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di Arashinoharuka
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I won't see you tonight,pt.1 {synacky} ***
Capitolo 2: *** Before the possibilities came true, I took all possibilities from you! {jimhonny} ***
Capitolo 3: *** Don't wake up {zackyxjimmy} ***
Capitolo 4: *** Conjuring HIS deepest fears {jimmyxmatt} ***
Capitolo 5: *** Please don't look at me with those eyes! {zackyxmatt} ***
Capitolo 6: *** Well I have so much to say but you're so far away. {jimmyxbrian} ***
Capitolo 7: *** You should've killed me when you had the chance.{mattxbrian} ***



Capitolo 1
*** I won't see you tonight,pt.1 {synacky} ***


Bene..Ecco la prima della serie di OS che ho intenzione di postare. Dieci in tutto. Una per ogni possibile coppia negli Avenged Sevenfold. Jimmy compreso.
Si, ho una mente malata.
In ogni caso questa è la prima. In questo caso è una songfic ispirata da I Won’t See You Tonight Pt.1, ma non saranno né tutte songfic, né tutte allegre, né tutte tristi, né tutte a lieto fine, né tutte porno [ma la maggior parte si LOL] e bla, bla. Dipenderà da come mi sento u.ù Indicativamente aggiorno una volta alla settimana in ordine sparso e spero davvero di riuscire ad arrivare alla fine di questa impresa. [voglio dire, fare fanfic su pairing come Zacky/Johnny è una cosa che necessita di MOLTA fantasia.Spero di averne abbastanza.MWAHAHAHA.*risata malefica di afterlife*]
Buona lettura, ci risentiamo più in basso u.ù
 
{avvertenze per la singola OS, cosicché sappiate a che cosa andate incontro. [scritte esattamente come le selezionerei da efp se pubblicassi la storia singolarmente]
Genere: introspettivo, romantico, malinconico, fluff
Personaggi: Zacky Vengeance, Synyster Gates
Rating: verde
Avvertimenti: oneshot [maddai], slash, what if?, sfiora anche l’OOC}
 
 
 
 
 
 
 
~I won’t see you tonight.
 
 
 
Cry alone, I’ve gone away.
No more nights, no more pain.
I’ve gone along, took all my strenght.
I’ve made the change, I won’t see you tonight.
Sorrow sank deep inside my blood.
 
Brian guardò con lo sguardo spento le parole scritte di fretta sul biglietto di carta appoggiato sul tavolo.
“Stanotte non mi rivedrai.”
Allungò la mano per prendere il foglietto. Si sentiva talmente intontito che rimase ad osservarlo per cinque minuti buoni,alla fine dei quali avrebbe saputo dire persino la marca della penna che Zacky aveva usato per scriverlo o il tipo di quaderno da cui aveva strappato l’angolo di foglio.
Carta bianca, a righe azzurrine, inchiostro nero a tratto grosso un po’ sbavato sulla prima parola.
Riappoggiò il biglietto dove l’aveva trovato. All’improvviso il torpore era sparito e gli usuali sentimenti che si sarebbe aspettato di provare lo colpirono come una fredda, gelida pugnalata al petto: deglutì a fatica cercando di sciogliere il nodo soffocante che sentiva alla gola e di dominare la nausea che lo fece barcollare all’indietro.
Si diede del cretino e si ripeté le parola scritte da Zacky sul biglietto come un mantra, mentre tentava di riappropriarsi delle proprie facoltà fisiche di quel che bastava per arrivare fino alla camera, al piano superiore, e lasciarsi cadere sul letto.
Non appena chiuse gli occhi, un paio di lacrime bollenti gli scesero sugli zigomi e i pensieri ripresero ad affollargli la mente come al solito.
“Ho smesso di farmi trattare come una bambolina, Syn!”
Erano solo tre ore prima. Oh,se solo il tempo fosse stato più lento.
Tu vuoi troppo,Zack, aveva risposto.
“Voglio solo stare con te ed essere trattato decentemente!”
Renditi conto della situazione, renditi conto di quello che dici prima di accusarmi! Guardati intorno, stare insieme come vuoi tu non è possibile!
“Allora datti da fare per cambiarla questa situazione!”
Non puoi muovere il culo tu, eh?!
A quel punto Zacky si era fermato,offeso, mentre la rabbia gli montava lentamente dentro al petto.
“Hai ragione. Non cambiamo un cazzo. Anzi, cambiamo una cosa sola,IO ME NE VADO.”
Smettila di essere infantile!
“Questo non è essere infantili, è fare le scelte meno scomode per gli altri!”
Questo è fare una cazzata e basta, Zacky!
“Tu non vuoi cambiare le cose e così, non possiamo andare avanti? Beh,bene! Allora NON ANDREMO AVANTI!”
Zacky!
Era sparito al piano di sopra e aveva sbattuto una porta,probabilmente quella della camera degli ospiti in previsione che anche Brian avrebbe voluto chiudersi nella propria. Invece lui non osò seguirlo, non gli avrebbe fatto le scuse che voleva, perché aveva esagerato. Invece di fare l’adolescente in crisi ormonale come stava facendo Zacky da praticamente sempre, recuperò le chiavi della sua macchina e una giacca e uscì per andare a farsi un giro nel tentativo di calmare la rabbia e, quando fosse tornato a casa, certo di trovare Zacky ancora furioso e chiuso nella stessa stanza, di essere capace di fare una discussione senza gridare e a mente lucida.
Invece si era sbagliato.
Invece quando era tornato Zacky era già andato via.
Si chiese dove avesse esagerato lui. Probabilmente stava esagerando un po’ da troppo tempo,ecco.
Ma poteva andare male a tutti,vero?
stava andando male a tutti. Anche a lui. Zacky avrebbe potuto capirlo.
Non mi serve a un cazzo rimanere a pensare scuse idiote per sentirmi meno male. Non servono. Sto già uno schifo. D’accordo, ci penso dopo.
Si sforzò di addormentarsi per calmarsi ancora sperando che Zack non stesse facendo qualcosa di molto stupido, come invece stava probabilmente succedendo.
 
All the ones around me I cared for and loved..
Building up inside of me a place of dark so cold,
I have to set me free.
Don’t mourn for me, you’re not the one to place the blame.
As bottles calls my name, I won’t see you tonight.
 
Zacky aspettò qualche minuto dopo aver sentito Brian uscire prima di decidersi che non sarebbe tornato in casa all’improvviso. Uscì dalla stanza degli ospiti dove si era chiuso e scese le scale,recuperò le sue cose e uscì dalla casa, andando a rifugiarsi nella sua macchina non sapendo dove altro andare.
A casa, non se ne parlava nemmeno. Non aveva voglia di vedere la sua,uhm, cosiddetta ‘ragazza’.
Chiuse gli occhi e si rifugiò in un angolino della sua mente,lontano dal mondo reale. Faceva freddo in quel posto. Prima cosa da fissare: lui odiava Brian.
Seconda: lo amava, anche.
Terza: non aveva intenzione di vederlo più.
Quarta: dato che suonavano nella stessa band già da tre anni, era essenzialmente impossibile non rivederlo più, per cui
Quinta: l’avrebbe totalmente ignorato.
Rimaneva però il fatto che, in quel momento, avrebbe di gran lunga preferito farsi strappare le unghie una a una con una pinza arrugginita piuttosto che vedere Brian o chiunque altro che glielo ricordasse.
Riaprì gli occhi, avendo deciso qualcosa da fare. Sentendo un peso enorme nel petto e una fottutissima voglia di piangere, uscì dalla macchina  e rientrò a casa di Brian con la sua copia di chiavi. [Da quando stavano insieme avevano inspiegabilmente una copia l’uno della casa dell’altro. Inspiegabilmente per gli altri, almeno.] si richiuse la porta alle spalle e cercò un pezzo di carta qualsiasi e una penna. Alla fine strappò un angolo di foglio da un quadernino vuoto che trovò abbandonato nella camera di Brian e,con una penna a sfera che trovò frugando in un cassetto, ci scrisse ‘stanotte non mi rivedrai.
E fanculo a Matt che prevede il futuro scrivendo canzoni, pensò sentendo la rabbia comparire di nuovo a fianco del dolore.
Lasciò l’angolino di carta sul tavolo della cucina al piano di sotto e uscì di nuovo, questa volta avendo la cura di chiudere la porta a chiave prevedendo che Synyster non sarebbe tornato a casa prima della sera, salì in macchina e partì verso una destinazione non meglio specificata che con le parole ‘da qualche parte’.
Sarebbe sparito per un po’,ecco.
 
Sorrow sank deep inside my blood.
All the ones around me I cared for and most of all I loved,
But I can’t see myself that way,
Please, don’t forget me or cry while I’m away.
 
Erano le dieci e mezzo di sera quando ricevette la prima chiamata di Brian. La ignorò completamente, ricordandosi anche di non avere con sé il carica batterie del cellulare da attaccare in macchina [ma nemmeno quello normale, se era per quello].
La seconda arrivò due minuti dopo, ma ignorò anche quella.
La terza si fece attendere per una decina di minuti, ma questa volta Zacky fermò la macchina e rispose controvoglia.
“Che cosa c’è, Brian?”
Dall’altra parte della telefonata Brian parve sorpreso di ricevere una risposta. “Zacky..”, rispose, non sapendo bene che cosa dire. Aveva pensato a decine di modi per dirgli quello che voleva dirgli, ma tutti i buoni propositi sparirono improvvisamente quando sentì la voce gelida di Zack.
“Lo so che mi chiamo Zacky”, rispose sarcastico lui.
“Dove sei?”
“Da qualche parte lungo un’autostrada presa a caso a un numero indefinito di chilometri da casa tua.”, rispose gelido.
Brian sembrò voler dire qualcosa, ma si interruppe. “ Io..”
“Me ne vado per un po’,Bri. Tutto qua.”
Sentì Brian deglutire inghiottendo una quantità enorme di lacrime,eppure quando lo sentì parlare la sua voce suonava comunque rotta dal pianto. “Zacky..Torna indietro, ti prego. Io..Dio,se è per quello che ti ho detto oggi, mi dispiace,non sai quanto mi dispiace!”
Zacky sentì il peso nel petto crescere a dismisura. Si sentì un grande stronzo. Probabilmente lo era e basta. “Non.. piangere,Bri.” Fece un respiro lento cercando di calmare i tremiti della voce che erano diventati troppo evidenti nell’ultima frase. “Ho..solo bisogno di riflettere un po’, su tutto. Non è un gran periodo per nessuno,qui. Io.. Bri, tornerò prima o poi.” Si odiò per quello che aveva appena detto. Non credeva di saper essere così egoista.. Dal telefono sentiva i singhiozzi di Brian,ognuno che gli strappava via un pezzo di cuore alla volta,finché gli parve di avere il petto completamente vuoto.
“Sto solo cercando di prendermi una pausa. Andrà tutto bene”, aggiunse in fretta,sperando in una risposta di Brian che non sentì. Stringendo i pugni fino a farsi male,spense la telefonata per smettere di sentire Syn che piangeva.
 
So far away, I’m gone.
Please, don’t follow me tonight,
And while I’m gone, everything will be alright.
 
Zacky appoggiò il cellulare sul sedile vuoto accanto a sé e si preparò a ricominciare a guidare verso non sapeva bene dove con la sensazione di dover tornare indietro.
Girò la chiave una, due, tre volte.
La macchina non si accendeva.
Vaffanculo alla benzina., pensò.
 
                                                                                                           ***
 
Brian continuò a singhiozzare per un tempo che gli parve lunghissimo dopo che Zacky gli riattaccò la telefonata in faccia. Quando cominciò a calmarsi,facendo dei lunghi respiri profondi, buttò il telefono sul divano accanto a sé e andò a sciacquarsi il viso con l’acqua fredda, gli occhi che bruciavano, fottuta l’idea di usare cosmetici.
Cercando di ragionare seriamente,pensò che se conosceva Zacky abbastanza bene, probabilmente stava guidando verso nord. Se stava guidando verso nord probabilmente stava guidando verso Los Angeles.
Respirando ancora in modo irregolare, decise di andare a recuperarlo.
Uscì di casa augurandosi di trovarlo entro la mattina successiva.
 
                                                                                                          ***
 
Il giorno in cui aveva baciato Brian per la prima volta erano completamente ubriachi.
Zacky si chiese perché era finito a pensare a quello,mentre aspettava essenzialmente che la benzina ricomparisse magicamente nel serbatoio della sua macchina con la fronte appoggiata al volante e gli occhi chiusi.
Erano completamente ubriachi ed era poco dopo la fine delle registrazioni di Sounding The Seventh Trumpet. La sera erano andati con gli altri a festeggiare in un locale ed erano tornati a casa insieme e Zacky aveva chiesto a Brian di rimanere a dormire da lui.
Brian gli aveva detto che, sì, poteva fermarsi. Che però non aveva un’altra stanza per cui avrebbero dovuto dormire insieme.
Anche da ubriaco fradicio Zacky aveva colto l’invito nella frase, sapendo benissimo che avrebbe potuto piazzarlo a dormire su divano se non l’avesse voluto a letto con lui.
Dopo che si erano coricati entrambi,Brian si era casualmente voltato verso Zacky nel letto minuscolo e, sempre casualmente, era finito sopra di lui con le labbra a mezzo centimetro da quelle dell’altro.
E casualmente erano rimasti una mezz’ora buona a limonare come due adolescenti al primo appuntamento prima di addormentarsi avvinghiati l’uno all’altro.
Zacky ridacchiò senza la minima traccia di allegria mentre era nella sua macchina senza benzina fermo da qualche parte sull’autostrada per Los Angeles con le fronte appoggiata al volante e pensava alla prima volta che aveva baciato il ragazzo che aveva appena abbandonato.
La mattina dopo si erano svegliati imbarazzati e con un sacco di previsto mal di testa. La mattina dopo,Zacky l’aveva passata cercando un  modo perché quello successo la sera prima si ripetesse.
“Ti ricordi che cos’è successo ieri sera?”, gli aveva chiesto qualche giorno dopo Brian, mentre erano da soli sulla spiaggia deserta dato che era inverno e come se non bastasse anche notte fonda.
Zacky aveva rimuginato su cosa fosse meglio rispondere. Alla fine aveva mugugnato un sì incerto fissando l’orizzonte invisibile al buio.
“Ah,cazzo.”, aveva detto Brian.
“Perché?”, aveva chiesto Zacky voltandosi a guardarlo.
Brian aveva scosso la testa. “Niente. Un modo usuale di passare una serata tra amici, insomma”, aveva risposto ironico.
“Dopo che ho passato una notte abbracciato a te e una sera a baciarti credi ancora che voglia essere solo tuo amico?”, aveva replicato Zacky guardandolo con un mezzo sorriso imbarazzato dipinto sulla faccia.
Brian ci era rimasto un po’ di sasso. Aveva aperto la bocca per dire qualcosa, poi si era bloccato richiudendola, e alla fine aveva ridacchiato scuotendo la testa. “Vuoi dire.. Oh, cazzo”. Si era passato una mano fra i capelli, poi aveva guardato Zacky con la speranza che gli luccicava negli occhi scuri e un sorriso idiota stampato sulle labbra. “vuoi dire che sei innamorato di me, Vee?”
Zacky aveva abbassato la sguardo sulla sabbia con cui stava giocherellando nervosamente. “All’incirca”, aveva risposto alla fine.
“All’incirca?”. Syn aveva ridacchiato di nuovo. “Se te lo chiedessi, ti metteresti con me?”
“Mmh”,aveva risposto cercando di fare l’enigmatico ma sapendo benissimo che sembrava soltanto imbarazzato esattamente com’era davvero.
Gli era parso di sentire Brian avvicinarsi e aveva sentito la sua voce ridotta a poco più di un sussurro. “Vuoi metterti con me, Zacky?” Quando si era accorto che era così vicino che, mentre parlava, sentiva il suo respiro sul collo,si sentì raggelare, lo stomaco pieno di stupidissime farfalle che faceva le capriole.
“Forse”, aveva risposto, voltandosi a guardarlo negli occhi.
Si erano baciati di nuovo. Lingue che si cercavano. Zacky si era staccato qualche attimo per rispondere, “Beh, ok, si”.
Niente risata questa volta. La reazione al ricordo, questa volta, fu una lacrima di cui si accorse soltanto perché cadde facendo plic sul dorso della sua mano appoggiata sulla gamba. Tirò su col naso sentendo il nodo alla gola farsi sempre più stretto. Battè le palpebre e sentì altre lacrime scendergli lungo le guance e cadere facendo plic sulla sua mano rimasta immobile.
 
No more breath inside.
Essence left my heart tonight.
 
Che cazzo ho fatto., pensò sentendosi un idiota e con una voglia incredibile di tornare indietro, andare da Brian e dirgli che si era comportato come un idiota egoista e che gli dispiaceva.
Invece la sua macchina aveva deciso di finire il carburante quella stronza.
Rimase fermo,non avendo nulla da fare dato che non aveva grande voglia di uscire di notte a cercare una stazione di servizio per recuperare una tanica con un po’ di benzina per poter guidare almeno fino dove poteva fare un pieno decente.
Qualcosa ticchettò contro il suo finestrino.
Gli parve anche di sentire una voce. Lanciò un’occhiata alla propria sinistra,chiedendosi se ci avrebbe visto un automobilista random che l’aveva visto e aveva pensato che si fosse sentito male.
No,cazzo.
Era Brian. Brian che con gli occhi supplicanti lo guardava ripetendogli di aprire la portiera.
Grazie dio,GRAZIE.
Zacky si tirò su, aprì la portiera e uscì abbracciando Brian, che rimase per un attimo sorpreso dal gesto.
“Mi dispiace non avrei dovuto farlo mi sono comportato come un idiota sono stato un cretino egoista solo perché mi sentivo male non sono arrabbiato con te tu non sei arrabbiato con me ti prego dimmi che non sei arrabbiato mi dispiace di essermi comportato così sono stato un idiota idiota idiota!”, si mise a dire a raffica stringendolo tanto forte che probabilmente gli stava facendo male.
Sentì le braccia di Brian che lo avvolgevano un po’meno forte di quanto lo stava abbracciando lui. “Zacky..”, lo sentì mormorare.
“Io..io..mi sono comportato in un modo schifoso ti prego perdonami ti prego..”, probabilmente avrebbe continuato finché non avrebbe ripetuto tutto cinquanta volte se Brian non l’avesse interrotto.
“Non ce l’ho con te.”
Zacky si fermò, calmandosi.
“Però sei un idiota.”, continuò Brian.
“Lo so..”, piagnucolò Zacky sentendosi in colpa.
“Non farlo mai più. Non andartene mai più.”
“te lo prometto”, mormorò nascondendo il viso contro la sua spalla.
Brian si allontanò dall’abbraccio per guardarlo in faccia. Stava per dire qualcosa, ma Zacky lo interruppe prima che potesse cominciare.
“Ti amo, Brian. Ti amo come non ho mai amato nessun’altro. E ti prometto che non mi allontanerò mai più da te.”, mormorò guardandolo con gli occhioni verdi pieni di lacrime.
E, come la sera di due anni prima sulla spiaggia, si baciarono fottendosene del mondo intorno a loro.
 
 
 
 
Eccomi! Beh com’era questa prima os? *^* voglio sapere i pareeeeri!
Ho dimenticato di dire che l’unica cosa che accomunerà queste fanfic è la noia a cui la scrittrice vorrebbe porre fine u.ù A proposito, ho cominciato con la Synacky perché in fondo in fondo è il mio pairing preferito. Li amo quei due idioti messi insieme *^*
Ok, la smetto, me ne vado. D:
see ya!
 
Frankie

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Capitolo 2
*** Before the possibilities came true, I took all possibilities from you! {jimhonny} ***


{Gereri: commedia, fluff, erotico [all’incirca]
Personaggi: Johnny Christ, The Rev
Rating: giallo/arancione
Avvertimenti: oneshot, what if?, slash}
 
 
 
 


 
 
 
 
~ Before the possibilities came true, I took all possibilities from you!
 
 
 
 
 
 



 
 
 
Jimmy prese in braccio Johnny sollevandolo senza il minimo sforzo. Ormai quando Jimmy prendeva in braccio Johnny,nessuno si stupiva più di tanto. La fissazione di Jimmy per il piccoletto era più che nota a tutti gli altri membri degli Avenged Sevenfold che quando li vedevano litigare, parlare,  picchiarsi, ridere insieme senza ragione apparente e cose del genere, continuavano semplicemente a fare quello che stavano facendo prima.
Questa volta però non avevano intorno nessuno, essendo  a casa di Jimmy, da soli. Le uniche che potevano stupirsi erano le bottiglie di birra abbandonate sul tavolino di fronte al divano da cui Jimmy si era appena alzato con Johnny in braccio che gli si aggrappò al collo per evitare di cadere.
-Cazzo fai,Rev!-, strillò.
-Per te è tardi piccoletto, fai il bravo e vai a fare la nanna!-, rispose calmissimo Jimmy.
-Mettimi giù!-, protestò Johnny senza venire ascoltato. –Non sono piccoletto, ho solo due strafottutissimi anni meno di te e adesso mettimi giù!-
-Se preferisci ti paragono a una principessa-, replicò Jimmy impassibile camminando verso le scale.
-Che cazzo, Rev! Finiscila di fare il coglione..O una birra sola da adesso ti stende?-, polemizzò l’altro con la voce che si faceva acuta.
Jimmy cominciò a salire i gradini barcollando. –Whoa, pesi, principessa-Johnny-, lo prese in giro sogghignando.
Johnny si agitò cercando di liberarsi e divincolarsi fino a costringere Jimmy a lasciarlo andare. Il punto era che stare così vicino a Jimmy era pericoloso.
Per chiunque sarebbe stato un rischio stare così appiccicato a lui, conoscendo i suoi istinti ninfomani che potevano coglierlo da un momento all’altro e che non distinguevano se chi aveva davanti era un ragazzo o una ragazza. Il punto, si ripeté Johnny divincolandosi, era che non gli sarebbe dispiaciuto finire per essere la vittima di uno di quegli attacchi di ninfomania di Jimmy.
E questo non andava bene.
Per cui dopo un secondo di pausa riprese ad agitarsi finché non riuscì a far allentare la presa di Jimmy e appoggiò i piedi sui gradini.
Jimmy gli rifilò uno di quegli sguardi che sarebbero stati capaci di affettare la volontà di chiunque, figuriamoci quella di chi, come Johnny, non avrebbe resistito nemmeno un minuto a una delle sue richieste.
-Avanti, principessa-Johnny, fammi divertire per una volta-, gli disse con una vocina falsamente acuta.
Ti odio, James Owen Sullivan! Sei il più schifoso ricattatore che io abbia mai conosciuto!, pensò furioso Johnny. La sua fermezza andò in frantumi davanti agli occhi azzurri di Jimmy e rispose, docile come un cagnolino:-E che vorresti farmi?-
-Solo trattarti come se fossi un bambino per un po’. Come se fossi un pupazzo,ecco-, rispose Jimmy entusiasta riprendendolo in braccio e ricominciando a salire gli scalini.
-Questo comporta qualcosa di doloroso?-
-Non suggerirmelo con troppo entusiasmo o la risposta potrebbe diventare un sì-, rispose sogghignando sapendo di avere la piccola principessa-Johnny a sua completa disposizione.
-Vaffanculo-,rispose Johnny cercando di mantenere un minimo di dignità che però era sparita dopo le suppliche di Jimmy.
Chiederò a Matt di ucciderti. Si, io non ne sarei capace, e nemmeno Zacky. L’unico che ci riuscirebbe è Matt, o forse anche Synyster. Ma di certo Matt è il più indicato. Tu morirai molto presto, Reverend., pensò furioso mentre Jimmy entrava nella sua camera e lo depositava come se fosse un pupazzo sul suo letto.
Poi, con enorme orrore di Johnny, gli si sedette a cavalcioni sull’addome con la faccia di chi si sta divertendo da matti che non prometteva assolutamente nulla di buono.
-IOCREDODIDOVERANDAREACASAANZIDICERTOMISTANNOASPETTANDODEVOANDAREDEVOANDAREDEVOANDARE!-, si mise a strillare Johnny tirandosi su di scatto sicuro di essere arrossito fino a diventare color pomodoro in faccia.
Nonostante i tentativi di alzarsi Jimmy era comunque seduto su di lui e finché non l’avesse deciso lui Johnny non sarebbe riuscito a defilarsi da quel posto. Anzi, alzandosi la situazione non fece che peggiorare:adesso Jimmy era seduto su di lui, a gambe aperte, e la sua faccia con il sorriso malizioso stampato sopra era a pochi,pochissimi centimetri da quella terrorizzata di Johnny.
-Ma come, di già?-, chiese crogiolandosi nel piacere più assoluto dell’avere la situazione nelle proprie mani. Alzò le mani congiungendo le dita e sorridendo con una sfumatura più che evidente di cattiveria. –Principessa-Johnny non si sente a sua agio,direi..-
-Avanti,Rev,lasciami andare-,replicò Johnny, serio.
Quanto avrei voglia di tenerti qui..ma.. –Va bene, ti lascio andare.. Ma ricordati che prima o poi mi devi una serata in cui sarai a mia disposizione davvero-, gli concesse, fissandolo negli occhi e avvicinando ancora di più il viso al suo fino a quando i loro nasi non si sfiorarono e sentì il suo respiro sulla pelle,giusto per il gusto di vederlo rabbrividire ancora di più.
Poi si allontanò e si alzò dal letto,tendendogli una mano per aiutarlo ad alzarsi. Johnny la squadrò senza sapere esattamente cosa sarebbe successo se avesse accettato l’aiuto.
-Non ti mangio,principessina-,lo rassicurò Jimmy.
Johnny gli prese la mano facendo per alzarsi e Jimmy lo tirò verso di sé, facendolo finire di nuovo a pochissimi centimetri dal suo viso.
-Mai fidarsi di Jimmy Sullivan, principessina..Oggi hai imparato qualcosa-, gli disse,la fronte che era praticamente appoggiata su quella di Johnny e ancora sogghignando. Oh, adorava semplicemente far terrorizzare quello scricciolo di ragazzo che gli sbavava dietro.
La cosa divertente era che lui era convintissimo che non si notasse. 
Con una quantità notevole di forza di volontà resistette alla tentazione fortissima di baciarlo,gli lasciò la mano e lo spinse scherzosamente indietro.
-Libero-, lo informò passandosi una mano tra i capelli per spostare all’indietro la frangia che gli ricadeva sugli occhi.
-Cazzo-, commentò Johnny uscendo dalla stanza  seguito da Jimmy. –La prossima volta fatti pregare di meno.-
Dietro di lui, a Jimmy spuntò un sorriso che gli andava da un orecchio all’altro. –Vuoi dire che ci sarà una prossima volta, principessina?-, chiese,cercando di trattenere la voglia di mettersi a saltellare come un idiota. Dato che si era comportato come un torturatore fino a pochi istanti prima non sarebbe stato il massimo.
-No,cazzo, non intendevo questo!-
-Va bene, va bene..- te lo dico io, una prossima volta ci sarà ed è più vicina di quanto tu temi nel tuo peggiore incubo, principessina.
Prima che sparisse dietro la porta di casa, Jimmy gli strillò dietro:-E ricordati che domani c’è il secondo appuntamento per le riprese di Seize The Day!-
La porta si chiuse sbattendo.
-LO SO!-, disse la voce di Johnny da dietro la porta chiusa,con la sfumatura acuta di chi sta per avere una crisi isterica.
Stasera l’ho fatto impazzire più del solito, pensò Jimmy, felice coma un bambino che ha giocato tutto il giorno con il suo giocattolo preferito. E, oh, non si aspetta che succederà domani.
 
                                                                                                                           ***
 
Erano sul set da un po’ e Jimmy, dato che la sua parte da cattivone che svaligia il negozio con la sua banda di perfidi amici era finita e che faceva un caldo che avrebbe steso chiunque, si era levato i vestiti delle scene appena girate rimanendo a petto nudo e aspettando che girassero l’ultima scena di Matt accasciato su una sedia nel retroscena.
Tanto per passare il tempo aveva preso la telecamera abbandonata sul tavolino accanto a lui e si era messo a guardare i video che avevano fatto dei ‘dietro le quinte’.
Giusto in quel momento, nel piccolo schermo c’era la faccia di Johnny che diceva, convintissimo: “io sono un guidatore. Io guido”, dato che la sua unica scena era quella in cui uscendo dal retro del negozio doveva far salire tutti tranne Matt in macchina e sgommare via.
Jimmy ridacchiò mentre guardava Johnny che diceva un sacco di altre cavolate al cameraman.
-Sei proprio un idiota-, disse a Johnny che stava passando in quel momento accanto a lui mentre stoppava il video, spegneva la telecamera e la riappoggiava dove l’aveva presa.
Ora aveva qualcos’altro con cui divertirsi, oh si.
Alzò lo sguardo verso Johnny.
Il quale lo stava fissando con la bocca socchiusa cercando disperatamente di ricomporre le proprie facoltà celebrali per rispondere, dato che si erano miseramente dissolte nel nulla lasciandolo con un’espressione idiota a fissare il petto nudo e perfetto di Jimmy. Se non avesse avuto quel minimo di contegno automatico probabilmente si sarebbe messo a sbavare come un coglione a quella vista.
-Tutto a posto? Sei ancora tra noi?- chiese Jimmy alzando le sopracciglia.
No. No, credo di essere morto, molto morto, sepolto sottoterra. Oh cazzo. –C-c-certo-, rispose Johnny riprendendosi parzialmente.
-Il caldo ti gioca brutti scherzi-, commentò Jimmy,anche se  sapeva benissimo che la causa delle faccia da demente di Johnny era il fatto che lui gli stava davanti mezzo nudo.
-Eh. Già-, commentò poco entusiasta.
-Quindi i guidatori guidano..Hai fatto una scoperta eccezionale, principessina-, continuò Jimmy alludendo al video che aveva appena visto e chiamandolo principessina dato che non avevano nessuno intorno abbastanza vicino da poter sentire. Erano tutti intenti a fare le riprese con Matt, mentre Zacky e Syn erano misteriosamente spariti nel nulla.
-Vaffanculo-, replicò Johnny sedendosi accanto a lui.
Bravo, principessa-Johnny, hai abboccato in pieno., pensò Jimmy. –E le principesse che fanno,Johnny?-, chiese con un sorrisino malizioso.
-Non saprei..si spogliano davanti ai cavalieri per portarseli a letto?-
-Che strana visione che hai delle principesse-, ridacchiò Jimmy. Si tirò su dalla sua posizione semidistesa  avvicinando il viso a quello di Johnny, che prese a sudare freddo come la sera prima. –Tu lo faresti?-
Johnny deglutì,cominciando a tremare. –Eh..ehm..io,uh,l’ho detto,eh..tanto per dire..-, rispose farfugliando.
-Mhmh?-, fece Jimmy alzando le sopracciglia  e allargando il sorriso che sapeva di perfidia. Poi, sogghignando, continuò:-Alzati un po’, principessina..-
Si alzarono lentamente in simultanea, e appena furono in piedi Jimmy prese in braccio Johnny di nuovo come la sera prima e lo trasportò di peso fino a una porta che non aveva  capito bene su che cosa desse e ci si infilò dentro richiudendosela a chiave alle spalle. Poi si voltò di nuovo verso Johnny.
-Ops.Adesso mi sa che sei a mia disposizione-, commentò maliziosamente. Notò che erano finiti in una specie di ripostiglio microscopico mezzo vuoto e abbandonato. Beh, meglio, c’erano meno probabilità che qualcuno cercasse di entrarci.
Camminò verso Johnny,il quale prese ad indietreggiare finché non si trovò con le spalle al muro e Jimmy lo raggiunse.
Se Jimmy si stava divertendo quasi quanto la sera prima, Johnny dal canto suo, si sentiva il cervello in pappa e aveva caldo, non dovuto esattamente al sole che c’era fuori.
Il punto era che,ah, se Jimmy si fosse avvicinato ancora un po’ con quello sguardo da stupratore e il petto nudo e perfetto con i tatuaggi ammiccanti e le braccia che si allungavano per tormentargli le guance e il mento con la barba appena accennata, avrebbe potuto benissimo venire direttamente nei jeans da un momento all’altro.  
-La prendo come una rivincita per quello che non mi hai lasciato farti ieri-, gli disse Jimmy facendo aderire il petto nudo con quello di Johnny coperto dalla maglietta – ancora per molto poco, pensò.
Johnny stava già ansimando. Puah, non c’era divertimento, quello scriccioletto gli crollava ai piedi al primo sguardo un po’ più penetrante del solito.
-Non dirmi che sei eccitato-, commentò Jimmy. Aveva deciso che prima di dargli quello che voleva – e che voleva anche lui, visto il calore inusuale che cominciava a concentrarglisi in mezzo alle gambe – si sarebbe divertito a torturarlo ancora per un po’.
Johnny arrossì fino ad assumere una sfumatura assurdamente intensa di rosso.
-Pensavo non mi volessi-, continuò con fare sadico Jimmy.
-Rev,ti prego..-, piagnucolò Johnny, senza sapere bene che cosa dire dopo il ‘ti prego’.
-Mi preghi per che cosa?-, chiese Jimmy, al massimo del divertimento. Portò le mani a prendergli la cintura per avvicinare la sua eccitazione alla propria.
-Per,aaaah..-, fece Johnny, perdendosi in un gemito.
-.Sssì?-, continuò Jimmy, slacciandogli la sopracitata cintura.
-Oh cazzo..cazzo..-,fu tutto quello che Johnny rispose.
-Mh-, commentò l’altro. –Lo prendo come se ti fossi inginocchiato e avessi risposto, ‘oh, scopami, Rev!’-, poi zittì i suoi tentativi di replica [molto poco utili, dato che tutto quello che riusciva a dire era un ‘aaah,uuuh,aaaaaah’ che se fosse stato sentito da qualcuno avrebbe fatto pensare a un film porno] piazzandogli la lingua in bocca e cominciando a baciarlo con passione.
Jimmy gli slacciò languidamente la cintura dei jeans, rallentando i movimenti per sentirlo fremere contro la sua pelle. Poi si bloccò, cambiò idea e gli sfilò prima la maglietta, che finì in un angolo non meglio definito della stanza, per poi riprendere il proprio lavoro con la sua erezione, allargando un po’ le gambe e prendendogli una mano e appoggiandosela sul rigonfiamento nei propri jeans.
Staccandosi dal bacio, gli sussurrò in un orecchio:-Non lasciarmi fare tutto,principessina, vedi di far venire anche me, grazie. Nel modo che preferisci.-
-Sei un ninfomane-, replicò Johnny , ricordandosi un minimo come si faceva a parlare.
-E tu sei cotto di me.-
-Vaffanculo.-
-Sappi che sei ricambiato-, buttò lì Jimmy come per caso, ponendo poi fine al discorso riprendendo a baciarlo.
 
 
 






 
 
Hmmm.
Dunque ecco la Jimhonny. u.u
Questa cosa della principessa-Johnny mi girava in testa da un po’ e ho deciso di scriverci una os sopra °-°
Il titolo è una frase di A Little Piece Of Heaven si lo so che lo sapete. >.>
Beh, su questa os non ho molto da dire..Mi piace Jimmy cattivo e mi piace Cionni rincitrullito. xD
Non so nemmeno perché ci ho piazzato in mezzo il video di Seize The Day, avevo appena visto il making of e quella cosa di ‘i’mma driver. I drive’ di Cionni mi aveva fatto rotolare dalle risate per mezz’ora per cui.. >.>ecco qua insomma. In tutta la sua stupidità, povero Cionni, povero, povero Cionni che fa la vittima rincretinita. D:
Fatemi sapere che ne pensate,uh? E le recensioni sono molto gradite, ho la mania di ringraziare i recensori per cui GRAAZIE a friem, G u i l l o t i n e, Annabells, Fluorescent, Amor vincit omnia, RunAway Train [ti prometto che la zackyxjimmy arriverà presto LOL] e come al solito [STALKER!ù.ù] EmilyFICTION.
 
Frankie

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Capitolo 3
*** Don't wake up {zackyxjimmy} ***


{Generi: commedia, dark, malinconico, romantico
Rating: giallo – solo per il linguaggio
Avvertimenti: AU, oneshot, OOC, slash, what if?
Personaggi: Zacky Vengeance, The Rev}
 
Dont wake up.~
 
 
 
 
Pt.1: angel take a breath now
Un paio di occhi dallo sguardo gelido fissò la porta dell’aula con odio mentre si avvicinava.
Jimmy stava seriamente desiderando di essersi portato dietro qualcosa, era ininfluente cosa, per coprirsi un po’ la faccia. Si, un passamontagna per esempio sarebbe stato perfetto. A ogni passo che lo avvicinava alla porta della sua nuova classe aveva sempre più voglia di fare dietrofront e saltare alla grande il suo primo giorno nella nuova, strafottutissima scuola. Appoggiò la mano sulla maniglia, maledicendosi per l’ultima volta per essere riuscito ad arrivare in ritardo.
Non appena entrò dopo aver bussato per dare almeno una minima parvenza di educazione [che non aveva], ventitre paia di occhi si voltarono a guardarlo sorpresi.
Perché non aveva avuto prima l’idea del passamontagna, eh?
Si sentì arrossire mentre con sguardo gelido squadrava i suoi nuovi compagni di classe,la maggior parte dei quali lo fissava come se fosse appena sceso da una navicella spaziale o qualcosa del genere. Alla fine rivolse lo sguardo al professore, e disse a voce più normale che poté: “Sono il nuovo studente, l’orario che mi hanno dato diceva che dovevo venire in questa classe”.
Il professore,laconico [doveva essere un’ora di filosofia o giù di lì, cioè il peggio del peggio],gli disse di andare a sedersi e di portare una strafottutissima giustificazione.
Hm,bello, già odiava quel posto.
Decise che ci si sarebbe fatto sbattere fuori molto presto.
Tanto gli istituti scolastici ce l’avevano a morte con lui,il solo cognome Sullivan faceva rabbrividire ogni insegnante che l’aveva conosciuto.
Si diresse in silenzio verso un paio di banchi liberi in fondo all’aula e si sedette a quello più lontano possibile dal professore, che intanto riprese a fare lezione, informandolo che doveva aprire il libro a pagina chissenefrega, paragrafo tre o qualcosa del genere. Jimmy aprì il libro a caso a fece finta di seguire la lezione, mentre riprendeva a analizzare la classe per capire dove esattamente fosse finito. C’erano un po’ di ragazze che ogni tanto gli lanciavano sguardi disinteressati per valutare quanto esattamente stesse fuori con la testa,per poi riprendere a fissare un punto nel vuoto o chiacchierare con la vicina di banco.
Fortunatamente i banchi erano da due e, con Jimmy, gli alunni dispari, cosicché avesse perlomeno nelle ore di filosofia la sicurezza di non avere gentaglia snob intorno.
Spostò lo sguardo dall’angolo della lavagna che stava fissando per dare l’idea di stare seguendo di nuovo davanti a sé, giusto in tempo per incrociare un paio di occhioni verdi che lo squadravano dal banco davanti a lui: appartenevano a un ragazzino con la faccia da drogato, che indossava una maglia di un gruppo che anche Jimmy conosceva e aveva tutta l’aria di essere incuriosito da lui.
 
                                                                                                             ***
 
La campanella era già suonata almeno da dieci minuti quando il tizio nuovo entrò nella classe con la faccia di chi avrebbe preferito uccidersi che stare a scuola.
Il primo pensiero di Zacky, contro ogni fottuta aspettativa, fu che era proprio un gran figo.
Lo guardò sedersi giusto dietro di lui con lo sguardo basso , aprire il libro alla pagina sbagliata [se era per questo,lui neanche ce l’aveva il libro] e mettersi a osservare la classe senza la minima traccia di entusiasmo.
Cazzo,è davvero..figo.
Pensieri impropri durante una inutile lezione di filosofia.
Gli occhi azzurro ghiaccio del ragazzo si piantarono nei suoi senza preavviso, con uno sguardo che diceva qualcosa come ‘smetti di fissarmi o sei morto’. “Che c’è?”, chiese stizzito.
“Nulla”, rispose Zacky vagamente intimorito. C’era qualcosa in quel tipo che metteva i brividi,e non era soltanto che aveva un fisico da paura. Ma che cazzo penso?Adesso mi metto a scodinzolargli dietro,certo. “Ciao.”
“Ciao”, fu l’unica risposta che ottenne.
Mh,beh, poco socievole come ragazzo.
“Come ti chiami?”, chiese Zacky.
“The Reverend Tholomew Plague.”
“Mi stai prendendo in giro?”
“E’ il mio soprannome..”
“d’accordo,Reverend.”
“Mi chiamo Jimmy Sullivan..”
“Zackary Baker”.
“Ce l’hai un soprannome?”
“..Zacky.”
“Dovresti trovarti un soprannome.”
“Baker, sarebbe così gentile da smettere di importunare il signor Sullivan il quale ha magari maggiore senso della serietà?”, i interruppe il prof,spazientito.
“Non credo di avercelo”,rispose pronto Jimmy prima che Zacky replicasse a sua volta.
Il prof lo incenerì con lo sguardo.
Ok,ogni minuto che passa questo è sempre più figo. No,correggiti,Vengeance, ogni minuto che passa gli sbavi dietro di più e basta..
Fine della storia, il monologo che il prof recitava essenzialmente per i banchi della classe ricominciò noioso come al solito. Aveva una voce soporifera,quello. Zacky frugò nella sua borsa sperando per una volta di avere dietro qualcosa che assomigliasse a una penna,aprì un quaderno a caso e ci scrisse “grazie :3”, mostrando poi il foglietto a Jimmy.
“Salvati da solo,la prossima volta..”, gli arrivò il sussurro da dietro.
Zacky ci ripensò un po’ sul fatto che fosse così figo e scrisse in grande sul foglio “VAFFANCULO”.
“Non credere di essere originale,è la cosa che mi dicono più spesso”.
Zacky si voltò a guardarlo.
Aveva un fottuto sorrisetto divertito, piazzato sulle labbra perfette (ma cosa minchia pensi, Zack!?), quel bastardo fottuto nuovo studente del cazzo.
“Com’è il tuo orario?”, continuò Jimmy.
Zacky gli allungò un foglio con il suo orario, che non aveva mai imparato a memoria. Si girò di nuovo a guardare molto interessato i graffiti fatti da lui stesso sul banco, qualcuno sui gruppi musicali, qualcuno con un semplice ‘vaffanculo’ che chiunque avesse letto si meritava.
Jimmy gli picchiettò sulla spalla per tornargli l’orario. “Abbiamo un’ora di chimica insieme, l’ultima”.
Zacky si mise a saltellare mentalmente ringraziando non sapeva ancora bene chi, e rispose con un ‘bene’ apatico, tanto per dare l’impressione di essere sociopatico quanto Jimmy.
Guardando l’orologio appeso sopra la lavagna, cominciò a fare un conto alla rovescia mentale per il tempo che mancava a quella cazzo di ora di chimica.
 
                                                                                                                    ***
 
Quel tipo era strano, decisamente strano.
Innanzitutto,sembrava un drogato. Si,se lo ripeteva da tutta la giornata, ma era fottutamente vero. E se non era un drogato doveva essere uno psicopatico o qualcosa del genere.
Ovviamente era anche la persona più interessante in tutto l’istituto.
L’unica che gli avesse parlato senza chiedere cose del tipo, ‘dove hai dimenticato la lametta?’ [domanda a cui Jimmy rispondeva gentilmente frugandosi in tasca e tirando fuori il sopracitato oggetto,replicando: “è qui,stronzo”].
In secondo luogo,era un asociale del cazzo [da che pulpito],che parlava solo per rispondere male ai professori [da che pulpito] e che a scuola non faceva un beato niente [ancora, da che pulpito].
E cosa numero tre, aveva gli occhi verdi più belli che Jimmy avesse mai visto.
Sul serio, erano ipnotici.
Quella faccetta da bambino psicopatico. Era in assoluto il viso più dolcemente macabro che avesse mai visto.
E ci stava pensando un po’ troppo,a quel ragazzino.
Gli spettinatissimi capelli a ciuffi viola gli si erano impressi nel cervello.
No,un attimo,gli si doveva essere fottuto il cervello. L’attenzione di The Rev non veniva catturata da nessuno, era lui che catturava quella altrui,buona o cattiva che fosse..E che poi decideva se darci corda o no.
E soprattutto non lo faceva con i ragazzi.
Sentendosi vagamente in colpa, pensò che i sedicenni di solito si masturbavano pensando alla ragazza più,diciamo, ‘facile’ della scuola, quando lui invece aveva una fottuta voglia di farsi Zacky e basta.
Ok, domani provo a parlarci. Tanto per vedere se questa fissa continua.
Si ripromise di non dare ascolto all’istinto di saltargli addosso che sapeva l’avrebbe assalito appena l’avesse visto.
 
                                                                                                                            ***
Pt.2: i was the poison and you were the kiss.
L’ora di chimica fu straziante. Quando Zacky sentì la campanella suonare avrebbe ringraziato chiunque per la grazia ricevuta di uscire da quel posto soffocante. Senza nemmeno aspettare che il professore gli desse il via libera, si defilò dalla classe con l’intenzione di sparire nel nulla prima che si potessero chiedere dove fosse finito.
Piano rovinato dal fatto che si dimenticò la borsa nel laboratorio, purtroppo.
Se ne ricordò che erano già passati dieci minuti dalla fine delle lezioni e sperò che i laboratori non fossero già stati chiusi a chiave..Dirigendosi di nuovo verso l’orrendo edificio grigio della scuola si dette dell’idiota qualche milione di volte. Era solo perché aveva la testa da un’altra parte,che cavolo,solo perché pensava ogni fottuto secondo come sarebbe stato farsi scopare da Jimmy.
Pensieri assolutamente normali,cioè,per una ragazzina del liceo.
Non esattamente per un ragazzo.
Sbuffando Zacky aprì la porta del laboratorio da cui era appena uscito,scoprendo che no,non era ancora stato chiuso. Entrando si ritrovò davanti ,che sorpresa, il petto piuttosto ammiccante di Jimmy. Alzò lo sguardo tentando di non fare una faccia completamente rincretinita.
“Voglia di tornare a scuola?”,commentò sarcastico Jimmy.
“Ho dimenticato la borsa”, farfugliò Zacky sentendosi arrossire e oltrepassando Jimmy,che richiuse la porta sbattendola e si voltò a guardarlo.
“Se era quella con una croce rovesciata cucita sopra,l’ho appena nascosta sopra l’armadio,credo”, lo informò disinteressato. “e la faccina sorridente con scritto ‘yay for me’ la trovo di pessimo gusto..”
Perché l’hai nascosta sopra l’armadio?”
Ok,se ti rispondo ‘perché volevo che tu mi chiedessi dov’era’,mi prendi per il cretino quale sono. “Così..Se è per questo ho fottuto un libro di trigonometria a quello che stava avanti a me a chimica e gliel’ho buttato nei cessi del secondo piano..”
Zacky, avviandosi verso l’armadio in fondo all’aula, ridacchiò commentando: “quindi sono stato anche relativamente fortunato”. Lanciò un’occhiata all’armadio decisamente troppo alto,poi guardò di nuovo Jimmy, indicando la cinghia della sua borsa che penzolava. “sarai anche così stronzo da non aiutarmi?”
“Mmh..credo di sì”, rispose Jimmy,appoggiandosi al muro e incrociando le braccia.
Zacky alzò e sopracciglia e trascinò una sedia fin sotto l’armadio per salirci e recuperare la borsa. Mentre scendeva e si dirigeva verso la porta, commentò acido: “Ci vediamo domani,mister simpatia”.
Arrivò alla porta, appoggiò una mano sulla maniglia, cercò di abbassarla.
Peccato che fosse bloccata.
“Non sai nemmeno aprire una porta?”, chiese perplesso Jimmy avvicinandosi,mentre Zacky guardava la maniglia con un misto di terrore e odio. Chiuso nel laboratorio di chimica? Con Jimmy?
L’altro lo spinse da parte aprendo con sicurezza la porta,che però rimase cocciutamente chiusa. Si bloccò un attimo,poi prese a scuotere la maniglia e infine tirò un calcio alla porta, allontanandosi. “Vaffanculo,ci hanno chiusi dentro.”
Grazie al cazzo,me n’ero accorto. Zacky si allontanò a sua volta dalla porta, andando a sedersi su uno dei banchi vuoti. “Cazzo facciamo?”
Tu conosci la scuola. Tu potresti sapere se c’è un passaggio segreto nascosto dietro la lavagna o qualcosa del genere.”
Zacky ridacchiò. “Ne dubito..”
Jimmy lo guardò offeso. “Beh,era un tentativo..Quindi ci restano due possibilità,rimanere qui fino a domani mattina o spaccare un vetro e uscire.” Buttò a terra il suo zaino e andò a sedersi vicino a Zacky,mantenendo una distanza decente per non sembrare un maniaco.
“Siamo in un fottuto sotterraneo,Rev.”
Jimmy alzò nuovamente lo sguardo. “Che scuola del cazzo!”,strillò con la voce acuta. “Ok,ci rimane solo l’aspettare qua dentro come due idioti.”
“La porta ha un vetro,al massimo,o ci sono quelle finestre là in alto da cui non passerebbe nemmeno un folletto.”
“Forse tu ci passeresti,microbo!”,commentò ironico Jimmy tirandogli piano un pugno sulla spalla.
“Ehi,vaffanculo”.
“Era un apprezzamento,eh..In alternativa,hai qualcosa da proporre per passare il tempo?”
Uh,veramente,si.. “Non esattamente”.
Jimmy lo guardò perplesso. “Che cazzo vuol dire, ‘non esattamente’?”
Zacky si voltò verso di lui,ridacchiando. “Non saprei,possiamo,tipo,tirare fuori tutte le sostanze chimiche che troviamo e far scoppiare il laboratorio, oppure rompere tutta l’attrezzatura, o scrivere parolacce sulla lavagna con gli indelebili.”
“Vandalizzare il laboratorio,cioè?”
“All’incirca.”
“..Dammi qualche mese di sopravvivenza prima di farmi sbattere fuori da qui,Zack”.
L’altro gli rivolse uno sguardo confuso. “Come?”
“Uh,mi hanno sbattuto fuori a calci da due scuole,reduci dall’avermi avuto come alunno..Pensavi che fossi venuto in questo posto perché mi ispiravano i corsi?”
“Ah,beh, interessante”, commentò Zacky fissando il pavimento. “Quindi,bocciando l’idea del vandalismo..proponi qualcosa tu”. altrimenti finisce che seriamente ti propongo di passare il tempo a limonare,eh. Si sistemò,tirando su le ginocchia e rannicchiandosi.
“Hm..Se fossi una ragazza potrei stuprarti. Anzi,lo farei,sarebbe un’occasione perfetta.”
Zacky alzò lo sguardo,perplesso. “Mi stai dicendo che sono chiuso in un laboratorio scolastico con una specie di maniaco sessuale?”
Jimmy rise,cambiando posizione. “Può darsi.”
Rimasero in silenzio per un po’. Fuori il sole cominciava a tramontare,abbassando la luce già scarsa e dandole un colore tra il rosso e l’arancione.
“Seriamente,stupreresti solo una ragazza?”,buttò lì Zacky. Tanto non avrebbe mai funzionato a cercare di essere suo amico,tanto valeva chiarire subito che il suo unico scopo era farselo. Magari ripetutamente.
“Perché,ti andrebbe di essere stuprato qui,adesso,Zacky?”Sentì gli occhi azzurri cerchiati di nero che si fissavano su di lui,anche se non aveva il coraggio di alzare i propri per chiarire con che espressione lo guardasse. Anzi,senza rispondere,fece per girare la testa esattamente dall’altra parte desiderando di non aver mai parlato.
Jimmy allungò fulmineo una mano per bloccarlo,con due dita sul suo mento gli fece nuovamente girare la testa verso di lui.
“Mh,allora?”,chiese ancora,guardandolo con un sorrisetto compiaciuto sulle labbra. Si prese un po’ del tempo in cui Zacky continuò a non rispondere per farsi venire voglia di cominciare a fare qualcosa fissando le labbra dell’altro che venivano mordicchiate nervosamente,poi senza grandi cerimonie si avvicinò e lo baciò.
Oh,cazzo.,pensò Zacky. Sentiva le sue labbra muoversi furiosamente,la lingua cercare la sua in fretta,la mano che prima era appoggiata sul suo mento spostarsi sulla nuca per farlo avvicinare ancora. Il suo respiro gli pizzicava la guancia mentre si faceva quasi affannoso, il bacio che allontanava l’ossigeno.
Jimmy si staccò,allontanandosi di qualche centimetro quanto bastava per guardare Zacky negli occhi. “Mh?Andiamo avanti?”
“Magari dopo aver trovato un modo per uscire da qui,forse..”
Jimmy sorrise e senza ascoltare la risposta lo baciò di nuovo per qualche decina di secondi,per poi allontanarsi di nuovo.Si alzò e si diresse verso la porta senza dire una parola, intenzionato a scassinare la serratura in qualche modo oscuro [studiare qualcosa di chimica gli sarebbe stato utile,forse, avrebbe potuto sapere quale acido avrebbe fatto sciogliere il metallo..], o a spaccare il vetro con qualcosa.
“..Wow”, commentò Zacky,mentre si alzava per seguirlo.
“Cosa?”
“Baci..piuttosto bene”.
“Me lo dicono tutti. Anzi,fin’ora,tutte”. Cominciò a studiare la serratura,forse con un paio di calci l’avrebbe rotta..quella porta si apriva verso l’esterno,giusto?
“Non ne dubito”, commentò Zacky arrivando al suo fianco. “Il tuo unico problema è la totale mancanza di modestia..”
Jimmy tirò un calcio alla porta. “Mi hanno già detto anche questo”. Tirò un’altro calcio all’altezza della maniglia e la serratura cedette,facendo aprire la porta verso il corridoio con un rumore assurdo che avrebbero sentito fino in presidenza.
“Ok,forse è meglio che spariamo prima che a qualcuno venga l’idea di scendere a controllare..”, commentò osservando il proprio lavoro.
“Usciamo dalla porta sul retro,allora”.
Jimmy gli indicò l’uscita. “Fai strada,conoscere le uscite di scorta di questo posto mi tornerà utile.”
Zacky si avviò in fretta lungo il lato del corridoio opposto alle scale,verso la porta di sicurezza,che dava su una serie di gradini in metallo che portavano in un vicolo piuttosto buio. Jimmy seguì il ragazzo per le scale,e appena lui si diresse verso la fine del vicolo per uscire sulla strada principale,lo prese per un braccio facendolo voltare.
“Non dovevamo andare avanti?”. Gli piantò uno sguardo penetrante negli occhi,tanto per avere la certezza che la sua eventuale voglia di dire di no sarebbe scomparsa nel nulla.
Zacky sorrise in risposta,avvicinandosi e alzandosi in punta di piedi per baciarlo ancora.
 
 
 
 
 
 
Pt.3: angel, sweet angel, don’t wake up.
Ok.Fine della telenovela felice.
Sono le cinque di mattina. Non riesco a dormire. Non saprei come potrei dormire. Sono sveglio dalle tre e per quanto senta gli occhi che si chiudono qualcosa mi impedisce di dormire.
Ci siamo baciati di nuovo. Appena usciti dai sotterranei del cazzo della scuola,seminascosti in un vicolo del cazzo,ci siamo baciati ancora. Siamo rimasti minuti interi semplicemente a farci come se fossimo una fottuta coppietta del cazzo.
Naturalmente non siamo una fottuta coppietta del cazzo.
Dopo essere rimasti venti minuti fuori da scuola a limonare siamo andati a casa mia. Non capisco che cazzo mi passa per la testa. Ok,in questo fottuto posto non c’è mai stato un ragazzo per cui varrebbe la pena diventare froci. Mbeh,ora sì,vaffanculo. Pare che pure a lui va bene diventare un fottuto finocchio per me.
Non lo capisco,è la prima volta. Mi fa sembrare che tutto quello che ho passato prima non fosse assolutamente nulla. Merda.
A scuola quasi non ci rivolgiamo quasi mai la parola. Beh,non ci rivolgiamo quasi mai la parola e basta. Ieri sera era di nuovo da me. Come la sera prima. E quella prima ancora e così via. Passiamo il tempo a imbarazzarci,limonare,scopare e poi rimanere distesi abbracciati e imbarazzarci ancora. Lui mi abbraccia da dietro e appoggia la testa contro la mia e ogni tanto gioca con i miei capelli,io rimango fermo ad ascoltare il mio cuore che batte troppo forte e mi rimbomba nelle orecchie e a sentire il suo petto che si alza e si riabbassa contro la mia schiena. E passa un po’ di tempo, finché non decide che mi ha dedicato abbastanza attenzioni e sparisce di nuovo.
Prima, invece, dopo scuola se n’è andato e basta. Qualche ora dopo è venuto da me,e mi ha chiesto di andare con lui.A casa sua. I miei non mi hanno chiesto nulla. Sono abituati al mio non esserci e io sono abituato al loro.
Gi ho chiesto perché. Se fosse successo qualcosa. Ha detto niente di particolare. Ha detto che da lui non c’era nessuno e basta. Appena siamo entrati ha cominciato a baciarmi, teneva le mani sulle mie guance, io sulle sue spalle,e vaffanculo dovevo stare in punta di piedi.
In ogni caso era sempre stato solo, noi ci baciamo, lui mi spoglia, io mi faccio scopare, io aspetto che lui se ne vada. Poi lui se ne va e io rimango a letto con il fantasma del suo abbraccio e del suo calore che scompare lentamente come se stesse morendo di nuovo. La notte passa e io non riesco a dormire.
Stanotte mi abbracciava,mi baciava,ripeteva il mio nome,mi baciava di nuovo,non staccava le labbra da me. Dopo è rimasto abbracciato a me,ancora. Mi ha accarezzato i capelli,spostandomeli dalla fronte,ha detto “puoi rimanere a dormire qui”. Sono rimasto, non avevo nulla da fare. Mi sono rannicchiato contro di lui e mi sono addormentato,quasi subito. Credo di aver sognato,oppure non mi sono mai addormentato e sono rimasto in una specie di dormiveglia e l’ho sentito stringermi, giocare ancora con i miei capelli, persino appoggiare le labbra sulla mia fronte o sulla mia guancia. Quello a differenza del resto non l’aveva mai fatto,prima.
Ok,devo aver sognato.
Mi sono svegliato perché lui si stava alzando e ho cominciato a sentire freddo. Ho aperto gli occhi cercando di mettere a fuoco nel buio la sua figura che si infilava una maglia e camminava verso la porta della camera.
“Jimmy?”,l’ho chiamato.
“Rimettiti a dormire,Zacky”.
“Ehi”, ho protestato io. Per fargli un torto,ma più che altro perché volevo passare anche il resto della notte con lui,mi sono alzato rivestendomi a pezzi e l’ho seguito. “Dove stai andando?”
“A dormire da un’altra parte”.
Che idiota. Che pezzo di stronzo. Non sapevo che rispondere. “E io che faccio?”
“Torni a dormire come ti ho già suggerito..”
“E se io volessi dormire con te?”
“Zack,torna nel mio letto,per favore. Senza fare domande.”
“Non sono venuto qui per fare la puttana di turno!”
“E che cosa spereresti di essere? Cazzo,ti fai scopare ogni sera e basta! dovevo immaginare che non ti andasse bene così?”
“No. no, non dovevi immaginarlo,però è così”. Ho abbassato lo sguardo, lui non rispondeva. “provo qualcosa per te, mi dispiace. Più del voler farmi scopare ogni giorno e non venire calcolato il resto del tempo.”
“Non so cosa sia. Non posso dartelo.” *pay attention to the doppi sensi D:*
“Se potessi..solo..rimanere..Per una notte.”
“Tu ti stai fottendo il cervello. Non ho intenzione di innamorarmi di te,non ho intenzione di innamorarmi di nessuno,la vita mi fa già abbastanza schifo com’è,grazie.”
Vaffanculo,ho pensato. Vaffanculo e basta. “D’accordo, ciao,allora”,sono tornato a riprendere le mie cose e a rivestirmi nella sua camera e me ne sono andato. Come faceva lui,ma,al contrario,io non me ne volevo andare così.
E sono tornato a casa alle quattro e mezza di mattina, furioso, senza un cazzo di voglia di dormire,l’idea che domani mattina,anzi,ormai dopo,non mi presenterò allegramente a scuola.
Ok,la smetto.
Ok, sto uno schifo.
Ok, ho qualcosa che mi fa male nel petto e voglio tornare da Jimmy e voglio che si rimangi quello che ha detto, e voglio che rimanga con me. E voglio che cambi idea sull’innamorarsi di me. E,tanto, questo schifo è perché io sono innamorato di lui.
 
 
 
Pt.4: can you stay for a while? take my hand and let’s set ourselves on fire.
Come previsto niente scuola. Utile che i tuoi escano presto di casa, puoi fare finta di stare a prepararti e invece rimanere a letto a crogiolarti nel tuo ‘mi sento una merda’ e nasconderti sotto le coperte perché non hai voglia di alzarti a chiudere le tende sulla luce del sole,che comunque è piuttosto scarsa.
In ogni caso mi sentivo proprio una merda.
Verso le dieci di mattina,senza avere dormito un beato cazzo,mi sono trascinato fuori dalle coperte per recuperare il mio cellulare e costringermi a scrivere un messaggio a Jimmy.
Comportarsi da ragazzina. Ne ho ancora il diritto. Finché non compio diciassette anni,ovvero tra una settimana,posso ancora permettermelo.. [sarebbe quella ‘a’ alla fine della parola. Non mi si addice. Sono un frocio del cazzo.]
“Mi ignorerai finché non tornerò a chiederti in ginocchio di essere di nuovo la tua puttana?”
Non ha risposto. L’ha fatto a modo suo,insomma. “E io che ero persino venuto a scuola sperando di trovartici..Ci vediamo oggi pomeriggio,non ti scomodare,vengo da te”.
Mi sono messo ad aspettare il pomeriggio cioè la fine dell’orario scolastico,disegnando teschi con le ali per passare il tempo. Non ho mai saputo disegnare,anzi faccio proprio schifo,per cui i miei teschi sembravano delle arance sbucciate e storpie ,più che delle facce umane mezzo decomposte. La roba spaccatimpani che ascolto non mi aiuta,poi.
Drin,è arrivato Jimmy.
Drin di nuovo e io avrei voluto scomparire sotto terra.
Perché appena è entrato ha detto, “non sto per rimangiarmi tutto quello che ti ho detto.” Grazie vaffanculo e arrivederci. Esci dalla mia vita. Inutile calamita per il sentirsi ancora di più uno schifo.
“Ho solo deciso che mi importa qualcosa di te.Non farti strane idee.”
“E questo che starebbe a significare?”
“Odio le relazioni,immagino questo tu l’abbia capito..mi fanno sentire..beh,non importa. Mi importa di te,quando te ne sei andato mi sono sentito..male.”
“Ti importa anche di come mi sia sentito io quando tu te ne andavi,ogni volta che te ne andavi?”
“Sì,è per questo che sono venuto qua.” Fottuti occhi azzurri. Fottuto sguardo penetrante. Fottuto fottuto fottuto Jimmy. “E’..che non so accostare le sensazioni alle parole. So solo quello che mi fa sentire bene e quello che non lo fa. E tu mi..fai..sentire bene,Zacky”.
“Lo prenderò come un complimento formulato male.”
“E’ esattamente quello”. Mano tra i capelli, respiro profondo,passo verso di me. “Andiamo avanti?”,ha chiesto,con gli occhi lucidi.
La piccola debole dolcezza nascosta,si ricordava che cosa ci eravamo detti il primo giorno in cui eravamo rimasti chiusi nel laboratorio. Bingo. Gli interessa davvero di me,allora.
“Se prometti di non andartene,potrei pensarci.” Era un si piuttosto camuffato,ma era un si.Era un si all’altrettanto camuffata domanda, ‘posso essere innamorato di te mentre tu sei innamorato di me,Zacky?’.
Possiamo essere due ragazzi che si amano?
Possiamo rimanere insieme la notte? Possiamo scopare chiamandolo ‘fare l’amore’ e cazzate varie?
Minchiate da coppietta felice,insomma.
 
 
 
 
 
 
Oh ma,finalmente allora la ZackyxJimmy l’ho postata!
Complimenti a me per essere riuscita a scrivere una cavolata simile *auto-facepalm* non so da dove mi è uscita st’idea della scuola {forse dal fatto che ne frequento una?},mistero,che sinceramente non ho grande voglia di scoprire ‘-‘ mi fa un po’ schifo questa cosa che ho scritto,non so perché °-° addirittura mentre la ricontrollavo mi perdevo dei pezzi,l’ho scritta a caso,diciamocelo,anche se l’ho revisionata tre o quattro volte.>.> Non so,ho la testa altrove.
Se Jimmy e/o Zacky appaiono un po’ troppo dark/emo/depressi/casinisti/quello che volete questa fanfic l’ho scritta tutta ascoltando gli I Am Ghost.La colpa è di Steve,non mia. {Infatti titoli e sottotitoli sono presi da una canzone del loro ultimo album,Don’t Wake Up per l’appunto ‘-‘} {Steve=Steve Juliano detto anche ‘Giuggi’ da me=il cantante degli I Am Ghost} {per caso li conoscete?*^*}
Occhei,come sempre un ringraziamento a chi recensisce queste.. sottospecie..di fanFiction ‘-‘ Grazie mille a G u i l l o t i n e, Vibeke Vengeance_Sevenfold, two_dollar_bill, RunAway Train, friem e la solita stalker EmilyFICTION. E se qualcuno capita qui per caso,sappiate che le recensioni mi rendono inspiegabilmente meno depressa D:
Fine del soliloquio. Addio a tutti!Ci si vede da morti,eh.{che allegria!}
 
Frankie GhostVengeance
 
Ps: scusate i miei immensi ritardi nel postare anche Do You Remember. Cercherò di rimediare,davvero,è che mi sono un po’ bloccata.
Pps: ho fatto casino con l'hmtl,scusatemi infinitamente se c'è qualcosa che non torna °-°

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Capitolo 4
*** Conjuring HIS deepest fears {jimmyxmatt} ***


{Generi: commedia, dark
Personaggi: The Rev, Matt Shadows
Rating: giallo
Avvertimenti: oneshot, slash, what if?, sfiora come sempre l’OOC}
 
 
 
 
 
 
 
 
~Conjuring HIS deepest fears.
 
 
 
 
 
 
Jimmy si svegliò con una strana sensazione.
Sì, come se..mentre dormiva fosse stato spostato da qualcuno e legato a una sedia. Eppure gli sembrava di essersi addormentato molto semplicemente nel suo letto. Tentò di aprire gli occhi, ma scoprì che aveva una benda scura legata attorno alla testa per impedirgli di vedere; quindi si agitò un po’ per capire fino a che punto fosse stato legato [ormai era quasi certo che l’avessero rapito per qualche motivo oscuro..forse perché era un musicista di fama internazionale? Naah..], scoprendo di avere i polsi bloccati dietro la schiena e di essere praticamente immobilizzato contro la sedia.
Mitico, yuuhuuu.
“Buongiorno”, fece una voce che conosceva fin troppo bene davanti a lui.
Da quando Matthew era diventato un rapitore,eh?
Sentì un movimento e poi le dita di Matt che scendevano languidamente lungo la sua guancia e gli toglievano la benda che aveva sulle labbra per lasciarlo parlare.
“Hey,non rispondi?”, continuò. Aveva un tono di voce spaventoso.
Soffre di schizofrenia e il primo a esserne vittima sarò io!, pensò disperato Jimmy. Adesso mi torturerà mentre l’altra parte di lui non vede nulla..Forse è come in Fight Club, lui crede di dormire mentre..UN ATTIMO questo non c’entra un bel niente..
“P-perché sono legato,Shadz?”, chiese con la voce tremante.
“uhm..Così, hai presente..per divertirmi un po’.”
OHMIODIO. “D-divertirti un po’?”,continuò a chiedere Jimmy. “Ti sembra un modo..normale per divertirti legare le persone a una sedia?”
“Oh,la parte divertente deve ancora arrivare”, lo rassicurò Matt.
Jimmy però era tutt’altro che rassicurato. Nella mente gli scorrevano immagini di scene di torture varie, sangue che schizzava, corpi deformati..
Ok, aveva visto troppi film horror. Colpa di Zacky.
Sentì Matt alzarsi, camminare un po’, prendere qualcosa e poi tornare davanti a lui. Lo sentì inginocchiarsi e subito dopo qualcosa di gelidamente metallico gli si appoggiò sullo zigomo.
“Matt che cazzo..!”, cominciò a strillare, poi sentì il rumore di forbici che si chiudono e la benda sugli occhi scivolò giù, tagliata a metà.
“Rilassati”, gli disse Matt. I suoi occhi verde-nocciola erano a meno di dieci centimetri di distanza da quelli di Jimmy e luccicavano di una luce tutt’altro che rassicurante.
Matt si alzò a trafficare con qualcosa che stava in una scatola all’altro capo della stanza e Jimmy ne colse l’occasione per guardarsi intorno chiedendosi dove cazzo fossero. Era una stanza spoglia, sembrava una cantina o qualcosa del genere, le pareti e il pavimento erano di semplice cemento grigio e sembrava esattamente una di quelle stanze in cui venivano tenuti gli ostaggi per essere torturati.
Matt si rialzò e si riavvicinò di nuovo a lui con qualcosa in mano. Il qualcosa era una scatola trasparente, e nella scatola trasparente che sembrava in tutto e per tutto una gabbietta per insetti, c’era..
“OH CAZZO MATT ALLONTANA QUELLA COSA DA ME NON TI AVVICINARE MATT TI PREGO NON TI AVVICINARE!”, cominciò ad urlare disperato Jimmy,riconoscendo il muoversi agitato di otto zampette coperte di pelo marrone e nero nella scatola.
“Stai calmo”, disse Matt inginocchiandosi accanto a lui con un sorriso sadico sulla faccia,le fossette che gli davano l’aspetto di un bambino che strappa le ali agli insetti tanto per il gusto di vederli agonizzare zampettando. Il respiro di Jimmy cominciò ad assomigliare ad un ansito terrorizzato, e , nello stesso tempo, sentì prima una vampata di calore e poi una sensazione di gelo in tutto il corpo, mentre il suo stomaco si contorceva, ribellandosi alla vista del ragno.
Calmati”, ripeté Matt accarezzandogli lentamente una guancia. [Jimmy era talmente concentrato sui movimenti dentro la scatola che non realizzò nemmeno che Matt lo stava accarezzando.] “Vedi, è una specie di vendetta..per tutte le volte che tu ti sei divertito con me.”
“Pensavo fosse Zacky quello fissato con la vendetta”, protestò Jimmy, gli occhi azzurri puntati sull’animaletto dentro la scatola.
“Infatti è stato molto interessante parlare con lui”, replicò Matt sorridendo crudele.
VENGEANCE NON APPENA ESCO DA QUESTO CASINO TU SEI MORTO.,  pensò Jimmy furioso.
Matt alzò la scatola trasparente e la appoggiò sulle gambe di Jimmy, che la guardava terrorizzato. Fece per alzare il coperchio per lasciare uscire il grosso ragno, poi ci ripensò e rialzò lo sguardo verso Jimmy. “In ogni caso , se ti comporti bene con i ragni, uhm..”
I ragni? Vuoi dire che c’è più di uno di quei cosi, qui!?”, lo interruppe Jimmy con la voce che si faceva acuta dal terrore.
“Ce n’è due..ma non credo che avremo bisogno dell’altro..Stavo dicendo, se ti comporti bene con loro avrai, diciamo.. delle specie di premi”, continuò Matt.
“D-del tipo?”
Matt lo fissò negli occhi per qualche secondo, poi di scatto si avvicinò al suo viso e lo baciò. Lasciò che le loro lingue giocassero un po’ per una decina di secondi, poi, staccandosi ma tenendo le labbra vicinissime a quelle di Jimmy, gli mormorò divertito: “di questo tipo”. Si allontanò di nuovo, tornando alla posizione di prima, gli occhi di Jimmy che avevano abbandonato la gabbietta del ragno e che ora fissavano lui. “Comunque”, continuò, il tono di voce di nuovo alto. “Stavamo dicendo di liberarla, no?”.
E aprì il coperchio della scatolina.
Il ragno si arrampicò subito fuori e zampettò lentamente sui jeans neri di Jimmy, girò intorno alla scatola, ci tornò dentro, e poi uscì di nuovo.
Jimmy cominciò a tremare appena il ragno si mise a camminare lentamente sul tessuto dei suoi pantaloni. “L-LEI! È un fottuto ragno gigante Matt toglimelo da lì ti prego!”, disse agitando disperatamente le mani mentre cercava di liberarsi i polsi dalle corde.
Purtroppo Matt sapeva fare bene i nodi.
“Stai calmo,Jimmy..Non ti farà niente se stai fermo”. Abbassò lo sguardo a fissare il ragno anche lui, osservando le zampette nere e marroni che si allungavano a ogni passo mentre sembrava voler salire sulla maglietta di Jimmy.
Matt si spostò e si inginocchiò dietro lo schienale della sedia a cui aveva legato l’altro e gli appoggiò delicatamente una mano sul collo,affacciandosi a guardare i movimenti del ragno da sopra la sua spalla.
“M-matt..!”,lo chiamò Jimmy cercando di trattenere il fiato per non sentire le zampe che, dall’altra parte del tessuto della maglietta che indossava, camminavano placidamente verso l’alto.
Se si fosse avvicinata al suo viso probabilmente si sarebbe messo a urlare.
Matt riprese ad accarezzargli piano una guancia. “Wow,Jimmy, conoscendoti pensavo che avresti dato di matto più in fretta..Complimenti.”
“V-vaffanculo!”, replicò Jimmy fissando terrorizzato la tarantola che saliva lungo la sua maglia e si dirigeva esattamente verso il suo viso.
Oh, se avesse toccato un solo centimetro della sua pelle. Se avesse solo sfiorato la sua pelle, era sicuro che sarebbe svenuto. Era un animale assolutamente orrendo, terrificante, e soprattutto gli stava camminando tranquillamente addosso,mentre Matt gli stava dietro tutto pacifico e..
..E gli baciava il collo.
NO, ok, gli si era fottuto il cervello con quella cosa che gli zampettava sulla maglia:era così, non aveva più nemmeno le facoltà mentali per distinguere se Matt gli stesse solo sfiorando la pelle o lo stesse baciando, tutto per colpa di quel fottuto ragno peloso.
Però Matt ti sta davvero baciando il collo, continuò a suggerire uno dei pochi neuroni non ancora svenuti nel suo cervello.
Sentì una mano calda che gli si appoggiava sulla guancia e gli faceva delicatamente girare il volto verso destra.
“la prima parte del tuo premio,Rev”, lo informò Matt prima di baciarlo di nuovo. 
Oh,cazzo.
Se avere un ragno gigante che gli trotterellava in grembo era spaventoso,Matt che lo baciava era, era, era..
Oh, cazzo.
Era semplicemente ‘oh,cazzo’.
Le labbra di Matthew si allontanarono dopo quasi un minuto e al loro posto su quelle di Jimmy si appoggiò un dito per zittirlo. “La seconda parte arriverà dopo che avrai lasciato che il ragno ti cammini sulla faccia.”
“C-CHE COSA?”
“Hai capito benissimo”, replicò Matt alzandosi e rimettendosi davanti a lui. Sospinse un po’ il ragno a continuare a camminare verso l’alto , deviandolo dal percorso che aveva scelto verso la spalla di Jimmy.
“M-Matt, ti prego, non farlo”, piagnucolò disperato Jimmy.
Matt tornò ad inginocchiarsi dietro di lui. “Ti aiuterò io, ok?”
OK UN CAZZO TOGLIMI QUELL’AFFARE DI DOSSO!
Matt gli appoggiò una mano sulla fronte e gli fece rovesciare lentamente la testa al’indietro, spostando poi la mano sulla sua guancia.
“Matt,ti prego..”. Sapeva che era inutile,ma l’idea che quella cosa gli avrebbe camminato sul viso, era insopportabile. Matt gli appoggiò un altro bacio sulle labbra prima di allontanarsi un po’.
“Ti terrò la mano”, promise.
“Le mie mani sono legate”, specificò Jimmy. Anzi,TU me le hai legate!
“D’accordo, ti terrò la mano anche se è legata alla sedia”, replicò intrecciando come poteva le dita con quelle della mano destra di Jimmy. Osservò il ragno fermarsi un attimo prima di muovere qualche passo incerto sulla pelle pallida della gola di Jimmy, il quale rabbrividì ancora e gemette.
“Stai calmo.”
Un altro gemito.
Il ragno salì ancora verso il suo mento,con una lentezza estenuante.
“Stai calmo”, ripeté Matt accarezzando piano i capelli di Jimmy, che nel frattempo aveva chiuso gli occhi disperato e si mordeva il labbro inferiore.
Dato che il ragno si era fermato ad esplorare oziosamente la pelle sopra la trachea di Jimmy, Matt osò allungare una mano fino al suo mento per fargli chiudere le labbra in modo normale [dato che, se fosse rimasto così, presto se le sarebbe fatte sanguinare da solo], poi ritirando la mano gli mormorò: “Apri gli occhi, Rev”.
Lo vide obbedire e fissare un punto indefinito sul soffitto, mentre batteva le palpebre per far uscire le lacrime che gli si erano accumulate negli occhi. Riprese ad accarezzargli delicatamente la testa e gli lasciò la mano per asciugargli le lacrime con una dolcezza che credeva di non saper dimostrare,nemmeno a lui.
“Matt..”, mormorò disperatamente Jimmy, mentre altre lacrime gli cadevano nei capelli data la posizione in cui stava tenendo la testa.
“Ssssh.” Matt sorrise osservando il ragno che si inerpicava sul mento di un Jimmy terrorizzato, zampettava sulle sue labbra serrate, oltrepassava il suo naso e passeggiava verso la sua fronte impallidita fino ad assumere un colore quasi bianco, senza toccare gli occhi che Jimmy aveva tenuto aperti come gli era stato chiesto.
Lasciò che il ragno si divertisse ancora un po’ a trotterellare tranquillo sul viso di Jimmy, poi si alzò per recuperare la sua scatolina e cercando di non toccarlo ce lo richiuse dentro.
Jimmy, come se fosse rimasto paralizzato, non rialzò la testa.
Matt prese a slacciargli le corde che gli legavano le mani e le gambe. “E’ finita,Rev”.
“Sei uno stronzo.”
“Mmh”. Continuò a trafficare con i nodi troppo stretti senza prestargli grande attenzione.
“E’ stato il minuto peggiore di tutta la mia vita.”
“Lo immagino..”. Liberò i polsi di Jimmy e tagliò il resto delle corde, quindi tornò davanti a lui. Lo fissò per un po’ negli occhi chiari contornati di trucco nero sfumato pieni di risentimento, poi si sedette a cavalcioni sulle sue ginocchia e si fece spuntare un sorrisino malizioso sulla faccia.
Oh,quello sarebbe stato davvero divertente.
Jimmy sembrò sorpreso del gesto e aprì la bocca per parlare, ma Matt lo interruppe. “La seconda parte del tuo premio”.
Jimmy parve accorgersi di qualcosa che non lo convinse. “Un attimo, perché mi stai tenendo qui?”
“Non preoccuparti di questo.”
“Matt,non mi farai toccare di nuovo quel ragno, vero?”
Matt, per tutta risposta, si mise a mordicchiargli la pelle sotto l’orecchio con un “mmh” poco chiaro.
“Matt?”
“Forse”, rispose. “Goditi la vincita, per adesso”. Matt zittì i suoi tentativi di replica ricominciando a baciarlo,esplorando la sua lingua con la propria. Tenendo una mano tra i suoi capelli cominciò a scendere languidamente lungo il petto con l’altra, seguendo a ritroso il percorso che aveva fatto il ragno poco prima e fermandosi alla fibbia della sua cintura, che presto venne slacciata, inutile. Stessa fine fecero la cerniera e i bottoni dei jeans di Jimmy,il quale cominciò ad avere i polmoni bisognosi di più ossigeno.
Matt cominciò ad infilare la mano sotto il tessuto dei jeans,cercando l’elastico dei boxer di Jimmy da abbassare mentre l’altro si staccava ansimando dal bacio alla ricerca di un po’ di aria.
“Cazzo, Matt..”, biascicò, mentre questi cominciava a tormentare la sua erezione facendolo solo eccitare ancora.
“Mmh..Immaginavo ti sarebbe piaciuto.”, commentò laconico, un attimo prima di alzarsi improvvisamente interrompendo il suo lavoro e lasciando Jimmy piuttosto perplesso.
“Ehi”, lo sentì protestare. “Adesso le cose che mi piacciono non valgono?”
Matt raccolse la scatolina del ragno da dove l’aveva lasciata. “Eri più divertente sotto tortura”.
Jimmy si alzò dalla sedia, allontanandosi mentre si rimetteva a posto i jeans. “Tieni quella cosa a distanza di sicurezza da me!”
“Voglio solo rimetterla al sicuro”, replicò Matt appoggiando il ragno con la sua gabbietta nella scatola.
Ah,mi sembra giusto, un ragno schifoso è più importante di me adesso, vaffanculo. Jimmy gli si avvicinò furtivamente mentre si rialzava. “Shadz?”
Lui si voltò con uno sguardo interrogativo.
“Adesso ho voglia di divertirmi un po’ io,ok?”
Matt si appoggiò al muro trascinando Jimmy per sentire di nuovo il suo corpo contro il proprio.
“Che dispiacere”, commentò, mentre riprendeva ad accontentare l’eccitazione di Jimmy da dove si era interrotto poco prima.
 
                                                                                                                          ***
 
“Ehm, ciao, Jimmy, sono Zacky, suppongo avrei dovuto farmi sentire un po’ prima..In ogni caso ti avevo chiamato solo per farti sapere che hai fatto un lavoro fichissimo con il ragno, davvero, pensavo che nemmeno Matt sarebbe riuscito a fartelo fare. Uhm, Johnny e Syn sono qui con me e..si si vabbé,idioti..beh ti fanno i complimenti ecco. Ah,oh,Johnny mi sta dicendo adesso che non sapevi delle telecamere, beh, adesso lo sai, ecco qua. Wayne dice che è un lavoro perfetto per il nostro nuovo video di Afterlife. Te l’avevo detto che sarebbe stato un successo! Beh,adesso vado,ti sto intasando la segreteria..Ci vediamo domani,eh?”
Jimmy abbassò il telefono,le mani tremanti dalla rabbia che lo stringevano abbastanza forte che probabilmente dopo qualche secondo il povero apparecchio avrebbe fatto una brutta fine.
“MA IO VI UCCIDO TUTTI QUANTI!”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ecco la JimmyxMatt!
L’ispirazione mi è venuta all’improvviso di mattina mentre mi precipitavo a scuola perché ero in ritardo e ascoltavo Afterlife.. Lo so che la scena del ragno ‘i’m doing it for the fans, i’m doing it for the kids’ e blabla, ma questa sarebbe una piacevole alternativa *^* So anche che è un po’ spinta all’estremo ma vabbé;un po’ di OOC {un po’?D: io scrivo SOLO OOC.}
Il titolo è una frase di A Little Piece Of Heaven opportunatamente adattata alla situazione lol,lo so che lo sapete u-u
Spero di non avervi deluso con questa emerita cazzata D:
Btw, io adoro i ragni, sono uno dei miei animali preferiti. Non sto scherzando D: quindi come ho fatto a descrivere il terrore di Jimmy lo devo alla mia assolutamente insensata paura degli insetti. Quando vedo un qualsiasi tipo di insetto mi paralizzo e devo tenermi ad almeno tre metri di distanza. Invece,coi ragni,che infatti non sono insetti ma nessuno mi giustifica per questo, ho il problema opposto.
Perché non si può tenere una bellissima tarantola come animale domestico, eh? *-* La tratterei bene,davvero!La porterei a fare la sua passeggiatina tutti i giorni *^* {non è un cane,Frankie.E’ un ragno. Ah,già,scusa çAç}
..Per caso,voi siete aracnofobici? >.>Ho conjured your deepest fears con questa os?
E anyway ringrazio come sempre i miracolati che perseverano a recensire XD Teardrop on the fire, two_dollar_bill, friem, Josie 182, Vibeke Vengeance_Sevenfold & EmilyFICTION I love you all!*^*
Bene,ho finito di sparare cazzate u-u
See ya all!
 
Frankie

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Capitolo 5
*** Please don't look at me with those eyes! {zackyxmatt} ***


{Genere: fluff, generale, romantico
Personaggi: Matt Shadows, Zacky Vengeance
Rating: verde
Avvertimenti: slash, one-shot, what if?}
 
 
Please don’t look at me with those eyes!
 
 
 
 
-AHIA!-
Matt, seduto sul suo divano a guardare svogliatamente la televisione su un canale musicale su cui sperava di beccare qualche canzone interessante, alzò gli occhi al cielo chiedendosi perché mai doveva sopportare tutti quegli insopportabili lamenti lì. Mentre alzava il volume mettendosi a fischiettare Flash Of The Blade che era appena iniziata, facendo finta alla grande di non aver sentito le proteste di dolore di Zachary, sentì un nuovo urlo semisterico dell’amico.
-CAZZO MATT VIENI QUI TI PREGO!-
Sospirando ancora,si alzò abbandonando il telecomando sul divano e raggiunse Zacky nel bagno. –Che cosa cazzo c’è di cos..-,si bloccò,alzando lo sguardo sul suo viso. -..Oh minchia ma che hai fatto?-
Zacky,con una faccia assolutamente disperata, lo guardava con supplichevoli occhioni da cucciolo smarrito. I suoi due nuovi snakebites, che voleva da anni e che si era fatto fare giusto qualche ora prima, stavano sanguinando copiosamente facendolo assomigliare ad un vampiro che si sbrodolava con la sua cena {vista anche la sua carnagione semi-spettrale}. Nel lavandino c’erano i cadaveri di diversi batuffoli di cotone insanguinati sparsi tra un’inquietante distesa di gocce rosse che scivolavano lentamente verso lo scarico.
Matt, osservando la scena,non poté che mettersi a ridere. –Sembra che hai ammazzato qualcuno,Vee!-
-E’ una cosa seria!-, protestò Zacky sporgendosi sul lavandino e recuperando dall’armadietto del bagno un altro batuffolo di cotone, che sparse di disinfettante color verde acceso e usò per ripulirsi il mento e le labbra dal sangue. –Non smettono di sanguinare! E fanno fottutamente male! Uffa non so cosa fare-, piagnucolò imitando perfettamente un bambino di tre anni che si è sbucciato le ginocchia cadendo dalla bicicletta. Probabilmente se non si fosse appena fatto bucare il labbro inferiore e ci avesse fatto infilare due cerchietti di metallo avrebbe tenuto il broncio per tutto il giorno.
-Tu guardi solo film horror e ti fai impressionare da un po’ di sangue..Centinaia di gente se li è fatti fare e non è morta,e dubito che tu sarai il primo!-, replicò Matt,ancora ridacchiando.
Zacky si tirò giù il labbro inferiore, per controllare con maniacale apprensione in che condizione fosse il suo interno guardandosi allo specchio. –Io non mi fto facendo imfreffionare-, precisò,offeso. –Ehi,ftafera guardiamo Fcream? Lo fanno alla tv..-,disse, lo sguardo illuminato mentre fissava di nuovo Matt, e lasciò andare il labbro. Appena si richiuse Zacky fece un altro ‘AHIA!’ portando di nuovo le mani a coprirsi la bocca. –Uffa, non guariranno mai!-, si lamentò con la voce soffocata dalle mani.
Matt rise ancora,scuotendo la testa. –Dai,leva le mani..Ti aiuto. Io mica sono morto con una labret..-
-Beh io con gli snakebites morirò!-
-Non essere tragico.- Matt prese un altro batuffolo e ci mise il disinfettante, cominciando poi a pulire il labbro insanguinato di Zacky,che cercava di tirarsi indietro. –Sta’ fermo-,gli disse sorridendo.
-Mi stai facendo male!-, protestò, arretrando di qualche passo e coprendosi di nuovo le labbra con una mano.
Matt fece un passo avanti, gli prese il polso e gli bloccò l’altro braccio contro il muro con il gomito. –Adesso vediamo un po’ se riesci a muoverti..E se non stai un po’ fermo e non la smetti di fare il piagnucoloso ti rispedisco a casa anticipando a stasera il momento in cui Mammina Baker scoprirà che ti sei fatto i piercing senza permesso. E ovviamente non guardiamo Scream.-
-HMMMM!-, grugnì Zacky protestando.
-Baaastaaa!-,gli strillò Matt, prima di ricominciare a disinfettare i buchi dei piercing di Zacky,che avevano anche smesso di sanguinare. Mollando il suo polso gli abbassò il labbro con la punta delle dita, cercando di ripulire anche la parte interna dei buchi.
-E fomunfue fer me non lo farefti -, biascicò Zack.
Matt, finito il lavoro, gli lasciò il labbro e lanciò il batuffolo di cotone nel lavandino con gli altri; poi, cercando di fare il più delicatamente possibile, posò un rapido bacio sulle labbra di Zacky e gli sorrise. –Come hai detto,scusa?-
Zacky lo guardò con gli occhi sbarrati,rimanendo per un attimo immobile con la bocca semiaperta, stupito. –Eh..un attimo..M-matt-, cominciò.
Matt si allontanò e prima che Zacky potesse terminare la frase aggiunse:-Metti a posto il bagno,grazie!- e tornò in salotto richiudendosi la porta del bagno alle spalle.
Zacky rimase ancora qualche secondo fermo a guardare le gocce di sangue che si stavano rapprendendo nel lavandino,scioccato. Mentalmente annotò le cose da non dire ai suoi genitori fatte quel giorno: aver preso in prestito cinquanta dollari dal portafogli di sua madre, aver preso una F in trigonometria, aver fatto i piercing e aver baciato Matthew.
Piuttosto confuso,si mise a raccattare i batuffoli di cotone dal lavandino e a buttarli distrattamente nel cestino. Pensava Matt non avrebbe fatto una cosa del genere, devo essermelo immaginato e chissà dove sta una spugna per pulire qui, e poi ancora no seriamente devo avere le allucinazioni. Matt non è uno da baciarsi con i suoi amici.
E in mezzo a tutti questi pensieri una vocina timida gli suggerì anche: però mi è piaciuto. Non mi ha nemmeno fatto male agli snakebites. Aveva le labbra morbide..
E subito dopo una voce molto più forte strillò alla vocina: STO CAZZO CHE TI E’ PIACIUTO. SMETTILA DI DIRE STRONZATE.
Però gli era piaciuto,qualsiasi cosa ne pensasse la sua coscienza perbenista,che continuando con il suo monologo-predica adesso gli suggeriva di riprendere a pulire il lavandino del bagno senza farsi troppi viaggi mentali.
 
                                                                                                                                            ***
 
Quando finì di pulire il casino che aveva fatto nel bagno {doveva essersi preso un sacco di tempo apposta per rimandare il momento in cui avrebbe dovuto uscirne} , Zacky aprì la porta inciampando magistralmente e arrivò in salotto imprecando e saltellando sulla gamba sinistra,tenendosi il ginocchio destro con una mano. –Ahia che cazzo porca miseria che male!-,disse a denti stretti,avvicinandosi al divano dove Matt stava ancora guardando distrattamente il suo canale di musica.
-Sopravvissuto?-,chiese Matt, con un nuovo sorriso divertito sulle labbra.
-Mmmmhsì,ci ho solo rimesso un ginocchio-,rispose Zacky appoggiandosi allo schienale del divano. –Che ore sono?-
-Mmmmmh, le otto..Fame? A proposito, a che ora c’è Scream?-
-Non sono ancora certo di riuscire a nutrirmi senza usare le labbra-,disse Zacky , e stava per aggiungere qualcosa quando Matt lo interruppe.
-Vorrai dire senza frantumarmi i coglioni con le tue lamentele..-
-Questi sono punti di vista..Comincia alle otto e mezza, ma allora lo guardiamo?-
-Avresti altri suggerimenti per fare qualcosa stasera?-,chiese Matt alzandosi e andando a recuperare il telefono. –Chiamo per una pizza..Comunque lo sai che non vado matto per i film horror e che se li guardo è solo perché tu abbia qualcuno a cui saltare addosso terrorizzato  quando salta fuori lo zombie di turno e ti piglia un infarto..Così dopo non hai nulla da rinfacciarmi per qualche giorno!-
-Ma non faccio così!-,protestò Zacky rimettendosi di nuovo in piedi e seguendolo saltellando verso la cucina. –Se ti riferisci a quella volta che abbiamo visto La Notte dei Morti Viventi in quella scena che ti sono saltato addosso strillando ‘oh cazzo’ era solo perché mi ero addormentato,chiaro? Provaci tu a svegliarti all’urlo di una tizia di un film e  trovarti a un metro dalla faccia il muso semiputrefatto di uno zombie e non esserne un po’, mbeh sorpreso, ecco! Infatti quel film non faceva paura, mi ero pure addormentato, non faceva paura proprio, gli zombie soltanto erano un po’ realistici ecco!-,blaterò quasi tutto d’un fiato Zacky, tentando per la centocinquantesima volta di convincere Matt.
Lui, per tutta risposta, gli sorrise molto poco convinto facendosi spuntare le fossette sulle guance, e disse al telefono:-Si,grazie,volevo ordinare una pizza..-
 
                                                                                                                                         ***
 
Zacky saltò su divano, appropriandosi del telecomando e alzando il volume. –Maaaaaaaatt!-, strillò. –Guarda che sta cominciando il film!-
-Non urlare,sono qua-, rispose Matt, entrando nel salotto e allungandogli un piatto con le sue fette di pizza fumanti.
-Oh,gnam, grazie-, fece Zacky, appropriandosi del piatto e poi puntando di nuovo gli occhi alla televisione, cominciando a mangiare la sua pizza in un modo assolutamente ridicolo, facendo penzolare la fetta e addentandola per aria.
-Ma come cazzo mangi?-, chiese Matt ridendo e sistemandosi sul divano vicino a lui.
-Non foglio toccarmim il labbrom-, rispose con la bocca piena. –Fuarda che fta comifando, non mi rofinare l’iniffio parlando!-
-No, meglio,ti stroncherò i momenti cruciali..Tanto, conoscendoti, entro cinque minuti hai finito di sbranare la tua pizza e prima della metà del film ti addormenti, come sempre-, rispose Matt.
-Fffffft!-, gli intimò Zacky, con gli occhi incollati alla tv,dove cominciavano ad apparire i titoli di testa accompagnati da una musichetta poco rassicurante. Riappoggiò il suo piatto vuoto per terra a fianco del divano e voltandosi verso Matt, precisò {ancora con la bocca piena}:-E non mi infultare, finfue minuti per manfare una piffa! Io fi metto fi e no finfue millifeconfi.-
Detto questo continuò a ruminare guardando la televisione,rimanendo incredibilmente in silenzio {o come avrebbe detto lui con la bocca piena, ‘filenfio’} per tutta la prima mezz’ora del film,mentre la biondina veniva allegramente sbudellata e poi impiccata insieme al suo ragazzo.
-EHI!-, strillò a un certo punto Zacky,saltando a sedere dritto e indicando lo schermo. –Quella tizia ha il mio stesso cognome! EHI!-
-Si,Zack,adesso squilla il telefono, tu rispondi e poi entra un tizio che ti apre la pancia.-, continuò per lui Matt.
-Ma secondo te l’assassino è uno zombie?-
-Cazzo ma tu ci stai fissato con gli zombie,eh!-
-Mi piacciono,niente di che-, rispose lui un po’ offeso, rimettendosi poi in silenzio a guardare il film.
Nel giro di qualche altra scena, esattamente come Matt aveva previsto, gli si accoccolò contro con la silenziosa scusa che ‘lui era più comodo dell’imbottitura del divano per guardare i film’ e dopo appena qualche minuto stava già dormendo alla grande, abbandonando completamente il film.
Matt,continuando a seguire la tv distrattamente perché quando Zacky si fosse svegliato si sarebbe sicuramente messo a fargli mille domande su cos’era successo mentre lui ronfava, si mise a passargli delicatamente le dita fra i capelli. Si sorbì annoiato un’altra mezz’ora abbondante di horror che lui trovava patetico,sperando che Zacky si svegliasse. Quando si addormentava durante un film e si risvegliava immancabilmente quand’era finito, faceva sempre mille storie a Matt sul fatto che ‘ma potevi svegliarmi potevi darmi una padellata in testa potevi fare questo potevi potevi potevi’, e Matt odiava sopportarlo infatti finiva sempre per saltargli addosso strillando ‘FINISCILA BAKER O TI FACCIO FARE LA FINE DEI MORTI NEL FILM!’.
La protagonista adolescente del film stava facendo un faccia a faccia con l’assassino mascherato da morte con una di quelle stupide maschere bianche e nere con una bocca spalancata che faceva invidia anche alla puttana più esperta e cacciò un urlo,di quelli acuti che ti fracassano i timpani e ti lasciano un po’ stordito. Ovvero di quelli che riuscivano a svegliare persino uno Zacky che ronfa appoggiato a Matt.
-MACHECAZZ...!-, strillò lui infatti svegliandosi di soprassalto facendo un salto e finendo ancora più addosso a Matt.
-Cazzo Zacky calmati è solo il film!-,disse Matt al ragazzino tremante che gli si era avvinghiato al braccio,stritolandolo.
-Ma ma ma-, fece lui abbassando la testa. –Mi sono addormentato di nuovo!-, protestò più che altro rivolto a sé stesso,lasciando il braccio di Matt ma rimanendogli praticamente in braccio.
-A quanto pare..Tu salti sempre nei momenti meno opportuni quando ti svegli!-
-E tu baci nei momenti meno opportuni allora!-
Rimasero entrambi in silenzio, Matt semi-pietrificato, mentre la televisione diceva che avevano trovato una macchina abbandonata nei cespugli e che dovevano andare a controllare perché sicuramente l’assassino era nei dintorni.
Il poliziotto e la tizia si incamminarono blaterando nello schermo della tv lungo una stradina buia e poco raccomandabile nei film horror.
Matt si tirò un po’ su e rispose ,guardando Zacky che continuava a fissare imperterrito lo schermo:-E quale sarebbe stato il momento opportuno?-
-Non saprei.- Improvvisamente la camminata dei due tipi nel film era diventata incredibilmente interessante. Distolse lo sguardo a malincuore,guardando Matt per trovare qualcosa da rispondere, presto film accorri in aiuto ti prego poliziotto dì qualcosa alla giornalista e salvami.
-Adesso per esempio?-, continuò Matt. Accoccolato su di lui Zacky non si era praticamente accorto che i loro visi erano vicini,anche troppo vicini..
Matt si avvicinò ancora, appoggiando le labbra contro quelle di Zacky. Erano calde e morbide, e nonostante si aspettasse un sacco di proteste di dolore ricambiarono subito il bacio. Con la lingua Matt si fece lentamente strada nella bocca di Zacky, accarezzando la sua delicatamente, senza ricevere ancora nessun gemito lamentoso in puro stile Zacky-ha-tre-anni-e-non-quasi-diciotto.
Staccò per un secondo le labbra facendo per avvicinarsi di nuovo, ma l’altro si tirò indietro serrando le proprie con un mezzo sorriso. –Hai le labbra sporche di sangue..Questo vuol dire che sto sanguinando ancora?-,chiese,un po’ preoccupato.
-Già-, fece Matt. Zacky si voltò verso il bagno,mentre lui alzava una mano per fargli voltare il viso di nuovo e baciarlo ancora sulle labbra umide.
Zacky sorrise, tirandosi ancora indietro dopo qualche bacio. –Dai,devo andare a disinfettarli..Hai scelto davvero il momento sbagliato per deciderti a baciarmi.- Si alzò e si incamminò lentamente verso il bagno.
-Tu riporterai il tuo culo sexy su questo divano il più presto possibile, lo sai vero?-
Zacky si sporse dalla porta del bagno,ridacchiando. –Certo, amore-, rispose con una vocina acuta, sparendo poi di nuovo nel bagno a trafficare con cotone e disinfettante. Matt si alzò a sua volta e andò in cucina a pulirsi le labbra dal sangue,poi raggiunse Zacky che stava litigando con un batuffolo di cotone che gli si era appiccicato alle dita mentre lo buttava nel cestino.
-Zack?-
-Mmh?-, fece lui, indaffarato.
Matt rimase in silenzio un momento,pensando alle parole giuste. –Hmm..Tu.. Beh..Cosa pensi..del..ehm,bacio..che..-,biascicò, cercando di far capire le proprie parole il meno possibile.
Zacky si voltò verso di lui,le sopracciglia sollevate. -...Eh?-
-Uff.-,commentò Matt. –Odio parlare di queste cose.. Ma. Ehm. Tu,cioè,... Voglio dire,tu mi piaci. Un po’ più che come un amico e basta. E..Tu e la tua.. aura infantile. Mi avete catturato. Cioè,voglio dire. È per questo che ti ho baciato. Giusto per puntualizzare,non perché sono una checca isterica con istinti sessuali acuti verso chi dovrebbe essere il mio migliore amico.-
Zacky sorrise,sfoderando uno dei suoi sorrisi più ebeti che gli fossero mai riusciti in tutta la sua carriera di sorrisatore ebete. Si chiedeva da tempo ormai se sia lui che Matt fossero degli omini dall’incerto orientamento sessuale che facevano praticamente finta di guardare le ragazze e poi passavano il novanta percento del loro tempo insieme e dormivano insieme e si facevano scherzi idioti e ogni novità che avessero da fare o dire per prima cosa lo dicevano l’uno all’altro. E Zacky quando lo guardava aveva il cervello che lo tempestava di pensieri esattamente come stava succedendo in quel momento,fotogrammi che andavano a tempo con il suo cuore che sfiorava la fibrillazione ventricolo-atriale.
-...In uno dei tuoi film,questo sarebbe il momento giusto in cui tu mi baci e poi arriva lo zombie e noi crepiamo.-,suggerì ironico Matt.
-Forse senza l’ultima frase-,lo corresse Zacky, gettandogli le braccia al collo senza levarsi il sorriso cretino dalla faccia.
Questo è in stile Zacky, tu gli chiedi un bacio e lui ti stritola., pensò Matt con un filo di cattiveria.
-Si,anche io ti voglio bene,Zack.-
-Ehi!-, protestò, staccandosi dall’abbraccio {Matt poteva respirare di nuovo} e guardandolo negli occhi, offeso.
-Che c’è?-
-..Fai le cose con calma.-,continuò Zacky,abbracciandolo di nuovo, questa volta meno forte, e appoggiò il mento sulla sua spalla.
Anche questo è in stile Zacky. Cercare di farti sciogliere il cuore di pietra che ti ritrovi e riuscirci benissimo., pensò Matt, sospirando e piegando la testa a baciare oziosamente il collo di Zacky, aspettando che lui decidesse che era passato abbastanza tempo per continuare.
 
 
 
 
 
Uuuuuh BENE! No, non bene, ma non importa.
Questa è la MattxZacky, ebbene sigh.
Non so precisamente quando/come/nemmeno perché Zacky si sia fatto davvero gli snakebites quindi ho immaginato la mia versione sotto consiglio di EmilyFICTION ù_ù
Ma secondo voi cos’è che fa diventare salati i pistacchi?>.> Ah no scusate, parlavamo della fanfic ò.ò Si dunque è uscita un po’ troppo fluff, credo. *si ferma a riflettere mangiando pistacchi* Orsù, cosa ne dite voi? Voi SAPETE che io adoro le recensioni vero vero vero? °u° *faccia da grapes-in-the-mouth-make-me-happy-down-south* e se per caso qualcuno passasse di qui e leggesse mi farebbe tanto felice un nuovo recensore °u°
Ok, ho finito di persuadervi a recensirmi ù_ù a questo punto.. il titolo è preso da First Date dei Blink-182 e non c’entra un emerito niente, ma non importa XD
As always ringrazio two_dollar_bill, friem, Vibeke Vengeance_Sevenfold, Teardrop on the Fire e Josie 182 e anche EmilyFICTION che si è allegramente dimenticata di recensire XD {ti uccido Gates,ti uccido. I’m about to kill you! è_é}
Fine monologhi, addio, ciao.
 
*Frankie

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Capitolo 6
*** Well I have so much to say but you're so far away. {jimmyxbrian} ***


{Genere: malinconico, introspettivo, romantico
Rating: verde
Avvertimenti: slash, what if?, one-shot
Personaggi: The Rev, Synyster Gates}
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Well I have so much to say but you’re so far away.
 
 
 
Io lo abbracciavo.
Lui sorrideva come un idiota.
Io sorridevo come un idiota.
Lui aspettava che Matt si girasse altrove con le sue manie da fotografo fallito e mi baciava. Le sue labbra si appoggiavano sulle mie per un attimo e poi come se non fosse successo niente si voltava di nuovo. Diceva qualcosa a Matt. Rimaneva seduto in braccio a me facendo finta che fosse per scherzo.
Diceva sempre che ero il suo migliore amico davanti agli altri. La prima volta che l’ha detto, dopo gli avevo chiesto che voleva dire. Mi aveva detto: “Non prenderla male,come amico sei al pari di Matt, Zacky e Johnny.. L’unica differenza è che sono totalmente innamorato di te, e questo tu lo sai.” Si era avvicinato lentamente e aveva appoggiato le labbra sulle mie. Una mano sulla mia guancia. Poi aveva aperto lentamente le labbra e cercato la mia lingua, movimenti conosciuti. Non era la prima volta. Immagino che di quella avrò voglia di parlare dopo, dopo, dopo.
Io non ho mai capito cosa provavo per Jimmy. Quando mi aveva detto così ero rimasto a fissarlo, con gli occhi adoranti, prima che mi baciasse; mi faceva sentire importante l’idea che lui mi amasse in un modo diverso rispetto agli altri. Che mi dedicasse qualche attenzione in più. Poi, se avete presente – ah, ora mi metto anche a parlare con qualche inesistente pubblico... – , una relazione del genere è sconsigliabile a tutti. Il perché io volessi comunque continuarla, rimane un’enorme incognita. Mi ero reso conto piuttosto presto di che cosa sarebbe significato assecondare Jimmy, lo conoscevo già troppo bene, però ho lasciato che strappasse via un pezzo del mio cuore giorno per giorno per anni, e se lo tenesse.
Credo di essermi dimenticato il giorno esatto in cui l’ho visto la prima volta, in giro per Huntington Beach, suppongo, o a scuola, fa lo stesso. Quella volta per me era solo un ragazzo strano che suonava la batteria in qualche sfigatissimo gruppo che non avrebbe mai fatto successo. Poi mi aveva chiesto di fargli vedere che sapevo fare con la chitarra (come sapesse che la suonavo non gliel’ho mai chiesto.), da quel punto siamo diventati amici, immagino.
Qualche anno dopo mi ha chiesto se mi andava di entrare in un gruppo serio. Uno di quelli che sarebbero finiti sui giornali come ‘nuova band promettente’, uno che stava producendo un cd. Non di quelli sfigati di prima.
Gli ho detto di sì. Dio – o qualsiasi altra cosa ci tenga d’occhio da lontano, ormai sono così abituato a sentire i suoi dubbi sulla religione che ho messo in discussione anche la mia, di fede – maledica e benedica quel cazzo di giorno, contemporaneamente.
Lo maledica perché se gli avessi detto che potevo fare strada da solo non sarei mai arrivato a tutto questo.
Lo benedica per lo stesso motivo.
Gli ho detto di sì. Sono entrato nella band. Ho registrato l’intro del primo cd con loro, perché ‘so fare cose incredibili con la chitarra’, ho la nausea dal sentirmelo ripetere. Ho cominciato a pensare automaticamente agli Avenged Sevenfold come la band a cui appartenevo.
In tutto quel tempo, quando non c’era nessuno che ci girava attorno, Jimmy mi aveva sempre fatto presente che era innamorato di me. Io per decidere se volevo dargli ascolto ci ho messo un po’. Ma alla fine ho acconsentito piuttosto presto, anche se non avevo ancora deciso esattamente cosa provavo per lui.
Quant’è ridicola tutta questa storia e io me ne accorgo solo quando è miseramente finita.
E allora tra la sua ragazza, quelle con cui uscivo io tanto per fare e le registrazioni di Waking The Fallen io e Jimmy rubavamo alla notte qualche ora, lui per amarmi, io per farmi amare. Mi sembra incredibile che non mi abbia mai detto nulla per tutta la mia freddezza quando lui mi ripeteva le solite due parole sussurrandomele nelle orecchie, al buio, abbracciato a me che mi nascondevo dai suoi occhi troppo espressivi dandogli le spalle come per caso.
Il suo problema erano gli occhi. Se non avesse avuto quegli occhi e non avesse saputo come usarli per farmi crollare, forse non sarebbe andata così.
E poi c’è stato Waking The Fallen, il primo timido successo, il primo ‘tour’ che fosse vagamente degno di essere chiamato così, la pausa in cui nuovi testi e melodie fremevano per essere pubblicati.
Poi c’è stato City Of Evil, il grande debutto nel mondo della gente seriamente famosa degli Avenged Sevenfold. E tutto succedeva così in fretta che non avevo tempo di fermarmi a riflettere quello che avevo rimandato prima. Un video, un’altro, un’altro ancora; eravamo così entusiasti, più di quanto non lo fosse la gente di noi. Tutto sembrava sorridere, i fan, i produttori, la casa discografica.
Quando succede così, poi, accade per forza che ti fermi un attimo a respirare e il cervello ti si riaccende all’improvviso e tu ti poni delle domande e una voce ti dice che stai sbagliando tutto, che gli ideali che ti eri costruito a fatica crescendo li stai buttando nel cesso uno dopo l’altro, che quello che stai facendo è una fottuta merda. Mentre, forse, ti rendi conto che la persona che frequenti da tanto tempo la ami davvero, che i tuoi amici sono i migliori dell’universo, che suoni come un dio e la gente se ne accorge, che la tua vita è un percorso destinato solo a salire, salire, salire verso l’apice del successo, tu, allora, ti fermi a pensare.
Ed è la peggiore cosa che possa succederti.
Ed è la cosa che è successa a Jimmy. Ed è la cosa che l’ha portato all’apatia.
È la cosa che gli ha fatto scrivere Afterlife, è la fottuta cosa che gli ha fatto scrivere Almost Easy. È la cosa che l’ha convinto che la vita è tutta soltanto una gigantesca finzione, una gigantesca bugia spudorata. Ma lui preferiva chiamarla ‘finzione’.
I momenti in cui viveva e basta come noi e quelli in cui si fermava a pensare si alternavano con una velocità spaventosa. Io volevo solo farlo sentire meglio. E allora rimandavo i momenti in cui volevo parlargli perché non si fermasse ancora a pensare.
E allora ho continuato a farmi amare in silenzio, forse un po’ meno freddamente di prima.
Ma gli Avenged Sevenfold non si erano fermati. Gli Avenged Sevenfold, come gruppo, non si sarebbero per nulla fermati a pensare. Andavano avanti. A una velocità spaventosa noi insieme andavamo avanti, vincevamo premi a destra e a manca, pubblicavamo l’album con il nostro stesso nome, facevamo un tour mondiale. Una piccola pausa, niente di più, ci eravamo presi un respiro nell’aria piacevole del successo. Pubblicavamo Diamonds In The Rough, un live. Ci lasciavamo piacevolmente trasportare dal successo.
Poi ci siamo resi conto che non avevamo più idee. Eravamo vuoti. E per questo ci siamo fermati a pensare tutti quanti, ci siamo presi qualche tempo di pausa tra un album e l’altro di qualche anno. Per questo l’ha fatto di nuovo anche Jimmy e per questo, io ancora non trovavo il coraggio di dirgli che avevo deciso che lo amavo.
Non volevo complicargli ancora le idee. Volevo che fosse fottutamente felice, ma lui non lo era. Cominciava a dire cose strane. Cose che di solito dice la gente che vuole suicidarsi.
Un giorno, eravamo insieme per decidere che fare della nostra vita di rocker indecisi. Ha detto: ‘se un giorno non sarò più qui,vorrei che sapeste che siete i miei fottutissimi migliori amici.’ Noi gli abbiamo detto che non doveva preoccuparsi. Che noi lo amavamo. Che saremmo rimasti insieme, Fino Alla Fine.
Quanto ci sbagliavamo. Tutti quanti, tranne lui.
Un giorno, il giorno dopo Natale, ha detto che aveva scritto qualcosa. Ce l’ha letto.
Era fantastico, come sempre, ma io sentivo  una familiare sensazione di allarme mentre lo ascoltavo. Perché diceva di aver capito come fa il mondo a sopraffare un uomo? Perché ci chiedeva di non avere paura, quando lui si sarebbe liberato dalla vita? Perché voleva che dicessimo a tutti che sperava trovassero la loro strada, quando lui non ci sarebbe più stato?
Naturalmente che si riferisse a noi l’ho capito dopo.
Non dico che si sia suicidato, non lui, non l’avrebbe mai fatto. Solo che sapeva che stava per morire e non ha comunque cercato di cambiare le cose. L’ha lasciato succedere perché gli andava bene così, non aveva più la smania di vivere che avevamo noi.
Quella sera sono andato da lui. Era felice di vedermi, o almeno lo sembrava. L’ho abbracciato. Ha detto, “Ti mancavo, Brian?”, ha ricambiato l’abbraccio, l’ho sentito nascondere il viso contro la mia spalla. Mi ha chiesto perché ero venuto da lui, mentre mi prendeva la mano e mi tirava verso il divano, dove ci siamo messi a parlare. Gli ho detto che volevo parlargli.
Lui aveva appoggiato la testa sulla mia spalla, mi teneva ancora la mano. “Domani”.
“Jim, è una cosa importante..”
“Appunto, possiamo parlarne domani, no?”.
Le sue labbra contro le mie. Ancora. Ancora.
“O il giorno dopo”.
La mia mano appoggiata piano sulla sua guancia, i suoi occhi piantati nei miei. “E se proprio non riuscissi ad aspettare fino a domani? O al giorno dopo?”. Avevo aspettato per qualcosa come quattro anni, ma ora non riuscivo ad aspettare un altro minuto.
Di nuovo le sue labbra sulle mie, l’umido della sua lingua che incontrava la mia. “Eri venuto solo per quello?”
“Ero venuto per te.”,ho replicato.
Altro bacio. “Ti amo.”
“Lo so. Jimmy,io..”
“Mmmh, abbiamo detto domani..”
“Non posso. Ti amo, Jimmy. Non ho mai avuto il coraggio di dirtelo.”
Era rimasto in silenzio, la testa appoggiata sulla mia spalla, abbracciato a me. Ogni tanto mi giravo e gli appoggiavo qualche bacio sulla fronte, sulla guancia, sulle labbra, ogni tanto li ricambiava. Finché non si era addormentato. Finché non mi ero addormentato anche io. Ero rimasto lì fino alla mattina dopo, Michelle non si era preoccupata di dove fossi, siamo andati in studio insieme, il giorno dopo.
Oltre la sua malinconia di fondo che mi contagiava mi sentivo felice. Lo amavo. Lui lo sapeva. Avevamo davanti la registrazione di un album, un nuovo anno, il suo prossimo compleanno, un altro tour...
Quando Matt aveva chiamato anche me per dirmi che l’avevano trovato morto, mi è crollato il mondo addosso. E al posto di tutta quella bella roba là davanti mi sono trovato un muro su cui non faccio altro che sbattere la testa, giorno dopo giorno.
Avevo visto le pastiglie, sul tavolino di fronte al divano. Piccole, rotonde e azzurrine, con la ‘v’ nel mezzo. Sapevo che le prendeva. Non avrei dovuto essere sorpreso di niente.
Invece lo ero. E lo sono ancora.
Non riesco a capacitarmene.
Non ci riuscirò mai.
 
 
 
 
Bene.
No,anzi, male, malissimo.
Che cazzo è questa roba,eh?
Qualcuno me lo spieghi. Io e le promesse con me stessa non andiamo d’accordo,va bene. Mi ero promessa che non avrei mai scritto riguardo la morte di Jimmy. Invece,ta-tarataan, l’ho fatto! Mi sembra naturale.
Scusate,ma sono seriamente furiosa con me stessa.
E,ah si, scusate se pubblico oggi {mercoledì}, e non il martedì ovvero ieri, ma per una serie di motivi che blablabla non ci sono riuscita. Per la serie di motivi blablabla oggi sono anche con l’incazzatura facile,EVVIVA,perché mi ci mancava qualcos’altro in ‘sto schifo di vita eh °-°
Dunque,riguardo la storia e mettendo da parte i miei problemi personali e la mia famiglia di psicotici depressi: non ho troppo da dire, solo che penso che quello che ho scritto sia più o meno successo. Ho cercato di essere il più realista possibile {a parte con la storia che Jimmy stava con Syn},anche se qualcosina comunque l’ho cambiato perché sennò la storia era ancora più campata in aria di quanto non sia già.
Hm,altro? Direi di no.
Ringraziamenti! friem, Josie 182, two_dollar_bill, Vibeke Vengeance_Sevenfold e Teardrop on the Fire ovvero i santi che perseverano a recensire. Senza di voi avrei già chiuso da secoli questa inutilissima raccolta D: E, naturalmente, persa tra i meandri di Efp c’è anche EmilyFICTION che non recensisce mai,quella peripoatetica ù_ù
Ok,ho finito di monologare.
Ciaociao a tutti *entusiasmo alle stelle*
 
*Frankie.
 
P.s: {per Teardrop è.é} ...Mi ricordo che in una delle prime recensioni avevi detto che ti sarebbe piaciuto leggere anche una jimmyxbrian e mi dispiace di aver scritto questa storia insulsa proprio su questo pairing °-° Chiedo venia çWç mancavo di ispirazione alternativa,scusorry.

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Capitolo 7
*** You should've killed me when you had the chance.{mattxbrian} ***


{Genere: drammatico, erotico, thriller
Rating: arancione
Avvertimenti: AU, slash, what if?, song-fic,  non per stomaci delicati
Personaggi: Matt Shadows, Synyster Gates}
 
 
~You should’ve killed me when you had the chance.
 
 
So I say goodbye to a town that has ears and eyes.
I can hear you whispering as I walk by,
Familiar faces smiling back at me, and I knew
This would make them change.
Brian si guardò intorno ancora una volta, passando in rassegna le cinque paia di occhi che lo guardavano in attesa che mandasse avanti la conversazione. Ma per quanto lo riguardava,la conversazione era più che terminata. Guardò ancora una volta i suoi amici che dicevano qualcosa tra loro, i suoi genitori che lo fissavano apprensivi e addolorati. Poi, senza riuscire a sopportare oltre quella situazione, si alzò e intraprese la camminata apparentemente lunghissima fino alla salvezza della porta bianca coi vetri opacizzati e rinforzati con una rete metallica per non si sa quale scopo. Uno, due, tre passi, e doveva ancora superare i suoi genitori, doveva ancora passargli accanto e sopportare il bruciore dei loro sguardi così da vicino, oh chi cazzo aveva progettato quella sala visite.

Quattro, cinque, ora era a un passo dal lato del tavolo dove sedevano sua madre, suo padre, Zachary, James e Johnathan. Sei, sette, cinque facce che si voltavano chiedendosi perché?, otto nove la strada si faceva più semplice da percorrere dieci undici dodici tredici ed era arrivato alla porta.
Salvo.
Appena entrato nello stanzino che separava la sala visite dal corridoio d’ingresso della clinica, aspettò che la porta si chiudesse e la donna in camice bianco dall’altra parte della seconda porta dicesse ai tecnici di far scattare la serratura.
Clack.
Aprì la porta e con una faccia il più neutra possibile mentre sentiva la rabbia montare dentro il petto per le voci che arrivavano smorzate dalla sala, volevamo stare con lui, è possibile avere un’altra visita? Mi dispiace, signora, non siamo stati noi a decidere di interrompere la visita, se il paziente, poi la seconda porta si richiuse e le voci diventarono un’altro borbottio smorzato dentro le sue orecchie.
“Non ti fa piacere stare con loro?”, gli chiese dolcemente la donna in camice, che voleva che lui la chiamasse Ally e non ‘dottoressa Severson’ come diceva il cartellino appeso alla tasca del suo camice.
“Non ne avevo voglia”, rispose apatico.
Ally sorrise con uno di quei sorrisi condiscendenti che si fanno ai vecchi o ai bambini molto piccoli e gli appoggiò una mano sulla schiena, per rassicurarlo. “Non ti preoccupare, sono sicura che la prossima volta ti sentirai meglio. Vuoi tornare nella tua stanza?”
Brian annuì, distogliendo lo sguardo e stringendo i pugni fino a sentire le unghie lasciargli segni rossi nel palmo per soffocare il tremito di rabbia che, ogni volta che apriva bocca, Ally gli provocava.
Camminò a passi regolari con quelli di Ally lungo l’altro corridoio, più stretto, dentro l’ascensore, lungo un’altro corridoio ancora fino a una stanza anonima con il numero 419 scritto a caratteri neri sul vetro, anche quello opaco e rinforzato, come tutti i vetri delle porte della clinica.
Ally lo fece entrare e sorrise di nuovo. “Tra un’ora c’è il tuo appuntamento con il dottor Halloran. Torno a chiamarti, va bene?”, e senza aspettarsi una risposta richiuse la porta e sparì nel corridoio bianco.
Il problema maggiore di quel posto era che era tutto fottutamente troppo bianco. Le tute troppo arancioni, certo. Le coperte troppo blu, certo. Ma le pareti, le porte, i tavoli, le sedie, i camici dei dottori e degli inservienti erano decisamente troppo bianchi.
Anche le pareti di quella stanza, quel giorno erano bianche.
Bianche, con le striature rosse degli schizzi di sangue che colavano.
Come l’avevano guardato diversamente tutti, dopo.. Sapeva che li avrebbe fatti cambiare tutti. Infatti erano cambiati.
Ora lo guardavano come un malato mentale psicolabile schizofrenico chiuso in una clinica di salute mentale e riabilitazione.
E avevano perfettamente ragione.
The only thing that's going to bother me
Is that you'll all call yourselves my friends.
Se solo non si fossero presentati puntualmente ogni due settimane a pretendere di vederlo. Se solo non avessero fatto così finta di continuare ad amarlo dopo quello che era successo.
Why can't you look me in the eyes one last time?
Prima del processo non l’avevano voluto. Prima del processo che l’aveva dichiarato non colpevole e affetto da disturbi mentali gravi, nessuno di quelli che ora erano venuti a visitarlo avevano voluto, neanche per un momento guardarlo un’ultima volta negli occhi.

Perché aveva ucciso il loro migliore amico. Il migliore amico di Brian, per giunta.
Qualcuno direbbe che è naturale.
Qualcuno non riuscirebbe a guardarlo negli occhi nemmeno dopo. E questo l’avrebbe accettato. Quello che non accettava era la loro ipocrisia di credere fin troppo fermamente nelle cure psichiatriche che stava ricevendo, altrimenti dette ‘lavaggio del cervello’ o ‘lobotomia’.
The writings on the wall, you've read that I'll be gone, but if you call my name
Just know that I'll come running, for one more night to spare with you.
This is where I'm meant to be, please don't leave me.
Perché, andiamo. Sapevano che lui stava con Matt. Sapevano che Matt era uno stronzo. Sapevano che Brian lo amava, forse in un modo un po’ troppo possessivo, poteva concederglielo. Ma lo amava. 

Dopo quella sera invece, loro erano scomparsi e ogni due settimane tornavano alla clinica a fare finta di volergli bene.
Non era colpa sua. Era malato. Non era stato lui. Aveva avuto uno degli attacchi. Però se lo ricordava. Ma non era stato lui. Era stata la sua malattia. Era stata la voce dentro la sua testa.
I've read these stories a thousand times, and now I'll rewrite them all.
You're meddling in an anger you can't control.
He meant the world to me, so hold your serpent tongue.
Is a whore’s lies worth dying for?
I'll just take my time.
Se l’era ripetuto centinaia di volte ma non mancava mai di ripeterselo.

Avrebbe potuto fracassare la testa di Ally contro il muro in un paio di colpi.
Avrebbe potuto strangolarla nel giro di pochi minuti premendo con le dita sulla sua gola.
Avrebbe potuto prenderla a pugni finché non le avesse maciullato tutti gli organi interni fino a spappolarli.
Avrebbe potuto, ma gli stavano insegnando a non farlo. A trattenere la sua rabbia. A calmare la voce.
Se pensavano di farla sparire si sbagliavano di grosso.
Quella volta non aveva saputo come trattenerla. L’aveva lasciata guidarlo. La rabbia che montava spaventosamente.
Ma gli urli.
Non lo facevano dormire.
Gli urli di piacere di Matt.
Che chiamavano il nome di qualcun altro.
The only thing that's going to bother me
Is that you'll all call yourselves my friends.
Quando vieni tradito dal tuo amante ti aspetti dolore. Ti aspetti che la nausea ti sopraffaccia al solo pensiero. Ti aspetti lacrime, scenate, separazioni, scuse banali, baci non voluti o almeno non più, ti aspetti di voler rimanere da solo a leccarti le ferite e di non voler rivedere l’oggetto del desiderio.

Nessuna di queste cose aveva minimamente sfiorato il cuore di Brian.
Oh, come ricordava quando il nome che le labbra di Matt pronunciavano tra un ansito e l’altro era il suo.
Quando il corpo violato era il suo.
Quando la lingua che si intrecciava con quella di Matt era la sua.
Quando l’organo che le mani di Matt soddisfacevano a tempo con le proprie spinte era il suo.
Oh, si, quando l’orgasmo raggiunto in contemporanea univa le grida di loro due.
E, si, poi di nuovo le loro lingue che si cercavano e i polmoni alla ricerca di un po’ di ossigeno e l’avrebbero fatto di nuovo.
I walked into your house this morning,
I brought the gun from our end table,

Non sapeva come ci era finita, non sapeva nulla fino a quella sera, ma c’era una pistola nascosta sotto il sedile della sua auto e improvvisamente lo sapeva. La voce, diceva che era lì e lo aspettava.
Prima che la prendesse era passata qualche ora. E ormai era quasi mattina. Aveva controllato il caricatore della pistola ed era pieno.
Stringendosi il pollice dentro il pugno fino a sentire i legamenti che cedevano dolorosamente, era uscito dalla macchina, era entrato il più rumorosamente possibile a casa di Matt con la sua copia di chiavi.
“Matt.”, l’aveva chiamato.
Non aveva nascosto la pistola. A differenza sua, non aveva intenzione di nascondergli nulla.
Era comparso dalla sua camera e aveva avuto paura. E aveva detto qualcosa che Brian non aveva voglia di ascoltare, e non ci riusciva, perché tutto quello che sentiva era la voce nella sua testa che gli diceva, uccidilo, uccidilo, uccidilo.
L’aveva inseguito. Matt non era tipo da scappare come una ragazzina, indietreggiava e cercava di calmarlo, gli occhi che si riempivano sempre di più di terrore.
Brian vedeva la propria espressione riflessa nelle sue pupille. La propria maschera di odio e ira che stonava fin troppo con i suoi lineamenti marcati.
“Non scappare, Matt.”, gli disse a voce alta per farsi sentire sopra le parole intrise di terrore che balbettava lui.
Gli corse dietro, lo inseguì, e intanto la voce dentro la sua testa continuava, uccidilo, uccidilo, uccidilo.
Uccidilo, uccidilo, sparagli.
Uccidilo, uccidilo, uccidilo.
E il rumore dello sparo era stato più forte di quanto si aspettasse.
Your blood was strewn across the walls.
They'll find you on your bathroom floor, when I’m done.
E aveva guardato negli occhi color nocciola che guardavano lui come ultima cosa e aveva pensato avresti dovuto farmi fuori tu quando ne avevi la possibilità.

Poi aveva puntato la pistola sulla sua fronte, in mezzo agli occhi terrorizzati, sulla pelle bagnata da goccioline di sudore gelido, inginocchiandosi accanto al suo corpo che aveva disperati spasmi dei muscoli ormai fuori controllo.
La pozza di sangue si allargava troppo lentamente sul pavimento, non aveva colpito nessuna arteria importante, ci avrebbe messo giorni a morire dissanguato.
No, non voleva vederlo agonizzare.
Non voleva rischiare che si salvasse.
Gli fece una carezza leggera sulla guancia, sentendo il sadismo che gli faceva allargare le labbra in un sorriso.
Voleva ucciderlo.
Sorrideva mentre premeva la canna della pistola sulla fronte del suo amante e i suoi occhi lo guardavano con quello sguardo di disperazione di chi sta per morire.
Aggiustò la presa sulla postola.
Poi premette il grilletto, di nuovo.
Poi le fottute pareti bianche del bagno erano puntinate di rosso che subito cominciava a colare verso il basso formando graffiti incomprensibili sulla vernice.
E, oh, la seconda pozza di sangue fu molto più veloce a spargersi sul pavimento.
Non ti aspetti mai la quantità di sangue che un’arteria cerebrale può perdere. Quando la materia grigia è completamente spappolata, l’emorragia ti fa colare sangue denso di neuroni morti dagli occhi e dal naso. E i muscoli si rilassano. Gli occhi coperti da un velo di globuli rossi annacquati si riversano verso l’alto e le palpebre, quelle non si chiudono mai. Rimangono aperte e mostrano lo scempio che hai fatto della persona che amavi di più al mondo.
E tu ti dici che non ti sei mai sentito così bene.
E avvicini il viso alla testa fracassata, all’orecchio coperto dai capelli zuppi di sangue e frammenti di ossa bruciate e distrutte, e, ripeti,
But should I write it all off?
But should I write it all off?
(You should have killed me when you had the chance.)

“Avresti dovuto farmi fuori tu quando ne avevi la possibilità”.
 
 
 
 
 
 
 
Spero che abbiate letto gli avvertimenti prima di ritrovarvi catapultati in questa storia allucinante.D:
Scusate, non è nemmeno basata prettamente sul pairing in realtà, ma ripeto che l’ispirazione fa quello che vuole lei. Ieri sera ho avuto tipo lampo di genio con questa canzone e puff, è uscita questa oneshot qui.
La canzone è You Should’ve Killed Me When You Had The Chance degli A Day To Remember, è carinissima e spero la conosciate ^-^” il testo in alcuni punti è leggermente modificato dal femminile al maschile, capitemi, Matt non è una donna.
Ho messo gli avvertimenti in alto che non era per stomaci delicati perché so che quando scrivo cose del genere non mi rendo conto di quanto vado oltre. La descrizione del cadavere forse era un po’ troppo spinta. Scusatemi.>.>”
Detto ciò: grazie per le recensioni allo schifoso capitolo precedente °D° Moodswing Whiskey *datemi la forza per scrivere giusto il suo nome*, two_dollar_bill, Josie 182, mana___A7X, friem e Vibeke Vengeance_Sevenfold sono delle sante! YAY! Se c’è chi legge in silenzio e non recensisce che esca dall’ombra ù_ù
Quindi, spero di aver fatto un buon lavoro e di non aver infangato gli ADTR ç__________ç
So long now goodbye!
 
*Frankie

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