Nella mente dei Mars

di Maryjed
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Shannon Leto ***
Capitolo 3: *** Tomo Miličević ***
Capitolo 4: *** Jared Leto ***
Capitolo 5: *** 30 seconds To Mars ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Image and video hosting by TinyPic “Ciao sono Jared e sono il leader della band dei 30 seconds to Mars”.
“Ciao io sono Shannon e suono la batteria”.
“Io sono Tomo e suono la chitarra”.
E io sono colei che per un giorno entrerà nella testa di questi tre uomini per sapere come trascorrono le giornate, cosa pensano e come agiscono.
Jared,Shannon e Tomo tre nomi, tre uomini tre caratteri completamente diversi.
Jared e Shannon sono fratelli, il sogno di formare una band appartiene a Shannon che l’ha sempre desiderato ma dopo aver scoperto le doti canore del fratello, i due hanno deciso di formare una band e, dopo molte sostituzioni, è entrato a farne parte anche Tomo il quale può essere considerato l’anello di coesione tra l’irascibilità di Jared e l’aggressività di Shannon.
Se sono riuscita a catturare la vostra curiosità, seguitemi in questi giorni per conoscere un po’ di più questi tre meravigliosi artisti.

Premetto che questa FF è tutta pura invenzione , vorrei solo provare a mettermi nella mente di questi tre uomini (che mi fanno letteralmente impazzire) infatti non conosco i 30stm(purtroppo T.T) e non scrivo a scopo di lucro.
Spero di riuscire un po' a far coincidere la mia visione di questi uomini alla vostra.
Buona lettura ^-^

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Capitolo 2
*** Shannon Leto ***


Image and video hosting by TinyPic Sono sveglio ed è già una buona notizia, considerando che ieri ero già ubriaco a mezzanotte, eppure questa è la vita che ho sempre sognato per me.
Mi giro nel letto e ritrovo due donne che dormono l’una accanto all’altra e, nonostante non ricordi completamente cosa sia successo la scorsa notte, mi accorgo di aver fatto l’ennesima orgia: una ogni notte con ragazze diverse ovviamente.
Il tour che più mi piace è quell’Europeo perché le donne sono più disponibili: sono americano quindi mi desiderano maggiormente giacché abbiamo un fusorio di 12 ore a dividerci.
“Signore per favore, adesso avrei da fare!” la caccio via dalla mia camera, rimanendo solo.
Accendo la musica dal mio Iphone e pompo i Korn.
Odio starmene solo e in silenzio, la musica non mi fa pensare e forse è proprio per questo motivo che ho deciso di imparare a suonare la batteria perché fa talmente tanto casino da impedirti di udire altro al di fuori di lei.
“Buongiorno Shannon!” mi saluta Tomo con il solito sorriso, mi domando se sia davvero così felice. Sempre, ovunque si trovi lui è dannatamente felice e spensierato sarà anche l’età.
“Tomo per favore, stanotte ho dormito poco, ti prego risparmiami la tua voce a quest’ora!”.
“Ah fratellino mio, la notte è fatta per dormire non lo sai? Altrimenti come farai a trovare il Nirvana” mi si avvicina Jared con un cornetto in mano e un thè.
“Io il tuo Nirvana te lo ficcherei dove sai tu…” gli rispondo ridendo.
“Oh che fratello che mi ritrovo…” si volta mio fratello verso il chitarrista con gli occhi lucidi: è davvero un ottimo attore.
“Tomo rimproveralo ti prego, mi sta davvero facendo soffrire”.
“E dai Shannon tratta bene tuo fratello!” mi dice con una voce a metà tra un rimprovero e sarcasmo.
“Ma mamma Tomo ha iniziato Jared!”.
Sbottiamo tutti e tre a ridere divertiti.
“Cosa ti ha suggerito ieri notte Buddha fratellino?” continuo a prenderlo in giro con una voce più che seria.
“Sha quante volte ti ho detto che i miei sogni su Buddha sono seri, ad ogni modo mi ha illuminato per un video!” beve il suo thè tranquillamente ma allo stesso tempo in maniera impeccabile, come se qualcuno lo stesse osservando.
Mi alzo dal tavolo e vado verso l’uscita del ristorante quando qualcosa mi sbatte contro:
“Oh mi scusi, io non volevo…” mi chiede scusa una cameriera.
“Ehi sta attenta la prossima volta” le sorrido io dolcemente.
“Ma… Ma ma tu sei Shannon Leto!Oddio! Posso farmi una foto con te? Ti prego”.
Ma non dovrebbe lavorare? Ad ogni modo acconsento, non mi piace trattar freddamente chi mi conosce: è pur sempre pubblicità ma la verità è che mi piace rispettare la gente e le loro idee.
Le stringo il fianco e l’obiettivo ci immortala in un momento che resterà conservato nell’eternità.
Adoro la fotografia per questo perché puoi vedere tutto ciò che altrimenti svanisce in un soffio di tempo.
E’ il mio hobby e, insieme alla batteria, la mia più grande gioia ma anche tristezza perché sono solo le poche foto sfuocate in bianco e nero l’unico ricordo che mi rimane di mio padre.
Decido di uscire, mi trovo ad Amsterdam ed è una città davvero meravigliosa: sia per la vita notturna sia per ciò che si può fare il giorno.
Uscendo dall’albergo mi ritrovo circondato da echelon matte che mi saltano addosso urlando il mio nome.
“Hi girls!” dico io con una voce sensuale.
“Shannon! Oh my god Shannon!”.
Mi abbracciano, mi chiedono autografi ed io le accontento.
C’è una ragazza piccolina: è la più bassa di tutte indossa un cappello a pois nero e grigio e una collana lunghissima mi chiede di fare una fotografia ed io acconsento ma quando mi avvicino a lei, sento il suo cuore battere! E’ davvero emozionata, non credevo che ci potessero essere persone ancora così, capaci di emozionarsi per un incontro ravvicinato con me e sono le donne come lei che non mi porterei mai a letto solo per una notte ma quelle che invece sposerei.
L’obiettivo ci individua e immortala ancora una volta.
“Mettila su facebook o twitter e taggami!” le dico accarezzandole il mento, la prendo per mano e la porto lontana dalla massa di ragazze che ci guardano stranite e invidiose.
Sul ciglio della strada la stringo a me e lei, timidamente, ricambia il mio abbraccio sincero.
“Oh Shann…Grazie!” riesce appena a dire e quando ci allontaniamo, vedo che i suoi occhi sono lucidi di lacrime sincere, non resisto: mi sento mancare il fiato e la abbraccio ancora una volta.
Indosso i miei grossi occhiali neri e giro per la città: le mie narici sono perforate dall’odore della città mattutina, una città che non ha mai il tempo di dormire.
Trascorro la giornata girovagando per strade che non conosco e fotografando ciò che cattura il mio interesse, ma sono già le 17 e devo tornare in albergo per andare a fare il concerto: non so di quanto mi sia allontanato quindi opto per un taxi che mi riporti in hotel ma mi rendo conto che vi è una metropolita.
Scendo giù, mescolandomi alla gente comune che vive in questa città, nessuno mi riconosce e, ammesso che lo faccia, non potrebbe mai pensare che Shannon Leto possa usare la metropolitana per tornare in albergo.
Mi ritrovo di fronte un bambino con un enorme pallone in mano e accanto a lui probabilmente suo padre: il bambino può avere si e no 10 anni ma si sente sicuro perché è accanto a suo padre, io invece, nonostante il peso dei miei 41 anni, non sono ancora sicuro perché la figura di mio padre non è mai stata capace di offrirmi una strada e la fiducia che i figli danno ai genitori non la conosco: ero attaccato a mio padre e quando se n’è andato via, nonostante mamma Constance si sia sempre presa cura di noi, ho continuato a sentirmi solo.
La mia fermata.
“Ehi Shannon sei vivo vedo, credevo che qualcuno ti avesse attaccato!”.
“Sì stavamo già cercando un sostituto” dice Jared divertito.
“Beh, al contrario vostro, io ho girato per la città…”
“Dimenticandoti dell’intervista che avevamo, ho dovuto inventare che stavi male…” mi dice Jared: sempre perfettino.
“Beh sì, si è inventato che avevi la diarrea!” continua Tomo.
“Tu cosa?” mi volto verso mio fratello sorpreso.
“Beh sì certo, rimanere attaccato al cesso era l’unico modo che avevi per essere credibile, mica potevo dire che eri andato in giro per Amsterdam!”.
“Ma sei matto?”
“No, assolutamente!”
“Tomo, ti prego diglielo tu che è matto!”
“Beh Shannon voleva dire che eri stato colto dalle emorroidi…”.
“Vi odio!”
“Quelli della televisione ti augurano di riprenderti!” esclama Jared serio.
“M’immagino il titolo dell’intervista SHANNON COLTO DALLA DIARREA!” inizia a ridere il chitarrista.
“Io ammazzo tutti e due e vedremo dopo chi sarà colto dalla diarrea!”.
“Ma mangi talmente tanto che potrebbe esserti capitata un’indigestione, ciccione!” continua a ridere Tomo.
“Chi sarebbe il ciccione? Rimangiati ciò che hai detto altrimenti Vicky sarà costretta a sposare le ossa del suo bel chitarrista! E tu Jared… Tu… Ti ritroverai a mangiare carne a tua insaputa! Guardatevi le spalle!”.
Arriviamo dentro il centro sportivo, dove suoneremo, la gente ha già riempito tutto lo spazio disponibile ed è eccitatissima: urla le nostre canzoni, i nostri nomi!
“Ok ragazzi 2 minuti ed entrate!”.
Il tendone nero con O fortuna eccita ulteriormente la folla, mi posiziono di fronte la mia batteria, Tomo e Tim fanno lo stesso eccetto Jared che invece sta ancora discutendo con il tecnico delle luci e cose varie.
“Manca un minuto ragazzi!” ci urlano, come se il nervosismo già non fosse abbastanza: ho paura di sbagliare qualcosa, ho paura che questo concerto possa non andare bene, che Jared venga ferito dalla massa di gente che c’è tra il pubblico e se a Tomo venisse un colpo di testa e svenisse? E se ai fan non piacesse più la nostra musica e decidessero di andare via?
Brividi di paura irrigidiscono la mia pelle e il mio corpo, il fiato mi manca il mio cuore ha iniziato a seguire il ritmo della gente che sta al di fuori di questo palco.
Le mie mani tremano talmente tanto da non riuscire a tenere salde le bacchette, le mie gambe seguono un ritmo completamente diverso e non riesco più a controllarle.
“Ragazzi 10 secondi!”.
Sento la testa scoppiare.
“8 secondi!”.
Un attacco di cuore sta per distruggere la mia vita.
“6 secondi!”.
I miei arti tremano impazziti!
“4 secondi!”.
Il mio pisello è eretto dall’eccitazione dovuto alle urla dei fan.
“2 secondi…”
“Ehi fratellone…”, mi chiama Jared sorridendomi, ”Andrà tutto bene vero? Come sempre, non è così?” mi fissa con quegli occhioni da cucciolo spaventato caratteristici e che si porta dietro da quando era un bambino, sempre la stessa domanda, sempre le stesse paure.
“Ma certo Jared… Come sempre!”.
Sorridiamo l’uno all’altro.
Il tendone cade giù e, automaticamente, le mie braccia seguono il ritmo che il mio cuore vuole: non ho uno spartito da seguire, solo quello che la mia anima mi detta.

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Capitolo 3
*** Tomo Miličević ***


Ed eccomi qui con il secondo componente di questa band.
Tomo.
Spero che non vi deluda, credo che descrivere Tomo sia ancora più difficile che provare ad entrare nella mente dei Leto brothers perchè lui è molto più riservato ed è difficile sapere o solo immaginare come la pensi.

@Cath Echelon grazie per i complimenti spero che questo capitolo non deluda le tue aspettative ^.^
@DreamofMartina mamma mia che recensione lunga che hai lasciato o.o mi hai resa troppo troppo felice specie vedere che io e te abbiamo esattamente la stessa visione di questo meraviglioso uomo e del rapporto con il suo fratellino xD. Spero che in questo capitolo il mio Tomo si avvicini un po' alla realtà e alla tua visione :)
@_Fe tesoroooo grazie grazie per la recensione lo sai che per me è molto importante il tuo parere, ti adorooo
Grazie a tutti coloro che seguono questa FF, che l'hanno aggiunta tra i preferiti, le ricordate e le seguite e grazie a chi la legge in silenzio.
Buona lettura ^-^

 

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“Allora amore mio com’è andato il concerto stasera?”.
“Tesoro mi manchi da matti”.
“Ok ho capito è andata bene, adesso vado a letto ok? E tu divertiti!”.
Ma come faccio a divertirmi senza la mia parte? La mia dolce Vicky e che adesso porta in grembo mio figlio?
La amavo già da prima, prima ancora di conoscerla: la aspettavo.
Il concerto è stato un successo, miglioriamo giorno dopo giorno e ,nonostante la stanchezza del tour, continuiamo a dare il meglio di noi per permettere ai nostri echelon di sognare e per permetterci di sognare.
Chiudo gli occhi e mi distendo sul divanetto della mia suite: è decisamente troppo vuota per i miei gusti.
Mi faccio coccolare dal silenzio.
“Ehi Tomo andiamo su, non sei ancora pronto?” mi disturba la voce roca di Shannon. Ma che palle e io che volevo riposare.
“Allora Tomo andiamo su, ci sono un sacco di strafighe che aspettano solo noi…” mi ricorda.
“Ma quello è il vostro divertimento Sha…” mi alzo dal divanetto,” Ricordi che io sono promesso sposo?” gli ricordo con un sorriso innocuo che desta la sua malinconia.
“Sì, beh vorrà dire che terrai d’occhio le loro borsette Chanel mentre stanno in bagno a giocare con noi ahahahha” farfuglia divertito.
Non ho mai tradito Vicky e non ho alcuna intenzione di farlo perché io sono uno di quelli che considera il tradimento come la dimostrazione di non-amore.
“Tomo come ti sembro?” mi domanda Shannon sfilando con un paio di jeans neri e un giubbino dello stesso colore di pelle con tanto di borchie:
“Troppo arrapato” lo sfotto, ”Non sei un po’ troppo casual?”.
Ma il batterista non mi ascolta minimamente e si fa strada tra l’ammasso di gente che c’è dentro la hall dell’albergo.
In realtà è davvero bellissimo e impeccabile come sempre, lo osservo mentre mi cammina davanti e un velo di rossore ricopre le mie guancie.
“Ma Jared?”.
“Lo sai benissimo che Sua Eccellenza ama farsi attendere!Prendi qualcosa?”.
Annuisco con la testa e ci dirigiamo verso il bar dell’albergo: passerà almeno un’ora prima che Jay sia pronto per uscire.
Ci sediamo nelle sedie del bar e chiediamo due Manhattan.
“Me ne offri uno?” si avvicina una mora con una 4° di reggiseno.
“Ma certo tesoro…” le porge il proprio bicchiere l’audace batterista.
Ma tu guarda un  po’… Cominciano a parlare e io torno nel mio mondo sorseggiando alcol.
In questo momento vorrei stare in casa mia con Vicky, baciarla e stringerle il pancino appena ingrassato.
“E lui è promesso sposo!” la voce di Shannon mi riporta alla realtà.
“Davvero? E quando ti sposerai?” mi domanda maliziosa la morona mostrandomi il suo balcone in bella vista.
“Ecco io…”.
La verità è che non abbiamo ancora stabilito una data precisa, nonostante tutto sappiamo che alla fine toccherà anche a noi il grande passo; ma in fondo non l’ho fatto perché ho paura che la band mi porti via troppo tempo o che il matrimonio porti via troppo tempo alla band e non so quale dei due possa esser peggiore.
Shannon e Jared sono la mia famiglia: sono arrivato quel giorno di fronte loro senza alcuna speranza di poter diventare il loro chitarrista e invece mi ritrovo a metter da parte il mio amore per Vicky a causa loro.
Io amo la mia band, amo Jared ,amo Shannon e amo anche Vicky e ciò che vogliamo costruire ma non so quale di questi amori sia il più forte, non so quale possa vincere fra loro e sinceramente non sono poi così sicuro di volerlo scoprire.
A volte penso a Matt e, nonostante mi sia sentito tradito quando è andato via, mi ritrovo a pensare che abbia fatto la scelta migliore a stare con la sua famiglia, anche se penso sempre che la sua famiglia non sia stato il motivo principale per cui è andato via per sempre.
“Scusate il ritardo!” si presenta Jared perfetto come sempre: mi fa apparire un cane randagio in compenso.
“Bene andiamo”.
Decidiamo di fare un giro per la città, trovo siano più genuine la notte perché mostrano davvero il loro vero volto.
“Dai raga andiamo in un locale fico! Voglio proprio trombarmi qualche bella italiana!” urla Shannon quasi ubriaco, è sempre lo stesso.
“Beh Shannon guarda quanto è bella Roma la sera, è proprio artistica questa città!” fa una giravolta il cantante incantato dalla maestria di questa città millenaria.
“Sì ma le italiane lo so ancora de più!” abbozza in accento romano.
“Dai Shannon fa l’adulto!” urla irritato.
“Ok ragazzi, dai facciamo un altro giro qui e poi andiamo a bere ok? Dopotutto anche tu vuoi trovare qualcuna con cui passare la serata vero?” mi volto io a placare gli animi.
E ci ritroviamo in un locale: i fratelli Leto stanno parlando con delle ragazze davvero carine ed io bevo solo sul divanetto, chissà cosa fa Vicky.
Le scrivo un messaggio.
Osservo i miei membri della band: ecco perché non si sposeranno mai xD sono spariti e le borsette Gucci delle ragazze sono le uniche a tenermi compagnia.
“Ciao, cosa fai qui solo?” mi domanda una ragazza con una gonna inguinale e un cocktail in mano.
“Aspetto degli amici…”.
“Sono Maria!” tipico nome italiano penso e rido tra me destando il sospetto della ragazza che si è appena seduta accanto a me.
“Ti andrebbe di festeggiare? E’ il mio compleanno…” si avvicina a me talmente tanto da poter sentire fortemente il suo respiro, le osservo le labbra rosse e gli occhi tinti pesantemente, lei riguarda il mio sguardo maliziosamente e mi poggia una mano sopra la coscia.
Ci fermiamo un attimo: per studiarci con un solo gioco di sguardi, lei mi sbatte contro il suo seno e la sua mano si fa spazio tra le mie gambe contratte.
Ma cosa diavolo sto facendo? Vicky è l’opposto di questa ragazza, lei è genuina questa è solo una bugia.
“Devo andare, scusami” mi alzo elegantemente e mi dirigo verso l’uscita del locale respirando l’aria frizzante.
Decido di andare in albergo e mi metto a suonare il mio violino: chiudo gli occhi e in un attimo tutti i ripensamenti e i dubbi spariscono via impedendomi di pensare a qualcosa.
Smetto di suonare alle 6 del mattino e il sonno e la stanchezza sono scomparsi.
Esco dalla camera e mi ritrovo uno Shannon malinconico: come nessuno ha mai visto sicuramente.
Non ci diciamo nulla, ci limitiamo solo a fissarci negli occhi permettendo ai nostri sguardi di comunicare.
“Ti prego non smettere di suonare il tuo violino Tom…” mi sussurra all’orecchio.
Sorrido.
“Dai andiamo a fare colazione”.
“Preferisco i tuoi piatti sinceramente, quando cucinerai ancora per me?” mi dice il batterista con la bocca piena di cibo.
“Sha smettila di ingozzarti come un maiale!Sono solo le sei del mattino, se inizi a quest’ora più tardi cosa farai?”
“E dai devo crescere e ho bisogno di mangiare caro!”.
“A che ora abbiamo il volo?”.
“A mezzogiorno!”
Decidiamo di andare a prendere i nostri strumenti e, non appena ci avviciniamo a essi ci sentiamo attirati a una calamita e ci ritroviamo a suonare Hurricane.
Suonare la chitarra mi dà le stesse sensazioni che suonare il violino.
Sento le corde vibrare sotto le mie dita, esattamente come il ritmo del mio cuore: la serenità che provo è ineguagliabile non credo che vi siano droghe che ti permettano di non pensare come la musica.
Sì, la musica è la mia dannatissima droga.
La band è la mia fottuta dipendenza.
Shannon, con la sua batteria, è il mio maledettissimo viagra.
Jared, che accompagna i nostri strumenti con la sua voce, è la mia impura fede.
Vicky è il mio unico amore.
Cos’è più importante?

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Capitolo 4
*** Jared Leto ***


Eccomi qui con il PENULTIMO capitolo di questa FF, devo dire che ho abbastanza fifa a pubblicarla perchè so che tra voi ci sono degli ottimi critici e che,sicuramente, hanno letto opere molto più belle di questa. Spero di non suscitare il vostro odio :s IO vedo Jared in questa maniera, mi sono ritrovata a scrivere tantissimo e in maniera sproporzionata e alla fine credo che questo sia davvero il mondo in cui lo vedo.
Ringrazio Cath_ per la recensione, mi sono divertita tantissimo a descrivere queste scene e ovviamente la mia sister Fe.
Ecco questo capitolo lo dedico proprio a te, sperando che ti piaccia e ti faccia un po' divertire ed emozionare.
Ovviamente ringrazio di cuore tutti coloro che leggono e seguono questa storia. Grazie grazie.
Buona lettura ^-^

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“Jared, Jared svegliati siamo appena arrivati!Manchi solo tu sono tutti all’appello fuori”.
“Ah sì scusami, mi sono addormentato…” mi alzo dal sedile e non ci riesco! Cavolo e adesso come faccio? Sono rimasto inchiodato? Sono talmente tanto grasso da non riuscire ad alzarmi?
Aiuto! Aiuto!
Qualcuno mi mandi un fottuto aiuto! Comincio a sudare.
La mia fronte si bagna di gocce di sudore fredde, mi muovo cercando di vincolarmi dalla stretta del sedile e se fossi costretto a passare il resto della mia vita su questo sedile? Dovrei fare i concerti attaccato a una sedia e sicuramente Hollywood non vorrà mai attori con addosso una scenografia a parte! Sono fottuto.
“Jared ma che stai facendo?” mi fissa Emma con un’espressione incredula.
“Emma lo vedi cazzo, no? Non riesco ad alzarmi! Fa qualcosa, ti prego aiutami! Giuro che farò ciò che vorrai…”.
“Tutto ciò che voglio?”.
“Sì, giuro…” tutto ti scopo, basta chiedere.
“Allora mi dai due giorni di ferie?”.
Oh cazzo, ed io che mi aspettavo altro ok dai.
“E ferie siano ma adesso va a chiamare aiuto ma attenta ai giornalisti non vorrei mi vedano inchiodato alla poltrona”.
Emma senza fiatare avvicina le sue mani sempre più a me, ma cosa fa? Vuole forse sbottonarmi i pantaloni? Certe voglie cerca d fartele venire dopo tesoro…
In un’azione che dura meno di un secondo, mi libera dalla stretta della cintura di sicurezza.
Ok sono un cretino.
“Bene Jared, ci vediamo fra due giorni. Sei libero!”.
“Oh beh guarda che io stavo solo scherzando… Insomma mica sono così scemo da non sapere di avere la cintura ancora attaccata”.
“Sì Jared come no… Hai ragione tu!” mi risponde con un’aria d’indifferenza che può permettersi solo lei.
Dannata Emma! Se non fosse che non vuoi scopare con me e che sei dannatamente brava ti avrei già licenziata da un po’.
“Ehi Jared ma dov’eri finito?” mi chiede Tomo.
“Fatti i cazzi tuoi!” gli urlo in faccia mentre mi dirigo a prendere i miei bagagli. Maledetto Tomo ci si mette anche lui adesso, se non fosse che è davvero bravo con quella chitarra che quando la suona, insieme al violino, sembra un Dio e che, cosa più importante di tutte, cucina da favola, l’avrei già sbattuto a calci dalla band quel croato amante degli orsacchiotti.
“Non preoccupatevi ragazzi, Jared ha avuto…Problemi con la sicurezza…” li tranquillizza la mia assistente.
“Gli hanno trovato i pacchetti di erba nella giacca?” ride Shannon.
“Ma cosa dici Sha , Jared mica fuma lui è contro queste cose è anche vegetariano” lo corregge Tomo.
“Esatto e inquina il corpo solo con rimedi naturali, vero fratellino? Lo so che mi stai ascoltando…!” mi urla quel burbero di mio fratello.
Corro più in fretta.
Maledetto Shannon se non fosse che è mio fratello… Beh l’avrei già eliminato dalla faccia della terra.
“Emma cara, puoi prendere tu i miei bagagli? Io ho urgenza di uscire fuori da quest’ aeroporto. Grazie!”.
Non ascolto minimamente la sua risposta, è la mia assistente e questo è il suo compito.
Esco dall’uscita secondaria con tanto di occhiali neri e cappello, mi nascondo da tutti e accendo la mia magica sigaretta.
Aspiro il fumo che mi entra in gola, lo mando tutto giù: mi penetra nei polmoni e nello stomaco e sì! Questa è proprio meglio di tutte le sigarette e i rimedi chimici che esistono in circolazione.
Mi accorgo che gli altri sono già fuori e di scatto getto tutto a terra: speriamo che non se ne siano accorti.
“Strano che non sia venuta nessuna echelon in aeroporto vero? Gli echelon Argentini sono un po’ freddini…” sospiro io.
“Ma veramente siamo a Parigi” mi corregge Emma.
“Ah davvero? Certo ovvio che lo sapevo cosa credi? Volevo solo vedere se siete attenti ai nostri impegni” salvato in fallo.
“Emma perché fai la bambinaia di Jared? Perché non lo lasci perdere e segui me?” la stringe tra le braccia Shannon, che stronzo! Lui è proprio il migliore tra i due. Il più grande, ha avuto la fortuna di conoscere nostro padre e di ricordarselo, il primo a prendersi l’affetto di nostra madre, quello che riesce sempre a portarsi a letto tutte le ragazze che desidera, che riesce a farsi amare davvero dalle echelon, il più bello, intelligente e spiccato; lui non ha bisogno di fare sforzi per apparire forte o simpatico, lui lo è e basta. Sono io quello che recita la parte del leader, di colui che sa tutto.
“Come sarebbe a dire bambinaia?” sogghigno io come un neonato.
Ed ecco che sbottiamo tutti in una fragorosa risata e Shannon ride di gusto davvero, se non fosse per la sua risata contagiosa io, non riderei in questo momento: sono dipendente e succube di ogni suo gesto e parola anche se lui non lo sa probabilmente.
Siamo appena arrivati in albergo e ovviamente ci sono un mucchio di echelon e fan pronte a sbranarci.
“Mamma mia che paura!” sussurro sperando che nessuno mi senta.
“E dai Jared sono un mucchio di ragazzine…”
“Pronte a sbranarsi l’esile corpo di mio fratello se solo ne avessero l’opportunità” continua la frase Shannon.
Ok. Devo comunque scendere dall’auto: tre, due, uno.
Via.
“Hi girls, how are you?”, le saluto, faccio qualche autografo qua e là e mi tirano a sé come delle matte: aiuto!
Sento mille voci urlare il mio nome, chiedermi autografi, foto, una stretta di mano ed io sono onorato ma davvero merito tutto ciò? Cos’ho fatto io per meritarmi la dedizione e il loro amore?
Entro in albergo e velocemente vado in camera mia: sono giorni che non dormo e mangio decentemente, sono tremendamente stanco.
Mi guardo allo specchio e noto il mio corpo sciupato, terribilmente dimagrito da quando siamo partiti per il tour e anche la mia faccia è cambiata: ho delle enormi occhiaie. Hanno ragione i fan quando scrivono che siamo troppo stanchi, magari per Shannon e Tomo non si nota così tanto perché loro in fondo sono belli robusti( specie mio fratello che farebbe bene a mettersi a dieta piuttosto u.u) ma io invece ho delle enormi borse nere sotto gli occhi.
Vado a farmi la doccia.
L’acqua attraversa tutto il mio corpo rigenerando la mia pelle, chiudo gli occhi e mi abbandono alle sensazioni di tranquillità che mi dà il momento: ogni parte del mio corpo si sta abbandonando a essa.
“It's a beautiful lie, It’s the perfect denial…”.
“Jared!”
“Shannon ma cosa vuoi?Non vedi che sono nudo sotto la doccia?”.
“Dai scemo esci di lì e vieni qui, devo parlarti”.
Ma cosa vuole, che strano.
“Cosa c’è?” gli chiedo io.
“Ma non potevi metterti un asciugamano invece di uscire completamente nudo e bagnato???” mi urla arrossito.
“Ma come la fai tragica Sha, ricordi quando la mamma ci faceva fare il bagnetto insieme?”.
“E questo che cosa c’entra adesso? Avevamo 4 e 5 anni!”.
“Ah quindi dici che è perché siamo cresciuti che la mamma ha smesso di farcelo fare?”.
“Sei proprio uno stupido” mi urla, “Stai bene?” la sua voce si è immediatamente fatta seria, così come il suo sguardo.
“Sì certo, sono solo un po’…”.
“Stanco!” completa lui la frase per me mentre mi dà un asciugamano da ancorare ai miei fianchi.
“Senti io lo capisco che tu sei il leader della band, Jared Leto il matto e l’instancabile ma sei un umano pure tu e non voglio che ti ammali solo per far sfondare la nostra band che poi è anche abbastanza affermata!”.
“Shannon qual è il tuo sogno?”.
“Vederti felice!” le sue parole mi lasciano certamente zitto, non mi sarei mai aspettato una risposta del genere: avrei pensato di ricevere un 'farmi tutte le ragazze del mondo' o ‘diventare la band numero uno di tutto l’universo’.
Sorrido, non so più cos’altro fare.
“Senti fratellino prometti che qualsiasi problema avrai me ne parlerai?”.
“Ma certo! Oh Shannon che bel fratellone che ho!” lo abbraccio a me e lo stringo forte forte, ritrovando in quella stretta vecchie sensazioni: come quando andavamo a scuola e tutti ci prendevano in giro perché non avevamo un padre ed io aprivo la fontana sempre, mentre Shannon se ne fregava di tutte quelle dicerie e mi portava in un posto tranquillo per ricordarmi che mi voleva bene.
“Vorrei tanto essere come te, sai?” gli rivelo.
“Cosa? Come me? E perché scusa?”.
“Perché tu sei autentico, non hai bisogno di fingere per farti ammirare dalle persone! Mentre io sono una frana in tutto…” abbasso lo sguardo e in un attimo la mano di Shannon si schianta violentemente contro il mio volto.
“Sha ma che cazzo fai?”.
“Ma Jared smettila di dire queste assurdità! Tu piace alla gente! Ok, magari a volte sei un po’ eccentrico specie quando ti spogli ai concerti e ti tingi i capelli come un puffo solo per attirare l’attenzione, ma queste cose vengono da te! Tu sei così e le echelon tutti i tuoi fan ti amano per questo, perché lo sanno che hai un caratteraccio ma sai anche essere dolce e professionale. Ti stimano e anch’io, Tomo, Emma e tutti gli altri che ci permettono questo tour e questo sogno ti stimiamo.
Adesso cambiati che abbiamo un’intervista.”, si alza dal letto dirigendosi verso la porta.
“E comunque se non fosse stato così, ti avrei buttato via dalla mia band!”.
Il mio fratellino!!!! Lo amo!!!! :D :D
“Allora Jared dicci state lavorando a qualche nuovo singolo?” mi chiede la giornalista: alta, bionda, sguardo accattivante proprio una bella sventola.
“Sì, ogni giorno è una nuova ispirazione, siamo persone mature e abbiamo dietro l'esperienza necessaria per farci ispirare da tutto ciò che ci circonda e cogliere l’attimo nelle nostre canzoni” che risposta da duro, se solo mi avesse visto due minuti fa con Shannon mentre piangevo tra le sue forti braccia come una bambina.
“Si dice in giro che  state organizzando con i tuoi ekelon un po’ di temi per i concerti, di cosa si tratta?” mi fissa con uno sguardo malizioso: vuole il mio pisello, ovvio tesoro.
“Si chiamano echelon e non posso dirti altro dal momento che non capiresti!” mi alzo annoiato da questa domanda: l’intervista è terminata.
“Jared, scusa” mi corre dietro come un cagnolino.
“Tranquilla, scusa ma devo andare in camera a… cambiarmi”.
La donna capisce al volo e mi segue.
Chiudo la porta dietro di me e mi salta addosso, sento la sua eccitazione sui miei pantaloni: le strappo i vestiti di dosso e mi ritrovo un corpo perfetto e scolpito, la bacio con violenza e lei ricambia.
Sussurra il mio nome e mi chiede di cantare per lei mentre la penetro disinibito davanti la porta.
Le canto Savior e con un gemito termino la canzone, le sono venuto dentro (ovviamente con profilattico, non vorrei ritrovarmi un bambino oggi o domani).
“Mi raccomando fa un buon concerto!” mi saluta la giornalista contenta e scodinzolante.
“Come sempre Bachi!”, la chiamo come il mio cane.
Il pubblico è in delirio.
Mi butto tra la folla mentre intono con ferocia the kill: sento le loro mani tra le mie magre gambe, qualcuna mi tocca il sedere e sento una mano che afferra il mio pene con tutta la delicatezza e forza di cui è dotata. Oh sì, continua a farlo, eiaculo il liquido prespermatico mentre la mia voce diventa ansimante a causa dell’eccitazione che questa piccola mano mi sta procurando, così faccio cantare il pubblico per evitare una figuraccia: ho dimenticato anche le parole.
Risalgo sul palco e fisso la ragazza che mi ha toccato: se sapesse che le sono venuto in mano chissà cosa farebbe.
Gli echelon non fanno altro che cantare dietro le mie canzoni è questa la cosa che più adoro: sentire che qualcuno apprezza il mio lavoro, che i miei sforzi, il mio sudore, le mie lacrime non sono a vuoto.
Grazie a Dio ho un talento e voglio portarlo avanti finchè la morte non mi porta via.

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Capitolo 5
*** 30 seconds To Mars ***


Non so se vi aspettavate o meno un capitolo sulla Band e continuo a chiedermi se vi piacerà come finale. Spero di sì.
Questo è l'ultimo capitolo intanto voglio ringraziarvi tutti per aver seguito, recensito e inserita tra le preferite questa mia FF.

@HurricaneNight spero di averti un po' sorpresa con questo capitolo :) perchè è un po' un mix; grazie per i complimenti.
@Cath___ oh cavolo certo ti informerò senza alcun dubbio, quella è la scena che anche a me piace di più e mi sono divertita tantissimo a scriverla ^-^

@_Fe sister grazie gioia davvero tante grazie :) ovviamente non potevo che dedicartelo il capitolo su Jared :) e poi lo sai che io l'ho sempre visto come un arrapato xD.
Dedico questo capitolo a tutti coloro che amano e seguono i Mars! Buona lettura e alla prossima

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In realtà non sono uno di quelli che si ritrovano alle 6 del mattino, con timidi raggi di sole che cercano di penetrare dalla finestra, sveglio che osserva un punto indefinito della parete: no, decisamente non lo sono mai stato e mai lo sarò fortunatamente.
I miei pensieri mi scivolano dentro e poi cercano di risalire quando ormai il mio sonno vince sulla mia mente che invece vorrebbe continuare a sprecare le energie.
Non sono mai stato bello, non sono mai stato il leader della band e mai ammirato dalle fan: loro guardano solo Shannon e Jared e vedono me invece come il “tenerone di turno” tuttavia, però non posso certo dire che ciò m’infastidisce.
Il mio talento è riconosciuto.
La band è famosa.

 
Lo ammetto quando il tendone è ancora fermo, a nasconderci dal resto del mondo, mi sento al sicuro, il problema è quando cade giù.
Tralasciando la fifa da palcoscenico che segna irrimediabilmente ogni mio concerto, solo quando faccio un live, sento davvero di star dando totalmente me stesso; sento che con la mia voce riesco a esprimere tutto ciò che c’è dentro di me ed è l’unica volta dove mi sento NUDO.
Nudo perché mostro me stesso.
Nudo perché potrei sbagliare.
Nudo perché potrei rendermi ridicolo.
Nudo perché la musica è la mia vita e se ai fan non piacesse cadrebbero tutte le certezze sulle quali ho formato la mia vita.
Ho paura, lo ammetto. Non sono sempre me stesso.


Durante le interviste adoro ridere e scherzare, ma cosa potrei dire in realtà? Sono un uomo e questo a volte tutti coloro che ci seguono tendono a dimenticarlo.
Se mi vedono in foto con una ragazza si chiedono chi sia e cercano di scoprire il più possibile, se  mi ubriaco giustificano il mio comportamento dicendo:”non era lui!”.
Ma io sono io , Shannon non può essere un altro.
Devo ammetterlo, mi sento parte di qualcosa quando mi rendo conto che c’è ancora qualcuno che mi scambia per la sorella di Jared Leto, quando incontro gente che non mi conosce e mi fa tornare con i piedi per terra.
Ho bisogno di questo a volte.


Le nostre paure sono unite dalla band e, poiché siamo uomini ciascuno con le nostre fife, con i nostri difetti e pregi la nostra band è amata così insaziabilmente.
Ci sforziamo di dare sempre il meglio in ogni occasione e di mostrarci amabili e rispettosi e rispettabili.
Ci siamo incontrati e, unendoci, ne è venuto fuori qualcosa di veramente meraviglioso. Ormai siamo una famiglia: un tutt’uno con noi stessi, la nostra musica, i nostri strumenti, le nostre voglie, le nostre fantasie e le nostre perversioni e i nostri echelon. 

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