E se ciò che detto non bastasse? - Volterrae

di D a p h n e
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. Testimonianza di uno sconosciuto ***
Capitolo 2: *** #1 Rose e crisantemi neri [Jane] ***
Capitolo 3: *** #2 Perché tutto può sorprenderti [Afton] ***
Capitolo 4: *** #3 Vendetta [Caius] ***



Capitolo 1
*** Prologo. Testimonianza di uno sconosciuto ***


Avete mai pensato che ciò che zia Steph abbia scritto in Twilight sia troppo poco?
Avete mai avuto l'impressione che la storia sia un po' troppo il manifesto della "Bellamania"?
Non avete mai desiderato sapere qualcosa in più sui personaggi minori e specialmente sui "Volturi"?
Beh, se la pensate come me, eccovi servita una serie di one-shot pronte per voi!! :)



Terrore e morte.

 

     Terrore e morte era tutto quello che rimaneva della faida.
     Corpi umani dissanguati fino alla morte e pire dall’odor del miele bruciano alte.
     Vladimir & Stefan non ci sono più, i Volturi hanno preso il loro posto e ci promettono una vita migliore. Pf! Certo come no, la nostra è una non-vita e noi siamo di natura vagabonda, ribelle e vendicatrice. Non possiamo sottostare a regole.
Siamo vampiri.
     Se vogliamo qualcosa dobbiamo prendercela, le leggi non sono niente. Decine di miei amici sono morti per niente e io sono scampato solo perché ho finto di unirmi a loro. Ma non possiamo sottostare a questi pazzi furiosi che credono di poterci governare. Aro, Marcus e Caius sono niente, e lo capiranno presto.
Per ora comunque, è meglio lasciarli fare. La vendetta va servita fredda e loro sono troppo forti. Hanno forze potentissime in serbo: Jack –l’inglese -è capace di dominare il fuoco, Alèxander –il russo- controlla i gesti e la mente grazie ad una specie di ipnosi e Matilde –l’italiana- può tenerti lontana con la sola forza del pensiero. Per di più, si stanno aggiungendo sempre più persone alle file dei Volturi. Nessuno può ritenersi libero finché sono in circolazione, perciò, meglio attendere. Ci volessero tremila anni, riusciremo a riottenere la libertà negataci ai tempi della creazione!
     Ora devo solo attenermi alla nostra missione e la cosa, mi piace alquanto… dobbiamo liberare gli umani dal ricordo, e l’unico modo è anche il più semplice: uccidendoli. Banchetteremo con i loro corpi e non rimarrà nessuno nel raggio di miglia e miglia.
     E seppur qualcuno riuscisse a fuggire, penseranno a tutto ciò come un sogno… la loro mente è così fragile, così tenera e friabile… come un biscotto.
     Ecco, la mente umana è un biscotto. Ed io, i biscotti li mangio a colazione.

     Oh… eccone uno. Mi preparo, mi faccio avvolgere dal suo delizioso profumo e salto.
 





Brevissimo capitolo, l'intenzione era di scrivere una Drabble, ma sono troppo prollissa e non ci riesco, perciò, ne è venuta fuori questa flash-fic! :)

Come avrete capito, sono i pensieri che immagino abbiano avuto la maggior parte dei vampiri dopo la vittoria dei Volturi su Vladimir&Stefan. Lui però, si è anche unito ai Volturi per riconquistare la sua libertà! Chi sarà?
Ah!! :) Quasi dimenticavo!! Sto scrivendo una storia parallela a questa, su tutti gli altri personaggi della saga E se ciò che detto non bastasse? :)
Spero di trovarvi anche lì! :D


Kiss kiss, Daphne*

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Capitolo 2
*** #1 Rose e crisantemi neri [Jane] ***




IL SEGRETO.


In paese la chiamavano “La piccola” ma era molto più matura di quanto desse ad intendere, anche perché, se vieni venduta con il tuo gemello da tua madre ad un mercante di schiavi –nemmeno troppo gentile- a quattordici anni e poi, portata dall’Inghilterra a Firenze, dove vieni donata ad un nobile che ti utilizza come sguattera, puoi sembrare l’agnellino più docile, ma sarai sempre più matura degli altri.
Perciò in quei due anni lei aveva capito più cose di quanto il suo padrone settant’enne –che non si capiva come abbia fatto a raggiungere quell’età- ne aveva realizzate in tutta la sua vita. Fra queste, aveva capito anche che a svelare i propri segreti si corrono troppi rischi. Era per questo che teneva nascosto il proprio –ed anche perché se l’inquisizione l’avesse scoperto, l’avrebbero bruciata al rogo per stregoneria, nonostante lei con la stregoneria c’entrasse ben poco-.
Cos’era questo grande Segreto? Sinceramente non era mai stata in grado di cantarne le lodi neppure lei, ma io ci metterò tutto l’impegno possibile.
Lei era brava a avvertire e scagliare ecco. Va bene, detta così sembra che io vi stia tirando una gran fregatura, ma se aggiungiamo che lei era capace di avvertire i punti deboli delle persone e a scagliarli contro di loro, qualcosa cambia.
Un esempio? Se “la vittima” da piccola aveva un padre che la picchiava lei lo percepiva –come se glielo leggesse nel pensiero- e riusciva a riprodurre la sua stessa espressione. Oppure, se questa aveva un amico morto da poco, lei ripeteva le sue stesse parole in modo da farla star male. Tante piccole cose insomma, ma le emozioni cominciavano a bruciare dentro tanto che avrebbe pianto anche Ugolino.
Strano a dirsi però, lei riusciva a stare giorni e giorni senza pensarci mai. Anche quel giorno era così, soprattutto quel giorno. Leò –l’affascinante stalliere, del quale era innamorata dal primo giorno in cui era stata portata a palazzo- l’aveva finalmente chiesta in sposa a suo fratello Alec che –ovviamente - aveva accettato.
In quel momento stava correndo dalla sua amica Rachele per darle la grande notizia, quando incontrò un ragazzo con un mantello di un grigio molto scuro. Era pallidissimo, i suoi occhi erano neri come la pece con piccole sfumature rosse al centro: era bellissimo.
Il ragazzo le girò attorno e lei gli sorrise “cosa voleva quell’uomo da lei?”, poi tutto d’un tratto, qualcosa la colpì alla nuca.
Era morta? Ricordava solamente un gran dolore, poi vide Alec. Cosa ci faceva lì Alec? Era morto anche lui? Possibile? Poi si sorprese ad urlare. Questo voleva dire che lei non era morta, ma suo fratello? A quanto pareva, era solo svenuto ma quando provò a chiamarlo non rispose. “Respira Jane, respira” si impose, poi vide un’ombra nera, più scura del resto della stanza… alzò lo sguardo: erano fiori, di un profumo assuefacente. C’erano rose e crisantemi neri.
Era uno stupido scherzo? Qualcuno si stava prendendo gioco di lei, era ovvio, oppure… oppure era morta davvero. No, non poteva essere. Cercò di chiamare ancora Alec e dopo pochi minuti che le parvero ore, lui si destò.
<< Che brutta botta. >> botta?? Anche lui?
<< Come botta? Hanno colpito anche te? Un uomo biondo dagli occhi neri, vero? >>
<< Beh, non proprio, era una donna. Con i capelli neri ed un incantevole profumo di fiori. >> rispose ridendo lui, chissà cosa si erano detti. Ma come faceva ad essere così calmo? Lei appena si era svegliata stava per cedere all’isteria!
<< Bene… ecco i nostri due fratelli. >> cinguettò l’uomo battendo le mani. Appena uscì dall’ombra Jane se ne accorse: era l’uomo più dannatamente bello che avesse mai visto. I suoi capelli erano lisci e neri come la pece, il suo volto del bianco più luminoso che avesse mai visto e i suoi occhi era rossi. Rossi? Era davvero morta e scesa all’inferno allora! Beh, si disse con un sorriso malizioso, se quello era l’inferno, ci sarebbe rimasta per sempre, a patto di avere quella visione costantemente sotto gli occhi ovviamente.
<< Vi piace la mia scenografia? >> chiese un po’ deluso, si era aspettato una reazione diversa dai due che però, lo guardavano come se la madonna fosse apparsa loro. Sapeva di essere bellissimo, ma un po’ di originalità, please! Beh, forse era un po’ troppo pretendere originalità dopo duemilacinquecento anni di vita, ma per quei due prospettava grandi cose e sperava che almeno loro lo stupissero. Invece loro no, gli risposero solamente << Quale scenografia? >>
Cominciava a spazientirsi, ma era Aro dei Volturi e non sarebbe stato se stesso senza la sua proverbiale pazienza. Perciò nascose la sua irritazione e declamò << I fiori ovviamente! >>
I fiori? Ah sì! Le rose e i crisantemi neri!! Non sapeva cosa rispondere, e con quella visione dell’uomo dinanzi, le era letteralmente impossibile pensare cosa dire, per fortuna Alec fu più veloce –beh, lui non aveva una bella donna a fissarlo, ovvio che riusciva a pensare-. < Oh, non ne avevo mai visti di questo colore > originale come sempre, vero Alec?
Poi, d’improvviso realizzò la situazione: perché era lì? E chi era quell’uomo che la fissava e che invece di dirle cosa diamine ci faceva lì, parlava di fiori??
<< E tu chi sei? >> ruggì Jane, quasi senza volerlo.
<< Finalmente una reazione, vedo!! >> batté ancora le mani, ma cosa aveva da essere così felice? E cosa cavolo aspettava? Che si mettesse a piangere e strapparsi i capelli implorando di chiamare la mamma? Beh, non l’avrebbe mai fatto. Primo perché era troppo orgogliosa e secondo, sua madre era una stronza ed oltre a non conoscere più dove viveva, Jane di lei non si fidava più -iniziava ad essere nervosa, e nonostante Aro allora non potesse saperlo, se Jane è nervosa, non ce n’è più per nessuno-
<< Ma che dolce caratterino!! >> disse Aro che le leggeva sul volto tutto ciò che provava. Fin troppo facile riconoscere le espressioni umane! Leggere negli occhi di un vampiro, quello si che era difficile! Lui però, non aveva mai avuto di questi problemi: gli bastava un tocco e gli si apriva un mondo!
Sarebbe stato bello giocare con quei due bocconcini, pensò Aro, ma era lì per affari << Sono qui per farvi una proposta >>. Vedendo i due non reagire aggiunse << Voglio concedervi l’immortalità. >>
Immortalità? Sai che palla! Sì, Jane era stata sempre il tipo da “vivi e lascia vivere” ma l’immortalità non le era mai piaciuta, chissà perché… comunque rispose << Perché? Cosa abbiamo noi da offrirle, signor…? >>
<< Aro, mi chiamo Aro. E voi avete da offrirmi molto più di quanto mai immaginiate: la vostra fedeltà ed i vostri poteri. >>
<< Lei cosa sa dei nostri poteri? >>
<< Oh, io conosco molte più cose di quante voi ne possiate immaginare. >>




Allora ragazzi, cosa ne dite? Dalla mia testolina è uscito qualcosa di decente?? *_* *occhioni dolci pieni di speranza*
Spero di si, perché mi sono davvero impegnata!! :)

Ah, se ve lo state chiedendo, Ugolino è il personaggio che Dante incontra nella Divina Commedia e che (stronzo) mangiava i propri figli!
Detto ciò, tanti baci!
La vostra D* :)

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Capitolo 3
*** #2 Perché tutto può sorprenderti [Afton] ***






L'amore secondo Afton






L’amore è una galera. A detta di Afton per lo meno.
L’amore non vale niente, è solo quella cosa che si dice di provare, quando si è stanchi di restare soli o si ha voglia di avere un figlio. Lui era un vampiro e non poteva avere figli, inoltre faceva parte della guardia dei Volturi e stare solo per lui, era come cercare di andare sulla Luna. Perciò, dell’amore non gl’importava, a meno che, non fosse una delle sue storie di letto.
Era una filosofia strana la sua, ma lui era convinto che se in più di cent’anni –si, per essere un vampiro, era molto giovane il ragazzo- niente e nessuno era mai riuscito a fargli cambiare idea, doveva essere davvero così. All’inizio Didyme e Athenodora avevano fatto di tutto per stravolgere la sua visione della cosa, ma dopo una decina d’anni avevano capito che era troppo testardo e finché non l’avesse vissuto sulla sua pelle, all’amore non ci avrebbe mai creduto. Era un vampiro adulto e vaccinato infondo –emh no, vaccinato no, nel ‘600 non esistevano ancora i vaccini, ma va be’- e poteva credere e pensare quel che voleva. Continuavano a sperare comunque, i vampiri non si arrendono mai.
Dopo centosedici anni dalla sua trasformazione però, Afton dovette ammettere che Athenodora e Didyme avevano ragione. La pazienza paga, no?
Lei era alta, mora e con gli occhi rossi, ovviamente. Era entrata nel grande salone con Aro ed Eleazar e con loro rideva, come se facesse parte della guardia da anni. Un rapido sguardo con i suoi sensi da vampiro, gli lasciarono impressi i tratti del suo volto: erano dolci e pronunciati allo stesso tempo, i suoi occhi leggermente a mandorla si intonavano perfettamente al suo nasino leggermente all’insù. Sembrava una di quelle ricche signore dell’antica Grecia, forse lo era. Pensò che appena lei fosse entrata definitivamente nella guardia, sarebbe stata perfetta per una delle sue storie di letto, probabilmente avrebbe superato anche Heidi… certo, prima avrebbe dovuto provare ma…
Il saluto di Aro interruppe le sue… chiamiamole “riflessioni”.
<< Afton, ti presento Chelsea! E’ scozzese, ma parla un fiorentino perfetto! >> disse con il suo solito sorriso colloquiale, sembrava quello di quando aveva portato a termine uno dei suoi piani e gustava la vittoria. Qualcosa però, gli diceva che non era felice solo per aver trovato un nuovo membro della guardia. La osservò ancora una volta, cosa doveva dire? Se non volevi che la cosa generasse in rissa o provocasse imbarazzi, con ogni membro guardia dovevi osservare un comportamento diverso. Ricordava che quando vide per la prima volta Felix, ad esempio lo salutò rispettoso –il fatto che fosse stato Caius a farlo entrare, diceva che era un tantino pericoloso- ma lui gli scoppiò a ridere in faccia!! Con Renata invece, aveva cercato di baciarla sulle guance –come si conveniva con le fanciulle ai tempi- e venne sbalzato indietro, come una maxi-palla gigante! Questa volta ebbe la fortuna di non doversene preoccupare: lei lo abbracciò calorosa, nemmeno fossero amici persi di vista da tempo!
Ma cosa aveva quella ragazza? Afton aveva sentito un brivido scorrergli lungo la schiena (vampiri che avvertono brividi?? Questa si che è nuova!) appena lo aveva toccato! Probabilmente era dovuto alla sua bellezza, anche Heidi all’inizio gli aveva fatto la stessa impressione… o no? Non lo ricordava di preciso. Perché la prima volta era un vampiro appena nato, e lei era andata a servirgli quello che sarebbe stato il suo primo banchetto e lui era così attratto del sangue della sua vittima, che si sentiva quasi ubriaco e se solo non fosse stato un vampiro, sarebbe barcollato.
Ma c’era anche un secondo motivo: il profumo della scozzese era così buono… fragole, ciliegie e… qualcosa di simile alle rose. Si, detta così sarebbe sembrato troppo dolce, ma era semplicemente perfetto!
"Hei Afton!! Sveglia!!!!"  Cavolo era un vampiro centenario! Non poteva cominciare a parlare come un adolescente travolto da una tempesta ormonale!!









Dedicata a "Fila" che ha messo la mia piccola raccolta nelle seguite!! Grazie ^_^ è un po' breve, ma spero ti piaccia!! =)
Ps. Aspetto di sapere ciò che ne pensate! =) Va bene anche “Hei ragazza mi dispiace, ma è meglio che smetti di scrivere perché sei penosa”, perché tanto, non smetterò lo stesso! E prendetela come volete, anche come minaccia se vi va =)

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Capitolo 4
*** #3 Vendetta [Caius] ***



Mi scuso per l’epocale ritardo, ho fatto schifo lo so, ma questa one-shot è stata molto difficile da partorire! Le idee c’erano, ma delineare il carattere di Caius senza eccedere è stato come fare un viaggio sulla Luna più ritorno!! :)
Spero vi piaccia!! :)




Occhi rossi.

     Era il 783 a.C. quando Aro lo trovò. Non aveva idea di chi, o cosa lui fosse ma sicuramente ne era attratto da una forza incontrollabile, e soprattutto, inspiegabile.
     Quell’uomo dal primo momento, diede prova di conoscere tutto di lui, sembrava lo stesse cercando da anni e con pazienza l’aveva seguito da quando ne aveva sedici, fino a quando ne compì venti. Lo vedeva tutti i giorni, era per lui qualcosa a metà fra e un fratello maggiore e un maestro zen, lo aiutava da sempre e lui, non capiva perché. Ma gli si era affezionato e ormai, e nella sua ingenuità, non poteva più fare a meno di lui.
     Qualcosa in quell’uomo però, l’aveva da sempre impaurito e allo stesso tempo, affascinato: il suo non cambiare aspetto negli anni, i suoi lisci capelli nero corvino, la sua pelle fredda come il ghiaccio e, ovviamente, i suoi occhi rosso sangue. Sapeva che era un brav’uomo e ci era così abituato che per lui era diventato normale, anzi, cercava occhi come quelli ovunque, senza trovarne mai. Solo una volta ne aveva visti di simili: nei suoi sogni, prima di conoscere Aro.
 
     Quella notte era andato a letto molto agitato, senza riuscire a comprendere la sensazione di ansia che lo invadeva, e al risveglio ricordava solo di aver sognato una donna bellissima, dai ricci capelli rossi, la pelle candida come la neve e dei glaciali occhi del color vermiglio più acceso che avesse mai visto. Sapeva che c’era qualcosa di cattivo e paurosamente sbagliato in quel sogno e in quello che stava per fare, ma era testardo come un mulo e molto, forse troppo, istintivo.
     Uscì all’alba quel giorno, non l’aveva mai fatto e la brezza mattutina lo sorprese, frustandogli il viso e scompigliando i suoi biondi capelli. Fece un grosso respiro, si abituò al freddo gelido di quella mattina invernale e poi, rimuginando continuamente sul suo sogno, cominciò a cercare ovunque occhi come quelli. Voleva trovarli, ammirarli, sprofondarci dentro. Aveva cercato in lungo ed in largo, anche in quei quartieri dove, un ragazzo della sua importanza non pensava neppure di entrare. Tutto fu vano però.
     Ritrovò quegli occhi in casa sua. Non erano di una donna questa volta, ma di un uomo. Appartenevano ad un mercante all’apparenza molto ricco, il quale raccontava che tutti i suoi schiavi erano morti per difenderlo da una rapina e ora, perso, cercava riparo.
     Nella famiglia, nessuno mai e poi mai avrebbe accettato di far entrare a palazzo, qualcuno che non avesse un certo prestigio e trovarlo lì, lo colse di sorpresa. I suoi genitori erano stati mossi da un atto di improvvisa generosità? Impossibile, erano troppo avidi, forse, erano attratti dal suo seppur bagnato, ricco vestiario, un po’ come le gazze dagli oggetti luccicanti. Forse era stata l’intercessione di Apollo e Atena, oppure era semplicemente destino. A questa domanda, nemmeno dopo tutti questi anni, nessuno ha mai trovato risposta, ma ciò che è certo, è che da quel giorno, la vita di Caius cambiò irrimediabilmente.
     Dopo un breve soggiorno a palazzo, l’uomo –Aro si chiamava- annunciò che era stanco di viaggiare e che i pericoli da mercante, si erano fatti troppo gravi per lui. Chiese perciò, ad alcuni servi dei Signori di portare lì gli averi e le due schiave che aveva lasciato ad Atene.
     Quando questi –dopo settimane di viaggio- arrivarono, sorpresero tutti. Erano tre anonime carrozze con le ruote, piene però, di ogni oggetto immaginabile. Manufatti lussuosi, raffinati e costosissimi. Erano pietre preziose, eleganti tappeti orientali e piccoli cimeli provenienti da ogni parte del mondo. Le due serve però, furono ciò che sconvolsero tutto il paese: erano bellissime, simili e allo stesso tempo diverse. Una – Athenodora l’aveva chiamata Aro- aveva il naso piccolo, i capelli castani con delle piccole sfumature rosse, alta e longilinea, Didyme invece era più bassina, con il viso a cuore e i capelli di un nero intensissimo. Sarebbe potuta passare per la sorella gemella di Aro se avesse voluto, ma non solo per il colore dei suoi capelli. Le due serve infatti, avevano molti tratti in comune con il loro padrone: la pelle bianca e splendente, gli zigomi stanchi e soprattutto, gli occhi rossi.
 
     Tutto questo però, non lo ricordava. Non ricordava il momento in cui la serva Athenodora l’aveva affascinato, non ricordava più l’amicizia che lo legava ad Aro con una corda a doppio filo, non riusciva a pensare a quando Didyme gli aveva confessato di non essere una serva, promettendogli anche una vita di cambiamenti e di potere.
     In quel momento pensava solo al dolore, bruciante e lancinante. Pensava al fuoco che gli ardeva nel petto, che raggiungeva il cuore e gli diminuiva i battiti, alla gola che si stava disidratando tanto da impedirgli di respirare e all’odio che provava per chi gli avesse fatto ciò. Non ricordava di chi fosse la colpa, ma non importava. Fosse stato uomo, donna, animale o dio l’avrebbe pagata. Anche contro Zeus in persona si sarebbe vendicato. Avrebbero vissuto il suo stesso dolore, avrebbe implorato di morire o di non essere mai nato. Si sarebbe pentito di avergli fatto questo.
     Ora però, doveva solo capire come fermare il dolore. Doveva capire come bloccare le proprie sofferenze, prima di infliggerle a quel bastardo.
    Poi, vide gli occhi di Didyme sorridergli, Athenodora stringergli la mano e Aro battere le mani.
 

Scusate se rompo ancora, ma volevo annunciarvi che in una delle prossime fic capirete chi sia la donna sognata da Caius e perché Aro ha trasformato proprio lui… per ora, godetevi questa! :)
Baci D*

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