Never forget di Lady Hime (/viewuser.php?uid=68443)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ryuugu Rena - Cicale ***
Capitolo 2: *** Sonozaki Shion - Sei minuti ***
Capitolo 3: *** Sonozaki Mion - Odio ***
Capitolo 4: *** Maebara Keiichi - Speranza ***
Capitolo 5: *** Hanyuu - Moneta ***
Capitolo 6: *** Furude Rika - Addio ***
Capitolo 7: *** Hojo Satoshi - Grida ***
Capitolo 8: *** Hojo Satoko - Lacrime ***
Capitolo 9: *** Takano Miyo - Dio ***
Capitolo 1 *** Ryuugu Rena - Cicale ***
Per
non dimenticare
Ryuugu Rena
Cicale
Rena
Ryuugu non aveva
sempre vissuto ad Hinamizawa, lo sapevano tutti. Quello che molti
ignoravano era che il suo nome non era sempre stato Rena.
Reina Ryuugu
l'avevano battezzata i suoi genitori alla nascita.
Rena Ryuugu si era
battezzata lei stessa quando era tornata ad Hinamizawa.
Era stato il punto
d'inizio per cercare la felicità, lasciandosi alle spalle
tutto ciò che era successo.
Sembrava esserci
riuscita, ma poi era arrivata lei.
Ritsuko avrebbe
contaminato la felicità che aveva duramente cercato di
conquistare.
Con quelle mani
sporche, con quel suo sorriso falso.
Per questo
continuò a colpire, anche quando il corpo smise di reagire.
«Muori!
Muori! Muori! Muori! Muori! Muori! Muori!».
Lo gridava come
una forsennata, incitata dal canto delle cicale.
Fu allora che
capì.
Le cicale non
stavano piangendo.
Stavano ridendo.
(120 parole)
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Capitolo 2 *** Sonozaki Shion - Sei minuti ***
Per non
dimenticare
Sonozaki Shion
Sei Minuti
Shion
Sonozaki era nata sei minuti dopo sua sorella.
Soltano sei. Mion
Sonozaki aveva visto la luce del sole esattamente 420 secondi prima,
conquistando il ruolo di capofamiglia; lei invece, piangendo alle
12:06, si era addossata il ruolo di indesiderata.
Sua sorella era
stata chiamata Mion; lei aveva avuto come iniziale di quello stesso
nome la sesta lettera dopo la M: Shion.
Era stata
rinchiusa in una scuola privata per garantire a Mion la successione;
non aveva avuto particolare importanza il meglio per lei.
Mion cresceva
vezzeggiata tra i membri della loro famiglia, lei viveva nascosta come
una ladra in un istituto lontano.
Non provava
però, rancore verso sua sorella: loro erano gemelle e come
tali si volevano bene.
Erano identiche,
stessi capelli lunghi e stessi occhi all'ingiù.
Ciò che le separava era un destino, una lettera e soltano
sei minuti.
(128 parole)
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Capitolo 3 *** Sonozaki Mion - Odio ***
Per
non dimenticare
Sonozaki Mion
Odio
Mion
sapeva di non
essere la vera erede del casato Sonozaki da molto tempo.
Era
consapevole che ci
sarebbe dovuta essere lei al posto di sua sorella, in una scuola
lontana da Hinamizawa.
Il
destino
però, aveva scelto lei per ricoprire la carica di
capofamiglia, non sua sorella. Ne era profondamente orgogliosa; Shion
probabilmente non ne sarebbe stata in grado, si sarebbe fatta prendere
dalle emozioni.
«Io sono
forte.E quando
verrà il momento le permetterò di vivere
quì con noi».
Si
discolpava
così, nelle notti buie, quando non riusciva a prendere sonno.
Non
era stata colpa
sua.
Allora
perché, quando Shion le si era avventata al collo, non si
era difesa? Allora perchè nemmeno in quel momento, rinchiusa
nei sotterranei di casa Sonozaki, riusciva ad odiarla? Dov'era
finito l'odio?
Probabilmente
perso
tra i sensi di colpa.
(133
parole)
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Capitolo 4 *** Maebara Keiichi - Speranza ***
Per non dimenticare
Maebara Keiichi
Speranza
Keiichi, da quando era giunto ad Hinamizawa, si era sentito osservato.
La prima volta, durante la visita della casa nuova con i suoi genitori, non ci aveva dato troppo peso; aveva attribuito quella
sensazione di disagio a suo padre, capace di metterlo in soggezione con
la sola presenza.
Nel momento in cui aveva iniziato a frequentare la scuola però,
quell'impressione non l'aveva abbandonato; avvertiva uno sguardo
pungente su di se, continuamente.
Perfino mentre uccideva Rena e Mion lo percepiva: due occhi lo
fissavano, lo studiavano, senza tregua.
Corse, nel tentativo di sfuggire, a chiunque appartenessero, invano, con un senso esasperante di paura per ciò che aveva appena fatto.
Maebara Keiichi non avrebbe mai immaginato di essere speranza, per
quegli occhi stanchi, di essere l'unica preziosa illusione per
Furude Rika.
«E' lui Hanyuu, sarà lui che ci salverà
».
(120 parole)
L'ho finita, l'ho finita!
*lacrimuccia*
Grazie a tutti coloro che hanno recensito\seguito\letto. ^^
Alla prossima
♥
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Capitolo 5 *** Hanyuu - Moneta ***
Per
non dimenticare
Hanyuu
Moneta
Hanyuu
era al fianco di Rika da molto tempo, com'era giusto che fosse.
Furude
Rika era la sua reincarnazione, intrappolata in un futuro macchiato di
sangue.
Lottava
per raggiungere il 1° luglio, per superare il Watanagashi, con
tutte le sue forze.
E
lei non faceva altro che accompagnarla alla morte.
«Inutile,
così inutile».
Osservava
ogni arco immobile, senza poter fare nulla, e quando il tutto spietato
terminava, adempiva al suo compito di Monaco.
Pagava
con le sue energie la creazione di una nuova Hinamizawa.
Pagava
con la sua magia la rinascita di Rika.
Pagava
con le sue lacrime la propria incapacità a credere.
Ed
ogni notte, osservava le pedine di quel futuro in bilico, chiedendo
scusa.
«Mi
dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace»
Con
che moneta si compra, il perdono?
(118
parole)
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Capitolo 6 *** Furude Rika - Addio ***
Per
non dimenticare
Furude Rika
Addio
La
danza che Rika offriva per il Watanagashi era un addio.
Un saluto alle giornate serene che le erano state permesse;
un saluto alla tregua che presagiva la tragedia;
un saluto alla cicale che iniziavano a piangere;
un saluto all'innocenza che avrebbe perso a breve*.
Ogni volta che indossava la Hakama, Rika diceva addio, ma era
un Sayonara
ripetuto così tante volte che ormai aveva preso lo stesso
gusto stantio.
«Questa volta ce la faremo Rika?»
«E' un tono rassegnato quello che sento, Hanyuu?».
Un Sayonara che
sapeva di rassegnazione, quella che marciva dentro di lei mentre i
tamburi celebravano il suo ingresso alla gente ignara di
Hinamizawa.
(105 parole)
*"un
saluto all'innocenza che avrebbe perso a breve", si intende il suo
sventramento ed il trattamendo che nella serie le riservano, che come
commentano nello stesso Higurashi "E' un trattamento irrispettoso, come
se fosse una prostituta".
Alla prossima \o
Ormai mancano Satoko e Keiichi!
Hime
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Capitolo 7 *** Hojo Satoshi - Grida ***
Per
non dimenticare
Hojo Satoshi
Grida
Quando Satoshi entrava in casa, le urla
gli trapanavano il cervello.
Era
guerra, ogni giorno. Satoko la combatteva, cercando il suo appoggio.
Non
poteva far altro che asciugarle le lacrime, abbracciarla e confortarla,
ma non era abbastanza.
Lo
sguardo di sua sorella perse il luccichio tipicamente puerile, scavando
due occhiaie profonde sul viso scarno.
Il
sorriso sparì sostituito dai lividi, la felicità
venne inghiottita dalle grida.
La
pace non arrivava; gli avevano raccontato, i suoi genitori, che non
giunge da sola, va conquistata.
Fu
per quello che prese una decisione. Per salvarla, soltanto
ciò.
Attese
che sua zia arrivasse nel luogo designato, per colpirla con violenza
una, dieci, cento volte.
Poi
tutto rimase immobile, ma le urla continuarono a ronzargli nella testa,
sorde, spietate, continue.
Satoshi imparò la lezione.
Una volta scomparso, il silenzio non torna più.
(127 parole)
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Capitolo 8 *** Hojo Satoko - Lacrime ***
Per non
dimenticare
Hojo Satoko
Lacrime
Satoko piangeva
spesso, un tempo.
Se all’inizio era stato un modo piuttosto comune di sfogarsi,
era diventato lentamente un’arma
per ottenere quel che desiderava, con una eccezionale
facilità. I suoi genitori,
troppo stanchi e impegnati a far finta che lei non esistesse, erano dei
soggetti ideali per una tattica così semplice.
Aveva pianto per ottenere l’ultima
fetta di torta, per non andare al pranzo con gli zii, per restare a
guardare la
tv fino a tardi.
Satoko, da grande
esperta di trappole, organizzava le cose a puntino, per
creare le situazioni adatte alla sua tecnica perfetta.
Non ricordava esattamente quando, ma le lacrime, ad un tratto, erano
diventate
spontanee; forse per abitudine, forse per la disarmante realizzazione
di come
bastassero due gocce salate a farla diventare un elemento fastidioso,
da tornar
presto ad ignorare al modico prezzo di un “Sì”.
Soltanto a Satoshi importava di asciugargliele, quelle lacrime, sempre;
ma poi,
anche le sue mani calde sugli occhi lucidi erano scomparse.
Satoko aveva pianto, gridato, vomitato, ma Satoshi non l'aveva
raggiunta.
Non versò più una lacrima. Attendeva quelle di
gioia, che sarebbero tornate con
Satoshi, un giorno.
(180
parole)
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Capitolo 9 *** Takano Miyo - Dio ***
Per non
dimenticare
Takano Miyo
Dio
Quella
notte, Tanashi Miyoko pensò di morire; non importava
quanto stesse correndo, non c'era alcuna via d'uscita.
Sembrava
un
eterno labirinto, dove
qualcuno si era divertita
ad abbandonarla, con un branco di lupi famelici ad inseguirla.
Quei
passi, sempre più vicini, sempre più spaventosi,
parevano raggiungerla, ma non distingueva più se era il suo
udito o una
sconfinata paura a suggerirglielo.
Quando
si accasciò a terra, fu certa che c'era soltanto la
pioggia ad accompagnarla, che c’era soltanto Dio a godersi il
suo patetico
spettacolo.
Provò
un odio inaudito verso quel cielo piangente.
«Se
non puoi darmi la felicità che mi spetta, uccidimi. Uccidimi
con quel fulmine, stupido Dio! Miyoko Tanashi è proprio
qui!».
Durò
soltanto un attimo; la luce
accecante del fulmine la stordì, rivide nei suoi
stessi occhi la vita che stava vivendo.
Lo
realizzò soltanto allora, mentre la
pioggia lentamente diminuiva ed il temporale andava calmandosi.
Non
c'era nessun Dio ad ascoltarla.
(149
parole)
*trollface*
Non ve lo aspettavate, dite la verità. In effetti, nemmeno
io :°D Ci ho pensato ieri sera, e visto che per Keiichi sono
ancora in alto mare *COFF* ho pensato che fosse un'ottimo modo (?) per
farvi aspettare la conclusione.
Io adoro Takano; nella ff ho usato il suo nome "da piccola"
perché in fondo qui non era ancora la Takano Miyo che conosciamo.
Bhe, che dire, alla prossima xD Giuro che prima o poi avrò
l'ispirazione anche per quel pirla di Keiichi!
Hime
(Grazie
per le recensioni, mi fanno felicissima ç_ç)
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