Love Manipulated - Darien's memories

di Purelove
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The first time ***
Capitolo 2: *** Simon & Layla ***
Capitolo 3: *** Ancora due anni... ***
Capitolo 4: *** Nowadays ***



Capitolo 1
*** The first time ***


.

Ed ecco il mio regalo di Natale per voi!
Un piccolo estratto dai ricordi di Darien. Ho sperimentato un nuovo stile, è un pò strano leggerlo dopo aver sempre scritto in prima persona. Spero solo di essere riuscita a darvi un'immagine limpida sul primo incontro tra Darien e Zara.
Buona lettura e passate un felice Natale!
Bacioni

 

Layla non era mai stata portata per la maternità.
Dopotutto non era quello il suo ruolo all'interno della società. Rispettata da tutti era riuscita senza neppure troppi sforzi ad arrivare ad essere la reggente delle mura dopo la morte dell'Eletta, ed il destino l'aveva premiata doppiamente.
Il guerriero Alpha era nato sotto la sua reggenza, entro i suoi confini; indicava solo una cosa: l'Eletta doveva essere vicina. Qualche donna incinta doveva portare in grembo la sua prossima pupilla, era necessario trovarla prima che qualcun altro la invitasse a stabilirsi nella periferia della sua città. Non era molto facile trovarla, ma avere sotto mano il guerriero che doveva prendersi cura di lei in futuro, dava notevoli possibilità di successo.
«Assicurati che non venga importunato.» disse a Simon, il guerriero che l'accompagnava.
Era da parecchi anni che chiedeva unicamente il suo supporto, ormai il sentimento che li legava era molto più profondo di quello che gli altri credevano, ma Layla anche in queste situazioni si sentiva a disagio. Non dava a vedere i suoi veri sentimenti, almeno in pubblico...
«La stanza dei Coldwell?» chiese squadrando bene l'infermiera davanti.
«34B.» rispose abbagliata dall'aurea che mandavano entrambi. Agli occhi degli esseri umani erano semplicemente irresistibili, sopratutto i guerrieri aitanti dal fisico slanciato e scolpito da innumerevoli allenamenti sortivano un fascino magnetico sugli esseri umani. Un lamento di Darien spinge Simon a prenderlo in braccio rendendo ancora più tenera ed ammaliante la scena.
Agli occhi di tutti potevano sembrare veramente una famiglia.
Il piccolo aveva già iniziato ad attirare gli sguardi delle infermiere che si trovavano sul posto. Sarebbe diventato esattamente come il suo predecessore, dotato di una bellezza disarmante ed occhi capaci di trafiggere e far battere il cuore a qualsiasi donna.
«Veloci ed evitiamo crisi isteriche. Sono esausta...»
Simon si limitò ad annuire scorrendo con lo sguardo le porte sulla destra fino a fermarsi esattamente alla 34B dove la prima donna che aveva messo al mondo una bambina.
Bussarono due volte prima di ottenere una risposta. Immancabilmente, appena misero piede dentro la stanza, i genitori e i parenti rimasero di sasso, pronti a qualsiasi cosa pur di renderla felice.
Layla ignorò bellamente tutti gli sguardi preoccupandosi solo di guardare il piccolo fagottino che teneva in braccio la donna adagiata sul letto.
«Posso?» chiese. Non c'era bisogno di spiegare niente. Tutti sapevano il motivo della loro visita in quell'ospedale, in cuor suo sperava, finalmente, di terminare la ricerca con questa bambina. Era la fine del mese di settembre e mancavano ancora due mesi in cui l'Eletta poteva nascere, ma pensare di spostarsi ogni volta che una manipolatrice metteva alla luce una bambina, la faceva star male.
A volte, la sua ambizione la portava a spingersi oltre ai limiti.
Simon posò il bambino a terra che curioso come sempre cercava di guardare oltre il letto dell'ospedale. Quando Layla gli tese la bambina, Darien sapeva già cosa doveva fare. Allungò la sua manina verso la guancia della bambina, ma non ci fu nessuna reazione.
Niente di niente.
Layla sospirò amaramente. Un altro fallimento da aggiungere alla lista e il tempo ormai scarseggiava. Da un momento all'altro potevano strappare via dalla sua custodia il piccolo guerriero, dopotutto era lui che doveva seguirla in capo al mondo, non l'incontrario.
Doveva trovarla.
«Possiamo riprovare!» squittisce la donna cercando di ripetere inutilmente la prova.
Non c'era nessuno sbaglio. Era qualcosa di automatico, qualcosa di simile ad un colpo di fulmine solo che in questo caso sarebbe stata una cosa più visibile.
«No.» rispose duramente Layla, rischiava di compromettere la sua figura ma in quel momento si sentiva sopraffatta dagli eventi, dalle situazioni che ogni volta si ripetevano non appena si scopriva che la bambina non era la futura Eletta. Per fortuna Simon, aveva ripreso tra le braccia Darien custodendolo come un prezioso tesoro e, forse, non era una cosa così lontana dalla realtà.
Usciti dalla camera, Layla si sentiva svuotata: «La prossima?» chiese Simon guardando per benino il collo del bambino in attesa di vedere magari un segno postumo.
Per la prima volta dopo giorni Layla si perse nei suoi lineamenti. Molto femminei per essere il volto di un guerriero, erano delicati forse quanto quelli di una donna e gli occhi verdi erano contornati da bellissime lunghe ciglia nere che riuscivano ancora di più ad aumentare la profondità del suo sguardo. Si chiedeva cosa veramente vedeva in lei per respingere tutte le pretendenti, era sì la reggente, ma nessuno gli poteva vietare di vivere i suoi sentimenti per un'altra liberamente.
Layla era consapevole di essere il 90% della giornata, intrattabile. Oltretutto in questo ultimo periodo poteva benissimo occupare anche il restante 10%.
«Lay!» esclamò Darien chiamandola con il suo diminutivo che lui stesso aveva coniato per lei.
Le sue manine erano tese in attesa che la donna che aveva sempre visto da quando aveva memoria lo prendesse in braccio, ma lei non poteva farlo.
Non era sua madre e doveva iniziare ad essere forte.
«Andiamo.» disse voltandosi per proseguire verso la prossima stanza.
Ormai aveva quattro anni e presto Darien avrebbe dovuto iniziare a comprendere il suo ruolo.
Un'aurea di potere la fece voltare nella direzione opposta. L'avrebbe riconosciuta ovunque e questa volta non doveva chiedere all'infermiera le indicazioni, ma semplicemente seguire Lucas.
Lo poteva percepire chiaramente, non appena si era sparsa la voce si era tuffato alla ricerca della piccola Eletta, esattamente come aveva fatto lei ma, i fini erano notevolmente diversi.
Il male cercava fin dall'inizio di dissuadere la famiglia a cederla a lui.
«Non posso dire che sia un piacere vederti...» sibilò Layla guardando Lucas appoggiato alla parete accanto alla porta dell'ultima famiglia da esaminare. Il gatto nero iniziò a girarle intorno supportando il suo scudo, non poteva farsi ritrovare impreparata lasciandosi soggiogare da lui.
«Vedo che c'è anche Darien, speriamo che questa sia la volta buona!» sghignazzò Lucas guardando il bambino che intanto si era aggrappato ancora di più al collo di Simon.
Fin da quando era una bambina l'aveva visto sempre sotto quelle sembianze. Anima millenaria racchiusa in un corpo da adolescente.
Layla lo guardò con sfida prima di prendere Darien tra le braccia.
«Stai di guardia. Non farlo entrare.» ordinò al suo guerriero entrando nella camera solo dopo essersi assicurata che Lucas non la stesse seguendo. Si chiuse la porta alle spalle lasciando giù Darien che iniziò a fare il broncio. Sapeva quanto gli piaceva essere tenuto in braccio da lei.
Non si era nemmeno accorta di essere entrata senza nemmeno bussare così, ora, si ritrovava gli occhi della madre e del marito puntati addosso.
«Lucas è qui fuori.» disse a mò di scusante per il poco rispetto e come da copione sgranarono in contemporanea gli occhi, improvvisamente ansiosi.
Darien iniziò a trotterellare verso il letto, aggrappandosi alle lenzuola stando sulle punte dei piedi.
«Vuoi vederla?» chiese dolcemente la donna sedendosi meglio mentre il marito sollevava il piccolo per farlo sedere sul bordo del letto. Layla rimase attaccata alla porta, immobile, come se il suo corpo fosse un ulteriore ostacolo per Lucas nel caso Simon fallisse il suo compito.
Il bambino si tese guardando la bambina che ricambiava il suo sguardo con lo stesso interesse.
Un colpo alla porta iniziò a far battere il cuore a Layla più velocemente: «Toccala Darien!»
Il bambino allungò la manina verso quella della bambina, nemmeno Darien era preparato a quella sensazione. Un leggero formicolio iniziò a propagarsi dai polpastrelli entrati in contatto con la pelle della bambina fino ad arrivare velocemente al collo. Lasciò immediatamente la presa premendo sul collo per far cessare il leggero bruciore che sentiva al lato del collo.
Layla non poteva crederci. Aveva sempre pensato di sapere come avrebbe reagito ma, ora si ritrovava immobilizzata. Scioccata dalla riunione tra l'Eletta e il suo guerriero.
Non l'aveva mai vista realizzarsi.
L'incontro delle prime anime. Fin da piccola le era stato sempre raccontato che l'Eletta e il guerriero erano semplicemente le anime dei primi che continuavano a reincarnarsi cercandosi e desiderandosi ardentemente tanto da imprimere sul corpo di lui l'iniziale del nome di lei.
L'aveva da sempre trovata una cosa romantica.
La ricerca del vero e puro amore. Due amanti che nemmeno la morte avrebbe potuto separarli perchè loro trascendevano il tempo, esseri immortali per un amore immortale.
Un altro colpo alla porta iniziò a farla vacillare, doveva sbrigarsi. Quando riguardò la scenetta vide la piccola tra le braccia di Darien che la guardava adorante. Il bambino iniziò a sentire il suo corpo tendersi, sopratutto quando la madre la riprese in braccio al primo vagito di lei.
Sentiva che doveva stare con lei, ma ora sembrava irraggiungibile, lontana.
Era come se un masso invisibile l'avesse colpito sul petto e continuasse a schiacciarlo tanto da fargli mancare il fiato. C'era qualcosa che lo legava a lei, un piccolo filo che li aveva legati al primo sguardo.
«È quello che penso?» mormorò il padre avvicinandosi a Layla guardando la piccola che tendeva le manine verso Darien che le sorrideva dolcemente. Non aveva occhi che per lei, ora erano nel loro mondo. Esistevano solo loro due, nessun altro.
Layla si limitò ad annuire tenendo la porta ben chiusa ma lo sguardo dei genitori non era pieno di orgoglio e gioia per la notizia, al contrario sembravano tristi.
«Vostra figlia è l'Eletta che stavamo aspettando...» li rincuorò immediatamente, forse non avevano capito la situazione. Entrambi annuirono, nessuna reazione di gioia, euforia. Niente di niente.
«Layla dobbiamo andare...» La voce di Simon dall'altra parte della porta la fece sussultare.
«Darien dobbiamo andare.»
Il bambino la guardò tristemente ma bastò una sola sua occhiata per farlo desistere dal fare i capricci. Sapeva che con lei, nulla sarebbe valso.
Dalla tasca estrasse una collanina, bastavano poche parole per renderla inaccessibile al male.
«Assicuratevi che la indossi almeno fino ai sedici anni.» disse Layla porgendo la collanina al padre.
Un altro colpo alla porta.
Prese il bambino tra le braccia per assicurarsi che non avesse nessun contatto con Lucas, non poteva permettergli di colpirlo in un momento così delicato. Ora che l'Eletta era stata scovata, Darien era diventato un punto a cui tutti avrebbero puntato; chi per cercare di far diventare il propio figlio il nuovo Alpha, chi per pura malvagità perchè il secondo guerriero non sarebbe mai stato la vera anima gemella dell'Eletta. Semplicemente avrebbe sentito un sentimento di legame con l'Eletta per proteggerla ma, mai avrebbe provato i sentimenti che Darien proverà in futuro.
«Torneremo presto. Manderò qualcuno per darvi tutto il necessario...»
Detto questo Layla uscì fuori dalla camera chiudendo la porta e sigillandola con i tre elementi. Lucas non avrebbe osato oltrepassare quella linea, Blaze stesso le aveva insegnato come tenerlo fuori ed era così strano che un essere così potente fosse spaventato da quella semplice unione degli elementi.
«Stavamo semplicemente giocando un pò! Suvvia!» ridacchiò il demonio non appena incrociò lo sguardo con quello di lei. Simon era teso, gli occhi erano diventati scuri ed immediatamente si era posto davanti alla reggente e all'Alpha pronto a sacrificare la sua vita se ce ne fosse stato bisogno.
«Vattene.» sibilò il guerriero.
«Per ora è intoccabile Lucas...evita di sprecare inutilmente le energie.»
Lucas sorrise malignamente. «Una zeta, eh?»
Layla si voltò, sicura che Simon l'avrebbe protetta da un suo attacco ma non avvenne. I tre lasciarono l'ospedale senza alcuna difficoltà o almeno per due di loro. Per Darien ogni minuscolo passo che lo portava lontano da quel posto era straziante.
«Non ti preoccupare...la rivedrai presto.» sussurrò Simon accarezzandogli la testa prima di farlo sedere sulla macchina. Darien si sedette il più vicino possibile al finestrino guardando la finestra dell'ospedale dove si trovava la bimba, non sapeva come faceva a saperlo ma era sicuro che dietro quella vetrata c'era quella bambina.
La reggente abbassò il colletto della polo di Darien. «E' una zeta.» disse rimettendo a posto il colletto dopo aver visto bene l'iniziale del nome di lei. Lucas aveva ragione.
«Dev'essere facile da rintracciare...non ci sono molti nomi con quell'iniziale.» commentò Simon accendendo la macchina che li avrebbe portati alla capitale. Blaze doveva essere avvisato.

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Capitolo 2
*** Simon & Layla ***


.

Ho visto che il capitolo precedente vi è piaciuto molto! ^^
Che bello....vi piace curiosare tra i pensieri di Darien, eh? Approfitto del ragalo di Natale per aprire una parentesi sul suo mondo, dando un'occhiata anche a Simon che è un personaggio importante per lui e che penso di inserire anche all'interno della vera e propria storia...
Grazie mille per tutte le persone che mi stanno seguendo e che continuano a spronarmi in questa mia passione ^^
Bacioni
e ancora Buone Feste!

 

Erano poche le volte in cui Darien poteva fare a meno di allenarsi o studiare.
Poteva solo significare una cosa: l'avrebbe rivista.
Una volta all'anno da quando aveva dieci anni, Layla chiedeva a Simon di accompagnarlo fuori dalle mura della città dove sapeva che abitava Zara. Era quello il suo nome.
Ogni volta che sfiorava appena quella lettera marchiata s'immaginava che in qualche modo anche lei lo percepisse. Mancava ancora poco.
Una manciata d'anni e sarebbe stata sua, nessuno sarebbe più riuscito a separarli. Nessuno.
Già per troppi anni era sparita, volatilizzata e tutto per colpa dei suoi genitori. Erano restii ad acconsentire l'entrata della propria figlia nel suo mondo.
Nel suo stesso mondo, che le apparteneva di diritto.
La macchina non tardò molto ad arrivare e Simon, puntuale come sempre, era già accanto alla macchina con sguardo guardingo. Non appena fu in macchina capì quanto ogni giorno desiderasse ardentemente quel giorno.
Gli era concesso di vederla, da lontano, solo una volta all'anno e con precise regole.
«Le ripetiamo?» gli chiese Simon guardando fuori dalla macchina. Sapeva perfettamente che ormai le conosceva a memoria, ma Layla era molto restia a questi suoi allontanamenti. Non comprendeva che per lui la distanza era straziante, riuscire a percepirla ma non poterla mai vedere o toccare, ma questo lei non poteva capirlo. Simon era più che convinto che non avesse mai saputo cosa significava amare realmente una persona, non poteva capire l'amore così assoluto e totale di queste due anime destinate ad incontrarsi vita dopo vita. Layla si preoccupava solo di gestire la città, nel suo cuore non c'era posto per l'amore. Non almeno nel modo in cui Simon avrebbe voluto.
Più pensava a lei, più non vedeva l'ora di rivederla. I loro incontri non erano mai stati romantici, Layla da vera reggente usava come più desiderava il suo corpo. Lo montava più e più volte fino a quando non era completamente soddisfatta, incurante dei sentimenti che lui poteva provare.
Gli uomini guerrieri erano trattati quasi come giocattoli a sfondo sessuale oltre che perfette macchine da guerra. Simon non aveva mai avuto scelta.
Guerrieri si nasce, non si diventa.
È una classe ben precisa che deve unicamente sottostare agli ordini dapprima della reggente, poi dell'Eletta dimenticando tutto il resto: famiglia, amici ed eventuali amori.
«Se mi guarda, distolgo lo sguardo. Se si avvicina o prova a parlarmi, io mi allontano.» rispose Darien come se fosse un pappagallo con un groppo in gola. Non era mai successo, ma non sapeva se sarebbe stato in grado di farlo realmente.
Ogni volta che la vedeva, sperava in cuor suo che lei si accorgesse di lui come invece facevano le altre donne o le ragazzine che si accorgevano della sua presenza.
Tuttavia, Layla gliele aveva inculcate a forza nella testa fin dalla sua prima "uscita".
Non poteva rischiare di mandare a monte il patto con i genitori solo perchè non riusciva a tenerlo a bada. Le erano già sfuggiti una volta, non sarebbe ricapitato un'altra volta. Non dovevano esserci contatti fino almeno ai vent'anni, ma superata quell'età Zara avrebbe dovuto varcare le porte della città. Lì, nemmeno i genitori avrebbero pututo imporre condizioni. Sarebbe stata libera di prendere le decisioni e comprendere il suo nuovo ruolo sotto la sua influenza.
Darien, come Simon, era pensieroso. L'aveva vista cambiare anno dopo anno, era incredibile come riuscisse a notare anche solo un minimo cambiamento dei suoi capelli. Pian piano erano diventati più scuri ed il suo corpo aveva iniziato a modellarsi diventando sempre più femminile.
«Di cosa si tratta questa volta?» chiese Darien in apprensione.
Ogni volta non sapeva mai cosa aspettarsi dalla piccola Zara. Era stato a vari teatrini a cui partecipava attraverso la scuola e a due feste sulla spiaggia che i suoi genitori le avevano organizzato per il compleanno. Almeno da quel punto di vista si dimostravano accondiscendenti, cercavano di organizzare delle feste nelle quali uno come Darien poteva passare inosservato.
«Saggio di danza classica...» disse Simon come se niente fosse continuando a puntare lo sguardo verso l'orizzonte. Si sentiva leggermente in colpa per quello che Simon doveva subire a causa sua, ma per Darien, assistere ad una parte del suo mondo non era un peso come poteva esserlo per lui.
Simon non era minimamente interessato a Zara e queste uscite non significavano nulla, ma da quando aveva memoria Simon, insieme a Layla, faceva parte della sua vita.
Era come un padre per lui anche se sapeva che non poteva chiamarlo in quel modo.
La macchina si fermò davanti ad un edificio piuttosto banale ma per Darien era normale vedere la decadenza degli edifici al di fuori della città. Gli esseri umani non erano ancora arrivati ad un livello tale di stile e conoscenza per erigere determinati palazzi o saper sfruttare appieno le qualità che il luogo offriva.
Darien si sedette composto, cercando quasi di eclissare quella bellezza che attraeva tanto le donne.
Tutte si accorgevano di lui, anche le donne più mature che cercavano di darsi un contegno o apparire al meglio tirando fuori il petto. Vendevano i loro corpi e poco importava se Darien era ancora un ragazzino poco più che ventenne.
Simon era rigido, in attesa di vedere finalmente alzarsi quel maledetto tendone rosso e finalmente, dopo una decina di minuti, le sue preghiere vennero ascoltate.
Dieci ragazzine iniziarono a sgambettare sul palco sotto le note di una qualche musica classica composta da un umano. Stranamente bella per essere stata composta da un normodotato.
Il guerriero diede solo una breve occhiata verso Darien, sapeva cosa stava per vedere...un ragazzino totalmente ed incondizionatamente innamorato.
Come lo era lui una decina di anni fa quando guardava Layla.
Darien la scorse subito, seconda fila, terza da destra. Raggiante nel tutu bianco su cui era stata posta una gonnellina azzurra molto corta in modo da far vedere sotto, il tulle.
Non si poteva dire che era brava, era alquanto goffa nei movimenti. Di certo un piccolo neo nella rappresentazione.
«L'ha obbligata sua madre...» spiegò Simon sussurrando appena quelle parole per non disturbarlo eccessivamente. Per lui però, poteva anche rimanere immobile sul palco. Come una statua.
La sua adorazione per lei, non sarebbe cambiata.


Piaciuto? E' stato più che altro è stato incentrato su Simon che come ho detto...voglio dare una parte anche nella storia principale.
Questo è come sarebbe Simon
Darien sapete già com'è...
mmm, altro?
Vi lascio i due trailer che ho fatto per la storia. Il secondo (Extended) è quello che ho terminato ieri sera e si riferisce alla seconda parte della storia...praticamente dove stiamo per avventurarci. ^^
Love Manipulated
Love Manipulated - Extended trailer

E vi ricordo le altre mie storie:
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CODICE: TWILIGHT
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DESTRUCTIVE DESIRE
LOVE MANIPULATED


Bacioni

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Capitolo 3
*** Ancora due anni... ***


.

Dopo quello che sta succedendo nella storia, avete bisogno di un inniezione di Darien e quale altro modo se non una sbirciata nel suo passto senza intaccare la trama?
Non c'è molto da dire su questo ricordo...Spero vi piaccia...
Ora andiamo a sbirciare ancora un pò nel loro passato. Questa volta sarà un incontro un pò più ravvicinato rispetto ai precedenti!
Bacioni


 

 

L'odore di salsedine era forte.
Entrava prepotentemente nelle narici laciando una strana sensazione dentro Darien.
«Gli invitati inizieranno ad arrivare verso le tre.»m'informa Simon sdraiandosi sul muretto che divideva le abitazioni dalla spiaggia. Eravamo a qualche casa di distanza dalla residenza estiva di Zara e Simon era appena tornato da una lunga chiaccherata con i genitori.
Simon ormai era abituato a fare il lavoro di baby-sitter al posto di Layla ed ancora di più a trattare con i genitori di Zara che nonostante tutti gli anni passati in cui nessuno di loro aveva rotto il patto, ancora non volevano che Darien partecipasse anche solo da spettatore alla vita della loro figliola.
«Manca ancora molto. Posso fare un tuffo?» chiese Darien.
Era cresciuto parecchio. Ormai aveva ventidue anni e poteva benissimo comprendere le ragioni per le quali doveva lasciarla vivere ancora da sola, la sua vita nel mondo comune degli esseri umani, ma doveva dargli un pò di fiducia. Poteva lasciarlo andare in giro senza supervisionarlo ogni minuto della sua vita.
«Sono rimasto qui due ore ad aspettarti, sono già abbastanza abbronzato mentre tu sembri ancora un lenzuolo bianco.» esagerò Darien.
«A Layla piaccio così.» lo provocò incrociando le braccia dietro la testa.
Con una smorfia Darien lo lasciò da solo su quel muretto dirigendosi verso il mare. L'acqua salata lambiva i suoi piedi cercando di farlo sprofondare lentamente al di sotto. Voleva scaricare la tensione, altri due anni di queste visite e poi nessuno si sarebbe messo in mezzo.
Non l'avrebbe mai più lasciata andare.
Mai.
Nemmeno se lei non fosse stata d'accordo. Nemmeno se i suoi sentimenti non erano intensi quanto i suoi, non gli importava niente. Voleva semplicemente averla.
Un bisogno spasmodico di lei che non riusciva a reprimere. Lo divorava da dentro.
Si tolse velocemente i jeans e la camicia restando solo con il costume da bagno. Il mare era fin troppo piatto per i suoi gusti e non c'era nessuno, poteva anche movimentare un pò la situazione senza che nessuno si facesse del male.
L'acqua, sopratutto in quantità enormi come quelle, era difficile da controllare.
Iniziò con qualche onda dolce, piccola; proprio per evitare di lasciarsi trascinare dalla potenza di quello che l'elemento gli prometteva. Era così frustrato che molto probabilmente avrebbe provocato un'onda anomala spazzando via le case sulla costa e molte nell'entroterra.
Lentamente le onde iniziarono ad essere sempre più alte, sempre più potenti, ma la sensazione di essere in balia di tutto questo, essere trasportato dalle onde sul fondale, lo faceva sentire vivo.
Nonostante fosse sott'acqua riuscì a percepire un grido. Riemerse velocemente guardandosi intorno fino a quando un altro grido non ruppe nuovamente la quiete.
Ci mise veramente poco a reagire. Nuotò velocemente, il più possibile che potè fino a quando non vide una mano scomparire sotto l'ennesima onda che lui stesso aveva creato.
Smise immediatamente di lasciare che le sue emozioni controllassero l'elemento.
La ragazza era sott'acqua, gli occhi appena socchiusi, si era lasciata andare. Non stava nemmeno lottando per salvarsi o forse aveva lottato troppo ed ora era esausta.
Riuscì a prenderla per un polso trascinandola in superficie. «Respira!» continuò a ripeterle fino a quando non approdarono sulla riva.
Grazie alle sue doti eccellenti di nuotare e i numerosi allenamenti riuscì ad arrivarci velocemente.
Solo quando l'adagiò sul bagnoschiuma si rese conto di chi aveva tra le braccia. Rimase così spiazzato che non potè fare a meno di rimanere imbambolato per alcuni secondi.
Zara.
«Stai bene?» chiese agitato. Sentiva la sua pelle sotto i suoi polpastrelli, gli faceva uno strano effetto. Zara si limitò a sputare fuori ancora un pò d'acqua prima di annuire velocemente per rassicurarlo.
Era tutta colpa sua, se non si fosse messo a giocare con l'acqua, non sarebbe successo niente di tutto quello. Simon l'avrebbe ammazzato dopo, ne era sicuro.
«Meno male che c'eri tu.»
Quelle parole ebbero la stessa esplosione dentro di lui di un vulcano rimasto inattivo per troppo tempo. Le sorrise come non gli capitava di fare da tanto, troppo tempo.
Aveva Zara tra le sue braccia e nessuno se ne era accorto.
Il mondo non era finito e lei non si era dissolta.
La guardò riprendere fiato.
I capelli si erano riempiti di sabbia e il suo petto si abbassava ed alzava ritmicamente in cerca dell'aria che le era stata sottratta poco prima.
Non riusciva a distogliere lo sguardo da lei.
«È successo tutto così velocemente...» la sentì sussurrare mentre si metteva seduta. Darien si corpì istintivamente il collo dove la Z era marchiata sulla sua pelle.
«La prossima volta fai più attenzione.»
Non voleva essere così duro con lei, ma solo il fatto che lei gli era così vicino poteva compromettere i due anni a seguire. Se solo i suoi genitori o Simon l'avessero scoperto, gli sarebbe stata negata la possibilità di rivederla.
«Scusami, ora devo andare.» si scusò alzandosi in piedi. Separarsi da lei in questo modo era veramente straziante e li fece riaffiorare alla mente un altro ricordo.
Non era la prima volta che le era così vicino, che l'aveva toccata. Quando erano molto piccoli, troppo per avere chiari ricordi di quel giorno, si erano incontrati, ma lei ovviamente non poteva avere quei suoi stessi ricordi.
Lui è sempre stato un'ombra nella sua vita.
«Ah, grazie ancora!» disse Zara un pò colpita da quel suo cambio repentino d'umore.
Darien fece solo qualche passo prima di venir bloccato da lei, «Senti...» iniziò a dire trattenendolo per un braccio.
«Sei di queste parti?» chiese arrossendo leggermente, ma senza aspettare la risposta proseguì immediatamente probabilmente per non farsi prendere dall'imbarazzo, «Tra poche ore farò una festa per il mio compleanno, mi piacerebbe se tu venissi. Dopotutto ti devo la vita.»
Nella sua voce poteva sentire tutta l'agitazione per la richiesta.
«Mi spiace. Non credo di poter venire, io e la mia famiglia partiremo tra poco.»
Zara lasciò la presa sul suo braccio e Darien dovette lottare con tutto sè stesso per non stringerla tra le braccia affondando il viso in quella massa di capelli. Nonostante il sale ricoprisse ormai ogni centimetro della sua pelle, Darien credette di poter sentire il profumo naturale della sua pelle.
La voce era strozzata, era come se avesse un groppo in gola.
Erano migliaia le cose che voleva dirle, si sarebbe perso nel sentire la sua voce.
Voleva sapere tutto di lei, come aveva vissuto la sua vita senza di lui per tutti questi anni.
Per lei dev'essere stato facile non sapere di lui.
Non essere così ossessionata tanto da perdere notti intere ad ascoltare ogni singolo cambiamento del suo umore.
Ora dentro di lei c'era solo l'impellente bisogno di dimenticare. Amore non corrisposto.
Se solo avessero potuto parlare di più, avrebbe scoperto che non era la sola a provare questi sentimenti. Lui ci stava convivendo da anni ormai.
La delusione che vide nei suoi occhi lo fece leggermente vacillare, l'ultima cosa che voleva era ferirla, ma non poteva restare. Non ora, almeno.
«Tanti auguri.» disse velocemente prima di ripercorrere il tratto di spiaggia che lo divideva da Simon. Doveva andarsene da lì prima che lui potesse scoprirlo.
Sarebbe passato un anno prima di rivederla nuovamente e a quel punto lui sarebbe solo un vago ricordo. Il volto visto in un sogno, nulla di più. Presto sarebbe svanito nella sua memoria.
Simon era nella stessa posizione di quando l'aveva lasciato sdraiato sul muretto, con la sola differenza che ora si era tolto la camicia per prendere il sole dalla cintola in sù.
«Nuotata lunga, eh?» domandò Simon appena Darien si presentò oscurandogli il sole.
«Possiamo andare?»
A quella richiesta Simon non potè fare a meno di spalancare gli occhi. Questa era la prima volta che udiva una simile richiesta da lui, non era mai successo.
«Perchè?»
«Semplicemente non mi va di stare qui. È innamorata e non vorrei perdere il controllo di me stesso proprio quando sono così vicino a lei.» spiegò. Era una mezza verità, sentiva che Zara era veramente innamorata di qualcuno e lui era stato solo un fulmine a ciel sereno.
Se l'avesse vista baciare un altro, non era sicuro di poter controllarsi. L'avrebbe ucciso.
Poteva farlo, era stato addestrato per riuscirci ed un comune essere umano non poteva batterlo nè per forza nè per esperienza.
«Lo sai che non puoi fargliene una colpa.» replicò Simon cercando di tranquillizzarmi.
«Voglio andare via.»
A quest'ennesima richiesta, Simon non potè fare a meno di riportarlo da Layla.
Non poteva di certo obbligarlo se non voleva e forse Layla avrebbe visto che di lui ci si poteva fidare, gli avrebbe concesso magari più di quelle visite. Doveva parlargliene assolutamente.
Questa era stata una dimostrazione di grande consapevolezza.
Mentre Simon guardava fuori dal finestrino non poteva non pensare a come, per la prima volta, aveva avuto un vero contatto con Zara. Era riuscito addirittura a farle gli auguri.
Ancora due anni.
Ancora due miseri anni...

Piaciuto?
Spero di sentirvi tramite i commenti! Non siate vergognosi, mi piace interagire con voi e sapere cosa ne pensate!
Ringrazio immensamente chi legge, chi l'ha messa tra le preferite, le seguite e le ricordate...vuol dire molto per me! E ovviamente un ringraziamento a chi dedica un pò di tempo per recensire e ad escogitare su facebook tramite i teaser vari modi per farmi cedere a spoilerare di più!
Ahahah ragazze siete fantastiche! ^^

Qui i link per le altre mie storie (se vi va di leggere qualcosa di diverso...) e i modi per contattarmi:

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Un bacione ancora a tutti!

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Capitolo 4
*** Nowadays ***


XXXX

Ciao!
Ecco un nuovo capitolo che è sicuramente diverso dagli altri. Non si svolge nel passato adolescenziale di Darien ma si svolge in corrispondenza del 22° capitolo della storia principale. Spero di essere riuscita a coprire i buchi che inevitabilmente porta una storia composta da un solo POV. Con questo capitolo vi mostro cosa sta succedendo a Darien e nella città che aveva ospitato Zara.
Un bacione enorme

PS: Mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate! ^^


 

Non ho mai visto Simon così distrutto.
La barba lasciata incolta e gli occhi vitrei di dolore. Sapevo cosa lo legava a Layla, non era solo semplice fedeltà dato dal suo ruolo di guerriero. No, quello che li univa era un sentimento molto più profondo che io ho visto nascere e maturare.
Da giorni ormai vagava come un fantasma per la città, per questo motivo sono stato posto a capo dell'esercito a guardia della città. Zoe mi aveva dato il via libero in tutti i campi.
Non ero qui quando Zara è arrivata. Ho lasciato Layla alla sua mercè.
Il suo attacco ha distrutto fisicamente e mentalmente Simon che la vedeva come la sua unica ragione di vita. Un uomo distrutto è disposto a tutto pur di avere la sua vendetta. È questo che mi spaventa.
Blaze è arrivato solo poche ore dopo trovandola accovacciata su sè stessa in lacrime, non avevo capito il suo destino fino a quando i suoi occhi non si sono posati nei miei e mi ha chiesto chi fossi. La stessa scena si è ripetuta con Simon.
L'ha dimenticato.
Blaze le ha privato della memoria riguardante il nostro popolo per renderla inoffensiva e proteggerci dagli umani che come bestie, temono quello che non conoscono. La nostra legge è chiara, se si perdono i poteri o si viene privati contro la nostra volontà -come è successo questa volta- non si può avere un futuro all'interno della nostra comunità.
La richiesta di Simon mi aveva lasciato senza fiato. «Voglio andare con lei. Prendermene carico.» Aveva detto quasi come se stesse supplicando Blaze.
«No.» gli aveva risposto.
Risposta secca e decisa. «In un momento così delicato, non posso permettermi di perdere un valoroso guerriero.» aveva aggiunto. Peccato che ora Simon è in tutt'altro mondo ed è ben distante dai suoi doveri da guerriero.
Guardo fuori dall'enorme vetrata dell'appartamento. Sta piovendo ormai da tre giorni e poche ore fa Zoe ha superato il confine andando chissà dove con Simon, ho visto che si è fatta accompagnare da lui.
Tanto meglio.
I miei pensieri vanno automaticamente a Zara, chissà dov'è ora. Sarà al caldo?
C'è Lucas insieme a lei? Con lei? Dentro di lei?
Un fulmine cade a poca distanza dal palazzo rimbombando nel silenzio della notte.
Devo togliermi questi pensieri dalla testa. La porta dell'appartamente si apre rivelando la figura di Zoe, non ha un capello fuori posto e non è nemmeno bagnata nonostante il vento che ne devia la naturale caduta.
Dopo quel giorno, Blaze le ha affidato il comando della città. Dopottutto dopo l'abbandono di Zara era inevitabile questo passaggio di consegne. Questa volta aveva solo impiegato meno tempo a ricordare il passato e a sfuggire da me.
L'ho persa.
Per la prima volta, lei mi ha lasciato. Nelle vite precedenti il suo amore era scemato, ma il Consiglio era riuscito ad intervenire tempestivamente riportandoci ad una nuova vita.
Questa volta l'attesa non era valsa a niente.
Sono arrivato anche al punto di porre io stesso fine alla sua vita pur di avere una seconda chance con lei, ma in cuor mio so che lei appartiene già da molto tempo ad un altro che è sempre rimasto nell'ombra, ma è rimasto.
Sento il fruscio del cappotto di Zoe e i tacchi sul parquet.
«Ciao.» sussurra al mio orecchio abbracciandomi, ricambio la stretta. Una parte di lei è qui però, sotto altre spoglie ma è qui.
Parte del suo potere vorrai dire, aggiunge la mia mente ma scaccio velocemente quel pensiero. Voglio pensare che sia lei ora tra le mie braccia.
«Sembri piuttosto contento di vedermi.» bisbiglia mentre una sua mano vaga giù per il mio stomaco fino ad oltrepassare l'elastrico dei boxer.
Il suo crescente desiderio per me non fa altro che aumentare il mio come il nostro legame vuole.
Mi libera dai vestiti ansiosa di sentire il mio corpo premuto contro il suo, «Prendimi.»
La sollevo portandola in camera sua strappandole i collant di dosso, ride del mio gesto divertita dalla situazione.
«Vieni qui!» ordina aprendo le braccia e le sue labbra si appoggiano voraci sulle mie divorandole. Le sue gambe si allacciano intorno ai miei fianchi, spingendo il bacino verso il mio per approfondire quel contatto.
La libero dalle ultime costrizioni prima di voltarla spostandole i capelli che ricadono sulla schiena.
Stringo il suo seno provocandole un gemito di piacere mentre il mio ginocchio si posiziona in mezzo alle sue gambe per divaricarle le gambe e permettendomi così di affondare in lei con un'unica spinta.
Appena inizio a muovermi, inizia a gemere e a ripetere il mio nome ma io non voglio nè sentirla nè vederla. Continuo a spingere immaginando un altro corpo e un altro viso per alleviare l'eccitazione "indotta" del mio corpo.
Inarca la schiena cercando un contatto con le mie labbra che gli nego immediatamente schiacciandole la testa contro il cuscino e riversando in ogni spinta tutto il mio odio.
Questo però non fa altro che eccitarla ancora di più portandola velocemente all'orgasmo.
Come un'animale da monta finisco il mio lavoro lasciando entrambi ansanti e stanchi.
«Sei stato fantastico...» mormora cercando di accoccolarsi contro il mio corpo, ma l'illusione è svanita e lei è tornata semplicemente ad essere Zoe.
Tutto quello che sento ora nel mio corpo è pura rassegnazione.
Zara non tornerà sui suoi passi, tutto quello che devo fare è andare avanti cercando di non fallire e conquistare la benevolenza di Blaze. Lui farà tornare le cose a posto.

 

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