Non badare alle conseguenze [non ora] di Tem_93 (/viewuser.php?uid=41807)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Rachel version ***
Capitolo 2: *** Noah version ***
Capitolo 3: *** The Day After ***
Capitolo 1 *** Rachel version ***
Non badare alle
conseguenze [non ora]
Rachel
Berry era una stella, sapeva di esserlo e sapeva di essere destinata a
Broadway. Nel suo destino c’erano anche Finn e un bambino
moro e vivace di cui
doveva ancora scegliere il nome. Avrebbe avuto una vita meravigliosa,
avrebbe
dovuto fare qualche sforzo ma sì, ne sarebbe valsa la pena.
Aveva già
progettato tutto, lo faceva da anni. Avrebbe avuto una grande villa a
New York,
con un bel giardino, un cane e due gatti. Nel week end lei e Finn
sarebbero
tornati a Lima per trovare le famiglie, una volta i suoi e una volta
Burt e
Carol.
Sì,
ne era sicura sarebbe stata una vita perfetta e felice.
Purtroppo
non aveva tenuto conto della volontà del ragazzo, si era
solo fidata di lui,
perché l’amava.
Lui
invece l’aveva tradita, in tutti i sensi : era andato con
un’altra ragazza, le
aveva mentito, le aveva spezzato il cuore.
Era
arrabbiata, ferita e si sentiva una sciocca.
Aveva fatto così attenzione a tutte le scelte
che prendeva pensando ad
ogni possibile conseguenza, eppure non era servito.
Finn
aveva distrutto il futuro di Rachel, e lei ora voleva solo vendicarsi.
Per
questo motivo aveva invitato a casa sua Puckerman, ovviamente lui aveva
accettato.
Puck
era un’ottima scelta: era sexy, facile e non si curava dei
sentimenti, quindi
non l’avrebbe ferito il fatto che l’usava.
-Hey
Berry – disse Noah appena lei aprì la porta di
casa.
-Ciao
Noah – rispose lei sorridendo a sua volta, in modo strano
però, malizioso e
perverso.
-Tutto
ok?- domandò lui chiudendosi la porta alle spalle per poi
seguire la ragazza
nella sua camera.
Lei
annuì sicura, conducendolo nella sua stanza. Quando fu
entrato chiuse la porta,
appoggiandosi ad essa con quel sorriso ancora stampato sulle labbra.
-Sai
..- mormorò –ti ho chiamato perché
avevo un problema, un prurito che solo tu
puoi grattare – sbattè le palpebre più
volte, abbassando lo sguardo. Puck alzò
entrambe le sopracciglia.
Rachel
gli si avvicinò fino ad arrivare di fronte a lui. Fece
scorrere la punta del
suo indice sul suo petto, seguendolo con lo sguardo,
dopodiché lo alzò fissando
con i suoi occhi nocciola quelli del ragazzo.
-Capisci
quello che intendo?- sussurrò.
-Hey-
rispose lui afferrandole il polso della mano con cui lo stava sfiorando
–Sono
Puckzilla, capisco certe cose-.
Sorrise
sornione e avvicinò il suo viso a quello di Rachel,
lentamente. Le morse il
labbro inferiore facendola ridere, affondò poi le mani nei
suoi boccoli castani
e prese a baciarla con impeto, giocando con la sua lingua. Lei
rispondeva
divertita al bacio, legando le braccia intorno al suo collo e
mettendosi in
punta di piedi. Puck istintivamente la sollevo senza staccarsi da
quelle labbra
morbide e profumate, Rachel avvinghiò le gambe contro i suoi
fianchi,
spingendosi maggiormente verso di lui. Le mani di Noah percorsero
lentamente
tutta la schiena della ragazza e si infilarono indiscretamente sotto il
vestito
leggero.
Rachel
si staccò a fatica dalle labbra del giovane, ansimando e
posando una mano sul
suo petto.
Puck
sorrise colpevole –Scusa, l’ho fatto inconsciamente
– borbottò senza lasciarla
andare. Lei scosse la testa tranquillamente.
-No,
mi chiedevo solo se avessi con te un preservativo- mormorò
sincera lei. Le
sopracciglia di Puck si alzarono per la seconda volta, ma stavolta
sembrava
molto più sorpreso.
-
Hai bevuto per caso Berry?- domandò allibito. Lei fece di no
con la testa.
-Non
farò sesso con te!- sbottò lui –So che
domani, quando sarai lucida, comincerai
a rovinarmi la vita perché ti avrò privato della
tua preziosa verginità.
Potresti essere un problema- disse estremamente preoccupato. Rachel
invece
soffocò un risolino.
–No,
giuro che sono lucida – rispose convinta, annuendo con la
testa.
-Sicura?-
domandò ancora.
Lei
vi avvicinò al suo viso, con la punta della lingua percorse
la sua guancia per
arrivare vicina al suo orecchio.
-Non
voglio pensare alle conseguenze. Non ora.-soffiò nel suo
orecchio.
Noah
era ancora fermo, Rachel invece aveva iniziato a lasciare baci caldi
sul suo
viso, partendo dalla bocca, definendo la mandibola marcata, scendendo
sul collo
e fermandosi sulla clavicola. A quel punto Noah accettò la
situazione.
Velocemente
fece scorrere la cerniera del vestito della ragazza, la quale sciolse
le gambe
tornando in piedi. Lui fece cadere il vestito per terra, perdendosi nel
corpicino della mora. Lei infilò bramosa le mani sotto la
maglietta di lui,
aiutandolo a toglierla. I suoi addominali definiti erano irresistibili,
con un
a mano li graffiò leggermente, facendolo ridere. Noah la
sollevò senza fatica,
poggiandola poi sul letto morbido. Le si mise sopra e iniziò
a leccare, mordere
e baciare quella pelle liscia e profumata, facendole accelerare il
respiro.
Rachel
alzò il busto, facendo stendere il ragazzo, invertendo
così i posti. Strinse
poi le sue ginocchia contro il corpo di lui e prese a baciarlo con
trasporto e
avidità, scorrendo le sue mani sui suoi muscoli. Lui
portò le grandi mani sulla
schiena inarcata di Rachel, cercando il gancio di quel dannato
reggiseno nero.
Rachel intanto era intenta a slacciare il bottone dei jeans di lui, e
appena
esso fu fuori dall’asola, abbassò la zip,
sfiorando l’erezione di Noah, che
sospirò. Rachel sorrise e tornò sulle labbra del
ragazzo. Finalmente il
gancetto si aprì.
Rachel
si stese al fianco di Noah sorridendo, stanca. Lui
l’abbracciò da dietro,
impedendole di rivestirsi.
Rachel
sogghignò, circondando le braccia forti del ragazzo con le
sue.
Stava
bene. Nessun rimpianto.
Le
era piaciuto, tutte e tre le volte.
Pensò
che Noah era stato così dolce e passionale allo stesso
tempo, aveva fatto tutto
con cura perché sapeva che era la prima volta per lei. Noah
le piaceva,
diversamente da quello che molti credevano, era una bella persona. La
sua
compagnia la divertiva, oltre ad eccitarla.
Lo
sentì avvicinarsi al suo orecchio.
-Sicura
che fosse la prima volta Berry? Perché o menti, o sei nata
per fare sesso con
me – si complimentò lui, accarezzandole la spalla
e il braccio esile. Lei
ridacchio compiaciuta.
-Non
pensare alle conseguenza più spesso- le sussurrò
prima di prendere sonno.
Così
in effetti fece. Rachel aveva pensato di cedere a quella voglia solo
una volta.
Pensava che dopo essere stata con Puck sarebbe tornata la Rachel di
sempre,
intenta a recuperare il suo rapporto con Finn. Invece aveva deciso di
ignorare
le conseguenze ancora una volta, e poi un’altra e
un’altra ancora.
Quando
Noah le si avvicinava con quel sorriso malizioso pensava che fosse
tutto un
errore.
Era
sbagliato, dannatamente sbagliato. Sarebbe bruciata
all’inferno più e più volte
per quello che stava per fare. Poi lui infilava le sue mani sotto la
sua
maglietta e le faceva salire fino a metà schiena, un brivido
la percorreva
tutta e qualsiasi pensiero svaniva. A quel punto l’unica cosa
che esisteva era
Noah, e lui soddisfaceva qualsiasi sua voglia.
-Ma
stai zitta Berry!-
-Fanculo
Puckerman!- strillò lei senza voltarsi.
-Ragazzi
non c’è bisogno di scaldarsi tanto per una
canzone- sbottò il professore,
cercando di rimettere ordine. Non capiva perché ultimamente
quei due si dessero
contro in continuazione. Scoppiava una lite per nulla, per la canzone
scelta,
per il cantante, per come uno dei due l’avesse interpretata,
per futilità
insomma. Gi altri ragazzi ormai si erano abituati e dopo averli divisi,
i due
si mettevano uno da una parte e l’altra dall’altra
a braccia incrociate,
imbronciati. Will Schuester non riusciva proprio a capirli.
Non
poteva capire, perché non sospettava che fosse tutta una
messa in scena.
A
Rachel, da brava attrice, piaceva fare finta di litigare con Puck, la
divertiva
e teneva lontani i sospetti di tutti.
A
scuola nessuno lo sapeva. Dopotutto era solo sesso, no?
Perché
gli altri avrebbero dovuto sapere cosa facevano quei due insieme sotto
le
coperte?
Se
non era una relazione seria, non c’era motivo di sbandierarlo
ai cinque venti.
Una
parte di Rachel però, quella calma e razionale, avrebbe
voluto che Finn lo
sapesse e ne fosse geloso, che le ragazze della scuola ne venissero a
conoscenza e stessero lontane da Puck. Era un pensiero egoistico
però perché in
fondo lei era come tutte le altre. Era come tutte le Cheerios con cui
era
stato. Era come Santana.
Un
improvviso interesse scaturì nulla mente di Rachel, una
curiosità che voleva
per uno strano motivo soddisfare. Senza pensarci tanto [ormai era
abituata ] si
era incamminata verso l’armadietto di Santana.
L’altra quasi si spaventò nel
vederla arrivare.
-Berry,
quando fai questi scatti, avverti. Devo preparami psicologicamente ai
tuoi
maglioncini – sbottò appena le fu davanti. Rachel
la guardò storto, lasciando
perdere il commento.
-Vorrei
chiederti una cosa- domandò abbassando gli occhi,
imbarazzata.
-Prova
a dire- mugugnò scocciata Santana.
-Come
posso fare ingelosire Finn?- chiese con un fil di voce, torturandosi le
dita.
-Fai
sesso con Puckerman!- esclamò lei, come fosse la cosa
più naturale –è un
perfetto trombamico, fa il suo dovere perfettamente : va al sodo senza
preliminari, né smancerie. Nessun sentimento nè
complicazione, solo buon sesso-
le spiegò chiudendo l’armadietto.
-G-grazie-
disse Rachel confusa.
-Oh,
lo so, sono troppo stanca per essere stronza. Ringrazia Brittany che mi
ha
sfinito prima- sogghignò andandosene.
Rachel
rimase lì ferma.
Eppure
Noah non era affatto così. Era romantico, era dolce, si
perdeva in carezze e
baci, restava abbracciato a lei ore dopo il sesso, addormentandosi come
un
bambino.
Con
lui non era mai solo e unicamente sesso.
O
Puck era cambiato molto dall’ultima volta che era stato con
Santana, o era
diverso solo con lei.
Quest’ultimo
pensiero prese il controllo della sua mente, il suo cuore
accelerò i battiti e
le sue guance si colorarono di porpora.
Perché?
Perché le importava che Puck fosse diverso con lei?
Perché
l’aveva resa felice sapere di essere l’unica,
sapere di non essere solo una
sveltina?
Perché
voleva essere così importante per Noah?
Quella
settimana i suoi papà erano andati in viaggio in Europa.
Le
avevano fatto promettere di chiudere sempre la porta a chiave e non
organizzare
nessuna festa. Se voleva poteva invitare i suoi amici a dormire, ma
niente
alcool né droghe. Rachel aveva assicurato loro che potevano
fidarsi, che come
sempre avrebbero ritrovato la casa in ordine e lei in salute. Allora
erano
partiti.
Rachel
effettivamente aveva rispettato tutte le regole, seguendo anche il
consiglio
dei genitori.
Aveva
invitato a dormire qualcuno a casa sua, un certo amico che ne era stato
alquanto felice.
Si
era praticamente trasferito lì ormai, era già la
terza sera che restava da lei,
dopotutto lasciare una ragazza in casa da sola non era sicuro, per cui
restava
lui a proteggerla.
Inoltre
le uniche cose che mettevano in disordine erano delle lenzuola e alcuni
vestiti.
Rachel
si alzò dal letto, infilandosi le mutandine e la maglia di
Noah che trovò per
terra. Scese in cucina per bere un succo di frutta; ne prese un altro
bicchiere
e tornò nella camera senza fare il minimo rumore. Noah
però si era già
svegliato, sentendo la mancanza del corpicino della ragazza al suo
fianco.
-Hey-
la salutò appena rientrò sorridendole.
-Ti
ho portato qualcosa da bere, se ti va- gli disse lei passandogli il
bicchiere.
-Grazie-
rispose lui, sorseggiando la bevanda dolce. Rachel infilò le
gambe sotto le
coperte e si avvicinò al corpo di lui. Noah
appoggiò il bicchiere vuoto sul
comodino e, sdraiandosi, l’abbracciò .
Lei
si fece piccola, avvicinandosi al suo petto nudo e mettendo la testa
nell’incavo della sua spalla. Lo sentì sospirare
lentamente, avvertendo il
torace alzarsi.
-Rach,
dovrei parlarti di una cosa- mugugnò accarezzandole
distrattamente la schiena
-Sì-
rispose lei alzando lo sguardo.
-Ti
sembrerà strano detto da me- cominciò lui,
visibilmente imbarazzato –ma, con
te, non è mai stato sesso- confessò, togliendo
gli occhi da quelli di lei.
A
Rachel il cuore cominciò a battere più forte.
-Era
qualcosa di più – borbottò
–perché per te provo qualcosa- si
grattò la testa,
insicuro – e non vorrei che finisse. Non voglio che tu torni
da Finn- concluse,
riportando lo sguardo su di lei.
Rachel
si spinse leggermente avanti, trovando le labbra socchiuse di lui,
stampandoci
un dolce bacio.
-Nemmeno
io Noah- sussurrò sorridendogli.
-Davvero?-
domandò lui sorridendo felice. Lei annuì.
-Oh,
allora potrò dire a tutti che sei solo mia- disse tirando un
sospiro di
sollievo. Lei ridacchiò contenta. Si voltò poi
dall’altra parte, dandogli la
schiena.
-Sai,
devo confessarti una cosa anche io- mormorò. Puck si
avvicinò posando la sua
testa sulla spalla di lei.
-La
prima volta, quando ti ho detto di non pensare alle conseguenze, avevo
deciso
di non progettarmi un futuro. Solitamente quando m’impegno in
una relazione
seria programmo tutta la mia vita, fino al funerale. Lo so,
è strano, ma è più
forte di me. Però quella volta mi ero detta “non
pensarci, non vedere il tuo
matrimonio con Noah”. Volevo che non ci fossero sentimenti,
che fosse solo un
modo per tornare da Finn. Però a fine serata, quando mi
stringevi tra le tue
braccia, Finn era completamente sparito. Non me ne importava
più nulla. E, da
ingenua e testarda, avevo già visto tutto il nostro futuro.
Ti avevo detto di
non pensare al dopo, invece io l’ho fatto.- disse, con un
tono di scusa. Lui
ridacchiò allegro.
-Il
fatto che tu abbia già progettato al nostro matrimonio
è uno di quei buffi
motivi per cui ti amo- le sussurrò all’orecchio.
Rachel
spalancò gli occhi. Si voltò verso di lui, con
uno scatto.
Gli
rivolse un grande sorriso, un meraviglioso sorriso alla Berry.
Rachel
Berry era una stella, sapeva di esserlo e sapeva di essere destinata a
Broadway.
Nel
suo destino c’erano anche Noah e due gemelle more, vispe e
bellissime.
Forse
avrebbe dovuto fare qualche sforzo perché nulla è
perfetto, ma ne sarebbe sicuramente
valsa la pena. Aveva già progettato tutto, lo faceva da
giorni. Avrebbe avuto una
grande villa in campagna, con un grande giardino e se possibile un
pony.
Nel
week end lei e Noah avrebbero cucinato qualcosa di semplice, invitando
le
rispettive famiglie.
Sì,
ora ne era sicura, quella che
l’aspettava
era una vita divertente e meravigliosa.
***
Noah
e Rach vi risulteranno forse un po’ OOC; il fatto
è che vedo questo lato più
romantico di Noah, che tra l’altro sta uscendo anche in Glee
con Lauren, e
questo lato leggermente perverso di Rachel che si può notare
nella 1x08.
Inoltre
ho sempre sospettato che quando confessa a Finn di averlo tradito
(2x09), con
Puck non sia fermata ad un bacio U.U
Non
ho approfondito il porn perché, primo non ne sono capace e
non mi piacerebbe
essere volgare, poi non è da me.
Il
prossimo capitolo non sarà un continuo ma solo la stessa ff
vista dalla parte
di Noah, per questo mi sono impegnata a non esprimere il suo pensiero,
soffermandomi
solo sulle sue azioni.
Che
atro dire!?
Spero
vi sia piaciuta e spero che presto scriviate anche voi qualche
Puckleberry =)
Besos,
Miky
|
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Capitolo 2 *** Noah version ***
Non badare alle
conseguenze [non ora]
Noah
Puckerman era l’uomo più fico su tutto il pianeta,
sapeva di esserlo e sapeva
di essere destinato a grandi cose. Nel suo destino non sapeva cosa
c’era, oltre
a tante belle ragazze. Sapeva che avrebbe avuto una gran bella vita,
tranquilla
e senza problemi. A lui non piaceva progettare le cose, lui viveva
giorno per
giorno. Non voleva pensare a cosa sarebbe successo il giorno dopo,
figuriamoci
qualche anno dopo. Per questo motivo non gli interessavano le relazioni
stabili
e i legami in generale. Non voleva dipendere da nessuno, intendeva solo
essere
sempre libero di fare quello che desiderava.
Oh,
sì, ne era sicuro, la sua vita sarebbe stata uno spasso.
Purtroppo
non aveva tenuto conto della sua natura umana, oltre al grande e
terribile
potere di forze a lui sconosciute.
Si
era lasciato abbindolare da degli occhi da cerbiatta e dei boccoli
castani.
No,
in realtà aveva solo accettato di andare a casa sua, ma
sapeva che quando c’era
di mezzo la camera della Berry non era mai un buon segno.
Avrebbe
dovuto aspettarselo.
Certo,
forse usare il cervello e non un altro organo per pensare in quella
situazione
avrebbe fatto comodo.
Così
si ritrovò davanti a casa di Rachel a suonare il suo
campanello.
-Hey
Berry – disse appena lei aprì la porta di casa.
-Ciao
Noah – rispose lei sorridendo a sua volta. Il sorriso di
Rachel aveva qualcosa
di strano, notava un accento di malizia. Probabilmente aveva intenzione
di
architettare qualcosa per far ingelosire Hudson, pensò
distrattamente Noah.
-Tutto
ok?- domandò chiudendosi la porta alle spalle per poi
seguire curioso la
ragazza nella sua salire le scale. Lei annuì sicura.
Rachel
aveva un gran bel culo. Tolse in fretta quel sorrisino che gli era
affiorato
sulle labbra.
Arrivarono
nella camera e Rachel chiuse la porta senza far rumore; si
appoggiò poi ad
essa, tenendo le mani dietro la schiena e continuando a sorridere in
quel modo
strano.
Ah,
quella camera era così rosa! Come faceva una persona a fare
sesso tra pupazzi,
cucini e lenzuola rosa! Ah, già.
Rachel
non faceva sesso.
Un
peccato, un così bel corpicino sprecato.
-Sai
..- mormorò lei attirando la sua attenzione –ti ho
chiamato perché avevo un
problema, un prurito che solo tu puoi grattare –
sbattè le lunghe ciglia
lentamente, posando poi lo sguardo per terra.
Puck
alzò entrambe le sopracciglia e sgranò gli occhi.
Ok,
doveva aver capito male per forza, probabilmente solo lui aveva colto
il doppio
senso.
Per
la Berry un prurito era sicuramente una cosa come far morire di gelosia
Finn, ottenere
molti più assoli al Glee, far adottare a qualcuno un dolce
gattino randagio,
cose del genere.
Non
era sicuramente il prurito che intendeva Puck, anche se lui avrebbe
preferito
lo fosse.
Sarebbe
stato così facile far sparire quel formicolio, sarebbe stato
dannatamente sexy.
No,
Rachel non poteva pensare a quello a cui stava pensando lui.
Poi
però lei gli si avvicinò fino ad arrivargli di
fronte, fece scorrere la punta
del suo indice sul suo petto, seguendolo con lo sguardo,
dopodiché lo alzò
fissando con quei grandi occhi accesi quelli di Noah.
-Capisci
quello che intendo?- sussurrò.
Oddio.
Che stesse veramente pensando a quello che pensava lui?
No,
quello era da escludere, era più plausibile che volesse solo
pomiciare.
-Hey-
le rispose afferrandole il polso della mano con cui lo stava sfiorando
–Sono
Puckzilla, capisco certe cose-.
Sorrise
sornione e avvicinò il suo viso a quello di Rachel,
lentamente. Le morse il
labbro inferiore facendola ridere, affondò poi le mani nei
suoi boccoli castani
e prese a baciarla con impeto, giocando con la sua lingua. Lei
rispondeva
divertita al bacio, legando le braccia intorno al suo collo e
mettendosi in
punta di piedi. Puck istintivamente la sollevo senza staccarsi da
quelle labbra
morbide e profumate, Rachel avvinghiò le gambe contro i suoi
fianchi,
spingendosi maggiormente verso di lui. Le mani di Noah percorsero
lentamente
tutta la schiena della ragazza e si infilarono indiscretamente sotto il
vestito
leggero.
Rachel
si staccò a fatica dalle labbra del giovane, ansimando e
posando una mano sul
suo petto.
Puck
sorrise colpevole –Scusa, l’ho fatto inconsciamente
– borbottò senza lasciarla
andare.
Ci
aveva anche pensato in effetti, aveva optato per non farlo,
però la tentazione
era stata troppa e le sue mani avevano velocemente raggiunto le
mutandine della
Berry.
Lei
scosse la testa, non sembrava nemmeno arrabbiata.
-No,
mi chiedevo solo se avessi con te un preservativo- mormorò.
Le
sopracciglia di Puck si alzarono per la seconda volta, ma stavolta era
completamente allibito.
Stava
scherzando?
Da
quando Rachel Berry si era data al sesso? Da quando aveva deciso di non
preservarsi per Finn o per qualsiasi relazione più lunga di
cinque anni?
Non
poteva crederci, quella piccola e sexy ebrea lo stava prendendo per i
fondelli.
-
Hai bevuto per caso Berry?- domandò cercando una risposta
allo strano
comportamento della ragazza. Lei fece di no con la testa.
-Non
farò sesso con te!- sbottò Puck –So che
domani, quando sarai lucida, comincerai
a rovinarmi la vita perché ti avrò privato della
tua preziosa verginità.
Potresti essere un problema- disse estremamente preoccupato.
Sì,
era preoccupato che quando Rachel si sarebbe svegliata e avesse
realizzato cosa
lui le aveva fatto [perché alla fine sarebbe sicuramente
stata colpa sua], probabilmente
lo avrebbe denunciato alla polizia per stupro, o lo avrebbe detto ai
suoi papà
con una sua fantastica interpretazione drammatica.
Chi
mai avrebbe creduto a lui? Nessuno, sarebbe solo dovuto tornare in quel
triste
posto dove gli rubavano quotidianamente i muffin.
Non
ne valeva la pena.
Rachel
sembrava divertita dalla situazione, tanto da trattenere un risolino.
–No,
giuro che sono lucida – rispose annuendo con la testa.
No,
non si fidava ancora.
-Sicura?-
domandò dubbioso.
Lei
vi avvicinò al suo viso, con la punta della lingua percorse
la sua guancia per
arrivare vicina al suo orecchio.
-Non
voglio pensare alle conseguenze. Non ora.-soffiò nel suo
orecchio.
Ok,
questo era scorretto.
Molto
scorretto.
Mentre
pensava a cosa fare per far girare nuovamente le rotelle a Rachel, lei
aveva
iniziato a lasciare baci caldi sul suo viso, partendo dalla bocca,
definendo la
mandibola marcata, scendendo sul collo e fermandosi sulla clavicola.
A
quel punto il suo amico lì sotto si era svegliato, e senza
troppe balle aveva
deciso cosa fare.
In
fin dei conti lui era Puckzilla, era il dio del sesso,
perché privare ad una
fanciulla tale piacere?
Ok,
forse ne valeva la pena.
Velocemente
fece scorrere la cerniera del vestito della ragazza, la quale sciolse
le gambe
tornando in piedi. Le fece cadere il vestito per terra, ammirando
quello che
prima copriva.
Da
quando Rachel aveva quel fisico? E perché non
l’aveva mai notato?
La
cosa importante era che tra poco nessuno l’avrebbe conosciuto
meglio di lui.
Lei
infilò bramosa le mani sotto la maglietta di lui, aiutandolo
a toglierla. Rachel
posò il suo sguardo sui suoi addominali e con un a mano li
graffiò leggermente,
facendolo ridere.
Sicuramente
non aveva mai visto nulla di tanto sexy, non di certo con Hudson.
Noah
la sollevò senza fatica, poggiandola poi sul letto morbido.
Le si mise sopra e
iniziò a leccare, mordere e baciare quella pelle liscia e
profumata. Faceva
scorrere la sua lingua su ogni punto della sua pelle, soffermandosi a
volte e
lasciando alcuni succhiotti.
Rachel
aveva un odore inebriante e maledettamente attraente.
Ma
per quale motivo si stava perdendo tanto nei preliminari?
Probabilmente
non l’aveva mai fatto prima, non ricordava di aver mai perso
tanto tempo ad
assaporare ogni piccola parte di una ragazza. Ma Rachel aveva una pelle
così
invitante, la voleva gustare e non voleva perdersi nulla.
Rachel
alzò il busto, facendo stendere il ragazzo, invertendo
così i posti. Strinse
poi le sue ginocchia contro il corpo di lui e prese a baciarlo con
trasporto e
avidità, scorrendo le sue mani sui suoi muscoli.
Nonostante
fosse la sua prima volta non era affatto timida, anzi continuava a
muovere le
sue soffici labbra sopra la pelle di lui, facendolo eccitare.
Lui
portò le grandi mani sulla schiena inarcata di Rachel,
cercando il gancio di
quel dannato reggiseno nero. Rachel intanto era intenta a slacciare il
bottone
dei jeans di lui, e appena esso fu fuori dall’asola,
abbassò la zip, sfiorando
l’erezione di Noah.
Probabilmente
solo in quel momento Noah realizzò che Rachel faceva sul
serio, poi con grande
forza di volontà concluse anche che non avrebbe potuto fare
tutto quello che
gli stava frullando velocemente nel cervello.
Ma,
diavolo, quante cose le avrebbe voluto fare.
Rachel
sorrise, sembrava soddisfatta, tornando poi sulle labbra del ragazzo.
Finalmente il gancetto si aprì.
Rachel
si stese al suo fianco e lui l’abbracciò da
dietro, impedendole di rivestirsi.
Ridacchiò, tenendo gli occhi chiusi e stampando alcuni baci
sulla schiena calda
della ragazza.
Gli
era piaciuto, cavoli se gli era piaciuto.
Rachel
sembrava non essere mai stanca e ogni volta sembrava
s’impegnasse di
più, quasi per non fargli pesare il fatto
che fosse una vergine.
Bè,
ora non lo era più.
Nonostante
tutti i suoi malati pensieri si era comportato bene, aveva cercato di
fare le
cose a modo perché dopotutto era la sua prima volta ed era
Rachel. Rachel gli
piaceva, era sua amica.
Non
un’ amica come Santana, un’amica …
più amica.
Non gli sarebbe piaciuto ferirla.
Si
avvicinò lentamente all’orecchio di lei.
-Sicura
che fosse la prima volta Berry? Perché o menti, o sei nata
per fare sesso con
me – si complimentò lui, accarezzandole la spalla
e il braccio esile. Lei ridacchiò,
voltando la testa e cercando i suoi occhi.
-Non
pensare alle conseguenza più spesso- le sussurrò
prima di prendere sonno.
E
Rachel non pensò alle conseguenze più e
più volte in quella settimana.
Quello
che però lo fece fu lui.
Come
cavolo era accaduto?? Quando aveva cominciato a pensare al giorno dopo,
vedendosi a casa di Rachel? Non era da lui, oh no.
Lui
andava con una ragazza una volta e poi stop, doveva essere solo e puro
sesso.
C’erano
dei buoni motivi: non soffrire per nessuna, divertirsi con tutte,
dimostrare di
essere il dio del sesso.
Tutte
valide ragioni.
Eppure
ora non era più così, ora non voleva una ragazza
a caso con cui divertirsi.
Ora
voleva Rachel, e per lei accettava di farlo anche tra lenzuola rosa e
pupazzi.
Questo
lo faceva arrabbiare, perché aveva bisogno di lei e lui non
voleva, non doveva,
dipendere da nessuno. Soprattutto non da lei.
Non
da una ragazza innamorata di un altro.
-Ma
stai zitta Berry!-
-Fanculo
Puckerman!- strillò lei senza voltarsi.
-Ragazzi
non c’è bisogno di scaldarsi tanto per una
canzone- sbottò il professore,
cercando di rimettere ordine. Non capiva perché ultimamente
quei due si dessero
contro in continuazione. Scoppiava una lite per nulla, per la canzone
scelta,
per il cantante, per come uno dei due l’avesse interpretata,
per futilità
insomma. Gi altri ragazzi ormai si erano abituati e dopo averli divisi,
i due
si mettevano uno da una parte e l’altra dall’altra
a braccia incrociate,
imbronciati. Will Schuester non riusciva proprio a capirli.
Non
poteva capire, perché non sospettava che fosse tutta una
messa in scena.
A
Puck andava bene questa recita. Nessuno a scuola lo sapevo e doveva
saperlo.
Lui era Puckzilla, aveva una certa reputazione da difendere, inoltre
perché avrebbe
dovuto dire a tutti gli altri che si faceva Rachel Berry?
Bè
in realtà c’erano seri motivi per cui avrebbe
dovuto farlo.
Prima
di tutto perché Rachel era un’ingenua e continuava
a mettersi quelle gonnelline
eccessivamente corte, le quali lasciavano vedere troppo. Nonostante lei
non lo
sapesse molti ragazzi amavano quelle gonne, soprattutto quello che
nascondevano,
e Puck lo sapeva. Non
ci badava più di
tanto prima, dopotutto lui lo faceva con tutte, però ora gli
dava da fare.
Gli
dava un gran fastidio.
A
Puck però non piaceva definirlo gelosia, perché
mai sarebbe dovuto essere
geloso di Rachel??
Era
solo sesso no?
Avrebbe
dovuto dirlo a tutti anche per Hudson. Quell’imbecille,
eternamente indeciso.
Sapeva che prima o poi ci avrebbe riprovato, e anche questo lo irritava
parecchio.
Quell’idiota
scoordinato non doveva nemmeno avvicinarsi a lei.
Lui
non l’amava, non l’aveva mai amata, Puck lo sapeva
perché spesso gliene parlava.
Finn
amava una certa parte di Rachel, amava una persona simile, una lei
perfezionata. Ma lei non era così, lei era piena di difetti
che tentava di
nascondere, ma che alla fine tornavano a galla. Lei era logorroica, era
testarda, era egocentrica, con manie di controllo e di grandezza. La
maggior
parte di queste cose a Finn non piacevano, se ne lamentava sempre, e
Puck lo
sapeva.
Per
questo sarebbe voluto salire in piedi sul tavolo della mensa e urlare a
tutti
che Rachel era sua, che Noah Puckerman andava a letto con la Berry e ne
era
alquanto soddisfatto.
Avrebbe
dovuto perché a lui piacevano tutte le parti di Rachel, da
quelle più buffe a
quelle più dolci. Gli piaceva il suo parlare
all’infinito di cose futili, perché
lui non era uno che parlava tanto e comunque sapeva come farla tacere;
gli piaceva
il suo essere testarda e voler primeggiare, perché anche lui
era così; gli
piacevano le sue manie di controllo perché era
così carina quando si impegnava
in qualcosa. A lui piaceva la Rachel imperfetta, la vera Rachel.
Diamine.
Forse
l’amava.
Evans
lo risvegliò dai suoi pensieri con una pacca sulla spalle.
-Hey
Puck- lo chiamò- girano voci sul fatto che tu abbia
rifiutato una ragazza!-
esclamò stupito.
Ah
già.
Aveva
detto di no a quella bionda e carina Cheerios.
L’aveva
fatto perché doveva andare a casa di Rachel, ovviamente.
Che
Rachel gliel’avesse chiesto dopo che lui aveva già
rifiutato la cheerleader era
un’altra cosa.
Il
respingere le altre ragazze che non erano Rachel era un problema
recente, un
grosso problema, di cui la Berry non sapeva nulla.
-Ho
di meglio da fare oggi, avevo già un altro impegno
– gli rispose Noah con un
sorriso malizioso.
-Come
pensavo!- sorrise il biondo –l’importante
è che non sia mia madre!- lo avvertì
uscendo dagli spogliatoi.
-Non
si sa mai! E comunque ne sarebbe felice!- scherzò lui
ridendo.
Quella
settimana i papà di Rachel erano partiti per un viaggio.
Adorava
quei due uomini! Lui e Rachel avrebbero avuto la casa libera per una
settimana
intera. Il problema era sua madre, come convincerla a lasciarlo fuori
di casa
per una settimana?
-Ma’-la
chiamò –un mio compagno di squadra ha la casa
libera per una settimana, ha
invitato alcuni ragazzi a stare da lui- inventò.
-Prometto
che non berrò troppo e non mi drogherò. Ti voglio
bene- disse, baciando la
fronte della madre, la quale sbuffò annuendo.
Era
già la terza sera che dormiva lì.
Sentì
Rachel alzarsi dal letto ed uscire silenziosamente dalla camera. Quando
tornò aveva
in mano qualcosa e indossava la sua maglietta, troppo larga per lei,
che la
rendeva maledettamente sexy.
-Hey-
la salutò sorridendole.
-Ti
ho portato qualcosa da bere, se ti va- gli disse lei passandogli il
bicchiere.
-Grazie-
rispose lui, sorseggiando la bevanda dolce. La ragazza
infilò le gambe sotto le
coperte e si avvicinò al corpo di lui. Noah
appoggiò il bicchiere vuoto sul
comodino e, sdraiandosi, l’abbracciò .
Lei
si avvicinò al suo petto nudo, mettendo la testa
nell’incavo della sua spalla.
Noah
aveva un gran casino della testa ed era stanco di tenerselo per se.
Ormai aveva
capito quello che provava e, nonostante non volesse, era
così. Doveva dirglielo
perché aveva paura, paura che lei se ne andasse e tornasse
da Finn. Oh sì, ora
l’aggettivo geloso gli poteva andare bene.
Prese
un grande sospiro, convincendosi.
-Rach,
dovrei parlarti di una cosa- mugugnò accarezzandole
distrattamente la schiena
-Sì-
rispose lei alzando lo sguardo.
-Ti
sembrerà strano detto da me- cominciò,
visibilmente imbarazzato. Cavoli, quella
era una delle cose più dure che aveva mai fatto nella sua
vita.
–Ma,
con te, non è mai stato sesso- confessò,
togliendo gli occhi da quelli di lei,
non sopportando il suo sguardo forte.
-Era
qualcosa di più – borbottò
–perché per te provo qualcosa- si
grattò la testa,
come faceva sempre quando era insicuro – e non vorrei che
finisse. Non voglio
che tu torni da Finn- concluse, riportando lo sguardo su di lei.
Era
così, non voleva; voleva che Rachel fosse sempre e solo sua.
Rachel
si spinse leggermente avanti, trovando le labbra socchiuse di lui,
stampandoci
un dolce bacio.
-Nemmeno
io Noah- sussurrò sorridendogli.
-Davvero?-
domandò lui sgranando gli occhi, sorridendo felice.
Oddio
Rachel provava la stessa cosa?
In
effetti lui era Puckzilla, però non pensava di aver
conquistato anche lei.
La
ragazza annuì.
-Oh,
allora potrò dire a tutti che sei solo mia- disse tirando un
sospiro di
sollievo.
L’avrebbe
fatto il giorno dopo, Rachel avrebbe potuto opporsi quanto voleva, ma
lui l’avrebbe
urlato in quella mensa.
Lei
ridacchiò, voltandosi poi dall’altra parte,
dandogli la schiena.
-Sai,
devo confessarti una cosa anche io- mormorò.
Puck
si avvicinò posando la sua testa sulla spalla di lei.
-La
prima volta, quando ti ho detto di non pensare alle conseguenze, avevo
deciso
di non progettarmi un futuro. Solitamente quando m’impegno in
una relazione
seria programmo tutta la mia vita, fino al funerale. Lo so,
è strano, ma è più
forte di me.-
Puck
lo sapeva, sorrise.
-Però
quella volta mi ero detta “non pensarci, non vedere il tuo
matrimonio con Noah”.Volevo
che non ci fossero sentimenti, che fosse solo un modo per tornare da
Finn.-
Diavolo,
si era illuso. Come aveva potuto pensare che volesse realmente stare
con lui.
Lei amava Finn, Noah non sapeva come, ma lo amava. Abbassò
gli occhi deluso,
convinto che avesse finito.
-Però
a fine serata, quando mi stringevi tra le tue braccia, Finn era
completamente
sparito. Non me ne importava più nulla. E, da ingenua e
testarda, avevo già
visto tutto il nostro futuro. Ti avevo detto di non pensare al dopo,
invece io
l’ho fatto.- disse, con un tono di scusa.
Ed
era un problema? Era quello che voleva, quello che aveva appena pensato
di aver
perso.
Ridacchiò
allegro.
-Il
fatto che tu abbia già progettato al nostro matrimonio
è uno di quei buffi
motivi per cui ti amo- le sussurrò all’orecchio.
L’aveva
detto? L’aveva veramente detto?
Rachel
voltò verso di lui, con uno scatto e gli rivolse un grande
sorriso, un meraviglioso
sorriso alla Berry. Uno di quei sorrisi per cui Puck aveva deciso che
lei era e
doveva essere sua.
Noah
Puckerman era l’uomo più fico su tutto il pianeta,
sapeva di esserlo e sapeva
di essere destinato a grandi cose. Nel suo destino non sapeva cosa
c’era, oltre
a Rachel. Sapeva che avrebbe avuto una strana vita, incasinata e piena
di
problemi. A lui non piaceva progettare le cose, lui viveva giorno per
giorno,
anche perché c’era chi progettava per lui non solo
il giorno dopo, ma tutti gli
anni a venire. Non voleva dipendere da nessuno, intendeva solo essere
sempre
libero di fare quello che desiderava, ma quando Rachel gli chiedeva una
cosa,
posava le sue labbra sulle sue o gli sorrideva, avrebbe accettato di
fare
qualsiasi cosa.
Oh,
sì, ne era sicuro, quella seccatura gli avrebbe reso la vita
un inferno, ma
avrebbe preferito bruciarsi in eterno piuttosto che farne a meno.
***
Ecco
fatta anche la versione di Noah.
Il
“terribile potere di forze a lui sconosciute”
è il potere dell’ammore U.U
La
ff è dedicata a Kathlyn,
anche se lei ha deciso di schiavizzami XD L’unica
soddisfazione è che io e
Dreamgirl91 abbiamo cresciuto questa nuova autrice Puckleberry con
tanto ammore
:)
Ah
e ribadisco, voi che non scrivete ff Pucleberry [o Brittana] cosa
aspettate?
Oggi
sono anche particolarmente buona quindi se avete richieste di ff
chiedete pure,
accetto ogni richiesta a parte il Barfie U.U
Spero
non ci siano errori di battitura ;)
Besos,
Miky
|
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Capitolo 3 *** The Day After ***
The
Day After
Era
una bella giornata, tranquilla e felice. C’erano stati pochi
sguardi ancora e
solo alcuni si erano accorti di un bacio rubato nei corridoi quasi
vuoti. Poi
erano andati in mensa, si erano seduti con quelli del Glee ed era
successo.
Noah
Puckerman era salito sul tavolo bianco dopo aver sussurrato
–Questo non ti
piacerà- ad una confusa e agitata Rachel.
Con
due colpi di finta tosse attirò l’attenzione di
quei pochi che ancora non
stavano guardando.
-Io
me la faccio con Rachel Berry – scandì lentamente,
con quell’aria da sbruffone
soddisfatto che sapeva fare bene – per cui, voi –
disse, indicando ogni ragazzo
che notava corrucciando le sopracciglia con fare accigliato, - non
osate mai
più infilare i vostri occhietti sotto la sua gonna, anzi
proprio non
guardatela!- li avvertì – altrimenti
–sorrise sornione – non vi farò fare
solo
un volo nel cassonetto, vi farò volare direttamente dalla
finestra, e non
quella del primo piano!- li minacciò incrociando le braccia.
Nessuno
obiettò, cominciarono solo a volare sguardi e sorrisini tra
gli studenti.
-Eh
sì, siamo fidanzati e sto fottutamente bene- concluse, per
poi scendere e
sedersi, addentando il suo muffin. Rachel non osò alzare lo
sguardo, era
paonazza sia per la rabbia, che per la vergogna. Si limitò a
tirare calci sotto
al tavolo, verso le gambe di Noah.
-Non
ti perdonerò mai- sibilò, guardandolo male.
-L’hai
già fatto- rispose lui donandole uno sei suoi migliori
sorrisi ebeti.
Finn
Hudson stava tranquillamente mangiando il suo panino prima che Puck
salisse sul
tavolo. Dopo il discorso dell’amico aveva gli occhi e la
bocca spalancati: lui
e Rachel stavano insieme?
Ma,
soprattutto, cosa intendeva con “se la facevano”?
Significava veramente che
loro due facevano sesso?
Lui,
e Rachel?
Rach,
la sua Rachel? Quella bassa, petulante, assillante e castissima
ragazzina dalla
magica voce?
Quella
che le aveva chiesto di attendere fino ai venticinque anni?
Venticinque
cavoli di anni aveva detto, lo ricordava bene, aveva dovuto pensare
intensamente a come resistere a quella snervante attesa.
Lui
avrebbe dovuto attendere ben otto anni mentre Puck neanche…
Quant’è
che stavano insieme? Quando e come era successo?
Finn
Hudson non era un tipo troppo sveglio, a dire la verità non
lo era proprio, e non
riusciva a trovare una risposta alle sue
domande.
Ricordava
di stare con Rachel poco tempo fa, neanche un mese forse, poi si erano
lasciati
perché lei aveva scoperto quella
cosa.
Qualche volta aveva rimpianto di non averglielo detto prima; altre
volte
pensava che in fondo non aveva fatto nulla di sbagliato, sì,
era andato a letto
con Santana, ma lei gli aveva detto di esserci andata con Jesse.
E
che cavolo, Noah era andato con mezza scuola!
Che
non lei non l’amasse? Aveva accarezzato l’idea
più volte e questa probabilmente
era la conferma.
Perché
altrimenti se la sarebbe dovuta prendere tanto, distruggendo il loro
rapporto?!
Quando
si erano lasciati Finn si era ritrovato combattuto. Una parte di lui
voleva
tornare a riconquistare Rachel, farle cambiare idea, riaverla tra le
sue
braccia; l’altra parte si sentiva sollevata, libera e serena.
Non
aveva ancora scelto quale delle due far prevalere quando aveva scoperto
che
Rachel aveva già deciso per lui. Rachel non era
più interessata, aveva un altro
a cui badare.
Si
era dedicata a Noah Puckerman, il suo ex miglior amico, quello che gli
aveva
rubato anche Quinn.
Non
capiva come Rachel tra tutti avesse scelto proprio Puck, un ragazzo con
cui non
avrebbe avuto l’esclusiva, che l’avrebbe fatta
soffrire e l’avrebbe usata solo
per il sesso.
Finn
proprio questo non lo capiva, e non poteva farlo perché,
come già detto, non
era molto sveglio.
Santana
Lopez si era appena seduta di fianco a Brittany e si stava sistemando
il
lucidalabbra, fissando la sua incantevole immagine nello specchietto,
quando
Puck salì sul tavolo della mensa. Alzò per un
attimo gli occhi annoiata sulla
figura del ragazzo, dopodiché tornò a quello che
stava facendo, accennando un
sorriso soddisfatto per quel buffo discorso.
Per
Santana quello che Puck stava dicendo non era una novità.
Santana Lopez non
aveva sicuramente bisogno di dichiarazioni del genere per scoprire
certe cose,
a lei bastava osservare le persone. Era una cosa che sapeva fare
maledettamente
bene e che le piaceva fare.
Aveva
un intuito spettacolare per quelle cose, erano la sua
specialità e su quelle
non sbagliava mai.
Nah,
in effetti lei non sbagliava mai, punto e basta.
Aveva
capito quello che stava succedendo quando una Berry insicura era venuta
da lei.
Già
questo fatto era sconvolgente.
Quella
nana nasona si era confidata con lei! Quella che odiava e che aveva
rubato la
verginità al suo ebete ragazzo. Solo ciò le aveva
fatto sospettare che qualcosa
non andasse, poi le aveva parlato.
Le
aveva chiesto un modo per riconquistare Finn! A lei, la causa della
loro
rottura, quella stronza che lo aveva raccontato a tutti.
Quando
gliel’aveva chiesto era rimasta allibita. Quindi non gliene
fregava più nulla
di Finn?
Non
aveva certo bisogno di chiederle come farlo ingelosire, avrebbe trovato
da sola
tanti modi stupidi a cui quel beota avrebbe abboccato.
Poi
ripensò a quello che stava succedendo ultimamente alle prove
del Glee, al
sentimento di odio che era nato così
all’improvviso tra Puck e quella mini
Barbra. La cosa le puzzava, quei due non andavano d’amore e
d’accordo, ma non
avevano nemmeno motivi per odiarsi tanto.
A
meno che …
Dopo
quella veloce riflessione Santana aveva deciso di nominarlo, tanto per
vedere
la reazione; perciò le aveva consigliato in modo naturale di
fare sesso con
Puckerman, che sarebbe stata una cosa piacevole e indolore.
La
risposta di Rachel fu alquanto interessante e chiara. Le rispose
solamente “Grazie”.
Rachel
Berry la stava realmente ringraziando? Non la stava offendendo
perché aveva
usato quella parola con la “s”, perché
aveva nominato quello che sembrava essere
tanto il suo nuovo nemico?
C’era
solo una risposta plausibile a tutto ciò: qui due se la
facevano.
Era
così chiaro che non capì tutti quegli sguardi
meravigliati nella mensa.
Ah,
anche quella testa dura di Puckerman si era innamorato, della Berry per
giunta.
Si
ritrovò a confermare che l’amore era
particolarmente stronzo con le persone più
fiche.
Fissando
lo specchietto decise però di compatire l’amore,
dopotutto la trattava così perché
era sicuramente invidioso della sua perfezione. Annuì
convinta e sorrise
nuovamente.
Brittany
Pierce era seduta accanto a Santana e stava sistemando i piselli nel
suo piatto,
rubandone alcuni alla mora, per formare una faccina sorridente.
Posizionò l’ultimo
quando Puck salì sul tavolo. Diceva di stare con la Berry,
ma questo lei lo
sapeva già. Santana le aveva detto qualcosa del genere su
quei due, ma non l’aveva
ascoltata più di tanto perché era impegnata a
slacciarle i bottoni della
camicetta. Puck le piaceva come amico, era allegro e divertente e non
la
annoiava. Nemmeno la Berry l’annoiava, soprattutto quando
indossava certe
calzette o maglioncini che la facevano ridacchiare con Santana.
Sinceramente
non gliene fregava nulla sul cosa facessero quei due, sapeva solo che
ora Puck
le piaceva meno di prima.
Guardò
infastidita la sua creazione distrutta.
Sbuffò,
incrociò le braccia, corrucciò le labbra e
fissò arrabbiata Puck.
Artie
Abrams si stava spingendo verso il loro solito tavolo dopo aver
individuato la
sua chioma bionda preferita, quando Puck lo superò e
salì sul tavolo. Sbarrò
gli occhi, anche se quello non era nulla in confronto a quello che
stava per
dire. Conosceva abbastanza quel ragazzo per sapere che quello che stava
dicendo
non era da Puck.
O
almeno, non dal solito Noah Puckerman, quello che andava bene qualsiasi
ragazza
pur che se la portasse a letto. Stava seriamente avvertendo tutti di
non
guardare Rachel? Quella con cui litigava un momento sì e
l’altro anche?
Sorrise
quando minacciò di buttare chi lo facesse giù
dalla finestra, sapeva che
sarebbe stato capace di farlo. Non si capacitava del suo cambiamento,
sapeva
che in lui esisteva una parte buona e carina, in una parte remota di
Noah
Puckerman c’era anche questo.
Ma
che decidesse di mettersi stabilmente con una ragazza non
l’avrebbe mai
pensato.
Inoltre
tra tutte le ragazze della scuola Rachel era forse la più
improbabile tra
tutte!
Rachel, quella maniaca del controllo ed egocentrica, quella appiccicosa
e
moralista come poteva stare con uno come Puck, indisciplinato e
testone, furbo
e perverso.
Rachel
e Puck, un peluche rosa e un gigolò, come poteva essere?
Cosa
li aveva avvicinati? Cosa li aveva fatti cambiare tanto da farli
innamorare?
Artie
alzò le sopracciglia ancora titubante. Sbuffò e
fece spallucce. Bè, se stava
bene a loro, stava bene anche a lui.
Quinn
Fabray stava entrando in mensa al fianco di Sam che parlottava
allegramente di
qualche pianeta interessante. Lei gli sorrideva semplicemente, non
molto
interessata all’argomento.
Ad
un tratto vide Puck salire sul loro solito tavolo. Chissà
cosa aveva in mete
quella testa vuota, pensò.
Di
certo mai si sarebbe aspettata un discorso del genere.
Così
Rachel Berry si dava da fare con Noah. Alzò entrambe le
sopracciglia chiare,
corrucciando le labbra rosee. Fissò Rachel, non era tanto a
suo agio,
nonostante amasse stare al centro dell’attenzione. Non per
quel motivo,
chiaramente. Poi vide sedersi accanto a lei Noah, lei gli
sussurrò qualcosa con
fare minaccioso, ma lui le sorrise dolcemente, uno di quei sorrisi da
Noah che
piacevano tanto anche a Quinn. A quel punto Rachel tornò
serena, arrossì ancora
ma un timido sorriso affiorò sulle lue labbra.
Aveva
cercato tanto la serenità con Finn, ma l’aveva
trovata solo con Puck, Quinn lo
vedeva. Sapeva che Rachel non era affatto sicura come mostrava di
essere,
faceva finta di essere sempre così forte per non farsi
ferire, lo faceva anche
Quinn, eppure con Noah al suo fianco sembrava poter essere se stessa.
Non
era arrabbiata con quella piccola e fastidiosa canterina per essersi
messa tra
lei e Finn. Quel rapporto che Rachel aveva un tempo spezzato era una
relazione
basata su menzogne, non era certo colpa di Rachel se era finita, anche
se lei
aveva fatto la sua parte. Forse le aveva fatto bene staccarsi da Finn,
l’aveva
fatta crescere, l’aveva fatta diventare più forte.
Certo una parte di lei
sarebbe sempre stata legata a quel ragazzo sciocco e sorridente, ma per
ora
stava bene così. Di certo non era arrabbiata con Rachel per
essere andata con
Puck.
Era
arrabbiata con lei per averlo cambiato, per averlo reso pazzo di lei.
Quinn ci
aveva provato, aveva tentato di essere l’unica per lui, ma
nemmeno una
gravidanza aveva fermato gli istinti di Puckzilla, neanche i suoi occhi
verdi e
umidi lo avevano fatto salire su un tavolo per gridare a tutti il suo
amore per
lei.
Cosa
aveva fatto Rachel Berry?
Come
era riuscita ad infilarsi nel cuore di Noah?
Li
vide sorridere sereni, ridacchiando senza badare alle occhiate attorno.
Sam
le strinse la mano, sorridendole dolcemente, così Quinn
decise di lasciare
perdere quei due e sorrise a sua volta al ragazzo.
Sam
Evans chiacchierava amabilmente con la ragazza più bella
della scuola, le
parlava di quanto fosse speciale Venere, di quanto fosse affascinante
scorgerlo
all’alba e lei gli regalava teneri sorrisi ascoltandolo. Ad
un tratto fu
interrotto da due colpi di tosse che risuonarono in tutta la mensa. Si
voltò e
notò Puck sul tavolo del loro tavolo, dopodiché
spalancò la sua grande bocca,
stranito. Noah Puckerman stava seriamente avvertendo tutti quelli della
scuola
di non avvicinarsi alla Berry? Veramente aveva usato la parola
“fidanzati”?
Oddio,
quello era veramente Puck? Puckzilla quello che non rifiutava mai
nessuna
ragazz…
Aspetta,
in effetti la settimana prima aveva fatto una cosa estremamente non da
Puck.
Ricordava di aver sentito delle ragazze lamentarsi per essere state
rifiutate
da lui. Subito era rimasto sconvolto, chiedendosi se non ci fosse un
omonimo
nella scuola. Poi aveva pensato di chiederglielo, tanto per sapere se
era tutto
a posto, in fin dei conti erano amici. Quando Puck gli aveva detto
tranquillamente che aveva di meglio da fare aveva capito che era tutto
a posto.
Sì, per un momento si era preoccupato, pensando seriamente
che fosse sua madre
la preda di Puckzilla, ma poi pensò che l’amico
non l’avrebbe mai fatto. In
fondo non era così male. Aveva deciso che era tutto a posto,
ma aveva
sbagliato. Cavolo aveva proprio sbagliato!
Quel
di meglio da fare non era una ragazza a caso, nemmeno una mamma tanto
carina e
sola.
Era
Rachel Berry, quella buffa e petulante ragazzina dalla voce angelica.
Subito
pensò fosse impazzito, poi vide come guardava Rachel, che
sguardo le rivolgeva
e capì che lo stesso modo in cui lui guardava Quinn.
Sorrise, insomma se erano
felici, qual’era il problema?
Strinse
la mano di Quinn e le sorrise dolcemente; lei si voltò verso
di lui e fece lo
stesso.
Mercedes
Jones era intenta ad addentare una delle sue amate crocchette, quando
si trovò
vicino al suo vassoio i piedi di Puckerman. Alzò lo sguardo
aprendo la bocca
per lamentarsi quando lui iniziò a parlare. Vide Rachel
spalancare la bocca
incredula, poi la vide coprirsi la faccia con le mani, infine la vide
sedersi
facendosi piccola piccola, estremamente imbarazzata. Ok, dopo le parole
di
Puckerman anche lei si sarebbe imbarazzata, ma ne sarebbe stata
orgogliosa.
Puck stava dichiarando a tutti il suo amore per quella ragazza e sapeva
che
Rachel in fondo ne era estremamente felice. Se lo meritava, meritava
qualcuno
forte al suo fianco, Mercedes ne era convinta. Aveva visto troppe volte
piangere la ragazza per Finn, troppe volte sentirsi insicura e
imperfetta ai
suoi occhi e aveva sempre pensato che lui non fosse adatto a lei. Finn
non era
pronto per una stella come Rachel. A Mercedes piaceva Rachel, era la
sua diva, nonostante
a volte fosse pesante e arrogante, sapeva anche essere estremamente
dolce e
disponibile. Purtroppo spesso era anche insicura perché non
si sentiva
accettata, e Mercedes lo condivideva la cosa con lei.
Per
questo sapeva che Puck le avrebbe giovato, sapeva che lui
l’avrebbe fatta
sentire accettata e desiderata, proprio quello che serviva a lei.
E
a vedere il sorriso che rivolse a Noah, nonostante fosse irritata per
quello
che aveva appena fatto, le fece capire che le stava già
facendo bene.
Mercedes
sorrise contenta, mangiando finalmente l’attesa crocchetta.
Rachel
sbuffò guardandosi intorno, ancora estremamente imbarazzata.
-Staranno
parlando tutti di noi, ne sono sicura – borbottò,
spostando il cibo senza però
mangiarlo.
-Bè,
è ovvio – sorrise Puck avvicinando il
suo
viso a quello della ragazza –Ora sanno che sei la ragazza del
più fico della
scuola- esclamò con un sorriso sornione.
Rachel
sorrise divertita.
Felice.
***
Allora
avverto subito che questo è l’ultimo,
già non sono troppo sicura di questo
capitolo .
E’
il giorno dopo di quando Noah le confessa di amarla. Non poteva non
mantenere
la promessa XD
Ok,
intanto preciso che questo capitolo è venuto fuori per le
richieste di Kathlyn,
DreamGirl91 e in parte anche di La_Ari [darling, tu c’entri
sempre].
Quindi se l’ho fatto è per voi e per Anne Joe
Trachtenberg
che ha segnalato la mia ff *-*
Precisazioni
:
-La
ff sarebbe ambientata durante/dopo la 2x09, ovviamente togliendo tutto
il
Finchel che c’è.
-Ci
sarebbero dovuti essere anche Mike e Tina, ma non avevo la minima idea
su cosa
fargli pensare. La colpa è sempre di RM che non gli ha mai
dato una storyline
seria.
Kurt
non c’è perché è alla
Dalton, inoltre non andiamo troppo c’accordo.
Blaine
mi sarebbe piaciuto inserirlo, ma anche lui è alla Dalton.
Lauren
non c’è perché non è un
personaggio con cui vado d’accordo e poi come Mike e Tina
avrei avuto problemi.
-Non
sono una grande fan del Quam, però mi vanno abbastanza bene
come coppia. Quinn
mi piaceva molto nella prima stagione, anche nella seconda fino alla 10
circa.
Mi ha perso tutti i punti quando è voluta tornare con Finn.
-Spero
si sia notato il mio odio per Finn :)
-Non
so come sono riuscita a non far esiliare in qualche modo Artie O.O
-Spero
di non aver reso i personaggi OOC e di aver chiarito i loro pensieri e
il modo
in cui vedono Noah e Rach
Ok
la smetto ;)
Ah,
un’ultima cosa!
La prossima
settimana non ci sarò, parto per un viaggio quindi non
potrò ne aggiornare
altre ff, né recensire. Appena tornerò
rimedierò.
Besos,
Miky
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