-Si annuncia che il volo BA221 sta per decollare. Si prega i
passeggeri di recarsi all’imbarco numero 5. Ripeto,il volo B………-
Una fredda voce femminile rimbomba tra le pareti
dell’aeroporto,scivolando fuori dai megafoni. Miriadi di persone si precipitano
da parte a parte,in un interminabile andirivieni tipico degli aeroporti.
Nessuno si preoccupa degli altri,camminano dritti verso il loro
destino,dimentichi di tutto. Del Mondo.
Certo,non c’è nessuno che possa comprendere a fondo la
problematica che stiamo affrontando,ma vedere i loro volti sereni,ridanciani,mi
fa venire un moto di stizza.
Da quando ho lasciato quell’ufficio mi sento
libero,proiettato verso il futuro cui anelo dal giorno in cui trovai un vecchio
libro muffito in una cassa tarlata e logora. Da allora ho capito. O meglio,ho
trovato il modo di capire. Il mio caro antenato ha fornito le risposte a un
venticinque avido di domande. Ora mi appresto a cambiare i pensieri in fatti.
Essere un vampiro,il mio sogno nel cassetto. Avere una vita
eterna,non rimpiangendo niente e nessuno. In fondo,io non avrei niente da
rimpiangere. Sono sempre stato solo,fin da quando ero piccolo. Covavo un insano
odio verso tutto e vero tutti. Una profonda gelosia verso i raggi splendenti
del sole e i sorrisi allegri degli altri. Mi sentivo alieno a tutto questo.
Poi ho trovato un mondo adatto a me,dove sanguinose creature
notturne vivono all’ombra della notte. Un vampiro sostiene da solo il peso
dell’eternità. Tutti loro imparano presto la legge del vivere a proprie spese e
del tribolamento della solitudine. Ma una tempra morale come la mia ha già
imparato quanto necessario per vivere autonomamente.
Attualmente,sono compresso tra una ressa di persone
frenetiche che si accalcano verso l’imbarco numero 5. Il mio viaggio comincia
su quell’aereo che accende i motori fuori dalle ampie finestre. I miei compagni
di viaggio sono quattro rivoluzionari archeologi,malvisti dai loro stessi
colleghi. ‘Lunatici’,’folli’ e molti altri aggettivi confacenti a uomini che se
ne fregano dell’etichetta sociale.
Sono tre uomini di buon cervello e aspetto gradevole. Poi
c’è un ragazzino,avvolto in un alone di mistero. Con la sua giovane età deve
essere un prodigio per entrare a far parte di un gruppo che si sposta da Paese
in Paese. Da quanto mi dicono,sembra che abbia una buona parlantina. Posso
comunque giudicare da me la sua notevole bellezza. Sembra uscito da un quadro,o
modellato nella porcellana più fina. Sarà interessante scoprire i suoi segreti.
-I biglietti,signori. Mostratemi i biglietti poi seguite il corridoio……-
Persone e bagagli vengono fatte confluire in un andito
tappezzato di moquette grigio polvere.
Una volta che ogni passeggero si è seduto al proprio
posto,il comandante annuncia il volo e le hostess iniziano a vagare con i loro
carrelli. Noi siamo in prima classe. Max e Daniel sono seduti vicini alla mia
sinistra,mentre Aleandro e Raffaele lo stesso a destra. Sembra che vogliano
tenermi d’occhio anche a chilometri e chilometri di distanza dal suolo.
Che facciano quel che vogliono,a me non interessa
minimamente. Ho bisogno di menti esperte,forbite di informazioni.
Un’intelligenza che queste persone sembrano possedere,insieme a un carattere,se
posso dirlo,abbastanza sprezzante del pericolo. Il ché non guasta.
Rovisto un po’ nelle tasche e mi metto ad esaminare alcuni
appunti. Il linguaggio del mio avo è piuttosto criptico,e per capire le sue
parole è necessaria una lunga e paziente traduzione.
-Desidera qualcosa,signore?-
-No,grazie.- il carrello sferragliando si avvia verso gli altri
posti.
......soltanto la luna
può ciò che neanche la stella del vespro,Lucifero,sa fare. Brillare del buio
della morte,oscurando la luce che è vita per voi,sangue del mio
sangue,immensamente s.........
-Signore,mi scusi.......- e adesso che succede?
-Mi dica.-
-Potrei prendere quel giornale?-
Nella retina del posto avanti al mio c’è un vecchio numero
del Times che sembra aver attraversato la Seconda Guerra
Mondiale. A giudicare dal suo stato malconcio e
umidiccio,qualcuno deve averlo usato anche per soffiarsi il naso o roba del
genere.
-No,tenga pure.-
Lo estraggo dalla retina come se stessi facendo
un’operazione a cuore aperto. E’ tremendamente disgustoso,e non vedo come
questo tizio possa aver voglia di leggerlo. Sempre che riesca a decifrate le
parole nell’inchiostro sciolto........
Dunque,dov’ero rimasto?
......immensamente
simili quanto diversi alle Ombre Notturne. Sento quel buio dilagare in
me,scorrere nel sangue che non è il mio,ma che scalda la mia salma. Sono un
ladro di vita. Oh Jiulius,maledetto sia il giorno in cui i tuoi occhi
brillarono nei miei!Le lusinghe di Satana hanno così..........
-Signore,le consiglio di allacciare la cintura,stiamo per
attraversare una turbolenza.-
Oggi ci si mettono d’impegno per non farmi fare nulla.
Mi allaccio questa stramaledetta cintura,così come tutti gli
altri passeggeri intorno a me,con un fastidioso ‘clack’.
.........nel sangue
che.............hanno così bene attecchito al mio cuore,e quando finalmente
Belzebù si mostrò per quello che era,il sole era già tramontato.........
Una turbolenza leggermente più forte sbalza gli appunti e il
diario per terra.
Con un’imprecazione a denti stretti cerco di flettermi
quanto basta per arrivarci,ma la cintura mi mozza il fiato. Dannazione!
Le turbolenze continuano,facendo oscillare il diario come in
una culla. Mi avvicino più che posso,sperando che una fortunata virata lo
riporti tra le mie mani. Non appena mi sfiora i polpastrelli,però,si allontana
come per farmi un dispetto.
Una mano inguantata di nero lo raccoglie e se lo rigira un
secondo tra le mani come per soppesarlo. E’ il tizio del Times lurido.
-Questo le appartiene?-
-Si,grazie.- mi affretto a rispondere mentre me lo porge.
Ora che lo guardo meglio posso intuire perché volesse
leggere quel giornale. Deve essere un tipo strano,forse uno di quegli
eccentrici europei che vogliono dare l’impressione di sapere l’inglese a mena
dito. E’ completamente vestito di nero:giacca nera,pantaloni neri,mocassini
neri,guanti neri,e un paio di grandi occhiali da sole a mosca. Pochissimi
centimetri di pelle sul suo volto rivelano una carnagione lattea,in netto
contrasto col suo abbigliamento.
Non riesco a vedere i suoi occhi,ma sento l’impulso
irresistibile di strappargli via quegli occhiali. E’ come se li potessi
sentire:magnetici,profondi e attraenti.
Lo sconosciuto si volta dall’altra parte col mio totale
disappunto. Sarei rimasto ore a “sentire” il muto grido dei suoi occhi.
Torno di mala voglia sui miei appunti. Mi sento come se mi
avessero staccato bruscamente il cordone ombelicale. E il ché è strano,perché
io sono sempre stato orfano e di certo non ricordo il momento della mia
nascita!
L’aereo atterra con una discesa nauseante,che mi fa sentire
lo stomaco sotto ai piedi. In effetti,non amo usare questo mezzo,lo faccio solo
per necessità.
All’aeroporto ritiriamo tutti i nostri bagagli. Aleandro è
l’organizzatore ufficiale ed è lui che ferma il taxi più vicino e gli indica la
nostra meta.
Nel taxi siamo in cinque più l’autista e ci sentiamo tutti
invadere il nostro spazio vitale. Si vede dall’astio che inizia a permeare
l’aria,tesa come una corda.
-Lei sa che quello non è il posto migliore in cui una
persona desidera trovarsi,non è vero signore?- l’autista(un londinese bruno,con
un completo color petrolio)sembra imbarazzato da questo silenzio costretto.
-Qualunque posto di Londra è ben accento per noi.- risponde
prontamente Aleandro. –La periferia non ci spaventa,giusto?-
La domanda è indirizzata a noi,ma nessuno risponde. Qualcuno
accenna distrattamente con la testa.
-Bè,i miei colleghi non sembrano essere molto in vena di
chiacchiere oggi. Dovremmo esserci quasi.-
Svoltato l’angolo,infatti,il panorama cambia radicalmente. I
bei palazzi raffinati lasciano il posto a vecchi edifici che cadono a pezzi. Le
botteghe,i bar,le vie dello shopping spariscono,inghiottite da serrande
sprangate e bidoni traboccanti di spazzatura. Non c’è traffico,né semafori e le
macchine sembrano parcheggiate accanto ai marciapiedi da anni,tanto più che
alcune non hanno più le ruote o il parabrezza. Sotto mucchi di panni
sporchi,mendicanti,zingari o semplicemente ubriachi e bucomani si trascinano da
un violetto buio all’altro.
La macchina fa una brusca frenata davanti a una delle tante
costruzioni crepate.
-Bene,questa è la nostra fermata. Prendete i bagagli e
andiamo.-
Uscendo,calpesto qualcosa che suona con uno stridulo rumore
metallico:una targa di ferro incurvata con su scritto ‘Hotel’. Penso che una
volta doveva essere attaccata al palo che ora giace semi distrutto all’altro
lato della strada. Inspirando la mia ultima boccata d’aria,mi appresto a salire
le scale con gli altri.
-E voi,dove pensate di andare?Non mi pagate?-
-Ah già,dimenticavo..........-
Aleandro ridiscende velocemente i cinque o sei gradini e si
affaccia dal finestrino del taxi.
-Buon uomo,ma le sa chi siamo noi?-
-No,e non me ne frega un’accidenti!Sganci la grana!-
-Noi siamo gli ispettori del paranormale e siamo venuti qui
per un sopralluogo a una casa infestata.-
-E a me che mi frega?-
-Si da il caso che io sappi parlare con gli esseri sovrumani
e che possa chiedere loro ciò che voglio,ragion per cui,le chiedo di andarsene
senza tante cerimonie.-
-Ma io ti spacco il naso!!Prima mi fate venire in questo
posto dimenticato da Dio e poi neanche mi pagate??E no,bello mio!!- c’era
rabbia nella sua voce,ma anche una crescente sfumatura di panico.
-Io la pagherei,ma di questi tempi sono un po’ a corto di
soldi. Io la prego con le buone di andarsene,ma le se lei rifiuta,mi vedrò
costretto a fare qualcosa di sgradevole.-
-Io non le credo!!Lei sta cercando di prendermi per il
naso!!!-
-Vuole mettermi alla prova?- la sua voce e serafica e
calda,ma ha un che di maligno,di perfido.
Con un ringhio e una bestemmia,il taxi si allontana in
retromarcia. Aleandro sale le scale e ci strizza l’occhio. Eravamo rimasti lì
sulla soglia come idioti per tutto il tempo.
-Fa sempre così.........- sospira in un sussurro
Daniel,stile ‘Ma che ho fatto di male?’
-Qualcosa deve pur fare!Le spese del viaggio e dell’alloggio
sono a carico nostro e i superiori non ci fanno vedere il becco d’un quattrino
fino a lavoro concluso!-
-Lo vedi,Daniel?Max mi appoggia!-
-Perché siete due taccagni!-
-Me lo riverrai a dire il giorno in cui dormiremo sotto i
ponti.-
Per la prima volta da quando li conosco,mi scappa un
sorrisino. Sono molto affiatati,il ché si evince dai loro battibecchi ironici.
D’improvviso,mi accorgo che Raffaele mi fissa come fa un bambino con una
formica. Mi sta studiando,e non è la prima volta. Mi irrita questo
atteggiamento calcolatore. Lo fisso a mia volta. La sua espressione è
indecifrabile. I suoi tratti sottili sono immobili e nei suoi occhi grandi
posso vedere riflessi i miei.
Il cigolio dell’uscio che si apre mi fa voltare. Raffaele mi
imita,puntellandosi sui piedi per vedere chi è.
Un uomo basso e tarchiato si spalanca la porta come se
volesse sfondarla. Sembra uscito da un vecchio film western:camicia aperta che
lascia scoperto un petto sporco e villoso,barba incolta e pantaloni con le
braghe.
-Oh,oh. Giovincelli di primo spullo. Siete stati voi a
prenotare?- ha una voce bassa e roca.
-Si-
Si sposta e ci fa cenno di entrare. Modi da hotel a cinque
stelle,non c’è che dire.
E ‘l’hotel’ lo segue di pari passo. Se mi fossi messo a fare
il falegname,con tre assi di legno avrei costruito una catapecchia migliore di
quella:un piccolo atrio con mura in pietra viva funge da reception,un elefante
su una mela si tiene sicuramente più in bilico di quel lampadario sul
soffitto,una traballante scala di legno si snoda verso un oscuro secondo piano
e,ciliegina sulla torta,ogni oggetto,dal più piccolo al più grande è coperto da
almeno due diti di polvere.
Il proprietario infila malamente due mazzi di chiavi in mano
ad Aleandro.
-Andate al piano di sopra. Le vostre camere sono le prime a
sinistra. Portatevi i bagagli da voi e svegliatevi presto,perché in questo
posto chi arriva tardi non mangia. Il bagno è la porta blu in fondo al
corridoio. Un doccia giornaliera cada uno e non vi azzardate a sforare. I letti
sono messi in fila e non macchiate le coperte,altrimenti ve le terrete così.
Tutto chiaro?Bè, buon soggiorno.-
Un istinto omicida germoglia tra di noi.
-Non guardatemi con quelle facce assassine!Sto risparmiando
più che posso.......Comunque,Daniel,tu e Max dormirete nella prima
camera,mentre io,Raffaele e Tuomas dormiremo nella seconda.-
Non ci posso credere. Cosa dirò quando sarò un vampiro?Che
la mia eternità iniziò in una stamberga decrepita alla periferia di Londra?
Ok,guardiamo i lati positivi. Finalmente sto muovendo e i
miei primi passi verso la vita eterna e poi penso che non sarà tanto male
dormire in camera con Aleandro e Raffaele. Quel ragazzino stuzzica la mia
fantasia..........le mie fantasie...........sarà un soggiorno
interessante..............
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Salve a tutti^^Dopo lungo tempo finalmente posto il mio
quarto cap. ^^Come lo trovate?Me lo lasciate un commentino?????Sapete,le
recensioni fanno bene a chi scrive......me lo fate questo piacere??
Comunque,dopo aver letto il commento di LadyKiller mi sono
convinta e ho fatto tornare la storia una NC17. Non so se si possono fare tutte
queste ‘manovre’,spero di si^^
LadyKiller:non ti
preoccupare,l’importante è che alla fine ci sei riuscita^^Ti ringrazio tanto
per il tuo giudizio^^E(come direbbe la fatina di Cenerentola)ho esaudito il tuo
desiderio^^ Baci Ran^^