portami dove si vola; di Christine_ (/viewuser.php?uid=79877)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quando meno te l'aspetti ***
Capitolo 2: *** ready for the party? ***
Capitolo 3: *** let's get it started! ***
Capitolo 4: *** can't take my eyes off of you ***
Capitolo 5: *** i just wanna feel ***
Capitolo 6: *** lose my breath ***
Capitolo 7: *** you make me wanna ***
Capitolo 8: *** why don't u believe me? ***
Capitolo 9: *** mi fido di te ***
Capitolo 10: *** l'amore conta? ***
Capitolo 11: *** behind these hazel eyes ***
Capitolo 12: *** Hate That I Love You. ***
Capitolo 13: *** I Am A Gibson. I Can. ***
Capitolo 14: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Quando meno te l'aspetti ***
Chap 1
portami
dove si vola;
-quando meno te l'aspetti-
- Edith, tesoro, sei pronta? -
Meglio non rispondere,
lascio suspance.
- Meredith! -
E gli rispondo che
sono ancora a contemplare l'armadio?
- Meredith Christine
Gibson, mi vuoi rispondere? -
Nome completo vuol
dire una sola
cosa: guai. Due istanti dopo sento il suo passo pesante per le scale e
poco dopo bussare alla porta.
- Edith, siamo in un
ritardo pazzesco. Sei pronta? -
Adesso gli devo
rispondere.
- No, papà.
Non so cosa mettere e poi non ho ancora capito perché devo
venirci per forza -
Ti prego, dimmi che
posso restare a casa.
- Non posso volere mia
figlia vicino? Devi venire e basta. Ti dò altri dieci minuti
al massimo -
Simpatico, davvero.
Come faccio a
essere pronta in dieci minuti? Odio queste serate di gala, le ho sempre
odiate. Preferivo le mie feste.
Ma mai una volta che papà mi
esoneri da questa tortura. Fra me e i miei fratelli sono l'unica
rimasta a vivere qui con lui dopo il divorzio con mamma.
E sono i
momenti come questi che mi fanno rimpiangere di non avere qualcun'altro
di sesso femminile a casa.
Ma come potevo lasciare il mio mondo?
Capisco che papà non si è comportato
assolutamente bene
tradendo mamma con Oksana.
Ci sono stata male, ci sto tutt'ora male
perché ho visto mia madre soffrire davvero. Ma non potevo
fare
altrimenti. Mamma non è stata propriamente contenta quando
ho
deciso, ma in quanto maggiorenne potevo. E tanto è stato.
Per
non parlare di quando, poco tempo fa, Oksana ha partorito una nuova
Gibson, Lucia Anne.
Prendo il vestito che mi ha mandato mamma da Parigi
la settimana scorsa.. quello bordeaux alla Marilyn Monroe. Spalle
scoperte, abbastanza corto, mi regge bene il seno.. Sì,
direi
che è okay. E poi è Gucci.. Quindi è
okay sicuro.
Lo infilo velocemente mentre passo alla pagina successiva: trucco.
Qualcosa di leggero dato il ritardo, e nel frattempo penso alle scarpe.
Meglio andare sul classico, nere e un fiocco dietro, le mie preferite.
Il tacco non è eccessivo perché altrimenti
rischio
davvero di farmi riportare a casa in barella da papà.
I capelli
li avevo fortunatamente fatti oggi pomeriggio, lisci come al solito.
Scendo velocemente al piano di sotto, stranamente in orario.
- Papà sono
prontaaa! - urlo
andandogli incontro. Lo trovo davanti al camino a osservare due degli
oggetti a cui più tiene al mondo.
- Papà,
finirai per consumarle quelle statuette a forza di fissarle - lo
pizzico dandogli un bacio sulla guancia.
- Non sai che
traguardo arrivare a vincere un Oscar, Edith - mi dice con gli occhi
che brillano.
- E non saranno gli
ultimi, lo so. Ora però dobbiamo andare - gli bisbiglio
all'orecchio.
Papà mi
sorride e mi mette una mano dietro la schiena per accompagnarmi verso
la porta.
- Mel e Meredith
Gibson - dico alla
signorina all'entrata della Sala. Papà si è perso
non so
dove dopo essere scesi dalla macchina e mi ha lasciata come al solito
da sola. Odio trovarmi in questa situazione. Vorrei che l'idiota di mio
padre lo capisse una volta. Ad un tratto sento la sua voce alle mie
spalle.
- Dove cazzo er- ma mi
blocco.
- E lei è
mia figlia, Meredith -
Questo non
è Johnny Depp, vero?
- Piacere - sussurro.
- Incantato - dice
baciandomi la
mano e sorridendo. So che dovrei essere abituata a conoscere gente del
genere. Ma Johnny Depp mi farebbe effetto anche se fosse un barbone,
quindi non conta.
- La stai crescendo
bene, Mel - dice poi a mio padre.
- Non è
merito mio. E' bellissima di suo -
- Gli occhi sono i
tuoi - risponde
Johnny guardandomi. Non sorridere di nuovo o non rispondo di me. Oggi
indossa degli occhiali pazzeschi che credo possano star bene solo a
lui. Rispondo al suo sorriso e entriamo nella sala, naturalmente
pienissima. Perdo papà poco dopo, come sempre e mi dirigo
verso
il buffet cercando di ignorare chiunque. Non sono mai stata il tipo per
questo mondo pieno di lustrini e champagne ma ci sono nata e
continuerò ad appartenere a questa gente. Essere la figlia
di
Mel Gibson ha i suoi pro e i suoi contro, come ogni vita. Prendo un
flute e lo sorseggio con calma mentre, mettendomi in un angolo, mi
guardo attorno. Se solo ci fosse...
- Edith! -
- Ashley, almeno tu! -
le dico e la abbraccio.
- Vieni di
là, che ti presento agli altri - mi risponde e mi trascina
via.
Mai e poi mai
affidarsi a Ashley
Greene. L'ho conosciuta un paio di mesi fa ed è davvero un
tornado di simpatia e dolcezza. Ma è un tornado e, come ogni
tornado che se rispetti, non sta ferma un attimo.
- Ragazzi, lei
è Meredith! -
urla rivolta ad un gruppo di persone sedute su delle
poltroncine
in pelle. Si girano in contemporanea e vorrei davvero sprofondare. Ed
Westwick è il primo ad alzarsi e a stringermi la mano.
- Piacere - sorrido e
ricambio la stretta.
- Vieni siediti - mi
dice indicandomi un posto e saluto Chace che avevo già
conosciuto.
Via via si presentano
tutti gli
altri. Jessica Sohzr, Blake Lively, Penn Badgley, Leighton Meester..
Sembra di essere in una puntata di GG.
- Quindi sei la figlia
di Mel
Gibson, no? - chiede Penn. Odio essere definita così. Non
posso
essere semplicemente Meredith?
- Sì -
rispondo in un sussurro.
- E sta lavorando ad
un nuovo film,
no? Ho sentito che aveva bisogno di un ragazzo sulla trentina o poco
più e, mi stavo chiedendo.. - so già dove vuole
andare a
parare e lo interrompo.
- Mi dispiace ma non
mi intrometto
nella vita lavorativa di mio padre - dico secca. Mi spiace di essere
sembrata scortese ma sono stufa di essere trattata così. Il
braccio per arrivare a mio padre. Per giunta, ora che sono l'unica tra
i miei fratelli a stare con lui, sono rimasta l'unico appiglio per
arrivare a lui.
- Scusa, io.. -
- Non ti preoccupare -
rispondo sorridendogli.
- Ash, vado a prendere
qualcosa da
mangiare - sussurro all'orecchio di Ashley che mi fa cenno di
sì
con la testa per poi tornare a parlare con Chace e Jessica. Guardo
l'orologio e sbuffo, non vedo l'ora di tornare a casa. Noto ad un lato
del tavolo l'ultimo vassoio di profiterole alla crema. Vado dritta in
quella direzione senza neanche guardarmi attorno, non capirò
mai
perché quando organizzano queste cene ci sia sempre
così
poco da mangiare di normale. Arrivo davanti all'adorato vassoio ma
un'altra mano si fionda sul profiterole prima di me. Alzo gli occhi per
vedere il proprietario della mano e trovo un ragazzo sulla trentina con
i capelli scuri, lisci e gli occhi .. fantastici, scuri. L'ho
già visto da qualche parte, me lo sento. Forse a qualcuna di
queste feste. Lo smoking farebbe pensare ad un cameriere ma ne dubito,
è sicuramente un ospite.
- Scusa, io.. non ti
avevo visto - mi dice dopo aver ingoiato il mio adorato profiterole.
- Oh, non ti
preoccupare - riesco e
dire e faccio per andare via ma lui mi ferma sfiorandomi il braccio. Un
brivido mi attraversa la schiena.
- Non mi sono
presentato, sono Ben - mi dice sfoggiando uno dei più bei
sorrisi che abbia mai visto e tendendomi la mano.
- Meredith - rispondo
stringendogliela. Ha una stretta bella forte.
- Ti devo un
profiterole, Meredith.
Ora devo andare - mi dice - mi ha fatto piacere conoscerti - e mi
saluta con un cenno della mano andando via. Dovrei conoscerlo.. ripeto
di averlo già visto da qualche parte. Mi giro e torno da Ash
con
le mani in mano.
- Attaccato bottone,
eh? - mi dice appena arrivo.
- Come, scusa? -
- Con Ben - mi
risponde.
- Ah, quel ragazzo.
Sì .. mi ha rubato l'ultimo profiterole - dico sbuffando.
- E' bello, non puoi
prendertela
più di tanto - mi risponde facendomi l'occhiolino. A essere
bello, è bello. Mi giro e lo trovo a fissarmi mentre parla
con
un uomo. Gli sorrido e ne ricevo un altro in risposta. Ash ha ragione:
è davvero bello. Ben.. possibile che non riesco a
ricollegarlo a
nessuno? Eppure sembra tanto una faccia conosciuta. Due ore dopo sono
da mio padre ad implorarlo di andare via. Domani devo anche studiare,
tra l'altro.
Quando suona la sveglia sono sinceramente tentata dallo scaraventarla a
terra ma mi trattengo.
Devo studiare, devo studiare, devo studiare, mi
ripeto mentre mi stropiccio gli occhi.
Io e la voglia di studiare
abbiamo litigato da piccole, mi è sempre stata antipatica.
Mi
trascino in cucina per la mia flebo mattutina di caffè e mi
accorgo che papà non è ancora sveglio,
avrà
sicuramente passato tutta la notte al computer.
Preparo il caffè
per entrambi e il suo lo metto su un vassoio. Senza fare rumore entro
in camera sua e lo trovo a dormire, come sospettavo.
Appoggio il
vassoio sul comodino e lo vedo aprire gli occhi.
- Giorno - bisbiglia.
- Buongiorno - gli rispondo sedendomi sul letto - passato la notte al
computer? - chiedo e lui annuisce.
- Non troverò mai l'attore che voglio - mi dice sedendosi
accanto a me.
- Lo troverai e sarà perfetto - dico cercando di tirarlo su
di morale.
- Il problema sai qual è? E' che neanche io so bene cosa
voglio
.. E non posso incaricare nessuno. Devo trovarlo io - mi alzo e gli
dò un bacio sulla guancia.
- Ce la farai. Sei o non sei Mel Gibson? Le statuette sotto devono
continuare a essere fiere del proprietario - gli dico sorridendo.
- Sei la mia migliore iniezione di autostima, Edith - mi
abbraccia e lo stringo ancora di più. Paradossalmente aveva
sette figli e ora gli sono rimasta solo io.
- Devo andare a studiare - dico alzandomi e uscendo dalla stanza.
- A pranzo non ci sono! - mi urla mentre vado via. Allora esco anche
io: studio in biblioteca, mangio in qualche ristorante e pizzeria e poi
dinuovo a casa. Sì, mi piace.
Chiuso l'ultimo libro non so proprio dove andare a pranzare. Se avessi
qualcuno con cui uscire non avrei di questi problemi, lo so. Ma non
sono stata io a cacciare tutti dalla mia vita. Ho tagliato fuori chi
stava con me per interesse, quelli per cui non ero Edith, ma Meredith
Gibson. La figlia di quel Mel. Rimetto i libri sugli scaffali, mi
rivesto ed esco. In fin dei conti mi basta una pizza , non ho voglia
d'altro. Entro nella prima pizzeria e inizio a dare un'occhiata. Uh,
c'è solo una margherita, magnifico.
- Mi dà quella margherita? - Nah, la voce non è
la mia. Mi volto e trovo Lui, ancora Lui. Ben-Profiterole.
- Ma allora è un vizio! - gli dico.
- Edith - mi saluta - Non dirmi che volevi proprio quel pezzo -
Non gli rispondo ma il mio sorriso è alquanto eloquente.
- Allora mi dia anche quella bianca laggiù - dice rivolto al
pizzaiolo - te lo devo - aggiunge girandosi verso di me. Non faccio in
tempo a protestare che ha preso le due pizze e sta andando verso un
tavolo all'interno. Cavolo, mi ha fatta incazzare, è vero..
ma
è bello da togliere il fiato. Mi avvicino a lui che fa cenno
di
sedermi.
- Come mai da questa parti? - mi chiede mentre gira il vassoio per
darmi la pizza.
- Sono stata in biblioteca - rispondo sorridendo - Tu? -
- Adoro la pizza, soprattutto come la fanno qui - dice addentandola.
Possibile che non mi ricordo dove l'ho già visto? Forse
qualche
film, perchè se l'avessi già visto dal vivo mi
ricorderei
sicuramente di una bellezza del genere.
- Ho qualcosa sulla faccia? - Figura di merda.
- Nono, è che sento di averti già visto - ammetto
e lui ride.
- Forse ti hanno obbligata a vedere qualche mio film -
Film. Allora qualcosa ho indovinato.
- Ma non è importante che tu lo.. -
- Caspian! - dico in un lampo di genio - Cioè Barnes, Ben
Barnes. Okay, ho fatto una figura di merda, scusa - dico vedendolo
ridere.
- Non ti preoccupare, è normale. Sono abituato a chi mi
chiama Caspian -
- No, Ben. Per me questo è inconcepibile. Ho detto "Caspian"
perchè ho capito dove ti avevo già visto. Io
non.. Io
odio le persone che etichettano gli altri in base a quanto sono famosi.
Odio quel tipo di persone e sicuramente non sono una di loro - dico
abbassando gli occhi. Non voglio che mi bolli come qualcuna che non
sono quando neanche mi conosce.
- Non l'ho mai pensato - mi dice e alza gli occhi su di me - Sei venuta
a pranzare con me quando ero semplicemente Ben che ti aveva rubato
l'ultimo profiterole - aggiunge dando un altro morso alla pizza.
- Siamo Ben e Meredith seduti a mangiare una pizza. Semplicemente Ben
Barnes e Meredith .. - e s'interrompe guardandomi. Credo
vogli
sapere il mio cognome, cavolo.
- G..sso - dico a mezza bocca.
- Come? -
- Gibson - dico più ad alta voce - come la chitarra -
aggiungo.
- Okay, quindi siamo semplicemente Ben Barnes e Meredith Gibson che
pranzano insieme - mi sono salvata.
- E come mai a quella festa ieri? - Rettifico, non mi sono salvata,
questo ragazzo è troppo sveglio.
- Diciamo che .. sono stata obbligatoriamente invitata da .. superiori
- rispondo abbassando gli occhi e concentrandomi sul mio pranzo.
- Obbligatoriamente invitato da superiori? - ripete. In effetti potevo
dirla meglio. Annuiscio senza alzare la testa, sono sicuramente
violacea.
- Manager? -
Adesso però sono costretta a guardarlo.
- Sottospecie -
- Amica? Ho visto che eri con Ash -
- Sì, ci conosciamo da poco ma ci tengo parecchio a lei -
dico cercando di sviare la domanda.
- Avete lavorato insieme, quindi - Adesso lo strozzo. Perchè
continua? Secondo me sa già chi sono.
- No.. ci siamo conosciute ad un'altra festa - Da qui non ne esco
più.
#Hey kids, shake it
loose together
The spotlight's hitting
something
That's been known to
change the weather#
- Bella questa canzone.. - dico.
- La adoro - mi risponde - Bennie And The Jets, vero? -
-You're gonna hear electric music, solid walls of sound.. - inizio a
canticchiare mentre gli faccio cenno di sì con la testa.
- Credo sia il tuo.. - mi dice indicandomi la borsa. Cazzo, il
telefono! Mannaggia a me e la mia mania di cambiare suoneria a giorni
alterni.
- Pronto? - rispondo senza vedere chi è.
- Edith ci ha messo tempo a rispondere! Hai cambiato suoneria di nuovo?
- Mio padre mi conosce.
- Sì, papà. Cosa c'è? - dico scocciata.
- Hai lasciato le chiavi a casa, come sempre, e io sto uscendo - Edith,
ma la testa? - Se sei in biblioteca vengo a portartele, tanto passo di
là -
Qui?? Nooooo!
- No, papà. Sto tornando a casa. Dammi dieci minuti, massimo
un quarto d'ora -
- Edith, ti ho detto che posso ven-
- Pà, sarei tornata a casa comunque - lo interrompo e
aggancio alzandomi.
- Padre severo o dimostri più di quanto hai? - mi
chiede.
- Ho ventitrè anni e non un padre così severo.
E'.. una
storia lunga. Ti annoieresti - dico in fretta - Grazie Ben, mi ha fatto
piacere rivederti - gli dico dandogli un bacio sulla guancia prima di
scappare via. Entro in macchina e ricomincio a respirare. Vedo dallo
specchietto retrovisore che Ben è uscito dal locale e si sta
guardando attorno.
- Fidati, che sarei voluta rimanere lì per sempre - sussurro
e
cerco le chiavi nella borsa. Non ci sono. No, forse devo cercare
meglio. Perchè ho un miliardo e settecentottantanove tasche?
Mentre sono ancora alla ricerca delle chiavi perdute, neanche fossi
Indiana Jones, qualcuno mi picchietta al finestrino. Ben. Apro lo
sportello e lui mi sventola le chiavi davanti.
- Lo vedo difficile il ritorno a casa senza queste - e mi sfodera uno
dei suoi sorrisi migliori. Oh, Gosh quant'è bello questo
ragazzo. Gliele sfilo dalle mani e rispondo al sorriso.
- Grazie mille. E' che sono leggermente con la testa fra le nuvole -
- Non importa. Allora.. ci vediamo - mi dice chiudendomi lo sportello,
sempre con quel fantastico sorriso stampato in faccia. Caldocaldocaldo.
- Ehm.. Sì - rispondo e lui si passa la mano fra i capelli.
Sì, sto per sentirmi male davvero.
- Lo spero - dice e mi dà un pizzicotto sulla guancia
passando
la mano attraverso il finestrino aperto. Credo che fra un pò
si
accorga che ho il cuore in gola. Si allontana e mi saluta con la mano
mentre esco dal parcheggio. Signore, ti prego fà che riesco
a
giudare in maniera decente fino a che c'è lui. Stranamente
ce la
faccio, poi dò un'occhiata per vedere se si vede ancora.
- Signorinaa! - sento urlare e mi accorgo che per poco non ho investito
un uomo.
- M-mi scusi - balbetto.
- Guardi la strada, piuttosto - risponde stizzito.
- Mi scusi - sussurro ancora prima di andare via. Questo ragazzo
è un pericolo per me.
Oddei dell'Olimpo, ce
l'ho fatta. Una bella - eufemismo - long con Ben. Dopo aver visto
Dorian Gray si è imposto su questa storia, ha preteso di
essere
il protagonista. E chi sono io per dire di no? Davanti a cotanta
bellezza non posso fare che inchinarmi.
Non ci credo ancora, ma anche questa volta ce l'hanno fatta a
convincermi a pubblicare. Sante donne che mi sopportano! Che sopportano
i miei scleri, le mie giornate di ispirazione e i miei blocchi. Che
sopportano le mie mille domande, che mi aiutano in qualsiasi cosa.
Senza di loro questa storia non sarebbe stata quella che è
..
probabilmente sarebbe rimasta al terzo rigo nella Cartella "Fic da
finire, prima o poi". Sarè,
angelo mio, e Fede,
sorellanondisangue, questa è dedicata a voi - che continuate
a dire quanto vi piaccia.
Ecco, se siete arrivati a leggere fino qui significa che almeno un
pochino vi è piaciuta. E adesso sono curiosa di sapere cosa
ne
pensate. Qualsiasi cosa. Anche se due parole .. anche un semplice "Che
Schifo" XD No, davvero. Ci tengo a sapere l'opinione di tutti.
Alla prossima. Spero presto ; )
Rachele*
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Capitolo 2 *** ready for the party? ***
portami dove si vola;
-ready for the party?-
Un'altra lezione a questi livelli di noia e davvero mi addormento. Ho
bisogno di caffeina, un urgente bisogno.
So che le macchinette qui all'università non sono il
massimo, ma sempre meglio di niente.
Vado per inserire i soldi ma una mano lo fa prima di me.. Non
può essere! E in effetti non è. Davanti a me
stavolta non c'è Ben.
- Scusa - mi fa la
ragazza davanti a me - ma non resisto un attimo di più senza
caffè -
Sembra più
grande di me, anzi lo è sicuramente. Forse è
parecchi anni fuori corso e sta per finire. Ha i capelli corti, rosso
Addison Sheperd (*) e sprizza gioia da tutti i pori.
- Figurati, neanche io
ce la facevo più lì dentro - Mi sorride e mi
tende la mano.
- Alexandria, con la i
- mi specifica.
- Meredith,
semplicemente Meredith. Ma nessuno mi chiama così,
preferisco Edith - mi stringe la mano sempre con un sorriso per poi
avventarsi sul caffè.
- Cosa studi? - le
chiedo mentre premo "34" sulla macchinetta.
- Non studio - ma
allora che diavolo ci fa qui dentro? Probabilmente si accorge del punto
interrogativo stampato sulla mia faccia perchè subito
precisa.
- Sono.. dall'altra
parte della cattedra - Deve per forza essere un'assistente, una
tirocinante alle prime armi..
- Sì,
insegno - mi dice dando un sorso al caffè - Lo so che sembra
strano, me lo dicono tutti -
- No no - mi
giustifico - è che non ho nessun corso con lei, mi spiace -
- Che fai, adesso mi
dai del lei, Edith? Puoi chiamarmi Alex o come ti pare. Ma non mi dare
del lei, ti prego -
già mi sta
simpatica.
- Signorina Gibson, mi
fa il favore di seguirmi nel mio ufficio? Devo parlarle dell'articolo
che mi ha inviato -
Cazzo, ma proprio
questo doveva passare qui ora? Lo odio dal più profondo del
mio cuore. E' il professor Sony, e sono costretta a mandare a lui i
miei articoli. Descriverlo? Uhm.. avete presente Peter Pettigrew,
Codaliscia? (*)
La copia esatta, fisicamente. Caratterialmente .. pensate alla persona
più stronza che vi viene in mente. Focalizzata? Esattamente
così. Un giorno mi confessò che non voleva essere
accusato di favoreggiarmi per via di mio padre. Secondo me invece
è stato accusato di questo e adesso mi corregge anche le
virgole. So già che mi toccherà passare la
prossima ora nel suo ufficio.
- Ehm, certo
professore - dico annuendo e lanciando uno sguardo disperato verso
Alexandria.
- Mi scusi, ma a dire
il vero ho bisogno della signorina Gibson per questo pomeriggio - dice
rivolta a Sony. Sono sbalordita, già la adoro.. Mi ha capita
con uno sguardo.
- Se è
così.. Allora signorina sarà per domani - mi dice
il professore allontanandosi.
- Grazie, grazie mille
- le sussurro appena lui gira l'angolo.
- Figurati, Edith. Sta
maledettamente antipatico anche a me. Per essere delicate -
Le rispondo con un
sorriso. Non mi ha chiesto nulla sul mio cognome e già mi
piace. Guardo l'ora e mi accogo che devo rientrare in aula anche se sto
morendo di fame.
- Devi andare? - mi
chiede.
- E' ora - rispondo.
- Dai, ti autorizzo io
ad uscire prima. Ho una fame pazzesca.. tu? - Annuisco e decidiamo di
andare a mangiare un boccone insieme. La confidenza è
pressocchè immediata, sento che posso darle fiducia e la
stessa cosa fa lei con me.
- Sì, mi
ritrovo a trentacinque anni con un bel posto di lavoro -
- Non è da
tutti, eh -
- Lo so, ma non
è neanche tutto nella vita. Vivo comunque da sola da quando
il mio ex .. insomma .. -
e si blocca, capisco
che è un argomento delicato e cambio subito discorso.
- Hai sempre vissuto
qui? - le chiedo.
- A dire il vero sono
nata in Italia, a Roma. Ma sono dieci anni che vivo in America. Tu
sempre qui, vero? -
- Sì, dopo
il divorzio dei miei potevo andare via con mia madre ma non me la sono
sentita di lasciare mio padre da solo, anche se ha sbagliato -
- Non volevi lasciare
gli amici, presumo -
- Se ce li avessi,
probabilmente sì -
- Non hai amici? Non
ci credo - mi risponde scuotendo la testa.
- Li ho allontanati
io. O perlomeno, ho allontanato quelli che sembravano amici ma alla
fine erano avvoltoi -
- Tutti? -
- Tutti. E' difficile
trovare persone che mi stanno ad ascoltare o vogliono stare con me
senza secondi fini. Senza voler arrivare a mio padre, ad esempio - dico
con un filo di amarezza - anche gente piuttosto famosa a volte
sta con me solo per un ruolo in più o un pò di
visibilità - Vedo la sua mano appoggiarsi sulla mia.
- Mi dispiace.. se ti
può consolare io mi sto godendo una bella chiacchierata in
compagnia di una persona piacevole, niente di più - mi
risponde sorridendo.
Queste parole le ho
già sentite sin troppe volte ma stavolta sento
sincerità nella sua voce. E per stavolta voglio fidarmi.
Sono stufa di stare sempre sola, senza un'amica, per paura di quello
che potrà succedere.
Ci separiamo solo dopo
esserci messe d'accordo per vederci il giorno dopo, è
davvero una bella compagnia.. come non incontravo da tempo, lo ammetto.
Oggi
non ho lezione, nè tantomeno ho voglia di studiare ma
qualcosa da fare lo devo pur trovare. Forse potrei accollarmi a
papà in giro. Naa, meglio di no che è
già fin troppo nervoso. Mentre vado in cucina scovo la
camera dove papà ha spostato il tapis roulant. Ah,
è vero! L'altro ieri si è lamentato per
più di un'ora che ho comprato <<
quell'aggeggio infernale e non lo usi mai!>>. Ha ragione
alla fine e forse è ora che io e l'< aggeggio
infernale> stringiamo amicizia. Mi trascino in camera, mi cambio
e prendo l'i pod, mio fido amico in queste situazioni spiacevoli.
Grazie Signor Apple. Arrivo nella stanza e accendo la luce. Sarebbe una
lotta all'ultimo sguardo se solo lui avesse gli occhi. Faccio un
respiro profondo e salgo sul nastro per poi programmarlo, premo Play
sull'Ipod e poi via.. verso l'infinito e oltre (più o meno).
Dopo mezz'ora sono stranamente ancora qui e a bloccarmi è il
cellulare che squilla. Uh, il mio fratellino Derek!
- Dek! Da quanto! - gli dico tra un respirone e l'atro. A dire il vero
fratellino è un eufemismo dato che, anche se è
due anni più piccolo, lui è un armadio, identico
a papà.
- Edith! Che combini? -
- Litigo con il tapis roulant -
- Ah, con questo fiatone ero convinto di averti interrotto durante
qualche lavoretto con chissà quale collega di
papà, qualche fighissimo attore -
- Simpatico - dico sarcastica - e comunque non ti avrei risposto se ero
impiegata in qualcuno di quei lavoretti. Tu piuttosto, con Nat? -
chiedo sorridendo. Natalie è la mia fantastica pseudo
cognata. Sono almeno due settimane che non ci sentiamo e sono sicura
che Dek l'ha trascinata in uno dei suoi assurdi viaggi.
- L'ho mollata - mi risponde con tranquillità e per poco non
mi cade il telefono dalla mano.
- Che cazzo hai fatto? - gli urlo.
- Ora mi lamento perchè mi hai rotto la tromba di Eustachio
-
- Dek, ti ho fatto una domanda - chiedo calmandomi un pò.
- Mi aveva stufato, non mi piaceva più, che ci posso fare?!
-
- Sei veramente idiota. Una ragazza come Nat non ti capiterà
mai più, lo capisci? -
- Senti, non m'importa. Non mi meritava - guardo sconvolta davanti a
me. Ma come fa a essere mio fratello?
- NON TI MERITAVA? SEI TU CHE NON MERITI LEI, IDIOTA! - rispondo
urlando e spostandomi il cellulare davanti alla bocca, giusto per far
arrivare la voce più chiara.
- Richiama quando il criceto nella testolina ricomincia a correre -
dico riagganciando e subito compongo il numero di Natalie. Libero..
Dai, Nat.. Rispondi.
< Segreteria telefonica di Natalie. Sapete sicuramente cosa
fare, non serve che lo ripeta. Via dopo il beep> BEEP.
- Tesoro, so cosa ha combinato quell'idiota di Derek. Ti prego
richiamami appena puoi, chi più di me può
aiutarti a insultarlo? Anzi, inizio adesso.. E' un cretino, scemo,
stupido, imbecille, mentecatto, deficiente, mongoloide -
- Oserei dire anche stronzo e coglione - la voce di Nat.
- Nat - dico alzandomi in piedi.
- Ci ho messo un pò per arrivare il telefono, poi mi sono
divertita ad ascoltare i tuoi insulti - mi risponde ma sento che la
felicità è forzata.
- Ti avrei chiamato prima, se l'avessi saputo prima. Ma Dek me l'ha
detto solo ora.. anzi, gliel'ho cacciato di bocca solo ora e.. - sono
già pronta ad un'altra serie di insulti ma lei m'interrompe.
- Non ti preoccupare, Edith. Volevo chiamarti ma.. poi.. -
- Non avrai mica pensato che potessi stare dalla sua parte?? -
- Io.. insomma è tuo fratello! -
- Stai bestemmiando, sappilo. Io non sto dalla parte di Dek per
principio, poi quando fa cazzate del genere, peggio ancora - Spero di
riuscire a farla sorridere almeno un pò - so che
può sembrare una frase fatta ma è vero che non ti
merita -
- Grazie Edith -
- Non mi devi ringraziare, piuttosto .. - ecco, vi presento Edith e le
sue idee insane - ti va una festa? Come due mesi fa .. fra amiche -
< sì, fra amiche.. Brava la bugiarda> <
E' a fin di bene> Questi sono l'angioletto e il diavoletto sulle
mie spalle. Non ci fate caso.
- Fra.. amiche? - mi chiede. Sono la figlia di un attore, se riesco a
mentire a mio padre..
- Certo! Allora, che mi dici? Facciamo fra.. quattro giorni, sabato -
Silenzio, ancora silenzio. Incrocio anche le dita dei piedi.
- Ci sto. Vengo da te prima? -
- Sei più che benvenuta - le rispondo con un sospiro di
sollievo.
- Allora? Mi aiuterai? - chiedo alla persona
davanti a me, Alexandria per la precisione.
- Mi stai davvero chiedendo di aiutarti a organizzare un party con
mezza hollywood? - mi chiede sconvolta.
- Lo prendo per un sì - le dico sorridendo. Siamo nel
cortile dell'università, pronte per un giro shopping.
- Il prossimo passo è arrivare al cellulare di
papà. Passo più che facile perchè
anche lui è dell'opinione che Derek è stato un
idiota -
- E che numeri puoi trovare sul cellulare di tuo padre? - la guardo con
gli occhi sbarrati. Devo ricordarle di chi sono la figlia?
- Intendevo, non trovi solo gente piuttosto vecchia? -
- Naaa, papà è la chiave per tutto. E poi dove
non arriviamo con papà c'è Ashley che
sarà ben contenta di darci una mano -
- Cosa stiamo aspettando, allora? - mi chiede fermandomi. Erano ere che
non organizzavo un party.. Ecco che torna la cara vecchia Meredith
Gibson.
- Quindi ce la fate per sabato? -
- Per lei questo ed altro signorina -
- Grazie - rispondo con un sorriso a trentadue denti ed esco dal
negozio. Adoro avere il mio cognome, a volte. Con le decorazioni ci
siamo, la sala è prenotata. Adesso.. ah, gli invitati.
Guardo l'orologio e mi rendo conto che Alex sarà a casa mia
fra dieci minuti, se non mi muovo arrivo sicuramente in ritardo.
- Come mai in orario? - mi chiede Alexandria appena scendo dalla
macchina.
- Scusa. Potevi entrare, a casa ci dovrebbe essere mio padre -
- E certo, entravo dicendo < Scusi signor Gibson, anzi Mel, sua
figlia è perennemente in ritardo, posso fare come se fossi a
casa mia, vero?> -
- Mio padre ti avrebbe appoggiato, odia il mio essere sempre in ritardo
- dico girando le chiavi nella toppa ma papà mi apre prima
la porta.
- Sempre la solita casinara - bell'accoglienza.
- Papà, lei è Alexandria. Lavora in Accademia,
è una prof -
- Piacere, Mel - risponde mio padre con un sorriso e stringendole la
mano - Edith, cos è questa storia che dai un party? -
Sto bevendo un bicchiere d'acqua e quasi mi strozzo. Come
l'è venuto a sapere prima che glielo dicessi io?
-Sai che non puoi nascondermi nulla. E so già cosa stai per
chiedermi - mi dice sorridendo.
- Grazie Papy.. E' per Natalie, se lo merita - gli dico avvicinandomi a
lui.
- Buon motivo. Lei lo sa? -
- Sa che è una festa fra.. amiche -
- E' tornata la vecchia Edith! - mi dice dandomi un bacio sulla fronte.
- Hai.. 10 minuti per prenderti i numeri, poi devo uscire - aggiunge
dandomi l'i phone. Lo agguanto e gli sussurro un Grazie prima di
prendere Alex per il braccio e trascinarla in sala.
- Butta giù una lista - dico alla mia fida consigliera
tendendole il mio portatile.
Mezz'ora dopo siamo ancora fra palmare e computer, papà
è la terza volta che viene a chiedermi se ho finito e mi fa
un pò pena. La quarta volta che si affaccia gli vado
incontro e gli restituisco il telefono.
- Grazie papà - gli dico con un bacio - e scusa -
Lo vedo uscire e mi viene da riflettere.. L'altro giorno l'ho sentito
parlare con un amico. Parlava del fatto che ha paura a dirmi qualsiasi
cosa, ha paura che possa andare via pure io. Non lo farei mai, e voglio
che lo sappia.
- Adesso ci manca l'altra metà di Hollywood - dico a Alex
che continua a fissare sconvolta la lista.
- Io, potrò conoscere tutta questa gente? - chiede a bocca
aperta.
- Sì, ma non è che ti perdevi molto prima.. Non
sono tutti così simpatici - le rispondo tirandole addosso un
cuscino.
- Ora tocca ad Ashley. Poi tocca a noi, anzi a me, chiamare tutti. Mi
assisterai nell'ardua impresa? -
- Signorsì, signora - mi risponde restituendomi con non
troppa delicatezza il cuscino che le avevo gettato.
Compongo il numero di Ash e metto il vivavoce, lei risponde
immediatamente.
- Ash, cara! Ho bisogno di te e della tua rubrica telefonica -
- Non mi dire che tornano i tuoi party! - urletta.
- Per questa volta sì, poi vedremo -
- Allora ti mando tutto per e mail. Quando? -
- Solito posto, sabato -
- I soliti invitati? -
- Sai cosa fare -
- Ben? -
- Come scusa? -
- Ben Barnes, il ragazzo con cui hai attaccato bottone la scorsa volta
-
- So perfettamente chi è .. e .. no, meglio di no - dico
decisa. Non sa neanche chi sono, ci manca solo che lo chiami per
invitarlo ad un party del genere.
- Agli ordini. Mi mancavano queste organizzazioni all'ultimo -
- Anche a me, un pò. Ci sentiamo, hun -
- Ti adoro - mi dice e, togliendo il vivavoce, riaggancio. Sposto lo
sguardo su Alex che ha un punto interrogativo stampato in faccia.
- Dove devo iniziare a spiegare? - le chiedo.
- Prima il fatto della vecchia Meredith, poi quello che riguarda quel
bel ragazzone di Mr Barnes -
Merita che le racconti.
- La vecchia Edith.. era una festaiola. Non alla Paris Hilton ma ero
l'organizzatrice DOC, in assoluto.. Hai sentito cosa mi ha detto Ash,
no? Poi da quando i miei hanno divorziato, ho allontanato tutti e
lasciato quella vita. Lo sto facendo solo per Natalie. Poi, per quanto
riguarda Ben.. Sono uscita con lui per caso un giorno e abbiamo
pranzato insieme, ma ci eravamo conosciuti ad una festa. Lui
però non sa chi sono quindi il suo invito è off
limits - dico secca e Alex rimane in silenzio.
- E' ora di darsi da fare. Passa il computer che iniziano le chiamate.
Allora.. chi manca? Scorro i nomi sulla lista, tutti barrati. Mmm.. non
credo di aver tralasciato qualcuno.
Johnny c'è, James c'è, Robert.. Chace pure..
EDWARD! Come potevo dimenticarmi di lui?!
Compongo il suo numero velocemente, come se il pensiero potesse
sfuggirmi da un momento all'altro.
Okay, squilla. Grazie a Dio.
Nat ha sempre avuto un debole per lui. Lo so. Sotto sotto, proprio in
fondo. Come Blair. Fa finta che non gli piaccia, ma in
realtà è il contrario.
Come fa a non piacerti Ed Westwick, scusa?!
- Pronto? -
- Ehm.. Ed? Sono Meredith! -
- Meredith? -Eh, certo. Non si ricorderà di me nemmeno se
gli mando una fotografia.
- Gibson. - Mi duole dirlo, ma è l'unico modo per fargli
capire, credo.
- Oh! La bella Edith! Dimmi tutto. - Ecco, che vi dicevo? Sospiro.
- Mmm.. volevo invitarti a un party. Sabato. E' per una mia carissima
amica. Quel decerebrato di mio fratello l'ha lasciata, e voglio che si
distragga un po'. Voglio che si diverta. Pare che tu sia bravo in
queste cose. - Sorrido, sentendolo ridacchiare.
- Non sono un gigolò, Meredith.. -
- Mannò che non lo sei! Non ho mica detto questo! E' solo
che.. sto cercando di invitare la gente giusta. Poi, se non ti senti
all'altezza non fa niente. Ho ancora parecchi nomi sulla lista. - Ecco,
brava. Fatti valere.
- Ci sarò, dolce Edith. Come si chiama la tua amica? -
- Natalie. -
- Già mi piace. - E mette giù.
Okay, anche questa è fatta.
(*) Eh, sì.
Amo Grey's Anatomy.
(*) Amo anche Harry Potter
<3
Eccoci
qua con un altro capitolo. Hanno fatto il loro fantasmagorico ingresso
le due pazze amiche di Edith *riferimento a PERSONE o cose è
puramente casuale* si sa, no? Sono due personaggE a cui tengo davvero
un sacco, perchè AMO le persone alle quali mi sono ispirata.
Qui
purtroppo niente Ben .. ma non vi deluderà la prossima
volta..
vedrete! Anyway, spero continuerete a seguirmi. Non potete capire
quanto piacere mi faaa! :D
@princesseelisil:
Sisteruccia! Dai, per questa volta falli tu i piatti, tanto appena
torno ci penso io. E dì a Marco e Aldo di portarsi anche
Roberto
che non fa altro che disturbarmi durante le ore. Gianni può
rimanere, figurati. Okay, finito il momento demenza. Saluta tanto
Marco! Okay, il momento demenza è finito davvero. Finalmente
sei
entrata in scena.. e darai il meglio di te prossimamente! Grazie di
tutto, sorè. Perchè senza di te che mi pressi per
scrivere, che mi aiuti a filmeggiare.. niente sarebbe così.
Grazie di esserci. Ti Voglio Troppo Bene <3
@IcePrincess_:
Innanzitutto grazie per aver recensito :D Poi, bè questi due
baldi giovani sono anche tra i miei attori preferiti .. come si fa a
non amarli? *.* Ti ringrazio ancora per i complimenti su come scrivo ..
un pò di autostima ogni tanto non fa male per niente! ( : E
poi
non chiedere mai scusa .. adoro quando mi si commenta quello che
scrivo! Spero ti piaccia anche questo .. Joh e Ben stanno per
tornareee! Un bacio.
@BlackPearl:
Dolcezza
miaa! Sei entrata anche tuu! Mammamia, sei una personaggiA fantastica!
Il Mengò, tra l'altro, non si è neanche
presentato a
Verissimo. Mannaggialui! Dai, ci rifaremo. Io non ancora credo al fatto
che adesso ti piaccia!! Marò, sono orgogliosa di me. XD
Grazie
anche a te per quello che mi hai detto .. che mi dici ogni giorno,
stella mia. Perchè non ho scordato tutte le volte che mi hai
aiutato, che mi hai sostenuto, consolato. E non importa se non abiti
propriamente dietro l'angolo. Sento molto più forte la tua
presenza che quella di molta gente che mi gira attorno qui. Ti adoro
troppo, e neanche io riesco a spiegartelo al meglio, Sorry <3 Un
abbraccio!
@Enris:
Ti ringrazio
per i complimenti sull'originalità! E spero che ti piaccia
anche
questo di capitolo .. e che continui a seguirmi! Un bacio!
@Hey There
Delilah: Ma
ti perdono eccome, figurati se c'è bisogno di scusarti. E
poi ti
chiami come una delle mie canzoni preferiteeeee! :D Il titolo, lo
ammetto, è stato scelto da BlackPearl, Sara (.. senza di
teee!)
ed è il pezzo di una canzone di Marco Mengoni, Vincitore di
X
Factor e MIO vincitore di Sanremo (anche se ha fatto terzo -.-) ..
canzone meravigliosa, tra l'altro. Ti ringrazio per i complimenti sullo
stile e sui nomi che ho scelto.. e adoro il tuo "cervelletto bacato"
che ti ha fatto cliccare!
Spero che anche stavolta non potrai fare a meno di commentare XD
Un bacio.
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Capitolo 3 *** let's get it started! ***
chap 3
portami dove si vola;
-let's get it started!-
Mi guardo
davanti allo specchio per l'ennesima volta. Vabè, posso
andare.
- Edith, sicura che sia una festa fra amiche? - mi chiede Natalie dalla
porta del bagno.
- Ceeerto. Fidati di me - le rispondo mordendomi il labbro, mentre mi
ricordo che è per un buon motivo. Mi ringrazierà
una volta arrivate lì. Alex ci aspetta fuori, in macchina,
puntuale come al solito.
Arriviamo davanti alla sala e Nat capisce che non è la
solita festa fra amiche.
- Dovevo sospettare di te - mi dice uccidendomi con lo sguardo.
- Dai, Nat. Sarà una bella serata - le dico facendo gli
occhioni da cucciolo bastonato e stringendole le mani.
- Perchè continuo a darti retta? - dice alzando gli occhi al
cielo.
-Perchè in fondo, in fondo mi vuoi bene - le rispondo
schioccandole un bacio sulla guancia prima di accompagnarla dentro. Mi
volto e vedo Alexandria che parla con il buttafuori e poi ci raggiunge.
- Stai diventando di casa, eh? - le dico sorridendo e entriamo in sala
come le tre dell'Ave Maria. Raggiungiamo rapidamente il piano di sopra.
Appena arriveranno i primi invitati, faremo il grande ingresso, per
modo di dire.
Quando ci avvisano che i primi sono arrivati, aggiusto il vestito e
chiamo le altre.
- Non so se me la sento - mi dice Natale.
- Cosa? - le chiedo dolcemente avvicinandomi a lei mentre faccio cenno
ad Alex di aspettarmi per le scale.
- Intendo per ora.. tu scendi che fra un pò ti raggiungo -
la guardo come a farle capire che non le credo, ma vado via ugualmente.
Deve farlo solo se se la sente.
Ad accogliermi c'è Ashley, tutta emozionata, poi vedo che
Alex si è già ampiamente ambientata e mi sta
venendo incontro. Dall'altro vedo che Johnny è appena
entrato e si sta guardando intorno. (Sì, Johnny è
quel Johnny Depp). Arrivano davanti a me in contemporanea a Gerard, che
mi abbraccia alle spalle.
- Ma sei uno splendore, stasera. Come sempre, ovvio - mi sussurra
all'orecchio mentre mi abbraccia e mi bacia vicino all'orecchio. Rido
un pò per il solletico un pò perchè Mr
Butler è sempre stato il massimo della simpatia, oltre ad
essere bellissimo da morire, ma quello era scontato.
- E tu sei sempre troppo gentile, grazie per essere venuto -
- Grazie a te per avermi invitato e mi aspetto un complimento anche io
-mi dice fingendosi serio.
- Ah, giusto. Ger, sei maledettamente sexy, stasera. Come sempre, ovvio
-
- Ecco perchè ti adoro. Non sei un'attrice ma sai mentire
splendidamente -
- Io non so mentire! - gli rispondo dandogli uno schiaffetto sulla
spalla.
- Se fossi più grande e non avessi paura di tuo padre, ti
sposerei - inizio a ridere e sento qualcuno tossire alle mie spalle e
.. sincope. Non si può avvicinare così tanto.
E'.. assolutamente indescrivibile. Pantaloni bianchi, camicia a righe
sottili bianche e nere con le maniche fino ai gomiti che lasciano
scoperti un pò di quei tatuaggi che lo rendono
più sexy di quanto già non sia. Capelli
scompigliati e al polso destro uno spesso braccialetto di cuoio, alle
mani diversi anelli e al collo due piccoli medaglioni che arrivano fino
al petto, lasciato leggermente scoperto dai primi due bottoni lasciati
sganciati. Ho già detto che è terribilmente sexy?
- Ha ragione Gerard, sei uno splendore e ti faccio i complimenti per la
festa -
Si avvicina per darmi due baci e credo che tra un pò
collasso. Poi mi torna il pensiero a Nat, che è ancora di
sopra. La camera è piena e io ho bisogno di Ed, adesso.
- Grazie mille, Johnny.. Soprattutto per essere venuto. Ora
però devo scappare.. Fate da soli le presentazioni? - mi
giro verso Gerard e lo vedo già chiacchierare con Alex.
- Vai, Edith - mi dice Joh facendomi l'occhiolino. Dio. Mio. Tenetemi,
vi prego.
Nell'attraversare la sala vengo bloccata da mille persone e da duemila
complimenti per la festa. Non mi ricordavo da quanto tempo non dicevo
così tante volte << Grazie>>,
così tanti sorrisi uno dietro l'altro. Disperata guardo
l'entrata.
Ecco Ed. Deo Gratias.
Mi avvicino
circospetta, squadrandolo dalla testa ai piedi. Ho sempre adorato il
suo modo di vestire.
- Non ti avevo detto
di lasciare a casa il cipiglio malefico? - Lo canzono, vedendo la sua
tipica espressione da complottatore.
- E' il mio punto di
forza, honey. Tutto il mio fascino sta nel cipiglio. - Ride lui. Che
carino che è.
- Dov'è la
festeggiata? - Mi domanda guardandosi intorno.
- Di sopra. Non vuole
scendere. -
Mi guarda sorpreso,
così mi affretto a spiegare.
- Le avevo detto che
era una "serata tra amiche", in effetti. Non si aspettava mezza
Hollywood. Eppure credevo le avesse fatto piacere. Cioè,
secondo me le fa piacere, ma si vergogna. Ora è di sopra,
probabilmente affacciata alla finestra, che pensa. Pensa troppo, quella
donna. - Scuoto la testa, affranta.
- Posso andare? - Fa
lui, guardando le scale. Edward, io ti amo. Se la fai scendere, giuro
che.. che.. oddio, c'è Ben. Chi l'ha invitato? Io no! Oddio,
oddio.
- C-certo. Vai, vai. -
Ho bisogno di bere. Congedo Ed con una leggera pacca sulla spalla e mi
avvicino tremante ai vassoi con lo champagne.
Butto giù
tutto in un sorso il primo flute, mentre lo osservo salire le scale in
tutta la sua eleganza. Dio, spero solo che sappia quello che fa.
Con la coda dell'occhio vedo Ash e corro verso di lei sperando di
evitare Ben.
- Ti avevo detto di no, cazzo - le sussurro all'orecchio e lei si volta
di scatto.
- Mi hai fatto prendere un colpo! Che succede? -
- Barnes, Ben Barnes, Barnes Ben. Che ci fa qui? -
- Ah, Alex mi ha chiesto il numero e credevo avessi cambiato idea -.
Alzo gli occhi al cielo. Alexandria, come ho fatto a non pensarci
prima?! Sposto Chace che continua a ridere, per coprirmi dalla vista di
Ben che si sta guardando attorno.
- Tanto prima o poi ci dovrai parlare - mi dice lui.
- Lo so Chace, ma meglio poi che prima in questi casi - gli rispondo
sorridendo e scappando via in cerca di Alex.
Sono tutta presa a
evitare Ben che sembra seguirmi, o che comunque appare magicamente in
ogni angolo della stanza, quando qualcosa sulle scale attira la mia
attenzione. Ed e Natalie stanno scendendo. Lui con la sua solita
espressione da Don-Juan-ninfomane e lei con l'espressione
più beata della terra.
Non si toccano, nè si tengono per mano. Camminano spalla a
spalla in perfetta sincronia. Le corro incontro e ringrazio il cielo:
almeno ho una scusa per restarmene in disparte con lei e nessuno mi
infastidirà. O perseguiterà con il suo sex appeal,
è lo stesso.
E ogni riferimento a persone di sesso maschile con lunghi capelli mori
e occhi color cioccolato fondente è sempre puramente
casuale, si sa.
Comunque, le sto andando incontro. Lei si accorge di me solo quando le
sono davanti e mi sorride sognante. Ed le posa una mano sulla schiena
dicendo che andava a prendere da bere.
- Racconta tutto. Tutto.
E' un ordine. - Mormoro puntandole un dito sul naso. Lei non riesce a
smettere di sorridere.
- Sei mai andata in Paradiso, Edith? Io sì. - Ecco, ora
faccio fatica a trattenere la mascella rotolante. Deglutisco, incerta
sulla risposta da dare. Ma non ce ne è bisogno. Natalie
continua perdendosi nei ricordi.
- E' stato.. wow. Cioè, davvero. Senza offesa ma tuo
fratello proprio.. - Scuote la testa in un modo quasi disgustato.
Capito l'antifona.
- La camera è ancora in ordine, vero? - Non voglio fare una
brutta impressione chiedendole i particolari, anche se ho voglia di
saperli. Insomma, in quale altra occasione posso informarmi sulle
prestazioni sessuali di Ed Westwick? Appunto.
Ma lei non mi aveva nemmeno sentito. - Quelle mani! Ah, quelle mani..
sono due ma è come se ne avesse cento! Le sentivo ovunque. E
quando arrivavano lì...
- Si lascia andare a un sospiro estasiato, a occhi chiusi.
[ Natalie's
POV;;
Se non fosse che vivo di Hollywood, la ucciderei, quella sciagurata di
mia cognata. Ex cognata.
Lo so che l'ha fatto per me. Insomma, meglio guardare Johnny Depp che
pensare a Derek. Quel bastardo.
Non devo piangere.
No. Non lo merita. E nemmeno io.
Autocontrollo, Nat.
Inspira, espira. Inspira, espira. Insp.. toc toc.
Sospiro. Rispondo senza nemmeno girarmi. - Altri cinque minuti, Edith..
-
Sento dei passi, e non sono i tacchi di Meredith. Mi volto lentamente.
Non so perchè, ma il mio primo pensiero è Derek.
Oh Signore Onnipotente.
Altro che Derek!
Sto sognando. Sto indubbiamente sognando. In quale universo parallelo
Ed Westwick sale le scale e viene a prendermi in camera?
- Stai.. cercando qualcuno? -
- Sì. Cercavo un'incantevole ragazza dagli occhi blu. E a
quanto pare l'ho trovata. - Avvampo. Ha lo stesso tono sexy di Chuck
Bass, che mi fa venire i brividi dalla testa ai piedi.
Mi prende la mano e vi porge un soffice bacio.
Okay. Sono pronta a rimangiarmi tutto quello che ho detto su di lui in
passato.
Senza lasciarmi la mano poggia le braccia sulla finestra, sistemandosi
accanto a me. - C'è una luna stupenda, stasera.-
- Già. Non riuscivo a smettere di guardarla. -
- E' per questo che non scendevi? - Mi guarda di sottecchi,
con un ghigno appena accennato.
- No. Aspettavo un cavaliere. - Ma sì, provochiamo.
Quest'uomo mi ispira tanto sesso selv- NATALIE!
- Le tue preghiere sono state esaudite - Rido. Poi lui si mette dietro
di me, sposta i capelli dalla schiena e delicatamente mi bacia la
spalla. Prosegue lungo il collo, con una lentezza esasperante. Resto
immobile ad ascoltare i battiti frenetici del mio cuore, che triplicano
quando comincia a passarmi una mano sulla schiena, lasciata
scoperta dal vestito, facendomi rabbrividire.
Sposto il viso verso di lui e incrocio i suoi occhi. Uno scambio di
sguardi che non dimenticherò mai.
Con una leggera pressione sui fianchi mi fa girare e mi stringe
inspirando il mio profumo.
Pochi attimi e mi ritrovo contro il muro, con la sua bocca sulla mia.
Gli passo una mano tra i capelli, famelica, sospirando sotto il tocco
abile delle sue mani.
- Oh cielo! - La voce di Meredith irrompe nella stanza facendoci
sobbalzare. Ci guarda col sorriso di chi la sa lunga e alza il pollice
di incoraggiamento.
- Okay. Me ne vado. Non rompete niente! - La sento ridere mentre scende
le scale e torna di sotto.
Guardo Ed, che si passa una mano sul mento. - Forse è
meglio.. scendere.. - Dico, e vado verso la porta ma lui afferra il mio
polso e mi attira a sè poco delicatamente.
- Resta con me - Mormora contro le mie labbra.
Sono quì a pensarci, ma le mie mani gli stanno
già togliendo la giacca.
Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro. ]
Solo a
sentire il racconto, arrossisco come una deficiente. Okay, magari devo
ammettere che sono un pochino gelosa.
- Perchè hai i capelli bagnati? - Le chiedo notanto che ha
le punte umide, come se avesse fatto una doccia.
- Ho fatto una doccia. Abbiamo,
veramente. - Ecco, lo sapevo. Pure la doccia hanno usato. Maialini
insubordinati!
- Complimenti! Se volete usare anche il tavolo del buffet fate pure eh!
- Oddio, mi è uscita un po' isterica questa. Devo scusarmi
immediatly!
- Scusa scusa scusa, Nat, è che sono nervosa. Prima Johnny,
poi Gerard.. poi Ben. -
- C'è JOHNNY? Potevi mandarmi lui, sopra! -
- Scema. Comunque, Ben non l'avevo invitato io. -
- Tu ora mi fai fare il giro della sala e me li presenti, vero? - Dice
tutta convinta aprendosi in un sorrisone malizioso.
- Tranne Ben, però. - La imploro con lo sguardo.
- Che hai contro quel poverino? -
- Niente. - Quasi quasi mi metto a fischiettare, tanto sono vaga.
- Ti conosco, Edith Gibson. Non sarà che magari.. come
dire.. ti piace? -
- Noooo! Ma a chi, a me? Hahahaha, che simpatica! - Gerard ha ragione.
Non sono un'attrice. Per niente.
Lei mi lancia un'occhiata con tanto di sopracciglio alzato corredato.
Ovviamente non mi crede. Mi conosce fin troppo bene. Sto per sospirare
e dirle di sì, quando Ed torna con due bicchieri contenenti
un liquido rosa che sembra buonissimo. Lo mando giù tutto in
un sorso.
- Woh, Edith, vacci piano con questo. Non è esattamente
acqua tonica.- Mi avverte Ed guardandomi strano. In effetti, mi ha
stordito un filino. Sbatto le palpebre un paio di volte e torno a
vedere un solo Edward, invece di tre. Sorrido.
Natalie è completamente persa nella contemplazione del Dio del Sesso,
quì, così decido di andare a cercare Alex.
Sicuramente sarà nei paraggi di Johnny.
Mi avvio leggermente -cosa di niente- barcollante verso Gerard per
chiedergli se ha visto il sex symbol d'America e lo trovo davanti a
lui. Devo ammettere che vedo tutto .. come dire .. sbiadito, sfocato?
- Finiscila! - sento tuonare Alex rivolgendosi a .. Joh?
- Sei stata tu ad iniziare, Alexandriaconlai - le fa lui ridendo sotto
i baffi, sotto lo sguardo divertito di Gerard.
- La finisci? - gli risponde. Questa deve essere completamente uscita..
Cosa che sta per succedere anche alla mia testa dato che sta
per scoppiare.
- Vabè, allora io vado - dico girandomi verso.. Ei, aspetta.
- Alex - dico voltandomi di nuovo verso di lei. Forse l'ho fatto troppo
velocemente perchè la testa inizia a girare vorticosamente.
Riesco a tenermi in piedi e ad appoggiarmi al braccio di Alex.
- Stronza. Perchè diavolo l'hai invitato? -
- Per il modo in cui mi hai detto che non dovevo -
- Come... Aaargh. Ti avevo detto che non volevo vedere Ben. Cosa
recepisce la tua testa? -
- Senti, ti piace, l'ho fatto per te -
- Ragazze.. - cerca di intromettersi Joh.
- Scusa, discorso da donne, puoi andare via? - gli risponde Alex.
- No, Johnny può restare - dico decisa - c'è
qualcun'altro che invece non doveva proprio esserci! -
- Ma non è meglio se vai a parlargli dato che
c'è? -
- Ragazze.. - ancora Joh, ma faccio finta di non sentirlo.
- Credo che lo eviterò tutto il tempo, invece.. Grazie a te
- Okay, urlare peggiora il mio mal di testa. Adesso a malapena
riconosco Alex.
- Ci rinuncio - dice Johhny. Rinuncia a co- una mano si appoggia sulla
mia spalla.
Deglutisco. A vuoto.
Incrocio lo sguardo di Ashley che mi sorride maliziosa e un solo nome
invade i miei pensieri. Inizia per B.
E finisce per N.
E' di tre lettere.
Mi giro, Lui.. Poi lui sbiadito. Poi le gambe che tremano, poi le sue
braccia. Poi tutto scuro.
- Le avevo detto che non era leggero -
- Secondo te dovremmo chiamare qualcuno? -
- Ma cosa ci hai messo dentro? -
- Ti ho detto nulla -
Queste voci le conosco e queste lenzuola anche. Apro gli occhi e mi
siedo aiutandomi con le braccia, poi mi guardo intorno e mi sembra di
essere al capezzale di un defunto. Intorno al letto ci sono Natalie,
Alex, Ashley, Chace, Ed e .. Ben, cavolo. Mi volto subito dal lato
opposto al suo dove si è appena seduta Natalie.
- Edith, ci hai fatto prendere un colpo - mi dice. - Ti senti meglio? -
- Ma cosa è successo? - chiedo mentre cerco di ricordare.
Ero andata a cercare Alex per ucciderla, poi ho incontrato Nat che mi
raccontava in estasi di Ed, poi è arrivato lui con.. Ecco!
Il cocktail rosa.
- Ed, cosa c'era in quel bibitone greco? - chiedo voltandomi verso di
lui.
- Bibitone greco? - mi chiede.
- Non sai cos'è?? Vabè, non è tempo di
mettersi a discutere sulla tua cultura in fatto di cartoni Disney, ora.
Rispondi -
- Niente di che.. però era.. forte. E tu l'hai tracannato,
bambola - Okay, adesso era Chuck.
Continuo a guardare lui cercando di ricollegare a quello che
è successo dopo. Credo di aver mischiato troppo, e tutto
quell'urlare non mi ha fatto bene. Giusto, stavo urlando ad Alex e
dietro di me c'era. Non posso essere caduta addosso a Ben, o meglio fra
le sue braccia, vero?
- Gerard e Johnny sono appena andati via, tornati alla festa per vedere
come procedeva. Poi pensano a tutto loro.. Hanno anche detto che se
entro dieci minuti non davi segni di vita dovevamo chiamare l'ospedale
ma ti sei svegliata subito - mi dice Ashley, che però
è accanto a Ben e sono costretta a guardarlo negli occhi.
Per la prima volta questa sera.
- Ah, gli ho detto che Mel non deve sapere nulla ma Gerard mi ha
tranquillizzato che non avevano intenzione di farne parola, tantomeno
con tuo padre - mi dice Nat.
Queste parole mi scuotono ancora di più, forse è
il caso che gli dia qualche spiegazione.
- Ragazzi, grazie ma io vorrei un attimo.. parlare da sola con Ben -
dico fissandomi le mani.
Guardo gli altri andare via, per ultimi Nat e Ed e lui la fa passare
mettendole una mano sulla schiena. Ti prego, fa che ho fatto la cosa
giusta a chiamarlo.
- Ehm - fa Ben per richiamare la mia attenzione dopo aver tossito. Ma
come si fa a essere così belli?
- Siediti che mi mette ansia vedere le persone in piedi - gli dico e
lui si siede sul letto accanto a me.
- Ti devo.. insomma, chiedere scusa per quello che ti ho detto. Per non
averti detto realmente chi sono -
- Per aver detto che non mi volevi? -
- Anche. Cioè, non ti volevo perchè non avevo
ancora affrontato con te questo discorso. Altrimenti avrei fatto il tuo
numero per primo, figurati - Ecco, questa te la potevi risparmiare. Lui
però sorride e mi sento già molto meglio.
- Okay, ricominciamo da capo? -
- Piacere Meredith Gibson, figlia di quel Mel Gibson - dico tendendogli
la mano, lui la stringe e mi risponde.
- Ben Barnes, piacere mio -un sorriso mi illumina il volto vedendo il
suo.
- Quindi adesso anche il profiterole rubato è
annullato - mi dice.
- Nono, Mr Barnes. Quello vale, eccome se vale! - gli dico ridendo e mi
porto una mano alla testa.
- Fa ancora male? -
- Credo che questa sia solo stanchezza - gli dico.
- Se vuoi riposare spengo la luce - Che fa?? Spegne la luce?
- Guarda che di qui non me ne vado.. Almeno non per stanotte. Non puoi
restare da sola, non sappiamo perchè sei svenuta.. se
è solo per quel cocktail - Lo guardo e credo che sto per
sciogliermi. Spegne la luce e io scivolo fra le coperte e fra le sue
braccia, lo sento stringermi a appoggiare la sua testa alla mia. Chiudo
gli occhi e pensavo a questa situazione paradossale.
- Notte, Ben -
- Notte, Edith -
Certo. Sogni d'oro, Cara Meredith.
-
Stronza, svegliati -
Questo non
è Ben.
- Svegliati prima che
sale il tuo amante con il caffè -
La voce di Natalie mi
costringe ad aprire gli occhi.
- Che c'è?
- dico sbuffando, ancora con la testa nel cuscino.
- Ho perlustrato la
stanza e non ci sono preservativi - mi metto di scatto a sedere
guardandola a bocca aperta.
- Cosa hai fatto? - le
chiedo con calma.
- Senti, tu eri mezza
morta, lui tutto preso, quando ho visto che lui non scendeva e che
avevate chiuso la porta ho capito tutto. Ho pensato che non avevate
pensato alle precauzioni, fortuna che ci sono io - e mi mette una
pillola in mano.
- Non è
successo nulla - le dico ridandogliela.
- Sì questo
è quello che diremo a tuo padre -e me la rimette in mano.
- Natalie, leggi il
labbiale Non abbiamo Fatto Nulla - e la pillola finisce di nuovo nella
mano della proprietaria.
- Non ci credo -
mettendomela ancora in mano, me la chiude.
Adesso la meno.
- Abbiamo dormito e
basta. Tu piuttosto? - le dico lasciandola sul letto.
- Io l'ho presa, che
vuoi? - mi dice tutta indispettita e mi metto a ridere. La solita.
- Vado a fare una
doccia - le dico alzandomi - tu dove hai dormi- e mi blocco vedendo Ed
passare davanti alla mia porta. In boxer.
- O dovrei dire. Con
Chi? - le dico mentre si alza e mi fa una boccaccia.
Questa doccia ci
voleva proprio, mi sento rinata. Ancora avvolta dal vapore prendo
l'accappatoio e me lo infilo, giro mentalmente l'armadio e decido cosa
devo mettere già prima di entrare in camera.
Metto piede dentro e
sto già per spogliarmi ma il cuore mi sale in gola quando LO
sento tossire, ancora lui.
- Dormito bene,
stanotte? -
- Mi hai fatto
prendere in colpo, comunque sì, grazie. Anche per essere
rimasto -
- E' stato un piacere
davvero -mi dice lasciandomi la tazzina di caffè sulla
scrivania. Non è che.. No, mi ricorderei se avessi fatto
sesso con Ben Barnes. Vero? .. Vero? Anche perchè ero
vestita. O mi sono rivestita e non me lo ricordo?
- Been! - dico
raggiungendolo per le scale.
- No - dice girandosi
e sorridendomi - non abbiamo fatto sesso e non ti ho sfiorata -
Lo adoro. Sale quei
pochi scalini che aveva sceso e mi dà un bacio a stampo
sulle labbra.
- A presto, Edith - si
gira e se ne va dopo aver salutato Nat e Ed che erano in fondo alle
scale. Adesso il cuore esce fuori davvero e dopo l'occhiolino di Ed e
Natalie che si abbracciano posso andare a vestirmi camminando ad un
metro da terra, come un'adolescente alla prima cotta. E fiera di
esserlo.
Direi
che ci ho messo tempo ad aggiornare di nuovo, lo ammetto. *Mea culpa* E
adesso se non ci fosse Sarè a fare il lavoro sporco, non
farei
in tempo! Approposito, il POV di Natalie è tutto, unicamente
suo
*__* A scrivere la festa mi sono divertita da morire e spero
che
sia lo stesso per voi che la leggete! Gerard è un altro che
si
è intromesso da solo .. e ne farà delle belle,
fidatevi!
Poi Ben .. si commenta da solo. E la scena della pillola ..
è
una delle mie preferite. Okay, smetto di autocommentarmi. QUELLO TOCCA
A VOI, Hehe.
@romina75:
scusa se
non ti ho risposto alla recensione dello scorso capitolo ma credo che
tu abbia recensito nello stesso istante in cui ho aggiornato,
altrimenti, figurati! Sono contenta che mi segui anche qui, non puoi
capire quanto! Grazie mille per i complimenti .. anche qui ne vedrai
delle belle! Un abbraccio
@Hey There
Delilah: Io
me ne esco sempre con frasi a cavolo, te ne accorgerai! Anche a te
piacciono i malandrini? *sorride come una scema* me troppo contenta!
Spero ti piaccia questo chappino! Un bacio.
@Enris:
Grazie per i
complimenti sul capitolo :) Eeeh, non voleva invitarlo
perchè
aveva mentito su chi era. Povera donna, si fa troppe pippe mentali -
come la sottoscritta. Però la festa è andata
bene,
almeno! Ne combineranno delle belle. Grazie di tutto. Bacio.
@fede:
evviva
l'autostima, eh? Hauhau Naaaah, è una personaggia
fantastica,
merito anche tuo! E poi non puoi lamentarti che fai sempre tu i piatti,
non me li lasci mai da fareeee! S'agapò.
@Summerbest:
Grazie
per tutte le cose fantasticherimme che dici! Spero che anche questo
capitoluccio ti piaccia e che continui a seguirmi. Un abbraccio!
@Sarè:
Angelo
mio! Eeeeeh, sì. Ed è troppo un gran figo, te lo
sei
scelto proprio bene XD bè, non è proprio un
successone ma
mi piace abbastanza .. il che è tutto dire - lo sai. E poi
c'è anche la tua manina che rende tutto più
speciale. Ti
voglio troppo bene anch'io. Ma proprio troppo!!
E con questa ho finito. Passo e chiudo. Alla prossima, spero presto.
E RECENSITEEE, pliiiiiiiiiiz! :)
Rak*
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Capitolo 4 *** can't take my eyes off of you ***
4, can't take my eyes off of you
-can't take my
eyes off of you-
Chiudo la porta dopo averli salutati entrambi e vado dritta
verso la televisione. La accendo, ma non sto guardando nulla .. Sto
cercando di riflettere ma con una replica del Letterman Show come
sottofondo è impossibile. Mi butto sul telecomando e spengo
la scatola sdraiandomi sul divano ad occhi chiusi. Lo devo chiamare io?
Aspetto che mi chiami lui? No, lo chiamo io. Oggi? Troppo presto.
Dopodomani? Troppo tardi. Domani? Mmm.. Accordato per domani. Ma cosa
gli dico? Sto per urlare davvero.. oggi è la giornata Viva
Le Pippe Mentali. A farmi aprire gli occhi è il mio
cellulare che prende a squillare sul divano di fronte a quello dove
sono sdraiata. Faccio un salto e vedo un numero sconosciuto. Dai, Ben,
ti prego dimmi che sei tu.
- Edith, sono Johnny -
Non è Ben, ma non mi lamento.
- Ciao Johnny! - dico
sedendomi a terra con la schiena contro la poltrona.
- Volevo sapere come
stavi -
- Bene, grazie. Ho
saputo che tu e Gerard vi siete preoccupati della festa, grazie davvero
-
Fortunatamente sono al
telefono altrimenti potrebbe vedere il colore bordeaux che stanno
assumendo le mie guance.
- E' stato un piacere,
bella. Anche se avevo quella pazza di Alexandriaconlai che mi urlava
addosso. E' stato divertente stuzzicarla, anche se per poco - mi dice
ridendo.
- Me ne sono
accorta - rispondo - Vi siete trovati subito, eh? -
- E'.. una persona
particolare - mi dice serio.
- Bè, credo
proprio che ci saranno altre occasioni per stuzzicarla -
- Non vedo l'ora. Sai,
in mezzo a voi, mi sento meno anni sulle spalle -
- Ti consideri
vecchio? - gli chiedo sconvolta. Ci metterei la firma per avere un
marito che a 46 anni è così sexy!
- No, anzi. Ma mi ci
fanno sentire.. In mezzo a voi sto meglio, mi svago -
sento un pò
di malinconia nella sua voce e mi domando perchè non sento
le voci dei bambini o quella di Vanessa. Dopo aver chiacchierato un
altro pò riagganciamo anche perchè devo andare a
prendere papà, di ritorno all'aeroporto. E' parecchio che
non vedo Joh con Vanessa, anche quando papà me lo ha
presentato era da solo. Sinceramente non me la sento di chiedergli
nulla, chi sono io per impicciarmi nella sua vita privata? Potrei quasi
quasi essere sua figlia e non mi sembra il caso. Però ha
detto che con noi si svaga. Forse potrei chiedere a pap- Edith,
finiscila di impicciarti dei fatti degli altri! Però anche
il modo in cui mi ha parlato di Alex, il modo in cui ha detto quel
<< particolare>>. Mmm.. Okay, okay la
finisco con le pippe mentali. Si sono solo parlati e stuzzicati per una
sera. Si sono rimasti simpatici, che male c'è? Anche
perchè Alex sa che Joh sta con Vanessa, no? Certo, Alex
dall'alto dei suoi 35 anni supera anche me in pazzia ma sa quello che
fa. Vero? Okay, è la seconda volta che dico basta alle
pippe. Ora davvero.
Parcheggio al solito
posto di sempre perchè papà non può
uscire dall'entrata principale. Sono già pronta ad aspettare
un'eternità quando papà piomba in macchina
sedendosi sul sedile accanto al mio e sbattendo la porta. Nel frattempo
si apre lo sportello dietro e qualcuno infila una valigia.
Papà è nel silenzio più assoluto,
brutto segno. Non appena lo sportello si chiude faccio per partire ma
papà mi ferma.
- Non
aspetti tuo fratello? -
- Mio fratello ch..
Papà! - gli urlo vedendo Derek che si accomoda nel sedile
dietro il mio.
- Cosa ci fa qui? -
chiedo.
- Anche io sono
contento di vederti, sorella - mi fa lui.
- Zitto tu, cretino -
dico rivolgendomi a lui prima di voltarmi verso papà e
aspettare una risposta.
- Mi ha aiutato
durante tutti i provini ed è voluto venire. Che male
c'è? E' tuo fratello -
- Mio fratello, un
corno! Papà, devo ricordarti che abbiamo Natalie che viene
ogni giorno da noi? Per giunta volevo anche chiederti di farla stare
proprio a vivere da noi, dato che siamo più vicini
all'università -
- A me non importa se
c'è Natalie per casa - fa l'essere dietro di me.
- Non ti ho
interpellato, idiota - rispondo senza neanche girarmi.
- Edith, ho ben altro
a cui pensare. Per me Natalie può stare con noi fino alla
fine dei giorni ma lui è mio figlio, tuo fratello e se vuole
venire può. Chiuso il discorso e torniamo a casa - dice
deciso.
Tutta incazzata giro
le chiavi e metto in moto il SUV, già sapendo che
papà sta per esplodere per il nervoso. Questi provini
saranno andati uno schifo, lo capisco. Scommettete che
parlerà fino all'arrivo?
- Vi ci mettete pure
voi, grossi e vaccinati a litigare. Come se non avessi altro a cui
pensare! Possibile che è così difficile trovare
qualcuno come dico io? Ho provinato non so quanti ragazzi, è
una strage. Devo trovarlo almeno entro.. Meglio che non ci penso! Devo
muovermi o il progetto salta.. e non può saltare. Devo farlo
ora, devo presentarlo in tempo per gli Oscar, cazzo. Il livello dei
giovani si sta abbassando, quando c'ero io non era così.
Leggendo la sceneggiatura gli leggo il terrore negli occhi ma dicono
"Lo posso fare tranquillamente". Certo, e io sono all'ottavo mese di
gravidanza. Quella la chiamo presa per il culo -.
Arrivati davanti alla
porta di casa sta ancora sbraitando e per farlo calmare gli dico che ha
chiamato Oksana. Mi ha detto che sono due giorni che non lo sente. Si
lamenta lei! Io ci vivo e a mala pena ci parlo.
- Devo chiamarla -
risponde calmandosi e entrando a casa. Nel frattempo aiuto Derek a
scaricare le valigie e chiudo la macchina.
- Edith, cos
è quel messaggio in segreteria? - mi chiede papà
venendomi incontro e sbianco. Poggio la borsa e lo seguo mentre mio
fratello, che sta diventando la copia esatta di papà
fisicamente, va in quella che era la sua camera. Quella del tapis
roulant, per capirci. Seguo papà in sala e preme Play.
<< Ci
sono 1 messaggi. BEEP. Dolcezza, sono Gerard. Come va? Volevo chiamarti
prima ma non ce l'ho fatta. Ho saputo che è rimasto Ben a
dormire con te e non ti preoccupare per lo svenimento, se adesso stai
bene significa che non era nulla. Ora devo andare, alla prossima festa.
Ciao piccola. BEEP. Fine messag>>
Papà preme
su stop e rimane a guardarmi. Ger, io ti volevo bene. Perchè
mi fai questo?
- Sei svenuta e hai
dormito con un certo Ben. Sono messaggi in codice? -
Non rispondere, Edith.
- Come è
andata la festa, signorina? - mi chiede avvicinandosi. Sì,
Mel Gibson riesce facilmente ad incutere terrore se ve lo state
chiedendo.
- Papà, hai
frainteso tutto. Sono svenuta perchè .. calo di zuccheri. E
poi Ben ha dormito nella stanza che era di Mark, non con me. Voleva
assicurarsi che stessi bene -
Non è
proprio una cazzata, no? Gli faccio gli occhi alla gatto con gli
stivali e pare cedere.
- Edith, mi fido di te
- mi dice.
- E fai male - dice
Derek da dietro.
- Ma devo davvero
iniziarti ad odiare? - gli chiedo girandomi.
- Come se non lo
facessi già! -
Mi stavo abituando ad
essere figlia unica, aaarrrghh!
Adesso mi tocca anche
cucinare il doppio, sì perchè gli uomini di casa
sono due. Certo, forse farei meglio a non lamentarmi dato che prima
vivevamo in nove. Ma prima cucinava mamma, quindi mi lamento.
Però papà sembra ancora più felice,
almeno. So quanto ha sofferto e soffre per il fatto che ci sia solo io.
Non che non mi voglia bene, lo so, anzi. Ma siamo sette figli e in sei
avevamo la possibilità di scegliere perchè Thomas
è ancora minorenne. Solo io sono rimasta con lui, dopo
essere stata un mese da Zia Cecilia(*).
Dopo cena mi metto al
computer dopo aver parlato al telefono con Natalie. Tralasciando il
fatto che c'è Derek a casa le ho proposto il trasferimento a
casa Gibson e dopo parecchi tentennamenti ha promesso di pensarci su.
- Edith! Mi vieni a
fare il letto? -
Ho sentito male o
quell'idiota che dicono sia mio fratello mi ha davvero chiesto una cosa
del genere?
- Alzi il culo e fai
da solo - urlo di risposta poi però mi alzo e entro nella
sua stanza.
- Hai intenzione di
restare? - gli chiedo.
- Perchè? -
mi chiede tutto intento a mettere il lenzuolo al contrario, ma non ho
intenzione di dirgli che sta sbagliando.
- Perchè
voglio sapere il motivo -
Non risponde.
- Mi auguro che tu non
sia qui perchè credi che adesso puoi gestirti
papà come vuoi -
- Che intendi? - mi
risponde accigliato, girandosi.
- Intendo che sai che
papà starà attento ad ogni singola parola per
paura di perderti. E non credere di poterci riuscire perchè
dovrai passare sul mio cadavere, chiaro? Se è
così è meglio che vai via prima - ringhio.
- Non è per
questo. Mi mancava mio padre, okay? Edith, non devi occuparti di me -
A interromperci
è papà che, con la mano sul telefono ci dice che
Oksana sta per arrivare.
- Okay, scendo
giù - annuncio lasciandoli da soli. Dubito che
papà abbia origliato, non è il tipo. Ma dovevo
dirgli tutto, non voglio che si rovini quello che ho creato con
papà fino ad ora.
Mezz'ora dopo a casa
c'è Oksana con la piccola Lucia, la mia sorellina che prendo
subito a spupazzare. Derek invece resta impalato e riesce a dire a
malapena due parole prima di tornare in camera. E' la prima volta che
si trova con Oksana e so quello che sta pensando. So che crede che
è stata lei a rovinare tutta la famiglia. Anche io lo
credevo, devo essere sincera. Le prime volte che veniva a casa mi
chiudevo in camera e non sempre la salutavo però poi.. ho
iniziato a vederla con papà e ho capito che lei non
è colpevole di nulla, se non di essersi innamorata di un
uomo che corrispondeva perfettamente. Lo vedo felice quando
è con lei, quando fra le braccia prende la piccola Lucia e
sto bene anche io. Li lascio da soli portando la bimba in camera mia.
Già si possono vedere poco perchè non vivono
insieme. Vi state chiedendo perchè, vero? Sì, lo
so che sono fidanzati ufficialmente e che hanno anche Lucia
ma l'ha fatto per me. Sono venuta a scoprirlo qualche mese fa
mentre parlava al telefono con James(*), suo fratello. Gli ha spiegato
che non sapeva se ero pronta ad avere un'altra donna in casa e aveva
paura di perdermi per Oksana. Mi sono sentita un pò in
colpa, lo ammetto, ma è vero quello che dice lui, sto
imparando a conoscerla ma non credo che sarei d'accordo se venisse a
vivere con noi.
Appoggio la bimba sul
letto e inizio a farle le boccacce mentre lei ride di gusto. La adoro
proprio. Smetto di giocare quando sento squillare il telefono. Con una
mano poggiata sulla pancia della piccola, per reggerla, prendo il
cellulare ed è un numero che non conosco. Sarà
Johnny di nuovo dato che non ho salvato il numero, prima.
- Joh! Dimmi -
rispondo dopo aver premuto il tasto verde.
- Veramente.. non sono
Joh - Cazzo. Sbianco e mi accorgo che è Lui. Quel Lui, avete
capito benissimo.
- Oh, io.. scusa. E'
che il numero è simile e .. - inizio a balbettare cose senza
senso e fortunatamente mi ferma.
- Tranquilla, non
c'è problema. Volevo sapere come stavi, tutto qui -
- B-bene, grazie. Tu?
-
A non farmi
sentire la risposta è mio fratello che piomba in camera mia.
- Edith, ho lasciato
le mutande sopra il cassettone per metterle a posto. Le hai tolte tu? -
- Io non ho toccato
niente - gli dico facendogli cenno di andare via e lo butto fuori.
- Scusa - dico a Ben.
- Figurati, non sapevo
fossi occupata -
Ma che ha capito?? Io,
con quel troglodita di mio fratello?
- Nono, Ben, hai
frainteso. Il ragazzo di prima è mio fratello che
è tornato a vivere con noi - mi affretto subito a rispondere.
- Ah, non sapevo
avessi altri fratelli -
- A dire il vero ne ho
altri 5 di fratelli, oltre a lui. Ma sono andati tutti con mamma dopo
il divorzio e li sento poco e niente -
- Ah, mi dispiace. Se
ti va di parlare io.. ci sono - mi risponde. Mi sta davvero chiedendo
di sfogarmi? Se devo dire la verità, non riesco mai a
buttare via tutto quello che provo perchè ho paura di
risultare noiosa e monotona.
- Davvero, mi piace
sentirti parlare -
Quella è la
goccia. Mentre cullo Lucia inizio a raccontargli di mamma, Oksana e
papà. Del fatto che mi mancano sia i miei fratelli che mia
madre e gli spiego perchè sono rimasta con lui e il bene che
gli voglio. Poi lui mi racconta della sua famiglia, del fatto che gli
manca l'Inghilterra ma che qui ha trovato tutto quello che cercava.
Dopo un'ora Lucia dorme profondamente e io sono sdraiata accanto a lei
e mentre la guardo continuo ad ascoltare Ben.
- Ma mi diverto
comunque - mi dice dopo avermi detto tutti i pro dell'essere
così lontano da casa.
- L'importante
è che stai bene - rispondo.
- Sì. A
proposito di stare bene, domani ci vediamo? - L'ha detto davvero?
- Ehm..
Perchè no! - Ehi, ho risposto senza dire stronzate o
balbettare. Mi congratulo, Miss Gibson.
- Allora.. non so,
possiamo vederci davanti alla biblioteca. O ti passo a prendere sotto
casa se mi spieghi dove vivi -
A farmi prendere di
nuovo un colpo è papà.
- La piccola dorme,
ver- con chi stai parlando? -
- Sì,
dorme. Oksana deve andare? - Sìsì, evadi la
domanda, tanto non scappi.
- Sì - mi
risponde chinandosi per prendere in braccio la bambina.
- Parli con Natalie? -
- No -
- Alexandria? -
- No -
- Gerard, è
troppo piccola per te -
- Papà, non
è Gerard - con lui ho un conto in sospeso, ma non
è lui. Cerco di spingerlo fuori dalla camera.
- Tanto scopro chi
sei, capito? - dice avvicinandosi al telefono. Continuo a coprire il
cellulare con la mano ma tanto avrà sicuramente sentito.
Mannaggia a papà. Chiudo la porta e rimango con la schiena
contro la porta, chiudo gli occhi e lo chiamo.
- Ben? - sussurro.
- Sono ancora qui -
- Scusa per mio padre
ma .. -
- Figurati.. mette un
pò paura, però -
Inizio a ridere e lo
tranquillizzo.
- Lo fa per scherzare,
non ti preoccupare -
- Okay, allora se mi
spieghi dove sei.. Ti vengo a prendere un isolato più in
là - mi dice ridendo. Quanto lo adoro quando ride.
Potessi
fare una foto alla camera in questo momento lo farei volentieri.
C'è l'intero contenuto dell'armadio rovesciato sul letto e
tre ragazze che lo fissano senza parlare. Quella al centro, me, ha una
crisi esistenziale. Le ragazze vicino a me .. stanno per uscire pazze.
- Qualcosa devo pur
mettermi -
- Vai nuda - mi dicono
in sincrono.
- Sarebbe l'opzione
migliore se non rischiassi una denuncia -
- O uno stupro da parte di Ben -
- O un infarto di tuo padre -
- Allora
ti metti .. questo - dice Alex che inizia a scavare fra i vestiti.
- Ma dove ti porta? -
- Cosa vuoi che ne
sappia .. quanto tempo manca? -
- Quattro ore. Quattro
ore? Siamo in un ritardo immenso -
Caos in casa Gibson.
Io corro in bagno mentre Nat corre di sotto e Alex cerca un top e un
paio di scarpe da coordinare. Un attimo .. Nat di sotto? Non
può vedere Derek!
- Edith, devi dirmi
qualcosa? -
Appena apro la porta
del bagno per andarla a fermare me la ritrovo davanti con la mani sui
fianchi e batte il piede a terra aspettando una risposta.
- Dovrei? -
- Ho avuto una visione
o in casa gira Derek? -
Le faccio un sorriso a
32 denti.
- C'è
Derek. E' venuto a sorpresa per stare con papà.. L'altro
giorno. Incazzata? - le chiedo aspettandomi una maxi sparata.
- Credevo di
sì -
La mia faccia diventa
un punto interrogativo e anche Alex smette di cercare nella scarpiera.
- Credevi di
sì? - le chiediamo in sincrono.
- Cioè,
appena l'ho visto mi aspettavo di incazzarmi ma .. sto bene - dice,
stupendosi da sola delle sue parole.
- Sono fiera di te,
piccola - le dico abbracciandola.
- Grazie - mi sussurra.
- Ah, credo che
accetterò la tua proposta. Nonostante il Gibson in
più che gira per casa - aggiunge.
- Davvero? -
- Ho parlato con i
miei e .. hanno accettato! -
Adesso si passa ai
momenti da bambine di 6 anni. Fate finta di non sapere che stiamo
saltellando e urlando per la stanza. Ad un tratto Alex risorge dai
meandri della mia scarpiera.
- Trovateeeeeeeeeee!
Sono perfette -
- Sicura che tuo padre
non è a casa? -
Ma è
normale che devo convincerlo a venire sotto casa?
- Ben, mio padre stava
scherzando. E poi a casa non c'è -
- Posso stare sicuro?
-
- Sì..
aspetta. Papà, poggia il revolver - dico ridendo e sento la
sua risata di risposta.
- Sto arrivando -
Mi guardo allo
specchio per la millionesima volta e respiro. Alex e Nat sono andate
via da poco e domani sarà la giornata trascolo. Spero che la
convivenza con mio fratello vada bene davvero.
Tre secondi dopo il
suono del campanello. Vado ad aprire la porta un pò
titubante.. chi può essere? Ben è appena partito
di casa.
- Ben? -
- Non mi aspettavi? -
mi fa lui, sorridendo.
- Non mi aspettavo
mettessi le ali alla macchina, tutto qui - gli rispondo sorridendo e
facendogli cenno di entrare.
- Ero dietro l'angolo
quando ti ho chiamata -
- Ah - è
tutto quello che riesco a dire. Edith, muoviti, fà qualcosa.
- Vado.. sopra a
prendere la giacca. Faccio in un baleno - gli dico salendo le scale.
Puoi resistere a tanto splendore? Bè, ci ho dormito insieme
senza fare nulla. Direi che ce la posso fare.
Prendo la giacca e
inizio a scendere le scale ma mentre sono a metà scalinata
sento la voce di Gerard, possibile? Non ho neanche sentito suonare il
campanello.
Arrivo in sala e
capisco che è la segreteria.
<< poi
non mi hai più chiamato, ecco perchè. Non so come
ma tuo padre mi ha detto che sa tutto, spero che nessuno abbia parlato.
Però non sa che con Ben ci hai dormito davvero, ha creduto
alla tua stronzata. Anche se ti sarebbe piaciuto anche qualcos'altro
con Ben, vero? Che ti piace da morire me l'ha detto Ashley e p -
>>
Afferro la cornetta.
- Ger, d'ora in poi la
mia segreteria di casa per te è off limits. Chiama al
cellulare -
- Perchè? -
- Ti
spiegherò. Ti chiamo io -
Aggancio e continuo a
dare le spalle a Ben. Tanto prima o poi ti devi girare e far vedere il
bel colorito sulle tue guance. Ora no. Edith! Mi volto verso di lui con
un sorriso a 32 denti e lui sta ridendo.
- Scusa per .. Gerard,
insomma -
- Usciamo? - mi chiede
sorridendo. Dopo una figura di merda del genere sono pronta ad
affrontare di tutto.
(*)Non credo
esista davvero Zia
Cecilia e neanche questo pseudo fratello di Mel, James. Per il resto,
la storia del divorzio è vera ma i figli sono andati tutti
con
la madre, insieme a Thomas, il più piccolo. La storia con
Oksana
è vera, compresa la piccola Lucia.
Haha! Lasciate con il fiato sospeso, eh? *si sfrega le mani alla Mr
Burns*
Vabè, sto capitolo è una schifezzuola bella e
buona. Sono
pronta al lancio di pomodori o verdura varia
*aparteicarciofichemifannoschifo* Okay, ciancio alle bande ..
Siamo a -
70 giorni dalla prima prova dell'esame di stato e detto così
sembra poco .. Ma pensare che manca un mese o poco più, OTTO
WEEK END.. mi viene da tremare. Marò, pregate per me.
Non so
quando potrò aggiornare ancora, spero presto.
Grazie mille a
tutti quelli che mettono la storia fra le preferite/seguite e a tutti
quegli angeli che recensiscono. Urletto come una pazza ogni volta!
Il blend è di Sarè, alias BlackPearl, che ha
insistito tanto per farmelo (ma fa schifo, giuro. NdBlackPearl.) e mi
piace moltissssssimo (è una pazza, NdBlackPearl).
Anyway, grazie a:
sarè, amour: Si sa perchè lo ami,
dolcezza XD E
poi tu?! Come faccio io senza di te! Che mi sopporti, in tutto. E a chi
dice che a distanza le cose si sentono di meno, bè ci siamo
noi
a dimostrare il contrario. Ormai ti voglio troppo bene per poter
tornare indietro <3
sisteruccia: Se
Gerri prima
è figo, in questo capitolo lo amo da morire. E' troppo un
grosso, no? Marò, io mi sto ancora riprendendo dalla lezione
di
oggi di filosofia... MACOMESIFAAAA? Okay, mi controllo. Ottio, non vedo
l'ora di pubblicare l'articolo con il trasloco e i tuoi scleri ahuahuah
S'agapò!
Enris: Anche
io volevo essere
al suo postoooooo! *AAARGH* Però Meredith mi sta simpatica e
glielo concedo, Bedda lei! Bon, la finisco davvero. Sono contenta che
ti piace lei perchè è un personaggio a cui sono
particolarmente affezionata e sono troppo contenta che ti è
piaciuto il capitolo :D Questo? XD Un abbraccio forte!
romina75:
La prossima
volta partiamo tutteeee! Ben non è proprio il tipo che perde
tempo .. vedrai! E sono sempre più felice che ti piaccia
anche
questa storia ;) Alla prossima, un bacioneeeeee!
Hey There Delilah: Ma
grazzzzzie per i complimentissimi, ma non è tutto merito
mio.
Sono questi figoni della miseria che rendono tutto più
bello!
Cioè, tra Ben, lo Zio Joh, Gerry, Ed .. cioè non
so
più dove guardare XD E staremo a vedere cosa combineranno!
Alla
prossima, Carissimaaa!
(Sirius al potere??! MAIOTIAMOOO)
Summerbest: Anche
io volevo
andarci, cioè voglio dire.. il cuore non avrebbe retto,
credo.
Troppa bellitudine all'ennesima potenza! Grazie per i complimenti per
il capitolo .. ora vedi come va, se hai la santa pazienza di continuare
a leggere i miei scleri! Un abbraccio!
(Ah, se non mi sbaglio ci siamo aggiunte su Twitter XD)
Okay, ora mi defilo davvero che è tarduccio e devo scappare.
Vi
amo sempre di piùù, e recensite che mi fate
contentaaaa!
;D Ora vado che c'è Ben nell'altra stanza che chiama.. e
perchè farlo aspettare? :p
Rachele.
|
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Capitolo 5 *** i just wanna feel ***
capitolo 5 ?
portami dove si vola;;
-i just wanna feel-
Trovo il bagno del pub in un attimo, fortunatamente, e
compogno subito il numero di Natalie.
- Edith? -
- Nat, finalmente -
- Sei già a
casa? -
-No, sono nel bagno di
un pub -
- E' così
tragica la serata? - mi chiede mentre sento degli strani rumori.
- No, anzi. Lui
è andato a pagare e io ho approfittato per chiamarti. Ma
cosa stai facendo? -
- Preparo gli
scatoloni, così evito di pensare ad altro -
- Ad altro cosa? - le
chiedo mentre intanto mi guardo allo specchio per vedere se
è tutto okay.
- Ed. Non mi ha
più chiamata dall'altro giorno a casa tua. Dici che devo
farlo io? - Bella domanda.
- Non so Nat ..
Potresti provare. Magari domani.. Forse è stato impegnato
con il lavoro -
- Sì, hai
ragione. Vabè, racconta! - Mi urla e il sorriso che ho
stampato in faccia si allarga ancora di più.
- E' fantastico, lui
intendo. Siamo andati al cinema ed eravamo d'accordo sul film da vedere
-
- Hai pianto come ad
ogni santissimo film, vero? -
- N.. Sì ma
non troppo. Però è stata una bella scusa per
inziare ad abbracciarmi -
Chiudo gli occhi e
penso a quando mi ha messo il braccio attorno alla spalla e mi sono
stretta a lui. Sentire il suo respiro fra i miei capelli è
una cosa che non dimenticherò così facilmente.
Appoggiata al suo petto sentivo i battiti del suo cuore e non volevo
andarmene più.
- E ora è
di là, dovevo chiamarti per forza però ora
è meglio che vada altrimenti penserà che sono
scappata -
- Okay, vai. Ah, Edith
-
- Dimmi -
- Secondo te l'ho
fatto scappare Ed? -
- Non dire scemenze. E
mettiti a letto. Domani ci pensiamo anche io e Alex al trasloco, ora
dormi -
- Ti voglio bene,
Edith -
- Anche io, Natalie.
Tanto - le rispondo e riaggancio. Ultima occhiata allo specchio per poi
aprire la porta e tornare da Ben. Cavolo, fa effetto anche a me pensare
una cosa del genere.
- Tu vuoi farmi morire
- dico a Ben che mi sta aspettando davanti alla porta.
- Non tornavi
più, pensavo fossi scappata dalla finestra. O che fosse
venuto tuo padre a rapirti -
Gli sorrido e scuoto
la testa.
- E per l'ultima
opzione avevo paura ad uscire da solo. Sai, il revolver, tu gli hai
detto di toglierlo, ma non si sa mai -
E mentre dice
così mi accompagna con una mano dietro la spalla, fuori dal
locale. Quando saliamo in macchina mi inizio a rendere conto che
purtroppo la serata sta finendo e mi perdo a guardarlo, mentre guida.
La luce che proviene dai lampioni fuori gli illumina il volto e i
capelli scuri che ogni tanto vengono sconvolti quando lui ci passa la
mano attraverso. E poi quella fantastica fossetta sul mento che quando
sorride quasi scompare.
- Ho qualcosa sulla
guancia? - chiede ad un tratto toccandosi lo zigomo. Cavolo, mi ero
proprio incantata a guardarlo.
- Ehm .. no, solo .. -
e gli tocco la guancia facendo finta di togliere qualcosa che non
c'è.
- Adesso è
okay - aggiungo e lui sorride, sussurrando un Grazie e riprendendo a
guardare avanti.
- Eccoci qua - dico
una volta arrivati.
- Scusa se sono
così silenzioso quando guido. Non è solo con te,
è normale - mi dice mentre scendiamo dalla macchina. Lui mi
accompagna fino alla porta di casa e poi, come al solito,
c'è la mia spasmodica ricerca delle chiavi.
Quando le trovo, le
tiro fuori dalla borsa trionfante e alzo lo sguardo su di lui.
- E' stata davvero una
bella serata, Grazie Ben -
- Forse non ti sarai
divertita a scappare dal cinema per evitare che quelle ragazzine mi
assalissero -
- è stato
un piacere anche ricevere le loro maledizioni - aggiungo divertita.
- Sono contenta che
sei stata bene .. per me è stata la stessa cosa - e
dicendomi così mi prende la mano e si avvicina.
- Sono orgogliosa
anche del fatto che hai affrontato le tue paure arrivando per ben due
volte fino alla porta di casa -
Lui ride e stavolta ne
approfitto io per avvicinarmi. Mi ha già rubato un bacio,
stavolta non ho intenzione di lasciarlo andare via così.
- Neanche Indiana
Jones avrebbe rischiato tanto, eh? - sussurra.
- Neanche.. - ripeto e
le nostre labbra si avvicinano ad un limite per cui poi non si
può tornare indietro.
- Credi che sia tanto
coraggioso da spingermi anche oltre? - chiede in un sussurro. Avrei
voglia di rispondergli << zitto e baciami,
cretino>> ma, con molta fatica, sto al suo gioco. Vediamo
chi cede prima. E gli metto le mani dietro il collo mentre lui con le
mani sui miei fianchi mi avvicina ancora di più. Ora siamo
praticamente incolltati, le labbra si sfiorano.
- Lo spero,
più che altr- Non mi lascia neanche finire la frase che la
sua lingua si fa spazio fra le labbra e inizia a incatenare la mia in
uno dei baci più passionali che abbia mai ricevuto. Mi
stringe talmente tanto che sento di stare per scoppiare tra le sue
braccia, ma non mi importa e le mie dita finiscono ad intrecciarsi fra
i suoi capelli. Quando ci allontaniamo, rimango con la sua fronte
attaccata alla mia.
- Questo avrei voluto
farlo la prima volta che ti ho visto - mi dice a bassa voce.
- Avresti potuto - gli
dico allontando un pò il viso per fissare i suoi occhi scuri
- avrei sicuramente sorvolato il fatto che mi avevi rubato l'ultimo
profiterole -
Ride e mi bacia di
nuovo.
- Adesso so anche come
farmi perdonare quindi - mi dice.
- Non crederci troppo.
Se fai cavolate più grandi - rispondo infilando le chiavi
nella toppa.
- Posso fare di
meglio, e non solo questo -
Dio d'amore, non farmi
collassare gli ormoni.
Mi dà un
altro bacio ma stavolta non permetto che sia breve.
- Ci .. vediamo
domani? - chiedo titubante mentre apro la porta.
- Senza ombra di
dubbio, cara Willie (*) - mi dice avviandosi verso la macchina.
- Buonanotte, Indi
- gli rispondo sorridendo e rimango a guardarlo fino a che va
via con la macchina. Entro in casa con una delicatezza che non mi
appartiene e trovo papà ancora in poltrona.
- Insonnia? - gli
chiedo sedendomi accanto a lui e dandogli un bacio sulla guancia.
- L'insonnia
è solo la conseguenza. Con chi sei uscita? Ho sentito un
<< Buonanotte Indi>> se non mi sbaglio -
A questo punto scatto
in piedi.
- Eri dietro la porta
a origliare? - gli chiedo.
- L'hai detto ad alta
voce e in quel momento stavo cambiando canale - che fantasia.
- Allora? Chi era? -
- Non sono fatti che
ti riguardano - dico dandogli le spalle e iniziando a salire le scale.
- Shia La Beuf mi sta
simpatico - mi dice mentre mi corre dietro.
- Papà con
Shia non c'è mai stato niente -
- Ma non vi siete
conosciuti? - mi chiede.
- Sì, ma
non c'entra. Non era lui -
- Se devi uscire con
Harrison Ford a questo punto per età è meglio
Gerard - dice e mi volto verso di lui. Mi fa quasi tenerezza. E' molto
tempo che viviamo da soli e forse questa è .. non so. Paura
di non essere abbastanza? Di fondo però c'è
sempre la paura che vada via.
- Papà - lo
chiamo avvicinandomi - hai detto che ti fidi di me. Fidati, allora - e
gli dò un bacio sulla guancia.
- Okay Edith.
Buonanotte - mi dice e riprendo a salire le scale.
- Ah, tesoro - mi
richiama e mi giro - Sei bellissima stasera, come sempre -
Gli sorrido - Grazie
Papà -.
Mi sono
svegliata tardi, come mio solito e ora corro per casa cercando la
borsa. E' il quarto messaggio che Alex mi lascia in segreteria.
<< Sto
invecchiando. Ti muovi? La prossima volta ti passo a prendere ioo! Ho
una lezione oggi pomeriggio e vorrei essere lì in
tempo>>
- Arrivoo - urlo come
se potesse sentirmi. Mentre sto per passare, per l'ennesima volta,
davanti alla stanza di papà si apre la porta. Adesso
chiudete gli occhi e provate ad immaginare il grande Mel Gibson nel suo
pigiama a righe, i capelli sconvolti, la riga del cuscino sulla guancia
e gli occhi socchiusi. Figo, eh?
- Edith, sei
consapevole che sto per ucciderti? - bisbiglia.
- Mi vuoi troppo bene
- gli dico oltrepassandolo.
- Per una volta,
potrei sorvolare il fatto che sei mia figlia - mi risponde.
- Poi dovresti
cucinarti da solo, anzi anche per Derek. Non so fino a che punto ti
conviene farmi fuori. E comunque se ce la faccio a trovare questa cazzo
di borsa tra meno di un'oretta sono qui con Alex e Nat per il trasloco.
Sveglia anche l'orso che poi faremo parecchio rumore e non voglio
sentirlo sbraitare - mi raccomando scendendo le scale.
- L'orso? - mi chiede
urlando mentre sono già al piano di sotto. Si vede che
è prima mattina, papà è poco
perspicace. Ah, Ecco la borsa. Fuga.
- Tuo figlio, Derek -
dico sbattendo la porta e so già che sta sbraitando sul
fatto che << è tuo fratello! La finirete mai
di insultarvi?>> E' normale che facciamo così,
no? Ma tanto lui continuerà a lamentarsi.
Arrivo a casa di Alex
e la trovo fuori dalla porta. Per quanto corro prima o poi mi
sequestrano la macchina.
- Che hai combinato
ieri sera che stamattina vai a rilento? - tuona Alex entrando in
macchina.
-Buongiorno anche a
te, Alexandria -
- Buongiorno, un
corno. E' un'ora che ti aspetto! -
- Non mi sono
svegliata! - mi giustifico.
- Avete ripassato il
Kamasutra due volte? - urla e io freno di botto.
- ALEX! - La macchina
dietro, ovviamente, suona il clacson.
- E' l'unica
soluzione. Ti ha talmente stremata che non hai sentito le mie .. 13
chiamate! -
Scuotendo la testa
accelero un pò, altrimenti il ritardo si moltiplica.
- Allora, quante
volte? - mi chiede calmandosi.
- Nessuna -
- EDITH! - stavolta
l'urlo è suo e per lo spavento freno di nuovo
all'improvviso. Mi becco ancora una volta, giustamente, le maledizioni
dall'uomo dietro di noi.
- Alex, non puoi
urlare così mentre guido! -
Riparto per l'ennesima
volta ma la macchina dietro di noi lampeggia. Ecco, mi tocca scendere
pronta al classico discorso "Donna al volante, pericolo costante".
Sbuffo e usciamo dal Suv mentre fissiamo la Jaguar XJ davanti a noi. Ma
prima di conoscere il proprietario di questo gioiello sento squillare
il cellulare in tasca e abbasso lo sguardo per vedere chi è
che mi chiama a quest'ora. Sicuramente Natalie. No, Squillo di Ben!
- Ancora tu! - sento
Alex e alzo gli occhi. A uscire dalla macchina è il 46enne
più sexy del pianeta.
- Joh! - lo saluto.
- Piccola, sei tu! Ero
pronto ad una litigata da denuncia - mi saluta con un abbraccio.
- E' stata colpa sua,
vero? - aggiunge indicando Alex.
- Perchè
credi che sia stata io? -
- Sto imparando a
conoscerti -
- A forza di
scontrarci e litigare? -
- Se litighiamo
è colpa tua! -
- Mia? - esplode lei.
- Se sei acida non
è di certo colpa mia - dice tranquillo mentre le sorride.
- Tu sei quello acido
-
Okay, è il
momento di intervenire.
- Ragazzi, basta. Joh,
sono contenta di averti rivisto - dico rivolta a lui mentre spingo la
mia amica in macchina.
- E anche lei
è contenta di averti rivisto - aggiungo e chiudo lo
sportello sull'urlo di Alexandria. Lui ride e mi fà
l'occhiolino mentre risale sulla Jaguar. Si diverte parecchio a
stuzzicarla, eh .. Chissà che .. Meredith, Basta!
Faccio un respiro
profondo prima di salire sulla macchina pronta a sentire le sue
lamentele fino a casa di Nat. Nel frattempo Joh ci supera con la
macchina e suona il clacson.
- Sto stronzo -
francesismo di Alex accompagnato da un cortese gesto con il dito medio
mentre lui ci passa accanto facendo l'occhiolino. Alzo gli occhi al
cielo, credo che la strozzerò.
- Ma lo vedi
com'è .. ODIOSO? - dice quasi ringhiando.
- Non è
odioso -
- Non è
odioso? - ripete mentre rido - E tu come lo definirtesti, sentiamo -
- Simpatico, sexy,
adorabile e si diverte a stuzzicarti -
- Secondo me invece
è solo un grandissimo STRONZO - dice incrociando le braccia
sul petto. Su queste parole il mio cellulare squilla di nuovo, stavolta
un messaggio. Cacchio, impegnata com'ero a non far litigare quei due ho
dimenticato Ben. Al primo semaforo tiro fuori il cellulare e vedo che
il messaggio è di Joh.
<<
Dolcezza, dì ad Alex che così mi
offende!>>
Scoppio a ridere e le
passo il cellulare.
- Adesso gli rispondo
io - tuona.
- No, Alex molla il
telefono - dico cercando di toglierlo dalle sue mani, ma sto per
sbandare e metto anche l'altra mano sul volante.
- Senti, voglio
arrivarci intera da Natalie - le dico mentre è intenta a
scrivere non so cosa. Ad un tratto porta il cellulare all'orecchio e
urla.
- Sappi che non sei
divertente, grandissimo stronzo quale sei! -
Poi sbianca,
mettendosi una mano sulla bocca.
- Ti .. richiama
più tardi - aggiunge poi.
Io ho un mezzo
sospetto. Voi che dite?
- Alex, chi era? - le
chiedo cercando di rimanere calma.
- Ehm .. Joh! - mi
dice sorridendo.
- Secondo te dovrei
crederti? -
Nessuna risposta.
- Alex, dammi il
telefono. ORA - dico decisa tendendole la mano ma le non si muove.
- Edith, dovresti
tenere entrambe le mani sul vo -
- ALEX! - tuono,
interrompendola.
Con molta calma,
aggettivo non propriamente adatto ad Alexandria, mi lascia il cellulare
in mano. Vado alle chiamate ricevute mentre continuo a guidare e per
poco non sbando di nuovo.
- Hai urlato in faccia
a Ben? - le dico alzando un pò la voce. Calma, Edith. Devi
restare calma, stai guidando.
- Senti, ero incazzata
e ho dato per scontato che fosse Joh a chiamare, okay? -
Butto il cellulare
nella borsa accanto a me e sospiro.
- Camomilla e Valium
la mattina -
- A me doppia porzione
- mi risponde, poi però restiamo in silenzio fino a che lei
non lo rompe.
- Mi racconti di ieri
sera? - sorrido. Non ce la faccio a restare con il muso per troppo
tempo.
Quando scendiamo dalla
macchina vado dritta verso la porta di casa Martini.
- Meredith! - mi
accoglie la madre di Natalie con un sorriso.
- Quanto tempo! - le
rispondo abbracciandola e le presento Alexandria.
- Come mai qui? - mi
chiede.
- Sono .. venuta a
prendere Natalie .. il trasloco - dico come se fosse la cosa
più logica del mondo. Eppure aveva detto di averne parlato
con i suoi!
- Ah, sì.
Credo sia già da te - mi risponde e guardo l'orologio.
Effettivamente sono in un ritardo record: un'ora e un quarto. Le mie
congratulazioni, Miss Gibson.
Salutiamo e ci
rimettiamo in macchina mentre spero con tutto il cuore che non si sia
scontrata con Derek. Stavolta arriviamo a casa molto più
velocemente, senza intoppi telefonici ma sempre ripetendomi che devo
ricordarmi di chiamare Ben.
Davanti casa
è parcheggiata la Volvo di Nat e sulla porta ci sono diversi
scatoloni. Scendendo dalla macchina vedo Derek uscire e prendere una
scatola. La prende senza aver bisogno di aiuto. Cavolo! Piccolo Gibson
cresce.. o forse dovrei dire piccolo Mel. E' pazzescamente la copia
esatta di papà.
- Dek! - urlo e lui si
gira - Natalie? - aggiungo fiondandomi dentro e trovandola sulle scale,
con le mani sui fianchi, che chiama mio fratello. Mi fermo
sulla porta e mi sposto per far passare Derek che le va incontro e lei
le dice dove appoggiare la scatola. L'ha schiavizzato! Che grande. Alex
arriva in quel momento sulla porta e segue la stessa scena.
- Dov è il
sangue? - chiede.
- Non c'è -
rispondo sconvolta seguendo Natalie con lo sguardo -
- Niente Sweeney,
nè tantomeno Jack lo Squartatore - dice mettendosi davanti a
noi.
- Ancora a parlare di
quello?? Non ce la faccio più! - urla Alex e cerca di
afferrare da sola uno scatolone, invano.
- Magari mi aiuti eh,
Edith? - fa più forza e me lo mette fra le braccia.
- Poi ti spiego -
sussurro a Natalie mentre salgo le scale.
- Non c'è
nulla da spiegare - aggiunge Alexandria dall'altra parte dello
scatolone.
- Ma in che stanza
devo andare? - chiedo una volta arrivata alla fine della scalinata.
Sento la voce di mio padre che urla <<
Qui!>> provenire dalla stanza accanto alla mia. Entriamo
e lo troviamo a litigare con un cassetto, accorgendoci che la maggior
parte del lavoro è già fatta.
- Vedo che Zeus e
prole hanno fatto tutto - dico trionfante.
- Se aspettavamo te -
mi risponde mio fratello passandomi davanti e gli tiro un schiaffo
sulla spalla. Neanche a dirlo mi sono fatta più male io che
lui.
Natalie va ad aiutare
papà e vedo che lui le dà un bacio sulla guancia
e le dice
- Sono contento che tu
sia qui - poi guarda me.
- E tu vedi di dare
una mano a tuo fratello che io devo andare - mi dice.
- Agli ordini, Zeus.
Diventerò la piccola aiutante di Ares -
- Stai cercando di
scatenare l'ira divina, o mortale? - mi chiede avvicinandosi.
- A parte che sono
immortale anche io se sono figlia del re degli dei e poi no, padre. Sto
constatando il fatto che lei debba tornare sull'Olimpo a sbrigare
qualche .. divina faccenda -
- Ma bene. Derek,
fatti aiutare da tua sorella - dice e esce dalla stanza.
- Papà
dovresti farlo un film del genere in cui interpreti Zeus - gli urlo.
-
Chissàà! - sento di risposta e me metto a ridere.
E' capacissimo di farlo davvero.
- Allora, sorella -
dice mio fratello rientrando nella stanza e appoggiandosi alla porta -
con Dorian Gray? - mi chiede con il suo solito sorriso idiota.
- Non sono fatti che
ti riguardano, scemo! - gli dico e mi metto a litigare con lo scatolone
ai miei piedi.
Essendo in quattro
finiamo ben presto a mettere tutto al suo nuovo posto e, prima di
pranzo, rimaniamo tutti un attimo a contemplare la nostra opera.
- Mi piace - fa Derek.
- Anche a me -
aggiungo io.
- Bel lavoro, gente -
dice Alexandria.
- Siete troppo per me
- aggiunge Natalie stringendomi la mano.
- E' il minimo. Ora a
cucinare! -
- Io faccio una
doccia! - dice subito mio fratello. Sospettavo.
Una volta arrivati in
cucina bracchiamo Natalie.
- Allora? -
- Cosa? -
- Derek! - diciamo in
coro io e Alex che ci guardiamo. Dovremo finirla di parlare a sincrono.
- Abbiamo fatto pace..
mi ha chiesto scusa per quello che ha fatto e l'ho perdonato. Insomma,
dobbiamo vivere insieme .. si chiama convivenza civile! - dice decisa e
ci scansa.
- Convivenza civile -
diciamo in coro io e Alex per prenderla in giro.
- Edith, da quanto si
chiama così? -
- Ah, non so ..
dovremmo tenerci più informate -
- Finitela! - ci dice
Natalie con la testa nel frigorifero.
- Dai, alla fine ti ha
chiesto scusa .. - le dico io sedendomi intorno al tavolo. Ottio! Sto
difendendo mio fratello .. uccidetemi!
- Ed è
anche un gran gnocco - aggiunge Alex che si prende la mia occhiata
sconvolta alla quale si aggiunge quella di Natalie.
- Che ho detto di
male? E' bello, muscoloso .. occhi azzurri. E' la copia di tuo padre! -
dice cercando di difendersi.
- Stai dicendo che
papà è gnocco? - ripeto.
- Sto dicendo che
è un bell'uomo .. non credo che è la prima volta
che senti una cosa del genere! -
- E' la prima volta
che la sento da una mia amica .. vabè, lasciamo stare
papà. Qui si tratta di Derek - dico girandomi verso Natalie.
- Qui adesso si tratta
di buttare giù la pasta. No, davvero, non mi va di parlarne
-
Il tono che usa
è più che sufficiente per capire che davvero non
ne vuole parlare. Pazienza, prima o poi si deciderà a dirmi
quello che le passa per la testa, no?
- A proposito. Ho
provato a chiamare Ed ma dà staccato - aggiunge.
- Ho sentito dire da
Chace che oggi ricominciavano a girare - risponde Alexandria.
- Visto? - aggiungo io
- stai calma - le dico sorridendole e poi mi torna in mente la cosa che
mi vado ripetendo da questa mattina. Alex mi legge nel pensiero.
- Ah, rientrando ho
visto 3 messaggi in segreteria -
- Gerard - diciamo in
coro.
- Quell'uomo
è follemente innamorato di te - dice Alex mentre andiamo in
sala.
- Ci vogliamo bene.
Lui è bellissimo da togliere il fiato ma non c'è
niente, assolutamente - preciso mentre premo il tasto Play.
<< Ci
sono 3 messaggi. BEEP. Mel, sono>> e premo il tasto per
passare al messaggio successivo.
- Questa è
per papà -
<< BEEP.
Edith, sono Ben>> Questa è per me.
<< credo che il tuo cellulare ce l'abbia Alex. Mi ha
risposto urlando credendo che fossi un altro>> Sguardo
inceneritore ad Alex. << io .. niente volevo sentirti..
vederti magari. O forse bacio talmente male che già mi hai
resettato. Tu baci .. cavolo, divinamente. Comunque volevo vederti. Ah,
già te l'ho detto. Okay, vado. Spero che tuo padre non senta
questo messaggio o inizio a considerare l'espatrio. Ciao. BEEP. Sono
ancora io, Ben. Quando ti ho detto del bacio non stavo scherzando e ..
okay, chiudo. BEEP. FINE MESSAGGI>>.
- Non lo facevo
così insicuro - fa Natalie.
- E' che è
terrorizzato da papà, non è così
insicuro, anzi -rispondo.
- Anzi?! - dicono in
coro Nat e Alex.
- Anzi sa prendere
l'iniziativa .. e anche bene - rispondo mentre sul cellulare compongo
il suo numero.
- Anche io mi sono
ricreduta sul detti sugli inglesi - dice Nat.
- Detti? - ripeto io.
- Baciano male e non
sanno fare sesso - Esplicita Alex.
- Il primo
è una cazzata enorme. Per il secondo vi farò
sapere ma credo sia una cazzata anche quella - dico sorridendo e mi
giro per vedere Natalie - lei ha le argomentazioni a favore di questa
tesi e io spero di averle al più presto -
- Cosa? - dice Ben al
telefono. Cazzo, aveva risposto. Sbianco e copro il telefono con una
mano facendo capire alle altre cosa è successo.
- Ben? -
- Ho sentito che
parlavate di inglesi ma non ho capito nient'altro - Meglio.
- No, niente. Discorsi
idioti - dico ad alta voce cercando di coprire la voci di Nat e Alex
che spingo in cucina con un gesto della mano.
- Allora, oggi
trasloco? - mi chiede.
- Sì,
è già tutto a posto, stavamo preparando il pranzo
-
- Credevo ci avreste
messo tutta la giornata -
- Nah, c'è
mio fratello che è tipo Hercules. Abbiamo fatto prima -
- Ah, capisco. Senti,
ti va di vederci oggi? Potrei passare per le sei e mezzo, sette ..
passeggiata e cenetta, che dici? - Dritto al punto, eh? Mi piace sempre
di più.
- Perfetto. Sai dove
vivo - dico con un sorriso a 32 denti. Ecco che ricomincio a diventare
viola.
- Okay. Ma tuo .. -
- Mio .. -
- Tuo .. insomma Zeus?
-
Inizio a ridere come
una cretina seguita a ruota da lui.
- Zeus non rientra
prima di stasera - gli rispondo.
- Perfetto, allora. Ci
vediamo più tardi -
- Sì.. ah, Ben! -
- Dimmi -
- Non baci male, anzi
- la sfacciataggine è chiaramente data dalla troppa
vicinanza con Alex.
- Detto da una yankee
è un onore, davvero. Spero ti ricrederai su tutti i detti
sugli inglesi -
Sì, gli
ormoni mi collasseranno prima.
(*) E' una scena di Indiana Jones e Il Tempio Maledetto. Adoro quei
film e il merito è del mio papino che è un
grandissimo fan di Indie ;)
Ooookay,
dato che è più di una settimana che non mi facevo
viva, ecco un capitolone. Adesso odiatemi, fate quello che volete.
Però se state leggendo qui significa che ce l'avete fatta a
leggerlo tutto. Cavolo, ci vuole il vostro stomaco a sopportare tanti
scempi tutti insieme ;)
Anyway, sono felice, stranamente. La mia Inter ieri sera è
stata fantastica .. quel 3 a 1 .. eeeeeh. Adesso non vedo l'ora che
arrivi il 28 per il ritorno *__* e poi c'è finalmente il
sole. Sono meteoropatica, che ci posso fare? Vabè, smetto di
sparlare allegramente. Spero vi piaccia questo capitolo!
Grazie a tutti quelli che anche solo leggono .. ma un ringraziamento
speciale va alle sante che commentano!
@julwings:
troppi complimenti tutti insieme mi fanno malee! *non è
verooooo* uuh, mi stavo per sciogliere davanti alla tua recensione!
Cioè, GRAZIE! Sono contenta ti piacciano tutti e vedrai che
questo branco di pazzi ne combinerà delle belle ;) Spero
continuerai a seguirmi :) Un abbraccio.
@Enris:
Ma ciaoo! Eeeh, Mel è troppo un grande, io me lo vedo
proprio così con i figli. Forse non lo è, ma la
mia mente bacata lo partorisce così! Adoro il fatto che
adori Edith - viva i giochi di parole - e poi lei è buona,
magari non gliela fa neanche pagare a Ger <3
Bè, qui c'è qualcosa tra loro, ma
neanche troppo. Vedrai ;) sempre se ti farà piacere
continuare a seguirmi! Un bacio
@sister:
A parte che sono le cinque e venti e non ti sento da .. quando siamo
uscite da scuola, vabè. Biglietto preso *ah, come faresti
senza di me*. Eccoti, qui Alexandria esce in tutto il suo
SPLENDORE. Contenta? AuhauH S'agapò.
@romina75:
Ciao! Ger è troppo un grande, fa morire dal ridere anche me
.. mi piace un sacco! E Ben è proprio terrorizzato, bello
lui *__* Spero ti piaccia questo capitoluzzo ;) Un bacione!
@sappir_ama_ben:
Uuuh, che bella recensione. Brava, le critiche costruttive fanno sempre
bene perchè aiutano a migliorare! Sì,
effettivamente è un pò Surreal come dici tu..
però ci tenevo a precisare un pò di cose. Per
quanto riguarda l'amicizia con Alex, bè, Edith mi assomiglia
sotto questo punto di vista. Io tendo ad affezionarmi subito alle
persone, mi affido alla prima impressione, che spesso è la
migliore. E per quanto riguarda Ben, bè.. è lui
che sta accelerando i tempi. E capirai perchè più
in là *non posso parlare*. Ti ringrazio ancora una
volta per tutto e non vedo l'ora di sapere cosa ne pensi di questo
chap. Un abbraccio!! Ah, crepi per l'esameeee!
Ora è davvero il momento di defilarsi. Anche
perchè mi aspetta Lettaratura Greca -_-" Mi auguro vi sia
piaciuto questo capitolo. Un bacione a tutte, Rak.
|
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Capitolo 6 *** lose my breath ***
chap 6
portami dove si
vola;;
-lose my breath-
Quando Ben suona il campanello, alle sette in punto, Alex è
già uscita da un pezzo per la lezione, Nat è in
camera e Derek ha raggiunto papà agli studios, o l'Olimpo,
chiamatelo come volete.
Apro la porta e prima
ancora di salutarci già mi sta baciando. Ho già
detto che adoro il suo modo di fare?
- Una boccata d'aria
fresca - mi dice non appena si allontana.
- Mi sei mancata, lo
sai? - mi dice e mi viene da sorridere mentre gli accarezzo la
guancia.
- Anche tu. Aspetta
che vado a prendere la giacca - gli dico. Siamo a marzo, è
vero .. ma la sera fa più freddo.
-Edith! - mi chiama
lui mentre sono a metà scalinata.
- Che c'è?
- chiedo.
- La gonna. Forse
è meglio che ti cambi -
Forse è
meglio che .. COSA? Abbasso lo sguardo su di me. E' un vestitino nero,
corto fino a poco sopra il ginocchio, con due bretelline nere e
reggerlo. Una fascia di raso sotto il petto e poi scende dritto. Che
cos'ha che non va?
- Sei meravigliosa
così, assolutamente - si affretta a giustificarsi - ma
fidati che .. ne vale la pena, spero - mi dice sorridendo. Dite che
devo fidarmi dell'adone inglese dagli occhi scuri che mi fissa sulla
porta? Massììì.
- Adesso l'operazione
potrebbe richiedere più tempo, vero? - mi chiede mentre mi
sto per tuffare nel mio armadio. Ha ragione papà a dire che
per Apocalypto ha preso ispirazione da qui.
Esco cinque minuti
dopo con un pantalone nero a sigaretta, lo stesso tacco 10 di prima e
una camicetta lilla, scollata ma non troppo. La mia quarta non
può permettersi di andare in giro sotto gli occhi attenti di
tutti. Scendendo le scale lo trovo appoggiato alla porta aperta con la
sigaretta in bocca. Sputa via un pò di fumo e sento i miei
ormoni che mi supplicano cose che non posso ripetervi. Dio, ma quanto
può arrivare ad essere sexy un uomo?
- Scusa - dice
accorgendosi della mia presenza - non sapevo se potevo fumare dentro e
ho lasciato la porta aperta.
- Non ti preoccupare -
dico abbracciandolo e baciandolo. Okay, ammetto che il suo sapore
mischiato a quello del tabacco non è il massimo. Ma qualche
contro ce lo deve pure avere .. cioè vederlo con la
sigaretta in bocca è così .. che c'è?
Non sapete neanche cosa voglio dire. Forse stavo per dire .. Elegante.
E voi direte
<< Seeeeee! Come no!>>. Okay, la finisco
con le mie elucubrazioni mentali.
Spegne la sigaretta a
terra e come si gira mi accorgo che nell'altra mano stringe un casco
integrale.
- E quello? - chiedo.
- Questo è
tuo. E' in parte la causa dei tuoi pantaloni, che tra parentesi ti
stanno benissimo - mi porta fuori e fa il giro per abbracciarmi da
dietro.
- La causa principale
è lei - mi sussurra all'orecchio mentre mi stringe passando
il braccio sotto il petto.
Davanti a me, in tutto
il suo splendore, brilla una Ducati 848, grigio chiaro e nera.
- Dimmi che non hai
paura di correre - mi dice mentre io sto già infilando il
casco.
- No, che scherzi? Ho
sempre voluto salire su una moto del genere! - dico sorridendo e
baciandolo ancora. Ben mi allaccia la giacca e si mette il casco per
poi incamminarsi verso la moto. Chiudo la porta di casa e lo seguo
mentre sento la musica del rombo.
- Sali? - Domanda
assolutamente retorica. Mi aggrappo alle sue spalle e passo una gamba
dall'altro lato, mi siedo meglio e gli sussurro che sono pronta.
- Okay. Allora,
stringiti e forte e ti prego con i tacchi .. -
- Sto attenta a non
graffiarla, tranquillo - dico interrompendolo e facendogli l'occhiolino
dallo specchietto.
- Vai - gli sillabo e
chiudo gli occhi. Ben dà subito Gas e se non mi fossi retta
a lui probabilmente sarei volata via. Sono completamente spiaccicata
sulla sua schiena e inizio ad aprire gli occhi. E' .. fantastico. Ci
lasciamo indietro viali, macchine, persone a piedi .. non so dove
stiamo andando ma su queste due ruote, abbracciata a lui potrei
arrivare dovunque. Non so perchè ma riesce a farmi sentire
.. protetta. Ad un tratto rallenta e poi accosta.
- Decidi dove andare.
Il Pop's o la Green House -
L'imbarazzo della
scelta. Sono due ristoranti in pieno centro e sempre pieni di gente.
- E' uguale - dico e
forse dal mio tono si accorge che c'è qualcosa che non va.
- Edith, se non vuoi
.. -
- No, non è
che non voglio stare con te .. anzi, proprio perchè voglio
stare con te non voglio decine di occhi addosso - dico giustificandomi.
- Hai ragione - mi
risponde mettendo la sua mano fredda sulla mia.
- Scusami .. ma se tu
vuoi -
- Assolutamente no.
Che ne dici di andare al mare? - mi risponde e io intreccio le mie dita
alle sue.
- Sarebbe fantastico -
- Allora ti porto in
un posto carino, e isolato. Ci vuole un pò più di
tempo ma fidati che ne vale la pena -
Gli schiocco un bacio
sul collo e lui rimette la mano sul manubrio.
- Tieniti forte -
Neanche mezz'ora dopo
abbiamo lasciato la moto e ci stiamo incamminando verso la spiaggia.
Mentre camminiamo lui mi prende la mano e inizia a giocare con il
mignolo. E' un riflesso incondizionato, ci scommetto. Ma è
fantastico.
Il locale dove mi
porta è tranquillo e accogliente. Ci sono già un
pò di persone ma non credo sia un posto in voga fra i Vips.
Meglio ancora. Ben prenota un tavolo per le otto e mezzo, fra mezz'ora,
e mi sussurra di andare a fare due passi. Quando lo vedo sedersi su un
muretto e sfilarsi e scarpe capisco che ha intenzione di andare sulla
sabbia. Guardo i miei piedi e fisso le mie adoratissime scarpe.
- Dai, Edith, su -
- Poi finisco per
essere 2 metri più bassa di te. Mr guarda come sono alto -
gli rispondo sorridendo.
- Tanto ti guardo
dall'alto anche se porti i tacchi - mi dice sorridendo e gli faccio una
smorfia. Inizia a baciarmi ma mentre lo fa, mi passa un braccio dietro
le ginocchia e mi prende in braccio.
- Adesso sei costretta
- ride.
- Daiii - dico
cercando di dimenarmi. Ma cosa diavolo sto facendo. Mi sta prendendo il
braccio mentre mi porta verso il tramonto. Zitta un pò!
Infatti mi rilasso e lui, a due passi dalla riva, mi lascia
giù. Una volta a terra mi sfilo le scarpe e lo raggiungo,
vedendo che è andato a toccare l'acqua. Vedo che si abbassa
e ci scommetto qualsiasi cosa che appena mi avvicino mi
bagnerà. Scommettete? Mi fermo a metà strada.
Vuole fare il bambino? Allora ricambio. Prendo la rincorsa e mi butto
sulle sue spalle, sperando di non finire in acqua in due. Forse aveva
capito le mie intenzioni perchè mi prende al volo.
- Ti fidi
così tanto che ti butti così addosso a me? - mi
dice ridendo.
- Sbaglio? -
- Mah, chi lo sa - mi
risponde ridendo e mi appendo in avanti facendolo cadere. Poi si rigira
e mi ritrovo addosso a lui, petto contro petto.
- Sei bellissima - mi
sussurra mettendomi i capelli dietro l'orecchio.
- Anche tu - sussurro
e lo bacio mentre anche le nostre gambe si intrecciano. La sua mano
sale per la schiena ma non posso permettermi di superare il limite ora.
Qui all'aperto. Mi allontano ma lui continua ad accarezzarmi la schiena
mentre passo il dito sui contorni del tuo profilo.
- Adoro il tuo naso -
gli dico sorridendo.
- E io i tuoi occhi -
mi risponde dandomi un bacio sul dito che è arrivato sulle
sue labbra.
- Anche a me piacciono
i tuoi - gli rispondo ridendo e baciandolo ancora.
- Non posso dirti cosa
altro adoro di te o mi becco uno schiaffo -
- Naaaa, non sono
così manesca -
- Scommettiamo? -
- Vai -
- Hai due .. -
E lo schiaffetto sul
braccio parte mentre ridiamo.
- Stavo per dire
orecchie - mi dice e mi metto seduta addosso a lei.
- Mi fai
così scema? - gli chiedo e mi alzo. Lui continua a ridere e
prendendomi la testa fra le mani mi bacia dolcemente.
- Non è
colpa di nessuno dei due se .. hai un bel seno. Ti piace detto
così? - mi chiede accarezzandomi la guancia.
- E' molto
più .. elegante. Il mio petto ringrazia per il complimento -
gli rispondo abbassandomi e, prendendo un pò di sabbia nel
pugno gliela getto addosso. Non appena ho lanciato la bomba corro via e
lui mi rincorre urlando < Stronza!>. In men che non si
dica mi ha raggiunto e buttato a terra iniziando a farmi il solletico.
- Ben .. ti p.. bast..
dai - non riesco neanche a parlare fino a che si arrende. Si sdraia
accanto a me ancora ridendo e con il fiatone. Io mi alzo su un fianco e
lo bacio. Ah, quanto adoro quella lingua. Ma questo non posso dirglielo.
- Dovremmo andare -
dice e scoppio a ridere senza riuscire a dirgli perchè.
- Ma che hai fatto? -
mi aiuta ad alzare ma mi devo tenere lo stomaco per quanto sto ridendo.
- L'hai detto con un
accento! - riesco a dire abbracciandolo e baciandolo sul mento.
- Detto da una
yankeeee! - mi dice e si abbassa per prendermi le scarpe.
- Ma io adoro
quest'accento adorabilmente inglese - gli dico sorridendo e lui ride
dietro di me.
- Ti sei salvata in
calcio d'angolo -
Tra un bacio ed una
risata torniamo nel ristorante e mangiamo tutto esclusivamente a base
di pesce e quando si tratta di pagare quasi lo strozzo.
- Ben, ti prego. Ieri
non mi hai fatto pagare nulla -
- E ho intenzione di
fare la stessa cosa stasera -
Niente, non
c'è verso di pagare neanche 5 dollari. Risaliamo sulla moto
e torniamo a casa. Stavolta però, mi godo ogni singolo
istante del viaggio, stretta a lui. Arriviamo a casa e rientro
sognante. Da cosa me ne accorgo? La faccia di papà quando
gli dò la buonanotte. Mi metto a letto ma non ho sonno.
Natalie? Oh, yeah. E nel frattempo chiamo Alexandria così
sento i commenti in contemporanea.
- Natalie, sono io! -
sussurro e lei apre.
- Quanto tempo sei
stata via? -
Nel frattempo Alex
risponde e la metto in vivavoce.
- Riunione a tre? -
chiede e rispondo di sì mettendomi sul letto accanto a
Natalie.
- Te lo sei fatto? -
dritta al punto Alex.
- Alex! -
- Allora? - chiede
Natalie curiosa. Sono due ninfomani!
- Non ancora -
- Attenzione che non
ha detto no, ma non ancora - dice Alex.
- E dove ti ha
portato? - chiede Natalie battendo le mani e racconto tutto, parola per
parola.
- Ti ha detto che hai
delle belle tette? Che boss - commento di Alex.
- Alla fine
è tenerooo! - commento di Natalie.
- Ah, le pillole sono
in quel cassetto - mi dice dopo aver agganciato con Alex e scuoto la
testa sorridendo.
- Okay, vado a letto -
le dico dandole un bacio sulla guancia e incamminandomi verso la porta.
- Meredith? -
- Sì? -
- Dormi con me? - mi
chiede. Sta ancora male per Ed, lo so ma non le chiedo nulla.
- Certo, dolcezza mia
-
"Wake up in the
morning feeling like P Diddy"
Ma che ..
"(Hey, what up girl?)"
Mi giro nel letto
sperando che questa musica smetta.
"Grab my glasses, Im
out the door - Im gonna hit this city (Lets go)"
CAZZO, IL TELEFONO!
Cado dal letto intrecciandomi con le lenzuola ma riesco ad infilare le
mani nella borsa. Ben.
- Pronto - dico con il
fiatone e mi siedo aggiustandomi i capelli.
- Cambiato suoneria di
nuovo? -
- Sì e il
sonno ha contribuito - rispondo sbadigliando.
- Scusami.
Però sto per farti una proposta che non potrai rifiutare -
Tanto la risposta
sarà sicuramente sì, indipendentemente.
- Devo partire, domani
-
- Devi, cosa? - ripeto
subito.
- Partire, Europa per
un paio di giorni -
- Ah - annuisco.
Cavolo stiamo insieme da poco e già parte. Districo le gambe
dalle lenzuola e mi becco lo sguardo inceneritore di Natalie, al quale
rispondo con un sorriso a 32 denti.
- E tu oggi passerai
la giornata con me, in giro per negozi, vero? -
Ben e negozi. Il
binomio è pressocchè perfetto.
- Sicuro? -
-Se te lo sto
chiedendo sì. Sono costretto a comprare qualcosa, a detta
del mio manager. E allora perchè non portare anche la mia
ragazza? -
Dio Santo, ha detto
davvero "ragazza"? Detto da lui, con quella voce, quell'accento ..
cavolo se suona meglio.
- Ci sto. In quanto
devo prepararmi? -
- Tempo record.
Mezz'ora -
- Mezz'ora?? - urlo -
Tu sei pazzo -
- Dai, dolcezza. Se no
si fa tardi -
Eh, ma se mi chiama
cosìììì! Ha già
capito come vado presa. Mentre mi sto per sciogliere scuoto Natalie per
farla alzare.
- Okay. A dopo, allora
-
Dico e tiro una spinta
a Natalie fin troppo forte e cade dal letto.
- VAFFANCULO! -
esplode e Ben ride.
- Ci vediamo se non ti
ammazza prima -
- Esatto - gli dico
sorridendo e riaggancio.
- Ti sto odiando - mi
dice è a terra, ancora intrecciata fra le lenzuola.
- Non volevo, Nat.
Scusa - le dico e corro verso l'interruttore.
- Oggi esco tutta la
giornata con Ben - cinguetto.
- Quindi è
lui l'altro da maledire - ringhia mentre si alza. Ha i capelli alla
Samara.
- Mi presti quel top
fantastico? Quello giallo - le chiedo mentre si rimette a letto.
- Vattene -
- Natalie .. - le dico
avvicinandomi all'orecchio.
- Prendi quel
maledetto top, spegni la luce e estinguiti - borbotta. Le stampo un
bacio sulla guancia e apro l'armadio afferrando il top.
- Ti voglio benee! -
le urlo prima di uscire.
- Io no! - mi urla e
ridendo spengo la luce e chiudo la porta.
Mi preparo alla
velocità della luce e, signori e signore, è
VERAMENTE VERO, quando Ben suona il campanello sono pronta.
- Esci ancora con quel
tipo -
- Dio, mi hai fatto
prendere un colpo -
- Per te sono
papà - mi risponde dalla cucina.
- Okay, Sommo Zeus.
Sì, esco ancora con quel tipo. Che poi è Ben ..
Barnes e non sono ancora pronta per farti la sua anamnesi. Studio e ti
farò sapere - gli dico schioccandogli un bacio.
- Posso conoscerlo? -
mi chiede.
- Ora?! - chiedo
guardandolo.
- Ora - risponde
deciso e incrocia le braccia sul petto.
- Vado - adesso Ben mi
sputa in un occhio. O scappa via, a voi la scelta.
Esco fuori e lo trovo appoggiato alla macchina. Appena mi vede butta la
sigaretta a terra e mi viene incontro. Non sai cosa ti sta per
succedere, caro.
- Pronta dopo mezz'ora? Da Guinness! Dai, andiamo -
- Eeehm .. a dire il vero .. puoi entrare un attimo? - gli chiedo con
un sorriso a 32 denti. Dai, non dirmi di nooo.
- Perchè dovrei entrare dentro casa? Edith, si fa tardi -
- Papà che ti vuole
conoscere - dico decisa e lo vedo sbiancare, quasi.
- Se mi ammanetto è
più sicuro? - tuona papà da dentro.
- Papà! -
lo rimprovero e mi compare alle spalle.
- Tu sei il famoso Ben
-
Sì,
Ben-pezzo-di-legno, ora. Papà si avvicina a lui e gli
stringe la mano. Vedo i lineamenti di Ben ammorbidirsi un pò
e sussurrare il suo nome.
- Ecco, vedi che non
sei morto? -
- Era .. per dire - si giustifica Ben, già più
sicuro.
Mi metto a ridere ma
dò loro le spalle per non darlo a vedere a Ben. Sento la sua
risata nervosa e forse è meglio che intervengo.
- Ecco, Zeus. L'hai
conosciuto .. ora possiamo andare? - dico spuntando dietro le spalle
del mio Papi.
- Adesso sono
più sicuro. Tu, guida piano - dice a Ben. Lui sorride teso e
poi annuisce.
- Ora a casa -
sussurro a papà che mi dà un bacio sulla guancia.
Entro in macchina e
Ben non parla.
- Sono vivo - dice e
io mi metto a ridere.
- Me l'aspettavo
più .. terrificante - aggiunge.
- E' semplicemente un
papà geloso, niente di più - rispondo e gli
accarezzo la guancia mentre accende l'auto e parte.
- Ma non mi dici
nulla?? - mi dice dopo cinque minuti e accosta.
- Cosa dovevo dirti? -
chiedo agitata.
- Non ti ho salutato
per bene - dice e si slaccia la cintura .. di sicurezza, che avete
pensato, eh? Ninfomani!
Mi sfiora con il naso
e poi mi morde il labbro inferiore. Gli metto la mano sulla guancia e
lo avvicino.
- Ciao - mi sussurra.
Un brivido mi attraversa la schiena e lo bacio. Un bacio più
spinto e lui mi mette la mano sul fianco. No, qui no. Non voglio che la
mia prima volta con Ben sia in una macchina in mezzo alla strada.
- Così va
bene - sussurra e mi pizzica la guancia.
Mi rimetto in sesto e
riprendo a guardare davanti.
La giornata passa fra
camicie e giacche. Voi non potete capire cosa succedeva ogni volta che
usciva dal camerino e mi chiedeva < Sto bene?> e io
dovevo trattenere quello che davvero pensavo. Però credo che
la mia faccia parlasse da sola dato che spesso ho ottenuto qualche
risatina da parte sue. E' da poco entrato a provare l'ennesimo completo
e sono le cinque del pomeriggio. In quanto a gusti
è peggio di mio padre.
- Allora come sto? -
mi chiede uscendo.
- Guarda
com'è figo quello. Quello sì che me lo farei
dalla mattina alla sera! - mi giro di scatto e vedo una sottospecie di
commessa stuzzicadente.
La degna compare risponde con un - Del tipo "senza neanche dargli il
tempo di rivestirsi, no?" -
Ma guarda 'ste due #]*&ù£@ !
(Sì, ogni tanto censuro XD ndA)
Le guardo in cagnesco e apro la bocca per parlare ma Ben mi mette la
mano sulla bocca e ridendo mi porta nel camerino con lui.
- Ma hai sentito? -
sussurro stizzita.
- Sì, e sei
verde per la gelosia -
- Gelosa? Non sono
gelosa - dico incrociando le braccia sul petto. Ho voglia di staccarle
la testa a morsi per poi calpestarla e bruciarla ma non sono gelosa.
Ben continua a ridere e mi bacia ma io non mi muovo.
- Almeno mi dici se
sto bene? -
- Preferisco la
camicia nera - dico secca.
- Sei bellissima. E
non m'importa nulla di quella commessa .. ho te -
Stavolta rispondo al
bacio e esco dal camerino mentre lui si cambia. Giuro che se quella
stronza si avvicina, la testa gliela stacco davvero. Eccola che arriva,
esattamente nell'istante in cui Ben esce dal camerino.
- Ha bisogno di
qualcos altro? - chiede lei con la voce melensa. Adesso sì,
sono verde. Ben mi abbraccia e mi dà un bacio sulla tempia.
- No, grazie. Ci pensa
la mia ragazza - Tiè, brutta stronza! E' stato duro
trattenersi dal dirglielo davvero.
- Adesso usciamo, ti
prego - gli sussurro e ridendo mi dice di aspettare.
Lo guardo mentre
rimette la giacca al posto e mi viene da pensare che ci deve essere
qualcosa sotto a tutta questa fortuna. Proprio quando tutto andava a
rotoli è arrivato lui. Mi ha presa, salvata ed è
bello, dolce, sexy. Tutto quello che ho sempre desiderato. E me lo
tengo stretto, cavolo se me lo tengo stretto.
Quando arriviamo a
casa lui non scende e mi vado a sedere sulle sue ginocchia passandogli
le mani fra i capelli.
- Adesso non ci
vediamo per due giorni? - gli chiedo.
- Tre - mi risponde e
mi bacia.
- Ce la farai senza di
me? -
- Non lo so .. - mi
sussurra mentre mi accarezza la guancia.
- Già non
vedo l'ora che torni - gli dico e lui mi bacia mentre apre lo
sportello. Io scendo e mi rimetto in ordine.
- Ti chiamo io,
dolcezza - mi dice facendomi l'occhiolino e va via.
Possibile
che già voglio che torni? Questa si chiama assuefazione .. o
forse sto iniziando a provare qualcosa di più. Chi lo sa.
Uh, magari sono un pò in ritarderrimo, ma mi perdonate,
veeero?
E' che tra scuola e teatro proprio non riesco neanche a respirare. Non
vedo l'ora che arrivi agosto per riposarmi davvero,, Poi per giunta me
ne esco con questo schifo di capitolo, sorry. Qua Edith invece si
dà alla pazza gioia, beata lei. Sappiate che tanto sono loro
che
hanno vita proprio, quindi se fa schifo prendetevela con loro. Anzi vi
allego i loro numeri di telefono (seeeeH, ve piacerebbe, eh? Pure a me
XD). Okay, la smetto di dire scemenze ma è colpa della
scuola. E
della mia Pazza Inter che è in finale *__*
Ora vi lascio davvero ai commenti che devo vedermi "Il Cacciatore Di
Ex" *ottioGerard*
Grazie comunque a tutte, anche chi non commenta - anche se mi farebbe
davvero piacere che lo faceste tutte :D
Summerbest:
caVa!
Naaah, non ti preoccupare per il capitolo saltato ^^ Ma
quanti
complimenterrimi!! Dovrei riempire la pagina di Grazie, ma non
basterebbe comunque a ringraziarti davvero. Mi fa un piacere infinito
sapere che le cazzate che partorisco possono far provare qualcosa a
qualcuno - qualsiasi sensazione sia. Spero ti piaccia anche questo! Un
bacione grande!
Hey There Delilah: Aaah,
non ti preoccupare neanche tu ^^ Sono contenta che sei
tornata,
però ;) Per quanto mi riguarda potresti continuare a dire
all'infinito che Ben è troppo meraviglioso *.* Lo adoro
troppo!
E gli intrecci,, beh .. continua a seguire XD
Ps anche a me la scuola sta facendo dannare, ti capisco -.-
Un abbraccio forte, forte!
romina75: Carissssima!
grazie ancora!! Io sono follemente innamorata della mitologia greca -
infatti il mio cartone preferito in assoluto è Hercules XD
E'
stato più forte di me, metterla! Dek e Natalie .. Mah, chi
lo sa
;) Hehe Un bacione grande, spero ti sia piaciuto questo capitolo un
pò sdreuso!
sappir_ama_ben: Macciaoo!
Ah,
sono troppo contenta che ti sia piaciuto questo capitolo!! Mel .. che
ci possiamo fare? Fa il papà geloooooso, ma è
anche
normale un pò, no? XD Grazie per i complimenti sulla scena
del
bacio, ci tengo davvero parecchio a quel momento e sono contenta che
riesca ad arrivare bene a chi legge! Spero ti sia piaciuto anche
questo! Un bacio
Ps Pazza Inter, per sempre ;)
dod: Tesorooo!
Ma chi te l'ha fatto fare a rileggere sta schifezza e recensirla pure!
.. So già quello che stai dicendo allo schermo del computer,
okay, sto zitta :) Non sai il piacere che mi fa vedere una recensione
da te, che sai il bene che ti voglio e l'amore incondizionato e
spassionato che ho per quello che scrivi, per come scrivi, per tutto.
*.* e poi non è che non ti credo, è che
sei stata
condizionata negativamente da quelle due pazze - che corrispondono al
nome di Sarè e Fede. Che poi si capisce che sono Alex e Nat,
no?
XD
T'adoro troppo. Ma davvero troppo! <3 Un abbraccio fortissimo,
non vedo l'ora di risentirti che mi manchiiii!
Enris: Cara,
grazie per i
complimenti *.* che mondo sarebbe senza Mel, eh? XD Marò, ce
lo
vedo troppo a fare così con i figli, non so
perchè! E'
uno dei personaggi che più adoro, davvero. Adesso ogni volta
che
lo vedo in tv lo chiamo "Papy" XD Ma non sono mai stata una persona
troppo normale, non ci fare caso. Spero ti piaccia anche qui ;) Un
bacione!
Uuuuh, That's It. Se avete dato di stomaco, contattatemi che vi
risancisco. Love You,
Rak.
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Capitolo 7 *** you make me wanna ***
10. Prima Volta
portami dove si vola;;
-you make me wanna- (*)
*Dopo tre giorni*
Prendo il
cellulare e leggo il messaggio.
<< Sono
appena atterrato, stanco morto. Ci sentiamo domani che non vedo l'ora
di vederti. Un bacio, dei nostri>>
Mi ritrovo a fissare
sognante lo schermo del cellulare. Finalmente è tornato, non
ce la facevo più a sentirlo così lontano. E
adesso devo addirittura aspettare domani per vederlo. Mi sposto un
pò per vedere l'orario sulla sveglia. Le 20:20 e sono sola a
casa, se non contate papà chiuso nello studio a scrivere.
Natalie è
da sua madre e
Derek .. non so dove sia finito, sinceramente. Mi alzo dal letto e
decido di andare a preparare qualcosa da mangiare, giusto per non
restare digiuna. Apro il frigo ma non c'è niente che mi
stuzzichi. Poi apro il congelatore e tiro fuori il gelato. In quattro
in casa e il gelato è ancora intero? Bè, buon per
me.
Neanche a dirlo in televisione è la desolazione
più
totale. Una scatola piena di idioti. Mi alzo e rimetto il gelato al suo
posto, era stato un attimo di fame nervosa. Mentre sto per salire di
nuovo le scale e magari mettermi un pò a studiare, ho un
lampo
di genio. Avete presente quando si accende la lampadina? Esatto. Ben mi
ha detto che è stanco, e che va a dormire, quindi figurati
se lo
sveglio andando da lui e suonando il campanello. Ma .. Mi fiondo sulla
mia borsa e inizio a cercare. Il giorno prima di partire siamo andati a
fare il doppione delle sue chiavi di casa. E non mi ricordo di
avergliele restituit - Eccole! Le prendo in mano e mentre gioco con il
metallo freddo rifletto. No, non posso. Dai, aspetto domani, mi dico e
faccio due scalini. Anzi, vado! Posso farlo, e voglio, soprattutto.
Salgo di corsa al piano di sopra senza mollare le chiavi e busso.
- Papà,
esco -
- Non fare tardi -
- Ehm .. Okay - gli
dico. Dite che il fatto che stasera non ho intenzione di tornare
è un problema? Sì, tecnicamente credo anche io di
sì. Ma quando si vive tre giovani ed un adulto, di solito si
riesce a fregarlo.
<< Sono
uscita e naturalmente papà crede che torni. Sapete cosa
fare, mi raccomando>> scrivo e invio a Natalie e Derek
mentre mi infilo la giacca.
Entro in macchina e
controllo di nuovo il telefono, 2 messaggi.
Da Derek:
<< Okay, opterò per il solito>>
Da Natalie:
<< Vai Edith! Mi raccomando fai la brava, anzi no. E
salutami Ben. Ti adoro<3>>
Sorrido e lascio
cadere il cellulare nel sedile accanto al mio mentre giro le chiavi per
accendere la macchina. Cavolo, e come lo spiego che la macchina non
c'è? Esco a piedi, non farà mica caso che non ho
preso il Suv? Prendo la mia roba e scendo ma dopo quasi cinque minuti
mi squilla il telefono. Papà.
- Perchè
non hai preso la macchina? - mi chiede.
- Avevo voglia di fare
due passi, che male c'è? - bella scusa.
- Ah, okay. Senti, hai
preso le chiavi? Che io vado a dormire -
Perfetto, davvero
perfetto. Quando papà si addormenta non lo svegliano neanche
le cannonate e non si accorgerà che non rientro.
- Certo che ho le
chiavi. Dai, ci vediamo domani -
- Perchè
domani? - chiede prima di riagganciare.
- Perchè ..
perchè stai andando a dormire e domani verrò io a
svegliarti -
E l'ho anche convinto!
Alla faccia
di Gerard che continua a sostenere che sono una pessima attrice. In men
che non si dica sono sotto casa sua, immobile davanti alla porta.
Cavolo, sono arrivata fino qui.. adesso finisco. O no? E se non
è ancora tornato? Guardo l'orologio: l'aeroporto
è a un
quarto d'ora di macchina da qui e sono le nove passate. Sì,
è in casa. Con molta calma infilo le chiavi nella toppa e
lascio
che facciano due giri completi. Entro nella casa buia e chiudo la porta
alle mie spalle. Accanto alla porta noto il trolley e sì,
è tornato e si è anche preparato un panino. Sto
facendo
luce con il cellulare perchè ho paura di svegliarlo
accendendo
qualsiasi tipo di lampadina. Spero solo di riuscire a trovare camera
sua sana e salva e di non inciampare in nulla. Riesco a salire le scale
e, ancora intera vago per il corridoio. Vado verso la prima porta
aperta e .. ci ho preso al primo tentativo, bene! Entro
e spengo
il cellulare, mentre mi chiudo la porta alle spalle. Ormai gli occhi si
sono abituati al buio e riesco a distringuere il suo profilo, bello
come non mai quando dorme. Mi avvicino e mi siedo sullo sgabello
accanto al letto. Non mi va di svegliarlo adesso, è stanco
perchè altrimenti non sarebbe crollato così
velocemente.
Mi sfilo la giacca e appoggio la borsa a terra, cercando di fare il
minor rumore possibile e lui non si muove. Poi mi alzo dallo sgabello e
con molta calma alzo la leggera coperta che si è gettato
addosso. Fa una piccola smorfia e un verso ma non si muove. Mi sdraio
accanto a lui che inizia a muoversi, ma neanche un attimo dopo
è
già beatamente fermo. Mi accoccolo accanto a lui e inizio a
passargli il dito sul volto, come a voler disegnare questi lineamenti
che hanno il potere di togliermi il fiato ogni volta. Il mio indice,
dalla tempia scivola sullo zigomo per poi arrivare al mento e
disegnarne più marcatamente la fossetta. I miei occhi
seguono
ogni movimento, mentre il dito passa ad accarezzare la labbra e a fare
i contorni del naso. Lui si muove e fa un'altra smorfia mentre gli
sfioro lo zigomo. Quando mi avvicino un pò di più
e metto
la mia gamba sulle sue e lui apre gli occhi, con calma.
- Edith .. - sussurra
- sei tu? -
- Shh - faccio per
zittirlo mentre il dito va ad appoggiarsi sulle sue labbra.
- Mi sono dimenticato
di richiederti le chiavi, vero? - sussurra ancora dopo aver chiuso gli
occhi. Poi mi mette il braccio intorno al fianco e mi stringe a lui
ancora di più.
- Devi dormire - gli
sussurro mentre sento la sua mano che sale sotto la maglietta e arriva
al reggiseno. La mia mano gli va ad accarezzare la schiena mentre sento
che sta per addormentarsi di nuovo.
- Baciami - mi
sussurra ad occhi chiusi e non vedo l'ora di realizzare questo suo
desiderio. Gli inizio a mordicchiare il labbro inferiore per poi
sentire come con il braccio mi tira sè. Sempre
più stretti.. il suo petto al mio, il mio bacino al suo, le
gambe ancora più intrecciate.
- Baciami - sussurra
ancora e le nostre lingue si incatenano nella danza più
bella che si potesse inventare. Quando ci separiamo i nostri nasi
continuano a sfiorarsi e assaporo sempre di più il suo
profumo, che è solo suo. Un profumo che non mi
abbandonerà mai, lo so. Poi il suo sapore, i suoi baci, il
modo in cui le sue mani scivolano su di me, quando le sento dovunque e
vorrei che non smettesse più.
- Non andartene via -
mi sussurra.
- Non vado da nessuna
parte - gli dico stampandogli un bacio sul naso e lo vedo sorridere. E'
il mio uomo, diamine. Ed è perfetto.
Non so cosa mi ha
fatta svegliare. Cioè vorrei avere la forza di aprire gli
occhi e scoprirlo. Okay, è una mano e mi sta accarezzando la
coscia. Un attimo. Chi c'è nel mio letto? Forza Edith, apri
gli occhi! No, non ce la faccio. Fermi tutti! Ma .. Okay. Il criceto ha
iniziato a camminare e direi che ne vale la pena di aprire gli occhi.
Lo faccio lentamente, voglio assaporarmi la scena. Li schiudo di appena
un millimetro e mezzo, con uno sforzo immane, e trovo due occhi color
cioccolato che mi scrutano maliziosi. Non so come, riesco a sorridere e
ringrazio di non essere debole di cuore o sarei già
trapassata. Sento la sua mano salire sempre di più fino ad
arrivare al bordo del pantalone, si avvicina ancora un pò e
mi inizia a sfiorare con il naso, a occhi socchiusi.
- Hai scelto proprio
il momento perfetto .. non riesco a tenere gli occhi aperti - riesco a
bisbigliare e lui sorride mentre inizia a baciarmi sul collo. La mia
mano finisce tra i suoi capelli e gli metto la gamba a cingergli il
fianco. I baci sul collo continuano e quanto adoro le sue labbra.
Quando veramente credo che potrei morirci in questo letto per quanto mi
sta facendo impazzire, si stacca e sposta la mia gamba. Si mette in
ginocchio sul letto e si inizia a riallacciare la camicia bianca che,
con taaaanta pazienza, avevo accuratamente sbottonato. Lo guardo con
gli occhi sbarrati.
- Vado a preparare la
colazione - mi dice sedendosi sul letto e dandomi le spalle.
- Non credo proprio -
gli rispondo impedendogli di alzarsi, mettendomi in ginocchio e
abbracciandolo da dietro, mentre inizio a baciarlo sul collo. Lui
abbandona la testa dall'altro lato e mi passa una mano dietro alla
coscia.
- La signorina
è sicura che non desidera niente in particolare? -
bisbiglia. Adoro quando fa così.
Mi avvicino
all'orecchio e gli sussurro - Te -.
A questo punto si alza
e mi prende la testa fra le mani semplicemente fissandomi negli occhi.
Poi si avvicina con calma e prendiamo a baciarci come non abbiamo mai
fatto. Io mi inizio a sdraiare e lui sopra di me. I vestiti scivolano
via che è una meraviglia, anche se credo che poi due bottoni
devo ricucirli, ma chissene. Il modo in cui mi sorride, mi bacia, mi
vuole, mi sfiora. Non credo che riuscirò a dimenticare tanto
facilmente questa mattinata. Quando poi diventa mio, mio davvero,
lì lo stringo forte quasi a volergli imprimere i
polpastrelli delle mie dita sulla schiena. E poi la scena si ripete, e
si ripete ...
Sono sdraiata su di
lui e passo il
dito sul suo petto, come a voler disegnare qualcosa, come ieri sera.
Lui mi accarezza la schiena e mi dà un bacio fra i capelli.
Avevo fantasticato su questo momento, lo ammetto. Ma lui riesce a
rendere più magico qualsiasi istante. Poi mi ricordo di aver
spento il cellulare ieri sera, e forse è meglio sapere
com'è andata con papà.
Tendo la mano a
prenderlo sul comodino e lo accendo. Due messaggi.
Derek <<
Nat ha fatto credere a papà che sei a correre. Quindi vedi
di tornare sudata e con il fiatone. Non credo per Ben sia un problema,
no?>>
Ben legge insieme a me
e ci mettiamo a ridere mentre apro il messaggio di Natalie.
<< Okay,
Mel crede che sei a fare jogging e dato che le tue scarpe da tennis
erano per le scale, le ho nascoste nel tuo armadio. Sicuro non ci
entrerà mai a meno che non voglia girare il sequel di
Apocalypto. T'adoro e non fare la brava. Divertiti
troppo>>.
Che trio, gente. Non
finisco ad appoggiare il telefono che inizia a squillare.
- Uhmmm - mi lamento
mentre lo prendo di nuovo in mano.
- Edith - la voce
squillante di Natalie mi perfora un timpano, sono sicura che la sente
anche Ben.
- Che c'è?
-
- Che stavi facendo? -
- Mhh.. niente - dico
mentre Ben inizia a baciarmi intorno all'ombelico. Cerco di non ridere
per il solletico e la sua finta faccia da pervertito.
- Sei con Ben? - dire
che il tono è malizioso è dire poco.
- Mh -
- Se era un
sì, scommetto che hai cavalcato la giostra fino ad un
secondo fa .. - la solita Natalie.
- Mh, mh - I
monosillabi sono dettati dal fatto che Ben è arrivato al
collo. La giostra sta per ripartire, direbbe Natalie.
- Bravaaa! - urla e
Ben cerca di sfilarmi il cellulare dalla mano mentre urla <
Dille che abbiamo ancora un altro bel pò da giocare>
- Quando arrivi a casa
ricordami di darti la pillola. Intanto avverto Alex e stasera si
festeggiaa! - sento e poi riaggancia. Rimetto il telefono sul comodino
e resto a fissare questi due occhi fantastici che mi guardano dall'alto.
- Sei bellissima - mi
dice.
- Tu di più
- rispondo e con le mani avvicino il suo volto al mio e lui si
abbandona sopra di me.
- Ah, Ben - gli dico
allontanandolo un attimo.
- Che
c'è? -
- Riguardo i detti
sugli inglesi .. - gli dico maliziosa mentre lo riavvicino a me.
- Sono una enoooorme
cazzata - aggiungo sussurrando al suo orecchio e lui mi morde sul collo.
- Sono contento che ti
sei ricreduta - mi risponde - ma non sei del tutto sicura sono qui per
chiarire ogni dubbio - e mi bacia. Ma stavolta sembra quasi volermi
mangiare. Sì, di questo passo mi farà impazzire.
Rientro a casa di
soppiatto, sperando che nessuno mi senta voglio sgattaiolare
immediatamente sotto la doccia. Arrivo davanti alla porta e tiro fuori
le chiavi con una calma inaudita ma non riesco ad infilarle che la
porta si apre.
- Brutta stronza!
Volevi rientrare senza che nessuno se ne accorgesse? -
- Senza raccontare
ogni minimo dettaglio? -
Alex e Natalie, se ve
lo state chiedendo. Anche se so che si è capito.
- Zitte! - dico e
entro chiudendomi la porta alle spalle.
- Sono le due, cosa
diavolo avete fatto? - mi chiede Alex.
- Vuoi che ti faccia
un disegnino? - le dico mentre inizio a salire le scale.
- Era una domanda
retorica, voglio sapere ogni cosa -
- Zitte! Che anche i
muri hanno le orecchie qui dentro! - dico entrando in camera e le due
fanciulle si sdraiano sul letto.
- Derek e Mel sono
fuori. Dai, parla - Natalie mi guarda con la faccia da "Te l'avevo
detto che gli inglesi sono meglio"
- Niente, che devo
raccontare? - dico uscendo dalla stanza con loro due che mi vengono
dietro.
- Dicci
com'è Ben, almeno! - sento prima di chiudermi in bagno.
- Quale dei due Ben? -
chiedo maliziosa.
- Come qual- Edith! -
Natalie ha afferrato il concetto e anche Alex ma lei vuole sentirselo
dire e fa la finta tonta.
- Quale altro Ben? -
mi chiede.
- Ben ci sa
fare .. e Big Ben anche - rispondo prima di entrare nella doccia e da
fuori la porta parte un coro all'unisono << Non ci
credoooo! L'hanno davvero chiamato così?>>. Eh
sì, davvero così.
(*)
Il titolo è per una canzone dei Blue che adoro da morire;
questa è la canzone che mi è ha fatto avvicinare
a loro *.* Sì, lo so che ho 19 anni .. ma li amo
comunque, sempre di piùùùù!
--> You
Make Me Wanna - Video <3
Anche questa volta ci ho messo un pò. Sorryyyy! E' che a
quasi un mese dall'esame non ti danno neanche il tempo per respirare.
Non vedo l'ora di uscire da questa scuola e andarmene a studiare
nell'unica città che sento MIA davvero .. Roma <3
Vabè, lasciamo stare i fatti miei che non interessano a
nessuno.
Finalmente la fanciulla e il fanciullo hanno consumato, bè
era anche ora no? Cioè, come si fa a resistere ad un tipo
del genere? Non si può, appunto. Non mi chiedete da dove
è uscito quel "Big Ben" che non lo so neanche io XD
illuminazione alla Dottor House < Sì, ogni tanto mi
capitano ;) >
Okay, adesso è arrivato il momento di rispondere a tutti gli
angeli che perdono un pò del loro tempo a scrivermi
qualcosina *belle voi*.
romina75: Ma
io Manfredi lo adoro! Uno dei miei libri preferiti è "Idi di
Marzo"! Gerry, bè, lo sai che lo adoro e la Aniston
è fantastica! L'Inter è un amore che non
tradirò mai e i Green Day poi .. una leggenda! HAhahAh mi
dispiace per tuo marito! XD le tue recensioni mi riempiono sempre di
gioia, davvero. Non puoi capire quanto! E poi, ti sei innamorata? E'
uno dei complimenti più belli ^^ Spero ti sia piaciuto anche
questo! Un bacioneeeeee :* Alla prossima!
Summerbest: Ciao!
Il tuo tifo ha fatto bene, vedi? Direi che sono ripartiti
più che alla grande ;) Adddoro tutti i tuoi millemila
commenti, perchè significa che ti hanno colpito davvero
*sorridecomeun'ebete*
Se avessi il telefono di Ben .. cioè, non lo so che farei
HAhAhAHHA :D Spero ti piaccia anche questo!
Un Abbraccio forte forte!
Enris: Carissima!
Hehe sì i suoi complimenti sono stati .. sinceri, diciamo
così! E l'amore .. bè, diciamo che se ne inizia a
sentire l'odore.. chissà! *occheinonparlopiù*
Mi auguro che piaccia anche a te questo capitolo *.* Un bacione!
sappir_ama_ben: Eiii!
oooh, quanto sono contenta che ti piacciano i miei piccioncini e come
vedi i tre giorni lontani hanno portato solo bene ;) Sai, ho sempre
paura a scrivere di Ben. Cioè, vedo sue interviste di
continuo ma ho paura che non riesca ad arrivare davvero .. non so. Ti
ringrazio ancora per i complimenti sulla storia, mi fanno TROPPO
contenta! Sono curiosa di sapere cosa pensi di questo capitolo! Un
bacione, alla prossima!
sarè: more
mio, fantastico! Ce l'hai fatta ad aggiornare e sono troppo contenta
per te.. quasi non ci credevo! XD tu sei pazza ad amare così
tanto questa storia -.- e pazza ancora di più a recensire
ogni volta. ^^
Finalmente mi hai aiutato a partorire la nuova storia, sempre con
Bennuccio, speriamo vada bene. - Oddei, ci vorrebbe un applauso alla
mamma di Ben, che senza di lei non avrei mai scritto così
tanto -
T'amo more mio. Everyday more.. e Grazie ancora per tutto, per ESSERCI
SEMPRE soprattutto. Non finirò mai di dirtelo. Un abbraccio
forte forte .. di quelli che se ne fregano dei km che ci separano!
<3
Adesso, direi che è ora di andare! Un grazie anche a tutte
le persone che leggono solamente e inseriscono la storia fra
preferite/seguite/ricordate. GRAZIE.
Ah, se recensite mi fa ancora più piaceeeeeeeere *.*
Alla prossima, spero presto.
Rak.
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Capitolo 8 *** why don't u believe me? ***
portami
dove si vola;;
-
why don't u believe me? -
- Andiamo semplicemente a
fare un giro, allora. Daiii - dico a Ben al telefono. Oggi ha da fare e
ci
possiamo vedere solo per poco.
- Va bene, tesoro. L'importante è che posso stare con te -
Ma quanto lo adoro? Tanto, ci potete giurare.
- Allora, dato che non devi prepararti mezz'ora e sono da te - mi dice
e senza
darmi il tempo di parlare riaggancia. Bastardo!
Siamo via tutto il pomeriggio a passeggiare, parlare e mangiare.
Stavolta, incredibile
ma vero, almeno il gelato me lo fa pagare. Poi sono io a voler svoltare
tutto.
- Andiamo da me? - gli chiedo. Sì, sono sfacciata e
sì, mi è piaciuto.
Vorrreste anche voi ripetere tutto, fidatevi.
- Casa vuota? -
- Forse. Possiamo tentare -
- Allora, andiamo - mi dice prima di baciarmi. Oooh, Yeah.
In men che non si dica
siamo scesi dalla macchina e trovo facilmente le chiavi in borsa.
- Casa dolce, casa - dico entrando e spalancando la porta.
- C'è nessunoooo? - urlo. Il deserto dei Tartari qui dentro.
- Natalieeeee! - Okay, non c'è.
- Dereeeek! - Non c'è neanche lui. Saranno andati
all'università, ma stanno
sicuramente per rientrare data l'ora. Mi giro e vedo Ben che
dà l'ultimo tiro
alla sigaretta e la getta via per poi chiudere la porta.
- Soli? - chiede.
- Sì - dico baciandolo.
- Quanto mi dispiaaace - mi risponde sorridendo e, prendendomi in
braccio mi
porta sulla poltrona.
- Non so per quanto ancora però - gli dico a malincuore. Lui
si alza e continua
a guardarmi mentre resto sdraiata sul divano.
- Ci vediamo qualcosa? - mi chiede e mi alzo.
- Aprì lì - gli dico indicando una parete.
- Lì? - ripete fissando il punto che gli ho indicato.
- E' scorrevole, vai -
Ben va verso la parete e rimango a guardarlo invece di andare in
cucina. Voglio
vedere la sua reazione.
- Oh, Dio .. - dice sconvolto mentre passa la mano sui dvd. Mezza
parete,
tappezzata di dvd. Ordinata in ordine alfabetico dalla sottoscritta. Ci
vuole
la scaletta per arrivare all'ultimo ripiano e sono messi su due file.
Inutile
dire che papà va sempre a cercare quello sbarcato dietro a
tutti e fa un
casino. E io a rimettere in ordine.
- Quanti sono? - chiede girandosi verso di me.
- Tanti, collezione di una vita di papà. Quando mamma ha
detto che dopo il
divorzio voleva la metà ho visto papà sbiancare -
- Posso capire -
- Ora, datti alla pazza gioia per scegliere. Vado a preparare i pop
corn - gli
dico lasciandolo in estasi davanti alla parete. Fa lo stesso effetto a
chiunque. Dieci minuti dopo sono davanti alla tv spenta e Ben
è seduto a terra
con 4 dvd davanti. Non si deciderà mai. Mi vado a mettere
dietro di lui, a terra
e lo abbraccio da dietro dandogli un bacio sul braccio.
- Ce la farai? - gli chiedo.
- Ci sono quasi - mi risponde mentre continua a fissarli.
Adesso vi faccio vedere come con quattro parole lo faccio alzare.
- Io vado in camera - dico alzandomi e senza voltarmi inizio a salire
le scale.
Lo sento dietro di me che sale le scale a due alla volta. Appena
capisco che è
vicino lo giro e lo abbraccio.
- Uh, così sono alta come te! E non provare a ricordarmi che
sei su uno scalino
più giù -
Lui ride poi prende il mio volto fra le mani e mi bacia. Rischiamo?
Massìì. Gli
afferro la maglietta e senza scollare le labbra finiamo di salire gli
ultimi
scalini. Apro la prima porta che trovo, non importa se è
camera di Der- Oh,
padre.
- Che state facendo?! - l'urlo mi esce spontaneo. Il letto è
già occupato. Da..
no, non ci posso credere.
- Edith, te l'avrei detto - mi dice la ragazza, scollandosi da mio
fratello.
Sì, è ancora vestita.
- Ma.. lui.. tu.. oddio. - non so che dire, davvero.
- Noi togliamo il disturbo - dice Ben passandomi un braccio attorno
alla vita e
portandomi fuori. Appena si chiude la porta lo guardo a bocca aperta.
- Ma loro due? - mi chiede.
- Prima sì. Io.. non me l'aspettavo! - riesco a dirgli e lo
bacio.
- Torniamo giù? Che bastano loro a rischiare che torni
papà -
Ben annuisce e poi mi prende fra le braccia per portarmi di sotto. Non
vedo
l'ora di fare una bella chiacchierata con Natalie.
- Ma fra loro due com'è andata? - mi chiede una volta di
sotto e torna a
concentrarsi sui film.
- Sono stati insieme parecchi anni .. io la adoro, davvero. Ho sempre
creduto
che fosse perfetta per mio fratello, anche troppo. Viaggiavano insieme,
facevano tutto insieme. Poi lui l'ha lasciata di punto in bianco. Senza
un
motivo apparente -
- Da stronzo -
- Abbastanza. Lei c'è stata davvero una merda e non credevo
che .. Mah, l'amore
-
- E' cieco e folle - aggiunge lui e mi sventola davanti un dvd.
- Bastardi Senza Gloria. Romantico - gli dico sorridendo mentre
inserisce il cd
nel lettore.
- Non possiamo rischiare dato che il capo sta tornando - mi dice
tornando a
sedersi accanto a me. Io metto le mie gambe sulle sue e mi appoggio al
suo
petto, mentre sento il suo mento appoggiarsi sulla mia testa. Sentire i
battiti
del suo cuore è una cosa che potrei fare per
l'eternità.
Mezz'ora e qualche < adesso vomito> da parte mia, torna a
casa papà. Ben
scatta in piedi e quasi scoppio a ridere.
- Ben, Edith - ci saluta.
- Ciao papi - lo saluto sorridendo.
- Io .. vado -dice Ben e si incammina verso la porta.
Saluto Ben, sotto lo sguardo vigile e attento di mio padre -stile
occhio di
Sauron- e vado di sopra. C'è qualcuno che deve spiegarmi
qualcosa.
La porta è ancora chiusa.
Ma dai, mica staranno davvero..? Rischiamo, via.
La apro e trovo Nat sul letto a pancia in giù che sgambetta
felice. Sì, è
sempre vestita. Più o meno.
- Dov'è Dek? -
Lei mi guarda e indica il bagno in camera.
- Non è che esce nudo? DEK, SONO IN CAMERA, COPRITI -
Avverto, per sicurezza.
Vero, è mio fratello, ma.. oh, un po' di pudore.
Mi siedo sul letto accanto a lei. - Vorresti spiegarmi, cortesemente? -
Lei apre la bocca per parlare, ma Derek esce dal bagno e si interrompe.
- Fuori
di quì, ORA - Gli intimo, e lui alza le mani.
- Come siamo isteriche oggi! Che c'è, Big Ben ha fatto
cilecca? -
Socchiudo gli occhi fulminandolo. - Ti piacerebbe! - Dico, tirandogli
una
pantofola. Che mira!
- Va bene, me ne vadooo! - Chiude la porta.
Torno a guardare Natalie.
- E' successo e basta. Il giorno che sei andata via tutta la giornata
con Ben..
beh, abbiamo parlato. -
[ Natalie's POV;;
Guardo dalla finestra Edith salire in macchina con Ben. Sorrido. Sono
proprio
una bella coppia.
Bene. Una bella giornata tutta da sola, nella più totale
tranquillità e
assoluta spensierate- < Buongiorno>
Mi giro di scatto e vedo Derek. Una morsa mi attanaglia lo stomaco. Mi
ero
completamente dimenticata di lui.
< 'giorno> Gli passo davanti diretta in cucina e mi siedo
a tavola.
Qualche secondo dopo lui mi raggiunge, imitandomi.
Verso i cereali nel caffèlatte con aria indifferente,
cercando di pensare ad
altro. Per esempio.. Ed. No, lui no. Uhm..
Derek fa un colpetto di tosse attirando la mia attenzione, e mi rivolge
un
sorriso imbarazzato. La tensione è palpabile.
< Come.. come stai?> Mormora, gentile. Faccio spallucce.
< Bene,
grazie. Tu?>
Lui annuisce. < Be- no, in verità non molto bene. Le
cose vanno un po' uno
schifo..> Lascia cadere la frase, ma sta per dire qualcos'altro.
E forse so
già cosa.
< ...senza di te.> Merda. Lo sapevo. ]
- Wow. Hai intenzione di fare sul serio? - Le chiedo, dopo aver
ascoltato
tutto.
Lei fa spallucce. - Non lo so. Non ne abbiamo parlato, ma non credo.
Non mi
fido molto, senza offesa -
- Oh, no, figurati. Sono la prima a dirlo che Dek è uno
squilibrato
inaffidabile. - Sorrido a trentadue denti.
- Già. Così, almeno, non penso a Ed. - Sbuffa
rumorosamente, abbracciando il
cuscino.
- Devo parlargli, prima o poi. Perchè non provi a chiamarlo?
-
- Perchè ho un brutto presentimento. Se non mi ha chiamata
lui fino ad ora...
non c'è molto da immaginare -
- Bastardo d'un Bass. -
Natalie abbassa gli occhi e mi prometto di fare qualcosa, per forza.
- Ashley? -
- Tesoro, da quanto! -
- Eh, lo so. Mi sei mancata tanto -
- Ma tu sei in ben altra compagnia, ho saputo -
Rido, quanto girano veloci le notizie, eh?
- Brava, hai fatto bene. Hai bisogno di qualcosa, dolcezza? -
- Ho bisogno del numero di Ed, l'ho perso -
- Ed? - mi chiede.
- Mr Westwick. E se mi dai l'indirizzo di casa, meglio ancora -
Cinque minuti dopo sono in macchina, in viva voce con Ben.
- Ma sei sicura? - mi chiede.
- Al duecento per cento - e inserisco l'indirizzo nel navigatore.
- Ci sentiamo più tardi? - mi chiede capendo che ormai sono
partita.
- Certo -
- Fai la brava -
- Vedremo, Ben -
Mi schiocca un bacio e riaggancia.
In poco tempo sono sotto casa di Ed e con il dito sul campanello penso
al fatto
che alla fine non so neanche cosa dirgli. L'ispirazione
verrà sul mom-
- Ciao -
Due occhi celesti mi fissano. Non è possibile.. Edith, non
correre a
conclusioni affrettate.
- Cercavo .. Ed - riesco a dire ma nel frattempo lui compare alle
spalle di
lei.
- Edith! Jess ti ricordi di lei? -
Lei mi guarda ma fa cenno di no con la testa.
- Meredith Gibson - dico sorridendo.
- Aaaaah, adesso ricordo -
Sospettavo.
- Ed, potrei parlarti un attimo? Da solo - aggiungo poi guardando
Jessica.
- Tesoro, esco un attimo - le dice e la bacia.
Alla faccia delle conclusioni affrettate! Ci ho visto più
che bene. Appena la
porta si chiude gli tiro uno schiaffo sul braccio.
- Sei uno stronzo! - gli dico e lui si passa una mano sul braccio.
- Ahio! Che c'è? -
- Che c'è?? - chiedo isterica.
- Sì, ti ho chiesto cosa c'è -
- Io te lo taglio quel coso - dico minacciosa e lui si mette
una mano sul
cavallo dei pantaloni.
- Dato che rischio la castrazione, mi spieghi cos'è
successo? -
Faccio paura, davvero, allora! Gene ereditario di papà,
grazie.
- Sei stato con Natalie. Non una sola volta, a quanto so. E poi sei
scomparso
nel nulla. Non dico che dovevi sposarla .. ma una chiamata, qualcosa -
- Ho fatto il mio dovere - mi dice con il suo cipiglio.
- Che dovere, Ed? -
- Hai detto che dovevo consolarla, che ero il tipo perfetto per farlo.
Ho fatto
solo quello che mi hai detto -
Mi trattengo dal mettermi ad urlare in mezzo alla strada.
- Tu sei scemo! Secondo te potevo chiederti una cosa del genere? -
- Cosa potevo saperne che stavi scherzando? -
- Mah .. Aaargh - faccio e mi giro mettendomi le mani fra i capelli. Ma
si può
essere più .. idioti?
- Senti, non è colpa mia. Io sto con Jessica, punto - mi
dice facendomi voltare.
- Fai quello che vuoi, Ed. Quello che vuoi. Ma sappi che Natalie ci sta
male
- gli dico e scrollo il braccio per liberarmi dalla sua
presa. Lui mi
guarda con gli occhi socchiusi e si rincammina verso la porta.
- Se Natalie sta male è colpa tua, Edith. Alla prossima - mi
dice aprendo la
porta e sbattendomela in faccia.
Cazzo, solo i casini so combinare. Anzi, non sono io che combino casini
.. sono
gli altri che fraintendono. Che colpa ho io se questo cretino capisce
fischio
per fiasco? Chiamo Ben e gli racconto tutto, parola per parola.
- Piccola, adesso respira -
- Sto respirando, ma questo non mi calma -
Sto andando a 90 all'ora senza fare caso a precedenze, né
niente del genere.
- Vengo da te? - mi chiede.
- Non ti preoccupare - gli dico.
- Sicura? -
- Sì, Ben, grazie. Ci sentiamo - riaggancio senza neanche
sentire la sua
risposta. Sono troppo incazzata, davvero. Una delle persone
più importanti
della mia vita sta male e la colpa è anche mia.
Scendo dalla macchina e sbatto lo sportello. Tiro fuori le chiavi dalla
borsa
con le mani che quasi tremano.
- Sei una stronza! - l'urlo sovrumano di Natalie mi investe in pieno
viso.
- Cosa urli, Nat?- li chiedo.
- Ho parlato con Ed -
- Che telepatia! Proprio adesso dovevi chiamarlo? - le dico.
- Continui a fare la stronza, eh? Mi ha detto tutto - urla e si
affaccia mio
fratello in cima alle scale.
- Tutto cosa? Lo stronzo in questa storia è lui! - dico
cercando di farla
ragionare ma è livida per la rabbia.
- Mi ha detto che tu gli hai chiesto di consolarmi - dice facendo il
gesto
delle virgolette con le mani.
- Io .. lui non ha capito cosa intendevo io -
- Lui ha capito benissimo! Cosa pensi che basta che uno mi si
scopi che
mi sento meglio?! Credevo mi conoscessi! - mi urla in faccia e sale le
scale.
- Sapevo ti piaceva, volevo ti tirasse su di morale .. non volevo
niente del
genere! -
- Non m'importa, okay? Non m'importa! - mi dice con le lacrime agli
occhi e si
chiude in camera sbattendo la porta.
- Cazzo! - urlo sbattendo il pungo sopra il corrimano. Vedo Derek che
sta per
provare a parlare e lo interrompo con un gesto della mano. Mi vado a
stendere
sul letto maledicendo me e le mie grandiose idee.
Okay, oggi ho fatto
la seconda prova, un bel copia copia e credo di essere andata bene.
Ieri articolo sulla felicità :)
Mi
sono promessa però che prima di iniziare a studiare avrei
aggiornato. e così faccio :D
Spero
vi piaccia questo schifìo! Love you <3
romina75: bè,
neanche io ho mai avuto una sorella maggiore *.* io ho tre
sorelle e un fratello più piccoli di me -.-
ooooh, ma hai anche un bambino! che poi sarebbe il mio nipotino, no?
Hehe
grazie mille che continui a sopportare i miei scleri <3 Un
abbraccio forte, sorella :)
doddola93:
Ma che fine hai fatto?? Mi manchi da morire, Dod, davvero. Mi mancano
le fantastiche chiacchierate con te, dolcezza!
e la meraviglia fra noi due, sei tu! non finirò mai di
ripetertelo! <3
T'adoro alla follia!
summerbest: ma che
ti scusi per i millemila commenti che io li straaaaaadoro! Spero ti
piaccia anche questo di capitolo .. fammi sapere! :) con i tuoi
millemila commenti, ovviamente!
|
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Capitolo 9 *** mi fido di te ***
portami dove si vola;;
- mi fido di te -
Non scendo a cena e spengo il cellulare. Voglio solo capire
cosa le sia preso. Perchè crede a lui e non a me. A luce
spenta rimango a fissare il buio e sto per addormentarmi quando
qualcuno apre la porta. La sagoma di papà è
inconfondibile e vedo la sua manona raggiungere l'interruttore e
accendere la luce.
- Mi sto sciogliendo -
dico mentre mi metto il cuscino sulla testa.
- C'è Ben,
di sotto. Preoccupato perchè non riesce a sentirti - mi dice
e rimane sulla porta.
- Questo implica che .. -
- Devi scendere e andare di sotto. Lo vedo fin troppo preoccupato,
davvero -
Gli sorrido e appena lo raggiungo mi lascia un bacio fra i
capelli.
Supero papà
e rimango ferma in cima alle scale, trovando Ben a parlare con Natalie
che appena mi vede va via.
- Edith, mi
è preso un colpo - mi dice e prendendogli dolcemente la
testa fra le mani, lo bacio.
- Ehm - sento la voce
di papà alle mie spalle. Ci scansiamo e lui finisce di
scendere gli ultimi scalini.
- E' successo di tutto
e di più - gli dico e prendendogli la mano lo porto in
camera per spiegargli tutto. Mi siedo sul letto e lui davanti a me
sulla sedia. Gli racconto ogni singola parola che mi ha urlato Natalie.
- Piccola, vi siete
fraintese. Tornerà tutto a posto - mi dice dandomi un bacio.
- Non credo. Non
è come quando litigate voi ragazzi, che con una pacca sulla
spalla risolvete tutto -
Ben scoppia a ridere e
poi mi prende le mani.
- Edith, lei ti ha urlato quelle cose non perchè non crede
in te .. è perchè è confusa, non sa di
chi fidarsi e quando ha creduto che anche tu le avevi voltato le spalle
le è caduto il mondo addosso. Vedrai che capirà -
Su queste parole sentiamo bussare alla porta e ci voltiamo in
contemporanea, sulla soglia stavolta non c'è
papà, ma Natalie.
- Posso?
- chiede, titubante.
- Certo - rispondo e
Ben va verso la porta.
- Vado a fumare una
sigaretta - annuncia mentre scende le scale.
- Scusa - mi dice
appena Ben esce.
- Io .. ero incazzata
nera. Non ho pensato e .. sono stata troppo impulsiva, scusa -
Vado ad abbracciarla
forte.
- Non ti devi scusare,
tesoro mio. Eri triste ed incazzata .. e anche io. Ti giuro che volevo
castrarlo Ed -
- E' uno stronzo -
aggiunge lei.
- Brava,
così ti voglio sentire - le dico allontanandomi e scoppiamo
a ridere.
Adoro la sua risata, e
adoro ancora di più quel sorriso che le illumina il volto.
- E con mio fratello? - le chiedo chiudendo la porta e sedendoci sul
letto.
- Non lo so ancora,
davvero - mi
dice giocando con un peluche abbandonato sul mio letto.
- Mi dispiace non poterti aiutare, però devi essere tu a
capire davvero cosa vuoi -
Lei mi interrompe con un gesto della mano, accorgendosi dei passi per
le scale.
- Stasera
usciamo. - Fa Ben entrando nella stanza, a braccetto con Derek.
Aggrotto le sopracciglia. Da quando in qua se la fanno insieme? Mah.
- Sì. Ho i
pass per il priveé del Dalila, ci divertiremo da morire! - E
io che credevo di stare sola con Ben. Vabbè.
- In tal caso, mi sa
che dobbiamo fare visita al tuo armadio, Edith. Il Dalila è
pur sempre il Dalila. -
Ovvero, il locale
più importante della zona. Frequentato da gente altrettanto
importante. Incontro sempre Ash e Chace, lì.
- Uh, sì!
Vieni, ho un vestito da farti vedere.. l'ho comprato l'altro giorno! -
Dico sorridente a Nat, che mi segue con gli occhi luccicanti, sotto gli
sguardi esasperati dei nostri due uomini.
- Avete due ore di
tempo. Credete di farcela? - Mi urla Dek mentre apro le ante
dell'armadio a muro.
Guardo Natalie e
scoppiamo a ridere. - Vedremo! -
Dai, siamo state
puntuali. Due ore e ventidue minuti. Considerando che abbiamo dovuto
fare tutto, dai capelli al trucco, siamo pure in anticipo.
- Okay. Abbiamo
rivisto tre volte Balla Coi Lupi nell'attesa ma devo dire che ne
è valsa la pena.. - Fa Ben, venendomi incontro. Mi bacia
all'angolo della bocca.
- Scemo! - Gli do uno
schiaffetto sulla guancia e sorrido, guardando Derek.
- Ben, avresti un paio
di manette da prestarmi? - Gli fa, preoccupato. Ben lo guarda e scuote
la testa: - No, perchè? -
- Perchè se
non sto attento, stasera, me la ruberanno, questa donna quì.
Sei uno schianto. - Nat arrossisce, come al solito. Però Dek
ha ragione. Siamo divine, stasera. Viva la modestia!
Arriviamo al locale in
limousine. Ma sì, stasera vogliamo proprio strafare.
Entriamo, e il caldo
si fa già sentire. La musica è assordante.
Stiamo camminando
verso il bar, quando Nat si blocca. - Che c'è? - Le chiedo,
poi seguo il suo sguardo. Seduto su uno sgabello del bar, bello come
non mai, c'è Ed.
- No, io non ci vado.
- Fa retromarcia, ma io la prendo per la mano. - Dai, Nat. Non abbiamo
litigato per niente! Mandalo a quel paese, se dovesse avvicinarsi.
Oppure ci penso io direttamente. -
Lei sbuffa. - E va
bene. -
Ci sediamo a distanza
di due posti da lui, che ha appena scolato un bicchiere di non so cosa.
- Oddio. Mi ha visto.
Sto morendo. - Mi bisbiglia Natalie torturandosi le mani. Con la coda
dell'occhio vedo che effettivamente sta guardando quì. Bene,
facciamo finta di niente.
- Calmati. Calmati.
Vado a chiamare Derek. Sta tranquilla. - Scendo dallo sgabello e torno
nel priveé.
- Tranquilla un corno.
- Sento che replica, poggiando le braccia sul bancone. Sorrido.
Quando riesco ad entrare nel priveé basta uno sguardo con
mio fratello e capisce subito tutto. In un lampo mi ha
già raggiunta e superata.
- Ciccio, ho dei trampoli ai piedi. Non correre - gli sussurro mentre
mi aggrappo al suo braccio. Mi volto un attimo indietro per cercare Ben
ma non riesco a vederlo.
- Sono qui - sento poi la sua voce che mi sussurra dal lato opposto.
Lascio il braccio di Derek e mi appoggio a lui.
- C'è Ed - gli sussurro e lasciamo che Derek vada avanti da
solo.
Quando arriviamo al bancone però troviamo la frittata
già bella che fatta. C'è Natalie tra mio fratello
e Ed che urla di smetterla e cerca di dividerli. Ed riesce a
dare uno spintone a Dek, Ben scatta subito verso di loro e
trascina Derek fuori mentre Chace fa lo stesso con Ed. Avviene tutto
troppo velocemente e quasi non mi accorgo che Natalie è
corsa fra le mie braccia.
- Non ce la faccio più, Edith. Aiutami - bisbiglia e la
stringo forte portandola in un angolo.
- Cosa è successo, tesoro? -
[ Natalie's POV;;
Poggio le braccia sul bancone e vedo Edith andare via. Spero faccia
presto perchè se Ed viene qui non so che-
- Ciao - questo tono soffiato lo riconoscerei fra milioni. Riesco a non
voltarmi, a non muovere un singolo muscolo. Sto morendo.
Una serie di brividi mi attraversano la schiena, spero non se ne sia
accorto.
- Come stai? - mi chiede e si siede accanto a me, sullo sgabello di
Edith. Adesso sono obbligata ad alzare lo sguardo e il cuore perde
diversi battiti.
- Come vuoi che stia? - rispondo atona.
- Sei qui per una serata tra amiche? - Oh, merda.
E adesso che gli dico?
- Ehm .. a dire il vero sono con -
- Me - tuona la voce di Derek alle mie spalle. Cazzo. Ed si alza di
scatto e si fronteggiano. Qui le cose non si mettono bene.
- Uh, un armadio! Che vuoi? - fa Ed senza smettere di guardare
Derek negli occhi. Non riesco a muovermi e con lo sguardo cerco
qualcuno che possa aiutarmi. Chace mi compare alle spalle e
già mi sento più sicura.
- Togli le mani dalla mia ragazza - ringhia Derek avvicinandosi ancora
di più e stringendo il pugno. Oddio. ODDIO.
- Altrimenti che fai? Lo sai a chi pensa la tua ragazza? .. A me! - Ed sorride strafottente e mi
sfiora la gamba con la mano, volutamente.
No, vi prego! Avrei
voglia di urlare ma ho qualcosa in gola che me lo impedisce. E non
riesco a togliere la sua mano da lì.
- La tua opportunità l'hai avuta e l'hai sprecata - risponde
Derek.
- Lo stesso vale per te - ribatte Ed che subito riceve un pugno in
pieno viso da Derek. Riesco finalmente a sbloccarmi e mi metto tra loro
cercando di dividerli.
Quello che succede dopo è il caos. Vedo Ben buttarsi su
Derek e allontanarlo, è livido per la rabbia lo vedo e lo
sento.
Poi Chace che cerca di togliere il sangue dalla faccia di Ed, che mi
guarda con un'espressione indecifrabile. Ho bisogno di Edith. ]
- Torniamo a casa - riesco a
sussurrarle e, prendendola per mano usciamo.
Mando un messaggio a Ben dicendogli che prendo io la sua macchina, dato
che ho le sue chiavi e gli scrivo di riportare lui a casa Derek con
l'auto di mio fratello.
Natalie non parla, guarda fuori dal finestrino con lo sguardo perso.
Verso metà percorso le appoggio una mano sul ginocchio,
senza fiatare.
- Edith, ho deciso - mi dice ad un tratto.
- Cosa? - le chiedo e stavolta non so davvero cosa sta per dirmi.
- Credo di.. voler stare con Ed - fa decisa.
- Sei .. insomma, sicura? - le chiedo titubante.
- Credevo di non poter stare senza Derek, davvero. Siamo tornati
insieme per abitudine, non perchè lo volessimo davvero.
Perchè il mio ragazzo è sempre stato lui,
perchè non averlo accanto era strano. Non sono tornata con
lui perchè lo amo, e so che la stessa cosa vale per lui.
Anche se non lo ammette. Ed, invece .. riesce a darmi quel qualcosa in
più. Anche se è un grandissimo stronzo -
Sorrido per la sua ultima affermazione e cerco la sua mano per
stringerla.
- Ti avrei appoggiato qualunque sarebbe stata la tua decisione. A
maggior ragione se dettata dal tuo cuore -
- Grazie, Edith. Per tutto -
- E' il minimo per la mia nuova sorella - le sussurro.
La mattina, al mio risveglio trovo un post it di Ben, dove aveva
lasciato le chiavi della sua macchina.
<< Dormi e non mi va di svegliarti. Tuo fratello ha
raccontanto tutto a tuo padre, quindi domattina non cercare scuse e non
fare finta di non sapere nulla. Un bacio, a domani>>
Bene, papà sa tutto. Mi giro verso Natalie e la trovo con
gli occhi sbarrati a fissare il soffitto.
- Papà sa tutto - le bisbiglio.
- Devo parlare con Derek. Stamattina -dice decisa e si mette seduta.
- Nat, a quest'ora del mattino non è in grado di recepire
neanche Buongiorno. Ti conviene aspettare oggi pomeriggio - le dico
prima che esca nella stanza.
- Hai ragione tu - mi dice tornando a letto.
- Ti ho rovinato una serata con Ben - aggiunge poi.
- Non dire stronzate, va. Ci rifaremo - le dico facendole l'occhiolino
e lei ride. Spero riesca a trovare la serenità, davvero.
Quel cretino di Ed ha rovinato tutt- Un momento. So cosa fare oggi.
Finito il pranzo convinco Natalie ad andare a parlare con Derek, non
dicendole dove sto andando. Si agiterebbe soltanto di più.
DLING, DLONG. Sì, anche a casa Westwick il campanello suona
così.
- Sono Edith - dico dopo aver sentito dei passi verso la porta. Poco
dopo sono davanti a Ed, seduta sul suo divano mentre lui è
in piedi. In tuta e sudato. E con il labbro superiore gonfio.
- Correre mi ha fatto bene, stamattina - mi dice - sono pronto a
qualsiasi tipo di discorso -
- Anche a parlarmi di Natalie? - azzardo. Dio, speriamo non si arrabbi
di nuovo.
- Soprattutto a parlare di Nat - mi dice e si siede accanto a me.
- Voglio capire cosa ti dice quella bella testolina - gli chiedo e lui
sorride.
- Mi dice che.. io con lei ci voglio stare. Credi che altrimenti sarei
andato incontro a morte sicura mettendomi contro quell'energumeno di
tuo fratello? -
Rido e e poi alzo lo sguardo incontrando i suoi occhi.
- Ed, sono stufa di vedere Natalie in queste condizioni. Lei sta
parlando con Derek ora, gli sta dicendo che non prova più
nulla per lui. Lei vuole stare con te, lo so. Ma non si riesce a fidare
e la posso capire -
- Io ti posso assicurare che stavolta faccio sul serio. Ho anche
lasciato Jessica - mi dice serio. Non avevo mai sentito Ed parlare con
questo tono così serio.
- Fidati - aggiunge poi.
Ci fidiamo? Lo fisso negli occhi ancora un altro pò.
- La mia fiducia ce l'hai. Ma non è la cosa più
importante. Ora ti tocca convincere qualcun'altro -
Adoro dirlo: ho finito
gli esami, sono MATURATA e non maturandaaaa!
Mia madre dice che a forza di dirlo diventerò acerba in men
che non si dica XD Però sono contenta, contenta di essermi
tolta questo peso, contenta della nuova vita che ho davanti, del nuovo
capitolo pronto da scrivere. E ammetto che mi sento anche troppo
piccola.. ma come sempre mi armerò di un sorriso sulle
labbra e tanta forza. I can :D
Le cose si sono quasi aggiustate fra Edith e Natalie .. ma ora per Nat
arriva il difficile! Staremo a vedere!
E chissà cosa riserverà il destino a Ben e Edith
.. *occheinonparlopiù*
ora passiamo alle vostre adorabilerrime recensioni, va.
uley:
uuuh, nuova recensitrice! Guarda, Michela, già
ti adoro per tutte le cose che mi hai detto *.*
Bè, Ben non si può non adorare.. è
magnifico. O perlomeno io lo immagino così.
Perchè Nat sia andata a letto con Dek credo si sia capito da
questo capitolo.. è quando l'amore diventa abitudine. Ed
è la cosa più brutta quando ci se ne rende conto.
L'importante però è che sia finito tutte per il
meglio :D
Se avrai lo stomaco di continuare a seguirmi, vedrai! Un bacione :*
romina75: Sister!
come stai? Gli esami tutto bene, fortunatamente! L'importante
è che è finita .. sono stati dei giorni a dir
poco infernali! Ora mi aspetta l'università :/
però prima penso a godermi questa magnifica estate che ho
davanti!
Per quanto riguarda la storia, io li vedo così.
Cioè per me il fatto che siano famosi non significa che non
si possano comportare come una normalissima coppia, no?
E poi Ed e Nat.. premetto che adddddddoro il personaggio di Chuck.. poi
si rivelerà fantastico. Però ha la faccia da
stronzo e si presta bene a questo tipo di cose Haha
Spero ti piaccia come si stanno mettendo le cose.
Un bacione enorme, sorella! Alla prossima :)
Enris: Ciaooo!
Sono contenta che ti sia piaciuto anche questo .. mi riempite di una
gioia immensa, davvero!
La situazione non doveva scivolare di mano, ma quando c'è di
mezzo un cromosoma y, succede spesso Haha
Come vedi, tutto si è risolto e tra Ben e Edith ..
bè, vedrai.. ce ne saranno delle belle! Ma non mi va di
anticipare nulla, non c'è gusto! Haha
Spero ti sia piaciuto anche questo!
Un abbraccio, alla prossima ;)
Summerbest:
Eiiiii! Che bello ritrovarti ogni volta, sai che adoro da
morire le tue recensioni :)
Quella parete di dvd è anche uno dei miei sogni..
cioè, sarebbe il massimo! e ce la vedo in casa di Mel
Gibson, che ormai è diventato anche il mio di papy Haha ce
lo vedo proprio a comportarsi così con la figlia, bello lui!
Spero ti sia piaciuto come si sono sistemate le cose .. e che ti
piaccia anche questo capitolo!
Un bacione :)
l'ammmorebello:
dolcezza mia, meravigliosa! Sei onniscente anche
perchè senza di te questa storia non ci sarebbe mai stata,
davvero. E non dirmi tutte queste cose che lo sai che mi sciolgo .. e
poi, te lo dico per l'ennessima volta, sono io quela che non merita la
tua presenza, la tua dolcezza, il tuo aiutarmi sempre e comunque.
Ti voglio bene.. ma talmente tanto che non so neanche io come faccio a
provarlo!
Un abbraccio, dei nostri. <3
Bon, con questa mi ritiro. I Love You!
Alla prossima, Rak.
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Capitolo 10 *** l'amore conta? ***
13. Lily Rose, Sciopero
portami dove si vola;;
-l'amore conta?-
[ Alex's POV;
Cammino a passo
spedito, sono le 16 e devo ritirare quel dannato libro, ma ovviamente
non può andare tutto liscio.
- Ehi, Mark -
schiaccio il telefono tra l'orecchio e la spalla - il libro non
è ancora arrivato quindi fammi quelle fotocopie. E prepara
anche quelle diapositive per il Pc -
Almeno ho ancora
stasera per prapararmi per la lezione. Mi fermo davanti ad un negozio
incredibilemente rosa, pieno di oggetti vezzosi, pizzi e tulle ovunque.
In vetrina ci sono un paio di calze molto carine e mi fermo a
guardarle. E anche un bel paio di decolletè.
- Papi, guarda che
belle scarpe! - la voce squillante di una ragazzina. Che carina, ha
già buon gusto.
- Quando diventerai
grande come questa signora qui - inorridisco per quella voce conosciuta
- potrai metterle anche tu -
Eccolo, il coglione
più sexy del pianeta in compagnia di quella sventurata di
sua figlia.
- Ciao - aggiunse.
Maledetta voce .. pure una suora, pure una suora!
- Ciao - mi sto
imponendo di sorridere. Inutilmente. Continuiamo a guardarci
finchè un "ehm, ehm" ci fa ricordare di essere per strada. E
di non sopportarci.
- Lei è mia
figlia, Lily - fa lui dandole la mano. La ragazzina, degna figlia di
Johnny Depp sorride, bella e sfrontata per la sua età.
Lascia la mano del padre e me la porge, sorridendo ancora.
- Ciao, io sono Lily -
Sorrido, tesa come una corda di violino.
- Ciao, sono Alex.
Piacere - Dannato lui, mi mette sempre in soggezione.
- Ti .. piacciono
quelle scarpe? - tanto disperatamente di controllare l'imbarazzo.
- Sono bellissime -
ammette lei, lanciando uno sguardo desideroso alla vetrina - ma
papà dice che sono troppo piccola -.
Quando alzo lo sguardo
su di lui, mi lancia un'occhiata seria, d'ammonimento. Alzo gli occhi
al cielo: ma cosa crede?
- Piacciono anche a me
- le confesso - ma devono fare un gran male, guarda come sono alte! -
Lei mi lancia
un'occhiata scettica - Ma tu porti delle scarpe altissime! -
Sì, lo
dicono anche i miei poveri piedi.
- Non vedo l'ora di
tornare a casa - le confido - sto morendo di dolore -
Devc essere piuttosto
buffa perchè lei ride e si volta a cercare conferma nel
padre. Dio, fammi controllare.
- Ehi, Lily - fa Depp
ad un tratto - Guarda che carina quella borsa - lo sguardo della
piccola Depp s'illumina e lei corre dentro.
- Ma tu guarda, sei
proprio una persecuzione! - fa beffardo. Eccomi, pronta al ritorno
della sua stronzaggine.
- Dovrei dirlo io -
- Speravo proprio che
non dessi cattivi esempi a mia figlia -
Alzo le sopracciglia.
- Sto scherzando, sto
scherzando - ride con quella sua faccia da schiaffi. Comunque
tre minuti dopo mi ritrovo dentro il negozio, dietro alla shoppingomane
Depp. Ovviamente lui non può fare a meno di sussurrarmi
battutine acide, doppi sensi e sensi unici che mi fanno venire i
brividi e me lo fanno odiare con QUELLA voce!! Non resisto e acquisto -
discretamente - quelle calze che avevo visto. Johnny fa delle facce
incredibili e sono indecisa se ridere o arrossire. Opto per alzare gli
occhi al cielo, anche quando la commessa gli fa gli occhi dolci. E lui
tutto seducente e gnè, gnè .. da vomitare!
- Finiscila,
pervertito - sibilo esasperata e lui ride estraendo la carta di
credito. Indica le calze e ghigna
- Sai che ti
tormenterò per il resto dei tuoi giorni? - ]
- Alex, non puoi
continuare così -
- Io?! - mi chiede
mettendosi una
mano sul petto. E' entrata in casa come una trottola e ha iniziato a
raccontare il pomeriggio passato con Johnny e la sua piccola, Lily.
Che, fra parentesi, è davvero un amore. Ho dovuto ovviamente
chiudere i libri. Volevo sfruttare il pomeriggio da sola dato che Nat
è uscita e Dek è ancora con papà. Ma,
a ogni modo,
fra poco arriverà anche Ben, quindi avrei chiuso comunque.
- C'è
qualcun altro nella stanza che si chiama Alex? -
- E' lui che si
comporta così .. così .. -
scoppio a ridere senza
riuscire a fermarmi. Alex è andata su e giù per
la stanza, per tutto il racconto, gesticolando. E continua!
- Che ti ridi? - mi
urla tirandomi il cuscino afferrato da sopra il divano. Io lo prendo al
volo e mi sdraio.
- Rido del fatto che
non riesci ad ammettere la verità - dico riprendendomi un
attimo e lei ferma il suo moto rettilineo uniforme per guardarmi.
- Che co- no, no, no,
no - e ricomincia a camminare scuotendo la testa e ripetendo No, no, no.
- Non hai proprio
capito nulla! A me Johnny non piace! E' vecchio, odioso e antipatico -
Mi metto a lanciare il
cuscino in aria per poi riafferrarlo mentre aspetto che Alex finisca la
pseudo lista di aggettivi riferiti a Johnny.
- Mi stai sentendo? -
mi richiama fermandosi.
- E' che il rumore dei
tuoi tacchi, unito al tuo autoconvincimento è rilassante -
le dico sorridendo.
- Vaffanculo! Non
è autoconvincimento, è la verità -
- Oh, sì -
iniziamo a darle ragione.
- Ecco, e poi io esco
da una storia importante e Johnny ha una compagna .. e due figli. Due!
-
- Due! - le ripeto,
ridendo.
- Fai la persona
seria? - mi chiede interrompendo la sua marcia sul parquet.
- A patto che tu
faccia la persona seria - le dico sedendomi e lei si mette accanto a me.
- Okay, magari
potrebbe non essere così .. odioso. Magari mi
piace. Ma è difficile, Edith -
- Finalmente l'hai
ammesso, è il primo passo. E poi se deve succedere ..
succederà -
- Io non voglio
rovinare la famiglia. E comunque non succederà nulla. E sai
perchè? Ti dice nulla Kate Moss? E Winona Rider? Ecco .. -
- Non voglio sentire
niente del genere! - le dico a voce più alta - Joh e Vanessa
sono in crisi da parecchio, tu non c'entri e ha mostrato un certo
interesse verso di te, quindi .. -
La porta si spalanca
all'improvviso e sulla soglia compare Natalie con il sorriso a 32 denti
più stronzo che abbia mai visto. Vi giuro che manca solo la
risata malefica di sottofondo.
- Che hai fatto? - le
chiediamo simultaneamente.
- Ho Mr Westwick in
pugno - dice ghignando e facendosi spazio fra noi due.
- Eri con Ed? - le
chiedo.
- Oh, sì. A
casa sua -
- Aaaaah - fa Alex.
- No, non avete
capito. Sono una fanciulla pura e immacolata -
- Alex! - dico -
dov'è che si nasconde questa fanciulla pura e immacolata
dentro casa mia? -
- E' dentro questo
corpo! Cos'hai fatto alla nostra Natalie?! - aggiunge Alex scuotendola
mentre lei ride.
- Ragazze, dai. Sono
seria -
- Non ti capisco -
- E' per capire se Ed
è serio stavolta -
- Continuo a non
capire - fa Alex.
- Ragazze, si chiama
sciopero, chiuso per ferie. Come ve lo devo dire? Comunque,
finchè non capisco davvero le sue intenzioni -
La guardo e mi si
stampa un sorriso in faccia.
- Tu sei un genio,
tesoro mio. Un genio -
- Hai tutta la mia
stima, cavolo - aggiunge Alex.
- Non bisogna ancora
cantare vittoria - dice alzandosi e mettendosi le mani sui fianchi -
devo resistere. Quindi tu - aggiunge indicando me - devi evitare di
gironzolare per casa giocando con Ben e l'amichetto vostro. Mr Big Ben
- dice e alla fine fa il segno delle virgolette con le dita.
- Posso giocare anche
altrove - le dico tirandole uno schiaffo sulla gamba e suona il
campanello.
- Parli del diavolo -
dico io e mi alzo per andare ad aprire.
- Aaaah! Big Ben alla
porta! - urla Alex.
- Zitta, scema - dico
sulla soglia mentre apro.
- Si vergogna del suo
giocattolo? - urla Natalie e ruota e spingo Ben fuori dalla porta
urlando un < Ne vado fiera!>
- Ma di che cosa .. -
inizia a dire e poi ride.
- E' che non sono due
ragazze, sono due scaricatrici di porto! - urlo per farmi sentire.
- E tu sei la terza! -
mi risponde Natalie.
- Ben - gli dico -
quando un pò di ragazze si mettono insieme diventano peggio
del peggiore dei ragazzi - sorrido e apro la porta.
- Avete finito? -
chiedo e le trovo a ridere come due cretine.
- Che hanno fatto
adesso? -
- Astinenza sessuale -
dico soddisfatta mentre mi abbasso dietro il tavolo per difendermi
dalla raffica di cuscini che mi arriva contro, Ben ride.
Mi alzo mentre le
maledizioni verso la sottoscritta continuano.
- Ah, e ad Alex piace
Johnny da morire e ahia! - altra cuscinata.
- Edith,
puoi farcela. Cavolo, è tuo padre! Però sai
quanto è suscettibile quando si parla di lavoro - E' normale
che sto camminando avanti e dietro davanti allo studio di mio padre?
No. Ora entro.
Papà
è seduto alla scrivania, occhiali sul naso e un libro in
mano. Questo è uno dei pochi giorni stranamente tranquilli,
e poi sto per risolvergli il problema che lo attanaglia da mesi.
Dovrebbe ringraziarmi. Mi avvicino e lui non alza neanche gli occhi dal
libro. Gli passo dietro e mi appoggio con i gomiti alle sue spalle.
- Edith - sussurra
passando una mano sul braccio.
- Parla - mi dice un
secondo dopo. Legge il pensiero? No, è mio padre.
- Cosa? -
- La cosa per la quale
sei salita fino a qua -
Non alza gli occhi dal
libro.
- Non posso salire
semplicemente per ricordare al mio papino che è il migliore
del mondo? - dico passandogli davanti con un sorriso a 32 denti.
- Edith, parla -
continua a dire senza guardarmi.
- Prendi Ben nel film
-
Una secchiata d'acqua
gelata in piena faccia, Yes.
- Chi? - stavolta alza
lo sguardo su di me e si sfila gli occhiali.
- Ben,
papà. C'è un solo Ben - Oltre al Big Ben. Ma non
credo che papà voglia saperlo, per il bene fisico di Ben. E
per il mio.
- Te l'ha chiesto lui?
- sbuffo, mi aspettavo questa domanda.
- No. Sono qui di mia
spoantanea volontà -
- E perchè
dovrei prenderlo, sentiamo - mi dice lasciando il libro sul banco
mettendosi a braccia conserte.
- Non di certo
perchè te lo sto chiedendo io. Perchè
è bravo, perchè può fare quel film,
papà. Lo sai -
Vedo papà
sospirare e passarsi le mani sul volto.
- Ci avevo
già pensato, parecchio - mi dice.
- Fisicamente
è perfetto ma .. non so - aggiunge e torno accanto a lui.
- Dagli una
possibilità. Sarà entusiasta e darà il
meglio, lo so -
Papà non mi
toglie gli occhi di dosso. Su, che si è quasi convinto.
- Tu .. prova. Sei nei
casini per trovare quest'attore e te lo sto offrendo su un piatto
d'argento -
Non mi risponde.
- Papà .. -
Ti prego, ti prego, ti
prego.
- Lui quindi non sa
nulla? - dice alzandosi.
- Assolutamente nulla
-
- Ci parlo io, allora
- mi risponde mentre si incammina verso la porta.
- E' un sì?
- dico correndogli dietro.
- E' un adesso vedo -
dice scendendo le scale.
- E' un sì,
lo so. Grazie Pà. Non te ne pentirai - gli dico dandogli un
bacio sulla guancia e superandolo per arrivare in camera di Natalie e
darle la buona notizia.
- L'ha fatto - dico
entrando e chiudendomi la porta alle spalle.
- Chi, cosa, come,
dove e perchè - mi chiede chiudendo il libro e seguendomi
con lo sguardo mentre mi siedo sul bordo del letto.
- Gli ho chiesto di
prendere Ben nel film, e sta andando a chiamare i boss, lo so -
- Che manipolatrice! -
mi dice ridendo.
- Lo so, grazie - dico
atteggiandomi mentre mi alzo.
- Ma tu non eri quella
"il lavoro di papà non mi interessa"? - mi chiede mentre
faccio per uscire dalla stanza.
- Io sono quella che
per l'umore di mio padre, la felicità del mio ragazzo, e
quindi la mia "il lavoro di papà mi interessa"! -
- Sei un genio .. ma
ora dobbiamo metterci a studiare. Tesoro, fra due settimane hai l'esame
- mi ricorda.
- Lo so, lo so - mi
risiedo e mi sfilo le scarpe mentre apro il libro. Afferro gli occhiali
e cerco la pagina dove mi ero fermata.
- Quindi ci eravamo
fermate al principio .. -
- Dammi il numero di
Ben - Papà entra in camera con la sua solita delicatezza e
vedo Natalie mettersi una mano sul petto, le dev'essere preso un colpo.
Detto a mio padre il numero (vi piacerebbe averlo, eh? Pure a me ndA) e
gli faccio un sorrisone incredibile. Lo adoro quando si trasforma nel
regista che è, tutto occhiali e serietà.
- Allora fa sul serio?
- mi chiede Natalie non appena papà esce dalla stanza.
- Direi di
sì - non credo che questo sorriso se ne andrà
tanto facilmente. Va tutto liscio come l'olio, perfettamente perfetto.
Cosa potrebbe succedere?
E' finalmente
ufficiale. Ben Barnes sarà il protagonista del prossimo
lavoro di Mel Gibson. E non è vero che il merito
è mio. Lui, in fin dei conti ci stava già
pensando, io ho accelerato il processo. Adesso li vedo poco tutti e
due, sempre a riunioni e riprese, prove trucco e vestiti.
- Papà,
buong-
- Giorno, Edith. Io
scappo, non chiamare Ben oggi che abbiamo da fare fino a stasera -
E l'usuale rumore
della porta che sbatte. Questa è la conversazione tipo con
papà ogni singola mattina.
- Ben, staser-
- Dolcezza, devo
scappare. Passo la giornata sul set. Ci sentiamo domani, okay? -
E il rumore della
chiamata chiusa. Conversazione tipo con Ben al telefono.
Oggi ho anche l'esame
e sono sola perchè Dek è sul set con
papà e Natalie è nonhocapitodove con Ed.
Però Ben ha promesso di venirmi a prendere una volta finito.
Così passiamo almeno una giornata insieme, mi manca
veramente da morire.
Esco dalla stanza
molto più leggera, esame passato con il massimo dei voti e
una giornata con Ben davanti a me. Con un sorriso a 32 denti metto
piede fuori dall'università aspettando Ben.
[Un quarto d'ora dopo]
Forse è il
caso di chiamarlo, ha sempre spaccato il minuto, mai un attimo di
ritardo.
Il cellulare squilla
ma non risponde, alla terza chiamata sento finalmente la sua voce.
- Dove sei finito? -
gli chiedo.
- Ah, Meredith -
Come mi ha chiamata?
Non ... non mi aveva mai chiamata per intero.
- Ben sono qui ad
aspettarti da un quarto d'ora, dove sei? -
- Non posso venire.
Rimango qui tutto il giorno -
- Te l'ha chiesto
papà? -
- No -
- Allora digli che
devi stare con me, capirà -
- Meredith, senti, non
mi va, okay. Voglio stare qui il più possibile, dimostrare
che sono adatto -
Ma cosa gli prende?
- Ben, sanno che sei
adatto. Non ti avrebbero preso .. e papà non
metterà il muso se non resti lì quando non ti
spetta. Se vuoi lo chiamo io -
- No! Lascia stare,
dai -
- Ma io volevo stare
con te, oggi. Mi manch-
- Su, Meredith, non
fare la bambina. Ci sentiamo, dai -
E riaggancia. Resto a
fissare il display del telefono, incapace di fare nulla. Eppure .. era
la sua voce, il suo accento da perfetto inglese. Era il mio Ben.
Rimetto il cellulare in borsa e mi metto alla ricerca di un taxi quando
il cellulare ricomincia a squillare, sarà lui per dirmi che
scherzava, lo so. Natalie.
- Tesoro mio!
Com'è andata? -
- Il massimo -
rispondo spenta e lei se ne accorge.
- E .. -
- E, niente -
- Sei con Ben? - Bingo.
- No. E' voluto
rimanere sul set -
- Voluto o dovuto? -
- Voluto. Dice che
vuole dimostrare che è adatto -
- Ma se l'hanno preso
vuol dire che lo è -
- E' la stessa cosa
che gli ho detto. Ma dice che sono una bambina -
- Ma .. -
- E mi ha chiamata
Meredith -
Silenzio di tomba.
- Ti ha davvero
chiamata Meredith? -
Sto davvero
trattenendo le lacrime?
- Tesoro, non ti
muovere di lì -
Sento e poi cade la
chiamata. Non so dov'erano, so solo che dieci minuti dopo sono davanti
a me.
- Io .. non so cosa mi sia preso, davvero - dico una volta salita sul
Suv di Ed.
- Adesso mi promettete che mi lasciate a casa e andate via, chiaro? -
aggiungo poi picchiettando sulla spalla di Natalie.
- Non esiste proprio! - dice lei - Sei a pezzi, Edith! -
- Non sono a pezzi .. è .. stato un momento. E' che sapevo
che
sarebbe stato così .. lui è nervoso, stanco. E'
normale.
Anche papà si comporta così. Sto bene - dico
-Davvero -
aggiungo notando lo sguardo fulminante di Natalie.
- Per qualsiasi cosa però chiama, eh? - mi dice Ed
fermandosi davanti casa mia.
- Certo! Ehm .. Nat, scendi un attimo? - dico poi mentre apro lo
sportello e Natalie mi imita.
La prendo per il braccio e la porto lontano dalla macchina e
dalle orecchie di Ed.
- Sciolto lo sciopero? - sussurro, curiosa.
- Una meraviglia. Io mi vesto scollata, con mini da paura e lui
sembrava non cedere. Ieri però mi ha quasi implorato e al
mio no
ha detto che andava bene. E vederlo guardare altrove era fantastico -
Mi dice con una voce che avrebbe fatto rabbrividire Crudelia De Mon.
- Lui. Ma tu? Intendo .. tu resisti? -
- Io? Io sto per crepare - mi dice e stavolta sono io a scoppiare a
ridere.
- Adesso credo che lo convincerò ad andare a casa sua. Tanto
se è riuscito a resistere ieri possiamo esserne sicure, no?
- mi
chiede.
- Io ne ero già sicura - le rispondo schioccandole un bacio
sulla guancia.
- Grazie! - mi sussurra e va verso la macchina.
- Ah, Natalie! - la richiamo mentre infilo le chiavi nella toppa - Non
fare la brava che hai troppo tempo da recuperare! -
Mi tira fuori la lingua e risale in macchina, trionfante. Sono
contenta, troppo contenta per la sua felicità. E io, invece?
Capisco la sua stanchezza, il suo nervosismo.. Ma a me basterebbe anche
stare insieme a lui, spalmati sul divano a vedere un film. Pretendo
troppo? Forse sì, forse no.
- Natalie.. io, davvero .. non so più cosa fare - le dico
sconfortata mentre prendo i piatti dalla credenza.
-Dai, Edith. Magari è solo stressato - mi risponde mentre
appoggia i bicchieri sul tavolo. Io mi siedo su uno sgabello e tiro
fuori il cellulare dalla tasca. Niente. Di niente.
- Conosco il tipo di stress che dovrebbe avere. Papà
è stressato, Ben no - dico alzando gli occhi al cielo.
- Provaci ancora - sento che dice mentre il brutto presentimento che ho
si fa sempre più reale.
- Provare a fare cosa, Nat? Lo sento lontano mentre io voglio stare con
lui. Sai quando hai la sensazione che il tuo amore sia sprecato? -
Sulle mie parole suona il campanello e Natalie scompare nell'altra
stanza per andare ad aprire.
- Allora, fanciulle. Di che parlate? -
- Di amore sprecato - rispondo subito io.
- Amor ch'a nullo
amato, amar perdona -
Capisco che è italiano ma non so cosa possa significare.
- E' italiano, non arabo. Divina Commedia, Inferno, Canto V. Il grande
Dante Alighieri. Sai cosa significa? -
Scuoto la testa e lei appoggia giacca e borsa su una sedia.
- Che l'amore non è mai sprecato - dice andando verso i
fornelli.
- Quindi Alex mi sta dando ragione -
Sento il telefono vibrare e il cuore va in gola. Papà.
- Papyy! -
- Edith, tesoro. Che combinate a casa da sole? -
- Stavamo per pranzare, c'è anche Alex - iniziano in
contemporanea a farmi cenno di salutarlo con la mano - ti salutano. Tu
come va? -
- Come al solito. Senti, ti ho chiamato per dirti che stasera ti lascio
Ben. Le scene che dobbiamo girare sono senza di lui e dato che la
location è lontana io e Derek non torniamo a casa -
Parli del diavolo e spuntano le corna. E papà mi lascia
anche
casa libera! L'Apocalisse è vicina? Lo saluto, riaggancio e
spiego tutto alle altre.
- E' perfetto, no? Io me ne vado da Ed e voi state soli soletti a casa
.. vedrai che torna com'era prima - mi rassicura Natalie.
- Concordo. Ordinate qualcosa .. magari di afrodisiaco - aggiunge Alex
accompagnandosi con una risata.
- Credo che cucinerò io. Così evito di pensare -
dico
decisa. Ma sì. Una bella cenetta preparata dalle mie manine,
un
pò di tempo insieme e tutto tornerà al suo posto.
Dove
deve stare.
Mezz'ora e sarà qui. Venti minuti. Diciotto. Quindici.
Tredici.
Otto. Sette. Quattro. Uno. Non dico che spacca il secondo, ma di solito
è sempre puntualissimo. Invece è già
dieci minuti
in ritardo e io sono qui, come una cretina, a tormentarmi. Seduta sul
tavolino della sala a fissare la porta. Ho messo un vestito che ho
comprato ieri con Natalie, nero, corto, aderente e senza spalline.
Semplice ma efficace. Sempre se si muove a venire! Se tra.. dieci
minuti non è qui, rimetto tutto a posto e vado a dormire.
Alla
faccia del pomeriggio passato a cucinare! E se si è
dimenticato?
No, non può. Oppure proprio non vuole più vedermi
e
questo è un modo per farmelo capire. Oppure, Edith, ti stai
facendo una lista immensa di pippe mentali praticamente inutili. Ora
butta giù una lista di possibili motivi per cui non ancora
è qui: non trova l'altra scarpa - o l'altro calzino, la
macchina
non parte, è finita la benzina, lo ha chiamato la madre,
qualcuno è andato a trovarlo e ha fatto tardi. Finlamente
bussano alla porta. Scatto verso la porta e trovo lui, bello
più
che mai. Mi dà un bacio a fior di labbra e gli sorrido.
- Vieni - gli sussurro mentre gli stringo la mano e lo porto di
là.
- Adesso ti siedi e ti godi la cena che ho cucinato -
- Hai fatto tutto da sola? - mi chiede stupito. Io scappo in cucina a
prendere gli antipasti e torno subito da lui.
- Certo, ho passato tutto il pomeriggio al telefono con mamma. Deve
piacerti altrimenti te la faccio pagare - gli dico sorridendo e ottengo
un sorriso in risposta, forse troppo forzato. Edith, cosa avevi detto?
Niente pippe mentali.
Mangiamo con calma, con la musica che ci culla. Alexandria mi ha
prestato il cd di un pianista italiano, Einaudi, fantastico. Lui
è tranquillo ma si sente che c'è qualcosa che non
va.
- Tesoro, ma cos'hai? - gli chiedo ad un tratto.
- In che senso? - dice prima di dare un morso al pezzo di pane che ha
in mano.
- Sei .. strano - riesco a dire.
- Sono stanco, non sono strano - mi dice accennando ad un sorriso.
Perchè non riesco a vedere quegli occhi brillare?
- Ma non sono così stanco da non poter coccolare un
pò la mia ragazza - dice alzandosi e raggiungendomi.
- Ti ho già detto che sei bellissima stasera? - mi fa alzare
e mi stringe a lui mentre mi bacia.
Ti Amo, vorrei sussurrargli, come non ho mai amato nessuno in tutta la
mia vita. Ma un suo bacio sul collo mi toglie il fiato. Al diavolo
qualsiasi pensiero, voglio godermi Ben ora. Fino all'ultimo. Finiamo
dritti sul divano e il mio vestito è già a terra
quando
il suo petto tocca il mio. Bacia ogni angolo del mio collo ma non
arriva mai alle labbra, io le cerco ma lui si scansa. Quando riesce a
sfilarsi i boxer, la sua bocca si stacca dal mio corpo e toglie la sua
mano dalla mia. Quasi mi fa male, ha lo sguardo altrove e non mi guarda
negli occhi. Non ho mai desiderato che se ne andasse da me, mai prima
di adesso. Quando si alza, infila velocemente i boxer mentre continuo a
fissarlo. Vorrei dirgliene quattro ora, ma non ho il coraggio. Non si
è mai comportato così, è sempre stato
di una
dolcezza estrema. Raccolgo il nuovo completino intimo da terra e mi
rivesto senza parlare.
- Che c'è? - dice lui ad un tratto.
- Niente - rispondo secca.
- Perchè devo chiedertelo duecento volte? - mi chiede
sbuffando e mi giro verso di lui.
- Posso andare a fare i piatti dopo questa tua performance? -
Sì, sono acida.
-Siamo nervose? -
- No. E' la giusta risposta al tuo atteggiamento - dico mentre gli
dò le spalle per andare in cucina e sento che mi raggiunge.
- Quale atteggiamento? Mi fai capire? -
Ma allora è scemo davvero.
- Quello che abbiamo fatto di là prima è sesso,
sesso
allo stato puro. Fare l'amore hai scordato cos è? - gli
chiedo
mentre inizio a lavare i piatti.
- Aaaah, iniziamo a filosofare. Alex ti fa male - dice strafottente
mentre si siede sul tavolo.
- Che mi significa questa risposta! - dico chiudendo il rubinetto e
girandomi.
- Che la tua giustificazione non ha senso -
- Senti, vuoi che te lo dica meglio? Il mio ragazzo non mi tratta
così quando facciamo l'amore, non è un animale.
Vedi di
ritrovarlo perchè voglio lui - dico e lui non risponde.
Riprendo
a dargli le spalle e riapro il rubinetto. Vedo però la sua
ombra
che si avvicina a me e le sue braccia mi stringono. Poi intreccia le
sue mani alle mie e mi sussurra << Scusa>>.
Mi giro e lo
bacio, poi lo guardo negli occhi.
- E' la stanchezza, davvero - mi ripete e lo bacio ancora. Voglio
crederci.
Reduce dal concerto del
Liga di domenica scorsa. Sì, lo so.. è passata
una settimana. Ma non ho mai avuto una depressione post concerto a
questi livelli.. ed ecco spiegato il titolo del capitolo.
E' che Liga.. per me è quello che dev'essere un cantante. Mi
legge dentro, canta la mia vita, pur non sapendone nulla. E dopo anni
ho finalmente conquistato la prima fila.. sono riuscita a guardarlo
negli occhi e dirgli "Grazie". E quel suo sorriso di risposta
è stata la cosa più bella che potevo aspettarmi.
Okay, la finisco di ammorbarvi su di lui. Spero questo capitolo, e
questi sconvolgimenti, vi piacciano.
La direzione - cioè moi - vi prega di non mandare lettere
minatorie alla sottoscritta :D
Alla prossima,
Rachele.
Ps Grazie di tutto cuore a chi legge, a chi recensisce, a chi passa un
pò di tempo su questa pagina <3
|
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Capitolo 11 *** behind these hazel eyes ***
15. Sono Johnny Depp e Non Corro Dietro a Nessuno
portami dove si vola;;
-behind these hazel eyes-
"Everything, it
felt so right
Unbreakable, like
nothin' could go wrong
Now I can't breathe
No, I can't sleep
I'm barely hanging on"
K.Clarkson
Cellulare staccato, per l'ennesima volta. Capisco che stanno girando
delle scene importanti ma con papà riesco sempre a parlare e
Ben sembra morto. A farmi cadere dal letto è qualcuno che
bussa alla porta. Il tocco non è propriamente delicato e
sono così stanca che spero si alzi Derek.
- Dek, vai tu? - chiedo ma lo sento parlare, probabilmente è
al telefono.
- Alex! - dico aprendo la porta ma lei entra come una furia dentro
casa e si ferma in sala mettendosi le mani fra i capelli. Chiudo
velocemente la porta e corre verso di lei, abbracciandola.
- Lo odio - mi sussurra a denti stretti. Non le chiedo di chi parla, so
chi è l'uomo che può ridurla in queste
condizioni. La faccio sedere e quando torno dalla cucina con un
bicchiere d'acqua in mano la vedo sdraiata sul divano ad occhi chiusi.
Appoggio il bicchiere sul tavolino e mi siedo accanto alla sua testa.
- Se ti va di parlare -
- E' uno .. - dice interrompendomi ma si blocca.
- Se non ti va .. - dico stringendole la mano.
- No, devo .. voglio raccontarti -
[ Alexandria's POV ;;
Sospiro profondamente e m'impongo di calmarmi
e rimanere calma. Nessuno deve avere tale controllo su di me.
"Allora? Che vuoi?"
"Mi stai evitando" mi accusa lui "e voglio sapere perchè"
"Oh, vuoi sapere perchè?" Ripeto, sarcastica "Peccato che
non ho voglia di parlare con te"
"Come sei matura, Alex"
"E tu sei molto perspicace, Johnny. Se non lo capisci da te, non ho
intenzione di dirtelo io"
"Smettila di scappare!"
"Ma che vuoi tu da me?" strillo, esasparata.
"Voglio che tu mi dica in faccia le cose, cazzo. Sono Johnny Depp! Io
non corro dietro a nessuno!"
Sgrano gli occhi e lo guardo . Lui sembra rendersi conto di quello che
ha appena detto perchè socchiude la bocca.
"Questa mi mancava"
"Alex.."
"No, no. Hai ragione. Non corri dietro a nessuno. Sei Johnny Depp"
"Alex.."
"Non sai dire altro? Che fai, mi baci e poi non sai dire altro? Ho
cercato di lasciarti tempo, era normale che tu non ti senissi pronto..
ma va bene. Sono troppo poco per te. Dal basso della mia persona ti
dico: Vaffanculo" ]
Sono.. sconvolta. Guardo davanti a me e non riesco a
trovare le parole. Non mi aspettavo una frase del genere, soprattutto
da lui e.. prendo una decisione su due piedi. Mi alzo e scatto verso le
scale e, senza salire neanche un gradino chiamo mio fratello urlando.
- DEREK! Le chiavi del SUV -
Lui esce dalla camera con il cellulare all'orecchio e mi lancia le
chiavi che prendo al volo. Nel frattempo Alexandria si è
alzata e mi fronteggia.
- Non fare quello che stai per fare. Perchè lo so cosa hai
in mente -
- Non ti muovere di qui - le dico uscendo di casa e sbattendo la porta.
Sono incazzata e delusa e sto per giunta guidando come una pazza mentre
insulto il navigatore che mi ha regalato Oksana. L'ho toccato per
spegnerlo e ho messo un indirizzo già salvato e continua a
dire << Direzione sbagliata>>.
- Lo so che la direzione è sbagliata, cazzo -
Se faccio un incidente per colpa di questo aggeggio denuncio.. non lo
so chi denuncio, sono troppo agitata per pensare lucidamente. Arrivata
scendo come un lampo dalla macchina e busso alla porta.
Mi apre un Johnny in canotta e jeans, scalzo.
- Edith, che c'è? - mi chiede calmo. Aspetta che parlo.
- Sai cosa c'è - gli dico decisa e lui sospira - Posso
entrare o mi lasci sulla porta? -
Johnny si sposta e mi fa cenno di entrare. L'ha aggiustata davvero bene
questa casetta da single.
- C'è Alex a casa mia. Incazzata, triste, non lo capisco.. e
non vuole parlare -
- Dai per scontato che ci sia io sotto? -
- So che ci sei tu. Mi spieghi cosa è successo? - Ora lo
fronteggio.
- Siediti -
- Devi spieg -
- Ti siedi, per cortesia? - mi dice più duro.
Stringo il pugno e mi siedo sul divano mentre lui rimane a piedi
davanti a me.
- Ci siamo urlati addosso, abbiamo litigato - mi dice calmo.
- Fin qu c'ero anche io. Mi spieghi cosa vi siete detti? -
- Le ho chiesto perchè mi evitava, perchè
scappava -
Io annuisco e continuo a fissarlo, non me ne vado finchè non
dice tutto.
- E lei mi ha mandato all'altro paese -
- Senza un motivo? Non mi sembra proprio il tipo - gli dico e lui si
passa una mano tra i capelli, senza rispondere.
- Joh, ti ho fatto una dom -
- Lo so - mi interrompe.
- E allora rispondimi -
- Le ho detto .. - e sussurra qualcosa. No, ciccio. Devi avere le palle
di ripeterla quella frase.
- Non ho capito - gli dico e lui s'infervora.
- Le ho detto che sono Johnny Depp e che non corro dietro a nessuno -
tace per qualche secondo, poi - Dici che ho sbagliato? -
- Dico che sei veramente uno stronzo - gli dico alzandomi.
- Mi hai detto, cosa? - mi chiede fronteggiandomi.
- che sei uno STRONZO - gli sillabo puntandogli il dito sul petto. Non
mi fa paura perchè potrebbe essere mio padre, in questo
momento sto rimproverando un amico.
- e che da te mi sarei aspettata tutt'altro comportamento,
più maturo - aggiungo dandogli le spalle e andando verso
l'uscita.
- Non esiste - sento e mi fermo, voltandomi e togliendo la mano dalla
maniglia della porta.
- Non esiste che devo essere rimproverato da te. Non esiste che viene
una ragazzina che potrebbe essere mia figlia a parlarmi di
maturità - mi dice velenoso - non sei nessuno -
Guardo l'uomo davanti a me e capisco di non conoscerlo. Il Johnny che
conosco, che ho imparato a conoscere, non è così.
Ha gli occhi cupi, freddi, è rigido. Io non riesco a
rispondergli ma rimango a fissarlo, forse aspettandomi qualcos'altro.
Poi d'un tratto si passa la mano fra i capelli e socchiude la bocca.
- Scusa Edith, io .. non sto passando un bel momento - inizia a dire.
- Joh, non credere di essere l'unico ad avere problemi, a soffrire ..
Non è allontanando le persone che ti vogliono bene, che
vogliono aiutarti, che poi stai meglio -
dico e apro la porta.
- Ci vediamo - aggiungo prima di chiudere la porta fissando i suoi
occhi scuri addosso a me. Una volta fuori però, mi rendo
conto di non aver detto tutto e busso di nuovo.
La porta si apre leggermente e Johnny mi fissa senza parlare.
- E lei di bene te ne vuole parecchio, anche se non lo ammette -
Da lui non trovo risposta, neanche nell'espressione e gli dò
le spalle andando verso la macchina. Una volta dentro punto gli occhi
verso la porta e lo trovo ancora lì, a guardare in basso.
Fà che capisca, ti prego.
Avete
presente quando vi sembra di non avere il controllo della vostra vita?
Quando vi sembra che tutto vi scivoli.. Non ci si rende più
di
conto di quello che accade intorno. Si diventa spettatori della vita e
non attori. E quello è esistere, sopravvivere, non vivere.
Come mai questi pensieri? Ben. Sempre lui.
Me lo sento scivolare tra le mani, senza riuscire a tenerlo con me. E
la cosa che fa più male è non sapere
perchè. Al
diavolo la stanchezza, ho smesso di credere alle cazzate. Credo di
poter pretendere di sapere la verità. Chiudo il libro
davanti a
me e l'occhio mi cade su una sua foto. Quanto sei bello, cavolo. Passo
un dito sulla fotografia e la mia decisione si fa sempre più
forte. Devo capire cosa c'è che non va, lo pretendo.
Sul cellulare trovo l'ennesima chiamata di Johnny a cui non ho
risposto. Non è con me che deve parlare, è con
qualcun
altro di nostra conoscenza.
Vado in rubrica e chiamo il suo numero. Cellulare ancora staccato? No,
non esiste. Devo parlargli. Compongo il numero di papà.
- Tes-
- Dov'è Ben? -
- E' .. BEN! - urla. Deo Gratias.
Poco dopo la sua voce.
- Edith, che c'è? - mi risponde scocciato.
- Puoi venire a casa? Ora. Ti devo parlare -
Annuisce e riaggancia. Scaravento il cellulare a terra e mi butto sul
letto. Non può essere, non può. Quando sento
suonare il campanello il cuore perde diversi battiti, è lui.
Sento la porta che si apre e capisco che Derek mi ha preceduto.
- Edith! - mi sento chiamare da mio fratello. Okay, forse non
è lui. Esco dalla camera pronta a scendere al piano di sotto
ma mi fermo. Sulla porta di casa c'è Ben.
- Sali! - gli dico e sono già pronta a tornare in camera.
- Sono di fretta, se devi parlarmi scendi tu - mi dice serio e prendo a
scendere le scale. E se non volessi più affrontare quel
discorso?
Ti sto per dare un'ultima possibilità.. guardami. E con quei
diamanti scuri fammi capire che è solo un momento di crisi e
stanchezza il tuo. Un momento che passerà.
Arrivata davanti a lui cerco il suo sguardo ma lui distoglie gli occhi.
Devo. Adesso davvero.
- Allora, cosa devi dirmi? - mi chiede scocciato senza muoversi. Mi
avvicino per dargli un bacio a fior di labbra ma mi fermo all'angolo
della sua bocca, continua a non muoversi e non mi guarda.
- Chi sei? - gli chiedo con un pò d'amaro in bocca.
- Senti, sono venuto qui per parlare, niente filosofia -
- Cosa ti è preso? - dico parlandogli sopra.
- Ti sembro cambiato? - mi chiede strafottente.
- Sei un'altra persona - dico più dura e stringo il pugno.
- E non ti sei chiesta perchè? - mi dice e si ferma.
Io lo guardo spaesata e non so che rispondergli. Lui sbuffa.
- Ho fatto così per cercare di farti capire che mi sono
stancato - aggiunge. Le parole arrivano dolorose, neanche un calcio sui
denti.
- E non mi guardare con quella faccia, per favore - mi dice sbuffando
nuovamente.
- E come dovrei guardarti? -
- Non con quegli occhi da cane bastonato -
-Io .. senti, posso sapere il motivo, almeno? - stringo il pugno ancora
di più e vieto alle lacrime di scendere. Sperando funzioni.
- Non ci dev'essere per forza un motivo, Edith. Sono stanco e basta -
- C'è sempre un perchè, Ben - gli dico ma lui non
risponde, iniziando a fissare la maniglia della porta. E io sono pronta
per LA domanda.
- C'è un'altra, vero? - chiedo a bassa voce ma è
abbastanza vicino da potermi sentire.
- Sapevo mi avresti fatto questa domanda. Non farti paranoie inutili
che non c'è nessun'altra -
- Ben, tanto ormai mi hai mollata. Che ti costa ammetterlo? -
- Ma, fammi capire, ti credi tanto perfetta che nessuno può
stancarsi della fantastica Meredith?! -
passo un dito sotto l'occhio per far scomparire all'istante una lacrima
stronza che stava per rigarmi la guancia. Non merita niente del genere.
- Se ci rifletti, puoi arrivarci - aggiunge poi, abbassando i toni.
- Riflettere su cosa? -
- Niente, lascia perdere - mi risponde e mette la mano sulla maniglia
della porta. Lo prendo per il braccio, pronta a fargli ammettere tutto
ma lo sguardo mi cade dietro di lui. Gli oscar di papà. No,
non è possibile.
- Tu.. - dico lasciando la presa - hai fatto tutto per recitare nel
film di papà .. -dico sotto voce ma mi sta sentendo, anche
se non risponde.
- Ben - lo chiamo con un sussurro, quasi ringhiando.
- E se anche fosse? -
- Se anche fosse? -
Un'altra. Io, stupida, che credevo ci fosse un'altra. Stupida, davvero.
- Se anche fosse? - ripeto a voce più alta.
- Adesso andrai dritta dritta da paparino a dire tutto, vero? -
Se prima ero nel baratro adesso sono incazzata. Delusa e incazzata. Sia
con lui che con me.
- Scema, scema - sussurro - sono una scema - dico a voce più
alta.
-Risparmiati il vittimismo, Mer. Mi irrita - mi dice mentra
apre la porta.
- Vittima? No. Direi più scema. Non ho la più
pallida intenzione di parlarne con mio padre. Se pensi che è
così che si arriva in alto.. Non sarò io a
rovinarti tutto - gli rispondo decisa fissando i suoi occhi scuri.
- Non credo che riuscirai a non dirgli nulla - mi dice già
con un passo fuori dalla porta.
- E invece sì. Perchè sai qual è la
cosa più assurda di questa storia? Quella che fa di me una
scema? - dico e mi blocco. Sto parlando con le sue spalle, non ha il
coraggio di guardarmi negli occhi.
- Che .. credo di essermi innamorata di te - chiudo la porta di scatto,
violentemente, mentre lo spingo via. Riesco solo a vedere, per una
frazione di secondo, i suoi occhi. Mi siedo a terra, con le spalle
appoggiate al legno e mi metto la mani fra i capelli. Non riesco a
piangere, tanto è il dolore. Avrei voglia di urlare, di
spaccare tutto. Scema, scema e ancora scema. Talmente scema da non
accorgermi che mi stava usando.. Per poi buttarmi via.
- Edith, spostati - mio fratello è in piedi davanti a me,
fissa la porta.
- Che vuoi? - chiedo senza spostarmi.
- Spaccare la faccia a quel figlio di puttana -
Mi alzo e gli punto le mani sul petto.
- Derek, torna di sopra - sussurro.
- No -
- Derek, ti prego - dico a voce più alta.
- Meredith -
- Dek, te lo chiedo per favore - gli dico quasi in preda ad una crisi
isterica.
- Ho sentito ogni singola parola. Prima gli spacco la faccia e poi lo
dico a papà -
Mi calmo, faccio un bel respiro e poi tolgo la mano di mio fratello
dalla maniglia.
- Ti prego, non fare nulla e non parlare con papà -
- Ma.. - prova a ribadire.
- Ma .. niente -
Io continuo a fissare il suo petto e, senza dire una parola, mi
abbraccia. Un gesto che da parte sua.. Non ricordo mi abbia mai
abbracciato, forse da piccoli. Stringo ancora più forte il
mio fratellino, più forte, più forte.
- Edith, io .. -
So cosa vuole dire anche se si è bloccato. Mi alzo in punta
di piedi e gli schiocco un bacio sulla guancia.
- .. ti voglio bene - aggiunge e mi dà lui un bacio sulla
fronte.
- Anche io, Dek. Anche io -
Restiamo abbracciati per un pò, fino a che non mi guarda
negli occhi e mi dice
- Piangi, Edith, piangi. Sfogati -
Lo guardo negli occhi e scuoto la testa.
- Non ce la faccio, Dek - gli sussurro. Lui mi prende in braccio e mi
porta sulla poltrona dove ci accoccoliamo.
- Non ti ho visto versare una lacrima dal divorzio di mamma e
papà -
- Lo so - sussurro chiudendo gli occhi.
- Edith, ti devi sfogare o ti resta tutto dentro -
Lo so, so anche questo. Ma non ce la faccio, non ci riesco neanche se
dentro mi sento morire. Come ora.
Eccomi qua. Capitolo
pesante, lo so. Per giunta dopo tutto questo tempo. Eeeeeh, sono fatta
così: prendere o lasciare.
Romina aveva già tanato il buon vecchio Ben.. occhio lungo,
brava la mia sorellona! Insomma.. cosa ne pensate? Credo che nel mondo
dello spettacolo siano fin troppe le persone che scavalcano qualsiasi
cosa pur di arrivare un gradino più sù. Mai
sentita
storia del genere su Ben, eh.. intendiamoci. Nè su nessun
altro.. è tutto frutto della mia mente malata.
Certo che anche l'uscita dello Zio, ehm, di Johnny, non è
stata delle migliori.. ditemi tutto!
Okay, la finisco di sparlare che è meglio. Lascio la parola
a voi, lettori miei..
Vi voglio numerosi a recensire questo capitolo.. anche se solo per
scrivermi "stronza". E' che voglio davvero sapere cosa ne pensate.
Graaaaaazie.
@Enris:
Ciaoooo :D Eh, purtroppo Ben non ha riguadagnato punti, anzi..
è sceso di parecchio sotto lo zero.
E le paturnie di Edith erano giuste fino ad un certo punto.. povera
stella neanche lei aveva pensato ad una cosa del genere.
Qualcosa però potrebbe cambiare?! Chi lo sa.. se ti va di
saperlo, sai cosa fare! Hehe un bacione!
@romina75:
sorellona!!
purtroppo tra mare, montagna, e la mia amatissima Mirabilandia, sono
riuscita a stare poco su questa storia. Anche perchè a poco
credo che ne pubblicherò un'altra che sto scrivendo..
vedremo.
Comunque l'estate tutto bene.. soprattutto in quest'ultimo periodo!
Adesso sbrigo le ultime faccende e poi il trasferimento a Roma per
l'università sarà definitivo! Tu come stai?
Coooooomunque, tornando al capitolo.
tu sì che hai occhio, eh! Una vera e propria carognata..
come hai detto tu. anche se sospettavi, che ne pensi?
Un abbraccio forte, alla prossima!
@uley:
miky,
carissima! Bè, purtroppo non era solo una sciocchezza..e ti
giuro che mi faceva male il cuore a scrivere questo capitolo. E' stata
durissima, un colpo più che basso. Te l'aspettavi? Dimmi
tutto,
sono curiosa di sapere che ne pensi :)
Un bacione, alla prossima, eh! ;)
@Summerbest:
Caraaaaa! Ah, quanto amo le tue recensioni sempre strapiene di
particolari *_*
Comunque anche tu avevi visto giusto, non era la solita stanchezza,
povera Edith. E Joh stavolta è solo stronzo.. la
stronzaggine ha
superato il sex appeal, il che è tutto dire per l'uomo
più sexy del mondo, eh!
Natalie.. Natalie, la amo. Sarà che amo la persona a cui
è ispirata.. e allora mi esce proprio bene quel personaggio!
Allora, che ne pensi di questo capitolo? Fammi sapere, aspetto con
ansia ;)
Un bacione
Ps adesso la lettera minatoria ci sta tutta, no? XD
Bene, ho smesso di sparlare. Stavolta davvero. Tocca a voi. E parlo
anche con voi, adorabili personcine che inserite la mia fic tra
preferite, seguite, ricordate e quant'altro.. lasciate un commentuccio,
su!
Alla prossima, miei cari.
Rachele. Bradshaw.
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Capitolo 12 *** Hate That I Love You. ***
portami
dove si vola;;
-hate that I love you-
“Il prelievo feudale, anche chiamato complexum
feudale, era la tassa da pagare al proprio signore”
La professoressa
continua a parlare imperterrita e io fisso il mio foglio bianco. Mi
sono sempre annoiata alle lezioni di storia, figuriamoci adesso che con
la testa proprio non riesco a starci. Cosa diavolo me ne può
fregare del prelievo feudale quando Ben.. il solo pensare al suo nome
mi viene una fitta allo stomaco.
Tutti i miei pensieri
vanno di colpo nella sua direzione, scardinano la scatola con i suoi
ricordi ed escono tutti fuori. Cerco di concentrarmi invano sul
noiosissimo discorso della professoressa. Ma non
c’è niente da fare. Sfilo il cellulare dalla borsa
e invio un messaggio ad Alex.. sperando sia in università.
Neanche tre secondi
dopo mi risponde, mi aspetta in macchina.
Mi guardo intorno e mi
accorgo di avere la via particolarmente libera verso la porta.. non me
ne voglia la professoressa, ma quello che desidero ora è
soltanto andare via.
Metto velocemente
tutto nella borsa e mi alzo, sperando che la sedia non cigoli. E
stranamente non accade.. aspetto che si giri a scrivere un nome alla
lavagna e scappo via, alla velocità della luce.
Controllo ancora il
telefono e naturalmente non c’è nulla. So che
non tornerà. So che non troverò mai una
sua chiamata, un suo messaggio.. ma il cuore non smette mai di
sperarlo. E adesso capisco perché è la speranza
l’unica a rimanere nel vaso di Pandora.. perché il
detto dice che è l’ultima a morire..
perché è dannatamente vero.
Vedo l’acqua
scrosciare fuori dalla finestra. Ecco, ci si mette anche il tempo a
buttarmi giù. Cerco l’ombrello nella borsa e mi
accorgo di non averlo con me.. Spero proprio che la macchina di Alex
sia vicina all’ingresso altrimenti è la fine.
Corro come una pazza
verso l’ucita e noto subito la macchina di Alex. Corro verso
lo sportello, lo apro e entro, buttando in contemporanea la borsa sul
sedile posteriore.
- Ci mancava solo la
pioggia, sono tutta bagn-Alex? – mi accorgo che è
immobile mentre con un dito traccia il contorno del volante.
- Alex, che ti pren-
- Johnny –
risponde, sussurrando.
-
Cos’è successo? – chiedo, sedendomi
verso di lei e prendendole le mano.
[ Alex's POV
- Ma guarda te se io
posso farmi un fegato tanto per colpa di quel decerebrato idiota -
Borbotto, imprecando in silenzio.
Il tempo di mettere
piede fuori dal cancello dell'università, che si scatena il
diluvio.
-
ETICIMETTIANCHETUORA?! - Grido, rivolta al cielo. Scavo nella borsa e
fortunatamente trovo un ombrello. Provo ad aprirlo. Okay, è
integro.
Dove diamine l'ho
messa la macc- eccola lì, grazie a Dio.
Mi blocco vedendo un
tizio appoggiato alla portiera del conducente. Premo il tasto
dell'antifurto. La macchina lampeggia, ma il tipo resta lì.
Mi avvicino, cauta. Ha
indosso un cappello e sembra non importarsene della pioggia incessante.
Più mi
avvicino e più il sospetto si fa vivo.
Quell’uomo
assomiglia troppo al decerebrato idiota di cui parlavo prima. E in
pochi gli assomigliano così bene. Anzi, nessuno.
Purtroppo il rumore
dei miei tacchi non impedisce allo “sconosciuto”di
voltarsi e guardarmi.
E’ Joh, come
sospettavo.
Non appena mi vede si
scansa leggermente dallo sportello del guidatore. Poi si appoggia di
nuovo.
Mi verrà
l’ulcera, me lo sento.
- Ti sposti
– dico decisa, non appena gli arrivo davanti.
- Dobbiamo parlare
– mi sussurra cercando di afferrarmi un braccio, ma mi scanso.
- Non ho nulla da
dirti, puoi andare – sussurro di risposta guardando altrove.
- Ma io sì
– mi dice e mi costringe ad alzare lo sguardo su di lui.
- E allora muoviti,
devo andare via – la punta di acidità si fa
più prepotente.
- Io.. insomma..
volevo.. chiederti scusa, ecco.. io quelle cose non le penso davvero..
–
- Ma le hai dette Joh.
E questo non si può cancellare.. se mi fai il favore di
spostarti – dico e cerco di spingerlo via. Inaspettatamente
si scansa davvero e mi fa entrare in macchina, mentre resta a fissarmi.
Chiudo lo sportello e vedo le sue labbra che disegnano un ‘mi
dispiace’.. ancora una volta. Io lo fisso cercando di non far
trasparire alcuna emozione.. poi lui mi sorride e ancora sotto
l’acqua, si allontana, mettendosi le mani in tasca.
Dannazione!]
- Perché mi
fa quest’effetto, Edith? Perché? Lui riesce a
incasinarmi la vita, a non uscirmi dalla testa.. dopo tutto quello che
mi ha detto, dopo tutto il dolore che m’ha causato gli basta
presentarsi e io.. io non so che fare –
Mi dice scuotendo la
testa. Non l’ho mai vista così davvero.
- Ecco come
è in grado di ridurmi quell’uomo –
aggiunge poi, come se mi avesse letto nel pensiero.
- Alex sia io che te
sappiamo perché lui ha tanto potere su di te.. purtroppo
l’amore non lo possiamo guidare. E tu.. prendi tutto come
viene. Ti è venuto a chiedere scusa.. e per uno orgoglioso
come lui è un grande, grandissimo passo. Adesso calmati.. e
vedi come si mettono le cose. Poi segui il cuore, e capirai come agire
– le sorrido e le stringo la mano e fortunatamente vedo un
sorriso di risposta.
- Grazie Edith,
davvero – mi sussurra e le schiocco un bacio sulla guancia.
- Siamo forti.. ce la
faremo ad affrontare tutto, vedrai – le rispondo e lei
accende la macchina.
- Assolutamente
– mi risponde e ci dirigiamo verso casa.
-Grazie per il
passaggio, Alex - le dico chiudendo la portiera della macchina, una
volta arrivata davanti il portone.
- Fai la brava - mi
dice sorridendo.
- Anche tu.. e fatti
sentire per qualsiasi cosa -
- sì, anche
tu - mi dice interrompendomi – chiaro? - aggiunge.
- se ci sarà qualcosa da dirti, sicuramente -
Mentre apro la porta
mi chiedo perchè la macchina di papà sia qui.
Dovrebbe essere sul set, ha detto che non sarebbe tornato prima di due
giorni. Entro e lo trovo seduto sulla poltrona, sto per andargli
incontro ma Derek mi blocca, uscendo dal nulla.
- Meredith, vai di
sopra - mi sussurra e mi indica le scale. Provo a parlare ma mi
interrompe indicandomi il piano di sopra.
- Adesso salgo a
spiegarti tutto - mi sussurra ancora. Fidandomi mi infilo nella camera
da letto di mio fratello aspettando che entri a dirmi cosa diavolo
è successo? Perchè non posso andare a parlare con
papà?
Due secondi dopo Derek
entra in camera chiudendosi la porta alle spalle. Gli vado incontro e
mi dice di stare calma.
- Non so cosa
è successo, come faccio a stare calma? - gli chiedo.
- Papà
è in catalessi, non risponde -
- Ma qualcuno sa cosa
è successo? -
- Ti devi calmare -
- Sono calma ma sto
per perdere la pazienza se non mi spieghi cosa è successo a
papà! - dico alzando la voce e puntandogli un dito contro.
- Ben ieri ha mandato
il manager a dire che abbandonava il film -
All'ascoltare queste
parole mi siedo sul letto. Mi fa ancora male sentire parlare di lui.
- Perchè? -
riesco a sussurrare.
- Il manager non lo
sapeva. Nessuno lo sapeva e papà non se ne faceva una
ragione.. ha provato a chiamarlo ma, niente. Poi, l'ha chiamato lui. E'
andato via da poco -
- Ben è
stato qui? - chiedo e mio fratello annuisce.
Mi immobilizzo. Non
riesco a parlare.
- Papà ha
urlato, parecchio. Ma non so dirti cosa si sono det- Edith, non andare!
-
Derek cerca di
fermarmi ma sto volando per le scale. Io devo sapere cosa è
successo.
- Papà - lo
chiamo e lui alza la testa.
- Edith - mi guarda e
si rimette la testa fra le mani.
- Papà,
cosa è successo? -
Non mi risponde e
stringo i pugni.
- Pap-
- Tu sapevi tutto - mi
dice senza guardarmi.
- Cosa,
papà? Cosa? - dico iniziando a perdere la pazienza e mi
avvicino a lui.
- Perchè
non mi hai detto la verità su Ben, perchè? - dice
quasi urlando mentre si è alzato.
Ci stiamo
fronteggiando e quasi tremo.
- Edith,
perchè l'hai difeso? - mi chiede con più calma.
Faccio un respiro profondo e guardo mio padre negli occhi.
- Dimmi cosa ti ha
detto, poi ti spiego -
[ Mel's POV;;
Perchè non
si muove quel dannato ragazzo? Se arriva presto riusciamo ad arrivare
in tempo sul set.
Ecco il campanello. Ad
aprire la porta è Derek e lo sguardo che gli lancia
è a dir poco terrificante. Ben lo scansa e viene verso di me.
- Finalmente, Ben. Il
tempo di prendere le chiavi e and-
- Mel, ti devo parlare
-
E' serio, mi fa
preoccupare.
- Ben, è
tardi - cerco di dirgli.
- Papà
stallo a sentire - dice Derek accanto a lui, incupito e guardandolo con
occhi strette a due fessure.
- Derek non sono fatti
che ti riguardano - dice lui serio continuando a guardare me.
- Invece sì
che mi riguardano, stronzo. Edith mi ha impedito di spaccarti la
faccia. Meredith, capisci? - dice.
C'è
qualcosa che devo sapere. Ho sempre saputo che dietro la loro rottura
c'era qualcos'altro, queste sono solo conferme.
- Derek .. - dice Ben
ancora calmo e mio figlio lo prende per la maglia.
- Io te la spacco
davvero questa faccina di cazzo che ti ritrovi -
Mi butto fra i due
vedendo che anche Ben era pronto ad arrivare alle mani.
- Finitela, due
bambini! Derek, vai di sopra -
Prova a protestare ma
lo zittisco con un cenno dello sguardo.
- E tu ora parli - se
prima ero preoccupato, adesso sono incazzato. La mia piccola, ha fatto
qualcosa di male a Meredith, altrimenti Derek non avrebbe reagito
così. Lo faccio sedere mentre io resto a guardarlo in piedi.
- Sono venuto
semplicemente per dirti il motivo per cui non posso più far
parte del cast -
Guarda a terra.
- Voglio che mi guardi
negli occhi mentre me lo dici - gli intimo e lui mette i suoi occhi
scuri nei miei.
- Forse è
il senso di colpa che mi divora, forse speravo di restare
più freddo -
- Fammi capire. Non ti
interrompo finchè non avrai finito - gli dico.
- Ho usato Meredith.
Usata, nel vero senso della parola. Quando l'ho conosciuta sapevo
già chi era, ero andato a quella festa per poter riuscire a
parlare con te, per una possibilità. Volevo, dovevo
rientrare nel tuo film -
Fa una pausa e io mi
ripeto mentalmente la sua età e la mia. Se non lo facessi
questo ragazzino avrebbe già ricevuto il cazzotto
più forte della sua vita.
- Ho iniziato ad
uscirci ed ero contento che il piano che avevo idealizzato stava
andando. Quando mi trovavo te davanti era come se la mia coscienza mi
stesse sbattendo in faccia quello che stavo facendo. Inizialmente
volevo parlarne subito a Edith, risolvere tutto il prima possibile ma
non ho avuto il coraggio. E lei ha fatto tutto da sola. Lì
non sapevo cosa fare, mi aveva spiazzato. Era stata fantastica, sincera
.. io sapevo, so che mi ama -
Qui non ce la faccio a
rimanere in silenzio.
- Non dire
così. Credo tu sia l'ultima persona sulla faccia della Terra
a poter parlare dell'amore di mia figlia - urlo e lui non mi stacca gli
occhi di dosso.
- Scusa -
- Continua -
- Mi sono detto che
era destino. Che quello che provavo per lei, il cuore che batteva, la
voglia di vederla, l'emozione quando la stringevo fra le mie braccia
era perchè .. mi ero affezionato, non era amore. Allora ho
cercato di essere freddo, non ho neanche avuto le palle di .. di
lasciarla. Lei, ha capito tutto da sola e si è comportata da
donna matura .. non me lo sarei mai aspettato. Da una ventunenne mi
aspettavo schiaffi, urla in faccia. Il bambino fra noi due sono sempre
stato io -
Continuo a fissarlo
senza riuscire a parlare. Ha ragione, la mia piccola è una
donna. Una donna che si è innamorata di uno stronzo. Uno
stronzo che è riuscito ad arrivare fin qua e dire tutto
perchè si è reso conto che è ora di
crescere a 30 anni.
- Adesso vuoi un
applauso? - gli dico, alzando la voce.
- Volevo che sapessi
la verità, te lo dovevo -
- No, l'unica cosa che
non dovevi fare è pensare di riuscire a ottenere quello che
vuoi con questi sotterfugi. Cresci, Ben - il tono della voce si alza
parola dopo parola.
- Se un pò
sono cresciuto lo devo solo ad Edith. Io .. credo di -
- Non dire amarla e
non parlare più di lei - dico ringhiando.
Si alza e si tormenta
le mani.
- Mia figlia sta per
tornare, non voglio che ti veda. Nè che tu veda lei, non
meriti neanche quello -
Senza dire una parola
lo vedo aprire la porta e andare via. ]
Guardo papà
incredula. Ha raccontato tutto. Ben ha avuto il coraggio di ammettere
tutto. A mio padre.
- Tesoro,
perchè non mi hai detto quello che aveva fatto? - mi chiede
papà nel tono più dolce che abbia mai sentito.
- Perchè ..
perchè lo amo, papà. Perchè volevo
capisse da solo dove aveva sbagliato -
- Lo ha fatto e
adesso? -
- Adesso è
finita. Questa storia ha aiutato a crescere lui, ma anche me. Ho capito
che la devo finire di affezionarmi così alle persone -
Rimaniamo a guardare a
terra, tutti e due, senza sapere cosa dire. Poi affondo la testa nel
petto di mio padre e lo stringo forte.
- Tesoro, piangi, ti
prego - mi sussurra. Forse era proprio lui che doveva dirmelo, volevo
sentirmelo dire da mio padre. Lo stringo ancora più forte e
lui fa lo stesso mentre lacrime su lacrime iniziano ad uscire. Tutte le
lacrime che non ho pianto in questi giorni, mesi, anni. Tutto quello
che mi ero tenuta dentro. Dal divorzio dei miei, il non avere
più mamma dentro casa, i miei fratelli, aver perso ogni
amico, essere stata con Lui.
Non so per quanto
tempo rimaniamo così, forse ore. Ci interrompe la porta che
si apre e Natalie che entra ma senza vederci sale dritta su per le
scale con i libri in mano.
- Papà -
sussurro staccandomi - grazie, davvero -
- Ti voglio bene
piccola e .. se ti sto troppo addosso è perchè ..
ho paura di perdere anche te, dopo tutti i tuoi fratelli - mi dice con
gli occhi lucidi e vado ad abbracciarlo di nuovo.
- Non ti
lascerò mai, papà. Mai - con un bacio sulla
guancia gli asciugo una lacrima e gli sussurro le prima parola che mi
vengono dal cuore.
- Ti voglio bene -.
Quando mi lascia
andare mi fermo alla fine delle scale e lo chiamo per farlo girare.
C'è un'ultima cosa che voglio sapere.
- Papà,
stava davvero per dirti .. -
- Sì - mi
risponde - nell'assurdità della situazione mi stava per dire
che ti amava. E sembrava sincero -
Resto impalata a
fissare mio padre per un attimo poi salgo le scale e mi butto in camera
di Natalie, andando a piangere fra le sue braccia.
Edith, devi dormire.
Dormi.
Mi metto a pancia in
su, con gli occhi sbarrati a fissare il soffitto. Perchè
l'ha fatto? Perchè ha ammesso tutto? Ha ottenuto quello che
voleva e poi ha mandato tutto all'aria. Aveva paura che parlassi?
Sapeva che non l'avrei mai fatto. Non può amarmi davvero.
Non dopo tutto quello che ha fatto.
Senza accendere la
luce mi metto seduta sul letto e infilo le ciabatte. La sveglia sul
comodino segna le 03:32.
Devo dormire, devo.
Scendo lentamente le
scale e sul tavolino all'ingresso noto le sue chiavi. Quelle che non
gli ho più dato indietro. Quando le afferro il contatto del
metallo freddo con la mia mano riporta alla memoria ogni ricordo, ogni
attimo, ogni emozione. Ogni volta che mi ha tolto il fiato, ogni
battito perso, ogni volta che i suoi occhi si sono poggiati su di me,
ogni volta che le sue mani mi hanno fatta sua.
Come ha potuto? Come?
Una lacrima mi riga il volto e stringo la chiave più forte,
con rabbia.
"Non odiare mai chi
hai amato, sarà un odio pieno d'amore" questo è
il motivo che mi ha spinto a restare con papà, ma non
sarà il motivo che mi farà tornare da Ben. Forse
non lo amo, non l'ho mai amato. In fin dei conti su cosa si basava il
nostro rapporto? Cazzate. Il cuore inizia a battere più
forte, quasi a dirmi di smetterla di dire cavolate a me stessa.
Devo sapere, ho il
diritto di sapere. Ora. Guardo i miei pantaloncini e il mio top. Mi ha
vista più svestita di così! Corro di sopra a
mettere le scarpe e quando mi chiudo la porta alle spalle mi chiedo se
lo sto facendo davvero. La chiave stretta fra le dita mi convince.
Meredith Gibson alla riscossa.
Non ho mai giudato
così velocemente di notte ma devo muovermi o rischio di
cambiare idea.
Parcheggio in fretta e
furia e mi blocco davanti alla porta. E se lo trovo con qualcuna? Tipo
quella Anna Popplewell? Lo crepo il doppio. Faccio girare le chiavi
nella toppa e spalanco il portone.
Vedo Ben scattare in
piedi dal divano, in boxer. Sospetto fondato.
- Edith! -
- Dov'è
lei? -
- Lei chi? - chiede
avvicinandosi.
- Lei, la troia.
Chiunque essa sia! - dico indietreggiando.
- Non c'è
nessuna! Non riuscivo a dormire -
Okay, forse sono
saltata alla conclusione sbagliata. Ho il cuore a mille.
- Edith, sono quasi le
quattro del mattino - dice e mi riporta alla realtà.
- Perchè,
Ben? Perchè? - gli chiedo e lui mi guarda stupito.
- Avevi ottenuto tutto
quello che volevi. Perchè hai rovinato tutto? Sapevi che non
avrei detto nulla -
Ben si mette a ridere
e mi dà le spalle passandosi le mani fra i capelli. Mi
avvicino e ho quasi paura a toccarlo.
- Continui a prendermi
in giro? - dico con gli occhi ridotti a due fessure.
- Proprio non capisci?
- mi dice voltandosi.
- Dimmelo tu -
Mentre continua a
ridere mi viene davvero voglia di strangolarlo.
- Secondo te,
perchè? - si avvicina sempre di più e tenta di
afferrarmi la mano ma io indietreggio.
- Ben sono a casa tua,
alle quattro del mattino, mezza nuda. Non sarei venuta - dico alzando
la voce.
- Vuoi che te lo dica
io? -
- Sì -
rispondo decisa.
- Perchè ti
amo, Edith. Perchè non sopportavo l'idea che stessi male a
causa mia, perchè non volevo più mentire a Mel.
Sai perchè non riesco a dormire? Perchè sto male
.. perchè non ho te -
- Non sto con te
perchè sei uno stronzo, un bastardo! Continui a dirmi
stronzate su stronzate - urlo in preda alla rabbia.
- Non sono stronzate,
Edith! Lo vuoi capire? - dice afferrandomi un braccio e inizio a
piangere. Lo scanso e gli metto la chiave in mano.
- Basta - sussurro e
corro verso la macchina.
Piango risalendo in
auto, piango accendendola, piango ripartendo mentre nello specchietto
retrovisore lo vedo che mi guarda. Perchè piango?
Perchè non lo odio neanche un pò.
Perchè lo amo. Ed è per questo che odio me stessa.
- Ci penso io. Ho
detto che ci penso io! -
Papà sta
urlando queste parole da almeno dieci minuti mentre cerco di studiare.
Nessuno si è accorto della mia uscita ieri notte o forse se
ne sono accorti e rimangono in silenzio.
Rileggo per l'ennesima
volta la stessa frase e la matita è puntata sempre sullo
stesso rigo. Guardo a lato della pagina la cancellatura della gomma.
C'era un cuore prima, l'aveva disegnato lui. E di Ben non voglio avere
più nulla, davvero. Mentre sfoglio la pagina entra
papà.
- Già
sveglia? - mi chiede. Effettivamente sono le sette.
- Dovevo studiare -
- Io sto .. uscendo -
mi dice abbassando la testa.
- Dove vai? -
Rimane in silenzio a
guardarmi, senza parlare.
- Papà .. -
lo richiamo.
- A riprenderlo.
Tesoro, mi dispiace ma si tratta di lavoro. Quel ragazzo ha un
contratto e ho bisogno di lui. Anche se odio ammetterlo. E voglio
essere io stesso a minacciarlo di denuncia se non torna -
Impassibile. Non muovo
un muscolo. Annuisco solamente e torno a fissare la pagina. La porta si
chiude ma dopo un attimo si riapre di nuovo. Due braccia,
più gracili di quelle di papà, mi stringono forte.
- Nat - sussurro.
- Come va? - mi chiede.
- Scusa se ti ho
svegliata - dico.
- Non ti preoccupare,
tanto devo studiare anche io. Approfitto dell'assenza di Ed che non mi
farebbe studiare, lo so - mi dice e mi strappa un sorriso.
- Oh, finalmente un
sorriso - mi dice accarezzandomi la guancia.
- Ha chiamato Gerard
ieri sera, tutto preoccupato - aggiunge poi.
- Vado subito a
chiamarlo - dico e allungo il braccio per prendere il telefono.
Neanche 3 squilli dopo
ha risposto.
- Dolcezza, ho saputo.
Come stai? - mi dice subito.
- Così -
- Ma perchè
non me l'hai detto prima? -
- Non lo sapeva
nessuno, Ger -
- Se lo rivedo ti
giuro che -
- No, non fai nulla.
Doveva andare così - dico interrompendolo.
- Va bene. Lo sai che
ti voglio bene e che mi puoi chiamare per qualsiasi cosa? -
Che meraviglia di uomo.
- Certo, Ger. E te ne
voglio anche io di bene.. non sai quanto -
Ecco un altro che sa
come farmi sorridere. Il mio pseudo-fratellone.
- Io te l'avevo detto
che dovevi sposare me! -
- Avevi ragione tu,
uomo della mia vita. Inizia a prenotare la Chiesa che voglio sposarti
al più presto! - gli rispondo e lo sento ridere.
- Grazie, Gerard -
aggiungo.
- E' il minimo. Ciao,
piccola -
Lo saluto e riaggancio.
- San Butler che ti fa
ridere un pò - mi dice Natalie facendomi il solletico.
Il telefono squilla di
nuovo. Alex, stavolta.
- Alex! -
- Ho fatto una
stronzata -
- Quando mai! Ti metto
in vivavoce che c'è Natalie -
- No, sto arrivando -
mi dice velocemente e riaggancia.
Questa non
è una casa. E' un porto di mare.
[Alex's POV:
Di sicuro, chi sta in
piedi davanti alla porta di Johnny Depp, non sono io.
Si, lo so che sembra
un po' megalomane, detta così, però è
la cruda realtà. Crudissima.
E' che Edith ha un
potere di convincimento che tende a infinito, e quando ci si mette pure
Natalie.. ero incastrata, ecco.
E insomma, con la
più banale delle scuse, sto per premere il campanello.
Lo ripeto: non
è il mio dito, quello. No, no. Le unghie rosa shocking non
mi appartengono. Chi, io, eccentrica? Ma che dite!
- Alex - La voce
sorpresa di Joh demolisce anche l'ultima certezza, che si teneva in
piedi sorretta da Edith e Natalie.
Che ci faccio qui?
Oddio.
- Ecco, tu, insomma..
avevi dimenticato questa da Edith - Gli porgo la sciarpa e giro un
piede pronta a defilarmi.
- Aspetta - Johnny
trascina la me-non-me dentro casa. - E tu saresti venuta fin qui per
portarmi questa? - Agita la stoffa colorata guardandomi scettico, un
sorriso sghembo appena accennato. Sa già di aver vinto,
ecco.
Ma che cavolo.
Un po' di.. di..
potenza femminile, o quel che cavolo era...
- Senti - Comincio,
puntandogli un dito contro. Non so come continuare. L'aiuto del
pubblico non è contemplato, vero?
La cosa bella
è che Edith è talmente sadica da mandarmi qui
controvoglia senza nemmeno suggerirmi qualcosa da dire!
- Dimmi - Fa lui,
tutto tranquillo. Si appoggia col sedere sullo schienale del divano e
lascia andare la sciarpa. Io mi avvicino a lui quasi senza
accorgermene, facendo un passo avanti.
- Tu.. tu sei.. -
Bellissimo, eccitante, da stupro.. - Cattivo -
Non lo so dove voglio
andare a parare. So solo che ora non parlerò più.
Johnny mi ha posato
con nonchalance le mani sui fianchi, attirandomi a sé.
Deglutisco, mandando
giù il fiume di brutte parole che premono decisamente per
uscire.
- Cattivo?
Mmm… - Una sensazione di calore mi avvolge tutta quando le
sue labbra si chiudono sul mio collo.
- Cattivissimo..-
Ribadisco io, gli occhi chiusi e le mani sulle sue spalle.
- E va bene.. se
proprio insisti, tanto vale che io lo sia davvero – Mi passa
le mani sotto il sedere e mi prende in braccio, portandomi
dall’altro lato del divano.
Ed è ovvio
che non parleremo affatto. ]
Eccomi
qua, bella gente! Appena tornata dal cinema dove ho rivisto per la
seconda volta Harry Potter.
No,
non sono pazza. Anzi, sì.. ma di quella saga! La adoro
troppo!
E
so anche di essere in un leggerissimo ritardo..
ma proprio leggero, lo so.
E'
che Roma è tutta un'altra cosa.. l'università
è il caos più totale, soprattutto in questo
periodo e soprattutto alla Sapienza. Per giunta ho un bell'esame di
Storia Moderna da preparare per gli inizi di dicembre e una vita
sentimentale non proprio rose e fiori.
Insomma,
non sono giustificazioni, anche perchè il capitolo era
scritto da un bel pò.. anzi, da parecchio. Ma senza
l'aiuto di Santa SaraH non ce l'avrei mai fatta.. grazie mille, amore
mio.. per tutto! Non so come farei senza di te.. e non te lo ripeto
abbastanza!
Coooooomunque
il capitoletto è tutto qui.. le carte in tavola cambiano su
tutti i fronti.
Fatemi
sapere cosa ne pensate! Sì anche tu che sei arrivata fino a
qui e non sai se recensire o meno.. susu! ;)
Insomma...
sono tutta orecchi! O occhi, fa lo stesso!
Ora
passiamo alle rispostucce!
@amoremiomeraviglioserrimo: Ho
già detto che non ti ringrazierò mai abbastanza,
davvero! Senza di te non ce l'avrei mai fatta, davvero.. E mi sei
mancata troppo per tutti questi giorni che non ci siamo potute
sentire.. Ti voglio bene ogni giorno di più, more mio.. e
vorrei trovare le parole per fartelo capire davvero! Un abbraccio
forteforte!
Ps
e scrivi che voglio leggere *-*
@romina75:
sorellona! adoro troppo le tue recensioni lunghissime!
anyway,
io invece queste bastardate purtroppo non riesco a fiutare e so
perfettamente come si sente Edith, davvero.. sempre con quella speranza
che qualcosa possa cambiare. Senza riuscire a dimenticare ed andare
avanti. Ma la vita avanti ci va.. ci va Edith e ci andiamo tutti noi!
Quindi bando alle ciance e alle cose tristi.. se avrai il fegato di
seguirmi ancora un altro pò, vedrai come andrà a
finire.. anche se riesci sempre a fiutare qualcosa in più :*
Alla
prossima sorellona, un abbraccio forte!
Ps
allora faccio bene ad andarci spesso a Mirabilandia XD
@summerbest: macciao!
eeeh, diciamo che Bennuccio sta leggermente risalendo in classifica e
poi no, ha troppo la faccia da bravo ragazzo per fare una cosa del
genere anche nella realtà, su! O perlomeno spero.. da buona
fan! Joh è fatto strano.. si sa.. l'ho sempre immaginato
sotto questa aurea misteriosa.. imprevedibile, anche in senso
negativo.. qui si riprende abbastanza, no? (mammamia, beata Alex) .
Alla
prossima, cara (: un bacioneone!
@Lady
Nionu:
eeeeeeeei! eeeeh, ma che volgarità e volgarità..
è segno di apprezzamento, ci sta tutto! ahahhaah
Tutti
questi complimenti mi fanno sciogliere tuttatutta.. GRAZIEEE! Davvero..
mi fa un piacere immenso sapere che c'è qualcuno a cui piace
tutto quello che pensa la mia mente malata e che riesco a mettere
giù. E' stata dura dipingere questo Ben.. perchè
io lo adoro proprio e non ce lo vedo a fare una cosa del genere, anzi!
Però sono contenta se mi dici che ci sono riuscita bene,
davvero!
Spero
che anche questo capitolo ti sia piaciuto.. Non vedo l'ora di sapere
cosa ne pensi!
Un
abbraccio graaaaaaaaandissimo!
Ps
io odio i doppiatori che gli mettono.. infatti i suoi film li sento
sempre in inglese. Adoro la sua voce e quell'accento da inglesino mi fa
impazzire *-*
Bon,
adesso la smetto davvero di ciarlare.. la parola a voi!
Spero,
a presto.. Rachele.
FATTO
IL
MISFATTO.
Puff
|
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Capitolo 13 *** I Am A Gibson. I Can. ***
18. Ben Adorabile <3
portami dove si vola;;
- I am a Gibson. I Can -
-
Voglio
che tu venga
con me, ti prego -
- Papà, perchè non chiami Oksana? -
- Perchè voglio te. Oksana resta a casa con Lucia -
Lascio il mouse e mi giro verso di lui. Papè in smoking, la
cravatta non ancora allacciata e un vestito celeste in mano. Uno dei
più belli che abbia mai visto.
- L'ha disegnato Stefano, e io l'ho voluto del colore dei tuoi occhi -
Mi alzo sfilandomi gli occhiali.
- Puoi tesoro, lo so. Sei una Gibson -
Sorrido e lo guardo mentre faccio il nodo alla cravatta. Sta implorando
con gli occhi.
- E poi, se anche .. c'è poco tempo - sbuffo.
- Già provveduto. Natalie! Alex! - urla e le due complici
compaiono alle spalle.
- Da qui attacchiamo noi - dice Alex minacciosa e papà le
sussurra << Mezz'ora>>. Prendo il vestito
dalle sue braccia e lo guardo. Cavolo, il celeste è proprio
quello dei miei occhi. E' corto .. molto sopra il ginocchio, una spalla
lasciata scoperta e cade morbido su ogni curva. Il caro Gabbana ci sa
fare.
- Fila in bagno - fa Alex.
Non so voi, ma io ho paura.
- Siete davvero riuscite a farla preparare in mezz'ora? Ma io vi adoro
- Papà è sconvolto.
- Non sai con chi hai a che fare - fa Natalie a mio padre - Hai portato
i pop corn? - fa poi a Alex.
- Cosa dovete fare con i pop corn? - chiedo mentre scendo le scale.
- Goderci lo spettacolo -
Oh, padre d'amore, aiutami. Queste sono sceme.
- Tesoro, sei uno splendore - mi dice papà prendendomi sotto
braccio.
- Grazie papà. Ragazze .. mi raccomando - dico facendo
l'occhiolino e uscendo di casa per entrare nella limousine che ci
aspetta.
Continuo a fissare la strada fuori dal finestrino e mi ripeto che sto
facendo una cazzata a volerlo rivedere. Sto bene senza, ecco. Avete
presente la vocina rompipalle? Adesso sta dando il meglio di
sè. Dice che non riesco ad ammettere che senza di lui mi
manca qualcosa. Sì, lo ammetto. Qualcosa mi manca. Ma era un
qualcosa intessuto in una ragnatela di bugie e falsità e
forse un giorno capirò davvero e starò meglio.
Papà mi prende la mano, io lo guardo e mi sorride.
- Andrà tutto per il meglio, Edith -
Non gli rispondo ma riesco a fargli un sorriso. Mi alleno per quando
dovremmo uscire dalla macchina. Dovrò stampare un mega
sorriso per fare contenti tutti. Che mondo falso.
Arriviamo in un baleno o perlomeno è quello che sembra a me.
La limousine si ferma e papà mi stringe la mano.
- Pronta? -
- Sono una Gibson, sono sempre pronta - gli dico sorridendo.
Sottobraccio a mio padre lascio la vera Meredith in macchina e inizio a
sorridere.
- Arriva - mi avverte papà avvicinandosi al mio orecchio e
gli affondo le unghia nel braccio. E' bello da togliere il fiato e si
avvicina a noi con un sorriso. Ho già detto che questo mondo
è di una falsità inaudita?
Smoking nero, camicia bianca e camminata sicura. Abbraccia mio padre e
poi guarda me. L'ultima volta che ho visto quegli occhi gli stavo
urlando contro tutto quello che provavo. Che provo. Quando si avvicina
per baciarmi la guancia ho il cuore a mille ma non lo dò a
vedere, questa soddisfazione non gliela voglio dare. Si è
preso fin troppo di me.
- Sei bellissima - mi sussurra ma non rispondo, lo guardo senza
riuscire a sorridere.
Ben si va a mettere accanto a mio padre e insieme sfiliamo per il
tappeto quasi in una via crucis, per quante volte veniamo bloccati dai
giornalisti.
< Come mai sua figlia? Parteciperà ad un suo film?
Emozionato?> Domande moolto fantasiose. Continuo a sorridere
cercando di evitare il suo sguardo ma lo cerco per un riflesso
incondizionato e trovo sempre i suoi occhi su di me. Ben, non farmi
questo. Arrivati a destinazione lascio la mano di papà e mi
allontano da tutti, estraendo il telefono dalla borsa. Numero di casa.
Segreteria telefonica? Ma che diavolo stanno facendo?
- Ragazze sono Edith! Qualcuno mi risponde?? -
Tre secondi dopo mi arriva squillante la voce di Natalie.
- Edith, sei magnifica! -
- Natalie, non ce la faccio - le dico.
- Sì che ce la fai. Facciamo tutti il tifo per te, tutti -
- Lo so, tesoro. Chi ha invaso barbaricamente casa? -
- C'è Derek che sta sbraitando contro Ben, questo
te lo registro! Poi c'è Johnny che è venuto per
parlare con Alex, ma lei lo zittisce, e ci sono io che sto per uccidere
tutti perchè non capisco una parola di quello che succede! -
- DIGLIELO IN DIRETTA CHE DEVE TACERE! - ringhia Alex e mi metto a
ridere.
- Siamo tutti lì con te -
- Lo so -
- E allora vai, c'è Mel che si guarda intorno. Va da lui,
sai quanto ha bisogno di te vicino -
- Okay, vado. Grazie Nat, saluta tutti -
Rimetto il telefono in questa minimini borsa e faccio un bel respiro.
Posso, posso, posso. Nella folla ritrovo papà che mi
sussurra che se mi allontano di nuovo mi stacca la testa.
- Sali sul palco con me? -
- Adesso mi chiedi troppo - gli dico mettendogli la cravatta in ordine,
proprio non la sopporta - ma mi metterò in maniera che
potrai vedere ogni mia faccia e capire cosa devi dire e cosa no -
- Mel, è ora - dice un tizio con le cuffie alle orecchie che
scappa subito via. Bacio sulla fronte e via, mentre lo seguo.
- Signorina Gibson? - mi chiede lo stesso ragazzo di prima.
- Sì - rispondo.
- Il suo posto è lì - e mi indica una sedia con
scritto riservato. Papà aveva dato per scontato che avrei
accettato, a quanto pare.
Arrivo al mio posto e a salire sul palco ci sono Ben e Mel. Il primo a
fare il suo discorso è papà. Partono i soliti
ringraziamenti, anche verso Ben e poi mi guarda.
- Per ultima, ma non per importanza ringrazio la mia piccola donna, la
mia iniezione di autostima continua. Prima un giornalista mi ha chiesto
se considero questo film la mia opera migliore. Ho risposto di no,
perchè la mio opera migliore è lei -
Una lacrima scende giù e tra gli applausi generali gli mando
un bacio. Poi il microfono passa in mano a Ben e mi irrigidisco, il
sangue nelle vene gela. Lui lo stringe forte quasi a volersi fare forza.
- Trovarmi qui, accanto ad una pietra miliare del cinema come Mel, aver
lavorato con lui, è un sogno che diventa realtà.
- Papà è immobile, guarda avanti, non si muove
- E per arrivare qui .. non ho fatto la cosa giusta - Si ferma e
tossisce. Lo fisso come a volergli dare io la forza per
parlare anche se forse non la merita.
- Ho scavalcato tutto e tutti, ho calpestato chi non lo meritava. E me
ne vergogno, me ne pento. Durante questo film sono cresciuto, grazie ad
un persona in maniera particolare. Una persona che non mi sarei mai
aspettato -
Ho il cuore in gola e inizio a tormentarmi la mano. Voglio qualcuno a
cui stringere la mano. Mi giro e accanto a me c'è Monica
Bellucci. No, non mi sembra il caso.
- Grazie a lei, alla donna che, con poche parole e con i suoi silenzi,
mi ha buttato in faccia tutti i miei errori. Io non so cosa sia
l'amore, come il mio personaggio. Non so se l'ho mai provato. Ma se
è sentirsi bene con una persona, volerla accanto giorno e
notte, volere la sua felicità, crescere insieme giorno dopo
giorno, fra un bacio ed una risata, dimenticarsi del resto del mondo
quando c'è lei, stare male se lei soffre .. Allora io amo
questa donna. E la vorrei con me, di nuovo - Si ferma e mi guarda. Io
stringo forte il pugno. Non piangere, Meredith.
- E poi ringrazio Mel, per tutto, per la possibilità che mi
ha dato, perchè ha creduto in me nonostante le cavolate che
ho fatto. Ringrazio i miei colleghi - e inizia ad elencare tutto il
cast.
Mi sento morire, davvero. Sono spiazzata e non so che fare, come
comportarmi. Credere o no? Parlano gli altri e lui guarda in un punto
nel vuoto davanti a sè. Io cerco lo sguardo di
papà che però si tormenta le mani, guarda
altrove. Vorrei tanto sapere cosa ne pensa. Vorrei chiamare casa ma da
qui non posso muovermi e tirare fuori il cellulare e chiamare non mi
sembra il caso. Quando finisce tutto mi alzo velocemente e vado nella
stanza dove poi dovrebbe venire papà. E anche Lui. Come si
comporterà? Che diavolo devo fare? Faccio un respiro
profondo. Edith, sei una donna. Non una bambina, devi parlare con lui.
La porta sbatte e il primo ad entrare è papà. Gli
vado incontro e lo abbraccio come non ho mai fatto. Le parole che mi ha
detto si sono incise nel mio cuore, per sempre. Dietro di lui
c'è Ben che tossisce.
- Vai, tesoro - mi dice papà dandomi un bacio sulla fronte e
si allontana.
- Mel, ti .. dispiace se Edith torna con me a casa. Sempre se lei ..
insomma -
Papà mi guarda cercando una risposta.
- Per me va bene, papà - dico annuendo.
- Se va bene a lei, non ci vedo niente di male - dice e va via.
- Prendiamo la mia limousine? - mi chiede.
- Come vuoi - rispondo guardando altrove. Lui si avvicina e capisco che
vuole prendermi la mano, non faccio resistenza e lascio che intrecci le
mie dita alle sue, come una volta. Per un momento riassoporo tutto
quello che abbiamo passato, tutto quegli attimi che mi hanno fatto
sognare e il cuore inizia a battere all'impazzata, finisce in gola. Non
finirà mai di farmi quest'effetto, lo so. Usciamo da
un'uscita secondaria e finiamo direttamente nella sua limousine, seduti
uno davanti all'altra. Io guardo fuori dal finestrino ma sento i suoi
occhi su di me. Ad un tratto, non so neanche io perchè, una
lacrima scende giù a rigare la guancia ma prontamente la
cancello con la mano. Lui si alza, si viene a sedere accanto a me e mi
prende la mano. Io abbandono la mia testa sulla sua spalla, senza che
nessuno dei due parli. Mi hai ammazzato, vorrei dirgli. E adesso stai
cercando di riportarmi alla vita ma non so se sono pronta.
Quando arriviamo davanti a casa sua scendiamo in un lampo dalla
macchina e io mi avvicino verso la porta. Le sue chiavi sono ancora a
casa mia, forse è il caso di dargliele indietro. Quando
sento che si avvicina mi scanso dalla porta e lui apre,
facendomi cenno di entrare. Vado con la mano sull'interrutore, per
abitudine, e mi tolgo la giacca. Lui fa lo stesso e mi viene incontro
prendendomi le mani.
- Ti prego, Meredith - mi sussurra portando le mie dite alla sua bocca
e schioccando un bacio.
- Io .. non ce la faccio più. Mi manchi in un modo che ..
non credevo fosse possibile -
Mi dice con la voce strozzata.
- Non lo so, Ben - tolgo le mie mani dalle sue e inizio a giocare con
la sua cravatta.
- Io .. posso capire cosa signif-
- No, non lo puoi capire. Mi hai distrutta, Ben. Distrutta - gli dico
passando un dito sul pomo d'Adamo.
- Scusa, mi sono sentito uno schifo .. mi sento uno schifo -
- Perchè mi hai lasciata, allora? - dico sussurrando e
finendogli di slacciare la cravatta.
- Non ancora capivo quello che provavo. Ma ti amavo .. e ti amo - il
cuore perde diversi battiti. Sentirlo dire da lui, da questa voce
profonda, da questo suo adorabile accanto inglese. Alzo gli occhi e mi
butto nei suoi color cioccolato.
- Un'altra possibilità Edith, ti prego -
Tiro le due estremità della cravatta e avvicino il suo viso
al mio. Lui con le braccia mi cinge i fianchi e siamo praticamente
incollati, le labbra si sfiorano, gli occhi socchiusi.
- Non ce la faccio - sussurro e mi allontano. Vado verso la giacca e
metto la mano sulla maniglia.
- Aspetta un attimo - mi dice e si avvicina ad una mensola prendendo
una scatoletta di cartone. Me la mette in mano e mi sussurra di aprirla
a casa. Mi dà un bacio sulla tempia e mi sussurra ancora una
volta << Ti Amo>>.
Esco e chiudo la porta dietro di me. Con le mano sulla faccia inizio a
piangere e poi prendo il cellulare.
Non mi va di chiamare casa e decido di chiamare Gerard.
- Ger - dico con la voce strozzata.
- Piccola mia, dove sei? - mi chiede preoccupato.
- Sotto .. casa di Ben -
- Sto arrivando - mi risponde e riaggancia. Mi incammino verso casa,
continuando a piangere e stringendo tra le mani la scatoletta di
cartone. Non so cosa ci possa essere, sono tentata dal gettarla via e
non vederla mai più.
Ma le mani vanno da sole e la scartano. Quando capisco cosa
c'è all'interno sorrido. Come .. se l'è
ricordato. Asciugo le guance e mi giro, mi metto a correre per tornare
dal mio uomo. Mando un messaggio a Ger dicendogli di stare tranquillo,
di non venire.
Busso come una forsennata alla porta continuando a piangere e mi apre
un Ben con la camicia slacciata e gli occhi rossi.
- Edith - sussurra.
- Ti Amo, Ben. Ti amo - gli dico prima di buttargli le braccia al collo
e baciarlo. Lui mi afferra e mi trascina dentro.
- Ti sei ricordato .. della prima volta - gli dico prendendo la scatola
e appoggiando il profiterole che ho trovato all'interno. Continuiamo a
piangere come due bambini mentre sorridiamo e non ci riusciamo a
staccare.
- Ogni attimo passato con te. Non ho cancellato nulla -
Lo bacio di nuovo. Ancora e ancora. Poi mi prende in braccio e mi fa
sdraiare sulla poltrona prima di mettersi addosso a me. I vestiti
scivolano via con una facilità inaudita.
- Non riesco a dirti quanto mi sei mancata -
- Anche tu - rispondo mentre mi godo i suoi baci sul collo.
- Tutti e due mi siete mancati - aggiungo e lui ride.
- Big Ben ringrazia, e Ben anche -
Com'è che si
dice? Tutto è bene quel che finisce bene, giusto?
Eh, sì, tutto si è risolto per il meglio. E voi
cosa ne pensate? A dire il vero non era questa la fine prevista per
questa storia.. ma come al solito Ben e Edith hanno fatto di testa
loro. Cosa devo fargli io?
Spero vi sia piaciuto.. e vi ringrazio.
Vi ringrazio per aver avuto lo stomaco di arrivare fino a qui.. a
leggere le mie pazzie!
Ringrazio anche chi ha letto solo un capitolo, chi si è
emozionato, chi ha riso, chi ha fatto il tifo.. insomma, tutti.
Chi ha recensito e chi no.
Chi mi ha aiutato con questa storia.. l'ha vista nascere e crescere.
Eh, sì.. il ringraziamente più grande va a te,
Sarè. Sei stata un angelo.. mi hai aiutata sempre,
costantemente.. soprattutto nei momenti di ispirazione zero.
Sei la madrina di questa storia, che non sarebbe stata nulla senza di
te.
Grazie di cuore, davvero.
Adesso mi aspetto tante recensioni.. che voglio sapere tutto!
Ah, vi aspetta anche l'epilogo, cosa credeteeeee! :D
Un abbraccio forte,
Rachele.
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Capitolo 14 *** Epilogo ***
epilogo PDSV
epilogo;;
-portami dove si vola-
-
Tutti fuori, ho detto! - tuona con il suo vocione.
- Ma.. - cerca di difendersi Natalie.
- Ho detto fuori - ripete con calma, mentre fa cenno ad Alexandria di
non parlare.
Gerard riesce a chiudere la porta e si appoggia con le sue spallone da
armadio a tre ante.
- Ger, sto per vomitare. Me lo sento - gli dico andandogli incontro.
- Devi solo restare calma. Respira .. -
Parla facile lui, non è incastrato in un bustino!
- Andrà benissimo, il giorno più bello della tua
vita -
E' quello che mi ripeto, ma a quanto pare non funziona. Ho l'ansia che
mi rimangia, i colibrì assassini nello stomaco. Anzi
triplicate
il tutto, se ce la fate. E' così che mi sento. Ed
è stato
inutile sentirmi dire "Vivete insieme da tempo, è solo
l'ennesima ufficializzazione!". No, caro. Non è l'ennesima
ufficializzazione. Ho deciso di sposarlo, ho deciso di dedicargli la
mia vita, il mio tempo. Ho deciso di dedicargli ME. Ho voglia di a)
urlare o b) piangere. Ma l'opzione A causerebbe una mandria di persone
impazzite che abbatterebbero la porta, spaventate che Gerard mi stia
stuprando. L'opzione B comporterebbe ore di trucco buttate al vento.
- Oddio, Ger. Abbracciami, ti prego - gli dico e subito sprofondo fra
le sue braccia. Il battito tranquillo del suo cuore mi calma e la mano
che mi accarezza la schiena mi rilassa.
- Va meglio? - mi chiede, forse sentendo che il battito del mio cuore
si è calmato.
- Morirei senza di te, Ger. Dico sul serio - gli sussurro ad occhi
chiusi e mi bacia la fronte. Poi mi prende la mano e mi allontana,
guardandomi.
- Una visione in bianco, una principessa - mi sussurra all'orecchio
facendomi voltare verso lo specchio. Devo ammettere che la sarta ha
fatto un buon lavoro, nonostante la stessi facendo uscire pazza. Un
corpetto stretto che lascia le spalle scoperte, e da lì si
apre
in una gonna ampia, totalmente di tulle. Niente strascico,
nè
velo. La semplicità più semplice, così
come la
cerimonia. Abbiamo organizzato tutto in un mese, in riva al mare, dove
mi ha portata una delle prime volte che siamo usciti. Gli odori sono
gli stessi, il posto ha lo stesso sapore che aveva anni fa.
L'abbiamo deciso subito, ancora seduti su quella panchina in riva al
mare, a Barçelona. Quando per scherzare abbiamo iniziato a
parlare di matrimonio. E ora eccomi qua, esattamente un mese dopo.
Ripensare a quando l'abbiamo detto a tutti mi fa sorridere.. Ho voluto
dirlo separatamente a tutti, per poter ricordare ogni singola reazione.
E forse è anche il caso che ve le racconti..
Natalie&Ed;
- Natalie .. tu .. hai da fare fra un mesetto? - le chiedo
indifferente, quasi fischiettando. Ben, si guarda le scarpe.
Vedo Natalie spegnere il televisore e lasciare il
telecomando,
quasi in stato comatoso. Si gira verso di me con gli occhi spalancati.
- Cosa succede fra un mese? - mi chiede quasi sussurrando, mentre Ben
alza gli occhi dalle scarpe.
- Devi comprarti un bel vestito e seguire una ragazza con un vestito
bianco - le dico aprendomi in un sorriso.
Se possibile, spalanca gli occhi ancora di più. E poi mi
indica,
senza parlare. Io annuisco, sorridendo. E lei lancia uno degli urli
più acuti che abbia mai sentito. Sento la voce di Ed che
chiede
cosa sta succedendo ma subito sento l'abbraccio forte di Natalie. La
stringo ancora più forte fino a che non sento una lacrima
che mi
cade sulla spalla. Mi sciolgo dall'abbraccio e lei si asciuga le
lacrime.
- Scusa, tesoro .. è che .. è troppo bello! - si
giustifica e io le schiocco un bacio sulla guancia.
- Ti voglio Bene, Nat. Infinitamente. Forse non riesco a dimostrartelo
sempre, ma è davvero tanto - le dico sorridendole.
- Anche io, Edith. E non è vero che non riesci a dimostrarlo
.. lo sento forte e chiaro. Anche quando siamo lontane -
Non riesco a trovare le parole e la abbraccio. Sapete cosa ho letto una
volta? "A
volte due buoni amici stanno tanto bene insieme da condividere il
silenzio, piuttosto di dover parlare per forza di qualcosa". Era un
libro di Bambaren, ora che ci penso. E ora ho capito veramente cosa
voleva dire. Ci stiamo urlando il bene che ci vogliamo e lo sentiamo.
Forte e Chiaro.
- Cosa è successo? - chiede Ed entrando nella stanza.
- Perchè piangi? Cosa diavolo ti è successo? Ben
è
diventato impotente e a tu piangi per solidarietà femminile?
-
aggiunge poi pizzicando la guancia alla sua ragazza per farla ridere.
Li vedo scambiarsi un bacio di una dolcezza infinita.
- No, amore. Si sposano! - risponde Natalie andando ad abbracciare Ben
e vedo anche Ed sbarrare gli occhi.
- Complimenti - risponde e fa il giro della poltrona per abbracciarmi.
- Sono proprio contento - aggiunge poi, andando da Ben, che si
è appena sciolto dall'abbraccio con Natalie.
- Ma .. hai detto un mese? - mi chiede poi Natalie.
- Lo so che è poco tempo per il vestito - dico
già
sapendo cosa ha in mente - ne ho già scelti un pò
-
- Quanto mi conosci -
Alexandria&Joh;
Meno male che mi piace lavare i piatti, così quando sono a
casa
di Alex ci mettiamo meno tempo a rimettere in ordine dopo la mangiata.
Johnny sta litigando con il lettore Dvd, è talmente
imbranato
che il libro "Depp e la Tecnologia" potrebbe diventare un bestseller.
Devo farci un pensierino. Ben è seduto a terra con un colore
a
spirito in mano, e il braccio destro ha un enorme segno blu. Opera
sicuramente di quella peste di Chris, sdraiato a terra. Sta litigando
con un foglio bianco che ora è pieno dei suoi scarabocchi.
Un
artista, come il papà. D'altronde porta il nome del
papà:
John Christopher Depp IV. Ma chiamarlo Johnny non era proprio
originale. E così è Chris. Tossisco per far
voltare Ben
mentre con uno strofinaccio mi asciugo le mani. Lui annuisce mentre
afferra un colore che Chris gli sta dando in mano.
- Alex - la chiamo andando a sedermi a terra accanto a Ben, e inizio ad
accarezzare la testa del piccolo.
- Il film sta già iniziando? - chiede lei dalla cucina.
- Ci sono quasi - urla Johnny mentre fa cenno di aspettare con la mano.
Voglio dirglielo guardandola negli occhi, cavolo. Voglio vedere cosa fa.
- Zio, mi dai il giallo? - chiede Chris indicando la scatola di colori
a Ben.
- Ce l'ho fatta! - urla Joh trionfante e si volta verso di noi - Non
credo smetterà mai di chiamarti Zio - aggiunge poi alzandosi
a
dare un bacio sulla fronte del piccolo.
- Tanto fra un mesetto sarà autorizzato ufficialmente - dice
Ben alzando di un pò la voce.
Sento dalla cucina un bicchiere che si rompe. Alex ha sentito tutto.
Alla faccia del "Voglio guardarla negli occhi"!
- Ho sentito bene? - urla entrando in sala. Senza parlare, le sorrido e
basta.
- OTTIO LA MIA PSEUDO SORELLA SI SPOSAAA! - urla in preda ad un attacco
di nonsocosa.
Mi alzo in piedi e la abbraccio forte, forte.
- E me lo dici solo ora? - mi chiede una volta sciolta dall'abbraccio.
- L'abbiamo deciso due giorni fa, eh! -
- E per il vestito? -
- Ho già detto a Natalie che un paio li ho già
visti -
Conosco le mie polle, non c'è verso.
- E io la posso abbracciare la sposa? - mi chiede Joh e voltandomi lo
trovo ad aspettarmi a braccia aperte. Affondo la testa nel suo petto e
lo sento stringermi forte, più che mai.
- Sono troppo contento - mi sussurra all'orecchio prima di darmi un
bacio sulla guancia.
- E se la fai soffrire, te la vedi con me - dice poi ridendo a Ben che
nel frattempo si è beccato l'abbraccio stritolatore di
Alex, e ha Chris in braccio.
- Anche iooo - dice poi il piccolo buttandosi addosso a me e mi
dà un bacio proprio dove aveva lasciato Joh le sue labbra.
- Sei proprio un amore - gli dico baciandolo a mia volta.
- Vedi che già capisce? Te ne devi scegliere una come Edith,
non
come l'idiota di tuo padre che adesso deve sopportare la mamma - dice
sbuffando mentre prende il figlio in braccio. Io corro ad abbracciare
Ben che subito mi sorprende con un bacio. Uno dei suoi che mi tolgono
il fiato.
- Sei pessimo, Depp. Pessimo - risponde Alex cercando di prendere Chris
in braccio - la prossima volta che lo dici ti castro. Niente
fratellini, Chri - aggiunge rivolta prima al compagno e poi al figlio.
Joh inizia a ridere e la bacia. Sento che si sussurrano un "Ti Amo"
prima di baciarsi e Ben mi stringe i fianchi, per poi darmi un bacio
sul collo.
- Allora vi lasciamo liberi di andare a godervi l'ultimo mese da
fidanzati, su - dice Alex voltandosi verso di noi.
- Ma non dovevamo vedere il film? -
- Dai, sarà per un'altra volta - risponde Joh.
Guardo Alex scettica, già sapendo cosa ha in mente.
- Come fate con Christian sveglio? - chiedo maliziosa e scoppiamo a
ridere tutti e quattro.
- Trucchi del mestiere - dice poi Johnny - li scoprirete anche voi -
Gli sorrido. Li adoro.
Gerard;
- Allora, ti piace? -
- Mi fa impazzire, Ger. Ma ci vuole la mia manina per l'arredamento -
Gli dico sorridendo mentre apro il frigo e mi servo da sola. Gerard si
è comprato l'ennesimo attico e mi sono sempre divertita ad
arredargli casa.
- Certo, tesoro. Mi fido solo di te - mi dice dandomi un bacio sulla
fronte. Gli sorrido e guardando l'orologio mi rendo conto che
è
tardissimo e che Ben non ancora è arrivato. Ma io devo
dirglielo, non ce la faccio a tenermelo dentro.
- Devi dirmi qualcosa? - mi dice lui ad un tratto, scansando tutti gli
altri pensieri. Ma che legge nella mente?
- N-no - gli dico titubante. Seh, perchè se glielo dici
così ci crede.
- Mi credi davvero così stupido? Sei troppo silenziosa
stasera -
mi dice guardandomi negli occhi. No, Ger non farlo che così
mi
costringi a parlare.
- Io .. ehm -
- E' qualcosa di grave? - mi chiede.
Lo guardo negli occhi e sorrido. Adesso devo dirglielo.
- Mi sposo, Ger. Fra un mesetto - dico decisa.
- T-ti sposi? - mi chiede e lo vedo aprirsi in un sorriso.
- Ma .. è splendido, piccola! - mi sussurra abbracciandomi.
Vi
giuro che mi sta stritolando, ma è uno degli abbracci
più
sentiti che abbia mai ricevuto.
- Io.. so cosa dire. Cioè .. ti sposi - ripete, quasi a
volersi convincere davvero.
- Mi ricordo di te che eri .. cavolo, uno scricciolo. Mi ricordo le
prime chiacchierate, le prime confidenze quando abbiamo iniziato a
capire il bene che ci volevamo, nonostante l'età. Tutte le
volte
che ti ho coperto con Mel .. -
inizia a dire e lo interrompo.
- Le figure di merda, le fughe dai party quando proprio non ce la
facevo a starci, tutte le volte che ho avuto bisogno di te c'eri. Sei
stato il mio fratello maggiore, quello che non ho mai avuto - gli dico
accarezzandogli la guancia. Lui mi prende la mano e daà un
bacio
sul palmo.
- E tu la mia piccola sorellina, ti voglio bene, dolcezza mia - mi dice
e mi abbraccia ancora più forte.
- Rimarrai per sempre uno dei punti di riferimento nella mia vita, lo
sai? - gli dico ancora e lui mi stringe sempre di più.
- Grazie, piccola. Ci sono sempre per te, lo sai - mi risponde e una
lacrima mi scappa giù.
- Ma che fai, scema, piangi? - mi dice asciugandomi la lacrima.
- Devi ridere, che sei più bella - aggiunge e sorrido.
Chi è che vi ha detto che non esiste l'amicizia fra uomo e
donna, non capisce. Esiste eccome, io l'ho trovata. E quando si trova
è preziosa, non si può lasciar scappare.
Mel;
Dai, Edith. Devi solo dire a tuo padre che ti sposi. Non è
così difficile, no? "Papà, mi sposo". Certo, come
dirgli
"Papà, ho fame". Okay, devo respirare, le parole usciranno
da
sole. Ho deciso di essere da sola a dirlo a lui, non so
perchè,
sinceramente. Adesso avrei bisogno di uno sguardo di Ben, delle sue
mani. Edith, sei grossa e vaccinata. Muovi quel culo. Okay, okay, vado.
Non fateci caso, è sdoppiamento della personalità.
- Allora, cosa vuoi mangiare? - mi chiede papà.
- Cucino io, è un'eternità che non lo faccio per
te -gli
dico sorridendogli, prima di sparire in cucina. Lo sento che mi segue.
- E allora ti aiuto, non credo di averlo mai fatto - risponde ridendo.
Inizio con l'aprire il frigo. Che c'è vuoi rinfrescarti i
pensieri! Muoviti! Vocina del cavolo, maledetta.
- Papà, ti devo parlare - dico chiudendo di scatto l'anta
del frigorifero. Lo vedo irrigidirsi e fissarmi.
- Non dirmi che vai a vivere in Inghilterra, ti prego. Già
sono
anni che devo abituarmi a non vederti per casa, non dirmi che metti un
oceano in mezzo che .. -
- Mi sposo - dico all'improvviso per fermare il fiume in piena che
è diventato papà.
Lo lascio sconvolto, senza parole. Quasi stralunato, oserei dire.
- Tu .. -
- Sì, papà. Ma resto in America, stessa casa.
Solo che,
viviamo insieme da tempo e .. - stavolta è lui ad
interrompermi,
con un abbraccio. Io gli butto le braccia al collo e gli salto in
braccio. Come facevo quando ero piccola. Stretta al mio papà.
- La mia donna che si sposa - dice poi sciogliendosi dall'abbraccio,
fondendo i nostri occhi uguali.
- Sono anni che viviamo insieme, è anche ora, no? -
- Assolutamente - mi risponde e vedo i suoi occhi velarsi di lacrime.
- Papy ma che fai? - gli chiedo abbracciandolo ancora.
- Piango .. perchè non sono più l'uomo della vita
di mia figlia - mi dice ridendo e asciugandosi una lacrima.
- L'uomo della mia vita sei solo tu. L'unico che ha lo stomaco di
sopportarmi da quando sono nata. Altro che Oscar, tu meriti il Nobel -
gli rispondo sorridendo.
- La mia piccola è davvero cresciuta, ma ciò non
significa che smetterai di essere la mia piccola Edith -
- Questo mai. Non ti abbandonerò mai, papà.
Comunque vadano le cose -
Sento l'enorme mano di papà che mi va ad accarezzare la
testa, e
poi le sue labbra che mi lasciano un bacio. Adesso anche i miei occhi
si velano di lacrime accompagnati da un sorriso. E' un momento che non
scorderò mai, potete giurarci.
Ed eccoci qua. Okay, mi sono rilassata ricordandomi tutto
ma
adesso sono tornata un fascio di nervi e ci si è messo anche
papà a bussare come un forsennato alla porta.
- Bellezza, è ora - mi dice Gerard pizzicandomi la guancia.
Ecco, l'ansia che risale. Papà entra nella stanza e Gerard
esce dopo avermi dato un bacio sulla guancia.
- Natalie e Alex mi stanno facendo uscire pazza. Ed è tardi,
secondo me Ben sta per avere un embolo, tesoro - mi dice velocemente.
Certo, io sono già un fascio di nervi, ci manca
papà teso
come una corda di violino. Respiro profondamente e lui mi dà
il
bouquet in mano.
- Quanto sei bella, piccola mia - mi sussurra e lo prendo sotto
braccio, proprio come ho sempre sognato.
Usciamo e mi ritrovo davanti Natalie e Alex
che mi fanno l'occhiolino. Un'esplosione di felicità, belle
come
non mai. Davanti a me, nel suo smoking c'è Chris con gli
anelli
in mano. Bello, la stella della zia.
In tutto questo caos, stavo per scordarmi la persona più
importante. L'unica che mi calma con uno sguardo. Ben.
Chissà
come starà. Ho una voglia indicibile di vederlo,
abbracciarlo,
baciarlo. E quando arriviamo lì e lo vedo, tutto cambia. Mi
sorride e mi calmo, come previsto. E' troppo bello nel suo smoking e
quasi non mi accorgo degli sguardi di tutti gli altri attorno.
C'è mamma, tutti i miei fratelli, Derek davanti a tutti con
Leighton accanto. Poi c'è Jennifer, la nuova preda di Ger,
che
pare duri. Poi Ashley, Chace, parenti vari. Zia Cecilia che
già
piange, Zio James che le tende il fazzoletto. Ci sono Oksana e Lucia,
tutti, tutti. Accanto al mio uomo vedo Gerard, Johnny e Ed. Quanto sono
belli tutti rivestiti. Mi sento più calma, più
rilassata
con tutti loro attorno. Poi, quando arrivo a destinazione,
papà
mi lascia il braccio e gli faccio l'occhiolino con un sorriso. Poi
è Ben a prendermi il braccio e sussurrarmi "Sei bellissima,
amore mio".
Mi batte il cuore come se fosse la prima volta che me lo dice. Mi
appoggio a lui e mi preparo per diventare ufficialmente la signora
Barnes.
Siamo arrivati alla
fine. Ommiodio, siamo davvero arrivati alla fine. Quasi non riesco a
crederci, giuro.
Ho pubblicato questa storia il 12 marzo dell'anno scorso.. praticamente
un anno fa. E finalmente la vedo tutta qui.. finita. Completa.
Fa un certo effetto, devo dire la verità.. Un figlia che
cammina da sola quasi.
Ed è giunto il momento per i ringraziamenti più
importanti.. Il Grazie che va a te, a voi. Che avete letto anche solo
un capitolo, una frase.. e alle donne meravigliose che l'hanna seguita
tutta.. dalla prima all'ultima riga.
Alle donne meravigliose che hanno recensito.. e a quelle che hanno
semplicemente letto.
Grazie, Grazie davvero.. non potete capire quanto significa per me.
E poi il Grazie più grande, più bello va alla
donna
meravigliosa che ha seguito ogni singola virgola di questa storia, che
mi ha aiutata a crearla, farla nascere.. crescere. Lei che è
uno
dei personaggi più importanti.. non solo per Edith, ma anche
per
me.
Grazie Sarè, non riesco davvero più a trovare le
parole per esprimerti il bene che ti voglio!
Mi manchi in una maniera INCOMMENSURABILE.
Insomma, dopo questi miliardi di grazie - che, fosse per me, scriverei
all'infinito - vi lascio.
Ditemi tutto quello che pensate, tirate le somme.. sono tutta vostra.
As always, Rachele.
Ps sta arrivando un'altra storia con Ben.. oppure un originale.. devo
scegliere cosa fare!
Ma mi farebbe piacere avere comunque il vostro parere..
cercherò di pubblicare il più presto possibile.
Vi adoro!
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