Io e il Regno

di Bonny90
(/viewuser.php?uid=127691)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** L'inizio ***
Capitolo 3: *** la notizia ***
Capitolo 4: *** Una strana lettera ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Irlanda. Nel mio paese si dice “ se cammini in un bosco e non trovi più la via per casa… hai come guida un pixie” Ovvero un folletto amante della natura ma terribilmente dispettoso, trasformista e ingannatore. Ma se sai amare la natura e gli animali lui ti porterà fortuna, e da buon amico ti guiderà e aiuterà nelle difficoltà della vita.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** L'inizio ***


Al tempo avevo solo sedici anni ero molto intelligente e intraprendente, ma non lo dimostravo assolutamente. Come per molti adolescenti vedevo il mondo come una prigione e gli adulti erano i miei carcerieri, ed è per questo che io Aislinn, nata in Irlanda da madre dottoressa e padre avvocato, mi ribellavo alle loro sciocche regole e credenze, e mi ritenevo una loro nemica a tempo pieno. Benché la mia migliore amica mi mettesse spesso in guardia io non mi rendevo conto di tutto il danno che facevo non solo agli altri ma anche a me stessa, questo perché i miei genitori non mi avevano mai punita seriamente e quindi col passare degl’anni io divenni una vera e propria tepistella silenziosa e solitaria. Ma tutto prima o poi deve finire e dopo un anno scolastico (frequentavo il terzo anno nella scuola pubblica della mia città) passato all’ insegna di “accidentali” incendi e altre cosucce per me divertentissime,il preside richiese la presenza di mia madre per un colloquio che durò più di due ore, dopo di che lei decise di punirmi e di mandarmi in rieducazione dalla sua vecchia prozia Morgana. Che a mio parere viveva in una villa dell’ orrore in un luogo dimenticato non solo da dio ma anche da tutti gli altri dei che la storia abbia mai conosciuto. Non vi era ne telefono ne televisione. Era situata in mezzo a una radura circondata da un bosco di cui nessuno pronunciava il vero nome, ma tutti nel paese giù a valle lo chiamavano il “ REGNO”. Non vi ero mai potuta entrare. Da piccola ci provavo certo! ma la mamma mi bloccava sempre, da quando una volta vi ero entrata e mi persi; io e mio fratello giocavamo a nascondino e mi nascosi fra gli alberi. Scese la notte e non riuscii più a trovare la strada. Mi misi a piangere e fu allora che vidi un bagliore non troppo lontano, e da brava bambina pensai che fosse una lucciola,mi misi a seguirla per un po’ finché come per incanto mi trovai davanti la zia che mi prese per mano e mi portò nella villa dove i miei genitori mi cercavano nelle varie stanze. Lei li avvisò e corsero tutti ad coccolarmi, non avevano neanche la forza di sgridarmi da quanto erano felici di rivedermi. Da quel giorno io provai sempre a tornare nella foresta ogni volta che potevo e che il sole era alto in cielo, ma la mamma o la zia mi fermavano sempre anche se quest’ultima contro voglia io non ci pensavo ma era come se lei volesse che scoprissi cosa succedeva dentro i meandri di quel bosco così imponente e buio.Col passare degli anni però dimenticai tutto: le lucciole la zia apparsa come per magia e la paura che avevo provato quella notte. Ma nonostante tutto quel bosco mi piaceva e mi attirava e mi attira tutt’ora.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** la notizia ***


Quando mi informarono che avrei passato lì tutta l’ estate mi sentii mancare, la giornata di persè non era andata benissimo ma questa notizia fu come una doccia ghiacciata, tanto gelida da bruciare. Volevo urlare tutto il mio dissenso per quella decisione presa senza me. Volevo piangere ma vivevo in quella casa da troppo tempo e ormai avevo imparato a tenermi tutto dentro e a sopportare. L’ ultima volta che avevo pianto fu quando avevo dodici anni e mio fratello maggiore morì in un incidente d’auto con degli amici. Non piansi neanche quando i miei si separarono l’anno dopo. (ma mi sto dilungando troppo. Torniamo alla storia). Non volevo andarci da quella zia vecchia come il mondo e totalmente pazza, mi morsicai la lingua e cercai di portare avanti una discussione ragionevole da sedicenne a adulti. Guardai in faccia mia madre, dritta negli occhi per farle capire che lei non doveva mandarmi via,che era una cosa totalmente ingiusta, dissi:- Mamma mi sembra assurdo…. Questa non è una punizione ma un tentato omicidio alla mia persona. Quel posto è sperduto e fa paura, poi la zia Morgana è completamente em….. come dire…. Pazza!!!! Non ci sono mai andata da sola e non ci voglio andare!- Il nuovo marito di mia madre si stava sbellicano dalle risate, secondo me gli piaceva vedermi in difficoltà, ma smise subito e con un sorisetto ironico disse:- Aislinn, Aislinn non ci puoi fare niente! Noi siamo i tuoi genitori e dato che non sei maggiorenne decidiamo noi cosa è meglio per te. – quello che è meglio per te vorrai dire- Pensai -senza me fra i piedi vi potrete divertire!!- e dato che siamo anche in maggioranza tu andrai da tua zia. Ci avresti dovuto pensare prima di: dare fuoco all’aula di scienze, picchiare delle tue compagne e…. prese a leggere una lista compilata dal preside…. Bucare le ruote e pasticciare la macchina della professoressa di latino, imitare il preside davanti a tutta la scuola e….Oh oh oh!! Questa poi non la sapevo… hai fotografato due professori che si baciavano e dopo aver fatto le fotocopie le hai attaccate in tutta la scuola.- E si! Che genio! Che scoope! Pensai – e la lista non finisce qui! –continuò lui- ma come hai fatto a non essere bocciata??- Fissò mia madre che disse: - aveva ottimi voti e poi non è stata mai colta in fragrante solo alla fine dell’ anno una lettera anonima ricevuta dal preside gli ha fornito le prove per accusarla definitivamente. Lui tornò a guardarmi raggiante come non mai:- Mi stupisco che non ti abbiano arrestata!! Io l’ avrei fatto!!- Io mi alzai di scatto, tutta la mia pazienza era svanita in un colpo con rabbia gli risposi:- E te pareva ex poliziotto dei miei stivali!!! Chi cavolo sei per giudicarmi?!? Ti sei sposato con la mamma da un anno e gia pretendi di essere “un mio genitore” ma fammi il santo piacere vai a quel paese! Non sei mio padre e non lo sarai mai!- Avevo superato il limite mia madre mi assestò un mega-schiaffo in piena guancia destra. Non mi aveva mai picchiata fino ad ora, avevo mandato una ragazza pon-pon all’ospedale con il braccio e il setto nasale rotto ma lei niente non mi aveva neanche toccata con un dito. E ora? come mai mi aveva alzato le mani? Dopo tutto avevo detto quello che pensavo, ed era vero lui non era mio padre. Col viso rosso per metà le dissi - La verità fa male vero?? Accettalo lui non è e non sarà mai mio padre. Vi potrete anche risposare mille volte, ma anche se tu e papà vi siete separati la mia famiglia, o come la vuoi chiamere, è formata da te e mio padre Pool (Pool non George) dato che Jason non c’è più - Detto questo me ne andai in camera mia. Sentii mia madre piangere, e mi dispiacque tantissimo,potevo mostrarmi forte e testarda quanto volevo, ma le volevo bene, ilmio vero problema era lui; lo odiavo a morte. Mi sdraiai nel letto, ormai consapevole che sarei dovuta partire anche se non volevo. La mattina dopo mi alzai presto per preparare la valigia; la estrassi da sotto il letto e la aprii, ci infilai svariate cose: dei vestiti puliti, dei completi intimi, fogli penne e matite colorate per disegnare, dei libri e qualche fumetto, che già da un po’ avevo comprato ma che non ero mai riuscita a leggere, un lettore cd e i miei cd preferiti, il mio pupazzo, e la scatolina con dentro la matita per gli occhi gli anelli le collane i bracciali e le varie polsiere che di solito mettevo. Chiusi il tutto e trascinai la valigia a fianco alla porta di ingresso, poi andai a farmi una lunga doccia e mi preparai per partire.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Una strana lettera ***


Un ora dopo eravamo in viaggio.
L'atmosfera nella macchina non era certo una delle migliori della mia vita, io avevo un diavolo per capello e mia madre ne aveva due. Non mi aveva ancora rivolto la parola dopo la discussione del giorno prima, ma io non ci feci molto caso. George invece era di ottimo umore fischiettava allegro battendo le mani a ritmo sul volente di quella macchina che mi trascinava lontano dalla civilà;, pensai: brutto cretino!! Ti diverti vero?? Le mie vacanze saranno un disastro mentre le tue un vero spasso!! Ti odio!! Verme!!.
Mi misi ad ascoltare musica per distrarmi e mentre i Queen mi cullavano con la loro musica il mio sguardo cadde su una scatola poggiata con cura vicino a me nel sedile posteriore. Senza farmi notare l' aprii con cura.
Dentro vi era uno specchio con attorno una bella cornice di legno tutta intagliata con dei strani motivi floreali. Pensai fosse un regalo per la zia, lo presi e osservai il mio viso riflesso.
Quello che vidi fu il viso di una ragazza abbastanza carina ma non troppo, coi capelli neri; per fortuna ho preso da mio padre che è inglese e non irlandese se no sarei come la maggior parte di loro!! Capelli rosso-arancione e molto crespi, come mia madre, o come era il mio fratellone, con un colore che variava dal castano all'arancione, una cosa indescrivibile. Io li portavo corti sopra le orecchie, i miei occhi erano verdi con delle piccole venature argentate. Facevo nuoto da sempre,ero scura di carnagione per il troppo sole preso durante l'estate, la mia pelle rimaneva color ebano anche durante l'inverno e di questo ero felice e fiera, non ero mai pallida o giallastra. Sempre grazie al nuoto avevo un fisico robusto e forte, non ero ne magra ne grassa, ero normale.
Guardandomi bene notai che come al solito ero vestita quasi del tutto di nero, ormai non ci facevo più caso, il nero il rosso e il viola mi piacevano, mi sentivo quasi protetta. Ma questo mia madre non lo tollerava diceva che assomigliavo alla zia Morgana, anche lei vestiva con colori sempre molto scuri, e io puntualmente mi offendevo e le dicevo:-Io non sono come lei, non sono ne pazza ne vecchia - Ma lei insisteva e perseverava nel comprarmi magliette rosa o gialle pur sapendo che non le avrei mai messe. Riposi lo specchio nella scatola e per la prima volta notai una lettera che la mamma aveva scritto per la zia, la aprii e la lessi. Diceva:
Cara zia
Ti mando mia figlia Aislinn come tu mi hai proposto, durante l'anno hai ricevuto delle lettere in cui ti ho spiegato la nostra situazione, la ragazza ha avuto troppi problemi a scuola,studia ed ha dei bei voti, ma ha una pessima condotta; ha danneggiato più di una struttura e non rispetta il volere dei professori. Io non so più come comportarmi con lei e la sua voglia di distruggere, inoltre non ho la forza per farmi rispettare e per punirla severamente. Sorrisi amareggiata e pensai:
Hai acetato di mandarmi all'inferno e pensi che non sia una punizione degna di un educatrice severissima e senza cuore? Allora sei fuori strada bella!!!! E no! Mammina credo che in fondo tu sappia come farmi stare buona. Basta la zia Morgana.
Ripresi a leggere: -Ti chiedo zia cara di spiegarle che così facendo si farà del male, insomma, falle dare una regolata (con me ci sei riuscita in meno di due settimane. Con lei tutta l’estate penso che basti), solo con te sono sicura che riuscirà a calmarsi, istruiscila su ciò che pensi sia necessario e falla studiare. Ma ti scongiuro NON mandarla nel Regno. Sai che è pericoloso, non ci deve neanche mettere un dito fa quegli alberi. Conto su di te e la tua saggezza.
A presto Iris.

La curiosità mi assaliva e così anche la mamma era stata mandata in rieducazione dalla zia, chi sa perché e quando, ma la domanda che più mi assillava era un'altra. Alzai lo sguardo dalla lettera e tossicchiai per attirare l' attenzione su di me. Mi rivolsi a mai madre con aria innocente e chiesi:- Mamma. Senti. Come mai non si può entrare nel bosco? E perché tutti lo chiamano il Regno? in somma é solo un bosco no? Ora sono grande. Direi che ormai potrei anche entrarci-
Lei si girò verso di me, era pallidissima nei suoi occhi vidi la paura e l'apprensione, ma comunque si diede un contegno e a bassa voce disse:- Cosa sono tutte queste domande sul quel bosco!!! Sappi solo che é un luogo pericoloso e oscuro. Non voglio che tu ci vada! Ti potresti perdere!! S'interruppe per un secondo poi continuò:- Giura! Giura che non ci metterai neanche un piede fra quegli alberi -Io non risposi- GIURALO!!!!!- Aveva urlato, era da molto che non la sentivo urlare e quasi mi prese un colpo. Dissi:- S-si non ci andrò. Te lo prometto-. Lei rincuorata si giro e tornò a sedersi bene. Quando fui sicura che non mi vedesse tolsi la mano dalla tasca e disincrociai le dita; quello era un segno evidente che non avrei mai mantenuto la promessa fatta a mia madre. Non volevo che lei fosse in pena per me ma quel bosco che fino ad allora mi era stato vietato ora  mi attirava, esattamente come il miele attira le api.
Il Regno mi attirava terribilmente e sopratutto sapevo che mi stava aspettando. Attendeva me e il nostro incontro sempre più prossimo.

.......

Salve a tutti!!!
Questo é il quarto capitolo, mi dispiace siano così brevi, ma come ho scritto nella presentazione, sono bloccata. Avrei veramente bisogno di voi e dei vostri consigli!!!
Grazie dell'attenzione.
Bonny *-*

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=685304