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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** attenzione ***
Capitolo 5: *** 4 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 1 *** 1 ***
Il
sole stava per tramontare nell’era sengoku.
Una
bambina era intenta a raccogliere delle margherite in un
vasto campo fiorito, colorato d’arancione dal sole che si
stava nascondendo
dietro le montagne.
Era
così allegra e vivace, nulla la turbava, era felice,
anche se la sua famiglia l’aveva persa già da
molto tempo a causa dei briganti
che, li avevano trucidati senza pietà.
Anche
lei era stata accolta nelle fredde mani della morte…ma
era riuscita a sfuggirgli, il suo angelo era riuscito a salvarla.
Beh
direi proprio che angelo non è visto che stiamo parlando
del più temibile degli Youkay.
Lo
youkay aveva usato al sua spada taumaturgica, ereditata
dal padre, per farla scampare alla morte e dall’ora
l’aveva sempre portata con
se…
La
piccola umana rallegrava le giornate del demone con le
sue canzoni e i suoi fiori.
Mai
in vita sua era stato rallegrato così…
Anche
il suo fidato servo si era abituato alla presenza
della ragazzina, gli faceva da balia, ogni tanto la sgridava del suo
comportamento poco cortese nei confronti del suo padrone, ma infondo
gli voleva
un gran bene.
Era
uno strano trio…due demoni ed un cucciolo umano.
Ma
quell’idilliaca pace e quiete non potevano durare per
sempre, il potente youkay era stato messo a dura prova durante lo
scontro finale
con Naraku, si sentiva debole per la prima volta, era insicuro di se
stesso…
Aveva
paura che non sarebbe stato in grado di proteggere la
piccola Rin.
Durante
la sera, radunati intorno al fuoco, il nobile Youkay
Sesshomaru prese parola.
Sesshomaru:Rin!
Rin:si Sesshomaru
Sama!!
Sesshomaru :
è tempo che tu non viaggia più con
me…e
tempo che tu vada via da questo luogo.
Rin:
Sesshomaru sama!! Ma Rin non vuole andare via!!Rin non
vuole lasciare padron Sesshomaru!!
Sesshomaru:
Rin ormai ho deciso e non piangere della mia
decisione…sai che non ti sopporto, quando fai
così!
Rin:
ma Rin non piange…
Sesshomaru:
tu menti...sento l’odore delle tue lacrime.
Rin:
ma io non voglio!!NON POSSO STRE SENZA PADRON
SESSHOMARU!!
Sesshomaru:
Rin basta!! Mi saresti d’intralcio durante le
mie battaglie.
Rin:
e Rin ora dove andrà?
Sesshomaru:
ti darò in consegna a quell’umana, la compagna
di mio fratello. Lei ti porterà nel suo mondo.
Rin:
ma…così io non potrò rivedervi mai
più!
La
bambina a quel punto non poté più trattenere le
lacrime,
si lasciò andare ad un pianto disperato senza che nulla la
poteva consolare.
Sesshomaru
la guardò perplesso, anche lui non avrebbe voluto
separarsi di quel tenero cucciolo d’uomo che rallegrava le
sue giornate, certo
non gli lo avrebbe mai detto apertamente di volerle del bene, anzi
ancora dove
convincersi lui stesso di tale sentimento a lui cosi
sconosciuto…
Infondo
era per questo che l’allontanava da lui per sempre,
per il suo bene.
Perché
non voleva più che quel fragile corpo rincontrasse di
nuovo la morte.
Non
poteva permetterselo, quindi l’avrebbe portata lontano
da lui per sempre…l’avrebbe portata nel mondo di
quell’umana di nome Kagome che
viaggiava fra le due epoche.
Questa
per lui era l’unica cosa giusta da fare.
Con
un gesto privo della sua volontà, il demone
abbracciò
con fare paterno la piccola umana.
Si
stupì lui stesso del gesto, ma in quel momento non volle
dargli peso.
Rin
lo guardo in volto con gli occhi ancora lucidi, vedeva
nel volto del suo padrone un’espressione che non aveva, mai
visto era sempre la
stessa, fredda e glaciale ma, questa volta esprimeva un
sentimento…era
tristezza.
Rin
lo guardo ancora un po’, si asciugò le lacrime con
le
maniche del suo chimono e cominciò a parlargli.
Rin:
padron Sesshomaru, mi promettete una cosa?
Sesshomaru:
dimmi pure…
Rin
non so come ma, giuratemi che un giorno potrò rivedervi,
infondo siete immortale!
Quelle
parole turbarono Sesshomaru non poco, è già lui
era
immortale, poteva vivere quanto gli pareva.
Quindi
la richiesta della bambina non era così
irrealizzabile.
Sesshomaru:
va bene...te lo prometto e tu che rimarrai
sempre quella che sei.
Rin:
ok Sesshomaru sama!! Rin vi aspetterà!!
Glie
lo disse con tuta la naturalezza che aveva in corpo,
per poi donargli il più bel sorriso che aveva.
Dopo
un po’ si accoccolò sulla stola pelosa del suo
padrone
e si mise a dormire.
Il
demone quella sera non avrebbe chiuso occhio.
Il
sole stava per sorgere nelle vaste pianure.
Un
gruppo di ragazzi stava per mettersi in viaggio quando…
Kagome:A CUCCIA A
CUCCIA A CUCCIAAAAAAA!!
Inuyasha:
dannata…Kagome!!si può sapere che diamine ho
fatto
sta volta!
Miroku:
certo se la divina kagome ti ha scaraventato a terra
con ben tre a cuccia, avrà le sue valide ragioni…
Sango:
Inuyasha insomma non imparerai mai?
Shippo:
io certe volte non vi capisco proprio!!
Mentre
il mezzo demone tentava di rialzarsi da terra, Kagome
continuava a camminare a passo deciso…
Inuyasha:
Kagome dannata! Si può sapere cosa ti ho fatto
stavolta?
Kagome:
osi pure chiedermi perché?
Inuyasha:
beh sinceramente si…
Kagome:
ma come?non hai un minimo di tatto!!ora che Naraku è
stato sconfitto non c’è più motivo per
cui rimanga qui e devo ritornare al mio
mondo e…
Non
riuscì a finire la frase in tempo, quando sentì
due
calde labbra che gli tappavano la bocca.
Un
dolce bacio…non violento, non affannoso ma pieno di
desiderio…sì, Inuyasha la baciava con desiderio.
Kagome
si staccò mal volentieri da quel bacio per poterlo
guardare negli occhi, quelle due iridi dorate che rispendevano di luce
propria,
la guardavano con dolcezza, quella dolcezza che Kagome si ricordava
poche
volte…
Kagome:
I-Inuyasha…
Inuyasha:
si Kagome?
Kagome:
cosa significava questo?
Lo
guardava incredula, a tal punto che inuyasha stesso si
spaventò a vederla in quello stato…non se
l’aspettava quella reazione da
kagome, gli pareva ora, di aver commesso un errore.
Istintivamente
abbasso le orecchie, era in imbarazzo, era
confuso…
Inuyasha:
ho forse sbagliato?non volevi?
Kagome:
no!!cosa vai a pensare, anzi non hai sbagliato
niente…
Inuyasha:
ed allora perché quella faccia?
Kagome:
perché ora ho paura e…
Inuyasha:
ed io verrò con te!
Kagome:
tu cosa fai??
Inuyasha
.Io verrò con te…non ho più intenzione
di fare a
meno del tuo profumo…
Kagome:
oh Inuyasha!
Questa
volta fu Kagome a gettarsi al collo d’Inuyasha,
voleva vivere di nuovo quella bella sensazione delle sue labbra calde
sulle
sue.
Ora
lo sapeva…Inuyasha teneva a lei, l’avrebbe seguita
nella
sua epoca senza batter ciglio.
Era
felice, toccava il cielo con un dito, ora niente e
nessuno li avrebbe separati.
Nemmeno
l’ombra opprimente di Kikyo li avrebbe divisi...lui
l’aveva fatto la sua scelta ed aveva scelto lei, non poteva
rimanere legato per
sempre ad un sentimento che il tempo gli aveva portato via…
Certo
i primi tempi sarebbero stati duri…doveva abituare
Inuyasha ad un nuovo stile di vita, ma pian piano era sicuro che
c’è l’avrebbe
fatta.
Mano
per mano i due si diressero verso il gruppo…era giunto il momento degli
addii.
Sarebbe
stato difficile, li lasciava anche un pezzo della
sua vita, ma quello non era il suo posto.
Si
era decisa a tornare al villaggio della vecchia Kaede, lì
avrebbe spiegato a tutti la sua decisione e quella d’Inuyasha
e lì, avrebbe
detto addio a tutti.
Si
misero in viaggio, Sango e Miroku li guardavano strani…come
mai quel comportamento? Perché quei due ora camminavano mano
per mano??
Sango:
vuoi vedere che sia successo qualcosa a quei due?
Miroku:
mi sa che il nostro Inuyasha si è deciso una volta
per tutte a dichiararsi alla divina Kagome!
Sango:
meno male che qui c’è qualcuno che fa passi avanti!
Miroku:
cosa vorresti dire Sango?
Sango
divento immediatamente rossa al pensiero…è vero,
loro
già si erano dichiarati, quando Miroku stava per morire a
causa del suo
vortice, lei lo aveva persino baciato quando lui era svenuto.
Gli
aveva detto che voleva morire insieme con lui, ma da
allora non avevano più ripreso in mano la situazione.
Miroku:
Sango...cos’hai?
Sango.
Miroku certe volte sei proprio stupido!!
Miroku:
Sango, non dire queste cose!
Vide
il monaco che le guance della sterminatrice si stavano
rigando delle sue lacrime, Sango si sbagliava di grosso, miroku sapeva
tutto,
sapeva cosa turbava Sango…lo sapeva.
Dannazione
se lo sapeva!!
Era
cosciente, quando lei in preda alle lacrime gli rubò
quel bacio.
Sapeva
della promessa che gli aveva fatto, che l’avrebbe
sposata…Beh ora forse era giunto il momento di rinnovare
quella promessa.
Prese
fra le mani, il viso della ragazza, con le dita gli
asciugò le lacrime, a quel gesto Sango avvampò
ancora di più, tingendo il suo
bel viso di un rosso ancora più acceso.
Il
monaco la guardava dolcemente negli occhi, si era perso
in quegli occhi color della terra, voleva baciarla, mancava poco ma non
volle,
non prima di avergli detto…
Miroku:
Mia dolce Sango, appena arriveremo al villaggio tu
diverrai mia sposa.
Non
ebbe il tempo di replicare Sango, senti le sue labbra
tappate da quelle forti e vigorose del monaco, la baciò con
passione e
desiderio…quanto avrebbe potuto possederla in quel
prato…Piano Miroku, cosa
andava a pensare! Non poteva di certo rovinare quell’attimo!
Si
staccò a malincuore da lei, la guardò teneramente
negli
occhi e gli disse.
Miroku:
che ne pensi?
Sango:
va bene…L’importante e che non ti comporti
più da
monaco depravato quale sei con le altre donne!!
Miroku:
certo Sanguccia cara!!
Miroku
si fece paonazzo in volto, ecco ora doveva esserne
cosciente al massimo, non poteva più andare in giro dalle
altre donne a
chiedergli di fare un figlio con lui!!
La
stava per abbracciare Sango altrettanto, quando la sua
mano gli scivolò nel fondo schiena di
quest’ultima, prendendosi un sonoro
ceffone sulla guancia.
Sango:
non cambierai mai!!
Miroku:
ma Sango ora il maniaco lo faccio solo con te!!
Sango
si mise a correre come una pazza, ma in volto aveva un
sorriso.
E
si, era felice ora il suo Miroku era solo e soltanto suo!!
Al
tramonto il gruppo arrivò al villaggio.
Una
quiete che non si sentiva più da tempo aleggiava
lì, era
bello poter sentire quella pace.
Tutto
procedeva per il meglio, quando Inuyasha sui fermò di
botto.
Kagome:
che ti prende?
Inuyasha:
sento l’odore di cane!!
Poco
dopo da dietro gli alberi spunto Sesshomaru con il suo
gruppo.
Sesshomaru:
anch’io sono felice di vederti Inuyasha!
Disse
sarcastico il demone, sapeva che nonostante tutto,
nonostante avevano riappacificato il loro rapporto, Inuyasha aveva
ancora del
rancore…non gli perdonava di aver il colpo di grazia a
Naraku.
Inuyasha:
che vuoi ?
Sesshomaru:
non voglio parlare con te Inuyasha, ma con la
tua donna…a quanto pare finalmente ti sei deciso! Sento un
po’ del tuo odore
sopra di lei.
Kagome
avvampò non poco all’affermazione del demone, la
seguì a ruota il mezzo demone, che per nascondere
l’imbarazzo si scagliò contro
il fratello.
Inuyasha:
tu miserabile…non fare più di queste battute!!
Sesshomaru:
smettila di dare aria hai polmoni fratello, tu
kagome vieni qua.
Kagome
avanzò verso Sesshomaru, la sua presenza gli dava
sempre delle starne sensazioni, sesshomaru era un demone maggiore, era
normale
che gli incutesse timore.
Sesshomaru
l’invitò a seguirlo dietro un albero per stare
lontano da occhi indiscreti.
Il
demone si allontanò da Kagome, mentre quest’ultima
si
sedette su di una roccia, mentre il demone gli volgeva le spalle.
Sesshomaru:
questo mi costa molto...credimi.
Kagome:
di cosa state parlando Sesshomaru?
Sesshomaru:
del fatto che sono costretto a chiedervi un
favore Kagome.
Kagome:
un favore da
me cosa vorrà mai?Che cosa volete?
Sesshomaru:
vedete…dopo la battaglia contro Naraku, mi sono
reso conto, anche se sono un demone maggiore adesso, ho troppi nemici
al mio
fianco...e che pian piano sto perdendo un po’ del mio vigore,
tutto questo
perché sono preso da altri pensieri…
Kagome:
intendete forse Rin?
Sesshomaru:
già…la sua vicinanza per quanto può
essere buona
cosa, mi porta soltanto a concentrarmi su di lei ed ho paura che un
giorno non
riesca più a proteggerla, quindi ti pregio
io che prego un’umana?di portarla nel tuo mondo.
Kagome:
se è questo che volete…lo farò, ma
come la prenderà
la piccola?
Sesshomaru:
già n’abbiamo parlato, infondo ora io sono
immortale,
riuscirò a sopravvivere fino alla tua epoca e cosi la
potrò rivedere, non
voglio che stia in questo mondo pieno di pericoli...non posso
riportarla in
vita per la terza volta…
Si
fermò un attimo il demone per riprendere fiato e poi
continuò.
Sesshomaru:
voglio che si ricorda di me, nel momento in cui
mi dovrà rivedere, parlagli sempre di me, mantieni vivo il
ricordo mio in
lei…te l’affido Kagome, so che con te
sarà in buone mani.
Kagome;
il tuo è un gesto nobile Sesshomaru, la tratterò
come se fosse la mia sorellina e ci sarà anche Inuyasha con
me. Lei si
ricorderà di te non ti preoccupare…
Sesshomaru:
lo spero, bene vedo che mio fratello ha deciso
di seguire la sua strada, mi sembra una cosa giusta… ora io
vado Kagome, non la
voglio salutare, ne soffrirebbe troppo, eh e digli ad Inuyasha che
infondo lo
stimo…lo rivedrò spero.
Non
dando il tempo a Kagome di poter parlare, lui se n’era
già andato, trasformatosi nella sua naturale.
Il
grosso cane bianco demoniaco, grande e maestoso,
sovrastando il cielo nero della notte.
Tutti
si accorsero della sua scomparsa, Inuyasha lo vide
voltarsi per un attimo, gli fece un ghigno come per salutarlo, in fondo
quei
due si volevano bene.
Tutti
guardavano quella gran figura allontanarsi, tutti lo
guardarono con ammirazione...tutti tranne uno o meglio una.
La
piccola Rin non appena lo vide volare via, si precipitò
nel luogo dov’era Kagome, lo chiamava disperata con le
lacrime agli occhi, non
aveva più fiato in gola per quanto lo chiamava.
Kagome
vide la bimba così disperata, che gli venne un tuffo
al cuore, come gli avrebbe detto che d'allora sarebbe lei stata quella
a
prendersene cura?
Gli
si buttò addosso abbracciandola, ma la piccola non ne
voleva sapere di calmarsi, anzi piangeva ancora più forte...
Kagome:
piccola calmati! Sesshomaru ti vuole un gran bene
ma, adesso sarò io a prendermi cura di te nel mio mondo
insieme ad Inuyasha!come ho fatto ad essere
così veloce a
spiegarli tutto?
Rin:
lo so!!m-ma…Padron Sesshomaru nemmeno mi ha salutata!!
Kagome:
credimi…è stato meglio così!
L’avresti fatto andar
via?
Rin:
no…
Kagome:
ecco vedi, dai asciugati le lacrime, lui non
vorrebbe trovarti in questo stato sai? Lo rivedrai…non ti
preoccupare!
Rin
cercò di calmarsi, si asciugò le lacrime con le
manine e
gli fece un piccolo sorriso a Kagome, quest’ultima fu
contenta del gesto della
piccola e l’abbraccio forte…
Quello
era l’inizio di una convivenza ed era iniziato nel
migliore dei modi.
Ora
bisognava spiegare tutto quanto agli altri…
Stavano
per tornare al villaggio prendendo la strada che
portava al pozzo.
Con
sorpresa, Kagome notò che erano tutti lì ad
aspettarla.
Aveva
capito anche dal suo sguardo, che Inuyasha aveva
spiegato a tutti la situazione…
Quella
che la preoccupava di più era Sango, la guardava con
uno sguardo omicida che gli gelava il sangue, anche se sotto sotto,
sapeva che
scherzava.
Sango:
è brava!! Te ne vai senza assistere al mio
matrimonio!
Kagome:
cosa?ti sposi! Allora quel pervertito di un monaco
si è deciso!!
Sango:
e già…
Kagome:
mi dispiace non poterci essere, ma ora devo
occuparmi anche di lei.
Sango
volse lo sguardo dietro le spalle di kagome, dove poté
notare il visetto paffuto di Rin.
Sango:
di lei?
Kagome:
si...Sesshomaru me l’affidata, non posso farla
rimanere ancora qui…
Sango;
e va bene amica mia, mi raccomando in qualche modo
cerca di sempre di rimanere in contatto con noi!
Kagome:
lo farò!!stanne certa!
Le
due si scambiarono un forte abbraccio, in fondo sapevano
in cuor loro che, quella sarebbe stata l’ultima volta che si
sarebbero viste.
Ugualmente
fecero gli altri, le lacrime erano impossibili da
frenare per le due amiche, e i due uomini cercarono di mantenere un
certo
contegno.
Miroku:
divina Kagome statemi bene! E
tu Inuyasha non trattarla male!
Kagome:
va bene Miroku! E voi non trattate male Sango!
Inuyasha:
tsk! Pensa al fatto tuo Monaco!!
Senza
ulteriori indugi i tre saltarono il pozzo…l’ultima
fu
Rin che guardando per l’ultima volta quel cielo stellato
rivolse un ultimo
saluto al suo padrone.
Rin mi fa male il
petto…non sai quanto e non capisco perché, ma so
che ora senza di te, la mia
vita tornerà quella di prima, triste e solitaria, ti dico
solo una cosa, non
dimenticarmi…
Quanto
si sbagliava il signore dei demoni, perché purtroppo
il destino gli avrebbe giocato un brutto scherzo.
salve
a tutti quanti!!!!so che ho ancora molte fict da
completare...però mi è venuta l'ispirazione per
questa ed ho deciso di scriverla!!!!
spero
che vi piaccia!!
leggete
e sopratutto commentate in numerosi!!!
un
kissone Intery!!!!
|
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Capitolo 2 *** 2 ***
Scusate
il disumano ritardo per pubblicare...
ma
ho avuto molto da fare e questa storia merita il giusto impegno psifico
e fisico e non
ci
sono stata con la testa ultimamente!!ringrazxio tutti quelli che hanno
letto, e sopratutto chi ha commentato...
a
presto un kiss intery
Quando
uscirono dal pozzo, Kagome cominciò a respirare la
tiepida aria di casa sua, era nel suo mondo ora, tutto cambiava, tutto
era per
come se lo ricordava.
Inuyasha
dal canto suo, si era abituato a quell’atmosfera,
più volte era andato nella sua epoca, più volte
si era soffermato per qualche
giorno, ma ora era diverso…ora doveva accettare che quella
fosse la sua nuova
casa.
Quella
che a tutto questo era estraneo, era la piccola Rin.
Cominciò
a girarsi in torno mettendosi il ditino alla bocca,
per capire bene quel luogo da cosa era formato.
Tutto
l'era nuovo, niente conosceva e nulla sapeva…
Anche
se erano ancora dentro il chiosco, la piccola si sentì
strana, non avvertiva il calore della sua epoca, tutto era
così diverso da li.
Quello non era né il suo tempo, né il suo luogo.
Il
pomeriggio passo veloce a casa Higurashi.
Ci
volle un bel po’ a Kagome per spiegare a sua madre la
situazione, in un giorno gli doveva far accettare che da quel momento
sotto lo
stesso tetto ci sarebbero state due persone nuove che, non avevano la
minima
idea di come funzionassero lì le cose.
Infondo,
però la madre di Kagome era una donna d’ampie
vedute e di gran cuore, o era felice di vedere la figlia di nuovo a
casa e se,
la felicità di sua figlia consisteva nel vivere la sua vita
con un mezzo
demone, lo avrebbe accettato.
E
poi quella bambina….La prese subito a cuore, una madre sa
leggere il dolore negli occhi e vedeva che quella bimba, di tristezza
in cuor
suo n’aveva tanta, una cosa buona c’era: sarebbe
cresciuta con Sota, ad occhio
e croce i due bambini avranno la stessa età, sarà
meno traumatico questo
cambiamento d’epoca.
Certo
non poteva essere tutto rose e fiori e Kagome, non si
poteva certo aspettare di fare fin da subito la sposina con
Inuyasha…
Mamma:
sia chiara una cosa Kagome: ovviamente tu ed Inuyasha
dormirete in camere separate!!
Kagome:
ma certo mamma!!che vai a pensare!ehehhe!!
Mamma:
c’è poco da ridere Kagome! Tu dormirai con Rin,
mentre Inuyasha dormirà con Sota!
Senza
replicare Kagome andò nella sua cameretta per
sistemare anche lo spazio per Rin.
Si
sentiva strana in quella nuova situazione, si ritrovava a
crescer una bimba…chissà
come sarebbe
stata la sua bimba…cosa si metteva a pensare
Kagome! Era ritornata da poco
tempo nella sua epoca con inuyasha e già pensava ad una
famiglia sua!!Rin
allora per lei sarebbe stato il suo banco di prova, per vedere come si
deve
crescere una bambina…
Stava
riordinando la sua camera, quando si sentì prendere da
dietro con forza ed un’estrema dolcezza.
Poteva
riconoscere quelle braccia ovunque, appartenevano al
suo Inuyasha, ora sì ora lo poteva dire al mondo.
Kagome:
inuyasha se mia madre ti becca nella mia stanza minimo
ci fucila!!
Inuyasha:
non ti preoccupare che non se n’accorgerà nemmeno!!
Kagome:
vedi che non è come le altre volte…qui ci tiene
di
più sotto controllo!!
Inuyasha:
tsk! Non ha il mio olfatto sviluppato!! E poi sono
proibito di stare abbracciato alla mia ragazza?
Alla mia ragazza…Kagome
quasi non sveniva nell’udire quelle parole, quanto le aveva
sognate? Quanto le
aveva sperate? Ormai nemmeno lei se lo ricordava più. Quella
giornata era
davvero fantastica, pensava, ma non sapeva che il peggio ancora doveva
avvenire.
Inuyasha:
ehi scema ti sei imbambolata??
Kagome:
n-no…no…e che pens…ehi!!ma come mi hai
chiamata
brutto scemo?
Inuyasha:
a poi sono io quello che sbaglia a parlare?
Kagome:chiedimi
scusa!!!
Inuyasha:
io? Ma perché che ho detto? E poi non ci penso per
niente!!
Kagome:
ma è possibile che in un modo o nell’altro tu
riesci
sempre a farmi soffrire!!
Soffrire…quella
parola inuyasha l’aveva impressa nella sua mente, quante e
quante volte l’aveva
fatta piangere per lui? Troppe, troppe volte ora era stanco di se
stesso, non
poteva ancora vederla soffrire per causa sua…
Un
gesto lento, un gesto delicato e pian piano la girò verso
di sé stringendola al suo petto, come lo inebriava quel
dolce profumo, la
voleva tutta per sé, la voleva punto.
Gli
alzò delicato il mento con un artiglio, quegli artigli
che avevano procurato moltitudini di morti, ma con lei erano
più delicati di
una piuma, dolcemente gli posò un casto bacio sulle labbra,
con voce sensuale
che pian piano s’insinuava nel suo orecchio gli disse:
Inuyasha:
scusami Kagome, vieni con me in cima al Goshinboku…
Non
se lo fa ripetere due volte Kagome.
Si
ritrovo aggrappata alla sua schiena, quante volte l’ha
fatto.
Un
tuffo nel passato, negli antichi ricordi, di momenti che
ora non ci saranno più ma che ne verranno sempre di nuovi e
più belli.
E
così avvinghiata alla sua schiena la porto in cima
all’albero, nel cuore del dio albero, per Inuyasha quello era
l’unico modo di
sentirsi vicino casa, infondo quell’albero c’era
anche nella sua epoca, era
stata la sua casa ed ora l’ha seguito fin qui, in
quest’epoca moderna cosi strana
e diversa da lui, sembra quasi un modo per non lasciarlo
solo…non è forse
questa la verità?
Inuyasha
teneva stretta fra le sue braccia Kagome, si
sentiva letteralmente in paradiso a quel contatto, le sue braccia che
mille
volte l’avevano protetta, ora erano qui per
amarla…amarla…amarla?
Ok
è vero che Inuyasha si è
dichiarato…ma…lui ama Kagome?
La
ragazza a questo pensiero stava uscendo fuori di se, non
riusciva più a stare quieta sul quel ramo,
inuyasha
capì che c’era qualcosa che non
andava…ma si sa,
lui non è stato mai un genio…
stranamente
però, Inuyasha la riprese fra le sue braccia e
comincio a parlare….
Inuyasha: sai…qui
mi
sto trovando bene, forse perchè infondo questo è
lo stesso luogo che mi
apparteneva.
Kagome:
eh? Non ti seguo molto bene.
Inuyasha:
eppure è tanto semplice, infondo il tuo tempio si
trova dov’era il villaggio, l’albero in cui io sono
stato sigillato per 50anni
è questo...non mi sono mai spostato realmente da casa mia, e
che con gli anni
le cose cambiano, tutto cambia ed io sono cambiato…
Kagome:
ma perchè mi stai facendo questi discorsi? Credimi
che fra un po’ impazzisco!!
Inuyasha:
Kagome mi deludi, di solito sei sempre stata tu
quella più sveglia di me!
Kagome:
mi stai dicendo che sono scema?!?
Inuyasha
non fraintendere tutto….e fammi finire di parlare
se non dove lo ritrovo il coraggio! Ti dicevo, anch’io sono
cambiato, io ho
rinunciato al mio modo di vivere, alla mia epoca, per stare accanto
alla donna
che amo…
Tum tum...un battito
tum tum due battiti…il mio cuore sta perdendo dei battiti,
oh inuyasha!ma
adesso che fai perché stringi forte le mie mani, tum tum tum
tum…il mio cuore
sta impazzendo!!adesso mi guardi pure fisso negli occhi…lo
sai che mi perdo in
quelle pozze dorate...che stai dicendo??
Inuyasha:
io ti amo!
Kagome:
anch’io!! E non sai quanto ho aspettato questo
momento!
Inuyasha:
lo so... piccola sciocca mia!!
Kagome:
come hai detto?
Eccola
che ricomincia….non si stuferà mai di attaccarmi?
Ma
infondo e per questo che l' amo.
Mentre
la giovane coppia si divertiva a scambiarsi occhiate d’amore
e d'odio dall’alto dell’albero, una bambina era
intenta a giocare sul ciglio
della strada, sotto la sorveglianza di Sota.
Sota:
Rin fai attenzione!! Se qualche macchina sbanda, t’investe
in pieno!
Rin:
capito signorino Sota!
Sota:
Rin non c’è bisogno di tanti formalismi!
Rin:
va bene!!
E gli regala uno dei
suoi bei sorrisi, già a lei piace sorridere, anche se non
erano più luminosi
come un tempo, quelli più belli li regalava solo a lui…
Rin:
Sota scusami…ma cos’è una macchina??
Sota:
beh una macchina è tipo una carrozza senza cavalli.
Rin:
e come si muove?
Sota:
beh si muove…RIN ATTENTA!!!
BOOM!
Una
forte luce e poi…il buio.
Un
impatto e poi nulla.
Inutile
la corsa forsennata d’Inuyasha per tentare di
salvarla.
Inutili
le lacrime di Kagome…
|
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Capitolo 3 *** 3 ***
scusate il tremendo
ritardo!! ma come si dice chi non muore si rivede!!
ed ecco che dopo un
periodo buio, aggiorno questa fic a cui sono particolarmente
legata...vedrete che da qui in poi le sorprese saranno sempre
maggiori!!!
un kiss a tutti
quanti!!! leggete e commentate! sbizzaritevi!! ditemi qualsiasi cosa!!
e ringrazio che ha
commentato e letto la scorsa volta!! scusatemi se non vi ringrazio uno
per uno!!!!
ed ora vi
lascio a presto!!(spero....)XD
Un
anno dopo l’incidente.
Una
bambina di circa 13 anni giocava gioiosa nel grande
tempo Higurashi, era intenta a giocare con la palla insieme a Sota che
aveva
circa un anno in più di lei.
Rin
le sue giornate le trascorreva così, fra giochi e
studio, studiava in casa perchè dopo l’incidente
lei non voleva più varcare la
soglia delle scalinate del tempio, ma non era solo per quello, si
sentiva
estranea a quel mondo, anche se non ricordava nulla del suo passato.
Dopo
quell’incidente, un anno esatto, rin era entrate in
coma per tre mesi, i medici la davano per morta, una bambina cosi
piccola e
quell’auto che l’aveva investita a tutta
velocità non era di certo una buona
notizia per auspicare a qualche speranza di vita, fortunatamente lei
c’è la
fatta anche se ad un caro prezzo.
A
perso completamente la memoria, per l’esattezza aveva
perso i ricordi che la riconducevano alla sua epoca
d’origine, si ricordava
perfettamente d’Inuyasha e Kagome, ma del resto aveva un
enorme vago ricordo.
Ogni
tanto Rin si fermava a guardare il Goshinboku, immobile
ed attenta ad ogni piccolo particolare dell’albero, qualcosa
dentro la faceva
fremere ad ogni sguardo, ma non riusciva proprio a ricordare.
Sota:
ehi Rin ti sei incantata? La palla non si lancia da
sola!
Rin:
eh? Ah si perdonami ma non mi va più di
giocare…scusami!
Sota:
no... non fa nulla!! Non ti preoccupare tanto ora devo
fare i compiti!
Rin
non diede risposta stavolta a Sota, se ne andò sotto
all’albero secolare a pregare un po’…
Ogni
giorno passava a pregare, ogni giorno pregava per
riacquistare la sua memoria.
Dall’alto
della finestra, Kagome guardava la bambina
affranta, avrebbe voluto tanto fare qualcosa per la piccola, ma nemmeno
i suoi
immensi poteri di miko la potevano aiutare.
Era
frustata da quella situazione ed era anche molto
frustrata per il suo Inuyasha.
L’amore
fra i due era sempre grande certo, ma fra la madre
che li teneva sempre sotto il suo sguardo minaccioso, i suoi impegni
scolastici
e il nuovo impegno che Inuyasha era riuscito a prendersi(studiava
kendo, voleva
affinare la sua tecnica nell’utilizzo della spada) aveva
ormai poco tempo per
stare insieme…e dopo un anno di fidanzamento, ancora fra i
due non era andato
nulla oltre il bacio, questo di certo non pesava a Kagome, sapeva in
cuor suo
quanto Inuyasha l’amava, ma erano rare le occasioni per farle
vedere quanto la desiderava.
E
poi la situazione di Rin non l’aiutava per niente, si
sforzava ogni giorno per farle ricordare il suo passato, doveva
mantenere una
promessa fatta al principe dei demoni, ma purtroppo non riusciva ad
essere di
parola.
Si
gettò nel letto a pancia sotto, esausta di tutti questi
pensieri che le ronzavano per la mente giorno per giorno, aveva
lasciato la
finestra semi chiusa in modo che la leggera brezza potesse entrare
nella sua
stanza.
Si
stava quasi per addormentare, quando sentì bussare alla
porta.
Kagome:
chi... è?? (voce molto impastata dal semi-sonno)
Mamma:
Kagome ti vorrei parlare, hai un minuto?
Kagome
sì certo mamma…
Mamma:
vedi io, il nonno e Sota partiamo questa sera.
Kagome:
e per andare dove?
Mamma:
ha trovare il fratello del nonno, sai da quando tu ed
Inuyasha siete ritornati, noi non siamo più andati a
trovarlo per sorvegliare
voi due, ma ora dopo un anno, ritengo opportuno andargli a far visita.
Kagome:
ed io e Inuyasha? E Rin?
Mamma:
in questi mesi ho riposto molta fiducia sul quel
ragazzo e credo che due settimane di relax con tuo nonno me li posso
concedere…vi sto dando piena fiducia Kagome, ed anche giusto
che io respirerei
un po’ d’aria nuova.
Kagome:
grazie mamma! Ripagherò la tua fiducia!
Mamma:
grazie figlia mia!!!
Kagome:
ma quando partirete?
Mamma:
appena scenderò le scalinate del tempio, troverò
il
taxi ad aspettarci.
Kagome:
e quindi??
Mamma:
fra qualche minuto…
Kagome:
COSI PRESTO!?!?!
Mamma:
qualche problema?
Kagome:
no..no..!! Figuriamoci!!! Allora buon viaggio
mamma!!!
Mamma:grazie
piccola mia!
La
signora Higurashi baciò sulla fronte la figlia ed
uscì
dalla stanza, per permettergli di continuare il suo riposo.
Nel
frattempo nella testa di kagome s’idealizzavano mille
idee….una casa per due settimane disponibile, genitori
assenti, il proprio
fidanzato a disposizione, una bimba che non crea fastidi…
Quella sarebbe stata
una settimana spettacolare! Pensava la ragazza, e persa fra i
suoi sogni di
gloria, si addormentò.
La
piccola Rin intanto stava anche lei schiacciando un
pisolino nella nuova stanza che gli era stata affidata, ogni volta che
chiudeva
gli occhi il suo sogno era sempre lo stesso…un uomo alto e
forte girato di
spalle, lunghi capelli argentei che gli ricadevano e una frase che le
ripeteva
costantemente…ricordati di
me… ma la
piccola proprio non riusciva a ricordare.
Era
trascorsa qualche ora, dalla partenza della madre di
Kagome ed in tatto la giovane ragazza si era destata dal suo riposino,
per
preparare qualcosa da mangiare.
Un
bel filetto di pollo per Rin e per lei e Inuyasha?
Uhm…era molto indecisa sul da farsi, dentro di sé
aveva una piccola battaglia,
da una parte volva organizzare una bella cenettina romantica
dall’altra non
voleva farlo per non sembrare spacciata, optò per una
cenetta informale e
classica senza che avrebbe dato nell’occhio.
Si
ritrovò a tavola con Rin che divorava il suo petto di
pollo ma di lui nessuna traccia, la cena sì stava
raffreddando e non appena
vide che Rin aveva finito di mangiare la mandò su in camera
sua…
Erano
già le 10 e kagome era stufa di aspettare, non era la
prima volta che capitava, Inuyasha ogni tanto prolungava i suoi
allenamenti…ma
giusto ora che lei era sola in casa doveva prolungare!
Annoiata
salì in camera sua si mise il pigiama e
s’infilò
sotto le coperte, ormai per quella sera aveva perso le speranze di
vedere
Inuyasha, così decise di mettersi a dormire….
Kagome
ha un difetto: ha il sonno molto profondo e non
appena sente il contatto con il cuscino, sprofonda pacificamente fra le
braccia
di Morfeo, non era molto tardi, erano circa le 11 di sera, ma lei non
aveva
voglia di rimanere sveglia ad aspettarlo.
Era
passato poco tempo da quando Kagome si era addormentata,
finché il suo sonno non fu destato da un rumore alla
finestra.
Sbuffando
e con aria al quanto strana, accese la luce del
suo comodino, si alzò in piedi, fin quando un nuovo rumore
si udì dalla
finestra.
Kagome:
ma che diav…Inuyasha!
Kagome
guardò sbalordita fuori dalla finestra il povero
mezzo-demone che stava congelando dal freddo e che, molto
probabilmente, stava
imprecando contro tutti i Kami affinché quella dannata di Kagome aprisse quella dannata finestra.
Era
quasi divertita a vederlo là, dietro il vetro a prendere
tutta quell’aria gelida, ma infondo non poteva di certo
lasciarlo lì a farlo
morire dal freddo e così, con aria da finta scocciata gli
andò ad aprire la
finestra, vedendoselo letteralmente catapultare addosso.
Si
ritrovarono entrambi uno sopra l’altra, senza che nessuna
parola violasse le loro bocche, Kagome divenne di un leggero colorito
rosso che
gli si andava propagando per le guance senza permettergli di reagire,
Inuyasha
non era da meno, stare lì, in quella posizione sopra la
ragazza che si ama, che si brama, che si
desidera, non era
di certo facile, poteva perdere il controllo da un momento
all’altro.
La
voleva…mai prima di allora l’aveva bramata tanto,
nemmeno
quando per curiosità, l’andava a spiare in bagno
mentre lei si lavava. Erano
fidanzati ormai da un anno è riteneva quasi impensabile che
ancora non era
riuscito ad avere la sua ragazza.
Si
stava perdendo in quegli occhi nocciola, come lei si
stava perdendo nel miele di lui, non riuscivano a staccarsi gli occhi
di dosso,
si stavano assaporando con lo
sguardo.
Inuyasha
prese il coraggio a quattro mani e decise d’interrompere
quel silenzio che si era venuto a creare.
-dove è tua madre?- disse
con voce roca e sensuale per poi proseguire-ho
bussato alla porta ma non mi è venuto ad aprire
nessuno…
Senza
che niente poteva fermarlo cominciò a baciare il collo
della ragazza con forte desiderio che gli si propagava dal
più profondo del suo
corpo.
Kagome
cominciava pian piano ad ansimare senza riuscire a
prendere di nuovo il controllo su se stessa, più lui gli
torturava il collo
come un vampiro assetato di sangue, più lei perdeva ogni
inibizione, senza
riuscire a muovere un singolo muscolo se non quello della bocca per
poter
permettere a qualche piccolo gemito di uscir fuori e più lui
la sentiva gemere,
anche se debolmente più lui continuava la sua dolce tortura.
Finalmente
Kagome riuscì ad aprire bocca per parlare.
-i miei non sono in
casa….staranno via per due settimane…disse
con voce flebile sempre sotto il
controllo del suo ragazzo.
Inuyasha
a quelle parole perse completamente ogni
inibizione, neo corpo sentiva che gli stava crescendo qualcosa che non
sarebbe
più riuscito a fermare, un brivido che gli pervase il corpo,
i suoi occhi erano
diventati gli specchi del suo desiderio, si era trasformato, dopo molto
tempo
ora sentiva il suo corpo che richiamava la passione, quella passione
che ogni
uomo non ne può fare a meno.
-ed allora questa sarà
una notte lunga Kagome…una lunga notte amore mio- gli
sussurrò nell’orecchio
alla ragazza, che nel sentire quel fiato caldo che
l’avvolgeva lentamente , si lasciò
andare….
|
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Capitolo 4 *** attenzione ***
anche se ha molto tempo che non aggiorno ci tenevo a comunicare a tutte le mie lettrici vecchie e non(anzi ne approfitto per ringraziare che mi ha letto e commentato recentemente)che la storia al più presto la riprenderò, e ci tenevo ad rassicurarvi che questa assenza si sta per annullare, se ho avuto questi problemi di pubblicazione è perchè ho messo sui famiglia, mi sono sposata, ed aspetto una piccola cucciola di 5 mesi!!! non vi nascondo il mio entusiasmo!!!! ma questo non significa che mi sia allontanata dal sito...e con questo non posso che rimandarvi al prossimo capitolo di " Aspettami" un bacio a tutte quante. intery |
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Capitolo 5 *** 4 ***
Ciao
a tutti!!!
sono finalmente ritornata ad aggiornare questa fic a cui sono
particolarmente affezzionata!!!
prima di lasciarvi al capitolo volevo ringraziarvi tutti quanti per
l'affetto che mi avete dimostrato!
grazie di cuore!!
ed ora vi lascio al cap...un kiss intery
!!!ATTENZIONE!!!
questo capitolo
contiene scene di sesso abbastanza esplicite, se non gradite questo
genere di narrazione o
se urtano la vostra
sensibilità, vi prego di non leggere o tutt'al
più leggete gli ultimi pragrafi del capitolo.
e se siete minorenni
passate oltre!!!!
Dal terreno gelido del pavimento, la prese fra le braccia adagiandola
sopra il letto con delicatezza, la rimirò nel suo splendore
creato anche da quelle gote che diventavano sempre più
rosse, si liberò della casacca che aveva addosso, impregnata
del sudore degli allenamenti e la buttò sul pavimento, si
distese dolcemente sopra la sua ragazza riempiendola nuovamente di
baci, lasciando una scia infuocata che non si sarebbe spenta facilmente.
Percorreva ogni centimetro del suo corpo, mentre le delicate mani di
Kagome stringevano avidamente la schiena nuda del ragazzo, lasciando
visibile anche qualche graffio, ansimava sotto le sue mani ancor
più di prima, sentiva cambiare qualcosa dentro di lei in
modo irreversibile.
Si spingeva letteralmente contro il suo bacino, che si gonfiava sempre
più, come a voler da un momento all’altro,
scoppiare dai pantaloni, la voglia del mezzo demone era giunta a un
limite e pensò bene di fare arrivare alle sue stese
condizioni, la sua sensuale ragazza, sensuale con tutte quelle perle di
sudore che cominciavano a scendere dalle guance, quel respiro spezzato
dall’eccitazione e quel calore che pervadeva tutto il suo
corpo.
Con foga gli levò la maglietta lasciando scoperti due seni
sodi pronti a qualsiasi cosa, lui li guardava avidi di possederli, lei
lo guardava con un’ombra d’imbarazzo. Li strinse
prima piano, per tastarne la solida consistenza, e poi con
più forza, le sue mani sembravano alloggiarlo perfettamente,
continuava a stuzzicarlo con le unghie affusolate e massaggiandolo
intorno ai capezzoli, che diventavano sempre più scuri e
duri, li guardava quasi ipnotizzato, erano cosi
belli…d’assaggiare.
A questo suo pensiero non riuscì a resistere, ne prese uno
fra le mani, si avvicinò con la testa al seno turgido e lo
cominciò a leccare con desiderio, con la punta della lingua
arrivò fin nel capezzolo, e lei a questo contatto strinse i
pugni, il desiderio la stava divorando dentro, il mezzo demone se ne
accorse vide che il piacere in lei era cresciuto ancor di
più.
Cominciò a succhiare i seni prosperosi, sempre
più velocemente come un cane affamato si nutre dalle
mammelle della madre, e li stringeva quasi a schiacciarli, facendo
emettere qualche piccolo grido di dolore a Kagome.
Allento un po’ quel ritmo che stava prendendo, per
permettersi qualche boccata d’aria e assaporare
l’odore del desiderio, cosi forte alle sue narici
così sviluppate, si alzò dal letto, lasciando la
ragazza al quanto stranita, distesa sul letto col corpo arrossato
dall’eccessiva foga.
Lui la stava fissando nuovamente, a guardare i seni nudi e arrossati,
che fino a pochi secondi prima, erano stati tra le sue mani, era
ricoperta soltanto da un piccolo pantaloncino rosa, lui ancora
indossava metà della divisa da kendo, si liberò
prima della sua divisa che, stranamente, piegò e ripose
sulla sedia, mentre i pantaloncini di Kagome ebbero una fine diversa.
-sono pur sempre un mezzo demone….
Con questa frase, che lasciò leggermente allibita Kagome, si
avvicinò lentamente, infilò un’unghia
fra la cucitura dell’indumento, e glie lo strappò
totalmente, infine vide che c’era ancora un piccolo ostacolo,
gli slip erano ancora lì, barriera separatrice
della parte più intima e profonda della ragazza, glie li
sfilò delicatamente, per poter guardare ed imprimere nella
mente ogni centimetro della pelle, quella pelle bianca e delicata,
sfiorata da un uomo per la prima volta.
Si fermò ancora a guardarle, splendida e nuda, ed era sua,
lo accarezzò lievemente per tutto il corpo tastandone ancora
una volta la morbidezza, sì liberò dei boxer,
lanciandoli chissà dove per la stanza, liberando la sua
parte intima da quell’ultima prigione, Kagome lo guardava
sempre con più voglia, lui era lì, a guardarla
fisso ed immobile in piedi vicino al letto, lo voleva, lo voleva sopra
di sé, sentire il suo calore, il profumo, le sue mani, tutto.
Inuyasha si mise a cavalcioni sopra di lei, la guardava non
più con quella voglia maniacale di possederla, lo sguardo si
era addolcito, guardando gli occhi da cucciolo indifeso della ragazza,
quello sguardo compensato da labbra gonfie rosse di desiderio, prima
che potesse essere proferita qualsiasi parola superflua, si scambiarono
un dolce e profondo bacio, dove bocche calde ed accoglienti facevano
spazio a lingue fredde per il troppo ansimare.
Il bacio è un sigillo d’amore, è quello
pareva fosse il loro, quel bacio cosi profondo, le loro pelli a
contatto l’una con l’altra, la
tranquillità di stare fra le braccia di Kagome la si vedeva
nel mezzo demone, le sue orecchie erano dolcemente abbassate in avanti
come segno di sottomissione, lei lo guardava intenerita e
cominciò a grattarle dolcemente scendendo fino nel collo,
continuavano a guardarsi negli occhi, ancora nessuna parola riusciva ad
interrompere quell’idilliaca situazione, Inuyasha sembrava
volesse parlare ma, non riusciva ancora a prendere parola su quella
situazione.
Kagome: Inuyasha io ti amo….
Inuyasha: anch’io Kagome, anch’io…
Kagome: fermerei quest’attimo per sempre, ma credo che sia
poco conveniente per te.
Inuyasha: Lo farei se potessi, resterei fra le tue braccia, fino alla
fine dei tuoi giorni, assaporare ogni tuo odore, lo sai che nel tuo
profumo io mi ci perdo, ho aspettato tanto per toccarti come ho fatto
ora, per averti mia, ma se non ti senti pronta, io posso
fermarmi…
Kagome. Non c’è motivo di farlo Inuyasha, ti
desidero. Ti voglio, voglio sentirti dentro di me, per la prima volta,
per la mia prima volta.
Inuyasha. Allora sei sicura?
Kagome: sì, se fosse stato il contrario, non ti avrei fatto
arrivare nemmeno a questo punto….
Rassicurato dalla sua ragazza, il mezzo demone, cominciò a
baciarla nuovamente su tutto il corpo riaccendendo quella scia di
desiderio che li pervadeva.
Erano l’uno sopra l’altra, impazienti di scoprire
il loro calore dentro di sé.
Ansimavano, godevano e si amavano, era l’idillio perfetto, il
loro amore stava per compiersi, le loro anime stavano per fondersi, il
mezzo demone con una delicatezza amorevole si spinse piano dentro di
lei, annullando definitivamente quella minima distanza che li divideva.
Nuove sensazioni percepivano i loro corpi in quell’unione,
sentivano i loro cuori uniti, le loro essenze fuse insieme, mentre
l’ansimare e la voglia crescevano sempre di più,
le spinte si andavano facendo più profonde e veloci, il
dolore di Kagome se ne stava andando per lasciare quella sensazione di
completezza e piacere assoluto che la stava pervadendo.
Inuyasha la guardava sempre fisso negli occhi, quelle iridi ambrate
avide di desiderio e amore fissavano quelle scure di lei,
accondiscendenti e bramose, ancora i loro corpi si spingevano
l’un verso l’altro, le loro mani stringevano con
forza le carni altrui, lasciando dei segni ben evidenti, fin quando,
dopo che i loro corpi e il loro amore ebbero raggiunto il massimo
momento di piacere, arrivando al culmine del desiderio, completando
quell’amplesso insieme, stanchi, sfiniti dolcemente appagati.
Inuyasha si levò sopra di Kagome, per stendersi al suo
fianco, abbracciandola teneramente finche i loro occhi non furono
chiusi, per assaporare al meglio la loro prima notte d’amore
insieme, prima che l’alba li colga insieme.
Giunta mattina, la piccola Rin scese giù per le scale per
far colazione, era abituata ad essere svegliata da Kagome, ma non
entrò nessuno nella sua camera per svegliarla.
Non ci diede molto peso, poco le importava, era già
abbastanza grande per svegliarsi da sola.
La cucina era stranamente deserta, cosa molto rara, non era abituata a
vederla così, anche perché la mamma di Kagome,
preparava una colazione che sembrava per l’intera famiglia
reale!
Fece spallucce anche a questo, senza lamentarsi e senza dir parola, si
avviò verso il frigo, prese la busta di latte, e se ne verso
un po’ nel bicchiere, dallo stipetto prese i biscotti e ne
mangio qualcuno. Meno male che è domenica! Se no chi mi
avrebbe accompagnato a scuola!?pensava preoccupata ed allo stesso tempo
divertita da ciò, penso bene visto la giornata grigia che si
prospettava, di ritornare a letto, fin quando qualcuno non si sarebbe
deciso di svegliarsi…
|
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Capitolo 6 *** 6 ***
Salve
a tutti!! non mi sembra vero di esser tornata con questa fict!!!
troverete
delle novità, e vi chiedo scusa in anticipo se la storia
delle flotte è
poco
realistica ma...mi sembrava caruccia come cosa!!
e
dopo quasi due anni d'assenza, vi lascio col nuovo capitolo.
sperando
di ritrovare vecchie e nuove lettrici
un bacione grandissimo da
intery!!!
Passo qualche giorno
da quell’episodio, i due amanti si
comportavano da perfetti sposini, volevano approfittare del tempo che
gli
rimaneva per rimediare a tutto il tempo perso.
La piccola Rin
però era sempre più strana, Kagome era quasi
certa
che si trattava dei suoi ricordi che, pian piano stavano riaffiorando
nella sua
mente, ma la vedeva sempre così triste e solitaria.
Una sera di luna
piena, si accorse che Rin era intenta a guardare
la luna piena, mentre alcune lacrime scivolano velocemente dal suo
dolce volto,
la ragazzina si accorse di lei, e gli saltò in grembo
versando lacrime copiose
senza che niente avesse intenzione di fermarla.
Rin: oh
Kagome…per…Perché non riesco a
fermarmi di piangere?
Perché guardo la luna e mi vien sempre più da
piangere? Per... Perché?
Kagome si sentiva
terribilmente in colpa, si sentiva in colpa di
averla messa un po’ da parte in quei giorni, soltanto per
passare del tempo col
suo Inuyasha, oh come si sentiva in colpa! Ma del resto, lei avrebbe
voluto
seriamente aiutarla alla piccola, ma come faceva a spigargli la
verità? Ora che
lei era così fragile per via dell’incidente.
Kagome: piccola
scusami se sono stata così distante in questi
giorni… mi sono comportata malissimo con te!
L’unica cosa che ti posso dire è
che la luna riguarda il tuo passato, se guardandola, hai questa
reazione, vorrà
dire che qualcosa in te si sta risvegliando.
Rin: no...non
preoccuparti di questo, io so…sono ben felice per te
e Inuyasha, ma vorrei tanto sapere quale il mio passato, che
c’entra la
lu…luna!
Kagome: Rin ci
sarà un giorno che io ti spiega tutto quanto, ma
ora non sarebbe un bene per te, subiresti un grande shock e ti sarebbe
molto
difficile riprenderti, ti dico solo questo non dimenticare mai la luna,
per
essa fa parte del tuo passato, specialmente ricordane il colore,
perché questo
un giorno entrerà nella tua vita!
Rin:
c’entra per caso anche quell’uomo che sogno ogni
volta? Perché
mi dice che mi devo ricordare di lui?
Kagome: lo scoprirai
col tempo…e quando lo farai, tutto ti sarà
più facile!
Abbracciò
forte la piccola al suo petto, oh kami quanto avrebbe
voluto spiegarli tutto, anche perché, stava venendo meno
alla parola del principe,
mantieni vivo in lei il mio ricordo,
quelle parole le risuonavano in testa in modo assillante, ma il tempo
le
avrebbe dato ragione e lei sarebbe ritornata a ricordare…
L’idillio
dei due colombi
finì, la madre di Kagome tornò al tempio con
tutta la famiglia, mentendo
rassicurò la madre che non aveva combinato nulla di male, la
madre, anche se
perplessa si complimentò con lei per il buon mantenimento
della casa e sperando
in cuor suo, che la sua bambina non
avesse combinato nulla di male.
Sota non vide
l’ora di rigiocare con Rin, subito presero la palla
e giocarono nel cortile, stavano imparando a volersi un bene
dell’anima, si
cercavano in ogni istante della giornata, per la piccola era un buon
modo per
poter lasciare i problemi in un angolo.
Inuyasha
come al solito, si
trovava sul Goshinboku, era l’unico luogo che riusciva a
fargli ritornare in
mente i luoghi del suo passato, i suoi ricordi più lontani,
quando fu distolto
dal ragazzo del giornale.
Quella volta fu lui a
prenderlo e leggerlo.
Aveva imparato a
leggere a furia di doversi sentire le varie
ripetizioni di Kagome, odiava vederla studiare, pensava che quel tempo
si
potesse usare per cose più utili…
E capendo comunque,
che non sarebbe mai riuscito a persuaderla dal
non-studiare, si decise a imparare a leggere, per almeno, non sentirgli
dire
baggianate.
Lo prese fra le mani
rigirandolo un paio di volte su se stesso, quando
capì finalmente come si dovesse leggere, notò un
annuncio in prima pagina che
lo fece sobbalzare.
“LA NUOVA
ESPORTAZIONE DEL THE’, DALLA CINA ALLA GRAN BRETAGNA,
è
AFFIDATA ALLE FLOTTE NO TAISHO, GUIDATE DAL GENERAL MAGGIORE NO
TAISHO”
Inuyasha
sbarrò gli occhi, guardò sbalordito
l’articolo, vi era
anche una foto allegato in esso: un uomo con una divisa militare
nautica, con
lungi capelli argentei raccolti in una coda.
Capì
tutto, Sesshomaru era riuscito a sconfiggere il tempo e
arrivare fin da lui, aveva scelto una strada strana, ma sicuramente
voluta, e
ne aveva percorsa molta di strada, 500 anni per la precisione.
Non ci poteva
credere! E a guardarlo in quella foto, gli ricordò
il volto di suo padre che, una volta riuscì a vedere in un
ritratto del
castello del fratello.
Se la rise di gusto,
stava gustando il momento che l’avrebbe
rivisto, sghignazzava proprio!
Non vide
l’ora di raccontarglielo a Kagome.
In quanto a Kagome,
era riversa sui libri per studiare…avrebbe
avuto l’esame di diploma il prossimo mese e voleva superarlo
ad ogni costo, fin
quando gli ricadde l’occhio sulla sua agenda, la
aprì e quello che vide la
spaventò non poco…
Chiunque donna o ragazza, ha
l’abitudine di appuntarsi un certo
appuntamento mensile biologico e Kagome,
sì accorse che lo mancava da ben tre
settimane…
-eh?? Ma non
può…essere!! Sicuramente
sarà un falso allarme!
Si sentì mancare, doveva
accertarsene alla svelta, prima che un falso allarme gli avrebbe
scombussolato la
vita, sempre se era un falso allarme…
E quando tutto sembra
crollargli alle spalle, entra all’improvviso inuyasha, che
sventolandogli il
giornale in faccia, gli urla.
Inuyasha: Kagome ! Kagome!! Leggi
qui!
Kagome lo guardò adirata, sapeva che lui era
all’oscuro
di tutto, ma in quel momento il povero hanyou , si sentì
colpire con mllie
frecce dagli occhi infuocati di Kagome.
Inuyasha
tentava invano di parlargli ma lei era
irremovibile.
Inuyasha: maledetta mi stai
ad ascoltare un attimo?
Kagome: come hai detto?
Inuyasha: dai Kagome io non
vo….
Kagome: A CUCCIA! A CUCCIA !A
CUCCIAAAA!!
Inuyasha per poco stava
per sprofondare il pavimento, per quella giornata capì che
era meglio che la
lasciasse in pace, mentre
Kagome si
pentì in fondo di come l’aveva trattato, ma ormai
era tardi, e doveva chiarire
quel piccolo ritardo...
PS:e come sempre se vi
è piaciuta ditemelo, se trovate qualcosa che non vi va
ditemelo, sono sempre pronta alle critiche!!
|
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Capitolo 7 *** 7 ***
visto? ve l'avevo
promesso! ho pubblicato in poco tempo un altro capitolo....
questo
sarà molto contorto, starà a voi capirlo per bene,
ringrazio tutti
quanti per i deliziosi commenti che mi avete mandato,
un ringraziamento
particolare va a Rossy-chan,
che mi ha
commentato tutti i capitoli precedenti ed un grazie,
anche a quelli che
l'hanno eltta solamente!!
grazie ancora a:
LarcheeX,
Lamoon,
Serin88.
un grazie ancora e
vi lascio alla lettura
Kiss Kiss da
intery!!
Inuyasha per poco non stava per sfondare il pavimento, per quella
giornata capì che era meglio che la lasciasse in pace.
Inuyasha per
poco non stava per sprofondare il pavimento, per quella giornata
capì che era meglio che la lasciasse in pace, mentre Kagome
si pentì in fondo di come l’aveva trattato, ma
ormai era tardi, e doveva chiarire quel piccolo ritardo...
La giornata
passò senza che i due si rivolsero la parola, né
Inuyasha gli mostrò il giornale, né Kagome gli
parlò del suo ritardo.
Il giorno
seguente, Inuyasha scese dal tempio, intenzionato a saperne di
più, se suo fratello si trovava lì, lui era
intenzionato a scoprirlo e in un secondo momento, andargli a parlare.
C’era
soltanto un piccolo problema: Inuyasha anche se da un anno passato si
trovava lì, non aveva ancora fatto conoscenza con la
burocrazia odierna, in sintesi, non sapeva da che parte muoversi.
E di certo
non aveva intenzione di rivolgere la parola ha quella dannata di
Kagome, dopo il trattamento che gli aveva dato il giorno prima. In suo
soccorso, come un dono dei kami, vide Sota nel salone armeggiare con un
diabolico aggeggio elettronico umano, che nel tempo imparò
che si chiamava personal Computer e serviva per tenersi in contatto col
mondo e se si voleva, ricercare notizie di qualsiasi genere da tutto il
mondo e di tutte le ere geologiche.
Così
a suo tempo gli spiegò Kagome.
Pensò
che se quell’affare avesse tutti quei poteri divinatori,
sicuramente avrebbe fatto al caso suo.
Inuyasha:
ciao Sota!
Sota: Ciao
fratello cane! Posso esserti d’aiuto? Sai ho notato che ha da
ieri, che tu e la mia sorellina vi guardate in cagnesco!
Inuyasha: si
mi servirebbe il tuo aiuto, ma non osare più a domandarmi di
quella dannata di tua sorella!
Sota: ok ok,
non ti agitare allora cosa devo cercare?
Inuyasha:
leggi qui!
Inuyasha
porse il giornale al piccolo Sota che, apprese la notizia delle navi
mercantili Taisho dell’Inghilterra dirette in Cina a fare un
carico di the, ma Inuyasha questo l'aveva già letto, lui
voleva sapere del General Maggiore no Taisho.
Sota:
…allora qui sul portale c’è scritto,
che il General Maggiore no Taisho, è un giovane rampollo di
una delle famiglie più prestigiose Giapponesi, trasferitasi
intorno al 1700 in Inghilterra sotto la corte di Elisabetta I,
occupandosi dell’esportazione della lana, per poi tramite le
conquiste britanniche delle coste americane, dando un cospicuo aiuto
allo sviluppo industriale di quest’ultimo, occupandosi
dell’esportazione dall’America di patate e
pomodori, oltre all’oro, trovato in abbondanza, verso
l’Europa entrando ancor più nelle grazie dei re
britannici dell’epoca.
Nell’inoltrato
1850, alla sesta generazione della famiglia no Taisho, un giovane
Inomaru no Taisho, istauratosi negli Stai Uniti prese piede nella
guerra del Boshin, conducendo il Giappone all’abdicazione
dello Shogunato, instaurando un regime più occidentale,
dando il potere all’imperatore.
Dopo questa
breve parentesi i no Taisho, ritornarono in Inghilterra, giurando
fedeltà alla corona inglese, diventando lord e occupandosi
per la maggior parte del traffico d’importazione delle
materie prime dalla Cina.
Dopo una
pausa causata dalla I e II guerra mondiale che vide la famiglia Taisho
esporre il suo unico erede Goshumaru in guerra per poi perire, della
famiglia no Taisho no si ebbe più alcuna notizia fino ai
giorni nostri, quando qualche anno fa, presentandosi alla corte della
regina Elisabetta II d’Inghilterra, il pronipote di Goshumaru
(il quale si scoprì aver avuto una storia clandestina
durante la guerra) Sesshomaru no Taisho, soldato pluridecorato
dell’esercito USA, promosso per questo a General Maggiore,
ritornando dalla guerra in Iraq, ha nuovamente dichiarato
fedeltà alla regina, per riavere il ruolo che sempre hanno
avuto i no Tasho in Inghilterra, quello d’importatori di
materie prime dalla Cina.
L’imperatore
giapponese Akihito, accortosi delle grandi gesta dei no Taisho, negli
ultimi 500 anni, ha deciso di premiare il giovane Sesshomaru in nome
dei suoi avi provenienti dal Giappone.
E questo e
quello che ti ho detto in sintesi fratellone!!!
Sota prese
una buona boccata d’aria, dopo questa lunga e ininterrotta
lettura, Inuyasha rimase allibito, ne era certo tutti quei nomi, tutte
quelle gesta erano state svolte da un unico uomo, anzi, youkay.
Era
sbalordito, non riusciva a credere che suo fratello, era riuscito a
fare queste innumerevoli cose, di certo pensava che non fosse il tipo,
non era il tipo che stava a contatto con gli umani, allora
perché l’ha fatto?
Inuyasha:
Sota dimmi, c’è qualcos’altro scritto?
Sota: fammi
vedere…oh si! Una curiosità, che nella famiglia
no Taisho, raramente si è sentito parlare di
un’eventuale donna nella famiglia no Taisho e la varia
discendenza, durata ben 500 anni, non si conta in nessuna generazione,
l’avvento di più figli, ma solo e soltanto di un
unico genito.
Inuyasha: ok
Sota, mi sei stato di grande aiuto!
Sota:
figurati fratellone, ma no Taisho non è il tuo cognome?
Inuyasha: si
Sota, più in là ti spiegherò meglio,
ora devo fare una cosa.
Ora che
Inuyasha, aveva tolto qualsiasi dubbio dalla sua mente, gli rimaneva
soltanto incontralo, ma come…forse pensò, che
l’unica occasione sia quella della parata organizzata in suo
onore dall’imperatore.
Ma ora che
il pensiero “Sesshomaru” era stato in parte
risolto, doveva capire perché quella maledetta di Kagome, lo
stava trattando in quel modo…non riusciva proprio a capire,
come del resto non era mai stato in grado di capire gli stati
d’animo di Kagome a primo impatto, lui la voleva rendere
partecipe della sua scoperta, mentre lei cosa fa? come al solito lo
atterra con un sonoro a Cuccia!
L’andò
a cercare per tutta la casa, ma senza avere nessun risultato.
Rassegnatosi,
magari pensò, che fosse in quella maledetta scuola, visto
che manca poco alla fine dell’anno scolastico, decise
d’andare in palestra ad allenarsi.
Kagome in
tanto, quella mattina non andò a scuola, non ne aveva la
minima intenzione, si sentiva strana e poi quel ritardo la stava
logorando.
Doveva
prendere una decisione, doveva levarsi ogni dubbio, non poteva
resistere ancora, doveva accertarsi che i suoi dubbi, erano soltanto
dubbi è nulla più.
Prese il
metrò per avviarsi al primo ospedale vicino, chiedendo
qualche fugace informazione, si diresse al pronto soccorso della
ginecologia.
Fu fortunata
che non incontrò nessuno di familiare, anche se aveva il
cuore che le andava a mille lo stesso, passeggiava avanti e indietro
quella porta dell’ambulatorio, avanti e indietro, quel suo
ticchettare delle scarpe, avrebbe fatto irritare chiunque.
Specialmente
se ci fosse stato, quello scemo di Inuyasha, già Inuyasha,
che stupido pensava, non era riuscito a capirla, ma del resto, non
l’aveva mai capita a primo impatto, ci voleva sempre un
po’ di tempo per fargli capire le cose.
E se fosse
stato, come lei pensava ? oh kami! Non aveva idea di come glie
l’avrebbe dovuto dire…
D’impatto
si apri la porta, era il ginecologo che fece uscire una ragazza
visibilmente in sovrappeso.
Ginecologo:
mi raccomando signorina, cerchi di dimagrire un po’, il suo
ritardo può essere dovuto a questo suo aumento di peso o ad
un blocco psichico.
Ragazza:...certo
dottore arrivederci.
Kagome in
quel momento avrebbe ringraziato tutti i Kami, dei o qualsiasi altra
cosa al mondo, per sentirsi dire le stesse parole.
Ancora
soprapensiero non si accorse che il medico la invitava a entrare.
Ginecologo:
signorina allora cosa aspetta a entrare? La sentivo fuori la porta
scalpitare e ora si è bloccata?
Kagome in un
balzo si destò dai suoi pensieri, entrò muta e
mortificata verso la sala visite, riuscì a spiccicare poche
parole, il dottore capì la fece sedere sulla lettiga per
farle un’ecografia.
Ginecologo:
allora signora Higurashi qui non c’è nulla grave,
lei sta bene come un pesce è la gravidanza, sta andando bene!
Kagome
sentì un tonfo, un tonfo che proveniva da dentro di
sé, quella parola continuava a risuonarci dentro.
Gravidanza,
gravidanza, gravidanza?
Kagome:
gravidanza?!?
Purtroppo
non si accorse che invece di pensare, urlò.
Ginecologo:
signorina, anzi signora Higurashi, devo forse pensare che non sia
desiderata la gravidanza?
Kagome:
no…si…no…cioè non lo so!
Prima penso che en dovrei parlare con lui!
Ginecologo:
il presunto padre immagino...
Kagome:
si…
Ginecologo,
comunque signora Higurashi a guardare qui dall’ecografo, la
gravidanza e di tre settimane, e anche se è molto precoce
per dirlo, sembrerebbero due d’embrioni, ora la prego di non
agitarsi ancora, come ha fatto poco fa!
Kagome:
Cosa?due embrioni? Oh kami!
Ginecologo:
signora, l’invito a prendere una decisione nei prossimi tre
mesi, dopo di ché, sarà e a decidere della vita
di questi due embrioni.
Lo
salutò, gli scambiò altre due parole e se ne
andò.
Si rese
conto, che non era molta la strada quella che la separava dal tempio,
optò quindi di far due passi a piede per schiarirsi le idee.
ps:
la storia di Sesshomaru, le sue gesta storiche, in parte sono frutto
della pura realtà.
altre cose incongruenti con la storia, le ho dovute modificare per
motivi di trama.
potete accertarne la vericità, controlalndo su Wikipedia o
altro.
scusatemi se ho scritto delle baggianate e perfavore fatemele notere!!
un bacione intery!!
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Capitolo 8 *** 8 ***
scusate se vi hi fatto
aspettare!!! sapete gli impegni!
sono ritornata con questi nuovo capitolo, non prosegue di molto la
storia, ma è un capitolo importante!!
ringrazio tutti quelli che l'hanno letta, e sopratutto chia commentata,
mi date sempre dei buoni consigli, e sono felice dei comlimenti che mi
avete fatto!!
un grazie speciale va a:
Rossy-chan!!!
LarcheeX!!
serin88!!
adesso vi lascio col capitolo, un gran bacione Intery!!
a prestissimo!!
Quella lunga scalinata avrebbe stancato chiunque, ma Kagome in quel
momento, non pensò per niente alla stanchezza.
Più che altro era stanca mentalmente, passò
velocemente dalla cucina prendendo un piccolo boccone di pane, quella
mattina non aveva fatto colazione, infondo non avesse questa gran fame,
anzi al contrario.
Si sedette sul letto e si mise a guardare il muro, il suo sguardo in
vece si perse nel vuoto.
Troppe cose gli vorticarono nella mente, non sapeva nemmeno come
poterglielo dire e soprattutto come l’avrebbe presa.
Ma anche un’altra cosa gli martellava la testa, come
sarebbero vissuti, in caso li avrebbe tenuti, questi due bambini?
C’era un piccolo problema che non era assolutamente da
sottovalutare, una volta nati questi bambini, avrebbero avuto le
sembianze del padre… ovvero di mezzo demone, anche se solo
per un quarto, ma li avrebbero avute.
Già era difficile mantenere nascosta
l’identità di Inuyasha, lo obbligava ogni giorno a
portare un capellino o qualsiasi altra cosa le coprisse le orecchie,
lui seppur tacendo, ne soffriva molto di questa situazione, lei tante
volte aveva tentato con i suoi poteri di miko, di nascondere le sue
orecchie, ma purtroppo senza nessun risultato.
Pensava Kagome, pensava…la stessa sorte
l’avrebbero vissuta i suoi figli?
Lei gli avrebbe permesso quel genere di vita? O magari era una sua mera
illusione, magari quel filo di discendenza demoniaca, si sarebbe
affievolito, non si sarebbe visto nulla, ma i dubbi erano troppi e
velocemente vorticavano nella sua mente.
E poi lei, se la sentiva di affrontare un passo del genere? Ad un passo
dalla maturità?
Come l’avrebbe presa sua madre e suo nonno? E poi
c’era il grande impegno che si era presa nei confronti di
Rin, già era un gran danno che aveva perso la memoria, non
mantenendo la parola del principe e ora, era arduo cercarle di farle
ricordare pian piano la memoria senza tubarla.
Se la sentiva di diventare madre? Madre di due cuccioli frutto del suo
grande amore con Inuyasha, era il suo sogno, ma mai si sarebbe
aspettata d’avveralo così precocemente…
Doveva assolutamente parlare con Inuyasha, insieme pensò,
avrebbero preso la decisione più giusta.
Inuyasha ritornò in casa, era ancora preso dalla storia di
suo fratello, tanto ché quella mattina si allenò
poco in palestra, deciso di andare in biblioteca a esaminare tutti gli
eventi storici.
Fu per lui un’impresa ardua! Insieme hai grandi volumi
storici, vi affiancava anche un dizionario per capire le parole
più difficili, e insieme al dizionario, il dizionario per i
bambini per capire quello che non capiva (e scusate il gioco di parole)
nel dizionario normale.
Con questo metodo non riuscì a ricavare molto, stancatosi
facilmente, si arrese.
Si accorse che la casa era vuota, sicuramente pensò, la
signora Higurashi era andata a fare la spesa, mentre i piccoli erano a
scuola.
Notò con sua gioia però, che lo zaino di Kagome
era in cucina, segno che la ragazza era in casa.
Deciso entrò nella camera della ragazza, Kagome ebbe un
sobbalzo al cuore, non si aspettava certo di vederlo subito e
soprattutto, persa nei suoi pensieri com’era, le prese un
vero colpo.
Inuyasha la calmo con un dolce bacio, la ragazza ne fu molto rincuorata
da quel gesto, anche se ora il suo cuore andava a mille, doveva
riuscire a dirglielo quello stesso giorno, sennò sarebbe
stato troppo tardi.
Inuyasha: Kagome, ti devo parlare… a da ieri che cerco di
farlo, ma tu non so perché mi tieni il broncio! Ma cosa ti
ho fatto di male?
A Kagome venne un nuovo colpo, voleva parlargli? E cosa mai gli avrebbe
detto?
E se era qualcosa di brutto? No in quel momento non avrebbe retto un
colpo del genere, decise quindi di replicare.
Kagome: niente Inuyasha, niente… e che sto un po’
male in questi giorni, anch’io veramente ti dovrei
parlare…
Inuyasha odorò quasi la paura in lei,
cos’è che le nascondeva? Perché era
diventata cosi seria? Quasi le stava passando la voglia di
dirgli di Sesshomaru, ma non poteva ancora accantonare quella storia,
era importante per entrambi e per la piccola Rin.
Kagome: comunque, dimmi prima tu!
Inuyasha rassegnato, visto il suo consenso, decise di raccontargli
quello che gli era successo.
Inuyasha. Per puro caso, ho scoperto che Sesshomaru è giunto
fino nella tua epoca! In pratica lui è qui….
E il racconto tutto quello che gli aveva raccontato Sota ed anche,
della sua patetica ricerca fatta alla biblioteca.
La ragazza si rasserenò il volto, anzi era una notizia che
le aveva dato molta gioia, finalmente pensò, che avrebbe
potuto sistemare molte cose con lui qui, ma soprattutto, si
meravigliò delle grandi gesta che aveva compiuto.
Gli promise a Inuyasha, che avrebbe fatto di tutto, per essere presente
alla parata in suo onore, in qualche modo, dovevano cercare di
allacciare un rapporto con Sesshomaru, cosa che sarebbe avvenuta,
infondo lui voleva questo…
Purtroppo ritorno alla realtà, dopo aver fatto mille
progetti per incontrarlo, Inuyasha si accorse che il viso della sua
amata s’incupì nuovamente, voleva sapere qual era
questo tormento che la stava logorando, diamine era il suo ragazzo e
avrebbe fatto di tutto per renderla felice. Di tutto.
Inuyasha: beh Kagome, ora mi sembra che sia il tuo turno…
Kagome. Si beh … ecco, vedi… Inuyasha non so
proprio da dove cominciare!
Leggera una lacrima le scivolo sul viso, Inuyasha non poteva sopportare
quell’odore di lacrime, troppe volte l’aveva vista
piangere, troppe volte aveva pianto per lui.
La strinse forte a sé, dove la ragazza si lanciò
n un pianto singhiozzante, Inuyasha voleva sapere, doveva sapere cosa
faceva soffrire la sua Kagome.
Lei continuava a piangere, non riusciva a dire quella parola, quella
frase le sembrava un macigno troppo pesante da dire, anche se la sua
mente la risuonava continuamente, inesorabilmente, pungente e tagliente
come mille lame.
Si aggrappava alla povera giacca del mezzo demone, la stritolava con
forza con le mani la stava torturando, trovando un lieve sollievo nel
farlo.
Inuyasha la baciò nuovamente cercando di farla calmare,
delicato le accarezzava la testa, era un modo come un altro per farla
calmare, per farla sentire al sicuro.
Inuyasha: Kagome, qualsiasi cosa ti sia successa, ricordati che io ci
sarò sempre, come lo sono sempre stato.
Smise di piangere a quelle parole, si sentì leggermente
sollevata, ma ancora non riusciva ad aprir bocca.
Quando all’improvviso, Inuyasha con uno scatto, si mise
sull’attenti, le sue orecchie si drizzarono e col naso
cercava di carpire qualcosa, qualche odore…
Kagome era allibita, che avesse sentito la debolissima aura demoniaca
di due embrioni?
Improvvisamente Kagome fece la finta tonta, come se non nascondesse
nulla, doveva sapere cosa gli era preso al mezzo demone.
Kagome: Inuyasha cosa ti è preso?
Inuyasha: Sento una debole aura demoniaca, c’è un
odore strano in questa stanza, e come se ci fosse qualcun altro!
Kagome sorrise, non riusciva ben a capire se era un sorriso divertito o
di scherno, il suo Inuyasha, così stupido come sempre che
non si accorge mai di nulla.
Gli venne spontaneo prendere la sua mano, con un’altra
accarezzargli il volto, mentre pian piano mise l’altra nel
suo ventre.
Inuyasha era stupido è vero, ma tutto ha un limite.
Capì subito, capì tutto.
Capì quelle facili arrabbiature di Kagome in quei gironi.
Capì quell’indifferenza.
Capì quello sguardo avvolte assente.
Capì le sue esitazioni.
Si malediva mentalmente, come aveva fatto a non accorgersene prima,
com’era potuto essere così cieco.
La strinse ancora più forte, più forte di prima
la sua piccola Kagome, la sua Kagome aveva nel ventre il frutto del
loro amore.
Lo continuava ad accarezzare dolcemente quel ventre, ora ricolmo di
vita, di nuova vita.
Inuyasha: allora stiamo per diventare genitori?!
Quelle parole furono dette con una dolcezza rara, Kagome mai
l’aveva visto così dolce così tenero
nello sguardo.
Purtroppo l’istinto di Kagome gli fece aprire bocca senza
pensare, cosa molto improbabile in lei.
Kagome: si, ma se vuoi, se non te la senti, posso anche prendere
provvedimenti…
Inuyasha: non lo dire nemmeno per scherzo! Non riesco a sopportare
questa pratica che avete nella vostra era! Ognuno deve assumersi le
proprie responsabilità, umano o demone che sia!
Lo sguardo di Kagome da prima triste si trasformò in
stupito, mai avrebbe pensato che il suo Inuyasha le avrebbe parlato in
quel modo.
Kagome: allora sei deciso?
Inuyasha: si Kagome e credimi, è la cosa più
bella che mi potessi aspettare, non ti preoccupare, tutto si
risolverà, tutto avrà la sua soluzione,
baderò e crescerò nostro figlio nel migliore dei
modi e lo proteggerò, da chiunque gli voglia fare del male!
Come ho fatto con la madre, s’intende!
Kagome cancellò qualsiasi nota negativa nella sua testa,
aveva l’appoggio dell’uomo che amava e ora, non
aveva più dubbi, lei sicuramente sarebbe riuscita a finire i
suoi studi, per poi dedicarsi alla sua nuova famiglia, infondo il suo
vero dubbio era la reazione di Inuyasha, ma ora che quello stupido gli
aveva aperto il cuore, tutto era più semplice.
Ma un “piccolo” particolare gli stava sfuggendo.
Kagome: ehm, Inuyasha, ancora non ti ho detto tutto, tutto…
Inuyasha: che altro c’è?
Kagome: beh vedi, veramente sarebbero due gemelli…
Lasciando stare che per un attimo Inuyasha, sembrò diventare
più bianco di un cadavere, la fece sedere delicatamente nel
letto, cingendogli delicatamente la vita, la strinse nuovamente a
sé.
La guardò con amore, con adorazione, stava per diventare la
madre dei suoi figli, le baciava dolcemente la testa.
Un’idea gli sorvolò maliziosamente la
mente…
Inuyasha. Beh, visto che ormai non c’è
più bisogno di stare attenti che ne diresti di…
Kagome: ma Inuysha…
Anche se lo sguardo di Kagome, era un “no” secco,
lui non volle accontentarla stavolta.
Dolce, quella volta sarebbe stato dolcissimo, come dolci erano i
piccoli baci che le stava dando sul collo mentre, quasi morbosamente le
continuava ad accarezzare la pancia.
Piano si mise sopra di lei, continuando a baciarla e accarezzarla,
quando poi, spinti dall’eccitazione, si concedettero
l’un l’altro, per la prima volta senza timori.
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Capitolo 9 *** 9 ***
ciao ragazze!!!
scusate l'enorme ritardo, ma ho avuto i bimbi con la bronchite quindi
immaginate un pò....
questo
capitolo si distoglie un attimo da casa Higurashi...e non vi
dico nient'altro!!! sennò non c'è l'effetto
sorpresa!!
vi dico che ho
già steso l'altro cpitolo ma lo posterò soltanto
quandro vedrò 4 commenti per questo!!!
ahaahhh
come sempre
ringrazio tutti quelli che mi leggono, e sopratutto le mie
recensitrici!!!
LarcheeX
Eynys
serin88
Chiaki Dears
ma soprattutto la mia....
....rossanadaipensaciunpotu!!!!!
ora vi lascio, un kisss
intery!!!
Il mare era in tempesta, forte urlava il vento contro le
onde, infrangendosi brutalmente contro una grande neve,
un’imbarcazione di carico merci.
I marinai
con gran fermento cercavano di far il possibile per imbarcare meno
acqua possibile.
Qualcuno
invece si occupava di tenere le vele ben salde, rinforzando i nodi,
mentre qualcun altro cercava di mantenere la rotta col timone.
Non era una
nave mercantile moderna, anzi, era una vecchia nave mercantile, che non
aveva né motore, né turbine, contava solo sulla
forza del vento e delle sue vele.
Intanto in
una stanza nella stiva, si andava diffondendo l’odore del
tabacco acceso, una sigaretta che lasciava delle sfumate scie di fumo
nell’aria.
Accanto al
posacenere, sopra una scrivania di antica fattura, probabilmente
appartenente all’epoca del Re Sole, una bottiglia di Brandy
della migliore annata.
La sigaretta
lentamente bruciava e contemporaneamente, il brandy nel calice finiva.
Fu spenta in
modo brusco, agitato, mentre un altro bicchiere, era riempito.
-Sir, mi
pare che siate un po’ agitato, non vi preoccupate per la
tempesta, i nostri uomini la stanno tenendo a bada.
Con marcato
accento inglese parlò un uomo, anche se dalle sembianze
molto strane, che tentava con una certa calma, di calmare
l’inquietudine dell’uomo seduto sulla scrivania.
Era uno
strano tipo, basso, goffo e un po’ avanti con
l’età, si teneva in piedi con un vecchio bastone a
due teste.
-Jared,
state in silenzio, non sono affatto in pena!
-come dite
voi Sir!
Si
allontanò di nuovo verso la penombra quello strano tipo,
quel Jared, mentre l’uomo seduto vicino la scrivania,
accendeva un’altra sigaretta.
Sì
volto verso un oblò, a osservare quelle maestose onde
infrangersi contro la sua nave, mentre prese una nuova boccata dalla
sigaretta, sul suo viso marmoreo spuntò lieve sorriso. La
cosa divertì molto il vecchio Jared.
-Sir!
L’ultima volta che vi ho visto ridere risale a quando vi
hanno promosso General Maggiore!
-davvero
Jared?
-si my lord,
avete un sorriso magnifico nonostante gli anni.
-se tu
avessi parlato più a sufficienza con tuo padre, avresti
scoperto che è un privilegio alquanto inquietante vedere la
mia dentatura e la mia bocca, posti in formazione da espressione di
gioia.
Aveva
imparato il Lord con gli anni, a complicare ancor più delle
semplici frasi, in modo da tentar di tenere un distacco ancor maggiore
da tutti, anche se ormai il suo fidato servo, aveva capito che era
soltanto un metodo di scherno, quasi scherzo nei suoi confronti.
-Jared per
quando arriveremo alle coste inglesi? Sapete che ho
l’incontro con lì imperatore in Giappone e non
vorrei farlo aspettare oltre!
-Sir se
continuiamo a viaggiare con questa vecchia bagnarola, non arriveremo
prima dei tre mesi alle coste inglesi, ma se voi dareste un piccolo
aiuto alla nave…
-e sia! Ho
degli affari importanti in Giappone da sbrigare, ormai è
giunto il tempo che io mi rifaccia vivo.
-ma pensate
che si ricorderanno di voi?
-sei
più stolto di tuo padre, Jared! Ti ho tante volte raccontato
tutta la storia e non intendo rifarlo.
-va bene
Sir, non insisto so bene quello che volete dire, allora per quando il
vostro ritorno in Giappone?
-calcolando
che dovrei stare in Inghilterra un po’ di tempo per sistemare
alcune cose, direi che potresti avvisare l’imperatore per il
mio arrivo fra circa tre mesi.
-e poi Sir?
- E che sono
intenzionato a soffermarmi lì per un lungo
periodo…
Tirò
un'altra boccata dalla sigaretta ormai giunta al filtro, si
bagnò le labbra nuovamente col brandy, si alzò in
piedi passando vicino allo specchio mentre, un fulmine
all’improvviso illuminò la sua intera figura.
I capelli
argentei legati in una coda arrivavano fin sopra le spalle, negli anni
si sono accorciati.
Il miele dei
suoi occhi, negli anni si era appena riscaldato, erano occhi di un uomo
che aveva visto mille e più vite di gente andata e perse, di
nuove conquiste e nuove invenzioni, non poté fare a meno di
evolversi anche lui, per non rimanere impassibile, di fronte alla vita
che gli scorreva avanti. E in fatti un leggero paio
d’occhiali, ricopriva le sue iridi d’oro.
Gli antichi
simboli demoniaci erano spariti, con tempo e concentrazione fisica e
psichica, aveva imparato a dominare la sua parte demoniaca
nascondendola dentro di sé per sempre.
La sua
statura alta e possente come sempre, aveva abbandonato il vecchio
kimono e l’armatura per far posto, a una più
semplice camicia bianca dall’ampio colletto, leggermente
sbottonata, con una giacca di raso nera.
Mentre la
fedele Teinseiga, era sempre al suo fianco destro.
Sesshomaru
era cambiato molto, sia nell’animo e nel fisico, ma gli anni
trascorsi, l’avevano segnato nel profondo, gli hanno
insegnato molte cose che lui, non avrebbe mai pensato di voler
conoscere.
Quel
sorriso, che tanto ha stranito Jared, figlio di una donna inglese del
17secolo e Jaken, purtroppo spirato molti decenni fa, era frutto del
pensiero che ha tormentato il nostro principe per tutti questi secoli,
il desiderio di riabbracciare la piccola Rin.
“quanti
anni sono passati, per te pochissimi, per me mezzo millennio lontano da
te, dalle tue gioiose risate, dai tuoi profumati fiori, e dai tuoi
piccoli abbracci d’affetto, ho imparato molto da te,
soprattutto a ridere, e non vedo l’ora di rivederti,
chissà come sarai, chissà se ti ricorderai ancora
di me, ormai manca davvero poco, una volta giunto in Giappone,
farò tutto ciò che è in mio potere per
poterti ritovare… aspettami ancora un po’, ti
prego bambina mia, aspettami… e poi sono proprio curioso di
sapere, che ha combinato quell’insulso di mio
fratello!”
Gli
scappò di nuovo, una lieve ristata al sol pensiero del mezzo
demone, mentre uno sguardo malinconico andava verso il mare, il mare
ormai calmo, verso il ricordo della sua Rin. Mentre grazie a lui, le
coste inglesi erano ormai a un miglio di distanze, perché un
demone può tutto.
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Capitolo 10 *** 10 ***
non so cosa dire... sono
imperdonabile, ho promesso una cosa e non l'ho mantenuta,
scusatemi tanto se
pubblico la prim a parte di questo capitolo solo ora, quando vi
avevo promesso
altro, vi chiedo umilmente scusa!!
anche
perchè ho visto che mi avete premitata con ben 8
recensioni....
scusate scusate scusate!!!
vi prometto che alm
più presto pubblicherò la seconda parte di questo
capitolo,
perchè ve
lo meritate che state dietro a una pazza come me!!
mi giustificate
però vero? sono pur sempre una mamma!!
comunque un grazie a
chi mi legge ma quello più grande va a
chi mi recensisce!!
soprattutto le 4 fedeli!!
ed un bacio
particolare a Rossy chan!
adesso basta vi
lascio al capitolo e vi chiedo ancora scusA!!!!
UN BACIONE INTERY!!!
Passarono tre mesi dalla notizia della gravidanza, il ventre di Kagome
pian piano andava lievitando visibilmente, Inuyasha non si stancava mai
di starle dietro, stava attento a ogni minimo passo, Kagome era molto
colpita da quei piccoli gesti, la proteggeva come d'altronde a sempre
fatto.
Certe volte però, ne era quasi infastidita, troppe
attenzioni, troppe cure, la facevano sentire quasi disabile,
più volte lei lo diceva, ma lui faceva
l’indifferente.
Si mise in cucina, era l’ora della colazione, anche se
già il sol pensiero di mangiare, la faceva star male.
Soffriva di nausea fin allo sfinimento, più volte invocava i
Kami per metter fine a quello scempio, ma ogni volta che lo faceva,
andava dritta in bagno a rimettere, e quanti a cuccia disse in quei tre
mesi! Se ne perdeva il conto, per colpa d’Inuyasha,
perché anche se era molto premuroso, non si rendeva conto
che mangiare ramen vicino alla futura mamma non era proprio una buona
idea.
Per fortuna che aveva la signora Higurashi dalla sua parte,
già la signora higurashi, una santa donna benedetta dai
Kami, nemmeno Kagome si sarebbe aspettata una razione simile da sua
madre, quando glie lo dissero tre mesi fa, seppur in principio
ovviamente non la prese molto bene, non sembrò essere molto
scossa, anzi, si può dire che il giorno dopo scoppio dalla
gioia per la notizia che sarebbe diventata nonna.
Mentre il nonno, beh, non era dello stesso parere, faceva ogni giorno
la testa gonfia al povero Inuyasha, lo esortava a sposare la nipote
quanto prima, giacché il danno era stato fatto, ma Inuyasha
più volte gli aveva detto che l’avrebbero fatto
una volta nati i piccoli.
Ma mentre col povero mezzo demone aveva questo comportamento diciamo
ostile, con la nipote era tutt’altra cosa, ogni occasione
ogni nausea era buona per rifilargli un amuleto o qualche strano
intruglio da farle ingerire.
Che naturalmente, rimetteva ogni volta.
Si sentiva letteralmente stanca la povera Kagome, la gravidanza, lo
studio, anche se, ringraziando i kami, era riuscita a diplomarsi senza
problemi e ora meditava se continuare o no.
E poi c’era Rin, non dava nessun segno di recupero, ormai
sembrava che avesse cancellato per sempre la sua vita
nell’era sengoku, le uniche tracce di quell'epoca,
riaffioravano soltanto quando guardava la luna, ma non era un
granché, e poi come se non bastasse, l’arrivo di
Sesshomaru era imminente.
Inuyasha era stato mesi a cercarlo senza successo, mentre poi
all’improvviso, accadde l’esatto contrario, il
GenarlMaggior si era fatto avanti con una missiva: li aspettava il 17
giugno nella festa privata che si sarebbe svolta subito dopo la parata
in suo onore, strano dapprima pensò Inuyasha, gli pareva che
si sarebbe fatto vivo di persona invece nulla, c’era soltanto
un piccolo post scriptum che qualche giorno prima della festa, qualcuno
si sarebbe fatto vivo.
Ma a ben due giorni dall’evento, nessuno si era fatto vivo.
Si era quasi convinto mentalmente che suo fratello, non aveva nessuna
intenzione di riallacciare un rapporto con loro, infondo in cinquecento
anni ne ha avute di cose da fare, chissà quanta gente ha
fatto parte della sua vita, di certo non aveva bisogno del suo
fratellastro e comprensibilmente, non aveva bisogno di quella ragazzina
umana.
Ma questo era solo frutto della sua mente, sperava con tutte le forze
che non fosse così.
Kagome mentre era intenta a non rimettere per l’ennesima
volta, sentì bussare alla sua porta.
-si?
-signorina Higurashi?
-si sono io, prego!?
-sono mr.Palmer e sono venuto per darle istruzioni.
-istruzioni?? Che?
-miss higurashi già andiamo male, il vostro modo poco
garbato del linguaggio non sia addice a…una neo mamma
vedo…
Arrossì leggermente in volto, era molto imbarazzata, ma
soprattutto non sapeva chi diamine fosse quello strano individuo.
-mi potrebbe dire cortesemente allora, chi vi manda?
- Sono qui perché sono stato
informato che in questa dimora dovrebbe discendere l’ultimo
parente più stretto del lord di Darlington .
- E chi sarebbe?
- Mr inuyasha no taisho.
- Allora mi scusi molto buon uomo (detto
in modo molto sarcastico), venite qua senza darmi nessun preavviso,
senza spiegarmi chi siete e vi dovrei dire, dove sta il signor Inuyasha?
Improvvisamente però, I poteri divinatori di Kagome si
risvegliarono, riconoscendo in quello strano tipo, l’aura
anche se debole demonica.
- Ma-ma… voi siete un demone?
- Sì ma solo da parte di
madre, my lady!
- E allora ditemi chi vi manda, ma senza
fare assurdi giri di parole o sennò, mi vedrete costretta a
usare una mia freccia, e vi assicura che una miko per di più
in dolce attesa non è certo da sottovalutare!
Lo sguardo di Kagome diventò incredibilmente minaccioso, il
povero individuo fu costretto a spiegargli tutto.
-… e dopo tutto questo avrete capito che sono il messo di
lord Sesshomaru.
Era Jared lo strano tipo, dopo una lunga chiacchierata si fece capire
bene da Kagome, che all’inizio un po’ scettica, lo
guardava con aria da ebete.
Lo fece accomodare in casa offrendogli una tazza di buon tè,
continuava a ripetergli che in Inghilterra era buona educazione offrire
anche dei pasticcini col tè, ma Kagome con far saputello,
gli disse che era in Giappone ora, e che in questo paese
c’è un altro metodo per offrire il tè.
Gli aveva anche detto che era il figlio di jaken, ma Kagome vide che
jared era molto più petulante del padre, anche se la forma
umana lo aiutava nel integrarsi nella popolazione.
Parlarono di molte cose, alcune un po’ futili, altre meno,
finche non arrivò una domanda che Kagome avrebbe preferito
evitare.
-Miss Kagome, Miss Rin dov’è? Il signor Sesshomaru
mi ha incaricato, di occuparmi della preparazione di miss Rin per
l’evento venturo, beh come sapete ad aspettato mezzo
millennio per incontrarla nuovamente e vuole che la bimba sia preparata
al meglio.
Sarà la gravidanza, sarà la stanchezza, che
Kagome, quasi svenne a udire quelle parole, come poteva ora dirgli
così spensieratamente che
la dolce e piccola Rin aveva avuto un piccolissimo incidente che
inavvertitamente ha cancellato tutti i suoi ricordi dell’era
sengoku?
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Capitolo 11 *** 11 ***
ciao
mie care fans!! dai direi che mi son regolata con un capitolo a
settimana!!
si può
accetare ehm ehm...
comunque ecco la
seconda parte del capitlo precedente, è corto lo so,
ma è
ricco di una piccola chicca!!
un bacione a
tutte le fans!!
soprattutto a
quelle che mi recensiscono una bacione la vostra intery!!!
Non riusciva
proprio a trovare le parole più adatte, quando
all’improvviso dalle scalinate. Eccola spuntare insieme a
Sota,
ma come
avrebbe potuto salvarsi la pelle da quella situazione imbarazzante?
-ehm…signo
Jared, ecco qui Rin.
Disse fredda
e placata senza esprimere nessuna emozione dalla voce, anche se,
sarebbe volentieri sprofondata nel terreno.
Rin la
guardava scettica, il suo tipico sorrisino dubbioso, non capiva cosa
stava succedendo e non capiva chi era quello starno tipo.
-miss Rin!
Anche se siete ancora in acerba età, siete proprio una bella
ragazzina, il lord, non mentiva riguardo hai vostri capelli
d’ebano, rispendono di luce propria!
-ehm, ci
conosciamo? No perché io andrei a fare i compiti con Sota se
non vi dispiace, mi scuso tanto ma domani comun verifica e dobbiamo
studiare!
Il messo
stava per replicare quando Kagome, gli fece cenno di salire in camera,
si sentiva sprofondare e per di più in quel preciso momento
stava per
avere una nausea fortissima, doveva risolvere quella situazione al
quanto ambigua, non le restava che dichiarare la verità.
Lo
invitò nuovamente a prendere un’altra sorsata di
tè, mentre nel frattempo, gli disse i fatti come stavano.
-capisco…
lord Sesshomaru non la prenderà molto bene questa notizia e
sarà meglio che venga con me mr Inuyasha,
sapete non
vorrei prendermi rimproveri che non merito a causa vostra.
-capisco…
ma Inuyasha non è qui al momento!
-non
è un mio problema, vi lascio questo biglietto miss Kagome e
domani spero, che il vostro compagno si rechi nella residenza di lord
Sesshomaru,
meglio
sbrigare certe faccende direttamente fra consanguinei.
La
salutò con una svelta stretta di mano senza rivolgere
più la parola, sapeva Kagome che il giorno dopo sarebbe
stato duro,
era
tutto così complicato e difficile e per lei, tutto questo
era molto stancante.
E sapeva per
certo, che la chiacchierata di Inuyasha col suo fratellone, non sarebbe
sta molto amichevole, anzi.
Era stanca,
molto stanca, decise di riposarsi per schiarirsi le idee e di cercare
di tenere a bada quei due piccoli demoni etti che aveva in grembo,
era
davvero una faticaccia, non era dei normali feti di essere umano, era
per un quarto mezzo demone ed era normale
che si
facessero sentire molto prima di qualsiasi altro feto sulla faccia
della terra, ma per Kagome era davvero troppo!
Salendo a
fatica le scale, vide la porta di Rin socchiusa, da un po’ di
tempo si era fatta più impiccione del solito, beh saranno gli ormoni,
cercava vana
di darsi una spiegazione logica e plausibile alle sue azioni.
Così
si mise a sbirciare e quello che vide la turbò non poco.
Il suo caro
fratellino Sota, stringeva amorevolmente le mani di Rin e nel frattempo
gli dichiarava il suo amore.
Ok tenera la
situazione, pensava ma con tutti i guai che aveva Rin, non era il caso,
e Sota lo sapeva benissimo, erano due bambini ad un passo
dall’adolescenza, quindi era una cottarella infantile, ma a
Kagome quella situazione non riusciva proprio ad andare giù.
Ma con sua
grande sorpresa, furono le parole di Rin a rincuorarla.
“Sota capisco i tuoi sentimenti,
ma io… non me la sento, saranno i miei problemi di salute,
sarà che mi sento ancora una bambina,
ma
non me la sento di avere una storiella con te, mi sento ancora troppo
piccola e troppo condizionata dalla mia condizione mentale,
quindi
non prendertela e poi, non vorrei rovinare la nostra amicizia".
Kagome si
sentì sollevata da quelle parole, ma si era giurata in cuor
suo che avrebbe fatto, una bella lavata di capo al suo caro fratellino,
che
stupendosi ribatté a Rin.
-
Ma allora non mi dai nessuna possibilità?
-
Non so…magari un giorno ci ripenserò!
La vide
Kagome che le sorrise, gli regalò un sorriso strano a quel
baka di suo fratello, un sorriso che regalava solo a lui, anche se non
era lo stesso.
Decise che
per quella giornata non avrebbe fatto più nulla,, quindi
kagome ando dritta nel suo letto a dormire, aspettando
quell’altro baka di inuyasha per spiegargli tutta la
situazione.
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