L'ultimo Malandrino.

di Silver_Hex
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Destini incrociati. ***
Capitolo 2: *** Casa Potter. ***
Capitolo 3: *** Una serata movimentata. ***
Capitolo 4: *** Risvegli e dolori. ***
Capitolo 5: *** Animagus. ***
Capitolo 6: *** In viaggio. ***
Capitolo 7: *** Auguri Hermione. ***
Capitolo 8: *** Cosa sta accandendo? ***
Capitolo 9: *** Eppur si muove. ***
Capitolo 10: *** Firts Time. ***
Capitolo 11: *** Risvegli. ***
Capitolo 12: *** Halloween. ***
Capitolo 13: *** La mia famiglia. ***
Capitolo 14: *** Guai in arrivo. ***
Capitolo 15: *** San Mungo. ***
Capitolo 16: *** Natale. ***
Capitolo 17: *** Dolore e abbandono. ***
Capitolo 18: *** New Life. ***
Capitolo 19: *** Sussurri. ***
Capitolo 20: *** Happy New Year ***
Capitolo 21: *** Il giorno buono per agire. ***
Capitolo 22: *** The New Order of Phoenix. ***
Capitolo 23: *** Time to Action. ***
Capitolo 24: *** War, Part one. ***
Capitolo 25: *** War, part two. ***
Capitolo 26: *** Esilio. ***
Capitolo 27: *** Linea di difesa ***
Capitolo 28: *** Un piano malandrino. ***
Capitolo 29: *** We Are Ready. ***
Capitolo 30: *** Azione. ***
Capitolo 31: *** A New Story ***



Capitolo 1
*** Destini incrociati. ***


L'ultimo malandrino.

Destini incrociati.

C’erano momenti in cui l’assenza di Lily e James era davvero molto difficile da sopportare, come la festa per i sedici anni di Harry. Sirius osservava il figlioccio chiacchierare con gli amici in una delle prime vere sere libere e spensierate di quell’estate.

«Come siete diventati amici?» chiese Sirius.

«Ron ed Io in treno. E la prima cosa che mi ha chiesto è stata “Ma, ma hai davvero...?” e aveva indicato la mia fronte. Non riusciva a dire nemmeno cicatrice, immagina la sua faccia quando ho pronunciato “Voldemort”» rispose per primo Harry ridendo.

«Ehi anche Hermione l'abbiamo conosciuta in treno ricordi?» chiese Ron.

«Come scordarla! Cercava Oscar, il rospo di Neville, e poi ci ha beccato a litigare con Malfoy.»

«Ovviamente sapeva già tutti i libri a memoria.» aggiunse Ron.

«E molte più cose su di me di quante ne sapessi io.» finì Harry con un sorriso all'amica che era pronta per sgridarli.

«Siete incredibili, vi ho beccato a fare a botte con Malfoy e non eravamo ancora arrivati a Hogwarts. E poi non è allora che siamo diventati amici, no?» disse con un sorriso malinconico.

«Già dopo averti salvato la vita da quel troll, infrangendo un sacco di regole, sei diventata più simpatica.» disse Ron.

«Bei tempi quelli, avevi mentito anche ai prof.» aggiunse Harry con un sorrisino.

«Hermione, sei sulla buona strada per diventare una malandrina anche tu!» disse Sirius ridendo forte.

«Non credo proprio!» disse quasi indignata.

«Non solo hai mentito ai professori, ma hai collaborato attivamente in questi anni con noi, per non parlare poi di quest'ultimo anno. Lo abbiamo passato a infrangere i decreti della rospa.» disse Harry.

«Giusto, e poi se tu non avessi infranto le regole, noi a quest'ora saremo già morti.» disse Ron.

«Se voi non andaste in cerca di guai, non ce ne sarebbe stato bisogno.»

«Ehi volevi lasciarmi ai dissennatori?» chiese Sirius falsamente indignato.

«Ah siete insopportabili...»

Era bello passare serate simili, ma quanta malinconia c'era in quelle risate. La situazione precipitava lentamente, ma con la consapevolezza che presto qualcosa sarebbe successo. Sirius se lo sentiva dentro, la battaglia definitiva si sarebbe combattuta presto. Anche Silente lo sapeva e stava cercando di trasmettere le sue conoscenze a Harry in modo da portare a termine la missione.

Poi tutte le certezze crollarono, Silente era morto.

Harry non aveva chiaro che cosa gli potesse riservare il futuro, sapeva soltanto di avere una missione da svolgeree non si sarebbe tirato indietro, come sempre Ron e Hermione lo accompagnarono, ma rifiutò l'aiuto e la protezione di Remus e Sirius. Remus ormai aveva una famiglia ed era giusto che si dedicasse al figlio, Sirius sarebbe stato più utile agli altri dell'ordine, Voldemort ormai era al potere e c'era la resistenza da organizzare, maghi e anche i babbani da proteggere.


Sirius sapeva che quei ragazzi avrebbero fatto di tutto per vincere, ma erano coscienti che perdere e morire era molto più che una certezza. Lui e Remus avevano aiutato Hermione a modificare i ricordi dei genitori e assicurarsi il loro arrivo in Australia in sicurezza. Non avrebbe mai dimenticato quegli occhi colmi di tristezza e di gratitudine che si erano chiusi quando l'aveva abbracciata. Erano passati mesi interminabili in cui non avevano saputo nulla dei ragazzi, poi erano arrivate le notizie della fuga dalla trappola di Lovegood, la prigionia in casa Malfoy e poi la miracolosa notizia che erano in salvo a casa di Bill.

Quando arrivò insieme a Remus per comunicare la notizia della nascita del piccolo Teddy non si sarebbe aspettato di vedere quella situazione. Le loro facce erano stanche, Hermione portava ancora i segni di un pesante interrogatorio.

«Siete dei pazzi incoscienti, come hanno fatto a trovarvi?» chiese Sirius.

Remus sbuffò, lui certo non poteva fare prediche o dare dell'incosciente a chi che sia.

«Colpa mia, ho infranto il tabù. Hermione sei stata grande a inventarti quella storia. Ancora una volta non avrei saputo cosa fare se non fosse stato per te.» ammise Harry.

«Figurati, sono felice di essere uscita viva.»

«Che storia si è inventata?» chiese Remus.

«Ha mentito a quella pazza di Bellatrix, per fortuna Unci-Unci ha confermato la storia.»

«Sirius giacché siete qui potete portare il folletto da zia Muriel...» incominciò a dire Bill, fu interrotto da Harry.

«Mi dispiace Bill, ma avrei bisogno di parlare con lui e credo ci servirà anche nei prossimi giorni. Quando posso parlarci. E anche con il signor Olivander.»

«Questo non è possibile sono ridotti molto male, entrambi.»

«Non te lo chiederei se non fosse importante. Ho bisogno di parlarci e in privato.» disse Harry.

Era uscito senza aspettare una risposta, aveva un’idea e solo loro due potevano dargli risposte e aiuto. Fu raggiunto dopo poco da Sirius, lui non avrebbe ceduto come Bill.

«Mi dici cosa succede. Scappate per pura fortuna da casa di Malfoy, Hermione è stata torturata per avere informazioni, dai ordini in casa d'altri. Parla, ora.»

«Sirius, sai che abbiamo una missione. Se ho ragione, presto sarà tutto finito. Devi fidarti, non farò più l'errore di oggi.» e tra i due cadde il silenzio.

Sirius guardava verso casa, Harry aveva lo sguardo rivolto verso l'oceano, ma improvvisamente cedé alla tentazione di scoprire cosa stava accadendo a casa Malfoy, erano ore che aveva flash sui pensieri di Voldemort.

Stava torturando tutti, per averlo richiamato e per essersi fatti sfuggire Harry. Si era costretto a uscire dalla testa di Voldemort, ma non aveva messo in conto la stanchezza e stava per cadere, quando Sirius lo afferrò al volo.

In quel momento uscirono anche Hermione e Ron, erano venuti a cercarlo per dirgli che Unci-Unci era pronto per parlare.

«Harry, ne avevamo già parlato perché ti ostini a guardare nella sua mente. Silente...»

«Hermione ti ho già spiegato che questa è una mia scelta.» rispose Harry infastidito.

«Harry potrebbe attrarti in una trappola, lo sai.» disse Sirius cercando di farlo ragionare.

«Lo so, ma la connessione si apre solo quando è arrabbiato o troppo preso dai suoi ragionamenti.»

«Come mai non era a Malfoy Manor?» chiese Remus.

«Era in una prigione e stava cercando informazioni. Non so chi fosse, comunque avevo ragione sta cercando la bacchetta di sambuco.»

«Harry, è una leggenda...» incominciò Hermione, ecco ora riprendeva con la sua idea strampalata su i doni.

«Hermione, ho già fatto la mia scelta. Bill cosa dice, possiamo parlare con Unci-Unci?»

«Sì, ci ha mandato a chiamarti.» rispose Ron.

«Bene andiamo. Sirius, ti prometto che presto saprai tutto. Ti chiedo di fidarti ancora di me.»

Passarono le ore, Harry aveva scelto di cercare gli Horcrux, per la bacchetta era tard: Voldemort era già alla tomba di Silente e aveva preso la bacchetta.

Quando Sirius e gli altri vennero a sapere della loro fuga dalla Gringott su un drago, pensò di avere per figlioccio un pazzo, e la sola idea lo rese felice. Era orgoglioso di lui, un po' meno Molly; ma non avevano avuto molto tempo per pensarci era arrivata la notizia dell’imminente battaglia a Hogwarts.

Prima della tregua concessa da Voldemort per la consegna spontanea di Harry, Sirius lo aveva perso di vista. Ron e Hermione erano spariti. Sentiva che stava per fare una cosa stupida e quando lo vide nascondersi sotto il mantello di James cercò di raggiungerlo, ma una mano sulla sua spalla lo fermò. Quando si girò, pensò di essere morto.


«James, Lily... cosa vuol dire?».

«Vieni torniamo nell'ufficio del preside. Remus?» chiese James.

«Sta aiutando a curare i feriti.» rispose attonito da quella visione.

Quello era il suo amico, era solo un po’ più vecchio di come lo ricordava, ma il sorriso, i capelli… e Lily, lei era bellissima e il suo sorriso sempre dolcissimo.

«Vai a chiamarlo. Nessuno deve sapere di noi.» disse ancora James strizzando l’occhio all’amico.

«Ora dobbiamo fermare quell'incosciente di tuo figlio.» tentò di ribattere Sirius.

«Sirius, sa quello che fa. Porta Remus, saprete tutto.» disse Lily con voce dolce.

«Va bene.»

Sirius era sconvolto, convincere Remus a seguirlo fu facile, infondo voleva sapere cosa era successo all'amico. Quando entrarono nell'ufficio del preside, capì come mai il suo amico era stravolto. Loro erano morti, non potevano essere li, vivi.

«Che cosa succede?»

«Non siamo mai morti, Silente ci ha nascosti per salvare noi e Harry e per impedirci di cercarvi ci ha tolto i nostri ricordi. Severus ci ha trovati il mese scorso e ci ha reso la nostra vita.» spiegò Lily.

«Ma lui ha ucciso Silente.» disse Remus.

«Silente stava morendo, era stato colpito da una maledizione molto potente. Piton ha solo rispettato la volontà di Silente. Oltre che aver protetto Harry.» rispose James.

«Tutto questo non ha senso.» ripeteva Remus senza pensare a ciò che diceva, non capiva nemmeno cosa stava accadendo quando un urlo terribile li riportò tutti alla realtà.

Poi un altro urlo disperato, era Hermione che chiamava l'amico. “Harry”.

Risate, Voldemort che si proclamava vittorioso.

I quattro scesero velocemente all'ingresso proprio mentre Neville uccideva un grosso serpente. I centauri avevano iniziato ad attaccare i mangiamorte, tutti stavano entrando dentro la scuola per sfuggire a quella pioggia di frecce.


La battaglia era ricominciata, dopo poco Bellatrix cadeva uccisa da Molly Weasley che si salvò dalla maledizione di Voldemort grazie ad un incantesimo di protezione lanciato da qualcuno, ma chi?

E all'improvviso Harry sbucò al centro della sala d'ingresso, tutti si fermarono a guardarlo. E poi accadde, l'ultimo duello. Voldemort ormai era morto.

«Sirius, porta i ragazzi dal preside. Silente ha qualcosa da dire a tutti.» disse James avvolto nel mantello per non farsi riconoscere.

«Dannato incosciente. Si può sapere cosa avevi in mente? Andiamo nell'ufficio del preside dobbiamo parlare.» ora gli avrebbe reso il colpo basso, sparire così nel nulla, quelle urla della McGranitt avevano messo paura anche a lui.

«Scusatemi, ma non potevo fare diversamente. Era una cosa che dovevo fare da solo.» disse con voce stanca.

Giunsero alla porta della presidenza, salirono le scale ed ecco tutti i vecchi presidi esultare per la vittoria. Remus era in un angolo vicino al quadro di Silente.

«Harry, caro ragazzo. Grazie.»

«Professor Silente, sono davvero felice di poter essere qui.»

«Ci sarà molto tempo per parlare di cosa è accaduto oggi. Prima devo dirti una cosa, mi dispiace per tutte le tue sofferenze, in parte è colpa mia. Spero che riuscirai a perdonarmi.» e in quell'istante James e Lily entrarono nello studio circolare. Per poco Harry non morì sul colpo.

«Non può essere io vi ho visto morire. Le urla quando si avvicinano i dissennatori... non può essere.»

«Harry come fai a ricordarti della loro morte?» chiese Remus.

«Quella volta dopo che siamo scappati da Voldemort a Godric's Hollow. Ho rivisto tutto quello che è successo tramite il ricordo di quel verme.»

«I tuoi genitori sono vivi grazie a te. Hai fatto una magia involontaria, hai evocato uno schermo protettivo molto potente che ha ridotto in polvere il corpo di Voldemort, che a te ha lasciato solo quel segno sulla sua fronte, oltre che un frammento della sua anima.» spiegò Silente.

«Eri un altro Horcrux?» chiese Hermione

«Che cosa vuol dire che gli siete scappati a Godric's Hollow?» chiese Sirius.

«Io volevo andare a vedere le loro tombe, aveva lasciato Nagini ad aspettarci, ma grazie a Hermione siamo riusciti a scappare. Ancora una volta da sotto il suo naso.

Stavamo per morire solo per una tomba vuota. Assurdo.»

«Quello che conta è che ora stiamo tutti bene.» disse Lily avvicinandosi al figlio per abbracciarlo, da quando aveva recuperato i ricordi, aveva capito cosa era che le mancava, suo figlio.

«Ci dispiace non essere stati vicino a te, ma per la tua e la nostra sicurezza dovevamo dividerci. Solo il mese scorso abbiamo recuperato i nostri ricordi.» spiegò James affiancando la moglie accanto al figlio.

«Sì e grazie a Severus che ora siamo qui per te, ci ha aiutato a riprenderci dall'incantesimo di memoria, non eravamo molto in forma.» terminò Lily.

Hermione trascinò via Ron, Remus portò via Sirius. Avevano bisogno di stare soli e parlare tra loro, poi sarebbe stato il loro turno. Ma ci sarebbe voluto ancora molto tempo. Harry stringeva forte sua madre e suo padre, non credeva che sarebbe mai arrivato un giorno simile, da quando aveva scoperto lo specchio delle brame, non desiderava altro.

Sua madre piangeva e sorrideva, proprio come l'aveva vista lui. Suo padre lo guardò orgoglioso.

Era tutto finito. Ora potevano davvero pensare a come ricostruirsi la vita. James e Lily erano di nuovo una famiglia con Harry; Remus aveva Ninfadora e il piccolo Teddy. Dei malandrini, oramai restava solo lui a piede libero.

Hermione, con l'aiuto di Sirius e Remus, ritrovò i genitori, la ricerca si era rivelata complicata perché si erano trasferiti più volte, ma almeno erano vivi.

La famiglia Weasley era nuovamente riunita, la fine della guerra aveva riportato a casa Percy. Era in arrivo anche la nuova generazione dei Weasley, Fleur era incinta per la gioia di Molly che sarebbe diventata nonna.

Anche Hogwarts stava risorgendo piano, piano. Le antiche magie erano sopravvissute a quella battaglia. A settembre, due anni dopo, i corsi sarebbero ripresi regolarmente per tutti. Harry, Ron e Hermione si erano diplomati, come molti del loro anno, seguendo corsi in una sede provvisoria della scuola che frequentavano poche ore al giorno. Avevano deciso cosa fare da grandi. Harry e Ron quel settembre avrebbero iniziato il loro corso per diventare Auror, Hermione invece aveva scelto Magisprudenza.


✎Info&co...

Grazie per aver letto questo primo capitolo introduttivo che cerca di fare il punto della storia e quindi in certi tratti sono andata veloce con la narrazione perché non c'era molto che volessi modificare.

La prima cosa importante da sottolineare è che si tratta di un what if?, e precisamente ce ne sono tre:

  1. Sirius non muore nella battaglia al ministero;
  2. James e Lily sono sopravvissuti;
  3. la coppia principale su cui ruota la storia è quella formata da Sirius e Hermione.

Immagino che quest'ultimo punto possa non essere visto di buon occhio da tutti e a scanso di equivoci entrambi sono maggiorenni.

James e Lily sono vivi, mi piace che in qualche modo faranno parte del futuro in questa storia, e non so se possa essere convincente il modo in cui si sono salvati!

Per ora è tutto qua, spero di ricevere i vostri commenti.

Jalilah.♔

©Tutti i personaggi sono stati creati da J.K. Rowling.

Storia modificata nel 2014. Tutti i capitoli sono oggetto di sostanziose modifiche, tagli e correzioni.

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Capitolo 2
*** Casa Potter. ***


Casa Potter.

Mancavano pochi giorni al diciannovesimo compleanno di Harry e Hermione era appena tornata in Inghilterra, dopo una breve vacanza nel sud della Francia, anche se aveva passato l'ultimo anno praticamene in viaggio con i genitori. Quella sera si sentiva particolarmente felice, oltre che bene con se stessa e appena vide l'amico, gli corse in contro e lo abbracciò.

«Hermione com’è andata la vacanza?» chiese Harry con un gran sorriso.

«Bene, mi sono anche un po' abbronzata. Il sud della Francia è così bello che i miei hanno deciso di comprare casa lì!»

«Ciao Hermione, mi era sembrato di sentirti, ma non ne ero certo.» disse Sirius salutando la ragazza.

«Ciao Sirius, è bello essere di nuovo qua! Mi siete mancati.» rispose allegra. Già le erano mancati proprio tutti. «Entro a salutare i tuoi.»

«Vieni ti faccio strada, non sei mai stata qui?» chiese Sirius.

«No, mai. È davvero bello il posto.»

«Anch’io mi son trasferito qua vicino. Sono scappato appena ne ho avuta l'opportunità»

«Grimmauld Place non ti è mai piaciuto.»

«No, mai.»

«Hermione!» disse Lily appena vide la ragazza. «Ti ho preparato una stanza di sopra. Harry mi ha detto che hai accettato di restare qua per un po' di tempo.»

«Sì. Grazie per l'invito.»

«Figurati, è un vero piacere averti con noi.» disse James entrando nella stanza. «Harry?»

«Stava rimettendo apposto la scopa.» rispose Sirius.

«Quindi alla fine è andato alla Tana?» chiese Lily.

«Sì, a trovare Ron.» disse sconsolato Sirius.

«Quello non è mio figlio.» mormorò James un po’ abbacchiato.

Ogni altra possibile discussione fu interrotta dall'arrivo di Harry.

«Come sta il furetto?» chiese a Hermione.

«Bene frequenterà anche lui Magisprudenza.»

«Furetto? Chi sarebbe?» chiese James.

«Malfoy.» rispose Harry con un ghigno che era tutto un programma. Sirius e James lo guardarono dubbiosi.

«L'ennesima brutta esperienza di Malfoy. Moody lo aveva trasfigurato in furetto perché aveva tentato di attaccarmi alle spalle.»

«Beh almeno ha messo la testa a posto. Mi ha mandato un gufo dovresti riceverne uno anche tu, viene alla tua festa di compleanno.» disse Hermione a Harry. «Prima di cena ti andrebbe di fare quattro chiacchiere?»

«Certo Hermione. Andiamo in cortile ieri con Sirius abbiamo montato l'altalena in un ramo del salice.»

«Ok. Ci vediamo più tardi.» disse prendendo sotto braccio l'amico e scoccando un’occhiata complice con gli altri.

Arrivarono sotto l'albero era davvero bella quella parte del giardino. «Come vanno le cose Harry? Sirius mi stava dicendo che eri alla Tana, come sta Ron? Io l'ho sentito solo via gufo.»

«Alla grande. Ron sta bene e arriverà domani con Ginny.» disse guardando verso l'orizzonte, il sole stava tramontando.

«E di Ginny cosa mi dici? Per quanto dovrai far finta di nulla. Ora siete liberi, non ci sono più ostacoli no?» chiese diretta come sempre.

«Ginny, oh lei è magnifica. Ma abbiamo avuto tutti un sacco da fare e non c'è mai stato davvero tempo di riprendere un certo discorso.» tentò di fare il vago.

«Harry non dico che devi farlo ora, o annuciarlo al mondo intero ma almeno non raccontarti frottole. Fallo» disse con un tono tra il minaccioso e il divertito.

«Grazie Hermione» rispose lui abbracciandola. «La cena sarà pronta a breve, meglio andare dentro.»

Rientrarono in casa, Hermione si fermò a dare una mano per la cena. Harry era uscito in cortile aveva appena ricevuto una chiamata sul cellulare dal cugino Dudley, dopo la fine della guerra si erano rivisti e da allora avevano ripreso a sentirsi. Quella sera aveva chiamato per dire che sarebbe andato alla sua festa. In cucina in tanto chiedevano notizie della chiacchierata.

«Mi chiedo come abbia fatto l'ultima volta.» disse James. «Potrebbe fare allo stesso modo no?»

«L'altra volta Ginny lo aveva sostituito nella partita di Quidditch e avevamo appena vinto la coppa e aveva terminato con le punizioni di Piton. Era notevolmente euforico, altrimenti non l'avrebbe baciata davanti alla sala comune al completo.»

«I dettagli me li aveva nascosti. Ron è davvero sopravvissuto a tutto questo?» chiese Sirius ridendo.

«Sì anche lui era troppo felice per capire cosa stava davvero accadendo. Quando si è reso conto di cosa stava succedendo ha detto una cosa tipo “meglio tu che qualcun altro, ed evitate di baciarvi” e Ginny per tutta risposta aveva baciato Harry sotto i suoi occhi.» disse Hermione ridendo.

«Come mai ridete?» chiese Harry entrando nella stanza.

«Nulla di che, raccontavo quando avevi risposto alla rospa che affermava che il miglior professore di difesa avuto fino a quel momento era stato Raptor e tu avevi detto...»

«Peccato che aveva quel piccolo problemino, Lord Voldemort dietro la testa.» finì Harry ridendo.

«Ma mio figlioccio è davvero tonto come sembra?» chiese Sirius sottovoce a Hermione.

«Non lo so. Infondo come storia è credibile, no?»

«Si complimenti per la tua prontezza... non sapevo che raccontassi così bene le bugie.»

«Uhm che vuoi, talento naturale e poi con quei due ficcanaso di Harry e Ron devi essere sempre pronta ad avere una storia plausibile per qualsiasi cosa, sanno essere snervanti quando ci si mettono.»

«Hermione, Victor come sta? Sai papà che Hermione conosce Krum, sono molto intimi.»

«Davvero? Tu conosci Victor Krum e non mi hai mai detto nulla?»

«Ci siamo conosciuti durante il torneo tre maghi, e non siamo così intimi» disse arrossendo, e poi sottovoce a Sirius. «Non si è bevuto la balla. Mi ha beccato.» disse sconsolata.

«No infatti ti ha solo invitato al ballo del ceppo e poi a casa sua.» replicò Harry con un ghigno perfido.

«Quante cose ci nascondi...» disse Sirius, ma non finì la frase. Lily intervenne per salvare la ragazza.

«La cena è pronta, basta chiacchiere. Tutti a tavola!» Hermione ne approfittò per fuggire da Sirius e da possibili domande imbarazzanti, andò a rifugiarsi vicino a Lily...

La cena passò in tranquillità.

Hermione uscì in cortile a osservare le stelle e quando si avvicinò Sirius, quasi le venne un colpo, perché pensava proprio a lui e a come si sentiva bene quando era con lui. Era sempre allegro e gentile, spesso aveva avuto modo di parlare con lui di tante cose. Tempo prima avevano lasciato in sospeso il discorso sugli animaghi. E poi parlavano spesso delle leggi magiche e delle questioni riguardanti la purezza del sangue e di elfi domestici.


Sirius ammirava Hermione per la sua intelligenza, il coraggio e la forza che aveva dimostrato nel tempo, era una strega davvero molto dotata e ora anche una bella ragazza e non riusciva a starle lontano troppo a lungo. Tutte le volte che scriveva a Harry e raccontava dei suoi viaggi gli sembrava di essere con lei, sentiva la sua risata e vedeva i suoi occhi brillare.

«Non penserai di scappare in eterno spero? Ora che ho saputo di Krum non ti darò un attimo di tregua... è stato il tuo primo fidanzato?» chiese con tono birichino.

«Sì, diciamo di sì.» rispose imbarazzata.

«E Ron? Mi è sembrato di capire che lui è interessato a te.»

«No, o meglio non più e non come abbiamo pensato che fosse. È come un fratello, almeno quanto Harry.»

«Sirius lascia stare non è il caso di indagare sul quel fronte... potresti scoprire cose che non ti piacciono...» disse Harry con un ghigno al padrino che equivaleva a un continua... «Ad esempio cosa non mi hai detto del furetto?»

«Come se non lo sapessi meglio di me... lo sai che io non sono interessata e che ha già una fidanzata.» rispose Hermione tenendosi sul vago.

«Uhm dettagli, la fidanzata è imposta dalla famiglia. Non l'ha certo scelta, se avesse potuto fare di testa sua...» ripeté testardo.

«E chi ti dice che non sia quello che lui vuole?» rispose seccata.

«Mm sarà come dici tu quindi studierete assieme, come avete fatto per i M.A.G.O. giusto?»

«Certo tu e Ron vi siete rifiutati di studiare...» rispose acida.

«Divertente, ci hai abbandonato per lui. È questo è quello che ricordo io» disse con aria da cucciolo offeso facendo scoppiare dalle risate Sirius.

«Io vado a nanna. Ci vediamo domani. Notte, pesti.» disse Hermione dando un bacio all'amico e una carezza a Sirius che restò pietrificato al quel contatto.


Dopo una mezzora restava di quel contatto solo il ricordo e un sorriso da ebete. Qualcuno aveva notato e seguito con interesse gli sguardi tra i due durante tutta la serata, si erano sempre cercati, avvicinati e allontanati come in una danza di corteggiamento, ma nemmeno loro lo sapevano.

Anche l'ultimo malandrino era caduto.

«Lily tutto bene?» chiese James aveva notato che la moglie si era fermata e fissava qualcosa fuori dalla finestra, appena si avvicinò vide cosa aveva catturato la sua attenzione, il bacio al figlio e quella carezza...

«Sì, James.» rispose abbracciando il marito. «Si merita anche lui un po' di felicità, non possiamo bastargli solo noi e la famiglia di Remus».

«Lo so, la parte difficile sarà convincere quel testone.»

Intanto Sirius e Harry rimasero sotto il portico a chiacchierare.

«Contento di rivedere Hermione? Non avete fatto altro che scrivervi e chiamarvi.» chiese Sirius curioso.

«Sì, è bello averla di nuovo vicino. Non sono abituato a stare senza di lei per tanto tempo.»

«E dimmi cosa c'è fra voi? Sai avvolte sembra qualcosa più che amicizia...»

«Sirius le devo la vita. Il legame che ci unisce è forte come quello lega te, papà e Remus.»

«Sì ma né tuo padre, né Remus sono affascinanti come Hermione» disse Sirius con un ghigno.

«Ah se ti sentisse papà ci resterebbe male.» disse Harry ridendo.

«Sì, ma non mi hai spiegato mai molto bene la questione. L'amicizia con una donna è una cosa diversa, no?»

«Forse in genere è così, ma Herm non è una donna qualunque...»

«Cioè con lei parli come con Ron?» chiese perplesso. «Lei sa tutto di te?»

«Hai mai provato a mentirle? O nasconderle qualcosa?» chiese divertito Harry. «Sì, lei sa tutto, anche perché Ron è sì il mio migliore amico, ma è peggio di me per certe cose… e in certi frangenti lei assume un tono professionale da far spavento.» disse ricordando il racconto del bacio con Cho e le spiegazioni sul suo comportamento.

«Bah forse hai ragione mentirle non è una scelta saggia.»

«Comunque gli occhi li ho anch’io. Hermione è sempre più bella, e la cosa peggiore è che da quando ha iniziato a frequentare il furetto, ha iniziato a curare di più il suo aspetto, i vestiti e tutte quelle cose assurde da ragazze.»

«Dici che quel damerino di Malfoy l'ha puntata?»

«Lei nega, io dico che lui sta aspettando l'occasione giusta per divertirsi e appena avrà soddisfatto la sua curiosità la lascerà.» spiegò Harry al padrino. «Non so spiegarlo molto bene, ma è una strana sensazione. Quando lo vedo vicino a lei mi da così fastidio...»

«Non è che te ne sei innamorato...?» chiese Sirius.

«No, che dici. Lei per me è una sorella, la sorella che non ho mai avuto. E lo stesso è per lei, non è amore, o meglio quel tipo di amore...»

«E poi lei è la migliore amica di Ginny, no?»

«Ginny.» disse con un sospiro. «Si loro sono molto amiche...»

«Parli poco di lei, come mai? Ora siete liberi, dovreste vivere giorno per giorno. Accetta un consiglio da un vecchio, vivi questi momenti o te li perderai per sempre.»

«Dai non sei così vecchio, sai meglio di me cosa è successo in questi ultimi due anni. I miei, la fine della guerra. Una vita normale, quella che non ho mai avuto e molte cose le ho condivise proprio con lei. Vorrei riuscire a costruire qualcosa che vada al di là di una semplice attrazione fisica. E tu che scusa hai?»

«Per cosa?» chiese con fare non curante, come se l'argomento non lo riguardasse.

«Donne, Sirius. Parliamo di donne...» disse Harry tra l'esasperato e il divertito. «Sai un piccolo Black e magari un piccolo Potter, in giro per Hogwarts non sarebbe male?»

«Ma sentitelo il poppante che vuol parlare di donne...» disse ridendo Sirius.

«Di che parlano gli scapoli d'oro della società magica?» disse James raggiungendo i due. «Ehi non c'è bisogno di guardarmi così lo siete.»

«Chiedevo a Sirius se aveva intenzione di fare un piccolo Black.»

«Ah, non è una cosa facile. Prima bisogna trovare qualcuna disposta a sopportare quel vecchio borbottone...» spiegò al figlio. «Poi dovremo aiutarlo a capire che è la sua occasione migliore... in pratica una missione impossibile.»

«Davvero spiritoso... La fate facile voi, mica si trovano ovunque donne come Lily o Ginny.»

«Quanto sei pessimista, se non ti guardi in torno come fai a sapere che non c'è? Io vado a dormire. Ci vediamo domani. Notte»

Harry salì in camera sua lasciando i due amici soli.

«Ha ragione Harry, dovresti guardarti in giro»

«James non ho nessuna intenzione di sorbirmi pazze nevrotiche.»

«E sei io avessi una giusta per te...?» chiese James curioso. «O c'è già qualcuna? Dai non ti tenere tutto per te. Io ti ho sempre detto tutto.» disse speranzoso.

«No, non c'è nessuna. So solo che se fossi al posto di Harry non passerei le sere a parlare con me o abbracciare un'amica.»

«Ma il problema è l'amica che mio figlio abbraccia? O è indifferente...»

«Silente deve averti tolto anche della materia grigia oltre ai ricordi, non si spiega in altro modo il tuo peggioramento su questo fronte» rispose seccato.

«Dai Felpato dimmi la verità Hermione non ti è indifferente» disse diretto, sperando di non aver fatto una cavolata. Passarono molto tempo in silenzio.

Sirius non sapeva come rispondere, che figura avrebbe fatto, lei poteva essere sua figlia e il suo interesse era tutto tranne che paterno. James continuava a fissare l'amico e il suo silenzio lo interpretò come segno positivo.

«Sai non ci sarebbe niente di male. Lei è una ragazza davvero speciale, e poi secondo me è perfetta per te. È intelligente, coraggiosa, spiritosa ma mai volgare. A differenza tua è solare, ma non è un male, anzi»

«James, potrei essere il padre...» disse a bassa voce, rassegnato.

Non arrabbiato o disgustato, ma rassegnato, allora c'era una speranza pensò James. «Tutto qua? L'età è il vostro più grande ostacolo. Sirius tutto avrei pensato, ma non questo. Andiamo amico se vuoi puoi conquistarla, alla faccia di quei mezzi damerini che le ronzano attorno. E diciamocelo l'età certo conta, ma fino ad un certo punto... come direbbe Lily, nell'amore non c'è mai nulla di sbagliato.»

«Io potrei anche avere un interesse per lei, ma perché dovrei interessarle»

«Di sicuro non perché sei un Black, o per i tuoi soldi. Lei conosce Sirius, il padrino del suo migliore amico. Un uomo forte e coraggioso, e affascinante.»

«James lei può avere di meglio, e poi io non sono interessato. Ora non mi va più di parlarne, ci vediamo domani. Da un bacio a Lily.»

«Sirius.» disse James trattenendo l'amico per un braccio. «Pensaci a quello che ti ho detto. Non permettere a niente di limitare la tua felicità. Qualunque scelta farai noi ci saremo sempre.»

«Lo so amico, siete sempre stati con me. Anche quando vi credevo morti, per colpa mia.»

«Né io, né Lily possiamo cancellare il passato. Abbiamo sbagliato anche noi, la colpa è anche nostra. Siamo stati incoscienti e non abbiamo pensato alle conseguenze, non sei l'unico che vive di sensi di colpa, ma ora siamo qua e dobbiamo vivere al meglio la nostra vita. Non perdere questa occasione.»

«Certo James. Lo farò, ma con i miei tempi. Grazie di tutto.»

Sirius era tornato a casa sua lasciando solo l'amico a perdersi nei suoi pensieri. Sì, ci sarebbe stato molto da lottare con quello zuccone, ma se non era una sfida difficile non avrebbe fatto per lui, quindi tanto meglio.


Ron e Ginny arrivarono dopo pranzo. L'indomani Harry avrebbe compiuto gli anni. Ogni volta che lui e Ginny stavano nella stessa stanza erano oggetto di studio e di risate. Hermione e Sirius più di tutti, spesso James si univa ai due, più per controllare da vicino i loro sintomi, che per ridere del figlio, dopotutto un buon padre non dovrebbe ridere del figlio. Forse un buon padre, ma James Potter?

La sera le tre donne erano in casa e stavano sistemando le ultime cose per la festa e si ritrovarono a parlare delle loro situazioni.

«Ginny, sei ancora in tempo per ripensarci. Conosco bene i Potter e sono tremendi.» disse Lily sorridendo.

«Oh signora Potter...»

«Chiamami Lily, ti prego» la interruppe.

«Dicevo, si ci ho pensato bene. Nessuno sarà mai come lui. Ci ho provato a dimenticarlo, per anni ha continuato a vedermi solo come la sorellina di Ron, allora ero certa di non avere speranze. Non riuscivo nemmeno a parlare se c'era lui.»

«Verissimo diventava tutta rossa e non spiccicava parola.» specificò Hermione.

«Se non avessi avuto vicino Hermione sarei diventata matta.»

«Allora ben venuta nel club.» disse Lily abbracciando la ragazza.

«Grazie» rispose lei rassicurata e confortata di quell'affetto.

«E di te, Hermione, dici sempre così poco...» chiese Lily.

«Non c'è niente da dire...» rispose cercando di evitare argomento, ma le andò male.

«Hermione, non ci provare... allora Draco lo hai sentito?» chiese Ginny.

«Allora c'è davvero qualcosa...» disse Lily curiosa.

«No, lui ha già una fidanzata!» rispose Hermione disperata.

«Balle. Basterebbe fargli gli occhi dolci per fargli dimenticare quella specie di manico di scopa.» rispose Ginny pratica.

«E chi dice che io non sia interessata a qualcun altro, o che semplicemente non mi interessa lui...»

«Peccato, state bene assieme... sai?» riprese Ginny battagliera.

«E allora se non è lui... chi è che occupa i tuoi pensieri?» chiese Lily.

«Non sa nemmeno che esisto, o meglio non mi considera proprio...» decise di arrendersi, quelle due non avrebbero mai mollato, ed ora erano in due a darsi man forte.

«Dimmi chi è Hermione, ti prego...» disse Ginny implorante. «Quindi è qualcuno più grande di te... dai sputa il rospo.»

«Vi ho detto che non è nessuno, e comunque è solo una cotta. Diciamo che assomiglia molto al mio tipo ideale.»

«E sentiamo come sarebbe questo tipo ideale?» chiese Lily curiosa.

«Beh intelligente e spiritoso. Affascinante, capelli scuri e modi cortesi. Poi coraggioso e leale.»

«Se non ti conoscessi, direi che parli di Harry.» rispose Ginny maliziosa.

«Uhm ti dirò se non fai attenzione potrei anche pensare a soffiarti il ragazzo da sotto il naso.»

«Se tu lo fai a me, tranquilla ti ruberò il tuo principe azzurro.» rispose a tono all'amica.

«Se non sai nemmeno chi è!»

«Questo lo dici tu!» rispose con un sorrisino malvagio, aveva notato dove e chi guardava tanto spesso.

«Ginevra Weasley ti proibisco di parlare o ti scordi il mio aiuto!» disse indignata... quella ragazza aveva un radar speciale per queste cose. Aveva scoperto anche la sua cotta per Draco, così simile a Sirius. Gli stessi occhi e gli stessi modi, almeno Sirius non aveva pregiudizi verso mezzosangue, Grifondoro o i nati babbani come lei. Ci mancava solo che scoprisse che la natura della sua cotta per Draco nasceva proprio da Sirius.

«Io vado a letto se qua non c'è altro da fare.»

«No per stasera no. Grazie del tuo aiuto.» disse Lily augurando la buona notte ad Hermione. «Non si sarà offesa, vero?» chiese poi a Ginny.

«No ha solo paura che qualcuno scopra cosa pensa e la giudichi male.» rispose Ginny.

«Ma l'amore non è mai sbagliato. Non è Draco?»

«No, quella era solo una cotta. Sono sicura che l'attrazione per lui è legata ad un altra persona...» disse Ginny lasciando la frase a metà.

«Qualcuno con gli stessi occhi?» chiese Lily complice.

«Non sarà contenta di sapere che è così evidente. Chi altro lo sa?»

«James, anche lui si è accorto con quanta frequenza si cercano. Harry non ha mai notato nulla?»

«Uhm. Non che io sappia, ma infondo è normale vederli parlare. Quando stavamo a Grimmauld Place discutevano sempre degli argomenti più disparati, spesso con Remus e Kingsley. Non è così strano.»

«La parte difficile allora sarà davvero convincerli che non c'è nulla di sbagliato.»

«Perché anche lui...» chiese Ginny.

«Si, è fin troppo evidente. Ci serve un piano d'azione, per fortuna domani arriva Remus. Le idee di James non mi piacciono per nulla.»

«Oh bene, meritano tutti e due di essere felici.» disse Ginny sognante. «Raggiungo Hermione in camera. Buona notte.»

«Buona notte anche te.» rispose Lily. Ma in quel momento rientrarono anche gli uomini.

«Hermione dov'è?» chiese Harry.

«A letto, e stavo andando anche io.» rispose guardando Harry e desiderando che non ci fosse nessuno con loro.

«Oh, allora ti accompagno. Così do la buona notte anche a lei.» disse avvicinandosi e sfiorandole un braccio.

A quel contatto arrossirono entrambi, stavano per sparire quando Ron gli ricordò che c'era pure lui. «Vengo anche io...» e sparirono tutti al piano di superiore.

«Nah noi non eravamo così...» disse Sirius borbottando scontroso.

«Andiamo Felpato hanno passato tanto tempo assieme, tutti quei mesi in giro da soli in tenda ad affrontare una guerra assurda...» disse James con il chiaro intento di provocare l'amico. «Mi domando come mai non stanno assieme lei e Ron.» continuò a dire.

«Uhm e a me lo chiedi?» disse decisamente seccato, evitava di pensare a tutta quella vicinanza.

«Mi ricorderò sempre la mattina che li abbiamo trovati addormentati tutti e tre vicini in camera di Harry a Grimmauld Place... ci hanno messo parecchio tempo a tornare alla normalità.» rincarò James.

«Io vado a casa. Ci vediamo domani.» disse Sirius andando via senza salutare.

«James dovevi esagerare così tanto?» disse Lily quasi esasperata.

«Volevo essere sicuro che fosse davvero geloso.» disse con aria innocente. «Domani ci sarà anche Draco e a quando dice Harry non perde occasione per fare il cascamorto con Hermione. Domani il biondo farà una brutta fine.» disse James ridacchiando sadico.

«James Potter sei incorreggibile.»

«Ehi di che squadra fai parte. Con o contro Sirius?»

«Con, che domande. Ma non è il caso di far scontare le colpe a quel povero ragazzo.»

«Povero non direi proprio, ha sempre preso in giro Hermione per la sua famiglia, non mi pare tanto degno di comprensione.»

«Sarà cambiato, infondo sono diventati amici no?»

«Sì, sì sarà così. Comunque il biondo non mi piace e dovrà tenere ben lontane le sue zampe dalla nostra Hermione.»

«Ha già un padre, non ha bisogno di un altro padre geloso.» esclamò esausta. «E poi basta Harry a fare il fratello geloso.»

«Vedi è destino, in parte è un po' anche nostra figlia... come fai a non volerle bene come ad una figlia.»

«Ah James non so cosa fare con te. Non starle troppo addosso o ti verrà davvero come un padre e si ricorderà che tu e Sirius avete la stessa età e si allontanerà da lui.»

«Sempre saggia, la mia dolce Lily. Dove sarei senza di te!»

«Prometti che farai il bravo?»

«Uhm vedremo... ma se fa arrabbiare Sirius non sarò io ad impedirgli di trasformarlo in un furetto...» rispose con un sorriso malandrino. «Andiamo anche noi a letto, è tardi!»

«Sì, chiudi tu qua?»

«Certo, ti raggiungo subito.»


✎Info&co...

La storia comincia ad entrare nel vivo e i coniugi Potter incominciano a tramare, Sirius nega l'evidenza e Hermione cerca di non dare troppo peso ad un sentimento che se non ricambiato potrebbe ucciderla.

Ma questo è solo l'inizio.

Aspetto i vostri commenti,

Jalilah.♔

©Tutti i personaggi sono stati creati da J.K. Rowling.

Storia modificata nel 2014. Tutti i capitoli sono oggetto di sostanziose modifiche, tagli e correzioni.

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Capitolo 3
*** Una serata movimentata. ***


Una serata movimentata.


Era arrivato il 31 luglio, Harry quel giorno compiva diciannove anni. Quella sera erano attesi molti invitati, ma la mattina era destinata agli amici più stretti, come la famiglia Lupin. Il piccolo Teddy era una vera peste, cambiava colore ai capelli con una rapidità incredibile, ed era affezionatissimo a Harry e non perdeva ma l'occasione di fargli fare un giro sulla scopa volante. E proprio in quel momento Sirius vide Hermione osservare con un po' di preoccupazione le acrobazie del suo amico. Sapeva benissimo che il volo non era tra le sue attività preferite e per questo non mancava mai di prometterle di portarla a fare un giro sulla sua nuova moto volante. 
«Nemmeno sotto Imperius riusciresti a convincermi a salire» rispose anche questa volta nel solito modo con un sorriso.
«Ti sembro così poco affidabile?» replicò nel suo solito tono scherzoso.
«Non mi piace l'idea di restare sospesa nel vuoto, ho bisogno di sentire la terra sotto i piedi.»
«Paura di lasciarti andare Granger?» disse la voce di Malfoy che si era appena materializzato a casa Potter. «Ehi sfregiato auguri!»
«Furetto ben arrivato.» disse Harry scendendo dalla scopa. «Tra un po' devo andare a prendere mio cugino vieni con me?»
«Potter, non si è mai visto un Malfoy entrare in casa di un babbano. Passo volentieri il piacere a qualcun altro.» rispose sarcastico.
«Spiritoso come sempre.»
«Malfoy, speravo di non vederti prima di questa sera...» disse Sirius seccato dalla presenza del biondo.
«Ah Black, ci sei anche tu... sì, mi sono liberato prima. Poi ho saputo che la nostra cara mezzosangue era qui» disse facendo il baciamano ad Hermione. «Devo parlarti del corso che iniziamo a settembre. Ci vediamo più tardi gente.» e si portò via un Hermione piuttosto contrariata.
«Idiota» borbottò Ron.
«Tranquillo se ronza troppo intorno ad Hermione stasera gli spiego bene cosa può e cosa non può. Dovrebbe smetterla di fare l'imbecille con lei, visto che non ha intenzione di mollare quella bionda da strapazzo.»
«Non ha bisogno di voi due per rimettere Malfoy al suo posto.» disse Ginny. 
«Sì, beh non ci sarebbe niente di male nel farglielo capire meglio» aggiunse Sirius di pessimo umore.
«Mi dispiace Ginny ma concordo con Sirius, e con Harry. Non può comportarsi in questo modo e pensare di farla franca.» disse James intervenendo nella discussione.
«Secondo me è solo un assurda gelosia. La verità è che a Hermione basterebbe poco per far sparire quella bionda dalla circolazione, ma lei non lo vuole e Malfoy non osa andare oltre il consentito.» cercò di spiegare Ginny. 
«Questo sarebbe vero se lui fosse una persona corretta e leale. Ma non lo è. Sa pensare solo a se stesso.» rispose Harry.
«Anziché pensare a cosa dovrebbe fare Herm, pensa a goderti il tuo compleanno Potter.» disse Ginny seccata da quell'atteggiamento che spesso e volentieri sfoggiava anche il suo fratellino e detto questo sparì dentro casa molto arrabbiata.
«Vado a prendere Big D. Ron vieni con me?»
«Ok, come andiamo?»
«Ci smaterializziamo a casa sua e poi veniamo qua in macchina.»
«Non sarebbe meglio se andassi a scusarti con Ginny, potevi evitare di risponderle così.» disse James scatenando le risate di Sirius.
«Sei davvero forte James. Tu facevi di peggio, almeno loro discutono per cose serie...» disse Sirius appena Harry e Ron si smaterializzarono.
«Vedo che sei impaziente di rendermi il favore... beh sappi che sei un idiota, e stai perdendo la tua occasione e in questo momento è chi sa dove con il biondo.»
Nessuna risposta solo un feroce ringhio cui James non prestò molta attenzione. 
Sirius decise di andarsene a casa e fare finta di nulla, forse non sarebbe nemmeno andato alla festa di Harry.
Cosa ci andava fare? Per vederla tra le braccia del biondo che non perdeva occasione per mettersi in mostra, no grazie. 
Fu raggiunto da Remus a casa sua.
«Ciao Sirius, mi serve un favore...»
«Ehi Remus dimmi.»
«Come sai, stasera non sarò con voi.» quella notte ci sarebbe stata la luna piena, meglio evitare la festa. «E avevo promesso a Hermione questi libri, non è che potresti darglieli tu? Lily avrà molte cose da fare e non voglio darle un altro incarico, e James è troppo sbadato.»
«Sì certo lasciali pure qua. Glieli farò avere, tranquillo.» disse prendendo in custodia i libri. «Vuole diventare davvero Animagus?» disse guardando i titoli dei libri.
«Per ora mi ha chiesto solo i libri, voleva capire bene come avviene la trasformazione, la scelta dell'animale. Immagino che se deciderà di andare avanti ne parlerà anche con te e James.»
«Sì, ricordo quando ne parlammo tempo fa. Speravo avesse deciso di non farlo, non è una cosa facile. Pensa se dovesse trasformarsi in un volatile, con la sua paura per il volo resterebbe bloccata.»
«E pensi che questo possa bastare per fermarla?» chiese Remus scettico.
«Beh tentare non è comunque una cattiva idea.»
«Ti dirò una cosa, ho tentato anch’io di far cambiare idea a Harry per gli esercizi con i patronus e guarda cosa è successo. Forse è stato uno tra i più giovani a imparare e padroneggiare quell'incantesimo. Puoi anche provare a bloccare certi desideri, ma sembra che abbiano una vita propria e sopravvivano a tutto.» disse con uno sguardo piuttosto severo all'amico.
«E quindi dovrei assecondare?»
«No, ma ti ritroverai a cedere e non capire come mai.» disse in modo eloquente. «Io sono la testimonianza vivente, su tutti i fronti. Ho dovuto cedere alla vostra testardaggine che vi ha portato a non lasciarmi solo durante le mie trasformazioni; sono venuto meno ai miei principi con Harry, gli ho dato lezioni; e alla fine ho ceduto anche a Tonks.» spiegò con un sorriso.
«Tu e James siete dei rammolliti.» disse senza crederci davvero. In realtà ammirava quei due uomini. Lui non sarebbe mai stato alla loro altezza.
«Sì, forse è vero.» disse Remus per niente offeso dal commento. «Vieni anche tu a pranzo?»
«Certo, non mi perderei il pranzo in famiglia per niente al mondo.» rispose felice di avere una famiglia e con un buon motivo per godere di quella compagnia.
«Meno male sembrava che non ne volessi sapere di stare con noi oggi.»
Tornarono a casa Potter proprio mentre rientravano anche Harry, Ron e Big D., Dudley non gli si addiceva proprio.
«Tutti a tavola. Il pranzo è pronto.» disse Lily uscendo dalla cucina.
«Ma manca qualcuno...» disse Ron.
«Sì, Hermione resta a pranzo fuori, a quanto pare lei e Draco sono stati invitati a pranzo da qualche parte.» spiegò Lily cercando di nascondere un po' di delusione, cosa che non sfuggì a James e Sirius.
Harry non disse nulla memore dell'ultima discussione con Ginny, ma appena vide la sua espressione contrariata si rasserenò, nemmeno lei sperava di vedere l'amica con il furetto.
«Ma ci sarà alla festa questa sera?» chiese Big D. curioso, guadagnandosi molte occhiatacce.
«Sì, a costo di andare a prenderla in capo al mondo.» disse James risoluto.
La sua risposta, ovviamente, consolò molti dei presenti che non volevano o non potevano esprimersi.
Il pranzo passò tranquillamente e per rendere definitivamente perfetto quel momento di festa in famiglia Hermione apparve per il taglio della torta.
«Scusatemi per l'assenza, ma sono finita in un covo di serpi! Son contenta di essere con voi. Sembrava non voler finire quel pranzo.» disse andando ad abbracciare Harry. Gli diede un bacio sulla guancia e andò a sedersi accanto all'amica.
Tutti mangiarono la torta in allegria. Subito dopo pranzo Remus accompagnò a casa la moglie e il figlio prima di andare in una vecchia casa di campagna dove avrebbe atteso che passasse la notte.
«Bene Hermione in piedi abbiamo da fare. Ci vediamo più tardi!» disse Ginny con aria folle, tanto che Hermione si pentì di essere tornata a casa.
«Che cosa dovete fare?» chiese Ron, ingenuo.
«Fratellino resterei qua a discutere con te, ma abbiamo cose più importanti da fare.» disse tirando fuori la bacchetta per rimettere a posto il fratello e minacciare Hermione che tentava la fuga. «Granger fila di sopra, senza fiatare.» disse poi a Hermione scatenando le risate di tutti. L'unico che non rideva era Big D., come biasimarlo.
«Ron hai deciso di morire? Lo sai cosa devono fare, ragazze.» disse Harry con un sospiro, «Come se ne avessero bisogno, sono già perfette.» disse guadagnandosi la stima di tutti i maschi presenti.
«Harry caro, fossero tutti come te...» disse Lily con un sospiro, per poi proseguire. «Poi se qualcuno si decidesse a farglielo sapere magari non dovrebbero prepararsi con ore di anticipo.» commentò Lily sarcastica.
Harry e Sirius decisero di andare a fare quattro passi fuori, si sentivano troppo osservati, da tutti.
«La vecchia Hermione non avrebbe mai permesso una cosa del genere a Ginny. Tutta colpa di quel furetto, da quando c'è lui pensa a tutte quelle cose ridicole.» commentò Harry abbattuto.
«Il furetto lo cuciniamo allo spiedo o lo diamo direttamente a Fierobecco?» chiese Sirius sarcastico.
Le ore passarono e sparì anche Lily, inghiottita nel buco nero che era diventato la camera dove stavano le ragazze. I primi ospiti arrivarono verso le sette di sera. James e Harry facevano gli onori di casa, dopo poco furono raggiunti da Lily.
«Sono quasi pronte, scendono presto.» disse in risposta agli sguardi interrogativi dei presenti.
Dopo quasi un’ora erano arrivati tutti gli ospiti, anche il biondo. Sirius non lo aveva perso di vista un attimo, lo aveva visto cercare in mezzo a tutta quella gente lei. Era un attaccamento assurdo quello dimostrato dal ragazzo. Quando si avvicinò Sirius non resistette alla tentazione.
«Come mai non sei qui con la tua fidanzata. Ho saputo che ne hai una.»
«Ci dovrò passare il resto della mia vita, fino a che non sarò obbligato a farlo, ho deciso di stare alla larga.»
«Certo, divertiti ora che puoi.»
«Ed è esattamente ciò che intendo fare.»
A bloccare il loro scambio di battute ci pesò l'ingresso in scena di Ginny che fu raggiunta da un Harry stregato dalla bellezza della sua amata.
«Sei bellissima» le disse dandole un bacio lieve sulla guancia.
«Tutto per te. Buon compleanno, Harry.» sussurrò lei dolcemente facendogli accapponare la pelle.
«Grazie, spero di riuscire a meritarmelo.»
«Rossa, dov'è la nostra mezzosangue.» disse Draco interrompendo il loro scambio di dolcezze.
«Sta per arrivare furetto platinato.» rispose Ginny a tono.
E come se fosse stata evocata, Hermione apparve nella stanza.
Indossava un abito corto blu, che con la luce assumeva delle sfumature grigie stretto in vita da una fascia nera che si chiudeva con un fiocco, scarpe con un tacco alto nere e i capelli lisci e morbidi erano trattenuti in alto da una crocchia e poi lasciati liberi di cadere verso il basso.
Era una visione bellissima. Harry e Ron scattarono in avanti, per scortare la parte migliore di loro in forma umana, cosa che fece adirare Draco e sorridere Sirius.
La serata proseguì tranquilla, Sirius cercò di tenersi lontano da Malfoy per non rovinare la festa a nessuno e per non vederlo ballare, ridere e chiacchierare con lei; arrivò a pensare che forse per lei fosse meglio uno come lui, ma si ricordò di cosa si erano detti prima e la rabbia montò dentro lui.
E pensò che Harry dopotutto non si sbagliava, per quanto Hermione sarebbe riuscita a non cedere allo strenuo corteggiamento? E perché non doveva cedere, lei era libera e decideva per sé. Lui non poteva fare nulla per cambiare le cose.
Salutò James e Lily, cercò Harry ma vide che era sparito nel nulla, così come Ginny. Almeno qualcuno quella sera avrebbe coronato il suo sogno di felicità. Quando Lily gli chiese di restare e di non andare via, sorrise triste e volse lo sguardo verso la coppia che in un angolo lontano da tutti ballava un lento.
James gli posò una mano sulla spalla e per consolarlo gli disse che presto il furetto sarebbe svanito nel nulla, Hermione era troppo intelligente per cadere nella trappola.
La cosa non passò inosservata a Hermione, si era spesso sentita osservata e aveva notato lo sguardo di Sirius, che certamente disapprovava il suo comportamento. Lei stessa si era sentita in colpa quando l'avevano convinta a saltare quel pranzo e quella sera Draco aveva monopolizzato la sua attenzione con un’insistenza non sempre semplice da gestire.
Quando vide Sirius andar via senza nemmeno un cenno di saluto lasciò Malfoy e corse, per quanto potevano permettere i tacchi, da Sirius. Lily e James alla vista di Malfoy abbandonato da Hermione e con un’espressione seccata sorrisero felici. Quello che non sapevano e che i due avevano appena discusso.
«Granger, Granger. Ti sei messa in tiro per uno che nemmeno ti considera, almeno io sono qui.» disse sicuro di averla stretta all'angolo.
«Malfoy quanto sei cafone. È la festa di Harry non potevo presentarmi vestita con la tuta.»
«E tutto questo è per Potter. Granger non sono così sciocco, è chiaro che è per un uomo. Uomo che non ti ha guardato per tutta la sera e che ora se ne sta andando senza salutarti.»
«Ma si può sapere di chi parli?» chiese lei seccata.
«Quindi non sei vestita di tutto punto per Black?»
«Anche se ti dicessi di no sarebbe come non aver detto nulla, dunque ora sarai costretto a cercarti qualcun altro da scocciare con le tue chiacchiere.»
«Andiamo ci stiamo divertendo...» sussurrò con voce roca all'orecchio di Hermione e facendo scendere una mano dalla spalla verso la schiena e avvicinandola ancora di più a sé.
«Stasera non sei per nulla divertente, scusa ma io ho da fare. E di certo non intento intrattenere un principino viziato e annoiato. Quando ritorni in te, fai un fischio.» disse indignata e offesa per il comportamento di Draco.
Era stata chiara molto tempo prima, non era interessata a quel tipo di relazione e lui non aveva intenzione di annullare il fidanzamento. 
Finalmente raggiunse Sirius, aveva deciso di andargli incontro quasi certa di trovarlo in uno dei sentieri di cui le aveva parlato Harry. E proprio vicino al lago lo trovò accucciato. Si avvicinò.
«Ciao Felpato, cercavo proprio te.» disse al grosso cane nero. «Avevo bisogno di parlarti. Se ti va, se no torno alla festa, non voglio essere invadente.» disse e visto che non riprendeva forma umana si alzò per andarsene quando la voce di Sirius la fermò.
«Non potresti mai essere una seccatura, Hermione.»
«Volevo scusarmi per il comportamento di oggi, vi ho trascurato. Mi dispiace.»
«Non devi certo giustificarti con me, non hai nulla di cui scusarti. Devi essere libera di disporre del tuo tempo come meglio credi.» rispose lui.
«Quindi non è per questo che mi hai evitato tutta la sera?» chiese dubbiosa.
«No, certo che no. È più che giusto che tu, Harry e gli altri passiate il vostro tempo assieme. Noi siamo i vecchi.»
«Non dire sciocchezze non sei vecchio.»
«Grazie Hermione, ma forse dovresti tornare alla festa. Il biondo non l'avrà presa bene.»
«Credimi è solo un suo problema, le regole le conosce. Se si offende, è solo un suo problema. Non sono io quella scorretta tra i due.»
«Allora Harry ha ragione, sei interessata a lui?»
«No, non più. È chiaro come la luce del sole abbiamo idee e obiettivi diversi. I suoi non sono di mio gradimento.»
«E allora ha ragione a non tollerare la sua presenza...» commentò sottovoce.
«Normalmente non è così insopportabile come oggi.» disse levandosi le scarpe e andandosi a sedere su una grossa roccia liscia vicino alla riva del lago. 
Sirius si accomodò accanto a lei. Per un po' stettero a sedere in silenzio a guardare le stelle. Poi si ricordò dei libri di Remus. «A casa ho dei libri che mi sono stati lasciati da Lunastorta per te. Hai deciso di diventare anche tu un animagus?»
«Volevo leggere qualcosa in più. Poi se tu vorrai aiutarmi...»
«Sei sicura, è difficile e pericoloso. Che cosa farai se dovessi scoprire che il tuo animale è un'aquila o un altro volatile?»
«Chiederò a Harry di insegnarmi a volare!» disse ridendo.
«Risposta sbagliata Granger.» disse con un ghigno perfido. «Io t’insegnerò a volare, ma prima di iniziare le lezioni dovrai farti un giro in moto con me.»
«No, lo sai che ho paura...» tentò lei.
«Ah con Harry sì e con me no... bene, quando cambierai idea, fammelo sapere Granger» rispose lui mettendo su un broncio da premio oscar.
Quel broncio sciolse Hermione, era così bello e non resistette alla tentazione e gli scompigliò i capelli. Per vendetta Sirius la bloccò e le disfò l'acconciatura.
«No ti prego Ginny mi ucciderà.»
«Non ti lamentare altrimenti finisci nel lago. Allora verrai con me in moto?» chiese con aria da malandrino.
«E va bene verrò, ma un giro piccolo.»
«Ah credimi Granger una volta in volo mi chiederai di non scendere più!» rispose lui.
Era finalmente felice, e si convinse che quegli attimi di felicità erano tutto ciò che poteva chiedere a lei. Sperare in qualcosa di più sarebbe stato da sciocchi.
«Quanto siamo presuntuosi! Che fai torni con me alla festa? Harry dovrebbe essere tornato non ti vorrai perdere la scena...» disse con un sorrisino malizioso.
«Che cosa sai che io non so?»
«Ginny ha deciso di tentare il tutto per tutto. Anche se non credo che abbia incontrato molte difficoltà. No?»
«Donne! Siete la nostra rovina, sai?»
«Ah sentilo... e cosa dovremmo fare noi? Aspettare che voi decidiate di accorgervi di noi? Personalmente ammiro Ginny, io mi sarei scoraggiata già da qualche tempo.» disse triste.
«Ehi per quanto possa dar fastidio al momento, Malfoy non merita tutto questo.»
«Uff pensate sempre e solo a lui. Nemmeno lui pensa a se stesso con così tanta frequenza, il che è tutto dire dato il personaggio in questione!» disse seccata alzandosi per tornare alla festa.
«Aspettami vengo con te. Il bosco non è un posto sicuro a quest'ora della notte.»
Camminavano in silenzio lungo il sentiero che portava dal lago a casa Potter quando dal nulla sbucò fuori una persona incappucciata e Hermione tirò subito fuori la bacchetta per rispondere all'attacco. Sirius era disarmato.
Hermione cercava di disarmare l'aggressore, ma quello riuscì a scansare l'incantesimo e rispose con uno Stupeficium che fece perdere i sensi a Hermione. Sirius prese la bacchetta di Hermione e riuscì a schiantare l'aggressore.
Mandò un patronus a James e dopo aver immobilizzato e legato per bene quell'uomo, si dedicò a Hermione che cadendo aveva battuto la testa. La portarono subito dentro casa. Lily corse dentro a prendere alcune pozioni per medicare le ferite.
«Nuova bacchetta?» chiese James a Sirius.
«No è di Hermione, la mia è a casa.»
«E dove aveva la bacchetta?» chiese James perplesso.
«Non lo so amico. Comunque funziona bene come la mia, non credevo fosse possibile.»
«Non è poi così strano, la bacchetta sa che tu sei un amico e non la useresti contro di lei.» spiegò Lily. «Infondo è una grande magia anche questa no?»
«Come sta?» chiese Sirius.
«Sì riprenderà, ora è sveglia. Hai già chiamato Harry e Ginny? Non sono tranquilla.»
«Sì, mi ha risposto. Saranno qui a minuti.»
«Bene, torno subito. Vado a prendere una pozione per il sonno.»

✎ Info & Co.  

Non ho parole per ringraziarvi per le letture e i commenti che ho ricevuto fino ad ora. I primi "guai" e i primi dubbi si affacciano all'orizzonte! Aspetto numerosi commenti!
Jalilah♔ .
©Tutti i personaggi sono stati creati da J.K. Rowling.

Storia modificata nel 2014. Tutti i capitoli sono oggetto di sostanziose modifiche, tagli e correzioni.

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Capitolo 4
*** Risvegli e dolori. ***


Risvegli e Dolori.

«Ehi, come va?» chiese Sirius quando vide Hermione aprire gli occhi.
«Che razza d’incosciente, perché eri senza bacchetta.» rispose lei con aria torva ricordandosi l'accaduto.
«Non pensavo sarebbe servita...» rispose con aria colpevole.
«Malocchio non ti ha insegnato nulla? Vigilanza costante.» disse seccata.
«Ci sei tu per quello.» tentò di rabbonirla con un occhiolino. «Senti da dove hai tirato fuori la bacchetta? Quel vestito a mala pena ti copriva.» chiese curioso.
«Spiritoso, posso riaverla?» chiese poi.
«Certo tieni.» e gliela porse. Quando la vide metterla sotto il cuscino scoppiò in una risata. «Dormi con la bacchetta sotto il cuscino?»
«Sì, certo. Tu no?» chiese come se fosse la cosa più ovvia da fare.
«No, certo che no. Da chi devi difenderti, cosa ci nascondi?» chiese prendendola in giro.
«Black, se tu sei un'irresponsabile e non badi alla tua sicurezza, non è detto che tutti siano così. E poi quando sono a casa, devo difendere anche i miei. Non sono sola.» disse triste.
«Non ti preoccupare, loro sono al sicuro. E ti prometto che d'ora in poi andrò in giro con la mia bacchetta. Ora riposa.» le diede un bacio sulla fronte e le carezzò il viso. Lei sorrise e gli sembrò la cosa più bella della sua vita.
Allontanarsi da lei gli costò molto. L'ingresso di Lily con la pozione lo aiutò a uscire dalla stanza. Scese di sotto, dove trovò James impegnato a parlare con gli Auror arrivati per prendere il prigioniero e gli fecero anche domande sull'aggressione.
Poco dopo arrivarono anche Harry e Ginny che evidentemente non sapevano cosa era successo.
«Perché mi hai chiamato?» chiese Harry, suo padre gli aveva detto di tornare a casa il prima possibile.
«Io e Hermione siamo stati aggrediti qualche ora fa.» spiegò Sirius. «Sta bene, ora si sarà addormentata. Sali da tua madre era preoccupata per voi.»
«Mi dispiace, non sapevamo fosse accaduto qualcosa di così grave. Abbiamo accompagnato Dudley a casa e siamo tornati indietro con la scopa.» spiegò Harry quando Lily entrò nel salotto dove si erano riuniti tutti.
«Ginny questa sera è meglio se stai in camera con Harry e Ron, così Hermione dormirà tranquilla. È un problema?» chiese Lily.
«No assolutamente no. Posso stare anche nel divano...»
«Non ce ne sarà bisogno.»
«Che cosa dicono gli Auror?» s’informò Harry.
«Poco e nulla. A quanto pare aggressioni sono all'ordine del giorno. Per lo più piccoli delinquenti che tentano di sottrarre preziosi.» spiegò James un po' deluso dalla superficialità con cui gli Auror avevano trattato la questione.
Hermione si era appena addormentata grazie alla pozione di Lily. Sirius per quanto tentasse di scherzare e fare battute sull'accaduto era preoccupato e decise di tornare nella stanza dove Hermione riposava, accostò una poltrona al letto e la vegliò tutta la notte.
Al mattino Lily, che era entrata per controllare il suo stato di salute, vide Sirius addormentato. Tentò di fare tutto in silenzio, ma lui si svegliò comunque.
«Scusa, non volevo svegliarti.» disse imbarazzata, forse lui non voleva farsi trovare nella stanza di Hermione poiché era entrato dopo che tutti erano andati a dormire.
«Figurati, mi sarei svegliato comunque...» disse con voce impastata e stiracchiandosi. Passare una notte sul divano non era proprio il massimo.
«Vieni andiamo di sotto, ti preparo qualcosa da mangiare. Lei si sveglierà solo tra qualche ora. Starà bene.» disse con un sorriso rassicurante.
Erano entrambi in cucina e la osservava affaccendarsi domandandosi quando gli avrebbe chiesto spiegazioni per il suo comportamento. Ma le domande non arrivavano. Lily parlava del tempo, della festa, di Harry e James e di Ginny. Di tutto tranne che di lui.
«Come mai non mi hai ancora chiesto cosa ci facevo in camera di Hermione?» chiese lui curioso di sapere i motivi del mancato interrogatorio.
«Non sono James se ti va di parlarne devi semplicemente farlo» spiegò con molta semplicità. «Sai speravo di non svegliarti proprio perché non volevo che ti sentissi in obbligo di dire qualcosa.»
«Grazie.» rispose lui.
«Però se preferisci posso farti anche un interrogatorio» disse con un occhiolino.
«Non c'è molto da dire, ero solo preoccupato per lei.»
«Ah quindi non mi dirai di cosa avete parlato quando siete spariti... e immagino che non t’interesserà minimamente sapere che appena ti ha visto andar via ti ha seguito, mollando come un fesso il biondo...» disse Lily con fare indifferente mentre versava il caffè.
Degna di suo marito, pensò Sirius ascoltando il resoconto. «Mi ha detto che mi aveva visto andar via, ma non pensavo avesse mollato quel biondo.» disse meditando sulle parole dette dall'amica.
«Sei cosciente del fatto che ieri ti sei comportato peggio di un orso. E che questo a messo a disagio lei, oltre che tutti gli altri.» replicò lei.
«Sì, beh penso che avrei fatto bene a far compagnia a Remus.» disse con un borbotto.
«Ti da così fastidio la presenza di Draco?» chiese con cautela.
«Mi sai dire per quanto riuscirà a resistere alle lusinghe di quel damerino? E quando cederà, soffrirà, come non può darmi fastidio, non solo il solo...» disse spiegando i motivi di tanta avversione.
«Tu sottovaluti la sua volontà di non voler aver a che fare con lui...» replicò saggiamente.
«Che cosa avranno mai questi Serpeverde da renderli così interessanti...» disse sbuffando.
«Ci sono Grifondoro a cui lei dovrebbe interessarsi?» chiese Lily maliziosa.
«Non sarai James, ma avete le stesse idee vedo.» commentò sarcastico.
«Grazie per aver notato la differenza! Non so cosa ti abbia detto lui, so quello che spero e desidero per te. Vederti felice, e se lei fosse la persona giusta... beh sappi che ne sarei felice. Almeno questo posso sperarlo?»
«Sì, potete fare quello che volete, ma non potete caricare anche me delle vostre aspettative.» disse con aria affranta.
«Come sei negativo... andiamo non sei mica da buttar via!»
Il discorso fu interrotto dall'arrivo del resto della famiglia. Dopo aver mangiato Ginny, Harry e Ron, andarono a trovare Hermione che oramai si era svegliata. Ginny ovviamente voleva sapere tutti i dettagli, non tanto dell'aggressione, ma della chiacchierata con Sirius.
Con Harry e Ron presenti non avrebbe mai osato chiedere dettagli e si lasciarono con la promessa di mandarsi gufi con molte, lunghe e dettagliate spiegazioni delle relative serate.
Hermione si stava lentamente riprendendo e chiese a Sirius di aiutarla a scendere le scale per sedersi all'aria aperta. Stavano chiacchierando tranquillamente quando Hermione prese in mano un vecchio libro, ma la sua curiosità di sapere di cosa trattasse quel libro, fu bloccata dall'arrivo di Malfoy.
«Granger anche se fossi in punto di morte terresti un libro in mano... mai pensato di passare qualche ora a non far nulla?» fu il commento di Malfoy appena arrivato in casa Potter. «Ho saputo cosa è successo ieri e son passato a vedere come te la passavi.»
«Tutto bene, come vedi.» rispose con poche parole, era ancora offesa per le parole che lui le aveva rivolto la sera prima, le aveva dato della sfigata in poche parole.
«Noi dobbiamo andare da Remus, ci vediamo a pranzo. Sirius andiamo?» chiese James all'amico che aveva iniziato a ringhiare dall'arrivo di Malfoy. Salutarono e ne andarono.
«Allora prendere botte per ottenere un po' di attenzione ha funzionato?» chiese sarcastico.
«Spiritoso...» rispose contrariata lei.
Sirius era tornato indietro perché aveva dimenticato la bacchetta, ma appena sentì le voci dei due che discutevano, si bloccò ad ascoltare.
«Ci ho pensato sai, ho deciso di aiutarti. Ho un piano...» disse lui sperando di ottenere la sua attenzione.
«Chi sa perché non mi piacerà.»
«Se dici così mi levi tutto il divertimento!» disse lui offeso. «Tanto per cominciare dovresti smettere di corrergli dietro. E poi per completare alla grande il piano dovresti mostrarti interessata a qualcun altro... tipo me? Sono perfetto per farlo ingelosire...» disse sicuro di sé.
«Ma come non eri tu che dicevi che per lui nemmeno esisto, perché ora dovrebbe essere geloso?»
«Mica potevo ammettere che lui era geloso, mi sarei rovinato con le mie stesse mani. Ci ho pensato e credo ci voglia un impatto forte, altrimenti non si deciderà mai.»
«E lo faresti per...?»
«Non posso fare un favore ad un amica? E poi potremo divertirci entrambi, potrei insegnarti qualcosa. E magari anche lui dopo potrebbe volermi ringraziare.» disse malizioso facendo arrossire Hermione.
«Non credo che potrebbe mai ringraziarti per qualcosa sai.» rispose Hermione contrariata da tanta sfacciataggine. «Se è così che pensavi riuscire a convincermi che “passare del tempo” con te non sarebbe stato tanto male, beh mi dispiace ma non ci sei riuscito. Grazie, ma no.» disse Hermione risoluta.
Sirius era in un brodo di giuggiole, aveva appena rifiutato il furetto.
«Andiamo Granger, così non puoi andare avanti. È chiaro che sei interessata a lui, che io non ho speranze e che male c'è se passiamo del tempo assieme!» disse cercando di perorare la sua causa. «Ok forse il mio commento è stato abbastanza cretino e mi dispiace, ma ti giuro che le mie sono ottime intenzioni!»
«Senti so benissimo che per lui non esisto, un giorno o l'altro mi passerà questa assurda cotta. E poi non voglio conquistarlo con l'inganno, non mi piace come idea. Non ha senso mettere sottosopra, ancora, la nostra amicizia, no?»
«Andiamo le cose stavano andando così bene tra noi, è stata una tua idea quella di interrompere tutto...» disse con un sorriso birichino ricordando certe serate ad Hogwarts nella stanza delle necessità. Ore interminabili passate a stuzzicarsi, cercarsi per poi lasciarsi, una corsa continua ed eccitante.
«Sì, andavano. Ma sai bene perché abbiamo chiuso con quel periodo.»
«Certo che lo so... tu e le tue dannate idee da sentimentalista. Divertirsi mai, vero?»
«Forse a me non bastava solo la parte divertente, che ne dici? Scusa se quando ti ho chiesto di più sei fuggito a gambe levate e mi hai sbattuto in faccia la tua fidanzata purosangue.» disse arrabbiata.
«Quindi è come ho sempre pensato, sei gelosa mezzosangue.»
«E di cosa? Di non provenire da una famiglia pronta a cedermi al miglior offerente, non vedo perché mai... se sono fiera di quello che sono, lo devo anche a te e a tutti quegli imbecilli che si credono superiori per la loro nascita. Io ho dimostrato sul campo quello che valgo.»
«Risparmiati la scenetta dell'eroina di guerra. Sei insopportabile quando fai così. Ci vediamo a settembre Granger. Io me ne vado giacché stai meglio.»
«Certo ci vediamo a settembre. Scappa, non sai fare altro.» disse disgustata dalla discussione.
«Se cambi idea sai dove trovarmi.» propose lui. «Sì, tranquilla so già la risposta non avverrà mai. Guarisci presto, e fammi sapere, almeno, se ci sono novità.» disse prima di congedarsi con un bacio sulla guancia e una lieve carezza sul viso.
«Ottimista eh? Ci vediamo al corso, vedi di fare il bravo.»
Quando Sirius si voltò per andarsene, si accorse dello sguardo di Lily, che con un gran sorriso gli porgeva la bacchetta che aveva lasciato in cucina e non nella veranda come aveva pensato, non riuscì a non sorridere.
Si smaterializzò e raggiunse James e Remus.
«Scusate il ritardo.» disse entrando nella stanza. «Ma non riuscivo a trovare la bacchetta.»
«Che cosa è successo amico?» chiese James con uno sguardo malandrino. «Non è che hai trasfigurato il biondo di nascosto?»
«No, nessuno scherzo.» rispose con un ghigno. «Remus, com’è andata la notte?»
«Migliore della tua amico.» disse Remus con un sorriso sornione.
«Questione di punti di vista.» rispose lui con fare indifferente.
«Allora cosa ti ha trattenuto?» chiese curioso James. «Se non era uno scherzo al biondo...»
«Ma non avete niente di meglio da fare? Non c'è niente da dire.» disse un po' seccato da quei continui interrogatori. «Piuttosto cosa facciamo con questa storia delle aggressioni. Quei due auror mi sono sembrati un po' troppo deficienti e non andranno a fondo.»
«Temo che non fosse la per caso, non era in un posto qualunque ma vicino alle nostre case. Spero non si tratti di mangiamorte scampati alla cattura.»
«Se così fosse, avremmo un bel problema.» concordò Sirius, quel tipo non era la per caso.
«Sì, quella storia sui furti nelle case faceva acqua da tutte le parti. A chi potremo chiederne per sapere qualcosa in più?» chiese James.
«Contatterò Kingsley, se lui sa qualcosa ci informerà.» spiegò Remus.
«Almeno su di lui si può contare.» affermò Sirius.
«Remus vieni a pranzo con noi?» chiese alla fine James, si era fatto tardi e Lily li aspettava per pranzo.
«Sì, Dora è a pranzo a casa della madre con Teddy, e poi ho delle notizie da comunicare a tutti!» disse con un sorriso sereno.
I tre malandrini varcarono la soglia di casa Potter appena in tempo per sedersi a tavola. Hermione era ancora un po' scossa, sopratutto a causa della discussione con Malfoy.
«Festa movimentata eh?» disse Remus sedendosi a tavola.
«Puoi dirlo forte... ci sarei voluto essere.» rispose Harry. «Mi mancano un po' i tempi in cui i duelli e gli agguati erano all'ordine del giorno.»
«Sì, se non sei in giro con un matto che esce senza bacchetta!» commentò Hermione.
«Ma dai sei ancora arrabbiata...» disse Sirius mettendo il broncio.
«Mi sa che sta volta non te la caverai con qualche scusa Sirius» rise Harry.
«Come mai il biondo era qui?» chiese James curioso.
«Ha saputo cosa è successo ed è venuto a vedere come stavo...» rispose evasiva Hermione.
«Ti ha detto qualcosa di nuovo?» chiese Remus.
«No, cosa c'è che non so?» chiese lei per risposta.
«Quei due auror che sono intervenuti ieri sera mi sono sembrati un po' addormentati. Stanno accadendo cose strane, e tutti fanno finta di nulla.» disse Sirius.
«Non era la per caso?» chiese Herm con un sussurro.
«Be la storia dei furti in casa... fa acqua da tutte le parti. Siete stati aggrediti in un bosco, e forse doveva essere solo Sirius, dato che di solito fa quella strada.» disse James.
«Di questo ci occuperemo presto, se Draco riesce a scoprire qualcosa... infondo ha ancora buoni agganci al ministero.» disse Remus. «A settembre io tornerò ad insegnare ad Hogwarts. Siete i primi a saperlo, dopo Dora e Teddy.»
«Congratulazioni!» dissero Harry e Hermione.
«Remus sono così contenta per te.» disse Lily.
«Grazie, grazie. Quando la McGranitt me l’ha proposto, sono rimasto senza parole. Quando sono tornato per la prima volta grazie a Silente, mi sembrava una cosa irreale. Ora sembra un sogno magnifico.» disse felice.
«A Remus!» disse Harry sollevando il bicchiere.

✎ Info & Co.

Draco ed Hermione arrivano ad una sorta di "tregua". A complicare le cose ci sono queste misteriose aggressioni. So che accade ben poco, ma almeno Sirius CAPISCE che tra Herm e Draco non c'è nulla e nel prossimo capitolo si "prenderà" una piccola rivincita...
Anche il bacio è vicino, tenete le dita incrociate!!! Fortunatamente Lily cerca di mettergli un pò di sale in zucca!
Aspetto numerosi commenti!
Jalilah♔ .
©Tutti i personaggi sono stati creati da J.K. Rowling.
Storia modificata nel 2014. Tutti i capitoli sono oggetto di sostanziose modifiche, tagli e correzioni.

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Capitolo 5
*** Animagus. ***


Animagus.


La vita a casa Potter stava via via tornando alla normalità; Harry aveva fatto la sua dichiarazione a Ginny, Hermione si stava riprendendo e aveva messo un punto fermo alla sua relazione con Malfoy e Sirius si ritrovò a pensare che le cose non andavano poi così male, anche se c'era una domanda gli ronzava per la testa, ma non osava darsi una risposta. Di chi parlavano quei due? Se non era il biondo l'oggetto dei desideri della ragazza, chi era? Non poteva di certo pensare che avrebbe rinunciato a conquistarlo, e allora cosa sarebbe accaduto? L'avrebbe persa per sempre.

Stavano parlando delle lezioni per diventare animagus quando Sirius decise di levarsi ogni dubbio.
«Spero non ti arrabbierai, ma ho sentito per caso la discussione di questa mattina» iniziò a spiegarle, ma quando la vide arrossire imbarazzata cercò di buttare il tutto sul divertente. «Quindi ci nascondi qualcosa, o meglio qualcuno.»
«No a dire la verità non c'è molto da dire. Per lo più sono farneticazioni di Draco. Alle volte riesce a rendersi davvero insopportabile. Allora io rispondo a tono e lui si offende e cerca di vendicarsi e ferirmi e allora parla a vanvera.»
«Se non ti conoscessi direi che sai raccontare molto bene le bugie!»
«Scusami ma non c'è davvero nulla da dire. Non capisco perché siate tutti così interessati, se ci sarà qualcosa da far sapere non mi scorderò certo di dirlo a voi... ma per ora non c'è nulla da dire.» disse risoluta e prese mentalmente nota di strozzare Malfoy, meno male che non avevano fatto nomi altrimenti ora lui saprebbe... o forse sapeva già? A quel pensiero arrossì imbarazzata.
«Bene, questo mi tranquillizza.» disse non pensandolo affatto. «Dicevamo per le nostre lezioni, direi che faresti bene a leggerti i libri di Remus e poi vedremo cosa fare.»
«Peccato, io speravo di iniziare subito...» replicò lei mettendo su il broncio.
«Quanta impazienza! Poi se iniziassimo ora Lily mi strozzerebbe»
«Già questo non ci voleva proprio.» rabbuiandosi per davvero.
«Remus ti ha procurato tutti quei libri e non puoi leggerli in un giorno, ho come l'impressione che te ne arriveranno altri dalla preside, Remus voleva parlarne anche con lei è convinto che la vicinanza mia e di James possa averti rovinato.» disse ridacchiando.
«Per quello oramai è tardi... sette anni a stretto contatto con Harry e Ron hanno già fatto abbastanza!» replicò lei ridendo.
«Ehi Herm è bello vederti ridere!» disse Harry entrando nella stanza.
«Grazie, vai da Ginny?»
«Sì forse...»
«Devo mandarle una lettera... potresti portarla tu?»
«Ehi non sono un gufo.» disse lui protestando...
«Vero, ma sei molto più veloce e affidabile.» disse lei facendo gli occhi dolci.
«Ah ah ti ha fregato, Harry.» disse Sirius ridendo.
«Quante risate questa mattina, è bello vederti di nuovo in te Hermione!» disse James entrando nella cucina...
«Si, beh non lo so se vado da lei, e non vorrei passare il tempo con lei che legge la tua lettera. Avevo altri piani.» disse borbottando.
«E che problema c'è gliela dai quando la riporti a casa... no?»
«Diabolica... e cosa c'è di tanto importante che non può aspettare un gufo?» chiese curioso.
«Non tentare di aprirla, non ci riuscirai. È incantata per aprirsi solo con Ginny, e quando è da sola, non c'è pericolo che la possa leggere in tua presenza!» disse Hermione con un ghigno.
«Ma anche io sono tuo amico, perché con me non parli» disse lui offeso.
«Potter...» disse lei assottigliando occhi e labbra. «Sono cose da ragazze... e poi quella lettera potrebbe parlare di te... lo sai vero?» chiese lei ridacchiando all'espressione imbarazzata dell'amico. James e Sirius si stavano letteralmente rotolando dalle risate.
«Bene quand'è così le porterò la lettera... Almeno hai scritto belle cose?»
«Era un esempio, non ho detto cosa c'è scritto» replicò cattiva.
«Harry basta le ragazze avranno diritto alla loro privacy, no?» disse Lily che aveva assistito alla discussione.
«Sì, beh comunque lei nasconde qualcosa, Ginny lo sa perché io no?» disse guardando l'amica, che colpita in pieno arrossì.
«Vado a prendere la lettera, se poi non ti va posso mandarla via gufo come sempre» disse uscendo dalla stanza.
«Hermione, fermati. Mi dici cosa non va?» disse lui seguendola.
«Niente Harry, state esagerando tutti con questa storia, non c'è nulla da dire, nessun segreto. Scusami per prima, se è un problema mando un gufo.»
«Non è questo il punto, è da un po' che non parliamo e vorrei che ti ricordassi che ci sono sempre per te.»
«Lo so Harry, ma...»
«Ok, ok... quando ci sarà qualcosa vieni da me. Per favore.»
«Grazie.» disse abbracciando l'amico.
«La lettera?» chiese lui prima di lasciarla andare.
«Eccola qua...»
«Meno male che è incantata per leggersi solo quando lei è sola, hai scritto un libro...» disse Harry prendendo in mano la busta molto spessa.


Un pomeriggio di fine agosto Hermione propose di passare qualche settimana nella casa sulla costa mediterranea della Francia acquistata dai genitori l'anno prima dove avrebbero festeggiato anche il suo compleanno.
«Che ne dite se andiamo in macchina? Ci dovremmo mettere circa tre giorni. Attraversiamo la manica con il traghetto e poi scendiamo verso il sud. La campagna francese è così bella.»
«Mezzosangue hai sempre idee bizzarre.» disse Draco con l'aria di chi disapprovava tutta la faccenda.
«E tu sei il solito guastafeste. Non morirai per un giretto in macchina. Poi se vuoi perderti il viaggio puoi partire con Sirius. La passaporta non sarà disponibile prima di tre giorni.»
«Andiamo furetto, non farti pregare.» disse Harry divertito.
«E sia, solo perché non ho intenzione di fare tutto il viaggio con il cane pulcioso.»
«Draco, non ti permetterò di rovinare le ultime settimane di vacanza. Vedi di comportarti bene. Sono stata chiara?»
«Agli ordini Granger.»
«Bene allora è deciso si parte per il sud della Francia! Herm dobbiamo andare a fare shopping.» disse un’entusiasta Ginny. Hermione iniziava a vedere le pecche nel suo piano.
«Tra due giorni qua con le valige pronti per partire.» disse Harry prendendo in mano l'organizzazione.
«Chi guida?» chiese Draco scettico.
«Io ed Hermione. Siamo gli unici due con la patente babbana, meglio non rischiare. Andiamo a fare i biglietti per il traghetto?» propose poi.
Harry, Ron e Draco andarono a fare i biglietti per il traghetto. Hermione e Ginny sfogliavano riviste di moda. O meglio Ginny mostrava ad un Hermione sconsolata modelli su modelli di bikini ultra ridotti, ultra costosi. Il peggio arrivò per i vestiti per la sera della festa.
«Che intenzioni hai?» chiese Hermione disperata all'ennesimo vestito improponibile.
«Devi farti bella amica mia. Non puoi mica mettere uno dei vestiti già messi. Compi vent'anni, e come minimo il vestito deve essere anche più bello di quello che hai indossato per la festa di compleanno di Harry.»
«Ginny perché lo fai? Cosa ti ho fatto di male?»
«Piantala, alla fine mi ringrazierai.» rispose con aria folle.
«Non arriverà mai quel giorno.» replicò lei.

 

✎ Info & Co.

In questo capitolo, molto breve e di passaggio, accade ben poco. Questo perchè grazie ai vostri commenti ho deciso di modificare la storia, e cercare di anticipare il fatidico bacio. Purtroppo, per come ho impostato la storia sarà necessario attendere ancora qualche capitolo. 
I sentimenti hanno bisogno di tempo per crescere e maturare.
Grazie, di cuore, per tutte le letture e mi fa piacere sapere che ad ogni capitolo siete sempre di più a seguire questa FF.
Aspetto numerosi commenti!
Jalilah♔ .
©Tutti i personaggi sono stati creati da J.K. Rowling.

Storia modificata nel 2014. Tutti i capitoli sono oggetto di sostanziose modifiche, tagli e correzioni.

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Capitolo 6
*** In viaggio. ***


In viaggio.

Il viaggio in macchina fu una vera avventura, tre giorni in una macchina, se pur molto comoda, non erano proprio il massimo e purtroppo La Manica li aveva accolti con onde molto alte che avevano allungato i tempi della traversata. La macchina per fortuna non li abbandonò mai, anche perché riuscire a trovare un meccanico nel nulla, sarebbe stata un’impresa disperata e mangiarono in piccole taverne lungo la strada.
Fortunatamente le giornate passate in spiaggia avevano compensato tutti i disagi del viaggio. Tutti ebbero modo di divertirsi e rilassarsi è in particolare modo Draco aveva trovato un'attività molto allettante: stuzzicare Sirius Black nel maggior numero possibile di modi e uno dei più divertenti accadde una mattina presto a metà della loro vacanza.
Sirius si era svegliato molto presto e stava osservando il sole sorgere dalla grande portafinestra della cucina quando vide entrare Hermione con indosso una camicia da uomo. Si chiese di chi fosse quella camicia e cercò di reprimere un moto di gelosia, oltretutto era molto bella e tentò di non pensare a lei e cercò di concentrarsi sul suo caffè.
«Come mai già in piedi?» chiese Hermione.
«Mi godo i pochi momenti di pace, prima che voi matti vi scateniate per casa. Invidio Lily e James che son rimasti a casa...» disse lui.
«Oh ma dai, credevo ti stessi divertendo!» disse lei mettendo il broncio.
«Sì, ma ho una certa età!»
«Sciocchezze... prometto che oggi faremo i bravi!» disse lei con un sorrisino.
«Ecco ora mi stento vecchio.» disse lui voltandosi e guardandola sorridendo.
«Domani arrivano James e Lily, giusto?»
«Sì, arrivano domani per fortuna. Io non sono adatto a fare il padre o la madre.»
«Sì lo so... non vedi l'ora di scatenarti, altro che vecchio.» replicò lei facendogli la linguaccia.
«Granger, Black.» disse Draco con voce assonnata entrando in cucina. «Bella camicia, mezzosangue.» disse fissando la ragazza.
«La conosci?» chiese lei con un sorrisino furbo.
«Forse... sappi che il suo proprietario la rivorrebbe.»
«Solo quando mi renderai ciò che mi appartiene.» replicò lei uscendo dalla cucina.
Sirius fissò a lungo la porta chiusa. 
Draco se la rideva alla grande, si divertiva un mondo a vedere Black rodersi il fegato per la gelosia.
«Vado a riprendermi ciò che è mio.»
«Non farla soffrire.»
«Chi ti dice che sono io quello che la fa soffrire?» rispose lui.
«Beh fai attenzione a ciò che fai. Non mi piace come ti comporti con lei.» rispose lui.
«Sa difendersi da sola. Sa cosa vuole, e in genere adora prendere ciò che desidera.» disse con un tono allusivo.
«So che ti da regolarmente picche. Non giocare con il fuoco, ti potresti scottare.»
«Sì, essermi fatto sfuggire la notizia del fidanzamento è stata una mossa da pivello. Ma almeno, io, ho qualche ricordo con lei, del prima...» disse lui.
«Non mi importa il passato. M’importa che tu le stia alla larga e che eviti di illuderla.» disse guardando truce il ragazzo.
«Black, stai solo perdendo tempo prezioso. È proprio vero chi ha il pane non ha i denti... ma tu sei dannatamente fortunato, potresti avere entrambi.» disse uscendo dalla stanza.
Era via da molte ore, per fortuna nessuno era venuto a importunarla e lei aveva bisogno di un attimo di pace, voleva allontanarsi da tutto quel caos stare semplicemente seduta in riva al mare, era troppo triste per stare con gli altri. Tra qualche giorno si sarebbe festeggiato il suo compleanno, Draco era insopportabile, Sirius la evitava e non perdeva occasione di litigare con lui. Poteva anche accettare di non contare nulla per lui, ma quell’indifferenza la faceva soffrire. Tutti si erano ormai accorti di quella strana situazione, e Harry e Ron non perdevano occasione per chiedere spiegazioni. Parlare per lei era difficile, sentiva i suoi sentimenti così inadeguati, e si domandava dove tutto questo avrebbe potuto portarla. Lui non ricambiava certamente i suoi sentimenti, lei viveva in attesa di un suo sorriso o di una parola gentile. Ma tutto questo non era da lei, lei non era una che stava in attesa degli eventi. E sopratutto non le bastavano i pochi sorrisi e i momenti di chiacchiere spensierate tra loro due. Doveva fare qualcosa e riprendere la sua vita in mano, con o senza di lui. Osservava il mare, quella sera era molto agitato le onde si infrangevano con molta energia sulla battigia e si ritrovò a paragonare quelle onde alla forza di Sirius, si lasciò andare a quei pensieri cercando di immaginare come sarebbe stato farsi amare da lui. Desiderava tantissimo essere travolta da lui, gli avrebbe donato tutto. Stava per accadere con Draco, ma capì che si stava solo illudendo di poterlo dimenticare e che non sarebbe bastato a lenire il suo dolore. Davvero un bel compleanno si disse. Decise di tornare a casa, mise su un bel sorriso. Aveva deciso di parlare chiaramente con Draco, doveva smettere. Lui non era interessato a lei e non lo avrebbe di certo conquistato con l'inganno; Harry e Ron avrebbero smesso di conseguenza e Sirius avrebbe avuto meno scuse per attaccar briga.
«Draco devo parlare con te.» disse Hermione tornando a casa.
«Alla buon ora mezzosangue, stavamo uscendo a cercarti. Dove sei stata?» disse lui vedendola arrivare.
«Ora sono qua. Andiamo di sopra, dobbiamo...»
«Sì ho capito, parlare... andiamo» la interruppe lui con un ghigno.
«Non farti strane idee... sia chiaro.» replicò seccata.
Tutti la guardarono uscire dalla stanza abbastanza preoccupati. Era sparita per diverse ore e in quel momento stava salendo in camera sua per parlare di chi sa cosa a Malfoy.
«Ci dobbiamo preoccupare?» chiese Lily. Lei e James erano arrivati con qualche ora di anticipo per il sollievo di un po' tutti.
Hermione e Draco arrivarono nella camera al piano superiore.
«Allora che dovevi dirmi?»
«Vorrei che la smettessi di provocare Sirius. Ci ho pensato ed è una cosa assurda, non gli interesso minimamente e con i vostri battibecchi avete messo tutti di malumore.»
«Uff che pluffe... dai Granger se si arrabbia, è perché ci tiene a te.»
«Invece credo che potrei interessare molto più a Harry che a lui. Non te lo chiederei se non fosse importante. Tra qualche giorno ci sarà la festa per il mio compleanno, e vorrei passarlo serenamente. Tra un po', poi non vedrò nessuno di loro per parecchio tempo e vorrei godere di questi giorni con tutti voi. Puoi?»
«Secondo me sbagli. Ammetto che farlo ingelosire non è la migliore delle strategie. Forse dovresti farti trovare nel suo letto tutta nuda... ai ragazzi piace...» disse lui con uno sguardo sexy.
«Malfoy non ti affatturo solo perché ti reputo un buon amico e poi mi annoierei a studiare da sola. Ma vedi di non provocare a lungo la mia pazienza. Chiaro?» disse lei.
«Sai non credevo che avresti ceduto in questo modo. Questo è poco Grifondoro, saresti stata una serpe perfetta.»
«Io non scappo!» disse indignata.
«Infatti io parlavo di defilarsi con classe. E ci stai riuscendo alla grande.»
«Piantala con questa storia. Non mi defilo e non scappo, anche perché non c'è nulla da cui fuggire.»
«Sì, sì ho capito. Tu pensi che lui non sia interessato a te e cose così.»
«Esatto. Ho deciso di non pensarci più, forse riuscirò a dimenticarlo davvero questa volta.»
«Se questo non è scappare, cosa è?»
«Rendersi conto dell'impossibilità della situazione. Semplice e pura razionalità, non posso pensare di passare i miei giorni sperando che lui si accorga di me, concordi?»
«Beh vista da questo punto di vista, la cosa ha un senso. Comunque secondo me sbagli, e te lo dico da amico.»
«Vedremo.» disse lei alla fine stendendosi a letto e chiudendo gli occhi. Draco la coprì con un lenzuolo, chiuse le tende della finestra e uscì dalla stanza chiudendo piano la porta. Quando sollevò lo sguardo, vide davanti alla porta Sirius che lo fissava come se fosse una buona bistecca.
«Vacci piano non sono commestibile.» disse Draco sottovoce.
«Questo lascialo decidere a me...»
«Come mai qua?»
«Mi stavo assicurando che come al solito non facessi il cretino.»
«La spii spesso, dunque.» costatò Draco.
«Abbastanza da sapere che c'è qualcuno e che non sei tu, come ti piace far credere.» disse quando raggiunsero il piccolo cortile della villetta.
«Però e sai anche chi è?»
«No, non avete mai fatto nomi...»
«Se lei lo venisse a sapere, non la prenderebbe bene...» commentò Draco.
«Dunque, chi è?»
«Te lo dirò se mi dirai perché lo vuoi sapere, e niente storie del tipo “mi preoccupo per lei”. Vorrei la verità... ed io ti dirò che è l'uomo che riempie i pensieri della nostra mezzosangue.»
«Non chiamarla così...»
«Avanti come mai vuoi saperlo...»
«Non sono affari tuoi. Non mi sembri molto propenso a collaborare. Quando vorrà parlarne, lo farà lei.»
«Ti auguro maggior fortuna. A me non è andata bene. Se capisci cosa voglio dire»
«No, non lo capisco»
«Vorrà dire che mi farai sapere com'è stare affianco della donna che t’interessa, sapendo che pensa a un altro, che è talmente idiota da non capirlo.» disse zittendo Sirius. 
Tornò dentro casa molto soddisfatto di sé. Ora dovevano sbrigarsela da soli. Mentre raggiungeva le scale, incrociò i genitori di Potter, lei gli sorrise grata, lui lo osservò cercando di capire cosa gli passasse per la testa, aveva appena dato a Sirius ciò che si meritava.
«Bella batosta, eh amico?» disse James raggiungendo Sirius.
«Sapete qualcosa che non so?» chiese lui.
«Più o meno... diciamo che abbiamo compreso qualcosa che tu hai deciso di non vedere.» disse Lily osservando attentamente Sirius.
«Come se si potesse decidere cosa vedere»
«Quindi lo sai e hai deciso di far finta di nulla?» chiede James incredulo.
«Andiamo James le nostre situazioni son diverse. Io non sono te e lei non è Lily.»
«Idiota. Lei soffre e tu stai qua con le mani in mano a crogiolarti su problemi inesistenti.» disse James furioso.
«Come se fosse facile fare in altro modo.»
«Sirius non dovresti arrenderti così. Hai tutti noi, ci saremo sempre.» disse Lily posandogli una mano sulla spalla. «Abbiamo perso così tanto tempo, non lo sprecheremo andando contro i tuoi e i suoi desideri.»
«Suoi desideri? Lily ti ho già chiesto di non illudermi, non voglio e non posso credere»
«Idiota se non ti dai una mossa la perderai non è così difficile da comprendere, no?» domandò James esasperato per la cocciutaggine.
«Non pensi di aver sprecato abbastanza tempo?» chiese Lily un po’ triste. 

✎ Info & Co.

Siamo forse ad una svolta? Qua sotto ho messo un piccolo anticipo di cosa accadrà prossimamente... Dirvi chi sono i protagonisti, credo sia abbastanza scontato.
Draco ha detto delle cose molto interessanti, ma i dubbi e le paure fanno vedere tutto negativo...
Aspetto numerosi commenti!
Jalilah♔ .
©Tutti i personaggi sono stati creati da J.K. Rowling.
★ Prossimamente...

«Ciao, ancora sveglio?»
«Stavo andando a dormire...»
«Vuoi fare un bagno caldo?»
«Proposta interessante, Granger!» disse avvicinandosi, le posò una mano sulla testa e prese ad accarezzarle i capelli, occhi negli occhi. Erano così vicini, troppo vicini. In quel momento...

Storia modificata nel 2014. Tutti i capitoli sono oggetto di sostanziose modifiche, tagli e correzioni.

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Capitolo 7
*** Auguri Hermione. ***


Auguri Hermione.

Il gran giorno di Hermione era arrivato, un nuovo anno stava per iniziare insieme alle grandi novità per la sua vita. Ma se i suoi progetti erano più a lungo termine quelli di Ginny erano orientati sul presente: prepararsi per la festa alla grande. La cosa più inquietante era il silenzio che avvolgeva chiunque si trovava a passare da quelle parti. Riuscirono solo a intravedere Luna che fu subito inghiottita in quella parte di casa. E non ci furono notizie fino alle sette di sera quando Luna, con il suo solito modo di fare, scese e annunciò che presto sarebbero scese anche le altre. Ron propose una passeggiata sulla spiaggia, ma solo Luna accettò con entusiasmo e fu felice di non dover più vedere le espressioni penose di Harry, Draco e Sirius in attesa di Hermione e Ginny dato che Luna non aveva saputo dare indicazioni precise sui tempi. Dopo quasi un’ora Ginny scese di sotto, controllò chi c'era. Era rimasto solo Draco a far compagnia a Harry.
«Hermione sta per scendere.»
«Non per essere polemico, ma Luna ha detto più o meno la stessa cosa un ora fa.» disse Harry sconsolato.
«Andiamo, doveva farsi bella. C'erano i capelli da sistemare, il vestito da aggiustare e tutto il resto, come puoi essere così poco comprensivo. È la sua festa e lei deve essere perfetta.» commentò Ginny come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Nel cortile davanti alla casa era stato sistemato un tavolo con il buffet. Al centro una piccola pista da ballo sormontata da tante piccole luci colorate che la illuminavano. Dall'altro lato c'erano invece diversi tavolini e delle sedie. Quella zona era illuminata da tante candele. I genitori di Hermione guardavano soddisfatti il lavoro fatto dai genitori di Harry, ovviamente con la bacchetta. Quando Hermione apparve al braccio di Draco nel cortile tutti si fermarono per farle gli auguri con i calici in altro. Da quel momento la festa entrò nel vivo. Molti ballavano, altri stavano seduti ai tavoli a mangiare, e stranamente Ron non era seduto da qualche parte a mangiare. Come per la festa di Harry arrivarono molti dei loro compagni di scuola a cui si aggiunsero alcune serpi, amici di Draco, come Pansy, Nott e Zabini. Poco prima del taglio della torta riapparve anche Ron, insieme a Luna. Tutto sembrava come sempre, a parte le orecchie di Ron parecchio rosse. Hermione e Harry si scambiarono un sorrisino che non sfuggi a Sirius. 
«Siete tremendi» bisbigliò piano.
«Guarda che siamo felici per lui. E poi voglio bene a Luna.» replicò un po' offesa.
«Stanno bene assieme.» confermò lui.
«Sì, molto.» disse soddisfatta.
La festa era finita da poco, erano le 3 del mattino. Decise di farsi un bel bagno caldo. Accese le candele profumate, musica classica in sottofondo. S’immerse nell'acqua bollente e chiuse gli occhi, la festa era andata alla grande, aveva ballato con Sirius, con Draco e poi con Harry e Ron. Tutti avevano fatto i complimenti per la riuscita della festa, e sopratutto aveva visto Ron sorridere allegro e spensierato. Per sapere cosa aveva combinato con Luna tutta la sera ci sarebbe stato tempo l'indomani. Per ora era bene fargli dormire sonni tranquilli, ma lei e Harry avevano già deciso di fargli il terzo grado.vI genitori avevano finalmente conosciuto molti dei suoi amici e nonostante l'alto tasso di maghi avevano passato una serata tranquilla. I genitori di Harry, Lily e James, avevano fatto di tutto per metterli a loro agio. Draco per una sera sembrò deciso a comportarsi bene, evitò il più possibile Sirius e James, non aveva mostrato eccessivi segni di fastidio per i suoi genitori e le aveva chiesto un paio di balli senza dare eccessivamente nell'occhio.
Sirius stava tornando nella sua stanza quando sentì della musica provenire dal bagno e vide che la porta era socchiusa. Si affacciò e vide Hermione addormentata immersa nella vasca piena fino all'orlo. Era così bella. Lei aprì gli occhi, lo vide e gli sorrise. 
«Ciao, ancora sveglio?»
«Stavo andando a dormire...»
«Vuoi fare un bagno caldo?»
«Proposta interessante, Granger!» disse avvicinandosi, le posò una mano sulla testa e prese ad accarezzarle i capelli, occhi negli occhi. Erano così vicini, troppo vicini. In quel momento furono interrotti dall'ingresso di James. 
«Ops scusate...» uscì subito. Questo bastò per interrompere ogni possibile contatto tra di loro. 
Lui uscì dal bagno, lei sprofondò ancora di più nella vasca. Dopo aver passato ancora qualche minuto nella vasca, si avvolse nel morbido accappatoio e si avviò in camera. Entrò in camera e prese la biancheria pulita e il pigiama per andare a dormire felice e rilassata. Ripensò a quanto erano stati vicini e si chiese cosa sarebbe accaduto se James non fosse entrato. 
Infatti, in quel momento James si stava scusando con l'amico.
«Mi spiace amico.»
«Forse non è stato un male. Non sono certo di saper gestire questa cosa.»
«Quante storie. La prossima volta chiudi la porta, se vi avesse beccato Harry. Sai non credo che lui la prenderà bene.»
«Già Harry, mi farà le penne.»
«A lui ci penserà Ginny, vedrai andrà tutto bene, sempre che tu ti dia una mossa. Vai da lei?» chiese curioso di sapere cosa aveva intenzione di fare.
«No.» disse tra lo scandalizzato e il divertito al solo pensiero di raggiungerla.
«Chi ha iniziato?»
«Lei, sì direi lei.» disse ripensando a poco prima.
«Grandiosa la ragazza!»
«Si lo è.»
«Amico datti una mossa.»
La mattina dopo erano ancora tutti a letto, troppo stanchi per poter pensare di aprire gli occhi. Ma nonostante il sonno Hermione era sveglia e si stava preparando un caffè molto forte. Fu raggiunta dai genitori che erano andati presto a dormire visto che dovevano partire molto presto e non potevano perdere il volo. Era ormai consuetudine vederli partire per i posti più disparati, erano sempre in viaggio. Questa volta sarebbero andati sulla costa turca. Hermione avrebbe passato invece il resto delle vacanze a casa Potter in attesa dell'inizio dei corsi di Magisprudenza. Erano intenti a chiacchierare quando furono raggiunti da Lily, James e Sirius.
«Noi stiamo per partire, grazie per badare a Hermione.» disse la mamma.
«Non si preoccupi Jane, ci fa piacere che stia da noi.» disse Lily cortese.
«Si nessun problema, è un vero onore averla a casa.» spiegò James.
«Ancora per poco comunque, tra due settimane iniziano i corsi. Ci vediamo a Natale?» chiese Hermione ai genitori.
«Sì Natale lo passiamo qua, e se vorrete, ci farà molto piacere avervi come ospiti.» disse il padre.
«Vorrà dire che festeggeremo l'ultimo dell'anno da me.» disse Sirius.
«Con molto piacere.» rispose Jane sorridendo cortese e osservando la reazione della figlia a quell'annuncio. Chi non la prese troppo bene fu il padre che non aveva commentato e si era limitato a far notare l'ora. «Noi andiamo, ti chiamiamo appena arriviamo in albergo.»
«Certo mamma, noi torniamo tra un paio di giorni a Londra.» disse abbracciandola.
«Non vorrei partire proprio ora, in ogni caso parleremo un poco a Natale. Va bene?» disse carezzandole il viso.
«Sì certo parleremo a Natale.» disse il padre con tono severo.
«Scott andiamo, niente prediche. Ci possiamo fidare di Hermione e lo sai. E poi non eravamo in ritardo?» disse trascinando il marito verso la macchina e salutando la figlia. 
Il padre non era tanto d'accordo e quell'invito per la festa di fine anno non gli aveva fatto minimamente piacere.
Verso metà mattina quasi tutti erano oramai svegli e si stavano dando da fare per sistemare la casa. Nel pomeriggio invece andarono tutti in spiaggia e cenarono sotto il cielo stellato. Era davvero una bella serata di fine estate e si stavano divertendo tutti assieme, erano una grande famiglia. Anche Draco non aveva fatto obiezioni per mangiare seduto sulla sabbia. Avevano riso e scherzato, torchiato Ron ed erano decisi a ripetere l'esperienza. Hermione e Draco parlarono a lungo dei corsi e della sistemazione nel college della scuola di specializzazione, di Sirius e di quello che era accaduto quando Draco lo aveva visto uscire dal bagno. Era curioso di sapere cosa era successo e voleva tormentarla un pochino.
«Dai Granger non puoi negare che lui sia attratto da te. Non sarebbe normale il contrario.»
«In ogni caso James ci ha interrotto e non saprò mai»
«Deve essere una malattia di famiglia; se mi avesse interrotto, lo avrei schiantato.»
«Sei sempre il solito, forse è meglio. Mi sarei sentita uno schifo se poi lui mi avesse rifiutato dopo avermi baciato.» disse un po' triste.
«Andiamo se dovesse fare una cosa simile ti giuro che lo affatturo. Sempre se sopravvive a te.» disse scompigliandole i capelli.
«Questo nuovo atteggiamento da bravo Grifondoro non ti si addice.»
«Sì, beh sappi che faccio un eccezione solo per te. Non dirlo in giro ho una reputazione da difendere, sai?»
«Certo che lo so. Sarò muta, nessuno saprà mai il nostro segreto.»
Era arrivato il momento di tornare a Londra, i ragazzi andarono tutti in macchina, come per il viaggio di andata. Questa volta fu tutto più tranquillo o forse Draco si era abituato ai loro modi e non ne notava più le stravaganze. L'attraversamento della Manica questa volta fu più veloce e arrivarono prima del previsto. 
Quando arrivarono a casa Potter c'era una squadra di Auror, a quanto pareva c'erano delle novità sull'aggressione. Il ministro non aveva minimamente creduto a un ladro appostato per derubare qualcuno. Sirius e James erano soddisfatti, Lily invece era preoccupata. I ragazzi sarebbero stati al sicuro a scuola e loro avrebbero fatto appoggio agli Auror mandati per sorvegliare regolarmente la zona. Arrivarono anche notizie da Hogwarts, attraverso Remus mandato dalla preside per offrire un eventuale rifugio in caso di necessità e accertarsi delle misure di sicurezza. E dato che per il momento tutto sembrava tranquillo Remus ripartì per la scuola confortato. Harry e Hermione ormai esperti d’incantesimi di protezione si adoperarono per rendere sicure le case, proprio come facevano con la loro tenda mentre erano alla ricerca di Horcrux. Non è che non si fidassero del ministero, ma preferivano avere il controllo della situazione.
Fecero il tutto sotto gli sguardi un po' perplessi di tutti.
«Abbiamo fatto tutto vero?» chiese Harry.
«Si ho aggiunto anche il muffiato, e magari cerco qualche incantesimo avanzato che ne dici?»
«Io direi che può bastare, se andate avanti potreste bloccare anche l'aria.» disse Sirius tra lo scettico e il divertito. «Sappiamo usare ancora la bacchetta per difenderci e sappiamo cavarcela da soli.»
«Certo sempre se ti ricordi di portartela dietro.» replicò Hermione sarcastica.
«Come credi che abbiamo fatto tutti quei mesi in tenda? Per fortuna non ci sono tabù e possiamo parlare liberamente.» disse Harry.
«Fate un po' paura, sapete?» chiese James.
«Bene, ora almeno siamo sicuri che non arrivino ospiti indesiderati.» disse Sirius.

 

✎ Info & Co.

Non odiatemi, vi prego!
Ho preparato per tutti voi dei buoni "non per uccidere, ma per ferire gravemente o mutilare" un Potter a vostra scelta.
Ci sono novità anche dal ministero... Harry e Hermione rispolverano un pò di incantesimi adatti all'occasione... Qua sotto poi c'è un piccolo spoiler...  come andranno le cose? 
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★ Prossimamente.

«Fallo decidere a me....» disse avvicinando le sue labbra al viso di lui.
«Non vado bene per te, lo sai... c'è qualcuno meglio di me, per te.» disse lui tentando di resistere alla tentazione di baciarla subito.
«Ma io voglio te, non gli altri.» E decisa come non mai prese l'iniziativa e lo baciò.

Storia modificata nel 2014. Tutti i capitoli sono oggetto di sostanziose modifiche, tagli e correzioni.

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Capitolo 8
*** Cosa sta accandendo? ***


Cosa sta accadendo?

Dopo il ritorno a casa un po' movimentato, a causa dell'arrivo della squadra di Auror mandata dal ministero, la situazione andò via via normalizzandosi con nuove abitudini. La più interessante riguardava proprio Hermione e le sue lezioni per diventare Animagus con Sirius, che aveva ceduto alla richiesta di aiuto, e così avevano stabilito un piano dettagliato a partire proprio dalle tecniche di rilassamento con cui sperava di guadagnare un po' di tempo per tentare di convincerla a lasciar perdere. Forse sarebbe bastato dirle di no, ma se lo avesse fatto avrebbe dovuto rinunciare a passare del tempo solo con lei. Sapeva di non potersi permettere di sperare di conquistarla, soprattutto dopo essere stato interrotto da James la sera del suo compleanno, anche se su questo aveva cambiato idea molto spesso.
E mentre era seduto davanti a lei, che cercava con scarso successo di rilassarsi, che accadde qualcosa che non avrebbe mai creduto possibile.

«Mm direi che così non va bene, vieni qua» le chiese indicando lo spazio tra le sue gambe «Ecco ora chiudi gli occhi. Rilassa le braccia, ora le spalle. Si così brava, ora la schiena».

Hermione era persa sotto quel tocco, quel contatto le piaceva, voleva sentire le sue mani su di lei ancora e non solo sulla schiena, e solo quando lei posò la testa sul suo petto Sirius la strinse in un abbraccio, incapace di pensare a cosa stesse accadendo tra loro tanto era perso nei suoi pensieri, sentiva solo che era la cosa migliore da fare: era così giusto tenerla tra le braccia.

«Pensieri Granger?»

«Uhm qualcuno...»

«Posso aiutarti?»

«No, lo stai facendo...» disse con un sussurro.

«Ti basta?» chiese scettico.

«Hai in mente qualcosa?» chiese con un ghigno malandrino.

«Idee?» chiese maliziosa

«Forse... » sorrise sincero «Sei bellissima, lo sai?»

«Grazie anche tu non sei male» replicò scherzosa.

«Che pensiero gentile…» disse un po’ offeso.

«Ti posso chiedere una cosa?»

«Sì... Dimmi.»

«Se non fosse entrato James...»  ma non terminò la frase, arrossì e lui terminò per lei.

«Ti avrei baciato? Non lo so...» ci pensava anche lui da tempo quel mancato bacio gli aveva procurato qualche notte insonne e le risate di James.

«Capito... Allora per le lezioni è ok per i fine settimana?» replicò delusa dalla non risposta.

«Se non ti pesa per lo studio...»

«No tranquillo in caso di problemi cercherò di avvisarti per tempo.»

«Non ce ne sarà bisogno. Mi devi un giro in moto, non me lo sono scordato sai.»

«Ed io che ci speravo» disse lei sorridendo. «Grazie» aggiunse dopo un po' voltandosi per abbracciarlo. Così facendo si ritrovò seduta cavalcioni su di lui.

Lui spostò le mani sui fianchi e la sistemò meglio su di sé. Posò la sua fronte su quella della ragazza, la guardò negli occhi, avvicino le labbra e sussurrando disse «Non sai quanto vorrei, ma è così sbagliato...»

«Fallo decidere a me» disse avvicinando le sue labbra al viso di lui.

«Non vado bene per te, lo sai c'è qualcuno meglio di me, per te.» disse lui tentando di resistere alla tentazione di baciarla subito.

«Ma io voglio te, non gli altri» decisa come non mai prese l'iniziativa, lo baciò.

Era un bacio timido, una carezza. Profondamente dolce. 

Dopo poco si allontanarono lei rossa in viso e occhi bassi, che tentava la fuga verso le sue spalle e Sirius assecondò il gesto accarezzandole i capelli mentre con l'altra mano le cingeva la vita, e la teneva stretta a sé in un misto di romanticismo e di possessività. Prese poi il viso della ragazza fra le sue mani, e posò le sue labbra su quelle di lei. Cominciò a tracciare i confini delle labbra con la lingua e le lei socchiuse un poco, le mani di Hermione si spostarono prima dalle spalle alle braccia, infine cercò le sue mani, incrociò le loro dita e strinse forte e se le trascinò sui suoi fianchi ondeggiando poi con il bacino verso il ventre di Sirius che a quel punto abbandonò ogni scrupolo e prese a baciarla con più ardore e le mani cominciarono a muoversi per carezzare quel corpo che lo aveva stregato, i fianchi, poi il seno, le spalle e poi di nuovo giù lungo la spina dorsale, verso le gambe. Con un lieve movimento ribaltò la situazione, l'adagio sul pavimento, si chinò su di lei, con le labbra percorse il collo, e con le mani divaricò le gambe per sistemarsi in mezzo a lei. Hermione gemeva, sembrava impossibile che lei fosse lì con lui. Sirius si stava intrufolando sotto la maglietta della ragazza, sempre chino su di lei, con una gamba allacciata al fianco, quando Harry irruppe nella stanza.

«Mi dispiace... non credevo... » disse lui imbarazzato per l'ingresso di Harry.

«Forse è meglio parlarci ... vado io!»

«No Hermione ci penso io...»

«Nessun problema, c'è qualcosa che devo fare da qualche tempo, ora non posso più rimandare» disse assorta nei suoi pensieri.

«Me ne parlerai?»

«Non oggi. Vado a cercare Harry.» disse ricomponendosi. Aveva avuto la sua occasione e ora era svanita nel nulla, ma almeno a Harry doveva la verità.

Che cosa stupida non fermarla, se non fosse arrivato Harry sicuramente questa volta sarebbero arrivati fino in fondo. Lei così bella e perfetta ma ora che aveva iniziato a sperarci, non voleva rinunciare a lei.

«Ti prego fermati, ho bisogno di parlarti» disse cercando di fermare Harry che cercava di allontanarsi da casa di Sirius.

«Adesso te ne ricordi, vero?» domandò in tono scortese.

«Harry per favore è una cosa importante che mi fa stare male, non so nemmeno io da dove incominciare. Sono innamorata di Sirius, ho provato a dimenticarlo ma non ci son riuscita so che lui non mi vorrà mai, e quanto tutta questa situazione sia assurda, ma non so cosa fare.»

«Non sarò la persona giusta a cui chiedere consiglio, ma almeno potevi dirmelo» disse avvicinandosi all'amica.

«Dirti cosa? Che uscivo con Draco solo per non pensare a lui? Che fin da quando lo conosco, provo qualcosa di profondo. Harry non so spiegarlo a me, come posso spiegarlo ad altri? »

«Ginny?»

«Lei lo ha scoperto qualche giorno prima del tuo compleanno. Lei e tua madre mi hanno preso in contropiede e da allora sanno tutto.» disse un po' imbarazzata.

«E lui?» chiese timoroso.

Lei non rispose, scosse la testa sconsolata perché non sapeva cosa provava Sirius per lei e si fece abbracciare dall'amico.

«Entra in casa, ci penso io... ora.» disse quando vide Sirius avvicinarsi con aria pensierosa.

«Harry, no» supplicò lei, «non voglio che sappia»

«Tranquilla, vai dentro.» disse dandole un bacio sulla tempia.

Si fermò a guardare l'amica che rientrava in casa, ma prima di parlare con Sirius voleva raccogliere i suoi pensieri. Che tra i due ci fosse qualcosa era più che evidente quando li aveva visti così vicini e non poteva pensare che per lui fosse una cosa di poco conto. La sua migliore amica, la sua “quasi” sorella, era innamorata del suo padrino, l'uomo che per tanto tempo era stato come un padre e un amico.

Sirius era uscito quasi subito dopo Hermione, doveva spiegare a Harry cosa stava accadendo. Non trovò nessuno a casa, poi li vide abbracciati sotto un grande albero in giardino. Vide Hermione andare verso la casa, Harry osservarla rientrare e decise di avvicinarsi da lui. Appena fu abbastanza vicino, poté notare il suo sguardo era pensieroso e un po' preoccupato.

«Lei per me è tutto, senza di lei...» disse Harry.

«Anche per me è importante, da sempre. Almeno quanto te.» disse lui.

«Che intenzioni hai?» chiese Harry serio. «Hai minimamente pensato a cosa fare? Stavate per farlo e pensare che mi preoccupavo per Malfoy ma tu stavi facendo la stessa cosa, lei è speciale»

«Non voglio portarmela a letto e basta. Vorrei costruire qualcosa con lei» rispose indignato da quella velata accusa di essere come il biondo.

«E allora perché non iniziare da quel “resto”?»

«Siete davvero molto legati...» cercò di articolare una risposta ma fu subito bloccato da Harry.

«Sì e se lei soffrirà tu sarai in un mare di guai e non pensare di farti difendere da mio padre, anche lui vuol bene a Hermione, se per me lei è una sorella, per lui è come una figlia; per non parlare di mamma» disse osservando il padrino.

«Non lo farò, cercherò di meritarmi il suo amore.»

«Concordo e non vi voglio più beccare come poco fa»

«Tranquillo la prossima volta sigillo qualunque porta» disse con un sorrisino, ma Harry non era molto solidale in quel momento.

«Prima devi conquistarla, devi amarla e poi potrete anche andare in una delle camere di sicurezza della Gringott, ma non prima.»

«Harry, non credi che questo»

«No, non spetta a voi. Siete due irresponsabili avete iniziato senza pensare a ciò che stavate per fare. Se non te ne fossi accorto, è da un po' di tempo che quella non è la solita Hermione, tu non puoi incasinarle la vita ancora di più. Devi entrare nel suo mondo in punta di piedi, non puoi prima andarci a letto e poi provare a costruire qualcosa.»

«Lo so che non è più la stessa, ma avvolte crescere comporta anche cambiare.»

«Sirius lei è triste, è come spenta dentro. Ammetto che quando siete assieme riesco a vedere nuovamente un po' di luce nei suoi occhi, ma è sempre un attimo e poco dopo è nuovamente triste.»

«Tu non me lo dirai, ma anche lei...?» provò a chiedere conferma che la sua non era solo una speranza, non poteva essere che anche lei ricambiava i suoi sentimenti.

«Dici bene non te lo dirò, anche perché farebbe assai poca differenza, entra nella sua vita con la convinzione di non volerla lasciare mai, se non ne sei sicuro fermati ora.»

«Dopo cinque anni lasciar perdere? Tu non ci saresti se tuo padre si fosse arreso. Non sarò da meno, stanne certo.» disse offeso.

«Bene, se le cose stanno così, non posso essere che felice.» replicò osservandolo attentamente. «Quanto vuoi aspettare ancora prima di andare da lei e parlarle?» chiese poi ridacchiando.

«Potter... me la paghi questa...»

«Sei davvero ancora qua?» chiese ridendo apertamente.

✎ Info & Co.

Finalmente le nebbie si diradano, Harry e Hermione riescono a chiarire tutto quello che non si sono detti con gran sollievo di tutti!

Vi informo che la promozione "non uccidere ma ferire gravemente o mutilare" un Potter è ancora attiva, fate presto, perchè sta per scadere!

Ho deciso di pubblicare anche questa volta un piccolo spoiler ...

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★ Prossimamente.

«Hermione ti va di parlarne?» disse Lily decisa a sapere.
«Parlare?»
«Granger non fare la vaga, voglio i dettagli e sapere cosa voleva dire quel sorrisino di mio figlio.» disse con un leggero ghigno diabolico stampato sul viso.

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Capitolo 9
*** Eppur si muove. ***


Eppur si muove.

Sirius non riusciva a crederci, era al settimo cielo. Aveva appena baciato Hermione e sentiva di non riuscire a farne più a meno. Aveva accarezzato il suo corpo, assaggiato le sue labbra e la sua pelle. Si chiese cosa lei stesse pensando di ciò che era accaduto, se si fosse pentita, ma poi ricordò che era stata lei ad iniziare e voler continuare. Gli aveva chiesto di non fermarsi e non se lo era fatto ripetere due volte e aveva proseguito fino a che Harry non li aveva interrotti.
Quando aveva deciso di sfruttare la massimo quel fine settimana di pausa dalle lezioni universitarie di Hermione non aveva certo previsto uno sviluppo come quello. Ecco cosa poteva accadere in una noiosa domenica pomeriggio.
Lily osservava la scena dalla finestra abbastanza perplessa, quel pomeriggio c'era davvero un gran bel traffico nel cortile di casa e quando Hermione entrò in casa la chiamò per offrirle un tè, e forse, offrirle conforto.
«La lezione oggi è durata poco?» chiese prendeva il vassoio di biscotti.
«Ehm sì in effetti è durata poco, è molto stancante. Non è il caso di strafare.» disse arrossendo ricordando come mai aveva interrotto la “lezione”.
«Va tutto bene?» chiese Lily perplessa per quella reazione, ora era davvero molto curiosa.
Hermione sollevò lo sguardo verso di lei, arrossì e sorrise felice, poi per poco non cadde dalla sedia su cui era seduta quando entrò Sirius. Lily si voltò e vide un sorriso increspare le labbra dell'amico.
Dalla cucina dove stava parlando con James, continuò a osservarle, Hermione invece non osava alzare lo sguardo e quando arrivò anche Harry che le rivolse un sorrisino malizioso, andò nel pallone.
Era imbarazzatissima e non sapeva come comportarsi. Lily oramai non aveva dubbi su cosa potesse aver interrotto le lezioni con Sirius, un po' più complesso era comprendere il ruolo di Harry in tutta quella storia.
Era quasi certa che Harry avrebbe avuto qualche difficoltà ad accettare una relazione tra loro due, ma quel sorrisino malizioso aveva aumentato i dubbi anziché dissiparli.
«Hermione ti va di parlarne?» disse Lily decisa a sapere.
«Parlare?»
«Granger non fare la vaga, voglio i dettagli e sapere cosa voleva dire quel sorrisino di mio figlio.» disse con un leggero ghigno diabolico stampato sul viso.
«Ci siamo baciati, o meglio credo di essergli saltata addosso. Oh che vergogna, sembravo una disperata. Non oserò mai più parlare con Sirius. E Harry ci ha beccato mentre ci baciavamo.»
«Tu quello lo chiami baciarsi? Eravate un tutt'uno non si capiva bene chi eri tu e chi era lui. Vista dalla porta la scena era tutto tranne che un semplice bacio.» disse Harry comparendo all'improvviso. Hermione avvampò e Lily rise sommessamente.
«Harry li hai interrotti. Che guastafeste!» disse Lily punzecchiando il figlio con la bacchetta.
«Ehi nessuno pensa a me? Lo shock di vedere la mia migliore amica e il mio padrino assieme!» disse quasi indignato. «Comunque questa non te la perdono. Da quanto va avanti?»
«Da poche ore, non era mai successo nulla. Dai Harry non farne una tragedia, un giorno te lo avrei detto.»
«Sì certo, se non vi beccavo col cavolo che lo avrei saputo!»
«Non esagerare come tuo solito non ero pronta a dirtelo. Con il tempo lo avrei fatto.»
«Ci ho parlato...» aggiunse senza specificare altro.
«Hai deciso di farmi soffrire vero? Non mi dirai mai cosa vi siete detti, giusto?»
«Come sempre la prima della classe, amica mia.» disse con un sorrisino malvagio.
«Poco importa, non avrò più il coraggio di guardarlo in faccia dopo oggi pomeriggio.»
In cucina James osservava attentamente l'amico. 
Era preoccupato per lui, non era mai stato tanto sano di mente, ma ultimamente era particolarmente fuori di zucca. Quel pomeriggio poi rideva come un ebete, aveva un'aria terribilmente soddisfatta, e se non avesse avuto la certezza che Mocciosus fosse morto, avrebbe pensato ad un nuovo scherzo da provare su di lui. Un paio di volte lo aveva visto osservare Hermione e Lily e s’insospettì quando Harry li raggiunse in cucina con un ghigno da degno malandrino.
«Che sta succedendo?»
«Niente Ramoso, tutto come sempre.»
«Non hai nulla da dirmi, come mai sei qua e non a fare lezione ad Hermione? Non stava bene?»
«No, no stava benissimo.»
«Ed Harry cosa voleva da te? So che è venuto a cercarti per qualcosa...»
«Non ne ho la più pallida idea, sai?» disse ritornando al presente. Aveva seguito Hermione fuori proprio per sapere da Harry perché era andato a casa sua, ma la discussione si era portata su altri argomenti.
«Tu sei sicuro di stare bene?»
«Mai stato meglio, grazie.» disse continuando a sorridere come un ebete.
«Parla ti prego, non riesco a vederti in queste condizioni.» disse James disperato.
«Tu e tuo figlio avete uno strano tempismo. Questa volta mi ha interrotto lui.»
«Bacio o quasi?»
«Bacio e quasi altro.» disse con un ghigno di soddisfazione.
«Ora si che riconosco il mio amico. Che farai ora?»
«Parlerò con lei e mi assicurerò di blindare la stanza per evitare qual si voglia interruzione. Non so se mi spiego.» spiegò pratico Sirius.
«Approvo amico, se mi dici quando terrò a bada Harry.»
«Lui è sistemato, mi ha dato il suo “benestare”.» disse con un sussurro quasi indignato. «Non voglio rischiare come oggi. Da qualcuno avrà preso non credi?» chiese sarcastico.
«Spiritoso, vedi di trattarla bene o te la vedrai con me. Chiaro?»
«Tranquillo amico non ho intenzione di farla soffrire. Non posso pensare di perderla, ne morirei.»
«Non credevo di vedere mai questo giorno, Felpato innamorato! Devo scrivere a Remus e informarlo, sai oramai le scommesse erano alle stelle.»
«Che amici, grazie.»
«Perché sei ancora qua? Al posto tuo l'avrei già portata via.»
«Adesso è impegnata con Lily non vorrei disturbarle. Vedi stanno parlando, magari dopo cena.»
Durante la cena Sirius e Hermione si scambiarono sguardi imbarazzati tra le risatine della famiglia Potter. Nessuno osò fare domande su quello che avevano scoperto per evitare di complicare le cose tra loro, ma appena passato il momento critico non si sarebbero certo risparmiati i commenti. Per ora era molto più importante parlare della festa di Halloween, non bello come quello di Hogwarts ma degno della famiglia Potter-Weasley.
Era una bella sensazione stare seduti a scegliere i vestiti di Halloween e fare l'elenco dei dolci preferiti, ricordare i tempi di Hogwarts, una vera serata in famiglia come non capitava da tempo. 
Poi da quando si era confidata con lui, il peso di quell'amore impossibile le era parso nullo.
Harry e Hermione stavano bevendo un po' di Burrobirra quando James interruppe le loro chiacchiere.
«Hermione non ho mai capito come mai tu e il biondo siate diventati amici.»
«Beh dopo la caduta di Voldemort tante cose sono cambiate. Draco a differenza del padre non è mai voluto diventare mangiamorte. Poteva diventare un assassino, ha scelto di non esserlo.»
«Sì ma perché proprio tu e lui?»
«Ci siamo trovati, abbiamo parlato a lungo. All'inizio era solo la scuola e gli esami, poi abbiamo parlato di quello che ci è successo. Avevo bisogno, forse, di confrontarmi con lui dopo quello è successo.»
«Non ci avete mai raccontato cosa è accaduto a Malfoy Manor.» era un'affermazione, non una domanda o una richiesta di spiegazioni. Sirius non aveva preso bene quell’esclusione.
Harry e Hermione si guardarono, entrambi non amavano parlare di quella sera di puro terrore. Ne erano usciti vivi solo grazie a Dobby e non avevano nemmeno avuto il tempo di dirgli grazie che era morto.
«Sono stata torturata con cruciatus da Bellatrix. Lei mi ha fatto questo taglio sul collo.» disse Hermione scostando il collo del maglione.
«Non solo, ha avuto la prontezza di inventarsi una storia credibile per la presenza della spada di Godric. E ne siamo usciti vivi solo grazie a Dobby, che è morto a causa del coltello lanciato da Bellatrix mentre fuggivamo via.» proseguì Harry.
«E dopo tutto questo tu e il biondo avete fatto amicizia?» chiese James incredulo. Sirius fissava il suo bicchiere d’idromele di madama Rosmeta.
«Sì, avevo bisogno di parlare con qualcuno. Ho vissuto quell'esperienza con Harry e Ron, lui era dall'altra parte. Anche lui si è preso la sua dose di cruciatus da sua zia per aver fallito la missione. Abbiamo molto in comune, e parlare con lui mi ha aiutato molto più di quanto credessi possibile.» disse con la voce che tremava.
«Beh potevate parlarne con noi.» disse Sirius disapprovando tutta la situazione.
«Tutte le cose hanno bisogno del loro tempo. E poi anche lui aveva bisogno di parlare con qualcuno di ciò che era accaduto sotto i suoi occhi.»
«Beh non penso che sia un buon motivo per escludere noi.»
«Non generalizzare, lei è sua amica. Io al massimo lo tollero.» disse Harry offeso.
«Sirius...» disse Hermione con un sussurro. Lui uscì di fretta da casa. «Ti prego fermati.» disse raggiungendolo in cortile.
«Perché ti sei tenuta dentro questa storia. Perché parlarne solo con lui.»
«Lui sogna ancora la notte le mie urla, si è sentito impotente per non averci saputo aiutare. Lui non è un mangiamorte, non ha mai condiviso quella follia, non è Bellatrix. È stato obbligato, plagiato e convinto che quella era la strada migliore.»
«Poteva tirarsi indietro.»
«Lo stava per fare appena Silente gli ha offerto una via di fuga, ma le cose non sono andate come tutti speravano. Silente è morto e nessuno poteva proteggere lui e sua madre.»
«Continua a chiamarti mezzosangue, ti disprezza, disprezza quelli come te. Come puoi essere sua amica?»
«Se c'è una cosa che ho capito durante tutto questo tempo è che sono fiera di essere una mezzosangue, non vorrei mai essere diversa da ciò che sono. Sono stata insultata per anni, torturata proprio per la mia nascita. Lui continuerà a chiamarmi mezzosangue, ma non mi odia e non mi disprezza. Mi rispetta, non chiedo altro.» disse arrabbiata e offesa dalle sue parole.
«Hermione mi dispiace non volevo farti arrabbiare, semplicemente non capisco e non riuscirò mai a capire come puoi tollerarlo.» disse lui avvicinandosi a lei per abbracciarla. «Ma devi promettermi che non mi escluderai mai più dalla tua vita. Certe cose non te le puoi tenere dentro in questo modo. Per tanto tempo ti ho osservato e ti ho visto triste, spenta e non parlavi con nessuno di ciò che era accaduto ed io mi sentivo morire dentro perché non ti potevo aiutare in nessun modo. Scoprire che Malfoy era il tuo novo “amico”, vederlo accanto a te...»
«Mi dispiace non volevo escludere nessuno, ma parlarne con lui era come una necessità. Non potevo rimandare il confronto con lui.»
«Meglio tornare dentro?»
«Non saprei, sono in vena di follie. Mi porti a fare un giro sulla tua moto?» chiese arrossendo un poco.
«Non devi farlo se non ti va, e non devi farlo per compiacermi.»
«In genere quando voglio fare qualcosa è perché ne sono convinta. Vorrei davvero fare un giro sulla tua moto, con te.»
«Bene Granger, ti porterò fino alle stelle allora!» disse con un sorriso malandrino.
«Sirius?» chiese tra il timoroso e l'arrabbiato.
«Non avrai paura?»
«Ti piacerebbe.» disse lei raggiungendo e prendendogli la mano.
A quel contatto Sirius sussultò felice e mosse la mano in modo da intrecciare le dita. Sul suo volto apparve un sorriso soddisfatto, forse non era necessario barricarsi in casa e mettere incantesimi contro i Potter, gli avrebbe dato fastidio se il suo migliore amico e il suo figlioccio si fossero feriti gravemente solo per averlo interrotto.
Intanto dentro casa i Potter osservavano i due discutere all'aria aperta.
«Dite che dovremo preoccuparci?» chiese Lily.
«No fino a che Hermione non tira fuori la bacchetta Sirius ha qualche possibilità di uscirne tutto intero. Senza contare che lei lo ama, non gli farebbe molto male in ogni caso.» disse Harry ridacchiando.
«Sì, poi è ora che inizino a parlarsi. Ultimamente Sirius è intrattabile.»
«Bene, ma dove credete che vadano ora?» disse Lily vedendo i due che s’incamminavano verso casa di Sirius.
Poco dopo sentirono un rombo e videro la moto di Sirius alzarsi in volo.
«Ha usato la moto per far colpo su di lei! Un classico.»
«Che banale.» disse Harry.
«Meglio che organizzare scherzi ridicoli o camminare tronfio per i corridoi come faceva qualcuno.»
«Se lo avessi saputo prima, ti avrei portato a fare un giro sulla scopa già al primo anno!» disse James abbracciando la moglie.
«Potter giù le zampe. Non sarei mai venuta con te.»
«Andiamo Evans non far la preziosa, mi ami lo so.»
Harry alzò gli occhi al cielo, suo padre era davvero incredibile. In quel momento rincorreva per tutta casa sua madre che faceva di tutto per evitarlo.
Era sempre così alla fine dopo interminabili ore d’inseguimenti per tutta la casa facevano pace. Era magnifico poterli vedere discutere e riavvicinarsi.
Hermione era stretta alla vita di Sirius, volare non le piaceva per nulla ma era con lui è questo bastava per placare ogni timore.
«Allora che te ne pare?»
«Magnifico. Tra quanto scendiamo?»
«Non dirmi che hai paura, sei con me.»
«Sì sono con te, ma preferisco quando siamo a terra.»
«Lo avevo immaginato che ti piaceva di più a terra!» disse lui malizioso.
«Black.» disse Hermione tentando di essere seria, ma poco dopo le scappò una risata.
«Tieniti forte ora scendiamo.»
«Grazie.» disse con un sussurro.
Atterrarono in una zona poco abitata lontano dalla città. Sirius evocò delle coperte e dopo averne steso una per terra pose l'altra sulle spalle di Hermione. La notte era fredda e anche grazie alle fiammelle di Hermione non sentirono minimamente quel freddo pungente.
Si baciarono a lungo, parlarono di loro e di cosa fare. Si misero d'accordo per passare il prossimo venerdì assieme, da soli. Era quasi l'alba e alle nove Hermione aveva lezione. Era stanca morta e si fece accompagnare al campus del college.
Sirius dopo averle fatto compagnia ancora per un po' e aver bevuto assieme una cioccolata calda tornò a casa in volo.

✎ Info & Co.

Capisco che il titolo sia un po' ambiguo... ma al momento si riferisce solo al modificarsi dei rapporti tra Hermione e Sirius. I prossimi capitoli saranno a "luci rosse" ma non so cosa ne uscirà dato che non mi sono mai cimentata in questo genere XD.
Anche Sirius mi ha chiesto un bonus per far male, molto male ad uno dei due Potter *.*
L'interrogatorio di Lily è rinviato ad Halloween, ha "bisogno" di una complice spietata come solo l'altra rossa può essere.
Aspetto numerosi commenti!
Jalilah♔ .

©Tutti i personaggi sono stati creati da J.K. Rowling.

Storia modificata nel 2014. Tutti i capitoli sono oggetto di sostanziose modifiche, tagli e correzioni.

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Capitolo 10
*** Firts Time. ***


First Time.
Sirius aspettava Hermione fuori l'aula del suo corso per scortarla a casa Potter, era assorto nei suoi pensieri quando il chiacchiericcio degli studenti lo riscosse e di Hermione nessuna traccia, sicuramente era ancora dentro per spiegazioni extra. Vide Draco rivolgergli un cenno di saluto e dopo poco Hermione apparve nella porta dell'aula. 
Le rivolse un gran sorriso che lei ricambiò.
Era il loro primo appuntamento e anche se non potevano stare via troppo a lungo ne approfittarono per fare un giro in centro e prendere una cioccolata calda per poi dirigersi a casa di Hermione che doveva recuperare alcune cose che le mancavano.
Hermione gli fece fare un breve giro della casa e in fine entrarono in quella che era la sua camera da letto. Alle pareti c'erano i poster con lo stemma di Grifondoro, il simbolo di Hogwarts, e tantissime foto magiche e non. In un angolo della stanza c'era un'enorme libreria troppo carica di libri.
«Come mai la libreria non è ancora crollata?» disse osservando le assi leggermente ricurve.
«Ho fatto un piccolo incantesimo, in realtà sono molti di più i libri di quelli che si riescono a vedere.»
«Chi sa perché lo avevo immaginato. Comunque è davvero una bella casa, c'è molta luce a confronto con Grimmauld Place poi...»
«Ho tanti ricordi bellissimi, e la mia stanza è sempre stata il mio rifugio preferito. Sopratutto quando accadeva qualcosa di strano correvo subito qua a nascondermi.» disse indicando i cuscini sul davanzale della finestra che dava su un piccolo giardino.
«Le prime magie di Hermione Granger. Scommetto che hai fatto esplodere qualcosa, vero?» disse ridacchiando.
«No, a dire il vero no. Eravamo a tavola ed io stavo giocando con un pupazzo, mamma stufa di dirmi di posarlo per mangiare me lo aveva preso di mano. Io avevo iniziato a piangere e ho desiderato di riaverlo tra le mie braccia e dopo qualche secondo era di nuovo da me.»
«Sì è decisamente da te. Un bell'incantesimo di appello, le esplosioni non sono nel tuo stile.»
«Ah beh meglio che volare sul tetto della scuola come aveva fatto Harry.»
«Davvero ha volato?»
«Sì. Dudley e i suoi amici alle elementari lo perseguitavano. Un giorno stufo di essere inseguito è saltato su un bidone e poi si è ritrovato sul tetto. Questo è da Harry no?»
«Ha il volo nel sangue, a differenza di qualcun'altra...» disse abbracciandola.
«Non mi sono lamentata così tanto, no?»
«No lamentata no, ma tremavi.»
«C'era freddo.» disse lei un po' seccata, ma stringendosi di più a lui.
«Hai freddo anche ora?» chiese divertito.
«No, ma mi piace quando mi abbracci.» rispose arrossendo un poco.
«Che si fa andiamo da me?» sussurrò piano, aumentando la magia di quell'abbraccio.
«Sì qua ho preso tutto.»
Detto questo, s’incamminarono verso l'ingresso.
«A proposito. Ho trovato quel vecchio codice, e sono sicuro che nella biblioteca di Grimmauld Place ci sia anche altro materiale. Potremo andarci uno di questi giorni.»
«Sì per me va bene, grazie.» disse lei chiudendo la porta di casa sua.
Arrivarono a casa di Sirius che la invitò a prendere qualcosa da bere prima di andare a cena a casa Potter. Come da promessa sigillò la porta di casa, accese il camino e servì un poco di vino elfico.
La osservò mentre sfiorava con devozione quelle vecchie pagine ingiallite e leggeva avidamente ogni parola e per star più comoda si sedette sul tappeto morbido vicino al camino. Indossava un lungo maglione con collo largo e delle calze velate nere e gli stivali con un leggero tacco che al momento le stavano dando un po' di fastidio
«Posso?» chiese abbassando una cerniera.
Lui si avvicinò a lei e le sfilo gli stivali massaggiando poi i piedi.
«Grazie, ne avevo bisogno.»
«Settimana dura?»
«Beh sta decisamente migliorando. Grazie per questo libro.» disse avvicinandosi a lui per abbracciarlo e gli posò un delicato bacio sulle labbra.
Erano entrambi molto eccitati e si desideravano da troppo per rallentare.
Le stava carezzando le gambe, lei gli sorrideva dolce e un po' maliziosa. C'era un po' d’imbarazzo fra loro, ma il desiderio di entrambi era quello che prevaleva al momento. Lei cerco le sue mani e le bacio, lui scese sul suo collo e iniziò a baciarlo. Con le mani sfiorava il ventre della ragazza disegnando tanti piccoli cerchi.
Il fuoco del camino fu l'unico testimone di quella forte passione che bruciava i loro cuori e li spingeva a darsi piacere. Concludere quella danza fu estenuante, ma liberatorio.
Oltre lo scoppiettio del fuoco si udirono solo i loro gemiti e dopo i loro respiri corti e soddisfatti. Lui la coprì con la sua camicia e la strinse forte a se. La baciò più volte e sapeva che non voleva più fare a meno di lei.
Passò l'ora di cena e James fedele alla sua promessa non osò disturbare l'amico.
Hermione si era infine addormentata tra le braccia dell'uomo che amava.
Intanto a casa Potter tutti si aspettavano di vederli arrivare da un minuto all'altro, ma oramai erano le dieci passate della sera e di Hermione e Sirius non c'era nemmeno l'ombra.
«Dovremo andare a cercarli?» chiese Lily.
«No, stanno bene. Sono sicuro che li vedremo domani.» disse James con un sorriso gentile.
«Si poi c'è Hermione con lui.» disse Harry.
«Casomai c'è Sirius con Hermione.» ribatté James.
«Son d'accordo con Harry, Hermione è molto più responsabile di Sirius.» disse Lily. «Sicuri che non dovremo assicurarci che almeno siano a casa?»
«Tranquilla li ho visti rientrare molte ore fa.»
«James potevi dirlo prima.»
«Me ne sono scordato, e poi gli ho promesso che nessuno lo avrebbe disturbato. Sono più che certo che in casa sua non ci possa entrare nemmeno uno snaso sai?»
«Beh la prossima volta dillo prima, non volevo mica disturbarli, ma almeno essere certa di saperli al sicuro.»
«Ginny arriverà domani mattina con Ron e il signor Weasley mi ha chiesto se puoi andare alla Tana di pomeriggio per aiutarlo con alcune cose.» disse Harry ricordandosi del messaggio mandato da Ginny qualche ora prima.
«Lily?»
«Vai pure, tanto ci saranno le ragazze per darmi una mano.»
«Bene, direi che possiamo anche andare a letto, no?» disse James.
«Sì, non credo che vedremo presto quei due.» disse Lily guardando verso casa di Sirius.

✎ Info & Co.
Il capitolo è molto corto, ma intenso e fa parte di una serie di tre capitoli importanti, che ho deciso di dividere. Anche il prossimo sarà molto intenso (allarme rosso :p) e il successivo meno forte ma incentrato sul loro rapporto.
Aspetto numerosi commenti!
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Storia modificata nel 2014. Tutti i capitoli sono oggetto di sostanziose modifiche, tagli e correzioni.

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Capitolo 11
*** Risvegli. ***


Risvegli.

 

Un raggio di luna, che filtrava dalla tenda semichiusa, illuminava appena la stanza quando Hermione aprì gli occhi ancora un po' confusa non riconoscendo la stanza prima di ricordarsi tutto quello che era accaduto poche ore prima. Ora indossava solo la camicia di Sirius, poteva sentire ancora il suo profumo, che dormiva sereno e rilassato accanto a sé. Con la mano gli carezzò il viso e gli diede un piccolo bacio sulla guancia quando i suoi splendidi occhi grigi si aprirono. Sirius spostò un braccio e le cinse la vita per avvicinarla a sé. Lei continuò a baciargli il viso, dopo le guance, la fronte, il naso, i lobi delle orecchie, il mento e le labbra. Con l'altra mano libera Sirius aveva preso ad accarezzarle le gambe.
«Sirius ho un po' di fame, abbiamo saltato la cena vero?»
«Sì, ti sei addormentata tra le mie braccia e non ti ho voluto svegliare.» disse baciandole il collo.
«Se vuoi, scendo a preparare qualcosa.»
«Ho un’idea migliore...»
«Guai a te se chiami Kreacher.»
«Se non lo faccio devo allontanarmi da te e non mi va proprio.» disse storcendo il naso.
«Allora scendi in cucina con me.» disse lei sgusciando velocemente dalle sue braccia.
«Granger torna qua!» disse lui mettendosi a sedere. «Fa freddo, torna sotto le coperte. Posso sempre evocare qualcosa dalla cucina.»
«Andiamo non fare il pigro. Evocare da mangiare... io vado di sotto e preparo qualcosa.» disse andando verso la porta.
Sirius infilò i primi pantaloni che aveva trovato e la seguì in cucina deciso a riportarla a letto e farle pagare la sua impudenza.
«Granger questa me la paghi.» disse entrando in cucina.
Hermione era seduta sul tavolo e osservava il contenuto di un cesto. C'era un bigliettino.
«Guarda un po' cosa ho trovato!» disse sventolando un bigliettino.
«Chi lo manda?»
«Lily, senti cosa ci scrive. “Ciao ragazzi spero che vada tutto bene, vi mando questa cesta con alcune cose da mangiare. Sono più che certa che Sirius non abbia nulla di pronto da mangiare nella dispensa, e no gli alcolici non sono cibo Felpato! Un bacio Lily. P.S.: ci vediamo domani.”» lesse Hermione ridacchiando all'espressione seccata di Sirius.
«Quand'è così possiamo tornare al calduccio di sopra no?» disse avvicinandosi a lei. «Adesso ti riporto di sopra.» disse baciandola.
«Non vedo l'ora.» disse lei abbracciandolo. Lui la strinse forte a se e una volta assicuratosi di aver preso anche il cestino di Lily si smaterializzò in camera da letto con lei. Atterrarono proprio al centro del letto.
Posò il cestino a terra e prese a baciarla. Anche lui aveva fame, ma di lei. Al momento anche Hermione si era dimenticata di non aver cenato e si lasciò trasportare da Sirius in un mondo di passione. I suoi baci, le sue carezze erano necessari come l'aria per respirare.
«Perché abbiamo aspettato tutto questo tempo?» chiese lui guardandola negli occhi.
«Non ha importanza, basta che non smetti.» disse lei sospirando.
«Tranquilla non ho intenzione di farlo.» replicò sbottonandole la camicia e baciandole il seno. «Non saprei in ogni caso come fare. Non riesco a fare a meno di te.»

 

Hermione lo baciò, si mise sopra di lui e riprese a tracciare il suo corpo prima con le mani, poi con la bocca. Prima non aveva avuto modo di osservare e fissare nella sua memoria il corpo muscoloso e forte del suo uomo.
Nonostante i suoi quarant'anni Sirius non aveva nulla da invidiare a ragazzi più giovani. Oltre al suo fascino naturale, insito nei suoi modi di porsi, era tremendamente sexy. Fino a qualche ora prima Hermione aveva solo immaginato quel fisico, ora che lo poteva vedere e toccare si rese conto di quanto fosse bello e che non avrebbe mai trovato nessuno come lui.
«Sirius non ho mai desiderato nessuno come desidero te.»
«Hermione stai facendo di me l'uomo più felice della terra. Però mi sento anche un tremendo imbecille per non averlo capito prima. Anche se sto recuperando in fretta, visto che ti sei dimenticata di avere fame.» disse ridacchiando.
«Ah sei tremendo. Ora mi mangio uno dei panini di Lily.» disse lei indispettita spostandosi da lui.
Presero quindi qualcosa da mangiare preparato da Lily e si guardarono un po' imbarazzati per la presenza di quel cesto. Sicuramente tutti avevano capito come mai non si erano presentati a cena e scoppiarono poi a ridere.
«Almeno non ci hanno disturbato questa volta, no?»
«Morirei dalla vergogna se Harry ci dovesse beccare nuovamente.» ammise lei.
«Strano comunque che non abbiano nemmeno tentato di sfondare la porta. James mi aveva promesso di non rompere, ma non lo credevo di parola.»
«Tra te e lui non so chi è più impiccione, sai?»
«Non ci credo è questo che pensi?» disse guardandola incredulo.
«Sì, siete peggio di due comari quando vi ci mettete, sempre lì a spettegolare.» rispose lei facendo spallucce. «Anche Harry è così comunque, ha preso tutto da James e con te come padrino...» ma non terminò la frase perché Sirius le diede un morso alla spalla. «Ahi, sei permaloso.» disse lei facendogli la linguaccia.
«Quanto sei spiritosa, ringrazia che non mi son trasfigurato.»
«Non oseresti mordermi.» disse lei guardandolo un po' scettica.
«Non lo farò ma non dire che sono come una comare.»
«Non ci voglio credere lo faresti davvero, occhio Black potrei vendicarmi. E sappi che posso essere tremenda nelle mie vendette.» disse puntandogli contro un dito sporco di marmellata. Quando vide quel dito, lo prese in bocca e lo pulì da tutta la marmellata.
«La marmellata non mi piace, ma su di te ha un gusto speciale.» disse lui con voce roca.
«Non sperare di cavartela con così poco, forse potremo trovare un accordo.» disse poi con un sorrisino malizioso.
«E cosa dovrebbe prevedere l'accordo?» chiese lui.
«Tu mi puoi ricoprire di marmellata e in cambio puoi mordicchiarmi.»
«Interessante... tu cosa ci guadagni?»
«Le tue coccole? Piace anche a me come mi baci e mi tocchi.» disse lei arrossendo. A quella confessione Sirius ghigno soddisfatto e riprese a mangiare.
Era ormai quasi l'alba e non avevano tanto sonno, solo un’immessa voglia di caffè. Dopo una doccia veloce uscirono per andare a far colazione a Diagon Alley. Si erano scordati che quella era la mattina di Halloween. Durante tutto il percorso per arrivare al bar incapparono in tanti piccoli scherzi.
Tornarono finalmente a casa, dove ad attenderli, trovarono tutti i Potter più Ginny e Ron.
«Buongiorno.» disse Hermione allegra.
«Dove diamine eravate a quest'ora del mattino?» chiese James. Hermione scoccò un'occhiataccia a Sirius e si mise a ridere per la sua espressione contrariata.
«Siamo andati a far colazione a Diagon Alley.»
«Potevate venire a casa.» disse Lily.
«Non volevamo disturbare, siamo usciti molto presto.» disse Hermione sorridendo imbarazzata.
«Sirius di pomeriggio andiamo alla Tana, Arthur ha bisogno di una mano.» disse James.
«Certo, andiamo subito dopo pranzo?» chiese lui.
«Si penso vada bene.»
«Lily ti serve una mano per sta sera? C'era ancora qualcosa da preparare giusto?»
«Poco e nulla, possiamo iniziare con tutta calma dopo pranzo.»
«Bene, allora io e Ginny andiamo a fare un giro.» disse Harry.
«Io vado a prendere Luna, ci vediamo da Madama Rosmeta?» disse Ron.
«Ok, Herm vieni con noi?» chiese Harry.
«No, Herm ha da studiare.» rispose Sirius.
«Studiare?» disse lei guardandolo scettica.
«Le nostre lezioni per diventare animagus. Non dirmi che te ne sei scordata?» disse lui con un ghigno malizioso.
«Ci vediamo a pranzo, fatte i bravi.» disse Lily ponendo fine a tutte le discussioni e trascinando via James.

 

✎ Info & Co.

Sirius ed Hermione si danno alla pazza gioia alla faccia dei Potter, che aspettano di avere loro notizie! Dal prossimo capitolo torneranno un po' tutti, ho voluto dedicare gli ultimi capitoli proprio a loro due e solo dei piccoli intermezzi di "Casa Potter"! La storia nella storia *.* 
    Grazie mille a chi ha letto fino ad ora questa folle storia, chi commenta. Ad ogni capitolo c'è sempre qualcuno in più e mi fa piacere sapere che mi fatte compagnia nella crescita della storia.
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Capitolo 12
*** Halloween. ***


Capitolo 12.

Halloween.

«Non mi dire che ti sei scordata anche delle lezioni?» disse Sirius aprendo la porta di casa e facendola entrare.

«No e che mi hai preso alla sprovvista. E smettila di ridere.» disse mettendo il broncio.

«Sei adorabile quando metti il broncio sai? Starei ore intere a prenderti in giro solo per vedere il tuo musetto offeso.» disse baciandola.

«Non avevamo una lezione?»

«Sappi che sono molto severo, e se dico basta ti devi fermare. Sono stato chiaro?»

«Certo prof.» disse con un ghigno divertito.

«Dunque l’ultima volta ci stavamo esercitando con gli esercizi di rilassamento. È un po’ come per la materializzazione devi avere solo quello in testa.» disse facendo largo al centro del salotto.

Hermione si accomodò su dei morbidi cuscini e iniziò con gli esercizi di rilassamento. E di rilassarsi ne aveva particolarmente bisogno visto la notte che aveva passato. Quasi intercettando i suoi pensieri Sirius la richiamò all’ordine.

«Per quanto mi lusinghi la cosa, non devi pensare nemmeno a me. È l’unico momento in cui non mi devi pensare.» disse sghignazzando.

Da brava studentessa qual era bene presto riuscì a tagliare i collegamenti con il mondo esterno e Sirius impiegò diversi minuti per ottenere la sua attenzione.

«Molto bene, ora dovremo affrontare seriamente la questione dell’animale in cui potresti trasformarti. Come siamo messi con la paura del volo?»

«Io non ho paura… è solo che…»

«… te la fai sotto tutte le volte.»

«No, non mi piace tutto qua. E ovviamente influisce anche la paura, ma so volare con la scopa, anche se non è tra le mie attività preferite.»

«Il tuo patronus è una lontra, giusto?» lei annuì «Non credo di trasformerai in una lontra, sono molto rari i casi come quello di James. Escludendo i volatili, che cosa resta… leone, lupo. A te cosa piacerebbe?»

«Senza pensarci troppo ti direi proprio un voltatile. Racchiude tante cose e anche le mie paure. Vorrei essere capace di librarmi e lasciarmi dietro le mie paure che mi tengono legata alla terra.»

«Oddio me lo sento che finirò per darti lezioni di volo.»

«Come nella “Gabbianella e il Gatto”.» disse con una risatina.

«Che roba è?»

«La Gabbianella e il Gatto è una favola babbana. In pratica un gatto adotta una gabbianella e le insegna a volare. È una storia bellissima.»

«Io detesto i gatti.» disse Sirius con un ghigno. «Tranne Grattastinchi, gli son sempre piaciuto vero?» disse sorridendo.

«Che vanitoso.»

«Comunque se dovessi diventare davvero un pennuto giuro solennemente di insegnarti a volare. E se sarà necessario, ci darà una mano anche James.»

«Che carino, ora che si fa?»

«Dopo aver imparato a rilassarti e vuotare totalmente la mente dovrai imparare a meditare e trovare dentro di te il tuo animale. Ma credo che la risposta sia appena arrivata. Fatto questo, potremo provare a concentrarci a mutare solo alcune parti di te, come le braccia.»

«Dimmi che sai quello che fai. Io comunque inizierei dalle gambe, se non riesco a tornare normale, almeno posso usare la bacchetta.»

«Di questo non devi preoccuparti, primo perché non ti accadrà nulla e poi ci sarò sempre io con te. Un altra cosa non farlo mai da sola.»

«Tranquillo non ci tengo.»

«Bene ora vieni qua.» disse prendendola per mano e accostandola a sé.

«Prof sono stata brava?» chiese ad un palmo dal suo viso sbattendo le ciglia.

«Hn… non saprei sei stata brava, ma considerando che ti stavi per dimenticare la lezione dovrei metterti in punizione.»

«In punizione? Mi sa che dovremo rimandare è quasi ora di pranzo, e se lo saltiamo Lily è capace di far irruzione… e poi tu devi andare alla Tana con James.»

«Per ora è solo rimandata, ma vedrai mi verrà qualcosa in mente e per allora Granger non ci sarà possibilità di farla franca.» disse baciandola con trasporto. E come previsto furono interrotti dal bussare alla porta.

«Arriviamo, arriviamo.» disse Sirius alzandosi contro voglia mentre Hermione gli stringeva la mano.

Il pranzo filò liscio senza tante domande imbarazzanti, ma Hermione aveva colto alcuni segni preoccupanti. Lily e Ginny sorridevano troppo spesso e troppo malignamente. Quel pomeriggio sarebbe stato un vero incubo.

Sirius non fu molto d’aiuto dato che aveva notato quelle risatine e scoccava occhiate divertite ad Hermione. Prima di andar via mentre la salutava Hermione, ebbe tempo e modo di minacciarlo di gravi ritorsioni. Lui prese alla leggera e le diede un altro bacio. Alla fine si staccò da lei solo perché James lo aveva afferrato per il bavero della giacca e lo aveva trascinato fuori.

Ginny e Lily stavano terminando di sistemare in cucina mentre Hermione sorseggiava un caffè caldo.

«Hai fatto le ore piccole, eh?» chiese Ginny ridacchiando.

«O forse non hanno proprio dormito, visto che sono usciti all’alba per far colazione. Ma non avete trovato il cesto che vi ho mandato?»

«Che spiritose. Non c’era caffè e quindi siamo usciti.»

«Forza vuota il sacco. Come sono andate le cose, mi hai scritto solo poche righe.» disse Ginny sedendosi davanti a lei.

«Non dovevamo preparare per stasera?»

«C’è tempo per quello, cara.» e sottolineò quel cara con un ghigno perfido. «Io non ho più avuto tue notizie da domenica notte, della scorsa settimana. Dai racconta, dove ti ha portato?»

«Siamo andati a fare un giro con la moto, ci siamo fermati in un bel posto tranquillo e abbiamo parlato di tante cose. E poi quasi all’alba mi ha riportato al campus, dove abbiamo fatto colazione e poi io son andata a lezione.»

«Certo e avete fatto l’alba solo a parlare… andiamo qualche altro dettaglio?» chiese Ginny perfida.

«Uff pensavo fosse sottinteso, non credevo che dovessi dirvi che ci siamo baciati.»

«E…?»

«Che cosa volete sapere ancora…» disse diventando rossissima.

«Come bacia, cosa ti ha detto… su amica vuota il sacco.»

«Potrei costringerti a raccontare tutto di te e Harry.» ribatté lei quasi seccata da quell’invadenza. «Peccato che non avresti problemi a parlarne, vero?»

«Su non tenerci sulle spine… lo avete fatto?»

«Siete stati prudenti?» disse Lily con un tono tra il complice e materno.

«Quante domande imbarazzanti vi odio.»

«Ah dai racconta, come è stato? Bello direi dalla tua espressione di questa mattina…» pungolò Ginny maliziosa.

«Sì, è stato bello. Non credo ci sia nessuno migliore di lui, per me. Sto così bene quando sono con lui, quasi non ho avuto paura in moto con lui.» disse arrossendo.

«Come son contenta di saperlo, mi piace questa situazione. In oltre è bello vedere i tuoi occhi sorridere. Aveva ragione Harry è tutta un’altra cosa quando sei davvero felice.»

«Sì, sono grata anch’io di rivedere i tuoi occhi felici come un tempo.» disse Ginny abbracciandola.

«Grazie.» disse facendosi sfuggire una lacrima.

«Direi che è il caso di mettersi al lavoro, tra un po’ arriva Molly e chi sa cosa stanno combinando quei tre con Arthur. Ron e Luna?»

«Verranno più tardi, sono andati non so dove.» disse Ginny con un’occhiata allusiva facendo ridere le altre due.

Passarono il resto del pomeriggio a decorare la casa e preparare tutto per l’arrivo degli ospiti. Qualche ora dopo arrivò Molly con cibo sufficiente a sfamare un reggimento e sistemarono il tutto a tavola. Hermione pose sopra una bella barriera contro “ladruncoli”, infatti, appena tornato James si fiondò al tavolo per rubacchiare qualcosa quando una forza lo allontanò dal tavolo.

Dalla cucina corsero Lily e Molly, che ridacchiando per la scena fecero i complimenti a Hermione.

«Granger questa me la paghi!» ringhiò James offeso.

«Andiamo è Halloween!» disse lei ridendo.

«Tu non hai idea contro chi ti sei messa, ma lo scoprirai! Parola di malandrino.»

Per tutta risposta Hermione corse da Sirius per chiedergli “asilo politico”. Oramai era certa che James le avrebbe fatto qualche scherzetto e sperava di salvarsi con l’aiuto di Sirius…

«Dai non ti sei fatto praticamente nulla, ho pensato anche ad un incantesimo imbottito per attutire la caduta.» disse quasi sottovoce.

«Non cercare scappatoie. Con me non funzionano.»

James alla fine fu trascinato via da Lily che continuava a ridere del marito e lo aiutò a “trasformarsi” in vampiro. L’operazione era veramente lunga e non videro i padroni di casa per diverso tempo.

Anche gli altri erano andati a vestirsi e verso le otto di sera arrivarono anche Ron e Luna, i gemelli Weasley, Bill e Fleur. Sirius e Arthur erano impegnati a discutere di moto babbane, motori e pezzi di ricambio.

Ginny e Hermione stavano torchiando Luna per sapere che avevano combinato tutto il giorno.

«Ti ha portato allo zoo?» chiese Hermione ridacchiando.

«Sì, non ne avevo mai visto uno. Un po’ mi è dispiaciuto per quei poveri animali chiusi nelle gabbie.» disse sincera.

«Mio fratello sa cosa è uno zoo? Incredibile.» commentò Ginny.

«Si a quanto pare Harry gli aveva detto di esserci stato e che lo aveva trovato interessante.»

«Herm raccontale di Sirius.» disse Ginny maliziosa.

«State assieme? Finalmente…» disse con un gran sorriso.

«Finalmente?» disse solo Hermione.

«Beh si vedeva da lontano che eravate interessati a vicenda, mi stavo proprio chiedendo quando avreste affrontato la cosa.»

«Oh ti assicuro che l’hanno fatto per bene.» commentò Ginny facendo arrossire Hermione e ridacchiare Luna.

La serata tra gli scherzi dei gemelli e lo sguardo di James che prometteva vendetta passò in allegria e quando tutti se n’erano andati, era ormai passata la mezzanotte da un bel po’ di tempo.

Hermione, Sirius, Lily e Harry erano fuori e si stavano salutando quando arrivò James sulla scopa e rapì Hermione. Quando la riportò a terra Sirius e Harry, erano morti dalle risate e Lily cercava di farli smettere senza molto successo.

«Potreste anche smettere di ridere in questo modo mi son spaventata.»

«Che ti dicevo… James non va per il sottile.» disse Sirius ridendo.

«Certo io intanto ho avuto paura, non è divertente.»

«Su amore ci penso io a te, coccole extra!» propose Sirius abbracciandola.

«E pensi di cavartela così, tanto lo so che tu c’entri in qualche modo.» disse mettendo su il broncio.

«Io? Non avrei mai fatto…» disse con fare angelico.

«Sirius Black come osi prenderti gioco di me? Ah me la pagherai…» disse Hermione puntandogli contro un dito accusatorio.

Sirius non se lo fece ripetere troppe volte, e per nulla intimorito, la sollevò da terra e la baciò senza darle modo di continuare le minacce. A quel punto partirono i fischi di ammirazione di James e Harry per quel bacio.

«Smettetela subito… forza tutti dentro.» disse Lily rimproverando i due Potter.

«Sono loro che dovrebbero trovarsi una stanza, non noi.» disse James ridendo perché non avevano minimamente intenzione di smettere.

Dopo mille proteste e mugugni Lily riuscì a portarsi via i suoi uomini. Sirius rimise a terra Hermione e la osservò attentamente. Gli occhi brillavano e il suo sorriso era puro calore, sentiva di non aver bisogno di altro.

«Non hai avuto troppa paura?» chiese con fare premuroso mentre le carezzava la schiena.

«No ero solo terrorizzata. Odio le scope, e James è un pazzo spericolato.» disse stringendosi forte a lui.

«Non accadrà mai più, promesso.» disse poi. «Andiamo a casa che ne dici?»

«Sì, sono così stanca…»

«Quando devi tornare al campus?»

«Mercoledì, fino a mercoledì non ho lezioni quindi posso stare un po’ con te… se non ti do fastidio in casa.»

«Hn vedrò di sopportarti per qualche giorno.» disse cercando di fare l’indifferente.

«Grazie tu si che sai farmi sentire la ben venuta.» disse lei dandogli un pizzicotto.

Sirius non le permise di dire o fare molto altro, la baciò e si smaterializzò in stanza da letto e come da promessa passò molte ore a coccolarla fino a che non si addormentarono entrambi esausti, ma felici.

✎ Info & Co.

La lezione c’era… non era una scusa per liberarsi .

Alla fine Ginny e Lily hanno messo sotto torchio la povera Herm abbandonata anche da Sirius che se la ride alla grande…

Grazie a voi che avete letto, commentato e messo questa storia tra le seguite. Mi fa piacere sapere che siete sempre in tanti. I prossimi aggiornamenti non saranno tanto frequenti come per i precedenti capitoli, ma cercherò di non far passare troppo tempo.

Aspetto numerosi commenti!
Jalilah♔ .

©Tutti i personaggi sono stati creati da J.K. Rowling.

Storia modificata nel 2014. Tutti i capitoli sono oggetto di sostanziose modifiche, tagli e correzioni.

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Capitolo 13
*** La mia famiglia. ***


Capitolo 13

Quei tre giorni Hermione li passò praticamente a far nulla dato che Sirius le aveva impedito di aprire libri, era in vacanza e doveva godersi un po’ di riposo.

«Per Natale siamo dai tuoi, giusto?» chiese cercando di fare il vago.

«Sì mia madre non vede l’ora di festeggiare.» disse un po’ abbattuta.

«Qual è il problema?» chiese un po’ allarmato.

«Non è per te, o meglio non solo. Mio padre non la prenderà bene. Poi…» disse con esitazione.

«Poi?» incalzò lui.

«C’è una cosa che non sai… oltre la casa a Londra c’è la casa di mio nonno in campagna. È qualcosa che puoi capire, dato che odio quel posto almeno quanto tu odi Grimmauld Place.»

«Tua madre non è minimamente paragonabile alla mia» disse ridacchiando.

«Sì, beh io comunque odio quella casa, da piccolina ero obbligata a stare ferma. Non si poteva far nulla, sempre in silenzio e niente giochi. E ora i miei ci si vogliono trasferire a vivere definitivamente.»

«Come mai?»

«Hanno deciso di prendere in mano la vecchia proprietà del nonno e gestire il bosco e i campi. Forse credono di essere tornati all’epoca vittoriana, credo che quell’incantesimo di memoria li abbia rovinati definitivamente.» disse sconsolata.

«Ah ah chi sa perché ce li vedo bene. E di me che diranno? T’imporranno un marito e ti obbligheranno a non vedermi?» chiese cercando di soffocare le risate.

«Potrebbero chiederti a quanto ammonta il tuo patrimonio» disse lei stando allo scherzo.

«Ah beh siamo fortunati» disse infine.

«No, è una cosa seria, ho odiato le vacanze e i mesi passati in quella casa.» disse con tono triste e sconsolato.

«Ma sta volta ci sono io, vedrai avrai qualcosa di bello da ricordare.» disse abbracciandola. «Dimmi qualcosa in più dei tuoi, come credi che la prenderanno.» chiese poi serio.

«Mio padre male, ma sarebbe stato così per chiunque» disse cercando di dissimulare la sua ansia.

«Sicura? A me è sempre sembrato di notare una certa antipatia nei miei confronti.» disse sollevando un sopracciglio con fare scettico.

«Tu dici? Non mi è sembrato così ostile nei tuoi confronti, ma non ti preoccupare metterò subito in chiaro che a te non rinuncerò mai se dovesse essere necessario.»

«So difendermi da solo e far valere le mie ragioni.»

«Lo so… ma ti vorrei tutto intero. Mamma forse capirà, l’ha sempre fatto e sono certa che sarà felice. È sempre stato così.»

«Mi par di leggere tra le righe che tuo padre non ami particolarmente la magia?»

«Diciamo pure che è così. Ma a voler essere onesti è semplicemente la paura di qualcosa che non conosce.»

«Comprensibile, in ogni caso non credo di piacergli e quando saprà di noi due…»

«Non ti preoccupare, alla fine riesce sempre a stupirmi in un modo o nell’altro.»

«Ti vuole bene e questo mi rende assai fiducioso. Ma se…»

«Se tu non dovessi piacergli dici? Non ti lascerei mai, non potrei farlo in nessun modo, te l’ho già detto. Non ti libererai così facilmente di me.» disse poi ridacchiando.

Alla fine anche lui decise di mettere da parte tutte le sue preoccupazioni per godersi al meglio quei giorni di vacanza. Erano solo tre giorni e nessuno di loro due voleva sprecare un attimo.

Le loro giornate le passarono in giro per la Londra babbana, che Sirius non aveva mai visitato con una giuda come Hermione, e poi non mancarono le sorprese. Musei, biblioteche, la mattina e pub e discoteche la notte con Ginny e Harry.

Parlarono a lungo delle vacanze di Natale ormai prossime, ed anche la festa di capodanno che si sarebbe fatta a casa di Sirius. Invitati, cena seduti o buffet, abito da sera oppure no.

Tutte quelle chiacchiere avevano avuto il potere di far mettere da parte il problema delle aggressioni. Tutto sembrava tranquillo e sereno, ma a Sirius non sfuggiva mai lo sguardo di Hermione che si guardava sempre intorno alla ricerca di qualcosa di sospetto.

Vedere, poi, lei e Harry far le stesse cose, tramutava il tutto in uno spettacolo comico, e spesso, sia lui che Ginny, si ritrovavano a guardarli e sopprimere dei sorrisini. E in fatti una sera Sirius un po’ seccato da quei modi di fare disse. «Ragazzi dovreste smetterla, mettete ansia.» disse Sirius ridacchiando.

«Di cosa parli?» replicò Hermione.

«Del fatto che vi guardate un po’ troppo intorno. È evidente che vi aspettate di vedere qualcuno pronto ad attaccarci.»

«Sempre alle solite. Anche se non è successo più nulla non vuol dire che il pericolo sia cessato e fino a che non sappiamo chi c’è dietro non è il caso di abbassare la guardia.» disse Hermione.

«Giuro che non lo faccio apposta, ma non riesco a non farlo.» disse Harry ridacchiando. «Forza dell’abitudine, sai com’è.»

«Ginny chi se la passa meglio di noi due?» disse Sirius con un ghigno divertito.

«Nessuno direi. Non ci poteva andar meglio, due su tre del famoso trio. Non so tu ma io rischio di montarmi seriamente la testa.» rispose lei a tono facendo ridere tutti quanti.

«Spiritosi, domani sera ci sarà anche Ron, così avrete il trio a completa disposizione, contenti?» disse Hermione un po’ risentita.

«Un bel brindisi al trio, allora.» disse Sirius baciando Hermione che aveva messo su il broncio. «Ti adoro quando metti il broncio… farei di tutto quando mi guardi così.» disse sussurrando all’orecchio facendola arrossire.

«Ehi andateci piano voi due, siamo in pubblico.» disse Harry vagamente seccato da tutte quelle manifestazioni d’affetto.

«Taci poppante, da quando sei così pudico?» chiese abbracciando Hermione.

«Quando ti ho detto che non vedevo l’ora di vedere un piccolo Black non intendevo dirti che ti volevo vederti all’opera.»

«Harry!» disse Hermione scandalizzata, Ginny invece ormai rideva senza ritegno. «Che idee assurde, mi sa che è un pò presto.»

«Non sapevo che il vecchietto avesse puntato te altrimenti non gli avrei chiesto un piccolo Black.» disse lui sulla difensiva.

«Non mi hai chiesto solo un piccolo Black, ma vorresti anche un piccolo Potter se non ricordo male.» disse lui con un ghigno.

Ginny si strozzò quasi con la bevanda e Hermione guardava un po’ scettica l’amico.

«Ehi non parlavo di me, ma di mamma e papà per esempio, no?» disse lui cercando di far respirare Ginny.

«Hn Lily e James cosa ne pensano?» chiese Sirius curioso.

«Smettila di farne un caso nazionale, era per dire.»

«Forse meglio che non sappiano che vuoi un fratellino…» disse Sirius sovrappensiero.

«Non ci sarebbe nulla di male… in nessun caso, ma per noi è presto.» disse infine Ginny ripresasi dallo shock.

«Non guardate me, noi prima dobbiamo superare il Natale e il test Scott Granger.» disse poi Sirius sentendosi osservato.

«Meglio non pensarci per stasera. A che ora arriva Ron domani?» chiese Hermione cercando di sdrammatizzare la situazione.

Tornarono finalmente a casa, ma Hermione era troppo stanca per parlare di quello che era accaduto. Si era accorta di come Sirius aveva tentato di nascondere la sua indisposizione verso quello che era diventato l’argomento della serata, un figlio.

Lei era semplicemente terrorizzata all’idea, ma non perché non lo volesse. Non si sentiva pronta, e anche la loro storia era all’inizio. E poi quel problema dell’età pesava nel confronto con gli altri. No per lei, non per lui.

Ma per gli altri? Per i suoi genitori sarebbe stato un colpo. Per quanto lei potesse essere ottimista l’idea di dover affrontare i genitori la terrorizzava. E questo era solo uno dei tanti pesi che schiacciavano quella relazione.

Da buona Grifondoro non sarebbe scappata, ma avrebbe affrontato anche il mondo intero. Tutto ciò di cui aveva bisogno, lo aveva già al suo fianco, Sirius. Non aveva bisogno di altro per essere felice.

E come questo pesava per lei, sentiva la stessa inquietudine in Sirius. Almeno quei tre giorni erano stati perfetti. Le passeggiate, le sere o in giro per locali o in casa. E poi la notte fra le sue braccia, coccolata e amata.

Hermione stava facendo i bagagli perché quella sera sarebbe tornata al campus, Sirius invece terminava la colazione con la Gazzetta del Profeta.

«Beh sei sopravvissuta alla grande a tre giorni senza studio.»

«Non lo credevi possibile?»

«No, ma fa piacere sapere che riesci a sopportarmi così tanto a lungo.»

«Ne dubitavi?»

«James crede che tu sia una santa a sopportarmi.» disse con uno sbuffo.

«Ah ah e allora Lily cosa sarebbe? Siete tremendi, sai avvolte un po’ mi dispiace di non aver frequentato Hogwarts con voi, ma in momenti come questi mi rendo conto di quanto sono stata fortunata.» disse con una risata, Sirius abbassò il giornale per osservarla attentamente.

«Questa poi… ti saresti divertita un sacco con noi.»

«Con il grande vantaggio che avremmo la stessa età?»

«Beh non possiamo certo negare la differenza di età fra di noi, credo. Fino a che punto sia un vantaggio o meno non saprei.»

«Ci ho pensato a lungo e non vorrei essere nata prima. Sono consapevole delle difficoltà e dei problemi, ma non vorrei nulla di diverso.»

«So che se lo dici ci credi, ma non sarebbe meglio se avessimo la stessa età?»

«No. I nostri percorsi di vita ci hanno portato a questo. Percorrendo strade diverse, forse non ci saremmo mai trovati. E per quanto ti possa sembrare strano quando sto con te, ho come la certezza che non vorrei niente di diverso da ciò che ho.» disse carezzandogli il viso.

«Ah sei la mia rovina, dopo una dichiarazione simile come minimo dovrei donarti il mondo intero.»

«Mi basta sapere di averti al mio fianco, sempre.»

«Ci sarò, ci sono, come sempre.»

«Bene ora so con certezza che niente mi farà paura.»

✎ Info & Co.

Finalmente sono uscita dal un lieve blocco e son riuscita ad impostare i prossimi tre capitoli che sono quasi terminati e quindi aggiornerò nuovamente tra un due tre giorni, come sempre!

Questo capitolo “introduce” l’argomento famiglia e le prime paure e tutti i “pesi” che gravano sui nostri due beniamini . I problemi ci sono ed ignorarli non serve a gran che. Le buone intenzioni ci sono tutte, ma dietro l’angolo ci sono prove assai ardue pronti ad attenderli.

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Storia modificata nel 2014. Tutti i capitoli sono oggetto di sostanziose modifiche, tagli e correzioni.

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Capitolo 14
*** Guai in arrivo. ***


Capitolo 14.

Guai in arrivo.

Anche l’ultimo giorno di vacanza era quasi finito. Quella sera sarebbero andati tutti a mangiare fuori in un locale di Diagon Alley. Solo Sirius e Hermione andarono in moto poiché dopo la serata l’avrebbe accompagnata al campus. Fortunatamente per i presenti nessuno tirò fuori l’argomento figli. Discussero solo di scuola, Natale e nuovi animali fantastici con la collaborazione di Luna. Sirius era letteralmente affascinato da Luna, conosceva solo vagamente il padre. Ne aveva sentito parlare molto spesso da Harry e Hermione in modo più che positivo. I suoi modi un po’ sopra le righe e la sua assoluta sincerità la rendevano degna di attenzione. E quella serata non aveva tradito le aspettative di Sirius. Luna aveva fatto un excursus su qualsiasi tipo di animale immaginabile, proprietà magiche e aspetto. Non mancavano ovviamente dati e luoghi di avvistamento.

«Allora che mi dici di Luna?» chiese Hermione, alla fine della serata, seduta sulla moto di Sirius in un vicolo vicino al campus.

«Magnifica, solo lei è credibile quando parla di Gorgosprizi o Ricciocorni.»

«Concordo Luna è straordinaria.»

«Lei e Ron comunque fanno una coppia strana.»

«Sì, hanno una concezione tutta loro del tatto e delle parole. Dicono ciò che pensano senza mettere troppi filtri.»

«Quando ci rivediamo?»

«Questo fine settimana, per le lezioni prof.» disse lei.

«Brava, poi vedremo cosa fare per la punizione.»

«Cosa dovrò fare per scontare la punizione? Compiti extra, riordinare casa tua?»

«Forse con un extra di baci e coccole potresti cavartela sai?»

«Sei proprio il migliore dei prof che abbia mai avuto.» disse lei sorridendo maliziosa.

«Meglio se vai, altrimenti son capace di riportarti a casa e non farti uscire mai più. Mi mancherai in questi giorni.»

«Non me lo ricordare anche tu mi mancherai, sopratutto la notte…» disse arrossendo.

«Basta ho deciso ti riporto a casa.» disse imprigionandola in un abbraccio.

«Mi dispiace ma non posso saltare queste lezioni, sono le ultime prima degli esami…» disse triste.

«Troverai una magnifica sorpresa al tuo ritorno a casa.»

«Non vedo l’ora di tornare a casa allora.» disse lei baciandolo.

Sì perché quella era anche casa sua oramai. Come sorpresa aveva deciso di far spazio a casa sua per lei. A partire dall’armadio, dai cassetti dove lasciare la sua roba anziché fare avanti e indietro con borse da viaggio.

Quei pochi giorni, che li separavano dal fine settimana, Sirius li passò a mettere ordine in casa, rifornire la biblioteca con alcuni testi di quella di Grimmauld Place. Con l’aiuto di James sistemò poi una stanza della casa da dedicare a studio con librerie a parete e una bella scrivania.

E, cosa ancora più incredibile, aveva rifornito la dispensa di cibo commestibile, e riuscì a stupire Lily preparando tutto per una cenetta a due.

«Quando hai imparato a cucinare?» chiese Lily curiosa.

«Secondo te mi posso fidare di Kreacher?» replicò lui con un ghigno.

«No, in effetti, mette un po’ d’inquietudine.»

«Precisamente, quindi escludendo lui… quando non c’era Remus se volevo mangiare, dovevo far da me.» disse armeggiando con mestoli e pentolini.

C’era da dire che era molto buffo vederlo affaccendato in cucina con tanto di grembiule.

«Bene visto che te la cavi alla grande io torno a casa, se ti servisse qualcosa chiedi pure.»

«Grazie Lily, ma non credo ci sia bisogno di altro. Tra un po’ devo andare a Diagon Alley, ti serve qualcosa?»

«No, grazie del pensiero. Dai un bacio a Hermione e fammi un fischio quando torni in te!» disse ridacchiando.

«Ti converrà sparire in fretta… e portati dietro anche quello sciagurato di tuo marito.»

«Ahah scusa ma è così strano vederti darti da fare per una ragazza…»

«Sì, sì lo so. Di solito mi cascano ai piedi senza tanto sforzo.» disse sbuffando.

«Che pallone gonfiato.» disse Lily con una pernacchia.

«Ehi…»

«Va bene, sei sempre stato tremendamente affascinante!» disse cercando di essere seria «Ma con quel grembiulino lo sei ancora di più.» e non riuscendo più a trattenere le risate corse via verso casa insieme a James, dato che Sirius aveva iniziato a seguirli con il mestolo. Nemmeno Molly Weasley riusciva a brandire così bene il mestolo.

«Remus sarà contento di sapere che Sirius si è trasformato in perfetta donna di casa.» disse James ridendo.

«Oh al di là della situazione buffa, credo sia bello quello che sta facendo. Si sta mettendo in gioco con Hermione, non potrebbe andar meglio.»

«Temevo che con la sua testa dura avrebbe creato troppi problemi.»

Sirius nel frattempo aveva chiuso la porta di casa ed era andato verso Diagon Alley per far le ultime compere. Dei fiori, il dolce e alcune bottiglie di buon vino. Quella sera voleva festeggiare e inaugurare come si deve la loro casa.

Passeggiava in una strada della Londra babbana quando vide in una vetrina un completino intimo molto sexy. Era nero e di pizzo contornato da del nastrino rosso scuro. Non ci pensò molto a lungo, entrò e lo comprò. Ringraziò mentalmente Hermione che lo aveva convinto a tenere anche le sterline in caso di evenienza. La commessa gli aveva fatto i complimenti per il gusto e aveva anche flirtato in modo un po’ sfacciato. Ogni minuto di più apprezzava la sua Hermione che con un sorriso gli scioglieva il cuore. Con un sorriso, che negli ultimi tempi si era fatto sempre più rado, che gli illuminava il volto, andò verso il luogo dell’appuntamento. Era una bella piazzetta davanti all’edificio principale del campus da cui ci si poteva smaterializzare in tutta sicurezza. Si assicurò di nascondere per bene i fiori e la busta del negozio d’intimo in modo che nessuno li vedesse. E poi la vide uscire dal grande portone e corrergli incontro con un sorriso dolcissimo.

Sì, ne valeva proprio la pena.

«Ciao Sirius.» disse infine abbracciandolo.

«Pronta per andare?» disse dopo averla baciata. Lei annuì. «Bene ecco questa è la prima parte della sorpresa.» disse porgendole i fiori.

«Grazie, sono bellissimi. Che cosa festeggiamo?» chiese curiosa.

«Casa nostra.» rispose lui con un sorriso. E dopo averla abbracciata, si smaterializzarono.

Erano arrivati davanti alla porta di casa.

«Benvenuta. In questi giorni ho messo un po’ d’ordine. Ti ho preparato questa stanza, dove potrai studiare. Ho portato buona parte della biblioteca di Grimmauld Place qua. E infine ti ho fatto un po’ di spazio nell’armadio e nei cassetti.» e mentre lei si guardava attorno posò al centro del letto il pacchetto con il completino intimo.

«Quello?» disse indicando il pacchetto.

«La prima cosa da mettere nel cassetto. Aprilo.» disse con un sorrisino malizioso che fece arrossire Hermione.

Quando vide di cosa si trattava rimase senza parole. Gli sorrise, o meglio sorrise. Non aveva però il coraggio di guardarlo negli occhi. Teneva in mano il reggiseno di pizzo e carezzava il bordino nastro rosso scuro.

Sirius si avvicinò a lei, le carezzò il viso e poi sussurrò piano «Non vedo l’ora di vedertelo indosso.»

Istintivamente Hermione cercò le sue labbra e lo baciò. Sirius la avvicinò di più a sé, spostò il mazzo di fiori. La fece distendere sul letto e prese a sbottonarle la giacca dato che erano ancora tutti e due imbacuccati visto che era caduta la prima neve.

«Hermione, meglio fermarci. Altrimenti l’altra parte della sorpresa rischia di andar a male.» disse fermandosi.

«Oddio cos’altro hai fatto?»

«Vedrai di sotto.» disse aiutandola a sollevarsi.

Quando scesero nella sala da pranzo, il fuoco magico ardeva e le candele si accesero con un lieve colpo di bacchetta rivelando un tavolo apparecchiato per due.

«Cena, preparata da me. Che te ne pare?»

«Magnifico, grazie.» disse con un grandissimo sorriso.

«Prego signorina si accomodi, servo subito la cena.» disse scostando la sedia del tavolo.

Hermione e Sirius cenavano tranquilli e sereni. In sottofondo c’era un disco di musica classica, la stessa che ascoltava Hermione la sera del suo compleanno mentre si rilassava nella vasca.

«Il nostro quasi primo bacio…» disse poi.

«Tranquilla ho sigillato la casa, nessuno ci disturberà.» disse versandole altro vino.

Passarono tutto il fine settimana barricati in casa. Non solo a letto, anche se Sirius non si era detto contrario al programma. Hermione sistemò un po’ dei libri che aveva evocato, e aveva sistemato anche un po’ della sua roba che avrebbe lasciato là. Iniziarono anche a organizzare la festa per l’ultimo dell’anno. Decisero di organizzare un bel buffet visto che sarebbero stati davvero tantissimi e non c’era abbastanza spazio per stare tutti seduti comodamente. Hermione si portò avanti con un po’ di studio e la domenica pomeriggio dedicarono un po’ di tempo alle lezioni di animagus. Per cena furono invitati da Lily e James. Quella sera erano soli dato che Harry era stato invitato alla Tana. Come sempre dopo cena Sirius riaccompagnò Hermione al campus, ma per l’ultima volta per quell’anno. Hermione doveva prendere tutta la sua roba lasciata nella sua stanza per portare tutto a casa di Sirius. L’indomani mattina poi con l’aiuto di James avrebbe terminato quel piccolo trasloco.

Si stavano salutando quando da un vicolo laterale uscirono due tipi totalmente coperti da mantelli neri e li attaccarono quasi alle spalle. Entrambi furono abbastanza veloci a rispondere agli attacchi. Una maledizione fu deviata solo in parte e colpì lievemente Sirius, ma a causa del contraccolpo cadde a terra battendo la testa. La prima cosa che fece appena si rese conto delle condizioni di Sirius fu di smaterializzarsi al San Mungo. Da li avvisò Lily e James che arrivarono in un batter d’occhio. Mentre lei veniva medicata per via di alcuni tagli sul viso, Sirius veniva visitato da i medimaghi. Lily raggiunse Hermione e James andò a vedere come stava l’amico.

Mentre andava a cercare Lily vide Andromeda.

«Che cosa è successo?»

«Lucius e Narcissa sono stati aggrediti poco fa. Draco mi ha avvisato dell’accaduto e sono corsa il prima possibile. Tu cosa ci fai?»

«Sirius e Hermione sono stati aggrediti.» rispose James. «Ora devo trovare Lily e Hermione e poi parto per Hogwarts. Devo parlare con Remus e la McGranitt, questa storia non mi piace per nulla.»

«Ho già contattato io Dora e Remus. Verranno il prima possibile.»

«Bene, allora avviso Kingsley.»

«Siete in contatto con il ministro?» chiese stupita.

«Sì, non è la prima volta che accade. La prima aggressione risale al compleanno di Harry, la seconda volta qualcuno è entrato a casa nostra mentre eravamo in Francia.»

Dopo aver parlato con Andromeda, cercò Lily e gli diede il nome del reparto dove era stato ricoverato Sirius. Avvisò Harry e insieme andarono al ministero da Kingsley. Alcuni auror erano già arrivati, ma il ministro si era raccomandato affinché fosse contattato immediatamente da loro.

✎ Info & Co.

Ahimé sono arrivati i primi guai, soffiano venti di tempesa. Sirius non si è ancora ripreso e anche i Malfoy sono sotto attacco. Chi sono questi individui lo scopriremo presto, fino ad ora hanno agito nell’ombra.

“Sirius in grembiule”, tra mestoli e pentolini vari… oddio non so cosa mi sia preso, ma sembra comunque un bel vedere :p

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Storia modificata nel 2014. Tutti i capitoli sono oggetto di sostanziose modifiche, tagli e correzioni.

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Capitolo 15
*** San Mungo. ***


Capitolo 15.

San Mungo.

«Meno male, vi ho trovato subito. Sirius è al terzo piano, stanza 18.» disse James incontrando Lily ed Hermione. «Ho appena incontrato Andromeda, anche i Malfoy sono stati aggrediti. Sto andando da Kingsley ci vediamo più tardi.»

Non ebbero nemmeno il tempo di fare altre domande che era già sparito nel nulla. Hermione era stata medicata e dopo aver firmato alcuni documenti, furono libere di andare da Sirius.

Quando arrivarono al terzo piano, incontrarono Andromeda e vennero a sapere quei pochi dettagli che aveva scoperto parlando con Narcissa prima che perdesse i sensi. I dottori erano abbastanza ottimisti sulle condizioni di salute di Sirius, di Narcissa e Lucius. Mentre loro parlavano Hermione entrò nella stanza e si avvicinò al letto di Sirius, era quasi l’alba e alcuni tenui raggi di sole illuminavano la stanza. Con la mano gli carezzò il viso e i capelli.

«Sei stanca, dovresti dormire un poco.» disse Lily entrando nella stanza.

«Resto qua ancora un po’. Magari si sveglia…» disse con voce atona, gli occhi persi nel vuoto.

«Appena arriva Dora vai a casa con lei. Resto io qua, appena si sveglia ti faccio chiamare.» disse carezzandole la testa.

«Va bene.» disse abbandonandosi a quelle carezze.

Il sole era sorto del tutto e al terzo piano del san Mungo arrivarono Remus e Tonks. Erano avvolti in pesanti mantelli da viaggio, la neve non dava tregua. Dopo aver salutato i presenti, Remus raggiunse James al ministero, e Tonks scortò Hermione a casa. Dovette faticare parecchio per convincerla a fare un bel bagno caldo e andare direttamente a letto. Dopo mille proteste riuscì a vederla addormentarsi un po’ più serena. Dall’ospedale invece non arrivarono notizie prima della mattinata inoltrata. 

Al ministero invece in uno sgabuzzino in disuso quattro persone parlavano concitatamente. Erano per la precisione: il Ministro della magia, Harry e James Potter e Remus Lupin. Harry e James andavano su e giù, parlando a tutto spiano uno sopra l’altro. Remus cercava di richiamarli un po’ all’ordine, ma non c’era nulla da fare. Il ministro, invece, a dispetto della gravità della situazione ridacchiava.

«Signori per favore un attimo di silenzio, ho delle novità per voi.» disse con la sua solita voce profonda e rassicurante. «Ho chiesto ad alcune persone di occuparsi di questo caso, ho consultato anche la Preside di Hogwarts.»

«Quindi?» dissero in coro i Potter.

«Siamo più che certi che si tratti di ex-mangiamorte costretti alla latitanza a causa sua Signor Potter, e ovviamente si vorrebbero vendicare anche a chi ha tradito Voldemort, proprio come i Malfoy.» spiegò pacatamente.

«Di conseguenza chiunque sia vicino a te è a rischio. Sirius, la tua famiglia, Hermione e anche i Weasley. Non verrete lasciati soli davanti a questa minaccia. M’impegnerò a coordinare una squadra scelta di persone fidate che si occuperanno della vostra sicurezza.»

«Dopo le vacanze di Natale tu e Lily verrete con me ad Hogwarts. Harry tu Hermione e Sirius starete a Grimmauld Place. Con voi si trasferiranno anche buona parte degli Weasley.» spiegò Remus.

«Sirius non sarà molto felice di tornare là.» mugugnò Harry.

«Ma è il posto più sicuro», replicò Remus.

«Perché noi dobbiamo andare con te a scuola?» chiese invece James.

«Non ci state tutti a Grimmauld Place. La priorità sono i ragazzi che seguono i corsi e non dovranno più stare nel campus della scuola, non è sicuro.»

«I Malfoy?» chiese Harry preoccupato.

«Draco con voi a Londra, i suoi genitori con Andromeda.»

«E questa sarebbe una buona idea?» chiese James scettico, oh Sirius avrebbe ucciso per davvero il biondo.

«La migliore al momento. Inoltre in questo modo sarà più semplice organizzare la sorveglianza. Se tutto andrà bene entro pochi mesi, riusciremmo a far terra bruciata attorno a questi ex-mangiamorte, che andranno dritti ad Azkaban.» spiegò il ministro.

«Chi lo dice a Sirius?» chiese Harry.

Sirius dormiva ancora e non poteva sapere cosa sarebbe accaduto al suo risveglio. Con quel pensiero in testa Harry in compagnia di suo padre e di Remus andò al San Mungo. Nella stanza trovarono solo Lily seduta accanto al letto di Sirius che sonnecchiava.

«Ehi tesoro.» disse James avvicinandosi alla moglie.

«James, che ora è?»

«Credo sia quasi mezzogiorno.» disse sottovoce.

«Che cosa avete scoperto?»

«Ne parliamo più tardi, ora abbiamo un altro problema.» disse James sospirando e guardando l’amico dormire.

Lily si volse a guardare il marito. Dietro di lui vide la faccia scura di suo figlio e quella serena di Remus.

«Altro problema? Credo di non capire…» chiese con aria confusa.

«Dopo Natale dovremo passare del tempo lontani. Harry resta a Londra con Hermione, Sirius e i Weasley, con l’aggiunta del furetto. Noi andiamo a Hogwarts con Remus e Tonks.»

«A Londra dove? Non a Grimmauld Place, vero?» chiese Lily sottovoce quasi avesse paura di svegliare Sirius, o che in qualche modo sentisse cosa era stato progettato.

James non rispose, fece solo un leggero cenno di assenso. Harry mentre riascoltava tutte quelle assurdità si era fatto sempre più scuro in viso.

«Hermione dov’è?» chiese Harry notando l’assenza dell’amica.

«A casa, con Tonks. Aveva bisogno di dormire, su un letto e al caldo. Per oggi ne ha passate abbastanza. Son sicura che appena si sveglierà si precipiterà qua.» spiegò Lily.

Dopo qualche ora, infatti, Hermione arrivò trascinandosi dietro Tonks, e fu informata delle nuove disposizioni.

«Ora che si fa, appena lo saprà andrà su tutte le furie.» disse Harry disperato abbracciando l’amica.

«Ci parlerò io appena si sveglia.» disse Hermione carezzandogli i capelli.

«Meglio tu che io…» disse Harry un po’ più sollevato.

«Il famoso coraggio di Potter.» disse Draco con fare annoiato.

«Furetto taci. Dovremo passare anche troppo tempo assieme…»

«Come se a me facesse piacere. Granger, se ti secca, ci parlo io con Black.» disse con un ghigno perfido.

«Che pensiero gentile, ma no grazie.» disse Hermione tornando dentro la stanza di Sirius.

Non aveva nessuna intenzione di star la fuori e sentire Harry e Draco punzecchiarsi come bambinetti dell’asilo. Fu seguita da Remus curioso di parlare un po’ con Hermione. James gli aveva raccontato qualcosa, ma voleva sapere da lei come andavano le cose.

«Posso?» chiese con il suo solito fare gentile.

«Certo.» rispose lei con un sorriso.

«Tutto questo gli farà crescere ancora di più il suo ego. Adora le attenzioni.» disse con un sorrisino perfido indicando con un cenno del capo Sirius addormentato.

«Credo sia tardi per invertire la rotta, e non riesco a stare lontana da lui.»

«Immagino.» fece una pausa. «Come vanno le lezioni di animagus?»

«Vanno bene, credo. Abbiamo fatto molto poco, ci vorrà un po’ di tempo.»

«Posso chiederti come mai vuoi diventare animagus?»

«Mi piace la trasfigurazione. È sempre stata la mia materia preferita, in assoluto. E diventare animagus è un po’ come arrivare al massimo possibile.»

«Interessante. Spero sia sufficiente per produrre risultati.»

«Che cosa intendi dire?»

«Niente sulle tue capacità. Credo che per raggiungere certi risultati, che vanno oltre l’ordinario, ci vogliano forti motivazioni. Il tuo amore per la conoscenza è molto forte, ma avvolte serve qualcosa in più.»

«Sirius, James e Peter sono diventati animaghi per te. Anch’io dovrei farlo per qualcuno?»

«Non necessariamente. Ho grande fiducia nelle tue potenzialità.» disse osservandola attentamente. Vide che era un po’ delusa da quelle parole. «Con lui come vanno le cose?» chiese poi, vedendola sorridere e arrossire.

«James a già detto tutto a tutti, eh?»

«Non solo lui, anche Sirius ti assicuro che parla.» disse sorridendo.

«Di che parlate.» chiese Tonks entrando nella stanza.

«Di lei e tuo cugino.» disse Remus.

«Era ora, non se ne poteva più. Passava sere intere a lamentarsi di Draco, uno strazio.» disse lei ridacchiando.

Sirius dormiva beato senza sapere cosa stava accadendo attorno a lui. Fuori dalla sua stanza Draco studiava tutte le battutine per farlo infuriare. Harry cercava il modo migliore per farlo sparire, una volta per tutte, dalla circolazione. Insomma erano tutti allegri.

Hermione oramai aveva smesso, da tempo, di sperare che quei due iniziassero a ragionare ed ora erano costretti a vivere tutti assieme. Remus e Tonks offrirono il loro supporto morale alla ragazza comprendendo il suo stato d’animo.

Sapevano perfettamente che la parte difficile non era comunicare la novità, ma dover passare mesi interi con loro in uno spazio così ristretto. E se quello spazio era delimitato dalle vecchie mura di casa Black…

Era quasi sera quando Sirius mugugnò qualcosa a proposito della sistemazione di una stanza. Tutti quelli che erano rimasti entrarono subito nella stanza, si avvicinarono al letto, curiosi di sapere come stava.

I medimaghi faticarono a far uscire tutti dalla stanza in modo da poter visitare il paziente e stabilire le sue condizioni di salute. Dopo mezzora uscirono, ma Sirius dormiva ancora. Almeno ora aveva dato i primi segni di miglioramento.

La notte passò tranquilla. Lily, James, Harry e Hermione però non si erano mossi. Remus era tornato a Hogwarts per parlare con la preside e per le lezioni. Tonks era andata a casa con la madre, il piccolo Teddy e Draco. Lucius e Narcissa, anche se in via di guarigione, erano ancora ricoverati.

Era quasi l’alba quando Sirius aprì gli occhi e vide Hermione addormentata sulla sua mano che teneva vicino al suo viso tra le sue. Con la mano libera le carezzò i capelli e quando tentò di muoversi sentì una fitta.

Imprecò sottovoce, ma Hermione si svegliò comunque.

«Sirius, finalmente ti sei svegliato. Ero così preoccupata.» disse Hermione aprendo gli occhi e osservandolo attentamente.

«Shh, tranquilla. Ora sto bene.» disse stringendo la sua mano.

«Vado a chiamare i medimaghi.» disse dandogli un bacio sulla fronte.

«Solo questo dopo tante ore di sonno?» chiese mettendo il broncio.

La attirò a sé per darle uno dei suoi soliti baci, dolci e passionali allo stesso tempo.

«Non ci sarà bisogno del dottore per sapere che sta bene.» disse Harry sogghignando.

Passando Hermione gli diede un lieve colpo che fece ridere ancora di più il suo amico.

«Felpato, finalmente ti sei svegliato!» disse James.

«Mai fatta una dormita migliore!» disse ridacchiando.

«Signor Black è un piacere vedere che si è finalmente svegliato.» disse un medimago entrando nella stanza.

«Vado a mandare un messaggio a Remus.» disse James uscendo dalla stanza.

«Remus?» chiese Sirius confuso.

«Ti spiego tutto dopo.» disse Hermione che era arrivata assieme al guaritore.

«Sì ora è meglio lasciarci soli. Devo visitare il nostro paziente.» disse il medimago spedendo tutti fuori.

Dopo che il medimago si accertò delle condizioni di Sirius, diede il permesso di rientrare. Era arrivato il momento della verità, dovevano raccontargli cosa era accaduto e quali erano state le disposizioni del ministro.

Quando capì che dovevano andare tutti a Grimmauld Place, e che non avrebbe avuto nessuno dei suoi due migliori amici con sé, ma solo il biondo decise di prenotare in anticipo una bella cella ad Azkaban.

Solo la possibilità di avere Hermione a casa, con lui, tutte le sere fino alla fine di quell’incubo permise di passare in tranquillità quei giorni.

✎ Info & Co.

Eccomi qua con il nuovo capitolo! Per un pò staranno tutti assieme a causa dei cattivi che danno loro la caccia!

Vorrei ringraziarvi per le recensioni. Leggere le vostre parole mi fa piacere, e mi carica. Spero che la storia continui ad essere all’altezza delle aspettative :)

Aspetto numerosi commenti!
Jalilah♔ .

©Tutti i personaggi sono stati creati da J.K. Rowling.

Storia modificata nel 2014. Tutti i capitoli sono oggetto di sostanziose modifiche, tagli e correzioni.

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Capitolo 16
*** Natale. ***


Capitolo 16.

Natale.

«Sirius.» disse Hermione sbuffando quando un enorme cane nero irruppe nella stanza dove si era rinchiusa per studiare.

Il cane nero, con occhi grigi e profondi, si mise ai suoi piedi richiamando la sua attenzione. Con un po’ di fatica riuscì poi a toglierle le pantofole e portarsele dietro come un trofeo. Hermione rideva quasi sconsolata. Sirius aveva voglia di giocare e se passava troppe ore chiusa nello studio ne trovava sempre di nuove per reclamare un po’ di attenzioni. Quando lei infine si staccò dai libri, si trasformò e la prese in braccio.

«Non si cammina scalzi.» disse baciandola.

«Certo se qualcuno non si fosse fregato le mie pantofole…» replicò lei carezzandogli la nuca.

«Fortunatamente sei leggera.» disse con un ghigno.

«Spiritoso. Hai preparato le valige? Domani si va dai miei.» disse cambiando discorso.

«Sì le valige son pronte, e sta sera siamo a casa di Lily e James a cena. La nostra ultima cena in tranquillità. Se solo penso che dopo le vacanze di Natale dovrò passare il mio tempo con quel biondo…» disse poi quasi ringhiando.

«Dai ne abbiamo già parlato…» disse lei mentre Sirius l’aiutava a sedersi sul divano prima di sedersi anche lui.

«Si lo so saremo assieme.» disse mettendo il broncio.

Quel broncio era sinonimo di coccole. Era come con i bambini piccoli, ma lei non riusciva a resistergli e tutte le volte capitolava. Non le dispiaceva viziarlo dato che anche a lei piaceva passare del tempo in quel modo con lui. Erano ore bellissime dove esistevano solo loro due e i loro sensi. Le loro mani, le loro bocche e il loro corpi e nient’altro. Ben presto erano entrambi nudi uno sopra l’altra sul divano del salotto. Quei mesi tutti assieme a Grimmauld Place sarebbero stati lunghi e gli spazi per loro due in quella vecchia casa, con tutta quella gente, molto pochi. Spesso si chiedevano come avrebbero fatto. Già vedeva le occhiate preoccupate di Molly, le prese in giro dei gemelli, le frecciatine di Draco. In poche parole un incubo. Si riprese da quel pensiero quando Sirius le mordicchiò un lobo.

«Ahi, mi hai fatto male.» si lamentò lei.

«Dove hai la testa?» chiese carezzandole i fianchi.

«Qua, con te.» rispose lei sollevandosi leggermente per baciarlo.

«Che pessima bugiarda.» disse con un sorrisino.

«Shh zitto e baciami.»

E senza attendere altro la baciò mentre con una mano scendeva verso l’interno coscia facendola sussultare per quelle lievi carezze che si facevano sempre più profonde e aumentavano il loro desiderio.

Fecero l’amore, erano uniti e felici.

«Si può?» urlò dopo un po’ di tempo la voce di Harry.

«Dannazione Potter.» ringhiò Sirius abbracciando Hermione avvolta in una coperta. «Fermo dove sei se vuoi vivere a lungo.» disse in tono minaccioso.

Prese in fretta i suoi pantaloni e la camicia e andò verso la cucina. Nel frattempo Hermione aveva avuto tutto il tempo per andare di sopra e vestirsi decentemente. In cucina invece si respirava tutt’altra aria.

«Meglio che vi diate ora alla pazza gioia… quando saremo tutti a Grimmauld Place zero intimità.»

«Te lo scordi, le stanze all’ultimo piano sono le mie e a costo di mettere un drago sulle scale…»

«Molly Weasley contro un drago? Povero drago.» disse Harry ridendo.

«Di che parlate?» chiese Hermione entrando in cucina.

«Son venuto a chiamarvi, la cena è quasi pronta.» disse con un sorriso.

«Arriviamo, vado a cambiarmi.» disse Sirius uscendo dalla cucina.

«Non mi hai ancora risposto… di che parlavate?» chiese nuovamente Hermione.

«Oh niente di che.» rispose vago.

«Harry, te lo chiedo fin da ora ci aspettano settimane lunghe e pesanti. Vedi di non esagerare, ok?»

«Tranquilla so moderarmi.»

«Ci sarà un bel macello con tutti i Weasley, più Draco.» disse sbuffando.

«Ecco evita di passare troppo tempo con il furetto…»

«Ci son gli esami… che dovrei fare scusa?»

«Non dire che non ti avevo avvisato, Sirius non è clemente come me o Ron.»

«Dai ancora con questa storia…»

«Si va?» disse Sirius rientrando in cucina con i mantelli per uscire di casa.

.....

Era il ventiquattro pomeriggio quando Hermione arrivò a casa del nonno con Sirius. Alla finestra del grande salone il padre di Hermione osservava i due scendere dalla moto e ridacchiare spensierati. Si domandava cosa legasse sua figlia a quel mago.

Non aveva mai nutrito particolare simpatia per quel Sirius Black e vederlo così vicino a sua figlia gli dava profondamente fastidio. Nel frattempo era stato raggiunto da sua moglie che lo aveva visto osservare con molto interesse il paesaggio esterno.

«Scott ricordi cosa mi avevi promesso?»

«Mi dispiace ma non è , ti rendi conto che continuando in questo modo Hermione soffrirà e basta.»

«Meno male che è Natale, perché non cerchi di vedere il bicchiere mezzo pieno. Magari questa è la strada migliore per lei, è speciale.»

Proprio in quel momento Sirius baciò Hermione. Il bicchiere di brandy cadde e per poco anche Scott Granger non fece la stessa fine.

«Questo è troppo. Posso accettare che non voglia seguire la nostra professione e restare nel mondo dei maghi, ma questo no.» disse sparendo dalla circolazione.

Il clima in casa era molto teso e quando entrarono in casa, furono accolti dalla mamma di Hermione che faceva gli onori di casa. Nel frattempo erano arrivati anche i Potter e di lì a poco erano attesi anche i Weasley al completo.

Jane Granger stava servendo il tè quando arrivò il clan Weasley al completo, anche Bill e Fleur con la piccola Victorie. Ora c’erano davvero tutti, mancava solo Scott.

Sirius e Hermione erano seduti vicini, ma guardavano in direzioni diverse, molto imbarazzati. James e Harry ridacchiavano alla grande, Lily e Molly invece cercavano di alleggerire la tensione.

Dopo aver servito il tè, la signora Granger, aiutata da Hermione, accompagnava gli ospiti in piccolo giro della casa e poi indicarono le camere, dove sistemare la roba e potersi preparare per la cena.

Dopo aver tolto fuori il suo vestito dal trolley, scese in cucina per chiacchierare con la madre, e sapere che fine avesse fatto il padre. Quando arrivò in cucina, sentì la discussione, piuttosto accesa, fra i suoi genitori.

«Non ti sembra di esagerare?» stava dicendo Jane.

«Esagerare? Dico scherzi avrà almeno il doppio dei suoi anni. Non è accettabile.»

«La sua felicità non conta?»

«E che cosa può trarne da una relazione simile? Lui è un uomo adulto, magari vorrà subito anche una famiglia. Lei è ancora una ragazzina che deve pensare allo studio.»

«E tutto questo che cosa ha a che fare con la felicità?»

«Accidenti, e poi vogliamo parlare del suo lavoro? Difendere i diritti di elfi domestici. Onestamente pensavo passasse tutta questa follia.»

«Il suo posto è nel mondo dei maghi, non nel nostro. Perché non lo capisci?»

Hermione era pietrificata, non riusciva a far nulla. Voleva entrare, dire qualcosa, ma dentro di sé sentiva solo freddo. Più i genitori alzavano la voce, più lei si sentiva venir meno. Si voltò con gli occhi pieni di terrore e corse via.

Sirius attirato da quelle urla si avvicinò e quando la vide sbiancare davanti all’idea di costruire una famiglia con lui si domandò che fine aveva fatto la sua Hermione che non si arrendeva davanti a nulla.

Le corse dietro per parlarle, ma le cose non andarono proprio bene. Dentro di sé covava da qualche tempo, o meglio da sempre, uno strano senso d’inadeguatezza. Quelle parole, e la sua reazione, erano solo l’ennesima conferma di ciò che aveva sempre detto: un errore.

«Hermione, fermati.» le disse raggiungendola in camera sua. «Che cosa succede?»

«Sirius. Mi son sempre sbagliata, mio padre non capirà mai.»

«Lo dice ora, ma se ci parlassi…» tentò senza troppa convinzione.

«Vede solo gli anni che ci dividono, non capirà mai cosa ci unisce.» disse sconsolata.

«Vieni qua, in un modo o nell’altro ci riusciremo.»

«Ho paura…»

«Anch’io, spesso ci penso.»

«L’ho notato è da un po’ che sei strano… mi dici cos’hai?»

«Niente di particolare… forse ho solo paura di perderti.» disse abbracciandola forte a sé. Anche se ormai non riusciva a capire chi era il naufrago tra loro due.

Arrivò l’ora di cena, ma di spirito natalizio, di armonia e felicità non c’era nemmeno l’ombra. Il signor Granger non perdeva occasione per lanciare frecciatine sarcastiche a Sirius e Hermione.

I più non sapevano ancora nulla e quindi non diedero troppo peso alle parole, ma per chi sapeva… erano peggio di coltellate. Jane Granger era imbarazzatissima, Lily e Ginny scoccavano occhiate preoccupate a Hermione, James e Harry, tentavano di distrarre Sirius.

A un certo punto la situazione divenne davvero pesante. Erano arrivati al dolce e il signor Granger era desideroso di raccogliere i frutti del suo lavoro. Chiese al signor Weasley di parlargli del mondo magico. Si fece raccontare la vita al ministero, le attività dell’alta corte dei maghi.

Poi passò a fare il terzo grado a Sirius e James su ciò che facevano per vivere. Essendo entrambi ricchi di famiglia non avevano bisogno di lavorare. Ovviamente i commenti sarcastici si sprecarono.

«Papà, basta.» sbottò Hermione alla fine stufa di sentire tutte quelle storie.

«Basta? Scusa se m’informo sulla vita del mio futuro genero.» disse con disprezzo. «E questo che diventerai presto, Sirius. Posso darti del tu, siamo coetanei.»

«Ora è Sirius il problema? Perché non dici che sono io il problema, e ti sarei grata se ne parlassi a me.» disse alzando la voce.

«Non mi piace il tuo modo di fare. Non approvo le tue scelte, su tutti fronti. Onestamente speravo ti passasse, ma così non è.»

«Pensi che abbia scelto senza pensare alle conseguenze?»

«Ah allora c’è già una data, stavate aspettando il brindisi?» commentò sarcastico.

Sirius a quel punto si alzò da tavola per seguire Hermione che a quell’ultima battuta era fuggita via dalla sala. Jane invece invitò tutti a trasferirsi nel salotto scusandosi per il comportamento del marito.

Scott Granger era uscito anche lui subito dopo Hermione e Sirius.

«Non c’è nulla che possiamo fare.» disse Hermione piangendo.

«E se avesse ragione?»

«Ragione, ma di che parli?»

«Parlo di ciò di cui hai paura… paura di dimenticare cosa ci unisce e ricordare solo cosa ci divide.»

«Certo perché questo è il problema no?» disse Hermione. «Sono io che ho problemi con l’età. Ti ho già detto che non m’importa.»

«Allora provo a farti una domanda, e voglio una risposta sincera… un figlio da me?»

«Cosa c’entra con noi ora, smettila di dire cose che non hanno alcun senso.»

«Oh sì che ha a che fare con noi. Non è questa una delle principali preoccupazioni di tuo padre?»

«Ho capito che quel discorso sui figli ti ha dato fastidio. È da Halloween che ci pensi e non mi hai detto nulla? Perché tenerti tutto dentro, io ti ho parlato delle mie paure e dei miei sentimenti. Non mettere in mezzo mio padre. Ecco sai qual è il problema…»

«Sentiamo cosa sarebbe?» disse interropendola.

«Il tuo atteggiamento. Ti chiudi e non t’importa se gli altri soffriranno. Metti il broncio e te ne sbatti di tutti, sparisci nel nulla e non parli con nessuno. Poi bastano le chiacchiere insensate di mio padre e vai nel pallone.» disse allontanandosi da lui.

Sirius si era già smaterializzato, ora era vicino al garage, dove aveva messo la moto subito dopo essere arrivati in quella casa. Stava davvero scappando come aveva detto lei. Si sentiva uno schifo.

La sua più grande paura si era appena presentata a lui. Il suo errore.

Hermione corse fuori cercando di fermarlo, ma era così stanca e avvilita da tutte quelle discussioni che si era dimenticata di usare la magia per raggiungerlo. Quando sentì il rumore della porta del garage corse verso quella parte.

«Si…ri…us…» ebbe solo la forza di dire prima di svenire e perdere i sensi.

Tutto attorno c’era solo neve e vento freddo.

Alle orecchie di Sirius era arrivato, come portato da quel vento freddo, un flebile lamento. Un gemito di dolore che sembrava quasi un richiamo. Il suo cuore capì subito di chi era quella voce.

«Hermione…» disse mentre le campane battevano i rintocchi della mezzanotte.

✎ Info & Co.

Non trucidatemi per questo finale di capitolo. So che le cose stanno prendendo una brutta piega, ma i problemi prima o poi si fanno sentire. I dubbi e le incertezze giocano un ruolo fondamentale in tutte le storie, e questa non fa certo eccezione!

Detto questo, grazie a chi commenta. Non è solo una frase di circostanza, ma è davvero sentita. Mi piace leggere le vostre idee, opinioni su i possibili comportamenti e reazioni :)

Aspetto numerosi commenti!
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Storia modificata nel 2014. Tutti i capitoli sono oggetto di sostanziose modifiche, tagli e correzioni.

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Capitolo 17
*** Dolore e abbandono. ***


Capitolo 17.

Dolore e abbandono.

Tornò immediatamente da lei. Ma in quel viale non c’era traccia della sua testarda e amata strega. Correva cercando di farsi largo nella neve quando si ritrovò davanti ad un bellissimo cane bianco. Era a terra privo di sensi e quell’espressione di puro dolore dipinto sul volto erano troppo umani.

«Hermione.» disse prendendo in braccio quel grosso cane ed entrando in casa. «Fatte presto ha perso i sensi.»

Ad aiutare Sirius arrivarono subito James e Molly, seguiti da Lily e Harry con Ron. Quando videro che teneva tra le braccia un magnifico cane bianco capirono subito cosa era successo, ora restava da capire come e perché. Stavano pensando al da farsi, se aiutarla con la magia a trasfigurarsi o aspettare. Dato che era svenuta mentre si trasformava, usare la magia per obbligarla a tornare in forma umana era potenzialmente rischioso.

Mentre Lily preparava un antico rimedio babbano (uova e zucchero), dato che non aveva nulla con se per preparare qualche pozione, James proponeva di chiamare Remus. Anche Molly era d’accordo con la soluzione proposta da James, e mentre aspettavano l’arrivo del mannaro, Molly stava facendo una bella ramanzina a Sirius, che per protesta si trasfigurò anche lui in cane e andò ad accucciarsi vicino ad Hermione e la carezzava con il muso e un espressione preoccupata.

A quella scena così dolce Ginny e Fleur andarono in brodo di giuggiole e perfino Molly smise di sgridare il cagnone nero.

Harry, Ron, Bill, Fred e George ridevano alla grande per tutta quella confusione e si beccarono le ramanzine di Percy, che era a dir poco sconvolto dal comportamento di Hermione. A quelle parole Felpato ringhiò contro aumentando le risate di tutti.

Dopo circa mezz’ora arrivò Remus e insieme con lui anche la preside. Erano entrambi a cena quando il cervo di James spiegò cosa era accaduto a Hermione e volevano un parere su cosa fare.

Nessuno era esperto di cani, ma sembrava che il respiro fosse regolare e anche la temperatura del corpo si stava alzando. Non era più gelida come quando era stata portata dentro.

Remus carezzava tranquillamente felpato osservando attentamente la situazione. Tutti ora erano certi che presto sarebbe stata meglio.

«Come vedi avevo ragione, alla fine hai dovuto cedere, eh felpato? »

Per tutta risposta Sirius, ringhiò contro.

«Su non c’è niente di male. Sono convinto che non ti potesse andare meglio, amico mio. Vorrei parlare con te prima che lei si svegli.»

«Che cosa vuoi?» chiese Sirius un pò scocciato.

«Non qui, fuori.» disse indicando la porta.

Uscirono assieme a James per cercare un posto tranquillo. Remus sigillò la porta e insonorizzò la porta.

«Avanti sputa il rospo.»

«Che stress Remus, sempre a fare il terzo grado…» disse sbuffando, Remus invece continuò ad osservarlo impassibile «Ok, ok. Non pensavo fosse già in grado di trasfigurarsi totalmente. Abbiamo avuto una serata un pò movimentata.»

«Alla faccia del movimentato… erano secoli che non sentivo tanto disprezzo nell’aria, roba da far rimpiangere tua mamma…» disse James, Remus li guardò intuendo il problema.

«Diciamo che il signor Granger non va giù l’idea di una figlia con poteri magici ed io non gli son mai piaciuto.»

«Non hanno avuto una vita facile e la guerra è finita da così poco… Non è facile accettare ciò che non si conosce. Hermione che ne pensa?»

«Secondo lei tutto si può risolvere. Sono io quello che scappa dai problemi.»

«E…?»

«E si sbaglia.»

«Dinne un’altra Felpato, questa era davvero grossa.» disse James sarcastico. «Io dico che ha ragione lei… Andiamo te la stai facendo sotto. È magnifica, dolce, bella e intelligente.»

«Peccato che abbia vent’anni più di lei e che suo padre mi detesti.»

«E secondo te a lei importa? No ma dico hai visto in cosa si è trasfigurata… di che altre prove hai bisogno per renderti conto di quanto sei importante per lei.» disse James.

«Accidenti, ma non capite che verremo sempre giudicati, non avremo mai pace. Non si può vivere in questo modo.»

«Che intendi fare? Rinunciare? Harry ti taglierà la testa e poi la farà impagliare e appendere sul caminetto. Andiamo vecchio mio, stai per fare la più grande stupidaggine della tua vita.»

«Concordo con James, smetti di farti tutti questi problemi e accetta la più grande verità: sono loro che decidono. Noi non abbiamo mai voce in capitolo.»

«Vero.» confermò James.

«Patetici.» disse lui.

«Ben venuto nel club… io ovviamente sono il presidente, nonché fondatore.» disse James con un sorriso.

«Io torno da lei.»

Detto questo, si trasfigurò nuovamente e tornò nella stanza, dove Hermione, ancora in forma canina, riposava.

Era stupenda, e il bianco, più candido della neve, rappresentava tutto ciò che lui non era: purezza e luce. Più guardava dentro di se più vedeva tenebre e ombre. E lei, lei sola unico punto luminoso della sua esistenza.

La sua amicizia con James e Remus era sempre stata un punto fermo, una via di fuga da indifferenza della famiglia. Ma ora lei riusciva con una carezza a far impallidire quei momenti. E per questo dentro di se desiderava averla conosciuta molti anni prima, essere suo coetaneo. Un pò come Lily per James.

Quanto aveva invidiato il suo amico per aver trovato lungo la via l’amore vero. James aveva faticato per conquistarselo, nessuno lo meritava più di lui… ma lui cosa aveva fatto per meritare un simile dono?

Erano proprio questi i pensieri che lo tormentavano da qualche tempo. Fino ad ora aveva vissuto giorno per giorno e nemmeno lui avrebbe saputo come rispondere alle domande di quel padre.

Intanto la sua Hermione era ancora profondamente addormentata, e lui si era accucciato vicino a lei. Voleva trasmetterle il suo calore, farle sapere che c’era e che non voleva più scappare a costo di affrontare tutte le sue più profonde paure.

Poteva essere felice, doveva solo cogliere quell’opportunità.

Dopo qualche ora, che a Sirius erano sembrati secoli, si mosse leggermente per emettere poi qualche lieve guaito.

Subito prese a sfregarle contro il muso, come una sorta di coccola, e carezzarla dolcemente con una zampa. Era davvero buffo vedere quel grosso, e spaventoso, cane nero in atteggiamenti così dolci e premurosi.

La preside fu subito accanto a lei e le diede dei consigli per tornare in forma umana da sola.

Ma era troppo stanca per concentrarsi e raccogliere energie sufficienti. Il freddo e i dispiaceri avevano segnato profondamente il suo spirito.

Decisero di non attendere oltre e Remus puntò contro la bacchetta e lei tornò in forma umana. Era in uno stato tra l’addormentato e la veglia. Gli occhi tentavano di aprirsi, e cercava di rispondere alle domande. Ma non riusciva a dire o fare gran che.

L’aiutarono a sistemarsi meglio nel letto, aumentarono il fuoco con la magia e attesero di vedere miglioramenti. Era sempre molto pallida, ma almeno non tremava più per il freddo. Il polso era regolare e tutti tirarono un sospiro di sollievo.

L’unico che non si era ancora visto nella stanza era il padre di Hermione. Si era ritirato nel suo studio dopo cena e non sapeva cosa fosse successo. Oramai si rifiutava di occuparsi di una figlia che non riconosceva più.

Aveva sperato che il tempo la aiutasse a tornare in quella via che lui e la moglie avevano disegnato quando era piccola, quando ancora non sapevano della magia. Ora non solo aveva deciso di continuare a vivere in quel mondo, si era anche legata a un uomo.

Lui era così lontano dal suo ideale di genero. Troppo grande e forse eccessivamente ozioso dato che non lavorava viste le ricchezze di famiglia. Le discussioni con sua moglie, Jane, non si contavano più. Per lei andava bene tutto, anche lui.

Nel frattempo Hermione si era svegliata e cercava di capire perché le facesse malissimo la testa e tutte le ossa. Poi ricordò la discussione a tavola, Sirius che se ne andava, lei che gli correva dietro e poi il buio più totale.

«Si-ri-us…» mormorò a voce bassa.

Lui si avvicinò subito da lei.

«Sono qua, non ti affaticare. Ci hai fatto prendere un bello spavento.» disse lui carezzandole il viso.

«Non farlo mai più. Non mi lasciare come stavi per fare.» disse con le lacrime agli occhi. «Che cosa è successo?» chiese poi.

«Ti sei trasfigurata.» diretto e gentile come solo Remus Lupin poteva essere.

Osservò meglio i presenti nella stanza e quando vide anche la McGranitt, si voltò a guardare Sirius in richiesta di spiegazioni.

«Dato che avevi perso i sensi, abbiamo pensato che usare la magia per riportarti in forma normale potesse essere pericoloso e così abbiamo atteso che ti svegliassi.»

«Ha corso un bel rischio… non sapevo che fosse a un livello così avanzato.» disse la preside.

«Nemmeno io, come hai fatto?» chiese Sirius, con uno sguardo abbastanza orgoglioso che cercava di nascondere con un’espressione preoccupata.

«Non lo so, so solo che ho cercato di raggiungerti e che eri troppo lontano. E non mi ricordo altro. In cosa mi son trasformata?» chiese curiosa.

«Un cane, bianco.» disse Remus.

«Un magnifico cane bianco.» aggiunse Sirius con orgoglio.

«Una delle tue migliori magie.» disse Harry.

«Un cane bianco…» mormorò Hermione ancora provata dalla serata e dalle novità.

✎ Info & Co.

Chiedo umilmente perdono per il tempo che è passato dall’ultimo capitolo :) purtroppo una serie di impresvisti mi hanno tenuto lontana dal pc e ho ultimato solo ora la scrittura. Spero di riuscire a puvbblicare qualcosa prima di Natale .

Sirius, grazie a James e Remus, fa un pò di chiarezza su quello che gli sta accadendo: le sue paure e i suoi dubbi. Ho preferito lasciare il confronto con Hermione al prossimo capitolo…

Ringrazio chi fino ad ora mi ha seguito con pazienza e costanza, questo capitolo è per voi. Ringrazio anche a chi legge in silenzio, siete tanti e mi fa comunque piacere…

Aspetto numerosi commenti!
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Capitolo 18
*** New Life. ***


Capitolo 18.

New Life.

Hermione si era trasformata per davvero, senza volerlo e senza sapere come. La sua unica volontà era quella di raggiungere Sirius. Ora ricordava anche le sue parole prima di perdere i sensi, lo aveva chiamato e chi sa come lui, l’aveva sentita. Ora si guardavano, si studiavano per capire cosa fare, cosa dire. 

Sirius sapeva benissimo che quello stato di calma era solo passeggero e presto avrebbe dovuto chiederle scusa ed essere molto convincente. Aveva pensato di lei come un errore, ma senza comprendere cosa potesse significare la vita senza di lei. Quando l’aveva trovata, svenuta in mezzo alla neve aveva temuto che fosse tardi. Lui aveva troppe difficoltà a comprendere la portata di quel dono che la vita gli stava facendo. I troppi anni rinchiuso ad Azkaban avevano accresciuto la sua inquietudine. Aver trovato l’affetto di Harry e recuperato quello di Remus, lo aveva salvato dal baratro della depressione. E ora aveva lei, così importante e speciale da non capire perché proprio a lui.

Quella era la vera domanda. Chiedersi se tanta felicità era davvero meritata. Lui non sentiva dentro di se di meritarla, solo lei poteva dargli una risposta.

«Hermione cara prendi questo è un pò di zabaione, ti sentirai meglio.»

«Niente di più forte?» chiese lei.

Sirius ridacchiò per quella risposta e le carezzò prima i capelli poi la aiutò a sedersi meglio avvicinandola al suo petto.

«Sirius questa è colpa tua…» disse Lily ridacchiando. «Bene, visto che stai meglio ti lasciamo riposare tranquilla.» e detto questo mandò tutti fuori dalla stanza.

Sirius continuava a cullarla fra le sue braccia. Il suo sguardo era triste e spento. Il silenzio regnava sovrano in quella piccola stanza.

Hermione si era sistemata meglio fra le sue braccia cercando un pò di quel calore che la tranquillizzava sempre. Ma ora faticava a trovare quella serenità, aveva paura, tanta paura. Aveva desiderato fortemente stare con lui, e quando avevano fatto l’amore, si era sentita perfetta.

«Grazie per essere tornato indietro.»

«Scusa per averti lasciato. Quando non ti ho visto più, ho pensato al peggio. Non ti voglio perdere, mai più.»

«Scusa per mio padre. Non avrei mai dovuto permettere una cosa simile. Se gli avessi detto tutto prima, ci saremmo risparmiarti quella scena tremenda a cena.»

«Hn se ci credi tu… scusa non dovrei dire nulla, ma non credo che parlarci avrebbe cambiato le cose.»

«Mi dispiace, io ti amo. Sentire le sue parole mi ha gelato il sangue. Sopratutto perché ti amo.»

«Tranquilla, di te non ho mai dubitato. Ho paura che tutto quello che vedono gli altri finisca col separarci. Che la mia incapacità di accettare questo dono rovini tutto.»

«Pensi ancora ad Azkaban?»

«Sì. Penso alla notte in un cui ho creduto di aver perso tutto, a quei dodici anni di dolore. E mi chiedo cosa ho fatto di buono per meritarmi l’affetto incondizionato di Harry, l’amicizia di Remus, ritrovare James e Lily… E poi, beh poi ci sei tu. Ti merito?»

«Sirius…» disse lei voltandosi con le lacrime agli occhi per abbracciarlo.

Restarono a lungo abbracciati, le lacrime scendevano silenziose quasi a voler lavar via tutto quel dolore e quella sofferenza.

Giunse infine l’alba. E con essa anche le risoluzioni per la futura condotta.

«Parlerò con mio padre, non credo di poterti promettere scuse, ma almeno un clima decente. Sei in assoluto la persona più importante della mia vita, e la mia famiglia deve partecipare.»

«Tutto quello che vuoi.»

«Bene poi dobbiamo parlare seriamente della permanenza a Grimmauld Place.»

«Non chiedermi di fare il buono con il furetto. Non c’è nemmeno James.»

«Povero cucciolo… Ricorda che ora anche io posso mordere.»

«Potremmo organizzare una caccia al furetto?» chiese con un ghigno malandrino.

«Dico sul serio…»

«E va bene… ma se provoca, io risponderò sia chiaro.»

«Bene, la festa la facciamo a Grimmauld Place…?»

«Si, temo ci sia da fare pulizia totale. Che ne dici dell’ardemonio?» chiese in tono sadico. «Ci potremmo liberare anche di mia madre…»

«Sirius…» disse lei tra l’arrabbiato e il divertito.

«Da quanto ho capito Lily e James, vengono con noi?»

«Si Harry passerà qualche giorno alla Tana… non so potremo chiedere a Remus e Tonks di raggiungerci…»

«Oh si Remus adora le pulizie di primavera.» disse sarcastico Sirius.

«Parlavo della festa… non per farli venire a pulire…» disse Hermione pensierosa.

«Vedrai verranno più che volentieri… E poi Remus non vede l’ora di farti il terzo grado.» disse scoccandole un’occhiata. «Un cane bianco… sono orgoglioso di te, sai?»

«Hn sapessi… È come se mi fosse esploso qualcosa in testa! Fa un male tremendo.»

«Tranquilla è normale… Dopo un pò non ti farà più male. Avvolte poi, diventa quasi una necessità.»

«Una necessità, eh? Comunque inviti tu Remus?»

«Vedrai ci avrà già pensato James.» disse ridacchiando e facendo sorridere anche Hermione.

«Sono molto stanca, tu?» disse tirando a sé la trapunta.

«Dormi tranquilla, io sono qui.» disse carezzandole i capelli e rimboccando le coperte.

Dopo che si fu addormentata, uscì per cercare i suoi due amici che erano da qualche parte.

Andò a controllare in cucina, ma ci trovò solo Jane intenta a preparare il caffè. Appena lo vide, lo invitò a sedersi e gli preparò il caffè.

«Volevo chiederti scusa per Scott. Ho cercato negli anni di fargli accettare la specialità di Hermione. Ma con scarsi risultati. Non è un cattivo padre è che…»

«Che ha paura di ciò che non conosce. Lo so bene. A me fa male solo per lei. Io ho fatto il callo all’ostilità.» commentò lui con amarezza nella voce.

«Vedrai tutto si sistemerà.»

«Ecco da chi ha preso l’ottimismo…»

«Temo molte altre cose, come la testardaggine.» disse Scott Granger entrando nella cucina.

In quel momento scese un silenzio molto imbarazzato.

«So che avete da fare a Londra, quando partite? Spero che restiate almeno per pranzo.» disse infine Jane.

«Credo che Hermione voglia restare un pò con voi. Io, James e Lily andremo via presto…»

«A Londra?» chiese Scott.

«Sì, la c’è la casa di famiglia. Si trova in Grimmauld Place al numero 12.»

«Di cosa si occupa la sua famiglia?»

«Investimenti, solo che sono in attività magiche… Il meccanismo è molto simile al vostro. Cambiano solo le valute.»

«E chi se ne occupa?»

«I folletti della Gringott. Non so se li avete mai visti.»

«È capitato alcune volte. Se non sbaglio abbiamo visto anche la sua faccia ad un Tg.»

«Hn, e non solo…» disse con un ghigno perfido sottovoce nascosto dal rumoroso ingresso di James e Remus.

«Buongiorno.» disse James. «Allora a che ora si parte?»

«Ho già chiesto se per caso vorreste fermarvi anche a pranzo.»

«Grazie mille per l’invito ma devo raggiungere mia moglie e mio figlio a casa di mia suocera e parto ora.» disse Remus con voce gentile. Scoccò un’occhiata preoccupata a Sirius che ghignava perfido. «Ti vuoi unire a noi, ad Andromeda farebbe piacere…»

«Forse è meglio. È da un sacco di tempo che non passo del tempo con lei…» disse Sirius pensoso.

«Che peccato…. James, tu e Lily?»

«Noi non abbiamo altri impegni di famiglia, non credo che Petunia ci inviti a casa sua… » disse con un ghigno. «Se tu parti ora, ci vediamo per cena a Grimmauld Place?»

«Potremmo essere noi la cena di quella casa.» commentò Sirius sarcastico. «Remus, vorrei aspettare che Herm si svegli prima di partire… Se hai fretta vi raggiungo più tardi.»

«No posso aspettare ancora un pò.»

La mattinata passò tranquilla, i tre malandrini davanti al camino a confabulare chi sa ché. Lily dava una mano a Jane in cucina. I Weasley più Harry erano partiti subito dopo colazione. Hermione riposava in camera sua, finalmente un pò più serena.

«La prossima luna è subito dopo anno nuovo?» chiese James.

«Sì, ma voi non verrete con me è pericoloso…» disse Remus bocciando in partenza i loro piani.

«Ed io che pensavo di invitare anche Herm…» disse Sirius mettendo il broncio.

«Scherzi, mi auguro.»

«Andiamo anche lei ora è un animagus.»

«Senti è già folle continuare a comportarci come quando andavamo a Hogwarts… ma coinvolgere anche lei…» disse Remus scuotendo il capo. Quei due non sarebbero mai cambiati. Sempre con quello scintillio birichino negli occhi. «Evita di coinvolgerla… come ha fatto a trasformarsi in così poco tempo?»

«Dimentichi di chi stiamo parlando…» disse Sirius orgoglioso come mai.

«Già Hermione è proprio forte… pensa se fosse stata con noi a Hogwarts!» disse James felice.

«Lily avrebbe avuto un’altra alleata…» disse Remus con un filo di perfidia nella voce. «E no, non ho scordato di chi parliamo. Ha davvero molto talento…»

«Ama la magia, credo che questo basti per risultati eccezionali… anche Harry ha sempre dato il meglio di sé quando si è trattato di mettersi in gioco.»

«Ne ho parlato anche con Minerva, Hermione non deve assolutamente trasformarsi per un po’… potrebbe essere ancora pericoloso, ma a questo punto deve intensificare le esercitazioni in modo da non trasformarsi all’improvviso.»

«Figurati, non ci tiene minimamente a ripetere l’esperienza a breve.» disse Sirius con un sorriso tranquillizzante. «Sarò incosciente, ma non fino a questo punto.»

«Si beh volevo esserne certo.»

«Domani o dopo, dipende da Hermione, torno qua per prenderla… Remus siete dei nostri?»

«Credo che farà piacere anche a Dora, ci sono i Malfoy a casa di Andromeda…» disse Remus tranquillo, ma Sirius stava per dire qualcosa quando lui proseguì. «Solo Lucius e Narcissa, Draco è con la famiglia della fidanzata.»

«Non so come faccia a sopportarlo, io proprio non lo tollero.» disse Sirius riferito al biondo.

«Sempre alle solite, eh?» commentò Remus sarcastico.

«Buongiorno.» disse Hermione entrando nella stanza.

«Ben svegliata.» disse Remus.

«Complimenti per la scelta!» disse invece James.

«Grazie. Allora restate a pranzo?» chiese curiosa di sapere cosa dovessero fare.

«Remus mi ha chiesto di andare a casa con lui da Andromeda, ci son problemi?»

«No, no assolutamente. Ne approfitterò per parlare con mio padre allora.»

«Io e Lily restiamo a pranzo.»

«Restate anche a cena, così domani andiamo assieme a Grimmauld Place.» propose Hermione.

«Se per i tuoi non è un problema…» disse James.

«Si, credo sia una buona idea.» disse Sirius più tranquillo.

✎ Info & Co.

Ciao a tutti :) come promesso prima di Natale un nuovo capitolo!

Questo è dedicato al confronto tra i due, forse le cose stanno prendendo la giusta piega.  Al momento sono tutti intenti ad organizzare la festa di Capodanno… e vi avviso che ci sarà uno special guest d’eccezione ;)

Buon Natale.

Aspetto numerosi commenti!
Jalilah♔ .

©Tutti i personaggi sono stati creati da J.K. Rowling.

Storia modificata nel 2014. Tutti i capitoli sono oggetto di sostanziose modifiche, tagli e correzioni.

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Capitolo 19
*** Sussurri. ***


Capitolo 19.

Sussurri.

Era il giorno di Natale, e come tante altre volte, era a casa con la sua famiglia. Mancava solo una persona, Sirius. Era partito qualche ora prima con Remus, dopo aver passato con lui alcuni momenti. Avevano parlato, si erano confidati le loro paure. Quasi sottovoce, lievi sussurri che parlavano direttamente al cuore. Solo quello contava, i loro cuori. Ora doveva sperare che suo padre capisse quanto tutto questo fosse importante per lei. Erano diversi, questo non lo avrebbe mai negato. Ma erano anime complementari.

«Papà, posso?» chiese entrando nello studio prima di pranzo.

Lui alzò lo sguardo e osservò la sua bambina, ormai divenuta donna.

«Il pranzo è pronto?» chiese con tono indifferente.

«No, ci vorrà ancora un po’. Volevo parlare con te di una cosa.»

«Dimmi.» disse con angoscia profonda, non voleva in realtà sentire ciò che stava per dirle.

«Io non ho una risposta alle tue domande…» iniziò con voce tremante. «… ma so che Sirius è un elemento fondamentale della mia vita. Non riesco a vedermi senza di lui. Ho paura di perderlo ogni minuto che passa, ma quando mi volto e lo trovo accanto a me sono felice.»

«Come anche quando ti fa soffrire o stare in pensiero…» disse scettico.

«Non mi servono false promesse di felicità perpetua… e abbiamo imparato che, per quanto possa far male, parlare e cercare di stare vicini ci fa soffrire meno. Almeno quando siamo assieme, stiamo bene.»

«Ma?»

«Ma… ma non mi piace la pressione che abbiamo dovuto subire ieri sera. Non me lo merito, non se lo merita. Sirius è una persona eccezionale, mi dici perché ti comporti così con lui?»

«Non mi piace e non è l’uomo che avrei desiderato vedere al tuo fianco.»

«Perché è più grande di me, tutto qua?» chiese con sarcasmo.

«Se ti sembra poco. Che cosa farai quando si accorgerà di volere una famiglia e magari ti dirà di lasciare gli studi?»

«Certo mentre lui starà svaccato sulla poltrona con una canottiera bianca a righe sporca di sugo a tracannare birra. Wow che quadretto.» disse con una risata priva di allegria.

«Non è uno scherzo.»

«Se e quando decideremmo di mettere su famiglia, sarà quando saremo pronti. E se dovesse essere domani… sarà un problema nostro.»

«Quindi il succo del discorso e che te ne freghi di ciò che desideriamo per te.»

«No, ma se è questo che vuoi è ciò che avrai. Non ti obbligherei mai a frequentarci visto che la sola idea ti disgusta.»

«Hermione, ma non capisci ti lascerà dopo essersi divertito.»

«Basta, vado ad aiutare la mamma. Le cose stanno così, se non ti sta bene non è un mio problema.» disse sbattendo la porta.

Le cose non erano andate come voleva, sperava forse che capisse quanto lei lo amava e quanto fosse importante per lei far partecipare tutti quelli che la circondavano di quella forte emozione che da tempo scaldava il suo cuore.

In cucina Jane e Lily terminavano di preparare il pranzo, mentre James le osservava divertito. Discutevano sopratutto dei loro figli, e in particolare di Hermione e Sirius.

«Voi eravate tutti a scuola assieme, quindi quei tre non sono stati i primi a portare scompiglio ad Hogwarts.» disse Jane curiosa.

«Beh non abbiamo nulla da invidiare a loro tre, diciamo che noi eravamo specializzati nel settore scherzi!» disse James ridacchiando.

«Alla faccia non si salvava nessuno. Erano un vero tormento, e non solo lui e Sirius…» diceva Lily, «hai presente Remus, la faccia angelica… beh anche lui faceva parte del loro bel gruppetto di piantagrane.»

«Remus, davvero?» disse Jane quasi incredula.

«Che fregatura Remus se la cava sempre, perché nessuno dubita su me e Sirius?» chiese James con voce sconsolata facendo gli occhioni dolci.

«Povero Ramoso…» disse Lily scoccandogli un pizzicotto.

«Povero Ramoso?» chiese Hermione entrando nella stanza.

«Oh ecco la mente del trio… tu si che mi puoi capire! Qua mi criticano, mi serve il tuo sostegno.» disse James prendendole fra le mani una sua mano.

«Questa poi… io, Harry e Ron non possiamo essere minimamente paragonati a voi…»

«Sì, sì lo so, noi siamo i migliori!» disse James interrompendola con fare compiaciuto.

«Meglio non dire altro…» disse Hermione scuotendo il capo.

«Papà?» chiese Jane.

«Chiuso nello studio.» disse Hermione allontanandosi da tutti e andando verso l’immensa porta a vetri che dava sul cortile interno innevato.

«Bene, vado a chiamarlo, tra un po’ è pronto il pranzo.»

«Allora vado ad apparecchiare.» disse Hermione uscendo dalla stanza.

«Tutto ok?» chiese James che l’aveva seguita.

«Sì, grazie.» rispose in modo conciso.

«Ne vuoi parlare?» chiese ancora.

«Non c’è molto da dire. A mio padre non piace Sirius e a Sirius non piacciono i genitori in generale, no?»

«Beh direi che in sintesi è proprio così… ma…»

«Non sono arrabbiata con Sirius perché non sopporta mio padre… casomai per l’esatto opposto. Vorrei semplicemente che tutti partecipassero alla mia felicità, nessuno escluso. E poi Sirius non è di pietra, si vede da lontano che tutto questo lo fa soffrire.» disse mentre con colpi di bacchetta disponeva piatti e posate.

James ridacchiò, lei lo guardò interrogativa.

«Son contento di sapere che non devo spiegarti questo. Sai ho temuto che quel testone rovinasse tutto. Almeno uno di voi due ha la testa sulle spalle.»

«Ma anche io l’ho capito solo ieri notte, quando se ne stava andando…» disse con voce spenta.

«Tranquilla, non accadrà una seconda volta.» disse James con voce dolce e gentile.

«Grazie.» disse dandogli un bacio sulla guancia. Per tutta risposta James l’abbracciò.

«Meno male che non sono Sirius.» disse Lily ridacchiando alla vista dei due.

«Se mi fossi dovuto arrabbiare tutte le volte che lui o Remus ti abbracciavano a quest’ora di quei due non ci sarebbe nemmeno il ricordo.» disse un po’ offeso.

«Siete tremendi… bene caro sta sera iniziamo le pulizie a Grimmauld Place, e vedi di dare una mano altrimenti Sirius potrebbe venire a sapere…» propose con un ghigno malizioso.

«No, non lo faresti!» disse James con lo sguardo sconvolto alla sola idea.

«Sta a te decidere, amore.» disse lei dolce.

«Donne! Siete la nostra rovina.» disse James sconsolato.

Il pranzo passò in tranquillità e senza troppe discussioni. Hermione salì a fare i bagagli per partire alla volta di Londra dove avrebbe ritrovato Sirius. Erano stati lontani per poche ore, ma in quel giorno le era mancato tantissimo.

Iniziò a organizzare la serata… per quella sera avrebbero dovuto fare a meno di loro due. Cercò in lungo e in largo candele profumate, che trovò nella vecchia cantina accanto al garage. Tutto doveva essere perfetto. Riuscì a trovare anche una delle bottiglie di spumante “scampate” alla cena di vigilia e al pranzo di Natale.

Una volta arrivata a Londra con la scusa di sistemare un po’ di cose in camera, tra cui libri, si allontanò dal caos che James stava creando. Diversivo perfetto, si disse ridacchiando.

Arrivò fino all’ultimo piano, dove c’era la camera di Sirius e prese a osservare la stanza quando la risata perfida di lui non la raggiunse.

«Ti piace?»

«Si devo dire che la parte migliore sono le babbane sulle moto.» disse disgustata.

«Andiamo ero un piccolo e borioso bamboccio che voleva provocare i genitori…» disse con un ghigno malizioso mentre la abbracciava. «Cercavo un modo per togliergli, ma niente… come mai sei fuggita?»

«Volevo sistemare la mia roba…» disse continuando a guardarsi attorno.

«E poi…?» disse sedendosi sul letto.

«Poi, che?»

«A casa tua sono ancora vivi?»

«Sì, beh… stanno bene. Comunque non importa…»

«Andiamo si che t’importa, non sai mentire… vieni qua.» disse prendendola per le braccia e avvicinandola a sé.

«Sì, mi da fastidio che mio padre non accetti noi… ma non intendo perdere te per lui…» disse baciandogli la punta del naso.

«Bene, torno di sotto… tu?»

«Sistemo la mia roba…» disse con un sorriso dandogli un lieve bacio a fior di labbra.

«Solo?» chiese con gli occhi socchiusi e un sorrisino malizioso.

«Per ora, sì… magari dopo… sai un assaggino per invogliare l’appetito.» sussurrò lei al suo orecchio. Lui rise, e stando a quel gioco la lasciò sola.

Lei lo raggiunse nel pianerottolo per dirgli. «Trova una scusa per liberarti… tra un po’…» mentre gli faceva l’occhiolino e si chiudeva dietro la porta della camera.

Sirius scese di sotto ridacchiando pregustando la serata con Hermione. Chi sa cosa aveva in mente… ah quella ragazza prima o poi lo avrebbe reso matto.

Quando raggiunse gli altri, aveva un sorriso da ebete stampato in faccia. La cosa ovviamene non passò inosservata e tra risate e scherzi gli fecero i complimenti.

Forse il Natale non era andato tanto male, alla fine. Lei era qualche piano più sopra che preparava chi sa che, e lui aspettava di mollare quel branco di deficienti, che poi erano i suoi migliori amici.

Quando ne ebbe abbastanza si avviò verso la sua stanza. Quando arrivò in cima alle scale, vide la porta socchiusa, da cui proveniva una luce tenue. Entrò dentro e richiuse la porta. In quel momento si accorse della leggera musica di sottofondo che da fuori non aveva sentito.

Hermione sicuramente aveva già insonorizzato la camera, e chi sa che altro per non essere disturbati. Ridacchiò quando vide delle candele accese che portavano al bagno.

Lei era la, dentro la vasca piena di acqua calda e schiuma. I capelli legati con una crocchia, e con in mano un calice.

«Sei qui.» disse sentendo la gola secca.

«Giusto in tempo.» rispose lei arrossendo leggermente. «L’acqua è bellissima, entra.» disse.

«No, tu sei bellissima.» rispose avvicinandosi e baciandola.

Le tolse di mano il calice e continuava a baciarla stando seduto sul bordo di pietra della vasca. Con le mani libere prese a spogliarlo. Lui si alzò poi e terminò di spogliarsi. Entrò nella vasca e la attirò a sé.

Lei gli porse poi il calice e brindarono a loro due, al loro amore, alla loro felicità… e anche a quel Natale, il loro primo Natale assieme.

I loro corpi si cercarono impazienti di ritrovarsi. Ma nonostante la loro impazienza ogni gesto, ogni carezza erano lente e calcolate. Le loro mani saggiarono ogni centimetro dei loro corpi. E poi si unirono avvolti da quel mare di acqua calda e schiuma.

✎ Info & Co.

Buon Natale :)

Eccomi qua sono sopravvissuta e con un nuovo capitolo! Come è andato questo primo round di pranzi/cene? I nostri due eroi alla fine sono sopravvissuti ;).

Il titolo di questo capitolo “Sussurri”, spiega bene quello che è accaduto nello scorso capitolo. Dato che alcuni mi hanno chiesto perché non solo volate urla… Beh anche la pratica Granger-Granger è chiusa…

Capodanno è dietro l’angolo, e presto torneranno tutti sotto lo stesso tetto…

Alcune considerazioni che riguardano la storia in generale. Ho raggiunto il doppio dei capitoli che avevo previsto! Ovviamente avevo in mente qualcosa di molto meno articolato… ma alla fine sono quasi a quota 20 capitoli… alla fine non ne mancano comunque tantissimi… forse altri cinque o sei.

Vorrei ringraziare chi fino ad ora mi ha seguito e  chi ha commentato la storia! Non dimentico certo chi semplicemente legge in silenzio… grazie anche a voi…

Aspetto numerosi commenti!
Jalilah♔ .

©Tutti i personaggi sono stati creati da J.K. Rowling.

Storia modificata nel 2014. Tutti i capitoli sono oggetto di sostanziose modifiche, tagli e correzioni.

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Capitolo 20
*** Happy New Year ***


Capitolo 20.

Happy New Year.

«Hai organizzato le cose per bene… hai chiesto a James di far casino di sotto?»

«Assolutamente no. James è uno affidabile, facevo conto sulla sua natura di buon malandrino.» disse Hermione ridacchiando mentre si asciugava.

Erano appena usciti dalla vasca, e mentre Sirius spegneva le candele Hermione, si asciugava i capelli. Ridevano entrambi per quella strana situazione. Da qualche tempo ormai passavano assieme le notti, ma raramente avevano condiviso momenti d’intimità come quello.

Lei che si asciugava i capelli, lui con un asciugamano legato in vita che sistemava il bagno. No, decisamente era tutto così insolito.

«Scendiamo sicuramente sarà quasi pronto per cena. Domani arriverà anche Andromeda, passerà il capodanno con noi.»

«Oh bene, chi tutto ci sarà?»

«Dunque Harry e Ginny ci raggiungono solo per l’ultimo dell’anno insieme a Ron e Luna. Andromeda arriverà domani con Teddy, e credo sia finito.» disse cercando di ricordare se mancava qualcuno all’appello.

«Ma da Andromeda non c’erano anche i Malfoy?» chiese curiosa.

«Hn, già c’erano anche loro, ma non credo che verranno.» disse borbottando con un tono un po’ scontroso.

«Beh prima o poi Draco dovrà venire…»

«Chiamalo Malfoy, o il biondo o il furetto… come facciamo tutti.» disse lui con un ghigno mentre si rivestiva.

«Sei tremendo.» disse ridendo.

Di sotto nessuno si stupiva di non veder tornare i due “innamorati”, l’unica che ancora non sapeva nulla era Andromeda sinceramente stupita del fatto che suo cugino si facesse attendere.

Era arrivata prima e aveva portato anche i Malfoy. Per non dover assistere a una strage Remus e Lily decisero di non avvisarlo…

«Non so se li vedremo per cena. Hermione era molto stanca sono stati due giorni molto pesanti.» stava spiegando Lily mentre James ridacchiava in silenzio.

«Hermione… sarebbe?»

«L’amica di Harry, Hermione Granger.»

«La mezzosangue.» commentò Lucius con sarcasmo e un braccio ancora bendato.

«Si non c’è bisogno di parlarne in questi termini.» disse James un po’ seccato.

«E come mai Sirius aiuta Hermione a disfare le valigie?»

«Non ti ha detto nulla?» disse Lily sbigottita.

«No…» rispose Andromeda perplessa. Remus e James oramai ridevano senza più riuscire a trattenersi trascinati da Tonks.

«Oh beh te lo dirà lui…»

«Quanto la fate lunga. Black e Hermione stanno assieme.» disse Draco senza alcuna remora.

«Già, e tu la tua fidanzata dove l’hai lasciata?» disse Sirius entrando nella cucina.

«Non è un tuo problema.»

«Sirius Black quanto tempo intendevi far passare prima di dirmi di lei.» disse Andromeda fissando il cugino.

«Aspettavo che arrivassi, so che non vi siete mai conosciute.»

«Sì, ho sempre e solo sentito parlare di lei, quando la posso vedere?»

«Sta scendendo.» disse con fare noncurante prendendo in braccio il piccolo Teddy.

«Lily mi stava dicendo che ha avuto due giorni molto pesanti… se è stanca, possiamo rimandare a domani.» disse lei.

«Sì, ho spiegato che la stavi aiutando a disfare le valige…» disse Lily per spiegare la situazione.

«… e che forse non vi avremmo visto a cena perché era molto stanca.» terminò James con un ghigno malandrino.

«Meglio preparare la tavola.» commentò Sirius ridacchiando.

«Ciao Teddy!» disse Hermione allegra entrando nella sala da pranzo.

«Herm.» disse il piccolo correndole incontro.

«Quanto sei cresciuto. Tonks, Remus. Come va?» disse poi salutando i genitori del piccolo Teddy.

«Tutto apposto grazie.» rispose Dora.

«Mezzosangue.» disse Draco ridacchiando. «Pensavamo fossi a letto, stanca morta.»

«Malfoy sempre simpatico.» replicò lei guadagnandosi un’occhiata di approvazione da Sirius. «Come mai già qua?»

«Colpa nostra.» disse Remus. «Devo essere a Hogwarts per il primo dell’anno di mattina presto.»

«Tra poco sarà pronto meglio darsi da fare se volete mangiare.»

«Non dirmi che hai cucinato tu Black.» disse Lucius con uno sguardo di disgusto.

«Pensa a mettere le posate a tavola, poi penseremo al cibo.» replicò lui.

«Per fortuna ce ne andiamo subito dopo anno nuovo.» disse Malfoy Senior guardandosi intorno.

«Andromeda lei è Hermione.» disse Sirius ignorando Malfoy.

«Finalmente ho la possibilità di conoscerti. Ho sentito spesso parlare di te.»

«Il piacere è tutto mio.» disse Hermione imbarazzata.

«Lei è l’unica Black, oltre lo zio Alphard, che ho sempre adorato.» disse Sirius con un ghigno.

«Se pensi di cavartela con così poco cuginetto…»

«Non temere ho preparato un dolce speciale.»

«Come se avessi intenzione di rischiare un indigestione.»

«Non ne mangerai nemmeno un pezzo. Hermione ti potrà confermare che è buonissimo!»

«Oh e non solo…» disse Lily con un ghigno. «Potrà anche confermarti che il grembiule gli dona.»

«Caspita e voi sareste degli amici?» disse mettendo il broncio quando vide anche Hermione ridacchiare.

«Povero cucciolo…» disse Hermione abbracciandolo forte.

Fortunatamente Lily e Remus avevano preparato qualcosa da mangiare altrimenti sarebbero andati avanti a discutere per ore. Nonostante tutto la serata passò tranquillamente e senza troppi “incidenti”.

Sirius non perdeva d’occhio Hermione, che aveva fatto sedere tra lui e Andromeda, cui raccontava le vecchie storie di famiglia che avevano fatto ridere perfino Narcissa. Draco era molto divertito dal comportamento di Sirius e già pregustava il divertimento di quel periodo in casa Black.

Dopo cena riuscì a beccarla lontano da Sirius e le chiese com’erano andate le feste di Natale in famiglia. Aveva notato il malumore durante il pranzo di Natale a casa Tonks ed era curioso di sapere cosa fosse accaduto.

Hermione ne approfittò per mettere in chiaro che non avrebbe tollerato le loro liti e le loro scaramucce. In più avevano gli esami e dovevano concentrarsi sullo studio.

Ma prima di pensare ai libri c’era una festa da organizzare e una casa da sistemare. Grimmauld Place era chiusa ormai da anni e solo poche stanze erano agibili. I giorni passarono tra pulizie e pranzo take away cinese.

Sirius e James adoravano letteralmente il cinese, Harry e Hermione gli avevano letteralmente fatto il lavaggio del cervello. Ci andavano spesso e prendevano di tutto. I Malfoy, così come Andromeda, Remus e Tonks erano parecchio perplessi all’inizio, ma presto si adeguarono anche loro.

Draco non ci aveva nemmeno pensato a dimostrarsi contrario all’idea. Sapeva perfettamente che Hermione non avrebbe desistito, quindi tanto valeva non lamentarsi. Si era divertito parecchio nel vedere il padre armeggiare con le bacchette.

Quei giorni erano stati davvero magnifici, e se non fosse stato per la situazione in cui erano coinvolti, sarebbe stato anche meglio. Ma finalmente era arrivato l’ultimo giorno dell’anno e i preparativi erano completi. Nel pomeriggio arrivarono Harry e Ginny con Ron e Luna. Prima di cena poi sarebbero arrivati i gemelli e Charlie.

Molly aveva mandato qualcosa di pronto nel timore che non avessero abbastanza da mangiare.

Hermione stava indossando il vestito che aveva comprato poco prima di Natale. Il vestito scelto era un abito che arrivava a mala pena a ginocchio. La gonna plissettata da bianca, passava al grigio fino ad arrivare al nero del corpetto, costituito da due fasce che s’incrociavano al centro del petto, per salire una sulla spalla sinistra e l’altra dietro la schiena.

La fascia sulla spalla era ricoperta da tre roselline dello stesso tessuto che riprendevano i colori del vestito. Le calze color carne avvolgevano le gambe, ai piedi delle decolté nere. I capelli erano tenuti in alto da delle forcine sormontate da perle argentee, in modo da permettere ad alcuni boccoli da ricadere sulle spalle.

Lily e Ginny avevano optato per dei tubini neri molto semplici ed eleganti. Andromeda e Narcissa avevano indossato dei vestiti molto eleganti e perfetti per le sorelle Black. Gli uomini invece erano tutti in abito da cerimonia.

Avevano optato per una festa distinta. E perfino Luna e Tonks, nel loro stile, erano pregevoli.

Quella si che era una vera festa. Si stavano divertendo tutti da matti, il clima informale imposto da una cena in piedi permetteva la conversazione, come piccoli balli. Più che altro ad uso e consumo di James Potter che non perdeva occasione per far ridere tutti quanti.

Si stava avvicinando il brindisi della mezzanotte, e Sirius aveva provveduto a tenersi stretta Hermione a sé, dato che il biondo stava facendo di tutto per irritarlo. E poi non avrebbe mai più permesso a nessuno di mettersi tra loro due.

Si Sirius Black aveva capito la lezione. Hermione era il suo tesoro più prezioso e niente al mondo poteva allontanarlo da lei.

«Ragazzi mancano solo cinque minuti.» dissero Fred e George in coro correndo a prendere un po’ dei loro speciali fuochi.

«Non vorrete sparare quei fuochi in pieno centro a Londra?» chiese Hermione preoccupata.

«Andiamo chi vuoi che ci faccia caso. Tutti festeggiano con i fuochi d’artificio.» disse Fred.

«Sì ma questi sono magici!»

«Oh grazie per averlo ammesso.» replicò George felice di poter ribaltare la situazione a suo favore.

«Sirius pensaci tu a tenere buona la prefetto Granger.» disse Fred con un ghigno.

«Con piacere.» disse Sirius abbracciandola stretta.

«Bene andiamo a preparare!» disse George.

«Vengo a darvi una mano.» disse James felice come non mai.

«Mancano solo due minuti…» disse Remus osservando l’orologio.

Erano tutti riuniti nel cortile interno ricoperto di neve e con addosso ai mantelli aspettavano l’arrivo della mezzanotte per brindare al nuovo anno e festeggiarlo con i fuochi magici dei gemelli.

Quello era sicuramente il migliore dei capodanno mai festeggiati da Hermione, in più c’era Sirius con lei. Mancava solo un minuto quando qualcuno suonò alla porta. Sirius andò a vedere chi fosse a quell’ora.

Quando aprì la porta con la bacchetta sfoderata, pensò a un buffo scherzo del destino.

«Possiamo?» chiese Jane Granger.

«Certo, accomodatevi.» rispose atono. «Siamo tutti sul retro, tra un po’ scocca la mezzanotte. Scusate ma non vi aspettavamo.»

«Abbiamo provato a chiamare Hermione, ma non siamo riusciti a trovarla.» spiegò Jane che si guardava intorno piuttosto intimorita.

«Mi scuso per il gusto del macabro della mia famiglia.» disse Sirius per giustificare le teste degli elfi appesi al muro del buio corridoio.

«Non vi abbiamo disturbato?» chiese, con una strana inflessione della voce, Scott Granger.

«Nient’ affatto. Se avessimo saputo che volevate partecipare ci saremmo organizzati meglio.»

«Come dire è stata una cosa decisa all’ultimo.» spiegò Jane imbarazzata.

«Sono le migliori decisioni. Prego da questa parte.»

«Sirius…» disse Hermione andandogli incontro per dirgli che mancavano pochi secondi, ma quando vide i genitori dietro di lui rimase senza parole.

«Non siamo in ritardo?» chiese Jane abbracciando la figlia.

«No, giusto in tempo. Se non ci sbrighiamo, perdiamo lo spettacolo.»

«10…9…8…» James stava facendo il conto alla rovescia. «…7…6…5…4…»

«…3…2…1…Auguri.» dissero poi tutti assieme.

✎ Info & Co.

Care lettrici l’ultimo capitolo… per quest’anno ovviamente!

Grazie, grazie, grazie. Siete sempre di più e la cosa mi fa immensamente piacere. 56 persone seguono questa storia e ho totalizzato quasi 2000 visite. Quando ho iniziato a scrivere questa storia non avrei mai pensato un simile successo. Il mio primo esperimento non è andato molto bene e non ero molto positiva, ma grazie a voi che leggete e commentate mi avete regalato un bellissimo finale di anno. Grazie.

Ops i Granger sono arrivati a Grimmauld Place, che Jane abbia “imparato” l’imperius? Mah in ogni caso sono tutti là :)

Colgo l’occasione per farvi gli auguri di buon anno nuovo.

Aspetto numerosi commenti!
Jalilah♔ .

©Tutti i personaggi sono stati creati da J.K. Rowling.

Storia modificata nel 2014. Tutti i capitoli sono oggetto di sostanziose modifiche, tagli e correzioni.

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Capitolo 21
*** Il giorno buono per agire. ***


Capitolo 21.

Il giorno buono per agire.

La mezzanotte era ormai passata. Tutti si stavano scambiando gli auguri e solo i più giovani sembravano intenzionati ad andare avanti a festeggiare. Andromeda era salita a controllare il piccolo Teddy. Nel piccolo cortile interno i Weasley più James Potter giocavano con fuochi magici. Remus e Dora dopo aver fatto gli auguri a tutti e salutati i genitori di Herm sparirono, così come i Malfoy.

Nel salotto Herm e Sirius parlavano con i suoi genitori.

Stavano tentando di convincerli a restare per la notte. Hermione con pochi colpi di bacchetta aveva trasfigurato il divano in un letto e dopo aver evocato coperte e lenzuola pulite, si voltò perché si era sentita osservata. Sirius ridacchiava, i genitori la guardavano allibiti. Raramente l’avevano vista far magie.

«Che succede?»

«Facile la vita, eh?» commentò con un sorriso sincero Jane. «Son tutti bravi con una bacchetta.»

«Beh il letto c’è, il fuoco è perfetto, dovete solo addormentarvi.» concluse con semplicità.

«Qualcos’altro?» Chiese ironicamente Scott.

«A meno che non vogliate uscire a far festa…» rispose Hermione.

Era piuttosto strano per lei passare del tempo con i genitori, specie con il padre. Il loro ultimo incontro non era stato tranquillo. Era evidente che cercava di evitare in ogni modo Sirius. Lui invece, forse abituato all’indifferenza, non ci aveva minimamente fatto caso e aveva accolto gli ospiti in casa. Se era stato gentile con i Malfoy perché non con l’uomo che lo detestava cordialmente?

Jane Granger era molto felice di essere la, vedere la figlia far magie poi era stato emozionante. Raramente in casa con loro aveva usato la bacchetta. Ed era chiaro come non mai che la magia era parte della sua vita. Aveva osservato attentamente Sirius, che si dava da fare per metterli a loro agio, parlando con loro e presentandogli amici e parenti. E poi era difficile non notare con quanta familiarità e intimità lui e Hermione si relazionavano. I sorrisi più belli erano sempre per lui. E lui la guardava ammirato, non si perdevano mai di vista. In definitiva aveva fatto bene a portare fuori di casa quel vecchio orso brontolone di suo marito. Era il modo migliore per fargli capire quanto il mondo della magia, e Sirius, fossero importanti per la loro bambina. Sicuramente le discussioni non sarebbero mai finite, ma forse all’orizzonte c’era un po’ di pace, per tutti.

Durante la mattinata erano stati raggiunti da un ministro della magia, avvolto in un pesante mantello nero, piuttosto preoccupato. Era andato a controllare di persona lo stato delle cose a Grimmauld Place. Quello che non si aspettava era di trovare una battagliera Hermione Granger decisa porre fine alla questione nel minor tempo possibile. Da più di un’ora discuteva sulla necessità di intervenire in modo diretto.

«Non possiamo aspettare che vengano a cercarci ancora una volta. Non potete dirmi che solo io la penso così.» Disse guardando prima Harry e Ron, poi Sirius che ridacchiava allegro beandosi alla vista dello spirito battagliero della sua donna.

«Hermione cerca di capire, siete dei civili e non siamo più in stato di guerra.» disse per l’ennesima volta Kingsley.

«Guerra o no qua si tratta di coscienza civica, non è pensabile che noi restiamo a guardare. Harry, Ron?»

«Non c’è da chiederlo.» risposero quasi in coro i due.

Hermione sorrise grata.

«Anch’io e Sirius non resteremo certo a guardare.» disse James.

«Dannati Grifondoro, non guardate me.» borbottò Draco scontroso.

«Tranquillo bel biondino non ti chiederei mai di rischiare la tua faccia.» disse Sirius con un ghigno perfido. «Che lo vogliate o no, ci saremo anche noi sul campo.»

«Vi caccerete in un mare di guai. Spero paghiate bene i vostri avvocati.» disse il ministro con sarcasmo.

«Tranquillo abbiamo i migliori. Qualcosa da bere?» chiese poi Sirius.

«Siete dei pazzi incoscienti.» ribadì il ministro come a voler chiarire la sua idea.

«Su, su abbiamo fatto di peggio. Tienici informati.» rispose James sorridendo allegro.

«Ci manca solo che si venga a sapere del mio coinvolgimento.» borbottò il ministro in risposta a James.

«Beh io contatto Dung.» disse Sirius «Certamente lui avrà qualche informazione utile. Malfoy i tuoi contati che dicono?»

«Ancora nulla.» rispose Malfoy Senior.

«Aspettano che vi facciano la pelle?» chiese con sarcasmo Harry.

«Herm, tesoro è proprio necessario che anche voi vi immischiate in questa storia? Avere rischiato molto l’ultima volta, se non sbaglio.» disse Jane preoccupata.

«Ecco mezzosangue dai retta a tua madre per una volta.» disse Draco con un ghigno.

«Senti nessuno ti ha chiesto di far qualcosa. In ogni caso è tardi per tornare indietro.» replicò lei.

«Allora perché non sei entrata anche tu negli auror? Perché non capisci che è pericoloso.» disse Draco.

«Se non lo avessi notato, siamo comunque in pericolo.»

«Basta prendere le cose dal lato giusto.» propose il giovane Malfoy.

«E sarebbe?» domandò Hermione scettica, già sapendo quale fosse il lato giusto per il biondo.

«Non se ne parla, lasciare il divertimento solo agli auror?» disse Sirius ridacchiando.

«Se fossi al posto tuo, mi terrei la mezzosangue a casa.» replicò Draco stizzito.

«Fortunatamente ci sono io. Lei è una strega di prim’ordine e sa usare la bacchetta meglio di te.» disse Sirius quasi ringhiando.

«Arrangiatevi.» disse Draco lasciando la stanza.

«Dannato furetto, ora mi sente.» disse Hermione seguendolo fuori.

«Malfoy piantala di fare il principe che deve salvare la donzelletta. Non ne ho bisogno.» disse con voce dura.

«Certo come no. Ricordamelo quando qualche pazzo ti farà del male. Non mi sono scorzato di cosa è accaduto, sai? Black può fare l’imbecille, ma sono io che ti ho sentito urlare quel maledetto pomeriggio.» disse avvicinandosi a lei e pronunciando quelle parole con voce bassa e minacciosa.

«Draco non è colpa tua, basta! Forse Sirius non sa, ma può capire cosa vuol dire. Non ho intenzione di tirarmi indietro.»

«Andiamo abbiamo gli esami non possiamo pensare di passare il nostro tempo a dar la caccia a quei pazzi.»

«Come se fosse la prima volta.» disse Hermione ridacchiando mentre ricordava i bei tempi di Hogwarts, dove ogni anno accadeva qualcosa.

«Ecco appunto quei due ti hanno rovinato.» disse Draco scuotendo la testa davanti a tutta quella ostinazione.

Intanto i due avevano lasciato una bomba innescata senza saperlo. Nel salotto Sirius borbottava contro la stupidità di certi individui, James gli dava man forte, Lucius Malfoy sogghignava perfido e Scott Granger si chiese cosa volessero dire certe parole.

Hermione qualche volta aveva accennato ai motivi che avevano scatenato la guerra tra i maghi, ma non aveva mai saputo i dettagli di quella storia. Senza contare che Black era davvero furioso.

Nemmeno quando lui lo aveva provocato, lo aveva visto cedere, ma ora sembrava proprio infuriato.

«Giusto per capire, che cosa vuol dire mezzosangue?» chiese infine.

«Vuol dire che una manica di idioti pensa di aver il diritto di sentirsi superiore per nascita. Molte famiglie magiche, i cosiddetti purosangue, pensano che i maghi provenienti da famiglie non magiche non debbano essere parte del mondo magico.» disse James tentando di essere esaustivo.

«Tutte cavolate, Hermione come molte altre streghe e maghi di origine babbana sono tra i migliori.» disse Sirius rivolto a Lucius Malfoy che fischiettava indifferente.

«Casi.» rispose laconico.

«Casi, certo. Se ne sei convito tu. Intanto quella mezzosangue vi ha fregato tutti.» disse Sirius con disprezzo a Malfoy, ricordandogli lo scherzetto di Hermione quando erano stati catturati.

«Black sei libero di insudiciare il tuo nome, ma non puoi imporre agli altri di adorare i mezzosangue.»

«Se avessi voluto insudiciare il mio nome, avrei seguito la tradizione di famiglia.» rispose lui.

«Sirius, basta. Il sangue che è stato versato, da entrambe le parti, è tanto. La società magica è libera dalla paura, è già un grande passo, no?»

«Fate come volte. Quando partiamo?» chiese poi a Remus.

«Credo sia meglio il prima possibile.» rispose Lupin serio osservando il suo amico pronto a saltare al collo di Malfoy.

«Bene.» disse Lucius uscendo dalla stanza.

«Di cosa parlate?» chiese Scott, che voleva sapere tutto.

Harry e Sirius si guardarono indecisi su cosa e come spiegare ciò che era accaduto qualche anno prima.

«Come sapete Voldemort voleva liberare il mondo magico da tutti quelli che lui, e i purosangue, riteneva indegni.» disse Harry. «Lui e i suoi seguaci hanno ucciso molte persone. Due anni fa c’è stata la battaglia finale.»

«Si tutto questo lo so già, a cosa ti riferivi con quel “fregato tutti”?» chiese Scott Granger a Sirius.

«Beh non è un mistero, i Malfoy sono sempre stati dei sostenitori della causa.» cominciò Sirius. «Qualche mese prima dello scontro finale riuscirono a catturare i ragazzi. E…»

«Sirius…» disse il Kingsley interrompendolo.

«E prima di convocare Voldemort.» riprese Sirius quasi seccato per l’interruzione. «Che voleva uccidere Harry hanno chiesto alcune informazioni.»

«Hanno scelto Hermione proprio per le sue origini, ma nonostante tutto è riuscita a raccontare una storia falsa e poi siamo riusciti a fuggire.» concluse Harry con imbarazzo.

I Granger li guardavano sconvolti per quel che avevano scoperto.

«Non dovete preoccuparvi, Hermione è una strega eccezionale.» disse Luna con il suo solito modo di fare. «Lei è forte e coraggiosa, come Harry e Ron, se non vi ha detto nulla lo ha fatto solo per non darvi altro dolore. Abbiamo sofferto tutti.» concluse con un sorriso sincero.

«Chi è stato?» chiese con voce adirata Scott Granger.

«È morta.» rispose Sirius con un ghigno perfido.

Scott Granger e Sirius Black non sarebbero mai andati d’accordo, ma chiunque facesse del male a Hermione era un loro nemico, e percepire quella determinazione nella voce era quasi rassicurante.

«Ma se questi mangiamorte sono stati sconfitti, chi è che vi minaccia ora, e perché sono coinvolti anche i Malfoy?»

«Hanno tradito la causa.» spiegò Harry. «In molti si son avvicinati alle sue fila, ma quando hanno compreso cosa volesse fare e in che modo hanno avuto paura, o semplicemente erano disgustati.»

«Ma è un genere di servizio che si presta a vita. Per chi si ritira c’è la morte.» aggiunse Sirius.

«Il primo bersaglio siamo noi che abbiamo combattuto in prima linea, poi ci sono le famiglie, come i Malfoy, che hanno tradito la causa permettendomi di sconfiggere Voldemort.»

«In che modo ti hanno aiutato?»

«Narcissa Malfoy sapeva che la maledizione non mi aveva ucciso, ma ha deciso di mentire.»

«E ora volete combattere anche contro di loro?» chiese Jane.

«Ha ragione Hermione, non possiamo restare a guardare. Non lo abbiamo mai fatto.» disse Ron con un sorriso.

«Se solo ripenso a tutte le lettere mandate dalla McGranitt.» disse Jane concedendosi un lieve sorriso. «Immagino che non dovrei stupirmi, no?»

✎ Info & Co.

Chiedo scusa per il ritardo con cui pubblico. Spero di aver ripagato ampiamente l’attesa. Scott e Sirius non saranno mai amici, ma vogliono bene ad una persona speciale… che al momento ha intenzioni bellicose .

So che forse sarebbe più un gesto da Harry, ma ha le sue buone ragioni… e presto le spiegerà.

In veste di Befana, solo per oggi XD, vi porgo questo piccolo regalino… siate buone poco carbone :p.

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Storia modificata nel 2014. Tutti i capitoli sono oggetto di sostanziose modifiche, tagli e correzioni.

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Capitolo 22
*** The New Order of Phoenix. ***


Capitolo 22.

The new Order of Phoenix.

Quanta verità c’era nelle parole di Jane Granger? Tantissima.

Il trio, anche se aveva scelto strade differenti, sarebbe rimasto sempre unito. In tempo di pace e a maggior ragione in battaglia. Ed era il caso di aspettarsi di tutto. Molti potevano pensare che la nuova e battagliera Granger fosse stata portata sulla cattiva strada dal suo fidanzato. Peccato che pochi tengano conto del fatto che lei era sempre stata una donna di grandi battaglie, proprio come quella per i diritti degli elfi domestici. In fin dei conti era semplice accusare “il malandrino” della situazione.

Ma a Sirius non interessavano le chiacchiere. E poi al momento era impegnato a trovare quella canaglia di Dung. Lui e James erano in giro, come ai vecchi tempi. Mantelli scuri e cappucci calati sul volto giravano per le viuzze di Notturn Alley. Chiacchieravano del più e del meno, o meglio James si stava informando sui rapporti con i genitori di Hermione.

«Allora Felpato?» chiese stufo di risposte vaghe.

«Mi adorano sopratutto Scott.» rispose ironico.

«Sul serio vanno meglio le cose? Andiamo da Natale almeno qualcosa è cambiato?»

«Si che con Hermione va alla grande!» disse con un sorriso sornione evitando la domanda principale, Scott Granger.

«Non avevo dubbi. Risponderai mai seriamente?» chiese James testardo.

«Che ti devo dire, per lei mi farei andar bene anche Lucifero in persona.» rispose infine Sirius.

«Quindi non va meglio…» commentò James traducendo le parole dell’amico, in un certo senso dispiaciuto per lui.

«Beh almeno ha smesso di insultarmi davanti a tutti.»

«Vero, a tratti ha quasi sorriso gentilmente, ma forse immaginava di strozzarti.» commentò James ridacchiando.

«Che idiota, è dire che ti sopporto dai tempi di Hogwarts.»

«Dai pensa se saresti finito a Serpeverde con Mocciosus. Non sono meglio io?» chiese con aria da cucciolo.

«Come fa Lily a sopportarti?»

«Mi ama.»

«Ahah sei tremendo. Povera Lily. Occupati della tua donna.»

«Figurati se mi dimentico di Herm.»

«Ehi guarda là, c’è Dung!» disse James felice.

Finalmente la loro caccia stava per terminare.

«Ok divertiamoci, manovra diversiva. Io passo da dietro. Ci vediamo tra un minuto.» disse Sirius.

«Ok, io gli blocco la strada da qui.»

E detto questo si divisero per bloccare Dung in un vicolo.

Non che Dung avesse problemi nel parlare con due vecchi amici, ma in quel modo era più divertente. Esistono molti modi per far qualcosa, per i malandrini era d’obbligo farlo nel modo più divertente. Quando Dung si accorse dello strano tipo che lo seguiva e che lo aveva condotto in un vicolo chiuso, era troppo tardi per scappare. Poteva essere chiunque, anche uno di quei maledetti creditori.

«Ehi Dung si salutano così i vecchi amici?» disse Sirius appoggiato a un muro del vicolo con il cappuccio abbassato.

Ridacchiava perché Mundungus si guardava intorno in cerca di una via di fuga. Non li aveva riconosciuti.

«Cavoli pensavo foste gli scagnozzi di quei dannati creditori. Che posso fare per voi?» rispose sollevato.

Non che incontrare Sirius Black in un vicolo del quartiere oscuro fosse motivo di gioia.

«Ci vuole così poco per farci felici, peccato che non tutti la pensino come te!» rispose James allegro.

«Hai saputo delle aggressioni?» disse Sirius avvicinandosi a lui.

«Gran brutta storia.» disse con aria contrita, quasi a voler partecipare al loro dolore.

«Già ci chiedevamo se per caso ti fosse arrivata qualche voce…» replicò James.

«Come ai vecchi tempi.» rispose Dung con un ghigno.

«Esatto… allora?» insisté Sirius.

«Amico mi servono un paio di giorni…» tentò di spiegare.

«Sai dove trovarci.» disse Sirius dando una manata alle spalle di Dung che lo fece quasi sprofondare.

«È stato un piacere rivederti.» aggiunse James salutandolo.

Detto questo sparirono nel nulla diretti a casa.

James e Lily presto sarebbero dovuti andare a Hogwarts insieme ai Malfoy.

James e Sirius si erano già organizzati con i loro magici specchietti in modo da comunicare senza essere scoperti. Certamente si stavano divertendo da matti, un pò meno Lily che doveva sorbirsi il marito sovreccitato come un bambino per Natale.

La McGranitt sarebbe stata felice di ritrovare il suo alunno preferito!

Intanto a Grimmauld Place si faceva il punto della situazione. Come in uno strano gioco del destino pian, piano incominciarono ad arrivare molti dei membri dell’ordine della fenice. Tutti erano informati sulle aggressioni e sui possibili pericoli. Fu naturale ritrovarsi tutti là.

Nel giro di poche ore avevano analizzato i fatti, stabilita una linea di condotta e inviato in messaggio al ministro tramite la preside di Hogwarts.

La base si stava mettendo in moto.

Per non destare sospetti con un via vai di maghi in Grimmauld Place avrebbero usato patronus e quadri. In più Arthur Weasley avrebbe fatto da canale ufficiale di comunicazione con l’esterno.

Hermione, Harry e Ron erano il centro di quelle attività. Informazioni, chiacchiere e pettegolezzi erano messi sotto la lente d’ingrandimento. Costantemente.

In un momento di pausa dopo pranzo Hermione era in cucina che si preparava del caffè. Doveva studiare, oltre che organizzare insieme con gli altri il lavoro di sorveglianza.

Era passata più di una settimana, ma non avevano ancora notizie da Mundungus tanto che Sirius stava pensando di uscire e cercarlo nuovamente.

Qualcosa al momento però lo tratteneva a casa. Erano, per la precisione, gli occhi cerchiati da ombre della sua Hermione. Era stanchissima e faceva troppe cose.

«Hermione che ne dici di mettere via quella tazza di caffè e farti un sonno decente?»

«Guarda che è anche colpa tua se la notte non dormo.» rispose lei maliziosa.

«Appunto, visto che la notte è dedicata a me… dovresti riposare il pomeriggio visto che studi, ti occupi delle informazioni che arrivano…» disse abbracciandola.

«Fino a che non termina la sessione degli esami, non potrò concedermi nessun riposino extra.»

«Non ti azzardare a levare del tempo a me.» disse quasi con tono minaccioso.

«Come se me lo permetteresti…» disse ridacchiando.

«Ecco, brava.» disse baciandola. «Ora però ti porto a dormire, e senza troppe storie. Ne hai bisogno.» disse caricandosela sulle spalle e portandola in camera loro.

Tutti i presenti nella sala da pranzo che si stavano gustando un momento di relax di quella domenica pomeriggio di metà gennaio non fecero troppo caso a quei due.

Si erano abituati da qualche tempo alle stranezze del padrone di casa e anche a quello strano amore.

Mentre i piccioncini dormivano, arrivò un preoccupato Mundungus che chiedeva asilo politico. Qualcuno non aveva gradito le sue domande e aveva alcuni tizi alle calcagna. Ora era al sicuro, peccato che il padrone di casa era impegnato.

Vista l’incertezza, decise di stabilirsi comunque là, in memoria dei vecchi tempi.

Quando chiese notizie di Sirius, venne anche informato del fatto che aveva una ragazza, e che al momento era impegnato con lei.

«Black è un grande, ha davvero la metà dei suoi anni? Quella vecchia canaglia.» disse lui ammirato.

«Ehi bada come parli.» disse subito Ron offeso.

«Manco fosse tua sorella.» rispose quello.

«Dato che è come se lo fosse pensa bene a quello che dici, specie in presenza di Sirius. Sempre se ci tieni alla tua pellaccia.» replicò Ron.

«Come credi amico. Vengo qua in pace, ho alcune informazioni per Black.» rispose sedendosi in poltrona e accendendosi la pipa.

Bastò un’occhiata di Molly per fargliela spegnere. Eh sì come ai vecchi tempi.

«Sentivo una strana puzza.» disse Sirius ridacchiando. «Che cosa ti porta qua Dung?»

«Ehi ma tu non eri impegnato?» chiese quello riprendendosi dal torpore.

«Bada come parli.» rispose minaccioso.

«Uff capito… il sarcasmo non abita più da queste parti.»

«Allora hai scoperto qualcosa immagino.» disse Sirius accomodandosi in poltrona pronto a sentire le notizie.

«Ci puoi giurare. Siete in un bel guaio; a qualcuno non va proprio giù che respiriate ancora.» commentò lui imprecando subito dopo.

«Dung…» disse Arthur paziente placando le ire della moglie per quel linguaggio da osteria di terz’ordine.

«Mi hanno seguito per un pezzo. E quello che ho scoperto è pochissimo.»

«Beh per ora ce lo faremo bastare.» commentò Harry seduto accanto a Sirius.

«Hermione non la chiamiamo? Si arrabbierà parecchio…» disse Ron.

«Ha bisogno di riposare. La informerò io quando si sveglia.» rispose Sirius tranquillo. «E non vi azzardate a fare battute.» disse sorridendo malandrino quando colse lo sguardo che si scambiarono Harry e Ginny.

«Signori si tratta di ex-mangiamorte ridotti in miseria dal ministero, traditi dai Malfoy, che alla prima occasione hanno spiattellato tutto.» rispose Dung osservando il giovane Malfoy.

«Wow e rischi la morte per questo?» chiese Draco schifato da quell’individuo.

«Bel biondino vacci piano. Questo era solo l’anticipo.»

«Che vuoi Dung?» chiese Sirius un po’ seccato e un po’ sollevato. Finalmente si era arrivati al dunque della questione.

«Ospitalità fino a che non si calmano le acque.»

«Ti hanno cacciato da quei buchi rognosi in cui di solito ti nascondi?» chiese simpaticamente Kreacher.

Quando Dung riconobbe l’elfo, fece un salto di tre metri.

Sirius, Harry e Ron ridacchiarono per quella reazione. Ah Hermione ne sarebbe stata felice, Kreacher si stava riscattando agli occhi di Sirius. Quel vecchio elfo era velenoso.

«Simpatici a farmi trovare quel vecchio e pulcioso elfo per casa. Credevo volessi liberartene.» disse poi a Sirius.

«Scherzi, Hermione non approverebbe.» disse lui serio.

«Dung parla o dobbiamo chiedere una mano a Kreacher in modo che ti sciolga la lingua?» commentò sarcastico Harry.

«Dannazione Potter, questa volta ho fatto del mio meglio. In nome dei vecchi tempi.»

«Lo sappiamo, per questo potrai restare qua.» disse Sirius sorseggiando l’idromele.

«Ora si ragiona. Dunque pare si riuniscano fuori Londra, e hanno intenzione di uccidervi tutti. Hanno qualche infiltrato al ministero. A quanto pare a qualcuno non piace il nuovo ministro e cercano un modo di sovvertire l’ordine.» spiegò Dung.

«Oh ma che bello.» commentò Ron.

«Sì ma sono pochi e disorganizzati. Mi sembra che vi abbiano fatto molto poco, no?» proseguì cercando di accendere la pipa.

«Esatto. Sai quando intendono attaccare il ministro?» rispose Harry.

«No, stanno aspettando il momento opportuno.»

«Perdenti. Ci sono infiltrati tra gli auror?» chiese Sirius.

«Non lo so, non possiamo escluderlo.»

«Domani parlerò con Kingsley, sicuramente sarà già al corrente della minaccia. Ci pensi tu a informare Hogwarts?» disse Athrur un po’ perlplesso.

«Sì ora aggiorno il caro Phineas. Sarà felice di fare quattro chiacchiere con me.» rispose Sirius con un ghigno.

✎ Info & Co.

Eccomi qua! Prima di quanto sperassi, il  capitolo non è lunghissimo, ma ci sono comunque novità. Grimmauld Place sta diventando un ostello, ci va chiunque . … vi avviso che sono disponibili ancora poche camere… affrettatevi!!!

Scherzi a parte, grazie mille per le vostre recensioni, consigli e note. Come sempre se volete chiedere qualcosa sono qua a vostra disposizione!

Grazie a chi legge… grazie di cuore sapere che siete tanti (per i miei standard) mi riempie di gioia.

La storia sta per giungere al termine :( e un po’ mi dispiace, ma ho bisogno di dedicarmi anche ad altro e staccare un poco.

Aspetto numerosi commenti!
Jalilah♔ .

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Capitolo 23
*** Time to Action. ***


Capitolo 23.

Time to action.

Sirius era nel salotto a chiacchierare con il suo figlioccio. Parlavano di Hermione. Erano entrambi preoccupati per lei. Studiava troppo e si dedicava anima e corpo anche alle attività dell’ordine. Purtroppo le cose sembravano lentamente peggiorare. Attraverso molti maghi sparsi per tutta l’Inghilterra avevano ricevuto notizie poco confortanti. Un pò in tutto il paese si verificavano aggressioni, strane rapine e furti. Per non parlare di danneggiamenti e simili.

Le principali vittime erano le famiglie più in vista nella lotta ai mangiamorte.

Erano davvero delle strane coincidenze, per chi poi alle coincidenze non ci credeva affatto, leggeva un’unica regia dietro quei fatti. Avevano deciso di presentare una relazione al ministro con tutti i dati raccolti. Al ministero dovevano farsi carico di quei problemi. Per troppo tempo ci si era adagiati sugli allori ignorando i problemi. Quello stato di cose durava da troppo tempo.

Forse aveva ragione Hermione quando aveva motivato la sua idea con “la coscienza civica”, che era fondamentale per evitare  che il problema diventasse ingestibile.

Nessuno poteva sognare di cancellare disuguaglianze e ingiustizie, ma non ci si poteva arrendere.

E con questo spirito Hermione andava avanti da giorni.

«Non aveva un’aria così stressata dal terzo anno quando seguiva tutti i corsi con la giratempo.» disse Harry. «Non è che la usa ancora?» chiese con un sorrisino malizioso.

«Sciocchezze, non ha nessuna giratempo. Le parlerò più tardi, nuovamente.» disse Sirius in risposta.

«Dovrebbe dormire un pò la notte…» accennò Harry.

«Lo fa, dormiamo…» si fermò un attimo quando lo vide ridacchiare. «E smettila di fare il cretino. Non andiamo avanti mica tutta la notte.» disse borbottando seccato.

«Ci parlerò anch’io con lei…» disse poi Harry concedendo una tregua al padrino.

«C’è altro?» chiese osservandolo attentamente.

«Niente di che, è strano risentire certe sensazioni familiari.»

«Non avrai intenzione di lasciare Ginny, di nuovo? Sappi che le darei una mano per tagliarti la testa.»

«Tranquillo le cose sono diverse, ora. Ho meno paura, e sopratutto non sarò impegnato in un’assurda caccia al tesoro per il paese.»

«Quando avrò il piacere di vedere James nonno?» chiese con un ghigno perfido.

«Fai meno lo spiritoso…» borbottò seccato per la piega della discussione.

«Guarda che a me piacciono i bambini.» rispose sulla difensiva.

«Ecco perché ti dai da fare… Hermione lo sa?» chiese curioso.

«Che mi piacciono i bambini?» domandò facendo il vago.

«No che non vedi l’ora di averne di tuoi, almeno forse la smetterai di preoccuparti di quelli altrui.»

«È tutto tempo sprecato. Parlare con voi. Ci manca solo che mettiamo in cantiere un figlio.»

«Andiamo non mi hai mai dato una risposta seria. Figlio, sì o no?»

«Sì. Ma non ora, e quando me lo chiederà lei.»

«Le cose vanno bene tra voi?»

«Sì.»

«Tutto qua?»

«E cosa vorresti sapere? Che a letto facciamo scintille… sei peggio di James, nemmeno lui è così curioso.» disse Sirius scuotendo il capo.

«Ah ti prego risparmiami i dettagli, in fin dei conti è come una sorella per me.» disse Harry borbottando sottovoce.

«Se è tutto ok, che ci fai sveglio alle sei del mattino?» chiese Sirius scettico.

«Mi piace la tranquillità, lo sai. E poi stavo facendo quattro chiacchiere con Kreacher.»

«Andiamo bene.» disse Sirius ridacchiando. «Quando passi agli alcolici?»

«Beh perché tu non vai d’accordo con lui, non vuol dire che sia così anche per gli altri.»

«Contento tu. Che dice Ginny di quest’amicizia?» chiese prendendolo in giro.

«Scusa se non rido, niente di personale.» rispose un po’ piccato.

«Forse dovresti dare qualche consiglio a Dung. Anche ieri ha rischiato la vita a causa di Kreacher.»

«Cos’altro gli ha combinato?»

«Ha passato la cera davanti alla porta della camera di Dung e quando è uscito, si è fatto le scale di sedere.»

«Ahah io ero fermo alla zuppa di cipolle, e se permetti che spreco.» disse Harry.

«Quella piccola canaglia uno di questi giorni ci ucciderà tutti. Se solo Hermione mi permettesse di fare a modo mio…»

«Dirai alla maniera Black.» rispose Harry con un ghigno.

«L’unica cosa buona fatta dalla mia famiglia.» disse lui sogghignando perfido.

«Hai sentito papà da poco?» chiese improvvisamente serio.

«Che impressione sentire la parola papà riferita a James, e poi non chiedermelo con quel tono.»

«Volevo sapere come andavano le cose a Hogwarts.»

«Son giorni che non lo sento, ma puoi usare lo specchietto quando vuoi. Magari riusciamo a organizzare una gita a Hogwarts per il fine settimana.» propose Sirius.

«Non sarebbe male, rivedere Remus, Teddy…»

«Lasciare per un po’ questa casa.» aggiunse Sirius, altrettanto serio.

«A che ora arrivano gli altri?»

«Non prima delle dieci, Arthur non ci sarà penso. Hanno molto da fare al ministero, ma forse verrà Kingsley.»

«Il ministro in persona.»

«Alla fine credo abbia ceduto alle pressioni della McGranitt e di Arthur. Almeno così mi stava spiegando prima di cena.»

«Hn meglio di niente.»

«Non possono certo impedirci di combattere, anche se spetta a loro.»

«Una lettera dal ministero.» disse con la solita voce gracchiante Kreacher.

Harry e Sirius si guardarono perplessi, erano solo le sette del mattino. Che cosa insolita, in genere al ministero le attività iniziavano alle nove.

Sirius leggeva attentamente quelle parole e non poté reprimere un sorriso soddisfatto.

«Kingsley sarà presente alla riunione e verrà con il capo degli auror.» disse bruciando la lettera.

«Con Dalton? Accidenti o hanno preso la cosa sul serio o stanno venendo ad arrestarci.» disse Harry quasi incredulo.

Sirius rise sinceramente e di cuore.

«Meglio andare a prepararsi.» disse quando smise di ridere.

«Sì e dobbiamo richiamare tutti.» propose Harry.

Alle dieci in punto Kingsley Shacklebolt e Charles Dalton stavano facendo il loro ingresso nella sede dell’Ordine della Fenice in Grimmauld Place.

Nel giro di poche ore erano arrivati maghi da tutti gli angoli del paese. Dedalus Lux, Elphias Doge e molti dei sopravvissuti della vecchia guardia.

Con lieve ritardo arrivò anche la preside di Hogwarts scortata da James Potter. E oltre a loro ovviamente c’erano i giovani. Ron, Luna, Hermione, Ginny, un riluttante Draco Malfoy, Dean Thomas.

Molti, però, non poterono arrivare quella mattina visto il poco preavviso.

Harry, Hermione e Ron furono i primi a parlare ed esporre tutti i dati raccolti con la collaborazione di tutti i maghi presenti alla riunione. Il ministro e il capo degli auror ascoltavano attentamente.

La situazione era difficile, ma a differenza di quanto temuto da Harry non erano là per arrestarli tutti. Il capo degli auror promise collaborazione e maggior controllo.

Dopo quasi due ore di discussione la seduta fu sciolta e tutti tornarono alle normali occupazioni.

«Una mattinata spesa bene, direi.» disse Hermione a Sirius.

«Sì e pare che tutti abbiano deciso di liberare la casa.» disse guardandosi intorno.

C’era silenzio.

«Bene ne approfitto per studiare un po’ prima di pranzo.» disse lei stiracchiandosi.

«Hermione ricordi cosa mi avevi promesso?» disse Sirius tra l’esasperato e il divertito.

Impossibile separarla dai libri.

«Sono gli ultimi giorni, promesso. Tra una settimana c’è l’esame.» disse lei accoccolandosi tra le sue braccia.

Sirius le stava carezzando i capelli. Erano nel salotto, e per la prima volta da settimane, erano soli.

Niente ordine, niente studio solo loro due.

Hermione si stava lentamente appisolando tra le sua braccia. La cosa fece ridacchiare Sirius compiaciuto. Bastavano poche carezze, o poche coccole come in questo caso, che reagiva subito.

Come la sera prima.

A differenza di quanto pensavano quei cretini con cui divideva la casa, non passavano tutte le notti a far l’amore. Spesso erano entrambi esausti e crollavano addormentati.

La sera prima Hermione dopo una cena veloce era salita in camera per fare l’ultimo ripasso al caldo sotto le coperte.

Almeno così aveva detto.

Infatti, Sirius si era ripromesso di salire a controllare cosa aveva in mente. Quando faceva la misteriosa su i suoi progetti, stava sicuramente architettando qualcosa.

Ma prima di riuscire a raggiungerla si era ritrovato impelagato in una riunione con alcuni membri dell’ordine che portavano nuove informazioni.

Quando riuscì finalmente a fuggire, una volta salito in camera l’aveva trovata addormentata con gli appunti stretti al petto e numerosi libri aperti intorno a lei.

Aveva iniziato a ritirare tutta quella roba per poi adagiarla meglio al letto. Quando pero aveva tentato di levarle i fogli di mano, si era svegliata e aveva borbottato qualcosa d’incompressibile.

Però aveva allentato la presa ed era riuscito a levarle gli appunti.

Si era fatto una doccia calda e poi si era preparato per andare a dormire anche lui.

Si era sdraiato e mente con la bacchetta spegneva la luce si voltò e la vide intenta a osservarlo. Era posata su un fianco, sorriso dolcissimo e sguardo sognante.

Si era svegliata quando era entrato in bagno. Lo aveva visto levarsi i vestiti per entrare sotto la doccia, uscire con l’asciugamano legato in vita, trafficare con la roba pulita, uscire dal bagno a torso nudo.

«Che c’è?» chiese con un sorrisino.

«Niente, ti osservavo.» sussurrò lei per risposta.

«Credevo dormissi.» disse dandole un lieve bacio.

«Si scoprono cose interessanti…» disse lei carezzandogli il viso.

«Tipo?» chiese curioso.

«Mm che hai un bel sedere, che hai un passo leggero ed elegante.» rispose lei ridacchiando.

«E dovevi spiarmi per scoprire queste cose?» chiese soffocando una risatina maliziosa.

«Com’è che dici sempre? Ah sì. Ci sono molti modi per fare le cose, il migliore di tutti è quello più divertente.»

«Hai imparato bene la lezione.» disse dandole un bacio e avvicinandola a sé.

«Sono una studentessa modello…»

«La mia preferita.» disse sottovoce catturando le labbra e insinuando la mano sotto la maglia del pigiama.

A quel gesto Hermione sorrise felice. Finalmente recepiva il messaggio… e lei aveva una bella sorpresa per lui.

E finalmente erano solo loro due, un tutt’uno.

✎ Info & Co.

Eccomi qua con un nuovo capitolo. Ora anche il ministero è al loro fianco! In tante avete chiesto notizie delle lezioni di animagus… dovrò allungare di uno o due capitoli per concludere per bene la cosa vista la curiosità :) Se avete altre richieste fate pure :p

Chi sa se arriverà mai la fine della storia, e dire che non doveva essere composta da più di dieci capitoli e sono già al ventitreesimo! Ovviamente è solo grazie a voi che seguite questa storia.

Kreacher che fa scherzi contro Dung mi sa che è un pò OCC… non so perché ma ce lo vedo a tramare contro tutti gli abitanti della casa. Tollera solo Harry, Ron e un pò Hermione solo per via del medaglione di Regulus.

Aspetto numerosi commenti!
Jalilah♔ .

©Tutti i personaggi sono stati creati da J.K. Rowling.

Storia modificata nel 2014. Tutti i capitoli sono oggetto di sostanziose modifiche, tagli e correzioni.

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Capitolo 24
*** War, Part one. ***


Capitolo 24.

War, part one.

Sirius e Hermione si stavano godendo quelle poche ore di tranquillità, che Hermione aveva passato addormentata tra le sue braccia. Verso le quattro del pomeriggio cominciarono ad arrivare quei pazzi disperati con cui divideva la casa e lo staccarono dai sui ricordi della notte prima.

Harry e Ron avevano passato alcune ore in accademia, Ginny, invece, era di turno al San Mungo.

Molly era andata a trovare zia Muriel, che aveva bisogno, di non si sa bene cosa. Nessuno temeva per la sua incolumità, ma diventava così opprimente e stressante che per zittirla era necessario, talvolta, assecondarla.

Arthur era al ministero, i gemelli a Diagon Alley e Draco Malfoy, per la gioia di Sirius, da mamma e papà, a Hogwarts per il compleanno di Lucius.

Finalmente un pò tutti avevano ripreso a fare una vita pseudo normale, ora che avevano il supporto del ministero, era tutto diverso.

Dung, al termine della riunione con il ministro e il capo degli auror, aveva accennato a informazioni su i possibili luoghi d’incontro e di ritrovo della nuova e rinata associazione di Mangiamorte, e da allora era letteralmente sparito dalla circolazione.

Nei giorni successivi erano state stabilite delle riunioni organizzative per programmare le “incursioni”. Il capo degli auror non ne sarebbe stato felice, ma non avevano intenzione di farsi da parte.

Lo spiegamento di forze era rilevante. Il capo degli auror stava organizzando in segreto delle squadre di elementi fidati.

Anche alcune reclute furono richiamate in servizio attivo, poiché due a caso, Harry Potter e Ronald Weasley, avevano fatto il diavolo a quattro per partecipare.

Si erano guadagnati un invito ad andare nell’ufficio del capo al ministero.

Trovarono la McGranitt intenta a chiacchierata con il loro capo, che dopo la riunione era rimasta evidentemente a Londra. Fuori dalla porta, invece, c’erano James e Arthur intenti a chiacchierare.

«Non siete ancora in servizio che già il capo vi richiama?» chiese James con un sorriso compiaciuto.

«Non ditelo a Molly.» disse Arthur facendo ridacchiare tutti.

«Siamo venuti per convincere il capo a farci partecipare all’azione.» spiegò Harry.

«Già niente punizione, almeno per questa volta.» aggiunse Ron.

«Fate i bravi.» disse James.

«Ci vediamo a cena.» disse Arthur.

Harry e Ron avevano appena bussato alla porta dell’ufficio di Dalton.

«Avanti, avanti.» disse la voce forte e decisa di Charles Dalton. «Sono Potter e Weasley.» disse poi alla sua ospite.

«Quando mi hai parlato di grane, non pensavo a loro due, dovrebbero essere ancora in accademia.» disse la McGranitt sottovoce.

«Buongiorno.» dissero entrambi appena entrati nella stanza.

«Sono tutto orecchie, cosa posso fare per voi?» chiese il capo degli auror osservando i due appena entrati.

«Vogliamo partecipare alle azioni.» disse Harry deciso, sapeva perfettamente che il capo degli auror era a conoscenza dei motivi di quell’incontro.

«Mm, no.» disse con semplicità quello.

«Ma non potete lasciarci fuori.» disse Ron, lievemente irritato.

«In teoria dovremo proteggervi.» replicò il capo degli auror con calma.

«Oh per favore, abbiamo affrontato di peggio.» disse Harry quasi sbuffando.

«Sì ed io ci tengo al mio posto.» replicò con sarcasmo.

«Fiato sprecato.» disse la McGranitt ridacchiando. «Son davvero contenta di non dover più aver a che fare con loro.»

«Andiamo prof non era sempre per colpa nostra, io amo la vita tranquilla.» disse Harry triste.

«No Potter, è solo nella tua natura andare in cerca di guai.»

«Tecnicamente sono i guai che hanno sempre trovato noi.» disse Ron ridacchiando.

«Weasley occhio a quello che dici, potresti rimpiangere le punizioni del professor Piton.»

Non si sa come e quando ma Minerva McGranitt da qualche tempo mostrava una sottile vena ironica e talvolta sadica.

Come non capirla quei tre, perché anche Hermione Granger era parte indissolubile di quel gruppo, avevano causato più danni in sei anni di permanenza a Hogwarts che molte generazioni di studenti.

«Signore possiamo partecipare?» chiese Harry imperterrito con voce seria.

«Potter cosa non è chiaro del concetto che voi siete sotto protezione. E come minimo se vi permettessi di partecipare mi ritroverei con mezzo ordine tra i piedi, no?» disse ridacchiando.

«Le informazioni provengono tutte dall’ordine. Direi che ci meritiamo un pò di sano divertimento.» disse Harry sbottando seccato.

«Mm direi che prima devo parlarne con il ministro.» disse con fare vago il capo degli auror facendo arrabbiare Harry e sorridere divertita la McGranitt. «In caso potrò aver l’onore di vedere il trio all’opera.» concluse con un ghigno perfido.

«Il ministro sa perfettamente che non resteremo con le mani in mano.»

«Lo so bene, dato che ha scaricato a me questa grana.» sbuffò Dalton irritato.

«Vuol dire che possiamo partecipare?» disse Ron sorridendo in direzione di Harry.

«La domanda giusta sarebbe: “Ve lo posso impedire?”.»

«Grazie signore.» disse Harry sorridendo felice. «Preside io e Sirius vorremo venire a Hogwarts per il fine settimana.»

«Solo voi due?» chiese la preside.

«Sì.» confermò Harry.

«Bene… A sabato Potter.»

«Grazie prof.»

Dopo che Harry e Ron uscirono dalla stanza la preside prese a ridacchiare.

«Caro Charlie, Kingsley ti ha scaricato una bella patata bollente.»

«Non ti preoccupare troverò il modo per ripagare il favore… C’è qualcos’altro che devo sapere?»

«Potter è la testa calda del gruppo, ma il signor Weasley e la signorina Granger sanno compensare egregiamente. Peccato che anche lei non abbia deciso di intraprendere la stessa strada.»  disse la preside fermandosi un attimo a riflettere su cos’altro aggiungere. «La signorina Granger ha davanti a se un futuro molto roseo.» terminò infine.

«A partire dal diventare la signora Black.» disse con un ghigno.

«Ah sono sorpresa quanto te. Non me lo aspettavo, ma sono felici assieme. Era dai tempi di Hogwarts che non vedevo Sirius così felice. Gli sono stai tolti dodici anni di vita.» concluse con tono severo.

«Ricordo bene quel giorno. Ero nella squadra speciale che l’ha arrestato. In quel periodo tante cose non funzionavano come si deve.»

«Sono molto soddisfatta del programma di lavoro del ministro…»

«Di cui fanno parte i tuoi pupilli.» rispose lui con lieve sarcasmo.

«Sì, e ne hanno ogni diritto.»

«Non lo metto in dubbio, ma…» replicò con tono scettico.

«Ma?» inquisì la McGranitt.

«Non capisco la vostra smania di elevarli alla gloria. Personalmente attenderò i risultati sul campo.» disse esprimendo le sue perplessità.

«Più che sconfiggere colui che non deve essere nominato? Farsi carico di enormi responsabilità. No questo non è da te!» sbottò lei incredula di sentire quelle parole.

«Troppo spesso grandi speranze si son rivelate meteore.» replicò massaggiandosi le tempie.

«Vedrai sarai talmente occupato a liberarti dalle noie che ti creeranno che non penserai più a loro come meteore.»

«Mi aspettano lunghissime giornate.»

«Suvvia se sono sopravvissuta io, ce la puoi fare anche tu. Charles non ti buttare giù prima del tempo.»

«Minerva è sempre un piacere parlare con te.»

«Quando posso, volentieri. Quasi, quasi do le dimissioni per chiacchierare tutti i giorni con te.»

«Se mai farai una cosa simile, mi assicurerò di tenerti alla larga da me.» rispose lui sorridendo.

«Ingrato.» disse la McGranitt allacciandosi il mantello.

«Per la mia prof preferita sono un ingrato? Ah questo non so se riuscirò a sopportarlo.» disse con tono fintamente offeso.

«Meno scene Dalton e non far tardi, Caroline ti aspetta per cena.» rispose dandogli una lieve pacca sulla spalla.

«Certo prof.»

«Se ci sono problemi…»

«So dove trovarti, specie per Potter e Weasley.»

«Esatto.»

Nel frattempo a Grimmauld Place faceva ritorno l’eroe. Avevano il permesso di scendere in campo.

Per tanto tempo aveva desiderato una vita pacifica, ma affrontare i nemici era quasi un bisogno fisiologico.

Harry e Ron progettavano di far “tornare” sulla retta via Hermione. Non avevano preso bene la sua decisione di non diventare auror.

Voleva coinvolgere anche Sirius, e aveva anche gli argomenti per farlo. Chi sa se facendo pressione sulla gelosia per il biondo, riusciva a convincerlo.

O forse sarebbe stato tutto inutile dato che Hermione quando prendeva una decisione, quella era.

In fin dei conti poteva fare tanto per la società magica come magiavvocato.

Kingsley era stato molto esplicito con loro tre e i piani per il loro futuro.

La verità era che lui e Ron avrebbero sentito terribilmente la mancanza della loro amica nella loro vita futura.

E a questo punto col cavolo che Sirius lo avrebbe aiutati.

Come previsto lo trovò nel salotto intento a cullare il riposo di Hermione. Poteva passare così anche un’intera giornata. Non si sarebbe mai stancato

«Ehi, ho appena parlato con la McGranitt, ci aspetta per sabato. Spero di non aver interrotto nulla.» chiese sottovoce.

«Come vedi dorme, e ho controllato non ha GiraTempo con sé.» disse Sirius parlando anche lui sottovoce. «Ron?»

«Doveva passare in negozio da George, ci raggiunge per la riunione. Dung?» chiese Harry.

«Non ne ho idea. Allora che altro ti hanno detto al ministero.»

«Abbiamo il permesso di partecipare all’azione.»

«Hn come se ci servisse. Quindi eri da Dalton?»

«Si è stato un colloquio proficuo.» disse Harry soddisfatto.

«Che ne pensi?»

«Tante cose sono diverse e mi pare che Dalton sia uno apposto.»

«Era nella squadra che mi ha arrestato.» disse con voce atona ricordando quella strana giornata.

«Non dovresti più pensarci. Ti hanno assolto, e per me lo sei stato da subito.» rispose Harry preoccupato.

«Era una semplice constatazione di fatto.» replicò senza particolare interesse per la cosa.

«Ci pensi ancora?»

«Ogni tanto. Ma ho te, lei, e da due anni James e Lily sono di nuovo qua a tenermi in salvo.»

«E Remus.»

«Remus è un santo, me, mia cugina…» disse ridacchiando piano.

«Beh sabato li rivedremo tutti.»

«Ti mancano così tanto?» chiese con lieve sarcasmo.

«Come se mancassero solo a me.» replicò a tono Harry.

«Che si fa in questi quattro giorni prima della partenza?» chiese Sirius.

«Organizziamo gli attacchi. Come ha detto Kingsley, no?» rispose Harry con ghigno perfido.

«Ero convinto che dovessimo aspettare l’invito.» disse Sirius.

«Non credo proprio. Le informazioni le forniamo noi, quindi organizziamo noi. Chi la sente poi Herm…» disse scoccando un’occhiata verso l’amica ancora addormentata.

«Meglio lasciare che dorma, ne ha bisogno.» rispose Sirius.

«Ehi ragazzi!» disse Dung irrompendo nel salotto beccandosi un soprammobile in testa da Sirius.

«Fai piano…» ringhiò Sirius.

«Scusa non sapevo che ci fosse la bella addormentata.» disse Dung allisciandosi i baffi e riponendo il sigaro in tasca.

«Fa meno lo spiritoso.»

«Tranquillo amico non te la tocco la ragazza.»

«Meglio per te…» disse Harry con un ghigno. «Potresti rimpiangere la compagnia di Kreacher.»

«Dannato elfo quando raggiunge i suoi simili?» chiese, alludendo alle teste appese nell’ingresso.

«Hermione non lo permetterà mai.» disse Sirius riprendendo a carezzare gli indomabili ricci.

«Avete già deciso la data?» chiese Dung con fare circospetto.

«La data?» chiese Sirius incerto sul senso della domanda.

Se avesse dovuto rispondere Kreacher sarebbe stata quella del suo funerale, ma per lui?

«Dai da amico… sai potrei darti una percentuale..» disse scoccandogli un occhiata complice.

«Di che parli?» ripeté un po’ seccato.

«Girano scommesse interessanti circa la vostra data di matrimonio. I più pensano che vi sposerete solo perché lei resterà in cinta. Ma io, amico, credo nel vero amore…» disse tra gli sguardi increduli dei due.

«Forse quella che rende di più, no?» disse Harry sarcastico.

«La cena è pronta. Devo andare a chiamare la signorina?» disse Kreacher apparendo nel salotto.

«La bella addormentata è qui.» disse Dung sollevandosi da terra.

Sirius con la bacchetta lo aveva fatto volare giù.

«C’è anche il ladrone… Ah se la padrona sapesse.» disse l’elfo borbottando mentre se ne andava.

«Basta così, qui è entrata gente peggiore. Arriviamo subito.» disse Sirius borbottando. «Ti raggiungo subito. Sveglio Hermione.»

«A dopo…» disse Harry uscendo nell’andito dove incontrò Arthur, James e la McGranitt.

«Herm, è ora di cena.»

«Cosa?» disse svegliandosi all’improvviso. «Se è uno scherzo, sappi che è di pessimo gusto.» disse strofinandosi gli occhi. Quando vide l’orologio e l’ora fulminò Sirius con lo sguardo.

«Andiamo avevi bisogno di riposare. Rischi un esaurimento. Andiamo ci aspetta una lunga nottata.»

«Te lo puoi scordare. Tu dormi in salotto.» disse mettendo il broncio.

«Non parlavo di quello.» rispose ridacchiando facendola arrossire. «Ma secondo me sarebbe solo uno spreco, se lo vuoi sapere.» disse tentando di darle un bacio.

«E allora a che cosa ti riferivi?» disse allontanandosi un po’ da lui.

«Riunione, Dung ha delle novità e il capo degli auror ci permette di partecipare alle azioni.» disse avvicinandola a sé.

«Hn loro permettono a noi, questa si che è bella.» rispose Hermione alzandosi in piedi per sottrarsi all’abbraccio di Sirius.

Se fosse rimasta ancora un po’ tra le sue braccia, a farsi coccolare e baciare, gli avrebbe perdonato qualunque cosa. Questa volta doveva sudarsi il perdono.

Sirius prese quel gesto come l’inizio di un nuovo gioco molto divertente, lui adorava andare a caccia. Se lei voleva essere rincorsa, beh lui non si sarebbe tirato indietro.

Ridacchiando alla vista di lei che si affrettava a raggiungere la porta, si alzò dal divano per seguirla in sala da pranzo. Una volta giunto là vide James ridacchiare.

«Che cosa succede?» chiese James avvicinandosi all’amico.

«Caccia.» rispose Sirius con fare enigmatico.

«Caccia?» replicò James.

«Ha dormito tutto il pomeriggio e non ha studiato, quindi si è arrabbiata con me perché non l’ho svegliata. E per punizione ha deciso di sfuggirmi.»

«Quindi caccia.» rispose James ridacchiando. «Occhio sono tremende quando decidono di fartela pagare…»

«Ramoso, vecchio mio. Sai che mi divertono queste cose. E poi guardala ti pare una che può resistere troppo a lungo senza di me.»

«Ahah questa poi… I ruoli s’invertono amico, come te a Hogwarts ora te lo dico io, abbassa le piume.»

«Ah che pessima imitazione.»

La cena passò abbastanza velocemente e terminò con l’arrivo di Dalton e alcuni capo-squadra degli auror. Avevano del lavoro da fare.

«Signori un poco di silenzio.» disse Hermione richiamando tutti all’ordine.

C’era un vero e proprio putiferio avevano appena comunicato la decisione del ministro e del capo degli auror di farli partecipare all’azione.

I più entusiasti erano stati i membri dell’esercito di Silente.

Se a qualcuno era sfuggita l’entità numerica e caotica di quel gruppo, ora ne aveva una dimostrazione.

Niente li avrebbe fermati.

La vecchia guardia, invece, sorrideva entusiasta. Specie per la faccia attonita di Dalton.

«Inizia a ringraziare che siano solo pochi di loro tra le file degli auror.» sussurrò la McGranitt.

«Grazie Minerva hai sempre parole gentili.»

«Non ti sarai già pentito di aver avallato la loro scelta di partecipare.»

«Se accade qualcosa, sarò io a rimetterci il posto. Ma sappi che né tu, né Kingsley vi libererete di me.» disse imprecando.

«Vedrai andrà tutto bene.»

«Bene stando alle ultime informazioni si trovano tutti nel Dorset, precisamente a Portland, dove si riuniscono e organizzano i loro traffici, oltre le aggressioni.» spiegò Harry seduto nel lato più lungo del tavolo ovale della sala pranzo. Affianco a Lui Hermione e Ron.

«Che traffici?» disse Dalton perplesso guardando verso il due capo-squadra arrivati con lui.

«Materiale oscuro. Sostanze, oggetti e libri proibiti.» spiegò Hermione in breve. «La prossimità al porto di Portland è poi un ottimo modo per coprire le loro attività.»

«Come mai al ministero non ne sappiamo mai nulla?» domandò uno dei capo-squadra.

«Meglio che non risponda.» disse Sirius anticipando lo sguardo severo della McGranitt.

«Basta sapere a chi chiedere…» rispose Hermione conciliante.

«Almeno con quest’operazione ripuliremo un pò i bassifondi.» replicò Dalton.

«Mi avvisi quando fate le pulizie di primavera al ministero.» rispose Sirius con sarcasmo.

«Sirius siamo tutti a conoscenza del fatto che se certe persone possono svolgere le loro attività è anche a causa delle mele marce. Credo che abbia ragione Dalton, iniziamo con loro e poi arriveremo anche agli infiltrati al ministero.» disse la McGranitt intervenendo nella discussione.

«Sabato notte riunione tattica. Non possiamo aspettare ancora. Signor Potter dovrà rimandare la gita a Hogwarts.» propose Dalton.

«Voi quanti siete?» chiese Harry.

«Due squadre di elementi scelti composta da cinque auror.» spiegò il capo-squadra.

«Noi siamo circa una cinquantina, ma non tutti potranno esserci, credo.»

«Intanto convochiamo la riunione.»

«Dove? Non qua non ci stiamo.»

«C’è sempre Hogwarts, la zona est dei sotterranei è chiusa e potete arrivare dal lago senza passare dentro i cortili principali.» spiegò la McGranitt.

«Bene appuntamento per le 23.00 sotterranei.» disse Dalton.

✎ Info & Co.

Capitolo bello corposo questa settimana. Il prossimo capitolo sarà dedicato in parte all’organizzazione del piano contro i “cattivi”.

Wow 70 persone hanno inserito questa storia tra le seguite. VOI fate la mia gioia, non credo di meritare tanto, ma sono contenta che in qualche modo questa storia vi appassioni.

Grazie, grazie, grazie.

Aspetto numerosi commenti!
Jalilah♔ .

©Tutti i personaggi sono stati creati da J.K. Rowling.

Storia modificata nel 2014. Tutti i capitoli sono oggetto di sostanziose modifiche, tagli e correzioni.

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Capitolo 25
*** War, part two. ***


Capitolo 25.

War, part two.

«Allora com’è il divano?» chiese Harry entrando in cucina la mattina presto.

«Non credevo che lo avrebbe fatto davvero.» rispose ridacchiando.

«Dai domani ha l’esame, pensa ha passato questi due giorni a studiare, notte e giorno.» proseguì Harry.

«Almeno era sola…» commentò a bassa voce.

«Non dire sei geloso, ancora.» disse cercando di stuzzicare il padrino.

«Credo sia ora di porre fine a queste chiacchierate di buon mattino. Tu dici idiozie ed io non ho voglia di pestarti.» rispose Sirius un po’ stanco.

«Uff vado a fare quattro chiacchiere con Kreacher.» replicò Harry offeso.

«Tieni passa al Whiskey. Meglio.» propose Sirius ghignando perfido appellando una vecchia bottiglia di Whiskey.

«Buongiorno…» disse Hermione entrando nella cucina ancora in pigiama e con due profonde occhiaie.

«Ehi Herm il vecchietto non può passare tutte le notti sul divano…»

«Domani ho l’esame guai a chi mi disturba…» rispose lei tanto per essere chiara.

«Ti porto il pranzo più tardi.» disse Sirius a Hermione che spariva con un’enorme tazza di caffè.

«Come mai sorridi?» chiese Harry incredulo.

«Mi ignora, fa di tutto per non stare nella stessa stanza con me. Teme di non riuscire a resistermi…» disse sorseggiando il caffè.

«Tu devi smettere di bere…» disse Harry portando via dal tavolo la bottiglia a metà.

«Quando partite?» chiese Sirius cambiando argomento.

«Domani mattina presto.» rispose Harry pensieroso.

«Bene ci vediamo al pomeriggio…»

«Sicuro che l’esame finirà in mattinata?»

«In ogni caso ho sempre con me lo specchietto per comunicare con James. In caso di ritardo avviso lui.» disse Sirius salutando Harry prima di sparire per tutto il giorno.

Infatti, da alcune mattine a quella parte, trascorreva molto tempo della giornata chiuso nella vecchia biblioteca. Molti dei vecchi libri presenti erano di trasfigurazione, alcuni di trasfigurazione umana.

Stava studiando un modo per aiutare Hermione con la sua trasformazione. Aveva impiegato decisamente poco tempo per imparare a trasformarsi, e lo aveva fatto quando era praticamente incosciente. Se le fosse accaduto qualcosa, non se lo sarebbe mai perdonato, quindi decidere di studiare attentamente il caso era il minimo.

Anche perché Remus e la McGranitt gli avevano fatto notare quanto potesse essere pericoloso e che il problema non andava sottovalutato.

Con il loro aiuto e quello della biblioteca di casa Black aveva approfondito il caso e studiato possibili soluzioni. Al momento era impegnato nella scrittura degli appunti, più che altro erano dubbi e domande.

Queste ricerche speciali lo avevano tenuto lontano e occupato. Ma quelle notti senza di lei erano state davvero pesanti.

Le mancava sentire il suo corpo caldo accoccolato sul suo. Tenerle la mano, stringerla in vita, affondare il viso trai suoi capelli, baciare la pelle candida e morbida.

«Ah Hermione mi farai morire.» disse Sirius tra sé passandosi le mani tra i capelli e sbottonandosi i primi bottoni della camicia.

«Sirius…» disse Hermione attirata dai rumori in biblioteca. «Come mai qua?»

«Raccoglievo alcune informazioni.» disse riponendo le pergamene e i libri. «Come va con lo studio?»

«Hn bene.»

«Non ti ho disturbato?»

«No affatto. Stavo scendendo di sotto per mangiare qualcosa quando ho sentito dei rumori…» disse guardandosi in giro.

«Credo ci sia qualcosa di pronto, se vuoi ti porto io qualcosa…» propose lui alzandosi in piedi per raggiungerla sulla porta.

«Ok.» rispose lei poco convinta.

«Torna a studiare, non ti preoccupare.» disse passandole accanto e cancellandole dal viso un rigo d’inchiostro.

«Grazie.» rispose un pò scombussolata.

Da quando lo aveva “buttato fuori” dalla loro camera la evitava, di questo lei ormai ne era certa. E a meno che non si incontrassero in cucina o per i corridoi non si rivolgevano la parola.

E quando si scambiavano qualche parola lui era sempre gentile e sorridente, e pronto a rendersi utile in qualsiasi modo. E quando la sua mano si era posata sulla guancia aveva improvvisamente perso sensibilità alle gambe.

Approfittò della sua proposta per sfuggire a quello sguardo inquisitore, e anche per evitare di arrossire troppo davanti a lui, dopotutto era ancora un po’ arrabbiata con lui visto lo scherzetto di qualche giorno prima.

Quello che non si aspettava era quella strana sensazione di disagio al pensiero che a causa dello studio non ricordava nemmeno quanti giorni erano passati da quando lui le aveva carezzato il viso, troppi.

Cercò di non pensarci e prese a domandarsi che cosa facesse in biblioteca. Come era entrata aveva subito messo via libri e pergamene.

Si diede della sciocca, forse stava cercando un modo di rendersi utile per l’ordine. E in quel momento la raggiunse consapevolezza di quanto i libri la allontanassero dalla realtà, e anche da lui… e lui odiava essere ignorato.

«E adesso che faccio!» disse sbuffando mentre si buttava sul letto.

Dopo qualche minuto arrivò Sirius con un vassoio carico di cibo che lievitava davanti a lui. Posò tutto sul tavolo basso che stava davanti al caminetto.

«Resta.» disse Hermione prima che lui potesse anche solo pensare di fare qualunque cosa.

«Con piacere.» disse accomodandosi ai piedi le letto. «Come procede la preparazione?»

«Sto facendo gli ultimi ripassi. Per fortuna domani c’è l’esame.» disse addentando un sandwich.

«Andiamo assieme ad Hogwarts per la riunione?» propose dopo un po’ Sirius versando da bere ad entrambi.

«Sì per me va bene. Dovrei finire entro l’ora di pranzo. Come andiamo?»

«In moto?» disse con un sorrisino birichino.

«Non scherzare…» rispose lei trattenendo una risata.

«Sono serissimo. Vedere il castello e il parco è uno spettacolo magnifico.» rispose improvvisamente serio.

«Magari un’altra volta, mi sa che fa troppo freddo per far tutta quella strada in moto, no?» propose lei.

«Ci conto.» disse con un sorriso. «Tutto bene? Ti vedo triste… se è per l’esame…»

«No, non è per l’esame.»

«Per cosa?» disse porgendole una fetta di torta. «Sempre se ti va di parlarne.»

«Non saprei nemmeno da che parte iniziare… sono preoccupata ma forse ne possiamo parlare domani?»

«Come preferisci.» disse riprendendosi il piatto vuoto per posarlo sul vassoio.

Nel compiere quel gesto le sfiorò lievemente la mano. Lei arrossì, lui sorrise felice.

«Ho aspettato questi due giorni, posso aspettare fino a domani.» disse rompendo quello strano silenzio. «Se ti serve qualcosa, sono in biblioteca.»

«Ok.» rispose lei ancora scossa e preoccupata.

Lei sarebbe riuscita davvero ad aspettare un altro giorno?

Riprese a studiare, ma non riusciva a concentrarsi. Altro che aspettare, voleva parlarci subito. E così chiuse e libri e si armò di tutto il coraggio di una vera Grifondoro e scese in biblioteca.

Aprì la porta.

«Sono una stupida.»

«Mm no sei tante cose, ma non stupida.»

«Sirius è una cosa seria. Mi sono comportata come una stupida in questi ultimi giorni.»

«Vieni qua.» disse indicando il bracciolo della poltrona su cui era seduto. «Se può servirti a star meglio ti do ragione, ma non sarebbe vero.»

«Sirius…» tentò di replicare lei.

«Shh, so benissimo cosa ti preoccupa. Non sono arrabbiato con te. Questo non vuol dire che mi stia bene dormire sul vecchio divano e senza di te. Ho capito che ho esagerato l’altro giorno ed ho pensato di non stressarti troppo con estenuanti corteggiamenti e di lasciarti i tuoi spazi per studiare.»

«Sirius…» disse Hermione con uno sbuffo tra il divertito e l’arrabbiato.

«A cosa ha pensato la tua testolina?» disse abbracciandola e facendola scivolare tra le sue gambe.

«A come vendicarti?» rispose lei titubante.

«Mm interessante… non pensavo a niente di simile… stavo solo studiando la tecnica migliore per raggiungere la tua preziosa torre.» e detto questo la baciò assaggiando finalmente le sue labbra.

«Meglio se torno a studiare…» disse ancora abbracciata a lui.

«Sì direi che è il caso, se resti qua ancora un minuto di più non riuscirei a controllarmi. Mi sei mancata, ogni singolo istante.»

«A dopo. Poi mi dirai davvero cosa fai qui dentro?»

«Le informazioni si pagano, Granger. Possiamo trovare un accordo…»

«A dopo.» rispose lei con il primo vero sorriso di quei giorni.

Hermione riprese a studiare, un pò più tranquilla, ma non poi così tanto, dato che si trattava di un malandrino e chi sa che cosa aveva davvero in mente.

La sera passò anche troppo velocemente e se ne rese conto quando Sirius bussò alla porta con il vassoio della cena. Parlarono un poco e promise di andare a letto presto, o meglio non troppo tardi.

La sveglia per l’indomani era per le sei, e per tutta Grimmauld Place. Chi doveva partire per Hogwarts, chi doveva andare a lavoro e chi aveva un esame.

In cucina Molly e Kreacher si davano da fare per preparare da mangiare. Verso le sette del mattino arrivò, per la gioia di Sirius, Malfoy. A quanto sembrava aveva appuntamento con Hermione per andare al campus.

Un modo magnifico per iniziare la giornata.

«Quel dannato elfo non si lamenta mai quando arrivi tu.»

«Black anche per me è sempre un piacere vederti.» rispose Draco con un ghigno. «Tranquillo prendo la mezzosangue e me ne vado.» disse quando vide Sirius sparire nelle scale diretto ai piani superiori.

«Di sotto c’è il biondo.» disse posandosi sullo stipite della porta.

«Oh è in anticipo.» rispose quasi senza accorgersi del broncio. «Che c’è?»

«Niente, niente.»

«Non mi dire, ancora con questa storia… dai lo sai che lo fa apposta e tutte le volte tu ci caschi.»

«Non mi piace per nulla.»

«E ne sono molto felice… senti dovremo finire per mezzogiorno, mi vieni a prendere… così parliamo un po’?» propose per cambiare argomento.

«Per mezzogiorno, ok. Andiamo a pranzo a Hogsmeade o preferisci restare a Londra.»

«Londra, e poi ho voglia di cinese, tu no?»

«Vada per il cinese.» disse baciandola. «Non mi dire che è tardi…» disse mettendo a tacere il brontolio. «E poi non posso farti il mio personale in bocca al lupo?» chiese carezzandole il viso.

«Certo che puoi, ma ti conosco e mi farai fare tardi.» rispose lei ridacchiando.

Prima che Sirius saltasse al collo del malcapitato di turno, ovvero Draco, decise che era meglio levare le tende e anche se con un po’ di anticipo uscì di casa.

L’esame di diritto magico, molto simile all’esame di diritto privato dei babbani, era tra i più importanti e difficili in quanto comprendeva e regolava molti campi.

Proprietà magiche, matrimoni, patrimoni ed eredità.

L’esame andò bene per entrambi e per qualche giorno avrebbero potuto respirare e vivere.

Sirius era arrivato un po’ prima e aveva con sé una cartella nera tenuta chiusa da un nastro, piena zeppa di fogli di pergamena che Hermione scrutava curiosa.

Durante il pranzo in un affollatissimo ristorante cinese, in cui poterono parlare tranquillamente, Sirius spiegò il contenuto delle pergamene e quindi fu chiaro come mai passasse così tanto tempo in biblioteca.

Hermione leggeva quei fogli ammirando la calligrafia elegante e ordinata, quelle domande intelligenti e sensate da cui traspariva non solo la sua conoscenza della trasfigurazione, ma anche l’interesse nei suoi confronti.

Sorrise grata. Trascorsero gran parte del pomeriggio passeggiando per St James’s Park quando all’improvviso la voce di James Potter uscì dal taschino della giacca di Sirius.

Erano attesi per il primo pomeriggio e James Potter mostrò loro tutta l’ansia che solo un padre preoccupato per il suo pargolo poteva mostrare. Passato il primo momento d’imbarazzo per la strigliata, Sirius prese a ridacchiare.

Decisero di non mettere ulteriormente alla prova la pazienza di Potter e si smaterializzarono immediatamente a Hogsmeade, dove erano attesi.

Ovviamente la strigliata via specchio era nulla in confronto al fiume di rimproveri che si riversarono su di loro lungo il tragitto. Tutto accompagnato dalle risatine di Lily e Remus.

Il picco delle risate aumentò all’esclamazione “Ne riparleremo quando avrai dei figli, poi mi dirai come si cambia, incosciente.” da parte di James esasperato dall’indifferenza di Sirius.

Finalmente arrivò l’ora prevista per la riunione con gli auror. Era arrivata un sacco di gente e senza dare troppo nell’occhio raggiunsero il corridoio dell’ala est dei sotterranei al momento disabitata.

Quando Hermione tirò fuori pergamene con cartine topografiche e planimetrie tipo delle case della zona di Portland, Sirius si chiese quando aveva fatto tutte quelle ricerche, visto il poco tempo.

Harry e Ron ridacchiavano.

«Se le informazioni di Dung sono corrette, si trovano in una di queste case vicino al mare, e abbastanza isolate dal resto del paese.» spiegò Hermione mentre ingrandiva una cartina che rappresentava Portland e le sue case.

«Non intendo mettere in discussione le vostre fonti, ma abbiamo fatto delle ricerche e non ci risulta attività magica da quelle parti.» spiegò Dalton.

«E come lo avete scoperto?» chiese Ron scettico.

«Abbiamo fatto dei controlli, sono tutte abitazioni babbane.»

«Quale nascondiglio migliore di uno sotto gli occhi di tutti?» disse Lucius Malfoy entrando nella sala. «Alcuni amici mi hanno confermato la stessa cosa. O ci stanno preparando una trappola, o è il vero luogo.»

In tutta la stanza si levarono proposte di intervento. Chi voleva andare subito, chi chiedeva maggior controllo sulle fonti. E poi c’era chi, in silenzio, ponderava entrambe le possibilità, sia la trappola, sia il loro punto di ritrovo.

«Penso sia necessario andare e controllare che non ci sia davvero attività magica e che sia in qualche modo frequentata costantemente.» disse Harry.

«Concordo Potter.» disse la McGranitt.

«Signori un po’ di silenzio non ci possiamo precipitare tutti a Portland. Dobbiamo essere sicuri che non sia una trappola. Volontari per le ronde?»

Sirius, James, Harry, Ron e Hermione sollevarono subito la mano.

«Qualcuno meno noto… le vostre facce sono ovunque.»

«Ma quasi nessuno sa delle nostre capacità extra.» disse James con un sorrisino malandrino scoccato in direzione di Sirius.

«Sarebbe a dire?»

«Beh vede io e Sirius siamo animaghi, Harry ha il mio vecchio mantello dell’invisibilità…» spiegò James.

«E il ministero lo sa?»

«Tecnicamente dobbiamo sbrigare le ultime pratiche… sa io ero morto fino a due anni fa e lui…» disse indicando Sirius. «Beh lui era ad Azkaban accusato di omicidio… abbiamo dovuto sistemare altre cose prima.» rispose continuando a sorridere.

«Non voglio sapere altro.» rispose Mason esasperato. «Visto che ci siamo ci sono altri animaghi?» tutti scossero la testa. «Mantelli dell’invisibilità?» tre o quattro alzarono la mano. «Bene organizzeremo dei turni di ronda in cui verrete accompagnati da un auror. Farete rapporto all’ordine, dobbiamo essere certi che sia il loro quartier generale.»

La riunione fu interrotta dall’arrivo del ministro che chiamò fuori dalla stanza Hermione e Sirius e con un cenno invitò anche Mason e la McGranitt.

Purtroppo non portava buone notizie.

«Hermione sono stato informato un ora fa che qualcuno ha tentato di violare gli incantesimi di protezione in casa dei tuoi genitori.»

«Come stanno?»

«Tranquilla loro stanno bene, ma chi ha provato a disfare gli incantesimi non ne è uscito molto bene. La zona ora è chiusa dagli obliviatori, sai spiegarmi perché?»

«Non saprei, gli incantesimi non dovrebbero produrre magia. Semplicemente impedire l’accesso…»

«Non è che hai imposto qualche incantesimo reverso, magari è quello che ha respinto gli incantesimi.» chiese la McGranitt.

«No sono sicura di non averne applicati.»

«Possibile che siano così idioti da aver provocato dei danni di proposito?» chiese Sirius riflettendo. «Non riescono a farci fuori con le brutte e cercano di metterci nei guai con metodi “legali”.»

«Temo che tu abbia ragione, domani verrà aperta una pratica per accertare i fatti.» spiegò il ministro pratico.

«Chiamo Shephard.» disse Sirius pensando al suo avvocato.

«Meglio se per qualche giorno vi allontaniate da Londra e dall’Inghilterra. Non ti preoccupare qua ci pensiamo noi.» disse il ministro. «Minerva penso tu possa parlare con l’avvocato e decidere la strategia migliore e noi nel frattempo ci occupiamo della sicurezza dei tuoi genitori.»

«Possiamo andare in Francia.» disse Hermione sotto shock.

«Prima partite meglio è. Tra qualche giorno, quando le acque si saranno calmate tornerete qua.» disse allora Mason.

Così in fretta e furia la McGranitt trasformò una vecchia piuma in passaporta. I due sparirono nel giro di pochi istanti, la riunione sciolta e attivati i primi contatti con gli avvocati.

Hermione e Sirius arrivarono nel sud della Francia verso le tre del mattino. Ancora abbracciati e vicini.

✎ Info & Co.

Ciao, come vanno le cose? Beh che ne dite di questo nuovo colpo di scena? La verità è che nemmeno io voglio far finire la storia . … La povera Hermione è nei guai, sembra che i novelli mangiamorte si stiano dando parecchio da fare…

Grazie mille per le letture e le recensioni.

P.S.: per motivi di tempo e connessione non ho potuto ricontrollare il capitolo. Vi chiedo scusa in anticipo per errori e sviste ;).

P.S.: Aaa:“Cercasi beta reader folle per consulenza!”

Aspetto numerosi commenti!
Jalilah♔ .

©Tutti i personaggi sono stati creati da J.K. Rowling.

Storia modificata nel 2014. Tutti i capitoli sono oggetto di sostanziose modifiche, tagli e correzioni.

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Capitolo 26
*** Esilio. ***


Capitolo 26.

Esilio.

Hermione Granger era in esilio, in Francia. Da pochi attimi era arrivata davanti al cancello della casa dei suoi genitori sulla costa sud della Francia, in Provenza.

Un posto magnifico, ma ora sentiva solo una profonda tristezza.

Sirius l’aveva sorretta appena giunti a destinazione ed ora stava controllando che tutto fosse tranquillo.

Con un Alohomora aprirono la porta di casa.

«Vedrai tutto si sistemerà.» disse Sirius con voce ferma e sicura.

«Hn.» rispose lei per niente convinta.

Hermione si guardava intorno cercando di capire dove fosse, in modo da poter dare un senso a quella sensazione di smarrimento che sentiva crescere dentro di lei. Si avvicinò al divano e si lasciò andare.

Non si era minimamente preoccupata di controllare se in casa c’era qualcosa da mangiare o le coperte per la notte. Non sentiva nemmeno cosa stava dicendo Sirius.

Hermione era seduta sul divano con la testa tra le mani, troppo stanca anche solo per pensare.

«Finalmente non sono l’unico che ha avuto a che fare con il Wizengamot!» disse Sirius cercando di allentare la tensione. «Se hanno assolto me, o Harry, sono certo che a te non faranno nulla.»

«Non è una cosa così divertente. Tu eri innocente e Harry si è dovuto difendere.» rispose lei con voce atona.

«Beh dai meglio cercare di riderci su… andiamo Herm non puoi farti mettere sotto in questo modo.» disse cercando di consolarla.

«Sono molto stanca…»

«E io non sono bravo come James a sdrammatizzare. Che cosa posso fare per te?» chiese Sirius abbracciandola.

«Non lo so, ho bisogno di tempo per chiarirmi le idee.»

«Non devi fare tutto da sola, ci siamo noi, ci sono io qua con te.» disse sussurrando mentre le massaggiava la schiena.

«Grazie.» disse quasi facendo le fusa.

«Sciocchezze…»

«No non lo è. Ho fatto abbastanza errori e non mi posso permettere di darti per scontato, di dare per scontato quello che abbiamo costruito.»

«Mi piace sapere di essere importante per te.» disse ridacchiando. «Ho parlato con James, domani il mio avvocato andrà al Wizengamot per vedere le carte. Noi siamo in vacanza, e resteremo qua per qualche giorno.»

«Ma non possiamo restare qui con tutte le cose che ci sono da fare.»

«Mi spiace, ma questa volta si fa come dico io. Domani chiamerò Kreacher in modo che ci porti un po’ della nostra roba e i soldi babbani, così possiamo fare un po’ di spesa. Tu hai bisogno di riposarti e riprendere le energie.» disse con voce dura.

«Kreacher?» chiese Hermione un po’ seccata.

«Sì dovrà fare anche lui qualcosa, no?» replicò lui con fare indifferente.

«Sai come la penso… e poi da quando è che non fai niente se non c’è Kreacher, stai diventando uno di quei pomposi ricchi che non fanno niente da mattina a sera.» disse lei con un tono un po’ acido.

«Ah sì? Mi vedi davvero così?» chiese quasi divertito dalla descrizione.

«Esatto. Penso che dovresti liberarlo, o comunque assicurargli dei diritti. È assurdo, io ho fondato il C.R.E.P.A., non posso avere un elfo, non a queste condizioni, ne va della mia credibilità!» disse improvvisamente seria.

«Tecnicamente al momento è solo il mio elfo…» disse lui ridacchiando. «Però, se vuoi, può diventare anche il tuo…» aggiunse assumendo un tono serio.

«E come?» chiese senza capire dove volesse andare a parare con quel discorso.

«Sposandomi, ovviamente.» rispose con un ghigno.

«Mi auguro per te che tu abbia idee migliori per chiedermi una cosa simile.»

«Mi diresti di no? Ti offro Kreacher…» disse lui ridendo apertamente.

«Per Merlino, Sirius. Va bene scherzare, ma non osare mai più a farmi una proposta simile.» rispose lei mettendo il broncio.

«Ma parli del matrimonio o dell’elfo?» chiese cercando di mantenere un tono serio.

Hermione non rispose subito.

«Mi stai davvero chiedendo di sposarti?» chiese lei pronunciando lentamente ogni parola e guardandolo negli occhi.

Quegli occhi grigi, che fino a un attimo prima erano scherzosi e divertiti, alla luce della luna divennero seri, sinceri, profondi.

«Solo quando lo vorrai anche tu…»

«Io…» disse lei senza però riuscire a trovare le parole per esprimere i suoi pensieri.

«Non devi dire nulla, non ora.» disse cercando di tranquillizzarla.

«Da quanto ci pensi?» chiese seria.

«Da un po’.» rispose sincero. «Non ho mai pensato di sposarmi, è sempre stato James quello da matrimonio. Ma da quando ci sei tu nella mia vita, beh qualcosa è cambiato.» concluse con un sorriso.

«Wow, non mi aspettavo niente di simile.»

«E a cosa credevi… un fidanzamento eterno?» chiese con un ghigno.

«Ahah ti preferivo prima, ogni tanto è bello vederti in versione “seria”.» disse lei mettendo il broncio. «E sentiamo cos’altro hai immaginato?»

«Le solite cose…» rispose un po’ evasivo.

«Da non pensarci mai sei passato al solito?» disse lei ridacchiando.

«Non eri stanca?» chiese evasivo.

«Chi io? No credimi mi è passato… avanti dimmi tutto.» replicò lei sorridendo.

«Ti diverti, vero?» chiese un po’ risentito per quello stretto interrogatorio.

«Forza sputa il rospo, voglio sapere se pensiamo le stesse cose.» disse lei ridacchiando e accoccolandosi al suo petto.

«Sposarti, portarti lontano da Grimmauld Place e magari dei figli… dei cani possiamo fare a meno no?» aggiunse non riuscendo a trattenere una risata.

«Mi piace, è un piano molto sintetico ma essenziale.»

«Sentiamo il tuo…»

«Farmi sposare, obbligarti a dare una pensione dignitosa al povero Kreacher e richiuderti tutte le notti in stanza da letto e non m’importa di che casa, mi basta che ci sia tu.» disse lei ridacchiando divertita.

«Quasi, quasi preferisco il tuo progetto…»

«Modestamente sono la migliore nell’organizzazione di progetti.» disse lei ridacchiando. «Quando torniamo a Londra, non mi piace l’idea di restare qua.»

«Hermione per qualche giorno… dobbiamo far calmare le acque.» disse Sirius pacato.

«Io odio dovermi nascondere.» replicò lei esasperata.

«Ti capisco, lo sai.» disse lui con voce un po’ triste. «Ritornando al progetto… deve essere fatto tutto in quel ordine?» disse baciandole il collo e insinuando una mano sotto la camicia.

«Beh possiamo partire da Kreacher.» disse lei emettendo un gemito quando Sirius le accarezzò un seno.

«Sicura? Io pensavo a qualcos’altro…» replicò lui baciandola appassionatamente.

«Non ti sembra presto per sposarci?» chiese lei con una risatina, sapeva dove voleva arrivare.

«Granger non tirare troppo la corda. Potrei diventare pericoloso…»

«Se lo diventassi, poi dovrei legarti?» chiese con uno sguardo malizioso.

«Piccola insolente cosa hai in mente?» disse con voce roca al colmo dell’eccitazione.

«Sciocchezze… sarà a causa della stanchezza, ma straparlo.»

«Non mi convinci…» disse insinuando una mano tra le sue gambe. «Mi piace quando prendi l’iniziativa…» sussurrò all’orecchio facendola ridacchiare. «Forse è meglio se rimandiamo a domani… sai anche io ho qualche idea…»

«Spero per te che non sia qualcosa che richieda un abito di tweed, una crocchia stretta e occhiali quadrati…» disse trattenendo a stento una risata.

«Non dirò più nulla se non alla presenza del mio avvocato.» rispose lui con un sorrisino.

«Sirius…» esclamò un po’ sconcertata, lei aveva detto quelle cose per scherzo…

«A nanna bimba, hai bisogno di riposo…» disse prendendola in braccio e portandola a letto.

Era talmente stanca che quasi si addormentò mentre la teneva tra le braccia. Le tolse i vestiti e la aiutò a infilarsi una vecchia e larga maglietta. Dopo aver trovato qualche coperta, si addormentarono entrambi.

Stavano accadendo troppe cose e altre tante erano già in ballo. Per riuscire ad affrontare tutto dovevano essere concentrati, e la stanchezza non era una buona alleata.

Quando Sirius si svegliò, Hermione dormiva profondamente. Decise di chiamare Kreacher. Nemmeno a lui piaceva avere l’elfo sempre intorno, ma si trattava di un’emergenza.

Come sempre Kreacher fece molte storie, ma alla fine Sirius riuscì a farsi portare vestiti puliti, soldi babbani e qualcosa per colazione. Verso metà mattina riuscì a parlare con James che lo aggiornò sulle decisioni prese alla riunione.

«D’ora in avanti né Kingsley, né Dalton si faranno vedere in giro con noi in modo da non attirare sospetti. Io e Harry iniziamo questa settimana con le ronde per sorvegliare la zona.» spiegò James.

«Hanno già cercato Hermione?» chiese Sirius.

«Sì, in qualche modo hanno saputo che dovevate essere qua. La McGranitt li ha convinti, credo. Ha spiegato che siete passati per salutare prima di partire per un breve viaggio.»

«Bene, vi hanno detto anche per cosa?» chiese ancora Sirius.

«Sì ho già provveduto a mandare tutto a Shephard. Forse già nel pomeriggio dovrebbe andare al ministero.»

«Come mai così tardi?» chiese un po’ dubbioso.

«Era necessario aspettare che arrivasse una notifica ufficiale. Shephard non poteva presentarsi al ministero subito. Tranquillo Sirius tutto si risolverà, se tu sei ancora a piede libero perché dovrebbero arrestare lei?» chiese James ridacchiando.

«Sei di ottimo umore vedo. Tienimi informato, vado a vedere se si è svegliata.» rispose Sirius ridacchiando.

«Ok, senti la prof mi ha detto di ricordarti di usare il meno possibile la magia… è meglio se non date troppo nell’occhio. Lei è assolutamente certa che possiate cavarvela per qualche giorno senza magia.» disse James con l’aria di un condannato a morte. Per lui fare a meno della magia era praticamente impensabile.

«Tranquillo Ramoso sono io quello che non deve usare la magia.» disse Sirius prendendo in giro l’amico. «Salutami Lily e Harry.»

«Certo dai un bacio a Herm da parte di tutti noi.» disse James chiudendo la comunicazione.

Doveva trovare un modo per mettersi in contatto con Shephard, ma forse ci avrebbe pensato l’avvocato, in fin dei conti era pagato profumatamente. Oltre che essere il suo legale di fiducia, si occupava anche di amministrare i suoi beni e quindi sapeva bene cosa pretendeva.

Hermione dormiva beata, i capelli sparsi sul cuscino, le coperte quasi fin sopra il viso e tutta raggomitolata sul cuscino che lui aveva usato per dormire.

Quasi certamente durante il sonno si era mossa e lo aveva cercato, non trovandolo aveva abbracciato il cuscino. Era l’immagine della tenerezza, poi da sveglia si trasformava in una fiera leonessa.

Le scrisse un biglietto per dirle che era andato in paese per far qualche compera e che non avrebbe tardato, nel caso si fosse svegliata prima del suo ritorno.

Aveva dato una rapida occhiata all’agenda, con i numeri utili e altre indicazioni lasciate dai signori Granger, e si accorse che erano molto vicini a Tolone, cosa che non aveva notato l’estate prima.

Rispolverando le antiche conoscenze di francese fece un po’ di provviste. Quando tornò a casa Hermione, dormiva ancora, era quasi ora di pranzo e si mise a sgranocchiare qualcosa mentre leggeva un vecchio giornale del luogo.

Nella camera, al piano superiore, Hermione si stava svegliando. Per un attimo si chiese dove fosse, poi ricordò cosa era accaduto e dove si trovasse. A quel punto si voltò nel letto cercando Sirius, ma trovò solo il bigliettino.

Decise di scendere in cucina quando lo vide intento a sfogliare il vecchio giornale.

«Che dicono?» chiese rabbrividendo un poco dato che aveva indosso solo la maglietta.

«Buongiorno… pare che un signore, ottantenne, sia stato ucciso dall’amante, ventenne, per una storia di gelosia.» rispose lui con un sorrisino. «Ma non ne sono certo, il mio francese non è molto buono.»

«Hn fa vedere…» disse prendendo il quotidiano.

«Direi che è così… accidenti l’amante era una sua coetanea, mah valli a capire gli uomini.» disse ridacchiando.

«Poche storie Granger, ho appena ricevuto notizie da James.» disse lui abbracciandola e coprendola con un plaid posato sulla spalliera del divano. «La McGranitt ci ha proibito di usare la magia, non dobbiamo dare nell’occhio e Shephard dovrebbe essere al ministero per informarsi sulle accuse.» disse Sirius.

«Oh niente magia…»

«Non mi dirai che non sai far niente senza magia… sei peggio di James per certe cose.» disse ridacchiando.

«No è solo che… beh è strano ecco.» disse con uno sbuffo sotto lo sguardo divertito di Sirius. «E questo non è attirare l’attenzione?» chiese quando il gufo reale entrò nella piccola cucina.

«Shephard è un po’ eccentrico, ma è un buon avvocato.» disse Sirius ridacchiando mentre prendeva il messaggio e massaggiava il capo del gufo nero.

«Che dice?» chiese un po’ ansiosa.

«Che non hanno nulla in mano. È la classica perdita di tempo che solo il ministero è capace di mettere in piedi. Mancano ancora i rapporti degli auror, ma per quelli garantisce Kingsley. Abbiamo una settimana di vacanza, che si fa?» chiese porgendo la pergamena.

«Sembra che le cose stiano volgendo al meglio, ma ci sarà comunque un udienza. Non è che la useranno per scoprire cosa stiamo facendo?»

«Credo che Kingsley e Dalton abbiano preso in considerazione questa ipotesi e per questo motivo diminuiranno i contatti.» rispose lui.

Nel frattempo al ministero, nell’ufficio del capo degli auror, era in corso una riunione segretissima.

Il capo-squadra Sinclar faceva rapporto sugli spostamenti d’individui sospetti a Portland.

Era appena tornato dal giro di ronda insieme ai due Potter.

Non si era mai divertito tanto in vita sua. A quanto pareva James Potter ne aveva combinato di tutti i colori, e aveva scoperto che molte delle storie che si raccontavano a Hogwarts erano vere.

«Allora Sinclar, c’è qualcosa di sostanzioso.»

«Capo è indubbio che ci sia molto movimento, ma anche quello si può simulare. Voglio dire Malfoy non è una garanzia…» disse spiegando i suoi dubbi.

«Capisco le tue perplessità, ma non dobbiamo scordarci che anche loro sono stati attaccati…» disse cercando di andare a fondo.

«E se fosse una messa in scena, voglio dire l’aggressione ai Malfoy.»

«Sono sempre sotto controllo, e il giovane Malfoy è collega di studi della Granger. Non si può escludere nulla, in ogni caso. Parlerò con il ministro e con la McGranitt. Dobbiamo essere certi.» convenne deciso a non tralasciare nulla.

«Bene capo. C’è altro?»

«Per ora no. Continuate con le ronde. Vai pure.»

I Malfoy, una bella grana. Dovevano trovare un modo per fugare tutti i dubbi. Decise di salire al primo livello dal ministro e trovare al più presto una soluzione.

Kingsley gli propose di andare direttamente a Hogwarts e sentire cosa ne pensava la preside, dato che i Malfoy erano la da molto tempo.

Doveva attendere il favore della notte in modo da non destare sospetti.

Sua moglie avrebbe fatto storie come al solito, ultimamente stava spesso fuori tutto il giorno.

Erano poche le cose per cui non faceva storie. Passandosi una mano fra i capelli riprese a leggere i rapporti che gli venivano consegnati quotidianamente.

Dopo aver mandato un breve messaggio a Hogwarts, uscì a fare una passeggiata per fumarsi un sigaro in santa pace, lontano dal caos del ministero.

Non riusciva a mettere in ordine le idee.

La sua prima preoccupazione era proprio Caroline, che come diceva Minerva, lo aspettava per cena.

Ma non era più qualcosa di piacevole, era il semplice elenco delle sue mancanze di quei ultimi anni.

Un altro tiro al sigaro, un altro problema. “I nuovi mangiamorte”, il meglio come inizio carriera come nuovo capo auror della gran Bretagna.

Da qualche tempo Kingsley gli aveva chiesto di tenere sotto controllo certi fenomeni, che un pò tutti stavano prendendo sotto gamba. Poi era arrivato Potter e gli aveva letteralmente sbattuto sulla scrivania una marea di rapporti dettagliati di tutto quello che era accaduto dalla morte del lord oscuro.

Kingsley gli aveva fatto una bella ramanzina, per non parlare della McGranitt che era piombata nel suo ufficio. Per un attimo aveva anche pensato che lo avrebbe messo in punizione, come ai tempi di Hogwarts. Al pensiero ridacchiò, ma quanta amarezza.

Il terzo tiro, e spesso l’ultimo che si concedeva prima di spegnere il sigaro, lo dedicò all’imminente udienza a carico di Hermione Granger. Nel pomeriggio aveva visto arrivare Shephard di gran carriera pronto a sbranare la preda. Se le battaglie fossero circoscritte alle aule di tribunale, sarebbe stato meglio non trovarselo contro.

Aveva spedito la sua miglior squadra di auror per controllare la zona e cercare di capire cosa era accaduto.

Mentre rientrava al ministero, intravide Shephard uscire con un sorriso sornione. Era chiaro che le accuse non avrebbero retto, servivano solo per portare scompiglio.

✎ Info & Co.

Ciao a tutti! Eccomi qua con un nuovo, e spero piacevole, capitolo. Ultimamente la lunghezza dei capitoli cresce a vista d’occhio!

Spero mi perdonerete il momento un pò hot a scapito della McGranitt, ma non ho resistito all’idea… ma se volete fucilarmi, fate pure :p

Il finale di questo capitolo è tutto per Charlie, o per meglio dire Charles (come lo chiama la McGranitt!)…

Ringrazio chi legge e segue questa storia, mi fa sempre molto piacere ricevere le vostre opinioni.

Per chi volesse, è ancora valida la proposta per una collaborazione. Ho alcune idee per nuove FF, ma sono un pò insolite e mi piacerebbe avere un parere in anteprima. Si tratta di storie in fase di scrittura, con una trama abbastanza definita ma che necessita di ulteriori pareri. Ringrazio chi si è offerto, perchè ho avuto modo di fare passi in avanti nella scrittura, ma più pareri sono meglio :)

Aspetto numerosi commenti!
Jalilah♔ .

©Tutti i personaggi sono stati creati da J.K. Rowling.

Storia modificata nel 2014. Tutti i capitoli sono oggetto di sostanziose modifiche, tagli e correzioni.

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Capitolo 27
*** Linea di difesa ***


Capitolo 27.

Linea di difesa.

Erano accoccolati tra le lenzuola immersi nei loro pensieri.

Sirius giocava con alcuni riccioli ribelli mentre lei carezzava il braccio con cui la teneva stretta a sé.

Avevano fatto l’amore dopo giorni. Ogni carezza, ogni bacio ogni gemito o sussulto erano ricercati con massima attenzione. Più che mai si erano donati uno all’altra.

Non era vero che era sempre uguale. In certi periodi si dava di meno e poi arrivava quel momento in cui si dava di più.

Di nuovo tra loro c’era la consapevolezza, fatta di parole, di un futuro assieme.

«Herm che ne dici di riprendere le lezioni di animagus. Devi stabilizzare la capacità di trasformarti».

«Cioè dovrei riprovarci?»

«Direi di sì» rispose Sirius. «Questa settimana di vacanza fa proprio al caso nostro. Nessuno ci disturberà e potremo esercitarci senza problemi».

«Ok, come devo fare? Cioè tu a cosa pensi quando ti trasformi?»

«Che voglio essere un cane» rispose con semplicità. «È un po’ come la smaterializzazione non devi avere altro in mente. Sei un cane e devi ragionare come tale».

«È difficile…» disse un po’ sconfortata.

«A cosa pensavi la notte della vigilia?»

«A come raggiungerti. Volevo arrivare da te, in qualche modo».

«Ora capisco come ho fatto a sentirti. I sensi del cane».

«Guarda un po’ cosa ho scoperto sulla razza… il samoiedo» disse porgendogli un libro di razze canine.

«Interessante, sembra la tua descrizione, guarda cosa dice: testardo e non molto ubbidiente» disse Sirius ridacchiando, aveva volutamente saltato la parte dei pregi.

«Non sono testarda, e poi hai saltato tutta la prima parte…» disse lei mettendo il broncio.

«Ma ti riferisci all’eleganza? O alle coccole…»

«Vedi, ama e protegge il padrone» disse indicando la parte con le caratteristiche principali attribuite dagli addestratori.

«Sembra che stia sorridendo» disse osservando una foto. «Bene, ora che sappiamo che questo cane ti rispecchia alla perfezione… che ne dici di riprovarci?»

«Quindi sono un cane…» disse Hermione chiudendo gli occhi e concentrandosi sull’immagine del cane.

Passò diverso tempo in questo modo, ma non sembrava che funzionasse. Era così snervante provarci e non riuscirci.

«Forse potrebbe aiutarti se mi trasformassi anch’io?» chiese Sirius.

«Per ricordarmi che non ci riesco… no, grazie».

«Ma che dici, io ci ho messo tre anni… tu solo pochi mesi… andiamo non ti devi preoccupare, una cosa per volta».

«Qualche suggerimento più specifico… come pensa un cane?»

«Io in genere penso a quanto mi piacerebbe mordicchiare qualche polpaccio…» disse Sirius ridacchiando.

«Sirius non mi prendere in giro, dai…» disse lei un po’ offesa e triste.

«Ok, diventare un animale in qualche modo è come liberarsi di tutti i pesi, niente problemi. Non chiederti come, lascia da parte ogni pensiero, ogni ragionamento…» e detto questo si trasformo in cane e si accucciò accanto a lei.

Hermione chiuse gli occhi, forse aveva trovato la chiave per trasformarsi anche lei. Era Sirius, era sempre lui il motore di tutto. Lui le aveva spiegato molte cose su gli animaghi, lui le aveva spiegato come fare e per lui si era trasformata.

Socchiuse un occhio e guardò brevemente quel cane che la scrutava severo prima di sorridere lievemente e concentrarsi sul pensiero definitivo: Sirius.

Accadde in breve tempo, dentro di sé riuscì a sentire quella voglia di libertà che scaldava il cuore. Non c’erano più problemi o preoccupazioni c’era solo la voglia di raggiungere Sirius.

Un lieve rumore e un piccolo bagliore[1] e Hermione era sparita, al suo posto c’era un maestoso cane bianco dagli occhi castani e con un sorriso dolcissimo.

Appena arrivò al ministero capì che quella sarebbe stata una pessima giornata.

La passeggiata fino a Hogwarts non aveva portato a un gran che. Minerva McGranitt non poteva né confermare, né smentire. Semplicemente non sapeva cosa facevano i Malfoy. Poteva semplicemente fare più attenzione ai loro movimenti, ma per ora era una pista senza uscite.

Per di più appena entrato nel suo ufficio vide dei promemoria interni con la scritta “URGENTE”. Provenivano dal Wizengamot e non erano certo un buon segno.

La sua presenza era richiesta al più presto per chiarire alcuni dettagli sulle attività svolte dagli auror.

Tutto questo era molto insolito perché normalmente portavano loro i documenti al Wizengamot, mai il contrario. E poi non veniva chiamato il capo degli auror per riferire sullo svolgimento delle indagini.

Senza perdere altro tempo raggiunse la sede amministrativa del tribunale magico. Il funzionario gli pose molte domande specifiche cui rispose in modo generico ed evasivo, così come avevano concordato con il ministro. Che ci fossero infiltrati era una cosa risaputa, tanto valeva dare informazioni fasulle.

Chiunque ci fosse dietro era molto incauto. I passi falsi erano evidenti. L’attacco a casa dei Granger, le richieste d’informazioni su indagini in corso, c’era da sperare che continuassero a commettere altri errori in modo da poterli incastrare con certezza.
Mentre tornava nel suo ufficio, incrociò Shephard.

«Signor Mason, sono il legale della signorina Granger» disse quello presentandosi. «Vorrei sapere a che punto sono i rilievi degli auror presso il domicilio della mia assistita».

«Dovrà attendere che siano depositati nella cancelleria, come tutti» rispose il capo degli auror.

«Mi auguro in tempi decenti» replicò l’avvocato consultando alcune pergamene.

«Dipendesse da me…» disse Mason andando via.

Mantenere un assoluto distacco e indifferenza era fondamentale, e sicuramente uno come Shephard conosceva alla perfezione certi meccanismi. E poi che cosa avevano tutti quel giorno? Non era l’ultimo degli auror, era il capo.

Certamente una giornata no.

D’altro canto, Shephard ridacchiò alla vista di Mason irritato, fece buon viso a cattivo gioco e andò verso il funzionario del Wizengamot per ottenere nuove informazioni.

Uno degli scopi principali della sua azione era evitare il processo, la storia non doveva essere portata all’attenzione del Wizengamot. Stranamente la Gazzetta del Profeta non aveva ancora scritto una parola.

Dall’ufficio del tribunale magico riuscì finalmente ad ottenere i capi di accusa. Uso improprio della magia, violazione dello statuto di segretezza. La solita vecchia e logora strategia che non portava da nessuna parte.

Decise di raggiungere i due in Francia per discutere sulla migliore procedura da seguire. Quando arrivò, non trovò nessuno in casa. Si avviò verso la spiaggia e la sua attenzione fu catturata da due cani che s’inseguivano. Uno bianco e uno nero.

«Alla faccia del non dare nell’occhio» borbottò scontroso il vecchio avvocato. «Dannati Black».

«Shephard» disse Sirius ritornando in forma umana. «Come mai qua?»

«Mi auguro che quel cane non sia la Granger» disse sottovoce.

«Beh potrei anche accontentarla…»

«Dannazione, è stata accusata di uso improprio della magia e violazione dello statuto di segretezza, che cosa accadrebbe se questo arrivasse alle orecchie di quei rincitrulliti del Wizengamot?»

«Solo in pochi ne sono a conoscenza e di certo non ne parleranno in giro» rispose Sirius con fare indifferente, mentre con un gesto della mano richiamava Hermione.

«Mi domando come mai quelli del Profeta non hanno ancora pubblicato una riga» continuò sovrappensiero per poi osservare Sirius che ridacchiava. «Altri guai?» chiese quasi sconfortato.

«Rita Skeeter non pubblicherà mai più niente contro Hermione o Harry o qualcuno di noi» rispose Sirius con un sorrisino diabolico.

«Non voglio sapere nulla» rispose l’avvocato. «Signorina Granger, come sta?» chiese quando Hermione riprese forma umana dentro casa.

«Molto bene, grazie» rispose lei.

«Mi dispiace darle brutte notizie, ma al Wizengamot hanno depositato le accuse contro di lei» disse con fare professionale. «Si tratta di uso improprio della magia e violazione dello statuto di segretezza».

«Ho controllato, non ho infranto nessuna legge quando ho apposto quegli incantesimi in casa mia» disse Hermione leggendo le carte. «E poi sono loro che hanno attaccato me.»

«Questo lo sappiamo e spero di riuscire a far archiviare il caso senza dover andare in tribunale, ma…» disse con fare incerto.

«Ma?» chiese Sirius.

«Temo che vogliano a tutti i costi andare in aula per rendere pubblico il caso. Anche per scoprire se avete una vaga idea di chi sta dietro le aggressioni. Ho incrociato il capo degli auror.»

«Mason?» chiese Sirius incredulo.

«Richiamare il capo degli auror per richiedere informazioni su indagini in corso. Non si è mai vista una cosa simile».

«Direi che è un buon segno, no?» replicò Sirius.

«Non saprei di sicuro hanno fretta di dimostrare qualcosa, o chi sa che» rispose l’avvocato. «Se dovessimo andare in aula, è molto importante che niente di quello che ho visto oggi venga fuori».

«Credo ci siano segreti più importanti da tutelare» rispose Sirius.

«Io non credo. La vostra propensione a far di testa vostra, esercitare pratiche magiche molto complesse come diventare animaghi illegalmente sono tutti fatti che depongono contro» disse il vecchio avvocato con voce severa. «Per non parlare dei sei anni di Hogwarts della signorina. E come se non bastasse, siete entrati illegalmente al ministero e direi che è il caso di sorvolare su cosa è accaduto».

«Tutto quello che abbiamo fatto, è stato per una buona causa».

«Si certo, quasi scordavo… lei, il signor Potter, con la collaborazione di Weasley, siete entrati con l’inganno alla Gringott, avete rubato in una delle camere di sicurezza per poi fuggire su un drago» continuò imperterrito quello.

«La mia fedina è pulita e tutto questo non ha nulla a che fare con la situazione attuale» rispose esasperata Hermione.

«Risposta sbagliata, per come stanno le cose lei verrebbe condannata. Non capisce che tutto questo potrebbe essere usate contro di lei. Io spero vivamente di riuscire ad evitare il processo, e non credo che il ministro potrà opporsi apertamente se il Wizengamot presenterà richieste formali».

«E ti pago per queste ovvietà?» chiese Sirius alterato.

«No mi paghi perché sono il migliore. Ho bisogno di dettagli, da quanto tempo ci sono gli incantesimi su casa sua, a che periodo risalgono le prime aggressioni» disse prendendo piuma e pergamena.

Passò la mattinata a farsi spiegare nel dettaglio come funzionavano gli incantesimi e ricostruire in questo modo l’attacco di qualche giorno prima.

«Black non è che potresti trovare i rapporti degli auror?» chiese Shephard.

«Se vuoi io e Hermione ci facciamo un giretto al ministero e te li portiamo» rispose Sirius ridacchiando. «Ho capito, contatto Hogwarts» terminò Sirius quando l’avvocato gli rivolse un’occhiataccia.

Prese lo specchietto e chiese informazioni a James. La McGranitt subentrò nella discussione riferendo ciò che aveva saputo la notte prima da Mason. Quando si arrivò ai sospetti sui Malfoy, Sirius stranamente storse il naso dubbioso.

Troppo ovvio puntare contro i Malfoy, non erano dei santi ma non era tutto colpa loro. Il rapporto degli auror, invece, era molto favorevole per Hermione.

«Finalmente abbiamo buone notizie» rispose Shephard. «Appena riuscirò a leggere il rapporto, ufficialmente, presenterò la richiesta per archiviare il tutto» disse salutando Hermione e Sirius.

«Se ti serve qualcosa, non hai che da chiedere» disse Sirius accompagnando l’avvocato all’ingresso.

«Per carità Black, non mi paghi abbastanza.» rispose quello con un ghigno. «Un’ultima cosa fino a che questa storia non sarà finita, non fate niente di avventato. Limitate al minimo le magie, specie se siete tra i babbani. Non mi importa in che modo teniate buona la Skeeter, non dovete correre rischi inutili» disse osservando i due.

«Tra quanto possiamo tornare a Londra?»

«Se non avete impegni urgenti, direi di rimandare il più a lungo possibile. A meno che non arrivi una comunicazione dal Wizengamot» disse con tono serio l’avvocato.

«Non ti preoccupare Edward» disse Sirius ridacchiando.

«Non mi ricordo, quando siamo passati ai nomi Black?» chiese lievemente seccato prima di smaterializzarsi.

«Odia essere chiamato Edward, la sua ex moglie lo chiamava sempre per nome» disse Sirius in risposta alla richiesta di spiegazioni di Hermione.

«Com’è che non ti ha ancora fatto arrestare?» chiese un po’ perplessa.

«Mah, ama i casi difficili, credo» rispose lui pensieroso. «In ogni caso è buon avvocato, vedrai risolverà tutto.»

«Speriamo…» rispose lei.

«Che ne pensi dei Malfoy?» chiese cambiando argomento.

«Su Lucius non metterò mai la mano sul fuoco… ma con questo non voglio dire che sospetto di loro. Certo che se siamo ai sospetti su di loro…» concluse amareggiata.

«Al ministero tendono a pensare un po’ di tutto, peccato che perdano solo tempo con inutili teorie.» concordò Sirius.


[1] Riprendo questo passaggio dalla prima trasformazione della McGranitt, nel primo libro, quando si ritrova con Silente davanti casa degli zii di Harry.

✎ Info & Co.

Ho scoperto una cosa tremenda, i capitoli non si scrivono da soli! Ho aperto Word sperando di trovare il capitolo, ma niente!!! 

Spero perdoniate il mio ritardo, ma non ho avuto un minuto libero in questi giorni… Non so se ci sarà un’udienza al Wizengamot, l’avvocato non vuole darmi altri dettagli, quindi ho spiegato un pochino cosa sta accadendo ( ho in pratica ripreso l’idea delle accuse contro Harry all’inizio dell’Ordine della Fenice)!

Finalmente Hermione si è trasformata consapevolmente! Per chi volesse maggiori info sulla razza canina, beh in questo sito potrete trovare anche un pò di foto. Credo sia straordinario come certe cose in qualche modo coincidano. Quando ho visto queste foto ho pensato fossero pefette per l’immagine che mi ero costruita nella mia testa e quando ho letto un pò di cose su questa razza… beh mi son detta “Hai scelto proprio bene”, come Hermione cerca di proteggere chi ama…

Detto questo vi saluto e vi ringrazio per le attenzioni che dedicate a questa storia.Quasi 3,000 letture… non credo di meritare tanto :)

Aspetto numerosi commenti!
Jalilah♔ .

©Tutti i personaggi sono stati creati da J.K. Rowling.

Storia modificata nel 2014. Tutti i capitoli sono oggetto di sostanziose modifiche, tagli e correzioni.

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Capitolo 28
*** Un piano malandrino. ***


Capitolo 28.

Un piano malandrino.

La settimana di ferie forzate era finalmente conclusa, avevano girato una marea di luoghi e si erano tenuti in contatto costante con James che aveva riferito sugli spostamenti dei Malfoy e i giri di ronda proseguivano.

Si erano persi un po’ di azione, ma non si sarebbero mai mancati al gran finale.

Al Wizengamot erano sempre più furiosi, Shephard si era rifiutato di comunicare informazioni sul luogo dove stava Hermione, ed aveva chiesto l’archiviazione delle accuse. Ben presto i consiglieri avrebbero dovuto decidere sul da farsi. Qualcuno doveva fare la prima mossa e toccava proprio a loro.

Alla fine di una lunghissima settimana, Shephard ottenne l’archiviazione delle accuse contro la sua assistita, e una condanna per i due che avevano fatto scattare gli incantesimi di difesa.

Era riuscito a dimostrare, inoltre, che alcune delle ferite erano auto inferte. Ottenere quindi l’archiviazione fu ancora più facile, il tutto ovviamente tra l’imbarazzo di molti dei consiglieri che volevano a tutti i costi portare il processo a conoscenza di tutta la comunità magica.

Erano riusciti a segnare un punto a loro favore. Anche Kingsley e Dalton erano sollevati per la piega dei fatti, finalmente la fortuna girava a loro favore.

Con grande sollievo di Hermione e Sirius, trascinato in ogni luogo magico della Francia, fecero ritorno a Londra. Ad attenderli trovarono i loro amici.

«Com’è andata la vacanza?» chiese James abbracciando l’amico.

«Ci siamo divertiti» rispose scambiandosi una breve occhiata con l’amico, che ridacchiò ancora di più.

«Finalmente siete tornati, ora non dovremmo fare turni extra» disse Harry prendendo la borsa dell’amica.

«Sempre il solito scansafatiche» rispose Hermione felice.

«La McGranitt ti manda i suoi saluti, è molto soddisfatta del risultato delle indagini» disse Lily rinvigorendo il fuoco.

«Spiegatemi meglio la storia dei Malfoy… come sono finiti tra i sospettabili?» chiese Hermione.

«La preside ci ha spiegato che qualcuno ha molte riserve su di loro e per fugare ogni dubbio è opportuno tenere gli occhi aperti» spiegò Harry.

«Se anche sono coinvolti, non saranno così sciocchi da farsi beccare mentre comunicano con qualcuno. A questo punto ci sono, e ce li teniamo» disse Sirius in risposta.

«Speriamo non sia così, comunque è là il loro covo?»

«Dal movimento si direbbe proprio di sì» ammise James.

«E cosa stanno aspettando per intervenire?» chiese Sirius stupito per tutta quell’esitazione.

Anche se era una trappola, tanto valeva scoprirlo subito.

«Stavano aspettando l’assoluzione di Hermione» rispose Harry con un ghigno. «A proposito, benvenuta nel club» aggiunse sorridendo mentre sollevava la tazza di tè a mo di brindisi.

«Chi manca all’appello, Ron?» chiese Sirius ridendo.

«E James dove lo volete lasciare?» aggiunse Hermione facendo ridacchiare Lily.

«Amico devi darti da fare!» esclamò Sirius.

«Cercherò di non deludere le vostre aspettative» rispose lui con un ghigno da perfetto malandrino.

Stavano chiacchierando tranquillamente quando arrivò il Ministro della Magia. Era là per assicurarsi che tutto fosse andato bene.

Il ministro aveva portato le sue congratulazioni per l’evolversi dei fatti, non poteva permettersi una collaboratrice condannata dal Wizengamot, anche se sarebbe stato divertente provocare le vecchie mummie.

Dalton era sempre più preoccupato e chiedeva con maggiore insistenza la cacciata di tutti i Potter&Co. In pratica erano la tutti i giorni per chiedere quando si sarebbe passati alla parte operativa.

Prima di poter agire, però era necessario stabilire un piano di azione e chi doveva assumerne il comando.

Era idea condivisa del capo degli auror, della preside di Hogwarts e anche sua, che il tutto fosse gestito da qualcuno esterno al ministero.

Il “prescelto” fu proprio James. Aveva capacità organizzative e tattiche non indifferenti. James avrebbe organizzato il piano che non doveva essere rivelato a nessuno.

James accettò con entusiasmo la proposta.

Appena il ministro li lasciò soli iniziò con Sirius a organizzare un bel piano d’attacco. Harry, Ron e Hermione offrirono la loro competenza che poteva vantare: due incursioni al ministero e una alla Gringott.

Avevano già le planimetrie della casa, un’idea ben precisa di orari e movimenti, avevano anche avuto modo di individuare vari punti da cui poter osservare senza essere visti.

«Io e Herm potremo andare domani a fare un sopralluogo più approfondito» propose Sirius.

«Non possiamo rischiare, nemmeno con il mantello» rispose James un po’ perplesso.

«Beh se ci andiamo così… fai vedere a James» disse a Hermione con un ghigno.

Pochi secondi e davanti a loro apparve un magnifico cane bianco che si mise a passeggiare per la stanza per poi sedersi elegantemente vicino a Sirius facendo ridere James.

«Sembri più mansueta di del vecchio Felpato» disse carezzandole la testa, dietro le orecchie.

«Giù le zampe dalla mia ragazza» disse Sirius allontanando James.

«Dovremmo trovarti un soprannome» propose James entusiasta.

«Beh ora abbiamo cose più importanti cui pensare» rispose Hermione tornata in sé.

«Io direi di dividerci in due squadre che faranno irruzione nella casa, più altri gruppi più piccoli sparsi in questi punti, in modo da tenere sotto controllo tutto» propose Sirius.

«Non dobbiamo scordarci delle due squadre di auror che fino ad ora hanno collaborato con noi» aggiunse James.

«Direi che dovremo puntare tutto sull’effetto sorpresa, sono sicuro che i gemelli Weasley hanno qualcosa per noi…» aggiunse Harry ricordando la polvere peruviana o i detonatori abbindolanti.

«Secondo me due squadre sono poche» disse Hermione. «Meglio gruppi più piccoli, guardate ci sono almeno tre edifici, e quello principale è su più piani. Quelli bravi con le scope potrebbero arrivare in volo» propose Hermione.

«E dove lascerebbero le scope?» chiese James perplesso, l’idea gli piace, ma sembrava di difficile applicazione.

«Incantesimo estensivo irriconoscibile, basta una piccola sacca» rispose lei con lo sguardo illuminato.

«Ok di queste cose te ne occuperai tu» replicò James entusiasta di poter sfruttare che le scope.

«Che cosa serve per creare un oggetto come la mappa del malandrino?» chiese Lily curiosa.

«Beh, la planimetria dettagliata c’è…» rispose Sirius pensieroso. «Ma credo che ci servirà anche Remus…»

«E soprattutto non deve saperlo nessuno» aggiunse James preoccupato. «La McGranitt sarebbe capace di metterci in punizione anche dopo così tanti anni» aggiunse ridacchiando.

«Evans come fai a sapere della mappa?»

«Black, ricorda sempre con chi stai parlando…» rispose Lily a tono. «Qualche giorno fa sono riuscita a stabilizzare la pozione esplodente, ora si può trasportare in piccole fialette» propose entusiasta.

«Da quando traffici con queste diavolerie?»

«Lavoro su commissione» rispose lei con un ghigno. «I gemelli mi hanno chiesto un piccolo aiuto» spiegò quando vide le facce perplesse dei presenti.

«Se non ci fossi, ti dovrebbero inventare» disse James ammirato. «Perché non mi hai detto nulla?»

«Per evitare queste scene» rispose lei. «Direi che è il caso di metterci a lavorare».

«Io chiamo Remus, non si può assolutamente perdere Lily in versione malandrina» disse Sirius ridacchiando.

✎ Info & Co.

Ehilà, come vanno le cose?

Spero che Sanremo non vi abbia consumato gli ultimi neuroni, i miei sono morti da un pezzo, visto che nello scorso capitolo ho cambiato il cognome del capo degli auror.

E come quando si hanno troppi amanti, si rischia di sbagliare nome una volta o l’altra XD !!!

Non volendo ho anticipato uno dei cooprotagonisti di una storia che sto revisionando in questi giorni e che mi piace sempre poco… chi sa forse presto pubblicherò il primo capitolo per capire cosa ne pensano gli altri!

In questi giorni ho fatto anche altre cose. Mi sono applicata con il codice Html in modo da avere un unico stile per tutti i capitoli! Inoltre ho creato una pagina Facebook, dove potrete leggere spoiler, o lasciare un messaggio (anche minatorio)!

Oggi le Nda sono più lunghe del capitolo… Siamo agli sgoccioli e si stanno preparando per l’azione, spero vi piaccia questa Lily un po’ “malandrina”!

Ps: l’incantesimo l’ho trovato in questo sito… e mi sembrava giusto dirlo e publicizzarlo!

Aspetto numerosi commenti!
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Capitolo 29
*** We Are Ready. ***


Capitolo 29.

We Are Ready.

Il piano era pronto.

Ci avevano messo diversi giorni, a più riprese si erano dati degli incoscienti a vicenda, soprattutto quando alcune fialette della pozione esplodente, erano per l’appunto esplose grazie alla collaborazione del piccolo Teddy che, mentre gattonava allegro e indisturbato, le aveva trovate in una scatola che aveva fatto cadere dal tavolo.

Lui si era divertito un mondo, Remus un po’ meno e anche Tonks si era presa un bello spavento. Il padrino era orgoglioso e si complimentava, mentre Lily fece una bella lavata di capo a James, che aveva lasciato in giro il materiale pericoloso. Nonostante questo James e Sirius si congratularono con Remus per aver generato un vero malandrino.

Nel pomeriggio ci sarebbe stata una nuova riunione e questa volta dovevano decidere: era giunto il momento di scendere in campo.

Erano previste cinque squadre, cui corrispondevano cinque obbiettivi. Solo la McGranitt era conoscenza dell’intero piano e quella mattina era attesa in Grimmauld Place per le ultime decisioni.

Quando la preside arrivò, notò subito che c’era qualcosa che non andava. L’aria era impregnata di fumo, e dalla cucina arrivano voci concitate che Walburga copriva a mala pena.

Quello che vide la lasciò basita. Per un attimo le parve di essere tornata indietro di decenni, Lily che dava dell’arrogante a Potter, lui che la rincorreva chiamandola Evans, Sirius seduto sul tavolo che ridacchiava con Harry, Tonks che portava via il piccolo Teddy e Remus e Hermione che cercavano di mettere tutto apposto.

Se era quello il modo in cui avevano lavorato, erano davvero nei guai. Maledì Albus per essere morto troppo presto, e sentì terribilmente la mancanza di Severus. Lui non avrebbe mai approvato tutto questo.

«Spero di non dovermi pentire di avervi affidato la responsabilità dell’azione» disse facendosi coraggio mentre entrava.

«Preside ci scusi, non ci aspettavamo di vederla così presto» disse Hermione che faceva evanescere i frammenti di una sedia che si era letteralmente disintegrata.

«Posso sapere cosa è successo?»

«Niente di grave, la pozione esplodente di Lily va alla grande» disse James con un sorriso a trentadue denti.

«Vedo» disse osservando la chiazza nera lasciata sul pavimento.

«Non si preoccupi preside, è tutto pronto» disse Remus prendendo la parola per rassicurare la preside.

«Lo spero, altrimenti Dalton ci farà la pelle. È già abbastanza seccato, vorrei evitare altre grane».

«Che noia questo Dalton» sbuffò Sirius mentre faceva svolazzare alcuni oggetti sulla testa del piccolo Teddy.

«Avevo scordato che certi sono rimasti degli adolescenti incoscienti» disse assottigliando lo sguardo. «Visto che le cose qua vanno bene, ci vediamo più tardi. Porterò anche il capo degli auror con me» concluse osservando ancora i danni prodotti dalla pozione.

«Prof da quando le servono gli auror come scorta?» chiese James divertito.

«Da quando ho nuovamente a che fare con voi tre» disse indicando i due Potter e Sirius.

«Anche per noi è un piacere preside» rispose James con il suo solito ghigno.

«A più tardi preside» aggiunse Remus conciliante, prima che la preside gli affibbiasse qualche punizione.

Passarono la mattinata a definire tutti i dettagli e fare un conto approssimativo dei partecipanti. Ricontrollarono le scorte di pozioni, soprattutto quelle curative come l’essenza di dittamo.

Poco prima di pranzo arrivò anche Andromeda per portar via il piccolo Teddy.

«Come mai c’è quella macchia nera? Sirius hai deciso di eliminare Kreacher?» chiese un po’ perplessa.

«Magari» rispose Sirius con un ghigno. «Tutto merito di questo malandrino, ha trovato le fialette di pozione e le ha fatte cadere» disse scompigliando i capelli che al momento erano neri.

«Tutto tua madre…» disse Andromeda

«Tutto suo padre dirai, ha fatto il suo primo scherzo» disse Harry entusiasta.

«Voi state tutti bene?» chiese poi guardandosi intorno. «Hermione?»

«In biblioteca» risposero Harry e Ron.

«In biblioteca?» chiese curiosa di sapere perché qualcuno sano di mente voleva mettere piede in una biblioteca della famiglia Black.

«Lei è così… in tutti questi anni non siamo mai riusciti a farla cambiare» rispose Harry ridacchiando.

«Sirius e la lasci da sola in quel posto orrendo?»

«Figurati, ci siamo liberati da qualche tempo di tutto quello che poteva essere pericoloso» rispose tranquillo. «Comunque vado a chiamarla, tra un po’ si pranza. Resti con noi?» chiese Sirius alla cugina.

«Oh beh, o qua o a casa credo sia lo stesso.»

Pranzarono tutti assieme e prima che iniziassero ad arrivare i membri dell’ordine, Andromeda era già andata via con il piccolo Teddy. Dopo quasi un’ora erano tutti presenti.

«Mi auguro che tutti abbiate fatto testamento, signori. Sta notte si scende in campo» disse James sorridendo ai presenti.

«Come questa notte?» chiesero in tanti.

«Contiamo sull’effetto sorpresa» spiegò Sirius.

«Che storia è questa Potter?» ringhiò il capo degli auror.

«Direi che è il caso di agire stiamo fermi ancora per mesi? Loro hanno continuato con i loro traffici e le aggressioni, e non credo si fermeranno» rispose Hermione.

«E per ora è tutto. Questa notte alle tre, ci troviamo alle porte di Portland pronti per entrare in azione»

«Nessun dettaglio?» chiesero i gemelli.

«Non ci sono molti dettagli dobbiamo semplicemente catturarli» spiegò Remus.

«Chi ha una scopa, e la sa usare la porti con sé» disse Tonks.

«Mi auguro sia uno dei vostri scherzi» disse la preside lievemente preoccupata.

«Nient’affatto. Questa notte ci divideremo il lavoro, il luogo lo conosciamo tutti. Non credo servano altri dettagli» spiegò Harry.

«E voi siete sopravvissuti un anno in questo modo?» chiese la preside al trio.

«La prego, non sia così sorpresa… ne va della nostra autostima» disse Ron perplesso.

«Weasley, tu non ne hai minimamente idea»

«Chi è intenzionato a partecipare all’azione firmi qua» disse Hermione mostrando loro una pergamena.

«Non ci hai ancora detto cosa hai combinato tutto quel tempo in biblioteca.» disse Harry a voce bassa, mentre la preside li osservava attentamente.

«Niente scherzi, Granger» disse la preside con tono minaccioso.

«A che si riferiva?» chiese Sirius curioso.

«Non dirmi che è quello che penso!» esclamò Ron tra l’entusiasta e il preoccupato.

«Beh niente di mortale» ammise lei.

«Hermione» esclamò Sirius preoccupato. Soprattutto perché Shephard lo aveva minacciato di mollarlo se si fossero messi nuovamente nei guai.

«C’è altro per dopo» disse lei senza rispondere alle loro sollecitazioni.

Nel frattempo tutti avevano posto la loro firma sulla pergamena.

«Che storia è?» chiese Sirius prendendo la pergamena e osservandola attentamente.

«Se qualcuno ci tradirà, lo scopriremo molto presto» rispose semplicemente.

«Lo sapevo» disse Ron con un ghigno mentre si lasciava andare su una sedia.

«E come?» chiese James curioso.

«Niente di mortale, solo qualche pustola…»

«E lo hai già fatto?» chiese Lily preoccupata. Hermione le era sempre sembrata una ragazza tranquilla e pacifica, ma certe volte si dimostrava perfida.

«Sì al quinto anno…» rispose Ron.

«E cos’altro hai fatto?»

«Tenete queste» disse porgendo i finti galeoni. «Incanto proteus, possiamo usarle per comunicare tra noi, in caso di necessità» spiegò lei. «Ho dovuto fare ricerche più approfondite per potenziare l’incantesimo».

«Come funzionano?»

«Basta sfiorare le lettere per far apparire il messaggio e trasmetterlo agli altri»

«E come facciamo a sapere quando c’è qualcosa di nuovo?» chiese Remus.

«Diventa caldo» rispose Harry usando la moneta per mandare un messaggio a tutti.

«Forte!» esclamarono Sirius e James in coro quando sentirono il calore. «Anche se ricorda il marchio nero» aggiunse Sirius perplesso.

«Neville lo sa?» chiese Remus.

«Sì, conosce la procedura» disse Harry ridacchiando mentre ripensava ai bei momenti nella stanza delle necessità.

...........................................................................

Mancavano poche ore all’alba, ma erano già tutti là per essere divisi in squadre. In ogni squadra c’erano due auror, e gli altri erano membri dell’ordine. Ron, Harry e Hermione erano in coppia con Remus, Lily e Sirius. James e Tonks avrebbero guidato la squadra aerea e Neville con il capo degli auror si sarebbero occupati dei depositi, che stavano nell’esterno della casa.

Era questione di attimi, tutto doveva svolgersi in breve tempo. Dalla loro avevano l’effetto sorpresa e non dovevano sprecarlo. Se anche ci fosse stata una talpa tra loro, non poteva avere un idea definita del piano.

Sicuramente ci sarebbero state sentinelle, che li avrebbero sentiti arrivare, sarebbe stato sciocco non averle.

La parte più difficile era entrare in azione contemporaneamente.

Dalton borbottava contro l’idiozia di certi matti, cui aveva acconsentito ad affidare tutto quel disastro. Non riusciva a capire come mai i Potter non si fossero ancora estinti, viste le idee proposte per quella notte.

Se fosse sopravvissuto, gli avrebbe fatto pagare tutti quei mesi di angoscia. Turni notturni e festività, le peggiori missioni erano tutte per Potter e Weasley, che erano appoggiati a un tronco di un albero, tutti intenti a ridacchiare. Sì, i Potter sarebbero certamente finiti con lui. E con un ghigno sadico di soddisfazione che si dipinse sul suo volto, andò verso il centro di comando mentre si gustava il suo cubano.

James gli presentò Neville e indicò loro sulla cartina il punto che dovevano raggiungere. La cosa era abbastanza chiaro, a tutti in effetti. Dovevano catturare tutti i mangiamorte e cercare di riportare a casa le chiappe intatte.

«Grazie per non avermi assegnato alla squadra aerea» commentò sarcasticamente Dalton.

«Sì, la McGranitt mi ha sconsigliato di affidarle una scopa» rispose James per niente toccato dal sarcasmo.

«Quando avete terminato con le chiacchiere…» disse Sirius impaziente.

«Radunate le squadre. Siamo pronti» disse James prendendo la sua scopa e richiamando Tonks.

Così fecero tutti gli altri.

✎ Info & Co.

Eccomi qua con il nuovo capitolo. Ho deciso di dividere in due il momento dell’azione per evitare di allungare i tempi di pubblicazione .

In questi giorni mi son divertita parecchio a pubblicare aggiornamenti su Facebook con piccoli spoiler. Intendo continuare questo esperimento, perciò vi  aspetto qua. Siamo già in dieci e la cosa mi piace :), ovviamente si tratta di una fan-page e prometto di non inondarvi la bacheca con miliardi di post!

Per quel che riguarda la storia siamo alle battute finali… credo che scriverò al massimo altri due capitoli e devo decidere se lasciare il finale aperto… o chiudere definitivamente! Beh c’è tempo per pensarci.

Aspetto numerosi commenti!
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Capitolo 30
*** Azione. ***


Capitolo 30.

Azione.

Prima di lasciarvi alla lettura del capitolo, vorrei dire alcune cose.

Sono giunta alla fine di questa storia, perciò dedico questo capitolo a mattamatythewhitelady e chia, grazie a voi questa storia ha avuto modo di crescere e migliorare; ovviamente grazie anche a Nymphy Lupin e mela91, per i consigli e le note. Certo non mi posso dimenticare di Mae e Stregatta dalla Luna, che sono state le prime a recensire.

Grazie anche a Evanutena76James potterEmilyGraisonBlackBabolangelinamarueders_loveGgigia,Stella_OscuraMetroPolvereElEllie, per aver speso un po’ del vostro tempo per scrivere il vostro parere sulla storia.

Buona lettura.

Dovevano essere veloci e sfruttare le tenebre per non farsi vedere. Avevano scelto la notte per essere sicuri di non trovarsi troppi mangiamorte in giro. Molti di loro erano già stati identificati, e all’alba sarebbero scattati gli arresti.

Il ministero non era esattamente rimasto con le mani in mano, grazie a tutte le prove raccolte, potevano finalmente concludere il lavoro iniziato subito dopo la sconfitta di Voldemort.

La prima squadra a partire fu proprio quella di James, in modo da coprire le spalle dei quattro gruppi, che dovevano prendere posizione dentro la casa. Quando presero posizione sul tetto della casa, James mandò il segnale a tutti i capo-squadra.

Harry e Lily avevano il compito di far saltare la porta principale, Hermione e Sirius si sarebbero occupati dell’ingresso laterale, Ron e Lupin dalla serra e Neville e Dalton invece delle stalle, ora adibite a deposito.

L’aria era impregnata di fumo, denso e nero. Si sentivano alcune voci concitate, rumori di passi veloci. Impossibile che nessuno si fosse accorto del loro arrivo.

Ma quello era compito della squadra di James, se c’era qualcuno in casa era assai probabile che a quell’ora fosse a letto ed entrando dal tetto, quelle erano le camere più vicine.

Riuscirono, infatti, a trovare e immobilizzare due persone che colte nel sonno non avevano avuto tempo di capire cosa stesse accadendo. Ma era presto per dire di aver vinto.

Ai piani inferiori tutti si davano da fare per controllare le stanze.

«Dividiamoci, ci sono troppe stanze da controllare» sussurrò Hermione.

«Non ci pensare» replicò Sirius con un ringhio.

«Non è il momento di discutere, noi scendiamo, voi controllate le stanze sulla destra» propose lei imperterrita.

«Smith» disse Sirius all’auror. «Se le succede qualcosa…» e concluse puntandogli contro la bacchetta.

«Oh basta con queste sceneggiate» disse Hermione dando un lieve bacio sulla guancia di Sirius. «Ci vediamo più tardi, e tenete gli occhi aperti».

Nell’ingresso principale, madre e figlio si osservano intorno. Da là si accedeva al soggiorno e alla sala da pranzo, e davanti a loro un imponente scalinata che conduceva ai piani superiori.

Quella casa era un vero e proprio labirinto, c’erano stanze ovunque.

Sentirono un rumore di vetri infranti.

«Remus e Ron?» chiese Ginny interrompendo quello strano silenzio.

«Credo di sì» rispose Lily.

«Ci dividiamo, noi controlliamo salotto e poi andiamo verso la serra» propose Harry.

«Bene, noi andiamo in sala da pranzo, da lì poi troveremo Herm e Sirius».

«Fatte attenzione» mormorarono assieme Harry e Lily.

Harry, Ginny e un auror andarono quindi incontro a Remus e Ron, Lily e altri due auror e Dean andarono verso la cucina.

Era stata una buona idea dividersi? Questa era la domanda che occupava le loro menti. Di tutti. La cosa più preoccupante era che non avevano ancora incontrato nessuno. Era davvero strano.

Come a confermare i loro timori sentirono dei passi provenire da diverse direzioni, era come sentirsi in trappola.

Con le bacchette salde in mano, avanzavano in quei corridoi bui. A un certo punto delle urla spaventose invasero l’aria dei sotterranei.

Hermione fece appena in tempo a riprendersi quando gli incantesimi iniziarono a volare ovunque.

Nel frattempo dai piani superiori, scesa da una scala di servizio, era appena arrivata Tonks con due auror per dar man forte a Hermione e Lily che al momento erano accerchiate.

Con un paio di schiantesimi ben piazzati riuscirono a farsi largo e catturare altri tre mangiamorte.

«Meno male che dovevano essere in pochi» commentò Tonks con un ghigno. «Di sopra ne abbiamo catturati altri due, ma almeno questa volta è stato più divertente» concluse curando un taglio sul viso di Hermione.

«James?» chiese Lily intenta a curarsi una scottatura.

«Ha preso le scale principali» rispose Tonks. «Per di qua si va ai laboratori?» chiese guardando il lungo e stretto corridoio.

«Credo di sì» rispose Hermione. «Abbiamo avuto tutti la stessa idea, ci siamo divisi».

«Sirius?» chiese Tonks curiosa di sapere come mai aveva lasciato Hermione.

«Credo andrà incontro a James»

«Bene andiamo?» chiese Lily indicando la porta del laboratorio.

S’incamminarono, e quando aprirono la porta, videro un uomo intento a distruggere alcune provette e altro materiale. Appena le vide fece esplodere tutto.

«Confrigno» disse il mangiamorte puntando la bacchetta contro uno scafale pieno di pozioni.

Il liquido investì in pieno Lily, Hermione e Tonks, dato che erano in prima linea.

«Incarceramus» dissero tutte e tre in coro.

«Inutile dire che Black non ha motivo di preoccuparsi» costatò l’auror. «Qua restiamo noi a catalogare queste schifezze» concluse guardandosi attorno.

«Resto a darvi una mano per capire di che si tratta» si propose Lily.

«Bene noi andiamo a vedere come se la cavano gli altri» disse Tonks seguendo fuori Hermione e gli altri.

Harry e Ginny invece avevano incontrato quasi subito Ron e Remus, a quanto pareva, in quella parte della casa, non c’era nessuno. A un certo punto sentirono dei forti rumori provenire dai sotterranei, ma quando arrivarono in cima alle scale di servizio, era già tutto finito.

«Che scansa fatiche» disse Tonks ridacchiando. «Di sotto non c’è molto da fare».

«Credo che Neville abbia bisogno di una mano» disse Harry sentendo la moneta scottare.

«Meglio andare da lui, qua non c’è molto da fare» propose Tonks uscendo dalla porta della cucina che dava sul retro.

In quel momento, infatti, nei depositi l’ordine era decisamente in inferiorità numerica. Neville e Dalton erano nascosti dietro una porta di metallo pesantemente danneggiata, mentre gli altri tre, tra cui c’era Luna e due auror stavano lievemente più indietro e controllavano che nessuno arrivasse dall’esterno ad attaccarli.

«Tra quanto arriva Potter?» chiese Dalton imprecando poi sottovoce.

«Presto, non tema» disse Neville guardando la moneta.

«Eccoli arrivano» sussurrò Luna.

«Come vanno le cose qua?» chiese Harry allegro.

«Pensavamo di offrire i pasticcini, loro portano il té» disse Dalton sarcastico. «Vedete di darvi una mossa, saranno una quindicina» borbottò poi incavolato.

«Con piacere» rispose Harry con un ghigno. «Mando Tonks e gli altri sul retro di questa baracca, noi attacchiamo da qui» disse indicando anche Ron e Hermione che lo avevano appena raggiunto.

«Come ai vecchi tempi» disse Neville con un sorriso d’incoraggiamento che fece perdere definitivamente ogni speranza a Dalton. Ormai ne era certo, da lì non ne sarebbero mai usciti vivi, maledetti tutti i Potter.

«Potter che fai mandi avanti gli altri» disse un mangiamorte, facendo ridere tutti gli altri.

«Bastava dirlo, sarei venuto prima» disse Harry uscendo allo scoperto.

Sia Ron, che Hermione fecero spallucce, e ridacchiarono quando Dalton imprecò contro la sua idiozia. Anche loro raggiunsero Harry proprio mentre partivano i primi incantesimi.

Inutile dire che il vecchio, e caro Expelliarmus fece il suo dovere, ma senza l’intervento provvidenziale di Hermione, che bloccò con un Protego alcune fatture ostili, di Ron e di Neville, che con un paio di schiantesimi a testa ne resero inoffensivi alcuni dei mangiamorte in prima linea, Harry avrebbe avuto qualche graffio in più.

I tre furono subito seguiti da Ginny e Luna che a loro volta scagliarono delle ottime fatture orcovolanti che distrassero i restanti, in modo da consentire l’entrata in scena di Tonks e Remus e altri auror che bloccarono sul nascere ogni possibilità di attacco dei mangiamorte rimasti.

«Potter, un Expelliarmus?» esclamò Dalton esterrefatto.

«Harry, avevamo già fatto questo discorso, no?» chiese Remus tra l’esasperato e il divertito.

«Andiamo l’importante è aver vinto, anche questa volta» disse Harry in risposta alle critiche.

«Che cosa avete fatto qua?» chiese Sirius entrando nel deposito.

«Noi, a differenza tua» disse Harry divertito alla vista del padrino che sembrava pronto per andare a una festa, tanto era pulito e ordinato, «abbiamo combattuto!»

«Quante storie, di sopra non c’era nessuno» disse lui in risposta. «Hermione tutto bene?» chiese mentre si avvicinava a lei.

«Non direi, qualsiasi cosa ci abbiano fatto esplodere contro, ha un odore tremendo» disse cercando di dare una sistemata ai capelli scarmigliati.

«Hai proprio ragione, puzza terribilmente» disse Tonks tappandosi il naso.

«Lily?» chiese James.

«Dovrebbe essere ancora nello scantinato, con alcuni auror. Stanno catalogando quello che non è esploso» rispose Hermione.

«Direi che dovreste andare al San Mungo» disse Dalton abbastanza serio.

«Non credo ce ne sarà bisogno, se non ci ha ancora ucciso, allora è innocuo» disse Hermione sicura.

«Non credo ci sia molto altro da fare qui» disse Ron.

«Sì, questi li scortiamo nelle celle di sicurezza al ministero» disse Dalton dando gli ordini agli auror presenti. «Noi ci vediamo al ministero, tra un paio d’ore per scrivere il rapporto» disse poi a James.

«Certo signore» rispose quello scattando sull’attenti. «Se non le dispiace, ora vado da mia moglie» aggiunse poi.

«Bene, dica anche a lei di venire al ministero» disse prima di squadrare Harry. «E lei non la voglio vedere prima del tempo, e la stessa cosa vale per Weasley. Fino a che non finite i corsi, non fatevi vedere da me» concluse andando via.

✎ Info & Co.

Scherzavo… non è proprio la vera fine, quindi riponete le bacchette.

Ahimè è comunque il penultimo capitolo, tra qualche giorno (spero di far passare meno tempo possibile) pubblicherò l’epilogo di questa storia.

Le scene d’azione non sono il mio forte, spero di essere riuscita comunque a districare il groviglio che ho generato, anzi la colpa è di Potter Senior e Junior, che hanno insistito per prender parte!

Se ci fossero dubbi, non avete che da chiedere delucidazioni .

Detto ciò vi saluto e vado a riflettere sul possibile finale della storia che mi sta mettendo letteralmente in crisi, altro motivo del ritardo… Quasi, quasi mi verrebbe da chiedervi cosa vi piacerebbe leggere :)

Come sempre, per chi volesse mi potete trovare anche su Facebook a questa pagina: Jalilah Efp.

Aspetto numerosi commenti!
Jalilah♔ .

©Tutti i personaggi sono stati creati da J.K. Rowling.

Storia modificata nel 2014. Tutti i capitoli sono oggetto di sostanziose modifiche, tagli e correzioni.

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Capitolo 31
*** A New Story ***


Capitolo 31.

A new story.

Epilogo.

Era stata una settimana abbastanza faticosa, per tutti. Cercavano di riprendere un ritmo di vita normale, che nel giro di pochi mesi era stata nuovamente stravolta.

Erano accadute molte cose, alcune estremamente piacevoli. Svegliarsi la mattina accanto a Sirius sembrava ancora un magnifico sogno.

Hermione era avvolta nella sua vestaglia da camera ed era intenta a osservare il viso di Sirius profondamente addormentato e sereno, lievemente accarezzato da alcuni raggi di sole.

Riuscì a perdonare l’impudenza di quei raggi, solo perché illuminavano il suo viso, esaltandone i tratti perfetti. Peccato che gli occhi fossero ancora chiusi, con quella luce solitamente erano magnifici.

Le lenzuola durante la notte si erano lievemente scostate lasciando scoperte le spalle e parte del torace. Solo una mano si posava sul suo petto che si alzava e abbassava lentamente. L’altra mano era abbandonata lungo il fianco e si perdeva sotto le lenzuola.

Sirius si mosse, lievemente infastidito, per le insistenti carezze di quei raggi, che s’intrufolavano con maggiore insistenza tra le pieghe della tenda. Hermione ridacchiò, si avvicinò a lui per rimboccargli le coperte e per chiudere la tenda.

Avevano fatto tardi anche la sera prima, lui, James e sicuramente anche Remus. Era plenilunio, e chi sa dove erano finiti. Lo aveva sentito ritornare quasi all’alba. Ricordava di averlo intravisto spogliarsi e darle un lieve bacio prima di riaddormentarsi.

Scese in cucina a prepararsi la colazione e dare un’occhiata al materiale di studio che le aveva portato Draco la sera prima. Era parecchio indietro con lo studio, e cosa ancora più grave, aveva perso l’inizio delle lezioni dei nuovi corsi.

Per lei era imperdonabile, per Sirius era finalmente umana. Ovviamente lui e James non avevano perso tempo a farle il verso, e in quei giorni la parola d’ordine, che faceva scattare le battutine, era proprio “imperdonabile”.

Toc, toc. Qualcuno bussava alla porta.

«Buongiorno Hermione» disse Lily entrando nella cucina. «Tutto bene?» chiese poi un po’ preoccupata.

Erano alcuni giorni che la mattina sentiva una strana sensazione di nausea, che i profumi molto forti ed intensi amplificavano. Per questo motivo al posto del caffè aveva preso a bere alcune tisane.

«Va un po’ meglio, forse avevi ragione era lo stress accumulato in questi mesi» rispose lei con un sorriso. «O forse è merito della tua tisana» aggiunse pensierosa.

«Resto della mia idea, dovresti comunque andare al San Mungo» disse un po’ più seria e lievemente sollevata che i sintomi si fossero attutiti. «Mi è appena arrivata la relazione dal ministero sui risultati delle analisi delle pozioni» disse porgendole le pergamene.

«Niente di mortale» disse lei con un sorriso.

«Hai ragione, forse mi preoccupo troppo» disse lei ricambiando il sorriso, rilassandosi un poco. «Dorme?»

«Hanno fatto tardi ieri notte…» disse lei per risposta.

«Anche James è ancora nel mondo dei sogni. Quando sono uscita, mormorava qualcosa sul Quidditch» disse lei con un ghigno.

«Non cambieranno mai?» chiese Hermione mentre continuava a dare un’occhiata alle pozioni che stavano preparando in quel laboratorio, alcune erano raccapriccianti.

«No, per fortuna» ammise lei.

La loro conversazione fu interrotta dall’arrivo di un gufo, che sembrava quello di Tonks, e che portava due lettere. Una per Hermione e Sirius, l’altra invece era per Lily e James.

Piuttosto sorprese aprirono subito i sigilli. Remus comunicava loro che Dora aspettava un bambino e che ora erano al San Mungo per i controlli, come aveva suggerito Madama Cips, dopo un lieve malore.

Entrambe si guardarono felici e scarabocchiando un breve messaggio, si prepararono per raggiungerli all’ospedale magico.

Diverse ore dopo due urla tremende scossero la tranquillità di quell’angolo incantato della campagna inglese. Due uomini si erano appena svegliati e nelle rispettive cucine avevano trovato un messaggio identico, che diceva “San Mungo, reparto maternità”.

Erano entrambi in pigiama, o meglio con solo i pantaloni del pigiama e piedi nudi, e si guardavano sconvolti a metà strada tra le loro case.

«Anche tu!» esclamarono assieme stupiti.

«Sì anch’io, che vorrà dire?» si chiesero a vicenda.

«Ramoso, l’esperto sei tu… cosa vuol dire?» chiese Sirius preoccupato.

«Temo che per saperlo dovremo andare al San Mungo» rispose James leggendo quella riga striminzita d’informazioni.

«Ma non vorrà dire che…» cominciò senza sapere bene cosa dire.

«Anche se fosse?» chiese con un sorriso.

Più ci pensava, più l’idea di un piccolo Potter o una piccola principessa con i capelli della mamma lo rendeva euforico.

«Ma, ma… così all’improvviso» chiese ancora sconvolto Sirius.

«Beh Felpato… non vuoi che ti spieghi come si fanno i bambini, vero?» chiese James divertito. «Voglio dire, non è una cosa così improvvisa…» aggiunse non riuscendo a trattenere una risata.

«Ah al diavolo, meglio andare al San Mungo» disse Sirius riprendendo coscienza di sé.

«Prima di andare dovremmo vestirci, Felpato» aggiunse James piegato in due dalle risate.

«Hai ragione» disse lasciandosi andare a una risata liberatoria.

Dopo qualche incertezza, mille pensieri e domande raggiunsero il San Mungo.

«Remus?» chiesero in coro i due quando videro l’amico.

«Lo avete già saputo, eh?» chiese Remus un po’ stupito, ma le loro facce non mentivano.

«Se parli di questo messaggio criptico…» disse Sirius un po’ seccato porgendogli la pergamena.

«Oh capisco… voi non sapete ancora tutto» disse Remus in un sussurro. Doveva solo pensarlo, quando si sentì addosso i loro sguardi preoccupati, capì di averlo detto a voce alta.

Perché era accaduto qualcosa d’incredibile in quelle ore.

Lily e Hermione erano appena arrivate al San Mungo, o per via della smaterializzazione, o per quello che aveva appena letto, Hermione ebbe un attacco di vomito molto forte.

I medimaghi, aiutati da Lily, avevano soccorso la ragazza indebolita da quel protrarsi dello stato di malessere. Le misurarono la pressione, la temperatura corporea, le chiesero che cosa avesse mangiato ultimamente e poi la domanda fatale. Oramai il medimago sentiva di poter escludere molte malattie, restava solo una cosa da accertare.

«L’ultimo ciclo risale a?» chiese scatenando il panico nella testa di Hermione.

«Che vuol dire?» chiese incerta, voltandosi per cercare il sostegno di Lily.

«Signorina Granger, quanti sono i giorni di ritardo?» chiese preparando la pozione per accertare lo stato.

«Io non saprei… è stato un periodo molto difficile…» rispose preoccupata mentre osservava il dottore darsi da fare con fialette varie. «Ma in ogni caso è impossibile, voglio dire uso un contraccettivo» disse cercando di azionare il suo cervello.

«Beh, forse è solo stress come dice lei» rispose quello con fare rassicurante. «In ogni caso questo test ci darà subito una risposta» disse prelevando una goccia di sangue e osservando la reazione con la pozione.

«Che cosa dovrebbe accadere?» chiese Hermione.

«Se diventa blu, lei è incinta» rispose quello. «Ma visto che si tratta di un test preliminare, sarà necessario fare altri accertamenti. Potrebbe trattarsi anche di un falso positivo in casi dubbi come il suo» cercò di tranquillizzarla notando che il colore da viola mutava sempre di più verso il blu. «Ovviamente prima di essere certi al 100% in ogni caso, sarà necessario del tempo».

«Dunque?» chiese Hermione mentre stringeva la mano di Lily.

«Per ora il risultato è positivo, non che dai suoi sintomi mi aspettassi un responso diverso» disse il guaritore pensieroso.

«Ma io prendo le precauzioni…» disse Hermione con voce flebile.

«In questo caso faremo altri test più approfonditi. Devo sapere cosa prende, e cosa è successo in queste settimane tanto da alterare le funzioni del suo corpo» spiegò lui tranquillo.

«Certo» disse Hermione impegnandosi per restare calma. «Uso delle pillole babbane, la mia madrina è una ginecologa. E in queste ultime settimane… è accaduto un po’ di tutto» concluse.

«Oddio» borbottò Lily preoccupata. «Questi componenti delle pozioni che ci sono esplose contro» disse poi porgendo la lista al medimago.

«Questo spiegherebbe il mancato funzionamento, lo hai ingerito?» chiese a Hermione.

«Impossibile il contrario» disse Lily sudando freddo.

«Signora sta bene?» chiese l’uomo preoccupato.

«Lily, Hermione?» chiese Remus preoccupato entrando nella stanza. «Dora mi ha detto che non stavi bene, ma Lily tu cos’hai?»

«Oddio, è una specie di sogno?» chiese Hermione sotto shock per la portata della rivelazione.

«Non vi muovete da qua, porto i kit per fare i test necessari» disse il guaritore uscendo dalla stanza.

«Ehi state male tutte e due ora?» chiese Tonks allegra.

«E questo è niente» disse Lily tra un risolino isterico e l’altro di Hermione. «James e Sirius… a quest’ora avranno letto il messaggio e ci staranno cercando» aggiunse preoccupata.

«Io vado da loro» disse Remus dirigendosi verso l’ingresso del reparto.

Camminavano tutti in religioso silenzio. Remus li guidava attraverso i corridoi.

«Non ci hai ancora detto come mai sei qui» disse James.

«Oh certo, Dora ed io aspettiamo una bambina» disse con un sorriso.

«Congratulazioni» dissero i due in coro.

«E cosa secondo te non sappiamo? Cioè si tratta solo di Tonks» disse Sirius con una risata nervosa.

Remus si fermò, fiutando il pericolo.

«Felpato, qualunque cosa accada, conta fino a dieci prima di parlare» disse Remus serio e preoccupato.

«Non dire queste cose, mi spaventi. Dov’è Hermione e perché tutta questa esitazione?» chiese spazientito.

«Per di qua» disse indicando un corridoio laterale.

Hermione e Lily erano distese su dei lettini, le facce bianche e sguardi persi nel vuoto. Attorno a loro alcuni medimaghi si davano da fare con boccette e pozioni. Tonks era tra loro due e teneva le loro mani.

Nel giro di pochi attimi sia James che Sirius erano al loro fianco.

«Perché siete tutte e due a letto?» chiese Sirius un po’ bruscamente. «Pensavo stessi male solo tu» aggiunse cercando di addolcire il tono.

La mano di Hermione era gelida e tremava, non riusciva a rispondere.

«Lily, tesoro dì qualcosa» disse James carezzando la mano della moglie.

«Se avete ancora un attimo di pazienza, riusciremmo a capire cosa accade» disse uno dei medimaghi.

«Niente di grave?» chiese Sirius allarmato. Il fatto che fossero nel reparto maternità non implicava che anche loro due… Hermione, poi, stava male da una settimana buona. Le loro espressioni tese e preoccupate e il sorrisino ironico di Tonks non aiutavano a rasserenare gli animi.

«Direi nulla che non si possa risolvere in nove mesi» disse il guaritore responsabile del reparto. «Congratulazioni, spero» aggiunse incerto osservando le espressioni dei diretti interessati.

«Tutto qua?» chiese James emozionato.

«Ha ragione, signori Potter i vostri risultati. Sarà una bimba» disse porgendo le pergamene con i risultati. «Signorina Granger» disse richiamando l’attenzione di Hermione. «Queste sono sue, congratulazioni un maschietto» disse con un sorriso.

«Ci vediamo tra un paio di settimane per stabilire le visite future e tenere sotto controllo l’andamento della gravidanza» aggiunse l’altro medimago congratulandosi con i futuri genitori.

«Possiamo andare?» chiese Hermione sottovoce, evitando lo sguardo sbarrato di Sirius.

«Certamente» rispose quello.

I quattro seguiti attentamente da Remus e Tonks uscirono dal San Mungo. Lily e James dopo lo smarrimento iniziale si sorridevano felici, facendosi coraggio a vicenda.

Un figlio dopo vent’anni voleva dire un grosso impegno, ma erano assieme e avevano passato di peggio. La loro unica incognita era Harry.

Hermione camminava appoggiata al braccio di Sirius, ma tra tutti erano i più distanti. Da quando si era alzata dal lettino, Sirius l’aveva stretta a sé, ma era altrove con la testa.

«Noi torniamo a Hogwarts» disse Remus interrompendo il silenzio.

«Noi andiamo a casa, chi sa se Harry ha finito all’accademia» disse James prendendo per mano Lily. «Voi?» chiese incerto a Sirius.

«Ci vediamo più tardi» disse Sirius con voce roca.

Prese Hermione per mano e si smaterializzarono in una spiaggia deserta. Era una bella giornata primaverile, la prima vera bella giornata. La prima cosa che lei fece appena i piedi si posarono sulla sabbia fu di scoppiare a piangere.

Sirius le fu subito vicino, aveva promesso che non l’avrebbe mai più lasciata sola.

«Mi odi vero?» disse lei piangendo. «Ti giuro non è colpa mia…» disse lei sconvolta.

Sirius ridacchiò, la sua coraggiosa Grifondoro era in lacrime e si stava scusando per una cosa di cui non aveva colpa.

«Ti va di spiegarmi cosa è successo questa mattina?» chiese facendola sedere tra le sue gambe e abbracciandola.

«Ok» disse lei asciugandosi le maniche con i polsini della giacca.

In breve gli spiegò del malore, dei test e delle pozioni con cui erano state colpite che avevano interferito con gli anticoncezionali. Di come Lily si era resa conta di cosa volesse dire per tutte e due.

«Se mi vuoi lasciare… se non ne vuoi più saperne di me, beh ti capisco» disse lei con lo sguardo triste.

«Dici?» chiese lui con tono di voce pensoso. «Sai anche come potrei poi vivere senza di te?» chiese baciandola.

«Tutto qua?» chiese lei incerta.

«Beh onestamente non mi sarei aspettato che accadesse così presto» rispose lui con sincerità. «Tu hai progetti importanti, lo studio e il lavoro al ministero, ma non ti devi preoccupare. Io ci sarò sempre, e non dovrai rinunciare ai tuoi progetti» disse lui con un sussurro gentile.

«Mio padre» disse sovrappensiero. «Gli verrà un colpo» disse Hermione preoccupata.

«Io direi che mi ucciderà» rispose lui con un ghigno. «Credo me lo abbia promesso, sai?» disse con tono lievemente divertito.

«Ho paura» sussurrò lei per risposta.

«Ci pensi alla faccia della McGranitt quando scoprirà che sono in arrivo gli eredi dei malandrini?» chiese Sirius continuando a pensare al loro futuro. «Due femmine e un maschietto, il nostro maschietto» disse con orgoglio.

Anche Hermione a quel punto ridacchiò, riuscendo a rilassarsi per la prima volta dopo le notizie ricevute al San Mungo.

Dopo diverse ore passate per lo più in silenzio ad ascoltare il rumore del mare fecero ritorno a casa. Ad attenderli c’erano un po’ tutti.

I primi a farsi avanti furono Harry e Ron che corsero verso l’amica e la abbracciarono forte. Qualunque cosa gli riservava il futuro, loro tre sarebbero stati sempre assieme.

James abbracciò l’amico, felice.

«Ramoso, vuoi essere il suo padrino?» chiese Sirius con voce emozionata.

Ne aveva parlato con Hermione ed entrambi avevano fatto subito il suo nome.

«Con gran piacere» disse James felice. «Ho chiesto a Remus di essere il padrino di Evelyn Lily Potter» disse con orgoglio.

«Dovremmo festeggiare» propose Harry.

«Mi ci vuole proprio qualcosa di forte» disse Sirius. «Remus?» dimenticando completamente che era tornato ad Hogwarts.

«Lui aveva lezione, Dora invece è dalla madre» spiegò Lily.

«Di già? Pensavo avesse una settimana di ferie» disse Sirius perplesso.

«A quanto pare stava bene e non aveva bisogno di altri giorni di vacanza» rispose Lily con un sorriso. «Sarà merito della bella notizia, no?»

«Beh potremo raggiungerlo a scuola, così diamo la bella notizia anche alla preside» propose Sirius con uno sguardo malandrino al suo amico.

«Io credevo che stessi scherzando» disse Hermione ridacchiando.

«Penso che Felpato abbia ragione. Prima lo sa, meglio è!» disse James approvando la proposta.

«James!» esclamò Lily indignata per quell’atteggiamento infantile, ma dopotutto non lo avrebbe cambiato per nulla al mondo.

«Al massimo possiamo aspettare la fine delle lezioni» rincarò Sirius.

«Direi che ora possiamo andare a mangiare qualcosa» disse Hermione scambiandosi un’occhiata con Lily.

«Hai ragione, ho una fame…» rispose lei complice.

I due futuri papà corsero loro incontro, pronti a soddisfare tutte le voglie delle donne della loro vita. Harry e Ron ridacchiarono divertiti prima di seguirli nella cucina di casa Potter.

Da lì avvisarono Remus dell’imminente visita dei due malandrini e si prepararono per i festeggiamenti. Hermione e Lily avevano volentieri saltato il turno e con la scusa della stanchezza rimasero a casa.

I quattro partirono per Hogsmeade, dove ad attenderli c’era Remus. Presero qualcosa da bere a “I Tre Manici di Scopa” e poi decisero di entrare nella Stamberga Strillante per parlare dei futuri cambiamenti.

«Ad Aidan Regulus Black, Sophie Lupin ed Evelyn Lily Potter» disse Harry sollevando il bicchiere. «Degni eredi dei malandrini» concluse tra le ovazioni.

Una nuova vita si stava delineando per tutti loro. Pace e gioia li attendevano come degni premi per i loro sforzi. Dopotutto avevano combattuto per dare ai loro figli un mondo migliore, quello che loro non avevano mai conosciuto.

Fine.

✎ Info & Co.

Questa volta ho davvero concluso.

Ho scritto subito questo capitolo in una mezza giornata. Non sapevo bene come concludere e cosa scrivere, poi l’altro giorno ho scritto queste righe. E cosa mai avvenuta ho concluso subito il capitolo… è uscito così!

Non so quanto possa piacere questo finale, ma non riesco a pensare ad altro e mi piace! O meglio mi soddisfa… anche perché volendo potrei scrivere un seguito ., anche se ho pensato per ora di pubblicare one-shot legate a questa storia su i missing moments di Hermione e Sirius… una fan fiction della fan fiction! Una follia insomma.

Come sempre, per chi volesse mi potete trovare anche su Facebook a questa pagina: Jalilah Efp.

Aspetto numerosi commenti!
Jalilah♔ .

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Storia modificata nel 2014. Tutti i capitoli sono oggetto di sostanziose modifiche, tagli e correzioni.

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