She's a gentleman.

di pralinedetective
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** She is a Princess. ***
Capitolo 2: *** She is (hardly) a Lady. ***



Capitolo 1
*** She is a Princess. ***


[Tessa, io ti dovevo una Kyoya/Tamaki, donna. La avrai. Per ora ti ritrovi una Neko/Renge, per di più raccolta, perché nel profilo dici che ti piacciono insieme e anche io li approvo molto, soprattutto se c’è in mezzo Kirimi-chan XD<3]
Madre vuole che stacchi, però volevo che la donna ricevesse il primo dei propri tributi *__* Ahh, Nekozawa-senpai e la fan girl sono una coppia che potrebbe non stancarmi mai! XDXD Il perché e il percome di questa cosa nel prossimo capitolo, per ora mi andava solo di parlare della bambina che tanto mi piace *^*

Buona lettura!


















She is a Princess.

—Ieri mio fratello ha portato a casa una ragazza.
Una ragazza strana – scattava a gridare all’improvviso, tanto da fare quasi paura, parlava a macchinetta, esordiva di tanto in tanto con strani discorsi e altro, però... mio fratello l’ha portata a casa—.

Renge saltava da un lato all’altro della stanza lanciando gridolini di gioia e sorpresa; talvolta cercava la proprietaria della stanza voltandosi facendo perno sui piedi, come una bambina che si diverte a far sollevare la gonna da principessa. Chiedeva mentre tornava a guardare con aria sognante l’oggetto della domanda, poi spostava il proprio interesse su qualcosa d’altro.
Rideva portando la mano davanti alla bocca, rideva forte e nonostante tutto ispirava la simpatia della bambina. Scoprendo la collezione di libri di favole, romanzi, manga che narravano le vite e le gesta di principi e cavalieri, l’ospite si era dimostrata sorpresa.
«Oh, Kirimi-chan, sei appassionata di fantasy? – Uh, questa serie la seguivo pure io! – Il protagonista di questo libro è stato il mio primo amore, sai? – Ahh, questo era palesemente innamorato dello scudiere, ricordi l’episodio dell’incontro col drago di ghiaccio? – Questo l’ho proprio odiato... Trattare così una donna!» indicava uno dopo l’altro i titoli senza seguire un ordine ben preciso.
Più che affascinata dal suono della propria voce come si sarebbe potuto pensare, sembrava più eccitata all’idea di poter avere uno scambio di opinioni con qualcuno che avesse le sue stesse conoscenze e magari interessi. Una particolare luce di speranza nei suoi occhi fece sorridere la bimba, la quale si riscosse nel voltarsi e scoprire il fratello alla porta.
«Hai finito di spaventare Kirimi-chan?» domandò Umehito all’improvviso, facendo sobbalzare la manager in visita.
«Nekozawa-senpai!» esclamò la ragazza prendendo dalla borsa (quando mai aveva avuto appresso una borsa?) le custodie di alcuni dvd e una torcia: «La luce del televisore ti dà fastidio oppure ci facciamo compagnia con qualcuno di questi?»

Nel domandare chinò il capo, e l’imbarazzo venne presto allontanato con un sorriso mentre mostrava i titoli: «Ne?»

—È una ragazza strana che parla di relazioni fra uomini e videogames, però nel momento in cui, torcia alla mano, si preparava a entrare nella camera di mio fratello... per i gesti e le espressioni mi è sembrata una vera principessa—.

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Capitolo 2
*** She is (hardly) a Lady. ***


Sono passati sei mesi? Oh, fuck. Comunque la caratterizzazione non mi convince, sono sicura che Renge non sia abbastanza se stessa e così gli altri però avevo voglia di scrivere qualcosa di simile .__. In questo periodo sto scrivendo molto più del consentito eppure nulla che mi permetterei mai di postare quindi va bene anche una flash incompletissima (?) però con un che di carino.
Incomprensibile, ecco come si dice. Però mi piace, dai, ha un che di carino—o almeno spero. Cazzo. Stavo ascoltando Toxic mentre scrivevo, e anche se era la versione del Glee resta un non grande esempio di femminilità, ed ecco cosa. Però non è vero che Renge non lo è, insomma
—sicuramente è più donna di quanto non sia io. Ma anche Mori è più donna di quanto non sia io, quindi fuck di nuovo e buonanotte al secchio. Si accettano consigli sulla trattazione dei personaggi.

Oh, keli-sama, io esisto ancora a quanto pare! Non ho più il mio computer e sono senza connessione internet quindi penso che ci sentiremo in tempo per la fine del mondo, però sento la vostra mancanza, ecco cosa. Un bacio <3
Buona lettura!




















She is (hardly) a Lady.

—Ieri mio fratello ha dichiarato di essere malato e non si è unito a noi a cena—.

Era difficile capire cosa ci fosse che non andava nel senpai Nekozawa: egli si trascinava in giro e sembrava in punto di morte, ancora più pallido del solito (se mai fosse stata possibile una cosa simile) e di tanto in tanto emetteva dei suoni stranissimi, acuti, come se continuasse a vedere cose che gli facevano paura.

«Chi—ah!»

Qualcosa di simile, esatto. Bene, la piccola Kirimi era estremamente preoccupata per la salute del suo regale fratello, perché sapeva che qualcosa non andava bene in lui e temeva di poterlo vedere ancora meno del solito a causa di quel suo improvviso sentirsi poco bene. Era successa la stessa cosa alla madre un paio di settimane prima, e il signor Nekozawa aveva cominciato a fare avanti e indietro dalle stanze della moglie in cucina come in preda a uno strano morbo che lo faceva delirare. E le coperte, e il tè, e il tè fatto raffreddare perché lei lo trovava troppo caldo, e fazzoletti, tantissimi fazzoletti di carta.
La bimba cominciava a chiedersi se non dovesse a sua volta attivarsi nell’assistere il fratello, quando si era presentata a casa loro Renge, armata di una strana e puzzolente ciotola di plastica che doveva contenere qualcosa di liquido. Kirimi si era offerta in prima persona di accompagnare l’ospite e così aveva fatto, conducendola sulla soglia della camera da letto del fratello, non azzardandosi a fare un altro passo.

«Nekozawa~senpai!»
Lei era entrata nella stanza esclamando quel nome con gioia e preoccupazione, e aveva ripreso a parlare velocemente, nella sua solita maniera: era quasi un sollievo che almeno lei fosse la solita; la luce entrata dalla porta aperta aveva disegnato l’ombra di Umehito steso a letto, raggomitolato probabilmente sotto tante coperte quanto egli stesso pesava.
Il principe la riprese, «non fare casino» le domandò quasi implorante, «ho mal di testa...»
«Non preoccuparti, l’illustrissima me ti ha portato del, tada-da, brodo di pollo!»
«Sarò in punto di morte, chi—ah, però non mi serve quello schifo».
«È un peccato, Nekozawa-senpai... Di cosa si tratta, sindrome premestruale?»

—Anche se non so il significato dell’espressione «sindrome premestruale» spero che mio fratello guarisca presto: so che la principessa Renge lo curerà, e lui ne sarà felice anche se lei sbaglierà tutto, e sorriderà esattamente come fa la mamma—.

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