Alternativo

di Kate 96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Alternativo

Capitolo: 1



 
<< A tutte le unità; Qui è 23. Un furgone nero si dirige a Sud sulla Broadway dopo la 72ma. >>

 “Broadway.” Mi guardava in modo strano. In fondo le avevo detto io di andare sulla 48ma.
Credevo davvero che prendesse quella strada.

“Io…” cercavo di giustificarmi, ma c’era poco da chiedere scusa.

“Torno indietro.” In quel momento lo vidi. Un furgone nero che svoltava a un semaforo. 

“No, no non tornare indietro. E’ il furgone sbagliato.” 

“ Castle, come lo sai?” 

“Li!Li!Li!Li!” si guarda intorno. Finalmente vede il furgone e parte all’inseguimento.

“E lei” accese le sirene e le faceva segno di accostare. Niente.
Era troppo spaventata per a sua bambina per preoccuparsi per noi. 

<< Accosti >> decide di bloccarle la strada con la macchina, finalmente è costretta a fermarsi.
Scendiamo dalla macchina, Kate va da Nazihah io controllo il furgone.

“Nazihah, accosti!” 

“Per favore, no. Hanno la mia bambina.”

“No, Nazihaha. E’ con noi. Sta bene. Sta . . . “ Le sentivo parlare dal retro ma non facevo molto caso a quello che dicevano.
Quando aprii lo sportello di dietro per poco non svenivo. Davanti a me c’era una bomba con il segno del radioattivo.

“Beckett.” Mi raggiunge. Anche lei si blocca per alcuni secondi ma subito prende la radio e chiama la stazione.

“Distretto, qui è 1 Lincoln 40. Abbiamo trovato la bomba tra la 55ma e 11ma.

<< Ricevuto 1 Lincoln 40. Gli artificieri sono per strada. Arrivo previsto tra 3 minuti. >> entrambi guardammo il timer.
Segnava 1:36. Sarebbero arrivati troppo tardi. 

“Distretto, arriverebbero in ritardo di almeno 2 minuti.”

<< 1 Lincoln 40, attendi.>> Grandioso. Era questo quello che dicevano in quelle circostanze? Attendi?
Questo è di molto aiuto! Kate mi guarda per alcuni istanti poi prende il telefono e compone un numero. 

< Fallon >

“Fallon, sa come disinnescare una bomba?” mancava davvero poco. Qualunque cosa volesse fare era meglio se si sbrigava.

“Un minuto.”

< Dove siete > 

“Tra la 55ma e l’11ma.”

< No, devo . . . devo vederla. Può mandarmi una foto? >

“Si, si. Resti in linea.” Scatta 2 foto e le invia a Fallon.

“La sto caricando.”

“45 secondi.” Mancava davvero troppo poco.
 
“Inviata.”

< Si, la sto aprendo . . . adesso. > alcuni secondi senza notizie.
Senza potere fare niente. Con il tempo ch passava inarrestabile.

“Fallon?”

< Aspetti! >

“30 secondi.”

“Fallon!”

< Non riesco a vedere niente! Mi dispiace. Mi dispiace >
Era finita. Saremo morti. Sapevo che avrei dovuto pensare a tutte quelle persone che ci sarebbero andate di mezzo.
Ma l’unica a cui pensavo era Kate. Sarebbe morta e io non lo avrei potuto impedirlo. Mi guardava. Sembrava volere dire qualcosa.

“Castle . . .” Quante occasioni sprecate? Quante volte in quei 2 giorni avrei potuto dirle ciò che provavo per lei? La amo.
Finalmente dopo 2 anni ero riuscito ad ammetterlo. Ma non a lei.
Anche davanti a una bomba non riesco a dirle che l’amo! Ma lei sta con Josh!
Non potevo dirle una cosa del genere mentre sta con lui.
Dovevo salvarla. Le prendo la mano.
Mi sta ancora guardando con gli occhi che fanno trasparire molto.
Forse di più di quello che voleva fare passare.
No. Non poteva morire. Guardo la bomba.Mancano 3 secondi.
Bene ci sono molti fili. Qual’é quello giusto? Al diavolo! Li strappo tutti!
Pensavo che dovesse scoppiare e istintivamente sia io che lei ci spostammo indietro.
Dopo alcuni secondi ancora niente.
Apro gli occhi. Guardo il timer, segna 0:00.
Ancora niente. 

“Ho! Castle.” Ride e immediatamente mi abbraccia. Io faccio lo stesso.
Forse uno dei momenti più belli della mia vita.
L'avevo saltava ed era li, tra le mie braccia.
Ci stacchiamo dopo alcuni secondi.
Ci ero riuscito davvero?! Incredibile!

“SI!” non potevo trattenermi dall’esclamarlo.
Sia lei che io ridevamo.
È davvero bellissima quando ride.
Ora dobbiamo solo aspettare che arrivino gli agenti sparsi in giro.
 

_ Più tardi al distretto_

Siamo tutti insieme che beviamo una birra mentre Kate racconta la mia incredibile impresa.

“No, lui . . . No, avreste dovuto vedere la sua faccia, perché si è fermato, mi ha guardata, ha afferrato tutti i fili e poi li ha semplicemente strappati.”
Scoppiarono tutti a ridere. Il primo a parlare e Ryan.

“Tutti?”

“Mi sono detto che uno doveva essere quello giusto.”

“Sapete, il sindaco vuole darvi una medaglia. Non ho avuto il coraggio di dirgli che non avevi idea di cosa stavi facendo.” In effetti non aveva poi tutti i torti.
Sapevo solo che volevo salvarla e che ero disposto a tutto per farlo.

“Grazie.”

“Il Capitano ha ragione. Non sapete quando siete fortunati, ragazzi.”

“In realtà . . . lo so.” Kate sembrava un po’ in imbarazzo.
Abbassa lo sguardo dopo che i nostri occhi si sono incrociati.
Fallon entra nella stanza.

“Posso parlarvi un secondo?” io e Beckett usciamo.

“Volevo solo dirvi che l’ufficio degli avvocati li accuserà con più capi d’imputazione per cospirazione terroristica.
E grazie a voi due, non dovremmo aggiungere l’omicidio di molti newyorkesi innocenti a quella dichiarazione.”

“Beh, stavamo solo facendo il nostro lavoro. Veramente io stavo facendo il mio lavoro. Lui non so cosa diavolo stesse facendo.”
Colpito e affondato!

“Ehi! Ma è la verità.”

“Sentite . . . quello che faccio non è ciò che sono. E’ solo quello che devo essere. Spero che lo capiate entrambi.”

“Perché non diciamo soltanto che è stato un piacere e che speriamo di non doverlo rifare?” 

“Mi sta bene.” Finito di parlare inizia a camminare.

“Però se succede di nuovo può mandarmi un messaggio con una parola in codice : _Corri_”  Kate stava sorridendo e sospira.
Inizio io a parlare.

“ Una giornataccia, eh?”

“Una giornataccia.” Forse è l’occasione buona per parlare, magari offrirle qualcosa.

“Sai . . . Stavo pensando . . .  stavo pensando che forse . . .”
Fantastico. Ecco che arriva motorcycle boy.
Un altro momento rovinato. Un'altra occasione.
E meglio che vada.

“Dovrei andare a casa, e riposarmi un po’. E’ stata una lunga giornata. Buonanotte.” Non resta che andare.
Inizio ad avviarmi verso l’ascensore. 

“Buonanotte.” Aveva un tono della voce strano ma non sono riuscito a capire in pieni il perché.
Arrivato in ascensore vedo l’ultima cosa che vorrei vedere lei che abbraccia un altro.
Era da tanto che non mi sentivo così. Forse da prima dell’estate. Prima di partite e rovinare tutto.
Solo con lei provavo quelle emozioni.
Solo lei è cosi straordinaria. 
 
Arrivato a casa mi distendo, non so esattamente per quando tempo.
Dopo un po’ inizio a camminare.
Dovrei chiamare Alexis. Ma ormai è tardi.
E’ meglio aspettare domani.
Alcuni minuti e suona il campanello.
Anche camminando sembro uno zombi. Vado alla porta e la apro.

“Beckett? What are you doing here?


Angolo dell'autrice: 
ciao a tutti! allora prima che lo dimandichi vorrei ringraziare tutti quelli che anno letto e recensito il primo capitolo di "E se fosse andata così?"
lo so, avrei dovuto lavorare su un altro capitolo xD ma questa storia mi ronzava in testa da troppo tempo, e se non faccio un po di largo e difficile combinare qualcosa. credo che saranno massimo 2 capitoli, e apena finito mi dedicherò sembre a quella.
Ok credo di avere detto tutto.
Ringrazio in anticipo chi la leggerà e mi lascerà un commento per farmi sapere che ne pensa.
(Il secondo-e spero ultimo- capitolo credo di metterlo domani)
Baci!
Kate 96 =*

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Capitolo 2
*** 2 ***


Alternativo

Capitolo: 2

 “Beckett? What are you doing here?”
 
Sembrava agitata. Aveva gli occhi un po’ rossi e continuava a torturarsi le mani davanti la porta.
 
“Va tutto bene? Vuoi entrare?” senza dire una parola mi supera e si ferma vicino l’ingresso.
Io sono ancora imbambolato alla porta. Cosa era successo?

 
“Kate, vuoi spiegarmi che succede?” a sentire il suo nome si gira.
Forse avevo fatto male a chiamarla così. Mi guarda per alcuni secondi.
Poi finalmente inizia a parlare.

 
“Ho lasciato Josh.”  Non sapevo se diceva sul serio. Stava scherzando o cosa? Che dovevo fare?!

“Perché?” Ecco, con tante cose da dire proprio quella mi sono andato a cercare?
Si ci può aspettare di più da uno scrittore di best-seller.

“Perché ho capito che non lo amo e restando con lui lo avrei solo preso in giro.” 

“Stai bene?” due su due. Quella sera ero proprio in vena di dire sciocchezze.

“Lo starò quando avrò risolto un paio di cose. O almeno è quello che spero.”

“Vuoi parlarne?” E con questo avevo fatto Strike! Tre sciocchezze di fila. Doveva essere un record! 

“No, non sono venuta qui per parlare di Josh.”

“Allora perché sei qui?” 

“Perché sono due giorni che credo sempre di dovere dire qualcosa e alla fine non ci riesco, mai.”

“Vuoi sederti?” sembrava essersi un po’ rilassata.

“No. Prima devo finire di parlare altrimenti potrei pentirmene di nuovo.” 

“Ok. Ti ascolto.”

“Perché sei andato via? Prima. Sembrava che volessi dire qualcosa ma poi sei andato.”

“Stava arrivando Josh e di sicuro non gli sarebbe piaciuto quello che stavo per chiederti o fare.”

“Beh, ora Josh non è qui.” Un'altra occasione. Ma questa volta non l’avrei sprecata.
Eravamo distanti un paio di passi. In pochi secondi avevo capito cosa volevo fare.
Percorro la distanza che ci separa in poco tempo. Non le lascio neanche il tempo di reagire.
Le poggio una mano dietro la testa, l’altra sulla vita e l'attiro a me.
Le mie labbra sono sulle sue e insieme si muovono uno alla ricerca dell’altra senza mai separarsi.
Quando la carenza di ossigeno inizia a farsi sentire ci stacchiamo controvoglia.
I suoi occhi sono puntati su i miei.
Le sue guancie stanno iniziando ad arrossire e abbassa subito lo sguardo ma non si allontana.
Gli accarezzo una guancia con il dorso della mano.

“Vedi? Non credo che al motorcycle boy avrebbe fatto piacere.”

“Basta parlare di Josh.” Riavvicina le nostre labbra e senza accorgercene arriviamo al divano.
Mi fa sedere e lei si siede a cavalcioni su di me.
Le mie mani sono sopra i suoi fianchi mentre sento le sue tra i miei capelli.
Il suo odore mi circonda facendomi impazzire.
Quando ci stacchiamo abbiamo entrambi il fiato corto.
Da quando ci siamo separati era calato il silenzio.Ma nessuno si era mosso di un centimetro.
Inizia ad alzarsi prendendomi la mano.

“Non pensi che di sopra staremo più comodi?”
non mi lascia neanche rispondere che inizia a trascinarmi su per le scale fino alla mia camera da letto.
Entriamo. Mi accorgo si essere vicino al letto solo quando sento qualcosa sbattere contro i miei polpacci.
Mi spinge e mi fa sedere sul letto.
La guardo mentre avvolge le sua braccia al mio collo e si siede di nuovo a cavalcioni su di me riprendendo a baciarmi.
Continuammo così per un po’. 

“Aspetta.” Lo riesco a dire solo in quei pochi istanti in cui le nostre labbra non sono in contatto.
Si allontana leggermente da me e mi guarda con aria interrogativa.
Meglio che mi spiego in fretta o potrebbe capire male.

“Non voglio correre. Non ora che finalmente sei qui.” Mi guarda e sorride.
Poi assume quel atteggiamento da bambina dispettosa tormentandosi il labbro con un dito.

“Sicuro?” 

“Ehm . . .” chiudo gli occhi per concentrarmi meglio.
Se l’avrei guardata ancora sapevo che avrei ceduto. 

“Si. Voglio che tu capisci che ti amo e che non è solo sesso.” Mi sorride ancora e poi mi bacia.

“Sai, così mi rendi le cose più difficili di quando non lo siano già” le faccio notare la posizione in cui siamo e ride.
Mi fa coricare e lei si mette al mio fiango distendendosi tra le mie braccia.

“Va meglio così?” lo dice guardandomi negli occhi e sorridendo.

“Certo. Sei qui.”   

“Poco fa ai detto qualcosa, potresti ripeterlo?” cosà ho detto? Proviamo con questo.

“Voglio che capisci?”

“No”mi bacia.

“Non è solo sesso?”

“Prima.” Un altro bacio. Certo era ovvio.

“Ti amo” sul viso gli spunta un grande sorriso che automaticamente fa sorridere anche me.

“Anch’io ti amo” la ripresi a baciare per un po’ poi iniziammo a parlare.
Parlammo di tutto. Di quei due anni, di tutti i  nostri battibecchi, semplicemente di noi.
Ormai era tarda notte quando ci addormentammo, ancora abbracciati.
 
Il sole che entra dalla finestra che ho dimenticato di chiudere mi costringe a svegliarmi.
Appena sono abbastanza sveglio da ricordare cosa era successo la cerco tra le lenzuola.
Erano vuote, ma profumavano ancora del suo inconfondibile odore di ciliegie.
Mi alzo e vado al piano di sotto. Ancora con i vestiti di ieri. Lei è li seduta al divano con un libro in mano.
Cerco di non fare rumore e quando gli arrivo alla spalle mi abbasso per dargli un bacio.
All’inizio sembra sorpresa ma poi quando mi vede poggiale le mani sul mio viso e mi da un altro bacio.
Si alza.

“Perche sei scesa?” mi guardo intorno un po’ confuso.

“Veramente avevo sete” sorride. E si avvicina a me.

“ Ai trovato quello che cercavi?”

“No. Ho trovato molto di più.” Mi bacia ancora sorridendo.
Continuiamo così fino a quando suona il suo telefono.

“Beckett.”

< Hyo. Sono Esposito. C’è un cadavere in obitorio che aspetta te. >

“Arrivo.”

< avvertiamo noi Castle? >

“No, ci penso io.” Mi guarda mentre sono andato a prendere due bicchieri dacqua.
Le passo il suo mentre bevo il mio. 

“Allora chi e morto?”

“Sempre il solito. Eh Castle?” mi avvicino e la circondo con un braccio unendo i nostri corpi.

“Non proprio.” Poggia una mano sul mio petto. Sembrava che stesse per avvicinarsi invece mi spinge indietro e mi sorride.

“Dobbiamo andare. Vai a cambiarti in fretta. E dopo andiamo nel mio appartamento e mi cambio.” 
 
“Anche tu sempre la solita. Ti piace darmi ordini!” scappo di sopra prima di darle il tempo di rispondere.

Quando io mi sono cambiato, usciamo e andiamo nel suo appartamento.
La aspetto in macchina, dopo 15 minuti torna come nuova.
Insieme andiamo al distretto.

Una volta in ascensore mi ricordo di una cosa che dovevo chiederle.

“Ora? Cosa facciamo? Cioè, come ci dobbiamo comportare?” guarda le spie luminose in alto che indicano il nostro piano.
Siamo quasi arrivati. Mi guarda poi torna alle porte dell’ascensore che si stanno aprendo.
Una volta aperte vediamo il distretto che già brulica di persone che ci guardano curiose.
Si sposta davanti a me e fa l’ultima cosa che potevo aspettarmi in quel momento.
Mi bacia, come aveva fatto la sera prima. Come se fossimo soli.
Si allontana leggermente per parlare.

“Non ti ci abituare qui. Voglio solo che ora viviamo la nostra vita.”
Sorride e si gira come se niente fosse, inizia a camminare verso la sua scrivania dove Ryan e Esposito ci guardano divertiti.
Vedo Ryan che passa una banconota al collega.
Kate arrivata alla sua scrivania si gira, mi vede, ancora in ascensore, e mi sorride.
Mi veniva in mente solo una parola per descriverla.
Straordinaria.

Angolo dell'autrice:
Salveee! ecco il secondo e ultimo capitolo! vi avviso che è un po lunghino e non è neanche un gran che! =)
lo so. I personaggi sono molto OCC, ma perchè non sognare ogni tanto? *-*
Credo di avere detto tutto.
P.s mi scuso per tutte le imperfezzioni che ci sono state ne l primo capitolo xD
quando lo postata ho dimendicato di rileggerla, comunque li sistemerò al più presto =)
Come sempre ringrazio chi la leggerà e chi deciderà di lascirmi un commento per farmi sapere che ne pensate =D
Un bacio.
Kate 96 =* 


 

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