Cuz You Stop the Noise

di Kat Logan
(/viewuser.php?uid=120935)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Maledetta Vodka ***
Capitolo 2: *** Svolte ***
Capitolo 3: *** Non hai idea di chi fosse! ***
Capitolo 4: *** Il primo concerto ***
Capitolo 5: *** kiss me ***
Capitolo 6: *** Courage ***
Capitolo 7: *** The truth ***
Capitolo 8: *** Confessioni ***
Capitolo 9: *** Dreams ***
Capitolo 10: *** Extraordinary Girls ***
Capitolo 11: *** Too lost in you ***
Capitolo 12: *** Las Vegas ***
Capitolo 13: *** Casinò ***
Capitolo 14: *** Awake and Unafraid ***
Capitolo 15: *** We can steal this car if your folks don't mind ***
Capitolo 16: *** Ghost ***
Capitolo 17: *** Back to black ***
Capitolo 18: *** The Sharpest Lives ***
Capitolo 19: *** Back to life ***



Capitolo 1
*** Maledetta Vodka ***


Cherry P.O.V (point of view)
 
Mi piegai più in avanti.
Questa tazza del cesso è proprio una visione!
Vomitai un'altra volta a quella vista.
O semplicemente vomitai per tutto quell'alcol che avevo in circolo.
"Una di queste volte finirai in coma etilico!" una voce a me conosciuta mi penetrò le orecchie.
"Cristo non gridare! sembri un..."
Non riuscii a finire la frase presa da un'altro spasmo.
Mi portai una mano allo stomaco.
"trapano!" finii quello che stavo dicendo tirando lo scarico dell'acqua.
Aprii la porta del bagno traballante e vidi davanti a me la figura della mia migliore amica.
"Dio Cher...stai uno schifo!"
"Gentile da parte tua!" ironizzai anche se la testa mi stava scoppiando e vedevo ancora tutto girare.
"Cherry Ryan è ora di tornare a casa!" 
"Stai scherzando Tiff, vero?!" guardai il mio cellulare in cerca dell'ora, non riuscivo a leggerla. La vista era appannata.
Sbuffai nervosa, infilando nuovamente l'oggetto nella tasca dei miei jeans skinny neri.
"Ok, fammi menare quella stronza e ce la filiamo!"
Tiffany sgranò gli occhi "Tu che?!" la sua risata mi provocò un dolore intenso alle tempie.
"Ho subito un torto, ora quella me la paga!" farfugliai cercando di riprendermi.
Fortunatamente indossavo un paio di converse e non dei tacchi vertiginosi come quelli della morettina, la cui voce, quella sera mi stava uccidendo, o mi sarei ritrovata per terra nel giro di venti secondi in quello stato.
Aprii la porta che ci divideva dalla festa.
Le luci stroboscopiche e la musica sparata dagli amplificatori mi diedero il colpo finale.
Devo ricordarmi di evitare la vodka per un bel pò, se ritorno a casa viva.
Una massa di ragazzine in preda agli ormoni,semisvestite e ubriache fradice, si strusciavano con movenze degne di un set porno, addosso ai ragazzi o ad altre ragazze nella sala.
Cercai di assumere un'aria pseudo sana e provai ad individuare la persona che mi aveva ridotta ad uno straccio.
"Alla tua destra!" m'indicò Tiffany aiutandomi.
"Quella pu...." Non volevo nemmeno finire quello che avevo da dire, il mio unico desidero era quello di saltarle addosso e farle almeno un' occhio nero.
Mi avventai come una furia nella direzione della mia vittima, quando andai a sbattere contro qualcuno.
Un paio di braccia forti mi strinsero evitando di farmi cadere per terra, io mi avvinghiai di riflesso e senza alzare lo sguardo mi ritrovai a sbraitare contro la persona in questione "Cazzo! guarda dove vai!"
"Siamo nervose eh?!" la voce appartenente a quelle braccia era di un ragazzo.
Alzai la testa, un volto incorniciato da lunghi capelli corvini e impreziosito da due occhi grandi dalle sfumature verde/marrone mi fissava con aria divertita.
"Dai che devo andare..." balbettai in modo poco chiaro, liberandomi da quella presa gentile.
Mi sentii quasi imbarazzata. 
Il suo sguardo mi fece uno strano effetto.
"Comunque sei tu che mi sei venuta addosso!" rise prendendomi in giro.
"Si..si come vuoi!" 
"Un bel caratterino!" il piercing al labbro risaltò il suo sorriso.
"Dai, ci beviamo qualcosa e passa tutto!"
"Un'altra volta...per sta sera può bastare!" Cercai di mostrarmi gentile, accennai appena un sorriso, cosa ardua per me.
Ero sempre stata incazzata con il mondo e non ho mai avuto un carattere facile, solo Tiffany mi aveva saputa prendere così, senza volermi cambiare e le ero grata per questo.
 
Ed ora quel ragazzo, uno sconosciuto dallo sguardo che riusciva ad incantarmi, non sembrava offeso dal mio modo di fare, non m'interpretò subito malamente. Non mi etichettò come la bastarda della situazione nel giro di un minuto.
Mi sentii incatenata a quegli occhi stranieri.
"Ci conto!" La sua voce mi riportò alla realtà.
Tutto di colpo sentì caldo.
Arrossì violentemente. 
Mi voltai di scatto per non farmi vedere in faccia.
Tiffany rise. Sapeva quanto detestavo che le mie guance si colorassero per l'emozione e soprattutto che si notasse molto bene, quando questo accaddeva.
Mi tirò per un braccio mentre la sua smorfia diceva qualcosa di incomprensibile, la mia amica sembrava tutta eccitata da quell'incontro scontro e io non ne capivo il motivo.
"Ma che hai?!" chiesi mentre un capogiro mi fece sbilanciare all'indietro.
"Quello è Frank!"
"Eh?"
Cosa sta blaterando? sono già confusa abbastanza! Non mi pare il momento per gli indovinelli!
"Cherry...è Frank Iero!"
"Ahh tutto chiaro!" dissi ironicamente.
La sua espressione cambiò ora quella in stato confusionale sembrava lei.
"Non dirmi che...Non sai chi è!"
"Bingo!" Risi sguainatamente, la vodka non aveva ancora concluso il suo effetto su di me.
Tiffany prese il mio braccio e se lo portò sulla mia spalla "Andiamo in macchina dai!"
"Sei troppo alta Tiff!" Il mio tono di voce era piagnucolante.
Mi lamentavo come una mocciosa nonostante i miei diciottanni compiuti.
 
"Serve una mano?" 
Ancora quella voce.
Colla. Ecco cos'è questo tipo, questo Frank. Peggio del silicone.
Tiffany aveva assunto un'aria ebete e non rispose.
Il ragazzo interpretò quel silenzio come un si, senza farsi troppi problemi si avvicinò prendendomi in braccio.
Nonostante la sua statura bassa era davvero forte, sembrava avermi sollevata senza il minimo sforzo.
Scalciai in automatico. Volevo scendere, ritenevo di essere in grado di arrivare alla macchina della mia amica con le mie gambe.
"Sei molto gentile grazie!" 
Ecco lo sguardo e la voce da lecchina. Sei furba Tiff! Te lo vuoi accalappiare, ma brava!
La mia testa macchinava strane supposizioni e pensieri.
"Ma a me che cavolo me ne frega poi se anche fosse?!"
I due rimasero interdetti.
"Ops!" mi limitai a dire, avevo dato voce ai miei pensieri questa volta.
Maledetta vodka.
"Una dormita e passa tutto vedrai..." Frank mi mise giù aprendomi lo sportello dell'auto di Tiffany, il suo sguardo era comprensivo e sincero, o almeno così sembrava a me.
Un tiepido terpore mi pervase.
Cos'è questa sensazione?
Cercai di scrollarmi da quello stato, distogliendo l'attenzione dal suo viso.
Lo sguardo mi scivolò su quella braccia che mi avevano aiutata, erano ricoperte di tatuaggi, solo in quel momento ci feci caso. Mi persi in particolari insignificanti, navigai nelle forme e nei colori di quei disegni.
Il motore della decapottabile nera lucente ruggì.
Frank alzò la mano in segno di saluto.
Avrei dovuto ringraziarlo, ma mi limitai a un cenno del capo.
La mia amica spinse sull'accelleratore, facendo una manovra da manuale nel parcheggio polveroso.
L'auto partì, il vento mi scompigliò dispettoso i capelli.
L'asfalto era una lunga linea scura inghiottita dalla notte. Le uniche luci in quel buio erano le piccole stelle che si stagliavano nel cielo accanto ad uno spicchio pallido di luna.
Le note di una canzone rock che non conoscevo erano l'unico rumore oltre al canto del motore che regnava per quelle strade deserte.
Sprofondai nel sedile guardando in alto, mossi le dita come per afferrare l'aria fresca che ci passava in mezzo, un'odore pungente ma allo stesso tempo piacevole mi solleticò le narici.
Era il profumo del ragazzo sconosciuto.
O almeno sconosciuto a me fino a quel momento.
Senza accorgermene sorrisi leggermente. Provai una bella sensazione ma indescrivibile.
Una stella cadente attraversò il cielo veloce.
Anche Tiffany la vide.
"Esprimi un desiderio Cher!" 
Istintivamente nella mia testa passò un unico strano pensiero.
Vorrei rivederlo.
"Fatto?" Domandò poi interrompendo il mio desiderio.
Non risposi, chiusi gli occhi abbandonandomi alla stanchezza e staccando la spina del cervello.
 
Maledetta vodka, a cosa diavolo mi fai pensare?
 

Avvertimenti:
Gerard Way e Frank Iero nel racconto avranno 24 anni entrambi, nonostante nella realtà abbiano età diverse. Il successo non li ha ancora travolti per ora sono una band con un discreto seguito che suona solo in America. E' giusto precisare.
Gerard avrà già i capelli rossi. E' che me lo immagino comunque così :D
Siate buoni con me su! Non ho mai scritto di loro!
I primi quattro capitoli, avranno ognuno il punto di vista di uno dei quattro personaggi, dal quinto in poi la storia invece sarà scritta in terza persona così da poter descrivere meglio le sensazioni e i pensieri di tutti.
Spero possa piacere a qualcuno.
Kat
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Svolte ***


Gerard P.O.V
 
Il mio sguardo era fisso su Frank.
Aveva l'aria di un sedicenne arrapato e la cosa mi preoccupava, perchè noi avevamo ventiquatto anni e pensavo che quella fase fosse ampiamente superata.
"Frankie, frena la lingua ok?"
Il mio amico assunse improvvisamente un'aria da cane bastonato.
"Non ho capito una cosa..." esitai.
Gli ho appena fatto chiudere la bocca ma la curiosità mi uccide, cazzo!
"Ma...la ragazza di ieri sera, la conoscevi?" 
Ecco ora io assomiglio a una ragazzina in vena di gossip! Stupido Gee! Taci!
Il suo sguardo s'illuminò di nuovo.
Sembrava che un turbinio di piccole scintille sfrecciasse nei suoi grandi occhi.
"No! Non l'avevo mai vista! E mi sa non è di queste parti, aveva uno strano accento!"
Annuii con un cenno lento del capo.
Qualcosa non torna...
"Gee a che pensi?!" La sua voce interruppe le mie riflessioni.
Indagai l'espressione sul suo viso.
Cercai di risultare meno curioso di quello che ero realmente.
"Uhm..."
"Gee!!! Mi rispondi?! Sei strano!!"
Sbottai. 
La voce mi uscì tutta di colpo.
"No.SeiTuQuelloStrano!"
Il mio amico sbarrò gli occhi, si raddrizzò, abbandonando la posizione stravaccata che aveva tenuto fino a quel momento.
"Spiega."
Frank monossilabico, non è un buon segno.
Sospirai.
Cercai di essere il più delicato possibile.
"Uhm..mmh..è che..."
"Continua. Pochi giri di parole su!"
Iniziò a battere nervosamente il piede sul pavimento.
Ma che ansia.
Ripresi coraggio.
"Ecco..è che..non ti vedevo così da quando, si insomma, ecco, dunque...come dire..."
Si alzò come un fuso. 
"Tu vuoi parlare di Jamia!"
Cazzo.
"Non fare quella faccia Gee! Non fare gli occhioni dolci!"
"Non faccio nessun fottuto sguardo dolce! Datti una calmata bello!"
Jamia, l'argomento che non dev'essere tirato in ballo. La ragazza con cui era stato per anni e poi da un giorno all'altro "puff!", tutto sparito nel nulla. Lei sparita nel nulla. Ho dimenticato quanto s'innervosisce per questa storia, che palle!
Non staccai gli occhi di dosso dal moro che andava verso il frgo. 
Lo aprì, infilò la testa dentro e riemerse con una lattina di birra.
Ormai c'erano solo birra li dentro.
"Bevi a quest'ora?"
Nessuna risposta.
"Frank, non ti distruggere prima di sera ok? Abbiamo un concerto, dobbiamo suonare!"
"Lo so,bello."
Ok, mi ha chiamato bello, forse non è poi così incazzato.
Mi avvicinai, mi sentii responsabile per quell'improvviso malumore.
Gli diedi una pacca energica sulla spalla.
"Se sei contento tu, lo sono anche io. Solo vacci piano..."
Fece spallucce.
Avrebbe fatto l'offeso per un pò, poi sarebbe tornato allegro e pazzo come al solito. Lo conoscevo troppo bene quel tipo.
Meglio di me stesso.
Andai verso la mia stanza, entrai e notai la distesa infinita di fogli sul mio letto.
Erano tutti testi di canzoni e schizzi per dei fumetti.
Avevo grandi progetti.
Progetti che ormai mi rubavano tutto il tempo e il sonno.
Da quanto non dormivo?
Da quanto non frequentavo qualcuno che non fosse un membro della band?
Cervello placati, spegniti. La risposta è ovvia, almeno quella relativa alla seconda domanda, non conosci altra gente, al di fuori della band. Sia maledetto il tuo carattere associale.
Buttai tutto per terra.
Mi distesi e fissai il soffitto.
Non ricordavo il momento in cui la mia vita mi era scappata dalle mani.
Mi sembrava di essere stato sempre e solo su qualche palco a suonare in giro per l'America.
Me lo sentivo, il sogno di far conoscere la nostra musica, il successo, la fama, era vicino.
E' tutto a portata di mano.
Una punta di amarezza però, continuava ad accompagnare ogni mio desiderio. Ogni mio sogno. Ogni pensiero.
Manca qualcosa..
Tutto andava bene. La gente apprezzava quello che facevamo ed io ero soddisfatto dei miei amici, la mia vita era ok.
Ecco, Ok. Non fantastica.
Voglio qualcuno con cui farla diventare super!
Avevo sottomano il mio problema. 
Volevo condividere il mio avvenire con qualcuno. Con una ragazza. 
Con un grande amore.
Così iniziò la mia battaglia interiore. 
Il mio cervello mi suggeriva che non avevo tempo per tutto, o una cosa o un'altra.
E io mi dicevo che però avevo anche bisogno di qualcuno.
Avevo passato troppo tempo da solo.
Occorre una svolta.
In quel momento capii. Capii il mio amico.
Aveva avuto una scossa.
Quella ragazza, era stato un piccolo elettroshock per lui probabilmente e forse pensava che in fondo, lei potesse essere la sua svolta.
Addio Jamia, addio solitudine.
Chissà cosa ci hai visto in lei, Frank.
Schizzai giù dal letto come un fulmine. Se fosse suonato l'allarme antincendio probabilmente sarei stato molto più lento, corsi nell'altra stanza, in cerca del mio amico.
"Ti appoggio!"
Frank si era addormentato, sul divano con la lattina in mano, penzolante.
Sorrisi guardandolo.
Sembrava un bambino.
Il mio istinto di amico bastardo però ebbe il sopravvento. Diedi un calcio al divano.
Frank sobbalzò, si svegliò di soprassalto, urlando.
"Ehi, cazzo! Chi è?! Cos'è?!" 
Mi guardò confuso, massaggiandosi il collo.
"Sei tutto scemo?!"
"Volevo solo dirti...che ti appoggio Frank! Sogna! Sogna quanto puoi e poi...vai! Dai una svolta e fai diventare la tua vita da mediocre a favolosa!"
Mi voltai, apprestandomi ad uscire.
I progetti riuscivano meglio in compagnia di una sigaretta, perciò mi avviai per andare a comprarmene un pacchetto.
A passo svelto, sotto il sole, senza voltarmi.
Non avevo bisogno di guardarlo in faccia o aspettare una sua risposta alla mia affermazione che poteva risultare bizzarra, detta così, all'improvviso. 
Perchè sapevo benissimo che lui aveva capito e che in quel momento stava sorridendo.
 
 
 
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Non hai idea di chi fosse! ***


Tiffany P.O.V 
 
Stavo ritoccando il mio smalto rosso quando un rumore sospetto mi fece sobbalzare.
Ma che cavolo...
"Cherry?"
Chiamai la mia amica con tono poco convinto.
Non vidi apparire nessuno dietro di me nel corridoio.
Udii solo un "Fanculo!" piuttosto nervoso.
Tirai un sospiro di sollievo nel sentire l'imprecazione, provenire dall'altra stanza.
La voce apparteneva a Cherry, ero dunque certa che non si trattasse di un qualche ladro che aveva fatto irruzione in casa, ma semplicemente della mia amica.
Abbandonai la mia postazione per raggiungerla.
I suoi capelli lunghi, neri come la pece, le ricadevano spettinati sul viso facendola apparire ancora più pallida di quel che era in realtà.
"Buongiorno!" Dissi in tono allegro e con un sorriso degno di una pubblicità del dentifricio.
"Mmmh!"
Ovviamente un lamento come risposta! Quella ragazza assomiglia sempre di più a una bestiola che a un essere umano!
Cherry si stiracchiò facendo cadere a terra la coperta blu dal divano sul quale aveva dormito.
"Ma che...?! Ho dormito qui?"
Si tirò su, grattandosi la testa confusa e facendo uno sbadiglio rumoroso.
"Non ti svegliavi più ieri sera in macchina, così ti ho scaricata qui da me, sul divano!"
"Mmmh! Grazie..." 
Il suo stomaco brontolò ferocemente. 
"Ti ho già preparato la colazione! C'è un cappuccino che ti attende di là in cucina!"
"Oh Tiff! Come farei senza di te!" Mi abbracciò baciandomi la guancia e si diresse traballante in cucina.
Cherry non era certo una ragazza cattiva, solo un pò particolare.
Aveva l'aria da dura e di chi ce l'ha col mondo, ma ormai la conoscevo da due anni e sapevo benissimo che aveva solamente bisogno di qualcuno che le desse affetto e non un calcio nel culo come avevano fatto tutti nella sua vita.
Il suo caratteraccio era solo una corazza per proteggersi dagli estranei.
Mi prenderò io cura di te, come tu hai fatto con me, Cher.
Era una promessa che feci a me stessa e a lei molto tempo prima.
 
La guardai afferrare un muffin al cioccolato per poi azzannarlo come una belva feroce.
Indugiai un momento, poi vedendola tranquilla nonostante fosse mattina presto, partii all'attacco con la mia parlantina.
"Non hai idea di chi fosse!" dissi tutta dun fiato emozionata come non mai.
Se avessi potuto specchiarmi avrei notato i miei occhi brillare.
Cherry continuò a masticare in silenzio guardandomi fissa e cercando di non far scoppiare il suo solito malumore mattutino.
"Parlo di Frank!"
Notai la tazza del cappuccino tremarle un momento tra le mani.
Il suo viso cambiò colore, tossì violentemente.
Oddio, affoga! Si soffoca!
Le diedi una pacca vigorosa per farla respirare.
"Cazzo, scusa! mi è andato di traverso!" rise nervosamente.
Cherry Ryan, non puoi nascondere nulla a una Jackson! Ti sei imbarazzata! Non negare!
Continuai il mio discorso imperterrita facendo finta di non badare alle reazioni della mia amica.
"So che ti ricordi...non eri abbastanza sbronza! E poi ammettiamolo...uno così non lo scordi!"
"Dove vuoi arrivare?!" M'interruppe spiazzandomi.
"Ma tu in che pianeta vivi?! Seriamente non hai idea di chi sia Frank Iero?!"
"Tiff! che ramanzina! No non lo so! Dimmelo così sarai felice!"
"Certo che te lo dico! Lui è...il chitarrista dei My Chemical Romance!"
Ora il cuore mi prese a battere in modo anomalo. Mi sentii una sedicenne innamorata del suo musicista preferito.
Continuai imperterrita senza ammettere interruzioni di alcun tipo.
"E' un gruppo con una certa nomea dalle nostre parti! Sono abbastanza famosi e sono sicura che sfonderanno! Lui è il chitarrista della band! Dovresti vedere il cantante poi! Ha una voce...ed è davvero bello! Cioè tu...hai parlato con Frank! Ma che dico, sei stata toccata da lui! Ti ha portata in braccio!"
"Tiffany Jackson! Sono ufficialmente preoccupata per la tua salute mentale ma che ti succede?!"
"Le ragazze qui, vanno pazze per loro! Sono belli e talentuosi!"
"Se la tirano?"
"Ma che domande sono?! Cosa centra!"
Cherry scrollò le spalle.
"Boh era una domanda così..."
"Sei proprio strana!"
"Pure tu! E mi fai paura in questo stato!"
"Vieni con me a vederli suonare?" Sfoggai lo sguardo più implorante che potevo sferrare a qualcuno. Sbattei le ciglia cercando di assomigliare a un docile bambi.
Cercai di decifrare i movimenti muscolari del suo viso.
La sua smorfia era un mistero.
"D'accordo!"
Strillai per la felicità e iniziai a saltellare per la stanza per poi stritolare in una morsa affettuosa Cherry.
"Sei la migliore amica del mondo!"
"Lo so!" sorrise lei.
"Allora sta sera andiamo!"
"Sta..sta sera hai det..to?!"
Sta balbettando?! 
"Sei emozionata?" un sorriso inquisitorio mi si dipinse in volto, alzai anche le sopracciglia come per prenderla in giro.
"Io?! Ma non farmi ridere!"
Ecco la risata nervosa! Ti ho beccata!
"Beh io scappo!" disse frettolosa, infilandosi le scarpe e cercando di raccogliere i pochi oggetti che aveva con se dalla sera prima.
"Ci vediamo più tardi!"
"Certo darling!"
La salutai e la vidi mentre attraversava il giardino accendendosi nervosa una sigaretta.
Che finta tonta!!

note: 
Ciao a tutti! Ecco il terzo capitolo, questa volta il punto di vista è quello di Tiffany, la prossima volta tocca a Frank! XD
Spero che piaccia a qualcuno, fatemi sapere la vostra :D
Alla prossima!
W i My Chem!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Il primo concerto ***


 
 
Frank P.O.V.
 
Calma. Devi stare calmo.
Respirai a fondo.
Ogni volta che dovevo salire su un fottuto palco a suonare rischiavo di andare in iperventilazione.
Insomma, io ci provavo a immaginarmi il pubblico tutto nudo, ma essendo composto per la maggiore da ragazze, la cosa poi sarebbe risultata un pò problematica.
E altri problemi non ne volevo.
Strappai di mano il sacchetto delle patatine a Mike, il bassista.
Lo svuotai in preda all'ansia, sembrando un pazzo schizzato e ci respirai dentro gonfiandolo.
"Ok, Frank. Respira! Niente panico!"
"Non dirmi niente panico! Perchè più me lo dici più mi agito!"
Gerard, il mio migliore amico cercava di aiutarmi, questo lo sapevo bene. 
Ma quelli erano momenti delicati.
Per non dire critici.
I cinque minuti prima di salire sul palco erano catartici per me.
Come diavolo fa ad essere sempre così calmo?
Iniziavo a dubitare che fosse un essere umano.
Vidi passarmi davanti la sua lunga chioma rossa fuoco.
Era il momento.
Dovevamo andare in scena.
Non era certo la prima volta, ma le gambe mi tremavano come se lo fosse.
Presi tutto il mio coraggio.
Baciai la mia Pensy, l'amore della mia vita, la mia splendida chitarra.
Ed eccoci li. Sopra a tutti.
Un fascio di luce colorata ci illuminò e come in automatico, guidato da una forza superiore iniziai a suonare.
Il Dio del Rock ci accompagnava ,era li con noi.
Ora non c'era più nulla. Non c'era nessuno, solo io e la musica.
Le note riempivano l'atmosfera e sovrastavano il rumore del nostro pubblico.
La voce di Garard accompagnava le melodie che avevo scritto e quelle parole erano nostre, raccontavano di noi, le sentivo scorrere dentro.
Noi, gli amici di una vita e la nostra musica.
Solo noi...Ma che...
Alzai lo sguardo dalle corde del mio strumento.
Il cuore mi balzò in gola.
Col cazzo che ci siamo solo noi!
Non osavo immaginare l'espressione che avevo in quel momento.
Era li, a pochi metri da me. Potevo vederla benissimo, nonostante fosse bassa.
La ragazza della sera prima. 
Quella incazzata e brilla, che mi aveva colpito come una bomba a mano.
Aveva una lingua tagliente e a me aveva lasciato uno sfregio, perchè non avevo smesso di pensare a lei, come quando hai una ferita che ti fa un male cane, continui a ricordartela per il dolore.
Devo farmi curare. Non so nemmeno il suo nome!
Gerard si avvicinò a me, mi fissò con sguardo interrogativo, probabilmente mi ero imbambolato.
Cercai di fargli capire che lei era li. 
La cura contro quel cancro chiamato Jamia.
Certo che...è destino! Dai, due volte in due sere! A meno che...quale destino! Magari sa benissimo chi siamo ed è solo venuta per ascoltarci, però ieri non aveva certo l'idea di essere una fan, insomma, STOP! Il cervello mi sta facendo impazzire! Pietà!
 
Avevamo ancora poche canzoni nel nostro repertorio il che poteva solo dire: esibizione breve.
Finì tutto poco tempo dopo aver discusso col mio cervello.
Gerard mi si avvicinò sudato "Ehi è tutto ok? hai una faccia..."
"I'm not okay!" risposi di getto.
"Cazzo bello, sei un genio!"
"Che?!" 
"Eccolo, eccolo!" 
Il mio amico sembrava un canguro saltellante.
"Gee, smettila ti prego, sei inquietante in questo momento!"
"Hai appena trovato il titolo del nostro nuovo pezzo!"
"Ah grande, okay!"
"Ok, ti offro da bere!"
"Ok, ti presento la tipa!"
"Che?! è qui? ecco perchè avevi la faccia da scemo! Vediamo sta donna misteriosa!"
 
Ed eccomi lì, in mezzo a quella folla di ragazze che ad ogni passo che facevamo emettevano un gridolino o commenti del tipo "Siete dei fighi!"
Si, ok fa piacere, però, che palleeee!
Insomma quando non senti altro ti rompi, o almeno io mi ero rotto e ancora non avevamo sfondato. Si, era nei progetti, però ora la mia testa era occupata da un'altra cosa.
Io ho spazio per una cosa alla volta, non pretendiamo troppo.
"Eccola li!" dissi indicandola a Gerard che seguì con lo sguardo il mio indice.
"Non ha l'aria felice..." commentò il mio amico.
"No infatti! vedi? E' diversa, non sta gridando! Anzi le girerà pure di essere qui!" sorrisi. Sentii la mia bocca tirarsi in un sorriso che probabilmente mi deformò la faccia.
"Sei proprio strano amico!"
"Ehi, ragazza arrabbiata!" Gridai saltellando senza prestare attenzione alle parole di quello che mi dava dello strano.
Maledizione, quanto sono tappo! sembro uno sfigato se salto così!
Eccola che mi fa un cenno con la testa e ora sta strattonando la sua amica e sta dicendo una cosa come "OH NO LO STALKER!"
Figo. Sono uno stalker. Mi sto divertendo già un casino. Eccomi a pochi passi da lei e sto già parlando come una macchinetta. L'emozione mi fa uno strano effetto.
"Ehi, ciao! Perdonami non mi ricordo il tuo nome!"
"Si,si..." 
Mi fa una smorfia del tipo inventa-un'-altra-scusa-sfigato, ma forse sfigato lo sono davvero, però non me lo ricordo seriamente il suo nome, anzi penso proprio che non me l'abbia detto, la sua amica la chiamava con un nomignolo, ma io ero nel mio mondo di chitarre, musica e chissà cos'altro, che è meglio non menzionare.
"Ah scusala è nervosa, l'ho trascinata qui io!" 
Ecco la sua amica, quella con la parlantina che mi da informazioni preziose sulla situazione.
"Si chiama Cherry, ehi Cher, dai diglielo non fare la scontrosa!"
"Oh bel nome, un sacco figo! io sono..."
"Frank, si sei Frank...me lo sta dicendo da ieri Tiff! Non la riesco più a fermare, che dovrei fare? urlare? spogliarmi? cosa? ti sentiresti più a tuo agio se ti chiedessi un autografo?!"
"Ah ma allora sai chi sono!"
lo sa?
"No, cioè per me sei un Frank molto tatuato e un pò stalker a sto punto ok? è Tiff, che vi conosce, comunque siete bravi niente da ridire su questo!"
Risi nervoso. 
"Grazie! Beh, lui è Gerard! Allora, tu Tiff...lo conosci già no?"
L'amica di Cherry cambiò il colore in viso, diventò un arcobaleno, fece tutte le gradazioni dal rosso, al viola, al lilla. 
Oddio si, lei è una fan sembra quasi stia per svenire, però almeno non è isterica.
E guarda un pò Gee, come fa il carino, le stringe la mano e...m'insulta! Ecco, mi fa fare delle figure di merda me lo sento, però gli insulti non li sto capendo, forse perchè stò fissando troppo Cher, oppure perchè sto parlando troppo con me stesso.
"DIO MIO DA QUANDO SONO COSI' LOGORROICO?!"
Tutti si voltarono a fissarmi.
Shit. Ho urlato. Bella figura...complimenti Frank, sei geniale!
Cherry però sta ridendo. Ridendo come una pazza! Ah ma allora sono un grande!
"Sei forte, hai fatto lo stesso errore mio di ieri, da quello che mi ha raccontato Tiffany! Peccato che io ero proprio andata per l'alcol, tu invece sembri solo un pò imbranato!" 
La ragazza accompagnò la frase da un occhiolino.
 
Blackout. Sono completamente in tilt.

Note dell'autrice:

Eccomi di nuovo qui dopo una settimana senza internet.
Grazie mille per le recensioni, le ho apprezzate tantissimo, dire che mi ha fatto piacere è poco.
Sarà che mi sento impedita a scrivere questo tipo di storia, dato che non è il mio genere, ma i MCR li amo troppo per non provarci! 
Il punto di vista di Frank mi ha divertita un sacco mentre lo scrivevo, è proprio un piccolo pazzo! XD Spero piaccia anche a voi, aspetto la vostra opinione :)
A chi interessa metto qui la mia pagina fb cliccate qui

Alla prossima :)



 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** kiss me ***


 
 
 
"Ci beviamo qualcosa?" l'invito di Frank era rivolto a tutti e quattro i presenti nonostante con gli occhi si stesse rivolegendo a Cherry che rispose prontamente con un "Non si dice mai di no a un bicchierino!"
Gerard scrollò le spalle.
Lui non era mai stato uno socievole con gli sconosciuti.
Si definiva un timido cronico, almeno prima di prendere confidenza con chi si trovava davanti.
Come invidio quel pazzo di Frank in questi momenti...
"Tu bevi? offro io!" disse timidamente Tiffany con la sua vocina squillante mentre abbassava lo sguardo arrossendo violentemente in volto.
Mamma mia, quanto è bellooo! Che vergogna! Oddio il cuore, scoppia! Scoppia! Scoppio io qui!
Gerard sorrise impacciato.
La sua sicurezza svaniva ogni volta che scendeva dal palcoscenico.
"Ma dai...da quando in qua offrono le ragazze?" 
"Da quando incontrano chi per loro si esibisce divinamente!"
Tiffany era così. Sincera fino al midollo anche nelle situazioni che mettevano a dura prova il suo self control.
Buttò un'occhiata a Cherry che era al banco che rideva già sguainatamente accompagnata da Frank.
 
 
"Aaah mi ero ripromessa, basta vodka!"
"E per quale motivo?!"
La ragazza buttò giù un altro abbondante sorso e appoggiò rumorosamente il bicchiere al banco.
"Perchè penso a cose strane e..." scoppiò a ridere senza riuscire a controllarsi.
"Ecco per questo! Rido come una pazza! e faccio ancora più figure di merda del solito!"
Anche Frank rise. 
Era una tipa decisamente strana.
"Non ti fa male ridere! sembri una piuttosto arrabbiata!"
E il tuo bel sorriso non ti sta per niente male.
"Impressione tua forse..."
"Già, forse!"
Andiamo Frank, parla! Su, non far cadere così i discorsi. 
Lo sguardo del ragazzo scivolò sulla figura della sua nuova amica di bevute, la guardò in viso, assumeva delle espressioni bizzare, un momento era imbronciata, l'attimo dopo sembrava serena e spensierata. 
Indecifrabile.
Cherry era la sua nuova sfida.
"Hai un accento strano..."
"Sono australiana"
"Ah, ora spiegato il motivo per cui non ci conosci!"
"Bevi ancora?" lo interruppe bruscamente con quella domanda che tuttavia era stata posta con una punta d'imbarazzo.
Lo sguardo della ragazza vagava da una parte all'altra della sala, notò in quel momento che tentava in tutti i modi di non guardarlo direttamente negli occhi. 
Era li, davanti a lui aggrappata al suo bicchiere vuoto che aspettava una risposta.
Sei così ipnotico. Potresti essere un demone.
La voce del ragazzo la scosse dai suoi pensieri, "solo se facciamo un gioco!" esclamò Frank illuminando il suo volto con un sorriso furbo adornato dal piercing al labbro.
 
 
Tiffany e Gerard avevano alle spalle i loro amici.
Una canzone aveva iniziato a risuonare nel locale coprendo il vociare concitato delle persone attorno a loro.
Tiffany cominciò a canticchiare le parole della melodia che sentiva in sottofondo "My shallow heart's the only thing that's beating..."
Era persa tra una miriade di pensieri e soprattutto era così emozionata da non riuscire a parlare con quel ragazzo gentile che si trovava davanti.
Gerard accompagnò un'altra frase della canzone, guardando verso l'alto e facendo dondolare la bottiglia di birra che aveva in mano "Sometimes I wish someone out there will find me,till then I walk alone..."
La ragazza lo guardò, sembrava che lui ci credesse intensamente alle parole che stava cantando.
Davvero desideri che qualcuno ti trovi?
Il suo sorriso improvviso la spiazzò "I green day! Grandi!"
Gerard sembrava un bambino in quel momento, era tutto emozionato, prese fiato e continuò tutto entusiasta "Billie Joe è un mito!"
Tiffani si spostò la frangetta dagli occhi come per vederci meglio e sbattè le lunga ciglia che adornavano i suoi occhi nocciola come un cerbiatto.
"Ti piaccionoooo!!!???" il suo tono di voce assomigliava a un gridolino in quel momento.
Il ragazzo annuì "Li adoro! Quell'uomo canta in un modo...mi fa venire i brividi, ti giuro! Chissà se un giorno potrò mai lontanamente assomigliarli..."
"Farai la tua porca figura! Loro sono dei grandi! La mia band preferita, cioè non puoi capire! Oddio ma ci pensi?!!!"
"A...a cosa?"
"Che magari un giorno sfonderete e suonerete con i green day! Potrei morire!"
"Già anche io!" 
Forte la ragazza!
Il pensiero di Gerard venne interrotto da un grido e una risata inconfondibile.
Solo Frank Iero può ridere come un bambino! E urlare così forte da far tremare i vetri di questo posto!
I due si voltarono in sincrono.
"Oh-mamma-mia!" Tiffany riuscì a sibilare solo quelle tre parole alla visione che stava assistendo.
La sua amica era sul bancone del bar sdraiata.
Con una mano teneva penzolante una bottiglia di Tequila mentre implorava al ragazzo moro di non farle il solletico.
Frank bevve un lungo sorso e gridando come una sottospecie di cowboy in preda a un delirio, leccò il sale che aveva sparso sull'ombelico di Cherry e s'infilò in bocca una fetta di limone.
"Audace la tua amica!" Gerard rideva a crepapelle.
"Più che altro folle!" Disse di rimando Tiffany che non riusciva a cambiare l'espressione del suo viso.
"Frank non è da meno, solo lui può far delle cose del genere con una sconosciuta! Credo che...sia il momento di recuperare i bambini!"
 
 
In quel momento il moro cadde per terra senza smettere di ridere.
"Aaah rotoloooo!"
"Si, si sei proprio imbranato!" la voce della ragazza era impastata dall'alcol "Occhio che ti pestano!"
"Pesteranno anche a te, compagna di bevuta!" dicendo così prese Cherry per un braccio per tirarla piano sul pavimento accando a lui.
Si sentiva la testa tremendamente pesante, era come se il suo collo non potesse sopportarne il peso, così si appoggiò come sfinito con il capo al bancone.
Lei lo guardò in silenzio.
La mano di Frank non si era allontanata. La sentiva ancora lì,sul suo polso, non la stava stringendo era semplicemente appoggiata, come se fosse indecisa sul da farsi.
"Me la dai la mano?" domandò lei.
"Co..cosa? che?"
"No, intendo...per alzarmi su!"
"Oh...uhm, si certo! eheh, un momento eh, traballo se mi alzo!"
Frank sei uno scemo, indeciso.
La sua mano scivolò in quella piccola e morbida della ragazza, che la strinse saldamente.
Cherry ebbe un fremito.
Non fare la ragazzina.
Il contatto con la pelle dell'altro fu una scossa.
"a...al..mio tre?"
Balbetta...dov'è lo spavaldo di prima?
"uno"
Le luci divennero più basse.
"due"
Un brivido percorse la schiena di entrambi.
"tre"
Si trovarono in piedi, uno di fronte all'altra, alticci e straniti.
La mano di Cherry non riusciva ad abbandonare quella di Frank.
Potresti essere un angelo,il tuo tocco è magnetico.
Le luci blu intermittenti del locale non riuscivano a nascondere i lampi verdi che viaggiavano negli occhi del ragazzo che aveva davanti a pochi centimetri da lei.
Prendimi, prendimi. Voglio essere una vittima, sono pronto per il rapimento... lui moriva dalla voglia di baciarla.
Il suo sguardo scivolò sulle sue labbra rosa ricoperte da un filo di lucidalabbra.
Baciami, infettami con il tuo amore e riempimi del tuo veleno.
Cherry sentì il suo respiro caldo solleticarle il viso, si era spinto più vicino a lei, senza mollare la presa, come spinto da qualcuno.
Erano pericolosamente vicini.
Frank stava invadendo il suo spazio personale. Era uno sconosciuto, non sapeva nulla di lui eppure non riusciva ad opporsi, per la prima volta era come attratta da una calamita.
Non fece in tempo a ragionare, a pensare che quel comportamento non era da lei, a reagire scostandosi o mollandogli un ceffone, che le labbra del ragazzo si avventarono sulle sue.
Erano morbide e calde e lei non si oppose.
Le sue difese erano state annientate all'istante, sbriciolate da un bacio.
Il tuo bacio è cosmico.
 
"Bambini, abbiamo finito lo show?!" Gerard con la sua voce irruppe in quel momento.
Cherry spintonò Frank lontano da lei.
Dio che figura, passerò per una troietta!
Abbassò lo sguardo e si voltò verso l'amica.
"Andiamo!" esclamò frettolosa prendendo la mano di Tiffany e cercando di allontanarsi.
Niente più calore.
Le mani della ragazza erano di nuovo fredde nonostante l'alta temperatura.
Per un momento quella stretta l'aveva fatta sentire meno sola.
La solitudine.
La cosa che temeva di più al mondo era lì di nuovo all'attaco.
"Hey Playboy riprenditi!" Gerard scosse l'amico per una spalla.
Frank scivolò pericolosamente aggrappandosi a lui.
"Wow, wow! credo sia veramente ora di andare bello!"
"No, ma che dici, ci stiamo divertendo!"
"Oh, si! Una bellissima serata..." 
 
Tiffany riuscì a malapena a gridare "E' stato bello!! Grazie per la birra Gerard! Frank riprenditi!"
Si fece scappare un'occhiolino innocente mentre veniva trascinata via come una furia.
"Anche per me, cioè per noi, direi!" Urlò Gerard Accompagnando la frase da un cenno della mano sperando che la ragazza l'avesse sentito.
"Che fai Frankie russi sulla mia spalla?!"
"Non sto russando!"
"Fai un verso strano, rantoli?"
"Ma che..."
Il ragazzo si portò una mano alla fronte "Oddio Gee!"
"Oddio,cosa?"
"Il numero di cellulare!"
"Eh?"
"Gerard, non sono riuscito a chiederle il numero!"
"Sfigato!! ma quanto ci voleva?"
"Ma...ora che ci penso...che bastardo! Hai interrotto tutto!!"
"Frank quando bevi sei ancora più idiota del tuo normale!"
"Grazie!"
"Prego!"
"Dai oh, corriamo!"
"Corriamo dove?"
"Dietro a loro! Il numeroooo!"
Frank impacciato si fece spazio tra la folla.
Spintonò qualcuno e si ritrovò traballante.
Con lo sguardo cercava qualcosa che gli facesse capire che Cherry era a pochi metri da lui.
Niente da fare.
Arrivò alla porta e la spalancò spingendo sul maniglione antipanico con tutto il suo peso.
Davanti a lui sfrecciò una macchina con le due ragazze a bordo.
"NO!"
I suoi occhi si spensero come le luci dei fari in lontananza della vettura che aveva portato via la sua occasione.
Il polverone del parcheggio si abbassò nuovamente al suolo.
Polvere. Ecco cosa gli era rimasto.
Una mano pallida si appoggiò alla sua spalla.
"Vedrai che se è destino le ritroviamo!"
Gerard parlava pacato e con lo sguardo perso da qualche parte chissà dove.
"Da quando sei così fatalista?"
"Da adesso."
 
 
Note dell'autrice:
Rieccomi qui, questa settimana due capitoli della ff, si vede che è produttiva!
Tutto grazie alla nuova canzone di Katy Perry che mi ha dato l'opportunità di ritoccare un pò il capitolo che non mi convinceva del tutto.
Le frasi che infatti pensano Cherry e Frank sono della loro canzone.
Spero possa piacervi :D
Alla prossima.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Courage ***


 
 
Gerard quella notte non aveva chiuso occhio.
Per la prima volta non a causa di una canzone a cui mancava una strofa o un fumetto da perfezionare.
Il motivo era un'altro.
I suoi occhi verdi avevano vagato da una parte all'altra della stanza buia e le braccia erano rimaste incrociate sotto il cuscino.
Cos'era quella sensazione di vuoto improvviso allo stomanco che provava?
Si rigirò più volte tra le lenzuola senza trovare la posizione giusta a conciliare il suo sonno.
Avrò tempo per dormire quando sarò morto.
Si drizzò sul letto sbuffando.
Passò una mano tra i lunghi capelli rossi fuoco spettinati.
Tiffany.
Ecco che a quel pensiero il vuoto allo stomaco sparì lasciando spazio alle farfalle.
Forse il suo amico aveva ragione, quelle ragazze avevano qualcosa di speciale.
Potrebbe essere la mia svolta?
Guardò il suo riflesso allo specchio, rimanendo seduto sul materasso.
"Non ti sembra di peccare un pò di presunzione? Magari ha già un ragazzo, magari non le piaci...è solo una persona che apprezza la tua musica..."
Un cigolio della porta interruppe la conversazione con se stesso che stava sostenendo.
"Mikey?! Che ci fai dietro la porta?"
Suo fratello tossicchiò entrando nella stanza.
"Lo sai che ore sono?"
Gerard scrollò le spalle.
"Beh è tardi...e parli da solo...comunque...chi è che dovrebbe avere un ragazzo?"
"MIKEY!" 
"Shht non urlare ho detto che è tardi!"
"Ma sei peggio di una vecchia zittella! Ma cosa mi spii?!"
"Mi sono svegliato! Pensavo parlassi nel sonno ma invece..."
Impiccione.
"Torna a letto!"
"Solo se mi dici di chi parlavi!"
"Hai detto che è tardi vai a letto, sei piccolo tu!"
"Gne gne gne! Non mi arrendo Gee!"
Gerard lo sapeva bene, quel ragazzino gli avrebbe dato il tormento fino a che non sarebbe stato soddisfatto.
"Frank mi ha fatto conoscere una ragazza" un ampio sorriso gli illuminò il volto.
 
***
 
10.00 del mattino.
La Brea Avenue, West Hollywood.
Cherry parcheggiò il suo fuoristrada davanti l' High Voltage Tattoo.
Scese con un piccolo salto dall'auto, era troppo alta per lei, ma aveva un debole per i "macchinoni" come amava definirli.
Si tirò sulla testa gli occhiali da sole e si stiracchiò prima di entrare.
"Ehi ciao!"
"Ciao bella!" Dan sorrise vedendola sulla soglia.
Ormai Cherry era una cliente abituale del salone di Kat Von D, amava i tatuaggi e ne aveva alcuni, anche se non molto visibili perchè ben nascosti.
"Kat, sarà da te a breve!"
"No problem! Aspetto qui!" disse sedendosi sul divanetto nero e guardandosi attorno.
Adorava quell'atmosfera. 
Pochi minuti dopo si ritrovò sdraiata sul lettino con la famosa Kat Von D a lavorare sul suo corpo.
Il campanellino della porta risuonò.
Una voce già sentita da Cherry stava sbraitando entrando "Io mi domando chi è l'imbecille che parcheggia un mostro del genere qui davanti! Occupa due parcheggi quel fuoristrada!"
Dan ridacchiò senza alzare lo sguardo dal suo lavoro, mentre la voce continuava con un tono fiero il suo discorso "Ah ma ci ho pensato io bello! Sai che ho fatto?! Gli ho bucato le gomme!"
"TU COSA?!! IDIOTA VIENI QUI CHE NON TI VEDO!" 
La ragazza aspettò di vedere il volto che aveva toccato il suo gioiello di macchina.
Frank Iero si presentò davanti a lei. Lo sguardo di superiorità che aveva in faccia si sciolse in una smorfia di sorpresa all'istante.
"Eh no però! Sei una persecuzione tu!"
"Io...ehm..."
Tre giorni di seguito! E dire che Los Angeles è grande! Forse Gee faceva bene a fare il fatalista.
"Beh?! Allora? la macchina è mia per la cronaca!"
"Ah..." Frank stava boccheggiando.
"Incivile! Cretino!"
"Che bello rivederti Cher!" sorrise.
Un sorriso spontaneo, genuino.
Il cuore di Cherry rimbalzò violento.
"Ma...sei stupido? ti urlo contro e dici così..."
Frank notò il cambiamento nella sua voce. Ad un tratto sembrava più dolce e melodiosa.
"Hai anche tu la passione per i tatuaggi?"
Irrecuperabile. Non mi calcola. Cambia discorso. E' proprio inutile parlare con lui, fa come vuole.
"Si..."
"Non me l'avevi detto!"
"Non sai un sacco di cose!"
Il ragazzo prese una sedia che trovò li vicino e si appoggiò con le braccia incociate allo schienale per guardarla in viso.
Voleva sapere tutto di lei.
Cherry deglutii nervosa. Con un solo sguardo riusciva a renderla vulnerabile.
 
***
 
West Hollywood. Beverly Center.
Tiffany osservò gli otto piani di centro commerciale che aveva davanti a sé.
160 negozi tutti per te!
Gli occhi le s'illuminarono.
La parola shopping e Tiffany andavano a braccetto.
Amava la moda e le sue Yves Saint Laurent vertiginose che aveva ai piedi, né erano una dimostrazione valida.
"Certo che senza Cher non è la stessa cosa, le sue lamentele fanno compagnia!" disse tra sé e sé mentre prendeva il primo ascensore alla ricerca del negozio che faceva per lei.
La sua attenzione si catalizzò sulla vetrina di Burberry.
"Quella boorsaaa!!!" disse spalancando gli occhi e guidata come da una forza mistica superiore verso l'oggetto in questione.
Mentre era catturata da quelle borchie applicate sulla borsetta dei suoi sogni una scia di rosso si riflesse nella vetrina.
Tiffany si bloccò all'istante.
Rosso infuocato.
Prese coraggio e si voltò di scatto.
Non stava sognando ad occhi aperti. 
Gerard Way camminava con le mani nelle tasche dei suoi Jeans stretti a pochi passi da lei.
Il ragazzo si sentì osservato, alzò lo sguardo e in quel momento la vide.
Era lì, stetta in una maglietta semplice bianca e nei suoi shorts di jeans scuro, su quei tacchi che la facevano sembrare una vera donna.
"Ciao Tiff! Ci si rivede!"
Il suono caldo della sua voce scosse la ragazza da cima a fondo.
Per lei era come aver davanti la sua star preferita. Era emozionante. Uno dei ragazzi più desiderati da quelle parti prestava attenzione proprio a lei.
Se questo è un sogno è ancora meglio dello shopping, lo giuro!
Un timido "Ciao Gee!" affiorò sulle sue labbra.
"Tutto bene? La tua amica pazza non è con te?"
Tiffany scosse il capo in segno negativo, scompligliandosi un pò i capelli.
"Doveva farsi un tatuaggio, è fissata con Kat Von D, ha preso appuntamento un sacco di tempo fa ed oggi era il gran giorno per ciò..."
"Non mi dire..." la interruppe lui con la faccia sorpresa all'inverosimile.
"E' proprio l'anima gemella di Frank, un'altra fissata!"
Non riuscì a trattenersi dal ridere.
"E il bello è che...anche Frankie oggi ci andava!"
"Cooosa?!"
"è grave?!"
"Cherry Ryan è un pericolo pubblico! soprattutto ora che è stata baciata!"
Lo sguardo di Gerard si fece confuso.
La ragazza gli si avvicinò gettando uno sguardo furtivo intorno a lei come se gli stesse per svelare un segreto di stato "Devi sapere...che...non si fida delle persone, la vita le ha riservato parecchi colpi bassi ed ora cerca di mantenere le distanze...Frank, poveretto...non sta rispettando questa cosa! Bisogna saperla prendere Cher, fidati!"
"Il ragazzo ha la pellaccia dura!" Gerard non sembrava troppo preoccupato, forse perchè sapeva cosa aveva già passato il suo amico.
"E' stato per anni con una ragazza, Jamia, la signorina è sparita da un giorno all'altro, puff!" il ragazzo mimò il suono per poi riprendere il discorso "ha fatto sparire le sue tracce, nessuna spiegazione. Non ha più voluto storie, non sai quanto si è tormentato...insomma...sono simili da un certo punto di vista mi sa!"
"Lo spero per lui!"
"Ma parliamo di te..."
Gerard era stranamente loquace.
Tiffany lo metteva di buon umore, averla accanto era naturale per lui, non poteva definire in altro modo quella sensazione. Era a suo agio e desiderava conoscerla meglio.
In lei aveva trovato qualcosa che sapeva non poter lasciar perdere.
 
***
 
Frank e Cherry camminavano lungo il viale costeggiato dalle alte palme, sotto il sole caldo di mezzogiorno.
"Non posso crederci che tu mi abbia bucato le gomme dell'auto, a quest'ora potevo avere la mia preziosa aria condizionata!"
Cherry tentava di farsi aria con la mano, mentre alcune piccole goccie di sudore le perlavano la fronte.
"Soffri il caldo?" le domandò il ragazzo assumendo uno sguardo preoccupato.
La vide improvvisamente provata.
"Quando non tira nemmeno un filo di vento, purtroppo si..." 
La sua voce era pacata, i grandi occhi scuri contornati da una spessa linea di matita nera guardavano avanti spegnendosi lentamente.
"Ci fermiamo a prendere qualcosa ok?" 
"No, Frankie...devo raggiungere Tiff, ho promesso!"
Frankie, mi ha chiamato con un nomignolo!
Il ragazzo cercò di darsi un contegno, ma quel piccolo particolare l'aveva messo in subbuglio.
Un sorrisetto gli alzò gli angoli della bocca.
"Senti..." non finì la frase perchè la ragazza lo interruppe.
"Riguardo a ieri..."
Le guance le si colorarono di un rosso acceso.
"Avevo bevuto molto ok?!"
E' stato bellissimo invece cazzo!
I suoi pensieri non erano d'accordo con le sue parole, eppure continuava a parlare.
"Tutto chiaro." Il ragazzo aveva il magone. Quelle due parole le disse piano ma la ragazza le udì.
La guardò, aveva lo sguardo basso, nascosto dal lungo ciuffo moro, notò che si mordeva piano il labbro inferiore, improvvisamente le sembrò così fragile e indifesa che voleva solo abbracciarla.
Frank la prese per il polso, fermando la loro camminata.
"Cher..."
Nessuna risposta.
"Dimmelo guardandomi negli occhi, ti chiedo solo questo"
Perchè non ci credo, ho sentito qualcosa e sono sicuro che anche tu hai provato lo stesso.
Lui voleva buttarsi. Non importava se quello che stava facendo era un salto nel vuoto. Alla peggio si sarebbe schiantato al suolo. Era già sopravvissuto.
"Non fare così, per favore..."
Il ragazzo era sorpreso, la sua voce per la seconda volta in quella mattinata era dolce, lo stava implorando.
Quella gentilezza lo spiazzava, faceva a pugni con il carattere da peperino che aveva avuto fino a quel momento.
La morettina lo guardò improvvisamente pallida, le labbra si mossero come per far uscire la voce, ma l'unico suono che riuscì ad emettere fu un flebile "Frankie..." prima di svenire tra le sue braccia.
 
***
 
Al tavolino del bar Tiffany mescolava nervosa il suo cappuccino caldo.
Sto facendo colazione con Gerard calma.
Deglutii nervosamente cercando di non fissarlo troppo.
Il ragazzo la guardò divertito.
"Puoi rilassarti non mordo!" sorrise dopo quell'esclamazione mentre batteva le dita sul contenitore del suo caffè annacquato.
Un sorriso che provocò una vampata alla ragazza.
Tiffany si schiarì la voce "non...non sono nervosa!" 
Mentì spudoratamente. 
Non era mai stata brava a raccontare le bugie e quell'affermazione le era uscita in modo veramente pessimo.
"Ti andrebbe di venire alle prove domani pomeriggio?"
"Scherzi?"
"Mai stato così serio! Si insomma...se ti va!"
"Eccome! vi seguo da quando stavate ancora nel New Jersey!"
"Allora sei proprio la persona giusta da invitare! Non succede spesso che qualcuno venga alle prove...Anzi...non succede mai!"
La ragazza si sentì lusingata ed emozionata.
Gerard con quella frase la fece sentire speciale. Unica in un certo senso.
"Ah ovviamente porta Cherry!" aggiunse facendole l'occhiolino.
"Lo farò sicuramente! Siamo peggio di due gemelle siamesi, è come fosse mia sorella!"
"Capisco cosa intendi!"
La ragazza avvicinò la tazza fumante alle labbra e bevve un lungo sorso.
Appoggiò il resto del suo cappuccino piano sul tavolino come per non far rumore.
Il ragazzo la fissò.
Tiffany si sentì mancare l'aria.
"Hai..." iniziò con voce flebile "Hai un pò di schiuma sulle labbra..."
"La solita pasticciona..." fece per pulirsi quando la sua mano venne fermata per il polso a mezz'aria.
"Ferma!" 
Gerard si era alzato dalla sedia come un fulmine e la sua presa l'aveva bloccata.
"Faccio io..."
La sua voce uscì in un sussurro. 
Un sussurro che andò a poggiarsi sulle sue labbra e si trasformò in un bacio morbido, caldo, dolce.
Stò sognando.
La suoneria del cellullare di Tiffany interruppe quel momento.
"Scusa...io..." Il rosso era tornato il timido cronico di sempre e sentì l'imbarazzo prendere possesso di lui.
Son diventanto folle come...
"Frank" la voce della ragazza finì il suo pensiero.
"Come?"
"Frank ha mandato un sms dal cellullare di Cher dicendo che è svenuta, puoi portarmi da lui?"
 
"Cosa ha combinato quell'idiota?"
 
 
 
Note dell'autrice:
Eccomi di nuovo qui! Ho aggiornato in fretta rispetto all'inizio, spero continui a piacervi e siate curiose di vedere come si svilupperà il tutto.
Ho apprezzato tantissimo le prime recensioni, se avete voglia ditemi la vostra perchè mi fa davvero piacere! 
A presto romancer/killjoys!

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** The truth ***


 
 
Due grandi occhi scuri si spalancarono improvvisamente.
Cherry sbattè le palpebre per cercare di capire dove si trovava ed avere un immagine più vivida di quel posto.
Si portò una mano alla testa mentre cercò di alzarsi dal divano nero sul quale si trovava ma un capogiro non glielo permise.
"Ehi, ehi fai piano Cher, stai giù!"
La ragazza ubbidì facendo una smorfia e soffocando una mezza imprecazione.
La voce che aveva sentito era di Frank che la guardava apprensivo dal pavimento porgendogli un bicchiere d'acqua.
"Bevi un pò..."
"Ma..ma dove siamo?"
"A casa mia, dai bevi!" insistette il ragazzo.
Cherry bevve di malavoglia.
Si sentiva una stupida a star sdraiata con lui che la guardava con quegli occhi.
Uno sguardo preoccupato e dolce.
Uno sguardo che la catturava, la incatenava, la ipnotizzava.
E' come affogare.
"Come ti senti?"
"E' ok, è stato il caldo...ora me ne vado tranquillo!"
"Rimani quanto vuoi!"
Quelle tre parole erano uscite di getto dalla sua bocca.
Sono il solito impulsivo maledizione.
Cherry cercò nuovamente di alzarsi, questa volta ebbe successo e si mise seduta con le gambe incrociate.
Il suo sguardo vagò per la stanza.
Il caos regnava li dentro. Un mucchio di cd, abiti, libri e dvd faceva da tappeto al pavimento in parque scuro che era quasi difficile da individuare.
Alle pareti erano appoggiate alcune chitarre e due amplificatori Marshall sui quali erano state abbandonate alcune lattine di coca cola.
"Come siamo arrivati in questo posticino?" domandò divertita.
"A piedi! Ah per la macchina tranquilla, domani te la riporto."
A piedi...questo vuol dire che...
"Hai fatto tutto il tragitto con me in braccio?!" la voce era leggermente stridula per la sorpresa e l'imbarazzo.
Frank rispose con un cenno affermativo del capo "guarda che mica sei pesante..."
Cherry nascose il viso dietro alle sue mani.
Stava sprofondando per la vergogna. Continuava a trattare male quel ragazzo e lui si preoccupava per lei.
Devo finirla di fare la stronza.
Ma sapeva bene che tra dire e il fare di mezzo c'è il mare.
 
La porta si spalancò con un rumore simile ad un boato che fece sobbalzare Frank che cadde all'indietro sul pavimento sibilando un "Ahia cazzo!"
Gerard sembrava aver dimenticato a casa le buone maniere, forse per la preoccupazione di Tiffany che l'aveva agitato a tal punto da non controllarsi e sfondare quasi la porta.
"Che le hai fatto? Piange addirrittura!" Esclamò il rosso con una smorfia di disappunto e alzando le braccia al cielo.
"Amico, che stai blaterando?" Frank era confuso.
Tiffany si gettò di corsa al collo dell'amica che si tolse le mani dal volto svelando agli ultimi arrivati che non stava piangendo.
"Oddio stai bene? Mi fai preoccupare!"
"Ma come..." 
Cherry venne interrotta dalla parlantina a raffica che le stava rimbombando nell'orecchio.
"Ma non avevi l'aria condizionata? Oddio per fortuna c'era Frank, come facevo se ti succedeva qualcosa? che spavento non farlo mai più!"
"CALMA! RESPIRA TIFF!!"
Tutti i presenti si bloccarono. 
Cherry sospirò prima di riprendere il controllo "Sto bene, solo un colpo di caldo...ma come siete arrivati qui? Ehi Gerard, complimenti sembravi un poliziotto da come hai aperto la porta!"
Ironia pungente nella voce di Cher, ok sta davvero bene!
"Mi ha mandato un sms dal tuo cellulare e Gerard mi ha accompagnata..."
"Momento!" ora era Frank ad aver interrotto.
"Uscite insieme voi due?"
"Eh giusto! Domanda lecita!" rincarò la dose l'altra ragazza.
Entrambi gli interrogati abbassarono lo sguardo.
Tiffany sentiva il le sue guance prendere fuoco ripensando al bacio di poco prima.
"Ci...ci.."
"Eh si, cip cip! Bello!" lo prese in giro Frank.
"Dannazione Frank taci! Ci siamo incontrati e siamo rimasti a parlare!" sbottò Gerard.
E l'ho baciata. E' stato magico.
"E comunque...guarda qui che casino! Ehi ma ti pare? sembra una discarica!"
Inutile tentativo di sviare la conversazione, Gee...ti conosco troppo bene! Nascondi qualcosa!
Frank conosceva Gerard meglio di se stesso. Sapeva quando mentiva o non gliela raccontava giusta, quei due nascondevano qualcosa.
Una relazione clandestina! Ah, ah! vi ho scoperti!
I suoi viaggi mentali vennero interrotti dalla mano di Cherry che gli si posò piano sulla spalla.
"Grazie Frank"
Stava sorridendo. Sorrideva per lui, le era grata per come si era preso cura di lei. Cosa che pochi avevano fatto e non dava certo per scontato.
"Non c'è di che!"
"Allora noi andiamo!" disse Tiffany più tranquilla prendendo sottobraccio la sua amica.
"Volete che vi accompagno? Ho il furgone qui die..."
"Ahh Frank ma che dici! non vorrai piazzarle su quel catorcio! Ho la macchina io se mai!"
"No scusa catorcio al mio furgone no! anche lui ha dei sentimenti!"
"Oddio, gli ho toccato il furgone..."
I due amici sembravano improvvisamente regrediti all'età di sei anni. Battibeccavano e facevano a gara su chi era più adatto a portare a casa le due ragazze.
"Andiamo a piedi!"
"Si così svieni di nuovo!"
Lo sguardo di Cherry fulminò il moro.
"Senti tu..."
No, no, no, si carina...su!
"Maledizione!"
"Uhm..." Tiffany aveva intuito la battaglia interiore dell'amica e intervenne in suo aiuto "Prendiamo un taxi! Non vogliamo disturbarvi! ci vediamo domani alle prove!"
A quelle ultime parole il suo sguardo s'illuminò ed ebbe un colpo al cuore quando Gerard le regalò un occhiolino accompagnato da uno splendido sorriso.
 
 
Il tempo che le due ragazze uscirono e Gerard si buttò sul divano di Frank sospirando.
"Coglione!"
"E perchè adesso?"
Il rosso rise istericamente "Scommetto non le hai chiesto il numero di cellulare nemmeno questa volta!"
Frank alzò il sopracciglio con uno sguardo di soddisfazione intensa.
"Non è servito...mi son fatto uno squillo sul mio mentre aspettavo si riprendesse!"
"Ma...Frankie! Ma non si fa così!"
Non ci posso credere e guarda la faccia da schiaffi che mi fa! E' un matto.
"Più che altro...sta storia delle prove?!?"
"Beh?! Che c'è? non si può?"
Che domande. 
Lo sguardo del moro lasciava intendere che la cosa era piuttosto ovvia.
"Oh ho invitato pure la pazza!"
"Ehi si chiama Cherry!" disse mollandogli un pugno sulla spalla.
"Ohi, ohi! La difende! Qui ci stanno di mezzo dei sentimenti!"
"Anche da te ce ne stanno, sputa il rospo, SUBITO! A Frank Iero non nasconderai mai nulla!" 
Il ragazzo si passò una mano tra i capelli infuocati.
La vera fiamma era quella che si era accesa dentro di lui incrociando gli occhi di quella ragazza che riuscivano a penetrarlo nel profondo, a scrutare ogni suo piccolo angolo e a cullarlo dolcemente per poi farlo bruciare.
"Non importa averci scambiato poche parole...è una sensazione a pelle. Sento che se lasciassi perdere, potrei rinunciare a quello che forse sarebbe l'amore della mia vita."
Frank non parlò, si limitò a stare in silenzio e ad offrirli una sigaretta dopo essersi acceso la sua.
"Ti sembra esagerato?"
"Affatto"
 
***
 
Casa di Cherry.
"Raccontami tutto." 
Non amava le mezze vie era diretta e concisa. Aveva letto negli occhi dell'amica che era successo qualcosa.
Ogni volta che Gerard le aveva rivolto uno sguardo il suo si era acceso di una luce brillante ed ora esigeva delle spiegazioni.
"Ok! sono andata al centro commerciale no?!"
"Si, Tiff, certo, arriva al sodo non m'interessano questi dettagli ovvi! su!"
"Uffaaa!" 
"Una birra?"
"Si, meglio!"
Cherry le passò una bottiglia di birra e se ne aprì una per lei cominciando a fumare una sigaretta.
L'amica si portò alla bocca il liquido, il sapore non aveva nulla a che vedere con quello dolce e amaro del cappuccino di quella mattina. 
Mi ha baciata...un bacio al cappuccino...
"Ehi, allora?!"
"Siamo andati al bar dopo esserci incontrati e...mi ha baciata!"
La cenere della sigaretta finì ovunque per colpa di un gesto convulso compiuto dalla ragazza che spalancò gli occhi.
"E' successo tutto in fretta, mi ha colto alla sprovvista e..."
"Piaci al pel di carota!"
"E' rosso, non carota!"
"Stessa cosa!"
"Nooo!"
"Ti è piaciuto?!"
"Indescrivibile!"
"Lui ti prende un sacco eh?!"
Tiffany si strinse nelle spalle e iniziò a disegnare delle strane figure immaginarie sul piano della cucina.
"E' molto dolce e sensibile, è bello e simpatico e..."
"Sono felice per te, tesoro! Se ti tratta male, famoso o no, lo faccio nero, non si fa del male alla mia sista!"
"Grazie!" Tiffany abbracciò la sua amica e sistemandole i capelli dietro ad un orecchio.
"Cosa mi dici di Frank?"
I battiti di Cherry accellerarono.
Dalla sua bocca uscì un muguloio strozzato e qualcosa d'incomprensibile.
"Ti piace di la verità..."
"Vedremo!"
"Ah, non è un no!"
"Eddai!"
"Domani tanto lo rivedi, andiamo alle prove!"
Aveva usato il plurale.
"Non fare quella faccia, so che lo vuoi!" Tiffany assotigliò gli occhi e sfoggiò un sorriso furbo.
"Ok, lo ammetto è una figata!"
 
In quella giornata quattro destini si stavano lentamente intrecciando in modo indissolubile tra loro.
Se quegli incontri avrebbero portato a qualcosa di buono o meno solo il tempo lo avrebbe svelato, ma ciò che sentivano tutti e quattro in quel momento era solo la voglia di scoprirsi insieme e viversi quella piccola felicità che stava scalpitando dentro di loro.
 
 
Note dell'autrice:
 
Ciao a tutti, per questa settimana è l'ultimo capitolo, non penso riuscirò a postare prima di Lunedì XD
Il capitolo precedente mi è piaciuto di più, non so...qualcosa mi convince poco, ad ogni modo spero piaccia a voi!
Bye!

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Confessioni ***


 
 
Occhi verdi.
Quello sguardo dolce e profondo a cui lei non riusciva a resistere.
Due calamite dalle quali era maledettamente attirata.
"Voglio stare con te!" La sua voce era melodiosa come quando cantava le sue canzoni e un sorriso simile a quello di un bambino illuminò il volto del ragazzo mentre pronunciava quelle poche parole.
Tiffany sentì mancarsi la terra da sotto i piedi.
Poi una scossa.
Un terremoto?
L'espressione di Gerard era rimasta invariata sul suo volto, sembrava non essersi accorto di nulla. Era lì che la guardava come incantato in attesa di una risposta.
"Tiff!" Improvvisamente la voce di Cherry irruppe in quella scena surreale.
"DOVE CAZZO SEI?" Il tono si alzò, Tiffany fece una giravolta su se stessa senza però riuscire a vedere l'amica.
"NON TI SARAI..." La ragazza aprì gli occhi di soprassalto "ADDORMENTATA?!".
Stavo sognando.
Girò la testa verso il comodino sul quale si trovava il suo I phone illuminato da cui proveniva la voce di Cherry.
Sta sbraitando con la segreteria.
"Muoviti! Svegliaaaa! Sveglia! Dovevi già essere quiii!"
Biiip.
Il suono che annunciava la fine del tempo disponibile per lasciare un messaggio era scattato facendo cadere la linea.
Ancora intontita la ragazza si tirò su sbadigliando, le sue iridi castane si posarono sull'orologio.
Le dieci e mezza...
"ODDIO LE DIECI E MEZZAAAA!!!" urlò dimenandosi tra le lenzuola e rischiando di cadere dal letto.
Quel sogno l'aveva incastrata. 
In tutti i sensi.
La suoneria del suo cellulare risuonò prepotente nella stanza, il nome di Cherry lampeggiava sullo schermo.
"SiAmoLoSoScusa!AnziGrazieCheMiHaiSvegliataLitigandoConLaMiaSegreteria!" disse tutta la frase senza respirare, come se quel gesto potesse dargli più tempo.
"Muoviti!"
"Rilassati Cher!"
"No!"
"Ma come no?! su! Arrivo, dai tranquilla!"
"Non voglio che mi trovi da sola in casa!"
"Stiamo parlando di Frank, non di un killer seriale!"
Un borbottio incomprensibile venne pronunciato dall'altra parte del telefonino.
"Dai metti giù che faccio prima così! Ci vediamo tra poco e Cher..."
"Dimmi..."
"RESPIRA!"
 
 
***
 
Il rombo di un motore catturò l'attenzione di Cherry.
Non era la macchina di Tiffany quella che si stava fermando nel vialetto di casa sua, il rumore era sconosciuto alle sue orecchie, sapeva solo che si trattava di una moto.
Uscì sulla soglia, venendo investita dal calore del sole estivo e dalla luce.
Si portò una mano davanti agli occhi e lo vide.
Frank in sella ad una Kavasaki Ninja verde brillante aveva appena parcheggiato davanti a casa sua.
Si sfilò il casco con gesto deciso lasciando che i capelli mori lunghi gli ricadessero sulle spalle.
Una visione.
Cherry si sentì le gambe deboli.
Ci manca solo che svenga un'altra volta.
"Hey Cher!" la voce calda del ragazzo la scosse tutta, tanto che riuscì a rispondere solo con un cenno del capo.
"Tiffany?"
"Dov'è la macchina?!"
"Ehi, non si risponde a una domanda con un'altra domanda!"
"E' in ritardo."
"Gerard ha insistito perchè non venissi con il mio rottame! La tua macchina ti aspetta in sala prove, vi faccio strada con la moto, se vuoi salire con Tiff, altrimenti..."
"Non se ne parla!"
"Hai paura della moto?"
Ho paura di te.
"No, amo le moto!"
Un sorriso beffardo e di sfida si accese sul volto del ragazzo.
Era un invito a salire con lui.
"Bugiarda..."
"Non dico bugie!"
"Allora sali con me dopo!"
Cherry sbuffò arrendendosi. 
Arrendersi. Poteva solo fare quello alla vista di quel ragazzo.
Lui riusciva a catturare ogni parte di lei, faceva cadere tutti i muri che innalzava faticosamente, riusciva a fermare il rumore dei suoi pensieri con la sua sola presenza.
"Vuoi entrare?" domandò timida.
"Volentieri!" 
Appena varcata la soglia dell'abitazione un cane nero corse incontro scodinzolante al nuovo arrivato.
"Ehi! Rocky non iniziare!" 
"Ma no lascia!"
"Ti salta addosso, non ti mollerà più il bastardo!" 
Nell'ultima parola Frank aveva colto l'affetto con cui in realtà la ragazza si riferiva all'animale. 
Ancora si domandava come mai fosse così fredda all'apparenza, perchè volesse nascondere quella dolcezza che nascondeva e costudiva gelosamente dentro di se.
Vorrei potessi condividere con me tutto.
"Adoro i cani!" disse accarezzando energicamente la testa dell'animale che sembrò gradire tutte quelle attenzioni.
I suoi occhi si spostarono posandosi poi sui muri colorati della casa, erano decorati da cornici pieni di fotografie, alcune ritraevano le e Tiffany in pose simpatiche, altre mostravano paesaggi e persone a lui sconosciute.
"Hai la passione per le foto vedo..." si lasciò scappare un sorriso mentre continuava a curiosare con lo sguardo un pò ovunque.
"Si...studio fotografia...mi sono trasferita qui oltre che per star più vicina a Tiff, anche per studio, vorrei diventare una fotografa professionista un giorno..."
"Direi che sei sulla buona strada! Magari un giorno fotograferai anche me! Sono fotogenico sai?"
"Non ne dubito!"
La ragazza dopo quelle parole che le uscirono prepotenti dalle morbide labbra si coprì la bocca con un gesto automatico della mano.
Ti stai aprendo Cherry Ryan.
Cherry si schiarì la voce, prendendo ad accarezzare il suo cane e venne interrotta nuovamente dalla voce del ragazzo che sembrava esser in preda all'euforia "E quella?! Una Fender! suoni?!"
"Suonare è un parolone! Strimpello qualcosa!"
"Grande!"
Ti prego Tiff, ti prego cerca di sbrigarti perchè io non riesco più resistere a quegli occhi da bambino che mi ritrovo davanti.
Le preghiere di Cher vennero esaudite, in quel momento il campanello suonò.
La ragazza si precipitò alla porta con una spinta che aveva dell'assurdo.
"Ohi ciao!"
"Ciao andiamo!"
"Ehi devi salire con me tu!" le corse dietro Frank, che non voleva certo farsi perdere l'occasione.
"Ciao Tiff!! Stacci dietro! Ti faccio strada!" disse facendole l'occhiolino.
Quanta fretta questi due. Sta mattina si corre a quanto pare...non bastava strapparmi dal mio bel sogno!
 
***
 
Tiffany faticò a star dietro alla moto di Frank.
Sembrava un pazzo con quella, aveva fatto delle pieghe in curva durante il tragitto che si era meravigliata che l'amica non fosse finita col sedere a terra.
Ma ora sentiva solo le palpitazioni del suo cuore che sembravano coprire qualsiasi altro suono.
Gerard si avvicinò raggiante e la strinse per salutarla.
Un gesto spontaneo che lasciò di sasso un pò tutti, lui stesso compreso.
"Allora siete pronte ragazze?" domandò alle due tutto estasiato.
"Certo!"
"mmh si"
"Questa indecisione Cherry è dovuta a..."
"Niente, Niente! Solo ho rischiato la vita col tuo amico, ora mi riprendo!"
"Sei coraggiosa ad essere salita con lui, nessuno di noi ha mai voluto tentare, Ray e Mikey hanno già sistemato tutta l'attrezzatura, prego entrate!"
Al di là del portellone bianco di un garage c'era tutto un mondo di musica da scoprire. Una vera e propria sala prove.
"Ciao ragazze, sedetevi pure!" disse Mikey un pò timido indicando un paio di poltrone blu.
"Bene, direi che ci siamo..." Gerard prese in mano il microfono e annunciò "è un onore avere un bel pubblico come voi qui oggi...perdonate l'emozione, non siamo abituati a portare nessuno qui!"
Ecco di nuovo quella sensazione che si fece strada in Tiffany, la sensazione di essere importante, la sensazione che gli occhi di Gerard verdi smeraldo fossero solo per lei.
Placa i viaggi mentali, Tiff, è stato solo un bacio.
Un bacio che la tormentava.
Un bacio che era un'ossesione per ognuno di quei quattro ragazzi.
Uniti in un unico dubbio.
"Potrò essere qualcosa per lei/lui?"  Un'unica domanda che li teneva sul filo del rasoio.
Gerard aveva iniziato a cantare. In ogni sfumatura della sua voce, in ogni parola di quelle canzoni, ci metteva tutto se stesso, ogni emozione.
E quella voce faceva vibrare le corde dell'anima di Tiffany che si perdeva nella melodia, nelle note, nel suono dolce, duro, amaro e sofferto che si diffondeva in quel garage.
Il posto che racchiudeva un grande sogno per quei quattro ragazzi.
Provò una sorta di calore dentro di lei, guardandoli così impegnati a suonare, a crederci. Provò qualcosa che le scatenò qualche piccola lacrima che ricacciò indietro. Non voleva passare per una stupida.
La ragazza guardò l'amica. 
Cherry sembrava persa, in quel mondo. 
I suoi occhi cercavano di non fermarsi troppo sulla figura di Frank, ma in lei si stava facendo spazio sgomitando violentemente un nuovo sentimento e Tiffany glielo leggeva a caratteri cubitali in fronte.
Le si avvicinò e le strinse la mano "dovresti tentare..." gli occhi scuri e grandi dell'amica la guardarono, dalla sua bocca però non uscì una sola sillaba. Nessuna frecciatina.
Il carisma di quei quattro era contagioso, tanto che le due si ritrovarono a saltare e ad emulare una sottospecie di pogo a due.
Cosa che i ragazzi gradirono particolarmente. 
"La festa è finita!" esclamò Gerard passandosi una mano tra i capelli rossi e ringraziando il loro piccolo pubblico.
"Un calore fenomenale! Siete peggio di me, quando mi rotolo per terra suonando!" intervenì Frank.
"Fossero tutte con un minimo della vostra energia...è stato un piacere suonare per voi!" aggiunse Ray.
"A me fa piacere se tornano!" disse Mikey dando una spintarella al fratello.
"Direi che sono tutti d'accordo, beh ragazze, ora sapete dov'è il nostro covo, potreste diventare membri ufficiali!"
"Puoi urlarmi nelle orecchie come con la segreteria Cher?!" Tiffany pensava di star sognando ancora una volta quel giorno.
L'amica si limitò a pizzicarla.
"Ahi!"
"Sei sveglia! Tranquilla!!"
Cherry le fece la linguaccia per poi aggiungere "Beh io torno volentieri a vedervi!"
"Cosa le avete fatto?!" scherzò la sua amica rimanendo sorpresa da quell'affermazione.
Sei proprio andata mia cara, è ora di ammetterlo.
 
***
 
Gerard era all'interno della casa che possedeva il garage.
La piccola villettina bianca da sogno era di Ray.
"Cosa ti va di bere?" domandò a Tiffany con la testa dentro al frigo dell'amico come se fosse a casa sua.
"Abbiamo...mmh..redbull, birra, redbull, birra...e ancora redbull! Quell'uomo non ha poi una vasta scelta, possiamo al limite rimediare sull'acqua!"
"Una birra va benissimo!"
"E birra sia!"
Dopo qualche sorso calò il silenzio.
Quanto sei bella...
Il ragazzo bramava le sue labbra, voleva assaggiarle ancora una volta.
Gee, vacci piano! Già una volta sei stato precipitoso, "chissà che ha pensato?"
"Chi ha pensato cosa?" domandò innocentemente Tiffany sentendolo parlare.
"Ecco ho fatto una figuraccia!"
"Ma dai capita! Sapessi quante ne faccio io! Però ora sono curiosa!"
Buttati. Al limite ti fai male. 
"Beh, uhm...mi domandavo...cos'avessi pensato ieri mattina, quando...si insomma, io..."
"Quando mi hai baciata..." A Tiffany spuntò un sorriso a fior di labbra, mentre si accese una sigaretta.
Silenzio.
Come nel sogno di quella mattina. Lui era li che aspettava una risposta da lei.
"Sarei una bugiarda a dirti che non mi è piaciuto..."
Deglutii nervosa, guardando altrove, un pò imbarazzata per quella confessione fatta su due piedi.
Si domandava da dove le venisse tutto quel coraggio improvviso.
Ma l'unica risposta che ebbe fu Gerard che la strinse a sé come a non volerla far scappare dalle sue braccia. Come se potesse scomparire nel modo in cui era comparsa nella sua vita.
Silenziosa e in punta di piedi.
"Spero non ti dispiacerà..." disse con un filo di voce lui.
"Cosa?" domandò lei inspirando a fondo il profumo del ragazzo.
Fragole selvatiche.
Quel profumo intenso le solleticò le narici mentre veniva spostata leggermente più lontana da lui.
"Spero non ti dispiacerà, per questo!" Disse Gerard in un sospiro mentre si buttò a capofitto ancora una volta sulle sue labbra.
 
***
 
All'ombra di una palma nel giardino di Ray, Frank e Cherry fumavano una sigaretta.
Il ragazzo era appoggiato al tronco cercando un pò di aria fresca in quella giornata che sembrava esser all'insegna dell'afa.
"Siete molto bravi. Mi piace il vostro sound!" disse la morettina buttando fuori un pò di fumo.
Guardava il cielo azzurro di Los Angeles e cercava di captare il rumore del mare distante non troppo da lì.
Un rumore che la rilassava. Che la faceva sentire in pace con se stessa.
Solo lo scrosciare impetuoso delle onde ed ora Frank fermavano il rumore dei suoi pensieri.
Un caos implacabile da tempo nella sua testa.
Frank rimase in silenzio, non aveva perso una parola della voce della ragazza ma una battaglia interiore stava definendo la linea da adottare per quella situazione.
Mi piace. Vorrei stare con lei, scoprirla. Ma se poi finisse? Se mi rifiutasse. Mi sono già bruciato una volta.
Era paura di soffrire quello che lo stava frenando?
Al diavolo, sarebbe meglio viversela anche solo per poco che non provarci.
Raccolse tutto il coraggio di cui disponeva e con voce decisa prese a parlare.
"Io non ho ancora capito cosa pensi di me..."
La ragazza buttò la sigaretta e la spense energicamente con la scarpa.
"Ma sai, poco importa ok? Non m'interessa più, non me ne frega un bel niente se eri ubriaca quella sera, se non hai sentito nulla quando ci siamo baciati...e sai perchè?"
Cherry alzò un sopracciglio, aveva un'espressione indecifrabile ma dentro stava tremando. 
Le sue difese si stavano sgretolando sotto quelle parole aspettando il resto di ciò che aveva da dire quel ragazzo che era partito per la tangente.
"Non m'interessa perchè so quello che ho provato io. Quello che mi hai fatto tu, è stato come morire e rinascere, ho sentito una scossa, sei stata un elettroshock. Mi ero ripromesso di non catapultarmi più come un pazzo in una storia, perchè mi era stato fatto troppo male, ma cos'è una vita senza una persona accanto? Posso farmi scappare una scarica di adrenalina come te?!"
Gli stava aprendo il cuore. Glielo stava offrendo su un piatto d'argento e lei in quel momento era libera di farne ciò che voleva.
Avrebbe potuto sputarci sopra e calpestarlo.
Ma la sua scelta fu diversa.
"Smettila di blaterare Frank, intesi? Tutte queste parole mi stanno facendo scoppiare la testa. Provo qualcosa per te. Ecco ora l'ho detto! E' un giorno migliore ora che lo sai?"
Il ragazzo bocheggiò come un pesce interdetto da ciò che aveva appena sentito.
"E' un giorno decisamente migliore."
"Questo non ti da il diritto di farmi a pezzi il cuore, siamo intesi?!"
"Non lo farei mai!"
"Giura!"
Frank si baciò le dita incrociate sulle labbra "Lo giuro solennemente"
I loro occhi s'incatenarono.
I loro cuori palpitarono all'unisono.
"Fammi diventare il tuo ragazzo."
"Zitto e dammi un bacio ora che non sono ubriaca!"
 
 
 
Note dell'autrice:
 
Eccomi di nuovo qui con un nuovo capitolo che spero gradirete :D
Grazie a chi legge e a TheGhostOfYou che recensisce sempre imperterrita. Spero non ti abbia annoiato, darling ;)

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Dreams ***


 
 
 
Delle grida degne di un film horror interruppero il bacio di Gerard e Tiffany, che spaventata si fece scivolare dalle dita la sigaretta che aveva iniziato a fumare poco prima che il rosso si fiondasse sulle sue labbra.
"Oddio, faccio prendere fuoco alla casa!" esclamò precipitandosi a raccoglierla e a spegnerla.
Si sentiva tutta agitata e il motivo era il ragazzo che le stava davanti.
"E' Mikey! Corro a vedere che è successo!"
"Vengo con te!" disse la ragazza correndo dietro di lui giù per le scale.
I due raggiunsero il garage dove sembrava che Ray e Mikey si fossero appena fatti un acido a avessero visto la morte in faccia.
Spero che ci sia un motivo valido per questo grido disumano e per lo stato in cui sono o li faccio fuori.
Gerard abbandonò la sua strage mentale per un attimo concentrandosi sul fratello e l'amico.
Ray era seduto a fissare il vuoto cercando di respirare su una delle poltrone, mentre Mikey non si smuoveva più dallo schermo del pc.
"Che cazzo è successo?" Domandò col fiatone Frank che fece il suo ingresso nella sala prove  correndo e tenendo per mano Cherry.
Lo sguardo di Tiffany notò immediatamente il particolare.
Strabuzzò gli occhi per poi sfregarseli e ricontrollare meglio.
No, no è proprio vero quello vedo!
La bocca le rimase aperta senza riuscire a dir nulla, mentre prese a fissare la sua amica con sguardo interrogativo.
Ma la prima risposta che tutti ebbero fu quella alla domanda del tatuato.
Mikey si girò sulla sedia con le rotelline, tirò sul naso gli occhialini da vista e cercò di trovare le parole adatte a quello che stava per dire.
Come si comunica una cosa del genere?mmmh.... "Siamo famosi!"
"Che?!" Gerard si passò una mano tra i capelli e si portò le mani sui fianchi con aria spazientita.
Ray sembrò riprendere vita, si drizzò un pò di più sulla poltrona e guardò i suoi amici "Il nerd ha messo un video..."
"Più di uno..." precisò Mikey interrompendo il ragazzo e aggiungendo "e non sono un nerd!"
"Si, bene...fammi finire piccolo Way, diamine!! dicevo...ha messo su youtube quelle registrazioni che avevamo fatto di Demolition lovers e Vampire will never hurt you e hanno avuto un successo allucinante e..." 
Mikey non si tenne più e si alzò dalla sedia senza lasciare finire l'amico e gridando "un produttore ci vuole vedere domani!"
Seguì un urlo generale, che comprese anche le due ragazze.
La band si abbracciò e i ragazzi si spintonarono amichevolmente lasciandosi andare a gridolini di gioia e ad un'euforia che contagiò anche Tiffany e Cherry.
"Ok, tutti calmi!" Gerard cercò di riprendere il controllo di se stesso, "il tizio che ci vuole vedere di dov'è?"
"Tranquillo fratellone, è di Los Angeles, per domani ci evitiamo un volo!" lo rassicurò Mikey che già dentro di lui sapeva avrebbero avuto successo.
"Sono la fidanzata di una rock star dunque..." disse sottovoce Cherry a Frank che era tornato accanto a lei.
"Hai avuto un tempismo perfetto vedi? puoi spillarmi tutti i soldi che vuoi baby!" disse tirandosi fuori la stoffa delle tasche dei jeans vuote.
La ragazza rise di gusto dandogli una leggera spinta sulla spalla.
"Ehi, ehi...tutta questa complicità?!" La voce apparteneva a Tiffany che non aveva perso d'occhio i due dall'inizio di tutta la faccenda.
"Uhm..." l'amica si schiarì la voce, vagando con lo sguardo altrove.
"Brutta...e non me lo dici?!"
"Fatemi capire...voi solo con lo sguardo sapete già quello che l'altra dovrebbe dire?!" Frank era interdetto, non avevano fatto un discorso di senso compiuto eppure le due si erano capite alla perfezione.
"Siamo donne, siamo sveglie!" 
"E...conosco ogni comportamento di questa qui!" aggiunse Tiffany andando ad abbracciare la mora.
"Ma dai non me lo aspettavo oddio che bello!"
"Si, Tiff, lo so lo so!"
"Non me la trattare male eh? Potrei ucciderti lo sai?"
"Ragazza puoi stare tranquilla! delle due credo sia lei quella nociva!"
"Ehi!Stai parlando di me come di una sostanza tossica?"
Il ragazzo sorrise "si, più o meno lo sei! Hai intossicato me!"
La ragazza non fece in tempo a ribattere che lui si fiondò nuovamente sulle sue labbra per farla tacere, non riusciva a trattenersi, era davvero una droga per lui.
 
E bravo amico mio! Sono contento che tu sia riuscito di nuovo ad aprire il tuo cuore a qualuno.
Gerard era felice di vedere Frank così, era sempre stato un ragazzo affettivo e desideroso di amare ed essere amato, finalmente era riuscito a riprendere in mano la sua vita e a star con qualcuno.
Ma ora anche lui doveva prendere in mano le redini della sua esistenza.
Era al settimo cielo, il loro sogno stava prendendo forma,tutti gli sforzi, i sacrifici che avevano fatto non erano stati vani.
Forse stava sognando troppo.
Al diavolo ce la faremo! Ne sono certo!
Posò lo sguardo su Tiffany che stava gesticolando allegra e scherzando con Cher.
Una ragazza così bella ha ricambiato il mio bacio...
Non gli sembrava vero. 
Possibile che la sua vita stesse prendendo una piega così bella? 
"Gerard datti una mossa!"
Frank gli si avvicinò strappandolo con quella frase dai suoi pensieri.
"Non rimarrà sola per sempre!"
"Tutta questa sicurezza ti fa male, bello!"
"Ehi! Io la ragazza ce l'ho!" un sorriso fiero e spavaldo illuminò il viso di Frank.
"Hai ragione, consigli?"
"Lasciati alle spalle la dua dannata insicurezza, sei fantastico! Poi questi capelli rossi fanno tanto bello e dannato!"
"Sei tutto scemo!"
"Devo ricordarti che..."
"Ho capito, ho capito, hai la ragazza sei un figo!"
"Ecco!"
Frank ha ragione! Ci sarà la fila per lei! E poi...oddio no, non voglio che mi dia il tormento quest'uomo! So che né è capace! Avanti Gerard Way, fatti avanti!
"Usciamo a festeggiare sta sera? Ragazze ovviamente venite con noi se ci state!" disse avvicinandosi al gruppetto.
"Certo!" risposero tutti all'unisono.
"Bene, ora però tutti fuori da qui! tranne lei!" disse Frank indicando Tiffany.
"Ma cosa...?" Oddio che figura di merda, cazzo Frank!
Il moro fece l'occhiolino a Gerard trascinandosi dietro Cher e con la bocca gli mimò un "Ehi, mi ringrazierai!"
 
Soli.
Io e lui soli.
Il cuore di Tiffany accellerò prepotentemente.
Gerard si passò una mano tra i capelli e alcune ciocche gli ricaddero sul viso sbarazzine.
Dio, quando fa così...
Le sue guance presero fuoco, si sentì avvampare di caldo.
Calma...stai calma..
 
Ok. Quello stupido ha fatto la frittata ormai...che figura però...oddio devo fumare! "Devo fumare!"
Tiffany alzò lo sguardo "Oh...si, allora usciamo! Ti faccio compagnia, dato che Frank ha deciso di esiliarmi, se non ti dispiace..."
"Ma certo che no! Scusalo è un pò scemo!"
"Ma no! più che altro è un matto! Oddio ancora non ci credo parliamo del fidanzato di Cher!"
Ancora la storia dei fidanzati. E' si è un tormento!
"Matto di sicuro...però è un buon amico! E un bravo fidanzato! Puoi star tranquilla per lei!"
"Ah...mi domandavo..."
"Dimmi Tiff..."
Il cuore del ragazzo sgomitò nella cassa toracica.
"Come mai niente fidanzata? Non sei da meno di lui!"
Seguì un attimo di silenzio.
La ragazza ripensò a quello che aveva appena detto, era imbarazzata "Scusa è una domanda del cavolo sono un'impicciona!"
Tentò di nascondersi dietro una ciocca di capelli.
"Ho bisogno di qualcuno che...sappia prendermi per come sono, insomma ho un sacco di difetti e se questa cosa del produttore va in porto, vorrei qualcuna disposta a starmi accanto. Sempre. La vita del musicista non è certo facile!"
Ti seguirei in capo al mondo. Farei di tutto.
"Sono certa...la troverai!" Tiffany gli sorrise.
Una vena di tristezza si celava dietro quelle poche parole, avrebbe voluto essere lei quella persona, ma un ragazzo talentuoso e bello come lui avrebbe mai potuto vederla come qualcosa di più?
"Credo di averla già trovata." Rispose deciso buttando fuori il fumo dalle labbra.
Ecco appunto.
Un colpo al cuore di Tiffany. 
La ragazza si portò una mano al petto. La strinse a pugno.
Sentiva quel muscolo pulsare prepotentemente nonostante quello che lui stava dicendo.
Stupida sta dicendo che le piace un'altra.
Quei due baci che aveva ricevuto da lui, erano l'unica speranza a cui si aggrappava.
Sogni come una bambina, è ora di svegliarsi.
"Raggiungiamo gli altri?" domandò per sviare il discorso. Si voltò senza guardarlo negli occhi, quegli occhi verdi che l'avrebbero catturata e fatta scoppiare a piangere.
"Non prima di aver risposto ad una mia domanda..." 
"Sentiamo..."
"Tu mi seguiresti ovunque? Sapresti stare accanto a me?"
Sentì le gambe farsi deboli. Era una supposizione o una domanda seria? 
"Posso dirti...che m'impegnerei al massimo per renderti felice, per starti accanto. Sempre."
"Allora ci ho visto giusto!" La fece girare verso di lui.
Con un gesto delicato della mano le alzò il mento, voleva guardarla nei suoi bellissimi occhi mentre glielo diceva.
"Ti ho trovata."
Sogni che diventavano realtà.
Il tuo sogno Tiff è appena cominciato, non smettere di sognare.
Si alzò sulle punte gettandogli le braccia al collo e lo baciò.
Malboro rosse.
Un sapore che di dolce non aveva nulla ma quel bacio fu come miele allo stato puro. Zucchero. 
"Lo prendo come un si." Disse Gerard sorridendo e scostandosi appena.
"A quale domanda?" lo provocò lei.
Voleva sentirselo dire da lui. Da quella sua voce calda e melodiosa.
Gli scostò i capelli dal viso piano perdendosi in quei grandi occhi scuri "Vuoi essere la mia ragazza Tiffany?"
"Si."

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Extraordinary Girls ***




La sera era trascorsa in fretta.

Tutta la band era andata a cena con le due ragazze, schiamazzando per l'entusiasmo, tanto che più di una volta il cameriere del locale aveva intimato il gruppetto di darsi un contegno o avrebbe dovuto "allontanarli" per non disturbare gli altri clienti.

"Ah amico, ti pentirai se ci sbatti fuori te lo assicuro! Tra qualche tempo ci vedrai su quello schermo e allora si che ti mangerai le mani!" Aveva detto più volte Frank ridendosela con la sua birra in mano e indicando il televisore a schermo piatto appeso alla parete.

Dopo una passeggiata sulla walk of fame dove i ragazzi si erano persi a fantasticare sentendosi sempre più vicini alla realizzazione del loro sogno, ognuno prese strade diverse.

"Sarà meglio che vada, devo incidere su un cd per il produttore alcune tracce! E domani dobbiamo essere in forma chiaro?!" Mikey aveva un tono molto professionale, diede una pacca al fratello maggiore e chiese "Tu vieni vero?"

"Eehhm...." Gerard era combattuto. Avrebbe voluto non staccarsi più dalla mano di Tiffany a cui si era aggrappato tutta sera ma prima o poi avrebbe dovuto dividersi da lei e la mattina dopo non poteva permettersi un bel paio di occhiaie.

Si girò verso Tiffany con lo sguardo che vagava da una parte all'altra visibilmente imbarazzato "A te scoccia se..."

"Stai scherzando?!" lo interruppe la ragazza sorridendo.

"Domani sarà un gran giorno! Andatevene tutti a letto, chiaro?!"

Un sorriso gli attraversò il viso facendo scoprire i suoi denti bianchi perfetti "grazie".

E' fantastica, perfetta.

Finalmente aveva trovato qualcuno che capiva che la musica per lui era al di sopra di tutto senza contestare. Tra di loro non avevano bisogno di spiegazioni.

Il suo sguardo gli provocava una scossa e allo stesso tempo gli trasmetteva un senso di pace e sicurezza che non aveva mai provato.

Non ti lascerò scappare.

"Buona notte piccola!" Le si avvicinò lasciandole un bacio leggero sulle labbra.

Per la prima volta un bacio che non prese la ragazza di sorpresa ma che le piacque ugualmente.

"Buona notte e domani...mandami un messaggio per farmi sapere ok?"

"Certo!"

Frank era in piedi davanti a Cherry.

Non me ne andrò certo a letto alle dieci per uno stupido produttore.

"Beh, non vai con loro?" chiese la mora riferendosi agli altri ragazzi.

"No. No! Io rimango!"

La ragazza si accese una sigaretta "Frank. Vai."

"Ma..."

"Niente ma...domani sarà un giorno importante, nessuno e niente deve distogliervi dal vostro obbiettivo ora che siete così vicini."

Il tono di Cherry era serio e non ammetteva repliche.

"Ok ho capito, quella che porta i pantaloni nella coppia sei tu."

"Ottima osservazione!"

Frank sorrise.

Quanto è bella con quest'aria da dura.

"Ci vediamo domani..."

La ragazza fece finta di pensarci un pò su "mmh...forse...giusto perchè ho di nuovo il mio splendido fuori strada!"

Diede un'altro tiro alla sigaretta e si fece trascinare nella morsa affettuosa di Frank, che l'abbracciò stretta.

"Domani ci vediamo e non accetto un no!"

I battiti di Cherry accellerarono prepotenti. Quel ragazzo le aveva fatto tornare voglia di star accanto a qualcuno e farsi coccolare.

Il tatuato le diede il bacio della buona notte.

Se domani fosse stato un giorno qualunque col cavolo che ti avrei lasciato andare Frankie.

 

***

Cherry guidava la sua auto fissando la strada quando all'improvviso abbassò il volume dell'autoradio "Tiff..."

"Al rapporto!"

"Ho un'idea!"

Tiffany si drizzò meglio sul sedile in attesa del resto.

"Facciamo un sito internet per i ragazzi, carichiamoci i video che ha messo Mikey, così domani avranno una bella sorpresa!"

"Cher...sei un genio!" All'esclamazione seguì un urletto di Tiffany.

"Sapevo ti sarebbe piaciuta l'idea, andiamo da me e diamoci da fare!"

"Abbiamo tutta la notte sister!"

"I know!"

***

Ore 10.00

Gerard si sistemò la maglia nervoso ancora una volta.

"Ehi amico se continui a tirarla ti arriverà ai piedi!"

"Frank come fai a stare così calmo? Di solito sei tu quello che va in iperventilazione prima di salire sul palco!"

"Oh quello è il vecchio Frank!"

Il rosso sospirò, per un momento si sentì soffocare, cerco di allargarsi il collo della maglia come se potesse respirare meglio.

Mikey agitava nervoso il cd sulle ginocchia, mentre Ray sembrava perso nei meandri della sua mente. Quasi come se non fosse presente.

"Ok, ragazzi Mr. Thomson ora può ricevervi! prego da questa parte!" La giovane segretaria bionda fece loro strada in un lussuoso ufficio, li fece accomodare chiudendo la porta.

Un uomo dai capelli ingellati e con in bocca un sigaro sorrise loro sbattendo le mani sul tavolo mentra con un tono di voce alto pronunciava la frase "My Chemical Romance! Eccovi qui! Fate un gran chiasso!"

"Eri troppo agitato vedi che hai fatto del casino?!" sussurrò Frank dando un leggero pugno al gomito di Gerard che sobbalzò.

"Uhm...io non credevo che..."

"Ragazzo, tranquillo!" Mr Thomson lo interruppe.

"Intendevo dire...che non siete famosi e sul web si trovano già un bel pò di vostri fan, ma l'avete visto il vostro sito?"

"Co...cosa?!" chiesero tutti all'unisono con aria perplessa.

"Il.sito.web." l'uomo marcò le tre parole come se il discorso potesse chiarirsi.

Ok calma, qui stiamo facendo la figura degli imbecilli, mio fratello ha aperto un sito?

"In una sola notte avete raggiunto mille visite, per non parlare dei commenti che vi hanno lasciato tutte quelle ragazze..."

"Guardi..." Frank prese in mano la situazione "Noi non abbiamo creato nessun sito, lo vede il muto?" domandò indicando Mikey "Beh è lui il genio del pc della situazione, se non l'ha fatto lui non sappiamo di che sta parlando! Ah comunque figo!" concluse il ragazzo.

Sempre il solito Frank.

Gerard voleva sparire dietro ai suoi ciuffetti rossi che gli ricadevano sul viso.

Stava sprofondando.

Che avrebbe scritto a Tiffany? "Abbiamo fatto una figura del cavolo, siamo dei tonti che non sapevano di avere un sito".

Tiffany sempre in testa.

"Ah comunque io sono Jason!" disse il produttore riprendendo la parola "Mi chiamerete così! Dato che lavoreremo insieme Mr. Thomson fa troppo vecchio, lo usa solo quella pollastrella della mia segretaria che..."

Un attimo. Ha detto...lavoreremo insieme! Lavorerà con dei totali idioti quindi! Oddio che bello! Ok Gee ti stai dando dell'idiota lo sai?! Questo è più un ragionamento alla Frank!

"Vuole sentire...il demo?" domandò timido Mikey porgendo a Jason il cd.

"No. No. Non importa! Ho già tutto sotto controllo. Allora ragazzi, tra due giorni si parte per un tour di promozione, siete carichi?"

Il piede di Frank a quelle parole partì mollando un calcio alla scrivania per l'emozione.

Aveva detto "Tour". Aveva detto "si parte".

Si degli idioti totali. Pensò l'amico guardando il tatuato che cercò di fare l'indifferente nonostante tutti lo stessero guardando.

"Iniziamo con Las Vegas, farete il boom!"

Due giorni. Las Vegas. Oddio che figata. Ma a Cher? come glielo dico? Mi darà fuoco col suo accendino, cazzo!

"Poi passiamo a New York, poi proporrei una data a Belleville, che fa molto ritorno alle origini non so se mi spiego..."

"Wait."

Frank interruppe la parlantina del loro nuovo produttore.

"Si, tatuato."

"Guardi si tratta della mia vita..."

I ragazzi lo fissarono sbarrando gli occhi, nessuno aveva idea di cosa diavolo stava macchinando la testa pazza di Frank Iero.

"Potremmo...ehm...portare con noi le nostre ragazze, guardi che sto con una che è abbastanza incazzata, non so se mi spiego"

L'uomo rimase in silenzio.

"Ma certo. Ma certo. Non ci sono problemi. Basta che facciate del vostro meglio. Ora firmate qui. Qui e qui!"

 

***

- Ce l'abbiamo fatta baby! Tra due giorni si vola a Las Vegas! - l'sms di Frank fece sorridere Cherry che passò il cellulare all'amica per farglielo leggere.

"Evvai! Oddio Las Vegas?! La città del peccato! Aaaaaaaaaaaaaaah!"

"Oddio Tif! no non paritire con le paranoie a mitraglia!"

"Bella hai presente? Spogliarelliste e mille altre tentazioni ci saranno la! Se la spasseranno e noi saremo qui!"

Un sonoro bip interruppe il viaggio mentale della ragazza. Prese in mano il suo I phone e vide il nome di Gerard comparire sullo schermo, una chiamata.

"Hey piccola!"

"Hey Gee!"

"Frank scassa perchè la sua donna in mezzo secondo non ha ancora risposto è arrivato il messaggio?"

"Si, forte e chiaro!" Tiffany fece una smorfia.

Cherry la fulminò sillabando un "metti il vivavoce"

"Lo scemo qui...forse non vi ha detto una cosa..."

"ovvero?"

"Preparate le valigie. Venite con noi!"

Le due ragazze si lasciarono scappare un urlo prese dall'euforia della notizia.

"LAS VEGAS ARRIVIAMOOOOO!!"

"Ok, Cher è completamente andata! E dire che di solito è quella che si trattiene di più!"

La risata allegra di Gerard scaldò il cuore alla sua ragazza.

Adoro la sua risata.

"Dove siete? vi raggiungiamo se avete voglia!"

Adoro la sua voce.

"Ma certo, sono ancora da Cherry, ho dormito qui!"

"Che avete combinato?!"

"MA CAZZO!!! ANCORA NON LO AVETE VISTO?! MA L'AVETE INTERNET?" Cherry gridò per farsi sentire e Gerard la ricevette forte e chiaro.

C'era il loro zampino!

"Non ditemi che..."

"Si caro mio! Vi abbiamo fatto un sito questa notte e va alla grande!"

Non c'era dubbio. Lui e il suo amico avevano trovato due ragazze fantastiche che li appoggiavano nella loro passione più grande.

Non potevamo trovare di meglio.


Note dell'autrice:

Dopo aver sfasciato il mio pc ce l'ho fatta a postare XD
Per me è stata una faticaccia scrivere questo capitolo...è come se l'ispirazione "puff" fosse svanita all'improvviso lasciandomi un buco nero in testa. Fortuna che qualcosa mi è saltato fuori, spero che vi piaccia anche se non è sdolcinato come il precedente! D'altronde sti ragazzi dovran pure pensare a diventar qualcuno no?!
Alla prossima :D



NotNo 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Too lost in you ***



 
"Io ho finito." Frank era pronto con un trolley dalle misure microscopiche alla mano, gli occhiali da sole davanti agli occhi e un sorriso rilassato in volto.
"Le altre cose dove sono?" domandò Cherry interdetta mentre aveva tra le mani immobili a mezza'aria una camicetta rossa.
"Quali altre cose?"
Questo qui si porta solo quello? avrà si e no un paio di mutande li dentro!
"Frankie...hai intenzione di cambiarti o puzzare come un animaletto?"
Il ragazzo ridacchiò divertito.
Animaletto. E' quasi adorabile detto da lei.
"Questo è tutto mia cara, un cambio, la mia chitarra, la mia donna e il mondo è nelle mie mani...beh insomma diciamo che ci vuole anche un pacchetto di sigarette e poi è fatta!"
Ok. Il mio ragazzo è ufficialmente un celebroleso.
Il mio ragazzo. Suonava così strano quel pensiero. 
Ormai era diventato anomalo che qualcuno fosse il suo ragazzo. Si era ripromessa che non ci sarebbe più cascata, che poteva bastarsi a sé stessa e che non aveva certo bisogno di un energumeno al suo fianco.
Illusioni.
Il morettino tatuato accanto a lei né era la conferma.
Con pochi gesti, poche parole, con semplicemente il suo modo di fare affabile e strano aveva sciolto quella coltre di ghiaccio dietro la quale aveva deciso di ripararsi per non essere ferita ancora una volta.
"Quella è carina!" disse lui strappandola dalle sue riflessioni riferendosi alla camicetta.
"mmh dici? Non so cosa scegliere..."
"Andrà bene qualunque cosa addosso a te"
Una vampata di calore l'assalì a quelle parole.
"Scemo. Ci vorrebbe Tiff qui, mi darebbe una mano."
Il ragazzo sorrise. Abbandonò la sua valigia e le cinse la vita da dietro inspirando l'odore dei suoi lunghi capelli neri tinti.
"Sono serio. Non hai bisogno di Tiffany per questo dolcezza. Dai retta a me. Un cambio, il tuo uomo, un pacchetto di sigarette..."
"E ho il mondo nelle mie mani" completò lei in un bisbiglio.
"Esatto" sussurrò lui baciandole il collo.
Un brivido le percorse la spina dorsale.
"Imparo in fretta Iero".
"Lo vedo!"
La tirò a sè facendola voltare e la strinse più forte.
Cherry era intrappolata.
Intrappolata tra quelle braccia disegnate che amava osservare.
Intrappolata da quegli occhi grandi da bambino che cambiavano colore a seconda della luce, come per magia.
Sono sotto il tuo incantesimo.
Frank si gettò su quelle labbra che bramava ardentemente.
La baciò con trasporto, con passione, la baciò come se fosse stato l'ultimo bacio che potesse donarle.
Se ti avvicini troppo potrei sparire, potrei perdere la testa.
 
 
***
 
Guardi nei miei occhi, vado fuori di testa. Non vedo niente,  perchè questo amore mi ha reso cieco.
Gerard si era incantato negli occhi grandi e scuri di Tiffany che lo fissavano incuriosita.
"Ehy?!" La ragazza gli sventolò davanti al viso la mano per tentare di riportarlo sul pianeta terra.
"S..Si?!" balbettò il ragazzo imbarazzato.
Scemo ti sei incantato.
"A che pensavi?"
"A...nulla." Mentì lui passando una mano nei capelli rossi e spettinandosi un pò.
"Se lo dici tu..."
Tiffany guardò l'orario sul display del suo cellulare.
"Quanto ci mettono..." sbuffò il ragazzo riferendosi a Frank e Cherry.
"Faremo in tempo tranquillo" lo rassicurò lei.
La sua voce morbida e calda lo fece calmare.
Era come il suono di una canzone, era come ascoltare le onde dell'oceano che s'infrangono leggere sulla spiaggia.
Non riesco a pensare. Penso solo alle cose che fai, sono troppo perso in te...
"Gee?!"
"mmh?!" 
"Sei strano"
Gerard si sentì colpevole. Si accorse di essere assente. Assente ma sempre con lei nella sua mente.
"Hai ragione, scusami!"
"Qualcosa non va?" Una nota di preoccupazione accompagnò la domanda di Tiffany.
"In realtà è tutto il contrario!" disse con un sorriso per poi continuare "E' solo che...tu mi trascini in un altro mondo..."
La ragazza alzò un sopracciglio "sei ambiguo!" disse in una risata.
Gerard si voltò verso di lei, il suo sguardo si era stancato di guardare l'orizzonte "tu sei tutto quello che vedo, sempre. Può bastarti?"
Il cuore di Tiffany iniziò ad assomigliare ad un tamburo. I battiti ora erano più veloci e violenti.
Si avvicinò a lui, col cuore in gola e gli buttò le braccia al collo accarezzandogli i lunghi capelli.
Sono troppo persa in te.
 
***
 
Ore 16.00 p.m.
Las Vegas, la città del peccato.
 
"Oddio! Svengo!" sibilò Mikey davanti all'insegna dell' Hard Rock Hotel.
"Ci servi, nerd!" Esclamò Frank mollandogli una pacca sulla spalla.
"Lo dici solo perchè se no vi ritrovate senza bassista!"
"Esatto!"
"Frank!"
"Che c'è?"
"Un pò di tatto cazzo!"
"Ma io sono sincero!"
"Bambini, avete finito?" domandò Gerard abbassando le lenti dei suoi rayban scuri.
"Ha iniziato lui!" disse Frank imbronciato.
Cherry gli mollò un coppino.
"Ahia!"
"Fine della discussione!"  disse con lo sguardo ridotto a una fessura "vedi Gee, con le maniere rudi si risolve tutto!" continuò sorridente.
"Ah ragazze, se non ci foste voi!" sospirò il rosso.
"Uhm...vogliamo entrare o rimaniamo qui fuori in eterno?" domandò Tiffany.
"Entriamo!" intervenì Ray. Sorpassò tutti e con passo deciso spinse la porta lucida d'entrata dell' hotel.
Cazzo.
I ragazzi vennero accecati dalle luci dei flash e riuscirono solo ad udire le grida di gioia di un numeroso gruppo di ragazze.
"Iniziamo bene..." borbottò tra sé e sé Cherry stringendo la mano più forte a Frank.
"Gerard ci fai un autografo?"
"Possiamo fare una foto insieme?"
"Anche con me!"
"Siamo venute dal New Jersey!"
"Grandi ragazzi!"
"Oddio siete bellissimi!"
Tiffany e Cherry si guardarono mentre la loro testa si riempiva di tutte quelle frasi gridate dalle fan del gruppo.
"Possiamo reggere." sibilò Tiffany all'amica.
Il responsabile dell' hotel si avvicinò a loro facendosi spazio.
"Benvenuti ragazzi, Thomson mi aveva avvisato del vostro arrivo, purtroppo c'è stata una fuga di notizie e molte fan hanno prenotato nel vostro stesso hotel, non possiamo quindi farle uscire...uhm...seguitemi, da questa parte!"
La band annuì ubbidiente salutando le ragazze e seguirono l'uomo distinto, alto e pelato che faceva loro strada.
"Lasciate qua le valige, ve le porteremo noi in camera a breve"
Frank fischiò "Che lusso!"
Gerard diede una gomitata all'amico nel fianco per zittirlo.
L'uomo continuava imperterrito il suo discorso "Queste sono le chiavi per la suite, ultimo piano, nessuno vi disturberà li"
"Amico, frena! SUITE?!"
"Esatto".
"Possiamo permettercelo?" domandò Frank shockato.
Le labbra del responsabile si tirarono in un largo sorriso "può star tranquillo signor..."
"Frank"
"Signor Frank...Il signor Thomson è una persona che conosco da lungo tempo e le assicuro, che ha sempre portato all'apice chiunque. Inoltre ho visto che avete un discreto seguito, nonostante siate alle prime armi. Ad ogni modo...se lui ha provveduto a prenotarvi la suite, significa che potete permettervelo!"
Se lo dice lui.
 
Nella testa di ognuno l'unico pensiero che passava in quel momento era: sto sognando.
 
Note dell'autrice:
 
Ciao a tutti, lo so il capitolo è davvero breve. Ho fatto una fatica bestiale a scriverlo, tirarlo per le lunghe avrebbe peggiorato la situazione. Spero di poter far meglio nel prossimo. Ispirazione, ritorna please!
Grazie a chi sta seguendo la ff :D
Buon weekend.
Un bacio
Kat

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Las Vegas ***


 
 
Un'ora passata lì dentro e la Suite era già completamente sottosopra.
Le valige erano state abbandonate al loro destino, le giacche e le scarpe buttate alla meno peggio su mobili e moquette.
Il caos ora regnava sovrano dopo aver sottomesso la pulizia e l'ordine che sembravano non essere mai esistite.
Mikey e Ray avevano già spianato il tavolo lucido da biliardo rischiando ogni tanto di uccidere qualcuno con le lunghe stecche in legno.
"Cazzo non sono un vampiro da impalettare!" Urlò Cherry più volte schivando gli oggetti che stavano rischiando di trafiggerla.
Frank aveva ben pensato di disfare il letto saltandoci un pò sopra con la scusa di testare il materasso per la notte. Scusa che evidentemente faceva acqua da tutte le parti, ma come con i bambini piccoli c'era poco da obbiettare.
Gerard aveva cercato di darsi un contegno, fino a quando non aveva scoperto la console che disponeva di numerosi videogiochi e aveva iniziato una lunga sfida tra lui e il televisore a  Need for speed sfoggiando un linguaggio piuttosto colorito che lasciò interdetta Tiffany.
"Non posso crederci..." sbiascicò imbronciata la ragazza tirando un lungo sorso dalla bottiglia di birra fredda che Cherry le aveva portato dal frigo bar.
"A cosa? Al fatto che anche Gerard Way dica parolacce...o che è demente davanti a un videogioco quanto il suo amico che assomiglia sempre di più a un canguro sul letto di là?"
Tiffany rise scuotendo vigorosamente la testa in segno negativo.
"No, stavo pensando...siamo a Las Vegas e siamo chiusi in una fottuta camera d'albergo!"
"Giusta osservazione!" disse l'altra buttandosi letteralmente sul  divano.
"Mi dai ragione e ti spalmi sul divano?"
"Han detto che dopo il concerto si va in giro!" un sorriso le incurvò le labbra all'insù, tracannò un lungo sorso continuando "Di sera sarà ancora di più una figata!"
"So io come farti smuovere..."
"Come?"
"Aperitivo!"
Gli occhi di Cherry s'illuminarono come se il fascio di luce di un faro l'avesse investita in pieno viso "Ok, andiamo!"
"Ne ero certa, ad alcune proposte non sai proprio rifiutare!"
Almeno usciamo da questa stanza.
Frank smise per un momento di saltare, facendo una capriola sul letto quando vide la sua ragazza infilarsi le scarpe di corsa.
"Ehy, Ehy dove credi di andare?"
"Un aperitivo mi aspetta, marsupiale!"
"Non sono un canguro, australiana!"
"Che fai il razzista?" domandò facendo la finta offesa.
"Hai iniziato tu!" commentò con la faccia da bambino impettito l'altro.
"Vieni o rimani qui?"
"Temo dobbiamo aspettare Thomson."
"Che palle!"
"Oh, non ti ubriacare prima del concerto e soprattutto senza di me!"
Le allungò un bacio veloce, stringendola piano a sé.
"Sissignore! Tra un'ora siamo di nuovo qui, ci cambiamo e poi..."
"E poi concerto baby!" finì l'altro tutto entusiata.
Tiffany cercò di distrarre Gerard da quel passatempo che lo avrebbe presto ridotto a un celebroleso.
"Ohiii!" gli saltellò davanti
"Si, Honey..." disse lui senza staccare lo sguardo dal videogame.
"Noi usciamo."
"Noi chi?" domandò l'altro spostandosi una ciocca di capelli rossi dal viso con un movimento veloce del capo.
"Io e l'amante..."
"CHI E' IL BASTARDO?" Il tasto pausa, fu premuto energicamente.
"Scherzavo!" disse con una linguaccia la ragazza.
"Mi hai fatto prendere un colpo!"
"Ben ti sta! non mi consideravi!"
"Sei astuta..." disse lui avvicinandosi con un leggero sorriso.
Quando Tiffany guardava quegli occhi verdi profondi, faticava ancora a rimanere lucida.
"Dammi un bacio." Le sussurrò lui senza chiedere il permesso e premendo le sue labbra contro quelle della ragazza, che non osò obbiettare.
"Oh Dio, ma siete sempre attaccati voi due!"
La voce di Cherry che parlava con finto disgusto interruppe quel contatto tra i due.
"Sister dai!" Ridacchiò l'altra arrossendo per poi prenderla sottobraccio "Aperitivo arriviamo!"
"LAS VEGAS BABY!" Escalmò l'altra chiudendo violentemente la porta alle sue spalle.
 
 
***
 
Ore 9.00 p.m.
Hardrock Hotel Las vegas.
 
La sala adibita al concerto pullulava di ragazzine urlanti e saltellanti che si spintonavano sotto il palco costruito appositamente per l'occasione.
Alcuni ragazzi si stavano apprestando a controllare le casse e la strumentazione della band.
Dietro le quinte Cherry e Tiffany fecero il loro ingresso.
Potevano respirare la tensione nell'aria che stava dilagnando i ragazzi.
Mikey era seduto su un divanetto nero, con le dita che si massaggiavano le tempie, dondolandosi come un pazzo mentre ripeteva un mantra di "calma, calma, respira, calma, calma, respira..." che sembrava non avesse fine.
"Andiamo bene!" sussurrò Cherry all'orecchio dell'amica guardandolo stranita.
"Ok, ragazzi. Panico! Non mi sono preparato un fuckin discorso!" un Gerard piuttosto agitato si stava strofinando le mani parlando ad alta voce.
"E che discorso dovresti fare? Mica ti candidi alla presidenza!" S'intromise la sua ragazza sorridendo.
Calma.
Nel vedere il suo viso luminoso il ragazzo trovò una sorta di pace nonostante l'agitazione e l'adrenalina lo stessero mangiando vivo.
"Non so...sai quelle cose tipo, Ehy Las Vegas! come va?"
"Ecco, hai il tuo discorso ora, andrà benissimo!" 
La ragazza gli scompigliò un pò i capelli con fare affettuoso.
Andava pazza per quel rosso. Amava passare le sue dita in quella morbida chioma.
Gerard la tirò a sé baciandole la testa.
"Sei fantastica! Se non ti avessi avuta qui, probabilmente sarei in iperventilazione come il caro Frank!"
Tiffany ridacchiò piano a quel pensiero stringendosi alla vita del suo fidanzato.
"Dove sarebbe Frank l'asmatico?" chiese Cherry non vedendolo.
"Al bagno! Non si voleva far vedere agitato da te, deve fare il macho!"
"Ok, vado a rovinargli la festa! In bocca al lupo ragazzi, vi riporto il chitarrista!" Disse dirigendosi verso il bagno degli uomini, al di fuori delle quinte.
 
Attraversò il salone illuminato dando un'occhiata veloce sotto il palco e facendo un "co-co-codè!" guardando le ragazze che sembravano avere una sottospecie di crisi epilettica nella stanza.
Spinse la porta sulla quale sfoggiava un vistoso "men".
Un ragazzo sobbalzò nel vederla entrare "Ehi credo tu abbia..."
"Non ho sbagliato grazie!" si apprestò a dire lei, guardando sotto le porte grigie opache in cerca delle all star nere di Frank.
"Trovato!" disse bussando e udendo appena un "Accidenti Mikey, le patatine alla paprika! Questo sacchetto non aiuta!"
"Chi è?" domandò poi schiarendosi la voce il ragazzo.
"Il lupo cattivo! Dai apri! Non riconosci nemmeno la voce della tua ragazza?!"
La chiave scattò facendo aprire la porta.
"Come andiamo qui?" domandò Cherry.
"Situazione critica."
"Benone!"
Frank la guardò. I suoi grandi occhi scuri truccati lo stavano fissando. Uno sguardo carico di qualcosa che non aveva mai intravisto in lei.
Tenerezza? Forse.
Cherry si chinò davanti a lui che era seduto sul wc chiuso, con il sacchetto ancora in mano. Gli appoggiò una mano sul ginocchio dai Jeans chiari strappati, come per infondergli un pò di coraggio.
"Hai già suonato, andrà bene..."
"Si però..."
"Però nulla, Frankie...non era poi tanto diverso!"
"Ma se sbaglio..."
"Nessuno se ne accorgerà! Credi che le galline di là riusciranno a capirlo?! sono troppo prese a strillare te lo dico io! E anche i migliori sbagliano, scommento che pure Slash avrà sbalgiato qualche volta, tu vai avanti no?!"
Sul viso di Frank affiorò un sorriso. Ora era calmo.
Aria. Lei è la mia aria.
"Ehy, cos'è quella maglietta?" domandò alzando un sopracciglio.
"Vai a un concerto dei My Chemical Romance con la maglia di un'altra band?"
"Sono i Motley Crue!"
"Dovremo rimediare, farò fare delle maglie con scritto Frank Iero's Girl!"
"Oh si come no! Così tutte ti avranno!"
Gelosia. Cherry rise a quella battuta eppure quel pensiero la punse un pò. 
Non voglio dividerti con nessuna.
"Ah, ma allora sei gelosa miss ghiacciolo!"
"Bada a come parli Iero!"
Frank si alzò, la tirò per un braccio facendola alzare e la baciò con passione. 
La ragazza per tutta risposta allacciò le braccia al suo collo prolungando quel contatto.
"Ne farò fare una sola per te! Così tutte sapranno che sei mia!" disse piano.
Cherry arrossì violentemente, guardandosi i piedi.
Uscirono dal bagno e arrivarono nella sala del concerto.
Le luci si abbassarono. Cherry lasciò la mano del ragazzo "Credo sia ora tu vada, sarò li sotto, in prima fila!"
"Ci conto!" sorrise lui voltando le spalle.
"Stendili tutti tigre!" Concluse lei sorridendo.
 
 
 
And I love you for
This day, someday we kept falling down
One day, this day all we had to keep us safe
And if we never sleep again, it would never end
Well I thought I heard you say to me
We'll go so far, far as we can
And I just can't stay, one day we'll run away
 
 
 
Le note di "This the best day ever" danzavano nell'aria.
Il titolo di quella canzone era sicuramente appropriato per quella giornata. Per il loro debutto.
Tiffany e Cherry erano sotto al palco a fissare con ammirazione quelli che da poco erano i loro ragazzi.
Si sentivano fiere e fortunate ed erano testimoni della nascita di una grande band.
Tiffany cantava quelle parole che conosceva bene, gli aveva seguiti fin dall'inizio, Cherry ascoltava attenta mentre si scatenava con l'amica sotto il palco e per un momento si trovò a sperare di non lasciare mai una ferita del genere a Frank come diceva quella canzone.
"Hey Las Vegas!" la voce calda di Gerard risuonò al microfono "Abbiamo una sorpresa per voi!" aggiunse quasi in un sospiro.
Le corde delle chitarre di Frank e Ray cominciarono a vibrare per poi essere accompagnate poco dopo dalla voce del rosso.
 
 
I'm not okay
I'm not okay
I'm not okay
You wear me out
 
E su quell'ultima frase Tiffany e Cherry ebbero la certezza che Frank e Gerard le guardarono negli occhi.
Tu mi consumi.
 
 
 
Note dell'autrice:
Finalmente ce l'ho fatta a scrivere un altro capitolo, pensavo di non riuscirci più! Stranamente, sono soddisfatta. A voi piace? Spero di si :D
Grazie mille a tutti quelli che leggono e soprattutto che "perdono un pò del loro tempo" per dirmi la loro!
Kat

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Casinò ***



 
 
"Davvero un grande show ragazzi! siete andati alla grande! Sapevo che eravate un ottimo investimento!" Thomson gli aveva tutti riuniti nella suite dell' hotel per complimentarsi con la band.
L'adrenalina del concerto non si era spenta in nessuno dei presenti.
Frank batteva istericamente un piede sul pavimento nero lucido della stanza senza staccare gli occhi dall'uomo, mentre con la mano destra tamburellava con le dita su una gamba di Cherry che sedeva vicino a lui.
Gerard sembrava avesse un paresi facciale in modalità sorridi e annuisci.
Mentre Tiffany passava distrattamente una mano tra i suoi capelli.
"Allora, mi raccomando, domani vi voglio tutti a new york! Divertitevi e non fate troppo tardi! Vi aspetterò la! Partirò tra qualche ora! " L'uomo con quella frase concluse il suo discorso uscendo dalla stanza soddisfatto di ciò che aveva visto e soprattutto sentito.
"Gee puoi riprendere a respirare!" Sentenziò Tiffany non appena la porta si chiuse davanti ai loro occhi.
"E' andata!" Sbottò Mikey di getto.
"Oh ma sei vivo allora!" lo prese in giro Frank.
L'altro rispose con una linguaccia dando un pugno sulla spalla a Ray che era scivolato piano piano dalla poltrona in pelle per poi ritrovarsi sul pavimento, con l'aria di uno che aveva appena combattuto una guerra.
"OH!"
"Usciamo!" disse Mikey con un sorriso ebete.
"Fratello, potremmo rilassarci in questa splendida camera!"
"Ray sembri un vecchio fattone!" lo riprese Frank alzandosi in piedi e stiracchiandosi.
"Andiamo al casinò del Bellagio!" s'intromise Gerard con gli occhi verdi che si erano fatti grandi come quelli di un bambino.
"SIIII! Quello di Ocean's eleven!" aggiunse Frank con aria divertita.
"Oh si...facciamo una bella rapina..." commentò Cherry sarcastica notando l'entusiasmo che aveva completamente invaso il suo ragazzo nel fare quella constatazione.
"E casinò sia!" Gridò Mikey.
"WAIT!" Tiffany si era alzata in piedi fermando tutti quanti con un gesto della mano.
"Non vorrete mica..."
Cherry sgranò gli occhi, conscia di quello che l'amica stava per dire.
"Andare vestiti in quel modo! Non ci fanno entrare! Bisogna avere gli abiti adatti!" concluse seriamente la ragazza.
Sapevo l'avrebbe detto! Cherry ci aveva preso in pieno e sbiancò al pensiero di dover camminare su un paio di tacchi vertiginosi come l'amica sapeva fare.
"Posso vestirmi da James Bond?"
"FRANK non ti ci mettere pure te!" commentò ad alta voce la mora.
Lo sguardo del tatuato si fece interrogativo, la guardò in viso per poi passare alla smorfia dell'amica della sua ragazza in cerca di una risposta chiara a quella reazione.
"Cherry odia i tacchi. Tu...vorresti vederla tutta in tiro vero?!" Tiffany lanciò un sorrisetto al ragazzo che sembrò piuttosto divertito.
"DAIDAIDAIDAIIII!" 
Ecco, ha slegato il bambino! Maledette alleanze e maledetto Gerard con la sua "splendida" idea.
Poi un illuminazione fulminante sembrò l'ancora di salvezza alla quale aggrapparsi.
"Non avete calcolato una cosa..." cominciò facendo affiorare un leggero sorriso sul viso "Se non hai 21 anni non entri e non giochi."
Cherry aveva l'aria di chi la sapeva lunga su come sfuggire a situazioni a lei scomode.
"Non credo avremo questo problema ora..." Gerard la contraddisse.
"Il nostro caro amico produttore ha pensato a tutto!" un sorriso smagliante illuminò il volto del ragazzo.
E' proprio una congiura maledizione!
E fu tra un'imprecazione e l'altra che il gruppo si diresse a comprare gli abiti per poi dirigersi a fare la bella vita.
 
 
Le musichette allegre delle slot machine,  il rumore schioccante delle fisches e le urla di soddisfazione di qualche personaggio che stava vincendo grosse somme di denaro investirono l'udito del gruppetto.
"Ti odio." Sbiascicò Cherry all'amica mentre si teneva aggrappata al braccio di Frank timorosa di cadere da un momento all'altro.
"Scommetto che anche la tua carta di credito mi odia un pò!" Scherzò Tiffany riferendosi alla somma di denaro che avevano appena speso.
Gerard strinse a sé Tiffany che era fasciata in un'elegante tubino nero, le posò un bacio sulla tempia e le sussurrò con voce calda un "sei bellissima."
La ragazza si sentì avampare ringraziandolo con un bacio dolce e profondo.
Mikey e Ray scomparirono a un tavolo da poker. 
Frank era esaltato già al primo giro di Slot machine.
"Abbassa la voce, che ci cacciano fuori!"
"DAI DAI UN ALTRO 7 BLU! UN ALTRO 7 BLUUU!"
"Tanto salterà fuori giallo!" disse Gerard stroncandogli l'entusiasmo.
"Oh cosa porti sfiga tu! Sparisciii!"
 
 
LAS VEGAS 8.30 a.m.
 
La notte era passata da un locale all'altro senza sosta. 
Il gruppo di amici era passato dal Bellagio, al Tao, al Pure al Cesars Palace per poi sostare a mangiare qualcosa all' Hard Rock Hotel dove alloggiavano.
Al tavolo Mikey diede un'altro morso con aria soddisfatta al suo mega hamburgher.
"Dovremmo...andare a farci un pisolino...abbiamo il volo!" disse tra un boccone e l'altro.
Cherry era praticamente stesa sul tavolo distrutta. I piedi erano doloranti e lei non vedeva l'ora di farsi una bella dormita dopo tutto quel divertimento sfrenato.
"Che diavolo di ore sono? Non mettono gli orologi in sto posto!"
Gerard fece per guardare l'orario sul display del suo i phone quando una chiamata da parte di Thomson si fece annunciare con la suoneria dei Green Day a tutto volume.
"Uhm..pronto?!"
Il suo sguardo vagò per la stanza, mentre tutti erano improvvisamente attenti cercando di capire cosa dicesse l'uomo dall'altra parte del telefono.
Il rosso deglutii, i suoi occhi verdi si sgranarono un pò di più e assunse un'aria allucinata.
Frank lo fissò attento "ahi, ahi..."
"Cosa vorresti dire?" domandò sotto voce Tiffany.
"Gerard sta per dire una bugia...guarda lì, gli sta venendo quello strano tic con le labbra!"
La ragazza guardò il suo fidanzato attentamente e notò che si stava mordicchiando il labbro inferiore.
"Certo Thomson...stiamo...stiamo parcheggiando ora in aeroporto" disse il rosso cercando di mantenere un tono di voce calmo.
Tutti scattarono in piedi, arrivando alla conclusione di aver perso la cognizione del tempo e di essere in un grosso mare di guai.
"MERDA!" Frank tirò per un braccio Cherry cominciando a correre verso l'ascensore seguito da tutti gli altri.
Le ragazze cominciarono a togliersi i tacchi per correre più velocemente nei lunghi corridoi dell'hotel mentre ogni tanto qualcuno perdeva dei pezzi di abbigliamento per strada, tra imprecazioni e parole concitate.
Si fiondarono letteralmente all'interno della suite con l'aria di chi ha capito perfettamente di essere nei guai fino al collo.
"Ok, ok, ce la possiamo fare! Non dobbiamo perdere quel volo, intesi?"
"Gerard anzi che incitarci inutilmente fai il numero per uno stupido taxi!" Frank aveva assunto una voce stridula.
"Frank sembri una checca isterica calmati!"
"Non è il momento di discutere! Vi prendo a schiaffi se no!" intervenì Cherry correndo da una parte all'altra della stanza per recuperare tutto quanto.
"Dai sono 5 km di distanza..." cercò di rassicurarli Tiffany mentre si sedeva sopra alla valigia colma cercando di chiuderla.
"Speriamo il taxista sia come Vin Diesel!"  commentò Cherry tra sé e sé.
"Addio sonnellino!" disse Mikey attirandosi tutte le occhiate storte dei presenti che lo fulminarono in sincrono riducendolo a cenere con un solo sguardo.
"Eh oh..." 
 
***
 
Non ci potevano credere. 
Erano appena saliti sul volo diretto per New York, dopo un continuo correre tra la folla cercando di evitare bagagli in cui inciampare e di perdersi.
"Per un soffio!" sospirò Gerard appoggiando la testa allo schienale imbottito del sedile.
Sorrise pensando alla crisi isterica che aveva avuto Cherry al gate e scosse la testa con gli occhi socchiusi per la stanchezza.
Speriamo di non aver dimenticato qualcuno come in "mamma ho perso l'aereo, mi sono smarrito a new york!"
Tiffany gli sfiorò la mano pallida per poi stringerla nella sua.
"Che vita movimentata eh?!" disse sorridendo.
"Puoi dirlo forte! Non bastavi solo tu a sconvolgere la mia vita...ora anche la possibilità di diventare qualcuno..." Le baciò la mano, con un bacio leggero, simile ad un soffio caldo per poi addormentarsi come un sasso.
La ragazza sorrise.
Era felice di essere accanto al ragazzo di cui si era innamorata e per cui molte avrebbero fatto qualsiasi cosa per averlo.
Si ravvivò i capelli con gesto lento e senza lasciare andare la mano di Gerard che anche se dormiva già profondamente non aveva lasciato quella stretta.
 
L' aereo decollò sulla pista provocando nei passeggeri un leggero fremito.
In quel momento, lasciandosi alla spalle quel posto ognuno di loro comprese che Las Vegas era un party continuo ed infinito, ma la loro vita lo era molto di più.
 

 
Note dell'autrice:
 
Ce l'abbiamo fatta! Anche questa settimana un capitolo sono riuscita a postarlo. Non mi sono persa in smancerie! Non ero ispirata per tenerezze da diabete...tuttavia spero vi piaccia ugualmente!
Grazie a tutti quanti per il sostegno e le recensioni :D
Un bacio

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Awake and Unafraid ***




New york. La grande mela.
Il traffico quasi irreale della città e i clacson dal suono fastidioso stavano mettendo a dura prova la pazienza e il controllo dei ragazzi.
"Potrei impazzire a vivere qui..." commentò Cherry con sguardo allucinato.
"Useresti il tuo fuoristrada come un panzer, ti ci vedo, considerata la tua pazienza quando guidi!" La prese in giro Tiffany.
"Puoi dirlo forte!"
Gerard era impegnato in un gioco sul telefono, quando il suo I phone vibrò interrompendo l'applicazione.
Il ragazzo lanciò un imprecazione poco chiara e guardo l'sms che gli era arrivato.
Frank. Ma che cazzo...?!
Lanciò un occhiata all'amico assorto nei suoi pensieri, con fare indifferente che guardava fuori dal finestrino.
- Devo parlarti -
Il rosso sbuffò componendo un nuovo messaggio.
- Speravo che mi dicessi di più dato che hai interrotto la mia partita a snake e ho perso grazie a queste due esaurienti parole :P -
La linguaccia a fine messaggio ci sta sempre. Pensò inviando al suo amico l'sms.
"Chi è?" domandò Cherry che aveva visto Frank controllare il cellulare.
"Nessuno."
"Nessuno...ti scrive?"
"Nessuno d'importante!" si corresse il ragazzo.
Cherry lasciò cadere la conversazione stringendosi nella spalle.
Se è una ragazza, caro Frank, ti faccio fuori.
 
 
 
Hotel Millennium Hilton.
New York City.
Ore 14.00 p.m.
 
 
"Bene ragazzi! Ce l'avete fatta! Per un momento ho creduto mentiste a Las Vegas" Commentò in un sorriso il loro produttore.
Mikey si lasciò scappare una risata nervosa. 
Quell'uomo la sapeva lunga.
"Ad ogni modo..." cominciò incrociando le mani e sprofondando nella poltrona blu decisamente kitsch sulla quale sedeva. 
"Oggi avrete la vostra prima intervista, la pubblicheranno su Rolling Stone..."
"FICO!" si lasciò scappare Frank illuminandosi a quelle parole.
Gerard ruotò gli occhi e si scompigliò un pò i capelli.
"In serata avrete la vostra esibizione a central park, i biglietti sono praticamente stati venduti tutti, andate alla grande! Scommetto che per il New Jersey saremo Sold Out! Mi ci gioco le palle!"
"Cavolo deve proprio avere fiducia in noi per giocarsi i suoi gingilli!" commentò Frank torturandosi i Jeans chiari con le mani.
"Lo scusi è un pò fuori..." cercò di rimediare Gerard grattandosi la testa.
"Ehi, ma!"
"E stai un pò zitto Frank!" 
Il tatuato sbuffò sonoramente incrociando le braccia al petto.
Thomson scoppiò in una fragorosa risata.
"Ho fatto consegnare le chiavi delle stanze alle vostre ragazze, spero siano di vostro gradimento! Ah...e tornati a Los Angeles dovrete presentare il vostro cd, vi ho preso un appuntamento proprio oggi! Dopo di che, avrete qualche giorno libero, ma non mettetevi troppo comodi perchè poi cominceremo un tour!"
Gli occhi dei ragazzi brillarono.
"State andando alla grande, vi affiderò un valido manager che vi possa seguire una volta tornati a Los Angeles! Su, ora andate, tra due ore bisogna uscire di qui per andare all'appuntamento con Rolling Stone!"
 
***
 
Cherry navigava in rete sdraiata sul divano col suo cellulare, aveva chiesto alla reception il codice della rete wi - fi e il ragazzo gliel'aveva dato più che volentieri anche se balbettando.
Che sia la scollatura?
Si guardò un momento perplessa, poi alzò le spalle facendo uscire dalle sue labbra un sonoro "Bah" e tornò a prestare attenzione al sito che avevano creato lei e Tiffany.
"Ma guarda questa..."
Inarcò le sopracciglia per poi scorrere lentamente i commenti nel forum del sito, man mano che leggeva il suo sguardo diventava sempre più corrucciato.
"Ste Tro...."
"Ehy piccola!"
Cherry alzò lo sguardo vedendo entrare Frank nella stanza.
"Dov'è Tiff?"
"In stanza da Gerard, doveva cambiarsi..."
Il suo sguardo non abbandonò lo schermo del cellulare, borbottò tra sé e sè per poi poi lasciare che un urlo rabbioso uscisse dalla sua bocca.
"MA GUARDA TE STE GALLINE ISTERICHE!"
"Che è successo?!" Frank sgranò gli occhi.
"Le tue fan mi offendono!"
"Eh?!"
"Le galline che vorrebbero venire a letto con te, mi offendono!" ripetè sempre più nervosa.
Frank assunse uno sguardo divertito ma cercò di non mettersi a ridere o l'uragano Cherry avrebbe investito anche lui senza pietà; e non era certo di poter soppravvivere ad uno scontro del genere. Forse avrebbe steso anche Mike Tyson.
"Che ti hanno scritto?"
La ragazza gli porse con forza il cellulare sotto al naso, facendolo indietreggiare.
- Ciliegia è proprio un cesso. Assomiglia ad una groupie di un gruppo metal scadente, non so cosa ci trovi in lei quel figo di Frank! -
Il tatuato non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere tenendosi gli addominali con le braccia.
"Dai amore ma ti pare?"
Gli occhi scuri della ragazza di fecero ancora più grandi sbarrandosi all'improvviso.
"Mi fai paura, non fare quello sguardo, dai! Lo sai che non è vero..."
"Chissenefotte di quelle."
"Allora che c'è?" domandò in un sorriso Frank.
Il cuore le sbalzò violentemente nel petto. 
Poteva sentirlo come un rimbombo nelle orecchie. 
Il suo battito si era fatto improvvisamente assordante, tanto da non udire più alcun rumore intorno.
"Hai detto..."
Il viso di Frank assunse una smorfia interrogativa mista a curiosità, increspò le labbra e si avvicinò a lei.
"Mi hai chiamata..."
BUM.BUM.BUM.
Amore.
Al posto del battito ora c'era un fastidioso tamburo.
"Ahhh!" il sorriso sul volto del ragazzo si allargò ancora di più "Ti ho chiamata, amore"
Cherry deglutì.
Frank Iero, mi ucciderai.
"E' così, baby..." disse avvicinandosi pericolosamente alla ragazza che era seduta sul letto.
"Sei il mio amore, per quanto tu faccia la dura..." La sua voce era un sussurro caldo che le provocò un brivido.
Le labbra dei due s'incontrarono fameliche. Frank la fece stendere sotto di lui sul letto, mentre Cherry si arrendeva al ragazzo che riusciva a sconvolgerla con una sola parola.
Una sola stupida parola.
Afferrò i suoi capelli corvini, baciandolo con più passione quando all'improvviso il suo fidanzato si staccò come se fosse stato colpito da una scossa.
"Scusa, devo andare!"
Che cazzo, Frank! Fanculo!
Cherry gli diede una pacca sulla spalla e lo allontanò.
"D'accordo."
Sono un coglione.
"E' solo che devo andare, abbiamo l'intervista e..."
"Lo so, vai Frankie."
Il tono era asciutto. Il ragazzo sentì aprire l'acqua del rubinetto nel bagno della stanza.
"Ci vediamo dopo!" 
"uh,uh"
La porta si chiuse alle sue spalle e Cherry si guardò allo specchio.
Probabilmente ho davvero qualcosa che non va, forse le galline hanno ragione.
 
***
 
Un Frank Iero sull'orlo di una crisi di nervi bussò violentemente alla porta di Gerard.
Nessuna risposta.
Sbattè nuovamente le nocche sulla porta bianca della stanza.
"Arrivo!"
"Gerard, sono io!"
"Arrivo, cazzo!"
Il ragazzo si appoggiò al muro in attesa. Sentì la voce di Tiffany assumere una sfumatura lamentosa e Gerard che le diceva "E' il coglione!"
Grazie, amico.
La ragazza dai capelli mori aprì.
"Ehy Frankie!"
La frangetta che le copriva in parte gli occhi era un pò più disordinata del solito.
"Oddio, non avrò mica interrotto..."
Tiffany rise di gusto "No, no tranquillo, mi stava aiutando con la cerniera del vestito sulla schiena, è difettosa!"
"mh, capisco..."
"E' tutto ok?" chiese con tono indagatorio.
"Si, uhm, dovrei parlare con Gerard...se..."
"No, tranquillo! Stavo andando dalla tua donna! Mentre sarete impegnati, noi pensavamo di farci un giro..."
Frank annuì, la salutò con un cenno della mano ed entrò come una furia.
"Devo parlarti."
"Ma dai..."
"Gee seriamente!"
"Ti sto ascoltando Frankie! Calmati!"
Il rosso si appoggiò con lo spigolo al bordo della scrivania presente nella camera e fissò l'amico tormentarsi le mani e camminare da una parte all'altra della stanza.
"Allora, qual'è il problema?"
"Io dico, l'hai vista?!" accompagnò la frase mettendosi le mani nei capelli.
"mmh, chi?!"
"Cherry, no?!" disse quasi urlando con un tono di ovvietà.
"Devi essere chiaro amico, Dio che ansia, mi devo accendere una sigaretta! Tu mi fai male alla salute!" Cercò per un momento l'accendino nelle tasche dei suoi jeans scuri e cominciò a fumare senza perdere di vista l'altro ragazzo che nel frattempo si era seduto, sfregandosi le mani sudate.
"Problemi?" lo incalzò Gerard dando una lunga boccata alla sigaretta prima di lasciare uscire una densa nuvola di fumo dalle labbra.
"Quelle scollature sono un problema!" cominciò l'altro "Hai visto vero che scollatura aveva oggi?"
"Amico...non passo il tempo a guardare la scollatura della migliore amica della mia ragazza, non credo sarebbe carino!"
Frank alzò un sopracciglio.
"Aspetta." Lo bloccò il rosso prima che potesse dire qualsiasi cosa "Tu guardi la scollatura della mia donna?!"
Gli occhi verdi sembrarono volergli schizzare fuori dalle orbite, mentre nel dire quella frase cominciò a tossire per il fumo che gli era andato di traverso.
"Per chi mi hai perso?! Non sono un maiale!"
Perchè Frank è qui a parlarmi di tette?
Per un momento si perse in quel pensiero escludendo la voce agitata del suo amico, quando ritornò alla realtà captò le parole "Ho solo paura che sia troppo presto per farlo."
"Eh?!"
"Oh mi ascolti?!" Il tatuato sembrava offeso.
"Mi ero perso..." stava per dire sulle tette, ma cercò di evitare.
"Insomma sono davvero innamorato ma..."
"Dai Frank! sembri una ragazzina in piena crisi adolescenziale! Insomma sei innamorato è una cosa bella, vivila per bene no? Quando sarà il momento lo sarà! non farti troppi problemi sulle tempistiche!"
Dov'è finito Gerard Way?! Gli alieni l'hanno rapito?!
Il moro rimase sorpreso dal consiglio dell'amico. Consiglio che lo fece sorridere. 
Sapeva che poteva sempre contare su di lui.
 
 
 
Hudson Street, New York.
Sturbacks.
Ore 16.30
 
A Tiffany sembrava di non dormire da una vita.
In effetti non avevano ancora toccato un letto, nel senso di averci dormito, da Las Vegas.
Osservò dalla vetrina del locale il passaggio della gente sul marciapiede che camminava chissà diretta dove, con il suo caffè fumante tra le mani.
Cherry agitava nervosamente la cannuccia nel suo frappuccino, come a voler uccidere la panna.
L'amica posò lo sguardo su di lei, provando un pò di pena per quella bevanda che stava venendo torturata ingiustamente.
"Sono incazzata."
"Non si vede tesoro."
Cherry tirò un lungo sorso per poi iniziare a parlare tutta d'un fiato.
Faceva sempre così, prima si esprimeva a monosillabi e grugniti, poi dopo aver ingerito qualcosa di dolce iniziava a tirar fuori fiumi di parole.
"Mi ha chiamata amore, capisci? Mi ha chiamata amore, mi è saltato addosso e poi se ne è andato. Mi ha lasciata lì, sul letto. Insoddisfatta!"
Per un momento Tiffany rischiò di strozzarsi col caffé.
"Ssht parla piano!"
"Hai afferrato la gravità della cosa?!"
La sua amica non le stava prestando attenzione.
"Relax, take it easy!"
Ecco la classica uscita di Tiff.
"E' scappato come un ladro" sbuffò quell'altra sottovoce con il broncio.
Tiffany non poté far a meno di ridere a quella smorfia. La sua amica sembrava una bambina a cui era stato portato via il suo giocattolo nuovo.
"Non cominciare con le pare, di solito sono io quella imparanoiata!" disse divertita.
Cherry cominciò a torturarsi i lunghi capelli mori.
"Perchè fa così?!" sbuffò visibilmente infastidita dalla situazione e iniziando a mordere la cannuccia verde.
"Te lo dico io...ha un'altra! Una delle galline di Las Vegas magari! Hai visto? nemmeno il messaggio mi ha fatto leggere!"
"Ti ha chiamato amore!"
"Si e poi...sedotta e abbandonata! Mi ha fatta quasi collassare e se ne è andato! SENSI DI COLPA IL BASTARDO TE LO DICO IO!"
"Sshhht!" Tiffany le prese una mano per cercare di calmarla.
"Non c'è nessun altra! Andiamo ti è corso dietro e tu nemmeno lo degnavi di uno sguardo! Poi ripeto, ti ha chiamata amore! Non l'ha detto per nulla! Ne sono certa!"
"mmpf" un borbottio indistinto.
Non sia mai che Cherry Ryan si arrenda all'evidenza e mi dia ragione. Ah l'orgoglio!
"E' un ragazzo molto dolce, Cher...e ci tiene. Avrà avuto una buona motivazione!"
"Se...se!" Cherry si alzò in piedi.
"So io cosa ci vuole! Un pò di Shopping!"
"Tu vuoi svuotarmi le tasche ammettilo!"
"No, più che altro voglio svuotarti la mente da pensieri strambi!" sorrise Tiffany prendendola per mano e correndo verso l'uscita.
 
 
Hotel Millennium Hilton.
New York City.
Ore 19.00 p.m
 
 
Gerard entrò nella camera 32, tirando un sospiro.
Doveva far arrivare aria al cervello. Per tutto il tempo dell'intervista era come rimasto in apnea per paura di dire qualcosa di sbagliato, per calibrare le sue parole, i suoi pensieri.
Non voleva che la band partisse con una brutta fama per qualche stupida parola male interpretata.
Abbandonò la giacca sulla sedia imbottita per poi buttarsi letteralmente sul letto.
Un materasso.
Da quanto non si stendeva su un letto e dormiva? Troppe ore, era riuscito a chiudere occhio solo in aereo.
Guardò il soffitto bianco. Per un momento gli sembrò di tornare indietro, nella sua stanza, a quando ancora Tiffany non era entrata nella sua vita portando con se i colori.
Era come vivere in bianco e nero prima.
Si ricordò la sensazione di non essere completo, la sensazione che qualcosa mancasse.
Era completamente sparita.
Per fortuna.
Le labbra si tirarono in largo sorriso che lasciò scoperti i denti bianchi, mise le braccia sotto al capo, sopra al cuscino e sospirò ancora una volta.
La porta del bagno si aprì lasciando uscire una nuvola di vapore.
"Oh sei qui!"
Tiffany avvolta nell'accappatoio dell'hotel si stava asciugando i capelli.
Gerard si alzò piano, puntando i gomiti sul letto.
Le guance della ragazza si colorarono leggermente.
Non era abituata a quell'initimità con lui. Non avevano mai diviso una stanza, ne tanto meno era uscita dalla doccia e si era presentata così davanti a lui.
"Come è andata?" chiese per cercare di non pensare al suo cuore che ora pompava il sangue al doppio della velocità normale.
"Bene, credo."
La ragazza sorrise "Sarà andata bene, vedrai! Ah io ne voglio una copia eh?!"
"Mi sei mancata."
L'aria le venne a mancare di colpo a quelle tre parole.
Gerard la raggiunse, le tolse l'asciugamano che aveva in testa e liberò i capelli bagnati sulle sue spalle.
L'abbracciò da dietro, cingendole i fianchi e le baciò il collo.
Tiffany si lasciò sfuggire un piccolo gemito al tocco delle sue labbra calde sulla pelle. Leggero.
Leggero come il tocco di Gerard che la stava accarezzando.
"Che tortura." Disse lui in un sussurro.
"C...cosa?"
La voce della ragazza tremava, come le sue gambe del resto.
"Questi vestiti e soprattutto quello che hai addosso tu sono una tortura!" Il timbro della voce era basso e caldo.  Un sussurro che la stava incendiando.
Gerard non credeva di aver detto davvero quelle parole, ma il desiderio di averla, di farla sua era più forte della timidezza, più forte di qualsiasi cosa.
Tiffany si voltò verso di lui baciandolo con passione, stringendo le braccia al suo collo mentre lui infilava le mani sotto quello che al momento era il suo abito.
Le dita esploravano ogni centimetro della sua pelle e le labbra avrebbero fatto una ricognizione più approffondita poco dopo.
Così ad occhi chiusi, pelle contro pelle, con il respiro caldo e affannato consumarono quell'amore che era nato da poco sul letto che da troppe ore non toccavano.
 
 
***
 
 
Le parole del suo amico ancora gli giravano in testa.
- Sei innamorato è una cosa bella - Sì Gee lo sono, sono cotto!
Passò la chiave magnetica nella fotocellula ed entrò nella camera dell'hotel che avrebbe diviso con Cherry.
La ragazza era lì, seduta sul letto che s'infilava un paio di scarpe nere con il tacco alto, i capelli sciolti che le ricadevano sulle spalle lasciate nude da un vestito nero che le arrivava sopra le ginocchia.
Frank era senza fiato.
"Wow!"
"Ciao."
"A cosa devo quest'eleganza?"
"Così nessuna potrà dire che sembro una groupie!"
"Ancora con quella storia?"
Cherry fece spallucce, poi diede nuovamente attenzione alle sue scarpe sbiascicando un "Fanculo" appena udibile.
Vivila per bene no? ancora una volta le parole del suo amico.
"Sei bellissima..." la voce gli si spezzò in gola, per un momento pensò fosse troppo bella per lui e che tutte le ragazze fossero decisamente solo invidiose.
"Grazie..."
Ci fu un attimo di silenzio. Un silenzio che tra loro non c'era mai stato prima.
"Qualcosa non va?"
Cretino, certo che non va, oggi sei scappato! IDIOTA.
"Ti pregherei...di dirmelo subito se c'è un'altra."
Frank si fece scuro in viso. Era confuso, si aspettava tutto meno che quella frase.
Le si avvicinò piano, come se il rumore dei passi potesse turbarla ulteriormente di quanto lo era già. Glielo leggeva in viso.
"Non c'è nessun'altra...ma cosa dici?!"
Le baciò le scapole nude, per darle un pò di conforto.
"Non prendermi in giro Frankie, non lo fare...messaggini sul cellulare, tu che scappi come una furia senza dire nulla..."
La voce di Cherry era incrinata. A stento trattenne le lacrime, il pensiero di un'altra ragazza o che lei non andasse bene per lui, che magari la pensasse come le sue fan, l'aveva turbata nel profondo.
I suoi occhi divennero lucidi, ma la sua determinazione nel non lasciarsi sfuggire le lacrime fu più forte.
Fece per andarsene verso la porta, aveva bisogno di aria, quando si sentì tirare per i polsi.
- Quando sarà il momento lo sarà! - Lo è adesso.
La presa di Frank non diminuì. 
La costrinse a girarsi verso di lui, verso i suoi occhi di quel verde - marrone che anche la prima volta l'avevano ipnotizzata come se fosse stata vittima di un incantesimo.
"Non pensare ad assurdità. Io sono stato uno stupido, è vero. Non c'è nessuna che non sia tu."
"Non..." la volontà di Cherry si sbriciolò in quegli occhi che la stavano incatenando a loro senza chiedere il permesso. Avrebbe voluto dire un non provarci, un non mentirmi, un non fare così... mentre tutto quello che riuscì a dire fu un "non andartene più".
Stava giocando a carte scoperte, stava mostrando il lato più fragile e debole che teneva nascosto a tutti.
Frank non potè più trattenersi. La strinse in quelle braccia forti e tatuate come quando l'afferrò la notte che si conobbero, la baciò intensamente, con una passione tale che Cherry si trovò ad aderire completamente al suo corpo e poi spinta contro al muro.
Era intrappolata.
La prigionia più dolce e bella che un condannato potesse avere.
Era condannata all'amore, quello forte e potente che anche se vestita la rendeva fragile come se fosse nuda.
"Voglio fare l'amore" il ragazzo sorrise, staccandosi appena da lei.
E Cherry per tutta risposta si spinse contro di lui, continuando a baciarlo, sfilandogli la magietta e spingendolo piano sul letto, perchè  non poteva più aspettare. Entrambi non potevano aspettare oltre, perchè era una tortura troppo crudele stare ancora così lontani.
Il bisogno di appartenersi una volta per tutte era impellente.
 
Frank Iero, ti sto dando anche l'anima.
 
 
Note dell'autrice:
 
Bisognerebbe festeggiare. Il capitolo più lungo che io abbia mai scritto! Oggi l'ispirazione mi ha proprio graziata! Spero vi piaccia perchè in tutta sincerità io ne sono soddisfatta!
Se volete dirmi la vostra è sempre un piacere sapere la vostra opinione :D
Ricordo a chi è interessato e vuole tenersi in contatto con me o aggiornato, la mia pagina su fb Eccola qui!
Buon weekend mie care Killjoys! :D
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** We can steal this car if your folks don't mind ***


 
 


Cherry si mosse tra le lenzuola. 
Aprì lentamente gli occhi e cercò con la mano il corpo di Frank.
Si voltò e lo trovò accanto a lei.
Guardò in viso il ragazzo che dormiva beato con l'espressione di un bambino.
Il mio Frank.
Con un movimento lento della mano avvicinò le dita alla sua schiena, le passò lente sulla sua pelle, per poi passarle sulle braccia tatuate e ripassando i contorni di quei disegni colorati che tanto amava guardare anche se cercava di non darlo troppo a vedere.
Chiuse gli occhi compiendo quei gesti e ripensò a poco prima. Mentre facevano l'amore le era sembrato che la sua pelle bruciasse sotto il tocco gentile e possessivo di Frank.
Aveva bruciato di passione.
Qualcosa che non accadeva da tempo.
Ritrasse la mano come se fosse la reazione a quel pensiero.
In fondo era spaventata dal fatto di sentirsi di qualcuno, tutti l'avevano fatta sentire così per poi abbandonarla e se fosse successo questa volta, lei ne sarebbe uscita distrutta, non più come una roccia fortificata dagli eventi.
Sospirò consapevole del fatto che si era lasciata andare una volta per tutte, che aveva mostrato a lui ogni parte di lei.
 
"Cazzo Frank apri!" 
"Cosa?! DOVE? QUANDO! COME? PERCHE'?! Cherry?!"
La ragazza era letteralmente saltata sul letto udendo la voce agitata di Gerard dalla porta mentre Frank si era svegliato di soprassalto per il baccano.
"Ciao..." Le disse rivolgendole un sorriso beato e baciandola piano sulle labbra.
"FRANK CAZZO BUTTO GIU' LA PORTA COSA STAI FACENDO?!"
"Meglio aprire..." disse in un sussurro la ragazza staccandosi da lui controvoglia.
"Arrivo!" Disse con voce scocciata il tatuato
"Cioè, Frank! Meglio aprire da vestiti magari!"
Il ragazzo la osservò avvolta solo dal lenzuolo.
Bellissima.
"Giusto!"
"Ok, Frank! OK! SIAMO IN RITARDO! TRA VENTI MINUTI DOBBIAMO SUONARE!" La voce di Gerard aveva raggiunto note troppo alte per le sue corde vocali.
"Che COOOOSA???!" Frank perdendo la calma aprì bruscamente la porta con solo i boxer addosso, mentre la ragazza gridò nascondendosi sotto le coperte.
"Oh merda..." Gerard divenne rosso in volto facendo un rapido calcolo della situazione.
"Io...cioè...non pensavo che...ODDIO. Insomma...mi dispiace però SIAMO IN RITARDO MI SONO ADDORMENTATO ANCHE IO!" aggiunse mettendosi le mani nei capelli rossi fuoco.
Lui non dorme di pomeriggio, non dorme manco la notte a momenti figurati se ha fatto un pisolino, con poi Tiffany accanto è impossibile a meno che...
Frank sgranò gli occhi "OOOOOOOOOOOOOOOHHH AMICOOOOO!!!"
"Sssht non gridare e vestiti deficente!!"
Cherry nel frattempo era riuscita a sgattaiolare nel bagno infilandosi il vestito che aveva addosso quando Frank era entrato nella stanza.
"Ok, ci sono! vero che va bene se però ora metto le all star?!" domandò in preda all'agitazione, mentre cercava di sistemarsi al meglio i lunghi capelli.
Frank incastrato nella sua maglietta sbiascicò un "Va bene amore sei bellissima comunque, ma nontrovol'uscitadaquestopostobuio!"
Gerard intervenne in aiuto dell'amico, scastrandolo.
"Sei peggio di un bambino! ovvio che non esci più dalla maglia se ti ostini a far passare il tuo testone dalle maniche!"
Tiffany arrivò trafelata sulla porta che era rimasta aperta.
Riprese fiato e osservò un attimo la scena.
Le bastò una rapida occhiata all'aspetto dell'amica per capire che era successo qualcosa.
Oddio, oddio voglio sapere tuttoooo!
Avrebbe voluto mettersi a saltare battendo le mani come una piccola foca ma decise di trattenersi.
"L'autista vi aspetta giù, sbrigatevi!" si limitò a dire mentre non staccava gli occhi dall'amica che sembrava aver la testa da un'altra parte e blaterava alla ricerca del suo cellulare che si trovava già nelle sue mani.
"Cher, tesoro hai tutto!" l'aiutò avvicinandosi a lei.
Gli occhi scuri e grandi guardarono in quelli di Tiffany che vi scorse una strana scintilla.
Era felicità ed emozione quella.
"Dai ragazzi andiamo! Il traffico di New York non aiuta!" li sponò ancora una volta la ragazza appena arrivata.
Gerard la prese per mano cominciando a correre verso l'ascensore, Frank uscì con una converse ai piedi e l'altra in mano e Cherry chiuse la porta imprecando mentre li raggiungeva.
A tutti sembrò di rivivere la corsa all'ultimo minuto per l'aeroporto a Las Vegas.
 
"Ormai la calma non so più cos'è è incredibile tutto questo! Ha del surreale oserei dire!" commentò Gerard salendo all'interno dell'elegante auto nera lucente facendosi posto tra Mikey e Ray.
Cherry si affacciò al finestrino del guidatore bussando nervosamente "Ehy tu! Autista?!"
"Mi dica Miss!" l'uomo anziano dagli occhi azzurri e i capelli bianchi coperti da un copricapo la guardò interrogativo ma con un sorriso gentile sulle labbra.
"Scommetto che sai fare il tuo lavoro, ma qui la situazione è critica! abbiamo un concerto rock da fare e tu non guiderai abbastanza veloce, mi spiego?"
L'uomo sembrò non capire, nel frattempo Tiffany aveva preso posto davanti e Frank era riuscito a stringersi tra i compagni che cominciavano a lamentarsi per l'affollamento del sedile posteriore.
"Hai presente woodstock?!"
L'autista annuì con un cenno del capo.
"Ecco bello, non ti saresti mai permesso di guastare un evento del genere! Beh io non posso rischiare di guastare questo concerto che ha praticamente lo stesso valore di quel festival per questi ragazzi, quindi mi lasci le chiavi e faccio io!"
L'uomo provò ad obbiettare ma la ragazza riuscì a tirarlo fuori e a prendere le chiavi.
"La pagheremo lo stesso!" interevenne Tiffany come per rassicurarlo mentre l'amica metteva in moto.
"Oh meglio la pagherà Thomson!" Esclamò Frank spintonato dagli altri con la testa fuori dal finestrino.
L'auto sgasò prepotentemente immettendosi nel traffico New Yorkese.
Il cellullare di Gerard squillò, sul display il nome del loro produttore lampeggiava insistentemente.
"P...pronto?"
Un clacson suonò non facendogli sentire la voce dell'uomo dall'altra parte.
"Si, siamo in macchina!"
Frank spintonò Mikey che finì con le mani nei voluminosi capelli di Ray.
"Cazzo, non me li toccare! Lo sai che lo odio, lo sai!"
"Non l'ho fatto apposta, lui spinge!"
"Non è vero! non mi fate spazio!"
Gerard gridò per farli tacere e poi riprese a comunicare al cellulare tenendosi con una mano l'orecchio coperto e con l'altra l' I phone "Chi è Lucas?" 
Cherry osservò il ragazzo dallo spiecchietto, i suoi occhi verdi accompagnarono un'espressione perplessa che poi scomparve "Ahh, l'autista! si! Ehm..."
"Tiffany prendi quel cellulare al tuo uomo!"
"Ma...sta parlando!"
"Non sa dire le balle!" 
La ragazza tolse la cintura e si sporse dal sedile verso il fidanzato, fece con la mano il gesto di passarle il cellulare e lo spense mettendolo in borsa.
"Co...cosa fai!"
Tiffany si riallacciò la cintura dicendo tranquillamente "Ora non c'è linea semplice! Tra poco saremo li tanto, vero Cher?"
"Si, cazzo!"
Degli automobilisti nervosi suonarono alla loro macchina che si ritrovò ferma in un ingorgo.
"Merda!"
La mora passò le mani sul volante con l'espressione nervosa.
"Cher, calmati, non hai il fuoristrada!"
"Dici che la sfaciamo la macchina se proviamo a passare sopra ai taxi?!"
"Stai scherzando vero?" domandò Gerard tamburellando con la mani sulle proprie gambe.
"Non scherza mai quando guida!" disse Tiffany.
"Quanto manca?" chiese Mikey cercando di fingere indifferenza ma con scarso successo"dieci minuti" rispose il fratello.
"Dovevamo rubare una macchina alla polizia, con la sirena ci facevano passare!" commentò Frank.
"Si e dove la trovavo?" domandò Cherry.
"Calmi tutti! troviamo un argomento per rilassarci!" propose Tiffany gesticolando animatamente con le mani all'aria.
"Io ce l'ho, io ce l'ho!" saltellò Frank sul sedile con la mano alzata, come uno scolaretto smanioso di dare la risposta che sa alla professoressa.
"Sentiamo..." sbuffò Ray con le braccia conserte e lo sguardo fisso sulle auto.
"Hai detto che hai dormito mandrillo!" la sua espressione lasciò sottolineare una certa malizia nella frase che era rivolta al rosso.
Cherry staccò gli occhi dalla strada guardando l'amica di fianco a lei lasciandosi scappare un "Per la miseria Tiff!"
Le guance della ragazza seduta nel posto del passeggero assunsero un colorito che non apparteneva certo al blush con cui era truccata.
"Non qui ti prego!" le disse sottovoce.
Cherry le fece l'occhiolino "Frank, taci! non si parla in macchina di questa questione!"
"Ma...perchè?"
"Zitto, ascolta la tua donna!" lo riprese Gerard.
Le auto ripartirono e la guida spericolata di Cherry li fece arrivare a destinazione appena in tempo.
 
 
Lo spettacolo era stato impeccabile e il tempismo anche. Frank non aveva nemmeno avuto il tempo di farsi venire un attacco di panico, perciò Thomson non aveva potuto dire nulla se non un "ottimo lavoro ragazzi", per poi andarsene con il suo sorriso e il suo passo rilassato che ormai lo contraddistinguevano.
 
 
 
John F. Kennedy Airport
 
 
Il chiacchericcio dei viaggiatori e gli annunci dei voli riuscivano a tenerli svegli nonostante la stanchezza. 
Quella sera i ragazzi avevano preso la saggia decisione di partire anziché andare a divertirsi visti gli ultimi avvenimenti.
 
Tiffany si accoccolò tra le braccia di Gerard che stava seduto in una delle scomode sedie dell' aeroporto tenendola stretta contro di sé, mentre con lo sguardo si perse dietro a Ray e Mikey che con passo strascicato si avviarono per una sosta al bar prima del volo.
"Dobbiamo già ripartire..." la voce della ragazza era un sussurro. Disse quelle parole piano, un pò per la stanchezza che la stava attanagliando, un pò perchè non voleva risultare magari lamentosa.
Seguì un breve silenzio a quella frase e dopo un lungo respiro di Gerard, che lei potè percepire dal movimento della sua cassa toracica, il rosso parlò.
"Potrei abituarmici..."
"A cosa?" domandò Tiffany alzando lo sguardo verso di lui rimanendo appoggiata con la testa al suo petto.
"A tutto questo viaggiare..."
"Non ti manca essere a casa?"
"No, se ti ho con me..." le accarezzò il viso e le spostò una ciocca ribelle della frangetta "la mia casa sei tu..." concluse baciandola delicatamente sulla bocca.
Il cuore della ragazza sobbalzò.
Gerard non era un tipo loquace come Frank ma quando parlava la colpiva ogni volta al cuore, provocando dentro di lei una vera e propria tempesta.
Sembra impossibile, è passato pochissimo, eppure credo di amarti Gee.
Tiffany decise che quel pensiero per ora sarebbe rimasto li, nella sua mente.
Avere accanto Gerard che le dava quell'affetto poteva bastare.
Poco più distanti Frank e Cherry erano seduti per terra con la schiena appoggiata al muro che ridevano di gusto con una complicità tale che Tiffany fece quasi fatica a riconoscere la sua amica. 
Non ricordava più l'ultima volta che un ragazzo l'aveva fatta ridere e per questo era grata a Frank.
Sospirò gustandosi quell'istante come se potesse essere l'ultimo, come potesse essere il più bello per tutti loro.
 
 
Note dell'autrice:
Con gli esami universitari sono davvero tempi duri! Scusate per il ritardo. Il capitolo è più corto del precedente, ma più lungo proprio non mi riusciva. Ho fatto veramente fatica a completarlo, ultimamente poi sono più ispirata per Who owns my heart, ma...Ecco qui il risultato :D
Grazie mille a chi trova un pochino di tempo per commentarmi e a chi legge.
Spero possa piacervi, nonostante non sia nulla di speciale.
Buona domenica!
Kat

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Ghost ***



 
Belleville New Jersey
 
Gerard era impalato davanti alla casa dov' era cresciuto con suo  fratello a fianco.
"Dovremmo suonare." Disse Mikey pulendosi i sottili occhiali da vista con un lembo della maglietta, per poi rimetterli sul proprio naso.
"Mikey...sono due anni che non ci facciamo vedere da nostra madre!" Precisò con aria nervosa il rosso accendendosi una sigaretta.
"Quindi dovremmo rimanere qui fuori per sempre?"
Gerard sputò fuori una boccata di fumo, si passò tremante una mano tra i lunghi capelli e si pentì di non avere al suo fianco il suo portafortuna.
Tiffany.
"In caso ti stessi domandando perchè non hai voluto qui lei..." cominciò il più piccolo "è perchè le hai detto dovevamo sbrigarcela noi!"
Gli occhi verdi del ragazzo si posarono su Mikey guardandolo con un'espressione di sorpresa che gli dipingeva il volto.
Come diavolo fa a sapere sempre a cosa penso?
Ancora dopo anni non riusciva a comprendere determinate cose.
Prese coraggio pestando nervosamente la sigaretta ancora da finire sotto la scarpa e con voce bassa disse un flebile "Andiamo!" avviandosi verso l'entrata di casa.
Quando fece per posare il dito candido sul campanello fu preso di sorpresa dal cigolio  della porta d'ingresso che si aprì davanti a lui.
Sua madre con lo sguardo commosso era sulla soglia che teneva ancora stretto tra le mani il pomello della porta di casa.
"Mi chiedevo se i miei bambini si fossero mai decisi!" La voce era incrinata dall'emozione. 
Mikey si gettò tra le braccia della donna che lo strinse a sè accarezzandogli la testa.
A Gerard sembrò di tornare bambino, quando in certe giornate storte, tornando a casa da scuola il fratello correva tra le braccia di sua madre a piangere per qualche presa in giro o qualche scherno subito dai suoi compagni.
"E tu non mi abbracci?" La voce di Donna fu il campanello che lo riportò al presente.
Il rosso fece qualche passo impacciato, un pò timido, un pò imbarazzato, ma quando riuscì ad essere abbastanza vicino alla madre le diede un lieve bacio sulla guancia e si lasciò andare anche lui ad un caldo abbraccio.
Mi sei mancata, mamma.
Si premurò di tenere quel pensiero per lui o più tardi il fratello lo avrebbe preso in giro per il suo lato tenero.
 
 
***
 
 
"Come mai non sei andato a Newark da tua madre Frankie?" Domandò Cherry fissandolo incuriosita.
"Ha detto sapeva saremmo venuti qui, è uscito un articolo su un giornale e le stava venendo un colpo. Vedrai che mi troverà lei!"
"Siete proprio strani in famiglia!" scherzò la ragazza inclinando la testa di lato.
Il ragazzo ridacchiò per poi prendere posto accanto a lei e cingerle la vita con le braccia per averla più vicina a lui.
"E queste coccole sono dovute a...?!"
Le labbra del moro s'incurvarono leggermente in su "Voglio solo averti addosso..."
"mmh...come a New York?" La domanda uscì maliziosa dalle lebbra della ragazza che cominciarono a baciare Frank con tutta la passione che aveva in corpo.
I due erano così intenti nelle loro effusioni che non prestarono attenzione al rumore della porta che si apriva.
"Ehm, Ehm!" Qualcuno sulla soglia si schiarì la voce.
Frank s'irrigidì di colpo puntando prima gli occhi in quelli di Cherry poi facendo scivolare il suo sguardo altrove quando sulla soglia scorse la figura di una donna dai tratti simili ai suoi.
"Mamma? Ciao!"
Merda! merda!
La ragazza sembrò schizzare come un razzo lontana da lui arrossendo violentemente.
"Ciao Frankie, tesoro! Stai bene? guarda qui come sei dimagrito! Ma mangi?"
"Si mamma mangio! Va tutto bene tranquilla!"
"Ma guarda te! Se non leggevo il giornale non avvertivi la tua mamma?! Guarda che  una madre trova il figlio ovunque sai?!"
"Lo so mamma, lo so! E lo vedo!" seguì una risata nervosa accompagnata dalla sua mano tatuata che cominciò a grattare la sua nuca.
"Ma quanti tatuaggi tesoro! Guarda qui! Poi non vanno più via!" La donna diede uno schiaffetto sul braccio del figlio per poi riabbracciarlo nuovamente.
Cherry per un momento credette di essere invisibile.
Forse posso svignarmela!
Ma il suo sollievo durò poco.
Lo sguardo della donna le fu addosso e la sua voce si fece confusa.
"Dov'è Jamia?"
Alla domanda seguì un lungo silenzio che per Cherry fu rumoroso a causa delle domande che cominciarono ad affollare la sua mente.
Chi cazzo è Jamia?
"Mamma..."
"Si, Frank..."
Frank abbassò lo sguardo, mise le mani in tasca e poi prese coraggio.
"Se né andata. E' scomparsa nel nulla, senza un motivo!"
"Sicuro di non aver fatto qualcosa tu?"
"Mi sono comportato bene io!"
"Mi fa strano sai...insomma erano anni che stavate insieme."
Jamia, una fidanzata storica. Grande!Magari sua mamma l'adorava anche!
I pensieri di Cherry stavano alimentando un sentimento di rabbia dentro di lei che venne soffocato dalla voce di Frank che si avvicinò a lei prendendole la mano.
"Ti presento Cher, lei è la mia ragazza!"
 
***
 
"Ti rendi conto?! Non me ne ha mai parlato!!" Cherry stava gridando al tavolino di un piccolo starbucks facendo voltare tutti i presenti come se Tiffany fosse lontana chilometri da lei anzichè dall'altra parte del tavolino.
L'amica sorseggiò il suo caffè per poi fare un gesto lento con la mano sussurrando la parola "respira..." per aiutare la sua amica calmarsi.
La mora sbuffò dando un colpo al tavolino.
"Cher, calma...non ti avrà raccontato di lei semplicemente perchè...è passato!"
"Un passato durato moolto tempo da quello che ho capito da sua madre!"
"Ora ci sei tu, non ha più importanza!"
La ragazza si lasciò convincere dalle parole dell'amica anche se in fondo in fondo la questione le stava mangiando il fegato.
La porta del locale si riaprì per poi richiudersi ancora una volta, lasciando entrare Gerard e Mickey tutti sorridenti.
"Hey piccola!" Gerard si fiondò a passo veloce da Tiffany abbracciandola stretta e allungandole un bacio veloce.
"Hai già preso la tua dose di caffè eh?!" notò in un sorriso.
"Si, ne avevo decisamente bisogno!"
Il fratello del rosso salutò le due ragazze con un gesto della mano per poi mettersi in fila alla cassa.
"Cher che hai?" A Gerard non sfuggì la smorfia dell'amica. Aveva imparato a leggere le sue espressioni ormai e assomigliava terribilmente al suo migliore amico.
Se Frank fosse stato donna, sarebbe identico a lei.
"Cosa ridi sotto ai baffi Gee?"
"Stavo pensando assomigli a Frank!"
Cherry a quel nome sobbalzò. 
Era come una scarica ogni volta.
Mikey raggiunse il gruppetto al tavolo porgendo a Gerard un caffè grande fumante.
"Occhio che scotta!"
"Grazie, ma non avevo dubbi!" rispose il rosso facendo l'occhiolino al fratello e prendendo in braccio Tiffany che arrossì a quel gesto.
"Allora...me lo dici che hai?" la intimò l'amico sporgendo il viso dalla schiena di Tiffany e mescolando con una mano il caffè.
"Jamia."
A quella parola l'amica capì che la gelosia di Cherry non si era placata per nulla.
 
 
***
 
Il backstage era notevolmente ridotto.
Il concerto era all'aperto e il cielo si stava piano piano ricoprendo di nuvole plumbee all'orizzonte.
Il pubblico era caldo ed entusista e gridava a gran voce il nome della band.
"Non le hai detto nulla, amico hai fatto male i conti!" Mikey diede una spinta a Frank dicendogli quella frase.
"Da quando in qua parli così tanto? E poi...di che stai blaterando?"
"Lo sai. Non importa fai lo stupido anche per finta!" concluse Mikey assicurandosi sulla spalla la cinghia del basso.
"Gerard?! Vuoi illuminarmi sul significato delle parole di tuo fratello?!"
"Cadi proprio dalle nuvole..."
"Abbastanza!"
"Hey ragazzi, non finiamo per litigare che tra cinque minuti si va in scena!" Disse Ray ascoltando i toni degli amici che non promettevano nulla di buono.
"Non hai detto di Jamia a Cherry, pensi non lo sarebbe mai venuta a sapere?!"
Frank sbarrò gli occhi.
Che centra quella con Cherry?
Si sorprese un momento pensando per la prima volta all'ex fidanzata con l'appellativo di "quella".
"Non voglio più trovarmi nella situazione di dire io le cose per te a lei!"
"Le hai parlato?"
"Qualcuno doveva farlo!"
"Gerard sei un coglione!"
"Tu di più!"
"Ehy, ehy se volete litigare lo fate dopo ho detto!" Ora quello minaccioso era Ray che con la sua altezza si era piazzato davanti a Frank guardandolo storto.
Tiffany entrò con l'amica per mano.
Al loro arrivo tutti si rilassarono un pò di più, ormai erano come una sottospecie di morfina.
"Volevamo augurarvi buona fortuna!" disse sorridente Tiffany.
"Con la crisi di panico va bene?" s'informò Cherry rivolta a Frank che annuì vigorosamente.
Lei sta pensando a me. E' arrabbiata, ma pensa a me.
"Scusami."
 Cherry corrugò le sopracciglia non capendo.
"Scusami se non te ne ho parlato..." si corresse Frank.
Lo sguardo dispiaciuto del ragazzo fu una mina in pieno petto.
Cherry l'abbracciò a sé "Non nascondermi nulla...mi fido di te, Frankie..."
Il ragazzo rispose all'abbraccio, non avrebbe permesso al fantasma di Jamia di distruggere tutto.
"Tutto è bene quel che finisce bene!" Disse Tiffany all'orecchio di Gerard che sorrise.
"Grazie..." aggiunse.
"Per cosa?"
"Ti ho sentito da dietro la porta che parlavi con Frank!"
"Tutto per le mie ragazze! Frank è solo un coglione, non è cattivo! ogni tanto gli serve una strigliata!"
"Lo so!"
Gerard non seppe resistere a quello sguardo che lo guardava adorante e s'impossessò delle labbra color fragola della ragazza.
"Ti amo..." le disse all'orecchio sottovoce quando si fu staccato a malincuore dalla sua bocca.
Il cuore della ragazza rimbalzò violento nel suo petto.
L'ha detto davvero?
Rimase un momento a boccheggiare, come se non le arrivasse abbastanza ossigeno.
Gerard Way tu mi vuoi morta!
Poi un nuovo sorriso le dipinse il volto illuminandole i suoi grandi occhi castani.
"Ti amo anche io!"
"Ooh quanto miele! Se continuate così scivoleremo sul palco!" disse Ray ridendosela.
"Ma sul miele si scivola? Non è appiccicoso Ray?" 
"Mikey zitto!"
"Credo sia il momento!" disse Cherry indicando con la testa il palco.
"Fate un grande show! Noi saremo come sempre in prima fila!" aggiunse Tiffany salutando la band.
 
 
Le note dei My Chemical Romance riempirono l'aria rendendola quasi elettrica.
La folla di fan cantava con loro saltando e muovendosi a ritmo come un grande mare.
Frank dall'alto del palco si perse in quell'oceano di folla e per un momento gli sembro che di conoscere una di quelle onde.
Sbattè le palpebre cercando di non apparire turbato.
Quel caschetto di capelli scuri era inconfondibile.
La ragazza continuò a guardarlo per poi voltarsi e uscire dal pubblico.
Non è possibile...
Per un momento non sbagliò un accordo.
Non può essere...
Guardò sotto di lui il viso di Cherry felice e sorridente che cantava insieme a Tiffany e si domandò se non fosse la punizione per essere di nuovo così felice. Per essere tornato a vivere.
Jamia, era lei.
Le nuvole grigie all'orizzonte si addensarono, facendosi più vicine e minacciose.
Ma la vera tempesta doveva ancora arrivare.
 
 
Note dell'autrice:
Aaah che nota dolente questo finale...avremo un lieto fine? Frank si è fatto un acido o Jamia era li davvero? Se non ha avuto una visione temo che ci saranno dei guai, che dite?
Come ho annunciato sulla pagina fb credo che in 4 capitoli, escluso questo, la ff si concluderà.
Grazie a tutti quelli che han recensito e che la stanno ancora seguendo e non mi abbandoneranno fino alla fine :D
Se qualcuno seguiva il mio blog, con aggiornamenti e curiosità sulle mie ff di forumfree lo avviso che ho cambiato community perchè mi trovo meglio su blogspot. Perciò oltre che sulla pagina Fb mi trovate Qui 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Back to black ***


We only said goodbye with words  I died a hundred times 
You go back to her  And I go back to Black

 

 
“Oddio si! Los Angeles!!” Cherry gridò entusiasta uscendo di corsa dall’ aeroporto sotto il sole caldo che splendeva alto nel cielo.
“La cara, cara Los Angeles!! Mi sei mancataaa!” Tutti la guardarono straniti scoppiando a ridere per la reazione a cui stava rendendo partecipi non solo loro, ma tutti i curiosi di passaggio.
“Deduco tu sia felice di essere tornata a casa!” disse Frank cingendole i fianchi con un braccio e lasciandole un bacio leggero sulla fronte.
Casa.
Si, ormai Los Angeles era davvero la sua casa. L’ Australia era solo un pallido ricordo, li aveva tutto, la sua migliore amica, un ragazzo con cui potersi aprire e un gruppo di nuovi amici tutti speciali.
“E’ fantastico essere qui, anche se l’importante è stare dove sei tu!”
A quelle parole il ragazzo s’illuminò con un sorriso.
Era finalmente felice.
“Tu sei fantastica…” Cherry rabbrividì nonostante il caldo, i suoi occhi la ipnotizzarono incatenandola a lui, un sospiro lasciò le sue labbra inaspettatamente.
“Tutto ok, piccola?” Frank si preoccupò per quella reazione inaspettata.
Un sorriso si dipinse sul volto della ragazza rendendo più luminoso il suo sguardo. Annuì con il capo e mentre le sue guance si coloravano lievemente disse “pensavo all’effetto che mi hai fatto la prima volta che ti vidi…non era tutta colpa della vodka!”
Frank le scompigliò amorevolmente i capelli “Il caldo ti sta già dando alla testa! Andiamo in macchina che non voglio svieni di nuovo!”
“Frank Iero, non fare il saputello! Non è il caldo! Sei tu che mi dai alla testa!”
Le mani della ragazza si coprirono subito la bocca.
Ma che figura da demente!!!
“Puoi ripetere?” domandò l’altro divertito.
Cherry scosse la testa con gli occhi chiusi sprofondando dall’imbarazzo.
“Signorina, qui stiamo diventando moolto dolci!”
“Non è vero!” disse lei spintonandolo via.
“Oh si! Invece!”
“Ti sbagli! Stammi lontano su!”
“Non resisteresti due minuti senza di me!” rincarò la dose Frank divertito.
La frase la colpì come un fulmine a ciel sereno.
Quanto ai ragione, non potrei più fare a meno di tutto questo!
 
“Voi due, vi sbrigate?” Gerard aveva caricato i loro bagagli sul furgone scassato di Frank che avevano lasciato in aeroporto dopo che lui stesso aveva considerato che nessuno avrebbe potuto rubare un catorcio del genere.
“Gee sei un rompipalle! Sto conversando con la mia donna!”
Il rosso sbuffò avvicinandosi a Tiffany che si sedette al posto accanto al conducente.
“Ehy ti metti vicino al mio amico?”
“No. Guidi tu!”
“Ma la macchina è di…”
“lo so Gee, ma lasciamo quei due dietro a picchiarsi! Mi sto divertendo come una matta a vedere Cherry dire cose smielate a Frankie per poi spintonarlo! E’ buffa!”
Gerard scosse il capo.
Adorava vedere la sua ragazza tutta contenta, sia che fosse lui a renderla felice che si divertisse per il rapporto tra il suo amico e Cherry.
“Vieni da me?” le domandò lui passandole una mano tra i lunghi capelli scuri e fermandosi sulla sua guancia.
Tiffany appoggiò il palmo sul dorso candido della sua mano guardando le iridi verdi smeraldo che la fissavano e la stavano facendo morire.
Sarai la causa del mio decesso Gerard Way.
“Si, se ti va…”
“Certo che mi va, non vorrei mollarti nemmeno un secondo!”
Il cuore della ragazza rimbalzò violento a quelle parole.
Il giorno prima lui aveva detto di amarla ed ora, sapere che non voleva staccarsi da lei la faceva sentire bene come non mai.
Era completa.
 
Il gruppo di amici fece ritorno insieme dal tour per poi dividersi.
Mikey e Ray ormai inseparabili, decisero di concedersi un pomeriggio all’insegna dei videogiochi alla play station prima di andare a conoscere il manager che il loro produttore voleva assegnare alla band.
Gerard e Tiffany, invece, optarono per un pomeriggio tranquillo a casa del rosso.
Frank e Cherry li guardarono attraversare il vialetto mano nella mano per poi entrare in casa ridacchiando complici.
Nella sua testa l’immagine di Gerard che spingeva l’amica al muro baciandola con fervore non era poi molto lontana dalla realtà.
Scosse la testa per scacciare quel pensiero e non andare oltre e la voce del suo ragazzo la riportò al presente.
“Cosa intendono poi con pomeriggio tranquillo quei due, lo sanno solo loro!” commentò Frank stando attento alla strada mentre guidava.
“Faranno sesso sfrenato te lo dico io!”
“Sesso sfrenato? Ma come?! Non eri diventata una signorina tutta per bene poco prima? Mi sarei aspettato un fare l’amore appassionatamente da te!” la prese in giro lui.
“Frankie non te le do solo perché stai guidando e non voglio schiantarmi!”
“Ma dai, non prendertela! A me piaci anche tutta smielosa!”
“Si dice smielata!” sbuffò l’altra incrociando le braccia al petto e mettendo su il muso.
“Sei adorabile tutta imbronciata…”
Uno sbuffo rumoroso uscì dalle labbra appena rosate dal lucidalabbra alla ciliegia di Cherry cercando di trattenere un sorriso.
Era impossibile rimanere seria e impassibile con quel bambinone di Frank.
 
 
Casa di Gerard.
Ore 15.00 p.m.
 
Il ragazzo tirò un ultimo tiro dalla sua malboro rossa per poi gettarla a terra e richiudere la vetrata della sala che dava sul giardino.
Si stiracchiò sbadigliando il più silenziosamente possibile.
Tiffany aveva preparato un pranzo così buono che se l’era mangiato come se non toccasse cibo da giorni e dopo si erano messi a guardare uno dei film di x men alla televisione prima che lei crollasse sul suo divano.
Si avvicinò a passi felpati, attento a non svegliarla.
E’ bellissima.
Si sedette sul pavimento accanto al divano, le spostò un ciocca di capelli dal viso e continuò a guardarla respirare regolare mentre riposava.
Chissà cosa stai sognando…se ci sono io nei tuoi sogni…
L’istinto di toccarla si fece forte in lui.
Avvicinò nuovamente una mano per poi fermarsi.
“Gee sei un demente, lasciala riposare!”
Un mugolio attirò la sua attenzione.
“Va tutto bene…”sussurrò baciandola piano su una guancia.
La mano di Tiffany lo bloccò e i suoi occhi grandi scuri si aprirono all’improvviso.
“Non abbiamo litigato vero?” sbiascicò la ragazza con la voce impastata dal sonno.
Il rosso sorrise “No piccola…era un brutto sogno…”
“mmh…non è tornata la tua ex e…”
“Ma quale ex…va tutto a meraviglia!”
Tu sei la mia meraviglia.
Gerard la baciò con tutto l’amore che provava.
Al diavolo il buon proposito di non disturbare il suo sonno!
Tiffany lo tirò a sé lasciando che il ragazzo si mettesse sopra di lei.
La mani di Gerard esplorarono ogni centimetro della sua pelle sotto la maglietta che poco dopo si ritrovò a far compagnia al pavimento.
E tra baci passionali e carezze che bruciavano sulla pelle la fece ancora una volta con la consapevolezza che aveva trovato l’amore della sua vita.
 
 
Ore 15.30 p.m.
Casa di Cherry
 
Rocky dormiva sul pavimento con il suo osso di gomma sotto una delle sue lunghe zampe.
Cherry e Frank erano andati a riprenderlo alla pensione per cani dove lo avevano lasciato in quei giorni. Appena li aveva visti era corso loro incontro tutto scodinzolante catapultandosi addosso a Frank e facendolo cadere con suo grande divertimento.
Dopo una corsa sfrenata sulla sabbia bruciante della spiaggia avevano fatto un bagno ed erano tornati a casa di lei dove avevano fatto l’amore per la seconda volta.
Ma quello a cui pensò Cherry fu le due parole che Frank aveva pronunciato nel momento in cui l’aveva guardata negli occhi mentre le sue mani tatuate percorrevano ogni centimetro di lei facendola rabbrividire e rendendola quasi incapace di reagire.
“ ti amo”
Al solo pensiero avvampò di nuovo.
Lui amava lei.
Lui l’amava per quel che era, l’amava dolce e l’amava scontrosa.
L’amava da sorridente e da imbronciata.
Ed io sono incondizionatamente persa di lui.
Il piccolo dettaglio è che lei non aveva risposto a quel “ti amo”.
Le parole le si erano bloccate in gola mentre il cuore sembrava esploderle e in quel momento che sembrava aver fermato il tempo.
“Frankie…” lo chiamò piano, passando la mano leggera sulla schiena nuda del ragazzo che dormiva aggrappato al suo cuscino.
“Frankie!” lo scosse un po’ più forte per svegliarlo, cercando però di non essere troppo brusca.
“è mia quella coca cola…ridammela!” disse tutto piccato mugugnando con gli occhi chiusi.
Cherry non riuscì a trattenersi scoppiando a ridere di gusto tra le lenzuola.
“Frankie, la coca cola te la do solo se mi presti attenzione!” le disse lei all’orecchio.
Il ragazzo aprì a fatica gli occhi per poi mettersi a fissarla.
“Che hai detto?”
“Niente! Era per svegliarti!”
“Che mi hai promesso furbetta?” domandò malizioso bloccandole i polsi e mettendosi su di lei per baciarla.
“Che sono tua per sempre!”
Il ragazzo spalancò la bocca per lo stupore.
“Ed io me lo sono perso?”
“No, te lo sto dicendo adesso!”
“Per sempre è tanto lo sai?”
Cherry fece finta di pensarci un po’ su “mmh in effetti…ma se vuoi posso ritirare la mia promessa!”
“No, no! Mi va benissimo!” disse stringendola a sé.
“Guarda che io ci credo”.
 
 
Ore 16.00 p.m.
 
Un pik up beige di vecchia data mangiava l’asfalto sotto le ruote pesanti.
La ragazza mora che lo guidava ricordava bene la strada e le numerose casette per quella via di Los Angeles in cui aveva convissuto per qualche anno.
Ripartì al semaforo verde per poi svoltare a destra a parcheggiare davanti a una casetta modesta a cui era stato aggiunto da poco uno steccato in legno.
“Ma guarda un po’, ha deciso di rinnovare qualcosa…scommetto che il disordine è sempre lo stesso!”
Sorrise un po’ malinconica, mettendo il freno a mano e scese dalla vettura.
Nonostante venisse dal New Jersey non si era stancata per il viaggio.
Suonò il campanello con le mani sudate per l’emozione e non trovando nessuno in casa si sedette sul gradino davanti alla porta.
Aspettò cinque minuti, ringraziando di avere ancora un po’ di tempo per smaltire l’ansia che la stava pervadendo.
Come reagirà?
Mentre quella domanda le stava attraversando la mente scrutò due figure scendere da un Suv poco distante da lì.
Una delle due persone la conosceva molto bene.
Si alzò, sistemandosi il vestito leggero che le arrivava alle ginocchia e tirando gli occhiali da sole sulla testa.
 
***  
 
Cherry chiuse lo sportello dell’auto baciando Frank e prendendolo per mano.
Sistemò la borsa sulla spalla e vide una macchina parcheggiata davanti a casa del ragazzo a lei sconosciuta.
“Frankie, aspetti qualcuno?” chiese incuriosita.
“No, perché?”
La ragazza indicò il Pik up con una smorfia di disgusto.
Frank alzò lo sguardo rimanendo interdetto per un momento e i suoi dubbi, ma soprattutto i suoi incubi presero di nuovo vita quando accanto allo steccato comparve una ragazza che conosceva molto bene.
Per un momento credette di svenire.
“La conosci Frankie?” lo sguardo di Cherry si fece preoccupato e si strinse di più a lui quando lo vide perdere colore.
“Ciao!” disse sorridente la ragazza quando i due li furono davanti.
Il saluto era diretto solo a Frank perché il suo sguardo non si era soffermato nemmeno un momento su Cherry come se fosse del tutto invisibile.
“Ciao, Jamia!”
Quel nome colpì con la violenza di una granata la mora che si staccò all’istante dal braccio di Frank piuttosto confusa.
Stai calma.
I suoi occhi erano addosso a Jamia come due calamite, se avesse potuto l’avrebbe incenerita all’istante.
Cherry non riuscì a sentire la risposta che Frank diede alla sua ex accecata dalla rabbia e dalla gelosia che la stava possedendo.
Deglutii facendo un grande sforzo per non balzarle addosso e azzannarla come se fosse una pantera.
Nella sua testa aveva già ucciso Jamia una ventina di volte in venti modi diversi e atroci.
“Possiamo parlare?”
Frank sembrò indeciso.
Che cazzo faccio?
“Per te Cherry…” non fece in tempo a concludere la frase rivolto alla sua ragazza che Jamia lo interruppe.
“Devi chiedere il permesso a lei?”
Brutta stronza!
Cherry non sapeva quanto controllo potesse avere così decise di che la cosa migliore da fare era allontanarsi da li.
“Vai Frank, parla pure con quella!” L’ultima parola venne sottolineata da un disgusto più che evidente.
“Ti chiamo appena…”
“No. Mi chiami tra due ore precise Frank!”
“D’accordo piccola…” il ragazzo fece per baciarla velocemente ma Cherry si scostò lasciandolo di sasso.
Corri Cherry.
Il suo cuore era una bomba ad orologeria così come l’istinto omicida che stava trattenendo a stento. Doveva allontanarsi. Subito.
Frank aprì la porta, Jamia sorrise malevola a Cherry prima che si allontanasse.
“Sono venuta a riprendermelo.” Sussurrò.
“Aspetta e spera.” Cherry lo disse a muso duro, sottovoce ma decisa.
Non si sarebbe lasciata prendere dallo sconforto. Non davanti alla sua “avversaria”.
Avrebbe tenuto la disperazione per il suo fuoristrada.
“Due ore…” ricordò a Frank, che annuì con la testa e fece entrare Jamia in casa chiudendola fuori.
Jamia.
Quel nome le provocò un mal di stomaco violento.
Sentì chiaramente qualcosa attorcigliarsi e salì in fretta e furia sul suo Suv picchiando violentemente il volante.
Scrisse un sms veloce a Tiffany prima di spingere il pedale dell’acceleratore e scappare da quel posto.
Se avesse potuto sarebbe scappata direttamente da quella stessa situazione che la stava lacerando.
Non ho alcuna possibilità contro la fidanzata storica.
Pensò tra le lacrime diretta verso casa, rendendosi conto che la sua felicità e la promessa fatta a Frank nel suo letto poco prima si stavano già dissolvendo.
“io sono morta un centinaio di volte
tu torni da lei e io... io ritornerò in lutto”
 
 
Tiffany sentì il cellulare vibrare, guardò sul display la piccola busta accompagnata dal nome della sua amica.
Il sorriso suo si spense quando lesse quelle poche parole “La troia di Frank è tornata. Sono stata un’idiota ad averci creduto.”
Prese la borsa più velocemente possibile e s’infilò agitata le scarpe.
Gerard comparve dalla cucina e la guardò con sguardo interrogativo.
“Dove vai? Perché scappi?”
“Jamia è tornata.”
“Che? Impossibile!”
“Ti dico che è così, mi ha mandato un messaggio Cher, devo andare da lei!”
“Ma…”
“Gee, prega che Frank non la scelga perché Cherry è imprevedibile!”
Tiffany con quella parole gli fece un cenno della mano e scomparve fuori dalla casa.
 
Il silenzio calò in casa e Gerard si passò una mano tra i capelli rosso acceso.
Amico, spero non farai cazzate.
 
 
 
Note dell’autrice:
Sono riuscita a scrivere un nuovo capitolo.
Avevo avvertito che i guai erano in arrivo e così è stato! Certo che anche il titolo e la canzone non promettono nulla di buono! Oggi va così! Spero comunque vi piaccia! Aspetto le vostre opinioni! Baci
Kat

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** The Sharpest Lives ***



 
Il fragore di un tuono rimbombò facendo tremare i vetri della casa immersa nell’oscurità.
Uno dei temporali più forti degli ultimi mesi si stava abbattendo su Los Angeles, che più che come la città degli angeli appariva come un vero e proprio inferno.
Tiffany scese correndo dalla propria auto parcheggiata alla buona nel vialetto.
L’ultima cosa a cui pensare era la macchina in quel momento.
Si coprì con la borsa la testa per raggiungere il piccolo portico della casa bianca dell’amica per poi suonare il campanello.
“Avanti Cherry, apri...” disse quelle parole sottovoce cercando di togliere più pioggia possibile dai suoi abiti ormai fradici.
Nessuno arrivò ad aprire la porta, così frugò nella borsa cercando il cellulare e chiamò il numero di Cherry.
Primo squillo a vuoto.
Secondo, a vuoto.
Terzo, a vuoto.
Quarto. La segreteria scattò pronunciando il messaggio automatico per lasciare un messaggio.
La ragazza buttò violentemente il cellulare dentro la borsa e prese a bussare con foga alla porta “CAZZO CHERRY APRI! SUBITO!” le mani battevano veloci e violente sulla superfice chiara con scarso successo.
“CHIAMO QUALCUNO E LA FACCIO SFONDARE STA CAZZO DI PORTA!”
Tiffany si fermò un momento sentendo Rocky abbaiare al di là della soglia.
L’ennesimo tuono accompagnato dalla pioggia battente coprì quelli che le sembrarono dei passi strascicati e lenti avvicinarsi.
La maniglia girò con un sonoro “clock” sbloccando la serratura e la porta venne semi aperta.
Entrò velocemente chiudendo fuori la tempesta  e il suo sguardo vagò per il salotto illuminato solo dalla flebile luce proveniente da fuori.
Rocky le corse incontro scodinzolante in cerca di coccole, accettò le poche carezze  veloci e i complimenti della ragazza per poi andarsi a rintanare sotto il divano.
Divano occupato da una figura sdraiata che si scorgeva appena.
“Cherry, stai bene?”  Tiffany mosse qualche passo verso di lei rischiando di inciampare in un mucchio di vetri e cocci di cui scorse le tracce sul pavimento.
“E’ una domanda del cazzo…” la voce dell’amica era flebile e aveva un che di confuso.
“Che è successo qui?” domandò Tiffany chinandosi per capire che cos’era stato distrutto e ora giaceva sul parquet di legno a pezzi.
Fotografie.
I suoi occhi scuri percorsero fin sotto al tavolino in vetro accanto al divano.
Un vaso, bicchieri, piatti, bottiglie…il cellulare.
Cherry mugugnò qualcosa e si girò dando le spalle all’altra, raggomitolata nella sua maglietta nera sembrava ancora più piccola e indifesa.
Tiffany le si avvicinò sedendosi sul bordo del divano e accarezzandole una spalla.
“Accendiamo la luce?”
“No”
“Puzzi di alcol. Oh Cher…”
“E’ un figlio di puttana.” Sbiascicò l’altra stringendo qualcosa al petto.
L’amica vide la bottiglia di vodka ormai vuota tra le braccia dell’altra, gliela prese via con la forza e l’appoggiò al tavolo.
“Si risolverà tutto…”
“No, Tiff.” La risposta le uscì secca. Il tono asciutto.
“Non ha richiamato…” aggiunse per poi concludere con un “Ha scelto lei…”
Non posso competere. Non ho mai potuto.
“Frank non sembra il tipo, anzi, sono sicura che non lo è! Ti moriva dietro!”
“Brava, usa il passato. E’ tornato il grande amore della sua vita e io sono stata fottuta!” una risata amara le uscì dalla bocca, pensando al doppio senso di quella parola. Avevano fatto l’amore quel pomeriggio, quando ancora c’era il sole, quando Jamia era ancora uno spettro.
“Fottuta un’altra volta!”
Rise ancora. Rise tra i singhiozzi.
sono ubriaca, suppongo e se sembra che stia ridendo, in realtà ti sto solo chiedendo di andartene.
Cherry si tirò su, scattò in piedi scrollandosi di dosso il tocco gentile dell’amica e si diresse verso la sua chitarra.
La guardò un momento e ci vide Frank. Prese l’oggetto e lo scaraventò contro al muro.
“Sei l'unica di cui ho bisogno”. La voce di Frank le rimbombò in testa, colpì più forte la chitarra vedendone volare un altro pezzo lontano da lei.
“Basta.” La voce di Tiffany fu più vicina a lei, le tolse l’unico pezzo dello strumento che l’era rimasto in mano e ripeté “Adesso basta…”
Gli occhi di Cherry si riempirono di lacrime che sgorgarono copiose sul suo viso, si morse un labbro e volse lo sguardo altrove.
Lei non voleva piangere. Lei non piangeva mai.
Tiffany l’abbracciò stretta anche se sulle prime l’altra tentò di divincolarsi per poi abbandonarsi nella sua presa “vai a riprendertelo se lo vuoi…tu sei di gran lunga migliore di quella, ne sono certa…”
Un singhiozzo coprì la risposta di Cherry e la pioggia continuò a cadere.
 
 
***
 
“Non puoi comparire e scomparire a tuo piacimento Jamia!” Frank era ormai stanco di quella conversazione che era durata fin troppo per i suoi gusti, camminava da una parte all’altra della piccola stanza alzando le braccia tatuate al cielo e sbuffando rumorosamente.
La ragazza dal caschetto moro sedeva sul suo divano con le gambe incrociate e lo fissava con occhi supplichevoli di accettare le sue scuse e le sue spiegazioni, che per il ragazzo non stavano né in cielo né in terra.
“Sono stata stupida Frank!”
“Oh si lo sei stata!”
“Lo so però…”
“Non parlarmi di però! Anzi…non avresti nemmeno il diritto di parlare!” Gli occhi chiari di Frank si scontrarono con i suoi, ad un tratto lo sguardo aveva assunto una sfumatura minacciosa così come la sua voce.
“Non hai idea…di come mi hai ridotto.”
“Ho avuto paura, eravamo a un punto importante nella nostra relazione e…”
“E sei scappata! Non hai affrontato nulla! Te ne sei andata senza un messaggio, nulla! Ed io coglione che ho sofferto come una bestia!”
“Frank possiamo…”
“No, Non possiamo un bel niente!”
“Ma io sono tornata!” ribatté la ragazza alzandosi in piedi e avvicinandosi pericolosamente al suo viso.
“Sono tornata per rimediare…” disse con tono più dolce, quasi supplichevole.
Frank rimase immobile. Rigido.
Cercò un qualunque motivo per farsi convincere, cercò dentro di lui qualcosa che lo spingesse a perdonarla a recuperare i cocci di un amore durato anni che chiedeva un’altra possibilità.
Niente. Non sentì nulla. Nulla se non l’impulso di tirarle un ceffone, che si risparmiò perché lui era un signore e una donna non l’avrebbe mai toccata.
“Non c’è più niente da rimediare…” un sorriso gli illuminò il viso “Non siamo più niente. Tu…” fece una pausa guardandola “Tu, non sei più niente!”
Era libero. Libero dal fantasma di un amore che l’aveva annientato e ferito fin troppo a lungo.  Libero di amare, libero di stare con Cherry che ormai era il suo mondo.
“Non ti riconosco più…” disse Jamia allontanandosi e guardandolo con una punta di disprezzo.
“Chi sei?!”
“Uno che non ha chiamato la sua ragazza per colpa di una stronza opportunista che è tornata guarda caso ora che stiamo avendo successo” disse lui tutto d’un fiato.
Jamia tacque.
Fuori dalla casa di Frank, Cherry nel suo SUV, guidato dall’amica osservò il pik up ancora fermo nello stesso punto dove l’aveva trovato, ormai cinque ore prima.
Non se n’è andata…e lui non ha chiamato.
“E’ stato così occupato e preso da lei, che non ha chiamato me.”
“Cher, ci sarà una soluzione…”
“Smettila di dirlo.” Cherry la zittì interrompendola con quella frase.
Dalla piccola finestra senza tenda in cui s’intravedeva il salotto scorse la figura di Frank che abbracciava Jamia.
Il suo cuore sembrò volerle uscire dalla casa toracica all’istante.
“Me ne vado.”
“Cosa?” Tiffany si voltò verso di lei e vide alle spalle la stessa scena che doveva aver visto l’altra.
“Torno in Australia”.
Il Suv venne messo in moto e il rumore del motore arrivò all’orecchio di Frank che vide la vettura allontanarsi.
“No…” sibilò staccandosi dalla ex fidanzata che le aveva chiesto un ultimo abbraccio prima di tornare a sparire un’altra volta.
Frank corse fuori sotto la pioggia torrenziale osservando la macchina allontanarsi, in preda al panico.
 
 
Un’ora e mezza dopo.
Casa di Gerard.
 
Frank entrò come una furia nell’abitazione dell’amico.
“Merda!” il rosso sobbalzò portandosi una mano al petto “dimentico che hai le chiavi!”
“Dov’è?!” domandò con tono isterico Frank e gli occhi che sembravano volergli schizzare fuori dalle orbite.
Era stato a casa di Cherry. Aveva visto la stanza vuota, la chitarra semi distrutta e i vetri. Non aveva trovato nessuno e nella sua testa comparve nuovamente l’immagine di quell’unico pezzo di carta sul tavolo della cucina, accanto ad una foto che gli aveva scattato mentre dormiva.
“Give me a shot to remember
and you can take all the pain away from me.
A kiss and I will surrender
The sharpest lives are the deadliest to lead
A light to burn all the empires
So bright the sun is ashamed to rise and be
In love with all of these vampires
So you can leave like the sane abandoned me”
“E’ andata via!” disse Gerard per poi aggiungere “Hai fatto un gran casino, amico! Devi essere proprio idiota…”
“Mi son perso a parlare con Jamia, mi ha fatto talmente incazzare e…non ho chiamato!”
“Tiffany mi ha detto anche altro…”
 
Frank per un momento sembrò confuso. Poi ricordò l’abbraccio. L’abbraccio d’addio.
“Bene. Me ne vado.” Jamia disse quelle parole con voce stizzita e con lo sguardo piccato, gli voltò le spalle avviandosi verso la porta, ma poi sembrò cambiare idea.
Ti chiedo solo un ultimo abbraccio Frank, per uscire dalla tua vita. Per sempre.”
Frank ricordò di non aver risposto a quella richiesta. Non aveva nessuna intenzione di abbracciarla, ma lei senza attendere oltre si buttò fra le sue braccia, così lui si ritrovò incastrato.
“Bella trappola di merda.”  Disse scrollandosi quel pensiero dalla mente infastidito.
“Hanno frainteso Gee!”
“Ah ecco allora non sei così coglione!”
Frank sorrise “non voglio perdere Cherry…” l’amico ricambiò quel sorriso, lo guardò dritto negli occhi “posso capirti…” la mano di Gerard si appoggiò alla spalla del moro per poi stringersi.
“Vai, fermala! Finché sei in tempo!”
Frank non se lo fece ripete due volte. Uscì urlando un “poi ti racconterò tutto” e salì sul suo furgone sgasando e facendo stridere le gomme sull’asfalto bagnato, pronto a raggiungere l’aeroporto.
 
LAX International Aereoport.
 
Numerosi voli erano stati cancellati a causa del maltempo che sembrava essersi placato.
Quello diretto a Sidney spiccava luminoso in cima alla lista di quelli che non avevano subito ritardi e di li a poco sarebbero partiti.
Cherry aveva salutato Tiffany singhiozzante, invitandola ad andare perché il suo cuore in quel momento non poteva reggere un altro addio.
Le aveva affidato Rocky per un tempo imprecisato, sapendo che poteva fidarsi solo di lei e promettendo che sarebbe tornata a riprenderlo presto.
Ancora non poteva crederci.
Nel giro di poco aveva riacquistato la fiducia, aveva trovato l’amore e la felicità, per poi perderlo miseramente in meno di un giorno.
Cherry sbuffò. Un altro aeroporto. Ne aveva visti fin troppi nell’ultimo periodo.
Guardò il biglietto che teneva in mano.
L’Australia. Il suo paese di origine che ormai non ricordava più come fosse fatto, ma avrebbe rimediato presto a quello.
Doveva tornare alle origini per ritrovarsi, perché questa volta era consapevole che solo con l’aiuto della sua amica, lì a Los Angeles non ce l’avrebbe fatta.
 
La chiamata del suo volo echeggiò all’auto parlante.
“Sembra si torni a casa…”
 
***
 
La guida di Frank in quel momento rispecchiava lo stile di Cherry.
Urlò nervoso a un'altra macchina facendo un sorpasso degno di Fast and Furios, consapevole di aver superato  nuovamente il limite di velocità.
Guardò l’orologio con l’espressione di chi non può assolutamente perdere tempo.
Mancano quindici minuti. In cinque sono li, parcheggiò e mi fiondo dentro.
I pensieri correvano con lui.
Per un momento si ritrovò a pregare che il tempo potesse fermarsi, doveva averlo dalla sua parte perché non poteva fallire quell’impresa.
Non avrebbe permesso a quella ragazza di partire.
“Senza di me non vai da nessuna parte Cherry Ryan!”
 
***
 
Cherry arrivò al gate.
Per un momento si voltò per controllare che fossero tutti li con lei.
Ma i volti di Mikey, Ray, Gerard, Frank e di Tiffany non c’erano. Sospirò.
Avanti, Cher…un altro passo e ci sei. Fallo.
Deglutii mostrando alla Hostess il suo biglietto per poi imbarcarsi.
 
***
 
Frank poteva già vedere le luci dell’ LAX.
Si sentii quasi sollevato a quelle visione, doveva solo attraversare l’incrocio e sarebbe giunto a destinazione. Si ripeté in testa che aveva ancora tempo. Che poteva farcela.
Scalò la marcia, doveva riuscire a passare con quell’arancione a tutti i costi.
Il piede sull’acceleratore.
Lo sguardo fisso davanti a lui che riusciva a guardare solo la sua meta sottovalutando la strada.
Era praticamente arrivato, a separarla da lei c’era solo quel semaforo.
Quel maledetto semaforo.
Alla sua destra un Rang Rover di fretta quanto lui attraversò a tutta velocità.
La visuale del ragazzo venne oscurata dal veicolo che quasi senza rendersene conto stava entrando violento nella sua fiancata.
Il rumore dell’impatto.
Lo stridere dei freni.
Le lamiere che si scontravano e fendevano l’una con l’altra.
L’airbag che si apriva come un candido pallone davanti ai suoi occhi togliendoli il respiro nello schianto col suo petto.
Maledetto stronzo!
L’urto con l’asfalto.
Si sentì tirare dalla cintura, le braccia si staccarono dal volante, gli occhi si strinsero chiudendosi mentre la macchina si capottava lasciandolo a testa in giù.
Sentì qualcosa di caldo scorrergli lungo la guancia quando finalmente l’auto fermò la sua folle corsa, si portò la mano dolorante al viso, riuscì con un dito a toccarsi la faccia mentre il liquido caldo gli arrivò alle labbra.
Ferro.
Intuì che doveva essere sangue.
Aprì e richiuse gli occhi veloce.
La luce gli provocò bruciore alle pupille. Strinse nuovamente le palpebre e vide Cherry.
Gli stava sorridendo con quella sua aria sbarazzina.
Cherry.
Decisamente meglio che aprire gli occhi.
Sto arrivando, non partire.
Una fitta di dolore alla testa.
Sono qui.
Il buio invase tutto quanto.
 
***
 
La spia delle cinture si accese sopra la testa di Cherry che si era già premurata di allacciarla.
A pochi sedili da lei, uno dei passeggeri ritardatari stava spiegando al vicino di posto che c’era stato un incidente proprio fuori l’aeroporto e che aveva rischiato per quello di perdere il volo.
“Si sa qualcosa di chi guidava?”
L’altro scosse il capo in segno negativo “non saprei. E’ stato davvero un brutto botto. Un Rang Rover contro un furgone, entrambi andavano a una velocità pazzesca!”
Alla parola furgone Cherry pensò alla macchina di Frank, ebbe una stretta al cuore e un senso di angoscia la pervase.
Stupida. Sta tranquilla non è certo lui.
A quel pensiero se ne aggiunse un altro sarà a consolarsi con Jamia a quest’ora.
Avrebbe voluto vomitare anche l’anima se avesse potuto. Proprio come quella sera prima d’incontrarlo.
Spense il cellulare, di cui Tiffany aveva recuperato il pezzo mancante dal pavimento di casa sua. Ancora funzionava per lo meno.
L’areo decollò e mentre si dirigeva tra il cielo di nuovo chiaro di Los Angeles un sms della sua amica arrivò silenzioso senza poter essere letto.
 
“Frank ha avuto un incidente”.


Note dell'autrice:

Ed ecco il penultimo capitolo. Sicuramente non uno dei più rosei. Non mi uccidete! O poi non posso scrivere la conclusione no?!
Maledetti fraintendimenti che rovinano le coppie!
Come finirà tutto questo casino? BOOOH! Lo scopriremo nell'ultimo capitolo, la prossima settimana! :P

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Back to life ***



Era stato tutto troppo veloce.
Una vera e propria corsa contro il tempo.
L’ambulanza era arrivata sul posto dell’incidente grazie ad alcuni automobilisti che si erano premurati di chiamarla e di soccorrere le due vittime alla guida.
 
Tiffany aveva rischiato di svenire dopo una crisi isterica non appena aveva ricevuto la notizia dell’incidente di Frank, ma aveva tenuto duro per essere di supporto a Gerard e agli altri ragazzi della band.
Cherry, come faccio senza di te in questa situazione di merda?
Il suo pensiero correva all’amica che evidentemente non aveva letto il messaggio, perché per quanto ferita e fuori di testa fosse non avrebbe certo ignorato quella notizia. Non avrebbe mai ignorato Frank.
 
Il gruppo di amici era nella sala d’aspetto bianca e asettica dell’ospedale.
Mikey era seduto su una scomoda sedia che tamburellava nervoso le dita sulle proprie gambe, buttando la testa all’indietro per fissare il soffitto, che a quanto pare aveva un effetto calmante su di lui.
Ray era rimasto in piedi, immobile, nel bel mezzo della stanza. Affondava le mani nelle tasche dei Jeans e il suo sguardo vagava da un dottore ad un altro, per poi guardare le infermiere prese dal loro lavoro mentre con la coda dell’occhio controllava Gerard, che era seduto con le mani nei capelli e la testa bassa.
La sua espressione era indecifrabile. Gli occhi verdi brillanti erano coperti dai capelli rossi fuoco.
Accanto a lui Tiffany gli teneva una mano sulla schiena che andava lenta su e giù, come una lunga carezza che potesse in qualche modo consolarlo.
Il suo piede calzato dalle converse viola, batteva piano sul pavimento.
Si domandava se l’amica avesse saputo qualcosa, dove si trovasse.
Il cellulare silenzioso non era di conforto per lei e quel silenzio quasi irreale, interrotto solo dai rumori ospedalieri stava rischiando di fare impazzire tutti che solitamente erano bombardati dagli schiamazzi di Frank.
 
Frankie. Il mio migliore amico…perché a lui? E se non si riprendesse più? No.No. Non voglio pensarci…
Gerard scosse la testa per tornare alla realtà e scrollarsi quel pensiero dalla mente.
“Andrà tutto bene Gee.” La voce calma di Tiffany lo placò per un momento.
Era come se avesse letto i suoi pensieri e gli avesse dato l’unica risposta che voleva sentirsi dire.
Il ragazzo alzò la testa e la guardò negli occhi sussurrandole un flebile “grazie”.
La ragazza rispose con un sorriso, augurandosi che quelle parole corrispondessero alla realtà.
Lanciò uno sguardo al cellulare muto e sospirò.
“Possibile che nessuno ci abbia ancora detto nulla?” Mikey scattò in piedi sbottando senza preavviso.
“Voglio un medico, qui, adesso!” disse minaccioso gesticolando enfaticamente.
Gli occhi degli amici gli furono addosso in un istante.
Da quando Mikey Way era così aggressivo e risoluto?
“Se non ti conoscessi mi incuteresti timore…” disse Ray, che con quella frase sembrò essere uscito dal coma nel quale era caduto dal momento che aveva varcato la soglia dell’ospedale.
“Spiritoso…”
Tiffany rise “Credo che Cherry ti abbia influenzata con il suo caratterino!”
Mikey a quelle parole si strinse nelle spalle per poi guardarsi le scarpe imbarazzato.
 
 
“SENTA NON M’INTERESSA! ORA LEI ME LO FA VEDERE!”
Una voce irritata e al limite dello stridulo echeggiò fino a loro.
Tiffany si alzò di scatto.
“Non può essere…”
“Che succede?” gli chiese Gerard prendendole la mano come a trattenerla.
“Sembra la voce di…”
 
“CHE COSA?! MI STA CHIEDENDO SE SONO PARENTE? BEH SI LO SONO!”
Il tono non accennava a diminuire.
Alcune persone si erano messe a fissare una ragazza dai lunghi capelli mori e la faccia stanca che gridava.
Tiffany seguita dagli altri andò in direzione della voce scrutando di tanto in tanto gli sguardi dei curiosi, fino a quando intravide la sagoma di chi non poteva confondere.
Cherry era li e stava aggredendo verbalmente l’infermiera bionda che le ripeteva di abbassare il tono della voce e cercava di non farsi gridare contro, minacciandola con una siringa di sedativo in mano.
“SONO LA MOGLIE!” esordì decisa. L’infermiera la squadrò con aria perplessa e Cherry se ne accorse.
Merda forse Jamia è qui, ha detto che è la fidanzata e io non posso essere la moglie!
“Ok, non sono la moglie.” Si corresse, sbuffando.
“Ma sono…” si fermò a pensare.
Cos’era? Un’amica? Una conoscente? Una con cui lui era stato a letto?
Cosa diavolo sono io?!
“E’ la fidanzata!” una voce maschile intervenne alle sue spalle, facendola girare.
“Oh Gerard!” Cherry cercò di trattenersi dal piangere e lo abbracciò forte nascondendo la faccia nella maglia del ragazzo.
L’infermiera lo guardò annuendo e appoggiando il sedativo, tirando un sospiro di sollievo.
“Finirai per farti rinchiudere in psichiatria se urli ancora in questo modo…” disse Tiffany andando ad abbracciarla.
Cherry le si avvinghiò addosso con tutte le sue forze cominciando a singhiozzare.
“Dai Cher, tranquilla!”
“tranquilla un cazzo! Quel deficiente…cosa stava facendo? Chi gli ha dato la patente?”
Nonostante i singhiozzi le parole le uscirono dalla bocca ben chiare.
“Stava cercando di fermarti. C’è stato un malinteso…”
Cherry si stacco da quella che considerava una sorella e la guardò confusa “Jamia è andata?” domandò tirando su col naso.
“Andata, sparita. Ha scelto te…per questo stava cercando di fermarti.”
La mora boccheggiò senza riuscire a ribadire, inspirò profondamente, cercando di serrare la mascella.
Era come se per tutto il tempo fosse rimasta in apnea, senza respirare e quella era stata una nuova boccata di ossigeno.
 
Un uomo in camice dai capelli radi e bianchi si avvicinò al gruppetto interrompendo la conversazione.
“Uhm, siete qui per Frank Iero?” domandò guardando la cartella clinica che teneva tra le mani.
“Si, si! Sono la fidanzata IO!” sottolineò Cherry presa da una nuova forza. Voleva ribadire il concetto, per chiarificarlo al mondo.
“Ha fatto un bel baccano…questo è…”
“Un ospedale lo so! Ma sa, sono un po’ scossa, ansiolitica e inizio a diventare aggressiva, quindi, può dirmi come diavolo sta Frankie?”
L’uomo s’irrigidì un momento, poi sospirò e guardando tutti quanti i presenti annunciò che Frank era fuori pericolo e si stava riprendendo.
“E’ stato fortunato…” concluse.
“Possiamo vederlo?” chiese Gerard rincuorato dalla notizia e sorridendo per la prima volta in quel pomeriggio che di bello non sembrava aver avuto più nulla dopo l’incidente.
“Si, certo! Però…” l’uomo lanciò un’occhiata significativa a Cherry prima di continuare “non tutti insieme e soprattutto, non stancatelo troppo!”
Cherry era già partita a passo spedito verso la stanza numero 23 da cui era uscito il primario, senza starlo a sentire.
Spalancò la porta pregando di non vedere Frank con una mano o un braccio rotto. Se non avesse potuto suonare la chitarra a causa sua si sarebbe sentita ancora più colpevole.
Non avrebbe mai potuto convivere con il fatto di aver distrutto i suoi sogni.
Avanzò lentamente, imbarazzata per il suo comportamento, ma nel vedere il sorriso che comparve all’istante sul viso di Frank, non appena sentì aprire la porta e la vide sulla soglia, corse senza paura verso il lettino bianco e gli gettò le braccia al collo.
“Ehi, ma guarda chi abbiamo qui! In un modo o nell’altro sono riuscita a fermarti!” disse il tatuato mentre la stringeva e nascondeva il viso nei lunghi capelli neri di Cherry.
La ragazza si staccò e gli mollò un pugno sulla spalla “IDIOTA!”
“Ahi! Oh sono tutto ammaccato io! Picchi i malati ora?!” borbottò massaggiandosi la spalla.
“No picchio gli idioti che mi fanno spaventare a morte!”
“Dovevo fermarti, spiegarti…”
“No, volevi diventare uno stupido budino di Frank Iero!” lo interruppe lei imbronciata e trattenendo a stento un violento singhiozzo.
“Non farmi mai più prendere uno spavento del genere!” aggiunse lei senza ammettere interruzioni con un gesto della mano.
“Sono felice anche io di vederti miss dolcezza!” Scherzò lui guardandola da capo a piedi.
“Non sto scherzando!”
“Ti amo!” La voce di Frank che diceva quelle due semplici parole la colpì come una bomba.
Cherry rimase impietrita “Cosa?”
“Non sto scherzando nemmeno io!” rispose lui e con un nuovo sorriso ribadì il concetto “Ti amo!”
Lei a quella dichiarazione non aveva ancora risposto, si sentì avvampare e il cuore sembrava volerle esplodere nel petto.
Lo guardò e pensò che lei non avrebbe voluto nessun altro che non fosse stato lui, così avvicinandosi alle labbra di Frank, prima di baciarlo le sussurrò “Ti amo anche io, brutto idiota”.
 
 

LOS ANGELES
1 MESE DOPO

 
 
Rocky scorrazzava nel giardino tra gli ospiti della serata a casa di Cherry.
Ray si abbassò per coccolarlo un po’ e alzando lo sguardo vide le gambe di Tiffany avanzare verso di lui su un paio di tacchi vertiginosi poco adatti ad una grigliata.
“Hey, futura Way!” la salutò il ragazzo.
“Ciao Ray! Dove hai messo la tua nuova fidanzata?” domandò la ragazza sorridendo all’amico.
“E’ dentro con Mikey a fare non so che! Anzi…ora che ci penso…meglio che vada a controllare! Non vorrei mai che il nerd le mettesse le mani addosso!”
Ray si alzò in piedi urlando “Christaaaa!! Dove sei?!” e sparì all’interno della casa.
Tiffany rise intrecciando la mano in quella di Gerard che scosse la testa rassegnato alla follia degli amici.
“Allora…” disse sporgendosi verso la sua fidanzata “Che effetto fa…pensare che tra un po’ di tempo diventerai mia moglie?”
La ragazza rise scuotendo la coda alta in cui erano raccolti i suoi capelli “un effetto bellissimo!” baciò Gerard con passione, chiudendo gli occhi e per un momento le sembrò come la prima volta al bar del centro commerciale.
Il bacio al cappuccino che non poteva dimenticare, il bacio da cui era cominciato tutto quanto.
“Preparati, Cherry vorrà prendere il comando e organizzare il tutto!”
Gerard fece spallucce “Con un amico come Frank ho imparato a non temere più nessuno!”
“PICCIONCINIIII!” La voce di Frank che comparve zoppicante su due stampelle trapanò i timpani del rosso che fece una smorfia.
“Parli del diavolo e spuntano…”
“No, amico! Le corna a me no!” lo interruppe il moro.
“Bellezza…” aggiunse poi allungando un bacio sulla guancia di Tiffany che lo abbracciò con affetto.
“Ehi, tieni un abbraccio anche per me! Non me lo consumare!” Cherry saltellò dietro a Frank per farsi vedere dall’amica e la salutò per poi dare un bacio sulla guancia a Gerard.
“Allora? Siete pronti a rimpinzarvi?!” chiese ai due alzando due birre che aveva in mano per poi aggiungere “e a bere ovviamente!”
“Ora che convivi con Frank non ti è passata la voglia di bere?” scherzò l’amica.
“Non sia mai! Ti ricordo…che se non mi ubriacavo con la vodka quella sera…ora non saremmo qui!”
“Oh a proposito di essere qui! Non mi hai mai detto come hai fatto a trovarmi dopo l’incidente!” disse Frank inarcando le sopracciglia “hai un super radar per il sottoscritto?”
“No! Ho chiesto a Thomson! L’aereo ha avuto un guasto e abbiamo dovuto fare uno scalo, avevo visto il messaggio di Tiff e sono corsa subito da te!”
“Ottima scelta!” sorrise lui baciandole la testa.
“La migliore che potessi prendere!”
 
Cherry guardò i grandi occhi di Frank che la guardavano luminosi e ringraziò la notte in cui espresse il desiderio di incontrare nuovamente lo straniero tatuato.
Ora era davvero felice e grazie a lui era tornata a vivere.
A vivere una vita che non avrebbe mai scambiato con nessuno.
 
 
Note dell’autrice:
Ciao a tutti! Ecco il finale della mia prima storia sui My Chem! Alla fine tutto è bene quel che finisce bene!! Scusate per il ritardo, ho avuto l’ultimo esame all’università e per un motivo o per l’altro non sono riuscita ad aggiornare fino ad oggi.
Spero vi sia piaciuta e che vi abbia tenuto compagnia.
Grazie a tutte le persone che mi hanno commentata e sostenuta e un grazie speciale alla mia cara amica “Tiffany” che mi sta sempre accanto non solo nelle ff, ma nelle avventure di ogni giorno!
Kat

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=680417