L'incanto dell'oblio e il gioiello della vittoria

di Roev_Chan
(/viewuser.php?uid=108678)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una bambina ***
Capitolo 2: *** Shirakuza ***
Capitolo 3: *** Il Rione Sud ***
Capitolo 4: *** Due uomini ***
Capitolo 5: *** Pericolo ***
Capitolo 6: *** Incendio ***
Capitolo 7: *** Cercando prove ***
Capitolo 8: *** Il piano ***
Capitolo 9: *** Ombre nei distretti ***
Capitolo 10: *** Il Rione Ovest ***
Capitolo 11: *** L'imbroglio ai santuari ***
Capitolo 12: *** Ipnosi ***
Capitolo 13: *** Fuga ***
Capitolo 14: *** La trappola ***
Capitolo 15: *** La paura ***
Capitolo 16: *** Il Buio ***
Capitolo 17: *** Innocenza ***
Capitolo 18: *** Il segreto del Rione Centrale ***
Capitolo 19: *** Verità ***
Capitolo 20: *** La fine ***
Capitolo 21: *** Epilogo: Un nuovo inizio ***
Capitolo 22: *** SPECIALE: Arte e curiosità ***



Capitolo 1
*** Una bambina ***


Ho fatto un sogno, un sogno stranissimo O_O Praticamente c'era una bambina che scappava da degli uomini che volevano rapirla, poi lei si nasconde dentro un tunnel di cespugli (tipo quelli del film "Il mio vicino Totoro) e poi sviene. E la città dove avviene il tutto è Siracusa O_O (molto immaginaria rispetto a quella reale)
Isomma... sarò anche pazza, ma questo sogno mi ha dato l'idea per questa storiella XD ...e spero che sia molto apprezzata ^^

PS: La storia è un po' lunga, quindi abbiate pazienza: se avete il tempo di leggerla avrete anche il tempo per una piccola recensione, non chiedo molto, ma sono curiosa di sapere se vi piace o no ^^

-

Alcuni cespugli si mossero, emettendo un fruscio accompagnato da una leggera brezza. Un Houndoom e un Lucario corsero di fianco a quei cespugli, seguiti da alcuni uomini incappucciati vestiti di nero.
-Lucario, usa breccia!- Ordinò uno degli uomini. Il pokémon compì un balzo e colpì in mezzo alla vegetazione, mentre l’altro ci si infilava in mezzo, ma le sue corna arcuate si incastrarono in mezzo a dei rami.
-Siete degli stupidi! Non fatevi scappare quella bambina!- Disse uno degli uomini liberando un altro Houndoom e un Mismagus. La bambina correva disperata in mezzo a quei cespugli così fitti, inciampando e graffiandosi con i rami. La sfera arancione tra le sue mani brillava di una luce ardente, ed era una condizione molto svantaggiosa nel suo caso. La piccola tentava continuamente di reprimere quella luce, avvolgendo la sfera nella sua maglietta, ma senza successo. Ad un certo punto, inciampò su qualcosa di grosso, uno Shinx addormentato, che si svegliò di soprassalto e prese a correre illuminandosi completamente per lo spavento. Ingannati da quella luce, i pokémon e gli uomini presero a inseguire quello Shinx spaventato, mentre la bambina fece in tempo a nascondere la sfera, ancora calda di luce.
-Ti prego, smettila di brillare. Smettila…- Disse lei piangendo per la paura di farsi catturare. Rimase immobile in mezzo a qui cespugli che avevano formato un tunnel naturale di sola vegetazione per un lungo lasso di tempo. In lontananza riusciva a malapena sentire quelle persone che l’avevano inseguita, ma in realtà tutto intorno a lei era silenzioso. Un Sawsbuck si mosse, emettendo un fruscio che fece irrigidire la bambina, ma il tempo di sbirciare dalle fitte foglie che il pokémon cervo se n’era già andato. La bimba chiuse gli occhi e sospirò, esausta e si addormentò mentre dalla sfera arancione cominciava a materializzarsi qualcosa…

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Shirakuza ***


Mizu si affacciò dalla nave e indicò davanti a sé.
-Guarda Terra! E’ Shirakuza, siamo arrivati!- Terra si avvicinò all’amica seguito dalla sua Umbreon. La nave sfrecciava veloce tra le onde del mare, mentre un gruppo di Saleo e Walrein nuotavano giocosi, spinti dalla curiosità. Terra osservò la città, notando la vegetazione verde che si affacciava sulla costa e le costruzioni vicino alla spiaggia; poi cominciò a sfogliare silenzioso la guida. Mizu prese in braccio il suo Zorua e, accarezzandolo sul capo peloso, allungò il collo verso la guida –Che dice?-
-Questa città è molto interessante.- Disse Terra mentre i suoi occhi gialli si illuminavano di curiosità –E’ divisa in cinque rioni, e ogni rione è governato da un “Signore”.- Mizu osservò la struttura della cartina di Shirakuza e notò che quattro dei rioni della città circondavano il quinto, posto al centro.
-C’è dell’altro? Perché questo distretto centrale è circondato dagli altri?- Chiese Mizu.
-Non lo so, qui non c’è scritto niente a riguardo...- Rispose il ragazzo accarezzando la sua Umbreon –Però in ogni rione c’è un tempio sacro dedicato ai Pokémon Leggendari; dovremo visitarli, non trovi Mizu?- La ragazza rimase in silenzio aspettando che la nave approdasse, mentre Terra andava a recuperare il suo Pichu che aveva lasciato dormire beatamente in cabina. Recuperarono i loro zaini e scesero dalla nave, incamminandosi verso una scalinata di pietra, circondata da alberi e piante rampicanti.
-Ehi, Terra… dopo aver trovato un albergo dove alloggiare che ne dici se portiamo i Pokémon a giocare in spiaggia? Il viaggio in barca è stato lungo, scommetto che hanno una voglia matta di sfogarsi un po’.- Propose Mizu mentre il suo Zorua trotterellava davanti a loro. Terra alzò la testa dalla guida e si guardò attorno, poi guardò l’amica e si bloccò –Ehi, che ti prende?- Chiese la ragazza girandosi preoccupata –Ehi? Terra?-  Il ragazzo stava osservando qualcosa in cima alla scalinata. Mizu si voltò di scatto e vide un pokémon nero e rosso, con un occhio blu acqua che li fissava da dietro una specie di criniera bianca. Aveva sembianze umanoidi, ma incuteva terrore al solo vederlo. Il piccolo Zorua si bloccò a metà tra i due allenatori e il pokémon nero, e di colpo assunse le sue sembianze per difendersi, indietreggiando verso Mizu. Terra toccò il pokédex e poi spostò la mano verso una delle sue pokéball e la creatura nera scomparve, diventando un’ombra che avanzava verso di loro dal terreno. Passò sotto Mizu che inciampò per lo spavento, mentre Terra si scansava di lato.
-Ma cos…- Il ragazzo cadde mentre Umbreon tentava in qualche modo di colpire quella cosa, ma quella scomparve tra i cespugli, verso il bosco.
-Che cos’era?!- Chiese Mizu con il batticuore, mentre Zorua le andava incontro spaventato. Terra si alzò in piedi e tese una mano all’amica, aiutandola ad alzarsi.
-Non lo so.- Rispose prendendo in mano il suo dex. Lo aprì, vedendo i dati registrati di quello strano pokémon –Doveva essere un Darkrai poco amichevole…- Concluse mettendo in tasca l’oggetto. Mizu aprì lo zaino e tastò l’uovo, sospirando.
-Meno male, non si è rotto.- Osservò con aria sollevata. Terra la fulminò con lo sguardo.
-Ti prendi cura di quell’uovo in modo superficiale, dovresti fare più attenzione, Mizu.- La rimproverò. Lei sbuffò, prendendolo in mano. Zorua fece dei cenni, tirando Terra per i pantaloni con i dentini per incitare lui e Mizu a proseguire. Ormai la scalinata era quasi finita, e i due amici si addentrarono nel centro abitato di Shirakuza. Era pieno di case a schiera, che lasciavano spazio a stradine strette che portavano quasi tutte o nella piazza centrale, o al tempio. Mizu si guardò intorno: la gente si prendeva molto cura delle piante e i fiori, c’erano un sacco di botteghe aperte dove le persone entravano e uscivano a fiotti, i bambini giocavano sorridenti e spensierati insieme ai loro Pokémon, correndo per le strade, nascondendosi nei vicoli e arrampicandosi dappertutto, anche per le grondaie delle case. Mizu sorrise, vedendo tutta quella gente così piena di vita. Terra, invece, era del tutto indifferente, e si fermò davanti a una bacheca dove, in cima vi era scritto: “Rione Sud”. Mizu si bloccò e osservò l’immagine affissa in bacheca di una bimba bionda, con gli occhi azzurri come il cielo d’estate. Sul volantino c’era scritto: “Shori, sette anni, dispersa.” Terra si voltò verso l’amica e notò il suo sguardo cupo e triste che fissava il volantino della bimba scomparsa, poi si guardò attorno.
-Anche se la gente è felice e spensierata, non vuol dire che vada sempre tutto bene…- Disse con freddezza. Mizu guardò l’amico, poi abbassò lo sguardo.
-Ma quella bambina…- Farfugliò.
-Il tuo modo di pensare è molto realista, ragazzo.- Disse una donna avvicinandosi. Terra si voltò la guardò storto: era vestita di abiti color rosso e nero, con un cappello da cowboy da dove spuntavano lunghi capelli castani. Era accompagnata da un grosso Arcanine.
-E tu chi sei?- Chiese Terra con un tono aggressivo.
-Ahaha, i giovani d’oggi sono davvero arroganti.- Osservò divertita –Mi chiamo Miku, e sono una Pokémon Ranger. Sono venuta qui a Shirakuza con un mio collega per risolvere il caso di questa bambina, Shori.- Spiegò in poche parole, presentandosi –Voi invece? Siete allenatori di pokémon, eh? Come vi chiamate?- Chiese Miku ai due. Terra incrociò le braccia.
-Dovresti aver origliato abbastanza da conoscere i nostri nomi, o sbaglio?- Fece una smorfia, scocciato.
-Io sono Mizu, e questo simpaticone è Terra.- Rispose la ragazza. Terra la guardò storto, poi la afferrò per il braccio, trascinando via l’amica.
-Dobbiamo andare, ciao.- Disse rivolto alla ranger. Mizu non oppose resistenza.
-Ci vediamo, Miku!- La salutò sbracciandosi. Miku ricambiò sorridendo, mentre Arcanine sbuffò.
-Sono tipi interessanti, eh?- Fece la donna rivolta al suo pokémon.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Il Rione Sud ***


-Due stanze singole, per favore.- Mentre Terra stava affittando due camere per dormire, Mizu giocava a nascondino con il suo Zorua e il Piccolo Pichu, e l’Umbreon di Terra sonnecchiava nel divano del salone d’attesa dell’albergo. Terra si avvicinò all’amica e le consegnò la chiave –Siamo all’ultimo piano.- Disse prendendo il braccio Pichu, che aveva allungato le zampine per farsi prendere. Fece un fischio a Umbreon e lei scese dal divano, passo svelto e aggraziato.
-Allora andiamo, non vedo l’ora di sistemare i bagagli e andare a farmi un giro.- Esclamò Mizu avviandosi verso le scale. Zorua si trasformò in Terra e li superò, correndo in modo buffo. Una coppia di anziani accompagnati da uno Stoutland e un Persian che lo incrociò per le scale, notò subito la codina nera e pelosa della trasformazione mal riuscita del piccolo pokémon. Subito dopo passò Umbreon, poi Terra.
-Zorua, torna qui, sgorbio!- Gli urlò dietro. Mizu si fermò davanti ai due vecchietti e fece un brave inchino.
-Perdonateci!- Fece imbarazzata. La nonnina face un gesto con la mano.
-Tranquilla, cara. È sempre un piacere vedere i giovani come voi pieni di vitalità.- Fece sorridendo. Si sentivano i passi pesanti di Terra, e Mizu salutò i due, affrettandosi a raggiungerli.
-Brutta peste!- Terra gli afferrò la coda e la schiacciò con foga, e Zorua si ritrasformò , passando sotto le gambe del ragazzo, balzando in braccio alla sua allenatrice. Terra si avvicinò al piccolo e gli puntò il dito contro –Te l’ho detto un sacco di volte che non sopporto quando assumi le mie sembianze, quindi vedi di piantarla!- Lo sgridò. Zorua gli fece la lingua e Mizu scoppiò a ridere. Umbreon grattò alla porta della terza stanza; Terra la accarezzò e aprì la prima porta. La stanza era piccola e semplice: un letto, un armadio, Uno specchio, una scrivania e due sedie. Umbreon si stirò sul pavimento in moquette, e con una zampata aprì la finestra, andando nel balcone e appoggiando le zampe sulla ringhiera, guardando la strada sotto di sé. Terra appoggiò lo zaino sul letto e uscì nel balcone anche lui, sedendosi sullo sdraio che c’era sull’angolo. Mizu uscì nel balcone di fianco e si stiracchiò, respirando la fresca aria salmastra del Rione Sud di Shirakuza.
-Che posto fantastico…- disse guardandosi attorno. Poi entrò in stanza a sistemarsi le cose, mentre Terra si guardava attorno. Umbreon, che si era sdraiata al sole, mosse le orecchie e alzò la testa. Guardò davanti a sé, ringhiando. Terra notò qualcosa fra due schiere di case che si dividevano e formavano un’altra strada, davanti all’albergo. Qualcosa si mosse fra quei due muri. Il sole non illuminava quella stradina vuota, ma era qualcosa che Terra vide a malapena, e sparì subito dopo che Umbreon si era alzata in piedi. Terra le grattò la schiena, facendole cenno di tranquillizzarsi –Ehi, Terra?- Mizu uscì dalla sua stanza si affacciò al balcone –Andiamo a fare un giro?- Terra gi grattò la testa, pensoso. Non aveva proprio sentito quello che le aveva detto, così Mizu gli toccò la spalla –Terra?- Fece preoccupata. Il ragazzo guardò verso la stradina dove quella cosa era apparsa; anche Mizu si voltò verso quella direzione –Ah! Terra, guarda!- Fece indicando qualcosa dritta davanti a sé. Terra si alzò in piedi di scatto –Guarda! Quella è la piazza posta al centro del Rione Sud!- Esclamò la ragazza. Lui guardò oltre le case e intravide come uno spazio vuoto, non tanto grande, circondato dalle case; poi sospirò.
-Mizu, mi hai fatto prendere un colpo…- Disse guardando ancora verso la stradina. L’amica lo guardò preoccupata.
-Perché?-
-Niente, lascia stare. Andiamo a fare un giro?- Disse uscendo dalla stanza.
-Ma te l’ho chiesto prima io!- Protestò la ragazza, Terra la guardò e alzò le spalle. Scesero le scale e affidarono le chiavi della stanza alla commessa dell’albergo, avviandosi verso la piazza. Imboccarono la stradina dove Terra aveva visto quell’ombra informe scappare via; lui osservava le pareti con occhio storto, mentre Umbreon continuava ad annusare in giro e guardarsi attorno. Mizu, invece camminava disinvolta mentre Pichu e Zorua giocavano a rincorrersi. Ad un certe punto, la ragazza si voltò verso Terra e lo chiamò –Sei lento! Ma che ti prende?- Lo tirò per il braccio e si mise a correre, ridendo. Umbreon rimase un attimo immobile, fissando un vicoletto buio, poi quando udì il suo allenatore fischiare, segno che la stava chiamando, invece di andare subito da lui, rimase ferma ancora un po’; alla fine si mosse e corse lungo la stretta strada, che si aprì a imbuto verso una grossa piazza. Umbreon si guardò attorno: non vedeva i due allenatori, ma non si fece prendere dal panico e camminò calma e posata in mezzo alla folla. Udì il fischio di Terra, che proveniva da una bancarella, a pochi metri di distanza. Umbreon si avvicinò al suo allenatore e lui si chinò, accarezzandola in testa.
-Dove ti eri cacciata?- Le chiese sorridendo, mentre Mizu rovistava tra gli abiti esposti in bancarella. Zorua si trasformò in Mizu e cominciò a camminare in modo ridicolo in mezzo alla folla. Terra vide la coda pelosa del pokémon che usciva dai pantaloncini della ragazza, e se la rise, mentre spostava lo sguardo divertito verso la ragazza, che era troppo concentrata sui vestiti. Il Zorua-Mizu inciampò su un gradino e andò a addosso a un ragazzo sulla trentina d’anni, dai capelli blu mare, legati dai dreadlocks e l’abbigliamento estivo. Aveva una rete di perline colorate adornata con delle piume, dove teneva anche le pokéball. Era attaccata alla cintura dei pantaloncini, che lo rendevano buffo, ma del tutto particolare.
-Ehi, ragazzina ti sei fatta male?- Chiese divertito. Zorua rise e si alzò in piedi, andando verso Terra, che gli afferrò la coda, facendolo ritrasformare. L’uomo si alzò da terra e fu raggiunto dalla ranger Miku.
-Che ti è successo, Maru?- Poi, si voltò, notando i due amici –Ah! Ma voi siete Terra e Mizu!- Esclamò avvicinandosi a loro. Terra sbuffò e Mizu la salutò sorridendo –Maru, loro sono gli allenatori di cui ti ho parlato oggi.- Disse rivolta al ragazzo. Lui sorrise allegro.
-Tu devi essere Mizu, e tu…- Spostò lo sguardo verso Terra -…il simpaticone.- Ridacchiò squadrandolo. Terra toccò una delle sue ball.
-Vedremo se sarò ancora simpaticone dopo che ti avrò stracciato ad una lotta pokémon.- Lo sfidò.
-ALT! Sono proibite sfide fra allenatori durante il periodo della festa dedicata ai quattro templi.- Fece Maru con un mezzo sorriso. Terra lo guardò aggrottando le sopracciglia, confuso.
-E cioè…?- Chiese poco convinto.
-Una volta all’anno, a Shirakuza c’è una festività che intrattiene tutti e quattro i rioni della città. Questa festività è dedicata ai pokémon leggendari che simboleggiano i templi dei rioni. E, rispettando le antiche tradizioni, è vietato ingaggiare lotte tra i pokémon.- Spiegò Maru accarezzandosi la barbetta incolta.
-Ah, e quindi non si combatte…- Pensò Mizu ad alta voce –C’è qualcos’altro di particolare in questa festa? Non ha un nome?- Chiese Mizu con occhi curiosi. Maru pensò un attimo.
-Noi della città non la chiamiamo con un nome. Però dopodomani c’è la marcia.- Rispose. Mizu lo guardò con un accento di perplessità.
-Ah, non sai cos’è?- Fece sorpreso. Miku gli diede una pacca dietro la testa.
-È ovvio che non lo sa, scemo!- Lo ammonì. Terra rimaneva in silenzio ad ascoltarli, senza aprir bocca.
-In poche parole gli abitanti della città marciano accompagnati da un pokémon, e vanno a rendere omaggio ai santuari.- Spiegò Miku.
-Ah.- Fece Mizu –Possiamo partecipare anche noi?- Chiese. Terra la fulminò con lo sguardo.
-Certamente!- Rispose Maru sorridendo –Oh, io non mi sono ancora presentato: mi chiamo Maru, maestro di pokémon d’acqua e sono il Signore del Rione Sud.-

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Due uomini ***


Poco lontano dal Rione Sud, i mezzo a un boschetto, due figure vestite di nero si aggiravano nei dintorni della fitta vegetazione che separava i quattro rioni da quello centrale, assumendo una forma circolare.
-Dove può essersi cacciata quella mocciosa?- Disse nervosamente uno dei due. L’altro, si avvicinò al fiume che circondava il rione centrale e osservò l’acqua, specchiandosi. Il lungo mantello nero lo copriva completamente, e il cappuccio calato sul viso non gli permetteva di vedersi in faccia con chiarezza.
-Sarà morta annegata.- Disse sarcastico. L’uomo che lo accompagnava gli diede una pacca di disappunto sulla spalla.
-Non scherzare, se non troviamo la bamboccia, il capo ci ammazza!- Lo rimproverò l’altro preoccupato, mentre a lui si avvicinò con velocità impressionante uno Schyter.
-Tranquillo, so quel che faccio, Kusa.- Rispose l’altro mentre liberò un Volcarona –Trova la bambina, e non tornare fino a quando non l’hai individuata.- Il pokémon, volò oltre il fiume e sparì tra gli alberi, lasciandosi dietro una polverina dorata che si dissolse nell’aria –Certo che mi sei poco d’aiuto…- Brontolò l’uomo rivolto a Kusa, che richiamava nella ball il suo Schyter. L’altro lo guardò con un’occhiata gelida e liberò un Flygon, ordinandogli di cercare anche lui la bambina.
-Ora sarai soddisfatto, no, Reddo?- Fece irritato dal comportamento arrogante del compagno, mentre l’altro si sistemava i guanti neri di pelle. Sorrise, divertito e perverso.
-Girati, abbiamo compagnia.- Disse Reddo divertito. Kusa si voltò di scatto e davanti a loro si materializzò il pokémon nero che Mizu e Terra avevano incontrato quel pomeriggio. Kusa lo guardò con gli occhi sgrananti.
-Darkrai…- Mormorò spaventato da quel pokémon così minaccioso che li fissava con l’occhio azzurro acqua che si intravedeva dalla criniera bianca che gli copriva completamente la testa. Reddo mosse qualche passo verso di lui.
-Ah, Darkrai… l’incubo di Shirakuza, il pokémon leggendario rinnegato dalla città stessa…- Si bloccò, e la sua spavalderia si trasformò nella più cupa serietà -…si può sapere da che parte stai, razza di bastardo?- Darkrai lo fissò senza muoversi di un centimetro. Fluttuava da terra, ma non era intenzionato né ad avanzare, né ad indietreggiare. Lui e Reddo si fissarono a lungo, mentre Kusa sudava freddo, irrequieto.
-Andatevene.- Ordinò Darkrai ai due. Reddo scoppiò a ridere, mentre Kusa deglutì, cercando di rimanere impassibile alla scena. L’uomo smise di ridere e lo guardò lanciandogli un’occhiata infuocata e un sorriso sghembo da far paura.
-Non scherzare.- Disse, afferrando una pokéball e liberando un Infernape, che sbuffò fiamme ardenti –Fatti sotto, Darkrai.-

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Pericolo ***


-Oh, e così… voi siete allenatori di pokémon uh? Da dove venite?- Maru, Mizu, Terra e Miku si erano appartati in un bar, e sedevano su delle sedie in rafia mentre bevevano qualcosa e i loro pokémon giocavano nei dintorni.
-Io sono di Flemminia, la mia famiglia gestisce una fattoria, lì.- Rispose Mizu bevendo la sua aranciata. Maru spostò il suo sguardo verso Terra, che si limitò solo a dire il nome della sua città.
-Orocea.-
-La città in mezzo al mare dove le case stanno su delle palafitte?- Chiese Miku alzando le sopracciglia. Terra annuì senza parlare. Il Floatzel di Maru andò a sdraiarsi sotto la sedia del suo padrone, stremato dalle corse di Pichu e Zorua, mentre la Umbreon di Terra li teneva d’occhio, vigile e attenta.
-L’ho visitata da giovane, quella città era davvero speciale…- Commentò Maru accarezzandosi la barbetta incolta -…e se non sbaglio poco lontano da lì dovrebbe trovarsi la Torre Cielo, sbaglio? Quella dove dimora l’antico pokémon leggendario Rayquaza?- Chiese ancora.
-Si, è così. Anni fa l’ho avvistato a Ceneride, mentre viaggiavo…- Si bloccò senza aggiungere altro, sospirando silenziosamente.
-Maru, raccontaci del tempio del Rione Sud. Che pokémon leggendari ospita?- Chiese Mizu avvampandosi di curiosità. Maru ridacchiò.
-Non ti voglio rovinare la sorpresa, ti dirò solo una cosa: guarda la statua in mezzo alla piazza, raffigura i tre pokémon guardiani di questo distretto.- Poi si alzò in piedi e si stirò –Bhe, io me ne torno a casa, ci vediamo, Mizu, Terra e Miku.- Li salutò sorridendo. La ranger ricambiò il saluto con un gesto della mano, mentre Maru chiamava il suo Floatzel. Mizu osservò la rete di perle e piume che arrivava fino alle ginocchia di Maru e sorrise divertita. Miku si alzò mentre il suo Turtwig la camminava di fianco.
-Vado anche io, spero di incontrarvi in questi giorni.- Disse sorridendo –Ci vediamo!- E se ne andò. La luce arancio del sole che stava per tramontare abbagliò Mizu quando la ragazza si alzò in piedi, si voltò verso Terra e lo guardò sorridendo timidamente.
-Torniamo all’albergo?- Propose la ragazza all’amico, che si alzò prendendo in braccio Pichu. Zorua si arrampicò sulla testa della sua allenatrice e si guardò attorno, annusando l’aria. Quando i due passarono di fianco alla statua al centro della piazza, Mizu si fermò ad osservarla: raffigurava i tre pokémon “guardiani” come aveva detto Maru; i tre pokémon in questione sembravano tre grosse bestie a quattro zampe con delle maestose criniere e lo sguardo fiero. Terra notò la ragazza che tentava di capire che pokémon erano.
-Sono Raikou, Entei e Suicune, i tre pokémon leggendari della regione di Jhoto.- Disse lui osservando la statua dal basso in alto. La ragazza toccò la statua, pensierosa, mentre Terra la osservava in silenzio. Poi, Mizu si voltò di scatto verso di lui.
-Andiamo!- Esclamò tornando di nuovo allegra. Si inoltrarono in mezzo alle stradine, mentre la gente rientrava in casa propria e chiudeva i negozi. Di sera, il rione era molto tranquillo; in giro non c’era anima viva. Un po’ si sentiva la mancanza degli schiamazzi dei bambini, anche se erano piuttosto fastidiosi, ma vederli giocare coi loro pokémon era uno spasso. I due amici rincasarono in albergo e si chiusero nelle loro stanze, mentre Mizu si faceva una doccia, Terra se ne stava sdraiato sul letto a rilassarsi, osservando il sole mentre tramontava. L’ambiente era talmente calmo, che tutto quel silenzio lo faceva quasi innervosire. Si voltò da un lato, mentre Pichu dormiva infondo ai suoi piedi e Umbreon annusava l’aria in balcone. Mizu finì di farsi la doccia e si asciugò, quando uno strano odore raggiunse l’olfatto dei due ragazzi.
-Mizu ma che stai combinando?- Fece Terra arricciando il naso e uscendo nel balcone, Mizu si vestì e fece lo stesso.
-Guarda che non sono io…- Protestò la ragazza mentre si asciugava i capelli con un asciugamano. Terra si voltò istintivamente alla sua sinistra, e non vide altro che fumo e fiamme provenire dal boschetto.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Incendio ***


 -Gardevoir, usa psichico sulle fiamme!- Ordinò Miku al suo pokémon, che tentava di reprimere l’incendio usando i suoi poteri psichici, ma da sola non era sufficiente, quando un getto d’acqua colpì le fiamme.
-Miku, attenta!- Un uomo dai capelli celeste spento si avventò sulla ragazza e la fece spostare, mentre una fiammata guizzava verso la loro direzione. Un Gallade raggiunse la Gardevoir di Miku e usò psichico anche lui sulle vampate, mentre un Dewott tentava di spegnerle con il suo pistolacqua –Tutto bene, Miku?!- Chiese il ragazzo alla ranger. Lei si asciugò il sudore dalla fronte.
-Tutto ok, grazie Rain.- Rispose la ragazza alzandosi in piedi. Maru arrivò di corsa, raggiungendo i due.
-Perché le cose le vengo a sapere solo DOPO che accadono?!- Brontolò il ragazzo, liberando dalle ball  Floatzel, Walrein e Blastoise, che cominciarono a spruzzare acqua verso l’incendio. Le fiamme cominciavano piano piano a dissiparsi, ma i Gardevoir e Gallade di Miku e Rain cominciavano a dare i primi segni di cedimento, esausti.
-Aiutali, Espeon!- Ordinò Mizu mentre arrivava di corsa insieme a Terra. Il pokémon viola si unì a loro, e cominciò ad esercitare i suoi poteri sulle fiamme, aiutandoli. Terra liberò il suo Tyranitar e gli ordinò di soffocare le fiamme usando le pietre nell’ambiente circostante. Rain si levò il cappello e si asciugò il sudore sulla fronte.
-Non è sufficiente…- Disse tra sé e sé. Notò un gruppo di Quagsire che si nascondevano spaventati, e, senza perdere tempo, afferrò lo styler e scagliò la trottola contro di loro, catturandoli in un sol colpo. Rain ripose lo styler nella sacca che aveva attaccata alla cintura dei pantaloni –Quagsire, usate pistolacqua sull’incendio!- Ordinò con gli occhi verdi che riflettevano le faville. I pokémon cominciarono a spruzzare acqua verso le fiamme, che a poco a poco cominciavano ad estinguersi, Zorua si trasformò nel Dewott di Rain per farsi coraggio e dare una mano anche lui, mentre l’Espeon di Mizu cominciò ad ansimare affaticato, come i Gardevoir e Gallade dei due pokémon ranger.
-Resistete!- Li incoraggiò Mizu mentre il suo viso scottava per il calore. Dopo qualche minuto di lavoro, i cinque riuscirono a spegnere l’incendio, mentre l’ambiente circostante era una distesa di fumo, cenere e alberi bruciati. Per fortuna, il bosco non era stato del tutto distrutto dal fuoco. Rain liberò i Quagsire, che si buttarono nel fiume, nascondendosi nelle loro tane, Terra diede alcune pacche amichevoli al suo enorme Tyranitar, che sbuffò guardandosi attorno. L’Espeon di Mizu si avvicinò tremando alla sua allenatrice e svenne per la stanchezza. La ragazza si chinò ad accarezzarlo e a sussurrargli parole dolci.
-Ottimo lavoro, sei stato bravissimo…-  Espeon aprì gli occhioni viola scuri, mentre la Umbreon di Terra si avvicinò a lui e lo leccò affettuosamente in testa, da brava sorella. Zorua zampettò di fianco a Tyranitar, mentre Maru, Rain e Miku richiamavano i loro pokémon nelle ball.
-È stata la serata peggiore della mia vita…- Borbottò Maru. Rain strinse i guanti.
-Pensa che noi dobbiamo affrontare queste cose giornalmente, amico mio.- Disse il ranger sbuffando. Mizu tirò su con il naso, mentre cominciò a lacrimare per lo shock. Rain d’istinto le si avvicinò, ma Terra si mise in mezzo e l’abbracciò, mentre lanciava uno sguardo gelido all’uomo, che non si ritrasse, ma cercò di avvicinarsi ancora di più. Il Tyranitar di Terra ringhiò minaccioso, intuendo il fastidio che quell’uomo recava al suo allenatore, e costrinse il ranger a fare qualche passo indietro. Maru intuì che i due allenatori avevano bisogno di essere lasciati stare, così prese con sé Rain, dicendogli di andarsene insieme a Miku. L’Espeon di Mizu si alzò da terra, aiutato dalla sorella Umbreon e toccò la sua ball con la zampa, facendosi richiamare all’interno. La ragazza raccolse la pokéball dove Espeon era appena entrato e la mise dentro il suo marsupio, mentre Terra richiamava il suo Tyranitar. Maru si avvicinò ai due.
-Vi accompagno al vostro albergo, sarete stanchi.- Maru tese la mano verso di loro e aiutò Terra ad alzarsi. Il ragazzo prese in braccio Mizu, che però protestò, dicendo di riuscire a camminare da sola; ma lui non la lasciò andare fino a quando non raggiunsero la sua stanza, all’albergo. Lasciò andare l’amica nel letto, e Zorua la raggiunse, strusciandosi contro di lei.
-Grazie Terra…- Disse Mizu all’amico, mentre liberava Espeon dalla pokéball. Il pokémon si guardò attorno e poi saltò aggraziato sul letto, sdraiandosi di fianco alla sua allenatrice. Terra accennò un lieve sorriso.
-Ora è tutto finito, Mizu. Dormi e non pensare più a quello che è successo…- Le sussurrò con leggerezza, cercando di farla sentire protetta. Mizu guardò l’amico negli occhi, poi li chiuse e si addormentò.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Cercando prove ***


-Maru, sei veramente patetico. Cosa stai cercando con così tanto affanno?- Maru se ne stava chino e gattonava qua e là, osservando con occhi attenti il terreno bruciato del bosco, che la sera prima aveva subito l’incendio.
-Sai, Tsukumi… qui nulla accade mai per caso, ormai dovresti saperlo.- Maru appoggiò la mano per terra e poco ci manca che scivolò dentro a un buco nel terreno. Tsukumi scattò per lo spavento, poi sospirò toccandosi la sacca con le ball che teneva in vita. Infilò la mano sotto la fascia che teneva in testa, mettendosela a posto e si passò una mano nei lunghissimi capelli rossi-castani.
-Guarda dove ti appoggi, scemo…- Brontolò a bassa voce, senza far vedere all’uomo che si era preoccupata. Maru osservò con attenzione il buco nel terreno e rimase a lungo in silenzio, mentre si guardava attorno –Cos’hai scoperto?- Chiese la ragazza mentre il suo Minccino curiosava in giro tra gli alberi bruciati, guardandosi intorno con fare schizzinoso.
-Che qui è stato ingaggiato un violento combattimento. È stata usata la mossa fossa.- Spiegò indicando il buco vicino a lui, poi si voltò verso il Minccino della ragazza e indicò l’albero accanto al pokémon –Lo vedi quel tronco? È stato squarcito in due. Potrebbe essere stata una mossa di tipo lotta, o una di tipo elettro come fulmine.- Tsukumi guardò l’albero senza farsi vedere sorpresa e poi si voltò verso l’uomo.
-Ma Maru… come fai a intuire tutte queste cose?- Gli chiese incrociando le braccia.
-Spirito d’osservazione, tesoro mio.- Rispose lui con un lieve sorrisetto divertito. Tsukumi arrossò e si avvicinò a lui, dandogli un lieve calcio. Maru perse l’equilibrio e si appoggiò all’altra estremità della fossa, mentre la ragazza si voltò, indignata –Cos’ho fatto?- Le chiese Maru rialzandosi in piedi con cautela. Tsukumi non gli rispose, si limitò solo a tenergli un po’ il broncio. Maru si toccò la rete di perline, osservano un’impronta a forma di piede, poco lontano dal punto in cui la ragazza lo aveva calciato. Si chinò e la toccò con le dita, osservandola per un lungo tempo e raccolse un ciuffo di peli bianchi che era scampato al fuoco; poi guardò la ragazza, serio –Tsukumi, chiama Roku e i ranger. Ho paura che in questa storia ci sia di mezzo la piccola Shori.- 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Il piano ***


Mizu aprì gli occhi e si alzò di scatto dal letto e si guardò attorno spaesata, mentre Terra, che l’aveva sentita alzarsi si affacciò dal balcone.
-Buongiorno, dormigliona.- La salutò con un mezzo sorriso. Zorua saltò sul letto e si strusciò contro di lei, mentre lo accarezzava.
-Che sonno…- Sbadigliò lei stiracchiandosi -…che è successo?- Chiese all’amico. Lui si appoggiò allo sdraio.
-Ieri sera il boschetto di fianco al Rione Ovest ha preso fuoco, non te lo ricordi? Abbiamo anche aiutato i ranger e Maru a spegnerlo.- Rispose Terra accarezzando la sua Umbreon. Mizu rimase in silenzio a lungo, pensando tra sé e sé. Poi, improvvisamente si ricordò della bambina scomparsa. Non seppe nemmeno lei perché gli balenò quel pensiero, ma il fatto che una bambina così piccola e dall’aspetto dolce fosse scomparsa, la faceva rattristare. Terra notò l’inquietudine dell’amica.
-Mizu, non è da te andare in sovrappensiero in quel modo. Che ti prende?- Le chiese dal balcone. Mizu scosse la testa, chiudendo gli occhi.
-Va tutto bene, Terra. Non preoccuparti.- Gli rispose sorridendo e mettendosi la sua mantellina rossa e beige. Terra si affacciò col viso dal balcone e lanciò un’occhiata gelida verso il basso, mentre l’Espeon di Mizu faceva giocare Zorua per la stanza.
-Abbiamo compagnia.- Disse Terra rivolto all’amica. Mizu uscì dal bagno e si affacciò anche lei nel balcone.
-Ciao Maru!- Lo salutò sorridendo allegra, sbracciandosi. Il Signore del Rione Sud, accompagnato da un Whimsicott, ricambiò il saluto dei due ragazzi, sorridendo.
-Terra, Mizu, potreste scendere? Avrei urgente bisogno di parlarvi.- Urlò l’uomo ai due. Terra appoggiò la testa allo sdraio, guardando per aria con fare seccato, mentre Mizu diede conferma alla richiesta.
-Terra, sbrigati e non fare storie; andiamo!- Fece Mizu all’amico, tirandolo per un braccio e cercando di farlo smuovere dallo sdraio. Terra si alzò in piedi e uscì dalla stanza, chiudendola a chiave.
-Ti preferivo quando dormivi…- Borbottò mettendosi le chiavi in tasca, mentre Umbreon, Espeon, Zorua e il piccolo Pichu cominciavano a scendere per le scale. Mizu gli diede una pacca sulla spalla.
-Dai, muoviti…- Lo incoraggiò accennando un mezzo sorriso indispettito. Scesero le scale e uscirono dall’albergo, avvicinandosi a Maru. L’uomo si guardò attorno e fece segno ai due ragazzi di seguirlo. Si inoltrarono tra i vicoletto del Rione Sud e camminarono per qualche minuto, svoltando per i vicoletti, attraversando i ponticelli in legno adornati con dei vasi di pietra a forma di Vileplume, dove crescevano fiori dai mille colori. Maru camminava a passo spedito senza fermarsi e continuando a tenere un ritmo costante, mentre la sua rete di perline che gli adornava i pantaloni continuava a muoversi ritmicamente ad ogni suo passo e a emettere il suono tintinnante delle perle che si toccavano a vicenda. Prese a scendere per una lunga e stretta scalinata mentre le sue infradito nere sbattevano contro i talloni. Quel suono sembrò rimbombare tra le case di pietra, e Mizu ammirò incantata le case e le costruzioni intorno a lei, avevano un aspetto vecchio e rudimentale, ma avevano un loro fascino. I colori beige, bianco e grigio delle case davano una sensazione di calma, ma i balconi dove le persone esponevano  vasi decorati con fiori e piante di ogni varietà davano un leggero tocco di vivacità. Terra, ovviamente, era impassibile a tutto ciò che gli stava intorno. Ci voleva davvero tanto per sorprenderlo veramente. “Apatico.” Pensò secca la ragazza, osservandolo pensierosa. Maru si fermò a metà scalinata, davanti a una casa completamente piena di edera. Se ci fosse stata una finestra, nessuno l’avrebbe vista in mezzo a quell’intreccio di folte foglie. Maru ficcò la sua mano in mezzo alle foglie e tastò un po’ prima di trovare una maniglia nascosta. Aprì una porta e scansò liane di edera penzolanti.
-Venite.- Disse quasi bisbigliando. Entrò prima Mizu, seguita da Terra e dai loro pokémon. Entrò anche il suo Whimsicott e Maru chiuse la porta alle loro spalle. La stanza era completamente in pietra, c’era un bancone da bar con dietro un uomo alto e muscoloso che puliva dei bicchieri con un panno bianco, al centro c’era un tavolo rotondo dove era seduta  una ragazza dall’aspetto serio e pacato, accompagnata da un vanitoso Minccino, che si puliva la coda con fare ossessivo. Da dietro un bancone sbucò un bambino biondo e corse a braccia aperte verso Maru, che lo prese in braccio facendolo saltare.
-Rikki! come sta il mio campione?- Il bambino rise allegro e posò i suoi occhi sorridenti su Mizu e Terra. Ne aveva uno verde e uno azzurro. Mizu rimase incantata da quegli occhi così belli, mentre Terra alzò le sopracciglia, più o meno sorpreso. L’uomo dietro al bancone, biondo anche lui con gli occhi azzurri e degli occhialoni da aviatore verdi in testa salutò Maru, mentre mangiucchiava uno stuzzicadenti. Si toccò la barbetta incolta che gli cresceva sul mento e chiamò il bimbo.
-Rikki, vai a giocare nella stanza di là? Qui dobbiamo parlare…- Disse l’uomo. Il bimbo tirò giù gli occhialoni che lui aveva in testa, coprendogli gli occhi.
-Ma papà ormai sono grande! Posso stare qui con voi?- Chiese. Suo padre gli scompigliò i capelli.
-Se fai il bravo e vai giocare ti faccio tornare a casa con Luxray. Però non voglio che stai qui ad ascoltare, sei ancora piccolo.- Il bimbo annuì e scansò una tenda rossa, entrando nella stanza accanto, l’uomo chiuse la porta e si avvicinò al tavolo al centro.
-Sedetevi pure.- Disse la ragazza, invitando i due allenatori. Mizu e Terra si guardarono, lei con un accenno di nervosismo e lui con visibile diffidenza, e sederono tutti quanti. L’uomo biondo allungò le mani coperta da dei guanti di pelle marroni e toccandosi con l’altra un portafortuna di legno che portava al collo.
-Io sono Roku, piacere.- Mizu gli strinse la mano, presentandosi e sorridendo, lo stesso fece Terra, ma con più scontrosità.
-Io sono Tsukumi.- Si presentò la ragazza dai lunghi capelli senza muovere un muscolo e sorridendo. Maru mostrò il suo Whimsicott, Tsukumi il suo Mincinno e Roku liberò dalla pokéball un grosso Luxray.
-Perché “Sua Signoria” non è venuto?- Chiese a un certo punto  Tsukumi con un leggero accenno seccato. Roku bevve da un bicchierino che c’era sul tavolo, scolandosi chissà quale bevanda.
-Non l’ho trovato a casa sua, non avevo voglia di andare in giro a cercarlo, e ho già avvertito i Ranger.- Rispose Maru grattandosi la testa –Ma torniamo al motivo per cui siamo tutti qua…- Infilò una mano in tasca e tirò fuori una bustina di plastica con un ciuffo di peli candidi all’interno.
-Come sapete, qualche settimana fa è scomparsa Shori, la bambinetta bionda dell’orfanotrofio nel Rione Nord. Quando è stata rapita sono stati trovati segni di bruciature e peli bianchi, che, analizzandoli corrispondevano al DNA di un Infernape.- Tirò fuori una busta con delle foto. Terra la prese e la aprì, estraendo il plico di foto e cominciando a osservarle attentamente. Nella prima c’era la maniglia di una porta fusa e il legno intorno tutto bruciato, nella seconda delle lenzuola scure piene di peli bianchi, nella terza il vetro di una finestra sciolto e così via… Mizu guardò le fotografie preoccupata -…poi ieri notte sono tornato nel luogo dell’incendio con Tsukumi e abbiamo trovato altro pelo e un’impronta… ah è l’ultima foto.- Continuò Maru estraendo una fotografia dell’impronta a forma di piede.
-Eh si, quella è la zampa di Infernape…- Osservò Roku mordicchiando il suo stuzzicadenti.
-Il pelo anche, è sempre il suo. L’ho fatto analizzare sta mattina dall’infermiera Joy.- Maru buttò la bustina di plastica e Roku la raccolse, osservandola con sprezzo –Io penso che quell’incendio abbia a che fare con Shori. Abbiamo le prove.-
-Non sono sufficienti. Dobbiamo capire perché hanno dato fuoco a metà bosco e chi sono le persone. Va bene, un Infernape è stato, qui nessun dubbio, ma non agirà sicuramente da solo, quel pokémon.- Contestò Roku.
-Magari il perché non lo sappiamo, ma ho scoperto il come.- Maru mostrò le varie fosse e i due tre alberi squarciati. Roku esaminò il soggetto della foto. Ci fu un lungo attimo di silenzio quasi imbarazzante, gli occhi azzurri dell’uomo fissavano le fotografie con avidità, mentre Mizu stava rigida e Terra svaccato, Tsukumi coccolava il suo vanitoso pokémon e Maru aspettava che Roku dicesse qualcosa.
-Tutto ciò non ha un senso logico.- Roku ruppe il silenzio buttando le foto sul tavolo –Non sto dicendo che hai sbagliato, Maru, non fraintendere le mie parole, ma non capisco il perché dell’incendio.- Disse interpretando la frase precedente.
-Io ho questa ipotesi: ci sono due fazione rivali che sono interessati a quella bambina, la prima l’ha rapita quella notte, la seconda è andata dalla prima e ha ingaggiato una lotta furiosa nel bosco per la supremazia sulla bambina, e hanno causato l’incendio.- Disse Maru gesticolando. Roku si massaggiò il mento pensoso.
-Potresti avere ragione.- Maru si voltò verso i due allenatori.
-Ora entrate in gioco voi, ragazzi.- I due lo ascoltarono attentamente. –Domani c’è la festa di Shirakuza, e noi abbiamo bisogno del vostro aiuto. Ci divideremo nei vari Rioni e ci daremo una mano a vicenda a controllare tutti gli Infernape dei turisti  e tenere d’occhio ogni movimento sospetto durante la marcia. La folla sarà così grossa da far paura, ma dobbiamo aguzzare la vista e tenere d’occhio ogni cosa. Tutto chiaro?- I due annuirono –Bene: ci divideremo in quattro gruppi: io mi prendo Rain, Terra va con Roku, Miku con Tsukumi e Mizu con…-
-No, aspetta io con quell’oca di Ranger? Ma per carità, Maru!- Protestò Tsukumi.
-Ha parlato la principessa sul pisello…- Brontolò Roku accendendosi un sigaretta. Tsukumi gliela prese con uno scatto e la spezzò con un colpo secco, mentre lui scattò dalla sedia.
-Come ti permetti?!- Gli urlò in faccia lei.
-NO, come ti permetti tu! Ma chi ti credi di essere, Tsukumi?! Vai prenderti una camomilla scialla e piantala di criticare tutto, per piacere!- Le rispose lui visibilmente arrabbiato, ma almeno non urlava. Tsukumi si alzò dalla sedia e e lo fissò con aria di sfida, mentre lui la ignorava completamente. Continuò a fissarlo per almeno un quarto d’ora, e dopo un po’ che la situazione cominciava a farsi seccante, Roku si voltò verso di lei e la fissò pure lui –Oh, ma sei ancora qui? Ti ho detto di andare, e domani la Ranger te la becchi comunque!- Disse facendole segno di sloggiare. La ragazza si avvicinò alla porta chiamando il suo Mincinno e se ne andò senza salutare. Maru sospirò mettendosi me mani in faccia e uscì pure lui salutando i ragazzi, seguito da Whimsicott.
-Ma fa sempre così?- Chiese Terra indicando col pollice dietro di sé la porta da dove era uscita.
-No, è solo nervosa per questa storia, fidati che dopo un po’ di minuti le passerà.- Rispose Roku accendendosi una nuova sigaretta –Comunque sono contento che Maru vi abbia scelti, avete l’aria sveglia. Ah, Mizu domani ti accompagno fino alla Villa Corvo, nel Rione Ovest.- Mizu stava aprire bocca per chiedere chi fosse il suo compagno o compagna di pattuglia, ma il biondo si era alzato di fretta ed era andato nella stanza affianco. Uscì con in braccio il piccolo Rikki che dormiva secco.
-Che carino, è tuo figlio?- Chiese Mizu con timidezza. Guardandolo dormire.
-Sì… si nota?- Chiese scherzoso Roku. Andando verso l’uscita. Terra e Mizu uscirono per primi e Roku chiuse la porta a chiave, scansando l’edera con una mano mentre con l’altra reggeva Rikki –Mizu e Terra, domattina presto fatevi trovare nella piazza centrale del Rione Sud, vi vengo a prendere e Mizu ti accompagno nel Rione Ovest dal mio collega.- Disse l’uomo –Ah, io sono il Signore del Rione Nord, ve l’ho accennato? E Tsukumi la Signora del Rione Est, ma voi chiamatela “Principessa” che suona meglio.- Mizu rise e Terra ridacchiò stizzito. Pensò che la cosa più giusta da fare in quel mondo era non essere contro Roku. Quell’uomo aveva qualcosa che lo attirava, aveva un aspetto forte, come i suo pokémon. Bastava solo dare un’occhiata al suo Luxray che camminava con fierezza davanti a loro per capire che era semplicemente forte. Piano piano, Terra si rese conto che desiderava disperatamente sfidarlo, subito dopo la festa di Shirakuza. I suoi occhi gialli avvamparono di fiducia in sé stesso strinse il pugno. Avrebbe voluto dirglielo subito: “Roku, io ti sfido.” Ma quello non era il momento adatto. Doveva solo fare ronda ad una festa, non gli sembrò la fine del mondo. Ma Terra doveva aspettare quel giorno. E non sarebbe arrivato tanto presto…

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Ombre nei distretti ***


 Reddo camminava tra gli alberi che circondavano la Villa Corvo, mentre la esaminava dall’esterno: l’unica via d’accesso era un enorme cancello d’acciaio nero, attaccato a un muro di pietra grigia scura che circondava l’imponente residenza. Le statue a forma di Murkrow posizionate sul muro e ai lati della scalinata che portava verso l’ingresso le davano un aspetto del tutto inquietante, e la leggera nebbiolina che la circondava faceva innervosire ancora di più l’umore di Reddo. Odiava il freddo e l’umidità, e se fosse rimasto lì ancora un po’ il suo umore sarebbe caduto agli sgoccioli. Lo Stantler e i Sableye che si aggirava nei giardini della villa non era sicuramente stati piazzati per un comitato di benvenuto, ma lui sapeva come liquidarli. In quel momento, Kusa gli arrivò alle spalle facendolo sobbalzare.
-Ma sei scemo?!- Fece Reddo ansimando un paio di volte. Kusa lo guardò impassibile.
-Non possiamo attaccare adesso, se lo facessimo quello lì ci smaschererebbe…- Gli disse prendendolo per un braccio e trascinandolo lontano dalla villa. Reddo sbuffò sonoramente mentre l’altro lo conduceva verso delle alti e imponenti mura. Si abbassò e scansò alcuni cespugli, facendo segno a Reddo di entrare dentro un buco che portava al di sotto delle mura che separavano il Rione Ovest dal Rione Sud. Lui si guardò il mantello nero e lo accarezzò.
-Mi sporco.- Brontolò. Kusa lo afferrò per il cappuccio che gli copriva il viso e lo tirò verso la fossa, ma in quel momento, il volto di Reddo si scoprì e Kusa incrociò il lo sguardo: i suoi occhi con la pazzia disegnata all’interno lo fissavano minacciosi e con disprezzo. Tremò alla vista di quello sguardo, Reddo non lo aveva mai fissato in quel modo –Fatti di parte.- Gli sussurrò con un tono che non ammetteva repliche. Il Volcarona di Reddo volò a rasoterra verso di loro e lui ci montò sopra, cavalcandolo con abilità, mentre il pokémon sorvolava le mura sospinto dal vento che lo faceva volare con grazia e leggerezza nonostante il peso del suo allenatore. Kusa osservò da terra tutto la scena e vide Volcarona sparire insieme a Reddo oltre il muro.
-Massì, ormai che abbiamo da perdere?- Si disse Kusa con un leggero accento seccato. Liberò il suo Flygon e lo cavalcò, volando anche lui oltre le mura, mentre i raggi rossi e arancioni del tramonto riflettevano sulle lenti dei suoi occhiali. Sorvolarono le case del Rione Sud, Reddo sul suo Volcarona, e Kusa dietro di lui con Flygon. Proprio sotto di loro, Mizu alzò la testa d’istinto e li vide passare veloci come dei fulmini. Il grosso Volcarona si lasciò dietro una polverina dorata e luminosa che fece starnutire lo Zorua della ragazza. Mizu aprì le mani e la polvere si posò sui suoi palmi, mentre lei la osservava incantata. Terra si bloccò.
-Ehi Mizu, perché ti fermi? Forza, andiamo!- Le disse. La ragazza raggiunse in fretta l’amico e, quando raggiunsero l’albergo, non fece a meno che guardarsi attorno.
-Perché non c’è nessuno in giro? È ancora presto, sono soltanto le sei e mezza…- Osservò un po’ preoccupata da quella strana calma in città. Terra non era affatto preoccupato, la quiete di Shirakuza lo faceva letteralmente innervosire.
-È meglio che entriamo, Mizu. Tutto questo silenzio non mi piace…- Brontolò Terra osservando la panetteria davanti all’albergo chiusa, senza nessun cartello o luce che la adornasse, la vetrina era stata oscurata dalla serranda. Mizu entrò senza farselo ripetere e andò dal ragazzo che era di turno nella reception.
-Scusa, lei sa perché sono spariti tutti?- Gli chiese lei. Il ragazzo la guardò, annoiato.
-Ma come, non lo sapete? Bha, si vede proprio che siete turisti…- Terra lo fulminò con lo sguardo, facendo rabbrividire quel novellino in servizio -Domani a Shirakuza, avete presente, no? Ecco, domattina presto i paesani si sveglieranno per addobbare la città, poi la mattina esporranno le bancarelle e artisti di strada si esibiranno per intrattenere popolazione e turisti.- Spiegò senza tralasciare un minimo dettaglio.
-Capito, grazie!- Gli sorrise Mizu. Terra si avvicinò all’amica.
-Forse è meglio che andiamo a dormire pure noi? Roku ha detto che ti passava a prendere presto, domattina…- Gli fece ricordare. Mizu scattò, ricordandosi di quello che l’uomo le aveva detto. Proprio in quel momento, entrarono due persone incappucciate e vestite di nero che si avvicinarono ala ragazzo nella reception.
-Due stanze singole.- Disse uno mentre l’altro su guardava attorno. Il ragazzo consegnò le chiavi delle camere e i due le presero in custodia, avviandosi verso le scale dove Mizu e Terra stavano conversando. L’Espeon di Mizu vide i due avvicinarsi e senza pensarci due volte, prese a salire le scale con molto fretta, irritato dalla presenza di quelle persone. Mizu lo chiamò.
-Espeon!- Zorua corse via pure lui e la Umbreon di Terra fece lo stesso, mente Pichu le afferrava la coda e si faceva trascinare. Terra ordinò al pokémon di scendere, ma lei non gli obbedì, e continuò la sua scalata verso l’ultimo piano, dove c’erano le loro stanze. Mizu prese a salire per le scale mentre dietro di lei Terra la seguiva scocciato dal comportamento dei suoi pokémon. I due incappucciati si guardarono.
-Che vivaci che sono questi ragazzini…- Osservò uno ridacchiando, mentre l’altro lo ascoltava freddo e impassibile. Mizu raggiunse la sua stanza, che era già stata aperta dallo psichico di Espeon. Entrò e si accucciò sotto al letto, alzando le lenzuola. I suoi due pokémon erano nascosti nell’angolino, spaventati.
-Ma che vi è successo?- Chiese lei accarezzandoli per calmarli. Terra si avvicinò alla sua Umbreon che si era piazzata davanti alla porta della sua stanza e la guardò arrabbiato. Lei abbassò le orecchie e la testa, consapevole di aver disobbedito agli ordini del suo allenatore. Lui gli aprì la porta.
-Và, ti perdono per sta volta.- Le disse sorridendole per calmarla. Lei entrò e si andò a piazzare nel balcone, mentre il piccolo Pichu si nascondeva sotto le coperte. Terra entrò nella stanza di Mizu mentre lei era ancora accucciata sotto al letto –Cosa gli è preso ai pokémon?- Chiese lui con aria interrogativa. Mizu si tirò in piedi.
-Non ne ho idea… Però sono spaventati, forse hanno visto qualcosa…- Rispose lei ipotizzando. Terra si guardò attorno e poi si voltò.
-Io vado a dormire, domani sarà una lunga giornata… Notte, Mizu.-
-Notte, Terra.- Ricambiò lei e chiuse la porta. Mizu andò in bagno a docciarsi e si distese nello sdraio in balcone, mentre aspettava che i suoi capelli si asciugassero. Osservò il sole tramontare dietro le case della città, e ascoltò il rumore di alcuni Chatot che cantavano a un paio di tetti da lì. Alcuni Wingull giocherellavano in cielo, facendo mille e fantasiose acrobazie e stuzzicandosi a vicenda; un Rattata sbucò dal buco di una grondaia e cominciò ad aggirarsi per i tetti a cercare cibo. Poi qualcosa lo allarmò: si drizzò in piedi e tese le orecchie, annusando l’aria. Corse a nascondersi, mentre i Wingull sparirono e i Chatot smisero di cantare. Espeon andò di nuovo a nascondersi sotto il letto e Zorua fece lo stesso, mentre Mizu si alzò in piedi e si espose dal corrimano del balcone. Nel vicoletto davanti a lei, un’ombra passò fulminea a si bloccò prima di sparire. Si voltò verso la ragazza e la fissò con l’occhio azzurro acqua. Mizu si tirò in piedi con uno scatto, mentre cominciò a sudare freddo. Lo riconobbe immediatamente: era Darkrai. Lei lo fissò immobile con il cuore che aveva smesso di batterle per la paura, mentre il pokémon nero allungava una mano nella sua direzione e la indicò, a quel punto, Mizu sentì che stava per mancarle veramente il fiato.
-Stai attenta.- Le disse, e poi scomparve in mezzo alle case. La ragazza ricadde all’indietro e prese a respirare regolarmente, impaurita. Solo dopo aver preso fiato cominciò a ragionare: cosa ci faceva un Darkrai a Shirakuza, la gente si era accorta della sua presenza in città? E cosa aveva voluto dirle con quel “Stai attenta.”? Mizu si alzò tremando leggermente per lo shock, abbassò tutto d’un colpo la tapparella, e si buttò sotto le coperte, chiudendo gli occhi. Espeon e Zorua le si avvicinarono e si acciambellarono attorno a lei, riscaldandola e rassicurandola, facendola sentire protetta. Lei li abbracciò, il contatto con il loro pelo soffice la fece rilassare, e appena chiuse gli occhi, dormì.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Il Rione Ovest ***


 Roku camminava spedito verso la piazza centrale nel Rione Sud, dietro di lui suo figlio Rikki cavalcava il Luxray del padre e si divertiva da matti, ridendo allegro. Roku lo guardò sorridendo, e si chiese come poteva essere così pieno di vita la mattina presto. Il sole non era ancora sorto, e gli abitanti cominciavano a svegliarsi pian piano. C’era chi stava già piazzando la bancarella, alcuni artisti di strada provavano le esibizioni con i loro pokémon e alcuni appendevano manifesti qua e là, decoravano ogni cosa con nastrini colorati, palloncini, fiori e tanto altro ancora. Roku si fermò ad osservare la statua dei tre guardiani del Rione Sud. La fissò a lungo, pensoso, poi si diede due lievi pugni sul cuore e si inchinò, in segno di rispetto come ogni persona faceva a Shirakuza. Mentre Roku si sedeva su una panchina ai margini del piazzale, Rikki giocava con Luxray e alcune persone appendevano decorazioni come striscioni e palloncini, alcuni clown cominciavano ad esibirsi per intrattenere i mattinieri che si erano già alzati, impazienti di partecipare all’evento. Dopo un po’ che osservava quei clown e un Mime Jr. che li imitava allegro, pensò che forse era troppo presto per i due allenatori, anche perché il bimbo cominciava ad annoiarsi, nonostante Luxray continuasse a intrattenerlo. Poi, quando Roku stava per lasciare la piazza per tornare più tardi, vide i due avvicinarsi a passo deciso verso di lui. Si alzò in piedi e si avvicinò anche lui. Si fermarono a guardarsi negli occhi.
-Oggi è il grande giorno.- L’uomo ruppe il silenzio, poi sospirò mentre Rikki gli si avvicinò; lui lo prese in braccio –Terra, potresti stare qui in piazza per qualche minuto con Rikki? Io accompagno Mizu e torno subito…- Gli chiese. Terra fece un cenno.
-Tranquillo Roku, lo tengo d’occhio io.- Gli accennò un breve sorriso. Roku diede un bacio a suo figlio.
-Torno presto, andiamo un attimo a Villa Corvo.- Rikki fece un cenno e appena toccò terra coi piedi, si avvicinò a Terra e gli prese la mano. Il ragazzo rimase scioccato da quell’azione e d’istinto guardò Mizu con uno sguardo quasi afflitto, ma per di più sorpreso. La ragazza sorrise nel vedere i due così affiatati, poi si chinò verso il bimbo e gli parlò.
-Quanti anni hai, Rikki?- Gli chiese sorridendo.
-Cinque.- Rispose lui –E tu?-
-Quindici, e Terra diciassette.- Rispose per lui. Il ragazzo sbuffò in silenzio. Roku fece cenno a Mizu di andare, così la ragazza salutò i due. Mentre si allontanavano, sentì il piccolo che tempestava Terra di domande.
–Che pokémon hai? Sono forti? Perché hai i capelli lunghi fino al sedere? Diciassette anni sono tanti? Il tuo Umbreon è maschio o femmina? Perché ti chiami Terra come il terreno? E’ per il colore dei capelli? Sono color terra?- Il ragazzo guardò il cielo esasperato, chiedendo pietà, mentre Mizu ridacchiava divertita. Svoltarono l’angolo.
-Mizu… ascoltami bene.- Cominciò a parlare Roku. La ragazza lo guardò –Ci sono un sacco di indizi che provano che Shori è ancora a Shirakuza, Maru ne è fortemente convinto che la bimba e i suoi rapitori non hanno mai lasciato la città. Non si sa mai cosa potrà capitare, tutto è possibile… Fai molta attenzione.- La mise in guardia. Mizu fece un cenno.
-Tranquillo Roku, so badare a me stessa.- Lo rassicurò sorridendo. L’enorme cancello che portava al Rione Ovest si aprì appena Roku sfiorò una roccia piena di strane incisioni, Mizu alzò la testa e quasi la testa le girò nel vedere le enormi mura che divideva in quattro la città. Salirono le scale, attraversandole e appena furono abbastanza distanti, le porte si richiusero alle loro spalle. Il rione Ovest era piuttosto diverso dal Rione Sud: le case erano uni familiari, circondate da recinzioni di ferro. La strada non era piastrellata, ma era completamente spoglia, con qualche ciuffetto di erba qua e là.  Mentre Mizu era intenta a guardarsi attorno, Roku si bloccò. Lei lo notò e si fermò lanciandogli un’occhiata interrogativa –Che c’è, Roku?- Gli chiese.
-Allora, “Sua Signoria” si è deciso a mettere piede fuori da casa, eh?- Urlò Roku a un ragazzo che si strava avvicinando. Mizu rimase a bocca aperta appena lo vide: capelli lunghi e perfettamente lisci, color grigio-blu, occhi violacei e un abbigliamento da uomo di corte. Il cilindro nero che aveva in testa era adornato di rose blu e perline nere, attorno al colletto della camicia bianca, perfettamente linda, un nastrino nero legato a fiocco, i suoi pantaloni blu erano perfetti, senza neanche una piega e portava degli stivali neri di pelle, perfettamente lucidati. In una delle due mani, coperte da dei guanti bianchi, teneva un bastone da passeggio nero con l’impugnatura d’argento. Mentre si avvicinava ai due, il mantello blu che gli copriva le spalle, svolazzava al ritmo della sua camminata. Più si avvicinava, più Mizu notava anche il colore della carnagione: era pallido come un lenzuolo. Il ragazzo si fermò davanti a Roku e piantò il bastone a terra, poi volto la testa verso la ragazza.
-Tu sei Mizu, la fanciulla di cui mi han parlato?- Il tono era cordiale, ma sotto si sentiva la freddezza tipica degli aristocratici. La ragazza annuì.
-Si… si sono io.- Rispose. Si sentiva molto inferiore a quel ragazzo. Eppure non dimostrava più di vent’anni….
-Io sono Karasu, molto piacere.- Si tolse uno dei guanti e afferrò la mano di Mizu, baciandola. Lei avvampò dal rossore e si irrigidì. Roku diede una pacca sulla spalla al ragazzo.
-Su, galantuomo, ti ricordi tutto quello ti ha detto Maru?- Chiese Roku tirando fuori dei bracciali color verde militare che avevano l’aria di essere degli orologi. Ne diede uno a Mizu –Indossalo.- Le ordinò. Poi ne porse uno a Karasu, che lo guardò inorridito, e spinse via la mano dell’uomo con l’indice.
-Preferisco tagliarmi il braccio piuttosto che mettermi quella cosa.- Roku lo fulminò con lo sguardo.
-Va bene.- Gli afferrò il braccio con uno scatto e gli attaccò il congegno –Comincia pure.- Poi se lo attaccò pure lui e guardò la ragazza -Mizu… fate attenzione.- Disse di nuovo apprensivo. Lei lo guardò decisa e fece alcuni cenni con la testa  -Lo so che sono paranoico e ripetitivo, ma mi prendo la responsabilità di voi ragazzi… ci vediamo dopo alla festa.- E se ne andò, lasciando soli i due. Karasu accarezzò con il pollice la punta d’argento del suo bastone, poi si volto verso la ragazza, accennando un breve e poco marcato sorriso.
-Signorina… lo sa che dobbiamo pattugliare questo rione?- Le chiese per attaccare discorso.
-Certo.-
-Allora imbuchiamoci in mezzo alla folla, mi concedete l’onore?- Le tese la mano. Mizu lo osservò pensierosa, poi gliela afferrò e, con un gesto breve e rapido, Karasu partì con Mizu sottobraccio. La ragazza si guardò attorno e si bloccò appena prima di entrare nella mischia. Il viale centrale era pieno di persone a cavallo dei propri pokémon, e andavano tutti verso la stessa direzione: un lontano edificio circondato da colonne altissime adornato di mosaici poco nitidi dalla loro posizione attuale. Karasu estrasse una pokéball –E’ usanza andare verso i santuari a cavallo dei propri pokémon. È il segno del legame tra noi umani e queste affascinanti creature.- Liberò un Honkrow e questo spalancò le ali, invitando il suo padrone a cavalcarlo –Io pattuglierò dall’alto, tu…- Fece una pausa e Mizu liberò il suo Sawsbuck  dalla ball. Il pokémon cervo guardò la folla e poi si girò verso la sua allenatrice, intuendo la situazione. Abbassò il capo e lei appoggiò la mano sul corno della creatura, dandosi un forte spinta e salendogli in groppa.
-…io pattuglierò dal basso.- Gli sorrise Mizu. Lui ricambiò.
-Allora, signorina, andiamo.- Karasu montò su Honkow e questo spiccò il volo, mente Sawsbuck, batté a terra con lo zoccolo e si infilò tra la folla, verso quella lunga “processione” che portava al santuario.


PICCOLA NOTA: Lo so la storia è troppo lunga >.< Però non ho tantissimo tempo per scrivere, aggiorno sempre il tutto una volta ogni morte di papa .-. Però spero che piaccia, non ho molto talento per la scrittura, e... a dir la verità non so neanche come farla finire D: Però ci sto lavorando, ora con l'arrivo dell'estate penso di riuscire a dedicarmi di più alla soria :) Grazie a tutti quelli che l'hanno letta (e hanno avuto pazienza)xD
Verox_XVIII

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** L'imbroglio ai santuari ***


 Nel Rione Sud, intanto, Reddo se ne stava ben nascosto dietro alla statua dei due pokémon leggendari alati, mentre batteva freneticamente sulla tastiera del computer.
-Io ci sono.- Disse cliccando su un grosso tasto e attivando una telecamera –Ho installato le videocamere su Infernape e gli altri, sto tenendo d’occhio il Rione Sud e il Rione Ovest.-
-Hai mandato tutti i tuoi pokémon a bighellonare per Shirakuza?- Gli chiese Kusa da dietro il telefono, con un lieve accenno di rimprovero.
-No, ho tenuto con me Volcarona, non ho bisogno di uno squadrone di pokémon per badare a me stesso.- Fece sorridendo maligno.
-La tua arroganza non ti porterà lontano, Reddo.- Di nuovo, lo rimproverò.
-Piantala di comportarti come se fossi mia madre, mi hai rotto.- E riattaccò. Aprì una sacca color verde militare ed estrasse la sfera oro e la sfera argento che aveva confiscato dagli altari del Rione Sud, al loro posto, aveva piazzato due copie false ma identiche con un meccanismo speciale all’interno, che colpiva le persone che andavano a renderle omaggio con delle radiazioni stordenti, con la sfera argento, dopodiché le ipnotizzava con quella oro. Reddo chiuse la borsa e se la mise a tracolla, mentre il suo interesse, dalle persone che entravano nel tempio, si spostò a una delle telecamere: in una, Maru, il signore del Rione Sud lo stava fissando –Cosa c’è, Maru? Hai abboccato la mia esca?- Si scoprì il volto, e i suoi capelli color rosso fuoco quasi brillarono per la fievole luce delle candele del santuario del sud, e i suoi occhi, uno giallo e uno marrone, lo fissarono con uno sguardo divertito e assetato di curiosità e pazzia –Avanti, fammi divertire.- Attivò un microfono –Infernape, fallo fuori. Distruggi Maru!-

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Ipnosi ***


 Mizu era prossima ad entrare nel santuario del Rione Ovest. La fila era lunga ma scorrevole, e Karasu continuava a seguire i movimenti suoi e della folla dall’alto. Improvvisamente, un Pidgeot planò a pochi centimetri dalla su testa e si piazzò davanti a lei. Mizu lo riconobbe: era il Pidgeot di Terra. In bocca teneva una busta che il pokémon doveva consegnarle. Lei la prese e la aprì, c’erano due collane di legno, rotonde e decorate con tribali e, attaccata un etichetta:
 
“Indossala. Roku.”
 
Evidentemente era importante, così se la mise al collo e diede la busta con la seconda collana al Pidgeot.
-Consegnala anche a Karasu, è insieme ad un Honckrow.- Gli spiegò indicando sopra alle loro teste. Il Pidegot volò via con la busta. Appena entrò al santuario, guardò come le persone facevano a rendere omaggio ai pokémon che rappresentavano la città: due pugni sul cuore e poi un profondo inchino davani alle sfere. “E bhe, dai è facile!” Pensò arrossendo lievemente quando arrivò il suo turno. Esitò un attimo, ma quando, dopo l’inchino, alzò la testa per guardare la prima sfera, quella di rubino, ebbe un lieve capogiro; la vista si annebbiò, mentre sentiva che stava per cadere da suo Sawsbuck, che sbuffò irritato alla vista di quella sfera.
-…cosa…- Mormorò la ragazza, e d’istinto si portò la mano al petto tastando la collana, mentre con l’altra si reggeva alle corna del suo pokémon per non cadere. Sawsbuck spiccò un balzo mentre Mizu si reggeva forte e uscì in fretta dal santuario, andando a rifugiarsi in un giardinetto vicino. Karasu planò di fianco a lei.
-Che è successo?- Le chiese preoccupato e prendendole la mano. La ragazza arrossì completamente mentre sentiva il suo viso avvamparle per la vergogna.
-Nulla… un capogiro.- Borbottò impacciata. Karasu si alzò in piedi, fissando la gente con insistenza. Non simmo fino a quando i suoi occhi videro ciò che li circondava e guardando la ragazza, le indicò la folla.
-Guardali bene, Mizu. Cosa vedi?- Le chiese. Mizu osservò attentamente le persone a cavallo dei loro pokémon e rimase inorridita dallo scoprire che erano come ipnotizzati da qualcosa. Sia pokémon, che persone. Guardò Karasu spaventata.
-Che sta succedendo…?- Chiese.
-Qualcuno deve aver boicottato i santuari con delle sfere false e con un qualche meccanismo in grado di ipnotizzare chiunque le fissi. Magari usando delle onde elettromagnetiche generate da uno strumento particolare nascosto all’interno di quelle…  Ora il problema è capire dove si trovano le sfere originali.- Spiegò preoccupato –Devo avvertire Roku, è il più vicino… Mizu.- La prese per le spalle e lei rimase impietrita –Io ora mi allontanerò per pochi minuti. Chiunque abbia sabotato il santuario, è ancora da queste parti a Shirakuza. Devi fingere di essere pure tu ipnotizzata e intanto devi cercare l’impostore, ma non ti avvicinare a lui, potrebbe essere pericoloso, non sappiamo con chi abbiamo a che fare. Mi hai capito? Cercalo, ma non seguirlo! Lo riconoscerai.- Le diede un veloce bacio sulla fronte e poi se ne andò a cavallo di Honckrow. Mizu rimase immobile per qualche istante, rossa come un peperone e poi salì su Sawsbuck, addentrandosi tra la folla. La gente e i pokémon sembravano delle marionette senza vita in quello stato. A Mizu vennero i brividi soltanto a guardarli. Improvvisamente qualcosa di enorme la sfiorò. Un grosso Emboar che scrutava la gente, sbuffando qualche nuvola di fumo. Doveva essere uno dei pokémon degli impostori, ciò significava che non era molto distante dal suo obbiettivo. “Stai calma stai calma stai calma.” Si ripeté terrorizzata. L’Emboar si voltò di scatto e Mizu vide la telecamera che aveva attaccato al collo da una cinghia che non aveva notato. Il pokémon rivolse la sua attenzione proprio su di lei e la ragazza fece una cosa che non avrebbe mai dovuto fare: esitò. Il suo Sawsbuck sbuffò innervosito guardando l’Emboar che si piazzò davanti a loro, la telecamera puntata contro lo sguardo terrorizzato della ragazza. Mizu non seppe più cosa fare quando il pokémon di fuoco alzò una delle sue enormi zampe per colpirla con una breccia.

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Fuga ***


 Maru schivò una fiammata mentre si buttò da una scalinata, rotolando per terra per attutire la caduta. Si rialzò e corse a perdifiato per la boscaglia, mentre sentiva il suo Swanna che aggrediva l’Infernape. Scavalcò una recinzione e cominciò ad arrampicarsi da una grondaia, atterrando su un vicino balcone sporgente. Si alzò in piedi sul corrimano e, prima che potesse perdere l’equilibrio e cadere di sotto, spiccò un breve balzo aggrappandosi al cornicione, facendo forza sulle braccia per tirarsi su. Si aggrappò al camino facendo cadere un paio di tegole mentre strisciava lungo il tetto della casa, cercando di allontanarsi il più possibile dal bordo, per evitare di fare un brutto volo sufficiente per spaccargli qualche osso. Improvvisamente, si ritrovò l’Infernape di fianco che lo colpì alla schiena con pugno rapido. Maru gridò per il dolore sputando sangue e il suo Swanna prese a beccare violentemente l’aggressore del suo allenatore, sentendolo urlare. Maru si alzò in piedi dolorante e si asciugò il sangue che gli usciva dalla bocca, riprendendo la sua inutile fuga. Saltò da un tetto all’altro, ma con l’Infernape non potava competere: era più forte, più agile, più scaltro e più sveglio di lui.
-SPOSTATI, DANNATO!- Raccolse  una tegola e gliela lanciò colpendolo in testa. Il pokémon si voltò di scatto infuriato e rispose all’insulto con Fuocobomba. Prima che l’attacco andasse a segno, Maru chiuse gli occhi e si buttò dal tetto, cadendo per sua fortuna nel canale che attraversava i distretti, dividendoli tra di loro. Guardò a distanza l’Infernape che gli ruggiva contro rabbioso, mentre il suo Swanna lo seguiva dall’alto. Maru si abbandonò alle carezze piacevoli dello scorrere dell’acqua e rimase a galleggiare per pochi istanti, giusto il tempo per riprendersi dai colpi subiti dal pokémon. Si aggrappò alla nuda roccia e si tirò su a fatica, non riuscendo a risalire a riva. La corrente lo trascinava con dolcezza, ma in quel momento gli sembrò di essere in un fiume in piena. Una mano lo afferrò e lo aiutò a tirarsi su.
-Maru fatti forza.- Disse una voce dolce che a lui parve di sentire distante. Lui sbatté le ciglia cercando di mettere a fuoco il suo salvatore.
-Tsukumi…- Mormorò senza più un filo di voce.
-Perché non sei con Rain?- Chiese la ragazza tenendolo per il busto. Lui deglutì.
-Potrei farti la stessa domanda…- Disse con voce rauca. Si mise seduto e poi si alzò in piedi, richiamando il suo Swanna nella pokéball.
-Siamo state separate.- Rispose  –Stavamo per passare il confine quando Roku ci ha spedito delle collane, poi sono apparsi un Mienshao e un Toxicroack e hanno aggredito sia me che Miku. Ora non ho idea di dove sia.- Maru si appoggiò ad un albero.
-Male.- Disse, poi una fitta alla pancia lo costrinse a piegarsi per il dolore –Stanno cercando di separarci, vogliono che rimaniamo da soli. Siamo vulnerabili così.- Tsukumi prese il suo braccio e se lo avvolse attorno al collo, aiutandolo a camminare.
-Cosa facciamo ora?- Chiese la ragazza.
-Non abbiamo notizie degli altri… e c’è un Infernape impazzito da queste parti… cosa proponi?- Tsukumi scosse la testa, incapace di rispondere –Lasciami qui.- Le ordinò Maru. Lei lo guardò perplessa –Lasciami qui.- Ripeté. Lei lo fece sdraiare di fianco a una scalinata.
-Non ti lascio solo.-
-Devi farlo, vai a cercare gli altri.-
-Non posso!- Gli occhi di Tsukumi si fecero lucidi.
-Si che puoi!-
-No!-
-Vai!- Lei si alzò e corse verso un gruppo di case, ma si voltò prima di sparire dietro a un angolo –Tornerò! Aspettami!- Disse solo; e scomparve. Maru chiamò il suo Whimsicott che cominciò a curare il colpo ricevuto dall’Infernape.
-Non sto mica per morire…- Sorrise accarezzando il pokémon d’erba che esercitava Aromaterapia sul suo allenatore. Maru si tastò le costole –Per fortuna non mi sono rotto niente...- Sospirò. Si chiese dove fossero gli altri.

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** La trappola ***


 -Charizard, Lanciafiamme, ora!- Ordinò Terra mentre il suo pokémon cercava di allontanare il Toxicroack. Roku si avvicinò in un cantiere vicino e afferrò due bastoni di ferro.
-Prendi!- Gridò al ragazzo lanciandoglielo, mentre con l’altro parò abilmente il pugno in arrivo del Mienshao. Luxray si mise in mezzo e difese il suo allenatore con una scarica elettrica –Terra guarda!- Roku indicò i pokémon e il ragazzo vide le cinghie attorno al loro collo.
-Una videocamera?- Chiese perplesso –Che significa?- Roku impugnò il bastone.
-Non lo so, ma qualunque cosa significhi, penso che sia il caso di distruggerle! Luxray!- Il pokémon si avventò sul Mienshao paralizzandolo con una scarica elettrica e con i denti gli staccò la cinghia con la videocamera attaccata. Roku la pestò, sentendo quella spaccarsi rumorosamente. Il Mienshao si mosse a fatica, paralizzato dalla scarica precedente e il suo compagno Toxicroack, invece di aiutarlo, se la diede a gambe.
-La telecamera!- Gridò Terra indicando il Toxicroak mentre fuggiva.
-Non c’è tempo, insegui telo!- Ordinò Roku liberando Riachu e Metagross, che partirono al pedinamento. Il Mienshao li guardò tentando di fare un qualche movimento che gli permettesse di fuggire, ma fu richiamato dentro la pokéball da un uomo incappucciato.
-Bene bene, chi abbiamo qui? Roku e il suo compare lattante.- Terra si voltò di scatto, lanciando un’occhiata truce all’incappucciato.
-Come ti permetti…- Ringhiò e Roku lo afferrò per il colletto della maglia.
-Calmo.- Gli disse, poi guardò l’uomo –Chi sei?- Gli chiese.
-E ti aspetti che ti risponda?- Fece quello con disprezzo. Poi si levò il cappuccio e i suoi capelli verdi coi ciuffi ribelli poterono finalmente respirare, mentre scrutava i due da dietro un paio di occhiali, da dove si nascondevano un paio di occhi scuri e maligni -Però, ora che ci penso potrai dirtelo, perché quando te ne ricorderai, sarai già un uomo morto!- Lo aggredì con le parole, puntandogli l’indice contro.
-Che bastardo. Roku, lasciami, lo concio per le feste.- Disse Terre guardando il biondo.
-No, ci sta solo provocando. Non cedere alle sue parole.- Gli ordinò con un tono che non ammetteva repliche.  
-Vi sto provocando. Dico solo la verità.- Degli uomini incappucciati apparvero da dietro alcuni cespugli e li circondarono, afferrando Terra per i capelli e bloccando Roku, che si divincolò.
-Luxray! SCAPPA!- Ordinò al suo pokémon, mentre quello esitò.
-Charizard, vattene anche tu! Andate via!- I due pokémon esitarono un momento, ma poi se ne andarono.
-Lasciateli andare, senza i loro allenatori sono dei buoni a nulla.- Ordinò Kusa ai suoi uomini. Il suo cellulare squillò e lui rispose.
-Sono Reddo.- Disse da dietro al telefono -Ho raccolto tutte le sfere.-
-Non ce le hai tutte, idiota. Ti sei fatto scappare la mocciosa e quel dannato gioiello della vittoria.- Lo rimproverò secco riattaccando.
-Mocciosa?! Stai parlando di Shori?!- Chiese Roku urlando.
-Quanto noioso sei con le tue stupide domande, fatelo tacere.- Ordinò Kusa seccato. Uno degli uomini lo colpì in testa con il bastone di ferro che avevano usato prima i due per difendersi, mentre Roku strinse i denti cercando di sopportare il dolore. Terra guardò inorridito la scena, per poi graffiare lo sguardo crudele di Kusa con uno sguardo carico d’odio.
-Portateli via.- Ordinò con un breve gesto Kusa. Poi ricevette un breve messaggio di Reddo:
 
“Tardo. Volcarona ti porterà le sfere, non aspettatemi.”

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** La paura ***


 Mizu corse attraverso i vicoli del Rione Sud. Lo riconobbe subito per le case appiccicate le une alle altre e dell’aumento dell’odore salmastro del mare. La sua fuga l’aveva spinta senza che se ne accorgesse fino lì, ma non aveva tempo per perdersi in inutili pensieri. Non importa dove fosse, l’importante era fuggire da quell’incubo. E l’incubo erano i pokémon che la seguivano, un Infernape, l’Emboar e un Nidoking che non le davano un attimo di tregua. Appena trovava uno squarcio per fuggire, subito quelli gli  bloccavano le vie d’uscita, e ora la ragazza era intrappolata in quel labirinto di vicoli. Le gambe cominciavano a non reggere più il peso di quella fuga e le lacrime cominciarono a rigarle il viso.
-Aiuto!- Urlò disperata –TERRA!- Finì in un vicolo e appoggiò le mani al muro cercando un’inutile via di fuga. Vide solo un piccolo incastro stretto e angusto tra la casa e il muro che chiudeva il vicolo. Era molto stretto, ma se Mizu si fosse impegnata, ci sarebbe entrata con un po’ di successo. Terra la prendeva spesso in giro per la sua magrezza, e per una volta, quella le tornò utile. Si infilò veloce senza pensarci mentre il suo corpo si muoveva aizzato dalla paura e le guancie si graffiavano tra il muro e la casa. Dall’altro lato di quell’angusto spazio, intravide Nidoking passare seguito dagli altri due. Mizu rimase zitta ancora per un po’. Il silenzio era atroce, la spaventava, non sapeva se uscire o restare ferma dov’era. Sentì l’aria mancarle e con il fiatone fece marcia indietro e uscì da dove era entrata, camminando silenziosa attraverso il vicolo e ascoltando ogni minimo rumore. Ogni suono la faceva sobbalzare. “Coraggio Mizu, non fare la fifona.” Si disse. Si sporse dal vicoletto e quando si voltò si ritrovò di fronte a un uomo con i capelli rossi e sparati e con due occhi di colore diverso che la facevano sentire terrorizzata. Chinò il capo e alzò il cappuccio senza dire niente.
-Ehi ma io ti ho già visto, ragazzina.- Le disse lui. Mizu non disse niente –Eri in quell’albergo insieme a quel ragazzo coi capelli lunghi…- Insistette lui –Cosa chi fai qui?- Mizu non rispose –Come ti chiami?- Ti nuovo lei non rispose, ma vide che l’uomo strinse i pugni e allungò la mano verso di lei, afferrandola per la mantella color crema –E rispondimi quando ti faccio delle domande!- La sollevò e le scoprì il volto –Allora, chi sei?!- Chiese di nuovo Reddo alzando la voce, impaziente. Mizu, per l’ennesima volta non si degnò di rispondere e guardò il cielo –Ecco perché odio i bambini.- E la sbatté a terra con violenza. Lei tentò di alzarsi per fuggire ma Reddo le pestò la mantella, bloccandole la fuga –Voi mocciosi mi fate andare in bestia, sai?- Le disse stringendole una mano sul capo. Mizu rabbrividì e cominciò a tremare.
“AIUTO!” Pensò. Un getto d’acqua investì il rosso che mollò la presa sulla ragazza e indietreggiò.
-Ma che diavolo… TU!- Esclamò  furioso. Maru lo fissò ricambiando lo sguardo truce.
-Si. IO!- Rispose mentre il suo Feraligatr si avventò sul rosso, che indietreggiò fischiando. Volcarona apparve tra i tetti delle case e planò in soccorso del suo padrone. Mentre il pokémon coleottero si avvicinò, Maru notò la sacca che aveva legata in vita e notò un leggero brillio proveniente dall’interno di quella. Afferrò un vaso di terracotta con dei fiori dentro e lo scagliò fulmineo contro il pokémon, che perse l’equilibrio e lasciò cadere davanti a Mizu la sacca con le sfere all’interno. Reddo si voltò di scatto e lanciò un’occhiataccia alla ragazza. Lei afferrò la sacca di istinto e la scagliò verso Maru che la afferrò al volo –Grande, Mizu!- La lodò.
-Non per molto.- Lo ammonì Reddo. Maru alzò lo sguardo e vide Mizu trattenuta dal rosso –Consegnami quella borsa e non le faccio niente, altrimenti…- Da sotto il mantello scoprì una pistola e Maru lo guardò grave.
-Che vigliacco.- Disse con disprezzo. Si avvicinò con cautela a Reddo e nel mentre, Swanna volò sopra di loro e stuzzicò il rosso giusto il tempo per farlo distrarre, così il Volcarona intervenne e allontanò il pokémon uccello.
-Dammi quella borsa, fattone!- Reddo gli strappò la sacca dalle mani e scagliò Mizu in avanti, facendola cadere addosso a Maru, per poi voltarsi e salire su Volcarona, che volò via.
-Va tutti bene?- Le chiese Maru aiutandola ad alzarsi. Mizu si strinse nelle spalle.
-Ho avuto tanta paura.- Disse mentre cominciò a piangere. Maru la stinse a sé e le accarezzò i capelli arancio.
-Nessuno ti lascerà più sola.- Le disse con dolcezza mentre la ragazza singhiozzava. Le asciugò le lacrime con una carezza e la guardò sorridendo, aprendo le palme delle mani: c’erano la sfera Argento, la sfera di smeraldo e la sfera di diamante –Con queste potremo chiedere aiuto, adesso andiamo a cercare gli altri.- La rassicurò. Se le mise in tasca e chiamò il suo Floatzel insieme a Feraligatr e Swanna. Maru cominciò a correre attraverso le case mentre Mizu lo seguiva in groppa a Sawsbuck. Un ombra nera calò di fronte a loro proprio mentre attraversarono il confine del Rione Sud, addentrandosi nel Rione Est.
-Karasu!- Esclamò Maru sorpreso. Il giovane si piazzò davanti a loro con sguardo grave.
-Hanno preso Roku.- Disse. Il cuore di Maru si strinse mentre cominciò a sudare freddo –E insieme a lui anche un ragazzo coi capelli lunghi.- Mizu lo guardò incredula.
-Dove li hanno portati?- Chiese Maru cercando di non scomporsi.
-Andavano verso il Rione Nord, dicevano qualcosa del tipo che non hanno tutte le sfere al completo…- Spiegò Karasu. Maru lo guardò.
-La sfera Divina…?- Provò a chiedere. L’altro fece un cenno di approvazione. Maru si rimise in marcia e Mizu e Karasu lo seguirono. Afferrò il cellulare e digitò in fretta un numero –Sono Maru. Dove sei?-
-Sto per entrare nel Rione Ovest, siamo al nord.- Rispose Tsukumi da dietro il telefono.
-Sei con i ranger?-
-Si.-
-Allora tornate indietro e nascondetevi nei pressi del santuario del nord. Stiamo arrivando lì.-

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Il Buio ***


 Tsukumi riattaccò il telefono e si voltò verso i ranger.
-Maru dice di tornare indietro e nascondersi vicino al santuario del nord.- Spiegò velocemente.
-Ha un piano?- Chiese Rain.
-Forse.- Rispose Tsukumi. Fecero retro front e si incamminarono velocemente verso il santuario, nascondendosi di fianco alla scalinata che portava all’ingresso. Attesero pochi istanti che dalla strada videro arrivare un uomo incappucciato seguito da due uomini, uno dai capelli verdi dalla forma strana e uno coi capelli rossi e dritti. Dietro di loro, uno gruppo di uomini in nero che trattenevano Roku e Terra. Rain si mosse e subito Miku lo bloccò trattenendolo per un braccio.
-Fermo. Se ci vedono siamo fregati.- Lo ammonì lei guardandolo male.
-Non pensate che qui Maru sia l’unico a far piani.- Disse Rain –Io distraggo i tipi in nero e voi due pensate ai tre in cima alla fila, sembrano tosti.- Rain sgusciò dal suo nascondiglio e liberò i sui Gallade, Ambipom e Dewott, avventandosi sul gruppo di uomini in nero. Tsukumi mandò Ninetales e Lilligant all’attacco dell'uomo con gli occhiali e Miku mandò Arcanine e Togetic all’assalto del rosso. Rain intanto era riuscito ad abbattere uno degli uomini e a liberare Terra, che subito chiamò il suo Charizard e Roku fece lo stesso con il suo Luxray. Rain afferrò un bastone e cominciò a farlo roteare mentre Dewott tentava di liberare Roku. Stordì un paio di uomini con Idropulsar e tagliò le corde che tenevano legato il biondo con le sue conchiglie affilate.
-Grazie Dewott.- Disse Roku riconoscente. Un’ombra dal cielo oscurò l’ambiente. Il Charizard di Terra sputò un portentoso Lanciafiamme, per poi atterrare di fianco a Terra. Addentò le corde che lo tenevano legato e lo liberò.
-BASTA!- Urlò l’uomo incappucciato in cima alle scale del santuario. Da dietro alcuni cespigli, comparvero Maru, Mizu e Karasu e si guardarono tutti. Reddo lanciò un’occhiataccia a Maru ridacchiando nervoso e lui ricambiò –Se farete i bravi non sarà torto un capello a questo bimbo.- Kusa alzò la mantella e Rikki scattò correndo verso il padre.
-Papà!- Esclamò piangendo il bimbo. Roku corse verso di lui ma uno sparo in mezzo ai piedi lo costrinse a fermarsi di colpo. Uno degli uomini vestiti di nero fu circondato da una luce violacea e uno Zoroark scattò in avanti, afferrando il piccolo Rikki con gli artigli e tenendolo fermo. Gli uomini si mossero, entrando nel santuario. L’uomo che dava ordini in cima alla scalinata si levò il mantello nero e guardò gli allenatori con l’unico occhio blu color notte, l’altro era coperto da una benda nera. I suo capelli lunghi fino alle spalle e color grigio scuro gli davano un aria solenne.
-Tu sei Daku del Buio!- Disse Rain.
-Cos’è il Buio?- Chiese Karasu guardando i ranger. Miku deglutì.
-E’ un’organizzazione che agisce nell’ombra e collabora col Team Rocket, Team Galassia, Aqua e Magma.- Spiegò in tono grave –Se loro agiscono per un qualche scopo, il Buio li copre cancellando le tracce del loro passaggio.-
-Esattamente, ranger.- La lodò Daku tirando fuori una pistola, Reddo e Kusa fecero lo stesso, ma Kusa rimase serio e con lo sguardo irritato, mentre Reddo sorrise eccitato.
-Kusa, tu poi uccidere tutti quelli che vuoi, però Maru e la ragazzina li voglio ammazzare io.- Puntò la pistola contro Mizu e Terra si mise in mezzo, proteggendo l’amica.
-Avete la mia autorizzazione ad ammazzare chi volete, però lasciate vivo qualcuno di loro, voglio che il nostro operato non sia stato così inutile da non essere visto da nessuno. Zoroark, andiamo.- Ordinò Daku voltandosi. Il pokémon nero trascinò via il bimbo che prese ad urlare.
-PAPA’!- Gridò in lacrime. Fu la goccia che fece traboccare il vaso: Roku si mosse con uno scatto.
-NO!- Gridò Maru correndo pure lui. Terra si mosse seguendoli e Daku si voltò di scatto puntando la pistola contro il gruppo. Partì un colpo.

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Innocenza ***


 Daku abbassò l’arma, mentre il suo Zoroark entrò nel santuario trascinando con sé Rikki. Kusa li seguì.
-Pensaci tu.- Disse a Reddo. Lui annuì.
-Voglio proprio godermi questa scena.- Disse sorridendo crudele. Mizu guardò tutti, e rimase senza dire niente. Daku aveva sparato. Ma non si capiva chi aveva colpito. Primo in fila, Maru se ne stava immobile sul posto, Roku anche e Terra dietro di loro li fissava tremando. Mizu non aveva mai visto Terra tremare dal giorno in cui l’aveva conosciuto. La paura che fosse stato colpito la investì, così si avvicinò titubante toccandogli la spalla.
-Terra…- Lo chiamò. Il ragazzo fissava qualcosa davanti a loro con gli occhi sgranati e il corpo tremante. Mizu voltò la testa e Maru si girò di scatto. Una goccia di sangue colò dalla bocca da Roku. Il tempo sembrò fermarsi in quel momento. Maru corse verso l’amico e Tsukumi gridò in lacrime. Un grido disumano di chi aveva visto l’orrore di quegli istanti. Il corpo di Roku cadde all’indietro mentre dal petto cominciò a sgorgagli sangue; Maru si buttò a terra scivolando e afferrandolo per le spalle attutendogli la caduta, mentre si macchiò le mani del sangue dell’amico. Dietro di loro, la pallottola insanguinata che gli aveva trapassato il petto era in una piccola pozza di sangue. Karasu la guardò e si morse le labbra dalla rabbia mentre Tsukumi continuava a piangere e singhiozzare. Maru guardò l’amico negli occhi.
-Roku…- Mormorò. Lui mosse gli occhi incontrando lo sguardo inorridito di Maru. Gli sorrise -No… Roku...- I suoi occhi si fecero lucidi –WHIMSICOTT!- Gridò chiamando il pokémon sperando lo curasse. Roku appoggiò una mano sul petto dell’amico e Maru lo guardò –NON TI SOGNARE DI MORIRE!- Gridò –Chi si occuperà di Rikki? E’ tuo figlio! Cosa farà senza suo padre?!- La luce della vita si spense sugli occhi celesti di Roku –NON PUOI LASCIARLO SOLO!- Passò in istante, Maru si bloccò e allungò la mano sul collo dell’amico, premendogli le dita sotto la mascella. Nessun battito. La mano di Roku scivolò cadendo di peso a terra.
-L’ha ucciso…- Mormorò Tsukumi –L’HA UCCISO!- Gridò ancora in lacrime.
-Taci, oca! Tappati quella dannata bocca!- E le puntò la pistola contro sparando un colpo.
-TSUKUMI!- Urlò Rain. La ragazza si coprì gli occhi. Non sentì dolore, non sentì niente. Alzò la testa piano e vide davanti a sé un piccolo pokémon rosa con una lunga coda che deviò la pallottola verso Reddo, colpendolo ad una coscia. Quello urlò dal dolore. Da dei cespugli uscirono due figure basse.
-Non può essere…- Fece incredula Miku.

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Il segreto del Rione Centrale ***


 Shori mosse un passo verso il gruppo di allenatori, dietro di lei un curioso pokémon color arancio con due enormi orecchie. La bimba si avvicinò verso il corpo senza vita di Roku e gli chiuse gli occhi, silenziosa, poi si avvicinò a Maru e lo abbracciò. Lui la strinse forte, piangendo.
-Adesso vi ammazzo tutti quanti…- Reddo alzò la pistola ma un’ombra lo sovrastò, fulminandolo. Darkrai gli si piazzò davanti difendendo il gruppo. Reddo lo guardò truce e il pokémon nero, per tutta risposta, lo intrappolò con Vuototetro, addormentandolo. Rain e Miku si avvicinarono a Roku e lo sollevarono, portandolo verso la città.
-Ci pensiamo noi…- Disse Miku –Voi andate e fermate Daku!- E si allontanarono con il cadavere di Roku. Karasu si avvicinò a Maru e gli mise una mano sulla spalla.
-Se non te la senti di combattere andiamo noi.- Gli disse. Lui si alzò e si asciugò le lacrime, tenendo Shori per mano.
-No…- Rispose. I suoi occhi rossi si tinsero di rabbia –No.- Prese in braccio la bambina. Karasu la guardò e le sorrise.
-Mizu, porta Shori lontano da qui. Almeno voi trovatevi un rifugio e aspettate fino a quando quest’incubo finisca…- Maru allungò la bambina a Mizu ma quest’ultima di divincolò e corse a nascondersi dietro a Darkrai, che nel mentre si era avvicinato. Maru si chinò e allungò la mano per invitarla a venire con lui ma la ritrasse guardandola: era sporca di sangue. Il sangue di Roku.
-Maru…- Disse la bambina; lui alzò il capo e la guardò.
-Sono io, Shori.- Le sorrise, un sorriso triste. Shori si sporse dal suo nascondiglio e prese il pokémon nero per mano.
-Potete uscire!- Disse rivolta verso la boscaglia a fianco del santuario. Cinque piccoli pokémon sbucarono dai cespugli e si avvicinarono alla bambina.
-Che significa?- Chiese Karasu -Sono i Protettori.- Disse rivolto ai cinque piccoli pokémon che circondavano la bambina.
-Protettori?- Chiese Terra.
-Insieme ai Guardiani sono i pokémon che proteggono i rioni. C’è né uno per ogni rione: Mew per il Rione Est, Celebi per il Rione Sud, Jirachi per il Rione Ovest, Shaymin per il Rione Nord e…- Si bloccò guardando il pokémon arancione.
-Victini.- Disse Shori –E’ mio amico. Mi ha spiegato che è il protettore del Rione Centrale insieme a Darkrai, che è il Guardiano.- Spiegò la bimba.
-Ma loro cosa proteggono? Cosa c’è da proteggere nel Rione Centrale?- Chiese Tsukumi.
-La tavola.- Rispose Darkrai. Tutti lo guardarono stupiti –Le sfere… Insieme alla tavola.- Continuò il pokémon. Maru tirò fuori dalla tasca le tre sfere che era riuscito a confiscare a Reddo.
-Queste?- Le allungò verso Darkrai. Lui le guardò e allungò il braccio indicandole.
-Diamante, la Lacrima degli Déi. Smeraldo, la Gemma della Verità. Argento, il Raggio di Luna.- Disse il pokémon –Sono autentiche.-
-Di che tavola stavi parlando, prima?- Chiese Mizu.
-La Tavola della Resurrezione.- Rispose.
-E’ una tavola nascosta in un santuario nel cuore del Rione Centrale. Le sfere servono da incastrare in quella per far risorgere il Dio.- Spiegò Shori –Il Dio… dovreste sapere chi è.- Continuò.
-Già.- Fece Karasu –Arceus.- Disse. In quel momento, in cima alle scale del santuario del Nord, apparve Daku con il suo squadrone di uomini del Buio.

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Verità ***


 -Ti stavo aspettando, Shori.- Disse Daku sorridendo alla bambina. Lei lo guardò con aria di sfida –Che bambina arrogante… proprio come il suo papà.- Shori afferrò la mano di Maru e la strinse.
-Lasciala in pace!- Lo aggredì Terra.
-E invece penso proprio che me la dovete consegnare. Ho il diritto di mantenere, istruire ed educare quella bambina.- Maru rimase a bocca aperta.
-Cosa…- Daku allungò la mano, tendendola verso la bambina.
-Dammi mia figlia.- Ordinò.
-Come osi?! Come osi dire una cosa del genere?! Hai appena ucciso il padre di un bambino! Hai negato a Rikki la possibilità di crescere felice insieme a suo padre!- Maru strinse i pugni –Hai ucciso il mio migliore amico!- Afferrò il bastone da passeggio di Karasu e corse verso di lui gridando di rabbia.
-Ti ricordo che io ho non sono uno che si fa sconfiggere tanto facilmente.- Tirò fuori la pistola e la caricò puntandogliela contro –Muori.- Mi prima che potesse sparare, Darkrai gli si piazzò davanti, e scagliò un Vuototetro e intrappolò gran parte degli uomini. Daku lo schivò, invece Kusa fu intrappolato e cadde a terra addormentato. Daku liberò i suoi pokémon –Eliminateli!- Ordinò. Un Dusknoir, un Serperior e un Myghtiena uscirono dalle pokéball e partirono all’attacco. Il Zoroark continuava a tenere in ostaggio il piccolo Rikki. Victini svolazzò battendo le due piccole alette e usò Pirolancio sul Serperior, che strisciò rapidissimo evitando i colpi.
-Charizard, Incendio!- Intervenne Terra e il suo pokémon avvampò, colpendo in pieno Serperior che si accasciò al suolo esausto. Mizu lanciò in aria la suo pokéball.
-Sceptile! Aiutali anche tu!- Ordinò e il suo pokémon uscì, pronto per combattere –Occupati di quel Zoroark!- Il pokémon verde compì un prodigioso balzo pronto per usare Fendifoglia sullo Zoroark, che lasciò andare il bimbo e si difese con Impulsoscuro. Nel mentre, il Dusknoir si mosse: aprì l’enorme bocca che aveva nella pancia e sbucò alle spalle di Shori, pronto per catturarla. Darkrai lo scacciò con Palla Ombra e Victini con Pirolancio. Karasu si occupò in fretta del Myghtiena insieme al suo Braviary mentre Maru cercava di colpire Daku con il bastone di quest’ultimo. Daku sparò due volte: una lo mancò in pieno, la seconda volta colpì il bastone, spezzandolo in due, poi si stancò: Calciò Maru sullo stomaco facendolo cadere all’indietro.
-E’ finita.- Disse Daku alzando la pistola e mirandogli in testa. Maru chiuse gli occhi, rassegnato -Muori!- Darkarai intervenne e prese le testa di Daku tra le mani, lanciando un potentissimo attacco Fulmine. Daku gridò per poi accasciarsi a terra. Fissò il Guardiano.
-Alla fine… l’incanto dell’oblio è stato più forte delle mie ambizioni.- Tossì –Che idiota che sono…- Chiuse gli occhi. Tutto si bloccò. L’incubo era finito.

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** La fine ***


 “Alla fine, il Buio fu sconfitto. Daku, Reddo e Kusa furono sbattuti in cella assieme al resto dell’organizzazione, Darkrai e i pokémon Protettori si ritirarono nel Rione Centrale, mentre Victini volle rimanere con Shori. Le sfere furono riposte nei loro rispettivi santuari e il gioiello della vittoria si scoprì che in realtà era Victini stesso, un stella fortunata che porta verso la vittoria chiunque la possedesse, ma con il terribile destino di combattere ogni volta che sia necessario; Shori si è presa il carico di questa responsabilità. Insomma, abbiamo salvato Shirakuza. Ma non abbiamo salvato la vita di Roku. Maru, Tsukumi e Karasu piansero la sua morte insieme a tutta Shirakuza, e i funerali si svolsero nel santuario del Rione Nord, dove era stato assassinato. Sono molto dispiaciuta per il piccolo Rikki, vedere suo padre morire sotto i suoi occhi… Deve averlo scandalizzato. Io e Terra ci fermammo per il lutto insieme ai ranger Rain e Miku. Il piccolo Rikki fu invece affidato a Maru insieme a Shori. Scoprimmo infatti che la madre di Rikki era deceduta per un incidente mentre la madre di Shori l’aveva abbandonata. Tsukumi e Karasu si dedicarono completamente al restauro dei  loro rioni, che avevano subito maggiori danni durante l’occupazione del Buio a Shirakuza. Miku e Rain se ne andarono dalla città e ripresero con il loro lavoro da Ranger, mentre Terra ed io… bhe, Terra ed io decidemmo di partire per una nuova meta. Questa esperienza a Shirakuza ci ha insegnato molto l’importanza dei legami familiari. A pensarci, ad essere sincera mi mancano i miei genitori… e a Terra? Mah, forse a lui non gli fregherà niente… come al solito. A me basta viaggiare insieme a lui e fare amicizia con più gente possibile, perché anche se piccoli, nei ricordi delle persone possiamo vivere per l’eternità.”

Mizu
 

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Epilogo: Un nuovo inizio ***


 Da ascoltare mentre leggete questo capitolo:  http://www.youtube.com/watch?v=mG57tjQTtBY

Nel Rione Sud, la spiaggia dell’Onda Bianca quella sera era estremamente tranquilla. Maru se ne stava seduto a riva, scalzo mentre ascoltava il rumore melodico delle onde che si infrangevano sugli scogli e assaporava la dolce aria salmastra del mare, mentre guardava le persone che ritiravano le loro cose per poi andarsene sorridenti e soddisfatti di quella giornata. Vide anche un padre che abbracciò il proprio bimbo, per poi prenderlo in braccio e andare via ridendo spensierato. Abbassò lo sguardo, pensando a Roku. Il suo migliore amico era morto, lasciando solo il piccolo Rikki e  incustodito il Rione Nord e il santuario. Il santuario dove riposavano Dialga, Palkia e Giratina, i pokémon più potenti dopo Arceus. Guardò il sole tramontante e la luce arancione di quello splendido crepuscolo, e la spiaggia fu completamente vuota.
-Che cosa devo fare…- Si chiese mormorando. Appoggiò la fronte alle ginocchia –Che cosa devo fare…- Rimase in silenzio per un lungo lasso di tempo, quando un rumore in lontananza gli fece alzare la testa di scatto: In lontananza, verso il mare aperto, qualcosa emerse dall’acqua. Qualcosa di grosso, con un paio di lunghe ali e la pelle di un argento candido che brillò al sole.
-MARU!- Urlò una voce in lontananza. L’uomo si voltò di scatto e vide Tsukumi correre verso di lui. La ragazza si bloccò sulla passerella di legno e riprese fiato, mentre Maru si avvicinò a lei.
-Che succede?- Le chiese allarmato. Tsukumi estrasse un sacchettino di pelle dalla borsetta gialla che si portava legata in vita.
-Guarda!- Aprì il sacchettino e gli mostrò il contenuto: della polvere grigia chiara e luminosa. Lui la guardò interrogativo.
-Che cos’è?- Chiese confuso.
-E’ la sfera argento!- Rispose lei agitata. Verso il mare aperto, arrivò alle orecchie di Maru un altro suono di un portentoso tuffo –Le sfere nei santuari si sono come sgretolate tutte quante, guarda la mia sfera del caos!- Estrasse un altro sacchettino e mostrò una polverina viola scuro e brillante.
-Ciò significa che…- Maru si bloccò guardando preoccupato Tsukumi.
-…I pokémon Leggendari sono liberi.- Concluse lei la frase. Maru si voltò di scatto e guardò verso il mare quella grossa ombra che giocava in acqua. Fu un attimo: raccolse le sue infradito nere e prese a correre lungo la riva.
-Devo andare!- Disse solo alla ragazza, piantandola lì. Lei provò a chiamarlo ma senza successo, così si rassegnò. Maru, invece, corse. Corse contro il tempo, corse come non aveva mia corso in tutta la sua vita e si fermò in cima alla scogliera. Il canto di quell’enorme bestia lo colpì come una pugnalata nel cuore. Era un canto dolce, ma triste allo stesso tempo. Dava un senso di tranquillità infinita. Si sporse dalla scogliera e guardò le rocce appuntite che si stagliavano minacciose verso il cielo, mentre le onde si schiantavano violentemente contro quelle. L’uomo chiuse gli occhi –Diventa un tutt’uno con l’acqua.- Si disse. Ascoltò il dolce suono di quel canto e il mare che lo accompagnava –Mi fido di te.- Saltò. Fu una caduta di qualche breve secondo che a lui parve infinito, ma prima che entrasse in contatto con l’acqua, Lugia emerse. Maru atterrò dritto sul suo muso e rise divertito, mentre il pokémon batté le ali elegantemente volando in cielo e cantando –Scommetto che non era una sensazione piacevole stare rinchiusi dentro a una sfera.- Gli disse Maru. Gli accarezzò il collo e il pokémon sembrò gradire –E’ giusto che anche voi vi godiate la libertà.- L’uomo buttò un occhio verso il sole che scomparve completamente all’orizzonte e toccò la collana che Roku portava sempre al collo prima di morire. C’era scritto “Fede”, sopra.
“Perché dobbiamo sempre avere fiducia in noi stessi e nei nostri sogni.” Diceva sempre Roku. A Maru scese una lacrima.
-Anche io ho fiducia in te.- Sorrise. Sentì che qualcosa di nuovo presto sarebbe accaduto.




FINE

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** SPECIALE: Arte e curiosità ***


Nomenclatura
Mizu:
Acqua in giapponese
Shori: vittoria in giapponese
Roku: sei in giapponese
Maru: da mar” ovvero mare in spagnolo
Karasu: Corvo in giapponese
Rain: pioggia in inglese
Reddo: Rosso in giapponese
Kusa: erba in giapponese
Daku: buio in giapponese

(I significati cambiano a seconda della lettera maiuscola o minuscola. Per esempio: rosso in minuscolo è "aka" mentre con la R iniziale maiuscola è "reddo")





STRUTTURA RIONI:
 
Rione Nord:
   Signore: Roku
   Sfere:
  -Sfera del Tempo (Dialga)
  -Sfera dello Spazio (Palkia)
  -Sfera Distorta (Giratina)
   Guardiani: Uxie, Mesprit, Azelf
   Protettore: Shaymin
 
Rione Sud:
   Signore: Maru
   Sfere:
  -Sfera Oro (Ho-Oh)
  -Sfera Argento (Lugia)
   Guardiani: Raikou, Entei, Suicune
   Protettore: Celebi
 
Rione Est:
   Signora: Tsukumi
   Sfere:
  -Sfera del Caos (Mewtwo)
   Guardiani: Moltres, Zapdos, Articuno
   Protettore: Mew
 
Rione Ovest:
   Signore: Karasu
   Sfere:
   -Sfera della Terra (Groudon)
   -Sfera del Mare (Kyogre)
   -Sfera del Cielo (Rayquaza)
   Guardiani: Regirock, Regice, Registeel
   Protettori: Jirachi

●Rione Centrale:
   Signore: ///
   Sfere:
   -Sfera Divina (Arceus, dopo aver riposto tutte le sfere nella Tavola della Resurrezione)
   Guardiani: Darkrai
   Protettori: Victini




__________________________________________________________________________________________________________________



Angolo idiota dell'autrice (idiota):
Mbhe, siamo giunti alla fine di questa storia! Grazie al mio stupido sogno di quella notte di mesi fa, ora sono riuscita finalmente a
completarla! Però mi dispiace porre fine qui a Mizu e Terra, cominciava a ispirarmi questo duetto.... :/ Per non parlare dei loro pokémon!
Però ora sono curiosa di sapere i personaggi che vi sono piaciuti e viceversa, dato che mi sono spremuta le meningi per inventarmeli! xD
Ah, e anche cosa pensate dalla storia! ^^ Intanto vi saluto e vi ringrazio di cuore per averla letta tutta, per aver portato pazienza alle mie 
seghe mentali e per aver rencensito! Ovviamente accetto anche le critiche negative, sempre se ce ne sono. 
Bhom, la pianto qui. Vi saluto e vi mando tanti bacioni! ^^
Verox_XVIII


Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=681916