Just stop thinking!

di Lirit_Du_Coudray
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Si può fingere che le cose non accadano.
Si può fingere che alcune cose non si notino.
Si può fingere che alcuni sentimenti non si sentano.
Si possono fingere tantissime cose, ma quando la sera, una volta rientrati a casa ci si ritrovava a fronteggiare non gli altri, bensì se stessi: questo la Detective Kate Beckett lo sapeva bene.
Per lei era diventato sempre più difficile nascondere, almeno a se stessa, quel che realmente provava soprattutto quando la sera, immergendosi nella vasca piena di schiuma, con un buon libro e un calice di vino, si rendeva conto che stava semplicemente rileggendo la stessa riga ancora e ancora, mentre i suoi pensieri vagavano molto più in là.
Di tanto in tanto la situazione peggiorava, quando la sua foto troneggiava sul retro del volume.
Lei non si rendeva conto di quel che le stava passando nella testa, piuttosto di tanto in tanto si sorprendeva a sorridere o ad arrabbiarsi ripensando a lui; in quei momenti semplicemente scollegava la testa e metteva tutto a tacere.
Recentemente però aveva cominciato a sentirsi a disagio con Josh, questo era il vero problema: non prestava attenzione a quel che il fidanzato le stava dicendo, non le importava se doveva disdire all’ultimo per un intervento d’urgenza, cercava pretesti per andare via prima e aveva sempre meno voglia di stare con lui.
Quella sera la donna era acciambellata sul divano con il suo fedele calice, stava svogliatamente guardando la tv; d’un tratto sentii il campanello e una voce familiare ad accompagnarlo.
-Tesoro sei in casa?- Urlò Lanie da dietro la porta.
-Arrivo subito!-
Si salutarono, si accomodarono in soggiorno e Kate versò all’amica un bicchiere.
-Non che tu non sia la benvenuta, ma cosa ti porta qui alle undici di sera?-
-Avevo bisogno di fare quattro chiacchiere dopo una pesantissima giornata di lavoro.-
-Ottimo! Anche io ho bisogno di distrarmi un po’…-
-C’è qualcosa che ti turba?- Chiese la dottoressa.
-No, no- Rispose in fretta la detective. –Ma sai, ogni giornata è impegnativa con Castle che elabora le sue sempre più strambe teorie...-
-Aaaahh, allora quel che tiene impegnata la tua testa, è writer-boy.- La donna rise di gusto. -Capisco…-
-Lanie…- Cominciò Kate aggiustandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
-Cosa!-
-Non cominciare! Sai quanto può essere difficile gestire Castle!- Rispose bonariamente all’amica.
-Kate non devi dirmi nulla, prima o poi deciderai di affrontare la realtà. Per noi è evidente, forse per te ci vorrà ancora del tempo…-
-Dai Lanie non scherziamo! Non c’è nulla di evidente…-
-Kate, se vuoi prenderti in giro, mi sta bene, ma non pensare di fregare me! Quell’uomo è pazzo di te tanto quanto tu lo sei di lui, se poi preferisci non vederlo va bene!-
-Non credo le cose stiano esattamente così…- Provò allora ad obbiettare la Detective.
-Non credi? Cos’altro deve fare un uomo per dimostrarti quanto tiene a te? Tutti i giorni mette in pericolo la sua vita per stare al tuo fianco,-
Beckett la interruppe immediatamente. –E’ uno scrittore di gialli che cerca ispirazione!-
Il medico legale la guardò storto.
-Sono più che certa che Esposito ti abbia già comunicato che ha raccolto materiale ormai per decine di manoscritti!- Rispose Lanie con stizza.
-Questo come lo sai?-
-Bella mia, io ci parlo con il mio fidanzato!-
-Che intendi con questo?-
-Intendo dire che io il mio, al contrario di te, non lo evito!- Rispose disperata la donna.
-Questo non è vero!-
-Negalo allora!-
La Detective si sforzò di trovare un buon modo di ribattere, ma senza successo.
-Ok, hai ragione, le cose con Josh non vanno esattamente bene. Pensavo fosse perché non era mai al mio fianco, ma ora che è qui…-
-Ora che è qui?- Incalzò l’amica.
-Non è sparito il senso di disagio, forse addirittura è peggiorato.-
Ci fu qualche attimo di silenzio.
-Kate, non è forse meglio sistemare questa situazione?-
-Lui mi ama ed è un uomo fantastico. Mi fa sentire… Stabile.- Bisbigliò la detective.
-Stabile?- Controbatté Lanie. –Avresti potuto dire qualunque altra cosa, ma non questa!  Potrebbe anche essere l’uomo perfetto, ma forse non è quello giusto per te Kate.-
-Questo non vuol dire che Castle sia la persona adatta a me.- L’espressione della poliziotta era completamente neutra.
-Non è questo quel che ho detto,- Poi aggiunse ridendo -anche se è quel che penso.-
-Castle è inaffidabile, infantile, capriccioso, volubile, incostante, irrispettoso, incosciente e avventato.- Rispose Kate con foga.
-Non che premuroso, onnipresente, attento, leale, amorevole con gli amici e la famiglia, generoso, intelligente, spiritoso, affascinante e ricchissimo.-
-Lanie perché non ti ci metti tu?- Rispose Beckett imbronciata.
-Esposito non ne sarebbe affatto contento.- Disse ridendo. -Castle non è fatto per me, ma per te.
Kate smise di rispondere e la dottoressa cambiò argomento; sapeva che era meglio non spingere oltre l’amica, inoltre aveva già ottenuto quel che voleva: l’aveva fatta riflettere ed era convinta che presto sarebbe giunto il momento di una svolta.
La Detective, dal canto suo, nonostante prestasse attenzione all’amica, era parecchio distratta da un insieme di pensieri sullo scrittore che, in quel momento, non riusciva proprio a sedare.

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Richard Castle fece il suo ingresso al 12° distretto verso le 10 del mattino con due enormi tazze di caffè fumante in mano.
Ogni mattino, varcando quella soglia, vedeva Beckett sorridere e ringraziarlo per il caffè, da quel momento in avanti cominciava davvero la sua giornata.
-Sai Beckett,- Disse lo scrittore dopo un veloce saluto –Quando entro il mattino in questo posto, mi regali sempre uno splendido sorriso che t’illumina il volto.- Kate arrossì e Castle, seppur compiaciuto, continuò. –ma ho un dubbio…-
-Ovvero?-
-Non capisco se sorridi perché sono arrivato o se sei emozionata e guardi intenerita il caffè…-
Guardandolo la poliziotta notò che, nonostante quella volesse essere solo una battuta, qualche incertezza era ben presente.
-Ovviamente sto accogliendo il caffè!- Rispose ridendo.
-Sei davvero pessima…-
-Lo so.-
Detto questo tornò alla tonnellata di scartoffie che l’attendevano al varco mentre Rick prese a giocare con il suo Iphone.
La Detective neppure provò a chiedere cosa fosse venuto a fare, quella conversazione l’avevano già avuta troppe volte; lei insisteva sul mandarlo a casa, sul fatto che fosse inutile rimanere lì fermi ad osservarla o a giocare con qualche app. e che lo avrebbe chiamato se fosse arrivato un caso: in nessun modo lo scrittore lasciava perdere.
Dopo una giornata lunga e lenta, senza nessun caso che richiedesse l’attenzione di Beckett e la sua squadra, finalmente giunse l’ora di staccare; Kate aveva perso il conto di quante volte aveva dovuto riprendere Castle: “Smettila di fissarmi!, “Non lamentarti, se vuoi torna a casa.”, “Finiscila con i doppi sensi.”, “No, non voglio giocare con il tuo Iphone!” e molto altro ancora.
Si sentiva esausta più che in una giornata d’intense indagini.
-Ehy ragazzi!- Esordì Ryan. –Vi va una birra all’Old Haunt?-
-Io ci sto fratello.- Disse sopraggiungendo Esposito, chiamo Lanie.
-Dopo questa giornata noiosa trovo sia un’idea fantastica!- Disse con entusiasmo lo scrittore.
Si voltarono verso Kate in attesa di una risposta; dopo pochi istanti Castle la punzecchiò.
-Ragazzi, magari la signora ha da fare con il suo dottorino…- Canzonò con voce da bambino dell’asilo.
-Castle, non ho da fare con nessuno, semplicemente non so se riesco a sopportarti oltre!- Disse roteando gli occhi. –Comunque ci sto, meglio annegare la disperazione con un paio di birre…-
-Spero tu sia parecchio disperata. Se ti ubriachi dovrebbe essere più facile no?- Rispose ridacchiando lo scrittore.
-Nei tuoi sogni…-
Rick non rispose, le lanciò semplicemente uno sguardo poco fraintendibile: nessuno dei due credeva alle parole della Detective e volle sottolinearlo.
Con Ryan al telefono con Jenny, a cui stava dando appuntamento direttamente al bar, il gruppo lasciò il commissariato; Beckett, cercando di non farsi vedere, estrasse il cellulare dalla tasca e mandò un messaggio a Josh.
#Scusami, per questa sera non se né fa nulla. Devo fermarmi più a lungo a lavoro. Ci sentiamo domani, buonanotte.#
Senza esitazioni premette invio.
 

Se avete voglia fatemi sapere che cosa nè pensate!
A presto!!!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Castle entrò nell'Old Haunt a passo svelto, salutò i suoi dipendenti e poi si accomodò in uno dei tavoli liberi poco distanti dal bancone; gli altri lo seguirono e si sedettero in silenzio osservando il menù.
Non appena ebbero tutti ordinato da bere cominciarono allegramente a chiacchierare: la più taciturna era Jenny, la futura signora Ryan; oramai i restanti cinque si conoscevano bene, ma con la donna si erano potuti incontrare raramente, perciò non avevano molta confidenza.
Kate, notando l'aria pensierosa della ragazza, cercò di coinvolgerla.
-Ehy Jenny,- Disse richiamando la sua attenzione. -Come procede l'organizzazione del matrimonio?-
Il volto della donna s'illuminò.
-Un po' a rilento, ma bene. Kevin spesso non è in casa, quindi abbiamo poco tempo per parlarne, inoltre spesso, fra le troppe cose che devo chiedere, mi dimentico dei particolari e faccio una gran confusione!- Rise di gusto e continuò. -Nonostante questo va tutto a gonfie vele.-
-Avete già scelto una data?- Chiese Lanie.
-Non sappiamo se sarà definitiva, ma pensavamo al 10 di luglio...-
-Mancano solo tre mesi fratello!- Esclamò Esposito guardando il suo partner.
Ryan asserì facendo un cenno con capo.
-Hai già scelto l'abito Jenny?- Chiese Castle.
-Non ancora. Non riesco a decidermi!-
-Io e Kate abbiamo una vera e propria passione per gli abiti da sposa... Sono delle opere d'arte, non dei semplici vestiti.- Rispose Lanie sottolineando quanto capisse la gravità del problema.
Castle vide le gote della Detective imporporarsi, cercò di nasconderle mettendo, con un gesto che poteva sembrare naturale, le mani in viso e i gomiti sul tavolo, ma lo scrittore non gliela lasciò passare.
Le diede una piccola gomitata e disse: -Non pensavo fossi una di quelle che va in visibilio al pensiero del matrimonio...-
-Infatti non è così.- Rispose alzando appena la voce e cominciando a muoversi sulla sedia come se l'avesse morsa una tarantola. -Semplicemente trovo gli abiti da sposa molto belli...-
-Certo come no. Comunque guarda che non c'è nulla di male! Sei una donna anche tu, e come tale presumo tu sia alla ricerca del principe azzurro!- Disse sghignazzando.
-Ma quale principe azzurro Castle! Non esiste! Come del resto devo dirti che, anche se so che sto per darti una grande delsione, la Befana, Babbo Natale e il Coniglio pasquale non sono reali!- La donna era fortemente a disagio già dall'inizio di quella serata, erano in compagnia di due coppie e aveva mentito a Josh, per di più lo scrittore non perdeva occasione per punzeccchiarla.
L'unica "arma" che le rimaneva era l'ironia, con la quale cercava di rimetterlo al suo posto e di sviare i discorsi scomodi.
-Questo non è leale! Io non distruggo i tuoi sogni!- Piagnucolò Castle di rimando.
La Detective roteò gli occhi in segno di disperazione mentre gli altri ridevano; nonostante l'imbarazzo era davvero rilassata, cosa che ormai non le succedeva spesso.
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Era ormai l'una di notte quando decisero che forse sarebbe stato meglio tornare a casa; si salutarono ma Kate venne richiamata indietro dallo scrittore.
-Dimmi Castle...-
-Posso offrirti un ultimo drink?- Chiese con sguardo carico di speranza.
-Non hai bevuto abbastanza?- RIspose la donna.
-Forse, ma vorrei comunque bere ancora qualcosa. In fondo quelli che hanno accusato il colpo sta sera sono Ryan e Lanie! Esposito se l'è dovuta caricare in spalla per portarla alla sua macchina.-
La Detective scoppiò a ridere.
-Effettivamente...-
-Dai, solo più uno, poi ti lascio tornare a casa.-
Beckett lo fissò per qualche istante poi cedette.
-D'accordo, ma solo uno. Non mi farai ubriacare per portarmi a letto, sono Kate, non Nikki.-
L'uomo ordinò altre due birre e poi si voltò verso la Detective con sguardo malizioso.
-Se volessi portarti a letto non dovrei farti ubriacare, non puoi resistere al mio fascino.- Disse ridendo.
-Nei tuoi sogni Castle.-
-A dir la verità... Potremmo aprire un lungo dibattito in merito... Ho una fantasia davvero fervida! Inoltre...- Disse lo scrittore pronto ad approfondire il discorso quando, ridendo, la donna lo interruppe.
-Non lo voglio sapere!-
-Secondo me si.- Disse lo scrittore avvicinandosi pericolosamente.
Kate non si mosse, anche quando notò che la barista li stava osservando; erano seduti al bancone.
Stavano flirtando, lo sapevano entrambi: Kate dava la colpa all'alchol anche se sapeva perfettamente di non essere affatto ubriaca, neppure alticcia, mentre Castle...
Beh, Castle si atteggiava sempre così.
-Posso farti una domanda?- Chiese Castle senza distogliere lo sguardo dal suo.
-Dimmi.- Rispose in un sospiro la poliziotta.
Se lui l'aveva notato, non l'aveva comunque dato a vedere.
Si avvicinò ancora e prese una ciocca dei capelli della detective fra le dita; la donna era in apnea nel disperato tentativo di non arrossire e di tenere sotto controllo il suo cuore, sforzi piuttosto vani tra l'altro.
-stavo pensando... Questo profumo di ciliege è uno shampoo o un bagnoschiuma?-
-P-perchè?- Balbettò lei appena.
-E' magnifico...-
Kate si ritrovò a pensare che RIck aveva sempre fatto battutine, ma non l'aveva mai visto così: forse non era poi così tanto sobrio.
Deglutì a fatica e rispose. -E' uno shampoo.-
L'uomo si avvicinò con il naso alla ciocca che teneva in mano ed annusò; in poco tempo i suoi occhi tornarono in quelli di lei.
Lo vide sospirare e poi, bruscamente, tornare in se; come se avesse preso una secchiata d'acqua ghiacciata in pieno volto.
Solo allora la Detective senrtì la suoneria del suo cellulare; lo estrasse dalla tasca e lesse il nome sullo schermo.
Josh le aveva mandato un messaggio, stava andando a letto.
-E' ora di tornare a casa Detective...- Disse Rick scolandosi quasi mezza birra in un sorso. -A domani.-
-A domani...- Riuscì a bisbigliare.
Osservò lo scrittore uscire dall' Old Haunt senza sapere cosa fare: una parte di lei voleva sbattere il telefono in terra e saltarci sopra, l'altra si sentiva sollevata.
Negli ultimi mesi, la sottile linea che divideva Castle da un semplice partner lavorativo e un amico, un confidente e chissà cos'altro si era visibilmente assottigliata.
Sapeva quali rischi stava correndo, ma non se era il caso di buttarsi, soprattutto contando il fatto che lei era una donna impegnata al momento.
Scosse la chioma ed uscì dal bar.
 
Commento:
Non odiatemi vi prego (so che sarà difficile, mi odio io stessa!!!)
RIngrazio molto Luna, Spuffy, ice_cream, kate, cutuletta e tata per le recensioni!!!
Siete state gentilissime!
Spero di divertirvi come mi diverto io a scrivere.(Sono alla disperata ricerca di una casa editrice per un libro che ho scritto, se qualcuno avesse idee... mi farebbe contentissima!!! XD)
Un bacione e a presto!

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