Ti va di ballare? di MissysP (/viewuser.php?uid=80943)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ti va di ballare? ***
Capitolo 2: *** Ti va di ballare? ***
Capitolo 3: *** Segreto svelato ***
Capitolo 4: *** Sunset ***
Capitolo 1 *** Ti va di ballare? ***
Ti
va di ballare?
Si
trovavano alla solita festa organizzata dalla solita gallina, la
ragazza più popolare della scuola. Due ragazze stavano
ballando al centro della pista. Quella sera volevano dimenticare i loro
problemi scolastici ma anche di cuore, forse erano soprattutto quelli
che volevano dimenticare. Entrambe erano andate a quella festa per
dimenticarsi del mondo esterno.
"Ehi vi va di ballare con noi, ragazze?" domandò un ragazzo
dai strani capelli. Si notava la vagonata di gel che si era messo fra i
capelli. A fianco aveva il suo amico che le spogliava con lo sguardo.
Entrambe ne erano rimaste disgustate per cui rifiutarono l'offerta e se
ne andarono lasciandoli là in mezzo alla pista come due
allocchi.
"Certo che a quanto pare in disco fanno entrare certe persone..."
lasciò a metà la frase sapendo che la sua amica
avrebbe capito lo stesso cosa voleva dire. L'altra annuì
distratta. Sango guardò Kagome. Vedendola che stava
guardando da tutt'altra parte seguì il suo sguardo. Stava
guardando il gruppo di quell'odiosa cheerleder Kikyo. Era avvinghiata
al braccio del suo ragazzo, un bellissimo ragazzo. Non per niente era
il capitano della loro squadra di basket. Stavano parlando con i loro
amici, seduti nei privè che si vedevano benissimo dalla
pista da ballo. Tra i loro amici c'era anche lui e questo le
fece male, più di quanto pensasse.Voleva bene alla sua
migliore amica ma non c'è la faceva a sopportare che si
facesse del male da sola.
"Kagome lo sai benissimo che per te è irraggiungibile" le
ricordò la ragazza.
Vedendo che l'amica non le rispondeva la trascinò a forza
verso il bancone del bar. Ordinò due birre. Kagome restava
sempre girata verso il ragazzo della sua vecchia amica. Non distoglieva
mai lo sguardo da lui.
Arrivarono le due birre e Sango iniziò a bere la sua.
"Kagome?" la richiamò. Dopo svariate volte alla fine la
ridestò dal suo mondo dei sogni. Kagome ritornò a
guardarla. I suoi occhi color cioccolato esprimevano una leggera
tristezza.
"Perché ti fai del male in questo modo? Non vedi come soffri
soltanto a guardarlo?" le domandò mentre le porgeva il
boccale di birra. Kagome la prese e iniziò a berla con molta
calma e senza particolari interessi. Guardava
chissà dove davanti a sé.
Sango scosse la testa rassegnata.
"Vado in pista a ballare, va bene?" domandò all'amica.
Kagome annuì. Se ne andò per non rischiare di
essere contagiata dalla tristezza dell'amica. Per quanto volesse bene a
Kagome certe volte preferiva stare da sola e lei pareva che lo sapesse
benissimo ma non glielo aveva mai fatto pesare e di questo le era grata.
Ritornò in pista e riprese a ballare a ritmo della musica.
Il solito ritornello che pompava nelle orecchie e questo le fece venire
mal di testa; ma non volle ritornare a sedersi. Un ragazzo le si
avvicinò, era lo stesso che prima, seguito da un suoi amico,
aveva chiesto a loro di ballare. Si stava strusciando addosso a lei con
un movimento di bacino molto lento per la musica su cui stavano
ballando. All'inizio pensò di restare al gioco per
divertirsi ma non appena il ragazzo le mise le mani suoi fianchi e
scendere sempre più sotto decise di interrompere il gioco.
Non appena gli prese le mani per spostargliele il ragazzo gli
afferrò i polsi impedendole di fare qualsiasi cosa volesse
fare per liberarsi. Iniziò a dimenarsi ma non poteva fare
molto. Lui era molto più forte di lei. Il ragazzo la
trascinò in un luogo appartato e questo la
spaventò. Quali erano le sue intenzioni? Aveva paura anche
soltanto a pensarci. Cercava di strattonare i polsi per liberarsi, ma
più strattonava e più il ragazzo stringeva i suoi
polsi facendole più male. I suoi occhi incominciarono a
riempirsi di una patina acquosa e le rigava il viso. Il ragazzo la
stava trascinando da qualche parte mentre Sango si guardava attorno per
vedere se riusciva a riconoscere qualche faccia per chiedere aiuto. Ma
tutti sembravano non notarla. La degnavano appena di uno sguardo e
subito ritornavano a fare quello che stavano facendo prima. Era la
tipica indifferenza degli adolescenti. La trascinò in una
stanza vuota e la buttò contro una parete. Sango rimase al
muro cercando di non mettersi a gridare. Non voleva che la picchiasse
per farla stare zitta. Il ragazzo le giunse alle spalle afferrandola e
obbligandola a voltarsi verso di lui. Non riusciva a guardarlo e non
voleva nemmeno farlo.
Vide la sua mano andargli incontro. Strinse gli occhi pregando in un
aiuto. Continuò a piangere silenziosamente.
Non aprì gli occhi nell'attesa che il ragazzo incombesse su
di lei. Ma non accadde nulla. Era indecisa se aprire gli occhi. Alla
fine lo fece. Lentamente riaprì gli occhi e vide che il
ragazzo era sparito. Sentii dei gemiti dietro la porta, socchiusa. Si
avvicinò lentamente, stendendo le orecchie per cogliere ogni
rumore possibile. Arrivò davanti alla porta. I gemiti si
erano fatti più forti e vedeva delle ombre muoversi al di
là della porta.
Si affacciò e quello che vide le fece sgranare gli occhi
dalla sorpresa. Era lui e stava picchiando il ragazzo che l'aveva
aggredita nella pista. Non avrebbe mai pensato che sarebbe stato lui a
venirle in aiuto. Lo stava riempendo di pugni. Vide il suo labbro
spezzato da cui usciva del sangue non troppo, e sul viso c'erano dei
grandi lividi. Altri pugni e questa volta conciarono molto male.
Infatti dalla bocca del ragazzo sgorgava del sangue. Sango non sapeva
cosa fare. Se non sarebbe intervenuta lui avrebbe commesso delle
sciocchezze per cui poi si sarebbe pentito.
"Smettila!" gli urlò contro. Il ragazzo si fermò
nel sentire la sua voce. Lasciò il mal ridotto e si
girò verso la sua direzione.
"Sango... Tutto bene? Non ti ha fatto del male?" gli chiese andandogli
in contro. Sango indietreggiò di un passo. Lui si
fermò.
"Hai paura di me?" le chiese.
"No, ma non mi sarei mai aspettata che saresti venuto ad aiutarmi"
rispose.
Miroku la stava guardando negli occhi, voleva un contatto. Cosa che lei
gli negò abbassando lo sguardo.
"Ti ha fatto male?"
"Perché ti preoccupi di me?" non capiva il suo comportamento
nei suoi confronti visto che non erano più fidanzati.
"Ma che domande fai. E' ovvio che mi interessa sapere come stai. Sei
appena stata aggredita" gli disse, andandole incontro. Questa volta
Sango non indietreggiò. Si ritrovarono faccia a faccia.
Sango lo stava guardando, trovando la forza di non abbassare lo
sguardo. Si perse nei suoi occhi color del mare. Erano così
profondi ed espressivi. Non sapeva come decifrarli: erano pieni di
rabbia, di tristezza o di amore? Nemmeno lei lo sapeva, nemmeno dopo
aver passato insieme due anni.
"Perché?" le chiese.
"Perché cosa?"
"Perché mi hai lasciato?" specificò lui.
"Perché tu ti comporti da libertino? Hai idea di quanto io
possa restarci male per questo tuo comportamento? Anche se lo fai solo
per scherzo o per, ipotesi del tutto insensata, rendermi gelosa?" gli
vomitò quelle parole in faccia, incapace di tenerle ancora
dentro di sé. Il ragazzo non seppe cosa rispondere, non se
lo sarebbe mai aspettato da quella ragazza che gli aveva perdonato di
tutto.
"Hai ragione"
"Lo so che ho ragione!"
"Ricominciamo tutto da capo. Ti va di ballare?" le propose. Gli
offrì la mano nella speranza che lei accettasse. Sango lo
guardò per un attimo indecisa. Non poteva più
fidarsi di Miroku.
"A che gioco stai giocando, Miroku? Perché se è
un gioco non mi piace" gli domandò, ma sembrava
più una minaccia per avvertirlo. Fammi soffrire di nuovo e
te ne pentirai e sta volta dico sul serio, era questo il significato
velato nelle sue parole e gli occhi dicevano lo stesso.
"Nessun gioco. Voglio ricominciare veramente. Non sai come sento la tua
mancanza, il tuo sorriso tutto per me. Mi manchi tantissimo." gli disse
facendo una delle sue espressioni serie che più gli
riuscivano. Era un ragazzo che rideva e scherzava sempre e
difficilmente era serio. Sango restò a guardarlo per un po.
La mano era ancora sollevata tra di loro. Lentamente ed esitante alla
fine gliela afferrò.
"O-ok ma se ci riprovi con il tuo solito comportamento da imbecille
è la volta buona che potrai sceglierti la bara. E non sto
scherzando, Miroku. Se lo fai solo per il sesso hai sbagliato persona"
lo avvisò. Miroku finse di rabbrividire.
"Ok lo terrò a mente. Ma stai sicura cercherò di
controllarmi" era una promessa. Una promessa che fece felice Sango.
"Si, mi va di ballare" rispose, nascondendo le lacrime di gioia per
quella promessa che gli aveva fatto senza il bisogno di minacciarlo.
Insieme mano nella mano ritornarono verso la pista. Lasciandosi alle
spalle quello che stava per succedere pochi attimi fa.
"Ah, comunque grazie" gli disse alzando sempre più la voce
per farsi sentire sopra la musica.
"E per cosa?"
"Per avermi salvata in quello stanzino prima"
"Oh di niente. Nessuno può trattare in quel modo la mia
ragazza. Mi sono dimenticato di dirti una cosa"
"Cosa?"
"Stasera sei bellissima." gli fece un complimento.
Sango sorrise, felice. Appoggiò la testa alla sua spalla
mentre avvolgeva il suo braccio con le sue mani e stringendolo al
petto. Ci avrebbe riprovato di nuovo. In fondo lo amava.
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Capitolo 2 *** Ti va di ballare? ***
Ti
va di ballare?
Sango era sparita e
quando le aveva detto qualcosa mentre lei era impegnata ad ammirare il
ragazzo dei suoi sogni. Se le fosse successo qualcosa sarebbe stata
colpa sua. Scosse la testa cercando di spazzare via quei brutti
pensieri. Se Sango sentisse quello che stava pensando di sicuro
l'avrebbe rimproverata per tutto il tempo dimenticandosi i loro
propositi di divertirsi almeno quella sera. Sorrise in modo ironico,
sorseggiando l'ultimo goccio di birra che le era rimasto nel bicchiere.
Poi rivolse la sua attenzione al palco in cui tutti ballavano. Quella
sera aveva ballato anche più di quanto avesse voluto.
Guardò di nuovo verso il gruppo di ragazzi famosi che
stavano tra loro. 'Che snobboni!' pensò, guardandoli in modo
annoiato. Ma non quando si rimise ad osservare il ragazzo che stava
seduto in mezzo ad un branco di galline, che cinguettavano attorno a
lui. Non sembrava molto interessato a quello che succedeva attorno a
lui. Proprio come lei sembrava alla ricerca di qualcosa che potesse
distrarlo dalla noiosità della serata, ormai alla fine. Dopo
aver percorso con lo sguardo tutta la discoteca si accorse che oltre
alla sua amica era sparito anche Miroku. Non poté fare a
meno di sorridere, almeno per lei la serata si era risolta per il
meglio. Ecco dove si trovava in quel momento. Di sicuro, in quel
momento e in qualche stanza erano intenti a pomiciare senza ritegno.
Scosse la testa. Decise di alzarsi. Era il momento di ritornare a casa.
Le si prospettava un lungo ritorno davanti a lei. Lanciò
qualche occhiata in giro per l'ultima volta. Era costretta a ritornare
a casa ma questo non significava che ci sarebbe ritornata volentieri.
Tirò fuori il cellulare e guardò il display. Un
messaggio non letto. Da parte di Sango.
"Non mi
cercare che non ci sono più. Sono in giro con il mio
ragazzo. I dettagli dopo. Ci vediamo a casa, vedi di non cacciarti nei
guai mentre io non ci sono. Ciao a domani."
Come non
detto. Alzò lo sguardo e subito incontrò un paio
di occhi che la stavano osservando. Era lui. Notò un ghigno
come se volesse sottolineare che era ovvio che avrebbe cercato di fare
colpo su di lui. Ma che non ci sarebbe riuscita. Quel ghignò
infastidì Kagome, che cercò di fare come se nulla
fosse. Girò la testa e prese a camminare. Uscì da
quel posto e si diresse direttamente a casa. Cercò di
evitare i vincoli bui e le persone meno raccomandabili. Si
ritrovò a casa, nel suo letto a fissare il soffitto. Con
molta fatica si addormentò ma non prima di aver ripensato al
ghigno del ragazzo che le aveva rivolto.
L'indomani
ebbe un risveglio abbastanza brusco. Il suono della sveglia non le dava
tregua e come se non bastasse c'era anche l'incessante rumore di
qualcuno che bussava alla sua porta. Come se non bastasse la sua dose
si sfortuna giornaliera ci pensò il mal di testa a
completare l'opera del buon risveglio. Alla fine la porta si
spalancò senza che nessuno invitasse la persona ad entrare.
Era Sango e sembrava più solare del solito.
"Svegliati
pelandrona!" le ordinò saltando sul letto. Si
allungò per spegnere finalmente la sveglia, liberando
entrambe dalla tortura di quel rumore assordante. Il suo mal di testa
parve apprezzare quel gesto e diminuì lasciandola
più tranquilla. Sango la guardava nell'attesa che Kagome
desse un segno di essersi svegliata. Ma niente. L'unica reazione che
ottenne fu quella di nascondersi il miglior modo possibile al caldo
nelle sue coperte. Nel tentativo di trovare maggior protezione con quel
gesto. Ma non avvenne, fece solo sbuffare l'amica che la
obbligò a svegliarsi. Le tolse le coperte facendole provare
la brezza mattutina, che era molto fresca. Kagome mugugnò
qualche debole protesta per ritornare alla pace del suo sonno.
"Non vuoi
sapere le ultime novità?" le chiese Sango, ben conscia che
l'amica era molto curiosa e non avrebbe resistito.
"Le so
già. Ieri sei sparita con Miroku per tutto il resto della
serata lasciando la sottoscritta sola come una ruota di scorta" si
lamentò metà assonnata, afferrò le
coperte e si ricoprì fino alla testa di nuovo. Anche se era
stata brutale l'aveva fatto per ritornare a dormire. Sango conosceva
bene i modi dell'amica per cui non se la prese ma al contrario
scoprì nuovamente Kagome.
"Non ci casco,
amica mia. Ebbene hai ragione sono ritornata con Miroku. Non sei felice
per me?" domandò facendosi venire le lacrime agli occhi.
Kagome sbuffò, capendo che non l'avrebbe lasciata in pace
fino a quando non sarebbe stata vestita e fuori dal letto.
"E va bene mi
sveglio. Contenta?"
"Certo!"
esclamò sorridendo.
"Comunque
certo che sono felice per te, sono o non sono la tua migliore amica?"
le domandò mentre si alzava dal letto. Sango non le rispose
e allora la corvina si girò verso la sua direzione. La
sorprese con una mano poggiata sul mento mentre fingeva di pensare.
"Ma che
cattiva che sei!" le urlò contro prendendo un cuscino e
lanciandoglielo addosso. Così tra risate si svagarono per un
po non pensando a nulla.
La campanella
suonò nuovamente. Il dolce e atteso suono della dolce
campanella che avvisava tutti gli studenti che le lezioni anche per
quel giorno erano finite. Per gioia dei ragazzi. Essere
all'università ti riempiva di studio e compiti e non avevi
mai tempo per svagarti se non il sabato sera e se pensavi di avere
anche la domenica per divertirti, bé ti sbagliavi. Anche
quella era occupata per lo studio del giorno dopo.
Kagome e Sango
stavano uscendo dalla classe chiacchierando come al solito, quando
furono raggiunti da Miroku. Il ragazzo col codino salutò
immediatamente la sua ragazza con un dolce bacio. Unico contatto che si
potevano permettere in quel luogo, visto che rischiavano ogni volta di
essere sommersi dalle ragazze e poi i professori erano sempre in
agguato per impedire contatti troppo intimi fra studenti.
"Ciao Kagome!"
salutò infime la corvina.
"Miroku"
rispose al saluto con un cenno della testa. Camminarono fino al
giardino dove Sango andò col proprio fidanzato fino alla sua
moto. Come al solito sarebbe stato lui ad accompagnarla a casa mentre a
Kagome toccava prendere il pullman. Ma non si sarebbe mai lamentata con
l'amica. Voleva soltanto che fosse felice, e se per farla felice
comprendeva fare da terzo in comodo lo avrebbe fatto.
"Ci vediamo a
casa, Kagome" la salutò infilandosi il casco che Miroku le
aveva offerto. E partirono a tutta velocità. Kagome rimase
al suo posto vedendoli allontanarsi dall'università.
Sospirò e incominciò ad incamminarsi.
"Ti hanno
lasciata tutta sola?" le domandò qualcuno. La ragazza si
voltò per vedere chi la stava importunando e dirgli di
lasciarla in pace, ma appena vide chi era decise di stare zitta. Era
lui. Il ragazzo dai lunghi capelli color della notte la
fissò divertito per il suo mutismo.
"Allora il
gatto ti ha mangiato la lingua?" le domandò ghignando.
"No." rispose
solamente la ragazza. Era imbarazzata, non sapeva cosa dire e per
evitare di fare brute figure stette zitta.
"Vedo che
Miroku ha fatto centro un'altra volta" disse. Quelle parole fecero
arrabbiare Kagome.
"Vuoi dire che
conosci Miroku? Pensavo che essendoti trasferito da poco conoscessi
soltanto la tua cara ragazza" lo accusò. Non gli avrebbe
permesso di interferire tra la sua amica e il suo ragazzo. Sango le
aveva assicurato che questa volta avrebbero fatto sul serio e Miroku si
stava impegnando nel trattenersi di fare il maniaco con le altre
ragazze. Almeno in presenza della propria ragazza.
"Conosco
Miroku fin da quando eravamo piccoli. E ti posso assicurare che la tua
amica è soltanto il suo nuovo giocattolo." le disse con il
suo tono arrogante. La corvina strinse i pugni. Non lo aveva detto. Non
davanti a lei. Si trattenne dal mollargli uno schiaffo.
"E tu come lo
sai? Sta facendo il bravo perché glielo a promesso" gli
disse, nel suo tono si poteva capire che era alterata.
"Fidati lo
conosco molto bene e ti assicuro che appena si sarà stancato
di lei la lascierà." sembrava una specie di scommessa.
"E io ti dico
che ti sbagli la ama veramente. E se vedessi lo sguardo che le riserva
ogni volta che la guarda capiresti che ho ragione" gli rispose a tono.
Si sentiva trionfante per avergli detto come stavano le cose. Il
ragazzo non rispose e Kagome credette di aver vinto.
"Voi donne
siete facili da ingannare" rispose alla fine. Kagome sgranò
gli occhi. Guardò Inuyasha sorpresa da quel che aveva detto.
Le mani prudevano sempre di più.
"Non
è vero. Allora perché resti con Kikyo?" gli
domandò, non ostante odiasse la sua vecchia amica, avrebbe
tanto sperato di non sentire quelle parole uscire dalla bocca del
ragazzo di cui era segretamente innamorata.
"Per
divertimento"
A quel punto
non poté più trattenersi. La sua mano si mosse da
sola e colpì il ragazzo. Lo colpì con tanta
violenza da fargli girare la testa. Sulla sua guancia era presente il
segno rosso lasciata dalla sua mano. Inuyasha era sorpreso. Nessuna
ragazza lo aveva mai colpito, era abituato ad avere chi voleva ai suoi
piedi. Si poggiò una mano sulla guancia lesa e prese ad
osservare la ragazza davanti a lui. Lo fissava negli occhi senza
tradire emozioni se non la rabbia che provava in quel momento. Per
fortuna, per lui, non c'era nessuno che aveva assistito alla scena.
"Inuyasha?" lo
chiamò qualcuno che era appena giunto accanto a lui.
Entrambi si voltarono: era Kikyo. Inuyasha riprese ad osservare Kagome.
"Vai la tua
ragazza ti sta chiamando. Occhi a non divertirvi troppo stasera" lo
schernì. Si voltò e a passo di marcia si diresse
verso la fermata del pullman.
"mi spiegate
perché mi avete trascinata di nuovo qui?" si
lamentò per l'ennesima volta Kagome che veniva trascinata
dall'amica in mezzo alla folla. Erano ritornate di nuovo nella
discoteca di qualche giorno prima. Con la differenza che a
accompagnarle c'era anche Miroku. Per provenienza. Sango non voleva
ripetere l'avventura di quel giorno e di sicuro il ragazzo col codino
era d'accordo con lei.
"Su dai e
divertiti per una volta. La vita è troppo breve" le disse
l'amica. Pillole di saggezza che non capì cosa volessero
dirle. Da quando Sango la incitava a divertirsi, e per di
più il lunedì sera. La ragazza non le rispose e
continuarono a camminare tra la folla per cercare un tavolo in cui
sedersi.
"Ragazze
volete da bere?" chiese Miroku appena raggiunsero un tavolo vuoto. Le
due annuirono. Così il ragazzo sparì nuovamente
tra la folla.
"Allora mi
spieghi perché mi hai trascinato fino a qui?"
domandò Kagome. Era sempre più sospettosa.
"Te l'ho
detto. Volevo soltanto che ti divertissi." ripeté un'altra
volta, sorridendole.
"Bene allora
ti accontento subito" esclamò Kagome alzandosi e
confondendosi tra la gente della pista. Sango sorrise ancora di
più. Ci era riuscita. Miroku ritornò proprio in
quel momento.
"Allora come
è andata?" gli chiese curioso. La sua ragazza se possibile
allargò ancora di più il sorriso che
già aveva.
"Ti pare che
io non riesca in qualche cosa. E poi sai che Kagome farebbe di tutto
per me!" esclamò soddisfatta mentre rubava di mano uno dei
drink che il ragazzo aveva ordinato.
Kagome stava
ballando da un pezzo con un ragazzo. Sango voleva che si divertisse,
beh l'avrebbe accontentata. In quel momento stava ballando con un
ragazzo di cui nemmeno sapeva il nome e questo non le importava.
Però su una cosa la sua migliore amica aveva ragione:
divertirsi. Appena la canzone finì ne approfittò
per riposarsi un attimo. Arrancò verso il bancone del bar.
Miroku era andato a prendere da bere ma lei se ne era andata ancora
prima di prendere il suo drink, per cui doveva arrangiarsi. E se voleva
ritornare a ballare aveva bisogno di fare il pieno. Bevve in un lungo
sorso subito tutta la bevanda dentro il bicchiere. Si guardò
un attimo intorno per vedere se c'era anche Sango in mezzo a quel
casino. Non la vide ma in compenso notò un'altra persona.
L'ultima persona che quel giorno avrebbe voluto vedere. Distolse lo
sguardo ed evitò di farsi vedere da lui. Cosa che non
successe. Il ragazzo si mise a ridere del maldestro tentativo di non
farsi vedere. Per cui non appena si accorse di avere nuovamente lo
sguardo della ragazza su di sé iniziò la sua
recita. Prese Kikyo per i capelli e la trascinò con forza
verso di sé e prese a baciarla in un modo passionale che
quasi spaventò la ragazza. Approfondì sempre di
più quel bacio fino a quando presa dall'impeto la sua
ragazza si fiondò su di lui. Stava giocando. Con Kagome. E
lei lo sapeva. Strinse le mani a pugno. Bene, avrebbe giocato anche
lei. E questa volta non sarebbe stata lei a perdere. La musica riprese
e per caso faceva proprio a caso della corvina. Si guardò un
attimo attorno fino a quando non si accorse che quello che cercava era
proprio vicino a lui. Con un sorrisino si avvicinò al suo
obbiettivo. Un palo da lap dance. Iniziò una danza sinuosa
che comprendeva soltanto lei e il palo. Si strusciò nel modo
più sexy che poteva. E funzionò. Inuyasha stava
ancora baciando la sua ragazza ma aveva gli occhi aperti. E
li puntava
su di lei. Kagome sorrise soddisfatta. Non si fermò nemmeno
per un attimo. Continuò a ballare su quel palo che da quella
notte in poi avrebbe ringraziato.
Grazie
a tutti per aver commentato la storia, mi fa molto piacere sapere i
vostri pareri. Devo ammettere che avevo pensato questa storia con solo
un capitolo, ma ho capito che se volevo descrivere al meglio la
situazione sia di Sango che di Kagome. Per cui per ovvi
motivi l'ho divisa in più capitoli. Conto di finire la
storia con il prossimo capitolo, per cui questo è il
penultimo (forse xD) Ora non vedo l'ora di leggere i vostri commenti.
Ciaooooo
Alys93:
Come vedi questo capitolo è centrato su Kagome, ma resta pur
sempre Sango in fondo è la sua migliore amica per cui
è naturale che faccia parte della sua vita. xD Devo
ammettere che la storia non voleva essere sulla danza ma solamente
sulle loro vite ma forse è meglio così. Risulta
più piena :P Spero che questo capitolo ti sia piaciuto e
aspetto presto il tuo prossimo commento. Bacioni a presto.
Nozomi:
Come vedi Inuyasha ha notato la nostra Kagome. E si stanno dando molto
da fare. Questo capitolo è anche ispirato ad una serie
televisiva su Mtv che ogni tanto guardo insieme a mia sorella. La parte
finale mi ha ricordato molto questa serie e mi è sembrato
carino :) Aspetto anche il tuo commento su l'ultimo capitolo, sperando
che ti sia piaciuto. Bacioni.
serin88:
Mi fa piacere sapere che la storia ti piaccia e come vedi le cose sono
un pochino cambiate. Soprattutto tra Inuyasha e Kagome. Sono curiosa di
sapere se anche questo capitolo ti sia piaciuto, perciò mi
raccomando dimmi cosa ne pensi! A presto.
killa_chan96:
Ti ringrazio molto per i tuoi complimenti. A quanto pare a nessuno
piace Kikyo ( e neanche a me) ergo cercherò di farle fare
una brutta figura davanti a tutti nel prossimo capitolo, come vendetta
personale per essere sempre tra le scatole! xD Attendo con impazienza
un tuo commento su questo capitolo. Alla prossima!
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Capitolo 3 *** Segreto svelato ***
Segreto
svelato
Stava camminando molto
velocemente per la strada. Anzi, stava correndo. Era in ritardo. Mentre
si affannava per correre gli ultimi metri, che la separavano dalla sua
meta, malediceva la sveglia che non l'aveva svegliata. In quel momento
avrebbe molto desiderato non aver accettato l'impegno con il preside.
Ma d'altronde era una ragazza dal cuore dolce e gentile. 'Si certo come
no' pensò sarcasticamente. Se solo ripensava alla sera di
due giorni prima le veniva da arrossire ancora. Non capiva da dove
aveva trovato tutta quella forza per esporsi tanto. Ma alla fine la
serata era finita senza svolgimenti particolari.
Ora si
ritrovava vicino alla sua meta, la scuola. Aveva promesso al preside
che si sarebbe occupata di un progetto insieme ad un altro alunno e per
la fretta non sapeva nemmeno come si chiamava il suo compagno. Ma non
le importava.
Aprì
la porta della classe e si arrestò nel vedere chi occupasse
una sedia della cattedra. Non sapeva cosa fare. Cosa ci faceva lui in
quel posto? Cercò lentamente di uscire dalla classe senza
farsi vedere o udire dal ragazzo che sonnecchiava sulla sedia. Richiuse
la porta e si diresse verso l'ufficio del preside. Aprì la
porta senza nemmeno accurarsi di bussare. Si precipitò
dentro l'ufficio. 'Okay, oggi proprio non è giornata.' si
ritrovò a pensare, mentre metteva a fuoco la vergognosa
scena che aveva davanti. Il preside, con la camicia sbottonata che
faceva vedere i pettorali, con in mezzo proprio vicino al cavallo dei
pantaloni c'era una ragazza. La conosceva, anche fin troppo bene.
"E-Ecco...
io... Scusate..." balbettò, facendosi piccola piccola. In
quel momento desiderava soltanto sparire o diventare invisibile. Fece
un passo indietro. Il preside continuava a guardarla con espressione
indecifrabile in volto. Abbassò lo sguardo alla ragazza. Lei
era sicuramente sorpresa di quell'interruzione inaspettata. La sorpresa
era ben visibile. Si voltò e chiudendosi con forza la porta
alle spalle e iniziò a correre. Non sapeva dove andare. Per
cui lasciò che i suoi piedi decidessero per lei. Corse per i
vari corridoi e alla fine si ritrovò davanti alla porta di
una classe. Quella classe. Allungò la mano per aprire la
porta, ma si bloccò. La mano restò sospesa vicino
alla maniglia. Non sapeva cosa fare. Doveva dirglielo? D'altronde era
la sua ragazza. Ma gli sembrava una cosa brutta da riferirgli. Era
incredibile come certe persone si facevano fregare dalle persone a cui
danno fiducia, senza meritarsela, e poi farsi fregare proprio sotto il
naso. Era ancora immersa in quei pensieri quando la porta si
aprì senza che lei l'avesse aperta. Alzò lo
sguardo e incontrò i suoi. Due pozze color oro che la
facevano sognare.
"E tu che ci
fai qui?" gli domandò. Certo che in fatto di
sensibilità era proprio stupido. Ma non disse nulla.
"Allora? Sei
diventata timida tutto d'un tratto?" le chiese nuovamente. Kagome
diventò leggermente triste. Possibile che un ragazzo come
lui, affascinante e intelligente, avesse un tale caratteraccio.
"Non mi
sorprende che ti tradisca" disse Kagome, senza pensare alle conseguenze.
"Chi? Chi mi
dovrebbe tradire?" le chiese non capendo di cosa stava parlando.
"Niente lascia
stare. Piuttosto, sei qui per il progetto che ti ha affidato il
preside?" gli domandò. Lui annuì. Rientrarono in
classe. Si sedettero sulle sedie vicino alla cattedra. Presero a
lavorare in assoluto silenzio. Dovevano studiare un programma per
accogliere i visitatori che sarebbero venuti quel week-end.
"Come mai lo
ha chiesto anche a te, il preside, di partecipare al progetto?" chiese
d'un tratto la ragazza. Inuyasha all'inizio non rispose ma la
fissò per qualche istante poi ritornò a lavorare.
"Ho sentito
che il preside cercava dei volontari ed eccomi qui" rispose alla fine.
Kagome era rimasta sorpresa. Insomma, Inuyasha era un ragazzo
intelligente, ma la sua arroganza lo superava in tutto e non avrebbe
mai pensato che potesse essere così... così...
"Tanto devo
accompagnare Kikyo ogni santo giorno a scuola, per cui ne ho
approfittato" continuò poi. 'Ecco come volevasi dimostrare'
Ora si spiegava il motivo del perché si era offerto come
volontario per quel progetto. Scosse la testa rassegnata. Ormai ci
rinunciava a capirlo.
"E tu
perché sei qui?" le domandò. Ormai avevano
accantonato l'idea di continuare il progetto che gli era stato
assegnato.
"Il preside mi
ha chiesto di dargli una mano" rispose con semplicità,
scrollando le spalle. Lui sorrise.
"Certo come
dire di no a Naraku?" domandò ironico.
"Eh hai
ragione. Scommetto che anche Kikyo farebbe lo stesso" disse senza
pensare a quello che aveva appena detto. Ma non appena se ne rese
conto, sperò vivamente che non facesse troppo caso a quello
che aveva detto.
"Se hai
qualcosa da dire, dimmelo" gli disse. Le era sembrato che il suo tono
si era fatto più glaciale. Gli vennero i brividi.
"Scusami
tanto." disse abbassando lo sguardo. Non c'è la faceva a
guardarlo. Possibile che quando era vicino a lui non riusciva mai a
controllarsi quando parlava? Rimasero in silenzio, dedicandosi al
progetto tanto 'amato' in quel momento. Kagome, tuttavia, non riusciva
a non rivolgergli qualche occhiata di tanto in tanto. E non appena
Inuyasha alzava lo sguardo, lei si affrettava nel abbassare il suo.
"Senti...
l'altra volta quando dicevi che Miroku si sarebbe divertito con
Sango... Lo pensavi davvero?" gli chiese. Inuyasha non capì
quel cambiamento di argomento così repentino per cui non
seppe cosa rispondere.
"Si,
perché?" domandò curioso.
"E se
capitasse a te? Insomma dico essere preso in giro dalla persona che
più ami" gli domandò, sperando che non si
insospettisse. Infatti il ragazzo la guardò in modo strano.
Insomma cosa interessava a lei dei suoi rapporti sentimentali? La
sapeva benissimo che tutte le ragazze non potevano resistergli, ma lei
aveva dato dimostrazione di non essere una che si fa mettere i piedi in
testa, anche dalla persona per cui si era presa una cotta.
"Non mi
è mai capitato, per cui non saprei cosa risponderti. Ma
perché questa domanda?" Kagome non sapeva come rispondere.
Cosa poteva dirgli? Di mollare Kikyo perché lo stava
tradendo? E per di più col preside? Non gli avrebbe creduto
e l'avrebbe accusata di mettersi in mezzo tra lui e la sua ragazza.
Scosse la testa, rifiutandosi di passare per quella che voleva un
ragazzo a tutti i costi soltanto perché era popolare. Lo
guardò per un attimo ma poi distolse subito lo sguardo.
"Non mi
piaceva come era andata a finire il discorso dell'altra volta, tutto
qui" cercò di essere il più convincente
possibile, ma lei come attrice non era molto brava. Contro ogni sua
aspettativa invece ci riuscì. Lui le credette
perché non fece domande per indagare più a fondo.
Col passare del tempo cercò di intavolare un dialogo per
confessargli di quanto aveva visto quel pomeriggio. Ma lui non sembrava
capire, anzi più insinuava qualcosa più si
innervosiva. Alla fine Kagome lasciò stare e finirono senza
nemmeno rivolgersi la parola.
Sospirò.
Un altro sospiro. Ormai Sango non ne poteva più. Ma di certo
non poteva domandarle nulla se non le diceva niente di implicito.
Sapeva benissimo quando domandare alla amica qualcosa, senza che si
innervosisca.
Un altro
sbuffo. Okay, sarebbe impazzita da lì a poco. Non ne poteva
più. Erano lì da almeno un'ora impegnate nello
studio per una verifica del giorno dopo. E il professore non era uno
dei più gentili dell'intero istituto. Un altro sbuffo.
"Ora basta,
Kagome. Parlami, dimmi cosa ti angoscia!" sbottò di colpo.
Chiuse di scatto il libro dedicando tutta la sua attenzione all'amica.
Questa sembrò riprendersi dal coma in cui era caduta. La
fissò a sua volta. Rimasero così per un tempo che
a Sango parve non finire mai. Kagome non sapeva se risponderle o meno.
"Sai il
ragazzo per cui mi sono presa una 'cotta', come la definisci tu?" le
domandò ironicamente. Certo che ultimamente parlava a
sproposito. Che razza di domande faceva? Erano migliori amiche fin
dall'infanzia e si dicevano proprio tutto, per cui era ovvio che sapeva
anche di Inuyasha. Ma comunque Sango annuì, per risponderle.
"Bé
ho scoperto che è un arrogante" le disse. Non sapeva cosa
aspettarsi come reazione da parte sua. Ma Sango le sorrise
bonariamente, come solo lei poteva fare.
"Mi dispiace
ma lui è fatto così. Mi sembra strano che tu non
lo abbia capito prima." le disse, era una specie di consolazione. Ma a
Kagome in quel momento non importa. Scosse la testa.
"Stavo andando
dal preside per chiedere informazioni sul fatto che era lui il mio
compagno ma quando sono entrata ho visto una cosa che mai mi sarei
aspettata..." raccontò ma non ebbe il coraggio di finire. Lo
sapeva benissimo che poteva fidarsi di Sango, ma era troppo imbarazzata
anche solo al pensiero di spifferare qualche segreto di qualcun altro
in giro. Sango rimase ad osservarla in silenzio, nell'attesa che
continuasse a raccontare. Ma il silenzio governava nella stanza.
"Cosa hai
visto nell'ufficio del preside Naraku?" la incitò. Sapeva
che a volte a Kagome serviva una piccola spintarella per decidersi, ma
su argomenti delicati era sempre difficile cercare di levargli dalla
bocca qualche parola. Ci avrebbe provato una sola volta e se non voleva
dire niente non avrebbe insistito. Gliene avrebbe parlato lei quando si
sentiva pronta per farlo.
"Ho visto il
preside insieme ad una ragazza, della nostra età..." mormora
alla fine. Un mormorio talmente basso che anche Sango non ostante le
fosse molto vicina faticò a udire. Kagome abbassa lo sguardo
e arrossisce, mentre Sango rimane interdetta. Non si sarebbe mai
aspettata quella rivelazione. In quel momento capì il
perché della riluttanza della amica per confidarle quel
segreto.
"Chi..."
cercò di formulare una domanda ma le parole si rifiutarono
di uscire dalla sua bocca. Kagome arrossì ancora di
più. Doveva conoscerla anche lei per scatenare un tale
imbarazzo in Kagome.
"Chi
è?" domandò, incerta. Era sicura di voler sapere
chi era la ragazza? Non era già abbastanza grave che il
preside si frequentasse con una minorenne? Per di più una
studentessa della propria scuola? Un terribile presentimento
l'assalì.
"E'... E'...
E' Kikyo" disse alla fine. Sango si sentì mancare la terra
sotto i piedi. Temette di cadere se non fosse per il fatto che era
già seduta. Rimase ad osservare Kagome, incapace di
formulare qualsiasi frase o pensiero che fosse. Entrambe persero la
cognizione del tempo. Nessuno si accorse del tempo che era trascorso
inesorabilmente.
Ad un tratto
sentirono bussare. Tutt'e due le ragazze ritornarono al presente. Si
guardarono. Kagome sembrava agitata. E se era lei che era venuta a
parlarle? non c'è l'avrebbe mai fatta a tenerle testa, non
dopo la scioccante rivelazione che aveva scoperto.
"Sango ti
prego vai tu. Se è lei non farla entrare dille che non ci
sono. Né per lei né per nessun altro. Ti prego."
la supplicò. Sango annuì. Capiva bene come
potesse sentirsi in quel momento la sua migliore amica. Si
alzò ed andò verso la porta. Chi vide appena
l'aprì la lasciò sorpresa. Era lui. Il ragazzo.
Sembrava arrabbiato, quasi furioso.
"Tu devi
essere Sango vero?" le domandò, squadrandola con
irritazione. Sango annuì, non trovava la voce per parlare.
Anche se amava Miroku, quello non le impediva di guardare gli altri
ragazzi. Soprattutto se sono belli.
"C'è
in casa Kagome?" nella sua voce si poteva contraddistinguere la rabbia
che in quel momento provava. Chissà cosa deve avergli fatto
Kagome per farlo arrabbiare in quel modo.
"No, non
c'è. Se vu.." non finì di parlare che il ragazzo
la sorpassò, entrando in casa. Senza nemmeno chiederle il
permesso. Si senza alcun ombra di dubbio era arrogante, e anche molto.
"Ehi, non ti
ho detto che potevi entrare!" protestò la ragazza, ma lui la
ignorò completamente. Si guardò attorno
osservando ogni cosa. Poi la vide. Era seduta sul divano che si
mordicchiava le unghie per il nervoso. Appena lo vide
arrossì e si alzò in piedi di scatto. Il ragazzo
quasi le corse incontro. Sembrava molto arrabbiato, aveva paura. Appena
le fu abbastanza vicino, Inuyasha le strinse le spalle e la
scrollò.
"Tu lo sapevi,
vero?" era un'accusa. E sapeva benissimo a cosa si riferiva. Kagome
abbassò lo sguardo, colpevole. Non disse nulla, aveva anche
il più piccolo timore di dire qualcosa di sbagliato.
"Dannazione,
rispondi! Era questo che cercavi di dirmi ieri pomeriggio?" le
urlò in faccia. Ormai era fuori di sé dalla
rabbia. Sango decise di intervenire.
"Così
le fai male. Lasciala stare!" gli ordinò mentre cercava di
separare i due. Ma il ragazzo la ignorava deliberatamente. Continuava a
guardare negli occhi Kagome, aspettando una risposta che non arrivava.
La scosse più volte.
"Allora, mi
vuoi rispondere?" disse urlando sempre. Kagome cercò di
trattenere le lacrime che minacciavano di rigarle il viso. A quella
vista il ragazzo sembrò calmarsi.Allentò la
presa, permettendo a Sango di allontanare i due. Abbracciò
l'amica, che aveva iniziato a singhiozzare, ma restandole davanti in
modo da proteggerla. Restarono in piedi senza dire nulla. Alla fine
Kagome si calmò.
"S-si" rispose
alla fine. Alzò il viso per guardarlo. "Si, lo sapevo. Ma lo
scoperto ieri pomeriggio. Prima di entrare in classe ti avevo visto e
sono andata dal preside per chiedere spiegazioni. E' stato in quel
momento che li ho visti. Ho tentato di dirtelo ma non ci sono riuscita
e poi ho cercato di darti tutti gli indizi possibili." si
affrettò a dire tutto di un fiato. Il ragazzo era in piedi
che la guardava. Non sapeva se crederle ma d'altronde non
aveva motivo di mentirle. Alla fine annuì. Si
buttò sul divano, esausto.
"E adesso cosa
farai?" domandò Sango.
"Ovvio. Mi
vendicherò" rispose guardandole con sguardo freddo.
Passarono un
paio di giorni da quel pomeriggio e Inuyasha aveva lasciato il
progetto. Ogni volta che si incontravano, si guardavano per un istante
per poi ritornare ad ignorarsi. Non si parlavano più,
nemmeno quando erano seduti vicino per la lezione. Quel giorno non lo
aveva nemmeno visto.
"Gli studenti
sono gentilmente invitati di dirigersi verso l'auditorium. Ci
sarà una riunione per gli studenti. annunciò
un'auto parlante. Tutti, molto felici per l'interruzione, si alzarono
interrompendo la lezione dei vari professori. Si diressero in massa
verso il luogo prestabilito. Ognuno prese il proprio posto
posto. Per ultimo entrò lui, Inuyasha. Kagome, che era
seduta di fianco a Sango e Miroku, lo guardò prendere posto
proprio sulla cattedra. Guardò tutti con uno sguardo che
faceva gelare il sangue nelle vene. Alla fine incontrò il
suo sguardo. Per un momento sembrò addolcirsi ma subito
ristornò ad indossare la maschera di odio. Aveva una
cassetta per le mani e Kagome stranamente aveva la sensazione di sapere
che cosa avrebbero visto. Il ragazzo inserì la cassetta nel
videoregistratore e schiacciò il tasto play. Sullo schermo
comparvero due persone. Erano intente a fare sesso sulla scrivania. I
volti non si vedevano molto bene ma tutti sapevano bene chi erano.
Automaticamente tutti si girarono verso Kikyo che era sprofondata nel
proprio posto. Aveva le lacrime agli occhi ma le trattenne. La
videocassetta continuava ad andare. Grazie al cielo il suono non c'era
se no sarebbe stato tutto ancora più imbarazzante.
"E questo,
signori miei, è tutto! Grazie per aver partecipato" disse
Inuyasha dopo aver tirato fuori la cassetta e scendendo dal palco
uscì anche dall'auditorium.
Per i corridoi
non si parlava altro di quello che era successo quel giorno. Un
pettegolezzo che presto si sarebbe diffuso anche fuori dalla scuola.
Kagome si ritrovava da sola, per il corridoio. Arrivò di
fronte alla rampa delle scale ma si bloccò nel vedere che
una ragazza, Kikyo, la stava aspettando. Lo capì
perché la stava guardando con odio. Le si
avvicinò e la urtò facendole cadere i libri.
"Sta'
più attenta la prossima volta" le disse andandosene. Kagome
strinse i pugni. Non avrebbe sopportato oltre. Si girò verso
la sua ex-amica.
"Se fossi in
te non mi sentire così potente. Ti ricordo che non sono io
quella che scopa con il preside" le ricordò. Sulla faccia
degli studenti che assistevano alla scena si dipinse una faccia di
sorpresa mentre su quello di Kikyo era indecifrabile. Kagome si
sentì soddisfatta di quello che aveva detto. Non ne poteva
più della sua prepotenza. Per di più sempre e
solo nei suoi confronti.
"Cosa hai
detto?" le domandò.
"Hai capito
benissimo" rispose sorridendole in faccia. La sua rivale la
schiaffeggiò. Kagome era stupefatta. In tanti anni che si
erano odiate non l'aveva mai schiaffeggiata.
"Non ti
permettere mai più." la minacciò Kikyo. Kagome
rialzò lo sguardo, arrabbiata. La schiaffeggiò a
sua volta. Così iniziarono per tirarsi i capelli, mordersi e
schiaffeggiarsi. La folla intorno a loro le incitava a picchiarsi
sempre di più. Continuarono così fino a quando
Kagome, in cima alle scale, non fu buttata giù da Kikyo.
Rotolò per le scale fino a ritrovarsi sul pavimento, in una
pozza di sangue. Subito i professori accorsero attirati dalle grida
degli studenti. Appena videro Kagome per terra che non si rialzava
più, si apprestarono nel chiamare un'ambulanza.
Bè
a quanto pare non sono riuscita a completare la scuola. Ma se cercavo
di finirla subito sarebbe risultato un capitolo troppo lungo... xD Va
bè vorrà dire che aggiungerò un altro
capitolo. Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto, commentate
in tanti.
Alla
prossima, ciaooooooooooooo!
_ilaria_94
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Capitolo 4 *** Sunset ***
Sunset
Un
fastidioso bip le martellava nella testa. Lentamente riaprì
gli occhi ritrovandosi a doverli richiudere per la troppa luce
violenta. Sbatté le palpebre più volte cercando
di abituarsi. Alla fine si ritrovò in una stanza bianca, era
in ospedale. Se lo sentiva, l'odore di disinfettante era lo stesso.
Cercò di tirarsi su a sedere ma qualcosa glielo
impedì. O meglio la mano di qualcuno. Abbassò lo
sguardo e li vide. Due pozze color oro che la guardavano con cipiglio
severo.
"I-Inuyasha?"
balbettò sorpresa di vederlo lì, al suo fianco.
Lui la continuava a guardare senza proferire parola. Kagome da parte
sua era molto imbarazzata. Perciò entrambi restarono in
silenzio. Kagome continuò a restare nella stessa posizione
di prima e il che stava diventando un po scomoda. Decise di ignorare la
mano del ragazzo che la obbligava a restare ferma e si decise di
alzarsi. Ma nel farlo sentì una fitta allo stomaco. Si
piegò in due e subito il ragazzo l'aiutò a
ristendersi.
"Ma
sei stupida? Vuoi per caso allungare la tua permanenza in questo
posto?" le disse con tono acido. Kagome ci rimase male. Possibile che
la prima persona che doveva trovare accanto a sé appena
sveglia, fosse proprio lui. Si sentì improvvisamente triste
e faticò nel trattenere le lacrime.
"Non
dirmi che stai per piangere, adesso?" le domandò sbuffando.
Era seccato dal comportamento della ragazza.
"Perché
mi tratti così?" domandò flebilmente la ragazza.
Le lacrime sgorgarono senza che potesse fare nulla per impedire a
queste di cadere. Inuyasha la guardò dispiaciuto. Odiava
quando una donna piangeva, ancora di più se a farla piangere
era stato lui. Sbuffando si sedette sulla sedia di fianco al letto e le
prese la mano. Kagome alzò lo sguardo. Era sorpresa. Lui
immediatamente arrossì.
"Scusa
non volevo rimproverarti in quel modo. Non piangere" le disse. Era
diventato sempre più rosso per l'imbarazzo. Non era stato
mai così gentile con le ragazze. Kagome lo guardava
stupefatta. Non credeva alle proprie orecchie. Allora poteva essere
dolce quando voleva. Ma perché si mostrava così
proprio davanti a lei?
"Vedi
quando mi hanno detto che tu e Kikyo avete litigato e poi lei ti ha
buttato giù dalle scale, io... io..." continuò a
parlare ma alla fine non sapeva cosa dire. Cosa doveva dirle? Che era
in pensiero per lei pregando tutti i Kami che lei stesse bene? Di come
si era sentito quando l'aveva vista lì per terra in quella
pozza di sangue? Di come ha imposto la sua presenza sull'ambulanza che
doveva scortarla fino all'ospedale? Inuyasha rivisse quella giornata,
sembrava essere successo molto tempo fa quando invece erano passati
soltanto 2 giorni. Kagome abbassò la testa. Non voleva
guardarlo. Non dopo che le aveva confessato che era preoccupato per
lei. Dovrebbe sentirsi felice perché non lo era?
"Scusami
tanto. Non volevo farti preoccupare. Scommetto che ti hanno obbligato
di accompagnarmi in ospedale. Scusami tanto ancora" gli disse,
realmente dispiaciuta. Lui sorrise impercettibilmente. Era proprio una
sciocca.
"No,
mi sono offerto io di venire in ambulanza con te" le
confessò. Kagome nel sentire quelle parole girò
di scatto la testa verso di lui incredula a quello che avevano udito le
sue orecchie. Che si stesse immaginando tutto e stava ancora dormendo?
Inuyasha per la prima le sorrise, un sorriso sincero. Tutto per lei.
"G-grazie"
rispose, non sapendo che altro dire.
"Bene.
Ora devo proprio andare. Sono contento che tu ti sia risvegliata, mi
raccomando vedi di rimetterti in sesto!" le disse facendole anche
l'occhiolino. Kagome annuì solamente, arrossendo un'altra
volta. Lo guardò andare verso la porta e sparire dietro ad
essa. Dopo di che appoggiò la testa sul cuscino e si mise ad
osservare il soffitto. Chiuse gli occhi sorridendo. Per la prima volta
si ritrovò a ringraziare Kikyo per tutto quello che aveva
fatto, tralasciando il fatto che si ritrovava in ospedale.
I
giorni passavano e Kagome ormai era pronta per ritornare a casa. Sango
era venuta a prenderla.
"Allora
finalmente ritorniamo a casa, sei felice?" le domandò mentre
piegava il resto dei pochi vestiti che restavano di Kagome. Lei
annuì, col sorriso stampato sulle labbra.
"Ho
visto che anche oggi hai ricevuto visite da parte di un certo
ragazzo..." iniziò l'argomento. Guardò l'amica
con un cipiglio malizioso. Kagome sorrise ancora di più.
Ormai Inuyasha l'andava a trovare quasi ogni giorno. Con la scusa di
portarle i compiti. Kagome si ritrovò a ringraziare
nuovamente i Kami. Era così felice.
"Sai
in questi giorni che non eri a scuola continuava guardare verso il tuo
posto. E a pranzo mangia quasi sempre con me e Miroku. Mi domanda pure
come stai. Come se facesse finta di non venirti a trovare in ospedale.
Credo che sia cotto di te" le disse sorridendole. Kagome non vedeva
l'ora di ritornare a casa.
"E...
Kikyo?" domandò. Quando sarebbe ritornata a scola era sicura
che l'avrebbe incontrata, nuovamente. E magari avrebbero litigato di
nuovo, con un esito diverso. Sango smise di piegare per un attimo e la
guardò. Kagome temette il peggio.
"Bé
vedi dopo quello che è successo i genitori si sono
lamentati. Naraku è stato radiato da ogni scuola mentre lei
ora si trova in un collegio femminile?" le disse. E allora
perché non sembrava sollevata da quella notizia?
"C'è
qualcosa altro che mi devi dire?" le domandò Kagome.
"Al
posto di Naraku e subentrata Kaede. Sembra docile ma è una
vera serpe" le disse poi scoppiando a ridere. Le aveva fatto uno
scherzo e avrebbe tanto desiderato farle una foto appena aveva compreso
che stava scherzando.
"Ma
ti sembrano cose da fare? Mi hai fatto venire un infarto!" la
sgridò Kagome, ma poi non poté fare a meno di
ridere insieme a lei. Meglio così. Le piaceva ridere.
Era
ritornata a scuola ma di lui neanche l'ombra. O meglio ogni volta che
lo vedeva era solamente per un attimo. Kagome era triste. Dopo le
giornate passate insieme credeva che provasse almeno un minimo di
affetto nei suoi confronti anche come amica. Ma a quanto pare non era
così. Passava il tempo, durante le lezione, alla ricerca di
un qualsiasi motivo per il quale Inuyasha non le rivolgeva la parole.
Aveva pure fatto qualche tentativo di parlargli durante l'intervallo ma
era come se per lui non esistesse. Alla fine rinunciò. Non
tentò più di parlargli o di inseguirlo durante le
pause tra una lezione e l'altra. Si era chiusa in se stessa.
Sango
notò il cambiamento nell'amica. Stava male per lei.
Perché si stava comportando così con lei? Eppure
mentre lei era in ospedale, non c'era giorno in cui Inuyasha no
chiedesse di Kagome, non ostante l'andasse a trovare poi nel
pomeriggio. Stava ritornando con Miroku a casa, quel giorno Kagome si
era fermata a scuola per studiare e non dare fastidio alla coppia.
"Miroku...
Come mai Inuyasha evita Kagome?" domandò di punto in bianco
la ragazza. Miroku da parte sua non si aspettava una domanda del
genere. La guardò senza sapere cosa dirle esattamente.
Sapeva cosa passava per la mente all'amico ma non sapeva se dirlo o
meno alla propria ragazza.
"Bé...
ecco... veramente io... Non ne ho idea..." balbettò il
ragazzo. Sango lo fissava intensamente. Sapeva che stava mentendo e per
la prima volta non era perché fosse andato con una ragazza.
Sorrise a quel pensiero ma ritornò subito seria
poiché si sentiva in colpa per Kagome.
"Non
dire bugie" lo rimproverò dolcemente, facendogli gli
occhioni da cucciolo. Miroku sospirò. Voleva che tra loro
due ci fosse un rapporto di assoluta sincerità, dopo tuta la
'fatica' che aveva fatto per riconquistare la sua fiducia.
"Suo
fratello è ritornato. Ha saputo in cosa è stato
coinvolto e adesso sono in pieno litigio" disse arrendendosi a quei
occhi a cui non sapeva dire di no. Sango si alzò in punta di
piedi e gli diede un dolce bacio come ricompensa. Miroku sorrise.
"Kagome
per caso si è arresa?" domandò lui. Sango
annuì. "Bé dille di portare pazienza, mi chiede
ancora di lei ogni tanto. Basta che la situazione si rassereni un
pochino." la rassicurò il ragazzo. Ritornarono a casa con il
sorriso stampato sulle labbra. Sango adorava quel ragazzo, fino a
quando non ci provava con le altre.
"Dai
Kagome non puoi dirmi di no anche questa sera! me lo avevi promesso" si
lamentò per l'ennesima volta Sango. Kagome era china sulla
scrivania intenta a prestare la sua attenzione alla storia del
Giappone, ma con Sango che protestava come una bambina dimenandosi
sopra il suo letto non ci riusciva poi molto. Sango continuò
a lamentarsi saltando sul letto urlandole che le aveva promesso che
sarebbe uscita con lei e Sango quella sera. Kagome mettendoci tutta la
buona volontà di capire la stessa frase che stava rileggendo
da ben 15 minuti, senza risultati. Alla fine si arrese. Se avrebbe
accontentato l'amica dopo l'avrebbe lasciata in pace per un po.
"okay,
hai vinto tu va bene?" le domandò retorica mentre
sbatté le mani sopra la scrivania e si alzava dalla sedia,
controvoglia. Quella ragazza, per quanto bene le volesse, prima o poi
l'avrebbe mandata al manicomio. Sango urlò per la gioia
mentre filava in camera sua per prepararsi e per lasciar preparare
anche lei. Poco dopo si ritrovarono in macchina con Miroku. C'era un
silenzio imbarazzante almeno da parte del ragazzo. Sango lo
fulminò con lo sguardo mettendo bene in chiaro che se avesse
parlato di qualcosa che facesse insospettire l'amica lo avrebbe
castrato per una buona volta.
"mi
sembra di essere la terza incomoda. Perché mi avete inviato
ad uscire con voi?" si lamentò la corvina.
"Bé
ecco... Ci sembravi un po giù di corda e pensavamo di
portarti fuori per farti ritrovare un po di buon umore..." disse Sango.
Miroku annuì con vigore all'affermazione della sua
fidanzata. Nessuno dei tre parlò più. Restarono
in silenzio mentre la macchina si avvicinava alla loro discoteca. LA
pioggia cadeva incessante, era difficile vedere la strada distinguendo
i vari segnali stradali, ma proseguirono senza intoppo. Arrivarono e
fortunatamente, oppure centrava il fatto che Miroku era abbastanza
popolare da avere un posto auto riservato? Comunque parcheggiarono e
andarono verso l'entrata del locale e senza nemmeno fare la fila
entrarono subito. Come al solito il posto era abbastanza affollato ma
loro avevano il loro tavolo, il solito. Quello dove prima si sedevano
Kikyo e le sue amiche/galline.
"Perché
siete voluti uscire proprio oggi? Con questo tempo poi..."
domandò senza interesse, tanto per fare conversazione.
"Bé
come abbiamo detto ci sembrava che avessi bisogno di una distrazione, a
parte i libri sui quali stai sempre. Perciò prima
è meglio è!" esclamò l'amica. Kagome
scosse la testa, rassegnata al fatto che ormai quello che voleva si
faceva. Miroku era sparito come al solito a prendere da bere, un po gli
dispiaceva per quel povero ragazzo. Sango ormai lo teneva al guinzaglio
ma era meglio così. Rischiavano nuovamente di litigare sul
fatto che lui fosse troppo libertino.
Il
ragazzo ritornò dopo breve con due birre e un gin tonic. La
sera trascorse abbastanza lentamente, soprattutto per la corvina che
non vedeva l'ora di rientrare a casa e infilarsi sotto le coperte.
Protetta da tutto e da tutti nelle sue calde coperte. Da quando era
così malinconica? Doveva reagire. Si e lo avrebbe fatto.
Sbatté in modo poco delicato il bicchiere, con ancora un
goccio della bevanda, sul tavolo e si alzò di scatto. Nei
suoi occhi era presente una strana luce. Sango sorrise, sapeva cosa
significava quel cambiamento di umore, mentre Miroku la guardava un po
perplesso. Cosa gli prendeva in quel momento? Notò quel
strano luccichio nei suoi occhi ma non capiva cosa gli stesse
succedendo. Kagome aggirò il tavolo e scese in pista a
ballare.
"Cosa
diamine le è preso questa volta?" domandò il
ragazzo. Quella ragazza era un'esplosione di ormoni. Cambiava umore in
continuazione e in poco tempo.
"Non
ti preoccupare. Ha solamente deciso di passare all'attacco. Anche se ci
è voluto tanto alla fine si è decisa" gli disse
continuando a guardare la ragazza che stava ballando in mezzo alla
pista. Sorrideva, Sango.
"Bah...
Voi donne siete un mistero! Non riuscirò mai a capirvi"
disse il ragazzo mentre beveva la sua birra. Fu così che
Miroku si rovinò la serata. Sango lo guardò con
uno sguardo omicida. Possibile che quel ragazzo fosse sensibile tanto
quanto era bello?
La
musica pompava nelle sue orecchie. Ormai era insensibile a tutto. Non
sentiva più nulla di quello che le succedeva attorno se non
fosse perché usava gli occhi. Si trovava su un cubo a
ballare insieme ad un ragazzo. Non sapeva nemmeno come si chiamava ma
non le importava. Voleva solamente divertirsi, dopo tutto quello che le
era successo.
Improvvisamente
calò il buoi sui pre3senti. La musica si arrestò
e il vociare della gente sostituì quello della musica. Un
tuono fece tremare le pareti del locale. A quanto pare era una vera e
propria tempesta. Una mano afferrò il polso di Kagome e la
buttò giù dal cubo. Sbatté contro il
petto forte id qualcuno. La presa sul polso non la lasciò
andare mai. Per l'altro polso sentì qualcosa di freddo
sfiorarle la pelle.
"Ma
cos...?" cercò di protestare ma non finì di
lamentarsi che due labbra si avventarono su di lei. Non sapeva cosa
fare. Il bacio si fece via via più irruento e questo non
infastidì Kagome, tutt'altro. Era un invito e
perciò si lasciò andare. 'Sei venuta qui per
divertirti, no? Allora approfittane!" cercò di convincersi.
Il bacio le sembrò durare all'infinito ma qualcosa ruppe la
magia. Le labbra calde si staccarono dalle sue e anche la presa sul suo
polso sparì. Era frastornata e non capì cosa
stava succedendo. Con le mani cerò di afferrare qualcosa
davanti a sé, nel disperato tentativo di afferrare qualunque
cosa. Tutto per ritornare a baciare quelle morbide labbra. Ma non
trovò nulla. La corrente ritornò di colpo. Le
luci stroboscopiche della discoteca la infastidirono per un momento,
impedendole di vedere quello che c'era attorno a sé. Ma
riuscì a distinguere una chioma nera che spariva tra la
folla. Si portò le mani al petto e si accorse di avere
qualcosa attaccato al suo polso.
Un
braccialetto con appeso un ciondolo a forma di spada, in
argento. Sfiorò il ciondolo una, due volte mentre
cercava di capire chi fosse quel ragazzo che era sparito
così all'improvviso dopo averle regalato un'emozione
così forte. Perché ne era certa, era sicurissima
che si trattava di un ragazzo. Ritornò da Sango e Miroku. Li
trovò abbracciati che si scambiavano effusioni un po troppo
eccessive. Ritornarono a casa poco dopo.
Kagome
sapeva anche che se fosse uscita la sera prima si sarebbe ritrovata in
una versione molto simile ad uno zombie. La sveglia trillò
nuovamente. Era tentata di prenderla e di lanciarla contro il muro
della sua stanza, ma si trattenne dal farlo. Semplicemente la spense e
si ributtò sotto le coperte. Si rifiutava di uscire dal suo
caldo rifugio. Ma di sicuro i suoi propositi non erano compresi nei
piani dell'amica.
"Kagomeeeeeee"
entrò come una furia nella sua stanza. Spalancò
ogni tenda facendo entrare la luce del sole che inesorabilmente la
colpì in peno viso. Mugugnò qualcosa per cercare
di esprimere il suo disappunto, ma Sango la ignorò, come
sempre.
"Sveglia
che se no faremo tardi a scuola!" la rimproverò
strattonandola. Alla fine, come tute le altre volte, Kagome si arrese e
si alzò dal letto. Si cambiarono in poco tempo e si
precipitarono a scuola, in ritardo. Arrivarono in classe un attimo
prima che la professoressa di chimica entrasse. Il resto della giornata
passò lento, come volesse fare un dispetto alla ragazza, che
non vedeva l'ora di ritornare sotto le coperte. Non poté
fare a meno di ripensare alla sera precedente. Nell'attimo in cui era
mancata la luce qualcuno non aveva perso l'occasione di baciarla,
eppure non le era per niente dispiaciuta. Certo però moriva
dalla curiosità di sapere chi fosse stato a baciarla. Si
ricordava solamente di aver intravisto una chioma appena la luce era
ritornata ed era nera. Contro ogni suo proposito per non pensare a quel
ragazzo che ormai la ignorava completamente, fece l'esatto opposto.
Finite
le lezioni come al solito Sango e Miroku se ne andarono insieme in
sella alla moto del ragazzo, mentre lei decise di non aspettare il
pullman e di cominciare ad andare a piedi. Passeggiava tranquillamente,
ormai la primavera era arrivata. Osservava il paesaggio, anche se era
una città.
Ma
non appena scorse un parco si bloccò. La sua attenzione fu
catturata dal luccichio nell'acqua nella fontana, che brillava sfiorata
dai tiepidi raggi del sole. Le sue gambe si mossero da sole,
inspiegabilmente si diresse verso una delle tante panchine attorno alla
fontana e ci si sedette sopra guardando da qualche parte davanti a
sé. Il tempo passava e Kagome non se ne accorse nemmeno. La
sua mente per la prima volta dopo tanto smise di pensare, dopo tanto si
godette il silenzio del posto. Ma la quiete fu interrotta.
Sentì il rombo di una moto che si avvicinava sempre di
più a lei. Questo la innervosì. Appena le fu
più vicino il motore si spense. Kagome si rilassò
nuovamente, adagiandosi meglio allo schienale della panchina e
sospirando. Chiuse gli occhi per ritornare alla quiete di poco prima.
Ma a quanto pare qualche entità superiore non voleva che
fosse così.
"Sei
qui" disse una voce maschile che avrebbe riconosciuto tra mille.
Aprì di scatto gli occhi ma non osò sposarli su
di lui. Rimase semplicemente in silenzio.
"Hai
perso la lingua per caso?" voleva farla irritare, voleva una reazione
da parte sua. Dopo tutto quello che le aveva fatto era sicuro di
meritarselo. Eppure quella reazione non arrivò.
"Cosa
vuoi, Inuyasha?" domandò con una voce calma. Il silenzio di
qualche secondo prima l'aveva aiutata. Inuyasha ne rimase interdetto.
"Sango
e Miroku ti stavano cercando. Non sapevano dove ti fossi cacciata e mi
hanno chiesto di cercarti per aiutarli" le rispose riprendendosi.
Kagome guardava ancora davanti a sé, non voleva vederlo.
"Bene
mi hai trovata. Sto bene e ora puoi anche ritornare a fare quello che
stavi facendo prima. Mi dispiace che ti abbiano chiamato per una cosa
così stupida" lo raggelò, nonostante il tono
calmo. Si c'è l'aveva con lui, ormai di questo ne era certo.
"Senti...
Kagome... Mi dispiace che non ci siamo più visto dopo cheti
hanno rimesso dall'ospedale ma avevo dei problemi da risolvere..."
cercò di scusarsi.
"Non
mi devi nessuna spiegazione e poi non sono arrabbiata con te
perché mi hai deliberatamente ignorata dopo che mi hanno
rimesso dall'ospedale. In fondo non siamo nemmeno amici" gli
ricordò. Lui restò in silenzio. Si stava
rivelando più difficile del previsto parlare con lei. Alla
fine strinse i pugni.
"Smettila,
lo sai che ti considero un'amica... E' solo che ho avuto dei problemi
te l'ho detto" le ripeté. Kagome era rimasta sorpresa i
udire quelle parole. Si decise finalmente di girarsi per guardarlo in
tutto il suo splendore. Gli ultimi e tenui raggi del sole illuminarono
i suoi occhi color ambra. Kagome fu assalita da un groppo in gola.
Inuyasha imbarazzato si portò una mano dietro la testa
guardando da un'altra parte. L'attenzione della ragazza fu attirato da
un luccichio appeso al polso del ragazzo. Lo guardò meglio e
sgranò gli occhi nel vedere cosa fosse. Era il suo
braccialetto, o meglio era un altro braccialetto uguale a quello che il
misterioso ragazzo le aveva dato. Involontariamente sorrise e il
ragazzo lo notò.
"E
ora perché sorridi?" le domandò curioso.
"Se
ti domandassi perché non credi all'amore, cosa mi
risponderesti?" gli domandò improvvisamente. Sul volto del
ragazzo si dipinse la sorpresa per quella domanda inaspettata.
"Perché
mi fai questa domanda?"
"Perché
mi hai detto che con Kikyo ci stavi solo per divertimento. E con me
allora?" gli domandò schietta.
"C-cosa
intendi dire?" deglutì il ragazzo.
"Mi
hai baciata, e non me lo sto inventando. Ieri sera mentre la luce era
saltata." gli disse, sicura di aver azzeccato che era stato lui a
baciarla. Inuyasha deglutì nuovamente, non si sarebbe mai
aspettato di essere scoperto così presto. "Stai giocando
anche con me, come sostieni che Miroku faccia con Sango?"
"No-
rispose alla fine- avevi ragione te. Miroku la ama veramente e sono
felice che qualcuna gli abbia messo i connotati a posto per una buona
volta. Come sai che sono stato io a baciarti?" Kagome gli
indicò il braccio, più precisamente il
braccialetto che portava al polso. Inuyasha sorrise, così lo
aveva notato subito.
"Si
lo so che il mio comportamento è stato veramente stupido, ma
non potevo far altro dopo che ti ho visto su quel cubo a ballare con un
altro ragazzo che metteva le sue sporche mani su di te. Non
c'è l'ho fatta e alla prima occasione ne ho approfittato."
le spiegò mentre abbassava lo sguardo leggermene rosso in
viso. Kagome sorrise, intenerita da quella visione. Lentamente gli si
avvicinò.
"Perdonami-"
non finì la frase che le labbra di Kagome lo
fermò. Inuyasha ne era sorpreso ma non si oppose. Al
contrario la strinse tra le braccia e rispose al bacio con passione. Si
staccarono dopo vari minuti.
"Ti
ho già perdonato. Solo che non ti permetto di farlo mai
più. Sai, ti ho sempre amato, fin dalla prima volta che ti
ho visto. Mi sei piaciuto subito" disse Kagome osservandolo negli
occhi. Il ragazzo le sorrise.
"Anche
tu mi sei piaciuta. Ero felice che una ragazza non mi cadesse ai piedi
solo perché ero popolare" rispose abbracciandola ancora una
volta.
Un
altro bacio, davanti al sole pallido che ormai stava tramontando dietro
all'orizzonte. Testimone del loro amore. Quello fu il giorno
più bello di tutta la loro vita.
E questo è l'ultimo
capitolo. Così la storia si è conclusa e forse
state facendo anche i salti di gioia esclamando: "Finalmente, non ne
potevo più!" saltando sul letto. xD
Devo chiedere venia per
non aver pareggiato i conti tra Kikyo e Kagome ma ho preferito lasciar
stare; conoscendomi avrei fatto uccidere Kikyo da Kagome e preferisco
che non si abbassi a certi livelli... Ahahahahahahahahahahahahahah :D
Spero che anche questo
ultimo capitolo vi sia piaciuto e ringrazio tutti quelle che hanno
commentato la mia piccola storiella. Che l'ha messa tra le preferite:
kaggi18, killa_chan96 e luchia nanami
Tra le seguite: Alys93,
CrazyV e JennyChibiChan
Bene e questo
è tutto. Ma state pur tranquille che non vi libereree
così presto di me! Muhahahahahahah. E ora passiamo ai
commenti.
serin88: come vedi
Kagome sta benissimo, e respira. Di Kikyo non c'è
né più l'ombra e finalmene Kagome ha trovato la
sua felicità e per la prima volta nella storia Inuyasha
è riuscito a essere carino con lei. Grazie per aver seguito
la storia e per aver commentato. A presto.
killa_chan96: Mi
dispiace non aver punito Kikyo per quello che ha fatto a Kagome ma
comunque hai perfettamente ragione ti seguirei se tu dovessi ucciderla,
ma noi siamo superiori a lei per cui la lasceremo nel suo brodo di
vergogna per essere stata scoperta in "intimi rappoti" con il preside
ed essere stata vista da tutti. Ahahahahahahahahah Mi fa anche piacere
sapere di essere affidabile come mi definisci tu! Un grande grazie per
aver seguito la storia e per averla commentata! A presto.
Nozomi: Grazie per i
tuoi complimenti e sono felice che il capitolo precedente ti sia
piaciuto. Come vedi tutto si è sistemato per il meglio.
Grazie per aver commentato e seguito la storia. A presto.
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