Il mio amico non mi dava mai delle spiegazioni di jillien (/viewuser.php?uid=37823)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo Anno, Pedinamento ***
Capitolo 2: *** Quinto Anno, Insegnamento ***
Capitolo 3: *** Sesto Anno, Omicidio ***
Capitolo 4: *** Settimo Anno, Ritrovamento ***
Capitolo 1 *** Primo Anno, Pedinamento ***
∙NdA:
1)
Pensavo che il fatto ogni tanto Silente chiami Severus
“ragazzo mio” fosse un’invenzione dei
Fanwriters, rileggendo alcuni dialoghi mi sono accorta che
effettivamente a
volte questa cosa sdolcinata ci scappa. Che carini *_* .
2)
Qua e là, in corsivo, ci sono i pensieri di Severus.
3) Informazioni”
ripetè Piton. “Ti fidi di lui…e non di
me.
Sempre dal capitolo “La Storia del Principe”.
4)
Sostengo, come molte autrici di cui ho letto, che se Albus sembra il
padre di qualcuno non è dello
sfigato di
Harry. Suvvia il rapporto padre-figlio dell’intera saga si
basa su Silente e Severus (che quindi sono anche amici)! Da questa
malsana convinzione l’idea sull’utilizzo di questa
citazione^^. E dal fatto che sembra regnare la convinzione che Albus
abbia chiesto a Severus solo di ammazzarlo. Il vecchietto sadico ha
sempre fatto affidamento sul povero professore, lui era la mente e
Severus il braccio.
Il mio amico non mi dava mai
spiegazioni
By Jillien
Flash
n°1
Primo
Anno, Pedinamento.
[Silente
girò una pagina e aggiunse, sempre senza guardarlo:
“Tieni
d’occhio Raptor, d’accordo?”
Harry
Potter e i Doni della Morte Cap XXXIII]
“Se
hai dei dubbi su di lui, Albus, sono certo che potrai accertarti di
persona delle sue intenzioni, anche senza il mio contributo”.
Severus
Piton sedeva in una delle grandi poltrone davanti alla scrivania di
Albus Silente, un bicchiere di Whiskey in mano e
un’espressione annoiata sulla faccia. Non solo era stato
strappato dal freddo dei suoi sotterranei, ma il motivo della sua
convocazione era talmente futile da indurlo a pensare che il Preside lo
avesse confuso con una balia.
“Sai
bene che non potrei avvicinarmi senza insospettirlo”.
“Quell’idiota
balbuziente non si insospettirebbe nemmeno se lo legassi alla sedia e
lo costringessi ad ingoiare una fiala di Veritaserum”
strascicò prendendo un altro sorso della bevanda ghiacciata
nel bicchiere “certo così potresti causargli danni
irreparabili al cervello, ma non credo che qualcuno se ne
accorgerebbe”.
Albus
unì le punte delle dita davanti al volto, un guizzo degli
occhi azzurri sembrava suggerire che fosse intimamente divertito dalle
parole dell’uomo davanti a lui.
“Severus,
per favore; del resto ti sto chiedendo di fare qualcosa che, ne sono
certo, non ti causerà troppi dispiaceri. Seguilo
e osservalo, controlla se si comporta in modo strano –
più del solito - e vienimelo subito a riferire. Se
necessario puoi anche metterlo alle strette, come dicono i giovani
d’ adesso”.
Severus
ingoiò tutto il liquido che era rimasto nel bicchiere e fece
forza sulle braccia per alzarsi. Davvero, quelle poltrone erano enormi
e rendevano estremamente difficoltoso il riuscire ad alzarsi facendo
leva solo sulle gambe.
“D’accordo
Albus, anche se preferirei sapere il motivo per cui devo sprecare il
mio prezioso tempo dietro quell’incapace”.
Un
mezzo sorriso e uno scintillio di quegli occhi così caldi
gli assicurarono che il suo lavoro sarebbe stato del tutto privo di una
spiegazione, del resto non era la prima volta che il Preside richiedeva
il suo aiuto senza dire cosa mai si celasse in quel cervello
macchinoso. Posò il bicchiere ancora freddo sulla scrivania
e uscì per dirigersi verso i suoi amati sotterranei, deciso
a miscelare qualche pozione e a non pensare ai motivi che avevano
spinto il Preside a richiedere i suoi servigi. Anche in
virtù del fatto che non glieli avrebbe mai detti, ovviamente.
Il
mio amico non mi dava mai delle spiegazioni.
Mon ami ne m'a jamais donné aucune
explication.
***
Commento
della GiudiciA :D :
Il
mio amico non mi dava mai delle
spiegazioni, Jillien
•
Grammatica e forma: 13.875/15
•
Caratterizzazione dei personaggi: 10/10
•
Originalità della trama: 5/5
•
Attinenza al tema assegnato: 10/10
•
Gradimento personale: 4.9/5
Totale:
43.775/45.
Commento:
una bellissima raccolta, su un personaggio, in particolare, che adoro
ma su cui
non ho mai avuto il coraggio di scrivere.
Severus
Piton risulta perfettamente caratterizzato, in queste quattro Flash,
come anche
Silente. La fiducia cieca, la seccatura di dover eseguire degli ordini
senza
sapere il perché, l’affetto, forse, per un uomo
che gli ha dato un’altra
possibilità. Mi è piaciuto molto come hai
mantenuto i personaggi IC, entrambi,
donando spessore a Piton e nello stesso tempo mantenendolo un
po’ distaccato
come è sempre emerso dai libri.
La
trama è di per sé originale – non ho
mai letto nulla su questi quattro episodi
in particolare – quindi non potevo che darti il punteggio
pieno; inoltre i
personaggi interagiscono in un modo molto realistico e
“Rowling-iano” e questo
non può essere che un punto a tuo favore.
La
frase scelta, oltre ad essere citata più volte, emerge senza
problemi leggendo
semplicemente la storia, senza fossilizzarsi troppo e scorrendo le
frasi una
dopo l’altra. In ogni Flash c’è qualcosa
che, implicitamente o meno, rimanda
alla citazione stessa.
La
raccolta mi è piaciuta davvero molto, lo ammetto, ma avrei
voluto leggere una
Flash in più, conclusiva. Lo so che può essere un
motivo stupido per
penalizzare una fic, ma sinceramente la vedo come qualcosa di
incompiuto, mi
manca un pezzo. Davvero bella, comunque, complimenti!
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Capitolo 2 *** Quinto Anno, Insegnamento ***
cap 2 pp
Quinto
anno, Insegnamento.
[“Perché tu?”
“Perché il Preside ha il privilegio di delegare i
compiti meno piacevoli, immagino”.
Harry
Potter e l’Ordine della Fenice, capitolo XXIV]
Severus Piton sedeva nell’Ufficio del Preside,
l’immancabile bicchiere di Whiskey in grembo e un’aria particolarmente assorta.
Da quando il Moccioso Che Era Sopravvissuto aveva messo piede in quella scuola,
non era passato anno senza che Albus lo convocasse per chiedergli un favore,
grande o piccolo che fosse. La poltrona che lo ospitava ogni volta da cinque
anni tendeva ad accogliere la sua seduta come un bozzolo, ormai, e le riserve
di alcolici del Preside stavano iniziando a scarseggiare.
“Bene Albus, ora potrei sapere a cosa devo la
mia visita nel tuo Ufficio?” chiese, facendo vorticare il liquido ambrato nel
bicchiere congelato.
Un
ottimo uso per l’incantesimo Glacius, suppongo.
“Harry ha degli incubi…”
“Non vedo come lo stato di sonno di Potter
possa interessarmi”.
“Dovrebbe, Severus. La sua mente è collegata
con quella di Voldemort, quello che è successo con Arthur è stato un monito.
Harry non sarà al sicuro finché non sarà in grado di controllare questo
collegamento e chiuderlo”.
L’anziano mago congiunse le punte delle lunghe
dita davanti a sé e lo scrutò attraverso le lenti a mezzaluna.
“Credo di aver intuito il motivo della mia
convocazione e ti assicuro che la tua è una pessima idea” sibilò Severus, le
dita strette sul bicchiere cha aveva in mano. Tra i pochi pensieri che riusciva
ad articolare nel momento immediatamente successivo alla sua triste intuizione
ne spiccava uno: i troppi dannati sorbetti al limone avevano congelato il
cervello di uno dei più grandi maghi di tutti i tempi.
“Io credo, se mi permetti, che sia ottima,
anche in virtù del fatto che non abbiamo molta altra scelta. Sei indubbiamente
un Occlumante di grande bravura, ragazzo mio, tanto che lo stesso Voldemort non
è riuscito a penetrare la tua mente”.
Severus non riuscì a reprimere del tutto il brivido
che gli aveva attraversato la schiena nel sentire per la seconda volta il nome
del Signore Oscuro; finì il suo drink con un gesto secco e aspettò che l’intera
bocca riacquistasse sensibilità.
Se si
chiama Whiskey Incendiario c’è un motivo.
“Albus le lusinghe non mi convinceranno che
rinchiudere me e il figlio di Potter in una stanza sia una brillante pensata.
Sei tu il Supremo Pezzo Grosso e il Presidente del Wizengamot, potrai
sicuramente insegnargli tutto quello che deve sapere, e la mia salute mentale
sarebbe preservata”.
“Sorvolando sul fatto che quei titoli mi sono
stati tolti, con non grande rammarico da parte mia, ammetto, ho bisogno che sia
tu a fare da insegnante a Harry”.
Il tono usato non ammetteva repliche, Severus
lo sapeva bene. Si liberò del bicchiere e si alzò lentamente dalla poltrona. Si
girò lievemente sulla porta, già certo che la sua domanda sarebbe rimasta senza
risposta.
“Potrei almeno sapere perché non te ne puoi
occupare personalmente?”
Quando il Preside confermò il suo pensiero si
richiuse le pesanti porte alle spalle con uno sbuffo spazientito, ancora una
volta pronto a svolgere i suoi inspiegabili compiti.
Il mio amico non mi dava mai delle spiegazioni.
Mon ami ne m'a jamais donné aucune
explication.
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Capitolo 3 *** Sesto Anno, Omicidio ***
cap 3 pp
Sesto
anno, Omicidio.
“Informazioni”
ripeté Piton. “Ti fidi di lui…e non di me”
Harry
Potter e i Doni della Morte Cap XXXIII
“Trascorri
molto tempo con Potter”.
Piton
camminava al fianco di Silente nel crepuscolo, il parco del castello era
completamente deserto e la Foresta
Proibita si stagliava come un’ombra scura contro il sole rosso del tramonto.
Perlomeno questa volta abbiamo abbandonato quella dannata
poltrona.
“Perché
abbiamo molto di cui parlare, Severus”.
Silente
gli si avvicinava ad ogni passo, i gomiti che quasi si toccavano, che si
sfioravano, forse, alla ricerca di un sostegno. In quei momenti, quei rari
momenti in cui la facciata di uomo invincibile di Albus s’incrinava, Severus
riusciva ad intravedere l’uomo che si celava sotto la maschera. L’uomo che
stava morendo e che aveva bisogno del suo aiuto.
“Ti rifiuti di dirmi tutto, ma ti aspetti da
me quel favore da nulla!” sibilò Piton.
La
verità era che Silente non aspettava che Piton decidesse di aiutarlo, lui lo
esigeva. Chiedeva di seguire i suoi ordini senza spiegazioni, conscio del fatto
che il professore avrebbe fatto qualunque cosa avesse disposto, per uno strano
legame che il tempo aveva sancito di sua spontanea volontà.
Maledetto impiccione.
“Sai
perché devi farlo”.
“No,
invece. Non so nulla, tu non mi dici
nulla. Dai per scontate tante cose, Albus”.
Il
vecchio Preside si fermò, mettendo una mano sulla spalla dell’uomo. Le lenti
colpite dal riverbero
celavano
gli occhi azzurri e la loro espressione, eppure Severus per un attimo fu certo
di avervi scorto solo dolore.
“Mi
hai dato la tua parola, Severus”.
Il
Professore abbassò il capo, sconfitto: mai avrebbe pensato che la promessa
fatta ad un’altra persona, ad un suo amico, sarebbe valsa più di un patto
mortale come il Voto Infrangibile. Eppure era lì, nel cortile deserto della sua
prima, vera casa, con la mano della persona che più stimava sulla spalla e le
sue parole che gli ricordavano che avrebbe dovuto ucciderla per portare avanti
un piano di cui era ignaro.
Si
scrollò la mano di dosso e iniziò ad avviarsi verso il castello.
“Sarà
meglio rientrare”.
Il mio amico non mi dava mai delle spiegazioni.
Mon ami ne m'a jamais donné aucune explication.
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Capitolo 4 *** Settimo Anno, Ritrovamento ***
ca 4 pp
Settimo
anno, Ritrovamento.
[“E
ancora non mi vuoi dire perché è così importante dare la spada a Potter?”
Harry
Potter e i Doni della Morte, Cap XXXIII]
Severus Piton sedeva
nel suo ufficio; no, non il suo, quello di Albus. Non importava l’appellativo
che usavano, né la carica che il Signore Oscuro gli aveva generosamente concesso; di Preside ce n’era uno solo, e non era
lui.
Continuava a
compilare scartoffie, la scrivania ingombra di pergamene, piume d’oca e moduli
di richiesta per le punizioni degli alunni. Inutili e ignorati moduli.
Nonostante Piton non si degnasse nemmeno di leggerli –e men che mai di
firmarli– i Carrow avevano deciso che i motivi per cui mettevano in punizione i
ragazzi erano troppo importanti per poter aspettare la firma del Preside. Così
i moduli erano puntualmente compilati e abbandonati in un angolo del legno
scuro, a sfregio del buon nome di Hogwarts.
“Severus…”.
“Albus, sarei
impegnato ad evitare a quei ragazzi danni permanenti. Questo non è il momento
di parlare”.
“Temo che questo sia
esattamente il momento, Severus”.
Il mago sospirò e si passò una mano sugli occhi stanchi, chiedendosi
per quanto ancora sarebbe dovuta continuare quella recita, e se il piano così
ben congeniato di Albus non iniziasse ad avere qualche falla.
Tirò fuori la spada di
Grifondoro dal suo nascondiglio e si preparò a fare ciò che aveva promesso ad
Albus. Conosceva il luogo in cui si erano accampati i due ragazzi – Weasley era
già crollato - , ora doveva solo riuscire a trovare un modo per consegnare il cimelio
facendo in modo che sembrasse una specie di passo obbligato dettato dal
destino.
“Credo che dovrò scomodare il mio Patronus” mormorò “vorresti
spiegarmi il motivo per cui sono necessari tutti questi sotterfugi? Potrei
semplicemente lasciare la spada davanti alla loro tenda e nemmeno si
accorgerebbero della mia presenza”.
Il ritratto lo guardò con gli occhi azzurri che scintillavano, così
simili a quelli della persona che rappresentava che quasi Severus ebbe
l’impressione di trovarsi davanti il vecchio Preside in carne ed ossa.
La magia che fa
apparire i ritratti è davvero molto potente.
“Avresti almeno potuto rinforzare le scorte di Whiskey”.
Mormorò. Si mise il mantello e si costrinse a pensare al ricordo più
bello che possedeva, conservato gelosamente in un angolo ben custodito della
sua mente impenetrabile. Ancora una volta aveva agito basandosi sulla fiducia
per Silente, magari un giorno avrebbe scoperto la sottile tela di macchinazioni
che il Preside aveva tessuto durante la sua vita; fino ad allora si sarebbe
limitato ad eseguire.
Il mio amico non mi dava mai delle spiegazioni.
Mon ami ne m'a jamais donné aucune explication.
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