Elucubrazioni di un cielo notturno di NevanMcRevolver (/viewuser.php?uid=90088)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Anima ***
Capitolo 2: *** Sguardi ***
Capitolo 3: *** Fiducia ***
Capitolo 4: *** Dov'è il nostro Dio? ***
Capitolo 5: *** Scelte ***
Capitolo 6: *** Sorridono ***
Capitolo 7: *** Salvami ***
Capitolo 8: *** Uomini ***
Capitolo 9: *** Sentimento morente ***
Capitolo 10: *** Istruzioni per l'illuso ***
Capitolo 11: *** Caramella ***
Capitolo 12: *** Tentazioni ***
Capitolo 13: *** Labbra ***
Capitolo 14: *** Lontano ***
Capitolo 15: *** Esplodere ***
Capitolo 16: *** Aria ***
Capitolo 17: *** Morire vivendo ***
Capitolo 18: *** Acquerelli ***
Capitolo 19: *** Proiettile ***
Capitolo 20: *** Io amo ***
Capitolo 21: *** Dolore ***
Capitolo 22: *** Vertigine ***
Capitolo 23: *** Il mio amore per te ***
Capitolo 24: *** I rumori del silenzio ***
Capitolo 25: *** Per te ***
Capitolo 26: *** Sesso ***
Capitolo 27: *** Pensiero sfuggente ***
Capitolo 28: *** Addio ***
Capitolo 1 *** Anima ***
-
Anima .
Una
sola azione, un semplice movimento può annichilire opere
durate
anni ed anni.
Brutale.
Fra
mantelli di fragili foglie si intravedono le prime pecche di un
semplice gesto.
Irreversibili.
E’
strisciando fra i resti della propria pelle che si ritrova la
propria essenza.
Ignota.
Leccando
le proprie ferite ci si conosce e si capiscono le proprie
paure.
Serpeggiano.
Sudando
freddo e sangue si comprende la nostra precarietà.
Miserabile.
Dissacrando
le schegge del proprio corpo ci si avverte.
Autolesionismo.
Urlando
e graffiando si respira, si vive.
Sofferenza.
Respirando
e toccando si muore.
Oblio.
Morendo
ci si acquieta.
Tranquillità.
Requiem.
Riposo.
Buio.
Note
dell’autore
Non so
cosa mi abbia spinto, in particolare, a scrivere una cosa del
genere, e cosa mi spronerà nel continuare questa raccolta.
Un semplice gioco
letterario? Niente di tutto ciò. Uno sfogo? Molto probabile.
Non so
quanto durerà questo progetto, ma so che andrà
avanti.
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Capitolo 2 *** Sguardi ***
-Sguardi.
-Dietro
una morbida coperta di oscurità, tutto tace. Sotto la scura
coltre non c’è movimento: semplicemente la
sicurezza dell’immobilità. Un’unica
grande pennellata di nero che copre tutto, che pietrifica la vita.
Lacrime,
solo quelle: umide e strazianti urla di dolore. Mute parole di
rassegnata
rassegnazione-.
Fedor
lo fissa, con sguardo vuoto, spaventato: -Perché dici
questo,
Ermil?-
-Perché?
Ti sembra che in questo mondo assurdo ci sia qualcosa di più
certo dell’immobilità? Tutto è fermo,
tutto è pietra, tutto è stasi!-
I
capelli scuri gli coprono gran parte del niveo viso, triste,
anch’esso
immoto.
Fedor
abbassa lo sguardo d’onice: “Hai ragione!”
Note
dell’autore:
Salve
ragazzi!
Bene.
Non avevo intenzione di dare protagonisti a questa raccolta, ma
il mio animo da romanzo mi ha spinto a fare l’esatto
contrario.
Chi
sono Fedor ed Ermil? Due tizi russi, due anime che si devono
conoscere, o forse due idee, due concetti con forma vagamente umana.
Sarà
dura, ma la storia sarà costituita esclusivamente da
drabble:
dovrò condensare sentimenti, dialoghi e pensieri in sole
cento parole, ma ce la
farò!
Alla
prossima elucubrazione!
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Capitolo 3 *** Fiducia ***
-Fiducia.
Col
rossore del tramonto negli occhi, Fedor se ne sta in piedi
disegnando una croce perfetta.
Con la
tenebra dell’ombra di Fedor, Ermil se ne sta dietro, in
attesa.
-E’
solo questione di fiducia, caro! La vita che ci è concessa
è
troppo breve per aver paura degli altri. Eppure ne abbiamo, molta, di
sfiducia!-
-Ma io
di te mi fido…- mormora Fedor, sognante.
-E
perché non ti lasci cadere?- continua Ermil.
-Ho
paura. Del mondo, di me stesso…-
-Il
mondo è solo pietra crudele, ma va vinto. Ti fidi, almeno di
me?-
-Nemmeno
un po’- risponde Fedor, lasciandosi cadere.
Note
dell’autore:
Non ho
davvero tanto da dire. Se non il fatto che l’umore di Fedor
ed
Ermil, quando parlerò di loro, sarà altalenante,
ora gioioso ora funereo.
Lettori avvisati, mezzi salvati!
Allora,
che ve ne pare? Mi farebbe piacere avere una vostra
impressione, perché, insieme a pochi altri miei scritti,
questa raccolta mi è
davvero vicina (non che gli altri mi siano estranei, ma questa volta
è
diverso)!
A
presto!
|
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Capitolo 4 *** Dov'è il nostro Dio? ***
- Dov’è
il
nostro Dio? .
La
guerra
chiama altra guerra.
Il
sangue
chiama altro sangue.
Lo
schiaffo
cede il passo al pugno.
Le
lacrime
tirano altre lacrime, le urla portano il silenzio.
La
luce è
fredda, il buio è caldo. Una è ostile,
l’altro amico.
Con
il tempo
è passato il tempo, le emozioni sono sempre le stesse, ma la
loro voce è sempre
diversa.
Sempre
più
flebile, sempre più silenziosa: nient’altro che
mute parole nell’aria,
assordanti sussurri che sovrastano la tempesta.
Voci
su
voci, oscurità su luce, sangue sulle bombe, carezze nella
pietra.
E
nient’altro
che dolore.
Saremo
mai
felici?
Dov’è
il
nostro Dio?
Note
dell’autore:
Volevo
solo
dirvi che con l'ultima frase non ho intenzione di offendere, anche
perché
anch'io sono credente.
Non
cattolico, non ortodosso, non quello, non quell'altro, ma in ogni caso
credente. Diciamo che è una provocazione, per voi ma anche
per me stesso!
Fatemi
sapere cosa ne pensate!
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Capitolo 5 *** Scelte ***
-Scelte.
Con
delicata fermezza, Fedor accarezza con la lingua un’ultima
volta
le labbra di Ermil.
Con
tutto l’amore possibile si stacca da quel maledettamente
marmoreo
viso, parlandogli.
-Non
pensi che abbia ragione in fondo, Ermil? Tutti viviamo di scelte
subite. La volontà non esiste, l’ego nemmeno. Si
agisce per compiacere gli
altri, si è vittima delle proprie azioni. Niente
è per noi stessi. La nostra
volontà è succube di quella degli altri. In
realtà, nessuno può dirsi veramente
libero…-
Ermil,
da sotto la scura chioma, fissa gli occhi d’onice, le iridi
di
Fedor.
Perché
sa, che in fondo, non ha torto.
Note
dell’autore:
Buonasera,
people!
Come
va? E’ un periodo piuttosto pieno, questo. Gli aggiornamenti
vanno a rilento un po’ per tutte le storie, ma vanno. E
questo è l’importante!
Bene.
Le elucubrazioni continuano. Nel loro essere pesantemente dark e
malinconiche, ma continuano.
Scrivere
cose del genere in cento parole, per un essere logorroico
come il sottoscritto, non è facile, ma ce la devo fare. Una
drabble ben
concentrata, se vale è alla stessa altezza di storie lunghe
capitoli e capitoli
(senza nulla togliere a queste ultime, eh!).
Beh,
che dire? Nient’altro.
Fatevi
sentire e alla prossima!
|
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Capitolo 6 *** Sorridono ***
-Sorridono.
-Non
ho fatto altro che cercare e ricercare. Ho pianto lacrime e
sangue, per trovare qualcosa…- mormora delicatamente Ermil,
le mani fra le
mani, le iridi nelle iridi.
La
neve imbianca Mosca: è più Bianca che Rossa, la
piazza.
Fedor
freme. Non è il freddo. Non è il gelo del Nord a
farlo tremare.
Non sono le sferzate di gelo a farlo ammutolire.
-…senza
sapere- riprende Ermil –che tutto quello che volevo era qui
davanti a me!-
Anima
nell’anima. Quando cade la neve si alza il volume del
silenzio.
-Io ti
amo. Tu?-
Fedor
si china, e lo bacia. Sorridono.
Note
dell’autore:
Salve,
ragazzi!
Scusate
il ritardo, ma è un periodo molto pieno questo. Mio malgrado
i
vari aggiornamenti vanno a rilento, ma non temete: non per questo si
bloccheranno. Mai!
Vi
posto questa drabble, nella speranza vi abbia trasmesso qualcosa,
perché
in questa drabble, ma, in genere, in questa raccolta,
c’è passione, sentimento…e
anche un po’ di me, dei miei pensieri. Credo che gli altri
scrittori possano
capirmi: il transfert, nella scrittura, diventa una cosa spontanea,
quasi
vitale!
E’,
per certi versi, più ermetica delle altre, ma nemmeno
più di
tanto.
Fatemi
sapere, per piacere!
A
presto!
|
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Capitolo 7 *** Salvami ***
-Salvami.
-Sai
che tu puoi salvarmi, Fedor?- dice Ermil.
-E
come?-
Le
lenzuola disegnano perfettamente le linee dei loro corpi, sotto
quella morbida coltre di cotone.
Mano
nella mano, i due si avvicinano, si fissano, si baciano, si
amano, sorridono.
***
-Poteva
salvarmi. E non l’ha fatto...- mormora Ermil, sul bordo del
precipizio.
Fedor
se n’era andato. L’aveva lasciato.
Una
lacrima cade nel vuoto: “Devo seguirla” pensa
Ermil, fissando la
profondità sotto di sé.
A
braccia aperte e cuore morto, inizia ad ondeggiare mortalmente.
Sempre
più avanti, e poco indietro.
Sta
cadendo; una mano lo afferra.
-Ti ho
salvato- sussurra Fedor.
Note
dell’autore:
Salve
ragazzi!
Quella
che vi propongo oggi è una drabble piuttosto dark, triste ma
luminosa, a modo suo.
Questa
volta mi è stato fondamentale l’ascolto di una
canzone: “Whataya
want from me” di Adam Lambert.
Spero
che vi sia piaciuta, nonostante i toni melanconici.
A
presto!
|
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Capitolo 8 *** Uomini ***
-Uomini.
Perché
in fondo è così. Dobbiamo rassegnarci. Non siamo
altro che
corpi, null’altro che atomi, materia insignificante dinnanzi
alla magnificenza e
allo splendore del cosmo.
Cerchiamo
di arrivare sempre oltre, di trovare un oltre. Ma senza che
ce ne accorgiamo giriamo in tondo, sempre su noi stessi. Ci
allontaniamo dalle
nostre origini senza approdare ad alcun porto sicuro.
C’è
un evoluzione senza scopo; c’è un regredire fatale.
Siamo
uomini, siamo esseri fragili nella nostra resistenza, deboli
nella nostra forza.
Solo
cellule pulsanti, umide, ferocemente attaccate alla vita.
Siamo
instabili, nati urlando e scalciando.
Di
noi, soltanto polvere e cenere in ricordo.
Note
dell’autore:
Buongiorno
popolo di EFP.
Molto
rapidamente, perché dovrei andare a studiare – eh
sì, quest’anno
ho la maturità!
Piccola
considerazione sul genere umano. In realtà ho scritto
già
qualcosa di simile, però questa drabble è
decisamente diversa.
Anche
se la fine riprende il titolo della serie “Polvere e
cenere” di
appartenenza, la raccolta non è finita!
Infine,
cosa ne pensate voi degli uomini? Fatemi sapere!
A
presto!
|
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Capitolo 9 *** Sentimento morente ***
-Sentimento
morente.
E non
puoi fare altro che startene lì, a fissare con invidia e
desiderio ciò che non potrai avere mai.
E non
puoi fare altro che fantasticarci su, teneramente,
perversamente.
Solo
fantasia. E il suo fondato sogno.
Solo
fantasia, e la sua reale irrealtà.
Gocce
salate che rigano il viso, urla strozzate che graffiano in gola,
assordanti silenzi.
E
mancanza, incompletezza, instabilità, disorientamento,
fragilità, e
il fardello sulle spalle che vorresti scaricare su qualcuno, ma che non
puoi.
E
dentro bruci, soffri, agonizzi, sanguini morente.
“Lo
faccio? Non lo faccio?”
No.
Niente da fare.
Quando
un sentimento muore sul nascere…
Note
dell’autore:
Non
ho, davvero, assolutamente niente da dire, solo che mi sento una
pezza…
Scusatemi.
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Capitolo 10 *** Istruzioni per l'illuso ***
-Istruzioni
per l'illuso.
A
cosa serve
illudersi se poi fa male?
In
fondo
siamo tutti felicemente autolesionisti. Ci piace rotolarci nel nostro
dolore
perché così ci sentiamo più vivi. O
no, forse?
Viviamo
per
vivere? Mah… E chi lo sa!
Viviamo
per
soffrire? Vedi sopra.
Viviamo
per
amare? Allora? E’ per questo che viviamo?
E’
tutto una
miscela alchemica di amore, odio, passione, solitudine, lussuria,
perversione,
sentimento, vuoto e rumore. Forse è come nei film: bisogna
aspettare che il
senso ci caschi addosso, ammesso che ci sia…
No
dai, il
senso c’è… O forse no?
Sì,
no,
forse, boh, non lo so, ca**o!
Note
dell’autore:
Salve
ragazzi! Quella di oggi è una drabble che mi è
spuntata oggi mentre ripetevo il
programma di Chimica.
Quindi
abbiate pietà, la mia mente era già seriamente
compromessa ^^’
A
presto!
|
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Capitolo 11 *** Caramella ***
-Caramella.
Fedor
mastica lentamente la caramella. Ermil fissa bramoso le sue
labbra.
-Dammene
una!-
Fedor
sorride: -Vieni a prendertela- risponde, mettendo la caramella
fra i denti.
-Non
credere che non lo faccia, caro!- risponde Ermil, avvicinandolo
per il collo, deciso.
Pochi
istanti di trepidante passione, pochi fuggevoli attimi di
tenerezza e labbra zuccherine: un momento di niente che indescrivibile
e
romantico nulla.
Ermil
sogghigna, serafico, succhiando la caramella rubata, preda di
quell’estasi di zucchero e saliva.
Fissa
Fedor con sguardo infuocato, si lecca le labbra, e gli strizza
l’occhio.
-Rivoglio
la mia caramella!- sbotta Fedor.
-Vieni
a riprenderla, allora!- sussura Ermil.
Note
dell’autore:
Salve
ragazzi, le ultime volte vi ho lasciati con uno scritto molto
non-sense, molto strano. Ma che ci possiamo fare? Sono i deliri della
maturità
che ancora deve finire – disgrazia ha voluto.
Spero
che con questa drabble riesca a farmi riscattare, data
l’atmosfera
molto leggera e tranquilla, e dall’aria perversamente
innocente XD
Spero
che vi sia piaciuta!
A
presto!
|
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Capitolo 12 *** Tentazioni ***
-Tentazioni.
“Vivo
di tentazioni, di quei labili sussurri morti nel vento, ruggenti
nel sangue” scrive Fedor su un pezzo di carta, fissando
Ermil, steso su uno
sterile prato, accanto al capannone abbandonato.
I
cieli sono plumbei, Fedor è plumbeo, Ermil dorme.
Sull’erba
ci sono alcuni frammenti di vetro.
Lo
sguardo coperto dai capelli, Fedor si alza e ne afferra uno,
stringendolo
nella mano, con forza, strappando tessuti, cellule e carni.
La
pelle nivea gronda subito di rosso: un soffocato gemito di dolore.
“Sono
vivo…”
Apre
la mano, ed è tutto un miscuglio di sangue e vetro.
“La
vita è uno schifo!”
Note
dell’autore:
Salve
ragazzi!
Come
va? Spero bene!
Vi
posto questa drabble e torno ai miei freddi studi di chimica.
Qui
c’è vita, c’è morte,
c’è tranquillità e anche tormento. Mi
è stata
di ispirazione la parola “tentazione”, leggendo
alcune note di una pagina di
Facebook. E ho scritto, di getto, senza pensare: spero vi piaccia!
A
presto!
|
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Capitolo 13 *** Labbra ***
-Labbra.
I miei
occhi cercano il suo
sguardo.
Le mie
narici inseguono il suo
odore.
Le mie
mani vogliono la sua
pelle, liscia.
Le
mie labbra, bramose, cercano
le sue, morbide.
La mia
bocca cerca la sua, che non mi appartiene, purtroppo.
E’
la sua delicatezza che cerco, desidero, immagino, agonizzo.
Anelante.
E’
il sapore delle fiamme a mancarmi, del sentire la bocca come brace
ardente sulle sue.
Ma mi
illudo: lui non m’ appartiene, è lontano, oltre dal
poter essere mio.
E non
posso che accontentarmi di due rapidi attimi rubati alla
casualità, godermi il
ricordo dei momenti figli dell’istinto.
Note
dell’autore:
Buonasera
ragazzi!
Avevo
bisogno. E ho scritto. Ecco a voi, alle 2.07, una nuova elucubrazione!
D’ispirazione
sono state due canzoni: “Phantom of the opera” dei
Nightwish e “Army of love” di Kerli.
E la
malinconia della prima è quella che ha inciso maggiormente,
aiutandomi ad esprimere al meglio quel senso di malinconia e confusione
che al
momento provo.
Spero
di non avervi annoiato con questo mio componimento.
A
presto!
|
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Capitolo 14 *** Lontano ***
-Lontano.
Ti
guardo, da lontano. Con sospetto ed indifferenza.
Mi hai
dato da pensare, e sono arrivato alla conclusione che forse, in
fondo, non ne vali la pena.
Troppi “se”
e troppi “ma” nella mia testa. E non
voglio dare loro
ascolto.
Se
qualcosa deve succedere, lo farà. E io, allora,
aspetterò.
Disilluso,
fuori dal mondo, ad osservarlo.
Ad osservarti.
Perché
in fondo mi affascini, mi fai mancare il respiro, a volte.
Ma
voglio vivere la mia anima, il mio presente, senza illusioni, senza
maschere e frammenti di vetro che distorcono la realtà.
Io
sono qui. E tu?
Che
cosa farai?
Note
dell’autore:
Hello
you, people!
Come
va? Dopo qualche giorno di mare, finalmente la calma di casa, le
cuffie nelle orecchie e il ronzio sommesso del PC mi aiutano a scrivere
quest’altra
drabble, che è, per certi versi, un ampliamento e continuum
della precedente.
Vorrei
precisare una cosa: qui sembra che voglia rimangiare quello che
ho scritto prima, ma ci tengo a precisare che non è
così. Prima ho voluto
descrivere quello che provavo. Ora quello che penso.
Prima
era istinto, ora è razionalità.
Prima
era vita, ora è…morte?
Mi
sento strano, mi sento vuoto.
Non so
definire bene nemmeno io tutto
questo. Mi dispiace.
Spero
che vi sia piaciuta!
A
presto!
|
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Capitolo 15 *** Esplodere ***
-Esplodere.
Erutterò
con la violenza di una supernova: sarà
un’esplosione di luce
bianca, pura e bella. Esploderò con violenza, con forza,
senza esitazioni. Sarà
rumoroso, tremendo,
doloroso.
Si
sentiranno le urla rincorrersi nei battiti del silenzio.
Saranno
frammenti di carne, ossa e tendini.
Il
sangue toccherà le nuvole più bianche,
macchierà i tramonti più splendidi.
Il
rosso non sarà mai così rosso, così
vivo, così lucido, terso,
umido.
Non
avrà mai quest’odore metallico.
Non lo
senti ruggire nelle vene? Non lo senti muoversi, sincopato?
Non
senti come tutto vibra, come tutto sfugge al controllo?
Non
avverti la vecchia pelle andare via?
Note
dell’autore:
Molto
rapidamente poso questa drabble scritta di getto, senza pensare.
Moto
rapidamente perché ho sonno, ma non potevo scriverla
domattina o
avrei perso l’ispirazione – e anche
perché per domani ho altri piani.
Non so
perché l’abbia scritta. So solo che mi andava di
farlo, di
lasciare che la stella dentro di me si prepari al collasso, e che il
sangue
tocchi davvero le nuvole più bianche e i tramonti
più splendidi.
Spero
vi sia piaciuta :)
A
presto!
|
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Capitolo 16 *** Aria ***
-Aria.
-Forse
è solo voglia di cambiare aria, perché quella che
respiro è fin
troppo satura. Forse ho solo bisogno di uscire…-
dice Fedor.
-Non
capisco- risponde Ermil.
Iridi
nelle iridi, Fedor gli sorride.
-Il mondo, questo mondo, mi
sta
piuttosto stretto. Ogni sguardo è come una pugnalata, ogni
parola è una
coltellata. Fa male. Non senti l’odore dello zolfo inacidire
l’aria?- risponde,
gesticolando e annusando.
Ermil
lo prende per mano, ed è ancora una volta come la prima: la
sente, rovente, e qualcosa in petto a smuoverlo, rendendolo dinamico,
vivo
contro la dura pietra del mondo.
-Voglio
ossigeno…- sussurra Fedor.
Note
dell’autore:
Salve
ragazzi!
La
notte porta consiglio, come vuole anche il titolo dell’opera,
d’altronde.
Ragion per cui eccomi qui a battere le ennesime cento parole prima di
andare a
dormire. Fra mille pensieri che credevo esser capace di domare, e
invece…
Non
dico molto, perché Fedor ed Ermil parlano per me, e di me.
Non
dico molto perché gli altri capitoli sono la mia immagine
virtuale. Immagini
fin troppo veritiere.
Scusate
se vi intristisco, ma a volte non riesco a non trattenermi –
e
questo è uno dei pochi sfoghi che ho.
A
presto!
|
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Capitolo 17 *** Morire vivendo ***
-Morire
vivendo.
-Ti
è mai capitato di morire vivendo?- chiede Ermil.
-Non
ha molto senso, sai?- risponde Fedor.
-No,
dico. Ti è mai capitato di respirare, parlare, toccare,
vedere ma
come se tutto non fosse abbastanza? Sentire il cuore pulsare con forza,
e
sentirlo graffiato da lame ad ogni battito? Non ti è mai
capitato di percepire
grigio ogni colore, di pensare che tutto sia privo di significato e
importanza,
che non facciamo altro che ballare su una melodia frenetica senza
alcuno scopo?
Ti è mai capitato di morire vivendo?- insiste Ermil.
Fedor
lo fissa veemente. Serafico. Pallido, niveo: -Sto morendo,
Ermil-
Note
dell’autore:
Buongiorno
a tutti!
Come
state? Come sono andate queste vacanze?
Vi
avviso che l’aggiornamento di
“Elucubrazioni” e di tutte le altre
mie storie dalla settimana prossima riprenderà una certa
velocità: il periodo
dei test di ammissione per l’università sta
volgendo al termine, e posso tirare
un respiro di sollievo.
La
drabble che vi propongo oggi mi tormenta da quando ho postato
“Anima”,
il primo capitolo di questa raccolta.
Ma non
riuscivo a trovare le parole adatte per esprimermi, o la
canzone che potesse aiutarmi, quando stamattina ho ascoltato di nuovo
la mia
canzone preferita: Hurricane dei 30 Seconds To Mars (la versione senza
Kanye
West, per essere precisi).
Ora, a
voi è mai capitato di morire vivendo? A me quasi
costantemente.
A volte ci sono momenti in cui mi sento completamente morto, altri dove
invece
sono esclusivamente vita. Penso vi sia capitata un’esperienza
del genere, no?
Concludo
ringraziando calorosamente chi segue le mie
“Elucubrazioni”:
Dhialya, Kiryu e sTar__
E chi
le preferisce: Insulsa bibliofila e Rodrick.
E chi
recensice, o legge e basta.
Grazie
di cuore *C*
A
presto!
|
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Capitolo 18 *** Acquerelli ***
-Acquerelli.
-Ti
voglio bene, comunque. Anche se la vita fa schifo- mormora Fedor.
-La
vita è il più grande macello che ci possa essere
capitato-
risponde Ermil -Ma è una fase che dobbiamo attraversare.
Comunque sappi che ti
voglio davvero bene, molto più di quanto tu possa immaginare-
Una
lacrima ridisegna il profilo di Fedor, il glaciale vento del nord
torna a ferire e cicatrizzare i graffi.
Torna
per bloccare le lacrime, per congelarle.
Torna
per bloccare quell’accenno di serenità, il
fantasma di un vago
sorriso appena accennato sulle labbra di Fedor. Sembrano degli
acquerelli: così
rapidi, emotivamente carichi, eppure eterei.
Note
dell’autore:
Penso
che gli acquerelli del testo parlino da sé. Non
c’è bisogno che
aggiunga altro.
Anzi.
Devo ringraziare una mia amica, a cui vanno i diritti della frase di
apertura. Grazie mille, G.
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Capitolo 19 *** Proiettile ***
-Proiettile.
-Perché
mi vuoi?- urla Ariel contro Léandre che cela lo sguardo
chiaro
color cielo dietro la pelle appena bruciata dal sole.
-Per
torturarmi, per amarmi? Vuoi la mia sofferenza, il mio sangue, la
mia sporca anima?- continua Ariel, gli occhi verdi grondanti di
lacrime, affondando
le mani nella bionda chioma.
-Tu mi
detesti, ammettilo…- bisbiglia.
-Dimmi:
uccideresti per dimostrare di aver ragione? Non sai niente di
me, di cosa provo. Niente!- gli soffia contro Léandre, la canna della pistola
vibrante.
Lentamente
se la porta alla tempia, caricandola.
-Ti
prego, non farlo!- urla Ariel.
Un
rombo, un proiettile, e macchie di sangue.
Note
dell’autore:
Salve
a tutti voi, miei cari e amati lettori!
Tutto
bene?
Quella
di questa notte forse è la drabble più dark
dell’intera raccolta
assieme a “Tentazioni”.
Due
nuovi personaggi, Ariel e Léandre, che avranno voce solo in
questo
pezzo. Chi sono? No, non ci è dato saperlo. Vi basti avere
notizia che non detronizzeranno
mai Fedor ed Ermil. Una cosa è certa: i due ragazzi russi
sono la nostra
emotività e razionalità. Ariel e
Léandre (i nomi sono francesi, per chi non lo
sappia e sono entrambi uomini, per dovere di cronaca), sono la metafora della nostra disperazione più
profonda. Non so. Non
mi andava di mettere queste parole nella bocca di Fedor o di Ermil.
Ecco tutto,
in ogni caso.
Spero
vi sia piaciuta, perché questa drabble l’ho
scritta con
particolare sentimento!
A
presto!
|
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Capitolo 20 *** Io amo ***
-Io
amo.
Le
lame salgono in gola.
Le
parole restano mute, sedimentate sul fondo.
Gli
occhi si gonfiano, diventano sempre più umidi. Il viso
è paonazzo,
le vene si ingrossano.
Le
parole restano mute, calcificate nell’antro più
profondo della
coscienza.
Il
marchio del pregiudizio brucia sulla pelle, nella mente, lacera
l’orgoglio.
Il
crimine di amare qualcuno è il peggiore che un uomo possa
compiere,
specie se ama qualcuno del proprio sesso.
Le
parole restano mute, rigettate nello stomaco con un sorso di bile e
spine.
Io amo qualcuno del mio
stesso sesso.
Io
amo.
Per
altri sono soltanto un mostro da abbattere.
Note
dell’autore:
Salve
miei cari lettori!
Mi
scuso per il ritardo, ma l’università è
iniziata e fra treni e bus
da prendere, pagine da studiare e appunti da interpretare il tempo che
ho a disposizione
per scrivere è sempre meno, ma non per questo rinuncio.
Gli
aggiornamenti saranno, per tutte le mie storie in corso, più
sincopati.
La
drabble parla fin troppo. E’ la più limpida
dell’intera raccolta,
candida, senza giri di parole, e forse proprio per questo la
più dolorosa,
almeno per me.
Io non
ce la faccio più.
E con
questo commiato molto dark, vi saluto!
A
presto.
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Capitolo 21 *** Dolore ***
-Dolore.
Ermil
fissa l’occhio di Fedor. Pulsante, violaceo.
Il
labbro inferiore sanguina, così come i graffi sulla guancia.
-Cosa
ti hanno fatto?- dice Ermil prendendo quel viso maltrattato fra
le mani, delicatamente, come se fosse di cristallo, scheggiato, ma pur
sempre
fragile e sottile.
Le
lacrime gli bagnano il viso, i singhiozzi spezzano la traballante
neutralità della sua espressione da geisha.
Fedor,
lentamente, con i polpastrelli asciuga quelle gocce di sale e
tristezza, acido e sofferenza.
Si
toccano le fronti, stanchi, distrutti.
Si
sfiorano le guance, bagnate di lacrime e sangue.
Si
guardano negli occhi, gonfi e segnati.
Si
abbracciano forte.
Calore.
Note
dell’autore:
Buonasera,
nottambuli :)
Nel
giro di poco eccomi qui ad aggiornare le mie
“Elucubrazioni”.
E
Fedor ed Ermil sono ritornati fra noi (devo ammettere che mi sono
mancati!).
E
anche questa volta il tono non è di certo dei più
vivaci – d’altronde
è una raccolta ‘Dark’, quindi…
Boh…
Se avete qualcosa da dire non nascondetevi: anche se critica
– io
non mangio nessuno, a meno ché ve ne venite fuori con cose
che non stanno né in
cielo né in terra o comunque illogiche sotto ogni profilo.
Alla
prossima!
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Capitolo 22 *** Vertigine ***
-Vertigine.
Un
uccello volteggia solitario in aria per poi nascondersi fra le
fronde di un albero, lasciando il vuoto solo a se stesso.
Il
cielo è grigio, pesante come può esserlo solo
l’acciaio o il senso
di vertigine che ti assale apparentemente senza motivi.
Strappi
allo stomaco, al petto, al cuore, all’inguine,
all’anima, alla
testa.
E cosa
fare? Urlare
per affermare
la propria esistenza.
Piangere per lavare la propria
carnalità.
Toccarsi
per capirsi.
Amare, sedurre, sfiorare, ghermire, ignorare, odiare
per non morire
nell’inerzia dell’abitudine.
Graffiare
per uscire
da un sogno troppo perfetto, irreale.
Perché
vivere deve essere per forza così faticoso?
Note
dell’autore:
Pubblico
questa drabble prima di mettermi a studiare, ispirato dal
cielo plumbeo e dall’uccello che hanno aperto il
componimento. E forse anche da
quel senso di vuoto, di caduta che sto affrontando ultimamente.
Ci
tengo a precisare che non ha nulla a che fare con la mia
intimità,
perché ormai conosco benissimo tutto ciò che gli
(MI) riguarda. Forse ho solo
bisogno di legarmi con qualcuno…
Non lo
so. Scusate se sono inopportuno.
A
presto!
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Capitolo 23 *** Il mio amore per te ***
-Il
mio amore per te.
Cade
la neve.
Il
sentimento mio
Dentro
te vive.
-Cos’è?-
chiede Fedor ad Ermil, indicando e leggendo.
-La
mia anima. Il mio sangue. La mia ferita. Il mio amore per te-
Fedor
prende il foglio e la penna dalle mani di Ermil. Qualche istante
di riflessione, e altre macchie di inchiostro.
Prendimi
con te
Il
mio cuore vibra
Sotto
la Luna.
Gli
porge il foglio, ed Ermil legge. Una volta, due, tre. La penna
scrive ancora.
Sei
aria per me
Senza
di te morrei
Fiamma
di vita.
La
carta è sempre meno bianca. La notte è lunga. Un
sentimento evolve.
Note
dell’autore:
Salve
a tutti voi, miei cari lettori!
Come
va?
La
drabble di oggi è la più difficile che abbia mai
scritto, non per i
contenuti quanto per la forma.
I
pezzi in corsivo sono degli haiku scritti di mio pugno, e sono stati
loro a rendere tutto più complicato!
Un
haiku, per chi non lo sapesse, è un componimento poetico
giapponese
di tre versi, di cui il primo e l’ultimo contano 5 sillabe,
il secondo 7. Per
il terzo haiku ho sfruttato a mio vantaggio le regole della poetica,
facendo
confluire in un’unica sillaba più suoni con la
sinalefe. I tre componimenti li
ho concepiti come separati, ma possono essere letti anche come un unico
pezzo.
Fate un po’ come volete voi, quindi!
Spero
che vi piaccia!
A
presto!
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Capitolo 24 *** I rumori del silenzio ***
-I rumori del silenzio.
Hai
mai visto una foglia accartocciarsi e bruciare?
Un
cuore battere sempre più freneticamente per poi arrestarsi,
collassato, fiaccato, stanco di battere per battere e non per
trasmettere?
Un
botto. Un rumore sordo, umido.
Un
tonfo che ricorda uno strappo, un urlo affogato da un cuscino
premuto sulla faccia, uno stramazzo che ricorda il rumore della penna
che gratta
la carta, delle dita che scivolano sulle corde di un basso, sui tasti
di un
pianoforte?
Hai
mai avuto l’impressione che la vita scorra come un
pentagramma,
fra pause e note, fra silenzi e suoni?
Melodie
che fuggono.
Nell’abisso
del silenzio.
Note
dell’autore:
No. A
questo giro le note le scrivo solo per abitudine, perché non
ho
intenzione di dare alcuna spiegazione su queste parole. Mi dispiace se
questo
vi sia d’impiccio, ma non mi va di parlarne.
A
presto!
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Capitolo 25 *** Per te ***
-Per
te.
Le
note del violino si rincorrono fra i tessuti del silenzio.
L’aria
è secca, calda. La melodia è accompagnata dal
crepitio del
fuoco nel camino.
La
neve, fuori, danza silenziosa la sua frenetica e folle danza.
Le
dita si rincorrono sulla tastiera, schiacciando le corde,
pizzicandole, graffiandole.
Gli
occhi chiusi, le sopracciglia che si muovono irrequiete, la bocca
serrata e le apnee sempre più lunghe.
Le
gambe incrociate sul tappeto, i pensieri a rincorrere le note, i
sentimenti a volare nell’aria.
E il
silenzio rincorre la melodia.
Con
l’archetto, Ermil alza il viso sognante di Fedor.
-Per
te- gli sussurra.
Note
dell’autore:
Salve,
miei cari lettori!
Tutto
bene?
Non so
perché l’abbia scritta, veramente. Stavo
ascoltando “Juliet” di
Emilie Autumn, ed è uscita questa roba qui…
Qui,
in ogni caso, ho cercato di far trasparire gli stati d’animo
attraverso le note, i gesti, la neve. Ermil e Fedor si rivelano
soltanto alla
fine, come se fossero un tutt’uno con gli elementi precedenti.
Spero
vi sia piaciuta!
Un’ultima
cosa prima di salutarvi: qualche giorno fa ho scritto
l’ultima
Elucubrazione. Non so quando la raccolta finirà, ma se ho
scritto quella che
sarà l’ultima drabble, significa che non dovrebbe
mancare molto. Almeno in
teoria, perché non so nemmeno io come evolverà
l’intera faccenda ^^’
Ok, ho
finito :)
A
presto!
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Capitolo 26 *** Sesso ***
-Sesso.
-Vieni
qui…- sussurra Fedor ad Ermil.
Si
avvicinano sul letto, a gattoni.
Lo
prende e lo fa voltare: -Che cosa vuoi fare?- chiede.
Fedor
gli chiude gli occhi con una mano, afferra il pizzo nero e fitto
di una giarrettiera e glieli copre.
Ermil
posa la testa sulla sua spalla, e gli sorride, vedendolo come
nessuno lo ha mai visto.
Con
delicatezza Fedor lo fa stendere.
Dentro.
I
gemiti assecondano i gemiti, le spinte danzano con
le controspinte, le mani si intrecciano.
Fedor
passa una mano sulle labbra di Ermil, che apre
la bocca e lecca.
Un
gemito, due.
Sesso.
Note
dell’autore:
Buongiorno
a voi EFP people!
La
drabble di oggi, beh… Eccola qui. Forse è la
più
insolita dell’intera raccolta, per scriverla ho dovuto usare
molti “veli”.
Alzerò,
in ogni caso, il rating ad Arancione, onde
evitare polemiche o similia! Ma questo credo non vi interessi.
Per
scriverla mi è stata d’aiuto “For Your
Entretainment” di Adam Lambert – ancora lui,
sì.
Ma la domanda ora sorge spontanea: perché Ermil e Fedor hanno una giarrettiera? Non lo so, chiedetelo a loro!
Oddio,
queste note fanno davvero cagare!
Ok, la
smetto.
A
presto!
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Capitolo 27 *** Pensiero sfuggente ***
-Pensiero
sfuggente.
Nei
tuoi occhi c’è la bellezza del peccato.
Il
fascino dell’inferno,
della dannazione,
della passione.
Nella tua voce
c’è il fascino dell’urlo.
La
grazia della sofferenza,
del malessere,
della vita.
Nei
tuoi respiri c’è l’orrore di
un’esistenza.
L’affanno
dell’ennesima
guerra inutile, della stanchezza.
Nelle
tue lacrime c’è la gioia del sollievo.
Lo
sfogo per il troppo
sopportato, da sopportare.
Forse
c’è così tanto bisogno di
amare, in te, in me.
Forse
è il così tanto bisogno di dare
e ricevere amore a renderci
instabili, a far vibrare le nostre corde, le nostre dita.
O
forse dobbiamo solo evadere, fuggire.
Stacco.
Note
dell’autore:
Ascoltate
“Weapon” di Matthew Good mentre la leggete. Solo
questa
raccomandazione.
Ecco
il link: http://www.youtube.com/watch?v=eo1hY2qNd3Y
A
presto!
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Capitolo 28 *** Addio ***
-Addio.
Fedor
pizzica con mano tremante le corde del violino bianco di Ermil.
Le
note si perdono incerte nell’aria del cielo notturno: le
stelle del
Grande Carro brillano, beffarde e indifferenti a tanta sofferenza.
La
brezza accarezza il viso segnato di Fedor, gli asciuga le lacrime
ma non il dolore.
Una
timida luna evanescente stenta e brillare: sembra più
pallida del
solito, come se fosse stanca.
Si
inginocchia davanti la lapide, Fedor.
Il
terreno è oscuro, freddo, duro come le amarezze della vita.
Altri
singhiozzi, altre lacrime.
Un
bacio sulla pietra, e vi posa davanti il violino.
“Addio,
Ermil, amore mio!”
Note
dell’autore:
Buongiorno
raga!
Ricordate
che nella drabble 25 “Per te” dissi di aver
già composto l’ultima
drabble? Bene. Eccola qui. Ve la presento, nuda e cruda come solo le
parole
sanno esserlo.
In
conclusione di tutto ciò, cosa posso dirvi?
Per
quel che mi riguarda è stato un cammino,
un’evoluzione, anche
doloroso. Mi sono esposto come non ho mai fatto. Come ha detto un mio
amico,
anzi, il mio fratellino, in queste parole sono arrivato a strapparmi
addirittura la pelle.
Ringrazio
tutti, chi ha seguito, chi ha preferito, chi ha recensito,
chi ha semplicemente letto e basta. Non starò qui a fare i
nomi un po’ per
pigrizia, e poi anche perché ognuno sa che ruolo ha
ricoperto in questa
situazione.
Grazie
di cuore, per tutto!
A
presto :)
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