Inseparable

di CiuffoJonas
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 12: *** 12 ***
Capitolo 13: *** 13 ***
Capitolo 14: *** 14 ***
Capitolo 15: *** 15 ***
Capitolo 16: *** 15 ***
Capitolo 17: *** 17 ***
Capitolo 18: *** 18 ***
Capitolo 19: *** 19 ***
Capitolo 20: *** 20 ***
Capitolo 21: *** 21 ***
Capitolo 22: *** 22 ***
Capitolo 23: *** 23 ***
Capitolo 24: *** 24 ***
Capitolo 25: *** 25 ***
Capitolo 26: *** 26 ***
Capitolo 27: *** 27 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Ricacciai dentro anche l'ultima lacrima.

Odio piangere.

Anche se in quel momento ero sola nella mia nuova cameretta mi sembrava una debolezza e io odiavo apparire debole...anche a me stessa.

Guardai la sveglia sul comodino erano le 5:30. Ero sveglia da ben 3 ore, dopo l'ennesimo incubo che sembrava troppo reale mi svegliai di scatto e le lacrime cominciarono a scendere silenziose.

Andai in bagno e mi guardai allo specchio, avevo gli occhi gonfi e arrossati di lacrime.

Me li sciacquai con l'acqua, aspettai che mi passassero i singhiozzi e decisi di scendere di sotto, tanto di tornare a letto non se ne parlava nemmeno.

Sicuramente mio padre era già di sotto, si svegliava sempre presto la mattina visto che la nuova casa era più lontana dal suo posto di lavoro.

Scesi le scale e lo vidi bere una tazza di caffè. "Buongiorno Jessy!!"

"Ciao papy" Avevo la voce roca ma probabilmente mio padre la scambiò per sonno infatti mi chiese:"Già in piedi non è un po presto? Oggi poi è l'ultimo giorno di vacanza"

Mi sedetti al tavolo e ci affondai la faccia "Non me lo ricordareeee"

Papà fece una risatina e mi baciò i capelli "Ok Jessica ma almeno goditi a giornata! è da tanto che non esci con le tue amiche! E.. e Zac? è da tanto che non lo vedo!"

Alzai la testa "Te l'ho detto non stiamo più insieme.."

"Si ma alla tua età queste cose succedono...Vedrai che farete pace!Adesso devo andare tesoro a stasera!" Mi diede un ultimo bacio e se ne andò così rimasi sola.

Decisi di andare a fare una doccia,immersa nei miei pensieri.

Mi spogliai ed entrai nella doccia.

L'acqua era fredda ma mi piaceva mi tranquillizzava e così ripensai a mio padre.

Come facevo a dirgli che Zac mi aveva lasciata perché avevo rifiutato di andare a letto con lui?Stavamo insieme da parecchio è vero ma non me la sentivo non con lui.

Volevo che la prima volta fosse con un ragazzo che amavo davvero e volevo succedesse spontaneamente non così a comando...

Forse ho sbagliato ma non me ne sono mai pentita neanche quando mi ha detto che ero una bambina illusa e un sacco di altre cose a cui odio ripensare.

Se la tirava tanto solo perché aveva due anni più di me. Non piansi neanche, almeno non davanti a lui, lo feci quando ero a casa da sola.

Da quando mia madre è in ospedale colpita dall'huntington la nostra vita è cambiata molto: mio padre chiamò tutti i dottori più famosi per poter aiutare mia madre che ormai neanche ci riconosceva più.

Mio padre usò quasi tutti i soldi finché non si rese conto che non c'era niente da fare. Adesso lei è in ospedale, la sogno tutte le notti mi manca tanto.

Non avevo neanche più le mie amiche a cui appoggiarmi non appena abbiamo venduto la nostra villa bel quartiere residenziale sono scomparse immediatamente.

Ora per loro sono la "poveraccia che vive in periferia". Ok non vivo più in una villona ma la nuova casa mi piace da matti, l'adoro è più calorosa e famigliare. No, non deve saperlo, soffrirebbe troppo e non voglio.

Non lo merita.

Così non parlo a nessuno di quello che provo e mi tengo tutto dentro.

Ormai ero sotto la doccia da un bel po' e appena me ne accorsi usci infreddolita.

Va be che era metà settembre ma non era più cosi caldo.

Mi vestii e andai a fare colazione. Per tutto il giorno guardai la televisione e bighellonai.

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Capitolo 2
*** 2 ***


Mi svegliai come al solito con il cuore in gola a causa dell'ennesimo incubo.

Le lacrime già scendevano come se non mi appartenessero.

Erano le 7:00. Se non altro un orario decente per cominciare a prepararmi psicologicamente al primo giorno di scuola.

Oddio! Oggi è il primo giorno di scuola!

Mi rigettai sul cuscino sperando fosse un incubo.

Non è che non mi piacesse la scuola. Semplicemente non ne avevo voglia. Tutto qui.

Ero anche abbastanza brava, se volevo.

Il pensiero di vedere le mie "amiche" arrivò come un pugno nello stomaco.

E Zac poi. Da quando ci eravamo lasciati ogni volta che ci incrociavamo si faceva vedere con una ragazza diversa mentre se la sbaciucchiava come con me non era mai riuscito.

In fondo ho sempre saputo che non sarebbe durata con lui.

Mi decisi ad alzarmi dal letto e mi feci una doccia.

Mi misi una camicetta bianca e un gilet nero sopra, un paio di jeans stretti e le mie amate all star.

Scesi di sotto alle 7:30 facendo velocemente colazione.

Sul tavolo trovai un bigliettino di mio padre "Auguri per il tuo primo giorno di scuola! Ti voglio bene, Papa" Per quanto fosse semplice quel bigliettino mi lasciò un sorriso sulle labbra.

Mi avviai alla porta aprendola.

Pioveva.

Presi l'ombrello e mi incamminai a piedi verso la scuola, non era molto lontana.

Appena arrivai vidi le mie "amiche" attorno a una mustang stupenda.

Ma non stavano accerchiandola macchina ma un ragazzo.

Era molto carino e dalla sua espressione mi sembrava stesse esercitando tutto il suo autocontrollo per stare calmo. Come dargli torto. A loro basta che respiri e che produca testosterone poi poteva essere chiunque.

Per un attimo il miei occhi incrociarono quelli del ragazzo.

Mi sorrise.

Aveva il sorriso più bello del mondo. Ci guardammo per 30 secondi buoni poi arrossii e abbassai lo sguardo. A testa china andai in classe. Per tutto il tragitto pensai a quel ragazzo che con ogni probabilità non avrei mai più rivisto.

Appena arrivai in classe salutai i miei compagni con cui avevo condiviso già 3 anni di scuola superiore.

Scelsi un banco in fondo all'aula vicino alla finestra.

Mi sedetti e cominciai a osservare la pioggia continuando a pensare a quel ragazzo. A un tratto una voce angelica mi distolse dai miei pensieri.

 

Mi girai.

 

Era lui.

"Scusa è occupato questo posto?" Era più bello di quanto non pensassi.

"No è libero siediti pure." Si sedette accanto a me e mi porse la mano.

"Ciao mi chiamo Nicholas, Nick" Gli strinsi anche io la mano.

"Jessica, Jessy, come più ti piace" Che cosa stupida. Arrossì e lui rise. Aveva una risata magnifica.

Per non sembrare una stupida continuai. "Sei nuovo della scuola?"

"Si, ci siamo appena trasferiti dal New Jersey per motivi di lavoro di mio padre. Tu sei di qui?"

"Si sono nata e cresciuta qui" Mi sorrise di nuovo. Stava per dire qualcosa ma arrivarono Sara e le altre.

"Sai non dovresti parlare con certe persone Nick specie le poveracce che vivono all'angolo delle strade"

Stavo per controbattere acida ma Nick mi precedette.

"All'angolo della strada ma dai?! Giurerei di averti visto "lavorare" lì l'altra notte, che strano eh?"

Sara divenne prima rossa di vergogna poi di rabbia e se ne andò con le altre tre.

Era la prima volta che qualcuno mi difendeva, di solito facevo da sola.

"Grazie" Mi sorrise, stava per parlare nuovamente ma questa volta ad interromperlo fu la professoressa.

Probabilmente la campanella era già suonata ma non la sentii e credo neanche Nick perché mi sembrava sorpreso quanto me.

Per fortuna la giornata non fu moto noiosa e la campanella della fine delle lezioni la sentii bene.

Mi alzai e uscii dall'aula.

Stavo per varcare la porta quando mi sentii chiamare.

Mi girai istintivamente e vidi Nick che mi stava raggiungendo. Si avvicinò e io gli sorrisi.

Non so perché ma quando lo vedevo avevo voglia di sorridere.

"Vai a casa a piedi?"

"Si"

"Con questa pioggia? Dai ti accompagno in macchina"

Prima di poter ribattere mi prese per un braccio e mi trascinò verso la sua bellissima macchina.

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Capitolo 3
*** 3 ***


Mi aprì la portiera della macchina e poi quando salii la richiuse dolcemente.

Quando si sedette fui inondata dal suo profumo che mi inebrio i sensi.

Uscimmo dal parcheggio con gli occhi dell'intera scuola puntati verso di noi e naturalmente non mancavano gli occhi disperati di Sara e Co.

Mi tornò in mente la discussione di stamani e il modo in cui Nick mi aveva difesa.

"Grazie" Lo dissi così senza pensarci troppo.

"Per cosa scusa?" Era adorabile aveva lo sguardo di un bambino a cui vengono dette cose che non capisce.

"Per stamani, quando mi hai difesa davanti a Sara".

"Ah.. Lascia stare, ok? Ci sono sempre per gli amici" Mi guardò con un musetto dolcissimo e intenso che mi fece arrossire. Possibile che debba sempre arrossire?!

"Sei adorabile quando arrossisci!!"

"Non diresti così se ti capitasse di continuo.."

"Probabile...Senti ma dove abiti?"

"Gira ancora due volte a destra e ci siamo." Fuori sembrava ci fosse il finimondo pioveva furiosamente.

Parcheggiò davanti a casa mia dove di solito c'era la macchina di papà.

"Non credo ti convenga guidare con questo tempo" Ok lo avevo detto solamente per farlo restare ancora un po', ma come biasimarmi?!

"Hai ragione. Senti al tre ci muoviamo ed entriamo in casa ok? 1.."

"No senti.."

"..2.."

"No asp.."

"..3!!!" Senza neanche rendermene conto mi ero precipitata fuori dalla macchina con Nick.

Raggiungemmo la porta dopo neanche 2 metri ma ci bagnammo completamente. Entrammo in casa fradici fino alle ossa. Il vento era così violento che non riuscivo neanche a chiudere la porta. Poi intervenne Nick e ci riuscimmo.

"Wow 2 su 2... Dovrò sdebitarmi prima o poi.." Mentre parlavo ci sedemmo entrambi a terra con la schiena appoggiata alla porta.

"Che vuoi che ti dica? Sono un eroe, il tuo eroe!"

"Ma smettila!!" e gli diedi una pacca sulla spalla.

"Credo sia meglio asciugarci o ci prenderemo qualcosa"

Mi alzai e lo portai di sopra.

"Allora là c'è il bagno se vuoi asciugarti, intanto ti prendo dei vestiti di mio padre."

"Ok grazie"

Andai in camera di mio padre e presi una felpa nera, una maglia bianca e dei jeans. Per fortuna mio padre aveva un fisico simile a quello di Nick..almeno lo aveva qualche anno fa...

Porsi i vestiti a Nick e mentre andava in bagno io andai in camera mia a cambiarmi. Mi misi dei normali jeans e una maglietta rosa. Mi asciugai i capelli e li legai con una pinza. Quando uscii lo vidi osservare la foto di mia madre.

"E' tua madre?"

"Si"

"Ti somiglia molto..."

"Davvero? A me non sembra" Mia madre era una donna bellissima. Non era falsa modestia la mia, semplicemente non mi sembrava di somigliarle tanto.

"Siete uguali" Gli sorrisi di risposta. Poi suonò il suo cellulare.

"Si pronto,Ciao mamma. ....... Senti sono a casa di una amica, aspetto che passi il maltempo e arrivo ...... Ok a dopo Ciao"

Mentre parlava al telefono notai come stava bene vestito così...Era uno di quelli che anche con uno straccio sarebbe magnifico. Lui notò che lo guardavo

"Che c'è?" Aveva un sorriso stupendo.

"Niente" Misi su lo sguardo più innocente che ero capace di fare.

"Niente?"

"Niente." I suoi occhi erano accesi ma non saprei dire da quale emozione. Poi sentii una voce chiamarmi.

"Jessy sei già arrivata?"

"Si papà arrivo" Scesi di sotto, al mio fianco Nick.

Quando lo vide papà assunse un'espressione maliziosa. Mio papà non era uno di quei padri che pensava male se una ragazzo era in camera con sua figlia per questo lo adoravo.

"Piacere sono Will, il papà di Jessica" gli porse la mano. Nick la strinse

"Piacere mio signore, sono Nicholas Jonas"

Si sorrisero, come se si conoscessero da una vita.

"Nick è qui perché pioveva fortissimo e ci eravamo bagnati fradici"

"Hai fatto bene c'è un tempo da lupi fuori..Ti fermi a cena Nicholas?

"Ok va bene lo chiedo a mia madre!"Si allontanò per chiamare.

"Papà ma che fai?” Lo guardai disperata.

"Andiamo è così carino e tu sei sempre sola...chi sa magari...stando vicini...come amici...chi sa??"

Ci voleva soltanto lui.

Nick arrivò due secondi dopo dicendo che si sarebbe fermato a cena.

Mio padre mise una mano sulla spalla di Nick e se lo portò via

"Tesoro cucini tu?"

"Certo...." Da non credere.

Andai in cucina ancora sbigottita un po' per il rapimento un po' per quello che mi aveva detto,cioè lui voleva che ci mettessimo insieme..non che mi dispiacesse intendiamoci ma insomma non così!!

Prima di cominciare a cucinare cercai di sistemare i pensieri.

Dovevo stare calma.

Sarebbe andato tutto bene.

Mio padre non avrebbe creato problemi.

Giusto?

 

 

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Capitolo 4
*** 4 ***


 

Erano seduti sul divano e discutevano di non so quale partita.

Mio padre lo conosceva da malapena mezz'ora e già aveva parlato più di lei.

Mi avvicinai cercando il momento giusto per parlare, tra una pausa e l'altra.

"E' pronta la cena"

"Bene ho una fame!!" Mio padre corse via lasciandoci soli.

Nick mi guardò e fece una risatina.

"Che c'è?" "Hai una macchia di sugo..."

Divenni rossissima quindi probabilmente ora la macchia non si vedeva più.

Nick si avvicinò e con il pollice mi pulì l'angolo della bocca e vicino alla guancia. Neanche a dirlo tremavo come una foglia.

"Ecco fatto!"

"Grazie..credo sia meglio andare....papà ci starà aspettando."

Figurati probabilmente sperava ci stessimo già baciando dopo neanche un giorno. Lui annuii e mi seguii in cucina.

Papà era già seduto e leggeva il giornale.

"Ah eccovi! Cominciamo a mangiare?" Ci sedemmo entrambi al tavolo.

Ero curiosa di sapere cosa pensavano della cena.

"Mmmm buonissimi tesoro!! Hai preso proprio da me!!"

"Davvero buoni Jessica!!"

"Grazie mille."

"Allora ragazzi, come è andato il primo giorno?"

Il primo a rispondere fu Nick

"Bene signore, in realtà ero molto nervoso all'inizio ma poi ho incontrato Jessica e mi sono subito trovato bene!!"

Nick mi guardò con uno sguardo molto intenso che mi sciolse completamente.

"Lo so ragazzo, mia figlia è fantastica! Vuoi un consiglio? Non lasciartela scappare! (mi andò di traverso l'acqua) Non come Zac..non mi è mai piaciuto..." Questa poi! Se mi ha ripetuto un miliardo di volte che voleva che tornassi con lui!! Lo guardai stizzita.

Nick annuii sorridendo

"O no signore, Jessica non si libererà di me per un sacco di tempo"

Continuava a guardarmi con quel sorriso malizioso che tanto amo.

Poi mio padre scoccò una domanda che mi fermò il cuore per un secondo.

"E tu Nick sei fidanzato?" Una patata mi andò di traverso e cominciai a tossire.

"No signore"

Mentre lo disse continuava a guardami e poi mi batté qualche colpo sulla schiena. Sconfissi la patata ma non il contatto delle sue mani che mi toccavano la schiena.

Continuammo tutta la serata a parlare e anche dopo cena andammo a parlare in salotto.

 

"Sono già le 11:30 devo andare a casa altrimenti ricomincerà a piovere.."

Feci caso solo ora che non pioveva più.

"Allora spero di rivederti ragazzo! Magari qui con Jessica eh!!"

"Ne sarei felicissimo signore! E grazie per l'ospitalità!"

"Figurati! Forza Jessy accompagna Nicholas alla porta!"

"Certo"

Come minimo mio padre sarebbe capace di organizzare un matrimonio combinato da quanto adorava Nick. Lo accompagnai alla porta.

"Grazie Jessica, per la cena e per i vestiti"

"Figurati.."

"Senti ma è vero che stavi con quel Zac?"

La domanda mi arrivò insieme ad una fitta allo stomaco.

In quel momento avrei voluto uccidere mio padre.

Mi sedetti sullo scalino e chiusi la porta.

Nick si sedette accanto a me.

"Beh ecco in realtà, lui ha lasciato me, perché ecco, non sono voluta andare a letto con lui."

Mi ammutolii aspettando la risposta. Faceva un freddo cane ma io mi sentivo accaldata soprattutto perché lui mi era accanto con quel profumo buonissimo.

"Però, ce ne sono di idioti al mondo, eh? Insomma solo uno che ha qualche problema lascerebbe una come te"

Le gambe cominciarono a tremare insieme alle mani.

Le guance zampillarono di rosso.

Non sapevo cosa rispondere.

Lui mi guardò e sorrise.

"Mamma mia quanto mi piaci quando diventi rossa!" Misi su il broncio non che fossi offesa ma odio quando mi ricordano che divento sempre rossa.

Poi Nick si alzò.

"Devo proprio andare o domani non mi sveglierò mai.."

Mi alzai anch'io e lo guardai andare verso la macchina.

Poi tornò sui suoi passi e io lo raggiunsi d'istinto.

Non bastava mio padre che programmava i miei fidanzamenti, ora anche le mie gambe facevano di testa loro.

"Senti ti va se domani vengo e ti accompagno a scuola?"

"Certo" Ora anche la lingua andava da sola?!

"Perfetto ci vediamo domattina alle 7:30 ok?"

"Si va bene"

Mi baciò una guancia e se ne andò.

Rientrai in casa e mi sedetti con papà sul divano.

Misi la testa sulla sua spalla e le gambe sulle sue. Lui mi accarezzo i capelli.

"Proprio un bravo ragazzo eh?!"

"Già..."

"Non lo sa ancora della mamma vero?"

"No."

"Dovresti dirglielo"

Mi mancava solo questa.

Ok. Nick era un ragazzo davvero stupendo ma lo conoscevo da solo un giorno!!

Parve leggermi nella mente

"Lo so che lo conosci da poco ma ho parlato molto con lui e non solo penso che sia un bravissimo ragazzo e amico ma sono sicuro che sia cotto di te"

Alzai la testa di scatto

"Cosa?!"

"Sono un uomo Jessica le capisco certe cose...Perché non vorrai dirmi che non ti piace? Andiamo gli lanciavi di quelle occhiatine!!"

In quel momento odiai il sorriso malizioso di mio padre come nient'altro al mondo.

Divenni rossissima e me ne andai mentre mio padre se la rideva da matti. Poi smise

"Ah Jessica aspetta, da domani starò in ufficio fino a sera."

"Dai perché?"

"Hanno aumentato il lavoro e c'è bisogno del direttore non credi?"

"No"

Papà mi venne incontro e mi abbracciò.

Mi lasciai trasportare dal suo abbraccio e mi diede un bacio tra i capelli.

Non dicemmo nulla, solo ci abbracciamo.

Ci bastava.

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Capitolo 5
*** 5 ***


Alle 7:25 scesi di sotto.

Le gambe mi tremavano come foglie.

Ad ogni singolo rumore associavo un bussare alla porta.

Ero troppo in ansia.

Nick sarebbe arrivato tra cinque minuti.

Mi stirai i jeans. Mi ero messa felpa rosa, jeans e un paio di all star rosa.

Poi a un tratto bussarono alla porta. Questa volta non era la mia paranoia.

Era Nick.

Aprii la porta e le mani mi tremavano.

Apparve davanti ai miei occhi un ragazzo a dir poco angelico che mi sorrise.

"Buongiorno splendore!"

"Buongiorno" Presi lo zaino e lo seguii.

"Ah prima che mi dimentichi- prese dal sedile posteriore un sacchettino- sono i vestiti di ieri. Mia madre li ha lavati e stirati"

"Non ce n'era bisogno davvero comunque ringraziala tanto"

"Certo lo farò senz'altro!".

 

Arrivammo a scuola e tutti ci fissavano.

Erano curiosi di sapere chi era la ragazza misteriosa accanto a Nick soprattutto spiccavano gli sguardi di Sara &Co.

Nick parcheggiò ed entrambi scendemmo dalla macchina.

Tutti ci fissavano. Arrivammo in classe seguiti dai loro sguardi.

Ci sedemmo al posto di ieri e cominciarono le lezioni.

Per fortuna passarono veloci.

All'ultima ora la professoressa di geografia ci assegnò una ricerca da fare in coppia. Io e Nick eravamo insieme e ci toccò l'Australia.

Alla fine delle lezioni ci avviammo alla sua macchina.

"Ehi che ne dici di venire a casa mia? Così iniziamo la ricerca, tanto non c'è nessuno a casa che ci disturberà"

"Ok"

Un attimo.

Che intendeva con nessuno ci disturberà?

"Credo che al massimo ci siano mia madre e Frankie"

"Prima però vorrei passare da casa per lasciare un biglietto a mio padre"

"Ok"

Nick uscii dal parcheggio della scuola e prese prima la strada di casa mia dove lasciai scritto che ero a casa sua poi la strada che conduceva ai quartieri residenziali. Strada che conoscevo piuttosto bene visto che ci sono passata milioni di di volte.

Arrivammo davanti ad una villa stupenda. Parcheggiò e mi fece strada. Entrammo dentro casa: era magnifica a dir poco.

"Ehi mamma sono tornato" Da una porta spuntò la madre di Nick, me ne accorsi perché era spiccicato a lei.

"Mamma lei è Jessica. Dobbiamo fare una ricerca di scuola"

"Piacere Denise" Sorrideva radiosa e mi porse la mano

"Piacere signora. E grazie per aver i vestiti ma non doveva disturbarsi tanto"

"Figurati cara grazie a te per aver invitato Nicky a cena. Vi lascio alla ricerca allora, a dopo!" "Nicky?"

Non potei trattenere una risatina. Lui mi guardò piuttosto male ma sempre con una punta di dolcezza

"Solo mia madre mi chiama Nicky"

"Io non posso farlo?" Lo guardai con un musetto da bambina a cui lui non poté non sorridere in risposta

"Vedremo"

Poi mi portò di sopra in camera sua.

Era molto grande.

Ci sedemmo alla scrivania e cominciammo la ricerca sull'Australia. Dopo una mezzora di ricerca su internet la porta si aprì ed entrò un ragazzo che presumevo fosse suo fratello.

"Ehi Nick mi servir... o! Lei deve essere Jessica! Piacere sono Joe il fratello di Nick"

Mi venne in contro e mi baciò la mano.

Naturalmente io ero rossissima, con il cuore che rischiava di uscire dal petto.

"Adoro le ragazze che arrossiscono...sono così dolci..."

"Ok Joe, allora che volevi?"

"Solo prendere il tuo computer"

"Se non te ne fossi accorto stiamo facendo una ricerca!"

"Vero...Prenderò l'i-Pad di Kevin! Jessica è stato un vero piacere!"

"Anche per me Joe"

Se ne andò veloce come era entrato. Nick scosse la testa e io risi.

"Perchè ridi scusa?"

"Niente è che ho sempre voluto avere un fratello più grande"

"Se vuoi te ne cedo uno..."

"Hahaha magari.."

Arrivammo a metà ricerca poi ci fermammo estenuati.

"Finiamo qui per oggi?"

"Si magari!" Togliemmo tutti i libri e quaderni e iniziammo a parlare un po' di tutto.

Forse quello era il momento giusto per dirgli di mia madre ma ancora non me la sentivo.

 

Verso le 7:30 arrivò Denise

"Ehi Jessica ti fermi a cena?"

"No vado a casa non voglio disturbare"

"Scherzi? Dai fermati qui" Come potevo dire di no a Nick?

"Ok grazie mille!"

"Ok la cena è pronta tra 10 minuti."

Io e Nick scendemmo di sotto.

"Ha bisogno di aiuto Denise?"

"No cara non ti preoccupare. Nick mi ha detto che sei una cuoca provetta eh?"

"Addirittura?! Nah..me la cavo"

"Non darle retta mamma è bravissima!"

"Dai Nick apparecchiamo" e lo trascinai via prima che potesse parlare ancora.

Arrivarono dopo poco anche il resto della famiglia, il padre Paul e i fratelli Kevin e Frankie tutti molto simpatici. La cena era ottima e la compagnia anche di più. Mi divertii un sacco.

A fine cena i signori Jonas mi salutarono e mandarono a salutare anche mio padre.

Alle 23 Nick mi riaccompagnò a casa. Quando arrivammo a casa mia sul portone trovammo mio padre raggiante

"Ehi ragazzi!"

"Salve signore come sta?"

"Tutto bene Nicholas grazie!"

"Ok, le ho riportato Jessica ma ora però devo andare. Buona notte!"

"Notte figliolo!"

Notte Nick!" Si avvicinò e mi diede un bacio sulla guancia

"A domani piccola"

"Certo!" E se ne andò con la sua macchina.

Mi girai e mio padre aveva il solito sguardo malizioso

"Non dire una parola."

Fece il gesto della bocca chiusa a chiave ed entrammo in casa.

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Capitolo 6
*** 6 ***


Settembre passò e io e Nick ormai eravamo inseparabili.

Lui non faceva che trovarmi nomignoli sempre diversi, da piccola a principessa, scricciolo splendore e troppi altri a cui però ormai mi ero abituata.

Ogni giorno dopo scuola stavamo sempre insieme soprattutto a casa mia perché anche se non me lo diceva capivo che gli dava fastidio il comportamento dei suoi familiari.

Sarà che ogni volta che varcavo quella porta venivo sommersa da Denise e dai suoi fratelli che mi inondavano di parole e domande.

A casa mia invece non c'era mai nessuno.

Ogni giorno pensavo al modo migliore per poter dire a Nick di mia madre.

Dovevo farlo perché ormai era il mio migliore amico e lui non aveva segreti con me, (almeno credo).

Poi magicamente ci ritrovammo a metà ottobre e io non avevo ancora aperto bocca. Ma la cosa più strana è che lui non mi aveva mai domandato niente di lei.

Secondo me sospettava qualcosa ma non voleva chiedermelo per gentilezza però si aspettava una risposta da parte mia quindi dovevo muovermi a parlargli.

L'occasione arrivò un venerdì dopo le lezioni, ma non nel modo in cui me la aspettavo. Stavamo andando verso la macchina e ci trovammo davanti Sara appoggiata alla fiancata.

Aveva un sorriso che andava dall'idiozia alla cattiveria.

"So bene che non smetteresti mai di "lavorare" Sara ma quella è la mia macchina perciò puoi anche andartene."

"Tranquillo Nick volevo solo fare una domanda a Jessica."

"Allora che vuoi?"

"Volevo solo sapere con quale faccia ti fai vedere tanto felice con quello che capita a tua madre..." Aveva colto nel segno.

Dopo tutto è stata la mia migliore amica per tanto tempo e mi conosceva bene.

Aveva ragione, mia madre era in ospedale soffrendo non so quanto e io mi divertivo tanto con Nick.

Rimasi pietrificata per qualche istante.

Nick mi guardava confuso. Le lacrime stavano arrivando.

"Si puo sapere di che stai parlando Sara?"

"O la tua BFF non te lo ha detto? Sua madre ha l'huntington. Suo padre ha speso un patrimonio per quelle inutili cure. Ha anche venduto la sua villa. Però pensavo gliene avessi parlato Jessica? Non si fa forse così tra amici?"

"Jessica"

Le lacrime ormai sgorgavano senza controllo. "Mi dispiace Nick." Fu tutto quello che riuscii a dire in mezzo ai singhiozzi.

"Ti dispiace? è tutto quello che mi sai dire? Siamo amici avresti dovuto parlarmene cazzo!" Era furioso e non potevo dargli torto.

Non riuscivo più a sostenere quello sguardo furioso e scappai via.

Speravo mi venisse dietro, che mi fermasse per un braccio ma niente. E non potevo neanche dargli torto. Arrivai a casa e corsi in camera mai.

Mi gettai sul letto a piangere.

 

-Nick-

Ero furioso.

Non potevo crederci.

"Mi dispiace Nick."

"Ti dispiace? è tutto quello che mi sai dire? Siamo amici avresti dovuto parlarmene cazzo!"

Non l'avevo mai vista piangere.

In un'altra occasione l'avrei stretta a me e l'avrei consolata ma ero troppo arrabbiato con lei.

La guardai malissimo. Dopo poco scappò via piangendo.

Forse avrei dovuto correrle dietro, avrei dovuto fermarla, dirle che era tutto a posto ma rimasi lì.

"Però, sembra tanto un agnellino ma.." Non la lasciai nemmeno finire me ne andai subito. Arrivai a casa e sbattei la porta furioso.

"Nicky che c'è?" Mia madre era preoccupata non avevo mai fatto così.

"Niente non ho niente"

Me ne andai in camera mia e non uscii.

Continuai a pensare alle parole di Sara e alle lacrime di Jessica.

Il suo non era un pianto di semplice tristezza, era un pianto di quelli che ti trattieni per troppo tempo e poi scoppiano violentemente. Qualcuno bussò alla porta e mi distrasse dai miei pensieri.

"Si"

Era mia madre era preoccupata glielo leggevo in faccia.

"Nicky si può sapere che è successo?" Le raccontai tutto.

Rimase sorpresa ma soprattutto si intristii parecchio.

"Povera Jessica,mi dispiace così tanto. Ma perché ti sei arrabbiato tanto?"

"Perché? Scherzi vero? In tutto questo tempo avrebbe dovuto dirmelo non credi? L'ho saputo così, da Sara!"

"Vedi Nicky, da quanto ho capito Jessica è un tipo un po chiuso e probabilmente non te ne ha parlato non perché non voleva ma perché non se la sentiva. è una cosa piuttosto pesante. Non credi?”

Detto questo se ne andò.

Aveva ragione però ero comunque ancora arrabbiato con lei.

Bussarono di nuovo alla porta

"Che c'è??"

"....Sono io".

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Capitolo 7
*** 7 ***


La vidi sull'orlo della porta.

Aveva ancora gli occhi gonfi di pianto e la voce rotta dai singhiozzi.

"Posso parlarti?"

"Che vuoi? C'è altro della tua vita che dovrei sapere?"

"Sei arrabbiato e ti capisco. Lo so ho sbagliato."

"Non sono arrabbiato Ok?! Sono deluso. Pensavo che tu fossi mia amica, che non ci fossero segreti tra di noi ma mi sbagliavo!" L'ultima frase la dissi urlando.

Lei era lì,che continuava a piangere come una bambina. Si tormentava le mani e guardava in basso.

"Si può sapere che succede?" Era mia madre.

"Niente mamma niente". Presi Jessica per un braccio e la trascinai via da casa. La portai in un boschetto vicino e le mollai il braccio.

Continuavo a guardarla malissimo,non potevo farci niente.

"Guardami" Lei alzò timidamente lo sguardo.

Appena vide il mio sguardo altre due grosse lacrime le scesero dagli occhi.

"Be che vuoi? Che sei venuta a fare?" Avevo la voce incredibilmente dura.

"Volevo scusarmi." Fece per andarsene ma la bloccai questa volta.

"Seguimi" La portai poco lontano vicino ad un laghetto e ci sedemmo in riva.

"Scusa davvero. è da quando ti sei fermato a cena il primo giorno che penso a come dirtelo. Solo che-singhiozzò violentemente-avevo paura che mi abbandonassi anche tu."

Tutto mi sarei aspettato tranne che una risposta di quel tipo.

"Perché avrei dovuto?" La mia voce si ammorbidì insieme al mio sguardo e lei tornò a guardarmi con quei suoi occhioni che amo da morire.

"Prima io e Sara eravamo amiche. Lei era la mia migliore amica le volevo tantissimo bene, era come una sorella per me. Poi è successo e lei mi ha abbandonata. Ha smesso di parlarmi e ha cominciato a deridermi."

Ero un po deluso...pensavo che ormai mi conoscesse bene da sapere che tipo di ragazzo sono.

"Jessica non lo avrei mai fatto. Tu mi piaci e tanto anche. Dalla prima volta che ti ho visto a scuola e sei diventata tutta rossa -sorrisi a quel pensiero così dolce- Davvero io non ti abbandonerò mai, te lo prometto abbi fiducia in me."

"Nick..." La fermai prima che potesse dire altro. Accarezzai la guancia bagnata di lacrime e mi avvicinai per baciarla. Sentivo solamente il suo cuore che batteva a mille nel suo petto.

 

-Jessica-

"Jessica non lo avrei mai fatto. Tu mi piaci e tanto anche. Dalla prima volta che ti ho visto a scuola e sei diventata tutta rossa. Davvero io non ti abbandonerò mai, te lo prometto abbi fiducia in me."

Volevo dirgli che era così anche per me, che me ne sono innamorata da quando l'ho visto il primo giorno ma mi lasciò solo il tempo di pronunciare il suo nome e si avvicinò a me.

Il mio cuore cominciò a battere fortissimo mentre lui con la mano mi accarezzava la guancia. Si avvicinò sempre di più e mi baciò.

Le nostre labbra si muovevano dolcemente,avrei voluto che quel momento durasse per sempre.

Rimasi ferma mentre ci baciavamo.

Lui aveva una mano intrecciata nei miei capelli.

Dopo troppo poco lui si staccò dolcemente da me e mi guardò negli occhi.

Aveva un sguardo dolce e intenso come se mi trapassasse dentro.

Gli sorrisi. Era il primo sorriso felice che mi usciva da quando mia madre era in ospedale. Ormai era quasi ora di cena e cominciavo ad avere fame, credo...forse erano solo le farfalle per quel bacio.

"Senti Jessica, a meno che tu non ti voglia fermare a cena qui con tutti i miei famigliari che ti faranno domande su domande dovremmo andarcene adesso...che dici?" "Ok"

Avevo la voce tremante, quel bacio mi aveva del tutto messa fuorigioco.

Mi prese per mano e andammo verso la macchina.

"Vado un attimo in casa per avvisare i miei genitori ok? Tu intanto sali in macchina" Annuii e dalla macchina lo guardai andare verso casa. E' bello da morire pensai.

Dopo poco salì in macchina mi sorrise dolcemente e partì.

Nick stette con me tutta la sera era davvero dolce, ora lo era anche di più.

 

Eravamo in camera mia, sdraiati sul letto. Io avevo la testa sul suo petto e sentivo il suo cuore battere.

Nick mi accarezzava i capelli e ogni tanto mi scoccava un bacio.

Non parlavamo neanche, non ce n'era bisogno. Poi lui interruppe il silenzio.

"Mi dispiace per tua madre." Presi un bel respiro ma non risposi non sapevo che dire o forse sapevo che non ce ne era bisogno.

La mattina dopo mi svegliai felice, non avevo fatto nessun sogno su mia madre invece avevo sognato Nick.

Un momento.

Nick.

Aprii gli occhi e la mia testa era ancora sul suo petto.

Alzai la testa e lo guardai mentre dormiva, un vero angelo.

Poi anche lui aprì gli occhi.

"Buongiorno tesoro!"

Sorrisi "Buongiorno Nicky!!

"Mi guardò torvo "Nicky? No senti mia madre basta eh!"

Misi il broncio e lui mi baciò.

"Nick hai dormito qui"

"Gia"

"I tuoi genitori non saranno arrabbiati?"

"Non credo, nah.."

Dopo qualche minuto scesi controvoglia di sotto con Nick che mi abbracciava da dietro e dopo colazione andammo in salotto

"Sai, stanotte hai parlato nel sonno."

"Cosa? Io non parlo nel sonno" Era vero non lo avevo mai fatto.

"Hai detto che eri molto felice di stare con me" Aveva il suo sorriso malizioso stampato in faccia.

"Beh.. comunque noi non stiamo insieme.." era vero, lui non ne aveva accennato

"A tutto c'è rimedio." Mi cinse i fianchi con le suo mani e mi strinse a se

"Jessica vuoi essere la mia ragazza?" Lo guardai intensamente e gli sorrisi

"Nah.. non credo funzionerebbe..."

" Ah si?!" Aveva lo sguardo divertito.

Mi prese mi peso e mi buttò sul divano con lui sopra di me e cominciò a solleticarmi "Ah no eh? Non vuoi essere la mia ragazza eh?"

Stavo morendo dalle risate mentre lo pregavo di smettere.

 

"Nicholas!"

Nick si alzò di scatto dal divano e aiutò anche me ad alzarmi.

C'erano i suoi genitori, per niente felici.

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Capitolo 8
*** 8 ***


Ci guardavano furiosi.

"Si può sapere perché non ci hai avvisati? Ci siamo preoccupati tantissimo quando non ti abbiamo visto rientrare Nicholas!" Suo padre era arrabbiato a dir poco.

"Mi dispiace davvero per avervi fatto preoccupare davvero ma ci siamo addormentati. Mi dispiace"

"E tuo padre Jessica?"

"Beh ecco lui torna tardi la sera e va via presto la mattina..."

"Quindi fateci capire: non solo avete dormito soli senza un adulto ma poi veniamo e vi troviamo sul divano così...da non credere ci avete davvero delusi" Non sapevamo che dire a questo punto.

"Forza Nicholas andiamo" Nick mi salutò tristemente e se ne andò.

 

Tutto il giorno stetti ad aspettare una sua chiamata ma inutilmente.

Poi verso l'ora di cena spuntò mio padre.

"Ehi che ci fai qui?" Ero felicissima e gli saltai al collo.

"Hanno ritirato un ordine-Mi guardò col suo solito sguardo- però Nicholas ti fa proprio un bell'effetto eh?"

Mi staccai da lui e lo guardai interrogativa.

"Vi ho visti dormire insieme stanotte"

"E non ci hai detto niente?? I suoi genitori sono venuti qua furiosi!!"

"Non mi sembrava così sbagliato..e poi eravate così carini..."

Mi sorrise e ci abbracciamo di nuovo.

Era bello averlo lì con me.

 

-Nick-

Per tutto il tragitto verso casa nessuno parlò.

Poi arrivati dentro casa mio padre cominciò la sua bega così irritante e noiosa.

Alla fine però, quando per l'ennesima volta mi ripeté che lo avevo deluso io esplosi.

La verità è che io e mio padre non andavamo molto d'accordo.

Non so perché era così e basta. Non lo sopportavo specie quando parlava con delusione di me e soprattutto di Jessica.

"E io allora? Anche tu mi hai deluso non immagini quante volte hai sempre preferito il lavoro a me. Sono stufo di stare in una casa di ipocriti. Resta vergine fino al matrimonio, non fumare non fare quello , non fare questo basta!" Urlai con tutto il fiato che avevo.

Quelle cose me le tenevo da tanto tempo e ora basta.

Mi guardava non arrabbiato ma stupito.

"Papà io ti voglio bene anche se non andiamo molto d'accordo. E' solo che è vero ho sbagliato non dico di no ma tu non ti fidi di me e non lo sopporto."

Andai in camera mia piuttosto arrabbiato ma felice di essermi tolto un peso.

Volevo tanto vedere Jessica. Mi mancava da morire e probabilmente lei aspettava una mia chiamata.

Mentre stavo per prendere il cellulare arrivò mia madre. "Nicholas mi hai veramente deluso... davvero."

"Mi dispiace ok? Quante volte devo ancora dirlo?"

"Non per questo ma per quello che hai detto a tuo padre. Sai da quando hai conosciuto quella ragazza sei cambiato- era vero ma ero contento di questo cambiamento- Ne ho parlato con tuo padre. Lui con il lavoro non sta bene qui e vorrebbe tornare nel New Jersey. E' da una settimana che ci pensiamo e dopo quello che è successo ho detto di si. Partiamo tra una settimana."

Rimasi a bocca aperta.

Non potevo crederci.

 

-Jessica-

Ero sdraiata sul mio letto dove ieri sera c'era Nick.

Sentivo ancora il suo profumo sulle lenzuola e se chiudevo gli occhi era come averlo lì. Stavo aspettando una chiamata, non ce la facevo più volevo sentire la sua voce dirmi che andava tutto bene ma avevo come la sensazione che ci fosse qualcosa che non andasse.

Avevo un groppo in gola.

Poi all'improvviso il mio cellulare squillò e quasi caddi dal letto per prenderlo sul comodino.

"Pronto Nick!"

"Ciao piccola." Era triste.

"Ehi che c'è? Perché quella voce?"

"Niente non sto molto bene. Tutto qui davvero."

Sentivo chiaramente che non era influenza ma tristezza ma feci finta di niente. "Vorrei tanto che tu fossi qui Nick, mi manchi tanto"

"Anche tu piccola"

Non sapevo che pensare, e prima che io potessi dire altro si congedò

Senti tesoro devo andare ora, Ciao".

"Ciao".

Avevo paura che qualcosa non andasse.

Beh comunque me lo sarei fatta spiegare a scuola domani.

 

Invece la mattina dopo mi arrivò un sms.

 

Non vengo a scuola non sto bene. Non preoccuparti piccola ok? Ci sentiamo dopo.”

 

Ok, mi nascondeva qualcosa.

Era chiaro.

Mi incamminai a scuola e vidi Sara.

"O tesoro non dirmi che non siete più amici a causa mia?"

" No, anzi devo ringraziarti. Grazie a te ora stiamo insieme, Nick non è qui solo perché sta male." Aveva la faccia pietrificata.

"A dopo tesoro!!" e me ne andai in classe.

Mi faceva uno strano effetto non avere Nick al mio fianco a scuola.

Alla fine delle lezioni lo chiamai aveva la stessa voce smorta di prima.

Non ho niente davvero.

Me lo ripeteva in continuazione ma non gli credevo.

 

-Nick-

Dopo la chiamata decisi di non andare a scuola.

Certo avrei dovuto dirglielo ma non ce la facevo ancora.

"Ehi Nick posso entrare?" Era Kevin, l'unico con cui potevo sempre parlare.

"Vieni" Si sedette accanto a me.

"Mamma me lo ha detto, mi dispiace davvero." Sorrisi, ma era un sorriso triste.

"Kevin mi spieghi come faccio? Proprio ora che stavamo insieme, io non voglio lasciarla." ero sull'orlo delle lacrime.

Ma non mi vergognavo.

Non con Kev. Mi mise un braccio intorno alle spalle.

"Le hai già parlato?"

"No, comunque domani non andrò neanche a scuola, si è accorta che qualcosa non va, e se le parlassi a scuola sarebbe peggio, poi con Sara.."

Si forse hai ragione ma devi comunque parlarle al più presto."

"Lo so."

 

Non riuscii a chiudere occhio tutta la notte.

Pensavo a Jessica a come avrebbe pianto e a come io sarei morto guardandola.

Poi pensavo a mia madre.

Che delusione, mi aveva veramente deluso.

La mattina mandai un messaggio per dirle che non sarei andato a scuola.

Per tutta la mattina pensai a come fare e decisi di aspettarla davanti casa per parlarle.

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Capitolo 9
*** 9 ***


-Jessica-

Stava cominciando a piovere.

Per fortuna ero quasi arrivata. Vidi subito la mustang e il mio cuore fece una capriola. Corsi alla porta e lo vidi seduto sullo scalino.

Si alzò appena mi vide e gli saltai tra le braccia.

Lui mi strinse fortissimo come per consolarsi.

Volevo guardarlo in viso ma non me lo permise.

Tirò su col naso e poi lasciò la presa quel tanto da poterlo guardare.

"Devo parlarti" Niente di buono.

Quando mio padre mi disse della mamma iniziò proprio così.

Ero preoccupatissima.

 

Andammo in camera mia e ci sedemmo sul letto.

Nick mi prese le mani e mi guardò negli occhi.

"Jessica, io non so come dirtelo davvero."

"Dirmi cosa Nick?" Sentivo già le lacrime salire.

"Tesoro, vedi il fatto è che... torniamo in New Jersey."

 

Non ci credevo, mi sentivo morire, il cuore faceva malissimo.

"No..-le lacrime stavano già scendendo- no. Nick ti prego dimmi di no, ho bisogno di te ti prego..."

Nick mi abbracciò e io cominciai a piangere sulla sua spalla.

Il dolore era troppo forte non ce la facevo.

Nick mi strinse più forte ad ogni singhiozzo.

Poi mi staccai da lui "Non c'è niente che tu possa fare?"

"No piccola ormai hanno deciso"

Mi alzai di scatto e urlai "Mi avevi promesso che non mi avresti mai abbandonata! Sei come tutti gli altri!"

E scappai via.

Per le scale incontrai anche mio padre ma non mi importava, uscii di casa con Nick che mi seguiva.

 

-Nick-

"Mi avevi promesso che non mi avresti mai abbandonata! Sei come tutti gli altri!" Queste parole arrivarono come uno schiaffo.

Prima di poter dire altro scappò via e le andai dietro.

Vidi anche suo padre ma non c'era tempo di spiegazioni.

Fuori pioveva ma Jessica continuò a correre disperatamente.

Poi riuscii a fermarla nel parco della città.

La presi per un braccio ma lei non mi guardava

"Maledizione Jessica! Credi che per me sia semplice? Eh!" Urlai anche io.

La vidi tremare.

Stava ancora piangendo.

Poi si avvicinò a me e mi abbracciò continuando a piangere violentemente contro il mio petto.

Stava piovendo molto forte e le gocce di pioggia si perdevano tra le nostre lacrime.

 

Stemmo sotto la pioggia per una buona mezzora.

Poi vidi che Jessica era calda e la portai a casa.

Suo padre non c'era già più.

C'era un biglietto. "Sono venuto per prendere dei documenti. Ma perché sei scappata? Non dirmi che avete litigato? Spero tutto bene. Papà."

Ci cambiammo i vestiti fradici e la feci sdraiare sul letto.

Aveva la febbre alta, bruciava.

Le misi un panno sulla fronte.

Stavo per uscire dalla stanza per prendere del ghiaccio visto che la febbre non scendeva a Jessica mi fermò.

"Nick ti prego non andare" Aveva la voce ridotta ad un bisbiglio.

Mi misi accanto a lei e le diedi un bacio.

"Nick, ti amo. Ti prego non andartene." Le dissi che la amavo anch'io ma era crollata nel sonno.

Stetti tutto il tempo con lei.

La febbre non passava. Ero sdraiato accanto a lei e le stringevo le spalle con un braccio.

Poi sentii bussare ed entrò suo padre.

Mi alzai dal letto."Comodo comodo" Suo padre sorrideva sempre per questo mi piaceva tanto.

Gli sorrisi ma ero triste. "Nicholas che c'è?"

"Tra una settimana partiamo. Torniamo in New Jersey."

"Oh, è per questo che prima.."

"Si". Ci guardammo e fu lui a rompere il silenzio.

"Mi dispiace davvero per voi. Sai da quando sei comparso tu la mia Jessy ha ricominciato a sorridere. Lei pensa che io non lo sappia ma so bene quanto abbia sofferto. Ogni notte la sento piangere per gli incubi che ha su sua madre. E' stata dura per entrambi. Però vedi Nicholas, io mi sono in un certo senso consolato. Lei ancora non lo sa ma... ecco quando mia moglie si è resa conto che stava cominciando a peggiorare beh.. mi ha fatto promettere che nel caso avrei trovato un'altra donna, e beh.. così è stato e.. sto meglio. Ma Jessica era sola...ora invece con te..."

 

Non sapevo se essere felice perché Jessica stava meglio con me o essere in pensiero perché lui stava con un'altra donna senza che lei lo sapesse.

"Non voglio andarmene, io voglio stare qui con Jessica, ma quando sono rimasto qui poi ho litigato con i miei e niente hanno già deciso."

"E se parlassi con i tuoi?"

"Può provarci ma non credo serva a molto...Comunque ora devo andare o altrimenti mi porteranno in Canada invece che in New Jersey"

Mi avvicinai a Jessica per darle un bacio e mi accorsi che era sveglia e stava piangendo. Feci finta di niente ma la guardai per farglielo capire e le diedi un bacio. "Buona notte signore"

"Notte figliolo."

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** 10 ***


-Jessica-

Non potevo credere alle mie orecchie.

Non solo il mio ragazzo se ne andava, ma mio padre stava con una donna che non era mia madre. Appena sentii quelle parole cominciai a piangere.

Era più forte di me.

Nick poi disse di doversene andare e quando stava per salutarmi si accorse che ero sveglia. Mi diede un bacio e se ne andò.

Dopo poco se ne andò anche mio padre e rimasi sola.

 

Erano già le due e ancora non avevo chiuso occhio.

Mi misi seduta e dopo poco mi sentii dei rumori alla finestra.

Mi alzai e vidi Nick. Aprii la finestra "Che ci fai qui?"

Lo vidi mentre si arrampicava e me lo trovai davanti, bello da morire.

Mi allontanai dalla finestra per farlo entrare e mi sedetti sul letto.

Lui venne da me e mi prese in braccio, io allora misi la testa sul suo petto e lui mi cullò dolcemente canticchiando una specie di ninna nanna.

Stavo già molto meglio, averlo lì mi faceva sentire come se nessuno potesse ferirmi. Alzai un po' la testa per guardarlo.

"Come mai qui? Se i tuoi lo scoprono ti portano in Canada.."

"Lo so...ma non riuscivo a dormire sapendo che stavi così male amore, quando ti ho vista piangere mi sono sentito malissimo."

Singhiozzai "Non voglio che tu stia male per me."

"E' inevitabile amore, poi col fatto che partiamo, sto davvero malissimo."

A queste parole Nick mi abbracciò ancora più forte.

"Non posso credere che mio padre stia con un'altra"

"Devi anche capirlo piccola, insomma tua madre vuole che siate felici"

"Si però.."

"Lo so che è dura però ora lui è felice, non sei contenta per lui?"

"Si-misi il broncio- ma perché devi sempre avere ragione?!"

Nick rise e mi abbracciò fortissimo poi sciolse un po' la stretta, si avvicinò e mi diede un bacio stupendo che mi sciolse completamente.

 

Rimanemmo abbracciati per un molto, poi se ne dovette andare.

"Domani mattina torno tanto i miei non ci sono e te non puoi ancora andare a scuola" Mi sorrise dolcemente e mi diede un altro bacio molto lungo.

"Ok amore..a domani.. però non so se riuscirò a dormire da sola" e feci lo sguardo da cucciola.

Si sedette di nuovo sul letto e gli andai in braccio.

Mi coccolò ancora per un po finché non mi addormentai tra le sue braccia, poi mi mise sotto le coperte e mi diede un bacio sui capelli.

 

La mattina dopo mi svegliai verso le nove.

Mi girai di fianco e lo vidi accanto a me sdraiato mentre mi sorrideva.

Buongiorno piccola!"

"Buongiorno"

Mi toccò la fronte "La febbre è passata amore" Gli sorrisi

"Grazie a te" Mi avvicinai e lo baciai.

Avevo una mano nei suoi capelli e lui una mano sulla mia schiena.

Poi si girò e mi mise sotto.

Proprio mentre speravo succedesse qualcosa sentii un rumore.

Nick rise "Direi che qualcuno qui ha fame eh?!" Io arrossii poi lui si alzò da me. Prima andai a cambiarmi poi andammo a fare colazione.

C'era un temporale furioso.

Mentre eravamo in cucina sentimmo un tuono spaventoso e io urlai.

Nick mi guardò prima stranito poi divertito.

"Non dirmi che hai paura dei temporali?"

"No" Il no meno convincente della storia. "Non è che ho paura solo che beh.. non impazzisco di gioia. Ecco.."

Nick si avvicinò e mi strinse per i fianchi

"Ehi bimba finché sei con me non ti capiterà niente ok?" E mi baciò.

"E quando te ne andrai?"

Solo ora mi ero ricordata che se ne stava per andare.

"Sai amore ho riflettuto e.. secondo me ci ripenseranno, magari non subito, ma dopo poco vedrai che torneremo.. al limite scapperò di casa.."

Non riuscii a trattenere un sorriso e mi baciò di nuovo.

Poi il mio maledetto stomaco brontolò di nuovo.

"Ok ok ti nutro" Disse abbassandosi alla mia pancia, poi sollevò un po' la maglietta e ci diede una bacio.

Mi sedetti a tavola mentre Nick mi preparò la colazione.

Subito dopo aver finito arrivò un violento tuono che provocò un black out.

 

Eravamo al buio totale.

I nostri occhi ancora non distinguevano i contorni delle cose.

Poi mi sentii toccare e strillai.

"Ehi tesoro sono io!"

"Scusa"

Nick si era avvicinato e mi abbracciava.

"E ora?"

"Niente, ci godiamo il buio piccola."

"Non è che si possa fare molto al buio..."

"Questo lo dici tu" Anche se non lo vedevo in viso sapevo che aveva il suo sorriso malizioso. Ero parecchio tesa e sicuramente lui lo sentiva.

"Jessica va tutto bene? Mi sembri un po' tesa..non è che hai paura a stare da sola al buio con me?"

"Figurati, io paura? Ti prego"

"Meglio così piccola" e mi diede un bacio che mi lasciò senza fiato.

Dopo essermi ripresa dal bacio mi sciolsi da lui

"Dev'esserci una pila nell'armadio in salotto"

Andammo in salotto ma della pila neanche una traccia "Vorrà dire che staremo al buio"Aveva un tono smaliziato.

 

Mi abbracciò di nuovo e cominciò a darmi dei baci sul collo.

"Ti amo piccola"

Sorrisi "Anch'io, tanto".

Si fermò un attimo mi prese in braccio e mi buttò sul divano.

 

Non avevo le farfalle nello stomaco.

Avevo uno stormo intero di piccioni annidati nella pancia.

Era tutto maledettamente bello.

Lui continuava a baciarmi era veramente stupendo ma non so perché mi sentivo un po' agitata.

Forse perché lui era sopra di me e con le mani mi accarezzava o forse perché avevo paura di fare sul serio.

Nick mi conosceva bene però. "Ehi piccola tutto bene?"

"Si"

Non so perché ma mi tremava la voce. Nick si alzò da me e si mise seduto accanto a me. Mi dispiaceva, sicuramente l'avevo ferito e non si meritava questo. Sono una stupida ecco cosa sono.

"Mi dispiace - Cosa? A lui dispiaceva? - Non avrei dovuto, davvero non voglio che tu ti senta a disagio con me tesoro. Davvero - Prese ad accarezzarmi la guancia - Tu mi piaci tanto piccola e immagino di non sapermi controllare"

Finì la frase con un tono più rilassato.

"No senti Nick il fatto e che, non lo so. Sono una stupida ecco tutto"

Si davvero perché nessuno sano di mente rifiuterebbe un ragazzo così.

"Non sei stupida ok? E' normale che tu ti senta un po' a disagio in questa situazione e poi diciamocelo sono un figo da paura ed è normale che io ti metta a disagio"

Non gli lasciai finire neanche la frase e gli tirai una cuscinata.

"Ah si eh? Vuoi la guerra Jessy?"

"Si Nicky hai capito bene!"

Ci prendemmo a cuscinate come due bambini.

Poi mi avvicinai e lo misi all'angolo del divano. Continuavo a prenderlo a cuscinate mentre lui rideva da matti.

"Pietà, pietà basta!" Mi avvicinai ancora e mi sedetti sulle sue gambe.

Mi avvicinai ed eravamo petto contro petto. Allora lo baciai. Avevo una mano nei suoi ricci e lui mi stringeva per la schiena.

Dopo qualche minuto tornò la corrente. Nick era mezzo sdraiato contro il divano e io ero sopra di lui. Mi alzai e mi spostai più lontana.

Lui era ancora sdraiato "Lo sapevo, non puoi resistermi"

Lo guardai male ma subito dopo mi sciolsi in un sorriso.

"Ne vuoi altre di cuscinate?!"

"Mmm, volentieri" Gli tirai un cuscino e lo presi in faccia.

"Mi mancherai tanto" Non so che centrasse con quel momento però mi scappò detto. "Chissà magari ci ripensano... insomma tuo padre mi ha detto di voler parlare ai miei genitori, magari li convince"

Anche lui era sconsolato e non credeva molto nelle sue parole. Si avvicinò e mi abbracciò appoggiando la sua guancia sulla mia testa.

 

-Will-

Ok Will, calmati. Stai soltanto andando a parlare con due persone normalissime.

Ma allora perché sono così teso??

Sono solo i genitori del fidanzato di tua figlia, niente di che Will.

Me lo sarò già ripetuto un milione di volte oggi.

Calmati.

Se solo ci fosse mia moglie. Era lei che si occupava di queste cose.

Oddio che ansia. Eccomi davanti al portone di casa loro. Però che casa eh!. Suonai al campanello e mi ritrovai un bambino.

"Ciao piccolo sono il padre di Jessica, ci sono mamma e papà?"

"Certo ora li chiamo"

Mi accomodai e mi raggiunsero i genitori di Nicholas.

Ero già in ansia.

Ecco perché stanno sempre a casa.

Ora li capivo fin troppo bene...

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Capitolo 11
*** 11 ***


Eravamo tutti e tre seduti in salotto.

La tensione era alta.

Eravamo tutti estremamente tesi.

"Allora caro dove hai messo la bottiglia di vino?"

Ok..solo io ero teso e preoccupato.

Ma dovevo farmi coraggio. Per la mia Jessy.

Mi schiarii la voce e mi feci il discorso mentalmente.

Ero prontissimo e determinato.

Mai stato più sicuro in vita mia.

Per fortuna cominciò Paul.

"Siamo veramente felici che tu sia qui Will. In queste situazioni è di assoluta importanza stare uniti" Denise annuii.

Io non fui da meno e accompagnai il tutto con un "si giusto".

Poi ripensai alle sue parole.

"In quale situazione scusate?" Non ci stavo capendo più niente.

"Beh insomma, a Nicholas e Jessica - Denise aveva un tono un po' preoccupato - Non fraintenderci crediamo che tua figlia sia fantastica davvero, una brava ragazza ma Nicholas è cambiato profondamente da quando si frequentano. Risponde a tono ed è intrattabile. Non lo è mai stato."

"Oh..beh devo dire che anche la mia Jessy è cambiata e in meglio. Vedete da quando mia moglie è in ospedale lei si è chiusa in se stessa, sempre triste, da sola. Poi da quando ha conosciuto vostro figlio è tornata a sorridere ecco."

Mi guardavano torvi e affondai la faccia nel mio bicchiere di vino.

Ci credo che Nick si ribelli questi due sono di ferro e a dirla tutta mi mettono un po' in soggezione.

"Capiamo la situazione di Jessica ma insomma forse non ti hanno detto cosa è successo.. - Mi sentii avvampare. Che diavolo è successo? Deve essere grave ma perché non me lo hanno detto?. Oddio stavo per andare in iperventilazione - Insomma, passare tutta la notte insieme per poi trovarli la mattina sul divano a fare chi sa cosa. Converrai con noi che è intollerabile"

"Ah ma questo! Mi avete fatto preoccupare!"

Mi rilassai subito e tirai un sospiro di sollievo.

Mi guardavano straniti.

"Non ti sembra grave?"

"Sinceramente no" Mi incenerirono con lo sguardo.

"Andiamo, non vorrete farmi credere che voi siete il tipo da vergini fino al matrimonio e cose simili!" Cazzo. Si lo sono.

"No perché avete ragione. Ma insomma i ragazzi non hanno fatto niente" Mi sembra un tantinello esagerata la vostra reazione"

Mi guardavano torvi.

"Sentite ormai sono un padre che cresce la figlia da solo. Per me vostro figlio è una benedizione perché si prende cura di Jessy. Ok hanno sbagliato ma non era loro intenzione. So anche che si sposta per lavoro, ma Paul cos'è il lavoro a confronto dell'amore di vostro figlio per una ragazza?"

 

Si li ho convinti. Che genio che sono.

Fanno i sostenuti ma presto si scioglieranno e mi diranno che staranno qui, io potrò andare dai ragazzi e dare loro la buona notizia.

 

Assolutamente.

 

"Non li ho convinti - mi ritrovai davanti le facce deluse di Nicholas e Jessica - insomma i tuoi genitori sono di ferro! Credevo di aver dato loro una buona motivazione, invece...Mi dispiace davvero"

"Non è colpa sua, i miei genitori sono irremovibili"

 

-Nick-

Era il giorno prima della partenza.

L' ultima settimana era passata troppo velocemente.

Avrei voluto passare con Jessica ancora più tempo perché lo sapevo, senza di lei non ce l'avrei mai fatta.

Avevamo deciso di salutarci già questo pomeriggio perché domani mattina sarebbe stata troppo dura per entrambi.

Non che questo pomeriggio fosse stato semplice salutarci.

 

"Tesoro posso entrare?" Fantastico ci mancava anche mia mamma.

"Allora come va la preparazione della valigia?"

"Non appena avrò trovato i pezzi del mio cuore avrò finito."

"Nicky ascolta..."

" No ok? Scusa ma non ho voglia di altri discorsetti... Senti mi dispiace se ultimamente il mio comportamento è stato così pessimo.. ma io amo Jessica e mi mancherà da morire"

"Hai solo 17 anni Nick come puoi sapere che è la ragazza giusta per te?"

"Lo so e basta".

 

Era quasi l'una e non avevo ancora chiuso occhio.

 

Jessica.

 

Dovevo vederla ancora, abbracciarla, baciarla ancora una volta.

Mi avvicinai alla porta della camera e scesi le scale cercando di non far rumore.

"Bene bene... guarda chi c'è!"

 

Almeno aveva un tono scherzoso pensai sospirando.

Joe era seduto sul divano e mi guardava divertito.

"Fammi indovinare...spuntino notturno? - Si mise a ridere poi divenne serio - Vai da Jessica?"

"L'intento era quello in effetti" Mi sedetti accanto a lui.

"La ami vero?" Incredibile. Joe mi aveva capito.

"Si Joe tanto."

"Mi dispiace che finisca così davvero, perché Jessica mi piace tanto e poi da quando la hai conosciuta sei migliorato, sei più simpatico e più ribelle..."

Mi diede uno scappellotto sulla nuca.

"Wow sei l'unico a cui piace il mio cambiamento."

"Vedrai che presto mamma e papà si abitueranno e torneremo qui... Bene... abbiamo avuto i nostri dieci minuti di amore fraterno perciò ora sparisci e vai da Jessica, su vai!"

Gli sorrisi e me ne andai.

 

Arrivato davanti a casa di Jessica notai che la finestra di camera sua era aperta. Perfetto. Mi arrampicai ed entrai in camera sua.

Era tutto buio ma riuscii a distinguere il suo profilo.

Era rannicchiata sul letto e si abbracciava le ginocchia.

Mi avvicinai cercando di fare il meno rumore possibile.

Era addormentata ma non profondamente. Mi sdraiai dietro a lei e con una mano l'abbracciai all'altezza della pancia.

Si girò lentamente e quando mi vide mi abbracciò.

Io le accarezzai la testa e la portai sul mio petto.

"Che ci fai qui?" Era poco più di un sussurro ma la capii.

"Mi mancavi amore e volevo che il nostro addio fosse diverso."

Affondò ancora di più la testa nel mio petto.

"Mi mancherei tanto"

"Anche tu piccola" Le accarezzai i capelli e la schiena. Lei con una mano mi accarezzava il petto e quel semplice gesto mi faceva sentire bene, leggero.

 

-Jessica-

Stare li accanto a Nick era magnifico.

Mi sentivo bene, protetta, al sicuro tra le sue braccia.

Nick mi strinse dolcemente al suo petto. Poi mi alzò il viso e cominciò a baciarmi.

Non erano più i baci che mi facevano solo venire le farfalle nello stomaco.

Ora erano più decisi e passionali. Nonostante tutto stavo bene, ero a mio agio. Le sue braccia presero a stringermi per la schiena e si mise sopra di me.

Continuava a baciarmi con passione.

Io avevo una mano intrecciata nei suoi riccioli. Iniziò a baciarmi il collo con molta dolcezza.

Dal collo arrivò alla spalla e poi sempre più giù.

Poi le mani si posarono sulla mia canottiera e me la sfilò.

Si tolse anche lui la maglia e appena vidi il suo magnifico corpo rimasi senza fiato. Riprese a baciarmi il collo e ora anche il seno. Le sue mani mi attraevano a lui sempre di più con maggiore forza.

Eravamo l'uno stretto all'altra.

Poi Nick mi sfilò anche i pantaloncini del pigiama e la stessa cosa fece con i suoi.

Il mio cuore batteva all'impazzata perché sapevo bene cosa sarebbe successo a breve ma nonostante questo non mi allontanai da lui.

Nick mi mise sopra di lui e mi slacciò il reggiseno.

Io lo levai del tutto. Eravamo petto contro petto e ci baciavamo con molta passione.

 

Perché lui era mio.

 

E io era sua.

 

Alla fine ci spogliammo del tutto.

Ormai ci eravamo. Prima però Nick mi guardò negli occhi.

"Voglio che questo sia l'ultimo ricordo l'uno dell'altra, ora che io sono tuo e tu sei mia piccola."

Detto questo Nick si avvicinò ancora di più a me e incominciammo a fare l'amore.

Era stupendo.

Nick mi dava quelle emozioni che sono certa Zac non mi avrebbe mai dato. Mi stringeva a se deciso ma sempre dolce.

Entrambi ansimavamo dal piacere.

Era stupendo. Lui continuava a baciarmi sul collo ed era magnifico.

Dopo un po' entrambi ci fermammo.

Nick si stese sul letto e io lo abbracciai.

Erano quasi le tre e lui doveva andarsene. S

i rivestii, poi mi abbracciò e mi baciò dolcemente.

 

"Non è un addio."



Salve :3
Non l'ho ancora fatto, perciò lo faccio adesso:
Sono Ciuffo, la scrittrice :3
Spero ti piaccia la mia storia :D
Un bacione

 

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Capitolo 12
*** 12 ***


In questo capitolo apparirà una ragazza di nome Miley. Questa ragazza non è un riferimento a Miley Cyrus.. ho scelto solo il suo nome... Buona lettura!!


 

La mattina dopo mi svegliai agitatissima.

Avevo il cuore in gola a causa di un incubo orribile.

Non c'era solo mia madre ora c'era anche Nick che se ne andava via da me.

Io piangevo, strillavo ma loro continuavano ad allontanarsi da me.

Mi alzai dal letto e andai in cucina. Per calmarmi mi preparai una tazza di cioccolata calda.

Mi sedetti al tavolo e ci rimasi un bel po'.

Ripensai a tutti i momenti passati insieme, al primo giorno di scuola, quando mi ha accompagnata a casa, e naturalmente alla notte prima.

Sorrisi a quel dolce ricordo ancora così vivo. Bevvi la mia cioccolata e poi andai di sopra e mi feci una doccia.

Quando uscii dal bagno intravidi qualcosa sotto al letto.

Mi accucciai a terra e riconobbi subito la felpa nera che Nick aveva ieri notte.

La presi da terra e la strinsi al petto. Non potei fare a meno di versare qualche lacrima. Nonostante Nick se ne fosse andato da solo un paio d'ore già mi mancava tantissimo.

Mi sedetti sul letto a gambe incrociate facendo respiri profondi per calmarmi. Dovevo accettare il fatto che Nick non lo avrei visto per un po', o addirittura per sempre. Strinsi più forte la felpa cercando di non pensarci. Così poco a poco riuscii a calmarmi. Poi squillò il cellulare.

 

-Nick-

All'improvviso si aprì un fascio di luce.

Aprii piano gli occhi e vidi mia madre vicino al mio letto che stava accendendo la luce.

 

Erano le 4 del mattino.

Mi girai nel letto convinto di avere Jessica al mio fianco e rimasi deluso nel ricordare che ce ne stavamo andando.

Ripensai alla notte prima con Jessica, mi si stampò un sorriso sul viso perché una cosa era certa: l'ultimo ricordo che avevo di lei era a dir poco stupendo.

"Forza Nicky alzati!" Mia madre mi riportò presto alla realtà.

Mi alzai di malavoglia, avevo un tantissimo sonno. Avrò dormito si e no 2 ore... Partimmo di casa alle 4:30. Arrivammo in New Jersey verso le 7:30. Visto la velocità della decisione del trasloco, papà non aveva ancora trovato una casa perciò saremmo rimasti in albergo per almeno una settimana.

Arrivato nella mia suite, mi stendetti sul letto e decisi di chiamare Jessica.

Composi il numero. Dopo due squilli Jessica mi rispose. Aveva una voce triste e probabilmente aveva pianto.

Mi si strinse il cuore.

"Pronto?"

"Ciao bimba" Jessica non rispose subito. Sembrava come stesse trattenendosi. "Nick..." Stava singhiozzando.

"Ehi amore, no calmati" Non feci in tempo a finire la frase che Jessica scoppiò in un pianto e attaccò il telefono.

Rimasi qualche secondo a guardare il cellulare.

Dio quanto avrei voluto potere essere con lei, prenderla tra le braccia e coccolarmela.

 

Rimasi tutta la mattinata sdraiato sul letto a pensare.

Verso l'ora di pranzo arrivò mio padre.

"Ehi Nick scendi! Andiamo a pranzo con un collega"

"Ok"

Che bello non vedevo l'ora.

Andammo nell'aria ristorante dell'albergo. Un'enorme sala con tantissimi tavoli già mezza piena.

Ci sedemmo ad un tavolo dove c'erano già seduti un uomo e una ragazza.

Si somigliavano molto, quindi diedi per scontato fossero padre e figlia.

Mio padre ce li presentò come Billy Ray e Miley sua figlia.

La guardai un secondo e notai che mi guardava penetrante.

Chi sa a cosa pensava... no meglio non saperlo. I

l pranzo passò veloce anche se noioso. Mio padre e Billy non fecero altro che parlare di lavoro mentre la ragazza ancora mi fissava.

Poi andai a fare una passeggiata volevo stare solo.

Mi sedetti a una panchina nel meraviglioso giardino dell'hotel. Presi il cellulare per richiamare Jessica ma il cellulare suonava a vuoto.

"Avanti rispondi!!"

"Problemi?" Mi prese un colpo. Mi girai e vidi Miley che si sedeva accanto a me. "No...stavo solo chiamando la mia ragazza"

"Ma lei non risponde" Mi suonò odiosa come risposta.

"Forse non lo sente!!" Forse sono stato troppo brusco ma chi è lei per giudicare me e Jessica?

"Scusami tanto Nick non volevo essere invadente o antipatica"

"Non ti preoccupare" Poi lei riprese "Comunque se ne vuoi parlare... io sono qui" Non so perché ma fui affascinato dalla sua disponibilità e le raccontai tutto di me e Jessica. Dopo che ebbi finito lei aveva una faccia strana. "Secondo me, dovresti lasciarla.." La guardai sorpreso "E perché mai?"

"Lei non ti merita"

"Neanche la conosci non giudicarla ok?! Tu non hai idea dei problemi che ha avuto." "Hai ragione, scusa" Miley mi stava a tratti simpatica e a tratti antipatica.. non so.. è una cosa nuova per me. Ero perso nei miei pensieri. Quando mi riscossi me la trovai davanti. La guardai interrogativo, poi si avvicinò e mi baciò.

Dopo qualche secondo la staccai da me.

Ero arrabbiato ma anche sorpreso. Perché in fondo non mi era dispiaciuto molto, questo era il problema. Non posso fare una cosa del genere a Jessica. Non se lo merita e basta.

Stavo per parlare ma vidi la mia famiglia più Billy. Lui e papà sorridevano.

Joe mi sembrava arrabbiato.

Infatti venne verso di noi e mi trascinò via per un braccio.

Non disse una parola finché non arrivammo nella sua suite. Mi mollò sul letto.

"Si può sapere che fai?!" Era parecchio arrabbiato.

"Joe è stata lei ok?! Mi si è avvicinata e mi ha baciato!"

"Si ma tu l'hai fatta fare!! Non posso credere che tu faccia questo a Jessica davvero!" Tirai un sospiro e chinai la testa. Non volevo guardarlo. Poi Joe si calmò e si sedette accanto a me.

"Nick, voglio solo che tu non faccia casini ok? Se davvero ti piace Miley allora vedi prima di parlarne con Jessica."

"Ma io non voglio lasciarla e solo che mi manca e mi sento solo..." Oddio no... Non posso e basta. Non voglio anzi. Non a Jessica. No e basta Nick.

Dopo poco arrivarono i miei genitori, papà mi sembrava felice. "Allora Nick... tu e Miley.."

"No. Io sto con Jessica."

"Nick ascolta, non c'è niente di male ok? Siete distanti e chiaramente sei confuso, ti senti solo e poi Miley è davvero simpatica!"

Non gli risposi anche perché non sapevo che dire. Mi alzai e andai nella mia suite. Mi stesi sul letto a pensare. Era ridicolo, come potevo dopo tutto quello che è successo con Jessica dimenticarla cosi? Sono senza cuore evidentemente. O forse mio padre ha ragione. In fondo non vedrò più Jessica. Ma in questo caso ha ragione Joe: le devo parlare prima.

 

-Jessica-

Dopo pranzo tornai di sopra. Come al solito ero sola perché mio padre era al lavoro. Ora però era diverso perché mi ero abituata ad avere Nick con me.

Ok.. sto diventando patetica. Se ne è andato solo da un giorno e tra di noi non cambierà niente.

Perché lui ama me e io amo lui. E sarà sempre così lo so. Arrivai in camera mia e guardai il cellulare, c'era una chiamata persa di Nick. Lo chiamai e quando mi rispose mi accorsi subito che qualcosa non andava. Aveva un tono come combattuto, come se volesse dire qualcosa ma non volesse per qualche motivo. Dopo pochi minuti mi riattaccò dicendo che aveva da fare. Rimasi parecchio delusa.

Non c'è che dire.

 

Ormai erano passate settimane dalla partenza si Nick.

Novembre ci stava salutando e voleva lasciare posto a Dicembre.

Le chiamate di Nick erano sempre più rade e quando chiamava era sempre strano e comunque per pochi minuti, giusto il tempo di chiedere se andava tutto bene.

Inutile dirlo, ero sempre più depressa.

Passavo tutte le giornate da sola, come in attesa di un appiglio di Nick a cui reggermi. Ma non arrivava.

 

Erano quasi le dieci. Ero stesa sul divano.

Sentii la porta aprirsi e apparse mio padre.

"Ehi Jessy!" Sembrava piuttosto su di giri.

"Ehi papy"

"Ho una sorpresa incredibile!! Mi ha appena contattato un cliente che viene dal New Jersey - appena nominato New Jersey mi misi seduta- un certo Billy Ray Cyrus, domani andrò da lui, e mi stavo chiedendo se non volessi venire anche tu..."

Non gli lasciai tempo di finire che ero già tra le sue braccia.

 

Dopo tanto tempo finalmente ero di nuovo entusiasta per qualcosa.

Decisi di non dire niente a Nick volevo fargli una sorpresa, gli avrei detto all'ultimo che ero li.

Dire che ero elettrizzata era poco. Andai a letto ma non riuscii a chiudere occhio.

Arrivammo nel New Jersey verso le 11 del mattino.

Andammo prima nella casa di quell'uomo, poi nel pomeriggio avrei chiamato Nick.

Billy ci venne incontro e salutò mio padre calorosamente. Ci fece strada in casa sua. Poi arrivati in salotto vidi qualcosa che mi scioccò.

C'era Nick.

Stava baciando una ragazza.

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Capitolo 13
*** 13 ***


-Nick-

Le ultime settimane erano state difficili.

Jessica mi mancava sempre di più e Miley di certo non aiutava visto che mi stava sempre attorno.

All'inizio, dopo quel bacio avevo fatto in modo di stare con lei il meno possibile, ma la verità è che con lei ero felice, quindi dopo un po' l'ho dovuto ammettere con me stesso.

Presto io e lei diventammo inseparabili.

Ogni volta che stavamo insieme Joe ci guardava sempre malissimo, e ogni sera me lo urlava contro.

Certo aveva ragione, ogni volta che lo dicevo a Miley con l'intenzione di lasciarla, lei mi diceva che Jessica era lontana e non lo avrebbe mai saputo. Così alla fine ho ceduto e mi sono messo con lei. Parlavo con Jessica il meno possibile. Il senso di colpa era veramente forte.

Perché le volevo ancora bene, questo era indiscutibile.

La cosa più strana era la fissa di Miley per Jessica. Mi fece un interrogatorio su dove viveva, com'era, il suo carattere.

Ancora più strano che il giorno dopo mi invitò a pranzo a casa sua. Pranzammo con suo padre.

"Ragazzi io devo andare, è arrivato un uomo da New York e devo parlare con lui di affari"

Mi venne subito in mente Jessica e suo padre.

Sorrisi ripensando e lei, ma ormai era finita, visto come mi ero comportato.

"Andiamo Nick, andiamo in salotto." Mi trascinò via per un braccio.

Andammo in salotto e sentimmo la porta aprirsi e Billy che accoglieva l'uomo.

A quel punto Miley mi saltò addosso e mi baciò, io ricambiai stranito.

Poi mi staccai e la vidi.

 

C'era Jessica in piedi davanti a noi.

 

Stava piangendo, aveva uno sguardo ferito.

 

"Nick..." La sua voce era ridotta ad un bisbiglio.

 

Mi avvicinai a lei, cercai di prenderle la mano ma lei si scostò.

Non risposi subito. Dopo qualche minuto parlai.

"Mi dispiace davvero.......non so che altro dire"

"Direi che non c'è niente da dire Nick..." Detto questo scappò via.

Mi girai verso Miley, colto da un'illuminazione.

"Sei stata tu! Tutto quell'interessamento per Jessica, l'invito a pranzo, come hai potuto?"

"L'ho fatto per te Nick, perché sono certa che tu non lo avresti mai fatto"

Me ne andai via. Non volevo sentire altro.

 

-Jessica-

"Mi dispiace davvero, non so che altro dire"

"Direi che non c'è niente da dire Nick..." Dissi questo e me ne andai.

Corsi più veloce che potevo, non conoscevo la strada ma non mi importava.

Volevo solo andarmene il più lontano possibile da Nick.

Correvo a testa china e non vedendo dove andavo. Ad un certo punto mi scontrai contro qualcuno.

"Jessica che ci fai qui?" Alzai lo sguardo e vidi Joe che mi guardava preoccupato

"Perché quel faccino? E' successo qualcosa?"

Singhiozzai e mi gettai contro il suo petto piangendo.

Joe mi strinse a se proprio come farebbe un fratello.

Mi guidò verso una panchina e ci sedemmo.

Joe mi alzò il viso e mi raccolse le lacrime.

"Ti prego dimmi che mio fratello non c'entra". Mi uscii un'altra lacrima. Joe tirò un sospiro.

"Mi dispiace così tanto Jess davvero. Di un po' ma Nick dov'è?"

"Non lo so, quando li ho visti sono scappata.."

"E non ti ha neanche parlato? Ora mi sente!" Joe si alzò in piedi e mi tirò su quasi di peso, trascinandomi via.

"Ma dove andiamo?"

"Da Nick, deve scusarsi decentemente!"

 

Joe mi portò in una casa stupenda.

Una cosa era certa: i signori Jonas non badavano proprio a spese per le case.

Ci fermammo davanti ad una porta.

Joe neanche bussò, entrò dentro come una furia, trascinandomi per una mano.

 

-Nick-

La porta si aprì di scatto, e mi prese quasi un colpo. Joe piombò nella stanza.

"Che vuoi Joe?"

"Voglio che ti comporti da uomo Nick."

Ero confuso ma quando Joe si scostò capii all'istante.

Da dietro Joe emerse Jessica.

Guardava in basso ed era ancora scossa dai singhiozzi.

"Voglio che ti scusi con Jessica e che le spieghi tutto." Joe strinse Jessica per le spalle e la fece sedere nel divanetto. Io ero seduto sul letto, con lo sguardo rivolto verso Joe.

Non riuscivo a guardarla.

"Mi dispiace che le cose siano andate così Jessica. L'ultima cosa che avrei voluto e farti soffrire, davvero."

Finalmente trovai la forza di alzare gli occhi e di guardarla.

Jessica mi stava guardando, aveva gli occhi gonfi, la sua espressione non era triste però, ne arrabbiata, piuttosto delusa.

"Avrei dovuto saperlo... insomma, mi chiamavi sempre meno spesso, ed eri così sfuggente."

"Perché Jessica? Perché non urli, non gridi, perché te ne stai così calma dopo quello che ti ho fatto eh?!?"

"Perché non serve a niente..."

"REAGISCI CAZZO!!" La guardai dritta negli occhi e lei sostenne il mio sguardo. Alla fine fui io il primo ad abbassare lo sguardo.

"Ti ricordi quando mi hai detto che mi amavi?"

"Certo"

"Se tu mi dici che ora quei sentimenti li provi per quella ragazza, io me ne vado e non ci saranno problemi te lo assicuro."

 

Ero furioso.

Perché doveva fare così? Non lo sopportavo, e così risposi nel modo peggiore che potei.

"Sai una cosa? Mi hai stufato ok? Non sai fare altro che piangerti addosso, cerchi sempre di fare la persona forte, la verità è che sei debole. Sono stufo di te e dei tuoi modi te ne stai sempre lì aspettando che ti salvino... E se proprio vuoi che ti risponda, be te lo dico chiaramente: al momento amo un milione di volte di più Miley ok? Perciò sparisci!" Poi Joe intervenne.

"Ti vuoi calmare?" Non me ne ero accorto ma stavo urlando ed ero molto vicino a Jessica, la sovrastavo in altezza di almeno una ventina di centimetri.

"Vuoi che io sparisca? Nessun problema."

Aveva gli occhi velati di lacrime. Mi guardò un ultima volta, salutò Joe e se ne andò.

La guardai varcare la porta. Mai avrei voluto che finisse così.

Perché nonostante tutto io la amavo ancora.

Proprio per questo sono un idiota.

 

-Jessica-

Nick si avvicinò a me.

Non mi ero mai accorta di quanto fosse più alto di me.

Mi guardava malissimo, i suoi occhi ribollivano di rabbia.

"Sai una cosa? Mi hai stufato ok? Non sai fare altro che piangerti addosso, cerchi sempre di fare la persona forte, la verità è che sei debole. Sono stufo di te e dei tuoi modi te ne stai sempre lì aspettando che ti salvino... E se proprio vuoi che ti risponda, be te lo dico chiaramente: al momento amo un milione di volte di più Miley ok? Perciò sparisci!"

Mi arrivò una fitta al cuore come se mi avessero pugnalato. Mi salirono lacrime saltate, ma non volevo piangere.

"Vuoi che io sparisca? Nessun problema." Lo guardai un'ultima volta, salutai Joe e me ne andai.

Non appena varcata la porta mi sentii presa dal dolore.

Scoppiai a piangere.

Scesi le scale e attraversai l'ampio salone.

Vidi i genitori di Nick seduti sul divano.

Mi guardavano perplessi. Non mi fermai neanche a salutarli, l'unica cosa che volevo era andarmene.

Una volta fuori chiamai mio padre. Dopo dieci minuti mi venne a prendere. Piangevo ancora, ma lui non mi disse niente, e gliene fui grata.

Per tutto il viaggio rimanemmo in silenzio.

Io continuavo a piangere e a guardarmi i piedi.

 

Arrivati a casa presi subito la strada per la mia camera. Mi fermai a metà scala e mi girai verso mio padre.

"Io e Nick non stiamo più insieme." Avevo la voce parecchio bassa e roca.

"Mi dispiace tesoro." Mi raggiunse e mi abbracciò.

Dopo qualche secondo mi staccai e andai nella mia cameretta.

L'occhio mi cadde sulla felpa di Nick poggiata sul cuscino.

La presi e la gettai a terra, poi presi i cuscini e gettai anche quelli.

 

Misi a soqquadro tutta la stanza. Poi mi calmai e mi sedetti sul letto.

Raccolsi la felpa e me la strinsi al petto.

Mi rannicchiai sotto le coperte e iniziai a piangere finché non mi addormentai.

 

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Capitolo 14
*** 14 ***


-Jessica-

Mercoledì.

 

Le 8:30.

 

Addio scuola.

 

Era già il terzo giorno che non andavo a scuola. In realtà era già il terzo giorno che non mi alzavo dal letto.

Da quando io e Nick avevamo rotto definitivamente non ci eravamo più sentiti.

Eravamo come sue estranei.

Solo che per un estraneo non si soffre. E io stavo soffrendo tanto.

 

Ormai Dicembre era arrivato e faceva piuttosto freddo.

Mi alzai di malavoglia da sotto il piumone.

Poggiai i piedi a terra e mi sentii invasa dal freddo pungente. Andai in bagno e mi cambiai. Dovevo reagire.

Per me, ma anche per mio padre. La scorsa sera lo sentii parlare al telefono.

Diceva che non ce la faceva più a vedermi così. Ero peggiorata tanto, non mi aveva mai vista così. Mi spiaceva davvero per lui.

Andai di sotto e presi un biscotto. Non avevo molto appetito negli ultimi giorni. L'unico appiglio che avevo con Nick era Joe. Mi chiamava ogni giorno, anche più volte. Mi chiedeva sempre come andava e ogni volta gli mentivo. Gli dicevo che andava tutto bene, ma lui non ci credeva.

Mi ritrovai a fissare il vuoto. Sbattei più volte le palpebre e mi ripresi.

 

Il giorno dopo decisi di andare a scuola.

Mi svegliai a fatica ma determinata. Andai a scuola ma non stetti attenta a nessuna lezione. Non mi importava niente.

Alla fine delle lezioni tornai a casa. Arrivata a casa aprii la porta e sentii mio padre che stava ridendo. Seguii la sua voce e vidi papà con una donna.

"Ehi Jessy! Ben tornata com'è andata a scuola?"

"Bene" Guardai quella donna, dimostrava più o meno l'età di mio padre. Era molto bella. Castana e con gli occhi verdi. Il contrario mio e di mia mamma. Bionde e occhi azzurri.

"Jessy, questa è Julia, una mia amica di lavoro, Julia, questa è la mia Jessica"

Julia mi porse la mano e la strinsi.

"Piacere Jessica, papà mi ha parlato tanto di te"

Le sorrisi di rimando. Sapevo benissimo che quella non era solo un'amica, ma al momento era il mio ultimo problema.

"Porto su i libri"

"Ok ma fai presto tra due minuti è pronto in tavola!"

"Ok" Mai visto così felice.

Portai i libri in camera e scesi nuovamente di sotto. Per tutto il pranzo papà e Julia non fecero che parlare, al contrario io non dissi una parola. Dopo pranzo andammo in salotto. Mi sedetti e mi

"Scusatemi tanto ma ho bisogno di uscire" Mi alzai dal divano, presi la giacca e uscii.

L'aria era pungente e mi stropicciai il viso. Camminai senza una precisa meta, lasciandomi trasportare dai miei piedi. Camminavo con lo sguardo fisso a terra. Ad un certo urtai qualcuno.

"Scusami tanto, non guardavo dove andavo"

"Non preoccuparti" Lo guardai in viso. Era un ragazzo molto bello, aveva i capelli riccioli e scuri e un viso da bambino, che mi ricordava qualcuno.

"Kevin?" Lui mi guardò confuso.

"Si... Ci conosciamo?"

"No, ecco, Nick mi ha parlato di te. Sono Jessica."

"Ah si! Nick mi ha parlato tanto di te!! Come va? Sai mi dispiace che Nick si sia trasferito ma sono certo che vada tutto bene tra di voi!"

"Ecco, veramente..." Sentii le lacrime salire ma le trattenni. "Non stiamo più insieme" Kevin si incupì.

"Mi dispiace, non lo sapevo, io e Danielle siamo tornati da poco... Questo dovrebbe spiegare perché Joe ce l'ha tanto con Nick...."

"Già.." Notai che Kevin era un po imbarazzato.

"Ehi che ne dici di andare a casa mia? Fa un freddo cane, così ci beviamo una cioccolata calda e mi racconti tutto."

"Ok" Mi sorrise, mi mise un braccio intorno alle spalle e mi condusse a casa sua.

 

Arrivammo in pochi minuti.

Aprii la porta e mi fece passare. Mi prese la giacca e mi portò in cucina. Preparò le cioccolate e ci sedemmo al tavolo.

"Allora racconta." Presi un bel respiro e cominciai a raccontargli.

Era incredibilmente bello e facile parlare con Kevin, proprio come con Joe. Quando ebbi finito Kevin mi guardava con un'espressione tra l'incredula e la sorpresa.

"Perché mi guardi così?" Kevin si riscosse.

"No, scusa, è che.. L'ultima volta che ho parlato con Nick era disperato per il trasferimento, e ora non posso credere che abbia fatto una cosa del genere."

Ci guardammo per qualche istante, poi bevvi un sorso di cioccolata.

"Neanche io potevo crederci, davvero."

"Sai Jessica, io ti capisco. So bene che stai soffrendo tanto e l'unica cosa che uno può fare è piangere perché anche se ti dici che non serve a niente è l'unica cosa che ti calma. E anche se ti dicono che devi dimenticarlo non ci riesci. Perché lo ami e basta. Vero?"

Rimasi stupita. Mi conosceva da neanche 40 minuti e mi capiva benissimo.

"L'unica cosa che posso dirti è che Nick non sarà l'ultimo ragazzo che ti piacerà. Insomma sei ancora una bambina in fatto di amore e prima di trovare il ragazzo giusto passerà ancora del tempo. Con questo non voglio dirti che tu e Nick non tornerete mai insieme, solo che devi cercare di superarlo, anche se fa male."

Mi scese qualche lacrima e annuii forte. Aveva ragione lui. Kevin si sporse verso di me, mi asciugò le lacrime e mi abbracciò forte.

 

Per il resto del pomeriggio parlammo un poì di tutto. Il tempo volò letteralmente.

"Oddio sono già le 18!! Devo correre a casa, prima ho piantato mio padre e un'ospite!!"

"Aspetta è buio ti accompagno in macchina."

"Non voglio scocciarti ancora"

"Figurati! Andiamo su!"

Kevin mi fece strada fino alla sua macchina, una bellissima Lamborghini.

Una cosa è certa: i fratelli Jonas hanno davvero bei gusti. In dieci minuti arrivammo a casa.

Prima di scendere sorrisi a Kevin.

"Grazie mille Kevin" Mi sorrise a sua volta e mi abbracciò.

"Se hai bisogno vieni ok?"

"Certo" Scesi dall'auto, gli rivolsi un ultimo sorriso e entrai a casa.

 

"Ehi papà.. mi dispiace per prima"

"Non preoccuparti"

"Si ma... senti di a Julia che mi dispiace tanto, c'è rimasta male scommetto"

"Ma no Jessy! Siamo stati anche noi adolescenti sai?"

Gli sorrisi e lo abbracciai.

"Ora vado a nanna. Buona notte papà"

"Notte tesoro."

 

Mancavano solo due settimane a Natale.

Il primo Natale senza la mamma. Ormai Julia veniva a casa nostra ogni giorno. Non è che lei non mi piacesse, era molto simpatica ma non volevo che sostituisse la mamma.

Mi alzai dal letto e andai a vestirmi.

Mi misi una gonna di jeans con dei leggins neri, una maglia bianca a righette nere e le mie immancabili converse nere. Uscii di casa e andai a scuola.

 

Arrivata nel parcheggio rimasi come folgorata.

 

C'era una mustang nera parcheggiata.

 

Non poteva essere.

Andai in classe con la testa immersa nei miei pensieri. Mi sedetti giusto in tempo per l'inizio delle lezioni.

"Allora ragazzi prima di cominciare un breve annuncio. Diamo il bentornato al signor Jonas!!!"

 

Il cuore si ferma.

 

Il respiro rallenta.

 

Le mani tremano.

 

Eccolo li davanti a me.

Che mi guarda con quei bellissimi occhi, è li davanti a me, mi fissa nello stesso modo in cui fisso lui.

Per un attimo è tornato tutto come una volta.

Io e lui.

Lui ed io.

Come una volta.

Come amici.

Come Nick e Jessica.

Amici, fidanzati, due persone in equilibrio sullo stesso filo. Per un attimo il filo si era ricucito.

"E diamo anche il benvenuto alla signorina Cyrus!!"

 

Ed ecco che il filo si strappa di nuovo.

Nick non mi guarda più.

Guarda LEI.

La guida verso due banchi liberi, casualmente davanti al mio. Per tutte le lezioni rimasi sopra le nuvole,la testa completamente svuotata da ogni pensiero.

Per fortuna poi suonò la campanella della fine delle lezioni.

Uscii da scuola, feci per attraversare quando mi trovai davanti Nick.

"Ciao Jessica"

"Ciao"

Ci guardammo negli occhi, poi abbassai i miei, non lo avevo ancora perdonato.

"Senti, so bene di non meritare niente, e di non poter pretendere niente, ma credimi, sono pentito del mio comportamento e l'unica cosa che voglio è esserti amico, ci tengo a te"

"Davvero non capisci Nick? Tu non mi hai solo tradita mi hai delusa. Credevo davvero che stessimo bene insieme, ma non è mai stato così"

"No senti Jessica..."

"Amore vieni!!"

"La tua Miley ti chiama.. dovresti andare"

Mi allontanai quasi correndo, con i lacrimoni agli occhi.

Non potevo crederci.

Io lo amavo ancora.

Anzi, più di prima.

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Capitolo 15
*** 15 ***


-Nick-

La guardai andarsene.

Le mie gambe mi dicevano di seguirla, ma non so perché non rispondevano. Miley mi venne incontro nel frattempo.

"Allora Nick ti muovi? E poi scusa perché parlavi con quella?"

"Quella ha un nome. Jessica."

"Si come ti pare, forza andiamo" Mi trascinò verso la macchina. Aprii la portiera e salii.

Uscii dal parcheggio della scuola. Miley continuava a parlare ma io l'ascoltavo appena. Anzi a dirla tutta la sua voce cominciava a darmi i nervi. Accesi la radio così da non doverla più ascoltare.

All'improvviso la rividi.

Mi fermai.

"SI PUO SAPERE che fai Nick?...." Non la stavo ascoltando. Ero rapito da LEI. Stava camminando. Il suo semplice camminare mi ammagliava. Bellissima.

Poi la guardai in viso. Stava piangendo.

Perché piangeva? Ma si, era colpa mia.

Perché faccio sempre così?

Perché finisco sempre per ferirla? Io la amo. SI esatto.

"Ti amo" Miley si girò verso di me.

"Credi di impressionarmi Nick?! Ma per favore! E piuttosto hai sentito quello che ti ho detto? M U O V I T I!!!"

La guardai sbigottito, Gesù che stronza. Praticamente ho lasciato una ragazza dolce come Jessica per una non so cosa come questa qua.

Forse Joe ha ragione. Sono un vero idiota.

Arrivati davanti a casa sua parcheggiai.

"Era ora Nick, lo sai che devo fare shopping!"

"Ciao anche a te!"

"Come ti pare"

 

Arrivato a casa sentii mio padre parlare.

"Allora ci vediamo stasera a cena in quel nuovo ristorante! Almeno parleremo del nostro affare!"

"Mi sembra un ottima idea!" Will?

"Salve Will! Papà, Billy"

"Ehi ragazzo come va? Tutto bene? E' tanto che non ci si vede eh?" Mi venne incontro e mi diede una pacca sulla spalla.

"Abbastanza bene, in realtà potrebbe andare meglio..."

"Vedrai che si aggiusterà tutto! A proposito, posso parlarti un secondo in privato?"

"Certo" Andammo in cucina lontano da tutti.

"Senti Nicholas, volevo parlarti di Jessica"

"Ok" Aggrottai la fronte un po' preoccupato.

"Il fatto è che ultimamente non la vedo bene, è sempre così triste, la sento spesso piangere, non so cosa sia successo quel giorno tra di voi ma mi domandavo se ci fosse possibilità di tornare come prima"

"Mi creda è la cosa che voglio di più al mondo, ma non credo succederà. Sono stato un idiota, mi sono comportato malissimo con lei, e se fossi in lei, neanch'io mi perdonerei."

"Io credo il contrario, sai Jessica ti ama. E sono convinto che ti perdonerà perché lei ha tanto bisogno di te, sai la vedo sempre dormire abbracciata alla tua felpa"

L'immagine di Jessica mentre piange abbracciata alla mia felpa fece capolino nei miei pensieri. Mi sentii una stretta al cuore. Mi fissai le scarpe preso dai miei pensieri.

"Non so esattamente cosa farò, ma le giuro che ci proverò fino alla fine a rimediare" Stavo parlando più a me stesso che a lui, comunque il concetto era quello. Dovevo rimediare. Dovevo farmi perdonare.

 

Dopo cena decisi di fare una passeggiata, anche se si gelava avevo bisogno di aria fresca. Andai nel parco della città. A quest'ora di solito non c'era più nessuno, ma non oggi.

Seduta su una panchina con le ginocchia strette al petto e la testa appoggiata ad esse, c'era Jessica.

Mi avvicinai a lei. Le ero dietro ma lei non se ne accorse. Mi sedetti sulla panchina accanto a lei. Poi girò il viso e mi guardò. Il suo viso però aveva un'espressione vuota.

"Ciao Jessica"

"Ciao"

Restammo qualche secondo in silenzio. Non sapevo che dire, o meglio lo sapevo ma erano troppe.

"Mi dispiace." Mi uscì detta la cosa più semplice. Tirò la testa indietro come per calmarsi. Si mordicchio il labbro inferiore e mi venne una voglia incredibile di prenderle il viso e di baciarla.

"Nick, secondo te sono una brava figlia?" La sua domanda mi lasciò completamente spiazzato. Poi notai la sua espressione, era veramente angosciata.

"Certo che lo sei. Ma perché me lo chiedi?" Le scese una lacrima e io la raccolsi.

"Tra poco è Natale. Esattamente un anno fa la mamma è stata ricoverata in ospedale. Non l'ho più vista da allora. Non sono mai andata a trovarla." Altre lacrime le scesero bagnandole le guance.

"E' normale, nessuno te ne farà mai una colpa. Non è affatto facile,e ti ammiro davvero tanto per tutta la tua forza"

"Io non sono forte, sono debole, lo ero quando stavo con te, ma ora.." Non la feci finire neanche, la strinsi forte a me, avevo i lacrimoni agli occhi. Jessica cominciò a piangere contro il mio petto.

Stemmo così non so per quanto tempo. Poi la sentii mentre cercava di spostarsi. Non l'avrei voluta lasciare andare, non ora che eravamo insieme, ma purtroppo la dovetti lasciare.

Poi mi squillò il cellulare. Era Miley. Proprio ora?

"Scusa un attimo." Mi allontanai e risposi.

"Si che vuoi?"

"Ti sembra questo il modo? Comunque dove sei? Dovresti essere qui! Non te lo ricordi più?" L'appuntamento è vero, me ne ero dimenticato completamente.

"Ok, arrivo" Tornai da Jessica. Era rannicchiata sulla panchina, stava piangendo ancora.

"Ehi Jessica? Scusa ma devo andare ora"

"Da lei?" Aveva lo sguardo da cucciolo, troppo dolciosa.

"Si." Avrei voluto mentirle, ma mi ero promesso che non le avrei più fatto.

"Ok. Senti posso chiederti una cosa prima?"

"Si certo dimmi"

"Che cosa ha lei più di me? Che cosa Ti ha spinto a scegliere lei a me?" La mia dolce Jessica. La mia dolcissima Jessica. Perché si tortura così? Le risposi sinceramente.

"Niente, credimi, lei non ha assolutamente niente più di te. Anzi sono sempre più pentito di stare con lei. Ora scusa ma devo andare."

"Ok, ciao"

 

-Jessica-

"Che cosa ha lei più di me? Che cosa Ti ha spinto a scegliere lei a me?" Non so perché quella domanda ma mi premeva da troppo tempo.

"Niente, credimi, lei non ha assolutamente niente più di te. Anzi sono sempre più pentito di stare con lei. Ora scusa ma devo andare."

"Ok, ciao" Ripensai a quella risposta. Nick mi voleva ancora bene? Forse mi amava ancora? Forse non tanto, magari un pochino. Che idiota che sono. Andare dietro a un ragazzo fidanzato. Che tristezza.

Tornai a casa con calma. Faceva freddo. Mi incamminai lentamente. Quando tornai a casa avevo le mani gelate, il naso mi colava e mi sentivo calda. Ci mancava anche la febbre.

Mi sedetti sul letto. Presi in mano una foto di mamma.

"Ciao mamma." Le lacrime presero a scendere. "Come stai? Mi dispiace di essere una pessima figlia. Sarei dovuta venire a trovarti vero? Ma non ce la faccio" I singhiozzi mi opprimevano la gola e non riuscivo più a parlare.

Poi mi sentii accarezzare i capelli. Alzai la testa e lo vidi. Il ragazzo che ho sognato tante volte di avere accanto era li. Per me.

"Nick" Mi alzai e corsi ad abbracciarlo. Lui mi strinse al petto mentre mi accarezzava.

Dopo poco mi staccai.

"Che ci fai qui?"

"Perché non mi vuoi? Vuoi che me ne vada?" Sorrise ma era un sorriso tirato. Temeva la mia risposta.

"No, voglio che tu resti qui con me, per sempre." Mi avvicinai di nuovo a Nick e lo abbracciai.

"Eccomi Jessica sono qui per te, e per il tuo cellulare, lo hai dimenticato al parco"

"Ah grazie" Rimasi un po stordita da quella risposta. Nick rise e mi diede un buffetto sul naso.

"Ti faccio pena vero? Solo un'idiota parla con una foto"

"Non è affatto vero, sei solo una ragazza dolcissima" Non risposi, rimasi accoccolata tra le sue braccia.

"Miley non si arrabbierà?" Lo sentii scrollare le spalle.

"Adesso hai più bisogno tu di me, e comunque io e lei abbiamo discusso, anzi la parola giusta è litigato"

"Mi dispiace"

"A me no." Lo guardai e scoppiamo entrambi a ridere.

Ci andammo a sedere sul letto ancora abbracciati.

"Mi sono mancati i tuoi abbracci" Alzai lo sguardo e vidi che mi sorrideva. Dio quanto mi era mancato.

"Anche tu mi sei mancata tanto. Davvero perdonami per tutto quello che ho fatto." Affondai ancora di più il viso nel suo petto. Sentivo il suo cuore battere e mi tranquillizzava.

Rimanemmo così per un bel po'. Poi però dovette andarsene.

"Ti accompagno" Andammo di sotto e mentre stavo per aprire la porta entrò mio padre.

"Ehi ragazzi!"

"Will"

"Te ne stai andando?"

"Eh si"

"Ok allora" Sorrise a Nick. Anche se non me lo aveva mai detto lui voleva che facessimo pace.

"Prima però, beh ecco, la mia ragazza ecco è un po'.. gelosa? No, nevrastenica..."

"Tu non sei masi stato qui!" Si sorrisero.

"Buona notte allora signore, Jessica ci vediamo a scuola" Si avvicinò a me e mi diede un bacio sulla guancia. Mi sorrise dolcemente.

"Buonanotte Nick"

Mi sorrise un'ultima volta prima di andarsene.

 

Il giorno dopo mi svegliai stanchissima. La testa mi scoppiava e avevo gli occhi lucidi. Avevo dormito poco e male.

Andai a scuola non so per quale ragione, forse solo per vedere Nick.

Entrata nel parcheggio vidi Nick e Miley che litigavano.

"NON ME NE FREGA NIENTE SE SUO MADRE MUORE PER ME PUO ANCHE RIMANERE ORFANA" Nick era più che arrabbiato, non lo avevo mai visto così.

"SONO STANCO DI TE OK? IO DA JESSICA CI VADO QUANDO CAZZO VOGLIO CAPITO?!"

Lo vidi andare in classe e andai anch'io. Quando entrai lo vidi seduto con la schiena appoggiata al muro e gli occhi persi chi sa dove.

"Ciao Nick" Il suo sguardo si rasserenò un po', non molto però. Stiracchiò un sorriso e mi guardò.

"Ehi Jessica come stai?"

"Benino, mi scoppia solo un po' la testa" Mi toccò la fronte con il dorso della mano.

"Mi sembri calda. Forse è meglio che vai a casa. Tanto le lezioni non sono ancora cominciate. Anzi sai una cosa? Vengo anch'io, non ho voglia di stare in classe con quella"

Mi prese per mano e mi portò via. In effetti sembrava anche a me di avere la febbre. All'uscita incontrammo Miley.

"Dove credi di andare con quella?"

"A fanculo, sai è un bel posto passaci, anzi se vuoi ti ci mando subito"

Andammo verso la sua Mustang e mi fece salire. Mi girava la testa.

"Ehi stai bene?" Mi guardava preoccupato.

"Si, forse ho solo bisogno di un sonnellino."

"Dai resisti ora si va a casa"

Uscimmo dal parcheggio, mi ripetevo si resistere ma quasi non ce la facevo.

"E' colpa mia se litigate, mi dispiace così tanto."

"Non è colpa tua ma di Miley."

 

-Nick-

"Jessica?" La guardai. Si era addormentata sul sedile. Era bellissima.

Arrivati nel parcheggio di casa sua accostai la macchina. Scesi dall'auto aprii la sua portiera e la presi in braccio. La portai di sopra e la misi sotto le coperte. Stava tremando.

Le misi un panno umido sulla fronte e mi sedetti accanto a lei nel letto. Aveva la febbre alta.

"Mmm, Nick, mamma, non mi lasciate, no, Nick ti prego non abbandonarmi" Stava delirando.

"Ehi piccola sono qui." Mi sdraiai accanto a lei, poi mi si avvicinò e mi abbracciò nel sonno. Rimanemmo così. Io e lei. Lei ed io. Era stupendo.

"Ti amo Jessica ti amo tanto." Le diedi un leggero bacio sulle labbra.

Mi addormentai anch'io vicino a lei.

 

 

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Capitolo 16
*** 15 ***


-Nick-

Quando mi svegliai Jessica non era più accanto a me.

Mi guardai un po' intorno e la vidi infine.

Era appoggiata alla finestra. Mi avvicinai a lei.

"Dovresti stare a letto, hai la febbre." Si girò verso di me e mi abbracciò.

"Come siamo coccolose"

"Me lo devi non credi?"

"Si hai ragione, anzi chiedimi tutto quello che vuoi"

"Mmm.. voglio la tua Mustang!!!"

"No, mi dispiace ma la mia bambina non si tocca"

"Credevo di essere io la tua bambina."

"No, tu sei la mia bimba. Lei la mia bambina" Mi diede un pugno sul petto e se ne andò.

"Dove te ne vai?" La raggiunsi e l'abbracciai da dietro.

"Vuoi mangiare si o no? E' già ora di pranzo"

"Tu stai male, cucino io."

Andammo di sotto, poi in cucina.

"Allora signorina lei si sieda mentre io preparo il pranzo"

"Ai suoi ordini"

Preparai il pranzo e mangiammo ridendo e scherzando come una volta. Adesso ero certo che fossimo tornati i Nick e Jessica prima del fidanzamento. Prima che io scoprissi di sua madre.

Dopo pranzo tornammo di sopra. Jessica aveva ancora un po' di febbre. Ci sdraiammo sul letto e parlammo.

 

"Ho deciso di andare a trovare mia mamma domani." Mi guardò con i suoi occhioni. Le sorrisi. Ero davvero felice.

"Ne sono contento." Le strinsi la mano.

"Posso chiederti un favore?"

"Se non riguarda la Mustang puoi chiedermi quello che vuoi" Sorridemmo entrambi.

"Ti dispiace accompagnarmi? Non me la sento di andare sola"

"Ma certo" Mi avvicinai e l'abbracciai.

 

-Jessica-

"Sei nervosa?"

"Tantissimo" Eravamo in macchina nel parcheggio dell'ospedale. Nick mi strinse la mano. Lo guardai negli occhi.

"Andrà tutto bene Jessica" Mi sorrise un'ultima volta. Scendemmo dalla macchina e ci incamminammo verso l'entrata.

"Ma guarda guarda! Anche qui vi vedo insieme? Cos'è devi fare il test per il cancro Jessica?"

"Anche qui devi perseguitarmi Miley? E comunque pensavo di essere stato chiaro, non permetterti di parlare così a Jessica chiaro?"

"Ma Nick, io non ti capisco, noi siamo fidanzati e mi tratti sempre malissimo" Si avvicinò a Nick e gli prese la mano. Lui la ritrasse.

"Eravamo Miley. Eravamo." Mi mise un braccio intorno alle spalle ed entrammo.

 

Non mi erano mai piaciuti gli ospedali. Li ho sempre visti come ambienti pieni di tragedie e tristezza.

Non avevo la più pallida idea di dove fosse la camera di mia madre. Nick andò a chiedere ad un'infermiera.

"Quinto piano"

"Ok" Ero nervosissima. Mi tremavano le mani e non riuscivo a concentrarmi neanche su quello che mi diceva Nick.

"Ehi mi hai sentito? Siamo arrivati" Mi guardava preoccupato.

"Si scusa è che sono un po' agitata" Fissai la porta. Dietro c'era LEI.

"Prima che tu entri, voglio dirti una cosa"

"Si dimmi" Mi prese la mano e la intrecciò con la sua. Poi mi accarezzò la guancia.

"Ascolta tesoro, sono davvero felice che tu abbia deciso di venire da tua madre,ma vedi piccola,tu non la vedi da tanto. Adesso sei emozionata all'idea ed è giusto però cerca solo di non farti troppe illusioni ok?Non voglio che tu soffra."

Respirai profondamente e annuii. Mi accarezzò la guancia un'ultima volta per poi sciogliere le nostre mani.

"Comunque io sarò qui" Gli sorrisi e misi una mano sulla maniglia. L'abbassai ed entrai.

 

Mi trovai davanti una stanza bianca.

In fondo c'era un letto.

Sul letto una donna.

Mi avvicinai con cautela. Il cuore mi batteva fortissimo.

"Ciao mamma"

Lei nemmeno mi guardava. Era rannicchiata in quel letto, papà mi aveva spiegato gli effetti della malattia ma non riuscivo a non starci male.

La sua mano si muoveva a scatti perché non riusciva a controllarla.

Mi sedetti sulla sedia accanto al letto.

Lei poi si girò verso di me. Mi guardava strano, non capivo.

"Ehi sono io mamma. Sono Jessica" Stavo piangendo. Perché piango? So bene perché si comporta così ma perché non riesco ad accettarlo?

Io sono un'estranea per lei. Non sono più niente per lei.

La guardai ancora.

Neanche mi considerava. Avvicinai la mia mano alla sua. Era fredda. Lei la ritrasse subito dopo.

La guardai con i lacrimoni.

Lei non aveva la più pallida idea di chi io fossi.

Non mi aspettavo di vederla bene, però almeno che avesse un piccolo ricordo di me si.

Mi alzai d'un tratto dalla sedia. Era troppo non riuscivo a stare ancora li.

Corsi verso la porta, l'aprii e scappai via. Non mi fermai neanche davanti a Nick.

Corsi giù per le scale, con Nick che mi inseguiva.

Arrivati fuori mi sentii presa per il polso. Mi girai e trovai Nick davanti a me. Tirai sul col naso e lo guardai.

"Avevi ragione Nick. Non mi sarei mai dovuta illudere tanto. Avevi ragione, come sempre no?" Sorrisi ma ero ancora scossa.

"Mi dispiace tanto davvero, non immagini nemmeno quanto vorrei avere torto adesso"

"Ti dispiace portarmi a casa?"

"Ma certo" Mi mise una mano intorno alle spalle e mi guidò verso la sua macchina. Mi sedetti e fui preso da un'altra morsa alla pancia. Stavo malissimo.

Le lacrime mi scendevano senza poterci fare niente. Ogni tanto vedevo Nick che mi guardava preoccupato e triste.

Arrivati davanti casa mia si fermò.

"Vuoi che venga con te Jessica?"

"Ti ringrazio ma voglio stare un po' sola."

"Ma certo" Gli diedi un bacio sulla guancia e scesi dall'auto.

 

-Nick-

La guardai entrare a casa.

La cosa che più faceva male era la mia inutilità. Non le servivo a niente, ero più che inutile. Non potevo fare un accidente per lei.

Arrivato a casa aprii la porta con le chiavi.

Vidi tre valigie nell'entrata.

"Mamma?"

"Nicky siamo in salotto!"

Entrai in salotto e vidi mamma e papà. Mi sedetti davanti a loro.

"Tesoro che c'è? Hai un faccino"

"Ho accompagnato Jessica da sua madre ma è andata male e lei... era così distrutta, e la cosa peggiore è che non posso fare niente per lei."

"Mi dispiace così tanto Nicholas"

"E' vero povera piccola"

"Già..."

"Ma senti Nicholas... sbaglio o tu e Miley non state più insieme?"

"No non sbagli. Quella ragazza è una vera arpia"

"Mamma ho fatto le valigie"

"Ok Frankie"

"Valigie?"

"Non te lo ricordi? Partiamo per due giorni"

"Ah è vero si, anche Will ci sarà vero?"

"Si"

"Certo che se anche Joe non c'è... sarò tutto solo..."

"Come se ti dispiacesse" Sorrisi e li guardai andarsene.

Ok è vero, ero stra felice di stare solo.

 

Per tutto il pomeriggio non feci altro che pensare a Jessica. Ormai era un chiodo fisso.

Poi dopo cena suonarono alla porta. Mi alzai di malavoglia, temendo una visita indesiderata. Aprii la porta e rimasi un sorpreso.

"Ehi Nick"

"Jessica!"

"Ciao" Rimanemmo qualche secondo a guardarci un po' impacciati. Notai che aveva gli occhi gonfi, di sicuro aveva pianto fino a pochi minuti fa.

"Senti Nick, non è che posso stare un po' qui con te? A casa non c'è nessuno, e non ho voglia di stare sola e sei l'unico da cui poter venire"

"Ma certo, dai entra." Mi spostai e la feci entrare.

Ci andammo a sedere sul divano in salotto.

"Ascolta Jessica, so bene di essere inutile ora come ora, solo voglio che tu sappia che io ci sono ok?"

"Inutile? Ma scherzi? Senza di te davvero non saprei come fare, sei il migliore amico che io abbia mai avuto"

"Io non voglio essere tuo amico, voglio essere il tuo ragazzo" La guardai e lei abbassò lo sguardo. "So bene di aver sbagliato ma... io ti amo Jessica"

"Anche io... però... ora come ora non riesco a pensare a niente, non voglio ferirti voglio solo un po' di tempo per riprendermi dalla faccenda di mia madre"

"Prenditi tutto il tempo che vuoi ok?" Mi avvicinai e l'abbracciai.

Per tutto il tempo stemmo li seduti a parlare. Parlavamo di tutto.

Jessica ed io cenammo insieme.

 

"E' meglio che io vada Nick, comunque grazie di tutto"

"Di già?" Non volevo che se ne andasse.

"Sono quasi le undici!" Ci avviammo alla porta, la aprii e vidi un tappeto bianco.

"Nevica, è meglio che mi muova" Fece per andare ma io la fermai.

"Senti perché non ti fermi qui?"

"Cosa?"

"Puoi dormire qui con me, tanto domani è l'ultimo giorno prima delle vacanze e possiamo anche non andarci"

"Ma non ho niente con me" L'avevo convinta!

"Ti posso dare una mia maglietta per dormire... che ne dici? Dai non me la sento di mandarti via, poi con quello che è successo..."

"....Ok dai!" Le sorrisi, ero al settimo cielo.

 

La portai di sopra in camera mia.

"Ecco tieni" Le diedi una mia maglietta e andò a cambiarsi.

Io mi cambiai nell'altro bagno.

Mi sdraia sul letto e l'aspettai.

Dopo qualche secondo la vidi arrivare.

Aveva addosso la mia maglietta che le arrivava sopra le ginocchia. Era davvero bellissima. Capii all'istante che avrei dovuto esercitare tutto il mio autocontrollo per non.. ecco...

Si avvicinò al letto un po' imbarazzata.

Si sedette sul letto accanto a me. Lei mi sorrise imbarazzata io le sorrisi malizioso.

"Perché mi guardi così?"

"Perché sono un uomo, ecco perché" Le feci la linguaccia e lei mi tirò una cuscinata. Poi la presi tra le mie braccia e iniziai a farle il solletico.

"Basta pietà basta!!"

Smisi di solleticarla e la strinsi al petto. Eravamo petto contro schiena. Poi la sentii sbadigliare.

"Credo sia meglio andare a nanna!"

"Shiii" La misi sotto le coperte e le diedi un bacio sulla guancia. Aveva gli occhi mezzi chiusi.

"Buona notte principessa"

"Notte Nick.... Ti amo..." Le sorrisi e la guardai addormentarsi.

 

-Jessica-

Dormivo benissimo al calduccio tra le braccia di Nick.

Poi all'improvviso lo squillo di un telefono mi svegliò. Non volevo svegliarmi però e rimasi con gli occhi chiusi.

Sentii Nick che si alzava e che rispondeva al cellulare.

"Si pronto?" Aveva la voce assonata, chissà magari anche lui stava dormendo bene come me.

"Non ci vado a scuola, troppo sonno mamma.... Ok ciao"

Si ributtò sul letto.

"Ehi sei sveglia?"

"No..."

"Su svegliati dormiglionaaa"

"Nooooo lasciami dormireeeee" Mi si avvicinò e cominciò a darmi dei baci sulla guancia, sul naso, sul collo. Aprii gli occhi e me lo vidi davanti.

"Con te è impossibile dormire" Misi il broncio.

"Cos'è questo broncio?"

"Il broncio riservato a chi mi viene a svegliare!" Si alzò dal letto e mi fece la linguaccia.

"Su alzati che facciamo colazione"

Mi alzai di malavoglia e andai a cambiarmi. Mi misi una felpa di Nick e i jeans che avevo ieri.

Andai in cucina e ci trovai già Nick.

"Ehi Nick, grazie" Mi raggiunse e mi abbracciò i fianchi.

"Non preoccuparti piccola, lo faccio volentieri." Mi si avvicinò mi diede un bacio sulla punta del naso. Gli sorrisi.

"Lo sai che sei bellissima quando sorridi?"

"Mai quanto te"

"Su questo non ci sono dubbi" Gli si sorrisi e gli diedi un schiaffetto.

"Dai mangiamo Nicky!!!"

"Ok Jessy!!"

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 17
*** 17 ***


-Jessica-

La neve cadeva lentamente, quasi come se fosse una danza. Mi appoggiai al muro vicino alla finestra ammirando quello spettacolo. Poi la mia mente mi fece ripercorrere un vecchio ricordo.

Io guardavo fuori dalla finestra. Poco più di un anno fa. Lei che viene accompagnata da papà in macchina.

Mi corse un brivido su per la schiena.

"Ehi piccola" Sentii Nick che mi abbracciava da dietro. Appoggiai la testa contro il suo petto e lui mi baciò la fronte.

"Non è bellissima la neve?"

"Mai quanto te..." Alzai la testa e incontrai il suo sorriso.

"Sempre a esagerare te.. non sono così bella."

"Io ti trovo bellissima" Mi girai e lo guardai negli occhi. Lui mi sorrise e mi accarezzò la guancia. Gli sorrisi imbarazzata arrossendo sulle guance. Mi strinsi al suo petto e lo accarezzai.

Poi portai le mani dietro al suo collo e mi alzai sulle punte dei piedi per arrivare alla sua altezza. I nostri visi erano a poca distanza l'uno dall'altro.

Mi avvicinai e lo baciai. Subito dopo lui ricambiò il bacio.

Quel bacio che rappresentava tutto per noi. Finalmente mi sentivo di nuovo completa. Mi reggevo al suo collo un po' faticosamente, poi sentii la mano di Nick sotto al mio sedere.

Mi alzò e mi prese un braccio. Strinsi le mie gambe intorno alla sua vita continuandoci a baciare sempre con più passione, perché entrambi ne avevamo un disperato bisogno.

Intrecciai la mano nei suoi riccioli mentre lui mi accarezzava la schiena. Sentivo la sua mano scendere giù e mi corsero dei brividi lungo la schiena.

Poi mi portò vicino alla parete, dietro ero bloccata dal muro, davanti avevo Nick. Mi baciò dolcemente ma con decisione. Mi sentivo un miliardo di farfalle scorrazzare nella pancia.

Era bello ma allo stesso tempo mi sentivo strana, però era comunque un qualcosa di meraviglioso.

Quel bacio durò qualche minuto, poi prese a baciarmi sotto l'orecchio, il collo e la spalla,sempre tenendomi in braccio e contro il muro.

"Nick?"

"Mmm" Mi stava mordicchiando il collo. Sentivo lo stomaco in agitazione, mi stava completamente facendo andare di matto. Avrei voluto non dire niente in quel momento e godermi quegli attimi ma la domanda mi premeva troppo.

"Voglio chiederti una cosa, ma ho paura della tua risposta"

"Dimmi dai" Si fermò quel secondo per rispondermi per poi tornare a baciarmi.

"Sii sincero, insomma... tutto.. questo lo fai perché mi ami, o perché ti faccio pena e ti dispiace per me?"

Nick si fermò di colpo e mi guardò perplesso. Mi fece scendere poi mi prese il viso tra le mani.

"Jessica io ti amo da impazzire, neanche ti immagini quanto sono stato male per averti lasciata, sei tutto per me" Si avvicinò e mi baciò di nuovo, delicatamente e dolcemente.

"Anche io ti amo tanto" Mi sorrise e mi buttai contro il suo petto. Mi accarezzò i capelli e la schiena.

 

"Allora tesoro mio, stiamo qui o andiamo a casa tua?"

"Mmm.. andiamo anzi a casa mia? Mio padre tornerà tra poco con Julia.. Devo prepararmi psicologicamente."

"Hahaha credevo ti stesse simpatica"

"Ma dove?!" Scosse la testa e scoppiò a ridere.

"Ma che ridi?!"

"Chi ti capisce è bravo" Gli feci la linguaccia e andammo a casa mia.

 

Tutta la giornata la passammo così tra uno scherzo e l'altro, tra un battibecco e un altro.

Verso l'ora di cena arrivarono.

Io e Nick eravamo seduti sul divano, anzi praticamente lui era sdraiato sul divano e io su di lui.

"Ehi ragazzi! Vi vedo bene eh?" Papà.. sempre il solito.

"Più che bene signore!" Nick mi diede un bacio che mi fece quasi morire. Arrossii e mi misi seduta sulle gambe di Nick.

"Come sono teneri!!" Ma che parli a fare?

"Ah ma voi non vi conoscete! Julia lui è Nicholas il fidanzato di Jessy, Nicholas lei è Julia." Si strinsero la mano.

"Figliolo ti fermi a cena qui dopo?" Guardai Nick con uno sguardo della serie se-te-ne-vai-ti-ammazzo- e lui annuii.

Julia preparò la cena, e sedendoci al tavolo mi accorsi che lei è mio padre si guardavano spesso. Troppo spesso.

Dopo cena mi dileguai subito da tavola e io e Nick andammo in camera mia. Ci sdraiammo sul mio letto a pancia in su, guardando il soffitto.

 

"Che farete per Natale?"

"Andremo per due giorni dai miei nonni, torneremo prima di capodanno."Rimasi un po' delusa. Speravo di passarlo con Nick questo Natale.

Voi che farete?"

"Niente, staremo qua.. e meraviglie delle meraviglie Julia passerà il Natale con noi, portandoci suo figlio."

"Julia ha un figlio?" Nick si girò di fianco e mi mise una mano sulla pancia, quasi con fare protettivo.

"Eh si, ma non so molto di lui. So solo che ha quasi la nostra età."

"Si eh? Guarda che se scopro che ci prova con te vengo qua e lo uccido!" Aveva un tono scherzoso ma diceva sul serio.

"Guarda che vale anche per te! Se scopro che in New Jersey fai il furbo con un'altra ragazza vengo e prima uccido lei, poi te ne do così tante che ti faccio diventare liscio!"

"Liscio? Mmm, dovrei parlarne a Joe, sai spesso se li piastra"

Mi girai anch'io di fianco e scoppiai a ridere.

Lui mi prese per i fianchi e mi attirò a se.

"Che vuoi fare Nicholas?"

"Ormai dovresti conoscermi... " Si mise sopra di me e ci baciammo. Ci staccammo qualche secondo dopo.

"Mmm... temo di non conoscerti abbastanza."

"A tutto c'è un rimedio sai?" Si avvicinò ancora a me mi baciò con tanta passione da farmi quasi svenire.

Dopo qualche minuto Nick alzò si alzò.

"Scusa amore ma ora devo andare"

"Ok... Tanto domani ci vediamo vero?"

"Si si, tanto partiamo nel pomeriggio, verrò a salutarti domattina" Lo accompagnai giù, e vidi mio padre da solo.

"Te ne vai Nicholas?"

"Si signore, e se non ci vediamo domani buon Natale"

"Buon Natale e salutami i tuoi genitori"

"Certo!" Mi diede un bacio e se ne andò.

 

Andai in salotto e mi sedetti sulla poltrona accanto al camino. Mio padre si avvicinò e si sedette sulla poltrona accanto.

"Allora... non mi hai ancora detto come è andata con tua madre" Sorrisi tristemente.

"Male, è andata male. Mi ero fatta tante illusioni, quando non avrei dovuto. Comunque c'è un lato positivo..insomma, io e Nick siamo tornati insieme."

"Ehehe Nick è davvero cotto. Sai quando siamo arrivati ho notato come ti guardava. Se non fossimo arrivati.. ehehe!!"

"Ma che dici?" Arrossii violentemente, solo mio padre poteva fare discorsi del genere.

"Andiamo non dirmi che tu e lui non lo avete mai fatto!"

"Cosa?! Ti sembrano cose da chiedere?"

"Lo prendo per un si Jessy!! Certo che se lo scoprissero Paul e Denise.. Insomma, sono delle bravissime persone ma.. sono piuttosto all'antica."

"Non dirlo a me, ti ricordo il motivo per cui sono tornati in New Jersey"

"Eh si... "

"Senti ma del figlio di Julia, insomma cosa sai? Com'è?"

"Non ne ho idea, non l'ho mai visto"

 

-Nick-

"Wow fratellino che tempismo!" Appena entrato a casa mi trovai Joe davanti.

"Eh?"

"Miley e suo padre sono appena andati via. Certo che Miley è proprio una lagna. Non faceva che piagnucolare che gli manchi" Joe iniziò a fare la sua imitazione con la voce stridula. Non potei che scoppiare a ridere.

"Ottimo Joe davvero" Mio padre non sembrava divertito quanto me.

"Prima che tu dica qualunque cosa papà, fammi dire che Miley è davvero insopportabile e senza la minima sensibilità..."

"Lo so Nick"

"Lo sai?" Rimasi sbalordito.

"Credimi Nick ho passato un'ora ad ascoltarla e non ho fatto altro che domandarmi come tu l'abbia sopportata tanto. Se tu e Jessica siete felici insieme non ho niente in contrario."

"Wow, ok, grazie papà"

"Figurati, ah Joe? Potresti rifare la sua imitazione? Sei uguale!" Mio padre si spalancò in un enorme sorriso.

Ridemmo come matti davanti a Joe che imitava Miley.

Il giorno dopo mi svegliai presto così da poter finire le valigie e andare da Jessica. Quando finii le mandai un messaggio, dicendole di vederci al parco.

Uscii di casa prendendo il regalo per lei.

Arrivai al parco e dopo qualche secondo arrivò Jessica.

"Ehi amore ciao!" Le andai incontro e la baciai.

"Buongiorno!!" La presi per mano e passeggiammo per il parco.

 

"Mi mancherai tanto Nick" Ci sedemmo su una panchina, abbracciai Jessica con un braccio e lei poggiò la testa sulla mia spalla. Sorrisi tra i suoi capelli.

"Saranno solo due giorni piccola"

"Lo so..però mi mancherai comunque.."

"Anche tu piccola." Le alzai il viso e la baciai.

"Ti amo tanto Nick"

"Anch'io piccola" Le diedi un buffetto sul nasino. "Ora devo andare, tra poco partiamo. Prima però devo darti una cosa"

"Che cosa??" Presi la scatolina dalla giacca e gliela porsi.

 

-Jessica-

Lo guardai mentre mi porgeva una scatolina azzurra con un nastrino bianco. Rimasi a guardarla tra le mie mani.

"Non lo apri?" Lo aprii con mano tremante. Sciolsi il nastrino e aprii la scatolina. Non potevo crederci. Un bellissimo ciondolo a forma di cuore. Era bellissimo.

"Nick.. è bellissimo ma non posso accettarlo." Glielo porsi a mia volta. Lo prese con tristezza.

"Perché scusa?"

"Io non ti ho fatto niente, non posso accettarlo." Lui mi sorrise, prese la collana e si mise dietro di me. Mi alzò i capelli e mi mise la collana. Poi mi abbracciò da dietro.

"Ascolta piccola, il regalo più bello che tu mi abbia fatto è di avermi perdonato." Mi girai e lo abbracciai. Nick mi accarezzò la schiena.

"Ora devo proprio andare amore.. Ci sentiamo ok?"

"Certo" Mi diede un bacio e lo guardai andarsene.

"Nick!!"Si girò e mi guardò. Gli corsi incontro e gli saltai in braccio.

"Ti amo Nick!"

"Anch'io bimba!"

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 18
*** 18 ***


Cosa c'è di meglio di un bel gelato al cioccolato quando si è depresse? Niente.

L'unica certezza che avevo al momento era la mia dipendenza da Nick. Se ne era andato da solo un paio d'ore e già mi mancava.

Ero stesa sul letto con il gelato tra le gambe. Nonostante fosse inverno io mi mangiavo il gelato.

Il pensiero che a cena sarebbe arrivata Julia con il figlio mi faceva torcere le budella.

Non facevo altro che rivoltarmi il cuore tra le mani. Notai anche che dietro c'era una N e una J. Sorrisi pensando al mio Nick, anzi al mio Nicky.

 

"Jessicaa vieni giù!!" Mi alzai di malavoglia. Che balle.

"Si papà?"

"Tra poco arriveranno!" Era così emozionato, almeno non avrebbe notato il cuore e non avrebbe fatto le sue solite battutine.

"Già.. lo so."

"Sai sono emozionato, insomma conoscerò .. e quello?" Gli si stampò quel solito sorriso.

"Non dire una parola papà"

"Ehehe!! Questi ragazzi eh Jessy? Una cosa è certa, tra Nick e Zac non c'è proprio paragone." Prese il cuore in mano e lo girò.

"Pure le iniziali? Allora si fa seria.. avvisami quando vi sposerete eh!" Arrossì, presi un cuscino e glielo tirai.

"Non dire sciocchezze"

"Come se ti dispiacesse eh Jessica? O forse preferisci Jessica Jonas? Suona bene non trovi?" Lo riempii di cuscinate, mi fermai solo perché suonarono alla porta.

"Salvato in corner papà!"

Andammo insieme ad aprire alla porta.

"Ehi buona vigilia!" Se non ci fossi tu sarebbe davvero buona. Julia si accomodò dentro. "Zac vieni su!!"

No.. non può essere. No. Impossibile.

"Jessica! Che sorpresa!"

Zac.

Il mio ex.

Figlio di Julia.

In casa mia.

 

"Zac?" Mio padre mi sembrava esterrefatto quanto me.

"Già vi conoscete?"

"Si Julia, Zac stava con Jessica"

"Si mamma, e spero che quel passato possa tornare un presente. Che ne dici se ne parliamo Jessica?" Non feci in tempo a dire niente che mi aveva già preso per il polso.

 

"Non ho niente da dirti Zac." Avevo gli occhi bassi, non volevo guardarlo. Nonostante fosse passato tanto tempo ero ancora ferita.

"Ascolta Jess so bene di essere stato un idiota ma... insomma possiamo rimediare no?" Si avvicinò a me ma io mi scansai.

"Mi hai lasciata perché non sono venuta a letto con te. Ricordi? Beh, da allora sono cresciuta, non me ne importa più niente. E se proprio vuoi saperlo non mi sono mai pentita della mia scelta."

"Ah no?" Si avvicinò ancora. Alzò una mano e prese in mano il cuore.

"N, J. Sara mi ha detto che stai con Jonas. E' vero quindi?"

"Si è verissimo" Ci guardammo in cagnesco poi sentimmo mio padre che ci chiamava per la cena.

Per tutta la cena Zac continuò a fissarmi. Ero davvero irritata.

Dopo cena papà propose di andare fuori. Io declinai dicendo di stare male. Me ne andai a letto.

Mi sdraiai sul letto quando suonò il cellulare.

"Ehi piccola!" La voce di Nick mi fece sentire meglio.

"Ciao amore"

"Mi sembri giù piccola, è successo qualcosa?" Feci un sospiro, decidendo se parlare o no.

"Non immaginerai mai chi è il figlio di Julia."

"Chi è?" Il suo tono si fece più apprensivo.

"Zac."

"Zac? Zac il tuo ex? Zac che voleva portarti a letto? Quel Zac?"

"Proprio lui."

"Ma ti ha fatto qualcosa?" Adesso aveva il tono aggressivo.

"No, no, solo che, mi da fastidio."

"Immagino... Comunque se osa solo dire o fare qualcosa che ti fa star male dimmelo e giuro che gliela faccio pagare."

"Ok amore, sarà fatto... Adesso vado a nanna..."

"Ok amore, dormi bene"

"Se tu fossi qui dormirei meglio.."

"Lo so piccola.."

 

-Nick-

Dire che ero nervoso era poco.

"La smetti di fare avanti e indietro? Sto cercando di dormire Nick"

"Scusa Joe, è solo che... l'ex di Jessica è il figlio della compagna di sua madre, e.. scommetto che lui le sta sempre appiccicato. Io invece sono qui a rodermi il sangue!"

"E a non farmi dormire... Vieni qui dai, siediti mi fai venire ansia." Mi sedetti sul letto, ma non mi calmai.

"Come posso calmarmi quando quell'idiota è intorno a Jessica?"

"Andiamo, solo perché è un suo ex non significa che vuole tornare con lei."

"Jessica mi ha appena detto il contrario. E poi si erano lasciati perché lei non era andata a letto con lui."

"Ah...ok.... Preoccupati. Ma fallo dormendo. Notte Nick" Spense la luce lasciandomi così.

"Davvero un fratello maggiore disponibile e generoso."

"Lo so. Sono un fratellone fantastico."

Come no.

 

-Jessica-

Bip. Bip.

Mi svegliai al suono del cellulare. Aprii gli occhi pigramente, avevo ancora sonno. Mi stiracchiai e presi il cellulare. C'era un messaggio di Nick. Lo aprii e lessi.

"Buongiorno piccola, volevo essere il primo a farti gli auguri perciò Buon Natale piccola mia ti amo tanto. Non vedo l'ora sia domani per poterti coccolare *-* Un bacione. <3

 

Sorrisi e mi sdraiai sul letto sorridendo, non credendo a quanto fossi fortunata ad avere un ragazzo così dolce. Presi il cellulare e gli risposi.

"Buon Natale anche a te amore, mi manchi tanto. Non vedo l'ora di rivederti <3 Ti amo tantissimooo un bacione"

 

Sorrisi ancora pensando al mio Nick. Poi decisi di alzarmi e scendere di sotto.

"Giorno papà buon Natale" Mi avvicinai a mio padre che stava facendo colazione e gli diedi un bacio sulla guancia.

"Buongiorno tesoro auguri anche a te" Mi sedetti anch'io e presi un bicchiere di latte caldo quando squillò il telefono. Papà si alzò e andò a rispondere.

"Si pronto?....Ah ok.. ci vediamo domani." Posò il telefono e tornò a sedersi.

"Domani papà? Ma devi lavorare anche durante le vacanze?"

"Mi dispiace tesoro ma ho un lavoro in sospeso.. e poi scusa.. Nick non tornerà domani?"

"Si..."

"Allora io sarei solo d'intralcio domani...O sbaglio, signora Jonas?" Divenni rossissima.

"Si può sapere quando la finirai?"

"Mmm... credo... mai!" Gli feci la linguaccia e tornai a pensare alla mia colazione.

Tutto il giorno lo passai con papà. Parlammo molto di tutto quello che ci era successo nell'ultimo anno. Di Nick e anche di Julia. E di Zac.

 

"Papà Zac è un problema."

"Dici?"

"Appena l'ho detto a Nick si è innervosito parecchio."

"Mmm... beh non deve esserlo, insomma.. tu ami Nick giusto?"

"Si si ma.." Stavo per dirgli il vero motivo del nervosismo di Nick.

"Jessy devi dirmi qualcosa che non so?"

"Io...no papà" Non ce la facevo, non volevo dirglielo.

"Ok.."

"Bene..adesso vado a dormire.. sono stanca."

"Ok tesoro buona notte"

Andai in camera mia e mi sdraiai sul letto. Presi il cellulare e chiamai Nick. Morivo dalla voglia di sentire la sua voce anche se era molto tardi.

 

-Nick-

Bip Bip.

"Mm.. Nick non hai spento il cellulare?! Che palle!"

"Scusa Joe, l'ho dimenticato" Presi il cellulare dal comodino, non guardai nemmeno chi chiamava, avevo troppo sonno.

"Spero stia morendo qualcuno vista l'ora" Dall'altra parte quel qualcuno stava esitando. Poi parlò.

"Scusami tanto Nick.. ti chiamo domattina."

"No no amore, dimmi, sono felice che tu abbia chiamato" Mi alzai dal letto e andai disotto, altrimenti Joe mi avrebbe ucciso.

"Allora bimba che mi racconti?"

"Mm.. dai tutto bene.. solo che mi manchi tanto.. vorrei averti qui con me..."

"Anch'io vorrei essere lì con te.. ti prenderei tra le braccia e ti coccolerei tutta, fino ad addormentarci insieme."

"Magari Nick.." Aveva un tono strano, piuttosto triste. Sicuro c'era qualcosa che la turbava.

"Piccola è successo qualcosa?"

"No.. cioè.. non proprio.. non so come spiegarlo. Te ne parlerò domani."

"Ok.. come vuoi piccola. Ti amo tanto. Lo sai vero?"

"Certo che lo so. Ti amo tanto anch'io. Notte amore"

"Notte bimba"

 

-Jessica-

La mattina dopo mi svegliai stanca. Non avevo dormito neanche un secondo. Mi faceva malissimo la testa.

Papà se ne era andato già la mattina perciò ero sola.

Verso sera sentii suonare alla porta. Il mio cuore fece un tuffo di gioia. Nick di sicuro.

Andai ad aprire alla porta e non ci trovai Nick.

Ma Zac.

"Buonasera!"

"Che vuoi ancora?"

"Ma come siamo scontrose Jessy" Mi scansò dalla porta ed entrò.

"Si entra fai come se fossi a casa tua" Lo squadrai da capo a piedi. Lui mi guardava con uno sguardo che non mi piaceva per niente.

"Sai, io e te abbiamo ancora una possibilità. Anche adesso,proprio ora" Si avvicinò a me e mise una mano intorno al mio fianco. Io la scansai e mi allontanai.

"Non ne ho la minima intenzione Zac. Ne ora ne mai." Sentivo la mia voce tremare, e anche lui se ne rese conto. Si avvicinò a me e io indietreggiai. Finii contro il muro.

In trappola.

"Andiamo piccola" Prese il cuore e se lo rigirò. Poi con un scatto me lo strappò dal collo e lo gettò a terra.

"Ehi ma che fai?"

"Zitta ok? Mi stai scocciando" Si avvicinò ancora di più, con le braccia mi intrappolò contro il muro. Cercò di baciarmi ma io mi scansai. Lui mi diede uno spintone e finii contro lo spigolo del muro, facendomi male al braccio e la fianco.

"Smettilaa" Urlavo e mi dimenavo, e lui mi strattonava facendomi davvero male. Mi prese per i polsi stringendoli forte. Cominciai a piangere, avevo una paura terribile.

"Vuoi stare zitta?" Mi diede uno schiaffo fortissimo, e con il viso sbattei contro un mobile. Mi sentii il sapore del sangue. Zac si avvicinò. Era la fine.

 

-Nick-

Ormai eravamo arrivati. Decisi di non dire niente a Jessica, volevo farle una sorpresa.

Arrivato davanti a casa sua sentii il cuore che batteva forte. Non vedevo l'ora di riabbracciarla. Mi avvicinai alla porta e mi accorsi che la porta era aperta. Entrai e li vidi.

Jessica era contro il muro, piangeva e aveva un taglio piuttosto grande sul labbro. Poi c'era Zac. La teneva contro la parete e le urlava contro. Sentii un moto di rabbia incontrollabile.

Mi avvicinai e lo presi da dietro. Gli diedi un pugno in pieno viso e lo sbattei contro il muro.

"Non avvicinarti mai più a lei capito?" Gli urlai con tutto il fiato che avevo.

Lo guardai alzarsi a fatica. Gli avevo rotto il naso probabilmente. Gli avrei voluto fare anche di peggio.

Lo guardai andarsene, trattenendomi dal non colpirlo ancora.

 

L'occhio mi cadde a terra, attirato da un luccichio. Mi accovacciai a terra e trovai il cuore che avevo regalato a Jessica. Lo raccolsi e lo strinsi forte guardandolo. Lo misi in tasca e mi girai verso Jessica.

Era rannicchiata contro il muro, con le ginocchia strette al petto, il viso rigato di lacrime e il mento insanguinato.

Mi avvicinai a lei e mi accovacciai a terra. Tremava tutta, aveva lo sguardo perso, le lacrime le rigavano il viso. Le posai una mano sulla guancia e la sentii sussultare.

Alzò lo sguardo verso di me. I suoi occhi mi uccisero.

Erano vuoti.

Per la paura.

Per lo shock.

Per un qualunque cosa che Zac avrebbe pagato caro.

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Capitolo 19
*** 19 ***


La feci alzare e la portai a sedersi sul divano. Per prima cosa le disinfettai il taglio.

"Adesso brucerà" Avvicinai il panno al taglio e lo pulii. Lei non disse nulla, solo versò una lacrima.

Rimasi a guardarla per qualche secondo. Non sapevo come comportarmi. Ero totalmente spiazzato e arrabbiato. Abbassai lo sguardo e quando lo rialzai vidi Jessica che mi guardava.

Ci guardammo per qualche secondo per poi avvicinarci e abbracciarci. Così senza pensarci neanche un secondo. La strinsi a me cercando di rassicurarla.

Perché era tutto finito.

E nessuno le avrebbe fatto più del male.

Nessuno.

 

Dopo poco scoppiò a piangere. La strinsi ancora di più a me. Mi sentivo le lacrime salire. Ma non potevo piangere.

"Shh, piccola calmati. Va tutto bene amore. Va tutto bene." Poggiai la testa contro la sua.

Sentii una lacrima scendermi lungo la guancia.

Una lacrima di rabbia.

Alla fine riuscimmo a calmarci entrambi.

"Tuo padre c'è?"

"No... è fuori città" Aveva la voce ridotta a un bisbiglio.

"Ok... allora vieni a casa mia."

"Eh? No Nick non ce n'è bisogno davvero. Sto bene. Ora."

La sua voce diceva così ma i suoi occhi imploravano di non essere abbandonata.

"Non ti lascio qui da sola, ok?" Le accarezzai la guancia.

"Ma i tuoi genitori? Non voglio che litighiate."

"Non preoccuparti. Vedrai che capiranno." Andammo in camera sua per prendere qualche vestito, poi uscimmo di casa.

Arrivati davanti la porta, la aprii con la chiave.

"Nicky?"

"Si mamma" Trovai mamma e papà nel salotto. Entrambi guardarono Jessica con curiosità e preoccupazione. Misi una mano sulla schiena di Jessica e la feci sedere sul divano.

"Posso parlarvi?"

"Si certo" Diedi una carezza a Jessica e la lasciai. I miei genitori mi seguirono in cucina.

"Nick ma che è successo?" Li guardai per qualche secondo e mi passai una mano tra i capelli.

"Quando sono arrivato a casa di Jessica, ci ho trovato anche il suo ex. Lui... beh.. insomma... lei era li, attaccata al muro, lui le stava davanti, la strattonava le faceva male.." Mi fermai e presi un respiro. Era pieno di rabbia.

"Da non credere.."

"Povera piccola" Mia mamma mi venne incontro e mi abbracciò. Mio padre mi poggiò una mano sulla spalla. Mi confortai un po'.

"Sentite.. il padre di Jessica non c'è, può restare qui? Non voglio che stia sola."

"Si certo, non può stare sola." Guardai mio padre e gli sorrisi tristemente.

"Nick.. ascolta, sei scosso è naturale e non dovresti nasconderlo"

"Papà io sto bene davvero" Mi staccai da entrambi.

Io stavo bene non lo capiscono che è Jessica quella che sta male?

 

Tornai in salotto e trovai Jessica sul divano con Elvis addosso. Aveva un sorrisino stiracchiato mentre accarezzava la testa del cagnolone.

Mi sedetti sul divano.

"Hai conosciuto Elvis eh?" Cercavo di apparire il più rilassato possibile ma era difficile.

"Non sapevo avessi un cane." Mi guardò di nuovo con i suoi occhioni tristi.

"Già beh.. ora lo sai" Le sorrisi e le accarezzai i capelli.

"Come si chiama?"

"Elvis." Si girò verso di me e mi sorrise, però era triste. E io non volevo lo fosse. Lei meritava di essere felice. Sempre.

"Mia madre ha preparato la stanza degli ospiti."

"Ok... grazie, davvero"

"Di niente." Mi avvicinai a lei e le diedi un bacio sui capelli.

Sentii Elvis mugugnare.

"Tu che vuoi? Guarda che lei è la mia ragazza! Poche confidenze"

In effetti Elvis era completamente sdraiato sulle gambe di Jessica, con il muso sulla sua pancia.

"Sei geloso di un cane?" Almeno ero riuscito a farla sorridere.

"In questo momento lo sono parecchio."

"Ma dai..."

"Jessica? Ti ho preparato la stanza cara" Mia madre ci stava guardando dalla porta.

"Grazie mille"

"Di niente cara!" Jessica cercò di alzarsi ma Elvis glielo impediva. Lo presi per il collare e lo feci scendere.

"Andiamo Elvis, cammina giù!"

 

-Jessica-

Seguii Denise su per la scale. Le gambe ancora mi tremavano ed erano poco stabili. Arrivammo in una delle tante stanze della loro casa.

Entrai in una stanza bellissima, con le pareti di un bellissimo azzurrino e il letto e i mobili dello stesso color nocciola chiaro.

"Allora là c'è il bagno e sei hai bisogno chiedi pure ok?" Denise era davvero dolce.

"Ok.. grazie mille, davvero."

"Di niente tesoro." Lei mi sorrise e io cercai di ricambiare ma non credo di essere stata molto convincente.

Se ne andò lasciandomi sola.

 

Da sola.

 

Mi guardai attorno smarrita. Mi sentivo tremendamente sola.

Avevo paura.

Mi sentivo le lacrime salire e non sapevo perché. Andai in bagno e mi misi il pigiama.

Mi guardai alla specchio.

Ero pallida e avevo gli occhi arrossati. Sul labbro c'era un taglio piuttosto grande che andava anche sulla guancia. Mi facevo impressione da sola.

Alzai la maglietta del pigiama e vidi dei lividi violacei sul fianco.

Ma la cosa che più spiccava era il mio sguardo vuoto.

 

Uscii dal bagno e andai sul letto. Mi sedetti e incrociai le gambe. Qualcuno bussò alla porta ed entrò Nick.

"Ehi" Si avvicinò e si sedette accanto a me sul letto.

"Ehi" Lo guardai e notai che anche lui aveva uno sguardo triste, nonostante non lo volesse dare a vedere.

"Sono venuto a darti la buona notte"

"Grazie" Stiracchiai un sorrisino, ma mi sentivo a disagio anche con lui.

E mi faceva male. Si avvicinò a me per darmi un bacio ma io mi scansai.

Non so perché, lo feci senza pensarci.

Nick mi guardò ferito.

C'era davvero rimasto male.

Sentii le lacrime che mi pungevano gli occhi.

Non volevo che lui soffrisse.

 

Si alzò dal letto e arrivato alla porta si girò verso di me.

"Notte"

"Notte"

Non appena chiuse la porta mi sdraiai sul letto e cominciai a piangere.

Ma non potevo piangere. Dovevo reagire e piantarla. Mi misi sotto le coperte cercando di dormire.

Ce l'avrei fatta da sola stanotte. Sarei rimasta qua e avrei superato tutto.

 

Da sola.

 

Poi domattina sarei stata sicuramente meglio e mi scuserò con Nick.

Chiusi gli occhi e poggiai la testa al cuscino.

Il fianco mi faceva malissimo. Ma non ci facevo caso.

Fuori il vento impazzava. Ma non ci facevo caso.

Ad un tratto però nella mia mente si rifecero vive le ore passate.

Le lacrime sgorgarono e non potei fare niente per fermarle.

Mi alzai di scatto e mi presi la testa tra le mani.

Non ce la facevo. Ero debole. Ed è la cosa che più odio.

Mi alzai dal letto e andai alla finestra. Era buio pesto nella stanza e vedevo ombre ovunque. Sentivo suoni strani provenire da ogni parte.

Andai verso la porta e la aprii. Mi ritrovai in corridoio. Non sapevo esattamente cosa fare o dove andare.

Nella mia mente fece capolino Nick che veniva a darmi la buona notte e io che lo allontanavo. Un'altra lacrima mi solcò la guancia. Andò bruciando sul taglio che avevo.

 

Presi un respiro e andai verso la stanza di Nick.

Perché non ce la facevo da sola. Avevo bisogno di qualcuno.

Di lui.

Mi fermai davanti alla sua porta e dopo qualche respiro profondo decisi di bussare. Dopo qualche secondo spinsi la maniglia e mi affacciai con la testa.

Vidi Nick seduto sul letto con la schiena appoggiata alla parete e le gambe piegate al petto.

Quando entrai girò la testa verso di me, colpendomi con quello sguardo triste di prima.

"Ti serve qualcosa?" Nonostante cercasse di evitarlo, il suo tono era triste e seccato anche.

"Io... volevo scusarmi per prima. Davvero mi dispiace, io non volevo. Non so perché l'ho fatto. Scusami davvero." Nick sospirò, si alzò dal letto e si avvicinò a me.

Si fermò a qualche centimetro e mi guardò dall'alto.

"Dispiace anche a me, so bene di essere inutile ed è una cosa che non sopporto."

"Non sei affatto inutile Nick. Se non ci fossi stato tu non so che sarebbe successo.."

"Ti prego non dirlo nemmeno."

Mi abbracciò e mi sciolsi in quell'abbraccio, cercando di trarne più conforto possibile. Aprii bocca con l'intento di dirgli come mi sentivo davvero, ma la richiusi subito dopo.

Dopo qualche secondo ci staccammo.

"Allora, buona notte piccola."

"Notte." Nick abbassò il viso e mi diede un bacio leggero sulle labbra, dove c'era il taglio. Lo sentii allontanarsi e staccarsi e d'impulso strinsi la sua maglietta tra le mani. Non volevo ci separassimo ancora.

Lui poggiò le labbra ai miei capelli e mi diede un bacio.

"Jessica, non sei qui solo per la buona notte vero?" Scossi la testa contro il suo petto cercando di trattenere le lacrime.

"Che succede piccola?"

"Ho paura" Non riuscii a dire altro, i singhiozzi mi impedirono di parlare.

Sentii Nick che mi prendeva in braccio.

Mi portò sul letto con lui e si sedette con me sulle gambe.

Non mi disse nulla, semplicemente mi cullò tra le sue braccia.

I singhiozzi poi lasciarono posto a lacrime silenziose.

Iniziai a giocherellare con il colletto della sua maglietta.

Tirai sul col naso un paio di volte e alzai il viso per guardarlo. Lui mi guardava con quello suo sguardo dolce che mi faceva sentire sempre così bene.

Mi persi in quei suoi bellissimi occhi scuri, mentre lui mi accarezzava la guancia. Pian piano ci abbassammo e ci sdraiammo sul letto, con le teste poggiate sul cuscino, sempre guardandoci negli occhi.

"Ti va di dirmi che è successo prima?" Prese ad accarezzarmi il viso, poi scese al fianco, impedendomi di dirgli di no.

"Non lo so...insomma, quando te ne sei andato mi sono sentita invadere dalla solitudine, mi sentivo uno schifo ma volevo farcela da sola capisci? Poi mi sono messa a letto e appena chiudevo gli occhi vedevo Zac, sentivo rumori strani.. e poi niente, non ce l'ho fatta a stare da sola ancora”

Abbassai lo sguardo non riuscendo a sostenere il suo.

Ma lui mi alzò il viso e tornai ad annegare nei suoi occhi.

"Non devi vergognarti, avere bisogno di qualcuno non è segno di debolezza.”

Annuii non molto convinta.

Nick si avvicinò con il viso e mi diede un bacio appassionato.

Dopo qualche secondo si staccò da me e mi accarezzò i capelli. Poi mi strinse a sé e poggiai la testa contro il suo petto.

Lentamente mi sentii invasa dal sonno. Piano piano chiusi gli occhi, rilassandomi tra le sue braccia.

Nick mi sussurrava nell'orecchio che mi amava, che non dovevo avere paura se c'era lui. Ed era vero. Con lui non mi sarebbe capitato niente di male.

Mi addormentai nel giro di pochi minuti, dormii davvero bene, senza neanche un incubo, stretta tra le sue braccia che non mi lasciavano.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 20
*** 20 ***


Aprii gli occhi e la prima cosa che vidi era Nick accanto a me. Lo osservai dormire incantata, mentre il suo petto si alzava ad ogni respiro. Rimasi a guardarlo per un po' finché lentamente non aprì gli occhi.

"Buon giorno piccola"

"Buongiorno Nick"

"Dormito bene?"

"Molto..." Come non dormire bene tra le sue braccia?

"Bene...." Mi trapassò con il suo sguardo profondo e mi accarezzò la guancia.

"Come stai?" Ci pensai un secondo prima di rispondergli.

"Bene.. insomma.... si sto bene."

"Ne sono felice" Mi sorrise dolcemente e ricambiai finalmente con un sorriso felice.

"Adoro vederti sorridere principessa" Gli sorrisi ancora più felicemente, arrossendo leggermente.

"Senti Jessica.. stavo pensando... cosa dirai a tuo padre?" Lo fissai con gli occhi spalancati.

"Mio..mio padre?"

"Si Jessica" Mi guardò negli occhi con un sguardo severo. "Glielo devi dire. Lo sai questo vero?"

"No." Nick sospirò e addolcì leggermente lo sguardo.

"Deve saperlo, insomma Zac è il figlio di Julia! E poi come pensi di nascondere questo?" Mi passò un dito sulla ferita, che ancora faceva male. Abbassai lo sguardo perché aveva del tutto ragione.

"Piccola non voglio darti contro, capisci che per quanto mi piacerebbe stare sempre con te non è possibile? Se Zac ci riprovasse?" Sospirai colpita nel vivo.

"E che gli dico?"

"La verità amore. Solo la verità" Annuii piano e mi accoccolai contro il suo petto. Lui mi accarezzò la schiena facendomi calmare.

Con la mano andai istintivamente a toccarmi il ciondolo. Ma non c'era. Mi prese subito il panico.

"Ehi che c'è piccola?"

"Nick... il ciondolo.. scusa mi dispiace.."

"Ehi ehi calmati!" Lo vidi sporgersi e prendere qualcosa dal comodino.

"Il ciondolo!"

"L'ho raccolto a casa tua ieri sera.."

"Zac me lo ha strappato via..."

"Non preoccuparti... appena lo vedo gli strappo i capelli.." Aveva uno sguardo dolce ma al tempo stesso il tono duro che mi inquietava un po'.

Stemmo qualche minuto così finché non lo vidi stiracchiarsi e alzarsi da sotto le coperte.

"Dove vai?" Lo guardai con uno sguardo da cucciola che evidentemente lo sciolse, infatti si rimise sdraiato accanto a me e mi diede un bacio sui capelli.

"Non hai fame piccola? Ieri non hai mangiato niente.." In effetti avevo fame, ma mi era quasi passato di mente.

"Mmm.. sto morendo di fameee"

"Hahaha dai allora cambiati almeno andiamo giù a fare colazione" Mi diede una pacca sul sedere e andò in bagno a cambiarsi.

"Ahiiiii" Urlai in modo che mi potesse sentire.

"Zitta!!!" Gli feci anche la linguaccia ma lui non poteva vedermi.

"Per tua informazione ti sto facendo la linguaccia!!"

"Per tua informazione sei una bambina!!!"

"Gnè gnè!!!" Misi la testa sotto il cuscino approfittando per sonnecchiare ancora un po'.

All'improvviso sentii arrivare una cuscinata sulla schiena. Mi girai di scatto per vedere con la coda nell'occhio Nick che mi colpiva ancora.

"Bastaaa"

"Hahahaha non fai più la spaccona eh?" Mi alzai presi il cuscino e cercai di colpirlo ma Nick fu più veloce, mi abbracciò i fianchi impedendomi di muovermi.

"Lasciamii" Entrambi ridevamo come matti. Nick smise di colpirmi e mi abbracciò stretta buttandoci sul letto.

"No che non ti lascio" Sorrisi e poggiai la testa contro il suo petto e lui mi baciò la fronte.

"Ok.. ora vado a cambiarmi.. muoio di fame..."

"Hahhaha vai amore" Mi alzai e mi diede un'altra pacca sul sedere.

"Ma la smetti?"

 

-Nick-

Per tutta la notte avevo pensato a quello che era successo. Temevo che potesse succedere ancora.

"Tutto bene?" Jessica mi stava osservando impensierita.

"Si tutto bene" Le sorrisi e mi alzai dal letto. "Dai andiamo"

Scendemmo in cucina dove trovammo la mamma.

"Buongiorno ragazzi! La colazione è quasi pronta." Ci sedemmo al tavolo e nel frattempo arrivò papà con Frankie.

"Buongiorno!" Diede un bacio alla mamma e si sedette accanto a Frankie, difronte a noi.

Come al solito mancava solo Joe.

"Giorno famiglia!" Aveva i capelli tutti scompigliati, i boxer e una maglietta. Diede un bacio a mia madre, poi focalizzò su Jessica.

"Eh tu da dove sbuchi? Ho una sorella di cui non sapevo l'esistenza? No perché non somiglia a nessuno di noi e questo potrebbe essere un problema..." Le diede un bacio sulla guancia e si sedette accanto a lei.

"Ho dormito qua.."

"Ah.. ok." Mi sorrise maliziosamente, solo Dio sapeva che pensieri gli frullassero per la testa. "Ehi Frankie sei pronto a diventare zio a 10 anni? hahahha"

Lo fulminai con lo sguardo per poi guardare gli altri.

Jessica era rossissima e si guardava le mani.

Frankie se la rideva da pazzi, mentre mamma e papà avevano una faccia sconvolta, come se il solo pensiero li inorridisse.

Dopo colazione mamma, papà e Frankie uscirono per una passeggiata. Joe invece doveva vedersi con Kevin.

Mi sedetti sul divano intanto che aspettavo Jessica.

"Ehi Nick!" Si sedette accanto a me battendomi una mano sulla gamba.

"Joe..."

"Non dirmi che te la sei presa per quella battuta!"

"Figurati.. anche se a dirla tutta potevi risparmiatela... Il problema è un altro"

"Che è successo?" Gli raccontai di quello che era successo.

"Che bastardo.. Non ci sono davvero parole per descriverlo.."

"Già..." Mi fermai vedendo arrivare Jessica.

"Ok ragazzi io vado da Kev. Ciao"

"Ciao bro"

"Ciao Joe" Passò accanto a Jessica e le carezzò i capelli.

"Ciao piccola."

Jessica si sedette accanto a me e poggiò la testa alla mia spalla.

"Ehi piccola" Le posai un braccio sulle spalle e la strinsi a me. "Che ti va di fare? Stiamo qua o andiamo a casa tua?"

"Credo sia meglio andare a casa mia, mio padre deve essere già arrivato..."

"Ok..."

Uscimmo di casa e andammo a casa sua.

 

-Jessica-

Per tutto il tragitto in macchina pensai a come dirlo a mio padre. Arrivati davanti casa ero nervosissima.

Presi le chiavi e aprii la porta. Nick mi prese per mano ma non riuscii a tranquillizzarmi del tutto.

Entrammo in cucina e trovammo papà seduto a leggere il giornale. Alzò il viso che aveva una smorfia maliziosa.

"Ma guarda guarda chi torna la mattina! Buongiorno Jessy! Nick"

"Buongiorno signore"

"Papà.." Io ero dietro a Nick, poi lui mi mise una mano dietro alla schiena, facendomi avanzare.

"E' successo qualcosa ragazzi? No.. non me lo dite..lo so già!!!" Che è sta fissa stamattina?

"Jessy ma che hai fatto al labbro?" Papà guardò prima me poi Nick, con aria preoccupata. Io e Nick ci scambiammo un'occhiata.

"Ragazzi che succede?" Stavo per parlare quando entrò Julia. Con Zac.

"Si Jessy! Che ti è successo?"

Un secondo.

Niente di più.

Nick si avventò contro Zac sbattendolo contro il muro, prendendolo a pugni. In quel momento non sapevo davvero che fare. Arretrai e mio padre si mise davanti a me, cercando poi di far separare Nick da Zac.

Alla fine ci riuscii, bloccando Nick per le braccia. Aveva il labbro sanguinante ma Zac stava molto peggio. Era pieno di lividi in faccia. Julia si parò subito davanti a Zac.

"Mai sei impazzito? Come ti permetti eh? Will non dici niente?"

"Come mi permetto io? E LUI ALLORA?"

"Qualcuno può spiegarmi quello che succede?"

"Si papà. Io." Tutti mi guardarono. Zac mi fulminò con lo sguardo.

"Ok tesoro, dimmi"

"Possiamo parlarne anzi da soli?"

"Si certo." Andammo in camera mia a parlare, anche se non mi fidavo a lasciare Nick e Zac nella stessa stanza.

"Tesoro che è successo?" Papà mi accarezzò i capelli e io scoppiai a piangere. Lui mi strinse cercando di calmarmi. Non appena i singhiozzi cessarono cominciai a parlare.

"Ieri Zac è venuto a casa e... ha cominciato a strattonarmi, mi ha attaccata al muro, io non volevo farlo..." Ricominciai a piangere questa volta più forte.

Alzai lo sguardo. Per la prima volta forse, mio padre era furioso.

"E' tutta colpa mia."

"No papà non è vero." Non riuscii a dire altro.

"Si invece.. ti lascio sempre sola. Per fortuna che è arrivato Nick... Oddio... Non voglio nemmeno pensare a quello che sarebbe potuto succedere" Mi abbracciò stretta a se.

 

Dopo qualche minuto scendemmo.

"Tu. Via da casa mia" Mio padre si girò verso Zac, senza nemmeno guardarlo negli occhi.

"Cosa?! Will è mio figlio!"

"Lo so... tu sai quello che ha fatto tuo figlio? Proprio perché è tuo figlio mi limiterò a mandarlo solo via."

"Andiamo Will.. e quel Nick? Guarda quello che gli ha fatto!" In effetti Zac era concio piuttosto male.

"Già beh... ha fatto solo quello che anche io avrei fatto. A proposito, dove è Nick?"

"L'ho mandato via!"

"Cosa? Per tua informazione questa è casa mia ok? Adesso per favore vattene con tuo figlio. Voglio stare con Jessica."

"E il pranzo?"

"Non sono proprio in vena".

 

Mi sedetti sul divano. Adesso stavo bene, mi ero liberata di un gran peso.

Mio padre mi raggiunse dopo qualche minuto.

"Che disastro... Domani avrei un affare da sbrigare.. ma come faccio a lasciarti?"

"Papà non voglio essere un peso. E poi comunque ormai è finita."

"Jessy tesoro non sei un peso! Solo non voglio più lasciarti sola."

"Beh... posso chiedere a Nick..."

"Lo so ma... non posso pretendere che lui ci sia sempre. Dovrei essere io quello sempre presente"

"Non sentirti in colpa. Tu sei un papà fantastico! Il migliore... insomma sei un idolo! specie con le tue battute...." Riuscii a strappargli un sorriso ma era giù.

"A proposito.. dopo voglio parlargli."

In quel preciso istante Nick apparì nel salotto.

"La porta era aperta.." Appena lo vidi corsi ad abbracciarlo. Aveva il labbro spaccato e qualche livido sul viso.

"Ehi.. sto bene" Mi abbracciò e mi diede un bacio sui capelli.

"Nick posso parlarti?"

"Si certo" Io mi staccai da Nick anche se non lo avrei voluto.

"Vi lascio allora..."

 

-Nick-

Ci sedemmo sul divano. Will sembrava teso e nervoso, come mai lo avevo visto.

"Innanzitutto...grazie per averla difesa.. davvero. Lei è l'ultima cosa che mi è rimasta di sua madre, e non sopporterei che le accadesse qualcosa"

"Non deve ringraziarmi.. Insomma quando sono arrivato, ho agito d'istinto..forse non avrei dovuto ma è stato più forte di me."

"Non me lo sarei mai aspettato da Zac.. Jessica non mi hai mai detto niente.." Si vedeva che si sentiva in colpa e non era giusto.

"Scommetto che se non fossi venuto e non avessi visto Jessica non mi avrebbe detto niente. Lei è così.. vuole fare con le proprie forze... è una testa dura.."

"Già.. proprio come sua madre... Senti.. volevo chiederti un favore.. Domani non ci sarò per un affare.. potresti stare qua con Jessica? Parlerò io con i tuoi"

"Si certo"

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 21
*** 21 ***


-Jessica-

Un azzurrino tenue, una parete spoglia.

Ormai stavo fissando la parete da un ore. Sapevo ogni dettaglio a memoria. Ogni singola crepetta, ogni singola curva della tintura.

Sbattei più volte le palpebre come per tornare nel mondo reale. Distesi le gambe per sgranchirle. Poggiai la testa al muro e stiracchiai anche le braccia.

Ogni cosa ha un inizio e una fine. Ma perché la fine arriva così velocemente? Chi è che lo decide?

Stavo li da quanto? Due giorni? Due ore? Una vita forse.

Girai la testa di lato e vidi mio padre nella sedia davanti. Stava dormendo ormai da un'ora. Osservai il suo viso teso,la stanchezza era evidente.

Ultimamente lavorava il doppio perché non voleva più lasciarmi sola. Così si ammazzava di lavoro.
Mi sentii in colpa, ero la causa di ogni suo problema.

Certo adesso lui e Julia avevano chiarito ma lei ora era molto più ostile nei miei confronti. E specialmente nei confronti di Nick.

Sentii gli occhi che mi pizzicavano. Una lacrime scese lungo la guancia. La asciugai rapidamente sospirando. Abbassai lo sguardo, mi abbracciai le ginocchia e ci posai la testa.

Gli occhi si stavano chiudendo ma non volevo dormire.
Volevo stare sveglia quasi per fermare il tempo che stava correndo troppo, troppo veloce.

Avrei voluto che il tempo si fosse fermato, perché adesso andava tutto quasi bene.

Sembrava che ogni volta io fossi felice, qualcuno si divertisse a mandarmi cose negative.

 

Un timido raggio di sole mi accarezzò il viso. Mi svegliai ma rimasi con gli occhi chiusi, perché non sapevo cosa sarebbe successo aprendoli.

All'improvviso tornò tutto buio.
Perché?
Il sole mi piaceva, era come una punta di luce nel buio della mia vita.

Mi stropicciai gli occhi, aprendoli lentamente. Vidi la tenda contro la finestra, che qualcuno aveva tirato impedendo al raggio di sole di entrare nella mia vita.

Osservai il cuscino, inzuppato di lacrime. Avevo pianto, mi ero addormentata piangendo. Mi concentrai qualche secondo per ricordare.

Piangevo sulla spalla di qualcuno.
Nick.
Lui mi aveva stretta, mi aveva detto che lui non mi avrebbe mai abbandonata. E io ci credevo.

Provavo una fitta di dolore al petto. Un qualcosa di opprimente che mi impediva di fare qualunque cosa.

Poi focalizzai su una sensazione positiva, provocata da un semplice gesto. Qualcuno mi accarezzava il fianco a ritmo regolare, su e giù. Chiusi gli occhi per farmi invadere da quella sensazione meravigliosa.

Mi girai dall'altro fianco.

Lì c'era la persona che mi aspettavo di trovare.

La persona che avrei voluto accanto in ogni momento della mia vita.

Mi sorrise dolcemente, trapassandomi con i suoi occhi.

"Ehi piccola"

Avrei voluto rispondere ma non ci riuscivo. Sentivo un groppo alla gola opprimente.

Mi accarezzò la guancia, spostandomi una ciocca di capelli, spettinati come mai lo erano stati.

"Ehi" Mi uscii più che altro un gemito. Avevo la voce tremante che usciva a getti.

Mi alzai mettendomi seduta. Mi presi la testa che girava tra le mani. Sospirai, tirandomi i capelli indietro.

Osservai i vestiti che ormai portavo da due giorni. In fondo al letto c'era un vassoio con dei cornetti alla cioccolata enormi, che non sarei riuscita a mangiare. Sicuramente li aveva portati Nick. Mi girai verso di lui.

Mi guardava con dolcezza, evidentemente impacciato, ignaro delle cose da dirmi in una situazione così.

Cercai di sorridergli ma non ci riuscivo.

Avvicinai la mia mano alla sua. Lui me la strinse, intrecciando le sue dita con le mie. Abbassai lo sguardo sulle nostre mani intrecciate.

All'improvviso sentii un calore alla pancia, come se mi si fosse stata ignettata una nozione di buon umore.

Sorrisi e alzai lo sguardo, incontrando quello di Nick.

"Grazie" Incredibile come una parola così piccola possa esprimere così tanti significati.

Lui mi sorrise, alzò le nostre mani e baciò il dorso della mia.

"Hai fame? Ho preso dei cornetti alla cioccolata"

"No... ti ringrazio ma non ho proprio fame"

"Amore... sono due giorni che non mangi. Finirai con il sentirti male."

Sospirai e lo guardai mentre si allungava verso i cornetti, porgendomene uno. Lo presi con mano tremante. Il suo aroma di dolce di cioccolata mi invase.

Sentivo lo stomaco brontolare. Lo avvicinai alla bocca senza nemmeno rendermene conto. Ne addentai un pezzo, sentendomi subito piena di energie, assaporando il dolce sapore della cioccolata.

Lo finii poco dopo, quasi non rendendomene conto. Nick mi porse un altro cornetto che accettai senza tante storie. Avevo davvero molta fame.

Quando mi fui saziata a sufficienza decisi di andare a fare una doccia, quindi mi alzai dal letto.

"Dove te ne vai?"

"A farmi una doccia...Sono due giorni che non mi cambio... Non te ne sei accorto?"

"Mmm...no.. sarà che per me sei sempre splendida" Gli sorrisi e entrai in bagno.

Mi guardai allo specchio.

Avevo le occhiaie, ero pallida e un'espressione terribilmente vuota.

Mi tolsi i vestiti ed entrai nella doccia. L'acqua bollente mi aiutò a lavare via la tristezza, anche se solo per qualche minuto.

Uscii dal bagno qualche minuto dopo. Nick era seduto sul letto, come lo avevo lasciato prima.

"Che giorno è oggi?"

"Mmm.. il 12 gennaio"
Il 12 gennaio? come era possibile? Che mi ero persa? L'ultimo giorno che ricordo bene era il giorno dopo Natale..

"C'è scuola?"

"Si... ma insomma se non te la senti.." Scossi la testa.

"Andiamo.." Uscii presi lo zaino e ci misi i libri. Mi sentivo come estranea a tutta la situazione.

Mi sentii stringere i fianchi. Mi girai.

"Jessica... stiamo a casa. Davvero non c'è bisogno di andare ora. Possiamo tornare domani a scuola, ok?"

"Ma..." Mi tolse lo zaino e i libri dalle mani. Lo guardai fare quasi come se non potessi impedirlo.

Mi sorrise e mi prese per mano.

"Che ne dici di andare a fare una passeggiata?"

"Io..." Non sapevo che rispondere. Avevo una grande confusione in testa.

Mi feci portare via da Nick. Andammo fuori, passeggiamo per la città fredda e grigia.

Tutto passava ma io non me ne rendevo conto. Il tempo passava ma non me rendevo conto.

Che era successo?

Perché ero triste?

Perché piangevo sempre?

 

Tornammo a casa per l'ora di pranzo.

Entrammo in casa.

Nick andò a parlare con mio padre. Lo facevano spesso ultimamente. Parlavano di me sicuramente.

Andai a sedermi sul divano. Mi dondolai avanti e indietro quasi come se mi stessi cullando da sola.

"Ehi Jessy?" Avevo gli occhi chiusi e stavo canticchiando. Li aprii e vidi mio padre e Nick che mi guardavano.

"Che c'è?"

"Stai bene tesoro?"

"Si certo" Li guardai perplessa. Perché mi guardavano così?

Pranzammo in silenzio.

Continuavano a lanciarmi occhiate perplesse. Ogni volta che alzavo lo sguardo loro lo distoglievano oppure mi sorridevano.

Dopo pranzo salii in camera. Mi sdraiai sul letto a pancia in su.

Nick si sedette accanto a me.

Mi portai una mano al collo prendendo in mano il mio ciondolo.

"N e J..."

"Già... Nick Jonas.." Mi misi seduta e lo guardai torva.

"Nick Jonas?"

"Si! Che credevi?" Non risposi, abbassai lo sguardo confusa. Lo sentii ridere, mi alzò il viso con una mano.

"Ma si che vuol dire Nick e Jessica! Dai.." Sorrisi in risposta.

"Senti Jessica.. ma tu stai bene?"

"Si certo! Perché non dovrei?" Mi guardò, come se volessi dirmi qualcosa, ma tacque.

Gli sorrisi e poggiai la testa alla sua spalla. Mi accarezzò i capelli e mi diede un bacio. Sospirai, alzai il viso e gli diedi un bacio sotto il mento.

Mi accoccolai tra le sue braccia, dove stavo benissimo.

"Sai che sto benissimo tra le tue braccia?"

"Si?"

"Si.." Mi abbracciò ancora più stretta, sorrisi contro il suo petto.

"Che bello"

Nick mi scostò e mi prese il viso tra le mani.

"Che c'è amore?"

"Niente Jessica... Niente. E tu?"

"Perché continuate a chiedermelo?"

"Perché... lascia stare..."

"Ok..." Nick mi guardava esterrefatto.

"Che c'è?"

"Niente, insomma... se tu non hai niente.."

"Infatti..."

 

Nick se ne andò qualche ora dopo.

Durante la cena mio padre si comportò esattamente come Nick.

Ma perché?

Verso le undici andai a letto.

Mi accoccolai tra i cuscini, dormendo beatamente.

 

Mi svegliai con il cuore in gola, sudando freddo.

Avevo i brividi e stavo piangendo.

A un tratto ricordai tutto.

La chiamata il giorno dopo Natale.

Le settimane passate in ospedale.

Mia madre.

Fredda.

Incosciente.

Attaccata ad una macchina per vivere.

Il bip che cessa.

Lei.

Non c'è più.

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Capitolo 22
*** 22 ***


Posto anche se ci sono appena 75 visite perchè mi sento buona u__u <3

-Nick-

"Tesoro? Ehi..."

Sentivo qualcosa che mi scuoteva e mi svegliai nonostante volessi dormire ancora un po'.

Sentivo che lei mi stava parlando ma ero troppo stanco anche per prestare la minima attenzione.

"Nick tesoro! Svegliati o farai tardi!!"

"Mmm.. dai..."

Alla fine mamma mi costrinse a svegliarmi.

Mi tirai su a fatica, stanco morto.

Mi passai una mano tra i capelli, cercando di fare mente locale.

"Tesoro sono preoccupata..." Mi girai verso mia madre che era seduta sul bordo del letto. "Hai l'aria così stanca... "

"Lo so.. è solo che da quando la mamma di Jessica è morta è cambiato un po' tutto."

"Con Jessica?"

"Si.. lei è sempre così triste, sta sempre per lei sue.. vorrei poterla aiutare ma lei non me lo permette"

"Beh è normale... per prima cosa lo deve accettare e non è facile. Poi vedrai che sarà lei a venire da te"

"Lo spero..."

"Ma si.. dai adesso vai a vestirti o farai tardi a scuola!"

"Si si..."

Andai in bagno e mi feci una doccia veloce.

Quando scesi in cucina per la colazione trovai mio padre.

"Ehi papà.."

"Nick.. dimmi un po'... ultimamente come va la scuola?" Lo guardai sorpreso.

"Si Nick. So bene che da più di una settimana non vai a scuola. Vorrei sapere il perché.. se posso ovvio!"

Sospirai cercando di trovare la risposta più appropriata in meno di 30 secondi.

"Ascolta papà... Jessica.."

"Ah Jessica! Ora mi sembra tutto chiaro!"

"Papà ti prego non cominciare. "

"Non cominciare?! Nick ma ti rendi conto? Saltare una settimana di scuola ti sembra normale?!"

"No però..."

"Però niente Nick! Non puoi lasciare che quella ragazza ti sconvolga in questo modo!"

Sospirai, presi lo zaino e uscii di casa senza nemmeno mangiare.

Ma non m'importava, volevo solo uscire da quella casa, senza dover sentire mio padre.

Salii in macchina e misi in moto, diretto da Jessica, sperando che oggi avesse voglia di andare a scuola.

Bussai alla porta e fu proprio lei ad aprirmi.

"Ehi Jessica"

"Ciao Nick" La guardai e qualcosa mi diceva che non sarebbe venuta.

"Ehm... sono venuto a prenderti per andare a scuola..."

"Oh.. senti.. io non ne ho molta voglia..."

"Ah ok.. va bene.. stiamo a casa.."

"No no.. tu vai. Insomma è già una settimana che non andiamo." Per caso mi leggeva il pensiero?

"Sicura?"

"Si certo... tanto non sono molto di compagnia."

"Beh.. ok allora.. torno dopo scuola."

"Si" Mi avvicinai e le diedi un bacio. Lei mi sorrise leggermente e io ricambiai.

Mi allontanai mio malgrado, tornando in macchina.

 

Arrivai a scuola con il morale a terra.

Mi mancava la Jessica di prima. Volevo si riprendesse il prima possibile. Forse suonava un po' egoistico. Però non era facile nemmeno per me.

Entrai in classe e mi sedetti al banco. Guardai il banco di fianco al mio, dove di solito c'era lei. Pensai alla mia piccola, sperando che l'avesse superata.

"Ehilà Nick..." Alzai il viso, quasi illuso che fosse Jessica.

"Miley..." Si sedette al banco di Jessica, cosa che mi urtò i nervi.

"Allora...sei stato male? E' da una settimana che non vieni..."

"Si.. diciamo di si..."

"Mm... sai Nick.. mi manchi.." La guardai sbalordito.

"Ti sono mancato?"

"Si.. sai.. io ti amo ancora e..." La vidi pericolosamente vicina.

"Frena frena frena. Miley tra noi due non c'è più niente chiaro? Anzi credo non ci sia mai stata sinceramente..."

"Ma che dici? Tu mi amavi!!"

"Senti Miley. Quando ci siamo messi insieme, noi ci eravamo appena trasferiti. Mi mancava Jessica e la ho rimpiazzata con te. Lo so che è brutto da dire ma è così... Io non voglio ferirti ma io amo lei."

"Si ma.. allora perché sei così giù?"

"Fatti miei ok? Se ho qualche problema con Jessica fatti miei ok?" Forse ero stato troppo duro ma oggi non era proprio mattina.

Per fortuna arrivò la professoressa che impedì a Miley di rispondermi. Si alzò e andò a sedersi al banco davanti.

 

L'ora di pranzo arrivò veloce per fortuna. Avevo una fame terribile.

Mentre andavo verso la mensa incontrai la persona che proprio non avrei mai voluto vedere.

"Uh uh uh.. ma guarda chi c'è! Romeo dove è la tua Giulietta?" Mi fermai e respirai nervosamente, girandomi verso di lui.

"Taglia corto Zac.. non è proprio aria."

"Che c'è? Sei arrabbiato perché la signorina non è più disposta a darla?"

In un secondo mi avventai contro di lui, colpendolo in pieno viso. Lo attaccai al muro mentre intorno a noi si era già creata una piccola folla di studenti.

"Che c'è? Non reagisci Zac? Non c'è la mamma a pararti il culo?" Gli sganciai un altro pugno, spaccandogli il naso.

Stavo per sferrarne un altro ma qualcuno mi colpii prima. Mi si annebbiò la vista per un secondo e fui invaso dal sapore del sangue.

Non potei nemmeno ricambiare che arrivò il professore di educazione fisica che mi afferrò per le braccia.

"Jonas fermati immediatamente!"

Alla fine riuscii a calmarmi. Misi a fuoco la scena. Studenti che ci guardavano come fossimo scimmie allo zoo, Zac al muro sanguinante, il suo amico accanto a lui.

 

Uscii da scuola sbattendo la porta, furioso.

Mio padre mi stava dietro urlandomi cose che non stavo nemmeno ascoltando.

Entrai in macchina diretto verso casa di Jessica.

Bussai alla porta e mi aprii di nuovo lei.

"Nick.. ma che hai fatto?"

"Niente niente." Entrai in casa e mi sedetti sul divano. Lei mi seguì con un'espressione curiosa e preoccupata.

"Come niente? Hai il labbro spaccato!"

"Diciamo che è avvenuto uno... scambio di cortesie tra me e Zac.. tutto qui."

La vidi sospirare sconsolata.

"Ma perché?"

"Senti amore.. è lui che ha iniziato ok? Mi ha provocato e io ho reagito!"

"Si ma... " Mi accarezzò il labbro.

"Niente amore ok? Sto bene." La abbracciai e le massaggiai la schiena.

"Tu piuttosto stai bene?"

"Si.. dai.." Sentivo le sue dolci labbra a contatto con il mio collo. Una sensazione magnifica.

La scostai leggermente e la guardai negli occhi. Le accarezzai la guancia e mi avvicinai. La baciai come non lo avevo più fatto da settimane. Sentivo le sue braccia intorno al mio collo.

Posai la mano sulla sua schiena, facendola scendere piano piano.

Mi faceva male il labbro ma non m'importava. Volevo solo averla, sentirla di nuovo mia, sentirci come una volta.

La sentivo mentre mi accarezzava il petto con una mano e l'altra nei miei capelli. Piano piano la feci scendere e sdraiare sul divano. Lei mi attira verso di se abbracciandomi.

Eravamo sullo stesso piano, sentivamo le stesse emozioni.

Le accarezzai il fianco e feci scendere la mano giù per la gamba. Iniziai a baciarle il collo. Sentivo il suo cuore che batteva forte sotto il mio.

Sentii il campanello suonare ma non m'importava. Per fortuna sentii Will che andava alla porta.

"Dov'è?? Dov'è quel ragazzino insolente??"

Era la voce stridula di Julia.

Mio malgrado mi alzai da Jessica.

Lei mi guardava un po dispiaciuta.

Le accarezzai il viso, aspettando Julia e Will.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 23
*** 23 ***


-Jessica-

Passai la mano attorno ai fianchi di Nick e lui mi abbracciò. Poggiai la testa alla sua spalla, cercando di trarne più conforto possibile.

Julia arrivò nella stanza come una furia, seguito da mio padre, confuso come non mai.

"Eccolo! Eccolo!" La vidi avvicinarsi a Nick, lui mi scansò proprio nel preciso momento in cui Julia stampò la sua mano sulla guancia di Nick, riaprendogli la ferita.

 

Guardai Nick.

Un rivolo di sangue scese lungo il mento.

Aveva lo sguardo freddo, impenetrabile. Con il dorso della mano si pulì la ferita ma il taglio era profondo.

Guardai mio padre disperata.

"Julia!"

"Che vuoi Will? Questo.. ragazzino deve smetterla di prendersela con Zac!"

"E quel... ragazzino, deve smetterla di prendersela con noi." Alzai lo sguardo verso Nick. I suoi occhi erano piantati in quelli di Julia. Non lo avevo mai visto così, mi incuteva soggezione. La sua voce era calma e composta. Più del solito. Ma tremendamente fredda.

"Si certo.. Non fare tanto il furbo ragazzino! Presto le cose cambieranno!..."

Il monologo di Julia fu interrotto dal telefono.

Papà allungo la mano e rispose.

"Si pronto... Ok glielo dico... Ci sentiamo" Riattaccò il telefono e si voltò verso Nick. "Era tua madre... devi andare a casa."

Nick annuì piano. Mi accarezzò la guancia e uscii dal salotto.

Lo seguii con lo sguardo finché non sentii la porta chiudersi.

"Bene! Finalmente se ne è andato!" Mi girai verso Julia. "Jessica, tesoro possiamo parlare?"

"Di cosa?"

"Papà ed io dobbiamo dirti una cosa"

Il suo tono smielato mi faceva vomitare.

Mi sedetti sul divano il più lontano possibile da lei.

Papà si sedette accanto a lei.

"Vedi Jessy... ormai lo hai capito... io e Julia beh.. ci frequentiamo da un po'...."

Annuii abbassando lo sguardo.

"Ecco vedi Jessy...."

"CI SPOSIAMOOOO!" Alzai il viso scioccata. Spostai lo sguardo da lei e lui.

Con la mano mi spostai i capelli indietro, cercando di metabolizzare la cosa.

Boccheggiai un paio di volte, non riuscendo a pronunciare nessuna parola.

"V-Vi.... sposate?"

"Si!!! Non sei felice?!" Julia mi corse addosso e mi abbracciò stretta.

"Sai non vedo l'ora!!! Ho sempre voluto una figlia!!! E io ti adoro!!!"

Rimasi immobile tra le sue braccia.

Una figlia?!

Guardai mio padre sconvolta.

Lui ricambiò lo sguardo un po' titubante.

"Non sei felice tesoro?" Si scostò e mi prese per le spalle "Ah si certo! Lo devi accettare! Insomma è una bella novità no? Nuova casa, nuova famiglia...Nuove r e g o l e."

Il modo in cui aveva enfatizzato regole mi diede parecchio fastidio.

"Regole?"

"Ovvio! Insomma... non mi sembra appropriato che Nick passi tanto tempo qui... e che stia in camera tua... a fare Dio solo sa che cosa... E poi.. beh.. lo sai.. con Zac.."

"Abiterò insieme a Zac?!"

"Si certo! E' mio figlio!"

"Si ma... tra di noi..."

"Non sarà un problema... beh certo.. basta che Nick stia calmo..."

"Che cosa?!" Mi alzai di scatto. "E' Zac che non fa altro che provocarlo!"

"Calmati tesoro! Ok allora.. ti preparo un buon tè così ti calmi!"

"No non lo voglio!" Andai in camera mia con le lacrime agli occhi.

Aprii al porta e la sbattei violentemente.

Mi buttai sul letto piangendo a dirotto.

Ma perché andava tutto storto?

 

 

Sia papà che Julia erano venuti cercando di parlarmi ma entrambi fallirono.

Ce l'avevo con Julia per il suo modo di fare, specie con Nick.

Ma soprattutto ce l'avevo con papà che mi aveva tenuto nascosto tutto questo.

 

Uno scricchiolio si intromise nella mia mente, facendomi sobbalzare.

Guardai verso la finestra e vidi Nick entrare.

Mi misi seduta abbracciandomi le ginocchia.

"Ehi piccola"

"Ehi.."

"Mmm.. sto bene grazie.. i miei stavano solo per uccidermi.." Non alzai nemmeno il viso.

"Ehi!" Mi arrivò addosso un cuscino.

"Ehiii"

"Hahahhahaha."

"Guarda che sei fai il cattivo non ti invito al matrimonio!!!"

"Matrimonio? Chi si sposa?"

"Mio padre e Julia..."

"T-Tuo padre e Julia?!"

"Già..."

"Come l'hai presa?"

"Benissimo! E il fatto che dovrò cambiare casa e vivere con Julia e Zac poi... mi rende super felice!!!..... Non si vede?"

"Zac?!" Guardai Nick. Aveva una smorfia di rabbia e odio mischiate assieme.

"Ehiii" Mi avvicinai e lo abbracciai. "Che c'è sei geloso?" Ricambio l'abbraccio e mi fulminò con lo sguardo.

"Devo esserlo?!"

"No no!"

"Ah ecco"

 

"Nick?"

"Mmm?"

"Scappiamo?" Alzai il viso dalla sua spalla per guardarlo.

"Haha dove vorresti andare amore?" Passò una mano sui miei fianchi e mi strinse.

"Va bene qualunque posto.. basta che stiamo insieme..."

"Ascolta piccola... Mi piacerebbe davvero.. credimi. Ma non risolverebbe nulla..." Si girò di fianco e mi accarezzò la pancia.

Sospirai e lo guardai imbronciata.

"Non fare così amore..."

Abbassò il viso e mi diede un bacio.

Intrecciai la mano nei suoi capelli, attirandolo a me e baciandolo decisa.

Sentii Nick gemere e mi ricordai del suo labbro.

"Scusaaa" Mi staccai da lui e lo guardai.

"Non preoccuparti" Mi accarezzò la guancia e tornammo a sdraiarci sul letto abbracciati.

 

Stemmo così circa un'oretta, poi lo sentii mentre si alzava.

"Già te ne vai?"

"Devo amore... o i miei mi uccidono davvero..."

"Ok..." Misi su il broncio e mi guardai i piedi.

"Ehiii" Mi diede un bacetto e mi accarezzò la guancia.

"Su fai la brava!"

"Gne gne"

"Hahaha a domani amore mio, sogni d'oro"

"Anche a te bimba mia"

 

La mattina dopo mi svegliai presto.. strano ma vero.

Andai in bagno e mi feci una doccia. Mi misi una gonna nera, i leggins, una camicetta bianca e un maglioncino nero.

Scesi in cucina e rimasi impietrita.

"Buongiorno tesoro!"

Una stra felice, entusiasta e insopportabile Julia mi stava guardando. Aveva un grembiule rosa e teneva in mano un piatto di frittelle.

"Che.. ci fai.. qui?"

"Papà ed io abbiamo pensato che in questo modo potremmo adattarci prima.. così quando saremo sposati sapremo già come agire e non ci saranno problemi!"

"Ah... "

"Su siediti e mangia!"

"...Ok..." Mi sedetti e mangiai.

Era strano.

E inquietante.

No.. più strano.

NO. Decisamente inquietante.

Dopo colazione mi alzai per prendere i libri. Mentre scendevo incontrai lo stronzo.

"Buongiorno dolcezza!"

"Lo era.."

"Sai.. questo non è il modo di trattare i fratelli..."

"No infatti. Hai ragione. Questo è il modo di trattare gli S T R O N Z I."

"Acidella la mattina eh?!" Alzai gli occhi al cielo e mi girai. Lui mi fissava.

"Lo sai che hai un bel culo?"

"Si.. Grazie..." Detto questo uscii di casa.

Erano le 7 e 20 e Nick sarebbe arrivato solo tra dieci minuti.

 

Precisamente alle 7 e 30 spuntò la sua Mustang.

Parcheggiò e salii in macchina.

"Giorno amore!" Gli diedi un bacio leggero e gli sorrisi.

"Giorno piccola.. Sai.. solo perché ho il labbro rotto non devi baciarmi come una bimba.."

"Hahahaha. Finché non ti passa non ti bacio tesoro mio..."

Lo vidi socchiudere gli occhi a due fessure e mi schioccò un bacio che mi fece quasi svenire.

"Hai vinto..."

"Avevi dubbi?!"

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 24
*** 24 ***


Non arriviamo mai a 100 letture :(
E va be.. Sono buona e lo mette comunque *ww*
Scusate il ritardo D':


-Jessica-

Arrivammo nel parcheggio della scuola che la scuola era ancora mezza vuota.

Nick si slacciò la cintura, io rimasi immobile.

"Ehi, non scendi?"

"Nah.."

"No? Vuoi stare qua in macchina?"

"Mmm... si!"

"Hahaha" Si avvicinò a me e mi diede un bacio. "Su scendi.."

"Nooooooo" Misi su un broncio da bimba. "Non voglio scendere. Non voglio fare niente."

Mi girai verso Nick che mi guardava dolcemente.

"Mm.. non vuoi fare niente.. quindi nemmeno stare con me?"

"Il niente ti comprende...."

"Hahaha" Mi diede un altro baciotto e mi accarezzò la mano.

"Ehi... perché non scappiamo?"

"Scappare? Per andare?"

"Boh.. lontano da qui..."

"Ascolta piccola... Lo so che è un brutto periodo ma.. insieme possiamo farcela ok?"

"Ok.. però.. promettimi una cosa..."

"Dimmi"

"Se ci sarà qualche problema scapperemo.. insieme." Lo guardai negli occhi. Lui annui.

"Te lo prometto"

 

Alla fine delle lezioni Nick mi riaccompagnò a casa.

"Sei sicuro di non voler rimanere?" Lo guardai supplicante, appoggiata alla portiera della macchina.

"Mi piacerebbe ma è meglio non gettare altra benzina sul fuoco..."

"Ok ok.... ci sentiamo"

"Ciao amore.. ti amo"

"Anche io" Gli diedi un bacio ed entrai in casa.

 

"Tesoro ciao!!!! Come è andata a scuola?"

"Bene..." Guardai Julia. Questa era psicopatica....

Salii in camera e mi buttai sul letto.

Forse Nick aveva ragione.. forse tutto sarebbe andato a posto...forse.

 

Dopo cena tornai in camera.

Mi faceva schifo tutto.

Ormai non ero più abituata ad avere troppa gente attorno, e Julia valeva per 50 persone.

Mi affacciai alla finestra per vedere il cielo e mi trovai davanti il viso di Nick.

"Oddio.. ma sei matto???"

"Hahaha perchè?" Lo guardai mentre entrava dalla finestra.

"Mi spunti così all'improvviso!!"

"Sono così brutto? Ti spavento?" Si avvicinò a me, appoggiando la sua fronte alla mia.

"Ma no!" Mi sentivo imbarazzatissima, nonostante stessimo insieme da tanto mi faceva ancora stare a disagio.

"Bene... Lo sai che sei tutta rossa? Pensavo ti fosse passata.. insomma.. stiamo insieme da tanto..."

"Gne gne" Arrossii ancora di più e abbassai lo sguardo.

"Ehii" Mi strinse a se e mi diede un bacio sui capelli.

"Ti amo tanto... lo sai?"

"Shi..." Biascicai con la testa contro il suo petto.

"Eh?!"

"Ho detto siiii" Alzai il viso e incontrai il suo. Sembrava triste.

"Amore che hai?" Seguii il suo sguardo dietro a noi. Mi girai e vidi Zac, con la sua smorfia solita.

"Ma che bella coppietta" Nick mi scostò e si mise davanti a me.

"Non hai niente di meglio da fare che romperci le palle?"

"Mmm... no." Sorrise con quel sorriso che una volta amavo tanto ma che ora odiavo profondamente.

Si guardarono in cagnesco per qualche secondo. Poi entrò mio padre.

"E' pronta la cena.. Tutto bene ragazzi?" Ci guardò tutti sospettoso.

"Certo Will! Tutto perfetto"

"Bene.. Ti fermi a cena qui Nick?"

"Ok..."

 

Scendemmo in cucina.

"Julia Nick si ferma qua."

"Ok...." Aveva il tipico sguardo questa-me-la-pagherai.

Per tutta la cena nessuno parlò quasi.

 

Dopo cena io e Nick salimmo disopra.

"Non dobbiamo finire un discorso noi due?" Zac ci guardava divertito quasi, appoggiato alla porta di camera mia.

"Si può sapere che ci fai in camera mia?!"

"Rilassati Jessy.. volevo solo imparare bene la strada... sai così stanotte la trovo meglio..."

Nick si avventò contro Zac, prendendolo per la maglietta.

"Non la devi nemmeno guardare capito?"

"Hahaha hai paura che te la sciupi? Andiamo la voglio solo per una notte.. tu la puoi avere sempre infondo.."

Nick strinse di più al presa e lo sbatté contro il muro.

"Ma che cazzo fai?!" Zac lo spinse via, poi gli diede un pugno. Nick lo scansò e rispose. Iniziarono a prendersi a pugni.

Li guardai quasi scioccata.

Cercai di avvicinarmi per farli smettere ma un pugno mi colpì in pieno.

Finii contro la parete, col sapore del sangue in bocca.

"Ma che cazzo hai fatto?" Nick si avvicinò a me, ma proprio in quel momento Zac lo colpì.

Rimanemmo entrambi a guardare Nick.

Che cadeva all'indietro.

Contro la parete.

A terra.

Svenuto.

Mi avvicinai a lui e mi sedetti a terra.

Lo chiamavo ma lui non mi rispondeva.

 

Dopo qualche minuto arrivarono Julia e mio padre.

"Ma che è successo?"

"Chiedilo a lui!" Mi alzai di scatto urlando contro Zac.

Mio padre mi prese e mi trascinò lontana da lui, che mi guardava, quasi dispiaciuto.

Ma non m'importava. Era colpa sua.

"Julia chiama i genitori di Nick.." Intanto lui lo prese e lo portò sul mio letto.

Mi sedetti sul letto accanto a Nick. Strinsi la sua mano tra le mie, sdraiandomi accanto a lui.

Dopo una una decina di minuti la porta si aprii.

"Nicky!!" Non mi servii alzare neanche lo sguardo per capire che erano entrati Denise e Paul.

"Ma che è successo Will?"

Si avvicinarono al letto, mi alzai mettendomi seduta.

Incrociai lo sguardo di Denise. Mi stava guardando malissimo.

"E' tutta colpa tua."

"Cosa? No.. si sbaglia Denise..."

"Si mi sono sbagliata! Non avrei mai dovuto permetterti di frequentare mio figlio!" Mi stava urlando contro tutta la sua preoccupazione, e un po' la capivo.

"Denise calmati.."

"Come posso calmarmi Paul! Guarda il nostro Nick!" Ricominciai a piangere a dirotto.

"Voi non vi vedrete più chiaro?!"

"No, no la prego no!!"

"Mmm... perché urlate?" Nick si era svegliato.

"Nick.." Feci per avvicinarmi ma Denise mi spinse via.

"Non avvicinarti al mio Nick! Hai già fatto abbastanza non credi?"

"Mamma non è colpa sua... Smettila."

"No! Voi due non vi vedrete più! Su alzati!"

"Ma mamma..."

"Niente ma! Forza cammina!" Lo fece alzare e lo trascinò via.

Li guardai andarsene disperata.

Mi buttai sul letto piangendo.

"Ehi tesoro.." Papà era entrato ma non lo avevo nemmeno sentito.

"Papà ". Abbracciai mio padre disperata, lui mi strinse accarezzandomi la schiena.

 

Dopo un'oretta la tristezza lasciò spazio alla rabbia.

Verso Zac.

Verso Denise.

Mi alzai di scatto dal letto, spalancai la porta, percorsi il corridoio e arrivai davanti alla sua porta.

La spalancai rabbiosa.

Zac se ne stava sul letto con il computer acceso.

"Ehi Jessy! Però... ero convinto che sarei dovuto venire io da te... Ma non importa.. Accomodati" Mi sorrise malizioso.

Mi avvicinai al letto e lo guardai malissimo.

"Sei uno stronzo."

"Grazie!"

"Dico davvero. Sei un grande stronzo! Per colpa tua non potrò più vedere Nick!"

"Davvero!? Ora si che sono soddisfatto!"

Presi un libro e glielo gettai addosso.

"Ma cosa credi? Che questo mi farà tornare da te?"

"Mmm.. si!"

"Mmm.. no! Tu non mi interessi minimamente chiaro?!"

"Hahaha vedremo cara, vedremo.."

"Non ti sopporto!"

Me ne andai, chiudendo la porta facendola sbattere violentemente.

Tornai in camera mia e mi buttai sul letto.

Guardai l'orologio.

Era quasi mezzanotte.

Dopo poco sentii un rumore che ormai non potevo più confondere.

Nick.

 

Mi alzai dal letto e andai verso la finestra.

La aprii facendo entrare Nick.

"Ehi.."

"Ehi.."

Eravamo entrambi tristi e arrabbiati.

Ci guardammo per qualche secondo, poi ci abbracciammo. Iniziai a piangere disperata.

"Ehi non piangere amore.. Andrà tutto bene.. Vedrai che i miei cambieranno idea.."

"No... Non voglio perderti.." Mi prese il viso tra le mani.

"Non succederà amore ok? Staremo sempre insieme. Sempre amore."

"Ok.." Mi strinse ancora più forte.

"Ti amo.."

"Anche io piccola.. tantissimo."

Alzai il viso e lo guardai.

Nick abbassò il viso e mi baciò.

Prima dolcemente, poi sempre più deciso.

Mi lasciai guidare da lui, abbandonandomi a lui.

 

"Ma ti rendi conto che lo facciamo solo quando stiamo per lasciarci?" Alzai il viso dal suo petto e lo guardai.

"Già.. forse dovrebbe succedere più spesso.."

"Non dirlo nemmeno Jessica!"

"Hahaha ok.. scherzavo.." Gli diedi un bacio sul petto e mi riaccoccolai tra le sue braccia, mentre lui mi accarezzava il fianco.

"Ora devo andare.."

"No..." Mi diede un bacio.

"Non è l'ultima volta... Ok amore?"

"Ok..."

Nick si alzò e si rivestì, e io feci lo stesso.

"Ciao amore"

"Ciao."

 

"Alla faccia della ragazza ingenua e innocente.."

Mi girai lentamente.

"Chissà cosa ne penseranno i genitori di Nick?"

"Non glielo dirai vero?"

"Dipende.."

"Da cosa?"

"Da te..."

Si avvicinò a me con quel suo solito sguardo.

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Capitolo 25
*** 25 ***


-Jessica-

Arretrai di qualche passo mentre lui continuava ad avanzare.

Sentii le mie spalle contro il muro. E lui continuava ad avvicinarsi.

"Tranquilla... Non voglio farti niente. Tu credi che io sia perfido, che io sia qui solo per farti del male.. Ma non è così. Sai.. io ti ho amata..." Avvicinò il dorso della mano alla mia guancia.

Rimasi impietrita, immobile e rigida.

Lo guardai negli occhi. Sul suo bel viso c'era una smorfia arrogante.

Era bello ma allo stesso tempo inquietante.

Mi faceva paura ma allo stesso tempo mi attraeva.

"Smettila di guardarmi così" Avevo la voce tremante, nonostante cercassi di farla sembrare più sicura possibile.

"No.. non parlarmi così.. Non ti rendi conto che ti ho in pugno? Hahaha"

"C-Cosa?"

"Hahaha. Esattamente Jessy.. La mammina di Nicky non vuole che voi stiate insieme.. per di più vi ho beccati mentre.. uhm... come si può dire? Giocavate sul letto? Hahaha"

"Non glielo dirai vero?"

La sola possibilità che Zac potesse dirlo ai suoi genitori mi terrorizzò.

"Mmm... non lo so ancora... te l'ho detto.. non dipende da me. Ma da te."

"Che vuoi che faccia?"

"Mmm.. semplice. Lascialo."

"Cosa? No. No, non ci penso proprio."

"No? Beh allora credo che tra poco sorgeranno dei problemucci a casa Jonas..." Si girò sui tacchi e andò verso la porta.

"No Zac aspetta!" Lo seguii e lo afferrai per il polso.

"Ti prego non farlo.." Sentii qualche lacrima scendere lungo la mia guancia.

"Mm.. dove è finita la Jessica convinta di prima? Eh?!"

Con il dorso della mano mi asciugò le lacrime.

"Povera povera Jessica. Povera la mia dolce Jessica. Così piccola e così innamorata. Hahaha. E' semplice. Tu lascerai Nick. Pensaci.. sarà molto più semplice.. sia per te che per lui."

E' vero però.

E' colpa mia.

Da quando ci sono io Nick ha cominciato a litigare con i suoi genitori.

Per colpa mia.

"Esatto Jessica. Esattamente."

 

Guardai le foglie che volteggiavano trasportate dal vento.

Mi sentivo tanto come se avessi un peso opprimente sullo stomaco.

Il solo pensiero che di lì a poco avrei dovuto ferire Nick mi torturava da dentro.

Avevo passato tutta la notte e la mattina a piangere.

Presi il ciondolo tra le mani e me lo sfilai dal collo.

Quel semplice gesto mi faceva morire dentro.

"Ehi amore" Eccolo. Bello come sempre, con quel sorriso mozzafiato che mi scompigliava sempre lo stomaco.

"Ehi.."

Si sedette accanto a me sotto all'albero del parco e mi strinse a se, dandomi un bacio dolce.

"Ehi.. che hai? Pensavo che quello che è successo ieri sera ti avrebbe resa felice per un po'..."

"Già.. Beh si.. più o meno.."

"Che c'è Jessica?" Mi accarezzò la guancia e mi strinse.

Perché era così dolce? Perché era così maledettamente tenero con me?

Non lo meritavo.

Non lo meritavo e basta.

"Dobbiamo parlare Nick..."

"Si dimmi"

"Sai... mi ero preparata un bel discorso ma non credo serva a molto in queste situazioni..."

"Quale situazione scusa? " Lo guardai in viso. Aveva un viso da cucciolo, le sopracciglia corrucciate, evidentemente per la testa gli stavano passando mille idee.

"Nick... Non credo di voler continuare questa storia..."

"C-Cosa? Mi prendi in giro vero? Hahaha si dai.. me l'hai fatta! Ci stavo credendo davvero!! Su dai.."

 

Ci guardammo.

Lui rideva.

Io ero serissima.

Vidi il suo sorriso scomparire, trasformandosi in un una smorfia di tristezza.

"Non puoi farlo.. insomma.. Noi stiamo bene insieme! Siamo felici"

"Non ne vale la pena per me Nick... Credimi senza di me starai meglio"

"Come posso stare meglio senza di te se tu sei tutto quello di cui ho bisogno?" Sentii gli occhi pizzicare, non volevo piangere però.

"Nick ti prego.. credimi è meglio per entrambi..."

Troppo tardi, le guance si stavano bagnando.

"Meglio per entrambi? Stai piangendo, tu ci tieni a me!"

"Certo che ci tengo a te!" Glielo urlai addosso, quasi fosse una cosa ignota ad entrambi.

Ci guardammo per qualche secondo.

"Nick.. per favore non complicare le cose. Credimi sarà meglio per tutti."

"Non per me. O per te."

Strinsi il ciondolo e lo guardai per qualche secondo.

 

Mi avvicinai a Nick.

 

Ogni passo mi pesava una tonnellata.

 

Più mi avvicinavo più mi sentivo male.

 

Arrivai a qualche centimetro da lui.

 

Avvicinai la mia mano tremante a lui.

 

Lui mi guardava ferito.

 

Gli porsi il ciondolo.

 

Lui lo prese e lo strinse, guardandomi sempre.

 

Lo sapevamo entrambi.

 

Era un addio.

 

 

Mi asciugai le lacrime per l'ennesima volta.

Mi accoccolai tra le coperte cercando di sentirmi protetta come quando stavo tra le sue braccia.

Ma non era possibile.

Mi misi seduta e guardai il piatto davanti a me.

Anche questa sera, per la terza di seguito non mi ero mossa dalla mia stanza, e non avevo neppure toccato cibo.

Papà era sempre più preoccupato e confuso.

Non ne avevo parlato con nessuno. L'unico a saperlo era ovviamente Zac.

Guardai l'orologio. Era l'una passata.

Mi guardai attorno, poi decisi di uscire in strada.

Uscii dalla camera facendo più piano possibile.

Scesi le scale piano piano e uscii di casa.

L'aria fredda e notturna mi punse la faccia.

Camminai per un bel tratto poi sentii un rumore che contrastava nettamente con quel silenzio profondo.

Poi una luce abbagliante.

Poi niente.

 

 

-Nick-

Ancora non ci credevo.

Erano passati giorni ma io ancora pensavo a lei.

Ma adesso basta.

Non me ne importava più. Mi aveva lasciata? Bene allora...

Presi il ciondolo e lo lanciai contro il muro.

Sentii lo schianto sordo di quella notte.

Poi scattai in piedi.

Non rispondevo più di me ormai.

Presi le chiavi e uscii ed entrai in macchina.

Premetti sull'acceleratore.

Andavo a più di 100Km/h. Volevo come sentirmi libero.

Sentirmi bene.

 

Non so come successe.

Era stato tutto velocissimo.

Io che perdevo il controllo della macchina.

E lei.

Così fragile. Così triste e delicata.

Era spuntata sulla strada come era spuntata nella mia vita.

In quel momento ci guardammo un' ultima volta.

Poi niente.

 

Mi svegliai con un dolore lancinante ai fianchi.

Cercai di alzarmi ma non ci riuscivo.

"Nick! Mamma si è svegliato!"

Chi era? Kevin forse..

Qualcuno si avvicinò a me, aveva un camice bianco. Una dottoressa credo.

Poi ripiombai nel sonno.

 

Mi svegliai qualche ora dopo.

Stavo sudando. Avevo avuto un incubo.

Stavo guidando e con la macchina avevo preso Jessica in pieno.

Aprii gli occhi.

Girai la testa di lato.

Non era un sogno.

Jessica era sull'altro letto.

Aveva mille tubicini attaccati, e dei graffi sul viso.

Mi alzai terrorizzato.

Mi avvicinai al suo letto e le presi la mano tra le mie.

"Ehi piccola... Che ti ho fatto? E' tutta colpa mia.."

"Si è colpa tua!" Mi girai verso Zac.

"Ti rendi conto!? Jessica rischia di morire per colpa tua!"

"Si è vero.."

"Glielo avevo detto di lasciarti perdere!"

"Cosa? Sei stato tu?"

"Si! SONO STATO IO! Volevo dire ai tuoi genitori che eravate state insieme. Jessica non voleva allora ha preferito lasciarti, parandoti il culo!"

La guardai. Lo aveva fatto per me.

Per non farmi avere dei guai con i miei genitori.

Sentii le lacrime calde scendere sulle guance.

"Piangi?"

"Si... piango. Perché la amo cazzo! E' la cosa più importante che ho e nessuno di voi mi capisce cazzo"

"Ah davvero? Beh spiegalo alla mammina no?!"

Lo guardai andarsene.

Che intendeva dire?

 

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Capitolo 26
*** 26 ***


Ehilà :33
Prima di passare al capitolo vorrei dire una cosina.
Non vi piace piu la storia? Sta diventando così brutta? I commenti sono dimezzati alla grande, le letture pure.
E' colpa mia? Non pretendo una recensione di 35 righe ma anche un semplice mi piace oppure anche fa schifo.. tanto per sapere la vostra..
Vi lascio al capitolo, spero di sentire i vostri pareri.. Anche perchè è il penultimo capitolo v.v


-Nick-

Guardai Zac andare via.

Rimasi solo con Jessica e con il senso di colpa che mi opprimeva il petto.

Qualcuno bussò alla porta distraendomi dai miei pensieri.

"Ehi Nick.."

"Joe."

Riabbassai lo sguardo verso Jessica.

Joe si avvicinò a me.

"Dai dillo."

"Dire cosa Nick?"

"Che è colpa mia. Che sono un idiota. Che ho sbagliato."

"Lo stai già dicendo tu."

"E lo pensi anche tu?"

"Si. In realtà si. Lo penso anche io."

"Bene." Avevamo entrambi un tono di voce calmo e freddo.

"Ma che cazzo credevi di fare Nick?! Ti rendi conto? L'hai quasi uccisa!"

Non gli risposi, continuai a guardare Jessica.

"Senti Nick.. scusa."

Si avvicinò e mi abbracciò.

 

Mi sedetti sul bordo del letto.

Erano passati giorni da quando Jessica era in ospedale.

E ancora non aveva dato segnali positivi. I dottori erano pessimisti, se non si fosse svegliata entro un giorno non lo avrebbe più fatto.

In questi giorni non parlavo quasi con nessuno.

Non che mi dessero la colpa, lo facevo io però. E mi faceva stare malissimo.

La guardai.

Sul suo bel viso non vi era traccia di nessuna emozione. Sembrava quasi stesse dormendo. Mi veniva voglia di scuoterla, di chiamare il suo nome.

Ma non sarebbe successo niente.

"Ehi Nick.. Dobbiamo andare..."

Guardai Joe.

"Ok ok... Arrivo." Diedi un bacio sulla sua fronte e me ne andai.

Mentre uscivo sentii dei rumori strani.

Mi girai istintivamente verso Jessica.

La macchina che le misurava il battito cardiaco stava impazzendo.

Dopo qualche secondo arrivarono le infermiere e il dottore.

Li guardai terrorizzato mentre la stavano rianimando.

Avevo una paura matta che Jessica non ce la facesse.

Lei era tutto per me.

Tutto.

E la stavo perdendo un'altra volta.

"Ehi voi due! Dovete uscire!"

"No! Lei è la mia ragazza! Io starò qua!"

"Nick dai.."

"No Joe! Non la lascerò di nuovo!!"

"La prego, deve uscire!"

"Su Nick cammina!" Joe mi trascinò via dalla stanza.

Fuori nel corridoio vidi Will.

Lo guardai. Sul suo viso c'era la stessa espressione che stava sul mio.

Io però avevo anche il senso di colpa ad opprimermi.

Dopo un tempo che mi era sembrato infinito i dottori vennero da noi.

"Beh.. la situazione è quella che è.. Le diamo tempo fino a domani mattina. Poi sospenderemo tutto."

No, no, no.

 

Tornai all'ospedale verso le otto. Entrai nella sua stanza. La guardai. Era così bella e al tempo stesso fragile.

Una cosa era certa. Quando si sarebbe svegliata io avrei avuto il compito di proteggerla da tutto e da tutti.

Si. Perché si sarebbe svegliata.

"Ehi Jessica... Guarda che ti ho fatto... E' tutta colpa mia.."

Avvicinai la mano alla sua. Intrecciai le sue dita alle mie. Rimasi qualche attimo a guardarla.

"Ti ricordi la prima volta che ci siamo visti?"

Le stavo parlando come se lei fosse sveglia, sperando potesse sentirmi.

"Sara e le sue amiche mi stavano torturando.. tu ti sei limitata a guardarmi. Quando poi ti ho guardata anche io sei arrossita e hai abbassato lo sguardo." Sorrisi ripensando a quel dolce ricordo.

"In quel momento mi innamorai subito di te. Non so perché. Mi piacevi, mi attiravi... Poi quando sono andato in classe, ti ho vista seduta al banco mentre guardavi fuori dalla finestra. Capii subito che eri speciale, diversa da tutte le altre".

Continuai a guardarla. Perché non si svegliava?

"Sai.. Io ti amo piccola mia. Ti amo tanto e.. ti prego svegliati. Ti prego, ti prego. Ho bisogno di te, non immagini quanto amore mio."

"Ehi ragazzo..." Guardai il dottore e Will dietro di lui. Aveva il viso distrutto dal dolore.

"No, no." Non potevano farlo.

NO.

Istintivamente strinsi forte la mano di Jessica.

"Svegliati Jessica, ti prego svegliati!" Mi riscoprii a piangere. Will si avvicinò a me e mi mise una mano sulla spalla.

Lui forse si era arreso. Mai no.

"Jessica ti prego! Svegliati!!"

La guardai con le lacrime agli occhi.

Non si svegliava.

E forse non lo avrebbe più fatto.

Abbassai lo sguardo continuando a piangere. Sentii la presa di Will aumentare.

Il dottore si avvicinò alla macchina.

Era quasi finita.

 

Poi nel momento in cui la mano del dottore era pericolosamente vicina a quello del pulsante, sentii la mia mano stretta.

 

Abbassai lo sguardo e la vidi.

 

La sua mano stringeva la mia.

 

"Jessica sei sveglia!"

Lentamente la vidi aprire gli occhi.

"Nick.."

"Amore mio.." Mi sporsi verso di lei abbracciandola.

La strinsi a me, sentivo le sue deboli braccia stringermi.

 

 

"Sai.. te lo devo dire. Per un attimo temevo che tu non ti saresti svegliata.."

"Davvero?" Guardai Jessica. Se ne stava accoccolata tra le mie braccia, appoggiata al mio petto. Ormai l'avrebbero dimessa a ore.

"Già.. ho avuto davvero paura di perderti. E' stata tutta colpa mia e.."

"No Nick. Non dirlo ok? Non è stata colpa tua." Alzò il viso e mi diede un bacio sul collo. Sorrisi un po' incerto.

"Comunque sia, sono felice che tu ti sia svegliata amore."

"Anche io"

 

-Jessica-

Ok. Niente panico.

 

"CAZZOCAZZOCAZZO!"

"Ehi piccola calmati.."

"Calmarmi?!?" Come faccio??"

"Così amore." Nick posò le sue mani sulle mi spalle, respirando lentamente.

"Non ce la posso fare Nick."

"Si che puoi amore."

"No. Non posso. Non posso e non voglio vedere papà e Julia che si sposano. Non ce la faccio."

"Amore, è tuo padre. Non puoi non andare."

"Si che posso! Insomma mi hanno appena rimesso e devo stare calma e tranquilla."

"Ti hanno rimessa più di una settimana fa tesoro."

"Eddaiii vai da mio padre e digli che sto male!"

"Non ci penso nemmeno." Misi sul il mio-broncio-ottieni-tutto.

"Non funziona" Mi diede un bacio e uscii.

"Ci vediamo in tra due minuti in giardino. Ah.. Sei splendida amore"

Gli sorrisi cercando di stare calma.

Mi guardai. Indossavo un magnifico abito rosa. Era davvero bellissimo.

Feci qualche respiro profondo e scesi di sotto.

"E questa magnifica ragazza chi è? La mia Jessy?"

Mi girai sorridendo verso mio padre.
"Sei davvero splendida.. Bella come la mamma.."
Sorrisi abbracciandolo stretto.
"Promettimi una cosa papà.."
"Tutto quello che vuoi.."
"Saremo ancora io e te.. Come prima.. Con i tuoi discorsi strani e le solite occhiate.." Tirai su col naso e mi asciugai gli occhi.
Alzai lo sguardo e vidi mio padre nello stesso stato.
"Te lo prometto tesoro. Io e te."

 

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Capitolo 27
*** 27 ***


Ecco a voi l'ultmo capitolo.
Che dire, mi dispiace vedere che le letture e le recensioni siano tanto dimezzate. Spero non dipenda dalla qualità della storia, perchè mi piace pensare che sia gradita.
Un grazie speciale a tutte quelli che hanno recensito e grazie a voi che avete letto ogni capitolo ♥
Alla prossima, un bacione
Ciuffo ♥

-Jessica-

Mi buttai sul letto sfinita.

Ripensai alla giornata passata. Un inferno. Mai, mai, mai avrei voluto riviverla.

"Ehi Jessy.. Posso entrare?"

"Certo papà." Ci mancava lui con il suo eccesso di felicità. Si sedette accanto a me sul letto.

"Sai... è da quando la mamma si è ammalata che non sono così felice. Non è magnifico?"

"Per te."

"Che vuoi dire? Non sei felice?"

"Ascolta papà. Il fatto che tu sia così felice con Julia mi fa davvero piacere, però non puoi pretendere che anche io lo sia. Insomma.. io ho già avuto una mamma e.. anche se lei è morta io non ho bisogno di un'altra mamma."

"Non voglio che tu sia infelice."

"Non sono infelice papà. Sto bene. Solo non pretendere che considererò Julia come una mamma e Zac come un fratello."

"Questo lo so.. vorrei solo che tu fossi felice."

"Lo sono. Non preoccuparti."

"Ok...." Sentii bussare alla porta.

"Si avanti" La porta si aprii ed entrò Zac.

"Ehm.. posso parlare con la mia sorellina?"

Prima di rispondere papà mi aveva guardata.

"Ehm... si certo"

 

Zac si sedette al suo posto.

"Ascolta Jessica. Io.. volevo chiederti scusa."

"C-Cosa?"

"Si.. ecco.. ti ho dato il tormento per mesi e.. poi boh. Mi sono stufato. Non m'importa più se stai con Jonas. Siamo fratelli e dobbiamo volerci bene!!"

"Mm.. chi è la ragazza nuova?!"

"Non c'è nessuna ragazza! Non posso essere un bravo ragazzo e basta?"

"Mmm.. No."

"Ok. Si chiama Miley..."

"Eh?! Miley?"

"Si perché?"

"Lei... è l'ex di Nick...."

"Oh..."

"Già..."

Ci guardammo per qualche secondo.

"Ok.. beh... io Andrei eh!"

"Si si"

La conversazione più pacifica e strana che abbia ma avuto con Zac.

 

"Pronto?"

"Ehi piccola! Come va?"

"Ma si.. tutto bene."

"Bene. Allora hai impegni stasera?"

"Mmm.. No, perché?"

"Sorpresa.. Tu fatti trovare pronta per le otto ok?"

"Pronta per cosa?!"

"Hahaha" Buttò giù.

Che voleva fare? La curiosità mi faceva stare male.

 

Verso le sette cominciai a prepararmi.

Mi misi un vestitino bianco, leggins e coprispalle neri.

Mi truccai leggermente e fui pronta appena prima che suonasse il campanello.

Scesi di sotto e vidi Nick, bello da morire con una giacca nera, camicia bianca e jeans.

"Wow.. sei bellissima" Mi avvicinai a lui mentre mi porgeva una rosa rossa.

"Grazie.. anche tu.." Ero imbarazzata anche perché dietro c'era mio padre...

"Hahaha su andiamo" Mi prese per mano e uscimmo andando verso la sua macchina. Mi aprii la portiera.

"Milady!"

"Grazie!" Salii in macchina e guardai Nick che faceva il giro per salire.

"Allora.. dove andiamo?"

"Eh... sorpresa."

"Daiii"

"No no." Prese una specie di benda dal taschino.

"Che fai?"

"Questo..." Si sporse verso di me e mi tappò gli occhi con la benda.

"Ehii! Non vedo niente!"

"Lo so! Infatti non DEVI vedere niente"

"Eh??"

"Sorpresa!"

"Daiii non fare il misterioso!"

"Hahaha!"

 

Dopo un tempo che mi sembrò infinito Nick parcheggiò.

"Aspetta lì vengo io. Non toglierti la benda!"

"Uff! Ehii" Mi sentii presa in braccio.

"Hahaha dai siamo quasi arrivati"

Mi strinsi a Nick per paura di cadere.

Dopo un po' mi fece scendere.

"Eccoci.." Mi tolse anche la benda.

 

Rimasi incantata.

Eravamo alla spiaggia.

C'era un gazebo con tende bianche, dei cuscini enormi a terra e una tovaglia con del cibo sopra.

Il tendone era ornato di lucette bianche, che facevano un bellissimo gioco con la luce della luna.

"Wow Nick... è.. magnifico"

"Ti piace principessa?" Mi abbracciò da dietro sussurrandomi all'orecchio. Sentii dei brividi lungo la schiena. Lui mi strinse più forte, baciandomi la spalla.

"E'.. bellissimo amore. Grazie mille." Sorrise sul mio collo.

"Questo è solo l'inizio piccola mia"

Mi prese per mano e mi portò sotto al gazebo.

Ci sedemmo su un cuscino.

 

Dopo aver mangiato togliemmo tutto.

Erano quasi le nove e cominciava a fare freddino.

Allora Nick prese la coperta. Mi abbracciò da dietro e ci coprì.

Mi appoggiai al suo petto.

Lui mi diede un bacio sui capelli.

"Grazie Nick... Questa serata è magnifica." Sorrise sui miei capelli.

"Tu sei magnifica piccola mia. Ti amo tantissimo"

"Anche io ti amo"

Mi girai verso di lui, sedendomi sulle sue gambe.

Ci guardammo negli occhi.

Piano piano i nostri visi si avvicinarono. Le nostre labbra si sfiorarono.

"Sai.. non credo sia il posto più adatto.." Le sue labbra si muovevano sfiorando le mie, facendomi un lieve solletico.

"Ah no? E dove vorresti andare?"

"Mmm.. ad esempio a casa mia?"

"A casa tua?"

"Già.. sai.. Non c'è nessuno..."

"Ah si?"

"Si.." Mi diede un bacio leggero.

"Allora, vuoi andare piccola?"

"Mmm.. si.."

"Ok.." Ci alzammo e ritornammo in macchina.

 

Dopo circa quindici minuti arrivammo davanti a casa sua.

Scendemmo dalla macchina ed entrammo.

"Eccoci"

"Già.." Nick mi si avvicinò e mi abbracciò per i fianchi, poggiando la sua fronte contro la mia. Si avvicinò ancora di più sfiorandomi le labbra.

"E' qui che siamo rimasti?" Sussurrava contro le mi labbra, sfiorandomele delicatamente.

"Si. Fermi qui."

"Ok..." Mi guardò negli occhi per qualche secondo. Poi mi prese il viso tra le mani, baciandomi dolcemente.

Mi strinsi a lui, continuando a baciarlo.

Sorrise sulle mie labbra, stringendomi per i fianchi. Inclinò il viso dandomi un bacio sul collo.

"Sai... prima ho parlato con tuo padre.." Le sue labbra si muovevano sul mio collo, provocandomi dei brividi.

"E che gli hai detto?"

"Gli ho detto che non ti avrei riportata stanotte..."

"E lui che ti ha detto?"

"Mi ha detto che posso."

"Fare cosa?"

"Mmm.. lo capirai da sola.. molto presto.." Iniziò a baciarmi il collo, accarezzandomi la schiena.

Sentivo le sue mani muoversi su di me, mi sentivo leggera e allo stesso tempo con le farfalle nella pancia.

Mi guardò di nuovo negli occhi. Si avvicinò baciandomi deciso.

Poggiai le mie mani sul suo collo, attraendolo verso di me, baciandolo.

Ci staccammo dopo poco.

Si staccò da me e mi prese per mano.

Mi portò su per le scale. Ci fermammo davanti alla porta di camera sua.

"Sai.. credo di aver capito quello che intendevi prima...Ehiii" Mi prese in braccio e mi portò dentro.

"Hahaha brava la mia bimba" Gli abbracciai i fianchi con le gambe baciandolo.

Mi baciò di ricambio, poggiandomi sul letto. Ci sdraiammo entrambi sul letto, si mise sopra di me accarezzandomi delicatamente..

 

 

Mi svegliai la mattina dopo, ancora abbracciata a Nick, mentre lui ancora dormiva.

Mi girai di fianco chiudendo gli occhi, per cercare di dormire ancora un po'.

Sentii Nick muoversi. Rimasi così, poi lo sentii mentre mi baciava la spalla.

"Ehi piccola"

"Buongiorno amore" Sorrise sulla mia spalla, abbracciandomi la pancia.

"Sai Nick.. Non lo avremmo dovuto fare." Avevo un tono decisamente duro che urtava contro quello dolce e pacato di Nick.

"Perché? Non volevi? Non..."

"Hahaha dai scherzavo.. Dico solo che non lo avremmo dovuto fare perché nessuno dei due deve andarsene e perché tutto va bene..."

"Ah.. Mmm.. in effetti. Ma sai una cosa?"

"Cosa amore?"

"D'ora in poi sarà così.. perché niente e nessuno ci potrà dividere."

Mi girai verso di lui e lo baciai.

"Me lo prometti?"

"Certo amore. Anzi ne ho anche una prova" Si sporse verso il comodino, prendendo il nostro ciondolo.

Gli sorrisi.

"Ti amo Nicky."

"Ti amo Jessy"

 

 

 

 

 

 

 

 


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