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Questa storia ha
partecipato al “MAgical Creatures’ Contest” indetto
da aGNeSNaPe e foxfeina sul
forum di EFP, classificandosi Quarta.
Il mio pacchetto era
“Lethifold” e comprendeva il personaggio di Ariana Silente, tre prompt (Ombra, tuono, errore) e un’ambientazione: Casa
Silente.
*nome: Robinki (forum),
Kiketta_8 (EFP) *titolo:
The girl under the veil *rating:
Giallo *avvertimenti: Slice of life,
Flash-fiction *genere:
Introspettivo *eventuali NdA : ed eccomi alle solite NdAstra-prolisse!
Questa
è una raccolta di Flash-fiction (doveva essere diDrabble, ma ho
avuto alcune difficoltà per la necessità di inserire ricorrentemente i 3 prompt del pacchetto: tuono, ombra e errore) e come potrete
notare ciascun capitolo ha per iniziale una lettera della parola “Lethifold”,
la creatura magica che avevo prescelto e un paio di volte la stessa compare
nella narrazione in forma metaforica.
Ogni
volta che scrivevo il termine “ombra”, mi figuravo un Lethifold come sua
rappresentazione, quasi come un velo onnipresente sotto differenti forme nella
vita della ragazzina e per questo ho pensato a quel titolo per la raccolta ( o
forse è perché sono immensamente negata nello sceglierli??).
Ho
cercato di ripercorrere alcuni momenti cruciali della vita di Ariana assieme a
piccoli Slice of life, atti comunque a definire un
suo personale percorso.
Il
primo capitolo titola “Life”, e in un certo senso ho voluto intendere come
fosse la sua vita prima “dell’incidente”: quella di una bambina che vive in
armonia con la sua famiglia.
L’ultima
titola invece “Death” (caso ha voluto che questa mia idea si sposasse con la
lettera iniziale e finale della parola “Lethifold”), nella quale Ariana rivolge
una serie di pensieri alla sua vita , che compara alla sua nuova condizione. Si
può dire che io abbia voluto ricreare un cammino evolutivo del personaggio,
reinterpretandolo a mio modo e spero di essere stata credibile nel farlo.
La
cosa che più mi ha impegnata è stato cercare di incentrarmi su considerazioni
differenti da quelle che avevo fatto nella one-shot
che partecipa all’altro contest di aGNeSNaPe (
Contest Filosofico) di cui Ariana è una co-protagonista e soprattutto inserire
il prompt “errore” (ormai lo odio!).
Spero
di aver utilizzato al meglio il mio pacchetto ammazzafanwriter
e che la raccolta sia di vostro gradimento!
The girl under the veil
Life
Sono al calduccio sotto le coperte e Aberforth mi sta leggendo una
favola.
Non “Le Fiabe di Beda il Bardo”, ormai
quelle le conosco a memoria! No, è un libriccino malandato che abbiamo trovato
tra i vecchi tomi di papà.
Parla di una grossa ombra cattiva, l’ha chiamata Lethifold!
Sono così felice che il mio fratellone si prenda cura di me e
anche se la storia che mi ha appena letto parla della grossa ombra cattiva e anche se piove forte
ei tuoni
mi fanno paura, sono sempre tranquilla.
E lo sono perché so che lui è qui per me, anche se io dovessi
combinare qualche disastro, potrei sempre correre ad abbracciare il mio Abe.
Non importa quanti errori
io possa commettere… lui ci sarà SEMPRE!
Oggi ho fatto la mia prima magia e ancora non riesco a crederci!
Papà ha provato a costringermi a mangiare del porridge
a colazione, ma a me non piace! Mi sono arrabbiata così tanto che ho sperato
che la ciotola gli si spiaccicasse in faccia ! Ed è successo davvero! Ha fatto
proprio il rumore di un tuono sul
povero naso di papà!Aberforth ha
riso per un’ora e io mi sono sentita molto orgogliosa quando la mamma mi ha
stretto una spalla.
Sul viso del papà non è passata nemmeno un’ombra fugace, anzi, mi ha presa in braccio e mi ha stretta a sé, e
anche se ha tentato di nasconderlo, ho visto perfino Albus ridere sotto i
baffi!
Oggi è proprio la giornata più bella della mia vita!
Ed eccoci al secondo capitolo, Ariana e la sua prima magia
involontaria!
Vedo solo tre paia di mani dinanzi
ai miei occhi… mi strattonano le braccia, le gambe… le loro voci crudeli mi
chiamano “mostro”, mi incitano e allo stesso tempo mi minacciano.
La mia maglietta è sbrindellata,
fa piuttosto freddo qui fuori al nostro giardino. Provo ad urlare, ma non ci
riesco, cerco di difendermi , ma non ne sono più capace.
“Dov’è la tua magia adesso?” …
l’ho pensato io o l’hanno detto loro?
Mi fanno male, non so più dove
sono… chi sono? Mi mescolo alle ombre
che mi riempiono, per darmi un’identità.
Vorrei ricordare il mio nome, ma
la mia mente si è appannata, sono diventata il nulla.
Percepisco vagamente ilterreno duro sotto di me e il sapore del
sangue in bocca. Questa cosa mi sconvolge, come se ci fosse un errore, qualcosa d’ irrimediabilmente
sbagliato in quelle sensazioni. Sono troppo… tangibili per poterle sopportare.
I passi che si allontanano
frettolosamente sono tonfi sordi nelle mie orecchie…perché mi sembrano vicini e assieme
lontani?Forse si mescolano al martellio
del mio cuore o ai tuoni che mi
sconquassano intimamente.
Perché non vedo niente? Dove sono
i miei occhi? Vorrei perdere conoscenza e svegliarmi domani,svegliarmi prima o poi…
*È stato piuttosto difficile provare a rappresentare cosa
sia successo ad Ariana, il giorno in cui i tre ragazzini l’hanno “maltrattata”
e quindi ho provato a rimanere vaga
Ieri ho raccolto una margheritina e l’ho mostrata alla mamma. Lei
ha sorriso e non so perché questo mi ha fatto diventare triste.
Cos’ho di sbagliato?
Forse sono fatta al contrario: se gli altri sono felici, io non lo
sono.
Ma cos’è la felicità? Per me era quella margheritina nel palmo
della mia mano, senza ombre o
inganni: giallo e bianco.
O ancora la bufera: i suoi tuonimi riempiono i pensieri e mi fanno sentire completa, senza lacune o
mancanze.
Quando ho rotto il vaso della nonna, la mamma mi ha sgridata, ma
io non ho pianto: Aberforth dice sempre che bisogna sbagliare per capire i
nostri errori e io sono sempre felice
d’imparare.
Lo
sento di nuovo quel serpente che sia gita nel mio stomaco, sono
impaziente. La mamma mi guarda con apprensione… cosa crede che
non abbia notato la bacchetta che nasconde dietro la schiena? Posso
farle male lo stesso, non serve a niente scappare! Sono arrabbiata,
perché mi succede questo? So che tra poco la creatura viscida
non riuscirà più a contenere il tuono
al suo interno e allora esploderà in mille pezzettini. Non
voglio più che si fermi ora… è l’unico
modo per farla smettere. Mia madre, o forse è una sconosciuta,
mi si avvicina con cautela… stupida! Non capisce l’
errore
che sta commettendo. Chi sei? Cosa vuoi? Lasciami stare! Grido e la
disperazione mi vibra nelle corde vocali. Il dolore fluisce fuori e
incredibilmente crea sollievo: sono energia, pura energia
distruttiva. Una luce bianca mi avvolge adesso, ma dura solo qualche
secondo. Rovino in terra, le ginocchia sbucciate e l’ombra
di un sorriso a velarmi il volto.
Cosa
si prova ad avere paura? Non lo so più. Ne so riconoscere i
sintomi però, li vedo spesso sul volto di mio fratello.
Mi
infastidisce la paura, è un ombra
che cala sulle persone. A me piace vedere il sorriso sul viso di
Aberforth, odio quando le sue sopracciglia si stringono e piegano
verso l’alto, quando i suoi occhi si spalancano e perdono la
loro luminosità. Le labbra di solito assumono una forma del
tutto sbagliata ai miei occhi e mi rammentano l’errore
che rappresento, quello che mi porto sulla schiena.
Forse
odio la paura perché… io sono la paura, quel tuono
che si spande e semina terrore… è per questo che ne
sono priva… sono io la paura…
Ancora
una volta… vorrei che mi ripetessero ancora una volta cosa c’è
fuori di qui. Le quattro mura della mia stanza non sono abbastanza
per contenermi… perché non posso uscire?
Oggi
ho sentito delle voci e… ridevano.
Mi
sono affacciata alla finestra così ho visto Albus e un altro
ragazzo nel giardino… stavano facendo uno strano gioco:
rotolavano sull’erba e sembrava lottassero.
All’improvviso
hanno iniziato a mangiarsi*!
Un tuono
mi è esploso nel cervello e ho lanciato un grido strozzato,
doveva esserci un errore!
Ho provato ad aprire il vetro per aiutare mio fratello, ma non ho
fatto in tempo.
Aberforth
è arrivato di corsa e ha visto la scena. Ho provato a
spiegargli che era importante intervenire, ma lui mi ha spinta sul
letto e mi ha stretta a sé. “ Ti stai agitando, Ana,
resta con me, ti prego” mi ha sussurrato all’orecchio,
così pian piano ho smesso di fare resistenza e mi sono
tranquillizzata.
Qualcosa
si agitava in un cassetto remoto della mia memoria… un’
ombra
vaga e minacciosa, ma più provavo ad afferrarla più mi
sfuggiva.
Nel
buio pesto della mia camera non riesco nemmeno a vedere le mie
braccia che si stringono in una morsa convulsa alle ginocchia.
Percepisco
le dita ghiacciate dei piedi.
La
notte senza luna e senza ombre
incombe su di me. Vorrei tanto che piovesse… i tuoni
mi terrebbero compagnia…
Piango
e sono sola.
No,
il mio solito errore:
piango perché sono sola.
Se
almeno tuonasse il silenzio non penetrerebbe i miei timpani.
Stringo
l’oscurità densa tra le dita e la sua impalpabilità
mi avvilisce: è un Lethifold che mi avvolge. Vorrei che le
ombre
tornassero, vorrei che le ombre
mi parlassero, ma dove siete finite, amiche mie? Ho freddo, piango e
sono sola.
No,
il mio solito errore:
ho freddo e piango perché sono sola.
Solo
quando è arrivata ho capito che l’aspettavo da tanto…
troppo.
Mi
manchi Aberforth, ma non aver paura, sono sempre con te.
Sai,
ho incontrato la mamma… è bella come non ero mai
riuscita a ricordare in vita! Mi ha perdonata, ha detto che non è
stata colpa mia.
Oh,
Abe, non sai che sollievo! L’errare
del mio cuore ha finalmente trovato pace e quanto è bella la
luce ora! Non mi ero mai resa conto di essere tanto miope!
È
stato come svegliarsi e rendersi conto di aver vissuto con la
costante presenza di un Lethifold alle spalle, ma ora nessun’ombra
accompagna il mio cammino!
Il
mostruoso tuono
che è stata la mia vita si è trasformata nel glorioso e
repentino fulmine della mia morte.
Ma
non piangere ora, non
sono mai stata tanto viva!
Mi
manchi Aberforth, manchi anche al papà… ho pianto tanto
quando l’ho rivisto!
Quanto
sono stata egoista? Tu lo sai meglio di me, perché ti ho
lasciato solo laggiù.
Ma
tu perdona Albus, fratello, ha bisogno di qualcuno che gli mostri la
via e gli sei rimasto solo tu! Perdona il suo errore
e perdonati, ne hai bisogno soprattutto per te stesso!
Io
veglierò su di te comunque, e tu non piangere per me, non
sono mai stata tanto viva!
Spazio
Autrice:
Ed
eccoci qui, è terminata la via crucis! Allora? Che cosa ne
pensate?
Ho
dimenticato di dirlo, ma nello scorso capitolo mi riferivo ad Albus e
Grindelwald, Ariana crede che i due stiano per mangiarsi, quando,
spero si sia compreso, in realtà sono intenti a fare ben
altro!
Ringrazio
tutti coloro avessero letto questa raccolta e ancor di più chi
ha recensito! Mi dedicherò a rispondere ai vostri commenti al
più presto <3