Last days of the Year.

di ItsLaylaHere
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I Capitolo: un dopo-concerto al bacio. ***
Capitolo 2: *** II capitolo: problemi per Hayley. ***
Capitolo 3: *** III capitolo: un po' d'amore e passione. ***
Capitolo 4: *** IV capitolo: bentornati, cari. ***
Capitolo 5: *** V capitolo: Natale. ***
Capitolo 6: *** VI capitolo: Il ritorno. ***
Capitolo 7: *** VII: il compleanno di Hayley ***



Capitolo 1
*** I Capitolo: un dopo-concerto al bacio. ***


Ricordi di Josh.

 

Eccola là, sopra quella cassa che faceva head-banging mentre cantava, con i suoi capelli rossi che volavano da tutte le parti.

Lei era l'unica persona che avessi mai amato veramente, la mia compagna, cantante dei nostro gruppo, colei che mi faceva star bene e male allo stesso tempo.

Non avrei mai pensato che proprio a lei sarei stato legato.

Da quando ci conoscemmo, qualche anno fa, diventammo subito ottimi amici: lei era definita “strana” dalla maggior parte delle persone per via dei suoi modi di fare così ribelli, non adatti a una scuola com'era la nostra.

E fu lì che persi la testa per lei: appunto perché era strana, una diversa dagli altri, un'anticonformista.

 

Non mi preoccupavo degli accordi della canzone: ormai la sapevo a memoria, le mie dita si muovevano da sole.

Fu proprio quando lei mi sfiorò la spalla sinistra e mi urlò “Hey Josh!” che mi ripresi: ora dovevo divertirmi, fare l'assolo mentre Hayley mi guardava, ma non ero imbarazzato, era come se fossi alle prove, dove solo lei mi guardava.

 

Finiti i saluti alla folla tornammo nel backstage, da alcuni amici nostri.

Facemmo un po' di baccano mentre ci portavano da mangiare e alcuni fan ci chiedevano degli autografi.

Poi io e Hayley fummo soli.

Se non fossi stato così felice di stare con lei mi sarei buttato subito su una sedia e non mi sarei più scollato da là.

Invece la cantante continuava ad avvicinarsi a me.
Mi fece sedere su uno scatolone e lei si mise accanto a me, appoggiando la testa sul mio petto, i capelli di un giallo-arancione scompigliati.

Iniziò ad abbracciarmi, e anch'io la strinsi forte a me, sperando di non potermi più staccare.

Poi, lentamente, alzò il viso, in modo che le potessi vedere gli occhi, lo avvicinò al mio come io lo avvicinai al suo, e ci baciammo.

Ma era tutto così strano: gli altri non ci vennero a cercare per molto, mentre noi due eravamo là seduti sullo scatolone, uniti ancora da un abbraccio.

 

Prendemmo i nostri strumenti e tornammo nel tour bus.

Mi feci una bella doccia calda, mi asciugai velocemente e tornai di là da mio fratello, dalla mia ragazza e da Jeremy.

Mi sedetti su una branda, dove Hayley mi raggiunse mentre gli altri iniziavano a dormire.

Ci distendemmo anche noi, e io presi ad accarezzarle i capelli: sapevo che le piaceva.
Poi mi accoccolai a lei, la strinsi a me e, insieme, prendemmo sonno.

 

Diario di Hayley.

 

21.12

Quel giorno? Una giornata veramente magnifica!
La sera tenemmo un concerto, poi baciai Josh nel backstage. Eravamo finalmente soli, nessuno ci disturbava, così colsi l'occasione.

Poi rimanemmo abbracciati per un po', finché Zac e Jeremy ci trovarono.

 

Aiutai il fratello di Josh a smontare la batteria e a portarla via, poi portammo tutto nel bus.

Aspettai che i ragazzi avessero finito di farsi la doccia e andai anch'io.

Sentivo quello che dicevano, ma non ci badavo molto: non erano affari miei.

Tornai e mi sedetti di fianco a Josh sulla branda.

Gli altri erano già crollati dalla stanchezza, così anche noi ci buttammo.

Lui mi strinse i fianchi in un abbraccio e iniziò ad accarezzarmi i capelli.

Poi mi strinse ancora, buttando la faccia tra il fuoco che avevo in testa.

Pian piano iniziai a prendere sonno, coccolata dall'uomo che amavo.

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Capitolo 2
*** II capitolo: problemi per Hayley. ***


Ricordi di Josh.

 

La mattina dopo fummo risvegliati da mio fratello che stava suonando.

Ero ancora vicino a Hayley, i suoi capelli scompigliati.

Facemmo colazione con i soliti cereali, poi ci vestimmo velocemente, mentre iniziavamo un nuovo spostamento: stavamo andando a Chicago per il nostro penultimo concerto del tour e dell'anno.

Infatti si avvicinava il Natale, e di conseguenza il compleanno di Hayley: dovevo pensare ad un regalo adatto a lei. Non volevo farle qualcosa di scontato ed ero disposto a spendere qualsiasi cifra.

Andai da Zac, per farlo smettere di fare baccano e chiedergli consiglio. Gli chiesi di aiutarmi a scegliere qualcosa per lei appena tornati a casa e se aveva notizie dalla nostra famiglia.

Proprio in quel momento sentii la ragazza urlare contro qualcuno. Era al telefono con qualcuno.

Terminò la chiamata e corse a chiudersi in bagno.

Urlai il suo nome, dicendole che con me si poteva sfogare, ma niente; dal bagno provenivano solo singhiozzi, quelli della ragazza che amavo, e dovevo fare qualcosa.

Poi la porta si aprì; entrai.

Hayley era seduta nel mezzo della stanza, un fazzoletto fra le mani. Piangeva; aveva il colletto della maglia bagnato.

Mi inginocchiai dietro di lei e la strinsi in un abbraccio. Le sfiorai il collo con le labbra e le asciugai le lacrime.

Non provò a buttarmi a terra per restare sola, anzi: si calmò un po', si girò verso di me e iniziò a raccontarmi quello che le avevano detto al telefono, facendomi promettere che non l'avrei raccontato a nessuno.

La baciai e l'aiutai a rialzarsi, poi uscimmo dal bagno.

Ci sedemmo sul divano e presi a coccolarla un po'.

Guardai fuori e mi accorsi dov'eravamo: finalmente in autostrada.

Era già il 22 dicembre e non vedevo l'ora di tornare a casa. Mi dispiaceva molto per Hayley, sapeva che avrebbe potuto contare su di me, ma rimasi in silenzio per non disturbare.

 

Dopo qualche ora arrivammo.

Era pomeriggio, ma non serviva fare le prove: l'ordine delle canzoni era lo stesso della sera prima.

Ci sedemmo attorno al tavolino che c'era in cucina per parlare dell'imminente arrivo delle feste, poi andammo a fare un giro.

 

Tornammo e andammo direttamente nel backstage.

Non era nulla di speciale: c'erano molte sedie, qualche tavolo, due piante e un corridoio, che probabilmente conduceva ai camerini.

 

Fummo pronti in meno di mezz'ora, e mentre controllavamo il suono, riuscivamo a sentire benissimo la folla urlante.

Finalmente uscimmo: era quello il momento che aspettavo dal pomeriggio.

Mi misi alla destra di Hayley, in modo di non essere completamente investito dalle luci colorate.

Iniziammo a suonare.

This song's called Pressure”.

La sua voce mi riempiva di gioia.

Dedicava quasi ogni canzone e mi venne un tuffo al cuore quando sentii “This song is dedicated to a very special person for me, this song's dedicated to Josh Farro”, mentre urla non coprivano abbastanza i miei pensieri.

 

Ci volle ancora un'ora per l'inchino finale come saluto alla gente e tornare nel backstage.

Sui tavoli c'era del cibo, e, stranamente, non c'erano fan tra noi: una cosa in meno di cui preoccuparsi.

Mangiammo fino a scoppiare: il cibo era ottimo qua.

Smontammo in fretta l'apparecchiatura, e, dal momento che iniziava a far freddo, tornammo nel bus.

Hayley e Zac si fecero una cioccolata calda, forse non avevano mangiato abbastanza, o dovevano scaldarsi.

Intanto, a turno, io e Jeremy andammo a farci un a doccia.

Poi andarono anche Zac e Hayley, che avevano bere la cioccolata.

Presi in braccio la ragazza che amavo e la misi nella branda sopra la mia dicendole di stare tranquilla, che una volta tornati a casa non sarebbe più successo un episodio come quello scoperto durante la mattinata e infine la baciai.

Mi buttai anch'io e, pensando alla lunga giornata, mi addormentai.

 

Diario di Hayley

 

22.12

Josh: chi l'avrebbe mai pensato? Il primo amico che mi feci appena trasferita.
Ma non avrei mai pensato che sarebbe stato
lui ad aiutarmi a superare alcuni tra i momenti più brutti della mia vita, che sarebbe stato lui il mio ragazzo.

Uno dei motivi per cui lo amo? La disponibilità a parlare. E lui rimane sempre con me a parlare, ad ascoltarmi.

 

Mi risvegliai per colpa di qualcuno che suonava la batteria, molto probabilmente Zac.

Scesi dalla branda e mi avviai al tavolo del bus per fare colazione.

Poi mi andai a vestire e il telefono iniziò a squillare; era mia zia. Mi disse che doveva parlarmi urgentemente.

Mi spiegò che il mio patrigno aveva picchiato mia madre; lo scoprì mentre passava da lei per avere mie notizie. Poi disse alle mie sorelle di prendere i vestiti e quello che volevano portare via e di mettere il tutto in una valigia: le portava temporaneamente da lei.

Chiusi il telefono urlando e corsi a rintanarmi in bagno; tra un singhiozzo e l'altro sentivo Josh che mi chiamava. Gli aprii la porta.

Mi venne incontro e si inginocchiò dietro di me, abbracciandomi. Mi sfiorò il collo: mi accorsi che avevo il colletto della maglia bagnato, poi mi asciugò le lacrime. Mi baciò, e mi aiutò a rialzarmi.

Uscimmo; io mi ero un po' calmata per quello che mi aveva detto Josh: lui era con me.

Ci sedemmo sul divano senza parlare; calò un silenzio tombale.

Poco dopo andai al computer, da qualche giorno che era spento appoggiato su un piccolo scaffale.

Andai nel nostro sito; c'erano molti post dei fan. Non risposi, ma scrissi un blog per augurare a tutti delle buone feste.

 

Tre ore dopo arrivammo a Chicago. Ci fermammo tra due camion nel retro del backstage del palco dove ci saremmo esibiti la sera.

Scendemmo a farci un giro e andammo a prenderci un caffè per svegliarci un po'.

 

Si fece subito sera e noi eravamo pronti per affrontare la penultima data del nostro tour.
Eravamo tutti abbastanza tesi, ma felici che qualche giorno dopo saremmo tornati a casa. E io volevo vedere le mie sorelle e mia madre. Avrei voluto stare con lei per farle un grossissimo abbraccio.

Salimmo sul palco accolti dalla folla urlante davanti a noi.
Iniziammo dando il massimo di noi stessi.

 

Mi divertii molto, e, per un po', non pensai a casa.

Tornammo nel backstage, dov'erano presenti solo i nostri collaboratori: niente fan.

Mangiammo qualcosa mentre ci facevamo i complimenti per la serata. Intanto io e Josh, vicini, ci guardavamo di continuo.

Smontammo gli strumenti e li portammo nel bus.

Là io e Zac preparammo una cioccolata calda, mentre Josh e Jeremy andarono a lavarsi a turno. Poi andammo anch'io Zac.

Quando uscii dal bagno Josh mi prese in braccio e mi mise sulla branda sopra la sua. Mi disse di tranquillizzarmi, che una cosa come quella successa in mattinata non sarebbe più successa e mi baciò. Non me l'aspettavo.

 

Po si buttò sulla sua branda e si addormentò.

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Capitolo 3
*** III capitolo: un po' d'amore e passione. ***


Ricordi di Josh

 

Cos'è l'amore, in fondo, senza un po' di passione?

Hayley era sempre così sincera con me; si emozionava sempre, come faceva da anni, quando mi dichiarava il suo amore.
E l'amavo così tanto...

 

Fui risvegliato da Hayley, che mi urlava nelle orecchie. Mi tirò su e si buttò sopra di me.
Si mise a sussurrarmi “Hey Josh” ripetutamente, mi cinse il collo con le mani e si lasciò cadere sul cuscino, trascinando, così, anche me.

Hey Josh, what do you want from me? A hug, a kiss, or...” fu interrotta da un'occhiata storta di Jeremy, svegliato da quello che stava succedendo.

Chissà come avrebbe continuato.

Si limitò a darmi un bacio e a farmi un sorriso, poi scappò, sempre sorridendo, a vestirsi.

Partimmo di nuovo, verso l'ultima tappa prima di casa, l'ultima città; eravamo tutti felici, compresa Hayley.

 

Arrivammo presto, e decidemmo di andare a fare un giro. Ci separammo: Hayley e Jeremy andarono da una parte; io e Zac dall'altra.

Cercammo un negozio dove comprare i regali di Natale e qualcosa per il compleanno di Hayley. Entrammo in un negozio carino, vendeva statuette da collezione di musicisti famosi, vecchi vinili e maglie di tutti gli artisti più conosciuti.

Comprai un vinile a Jeremy; ai miei fratelli rimasti a casa delle statuette; a Zac feci scegliere quello che voleva e a Hayley... Cosa le potevo prendere?

Andammo in una gioielleria là vicino e notammo una bella collana e un braccialetto perfetto per una ragazza: la prima, un sottile filo d'argento dal quale pendeva un cuore; il secondo, anch'esso d'argento, era spesso più o meno mezzo centimetro, con la scritta “I love you” e un cuore incisi.

Entrai e li comprai, notando che all'interno c'era una vasta varietà di gioielli, tutti splendidi.

Ma a Hayley non potevo regalare solo quello, dovevo farle qualcos'altro: era la mia ragazza. Ma non riuscivo a trovare qualcosa di bello per lei.

Tornando al tour bus incontrammo Hayley e Jeremy, anche loro con qualche borsa.

Entrammo nel bus e andammo a sistemare le borse in più cassetti, poi ci buttammo sul divano. Io sempre vicino alla ragazza rossa. Era stanca, si notava facilmente, ma non si poteva addormentare.

 

Era ora.

Salimmo sul palco accolti da urla. Eravamo pronti a far emozionare tutta quella gente, pronti a finire il tour nel migliore dei modi.

Iniziammo con “Emergency”. Sapevo a chi pensava: a sua madre e alle sue sorelle. Non aveva sue notizie dalla mattina del giorno prima, se era preoccupata potevo capirla.

I think we have an emergency”.

 

Nel backstage firmammo autografi a destra e a manca, bloccati dalla gente che c'era. Riuscimmo a raggiungere il camerino di Hayley, una stanzetta con dei tavoli zeppi di trucchi e delle sedie, per mangiare in pace.

Su un tavolo erano appoggiati vari microfoni, quelli di Hayley, tranne quello arancione: l'aveva usato quella sera.

All'improvviso la ragazza mi prese per un braccio e mi trascinò fuori. Puntava al mio camerino.

Mi spinse dentro e chiuse la porta, poi mi fece sedere sulla sedia girevole che c'era davanti a un tavolo che sosteneva una cassa.

Lei si sedette sulle mie gambe, rivolta verso di me. Avvicinò il suo viso al mio, poi lo ritrasse velocemente.

I... I don't know, Josh... When we're together my heart starts beating so hard...”.

Avvicinò di nuovo il viso, ma stavolta iniziò a piangere, appoggiò il mento sull'incavo della mia spalla, poi lo tolse per baciarmi. Ricambiai: non potevo fare altro. Iniziai anch'io a piangere.

Staccò le labbra dalle mie.

Presi un fazzoletto da un pacchetto appoggiato sul tavolo e le asciugai gli occhi, tamponandole il trucco sbavato.

Really Josh, believe in me: I love you so much” e mi baciò di nuovo.

Uscimmo dal mio camerino e tornammo dagli altri.

Smontammo gli strumenti, poi ringraziammo tutti facendo un brindisi. Portammo tutto nel bus e l'autista, che intanto aveva dormito, riprese a guidare: tornavamo a casa.

 

Ci addormentammo presto, esausti dalla giornata e dall'ultimo concerto dell'anno.

 

Diario di Hayley

 

23.12

Quella mattina cercai di svegliare Josh: non avrei mai pensato fosse così difficile. Quando si svegliò mi misi sopra di lui a cantare, ma dovetti fermarmi quando Jeremy iniziò a guardarmi male.

Mi vestii e mangiammo, per poi partire di nuovo. Provammo a suonare qualcosa seduti sul divano, per passare il tempo e sistemare la scaletta della sera.

 

Appena arrivati andammo a farci un giro. Ci separammo: io e Jeremy andammo da una parte, i fratelli Farro dall'altra. Ne approfittammo per comprare i regali di Natale: due profumi, uno per mia madre e l'altro per mia zia, un libro per Erika, una felpa per Jeremy, per Taylor un cappello e a Josh comprai un bracciale con un cuore inciso.

Tornando verso il tour bus incrociammo Zac e suo fratello, anche loro con qualche borsa.

Ero un po' stanca, ma qualche ora più tardi dovevo essere su un palco.

 

Infatti quella sera demmo il massimo di noi stessi, per poi ritrovarci nel backstage a firmare autografi a persone che occupavano tutta la stanza e urlavano una nostra firma.

Proposi di andare a mangiare nel mio camerino, una stanzetta non molto grande.
Quando io e Josh finimmo di mangiare presi il ragazzo per un braccio e lo trascinai fuori e lo portai nel suo camerino. Stranamente nell'atrio che poco tempo prima era pieno non c'era nessuno: pace, finalmente.

Entrammo e chiusi la porta, facendolo sedere su una sedia girevole. Mi sedetti sulle sue gambe, gli occhi sul suo viso angelico.

Quando eravamo soli non riuscivo a controllare il mio cuore, che sembrava impazzito.

Iniziai a piangere. Le lacrime mi scendevano come se avessero aspettato quel momento da sempre. Mi appoggiai a Josh con il mento, ma lo tolsi subito per baciarlo.

Iniziò anche lui a piangere. Poi prese un fazzoletto e mi asciugò le lacrime.

Lo amavo così tanto.

Gli diedi un altro bacio e tornammo da Zac e Jeremy.

Dopo aver smontato gli strumenti facemmo un brindisi con tutti i collaboratori. Caricammo chitarre, bassi e la batteria nel bus e ci preparammo per andare a dormire, mentre l'autista mise in moto il mezzo e iniziò a guidare, con direzione casa, finalmente.

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Capitolo 4
*** IV capitolo: bentornati, cari. ***


Ricordi di Josh

 

Mi svegliai di soprassalto. Era mattina, ma dalla luce sembrava ancora notte.

Mi affacciai a un finestrino e notai che eravamo in una strada che conoscevo: finalmente eravamo tornati.

Corsi a svegliare gli altri. Dopo qualche minuto di generale intontimento generale, tutti corremmo a preparare le valigie ed eventuali borse.

C'era molta felicità nell'aria.

Mezz'ora dopo finimmo i tutto, mentre il sole iniziava ad illuminare la città, la nostra città.

 

Verso mezzogiorno uscimmo, finalmente, per tornare a casa.

Mi avvicinai a Hayley. Aveva un trolley in una mano e due borse nell'altra.

Sembrava triste.

Appoggiai per terra la mia borsa; lei le sue. Eravamo sempre più vicini. Mi decisi: la presi in braccio come se fosse stata una bambina e la baciai. Fu un lungo bacio. Poi la rimisi a terra, la salutai con un altro bacio, andai da Zac e insieme ci avviammo verso casa. C'impiegammo poco.

 

Entrammo, ma non trovammo nessuno.

Buttammo le valigie su delle sedie in ingresso e ci avviammo verso la cucina. Aprii il frigorifero per prendere qualcosa da mangiare per me e mio fratello, così presi pane e prosciutto per fare due panini.

Quando lo ebbi finito sentii scattare la serratura. Mi sporsi per vedere chi era: c'era mia madre, e dietro di lei mio fratello Jon.

Zac finì il suo mentre veniva verso di noi e nostra mamma ci saltava addosso per abbracciarci.

 

Nel tardo pomeriggio passarono amici e parenti per salutarci e darci il bentornati, portando anche qualche regalo.

 

Quella sera andai a letto presto, dopo aver messo i miei regali sotto l'albero: ero stanchissimo e il giorno dopo sarebbe stato Natale.

Pensai ai bei momenti del tour finito, a Hayley... Hayley; dovevo ancora trovarle un regalo per il suo compleanno.

Fu come essere fulminati; un'idea stupenda mi balenò in mente: potevo scriverle una canzone.

Mi alzai a prendere carta, penna e la prima chitarra che trovai.

Mancavano solo tre giorni, ma potevo tranquillamente riuscirci: dovevo solo descrivere tutto quello che provavo quando ero in sua compagnia.

 

Diario di Hayley

 

Ero a casa, finalmente. Mia madre non doveva più temere con me al suo fianco. Non riuscivo a capire perché non l'avesse denunciato. Forse riusciva ad amarlo nonostante tutto. Ma a me bastava la sua felicità, come con Josh.

 

24.12

Fui svegliata, come tutti gli altri, da Josh, felice. Eravamo arrivati a casa, finalmente. Andammo a preparare le valigie.

Aspettammo che il sole fosse ben alto in cielo e uscimmo.

Iniziai ad andare verso la casa di mia zia, quando il mio ragazzo mi venne incontro. Misi le valigie a terra, lo fece anche lui quando fu abbastanza vicino a me, l'esile ragazza da cui era profondamente amato.

Mi perse in braccio e mi baciò, me lo aspettavo; poi mi mise giù e mi salutò con un altro bacio.

Ripresi le valigie e mi avviai di nuovo. Presi un taxi, per non camminare tanto con tutte quelle borse. Arrivai da mia zia, finalmente. Trovai lei, le mie sorelle e mia madre.

Appoggiai le valigie sopra ad una sedia nell'ingresso e l'abbracciai fortemente. Aveva qualche livido. Le mie sorelle si unirono a noi. Finalmente eravamo di nuovo insieme.


Passai il pomeriggio a disfare i bagagli. Misi i microfoni dentro un cassetto, posti come una reliquia. Sistemai i regali, ancora dentro le borse, nell'armadio, nascosti fra i vestiti che avevo sistemato dalla valigia.

Mi squillò il cellulare.

“Hey, Hayley, is all going well? Your mom?” era Josh.

“O, Josh, it's ok. She's quite well, don't worry. I love you”.

“I love you, too”.

Josh, il mio ragazzo, mi sorprendeva sempre. Era preoccupato per me e la mia famiglia.

Uscii dalla stanza e andai da mia zia per aiutarla con la cena.

 

Finito di mangiare mi sedetti davanti al grande albero di Natale a pensare. Pensai alla telefonata di qualche giorno prima e mi scese una lacrima; pensai alla sera passata nel camerino di Josh con lui, seduta sulle sue gambe.

Mi alzai da là e andai a letto, esausta.

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Capitolo 5
*** V capitolo: Natale. ***


Ricordi di Josh

 

Nevicava. Dalla finestra in camera mia si poteva vedere una distesa bianca: aveva nevicato quella notte, e continuava a nevicare.

La chitarra, il pletto, la penna ed i fogli erano per terra. Li presi e finii di comporre. Avevo quasi finito la canzone.
Era il giorno di Natale, ma dovevo comunque continuare. Verso mezzogiorno finii di comporre; mi vestii e andai in salotto ad aprire i miei regali. Zac ed il resto della mia famiglia erano là ad aspettarmi. Mi scusai in fretta per averli fatti aspettare fino a quell'ora ed iniziammo a scartare i regali. Io ricevetti una felpa, dei plettri, delle corde nuove e vari profumi; ma non c'era il più importante per me: quello di Hayley.

Nel pomeriggio sarei andato da lei con Zac.

Mentre sognavo ad occhi aperti il proseguimento della giornata, qualcuno suonò il campanello: molto probabilmente erano i miei parenti per il pranzo. C'erano anche quelli italiani, che non vedevo da tempo e portavano prodotti tipici del loro paese.

 

Quando io e mio fratello Zac ci avviammo verso la casa della zia della mia ragazza non nevicava più. Non sapevamo dove abitasse, così dovemmo chiamare Hayley che ci venisse a prendere. Appena sbucò dall'angolo della strada, io e mio fratello le corremmo incontro. La baciai e ci avviammo: non doveva essere così lontana la casa, se era venuta a piedi.

Quando arrivammo ci fece subito entrare, presentandoci ai parenti che non conoscevamo.

Le feci aprire il suo regalo, la collana che le avevo preso, e mi saltò addosso dalla felicità. Mi diede un bacio per ringraziarmi e il suo regalo per me: era un braccialetto con un cuore inciso; era veramente stupendo.

Dopo che anche Hayley e Zac si furono scambiati i regali andammo dalla madre della ragazza per dirle che la mia famiglia l'appoggiava. Non potevo non notare i lividi che aveva.

 

Una volta a casa io e mio fratello iniziammo una battaglia a palle di neve in giardino.

Dopo un po', esausti, rientrammo e bevemmo una tazza di cioccolata calda ciascuno.

Mi squillò il cellulare; risposi.

“Josh, dear, I forgot to invite you and Zac to my birthday the 27th” era Hayley “Sorry”.

“Of course, Hayley, don't worry” non si doveva preoccupare: l'avrei raggiunta lo stesso.

 

La sera passò in fretta, fra le varie prove della canzone per la mia amata.

 

Diario di Hayley

 

25.12

Natale, finalmente.

Mi accorsi che nevicava quando scostai le tende per osservare il panorama, specialmente la casa di Josh. Oh, Josh.

Corsi in salotto con le mie sorelle. Sotto l'albero c'erano tantissimi regali. Iniziai a scartare i miei: dei CD vari, qualche maglia ed un biglietto per un concerto. Come regali da parte di mamma e zia non erano pochi; McKayla ed Erica furono felici di quello che ricevettero da me.

Iniziai a preparare da mangiare con mia madre e sua sorella, quando arrivarono mia nonna, l'altra sorella di mia madre e suo figlio, mio cugino. Portarono anche loro qualche regalo per noi: a me regalarono una felpa a righe e due paia di orecchini.

 

Josh doveva venire da me con Zac per portarmi il regalo; lo stesso Jeremy.

Il mio telefono squillò: era Josh che non sapeva dov'era la casa di mia zia, così andai a prenderli.

Una volta arrivati li feci accomodare e li presentai a mia nonna e a mio cugino.

Josh mi diede il regalo; lo aprii subito: una collana con un ciondolo a forma di cuore. Era meravigliosa. Lo ringraziai baciandolo e mettendogli in mano quello che io avevo preso per lui, un braccialetto.

Poi fu il turno di Zac: lui mi regalò una maglia dei Jimmy Eat World, io una raccolta di musica.

Josh volle andare a salutare mia madre e farle sapere che la sua famiglia era con noi: molto gentile come gesto.

Feci sedere i due fratelli sulle poltrone, io mi sedetti in braccio al mio ragazzo. Lui mi mise la collana e mi baciò sul collo, cingendomi leggermente con le sue braccia; mi voltai e lo baciai anch'io. Le mie labbra incontrarono le sue, ci guardammo negli occhi: riuscivo a vedergli l'anima.

 

Quando arrivò Jeremy, mia nonna, mia zia e mio cugino erano già partiti. Lui mi regalò un libro. Dopo che anche lui se ne fu andato andai a rintanarmi nella stanza nella quale avevo tutte le mie cose. Aprii il cassetto che conteneva i microfoni e ne presi uno a caso, rosso: quello era potenza, il mezzo tramite il quale emozionavo migliaia di persone, spesso anche Josh.

Josh... Mi sentii una completa idiota: non avevo invitato lui e suo fratello al mio compleanno; lo chiamai, imbarazzatissima per l'accaduto.

 

Non fu difficile prendere sonno quella sera di Natale, nonostante e mille pensieri che affollavano la mia mente.

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Capitolo 6
*** VI capitolo: Il ritorno. ***


Ricordi di Josh

 

Ero sveglio da poco quando il mio cellulare vibrò da sotto il cuscino; risposi solo perché era Hayley. Mi chiamò perché finalmente lei e la sua famiglia potevano tornare a casa. Terminata la chiamata mi alzai, provai la canzone che avrei dovuto suonare il giorno dopo, andai a mangiare qualcosa ed uscii a farmi un giro. La neve stava iniziando a sciogliersi. Non avevo una meta precisa, nemmeno un orario, quindi decisi di camminare lentamente.

Pensai al tour finito qualche giorno prima, ad Hayley e alla sua telefonata. Era finito per lei, ormai.

 

Tornai a casa giusto in tempo per pranzo: pasta e qualche avanzo di Natale.

Finito di mangiare andai in camera a perfezionare la canzone: doveva essere tutto perfetto.

Passai in quel modo la maggior parte del pomeriggio, finché Zac venne a chiamarmi perché voleva suonare un po' per provare una nuova tecnica.

 

Preparai il testo della canzone arrotolato ed infilato nel braccialetto, quello che le avevo comprato qualche giorno prima, in modo che il foglio non si aprisse, presi la migliore chitarra acustica che avevo e la infilai attentamente in una custodia, poi andai a dormire.

 

Diario di Hayley

 

Il primo uomo della mia vita se n'era andato, ormai. Neanche il tempo di dirgli addio; avrei voluto parlargli, invece non ci sono riuscita.

Almeno avevo Josh, il ladro della mia anima.

 

26.12

Il giorno dopo sarebbe stato il mio compleanno.

Quella mattina ricevemmo una telefonata da mio padre, ci disse che se ne sarebbe andato e avrebbe lasciato la casa a noi; mamma, appena terminata la chiamata, scoppiò a piangere.

Disse a me e alle mie sorelle di preparare le valigie perché entro la giornata saremmo partite. Avevo paura di tornare là e trovare tutto distrutto, i nostri effetti personali portati via come ricordo per quell'uomo che fino a qualche giorno prima chiamavo padre.

Chiamai Josh per aggiornarlo, molto probabilmente l'avevo svegliato, a sentire la sua voce. Gli dissi della telefonata, del pianto di mia madre e delle mie preoccupazioni.

Iniziai a preparare le varie borse in fretta per essere pronta il più presto possibile, ma facendo attenzione ai microfoni.

 

Quando entrammo nella casa abitata fin poco tempo prima da mio padre, rimanemmo sorprese per l'ordine che c'era. Ammassammo tutte le valigie sopra ad un tavolo e andammo a fare un giro d'ispezione; appena entrammo in cucina mia madre fece andare Erica e McKayla a sistemare le loro cose, mentre io andai con lei. Aveva in mano un biglietto, potevo riconoscere quella scrittura tra mille: era quella di mio padre, e diceva “Hi, I'm gonna leave this place to go to stay away from you; it's been a very hard decision. Best wishes, you, Hayley, Erica and McKayla will miss”. Lei iniziò a singhiozzare, poi vennero anche le lacrime. L'abbracciai, facendo attenzione a non farle male dove aveva i lividi.

Appallottolò il foglio e lo gettò a terra, strinse le mani a pugno fino a far sbiancare le nocche. Era questo il prezzo del vero amore?

La feci sedere, le asciugai le lacrime, chiamai le mie sorelle e preparai a tutte del tè: ci voleva proprio una bevanda calda dopo tutto quello che avevamo passato.

 

Non ci volle molto perché fosse sera; il giorno successivo avrei rivisto Josh. Mi addormentai molto tardi, cercando di scrivere qualcosa per poi salvare il tutto nelle bozze del cellulare.

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Capitolo 7
*** VII: il compleanno di Hayley ***


Ricordi di Josh

 

Il compleanno di Hayley, colei che amavo più di me. E per lei, avevo fatto il regalo più meraviglioso in vita mia. Solo a lei, ma mia lei.

 

Mi svegliai presto, mi vestii velocemente e andai a fare colazione.

Svegliai anche mio fratello Zac, che doveva venire con me; aspettai che anche lui fosse pronto e ci avviammo verso la casa di Hayley.

Non faceva molto freddo nonostante fosse inverno inoltrato.
Quando arrivammo, la mia ragazza dormiva ancora, ma sua madre e le sue due sorelle erano sveglie: stavano finendo i preparativi per il compleanno della rossa: attaccavano i festoni, i palloncini, decoravano la torta e ogni tanto andavano ad aprire i parenti che arrivavano.

Io mi accordai con sua madre per poterle suonare la canzone e farle una sorpresa a mezzanotte esatta.

Non si svegliava la ragazza: continuavamo ad aspettare, ma niente: dormiva come una principessa di una favola, adagiata sul letto con le coperte tirate fino alla punta del naso.

 

Verso le cinque andammo noi, io con mio fratello, Jeremy e i suoi parenti, a svegliarla cantandole “happy birthday”.

Quando fu vestita iniziammo i festeggiamenti. La torta, al cioccolato, fu riempita di candeline. “Make a wish” le sussurrai. Mangiai una fetta del dolce, bello quanto buono, poi andai a prendere la chitarra per suonarle la canzone: mi inginocchiai davanti a lei e iniziai. Finita la performance appoggiai la chitarra ad una sedia e le diedi il foglio arrotolato con il testo. Lei sfilò il braccialetto.

Presi Hayley per un braccio e la portai sul suo dondolo in veranda; mentre uscivamo dalla stanza, sua madre mi fece l'occhiolino.

Fuori non faceva freddo, anche se iniziò a nevicare.

Rimanemmo seduti sul dondolo per un po', poi ritornammo dentro. Ci sedemmo sul divano in salotto; io giocai un po' con i capelli della ragazza. I suoi parenti ci raggiunero per guardare i video della sua infanzia. Ma quando fu mezzanotte riuscimmo.

Hayley, this day has been a very special day for you, congratulations, darling” le dissi. Poi la presi in braccio e la portai sotto la neve; là iniziammo a ballare.

Hayley, you know how big is my love for you, I'll always love you, dear” le dissi. Poi le presi la faccia con le mani e la baciai. Fu un momento magnifico: uno dei nostri baci più lunghi, il primo sotto la neve. Amavo Hayley più della mia vita, era la donna perfetta per me.

 

Diario di Hayley

 

27.12

Happy birthday to you, happy birthday to you, happy birthday dear Hayley, happy birthday to you!!”.
Fui svegliata da un coro riunito attorno al mio letto: c'erano Josh, Zac, mia madre, le mie sorelle, Jeremy e tutti i miei più cari amici e parenti, tranne mio padre.

Cercai il telefono per sapere l'ora: era molto tardi, le cinque del pomeriggio. Avevo veramente dormito tutto quel tempo?

Andai a vestirmi e iniziammo a festeggiare. Vidi una custodia per chitarre sotto ad un tavolo. Cosa ci faceva là? Non avrebbero potuto regalarmi qualcosa del genere: ne avevo già due.

Mia madre andò ad accendere le candeline, a spirali bianche e arancioni, poste intorno alla torta rettangolare. Prima do soffiare, spensero le luci ed espressi un desiderio, come Josh mi sussurrò all'orecchio.

Mangiai due fette di quel dolce, il mio preferito; il mio ragazzo andò verso la misteriosa custodia ed estrasse il più bel strumento che avessi mai visto: una chitarra acustica blu con il bordo nero. Iniziò a suonarmi una canzone, non l'avevo mai sentita prima, ma era splendida, sia come significato che come sound; parlava di noi due. Finita la performance appoggiò la chitarra ad una sedia e mi diede in mano un foglio arrotolato e bloccato con qualcosa d'argento, mi cinse il collo e mi baciò. Sfilai l'oggetto che teneva chiuso il foglio: era un bracciale con un cuore inciso; nella carta c'era scritto il testo della canzone e sotto una dedica. Quello fu uno dei regali più belli che avessi mai ricevuto.

Poi mi prese per mano e mi guidò fuori dalla stanza. Per un momento mi sembrò che mia madre gli avesse fatto l'occhiolino. Andammo a sederci sul dondolo in veranda; non faceva molto freddo, stavo bene avvolta nella sciarpa e tenuta dalle braccia di Josh.

Il tempo era trascorso molto velocemente: erano le dieci di sera; rimanemmo in quella posizione per un pezzo, finché iniziammo a gelare.

Iniziò a nevicare. Amavo la neve: soffice com'era resisteva per giorni ovunque cadesse, scendeva dal cielo come se dovesse rallegrare l'anima delle persone. Attecchiva già a quel che restava della nevicata precedente di qualche giorno prima.

Entrammo e andammo a sederci sul divano, mentre gli altri stavano ancora parlando. Lui, Josh, mi strinse più forte tra le sue braccia, poi iniziò a sfiorarmi i capelli e poi attorcigliarli attorno alle sue dita. Mi stringeva ancora quando i miei parenti vennero in salotto da noi e mia madre faceva vedere a tutti i video di quand'ero piccola. Ero un po' imbarazzata per quelle registrazioni.

Quando scoccò la mezzanotte mia madre spense la televisione, mentre Josh mi fece alzare e mi portò di nuovo fuori.

Hayley, this day has been a very special day for you, congratulations, darling” mi disse. Poi mi prese in braccio e mi mise a terra una volta sotto la neve che cadeva; mi cinse romanticamente i fianchi e iniziammo a ballare lentamente.

Hayley, you know how big is my love for you, I'll always love you, dear” dopo avermi riferito questo si fermò, mi prese la faccia tra le sue mani e mi baciò. Fu un momento magnifico: uno dei nostri baci più lunghi, il primo sotto la neve. Dio, quanto amavo Josh: dolce, romantico, bravo e bello; l'uomo perfetto, in poche parole.

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