Achoo!

di bowtiesarecoollike
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Forse un po' ***
Capitolo 2: *** Pigiama ***
Capitolo 3: *** L'Area Medica ***
Capitolo 4: *** Caldo e confortevole ***
Capitolo 5: *** Il ritorno ***



Capitolo 1
*** Forse un po' ***



Capitolo 1: Forse un po'

Il Dottore non si sentiva bene. Per niente. Veramente si sentiva così già da una settimana, ma non aveva voluto dire nulla a riguardo.
Non voleva rovinare la settimana di divertimento e quasi nessun problema che stavano passando, e quindi cercò di mantenere le cose tranquille, ma sapeva che nessuno poteva nascondere qualcosa a Rose Tyler.
 
“ACHOO!”
 
Lo starnuto era scappato proprio prima che il Dottore potesse fare qualcosa a riguardo. Si ricompose velocemente e tornò a giocherellare  con i bottoni e le leve in basso sulla console.
 
Rose, non avendo mai realmente visto il Dottore fare starnuti, divenne curiosa.
 
“Dottore, va tutto bene? Non ti ho mai visto starnutire… all’incirca, mai… oh, e salute!”
 
“Si, certo tutto bene. Devo aver solo inalato un po’ di polvere dalla console… comunque, penso che la prossima volta dovrei portarti su questo pianeta, con gli alberi – si, alberi – più strabilianti che ci siano mai stati. Dico sul serio! Alti più di 200 piedi con la corteccia blu scintillante che brilla, oh, così meravigliosamente al chiaro di luna, si chiama W–” la faccia del Dottore si contorse leggermente e uno sguardo di intensa concentrazione stravolse i suoi lineamenti.
 
“Dottore…?” Chiese Rose, preoccupata.
 
“Si chiama… W… W… W… ACHOO!” Il Dottore starnutì così violentemente che picchiò la testa contro la console. Rose si inginocchiò accanto a lui, osservando il Dottore che si massaggiava il retro del capo con la mano.
 
“Ow…” mugolò, il dolore per la botta si aggiungeva all’orribile mal di testa. “La mia testa…” piagnucolò pateticamente. Starnutì ancora, sobbalzando.
 
“Aww Dottore, cosa c’è che non va? Sai, a parte il fatto che ti sei appena fracassato la testa contro la console.”
 
“Niente… niente che non va. No. Sto bene, benissimo, vedi?” Disse il Dottore mentre si rialzava in posizione eretta. Cattiva idea.
 
Il movimento improvviso gli fece venire delle vertigini incredibili, costringendolo ad appoggiarsi alla console. Poi starnutì. E ancora, e ancora. Finché non lo fece scoppiare in una fitta di tosse.
 
Questo spinse Rose, veramente preoccupata, a massaggiare dolcemente la schiena del Dottore.
 
“Tu,” cominciò Rose, puntando un dito verso il Dottore, “sei malato.”
 
“Non lo sono.” Replicò lui testardamente. Rose gli rivolse uno sguardo estremamente scettico.
 
“… d’accordo… forse un po’.” Le concesse, solo perché stava per starnutire di nuovo. Gemette. Rose sollevò la sua mano verso la fronte del Dottore. Era quasi caldo come un qualsiasi normale essere umano, il che non andava bene perché la temperatura di un Signore del Tempo è bassa di natura.
 
“Hai anche la febbre! Fila a letto, ora!” Disse Rose mentre spingeva il Dottore verso la sua camera da letto. Tuttavia lui non si oppose, perché il suo mal di testa gli stava veramente dando fastidio adesso.
 
Non appena comparve il letto il Dottore ci si buttò sopra, senza nemmeno disturbarsi a togliere le scarpe. Rose sospirò e lo sistemò in una posizione più comoda, poi gli sfilò le Converse e le pose vicino al suo letto. Dopodiché  lui cominciò a tossire.
 
Rose lo sollevò in posizione seduta e come prima massaggiò la sua schiena lievemente finché non smise.
 
“Sembra che tu abbia l’influenza. Forse dovresti toglierti la giacca, stai veramente scottando.”
 
Il Dottore si liberò della giacca e fece un respiro profondo e tremolante.
 
“Si, l’influenza.  Era da un bel po’ che non ce l’avevo… o che non mi ammalavo in generale. Ugh.” Disse il Dottore, cupamente. Rose sollevò qualche cuscino per farlo stendere su di essi e gli portò una tazza di acqua e un fazzoletto di carta.
 
“Vuoi vedere un po’ di TV?” Chiese Rose, seduta vicino al Dottore, accorgendosi solo in quel momento del grande schermo al plasma di fronte a loro.
 
“Si dai, un po’ di buona vecchia TV umana! Guardiamo… Scrubs! O… Kyle XY! Che ne pensi di–ACHOO!”
 
“Achoo? Mai sentito questo programma prima d’ora… penso che cominceremo con Scrubs…” disse Rose  insolentemente, dandogli un colpetto sul fianco col gomito. Dopo circa 10 minuti di programma Rose si accorse che il Dottore stava sudando un po’, i suoi capelli solitamente dritti e indomabili erano appiccicati alla sua faccia.
 
Rose assunse un’espressione preoccupata.
 
“Dottore, so che questo potrebbe sembrare un po’ strano, ma… indossi dei boxer?” Chiese Rose, serissima.
 
“Beh… si, certo.” Rispose il Dottore, estremamente confuso.
 
Prima che potesse reagire Rose era balzata verso l’estremità del letto e gli aveva sfilato i suoi pantaloni a strisce.
 
“CHE COSA?” Urlò il Dottore, pentendosene subito perché gli provocò una fitta di tosse mentre cercava di fare in modo che i suoi boxer blu a righe non si togliessero insieme ai pantaloni.
 
“Stavi solamente facendo peggiorare la tua febbre tenendo questi addosso, e sapevo che non te li saresti tolti se te l’avessi chiesto” affermò lei, piuttosto logicamente. Il Dottore sbuffò, e il gesto fu seguito da una serie di colpi di tosse e uno starnuto o due.
 
“Unnghhhh.” Si lamentò non appena la tosse cessò. Rose stava giusto per dire qualcosa di rassicurante quando il suo stomaco brontolò piuttosto rumorosamente.
“Ha, vado a prendere qualche toast, ne vuoi?” Rose era sicura che il Dottore diventò verde. “Ti porterò solo del tè allora.” Rose sorrise scompigliando i capelli del Dottore e si avviò verso la cucina.
 
Poco meno di due minuti più tardi Rose vide il Dottore entrare nella cucina dietro di lei.
 
“Ti mancavo?” Fece un sorrisino compiaciuto.
 
“Beh… si.” Sorrise timidamente. Lei si girò verso di lui e fece un risolino per il suo aspetto. I suoi capelli andavano in ogni possibile direzione, i suoi occhi marroni spuntavano tra le ciocche di capelli davanti al suo viso. La sua camicia bianca aveva solo qualche bottone ancora allacciato e tutto ciò, insieme ai suoi boxer blu di seta, lo rendeva la cosa più carina che ci fosse nell’Universo in quel momento. Prese posto su una sedia e Rose gli porse il suo tè mentre smangiucchiava qualche toast.
 
“Sicuro che non ne vuoi un po’?” Chiese Rose agitandogli il toast davanti alla faccia. Il Dottore guardò il pane dubbioso, poi lo afferrò. Addentò il cibo lentamente, masticò con calma e ingoiò. Poi diede un altro morso, e un altro ancora  finché l’intero pezzo non finì. Sorrise e sembrava orgoglioso di se stesso, ma prima che potesse fare un commento intelligente un’ondata di nausea lo colpì e si lanciò verso il lavandino. Rose si alzò di scatto e tirò all’indietro i capelli che aveva sul viso mentre lo abbracciava da dietro. Quando si fu calmato si girò e crollò al suolo. Rose gli si sedette vicino e lui appoggiò la testa sulla sua spalla.
 
“Andiamo, riportiamoti a letto adesso.” Disse Rose attraverso i capelli scombinati del Dottore.
 
“Voglio fare una doccia prima.” Rispose.
 
“Hai bisogno di aiuto?” Rose sentì il Dottore irrigidirsi accanto a lei.
“Haha, sto solo scherzando, vado a prenderti un asciugamano.” Rose ridacchiò e si alzò così velocemente che il Dottore cadde con il fianco al suolo.
 
“Io… starò qui!” Disse ad alta voce nella sua direzione, senza darsi il disturbo di rialzarsi.

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Capitolo 2
*** Pigiama ***



Capitolo 2: Pigiama

La doccia aveva abbassato un po’ la febbre del Dottore, ma il mal di testa che era solo un dolore ottuso nel retro del capo, era diventato una rombante orchestra di dolore.
 
Si avvolse l’asciugamano attorno ai fianchi e trasalì alla luce forte quando uscì dal bagno.
“Ahh” borbottò mentre si dirigeva verso i suoi cassetti. Rose entrò nella sua stanza e andò verso di lui, posandogli una mano sulla spalla. Lui fece un piccolo sobbalzo e si girò per metterlesi di fronte.
 
“Il tuo pigiama è sul letto.” Disse in tono cordiale. lui si diresse verso di esso, sollevando il sopracciglio non appena lo vide.
 
“Questo quando l’ho preso?” Chiese in tono divertito.
 
Rose era troppo assorta a guardare le gocce d’acqua che gli scorrevano lungo la schiena e il petto per accorgersi di quello che aveva detto. Il Dottore si schiarì la gola.
 
“Oh, si. Il pigiama. Um, hai presente l’ultima volta che siamo andati a trovare mia mamma? Si, beh, era quasi natale lì e tutto il resto perciò quando sono uscita a prendere qualche regalo non mi sembrava giusto lasciarti fuori così ho visto questo, e sai, ho pensato che sarebbe stato divertente…?” Disse con tono che sembrava quasi chiedere la sua approvazione.
 
Il sopra del pigiama era una t-shirt blu chiaro con le parole “Trust me, I’m a Doctor” scritte in nero. I pantaloni di flanella stampata erano di un blu più scuro che si abbinava con le pantofole da uomo.
 
Il Dottore sorrise compiaciuto e i suoi occhi danzarono di gioia alla vista del regalo che Rose gli aveva dato.
 
“Grazie.” Sorrise, dimenticando momentaneamente l’orribile dolore alla testa. La strinse in un abbraccio, Rose accolse con piacere il suo torso nudo e leggermente umido. Quando lo sentì fremere, si distaccò riluttante.
 
“Indossalo, sarò di ritorno tra un secondo.” Disse lasciando la stanza.
 
Odiava vedere il Dottore soffrire, e aveva bisogno di trovare qualcosa per alleviare l’evidente mal di testa che non avrebbe mai ammesso di avere. Poggiò la mano su una delle tante pareti del TARDIS e sussurrò, “Attenua le luci nella sua stanza ragazza, per piacere.” Al che il TARDIS ronzò in consenso. Rose si fece strada verso l’Area Medica, per cercare qualche sorta di medicina per Signori del Tempo che facesse stare di nuovo bene il Dottore.
 
Nel frattempo il Dottore aveva indossato il suo nuovo pigiama, si osservava nello specchio del bagno con un sorriso sul viso. I suoi capelli erano ancora bagnati e diretti in ogni direzione, e stava per passarci una mano in mezzo quando le luci si abbassarono considerevolmente. Stava per andare nel panico pensando a un calo di energia e scattò verso la sala comandi, quando si rese conto che il suo mal di testa si era un po’ alleviato.
 
“Grazie ragazza.” Bisbigliò al soffitto.
 
Non è stata una mia idea. Rispose il TARDIS telepaticamente.
 
Allora chi…?
 
Rose. Pensò, e sorrise.

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Capitolo 3
*** L'Area Medica ***


Capitolo 3: L’Area Medica
 
Rose entrò nell’Area Medica, un posto dove era dovuta andare solo qualche volta da quando era arrivata nel TARDIS. Queste occasioni particolari erano state il dover ricucire qualche taglio o pulire dei graffi, ma mai una malattia. Vide nell’angolo più lontano un touch screen attaccato in fronte a quello che sembrava essere un mobiletto di vetro con bottiglie di medicine e liquidi con etichette aliene attaccate sopra.
 
Ipotizzò che fosse l’armadietto delle medicine e si diresse verso di esso. Tirò le ante, ancora e ancora, ma senza alcun risultato. Rimasero chiuse. Ma mentre tirava il touch screen sul mobiletto si illuminò e bippò, catturando la sua attenzione.
 

Selezionare il genere del paziente:
 
Maschio –  Femmina

 
Rose cliccò maschio con qualche esitazione.
 

Specificare la specie del paziente:

 
Signore del Tempo. Rose riempì lo spazio, divertita da questo piccolo aggeggio.
 

Selezionare l’età:

 
Rose scorse in basso fino al bottone 900+.
 

DATI PRECEDENTI SUL PAZIENTE
 
Il tuo paziente è:
 
Il Dottore
 
?
 
Si – No

 
Cliccò si, adesso più sicura riguardo il funzionamento di questa tecnologia. Lo schermo continuò a farle domande chiedendo i suoi sintomi, al che rispose Mal di testa, nausea, starnuti, tosse e via dicendo, se avessero visitato il pianeta Elmarien nell’anno 724/Red.098, se stesse diventando di qualche colore particolare e così via.
 
Rispose con facilità, e continuò finché non giunse una certa domanda.
 

Il paziente è stato sessualmente attivo negli ultimi 21 giorni?
 
Si – No

 
Gli occhi di Rose si spalancarono, e un rossore le colorì le guance. Cominciò a sghignazzare furiosamente.
 
“Beh, non con me!” Pensò, poi prese seriamente in considerazione l’ipotesi. Aveva avuto attorno un sacco di donne ultimamente… e Rose non era sempre stata al suo fianco… qualche volta erano stati separati per ore…
 
“No.” Disse questa volta ad alta voce. “No, no. No, no, no, proprio, no. Pftt, stiamo parlando del Dottore!” Disse Rose, ritornando sulla Terra, o piuttosto, nel TARDIS.
 
Schiacciò no giusto con un po’ troppa forza e dopo altre più o meno 5 domande, le ante di vetro si aprirono con un click e una singola luce era accesa su una bottiglia di medicazione di colore blu verde. Lo schermo diceva:
 

Prendere una pillola ogni 4 ore con acqua. Continuare finché la bottiglia non è vuota.
 
Effetti collaterali: Sensazione estrema di freddo.

 
Rose sorrise e prese la bottiglia, chiudendo il mobiletto di vetro.
“Umm… grazie?” Disse Rose esitando in direzione dello schermo. La vecchia se stessa se ne sarebbe già andata senza pensarci due volte, ma adesso aveva imparato a trattare ognuno allo stesso modo, anche le piccole cose meccaniche, robotiche che non era nemmeno sicura fossero vive.
 
Si diresse verso l’uscita della stanza lentamente, sentendosi un po’ strana, finché lo schermo si illuminò:
 

Non c’è di che.

 
Corse verso la stanza del Dottore.

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Capitolo 4
*** Caldo e confortevole ***


Capitolo 4: Caldo e confortevole
 
Rose si intrufolò silenziosamente nella stanza del Dottore. Le luci erano ancora molto attenuate, ma illuminavano abbastanza da consentirgli di vederlo stravaccato a pancia in sotto, di traverso nel letto.
 
“Dottore?” Sussurrò.
 
“Unghh? To ceccanno di dommie…” rispose lui con metà faccia ricoperta dal cuscino.
 
“Beh, ti ho portato una specie di medicina che probabilmente dovresti prendere all’incirca adesso se vuoi sentirti meglio al più presto…” insistette Rose.
 
“Mediciia?” Chiese, prima di girarsi sulla schiena in modo da poter parlare meglio.
 
“Ti sei divertita con il mobiletto dei medicinali?” Continuò, sogghignando pigramente.
 
“Un sacco,” sorrise, “ti sei divertito col tuo nuovo pigiama?”
 
“Si,” il suo sorriso si allargò, “È semplicemente brillante! Veramente confortevole, proprio della mia taglia, e anche divertente! Il pigiama perfetto, grazie Rose Tyler. Sei geniale!”
 
“Aww sciocchezze. Adesso, qui c’è la medicina che mi sono procurata per te perché sono così geniale, quella specie di schermo diceva di prendere una pillola ogni quattro ore finché la bottiglia non è completamente vuota.”
 
Il Dottore si trascinò in posizione seduta sul letto, tirando un po’ su col naso e schiarendosi la gola un paio di volte, combattendo il doloroso impulso di tossire. Prese la bottiglia, ne tirò fuori una pillola e se la mise in bocca, mandandola giù con il bicchiere d’acqua che stava sul suo comodino.
 
“Ha qualche effetto collaterale?” Chiese dopo aver mandato giù l’acqua.
 
“Uhh… si! Diceva qualcosa riguardo il sentirsi molto infreddoliti…”
 
“Beeeene…” la guardò, sollevando il sopracciglio.
 
10 minuti dopo…
 
“Fa troppo freddo!” Si lamentò il Dottore, per la bilionesima volta. Era raggomitolato sul letto con tre coperte avvolte attorno al corpo, i calzini e le nuove pantofole ai piedi, guanti, e una sciarpa multicolore estremamente lunga.
 
“Maledetta medicina…” mormorò Rose sottovoce, ritornando di nuovo dall’Area Medica ma con una bottiglia di acqua calda in mano.
 
La medicina sembrava funzionare alla grande all’inizio, il mal di testa stava scomparendo nei primi pochi minuti, il naso che colava e gli starnuti scomparvero quasi istantaneamente insieme alla nausea, e la sua gola dolente e pizzicante sembrava che fosse, parole sue, “rivestita da un meraviglioso miele dorato di benessere.”
 
Ma poi l’effetto collaterale fece irruzione.
 
Ad essere onesti, il Dottore aveva un aspetto buffissimo. Era realmente solo una testa che spuntava da un grande mucchio di coperte e altre cose per tenerlo caldo.
 
“Non riesco a scaldarmi! La dannata medicina mi sta raffreddando da dentro verso l’esterno, perciò ho bisogno di scaldarmi dall’interno, non da fuori.” Disse il Dottore imbronciato.
 
“Riscaldarti dall’interno…?” Pensò Rose, ed escogitò un piano.
 
“Torno subito…” Disse, lasciando la stanza.
 
Rose ritornò qualche momento dopo con due tazze di tè, muffin alla banana caldi e una copia di Valentine’s Day. Oh si, e anche lei era in pigiama. Pantaloni rosa lunghi con pallini gialli e una maglietta rosa con scritto “Forget love, I’d rather fall in chocolate.” In lettere rosa.
 
Il Dottore non si era ancora reso conto che era tornata, dal momento che stava rabbrividendo in una palla di coperte. Rose mise Valentine’s Day nel lettore DVD, posò il tè e i muffin sul comodino e si infilò sotto le coperte.
 
“Ciao!” Sussurrò ad alta voce alla faccia scarsamente illuminata del Dottore sotto le coperte.
 
“Ciao!” Sussurrò lui di rimando, anch’esso ad alta voce.
 
“Ti va di guardare Valentine’s Day con del tè e muffin alla banana? Altrimenti nota come la combinazione caldo e confortevole?” Chiese Rose, la lingua che spuntava tra i denti.
 
“Mi piacerebbe tantissimo.” Rispose, tremando ancora un po’. I brividi smisero comunque quando Rose schiacciò play e si accoccolò proprio vicino a lui, il suo fianco che premeva su quello di lui.
 
Un’ondata di calore estremamente ben accetta si diffuse nel suo corpo e il calore corporeo di Rose si irradiava da lei come un fuoco.
 
Sorseggiò il suo tè e sospirò contento mentre il liquido caldo scorreva lungo la sua gola.
 
E non aveva ancora cominciato con i muffin alla banana, erano il paradiso in forma di muffin. E fu specialmente quando Rose cominciò a mangiare il suo che il calore divenne leggermente bruciante. Il modo in cui si leccava le labbra dopo quasi ogni morso fece concentrare il Dottore sul film abbastanza intensamente.
 
Poi Rose poggiò la testa sulla sua spalla, il che era assolutamente la cosa peggiore che avesse mai potuto fare. Perché? Perché con ogni respiro l’aria danzava sul collo e la clavicola del Dottore, lasciando una scia di calore sulla sua strada.
 
Il Dottore adesso si sentiva veramente cado, gli ultimi residui dell’effetto collaterale della medicina erano mascherati dal crescente calore che sentiva. Spense la TV dopo aver notato che Rose si era addormentata, e si distese chiudendo gli occhi, scivolando sempre più in uno stato di incoscienza…

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Capitolo 5
*** Il ritorno ***


Capitolo 5: Il ritorno
 
Diverse ore, pillole, film, muffin, tè e sessioni di coccole dopo, Rose si svegliò nel letto senza il Dottore. Si alzò di scatto e cercò per la stanza, controllando il bagno con circospezione per vedere se la sua nausea era ritornata. Quando lo trovò vuoto sospirò di sollievo e saltellò verso la sala comandi.
 
“Ti senti meglio allora?” Chiese Rose alla figura che correva energeticamente attorno alla console schiacciando bottoni. Il Dottore stava ancora indossando il pigiama e le pantofole, ma aveva addosso il suo cappotto lungo marrone che frusciava e ondeggiava ad ogni cambio di direzione.
 
“Molto meglio grazie! Quelle pillole hanno fatto miracoli! E anche tu,” il Dottore ammiccò, “mi sono svegliato prima con così tanta energia! Nessuna traccia di influenza rimasta! Ooh, e un terribile mucchio di richieste d’aiuto a cui dovremo probabilmente rispondere il più presto possibile…” affermò, e abbassando una leva atterrarono con un rumore sordo. Si lanciò verso la porta.
 
“Vieni adesso, Dottoressa Tyler.” Disse sfacciatamente, i suoi occhi praticamente scintillavano. Rose lo raggiunse e stava per aprire la porta quando qualcosa le si affacciò alla mente.
 
“Aspetta un attimo, siamo in pigiama! Non dovremo andare a cambiarci prima..?”
 
“Beh, ho salvato il mondo già una volta in pigiama,non dovrebbe essere difficile farlo di nuovo!” Disse, con la mente rivolta allo scorso Natale.
 
“Ti hanno tagliato una mano!”
 
“L’ho fatta ricrescere!” Rispose come se fosse una cosa da nulla. Rose roteò gli occhi.
 
“Ma tu, Rose Tyler, questa è la prima volta che salvi il mondo in pigiama. Sei pronta per questo, novellina?”
 
“Oh, non lo so Dottore, non sono sicura di essere pronta!” Disse con tono drammatico.
 
“Non ti preoccupare, mi prenderò cura di te.” Disse con un sorriso compiaciuto, le sue braccia scivolarono attorno alla sua vita. L’attirò più vicino a sé, molto vicino. Le loro labbra erano distanti pochi centimetri. Entrambi si protesero in avanti, i loro respiri sul viso dell’altro… quando Rose improvvisamente lo allontanò, la sua faccia contratta.
 
“Uh… Scusa Rose, io uh… stavo solo–” farfugliò il Dottore, ma fu interrotto da uno starnuto proveniente da Rose.
 
“ACHOOOOOOO!” Starnutì, sollevando le spalle.
 
“Quello era uno…?”
 
“Si, ma–”
 
“Ma cosa?”
 
“Solo per un po’ di polvere…” 
 
“Dalla console?” Chiese il Dottore con il sopracciglio sollevato.
 
“… probabilmente…” rispose lei evitando il contatto visivo. “Andiamo allora!” Disse, spalancando la porta e balzando fuori. Il Dottore fece un’alzata di spalle e la seguì subito dopo, chiudendo la porta dietro di sé.
 
E così, il duo salvò il mondo in pigiama. Furono sul punto di perdersi più e più volte, ma niente poteva separare quei due, né il più spesso muro nell’Universo né qualsiasi altra cosa. Per ora…
 
Più tardi quello stesso giorno…
 
“Non posso credere di averti attaccato l’influenza…” disse il Dottore, odiandosi… di nuovo. Era steso vicino a lei sul suo letto, le sue mani sulla faccia per la vergogna.
 
“Non è colpa tua! Potevo scegliere se stare con te, e l’ho fatto. Adesso smettila di avvilirti e guarda la TV con me.” Disse lei esasperata. Poi starnutì.
 
“La TV è noiosaaaa…”
 
“… si lo è abbastanza… hai Mario Kart?” Chiese. Lui schizzò in piedi immediatamente, con l’umore rallegrato.
 
“Si! Mario è mio!” Disse come un bambino piccolo, afferrando i comandi e inserendo il disco nella Wii che Rose era sicura non ci fosse un minuto prima.
 
Perciò giocarono per ore finché Rose non si addormentò. Poi quando si svegliò giocarono ad un gioco differente finché non divenne di nuovo stanca. Continuarono così finché non si sentì abbastanza bene da alzarsi e guadagnare la sua professionalità nell’indossare pigiami durante il salvataggio di pianeti. Lui le fece anche fare una coppa quando compì l’impresa, lei rise e lo abbracciò come se non ci fosse stato un domani.
 
Quei due erano la materia delle leggende, e assolutamente inseparabili.
 
Fine.
 

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