Jason Crouler e il mistero del libro della vita

di Birkolo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vecchie conoscenze ***
Capitolo 2: *** Furti e ricordi passati ***



Capitolo 1
*** Vecchie conoscenze ***



    
Epilogo…




 


    
Nella vita ci vengono insegnate le basi di ogni cosa, e ci si aspetta che noi riusciamo poi da esse e trovare la nostra via, mai nessuno si è soffermato a pensare che ogni persona piccola o grande che sia ha uno spettro di emozioni che va analizzato affondo prima di poter dare un senso a tutto ciò che ci circonda. Per di più l’uomo è sempre stato un essere quotato all’autolesionismo e all’auto distruzione di se stesso, lo ha dimostrato quando ha volontariamente inquinato il suo abitat naturale per poi andare in giro a dire di non inquinare, ma in realtà non gli imporava nulla. Da ciò capiamo quanto noi meritiamo la morte ma quanto in realtà ci attacchiamo alla vita, come dei parassiti. Possono sembrare parole di un pazzo o di un visionario non lo metto in dubbio, per quanto mi riguarda non so se lo sono realmente ma so per certo che sono vivo non per mio volere, ma per un volere più grande che non può essere chiamato Dio ma progresso, lo stesso che ha ben pensato di svilupparsi sino ad arrivare ad una regressione di tipo fisico dell’uomo, e si sono acquisiti poteri strabilianti. Ma non è tutto, ci sarebbe molto di più da dire però le circostanze mi spingono a farvi osservare tutto da diverse angolazioni in modo che riusciate a comprendere, spero in meglio gli avvenimenti che mi hanno visto partecipe per un lungo periodo di tempo nel quale ho potuto riflettere e giungere a una conclusione, che io stesso esito a dire “pazzesca”, ma è anche grazie ad essa che l’uomo in quanto essere pensante è arrivato a comprendere che se esiste la morte, c’è un evidente motivo e a mio malgrado sono stato l’artefice della mia, essendo io un qualcosa di medesimamente surreale e criticamente inesistente, ma per quanto lo si può affermare??, mi riterrei un’aberrazione contro tutto ciò che è fondamentalmente logico…..


    

    
“Pazzia, follia, aberrazione, innaturale e in logico, ogni uno di noi in quanto esseri pensanti ci possiamo definire tali….parlo di ESSERE perche non posso definirmi umano…anche se ciò sembra in logico ma comprenderete strada facendo…..”


    


 


    
1 Capitolo




    
Vecchie conoscenze



    

 Sherlock Holmes


    
Tutto è cominciato una notte come le altre, io del canto mio me ne stavo nel mio studio a Scotland Yard dove mi ritrovavo spesso,fuori pioveva già da parecchi giorni, a quanto lasciava intendere non avrebbe smesso. Io per ingannare il tempo stavo fumando la mia pipa mentre sistemavo delle scartoffie quando senti il rumore che emetteva l’ascensore e intuì che stavano arrivando visite. Dopo alcuni secondi sentì l’enorme porta aprirsi e due figure lontane che si avvicinavano, cosi mi alzai facendo perno sulle mie ginocchia e gli andai in contro, appena fui più vicino riconobbi subito chi fossero i due, uno era l’ispettore Lambert e l’altro era il Dott. Jekyll che lo affiancava il quale non vedevo ormai da più di 10 anni ed ovviamente manteneva un aspetto puramente giovanile. "Buonasera Holmes ti trovo in gran forma!" dicendomi, allungo una mano per salutarmi e io risposi "Il piacere è il mio, ma non farmi tanti complimenti che non merito" detto ciò osservai per un minuto interminabile la sua mano e confrontandola con la mia che assomigliava più a una pinza, e per di più è fredda senza vita come del resto lo sono anche io . Dopo aver salutato i due li invitai a sedersi e prendersi qualcosa da bere ma l’ispettore Lambert mi fermò dicendo "Holmes non siamo venuti per una visita di cortesia, ma perche c’è stata una rapina al British Museum e abbiamo bisogno del tuo aiuto!!" detto ciò posai la bottiglia e risposi loquacemente "c’era da aspettarselo visto che non avete nemmeno portato un regalino… ma del resto cosa porteresti te a un androide, il quale non sente ne può odorare nulla di tutto ciò che lo circonda?" appena terminai di pronunciare quelle fatidiche parole nella stanza il silenzio rese tutto più difficile di quello che era.  In quel interminabile secondo tanti i pensieri che arieggiavano nella mia mente, ma poi l’ispettore parlò "Holmes non abbiamo tempo per certe cose ora!!" disse con calma verso di me che tranquillamente risposi "l’ho notato!!" risposi facendo il giro della scrivania e avvicinandomi ai due "allora sarà il caso di avviarci, invece mio caro Dott. Il nostro incontro dovrà attendere!!" detto ciò salutai il dottore, ah prima che mi  dimentichi il Dott. Jekyll è un uomo di statura media su 1,90 , magro slanciato con dei lunghi capelli neri e occhi azzurri ,tutto ciò può sembrare stravagante ma dopo i suoi esperimenti fatti su se stesso il  colore degli occhi cambia con l’umore del dottore, infatti se si sta alterando i suoi occhi acquistano delle sfumature verdi, penso che questa descrizione possa bastare per adesso. Io e l’ispettore ci recammo sul posto dove mi trovai di fronte uno spettacolo raccapricciante , al posto dell’entrata ora c’era un  buco enorme che dava una modesta visuale all’interno del museo, arrivati davanti a ciò che restava dell’entrata ci venne a prendere un agente per darci le informazioni che avevano raccolto "Ispettore non sono ammessi civili o androidi qui" disse osservandomi per un istante prima di comprendere o forse no chi aveva di fronte "scusi agente ma lei sa chi è costui??" rispose l’ispettore al mio posto e di colpo  al sentire tali parole l’agente si inchinò per scusarsi nei miei confronti "mi perdoni signor Holmes non pensavo che le voci che giravano fossero vere!" dicendo ciò io risposi "lasci stare,ora può condurci all’interno e illustrarci i ritrovamenti, cosa è stato rubato e chi o cosa lo ha provocato?" l’agente ci fece strada all’interno del museo illustrandoci il tutto "allora sono state ritrovate delle impronte ma sono enormi guardi!" esclamò mostrandomi un impronta di dimensioni di almeno 10 taglie in più del normale "poi non sappiamo chi siano ma sappiamo che erano in due, secondo le guardie erano molto forti" disse mentre percorrevamo un lungo corridoio  per poi inoltrarci in una sala enorme dove ci fermammo "bene il tour si conclude qui dove anno trafugato il libro" e ci mostrò il piedistallo da dove era stato rubato. Dopo ciò parlammo con la scientifica che ci disse di non aver trovato traccia del passaggio di quei due, la cosa sconvolse molto l’ispettore invece il mio instancabile cervello continuava a formulare ipotesi e mentre continuavamo questo tour l’ansia dell’ispettore arrivo al punto che cominciò a parlare a raffica "ma come è possibile che non hanno lasciato traccia! Ci deve pur essere un particolare che gli sia sfuggito" continuava a ripetere più per auto convincersi che per serietà cosi come sempre ho risolto le cose "ha preso in considerazione che quei due avessero calcolato già tutto nei minimi dettagli? Come lei sa per bene anche non avere prove può essere determinante o sbaglio.." incalzai in quel momento osservando l’ispettore per poi proseguire "sono sicuro che i rapinatori conoscessero già il posto e ciò lo possiamo dedurre dal fatto che conoscevano l’interno del museo e sapevano dove era stato esposto il manoscritto questo ci porta a ipotizzare che avessero delle mappe dettagliate!" detto ciò la preoccupazione dell’ispettore svanì come d’incanto e venne rimpiazzato da una sguardo rassicurato "ottimo lavoro Holmes come sempre del resto.." ringraziai per le belle parole ma evitai di dirgli che ero preoccupato perche ci trovavamo davanti due tipo tosti a giudicare dal bel lavoro che avevano compiuto. Dopo quel tour all’interno di ciò che restava del museo andammo a trovare il direttore del museo che ci informò su un paio di cose interessanti, delle quali eravamo all’oscuro ovvero che il committente che lo aveva consegnato al museo ed era colui che ne aveva la massima responsabilità non aveva voluto sporgere denuncia del furto, anzi si era bene tenuto dal farla senza dare delle spiegazioni soddisfacenti, cosi quale modo migliore di sentire il suo parere se non quello di andare a fargli visita anche se ormai se ne sarebbe parlato domani vista l’ora che si era fatta, cosi mi aggirai all’interno della struttura per raccogliere informazioni sia dalla sicurezza sia per quanto riguardava eventuali prove sfuggite alla scientifica, e come primo indizio ebbi un  identikit dettagliato dei due e da quanto dissero le guardie uno era una montagna di muscoli dagli occhi chiari e i capelli di un biondo cenere scuro, nazionalità probabilmente svizzera e il secondo sospettato era magrolino con capelli scuri e occhi scuri purtroppo non erano molto chiari vista la mancanza di dettagli che a quanto pare non hanno colto le guardie. Andando avanti col tour notai un pezzetto di stoffa a terra, cosi lo raccolsi e aprendo uno scompartimento della gamba lo infilai a dovere per poi chiudere e continuare, decisi cosi di avvalermi del mio scanner oculare dotato di analizzatore termico ma oltre a questo non trovai altro. Era chiaro che fossero professionisti, e per di più abili visto il modo con cui si erano liberati delle guardie senza lasciarsi nessuna traccia alle loro spalle davvero stupefacente, era una delle poche cose che mi lasciava perplesso e incuriosito, compresi subito che ci sarebbe stato di divertirsi, cosi tornai dall’ispettore Lambert che disse "Holmes dove ti eri cacciato….noi che lavoriamo e tu ti vai a fare le tue passeggiate?" disse, ma dovete sapere chi era l’ispettore Lambert prima di comprendere le circostanze che mi hanno portato a fare squadra con lui, bene dovete sapere che lui possiede la mira più accurata del mondo, ma non per volere suo semplicemente perche come altre persone  al mondo con la famosa evoluzione che tutti conoscono il genere umano è giunto a progressi stratosferici eccezionali che lo ha costretto a un adattamento delle proprie facoltà a uno stile di vita più frenetico e cosi che sono finito in squadra con lui, non è che abbia un cervello sopraffine come il Dott, Watson ma non è un cattivo ragazzo in fondo in fondo, mi spiace che ora si trovi in Europa per motivi personali ma credo che sia meglio cosi in fondo, ma torniamo a noi, e dopo le sue parole lo osservai rispondendo "raccoglievo indizi per la nostra causa e spero converrà con me che le mie abilità non possono restare sotto chiave oppure no?? Perche se fosse cosi potrei tornare nel mio studio invece di rimanere qui a non concludere nulla.." conclusi incastrandolo a dovere "come sempre Holmes avete questo innato potere di trovare in tutti uno sbaglio e ritorcerglielo contro, ve ne do atto e mi scuso per la mia arroganza, prego continuate se avete ancora altro a cui dedicarvi…" rispose, come già avevo previsto cosi ripresi "no, penso che qui abbiamo terminato se siete d’accordo?" dissi, e l’ispettore convenne con me che potevamo ritirarci, cosi tornammo al mio studio dove mi attendeva il Dott. Jekyll un amico di vecchia data "spero di non avervi fatto attendere molto?" dissi "non ti preoccupare, ho ingannato il mio tempo dando un’occhiata in giro se non ti dispiace..?" rispose "ma certo che no, allora che notizie mi porti?" dissi con un sorriso, ferruginoso, ovvero l’unico che mi era concesso viste le mie condizioni di androide, ma sapevo che avrebbe compreso ugualmente il mio gesto e infatti "oh caro Holmes cosa pensi abbia da raccontarti un girovago come lo sono io, senza una fissa dimora e una famiglia dalla quale tornare?" rispose "su via non dire sciocchezze,sai bene che sei sempre il benvenuto qui, questa è come casa tua….." dissi, mentre lo osservavo anche lui per chissà quale scherzo della natura non poteva invecchiare per via dei suoi esperimenti su di se, destinato come me a una vita di solitudine, anche se soli ci comprendevamo ed eravamo sempre ogni uno pronto ad aiutare l’altro senza tirarci mai indietro davanti a nulla,legati da un aspro destino, a volte la vista è cosi meschinamente comica, ricordandoci che noi siamo solo un granello di sabbia che come il resto di essa si muove seguendo regole proprie. "dimmi dove sei stato in questi 10 anni??" gli domandai incuriosito dalle sue avventure "bhè ho girato molto guardando il mondo e ciò che ha da offrirmi, ma è lo stesso mondo che abbiamo visto già tempo fa, non vuole altro che qualcuno che si occupi dei suoi problemi, e tu invece? Notavo che lavoravi a qualcosa qui tra i tuoi appunti, ma non capisco di cosa si tratti di preciso" rispose dicendomi "si devo ammettere che è un progetto al quanto strano…..diciamo che tento di adottare un metodo di analisi con la matematica, ottenendo dei prodotti che possano propormi varianti ipotetiche di situazioni differenti di avvenimenti" precisai senza entrare nel dettaglio visto che ho sempre preferito tenere i miei progetti per me e non darli al mondo intero "praticamente una cosa un po’ contorta!! Ma interessante nel contesto, e cosa ne trarresti??" disse "bhè nulla di nulla!! Fondamentalmente ma visto che non ho molto da fare il giorno e dovrò ingannare il tempo ogni tanto no??" risposi sorridendo "certamente, hai ragione anche te" rispose sorridendo anche lui cosi la conversazione andò avanti fino a molto tardi e ci raccontammo molte altre cose di ciò che ci era successo nei vari anni che ci eravamo persi di vista. L’indomani mattina come mio solito mi risvegliai dal mio cosiddetto “sonno” che realmente era definito come una ricarica di questo corpo metallico, ma devo ammettere che mi sentivo sinceramente felice, anche se un androide non prova sentimenti ma comunque sia era una bella sensazione, cosi andai nei laboratori e vi domanderete perche!! Dovete sapere che questo che ho addosso è un corpo provvisorio, perche da alcuni anni i più illustri scienziati stanno lavorando alla clonazione del mio corpo, ovviamente non è una cosa semplice riprodurre un corpo umano, ma dopo parecchi anni ci sono riusciti, e io dopo tanta attesa sono finalmente giunto al capolinea di questa semi esistenza finalmente potrò riprendere a vivere. Arrivato ai laboratori varco l’enorme porta metallica che si apre appena gli sono di fronte e entro in una stanza circolare piena di capsule contenenti corpi ibernati mi avvicino ad un tavolo di laboratorio dove un uomo sta operando arrivatogli praticamente alle sue spalle "Holmes buongiorno, come si sente oggi??" disse e io risposi "praticamente come ieri e come l’altro ieri a cosi via…" mi guardai attorno squadrando l’enorme stanza vedevo corpi ovunque ibernati in attesa di essere operati dal Dott. Edward Wesley noto criogenista, definito da molti un vero genio un uomo alto all’incirca 1,90 di età compresa tra i 65-70 anni portava sempre un camice bianco e degli occhiali da vista piccoli e quadrati con la barba che gli passava dalle basette fin sotto il mento a delineare la mascella ed in fine un umorismo scellerato. Mentre mi guardavo attorno osservavo la precisione con la quale egli riponeva tutto con estremo ordine, ogni vasca era posizionata come si ci si trovasse in un labirinto preciso con ogni ferro del mestiere riposto con estrema precisione, sembrava quasi maniacale da un certo punto di vista "stai cercando il tuo corpo presumo??" esclamò guardandomi, io voltando il capo dissi "no, pensavo..ma se per caso è pronto preferirei poterlo vedere" il suo sguardo mi pervase per un istante "certamente mi segua" detto ciò percorremmo quel labirinto fino ad arrivare ad un congelatore enorme il dottore digitò una password su una riproduzione olografica di una tastiera ed questo si apri dinnanzi ai nostri occhi con una voce di donna ci accolse "SALVE DOTTORE" la cosa era impressionante c’erano migliaia di corpi sospesi su delle barelle sospese in aria "buongiorno kety dammi il file del paziente 0014" ed appari sempre ad immagine olografica il file e li il dottore armeggiò con dei dati "bene sembra che il suo corpo sia quasi completo, ok kety mi passi il corpo del paziente 0014 grazie" "SUBITO DOTTORE" io intanto ero rimasto estraneo alla conversazione. In quel momento varie barelle invertirono il proprio ordine fino a che una di questa non usci ed scorrette fino ad fermarsi davanti a noi, io mi avvicinai per osservarla "cosa ne pensa??" esclamò il dottore "davvero stupefacente!!" dissi vedendomi su quella barella, era proprio l mio corpo "ma sono spiacente non posso trasportare la sua coscienza in esso" esclamò e li i miei occhi non riuscirono a crederci infatti si aprirono più possibile "come non può??" risposi "ho compiuto vari esperimenti ma non riesco ancora a mantenere ancorata una coscienza ad un corpo….ho anche io i miei limiti" concluse e li io mi voltai e mi allontanai "bene allora mi contatti quando ne sarà in grado!!" conclusi pure io  andandomene via. Evidentemente la mia reazione era stata esagerata ma non potevo essere sereno dopo una tale notizia, voi non trovate? Ma andai comunque sia avanti e mi recai dal proprietario del libro per interrogarlo sugli avvenimenti della scorza notte, prima di uscire passai in centrale ed dopo aver preso l’indirizzo parti mentre ero in viaggio ripensai un po’ alla vicende di ieri sera e cosi presi il pezzo di stoffa che avevo riposto nel contenitore della gamba e usai lo scanner oculare per fare un’analisi approssimativa e ne ricavai che il pezzo che credevo fosse stoffa era in realtà lino, materia organica molto pregiata per non dire costosa, questo a dimostrazione che i ladri non erano sprovveduti qualunque. Arrivato nella via parcheggiai davanti alla casa del sig. Isaac Prover ovvero il proprietario del libro antico rubato cosi usando il compiuter mi collegai con la centrale e attivai l’audio e il microfono con l’intensità dei miei recettori auditivi "centrale mi ricevete? Sono l’ispettore Capo Sherlock Holmes codice 224616" dissi attendendo "ricevuto ispettore capo codice confermato dica pure!!" rispose una voce femminile e delicata "vorrei più informazioni possibili su Isaac Prover" "resti in ascolto" concluse lasciandomi coi miei pensieri che mi riportarono alla brutta notizia che avevo ricevuto e li mi venne in mente una teoria, che mi fece irrigidire "ispettore capo abbiamo le informazioni richieste le dovrebbe pervenire un file istantaneo con tutte le informazioni su di lui" e quello mi consenti di non realizzare la mia teoria, cosi distolsi tali pensieri a prendo il file:


    
Isaac Prover


    

    
Nato in Inghilterra il **/**/** a Londra da May Joty e Frenk Prover, trasferitosi in America all’età di 18 anni per motivi di studio, tornato in Inghilterra all’età di ben 31 anni in seguito alla scomparsa del nonno Miller Joty padre di May. E dopo il funerale si è stabilito a Camden Town da due anni a questa parte lavora come archeologo presso il museo di scienze naturali


    

    

    
Dossier legale


    
-Multa per eccesso di velocità il **/**/**


    
-Rissa in un bar **/**/**


    
Entrate fiscali
   

    
Tasse: 1,349


    
Stipendio: 1,200


    
Bollette varie: 203


    
Conto bancario: 2,340.00


    

     Mentre leggevo la voce della ragazza mi illustrò alcuni particolari "ispettore capo questo è solo una parte ma se vuole continueremo a cercare!" disse "certamente voglio sapere tutto su quest’uomo, chiudo" conclusi risistemando il tutto e uscendo dalla macchina mi recai nel palazzo e suonai il campanello dopo poco risposero "si chi è..?" "sono l’ispettore e vorrei farle alcune domande sul furto" dissi "la stavo aspettando prego salga!" disse aprendomi il portone, sali le scale del palazzo, davvero ben curato e di classe ciò mi faceva intuire che mi sarei trovato faccia a faccia con il solito ricco che non gli importa di nulla tranne che di se stesso. Arrivato davanti alla porta trovai un giovanotto alto pressappoco 1,80 capelli nero corvino occhi marroni, vestito di pantofole, Jeans blu e maglia bianca firmata "bene ora anche gli androidi diventano poliziotti" esclamò in tono sarcastico e io di mio buon grado risposi "simpatico, ma la devo contraddire sono un organismo vivente bio impiantato all’interno di un androide…" dissi "Sa avevo già sentito dire di questa tecnologia ma non pensavo fosse possibile… ma che sgarbato prego si accomodi" rispose per poi guidarmi all’interno della sua casa, dove costeggiammo un lungo e ampio corridoio pieno di quadri molto colorati passando diverse stanze come un bagno, la camera da pranzo fino ad arrivare ad un salotto molto capiente, fornito di due divani disposti a L e un caminetto acceso che riscaldava l’ambiente verso l’angolo destro un pianoforte a coda molto elegante ed una piccola libreria sul lato destro, piccola si intende visto che occupava quasi tutta la parete. Il sig. Isaac mi invitò a sedermi sul divano e li cominciò la nostra chiacchierata che mi sbalordì "allora mi dica, cosa vuole sapere?" disse Isaac "vediamo può dirmi per quale motivo non ha voluto denunciare il furto del manoscritto?? Penso che sia una grande perdita per lei…ho sbaglio??" chiesi incuriosito "non lo metto in dubbio ma preferivo non far parlare di me alla stampa che sicuramente si sarebbe precipitata per nulla seguendomi a dandomi noie….comprende?" rispose lasciandomi il così detto amaro in bocca "ma non pensa che comunque sia arriveranno visto l’accaduto?" dissi cercando di scovare il vero motivo del suo rifiuto "sa si sbaglia perche ovviamente per sapere cosa è successo si cerca una fonte ma visto che la polizia deve mantenere un segreto professionale e invece chi come me potrebbe trarne profitto sbandierandolo ai sette venti non lo fa, sistematicamente se la cosa si venisse a sapere si violerebbe quella cosi detta praivasi che nuocerebbe a voi, che vi trovereste con dei  guai soprattutto con me!" disse guardandomi nei occhi "sa sig. Isaac che minacciare il l’ispettore capo di Scotland Yard è un reato molto grave" esclamai facendogli intendere che non si scherza con me "crede che questa sia una minaccia?? No no.. se lo fosse le assicuro che ci sarebbe da preoccuparsi seriamente" rispose senza distogliere lo sguardo da me e li compresi che avevo a che fare con una bella gatta da pelare prosegui con le domande "non posso darle torto ma sa è insolita come cosa, comunque torniamo a noi dove si trovava ieri sera alle 23:30 ?" dissi attendendo una sua risposta "ero nel mio studio a lavorare" rispose Isaac "c’è qualcuno che può confermarlo?" chiesi "certamente ho chiamato il mio socio Ronald alle 22:50 per discutere di un grosso affare che stiamo trattando" rispose con estrema tranquillità e disinvoltura "da ciò che ci risulta lei fa l’archeologo e potrei sapere di quale affare si tratta??" domandai cercando di metterlo in difficoltà "Bè deve sapere che c’è un grosso carico di oggetti provenenti dall’amazzonia che ci dovrebbe pervenire e per tanto determinavamo i termini del trasporto, e comunque come suppongo lei abbia già calcolato ci vuole un’ora per arrivare al museo e lo spostamento si sarebbe notato al telefono, infatti il mio collega le potrà di sicuro riferire che ero a casa e a sostenere la mia tesi le posso confermare che ieri sera c’era un film di Vampiri alla tv ed è finito precisamente alle 12:00 molto interessante ma trama un po’ sciatta" concluse sapendo di avermi messo alle strette o meglio cosi pensava "guardi che ciò che lei definisce impossibile io lo definisco astuzia…. Perche le sarebbe bastato registrare il film ed aver chiamato il suo collega tramite un auricolare e grazie a un semplice bypassaggio è possibile sviare una chiamata da un telefono fisso a uno portatile e per di più grazie a un isolatore è possibile isolare i rumori circostanti, per tanto dopo il colpo sarebbe stato semplice tornare a casa e guardare il film in modo da sapere di cosa trattasse e pure quante volte ci sono state le varie reclami!!" dissi guardandolo e li compresi di averlo messo in difficoltà "complimenti, ma una cosa come facevo a trasmettere i dati che ho nello studio al mio collega senza conoscerli visto che mi sono arrivati via fax solo ieri sera…" concluse quel discorso lasciando questa volta me di stucco, era raro trovare una persona con tanta premura per i dettagli e ciò per me lo rendeva il maggior sospettato, ma non ne ero certo e questo mi dava rabbia "bene a quanto pare lei ha un alibi, ma può dirmi qualcosa su questo manoscritto?" chiesi aprendomi un’altra strada "bè non si sa molto visto che nessuno è in grado di aprirlo…. Ma si pensa che possa essere della civiltà dei Maya, è composta da un 85% d’oro puro ed intarsi di perla, le pagine in carta di papiro….penso sia tutto…anzi aspetti nelle incisioni intorno al libro c’è scritto “colui che vuole la vita merita la morte….chi cerca la conoscenza vincerà la sorte” ma non capiamo per quale motivo i Maya vogliono che rimanga chiuso!!" disse e per me ciò sembro solo un dettaglio di poco conto e il mio cervello macinava ipotesi chi o cosa avesse avuto interesse ad averlo "c’è stato qualche compratore che le è sembrato un po’ pressante?" "bè ora che ci penso si ci sono stati due in particolare Handy Braun e Lenny juis sembravano ansiosi di comprarlo ma io ho preferito che quel libro restasse in mano al museo cosi che tutti potessero ammirarlo" disse e cosi c’erano due sospettati con i quali dovevo parlare ma per ora potevo ritirarmi "bene se sa altro mi contatti a questo numero, la ringrazio per la sua collaborazione le farò sapere se avrò notizie…a rivederci" dissi alzandomi e allungando la mano "di nulla ma potrei sapere il suo nome?" mi disse lasciandomi a disagio perche non potevo rivelare chi fossi in realtà ma visto che il mio nome era comune allora decisi di dirlo "Holmes…molto piacere" risposi per poi lasciargli un numero e andai in macchina ripartendo ripensai a ciò che c’eravamo detti e non sapevo proprio cosa avesse cambiato quel giovane sembrava arrabbiato con la vita stessa, ma non erano affari miei…..o almeno lo pensavo.


    

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Capitolo 2
*** Furti e ricordi passati ***


 

2 Capitolo

Furti e ricordi passati

Isaac Prover

 
La notte che mi fornisce un alibi perfetto e le mie gambe che saltano da un palazzo all’altro con il sordo rumore della pioggia che mi accompagna sui cari tetti di Londra in tutto il suo splendore notturno mi regalano attimi sfuggenti che mi riportano a un tempo ormai passato. Sono le 23:20 quando termino di parlare con il mio socio Ronald per poi avviarmi vicino al mio obbiettivo, arrivato dall’altro lato della strada rispetto al British Museum costeggio il viale attraversando solo dopo aver passato l’edificio e costeggiando un palazzo vicino decido di introdurmi al suo interno cosi avvicinatomi alla porta mi poggio con la schiena e facendo scivolare le mani dietro, rompo facilmente la serratura, cosi mi introduco all’interno del palazzo e salendo la rampa di scale mi fermo al secondo piano e mi avvicino all’appartamento 2b che guarda caso è per pedicolarmente davanti al lato destro del museo, e li mi rimetto all’opera rompendo la serratura e poi passando un laser dietro la porta per verificare se ci sono chiavistelli e dopo averli trovati mi assicuro di eliminarli facendoli squagliare, fatto ciò scosto la porta lievemente assicurandomi di non causare il minimo rumore fatto ciò mi introduco nella casa e guardandomi bene attorno vedo un appartamento fornito di salotto angolo cucina due bagni con due camere da letto un bilocale semplice, con una pessima carta da parati che emana ormai un odore di rancido veramente raccapricciante, ma passo oltre percorrendo il corridoio che conduce alle due camere ed li mi introduco nella stanza di destra che è perfettamente perpendicolare al museo cosi entratovi vedo due giovani, probabilmente studenti universitari e cosi per non rischiare gli facci inalare del cloroformio semplice ma efficace. Ormai il più è fatto cosi apro la finestra e sparo col rampino al tetto del museo che casca in perpendicolare alle vetrate "Sam è decisamente ritardo!" esclamo osservando l’orologio da taschino dal quale non mi separo mai che ormai segna 23:35 passate cosi senza altri indugi prendo una bella rincorsa e mi getto verso le vetrate, ma non mi ero accorto della sagoma di Sam che ormai aveva quasi raggiunto le porte del museo creando un gran fracasso ed l’unica cosa riconoscibile era una montagna che si dirigeva dritta contro la porta e in quel preciso istante io distrussi la vetrata laterale all’entrata mentre Sam distrusse l’entrata con un rumore mastodontico in relazione al mio e ciò mi permise di cadergli perfettamente sulla groppa "sei in ritardo…..e sai quanto mi dia fastidio arrivare tardi ad un appuntamento" dissi con tono sarcastico "L’importante è arrivare mio caro Isaac" mi rispose di rimando Sam, ma meglio che ve lo descriva, allora Sam era un vecchio militare sul qual erano stati fatti esperimenti, e ciò gli aveva fornito una forza strabiliante ma visto che dopo l’esperimento il laboratorio è andato in fuoco e fiamme grazie a lui il suo caro paese L’America lo vuole catturare per questo si è rifugiato qui a Londra. Sam è altro all’incirca 2,20 metri per 200 kg e questo è tutto dire visto che quei 200 kg sono muscoli poi Sam ha occhi azzurri e capelli di un intenso biondo cenere con al porta stivali in pelle neri e pantaloni mimetici con una canotta leggiera bianca ed al collo porta ancora le medaglie di arruolamento per ricordare a se stesso il proprio errore. "Sam dirigiti verso la sala del secondo piano li troverai una porta abbattila per poi svoltare prima a sinistra e successivamente a destra, intesi?" gli dico attendendo una risposta "agli ordini!"  esclamò lui raggiungendo il secondo piano con un enorme balzo ed evitando le guardi che ci venivano in contro e sfondando direttamente la porta. Mentre percorrevamo il corridoio alcune guardie ci si parano davanti "Sam prosegui, con loro me la vedo io" dissi a Sam, che senza proferir parola, ma accelerando il passo, comprendo che a capito le mie intensioni cosi mi alzo sulla groppa e prendo la frusta e il raggio immobilizzante e con un salto all’avanti scaglio tre colpi dal raggio paralizzante e con l’altra mano ovvero la sinistra scaglio colpi di frusta cosi che le guardie immobili volano in aria per un lasso di tempo pari a una frazione di secondo e cadendo al suolo dietro di noi che proseguiamo la nostra corsa, cosi dopo aver svoltato due volte ci troviamo davanti alla enorme porta di metallo "bene Sam vediamo come te la cavi, io tengo a bada i cucciolotti" detto ciò mi allontano da lui e tiro nuovamente fuori la frusta e la pistola attendendo, mentre Sam afferra i lati della porta cominciando a tirare, e a fare parecchio rumore. La cavalleria non ci mette molto a intervenire cosi armato di pistola e frusta cominciai a correre verso di loro e con un colpo di
frusta li facevo volare uno sopra all’altro e la pistola li immobilizza definitivamente cosi tento di guadagnare tempo prezioso per Sam che dopo poco si ode un boato enorme e molta polvere mi circonda abbassando la mia visibilità cosi proseguo chiudendo gli occhi e svuotando la mia mente dai rumori superflui per poi riprendere a colpire, fino a che non sento un rumore più fino avvicinarsi a grande velocità e con una gran portata d’aria cosi mi getto a terra e li sento la potenza di un enorme oggetto metallico  che mi sorpassa lasciando dietro di se urla disumane  e li intuisco che è opera di Sam cosi mi rialzo rapidamente e corro verso di lui uscendo poco dopo dalla nuvola di calcinacci e riacquistando la vista anche se un po’ annebbiata "veloce Sam dobbiamo squagliarcela il prima possibile" dissi in quel istante "allora non trastullarti!" mi rispose lui n quel momento cosi da lasciarmi senza parole, gli risali in groppa e riprendemmo a correre. Superata la porta entriamo nel settore riservato ai manufatti preziosi, e li indico a Sam dove dirigersi per prendere il manoscritto, la stanza è molto ampia e circolare con colonne in marmo che abbelliscono, dando un senso di classe al tutto. Le pareti ricoperte di quadri e didascalie degli oggetti sottostanti chiusi in teghe , cosi ci dirigiamo verso destra e passato un corridoio arriviamo a destinazione "fermo, siamo arrivati…" Sam a sentire tali parole si arresta la sua corsa e cosi io scendo avvicinandomi al manufatto. Velocemente afferro il paletto dove ci sono attaccati i cordoni rossi e lo lancio contro la tega rompendola "Bene…..il più è fatto" proferii prendendo la reliquia e tornando sopra la groppa di Sam "Prosegui lungo il corridoio e arrivati all’incrocio gira a sinistra e poi si passa dalla finestra….tutto chiaro?" dissi attendendo una risposta da parte di Sam, che non arriva visto che parte senza rispondermi, ma non ci faccio caso, lo lascio proseguire. A quanto pare non hanno intensione di lasciarci andare via, infatti ci si parano davanti cinque guardie cosi io scendo dalla groppa di Sam e sfoderando la frusta comincio rapidamente a fustigarli per benino, colpendo con un andamento che va da sinistra verso destra ondeggiando da obliquo a orizzontale, e ciò mi permette di liquidarne due, ma uno di questi sparandomi mi colpisce il vestito senza farmi nulla ma, visto che il mio vestito di lino fatto a mano, questo mi manda in bestia cosi rapidamente faccio roteare la mia frusta in una spazzata rasoterra, ed ciò mi permette di atterrarne un altro, visto che gli altri due già grazie a Sam si trovano nel mondo dei sogni "ben fatto….ma ora tagliamo la corda" esclamo saltando nuovamente su Sam che percorre
il corridoio e appena ci troviamo a pochi metri dalla finestra altre due guardie ci si parano davanti e li una spara con un fucile che spara proiettili di metallo enormi e questo va precisamente ad colpire il mio mantello e facendomi volare contro la parete, mentre Sam non perde tempo a tirargli due destri atterrandoli entrambi con un sol colpo "cazzo…..figli di puttana il vestito nuovo…" dissi guardando come lo avevano ridotto cosi strattonai e strappai il lembo intrappolato per poi correre da Sam "ma cazzo uno compra un vestito ti lino cucito a mano e con tanto di mantello ed è cosi che lo ripagano??". In pochi secondi usciamo alla finestra e precisamente due secondi dopo un enorme boato riecheggia alle nostre spalle "Mi piacciono i fuochi d’artificio!!" esclama Sam sorridendo di tutto gusto, ma non è il momento di rilassarci anzi è il momento di ritirarsi nel covo senza essere visti da nessuno, cosi decidiamo di passare per le fogne, appena scesi percorriamo seguendo quest’ordine: I-II-V- IV  e nel giro di mezzora torniamo a casa. Salimmo un tombino posto segretamente sotto le fondamenta di casa mia e cosi facendo ci assicurammo di non essere seguiti, fatto ciò chiusi il libro in un posto sicuro ed corsi a guardare un film che mi avrebbe assicurato l’alibi senza destare sospetti, in quel momento Sam mi si avvicinò per salutarmi "allora io meglio che vada……quando ai bisogno chiama pure!!" esclamò voltandosi e allontanandosi "tranquillo il più è fatto ma tieniti pronto……siamo solo all’inizio" detto ciò Sam andò via e io rimasi coi miei pensieri, e dopo aver guardato il film spensi e mi spogliai, lasciando che il mio corpo pieno di ferite ormai rimarginate ma ben vive in me si potesse liberare di quei vestiti che mi rendono un mostro. Si può dire che quella è la mia maschera ma ora che non li ho ecco ciò che ne rimane un povero ragazzo che tenta di vendicare il nonno scomparso due anni prima, che per uno scherzo del destino era presente quando fu assassinato, anche se di ciò ne sono solo io a conoscenza e ciò mi ha reso gli ultimi due anni un vero inferno perché il suo assassino sa molto bene che io sono a conoscenza della verità e vuole uccidermi e questo mi ha portato ad dover diventare una persona importante cosi da poter essere tenuto sotto controllo ed ora il furto mi tiene i riflettori puntanti sotto e appena ne vorrò avvalermi ci penserà la Tv a calcare maggiormente la mano e l’assassino di mio nonno non oserà avvicinarsi. Mi siedo sul letto e prendo tra le mani la foto del nonno, ed a guardarla ne rimango rapito, quanto mi manca, era un uomo cosi sapiente  e pieno di risorse, solo ultimamente stava lavorando al ritrovamento di
questo manoscritto che ora è in mio possesso e che mi sta procurando tutti questi guai, ma questo è solo un inconveniente di ciò la realtà è che il nonno a dato la vita per questo libro e io farò lo stesso. Mi scriveva spessissimo visto che non c’era lo faceva per starmi vicino e a me piacevano i suoi racconti mi facevano sentire vicino a lui aveva detto che sarebbe tornato tra due settimane ma ciò non accadde e mi cominciavo a preoccupare visto che ne erano trascorse addirittura quattro e non avevo più sue notizie da molto, fin quando un pomeriggio ero in casa e stavo sfogliando il giornale e senti dei rumori provenire dalla cucina e alzatomi mi avvicina circoscritto per controllare e lo vidi li difronte a me era il nonno non volle dirmi dove era stato, era in uno stato pessimo si vedeva che non dormiva da giorni mi consegno un libro d’oro e mi spiego della spedizione e che c’era un uomo avido che voleva entrarne in possesso, mi spiego che questo libro poteva ridare la vita e rendere chi lo possedeva immortale e mi disse che dovevo rivolgermi a un certo Jason Crouler  che avrebbe potuto proteggere il libro e parlo di un certo guardiano ma non capi bene, dopo ciò corse verso la porta e lo rincorsi per fermarlo e lui si bloccò e cominciò a dire “è qui….lo vuole” allora non compresi di cosa parlasse “non deve averlo o sarà la fine” ma presto mi resi conto di cosa avevo d’avanti. La paura del nonno era ben riposta perché un secondo dopo dei colpi molto forti colpirono violentemente la porta del mio appartamento e li il nonno corse alla finestra e scappò alle cale antincendio e mi disse  “io lo distrarrò da te, ormai io sono giunto al capolinea, ma tu figliolo ai le carte in regola per fermarlo” e li non capi e ancora oggi non capisco di cosa parlasse, non cercai mai Jason Crouler perché sapevo di potermela cavare da solo, ma persi il nonno poco tempo dopo vidi sul giornale il suo articolo venne ritrovato alle porte di Londra con una scritta sul petto dove diceva “so chi sei, sto venendo a prenderti” .
In quel momento i miei pensieri vennero riportati alla realtà dal campanello che suonò compresi subito che si trattava della polizia cosi mi ricomposi e andai ad affrontare la serie di domande che avevano preparato per me. Mi avvicinai al citofono alzai la cornetta  e dissi "si chi è?" una voce bassa rispose "sai che cosi non puoi batterlo….non fare la fine di Ben.." e li il silenzio e cosi corsi giù per le scale e arrivato in strada non c’era nessuno, ero molto agitato non capivo che poteva essere chi altro sapeva del nonno e di quel mostro, molte domande affollarono la mia mente in quel momento e rimasi li impalato per alcuni minuti a riflettere per poi tornare dentro casa e
mi venne una sola persona che poteva essere stata ovvero lui quel mostro che aveva ucciso il nonno, il solo problema era che non aveva detto “non puoi battermi” ben si “non puoi batterlo” questo mi metteva in difficoltà perché se qualcuno veniva a sapere del piano non ero più al sicuro e questo voleva dire che il lavoro di due anni sarebbe andato a farsi fottere, cosa che non potevo permettermi visto quanto impegno ci avevo messo a nascondere il manoscritto da lui e l’unico modo per nasconderlo e tenerlo al sicuro era metterlo dove lui non poteva avvicinarsi senza destare l’attenzione della gente ed era pure il modo migliore per attirarlo qui a Londra dove avrei giocato in casa e giocando bene le mie carte sarei riuscito a fermarlo una volta per tutte, solo che questo ora metteva in discussione i miei piani visto che se c’era anche la minima possibilità di fallimento non potevo abbassare la guardia visto che questo nuovo particolare mi esponeva, visto che sapeva dove vivevo. Pensai che avrei dovuto andarci più cauto e non abbassare la guardia, venni preso alla sprovvista dal campanello che suonò, con tutto l’accaduto avevo dimenticato che sarebbe arrivata la polizia allora andai ad aprire ed feci salire l’agente o meglio l’androide che era venuto ad interrogarmi e mi domandai come mai affidassero questi compiti a loro forse credevano che non fossi un indiziato fondamentale o forse credevano che un androide potesse trarre più informazioni, fatto sta che Sali e lo scortai in salotto e gli mi disse che non era un androide ma ben si un organismo bio-impiantato cosa che non mi colpi particolarmente, per me restava una macchina nulla di più cosi ci sedemmo e in quel confronto di domande compresi la differenza con un androide e capi che era un osso duro con il quale non si possono fare sbagli, li rimasi sorpreso delle sue capacità deduttive e il rapido metodo di elaborazione che possedeva. Sembrava più umano di quanto potesse sembrare per descriverlo meglio posso dire che era un coso che volteggiava lievemente da terra con delle braccia piccole  e delle gambe piegate una testolina con due occhi e una bocca piccola il resto del corpo era coperto da un telaio di colore avana dove di lato sulla sinistra c’era il simbolo della Scotland Yard ovvero SY di colore rosso acceso, questo aspetto non racchiudeva la realtà perché le sue facoltà intellettuali erano fuori dalla norma. Conclusa la chiacchierata se ne andò lasciandomi dei dubbi, sospettavo che sapesse qualcosa e dovevo depistarlo in qualche modo cosi gli detti due nomi di due compratori ciò lo avrebbe tolto di mezzo per un po’ visto che uno viveva in Germania e l’altro a Los Angeles ma evitai di dirglielo cosi prima che li riuscirà a rintracciare io potrò escogitare qualcosa non speravo di meglio, guardai l’ora ed mi sbrigai a vestirmi per incontrami con il proprietario del museo per alcuni dettagli della conferenza stampa, arrivato al museo scendo dalla macchina e mi reco negli uffici entrando dal retro visti gli enormi danni procurati da Sam che sono ben visibili da circa un kilometro di distanza, entrato salgo le scale ed arrivo alla porta dove due agenti sono di guardia gli mostro il pass e mi aprono la porta, percorro rapidamente il corridoio del piano superiore e costeggio la balconata dove ieri sera sono passato sulla groppa di Sam però girando per gli uffici ovvero nell’ala ovest del museo, dopo aver oltrepassato altre due porte sorvegliate arrivo davanti all’ufficio del responsabile del museo il sig. Albert Smith arrivato davanti alla porta a vetri con sopra la targa scintillante busso per tre volte prima di udire da lui il permesso per avanzare, cosi apro la porta varcandola e richiudendomela alle spalle, mi avvicino alla scrivania dove vedo Albert voltarmi le spalle "sig. Prover buona sera come sta?" disse senza muoversi da quella posizione "non c’è male devo dire, ma passiamo subito alle cose serie sig. Smith, ci troviamo davanti a uno scandalo se si viene a sapere che il British Museum è stato vittima di un furto, sarà lo scandalo per noi" risposi evitando inutili cortesie "a perfettamente ragione Isaac, ma come possiamo evitarlo? La stampa a già cominciato ad affondare le proprie unghie sull’accaduto" rispose voltandosi e guardandomi  fisso in volto, ma prima di proseguire vi vorrei descrivere il sig. Smith che era alto1,61 di media corporatura, calvo e con dei baffi folti e bianchi aveva 75 anni e stava per andare in pensione e avrebbe voluto preservare il suo curriculum intaccato da certe vicende che lo avrebbero messo in cattiva luce con i suoi superiori.
"Mi è venuta una idea sig. Smith, potremmo dire che è stata colpa di una fuga di gas a provocare l’esplosione che a costretto il museo a mettere sotto chiave alcune reliquie per restauro, cosa ne pensa?" dissi pensando che come scusa sarebbe stata perfette se ovviamente il responsabile avesse abboccato "bhè Isaac non saprei, pensi che sarebbe una buona mossa? Non ti sembra una cosa scontata…?" rispose, e ciò mi fece capire che sarebbe stata dura convincerlo del contrario  "sa Albert mi scusi se mi permetto di darle del tu, ma qui siamo davanti a un bivio o raccontiamo la verità e veniamo sommersi e infangati dai giornalisti lei per la sua condotta sgradevole e io per averla assecondata o meglio per aver affidato nelle sue mani un reperto di inestimabile valore senza prima accertarmi delle sue competenze professionali…oppure insabbiare tutto e lodare le guardie della sorveglianza per essere state impeccabili nel salvare le reliquie del museo conferendo a lei e a me un occhio di riguardo per gli altri che come me anno investito in lei signor Smith" conclusi sperando di avergli schiarito le idee abbastanza da portarlo dove volevo  "si…comprendo" disse facendo una lunga pausa mentre il viso faceva diverse smorfie di concentrazione "a ragione lei….sarà meglio insabbiare tutto, ma abbiamo poco tempo la stampa sarà a momenti come ci comportiamo?" mi domando dopo essersi convinto della mia idea "bene per questo non deve preoccuparsi ho tutto sotto controllo, ho già avvisato le guardie che ci sarà una riunione straordinaria nel suo ufficio tra precisamente  ventidue minuti esatti e se mi permette vorrei parlare io alla stampa ovviamente dopo lei mi raggiungerà e dovrà solo assecondare il mio discorso ah mi sono permesso di scriverle due righe in caso non sapesse cosa dire, ma se non ne a bisogno lasci i fogli al secondo cassetto ok….credo che siamo pronti" dissi lasciando il sig. Smith a bocca aperta "signor Prover la ringrazio di tutto, ma come fa a essere cosi calmo!!" disse rivolgendosi a me con quel occhi languidi che a me francamente facevano tutt’altro che pena ma a mali estremi… "oh ma lei mi lusinga, non saprei forse perché nel mio mestiere mi ritrovo spesso nei guai che se non avessi un po’ di sangue freddo sarei finito" conclusi facendo un lieve sorriso giusto per rassicurarlo, e dopo ciò mi allontanai verso l’uscita "bene io vado lei si prepari che le restano ancora diciotto minuti" dissi varando nuovamente la porta e uscendo, percorsi il corridoio e andai nella sala conferenze sistematomi per bene chiamai una guardia e gli dissi di far accomodare la stampa appena arrivava, intanto mi versai un bicchiere d’acqua e con un paio di sorsi la buttai giù, la stampa non tardò ad arrivare e dopo alcuni minuti la sala fu piena di giornalisti e fotografi cosi mi alzai in piedi e avvicinai il microfono "sa sa… prova…mi sentite?" dissi e la risposta dei giornalisti fu all’unanimità un si che si udì a scaglioni nella sala "bene credo proprio che possiamo cominciare, come ben sapete io sono Isaac Prover noto responsabile acquisti esteri del museo come maggior azionista e imprenditore mi trovo qui davanti a voi per mettervi a conoscenza degli avvenimenti della scorza notte qui al museo, so che per molti sarà uno shock ma la distruzione di gran parte del museo è dovuta a delle vecchie tubature del gas che anno provocato varie esplosioni all’interno del museo che anno costretto i nostri vigilanti a turni estenuanti per salvare le opere in esposizione, se la sono vista brutta anzi due di loro sono stati portati all’ospedale per delle fratture causate dal crollo di una parete, ma fortunatamente non ci sono vittime e nemmeno perdite per il museo, in questo momento il direttore si sta occupando dei trasporti di alcuni reperti in luoghi più sicuri fino a che non verrà ricostruita l’ala nord del museo, ciò porterà il museo stesso a restare chiuso per un po’, ma se avete potuto notare i nostri addetti ai lavori si sono già messi all’opera per garantire un lavoro migliore e in tempi brevi cosi che possiate tutti tornare a godere dello splendore del nostro beneamato museo, bene per ora è tutto ci sono domande al riguardo?" conclusi sperando di essermela cavata, ma coi giornalisti si sa non se la cava mai nessuno tanto facilmente visto che la loro vita è discutere assiduamente della vita privata degli altri, cosi uno alla volta cominciarono a farmi domande su domande “è vero che sono stati avvistati due uomini nelle vicinanze del museo al momento della presunta esplosione?” “siamo sicuri che si tratti di una fuga di gas?” “non sarà forse che il museo sta nascondendo qualcosa” domane solo inutili domande che ottengono da fonti infondate “non sarà che di mezzo centri il vice segretario alla difesa?”  "signori calmatevi non c’era nessuno quando sono cominciate le esplosioni, e si era una fuga di gas, ma il segretario alla difesa non centra assolutamente nulla….signori miei si tratta solo di una fuga di gas, l’impianto era vecchio e purtroppo non sono state prese la giuste misure tutto qui…" dissi, e in quel momento entro in scena il responsabile del museo il sig. Smith "bene signori per fortuna il signor Smith a potuto raggiungerci, cosi potrete chiedere a lui migliori spiegazioni visto che se ne sta occupando in prima persona" dissi avvicinandomi ad Albert e nel dargli la mano gli sussurrai all’orecchio "te li ho scaldati per bene ora si dia da fare!!" conclusi uscendo di scena il prima possibile, mi stava scoppiando la testa. Finalmente dopo essere risalito in machina e aver fatto alcuni chilometri mi senti decisamente meglio cosi decisi di andare al cimitero visto che ero di strada, mi fermai e sceso acquistai dei fiori da un carretto ambulante all’interno della struttura mi diressi a ovest e dopo aver svoltato l’angolo la vidi, la tomba del nonno, li dove l’avevo lasciata tre mesi prima quando ero partito per organizzare tutto, mi avvicinai ad essa e la contemplai per alcuni minuti mentre la mente vagava poi mi abbassai e misi i fiori su di essa "ciao…so che.." mi si bloccarono le parole non riuscivo a farle uscire era come se si fossero bloccate in gola "so che sto per fare una enorme cazzata….e so bene che tu me lo impediresti ma vedi… voglio onorarti e per farlo devo vendicarti a modo mio…" riuscii a finire la frase ma mi sentivo in colpa perché non avevo imparato nulla dalla sua morte avrei dovuto capirlo che era meglio non fare di testa mia e invece guarda un po’ sono qui e sto facendo di testa mia proprio come non dovrei. In quel l’istante senti un fruscio provenire dietro di me andai per voltarmi ma non c’era nessuno e pensai che me lo fossi immaginato.

Ecco il nuovo capitolo spero appreziate ^^

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