Fotografie

A Celia piaceva fotografare, era un dato di fatto.
Le piaceva come un semplice "CLICK" potesse fermare un istante.
Per questo motivo aveva una foto di ogni compagno di squadra.
E adesso, passati ormai ben trent'anni dalla loro ultima avventura, sfogliava i suoi vecchi album, lasciando che i ricordi la portassero indietro nel tempo.
Per questo a Celia piaceva fotografare.
Perchè, con un solo "CLICK", poteva rendere un momento eterno.


 

Note dell'autrice.

Ieri sera, a mezzanotte, mi sono resa conto di non aver più aggiornato questa raccolta.
E così, presa da un momento di follia acuta, ho scritto questa storia su Celia.
Non so nemmeno per quale motivo, ma il risultato mi è piaciuto.
Per questo adesso siete costretti a leggervi una Celia di quarant'anni in predi ai ricordi u.u

Ringrazio chi mi segue e chi commenta. Prima o poi vi risponderò personalmente.

Saluti, Shaila.

Aveva corso. Corso tanto, corso troppo, corso fino allo sfinimento.

Eppure, quando tagliava il traguardo, quando vedeva i suoi avversari metri dietro a lui, quando era solo davanti a tutti, si sentiva il migliore.

Il più forte.

Il vincitore.

Anche adesso correva. Solo che alcune -tante- cose erano cambiate.

Adesso la pista non c'era più, correva sopra a un campo verde.

Adesso non gareggiava più, giocava insieme a tutti i compagni, sia fuori che dentro.

E con la palla al piede, non era più solo davanti a nessuno. Era al fianco di tutta l'Inazuma Japan.

Chiuse la sacca, quella che conteneva tutta la sua vita. 
Si girò, osservando per l'ultima volta la sua stanza.
Piccola. Una scrivania, un armadio, due letti.

Sorrise, mentre gli occhi color azzurro tempesta riflettevano un bagliore arancione.

Anche lui non aveva dimenticato.

In quel momento, il suo sguardo si posò su una piccola cornice argentata.
La foto, sbiadita e consumata, ritraeva una famiglia.
Felice.
Il papà e la mamma sorridevano, abbracciati.
I due bambini ridevano, contagiati da tutta quell'allegria.
Shirou accarezzò quei volti sereni, mentre una lacrima gli rigava il viso pallido.
Prese la sacca e chiuse la porta alle sue spalle, lasciando che le immagini ricadessero nell'oblio della memoria insieme a quella fotografia.

-Eccoti qui, Fubuki! Adesso possiamo partire! Sali a bordo!-
Shirou incrociò gli occhi di Endou, il capitano.

Sorrise.
Aveva trovato una nuova famiglia.


 

Note dell'autrice fulminata u.u

Chiedo scusa a tutti per il mostruoso ritardo. Ma ogni tanto le idee volano via lontano e non c'è modo di farle tornare indietro u.u
Solo adesso mi è venuto un briciolo di ispirazione e sono riuscita a ricavare sta cosetta qui .-. 
Chiedo umilmente perdono u.u Potete tirarmi pomodori e altra verdura, escusi carciofi perchè pungono u.u

Naturalmente chi parla è Shirou **
La storia è collocata nella seconda serie, quando lui accetta di giocare insieme all'Inazuma u.u E' vero, dovevo metterla più avanti, verso il finire della serie, ma mi è venuta così. 
E così ve la tenete u.u 

Ringrazio che trova il tempo e la pazienza di recensire u.u E di sopportarmi per i miei apocalittici (si dirà così?) ritardi xD
Un grazie speciale va a The Raindrop, che ha commentato ogni capitolo e che ogni volta mi commuove **