Una ragione per perdonare

di pachelbel90
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO 1

La luce del mattino filtrava attraverso la tenda bianca, dando l’illusione ottica che gli oggetti fossero contornati di luce bianca. Ma non solo gli oggetti, anche le persone.

Robert era steso su un fianco, il gomito piegato, la mano che gli sorreggeva la testa, e guardava l’uomo steso affianco a lui dormire beatamente; e, mentre lo guardava dormire, le guance lievemente arrossate dal sonno, raggomitolato su se stesso come un bambino e contornato di luce bianca, gli sembrava un angelo.

Si chiese come aveva potuto essere così scemo, come aveva potuto non accorgersi prima dell’affetto che lo legava a quella meravigliosa persona che rispondeva al nome di Jude; se avesse capito prima, avrebbero certamente potuto passare molto più tempo insieme.

E invece si era fatto prendere dal panico, aveva nascosto i suoi sentimenti in un punto imprecisato dentro di sé e li aveva rinchiusi in una gabbia, sperando non scappassero mai.

Tuttavia era avvenuto il contrario – com’era prevedibile dal momento che se si nasconde qualcosa dentro di sé, è normale che poi salti fuori – i suoi sentimenti per Jude si erano presentati all’improvviso, non avevano bussato alla porta del suo cuore chiedendo di entrare, ma avevano scassinato la porta e fatto irruzione.
E si erano presentati come il più terribile dei sentimenti: la gelosia.

Se non fosse stato per quel Fry, lui non avrebbe mai capito, non avrebbe mai accettato di amare un altro uomo.
Già, perché era questo che provava per lui, anche se era troppo orgoglioso per dirlo.

Erano tre mesi ormai che stavano insieme, che cercavano di vedersi quante più volte potessero, eludendo fidanzate, mogli, giornalisti e gente comune.

Ma ora erano felici: le riprese di Sherlock Holmes erano iniziate, perciò avrebbero potuto stare insieme per un po’ di tempo. Erano arrivati giusto ieri sera, le riprese sarebbero iniziate l’indomani.

Robert era venuto da solo, Susan era rimasta a Los Angeles per lavoro e li avrebbe raggiunti solo a dicembre.
Perciò niente poteva andare storto, per due mesi sarebbero stati solamente lui e Jude.

Sorrise al pensiero e, incapace di controllare il movimento del suo braccio, andò ad accarezzargli dolcemente una guancia, guardandolo assorto.

Jude, ancora dormendo, strusciò la guancia contro la mano di Rob, assomigliando incredibilmente a un gatto. Robert sorrise e gli si avvicinò ancora un po’, fissandolo compiaciuto.

Lentamente, Jude aprì gli occhi, ritrovandosi a pochi centimetri da quelli di Robert; sorrise, restando immobile. Robert allungò una mano verso di lui e andò a stringere la sua.

“Buongiorno.”
“Buongiorno.” Rispose Jude, ma, vedendo Robert avvicinarsi a lui, si tirò indietro.
Rob lo guardò confuso, ma Jude si limitò a sospirare e alzare gli occhi al cielo.
“Rob, lo sai… mi da fastidio appena sveglio! Fammi almeno alzare e andare a lavare i denti.”

Robert scoppiò a ridere; aveva perso il conto di quante volte fosse già avvenuta quella scenetta, e la trovava estremamente buffa ogni volta. Ma decise di rispettare il suo desiderio, così si alzò dal letto, trascinando Jude con lui, e si precipitò in bagno.

“Prego, lavati i denti.” Disse indicando il lavandino.
Jude sorrise e si scompigliò i capelli. “E tu?”

Robert rimase per qualche secondo imbambolato a fissarlo, pensando a quanto fosse tenero da appena sveglio, così ci mise qualche secondo a rispondere.
“Mentre tu ronfavi tranquillo, io mi sono alzato e sono venuto in bagno a farmi una doccia e a lavarmi i denti.”

“Strano che non abbia sentito niente.” Replicò Jude avvicinandosi al lavandino, aprendo l’acqua del rubinetto e afferrando lo spazzolino e il dentifricio.

“Beh, dopo i festeggiamenti di stanotte posso capire che tu fossi stanco.” Lo provocò Robert alle sue spalle.

L’inglese divenne bordeaux e quasi si strozzò con lo spazzolino. Fissò gli occhi in quelli dell’americano alle sue spalle, che era ora appoggiato allo stipite della porta, le braccia incrociate e i capelli spettinati.

Improvvisamente Jude ebbe il desiderio di sbrigarsi. Si sciacquò bene la bocca un’ultima volta, poi chiuse l’acqua, si asciugò il viso e si voltò.

“Posso baciarti adesso?”
“No, non puoi.” Disse Jude avvicinandoglisi. “Devi.”

Robert sorrise, poi lo baciò, stringendolo a sé. Fu breve, e tanto dolce; era un semplice bacio del buongiorno.
Jude sorrise, guardandolo negli occhi, poi assaltò di nuovo la sua bocca, soffermadocisi un po’ più a lungo; anzi, molto più a lungo.

L’americano sorrise sulle labbra dell’altro, poi lo sollevò di peso; il biondo si aggrappò con gambe e braccia, senza lasciare la sua bocca per neanche una frazione di secondo. Infilò le dita tra le sue ciocche di capelli, giocando con la sua lingua, mentre l’altro lo trasporto fino al letto, sdraiandocelo sopra.

La mano di Robert corse ad accarezzare il torace di Jude, coperto solo da una maglietta bianca, che venne poi tolta velocemente.
Si baciavano, ridevano e si esploravano a vicenda, presi dall’euforia dell’essersi finalmente ritrovati.

Le posizioni si ribaltarono, ora era Robert che sospirava, reagendo ai tocchi di Jude sulla sua pelle, cercando la sua bocca con foga e inarcando il bacino sotto di lui.
Si fermarono, fissandosi per un istante negli occhi, poi il moro ribaltò nuovamente le posizioni, finendo sopra Jude; si avvicinò a lui più di quanto non fosse già, puntando al suo collo, dove sapeva lo avrebbe fatto impazzire.

Ma il cellulare di Rob sul comodino cominciò a vibrare. Il proprietario spostò lo sguardo verso quell’oggetto malefico, poi sospirò e si protese per afferrarlo.

Jude lo trattenne, tirandolo per la maglietta. “Non rispondere, stai qui.”
“Devo vedere chi è Jude, magari è qualcuno di importante.”
L’inglese sbuffò sotto di lui. “Sì, certo. Sarà Susan.”
Rob gli rivolse un’occhiataccia. “Può essere Indio.”

Jude si sentì improvvisamente un idiota, e si vergognò per quel suo scatto di gelosia.
Nel frattempo Robert aveva afferrato il cellulare e letto il nome sul display.
Non era Susan, e non era nemmeno Indio. Era Guy.
E che voleva alle otto di mattina?

“Guy, dimmi.”
“Tra mezz’ora giù nella hall dell’albergo; ora chiamo anche Jude.”
“Non scomodarti, è qui.” Disse Rob gettando un’occhiata al biondo ancora sotto di lui.

Dopo quella risposta potè avvertire l’imbarazzo trapelare dalla voce del regista, l’unico a essere a conoscenza del sentimento che legava i suoi due attori.

“Oh, cavolo! Io… mi dispiace… stavate sicuramente…” non la smetteva più di balbettare, così Robert decise di metterlo ancora un po’ in difficoltà, ridacchiando tra sé.

“Sì effettivamente stavamo per ma poi siamo stati interrotti…” sbuffò, fingendosi arrabbiato, anche se in effetti un po’ lo era.

Guy era uno spasso. Si scusò più volte, mentre Robert non riuscì più a trattenersi e gli scoppiò a ridere in faccia; Jude approfittò della situazione per sfilare il cellulare dalle mani di Robert e rispondere.

“Guy, sono Jude. Non devi essere imbarazzato; mi pare di aver sentito che tra mezz’ora dobbiamo esser giù. Ci saremo, non ti preoccupare. A dopo.”
E troncò la comunicazione.

Robert lo guardò perplesso, ancora scosso da una leggera risata.

“Mi sa che dobbiamo andare.” Sbuffò Jude.
“Già. Ora mi alzo.”

Ma, in contrapposizione rispetto a quello che aveva appena detto, si chinò di nuovo a baciare le labbra del suo uomo.


*


Mezz’ora dopo, in perfetto orario, erano giù nella hall dell’albergo.
Videro Guy vicino a una colonna, mente parlava con qualcuno che era però coperto dalla colonna stessa.

Jude e Robert si avvicinarono incuriositi ma, quando erano ormai a pochi passi, l’uomo misterioso con cui Guy stava parlando si spostò da dietro alla colonna.
Si fermarono, Jude sorpreso e Robert sconvolto, un solo pensiero si agitava nelle loro teste.
No, non può essere qui!



NOTE:
Ta-dan! =)
Bwahahahaha allora, cerco di spiegarvi in poche parole lo sclero che mi ha portato a scrivere tutto questo. In quest’ultimo mese, parlando con minnow, è saltata fuori la mia vecchia storia Una ragione per dire di no (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=527901&i=1).
Effettivamente, rileggendola, mi sono resa io stessa conto che poteva essere gestita e scritta molto meglio; ma che volete farci, era la mia seconda storia in assoluto, ed ero stata presa dalla foga di finirla! =)
Mi era venuta l’idea di riscriverla, ma diciamocelo, mi sarebbe dispiaciuto, perché comunque è bello leggere le proprie storie e poter notare la differenza. Perciò, non so come né perché, alla fine mi è venuto in mente una specie di sequel.
Anche perché diciamocelo, io quella storia l’ho scritta prima che si scoprisse che Fry (*ama follemente*) avrebbe fatto Mycroft (*ama altrettanto follemente*) nel seguito di Sherlock Holmes, perciò immaginatevi la mia faccia! x)
E quindi diciamo che ne ho approfittato!! ^^ Intanto abbiamo capito tutti quanti chi è nascosto dietro la colonna! xDD

È stato strano… o.O Non ero più abituata a scrivere alla terza singolare… lo trovo di gran lunga più complicato!

Altra piccola comunicazione di servizio, e poi la smetto di tediarvi. Mentre la prima era focalizzata dal punto di vista di Jude, questa volta sarà focalizzata dal punto di vista di Robert.

Basta, ho detto tutto!! =)

Noooo non è vero!!! ^^ faccio che darvi il mio elenco di aggiornamenti… sì, perché io AMO tediarvi, perciò, salvo imprevisti, vi beccherete un mio aggiornamento tutti i giorni dal lunedì al venerdì!! ^^

Lunedì: Family Business
Martedì: Daydream
Mercoledì: Mind’s Secret con minnow
Giovedì: Una ragione per perdonare
Venerdì: Fight for Memory con Ilaria1993

Ora ho davvero finito, giuro!!! =)
Baci!!!! <3

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2

A Robert sembrava di vivere in un incubo.
Stephen Fry non poteva davvero essere lì, in quel posto, con il loro regista, vicino a Jude, al suo Jude.

Per un gesto dettato dall’inconscio, si spostò di modo da mettere la spalla davanti a quella dell’inglese, quasi come se volesse proteggerlo dagli occhi del grosso attore, che lo stava squadrando da capo a piedi.

Si voltò verso Jude, per vedere la sua reazione, ma lui non era più al suo fianco.

Come stesse assistendo alla scena di un film al rallentatore, vide l’inglese lasciare il suo posto al suo fianco e precipitarsi davanti a Fry, che lo guardava ora sorridendo affabile, anche se all’americano sembrava più un ghigno.

“Steph, cosa ci fai qui?”
“Ho deciso di farti una sorpresa, tesoro.”

Questo per Robert era troppo.
Lanciò un’occhiata velenosa all’attore che, fra tutti, avrebbe voluto vedere meno, pensando a come comportarsi.

Scartò l’ipotesi di voltarsi e andarsene, facendo la cosiddetta uscita di scena da star, e decise di comportarsi come sapeva fare meglio: sorridere, anche se ironicamente.

Si avvicinò a Fry, le mani unite dietro la schiena, e diede alcuni colpetti di tosse per fare in modo che l’attenzione fosse rivolta a lui.

“E tu devi essere il mio fratellino!”
Disse, porgendogli la mano.

Robert sorrise affabile.
“Mi sa di sì.”
Prese la mano che gli veniva offerta, anche se forse strinse un po’ più forte del normale.

Quest’ultima cosa che aveva fatto andava completamente contro ciò che gli era stato insegnato alle lezioni di Wing Chun. Non si dovrebbe mai usare la forza fisica per sconfiggere l’avversario.

Ma d’altronde, Fry era il doppio di lui, perciò non credeva che la sua stretta gli avesse fatto niente di che; probabilmente non l’aveva nemmeno notata.

Entrambi si fissarono intensamente negli occhi, mentre Guy e Jude assistevano alla scena un po’ preoccupati.

“Allora, quando si comincia a lavorare?” chiese l’inglese sfregandosi le mani, soprattutto per smuovere quella situazione che per lui si faceva sempre più imbarazzante.

Per Jude non c’era assolutamente nessun problema se Stephen era lì, anzi. Lo stimava molto come attore, e nonostante tutto era convinto dell’idea che se non fosse stato per lui, Robert non si sarebbe mai deciso.

Guy tirò un sospiro di sollievo quando i due attori che avrebbero interpretato i fratelli Holmes si allontanarono l’uno dall’altro; non voleva rimettere nessuno dei due, erano entrambi perfetti per i ruoli a loro assegnati e non voleva ci fossero tensioni sul set.

Per questo, rispose alla domanda di Jude.
“Si comincia domani. Per ora vorrei che voi tre vi conosceste un po’.”

Non gli piacque affatto l’occhiataccia che Robert gli rivolse, ma decise di far finta di nulla e andarsene di lì.
Erano uomini adulti tutti e tre, avrebbero sicuramente risolto la questione tra loro.

Lui era il regista del film, non la loro mamma!

Tuttavia, il bambino petulante che rispondeva al nome di Robert lo raggiunse prima che potesse chiudersi nella solitudine della sua stanza, dove lo attendeva l’ultima revisione del copione.

“Guy, aspetta!”
Lo afferrò per un polso.
“Devo parlarti.”

Guy rilasciò un sospiro che assomigliava in realtà di più a uno sbuffo, e lo fece entrare nella sua stanza.
“Forse è meglio se ne parliamo dentro.”
“Già, forse è meglio!”

Robert entrò a passo spedito nella stanza, e Guy lo seguì controvoglia.
Non appena furono entrambi dentro, la porta chiusa alle loro spalle, l’americano scoppiò.

“Perché Fry è qui???”
“Mi sembra sia stato chiaro: interpreterà Mycroft Holmes.”
“No, lui è stato chiaro quando ha dichiarato di voler fare una sorpresa a Jude!”

Guy si passò una mano sul viso, esasperato.
“Stava solo scherzando Robert.”

“No, non è vero! Lui lo rivuole!”
“E anche se fosse? Jude ha già fatto la sua scelta, e ha scelto te. Perché preoccuparsi?”

Robert tuttavia non ascoltava, era completamente partito per la tangente, furioso come non mai.

“Lo voglio fuori di qui Guy! Altrimenti me ne vado.”

Il regista perse le staffe.
“Robert non starai facendo una scenata da prima donna, vero?!”
“E anche se fosse?”
Gli fece eco l’attore.

“Tu non te ne vai da nessuna parte, e lui resta qui! Non accetto discussioni.”

Robert sembrò calmarsi un po’; si passò una mano sul viso, sospirando e cercando di riacquistare il controllo di se stesso. Sapeva di stare esagerando, ma aveva paura: aveva paura di perdere Jude.

“Perché non me lo hai detto prima?”
Chiese, dopo cinque minuti di silenzio.

“Non potevo rischiare di perdere il mio protagonista.”

L’americano annuì; in fondo capiva perfettamente il ragionamento di Guy. Più passavano gli anni, più pensava che il regista lo capisse davvero bene; effettivamente, se avesse saputo prima che ci sarebbe stato il rischio di avere Fry a stretto contatto con Jude, avrebbe rinunciato al film.

“Perché lui?”
“Perché è bravo, molto bravo. E ai provini è stato il migliore.”

Robert annuì soltanto, le spalle cascanti e lo sguardo basso.
“Già, lui è bravo. È il migliore.”

Guy non capiva dove volesse andare a parare, ma decise di soprassedere, per questa volta.
“Io avrei da lavorare Robert. Ti consiglio di andare giù dal tuo Jude.”

La figura dell’attore si trasfigurò davanti ai suoi occhi: raddrizzò le spalle, si stampò sul viso un sorriso e proruppe in una risatina.

“Hai ragione, ora vado. E scusami.”
Non attese nemmeno la risposta; uscì dalla stanza, richiudendosi la porta dietro.

Appena fu solo nel corridoio, il sorriso scomparve dal suo volto; con la schiena appoggiata al muro, scivolò fino a terra, la testa tra le mani.




NOTE:
Ok, mi scuso per il mancato aggiornamento dell’altra volta! xD
Vi dico che questa sarà il jolly della mia tabellina magica, dipende da quanto tempo avrò a disposizione per scrivere. Tendenzialmente però la troverete di giovedì! ^^
Baci <3

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