Love Manipulated - Darien's memories di Purelove (/viewuser.php?uid=33674)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The first time ***
Capitolo 2: *** Simon & Layla ***
Capitolo 3: *** Ancora due anni... ***
Capitolo 4: *** Nowadays ***
Capitolo 1 *** The first time ***
.
Ed ecco il mio regalo di Natale per voi! Un piccolo
estratto dai ricordi di Darien. Ho sperimentato un nuovo stile, è un pò strano
leggerlo dopo aver sempre scritto in prima persona. Spero solo di essere
riuscita a darvi un'immagine limpida sul primo incontro tra Darien e
Zara. Buona lettura e passate un felice Natale! Bacioni
Layla non era mai stata portata per la maternità. Dopotutto non era quello il
suo ruolo all'interno della società. Rispettata da tutti era riuscita senza
neppure troppi sforzi ad arrivare ad essere la reggente delle mura dopo la morte
dell'Eletta, ed il destino l'aveva premiata doppiamente. Il guerriero Alpha era nato
sotto la sua reggenza, entro i suoi confini; indicava solo una cosa: l'Eletta
doveva essere vicina. Qualche donna incinta doveva portare in grembo la sua
prossima pupilla, era necessario trovarla prima che qualcun altro la invitasse a
stabilirsi nella periferia della sua città. Non era molto facile trovarla, ma
avere sotto mano il guerriero che doveva prendersi cura di lei in futuro, dava
notevoli possibilità di successo. «Assicurati che non venga importunato.» disse a
Simon, il guerriero che l'accompagnava. Era da parecchi anni che
chiedeva unicamente il suo supporto, ormai il sentimento che li legava era molto
più profondo di quello che gli altri credevano, ma Layla anche in queste
situazioni si sentiva a disagio. Non dava a vedere i suoi veri sentimenti,
almeno in pubblico... «La stanza dei Coldwell?» chiese squadrando bene
l'infermiera davanti. «34B.» rispose abbagliata dall'aurea che
mandavano entrambi. Agli occhi degli esseri umani erano semplicemente
irresistibili, sopratutto i guerrieri aitanti dal fisico slanciato e scolpito da
innumerevoli allenamenti sortivano un fascino magnetico sugli esseri umani. Un
lamento di Darien spinge Simon a prenderlo in braccio rendendo ancora più tenera
ed ammaliante la scena. Agli occhi di tutti potevano sembrare veramente
una famiglia. Il piccolo aveva già iniziato ad attirare gli
sguardi delle infermiere che si trovavano sul posto. Sarebbe diventato
esattamente come il suo predecessore, dotato di una bellezza disarmante ed occhi
capaci di trafiggere e far battere il cuore a qualsiasi
donna. «Veloci ed evitiamo crisi isteriche. Sono
esausta...» Simon si limitò ad annuire scorrendo con lo sguardo le porte sulla destra
fino a fermarsi esattamente alla 34B dove la prima donna che aveva messo al
mondo una bambina. Bussarono due volte prima di ottenere una
risposta. Immancabilmente, appena misero piede dentro la stanza, i genitori e i
parenti rimasero di sasso, pronti a qualsiasi cosa pur di renderla
felice. Layla ignorò bellamente tutti gli sguardi preoccupandosi solo di guardare
il piccolo fagottino che teneva in braccio la donna adagiata sul
letto. «Posso?» chiese. Non c'era bisogno di spiegare niente. Tutti sapevano il
motivo della loro visita in quell'ospedale, in cuor suo sperava, finalmente, di
terminare la ricerca con questa bambina. Era la fine del mese di settembre e
mancavano ancora due mesi in cui l'Eletta poteva nascere, ma pensare di
spostarsi ogni volta che una manipolatrice metteva alla luce una bambina, la
faceva star male. A volte, la sua ambizione la portava a spingersi
oltre ai limiti. Simon posò il bambino a terra che curioso come
sempre cercava di guardare oltre il letto dell'ospedale. Quando Layla gli tese
la bambina, Darien sapeva già cosa doveva fare. Allungò la sua manina verso la
guancia della bambina, ma non ci fu nessuna reazione. Niente di
niente. Layla sospirò amaramente. Un altro fallimento da aggiungere alla lista e
il tempo ormai scarseggiava. Da un momento all'altro potevano strappare via
dalla sua custodia il piccolo guerriero, dopotutto era lui che doveva seguirla
in capo al mondo, non l'incontrario. Doveva trovarla. «Possiamo riprovare!»
squittisce la donna cercando di ripetere inutilmente la
prova. Non c'era nessuno sbaglio. Era qualcosa di automatico, qualcosa di simile
ad un colpo di fulmine solo che in questo caso sarebbe stata una cosa più
visibile. «No.» rispose duramente Layla, rischiava di compromettere la sua figura
ma in quel momento si sentiva sopraffatta dagli eventi, dalle situazioni che
ogni volta si ripetevano non appena si scopriva che la bambina non era la futura
Eletta. Per fortuna Simon, aveva ripreso tra le braccia Darien custodendolo come
un prezioso tesoro e, forse, non era una cosa così lontana dalla
realtà. Usciti dalla camera, Layla si sentiva svuotata: «La prossima?» chiese
Simon guardando per benino il collo del bambino in attesa di vedere magari un
segno postumo. Per la prima volta dopo giorni Layla si perse nei
suoi lineamenti. Molto femminei per essere il volto di un guerriero, erano
delicati forse quanto quelli di una donna e gli occhi verdi erano contornati da
bellissime lunghe ciglia nere che riuscivano ancora di più ad aumentare la
profondità del suo sguardo. Si chiedeva cosa veramente vedeva in lei per
respingere tutte le pretendenti, era sì la reggente, ma nessuno gli poteva
vietare di vivere i suoi sentimenti per un'altra
liberamente. Layla era consapevole di essere il 90% della giornata, intrattabile.
Oltretutto in questo ultimo periodo poteva benissimo occupare anche il restante
10%. «Lay!» esclamò Darien chiamandola con il suo diminutivo che lui stesso
aveva coniato per lei. Le sue manine erano tese in attesa che la donna
che aveva sempre visto da quando aveva memoria lo prendesse in braccio, ma lei
non poteva farlo. Non era sua madre e doveva iniziare ad essere
forte. «Andiamo.» disse voltandosi per proseguire verso la prossima stanza.
Ormai aveva quattro anni e presto Darien avrebbe dovuto iniziare a
comprendere il suo ruolo. Un'aurea di potere la fece voltare nella
direzione opposta. L'avrebbe riconosciuta ovunque e questa volta non doveva
chiedere all'infermiera le indicazioni, ma semplicemente seguire Lucas.
Lo
poteva percepire chiaramente, non appena si era sparsa la voce si era tuffato
alla ricerca della piccola Eletta, esattamente come aveva fatto lei ma, i fini
erano notevolmente diversi. Il male cercava fin dall'inizio di dissuadere la
famiglia a cederla a lui. «Non posso dire che sia un piacere vederti...»
sibilò Layla guardando Lucas appoggiato alla parete accanto alla porta
dell'ultima famiglia da esaminare. Il gatto nero iniziò a girarle intorno
supportando il suo scudo, non poteva farsi ritrovare impreparata lasciandosi
soggiogare da lui. «Vedo che c'è anche Darien, speriamo che questa
sia la volta buona!» sghignazzò Lucas guardando il bambino che intanto si era
aggrappato ancora di più al collo di Simon. Fin da quando era una
bambina l'aveva visto sempre sotto quelle sembianze. Anima millenaria racchiusa
in un corpo da adolescente. Layla lo guardò con sfida prima di prendere
Darien tra le braccia. «Stai di guardia. Non farlo entrare.» ordinò al
suo guerriero entrando nella camera solo dopo essersi assicurata che Lucas non
la stesse seguendo. Si chiuse la porta alle spalle lasciando giù Darien che
iniziò a fare il broncio. Sapeva quanto gli piaceva essere tenuto in braccio da
lei. Non si era nemmeno accorta di essere entrata senza nemmeno bussare così,
ora, si ritrovava gli occhi della madre e del marito puntati
addosso. «Lucas è qui fuori.» disse a mò di scusante per il poco rispetto e come
da copione sgranarono in contemporanea gli occhi, improvvisamente
ansiosi. Darien iniziò a trotterellare verso il letto, aggrappandosi alle lenzuola
stando sulle punte dei piedi. «Vuoi vederla?» chiese dolcemente la donna
sedendosi meglio mentre il marito sollevava il piccolo per farlo sedere sul
bordo del letto. Layla rimase attaccata alla porta, immobile, come se il suo
corpo fosse un ulteriore ostacolo per Lucas nel caso Simon fallisse il suo
compito. Il bambino si tese guardando la bambina che ricambiava il suo sguardo con
lo stesso interesse. Un colpo alla porta iniziò a far battere il cuore
a Layla più velocemente: «Toccala Darien!» Il bambino allungò la manina
verso quella della bambina, nemmeno Darien era preparato a quella sensazione. Un
leggero formicolio iniziò a propagarsi dai polpastrelli entrati in contatto con
la pelle della bambina fino ad arrivare velocemente al collo. Lasciò
immediatamente la presa premendo sul collo per far cessare il leggero bruciore
che sentiva al lato del collo. Layla non poteva crederci. Aveva sempre pensato
di sapere come avrebbe reagito ma, ora si ritrovava immobilizzata. Scioccata
dalla riunione tra l'Eletta e il suo guerriero. Non l'aveva mai vista
realizzarsi. L'incontro delle prime anime. Fin da piccola le era stato sempre
raccontato che l'Eletta e il guerriero erano semplicemente le anime dei primi
che continuavano a reincarnarsi cercandosi e desiderandosi ardentemente tanto da
imprimere sul corpo di lui l'iniziale del nome di lei. L'aveva da sempre trovata
una cosa romantica. La ricerca del vero e puro amore. Due amanti che
nemmeno la morte avrebbe potuto separarli perchè loro trascendevano il tempo,
esseri immortali per un amore immortale. Un altro colpo alla porta
iniziò a farla vacillare, doveva sbrigarsi. Quando riguardò la scenetta vide la
piccola tra le braccia di Darien che la guardava adorante. Il bambino iniziò a
sentire il suo corpo tendersi, sopratutto quando la madre la riprese in braccio
al primo vagito di lei. Sentiva che doveva stare con lei, ma ora sembrava
irraggiungibile, lontana. Era come se un masso invisibile l'avesse colpito
sul petto e continuasse a schiacciarlo tanto da fargli mancare il fiato. C'era
qualcosa che lo legava a lei, un piccolo filo che li aveva legati al primo
sguardo. «È quello che penso?» mormorò il padre avvicinandosi a Layla guardando la
piccola che tendeva le manine verso Darien che le sorrideva dolcemente. Non
aveva occhi che per lei, ora erano nel loro mondo. Esistevano solo loro due,
nessun altro. Layla si limitò ad annuire tenendo la porta ben
chiusa ma lo sguardo dei genitori non era pieno di orgoglio e gioia per la
notizia, al contrario sembravano tristi. «Vostra figlia è l'Eletta
che stavamo aspettando...» li rincuorò immediatamente, forse non avevano capito
la situazione. Entrambi annuirono, nessuna reazione di gioia, euforia. Niente di
niente. «Layla dobbiamo andare...» La voce di Simon dall'altra parte della porta
la fece sussultare. «Darien dobbiamo andare.» Il bambino la guardò
tristemente ma bastò una sola sua occhiata per farlo desistere dal fare i
capricci. Sapeva che con lei, nulla sarebbe valso. Dalla tasca estrasse una
collanina, bastavano poche parole per renderla inaccessibile al
male. «Assicuratevi che la indossi almeno fino ai sedici anni.»
disse Layla porgendo la collanina al padre. Un altro colpo alla
porta. Prese il bambino tra le braccia per assicurarsi che non avesse nessun
contatto con Lucas, non poteva permettergli di colpirlo in un momento così
delicato. Ora che l'Eletta era stata scovata, Darien era diventato un punto a
cui tutti avrebbero puntato; chi per cercare di far diventare il propio figlio
il nuovo Alpha, chi per pura malvagità perchè il secondo guerriero non sarebbe
mai stato la vera anima gemella dell'Eletta. Semplicemente avrebbe sentito un
sentimento di legame con l'Eletta per proteggerla ma, mai avrebbe provato i
sentimenti che Darien proverà in futuro. «Torneremo presto. Manderò
qualcuno per darvi tutto il necessario...» Detto questo Layla uscì
fuori dalla camera chiudendo la porta e sigillandola con i tre elementi. Lucas
non avrebbe osato oltrepassare quella linea, Blaze stesso le aveva insegnato
come tenerlo fuori ed era così strano che un essere così potente fosse
spaventato da quella semplice unione degli elementi. «Stavamo semplicemente
giocando un pò! Suvvia!» ridacchiò il demonio non appena incrociò lo sguardo con
quello di lei. Simon era teso, gli occhi erano diventati scuri ed immediatamente
si era posto davanti alla reggente e all'Alpha pronto a sacrificare la sua vita
se ce ne fosse stato bisogno. «Vattene.» sibilò il
guerriero. «Per ora è intoccabile
Lucas...evita di sprecare inutilmente le energie.» Lucas
sorrise malignamente. «Una zeta, eh?» Layla
si voltò, sicura che Simon l'avrebbe protetta da un suo attacco ma non avvenne.
I tre lasciarono l'ospedale senza alcuna difficoltà o almeno per due di loro.
Per Darien ogni minuscolo passo che lo portava lontano da quel posto era
straziante. «Non ti preoccupare...la
rivedrai presto.» sussurrò Simon accarezzandogli la testa prima di farlo sedere
sulla macchina. Darien si sedette il più vicino possibile al finestrino
guardando la finestra dell'ospedale dove si trovava la bimba, non sapeva come
faceva a saperlo ma era sicuro che dietro quella vetrata c'era quella
bambina. La reggente abbassò il colletto
della polo di Darien. «E' una zeta.» disse rimettendo a posto il colletto dopo
aver visto bene l'iniziale del nome di lei. Lucas aveva
ragione. «Dev'essere facile da
rintracciare...non ci sono molti nomi con quell'iniziale.» commentò Simon
accendendo la macchina che li avrebbe portati alla capitale. Blaze doveva essere
avvisato.
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Capitolo 2 *** Simon & Layla ***
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Ho
visto che il capitolo precedente vi è piaciuto molto! ^^ Che bello....vi
piace curiosare tra i pensieri di Darien, eh? Approfitto del ragalo di Natale
per aprire una parentesi sul suo mondo, dando un'occhiata anche a Simon che è un
personaggio importante per lui e che penso di inserire anche all'interno della
vera e propria storia... Grazie mille per tutte le persone che mi stanno
seguendo e che continuano a spronarmi in questa mia passione ^^ Bacioni e
ancora Buone Feste!
Erano poche le volte in cui Darien poteva fare a
meno di allenarsi o studiare. Poteva solo
significare una cosa: l'avrebbe rivista. Una volta
all'anno da quando aveva dieci anni, Layla chiedeva a Simon di accompagnarlo
fuori dalle mura della città dove sapeva che abitava Zara. Era quello il suo
nome. Ogni volta che sfiorava appena quella lettera
marchiata s'immaginava che in qualche modo anche lei lo percepisse. Mancava
ancora poco. Una manciata d'anni e sarebbe stata sua, nessuno
sarebbe più riuscito a separarli. Nessuno. Già per troppi
anni era sparita, volatilizzata e tutto per colpa dei suoi genitori. Erano
restii ad acconsentire l'entrata della propria figlia nel suo
mondo. Nel suo stesso mondo, che le apparteneva di
diritto. La macchina non tardò molto ad arrivare e Simon,
puntuale come sempre, era già accanto alla macchina con sguardo guardingo. Non
appena fu in macchina capì quanto ogni giorno desiderasse ardentemente quel
giorno. Gli era concesso di vederla, da lontano, solo una
volta all'anno e con precise regole. «Le ripetiamo?» gli chiese Simon guardando fuori
dalla macchina. Sapeva perfettamente che ormai le conosceva a memoria, ma Layla
era molto restia a questi suoi allontanamenti. Non comprendeva che per lui la
distanza era straziante, riuscire a percepirla ma non poterla mai vedere o
toccare, ma questo lei non poteva capirlo. Simon era più che convinto che non
avesse mai saputo cosa significava amare realmente una persona, non poteva
capire l'amore così assoluto e totale di queste due anime destinate ad
incontrarsi vita dopo vita. Layla si preoccupava solo di gestire la città, nel
suo cuore non c'era posto per l'amore. Non almeno nel modo in cui Simon avrebbe
voluto. Più pensava a lei, più non vedeva l'ora di rivederla. I loro incontri non
erano mai stati romantici, Layla da vera reggente usava come più desiderava il
suo corpo. Lo montava più e più volte fino a quando non era completamente
soddisfatta, incurante dei sentimenti che lui poteva
provare. Gli uomini guerrieri erano trattati quasi come giocattoli a sfondo
sessuale oltre che perfette macchine da guerra. Simon non aveva mai avuto
scelta. Guerrieri si nasce, non si diventa. È una classe ben precisa che
deve unicamente sottostare agli ordini dapprima della reggente, poi dell'Eletta
dimenticando tutto il resto: famiglia, amici ed eventuali
amori. «Se mi guarda, distolgo lo sguardo. Se si avvicina o prova a parlarmi, io
mi allontano.» rispose Darien come se fosse un pappagallo con un groppo in gola.
Non era mai successo, ma non sapeva se sarebbe stato in grado di farlo
realmente. Ogni volta che la vedeva, sperava in cuor suo che lei si accorgesse di
lui come invece facevano le altre donne o le ragazzine che si accorgevano della
sua presenza. Tuttavia, Layla gliele aveva inculcate a forza
nella testa fin dalla sua prima "uscita". Non poteva rischiare di
mandare a monte il patto con i genitori solo perchè non riusciva a tenerlo a
bada. Le erano già sfuggiti una volta, non sarebbe ricapitato un'altra volta.
Non dovevano esserci contatti fino almeno ai vent'anni, ma superata quell'età
Zara avrebbe dovuto varcare le porte della città. Lì, nemmeno i genitori
avrebbero pututo imporre condizioni. Sarebbe stata libera di prendere le
decisioni e comprendere il suo nuovo ruolo sotto la sua
influenza. Darien, come Simon, era pensieroso. L'aveva vista cambiare anno dopo
anno, era incredibile come riuscisse a notare anche solo un minimo cambiamento
dei suoi capelli. Pian piano erano diventati più scuri ed il suo corpo aveva
iniziato a modellarsi diventando sempre più femminile. «Di cosa si tratta questa
volta?» chiese Darien in apprensione. Ogni volta non sapeva mai cosa aspettarsi dalla piccola Zara. Era
stato a vari teatrini a cui partecipava attraverso la scuola e a due feste sulla
spiaggia che i suoi genitori le avevano organizzato per il compleanno. Almeno da
quel punto di vista si dimostravano accondiscendenti, cercavano di organizzare
delle feste nelle quali uno come Darien poteva passare
inosservato. «Saggio di danza classica...» disse Simon come se
niente fosse continuando a puntare lo sguardo verso l'orizzonte. Si sentiva
leggermente in colpa per quello che Simon doveva subire a causa sua, ma per
Darien, assistere ad una parte del suo mondo non era un peso come poteva esserlo
per lui. Simon non era minimamente interessato a Zara e queste uscite non
significavano nulla, ma da quando aveva memoria Simon, insieme a Layla, faceva
parte della sua vita. Era come un padre per lui anche se sapeva che non
poteva chiamarlo in quel modo. La macchina si fermò davanti ad un edificio
piuttosto banale ma per Darien era normale vedere la decadenza degli edifici al
di fuori della città. Gli esseri umani non erano ancora arrivati ad un livello
tale di stile e conoscenza per erigere determinati palazzi o saper sfruttare
appieno le qualità che il luogo offriva. Darien si sedette composto,
cercando quasi di eclissare quella bellezza che attraeva tanto le
donne. Tutte si accorgevano di lui, anche le donne più mature che cercavano di
darsi un contegno o apparire al meglio tirando fuori il petto. Vendevano i loro
corpi e poco importava se Darien era ancora un ragazzino poco più che
ventenne. Simon era rigido, in attesa di vedere finalmente alzarsi quel maledetto
tendone rosso e finalmente, dopo una decina di minuti, le sue preghiere vennero
ascoltate. Dieci ragazzine iniziarono a sgambettare sul palco sotto le note di una
qualche musica classica composta da un umano. Stranamente bella per essere stata
composta da un normodotato. Il guerriero diede solo una breve occhiata verso
Darien, sapeva cosa stava per vedere...un ragazzino totalmente ed
incondizionatamente innamorato. Come lo era lui una decina di anni fa quando
guardava Layla. Darien la scorse subito, seconda fila, terza da
destra. Raggiante nel tutu bianco su cui era stata posta una gonnellina azzurra
molto corta in modo da far vedere sotto, il tulle. Non si poteva dire che era
brava, era alquanto goffa nei movimenti. Di certo un piccolo neo nella
rappresentazione. «L'ha obbligata sua madre...» spiegò Simon
sussurrando appena quelle parole per non disturbarlo eccessivamente. Per lui
però, poteva anche rimanere immobile sul palco. Come una
statua. La sua adorazione per lei, non sarebbe cambiata.
Piaciuto? E' stato più che altro è stato incentrato su Simon che
come ho detto...voglio dare una parte anche nella storia principale. Questo è
come sarebbe Simon Darien sapete già com'è... mmm, altro? Vi
lascio i due trailer che ho fatto per la storia. Il secondo (Extended) è quello
che ho terminato ieri sera e si riferisce alla seconda parte della
storia...praticamente dove stiamo per avventurarci.
^^ Love Manipulated Love Manipulated - Extended trailer
E vi ricordo le altre mie
storie: I'M ONLY A DEMON
THE REAL ME
HOW LONG I'VE WAITED FOR YOU
THE TWILIGHT SAGA'S CELESTIAL
CODICE: TWILIGHT
CODICE: VENOM
PRIGIONIERA
DESTRUCTIVE DESIRE
LOVE MANIPULATED
Bacioni
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Capitolo 3 *** Ancora due anni... ***
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Dopo quello che sta succedendo nella storia, avete bisogno
di un inniezione di Darien e quale altro modo se non una sbirciata nel suo
passto senza intaccare la trama? Non c'è molto da dire su questo
ricordo...Spero vi piaccia... Ora andiamo a sbirciare ancora un pò nel loro
passato. Questa volta sarà un incontro un pò più ravvicinato rispetto ai
precedenti! Bacioni
L'odore di salsedine era forte. Entrava prepotentemente
nelle narici laciando una strana sensazione dentro
Darien. «Gli invitati inizieranno ad
arrivare verso le tre.»m'informa Simon sdraiandosi sul muretto che divideva le
abitazioni dalla spiaggia. Eravamo a qualche casa di distanza dalla residenza
estiva di Zara e Simon era appena tornato da una lunga chiaccherata con i
genitori. Simon ormai era abituato a
fare il lavoro di baby-sitter al posto di Layla ed ancora di più a trattare con
i genitori di Zara che nonostante tutti gli anni passati in cui nessuno di loro
aveva rotto il patto, ancora non volevano che Darien partecipasse anche solo da
spettatore alla vita della loro figliola. «Manca
ancora molto. Posso fare un tuffo?» chiese Darien. Era
cresciuto parecchio. Ormai aveva ventidue anni e poteva benissimo comprendere le
ragioni per le quali doveva lasciarla vivere ancora da sola, la sua vita nel
mondo comune degli esseri umani, ma doveva dargli un pò di fiducia. Poteva
lasciarlo andare in giro senza supervisionarlo ogni minuto della sua
vita. «Sono rimasto qui due ore ad
aspettarti, sono già abbastanza abbronzato mentre tu sembri ancora un lenzuolo
bianco.» esagerò Darien. «A Layla piaccio così.» lo
provocò incrociando le braccia dietro la testa. Con una
smorfia Darien lo lasciò da solo su quel muretto dirigendosi verso il mare.
L'acqua salata lambiva i suoi piedi cercando di farlo sprofondare lentamente al
di sotto. Voleva scaricare la tensione, altri due anni di queste visite e poi
nessuno si sarebbe messo in mezzo. Non
l'avrebbe mai più lasciata andare. Mai. Nemmeno se lei non fosse
stata d'accordo. Nemmeno se i suoi sentimenti non erano intensi quanto i suoi,
non gli importava niente. Voleva semplicemente
averla. Un bisogno spasmodico di lei
che non riusciva a reprimere. Lo divorava da
dentro. Si tolse velocemente i jeans
e la camicia restando solo con il costume da bagno. Il mare era fin troppo
piatto per i suoi gusti e non c'era nessuno, poteva anche movimentare un pò la
situazione senza che nessuno si facesse del male. L'acqua, sopratutto in quantità enormi come quelle, era difficile
da controllare. Iniziò con qualche onda
dolce, piccola; proprio per evitare di lasciarsi trascinare dalla potenza di
quello che l'elemento gli prometteva. Era così frustrato che molto probabilmente
avrebbe provocato un'onda anomala spazzando via le case sulla costa e molte
nell'entroterra. Lentamente le onde
iniziarono ad essere sempre più alte, sempre più potenti, ma la sensazione di
essere in balia di tutto questo, essere trasportato dalle onde sul fondale, lo
faceva sentire vivo. Nonostante fosse sott'acqua
riuscì a percepire un grido. Riemerse velocemente guardandosi intorno fino a
quando un altro grido non ruppe nuovamente la
quiete. Ci mise veramente poco a
reagire. Nuotò velocemente, il più possibile che potè fino a quando non vide una
mano scomparire sotto l'ennesima onda che lui stesso aveva
creato. Smise immediatamente di
lasciare che le sue emozioni controllassero
l'elemento. La ragazza era sott'acqua,
gli occhi appena socchiusi, si era lasciata andare. Non stava nemmeno lottando
per salvarsi o forse aveva lottato troppo ed ora era
esausta. Riuscì a prenderla per un
polso trascinandola in superficie. «Respira!» continuò a ripeterle fino a quando
non approdarono sulla riva. Grazie alle sue doti
eccellenti di nuotare e i numerosi allenamenti riuscì ad arrivarci
velocemente. Solo quando l'adagiò sul
bagnoschiuma si rese conto di chi aveva tra le braccia. Rimase così spiazzato
che non potè fare a meno di rimanere imbambolato per alcuni
secondi. Zara. «Stai bene?» chiese agitato.
Sentiva la sua pelle sotto i suoi polpastrelli, gli faceva uno strano effetto.
Zara si limitò a sputare fuori ancora un pò d'acqua prima di annuire velocemente
per rassicurarlo. Era tutta colpa sua, se non si fosse messo a giocare con
l'acqua, non sarebbe successo niente di tutto quello. Simon l'avrebbe ammazzato
dopo, ne era sicuro. «Meno male che c'eri
tu.» Quelle parole ebbero la stessa esplosione dentro di lui di un vulcano
rimasto inattivo per troppo tempo. Le sorrise come non gli capitava di fare da
tanto, troppo tempo. Aveva Zara tra le sue
braccia e nessuno se ne era accorto. Il mondo non era finito e lei non si
era dissolta. La guardò riprendere fiato.
I capelli si erano riempiti di sabbia e il suo petto si abbassava ed alzava
ritmicamente in cerca dell'aria che le era stata sottratta poco prima.
Non riusciva a distogliere
lo sguardo da lei. «È successo tutto così
velocemente...» la sentì sussurrare mentre si metteva seduta. Darien si corpì
istintivamente il collo dove la Z era marchiata sulla sua
pelle. «La prossima volta fai più
attenzione.» Non voleva essere così duro con lei, ma solo il fatto che lei
gli era così vicino poteva compromettere i due anni a seguire. Se solo i suoi
genitori o Simon l'avessero scoperto, gli sarebbe stata negata la possibilità di
rivederla. «Scusami, ora devo andare.»
si scusò alzandosi in piedi. Separarsi da lei in questo modo era veramente
straziante e li fece riaffiorare alla mente un altro ricordo. Non era la
prima volta che le era così vicino, che l'aveva toccata. Quando erano molto
piccoli, troppo per avere chiari ricordi di quel giorno, si erano incontrati, ma
lei ovviamente non poteva avere quei suoi stessi
ricordi. Lui è sempre stato un'ombra
nella sua vita. «Ah, grazie ancora!» disse
Zara un pò colpita da quel suo cambio repentino d'umore.
Darien fece solo qualche
passo prima di venir bloccato da lei, «Senti...» iniziò a dire trattenendolo per
un braccio. «Sei di queste parti?»
chiese arrossendo leggermente, ma senza aspettare la risposta proseguì
immediatamente probabilmente per non farsi prendere dall'imbarazzo, «Tra poche
ore farò una festa per il mio compleanno, mi piacerebbe se tu venissi. Dopotutto
ti devo la vita.» Nella sua voce poteva
sentire tutta l'agitazione per la richiesta. «Mi
spiace. Non credo di poter venire, io e la mia famiglia partiremo tra
poco.» Zara lasciò la presa sul suo
braccio e Darien dovette lottare con tutto sè stesso per non stringerla tra le
braccia affondando il viso in quella massa di capelli. Nonostante il sale
ricoprisse ormai ogni centimetro della sua pelle, Darien credette di poter
sentire il profumo naturale della sua pelle. La voce
era strozzata, era come se avesse un groppo in
gola. Erano migliaia le cose che
voleva dirle, si sarebbe perso nel sentire la sua voce. Voleva sapere tutto
di lei, come aveva vissuto la sua vita senza di lui per tutti questi
anni. Per lei dev'essere stato
facile non sapere di lui. Non essere così ossessionata tanto da perdere
notti intere ad ascoltare ogni singolo cambiamento del suo
umore. Ora dentro di lei c'era solo
l'impellente bisogno di dimenticare. Amore non corrisposto.
Se solo avessero potuto
parlare di più, avrebbe scoperto che non era la sola a provare questi
sentimenti. Lui ci stava convivendo da anni ormai. La
delusione che vide nei suoi occhi lo fece leggermente vacillare, l'ultima cosa
che voleva era ferirla, ma non poteva restare. Non ora,
almeno. «Tanti auguri.» disse
velocemente prima di ripercorrere il tratto di spiaggia che lo divideva da
Simon. Doveva andarsene da lì prima che lui potesse
scoprirlo. Sarebbe passato un anno
prima di rivederla nuovamente e a quel punto lui sarebbe solo un vago ricordo.
Il volto visto in un sogno, nulla di più. Presto sarebbe svanito nella sua
memoria. Simon era nella stessa
posizione di quando l'aveva lasciato sdraiato sul muretto, con la sola
differenza che ora si era tolto la camicia per prendere il sole dalla cintola in
sù. «Nuotata lunga, eh?» domandò
Simon appena Darien si presentò oscurandogli il
sole. «Possiamo
andare?» A quella richiesta Simon non
potè fare a meno di spalancare gli occhi. Questa era la prima volta che udiva
una simile richiesta da lui, non era mai successo. «Perchè?» «Semplicemente non mi va di
stare qui. È innamorata e non vorrei perdere il controllo di me stesso proprio
quando sono così vicino a lei.» spiegò. Era una mezza verità, sentiva che Zara
era veramente innamorata di qualcuno e lui era stato solo un fulmine a ciel
sereno. Se l'avesse vista baciare un
altro, non era sicuro di poter controllarsi. L'avrebbe
ucciso. Poteva farlo, era stato
addestrato per riuscirci ed un comune essere umano non poteva batterlo nè per
forza nè per esperienza. «Lo sai che non puoi
fargliene una colpa.» replicò Simon cercando di
tranquillizzarmi. «Voglio andare
via.» A quest'ennesima richiesta,
Simon non potè fare a meno di riportarlo da Layla. Non
poteva di certo obbligarlo se non voleva e forse Layla avrebbe visto che di lui
ci si poteva fidare, gli avrebbe concesso magari più di quelle visite. Doveva
parlargliene assolutamente. Questa era stata una
dimostrazione di grande consapevolezza. Mentre
Simon guardava fuori dal finestrino non poteva non pensare a come, per la prima
volta, aveva avuto un vero contatto con Zara. Era riuscito addirittura a farle
gli auguri. Ancora due
anni. Ancora due miseri
anni...
Piaciuto? Spero di sentirvi
tramite i commenti! Non siate vergognosi, mi piace interagire con voi e sapere
cosa ne pensate! Ringrazio immensamente chi legge, chi l'ha messa tra le
preferite, le seguite e le ricordate...vuol dire molto per me! E ovviamente un
ringraziamento a chi dedica un pò di tempo per recensire e ad escogitare su
facebook tramite i teaser vari modi per farmi cedere a spoilerare di
più! Ahahah ragazze siete fantastiche! ^^
Qui i link per le altre mie
storie (se vi va di leggere qualcosa di diverso...) e i modi per
contattarmi:
blog
Facebook
I'M ONLY A DEMON
THE REAL ME
HOW LONG I'VE WAITED FOR YOU
THE TWILIGHT SAGA'S CELESTIAL
CODICE: TWILIGHT
CODICE: VENOM
PRIGIONIERA
DESTRUCTIVE DESIRE
LOVE MANIPULATED
Un bacione ancora a
tutti!
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Capitolo 4 *** Nowadays ***
XXXX
Ciao!
Ecco un nuovo capitolo che è sicuramente diverso dagli altri. Non si svolge
nel passato adolescenziale di Darien ma si svolge in corrispondenza del 22°
capitolo della storia principale. Spero di essere riuscita a coprire i buchi che
inevitabilmente porta una storia composta da un solo POV. Con questo capitolo vi
mostro cosa sta succedendo a Darien e nella città che aveva ospitato Zara. Un
bacione enorme
PS: Mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate!
^^
Non ho mai visto Simon così
distrutto. La barba lasciata incolta e gli occhi vitrei di
dolore. Sapevo cosa lo legava a Layla, non era solo semplice fedeltà dato dal
suo ruolo di guerriero. No, quello che li univa era un sentimento molto più
profondo che io ho visto nascere e maturare. Da giorni ormai vagava
come un fantasma per la città, per questo motivo sono stato posto a capo dell'esercito a guardia della città. Zoe mi aveva dato il via
libero in tutti i campi. Non ero qui quando Zara è arrivata. Ho lasciato
Layla alla sua mercè. Il suo attacco ha distrutto fisicamente e
mentalmente Simon che la vedeva come la sua unica ragione di vita. Un uomo
distrutto è disposto a tutto pur di avere la sua vendetta. È questo che mi
spaventa. Blaze è arrivato solo poche ore dopo trovandola
accovacciata su sè stessa in lacrime, non avevo capito il suo destino fino a
quando i suoi occhi non si sono posati nei miei e mi ha chiesto chi fossi. La
stessa scena si è ripetuta con Simon. L'ha
dimenticato. Blaze le ha privato della memoria riguardante il
nostro popolo per renderla inoffensiva e proteggerci dagli umani che come
bestie, temono quello che non conoscono. La nostra legge è chiara, se si perdono
i poteri o si viene privati contro la nostra volontà -come è successo questa
volta- non si può avere un futuro all'interno della nostra
comunità. La richiesta di Simon mi aveva lasciato senza
fiato. «Voglio andare con lei. Prendermene carico.» Aveva detto quasi come se
stesse supplicando Blaze. «No.» gli aveva risposto. Risposta secca e
decisa. «In un momento così delicato, non posso permettermi di perdere un
valoroso guerriero.» aveva aggiunto. Peccato che ora Simon è in tutt'altro mondo
ed è ben distante dai suoi doveri da guerriero. Guardo fuori
dall'enorme vetrata dell'appartamento. Sta piovendo ormai da tre giorni e poche
ore fa Zoe ha superato il confine andando chissà dove con Simon, ho visto che si
è fatta accompagnare da lui. Tanto meglio. I miei pensieri vanno
automaticamente a Zara, chissà dov'è ora. Sarà al caldo? C'è Lucas insieme a
lei? Con lei? Dentro di lei? Un fulmine cade a poca distanza dal palazzo
rimbombando nel silenzio della notte. Devo togliermi questi
pensieri dalla testa. La porta dell'appartamente si apre rivelando la figura di
Zoe, non ha un capello fuori posto e non è nemmeno bagnata nonostante il vento
che ne devia la naturale caduta. Dopo quel giorno, Blaze le ha affidato il comando
della città. Dopottutto dopo l'abbandono di Zara era inevitabile questo
passaggio di consegne. Questa volta aveva solo impiegato meno tempo a ricordare
il passato e a sfuggire da me. L'ho persa. Per la prima volta,
lei mi ha lasciato. Nelle vite precedenti il suo amore era scemato, ma il
Consiglio era riuscito ad intervenire tempestivamente riportandoci ad una nuova
vita. Questa volta l'attesa non era valsa a niente. Sono arrivato anche al
punto di porre io stesso fine alla sua vita pur di avere una seconda chance con
lei, ma in cuor mio so che lei appartiene già da molto tempo ad un altro che è
sempre rimasto nell'ombra, ma è rimasto. Sento il fruscio del
cappotto di Zoe e i tacchi sul parquet. «Ciao.» sussurra al
mio orecchio abbracciandomi, ricambio la stretta. Una parte di lei è qui però,
sotto altre spoglie ma è qui. Parte
del suo potere vorrai dire, aggiunge la mia mente ma scaccio
velocemente quel pensiero. Voglio pensare che sia lei ora tra le mie
braccia. «Sembri piuttosto contento di vedermi.» bisbiglia
mentre una sua mano vaga giù per il mio stomaco fino ad oltrepassare l'elastrico
dei boxer. Il suo crescente desiderio per me non fa altro
che aumentare il mio come il nostro legame vuole. Mi libera dai vestiti
ansiosa di sentire il mio corpo premuto contro il suo,
«Prendimi.» La sollevo portandola in camera sua strappandole
i collant di dosso, ride del mio gesto divertita dalla situazione. «Vieni
qui!» ordina aprendo le braccia e le sue labbra si appoggiano voraci sulle mie
divorandole. Le sue gambe si allacciano intorno ai miei fianchi, spingendo il
bacino verso il mio per approfondire quel contatto. La libero dalle ultime
costrizioni prima di voltarla spostandole i capelli che ricadono sulla schiena.
Stringo il suo seno provocandole un gemito di piacere mentre il mio
ginocchio si posiziona in mezzo alle sue gambe per divaricarle le gambe e
permettendomi così di affondare in lei con un'unica
spinta. Appena inizio a muovermi, inizia a gemere e a
ripetere il mio nome ma io non voglio nè sentirla nè vederla. Continuo a
spingere immaginando un altro corpo e un altro viso per alleviare l'eccitazione
"indotta" del mio corpo. Inarca la schiena cercando un contatto con le mie
labbra che gli nego immediatamente schiacciandole la testa contro il cuscino e
riversando in ogni spinta tutto il mio odio. Questo però non fa
altro che eccitarla ancora di più portandola velocemente
all'orgasmo. Come un'animale da monta finisco il mio lavoro
lasciando entrambi ansanti e stanchi. «Sei stato
fantastico...» mormora cercando di accoccolarsi contro il mio corpo, ma
l'illusione è svanita e lei è tornata semplicemente ad essere
Zoe. Tutto quello che sento ora nel mio corpo è pura
rassegnazione. Zara non tornerà sui suoi passi, tutto quello che
devo fare è andare avanti cercando di non fallire e conquistare la benevolenza
di Blaze. Lui farà tornare le cose a posto.
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