Partners

di Vahly
(/viewuser.php?uid=2745)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Gelosia (ed altri pensieri) - episodio 1x09 ***
Capitolo 2: *** I ♥ U - episodio 1x20 ***
Capitolo 3: *** Tavola da surf ***
Capitolo 4: *** I mille usi di una cravatta ***
Capitolo 5: *** Copriletto con i pinguini ***
Capitolo 6: *** Tribunale (I love you too) - episodio 1x24 ***
Capitolo 7: *** Abbraccio - episodio 1x23 ***
Capitolo 8: *** Di spiegazioni e bambine troppo intuitive ***



Capitolo 1
*** Gelosia (ed altri pensieri) - episodio 1x09 ***


Note dell’autrice: flashfic ambientata nell’episodio 1x09. Scritta per la 5° settimana del COW-T con il prompt “3 personaggi”. Steve/Danny, Danny/Rachel.

 

 

Gelosia (ed altri pensieri)

 

 

. Steve

 

Steve non è sicuro di voler sapere per quale motivo ci tenga tanto a sapere di Danny e di Rachel. Perché vorrebbe fingere che sia solo curiosità, ma una parte di lui grida che no, non è così. È qualcosa che gli si agita dentro, che lo spinge a domandare come abbia fatto il partner a conquistare l’ex moglie – quando in realtà ciò che pensa è “come hai fatto a conquistare me” – e lo brucia all’interno. Forse potrebbe chiamarla gelosia. Sì, potrebbe chiamarla così, se solo avesse un motivo per essere geloso, o il diritto di esserlo. E invece no, perché Danny non è mai stato suo, non in quel senso, e probabilmente mai lo sarà: insomma, il partner non è interessato ad altre relazioni interpersonali che siano con persone diverse dalla piccola Grace, senza contare il fatto che è palesemente etero, e ora che ci pensa, anche lui lo è. Per questo non ha nessun motivo di desiderare qualcosa di diverso di quello che già ha.

Così cerca di non pensarci, e si rimette al lavoro.

 

 

. Rachel

 

Quando si trova di fronte a suo marito – “Ex Marito!” cerca di correggersi, con un sospiro – quasi le prende un colpo. Che diavolo ci fa lui, lì, a riaprire le sue ferite… di nuovo? C’è un motivo se non vuole più vederlo, e no, non è il fatto che è una stronza. Per quanto sia di gran lunga più facile fingere di esserlo.

La verità è che nonostante sia ormai risposata, nonostante non possa più stare con lui, nonostante non ce la potrebbe fare a sopportare ancora quell’ansia data dal non sapere se l’uomo che ami tornerà ancora a casa o qualcuno ti chiamerà per dirti che è morto in servizio, con onore… nonostante tutto questo, lei lo ama ancora. E vuole far finta che non sia così, perché ammetterlo con se stessa renderebbe tutto più difficile.
Così tutto quello che può fare è fingersi acida, far battutine, ma quando lui non c’è e lei rimane sola con il suo collega, un certo Steve, allora può permettersi di parlare di lui, di mostrare la sua preoccupazione.

Sa che l’averlo aiutato oggi non cambierà molto le cose, sa che è tutto troppo complicato e quello che c’era tra di loro si è rotto talmente tanto tempo fa che non è davvero più possibile rimettere assieme i cocci.

Ma chissà, magari potranno ugualmente cercare di essere civili l’uno con l’altra. Di essere amici.

Lei, almeno, ha tutta l’intenzione di provarci.

 

 

. Danny

 

È talmente tanto tempo che non vede Rachel di persona che ha quasi dimenticato quanto sia bella.

Ricordarselo ora, però, non è certo un bene.

Eppure, in fondo al cuore, sente che qualcosa è mutato: non ha più quel desiderio di correrle incontro, di stringerla, di baciarla. Non ha più il batticuore alla sua sola presenza. E non gli fa più male dover battibeccare con lei. Ok, solo un pochino. Forse.

Oppure è semplicemente la compagnia di Steve che lo tranquillizza. Non lo saprebbe dire con certezza, tutto ciò che sa è che quando si trova con il partner, indipendentemente dal luogo o dalla situazione, si sente protetto, al sicuro. Rilassato.

C’è qualcos’altro che vorrebbe aggiungere alla lista, ma non sa bene di cosa si tratta.

Sa solo che quando vede la scritta che Rachel ha lasciato sul suo finestrino, sente solo una punta di nostalgia – non amore, non più – e sta quasi per andarsi andare a pensieri malinconici, ma poi si volta e vede Steve, al suo fianco.

E si sente bene.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** I ♥ U - episodio 1x20 ***


I U

 

 

 

Ti senti uno stupido, se ci ripensi.

Come si può? Esci con qualcuno per un appuntamento, solo voi due, nella speranza di riuscire a dichiarargli i tuoi sentimenti, e non solo rischi quasi di ammazzarti e finisci con il romperti un braccio, ma quando questi si dichiara tu semplicemente fai finta di nulla, eviti l’argomento.

Complimenti, non c’è che dire.

Forse Danny ha ragione dopotutto, quando dice che sei bravissimo nel tuo lavoro, ma nelle situazioni sentimentali sei un disastro.

 

Così i giorni passano, e le cose sembrano non cambiare affatto. Almeno dall’esterno: conosci troppo bene Danny per non sapere che non è così, che il tuo partner si sforza di far finta di nulla, ma probabilmente si dà dell’idiota ogni singolo istante per quello che si è lasciato sfuggire – dopotutto non è che tu gli abbia dato motivo di credere che la sua mossa non è stata affatto stupida, anzi.

 

Siete in macchina, come al solito, ma la sottile tensione che si è insinuata tra di voi vi impedisce di essere del tutto spontanei. Apri la bocca per parlare, ma le parole non ti escono, se non per parlare del caso appena risolto. Danny guarda fuori dal finestrino, e annuisce.

Non lo avresti mai detto, ma il suo essere logorroico e petulante ti manca a livelli che hanno dell’assurdo.

Eppure sai che è giusto che ora spetti a te parlare, che lui si è esposto fin troppo.

Mentre ti giri e rigiri le parole nella testa – “Sai, Danny, in effetti ti amo anch’io” oppure “Hey Danny, ma quell’I love you era serio, vero? Perché sai, se fosse così io proverei la stessa cosa” – ti rendi conto di quanto sia difficile, molto più che con qualunque donna tu sia stato fino a quel momento. Ti rendi conto che forse non lo dirai mai ad alta voce, perché tu sei fatto così. Tu sei per l’azione, per il menare le mani, non il tipo che si perde in chiacchiere.

E mentre ci rifletti su, quasi non ti accorgi che siete arrivati a casa tua.

«Ti va un caffè, prima di tornare a casa?» Proponi, e vedi il tuo partner tentennare, prima di accettare.

Quando annuisce sorridi, e lo precedi. Forse potresti fargli un cuore con la crema di caffè, oppure potresti proporgli di vedere un film assieme, e metter su una di quelle commedie romantiche che servono solo a far pomiciare i fidanzatini, sperando che il romanticismo del film faccia tutto il lavoro sporco.

Ti volti a guardarlo, e lui sembra non capire cosa ti sta succedendo. Cosa lui ti sta facendo dentro.

Quando chiude la porta alle sue spalle, stringi i pugni e ti fai forza. «Al diavolo.» Mormori, avvicinandoti.

Sei un uomo d’azione e agirai come tale, per la miseria.

Senti il cuore pulsarti in gola, mentre gli afferri la cravatta – così soffice sotto il tuo tocco, e così dannatamente Danno – e ti avvicini, mentre il tuo partner prova a domandare «Ma cosa…?»

Ma tu non gli dai il tempo di continuare, e ti impossessi delle sue labbra.

Senti la sua sorpresa, e sorridi nel bacio quando ti afferra per le spalle e schiude le labbra per te, lasciandosi completamente andare.

Mentre il bacio diventa più intenso porti la mano libera sulla sua nuca, per avvicinarlo ancora di più; ma non lasci andare la cravatta, che sicuramente si starà sgualcendo dentro il tuo pugno stretto. E sai che quando sarà di nuovo in grado di parlare protesterà sicuramente, tirando fuori qualche storia su quella cravatta e su come gliel’abbia regalata qualcuno di importante e oh mio Dio, come hai potuto ridurla in quello stato?

E tu riderai di lui e gli ricorderai che siete sulle stramaledette Hawaii e lui lì nemmeno dovrebbe portarla, una cravatta.

Ma tutto questo accadrà dopo. Al momento nel tuo mondo non c’è nient’altro a parte te, lui e le vostre lingue che si sfiorano.

E a dire il vero, di tutto il resto davvero non ti importa.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Tavola da surf ***


Tavola da surf

 

(Scritta per la notte bianca2)

 

Danny continuava a fare i suoi stupidi esercizi sulla tavola da ore e, davvero, non ne poteva più. Si domandò se davvero Kono avesse passato tutte quelle ore a fare stupide mosse su una tavola poggiata sulla sabbia, e se davvero tutta la gente che vive su quell'assurda isola riesca a trovare tutto ciò abbastanza divertente da passare anni della propria vita a farlo - perché no, davvero non lo era.
E Kono doveva avere un lato sadico piuttosto sviluppato per trovare divertente vedere Danny soffrire in quel modo.
Si stava ancora lamentando di tutto questo quando sentì due mani calde e sicure afferrarlo per i fianchi. 
- Stai sbagliando posizione, Danno. - Disse divertita una voce che conosceva fin troppo bene.
Danny si sentì arrossire, e vide Kono sogghignare soddisfatta. E per un attimo ebbe il terrore di essere arrossito o qualcosa del genere, perché altrimenti non avrebbe potuto spiegarsi il fatto che la ragazza sembrava aver capito qual era il motivo del suo imbarazzo. Ma poi si disse che no, non era possibile che la ragazza avesse il benché minimo sospetto riguardo la cotta colossale che lui aveva per Steve, perché si era sempre sforzato di nasconderla ed era sicuro di esserci riuscito molto bene.
- Steve - domandò Danny, con un tono che rifletteva un'irritazione che lui non aveva affatto, non più almeno. - Cosa ci fai qui?
- Do il cambio a Kono. Mi è giunta voce che sei uno studente pessimo, così pensavo di far riposare un po' Kono e provare a vedere come te la cavi con un altro insegnante. - Ghignò.
Danny stava per ribattere, quando vide la collega fin troppo allegra salutarli. - Allora, se qui ve la cavate da soli, io andrei.
- Tranquilla - le disse Steve - andremo alla grande.
Danny sentì il fiato del partner sul collo, le mani ancora poggiate sui suoi fianchi, e non se la sentì di protestare.
Forse, dopotutto, quelle lezioni non sarebbero più state poi così noiose.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** I mille usi di una cravatta ***


I MILLE USI DI UNA CRAVATTA

 

 

(Scritta per la notte bianca2 – attenzione: NC17!)

 

 

Gli ansiti e i gemiti riempivano la stanza, mentre Steve si muoveva su Danny come se da questo dipendesse il destino del mondo.

«Mmmh, voglio toccarti,» protestò il biondo, con le braccia legate alla testiera del letto, «Slegami, dai.»

Steve gli posò un bacio sul petto, e rise. «Non se ne parla neanche.»

«Tu e la tua mania del controllo.» Borbottò Danny, sbuffando.

Steve stava continuando a depositargli baci e morsi sul collo, e sulle spalle, e Danny avrebbe voluto poterlo accarezzare e baciare a sua volta, ma così era impossibile. Si mosse un poco, ma Steve lo guardò serio, lasciando che il blu dei suoi occhi penetrasse nel nocciola di quelli del compagno. «Stai buono, per una volta.» disse. E, nonostante lo sguardo serio, la voce era divertita.

Danny avrebbe protestato ancora, ma Steve aveva di nuovo il suo membro eretto e iniziò a muovere la mano su e giù, ritmicamente, e tutte le parole che il biondo avrebbe voluto dire gli morirono in gola. Sentì le ondate di piacere aumentare ancora e ancora, il nome del compagno l’unica cosa che si sentiva in grado di dire e di pensare.

«Oddio, Steve…» La sua voce uscì fuori in un sussurro, gli occhi socchiusi che gli permettevano di vedere solo lo sguardo del compagno fisso su di lui.

«Dio, Danny, sei così bello in questo momento. Non ne hai idea.» Mormorò Steve sulle sue labbra, prima di catturarle in un bacio appassionato. La sua mano si muoveva sull’erezione di Danny, sempre più velocemente, e il biondo cercava di assecondare i suoi movimenti, perso nell’estasi.

Quando infine venne, con un grido strozzato, Steve continuò a stringerlo e a baciarlo, come se fosse la cosa più importante dell’universo.
Danny continuava ad avere il fiato corto, ma anche se non lo disse era chiaro che voleva essere slegato, e subito.

«Che c’è, hai fretta?» Sorrise Steve, sfiorandogli il polso.

«Se non mi sleghi, mi rimane un po’ difficile ricambiare, sai?»

Steve ghignò. «Oh, allora è il caso che io mi sbrighi a scioglierti.»

«Sì, direi di sì…» Ribattè Danny, ammiccando.

Steve con un semplice movimento sciolse la cravatta che legava i polsi di Danny. Poi la squadrò, e rise.

«Sai, pensandoci, non sono più così contrario al fatto che tu porti la cravatta.»

Danny avrebbe avuto un milione di cose da dire a tal proposito, ma per una volta decise che in fondo non era quello il momento di parlare. Così si riappropriò delle labbra di Steve e lo circondò in un abbraccio, con le mani finalmente libere di toccarlo, pronto per il secondo round.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Copriletto con i pinguini ***


Copriletto con i pinguini

 

(Scritta per la notte bianca2 – attenzione: NC17!)

 

Quando entrarono nell'appartamento di Danny erano troppo intenti a baciarsi per notare davvero cosa avevano attorno. Danny accese la luce andando a tastoni, poi spinse Steve sul letto, continuando a baciarlo e ad accarezzargli i capelli, per poi lasciargli una scia di baci lungo il collo. 
- Dio, - mormorò sulla sua pelle calda, - lo voglio da così tanto che non ne hai nemmeno idea.
- Ne ho idea eccome, credimi. - Rispose Steve, con gli occhi puntati sul partner, mentre gli slacciava i pantaloni. 
Poi con una mossa veloce il moro ribaltò le posizioni, e si mise a cavalcioni sull'altro.
- Ora cominciamo a fare sul ser... - Iniziò a dire, ma si interruppe, come distratto da qualcosa accanto a Danny.
Il biondo attese qualche secondo, prima di domandare preoccupato - Ehi Steve, cosa c'è?
Steve alzò un sopracciglio. - Cioè, Danno... pinguini?
Danny arrossì visibilmente. - A Grace piacevano. Ehm, ora... possiamo continuare?
- Danny - rispose il partner ridendo apertamente - ti rendi conto che questo copriletto ucciderebbe l'eccitazione di chiunque, vero?
Danny sbuffò. Sì, lo sapeva, ma a Grace piaceva davvero, e comunque lui non è che avesse in programma di portarsi a casa gente per scopare, quindi perché mai avrebbe dovuto porsi il problema.
- Steve, smettila di ridere.
- Non posso. Cioè... pinguini rosa e bianchi. Il prossimo sarà con i cuoricini? Se vuoi posso cercarne uno più gay di questo e regalartelo, ma non credo sia facile trovarlo.
- Ti odio.
- Certo, come no. - Continuò a ridere il moro.
E Danny lo attirò a sé, per sussurrargli in un orecchio - Se ora non ti sbrighi a continuare quello che avevamo iniziato, ti mostrerò davvero tutto il mio odio per te. E credimi, non vuoi vederlo.
- Oh, ho tanta paura. - rise ancora Steve, ma portò le mani ad abbassare i pantaloni ed i boxer del compagno.
Dopotutto, dopo avrebbe avuto tutto il tempo del mondo per prenderlo in giro.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Tribunale (I love you too) - episodio 1x24 ***


Tribunale (I love you too)

 

 

Gli occhi di Steve sono spenti, e Danny vorrebbe solo potergli correre incontro, abbracciarlo, portarlo via di lì subito. Urlare a tutta la giuria che lui è innocente, e se non se ne accorgono è solo perché sono un branco di idioti patentati, e che il governatore era corrotto e meritava la fine che ha fatto per il solo fatto di aver fatto soffrire Steve, che si fidava di lei – e che comunque questo non vuol dire che lui c’entri qualcosa con la sua morte.
Ma tutto ciò che può fare è stare lì, ad osservare il processo, e guardare il suo partner tenere lo sguardo basso mentre gli viene detto di ripetere che sì, dirà la verità, tutta la verità e nient’altro che la verità e sì, lo giura. Può vederlo alzare gli occhi leggermente arrossati, troppo grandi per quel volto scavato, troppo spaesati dopo quasi un anno di prigionia, e guardare verso di lui. 

Ricorda che i primi tempi, quando ha cominciato ad accorgersi della perdita di peso di Steve, si era preoccupato e aveva tentato di rassicurarlo, di convincerlo che lo avrebbero tirato fuori da lì, a qualunque costo. Steve non ci aveva mai creduto. Non che non si fidasse di Danny, al contrario, si fidava di lui con tutto se stesso. Ma dopo i primi mesi di reclusione e di indagini da parte di Chin e di Danny era diventato ormai chiaro che la polizia non stesse cercando prove, ma solo scuse per mandarlo sulla sedia elettrica. Steve aveva implorato Danny di rassegnarsi e di tornare da Rachel, di ricostruire ciò che poteva essere ricostruito, e di dimenticarsi di lui. Danny non gli aveva mai dato ascolto – perché era impensabile il pensiero di Steve morto: Steve non può morire, è una specie di eroe immortale, e tutt’ora Danny non si capacita del fatto che la condanna a morte possa essere un’opzione. No, non lo è, e lui non ci vuole nemmeno pensare.

Durante tutta la durata del processo, Danny non toglie gli occhi da quelli di Steve. Cerca di rassicurarlo con la forza del pensiero, e andiamo, Steve è un fottuto seal e sicuramente gli avranno insegnato a leggere nel pensiero, no? 
Quando la corte di ritira per deliberare, si rende conto di star tremando. Chin, accanto a lui, gli mette una mano sulla spalla. «Andrà tutto bene,» gli dice, ma Danny non ne è davvero più così sicuro. 
Per la prima volta, dopo anni, si ritrova a pregare, perché se esiste un Dio non può permettere che accada un’ingiustizia del genere, no? 
Steve lo sta ancora guardando, quando viene accompagnato fuori. Si ferma solo un attimo, un sorriso amaro sul suo volto, e si volta verso Danny. Indica se stesso, poi gesticola qualcosa, formando una specie di cuore nell’aria, per poi indicare il partner. Non c’è tempo per nient’altro, perché l’uomo che lo sta scortando lo spinge verso l’uscita.
E Danny si sente più leggero, in qualche modo. Steve ce la farà, ce la deve fare. Deve essere prosciolto da tutte le accuse, assolutamente. E quando sarà fuori di lì, Danny si chiuderà in camera con lui, e non lo concederà a nessun altro per almeno quarantotto ore consecutive.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Abbraccio - episodio 1x23 ***


Abbraccio




Steve si sente uno stupido quando vede Rachel addormentata contro Danny e quest’ultimo gli sorride facendogli segno di rimanere in silenzio per non svegliarla. Già, proprio uno stupido. Che cosa si aspettava? Davvero credeva che Danny provasse qualcosa nei suoi confronti? Davvero credeva che avrebbe potuto scegliere lui?
Si è sempre imposto di non farsi illusioni, perché razionalmente ha sempre saputo di non avere possibilità, eppure qualcosa gli fa male all’altezza del cuore, un dolore sordo che non riesce a placare. Vorrebbe urlare Ti odio, come hai potuto farmi questo? Ma sa che non è colpa del partner se una parte di lui ha frainteso. Sa di dover biasimare solo se stesso per non essere riuscito a soffocare quei sentimenti, per averli fatti crescere fino a farli diventare incontrollabili, per aver letto segnali di qualcosa che non esisteva affatto. 
Così, tutto quello che può fare è andarsene, lasciare che l’uomo che ama stia con la persona che ama a sua volta – e che no, non è lui. 

Quando finalmente Danny è fuori dall’ospedale, Steve è troppo felice di vederlo sano e salvo per lasciarsi andare all’amarezza della scoperta della sera precedente. È davvero convinto di potersi lasciare tutto alle spalle, perché se Danny è felice allora sarà felice per lui; per questo la domanda che esce dalle sue labbra lo coglie quasi di sorpresa: «Avevi intenzione di dirmelo?»
Vorrebbe rimangiarsi quelle parole, ma Danny gli sorride radioso – e Dio, com’è bello – per poi rispondergli che ehi, sono diventati molto intimi ultimamente, mentre dentro di sé Steve non può che pensare tristemente Sì, intimi, ma non come vorrei
Ma poi Danny lo abbraccia, e nient’altro ha più importanza, perché quelle braccia calde possono fargli dimenticare qualunque cosa.
E se questo è tutto ciò che potrà avere, allora se lo farà bastare.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Di spiegazioni e bambine troppo intuitive ***


Note: Scritta per il cow-t con il prompt “erezione”

 

 

 

Di spiegazioni e bambine troppo intuitive

 

 

 

«Danno, che cos’è un’erezione?»

Danny si volta di scatto, nonostante stia guidando e ok, non era pronto a questo momento. Non così presto. Deve davvero affrontare l’argomento sesso con la sua bambina? Non può pensarci sua madre?

Maledizione.

«Dove hai sentito questa parola, scimmietta?» domanda, leggermente perplesso.

«L’ha detta Kathy. Ha detto che il papà di Misha non riuscirebbe ad avere un’erezione nemmeno con il vi… viakal?» la bambina si ferma a pensare un attimo, incerta. «Non ricordo bene con che cosa.»

«Ehm,» si schiarisce la gola, cercando le parole adatte. «Ok, ho capito. L’erezione è una cosa che succede a un uomo quando sta con una persona a cui vuole tanto bene e che gli piace un sacco. È una cosa bella, ma succede solo alle persone grandi.» Annuisce, soddisfatto di sé e di come ha aggirato il problema. Per fortuna Grace è una bambina innocente, e non dovrebbe fare altre domande.

«Ho capito,» sorride la bambina, «quindi tu hai un’erezione quando stai con zio Steve?»

Danny quasi si strozza con la sua stessa saliva, ed è costretto a inchiodare. Ok, forse ha sbagliato, e sua figlia è fin troppo sveglia. Dovrà fare un discorsetto alla sua maestra, e chiederle di dare un’occhiata a quelle pesti. E nel frattempo, dovrà dire a Rachel di cominciare a spiegare qualcosa a loro figlia, in modo che eviti di fargli certe domande in macchina con il rischio di farli ammazzare tutti e due.

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=678886