Welcome to the FAMILY! di Arashinoharuka (/viewuser.php?uid=103977)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I won't see you tonight,pt.1 {synacky} ***
Capitolo 2: *** Before the possibilities came true, I took all possibilities from you! {jimhonny} ***
Capitolo 3: *** Don't wake up {zackyxjimmy} ***
Capitolo 4: *** Conjuring HIS deepest fears {jimmyxmatt} ***
Capitolo 5: *** Please don't look at me with those eyes! {zackyxmatt} ***
Capitolo 6: *** Well I have so much to say but you're so far away. {jimmyxbrian} ***
Capitolo 7: *** You should've killed me when you had the chance.{mattxbrian} ***
Capitolo 1 *** I won't see you tonight,pt.1 {synacky} ***
Bene..Ecco la prima della serie di
OS che ho intenzione di postare. Dieci in tutto. Una per ogni possibile
coppia
negli Avenged Sevenfold. Jimmy compreso.
Si, ho una mente malata.
In ogni caso questa è la
prima. In
questo caso è una songfic ispirata da I Won’t See
You Tonight Pt.1, ma non
saranno né tutte songfic, né tutte allegre,
né tutte tristi, né tutte a lieto
fine, né tutte porno [ma la maggior parte si LOL] e bla,
bla. Dipenderà da come
mi sento u.ù Indicativamente aggiorno una volta alla
settimana in ordine sparso
e spero davvero di riuscire ad arrivare alla fine di questa impresa.
[voglio
dire, fare fanfic su pairing come Zacky/Johnny è una cosa
che necessita di
MOLTA fantasia.Spero di averne abbastanza.MWAHAHAHA.*risata malefica di
afterlife*]
Buona lettura, ci risentiamo
più in
basso u.ù
{avvertenze per la singola OS,
cosicché
sappiate a che cosa andate incontro. [scritte esattamente come le
selezionerei
da efp se pubblicassi la storia singolarmente]
Genere: introspettivo, romantico,
malinconico, fluff
Personaggi:
Zacky Vengeance, Synyster Gates
Rating:
verde
Avvertimenti:
oneshot [maddai], slash, what if?, sfiora anche l’OOC}
~I won’t see you tonight.
Cry
alone,
I’ve gone away.
No
more
nights, no more pain.
I’ve
gone
along, took all my strenght.
I’ve
made the
change, I won’t see you tonight.
Sorrow
sank
deep inside my blood.
Brian
guardò con lo
sguardo spento le parole scritte di fretta sul biglietto di carta
appoggiato
sul tavolo.
“Stanotte
non mi
rivedrai.”
Allungò
la mano per
prendere il foglietto. Si sentiva talmente intontito che rimase ad
osservarlo
per cinque minuti buoni,alla fine dei quali avrebbe saputo dire persino
la
marca della penna che Zacky aveva usato per scriverlo o il tipo di
quaderno da
cui aveva strappato l’angolo di foglio.
Carta
bianca, a righe
azzurrine, inchiostro nero a tratto grosso un po’ sbavato
sulla prima parola.
Riappoggiò
il biglietto
dove l’aveva trovato. All’improvviso il torpore era
sparito e gli usuali
sentimenti che si sarebbe aspettato di provare lo colpirono come una
fredda,
gelida pugnalata al petto: deglutì a fatica cercando di
sciogliere il nodo
soffocante che sentiva alla gola e di dominare la nausea che lo fece
barcollare
all’indietro.
Si diede del
cretino e si
ripeté le parola scritte da Zacky sul biglietto come un
mantra, mentre tentava
di riappropriarsi delle proprie facoltà fisiche di quel che
bastava per
arrivare fino alla camera, al piano superiore, e lasciarsi cadere sul
letto.
Non appena
chiuse gli
occhi, un paio di lacrime bollenti gli scesero sugli zigomi e i
pensieri
ripresero ad affollargli la mente come al solito.
“Ho smesso di farmi trattare come una
bambolina,
Syn!”
Erano solo
tre ore prima.
Oh,se solo il tempo fosse stato più lento.
Tu vuoi
troppo,Zack, aveva
risposto.
“Voglio solo stare con te ed essere
trattato
decentemente!”
Renditi
conto della
situazione, renditi conto di quello che dici prima di accusarmi!
Guardati
intorno, stare insieme come vuoi tu
non è possibile!
“Allora datti da fare per cambiarla
questa
situazione!”
Non puoi
muovere il culo
tu, eh?!
A quel punto
Zacky si era
fermato,offeso, mentre la rabbia gli montava lentamente dentro al
petto.
“Hai ragione. Non cambiamo un cazzo.
Anzi, cambiamo
una cosa sola,IO ME NE VADO.”
Smettila di
essere
infantile!
“Questo non è essere
infantili, è fare le scelte
meno scomode per gli altri!”
Questo
è fare una cazzata
e basta, Zacky!
“Tu non vuoi cambiare le cose e
così, non possiamo
andare avanti? Beh,bene! Allora NON ANDREMO AVANTI!”
Zacky!
Era sparito
al piano di
sopra e aveva sbattuto una porta,probabilmente quella della camera
degli ospiti
in previsione che anche Brian avrebbe voluto chiudersi nella propria.
Invece
lui non osò seguirlo, non gli avrebbe fatto le scuse che
voleva, perché aveva
esagerato. Invece di fare l’adolescente in crisi ormonale
come stava facendo
Zacky da praticamente sempre, recuperò le chiavi della sua
macchina e una
giacca e uscì per andare a farsi un giro nel tentativo di
calmare la rabbia e,
quando fosse tornato a casa, certo di trovare Zacky ancora furioso e
chiuso
nella stessa stanza, di essere capace di fare una discussione senza
gridare e a
mente lucida.
Invece si
era sbagliato.
Invece
quando era tornato
Zacky era già andato via.
Si chiese
dove avesse
esagerato lui. Probabilmente stava esagerando un po’ da
troppo tempo,ecco.
Ma poteva
andare male a
tutti,vero?
Lì
stava andando male a tutti. Anche a
lui. Zacky avrebbe potuto
capirlo.
Non mi serve a un cazzo rimanere a pensare scuse
idiote per sentirmi meno male. Non servono. Sto già uno
schifo. D’accordo, ci
penso dopo.
Si
sforzò di addormentarsi
per calmarsi ancora sperando che Zack non stesse facendo qualcosa di
molto
stupido, come invece stava probabilmente succedendo.
All
the ones
around me I cared for and loved..
Building
up
inside of me a place of dark so cold,
I
have to set
me free.
Don’t
mourn
for me, you’re not the one to place the blame.
As
bottles
calls my name, I won’t see you tonight.
Zacky
aspettò qualche
minuto dopo aver sentito Brian uscire prima di decidersi che non
sarebbe
tornato in casa all’improvviso. Uscì dalla stanza
degli ospiti dove si era
chiuso e scese le scale,recuperò le sue cose e
uscì dalla casa, andando a
rifugiarsi nella sua macchina non sapendo dove altro andare.
A casa, non
se ne parlava
nemmeno. Non aveva voglia di vedere la sua,uhm, cosiddetta
‘ragazza’.
Chiuse gli
occhi e si
rifugiò in un angolino della sua mente,lontano dal mondo
reale. Faceva freddo
in quel posto. Prima cosa da fissare: lui odiava Brian.
Seconda: lo
amava, anche.
Terza: non
aveva
intenzione di vederlo più.
Quarta: dato
che suonavano
nella stessa band già da tre anni, era essenzialmente
impossibile non rivederlo
più, per cui
Quinta:
l’avrebbe
totalmente ignorato.
Rimaneva
però il fatto
che, in quel momento, avrebbe di gran lunga preferito farsi strappare
le unghie
una a una con una pinza arrugginita piuttosto che vedere Brian o
chiunque altro
che glielo ricordasse.
Riaprì
gli occhi, avendo
deciso qualcosa da fare. Sentendo un peso enorme nel petto e una
fottutissima
voglia di piangere, uscì dalla macchina
e rientrò a casa di Brian con la sua copia di
chiavi. [Da quando stavano
insieme avevano inspiegabilmente una copia l’uno della casa
dell’altro.
Inspiegabilmente per gli altri, almeno.] si richiuse la porta alle
spalle e
cercò un pezzo di carta qualsiasi e una penna. Alla fine
strappò un angolo di
foglio da un quadernino vuoto che trovò abbandonato nella
camera di Brian e,con
una penna a sfera che trovò frugando in un cassetto, ci
scrisse ‘stanotte non mi rivedrai.’
E fanculo a
Matt che
prevede il futuro scrivendo canzoni, pensò sentendo la
rabbia comparire di nuovo
a fianco del dolore.
Lasciò
l’angolino di carta
sul tavolo della cucina al piano di sotto e uscì di nuovo,
questa volta avendo
la cura di chiudere la porta a chiave prevedendo che Synyster non
sarebbe
tornato a casa prima della sera, salì in macchina e
partì verso una
destinazione non meglio specificata che con le parole ‘da
qualche parte’.
Sarebbe
sparito per un
po’,ecco.
Sorrow
sank
deep inside my blood.
All
the ones
around me I cared for and most of all I loved,
But
I can’t
see myself that way,
Please,
don’t
forget me or cry while I’m away.
Erano le
dieci e mezzo di
sera quando ricevette la prima chiamata di Brian. La ignorò
completamente,
ricordandosi anche di non avere con sé il carica batterie
del cellulare da
attaccare in macchina [ma nemmeno quello normale, se era per quello].
La seconda
arrivò due
minuti dopo, ma ignorò anche quella.
La terza si
fece attendere
per una decina di minuti, ma questa volta Zacky fermò la
macchina e rispose
controvoglia.
“Che
cosa c’è,
Brian?”
Dall’altra
parte della
telefonata Brian parve sorpreso di ricevere una risposta.
“Zacky..”, rispose,
non sapendo bene che cosa dire. Aveva pensato a decine di modi per
dirgli
quello che voleva dirgli, ma tutti i buoni propositi sparirono
improvvisamente
quando sentì la voce gelida di Zack.
“Lo
so che mi chiamo
Zacky”, rispose sarcastico lui.
“Dove
sei?”
“Da
qualche parte lungo
un’autostrada presa a caso a un numero indefinito di
chilometri da casa tua.”,
rispose gelido.
Brian
sembrò voler dire
qualcosa, ma si interruppe. “ Io..”
“Me
ne vado per un
po’,Bri. Tutto qua.”
Sentì
Brian deglutire
inghiottendo una quantità enorme di lacrime,eppure quando lo
sentì parlare la
sua voce suonava comunque rotta dal pianto. “Zacky..Torna
indietro, ti prego.
Io..Dio,se è per quello che ti ho detto oggi, mi
dispiace,non sai quanto mi
dispiace!”
Zacky
sentì il peso nel
petto crescere a dismisura. Si sentì un grande stronzo.
Probabilmente lo era e
basta. “Non.. piangere,Bri.” Fece un respiro lento
cercando di calmare i
tremiti della voce che erano diventati troppo evidenti
nell’ultima frase. “Ho..solo
bisogno di riflettere un po’, su tutto. Non è un
gran periodo per nessuno,qui.
Io.. Bri, tornerò prima o poi.” Si odiò
per quello che aveva appena detto. Non
credeva di saper essere così egoista.. Dal telefono sentiva
i singhiozzi di
Brian,ognuno che gli strappava via un pezzo di cuore alla
volta,finché gli
parve di avere il petto completamente vuoto.
“Sto
solo cercando di
prendermi una pausa. Andrà tutto bene”, aggiunse
in fretta,sperando in una
risposta di Brian che non sentì. Stringendo i pugni fino a
farsi male,spense la
telefonata per smettere di sentire Syn che piangeva.
So
far away,
I’m gone.
Please,
don’t
follow me tonight,
And
while I’m
gone, everything will be alright.
Zacky
appoggiò il
cellulare sul sedile vuoto accanto a sé e si
preparò a ricominciare a guidare
verso non sapeva bene dove con la sensazione di dover tornare indietro.
Girò
la chiave una, due,
tre volte.
La macchina
non si
accendeva.
Vaffanculo alla benzina.,
pensò.
***
Brian
continuò a
singhiozzare per un tempo che gli parve lunghissimo dopo che Zacky gli
riattaccò la telefonata in faccia. Quando
cominciò a calmarsi,facendo dei
lunghi respiri profondi, buttò il telefono sul divano
accanto a sé e andò a
sciacquarsi il viso con l’acqua fredda, gli occhi che
bruciavano, fottuta l’idea di usare
cosmetici.
Cercando di
ragionare
seriamente,pensò che se conosceva Zacky abbastanza bene,
probabilmente stava
guidando verso nord. Se stava guidando verso nord probabilmente stava
guidando
verso Los Angeles.
Respirando
ancora in modo
irregolare, decise di andare a recuperarlo.
Uscì
di casa augurandosi
di trovarlo entro la mattina successiva.
***
Il giorno in
cui aveva
baciato Brian per la prima volta erano completamente ubriachi.
Zacky si
chiese perché era
finito a pensare a quello,mentre aspettava essenzialmente che la
benzina
ricomparisse magicamente nel serbatoio della sua macchina con la fronte
appoggiata al volante e gli occhi chiusi.
Erano
completamente
ubriachi ed era poco dopo la fine delle registrazioni di Sounding The
Seventh
Trumpet. La sera erano andati con gli altri a festeggiare in un locale
ed erano
tornati a casa insieme e Zacky aveva chiesto a Brian di rimanere a
dormire da
lui.
Brian gli
aveva detto che,
sì, poteva fermarsi. Che però non aveva
un’altra stanza per cui avrebbero
dovuto dormire insieme.
Anche da
ubriaco fradicio
Zacky aveva colto l’invito nella frase, sapendo benissimo che
avrebbe potuto
piazzarlo a dormire su divano se non l’avesse voluto a letto
con lui.
Dopo che si
erano coricati
entrambi,Brian si era casualmente voltato verso Zacky nel letto
minuscolo e,
sempre casualmente, era finito sopra di lui con le labbra a mezzo
centimetro da
quelle dell’altro.
E
casualmente erano
rimasti una mezz’ora buona a limonare come due adolescenti al
primo
appuntamento prima di addormentarsi avvinghiati l’uno
all’altro.
Zacky
ridacchiò senza la
minima traccia di allegria mentre era nella sua macchina senza benzina
fermo da
qualche parte sull’autostrada per Los Angeles con le fronte
appoggiata al
volante e pensava alla prima volta che aveva baciato il ragazzo che
aveva
appena abbandonato.
La mattina
dopo si erano
svegliati imbarazzati e con un sacco di previsto mal di testa. La
mattina
dopo,Zacky l’aveva passata cercando un
modo perché quello successo la sera prima si
ripetesse.
“Ti
ricordi che cos’è
successo ieri sera?”, gli aveva chiesto qualche giorno dopo
Brian, mentre erano
da soli sulla spiaggia deserta dato che era inverno e come se non
bastasse
anche notte fonda.
Zacky aveva
rimuginato su
cosa fosse meglio rispondere. Alla fine aveva mugugnato un
sì incerto fissando
l’orizzonte invisibile al buio.
“Ah,cazzo.”,
aveva detto
Brian.
“Perché?”,
aveva chiesto
Zacky voltandosi a guardarlo.
Brian aveva
scosso la
testa. “Niente. Un modo usuale di passare una serata tra
amici, insomma”, aveva
risposto ironico.
“Dopo
che ho passato una
notte abbracciato a te e una sera a baciarti credi ancora che voglia
essere
solo tuo amico?”, aveva replicato Zacky guardandolo con un
mezzo sorriso
imbarazzato dipinto sulla faccia.
Brian ci era
rimasto un
po’ di sasso. Aveva aperto la bocca per dire qualcosa, poi si
era bloccato
richiudendola, e alla fine aveva ridacchiato scuotendo la testa.
“Vuoi dire..
Oh, cazzo”. Si era passato una mano fra i capelli, poi aveva
guardato Zacky con
la speranza che gli luccicava negli occhi scuri e un sorriso idiota
stampato
sulle labbra. “vuoi dire che sei innamorato di me,
Vee?”
Zacky aveva
abbassato la
sguardo sulla sabbia con cui stava giocherellando nervosamente.
“All’incirca”,
aveva risposto alla fine.
“All’incirca?”.
Syn aveva
ridacchiato di nuovo. “Se te lo chiedessi, ti metteresti con
me?”
“Mmh”,aveva
risposto
cercando di fare l’enigmatico ma sapendo benissimo che
sembrava soltanto
imbarazzato esattamente com’era davvero.
Gli era
parso di sentire
Brian avvicinarsi e aveva sentito la sua voce ridotta a poco
più di un
sussurro. “Vuoi metterti con me, Zacky?” Quando si
era accorto che era così
vicino che, mentre parlava, sentiva il suo respiro sul collo,si
sentì raggelare,
lo stomaco pieno di stupidissime farfalle che faceva le capriole.
“Forse”,
aveva risposto,
voltandosi a guardarlo negli occhi.
Si erano
baciati di nuovo.
Lingue che si cercavano. Zacky si era staccato qualche attimo per
rispondere,
“Beh, ok, si”.
Niente
risata questa
volta. La reazione al ricordo, questa volta, fu una lacrima di cui si
accorse
soltanto perché cadde facendo plic
sul dorso della sua mano appoggiata sulla gamba. Tirò su col
naso sentendo il
nodo alla gola farsi sempre più stretto. Battè le
palpebre e sentì altre
lacrime scendergli lungo le guance e cadere facendo plic
sulla sua mano rimasta immobile.
No more
breath inside.
Essence
left
my heart tonight.
Che cazzo ho fatto., pensò
sentendosi un idiota e con una voglia
incredibile di tornare indietro, andare da Brian e dirgli che si era
comportato
come un idiota egoista e che gli dispiaceva.
Invece la
sua macchina
aveva deciso di finire il carburante quella stronza.
Rimase
fermo,non avendo
nulla da fare dato che non aveva grande voglia di uscire di notte a
cercare una
stazione di servizio per recuperare una tanica con un po’ di
benzina per poter
guidare almeno fino dove poteva fare un pieno decente.
Qualcosa
ticchettò contro
il suo finestrino.
Gli parve
anche di sentire
una voce. Lanciò un’occhiata alla propria
sinistra,chiedendosi se ci avrebbe
visto un automobilista random che l’aveva visto e aveva
pensato che si fosse
sentito male.
No,cazzo.
Era Brian.
Brian che con
gli occhi supplicanti lo guardava ripetendogli di aprire la portiera.
Grazie dio,GRAZIE.
Zacky si
tirò su, aprì la
portiera e uscì abbracciando Brian, che rimase per un attimo
sorpreso dal
gesto.
“Mi
dispiace non avrei
dovuto farlo mi sono comportato come un idiota sono stato un cretino
egoista
solo perché mi sentivo male non sono arrabbiato con te tu
non sei arrabbiato
con me ti prego dimmi che non sei arrabbiato mi dispiace di essermi
comportato
così sono stato un idiota idiota idiota!”, si mise
a dire a raffica
stringendolo tanto forte che probabilmente gli stava facendo male.
Sentì
le braccia di Brian
che lo avvolgevano un po’meno forte di quanto lo stava
abbracciando lui.
“Zacky..”, lo sentì mormorare.
“Io..io..mi
sono
comportato in un modo schifoso ti prego perdonami ti
prego..”, probabilmente
avrebbe continuato finché non avrebbe ripetuto tutto
cinquanta volte se Brian
non l’avesse interrotto.
“Non
ce l’ho con te.”
Zacky si
fermò,
calmandosi.
“Però
sei un idiota.”,
continuò Brian.
“Lo
so..”, piagnucolò
Zacky sentendosi in colpa.
“Non
farlo mai più. Non
andartene mai più.”
“te
lo prometto”, mormorò
nascondendo il viso contro la sua spalla.
Brian si
allontanò
dall’abbraccio per guardarlo in faccia. Stava per dire
qualcosa, ma Zacky lo
interruppe prima che potesse cominciare.
“Ti
amo, Brian. Ti amo
come non ho mai amato nessun’altro. E ti prometto che non mi
allontanerò mai
più da te.”, mormorò guardandolo con
gli occhioni verdi pieni di lacrime.
E, come la
sera di due
anni prima sulla spiaggia, si baciarono fottendosene del mondo intorno
a loro.
Eccomi! Beh com’era questa
prima
os? *^* voglio sapere i pareeeeri!
Ho dimenticato di dire che
l’unica
cosa che accomunerà queste fanfic è la noia a cui
la scrittrice vorrebbe porre
fine u.ù A proposito, ho cominciato con la Synacky
perché in fondo in fondo è
il mio pairing preferito. Li amo quei due idioti messi insieme *^*
Ok, la smetto, me ne vado. D:
see ya!
Frankie
|
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Capitolo 2 *** Before the possibilities came true, I took all possibilities from you! {jimhonny} ***
{Gereri: commedia, fluff, erotico
[all’incirca]
Personaggi:
Johnny Christ, The Rev
Rating: giallo/arancione
Avvertimenti:
oneshot, what if?, slash}
~ Before
the possibilities
came true, I took
all possibilities from you!
Jimmy prese
in braccio
Johnny sollevandolo senza il minimo sforzo. Ormai quando Jimmy prendeva
in
braccio Johnny,nessuno si stupiva più di tanto. La
fissazione di Jimmy per il
piccoletto era più che nota a tutti gli altri membri degli
Avenged Sevenfold
che quando li vedevano litigare, parlare,
picchiarsi, ridere insieme senza ragione apparente e cose
del genere,
continuavano semplicemente a fare quello che stavano facendo prima.
Questa volta
però non
avevano intorno nessuno, essendo a
casa
di Jimmy, da soli. Le uniche che potevano stupirsi erano le bottiglie
di birra
abbandonate sul tavolino di fronte al divano da cui Jimmy si era appena
alzato
con Johnny in braccio che gli si aggrappò al collo per
evitare di cadere.
-Cazzo fai,Rev!-,
strillò.
-Per te è
tardi
piccoletto, fai il bravo e vai a fare la nanna!-, rispose calmissimo
Jimmy.
-Mettimi
giù!-, protestò
Johnny senza venire ascoltato. –Non sono piccoletto, ho solo
due
strafottutissimi anni meno di te e adesso
mettimi giù!-
-Se preferisci ti
paragono
a una principessa-, replicò Jimmy impassibile camminando
verso le scale.
-Che cazzo, Rev!
Finiscila
di fare il coglione..O una birra sola da adesso ti stende?-,
polemizzò l’altro
con la voce che si faceva acuta.
Jimmy
cominciò a salire i
gradini barcollando. –Whoa, pesi, principessa-Johnny-,
lo prese in giro sogghignando.
Johnny si
agitò cercando
di liberarsi e divincolarsi fino a costringere Jimmy a lasciarlo
andare. Il
punto era che stare così vicino a Jimmy era pericoloso.
Per chiunque sarebbe
stato
un rischio stare così appiccicato a lui, conoscendo i suoi
istinti ninfomani
che potevano coglierlo da un momento all’altro e che non
distinguevano se chi
aveva davanti era un ragazzo o una ragazza. Il punto, si
ripeté Johnny
divincolandosi, era che non gli sarebbe dispiaciuto finire per essere
la
vittima di uno di quegli attacchi di ninfomania di Jimmy.
E questo non andava
bene.
Per cui dopo un
secondo di
pausa riprese ad agitarsi finché non riuscì a far
allentare la presa di Jimmy e
appoggiò i piedi sui gradini.
Jimmy gli
rifilò uno di
quegli sguardi che sarebbero stati capaci di affettare la
volontà di chiunque,
figuriamoci quella di chi, come Johnny, non avrebbe resistito nemmeno
un minuto
a una delle sue richieste.
-Avanti,
principessa-Johnny, fammi divertire per una volta-, gli disse con una
vocina
falsamente acuta.
Ti odio, James Owen
Sullivan! Sei il più schifoso
ricattatore che io abbia mai conosciuto!, pensò furioso
Johnny. La sua fermezza andò in frantumi davanti agli
occhi azzurri di Jimmy e rispose, docile come un cagnolino:-E che
vorresti
farmi?-
-Solo trattarti come
se
fossi un bambino per un po’. Come se fossi un pupazzo,ecco-,
rispose Jimmy
entusiasta riprendendolo in braccio e ricominciando a salire gli
scalini.
-Questo comporta
qualcosa
di doloroso?-
-Non suggerirmelo con
troppo entusiasmo o la risposta potrebbe diventare un sì-,
rispose sogghignando
sapendo di avere la piccola principessa-Johnny a sua completa
disposizione.
-Vaffanculo-,rispose
Johnny cercando di mantenere un minimo di dignità che
però era sparita dopo le
suppliche di Jimmy.
Chiederò a
Matt di ucciderti. Si, io non ne sarei
capace, e nemmeno Zacky. L’unico che ci riuscirebbe
è Matt, o forse anche
Synyster. Ma di certo Matt è il più indicato. Tu
morirai molto presto,
Reverend.,
pensò furioso mentre
Jimmy entrava nella sua camera e lo depositava come se fosse un pupazzo
sul suo
letto.
Poi, con enorme orrore
di
Johnny, gli si sedette a cavalcioni sull’addome con la faccia
di chi si sta
divertendo da matti che non prometteva assolutamente nulla di buono.
-IOCREDODIDOVERANDAREACASAANZIDICERTOMISTANNOASPETTANDODEVOANDAREDEVOANDAREDEVOANDARE!-,
si mise a strillare Johnny tirandosi su di scatto sicuro di essere
arrossito
fino a diventare color pomodoro in faccia.
Nonostante i tentativi
di
alzarsi Jimmy era comunque seduto su di lui e finché non
l’avesse deciso lui
Johnny non sarebbe riuscito a defilarsi da quel posto. Anzi, alzandosi
la
situazione non fece che peggiorare:adesso Jimmy era seduto su di lui, a gambe aperte, e la sua faccia con il
sorriso malizioso stampato sopra era a pochi,pochissimi centimetri da
quella
terrorizzata di Johnny.
-Ma come, di
già?-, chiese
crogiolandosi nel piacere più assoluto dell’avere
la situazione nelle proprie
mani. Alzò le mani congiungendo le dita e sorridendo con una
sfumatura più che
evidente di cattiveria. –Principessa-Johnny non si sente a
sua agio,direi..-
-Avanti,Rev,lasciami
andare-,replicò Johnny, serio.
Quanto avrei voglia di
tenerti qui..ma..
–Va bene, ti lascio andare.. Ma ricordati che
prima o poi mi devi una serata in cui sarai a mia disposizione davvero-, gli concesse, fissandolo negli
occhi e avvicinando ancora di più il viso al suo fino a
quando i loro nasi non
si sfiorarono e sentì il suo respiro sulla pelle,giusto per
il gusto di vederlo
rabbrividire ancora di più.
Poi si
allontanò e si alzò
dal letto,tendendogli una mano per aiutarlo ad alzarsi. Johnny la
squadrò senza
sapere esattamente cosa sarebbe successo se avesse accettato
l’aiuto.
-Non ti
mangio,principessina-,lo rassicurò Jimmy.
Johnny gli prese la
mano
facendo per alzarsi e Jimmy lo tirò verso di sé,
facendolo finire di nuovo a
pochissimi centimetri dal suo viso.
-Mai fidarsi di Jimmy
Sullivan,
principessina..Oggi hai imparato qualcosa-, gli disse,la fronte che era
praticamente appoggiata su quella di Johnny e ancora sogghignando. Oh, adorava semplicemente far terrorizzare
quello scricciolo di ragazzo che gli sbavava dietro.
La cosa divertente era
che
lui era convintissimo che non si notasse.
Con una
quantità notevole
di forza di volontà resistette alla tentazione fortissima di
baciarlo,gli
lasciò la mano e lo spinse scherzosamente indietro.
-Libero-, lo
informò
passandosi una mano tra i capelli per spostare all’indietro
la frangia che gli
ricadeva sugli occhi.
-Cazzo-,
commentò Johnny
uscendo dalla stanza seguito
da Jimmy.
–La prossima volta fatti pregare di meno.-
Dietro di lui, a Jimmy
spuntò un sorriso che gli andava da un orecchio
all’altro. –Vuoi dire che ci
sarà una prossima volta, principessina?-, chiese,cercando di
trattenere la
voglia di mettersi a saltellare come un idiota. Dato che si era
comportato come
un torturatore fino a pochi istanti prima non sarebbe stato il massimo.
-No,cazzo, non
intendevo
questo!-
-Va bene, va bene..- te lo dico io, una prossima volta ci
sarà ed
è più vicina di quanto tu temi nel tuo peggiore
incubo, principessina.
Prima che sparisse
dietro
la porta di casa, Jimmy gli strillò dietro:-E ricordati che
domani c’è il
secondo appuntamento per le riprese di Seize The Day!-
La porta si chiuse
sbattendo.
-LO SO!-, disse la
voce di
Johnny da dietro la porta chiusa,con la sfumatura acuta di chi sta per
avere
una crisi isterica.
Stasera l’ho
fatto impazzire più del solito, pensò Jimmy,
felice coma un bambino che ha
giocato tutto il giorno con il suo giocattolo preferito. E,
oh, non si aspetta che succederà domani.
***
Erano sul set da un
po’ e
Jimmy, dato che la sua parte da cattivone che svaligia il negozio con
la sua
banda di perfidi amici era finita e che faceva un caldo che avrebbe
steso
chiunque, si era levato i vestiti delle scene appena girate rimanendo a
petto
nudo e aspettando che girassero l’ultima scena di Matt
accasciato su una sedia
nel retroscena.
Tanto per passare il
tempo
aveva preso la telecamera abbandonata sul tavolino accanto a lui e si
era messo
a guardare i video che avevano fatto dei ‘dietro le
quinte’.
Giusto in quel
momento,
nel piccolo schermo c’era la faccia di Johnny che diceva,
convintissimo: “io
sono un guidatore. Io guido”, dato che la sua unica scena era
quella in cui
uscendo dal retro del negozio doveva far salire tutti tranne Matt in
macchina e
sgommare via.
Jimmy
ridacchiò mentre
guardava Johnny che diceva un sacco di altre cavolate al cameraman.
-Sei proprio un
idiota-,
disse a Johnny che stava passando in quel momento accanto a lui mentre
stoppava
il video, spegneva la telecamera e la riappoggiava dove
l’aveva presa.
Ora aveva
qualcos’altro
con cui divertirsi, oh si.
Alzò lo
sguardo verso
Johnny.
Il quale lo stava
fissando
con la bocca socchiusa cercando disperatamente di ricomporre le proprie
facoltà
celebrali per rispondere, dato che si erano miseramente dissolte nel
nulla
lasciandolo con un’espressione idiota a fissare il petto nudo
e perfetto di
Jimmy. Se non avesse avuto quel minimo di contegno automatico
probabilmente si
sarebbe messo a sbavare come un coglione a quella vista.
-Tutto a posto? Sei
ancora
tra noi?- chiese Jimmy alzando le sopracciglia.
No. No, credo di essere
morto, molto morto, sepolto
sottoterra. Oh cazzo.
–C-c-certo-,
rispose Johnny riprendendosi parzialmente.
-Il caldo ti gioca
brutti
scherzi-, commentò Jimmy,anche se
sapeva
benissimo che la causa delle faccia da demente di Johnny era il fatto
che lui
gli stava davanti mezzo nudo.
-Eh. Già-,
commentò poco
entusiasta.
-Quindi i guidatori
guidano..Hai fatto una scoperta eccezionale, principessina-,
continuò Jimmy
alludendo al video che aveva appena visto e chiamandolo principessina
dato che
non avevano nessuno intorno abbastanza vicino da poter sentire. Erano
tutti
intenti a fare le riprese con Matt, mentre Zacky e Syn erano misteriosamente spariti nel nulla.
-Vaffanculo-,
replicò
Johnny sedendosi accanto a lui.
Bravo,
principessa-Johnny, hai abboccato in pieno., pensò Jimmy.
–E le principesse che
fanno,Johnny?-, chiese con un sorrisino malizioso.
-Non saprei..si
spogliano
davanti ai cavalieri per portarseli a letto?-
-Che strana visione
che
hai delle principesse-, ridacchiò Jimmy. Si tirò
su dalla sua posizione
semidistesa avvicinando
il viso a quello
di Johnny, che prese a sudare freddo come la sera prima. –Tu
lo faresti?-
Johnny
deglutì,cominciando
a tremare. –Eh..ehm..io,uh,l’ho detto,eh..tanto per
dire..-, rispose
farfugliando.
-Mhmh?-, fece Jimmy
alzando le sopracciglia e
allargando il
sorriso che sapeva di perfidia. Poi, sogghignando,
continuò:-Alzati un po’,
principessina..-
Si alzarono lentamente
in
simultanea, e appena furono in piedi Jimmy prese in braccio Johnny di
nuovo
come la sera prima e lo trasportò di peso fino a una porta
che non aveva capito
bene su che cosa desse e ci si infilò
dentro richiudendosela a chiave alle spalle. Poi si voltò di
nuovo verso
Johnny.
-Ops.Adesso mi sa che
sei
a mia disposizione-, commentò maliziosamente.
Notò che erano finiti in una
specie di ripostiglio microscopico mezzo vuoto e abbandonato. Beh,
meglio,
c’erano meno probabilità che qualcuno cercasse di
entrarci.
Camminò
verso Johnny,il
quale prese ad indietreggiare finché non si trovò
con le spalle al muro e Jimmy
lo raggiunse.
Se Jimmy si stava
divertendo quasi quanto la sera prima, Johnny dal canto suo, si sentiva
il
cervello in pappa e aveva caldo,
non
dovuto esattamente al sole che c’era fuori.
Il punto era che,ah,
se
Jimmy si fosse avvicinato ancora un po’ con quello sguardo da
stupratore e il
petto nudo e perfetto con i tatuaggi ammiccanti e le braccia che si
allungavano
per tormentargli le guance e il mento con la barba appena accennata,
avrebbe
potuto benissimo venire direttamente nei jeans da un momento
all’altro.
-La prendo come una
rivincita per quello che non mi hai lasciato farti ieri-, gli disse
Jimmy
facendo aderire il petto nudo con quello di Johnny coperto dalla
maglietta – ancora per molto poco,
pensò.
Johnny stava
già
ansimando. Puah, non c’era divertimento, quello scriccioletto
gli crollava ai
piedi al primo sguardo un po’ più penetrante del
solito.
-Non dirmi che sei
eccitato-, commentò Jimmy. Aveva deciso che prima di dargli
quello che voleva –
e che voleva anche lui, visto il calore inusuale che cominciava a
concentrarglisi in mezzo alle gambe – si sarebbe divertito a
torturarlo ancora
per un po’.
Johnny
arrossì fino ad
assumere una sfumatura assurdamente intensa di rosso.
-Pensavo non mi
volessi-,
continuò con fare sadico Jimmy.
-Rev,ti prego..-,
piagnucolò Johnny, senza sapere bene che cosa dire dopo il
‘ti prego’.
-Mi preghi per che
cosa?-,
chiese Jimmy, al massimo del divertimento. Portò le mani a
prendergli la
cintura per avvicinare la sua eccitazione alla propria.
-Per,aaaah..-, fece
Johnny, perdendosi in un gemito.
-.Sssì?-,
continuò Jimmy,
slacciandogli la sopracitata cintura.
-Oh cazzo..cazzo..-,fu
tutto quello che Johnny rispose.
-Mh-,
commentò l’altro.
–Lo prendo come se ti fossi inginocchiato e avessi risposto,
‘oh, scopami,
Rev!’-, poi zittì i suoi tentativi di replica
[molto poco utili, dato che tutto
quello che riusciva a dire era un
‘aaah,uuuh,aaaaaah’ che se fosse stato
sentito da qualcuno avrebbe fatto pensare a un film porno] piazzandogli
la
lingua in bocca e cominciando a baciarlo con passione.
Jimmy gli
slacciò
languidamente la cintura dei jeans, rallentando i movimenti per
sentirlo
fremere contro la sua pelle. Poi si bloccò,
cambiò idea e gli sfilò prima la
maglietta, che finì in un angolo non meglio definito della
stanza, per poi
riprendere il proprio lavoro con la sua erezione, allargando un
po’ le gambe e
prendendogli una mano e appoggiandosela sul rigonfiamento nei propri
jeans.
Staccandosi dal bacio,
gli
sussurrò in un orecchio:-Non lasciarmi fare
tutto,principessina, vedi di far
venire anche me, grazie. Nel modo che preferisci.-
-Sei un ninfomane-,
replicò Johnny , ricordandosi un minimo come si faceva a
parlare.
-E tu sei cotto di me.-
-Vaffanculo.-
-Sappi che
sei
ricambiato-, buttò lì Jimmy come per caso,
ponendo poi fine al discorso
riprendendo a baciarlo.
Hmmm.
Dunque ecco la
Jimhonny.
u.u
Questa cosa della
principessa-Johnny mi girava in testa da un po’ e ho deciso
di scriverci una os
sopra °-°
Il titolo è
una frase di
A Little Piece Of Heaven si lo so che lo sapete. >.>
Beh, su questa os non
ho
molto da dire..Mi piace Jimmy cattivo e mi piace Cionni rincitrullito.
xD
Non so nemmeno
perché ci
ho piazzato in mezzo il video di Seize The Day, avevo appena visto il
making of
e quella cosa di ‘i’mma driver. I drive’
di Cionni mi aveva fatto rotolare
dalle risate per mezz’ora per cui.. >.>ecco qua
insomma. In tutta la sua
stupidità, povero Cionni, povero, povero Cionni che fa la
vittima rincretinita.
D:
Fatemi sapere che ne
pensate,uh? E le recensioni sono molto gradite, ho la mania di
ringraziare i
recensori per cui GRAAZIE a friem, G u i l l o t i n e, Annabells,
Fluorescent, Amor
vincit omnia,
RunAway Train [ti prometto che la
zackyxjimmy arriverà presto LOL] e come al solito
[STALKER!ù.ù] EmilyFICTION.
Frankie
|
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Capitolo 3 *** Don't wake up {zackyxjimmy} ***
{Generi: commedia, dark,
malinconico, romantico
Rating: giallo
– solo per
il linguaggio
Avvertimenti:
AU, oneshot, OOC, slash, what if?
Personaggi:
Zacky Vengeance, The Rev}
Don’t wake up.~
Pt.1: angel
take a breath now
Un
paio
di occhi dallo sguardo gelido fissò la porta
dell’aula con odio mentre si
avvicinava.
Jimmy
stava seriamente desiderando di essersi portato dietro qualcosa, era
ininfluente cosa, per coprirsi un
po’
la faccia. Si, un passamontagna per esempio sarebbe stato perfetto. A
ogni
passo che lo avvicinava alla porta della sua nuova classe aveva sempre
più
voglia di fare dietrofront e saltare alla grande il suo primo giorno
nella
nuova, strafottutissima scuola. Appoggiò la mano sulla
maniglia, maledicendosi
per l’ultima volta per essere riuscito ad arrivare in
ritardo.
Non
appena entrò dopo aver bussato per dare almeno una minima
parvenza di
educazione [che non aveva], ventitre paia di occhi si voltarono a
guardarlo
sorpresi.
Perché
non aveva avuto prima l’idea del passamontagna, eh?
Si
sentì
arrossire mentre con sguardo gelido squadrava i suoi nuovi compagni di
classe,la maggior parte dei quali lo fissava come se fosse appena sceso
da una
navicella spaziale o qualcosa del genere. Alla fine rivolse lo sguardo
al
professore, e disse a voce più normale
che poté: “Sono il nuovo studente,
l’orario che mi hanno dato diceva che dovevo
venire in questa classe”.
Il
professore,laconico [doveva essere un’ora di filosofia o
giù di lì, cioè il
peggio del peggio],gli disse di andare a sedersi e
di portare una strafottutissima giustificazione.
Hm,bello,
già odiava quel posto.
Decise
che ci si sarebbe fatto sbattere fuori molto
presto.
Tanto
gli
istituti scolastici ce l’avevano a morte con lui,il solo
cognome Sullivan
faceva rabbrividire ogni insegnante che l’aveva conosciuto.
Si
diresse in silenzio verso un paio di banchi liberi in fondo
all’aula e si
sedette a quello più lontano possibile dal professore, che
intanto riprese a
fare lezione, informandolo che doveva aprire il libro a pagina
chissenefrega,
paragrafo tre o qualcosa del genere. Jimmy aprì il libro a
caso a fece finta di
seguire la lezione, mentre riprendeva a analizzare la classe per capire
dove
esattamente fosse finito. C’erano un po’ di ragazze
che ogni tanto gli
lanciavano sguardi disinteressati per valutare quanto
esattamente stesse fuori con la testa,per poi riprendere a
fissare un punto nel vuoto o chiacchierare con la vicina di banco.
Fortunatamente
i banchi erano da due e, con Jimmy, gli alunni dispari,
cosicché avesse
perlomeno nelle ore di filosofia la sicurezza di non avere gentaglia
snob
intorno.
Spostò
lo
sguardo dall’angolo della lavagna che stava fissando per dare
l’idea di stare
seguendo di nuovo davanti a sé, giusto in tempo per
incrociare un paio di
occhioni verdi che lo squadravano dal banco davanti a lui:
appartenevano a un
ragazzino con la faccia da drogato, che indossava una maglia di un
gruppo che
anche Jimmy conosceva e aveva tutta l’aria di essere
incuriosito da lui.
***
La
campanella era già suonata almeno da dieci minuti quando il
tizio nuovo entrò
nella classe con la faccia di chi avrebbe preferito uccidersi che stare
a
scuola.
Il
primo
pensiero di Zacky, contro ogni fottuta aspettativa, fu che era proprio
un gran
figo.
Lo
guardò
sedersi giusto dietro di lui con lo sguardo basso , aprire il libro
alla pagina
sbagliata [se era per questo,lui neanche ce l’aveva il libro]
e mettersi a
osservare la classe senza la minima traccia di entusiasmo.
Cazzo,è davvero..figo.
Pensieri
impropri durante una inutile lezione di filosofia.
Gli
occhi
azzurro ghiaccio del ragazzo si piantarono nei suoi senza preavviso,
con uno
sguardo che diceva qualcosa come ‘smetti di fissarmi o sei
morto’. “Che c’è?”,
chiese stizzito.
“Nulla”,
rispose Zacky vagamente intimorito. C’era qualcosa in quel
tipo che metteva i
brividi,e non era soltanto che aveva un fisico da paura. Ma
che cazzo penso?Adesso mi metto a scodinzolargli dietro,certo.
“Ciao.”
“Ciao”,
fu l’unica risposta che ottenne.
Mh,beh,
poco socievole come ragazzo.
“Come
ti
chiami?”, chiese Zacky.
“The
Reverend Tholomew Plague.”
“Mi
stai
prendendo in giro?”
“E’
il
mio soprannome..”
“d’accordo,Reverend.”
“Mi
chiamo Jimmy Sullivan..”
“Zackary
Baker”.
“Ce
l’hai
un soprannome?”
“..Zacky.”
“Dovresti
trovarti un soprannome.”
“Baker,
sarebbe così gentile da smettere di importunare il signor
Sullivan il quale ha
magari maggiore senso della serietà?”, i
interruppe il prof,spazientito.
“Non
credo di avercelo”,rispose pronto Jimmy prima che Zacky
replicasse a sua volta.
Il
prof
lo incenerì con lo sguardo.
Ok,ogni minuto che passa questo
è
sempre più figo. No,correggiti,Vengeance, ogni minuto che
passa gli sbavi dietro
di più e basta..
Fine
della storia, il monologo che il prof recitava essenzialmente per i
banchi
della classe ricominciò noioso come al solito. Aveva una
voce
soporifera,quello. Zacky frugò nella sua borsa sperando per
una volta di avere
dietro qualcosa che assomigliasse a una penna,aprì un
quaderno a caso e ci
scrisse “grazie :3”, mostrando poi il foglietto a
Jimmy.
“Salvati
da solo,la prossima volta..”, gli arrivò il
sussurro da dietro.
Zacky
ci
ripensò un po’ sul fatto che fosse così
figo e scrisse in grande sul foglio “VAFFANCULO”.
“Non
credere di essere originale,è la cosa che mi dicono
più spesso”.
Zacky
si
voltò a guardarlo.
Aveva
un
fottuto sorrisetto divertito, piazzato sulle labbra perfette (ma cosa minchia pensi, Zack!?), quel
bastardo fottuto nuovo studente del cazzo.
“Com’è
il
tuo orario?”, continuò Jimmy.
Zacky
gli
allungò un foglio con il suo orario, che non aveva mai
imparato a memoria. Si
girò di nuovo a guardare molto interessato i graffiti fatti
da lui stesso sul
banco, qualcuno sui gruppi musicali, qualcuno con un semplice
‘vaffanculo’ che
chiunque avesse letto si meritava.
Jimmy
gli
picchiettò sulla spalla per tornargli l’orario.
“Abbiamo un’ora di chimica
insieme, l’ultima”.
Zacky
si
mise a saltellare mentalmente ringraziando non sapeva ancora bene chi,
e
rispose con un ‘bene’ apatico, tanto per dare
l’impressione di essere
sociopatico quanto Jimmy.
Guardando
l’orologio appeso sopra la lavagna, cominciò a
fare un conto alla rovescia
mentale per il tempo che mancava a quella cazzo di ora di chimica.
***
Quel
tipo
era strano, decisamente strano.
Innanzitutto,sembrava
un drogato. Si,se lo ripeteva da tutta la giornata, ma era fottutamente
vero. E
se non era un drogato doveva essere uno psicopatico o qualcosa del
genere.
Ovviamente
era anche la persona più interessante in tutto
l’istituto.
L’unica
che gli avesse parlato senza chiedere cose del tipo, ‘dove
hai dimenticato la
lametta?’ [domanda a cui Jimmy rispondeva gentilmente
frugandosi in tasca e
tirando fuori il sopracitato oggetto,replicando:
“è qui,stronzo”].
In
secondo luogo,era un asociale del cazzo [da che pulpito],che parlava
solo per
rispondere male ai professori [da che pulpito] e che a scuola non
faceva un
beato niente [ancora, da che pulpito].
E
cosa
numero tre, aveva gli occhi verdi più belli che Jimmy avesse
mai visto.
Sul
serio, erano ipnotici.
Quella
faccetta da bambino psicopatico. Era in assoluto il viso più
dolcemente macabro
che avesse mai visto.
E ci
stava pensando un po’ troppo,a quel ragazzino.
Gli
spettinatissimi capelli a ciuffi viola gli si erano impressi nel
cervello.
No,un
attimo,gli si doveva essere fottuto il cervello. L’attenzione
di The Rev non
veniva catturata da nessuno, era lui che catturava quella altrui,buona
o
cattiva che fosse..E che poi decideva se darci corda o no.
E
soprattutto non lo faceva con i ragazzi.
Sentendosi
vagamente in colpa, pensò che i sedicenni di solito si
masturbavano pensando alla
ragazza più,diciamo, ‘facile’ della
scuola, quando lui invece aveva una fottuta
voglia di farsi Zacky e basta.
Ok, domani provo a parlarci. Tanto
per vedere se questa fissa continua.
Si
ripromise di non dare ascolto all’istinto di saltargli
addosso che sapeva
l’avrebbe assalito appena l’avesse visto.
***
Pt.2:
i was the poison and you were the kiss.
L’ora
di
chimica fu straziante. Quando Zacky sentì la campanella
suonare avrebbe
ringraziato chiunque per la grazia ricevuta di uscire da quel posto
soffocante.
Senza nemmeno aspettare che il professore gli desse il via libera, si
defilò
dalla classe con l’intenzione di sparire nel nulla prima che
si potessero
chiedere dove fosse finito.
Piano
rovinato dal fatto che si dimenticò la borsa nel
laboratorio, purtroppo.
Se ne
ricordò che erano già passati dieci minuti dalla
fine delle lezioni e sperò che
i laboratori non fossero già stati chiusi a
chiave..Dirigendosi di nuovo verso
l’orrendo edificio grigio della scuola si dette
dell’idiota qualche milione di
volte. Era solo perché aveva la testa da un’altra
parte,che cavolo,solo perché
pensava ogni fottuto secondo come sarebbe stato farsi scopare da Jimmy.
Pensieri
assolutamente normali,cioè,per una ragazzina
del liceo.
Non
esattamente per un ragazzo.
Sbuffando
Zacky aprì la porta del laboratorio da cui era appena
uscito,scoprendo che
no,non era ancora stato chiuso. Entrando si ritrovò davanti
,che sorpresa, il
petto piuttosto ammiccante di Jimmy. Alzò lo sguardo
tentando di non fare una
faccia completamente rincretinita.
“Voglia
di tornare a scuola?”,commentò sarcastico Jimmy.
“Ho
dimenticato la borsa”, farfugliò Zacky sentendosi
arrossire e oltrepassando
Jimmy,che richiuse la porta sbattendola e si voltò a
guardarlo.
“Se
era
quella con una croce rovesciata cucita sopra,l’ho appena
nascosta sopra
l’armadio,credo”, lo informò
disinteressato. “e la faccina sorridente con
scritto ‘yay for me’ la trovo di pessimo
gusto..”
“Perché l’hai
nascosta sopra l’armadio?”
Ok,se ti rispondo
‘perché volevo
che tu mi chiedessi dov’era’,mi prendi per il
cretino quale sono.
“Così..Se è per questo ho fottuto
un libro di trigonometria a quello che stava avanti a me a chimica e
gliel’ho
buttato nei cessi del secondo piano..”
Zacky,
avviandosi verso l’armadio in fondo all’aula,
ridacchiò commentando: “quindi
sono stato anche relativamente fortunato”. Lanciò
un’occhiata all’armadio
decisamente troppo alto,poi guardò di nuovo Jimmy, indicando
la cinghia della
sua borsa che penzolava. “sarai anche così stronzo
da non aiutarmi?”
“Mmh..credo
di sì”, rispose Jimmy,appoggiandosi al muro e
incrociando le braccia.
Zacky
alzò e sopracciglia e trascinò una sedia fin
sotto l’armadio per salirci e
recuperare la borsa. Mentre scendeva e si dirigeva verso la porta,
commentò
acido: “Ci vediamo domani,mister simpatia”.
Arrivò
alla porta, appoggiò una mano sulla maniglia,
cercò di abbassarla.
Peccato
che fosse bloccata.
“Non
sai
nemmeno aprire una porta?”, chiese perplesso Jimmy
avvicinandosi,mentre Zacky
guardava la maniglia con un misto di terrore e odio. Chiuso nel
laboratorio di
chimica? Con Jimmy?
L’altro
lo spinse da parte aprendo con sicurezza la porta,che però
rimase cocciutamente
chiusa. Si bloccò un attimo,poi prese a scuotere la maniglia
e infine tirò un
calcio alla porta, allontanandosi. “Vaffanculo,ci hanno
chiusi dentro.”
Grazie al cazzo,me n’ero
accorto. Zacky si
allontanò a sua volta
dalla porta, andando a sedersi su uno dei banchi vuoti.
“Cazzo facciamo?”
“Tu conosci la scuola. Tu
potresti sapere se c’è un passaggio
segreto nascosto dietro la lavagna o qualcosa del genere.”
Zacky
ridacchiò. “Ne dubito..”
Jimmy
lo
guardò offeso. “Beh,era un tentativo..Quindi ci
restano due
possibilità,rimanere qui fino a domani mattina o spaccare un
vetro e uscire.”
Buttò a terra il suo zaino e andò a sedersi
vicino a Zacky,mantenendo una
distanza decente per non sembrare un maniaco.
“Siamo
in
un fottuto sotterraneo,Rev.”
Jimmy
alzò nuovamente lo sguardo. “Che scuola del
cazzo!”,strillò con la voce acuta.
“Ok,ci rimane solo l’aspettare qua dentro come due
idioti.”
“La
porta
ha un vetro,al massimo,o ci sono quelle finestre là in alto da cui non passerebbe nemmeno un
folletto.”
“Forse
tu
ci passeresti,microbo!”,commentò ironico Jimmy
tirandogli piano un pugno sulla
spalla.
“Ehi,vaffanculo”.
“Era
un
apprezzamento,eh..In alternativa,hai qualcosa da proporre per passare
il
tempo?”
Uh,veramente,si..
“Non esattamente”.
Jimmy
lo
guardò perplesso. “Che cazzo vuol dire,
‘non esattamente’?”
Zacky
si
voltò verso di lui,ridacchiando. “Non
saprei,possiamo,tipo,tirare fuori tutte
le sostanze chimiche che troviamo e far scoppiare il laboratorio,
oppure
rompere tutta l’attrezzatura, o scrivere parolacce sulla
lavagna con gli
indelebili.”
“Vandalizzare
il laboratorio,cioè?”
“All’incirca.”
“..Dammi
qualche mese di sopravvivenza prima di farmi sbattere fuori da
qui,Zack”.
L’altro
gli rivolse uno sguardo confuso. “Come?”
“Uh,mi
hanno sbattuto fuori a calci da due scuole,reduci dall’avermi
avuto come
alunno..Pensavi che fossi venuto in questo posto perché mi
ispiravano i corsi?”
“Ah,beh,
interessante”, commentò Zacky fissando il
pavimento. “Quindi,bocciando l’idea
del vandalismo..proponi qualcosa tu”. altrimenti
finisce che seriamente ti propongo di passare il tempo a limonare,eh.
Si
sistemò,tirando su le ginocchia e rannicchiandosi.
“Hm..Se
fossi una ragazza potrei stuprarti. Anzi,lo farei,sarebbe
un’occasione
perfetta.”
Zacky
alzò lo sguardo,perplesso. “Mi stai dicendo che
sono chiuso in un laboratorio
scolastico con una specie di maniaco sessuale?”
Jimmy
rise,cambiando posizione. “Può darsi.”
Rimasero
in silenzio per un po’. Fuori il sole cominciava a
tramontare,abbassando la
luce già scarsa e dandole un colore tra il rosso e
l’arancione.
“Seriamente,stupreresti
solo una ragazza?”,buttò lì Zacky.
Tanto non avrebbe mai funzionato a cercare
di essere suo amico,tanto valeva chiarire subito che il suo unico scopo
era
farselo. Magari ripetutamente.
“Perché,ti
andrebbe di essere stuprato
qui,adesso,Zacky?”Sentì gli occhi azzurri
cerchiati
di nero che si fissavano su di lui,anche se non aveva il coraggio di
alzare i
propri per chiarire con che espressione lo guardasse. Anzi,senza
rispondere,fece per girare la testa esattamente dall’altra
parte desiderando di
non aver mai parlato.
Jimmy
allungò fulmineo una mano per bloccarlo,con due dita sul suo
mento gli fece
nuovamente girare la testa verso di lui.
“Mh,allora?”,chiese
ancora,guardandolo con un sorrisetto compiaciuto sulle labbra. Si prese
un po’
del tempo in cui Zacky continuò a non rispondere per farsi
venire voglia di
cominciare a fare qualcosa fissando
le labbra dell’altro che venivano mordicchiate
nervosamente,poi senza grandi
cerimonie si avvicinò e lo baciò.
Oh,cazzo.,pensò
Zacky. Sentiva le sue
labbra muoversi furiosamente,la lingua cercare la sua in fretta,la mano
che
prima era appoggiata sul suo mento spostarsi sulla nuca per farlo
avvicinare
ancora. Il suo respiro gli pizzicava la guancia mentre si faceva quasi
affannoso, il bacio che allontanava l’ossigeno.
Jimmy
si
staccò,allontanandosi di qualche centimetro quanto bastava
per guardare Zacky
negli occhi. “Mh?Andiamo avanti?”
“Magari
dopo aver trovato un modo per uscire da qui,forse..”
Jimmy
sorrise e senza ascoltare la risposta lo baciò di nuovo per
qualche decina di
secondi,per poi allontanarsi di nuovo.Si alzò e si diresse
verso la porta senza
dire una parola, intenzionato a scassinare la serratura in qualche modo
oscuro
[studiare qualcosa di chimica gli sarebbe stato utile,forse, avrebbe
potuto
sapere quale acido avrebbe fatto sciogliere il metallo..], o a spaccare
il
vetro con qualcosa.
“..Wow”,
commentò Zacky,mentre si alzava per seguirlo.
“Cosa?”
“Baci..piuttosto
bene”.
“Me
lo
dicono tutti. Anzi,fin’ora,tutte”.
Cominciò a studiare la serratura,forse con un paio di calci
l’avrebbe
rotta..quella porta si apriva verso l’esterno,giusto?
“Non
ne
dubito”, commentò Zacky arrivando al suo fianco.
“Il tuo unico problema è la
totale mancanza di modestia..”
Jimmy
tirò un calcio alla porta. “Mi hanno
già detto anche questo”. Tirò
un’altro
calcio all’altezza della maniglia e la serratura
cedette,facendo aprire la
porta verso il corridoio con un rumore assurdo che avrebbero sentito
fino in
presidenza.
“Ok,forse
è meglio che spariamo prima che a qualcuno venga
l’idea di scendere a
controllare..”, commentò osservando il proprio
lavoro.
“Usciamo
dalla porta sul retro,allora”.
Jimmy
gli
indicò l’uscita. “Fai strada,conoscere
le uscite di scorta di questo posto mi
tornerà utile.”
Zacky
si
avviò in fretta lungo il lato del corridoio opposto alle
scale,verso la porta
di sicurezza,che dava su una serie di gradini in metallo che portavano
in un
vicolo piuttosto buio. Jimmy seguì il ragazzo per le scale,e
appena lui si diresse
verso la fine del vicolo per uscire sulla strada principale,lo prese
per un
braccio facendolo voltare.
“Non
dovevamo andare avanti?”.
Gli piantò
uno sguardo penetrante negli occhi,tanto per avere la certezza che la
sua eventuale
voglia di dire di no sarebbe scomparsa nel nulla.
Zacky
sorrise in risposta,avvicinandosi e alzandosi in punta di piedi per
baciarlo
ancora.
Pt.3:
angel, sweet angel, don’t wake up.
Ok.Fine
della telenovela felice.
Sono
le
cinque di mattina. Non riesco a dormire. Non saprei come potrei
dormire. Sono
sveglio dalle tre e per quanto senta gli occhi che si chiudono qualcosa
mi
impedisce di dormire.
Ci
siamo
baciati di nuovo. Appena usciti dai sotterranei del cazzo della
scuola,seminascosti in un vicolo del cazzo,ci siamo baciati ancora.
Siamo
rimasti minuti interi semplicemente a farci come se fossimo una fottuta
coppietta del cazzo.
Naturalmente
non siamo una fottuta coppietta del cazzo.
Dopo
essere rimasti venti minuti fuori da scuola a limonare siamo andati a
casa mia.
Non capisco che cazzo mi passa per la testa. Ok,in questo fottuto posto
non c’è
mai stato un ragazzo per cui varrebbe la pena diventare froci. Mbeh,ora
sì,vaffanculo. Pare che pure a lui va bene diventare un
fottuto finocchio per
me.
Non
lo
capisco,è la prima volta. Mi fa sembrare che tutto quello
che ho passato prima
non fosse assolutamente nulla. Merda.
A
scuola
quasi non ci rivolgiamo quasi mai la parola. Beh,non ci rivolgiamo
quasi mai la
parola e basta. Ieri sera era di nuovo da me. Come la sera prima. E
quella
prima ancora e così via. Passiamo il tempo a
imbarazzarci,limonare,scopare e
poi rimanere distesi abbracciati e imbarazzarci ancora. Lui mi
abbraccia da
dietro e appoggia la testa contro la mia e ogni tanto gioca con i miei
capelli,io rimango fermo ad ascoltare il mio cuore che batte troppo
forte e mi
rimbomba nelle orecchie e a sentire il suo petto che si alza e si
riabbassa
contro la mia schiena. E passa un po’ di tempo,
finché non decide che mi ha
dedicato abbastanza attenzioni e sparisce di nuovo.
Prima,
invece, dopo scuola se n’è andato e basta. Qualche
ora dopo è venuto da me,e mi
ha chiesto di andare con lui.A casa sua. I miei non mi hanno chiesto
nulla.
Sono abituati al mio non esserci e io sono abituato al loro.
Gi ho
chiesto perché. Se fosse successo qualcosa. Ha detto niente
di particolare. Ha
detto che da lui non c’era nessuno e basta. Appena siamo
entrati ha cominciato
a baciarmi, teneva le mani sulle mie guance, io sulle sue spalle,e
vaffanculo
dovevo stare in punta di piedi.
In
ogni
caso era sempre stato solo, noi ci
baciamo, lui mi spoglia, io mi faccio scopare, io
aspetto che lui se ne
vada. Poi lui
se ne va e io rimango a letto con
il
fantasma del suo abbraccio e del suo calore che scompare lentamente
come se
stesse morendo di nuovo. La notte passa e io
non riesco a dormire.
Stanotte
mi abbracciava,mi baciava,ripeteva il mio nome,mi baciava di nuovo,non
staccava
le labbra da me. Dopo è
rimasto
abbracciato a me,ancora. Mi ha accarezzato i capelli,spostandomeli
dalla
fronte,ha detto “puoi rimanere a dormire qui”. Sono
rimasto, non avevo nulla da
fare. Mi sono rannicchiato contro di lui e mi sono addormentato,quasi
subito.
Credo di aver sognato,oppure non mi sono mai addormentato e sono
rimasto in una
specie di dormiveglia e l’ho sentito stringermi, giocare
ancora con i miei
capelli, persino appoggiare le labbra sulla mia fronte o sulla mia
guancia.
Quello a differenza del resto non l’aveva mai fatto,prima.
Ok,devo
aver sognato.
Mi
sono
svegliato perché lui si stava alzando e ho cominciato a
sentire freddo. Ho
aperto gli occhi cercando di mettere a fuoco nel buio la sua figura che
si
infilava una maglia e camminava verso la porta della camera.
“Jimmy?”,l’ho
chiamato.
“Rimettiti
a dormire,Zacky”.
“Ehi”,
ho
protestato io. Per fargli un torto,ma più che altro
perché volevo passare anche
il resto della notte con lui,mi sono alzato rivestendomi a pezzi e
l’ho
seguito. “Dove stai andando?”
“A
dormire da un’altra parte”.
Che
idiota. Che pezzo di stronzo. Non sapevo che rispondere. “E
io che faccio?”
“Torni
a
dormire come ti ho già suggerito..”
“E
se io
volessi dormire con te?”
“Zack,torna
nel mio letto,per favore. Senza fare domande.”
“Non
sono
venuto qui per fare la puttana di turno!”
“E
che
cosa spereresti di essere? Cazzo,ti fai scopare ogni sera e basta!
dovevo
immaginare che non ti andasse bene così?”
“No.
no, non dovevi immaginarlo,però è
così”. Ho abbassato
lo sguardo, lui non rispondeva. “provo qualcosa per te, mi
dispiace. Più del voler
farmi scopare ogni giorno
e non venire calcolato il resto del tempo.”
“Non so cosa sia. Non posso
dartelo.” *pay
attention to the doppi sensi D:*
“Se
potessi..solo..rimanere..Per una notte.”
“Tu
ti stai fottendo il cervello. Non ho intenzione di
innamorarmi di te,non ho intenzione di innamorarmi di nessuno,la vita
mi fa già
abbastanza schifo com’è,grazie.”
Vaffanculo,ho
pensato. Vaffanculo e basta. “D’accordo,
ciao,allora”,sono tornato a riprendere le mie cose e a
rivestirmi nella sua
camera e me ne sono andato. Come faceva lui,ma,al contrario,io non me
ne volevo
andare così.
E
sono tornato a casa alle quattro e mezza di mattina,
furioso, senza un cazzo di voglia di dormire,l’idea che
domani
mattina,anzi,ormai dopo,non mi presenterò allegramente a
scuola.
Ok,la
smetto.
Ok,
sto uno schifo.
Ok,
ho qualcosa che mi fa male nel petto e voglio tornare
da Jimmy e voglio che si rimangi quello che ha detto, e voglio che
rimanga con
me. E voglio che cambi idea sull’innamorarsi di me. E,tanto,
questo schifo è
perché io sono innamorato di lui.
Pt.4:
can you stay for a while? take my hand and
let’s set ourselves on fire.
Come
previsto niente scuola. Utile che i tuoi escano
presto di casa, puoi fare finta di stare a prepararti e invece rimanere
a letto
a crogiolarti nel tuo ‘mi sento una merda’ e
nasconderti sotto le coperte
perché non hai voglia di alzarti a chiudere le tende sulla
luce del sole,che
comunque è piuttosto scarsa.
In
ogni caso mi sentivo proprio una merda.
Verso
le dieci di mattina,senza avere dormito un beato
cazzo,mi sono trascinato fuori dalle coperte per recuperare il mio
cellulare e
costringermi a scrivere un messaggio a Jimmy.
Comportarsi
da ragazzina. Ne ho ancora il diritto. Finché
non compio diciassette anni,ovvero tra una settimana,posso ancora
permettermelo.. [sarebbe quella ‘a’ alla fine della
parola. Non mi si addice.
Sono un frocio del cazzo.]
“Mi
ignorerai finché non tornerò a chiederti in
ginocchio
di essere di nuovo la tua puttana?”
Non
ha risposto. L’ha fatto a modo suo,insomma. “E io
che
ero persino venuto a scuola sperando di trovartici..Ci vediamo oggi
pomeriggio,non ti scomodare,vengo da te”.
Mi
sono messo ad aspettare il pomeriggio
cioè la fine dell’orario scolastico,disegnando
teschi
con le ali per passare il tempo. Non ho mai saputo disegnare,anzi
faccio
proprio schifo,per cui i miei teschi sembravano delle arance sbucciate
e
storpie ,più che delle facce umane mezzo decomposte. La roba
spaccatimpani che
ascolto non mi aiuta,poi.
Drin,è
arrivato Jimmy.
Drin
di nuovo e io avrei voluto scomparire sotto terra.
Perché
appena è entrato ha detto, “non sto per
rimangiarmi
tutto quello che ti ho detto.” Grazie vaffanculo e
arrivederci. Esci dalla mia
vita. Inutile calamita per il sentirsi ancora di più uno
schifo.
“Ho
solo deciso che mi importa qualcosa di te.Non farti
strane idee.”
“E
questo che starebbe a significare?”
“Odio
le relazioni,immagino questo tu l’abbia capito..mi
fanno sentire..beh,non importa. Mi importa di te,quando te ne sei
andato mi
sono sentito..male.”
“Ti
importa anche di come mi sia sentito io quando tu
te ne andavi,ogni volta che te ne
andavi?”
“Sì,è
per questo che sono venuto qua.” Fottuti occhi
azzurri. Fottuto sguardo penetrante. Fottuto fottuto fottuto Jimmy.
“E’..che
non so accostare le sensazioni alle parole. So solo quello che mi fa
sentire
bene e quello che non lo fa. E tu mi..fai..sentire
bene,Zacky”.
“Lo
prenderò come un complimento formulato male.”
“E’
esattamente quello”. Mano tra i capelli, respiro
profondo,passo verso di me. “Andiamo avanti?”,ha
chiesto,con gli occhi lucidi.
La
piccola debole dolcezza nascosta,si ricordava che cosa
ci eravamo detti il primo giorno in cui eravamo rimasti chiusi nel
laboratorio.
Bingo. Gli interessa davvero di me,allora.
“Se
prometti di non andartene,potrei pensarci.” Era un si
piuttosto camuffato,ma era un si.Era un si all’altrettanto
camuffata domanda,
‘posso essere innamorato di te mentre tu sei innamorato di
me,Zacky?’.
Possiamo
essere due ragazzi che si amano?
Possiamo
rimanere insieme la notte? Possiamo scopare
chiamandolo ‘fare l’amore’ e cazzate
varie?
Minchiate
da coppietta
felice,insomma.
Oh
ma,finalmente allora la ZackyxJimmy l’ho postata!
Complimenti
a me per essere riuscita a scrivere una cavolata simile *auto-facepalm*
non so
da dove mi è uscita st’idea della scuola {forse
dal fatto che ne frequento una?},mistero,che
sinceramente non ho grande voglia di scoprire ‘-‘
mi fa un po’ schifo questa
cosa che ho scritto,non so perché °-°
addirittura mentre la ricontrollavo mi
perdevo dei pezzi,l’ho scritta a caso,diciamocelo,anche se
l’ho revisionata tre
o quattro volte.>.> Non so,ho la testa altrove.
Se
Jimmy e/o Zacky appaiono un po’ troppo
dark/emo/depressi/casinisti/quello che
volete questa fanfic l’ho scritta tutta ascoltando gli I Am
Ghost.La colpa è di
Steve,non mia. {Infatti titoli e sottotitoli sono presi da una canzone
del loro
ultimo album,Don’t Wake Up
per
l’appunto ‘-‘} {Steve=Steve Juliano detto
anche ‘Giuggi’ da me=il cantante
degli I Am Ghost} {per caso li conoscete?*^*}
Occhei,come
sempre un ringraziamento a chi recensisce queste.. sottospecie..di
fanFiction
‘-‘ Grazie mille a G u i
l l o t i n e,
Vibeke Vengeance_Sevenfold, two_dollar_bill, RunAway
Train, friem e
la solita stalker EmilyFICTION. E
se
qualcuno capita qui per caso,sappiate che le recensioni mi rendono
inspiegabilmente meno depressa D:
Fine
del soliloquio. Addio a tutti!Ci si vede da morti,eh.{che allegria!}
Frankie
GhostVengeance
Ps:
scusate i miei immensi ritardi nel postare anche Do You Remember.
Cercherò di
rimediare,davvero,è che mi sono un po’ bloccata.
Pps: ho fatto casino con
l'hmtl,scusatemi infinitamente se c'è qualcosa che non torna
°-°
|
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Capitolo 4 *** Conjuring HIS deepest fears {jimmyxmatt} ***
{Generi: commedia,
dark
Personaggi: The Rev,
Matt Shadows
Rating: giallo
Avvertimenti:
oneshot, slash, what if?, sfiora come sempre l’OOC}
~Conjuring HIS
deepest fears.
Jimmy si
svegliò con una
strana sensazione.
Sì, come
se..mentre
dormiva fosse stato spostato da
qualcuno e legato a una sedia. Eppure gli sembrava di essersi
addormentato
molto semplicemente nel suo letto. Tentò di aprire gli
occhi, ma scoprì che
aveva una benda scura legata attorno alla testa per impedirgli di
vedere;
quindi si agitò un po’ per capire fino a che punto
fosse stato legato [ormai
era quasi certo che l’avessero rapito per qualche motivo
oscuro..forse perché
era un musicista di fama internazionale? Naah..], scoprendo di avere i
polsi
bloccati dietro la schiena e di essere praticamente immobilizzato
contro la
sedia.
Mitico, yuuhuuu.
“Buongiorno”,
fece una
voce che conosceva fin troppo bene davanti a lui.
Da quando Matthew era
diventato un rapitore,eh?
Sentì un
movimento e poi
le dita di Matt che scendevano languidamente lungo la sua guancia e gli
toglievano la benda che aveva sulle labbra per lasciarlo parlare.
“Hey,non
rispondi?”,
continuò. Aveva un tono di voce spaventoso.
Soffre di schizofrenia e
il primo a esserne vittima
sarò io!,
pensò disperato Jimmy. Adesso mi torturerà
mentre l’altra parte di
lui non vede nulla..Forse è come in Fight Club, lui crede di
dormire mentre..UN
ATTIMO questo non c’entra un bel niente..
“P-perché
sono legato,Shadz?”,
chiese con la voce tremante.
“uhm..Così,
hai
presente..per divertirmi un po’.”
OHMIODIO.
“D-divertirti un
po’?”,continuò a chiedere Jimmy.
“Ti sembra un modo..normale per divertirti legare le
persone
a una sedia?”
“Oh,la parte
divertente
deve ancora arrivare”, lo rassicurò Matt.
Jimmy però
era tutt’altro
che rassicurato. Nella mente gli scorrevano immagini di scene di
torture varie,
sangue che schizzava, corpi deformati..
Ok, aveva visto troppi
film horror. Colpa di Zacky.
Sentì Matt
alzarsi,
camminare un po’, prendere qualcosa e poi tornare davanti a
lui. Lo sentì
inginocchiarsi e subito dopo qualcosa di gelidamente
metallico
gli si appoggiò sullo zigomo.
“Matt che
cazzo..!”,
cominciò a strillare, poi sentì il rumore di forbici che si chiudono e la benda sugli occhi
scivolò giù,
tagliata a metà.
“Rilassati”,
gli disse
Matt. I suoi occhi verde-nocciola erano a meno di dieci centimetri di
distanza
da quelli di Jimmy e luccicavano di una luce tutt’altro che
rassicurante.
Matt si
alzò a trafficare
con qualcosa che stava in una scatola all’altro capo della
stanza e Jimmy ne
colse l’occasione per guardarsi intorno chiedendosi dove
cazzo fossero. Era una
stanza spoglia, sembrava una cantina o qualcosa del genere, le pareti e
il
pavimento erano di semplice cemento grigio e sembrava esattamente una di quelle stanze in cui
venivano tenuti gli ostaggi
per essere torturati.
Matt si
rialzò e si
riavvicinò di nuovo a lui con qualcosa in mano. Il qualcosa
era una scatola
trasparente, e nella scatola trasparente che sembrava in tutto e per
tutto una
gabbietta per insetti, c’era..
“OH CAZZO
MATT ALLONTANA
QUELLA COSA DA ME NON TI AVVICINARE MATT TI PREGO NON TI
AVVICINARE!”, cominciò
ad urlare disperato Jimmy,riconoscendo il muoversi agitato di otto
zampette
coperte di pelo marrone e nero nella scatola.
“Stai
calmo”, disse Matt
inginocchiandosi accanto a lui con un sorriso sadico sulla faccia,le
fossette
che gli davano l’aspetto di un bambino che strappa le ali
agli insetti tanto
per il gusto di vederli agonizzare zampettando. Il respiro di Jimmy
cominciò ad
assomigliare ad un ansito terrorizzato, e , nello stesso tempo,
sentì prima una
vampata di calore e poi una sensazione di gelo in tutto il corpo,
mentre il suo
stomaco si contorceva, ribellandosi alla vista del ragno.
“Calmati”, ripeté
Matt accarezzandogli lentamente una guancia.
[Jimmy era talmente concentrato sui movimenti dentro la scatola che non
realizzò nemmeno che Matt lo stava accarezzando.]
“Vedi, è una specie di
vendetta..per tutte le volte che tu
ti sei divertito con me.”
“Pensavo
fosse Zacky
quello fissato con la vendetta”, protestò Jimmy,
gli occhi azzurri puntati
sull’animaletto dentro la scatola.
“Infatti
è stato molto
interessante parlare con lui”, replicò Matt
sorridendo crudele.
VENGEANCE NON APPENA ESCO
DA QUESTO CASINO TU SEI
MORTO.,
pensò Jimmy furioso.
Matt alzò
la scatola
trasparente e la appoggiò sulle gambe di Jimmy, che la
guardava terrorizzato.
Fece per alzare il coperchio per lasciare uscire il grosso ragno, poi
ci
ripensò e rialzò lo sguardo verso Jimmy.
“In ogni caso , se ti comporti bene
con i ragni, uhm..”
“I ragni? Vuoi dire che
c’è più di uno di quei cosi,
qui!?”, lo
interruppe Jimmy con la voce che si faceva acuta dal terrore.
“Ce
n’è due..ma non credo
che avremo bisogno dell’altro..Stavo dicendo, se ti comporti
bene con loro
avrai, diciamo.. delle specie di premi”,
continuò Matt.
“D-del
tipo?”
Matt lo
fissò negli occhi
per qualche secondo, poi di scatto si avvicinò al suo viso e
lo baciò. Lasciò
che le loro lingue giocassero un po’ per una decina di
secondi, poi,
staccandosi ma tenendo le labbra vicinissime a quelle di Jimmy, gli
mormorò
divertito: “di questo tipo”. Si
allontanò di nuovo, tornando alla posizione di prima, gli
occhi di Jimmy che
avevano abbandonato la gabbietta del ragno e che ora fissavano lui.
“Comunque”,
continuò, il tono di voce di nuovo alto. “Stavamo
dicendo di liberarla, no?”.
E aprì il
coperchio della
scatolina.
Il ragno si
arrampicò
subito fuori e zampettò lentamente sui jeans neri di Jimmy,
girò intorno alla
scatola, ci tornò dentro, e poi uscì di nuovo.
Jimmy
cominciò a tremare
appena il ragno si mise a camminare lentamente sul tessuto dei suoi
pantaloni.
“L-LEI! È un fottuto ragno gigante Matt toglimelo
da lì ti
prego!”,
disse agitando disperatamente le mani mentre cercava di
liberarsi i polsi dalle corde.
Purtroppo Matt sapeva
fare
bene i nodi.
“Stai
calmo,Jimmy..Non ti
farà niente se stai fermo”.
Abbassò
lo sguardo a fissare il ragno anche lui, osservando le zampette nere e
marroni
che si allungavano a ogni passo mentre sembrava voler salire sulla
maglietta di
Jimmy.
Matt si
spostò e si
inginocchiò dietro lo schienale della sedia a cui aveva
legato l’altro e gli
appoggiò delicatamente una mano sul collo,affacciandosi a
guardare i movimenti
del ragno da sopra la sua spalla.
“M-matt..!”,lo
chiamò
Jimmy cercando di trattenere il fiato per non sentire le zampe che,
dall’altra
parte del tessuto della maglietta che indossava, camminavano
placidamente verso
l’alto.
Se si fosse avvicinata
al
suo viso probabilmente si sarebbe messo a urlare.
Matt riprese ad
accarezzargli piano una guancia. “Wow,Jimmy, conoscendoti
pensavo che avresti
dato di matto più in fretta..Complimenti.”
“V-vaffanculo!”,
replicò
Jimmy fissando terrorizzato la tarantola che saliva lungo la sua maglia
e si
dirigeva esattamente verso il suo
viso.
Oh, se avesse toccato un solo centimetro della sua pelle. Se
avesse solo sfiorato la sua pelle,
era sicuro che sarebbe svenuto. Era un animale assolutamente orrendo,
terrificante, e soprattutto gli stava camminando tranquillamente
addosso,mentre
Matt gli stava dietro tutto pacifico e..
..E gli baciava il
collo.
NO,
ok, gli si era fottuto il cervello con quella cosa che gli zampettava
sulla
maglia:era così, non aveva più nemmeno le
facoltà mentali per distinguere se
Matt gli stesse solo sfiorando la pelle o lo stesse baciando, tutto per
colpa
di quel fottuto ragno peloso.
Però Matt
ti sta davvero baciando il collo,
continuò a
suggerire uno dei pochi neuroni non ancora svenuti nel suo cervello.
Sentì una
mano calda che
gli si appoggiava sulla guancia e gli faceva delicatamente girare il
volto
verso destra.
“la prima
parte del tuo
premio,Rev”, lo informò Matt prima di baciarlo di
nuovo.
Oh,cazzo.
Se avere un ragno
gigante
che gli trotterellava in grembo era spaventoso,Matt che lo baciava era,
era,
era..
Oh,
cazzo.
Era semplicemente
‘oh,cazzo’.
Le labbra di Matthew
si
allontanarono dopo quasi un minuto e al loro posto su quelle di Jimmy
si
appoggiò un dito per zittirlo. “La seconda parte
arriverà dopo che avrai
lasciato che il ragno ti cammini sulla faccia.”
“C-CHE
COSA?”
“Hai capito
benissimo”,
replicò Matt alzandosi e rimettendosi davanti a lui.
Sospinse un po’ il ragno a
continuare a camminare verso l’alto , deviandolo dal percorso
che aveva scelto
verso la spalla di Jimmy.
“M-Matt, ti
prego, non
farlo”, piagnucolò disperato Jimmy.
Matt tornò
ad
inginocchiarsi dietro di lui. “Ti aiuterò io,
ok?”
OK UN CAZZO TOGLIMI
QUELL’AFFARE DI DOSSO!
Matt gli
appoggiò una mano
sulla fronte e gli fece rovesciare lentamente la testa
al’indietro, spostando
poi la mano sulla sua guancia.
“Matt,ti
prego..”. Sapeva
che era inutile,ma l’idea che quella cosa gli avrebbe
camminato sul
viso, era
insopportabile. Matt gli
appoggiò un altro bacio sulle labbra prima di allontanarsi
un po’.
“Ti
terrò la mano”,
promise.
“Le mie mani
sono legate”,
specificò Jimmy. Anzi,TU me le hai legate!
“D’accordo,
ti terrò la
mano anche se è legata alla sedia”,
replicò intrecciando come poteva le dita
con quelle della mano destra di Jimmy. Osservò il ragno
fermarsi un attimo
prima di muovere qualche passo incerto sulla pelle pallida della gola
di Jimmy,
il quale rabbrividì ancora e gemette.
“Stai
calmo.”
Un altro gemito.
Il ragno
salì ancora verso
il suo mento,con una lentezza estenuante.
“Stai calmo”, ripeté
Matt accarezzando piano i capelli di Jimmy, che nel
frattempo aveva chiuso gli occhi disperato e si mordeva il labbro
inferiore.
Dato che il ragno si
era
fermato ad esplorare oziosamente la pelle sopra la trachea di Jimmy,
Matt osò
allungare una mano fino al suo mento per fargli chiudere le labbra in
modo
normale [dato che, se fosse rimasto così, presto se le
sarebbe fatte sanguinare
da solo], poi ritirando la mano gli mormorò: “Apri
gli occhi, Rev”.
Lo vide obbedire e
fissare
un punto indefinito sul soffitto, mentre batteva le palpebre per far
uscire le
lacrime che gli si erano accumulate negli occhi. Riprese ad
accarezzargli
delicatamente la testa e gli lasciò la mano per asciugargli
le lacrime con una
dolcezza che credeva di non saper dimostrare,nemmeno a lui.
“Matt..”,
mormorò disperatamente
Jimmy, mentre altre lacrime gli cadevano nei capelli data la posizione
in cui
stava tenendo la testa.
“Ssssh.”
Matt sorrise
osservando il ragno che si inerpicava sul mento di un Jimmy
terrorizzato,
zampettava sulle sue labbra serrate, oltrepassava il suo naso e
passeggiava
verso la sua fronte impallidita fino ad assumere un colore quasi
bianco, senza
toccare gli occhi che Jimmy aveva tenuto aperti come gli era stato
chiesto.
Lasciò che
il ragno si
divertisse ancora un po’ a trotterellare tranquillo sul viso
di Jimmy, poi si
alzò per recuperare la sua scatolina e cercando di non
toccarlo ce lo richiuse
dentro.
Jimmy, come se fosse
rimasto paralizzato, non rialzò la testa.
Matt prese a
slacciargli
le corde che gli legavano le mani e le gambe. “E’
finita,Rev”.
“Sei uno
stronzo.”
“Mmh”.
Continuò a
trafficare con i nodi troppo stretti senza prestargli grande
attenzione.
“E’
stato il minuto
peggiore di tutta la mia vita.”
“Lo
immagino..”. Liberò i
polsi di Jimmy e tagliò il resto delle corde, quindi
tornò davanti a lui. Lo
fissò per un po’ negli occhi chiari contornati di
trucco nero sfumato pieni di
risentimento, poi si sedette a cavalcioni sulle sue ginocchia e si fece
spuntare un sorrisino malizioso sulla faccia.
Oh,quello sarebbe stato davvero
divertente.
Jimmy
sembrò sorpreso del
gesto e aprì la bocca per parlare, ma Matt lo interruppe.
“La seconda parte del
tuo premio”.
Jimmy parve accorgersi
di
qualcosa che non lo convinse. “Un attimo, perché
mi stai tenendo qui?”
“Non
preoccuparti di
questo.”
“Matt,non mi
farai toccare
di nuovo quel ragno, vero?”
Matt, per tutta
risposta,
si mise a mordicchiargli la pelle sotto l’orecchio con un
“mmh” poco chiaro.
“Matt?”
“Forse”,
rispose. “Goditi
la vincita, per adesso”. Matt zittì i suoi
tentativi di replica ricominciando a
baciarlo,esplorando la sua lingua con la propria. Tenendo una mano tra
i suoi
capelli cominciò a scendere languidamente lungo il petto con
l’altra, seguendo
a ritroso il percorso che aveva fatto il ragno poco prima e fermandosi
alla
fibbia della sua cintura, che presto venne slacciata, inutile. Stessa
fine
fecero la cerniera e i bottoni dei jeans di Jimmy,il quale
cominciò ad avere i
polmoni bisognosi di più ossigeno.
Matt
cominciò ad infilare
la mano sotto il tessuto dei jeans,cercando l’elastico dei
boxer di Jimmy da
abbassare mentre l’altro si staccava ansimando dal bacio alla
ricerca di un po’
di aria.
“Cazzo,
Matt..”, biascicò,
mentre questi cominciava a tormentare la sua erezione facendolo solo
eccitare
ancora.
“Mmh..Immaginavo
ti sarebbe
piaciuto.”, commentò laconico, un attimo prima di
alzarsi improvvisamente interrompendo
il suo lavoro e lasciando Jimmy piuttosto perplesso.
“Ehi”,
lo sentì
protestare. “Adesso le cose che mi piacciono non
valgono?”
Matt raccolse la
scatolina
del ragno da dove l’aveva lasciata. “Eri
più divertente sotto tortura”.
Jimmy si
alzò dalla sedia,
allontanandosi mentre si rimetteva a posto i jeans. “Tieni
quella cosa a
distanza di sicurezza da me!”
“Voglio solo
rimetterla al
sicuro”, replicò Matt appoggiando il ragno con la
sua gabbietta nella scatola.
Ah,mi sembra giusto, un
ragno schifoso è più
importante di me adesso, vaffanculo.
Jimmy gli si avvicinò furtivamente mentre si rialzava.
“Shadz?”
Lui si
voltò con uno
sguardo interrogativo.
“Adesso ho
voglia di
divertirmi un po’ io,ok?”
Matt si
appoggiò al muro
trascinando Jimmy per sentire di nuovo il suo corpo contro il proprio.
“Che
dispiacere”,
commentò, mentre riprendeva ad accontentare
l’eccitazione di Jimmy da dove si
era interrotto poco prima.
***
“Ehm, ciao,
Jimmy, sono Zacky, suppongo avrei
dovuto farmi sentire un po’ prima..In ogni caso ti avevo
chiamato solo per
farti sapere che hai fatto un lavoro fichissimo con il ragno, davvero,
pensavo
che nemmeno Matt sarebbe riuscito a fartelo fare. Uhm, Johnny e Syn
sono qui
con me e..si si vabbé,idioti..beh ti fanno i complimenti
ecco. Ah,oh,Johnny mi
sta dicendo adesso che non sapevi delle telecamere, beh, adesso lo sai,
ecco
qua. Wayne dice che è un lavoro perfetto per il nostro nuovo
video di
Afterlife. Te l’avevo detto che sarebbe stato un successo!
Beh,adesso vado,ti
sto intasando la segreteria..Ci vediamo domani,eh?”
Jimmy
abbassò il
telefono,le mani tremanti dalla rabbia che lo stringevano abbastanza
forte che
probabilmente dopo qualche secondo il povero apparecchio avrebbe fatto
una
brutta fine.
“MA IO VI
UCCIDO TUTTI
QUANTI!”
Ecco la JimmyxMatt!
L’ispirazione
mi è venuta
all’improvviso di mattina mentre mi precipitavo a scuola
perché ero in ritardo
e ascoltavo Afterlife.. Lo so che la scena del ragno
‘i’m doing it for the
fans, i’m doing it for the kids’ e blabla, ma
questa sarebbe una piacevole
alternativa *^* So anche che è un po’ spinta
all’estremo ma vabbé;un po’ di OOC
{un po’?D: io scrivo SOLO OOC.}
Il titolo
è una frase
di A Little Piece Of Heaven opportunatamente adattata alla situazione
lol,lo so
che lo sapete u-u
Spero di
non avervi deluso con questa emerita cazzata D:
Btw, io adoro i
ragni,
sono uno dei miei animali preferiti. Non sto scherzando D: quindi come
ho fatto
a descrivere il terrore di Jimmy lo devo alla mia assolutamente
insensata paura
degli insetti. Quando vedo un qualsiasi tipo di insetto mi paralizzo e
devo
tenermi ad almeno tre metri di distanza. Invece,coi ragni,che infatti
non sono
insetti ma nessuno mi giustifica per questo, ho il problema opposto.
Perché non
si può
tenere una bellissima tarantola come animale domestico, eh? *-* La
tratterei
bene,davvero!La porterei a fare la sua passeggiatina tutti i giorni *^*
{non è
un cane,Frankie.E’ un ragno. Ah,già,scusa
çAç}
..Per caso,voi siete
aracnofobici? >.>Ho
conjured your deepest fears con questa os?
E
anyway ringrazio come sempre i miracolati che perseverano a recensire
XD Teardrop on the fire, two_dollar_bill,
friem, Josie 182, Vibeke Vengeance_Sevenfold & EmilyFICTION I love you all!*^*
Bene,ho finito di
sparare cazzate u-u
See ya all!
Frankie
|
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Capitolo 5 *** Please don't look at me with those eyes! {zackyxmatt} ***
{Genere: fluff,
generale, romantico
Personaggi: Matt
Shadows, Zacky Vengeance
Rating:
verde
Avvertimenti:
slash, one-shot, what if?}
Please
don’t look at me with those
eyes!
-AHIA!-
Matt, seduto sul suo
divano a guardare svogliatamente la televisione su un canale musicale
su cui
sperava di beccare qualche canzone interessante, alzò gli
occhi al cielo
chiedendosi perché mai
doveva
sopportare tutti quegli insopportabili lamenti lì. Mentre
alzava il volume
mettendosi a fischiettare Flash Of The Blade che era appena iniziata,
facendo
finta alla grande di non aver sentito le proteste di dolore di Zachary,
sentì
un nuovo urlo semisterico dell’amico.
-CAZZO MATT VIENI QUI
TI
PREGO!-
Sospirando ancora,si
alzò
abbandonando il telecomando sul divano e raggiunse Zacky nel bagno.
–Che cosa cazzo
c’è di cos..-,si bloccò,alzando lo
sguardo sul suo viso. -..Oh minchia ma che hai fatto?-
Zacky,con una faccia
assolutamente disperata, lo guardava con supplichevoli occhioni da
cucciolo
smarrito. I suoi due nuovi snakebites, che voleva da anni e che si era
fatto
fare giusto qualche ora prima, stavano sanguinando copiosamente
facendolo
assomigliare ad un vampiro che si sbrodolava con la sua cena {vista
anche la
sua carnagione semi-spettrale}. Nel lavandino c’erano i
cadaveri di diversi
batuffoli di cotone insanguinati sparsi tra un’inquietante
distesa di gocce
rosse che scivolavano lentamente verso lo scarico.
Matt, osservando la
scena,non poté che mettersi a ridere. –Sembra che
hai ammazzato qualcuno,Vee!-
-E’ una cosa
seria!-,
protestò Zacky sporgendosi sul lavandino e recuperando
dall’armadietto del
bagno un altro batuffolo di cotone, che sparse di disinfettante color
verde
acceso e usò per ripulirsi il mento e le labbra dal sangue.
–Non smettono di
sanguinare! E fanno fottutamente male! Uffa non so cosa fare-,
piagnucolò
imitando perfettamente un bambino di tre anni che si è
sbucciato le ginocchia
cadendo dalla bicicletta. Probabilmente se non si fosse appena fatto
bucare il
labbro inferiore e ci avesse fatto infilare due cerchietti di metallo
avrebbe
tenuto il broncio per tutto il giorno.
-Tu guardi solo film
horror e ti fai impressionare da un po’ di sangue..Centinaia
di gente se li è
fatti fare e non è morta,e dubito che tu sarai il primo!-,
replicò Matt,ancora
ridacchiando.
Zacky si
tirò giù il
labbro inferiore, per controllare con maniacale apprensione in che
condizione
fosse il suo interno guardandosi allo specchio. –Io non mi
fto facendo imfreffionare-,
precisò,offeso. –Ehi,ftafera guardiamo Fcream? Lo
fanno alla tv..-,disse, lo
sguardo illuminato mentre fissava di nuovo Matt, e lasciò
andare il labbro.
Appena si richiuse Zacky fece un altro ‘AHIA!’
portando di nuovo le mani a
coprirsi la bocca. –Uffa, non guariranno mai!-, si
lamentò con la voce
soffocata dalle mani.
Matt rise
ancora,scuotendo
la testa. –Dai,leva le mani..Ti aiuto. Io mica sono morto con
una labret..-
-Beh io con gli
snakebites
morirò!-
-Non essere tragico.-
Matt
prese un altro batuffolo e ci mise il disinfettante, cominciando poi a
pulire
il labbro insanguinato di Zacky,che cercava di tirarsi indietro.
–Sta’
fermo-,gli disse sorridendo.
-Mi stai facendo
male!-,
protestò, arretrando di qualche passo e coprendosi di nuovo
le labbra con una
mano.
Matt fece un passo
avanti,
gli prese il polso e gli bloccò l’altro braccio
contro il muro con il gomito.
–Adesso vediamo un po’ se riesci a muoverti..E se
non stai un po’ fermo e
non la smetti di fare il
piagnucoloso ti rispedisco a casa anticipando a stasera il momento in
cui
Mammina Baker scoprirà che ti sei fatto i piercing senza
permesso. E ovviamente
non guardiamo Scream.-
-HMMMM!-,
grugnì Zacky
protestando.
-Baaastaaa!-,gli
strillò
Matt, prima di ricominciare a disinfettare i buchi dei piercing di
Zacky,che
avevano anche smesso di sanguinare. Mollando il suo polso gli
abbassò il labbro
con la punta delle dita, cercando di ripulire anche la parte interna
dei buchi.
-E fomunfue fer me non
lo
farefti -, biascicò Zack.
Matt, finito il lavoro,
gli lasciò il labbro e lanciò il batuffolo di
cotone nel lavandino con gli
altri; poi, cercando di fare il più delicatamente possibile,
posò un rapido
bacio sulle labbra di Zacky e gli sorrise. –Come hai
detto,scusa?-
Zacky lo
guardò con gli occhi
sbarrati,rimanendo per un attimo immobile con la bocca semiaperta,
stupito.
–Eh..un attimo..M-matt-, cominciò.
Matt si
allontanò e prima
che Zacky potesse terminare la frase aggiunse:-Metti a posto il
bagno,grazie!-
e tornò in salotto richiudendosi la porta del bagno alle
spalle.
Zacky rimase ancora
qualche secondo fermo a guardare le gocce di sangue che si stavano
rapprendendo
nel lavandino,scioccato. Mentalmente annotò le cose da non
dire ai suoi
genitori fatte quel giorno: aver preso in
prestito cinquanta dollari dal portafogli di sua madre, aver
preso una F in
trigonometria, aver fatto i piercing e aver
baciato Matthew.
Piuttosto confuso,si
mise
a raccattare i batuffoli di cotone dal lavandino e a buttarli
distrattamente
nel cestino. Pensava Matt non avrebbe
fatto una cosa del genere, devo essermelo immaginato e chissà dove sta una spugna per pulire qui,
e poi ancora no seriamente devo avere le
allucinazioni.
Matt non è uno da baciarsi con i suoi amici.
E in mezzo a tutti
questi
pensieri una vocina timida gli suggerì anche: però
mi è piaciuto. Non mi ha nemmeno fatto male agli snakebites.
Aveva
le labbra morbide..
E subito dopo una voce
molto più forte strillò alla vocina:
STO
CAZZO CHE TI E’ PIACIUTO. SMETTILA DI DIRE STRONZATE.
Però gli era
piaciuto,qualsiasi
cosa ne pensasse la sua coscienza perbenista,che continuando con il suo
monologo-predica adesso gli suggeriva di riprendere a pulire il
lavandino del
bagno senza farsi troppi viaggi mentali.
***
Quando finì
di pulire il
casino che aveva fatto nel bagno {doveva essersi preso un sacco di
tempo
apposta per rimandare il momento in cui avrebbe dovuto uscirne} , Zacky
aprì la
porta inciampando magistralmente e arrivò in salotto
imprecando e saltellando
sulla gamba sinistra,tenendosi il ginocchio destro con una mano.
–Ahia che
cazzo porca miseria che male!-,disse a denti stretti,avvicinandosi al
divano
dove Matt stava ancora guardando distrattamente il suo canale di musica.
-Sopravvissuto?-,chiese
Matt, con un nuovo sorriso divertito sulle labbra.
-Mmmmhsì,ci
ho solo
rimesso un ginocchio-,rispose Zacky appoggiandosi allo schienale del
divano. –Che
ore sono?-
-Mmmmmh, le otto..Fame?
A
proposito, a che ora c’è Scream?-
-Non sono ancora certo
di
riuscire a nutrirmi senza usare le labbra-,disse Zacky , e stava per
aggiungere
qualcosa quando Matt lo interruppe.
-Vorrai dire senza
frantumarmi i coglioni con le tue lamentele..-
-Questi sono punti di
vista..Comincia alle otto e mezza, ma allora lo guardiamo?-
-Avresti altri
suggerimenti per fare qualcosa stasera?-,chiese Matt alzandosi e
andando a
recuperare il telefono. –Chiamo per una pizza..Comunque lo
sai che non vado matto
per i film horror e che se li guardo è solo
perché tu abbia qualcuno a cui
saltare addosso terrorizzato quando
salta fuori lo zombie di turno e ti piglia un infarto..Così
dopo non hai nulla
da rinfacciarmi per qualche giorno!-
-Ma non faccio
così!-,protestò
Zacky rimettendosi di nuovo in piedi e seguendolo saltellando verso la
cucina.
–Se ti riferisci a quella volta che abbiamo visto La Notte
dei Morti Viventi in
quella scena che ti sono saltato addosso strillando ‘oh
cazzo’ era solo perché
mi ero addormentato,chiaro? Provaci tu a svegliarti all’urlo
di una tizia di un
film e trovarti a
un metro dalla faccia
il muso semiputrefatto di uno zombie e non esserne un po’,
mbeh sorpreso, ecco! Infatti quel
film non
faceva paura, mi ero pure addormentato, non faceva paura proprio, gli
zombie
soltanto erano un po’ realistici ecco!-,blaterò
quasi tutto d’un fiato Zacky,
tentando per la centocinquantesima volta di convincere Matt.
Lui, per tutta
risposta,
gli sorrise molto poco convinto facendosi spuntare le fossette sulle
guance, e
disse al telefono:-Si,grazie,volevo ordinare una pizza..-
***
Zacky saltò
su divano,
appropriandosi del telecomando e alzando il volume.
–Maaaaaaaatt!-, strillò.
–Guarda che sta cominciando il film!-
-Non urlare,sono qua-,
rispose Matt, entrando nel salotto e allungandogli un piatto con le sue
fette
di pizza fumanti.
-Oh,gnam, grazie-, fece
Zacky, appropriandosi del piatto e poi puntando di nuovo gli occhi alla
televisione, cominciando a mangiare la sua pizza in un modo
assolutamente
ridicolo, facendo penzolare la fetta e addentandola per aria.
-Ma come cazzo mangi?-,
chiese Matt ridendo e sistemandosi sul divano vicino a lui.
-Non foglio toccarmim
il
labbrom-, rispose con la bocca piena. –Fuarda che fta
comifando, non mi
rofinare l’iniffio parlando!-
-No, meglio,ti
stroncherò
i momenti cruciali..Tanto, conoscendoti, entro cinque minuti hai finito
di
sbranare la tua pizza e prima della metà del film ti
addormenti, come sempre-,
rispose Matt.
-Fffffft!-, gli
intimò
Zacky, con gli occhi incollati alla tv,dove cominciavano ad apparire i
titoli
di testa accompagnati da una musichetta poco rassicurante.
Riappoggiò il suo
piatto vuoto per terra a fianco del divano e voltandosi verso Matt,
precisò {ancora
con la bocca piena}:-E non mi infultare, finfue minuti per manfare una
piffa!
Io fi metto fi e no finfue millifeconfi.-
Detto questo
continuò a
ruminare guardando la televisione,rimanendo incredibilmente in silenzio
{o come
avrebbe detto lui con la bocca piena, ‘filenfio’}
per tutta la prima mezz’ora
del film,mentre la biondina veniva allegramente sbudellata e poi
impiccata
insieme al suo ragazzo.
-EHI!-,
strillò a un certo
punto Zacky,saltando a sedere dritto e indicando lo schermo.
–Quella tizia ha
il mio stesso cognome! EHI!-
-Si,Zack,adesso squilla
il
telefono, tu rispondi e poi entra un tizio che ti apre la pancia.-,
continuò
per lui Matt.
-Ma secondo te
l’assassino
è uno zombie?-
-Cazzo ma tu ci stai
fissato con gli zombie,eh!-
-Mi piacciono,niente di
che-, rispose lui un po’ offeso, rimettendosi poi in silenzio
a guardare il
film.
Nel giro di qualche
altra
scena, esattamente come Matt aveva previsto, gli si
accoccolò contro con la
silenziosa scusa che ‘lui era più comodo
dell’imbottitura del divano per
guardare i film’ e dopo appena qualche minuto stava
già dormendo alla grande,
abbandonando completamente il film.
Matt,continuando a
seguire
la tv distrattamente perché quando Zacky si fosse svegliato
si sarebbe
sicuramente messo a fargli mille domande su cos’era successo
mentre lui
ronfava, si mise a passargli delicatamente le dita fra i capelli. Si
sorbì
annoiato un’altra mezz’ora abbondante di horror che
lui trovava
patetico,sperando che Zacky si svegliasse. Quando si addormentava
durante un
film e si risvegliava immancabilmente quand’era finito,
faceva sempre mille
storie a Matt sul fatto che ‘ma potevi svegliarmi potevi
darmi una padellata in
testa potevi fare questo potevi potevi potevi’, e Matt odiava
sopportarlo
infatti finiva sempre per saltargli addosso strillando
‘FINISCILA BAKER O TI
FACCIO FARE LA FINE DEI MORTI NEL FILM!’.
La protagonista
adolescente del film stava facendo un faccia a faccia con
l’assassino
mascherato da morte con una di quelle stupide maschere bianche e nere
con una
bocca spalancata che faceva invidia anche alla puttana più
esperta e cacciò un
urlo,di quelli acuti che ti fracassano i timpani e ti lasciano un
po’ stordito.
Ovvero di quelli che riuscivano a svegliare persino uno Zacky che ronfa
appoggiato a Matt.
-MACHECAZZ...!-,
strillò
lui infatti svegliandosi di soprassalto facendo un salto e finendo
ancora più
addosso a Matt.
-Cazzo Zacky calmati
è
solo il film!-,disse Matt al ragazzino tremante che gli si era
avvinghiato al
braccio,stritolandolo.
-Ma ma ma-, fece lui
abbassando la testa. –Mi sono addormentato di nuovo!-,
protestò più che altro
rivolto a sé stesso,lasciando il braccio di Matt ma
rimanendogli praticamente
in braccio.
-A quanto pare..Tu
salti
sempre nei momenti meno opportuni quando ti svegli!-
-E tu baci nei momenti
meno opportuni allora!-
Rimasero entrambi in
silenzio, Matt semi-pietrificato, mentre la televisione diceva che
avevano
trovato una macchina abbandonata nei cespugli e che dovevano andare a
controllare perché sicuramente l’assassino era nei
dintorni.
Il poliziotto e la
tizia
si incamminarono blaterando nello schermo della tv lungo una stradina
buia e
poco raccomandabile nei film horror.
Matt si tirò
un po’ su e
rispose ,guardando Zacky che continuava a fissare imperterrito lo
schermo:-E
quale sarebbe stato il momento opportuno?-
-Non saprei.-
Improvvisamente la camminata dei due tipi nel film era diventata
incredibilmente interessante. Distolse lo sguardo a
malincuore,guardando Matt
per trovare qualcosa da rispondere, presto film accorri in aiuto ti
prego
poliziotto dì qualcosa alla giornalista e salvami.
-Adesso per esempio?-,
continuò Matt. Accoccolato su di lui Zacky non si era
praticamente accorto che
i loro visi erano vicini,anche troppo vicini..
Matt si
avvicinò ancora,
appoggiando le labbra contro quelle di Zacky. Erano calde e morbide, e
nonostante si aspettasse un sacco di proteste di dolore ricambiarono
subito il
bacio. Con la lingua Matt si fece lentamente strada nella bocca di
Zacky,
accarezzando la sua delicatamente, senza ricevere ancora nessun gemito
lamentoso in puro stile Zacky-ha-tre-anni-e-non-quasi-diciotto.
Staccò per
un secondo le
labbra facendo per avvicinarsi di nuovo, ma l’altro si
tirò indietro serrando
le proprie con un mezzo sorriso. –Hai le labbra sporche di
sangue..Questo vuol
dire che sto sanguinando ancora?-,chiese,un po’ preoccupato.
-Già-, fece
Matt. Zacky si
voltò verso il bagno,mentre lui alzava una mano per fargli
voltare il viso di
nuovo e baciarlo ancora sulle labbra umide.
Zacky sorrise,
tirandosi
ancora indietro dopo qualche bacio. –Dai,devo andare a
disinfettarli..Hai
scelto davvero il momento sbagliato
per deciderti a baciarmi.- Si alzò e si incamminò
lentamente verso il bagno.
-Tu riporterai il tuo
culo
sexy su questo divano il più presto possibile, lo sai vero?-
Zacky si sporse dalla
porta del bagno,ridacchiando. –Certo, amore-,
rispose con una vocina acuta, sparendo poi di nuovo nel bagno a
trafficare con
cotone e disinfettante. Matt si alzò a sua volta e
andò in cucina a pulirsi le
labbra dal sangue,poi raggiunse Zacky che stava litigando con un
batuffolo di
cotone che gli si era appiccicato alle dita mentre lo buttava nel
cestino.
-Zack?-
-Mmh?-, fece lui,
indaffarato.
Matt rimase in silenzio
un
momento,pensando alle parole giuste. –Hmm..Tu.. Beh..Cosa
pensi..del..ehm,bacio..che..-,biascicò, cercando di far
capire le proprie
parole il meno possibile.
Zacky si
voltò verso di
lui,le sopracciglia sollevate. -...Eh?-
-Uff.-,commentò
Matt.
–Odio parlare di queste cose.. Ma. Ehm.
Tu,cioè,... Voglio dire,tu mi piaci. Un
po’ più che come un amico e basta. E..Tu e la
tua.. aura infantile. Mi avete
catturato. Cioè,voglio dire. È per questo che ti
ho baciato. Giusto per
puntualizzare,non perché sono una checca isterica con
istinti sessuali acuti
verso chi dovrebbe essere il mio migliore amico.-
Zacky
sorrise,sfoderando
uno dei suoi sorrisi più ebeti che gli fossero mai riusciti
in tutta la sua
carriera di sorrisatore ebete. Si
chiedeva da tempo ormai se sia lui che Matt fossero degli omini
dall’incerto
orientamento sessuale che facevano praticamente finta di guardare le
ragazze e
poi passavano il novanta percento del loro tempo insieme e dormivano
insieme e
si facevano scherzi idioti e ogni novità che avessero da
fare o dire per prima
cosa lo dicevano l’uno all’altro. E Zacky quando lo
guardava aveva il cervello
che lo tempestava di pensieri esattamente come stava succedendo in quel
momento,fotogrammi che andavano a tempo con il suo cuore che sfiorava
la
fibrillazione ventricolo-atriale.
-...In uno dei tuoi
film,questo sarebbe il momento giusto in cui tu mi baci e poi arriva lo
zombie
e noi crepiamo.-,suggerì ironico Matt.
-Forse senza
l’ultima
frase-,lo corresse Zacky, gettandogli le braccia al collo senza levarsi
il
sorriso cretino dalla faccia.
Questo
è in stile Zacky, tu gli chiedi un bacio e
lui ti stritola., pensò Matt con
un filo di cattiveria.
-Si,anche io ti voglio
bene,Zack.-
-Ehi!-,
protestò, staccandosi
dall’abbraccio {Matt poteva respirare di nuovo} e guardandolo
negli occhi,
offeso.
-Che
c’è?-
-..Fai le cose con
calma.-,continuò Zacky,abbracciandolo di nuovo, questa volta
meno forte, e
appoggiò il mento sulla sua spalla.
Anche
questo è in stile Zacky. Cercare di farti
sciogliere il cuore di pietra che ti ritrovi e riuscirci benissimo., pensò
Matt, sospirando e piegando la testa a
baciare oziosamente il collo di Zacky, aspettando che lui decidesse che
era
passato abbastanza tempo per continuare.
Uuuuuh BENE! No, non
bene, ma non importa.
Questa è la
MattxZacky,
ebbene sigh.
Non so precisamente
quando/come/nemmeno perché Zacky si sia fatto davvero gli
snakebites quindi ho
immaginato la mia versione sotto consiglio di EmilyFICTION
ù_ù
Ma secondo voi
cos’è che
fa diventare salati i pistacchi?>.> Ah no scusate,
parlavamo della fanfic
ò.ò Si dunque è uscita un
po’ troppo fluff, credo. *si ferma a riflettere
mangiando pistacchi* Orsù, cosa ne dite voi? Voi SAPETE che
io adoro le
recensioni vero vero vero? °u° *faccia da
grapes-in-the-mouth-make-me-happy-down-south*
e se per caso qualcuno passasse di qui e leggesse mi farebbe tanto
felice un
nuovo recensore °u°
Ok, ho finito di
persuadervi a recensirmi ù_ù a questo punto.. il
titolo è preso da First Date
dei Blink-182 e non c’entra un emerito niente, ma non importa
XD
As always ringrazio two_dollar_bill, friem,
Vibeke
Vengeance_Sevenfold, Teardrop on
the
Fire e Josie 182 e anche EmilyFICTION che si è
allegramente dimenticata
di recensire XD {ti uccido Gates,ti uccido. I’m about to kill
you! è_é}
Fine monologhi, addio,
ciao.
*Frankie
|
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Capitolo 6 *** Well I have so much to say but you're so far away. {jimmyxbrian} ***
{Genere:
malinconico, introspettivo, romantico
Rating:
verde
Avvertimenti: slash, what if?, one-shot
Personaggi: The Rev, Synyster Gates}
Well
I have so much to say but you’re so far
away.
Io
lo abbracciavo.
Lui
sorrideva come un idiota.
Io
sorridevo come un idiota.
Lui
aspettava che Matt si girasse altrove con le
sue manie da fotografo fallito e mi baciava. Le sue labbra si
appoggiavano
sulle mie per un attimo e poi come se non fosse successo niente si
voltava di
nuovo. Diceva qualcosa a Matt. Rimaneva seduto in braccio a me facendo
finta
che fosse per scherzo.
Diceva
sempre che ero il suo migliore amico davanti
agli altri. La prima volta che l’ha detto, dopo gli avevo
chiesto che voleva
dire. Mi aveva detto: “Non prenderla male,come amico sei al
pari di Matt, Zacky
e Johnny.. L’unica differenza è che sono
totalmente innamorato di te, e questo
tu lo sai.” Si era avvicinato lentamente e aveva appoggiato
le labbra sulle
mie. Una mano sulla mia guancia. Poi aveva aperto lentamente le labbra
e cercato
la mia lingua, movimenti conosciuti. Non era la prima volta. Immagino
che di
quella avrò voglia di parlare dopo, dopo, dopo.
Io
non ho mai capito cosa provavo per Jimmy. Quando
mi aveva detto così ero rimasto a fissarlo, con gli occhi
adoranti, prima che
mi baciasse; mi faceva sentire importante l’idea che lui mi
amasse in un modo
diverso rispetto agli altri. Che mi dedicasse qualche attenzione in
più. Poi,
se avete presente – ah, ora mi metto anche a parlare con
qualche inesistente
pubblico... – , una relazione del genere è
sconsigliabile a tutti. Il perché io
volessi comunque continuarla, rimane un’enorme incognita. Mi
ero reso conto
piuttosto presto di che cosa sarebbe significato assecondare Jimmy, lo
conoscevo già troppo bene, però ho lasciato che
strappasse via un pezzo del mio
cuore giorno per giorno per anni, e se lo tenesse.
Credo
di essermi dimenticato il giorno esatto in
cui l’ho visto la prima volta, in giro per Huntington Beach,
suppongo, o a
scuola, fa lo stesso. Quella volta per me era solo un ragazzo strano
che
suonava la batteria in qualche sfigatissimo gruppo che non avrebbe mai
fatto
successo. Poi mi aveva chiesto di fargli vedere che sapevo fare con la
chitarra
(come sapesse che la suonavo non gliel’ho mai chiesto.), da
quel punto siamo
diventati amici, immagino.
Qualche
anno dopo mi ha chiesto se mi andava di
entrare in un gruppo serio. Uno di quelli che sarebbero finiti sui
giornali
come ‘nuova band promettente’, uno che stava
producendo un cd. Non di quelli
sfigati di prima.
Gli
ho detto di sì. Dio – o qualsiasi altra cosa ci
tenga d’occhio da lontano, ormai sono così
abituato a sentire i suoi dubbi
sulla religione che ho messo in discussione anche la mia, di fede
– maledica e
benedica quel cazzo di giorno, contemporaneamente.
Lo
maledica perché se gli avessi detto che potevo
fare strada da solo non sarei mai arrivato a tutto questo.
Lo
benedica per lo stesso motivo.
Gli
ho detto di sì. Sono entrato nella band. Ho
registrato l’intro del primo cd con loro, perché
‘so fare cose incredibili con
la chitarra’, ho la nausea dal sentirmelo ripetere. Ho
cominciato a pensare
automaticamente agli Avenged Sevenfold come la band a cui appartenevo.
In
tutto quel tempo, quando non c’era nessuno che
ci girava attorno, Jimmy mi aveva sempre fatto presente che era
innamorato di
me. Io per decidere se volevo dargli ascolto ci ho messo un
po’. Ma alla fine
ho acconsentito piuttosto presto, anche se non avevo ancora deciso
esattamente
cosa provavo per lui.
Quant’è
ridicola tutta questa storia e io me ne
accorgo solo quando è miseramente finita.
E
allora tra la sua ragazza, quelle con cui uscivo
io tanto per fare e le registrazioni di Waking The Fallen io e Jimmy
rubavamo
alla notte qualche ora, lui per amarmi, io per farmi amare. Mi sembra
incredibile che non mi abbia mai detto nulla per tutta la mia freddezza
quando
lui mi ripeteva le solite due parole sussurrandomele nelle orecchie, al
buio,
abbracciato a me che mi nascondevo dai suoi occhi troppo espressivi
dandogli le
spalle come per caso.
Il
suo problema erano gli occhi. Se non avesse
avuto quegli occhi e non avesse saputo come usarli per farmi crollare,
forse
non sarebbe andata così.
E
poi c’è stato Waking The Fallen, il primo timido
successo, il primo ‘tour’ che fosse vagamente degno
di essere chiamato così, la
pausa in cui nuovi testi e melodie fremevano per essere pubblicati.
Poi
c’è stato City Of Evil, il grande debutto nel
mondo della gente seriamente famosa degli Avenged Sevenfold. E tutto
succedeva
così in fretta che non avevo tempo di fermarmi a riflettere
quello che avevo
rimandato prima. Un video, un’altro, un’altro
ancora; eravamo così entusiasti,
più di quanto non lo fosse la gente di noi. Tutto sembrava
sorridere, i fan, i
produttori, la casa discografica.
Quando
succede così, poi, accade per forza che ti
fermi un attimo a respirare e il cervello ti si riaccende
all’improvviso e tu
ti poni delle domande e una voce ti dice che stai sbagliando tutto, che
gli
ideali che ti eri costruito a fatica crescendo li stai buttando nel
cesso uno dopo
l’altro, che quello che stai facendo è una fottuta
merda. Mentre, forse, ti
rendi conto che la persona che frequenti da tanto tempo la ami davvero,
che i
tuoi amici sono i migliori dell’universo, che suoni come un
dio e la gente se
ne accorge, che la tua vita è un percorso destinato solo a
salire, salire,
salire verso l’apice del successo, tu, allora, ti fermi a
pensare.
Ed
è la peggiore cosa che possa succederti.
Ed
è la cosa che è successa a Jimmy. Ed è
la cosa
che l’ha portato all’apatia.
È
la cosa che gli ha fatto scrivere Afterlife, è la
fottuta cosa che gli ha fatto scrivere Almost Easy. È la
cosa che l’ha convinto
che la vita è tutta soltanto una gigantesca finzione, una
gigantesca bugia
spudorata. Ma lui preferiva chiamarla ‘finzione’.
I
momenti in cui viveva e basta come noi e quelli
in cui si fermava a pensare si alternavano con una velocità
spaventosa. Io
volevo solo farlo sentire meglio. E allora rimandavo i momenti in cui
volevo
parlargli perché non si fermasse ancora a pensare.
E
allora ho continuato a farmi amare in silenzio, forse
un po’ meno freddamente di prima.
Ma
gli Avenged Sevenfold non si erano fermati. Gli
Avenged Sevenfold, come gruppo, non si sarebbero per nulla fermati a
pensare.
Andavano avanti. A una velocità spaventosa noi insieme
andavamo avanti,
vincevamo premi a destra e a manca, pubblicavamo l’album con
il nostro stesso
nome, facevamo un tour mondiale. Una piccola pausa, niente di
più, ci eravamo
presi un respiro nell’aria piacevole del successo.
Pubblicavamo Diamonds In The
Rough, un live. Ci lasciavamo piacevolmente trasportare dal successo.
Poi
ci siamo resi conto che non avevamo più idee.
Eravamo vuoti. E per questo ci siamo fermati a pensare tutti quanti, ci
siamo
presi qualche tempo di pausa tra un album e l’altro di
qualche anno. Per questo
l’ha fatto di nuovo anche Jimmy e per questo, io ancora non
trovavo il coraggio
di dirgli che avevo deciso che lo amavo.
Non
volevo complicargli ancora le idee. Volevo che
fosse fottutamente felice, ma lui non lo era. Cominciava a dire cose
strane.
Cose che di solito dice la gente che vuole suicidarsi.
Un
giorno, eravamo insieme per decidere che fare
della nostra vita di rocker indecisi. Ha detto: ‘se un giorno
non sarò più
qui,vorrei che sapeste che siete i miei fottutissimi migliori
amici.’ Noi gli
abbiamo detto che non doveva preoccuparsi. Che noi lo amavamo. Che
saremmo
rimasti insieme, Fino Alla Fine.
Quanto
ci sbagliavamo. Tutti quanti, tranne lui.
Un
giorno, il giorno dopo Natale, ha detto che
aveva scritto qualcosa. Ce l’ha letto.
Era
fantastico, come sempre, ma io sentivo
una familiare sensazione di allarme mentre lo
ascoltavo. Perché diceva di aver capito come fa il mondo a
sopraffare un uomo?
Perché ci chiedeva di non avere paura, quando lui si sarebbe
liberato dalla
vita? Perché voleva che dicessimo a tutti che sperava
trovassero la loro
strada, quando lui non ci sarebbe più stato?
Naturalmente
che si riferisse a noi l’ho capito
dopo.
Non
dico che si sia suicidato, non lui, non
l’avrebbe mai fatto. Solo che sapeva che stava per morire e
non ha comunque
cercato di cambiare le cose. L’ha lasciato succedere
perché gli andava bene
così, non aveva più la smania di vivere che
avevamo noi.
Quella
sera sono andato da lui. Era felice di
vedermi, o almeno lo sembrava. L’ho abbracciato. Ha detto,
“Ti mancavo,
Brian?”, ha ricambiato l’abbraccio, l’ho
sentito nascondere il viso contro la
mia spalla. Mi ha chiesto perché ero venuto da lui, mentre
mi prendeva la mano
e mi tirava verso il divano, dove ci siamo messi a parlare. Gli ho
detto che
volevo parlargli.
Lui
aveva appoggiato la testa sulla mia spalla, mi
teneva ancora la mano. “Domani”.
“Jim,
è una cosa importante..”
“Appunto,
possiamo parlarne domani, no?”.
Le
sue labbra contro le mie. Ancora. Ancora.
“O
il giorno dopo”.
La
mia mano appoggiata piano sulla sua guancia, i
suoi occhi piantati nei miei. “E se proprio non riuscissi ad
aspettare fino a
domani? O al giorno dopo?”. Avevo aspettato per qualcosa come
quattro anni, ma
ora non riuscivo ad aspettare un altro minuto.
Di
nuovo le sue labbra sulle mie, l’umido della sua
lingua che incontrava la mia. “Eri venuto solo per
quello?”
“Ero
venuto per te.”,ho replicato.
Altro
bacio. “Ti amo.”
“Lo
so. Jimmy,io..”
“Mmmh,
abbiamo detto domani..”
“Non
posso. Ti amo, Jimmy. Non ho mai avuto il
coraggio di dirtelo.”
Era
rimasto in silenzio, la testa appoggiata sulla
mia spalla, abbracciato a me. Ogni tanto mi giravo e gli appoggiavo
qualche
bacio sulla fronte, sulla guancia, sulle labbra, ogni tanto li
ricambiava.
Finché non si era addormentato. Finché non mi ero
addormentato anche io. Ero
rimasto lì fino alla mattina dopo, Michelle non si era
preoccupata di dove
fossi, siamo andati in studio insieme, il giorno dopo.
Oltre
la sua malinconia di fondo che mi contagiava
mi sentivo felice. Lo amavo. Lui lo sapeva. Avevamo davanti la
registrazione di
un album, un nuovo anno, il suo prossimo compleanno, un altro tour...
Quando
Matt aveva chiamato anche me per dirmi che
l’avevano trovato morto, mi è crollato il mondo
addosso. E al posto di tutta
quella bella roba là davanti mi sono trovato un muro su cui
non faccio altro
che sbattere la testa, giorno dopo giorno.
Avevo
visto le pastiglie, sul tavolino di fronte al
divano. Piccole, rotonde e azzurrine, con la ‘v’
nel mezzo. Sapevo che le prendeva.
Non avrei dovuto essere sorpreso di niente.
Invece
lo ero. E lo sono ancora.
Non
riesco a capacitarmene.
Non ci
riuscirò mai.
Bene.
No,anzi,
male, malissimo.
Che
cazzo è questa roba,eh?
Qualcuno
me lo spieghi. Io e le promesse con me stessa non andiamo
d’accordo,va bene. Mi
ero promessa che non avrei mai scritto riguardo la morte di Jimmy.
Invece,ta-tarataan, l’ho fatto! Mi sembra naturale.
Scusate,ma
sono seriamente furiosa con me stessa.
E,ah
si, scusate se pubblico oggi {mercoledì}, e non il
martedì ovvero ieri, ma per
una serie di motivi che blablabla non ci sono riuscita. Per la serie di
motivi
blablabla oggi sono anche con l’incazzatura
facile,EVVIVA,perché mi ci mancava
qualcos’altro in ‘sto schifo di vita eh
°-°
Dunque,riguardo
la storia e mettendo da parte i miei problemi personali e la mia
famiglia di
psicotici depressi: non ho troppo da dire, solo che penso che quello
che ho
scritto sia più o meno successo. Ho cercato di essere il
più realista possibile
{a parte con la storia che Jimmy stava con Syn},anche se qualcosina
comunque
l’ho cambiato perché sennò la storia
era ancora più campata in aria di quanto
non sia già.
Hm,altro?
Direi di no.
Ringraziamenti!
friem, Josie 182, two_dollar_bill,
Vibeke Vengeance_Sevenfold e Teardrop
on the Fire ovvero i santi che perseverano a recensire. Senza
di voi avrei
già chiuso da secoli questa inutilissima raccolta D: E,
naturalmente, persa tra
i meandri di Efp c’è anche EmilyFICTION che non
recensisce mai,quella
peripoatetica ù_ù
Ok,ho
finito di monologare.
Ciaociao
a tutti *entusiasmo alle stelle*
*Frankie.
P.s:
{per Teardrop è.é} ...Mi ricordo che in una delle
prime recensioni avevi detto
che ti sarebbe piaciuto leggere anche una jimmyxbrian e mi dispiace di
aver
scritto questa storia insulsa proprio su questo pairing
°-° Chiedo venia çWç
mancavo di ispirazione alternativa,scusorry.
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Capitolo 7 *** You should've killed me when you had the chance.{mattxbrian} ***
{Genere: drammatico,
erotico, thriller
Rating: arancione
Avvertimenti: AU,
slash, what if?, song-fic, non
per
stomaci delicati
Personaggi:
Matt Shadows, Synyster Gates}
~You should’ve killed me
when you had the chance.
So I say
goodbye to a town that has ears and eyes.
I can hear you whispering as I walk by,
Familiar faces smiling back at me, and I knew
This would make them change.
Brian si guardò intorno ancora una
volta, passando in rassegna le cinque paia di occhi che lo guardavano
in attesa
che mandasse avanti la conversazione. Ma per quanto lo riguardava,la
conversazione era più che terminata. Guardò
ancora una volta i suoi amici che
dicevano qualcosa tra loro, i suoi genitori che lo fissavano apprensivi
e
addolorati. Poi, senza riuscire a sopportare oltre quella situazione,
si alzò e
intraprese la camminata apparentemente lunghissima fino alla salvezza
della
porta bianca coi vetri opacizzati e rinforzati con una rete metallica
per non
si sa quale scopo. Uno, due, tre passi, e doveva ancora superare i suoi
genitori, doveva ancora passargli accanto e sopportare il bruciore dei
loro
sguardi così da vicino, oh chi
cazzo
aveva progettato quella sala visite.
Quattro, cinque, ora
era a
un passo dal lato del tavolo dove sedevano sua madre, suo padre,
Zachary, James
e Johnathan. Sei, sette, cinque facce che si voltavano chiedendosi perché?, otto nove la strada
si faceva
più semplice da percorrere dieci undici dodici tredici ed
era arrivato alla
porta.
Salvo.
Appena entrato nello
stanzino
che separava la sala visite dal corridoio d’ingresso della
clinica, aspettò che
la porta si chiudesse e la donna in camice bianco dall’altra
parte della
seconda porta dicesse ai tecnici di far scattare la serratura.
Clack.
Aprì la
porta e con una faccia
il più neutra possibile mentre sentiva la rabbia montare
dentro il petto per le
voci che arrivavano smorzate dalla sala, volevamo
stare con lui, è possibile avere un’altra visita?
Mi dispiace, signora, non
siamo stati noi a decidere di interrompere la visita, se il paziente,
poi
la seconda porta si richiuse e le voci diventarono un’altro
borbottio smorzato
dentro le sue orecchie.
“Non ti fa
piacere stare
con loro?”, gli chiese dolcemente la donna in camice, che
voleva che lui la
chiamasse Ally e non ‘dottoressa Severson’ come
diceva il cartellino appeso
alla tasca del suo camice.
“Non ne avevo
voglia”,
rispose apatico.
Ally sorrise con uno di
quei sorrisi condiscendenti che si fanno ai vecchi o ai bambini molto
piccoli e
gli appoggiò una mano sulla schiena, per rassicurarlo.
“Non ti preoccupare,
sono sicura che la prossima volta ti sentirai meglio. Vuoi tornare
nella tua
stanza?”
Brian annuì,
distogliendo
lo sguardo e stringendo i pugni fino a sentire le unghie lasciargli
segni rossi
nel palmo per soffocare il tremito di rabbia che, ogni volta che apriva
bocca,
Ally gli provocava.
Camminò a
passi regolari
con quelli di Ally lungo l’altro corridoio, più
stretto, dentro l’ascensore,
lungo un’altro corridoio ancora fino a una stanza anonima con
il numero 419 scritto
a caratteri neri sul vetro, anche quello opaco e rinforzato, come tutti
i vetri
delle porte della clinica.
Ally lo fece entrare e
sorrise di nuovo. “Tra un’ora
c’è il tuo appuntamento con il dottor Halloran.
Torno
a chiamarti, va bene?”, e senza aspettarsi una risposta
richiuse la porta e
sparì nel corridoio bianco.
Il problema maggiore di
quel posto era che era tutto fottutamente troppo bianco.
Le tute troppo arancioni,
certo. Le coperte troppo blu,
certo. Ma le pareti, le porte, i tavoli, le sedie, i
camici dei dottori e degli inservienti erano decisamente troppo bianchi.
Anche le pareti di quella stanza,
quel giorno erano bianche.
Bianche, con le
striature rosse degli schizzi di
sangue che
colavano.
Come
l’avevano guardato
diversamente tutti, dopo.. Sapeva che li avrebbe fatti cambiare tutti.
Infatti
erano cambiati.
Ora lo guardavano come
un
malato mentale psicolabile schizofrenico chiuso in una clinica di
salute
mentale e riabilitazione.
E avevano perfettamente
ragione.
The only thing that's going
to bother me
Is that you'll all call yourselves my friends.
Se solo non si fossero presentati
puntualmente ogni due settimane a pretendere di vederlo. Se solo non
avessero
fatto così finta di continuare ad amarlo dopo quello che era
successo.
Why can't you
look me in the eyes one last time?
Prima
del processo non l’avevano voluto. Prima
del processo che l’aveva dichiarato non colpevole e affetto
da disturbi mentali
gravi, nessuno di quelli che ora erano venuti a visitarlo avevano
voluto,
neanche per un momento guardarlo un’ultima volta negli occhi.
Perché aveva
ucciso il loro
migliore amico. Il migliore amico di Brian, per giunta.
Qualcuno direbbe che
è
naturale.
Qualcuno non
riuscirebbe a guardarlo negli occhi nemmeno dopo. E questo
l’avrebbe accettato. Quello che non
accettava era la loro ipocrisia di credere fin troppo fermamente nelle
cure
psichiatriche che stava ricevendo, altrimenti dette ‘lavaggio
del cervello’ o
‘lobotomia’.
The writings
on the wall, you've read that I'll be gone, but if you call my name
Just know that I'll come running, for one more night to spare with you.
This is where I'm meant to be, please don't leave me.
Perché,
andiamo. Sapevano che lui stava con Matt. Sapevano che Matt era uno
stronzo. Sapevano che Brian lo amava, forse in un modo un
po’ troppo possessivo, poteva concederglielo. Ma lo amava.
Dopo quella
sera invece, loro erano scomparsi e ogni due settimane
tornavano alla clinica a fare finta di volergli bene.
Non era colpa sua. Era
malato. Non era stato lui. Aveva avuto uno degli
attacchi. Però se lo ricordava. Ma non era stato lui. Era
stata la sua malattia.
Era stata la voce dentro la sua testa.
I've read these stories a thousand times, and now I'll rewrite them
all.
You're meddling in an anger you can't control.
He meant the world to me, so hold your serpent tongue.
Is a whore’s lies worth dying for? I'll just
take my time.
Se l’era ripetuto centinaia di
volte ma non mancava mai di ripeterselo.
Avrebbe potuto
fracassare
la testa di Ally contro il muro in un paio di colpi.
Avrebbe potuto
strangolarla nel giro di pochi minuti premendo con le dita sulla sua
gola.
Avrebbe potuto
prenderla a
pugni finché non le avesse maciullato tutti gli organi
interni fino a
spappolarli.
Avrebbe potuto, ma gli
stavano insegnando a non farlo. A trattenere la sua rabbia. A calmare
la voce.
Se pensavano di farla
sparire si sbagliavano di grosso.
Quella volta non aveva
saputo come trattenerla. L’aveva lasciata guidarlo. La rabbia
che montava
spaventosamente.
Ma gli urli.
Non lo facevano
dormire.
Gli urli di piacere di
Matt.
Che
chiamavano il nome di qualcun altro.
The only thing
that's going to bother me
Is that you'll all call yourselves my friends.
Quando vieni tradito dal tuo
amante ti aspetti dolore. Ti aspetti che la nausea ti sopraffaccia al
solo pensiero.
Ti aspetti lacrime, scenate, separazioni, scuse banali, baci non voluti
o
almeno non più, ti
aspetti di voler
rimanere da solo a leccarti le ferite e di non voler rivedere
l’oggetto del
desiderio.
Nessuna di queste cose
aveva minimamente sfiorato il cuore di Brian.
Oh, come ricordava
quando
il nome che le labbra di Matt pronunciavano tra un ansito e
l’altro era il suo.
Quando il corpo violato
era il suo.
Quando la lingua che si
intrecciava con quella di Matt era la sua.
Quando
l’organo che le
mani di Matt soddisfacevano a tempo con le proprie spinte era il suo.
Oh, si, quando
l’orgasmo
raggiunto in contemporanea univa le grida di loro
due.
E, si, poi di nuovo le loro lingue che si cercavano e i polmoni
alla ricerca di un po’ di ossigeno e l’avrebbero
fatto di nuovo.
I walked into
your house this morning,
I brought the gun from our end table,
Non sapeva come ci era
finita, non sapeva nulla fino a quella sera, ma c’era una
pistola nascosta
sotto il sedile della sua auto e improvvisamente lo sapeva. La voce,
diceva che
era lì e lo aspettava.
Prima che la prendesse
era
passata qualche ora. E ormai era quasi mattina. Aveva controllato il
caricatore
della pistola ed era pieno.
Stringendosi il pollice
dentro il pugno fino a sentire i legamenti che cedevano dolorosamente,
era
uscito dalla macchina, era entrato il più rumorosamente
possibile a casa di
Matt con la sua copia di chiavi.
“Matt.”,
l’aveva chiamato.
Non aveva nascosto la
pistola. A differenza sua, non aveva intenzione di nascondergli nulla.
Era comparso dalla sua
camera e aveva avuto paura. E aveva detto qualcosa che Brian non aveva
voglia
di ascoltare, e non ci riusciva, perché tutto quello che
sentiva era la voce
nella sua testa che gli diceva, uccidilo,
uccidilo, uccidilo.
L’aveva
inseguito. Matt
non era tipo da scappare come una ragazzina, indietreggiava e cercava
di
calmarlo, gli occhi che si riempivano sempre di più di
terrore.
Brian vedeva la propria
espressione riflessa nelle sue pupille. La propria maschera di odio e
ira che
stonava fin troppo con i suoi lineamenti marcati.
“Non
scappare, Matt.”, gli
disse a voce alta per farsi sentire sopra le parole intrise di terrore
che
balbettava lui.
Gli corse dietro, lo
inseguì, e intanto la voce dentro la sua testa continuava, uccidilo, uccidilo, uccidilo.
Uccidilo, uccidilo,
sparagli.
Uccidilo,
uccidilo,
uccidilo.
E il rumore dello sparo
era stato più forte di quanto si aspettasse.
Your blood was
strewn across the walls.
They'll find you on your bathroom floor, when I’m done.
E aveva guardato negli occhi color
nocciola che guardavano lui come ultima cosa e aveva pensato avresti dovuto farmi fuori tu quando ne
avevi la possibilità.
Poi aveva puntato la
pistola sulla sua fronte, in mezzo agli occhi terrorizzati, sulla pelle
bagnata
da goccioline di sudore gelido, inginocchiandosi accanto al suo corpo
che aveva
disperati spasmi dei muscoli ormai fuori controllo.
La pozza di sangue si
allargava troppo lentamente sul pavimento, non aveva colpito nessuna
arteria
importante, ci avrebbe messo giorni a morire dissanguato.
No, non voleva vederlo
agonizzare.
Non voleva rischiare
che
si salvasse.
Gli fece una carezza
leggera sulla guancia, sentendo il sadismo che gli faceva allargare le
labbra
in un sorriso.
Voleva ucciderlo.
Sorrideva mentre
premeva
la canna della pistola sulla fronte del suo amante e i suoi occhi lo
guardavano
con quello sguardo di disperazione di chi sta per morire.
Aggiustò la
presa sulla
postola.
Poi premette il
grilletto,
di nuovo.
Poi le fottute pareti
bianche del bagno erano puntinate di rosso che subito cominciava a
colare verso
il basso formando graffiti incomprensibili sulla vernice.
E, oh, la seconda pozza
di
sangue fu molto più veloce a spargersi sul pavimento.
Non ti aspetti mai la
quantità di sangue che un’arteria cerebrale
può perdere. Quando la materia
grigia è completamente spappolata, l’emorragia ti
fa colare sangue denso di
neuroni morti dagli occhi e dal naso. E i muscoli si rilassano. Gli
occhi
coperti da un velo di globuli rossi annacquati si riversano verso
l’alto e le
palpebre, quelle non si chiudono mai. Rimangono aperte e mostrano lo
scempio
che hai fatto della persona che amavi di più al mondo.
E tu ti dici che non ti
sei mai sentito così bene.
E avvicini il viso alla
testa fracassata, all’orecchio coperto dai capelli zuppi di
sangue e frammenti
di ossa bruciate e distrutte, e, ripeti,
But should I
write it all off?
But should I write it all off?
(You should have killed me when you had the chance.)
“Avresti
dovuto farmi
fuori tu quando ne avevi la
possibilità”.
Spero che abbiate
letto
gli avvertimenti prima di ritrovarvi catapultati in questa storia
allucinante.D:
Scusate, non
è nemmeno
basata prettamente sul pairing in realtà, ma ripeto che
l’ispirazione fa quello
che vuole lei. Ieri sera ho avuto tipo lampo di genio con questa
canzone e
puff, è uscita questa oneshot qui.
La canzone
è You
Should’ve Killed Me When You Had The Chance degli A Day To
Remember, è
carinissima e spero la conosciate ^-^” il testo in alcuni
punti è leggermente
modificato dal femminile al maschile, capitemi, Matt non è
una donna.
Ho messo gli
avvertimenti in alto che non era per stomaci delicati perché
so che quando
scrivo cose del genere non mi rendo conto di quanto vado oltre. La
descrizione
del cadavere forse era un po’ troppo spinta.
Scusatemi.>.>”
Detto ciò:
grazie per
le recensioni allo schifoso capitolo precedente °D° Moodswing Whiskey *datemi la forza per
scrivere giusto il suo
nome*, two_dollar_bill, Josie 182, mana___A7X,
friem e Vibeke
Vengeance_Sevenfold sono delle
sante! YAY! Se c’è chi legge in silenzio e non
recensisce che esca dall’ombra
ù_ù
Quindi, spero di aver
fatto un buon lavoro e di non aver infangato gli ADTR
ç__________ç
So long now goodbye!
*Frankie
|
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