.

«Che in tutti quei mesi non ho fatto altro che pensarti. Persino quando la toccavo pensavo a te.» mi risponde serio.

«Allora sei un gran bastardo.»

Mi guarda sorpreso. «E non guardarmi così. Io non posso sapere cosa provava realmente Emilie per te ma se quei sentimenti erano anche solo per una minima parte reali, tu sei stato un vero bastardo ad illuderla così.»

Mi discosto da lui e mi permette di farlo. Gelo.

«Pensavo di riuscire a dimenticarti...ma è impossibile farlo.» dice trovando una scusante.

«Io invece ho sempre saputo, dal momento in cui ve ne siete andati che non sarei mai riuscita a cancellarti dal mio cuore. Una parte di te sarebbe sempre restata nel mio cuore.»

gli rivelo ripensando a quei momenti che adesso sembrano così tanto lontani.

«Perchè mi hai detto di "no" quella volta?» mi chiede sovrappensiero.

Ci rifletto un attimo.

«Avevo paura.» ammetto a mezza voce.

«Paura?» ripete distaccandosi dal corrimano in cemento del giardino. Abbiamo lasciato la festa per il nostro ritorno da almeno una decina di minuti perchè avevo visto Emilie. L'avevo vista e non ero riuscita a sostenere il suo sguardo.

L'avevo completamente rimossa e da perfetta egocentrica quale io sono, avevo pensato solo a me e come io mi potevo sentire.

«Sì, paura. Non ti riconoscevo più e anche se il mio cuore aveva cancellato ormai tutto per amore, la ragione mi diceva di no; che non potevo fidarmi ancora di te, che non potevo seguirti in un paese straniero solo perchè tu me lo chiedevi.» gli spiego aprendoli finalmente i miei pensieri. Non abbiamo mai affrontato seriamente questo argomento.

«Se te lo avessi detto prima, prima di tutto quello che poi è successo. Mi avresti seguito?» mi chiede prendendomi per mano.

Ci rifletto un attimo. Lo avrei seguito? Avrei lasciato tutto quello che avevo li per seguirlo in Italia?

«Cosa eravamo?» gli chiedo rispondendo ad una domanda con una domanda ancora. So che non si fa ma in questo momento direi che me lo posso largamente permettere.

«Io ti amavo.»

«Ogni volta che litighiamo devo andare a cercarti da lei?» gli chiedo e so che l'effetto è peggio di quello che avrei voluto dargli a quella domanda. «No. É un capitolo chiuso definitivamente, te l'ho detto.»

«E con la scommessa?» mi guarda accigliato. «Già, sapevo tutto.» mormoro sorridendogli.

«Forse è per questo che non ho mai creduto fino in fondo a quello che mi dicevi o facevi.»

«Chi te l'ha detto?» mi chiede slacciandosi un bottone della camicia.

«Rosalie.» rispondo immediatamente, «ma mi ha anche detto quando tutto è finito.»

Non mi risponde.

«Anche quando è finita la scommessa e mi ha detto di come secondo lei eri totalmente andato fuori per me....nonostante tutto....ho sempre pensato che fossi un semplice passatempo, nient'altro.»

Mi mordo il labbro inferiore scombussolata dentro. Perchè non mi risponde?

«Torniamo dagli altri...» mormora scuotendo la testa.

Mi prende per mano e scendiamo la scalinata che ci porta nel giardino dove si tiene la festa.

Mi ha amato mai?

Quando arriviamo insieme agli altri lascio la sua mano dirigendomi su una panchina nei pressi sotto il suo sguardo assente. Alice cerca di venirmi in contro ma con un gesto della mano cerco di farle capire che voglio restare da sola. Sto cercando di non mettermi a piangere davanti a tutti.

Sto cercando di non fare la bambina.

Sto cercando di essere adulta anche se non lo sono.

Non riesco veramente a capire. Facciamo un passo in avanti ma ne facciamo altrettanti indietro solo dopo meno di 24 ore. Io, veramente. Non capisco e credo che non capirò mai.

Abbiamo preso una decisione troppo affrettata e non abbiamo pensato a chiarirci veramente. Siamo stati rinchiusi per tre giorni in quella villa sul mare a fare i piccioncini mentre quello che avremmo dovuto fare realmente era quello di parlare. Di tutto. Dall'inizio fino a quel momento.

Abbiamo sprecato tempo invece.

Siamo tornati qua credendoci più forti quando invece la dura realtà ci è piombata addosso fatta di sguardi e domande da parte degli altri. Siamo stati schiocchi a pensare di cancellare tutto il passato quando è quel passato che ci ha portati a dove siamo adesso ed è lo stesso passato che può rovinare tutto in un solo battito di ciglia.

Lo cerco tra la folla e lo vedo davanti a suo padre con cui parla animatamente.

La musica cambia.

Sembra quasi un carillon.

Sollevo lo sguardo. Edward è di fronte a me con la mano tesa. «Mi concedi questo ballo?»

i suoi occhi verdi sono fissi nei miei.

Lentamente la mia mano si solleva fino a sfiorare la punta delle sue dita. In un gesto deciso mi stringe la mano tra la sua e mi aiuta ad alzarmi.

Camminiamo fino al centro della pista da ballo. Le altre persone lasciano la pista che ora è tutta nostra. Mi abbandono completamente a lui che inizia a guidarmi. Un valzer.

«Adesso ti sto chiedendo io di non lasciarmi...» mormora vicino al mio orecchio.

Alzo lo sguardo e noto che i suoi sono velati di lacrime.

Accarezziamo tutta la pista e poco dopo con la coda dell'occhio vedo altre due coppie formate da Emmet e Rosalie seguite da Alice e Jasper.

Io non ballare il valzer ma con Edward sembra tutto più semplice.

Tutto tranne i sentimenti, ovviamente.

«Perchè non mi rispondi?» gli chiedo con voce strozzata.

«Perchè ho paura di perderti...» mormora.

«Allora ammetti che ero un passatempo...»

«All'inizio non lo nego...» mi dice cercando il mio sguardo che trova immediatamente visto che sento le lacrime spingere per uscire fuori dai miei occhi.

«Ma poi tutto è cambiato...»mormora e sento la presa su di me farsi più stretta.

Adoro sentirmi così vicina a lui.

«Allora mi ami?»

Poco tempo fa non mi sarei mai permessa di chiedere una cosa del genere ad un ragazzo. Mai. Sarebbe stato troppo imbarazzante.

Prendevo le mie conclusioni e basta. Non mi facevo tutti questi problemi ma con lui è diverso. Tutto è diverso. Io devo saperlo perchè da sola non posso arrivvarci e devo sentirlo pronunciare dalle sue labbra.

«Mi stavi vicino e non mi accorgevo di quanto importante eri tu. Ti amo più della mia stessa vita.»

Stavolta sono io ad avvinghiarmi letteralmente a lui. Rido e piango nello stesso momento.

Sono pazza, lo so.

Sono pazza d'amore.



Lei è pazza d'amore. Io sono pazza dei vostri commenti! Siete proprio speciali. A dirla tutta avevo iniziato un altro modo il capitolo ma poi mi sono detta...poi entrano in crisi d'astinenza se termino così di colpo così ho deciso di allungarla ancora di qualche capitolo. Ma vi avviso...nn so più quanti capitoli sono ma sento il bisogno di chiuderla se no poi si entra nel banale.

Spero solo di ritrovarvi nelle altre....nn sono male sapete? Provate a darci un'occhiata.

Ah un'altra cosa....voi continuate a chiedermi se Emilie è incinta o meno. Chiariamo una volta per tutte....LEI NON E' INCINTA!.....però ho capitolo la causa scatenante di questa reaazione...avevo scritto in qualche capitolo della pillola, giusto? Era così per dire tesori! Non pensavo e non ho mai pensato di farla rimanere incinta di Edward.

Scusatemi se ho dato questa impressione. Non volevo.

Ora...visto che settimana prossima ho 3 esami e non pensavo di dedicare tempo alle FF (ma ormai è diventata una specie di droga scrivere...sembra ke nn faccio altro!)...cmq ora vado a studiare...e tenete le dita incrociate per me. Sono delle mattonate....


Vi ringrazio tutti...chi legge, chi commenta....chi mi supporta. Insomma tutti voi che permettete a Purelove di esistere qui. Un bacione


PS:

Vi lascio l'ultimo video.....licantropi vs vampiri?

Ki vincerà?

Xoxox

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Capitolo 50
*** ...dobbiamo parlare ***


PRIGIONIERA

DEDICATO A CRISTINA che ha subito i miei ricatti per il Festival di Roma. XD Grazie ancora tata

? Attenzione: Rating rosso.?


EDWARD POV:

[Questo capitolo è dedicato al lasso temporale che ho tralasciato tra il penultimo e l'ultimo capitolo che ho inserito prima di questo capitolo. Quindi la discussione alla festa non c'è ancora stata...ricordatevelo bene prima di continuare a leggere.]


Abbiamo rifatto i bagagli e siamo tornati a Volterra.

Non possiamo più nasconderci a Nettuno. Non è giusto. Anche se stiamo scappando da tutto quel mondo fa parte di me e non posso tagliarlo fuori così dalla mia vita, sopratuttto perchè quel mondo contiene anche la mia famiglia.

Mi chiedo solo se lei è veramente pronta per un passo del genere. Vuole veramente lasciare suo padre a Forks per seguirmi?

Per lei sono disposto a staccarmi dall'Italia e dalla mia famiglia per farla stare vicino a suo padre e nei luoghi in cui è cresciuta. Solo che io dovrò starmene buono nell'ombra.

La stampa ha creato già troppi danni.

Stavolta è meglio lasciarla fuori il più a lungo possibile.

Non deve rovinare tutto un'altra volta.

«Come hai fatto con Charlie?» mi volto verso di lei che tiene sulle ginocchia la mia mano. «Cosa intendi?»

«Beh, diciamo che non si è mai preoccupato di me da quando sono qui. Non un messaggio e nemmeno una telefonata. Niente di niente. È molto strano...» Bella mi guarda di sottecchi mentre gioca con le mie dita.

La stringo forte lasciando un bacio sul dorso.

«Beh, diciamo che gli ho detto di come la monarchia italiana non sarebbe sopravvisuta senza la tua presenza.» ridacchia divertita, «Che poi non si discosta tanto dalla verità visto che Rosalie ci avrebbe uccisi tutti senza pietà.» finisco la frase dandole un bacio sulla guancia perchè inizia a gonfiarle indispettita.

«Ah bravo! Non perchè ti mancavo!» barbotta. Le cingo la vita con un braccio e la attraggo a me facendola aderire bene al mio corpo, «Quello era già in preventivo.»

Mi morsica il labbro inferiore e lo succhia avidamente. «Mi stai provocando?» soffio sulle sue labbra mentre sento il suo seno sfiorarmi il petto.

«A papà devi piacere molto però...»

Abbassa un attimo lo sguardo sulle nostre dita ancora intrecciate tra di loro.

«Come fai a dirlo?»

Sorride e mi scompiglia i capelli con la mano libera.

«Beh, io ti avrei menato se fossi stato al suo posto. Insomma, hai fatto soffrire la sua piccolina solo che lui è più intelligente...ha capito che non te ne sei andato via di tua spontanea volontà. Io credo di averlo capito solo adesso che ci ho pensato.» mormora con sorriso malinconico. Anche a me fa male ripensare a quel periodo.

Ci fermiamo davanti all'ingresso principale del castello. «Era ora!» trilla Alice aprendo la portiera della macchina. Si avventa immediatamente a Bella che ricambia il suo abbraccio.

Alzo lo sguardo sulle finestre e vedo da dietro una tenda mia nonna che ci guarda. Le sorrido e le mando un bacio con la mano.

Ricambia il gesto del bacio e rimette la testa a posto.

«Mi sei mancata tanto sai?» farfuglia Alice facendo il labbro tremulo a Bella che le sorride amichevolmente. «Ah grazie! Io no, vero?»

Mia sorella mi si butta addosso stringendomi forte. «Approfittatrice!» mormoro sollevandola da terra.

«La nonna appena ha saputo che sareste tornati ha organizzato una festa per voi, approfittando anche delle amiche di Rosalie che si sono trattenute in Italia per un pò quindi vi ho comprato degli abiti nuovi così sarete perfetti...» trilla Alice saltellando.

Dove la prende tutta questa energia? Sorrido e le scompiglio i capelli ricevendo un broncio indietro. La mia sorellina.

Le sorrido e lei gonfia le guance arrabbiata.

«Signorina, il Signor Jasper mi prega di ricordarle che ha ancora i vestiti da giorno indosso e resterà così ancora per poco prima di indossare l'abito da cerimonia.» mormora la cameriera alquanto imbarazzata.

«Il solito pupazzo...» mormoro compiangendolo. Prima del suo arrivo ero io. Emmet giocava troppo a calcio sporcandosi tutto per poter fare da manichino ogni volta che lei ne aveva voglia.

Forse è questo il motivo per cui ho iniziato a giocare a calcio. Alice mi avrebbe avuto pochissimo tempo sotto le sue grinfie.

«Scusate il lavoro chiama...Bella ti ho preparato un vestito. È in camera di Edward.» trilla prima di salire i pochi gradini per entrare in casa.

La guardo dispiaciuto.

«Aiuto. Che c'è adesso?» mi chiede spaesata.

«Sei diventata la sua nuova bambola personale...ti avverto.» le dico, i suoi occhi diventano più grandi fino a spalancarsi.

«Nuoooo» mormora quasi sull'orlo della lacrime.

«Mi spiace tanto piccola...» mormoro abbracciandola forte. Si mette a ridere sulla mia camicia, «e adesso ridi?»

«Beh, non credo che sarà tanto brutto indossare abiti fermati o cose del genere.» mormora dandomi un bacio a fior di labbra.

«Tu non sai a cosa vai incontro. Diventerai un mini-Rose.»

«Non mi dispiacerebbe affatto...lei è bellissima...» dice sospirando. Bellissima? Lei è bellissima.

«Non dire sciocchezze...tu sei bellissima...» mormoro dandole un'altro bacio sulla guancia per poi scendere giù lungo il collo.

«Ti devi preparare!» urla Alice dalla finestra. Alziamo contemporaneamente lo sguardo e la vediamo con un turbante bianco d'asciugamano in testa.

«Chi?» chiediamo in coro.

«Entrambi! Sciocchi! Su su muovetevi!»

Bella si alza sulle punte per darmi un tenero bacio sulle labbra. «Muoviamoci e tua sorella ci uccide.» mormora poi prendendomi per mano e trascinandomi dentro.

Appena entriamo in camera vediamo due buste lunghe nere dove di solito si tengono i vestiti appena usciti dalla casa di moda. Rimane sorpresa.

«Pensavo esistessero solo nei film.» mormora avvicinandosi. Tira giù la cerniera e rivela uno smocking nero classico.

«Questo dev'essere tuo...»mormora guardandolo bene. «A meno che non hai intenzione di cambiare sesso in questi 5 minuti credo proprio di sì.» Per la battuta poco simpatica mi arriva un bel cazzotto sul braccio. Vabbè, me lo sono meritato. Sorrido e scopro il suo vestito sospirando.

«Ti avevo detto che ti saresti trasformata nella sua bambolina...»

Bella si avvicina e sgrana gli occhi.

«Sta scherzando vero?» balbetta. Scuoto la testa. Alice non scherza sulla moda.

«No...alice non scherza su queste cose.» mormoro dispiaciuto un pò per lei ma nello stesso tempo divertito.

«Voglio proprio vederti camminare con quello.» sghignazzo ricevendo un altro pugno sul braccio. Questa però era una costatazione!

«Mi starai appiccicato. Non mi mollerai un secondo...» sibila.

«Anche senza minaccia l'avrei fatto lo stesso...»mormoro accarezzandole la guancia. Lei sorride e si fa più vicina fino ad abbracciarmi. Sono così belli questi momenti.

«Dobbiamo prepararci...» sospiro.

Strofina il nasino sulla mia maglia e mi guarda con gli occhioni da cerbiatto.

«Dobbiamo proprio andarci?» mi chiede facendo il labbro tremulo.

Annuisco spostandole alcune ciocche di capelli dal volto. «Dobbiamo prepararci, se arriviamo in ritardo Alice ci uccide.» lei mi guarda maliziosamente iniziando a giocare con i bordi della mia maglia.

«Vogliamo risparmiare tempo?» mormora intrufolandosi con le dita gelide sotto la maglietta per accarezzarmi gli addominali.

«Cosa hai in mente di preciso?» le chiedo inclinando la testa in modo che i nostri volti siano più vicini di prima. Lei sorride «sono molto attenta all'impatto che l'uomo ha sulla terra. Poi l'acqua è un bene prezioso...non bisogna sprecarla...» mi spiega iniziando a tirarmi la maglia fino alla porta del mio bagno personale.

Le sorrido capendo le sue intenzioni. Di certo non mi dispiacciono.

«Quindi?» la incito. Voglio che lo dica.

«Quindi....» dice togliendomi la maglietta di dosso, «quindi facciamo la doccia in due.»

Sorrido baciandola.

Bella si aggrappa a me e ne approfitto per slacciarle il reggiseno. Si toglie la maglia trascinando con se il reggiseno e inizia a trafficare con i bottoni dei miei jeans mentre io mi godo, nel vero senso della parola, la vista dei suoi seni sodi e morbidi.

Le accarezzo le braccia partendo dagli avambracci fino alle spalle. Mi libero dei jeans e dei boxer mentre lei fa lo stesso con i suoi ultimi indumenti.

I nostri vestiti si mescolano per terra e ci buttiamo sotto il getto della doccia che all'inizio è fredda, si deve ancora riscaldare. L'abbraccio e aspettiamo, nel calore delle braccia dell'altro, che la temperatura dell'acqua si alzi.

Abbandona la testa indietro bagnandosi i capelli ma nello stesso tempo presentandomi una bella visuale del suo seno.

Gemo frustrato. La mia eccitazione preme sul suo basso ventre sfacciatamente, l'ha notato. È impossibile non notarlo.

La mia mente perversa mi dice che mi sta solo tentando ma non farò lo stesso sbaglio dell'ultima volta. Assolutamente no.

Non è la prima volta che facciamo la doccia insieme, a Nettuno ne abbiamo fatte tante ma questa volta lei provoca cosa che non aveva mai fatto.

Sono perennemente eccitato guardando il suo corpo ma quando mi viene presentato così in bella mostra e senza nessun pudore ovvio che non mi riesco a calmare.

L'acqua diventa calda e Bella si allunga a prendere il bagnoschiuma, se ne versa un pò sul palmo della mano e inizia a passarmelo sulle spalle e sul petto.

«Non trovi che sia bello farla in due?» mi chiede con sguardo languido. Una parola: provocatrice. Perfida provocatrice.

«Bellissimo...» mormoro con voce roca e troppo profonda perfino per me.

Sghignazza divertita. Le piace provocarmi. Merda.

Resisti Edward...resisti. È solo una prova. Non cedere.

«Concordo...bellissimo...» la sua mano scivola più giù, sempre più giù fino a raggiungermi proprio li dal mio amichetto.

Inizia a massaggiarmi lentamente facendomi impazzire. Boccheggio dal piacere e abbandono la testa indietro come poco prima aveva fatto lei, le sue labbra subito sul mio collo che mi baciano il pomo d'adamo.

Automaticamente stringo il suo culetto tra le mie mani accompagnato da un gemito che non fa altro che aumentare la mia eccitazione. «Bella...»

Scivola dalla mia presa e mi sento avvolgere, sposto il mio sguardo per capire cosa è successo e subito capisco cosa ha fatto. La sua bocca mi avvolge completamente.

La visione mi toglie totalmente il fiato. Mi appoggio con la schiena sulle piastrelle feddre del bagno mentre la bocca di Bella torna a darmi piacere.

«Oh, Bella...»

Alterna la bocca con i movimenti della mano e so già di essere al punto di non ritono. La sposto delicatamente per venire sulla sua mano che non mi abbandona.

Mi bacia le labbra mentre insieme ci rimettiamo sotto il getto d'acqua. Stavolta sono io a lavarla bene e si abbandona totalmente alle mie carezze eccitandomi ancora una volta.

Sono proprio un caso perso.

Bella si lava i capelli velocemente e si diverte anche con i miei facendomi strane acconciature grazie all uso del sapone che scioglie il poco del gel sui miei capelli. Ride divertita e mi dice perfino che assomiglio a "Goku".

Esco io per primo e prendo due accappatoi, bianco per lei e blu per me. L'avvolgo teneramente e come ringraziamento mi bacia, un bacio semplice e dolce.

Niente di erotico.

Ecco qua la mia Bella. Prima tentatrice, poi tenera ragazzina.

«Prepariamoci...» le lascio il bagno tutto per sè.

Mi asciugo velocemente i capelli con un asciugamano. Ribelli come sono mi ci vorrà un bel pò a metterli a posto.

Dopo alcuni minuti il volto di Bella fa capolino dalla porta del bagno. «Hai bisogno di qualcosa?» le chiedo mentre lei arrossisce. «La biancheria...»

Mi guardo intorno. Alice deve aver pensato anche a questo. In fatti una busta di Victoria's Secret fa bella vista di sè vicino al mio armadio. Lo sapevo che quell'abito era troppo particolare per avere della biancheria normale.

Le porgo la busta facendole l'occhiolino. Si ritira nel bagno e sento partire il phon.

Mi abbandono sul letto rilassandomi.

Poco dopo cado in un sonno abbastanza profondo.


«Edward?»

Chi è che mi chiama proprio adesso? «Edward svegliati!»

Sollevo le palpebre e quello che vedo è la mia Bella truccata appena e con i suoi bellissimi capelli che in questo momento sembrano più scuri del solito.

«Ehilà!» mormora sorridendomi. Le sorrido di rimando e mi tiro su a sedere.

«Che ore sono?» le chiedo pizzicandomi il naso con il pollice e l'indice.

«Tardi. Aiutami ad infilare il vestito...»

Mi alzo dal letto e mi accorgo di come Bella sia semplicemente in biancheria intima costuita da una fascia nera sul petto e degli slip anch'essi neri. Piuttosto semplici per essere un completo di Victoria's Secret.

Prende il vestito e lo fa cadere delicatamente a terra formando un cerchio dove inizia ad entrare. Tira su il vestito che inizia a dare risalto alle sue curve .

«Tiri su la cerniera?» mi avvicino e faccio come mi ha detto permettendomi un contatto con le dita sulla sua schiena. La vedo rabbrivvidere. Sorrido soddisfatto.

Mi piace vederla preda delle sue emozioni.

La faccio voltare ed è bellissima anche se è abbastanza particolare come vestito.

«Sembro una sirena...una sirena in un sacco dell'immondizia...»

Mi metto a ridere di gusto ma faccio la mossa sbagliata. Perchè si gira imbronciata e cerca di toglierlo.

«Dai, su! Stavo scherzando!» dico voltandola ancora verso di me.

Le prendo il volto tra le mani e poso le mie labbra sulle sue. «Sei bellissima credimi.»

Si morde il labbro inferiore come ogni volta che è in difficoltà.

«Faremo tardi...»

Mi infilo velocemente lo smocking e cerco di sistemare i capelli.

«Mi devo proprio presentare così con questo vestito?»

«Amore...sei bellissima. Poi se l'ha scelto Alice vuol dire che farai un figurone.»


Detto. Fatto.

La guardo dall'altra parte del giardino insieme alle altre ragazze amiche di Rosalie. Le fanno i complimenti per l'abito visto che è dell'ultima collezione di non mi ricordo neanche più quale stilista l'ha fatto.

Alice intanto gongola soddisfatta sorseggiando la sua coppa di champagne insieme ad Emmet che lo vedo benissimo con l'auricolare per sentire la partita all'orecchio.

«Pensavo che non ti saresti più fatto vivo...»

Mi volto verso mia nonna che si sorregge sul bastone. «Risolto?» mi chiede strizzandomi l'occhio. È possibile che questa donna sembra sapere tutto.

Annuisco dandole un bacio sulla guancia.

«Penso proprio di sì...»

Mia nonna posa lo sguardo dietro di me così mi volto e vedo Bella turbata.

«Edward, dobbiamo parlare...»

In italiano suona male, questo è certo ma forse in inglese è una maggiore mazzata.

Mia nonna non capisce la lingua e sento il suo sguardo su di me. Posso già immaginare il suo volto un pò preoccupato che si sposta da me a Bella.

Annuisco e prendendola per mano la conduco in un posto abbastanza appartato dalla festa. Dove...dobbiamo parlare.

 

Ma ciaoooo! Bene...ecco un nuovo aggiornamento. In anticipo rispetto a quello che avevo previsto ma ieri non sono riuscita a fermarmi dallo scrivere. Ormai è tipo una droga....bah...cmq spero che vi sia piaciuto questo salto indietro temporale. Penso che abbiate tutte capito che l'abito che indossa Bella non è altro che l'abito indossato da Kristen nell'ultimo Photoshoop. XD Ora vi lascio che sto morendo dal sonno....Bacioni a tutti quanti per il sostegno tramite, email, facebook, msn.....siete fantastici!

Bacioni

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Capitolo 51
*** Il significato di un valzer ***


PRIGIONIERA

Ragazze...io provo a ripeterlo ancora sperando di essere chiara. Il capitolo precedente in realtà sarebbe il capitolo 49....il "dobbiamo parlare" di Bella l'avete già letto. E' la conversazione che hanno avuto riguardo ad Emilie. Mentre l'attuale capitolo 50 è quello che è successo prima di quel momento...quindi state calme che avete già letto il suo "dobbiamo parlare"...

Ora godetevi questo capitolo.
Scusatemi se ho impiegato di più del previsto ma ho avuto un sacco di recupero ore all'Università. Tornavo stremata e il tempo era veramente poco per scrivere.

Spero vi piaccia! Fatemi sapere! Un bacione immenso!

Vi adoro! XD



BELLA POV:


E' mattina presto.

Tutti sono ancora addormentati nei loro letti. Io non riuscivo a dormire, sono rimasta per ore a fissare il profilo rilassato di Edward sdraito accanto a me, sereno come un bambino. Mi sentivo così scombussolata da tutte quelle emozioni che provo per lui che ho dovuto uscire un attimo all'aria fresca.

Sono totalmente soprafatta dall'amore che provo per lui che non riesco a ragionare razionalmente. Accanto a lui sembra tutto svanire.

Ci siamo solo noi ed è sempre una tragedia quando vogliono riportarci con i piedi per terra. "Di solo amore non si può vivere".

Vorrei tanto sapere chi l'ha detto per spaccargli la faccia.

Lui un giorno diventerà Re e io cosa sono?

Posso esistere nel suo mondo? Posso realmente farne parte?

Dividermi da Edward è come togliermi un pezzo di anima e ridurla in brandelli. Il ricordo del suo viaggio pochi mesi prima che ci ha separato così a lungo mi fa tremare le mani e uscire ancora adesso le lacrime.

Io amo Edward ma posso privarlo realmente dell'affetto della sua famiglia portandomelo con me in America? Sono così egoista da farlo?

«Bella...»

Mi volto e sul balcone vedo Carlisle affacciarsi sorridente.

«Ops. Io...cioè...non volevo disturbare...» balbetto sentendomi ridicola. Mi sorride affettuosamente mentre si avvicina per guardare anche lui il paesaggio.

«Tranquilla. Va tutto bene. Sono passato e ti ho visto pensierosa. C'è qualcosa che non va?» mi chiede non distogliendo lo sguardo dall'alba. Sospiro afflitta.

Ho questo enorme peso che mi vorrei togliere ma con lui, con suo padre?

Mi guarda sorridendomi ed ho capito da chi ha preso Edward tutto quello charme. Abbasso lo sguardo imbarazzata.

«Ho paura.» bofonchio. «Di cosa?» mi chiede voltandosi verso di me.

«Di rovinargli la vita.»

«Immagino che ti riferisci ad Edward. L'unica volta che gli hai rovinato la vita è quando non l'hai seguito in Italia ma siete due giovani ed è normale che fate errori. Sono io che mi sono dovuto sorbire Emilie per un periodo che mi è sembrato un'eternità!» scheza Carlisle cercando di alleggerire l'attimo.

«Vuole tornare con me in America. Non mi sembra giusto dividerlo da voi.» ammetto sganciando la bomba. Lo dico a costo di far passare il mio amore per una semplice infatuazione.

«Sai qual'è la cosa peggiore per un padre?» aspetto un attimo la risposta che non tarda ad arrivare, «vedere suo figlio infelice. Se è questo quello che vuole Edward per essere felice allora io non mi opporrò. Ho sofferto quando vi ho visti separati. Angela, mia madre, mi ha raccontato di voi due...»

Sento le guance diventare rosse. È piuttosto imbarazzante.

«Dimmi la verità Bella...» e dicendo questo non posso fare a meno di guardarlo, «non credi che l'amore che provi per te sia profondo come quello che tu provi per lui, vero?»

Queste sue parole mi lasciano totalmente senza fiato.

«Ti devo dire una cosa. Forse ti aiuterà a fare un pò di chiarezza...» trattengo il respiro in attesa delle sue parole.

«Voi due avete ballato un valzer alla festa, vero?» anniusco cercando un senso logico a quella domanda così semplice e priva di significato.

«Beh, devi sapere che, lo so che è una stupida tradizione se la vuoi vedere così, ma noi Cullen danziamo un valzer solo con la persona con cui vogliamo unirci anche nel vincolo del matrimonio.» il mio cuore inizia a galoppare velocemente mentre sento l'aria venirmi sempre meno.

«Ovviamente tu questo non potevi saperlo ma Edward, con quel ballo ha mandato un chiaro segnale a tutti. Punto numero uno: starti bene alla larga, punto numero due: che vuole sposarti. Non mi sorprenderei di leggere i giornali di questa mattina con una bella foto di voi due alla festa. Non so come ma questo genere di cose alla fine escono sempre...»

Le ginocchia mi cedono ed è solo grazie a Carlisle che non cado rovinosamente a terra. Sorride mentre mi rimette bene in piedi.

«Sai, non volevo che succedesse così senza che tu sapessi il vero significato ma mio figlio è testardo. Non voleva aspettare o non poteva aspettare. Nonostante sia il capo famiglia qui tutti mi tengono all'oscuro.» mormora sghignazzando.

«Sua Maestà...»

Ci giriamo entrambi.

«Il principe Edward sta suonando nello studio al terzo piano.»

Lo sguardo di Carlisle si posa su di me alzando leggermente un sopracciglio. «Forse è meglio che vai da lui...»

Con notevole imbarazzo richiudo bene la vestaglia e inizio a camminare seguendo il valletto. Ripenso alle parole di Carlisle e al significato di quel valzer e a quella dichiarazione detta a metà voce sussurrata all'orecchio.

"Ti amo più della mia stessa vita."

Come posso dubitare ancora dopo tutto quello che sono venuta a sapere?

Una triste melodia mi sveglia dal mio stato di semi-inconscienza.

Il valletto mi indica la porta e aspetto di vederlo scomparire dal corridoio prima di aprire la porta. Nella semi oscurità del mattino Edward, vestito già di tutto punto, sta accarezzando i tasti del pianoforte.

Mi avvicino lentamente a lui, per paura di farlo smettere con la mia presenza di suonare ma è quello che avviene.

«Mi hai ferita.»

«Sì.» ammette semplicemente.

«Non farlo mai più» mormoro.

Appoggio una mano sulla sua spalla e solo il fatto che non si allontana mi fa capire che forse non ancora tutto è perso. Con le mani mi sposta mettendomi tra lui e il pianoforte, appoggia la testa sulla mia pancia respirando profondamente; con lentezza mi scioglie la cintura della mia vestaglia, il suo respiro è affannoso. Con un movimento fluido ma altrettando deciso mi alza fino al ripiano facendomi appoggiare i piedi sui tasti provocando un rumore sorde ed immelodico. Si posiziona in mezzo alle mie gambe iniziando a baciarmi il collo, la sua scia di baci focosi si protende fino al mio stomaco mentre le sue dita si intrufolano sotto l'elastico sui fianchi degli slip per poi trascinarli fino a quando non diventano parte del pavimento. Mi distendo sul piano mentre la sua lingua sfreccia dentro e fuori con rapidità leccando proprio dove sono gonfia e sensibile.

Inspiro con il naso rapidamente mentre le mie mani afferrano i suoi capelli trascinandolo ancora più verso di me.

Con un momento troppo rapido per rendermene conto mi ritrovo seduta sui tasti del pianoforte con il bacino proteso in avanti mentre Edward mi penetra con una forte e lunga spinta facendomi gemere sfacciatamente, le mie gambe si allacciano automaticamente sul suo bacino anelando un contatto ancora più profondo con lui fino ad arrivare all'ultima e più intensa spinta.

Rimane dentro di me cercando di controllare il respiro e sento i suoi muscoli rilassarsi. Mi da un bacio sul collo per poi discostarsi per permettermi di rivestirmi e lui con me.

Si avvicina assicurandosi che il mio accappatoio sia ben chiuso poi prendendomi per mano mi riaccompagna nella mia stanza.

Gli do un bacio a fior di labbra appoggiandomi allo stipite della porta, mi sorride e fa per andarsene ma lo trattengo per una mano.

«Non...non rimani...»bisbiglio imbarazzata fino alle punte dei capelli.

Si riavvicina appoggiando una mano sul mio collo avvicinandomi di più a lui.

«Qui anche le mura hanno le orecchie, non voglio comprometterti.»mormora regalandomi un altro bacio sulle labbra.

Mi mordo il labbro inferiore che lui si appresta ad accarezzare.

«Alle otto. Arriverò alle otto amore mio.» mi bacia ancora appassionatamente lasciandomi senza fiato. Sorride come solo lui può fare e si incammina per il corriodio camminando all'indietro dove i nostri sguardi non si staccano nemmeno per un secondo fino a quando non è obbligato a svoltare sull'altro corridoio.

Il mio cuore batte ancora all'impazzata riflettendo sulle ultime cose accadute.

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Capitolo 52
*** Voglio che tu sia pronta ***


PRIGIONIERA

Lo so. Lo so. Sono tremendamente in ritardo. Come al solito voi direte...è veramente un periodaccio e l'universtià uccide la creatività. E' brutto da dire ma è la verità, quando torni a casa stanca o stai veramente troppe ore a scuola...bah...ti succhiano via la vita, nel senso vero della parola.
Mamma mia quanto sono stanca...cmq questa storia ho notato che sta diventando un pò strana visto che dai commenti mi sa che non riesco più  a dare un filo logico a quello che scrivo. Scusatemi per questo...è anche per questo motivo che mi concedo molto più tempo per questo capitolo. Comunque avete ragione, la prima volta di Bella è stata diciamo "consumata" sul pianoforte di Edward. Leggerete poi tutto in questo capitolo sperando di fare qualcosa di decente.
Sperando di aver fatto qualcosa di decente vi lascio al nuovo capitolo...

Fatemi sapere che ne pensate...un bacione enorme vale

 

BELLA:


Come mi aveva promesso era arrivato alle otto spaccate subito dopo che la cameriera era passata per portarmi la colazione a letto, probabilmente su suggerimento di Edward visto che era tutto doppio.

Di certo la mia prima volta non l'avevo immaginata così, su un pianoforte in una specie di castello del mio fidanzato, se così lo posso chiamare ufficialmente, che è anche il principe di questo paese. So solo che sono stata io a volerlo e non me ne pento.

È Edward, in qualsiasi posto e in qualsiasi momento sarebbe andato bene. Era lui ed è l'unica cosa importante.

L'avrei fatto lo stesso se non avessi parlato prima con Carlisle? no.

Quella conversazione ha influito in qualche modo? Direi proprio di sì.

Sono pentita? Decisamente no.

Mi piace stare qui tra di loro ma so benissimo che non posso restare a lungo. Ho una vita in America che mi aspetta, e una famiglia, seppure costituita solo da mio padre visto la madre stronza che mi ritrovo.

Mi lascio cullare dalle braccia di Edward mentre la macchina ci porta a fare un pò di compere per il bambino di Rosalie. Ormai ha veramente una pancia enorme e non posso fare a meno di notare come sia ancora più bella. È raggiante, meravigliosa. Quella pancia nulla toglie alla sua femminilità.

Guardare Emmet poi è spassosissimo, passa dai momenti di iperprotettività ai momenti più carini di quando inizia a parlare con il pancione.

Più volte si è lamentato che le ecografie hanno dato ragione a Rose. È un maschietto. Il primo Cullen di questa nuova generazione e si chiamerà Robert. Esattamente come vuole Rosalie.

Osservo le mani di Edward incrociate sulla mia pancia e mi chiedo se mai avrò un figlio da lui. Certo è molto presto per fare discorsi di questo genere e mi sento stupida ad avere certi pensieri propio adesso, insomma siamo praticamente appena riemersi da una relazione abbastanza incasinata eppure il pensiero di poter provare le gioie della maternità grazie ad Edward non mi dispiacerebbe affatto. Portare in grembo suo figlio, nostro figlio.

Scaccio via questi pensieri inutili e totalmente fuori luogo concentrandomi sul paesaggio che scorre dal finestrino dell'auto.

«Non credo che sarà una passeggiata come tu te la puoi immaginare.»

Le parole di Edward mi distolgono dai miei pensieri. «Come?» balbetto cercando di non essere colta in fallo per la distrazione.

«Intendo che non sarà proprio come sarebbe uscire a Forks. Qui sei in territorio straniero e per di più con me a fianco.»

«Uhuh. Manie di protagonismo?» scherzo dandogli una leggera gomitata al fianco, risponde baciandomi semplicemente la punta del naso.

«E' che non voglio che scappi.Voglio che tu sia pronta.»

«Scappare? E perchè mai dovrei farlo?»

A quella domanda viene data subito risposta poco dopo essere entrati in un negozio. Una miriade di flash hanno iniziato ad illuminare tutto il locale. Guardando tutti quei flash mi ponevo solo una semplice domanda, sarei riuscita a sopportarlo per tutto il resto della mia vita?

Il negoziante è ben lieto di farci uscire dal retro mentre un suo commesso distraeva i paparazzi. La sua mano è ben stretta nella mia ma non posso fare a meno di notare come lui sia praticamente coperto da guardie del corpo e io quasi non tocco terra. Sento solo le punte delle scarpe sfiorare l'asfalto, il resto è tutto fatto da due possenti guardie ed una di loro poco dopo mi porge degli spessi occhiali da sole e un berretto.

Finalmente riesco a toccare a terra ma per un lasso di tempo molto breve visto che un attimo dopo ci tocca camminare velocemente verso la macchina. Alcune ragazze hanno visto Edward e i loro stupidi urletti da oche hanno attirato inevitabilmente i paparazzi che erano appostati a pochi metri di distanza.

Veniamo sbattuti sulla macchina nera che si dilegua. «Dove dovete andare adesso?» Edward si sistema sul sedile togliendosi occhiali e cappellino.

«Via dei Martiri Felix.» ordina Edward, «Non abbiamo ancora trovato il regalo giusto per il piccolo Robert.»

gli accarezzo le labbra piegate in un sorriso. Mi piace vederlo così rilassato e contento e per questo vorrei prendermi un pò di merito visto per probabilmente io sono parte di una buona percentuale sul suo buon umore.

Scendiamo e questa volta è tutto più tranquillo, niente paparazzi o orde di ragazzine urlanti che vogliono saltargli addosso.

Non voglio mentire, Edward è il più bel ragazzo che ho mai visto in vita mia, in più è anche un principe. Nel subconscio di una ragazza questo è un jackpot al lotto e penso di essere arrivata nella top ten delle ragazze più odiate al mondo. È ovvio che adesso non sono in una bella posizione e lui...beh lui non lo è mai stato.

Guardie del corpo, travestimenti...tutto per avere almeno una parvenza di privacy anche se in realtà non esiste veramente.

Decidiamo di prendere delle tutine per il bambino di diversi colori ma comunque tutti molto maschili, non vorremmo mai che ad Emmet venisse un coccolone vedendolo con una tutina dai colori vagamente femminili. Lasciamo giù una barca di soldi, anzi sarebbe meglio dire che Edward lascia giù una vagonata di soldi. Le tutine sono di tutte le più prestigiose marche, credo che Alice influenzi il fratello più di quanto lui stesso desideri.

Usciamo tranquillamente dal negozio, sono sicura di aver visto all'entrata del negozio un grosso pacco di soldi lasciati cadere casualmente nella mano del proprietario.

Usciamo dal negozio e mettiamo tutti i pacchetti nel bagagliaio. Ci sediamo in macchina ed inevitabilmente mi accoccolo su di lui sentendo il mio corpo modellarsi sal suo. Le sue mani mi accarezzano possessivamente e non posso fare a meno di compiacermi di questo.

Mi volto baciandogli il mento e continuo a baciargli la linea del collo. «Mi piacerebbe molto continuare il discorso che abbiamo fatto questa mattina...» mi stringe forte a lui ricambiando i miei baci appassionatamente.

Voglio tornare a casa? no.

Voglio stare con lui? Ovviamente.

«Dovremmo trovare una soluzione...» mormora nell'inavo del mio collo.

«Decisamente...»

Scarichiamo i pacchetti e mano nella mano entriamo fino a raggiungere la camera di Edward dove mi ero addormentata dopo il party dato dalla sua famiglia. Abbiamo passato tutta la serata a parlare e a baciarci ignorando il fatto che sotto si stava svolgendo la seconda parte della festa. Era stata Alice che sghignazzando ci aveva consigliato di andarcene dal giardino.

Avevo indossato una maglia lunga di Edward, quel vestito era molto costrittivo e non l'avrei proprio definito comodo.

Mi piace stare con lui.

Non faccio in tempo ad appoggiare i pacchetti sul tavolino che Edward mi cinge la vita con le braccia. «Mi vuoi ancora?» lo guardo dritta negli occhi. «E me lo chiedi?»

Mi sorride spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Perchè me lo sono chiesta mille volte da quando se ne è andato ma anche di più ogni minuto in cui sono restata qui.

«Mi vuoi ancora?»

«Sì»

 

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Capitolo 53
*** Anello ***


PRIGIONIERA

Ciaoooooooooooo!

Eccomi qui con il nuovo capitolo che è un POV Edward. Spero di aver fatto un buon lavoro con questo visto che stiamo arrivando agli sgoccioli della storia. So che lo sto ripetendo da un pò ma sto cercando di fare un bel finale quindi cerco di prendermi tutto il tempo che voglio per far terminare la storia in un bel modo. XD

Vi ringrazio immensamente per i commenti che mi lasciate ad ogni capitolo. Siete adorabili ed è bello vedervi così coinvolti emotivamente nelle vicende della storia, è il più bel regalo per una persona che scrive vedere che quello che si scrive trasmette delle emozioni al lettore. XD Mi dispiace cmq non poter rispondere ai vostri commenti perchè lo sapete benissimo che ve li meritate ma purtroppo il mio tempo è quel che è. Spero che riusciate a perdonarmi!!

Ora smetto di ciarlare e vi lascio al capitolo.

Kiss Kiss


EDWARD:


Mi piace avere bella qui che sgambetta e riesce a stare insieme alla mia famiglia.

Di tutte le ragazze che ho avuto non ho mai portato una ragazza a casa, primo perchè erano solo uno svago, non ho mai pensato a loro seriamente come mie fidanzate e seconda cosa, mi vergognavo di loro perchè erano sì bellissime ragazze ma dopo questo erano vuote. Profonde come pozzanghere.

Alice è pazza di lei e la vede come una sorella tanto che cerca in tutti i modi di trattenerla il più possibile qui in Italia, non che io non stia facendo del mio meglio; è brutto da dire ma la tengo occupata in modo da non farle sentire la mancanza di casa nonostante le abbia fatto aumentare le chiamate verso suo padre in modo da tranquillizzarlo sulla sua permanenza.

La nostra relazione non è mai stata semplice ma dopotutto quello che abbiamo passato penso che sia arrivo il momento idilliaco e tranquillo che tanto abbiamo agognato. È iniziata come un gioco che poi si è trasformato in una passione travolgente che adesso chiamo Amore. Ho fatto un mucchio di cazzate, su questo non ci sono dubbi.

Inanzitutto non avrei dovuto nemmeno iniziare quel gioco perchè fidarsi di una persona è già difficile di per sè e adesso non mi stupisco che lei sia così restia a fidarsi di quello che dico o quello che le dimostro. Dopotutto le ho mentito per molto tempo e lei è fragile: fisicamente e psicologicamente. Colpa mia, lo ammetto.

Per non parlare del mio "tradimento", se così si può chiamare.

Non ne ho mai fatta una giusta con lei, non sono bravo in certe cose. Non sono bravo nei rapporti a due e l'ho ampiamente dimostrato. Sono stato uno sciocco e penso di sputtanare tutto di nuovo.

«Sai che sono già uscite le prime indiscrezioni?», nonna Angela si siede sulla poltrona davanti alla mia porgendomi il giornale scandalistico del giorno.

"Quanto potrà durare?" e sulla copertina c'è una foto insieme a Bella che ci teniamo per mano.

Butto il giornale direttamente nel camino acceso. Schifezze, solo schifezze.

Odio quando cercano di fare previsioni sulla vita privata delle persone ma è ovvio che anche loro devono mangiare. C'è una classifica e ultimamente se le persone vedono la mia faccia in copertina le vendite salgono smisuratamente.

«Che cosa vuoi fare Edward?»

Sospiro afflitto, «Andrò con lei in America.» Annuisce giocherellando con gli anelli sulle sue dita.

«La ami molto, vero?» sorride mentre mi scompiglio i capelli; ma veramente nessuno riesce a capirlo? È molto scocciante per me dover rispondere a tutti a questa domanda, anche se questa volta si tratta di mia nonna. Non troverò mai nessuno che mi capirà.

Non sto prendendo in giro Bella; io la amo veramente.

«Non rispondo più a questa domanda...» mormoro stupendola ma capisco di essere stato troppo duro con lei e non se lo merita. «Scusami nonna ma sono così stanco di dover difendere i sentimenti che provo per quella ragazza.»

China la testa leggermente come per scusarsi e un altro sorriso fa capolino sulle sue labbra.

«Un uccellino mi ha riferito che hai guardato un anello sul sito di Tiffany...»

Ecco dove voleva arrivare.

«Vorrai dire che il tuo personale nerd informatico è entrato nella mia rete spiando la mia cronologia.» si copre le labbra con una mano e ride sommessamente. Azzeccato.

«Pensavo che il valzer avrebbe chiarito le mie intenzioni ma non è successo....»

«Sei sempre stato una testa calda Edward, tuttavia questa ragazza ti ha totalmente rapito, ma quanto potrà durare la sua influenza su di te?»

Dopo questo credo di essere stato martoriato abbastanza. Mi alzo lentamente, sono stufo di essere considerato un poco di buono.

Lo so che non me lo direbbero mai in faccia ma con queste frecciatine me lo stanno facendo capire. Sono stato stronzo, sì. Bastardo, ovviamente.

Ho sperperato più che potevo; anche questo è tremendamente vero ma c'è da dire che loro non mi hanno mai frenato fino a quella specie di punizioni mandandoci tutti in America in quel paesino sperduto chiamato Forks.

Lì, ho imparato ad amare.

Ho amato e amo ancora Bella.

Mi sistemo la giacca lentamente cercando di non incrociare lo sguardo di nonna quando sotto i miei occhi compare l'anello di fidanzamento di mia nonna.

«Credo che sia ora di dartelo.»

Sollevo lo sguardo stupito. «E' sempre stato tuo...e se è Bella la ragazza che vuoi sposare ben venga. Io già l'adoro. Non prendertela a male per le mie parole, ti voglio bene Edward e voglio che tu sia felice ma nello stesso consapevole della scelta che stai per fare.»

Le bacio una guancia prendendole l'anello dalla mano. Significa molto questo per me.

«Ha portato fortuna a me e tuo nonno, la porterà anche a voi due.»

Dandole un ultimo bacio sulla guancia esco dal salotto.

Porto l'anello in camera mia nascondendolo in una sciarpa in un cassetto del mio armadio, avrei bisogno di un anello di Bella per capire se devo farlo stringere o allargare. Non voglio che una volta dato avesse bisogno di separarsi un'altra volta per fargli fare una capatina dall'orefice. Se mi risponderà con un "sì" voglio che quell'anello rimanga al suo dito e non se ne separi mai.

Quando esco dalla mia camera mi dirigo immediatamente in camera di Bella per sottrarle un anello di prova. Quando entro sento l'acqua della doccia scorrere e me ne rallegro, nel mio piano prevedevo già molta fatica per non farle notare la mancanza del suo anello. Esco senza fare il minimo rumore ma Rosalie fuori dalla porta mi fa sussultare.

«Cosa stai facendo Edward?» mi chiede allarmata, sembro un ladro, me ne rendo perfettamente conto. «Shhhh» la prendo e la faccio camminare avanti stando attento al mio passo visto che è MOLTO incinta. Mi segue fin dentro la mia stanza, «Adesso mi puoi spiegare cosa stavi combinando?» Rosalie si aspetta una risposta che però non ho voglia di darle. Voglio prima parlarne con Bella e non mettere tutte le carte allo scoperto.

«OH MIO DIO!!»

Alice entra come una furia e si mette a saltare sul mio letto....appena rifatto. Rosalie un pò provata si siede sulla mia poltrona accanto alla finestra. «Cosa è successo Alice?»

Questo folletto mi farà venire il mal di testa permanente. «Tu! L'anello! Nonna!! UUUUUUU!!!»

Mannaggia.

È proprio vero che qui anche le pareti hanno le orecchie.

«E tu come fai a saperlo?»

«Ovvio. Vi ho spiato!»

Già. Domanda scema. Prevedibile visto che non poteva stare con Bella. «In qualche modo devo tenermi pur informata! Tu non mi racconti più nulla!» si lamenta lasciandosi cadere sul letto.

«Ora lo rifai.» le intimo indicando il mio povero letto sfatto.

«Dai Eddi! Non prendertela così tanto!» fulmino Rose con lo sguardo. Non mi piace quel nomignolo e lo sa benissimo.

«Ora tutte e due dovete tenere la bocca chiusa o giuro che non avrete scampo.»

«Ok, calmati. Avremo le labbra sigillate su questa cosa ma adesso ci devi dire quando intendi chiederglielo, non vedo l'ora di vedere che faccia fa!»

Aggrotto le sopracciglia, qui c'è qualcosa che non va.

«Alice, tu non vedrai la sua prima reazione ovviamente.» le ricordo e subito inizia a mettere il broncio. Ho capito che ci vorrebbe essere anche lei li con me, probabilmente le farebbe lei stessa la proposta perchè so già che nella sua testolina pensa già che farò un gran casotto.

«Visto che tu ora sai già tutto porterai l'anello dall'orefice per farlo stringere.»

Alice china la testa da un lato ma quando vede cosa tiro fuori dall'armadio e lo paragono all'anello che di solito indossa Bella capisce immediatamente scattando in piedi pronta ad afferrarli entrambi.

Saltella tenendoli in mano. «Fidati!» trilla iniziando a saltare sul letto.

«Quando pensi di farle la proposta?» mi chiede Rosalie abbracciandomi per quello che le consente di fare la sua pancia. «Domani sera ma prima devo pensare ad un bel ristorante dove portarla.»

«Beh, cosa c'è di più romantico di una proposta di matrimonio a Parigi?» mi suggerisce Rose.

«E' un'idea fantastica! Dico a James di prepararsi per domani.» trilla Alice dirigendosi verso la porta per uscire dalla camera.

«Tu fai in modo che sia pronto per domani!» le ricordo riferendomi agli anelli che indossa per evitare di perderli. Sia Rosalie che Alice escono sorridendomi e quando mi ritrovo solo nella stanza mi sento agitato come un bambino la notte prima di Natale e nello stesso tempo tremendamente nervoso. Forse sto affrettando troppe le cose ma non c'è bisogno che ci sposiamo subito, possiamo benissimo aspettare tutto il tempo che vuole. Voglio solo darle un pegno del mio amore ma sopratutto una promessa che le faccio. Sancire il mio amore con quell'anello.

È una dimostrazione molto forte, come lo è la domanda che le farò, del mio amore e sono disposto a dirlo a tutto il mondo se lei vorrà.

Basta cazzate.

«Edward?»

Quando mi volto la vedo sulla soglia della mia porta con aria preoccupata. «Hai visto il mio anello? Mi sa che l'ho perso...»

La guardo con aria dispiaciuta e l'aiuto a cercarlo nel mio letto e sotto visto tutto il tempo che passa in questa stanza è normale che pensa che sia qui ed effettivamente era qui fino a pochi minuti prima. Mi vien da ridere e lei se ne accorge.

«Perchè ridi?» mi chiede guardandomi storto, effettivamente non c'è ragione per ridere in questo momento. Se solo potesse entrare nella mia testa...

«Sono solo contento che tu sia qui...» e con questa risposta, che poi non si discosta nemmeno tanto dalla realtà me la ritrovo tra le braccia che mi bacia.

«Ottima risposta...» sussurra al mio orecchio per poi tornare a baciarmi le labbra.

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Capitolo 54
*** Altitude 95 ***


PRIGIONIERA

Ecco a voi il mio personale regalo di Natale!

Che natale sarebbe senza "The Real Me"??......ok....è esagerato dirlo e quindi smetto di blaterale lasciandovi al capitolo!

Un bacione e tanti auguri a tutti voi! Siete fantastici!

Kiss kiss kiss


BELLA:


Edward mi sussurra all'orecchio parole dolci. Gioca con una ciocca dei miei capelli, bellissimo come sempre decide di fare un giro in macchina per distrarci un pò, per fortuna non ci sono paparazzi che interrompono il nostro attimo di pura felicità.

«Dove stiamo andando?» gli chiedo curiosa. È stato evasivo per tutto il giorno.

«Lo scoprirai molto presto.» mi stuzzica dandomi infine un bacio.

Alice mi ha regalato appositamente un vestito perchè secondo lei "mi sarebbe servito".

È un semplice tubino nero con una profonda scollatura quadrata che preme sul seno facendolo sembrare almeno di una taglia in più; non ho fatto altro che gongolare per questo dettaglio da quando ho indossato questo abito. Abbinate a delle scarpe col tacco con la suola rossa, bellissime.

Da quando sono arrivata qui in Italia non c'è stato molto tempo per passare il tempo come due ragazzi innamorati qualunque. È difficile e dopotutto Charlie mi manca ma stare insieme a lui mi fa sentire viva e libera come mai prima d'ora. Mi sorride appena la macchina svolta su un piazzale che presto capisco essere una pista d'atterraggio.

«Edward?» mi guardo intorno spaesata, «dove stiamo andando?»

Da una tasca tira fuori una benda nera.

«Ti prometto che la dovrai tenere su per pochissimo tempo...»

Arriccio il naso non per niente convinta delle sue parole, non mi piace non vedere. «Ti prego?» mugugna guardandomi con i suoi intensi occhi verdi facendomi vacillare. Annuisco e ben presto vengo del tutto privata dell'uso della vista, si assicura che non stia sbirciando. Le uniche cose che sento sono prima la sua partiera aprirsi e chiudersi per finire con l'apertura della mia. Con mia grande sorpresa mi sento sollevare, incredula mi aggrappo automaticamente al suo collo.

«Non farmi cadere...» lo prego, da come si muove ha iniziato a salire dei gradini poi lentamente mi fa sedere e mi allaccia la cintura.

«Siamo su un'aereo, vero?»

Invece di rispondermi mi da un bacio leggero sulle labbra. «Non mi dai nemmeno un'indizio?» ridacchia della mia supplica dandomi piccoli baci sulle guance.

Come avevo previsto il rombo dei motori mi avverte che stiamo per partire. Perdo un pò la coscienza sul tempo che scorre sopratutto perchè Edward è bravo a distrarmi tra baci, carezze e parole sussurrate all'orecchio.

Tutto è perfetto e mi sembra di toccare il cielo con un dito.

Quando mi rialaccia la cintura capisco che siamo in arrivo in questo "posto misterioso".

«Non mi vuoi proprio dire dove siamo, eh?» lo provoco ma niente, non una parola.

Mi ridà un bacio a fior di labbra appena atteriamo, «Dove siamo?» gli richiedo ma lui cerca di zittirmi appropriandosi ogni ad ogni sillaba delle mie labbra.

Mi riprende tra le braccia ma stavolta ne approfitto per sentire il suo delizioso profumo nascondendo il viso nell'incavo del suo collo. «Sei bellissima.» sussurra.

«Ora posso togliere la benda?»

Mi bacia il collo prima di rispondere, «No.»

E' incredibile come non riesca mai a toccare il suolo. «Non puoi continuare così.» Ridacchia e mi sfiora il naso con il suo.

«Non posso almeno sgranchirmi le gambe?»

«Non vorrei mai che inciampassi e ti slogassi una caviglia.» ribatte mentre sento il ventro che mi scompiglia i capelli ma non ci faccio molto caso visto che sono tra le braccia di Edward. Mi fa sedere un'altra volta e capisco di essere in macchina. Non ho il coraggio di lamentarmi dello scarso uso delle gambe visto che capisco il suo sforzo di farmi una sorpresa e di certo io non gliela voglio rovinare anche se sono estremamente curiosa.

Voglio proprio vedere cosa si è inventato.

Ci mettiamo poco ad arrivare nel "luogo X". questa volta però mi è consentito camminare e mi sorprendo quando scopro che riesco ancora a camminare dopo tutto quel tempo seduta.

«Adesso togliamo la benda...» mi sussurra Edward bloccandomi per le spalle.

Quando riapro gli occhi sento il cuore scalpitare quasi come se volesse uscire seriamente fuori dal petto, non posso assolutamente credere di essere qui a Parigi sotto la Tour Eiffel.

«Ti piace?» mormora Edward abbracciandomi da dietro. Balbetto qualcosa di incomprensibile facendolo sghignazzare.

«Posso considerarlo un sì?» sussurra prima di baciarmi.

«Vi stavamo aspettando sua Altezza...» sospira e fa una smorfia. Sghignazzo mentre il maitrè ci mostra la strada, lo seguiamo in silenzio tenendoci per mano fino all'ascensore. Il maitrè sta davanti a noi ed Edward non perde tempo continuando a baciarmi il collo e qui più volte le gambe iniziano a cedere e se non fosse per lui mi ritroverei a terra circa un miliardo di volte.

Quando le porte si aprono rimango a bocca aperta. Immediatamente salta all'occhio l'unico tavolo apparecchiato e tutto il ristorante riempito di candele e rose bianche.

L'atmosfera è magica.

«Benvenuti all'Altitude 95.» ci da il benvenuto lo stesso uomo che ci ha accompagnato dalla macchina fin qui. Gli sorrido per poi cercare di sbirciare attraverso le enormi vetrate da dove si può vedere il magnifico paesaggio di una Parigi illuminata dai riflessi argentei lunari.

Edward congeda velocemente l'uomo per affiancarsi a me per ammirare il paesaggio, anzi, non il paesaggio ma la mia persona. Arrossisco inevitabilmente.

«Ti piace?» mi chiede giocando con le mie dita.

«Assolutamente.»

Gli cingo il collo con le braccia e assaporo ancora una volta le sue labbra approfondendo questa volta il bacio.

«Fai così con tutte?» domando istigandolo ma mi zittisce con un altro bacio.

«Affatto. Sei la prima e l'unica per cui farò mai qualcosa del genere...»

Mi sposta la sedia per permettermi di sedermi. «Galante come al solito...»

Edward sorride e ancora una volta il mio cuore scalpita. Passo la più romantica delle serate.

È semplicemente perfetta dal modo in cui mi parla e mi dimostra il suo amore alle pietanze divinamente cucinate.

Il cameriere ci porta due calici di cristallo con una bottiglia di champagne. Lo versa e poi ci lascia da soli nella nostra intimità. Edward leva il suo calice tendendolo verso di me per fare un brindisi,

«Al mio unico amore...»

Ho le guance in fiamme. Prendo il mio bicchiere riempito di champagne e lo alzo in corrispondenza del suo quando i miei occhi sono attirati da uno scintillio che proviene dal bicchiere. Assottiglio gli occhi per mettere meglio a fuoco. Un anello di diamanti è posato sul fondo.

Guardo prima l'anello poi Edward. Queste cose le ho viste solo nei film e non mi esce una sola sillaba. Non una parola.

«Se mi permetti...» mormora Edward prendendo il mio calice e l'anello, lo asciuga nel tovagliolo poi si alza spostando la mia sedia e inginocchiandosi davanti a me.

Smetto totalmente di respirare.

«Bella...» inizia a dire prendendomi la mano «non posso vivere la mia vita senza di te perchè tu sei diventata tutto ciò che amo e che desidero di più. So che non sono stato perfetto, ho fatto molti sbagli nella mia vita ma se puoi perdonarmi ti prometto che ti farò felice. Non una sola lacrima solcherà il tuo bellissimo viso. Ogni singola fibra del mio corpo anela a te e ti ama come mai ho amato prima d'ora. Mi vuoi sposare?»

Il mio cuore rimboma lasciandomi boccheggiante. Annuisco ripetutamente buttandomi letteralmente su di lui che ride felice. Mi fa sedere sul suo ginocchio mentre gli porgo la mano nella quale ora brilla un bellissimo anello di diamanti.

«Per sempre mio?» balbetto con le lacrime agli occhi.

«Per sempre tuo...» risponde baciandomi.


BUON NATALE!!

Allora piaciuto il regalo?? volevo terminare il capitolo con la proposta ma poi mi sono detta che non potevo essere così cattiva visto che è un regalo quindi...spero che vi piaccia. UN BACIONE ENORME A TUTTI QUANTI! vale

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Capitolo 55
*** Non farmi aspettare troppo ***


PRIGIONIERA

BELLA:


Ok. Non sono mai stata molto tranquilla a letto. Mi agito, tiro calci e pugni a volontà, per non parlare del mio piccolo vizio personale di parlare mentre dormo. Insomma, sono un vero e proprio caso umano.

Mi volto di scatto in modo plateale scontrando il palmo della mia mano contro qualcosa e solo quando sento un mugugno di disapprovazione capisco di aver colpito non qualcosa ma qualcuno. Apro gli occhi di scatto e lo vedo ancora mezzo addormentato mentre si tiene il naso.

«Oh, scusami!» mormoro iniziando a baciargli tutto il volto. Mi sento terribilmente in colpa. Sono troppo manesca nel sonno, non mi rendo davvero conto di quello che faccio.

Mugugna ancora qualcosa ma è ancora troppo assonnato per svegliarsi decentemente. Mi fa stendere su di lui tenendomi stretta tra le braccia ma non accenna ad aprire gli occhi, anzi, il suo respiro si fa ancora più regolare tanto che penso sia possa essere riaddormentato.

Dopo un pò vedo le sue labbra piegarsi in un sorriso, «Hai detto sì?» chiede con la voce ancora un pò impastata dal sonno.

All'inizio non capisco poi il ricordo della sera precendente invade la mia mente prepotentemente, ero troppo impegnata a preoccuparmi di avegli fatto del male per elaborare decentemente che quello che è successo non è stato solo un semplice sogno.

Per tutta risposta poso le mie labbra sulle sue sentendolo sorridere contro le mie labbra.

«Che ore sono?» sussurra stringendomi ancora di più a lui.

Mi sollevo un attimo da lui cercando con lo sguardo la sveglia sul suo comodino che segna la bellezza delle undici.

«Presto...» rispondo mentendo ma il calore del suo corpo così vicino al mio mi fa desiderare di congelare questo momento per l'eternità.

«Presto per cosa?»

«Per tornare a casa...»

Mi stringe ancora di più girandosi su un fianco trascinando me con lui come se fossi una bambola o un peluche.

Nasconde il viso nell'incavo del mio collo ispirando forte.

«Prima o poi dobbiamo tornare a casa.» mormora baciandomi il collo.

«Sì ma si può ritardare almeno un pò.»

«Paura?» mi chiede stringendomi ancora più forte a lui tanto che sento la necessità di intrecciare le mie gambe con le sue.

Stavolta sono io a nascondere il volto nel suo petto, «Pensi che Charlie la prenderà così tanto male?» mi chiede riportandomi sulla Terra. Charlie, cacchio!

Mi scosto da lui mordendomi il labbro inferiore. Effettivamente non ho pensato a cosa avrebbe potuto dirmi, di sicuro avrà delle riserve al riguardo.

Primo: sono troppo giovane per sposarmi ma su questo punto ci siamo ben chiariti. Quando avrò finito gli studi si potrà pensare al matrimonio e tutto il resto.

Secondo: Charlie spegneva la tv appena c'era il telegiornale. Non voleva più sentire parlare di lui dopo quello che mi aveva fatto e non mi sono ancora riuscita a spiegare come Edward sia riuscito a portarmi via da Forks con il suo consenso.

Terzo...terzo: io sono la sua unica figlia.

«Devo dirglielo...»

Edward annuisce, «da sola...» aggiungo mordendomi subito dopo la lingua. Sgrana per un attimo gli occhi, è un stato un movimento quasi impercettibile ma sono riuscita immediatamente a coglierlo.

«Voglio prepararlo o gli verrà un infarto in piena regola ma sopratutto non voglio che ne venga a conoscenza tramite giornali o programmi scandalistici.» gli spiego mentre alzo la mano sinistra togliendo l'anello di fidanzamento.

«Non lo vuoi tenere su?» mi chiede dispiaciuto.

«Dio solo sa quanto vorrei tenerlo su ma appena usciremo dalla nostra bolla d'amore verremo travolti come al solito dai paparazzi. Se mi fotografano con l'anello uscirà immediatamente la notizia e farà il giro del mondo, pensi che non andranno da Charlie per chiedergli se è d'accordo o robe simili? Voglio essere io a dargli la notizia...»

Mi bacia la punta del naso.

«Vuoi che venga con te?» mi chiede stringendomi.

«Dopo avergli parlato adeguatamente...verrai.»

Si passa una mano tra i capelli sospirando. Anche a me non piace l'idea di stare lontano da lui per alcuni giorni ma Charlie è la persona più importante per me. È mio padre.

È la mia famiglia. Per me c'è sempre stato e gli voglio un bene dell'anima.

Da me, merita tutto il rispetto possibile e una notizia come questa deve venirla a sapere da me non da terzi che non c'entrano niente.

«Come vuoi tu.» bisbiglia baciandomi gli angoli delle labbra.

Ci alziamo dal letto per farci una bella doccia ristoratrice. «Verrai, vero?» gli chiedo perdendomi con lo sguardo ad osservare le gocce che scendono copiose sul suo corpo perfetto. Mi alza il volto con due dita cercando i miei occhi.

«Lo giuro.» mormora, sigillando la promessa con un tenero bacio.

Preparo la piccola valigia che Edward aveva preparato per questa fuga romantica.

«Tienilo tu...» mormora mentre mi porge una piccola scatolina blu, la apro e l'anello di fidanzamento fa bella vista di sè. Lo prendo tra le mani, «almeno quando vorrai potrai metterlo ed avere la conferma che sei mia.»

Mi alzo sulle punte per baciarlo.

«Non farmi aspettare troppo però.» dice tra un bacio e l'altro. Gli scompiglio i capelli ancora leggermente bagnati.

«Vai subito. Ti lascio James.»

Con quelle parole sopraggiunge un tonfo al cuore. Devo andare adesso? Effettivamente ha ragione, prima risolvo questa cosa con Charlie prima potremo stare insieme. Lui stesso mi ha detto di non farlo aspettare troppo.

«Adesso?» mormoro con un nodo alla gola. Annuisce ma anche nei suoi occhi vedo l'enorme sforzo che sta facendo per farmi compiere questo passo.

«E tu?» gli chiedo di rimando.

«Prenderò un volo di linea. Non c'è problema.» mi risponde facendo spallucce.

Non penso che sia una buona idea, sopratutto per quello che rappresenta lui come persona, «Non è meglio se lo prendo io? Non è un problema...ho sempre fatto così.»

Mentre parlo continua a scuotere la testa. «Non se ne parla. Mi sento più al sicuro sapendoti su quell'aereo che su uno di linea per andare in America.»

«E io allora come mi dovrei sentire nei tuoi confronti?» mormoro mentre trascina il piccolo trolley fuori dalla stanza.

«Ma io sono un uomo.» sghignazza chiudendo la porta.

«Non vorrei ricordati quello spiacevole incidente che hai avuto, ti ha violentato quella stipida ragazzina.» A quel ricordo sento una furia cieca invadermi e bruciarmi dentro.

Sghignazza baciandomi i capelli.

Nella Hall lasciamo la chiave magnetica per non parlare di un'ingente quantità di denaro non inclusa nel conto. Evidentemente serve per tappargli la bocca.

La macchina ci aspetta già fuori e con grande sollievo non vediamo nemmeno l'ombra di un paparazzo. «Avresti potuto indossarlo ancora per un pò.» commenta Edward a bassa voce notando come me che nessuno avrebbe potuto fotografarmi con l'anello.

L'autista ci porta immediatamente all'aereoporto.

«Ricordati che hai promesso.» gli ricordo quando chiamano il suo volo per Roma. Mi bacia appassionatamente prendendo il nostro trolley. Io avrò tutto quello che mi serve a casa.

«Non farmi aspettare troppo, mi raccomando.» ricorda dandomi un ultimo bacio prima di entrare nel tunnel che lo condurrà direttamente sull'aereo.

Con una notevole forza di coraggio mi faccio condurre da un assistente di volo fino al terminal da cui mi porteranno sull'aereo privato della famiglia di Edward.

«Forza e coraggio.»

E' questa la frase che mi continuo a ripetere cercando di non correre indietro e prendere lo stesso aereo di Edward tornando in Italia con lui.

Nella mia borsa il passaporto e la piccola scatolina blu contenente il mio anello. Per tutto il viaggio mi permetto di indossarlo.


Ed eccomi qui! Lo so, mi sono fatta aspettare tantissimo!!! scusatemiiiiiiii ma a tutti è concessa un pò di vacanza no? XD
spero che il capitolo vi sia piaciuto! Come al solito voi siete fantastici e sono veramente contenta di leggere ogni volta un vostro commento.

Adesso vi lascio che voglio mettere le mani anche su un'altra storia che ho lasciato da parte un pò troppo..."How Long I've waited for you"...ve la ricordate?
Beh a breve inserirò un nuovo capitolo.

Bacioni


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Capitolo 56
*** 2 different places ***


PRIGIONIERA

AVETE LETTO IL CAPITOLO PRECEDENTE?

 CIAOOOO!! Ecco questo capitolo...doppio. Ci sono due POV: il primo è quello di Edward per poi terminare con quello di Bella.
E' un capitolo di transizione ma utile, nel prossimo ci sarà la conversazione con Charlie sperando che la prenda bene. Tenete le dita incrociate! XD

 

EDWARD:

Sono stravolto. S-T-R-A-V-O-L-T-O.
Aereo di linea? Mai più! Per mia sfortuna sono stato travolto da ragazzine urlanti, per non parlare dei paparazzi che ho trovato quando l'aereo è atterrato.
Per fortuna Alice è venuta immediatamente in mio soccorso.
«E Bella?» mi chiede guardando dietro di me cercando di scorgerla.
«Non c'è. È andata a Forks.»
Le labbra di mia sorella formano una O muta con tanto di occhi fuori dalle orbite.
«Ha detto di no?» chiede in ansia. Le metto le mani sulle spalle cercando di calmarla, «Ha detto di sì.»
Corruga la fronte, effettivamente non è il rientro che mi ero immaginato ma va bene lo stesso, l'importante è che lei sia felice.
«Ma torna vero? Vero?»
Non ero in ansia, affatto ma adesso a causa sua mi sento un fascio di nervi tanto che vorrei chiamarla immediatamente per sentire la sua voce e capire se va tutto bene, che non mi ha lasciato o rifiutato la mia proposta. Sta semplicemente informando suo padre di una decisione importante nel suo futuro. Tutto qui.
Dopo un'ora di viaggio in macchina continuando a sentire Alice che mi ripete che sarei dovuto andare con lei e non tornarmene in Italia, sono quasi tentato di far tornare indietro la macchina e prendere il primo volo per l'America. Mi mordo la lingua più volte cercando di non commettere questo errore.
«Quando mi chiamerà, andrò da lei.» dico non ammettendo repliche.
Appena scendo dalla macchina Lily viene a farmi le feste seguita da Emmet che probabilmente stava facendo una passeggiata con lei nei giardini di Palazzo.
«Bellina?» chiede guardando attraverso i vetri della macchina cercandola.
«E' andata a Forks.»
E' proprio vero che siamo fratelli. Nessuno scambio alla nascita. La stessa reazione di mia sorella la rivedo sul volto di Emmet. Incredibile.
«Alice e Jasper sono nel centro di un putiferio mediatico. Pensano che l'anello che loro due sono andati a portare a stringere serve per il loro matrimonio per farvi rimanere ancora un pò sotto copertura e Bellina ti ha detto di no?»
Possibile che tutti devono pensare ad un suo rifiuto quando non la vedono?
«Ora basta. Ha detto di sì. Devo fare una conferenza stampa?»
«Papà apprezzerebbe. Stava per uccidere Jazzy, lo sai quanto è geloso della sua unica figlia.» sghignazza Emmet dandomi una pacca sulla spalla. Alice sbuffa sonoramente riportando l'attenzione su di lei.
«Per adesso ci stiamo solo pensando. Papà deve avere un preavviso almeno di 2 anni.» barbotta mia sorella seguendoci fino in camera mia.
«Però non ci hai ancora detto il motivo per cui è tornata a Forks...» si lamenta Emmet sedendosi sulla poltrona accanto alla finestra.
«Voleva dirlo a suo padre prima dei paparazzi.»
Alice annuisce come se comprendesse e condividesse con lei questa scelta.
«Devo assolutamente distrarmi in questi giorni.» mormoro ma la cosa non sfugge a mio fratello. «Speriamo solo che non fai altre cazzate come hai fatto l'utlima volta.» commenta mettendosi la testa tra le mani immaginandosi già chissà quali mie mosse.
Evito di rispondere alla provocazione di Emmet cambiando totalmente discorso. «Nonna?» chiedo ad Alice che in questa stanza è l'unica che è rimasta seria.
«Terme.» risponde semplicemente. Effettivamente in questo periodo è sempre andata alle terme per rilassarsi e prendersi una pausa ma in questo momento le vorrei solo parlare visto che è stata lei a darmi l'anello di fidanzamento.
«La mamma lo sa.» Alice scatta su come una molla spaventandoci. «E allora?» chiede Emmet con una scrollata di spalle.
«Mamma non ha mai avuto quell'anello ma ad Edward la nonna la subito consegnato come se niente fosse.» spiega Alice sentendo già una morsa allo stomaco. Cavolo. Quindi sarà molto suscettibile su questo argomento. Perfetto. Veramente perfetto.
«Perchè non ha mai avuto l'anello?» chiede Emmet dando così sfogo anche alla mia curiostià. Questa cosa non la sapevo.
«Quando papà ha voluto fidanzarsi con lei, nonna non era d'accordo. Non ha acconsentito a darle l'anello.»
Ah.
«Eddy, la vedo dura.» commenta mio fratello.
Pensavo di dare la notizia ai miei insieme a Bella ma adesso, dopo questa notizia, credo che dovrò parlarne prima privatamente con i miei genitori.
«Voi non dite niente. Mamma non deve sapere niente delle mie intenzioni. Devo farlo io.»
Alice annuisce uscendo fuori dalla stanza mentre Emmet si intrattiene. «Rosalie?»
«Enorme come quando te ne sei andato via fratello.» commenta Emmet sorridendo. È proprio perso e sono contento di vederlo così. La ama alla follia, dalla prima volta che si sono visti è scattato qualcosa per entrambi. All'inizio si punzecchiavano a vicenda, poi con un pò di coraggio, mio fratello si è fatto avanti.
Sono insieme da quando avevano sedici anni.
La porta della mia camera si apre nuovamente mostrando un Jasper terrorizzato.
«Mi nascondete? Vi prego!»
Senza attendere una risposta si fionda sotto il letto come un ragazzino. Pochi secondi dopo entra mio padre con lo sguardo infuocato. «Jasper? È qui?»
Cercando di non ridere muovo la testa da destra a sinista in sincro con mio fratello.
«Se lo vedete mi dovete chiamare.»
Ancora una volta io e mio fratello annuiamo in contemporanea. Se apriamo bocca sono certo che scoppiamo a ridere ed inevitabilmente Jazz verrebbe scoperto e probabilmente massacrato.
Papà, anche se poco convinto, ci lascia da soli in camera. Pochi secondi dopo Esme entra tranquillamente e chinandosi sulle ginocchia alza le coperte del mio letto cercando Jasper.
«Tesoro non ti preoccupare. Gli passerà presto.» lo rincuora.
Questa casa è peggio di una sit-com! Scoppiamo a ridere mentre vedo Jasper spuntare fuori dal letto con uno sguardo mortificato. Fa un sorriso sforzato a mia mamma, sa benissimo che non è così. È pazzo il ragazzo.
«Siete tutti affetti dal virus del matrimonio in questi giorni?» chiede mamma soffermandosi su di me con lo sguardo. Da un bacio sulla testa a Jazz e lascia la stanza.
«Che cosa hai fatto?» chiede sghignazzando Emmet.
«Ho chiesto se in un futuro prossimo avrei potuto chiedere la mano di Alice.»
Emmet ed io scoppiamo a ridere.
Adesso si spiega il motivo dello sguardo infervorato di papà quando è entrato.
«Mamma lo sa! Questo è certo!» mi dice Emmet dandomi una pacca sulla spalle.
Dopo quella frase l'ho pensato subito anche io.
Escono tutti lasciandomi solo. Opto per una doccia e un breve pisolino in attesa che il volo di Bella atterri in America.



BELLA:

Non devo tornare indietro. Non devo tornare indietro.
Me lo sto ripetendo come un mantra da quando ho messo piede a Forks.
Il grigiore di Forks mi fa desiderare di essere ancora nella primaverile Volterra ma sopratutto mi sto chiedendo come cavolo mi è venuta in mente questa idea.
Dovevo farlo partire con me ma non sapendo la reazione di Charlie ho preferito restare nei primi danni.
Non so se l'ha perdonato o comunque potrebbe appoggiarmi nella mia scelta visto quello che ho passato. Lui mi è stato accanto come meglio ha potuto. Noi due abbiamo dei caratteri molto particolari ma capivo benissimo ogni suo gesto, seppur minimo, per cercare di farmi stare meglio.
«Papà!»
Di certo non mi aspettavo di trovarlo ad aspettarmi dietro le porte scorrevoli.
«Mi ha avvisato Edward.» mi spiega cercando la mia valigia che ovviamente però non possiedo. «La tua valigia?»
«Non mi serve.»
«Sei scappata per caso?» mi chiede iniziando ad agitarsi per il nervoso.
«No, stai tranquillo. Niente di tutto quello che puoi immaginare. Ho solo pensato di viaggiare leggera visto che tanto a casa ho tutto quello che mi serve.» gli spiego mentre mi accompagna alla macchina.
«Immagino quindi che questi viaggi intercontinuentali non sono ancora terminati.» sbuffa mentre saliamo nella macchina della polizia. Perfetto, tutti andranno così piano che a questo punto arriveremo a mezzanotte.
Per tutto il viaggio non parliamo, restiamo in silenzio.
Mi godo il paesaggio guardando con una punta di malinconia la città di Forks. Quando arriviamo a casa scatto in bagno per fare una doccia, mi asciugo velocemente i capelli senza prestargli però la minima attenzione.
Sembra così strano adesso tornare in questa casa dopo tutto quello che ho passato in Italia. Di certo mi mancherà dormire con Edward.
Appena esco dalla doccia prendo il cellulare.
"Mi machi già", invio aspettando trepidante una risposta mentre cerco di fare il calcolo delle ore di differenza tra l'Italia all'America. Mi sembra otto. Quindi da lui sarà notte inoltrata.
Ci rimango veramente male perchè volevo sentirlo, almeno con un messaggio.
Pochi secondi dopo sento il cellulare vibrare, scatto a sedere sul letto.
"Ti amo".
Il cuore scalpita. Sento già la sua mancanza e dio solo sa quanto vorrei chiedergli di raggiungermi immediatamente ma non posso. Domani ne parlerò con mio padre e in base alla sua risposta vedrò il tempo che mi serve per fargli apprezzare l'idea.
È strano come una volta lontani l'uno dall'altro, tendo a peggiorare la situazione. Sono giovane, questo lo so ma Edward ed io ne abbiamo parlato a lungo. Ci sposeremo solo a studi terminati, non abbiamo fretta perchè noi due ci apparteniamo.

 

Allora? Che ne dite? Piaciuto anche se è stato di transizione?
Spero di sì. Mi raccomando ricordatevi di commentare che mi fa molto piacere. E' un periodaccio per me e mai come adesso avrei bisogno di sentirvi. Non deludetemi please...

Per chi ancora non lo sapesse ho creato un blog dove metto le anticipazioni dei capitoli visto che non tutti possono seguire su facebook. Tenetelo sott'occhio perchè potrete trovare tante cosine riguardanti la storia e....(non ho ancora finito => ) vi lascio le parole calde delle altre mie storie così se ne avete voglia potete leggerle.

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Capitolo 57
*** Confronto di Bella ***


PRIGIONIERA

 

BELLA:


Sono dieci minuti che mi sto mangiando le unghie fin dove è possibile fuori dalla centrale di polizia a Forks.
Alla fine ho passato la notte a parlare con Edward al telefono sussurando parole dolci e soffocando risate quando lo sentivo bisticciare con Alice che voleva sapere vita, morte e miracoli dei momenti che abbiamo passato in Francia insieme.
Sentire quel clima mi ha fatto rimpiangere la partenza anche se so che dovrò restare qui per terminare gli studi prima di realizzare il mio sogno d'amore con lui. Non posso permettermi di terminare gli studi in Italia, non conosco bene la lingua e il loro programma presenta delle notevoli differenze da quello standart americano.
Alla fine dei conti ho dormito pochissimo e adesso il mio volto è segnato da profonde occhiaie, per non parlare che non ho ancora del tutto connesso il cervello ancora mezzo addormentato che mi richiede di rituffarmi sotto il caldo piumone cosa che però non posso fare nonostante il fuso orario mi stia ammazzando minuto dopo minuto.
E' come se non avessi dormito per un giorno.
Da quando sono qui ho pensato di contattare Angela, l'ho trascurata, sia nei mesi della mia profonda depressione sia in questa mia rinascita emotiva. Faccio schifo come amica.
Quando vedo la porta della centrale aprirsi ritorno al presente. Per ingraziare Charlie gli ho portato i piatti che lui preferisce. Non fanno mai male questi mezzucci. Prendo un profondo respiro e decido di scendere dal pick-up rosso che mio padre ha acquistato di recente.
Alcuni colleghi di mio padre mi salutano mentre passo a passo spedito verso l'ufficio di mio padre che è il capo della centrale.
«Bella! Cosa ci fai qui?» mi chiede una volta che alza la testa da alcune carte che stava esaminando. Alzo la mano mostrandogli il sacchetto dove ho riposto accuratamente tutte le delizie culinarie, chissà quante schifezze ha mangiato nel mio periodo di assenza. Charlie non ha mai brillato ai fornelli.
Mi guarda sospettoso per poi farmi accomodare con un gesto della mano davanti alla sua scrivania. Appoggio la busta e inizio a tirar fuori le posate e alcuni piatti coperti dalla carta stagnola anche per mantenere meglio il calore.
Mangio insieme a lui, quasi in religioso silenzio. Entrambi siamo di poche parole di solito ma adesso la situazione sembra essere peggiorata. Io ho paura di dirgli del mio fidanzamento mentre lui probabilmente ha paura di chiedermi del mio viaggio in Italia per paura di ferirmi in qualche modo o sentire cose che non gli piacciono.
Purtroppo però dovrà ascoltarmi.
«Papà, devo parlarti...»
Si pulisce la bocca con un tovagliolino respirando sonoramente. «Sapevo che c'era qualcosa sotto.» barbotta rivolgendomi uno sguardo che mi fa ammutolire.
Gli sorrido cercando di smorzare l'attimo.
Decido di continuare; se sono abbastanza adulta per voler legare la mia vita per sempre ad Edward, allora posso anche affrontare questa situazione con serietà.
«Papà...» inizio a dire ma lui non mi interrompe neanche. Prendo un respiro profondo.
«Edward ed io ci siamo fidanzati.»
Rimane impassibile. Sguardo fisso su di me e mento appoggiato alle nocche della mano.
«Sei incinta.»
Sgrano gli occhi. «No!» ribatto diverse tonalità sopra il livello normale della mia voce.
Charlie continua a rimanere con lo sguardo dritto nel mio ma non c'è alcuna espressività. Niente di niente.
«Non puoi dire almeno qualcosa?» domando agitata. Inizio a torturarmi le dita ed inevitabilmente finisco col mordermi il labbro.
«E come funzionerà? Ti trasferirai li? Diventerai "principessa" e ti dovrò stare ad un certo numero di passi?»
Forse era meglio se stava zitto perchè ora sta riversando su di me tutte le sue preoccupazioni agitandomi ancora di più.
«Ma che dici...»
«Hai presente le conseguenze che avrà tutto questo sulla tua vita? Ti ricordi com'era essere braccati dai paparazzi perfino fuori di casa? Le malevoci...e poi non lo odiavi? Sei andata in Italia per partecipare alla festa di Rosalie e sei tornata fidanzata con lo stesso uomo per cui sei stata uno zombie per quattro mesi. Mi spiace ma non riesco a concepirlo.» dice tutto d'un fiato gesticolando appassionatamente.
«Sono stata male perchè lo amavo.»
«Ma lui non si è preoccupato tanto di come stavi. Ti ha anche tradito giusto? È per quello che sei morta per quei mesi.» ed ecco che rimette il dito nella piaga.
Mi alzo lentamente, ferita da quelle parole, sono andata li convinta che nonostante tutto sarebbe stato contento per me, ma evidentemente sbagliavo. «Vuol dire che non mi appoggerai? Non sei felice per me?»
Si alza anche lui sovrastandomi con la sua altezza.
«Non voglio che soffri.»
«Vivere vuol dire anche soffrire.» ribatto.
Corruga le sopracciglia in evidente difficoltà. Estraggo dalla borsa la scatoletta contenente l'anello di fidanzamento e lo infilo al dito sotto lo sguardo di Charlie.
«Perchè lui non è venuto?» chiede facendo una smorfia.
Lo guardo dritto negli occhi, «Gliel'ho chiesto io. Voleva venire ma preferivo dirtelo da sola poi, gli avrei chiesto di venire qui per passare un pò di tempo ma sopratutto parlare con te ma da come si sono messe le cose preferisco andare io da lui.»
Mi volto per andare verso la porta.
«Con la scuola come la metti?»
Tocco appena con i polpastrelli il pomello della porta. «Seguirò qualcosa lì in Italia.»
«Mi lasci allora? Te ne vai per sempre?»
Mi volto cercando il suo sguardo. Lo trovo trasformato, dispiaciuto, tanto che mi fa pena.
«Non volevo stare lì. Sarebbe venuto lui qui per farmi finire gli studi e lui con me, non a Forks ovviamente ma nei paraggi per non farci trovare dai paparazzi. Dopo il diploma ci sposeremo...»
Annuisce lentamente ad ogni mia parola.
«Sei felice almeno?»
Rifletto attentamente alla sua domanda.
«No.»
Vedo uno scatto della sua testa come per dire "lo sapevo", gesto che fa sempre quando pensa di aver ragione. «No papà. Stavolta Edward non c'entra. Per essere veramente felice mi serviva solo la tua approvazione, saperti felice per me. È solo per questo motivo che non sono felice.» gli spiego.
Esco velocemente dalla stazione di polizia con le lacrime agli occhi. Salgo sul pick-up dirigendomi verso casa, aspetterò che finisca il turno e che torni a casa. Mi troverà con le valigie pronte e pronta per andare in aereoporto.
Appena scendo dalla macchina sento il cellulare vibrare.


-Pronto?
-Bella sono io.
Sorrido sentendo la voce del mio cucciolo.
-Com'è andata? Gliel'hai già detto di noi?
-Sì.- rispondo atona e lui se ne accorge.
-Hey, dimmi tutto.
Sospiro afflitta.
-Beh, non l'ha presa bene. Per niente.-
-Arrivo. Gli parlerò io, avrei già dovuto parlargli io.- dice deciso.
-No, non ne vale la pena. Appena torno lo saluto e torno in Italia.- gli spiego ma lui sembra alquanto contrariato dai suoi mugugni di disapprovazione.
-Bella, noi non ci sposeremo se tuo padre la pensa così. È una parte troppo importante nella tua vita e so che la colpa di questo è mia quindi non ti muovere da li. Prendo il primo volo e arrivo.-
Decido di arrendermi stremata. Solo che ho paura di come reagirà Charlie vedendolo davanti alla porta di casa sua, probabilmente dovrò prima nascondergli la pistola.
-Allora ti aspetto così torniamo in Italia insieme.-
Non nutro molte speranze ma con Edward non si sa mai come finiscono le cose. Potrebbe succedere anche che riesca nel suo inento anche se ho una miriade di dubbi.
-Andrà tutto bene. Te lo prometto.- sussurra.
-Ti amo Bella.-
-Ti amo anche io.-
-Edward?-
-Sì?-
-Arriva presto...-

 

Ok. Inizio col dirvi che la connessione internet in questo periodo fa schifo. Probabilmente è colpa del modem che devo cambiare, il tecnico della telecom non arriva a mettermi il wireless e per adesso il computer fisso è l'unico posto dove posso collegarmi, solo che ha questo problema. Questo capitolo è pronto da un casino di tempo ma solo adesso sono riuscita a connettermi, quindi non me ne volete a male...non è colpa mia.
Uccidete l'omino telecom! XD
Il prossimo capitolo sarà un EDWARD POV ma diciamo che non lo vedremo andare da Bella subito, prima ha un affare in sospeso...ricordate la storia dell'anello della nonna che Esme non ha mai avuto?
Se Bella ha avuto il suo confronte anche Edward dovrà fare i conti con la sua famiglia.
Al prossimo capitolo...
Sempre che internet mi funzioni...
Bacioni

 

 

 

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Capitolo 58
*** Furia in macchina ***


PRIGIONIERA

Capitolo dedicato a grepattz =)


EDWARD:


Avrei preferito non saperlo. Mamma è sempre stata amorevole nonostante tutto, le nostre scaramucce non aveva mai smesso di amarci. Eravamo sempre in prima pagina e l'ho vista veramente infuriata con noi e stremata solo quando ha appoggiato Carl per mandarci in America.
Mai decisione fu più destabilizzante tra di noi ma ci ha aiutato a crescere e a...cambiare.
«Dov'è Bella?»
Alzo lo sguardo incontrando gli occhi di mio padre. «E' tornata in America per parlare con suo padre.», solleva un sopracciglio.
«Come mai?»
Prima o poi lo devo dire, quindi iniziamo dal peggiore tra i due (forse).
«Ho chiesto a Bella di sposarmi.»
Rimane in silenzio.
«Non ci sposeremo subito. Prima bisogna finire gli studi, non sono così egoista...penso che Bella ce la possa fare a sopportare tutto. Ho guardato come si comportava...pensa che l'idea di non indossare ancora l'anello di fidanzamento è stata sua perchè sapeva che se l'avrebbero fotografata, i paparazzi avrebbero iniziato a perseguitarci per sapere quello che alla fine è.»
Si siede di fronte a me sbottonando i tre bottoni della giacca. «Che anello di fidanzamento le hai dato?» mi chiede appoggiando il gomito sul bracciolo della poltrona.
«Quello della nonna.»
«Ahia.»
«Già.» rispondo atono sentendomi ancora più depresso.
Ok. Pensavo seriamente che mi avrebbe potuto dare una mano, evidentemente nemmeno lui sa come agire. «Avresti dovuto rassicurarmi e trovare una soluzione, non terrorizzarmi ancora di più.»
Alza le spalle sghignazzando. «Pensa io che mi sono dovuto sorbire su quanto meritassi di meglio mentre per te sta filando tutto liscio...» mi fa riflettere ma non aiuta lo stesso.
«Ma adesso...la nonna...»
«Beh, adesso l'adora. Appena l'ha conosciuta meglio e ha visto con che donna avevo voluto dividere la mia vita è stata entusiasta. Piano piano è riuscita ad apprezzarla.»
Tuttavia, il problema sussiste.
«Quando hai intenzione di dirglielo?» chiede papà.
Devo essere coraggioso anche se non voglio ferirla, devo dirglielo e magari non si ricorderà nemmeno della "questione anello".
«Perchè vuoi saperlo?»
Intreccia le dita prima di rispondere molto semplicemente, «Esco. Vado a pesca.»
«Sei un fifone.» barbotto facendolo sorridere.
«Jasper è vivo?» gli chiedo di rimando. Si irriggidisce mettendosi bene a sedere.
«Cosa intendi dire?»
Sghignazzo. Adesso è lui quello in difficoltà.
«Lo vuoi uccidere perchè vuole sposarsi con Alice.» incomincio a dire anche se so che mi sto scavando un pò la fossa visto che il suo atteggiamento per la sua unica figlia è stra protettivo. «Con tutti i giornali scandalistici che hai visto con loro due avvinghiati ormai credevo che ti fossi arreso che loro due sarebbero rimasti insieme e che un giorno ci sarebbe stato un matrimonio. Tutti lo sapevamo...è incredibile che tu te la prenda così tanto.»
Distoglie lo sguardo come un bambino colto in fallo.
«Parla il ragazzo che si sta fidanzato con una ragazza che conosce da così poco tempo...»
Non lo lascio finire.
«Sì, Edward come vuoi. "La amo, per noi è diverso". Tutto quello che vuoi...sta di fatto che vi conoscete da poco tempo.»
Esco dal salotto incrociando mia mamma.
«Edward.»
«Ciao, mamma?»
Si volta lentamente. Da come è vestita capisco che stava uscendo. «Dimmi.»
«Devo parlarti.»
«Hai da fare? Puoi venire con me?» mi chiede sistemandosi i guanti per poi passare agli occhiali scuri lasciati sulla testa a mò di cerchietto.
«Prendo la giacca. Ci vediamo sotto.»
Corro fino in camera mia cercando mentalmente di organizzare un discorso ma non ci riesco proprio. Incontro anche mio fratello con un impaurito Jasper. È la prima volta che lo rivedo dopo che si è nascosto sotto il mio letto.
«Papà è ancora in salotto.» urlo avvertendolo visto che sembrava che andassero da quella parte. Sento la sonora risata di Emmet rimbombare nel corridoio mentre Jasper, sull'orlo di una crisi di panico, mi ringrazia in tutti i modi che conosce.
Esme ha preso l'auto di papà. "Dio, ci andremo a schiantare".
Salgo in macchina abbastanza riluttante. «Dove stai andando?»
«Volevo guidare un pò.»
Morirò. Andremo a schiantarci. Ora ne sono sicuro.
«Allora Edward? Di cosa mi volevi parlare?»
Ah. Proprio così? Senza neanche un attimo di preliminari? Ahia!
«Sai che io e Bella ci amiamo...»
Sghignazza, «Come non notarlo. Sei stato un moribondo per mesi per quella ragazza. Per fortuna che è rinsavita ed è venuta qua in Italia sbarazzandomi del tuo pessimo umore e di quella ragazza...com'è che si chiamava? Em...em qualcosa forse...»
«Emily» la aiuto sbuffando.
«Ah già ecco. Quella Emily...»
Ok, stiamo tergiversando alla grande. Non stiamo arrivando al punto focale della conversazione.
«Mamma...non volevo parlare di lei.» mormoro. È nervosa. Lo capisco da come cambia marcia e stringe il volante tra le mani.
Respira profondamente.
«Ho chiesto a Bella di sposarmi.»
Silenzio.
Cambia marcia. Quinta.
Ecco lo sapevo che ci saremmo andati a schiantare. «Dove stiamo andando?» urlo mentre sorpassa cinque macchine in un colpo solo. Avrei dovuto guidare io, cavolo!
«Da tua nonna.»
Ah ecco. Adesso è diventata solo mia nonna. È incazzata nera. «Avevo visto che la nonna non aveva più indosso il suo anello...» barbotta tra sè più che a me.
Mi tengo stretto alla maniglia della portiera pronto a buttarmi giù in caso di pericolo.
«Cioè stiamo andando da lei per quel maledetto anello?» cerco di farla ragionare ma inutilmente.
Tre ore dopo e ricoperto di sudore da capo a piedi davanti all'albergo dove alloggia la nonna in questo momento per il suo periodo termale. ok. Sono quasi morto d'infarto e non è una bella cosa.
Probabilmente avremo preso un sacco di multe visto che non è scesa dai 110 km/h neanche per un secondo. Continuava a strombazzare con chi era troppo lento secondo i suoi canoni e a superare anche in curva.
Ho seriamente rischiato di morire oggi. Mai andare in macchina con una donna che è veramente arrabbiata. Per tutto il viaggio non ha fatto altro che barbottare mentre io cercavo di farla ragionare e spingendola a tornare indietro.
Comunque non me la sono bevuta la storia che voleva farsi "un giretto in macchina". Penso che sarebbe venuta qua ugualmente.
«Sei arrabbiata con me?» le chiedo francamente mentre percorriamo la hall dell'albergo.
Mi guarda stralunata come se avessi detto una schiocchezza. «Cosa te lo fa pensare? Non è assolutamente vero...»
Stavolta sono io a cadere dalle nuvole.
«Dov'è Stefania Meyer?» chiede mia mamma alla reception. Stefania Meyer era il nome in codice per le prenotazioni che usava mia nonna per non farsi scovare da paparazzi o gente poco gradita.
«Sua maestà è in camera.» risponde riconoscendoci e inizia ad arrossire quando posa il suo sguardo su di me. Oh no. Devo andarmene via il più in fretta possibile. Non voglio subire un altro attentato. Ogni volta che prenotiamo una stanza devo sempre fare cambio con quella di mia sorella per evitare spiacevoli incontri notturni in camera.
Esme si fa dare la chiave di scorta della camera e come una furia si infila tra le porte dell'ascensore.
«Tu aspettami qui.» tuona minacciosamente.
Sospiro.
La vedo male. Veramente male.
Mi lascio cadere su un divanetto della hall e prendo il cellulare. Ho bisogno di sentire Bella. Devo avere il via libera per partire via da qui. Squilla due volte prima di sentire la sua bellissima voce attraverso il cellulare.


-Pronto?

-Bella sono io.

-Com'è andata? Gliel'hai già detto di noi?

-Sì.- risponde e dal suo tono capisco che non è andata affatto bene.

-Hey, dimmi tutto.

La sento sospirare afflitta.

-Beh, non l'ha presa bene. Per niente.-

-Arrivo. Gli parlerò io, avrei già dovuto parlargli io.- dico non ammettendo repliche.

-No, non ne vale la pena. Appena torno lo saluto e torno in Italia.-

Non posso assolutamente permetterglielo. Non ci devono essere rancori in famiglia, sono io il problema e lo devo risolvere.

Sono stato un vero coglione e giustamente suo padre se l'è legata al dito. Difficilmente entrerò nelle sue grazie. Probabilmente cercherà anche di spararmi, è un poliziotto...lo farebbe per la sua preziosa figlia.

Come la vedo male.

-Bella, noi non ci sposeremo se tuo padre la pensa così. È una parte troppo importante nella tua vita e so che la colpa di questo è mia quindi non ti muovere da li. Prendo il primo volo e arrivo.-

-Allora ti aspetto così torniamo in Italia insieme.-

-Andrà tutto bene. Te lo prometto.- sussurro.

-Ti amo Bella.-

-Ti amo anche io.-

-Edward?-

-Sì?-

-Arriva presto...-

 

Ed eccoci. Lo so, non è proprio un vero confronto con la madre ma dopotutto credo che il problema bisogno estrapolarlo dalla radice. Alla fine non è colpa di Edward se la nonna gli ha dato l'anello per Bella, no?
A proposito siete andati a vedere sul mio blog l'anello di fidanzamento? Non ancora...beh andate a vederlo. =) Cm al solito troverete tutti gli indirizzi per contattarmi sulla mia pagina di EFP. Non fatevi scrupoli a scrivermi...insomma fate tutto quello che volete!
Adesso vi lascio che visto che oggi ho dato l ultimo esame di trimestre, adesso ho tanto tempo per scrivere!!
Quindi è una buona notizia per voi!
BACIONI

PS: Ricordatevi di partecipare al sondaggio a destra sul mio blog!

Buona visione ^_^

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Capitolo 59
*** Video e Foto ***


PRIGIONIERA

Dedicato a Shinalia...=)

 EDWARD

Ho seriamente paura ad entrare in quella camera ma in qualche maniera devo avvertire che vado da Bella ma sopratutto, voglio prendere le chiavi della macchina.
Entro in stanza facilmente, hanno lasciato la porta aperta.
Immediatamente sento la risata di mia nonna seguita immediatamente da quella di Esme. Non è da loro ridere così sguaiatamente, «Ma che diavolo succede?» mormoro guardando lo sfracello della stanza.
Tutti i cuscini dei divani e del letto sono stati buttati a terra a mò di tappeto dove si sono sdraiate mamma e nonna con intorno un sacco di bottiglie di vino.
Ubriache.
«Edward bevi...un goccetto anche te!» farfuglia nonna con un turbante in testa fatto da un asciugamano bianco mentre mi porge una bottiglia praticamente quasi vuota di vino.
Non le ho mai viste così. Giuro.
Mai in vita mia avrei sperato di vederle conciate così. Continuano a ridere come delle adolescenti ed Esme si scola la bottiglia.
Prontamente prendo il cellulare dalla tasca del giubotto e faccio una foto ad entrambe, più video ovviamente. Questa storia potrò usarla successivamente ma sopratutto, Emmet deve assolutamente vederle così.
«Eddy! Eddy!» continua a ripetere mia mamma con il nomignolo che mi ha affibbiato da piccolo e successivamente usato da Emmet per prendersi gioco di me.
«Dov'è la nostra piccola Bella?»
Giusto!
Nella confusione mi sono dimenticato il motivo per cui sono salito qui!
«Mamma. Devo andare da Bella.»
Mi guarda per un attimo poi scoppia a ridere di nuovo insieme a nonna. ok. Sono fuse.
Nonna apre un'altra bottiglia.
Qui non ce la caviamo più.
Vado in camera da letto cercando di contattare papà che per fortuna mi risponde prontamente.
«Ma dove siete finiti?» urla.
«Siamo dalla nonna. Quando le ho detto dell'anello ha guidato fin qui.» gli spiego.
Sento papà sospirare, «Dai...tornate indietro.»
«Uhm, c'è un piccolo problema. Sono ubriache.»
Silenzio.
«COSA??»
E' più sconvolto di me. Non vede l'ilarità della faccenda.
«Ma Esme è astemia...» barbotta. Ecco perchè Emmet era così sicuro che non l'avremmo mai vista perdere il controllo a causa dell'alcool. Adesso ho le prove e deve pagare la scommessa. Invani erano stati i tentativi di farla bere durante le feste e solo ora capisco il motivo di così tanta recitenza ed Emmet lo sapeva!
«Papà chiama Emmet e Alice. Devono riportarle a casa. Io vado da Bella.»
«Hai risolto con la mamma?»
Eh, bella domanda.
«Mamma doveva risolvere la questione con la nonna, non con me.»
Le risate scuoiate arrivano perfino a mio padre, «Credo che sia andata bene però.»
«Immagino di sì.» ridacchia mio padre.
E
' un piacere sentirlo così sereno e rilassato. Strano, non lo sentivo così da tanto tempo.
«Edward?»
«Si?»
«Hai fatto delle foto, vero?»
Non posso fare a meno di sorridere fiero di me stesso, «Certamente.»
«Allora prima di andare da Bella devi assolutamente mandarmele.»
«Contaci.» gli rispondo prima di interrompere la telefonata.
Finalmente con il cuore più leggero posso andare da Bella anche se lì sarà guerra.

 

Ok. So che vi aspettavate il confronte tra Esme e la suocerina, magari farò un extra ma non so. E' stata carina così la situazione, farvi vedere il risultato finale che come ha detto Carlisle "è andato tutto bene". Ora però viene la parte ostica.
Vi dico già che nel prossimo capitolo ci sarà un pò di HOT tra i nostri due piccioncini ma non vi voglio svelare niente per adesso. Ma rincuoratevi, non avete visto il match tra Esme e Angela ma vedrete Edward vs Charlie e vi assicuro...non ne rimarrete delusi!
Spero di avervi divertito con questo capitoletto e vi invito a tenere d'occhio il blog o Facebook dove metto gli spoilerini che possono essere immagini o spezzoni.
Mi raccomando ricordatevi di commentare!
BACIONI

Ah! Per chi la seguisse e non si è accorto...ho aggiornato "How long i've waited"....lo so. E' un miracolo! =)
BACIONI

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Capitolo 60
*** Bella può sposarti... ***


PRIGIONIERA

MMMMM...............Un san Valentino con un capitolo un pò strano per un giorno così pieno d'amore. MA.....
Leggete e scoprirete... ^_^

EDWARD:


Sono morto.
Morto seriamente.
Sono tornato a Volterra in macchina, fatto di fretta e furia la valigia. Ho preso i documenti e ho chiamato l'elicottero per farmi portare almeno fino a Roma da dove ho affittato un jet per andare subito da Bella.
Non ho dormito un granchè. Più che altro la prospettiva di incontrare Charlie non mi alletta più di tanto ma sopratutto so che sarà dura. Mi massacrerà.
Durante il viaggio ho seriamente preso in considerazione di lasciarlo fare. Magari dopo che si è sfogato un pò sarà più affabile...forse.
Comunque mi devo ricordare di far nascondere la pistola a Bella quando arrivo da lei. Appena scendo dal jet chiamo un taxi. Per adesso ho solo voglia di farmi una doccia e magari un pisolino.
Mentre ci dirigiamo verso Forks mando un messaggio a Bella informandola del mio arrivo e sinceramente non mi aspettavo di trovarla già di fronte la casa dove avevo vissuto per mesi qui in America.
Mi salta addosso ignorando bellamente la valigia e il taxista che continua a tossire per ricevere i soldi della corsa. Lo pago con ancora lei avvinghiata per la vita, non che mi dispiaccia sia chiaro.
Appena il taxi va via inizia a tempestarmi di baci. «Quanto mi sei mancato!» dicendolo mi stringe ancora di più. Visto che non accenna minimamente a scendere cerco di fare le scale portando sia lei che la valigia. Lavoro non facile per uno stanco morto.
«Bella, avevo detto che ci saremmo visti dopo.» mormoro mettendola in piedi nell'atrio.
Inizia a fare il labbro tremulo. Ok. Questo gliel'ha insegnato Alice. Ci scommetto tutto.
«E' solo che sono molto stanco. Ho bisogno almeno di una doccia e di sicuro un sonnellino. Non sono riuscito a chiudere occhio.»
Improvvisamente il suo volto diventa molto malizioso. Ma cos'ha oggi? È assatanata?
"Sei un coglione".
Ci mancava solo la mia coscenza. Languidamente Bella inizia a salire le scale ancheggiando e qualcuno ai piani bassi inizia a risvegliarsi.
"Se rimani qui altri cinque secondi mi dissocio per sempre da te."
Seguendo il suggerimento del mio cervello (sicuramente si è azionato perchè qualcuno ha mandato il segnale dal basso)...inizio a salire le scale a due a due intrappolandola tra le mie braccia. Mi spinge con irruenza verso la mia camera togliendomi velocemente la maglia.
«Volevi fare un bagno, no?», mormora tra un bacio e un altro aprendo la porta del bagno adiacente alla camera. Appena entriamo si china verso le manopole dell'acqua della vasca mentre lentamente inizia a riempirsi d'acqua.
La sollevo appoggiandola al mobiletto del bagno. «Mi sei mancata così tanto...» , la sento sorridere sulle mie labbra e le sue mani iniziano a slacciare i bottoni dei jeans liberando poco dopo la mia più che evidente eccitazione.Si toglie la felpa mentre la aiuto a sfilarle i jeans sollevandola leggermente dal ripiano.
La voglia che ho di lei esplode come una bomba nel mio corpo. Si impossessa delle mie labbra mordendomi leggermente il labbro inferiore che fa nascere una scarica elettrica che attraversa tutto il mio corpo in un secondo.
«CULLEN! VIENI FUORI E CON LE MANI ALZATE!» la voce scaturita dal megafono ci fa bloccare di colpo. Non è possibile. E' la voce di Charlie, suo padre. Ok, sono morto.
«Oddio!» mormora Bella rivestendosi in fretta seguita immediatamente da me.
Mi fiondo giù dalle scale cercando di mettermi la maglietta.
Scatto fuori dalla porta e Charlie aspetta accanto alla macchina della polizia con l'aria del tutto poco amichevole.
«Bella?» chiede usando ancora quel maledetto megafono. In un nano secondo la sento al mio fianco con il fiato corto esattamente come me.
«Oh ragazzi. Sapevo di trovarvi insieme.»
Nè io nè Bella diciamo una parola.
«Noi due dovremmo fare un discorsetto, vero?» barbotta Charlie sotto i suoi spessi baffi.
«Giusto.»
Mi fa cenno di salire con lui in macchina. Sto per aprire la portiera anteriore quando un suo rumore mi fa alzare lo sguardo verso di lui.
«Eh no. Dietro.»
Tenendo i nervi saldi richiudo la portiera e scivolo nel sedile posteriore. Bella si lamenta per il trattamento che mi sta riservando ma è come se parlasse contro un muro. Come un criminale me ne sto dietro separato dalla grata di ferro nero mentre Charlie guida fischiettando qualche motivetto a me sconosciuto. Sono passato da passare almeno un pomeriggio tranquillo a fare l'amore con la mia ragazza ma adesso la cosa sta degenerando...siamo passati allo stato: Edward Cullen sta per morire per mano del padre della sua ragazza.
Poco dopo entriamo nel suo ufficio nella centrale di polizia.
«Parla Edward...»
Il suo tono è stranamente amichevole tanto che mi viene la pelle d'oca per la paura.
Qui c'è qualcosa sotto.
«Immagino che Bella le abbia già detto circa le nostre intenzioni future.»
Annuisce serio in volto pizzicando un lato di un baffo.

«Vorrebbe picchiarmi, vero?»

Mi guarda sorpreso da questa mia affermazione ma so che è così. Glielo si può leggere chiaramente in faccia, gli prudono perfino le mani.Storce il naso liquidandomi con un...«Non fare il ragazzino.»
Mi avvicino alla scrivania mettendomi proprio di fronte a lui, «Non sto scherzando. Se vuole darmi un pugno lo faccia pure. Veramente, non mi opporrò.»
Ride sotto i baffi anche se l'idea lo alletta. Senza preavviso mi arriva un bel cazzotto ben impiantato sulla pancia.
Mi piego in due dal dolore ma dopotutto me lo merito ma sopratutto sono stato io ad incitarlo. «Perchè proprio sullo stomaco?» riesco a chiedere con voce smorzata.
«Uhm, niente prove. Niente problemi.»
Ovvio.
Spero che adesso che si è minimamente sfogato potrò far breccia di più in quella spessa corazza che si è costruito intorno per così tanti anni.
Mi siedo e lui imita il mio gesto chiedendo alla segretaria di non disturbarci se non in casi veramente gravi.
«La ami tanto...»
Non suona come una domanda ma più come un'affermazione. Molto probabilmente si è accorto della mia espressione, «o non avresti rischiato così grosso venendo qui e chiedendomi di darti una lezione.»
Rimango in silenzio cercando una posizione migliore per stare seduto.
«Bella ha sofferto tantissimo. Ho visto tante minuscole parti di lei morire giorno dopo giorno da quando ve ne siete andati.»
Ricordare è doloroso sia per me che per lui.
«Lo so.» rispondo semplicemente. Il mio dolore era il suo dolore.
Io sono stato un coglione. Pensavo che mi avesse dimenticato, vedevo le foto di lei con Jacob e non potevo fare altro che morire di gelosia perchè lui poteva averla e io no. Poi Emilie...Rosalie che mi obbliga ad andarla a prendere se no mi avrebbe ucciso...e dopo tutto è cambiato. Jacob non era niente. Un'amico.
Emilie invece era altro. Una distrazione, qualcosa che mi faceva reagire, un vecchio ricordo che non avrei dovuto risvegliare anche se io non provo niente per lei, ha portato solo guai tra me e Bella.
Ora Bella si fida, mi ama. Io la amo con tutto me stesso e non potrei più sopportare di starle lontano, ecco perchè la volontà di fidanzarci così presto.
Ecco perchè voglio sposarla.
È diventata il mio mondo. Non posso più vivere senza di lei, tornare alla vita di prima? Non potrei. Non saprei come fare perchè ora nei miei occhi non vedo nessun futuro se questo non comprende anche Bella.
Quando si sentirà pronta, dopo gli studi...quando vorrà lei...ci sposeremo.
Non importa quando, posso aspettare. Possiamo aspettare.
«Voglio sposare Bella.»
Si lascia andare sulla poltrona dell'ufficio intrecciando le dita della mani sulla pancia.
«Se soffrirà ancora...ti uccido. Non mi importa chi sei...la furia di un padre è difficile da fermare perfino per tutte le guardie del corpo che hai.» mi spiega minacciandomi brevemente. Come se ce ne fosse bisogno.
Se Bella soffrirà ancora sarò io il primo a presentarmi da lui, perchè significherebbe che ho deluso l'amore della mia vita. Parte della mia stessa anima e questo, ora, è impensabile.
«Abbiamo la tua benedizione?»
«Bella può sposarti.»
Evito di soffermarmi sulla risposta. Ha permesso a Bella di sposarmi, non ha dato a me il permesso di sposare sua figlia. La cosa cambia molto...ma per stare insieme a lei sopporterò questi momenti con Charlie dove dovrò cercare di riguadagnare la sua fiducia.
Bella deve essere felice e per esserlo veramente Charlie deve avere fiducia in me, credermi veramente meritevole di stare con lei.
«Le prometto che cambierà idea su di me. Farò di tutto...»
«Vai da Bella a darle la notizia. Ti starà aspettando.» mormora Charlie interrompendomi.
Annuisco alzandomi dalla poltroncina.
Sto per uscire quando mi ricordo di un dettaglio. «Come faccio a tornare indietro?»
Charlie ride sotto gli spessi baffi.
«Conosci la strada. Cammina...»
Zitto zitto esco dall'ufficio e dalla centrale di polizia. Nonostante tutto è andata bene.
Più o meno visto che sento ancora il dolore allo stomaco a cui però sto cercando di non pensare.
Guardo la strada che mi aspetta. Uff.
Mani in tasca inizio a camminare verso casa. Verso Bella.

ECCOCI QUA!
Allora? che ne dite del capitolo? ovviamente non è in tema san valentino però....mmmm....bah!
Mi rimetto al vostro giudizio per come è stato trattato il fattaccio...bacioni

PS: avete visto le stills nuove di Eclipse? io mi sto riprendendo adesso! ^__^

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Capitolo 61
*** Take Revenge ***


PRIGIONIERA

BELLA:


Lo osservo entrare in casa sbigottita.

Ha un occhio nero con del sangue sulla fronte che impiastriccia i capelli attaccandoli alla fronte, il labbro è gonfio causato da un taglietto sul labbro, la guancia rossa dovuta probabilmente ad un cazzotto ben assestato e la maglietta bianca è sporca di sangue. Solo dopo un attimo di smarrimento vedo Jacob al suo fianco.

(Edward foto)

«Che cazzo gli hai fatto??» urlo prendendo tra le mani il volto di Ed.

Jake mi guarda come se avessi appena detto una blasfemia, «Io? Ma sei pazza?»

Edward si mette fisicamente in mezzo mettendosi di fronte a lui per proteggerlo dalla mia ira che sta per scoppiare.

«Non è stato lui Bella...» si affretta a spiegare Edward facendomi arretrare passo dopo passo.

Lo guardo cercando una risposta che però non vuole darmi, «Mio padre?» azzardo appuntandomi mentalmente di ucciderlo o riservargli almeno lo stesso trattamento.

«No. No, non ha fatto niente.»

Subito Jacob gli lancia un'occhiata come se stesse nascondendo qualcosa.

«E allora chi sarebbe stato? Jacob non è stato, Charlie non è stato....sei caduto?»

A questo punto Jacob ride sonoramente.

«Nemmeno questo...» sghignazza Jacob tenendosi la pancia. Edward lo fulmina con un'occhiataccia che lo mette a tacere o almeno ad assumere un atteggiamento "più serio", cosa che per lui sembra essere molto difficile in questo momento.

«M...k..»

Barbotta qualcosa di indecifrato e sembra tanto un bambino che ha paura di confessare la marachella appena fatta.

«Puoi ripetere?» gli chiedo. Jacob ed Edward si scambiano l'ennesima occhiata.

Sbuffa sonoramente prima di dirmi questo maledetto nome, «Mike...»

Gelo. «COSA HA FATTO!?» urlo fuori di me.

«Si è vendicato il piccoletto.» bofonchia Jake dando una pacca sulla spalla di Edward facendolo quasi cadere in avanti per la botta inferta.

«Come sarebbe a dire vendicato?» chiedo cercando di mettere a posto i tasselli del puzzle che però non riesco a collegare correttamente.

«Non gliel'hai detto Edduccio...» lo prende in giro Jacob.

«Beh, dopo quello che è successo a Las Vegas. Io ed Emmet siamo partiti prima di voi per dargli una lezione. L'abbiamo picchiato e adesso che mi ha trovato solo lungo la strada si è rifatto di quel giorno.»

Prendo il volto del mio tesoro e gli do un bacio su ogni parte dolorante.

«Ok, adesso che te l'ho riportato indietro posso anche tornare dalla mia Leah.»

Sorrido a Jacob e lo ringrazio per essersi occupato di Edward.

«Per fortuna che passavo di lì.» mormora prima di uscire di casa. Lo ringrazio nuovamente e gli chiedo di portare i miei saluti a Leah.

Quando rientro in casa Edward si è steso sul divano del salotto coprendosi gli occhi con il braccio. «Piccolo tesoro...» sussurro sedendomi accanto alle sue gambe. Prontamente apre gli occhi, mi immergo nei suoi occhi verde smeraldo e poco dopo mi fa stendere su di lui per farmi scivolare verso l'interno del divano.

Mi abbraccia forte mentre i nostri respiri si confondno.

«Ho tanta bua...» mormora come un bambino.

Lo bacio sulle labbra senza malizia.

«Dovresti farti medicare queste ferite.»

Socchiude gli occhi sedendosi poi sul divano lentamente visto che una fitta gli trapassa l'addome. «Oggi è proprio una brutta giornata.»

Lo seguo su per le scale pensierosa. Sono una persona orribile, lui è appena stato malmenato e io penso solo ad una cosa.

La conversazione con mio padre.

«Ehm, e prima?»

Apre il cassetto del bagno che per fortuna contiene il kit del pronto soccorso. Per fortuna che hanno lasciato qualcosa in questa casa o saremmo dovuti tornare a casa mia.

Aggrotta le sopracciglia guardandomi come se non capisse di cosa sto parlando.

«Oddio...quanto sono stupido.»

Mi prende tra le braccia dandomi un bacio sulla guancia.

«Tu hai il permesso di sposarmi.»

Mi distacco leggermente dal suo abbraccio, «Che cosa significa?»

«Che tu puoi sposarmi.»

Mi mordo il labbro inferiore, «E' il modo in cui l'hai detto che...»

«E' il modo in cui tuo padre ci ha dato il permesso...»

Ok, la mia famiglia è veramente stramba.

«Mi odia.»

«Io no.» sussurro sulle sue labbra.

Stupido papà.

Lo faccio sedere sul mobiletto del bagno prendendo dalle sue mani l'acqua ossigenata e con un batuffolo di cotone impregnato di quel liquido inizio a disinfettare le ferite del volto. Lo premo sulla ferita della testa poi con l'aiuto della sua mano sinistra gli faccio tenere il batuffolo nuovo premuto contro la tempia.

Quando ripulisco tutte le ferite inizio a mettergli i cerotti con molte proteste da parte sua che non vorrebbe. Gli uomini sono peggio dei bambini quando si tratta di curare le ferite o per una semplice malattia.

Gli tolgo sia la camicia che la maglietta sporca di sangue evitando di saltargli addosso.

«Adesso tu fai una doccia e poi vai a letto...»

«Sembri una mamma.» rimbecca Edward dandomi un bacio a fior di labbra.

Morire se fossi sua mamma.

Esme e Carlisle hanno fatto veramente un ottimo lavoro. Una combinazione di geni da far invidia a chiunque ma dopotutto si può vedere la bellezza anche in Emmet e Alice, anche loro bellissimi come Edward.

A volte penso che siano ultraterreni talmente sono belli.

Fa quasi male questa bellezza così eterea. Arrossisco violentemente quando lo vedo entrare nella doccia nudo.

Mi faccio aria con la mano andando in camera. Rifaccio il letto così sarà pronto quando viene il mio Eddy. Appena l'ho visto non ho saputo resistere, sapevo che era molto stanco ma non sono riuscita a frenarmi da sciocca ragazzina che sono io, poi ci si è messo pure mio padre e per completare la giornata è stato malmenato.

Pochi minuti dopo compare sulla porta avvolto solo da un asciugamano in vita. Abbozza un sorriso e sul suo volto si può vedere tutta la stanchezza.

Lo invito a stendersi sul letto accanto a me e prontamente mi tiene tra le sue braccia.

Il suo profumo è così buono che mi stordisce, con un movimento fluido ma lento mi accarezza il braccio destro. Pian piano il suo respiro diventa più regolare fino a quando non capisco che si è addormentato.

Alzo il volto incontrando il suo mento lasciandogli un tenero bacio.

«Notte Edward...»

 

Certo che ad Eddy non ne va bene una! spero che vi siete ricordati dell'episodio del pestaggio fatto da Emmet ed Edward.
Cmq questo capitolo è molto soft e spero che non vi dispiaccia. Secondo me ci voleva questo attimo di "relax". Jacob un pochino si riscatta nella mia storia, eh?
Ricordatevi di lasciare un commentino! mi raccomando! un bacione vale

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Capitolo 62
*** Rosalie vs Bodyguard ***


PRIGIONIERA

BELLA:


E' bellissimo stare tra le sue braccia.

Mi sono svegliata con le sue labbra premute dolcemente contro le mie in modo riverenziale come se fossi la cosa più preziosa che esiste sulla terra per poi scendere sulle mie guance e le mie palpebre chiuse.

«Te le stai godendo le coccole?» sussurra con la voce roca al mio orecchio provocandomi i brividi lungo tutto il corpo. Visto che sono stata smascherata mi permetto di stiracchiare i muscoli che sono rimasti intorpiditi durante la notte.

«Ti desidero troppo...sei un'ossessione continua...» bisbiglia al mio orecchio provocandomi i brividi su tutto il corpo.


EMMET:


«O tu li chiami o io non darò alla luce tuo figlio!» urla Rose in preda ad una delle sue voglia ma non è come tutte le donne che sono affamate. Figuariamoci se Rosalie Hale voglia qualche tipo di dolce o cibo.

Lei vuole persone...e questa volta vuole Bella.

Prima voleva solo vedere Esme, poi è passata ad Alice...poi solo i suoi genitori e per poco non mi azzannava una mano se solo provavo a toccarla.

Un mese fa stravedeva per nonna Angela e adesso non vuole sentire ragioni.

O vede Bella o non andrà in ospedale e nelle sue condizioni non è proprio il caso.

«Non puoi lasciarli un pò da soli quei due visto dopo tutto quello che hanno passato?» dico cercando di farla ragionare ma ho già capito che è un discorso inutile. Non vuole sentire scuse.

Vuole Bella. Punto.

«Sei viziata...»

Inizia a farmi gli occhi da cucciola innamorata.

«Dammi il cellulare...» bisbiglia con voce suadente tendendo una mano verso di me che previdentemente le avevo sottratto il cellulare proprio per evitare di far chiamare i due piccioncini ogni due per tre.

Finalmente hanno un attimo di tregua e si devono ritrovare.

È da due mesi che sono la in America. I miei genitori non hanno nulla da ridire visto che finalmente Edward ha messo la testa a posto e per la prima volta è veramente innamorato.

Mio fratello si faceva sentire relativamente poco. Evidentemente Rosalie pretendeva di più dal suo futuro cognato perchè anche se chiedeva espressamente di Bella sapevo che cercava di riportarlo in Italia.
Bella non sarebbe mai venuta da sola.

«Non ci provare. Ogni mezzo di comunicazione è stato requisito.»

Mi guarda con sguardo omicida ma non mi faccio intimorire.

«Robertino non nascerà allora...»

Oddio si è pure messa a dargli nomignoli e non è ancora nato! Povero piccolo.

«Signore, ha una chiamata.» mi avvisa una guardia dopo aver bussato alla porta.

«La prendo nello studio.»

Mi alzo dalla poltrona messa accanto al letto di Rose da dove potevo ammirare il suo bel pancione e mi avvio per lo studio in fondo a questo corridoio.



Non. Ci. Posso. Credere.

«Sì, ti prego. Vieni, mi mancate tanto.» dice come una bambina.

Cerca di saltellare sul letto evidentemente hanno dato una risposta positiva.

«Rose!»

Mi guarda colta in fallo mordendosi il labbro inferiore. «D-devo andare.» bisbiglia riagganciando subito il cellulare ma ormai l'ho beccata.

«Dove hai preso quel cellulare?»

I suoi occhi cadono sul pavimento dove è stesa una guardia tramortita e semi-incoscente. «Che cosa hai fatto?» chiedo a Rose a bocca aperta.

Una donna incinta ha messo fuori uso una guardia scelta?

Il ragazzo sembra riprendersi, «Signore...lei...è...è una furia.»

Guardo Rosalie sbalordito.

Non ci posso credere che è riuscita ad avere la meglio su di lui e ad ottenere quello che voleva.

Si rilassa lasciandosi andare sui morbidi cuscini del letto.

«Ora...sono contenta.» mormora con aria più che soddisfatta.

Nuova regola: non lasciare mai da sola una donna incinta, sopratutto se si chiama Rosalie Hale.

Ehehe! oggi è una giornata da capitoli di transizione ma questo è carino, no?
Dopotutto Rosalie è fantastica sopratutto se messa in una posizione simile. Ho voluto saltare un pò di momenti di Edward e Bella visto che per ora va tutto bene, sono la a Forks e stanno cercando di ritrovarsi come all'inizio.
Nel prossimo capitolo li ricongiungiamo, no? non mi piace tenerli separati troppo a lungo e quale miglior cosa di un momento di pura gioia come la nascita di un bambino.
Attente ragazze...arriva Robertino!
Bacioni al prossimo capitolo (che giuro sarà più consistente)

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Capitolo 63
*** Conversazione padre e figlia ***


PRIGIONIERA

BELLA:


Prima o poi doveva uscire la sua diversità ma non pensavo che mi lasciasse fare avanti e indietro tra lui e mio padre sull'aereo.
Sì, c'è anche mio padre questa volta.
Si è preso un attimo di pausa per accompagnarmi in Italia ma penso che la ragione principale sia che stavolta vuole essere sicuro che ritorni presto e la scusa sarà che lui deve tornare a lavorare.
Ovviamente Charlie non voleva prendere "quei piccoli cosi". Voleva un aereo bello grande come tutte le persone normali. Quando Edward si è proposto per pagargli il biglietto in prima classe è diventato tutto d'un pezzo.
Orgoglio maschile. Che palla.
Appena abbiamo capito che Charlie non avrebbe mai accettato di farsi pagare il biglietto da Edward ho capito che c'erano solo due possibilità: o Edward stava in mezzo a tutti i comuni mortali oppure si faceva il viaggio in prima classe da solo.
Ho detto da solo?
Sbagliavo.
Il signorino mi ha comprato addirittura due posti sull'aereo. Uno accanto a lui e l'altro vicino a mio padre in seconda classe.
In realtà ne ha preso uno ugualmente in prima classe per Charlie senza che lo sapesse...magari con il tempo avrebbe cambiato idea.
Mi lascio andare sul sedile accanto a Charlie sbuffando.
«Non mi dire che sei diventata ora una riccastra come lui.» sbotta chiudendo il giornale di Forks.
«No. Solo che per colpa tua mi tocca fare avanti e indietro per stare sia con te che con Edward.» gli spiego sistemandomi meglio la maglia ormai stropicciata.
«Potresti restare solo qui.»
Ecco che il bambino che in lui viene fuori nei momenti più sbagliati.
«Papà non voglio lasciarlo da solo.»
Non voglio lasciarlo da solo ma sopratutto non riesco a stargli lontano, poi ho visto benissimo come lo guardavano quelle oche delle hostess.
Devo fargli fare una maglia: "Proprietà di Bella Swan".
Sì sì.
«E poi...hai deciso di passare il resto della tua vita con lui, no? Puoi stare con lui quanto vuoi ma con il tuo povero vecchio? Non ci sarà più spazio nella tua vita per uno come me.» barbotta ed ora capisco.
«Ci sarà sempre posto per te. Sei la persona più importante della mia vita.» cerco di rassicurarlo schioccandogli un bacio sulla guancia.
Non sembra affatto convinto delle mie parole, possibile che non lo capisce?
«Sposerai Edward e tornerai nell'occhio del ciclone. Dovrai stare li perchè la sua vita è li...ti perderò. Sarà già bello se ti ricorderai di farmi gli auguri per Natale.»
Non avevo mai pensato seriamente alla mia vita con Edward.
«Non è vero. Correrò da te appena avrò un minuto libero.» mormoro abbracciandolo anche se è una posizione così scomoda che dopo pochi secondi sciogliamo l'abbraccio.
«Non vuoi proprio venire di la con noi?» gli chiedo sentendomi male al pensiero di lasciarlo qui da solo dopo quello che mi ha detto.
Sorride soddisfatto di sè, «E come potrei? Non c'è posto.»
Stavolta tocca a me sorridere malignamente. «Invece Edward ha prenotato un posto proprio accanto a noi di la in prima classe quindi non hai scusanti...»
Barbotta qualcosa di incomprensibile.
«Non voglio che i due uomini più importanti della mia vita siano in lotta.» mormoro.
Acconsente lasciandosi trascinare come un bambino che non vuole andare dal dottore, incredibile. Ha pure messo il broncio!
Edward è sopreso ma nello stesso tempo compiaciuto nel vedere Charlie in prima classe, «Finalmente ha ceduto.»
Edward sorride contento, Charlie un pò meno.
«Grazie Edward...» sussurra con fatica sedendosi accanto a me che rimango tra i due. Con i nuovi sedili papà si abbandona completamente al sonno anche se bofonchia qualcosa nel sonno che nè io nè Edward riusciamo a capire, ora ho capito da chi ho preso.
Meglio non indagare troppo sui sogni.
«Ma quanti anelli hai messo?» barbotta Edward prendendomi la mano incriminata. Effettivamente l'anello di fidanzamento non svettava sulla mia mano come prima quando solitario aveva il monopolio, adesso avevo un anello sul pollice ad aspirale, sul medio altri tre anelli fini ed infine avevo spostato dall'anulare l'anello di Edward trasferendolo sull'indice.
Tutto per nasconderlo dai paparazzi.
«Mi prometti che quando saremo a casa lo rimetterai al suo posto?» mi chiede baciandolo. È così piacevole sentire le sue labbra...ovunque. Vorrei le sue labbra ovunque.
«Certo. Lo sai che lo faccio solo per...»
«Per i miei. Lo so, lo so.»
Non pensavo che ci tenesse così tanto a vedermi portare quell'anello. Ne è quasi ossessionato, mi sa che non potrò toglierlo mai più, nemmeno per farmi una doccia. Sempre, fino all'eternità...ma dopotutto...non è quello che voglio?
Le restanti tre ore le passiamo praticamente appiccicati controllando ogni cinque minuti che Charlie non si sia svegliato anche se verso l'ultima ora pensiamo che abbia solo fatto finta per evitare imbarazzanti conversazioni.
Nonostante faccia il duro penso che Edward lo metta leggermente in soggezione.
Non sa cosa dirgli dopo che gli ha dichiarato apertamente guerra.
Controllo nuovamente il mio anello prima di scendere, mi sento leggermente in ansia. So benissimo che quando scenderemo da questo aereo verremo bombardati dai flash e il fatto che Charlie sia ora qui con noi non aiuta molto a far tacere le voci su di noi.
"Cenerentola porta il padre in Italia".
Mi immagino già i titoli del giornale.
Visto che Charlie è qui vicino quindi manteniamo la solita distanza di sicurezza per non far morire Charlie di crepa cuore.
«Jasper è venuto a prenderci. Non vedeva l'ora di stare lontano da Rosalie...» spiega Edward tirando giù il bagaglio a mano di Charlie. Ovviamente non ha voluto imbarcarlo per paura che gli potessero perdere la valigia.
Io ho viaggiato leggera visto che in Italia ho lasciato la mia per andare subito dalla Francia in America per dirgli a mio padre della proposta di Edward...poi Alice avrà fatto incetta di vestiti per me.
«Rosalie è tua sorella?»
Ha. Parlato.
Non ci posso credere! Finalmente!
«Ehm, no. Rosalie è la fidanzata di mio fratello.»
«E Jasper? Chi è?»
Ecco che il detective che è in lui esce fuori.
«Il fratello di Rosalie e fidanzato di mia sorella.»
Muove i baffi da destra a sinistra.
Esattamente come mi aspettavo tutti i giornalisti ci bombardano di domande e flash molto potenti.

Per fortuna Edward riesce a recuperare Charlie che ci aveva persi durante la "fuga", per lui questo è nuovo e dalla sua faccia capisco che sta rivivendo i momenti in cui ci perseguitavano a Forks.
Jasper ci aspetta trepidante sul suv nero con i finestrini oscurati. Quasi mi schioccia pur di presentarsi prontamente a mio padre tendendogli la mano.
«Come sta Rose?» gli chiedo appena si è rilassato.
«Ha fatto fuori una guardia...»
«COSA?»

Ed ecco che ho portato Bella in Italia...e Charlie. ^_^
Ora ho pochissimo tempo quindi scappo. So che ormai mi odiate per questo...ma ragazze. HO UN ESAME DI DIRITTO COSTITUZIONALE MARTEDI'!!! Vero che mi capite?
Vi lascio qui i miei contatti e le altre mie storie:


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Bacioni

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Capitolo 64
*** 3 Moments ***


PRIGIONIERA

EMMETT:


«Hai chiamato Charlotte?»
«Sì.»
«Hai fatto la borsa per ogni evenienza?»
«Sì.» barbotto esasperato.
«Sei andato a comprarmi il gelato al pistacchio?»
«Ho mandato Felix...»
«Ma lui sa che voglio quello del Corradini?»
«Mi sono premurato di ricordarglielo 50 volte...»
Mette il broncio, ottimo. «Dovevi farlo almeno 100 volte.»
«Vero che entrerai dentro con me?»
«Certo.» la rassicuro baciandola sulla testa.
«Farai ancora l'amore con me, dopo?»
Che sciocchina. «Certo amore mio.»
«Mi trovi ancora attraente?»
«Sei la donna più bella del mondo.»
Sorride ma vedo dai suoi occhi che non è ancora del tutto soddisfatta.
«Hai detto a Santiago che voglio tornare in forma in almeno due mesi?» richiede per l'ennesima volta.
Più la scadenza è vicina e più inizia a sclerare.
Non faccio nemmeno in tempo a prendere il cellulare che si mette immediatamente a piangere.
«TU NON MI VUUUOOOOIIIIII PPIIIIIIUUUUUUUUUUUUUUUU!!»
Oddio!
Cosa. Ho. Fatto.??
Mi siedo sul letto accanto a lei abbracciandola. Non vedo l'ora che Robertino esca fuori...questi momenti di crisi pura proprio non so gestirli.
«Amore, io ti vorrò sempre.» le sussurro all'orecchio per poi baciarle la scapola.
«Anche se peso 160 chili?»
«Tesoro tu non pesi 180 chili e poi mi piaceresti...»
«HAI DETTO 180 CHILIIIIII!!» urla piangendo in contemporanea. Ma come si fa?
«SOONNOOOO ENOOOORMMEEEEEEEE»
Oddio.
«Non sei enorme...stai solo portando dentro di te il frutto del nostro amore. Il nostro bambino.» mormoro cercando di calmarla ed infatti riesco nel mio intento.
Le lacrime non scendono più e la sua voce non raggiunge ottave elevate. Ottimo.
«Starai...starai con me? Con me per sempre?» mi chiede strofinando il suo nasino sulla mia gola, automaticamente la stringo ancora di più ma nello stesso tempo le accarezzo la pancia.
In quell'esatto momento, Robertino scalcia...


BELLA:


«Smettila!» bisbiglio all'ennesima palpata da parte di Edward.
Esme e Carlisle hanno dato immediatamente il benvenuto a mio padre e gli stanno mostrando tutta l'ala dedicata alla famiglia: stanze (tra cui quella in cui dormirà in questi giorni), salotti, libreria...
Sono rimasta piacevolmente sorpresa di constatare la padronanza della lingua dei due. Inglese perfetto.
Non si direbbe nemmeno che sono italiani.
«Bella mi ha detto che sei un pescatore incallito. Domani faremo una battuta di pesca, sei dei nostri?» chiede Carlisle a Charlie che immediatamente spalanca gli occhi soddisfatto.
«Certo.»
Come comprare mio padre. Dovevo suggerlo ad Edward.
Edward fa scendere ancora la mano sui miei glutei ma stavolta lo blocco prima che la palpata abbia inizio. «Scemo.» lo rimprovero seguendo gli altri che si sono spostati nel corridoio principale.
Sento Edward sghignazzare dietro. Mi volto per fargli la linguaccia ma è troppo impegnato a scrivere qualcosa sul suo cellulare.
«Possiamo spostarci in giardino ora...» dice Esme indicando la porta a vetri ma appena mi avvicino a lei vengo travolta da un uragano chiamato Alice.
«BELLA! BELLA! BELLA! Devi assolutamente venire con me!»
Anche Charlie si volta spaventato dalla bomba Alice che sta saltellando con le mie mani tra le sue da circa cinque minuti...e non si stanca!
Esme le lancia un'occhiataccia ma viene subito spiazzata dalla risata di Charlie che lascia interdetta perfino me. Da Mr Barbottone proprio non me l'aspettavo.
«Dai Bella...vai. Il tuo vecchio se la può cavare anche da solo.»
Alice esulta vittoriosa trascinandomi via.
«Che cosa...»
Non faccio in tempo a finire la frase che subito da la mia mano (per cui mi aveva trascinato per tutto il corridoio) ad Edward. «Non ci posso credere...» mormoro allibita.
Alice cambia espressione dopo nemmeno un secondo diventando a dir poco felina.
«Edward? Le chiavi...»
Guardo Ed che sfoggia il suo bel sorriso sghembo mentre dalla tasca estrae le chiavi di una macchina. Alice saltella prendendole al volo.
«Se ti riavvicini alla mia Porche ti uccido con le mie stesse mani.» ringhia il piccolo folletto correndo via dalla parte opposta del corridoio probabilmente per andare in garage.
Rimango sconvolta.
Non posso credere a quello che ha fatto.
«Hai ricattato Alice?» gli chiedo ma non mi serve una risposta visto che il suo sorriso si allarga sempre di più. «Noooo»
Annuisce ripetutamente baciandomi le labbra.
«Non sopportavo più di star lontano da te.» sussurra abbracciandomi e sollevandomi.
«Ma sei mi stavi palpeggiando da dieci minuti!»
Sghignazza mentre rotea su se stesso e così anch'io.
La sua bocca si posa sul mio collo baciandolo mentre una sua mano si è già fatta strada sotto la mia maglietta fino ad arrivare al ferretto del reggiseno. «Eddy...fai il bravo.» sussurro ma è come se non mi sentisse nemmeno. Non voglio rifiutarlo perchè dio sa quanto ho voglia di stare con lui ma siamo in mezzo ad un corridoio! Ci potrebbe vedere chiunque...e ora perfino mio padre.
«Ti desidero troppo...» mormora roco sulla mia pelle delinenando con il naso il mio profilo.
Mi guardo intorno cercando di orientarmi, due mesi sono troppi passati lontano da questo posto...«La mia stanza è qui a due passi...» sussurra ridendo sulla mia guancia. Colta in fallo! Ha capito subito cosa volevo fare...
Chiudiamo la porta con un tonfo ed in fretta cerchiamo di chiuderla a chiave. Non sia mai che ci trovino in fallo...
Edward ha reiniziato esattamente da dove mi aveva lasciato. La sua mano fredda sulla mia pelle provocava i brividi su tutto il corpo.
Il suo corpo aderisce perfettamente al mio che si modella a suo piacimento.
Un gemito incontrollato sfugge dalle mie labbra appena sento le sue dita insinuarsi nei miei jeans fino a toccarmi la dove sono più sensibile mentre le sue labbra corrono dal mio collo fino all'incavo dei seni.
Sbottono velocemente la sua camicia maledicendo più volte ogni singolo bottone. Possibile che devo essere imbranata anche in questo?
Lo spingo verso il letto dove si lascia cadere sulle morbide coperte dorate.
Vago con le mani sul suo petto nudo sentendolo trattenere il respiro appena le mie dita iniziano a giocare con l'elastico dei suoi boxer. Sfilo la mia maglietta per sentire la sua pelle il più possibile al contatto con la mia mentre lui si sbottona i jeans diventati visibilmente troppo stretti per contenere la sua erezione.
Edward mi prende per i fianchi trascinandomi sotto il suo corpo acarrezandomi fino a sfiorare il lato del seno. Impazzisco dal desiderio e il fuoco inizia ad invadere ogni singola fibra del mio corpo...insinuo la mano tra di noi sfiorando la sua erezione.
Mi guarda adorante...in un modo così passionale...


ALICE:


Jasper sembra impazzito appena entra in garage.
«Mia...oddio...aiuto...mia sorella...Rose.»
«Jazz, calmati! Cosa è successo a...»
Rimango spiazzata appena vedo Rose venir trasportata in braccio da Emmet dentro il garage. «Prendi la mia prima macchina! Mio figlio sta per nascere!»
Guardo la prima macchina disponibile vedendo con dispiacere che la mia è la prima che può uscire indisturbata, mi vien da piangere. «Alice!»
Mi riscuoto dal momento di puro terrore infilando le chiavi nella toppa della macchina mettendo in moto, in meno di un secondo Rosalie è dolorante accanto a me.
«Vai tu. Ci metterai di meno...noi vi seguiamo a ruota.» sbiaschica Emmett che è il più agitato di tutti anche se non lo da a vedere.
«CHIAAAMATTEEEEEEEE BELLLAAAAAAA» urla Rose all'interno del veicolo.
Aziono il comando di apertura e appena posso sfreccio fuori dal garage con una Rosalie urlante al mio fianco.
Guardo dietro nello specchietto vedendo Jazz in moto che ci sta già seguendo. Emmet probabilmente prenderà di peso Bella per trascinarla all'ospedale.
«Vedi di tenere ben chiuse quelle gambe! Non voglio che il mio nipotino nasca sulla mia macchina!»
Perchè la mia piccola porsche?
Perchè?
Edward me la pagherà anche per questo.

Ed ecco i tre momenti....
Emmet, Bella e Alice. Piaciuto?
Se state già facendo i conti sui mesi per la nascita dico già che sono in regola...allora mettiamo due mesi che erano tutti la in america + 4 mesi di assenza di Edward (tutti in Italia) + 2 mesi dove Edward e Bella sono in America....beh diciamo che è un attimino prematuro! =P


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Al prossimo capitolo!

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Capitolo 65
*** Robet McCarty Cullen ***


PRIGIONIERA

JASPER:

Dovevo arruolarmi quando Carlisle me ne ha dato l'opportunità così adesso non avrei una mano stritolata ormai priva di sangue. Guardo Emmett davanti a me che si lascia stritolare la mano dall'altra parte del letto sconvolto come non l'ho mai visto prima.
Sembra quasi che Rose lo stia accarezzando. Non una smorfia di dolore!
«Io...oddio...Bellina tu con Eddy...io...io non sono sicuro di riuscire a dimenticare quello che ho visto. Bellina tu...» balbetta Em che a quanto pare è più sconvolto per quello che ha visto nella stanza di Edward che per la nascita di suo figlio.
Bella se è possibile arrosisce fino alle punte dei capelli per quanto è in imbarazzo.
Edward che è rimasto appoggiato per tutto il tempo alla finestra godendosi un pò di sole si avvicina dandogli uno scappellotto sulla testa, «Ti pagheremo un analista, ok?»
«No. No. Bellina era innocente. Tu l'hai traviata!»
Dopo questo si becca un altro scappellotto ma stavolta da Bella.
«Emmett non parlare visto che mia sorella ora è qui.»
In tutta risposta sghignazza ma non posso godermi il momento visto che mia sorella ha deciso di farmi amputare la mano per mancanza di sangue. Ormai è nera.
«Dov'è mamma?» piagnucola Rose dopo l'ennesima contrazione.
«Stanno arrivando, stai tranquilla.» la rassicuro accarezzandole la guancia.
«Chiamali...di nuovo.»
«Cambio?!» chiedo guardandomi intorno. Edward distoglie immediatamente lo sguardo ma riesco a cogliere sia Alice che Bella in fallo. «Ho appena fatto la manicure!»
Bella con le lacrime agli occhi si avvicina tendendo a Rose la mano che afferra subito.
«Non ti faccio male...vero Bella?»
La povera dissente con la testa per trattenersi dall'urlare dal dolore.
«Torna subito...ti prego.» bisbiglia e non posso fare a meno di ridere. Meglio uscire fuori di qui e chiamarli.
Non faccio nemmeno in tempo a comporre il numero che li vedo correre nel corridoio.
«Come sta?» domanda tutta trafelata mamma ma come al solito non mi sta nemmeno a sentire e cerca di entrare nella stanza proprio mentre l'ostetrica spinge fuori Edward dalla camera e nello stesso tempo blocca mio padre.
«Datele un pò di privacy.» ci rimprovera la donna lasciandoci fuori interdetti.
«Ma perchè Emmett sì?» chiede Edward con la faccia da pesce lesso. Stavolta sono io a dargli uno scappellotto dietro la nuca.
«Idiota è suo marito!»
«E tu sei suo fratello!»
«Ma io non la voglio vedere mezza nuda sopratutto la!»
Rabbrividiamo nello stesso istante al solo pensiero.
No, grazie. Sto bene qui.
Alice più pallida del solito fa capolino solo con la testa nel corridoio, «Edward, Bella è svenuta puoi venire a prenderla?»
Immediatamente Ed scatta dentro la stanza per recuperarla ma io me ne guardo bene da mettere anche solo la testa.
Non ci penso minimamente.
Pochi secondi dopo con un urlo disumano esce fuori Ed con Bella in braccio priva di sensi.
«Mi sa che non regge molto bene la vista del sangue.» commenta Ed baciandole la fronte.
«Direi proprio di no.»
Povera Bellina.
«Grazie Bells. Mi hai salvato.» mormoro togliendole una ciocca di capelli dalla fronte.
Ed si siede su una sedia con Bella in braccio mentre cerca di farla riprendere poi, finalmente... il pianto.


EMMETT:

In questo momento capisco il motivo di ogni mio singolo respiro; tutto mi ha portato a lui: Robert. Il mio bambino.
Non c'è bambino più bello. Ha preso tutto da sua madre e potrebbe benissimo rientrare in una delle meraviglie del Mondo.
Semplicemente stupendo.
Non pensavo di amare così tanto una persona, mi sembrava umanamente impossibile anche se Esme continuava a dirmi che avrei capito appena avessi visto mio figlio.
Il mio primogenito.
«Robert McCarty Cullen.» sussurro.
Rosalie esausta si lascia andare sul cuscino mentre Rob si accuccia sul petto di Rose.
«Siete bellissimi.»
Mi siedo sul bordo del letto mentre Rose fa scivolare tra le mie braccia il nostro bambino. Non pesa niente e sembra ancora più fragile tra le mie grosse, enormi braccia.
Cosa c'è di più bello nell'universo? La risposta risulta ovvia: niente.
Assolutamente non c'è niente più bello al Mondo di lui.
«Direi proprio che il merito non è soltanto mio.» bisbiglia baciando la testolina di Rob.
«E' un Cullen. È naturale che sia bellissimo.» mormora Alice avvicinandosi per la prima volta a Robert che ora dorme placidamente tra le mie braccia.
Esme, Carlisle, Jasper con i suoi genitori entrano nella stanza con un sorriso a trentadue denti. «Tesoro!» la mamma di Rose si butta praticamente sul letto facendoci sobbalzare mentre i miei genitori vengono a vedere per la prima volta Robert.
«Ehy sorellina...bel lavoro.»
Rose si guarda in giro, «Edward e Bella?»
«Bella è ancora svenuta.» le ricordo.
Ridacchia. «No, sono qui.» sbiascica una Bellina più bianca che mai, il che dice tutto visto che è mezza albina.
Aiutata da Edward che la sorregge viene a vedere anche lei Robertino. «Oddio guarda cosa formano le manine!!» esulta riprendendosi subito.
Con nostra grande sorpresa ci accorgiamo che le sue manine formano esattamente un cuore, Rose non può evitare di farsi scappare una lacrimuccia che mi appresto subito ad asciugare.

«Ora dobbiamo portarlo via per un attimo e vestirlo. Ve lo riporteremo subito.» c'informa l'infermiera che deve superare l'intero esercito di Cullen e Hale per avvicinarsi.
Se è possibile quelli che ci rimangono più male sono proprio i nostri genitori che con sguardo deluso guardano portare via la loro prima nipotina.
«Rose...hai fatto un bellissimo lavoro.» bisbiglia Emmet baciandole i capelli.



ROSALIE:

L'orario delle visite è finito già da un pezzo e con la forza ho obbligato Emmett a tornare a casa per dormire e rilassarsi un attimo. Io sto bene, Robert sta bene.
«Vuole vedere il bambino signora Cullen?»
L'infermiera mi aiuta a mettermi sulla carrozzella e mi guida fino alla nursery.
«E' diventato la star tra le infermiere. È veramente il più bel bambino che abbiamo qui.»
Non posso fare a meno di gongolare.
La stanza è poco illuminata ma non posso fare a meno di scorgere una donna seduta sulla poltroncina nella poltroncina a dondolo in un angolo della nursery.
«Pensavi veramente che sarei mancata alla nascita di Robert?»
Non ho dubitato nemmeno un secondo che sarebbe mancata, è successo tutto così di fretta che è normale che sia stata rallentata per arrivare fin qui.
«Noto con piacere che riesci ancora a sviare tutti i regolamenti possibili.»
Mi guarda con in braccio Rob. «Ehy! Posso vantare ancora il titolo di una Cullen anche se non sono più Regina!»
Robert mugugna così allunga le braccia permettendomi di prenderlo.
«Era una bellissima immagine...» mormoro cercando di non svegliarlo.
Nonna Angela mi da un bacio sulla guancia stringendomi a lei. «Grazie per avermi fatto diventare bisnonna così presto...quasi non ci speravo più di vedere un altro bambino.»
Robert si sveglia aprendo leggermente gli occhi.
«Un bellissimo Cullen.» sussurra Angela accarezzandogli le guanciotte.
«Grazie.» sussurro non riuscendo a distogliere gli occhi da mio figlio.
«Ti voglio bene Rose...e anche a te piccolo Rob.»
Nonna Angela ci lascia da soli nella semi oscurità della stanza.
«Siamo rimasti solo noi due ora...» gli sussurro dandogli un bacio e per tutta risposta ottengo una piccola risatina che riempie il mio cuore di gioia.
«Robert McCarty Cullen...»
E' quasi incredibile averlo qui tra le mie braccia in questo momento.

CIAOOOOOOOOO!
Ho pochissimo tempo visto che domani mi aspetta una levataccia! U.U povera me!
Cmq spero che questo capitolo vi abbia fatto ridere, emozionare e magari (se mi va bene) anche qualche lacrimuccia. Bah!
Mi raccomando lasciatemi un commentino!
Vi lascio nuovamente i miei contatti e dove mi potete trovare:

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Capitolo 66
*** Assedio... ***


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Capitolo dedicato ad Alessandra G. per il suo sostegno in un momento così delicato....ahahah

ALICE:

«AAAAA-AIUTO! AIUTO!»
Mi precipito in salotto da dove sembra provenire la voce di Em. Appena apro la porta lo ritrovo in piedi sul divano saltellante con una mano in bocca e l'altra che indica ossessivamente un punto indistinto alla mia destra.
Di scatto mi allontano rendendomi poi conto che sta semplicemente indicando il camino.
«Che succede?» gli chiedo non notando assolutamente nulla.
La fiamma è spenta e non c'è nessuno vicino al camino.
«C'è un'ape!» urla stordendomi.
Dopo un primo momento di smarrimento mi riprendo subito, «Un'ape?»
Non credo di aver capito bene.
Ricapitoliamo: Em è in piedi sul divano terrorizzato come non mai per...un'ape??
Continua ad annuire mentre non smette di spostarsi da una parte all'altra.
«È dentro il camino! È dentro il camino! È dentro il camino!È dentro il camino!»
Lo guardo con gli occhi di fuori, «Stai scherzando, vero?»
Em non risponde ma si limita a guardarmi impaurito.
«Sei un omone grande e grosso e hai paura di una cosina così?»
«Una cosina? È ENORME!!»
Mi avvicino al camino osservando attentamente al suo interno.
«Non è un'ape...ha il vitino troppo stretto. È una vespa.» commento osservandola volare da una parte all'altra da dietro il vetro di protezione.
«Uccidila! Uccidila! Uccidila!» continua a ripetere saltellando sul divano.
Non ci posso credere.
«Aspetta che prendo qualcosa per aprire.»
«APRIRE!?! ma sei impazzita?» urla.
Lo ignoro e cerco una qualche rivista con cui schiacciarla.
«Muoviti o chiamerà le altre!»
«Le altre?»
«Sì! Non senti quel rumore...sta chiamando le altre.»
Questo è troppo. Scoppio a ridergli in faccia totalmente incapace di trattenermi.
«Non sto scherzando...poi si riempirà il camino di quelle bestiacce!»
Per fortuna Jasper entra proprio in quel momento perchè non riuscirei a farlo in questo momento.
«Ti prego uccidi quella vespa!» gli dico sghignazzando. Jazz prende il giornale dalle mie mani e aprendo lo sportellino inizia a cercare di uccidere la vespa che cerca di scappare da morta certa. Emmett dal canto suo continua a gridare da quando Jazz ha aperto lo sportellino del camino.
«Fatto.» mormora Jazz guardando male mio fratello.
Lentamente Emm scende dal divano guardandosi intorno come se temesse che un'altra vespa spuntasse da un momento all'altro.«Ehm, vi ricordate che dovete andare a prendere Rose all'ospedale? Esce oggi...» mormora Jazz buttando la rivista nel cestino.
Emmet scatta sull'attenti.
«Ma se mentre usciamo ci sono le sue amichette fuori ad aspettarci?»
Stiamo veramente rasentando la follia.
«Stai dicendo che pensi che ora c'è uno sciame di vespe che ti stanno aspettando fuori per vendicarsi della morte di quella vespa?»
Annuisce ripetutamente tenendo gli occhi spalancati.
«Sei ridicolo Emm.»



EDWARD:

«Dov'è Em?» chiede Rosalie prendendo Rob tra le braccia.
«Ti garantisco che non lo vuoi sapere.»
Le prendo il borsone e solo adesso noto il completino del piccolo. «Rosa?»
«Fino all'ultimo suo padre ha sperato che fosse una bambina.» sospira sistemandolo meglio tra le sue braccia.
«Tipico...»
«Quando tornerete a casa?»
«Domani. Restiamo per questa notte per non traumatizzare troppo il piccolo e domani mattina appena si sveglia gli diamo il benvenuto nella sua nuova casa.» mormora Rose per evitare di svegliarlo.
Emmett aveva comprato circa un mese fa una casa in campagna distante circa una mezz'oretta da Volterra. Un luogo salutare in cui crescere; Alice ha lavorato per tantissimo tempo sulla stanzetta per Robert. Non ho ancora visto il risultato ma immagino che a quel bambino non gli mancherà niente...non gli mancherà mai niente.
«Speriamo solo che non ci siano troppi paparazzi fuori.» Bella è così ingenua. Non le ho detto niente ma ho già visto due fotografi fuori pronti all'azione; non può veramente pensare che si lascino scappare la prima foto di Rosalie ed Emmett.
«Rose, ascoltami. Sicuramente saranno la fuori ad aspettarci. Dagli un buono scatto e ci lasceranno stare.»
Annuisce e per fortuna è disposta a darmi retta.
Usciamo prima io e Bella per permettermi di parlare prima con i fotografi.
«Ragazzi calmatevi.»
Tengo per la vita Bella in modo tale da non dividerci.
«Come sta Rosalie?»
«È un maschio o una femminuccia?»
«Dov'è tuo fratello?»
«Vi siete fidanzati?»
«Bella sei incinta?»
Bella si volta verso la porta a vetri dove presumiamo che sia rimasta ancora Rosalie e con un gesto secco della mano riesco a zittirli anche se i flash non smettono.
«Adesso Rose uscirà con il bambino. Staremo qui solo per due minuti poi vi prego di lasciarci stare in modo da riportare tranquillamente il bambino a casa.» dico esigendo un pò di rispetto. Capisco che è il loro mestiere ma Robert è ancora un bambino e come tale deve avere la privacy che ogni bambino dovrebbe avere a quell'età.
Faccio un gesto e prontamente le porte automatiche si aprono rivelando la figura di Rose che si avvicina lentamente e per la prima volta la vedo insicura.
Mi precipito da lei dandole man forte.
«Come si chiama?» urla una qualche voce in mezzo a loro.
«Robert.» bisbiglia Rosalie. Come promesso restiamo per due minuti permettendo a tutti di scattare la foto "perfetta" prima di salire sulla macchina
«Davvero...dov'è Em?» chiede una volta sistemato perbene Robert sul sedile posteriore accanto a lei. Bella mi guarda cercando di trattenersi dal ridere.
«Assediato da un gruppo di vespe inesistenti.» le spiego guardando la sua espressione accigliata dallo specchietto retrovisore.
«Ok, mi dovevo fidare quando mi hai detto che non lo volevo sapere. Touchè. Colpa mia.»


Ok.
Una precisazione...avete presente il POV di Alice? vi starete chiedendo...anzi...avrete avuto questa faccia O.O, beh ragazze comunque è una cosa che più o meno è successa veramente ieri sera mentre ero al telefono con Alessandra G. (non mi ricordo il nick tesoro!!)
C'era una mega vespa dentro il mio camino e più o meno diciamo che le cose e le battute sono state quelle...però nella mia non è finita nello stesso modo. La vespa è ancora lì, non la vedo ma ne percepisco la presenza! so che è ancora lì...
Cmq poi c'è stata una discussione a cui hanno partecipato anche le sue coinquiline...praticamente la maledetta vespaccia continuava a fare bzz-bzz e secondo me (come Emmett, sì Emmett mi interpretava) stava chiamando le altre per essere aiutata. Ora la domanda è questa....secondo voi è possibile??
O per facilitare le cose...a chi credete? Ad Emmett o Alice?
Ok, ora la smetto di sparare minchiate su minchiate. XD
Piaciuto il capitolo anche se è di transizione?
(non è proprio corretto dire ke è di transizione visto che è un capitolo-vendetta perchè Alessandra non mi credeva e visto che il suo mito è Emmet mi sono vendicata facendoli fare la mia parte!! muahaha te l'avevo detto che l'avrei fatto!!! ahahaha)
Ora vado seriamente, mi raccomando lasciatemi un commentino e aiutatemi a vincere!!

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Capitolo 67
*** Sparisce in un secondo ***


PRIGIONIERA

CIAO RAGAZZE!! lo so avete aspettato a lungo questo capitolo quindi faccio solo una precisazione. Il luogo descritto sarebbe Montepulciano (come conformazione del paese) ma Volterra vi garantisco che è in piano...io dopo aver visitato Montepulciano mi immaginavo una cosa ripidissima invece sono rimasta allibita. Neanche una salita! bah...Cmq...eccovi il capitolo.
Bacioni

BELLA:


Mi giro infastidita da un raggio di sole.
«Uhm»
Apro gli occhi trovando gli occhi di Edward sonnecchiante. «Uhm.» gli rispondo di rimando facendolo sorridere.
«Non possiamo andare avanti così...ho bisogno almeno di otto ore di sonno.»
«Bugiardo.» replico immediatamente mettendomi su un fianco per vederlo meglio.
«Ehy! Non sono un bugiardo!»
Alzo un sopracciglio e spero che si ricordi tanto quante cose ha "omesso" quando ci siamo conosciuti a Forks; infatti dopo pochi secondi si rende conto della gaffe dandomi un pizzicotto per distrarmi.
Lo scanso ridendo.

«Peccato che sei così stanco...avevo in mente una cosuccia.» mormoro strusciandomi su di lui languidamente accarezzandogli il petto.
«Non è che sono così tanto stanco in realtà...» sussurra nel mio orecchio scendendo giù fino ad afferrare i mie glutei.
«Ah no?» gli bacio l'angolo delle labbra mentre lui scostando una ciocca di capelli mi bacia appena dietro l'orecchio sinistro.
«Mai stato meglio...»
Alice entra dentro come un furia saltellando sul letto come una bambina.
«Ma perchè non chiudo mai la porta!» si lamenta Eddy coprendosi la faccia con le mani incredulo almeno quanto me. Indossa una vistosa maglietta bianca con la faccia di una Barbie e sotto fa bella vista una scritta: "Don't hate me because I'm beautiful", ovvero non odiarmi perchè sono bellissima. Veramente adatta.


«Che cosa vuoi folletto malefico?» urla Edward facendola cadere rovinosamente su di noi. Mossa alquanto sbagliata visto che nella caduta mette le mani avanti uccidendomi praticamente lo stomaco.
«Rose. Vuole assolutamente iniziare a fare jogging per riprendere la sua forma fisica o potrebbe anche sclerare...» spiega Alice rimettendosi in piedi per scendere dal letto.
«Nuooo dai...rimani qui con me.» bisbiglia Edward attirandomi verso di lui.
Gli sorrido, «Con tutti i manicaretti che mangio qui avrò messo sicuramente su qualche chilo.»
«Direi due.» conclude Alice squadrandomi.
«COOOOSA?» urlo facendola cadere nuovamente sul letto.
Mi alzo velocemente prendendo la prima tuta che trovo nell'armadio. «Ti sta prendendo in giro Bella! Non è affatto vero!»
Mi siedo sul letto solo il tempo necessario per infilarmi le scarpe da ginnastica.
Edward sbuffando si risdraia sul letto.
«Posso venire anche io?» chiede ma si capisce che non ne ha la più che ben minima intenzione, sopratutto perchè non l'ho mai visto fare sport da quando lo conosco.
«No, la famiglia ti vuole parlare...»
Alice lo dice in un modo che non riesco a comprendere a fondo, nonostante tutti i giorni passati sono riuscita ad imparare veramente poco, avrei dovuto sforzarmi di più ma tutti loro sanno così bene l'inglese che a volte mi dimentico persino che in realtà la loro lingua madre è questa difficilissima lingua.
«Emmet è di la che ci aspetta...Rosalie mi sembra che sia già pronta.» esulta Alice avvicinandosi alla porta.
«Com'è che Emmet può venire con voi e io no? Ma devo andare da solo?» chiede Ed che adesso inizia ad essere leggermente agitato.
«Emmet ha voluto Lily quindi la deve portare fuori a spasso e già che c'è viene con noi a fare jogging...poi mica può lasciare da sola la sua Rose.» spiega Alice facendo roteare la bottiglia d'acqua da una mano all'altra.
Tira le coperte fin sopra la testa mormorando qualcosa che nessuna di noi riesce ad afferrare. Dando un'ultima occhiata al letto dove si trova ancora Edward sotterrato esco dalla stanza seguendo Alice per i corridoi finchè non arriviamo fuori in giardino dove trovo Rose con una divisa di baseball con uno spesso piumino blu.
«Almeno i paparazzi non potranno focalizzarsi sulla mia pancia.» mi spiega subito Rose notando il mio sguardo perplesso.
«Suderai da matti!» replico non immaginando come dev'esse correre con tutta quella roba addosso, non ha neppure raccolto i capelli!

«E poi non hai preso tanto peso durante la gravidanza. Sei stata eccessivamente maniacale! Quasi non si nota!» replica Alice trafficando con l'ipod.
«E per questo verrai odiata da tutte le donne del mondo...» aggiungo pensando ai probabili titoli sul giornale. Io non direi mai che ha avuto un bambino solo due giorni fa.
La jeep nera si affianca.
«Non c'è miglior posto che il centro di Volterra...salite su salite.» ridacchia Alice sedendosi dietro, pochi secondi dopo vediamo Emmett arrivare con Lily al seguito che si siede nel bagagliaio.
Ci lasciano vicino ad un giardinetto sotto le mura delle città dove iniziamo a fare un breve riscaldamento per prepararci al peggio. Lily invece inizia ad andare ad annussare dappertutto e a giocare con alcuni ragazzi che stanno passando in quel momento.
«Che giro facciamo?» chiedo iniziando a tremare quando vedo la salita per arrivare solo alla porta del paese.
«Tu segui me...» sghignazza Emmett mettendo Lily al guinzaglio evitando così di fermarsi ogni due per tre preso dalla frenesia di essere uscito da casa.
«Non fidarti. Va velocissimo.»
Alice si mette l'i-pod nelle orecchie mentre io e Rose decidiamo di rimanere da sole con i nostri pensieri, non riuscirei assolutamente a parlare e a correre in salita.
Ma siamo matti?
L'ultima corsa che ho fatto risale a più di sei mesi fa insieme a Rose!
«Non ci provare nemmeno!»
Mi volto verso Rose che sta indicando Emmet che si appresta a togliersi la cannottiera bianca porgendola alla guardia che apre la macchina per metterla sul sedile posteriore.
«Teso poi sudo e mi fa schifo fare il viaggio con quella roba mezza bagnata.» replica immediatamente mettendosi una cuffietta.

«Ma ti vedranno tutti!» si lamenta Rosalie che sembra quasi sull'orlo di una crisi di pianto. Forse non le sono ancora passate le crisi...
«Almeno vedranno che roba che ti porti a letto!» sghignazza Emmett beccandosi una sberla sulla testa da sua sorella che l'ha sentito nonostante le cuffie.
Mi preparo psicologicamente alla faticaccia chiedendomi il motivo per cui non sono rimasta a letto con Edward, quello sì che è un bel modo per far fuori le calorie...ma questo è anche quello più veloce. Prendo un bel respiro profondo ed inizio a seguire Rosalie e Alice che mi precedono. Emmet rimane al mio fianco per un pò visto che Lily continua a volermi saltellare addosso ma presto anche lui aumenta il passo e prende una via traversa andando ancora di più sul ripido. Io e Alice siamo le uniche senza un berretto o una cuffia e per questo veniamo (è meglio dire che viene) riconosciute più facilmente attirando alcuni sguardi.
Il sole è già alto nel cielo tanto da incominciare a farmi detestare il mio corpo che è così fiacco da non riuscire a sostenere una corsa. So che non sono nel pieno della forma ma pensavo di essere almeno in grado di partire dal fondo e arrivare in cima senza particolari sforzi, siamo a metà strada e sono già con il fiatone, lingua di fuori a penzoloni e un mezzo crampo che sta per sfogarsi sul mio polpaccio sinistro.
Rimango indietro rispetto ad Alice e Rose di almeno cinque metri. Non posso farci niente, questo è il massimo che posso dare.
Guardandole fanno sembrare tutto così facile.
Improvvisamente vengo accecata da un flash...
paparazzo....
Non è solo la corsa che fanno sembrare così facile. Dopo un paio di scatti mi lasciano perdere per concentrarsi su loro due, sopratutto su Rose visto che ha appena avuto Rob.
Posso veramente vivere con i paparazzi?
Essere sempre sui giornali...criticata in ogni singolo aspetto; sia dal punto di vista fisico che dal punto di vista umano. Ogni mia scelta verrà messa sotto la lente d'ingrandimento.
Finalmente inizio a scorgere lo spiazzo/ piazza che da termine alla mia corsa. In mezzo c'è una bellissima fontana su cui mi vado a sedere per riprendere fiato.
«Sto. Morendo.» dico con fatica mentre Rose continua a correre sul posto e Alice beve dalla sua bottiglietta.
«Dimmi che non c'è un'altra salita o svengo sul posto.»
Non so se sono i miei occhioni da cucciola o se è la pura e semplice verità comunque sta di fatto che mi dicono che non ne esistono più. Siamo arrivate in cima.
Poco dopo scorgiamo anche Emmett con Lily che è abbastanza sulle sue e diciamo aggressiva con i paparazzi, non mi sorprenderei se l'avessero addestrata a riconoscerli anche se è un pensiero un pò bizzarro ma ho capito che i Cullen possono fare di tutto.
«E adesso che ci siamo ritrovati possiamo scendere...» propone Alice.
Alla sola idea di rimettermi in piedi e di correre mi viene male, «Non potremmo...ehm...camminare?»
Scoppiano tutti e tre a ridere. «Se ci riesci!»
Emmett mi rimette in piedi spronandomi per scendere insieme a loro. M'impongo di non correre ma di camminare semplicemente ma purtroppo è quasi più faticoso che correre così sotto lo sguardo attento di Emm inizio a correre raggiungendo Alice e Rose.
«È il modo più semplice per scendere senza fatica...»
Effettivamente è meno faticoso ma vista la pendenza la corsa è molto veloce ed imbranata come sono io ho rischiato almeno cinque volte di inciampare nei miei stessi piedi.
«Ho bisogno di bere...sto morendo.» mormoro.
«La mia l'ho bevuta tutta. Aspetta qui c'è un bar...ti do i soldi.»
Alice mi allunga un paio di monete e con un ultimo sprint entro nel bar come una saetta.
«Una bottiglietta d'acqua.» dico cercando di avere un italiano convincente.
Mentre la donna mi serve osservo le monete nella mia mano. «Non ci posso credere...» mormoro rigirandole tra le mie mani.
«Ma sono valide?» chiedo più a me stessa che alla barista che mi guarda come se fossi un'interdetta. Per fortuna è una delle poche persone che non legge giornali scandalistici sennò saprebbe chi sono.
Su un lato della moneta fa bella vista di sè il volto di Edward.

È tutto così assurdo.
Tornando a casa non posso fare a meno di sentirmi come un'estranea in questo posto, un ospite...qualcuno da accompagnare alla porta il più presto possibile.
Non parlo di loro...loro sono carini ma...hanno le loro abitudini, il loro vero essere si esprime qui in Italia ma il mio?
E poi Charlie...è vero che ho fatto finta che le sue parole non mi toccassero così nel profondo come invece hanno fatto ma fino adesso non avevo abbastanza tempo per riflettere.
«Che hai?» mi chiede Alice notando la mia espressione.
«Niente.» mi affretto a dire ma capisco dalla sua espressione che non mi crede.
Appena arriviamo a palazzo mi affretto a scendere per raggiungere velocemente Edward, so che appena lo vedrò tutti i miei dubbi, le mie debolezze si dissiperanno.
Lo cerco in camera ma non lo trovo così inizio a girovagare finchè non lo vedo uscire da una stanza con una divisa militare blu con vari gradi sul petto e le spalle. I capelli ben pettinati e sul volto nemmeno un filo di barba...quasi non lo riconosco.
Mi accoglie con il suo solito sorriso sghembo che mi fa ancora adesso tremare le gambe e nei suoi occhi vedo tutta la felicità di vedermi.
«Edward...devo tornare a casa...»
Ed ecco che il sorriso che tanto amo sparisce in un secondo.

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Capitolo 68
*** Stufo ***


PRIGIONIERA

EDWARD:


«I casi sono due: o c'è qualcun altro o non mi ami più.» sbotto irritato.
«Ma come ti salta in mente?» sbraita con le lacrime agli occhi.
«Cosa dovrei pensare?»
Si mette a piangere chinando la testa in modo tale che la massa di capelli le copre il volto.
«Ora vado a farmi una doccia...»
La osservo allontanarsi lentamente, rimango per un attimo immobile davanti alla porta dello studio di mia nonna ma non riesco a trattenermi. Con passo svelto torno in camera nostra dove ormai Bella si era rifugiata.
«Io non capisco perchè devi rendere tutto più difficile di quello che è!» sbotto alzando la voce facendola voltare immediatamente. Non si aspettava di vedermi ma sono stufo.
«Si può sapere cosa è successo? Cambi idea ogni cinque minuti!»
«Succede quando mi scontro con il tuo mondo!» esclama togliendosi la felpa con uno strattone.
«Pensavo che avessimo già chiarito questa cosa...fa parte di me!»
Si morde il labbro inferiore, «Ti rendi conto che hai la tua faccia sulle monete!»
«Sì per i miei diciott'anni. E allora?»
«Tu non lo capisci proprio, eh?» domanda andando verso la porta del bagno.
Cerco di seguirla ma si chiude dentro.
«Apri la porta.» mormoro conscio che è semplicemente dietro la porta in ascolto.
«Rimarrò qui. Sai benissimo che non me ne andrò. Non stavolta.»
«Benissimo!» urla di rimando.
«Sono stufo di come ti comporti!»
«Allora lasciami in pace!»
«Ti rendi conto di quello che mi stai chiedendo?» urlo in preda alla disperazione, ormai la nostra conversazione è di dominio pubblico, ne sono sicuro. Me li vedo già, tutti con le orecchie tese in attesa.


«Si può sapere cosa diavolo ti è preso?» bisbiglio consapevole di star parlando contro una porta.


Un'ora prima...


«Allora siete proprio decisi?» mi chiede seria, «come sai non è un gioco...»
«Siamo sicuri nonna.» rispondo per entrambi.
Non potrei immaginare di vivere senza Bella, non ora che per me è diventata come una stessa parte di me. Ci sarebbe un oceano a separarci ed io non posso pensare di vivere senza di lei. Non ci riesco più, so che ho sbagliato in passato ma sono maturato.
«Anche lei è d'accordo?»
«Ci puoi aiutare...»
«Volete però andare in America giusto? Un posto facilmente raggiungibile da Charlie?» mi chiede nonna guardando alcune carte che ha sulla sua scrivania.
«Sì...» mormoro cercando di darci uno sguardo ma dalla mia angolazione è praticamente impossibile.
«Non ti ho mai visto così deciso, il cambiamento è dovuto a lei?»
«Sì. Io non posso rinunciare a lei nonna e l'unico modo per stare con lei è farle finire gli studi in america visto che non se la cava molto bene con la nostra lingua. Poi il padre...»
«Per il padre non ci sarebbe problema, lo potremmo inserire nel corpo armato italiano ma se il problema è la lingua...» mi spiega.
«Non funzionerebbe...»
Cerca di incantarmi con i suoi occhi da cerbiatto, questa tecnica l'ha appresa perfino Alice e dubito che anche gli altri non se ne siano accorti. Come ho imparato ad affrontare questo sguardo da Alice non mi faccio scrupoli a resistere allo sguardo di mia nonna.
«Scusa ...»mormora colta in fallo, «ma lo sai che mi mancherai troppo...»
Mi alzo abbracciandola cercando di trasmetterle tutto l'amore che provo per lei, mi sorride ma è abbastanza tirato, si sta sforzando di non piangere.
«Il mio ragazzone...» bisbiglia asciugandosi una lacrima fugace.

 

HALLOOOOO!! XD
Visto che mi sono stufata anche io dell'atteggiamento di Bella nei confronti di Edward, ho deciso di ficcarci dentro una "bella" litigata.
Non è giusto che Edward debba sempre chinare la testa e comprenderla visto che l'amore è qualcosa di irrazionale, non si può continuare con lei che cambia idea ogni due minuti. Ho voluto inserire anche quello che è successo prima della litigata...cioè povero Eddy, lui è disposto ha lasciare la famiglia per il frangente di tempo che serve a Bella e lei fa su tutto quel casino.
La mia Bella è proprio una scema.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, sopratutto la reazione di Edward.
Al prossimo aggiornamento tesorini miei! ^_^ Lo sapete che siete fantastici, vero!? perchè io vi adorooooo! non sapete quanto...
Lo so che vi sentite trascurati ma veramente ci tengo a voi, ai vostri commenti. Adoro leggere quello che pensate o parlare per un pò con voi su MSN, alla fine molti di voi hanno scoperto che sono pazza ma beh! non si era capito dai capitoli bastardi che ho messo in questa storia?!!?
Ora vado veramente che ho questi maledetti esami alle porte.
Vi ringrazio tutti, dal primo all'ultimo. Chi legge e basta, chi commenta, chi l'ha messa nei preferiti o nelle seguite.
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Capitolo 69
*** In cerca... ***


PRIGIONIERA

 BELLA:

Rimango distesa sul pavimento del bagno in ascolto anche del più piccolo rumore. Ho sentito alcune volte delle porte sbattere e poi più niente, forse sono rimasta sola.
«Bella apri.»
Sussulto appena riconosco la voce di Rose. Mi tiro su velocemente aprendole, mi fulmina immediatamente con lo sguardo guardandomi anche con disapprovazione.
«Che cazzo è successo?» mi chiede quasi con un ringhio raccogliendo i suoi capelli biondi con un mollettone. Non rispondo non trovando le parole esatte.
«Sai cosa ti dico? Sei un'egoista...pensi solo a te stessa. Non ti preoccupi minimamente di come possa stare lui sentendo le tue sparate.» sbraita.
È vero.
«La fai facile tu, non puoi capire...»
«Non posso capire come ti senti? È questo che volevi dire?» mi dice incrociando le bracci al petto. Probabilmente, in questo momento, se ne avesse la possibilità mi farebbe fuori.
«Esatto...» mormoro sentendomi aggredita ma è quello che mi merito dopo che mi sono comportata in quel modo anche se la realtà è che nessuno ha capito, sopratutto Edward. Non mi ha fatto finire di parlare e così...forse l'ho perso.
«Guarda che anche io ho dovuto passare quello che stai passando te...»
La guardo scettica, «Ma tu sei duchessa...o contessa...vabbè non mi ricordo. Eri già in questo mondo.»
Ride. «Affatto. Me la spassavo con i soldi dei miei ma il vero centro dell'attenzione l'ho ottenuto quando ho iniziato ad uscire con Emmett.» spiega trovandomi ridicola.
Rimango in silenzio perchè ormai è inutile parlare, sopratutto con lei.
«Ti comporti come se Edward dovesse guidare l'Italia...ti devi mettere in testa che non è mica William! Il suo è solo un titolo, niente di più. Le ragazze gli sbavano dietro perchè è un figo ed è pure un principe e vogliono diventare principesse!» sbraita in preda all'ira.
Sento gli occhi pizzicarmi perchè nemmeno Edward è stato così duro con me, «Se e quando diventerà Re, beh...non cambierà assolutamente niente! Il vero problema sono i giornalisti ma una volta che sarà sposato e quindi fuori dalla piazza, non avranno più nessun interesse per lui! Santo cielo Bella! Fai sembrare tutto così difficile!»
Rimango in silenzio ancora una volta. «Hai ragione...»
La supero senza nemmeno guardarla, non ci riesco. Cammino cercando di immaginare dove è andato a cacciarsi.
«Hai visto Edward?» chiedo ad una guardia di passaggio. Senza nemmeno rispondermi inizia a barbottare qualcosa in un italiano troppo stretto per riuscire a comprendere.
«Gli stanno portando ora le valigie in macchina. Il principe non ha detto il luogo in cui vuole andare.»
Inizio a correre giù per le scale per bloccarlo in tempo. Dove crede di andare?
«Edward!» urlo prima che possa salire sulla macchina.
Mi guarda sorridendomi, «Sei penosamente in ritardo.» Lo guardo allibita mentre il mio cervello cerca di rielaborare le sue parole. «Ti stavo aspettando.»
Probabilmente si diverte molto, sopratutto visto che probabilmente ho un enorme punto interrogativo disegnato sulla faccia
«Bella! Guarda che se non ti spicci ti lascia qui!» urla mio padre dal piano superiore, mi volto vedendolo tutto sorridente guardarmi dal balcone di qualche stanza.
«La tua vita non è qui, lo so. Non voglio allontanarti da tuo padre o dai luoghi in cui sei cresciuta. Ti seguirò perchè non posso pensare alla mia vita senza di te. Non dopo averti conosciuta. Non potrei.»
Mi abbraccia baciandomi l'incavo del collo provocandomi una serie di brividi che per poco non mi fanno piegare le ginocchia e questo solo perchè sapevo che mio padre ci stava ancora guardando.
«Ho preparato le tue valigie. Andiamo.»
Il mio sguardo torna su papà che adesso sta parlando con Carlisle.
«Vuole andare a pesca con mio padre. Arriverà tra qualche giorno, non preoccuparti.» mi spiega prendendomi per mano.
«Prima di andare avanti...» mormoro cercando le parole più esatte.
«Tu devi essere paziente con me! io...sono stupida. Tendo a rovinare qualsiasi cosa bella. A volte potrei sclerare.»
Sulle sue labbra spunta il suo solito sorriso sghembo che mi fa perdere tutto il discorso che avevo elaborato in così poco tempo, «Ho notato ma ti amo anche per questo...ma tu ti devi fidare di me.»
Mi bacia le labbra con un dolce tocco poi solleva la mia mano fino a depositarvi qualcosa di duro e freddo. Apro la mano trovando una chiave dorata. «E, questa?»
«Ho comprato una casa.»
I miei occhi s'illuminano all'idea di poter vivere con lui, da soli.
«So quanto volevi vivere a Forks ma...»
Premo due dita sulle sue morbide labbra, «Ti amo.»
«Otto minuti da Forks. A Beaver.»
Gli salto in braccio e lui prontamente mi afferra per non farmi cadere.
«Ovviamente dovrete tornare...» interviene Alice. Edward si volta leggermente in modo da permettermi di vederla sulla soglia di casa.
«Io e Jasper ci sposiamo tra cinque mesi. E poi c'è Robert...non vorrai mica perderti Emmet in versione padre.»
«Oddio Alice!»
Edward mi fa scendere per correrle incontro. Immediatamente mi mostra il mega diamantone che ora sfoggia più che fiera. «Sono felicissima per voi.» esulto abbracciandola, stavolta sono io che la chiudo in un abbraccio stritolatore, di solito è sempre l'incontrario.
La voce di Carlisle ci riporta a prestargli un pò di attenzione visto che è ancora sul balcone con mio padre, «Seh, seh come volete! Ma io non ho ancora trovato Jasper!» urla cercandolo in questo pezzo di giardino con un binoccolo di ultima generazione.
«Eppure avrei scommesso che sarebbe stato qui...» lo sentiamo dire più che altro tra sé e sé. Non possiamo fare a meno di metterci a ridere tutti quanti.
«Ma per quanto si nasconderà?» chiedo ad Alice che tra poco si piega in due dalle risate. Suo papà è veramente carino in questo momento, sembra che stia scherzando. E dico sembra.
«Ha intenzione di uscire fuori solo quando è il suo turno di dire sì.» mi spiega dando un'occhiata veloce a Carlisle che è ancora in cerca del suo futuro marito.
«Sai com'è...non vuole correre rischi.» aggiunge con la sua risata cristallina.
«Non è che per caso me lo ritrovo nella valigia, vero?» domanda Edward leggermente in ansia guardando verso il bagagliaio.

 

RAGAZZIIIIIIIIII adesso scappo che ho ancora quattro esami difficili da preparare! scusate se non mi dilungo ma dopotutto lo sapete che vi adoro, no? ho letto ogni singolo commento e nel prossimo capitolo giuro che vi ringrazio come si deve. Mi sembra di trascurarvi un pò troppo in questo periodo ma veramente è un casino sto periodo! esami su esami! UFF...
Mi sembra incredibile che state ancora qui a sopportarmi. Ma non vi siete stufati di me o della storia?!? PS: Guardate questo video. L'ho fatto per Twilighters Italia per un contest. Spero che vi piaccia (http://www.youtube.com/watch?v=bKt3_j6--PI)
UN BACIONNNEEEEEEEEEEEEEEE XD

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Capitolo 70
*** Come una volta... ***


Come promesso ecco le risposte al capitolo precedente "In cerca di...."

Annalie: Ciao! Sono contenta che la storia ti piace. Ci tengo veramente molto ed è forse per questo motivo che mi è difficile finirla. Mi dispiace farvi aspettare così tanto per gli aggiornamenti ma sono sotto esami quindi mi è un pò difficile mettermi al computer per scrivere. Ma tra poco sono finiti quindi sono FREEEEE XD
pazienta ancora un pò! spero che il capitolo Jasper X Alice t sia piaciuto. Un bacione vale

piccolinainnamo: Ciao! come hai visto Jasper non rimane per tanto nascosto. Povera Alice, deve fare i salti mortali per farlo uscire fuori dai suoi nascondigli. Mi dispiace farti aspettare così tanto tra un capitolo è l'altro ma sono sotto esame in questo periodo. Un casino che non ti dico...spero solo che questo capitolo ti sia piaciuto. Un bacione vale

lisa76: Ehy! Ad Edward dovrebbero dargli una medaglia d'oro per la pazienza o farlo santo visto che Bella è una cretina in piena regola. Come hai visto Jasper non è in valigia anche se ho seriamente pensato di farlo trovare in eareo insieme a loro. =P Spero che questa finestra su jasper e Alice t sia piaciuto! baci

pomeriggio: Hi! Qualcuno gliele doveva scantare a Bella. Idiota com'è rischiava di mandare tutto a P.... Santa Rosalie che si è messa in mezzo! Ti è piaciuto questo capitoletto con Alice e Jasper? ho deciso di cambiare un pochino punto di vista ed intensificare il loro rapporto comunque torneremo presto in modalità BellaXEdward. Un bacio

loulou72: Hai saltellato per casa anche questa volta? ^^ spero che il capitolo ti sia piaciuto anche se non è su Bella e Edward. Bacioni

serve: Ciao! edward è un santo veramente a star dietro a quella pazza di Bella. Io non avrei accettato una cosa simile ma si sa...l'amore rende pazzi e ciechi. Spero che il capitolo ti sia piaciuto! un bacio vale

RenEsmee_Carlie_Cullen: Ciao! no no...nn sono dispersa! sono solo presa da questi maledetti esami ma presto saranno finiti così potrò dedicarmi completamente alla cosa che amo di più e voi avrete più aggiornamenti. Promesso. Devo solo finirli! spero che il capitolo non ti abbia deluso! fammi sapere! un bacio

LAZIONELCUORE: Grazieeeeeeeeeee ^^

mikicullen: Grazie! sn contenta che ti sia piaciuto! ke mi dici di questo? bacio

grepattz: Ciao! Lo so, Bella è proprio un'idiota. Insopportabile, si fa paranoie per niente! ci voleva proprio una strigliata da parte di Rose! Spero che questo capitolo ti piaccia visto che è un JazzXAlice. Presto torneranno i nostri piccioncini però! baci

giocullen: Ehy! so che mi faccio attendere veramente tanto ma in questo periodo sono presissima con gli esami. Appena finisco riprenderò con gli aggiornamenti regolari. Adesso però non ho proprio testa ed è per questo che ho preferito mettere su un POV di Alice. Questi due sono più rilassanti.
Un bacioooo

stellabella: Ciao! sono veramente contenta che la mia storia ti piaccia così tanto, ci tengo veramente tanto e le tue parole sono state bellissime. Grazie! ^^
Adesso spero solo di non averti deluso con questo capitolo! baciotti

_zafry_: Ciaoooo! Sai che per un attimo ho pensato veramente di metterlo in valigia e farlo comparire sull'aereo!?!? ehehe no meglio così. Ho preferito un POV tra di loro visto che sono più leggeri rispetto ai capricci di Bella! spero che ti sia piaciuto! bacioni

vanderbit: hey! ciao! sono contenta che questa storia ti abbia preso! ^^  e poi hai ragione...sarà solo una cosa temporanea la divisione! bacioni

aLiCe_CuLlEn: sìsì ci voleva proprio una strigliata da parte di Rose sennò quella non si svegliava ed Edward dovrebbero farlo santo ma l'amore fa veramente tanto a volte. Ti è piaciuto questo POV di Alice? spero di sì. Bacioni

PRIGIONIERA

 ALICE:

Con Edward che non attira più l'attenzione ho solo due persone che mi possono aiutare.
Rosalie dovrebbe essere fatta santa subito! Per fortuna aveva capito subito la mia smania ma con papà in giro dubitavo che Jasper si sarebbe fatto vivo molto presto.
Iniziavo a credere veramente che forse era nascosto nella valigia di Bella.
«Sei sicura che non ci sia più nessuno?» mormora al telefono.
Sbuffo e per l'ennesima volta lo rassicuro. «Dove sei?» mi chiede mentre sento i suoi passi sotto la ghiaia, chiaro segno che sta veramente entrando in casa.
«Salotto.» bisbiglio in preda all'agitazione.
Abbiamo tutto il palazzo per noi. Ho dato chiare indicazioni a tutti gli inservienti; le stanze private saranno off limits fino al rientro dei miei che probabilmente sarà intorno la mezzanotte. Rosalie era riuscita a chiamare i miei genitori per una cena praticamente obbligandoli visto che sarebbe stata la prima vera riunione dopo la nascita di Robert, in più non potevano di certo negarsi: papà voleva parlare con i genitori di Rosalie anche per un'altro motivo che scintillava sul mio dito come un fanale.
Non che Jasper non gli avesse detto nulla ma la sua lunga assenza non aveva affatto rassicurato mio padre che voleva parlare a quattrocchi con lui.
Mi catapulto sul tappeto aprendo quanto basta la camicia, dopo pochi secondi compare Jasper con fare ancora guardingo che si trasforma immediatamente in uno di sorpresa.
Mi squadra da capo a piedi dondolandosi poi sui piedi mettendosi l'indice con fare birichino sulle labbra, i suoi occhi sono...famelici. «Quella è la mia camicia?»


Abbasso lo sguardo sulla camicia a righe che avevo trafugato in una delle nostre nottate.
«Lo sai che fatico ad addormentarmi senza di te...volevo il tuo profumo sempre con me.» mi discolpo cercando di fargli gli occhioni dolci a cui non sa proprio resistere.
S'inginocchia sul tappeto a poca distanza da me iniziando a gattonare fino ad arrivare alle mie gambe nude. Si prostra fino a lasciare una lieve scia di baci infuocati.
«Abbiamo casa tutta per noi.» mormoro in preda all'eccitazione quando lo sento giocare con l'elastico dei miei slip.
Mi bacia portandomi a cavalcioni su di lui.
«Mi sei mancato così tanto.» Infilo le mani tra i suoi capelli stringendoli fino a mostrarmi completamente il collo che inizio a succhiare per lasciare la mia impronta su di lui.
Jasper è mio e fra poco tutti lo sarebbero venuti a sapere.
Geme quando sposto le mie attenzioni sulla carne tenera appena al di sotto dell'orecchio. Lascio scivolare una mano tra noi due permettendomi di aprire ad uno ad uno i bottoni della sua camicia. «Quanto sei provocante...» mormora con voce roca mentre automaticamente il mio corpo s'inarca. Il suo braccio mi sorregge mentre con l'altro accarezza il mio ventre fino alla gola lasciandomi un brivido per tutto il corpo.
Con una lentezza pressocchè esasperante mi bacia fino a ricongiungersi nuovamente alle mie labbra. «Sei così..calda.»
«Jazz.» lo chiamo cercando di prendere fiato. Le sue carezze sono capaci di mandarmi in ebollizione in meno di un secondo. È come se sapesse perfettamente cosa e quando voglio anche se a volte vuole farmi impazzire rimandando il momento fino al limite.
Si limita a mugugnare qualcosa troppo impegnato a prendersi cura del mio seno baciandolo e succhiandolo con adorazione.
«Oddio!» Mi sfugge quando sento le sue dita stuzzicarmi. Del tutto impreparata...ero così impegnata a godere delle attenzioni rivolte al mio seno che non mi sono nemmeno accorta di come la sua mano sinistra era scesa fino a scostare i miei slip per avere libero accesso alla parte più intima di me.
I mancini lo fanno sempre meglio.
«Vuoi sentirmi dentro di te?» chiede soffiando sul mio collo tracciando poi una scia con la lingua partendo dal mento fino all'incavo del mio seno. Vuole torturarmi, come se non fossi già al limite della sopportazione.
Questa separazione mi dava sui nervi. Avevo il bisogno di sentirlo sempre accanto a me. I giornali morivano dietro le nostre storie di sesso sfrenato in qualsiasi luogo. Questo per me era del tutto nuovo, anche solo vederlo mi provoca piacere.
«Sì.» ansimo aggrappandomi alle sue spalle.
Con estrema lentezza inizio a sentirlo dentro di me. Il respiro mi si mozza in gola sentendomi finalmente completa anche se senza fiato.
Sono stata per troppo a lungo senza di lui. Spinge dentro di me con la stessa urgenza con cui ho bisogno di sentirlo dentro di me, nel profondo. Jasper mi solleva stendendosi con me ancora avvinghiata a lui, inizio a muovermi su di lui trovando il mio ritmo.
Le sue mani afferrano il mio seno per giocare con le punte già turgide dal piacere per poi scendere lungo i fianchi per sostenermi, mi aiuta a mantenere il ritmo.I suoi occhi s'inscuriscono in preda al piacere più primordiale.
«T-ti amo.» ansimo sconvolta.
Si solleva stringendomi forte a lui, quando ancora abbracciati dopo un'ultima spinta raggiungiamo il piacere più completo. «Sei stupenda.» sussurra al mio orecchio con la voce rotta dal piacere. Cerchiamo di rilassarci riprendendo il nostro regolare respiro ma è molto difficile quando anche solo un suo semplice sguardo riesce ad accendermi di desiderio.
Coperta solo dalla sua camicia lo invito ad alzarsi trascinandolo sotto la doccia con me.
M'insapona i capelli lentamente scendendo lungo le mie spalle per un breve massaggio, «Alice...» sussurra voltandomi, mi scontro con i suoi occhi ancora velati dal piacere appena provato.
«Vorrei fare le cose come una volta...» mi spiega incerto. Sollevo un sopracciglio cercando di capire cosa vuole dire con questa frase. Ridacchia portandomi contro di lui sotto il getto d'acqua calda.
Un lampo m'illumina ma spero sinceramente che sta scherzando. Non può fare sul serio. «Così mi spaventi...»
Ridacchia e stavolta è lui a mettersi sotto il getto liberandosi dai capelli che gli erano caduti sulla fronte ed in parte sugli occhi. «Renderebbe più speciale la nostra prima notte di nozze.»
Ed ecco la bomba. Probabilmente la mia bocca a toccato il fondo della vasca, «Dai Jazz, non scherzare!»
Mi guarda seriamente incatenando i nostri sguardi, «Lo voglio fare davvero. Corteggiarti come si usava una volta...renderà tutto più romantico.»
Ma non era la donna a volere il romanticismo e l'uomo quello infoiato?

 

Ragazzeeee ho trovato una soluzione alla mia mancanza di risposte ai vostri oommenti. Visto che adesso sn morta dopo una giornata di caldo in piscina e ho già strizzato il mio unico neurone per buttare giù questo capitolo ho deciso che domani sposterò le risposte ai commenti del capitolo precedente. Vi va come idea? Almeno io mi sento meno in colpa e voi avete fresco fresco il nuovo capitolo.
A proposito. Ve gusta? Ho deciso di mettere uno spezzone tra Alice e Jasper visto che sono prossimi al matrimonio. Spero che abbiate gradito questo cambio di coppia!
Fatemi sapere!
Un mega bacione vale

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Capitolo 71
*** No? ***


PRIGIONIERA
IL MIO BLOG
FACEBOOK DI PURELOVE
I'M ONLY A DEMON
THE REAL ME
HOW LONG I'VE WAITED FOR YOU
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PRIGIONIERA

 BELLA:

La casa è ancora più bella di come mi aveva descritto. Incredibile.
L'aveva comprata apposta per noi due, Esme aveva fatto un sopraluogo qui per constatare i lavori che bisognava ancora fare quando è venuta a "pregarmi" di andare alla festa premamam di Rosalie.
Non penso che l'abbia fatto per me quanto per prima cosa per suo figlio visto che come mi ha ripetuto sempre più volte "non aveva intenzione di allontanarsi".
Ma come tutta la sua famiglia aveva esagerato per le dimensioni, alla fine era una vera e propria super villa, del tutto diversa dalla cada dov'ero cresciuta.
Le finestre sembrano più grandi del normale probabilmente per far godere agli abitanti della casa quei piccoli sprazzi di sole che in questa parte dello stato sono fin troppo rari.
La casa composta da due piani con un'ampia mansarda è più isolata rispetto le altre case del circondario e la parte posteriore può vantare una vista spettacolare sul lago di Beaver.
«Sono contento che ti piaccia.» mormora abbracciandomi da dietro.
Gli accarezzo le braccia che mi circondano, «L'adoro.»
Pensare che questa casa è solo nostra, il nostro nido d'amore mi riempie di gioia. Charlie non ha ancora avuto la possibilità di farci visita, sopratutto perchè voglio prima finire di dipingere le stanze dei nostri colori preferiti e qualche piccolo cambiamento sull'arredamento.
Mi schiocca un bacio sulla guancia stringendomi ancora di più a lui, «Tornerò presto. Te lo prometto.» sussurra cullandomi.
Annuisco per l'ennesima volta guardando la parete di un bianco spento.
Quando sento la porta di casa chiudersi mi rimetto al lavoro, faccio un nodo alla maglia un pò troppo larga di Edward che ho indossato per dipingere. «Adesso siamo solo io e te.» barbotto contro la parete che sembra ridermi in faccia.
Armata di buona volontà inizio ad imbiancare la parete del salotto, per fortuna una parete è composta da mattoni a vista rossi così ho solo tre pareti da ridipingere.
Edward è andato a far visita ad un ospedale di Forks che Carlisle intende finanziare. Aspettava già da tempo un modo filantropico di ringraziare quella cittadina della sua ospitalità e quando Emmet gli ha suggerito di contribuire alla realizzazione di una nuova ala pediatrica.
Quando finalmente ho finito anche l'ultima parete mi lascio andare sul pavimento freddo ammirando la mia opera compiuta. Edward sarà contento, sopratutto perchè vuol dire che lui non deve più toccare un pennello visto che le altre stanze sono finite e già asciutte.
«Tesoro sono a casa!» urla dalla porta d'ingresso.
Per un attimo mi sono sentita in quei filmetti degli anni cinquanta, mi mancava solo la gonna ampia e lunga fino oltre alle ginocchia.
Invece di vestirmi in quel modo decido di togliermi velocemente la maglietta. «Non sai da quanto volevo avere la possibilità di f-» le parole gli muoiono in gola.
Sorrido trionfante.
«Com'è andata?» gli dico voltandomi completamente mostrandomi completamente.
«Che-Tentazione.»
Si avvicina impossessandosi delle mie labbra mentre una sua mano scende fino ad afferrare un mio seno massaggiandolo intensamente. Mi mordicchia il lobo dell'orecchio finendo per baciarmi la linea del collo fino alla clavicola per poi risalire baciandomi sotto il mento scendendo nuovamente fino all'incavo dei miei seni.
«Edward...» ansimo sentendo le sue labbra brucciare sulla mia pelle.
Lo sento sorridere sulla mia pancia. «Hai studiato oggi?» mi chiede facendomi rabbrividire, sento il suo respiro caldo ed elettrico sulla mia pelle mandandomi ancora di più su di giri eccitandomi ancora di più.
«N-no.» incespico.
Con mia enorme sopresa si tira su sui gomiti guardandomi negli occhi.
«Come sarebbe a dire "no"?»
Muovo il bacino contro il suo aumentando la sua eccitazione. «Bella no.» mi rimprovera facendomi sentire un'assatanata.
«Come "no"?»
«Prima il dovere...» mormora delineando con il naso il mio collo.
«E poi il piacere.» sussurra infilando una mano nei miei jeans dandomi un'assaggio di quello che avrei potuto avere se solo avessi fatto la brava studentessa. Sorride sulle mie labbra prima di alzarsi dal pavimento.
«Stai scherzando, vero?» mugolo come una gattina in calore.
Si passa una mano tra i capelli guardando il lavoro svolto. «Sei indietro con la scuola e quest'anno hai gli esami, non posso permetterti di saltare l'anno.» spiega aiutandomi ad infilare la sua maglia.
Sbuffo guardandolo male.
«Non pensare che mi arrenda così facilmente.» sibilo ancheggiando fino alle scale. Maledizione, pensavo che dopo tutta questa faticaccia avrei avuto la mia "ricompensa".
Afferro il cellulare notando un messaggio di Alice.
-Niente sesso fino al matrimonio. Ti rendi conto?
«Alice se solo sapessi...»
Guardo l'ora. Probabilmente sarà già sveglia in questo momento...su per giù ci saranno nove ore di differenza.
-Niente sesso se non faccio i compiti. Ti rendi conto?
Aspetto alcuni minuti sperando che lo schermo s'illumini da un momento all'altro. Alice non delude mai, dopo cinque minuti il cellulare mi avvisa dell'arrivo di un messaggio.
-Stai scherzando, vero?
Prontamente le rispondo ringraziando la mia buona stella che fosse già sveglia a quell'ora della mattina.
-No.
-Non saremo noi a soccombere. Uniamoci.
Anche se siamo a migliaia di chilometri di distanza mi sembra di sentire le rotelle di Alice mettersi in funzione elaborando chissà quale piano.
-Fidati di me. Arrivo domani.
Spengo il cellulare ringraziando il cielo per avermi mandato Alice. Cosa avrei fatto senza di lei?
M'infilo in bagno e con un pò di acqua raggia tolgo le macchie di vernice che, visto la mia immensa sbadataggine, ho su tutte le braccia.
«Posso venire insieme a te?» chiede Edward aprendo l'anta del box doccia con nient altro che la sua pelle addosso.
Mando giù un flotto di saliva sperando con tutta me stessa che Alice sappia veramente quello che sta facendo.
«Non ho fatto i compiti.» gli rispondo chiudendo la porticina di vetro. Il suo volto è un tripudio di emozioni ma quella che è più visibile è la sorpresa.
Non te lo aspettavi eh?
Gli faccio una linguaccia ripetendomi che da adesso sono io quella che deve resistere per evitare che capitino ancora dei giochetti simili.
Mi asciugo frettolosamente i capelli, Edward doveva essere tanto stanco per addormentarsi così profondamente sul letto.
Tutto nudo...

Diamine! È terribilmente sexy perfino quando dorme! È una congiura!



Uhuh, Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Qui le cose vanno male per la povera Bella. Ma si può essere così cattivi?
Ora vado a studiare che mi mancano ancora due esami! Mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate su come si stanno mettendo le cose!
Bacioni

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Capitolo 72
*** No homework...no sex ***


PRIGIONIERA

AGGIORNAMENTO ULTRA MEGA RAPIDO!!
SPERO CHE VI PIACCIA!
DEDICATO A
Nightmare123
  CHE HA PERMESSO DI DARE VITA A QUESTO CAPITOLO SOPRATUTTO PER IL POV DI JASPER! =P
GRAZIE MILLE ANCORA A TUTTI, CHI LASCIA UN COMMENTO; CHI L'HA MESSA TRA I PREFERITI O LE SEGUITE E ANCHE CHI LEGGE E BASTA! QUESTA STORIA ESISTE GRAZIE A VOI!
BACIONI

Purelove

BELLA:

«No Alice!»
Sono più che sconvolta da quello che aveva in testa.
«Senti per tutto il viaggio ho pensato ad un'alternativa ma non esiste!» mi rimbecca Alice iniziando a guardarmi con gli occhioni da cucciolo bastonato prima di scattare in piedi ed iniziare a riempire un mio borsone.
Si era portata dietro anche James, il pilota.
«Non posso...no dai...Alice è una pazzia.» la prego in tutti i modi conosciuti arrivando perfino a rimettere i vestiti al loro posto.
Mi blocca per le spalle prima di riuscire a toglierli tutti, «Non puoi piegarti ai suoi voleri. Noi siamo donne e tra poco sarai una Cullen! Motivo in più per non piegare la testa di fronte a nessuno, men che meno davanti ad Edward!» dice inviperita.
«E tu?» le domando scettica.
«Io sarò alla nostra vecchia villa a Forks.»
La guardo titubante, «Mi ucciderà.»
Alice chiude definitivamente la cerniera del borsone guardandomi con lo sguardo di un'assassina. «Io lo ucciderò prima stai tranquilla.»
Buttiamo il borsone della finestra della camera che per fortuna non si trova sopra il salotto sennò non sarebbe passata di certo inosservata.
Il piano era molto semplice e anche molto stupido.
Decisamente stupido anche se per qualche ragione pensavo che sarebbe servito al nostro scopo...e purtroppo Jake faceva parte del suo piano.
I mesi in cui venivo bombardata dalla fatidica scelta "Team Edward" vs "Team Jacob" iniziavano a tornarmi alla memoria.
Dovrei semplicemente stare da Jake per un pò a La Push con la scusa di dover finire gli studi e "ritrovare concentrazione". Perchè avere Edward a chilometri di distanza aiutava molto... certo.
«Ci hanno apertamente sfidato!» esclama Alice impuntandosi. «Saranno loro a strisciare non noi!»
Probabilmente Hitler faceva meno paura. Assurdo che nei suoi occhi vedevo una scintilla di chi ha intenzione di vincere una guerra a tutti i costi e a costo di sacrificare tutto. Non mi piaceva il fatto di essere una delle cose
sacrificabili.
«Vinceremo!»
Ma era ancora Alice o un clone dio della guerra aveva preso il suo posto?
«Non dovresti organizzare un matrimonio?» le chiedo accennando al suo dito ancora sormontato da un diamantone.
Appoggia le mani sui fianchi, «Noi due ci conosciamo?»
«Potrei organizzare tre matrimoni insieme!» esclama atteggiandosi.
ok. L'ho definitivamente persa.
È andata fuori di testa.
«Se Edward dovesse incazzarsi?»
La vedo mordersi il labbro per alcuni secondi, «Il sesso riparatore funziona sempre.»
Che.Merdata!



EDWARD


Nonostante sono qui Beaver ho sempre il timore che tutto possa ricominciare da capo con i paparazzi. È per questo che ho fatto assoldare dei sosia.
«Bella?? puoi scendere un attimo?» urlo dalla cucina pregando che Alice non le stia acconciando troppo per i miei gusti. Quella nana malefica si è presentata di punto in bianco questo pomeriggio senza nemmeno degnarmi di uno sguardo, borbottando un semplice "vuoi uomini siete tutti uguali!"
Su per giù non ho capito subito a cosa si potesse riferire ma la telefonata di Jasper ha chiarito immediatamente i miei dubbi ed è per questo che mi sono pentito del gesto fatto ieri sera.
Dovevo tenerla sulla corda esattamente come Jasper.
Bella scende lanciandomi un'occhiata omicida, forse non l'è andata giù la mia piccola postilla:
no homework, no sex.
«Dimmi...» sbuffa raccogliendo i capelli in una coda.
La prendo per mano baciandola appena sulle labbra, ho detto niente sesso ma non posso astenermi dal coccolarla almeno un pò. Stringe bene le labbra per evitare di approfondire il bacio segno che è ancora arrabbiata con me. La conduco fuori di casa evitando di svelarle che cosa mi è saltato in mente.
Fuori nel giardino ci sono due miei sosia. Mi avvicino per permetterle di scegliere il migliore tra i due. «Allora? Che ne pensi?» chiedo.
Sbarra gli occhi sorpresa.

«Ma.Che.Diavolo!» esclama girandoci intorno incredula.
«Ho pensato che volevo proteggere di più la nostra privacy quindi ho assoldato questi due per depistare eventuali paparazzi.» le spiego mentre continua a far passare lo sguardo da me agli altri in meno di tre secondi.
«Quello che mi assomiglierà di più starà nella nostra casa a Forks.» aggiungo iniziando a scendere nei dettagli.
«Uhm.»
Sembra ponderare bene la scelta fino a quando il suo ditino non si posa proprio accanto a Jared che è il più vicino a me.
«Sicura?» le chiedo iniziando anche io a scrutarlo.
«Sì, si.»
Inizio a dargli indicazioni e suggerimenti per vivere la mia vita a Forks.
Non li va poi tanto male, «Sarà il lavoro più bello del mondo.» esclama l'altro pregustando già i soldi che avrà in tasca.
Quando mi volto Bella non c'è più e al suo posto trovo Alice che per l'ennesima volta mi guarda in cagnesco.
«Ti degni di rivolgermi la parola?» le chiedo stortando il naso.
Apre la bocca come per dirmi qualcosa ma il suo cellulare inizia a suonare.
«Pronto?»
Inizia a sgranare gli occhi sempre di più. Che succede?


JASPER:

Se voglio rimanere vivo e con tutte le parti al suo posto devo assolutamente trovare un degno nascondiglio. Ok, forse sotto il letto di Edward non è proprio l'ideale come nascondiglio ma è sempre meglio di quello di Alice che sarà il primo posto in cui andranno a vedere.
Ma dove cavolo si sarà andata a cacciare? Sembra che sia svanita dalla faccia del pianeta. L'ho cercata per tutto il palazzo ma non ho trovato segni della sua presenza, nemmeno le inservienti l'hanno vista ultimamente.
Striscio sotto il letto di Edward mettendomi ben in mezzo e con il volto rivolto verso la porta per vedere se qualcuno entra.
Il problema sarà uscire...
Qualcuno ha fatto la spiata. Potrei sempre buttarmi giù dalla finestra...uhm...terzo piano....no, direi di no.
Potrei iniziare a vivere una vita piena ed appagante insieme ai batuffoli di polvere che si creeranno qua sotto. Beh, decisamente questa è un'ottima idea, sempre meglio che finire tra le mani di Carlisle.
Compongo velocemente il numero di Alice, se torna in fretta potrebbe distrarlo e farmi sgattaiolare fuori dal palazzo.
«Pronto?»
«Alice sono io...» bisbiglio, «mi stanno cercando!»
La mia voce è tremolante per non parlare del terrore che mi attanaglia lo stomaco al solo pensiero di poter essere sentito da qualcuno.
«Dove diamine sei? Se tuo padre mi trova mi uccide!»
«Jasper...ora calmati. Cosa vuoi che ti faccia?» mi dice ma nello stesso istante sento dei passi avvicinarsi a passo spedito fino a fermarsi di fronte a questa porta.
«È qui! È qui!» bisbiglio agitato.
La porta si spalanca e quattro paia di piedi fanno irruzione in camera.
«Ucci ucci sento odor di jasperucci!»
Adesso pure la beffa da una guardia?
«Prendetelo!» La voce di Carlisle è come una frustata, in meno di un secondo mi ritrovo a scivolare sul pavimento tirato per le caviglie da un energumero che ho già visto come guardia a Carlisle.
«PRESO!» esclama Carlisle buttandomi una specie di rete addosso.
Tutti hanno l'espressione gongolante dipinta in volto.
Carlisle si avvicina lentamente per poi piegarsi sulle ginocchia.
«Pensavi di scapparmi ancora a lungo?» mi chiede ed una luce strana brilla nei suoi occhi.
«Papà! Papà! Basta scherzare!»
La voce di Alice esce fuori ovattata dal cellulare che viene prontamente raccolto da una guardia del corpo. «Sua figlia Maestà!»
Tutti lo guardiamo come per dire "Mavvà?!"
«Ed ora ci facciamo quella bella chiaccherata...» mormora con un ghigno dipinto in faccia prima di afferrare il cellulare.

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Capitolo 73
*** L'inizio del piano ***


.

BELLA:

Alla sola idea di lasciarlo mi si stringe il cuore. Come posso lasciare qui in questa grossa casa vuota sapendo cosa abbiamo superato in tutti questi mesi.
«So cosa stai pensando signorina e non ti devi azzardare di mollarmi qui in questo modo.»
È come se avessi una molla. Non posso allontanarmi più di tanto da lui senza stare male, solo il pensiero mi sta facendo impazzire. Figuriamoci quando mi dovrò allontanare fisicamente da lui.
La porche gialla di Alice è parcheggiata da almeno mezz'ora di fronte alla casa di Jacob.
«Scendi o diventerò vecchia.» mi ripete per l'ennesima volta spronandomi per scendere.
Jake esce fuori di casa con passo da orso ma quando Alice abbassa il finestrino si calma.
«Diavolo! Pensavo di avere dei ladri o qualcosa di simile davanti a casa!» sbotta passandosi una mano tra i capelli.
Alice fa scendere gli spessi occhiali da sole per guardarlo bene negli occhi, «Ladri. Su una porche?» ripete scandalizzata. Non so quante volte Alice è stata accusata di essere una ladra.
Il suo volto è scandalizzato e per poco non le escono fuori gli occhi.
«Jake mi devi curare la sorellina per un pò.»
Non se lo fa ripetere due volte. Apre lo sportello e mi trascina fuori per un abbraccio stritolatore. «Era ora che ti facessi vedere da queste parti!»
Il mio sguardo dice tutto visto che un attimo dopo aggiunge: «Ovviamente Charlie ha detto che eri tornata ma non sapeva se potevamo venire a trovarti!» il suo tono si affievolisce diventando quello di un bambino.
Saluto Alice e prendo il borsone dal sedile posteriore.
«Uhm, definisci "un pò".»
Ed ecco che mi sento una scroccona. «Sinceramente?»
Annuisce preoccupato. «Meno di un mese se mi gioco bene le mie carte.»
Jake inarca un sopracciglio.
«Ok. Questa me la devi proprio spiegare...»

Dopo avergli raccontato il piano di Alice, Jake si è messo alla finestra in attesa di vedere chissà cosa spuntare fuori dal nulla. Magari aspetta gli alieni.
«Giuro che se spunta fuori l'FBI o qualcosa di simile, ti consegno senza pensarci due volte.»
Stavolta sono io a guardarlo con gli occhi di fuori, «Coooosa?»
«Dai Bells, vuoi mica che finisco in prigione perchè tu non riesci a farglielo venir duro al principino!»
La mia bocca ora disegna una O muta. «Tu non sei il mio Jake!» esclamo non riconoscendo veramente il mio amico mentre dice certe cose.
«E poi il problema non è quello!»
«Ah già! Devi diplomarti...» mormora ironicamente.
«Essere finita sui giornali ha i suoi vantaggi. Posso sostenere prima gli esami...» rispondo facendogli la linguaccia.
«Diventerai una principessa...cosa ti serve prendere un diploma?»
«Primo: per orgoglio mio, secondo: Edward vuole che frequenti la migliore università americana.» gli spiego accompagnando il tutto con le dita.
«Beh, sì. Immagino che per lui non sia un problema.»
Dal tono che usa mi si stringe lo stomaco, una volta ero più attenta a questo genere di cose che il mondo di Edward mi abbia in qualche modo cambiata? Ho sempre saputo che per Jacob fosse difficile andare avanti con suo padre sulla carrozzella e i lavoretti di Jake non portano un entroito sufficiente per vivere senza l'assegno del governo; le due sorelle contribuiscono ma solo in minima parte visto che anche loro, ora, hanno una propria famiglia.
Ora i miei problemi sembrano così sciocchi ed essere qui a chiedergli aiuto quando invece sarei io quella che dovrebbe aiutarlo mi fa sentire un mostro.
«Ti ripagherò per l'ospitalità.» mormoro.
«Bells, veramente...non ti preoccupare.»
Come posso anche solo lontanamente credergli? Purtroppo la verità è che i soldi non fanno la felicità ma di certo l'aiutano parecchio. Ho trovato sempre ipocriti quelle persone che sostenevano il contrario.
Jacob starebbe sicuramente meglio con un paio di soldi più in tasca visto che sarà molto difficile che possa andare in un college o in uno altrettanto preparato per buttarlo nel mondo in modo che possano prenderlo sul serio.
Con questo pensiero vado a disfare la valigia che è ancora accanto alla porta.


JASPER:


La stanza è immersa nel buio più totale, solo una semplice lampada puntata dritta sulla mia faccia. In fretta avevano pure messo un apparecchio che controllava le mie pulsazioni con un fastidioso bip-bip.
«Qualcuno può venirmi a slegare?» urlo cercando di farmi sentire nel caso fossi veramente da solo nella camera. Incredibile.
«Allora...» dice un uomo comparendo dal nulla sedendosi dall'altra parte del tavolino. «Ora dovrai dire tutta la verità...»
Non faccio nemmeno in tempo a metabolizzare quelle parole che parte a raffica con una serie di domande prima semplici e del tutto innocenti poi, via via, sempre più personali. Sempre più sul mio rapporto con Alice. «A quanti anni la vostra prima volta?»
«Stai scherzando?» gli chiedo ed immediatamente una piccola scossa scorre per tutto il mio braccio facedomi gemere. «Ma sei impazzito?» gli sibilo contro ottenendo però la stessa domanda detta più lentamente forse per essere più chiaro che non sta scherzando.
«Quanti...» ripete tenendo il dito a pochi centimetri dal pulsante.
«Diciasette.»
Il silenzio sembra interminabile fin quando non sento strusciare una sedia e il pallido volto di Carlisle quasi divorarmi la faccia se non fosse per alcune guardie che lo trattengono e lo riportano nell'ombra. «Ok, ok. Mi calmo.» lo sento bisbigliare.
Traggo un respiro che neanche a dirlo viene spezzato da un altro attacco. «Lo ammazzo! Lo ammazzo! Questa volta lo ammazzo! La mia bambina!»
Ancora una volta le guardie lo riportano indietro. Ora sono sicuro che è per la mia incolumità che questa stanza sembra traboccare di emergumeri e non di certo per protezione per il re; anche perchè non sono proprio quello che si potrebbe definire un "pazzo criminale".
Sento un profondo respiro, probabilmente di Carlisle.
«Ora, se tu provi a mollare mia figlia o a farla soffrire in qualche modo ti spezzo le game e le braccia. Praticamente ogni cosa possibile e...»
L'attesa sembra più terrorizzante di tutto quello che mi ha detto fin'ora.
«Ti taglio quel coso che hai in mezzo alle gambe!» ruggisce. Deglutisco a fatica iniziando ad avvertire la sua presenza farsi sempre più vicina.
«Compreso?» aggiunge fulminandomi con il suo sguardo glaciale.
Annuisco a più riprese mentre il mio cuore batte all'impazzata. «Perfettamente.» sbiascico.


BELLA:

Decisamente sono arrugginita.
Rimettermi sui libri ora sembra una tragedia, prima non impiegavo così tanto tempo per memorizzare delle informazioni di storia. Questo maledetto libro però mi odia.
In più le immagini riportate non fanno altro che distrarmi. A Maria Antonietta gli sono spuntati dei baffoni e un sopracciglione da far invidia ad un cantante che ho visto mentre ero in italia, mi sembra che il gruppo si chiamasse Elio e le storie tese o una roba simile. Forse la mia mente si è proprio ispirata a lui per questo nuovo restyling della Regina.
«Si può?»
Mi volto spaventata verso la porta non trovando però nessuno, sopratutto il proprietario di quella voce che riconosco essere quella di Edward ma è impossibile.
«Iuuuu...» mi volto verso la finestra sicura che non è uno scherzo della mia mente. Infatti lui è lì.
Edward è metà dentro la stanza e metà fuori a cavalcioni sulla finestra.
Lo fisso imbambolata prima che le mie stesse gambe mi portano dritta da lui.
«Cosa ci fai qui?» gli chiedo con gli occhi praticamente di fuori.
Sfodera uno dei suoi soliti sorrisi sghembi, «Ho i miei metodi.»
Inutile dire quanto mi sto sforzando per non gettargli le braccia al collo e riappropriarmi delle sue labbra che ora sembrano più invitanti di prima, «e...Jacob?»
In realtà in questo momento è proprio l'ultima cosa che vorrei chiedergli ma la parte razione e ancora sana di mente di me cerca di essere il più possibile umana e non una ninfomane.
La verità è che proprio non riesco a capire come non lo si possa essere con un tale Adone a fianco che è a tua completa disposizione. Ho detto completa?
Un tempo, magari. «Sta facendo un giro con la mia macchina.» risponde alzando appena le spalle. Non riesco a capire se sia un bene o un male che in questo momento Jake si trovi al di fuori di questa casa.
Edward entra completamente nella mia stanza avvicinandosi lentamente ed incatenando i nostri occhi da un legame invisibile ma ben saldo. «Cosa fai qui?» chiede tracciando sul mio polso dei piccoli cerchi con il pollice.
Richiamo a gran voce tutti i neuroni prima di farmi fare una figura di cacca con una voce tremolante, diamine...contegno! «Hai detto che dovevo concentrarmi sulla scuola...»
Evito di informarlo sulla ripicca architettata da Alice.
«Dai amore, scherzavo.» Rabbrividisco quando mi chiama amore ma lascio scivolare quell'emozione dal mio corpo cercando di focalizzare la mia attenzione sul piano.
Farsi desiderare.
Okay, non sono brava con questo genere di cose. «No, no. Hai ragione.» ribatto prontamente mettendo un pò di distanza tra di noi, sopratutto per sfuggire alla sua influenza che è palpabile quando si è nelle sue vicinanze ma di certo questo non neutralizza l'effetto visivo.
Okay, okay. Riprendiamoci il controllo, non dovrebbe essere poi così difficile.
Si avvicina come un felino ancora una volta.
«Io non ho mai ragione...» bisbiglia sulle mie labbra, basterebbe così poco per baciarlo. Un unico bacio, solo uno. Cosa potrebbe fare? Ma la spia rossa con scritto tradimento s'illumina più e più volte e per un attimo ho pensato di cedere ma ho più paura di Alice.
Mi scuoierebbe viva e non sarebbe affatto piacevole.
«Sei sgattaiolata via senza dirmi niente...» mormora con quella voce roca che mi fa tremare tanto le gambe, ci manca solo che mi cedono le ginocchia e poi la mia bella figura di merda l'ho fatta. «Non si fa così.»
Si china verso di me e a questo punto il mio cervello va definitivamente in vacanza ma la sua meta non sono le mie labbra, mi vuole tentare, far cedere ed è per questo che ha iniziato a mordicchiarmi il lobo dell'orecchio: il mio punto debole.
Il suo respiro caldo mi provoca brividi su tutto il corpo ed è come se la mia mente fosse circondata da una deliziosa nebbiolina che oscura alla mia razionalità i fatti ma prima ancora che potessi cedere Edward si distacca appena solo per potermi sussurrare all'orecchio: «Allora? Manterrai la tua posizione ancora a lungo?»
Come se avessi ricevuto una secchiata d'acqua gelata mi stacco da lui.
Il suo sorriso è tutto un programma ma per fortuna Jake sembra rientrare proprio in quel momento. «Se Jake sapeva che eri qui, perchè sei entrato dalla finestra?» gli chiedo. Effettivamente è stato stupido, una follia.
Si stringe nelle spalle affondando le mani nelle tasche, «Volevo provare.»
«Provare?» ripeto incerta. Credo di non aver capito bene.
«Sì, una volta l'hai fatto anche tu.» barbotta.
«Se io mi buttassi giù da un ponte, tu mi seguiresti?» chiedo ironicamente.
«Certo. Ti seguirei ovunque.»
Okaaaaay, lui si che sa come spiazzarmi. «Scemo.» dico scompigliandoli i capelli già di natura arruffati. Sensazione fantastica e chi sono negata proprio poche ore fa.
Mi sorride tornando verso la finestra. «Edward...no!»
Fa l'occhiolino e come se niente fosse scende ancora giù. Mi precipito alla finestra per assicurarmi che stia bene e per mia fortuna lo vedo buttarsi giù dall'ultimo ramo dell'albero piazzato accanto alla casa.
«Bravo! Proprio bravo!» urlo dalla finestra fulminandolo con lo sguardo. Poco dopo nel campo visivo arriva Jake, mi saluta con un cenno ridando le chiavi al suo nuovo migliore amico. Argh!
«E tu...» urlo indicandolo. Jake si punta un dito al petto e sembra che abbia un enorme punto interrogativo sulla faccia, «Tu sei un traditore-trattino-venduto!» aggiungo chiudendo poi di botto la finestra.


Questo trafiletto è il trafiletto dei troppo.
E' da troppo tempo che non aggiorno...
E' veramente corto rispetto a quello che avevo in mente ma spero che vi piaccia lo stesso
Ho veramente poco tempo per scrivere qualcosa di decente in questa mia nota ma volevo dirvi che io vi voglio troppo bene (^^) e che sono troppo (^^) felice di essere tornata. E voi....nuooooooo sta rompiballe!
La smetto di ciarlare o rischio di addormentarmi qua sopra la tastiera e non sarebbe proprio bello andare poi all'università con i tasti disegnati sulla faccia. No, no. Poi dovrei nascondermi per anni.
Ora vado che ho troppo sonno, davvero. Domani chi si alza al posto mio? UFFF
TANTISSIMI BACIONI

PS: spero di non avervi deluso con il pezzo di Jasper, è l'unica cosa che mi è venuta in mente per far spaventare un pò il nostro Jasperuccio.

A voi il giudizio.... ^^


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Capitolo 74
*** Più semplice = No amore ***


.

Ciaoooo!! ^^
Non so se lo sapete ma Erika ha innovato nuovamente il sito mettendo la risposta alle recensioni direttamente nello spazio dove di solito le leggo quindi potrete vedere la risposta ai vostri commenti proprio in quella sezione. Ho risposto solo a quelle che mi permettevano di dare una reale riposta, ma sono felicissima di leggere quanto vi piaccia e anche i vostri (aggiorna presto!)----> mi fanno ricordare che devo trovare il tempo anche per questa!
Spero che il capitolo vi piaccia, ho aggiunto le immagini per renderla anche un pò socculenta.

 

BELLA:

Avrei dovuto immaginare che tornare così di punto in bianco avrebbe comportato tutta questa attenzione da parte dei miei amici e compagni di scuola.
È come avere un occhio puntato su di me senza però essere riverita come una star. Per fortuna aggiungerei. Ci mancherebbe proprio una folla che mi chiede l'autografo o foto.
«Bella!» la voce di Jessica arriva fin troppo squillante alle mie orecchie accompagnata da Mike con la solita aria da chi si crede superiore agli altri.
«Ciao!» gli saluto entrambi con un abbraccio evitando di pensare a quanto tutta questa falsità ora mi da proprio sui nervi. Per fortuna, da loro due spunta la dolce e mite Angela che mi regala un vero abbraccio.
Senza Edward o Alice il tempo a scuola sembra passare così lentamente che rischio di addormentarmi, al suo posto però ho visto il suo sosia. Anche lui si è dimostrato abbastanza sorpreso nel vedermi lì. Mi sa che nessuno lo ha avvisato del mio arrivo e come c'era da aspettarsi non sa come comportarsi.
Angela mi rimprovera praticamente ogni ora della mia totale assenza; sono stata così coinvolta dal mondo di Edward e dai miei sentimenti per lui che mi sono lasciata andare.
Mi racconta ogni cosa che mi sono persa in questi mesi oltre che a rallegrarsi di rivedermi "tornata alla vita".
Prima di tornare a casa arriva il sosia di Edward, «Sei una sosia o quella vera?» sussurra per evitare di attirare l'attenzione degli altri anche se è normale visto che ora sanno tutti della nostra storia e forse non si sono resi pienamente conto che lui non è quello vero.
Probabilmente si erano dimenticata anche come fossi io.
«Reale. Non ho sosia.»
Sgrana gli occhi, quanto è diverso dal mio Edward. Veramente sta ingannando tutti.
Si avvicina mettendo una mano sulla mia guancia, «Paparazzi. Appostati dietro i cespugli.»
Lo fulmino con lo sguardo, questa cosa proprio non mi piace ed Edward non ne sarà affatto felice se li capiterà sotto mano una rivista scandalistica.
«Non vorrai mica che scrivono che abbiamo qualche problema.» mi stuzzica con una brutta imitazione del suo sorriso sghembo.
«Tu pensa a fare semplicemente il tuo lavoro o Edward ti darà un calcio in culo, chiaro?» sibilo per evitare di farci leggere le labbra. L'ultima cosa che voglio è smontare la sua copertura.
Annuisce tornando serio, poi un'idea malsana torna a tormentarmi la mente.
«Hai detto che ci sono i paparazzi, vero?» gli chiedo per essere totalmente sicura. I suoi occhi scattano dietro di me per un solo secondo prima di annuire.
«Chinati come se mi stessi baciando...» Mi guarda confuso. Effettivamente prima gli dico che se prova un'altra volta a sfiorarmi lo faccio licenziare e subito dopo gli dico che deve farlo.
Sarò malata, sì o no? Probabilmente mi starà prendendo per pazza.
«Non ho detto che devi farlo però lo deve sembrare per i giornalisti...»
Come gli ho chiesto si china ed è così vicino alle mie labbra che per mezzo secondo ho paura che rischi il tutto e per tutto, ma non lo fa.
«Soddisfatta?» mi chiede ironicamente.
«Io sì, Edward meno...»
Lo vedo sbiancare di colpo. «Non ti preoccupare. Manterrai il tuo lavoro...ho solo bisogno di mandargli un messaggio ben chiaro.»
Ancora più confuso di prima mi saluta prima di salire sulla sua macchina.
Io il pomeriggio devo restare a dare ripetizioni se voglio prendere il diploma prima degli altri e visto i voti che avevo, il Preside mi ha offerto di farmi sostenere gli esami entro un mese se io in cambio aiuterò i ragazzi con problemi a scuola.
Ho subito accettato, conscia del fatto che in quel modo potevo sicuramente ripassare molto bene anche per la mia preparazione agli scritti.
L'entusiasmo iniziale sparisce ben presto appena mi rendo conto dei seri problemi che hanno, sopratutto nelle materie scientifiche che lo ammetto, sono le più difficili sia da apprendere che da insegnare.
Quando scoccano le sei mi sento completamente svuotata e distrutta. Tutti i ragazzi escono lamentandosi di come sia già buio e che fuori ha iniziato a piovere. Ottimo, davvero ottimo.
Mi aspettano trenta giorni chiusa in questa aula fino alle sei di sera.
«Stanca?»
Mi volto sussultando. Edward, il vero Edward, fa il suo ingresso nell'aula con sulle labbra il suo consueto sorriso sghembo. Questo è l'Edward che conosco. Evito di saltargli addosso come se fossi un'infoiata, mi devo trattenere o tutto andrà allo scatafascio.
Estrae il suo cellulare dalla tasca dei pantaloni mostrandomi una foto, non una semplice foto: LA foto.
Schiocca la lingua chiudendo lo schermo del computer. «Hai qualcosa da dirmi?»
Faccio la finta tonta guardando in su come se stessi cercando tra i ricordi qualcosa, «Uhm, niente che vorresti sapere.» dico provocandolo apertamente.
«Mi stai sfidando, vero? È la tua vendetta.» mormora intrappolandomi tra il suo corpo e il banco dietro di me con le braccia.

«Ovviamente.» Le sue labbra sono una tentazione così forte che devo incrociare le mie mani dietro la schiena per evitare di strappargli un bacio.
Ha voluto lui iniziare il gioco, io lo sto solo mantenendo in vita. Deve capire come mi sono sentita rifiutata, come mi sono sentita insoddisfatta.
È come se tutto mi fosse crollato addosso. La mia attrazione, la mia voglia di lui e tutto per cosa? Perchè vuole che vado all'università e mi stava rubando troppo tempo.
Ridicolo. Sono sempre stata molto brava a scuola, avrei recuperato in un battibaleno.
«Lo sai che voglio solo il meglio per te per il tuo futuro...» cerca di spiegarmi spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
«Tu sei il meglio per me. Solo tu.»
Ci guardiamo per un'infinità di tempo negli occhi. «Hai iniziato tu...» dico ricordandogli cosa ha fatto scattare tutta la situazione che si è creata in questo momento.
«Ed ora sei a pochi giorni dal diploma.» mormora come se questo potesse cambiare qualcosa.
Mi avvicino pericolosamente a lui trovandomi investita dal suo profumo, «Un mese in cui dovrai solo sognarmi...non cederò. Rispetterò la tua decisione.»
Pensa veramente che sia così debole?
«E se avessi cambiato idea?» sussurra strofinando dolcemente il suo naso lungo la linea del mio collo facendo così aderire i nostri corpi completamente.
«Mi spiace, non si torna indietro. Dovrai nutrirti dei ricordi...» gli ripeto cercando di mantenere un tono di voce neutro, evitando così di farmi sfuggire quel tono di voce mieloso e accondiscendente.
«Ah sì?» Si distacca leggermente da me sentendomi immediatamente mancare il suo contatto.
«Allora voglio un ricordino.» mormora dandomi un lieve bacio prima di mettersi in ginocchio davanti a me lasciando correre le sue mani fin sotto la gonna tirando giù molto lentamente le mie mutandine. Rimango senza fiato e con molta voglia repressa in circolo.

Dannazione. La guerrà è molto più difficile di quanto mi aspettasi. Dal ginocchio inizia a baciarmi fino ad arrivare all'interno della mia coscia, tremo di desiderio. È veramente impossibile continuare in questo modo se lui continua ad usare così i suoi metodi per farmi capitolare ai suoi piedi. Si rialza premendo il suo corpo contro il mio portandosi il mio intimo vicino al naso. «È un peccato...un vero peccato.» sussurra soffiando sul mio collo lasciando lenti baci roventi sulla poca scollatura che lascia vedere la mia camicetta.
Impiego pochi secondi per riprendermi dopo che se ne è andato ritrovandomi senza mutande e pure insoddisfatta. Prendo il cellulare inviando un messaggio: "Me la pagherai..."
Nemmeno dopo un secondo ricevo la risposta: "Ti amo anche io"
Non c'è niente da fare, posso fare qualsiasi cosa che lui è sempre un passo avanti a me.
Quando torno a casa persino Jake nota come sia su tutto un altro pianeta, Effetto EC. Potrebbe essere benissimo considerato come una droga, in molte mi darebbero ragione.
«Vuoi qualcosa di speciale da mangiare?» chiedo a Jake chiuso dentro in bagno per una doccia veloce post lavoro.
«Fai tu Bells!» urla da dietro la porta per sovrastare lo scroscio dell'acqua.
Opto per una semplice torta salata, mi ci vorrà poco tempo e mi aiuterà a distrarmi.
Dopo cinque minuti sento i passi di Jake sulle scale: «Che profumino!»
Mi volto con un sorriso che si spegne immediatamente appena vedo come è vestito, o per meglio dire svestito. Indossa un semplice paio di pantaloni neri della tuta mentre si strofina i capelli con un'asciugamano.
Diavolo che fisico. Ma oggi c'è un complotto mondiale contro i miei ormoni!
«Jake potresti anche metterti una maglietta!» lo rimbecco subito dopo che mi riprendo. Lui però fa in tempo ad accorgersi perchè ridacchia apertamente mettendomi ancora di più in imbarazzo.
«Uhuhu, è sempre bello vederti imbarazzata così!» ridacchia mettendosi comodo sulla sedia.
«Non ti avevo detto di metterti qualcosa addosso?» lo riprendo immediatamente cercando di cancellargli quel sorrisino sulle labbra.
«Fai pure!»
Apro la bocca per rispondergli ma vengo interrotta dal bussare alla porta.
«Spera che non sia Edward.» sibilo andando verso la porta.
Al posto di Edward trovo invece mio padre che mi guarda ansioso pizzicandosi i grossi baffi.
«Bells...» mi saluta dolcemente prima di perdersi con lo sguardo dietro di me, mi volto anche io guardando Jacob salutarlo con un cenno della mano salendo su per le scale.
Quando torno con lo sguardo verso mio padre noto che si è irriggidito. Maledetto Jacob, chissà ora cosa penserà.
«Perchè sei qui?» chiede leggermente in tensione.
«Non posso tornare a Forks?» gli chiedo di rimando leggermente indispettita dal tono che sta usando. Ci manca solo che ora mi marchi con una lettera scarlatta.
«Non esattamente...è un gioco.» replico immediatamente. Non voglio che pensi che ci sia qualcosa che non va anche se la realtà è proprio questa anche se non posso dirlgielo.
«Un gioco?» ripete confuso.
Di certo non gli posso dire che mi sono rifugiata qui da Jacob solo per provocare Edward visto che non vuole venire a letto con me. Assolutamente è fuori questione, gli verrebbe un infarto.
«Sì, niente di cui ti debba preoccupare.»
«Sono sempre preoccupata se riguarda la mia bambina...» Gli sorrido e lui risponde con un'altro atrettanto imbarazzato. È da anni ormai che non sono più una bambina ma è ovvio che lui mi vedrà così anche a quarat'anni.
Preparo da mangiare per i due ragazzoni che si sono messi a parlare di sport, baseball e football. Mi chiedo se Edward potrà mai avere un simile rapporto con mio padre: Charlie ha sempre sperato che guardassi Jacob con occhi diversi da quelli di un caro amico d'infanzia.
Mentre guardo la torta salata che cuoce nel forno, mi perdo ad immaginare la mia vita con lui. Di certo è uno stile di vita molto più lineare, semplice...un figlio, cene con i suoi amici.
Nessuna grande svolta. Mi sembra di essere diventata superficiale ma sarebbe una vita banale, forse la vedo così soltanto perchè Edward ha cambiato radicalmente la mia vita. Mi ha mostrato un mondo del tutto diverso dalla piccola cittadina di Forks. Mi ha fatto conoscere l'amore, la sensazione di essere totalmente dipendenti dall'altro.
Probabilmente se non fosse arrivato lui, sarei finita per innamorarmi del mio migliore amico...non innamorarmi, provare di più del semplice affetto ma non avrei mai conosciuto il vero amore; non avrei saputo cosa vuol dire essere veramente amati.
Jacob, sarebbe stata la scelta più semplice.

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Sia per quanto riguarda Facebook che il blog potrete trovare degli spoiler sui prossimi capitoli anche se devo ammettere che su Facebook verranno visualizzati prima perchè lo trovo più comodo ma per chi non volesse chiedermi l'amicizia è un ottimo modo per vederli anche il blog.
Un bacione ancora!
Vale

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Capitolo 75
*** Tregua? ***


.

Rosalie aveva lavorato a fondo per riaquistare il suo corpo statuario prima di convolare a nozze con Emmett. «Ho sempre paura di dimenticare qualcosa...» mormoro dando un'ultima occhiata alla valigia piena di vestiti e piccole cose che mi potrebbero servire come le creme.
Inutile dire che Edward mi ha ripetuto più e più volte che lì ci sarebbe stato tutto quello che avevo bisogno ma odio pesare per queste sciocchezze sugli altri.
«A che ora è il volo?»
«James ci aspetta tra due ore.» risponde dal bagno.
Continuando a guardare in giro cerco di chiudere la valigia. Il preside mi ha permesso di saltare cinque giorni di lezione per partecipare al matrimonio, immagino che Edward abbia messo qualche incentivo come una nuova biblioteca o una nuova ala ma non posso esserne sicura. Non pensavo che me lo avrebbe permesso, non dopo il suo discorso "ispirato" al mio ritorno in cui esigeva il massimo rispetto delle regole e il mio impegno.
In caso contrario mi aveva dato la sua parola che sarei rimasta lì fino alla fine come il resto dei miei compagni. Dopo che è uscito la foto sul giornale di me e del sosia di Edward ha deciso di essere un pò più presente.
Mi è venuto a prendere a scuola tutti i giorni dopo che davo ripetizioni ai ragazzi ed ogni mattina si faceva trovare fuori dalla casa di Jacob per portarmici.
Più volte l'ho trovato intento a fissare l'anello di fidanzamento, come se avesse paura che non lo indossassi. Se abitassimo in un posto soleggiato potrebbe vedere l'assenza di abbronzatura in quel tratto, ma qui a Forks dove le nuvole regnano sovrane questo non è possibile.
Mi bacia il collo stringendomi contro il suo corpo, rimane lì con le labbra incollate. Rimango immobile sciogliendomi a quelle attenzioni da troppo assenti.
Da quando mi ha "attaccato" rubandomi le mutandine, non ha più cercato di farmi cedere.
«Non dovremmo andare?» mormora accarezzandomi appena sopra la cinta dei pantaloni.
Mi accorgo di aver chiuso gli occhi solo quando sento il suono della sua voce, cacchiarola è da tantissimo tempo che non stiamo insieme e questa astinenza forzata inizia veramente a scocciarmi. Per fortuna al matrimonio ci sarà anche Alice che molto dolcemente mi ha fatto capire che mi devo arrangiare per tenere a bada i miei ormoni perchè lei è già impegnata a far capitolare Jasper. Nemmeno supporto psicologico.
Le ho addirittura detto che Edward non mi aveva più cercato da quel giorno ottenendo semplicemente come risposta che lui "è un Cullen, non capitolano facilmente."
Allora per stuzzicarla le ho chiesto se anche Jasper a quel punto fosse un Cullen. Non l'ha trovata una battuta divertente.
«Per caso mi stai tradendo?» gli chiedo appena prende la mia valigia per portarla in macchina.
Scoppia a ridere aprendo il bagagliaio. «La trovi una cosa divertente?»
«Uh, molto.» sghignazza.
«Non sto scherzando. Non sono più...attraente? Non ti piaccio più?» mugugno terrorizzata dalla sola idea. Non posso immaginare di saperlo con un'altra.
Si avvicina premendo il mio corpo al suo: «Quanto manca al tuo diploma?»
«Altre due settimane...»
«E cosa avevamo detto?»
Sbuffo contrariata: «Fino a quando non avrò in mano il diploma, niente contatti fisici.» ripeto.
Mi bacia la punta del naso sorridendo.
«Andiamo?»
il viaggio è stato un disastro su tutta la linea. Edward rispondeva a e-mail, messaggi o rispondeva attraverso il telefono predisposto per gli aerei; ovviamente mi addormentavo come un sasso non avendo niente da fare se non guardarlo immerso negli affari.
Sarà sempre così?

«E così sarà qui che si terrà il matrimonio?» chiedo guardando l'enorme cancellata che tiene a distanza il resto del mondo, i Cullen si sono ritagliati un piccolo angolo di paradiso in mzzo alla campagna toscana.
«Ti piace?» mi chiede mettendo in folle e lasciandomi ammirare la struttura e i giardini prima che il custode arrivi. «Nome?»
Edward leva gli occhiali da sole con un sorriso stampato in volto, la guardia si paralizza un attimo sgranando gli occhi stupito e continuando a scusarsi per avergli chiesto i documenti.
«Non si preoccupi. Ha fatto solo il suo lavoro, ne sono felice e lo dirò a mio padre.» cerca di tranquillarlo Edward anche se tirare in ballo suo padre non è stata una bella mossa visto che ora sembra più preoccupato di prima.
«Fai veramente paura...» sghignazzo non appena lasciamo l'auto davanti alla piccola fontana di fronte alla residenza. I livelli di sicurezza sono stati alzati al massimo livello e a tutto il personale è stato fatto firmare un contratto di riservatezza.
Quando arriviamo Esme ci accoglie a braccia aperte stritolandomi con una forza quasi irreale per una donna così minuta e dolce.
«Rosalie è così entusiasta! E Jasper è appena arrivato insieme ad Alice!» c'informa.
Per il matrimonio è stata presa in prestito una villa in piena campagna dove poter svolgere il matrimonio senza essere interrotti da spiacevoli sorprese come i paparazzi o qualche curioso.
Emmett scende dalle scale con un fagottino blu tra le mani, «Ed ecco il piccolo Robby!» esclama il padre scendendo gli ultimi gradini per farcelo vedere. È così cresciuto da quando l'ho visto l'ultima volta! Sembra incredibile che sia cresciuto così tanto.
«E' il suo trofeo...» bisbiglia Esme guardando suo figlio con amore che lo passa ad un Edward leggermente impacciato che cerca di tenerlo tra le braccia nel modo più giusto sotto lo sguardo attento di Emmett che non risparmia di certi consigli o ammonimenti.
«Vieni con me, lasciamo i due maschioni da soli. Ti mostro la vostra stanza per questi giorni.» aggiunge, la seguo in silenzio portando il mio beauty; la valigia la lascio tutta ad Edward.
«E qui c'è il bagno.» mi mostra Esme aprendo la seconda porta a destra della camera assegnata a me ed a Edward. È raggiante, immagino che è il sogno di ogni madre vedere il proprio figlio convolare alle nozze con la donna che lo rende felice.
«Domani Rosalie vuole tenere un servizio fotografico con i diversi abiti da sposa per vedere con quali state meglio tu ed Alice.» mi spiega porgendomi un foglio con un dettagliato programma per il giorno dopo. Alla faccia dell'organizzazione.
Annuisco appoggiando il foglio sul comodino quando senza preavviso Esme si tuffa tra le mie braccia per abbracciarmi nuovamente. «Sono così contenta che sei entrata nella nostra famiglia.» bisbiglia stringendomi ancora di più.
Quando sciogliamo l'abbraccio mi guarda amorevolmente, un sorriso materno.
«Ora ti lascio rilassare adesso. Sarai esausta dopo un viaggio così lungo.»
Appena esce dalla porta entra Edward. Fuori una Cullen dentro un altro.
«Cos'hai da ridere?» domanda lasciando la valigia ai piedi del letto.
Faccio spallucce: «Niente. Visto la stanza?» devio l'argomento.
«Oh ma è bellissima...» mormora senza dare un'occhiata in giro limitandosi a guardarmi negli occhi. Arrossisco come una ragazzina ed effettivamente è anche quello che sono.
«Tua mamma ha detto che mi devo rilassare!» esclamo sapendo già cosa significa quello sguardo e quel sorriso malizioso sulle labbra.
«Oh ma io so un ottimo modo per farti rilassare.» ribatte prontamente.
«Non intendevo quel modo...» mormoro appeno sento le sue mani sfiorare il bordo della maglietta.
«Proponevo solo un bagno...» sussurra baciandomi la scapola.
Lo allontano giusto il tempo per permettermi la fuga in bagno e chiudermi dentro.
Chiudo la porta dietro di me urlando: «Sì ma da sola!»
Quando esco dal bagno trovo Edward abbandonato a letto solo in boxer che dorme.
Beh, almeno questa volta non l'ho ritrovato tutto nudo con quel bel culetto all'aria, sarebbe stato possibile resistere.
Mugugna qualcosa segno che è molto vicino al risveglio, forse ho fatto troppo chiasso.
Indosso la biacheria intima che Alice mi ha regalato per tentare Edward e lo sveglio iniziando a baciargli il petto. Quando lo sento sussultare alzo lo sguardo verso di lui con gli occhi più liquidi e scuri. «Che bel risveglio.» dice portandomi su di lui.
«No no. Hai capito male caro mio.» mormoro ad un centimetro dalle sue labbra.
«Volevo fare solo un bagno, ho tutti i muscoli del collo che mi fanno male...» tenta di giustificarsi ma con scarso successo. Non ci casco.
«Posso farti io un massaggio.» gli propongo.
Mi guarda un pò scettico ma si volta incrociando le braccia sulla fronte.
Di solito la vendetta è un piatto che va servito freddo ma questo non è il mio caso, più è bollente, più sarebbe crollato ed io avrei vinto. Mi metto a cavalciono sopra di lui godendomi il panorama.

Faccio scivolare le dita dai suoi capelli fino alla fine della schiena abbassando ancora di più i pantaloni della tuta. Il suono roco che sento mi fa capire di essere sulla strada giusta.
«Stai giocando sporco...» mugugna appena lascio scivolare le mani lungo i suoi fianchi accarezzandolo per farmi strada tra il suo corpo e il materasso.
Sorrido apertamente provocandolo ancora di più.
«Non saresti più comodo senza questi boxer?» sussurro sporgendomi in avanti per far scontrare i nostri corpi. Lascio che il mio corpo aderisca perfettamente alla sua schiena e lui non perde quest'occasione per disarcionarmi per mettermi sopra di me.
«Mai disturbare il can che dorme.» bisbiglia prima di mordermi un labbro.
«Mi spiace ma c'è una guerra in corso.» replico dopo aver ripreso un pò di autocontrollo.
Sorride sulle mie labbra accarezzandomi il naso con il suo prima da un parte poi dall'altra, «Vorrei proporre una tregua.»

.

Ciaoooo!
Eccomi qui! mi sono fatta attendere lo so...sorry.
Ho risposto a tutti i commenti che mi avete lasciato ^^, grazie mille per tutto, per le letture e i commenti sia qui che privati.
Sono felicissima che questa storia continua a piacervi e a catturare la vostra attenzione.

Ora lascio i link dove potete trovare le altre mie storie o guardare gli spoiler (li trovate sia sul mio profilo fb che sul blog):


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Capitolo 76
*** Voglia di...famiglia ***


XXXX

Probabilmente ci poteva essere anche un uragano che il matrimonio si sarebbe comunque svolto senza una minima pecca. C'era il piano A, B, C ed un eventuale piano D, di cui però nessuno era a conoscenza tanto che tutti pensavamo che era solo un modo per il planner di dire che aveva l'intera faccenda sotto controllo.
«Perchè lo dobbiamo fare?» mormoro. Sono impacciata per natura, come è possibile che non possa inciampare sul tappetto coprendomi di ridicolo davanti ad una marea di gente importante, ma soprattutto amici della famiglia di Edward.
«Perchè Rosalie vuole avere una foto del momento anche quando siamo in bagno...» barbotta Edward stiracchiandosi sulla panchina.
«Alice dov'è?» bisbiglio dopo aver fatto chissà quale smorfia all'ultimo flash.
Fa una smorfia stringendomi la spalla: «Ho paura di sapere dov'è quel folletto. Non vorrei mai che spuntasse con qualche altro smoking con cui pensa che sto meglio.»
«Sai che non ti perdonerà per gli occhiali da sole?» mormoro prima di venir zittita da un'occhiata omicida del fotografo. Ho capito che sta facendo il suo lavoro, ma dovrebbe anche capire che io sono solo un burattino in mano a quelle invasate.
«Ho gli occhi rossi e le occhiaie perchè qualcuno stanotte non ne aveva mai abbastanza.» ridacchia sistemandoseli meglio sul naso.
Lo guardo sconvolta, non si è minimamente preoccupato del fatto che il fotografo l'ha chiaramente sentito! «Hai intenzione di dare tutta la colpa a me?»
Si volta sfoggiando il suo sorriso smagliante: «Of course!» esclama prendendomi in giro imitando il mio accento.
Gli do una gomitata scherzosa quando sento il tossicchiare di Alice. Non ci siamo nemmeno accorti quando è arrivata. «Bella, Rose vuole che cambi l'abito per la foto insieme a noi.»
Mi volto appena cercando di guardare gli occhi di Edward.
«Mi spiace cerbiatto, non posso salvarti da mia sorella.» dice baciandomi la punta sul naso.
«PERFETTA!» urla il fotografo raggelandoci.
Anche l'urletto affermativo di Alice e il continuo saltellare battendo le mani ci fa capire che probabilmente il fotografo non aspettava che questo. Edward rimane abbastanza interdetto alzandomi di peso per baciarmi con un casquet in piena regola.
I flash si sprecano per la scena che Edward sta mettendo in atto e quando finalmente torno in verticale mi sento la testa girare.
«Ora. Posso togliermi questi abiti?» chiede Alice che se è possibile è ancora più entusiasta di prima.
«Se vuoi ti posso dare una mano...» gli sussurro sulla spalla, ma Alice mi trascina via verso il salotto del palazzo che per questa occasione è stata trasformata in uno show room degli abiti più belli e preziosi che abbia mai visto tra cui, al centro della stanza, spicca il vestito più bello di tutti; l'abito da sposa di Rosalie.
«Aspetta qui.» ordina Alice mettendomi a sedere sul divano. Presto il piccolo folletto sparisce per trovare il prossimo cambio. Sono esausta.
Mi rilasso sul divano sprofondandoci letteralmente quando i miei occhi vengono attirati da un ritratto di famiglia su tela. Non deve essere di molto tempo fa, immagino che sia qualche anno fa, non di più. Nonostante la rigida posa che sembrano tenere, traspare l'amore che li lega dal modo in cui uno sta accanto all'altro.
Le dita che si incrociano, la luce negli occhi di Esme che guarda sua figlia.
Edward è appena dietro il padre, immagino per simboleggiare che è lui il successore diretto.
Prendo un profondo respiro evitando di pensare che la mia famiglia si sta per legare con la sua che è così ricca di storia e tradizioni.
Stare con Edward mi fa dimenticare qualsiasi cosa. La sua sola presenza è lenitiva per la mia anima che si acquieta non appena incontra i suoi bellissimi occhi verdi.
Ora più che mai sono consapevole del fatto che avrei dato qualunque cosa per rimanere con lui, non credo di riuscire più a sopportare un periodo di lontananza.
Ormai i Cullen sono entrati nella mia vita lasciando un segno indelebile. Tutti loro.
«Ora che fai parte della famiglia devi subire!» sghignazza Rose sedendosi di fianco a me.
Persa com'ero nei miei pensieri non ho nemmeno sentito i suoi tacchi sul marmo.
Alice si siede dall'altra parte prendendomi la mano dove fa sfoggio l'anello regalatomi da Edward. «E come dimostrarlo meglio se non con un bel diamante?»
«Sì, posso dire che faccio parte del clan!» rido dando un bacio sulla guancia di Alice.
Ti ricordo che hai già la maglia del Team Cullen per le partite di calcio!» mi ricorda Rosalie.
«Sbagliato, avete fatto la mia con impresso "Team Edward"»
Ridono entrambe scambiandosi un'occhiata d'intesa.
«Era un modo per farvi far pace...»
«No. La verità è che tutte quelle galline che gli ronzavano intorno dovevano sapere che era già prenotato da un bel pezzo!» sibila Alice con lo sguardo infuocato.


*******


Dalle otto tutta la villa si è animata di truccatrici e parrucchieri.
Alice stranamente si è lasciata coccolare da altri, ma per lei è una tentazione troppo forte non mettere il becco in alcune questioni "stilistiche".
Patrizia, la mia parrucchiera, inizia a farmi una cascata di boccoli. Incredibile ma vero vista la quantità con cui si trova a lavorare, ma non li lascia sciolti. A lavoro completato inzia a tirarli su lasciando solo poche ciocche che cadono sulla spalla sinistra.
Come era prevedibile, le prime ad essere "completate" siamo io ed Alice. Rosalie, la sposa, è ancora sotto le attenti cure delle make-up artist che ha fatto arrivare dall'America appositamente per questa occasione.
«Quanto costerà questo matrimonio?» mormoro sconvolta ad Alice.
Fa spallucce: «Rose aveva carta bianca, e con carta bianca intendo un assegno in bianco.»

Alle dieci, tutti gli invitati sono al loro posto in trepidante attesa dell'arrivo della sposa. Io e Alice li spiamo da dietro la tenda del secondo piano. Rose ed Emmett hanno voluto celebrare il loro matrimonio nel giardino della villa cercando il più riparo possibile dall'occhio dei giornalisti.
Per l'evento è stato vietato il sorvolo di questa area in modo tale da non far uscire foto e la sicurezza è aumentata notevolmente impedendo a qualsiasi paparazzo di entrare.
Il matrimonio è impeccabile e i festeggiamenti vanno avanti fino dopo le undici dopo che Emmett e Rosalie sono partiti per una mini luna di miele.
Primo turno di baby-sitter? Edward ed io, ovviamente.
«Sei sicuro di poterlo gestire per una settimana intera?» sussurra Emmett ridacchiando.
«Robert è dolcissimo. Non sarà un problema.»
Scuote la testa divertito: «Stavo parlando del bambinone Edward...»
«Ehi!» si lamenta il diretto interessato tirando un pugno sul braccio del fratello.
«E tu vedi di non sfasciare un'altra stanza. Mamma non ne uscirebbe fuori questa volta...»
«Distruggere?» ripeto cercando di capire il vero significato di quella parola.
Edward annuisce segno che ho capito bene, «Perchè?» aggiungo cercando il filo interruttore.
«Le notti di sesso bollente e le case appena ristrutturate da Esme non vanno mai d'accordo.» sospira facendomi ridere.
Robert mi guarda curioso stringendo le manine a pugno.
«Vado a metterlo a nanna.»
Emmett e Rosalie lo salutano riempiendolo di bacini. «Arrivo subito!» dice Edward fermandosi a salutare alcuni ospiti che stanno lasciando la festa, ma soprattutto suo fratello.
La camera di Edward è stata attrezzata di un lettino per Robert e di molti dei suoi giocattoli in modo da distrarlo il più possibile, ma dubito che si possa accorgere di qualcosa visto che è sommerso da ogni ninnolo inventato dalla mente umana.
Anche se è già da un bel pò nel bel mezzo di qualche sogno, lo tengo ancora stretto a me tra le braccia immaginando come potrebbe essere mio figlio...tenere tra le braccia il frutto dell'amore mio e di Edward.
La porta si apre lentamente rivelando la figura di Ed: «Hai dimenticato questo...» mormora e trando nella stanza evitando di fare rumore mostrando il bouquet che Rose ha lanciato durante la cerimonia. Ho i miei seri dubbi che sia stato casuale.
Rimbocco le coperte a Robert dandoli un piccolo bacino da parte di Rose sulla fronte. Mi ha detto che è un gesto abituale che fa ogni sera.
Edward mi raggiunge stringendomi tra le sue braccia e guardando il piccolo dal di sopra della mia spalla: «Assomiglia sempre di più a Rose.» sussurra. Il suo respiro caldo sul collo mi provoca un lungo brivido e lui sembra accorgersene.
«Con qui il piccolo?» ridacchia sommessamente giocherellando con la cerniera del mio abito.
Mi volto spingendolo lontano dalla culla. Mi ha tenuto a stecchetto per settimane intere ed ora devo prolungare perchè c'è Robert nella stessa stanza?

Dorme. Non si accorgerà di nulla e comunque, non capirebbe!
«Fai troppo rumore...» dice prendendomi in giro lasciandosi cadere sul letto.
«Io?»
Annuisce vigorosamente mentre io me la prendo comoda con i bottoni della sua camicia.
«La tregua non era iniziata?» aggiungo riuscendo finalmente a toccare la sua pelle bollente sotto il mio tocco.
«Maaaa...» dice aiutandomi a spogliarlo, «Non urlare.»
Gli lancio un'occhiataccia, «Certo, sono io quella che sembra essere in chiesa durante l'amplesso!»
Stoccata.
«Mordi il cuscino!» aggiungo prendendone uno tra i tanti messi a letto.


*******


So che non è giusto.
È la terza volta che Robert si è messo a piangere questa notte e tutte e tre le volte, Edward si alzato al primo vagito cercando di calmarlo. Questa volta però sembra più ardua tanto che lo porta fuori per non disturbare il mio sonno, peccato che io mi sveglio ogni volta che Edward si muove nel letto.
Mi giro nel letto guardando il soffitto e aspettando il suo ritorno. Di certo sarebbe un ottimo padre/marito. Per la seconda volta in meno di ventiquattro ore mi ritrovo a pensare di avere una famiglia tutta mia con Edward.
Passano ancora dieci minuti, ma non torna. Incapace di riprendere sonno mi alzo cercandolo per i corridoi fino a quando non lo trovo nel salotto tutto intento a cullare Robert.
«Saresti un papà perfetto.» mormoro evitando di svegliare tutti.
Vedo il suo sorriso illuminato dai flebili raggi della Luna. Il bambino sembra proprio non volergli dare pace, infatti appena rallenta il ritmo o si ferma inizia a piangere.
«Posso provare?» sussurro prendendo Robert tra le braccia che ferma un attimo la sua tortura per guardarmi.
«Ciao piccolino...non vuoi fare la nanna?» Lo cullo per qualche minuto lasciando che mi stringa il dito nella mano e si sistemasse meglio tra le mie braccia.
«E' proprio un Cullen, un bel paio di tette e si tranquillizza subito.» ridacchia Edward lasciandosi andare sul divano. Mi siedo accanto a lui guardando Robert che sembra essersi addormentato nuovamente.
«Stupido.» mormoro continuando a cullare Robert che nel frattempo ha addirittura lasciato la presa sul mio dito. Spero che per questa notte non ci dia più problemi.
«Andiamo a dormire...» propongo non appena sono sicura che Robert non si sveglierà per il tragitto dal salotto alla nostra camera da letto.
Edward mi segue in silenzio parlando solo quando siamo sotto le coperte: «Sei terribilmente eccitante quando fai la mamma.» mi stuzzica prendendomi tra le sue braccia.
«Non eri stanco?» lo provoco sentendo un noto rigonfiamento tra le gambe visto che la tela dei pantaloni del pigiama non è abbastanza resistente da celarlo in qualche modo.
«Sì, mammina.» sghignazza muovendo il bacino contro il mio.
«Scemo.»
«Ho superato la prova?» dice strofinando il naso sulla mia guancia.
Rido stringendolo ancora di più a me, «Non dirmi che vuoi una squadra di calcio perchè non credo che potrei sopportare undici anni di notti insonni.»
«Una.» bisbiglia spostandomi una ciocca di capelli dal viso.
Mi sistemo meglio tra le sue braccia: «Una?»
«Sì, una bambina.»


Dopo un'eternità ecco l'aggiornamento. Spero che vi sia piaciuto.
Scusatemi se non mi dilungo tanto, ma in questo momento non è un bel periodo per la mia vita. Soprattutto oggi.
Mi raccomando fatemi sapere se vi è piaciuto.

Ora vi lascio i link delle altre storie e miei contatti:

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Capitolo 77
*** Per sempre - Finale ***


XXXX

 

«Sìa, e se cado?»
Mi accovaccio guardando Robert amorevolmente. «Non ti preoccupare.» dico cercando di rassicurarlo. E cosa sarà mai un piccolo tonfo?
Si guarda intorno mordendosi il labbro, forse gli ho passato un tick passando troppo tempo con lui come baby-sitter.
«Che cosa stai facendo?» urla Alice spaventandomi. Mi rimette in piedi fulminandomi con lo sguardo: «Non posso lasciarti sola neanche un minuto, eh?» sbotta scuotendo la testa.
«Ricordati che non ti puoi agitare.» le rammento guardando il suo pancione.
Sono passati solo quattro anni, ma la nostra vita è cambiata drasticamente.
Alice e Jasper si sono sposati a Venezia tre anni fa e ormai stiamo contando le poche settimane che mancano alla nascita del secondo erede dei Cullen.
È una bambina, e molto probabilmente Jasper dovrà affrontare due tornadi per il resto della sua vita se la piccola diventerà anche solo un quarto di sua madre.
Alice si porta le mani sul ventre accarezzandolo, il suo sguardo è pieno d'amore mentre svolge una piccola carezza circolare mentre il suo viso si apre in un ampio sorriso.
«Staremo più che bene noi due!» esclama chinando leggermente la testa da un lato.
Jasper entra nella stanza baciandola sul collo: «Come stanno le mie due donne preferite?»
Alice ricambia il bacio dandone uno sulle labbra.
«Senza offesa eh!» si riprende guardando prima me, poi Rosalie.
«Allora?» chiede guardandomi, «Sei pronta?»
«Quando vuoi!»
Le farfalle nello stomaco aumentano ancora di più non appena compio i miei primi passi.
Il timido sole di Forks spunta da dietro le nubi riscaldando tutti i presenti e fa brillare ancora di più il mio anello di fidanzamento.
«Sei bellissima!» esclama Rose prima di voltarsi e camminare sul lungo tappeto bianco che unisce unisce la casa al piccolo altare dove io ed Edward ci scambieremo le promesse.
Alice da un'ultima sistemata al velo prima di mettermi in mano il boquet.
«Lo sapevo che saresti diventata mia sorella. Fin dall'inizio, quindi mi posso prendere un pò di merito per questa bellissima unione!» La sua voce commossa mi fa intenerire e a dispetto delle sue raccomandazioni "non muoverti o spiegazzerai il vestito", l'abbraccio tenendola per alcuni secondi prima di sentire la finta tossetta di Jasper che ci richiama all'ordine.
«Signorinella, è ora...» sussurra mio padre accarezzandomi delicatamente la guancia per non rovinarmi il trucco leggero.
Lo prendo sottobraccio aspettando il momento in cui toccherà a me affrontare il tappeto bianco ed iniziare i primi passi verso la mia nuova vita.
Ne abbiamo passate tante fino a raggiungere il nostro equilibrio. È stata una decisione presa di comune accordo di svolgere il matrimonio e il ricevimento qui a Forks.
Qui, dove è nato tutto.
E lui è lì che mi aspetta, in piedi.
Il suo volto si illumina non appena entro nella sua visuale. Accanto a lui, Emmett e Jasper hanno preso già il loro posto, come Alice e Rosalie sono dalla mia parte ma ora i miei occhi vengono attirati solo nei suoi.
Non vedo altro, solo il suo volto che passo dopo passo è sempre più vicino.
Il suo sorriso si allarga non appena ci separa solo un passo.
«Mi raccomando ragazzo...trattala bene.» gli dice premuroso mio padre con un velo di lacrime negli occhi.
«Sempre.» È la risposta di mio marito.
A quella parola, le farfalle nel mio stomaco sbattono le ali più velocemente.
«Ti amerò per sempre Bella. Hai tutto il mio cuore.»
Gli sorrido pronta a recitare le mie formule nuziali.
«Per sempre.» sussurro ricambiando il suo sguardo carico d'amore.


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fine



Ed eccoci alla fine.
Oddio che strana sensazione. "The Real Me" mi ha accompagnato per così tanto tempo che scrivere la parola fine...mi viene un pò il magone.
Spero di essere riuscita a scrivere un bel finale, non c'era altro da raccontare e per loro è giunta l'ora di avere un lieto fine come si deve.
Grazie per tutti i commenti, tutti voi che mi siete stati vicini nell'arco di questa storia; spero con tutta me stessa di essere riuscita ad emozionarvi anche con questo ultimo capitolo!
Vi lascio dei link. Il mio contatto e altre mie storie che potete leggere se ne avete voglia:

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Un bacione enorme! ^^

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