severus, siamo amici vero?

di PoisonVeleno
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** l'evento più determinante della mia vita. ***
Capitolo 2: *** il tempo passa... ***
Capitolo 3: *** un nuovo trio. ***
Capitolo 4: *** la spia ***
Capitolo 5: *** finalmente la lettera ***
Capitolo 6: *** prima e dopo la partenza ***
Capitolo 7: *** di nuovo insieme ***
Capitolo 8: *** il primo anno ***
Capitolo 9: *** nuovi anni e nuovi segreti ***
Capitolo 10: *** la fine e un nuovo inizio ***
Capitolo 11: *** incanto fidelius ***
Capitolo 12: *** ultimi addii. ***



Capitolo 1
*** l'evento più determinante della mia vita. ***


primo cap
    grazie a chiunque abbia anche solo letto. è la mia prima fanfiction e l'idea è davvero complicata, perciò ringrazio chi seguirà Lylith fino alla fine.



L’evento più determinante della mia vita è anche il più doloroso. Accadde quando avevo 8 anni, precisamente il giorno del mio nono compleanno.

    Mi chiamo Lylith Evans, ma tutti mi chiamano Lily. 

Mi dicono che somiglio molto a mia madre per il carattere silenzioso ed introverso, ma allo stesso tempo curioso e allegro; e anche perché le somiglio fisicamente, con i miei occhi azzurri, i capelli castani e la pelle quasi bianca.

    Il giorno del mio compleanno, mamma mi aveva detto di venire con lei nel suo laboratorio. A me e papà era proibito andarci, ma aveva deciso che ero diventata abbastanza grande e io ero semplicemente estasiata all’idea di vedere come e che cosa ci fosse! 

Naturalmente lei era già lì. Stava preparando qualche strana sostanza colorata in un grosso pentolone, il calderone. C’erano tantissimi strumenti che si muovevano da soli e strani oggetti dentro barattoli di vetro. La stanza era invasa da fumi ma si disperdevano verso l’alto, sembrava che dove passavo non potessero entrare, come fossi protetta da una bolla invisibile.

Mia madre era felice quanto me. “Ti meriti di venire qua. Non solo perché è il tuo compleanno, ma ieri hai dimostrato di essere davvero come me, quando hai fatto volare quelle foglie. Magari anche il tuo fratellino sarà così.”

Sorrise e si guardò la panciona. Lì c’era mio fratello, dicevano. Non ero ingenua, i miei migliori amici oltre a lei erano e sono i libri, sapevo perfettamente come nasceva un bambino. Ma gli adulti non mi credevano. Tranne mia madre, ovviamente.

    Quello che era successo il giorno prima con le foglie, in realtà, era che a pranzo eravamo andati da amici di mio padre e io trovavo la conversazione sui monopattini tremendamente noiosa e mi ero alzata per giocare con le foglie. Ne avevo presa una dall’albero ed è diventata gialla. 

Sono appassite tutte le foglie dell’albero e si erano disposte a nuvoletta sopra di me. Nessuno si era accorto di niente, così ho gridato per scherzo “vai” al mucchio di foglie. 

Non so come, sono volate sopra le teste di tutti e non si staccavano se non le toccavo io. Tornati a casa, mia madre contentissima mi aveva promesso la visita nel laboratorio.

“Ma non capisco. Che vuoi dire, mamma?” lei sorrise di nuovo e disse che avrei capito presto. Dette queste parole mi abbracciò, ma inavvertitamente rovesciò una cosa che assomigliava ad un occhio di pesce dentro il calderone e cominciammo a sentire sibili provenire da lì. Si spaventò moltissimo, e mi disse di correre subito via. Io non la volevo lasciare ma lei mi spingeva fuori. Aveva appena chiuso la porta dietro di lei, ma le si era impigliato il vestito… mi voltai indietro e la vidi letteralmente saltare in aria. 

Tutto il laboratorio era esploso, sostanze strane e colorate e fumi da tutte le parti. Mio padre e la famiglia di mio zio che nel frattempo era arrivata per la mia piccola festicciola, accorse subito al boato. Quello che vide fu me paralizzata e la stanzetta distrutta. Poco più lontano da me c’era il cadavere di mia madre coperto di sangue e sostanza inquietanti. Mia zia mi portò a casa dove trovai le mie cugine Tunia e Lily che facevano molte domande, ma non ebbi la forza di rispondere a nessuna.

Mi sentivo vuota. Senza nessuna ragione di vivere. 

Mia madre, il mio modello, la mia amica, confidente e supporto non c’era più. 

Il mio mondo, era finito, crollato, sparito. Scoppiai a piangere e non mi fermai nemmeno quando vennero tutti ad abbracciarmi e consolarmi, che mi faceva solo aumentare le lacrime. Piansi tutta la sera, nel mio letto. Non ebbi nemmeno la forza di leggere un po’, cosa che facevo tassativamente tutte le sere.

Naturalmente leggere così tanto mi rendeva quasi un’emarginata a scuola. Gli altri bambini facevano discorsi stupidi, e io mi allontanavo. Io non volevo giocare con le barbie né parlare di trucchi e tacchi. Volevo parlare della vivisezione, dell’atmosfera, di Dostoevskij e altre cose insolite per una bambina. 

Anche se quando mi invitavano a giocare a palla o con la corda, accettavo. 

Lily non sapeva che dire, aveva quasi la mia stessa età, un anno circa più grande di me, ma ricordo che un suo abbraccio dolce era più piacevole di quello stritolante degli zii. Tunia mi batteva sulla spalla e mio padre era depresso e inconsolabile. 

Naturalmente non riuscii a dormire quella notte, ma solo alle sette di mattina mi calò una grande stanchezza. Non ebbi il tempo di riposare che ci siamo tutti vestiti di nero (non che fosse una novità per me, io mi vestivo quasi sempre di nero, grigio o blu) e andammo in chiesa per il funerale. 

Non ero mai entrata in una chiesa e non mi piacque per niente. Al cimitero mio padre dette l’ultimo sguardo alla mamma e poi se ne andò, dimenticandosi di me. Anche io mi diressi alla bara aperta e osservai il viso di mia madre. Adesso non era più coperto di sangue, ma sereno come l’avevo sempre vista. Le accarezzai i capelli, in quel momento meno simili ai miei che mai e poi andai anche io a casa. Sapevo la strada perché ricordavo il percorso fatto dalla chiesa e siccome questa era vicino la scuola sapevo tornare a casa.

Appena entrata capii che qualcosa non andava. La porta era aperta. Mio padre era girato e piangeva. Lo chiamai ma non rispose. Riprovai. Si girò verso di me, aveva una pistola. Me la puntò contro. “sei troppo uguale a lei…io non posso crescerti così. Solo lei poteva, io non so che fare…senza di lei…e tu che le somigli così tanto! Mi dispiace tanto, ma io davvero non saprei come fare…con una come te.”

Credevo volesse spararmi e chiusi gli occhi. Mi sbagliavo. Lo scoppio ci fu, ma non fui io a morire. 

il corpo cadde dalla sedia, dalla testa uscì una grossa chiazza di sangue. Sapevo che un colpo alla testa è mortale per chiunque così prima pulii tutto, poi chiamai lo zio. Avevo perso tutti e due i genitori nel giro di due giorni. Mia madre il giorno del mio compleanno. Mentre posavo la pistola, vidi nel cassetto un biglietto e un grosso pacco. Per me. Da parte loro. era un telescopio. L’anno scorso avevo ricevuto il microscopio. 

Era ormai sera, ma nel paesino di Eastwood, vicino Nottingham, la stelle si vedevano bene. E poi era il 18 novembre, la sera scendeva presto. Era già tutto montato. Lo puntai verso il cielo. La prima stella che vidi, la controllai sulla mappa del cielo di novembre e la ribattezzai Vyvith, come mia madre. 

E non potei fare a meno di pensare, che se tutto questo era successo, era per colpa mia. ma ancora non sapevo niente di quello che doveva ancora arrivare. e di quanto sarebbe stato doloroso, odioso, difficile e meraviglioso. 

grazie Lily.

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Capitolo 2
*** il tempo passa... ***


SECONDO CAP *questo capitolo richiama il primo ricordo di piton in la storia del principe, quello delle altalene.
 

 Quando arrivarono Lily e la sua famiglia io ero ancora al telescopio. 
Non ricordo bene come, alla fine trasportai alcuni dei miei averi più preziosi (libri, telescopio, microscopio, foto di mia madre) a casa di Lily.
 Mi sistemarono nella stanzetta con lei, primo perché petunia non voleva stare con un’orfana, secondo perché eravamo coetanee. Andai subito a dormire, l’ultima cosa che sentii fu “buonanotte Lily” detto da Lily. La cosa mi face sorridere un po’, il primo mezzo sorriso di questi giorni, e risposi con “buonanotte Lily” anch’io. 
Da quel giorno ogni volta che qualcuno diceva Lily ci giravamo entrambe e ridevamo tanto. Ridevamo così tanto insieme!
 Ma è ancora lontano il momento in cui la mia vita prende una leggera svolta verso il cambiamento in meglio. 
A scuola ero ancora più isolata, soltanto Lily stava con me. Da lontano sembravamo persino uguali, le uniche cose diverse erano il colore degli occhi e dei capelli.
 Sapevo che tutti conoscevano cosa mi era successo, che mi evitavano per questo, le maestre fin troppo gentili me lo ricordavano sempre. E sapevo che l’anno prossimo Lily avrebbe cambiato scuola, era un anno avanti a me.
 Ma non volevo pensarci. 
Con l’arrivo del natale, arrivarono le vacanze. 
Erano i primi di dicembre quando decidemmo di andare al parco giochi quello isolato, dove non va mai nessuno perché si diceva ci fossero i topi. 
Tunia non voleva ma alla fine l’abbiamo convinta. In pubblico lei faceva la mammina con me, ma sapevo che in realtà non le piacevo, con i miei libri e i miei discorsi e il mio umore. Pazienza. Tanto a me, non piaceva neanche lei con i suoi trucchi e le sue bambole.
 Lily, arrivate al parco, subito si gettò su una delle altalene dondolandosi sempre più in alto e in alto. Io mi sedetti sul tappeto di foglie secche, che tanto mi ricordavano quelle che avevo fatto volare. Le muovevo con le dita non accorgendomi del bambino dietro il cespuglio e la piccola lite delle sorelle. 
A quanto pare, ci andavano spesso ma la zia non voleva che Lily si dondolasse. “la mamma ti ha detto di non farlo Lily” alzai gli occhi e vidi mia cugina che praticamente volava e con leggerezza atterrò al suolo ridendo. 
“ma non mi sono fatta niente!” mi alzai in piedi. 
“come hai fatto?” dissi. O forse lo urlai. 
Indicandola, tutte le foglie che avevo toccato si librarono di nuovo sopra le nostre teste posandosi dopo un secondo sull’altalena di Lily e, ad un soffio di vento, si sparsero lontano. 
“tu come hai fatto!?” disse lei più sbalordita di me. Ci guardavamo con gli occhi sbarrati, sua sorella quasi furiosa.
 Lily prese un fiore e mi fece vedere cos’altro sapeva fare. I petali si chiudevano e si aprivano ed era davvero buffo vederlo. Presi il fiore ma al mio tocco i petali si staccarono uno per uno formando un cerchio intorno a noi due. Non sapevamo se ridere o no.
 Petunia però sapeva benissimo cosa fare. “non è giusto. Come fate?” sembrava molto..invidiosa.
 “è ovvio no?” disse una voce alle nostre spalle. Sobbalzammo tutte e tre.
"perchè ci spii?" chiese Tunia con rabbia. 
"non vi spio! non te, comunque. tu sei una babbana." ribattè. 
Era un ragazzino strano, con i capelli scuri, abiti mal assortiti, che a Tunia stava evidentemente antipatico, specialmente dopo l'insulto sconosciuto rivoltole, perché ci ordinò subito di seguirla. Ma io e Lily non ci spostammo. 
“cosa è ovvio?” chiese Lily. Il ragazzino disse con evidente difficoltà e quasi imbarazzo per la situazione, la parola strega. E aggiunse “anche tu lo sei” rivolto a me, sinceramente convinto. 
Io lo guardavo con diffidenza, Lily offesa, Tunia arrabbiata.
 Lui cercava di spiegare che non stava mentendo. “ sì è vero, voi siete streghe e io un mago. Non c’è niente di male, anche mia mamma è una strega…”
 non riuscì neanche a finire la frase, che la risata sprezzante e fredda di Petunia lo interruppe. “ma per favore! Tu un mago! So benissimo chi sei! Sei il figlio dei piton, quelli che abitano a spinners’ end” ci spiegò.
 io non sapevo cosa pensare. Non mi importava niente di dove vivesse, solo che non volevo che un ragazzino che non conoscevo mi venisse a prendere in giro per la mia situazione…e così decisi di seguire Petunia e Lily che si allontanavano chiamandomi. 
Un ultimo sguardo indietro mi rivelò lo sguardo sconsolato del bambino. Forse non stava mentendo, pensai.
O forse sì, ed era solo un modo per parlare con lei.
Non so bene come e perché, il giorno dopo andai da sola al parco abbandonato. Avevo una mezza speranza di rivedere lo strano bambino, ma anche e soprattutto di fare altri esperimenti con le foglie. 
Mi sedetti al centro del parco, davanti le due altalene. 
“che stupida!” dissi. Io non ho proprio fatto niente. Quelle maledette foglie sono mosse solo dal vento! Scoppiai a piangere, sapendo benissimo che il motivo non erano le foglie. 
Non so quanto rimasi così rannicchiata, forse mezz’ora, forse di più, ma ad un certo punto notai un bottone nero probabilmente caduto a qualcuno. 
Lo presi. 
Non sapevo cosa farmene e lo misi tra due foglie, come a fare un panino al bottone
 Lo lasciai cadere. 
Appena lo toccai di nuovo però, era diverso. Era più molle, come gelatina! Potevo modellarne la forma! 
Lo trasformai in una V, che al contrario si poteva anche leggere L. ero soddisfatta della mia opera quando spuntò fuori di nuovo il ragazzino del giorno prima. Si stava allontanando, ma l’avevo visto.
 Lo chiamai un paio di volte e lo rincorsi finchè non si girò. 
“ehi lasciami!” disse. 
“ehi, mi stavi spiando” ribattei.
“non è vero!” mentiva e lo sapevamo entrambi. 
“forse aspettavi qualcun altro…?” arrossì. 
“non preoccuparti” cercai di rassicurarlo. “ma la prossima volta non cercare scuse come quella di ieri per parlarle…”
 “non era una scusa! È vero! E lo sai anche tu. Ho visto come hai trasformato il bottone dopo che hai …” 
“pianto?” 
“…sì” era un po’ imbarazzato. 
“non importa. Allora…raccontami delle streghe. Come faccio a sapere che non stai mentendo?” per tutta risposta un bastoncino dietro di me gli arrivò in mano.
“ti basta come prova?” 
“per ora…” ci sorridemmo a vicenda. 
Mi raccontò tante cose, la scuola dei maghi, hogwarts, il preside, le magie, i libri, le pozioni e gli incantesimi. Perfino di un ministero e una prigione dei maghi! Ero sempre più sbalordita. Ma si stava facendo tardi. 
“oh è già buio” dissi, e anche lui era un po’ preoccupato. “scusa, devo proprio andare. Domani ci rivediamo alla stessa ora? Verrà anche Lily, lo prometto.” 
“oh beh..ok” era di nuovo arrossito. 
“ok! A domani Severus.”
 “a domani Lylith” non so descrivere bene le mie emozioni mentre tornavo a casa. Un po’ certo ero preoccupata della reazione della famiglia, un po’ non vedevo l’ora di raccontare tutto a Lily. Ero interessata e sì, forse persino contenta, dopo relativamente poco tempo. Ma quel ragazzino mi piaceva, era simpatico anche se un po’ scontroso a volte, come me. 
 Da quel giorno nacque la mia amicizia con severus piton, che per me, non finì mai.  

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Capitolo 3
*** un nuovo trio. ***


cap 3 Arrivata vicino il vialetto che portava a casa, capii quanto effettivamente potevo essere nei guai. Gli zii erano incredibilmente premurosi con me, per non dire oppressivi, quasi peggio di quelle care maestre a scuola che raggiungevano bene l'obiettivo di isolarmi ancora di più.

ma la mia preoccupazione era niente in confronto all'emozione di raccontare tutto a  mia cugina! bussai alla porta e, per fortuna, aprì lei.
 "ma dove sei stata?" non era tanto preoccupata per questo, quanto dalla reazione dei genitori. "perchè hai fatto una cosa talemnte stupida proprio oggi? potevi aspettare domani pomeriggio, sarebbero andati a prendere il the dai Prewett, ma grazie a te non si allontaneranno di mezzo metro!" aveva ragione..

"ops...a questo non ci avevo pensato!" entrando in salotto, mi accolsero grida e abbracci soffocanti.

"oh cara, sei tornata! com'è bello rivederti! non devi vergognarti per quello che provi, sappiamo cosa stai passando... ma ricorda che la morte non è la soluzione! ci sono persone che ti vogliono bene, alle quali arrecheresti solo altro immenso dolore! non scappare più!" stavo quasi per ridere all'assurdità di quel pensiero.

"zia, non ho istinti suicidi, non preoccuparti. avevo solo voglia di stare un po' da sola..niente di più, davvero. ma prometto di non uscire più senza avvisare." non era abbastanza convinta dalle mie parole.

"basta, non pensiamoci più! l'importante è che tu sia qui adesso. vai a farti una doccia e poi scendi per la cena e subito a dormire. Tunia, Lily, aiutatemi ad apparecchiare.

La sera passò in fretta. finalmente, riuscii a parlare con mia cugina di quello che era successo.

"...e così gli ho promesso che domani saremmo andate tutte e due al parco. ah, a proposito, questo è il bottone ch eho trasformato. guarda è una L. per te, se vuoi." lei lo prese, ma aveva una strana espressione.

"Lily...grazie ma...ecco, ad essere sincera, non credo sia una buona idea. voglio dire, andare e rivedere quel ragazzino."
 "Severus" la corressi.
"si, Severus, d'accordo. ma resta il fatto che..."

 "oh, andiamo! ti sei fatta convincere da tua sorella, vero? ti avrà detto un sacco di sciocchezze, perchè le credi? pensavo fossi più intelligente."

"non c'entra niente! mi ha detto delle cose...se tu le sapessi...capiresti che è meglio lasciare perdere un bambino così. ha tanti problemi a casa e..."

 "per favore! allora io? non so quali siano questi problemi, ma di sicuro non sono un motivo valido per non parlare!" ero arrabbiata. come poteva lei, tanto gentile con me e con tutti, farsi condizionare così? "sai che ti dico? fa come vuoi. io domani ci vado. buonanotte"
 "...buonanotte." ma nessuna delle due dormiva.
 non volevo piangere di nuovo, ma era impossibile credere che lei mi stesse abbandonando così.

Era mattina presto quando vidi una sagoma davanti a me.
"Lily...se ti fa piacere, vengo." l'aveva sussurrato, ma l'avevo sentita. poi scese subito le scale, con me a pochi passi dietro. la colazione fu noiosa, soprattutto per Petunia, che cercava di intromettersi in tutto. quando accennammo all'idea di andare a giocare di pomeriggio, lei capì che intendevamo il parco abbandonato.
"Lily! perchè volate tornare là eh? non avete capito quello che ho detto? non dovete parlare con quel ragazzino!" cercai di ignorarla, ma mi fu difficile tenere a freno la lingua.
"se proprio non ti piace, non venire. anzi, ci fai un favore." divenne rossa dalla rabbia.
"bene!" strillò.
 perfetto, pensai. 
Arrivammo al luogo dell'appuntamento, io impaziente, lei esitante. "non c'è nessuno"
rumore di foglie.
 "...ciao"
 "Severus! come stai?"
 "...bene."
"..perchè non racconti anche a lei le cose sulla magia?" lo incoraggiai. in quel momento vidi uno scoiattolo e quasi involontariamente, lo seguii, con gli altri dietro.

 "dove vai? oh." lo scoiattolo ci aveva portati in una piccola radura, anch'essa isolata.
"posto perfetto per parlare" esclamai con un sorriso. ci seddemmo a cerchio e ascoltammo tutte le cose che Severus aveva da dire.
alcune le avevo già sentite e quindi a volte mi alzavo per esplorare un po'.

"...ma siccome i tuoi genitori sono babbani, oltre alla lettera arriverà qualcuno della scuola per spiegarglielo." aveva concluso. parlava quasi solo con LIly, e la osservava.
 era molto pallido, più di me e aveva capelli e occhi scurissimi, spesso tristi, ma in particolari momenti gli si accendevano, sembrava molto fiducioso nel proprio destino.
"è diverso se si è figli di babbani?" chiese. lui ci riflettè un attimo
"...no. non è diverso."
 "ah, meno male." a quel punto io sentivo il bisogno di confidare a quello strano bambino  e a Lily quell oche sospettavo da ieri.
"io... penso che mia madre fosse pure una strega. in realtà non me l'ha mai detto, ma proprio il giorno del mio compleanno faceva discorsi strani, su me e mio fratello...prima di..morire. era in una specie di laboratorio segreto, pieno di strani igredienti e...credo stesse facendo una pozione." non sapevano cosa dirmi.

"il giorno del tuo compleanno è quando..." comiciarono incerti.
"si, ma non guardatemi così! non sto cercando un po' di conforto, o di aggrapparmi a qualcosa per ricordarmi sempre di lei, tanto non può tornare, nè vedermi. sto solo dicendo...che...insomma, potrebbe essere vero." guardai sconsolata gli altri due. "ma..ormai sono morti tutti e due e io non vivo più nella mia vecchia casa. come farà ad arrivare la mia lettera...e a chi lo spiegheranno?" a quel mio dubbio Severus stava quasi ridendo.

 "ma ti arriverà lo stesso! hai un sacco di magia tu, e anche tu!" disse rivolto a mia cugina. "ma noi riceveremo la lettera prima di te, quindi potrai dirglielo tu stessa." ero un po' più rassicurata, ma delusa dal fatto che non prendessero sul serio le mie supposizioni. "grazie. adesso siamo amici quindi?" chiesi.
"ma certo che lo siamo!" rispose Lily.
 il suo sorriso rispecchiava quello di tutti e tre, sebbene nè io nè tantomeno lui sapessimo cosa volesse dire avere un amico.

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Capitolo 4
*** la spia ***


capitolo 4
   Tornate a casa, io e Lily non facevamo altro che parlare della giornata trascorsa.
 Ero molto contenta che anche lei si fosse divertita, non solo per soddisfazione di avere ragione.

“Lily...” mi disse, dopo l'ennesima risata sul nostro futuro da streghe. “sono felice di essere venuta, avevi ragione tu, non ci si deve fidare dalle apparenze...o da quello che dice la gente superficiale.”

 “di niente.”
la vera identità di mia madre però rimaneva l'enigma che più mi interessava di svelare. Più di andare a scuola dei maghi, più di avere una bacchetta o fare pozioni. Era davvero una strega? Quel giorno mi stava per svelare il suo segreto?
 Forse non l'avrei mai saputo.
Cosa che ci fece sentire meglio, soprattutto a Lily, fu che Petunia voleva fare pace. Non che mi importasse qualcosa di lei, ma era soltanto una scocciatura litigare con la persona che ti ospita, perciò quella sera giocammo tutte e tre insieme a monopoly.
Chissà com'erano i soldi dei maghi. Severus li aveva chiamati con strani nomi.

Verso le undici, eravamo tutte stanche e andammo a dormire.
 quella notte i miei sogni diventarono veri e propri incubi: tutte le notti fino alla precedente avevo sognato i miei genitori che sorridevano e mi venivano incontro, ma non riuscivo a raggiungerli: quando ero vicina da toccarli, loro diventavano sempre più trasparenti fino a svanire.
 Ma stavolta, sognai di essere io la loro carnefice, di premere un bottone per far esplodere la stanza con mia madre dentro, ridendo e di prendere una pistola e sparare dieci volte, per poi uccidermi.

Mi svegliai in un bagno di sudore e lacrime silenziose e salate. Per fortuna, Lily dormiva ancora. I giorni seguenti li passammo di mattina con Tunia, di pomeriggio con Severus, ma le mie notti erano popolate da misteri che mia madre era sul punto di svelarmi e poi, puntualmente moriva gridando che era colpa mia.

Fu così per circa una settimana, poi cominciò di nuovo la scuola e i miei sogni si calmarono un poco.

La scuola era cominciata da poco, era uno di quei pomeriggi in cui il nostro piccolo gruppo si riuniva e immaginavamo le nostre vite magiche, oltre a consolarci a vicenda per le nostre situazioni e paure.

Per la prima volta Severus aveva detto un po' su di sé e la sua famiglia e capivo cosa intendesse Lily con 'problemi'.

 avrei tanto voluto conoscere sua madre, un'altra strega, che magari poteva rispondere alle mie domande, ma lui non ne voleva sapere di farci anche avvicinare a casa sua.
 Credo volesse così perchè si vergognava.
 I nostri rapporti erano di pura amicizia, sentivo che niente avrebbe potuto infrangere questa perfetta sottile ma resistente corazza di cristallo che ci proteggeva quando eravamo insieme, noi, i ragazzi strani. Cominciavo persino ad essere quella di sempre con loro, allegra e ironica, forse un po' troppo anche con gli altri, che non capivano il mio sarcasmo...specialmente Petunia.
 Forse era stato Sev a contagiarmi il suo strano umorismo.

Lui e Lily in quel momento stavano parlando ancora di Azkaban e dei dissennatori, così io mi alzai e provai a far cambiare colore alle foglie, da gialle a rosse, con tutta la  concetrazione immaginabile.

Rivolsi uno sguardo ai due seduti. Lei muoveva il bastoncino che ci eravamo costruiti tutti e tre il giorno prima come una vera bacchetta.


 “... Severus. Non ci stai prendendo in giro vero? Tunia dice che racconti solo sciocchezze...” non ci potevo credere. L'aveva detto a sua sorella? Sicuramente quando io non ero presente.

 “È vero per noi, non per lei. Noi tre riceveremo la nostra lettera, molto presto.” aveva detto che l'istruzione dei maghi cominciava ad undici anni.

Era già gennaio e tra pochi giorni sarebbe stato il compleanno di Lily. Il che voleva dire che il prossimo settembre loro due sarebbero andati a Hogwarts...senza di me, che avrei dovuto aspettare un altro anno. Mentre ognuno era assorto nei suoi pensieri, sentimmo un rumore provenire dagli alberi e una figura di ragazzina emergere dal fogliame.

“Tunia!!” Lily era sorpresa, ma non sembrava arrabbiata, Sev era a dir poco furioso. Io sbalordita.

 “Chi è la spia adesso?!” lei non sapeva come ribattere e si vedeva e disse qualcosa di poco carino o almeno così credetti, sul suo abbigliamento. Allora si sentì un grosso CRAC e il ramo più grande le cadde addosso.
Scoppiò a piangere e si dileguò.
Adesso Lily era arrabbiata con lui. “Sei stato tu!”
“no...” mentiva ovviamente.
“sì invece! Le hai fatto male!” e seguì la sorella. Io non sapevo cosa fare.

 “...io la odio. Petunia. Ma...non avresti dovuto farle male.”

 “ti ho detto che non sono stato io!” era insolente. Sospirai.

 “Sev, non mentirmi per favore. Lo so che è insopportabile, ma è comunque..”

 “insopportabile? Davvero? Credevo avessi detto che la odiassi. Così le fai un complimento.” il suo caro umorismo nero.

 “è comunque sua sorella.”

“e con questo?” faceva proprio finta di non capire.

 “io abito a casa sua.”

 “ah certo, ti preoccupi che ti sbattano fuori di casa?” non lo diceva con cattiveria.

 “perchè in quel caso tu non mi ospiteresti, dico bene?”

 “già. Puoi andare direttamente da Silente.”  era facile ridere con lui. Nessuno capiva quando diceva sul serio e quando no, solo chi lo conosceva davvero. E ho la fortuna di dire che io sono tutt'ora una di quelle persone.

 “comunque penso che sarebbe carino se tu le chiedessi scusa. Meglio prima che dopo. E anche a Lily per averle mentito.”

 “certo, se lei chiede scusa a me per quello che ha detto. E lo farà solo se in cambio le promettiamo una pozione di bellezza. Le servirebbe.”

 “lo potrebbe fare, solo se le chiedi pima scusa tu.”

 “scordatelo. Io vado a casa.”

 “ehi! Avanti facciamo così: io vado a vedere com'è la situazione, domani ci vediamo prima, a casa di Lily, e farete tutti pace.”

“farete? E tu allora? Non hai mosso un dito per aiutarla e non ti sei accanita contro di me...anche tu dovrai scusarti.”

 “se ce ne sarà bisogno, io lo farò oggi stesso, ma io non vedo alcuna falla nel mio comportamento.”

 “presuntuosa.”

 “da che pulpito.”

 “...ok, facciamo così. A domani Lily.” e ci incamminammo verso le nostre case, in direzioni opposte.

 "ah eccola, la traditrice!” la voce stridula di Petunia si sentiva anche dalla porta d'ingresso. “perchè non sei rimasta con il tuo amichetto stupido?”

 “...forse perchè vivo qui. Semplice supposizione eh.” si voltò dall'altra parte. “potrei sapere perchè la spiona è arrabbiata con me?”

 “perchè mi chiedi?? forse perchè vivi qui. Semplice supposizione eh.” insopportabile copiona.

 “appunto. Non ti ho tirato un ramo addosso né insultata.”

“non mi hai difesa! E io vi avevo detto che quello è un poco di buono.”

“cosa c'è, vuoi che ti chieda scusa?”

 “beh sì!”

“scordatelo. Io non ho fatto niente. Piuttosto, perchè non fate pace tu e Severus, domani magari?”

 “NO!!!”

 “Lily...non pensi che abbia esagerato?” me lo chiese in un sussurro. Era evidentemente scossa per l'azione del nostro amico.

 “...si. Ma vuole chiedervi scusa a tutte e due. Non l'ha fatto apposta, sai come sono queste cose...non le possiamo controllare.”

 “oh beh...se è dispiaciuto, per me va bene fare pace. Per lei...”

 “NO!!” uscì dalla stanza, dalla madre.

 “io ci ho provato. Tanto non credo sarà una grande perdita...piuttosto, tu perchè le hai raccontato tutto?”

 “oh...scusami Lily, lo so che non volevate, ma ti giuro, non le ho detto niente di tua madre...solo della magia.” era davvero dispiaciuta.

“non fa niente, dai.” ci abbracciammo forte. “pensi che potremmo ancora uscire?”

 “onestamente no. Mamma sta diventando sempre più apprensiva.” era quello che pensavo anch'io.  Infatti da quella sera, non ci permisero di andare più nel parco a giocare.

“se proprio volete stare con questo bambino, invitatelo qui. Ma se è davvero antipatico come dice Tunia allora non voglio che nessuna di voi lo veda più” dietro le sue spalle Tunia aveva un sorriso malizioso, certa di vincere la scommessa.
 “va bene.”
 speravo tanto che Sev non avrebbe perso le staffe il giorno dopo, non sapevo come avremmo fatto senza l'amicizia l'uno dell'altra.

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Capitolo 5
*** finalmente la lettera ***


5     Quando il giorno dopo vidi Sev alla porta di casa, mi ero già scordata le condizioni poste dalla mamma di Lily.

Naturalmente, la sua cara sorella ci ricordò tutto con la sua gentilezza.

Avrei scommesso qualunque cosa che lui non avrebbe mai accettato, ma se l'avessi fatto avrei perso, perché, con sorpresa di tutti, si mostrò molto più affabile del solito.

 Fu un vero tesoro e, nonostante il suo aspetto cupo e a volte triste, non provocò reazioni negative da parte degli zii, che infatti non fecero più storie sui nostri pomeriggi, tranne qualche volta in cui insistevano che restasse a merenda. Una cosa che però avevo previsto e che si avverò, fu la perenne lite tra Tunia e Sev, che non finì neanche molti mesi dopo l’incidente del ramo d'albero.

    Infatti, passammo tutto il periodo scolastico e l’estate di quell’anno insieme, senza Petunia intorno, con le nostre magie che si sviluppavano sempre di più, non sapevamo neanche noi come e io stavo davvero bene con loro.
Cercavo di non pensare più al giorno del mio compleanno, anche se non sempre ci riuscivo, i ricordi non mi devastavano più il cuore, erano solo nostalgici.

E avevo imparato, grazie al mio amico, che non potevo assumermi la colpa di ciò che era successo.
 Parlando, avevo scoperto che anche lui si sentiva in colpa per come andavano le cose in casa sua, e aveva purtroppo imparato a rassegnarsi e a fuggire ogni qualvolta cominciavano a urlare.

    
    Arrivò, un giorno d’estate, precisamente il 31 luglio, posta per Lily.

 Sapevamo cos’era: la lettera tanto aspettata di Hogwarts! la lessimo insieme ad alta voce:

“cara sig. ina Evans siamo lieti d’informarla che è stata ammessa alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, dove seguirà le lezioni a partire dal giorno 1 settembre.

 L’espresso per la scuola partirà da Londra lo stesso giorno, domani invece riceverà una visita da parte di un rappresentante della scuola.

Alleghiamo inoltre la lista dei libri e dell’occorrente per la scuola, cordialmente Albus Silente…"

"si, si, si…vediamo: bacchetta, calderone in peltro, si questo lo sappiamo…ah! Guarda quanti libri! E io dovrò aspettare ancora…” ero un po’ invidiosa, lo ammetto.

“chissà se Sev l’ha ricevuta pure!”

 “hai ragione!”dissi.

“per forza!”.

 Facemmo vedere però prima la lettera ai genitori di Lily senza dire nulla di me o di Sev.

Inutile dire che Petunia ci guardava malissimo, ma non saprei dire se in quel momento fosse più arrabbiata per la gelosia e l’invidia nei nostri confronti o volesse solo infastidire.

Comunque sia, passò mezz’ora buona a dire cose senza alcun senso logico sulle streghe delle favole per bambini.

Per fortuna, gli zii erano entusiasti di Lily: “abbiamo una strega in famiglia! Non è meraviglioso? Dai Tunia, sii felice per tua sorella!”

“è una spostata! Un mostro! Non esistono le streghe! È uno scherzo!” strillava ed era rossa. Non potei sopportare oltre quella scena pietosa, così uscii.

In quel momento stava proprio per venire Severus, vedevo il suo puntino nero in lontananza. “è arrivata la lettera?” chiese concitato.

“si…ma non ti conviene entrare adesso. Petunia sta dando il peggio di sé. Prova tra un quarto d’ora minimo.” Fece un mezzo sorriso.

“…i tuoi come l’hanno accolta?”

 “nessuna reazione. Cioè. A mio padre non l’ho nemmeno detto. Tanto lo sapeva da prima che sono come la mamma. Lei però è ancora depressa. Hanno litigato di nuovo sai, ieri sera, quindi non credo le importasse di molto altro…lo odio. Litigano sempre, ma lei non è capace di farsi valere. Solo succube. Tranne quando prende le sue pozioni. Che schifo.”

 “mi dispiace molto Sev. non sai quanto... Se non ti va, non rispondermi più.”

 “così è peggio. Non riuscirei a sopportarti sapendo che muori dalla voglia di spettegolare.”

“divertente davvero. D’accordo che gli amici devono sostenersi e tirarsi su il morale a vicenda…ma non sono una cavia per battute ironiche, soprattutto marchio “Severus”

 “oh, sta tranquilla, questa l’avevo presa da Petunia…”

“povero te. comincio a pensare che…”

“finalmente Tunia ha smesso! Sev! Anche tu la lettera?” Lily era raggiante e il suo entusiasmo illuminò il viso di lui, molto più di qualche battuta sarcastica con me.

 Pensai quindi di tornare a casa e lasciarli a parlare del loro prossimo anno a Hogwarts senza di me.

Mi chiusi nella mia stanza e le lacrime cominciarono  sgorgare silenziosamente così che quasi non me ne accorgessi.

Mi sentivo più sola che mai. Avevo appena trovato degli amici con cui speravo di poter stare sempre insieme e improvvisamente mi rendevo davvero conto di quanto siano lunghi nove mesi e che durante questi, loro si sarebbero avvicinati di più, ma allontanati da me.

 Da quel giorno nacque in me un piccolo pensiero, che mi avrebbe spesso ronzato in testa, specie in certi periodi, a cui detti ascolto definitivamente dieci anni dopo per poi pentirmene, ma che non ho mai abbandonato veramente:

 se ci si affeziona, si finisce col soffrire. Le persone che pensi non ti lasceranno mai finiscono col farlo, prima o poi. Quindi è meglio non affezionarsi a nessuno.

In tutta la mia vita, altro non ho fatto se non vivere in funzione di questo pensiero, a volte abbracciandolo completamente, altre aborrendolo, altre accogliendolo solo parzialmente.

 Posso quindi dire, che mi sbagliavo.

 Ci sono sempre persone pronte ad accoglierti, dopo che altre ti hanno lasciato. Io e Sev ci siamo accolti a vicenda, quasi venti anni più tardi; la storia che vi sto per raccontare parla proprio di questo.

    

    ----| Grazie a tutti quelli che hanno letto fin qui! Spero seguiate ancora Lylith e di avervi messo un po’ di curiosità in più… baci! |---

 

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Capitolo 6
*** prima e dopo la partenza ***


Grazie davvero a tutti quelli che hanno inserito la storia nelle seguite e nelle preferite. spero vi piaccia questo capitolo!


L’indomani pomeriggio arrivò la visita nient’altro che da Albus Silente! All’inizio si rivolse per lo più ai genitori di Lily, per chiarire meglio sulla scuola e cose “burocratiche” come chiamavo io le cose noiose.  “…e quindi ci rincontreremo il 1 settembre, Lily. Goditi il resto delle vacanze estive.” Si alzò, era sul punto d andarsene. Dovevo dire qualcosa? In tal caso, era quello il momento giusto.
“signore…” cominciai, ma non sapevo come continuare.
“Si, Lylith?” disse con gentilezza.
Non avevo ancora detto il mio nome. “lei mi conosce?”
“anche tu mi conosci da prima che venissi, se non erro.” Cosa? Come faceva a saperlo? “ho incontrato l’altro giovane nuovo studente di Hogwarts, il vostro amico. Mi ha…come dire, avvisato che eravate già informate di molte cose. Ma come sai, dovrai aspettare ancora un anno prima di poter venire…” “si, lo so questo! Volevo solo sapere se quello che sapevo fare era magia o meno. Quindi devo dedurre che…anche io sono una strega?”
“direi proprio di si. Riguardo l’altra questione invece, non ritengo che questo sia il momento né il luogo adatto, sono piuttosto di fretta. A presto.” Sorrise ed uscì. Credo sapesse che gli volevo parlare di mia madre. Forse non voleva farmi illudere ancora ma nemmeno frantumare completamente le mie speranze. Comunque dopo che uscì, io e Lily raggiungemmo Severus. Non ci curammo di un’imbronciata Petunia alla finestra che spiava gelosa. Severus! Era stato lui a dirgli anche di me…questa è una cosa da amici giusto? Preoccuparsi e prendersi cura l’uno dell’altro. Penso di si. Cosa avvenuta nel peggior momento possibile o quasi, perché ero nella fase di preparazione all’isolamento dopo questa ‘pausa’. Non appena lo vide Lily lo abbracciò. Inutile dire che la cosa lo sorprese piacevolmente tanto da abbracciare anche me.
Mai giorni seguenti furono per me molto duri. Ero divisa in due, un dilemma enorme per una bambina di 9 anni: preoccuparsi per il futuro. Da settembre a giugno, cosa avrei fatto? Era meglio isolarsi per poi stare solo con Lily e Sev, oppure cominciare a cercare di avere un minimo legame con persone che…beh, non avevano niente in comune con me.
 
Circa una settimana prima dell’inizio della scuola di magia, Lily decise di andare a comprare l’occorrente, ma io non andai: avrei tanto voluto, ma Silente aveva disposto il viaggio con la polvere volante per tre persone sole, siccome gli zii, apprensivi come al solito, volevano entrambi andare, io rimasi a casa. Per fortuna Tunia era fuori con le amiche. Per fortuna, perché stavo proprio cercando un libro nella sua stanza, quando una busta appena lasciata cadere da un gufo grigio che volò subito via, catturò la mia attenzione. Lei odiava i gufi. C’era un’unica spiegazione.
La curiosità era troppa, non mi posi nemmeno il problema e la lessi.
cara Petunia, grazie di aver scritto, ma purtroppo non posso far nulla per cambiare le cose. Non possiamo scegliere di nascere con o senza poteri magici, né possiamo toglierli ad alcuni per darli ad altri. Quindi mi rammarico di dirti che non è possibile frequentare una classe ad Hogwarts per i fratelli e sorelle degli studenti, ma è un’idea che adotteremo per altre occasioni, se ancora vorrai, per esempio le gite al villaggio. I migliori auguri  per la tua vita che, anchese senza poteri magici, non vuol dire non sia speciale.  Albus Silente.Cavolo, troppo gentile. Non se lo merita quella.” E feci una cosa cattiva. Copiai la lettera per riderne con gli altri.
La sera io e Lily ci buttammo sui libri, bacchetta e ingredienti, eravamo eccitate e impazienti e ci addormentammo tra questi. La reazione di Sev alla lettera di Tunia però fu strana: “è impossibile! Non può avere contatti con i maghi! Con il preside!”
“guarda tu stesso. L’ho copiata io stessa.” Lesse velocemente. “incredibile.” Sentenziò. “ahah, lo so.”
 
Il giorno prima la partenza aiutai Lily a fare la valigia e  poi passammo il giorno con Sev. “Lily…sai, senza di te sarà..” non lo lasciai finire. Certo mi faceva piacere che adesso ci parlasse così spontaneamente, ma non volevo rendere quello che mi aspettava ancora più doloroso. “un sollievo?” scherzai. “senza dubbio.” Sorrise. “ma sarà anche un po’ monotono.”
“Lily, ti prego, non voglio che ti senta sola…ti scriveremo ogni giorno, così sarà come adesso!”
“oh no, è una minaccia? Ahah. No, davvero. Starò bene. Mi mancherete, è ovvio, ma ci rivedremo!”
“anche tu ci mancherai tanto, Lylith.”
“a proposito, io…domani non verrò alla stazione.  Io.. non c’è posto in macchina. E poi non mi sveglierei in tempo.”
“il treno parte alle undici, come hai ricordato tu stessa due giorni fa leggendo sul biglietto.” Il caro, ironico, Severus.
“è uguale. Insomma, non verrò.”
“come vuoi.”
“si. Perciò…buon viaggio e buon anno scolastico. E…”
“si, ho capito. Anche a te.”
“ti voglio bene Sev.” Ma lo dissi quando mi ero già allontanata. In fondo, mica partivano per sempre!
“Lylith, ti voglio bene.”
“Lo so Lily. Anche io. Buonanotte.”
 
Mi svegliai alle undici. Erano appena partiti a quell’ora.  Trovai un loro bigliettino che chiusi in un cassetto senza leggerlo. Poi passai il giorno a pensare, riflettere, dormire. Gli zii tornarono per l’ora di pranzo, allegri ma un po’ preoccupati al loro solito, Tuniaperò era furiosa. Penso avesse pianto e la evitai come potevo: non volevo sentirla lamentarsi delle sue stupide gelosie verso Lily e Sev.
Ma prima di andare a dormire non resistetti: scoppiai a piangere silenziosamente, imponendomi che questa era l’unica volta che sarebbe successo.
 
Nel pomeriggio, ricevetti una lettera dai miei amici a Hogwarts.
 

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Capitolo 7
*** di nuovo insieme ***



 
 
 
 
 
 
Alla fine Tunia aveva scoperto che noi sapevano della lettera e lei e Lily avevano litigato come mai prima d’ora. In più, raccontavano (in realtà Lily raccontava, Sev si limitava ad accennare qualche fatto concisamente) che subito si erano dovuti separare perché il cappello parlante li aveva smistati in case diverse. Erano abbastanza scontenti entrambi, non saprei chi dei due di più, se Sev perché vedeva un ostacolo insormontabile nel restare amici, o Lily perché era finita con i ragazzi con cui aveva avuto una piccola “discussione” in treno. Potter e Black. Si capiva fin dal primo giorno che erano due pesti insopportabili e arroganti pieni di sé.
Continuammo a mandarci lettere a vicenda e addirittura mi mandarono per il mio compleanno dei dolci stranissimi (gelatine al gusto perfino di legno!) e per natale un bigliettino creato orgogliosamente da loro due per me, da cui si staccava un pupazzo di neve e girava per la stanza.
Insomma, l’anno passò in fretta per loro, che si scoprirono molto bravi in tutte le materie (a quanto ne diceva Lily, Sev era un genio), restando amici inseparabili. L’unica pecca erano Potter e i suoi amichetti che continuavano ad infastidire tutti, specialmente Severus.
 
Così giunse al termine la scuola per me e per loro e non vedevamo l’ora di riabbracciarci! Li trovai a casa la sera, tornando dalla piccola festa a cui ero andata controvoglia. Le cose erano andate da sé a scuola, io rimasi un’emarginata da molti, m scoprii che non era poi una tragedia. La gioia che provai fu indescrivibile, Lily già piangeva! Nelle vacanze estive mi raccontarono tutto quello che potevano su Hogwarts, le lezioni, i fantasmi, i professori, le feste e mi insegnarono tantissime cose che avevano imparato, purtroppo solo in teoria, perché era proibito fare magie fuori dalla scuola. “…si, esatto la formula è quella. E gli oggetti volano! All’inizio proverai a levitare solo una piuma, ma poi arriverai anche a bauli, calderoni pieni…e attenta a non rovesciare la pozione! A proposito, Sev è un genio in pozioni! Sa tutto, diglielo tu!”
“per le pozioni ci vuole una certa abilità e capacità nell’intuire l’esatta composizione degli ingredienti e quindi prevedere ed evitare disastri se mescolati tra di loro. Per il resto basta seguire le istruzioni.”
“modesto come al solito. E noto anche che sei rimasto il solito intellettuale…”
“beh si, comunque lui non le segue mai le istruzioni!”
 
In questo modo passammo i giorni di vacanza. Fino a che… “Lilyyy! Lyliiiiith! Guardate! C’è la lettera di Hoggwars!!” beh, dai, me lo aspettavo. “Hogwarts, mamma.” La corresse Lily. In realtà non c’era nulla di nuovo, però non c’era nemmeno la polvere volante per andare a comprare le cose.
“..come pensi di andare a comprare la bacchetta e i libri?” chiese Lily pensierosa.
“ah se non lo sai tu…”
“non c’è nemmeno nessuno che ci accompagni!”
“…”
“..perchè quell afaccia? A che stai pensando?”
“beh ecco, in realtà ci sarebbe qualcuno che deve comprare libri e altro. Però questo qualcuno dovrebbe essere molto persuaso.”
“ah. Ti riferisci a Sev. Chiediamoglielo allora!”
Con nostra sorpresa e soddisfazione, lui sembrava per niente contrariato dalla proposta. “stavo proprio pensando a come avreste fatto. Generalmente non si manda polvere volante in busta sapete. Io dovrei andarci con mia madre tra tre giorni. Possiamo anche partire da casa mia, tanto mio padre torna sempre la sera tardi per non fare dormire nessuno con le sue urla.”
“a tuo papà non piace la magia?” chiesi, anche se potevo intuire la risposta.
“non gli piace praticamente niente.” Lo disse con un sorriso amaro e mi venne voglia di abbracciarlo stretto, il mio amico Severus.
 
Il paese di Diagon Alley era semplicemente favoloso. Sembrava surreale, con le sue vetrine e le sue viuzze. Purtroppo nessuno di noi poteva permettersi chissà che cosa, infatti io non comprai quasi nessun libro, avrei usato quelli di Lily che a lei non servivano più, comprai solo un vecchissimo libro su cui erano descritti moltissimi ingredienti di pozioni (come regalo anticipato da parte degli zii) e i libri di storia della magia ed erbologia. Avrei voluto avere un gatto nero, ma gli animali costavano tanto. Invece mi serviva il calderone, una divisa nuova (una me la poteva prestare Lily) e la bacchetta, la cosa che forse mi interessava di più. Il venditore era un ometto strano, Ollivander. Non si capiva esattamente cosa stesse pensando, con le sue affermazioni ambigue. Lily e Sev mi accompagnarono, curiosi.
“ahh, salve sig.ina Evans, sig. Pitone benvenuta lei, sig.ina Evans. Aspettavo di conoscerla! La cugina, suppongo.”
“si…”
“sa, ricordo come fosse ieri la bacchetta venduta  a sua madre: 8 pollici, noce, corde di cuore di drago e radici di asfodelo norvegese.”
“..mia madre? Vuol dire che quindi era una strega!”
“ovvio. Ha comprato una bacchetta. Ma pensiamo a lei oggi…vediamo: 10 pollici, quercia corde di cuore di drago ed essenza di menta. Agitala!”
Feci esplodere lo specchio che non rifletteva nulla sulla parete. “oh mi dispiace! Non volevo..”
“va bene, va bene, riproviamo…10 pollici e mezzo, agrifoglio, pietra di luna.”
Stavolta feci saltare via i cassetti della scrivania. Io ero scioccata, mentre gli altri due che osservavano la scena ridevano. “mi chiedo se…beh, dovrò pur venderla questa. Ce l’ho in negozio da minimo 20 anni. Provala. 9 pollici, molto elastica, ciliegio, un solo crine di unicorno avvolto oro puro e diamante liquidi.” stavolta sentii un calore dalla punta delle dita espandersi in tutto il corpo. “oh bene! Complimenti, ma è la bacchetta che sceglie il mago. La strega! 14 galeoni grazie. Finalmente ha trovato qualcuno che vada a suo genio!” era stranamente allegro.
 
Tornammo a casa dopo quella bella giornata e salutammo la sig.ra Piton, che insieme a Sev mi guardava strano. “ scusate, ma che c’è?!”
“…nulla.” Lei era anche più riservata del figlio.
“Severus mi ha solo detto che hai una bacchetta con la mistura di oro e diamante liquidi.” Io neanche lo ricordavo. “ehm, si giusto. Quindi?” guardai interrogativamente Sev. “quindi…queste bacchette sono molto rare. Hai visto, Ollivander l’aveva in negozio da 20 anni.”
“…quindi?” mi stavo innervosendo.
“quindi è solo che spesso chi possiede queste bacchette è capace di controllare una delle quattro forze primordiali che controllano il mondo – aria, acqua, fuoco, terra. Voglio dire, chiunque desidererebbe poter creare tifoni o allagamenti e cose così. Credo che qui in Inghilterra ce ne siano solo 10, te esclusa. Cosa pensi di controllare?” aveva una luce negli occhi…di chi è avido di sapere, molto interessato.
“…niente, penso. Non controllo proprio niente. Quella bacchetta si sarà stancata di aspettare la persona giusta ed ha ‘scelto’ il primo che è capitato. Fine.”
“io invece penso sia la terra! Tu muovi le foglie involontariamente, ti ricordi? Le foglie…boh sono cose che stanno in terra”
“in realtà, è più un fatto di agenti atmosferici o fenomeni naturali. Terra, di solito equivale a scosse di terremoto o..”
“allora l’aria. Quando faccio una magia di solito arriva il vento, sempre da est. Per questo riesco a far muovere le foglie…perché il vento che le trattiene si muove nella direzione che indico io. Credo.”
“fantastico! Non ho mai conosciuto una persona che controlla l’aria! Di solito il fuoco o l’acqua. E di solito si tramanda in famiglia. Come si chiamano mamma…?”
“guardiani degli elementi. Saprai fare grandi magie, Lylith.”
“wow. Ehm, grazie.”
“penso sia tardi però adesso, è meglio se torniate a casa vostra. Buonanotte.”
“buonanotte. A domani Sev”
 
La prossima settimana sarei partita anche io per Hogwarts. Lì avrei trovato informazioni su mia madre e questi guardiani, ne ero certa.
Petunia, nonostante avesse ricevuto tantissime lettere di scuse da parte di Lily durante l’anno, e anche adesso di persona (anche da parte mia) semplicemente ignorava tutto quello che avesse  a che fare con noi o con la magia. Forse era meglio così per me, ma Lily soffriva…erano sorelle dopotutto.
 
Il giorno della partenza arrivò, attesissimo. Avevo sentito tantissimi racconti dai miei amici, ma in realtà non sapevo cosa aspettarmi e non vedevo l’ora di scoprirlo.
 

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Capitolo 8
*** il primo anno ***


Ciao a tutti! Spero che finora vi sia piaciuta la fiction (e che non vi siate confusi tra Lily e Lylith!! XD) ma sono di fronte ad un dilemma: questa è la mia prima fiction come avrete capito, e non so se sia meglio fare una storia unica con mooolti capitoli, oppure una serie di sue fiction! Vi prego aiutatemi! XD e grazie di avere letto fin qui :)




Arrivammo alla stazione alle 10.30, per fortuna Lily mi aveva convinta a fare il baule prima, così eravamo in perfetto orario e con noi c'era Sev, ovviamente.
Attraversammo il muro di mattoni che portava all'espresso tra raccomandazioni ed abbracci e salimmo sul treno. Non ci potevo credere. Non riuscivo a fare altro, un solo pensiero mi ronzava in testa :Lylith, stai per andare ad Hogwarts. Ed era tutto vero! Non essendo capace di intendere né di volere, seguivo Lily e Sev che cercavano uno scompartimento. ne trovammo uno libero, ma appena seduti, entrarono dei ragazzi. “ehi, Evans, ti disturba se ci sediamo con te?”
“..si, Potter, mi disturba molto.”
“ohh guarda, Sir, c'è anche mocciosus!”
“togliti dai piedi Potter!”
“e tu invece chi saresti?” chiesi io irritata dal suo tono.
“tu casomai chi saresti!”
“Jamie, non vedi che è una bambina del primo anno!” cosa? Come osava quel ragazzino impertinente?
“bambina dillo a tua sorella! E se non sbaglio mia cugina vi ha detto di sloggiar, perciò...”
“cavolo Evans! Tua cugina? Potevi avvisare. È proprio come te.”
“senz'offesa Jamie, ma lei è più carina” disse l'altro ragazzo indicando me. Ero pronta a rispondergli quando le porte si aprirono di nuovo.
“ragazzi vi abbiamo cercato dappertutto! Venite, Remus aveva trovato un altro scompartimento...” era un ragazzino con occhi acquosi, vagamente somigliante ad un roditore, ansimante e nervoso.
“ci si vede Evans! Mocciosus..”
“Non dirmi che quelli erano i famosi Potter e Black!”
“indovinato. Contenta di aver fatto la loro conoscenza?” cavolo se era indispettita. Così cambiammo discorso e ci divertimmo come sempre facevamo noi tre. Ma arrivati a scuola dovemmo dividerci e io andai con in ragazzi del primo anno.
Fu così che conobbi la mia migliore amica di corso, Izobel Scadier. Una ragazza decisamente solare e simpatica con cui condivisi tante avventure.
“primo anno da questa parte!!” disse una voce roca e burbera da non so precisamente quale parte del cielo. Poi capii: era l'uomo più grosso che avessi mai visto, alto minimo 3 metri. Doveva essere Hagrid, quindi.
Ci indicò delle barche e così attraversando il lago arrivammo al castello. “...e mi hanno detto che ci vive una piovra gigante!” diceva un ragazzino ad un altro.
La prima persona che incontrammo fu la professoressa McGranitt, che ci accolse con severa solennità e ci presentò a Gazza e la sua gatta, entrambi che ci osservavano malignamente.
“benvenuti ad Hogwarts. Adesso verrete smistati nelle vostre case, che saranno come la vostra famiglia. Ogni vostro merito porterà dei punti alla vostra casa, mentre ne saranno tolti ad ogni mancanza di osservazione delle regole. Ora seguitemi.” Entrammo in una grandissima sala, con quattro grandi tavoli pieni di studenti e uno per gli insegnanti. Subito si cominciò a chiamare studenti che vennero divisi, ciascuno accolto ai propri tavoli.
Subito dopo Erin Eldwise-corvonero, la McGranitt chiamò il mio nome. Mi sedetti e sentii una voce nella mia testa. Allora, vediamo un po' questa testa. Ahhh, vedo tanta intelligenza in attesa di dimostrare le proprie capacità...devo dire proprio niente male, complimenti, e...oh senza dubbio abbiamo una bella lingua tagliente! E molto coraggio, testardaggine e gentilezza per tutti. Ragazzina ma ti sembra questo il modo di presentarti? E ora dove di metto!?!? “prova a fare la conta” pensai io scherzando. Non credevo l'avrebbe fatto davvero. “Grifondoro!” esclamò.ero con Lily!
Corsi subito da lei, che mi accolse con un grande sorriso. Sarebbe stato anche più divertente prendere in giro i due bellimbusti! Dopo di me vennero altri grifondoro tra cui Izobel.
Poi silente fece un discors och enon ascoltai per la fame che mi portavo e finalmente dopo essermi saziata, andai a dormire.
L'unico pensiero triste era che non sapevo quando e se avrei visto Sev. Non eravamo neanche allo stesso anno... con l'inizio delle lezioni, mi trovai piacevolmente avanti rispetto agli altri, probabilmente per le cose che avevo imparato da Lily e Sev d'estate. Questo fu ciò che mi permise di stare tanto tempo con loro due che per stare insieme si vedevano in biblioteca per fare i compiti e io così imparavo altre cose per l'anno prossimo e soprattutto, cercavo informazioni su mia madre e la mia bacchetta. Purtroppo però, spesso erano presenti Black e Potter, non certo per studiare, ma per dare fastidio almeno una volta al giorno a Sev. Cosa che faceva imbestialire tutte e due e che certamente anche loro sapevano, per questo ero io quella che perdeva le staffe più spesso e con i miei incantesimi facevo perdere i punti che guadagnavo con le lezioni.
Beh, devo dire che in realtà alle lezioni di storia della magia facevo tutto tranne che ascoltare quel vecchio fantasma puzzolente e ad erbologia mi capitava sempre un incidente con quelle maledette piante. Ma grazie ad uno di questi nacque l'improbabile amicizia tra me Remus Lupin e Sirius Black.

A circa metà anno, ero in infermeria per varie punture da lattuga carnivora e c'erano pure Sirius e il suo amico Remus. Quest'ultimo era piuttosto più ragionevole degli altri e così ne approfittai. “ehi voi due! Che ne dite di chiarire un paio di cose?”
“guarda chi c'è! Sai una cosa? Credevo fossi davvero simile a tua cugina. Ma fonti certe mi assicurano che tu non sei proprio una santarellina!” non so come riuscii a trattenermi.
“si, come ti pare. Senti...” non riuscii a finire la frase. Una di quelle bruciature si era spostata...verso il mio collo! Mi impediva di parlare, di respirare...sentivo di stare per svenire, la stanza girava, le voce dei ragazzi lontane, le gambe molli.
Sapevo cosa mi era successo, ma ero troppo debole e chiusi gli occhi. Sentivo voci attorno a me e braccia che mi sollevavano. Poi sollievo. Mi faceva male il collo, ma potevo respirare. Bevvi il liquido verdastro senza fare storie e mi sentii meglio.
“Evans ma che ci facevi con una lumaca carnivora al collo? Non ti sei passata l'unguento prima di maneggiare la lattuga? E tu saresti la più brava del tuo corso?” Black era sinceramente preoccupato.
“Lylith.” dissi.
“Che?” si scambiarono uno sguardo.
“chiamatemi Lylith. Grazie per quello che avete fatto.”
“...figurati, tua cugina ci avrebbe maledetto a vita sennò!”
“dico sul serio. Sono talmente odiosa nel rispondere alle vostre provocazioni che se fossi stata al vostro posto, non so se avrei fatto lo stesso. Quindi grazie.” vedevo bene ch enon sapevano cosa rispondere.
“di nulla Lylith.” disse Remus con un sorriso. Così mi accompagnarono alla sala grande e per una volta non litigammo.
Lily quando capì il perchè del mio avvicinamento a loro due, non fece commenti particolari, ma mi metteva in guardia da quello che combinavano e a non lasciarmi coinvolgere.
Sev invece, era quasi furioso. Mi guardava con amarezza più che altro, come se avessi tradito l'amicizia e non voleva mai ascoltare una parola di quello che dicevo su di loro. Ma il suo sguardo, quegli occhi scuri e caldi che a volte venivano oscurati da un velo di tristezza quando si posavano sulle mie iridi azzurre, mi facevano stare malissimo.
La cosa positiva era che ogni volta che c'ero anche io con lui, Sirius riusciva a convincere Potter a lasciarci in pace. In più, mi avvicinavo sempre di più a Sirius, perchè la mia compagna di stanza, Izobel, aveva una cotta per lui, come mi confidò una volta a pozioni, mentre la stavo aiutando. “..insomma tu lo conosci! Sei sua amica! Fallo conoscere anche a me!”
così divisi il mio tempo tra Lily, Sev, Izie e Sirius e Remus. Spesso con i primi due studiavo o giocavamo a scacchi in biblioteca o nel parco e non mi dispiaceva affatto, perchè ogni volta ci dimostravamo affetto reciproco impossibile da dubitarne; con gli altri cominciai a fare ricerche.
Ci aiutavamo a vicenda, ma nessuno dei due voleva dire perchè cercavamo notizie sulle bacchette dei guardiani degli elementi e sugli animagi. Semplicemente complottavamo e cercavamo modi per prendere i libri proibiti.
La prima cosa sugli animagi che trovammo, fu quanto fosse complicato diventarlo e anche se mi sarebbe piaciuto molto, ero consapevole che non ci sarei riuscita con tutti i miei pensieri, e rinunciai, ma non ad aiutare Sirius. Potter e Peter non riuscivo davvero a sopportarli, l'uno perchè troppo pieno di sé, l'altro perchè troppo codardo e l'unica cosa che gli interessava era essere al sicuro grazie alle capacità degli altri tre. Remus non apporovava le loro ricerche del tutto, ma avevano tutti una luce negli occhi...si vedeva che tramavano qualcosa ed erano terribilmente impazienti di riuscirci.
Quello che invece trovai io per me fu un minuscolo trafiletto. “i guardiani dei quattro elementi o forze primordiali si distinguono per possedere bacchette con il nucleo d'oro liquidi mischiato ad una delle quattro pietre corrispondenti. Diamante per l'aria, zaffiro per l'acqua, smeraldo per la terra, rubino per il fuoco. È possibile per codesti maghi o streghe, incantare la pietra da loro controllata per formare così un custode di potere. Una pozione, un incantesimo, possono essere racchiusi in essa e non perdere mai efficacia.” però non dava le istruzioni per questa magia.
Trovai anche che è un potere ciclico: io avevo l'aria, quindi mia madre doveva avere il fuoco, sua madre o suo padre la terra. Inoltre, potevo potenziare tutti i miei incantesimi concentrandomi con tutta me stessa sul vento che si sollevava mentre pronunciavo l'incantesimo. Davvero utile, e imparai a farlo molto velocemente.

Con queste scoperte arrivò la fine dell'anno senza particolari scontri, né guai, con nuove amicizie che non mi sarei aspettata e che non avrei dimenticato, ma ero pronta a tornare a casa e a passare un'altra bellissima estate con Lily e Sev. Ricevevo lettere da Izie e Sirius e Remus e rispondevo, ma i giorni li passavo con mia cugina e Sev, certa che niente avrebbe potuto interrompere questa mia tranquilla e serena felicità. Nemmeno i brutti ricordi.

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Capitolo 9
*** nuovi anni e nuovi segreti ***


Scusatemi un sacco per il ritardo!! Finalmente ho trovato il tempo per scrivere un po’, spero vi piaccia questo capitolo! Grazie a tutti quelli che hanno letto fin qui e hanno aspettato così tanto! E grazie a quelli che hanno messo la storia tra le seguite e le preferite! A presto (spero):D

 
 

 
Era la sera del 31 agosto, come tutte le sere d’estate, io Lily e Sev eravamo distesi a guardare le stelle e parlare. Quell’estate era passata in un soffio e per fortuna sembrava tutto come prima: noi tre e nient’altro. O quasi. “hai intenzione di stare con noi quest’anno? O forse preferisci la compagnia di Black?”
“ Severus, per favore, vuoi smetterla con questa storia? anche lui è amico mio, dovresti accettarlo e basta, come io accetto il fatto che non andate d’accordo.”
“cioè lo stai difendendo? È sempre lui e i suoi amichetti che…”
“ragazzi dovete litigare proprio l’ultima sera? Vi siete appena persi una stella cadente.” Interruppe Lily.
“…hai espresso un desiderio Lily?” Sev glielo chiese quasi sussurrando. E lei, sussurrando rispose: “si. Ma te lo dirò solo se si avvera.” Si guardavano sorridendosi a vicenda, dolcemente. Mi sentivo un’intrusa, così mi voltai dall’altra parte.
“Un’altra! Una stella cadente!” esclamò Lily puntando il dito al cielo. Qual era il mio desiderio? Ero gelosa di loro due forse? O forse aveva ragione Sev, preferivo la compagnia di Sirius? La verità era che mio desiderio non si poteva né si sarebbe mai potuto avverare. Io volevo mia madre con me. “vorrei che Sev e Sirius non litigassero più” questo fu il desiderio che espressi. Facile, ma non si avverò mai, così smisi di credere a tutte quelle favolette.
 
 
La mattina dopo trovammo subito uno scompartimento vuoto. “ Quest’anno sarà interessante, avremo tante materie nuove!” erano tutti e due impazienti di cominciare, anche se sarebbe stato più difficile vedersi.
“…come è stato il secondo anno? Meno male che so già un po’ di cose grazie a voi, però…”
“Ciao Lily.” Una voce interruppe la mia frase. Apparteneva ad un bel ragazzo con i capelli scuri, appena entrato nel nostro scompartimento. Feci quasi fatica a riconoscerlo.
“Sirius! Ciao! Come stai?” lo salutai contenta.
“allora, vieni con noi? Non vorrei che Mocciosus ti lasciasse troppo unto addosso… e forse è meglio lasciarli da soli” aggiunse ammiccando a Lily e Sev seduti.
“ti avverto Black, una sola parola in più e…”
“si, una grande minaccia davvero Evans. Ma stavo parlando con tua cugina se non ti dispiace.” Aveva un sorriso beffardo in faccia, da prendere a schiaffi.
“…così mi fai pentire di avertelo promesso, Black, davvero. Ti avevo chiesto di smetterla.”
“si, ma tu hai promesso. Sto solo approfittando della situazione a mio vantaggio! Cosa c’è di sbagliato e sleale?” esclamò con eccessiva enfasi drammatica e ostentatamente innocente.
“aspetta…tu hai promesso di andare con lui? Perché non ce lo hai detto?” mi chiese Lily sospettosa.
“non lo capisci? Aveva paura della nostra reazione e soprattutto non voleva ammettere che avevo ragione!” disse Sev insolente e un po’ deluso.
“…come? Io avevo paura della vostra reazione? Non ho bisogno del vostro permesso per stare con  i miei amici! Se non ve l’ho detto è stato solo per non litigare ulteriormente! Visto che vi avevo sopravvalutati, me ne vado!” e uscii sbattendo la porta, senza voltarmi  indietro. Ma sentii Lily che diceva triste: “ il mio desiderio era di non vedervi litigare più.”
“Lily, vieni?” mi chiamò Sirius. E io andai con lui. Non rividi gli altri due che alla cena, essendo insieme al tavolo di grifondoro e vicino a quello di serpeverde.
Io Sir e gli altri avevamo passato il viaggio a ridere e scherzare e stavamo continuando, quando Lily si voltò verso di me e mi chiese scusa. “mi dispiace litigare con te. ovvio che non hai bisogno del permesso, però..” non la feci finire di parlare e la abbracciai. Il giorno dopo andai a cercare Sev e ci chiarimmo di nuovo. Così passò gran parte del secondo e del terzo anno ad Hogwarts, ma comunque eravamo grandi amici. Quell’anno loro potevano fare gite fuori dalla scuola, ma io no, così insieme ad Izie esploravamo la scuola, cercavamo passaggi segreti, facevamo scherzi a Gazza e naturalmente, altre ricerche. Ancora non mi volevano dire perché gli interessava la teoria della trasfigurazione umano-animale, ma quando finalmente, l’anno seguente, anche io potevo andare ad Hogsmeade, finalmente mi dissero la verità.
“Remus, dai, è giusto che lo sappia anche lei, ci ha aiutato tantissimo in bilioteca!”
“certo, così lo saprà pure la sua amica, piton, sua cugina…”
“sono certo che se glielo chiediamo non lo dirà a nessuno…”
“Sir, davvero non capisco perché vuoi metterla a parte del nostro piano. Non c’è motivo! Anzi, potrebbe semplicemente fare il lavoro noioso per noi!”
“Jamie, tracuriil fatto che chiunque si farebbe domande ad un certo punto. Persino Peter! Anzi, secondo me ha già capito cosa succede…”
A quel punto non resistetti ed entrai nella stanza. Ero venuta a parlargli proprio di un‘segreto’ in effetti. In quel periodo avevo studiato i lupi mannari a scuola e avevo capito…
“ciao ragazzi. Scusate, credo di aver capito che si parla di me. prima di tutto…”
“uffa, ma sei ovunque! Vai a studiare con mocciosus e salutami tua cugina!”
“zitto Potter, non mi interrompere. Prima di tutto dicevo, potete fidarvi di me riguardo i vostri piani. Non l’ho detto a nessuno fin’ora, perché dovrei farlo adesso? Anche se ho capito perché non volete dirmi niente…credo di sapere di cosa non volete parlare. Bene, dato che l’ho scoperto lo stesso, facciamo un patto: io continuo ad aiutarvi nelle vostre ricerche per diventare animagi senza dire niente a nessuno e voi mi fate partecipare alle vostre uscite segrete. Anche perché conosco altri passaggi segreti. Che ne dite?”
Mi guardavano sbalorditi. “ma tu…tu…”
“Sirius non dirmi che gliel’hai detto!”
“no! Non lo ho detto niente! Io…lei… forse sei stato tu!”
“ragazzi basta! Ho capito tutto studiando i lupi mannari…ho capito che..insomma, che Remus…che lo sei!  E ho capito che eravate interessati a diventare animagi per fargli compagnia. Non sono stupida, lo so che è pericoloso stare vicino ad un licantropo, né mi voglio trasformare in qualche animale…voglio solo uscire. Per fare altre ricerche. E mi serve il vostro aiuto, come a voi serve il mio. Avrete notato che Gazza sta più attento e controlla il vostro passaggio segreto preferito? Io e Izie ne abbiamo scoperto un altro dalla parte opposta, che porta allo stesso posto. Allora? Che ne dite!?”
Continuavano ad osservarmi preoccupati. “devi giurare…giura che…non devi dire niente…se qualcuno lo scopre..” farfugliava Remus agitato.
“te lo giuro. Non dirò niente. A proposito, se non sbaglio è la prossima settimana…”
“shh!”
“dai Rem, ormai siamo bravissimi! Beh forse Peter..”
“volete dire che…ci siete riusciti?” ora ero io l’esterrefatta.
Guardavo Sirius interrogativamente e all’improvviso un grosso cane nero esattamente dove prima c’era lui, mi balzò addosso leccandomi la faccia.
“per mille lumache! Vattene Sir…che schifo!” lo allontanai ridendo.
“il mio nome da cane è Felpato. Fa molto spia segreta, avere un nome in codice, vero? Jamie è Ramoso, Peter Codaliscia, Remus Lunastorta.”
“che animali siete voi?”
Alla mia domanda spuntarono un cervo e dopo svariati sforzi, un topo.
“wow.” Sussurrai.
“e guarda! Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.” Disse battendo un colpo di bacchetta su un pezzo di pergamena. Cominciarono a spuntare tanti puntini…era Hogwarts! “non ci posso credere…”
“credici invece! Ma te l’abbiamo mostrata solo perché adesso ci devi dire dove sono gli altri passaggi.”
“Sirius non lo so, vuoi mettere anche il suo nome sulla mappa? Vuoi smetterla di metterla a parte di tutto?”
“e non rompere Potter! Comunque il passaggio è di qua.” E li guidai al terzo piano ridendo.
Alla fine di quell’anno, misero davvero il mio nome sulla mappa. Sotto ‘ramoso’, piccolo piccolo, c’era scritto “e grazie all’indispensabile aiuto di L”
 
Così ogni luna piena io, Felpato, Ramoso e Codaliscia, sotto il mantello dell’invisibilità di James, prima mi accompagnavano fuori il castello, poi raggiungevano Remus al platano picchiatore. Naturalmente non dissi nulla né a Izie, né a Lily né a Sev, non sapevano che io conoscevo il segreto di Remus e che finivo in punizione con Gazza per colpa degli scherzi con i malandrini. Mi risultava difficile però sopportare Sev e le sue teorie su di loro: aveva azzeccato naturalmente che Remus era un lupo mannaro, ma io non cedevo. Poi si arrabbiava al solo nominare James e Sirius. Io cercavo per quanto potevo di frenare il loro entusiasmo nel disturbare il mio amico, ma non è che lui subiva e basta! Erano semplici scherzi tra ragazzi e  dentro di me pensavo Sev fosse geloso di loro. Ma non gliel’ho mai detto: dopotutto, era…è il mio migliore amico. Grazie a questi compromessi la nostra amicizia non subì alcuna lacuna fino all’anno seguente, l’anno dei loro GUFO. Forse, se io non fossi arrivata al momento sbagliato, non sarebbe successo niente. Non ci sarebbero state quelle tremende conseguenze che accaddero in seguito. Forse. Nell’impossibilità di saperlo, ogni notte, i sensi di colpa mi divoravano la mente.
 

 

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Capitolo 10
*** la fine e un nuovo inizio ***


L’anno seguente, fu quello che più mise alla prova la mia amicizia non solo con Sev, ma anche con Sir.
Inutile dire che più stavo con lui, più si innervosiva Sev.
 Credeva che io dicessi chissà che cosa, che addirittura ero la mente degli scherzi progettati per lui, che ero innamorata di Sirius e via di seguito.
A volte non riuscivo davvero a sopportarlo, ma era il mio migliore amico e ci volevamo bene. E volevo davvero tanto bene anche a Sirius, a cui cercavo di spiegare in che situazione mi metteva ogni volta che provocava Severus…come se non bastasse, tutti quanti, Lily compresa, erano stressati per gli imminenti esami. Imminenti! Sarebbero stati alla fine dell’anno, ma tutti si preoccupavano. Ma questo non ci impediva di sgattaiolare fuori dal castello alla luna piena.
 Quel natale però, fu il migliore di tutti. Ero riuscita a fare bere di nascosto una pozione calmante-rilassante a tutti i miei amici così. Dato che eravamo alcuni dei pochi che sarebbero rimasti a scuola per natale, un po’ per lo studio insieme, un po’ per la pozione, io, Lily, Sev, Sirius, Remus, Peter e Izie (che finalmente era riuscita a farsi baciare da Sirius e adesso stavano insieme) passammo la giornata insieme tra scacchi e libri, senza litigare.
Ma purtroppo non servì a molto, perché qualche mese dopo, accadde la prima di una lunga serie di catastrofi. Non riuscii ad impedirlo. Lo seppi quando fu troppo tardi.
Sirius, stanco delle mie lamentele sul suo comportamento e su quello di Sev e le sue domande, aveva creduto bene di ‘risolvere’ la questione spiegandogli come funzionava il platano picchiatore e dove l’avrebbe portato. Naturalmente, nella notte di luna piena.
Non disse niente a nessuno.
Io e gli altri lo scoprimmo quella sera stessa, quando eravamo appena entrati nella stamberga strillante. io mi stavo dirigendo all’uscita, quando sentimmo dei rumori da fuori. Sembrava qualcuno che si muoveva. Ci guardammo spaventati, non sapevamo cosa pensare né cosa fare.
Per guadagnare tempo, feci volare davanti la porta una grossa catasta di legno. Chiunque fosse, non poteva e non doveva sapere.
“oh dai, lascia la porta aperta. In fondo non è questo che vuole?” disse Sirius con leggerezza.
Io e gli altri ci guardammo sospettosi.
 “Felpato, di chi stai parlando esattamente? Non vorrai dire che hai detto a qualcuno di venire qui!” James sembrava essere preoccupato per davvero.
“beh..potrebbe darsi. Non succederà nulla tanto, non è ancora completamente trasformato…” cercava di spiegarsi.
“Sirius! Non mi dirai che quello là fuori è Severus, vero?” chiesi infuriata.
“invece si! Dai, pensa che non ti disturberà più sulla verità, se lo vede da solo!”
“Ma che cosa ti è saltato in mente?” anche James era arrabbiato.
 Subito noi due ci fiondammo nel tunnel e cercammo di impedire a Sev di venire.
“Lily! Che ci fai pure tu qui?”
“Sev, devi andare, ti prego, è pericoloso!”
“per una volta Piton, fidati, vattene da qui! ADESSO!”
“che ci fai pure tu qui? Dimmelo! Lo sapevo che eri dalla loro parte… spostati!”
“ma che dici? Ascoltalo, torna al castello! Sev..” mi fece cadere e passò oltre.
“James, trattienilo!” urlai rialzandomi.
“Piton torna qui! Oh cazz…!” troppo tardi. Sev era immobile sulla porta, ad occhi sbarrati. Remus era appena trasformato, Sirius era davanti la porta con Peter e cercavano di allontanarlo. Ma Remus mannaro si stava avvicinando a lui…
“Vattene Sev! Scappa! Torna al castello…” urlavo senza però fare niente. Vidi Sirius mormorare la parola ‘scusa’ e trasformarsi per spostare il lupo, Severus era ancora più stupefatto allora James lo trascinò di peso lontano dalla porta, giù, verso il tunnel, per poi trasformarsi e andare a calmare il lupo mannaro. Io non avevo il coraggio di andarmene e basta, così seguii Severus.
“stammi lontano!” mi ruggì contro.
“Sev calmati! Non è successo nulla!”
“ma poteva succedere!” urlò.
“lo so questo! Perché non mi hai ascoltato? Te l’ho detto di andare…” gli afferrai il braccio una volta usciti dal platano. “guardami quando ti parlo! So che stai pensando, e ti assicuro che non è così. Io non c’entro niente…” cercai di spiegare confusamente.
“niente? Niente? E allora che ci facevi là sotto? Lasciami!” liberò il braccio dalla mia presa e cominciò a correre. Ma non andò lontano.
“Severus, vorresti seguirmi nel mio ufficio per favore? E anche tu Lylith.” Albus Silente torreggiava su di noi con il suo sguardo penetrante dietro gli occhiali a mezzaluna.
“sono sicuro comprendiate la gravità dell’evento a cui avete assistito. E sono sicuro che per questo, non direte nulla a nessuno.” Disse una volta nel suo studio, guardandoci con occhi gravi. “dico bene?” chiese. Annuii, incapace di parlare.
“preside…ma” ero sicura che Sev stesse per dire tutto quello che aveva visto, ma il preside l’interruppe.
 “ho la tua parola Severus, che non dirai a nessuno quello che hai visto?” chiese di nuovo.
“ma io…”
“la tua parola, Severus.”
“si, d’accordo.” Disse infine.
“allora non parliamone più. Potete andare.”
E uscimmo entrambi persi nei nostri pensieri. “Sev…ti prego ascoltami. Io non avrei mai permesso ti accadesse nulla di male. Lo sai, sei il mio migliore amico!”
“basta con questa storia. lo dici sempre, ma poi litighiamo per lo stesso motivo. E vedo che non mi avresti mai detto la verità, che sospettavo già da tempo. Bell’amicizia la tua!” disse freddo e mi sembrava persino sdegnato. Le lacrime cominciavano a scendere senza controllo e non volevo mi vedesse così. “Pensi che essere amico di qualcuno voglia dire mettere in pericolo la vita dell’altro?”
“è quello che fanno Potter e i suoi amichetti che ti piacciono tanto no? È quello che hanno fatto oggi con te, ma non te ne accorgi!” sputò lui.
“loro non mi hanno messo in pericolo! Che ne sai tu? Perché ficchi il naso dappertutto? Lo vuoi capire che è solo per il tuo bene che non ti ho detto nulla? Lo sapevo fin troppo bene come sei fatto! E non lo capisci che se quando incontri Black e Potter con me è solo grazie a me che non ti infastidiscono? E ancora tu insisti con quelle stupidaggini!” strillai e vedendo che le lacrime ormai colavano pure sul tappeto corsi via senza dargli tempo di ribattere. Piansi tutta la notte. Stavolta sentivo che non avremmo più fatto pace, era il nostro peggior litigio.
 
Dopo una notte insonne, non resistetti e andai da Lily, a raccontarle tutto. Beh non proprio, solo del litigio tra me e Sev.
“…e quindi adesso crede che io l’abbia fatto apposta, capisci?” dicevo tra le lacrime ad una cugina molto assonnata. “non credo mi voglia parlare più…tutto per uno stupido scherzo! Ma se non fosse così orgoglioso, e mi avesse dato ascolto dall’inizio, non sarebbe successo niente!”
“ma Lily, cosa c’è di tanto grave là?” mi chiese per la decima volta.
“te l’ho detto, non posso parlarne a nessuno!” risposi un po’ spazientita.
“ma tu che ci facevi con loro?” chiese di nuovo.
“nulla! Io non ero con loro, io ero per i fatti miei, stavo…ok te lo dico, stavo uscendo dal castello!”
“…dai, vedrai che si sistemerà tutto. Te lo prometto, ci parlo io.” Mi assicurò.
“…d’accordo.” Mi asciugai le lacrime e scendemmo insieme a fare colazione.
“Lily. Ci dispiace…mi dispiace per quello che è successo. Non avrei dovuto fare una cosa così stupida. Mi sento stupido!” Sirius e gli altri mi guardavano tristi. Remus aveva la faccia di uno che stava davvero male.
“certo. Figurati. Non fa niente.” Replicai secca
“…secondo te dovrei crederti, con quel tono?” disse sarcastico.
“beh, forse la dovresti lasciare in pace che dici?” si inserì Lily.
“Evans dai, non ti immischiare…” disse James.
“non ti rispondo male solo perché so qual è stata la tua parte in tutto quel casino.” Disse fredda lei.
“ti riferisci alla mia ultima vittoria di Quidditch o alla scorsa sera?” disse lui ironico.
“insopportabile!” sbuffò lei.
“sul serio Lily. Farò tutto quello che vuoi per farmi perdonare!” disse Sirius con un sorriso, secondo lui, dolce. Non resistetti. Gli spiaccicai la fetta di torta in faccia.
“ecco, per oggi mi limiterò ad usarti come cavia per i miei incantesimi”
 
Dopo pranzo andammo a cercare Sev sotto il solito albero. “Sev. Dobbiamo parlare. Io non credo ti stia comportando bene. Sai di avere torto, ma non vuoi ammetterlo! Ti prego, fallo per me, per noi, per la nostra amicizia! Per una volta, smettila di criticare Lily e ascoltala, almeno!” Lily si interruppe per guardare Sev negli occhi.
“Ascoltarla? Lei difende come al solito quei quattro buoni a nulla di Potter e i suoi compagni!” disse lui amareggiato.
“Perché parli in terza persona? Io sono qui e starei cercando un dialogo con te! Parli tanto per loro, ma non ti rendi conto che quello che fanno i tuoi compagni è molto peggio?” attaccai io indispettita.
“ha ragione Sev” riprese Lily “non capisco perché te la prendi tanto con loro quando quelli che si definiscono tuoi amici non fanno scherzi stupidi, ma maledizioni! A volte non ti riconosco quando fai parte della loro combriccola. Sembra che non ti importi nient’altro che loro ti accettino, a volte. Anche tu li difendi sempre.”
“…ma perché mi stai dicendo questo? Io non permetterei che nessuno ti  facesse del male, lo sai!” disse arrossendo un po’.
“e nemmeno io!” replicai “come puoi pensare che ci fossi io dietro quello stupido scherzo?”
“credevo fossimo amici! Credevo di essere il vostro migliore amico! E dopotutto tu difendi loro e tu difendi lei!” continuava a dire lamentandosi.
“Lo siamo Sev, ma non iace la gente con cui vai in giro! Scusa, ma davvero detesto Avery e Mulciber! Cosa ci trovi in loro? Lo sai cos’hanno cercato di fare l’altro giorno…” cominciò Lily ma lui la interruppe. “non era niente” disse sulla difensiva “era solo uno scherzo…”
“ah, quello era uno scherzo per te? era magia oscura invece, cosa che non puoi non notare, né Potter né Black né i loro amici usano nei loro stupidi giochetti!” dissi io.
“però loro possono uscire di nascosto di notte, vero? Lupin può avere tutte le malattie più strane del mondo sempre nello stesso periodo, pur di non ammettere la verità…”
“cosa c’entra Lupin? Conosciamo bene la tua teoria e poi che t’importa di dove vanno?” lo interruppe Lily.
“sto solo cercando di fare capire almeno a te che non sono meravigliosi come tutti pensano!”
“se ti riferisci a me, so benissimo che James Potter è un arrogante ragazzino viziato, non c’è bisogno che me lo dica tu. E vale lo stesso per lei credo” dissi io gelida.
“e poi sei un ingrato.” Aggiunse Lily “ho sentito cos’è successo l’altra notte, ti sei infilato sotto il platano e Potter ti ha salvato da qualunque cosa ci sia là sotto…” beh, l’aveva sentito da me. “salvato?Salvato?” Sev era fuori di sé “credi che abbia fatto l’eroe? Stava cercando di salvare se stesso, più che me! tu non..io..non vi permetterò…”
“permetterci? Permetterci?” Lily lo guardava con gli occhi ridotti a fessure e lui indietreggiò.
“non volevo dire…è solo che…non lo capisci, tu gli piaci, tu piaci a James Potter! E non è …tutti pensano…il grande campione di quidditch…” sembrava le parole gli venissero strappate contro la sua volontà, rendendolo incoerente.
“non c’è bisogno della tua illuminazione in merito, grazie. Ti abbiamo già detto cosa pensiamo di lui, cosa penso di lui e le sue sciocchezze. Ma il modo di divertirsi di Avery e Mulciber è malvagio, malvagio Sev! Come fai ad  essere loro amico e a perdonargli e anzi appoggiarli e invece non volere più vedere Lily?” chiese lei.
Ma lui sembrava molto più rilassato adesso “si hai ragione tu. Mi dispiace molto Lily di non averti creduto” lo disse solennemente, io pensavo che fosse più il desiderio di riappacificarsi con Lily che con me, ma dissi semplicemente “è tutto a posto. Siamo amici vero?” mi rispose con un sorriso sincero che durò fino a quasi la fine dell’anno.
 

 
La definitiva rottura della nostra amicizia accadde durante i loro esami GUFO.
Successero così tanti eventi concatenati, che è difficile dare la colpa a qualcuno in particolare.
Se Izie non avesse lasciato Sir per i suoi atteggiamenti ‘allegri’ con le altre ragazze, lui quel giorno non si sarebbe annoiato e non avrebbero avuto la scusa di attaccare Sev senza motivo.
Ma anche se fosse successo, se io non avessi fatto conoscere a Lily il mio ragazzo in quel momento in quel luogo, non saremmo intervenute e non ci sarebbe stata alcuna lite.
Se io fossi stata con loro, sarei riuscita  a trattenerli. O almeno è quello che credo io ancora dopo tanti anni.
Per tutti questi sensi di colpa quella fu la storia più breve della mia vita, perché lo lasciai una settimana dopo. Kevin, si chiamava. Kevin McKinnon, ucciso anni dopo dai Mangiamorte.
 
Appena li vidi uscire dalla Sala Grande gli andai incontro abbracciandoli.
“come vi è andato?” chiesi
“oh, era piuttosto facile. Senti, ci vediamo più tardi, il prossimo è trasfigurazione.” Mi disse Kevin allontanandosi con un bacio.
“eccoti accontentata Lily. Ora ci lascerai in pace…?” le chiesi ridendo
“oh certo, puoi contarci” rispose lei.
Io e Lily stavamo andando verso il lago a bagnarci per il gran caldo. Eravamo là da un po’, quando notammo la piccola folla radunata. All’inizio sembrava uno dei soliti battibecchi di Sev e Potter e gli altri, in più, né Sev né Sir volevano che intervenissimo sempre noi, così rimanemmo a guardare per un po’.
Ma Lily non riuscì a trattenersi.
Gli avevano appena fatto uscire dalla bocca del sapone schiumoso, soffocandolo. “Lascialo stare!” urlò.
“tutto bene, Evans?” disse subito James sentendo la sua voce. Ma lei non lo ascoltava, disgustata dal suo comportamento. “Lascialo stare. Che cosa ti ha fatto?”
“beh…, è più il fatto che esiste, non so se mi spiego…” rispose lui, forse credendo di essere divertente, incoraggiato dalle risate di Sirius e Peter.
“Sirius, James, basta. Lasciatelo stare! Non c’è…” provai a farli smettere io.
“solo se tua cugina esce con me.” replicò subito lui, con Sirius che lo guardava divertito. “esci con me Evans, e ti prometto che non alzerò più la bacchetta su Mocciosus!”
“smettila di chiamarlo così!” urlai furiosa.
“tanto non accetterei nemmeno se dovessi scegliere tra te e la piovra gigante, Potter! Ti credi divertente, ma sei solo un bullo arrogante. Lascialo stare!”
“ti è andata male Ramoso” disse Sir ancora col sorriso sulle labbra. “ehi!”
Non si era accorto che Sev aveva preso la bacchetta e ora lanciava un incantesimo a James, che reagì mandandolo a testa in giù appeso ad un ramo dell’albero rivelando le sue gambe magre e pallide e le mutande.
“mettilo giù! Subito!” gridammo io e Lily.
“ai tuoi ordini” disse James con un mezzo inchino e lo fece scendere. Ma Sirius gli lanciò subito un petrificustotalus e cadde di nuovo a terra.
“basta, lasciatelo stare!” stavolta gli puntai la bacchetta contro.
“dai, non costringetemi a farvi un incantesimo…”  cominciò James.
“allora liberalo!” interruppe Lily.
“ecco fatto. Ti è andata bene che ci fossero loro, mocciosus..”
“non mi serve l’aiuto di piccole schifose Mezzosangue come voi!” disse Sev furioso contro di noi. Io non riuscii a replicare.
Come poteva essere che il mio amico, quello con cui avevo passato gli ultimi sei anni della mia vita, mi chiamasse…ci chiamasse.. così? lui, che ci conosceva sicuramente meglio di chiunque altro? Io non riuscivo a crederci.
”molto bene” disse Lily freddamente a lui. “vorrà dire che in futuro non mi prenderò più la briga di aiutarti. E fossi in te mi laverei le mutande, Mocciosus. Vieni Lily” disse poi rivolta a me.
“chiedi subito scusa a L..” ruggì James, ma fu di nuovo interrotto da Lily
“non deve chiederci scusa perché l’hai costretto tu! Siete uguali, voi due. Sempre a giocare col boccino. Sempre a spettinarti i capelli…mi dai la nausea!” disse disgustata.
“..uguali? io non ti avrei mai chiamata una…tu-sai-cosa!”
Ma lei corse via, cercando di trascinare anche me, ancora scioccata dalle parole di Sev, cheinfatti rimasi a guardare con la bacchetta a mezz’aria.
“ma che cos’ha?” chiese poi James rivolto a Sirius.
“leggendo fra le righe, amico, direi che ti crede un po’ presuntuoso” rispose lui sempre con quel sorrisetto.
“presuntuoso? Bene…perfetto… chi vuole vedermi togliere le mutande a Mocciosus allora?” disse rabbioso facendo di nuovo finire Severus sull’albero.
Allora cercai di riprendermi. Guardai Sirius che, non so se per la sua coscienza, o per il mio sguardo, disse a James di piantarla.
“basta, amico. Andiamo. Lily tu vieni?” annuii e li seguii, non voltandomi indietro a guardare Sev. Non volevo mi vedesse in lacrime per quello che aveva detto.
 
Passai il resto del giorno e della notte fuori il castello, non mi importava di tornare da Lily, Kevin o Sirius. E stavolta ero più che decisa a non perdonare Sev. Ero stanca, davvero. E pure Lily lo era. Quando tornai al dormitorio vidi proprio loro due che discutevano.
“..vedi non lo neghi nemmeno! Non neghi quello che vuoi diventare insieme ai tuoi cari amici…non vedete l’ora di unirvi a Tu-sai-chi come suoi Mangiamorte vero? Non posso più fingere. Né io né Lily. Tu hai scelto la tua strada, io la mia.” Concluse lei. Finora ero rimasta sulle scale, così la raggiunsi fronteggiando Severus.
“no, davvero, io non volevo…”
“chiamarci schifose mezzosangue? Ma chiami così tutti quelli come noi, perché dovremmo essere diverse?” lo interruppi io.
Lily entrò sprezzante nel buco del ritratto e mi lasciò con lui.
“sai bene che litighiamo spesso con i nostri amici per il solo fatto di parlarti.” Dissi io guardandolo negli occhi. “non hai niente da dirmi? È solo con Lily che ti vuoi scusare? Credi che non l’abbia capito fin dall’inizio?” il mio sguardo era carico di odio adesso, contrastando il suo, denso di dispiacere e delusione.
“mi dispiace. Io..non so perché l’ho fatto. Io…lo sai che mi dispiace.” Credeva di uscirsene così?
“ora basta. Non ti prendi nemmeno la responsabilità di quello che hai detto, in quel momento ti sentivi persino legittimato a prendertela con chiunque, persino le tue migliori amiche. Ma adesso ne avrai altri migliori no? Tutti purosangue, tutti con il tuo stesso senso dell’umorismo. Addio Sev.” Non so come mi trattenni dallo scagliargli una maledizione e me ne andai anche io, lasciandolo lì.
 
Nelle vacanze estive non parlammo con lui, né lui fece alcun tentativo per parlare con noi, nemmeno con lettere, anche se ci vedevamo a scuola, ci ignoravamo e basta.
I miei GUFO andarono molto bene e anche i miei MAGO, anche se non sapevo bene cosa volessi fare.
La mia vocazione era certamente per le pozioni e intendevo viaggiare fino in Islanda per scoprire come racchiuderle nei diamanti, cosa in cui diventai molto brava.
Nei nostri ultimi anni a Hogwarts anche Lily cominciava ad apprezzare la compagnia dei malandrini e specialmente, contro ogni previsione, di James.
Adesso uscivano spesso insieme e inutile negare, anche io con Sir. Ormai ci eravamo affezionati molto l’un l’altro ed era stupido continuare a fingere di essere solo ‘ottimi amici’.
Ma durante l’ultimo anno, loro non erano con me.
rimasi sola, con Izie, ma lei aveva un altro ragazzo e i miei corsi erano parecchio diversi dai suoi, perché voleva diventare un’impiegata al ministero nel reparto di Controllo e Uso Improprio della Magia, data la sua vocazione per il rispetto delle regole. Così io seguivo Pozioni, Trasfigurazione, Incantesimi, Erbologia (anche se continuava a non piacermi), Antiche Rune, Aritmanzia, cura delle creature magiche e Storia della magia.
 
Quando uscii da Hogwarts però, tutto il mondo mi crollò addosso, di nuovo.
I genitori di Lily erano morti per una malattia fatale alla loro età, così Petunia si era trasferita con suo marito (non ci aveva invitate al matrimonio) e Lily con James. Anche loro intendevano sposarsi e volevano me e Sirius come testimoni.
Ormai la nostra storia era finita, per la lontananza, ma eravamo comunque rimasti amici. Ma io non sapevo dove andare.
Sirius viveva con James già da un po’ di anni, però fu lui a propormi di prendere una casa insieme, come normali amici che si vogliono aiutare.
Non avendo nemmeno tanti soldi, accettai.
La vita così era bella, non dico comoda o spensierata, ma bella.
Io e Sirius vivevamo esattamente a metà strada tra Godric’s Hollow, dove abitavano Lily e James ormai sposati (il matrimonio era stato piuttosto intimo ma pieno di gioia) aspettando il loro primo figlio, e Aberchan, dove viveva Peter. Remus spesso stava con noi, o con Silente, che sperava di trovargli una sistemazione duratura e Izie si era trasferita in Francia da una sua zia.
Ma ancora più spesso ci ritrovavamo da James e Lily, aspettando tutti con ansia e gioia la futura nascita.
Ma di nuovo, dopo questo lieto evento, la tranquillità fu rotta da un agitato Silente, giunto qualche mese dopo, proprio al compleanno di James, in mezzo ai festeggiamenti.

Eppure, se Silente non ci avesse avvertiti, saremmo morti tutti, molto prima. Ma se ne è valsa la pena dopo tutto non lo so, perché di nuovo, i sensi di colpa mi rodevano la mente.
Di nuovo, non posso fare a meno di sentirmi davvero colpevole stavolta, di uno dei peggiori, se non il peggiore, sbaglio della mia vita.
 

 

Ciao a tutti! Spero vi sia piaciuto questo capitolo e di avervi incuriosito a continuare a leggere sul peggiore errore di Lylith. Come avrete notato, è un po' più lunghetto degli altri capitoli, perchè volevo mettere la fine dell aloro amicizia in un unico capitolo e fare (o almeno cercare di fare) tutta la storia un po' più 'breve'. ho pure messo vari ricordi di Piton, ma li ho dovuti cambiare per adattarli alla storia, spero comprendiate!!! Mi auguro di non ritardare troppo con il prossimo e che mi facciate sapere cosa ne pensiate! Buona domenica e buona pasqua! :D :D

 
 

 
 
 

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Capitolo 11
*** incanto fidelius ***


ECCO IL NUOVO CAPITOLO! SCUSATEMI TANTO SE SONO COSì IN RITARDO, MA SONO STATA INCASINATISSIMA CON LO STUDIO! SPERO VI PIACCIA E GRAZIE A TUTTI PER AVER LETTO, COMMENTATO, MESSO TRA LE SEGUITE, RICORDATE O PREFERITE! A PRESTO  =D
 

 
Oddio, Sto scoppiando! Però ne è valsa la pena…ho vinto dieci galeoni!” stava dicendo James lamentandosi della pancia piena di gelatine tuttigusti +1 per una scommessa con Sirius, come ai vecchi tempi.

“Jamie, tu faresti di tutto per soldi…dovresti vergognarti! Hai un figlio adesso!” lo rimproverava allegro Sirius.

“è inutile dirglielo, certe volte sembra più bambino di Harry!” aggiungeva Lily e scoppiammo tutti a ridere.

Ecco: era questa la mia famiglia adesso, tutti più allegri che mai, nonostante il mondo magico e non, venisse sconvolto ogni giorno da disgrazie, nonostante avessimo saputo proprio ieri dell’uccisione di Kevin e sua sorella Marlene McKinnon; noi eravamo ancora

tutti là, anzi, noi e un fantastico buffo bambino uguale in tutto e per tutto a James, tranne per gli occhi, identici a quelli di Lily.

Avevano nominato me e Sirius madrina e padrino di Harry, così come eravamo stati  loro testimoni al matrimonio.

Non so dire in quali dei due eventi James e Lily furono più felici, ma lo erano talmente tanto insieme, che era impossibile non esserne contagiati.

Macome spesso succede per le cose belle, non sono destinate a durare a lungo.

Stavamo ancora ridendo, quando sentimmo uno scampanellare impaziente.
 
All’inizio ci spaventammo, ma naturalmente un mangiamorte non veniva a suonare il campanello prima di ucciderti, così aprimmo la porta, e trovammo Albus Silente tremendamente preoccupato.

Forse quell’espressione l’avrò vista tre volte nella vita, non è una cosa da poco vedere Silente così agitato.
 
“Mi scuso per l’irruzione e a proposito, auguri di buon compleanno James.” Detto questo entrò senza fare altri complimenti, si diresse in salotto e noi tutti sbigottiti lo seguimmo, Lily con ancora Harry tra le braccia, sospettosamente attratto dalla lunga barba del preside di Hogwarts.
 
“Abbiamo un grosso problema, tutti noi.” Si sedette e riprese.

“…non sapete quanto mi rincresce dirvi una cosa del genere, soprattutto adesso. Lord Voldemort ha intenzione di uccidere il piccolo Harry e ucciderà tutti quelli che lo ostacoleranno. Ma c’è una possibilità. Dobbiamo assolutamente al più presto realizzare un

Incanto Fidelius, solo il Custode Segreto potrà rivelare il vostro rifugio, naturalmente sarà una persona fidata, l’incantesimo avrà la massima efficacia, ma naturalmente questo vuol dire che non potrete né andare a trovare amici né gli amici possono venire a trovare

voi. Tuttavia dovremmo riuscire ad evitare un attacco ad Harry.”

A queste parole seguì il silenzio più tombale a cui avessi mai assistito.

Silente ci osservava tutti, uno per uno, ci scrutava nell’anima attraverso quegli occhi azzurri.

Una voce ruppe il silenzio.

“io mi fido ciecamente di Sirius. Amico, sarai tu il custode Segreto?” era stato James a parlare e guardava Sir con solennità e serietà.
 
Il ragazzo giocoso che aveva mangiato chili di dolci per una scommessa era sparito. Era suo figlio in pericolo, andava tutto in secondo piano adesso.

“Ma certo. Conta pure su di me, farei di tutto per te, per voi, lo sai.” Si abbracciarono commossi.

“ehm, ragazzi…” Lily si schiarì la gola. “naturalmente mi fa molto piacere la tua disponibilità, Sir, però ecco, scusa, ma io sono dell’idea che Lylith potrebbe essere la custode. È vero che tu sei un animagus, ma questo non impedirebbe di ucciderti, lei però

possiede quella bacchetta, il potere dell’aria attorno a sé…io credo che sia più sicuro. Credo che se venisse attaccata abbia più probabilità di uscire viva da una possibile battaglia senza rivelare nulla. Naturalmente se te la senti…e ti prego, non prendertela Sir!” lui

la guardò un po’ stupito, ma non disse niente.

“ma certo che lo farei, Lily, per voi questo e altro. Ma..” mi rivolsi verso Silente “nell’incantesimo non possono esserci due custodi? O forse ci sarebbero effetti collaterali? Io non so molto di questo incantesimo, solo che è un processo complicato...”

“in realtà, Lylith, l’incanto ha più potere quando c’è un solo custode segreto. Quando il segreto è appunto racchiuso da una sola persona. Sarebbe meglio farlo al più presto però, non oltre stasera, e devono essere presenti solo gli interessati” disse guardando

Remus e Peter.

“non c’è problema. Io credo che andrò a bere la pozione vista la luna nei prossimi giorni. Sembra che questa sia l’ultima volta che ci vediamo…”

“Rem non dire così, lo sai dove abitiamo, potrai venire tutte le volte che vuoi…ecco, prendi il mantello dell’invisibilità, così ci raggiungerai!”

 Remus stava prendendo l’involucro passatogli da James, quando Silente si rivolse di nuovo al padrone di casa.

“hai detto mantello dell’invisibilità? Non credo sia così utile, i mangiamorte hanno mezzi per scoprire mantelli incantati…”

“oh, Albus, questo mantello è piuttosto vecchio, appartiene alla mia famiglia da generazioni, ma ha sempre funzionato alla perfezione, fidati, se nemmeno tu ci hai scoperti a scuola, allora…” ma si frenò ad una mia occhiataccia e arrossì.

“…oh. Capisco. Appena aggiunto un tassello al puzzle. Beh, complimenti siete riusciti a farmela sotto il naso tutti quegli anni a scuola…tuttavia vorrei esaminarlo, se non ti dispiace, giusto per controllare…”

“oh, certo, si figuri…” rispose James ancora imbarazzato.

“allora arrivederci, Rem. E…passa una nottata tranquilla” Remus abbracciò tutti ed uscì.
 
Stava per farlo anche Peter, quando lo fermai.

“Aspetta Peter, vorrei chiederti una cosa.”

“…a..a me?” rispose confuso.

“Sì. Ti prego Lily, non prenderla come un rifiuto…è più una misura di sicurezza. Stavo riflettendo sul fatto che sia io che Sirius siamo i candidati più probabili per un incantesimo che richiede la fiducia della persone. Tutti sanno che siamo cugine e che Jamie e Sir

sono quasi fratelli. Chiunque verrebbe prima di ogni altro da noi. Non dico che noi non resisteremmo se attaccati, sia io che Sir moriremmo piuttosto che tradirvi,  però potrebbero non darci il tempo di contrastare l’attacco. Potrebbero…oh non voglio neanche

pensare a cosa potrebbero fare! Perciò sono giunta a questa conclusione: dobbiamo stupirli. Coglierli di sorpresa. Noi siamo persone scontate, ma Peter no. Senz’offesa Pete, ma tu non sei la prima persona a cui darebbero la caccia, vista la tua indole, non

partecipi quasi mai ai combattimenti, non ti conoscono tanto. Potresti essere tu il custode segreto. Naturalmente se siete tutti d’accordo.” Conclusi guardandoli.

Silente non battè ciglio e attese la risposta in silenzio.
 
“è un bel piano in fondo, sapete? Loro vengono da noi, ma noi non abbiamo l’informazione che cercano…”

“quando non accontenti i mangia morte vieni ucciso Sir!” lo interrupe James.

“…potremmo anche venire uccisi ma almeno il vostro segreto è al sicuro. E poi io e Lily abitiamo nella stessa casa, sareste stupidi ad affidarvi a due custodi segreti che vivono nello stesso posto. Remus purtroppo verrebbe attaccato preso per la sua natura di lupo

mannaro e la maledizione imperius funziona a meraviglia sugli ibridi, come sugli esseri umani, perciò se fosse lui il custode, non solo non si potrà difendere da un attacco magico in forma di lupo, ma potrebbero esserci conseguenze disastrose. Ma come dice

lei…non penserebbero a Peter. O anche se ci andassero, lui può difendersi magicamente e non tradirebbe mai.”

“certo che no!” squittì Peter, chiamato in causa.

“allora è deciso?” chiedemmo io e Sirius.

“…forse hanno ragione Jamie.” Disse Lily pensierosa.

“se lo dici tu…d’accordo.” Acconsentì lui, forse un po’ scettico e preoccupato.

“allora devo chiedervi di andare, Sirius e Lylith.” aggiunse Silente.

“si, d’accordo. Andrà tutto bene, ne sono sicura. E ci rivedremo presto, quando sarà tutto finito.” Cercavo di consolare Lily e soprattutto me stessa e di convincermi della verità delle mie parole.

“potremmo sempre scriverci lettere…” farfugliava Sirius a Lily, ormai in lacrime.
 
 Con un ultimo abbraccio abbandonammo la casa e tornammo nella nostra.
 
 
Passarono così i mesi.

Remus non sapeva dello scambio di persona e in verità neanche noi sapevamo tanto, Silente ci aveva solo detto che dopo aver spiegato l’incantesimo se n’era andato anche lui, visto che non poteva assistere.

 Comunicavamo con lunghe lettere quasi ogni giorno, non via gufo, ovviamente, ma materializzando le lettere direttamente alla persona interessata con l’incantesimo da noi inventato “traslata littera!”.

 Sirius era particolarmente giù, non eravamo riusciti ad andare a trovarli nemmeno al compleanno di Harry, gli avevamo soltanto mandato come regalo una scopa giocattolo, ma Sirius ogni giorno di più voleva sgattaiolare da cane fino a Godric’s Hollow anche se io,

non so come, riuscivo sempre a dissuaderlo.

Con quest’ansia e frustrazione, smorzate solo dalle lettere, arrivavamo a fine giornata.

 

La convivenza con quel Sirius era snervante da un lato, ma rassicurante dall’altro, così a volte mi chiedevo se non fosse il caso di… ‘consolarci’ a vicenda, ora che eravamo praticamente isolati dai nostri amici, ma non dal mondo. Ogni volta che si accennava

minimamente all’argomento ‘Sirius e Lylith insieme, potremmo diventare di nuovo una coppia’ lui riusciva sempre a distrarmi con questa sua depressione.

Per fortuna, non durava così spesso.
 
 

Proprio il giorno di Halloween eravamo tutti e due di buon umore, avevamo ricevuto una lettera di recente da Lily e James, dicevano che Peter (l’unico che potesse andarci in quanto custode segreto, dato che Silente non aveva ancora restituito il mantello a Remus)

era un po’ agitato, che Harry si divertiva sulla scopa e ovviamente che gli mancavamo tanto.

Comunque appendemmo persino alcune decorazioni quasi più macabre di quelle di casa Black, la residenza della famiglia di Sirius, che aveva da poco saputo che suo fratello Regulus, giovane mangiamorte, era stato ucciso o si era suicidato, ma lui vedeva solo

la morte di un seguace di Voldemort, non di un fratello e non se ne dispiaceva amaramente.
 

Ci Riunimmo con alcuni dell’Ordine meno controllati per una piccola festa, purtroppo né Remus né Peter erano presenti (il primo per la luna piena, il secondo per la paura di mettere il naso fuori di casa), ma fu un modo per alleggerire i pesi che ognuno portava nei

propri cuori.
 

 Quando tutti se ne andarono, io e Sirius continuammo a ballare sulle note di qualche sconosciuta canzone melensa di un gruppo rock babbano fino alle due di notte, quando crollammo entrambi sfiniti a dormire.


Non più di un’ora dopo, urlavo per un incubo tremendo: mi ritrovavo in una stanza buia, completamente sola, cosciente del fatto che i miei amici erano tutti stati uccisi e rimanevo solo io, ma non per molto: mi avrebbero uccisa e non sarei riuscita a proteggere il

segreto…

Quando mi svegliai, credetti di essere ancora in un incubo: la casa era deserta.

 Sirius non c’era più.

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Capitolo 12
*** ultimi addii. ***


Passai una mezz’ora a cercare Sirius invano, poi, malgrado il mio buon senso cercasse come meglio poteva di dissuadermi dall’attuare l’idea che mi stava nascendo in mente, mi vestii e uscii.
Non sapevo con certezza se davvero fosse stato capace di mandare tutto all’aria andando a casa di James e Lily, ma non volevo rischiare. Era comunque  rimasto un briciolo di buon senso ancora, perciò decisi di far visita  a Peter prima. Speravo che fosse andato lì in effetti. Ma ad ogni modo, non sarei stata sola e saremmo andati a cercarlo insieme, io e Pete. Mi materializzai nella piazza della cittadina dove viveva e attraversai con cautela tutti gli incantesimi protettivi.
Arrivai alla porta. Inutile dire che bussai e mi feci riconoscere, ma nessuno aprì. Ansia e preoccupazione si facevano strada attraverso le vene in tutto il mio corpo e seguii il primo impulso di aprire la porta.
Vuota. Tutta la casa era vuota. Deserta, anzi. Ma niente segni di lotta.
Ok, qualcosa non quadra. Pensa, Lylith! midissi, sforzandomi di trovare qualche conclusione plausibile e accettabile. Già, perché me ne venne una in mente nel momento in cui mi sedetti per terra a gambe incrociate, come ormai facevo spesso per venire a capo di certe questioni, ma non la accettavo. Non potevo accettarla. Ma neppure potevo pensare che i mangiamorte fossero venuti e poi per bon ton avessero ripulito tutto. O non avessero sparato il marchio nero. Non stava né in cielo né in terra. Ma mentre pensavo sul pavimento di casa di Peter, il tempo passava e ancora mi rifiutavo di credere che qualcuno dei nostri amici…ma che dico, Peter, uno dei nostri…dei loro, più cari amici, li avesse traditi. Decisamente impossibile.
E ancora non mi muovevo. Erano quasi le quattro del mattino ormai, ma il cielo era buio pesto. Non restava che andare a vedere se Sirius era davvero andato da Lily. E se...no, non posso nemmeno pensarci.
Mi materializzai di nuovo, stavolta a Godric’s Hollow e mi incamminai verso casa di mia cugina e suo marito. Anche qui, nessuna sensazione di formicolio per incantesimi.
E poi lo vidi.
 Prima ancora di vedere la via dove si trovava la casa, stagliato nel cielo inglese d’ottobre, grande quanto una mongolfiera, stava il marchio nero.
Corsi a perdifiato. Non riuscivo nemmeno ad urlare per l’orrore che avevo in corpo e che non mi abbandonava.
Mi bloccai davanti a quella che una volta era stata la porta del grazioso cottage di mattoni e che ora era soltanto un ammasso di legno seppellito dal cumulo di macerie che si riversava su tutto il lato destro della casa, dove probabilmente c’era stata un’ esplosione, a giudicare dai resti. Dopo questa visione generale notai la figura inginocchiata proprio davanti. Un uomo dai capelli scuri e poco più in là, una grande moto da corsa.
“Sirius!” esclamai, o forse lo pensai soltanto vista la mia incapacità di proferire parola. Corsi subito al suo fianco, inginocchiandomi accanto a lui, gli circondai le spalle con un braccio. Non alzò lo sguardo. Piangeva lacrime silenziose e sussurrava qualcosa che io non riuscii a percepire. Restammo un minuto in quella posizione. Non volevo affrontare ciò che avrei visto sotto le macerie. Non potevo sopportare…di averla persa. Per sempre. Tutta la mia famiglia ormai era costituita da lei e dai miei amici. Ma se lei non c’era più…
Dovevo alzarmi. Dovevo vederla per l’ultima volta. Cominciai a spostare i mattoni crollati e non mi passò assolutamente per la testa di usare la magia. Io le dovevo tutti gli sforzi possibili. Poco dopo sentii Sirius che faceva lo stesso e invocava piano il nome di James.
Trovammo i corpi dei nostri amici. Bianchi e gelidi, nonostante la morte fosse avvenuta non più di qualche ora fa.  Li spostammo da quel luogo, per dargli un giusto tributo, ma in quel momento notammo qualcos’altro. Anzi, sentimmo qualcos’altro. Il pianto disperato di un bambino.
Non credevamo ai nostri occhi. Il piccolo Harry era lì, vivo, con i suoi occhi verdi, esattamente uguali a quelli di sua madre, pieni di lacrime e il ciuffo di capelli neri scompigliato sulla fronte che quasi nascondevano una cicatrice mai vista prima, a forma di saetta.
“Sirius…com’è possibile?” bisbigliai, prendendo il bambino in braccio cercando di calmarlo.
“che cosa? Che la persona in cui abbiamo riposto la nostra fiducia ci ha traditi, o che Harry è ancora vivo?” chiese lui di rimando atono.
“…Tutti e due. Ma dovremmo preoccuparci di Harry adesso. siamo i suoi tutori. So cosa stai pensando e ti assicuro che non ne vale la pena. Dobbiamo pensare a qualcos’altro con il resto dell’Ordine e con Silente, poi potremmo pensare ad un piano…”
“tua cugina è morta. I nostri migliori amici ci hanno abbandonati per sempre! E a portarceli via è stato quello che credevamo amico! E tu pensi all’Ordine?” urlò.
“si! Si, io penso all’Ordine, perché se i nostri amici sono morti non dev’essere stato invano! Non permetterò che altre persone…che tu vada incontro a morte certa!” risposi io, altrettanto ad alta voce.
“non sarà la mia morte a cui vado incontro, ma la sua! Questa è una promessa!”
“hai anche promesso di prenderti cura di Harry! Non puoi abbandonarlo ora! Se non vuoi restare per me, fallo almeno per lui. noi abbiamo perso i nostri amici, ma lui ha perso i genitori. Ha solo un anno. Ha bisogno di noi.” Dissi guardandolo negli occhi scuri più intensamente che potevo.
Vedevo esitazione in questi ultimi, ma la conversazione fu interrotta da un rumore di persone che si materializzavano. Ci voltammo subito spaventati.
“ah! Hagrid!” esclamammo in coro.
“che ci fai qua?”
“…o-ordini di silente. La notizia…è girata in fret-t-ta” rispose lui con voce spezzata. “L-lily e J-James…devo prendere il piccolo…p-per Silente”
“perché? Ci siamo noi qui!” obiettò Sirius.
“è nostro compito proteggerlo, ce lo hanno affidato. Lo terremo con noi.”
“il professor Silente ha detto che…”
“non mi interessa! Questo bambino è il figlio del mio migliore amico, appena morto! Non puoi portarcelo via, ha bisogno di noi!”
“sirius, il preside vuole portarlo alla sua famiglia…”
“siamo noi la sua famiglia!”
“cosa? Hagrid, non vorrai dirlo che vuole portarlo da mia cugina Petunia?” chiesi io senza fiato.
“no!” gridò Sirius “no, non andrà da quella arpia!”
“Mi dispiace. Devo.”
“…molto bene. Prendi pure la mia moto allora…a me non serve più.”
Stupito dal repentino cambio d’atteggiamento, Hagrid prese la moto e partì, prendendo delicatamente Harry dalle mie braccia.
Sirius poteva anche incantare Hagrid, ma non me.
“cosa credi di fare?! Adesso andiamo a casa, dopo aver dato a Lily e James un ultimo saluto e…”
“scordatelo! Adesso non ho più nessuno! Hanno portato via anche Harry, adesso posso andare a cercare quel vile traditore!”
“e io non conto niente allora? E Remus? E tutti gli altri? Io sono nella tua stessa situazione! Anche io mi sento completamente sola e abbandonata, ma… so di avere te! so di poter contare su di te…o almeno sapevo.” Conclusi.
“…Lylith” disse con un sospiro “ormai … non c’è più ‘io e te’. ormai…è tutto finito. Non fraintendere, è ovvio che tengo a te tantissimo, più di ogni altro al mondo adesso, ma…per me è finita. Ora l’unica cosa che devo fare, è trovare Peter e ucciderlo. Lo sento. È così che deve andare. Non guardarmi in questo modo, ti prego. Io devo farlo. È il mio unico e forse ultimo scopo nella vita.”
“non sai cosa stai dicendo. Resta. Resta qui con me. non lasciarmi anche tu.”
“io…devo andare. Se va tutto bene, ci rivedremo a casa.”
“certo, e fare come se non fosse successo nient…” replicai subito irritata ma un suo bacio mi troncò le parole in bocca. Non era un bacio innamorato o appassionato, era solamente un bacio d’addio. Si trasformò in cane e si allontanò nell’oscurità, seguendo una traccia invisibile.
Era inutile restare con le mani in mano perciò mi misi all’opera. Dopo aver risposto i corpi della persona a cui più tenevo al mondo, incisi sulla lapide la stessa frase che recita l’ultima riga dell’ultima pagina del libro preferito di Lily e che sentivo…adatta all’occasione: ‘l’ultimo nemico che sarà sconfitto è la morte’.
Rimasi ad osservare quella lapide bianca fino alle prime luci dell’alba, quando sentii un fruscio dietro di me. Albus Silente era apparso alle mie spalle e ora stava posando una ghirlanda di gigli sulla tomba.
“suppongo che tu voglia delle spiegazioni.” Non risposi. Aspettai in silenzio che mi spiegasse tutto. che voldemort era scomparso, era stato battuto forse, da Harry. Che lui doveva stare con Petunia e la sua famiglia per il suo bene. Che era meglio se io finalmente partissi per la mia ricerca di ingredienti alternativi nelle pozioni in giro per il mondo. E infine, che Sirius era stato portato ad Azkaban per aver ucciso Peter e altri babbani.
Annui a tutto, senza però capire il senso delle parole.
La stessa mattina feci le valigie da casa di Sirius e partii con l’idea codarda naturalmente di non fare mai più ritorno.
Non fu così.
a volte, tra i viaggi lunghi passavo per il Surrey, dove sapevo abitava mia cugina per almeno vedere Harry, ma non abbiamo mai parlato. Lo scorgevo di sfuggita mentre veniva preso a pugni dal cugino oppure, mentre puliva qualcosa. Cercavo di aiutarlo come potevo, ma a volte si accorgeva dei miei sguardi insistenti su di lui. smisi di andarli a trovare però quando Petunia disse ad Harry che ero un poliziotto e che l’avrei arrestato se non si fosse comportato bene. Harry aveva sette anni.
Una sola volta invece andai a trovare Sirius nella sua cella ad Azkaban, prima di partire, quando ancora l’effetto dei dissennatori non era stato troppo influente. Fu una breve visita.
“L’hai davvero fatto Sirius”
“ti interessa davvero saperlo?”
“Perché hai ucciso anche quelle persone innocenti? Credevo avessi detto…”
“non sai cos’è successo.”
“spiegamelo tu allora.”
“…lui…”
“lui? intendi Peter? Senti, il mio tempo non è illimitato, sto per partire. Probabilmente non ci vedremo più, per colpa tua e della tua brillante idea, nonostante i miei avvertimenti!”
“sei venuta qui per dirmi questo?”
“…si. Stavolta è un vero addio.”
“credi davvero che per la rabbia io avrei ucciso dodici persone innocenti?”
“credo che per la rabbia non mi hai voluto ascoltare.”
“non sono stato io, Lylith. quel bastardo si è trasformato facendo una scenata e ha fatto saltare la strada…”
“è andata così? e perché sei qui allora?”
“…non mi hanno concesso il processo, come di sicuro sai. Avanti, credimi. Sono sempre io. Mi conosci.”
“non ne sarei così sicura.”
“Lylith. tu mi credi.”
“no! Tu hai voluto vendicare James e hai ucciso Peter…come avevi promesso, d’altronde. E ti sei fatto prendere la mano, suppongo. Ma c’è chi pensa che tu fossi il maggiore sostenitore di voldemort…addirittura che tu abbia tradito i tuoi stessi amici”
“si lo so. Buffo, non trovi?”
“no, affatto. Devo andare adesso.”
“…tornerai vero? Un giorno? Questi potrebbero lasciarmi qui per non so quanto tempo, come farei senza il tuo bel sorriso?”
“non credo proprio. Devo farmi un’altra vita. È una cosa che devo fare, capisci? Addio” mentre mi allontanavo sentivo l’eco di una risata amara, che già mi mancava tantissimo. Ma dovevo.
 
 
Passai i seguenti dodici anni in tutte le zone dell’estremo nord, dall’Islanda all’Alaska, nei quali rimasi però in contatto con Silente. In realtà più che altro gli raccontavo più o meno ogni mese come andavano le mie ricerche sugli ingredienti di pozioni (così diversi dai soliti) e sulla cristallizzazione degli incantesimi nelle pietre, fino a quando, l’estate del mio dodicesimo anno dalla partenza, la lettera di Silente che ricevetti fu d’invito nella scuola di Hogwarts come insegnante di un corso speciale e avanzato di pozioni.
 
 allora, ho deciso di concludere qui questa parte della storia e di fare invece una serie, per maggiore comodità e non farla durare duecento capitoli! perciò mi farebbe davvero tanto tanto tanto piacere se vi andasse di leggere anche il seguito (purtroppo non ha ancora un titolo, ma cercherò di rimedirare al più presto! XDD) per adesso grazie a tutti per essere rimasti fino alla fine di questa prima parte! un bacio a tutti e a presto

 

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