Dimmi che mi ami

di Lovely Grace
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Che amore è? ***
Capitolo 3: *** Così vicina, così lontana ***
Capitolo 4: *** I'm Losing You ***
Capitolo 5: *** Awaited ***
Capitolo 6: *** So confused ***
Capitolo 7: *** Absence ***
Capitolo 8: *** My Plane ***
Capitolo 9: *** Just need a second ***
Capitolo 10: *** Vincere o perdere ***
Capitolo 11: *** Sapore di sale, sapore di lacrime amare ***
Capitolo 12: *** Fuga ***
Capitolo 13: *** suffer in silence ***
Capitolo 14: *** Ricominciare a vivere ***
Capitolo 15: *** Here without you ***
Capitolo 16: *** Welcome to my new false and horrible life... ***
Capitolo 17: *** I feel like you are here... ***
Capitolo 18: *** Ti ho perso per sempre ***
Capitolo 19: *** May I've lost you forever... ***
Capitolo 20: *** Obscurity and light... ***
Capitolo 21: *** Tra sogno e realtà ***
Capitolo 22: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo
Jacob Pov

Ero masochista: stare lì era doloroso, ma senza non potevo vivere.
Come tutti i giorni, ero seduto al tavolo della cucina di Bella, accanto a Renesmee, che faceva i compiti.
Passavo così le mie giornate: a guardarla studiare.
Erano ormai passati quattro anni da quando avevo avuto l’Imprinting con lei e non avevo smesso per un solo minuto d’amarla.
Ormai Nessie aveva diciassette anni, ed era bellissima.
Altro che Rosalie!
Aveva i capelli castani con riflessi dorati, riccissimi, che le arrivavano sopra le spalle; i suoi occhi marroni erano più belli di quelli della madre, e le sue labbra erano così rosse e così carnose, da sembrare un bocciolo di rosa.
Dio solo sa quanto avrei voluto poterle sfiorare con le mie.
Chissà se un giorno ci sarei riuscito. Questo era il mio pensiero fisso, il mio incubo in pieno giorno. Io l’amavo, ma non sapevo se lei ricambiasse. L’Imprinting doveva essere seguito da tutti e due, ma non esistevano regole precise, e lei poteva anche essere l’eccezione. Insomma, Nessie era Nessie, era quasi unica, ed era l’unica ad avere un legame con un mutaforma come me.
Mi ero promesso di starle vicino, sempre, vederla crescere e aiutarla in ogni momento, senza aspettarmi altro, ma non era facile. Da piccola mi vedeva come un fratello con cui giocare o confidarsi, ma ora che era cresciuta, era cambiata.
Nonostante i suoi quattro/diciassette anni, ne dimostrava molti, molti di più. Era un piccolo genio, a volte più intelligente di quel succhiasangue di suo padre.
Era più consapevole di ogni cosa: rifletteva attentamente, non dava mai niente per scontato.
Nonostante ciò, non aveva ancora capito di amarmi.
Spesso, quando alzava lo sguardo dai compiti e mi guardava con quell’espressione intensa, carica, come se fossi la cosa più bella al mondo, m’illudevo, ed ero pronto a baciarla, a farla mia. 
Ma quel giorno, sembrava non arrivare mai.
 

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Capitolo 2
*** Che amore è? ***


   Capitolo 1
Che amore è?
Renesmee Pov
 
Ero cresciuta.
Certo, non ero mai stata veramente piccola, perchè i miei pensieri erano complessi, però adesso avevo la prova di essere grande: ero una donna.
L’immagine che vedevo riflessa nello specchio, era quella di una ragazza, abbastanza alta, magra e pensierosa.
Crescendo, avevo provato molte emozioni, avevo capito come funzionava il mondo, ma non ero riuscita a capire una cosa: i miei sentimenti per Jacob.
Nessuno mi aveva mai detto niente, ma io sapevo che tra noi c’era qualcosa di inseparabile, un legame che non si poteva sciogliere.
La mia intelligenza fuori dalla norma non arrivava a tanto, però.
Non sapevo perché, ed era frustrante.
Jacob non era mai stato un semplice amico, un compagno di giochi.
Era stata una persona che occupava un ruolo strano nella mia vita.
Le altre bambine non avevano un loro Jacob, io sì.
Avevano i fratelli, gli amici, i fidanzatini...
Non sapevano che cos’era l’amore. Io sì.
Sapevo cos’era e le diverse sfumature che aveva, ma non riuscivo a capire che tipo di amore era quello che provavo per Jacob.
Era tutto così complicato…
Esisteva un amore così? Un amore capace di distruggerti, annientarti? E, soprattutto, che tipo di amore era?
Non lo sapevo.
Non riuscivo a capirlo.
Capivo che tutti erano in attesa, sempre pronti ad appoggiarmi quando lo avessi capito.
Ma non succedeva.
Vedevo ogni giorno in Jacob la stessa speranza, la luce nei suoi occhi.
E vedevo la sua espressione frustrata quando se ne andava, senza aver ottenuto niente.
Non gli bastavano più le mie occhiate, i miei abbracci: voleva me, ma io non riuscivo a capire se volevo lui.
Avrei voluto picchiarmi, sbattere la testa nel muro, ma sapevo non sarebbe servito a niente.
Quando sarei riuscita a decifrare cosa provavo per lui? Quando sarei riuscita a farlo felice?
La risposta era dentro di me, dovevo solo tirarla fuori.
 
 
Salve a tutti!
è la prima FF che pubblico qui, quindi sono ancora parecchio inesperta su tutto XD.
Perciò siate comprensivi se i caratteri sono piccoli o enormi… con un po’ di esperienza penso di poter imparare XD Io e la tecnologia non andiamo d’accordo.
L’idea della storia è nata qualche mese fa, e finalmente ho deciso di iniziare a lavorarci.
Posterò un capitolo a settimana, il giorno è ancora da vedere, ma credo sia la Domenica, così ho tutto il tempo per scrivere.
Vi avviso che i capitoli non saranno molto lunghi.
Per quanto riguarda il numero non ne ho ancora idea… Forse una quindicina, forse di più… Dipende da come vuole la storia.
Vorrei ringraziare chi ha recensito, tutti i lettori silenziosi, i 9 che hanno messo la storia tra le seguite, chi tra le preferite e chi da le ricordate e in particolare chi mi ha aiutatocon la parte tecnologica dell’account (grazie mille ancora, sei stata l’unica XD).
Grazie a tutti… Fatemi sapere cosa ne pensate.

   Capitolo 1
Che amore è?

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Capitolo 3
*** Così vicina, così lontana ***


Capitolo 2
Così vicina, così lontana

Jacob Pov
 
Vederla danzare, era la cosa più bella che avessi mai visto.
Si muoveva nel centro della sala di vetro, come l’aveva chiamata lei per le sue pareti di vetro che riflettevano la luce.
Era una stanza semplice, grande, separata dalla casa, ricoperta da lastre di vetro ultra resistenti, che permettevano di illuminarla alla perfezione.
Era vuota: c’era solo il pavimento infinito in parquet ed una sbarra doppia.
Come una campana di vetro, nella quale era sicura da tutti e da tutto.
Per Nessie, era il suo regno.
Si muoveva come una fata, qua e la sulle punte: sembrava un angelo.
Nessie amava la danza, ed era bravissima.
A me piaceva stare seduto in un angolo a guardarla volteggiare a ritmo di musica, senza pensare a niente che non fosse lei ed il suo corpo che si muoveva espressivo, facendo capire ciò che provava.
Mi piaceva il rumore prodotto dalle scarpette con la punta quando si muovevano veloci, sicure.
Avrei voluto essere un ballerino per poterla seguire e mescolarmi a lei.
Ma non ne ero capace.
La musica si spense, facendomi tornare alla realtà.
Vidi Renesmee sistemare il cd nella sua custodia e venire verso di me.
Si sedette davanti a me, e mi sorrise dolcemente.
Lo chignon tirato che aveva, metteva in risalto il suo viso da angelo, capace di illuminare una giornata uggiosa come quella.
Il suo corpo perfetto, era messo in risalto dal body nero che aderiva perfettamente alle sue curve.
Le sue gambe lunghe erano avvolte dalle calze rosa, che le rendevano ancora più lunghe.
Mentre la contemplavo, si sfilò le scarpette in raso rosa con la punta e si massaggiò i piedi.
Quanto avrei voluto massaggiarglieli io, quanto avrei voluto...
Un tuono fece tremare la stanza di vetro, facendomi trasalire.
 Rise.
< Però, per essere un lupo sei abbastanza fifone> Disse scherzando.
Le feci la linguaccia, fingendomi offeso.
< Non hai mai pensato di farti un video mentre balli e metterlo su qualche sito in modo che tutti possano vederti?> Chiesi.
< Non m’interessa essere vista, ammirata. La fama serve agli insicuri. Io sono sicura di me, e non ho bisogno di essere criticata: lo faccio da sola. Nessuno può criticare le mie coreografie ed il modo in cui mi muovo, perchè esprimo le mie emozioni, e nessuno le può capire. E per commentare, bisogna capire>. Il suo tono era fermo ed autoritario.
< Anche tu dovresti esprimerti. Hai mai provato a ballare?> Chiese, con tono più dolce di prima.
Alzai le spalle. < Io mi esprimo già. E non so ballare> Dissi, difendendomi.
Renesmee si alzò e mi tese una mano per farmi alzare.
< Non è vero, non hai mai provato. Vieni, t’insegno io>. E così dicendo mi tirò su.
< Nessie, davvero, non so ballare…> Iniziai, ma lei mi mise a tacere.
< Nessuno è incapace di danzare. Devi solo esprimere ciò che senti> Disse sicura. < Segui me> Disse. < Prendimi>.
E così dicendo, prese la rincorsa e si lanciò verso di me, come una farfalla che si posa sul fiore, leggera, e si lasciò sollevare in alto, quasi fosse impotente nelle mani di un gigante.
Eravamo il gigante e la bambina: io, alto, muscoloso, con la carnagione scura, i capelli neri e le mani grandi, e lei, alta e snella, aggraziata, bellissima.
Lo specchio davanti a noi rifletteva la scena in modo unico.
Le mie mani erano in alto, cingevano la vita di Renesmee, che aveva aperto le gambe come se fosse un fiore che sbocciava.
Lentamente, la feci scendere e la presi in braccio.
Il suo viso era a pochi centimetri di distanza dal mio, sentivo il suo respiro dolce sulla mia pelle.
Sarebbe bastato un secondo perchè si avvicinasse, perchè mi sfiorasse le labbra con le sue.
Invece, scese dalla mie braccia e si girò dall’altra parte, in modo che non potessi leggere la sua espressione.
La vidi lo stesso, nello specchio di fronte a me: era triste, frustrata.
Vidi una lacrima rotolarle giù dalla guancia prima che la asciugasse.
< Devo andare, mia madre mi sta aspettando> Disse.
Ed uscì dalla stanza, lasciandomi solo.
Un tuono accompagnò la porta d’ingresso, che si richiuse nel momento in cui esso svanì.
Era stata così vicina eppure così lontana…
 

 
 
 
Eccomi qui, puntuale come avevo previsto! Questo è finalmente il primo capitolo in cui vediamo interagire direttamente Jacob e Renesmee e da qui capiamo un po’ di più la storia… Spero di aver scritto in modo chiaro… se avete dei dubbi chiedete pure.
Vorrei ringraziare chi ha recensito, tutti i lettori silenziosi, chi ha messo la storia tra le ricordate, tra le seguite e tra le preferite… Grazie mille, questo vuol dire molto per me.
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo nuovo capitolo e… al prossimo aggiornamento!

 

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Capitolo 4
*** I'm Losing You ***


I’m Losing You

Capitolo 3
Renesmee
 
Stavo perdendo il controllo della situazione.
Non riuscivo più a danzare.
Ogni volta che mi muovevo, non riuscivo ad eseguire i passi, a montare una coreografia.
Erano tutte sprecise, incerte, insicure.
A scuola non riuscivo a concentrarmi, e neppure a casa quando facevo i compiti accanto a Jacob.
Scrivevo di lui: descrizioni del suo viso, del suo profumo, del calore che emanava.
Quando pensavo a lui, perdevo il sonno e l’appetito.
Stavo perdendo il controllo della situazione.
Mi rigirai nel letto per la milionesima volta.
Guardai l’orologio della sveglia: le tre e mezza.
Bene, erano cinque ore che mi muovevo nel letto, incapace di controllarmi.
Sbuffando, mi alzai dal letto, indossai una felpa calda e gli stivaletti di pelo che erano le mie ciabatte ed uscii silenziosamente dalla mia camera.
Come un fantasma, andai ad aprire la porta d’ingresso ed uscii fuori.
La temperatura era molto bassa, saranno stati dodici gradi sotto zero.
Mi sedetti sugli scalini di legno della veranda, ed appoggiai la testa contro le fondamenta della casa.

Era buio, si vedevano giusto le ombre degli alberi e il dondolo che si muoveva solitario nell’oscurità della notte.
La luna era piena, ed illuminava lievemente il giardino, aumentando la lunghezza delle ombre, dandogli un’aria spettrale.
Tutto, intorno a me, era silenzioso.
Perchè non riuscivo a capire? Perchè non sapevo farmi avanti con Jacob?
Non avevo mai avuto problemi con lui, ma ora il nostro rapporto era diventato teso.
Era facile dare la colpa a lui, dire che era colpa sua se ci eravamo allontanati.
Ma la colpa era di tutti e due.
Ci comportavamo come due bambini, due estranei.
Se non avessi capito ciò che provavo per lui, lo avrei perso.
Lo stavo già perdendo. Ogni momento che passava, si allontanava da me, ogni istante ci separava sempre di più. E la cosa terribile era che io restavo lì, impotente, a guardarlo allontanarsi.
Sentii un lupo ululare. Un urlo straziante, doloroso, umano.
Avrei potuto riconoscere quella voce ovunque.
Era lui.
< Jacob> Sussurrai, e sentii una lacrima rigarmi la guancia.
 
 
 
Salve a tutte!
Questa volta ho deciso di postare un po’ prima… Non so ancora se postare una sola volta a settimana o due… Voi cosa ne pensate? Preferite un capitolo a settimana o due?
Da questo capitolo credo che si capisca il succo della storia… Spero di aver scritto in modo chiaro…
Se avete dei dubbi, comunque, chiedete pure.
Vorrei ringraziare ancora una volta tutti i lettori silenziosi e chi ha recensito. Grazie per incoraggiarmi a continuare!
Per il resto… Credo di aver detto tutto. CI vediamo domenica con il nuovo capitolo.
Baci, Grace.

 

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Capitolo 5
*** Awaited ***


Capitolo 4

                                                                                  Awaited
Jacob Pov
 
Ero lì, a pochi metri da lei, nascosto tra gli alberi, ad osservarla silenziosamente.
Stava piangendo.
Sembrava un fantasma, una fata.
Riuscivo a vedere solo una sagoma candida, illuminata dalla luna.
Stava soffrendo, per colpa mia.
Cosa volevo da lei? Perchè la stavo facendo soffrire?
Non riusciva a dare un nome al nostro amore, e non si dava pace.
Nessie era fatta così, usava sempre la ragione e la logica.
Ogni cosa, la doveva fare con la logica. Doveva pensarci bene e dargli una definizione.
Forse era solo una fase, o forse era la sua personalità.
Ma chi poteva saperlo? Era sempre in cambiamento.
Nemmeno io ero riuscito a dare una definizione a questo nostro amore, ma non gli avevo dato peso.
Ero più istintivo, facevo ciò che sentivo.
Ma questa volta, era lei a doversi fare avanti.
Sapeva che l’amavo e che avrei voluto dimostrarglielo, ma sapeva anche che aspettavo fosse pronta, che avesse capito.
 I giorni passavano, e lei era sempre più in difficoltà.
Avrei voluto andare la e abbracciarla, dirgli qualcosa.
Era straziante essere impotente davanti a tutto ciò.
Mi sembrava quel racconto che avevo letto, che parlava di una ragazza che aspetta che il ragazzo che le ha confessato il suo amore si dichiari ancora una volta, ma non succede mai, e la ragazza attende fino a che non muore di vecchiaia.
Beh, per me e Nessie era impossibile morire di vecchiaia, ma più o meno il resto era uguale.
Un movimento catturò la mia attenzione.
La casa s’illuminò, la porta d’ingresso si aprì, ed una creatura candida e aggraziata si affacciò sul giardino.
La ragazza che avevo amato e che avevo aspettato, lanciò un’occhiata nel bosco.
Il suo sguardo si soffermò su di me, ed io fuggii, facendo frusciare le foglie.
Prima di sparire nella foresta oscura, mi voltai un’ultima volta, giusto in tempo per vedere Bella che tratteneva Renesmee, voltata verso di me, per raggiungermi.
 

Note dell’autrice
Salve a tutte! Questo capitolo è molto intenso e leggermente amaro… Ma doveva esserci per poter mandare avanti la storia.
Anche se è molto breve, credo ci sia tutto, che sia piuttosto dettagliato.
Ho deciso che i capitoli verranno postati due volte a settimana: il mercoledì e la domenica.
Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno recensito, chi ha seguito la storia e l’ha messa tra le seguite, ricordate, preferite e tutti i lettori silenziosi che anche se non si fanno sentire ci sono.
Vorrei solo chiedervi un favore: lasciate una recensione, anche breve, giusto per sapere cosa ne pensate e cosa dovrei migliorare secondo voi.
Accetterò molto volentieri qualsiasi critica costruttiva. Vorrei sapere cosa ne pensate… Per cui… Recensite numerosi!!!
Bene, vi lascio al prossimo aggiornamento. Buon inizio settimana!
Baci, Grace.


 

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Capitolo 6
*** So confused ***


Capitolo 5

                                                                 So confused

Renesmee Pov
 
Ero seduta sul divano, nel salotto caldo ed accogliente della casetta di legno.
Lì, accoccolata in un angolo, stavo sfogliando i miei album fotografici.
Quello con la copertina verde era il mio preferito: c’erano tutte le foto con Jake.
Lo aprii, e già dalla prima foto, ero in braccio a lui.
Sfogliai ogni singola pagina, trattenendo a stento le lacrime.
Non riuscivo a credere di essere arrivata a tal punto.
Quel pomeriggio, Jacob non era venuto.
Lo avevo aspettato, ore intere passate sulla veranda ad attendere qualcosa che non sarebbe mai successo.
Sarebbe stato così semplice andare da lui e dirgli “ti amo”! Ma non ci riuscivo.
Era tutto così semplice quand’ero piccola.
Non dovevo fare niente, solo ciò che mi divertiva.
Una foto catturò la mia attenzione: ritraeva Jacob, ricoperto di fango, ed io che ridevo e gli tiravo una manciata di fango sulla testa.
Non so quanto avrei dato per poter passare anche solo qualche ora così, a giocare con Jacob, senza che si aspettasse di ricevere qualcosa di concreto che non fosse fango.
Mia madre si sedette silenziosamente accanto a me, mi abbracciò e guardò le fotografie insieme a me.
Non disse nulla, restò in silenzio, a contemplare le foto con un sorriso dolce e sincero.
< Perchè è tutto così difficile?> Chiesi improvvisamente, frustrata.
Mia madre sorrise e mi accarezzò una guancia. < Amore mio, la vita è fatta di ostacoli, che talvolta dobbiamo superare. Ma ricorda una cosa: dobbiamo essere pronti per superarli. So che tutto ti sembra così difficile, ma prima o poi sarai pronta per affrontarlo>.
< E cosa cambierà? I cambiamenti dipendono da me, ed io non riesco a capire! Se non capisco, non posso fare niente! E sai qual’è la cosa più brutta? Che sono perfettamente conscia del fatto che sto facendo soffrire Jacob, e che tutto quanto dipende da me. Non so se sarò mai pronta. Non riesco a capire. Sono sempre ferma nello stesso punto, e non riesco a proseguire. Prima potevo tornare indietro, far finta di niente, ma adesso no. So che devo affrontare la questione, ma non ci riesco!>.
Mia madre mi ascoltò attentamente, e si prese qualche istante per formulare una risposta concreta.
< Non dipende tutto da te, Nessie. Una buona e gigantesca parte sì, ma il resto no. é come una torta a due piani: il primo piano, il più grande, sei tu, mentre il secondo, quello più piccolo, è Jacob.
Lui pensa di sapere cosa prova per te, ma non è così. Jacob è impulsivo, e al contrario di te non riflette molto. A lui basta sapere di amarti. Sa che il suo destino sei tu, e ciò gli basta, ma tu non puoi sapere se il tuo destino è con lui. So che lo ami, ma devi capire come. Vedrai che con il tempo, lo capirai. E se Jacob ti ama davvero, saprà aspettarti>.
Rimasi un attimo a meditare su quelle perle di saggezza.
< Oggi non è venuto> Mormorai triste, tenendo lo sguardo fisso sul pavimento.
< Oggi no, ma domani forse sì. Lasciagli del tempo per pensare. Sono sicura che questa lontananza servirà a entrambi: se state separati, riuscirete meglio a capire ciò che provate>.
< E se non dovessi riuscirci?>
< é difficile risponderti. Jacob prova i tuoi stessi sentimenti, ha la tua stessa confusione in testa, ma come ti ho detto, gli basta essere sicuro di qualcosa. Tu sei diversa, ed hai bisogno di analizzare ogni emozione che provi. Ma lascia che ti dica una cosa: in amore, la logica e la ragione non funzionano. In questo caso, non è vero che la ragione domina sugli istinti. Guarda me e tuo padre: non esistono due persone così. Ora sono vampira, ma prima ero una fragile umana assieme ad un forte vampiro>. Sorrise dolcemente a quell’ultima affermazione.
< Stai dicendo che dovrei buttarmi senza averci ragionato sopra?> Chiesi confusa.
< In un certo senso sì. Quando capirai che è la cosa giusta, non ti servirà la ragione, ti lascerai andare>.
< E quando capirò che è la cosa giusta? In che modo?>
< Quando meno te lo aspetti>.

 
 
Note dell’autrice
E di nuovo qui, ancora una volta puntuale! Con questo capitolo credo che sia tutto molto più chiaro… Spero vivamente di aver chiarito i vostri dubbi!!! Che ne pensate del capitolo? VI prego, scrivetemi cosa ne pensate! Non sto ricevendo molte recensioni, direi che forse stanno pure diminuendo… Non vi piace la storia? Sarei felice di ricevere qualsiasi tipo di critica: vorrei sapere cos’è che non vi piace, in modo da potermi modificare… Quindi ripeto, recensite numerosi, e siate sinceri, sono qui apposta per ricevere una vostra opinione!
Vorrei ringraziare Noe_princi89 per continuare puntualmente a recensire e supportarmi! Grazie anche alla mia Zerottina, per la carica che mi da ogni giorno! Sono riuscita a spiegarti la trama???
E un grazie speciale alla mia Editor personale, la mia Miri! Grazie mille tesoro per leggere i capitoli, aiutarmi a correggere gli errori cercandoli su Google! Continua così che i tuoi complimenti mi danno carica e ispirazione!
Grazie anche a tutti i lettori silenziosi… Almeno voi ci siete!
Non mi resta altro da dire… Per cui… Recensite numerosi!!!
Al prossimo aggiornamento!!!
Baci, Grace.

 

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Capitolo 7
*** Absence ***


Capitolo 6

Absence

Jacob Pov
 
Quel pomeriggio non andai da Renesmee.
Sapevo che mi stava aspettando, ma non ci andai lo stesso. Preferii rimanere nel mio garage a fingere di riparare qualche motore. Ma la verità era che non riuscivo nemmeno a concentrarmi su ciò che avevo per le mani.
Sapevo che se fossi andato là, la voglia di infrangere tutte le promesse fatte avrebbe vinto. E non potevo permetterlo.
Dovevo essere paziente, almeno una volta. Magari quell’assenza l’avrebbe in qualche modo illuminata… Magari avrebbe capito che senza di me la sua giornata non sarebbe stata la stessa e sarebbe venuta lei a cercarmi…
Dovevo darle tempo. Ancora una volta, dovevo stare fermo. Per la prima volta in vita mia, non ero io a dover fare una scelta.
Forse ero egoista, ma il mio cuore si sarebbe spezzato un’ulteriore volta se quel giorno fossi andato da lei e come al solito mi avesse respinto.
Il mio sguardo, cadde su una fotografia.
Renesmee era abbracciata alle mie spalle, e sorrideva alla camera della macchina fotografica.
< Nessie> Sussurrai, sfiorando il suo viso con il pollice.
La stavo perdendo.
 

 
 
Note dell’autrice
 
Salve!
Come avrete notato ho postato prima: è il mio regalo di Pasqua per voi! Spero vi piaccia…
Ok, so che il capitolo è davvero molto più corto degli altri (e sono tutti cortissimi) ma credetemi, è meglio così.
Spero sia tutto chiaro e poi che aggiungere?
BUONA PASQUA A TUTTI!!!
Vorrei ringraziare Zerottina per continuare a supportarmi e recensire regolarmente: non finirò mai di ringraziarti.
Vorrei anche ringraziare una persona molto importante per me che sono riuscita a rincontrare dopo ben 12 anni: Grazie Chiara per aver letto i capitoli e per avermi dato una tua opinione!
Ringrazio anche tutti i lettori silenziosi e chi ha messo la storia tra le seguite.
Vi chiederei un favore: io vi ho fatto il mio regalo di Pasqua… Ora fatemi il vostro: lasciate una piccola recensione, anche critica. Accetterò i vostri pensieri e le vostre opinioni di buon grado. In fondo, sono qui per questo, per potermi migliorare, ma se nessuno mi dice cosa ne pensa e cosa dovrei modificare, che ci sto a fare? Le mie storie rimarranno sempre così…
Quindi per favore, RECENSITE!!!!
Grazie ancora a tutti, al prossimo aggiornamento!
P.s: Non so quando posterò, ma se le recensioni dovessero aumentare posterò domani sera!
Baci, Chiara.

 

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Capitolo 8
*** My Plane ***


Capitolo 7

                                       My plane

  Jacob Pov

Avevo capito.
In realtà non era cambiato niente, ma avevo capito come riprendermi Renesmèe.
La verità, era che dovevo dargli tempo. Doveva pensare, capire e cose varie.
E per farle capire ciò che provava per me, doveva trovarsi ogni giorno di fronte a nuove prove.
Come nei film: attraverso dei trabocchetti, dovevo farle capire quanto mi amasse.
Dovevo dimenticare la rabbia che provavo, e far largo alla dolcezza.
La sarei andata a prendere a scuola e l’avrei portata alla riserva, per passare del tempo insieme a giocare come facevamo un tempo.
La cosa tremenda, era che sapevo che non sarebbe bastato un solo giorno, e Nessie se ne sarebbe accorta.
Nonostante ciò, niente mi impedì di mettere in atto il mio piano.
Presi le chiavi della moto, m’infilai il casco, e partii.
Arrivato a scuola, parcheggiai la moto lontano dall’uscita.
Gli studenti uscirono uno ad uno, passandomi davanti e fissandomi come se avessi avuto tre occhi.
Alla fine vidi Nessie, più bella che mai: i suoi capelli erano mossi dal vento, che la facevano sembrare una modella di una qualche linea costosissima e miracolosa di shampoo.
Restai immobile, seguendola con lo sguardo.
Sapevo che avrebbe avvertito la mia presenza.
E così fu.
Una distanza infinita ci separava, lei era dall’altra parte della strada, ma mi sentì.
Alzò lo sguardo verso di me, e si fermò impietrita.
Un sorriso dolce la illuminò.
Corse verso di me, senza pensarci, e pochi secondi dopo si ritrovò fra le mie braccia.
Quando si accorse dei suoi gesti ormai compiuti, si ritirò imbarazzata.
< Scusami> Disse.
< E di che cosa?!> Sbottai ridendo.
Operazione numero uno, riuscita, pensai sorridendo.
< Oggi regrediremo all’infanzia> Annunciai mentre le mettevo il casco.
< Cosa vuoi dire?> La sua voce rimbombava dentro al casco, rendendola comica.
< Faremo come quando eri piccola: costruiremo dei castelli di sabbia. Per oggi niente litigi o cose varie. Torneremo bambini>.
Mi guardò alzando un sopracciglio, così mi misi la mano sul petto e, con espressione seria, dissi: < Parola di Scout!>.
Si mise a ridere e montò sulla sella.

Note dell’autrice
Salve a tutte! Vi chiedo scusa per non aver postato prima, ma non ho avuto davvero tempo. Le recensioni sono aumentate, e vi ringrazio molto, finalmente ho avuto la conferma che qualcuno c’è!
Comunque anche questa volta sono qui, puntuale!
Vorrei ringraziare chi ha messo la storia tra le preferite, chi tra le seguite e naturalmente chi ha recensito! Grazie anche ai lettori silenziosi!
Un ringraziamento speciale alla mia nuova “Editor” Miriam (ahahah tesoro, senza di te non so che farei!) e alla mia Zerottina per recensire tutti i capitoli!
Questo capitolo non è corto, rispetto agli altri. Avevo pensato di raggruppare questo e il prossimo, cambiando solo il Pov, ma mi è stato suggerito dalla mia Editor personale di lasciare così… Spero che vi piaccia e per qualunque cosa chiedete.
Mi raccomando, ditemi cosa ne pensate!
Al prossimo aggiornamento.
P.s: se vi interessa, ho in corso un’altra Fan fiction nella sezione Twilight Cast, è Wherever You will go, su Robert Pattinson. Posterei il link ma non voglio rischiare di sbagliare: io e la tecnologia ci odiamo.
Un bacio, Grace.
 

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Capitolo 9
*** Just need a second ***


Capitolo 8

Just need a second

Renesmee Pov

Il viaggio dalla scuola alla riserva, fu troppo breve.
Me ne stetti lì, abbracciata a Jacob, immersa nel suo odore di lupo.
Il contatto con la sua pelle calda, mi faceva sentire protetta.
Volevo che quei momenti non finissero mai.
Avrei fatto qualunque cosa pur di restare così per ore ed ore…
Quando arrivammo a destinazione, non volevo scendere.
Il cielo era scuro, nuvoloso, minacciava di piovere da un momento all’altro.
Jake mi sfilò lo zaino dalle spalle e lo nascose dentro al vano porta oggetti.
Mi fece cenno di seguirlo, e così feci.
Camminava di fianco a me, ogni tanto le nostre braccia si sfioravano, dandomi i brividi, come una sorta di scossa elettrica.
Ero intenta a godermi quel meraviglioso e piacevole contatto, come… un’attrazione fisica… Ma non bastava per descrivere ciò che sentivo. Era qualcosa di forte, troppo forte per me, troppo forte per essere tradotto a parole.
Arrivati vicino alla riva, si sedette per terra ed iniziò ad armeggiare con la sabbia.
< Voglio costruire un castello di sabbia> annunciò mettendosi a lavorare.
Le sue braccia forti, muscolose, si muovevano sicure così come le sue mani, grandi, protettive, delicate… La sabbia scivolava dalle sue dita con leggerezza, accarezzandolo dolcemente.
Sarei stata capace di guardarlo tutto il tempo, ma se ne sarebbe accorto.
Iniziai a scavare e modellare la sabbia, lanciandogli ogni tanto un’occhiata fugace.
Ogni tanto sentivo il suo sguardo puntato su di me, profondo, intenso, come se intento ad osservare ogni mia espressione, ogni cambiamento in essa… Come se aspettasse qualcosa.
E di nuovo un senso d’angoscia mi pervase. Lui si aspettava qualcosa così come tutta la mia famiglia, ma io non sapevo cosa. Avrei voluto dargliela subito, vederlo felice… Se Jake era triste anche io lo ero… ma perché? Perché tutte queste domande? Già, mi rimanevano solo domande, senza nemmeno l’ombra di una risposta.
Ero intelligente, razionale, non credevo nell’amore a prima vista, nei miracoli, negli indovini o cose varie, ma in quel momento avrei voluto ricevere un segnale da qualcuno, almeno un indizio per una delle mie infinte domande.
Mi sembrava che più crescevo, più esse aumentassero. Proprio come la pressione atmosferica che diminuisce all’aumentare della distanza dal suolo. La mia testa stava metaforicamente scoppiando: troppa pressione… Jacob era il suolo ed io la pressione: più mi avvicinavo più essa aumentava, impedendomi di ragionare, di capire. Semplicemente, mi pressava il cervello. Ma cosa avrei dovuto fare? Lasciarmi guidare dall’istinto? Non ci riuscivo.
Passammo una buona mezzora lì, seduti sulla sabbia, a costruire il nostro castello.
La nostra opera era quasi giunta al termine quando un tuono ci fece sobbalzare, seguito da una acquazzone violento.
Ci alzammo all’unisono e ci mettemmo a correre.
Senza pensarci, Jacob mi prese la mano e mi guidò verso la strada.
La scossa che sentii quando le nostre pelli s’incontrarono fu estremamente forte, molto più forte di qualsiasi mia aspettativa. Com’era possibile che ogni giorno quella scossa elettrica s’intensificasse? Come se un sentimento crescesse di ora in ora, alimentato solo dalla passione.
Quando arrivammo al coperto, eravamo ormai bagnati fradici.
Sentivo gli abiti leggeri che indossavo aderire completamente al mio corpo, come una seconda pelle.
Non potei non lanciare un’occhiata fugace alla t-shirt bianca di Jacob: era completamente aderita al suo corpo, mostrando i muscoli impressionanti e così… affascinanti. Ma cosa mi stava succedendo?
Non mi lasciò la mano, ma si avvicinò a me.
Nella stanza scese un silenzio tombale, persino lo scroscio violento della pioggia sembrava lontano kilometri e kilometri.
Lui era lì, davanti a me, il viso vicino, troppo vicino al mio.
I nostri respiri erano agitati per la corsa, e sentivo il suo caldo, dolce e profumato soffiare sul mio viso.
Non riuscii a capire la reazione del mio corpo: Le mani iniziarono a tremare, sudare, le vene a pulsare, le ginocchia a tremare, il sangue a correre troppo velocemente riscaldandomi completamente. In quel momento, non esisteva più niente: tutto il passato e il presente si erano annullati, come se fossimo stati in un’altra dimensione fatta di niente, come una stanza vuota, senza pareti, senza orologi, senza mobili.
La reazione più grande fu quella della mia mente: Il cervello si bloccò, quasi smise di ragionare per quei pochi secondi, e la pressione si fece più intensa, segno che il mio suolo era vicinissimo.
E infine, il mio cuore iniziò a galoppare, ancor più velocemente del solito, quasi a farmi male nel petto, ma quel dolore era piacevole, strano… Il mio stomaco si rovesciò, ma la nausea che sentii non era di ribrezzo, ma di eccitazione. Sentivo davvero le farfalle nello stomaco, e quasi non riuscivo più a stare in piedi.
Il respiro era più corto e veloce del solito, talmente veloce come non lo era mai stato. Forse ansimavo, forse no, chi poteva saperlo? Niente aveva più importanza in quel momento. Non era più la mente a guidarmi, ma qualcos’altro. Il fulcro del mio corpo, il centro della vita, l’organo di più vitale importanza. E anche se per la logica quel ragionamento non esisteva, in quel momento non me ne importava.
Mi guardò con una strana luce negli occhi, e si avvicinò ancora, sempre più vicina al mio suolo.
Il respiro mi morì in gola.

Jacob Pov
Sarebbe bastato un attimo perchè le mie labbra si posassero sulle sue. Un solo attimo e tutti i miei sforzi e le mie sofferenze sarebbero state placate, cancellate per sempre dai miei ricordi.
Eravamo talmente vicini, che sentivo il suo respiro sul mio viso, facendomi tremare.
Sentivo i miei muscoli vibrare, assieme al mio corpo.
I suoi occhi dicevano una sola parola: Baciami. Baciami. Baciami.
Ma il suo cervello, un’altra.
Per un attimo, m’illusi di vederla avvicinarsi, baciandomi per prima.
Ma non lo fece. Si avvicinò impercettibilmente, ma non mi baciò.
Come se di nuovo avesse usato la ragione e non il cuore.
Restò un attimo a fissarmi negli occhi, come per scusarsi o come per non eliminare quel contatto, stringendo ancora di più le mie mani, poi si allontanò.
Operazione numero due, fallita.
GAME OVER.

 
Note dell’autrice
Ed eccomi qui, ancora una volta puntuale! Mi costa un certo sforzo, ma la passione che ci metto viene ripagata con  le vostre recensioni e i vostri messaggi in privato.
Purtroppo non posso rispondere alle recensioni per mancanza di tempo, mi dispiace, ma sono davvero gradite!
Questo capitolo è molto più lungo dei precedenti e ci sono diversi momenti di tensione… Insomma, Nessie fa qualche passo in avanti, non credete?
Per me è stato particolarmente difficile scriverlo perché insomma, è pur sempre un bacio, anche se scampato, dovevo creare la “pre-atmosfera”, no? XD
Mi sono impegnata molto per questo capitolo, correggendolo milioni di volte, per cui, ditemi sinceramente cosa ne pensate!
Vorrei ringraziare ancora una volta la mia Editor: grazie per fare tutto ciò che fai, senza di te non so se sarei così ottimista!
Grazie anche alla mia Zerottina per il supporto che mi da ogni singolo giorno!
Grazie poi a tutte le persone che hanno recensito: vi prego, continuate a dirmi che ne pensate!
Grazie anche a chi ha messo la storia tra le preferite, chi tra le ricordate e chi tra le preferite.
E naturalmente grazie anche a tutti i lettori silenziosi!
Mi raccomando, RECENSITE, accetterò qualsiasi tipo di recensione e vi prego, siate sincere!
Se vi interessa, ho anche un’altra FF in corso, su Robert Pattinson, è Wherever you will go.
Dateci un’occhiata se vi va, e ditemi cosa ne pensate!
Grazie a tutti! Buon Ponte e al prossimo aggiornamento!
Baci, Grace. 

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Capitolo 10
*** Vincere o perdere ***


Capitolo 9

                                                            Vincere o perdere



Jacob
 
Non dovevo arrendermi.
Anche se avevo fatto cilecca, mi ero avvicinato di qualche millimetro al mio obbiettivo, e non potevo mollare adesso.
Sarebbero bastati altri tentativi, e nel giro di poche settimane, sarebbe successo.
I miei non erano trabocchetti, anzi potevamo interpretarli come una forma di aiuto, un modo per aiutare Nessie a capire i suoi sentimenti per me.
L’attesa era straziante, ma ancor più straziante era il fatto di doverle tendere delle “trappole”.
Il nostro rapporto era andato a farsi friggere.
Prima potevamo parlare di tutto e volte litigavamo anche, ma subito ci riappacificavamo.
Adesso non era più così.
Ci comportavamo come degli estranei, e come tali non ci riconoscevamo più.
Certo, quel pomeriggio avevo dimostrato che potevamo ricostruire il nostro rapporto modificandolo in meglio, ma Nessie si era tirata indietro, ancora una volta…
Dio quant’era stupido! E la cosa peggiore era che sapevo che erano tutte stronzate!
Poteva baciarmi quando voleva, ed io sapevo che lo desiderava, ma qualcosa glielo impediva.
Esisteva qualcosa che lo impediva a me?
Se mi fossi fatto avanti senza fermarmi di fronte a lei, senza aspettarla, il nostro rapporto sarebbe peggiorato?
Come avrebbe reagito?
Forse le serviva solo una prova. In fondo, con Bella avevo fatto così…. E la seconda volta ero stato premiato.
Forse sarebbe stato lo stesso anche per sua figlia, e avrebbe finalmente capito, si sarebbe finalmente lasciata andare.
C’era un solo modo per scoprirlo, e non serviva tramare mille piani d’azione.
Detto ciò, ne sarei stato davvero capace? Sarei stato capace di mettere i miei sentimenti davanti a quelli di Nessie? E, soprattutto, sarei stato capace di perderla?
La risposta era dentro di me, dovevo solo ascoltarla.
Era l’ora della verità. Davanti a me vedevo solo due possibilità: vincere o perdere.
Perché in sostanza, si trattava di questo.
Avrei vinto o l’avrei persa?



Note dell’autrice
Siamo arrivate ad un punto decisivo…. Vincerà il  nostro Jacob? Vedremo finalmente il colpo di scena? Si baceranno??? Ma soprattutto, perderà?
Voi cosa ne pensate?
Recensite, numerosi!!! Ditemi sinceramente cosa ne pensate e le vostre idee riguardo al futuro imminente: vincita o perdita?
Al prossimo aggiornamento!
P.s: Questa è la mia FF in corso, si chiama Wherever you will go, su Robert Pattinson.
Baci, Grace. 

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Capitolo 11
*** Sapore di sale, sapore di lacrime amare ***


Capitolo 10

Sapore di sale, sapore di lacrime amare

 
Renesmee
 
Era sabato mattina, e come ogni sabato, mi svegliai tardi e intontita; feci una doccia, la colazione e aprii la finestra in camera mia per osservare la foresta, ma qualcosa catturò la mia attenzione.
Un foglio era attaccato al ramo dell’albero che stava davanti alla mia finestra, che usavo come scala o come rifugio segreto quando sentivo il bisogno di evadere dalla realtà.
Non ci portavo mai nessuno, a parte Jacob.
Era lui che mi ci aveva portato la prima volta.
Con delicatezza, lo staccai dal ramo e lo aprii.
La scrittura era unica:
“Questo è sempre stato il nostro rifugio segreto. Perchè le cose devono cambiare? Sali”.
Con un sospiro, accartocciai quel cartoncino e lo gettai per terra.
Anche se sapevo di commettere un errore, mi arrampicai sull’albero.


Quando arrivai in cima, Jacob era lì, seduto su un gigantesco ramo, con le gambe pendoloni.
Mi salutò con un sorriso splendido.
Mi venne voglia di ricambiarlo.
Rimase seduto, immobile, mentre mi appollaiavo sullo stesso ramo, davanti a lui.
Rimanemmo qualche minuto in silenzio, ognuno immerso nei propri pensieri.
Alla fine, fui io a parlare. < Allora, perchè mi hai voluto quì?> Chiesi.
Era triste, le sue spalle curve lo dimostravano. < Nessie, ho provato in tutti i modi di aiutarti, di aprirti la strada per capire, ma non è servito a niente. é inutile tramare alle tue spalle.
Ho deciso che non ne ho più voglia. Sono stanco di aspettare qualcosa che forse non accadrà mai. Io ti ho aiutato, ma ho capito una cosa: se tu avessi voluto veramente capire, ci saresti riuscita. Tu non  vuoi. Vuoi passare del tempo a ragionare, e va bene, ma la stai usando solo come scusa>. Il suo tono era abbastanza duro da farmi venire le lacrime.
Dentro di me, non riuscivo nemmeno ad assimilare quelle frasi.
Pensavo solo “ti prego, non lasciarmi sola”.
< Mi dispiace farti questo, ma forse solo così capirai. Non volevo darti un ultimatum, ma devi capire che non puoi stare in mezzo a due fuochi. Io non ce la faccio. Sono anni che soffro per amore, e sono stufo di aspettare l’ignoto. Te lo dirò una sola volta: Nessie, ti amo. Cosa provi per me?>.
Quelle parole, mi trafissero come una lama ghiacciata.
La mia mente era annebbiata, mi sentii vacillare e dovetti stringere la presa al ramo per non cadere.
Jacob era lì, davanti a me, e mi aveva appena detto “ti amo”…
Sarebbe stato così semplice gettarmi tra le sue braccia e baciarlo… Eppure non ci riuscivo. Qualcosa me lo impediva, e non sapevo perché.
Non riuscii a fermare le lacrime silenziose che mi rigavano le guance.
Jake rimase immobile.
< Non posso più aiutarti, devi proseguire da sola>. Disse serio, con voce dura.
Chiusi gli occhi.
Non potevo.
< Mi dispiace... Non posso, non posso>. Quando li riaprii, vidi i suoi occhi chiudersi per un attimo prima di riaprirsi.
< In questo caso, non posso più stare qui. Anche io non posso stare qui e guardarti aspettando che tu decida di fare qualcosa che non farai mai. Abbi cura di te>. Senza dire altro, si lasciò cadere giù dal ramo, atterrando sull’erba umida del giardino dei miei.
Senza pensarci troppo, mi gettai anch’io, cadendo in ginocchio, senza nemmeno accorgermene.
< Jake! Jake, aspetta!> Gridai mentre gli correvo dietro.
Si fermò e rimase immobile, dandomi le spalle.
MI arrestai a pochi metri di distanza.
< Cosa c’è?> Chiese, con la stessa voce dura.
< Non andare> Sussurrai.
Vidi i suoi pugni, serrati, aprirsi.
< Che senso ha, eh? Che senso ha stare quì, a guardarci negli occhi senza fare niente di concreto? Almeno, lontano da te, potrò farmi una vita>.
Ad un tratto tutto quanto iniziò a girare e sentii il mio corpo vacillare. Come negli incubi peggiori, quando hai paura perché non capisci se sia tutto vero o tuto falso. Come quando ricevi una notizia dolorosa, scioccante… Come quando un brandello del tuo cuore si distrugge.
Non poteva aver detto quelle cose.
Non poteva pensarlo… O almeno…
< Jake> Sussurrai, le lacrime mi offuscavano la vista.
< Sei ancora in tempo. Tutto dipende da te. Non voglio continuare a fare il burattino. Adesso voglio essere il burattinaio.>.
Combattuta tra la ragione e il sentimento, scelsi la ragione.
Me ne rimasi lì, immobile, a guardarlo senza nemmeno capire ciò che stesse dicendo.
Avrei potuto sistemare tutto, la situazione era davvero nelle mie mani… Ma ancora una volta, feci la scelta sbagliata.
Si voltò di nuovo, riprendendo a camminare velocemente, scappando da me.
Ed io ero lì, a pochi metri da lui, a guardarlo immobile allontanarsi, ad osservarlo fuggire da me per non fare mai più ritorno. Perché era come se una parte di me stesse seguendo Jake, come se fossi stata divisa in due parti e restavo lì a guardare l’altra parte di me allontanarsi da me, forse per sempre.
E ancora una volta il mio universo venne ribaltato.
Smisi di ragionare con la mia mente, smisi di pensare, di fare qualsiasi cosa e corsi da lui, gridando il suo nome, sperando con tutto il cuore che si fermasse.
Arrestò il passo, si volto verso di me, e prima ancora che riuscisse a formulare un pensiero le mie labbra si posarono sulle sue.
Fu una cosa veloce, istantanea, stupida.
Non gli diedi il tempo di reagire.
Nessuno mi aveva detto di farlo, e mai ci avevo pensato. Semplicemente, era successo.
Sentii le nostre bocche calde fondersi insieme per la prima volta, procurandomi vertigini, farfalle e una scossa elettrica che pervase completamente il mio corpo.
 Quello doveva essere il mio primo bacio. Quello era il mio primo bacio.
Quando la sua bocca si aprì, mi ritrassi.
La forza che avevo avuto pochi secondi prima scemò, e la ragione di nuovo tornò a regnare la mia mente, facendomi ancora una volta arretrare di fronte a lui.
Jake restò ad occhi chiusi, come se avesse voluto bloccare il tempo o come se avesse paura a riaprirli per trovare solo l’amara verità che in fondo si aspettava.
Dì cos’hai provato Nessie, dillo! Mi ripetevo nella mente.
La situazione era ancora nelle mie mani, in quel momento più che mai avevo avuto il controllo così totale della mia vita.
Eppure, me ne rimasi immobile.
Il mio cuore e il mio cervello lottavano, cercando ognuno di annientarsi inutilmente.
< Come immaginavo> Disse con voce rotta. Stava iniziando a piangere.
Oh no, no, non potevo lasciarlo piangere, non potevo essere arrivata a farlo piangere. Perché la colpa, in quel momento, era tutta mia.
< Non voglio essere il tuo burattino. Questa è l’ultima volta che ti prenderai gioco di me> Mormorò distrutto.
. Era deluso, distrutto, amareggiato… Eppure, prima di scomparire, mi aveva sussurrato cinque parole dolci. Le ultime cinque parole che mai avrei più sentito uscire dalla sua bocca.
Detto ciò, se ne andò, lasciandomi lì, sola, in piedi, con le lacrime che scendevano fino al collo, bagnandolo.
E le mie, le sue, le nostre lacrime erano amare.
Perché c’era sapore di delusione, di abbandono, di tristezza… di perdita.
Perché entrambi ci eravamo persi.
E forse, non ci saremmo più ritrovati.
Mi rimaneva soltanto un sapore: sapore di sale, sapore di lacrime amare.


 

 
Note dell’autrice
 
Ed eccoci qui, con questo capitolo davvero molto amaro. Per me è stato difficile scriverlo… Mi piacerebbe sapere com’è stato per voi leggerlo.
Mi scuso con voi per aver saltato l’aggiornamento di Domenica, ma ho avuto dei problemi e mi è sembrato corretto avvisarvi prima.
Il prossimo capitolo verrà postato regolarmente Domenica, salvo eventuali problemi che spero non si verifichino.
Detto questo, mi piacerebbe sapere cosa pensate del capitolo.
Recensite per favore, vorrei ricevere critiche, positive o negative, che vi assicuro verranno accettate di buon grado.
Alla prossima settimana.
Baci, Grace.
  

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Capitolo 12
*** Fuga ***


Capitolo 12

                                                                   fuga

Jacob
 
Appena entrai nel bosco mi trasformai.
Iniziai a correre, correre, correre. Volevo andarmene, sparire…
Non importava dove, ma dovevo andare il più lontano possibile da lei, da tutti.
Ci eravamo feriti a vicenda, ma il colpo più grosso lo aveva inflitto lei, baciandomi per non lasciarmi andare.
Che senso aveva continuare a rovinarci a vicenda? A far finta di nulla sapendo di amarci?
Era stupido e inutile.
Quel bacio poteva essere la cosa più bella o più brutta che mi potesse capitare.
E in quel caso, era la più brutta.
Era già molto difficile stare con lei senza cedere alla tentazione di baciarla, accarezzarla, sussurrargli “ti amo” nell’orecchio.
Fino a quel momento, potevo solo immaginare cosa provassi a baciarla.
Ora no. Sapevo esattamente cosa si provasse.
Ed era ancora più dura.
Sapere che ci eravamo baciati, che mi aveva baciato per farmi restare senza essere disposta a rifarlo era doloroso. Troppo doloroso.
Avrei dovuto essere felice di aver finalmente ottenuto ciò che volevo, ma non lo ero.
La cosa che faceva più male era quella: mi aveva baciato per fermarmi, pur non essendo sicura di ciò che provava e di ciò che stava facendo.
Mi aveva usato.
Sapevo che non sarebbe stato possibile costruirmi una vita felice senza di lei, ma in qualche modo dovevo andare avanti.
Sarei stato davvero capace di vivere un’eternità senza di lei?
La risposta era semplice ma Nessie non mi voleva. Non ancora, ma ero stanco di aspettare qualcosa che non sarebbe successo.
Squarciai l’aria con un ululato che esprimeva tutto il mio dolore, ed iniziai a correre più velocemente.
La soluzione migliore, forse, era quella di non vivere più.
 
 
Note dell’autrice

Salve a tutti, mi dispiace molto di non aver postato ieri ma ho avuto alcuni problemi e poi questo capitolo non mi convince, ad essere sincera.
L’ho modificato, ma ugualmente non… gli manca qualcosa…
Spero comunque che vi piaccia :)
Da qui in poi Jake e Nessie saranno divisi per cui è la parte più triste e amara della FF.
Vorrei ringraziare coloro che hanno recensito, chi ha messo la storia tra le seguite/preferite/ricordate e naturalmente la mia Editor per farmi gongolare ogni giorno: grazie tesoro, sei un mito :*
Spero di vedere qualche vostra recensione in più, mi farebbe davvero felice.
Per il resto, buon inizio settimana e ci vediamo mercoledì!
Baci, Grace.


 

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Capitolo 13
*** suffer in silence ***


Salve a tutte! M'intrometto un attimo giusto per un suggerimento musicale: mentre scrivevo il capitolo ascoltato  suffer in silence dei "The Frame", mi ha ispirato il titolo. Ascoltatela mentre leggete :) Ci vediamo in fondo, buona lettura.




Capitolo 13
                                                                            suffer in silence
Renesmee
 
I giorni passavano, ma di Jacob non c’era traccia.
La cosa peggiore, in quel dolore, era la consapevolezza di essere io la causa di tutto.
Ero io che avevo giocato con i suoi sentimenti, ero io che ero indecisa, ero io che facevo soffrire Jacob.
Ero una stronza, ma quell’insulto non era niente paragonato alla persona orribile che ero diventata.
Non mi riconoscevo più, ed oltre ad aver fatto del male a me stessa, avevo allontanato Jacob.
Come potevo aver fatto una cosa simile ad un ragazzo come lui?
Pregai che almeno lui andasse avanti, che si facesse una vita lontana da me, che avesse trovato una ragazza perfetta per lui, una persona degna di lui.
Io non lo ero, non mi meritavo di avere l’amore di Jacob.
Tutte le persone al mondo desideravano ciò che avevo io, eppure avevo distrutto tutto con le mie mani, peggio di un uragano.
Per colpa mia, si erano creati moltissimi casini: mia madre aveva rischiato di morire molte volte per me, al momento del mio concepimento, durante quel mese d’inferno in cui continuavo a cibarmi della sua vita, durante quei minuti della mia nascita…
L’avevo uccisa io. Se non fosse stato per me, sarebbe stata ancora umana, avrebbe continuato a vivere con Charlie e ad essere presente per Renè.
Invece avevo cambiato tutto.
Avevo rischiato di uccidere tutta la mia famiglia quando i Volturi, credendomi un vampiro, erano venuti ad uccidermi.
Avevo rischiato di uccidere la tribù: quei visi così scuri, quei volti così amichevoli, quelle persone così speciali avevano rischiato tutto per me, ed io stavo complicando ancora di più le cose.
Perché ero nata? Se stavo distruggendo ogni cosa, perché ero al mondo?
Tutti mi volevano bene, tutti mi amavano, ma non mi meritavo tutto ciò.
Dovevo pagare per ciò che avevo fatto.
Una lacrima silenziosa mi rigò la guancia.
L’asciugai immediatamente con la manica della felpa che indossavo.
Non potevo piangere, sarebbe stato troppo semplice, mi sarei sfogata e avrei potuto ricominciare tutto, ma non potevo.
Dovevo soffrire, in silenzio.
Dovevo pagare per il male che avevo inflitto a tutte le persone che mi amavano.
Fui grata al fatto che non potevo uccidermi: avrei sofferto per l’eternità.
 

 
 
 
Note dell’autrice
 
Salve a tutte! Questa volta sono riuscita a postare puntualmente, per fortuna!
Ora come ora non ho molto tempo: a scuola ci sono milioni di verifiche ogni giorno e anche se mi sto portando avanti con i capitoli non riesco a trovare il tempo di postare…
Anche ora non ho molto tempo, per cui scappo subito.
Cosa ne pensate del capitolo? Recensite numerosi, voglio ricevere le vostre opinioni!
Al prossimo aggiornamento!
Baci, Grace.  

 

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Capitolo 14
*** Ricominciare a vivere ***


Capitolo 14

                                                            Ricominciare a vivere

Jacob

Perché tutto doveva essere così difficile per me?
Non avevo mai avuto la strada spianata, avevo sempre dovuto faticare per ottenere ciò che volevo e tutte le volte ricevevo delle delusioni incredibili, delle sofferenze disumane.
Continuai a camminare per le vie di Montreal. Non mi ero allontanato molto e non ne capivo il motivo.
Forse speravo in qualche miracolo.
Speravo di svegliarmi una mattina e scoprire che era stato tutto un sogno, un terribile sogno, ma il dolore che provavo era la prova che quella era la realtà.
Avrei voluto dimenticare tutto, ma non ne avevo il coraggio.
Non riuscivo a vivere senza il ricordo del corpo caldo di Renesmee tra le mie braccia, del suo sorriso luminoso all’uscita da scuola, dei suoi pensieri contorti, del nostro bacio…
Ero nato per essere masochista e non ne andavo fiero, ma il dolore era l’unica cosa che mi ricordava che Renesmee c’era.
Non ero pronto a dirle addio per sempre, solo non potevo restare accanto a lei fingendo di non esserne innamorato.
 Le decorazioni luminose che riempivano le vetrine dei negozi mi ricordarono che era la vigilia di Natale, il primo Natale senza di lei.
Una ragazza vestita da Babbo Natale, con una minigonna cortissima ed un corpetto striminzito rosso che le lasciava metà pancia scoperta e ne risaltava le tette, e tacchi altissimi mi bloccò la strada.
Mi porse un foglio disegnato a mano. < Esprimi un desiderio e Babbo Natale farà sì che si avveri> La sua voce era squillante, allegra.
Guardai il foglio: era una cartolina quadrata, ricoperta da glitter e disegni di renne e regali. In cima alla pagina c’erano due scritte rosse: “caro Babbo Natale”.
< Babbo Natale aiuta anche i vecchi?> Domandai scettico.
Sorrise imbarazzata. < Babbo Natale aiuta tutti quanti> Rispose sorridendo.
Alzai un sopracciglio guardando quella ragazza che parve un po’ imbarazzata.
< Ti va un caffè?> Chiesi indicando un bar lì davanti.
Mi guardò sorpresa e poi accettò.
Che avevo da perdere? Le figuracce ormai non m’interessavano più.
Ci avvicinammo al bancone dove un ragazzo sui ventotto anni flirtava con una ragazzina che avrà avuto si e no sedici anni.
Che schifo. La gente non aveva proprio ritegno, mi ritrovai a pensare.
< Cosa vi faccio?> Chiese la barista.
< Un cappuccino con molta schiuma e…> Mi voltai verso la ragazza di Babbo Natale.
< Un caffè al vetro, grazie> Rispose e si avviò al tavolo.
< Allora, posso sapere come ti chiami?> Chiese la ragazza sorridendomi maliziosamente.
Ora che la vedevo bene, assomigliava moltissimo a lei, la mia Nessie.
Aveva lunghi capelli ricci, castano chiari, occhi verdi e piccole lentiggini.
A differenza del mio angelo, era molto truccata: gli occhi erano accentuati da un ombretto verde, molto luminoso; chili di mascara  evidenziavano le ciglia, scurendole, e le palpebre erano coperte da eyeliner scuro; le guance erano rosse e la bocca messa in risalto da un rossetto rosso.
Nonostante ciò, era una bella ragazza ed assomigliava a Nessie.
< Seth> Risposi tranquillo.
Non so perché diedi quella risposta, forse volevo cambiare identità nella speranza di ritrovare la felicità.
< Tu?> Chiesi osservandola curioso.
< Rebecca> Rispose tranquilla.
< Rebecca…> Ripetei cercando di pronunciarlo corretamente.
< Che c’è, non ti piace?> Chiese la ragazza lazando un sopracciglio.
Risi. Ogni istante che passavo con lei, mi ricordava sempre più Nessie.
< No, no, è carino, un po’ particolare ma… Mi piacciono i nomi particolari. Le persone che li hanno sono speciali>. Mi permisi di fare dei complimenti spudorati: con Renesmee avrei fatto così.
< Wow! Fai anche i complimenti!> Sbottò divertita.
< E tu non sei riflessiva…>.
Rise con me.
< Scriverai qualcosa nella tua letterina?> Domandò indicando il pezzo di carta che avevi poggiato accanto a me sul tavolo.
Arricciai il naso in una smorfia teatrale.
< Se è così, allora, posso scriverci una cosa io…> Così dicendo prese la mia letterina, estrasse una penna dal cesto che aveva con le letterine e vi scrisse rapida qualcosa.
Quando me lo riconsegnò, il suo nome ed un numero di cellulare erano scritti a carateri cubitali sul retro.
Sarei dovuto scappare via, andare lontano, cambiare continente, stare alla larga da quella ragazza, eppure ogni minuto in più che passavo con lei, mi faceva sentire bene, e soprattutto, mi ricordava lei.
< Davvero non vuoi scrivere niente nella letterina? Te ne posso dare un’altra se vuoi… Non devi per forza scriverci un regalo che desideri, ma anche i propositi per l’anno nuovo o o tuoi pensieri, le tue emozioni… Vedi tu…>.
Ci pensai su.
Qual’era l’unico desiderio che avevo? Era assolutamente ovvio e banale, per non dire palese.
Era un desiderio indesiderabile, inavverabile… Sarebbe stato un miracolo se si fosse avverato.
Ma ormai era passato troppo tempo, e non si sarebbe mai più avverato.
Perciò presi la penna e scrissi sulla letterina.
Ricominciare a vivere.
Erano tre parole, tre semplici parole, eppure mi sentii subito meglio.
Chiusi la letterina e la nascosi nella tasca del giubbotto.
Dovevo ricominciare a vivere, e sarei partito proprio da quella ragazza, Rebecca: lei sarebbe stata la strada che mi avrebbe portato alla felicità.

 

Note dell’autrice

Salve a tutte!
Mi dispiace moltissimo di non aver potuto aggiornare ieri ma ho dovuto trascorrere l’intera giornata con mio padre e la sua adorata fidanzatina -.- Non fatemici pensare che è meglio…
Che ne pensate del capitolo? Recensite, mi raccomando, voglio sapere cosa ne pensate.
Un bacio e al prossimo aggiornamento!
Baci, Grace.

 

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Capitolo 15
*** Here without you ***


Capitolo 15
                                                                                   Here without you
Renesmee
 
Il Natale era arrivato.
Il mio primo Natale senza Jacob.
Chissà dov’era in quel momento, cosa stava facendo, se mi stava pensando…
Sperai di no.
Almeno lui doveva essere felice.
Osservai un’ultima volta quel diario che mi avevano regalato i miei genitori: Era semplice, di pelle, nero, due lacci sempre di pelle permettevano di chiuderlo. Le pagine erano leggermente sgualcite e scure, rigide, molto antiche, si sentiva dall’odore gradevole che emanavano.
Era molto elegante, mi piaceva molto, ma cosa avrei potuto scriverci?
Sul diario si raccontavano le cose belle, la giornata vissuta e quelle cavolate là.
Io  Non vivevo veramente la mia giornata: mi sedevo in veranda aspettando che un altro giorno finisse, guardando l’alba e il tramonto finchè mia madre veniva a prendermi per obbligarmi a mangiare.
Sapevo di far soffrire anche loro, ma ormai avevo perso il controllo della situazione, e non avevo la forza per ritrovarlo.
Iniziai a scrivere, così almeno i miei genitori sarebbero stati felici di vedere che utilizzavo il loro regalo. Cercai di non pensare troppo, ma di lasciare che le mie mani seguissero le parole dettate dal mio cuore. Mi ritrovai così a scrivere una lettera a Jacob.
 
Caro jacob,
ti sto scrivendo questa lettera che non leggerai mai e non so bene perché.
So che questo diario resterà ad ammuffire in un angolo remoto della mia immensa libreria d’ebano. Forse ho solo bisogno di un diversivo per passare qualche minuto perdendo la percezione del tempo e dello spazio, oppure voglio solo sfogarmi con qualcuno.
La cosa terribile è che sono consapevole di essere la causa di questa situazione. Sono alla deriva, aspetto solo di sprofondare negli abissi, ma i miei familiari me lo impediscono. Vorrei gridare a tutti: “Fatevi i fatti vostri, lasciatemi soffrire in pace, lasciatemi morire!”, ma mio padre legge i miei pensieri e soffre quasi quanto me per ciò.
Sono egoista, lo so: almeno posso sforzarmi e fargli credere di stare bene per non far soffrire anche loro, ma non ne ho più la forza.
La situazione ormai è precipitata, il puzzle che rappresenta la mia vita si è distrutto e non riesco più a trovare e unire i pezzi: tu ti sei portato via quelli essenziali e non li troverò mai più.
Chissà se io ho i tuoi, se anche tu stai perdendo il controllo…
Sono egoista un’altra volta perché una parte di me, quella buona - sempre se ne possiedo una- spera che almeno tu sia riuscito a ricomporre i tuoi pezzi, a farti una nuova vita lontano da me, mentre l’altra parte, quella cattiva ed egoista, spera che anche tu soffra un po’. Certo, non voglio che tu stia male come me, ma solo un po’, in modo da farti tornare da me un giorno.
Perché ora che sei lontano, ora che mi hai dato il tempo per pensare, mi manchi così tanto?
Perché non riesco più a sorridere e a vivere senza di te? Perché il cuore mi fa male?
È come se si fosse aperta una gigantesca voragine, ma è una sensazione più forte e dolorosa di questa.
Possibile che ti abbia perduto per sempre?
Ovunque mi giri, i ricordi mi assaliscono, sbattendomi in faccia ciò che ho perso, ciò che non ho mai meritato: te.
Qui ogni cosa ha una storia, ogni mobile è sato toccato da te e la maggior parte dei ninnoli che riempiono la mia stanza sono tuoi regali, oggetti fatti con le tue mani appositamente per me.
Forse ciò di cui ho bisogno è evadere da questo posto, andarmene.
Ma non sono pronta a lasciarmi tutto alle spalle, non sono pronta a dimenticare il tuo viso e le sensazioni che ho provato con te.
Stare qui senza di te non ha senso. Niente ha più senso. Perché continuo ad alzarmi la mattina?
So che tu non tornerai mai, ma non riesco a non guardare verso il bosco sperando di vederti.
Cosa significa?
Forse ho capito ciò che provo per te, ma ormai è troppo tardi.
Se solo avessi insistito ancora qualche giorno, forse…
Vedi com’è facile dare la colpa a te? So che sono io che ho sbagliato tutto, ma è più facile illudermi che sono la santerellina della situazione.
Comunque sia, spero che tu sia felice.
 
P.s: Ti ho detto che ho capito cosa provo per te, e voglio dirtelo: ti amo, Jacob, e finalmente l’ho capito. Ora che non ci sei più, ho capito di amarti, e ne ho la certezza. Vedi com’è strana la vita? Ora che è troppo tardi, so di amarti.
Ma tu non tornerai mai più, ti ho perso per sempre, e la colpa è soltanto mia.
 
Con amore,
Nessie.
 
Bene, ed ora che l’avevo scritto cosa ci avevo guadagnato?
Arrabbiata con me stessa e con quell’inutile oggetto che avveo tra le mani, capii che cosa dovevo fare.
Forse quello sfogo non era andato perduto.

 
 
Note dell’autrice
 
Salve a tutte!
Vorrei ringraziare infinitamente tutti quegli angeli che hanno recensito in questi giorni: grazie mille ragazze, non sapete quanto i vostri complimenti mi abbiano fatto piacere.
MI dispiace non aver potuto rispondere alle recensioni, ma in questi giorni ero fuori, sono appena tornata…
Sto cercando di postare due volte a settimana e fin ora ci sto riuscendo ma dovete sapere che per me le giornate sono sempre molto impegnate tra la scuola e gli allenamenti…
Comunque, se non vi rispondo, non è perché non mi piacciono le vostre recensioni, tutt’altro: è per mancanza di tempo.
Spero che con le vacanze estive si risolva qualcosa.
Il capitolo non è molto lungo, ma è molto intenso e si capiscono molte cose… Mi dispiace avervi lasciato così ma credetemi, è meglio.
E comunque, per chi me l’ha chiesto, credo di arrivare a circa 20 capitoli più l’epilogo…
E da ora in poi accadrà tutto molto velocemente.
Un bacio, e mi raccomando: recensite numerosi, vi risponderò il prima possibile!
A domenica.
Buon fine settimana, con affetto, Grace.


 

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Capitolo 16
*** Welcome to my new false and horrible life... ***


Capitolo 16
Scusate se mi intrufolo qua, non mi piacciono le note a inizio capitolo, ma voglio chiedervi di fare uno sforzo e leggere anche le note in fondo, c’è un avviso molto importante. Grazie mille e buona lettura :)

                                            

                              Welcome to my new false and horrible life

Jacob Pov

Chiusi anche l’ultimo bottone di quella maledettissima camicia troppo elegante per me, troppo impegnativa per uno come me.
Mi ero chiesto cosa stessi facendo almeno un milione di volte, in quelle ultime settimane, ma sinceramente non me ne importava più.
Non ero più Jacob Black, ero Seth, un nuovo, insulso, insignificante, stupido, masochista Seth.
Chissà perché avevo proprio scelto il nome del mio Seth, uno dei miei migliori amici.
Non meritavo di essere associato a lui, non ero degno di quel nome.
E non ero più degno di lei, quella ragazza che in quel momento era sicuramente a casa sua, davanti ad uno specchio, a truccarsi e pettinarsi per poi strizzarsi in uno dei vestitini più sexy ed eleganti che avessi mai visto, pronta ad uscire con me. 
Con me.
Un mostro sotto falsa identità le cui origini erano del tutto inventate.
Mi chiamavo Seth Smith, una merda di classico cognome.
Venivo dalla città di Juno in Alaska, avevo lasciato gli studi ed ero a Montreal per cercare un lavoro.
Magari la mia vita fosse stata davvero così.
MI sentivo ferito, perso, come se fossi stato lasciato fuori, al buio…
MI sentivo preso in giro, sull’orlo di crollare e la cosa peggiore era che nessuno era lì a salvarmi.
Questa era diventata la mia nuova schifosa vita, dove passato e presente si mescolavano, dandomi un futuro in cui la voglia di suicidarmi era alta.
Perché senza il branco non ero nessuno; perché senza mio padre non ero nessuno; perché senza Bella e Edward non ero nessuno.
Perché senza Nessie non ero nessuno.
Dio, no, non potevo credere di essere veramente in quella situazione…
E tantomeno di esserci solo ed esclusivamente per colpa mia.
No, no, no, no, no, no, no, no…
Se non avessi avuto nemmeno la mia falsa identità avrei potuto benissimo rimanere sdraiato sul pavimento del bagno, con il suo fermaglio stretto tra le mani e il viso bagnato di lacrime amare.
Niente mi impediva di rimanere lì per sempre… Perché continuavo ad alzarmi? Perché continuavo a vivere?
Forse perché stavo davvero iniziando a credere nei miracoli, nel Karma e quelle cazzate lì.
Perché una parte di me sperava di poterla rivedere e riabbracciare anche solo per pochi secondi.
Nella mia testa c’era tanta, troppa confusione, i miei pensieri erano contorti, si sovrapponevano tra di loro, alcuni dicevano bianco, altri nero ed io ero come uno stecco in balia della corrente: mi lasciavo trasportare qua e là, aspettando forse di raggiungere un’isoletta o di essere inghiottita da un’onda più alta.
Mi rialzai, come un autonomo mi aggrappai al lavandino, feci forza con le braccia e mi tirai su.
Passai una mano tra i capelli, come a ravvivarli un po’.
Poi, con lentezza snervante, ancora un po’ incerto e traballante, mi sedetti sul letto dell’albergo nel quale alloggiavo, e mi allacciai le scarpe.
Quando ebbi finito, m’impedii da solo di pensare.
Afferrai la giacca e uscii fuori, lasciando che un forte vento mi stordisse assieme all’odore di neve che era nell’aria: ancora poche ore, e tutte le strade sarebbero diventate bianche.

Mi muovevo per le vie di Montreal, la sensazione di Dejavù era presente come tutti i giorni nelle ultime settimane.
Ero una figura scura, alta, impacciata, le mani in tasca e la testa bassa.
Osservavo con la coda dell’occhio le persone che incrociavo, ognuna camminava spedita, per la sua strada, senza nemmeno guardarmi.
Montreal era la città perfetta per mantenere un basso profilo.
Arrivai di fronte al ristorante italiano “Amelio’s”, trovando Rebecca a fianco alla porta girevole, il sorriso stampato sulle grandi labbra marcate da un gloss rosato.
Indossava un abitino che le arrivava a metà coscia, calze nere e un generoso scollo sul davanti. Ai piedi un paio di stivali.
Era un bella ragazza, non potevo certo negarlo e non era nemmeno così esagerata.
Ma non era lei.
Mi sforzai di sorridere e le andai incontro.
Se fossi uscito con Nessie, le avrei portato una rosa. Per Rebecca, invece, non ci avevo nemmeno pensato.
< Ciao!> Mi salutò abbracciandomi.
Ricambiai la stretta, sentendo il cuore chiudersi in una dolorosa morsa quando i suo corpo premette sul mio.
Era il corpo sbagliato…
Le tenni la porta mentre entravamo, gesto piuttosto cavalleresco, dovetti ammetterlo.


La serata stava passando molto lentamente, almeno per me.
Non vedevo l’ora di tornarmene nel mio albergo, dove avrei potuto soffrire quanto volevo.
E invece dovevo stare lì, a sorridere fingendomi divertito e fingere di interessarmi alla conversazione.
In realtà Rebecca non era così male, era molto simpatica, mi sarei divertito con lei.
Questo un mese prima, quando ancora le cose andavano bene in confronto a oggi.
< Hai mai avuto una ragazza, Seth?> Mi ridestai da quei pensieri quando la voce cristallina di Rebecca mi chiamò.
O meglio, chiamò il nuovo me.
No Rebecca, non ho mai avuto una ragazza. Sono stato così vicino dall’averla ma dalla foga di prendermi tutto e subito l’ho persa. E ora sono qui, con una vita che non mi appartiene, ad attaccarmi ad una persona solo perché somiglia così intensamente alla ragazza che ho amato ed amo tutt’ora, a costo di rovinargli la vita.
Quella sarebbe stata la vera risposta, ed una parte di me voleva dire la verità, almeno per una volta.
Quella verità l’avrebbe ferita come la lama affilata di un coltello.
Si sarebbe alzata, lacrime silenziose avrebbero iniziato a bagnarle il viso; mi avrebbe gridato contro frasi del tipo “sei un bastardo, un bugiardo! Non voglio più vederti!” e sarebbe corsa fuori.
La gente seduta nei tavoli intorno a noi si sarebbe goduta la scena  eccitata, felice di trovarsi davanti un momento alla “grande fratello” e talk show simili.
Ed io sarei passato da quello che ero: un bastardo, bugiardo, traditore, egoista.
Mi sarei alzato, avrei pagato il conto e sarei tornato al mio albergo dove mi sarei gettato sul letto a rimpiangere il mio passato.
< No, non ho mai avuto una vera ragazza> Questa fu la mia risposta.
Avrei potuto mentire ancora, dire che sì, avevo avuto alcune ragazze ma storielle così, da nulla.
Forse dentro di me il vero Jacob mi aveva mandato un segnale, un cenno di vita.
Mi scrutò un attimo, pensierosa.
< Tu?> Domandai a mia volta, non per curiosità, ma per non lasciarle tempo di ripensare alla mia risposta.
Ridacchiò. < Nella mia vita i ragazzi che attiro sono solo smidollati senza cervello che vogliono solo una cosa: il sesso. Sai, credo di valere un po’ di più di questo, credo di essere una persona, non una bambola gonfiabile o un’oggetto creato per soddisfare i desideri maschili. Forsemi vanto, penserai che sono un po’ eccentrica… E forse è così, non lo so, però non voglio essere considerata una macchina da sesso, una bambola per dimenticare fregature, una persona da usare, prendere in giro e poi disfarcene una volta raggiunto il nostro obbiettivo. Voglio essere accettata e amata per quello che sono. Non credo nel vero amore, nelle anime gemelle e nell’amore che dura per sempre, ma credo nei sentimenti forti, nelle relazioni lunghe e stabili e voglio qualcuno che mi meriti veramente> Disse guardandomi dritta negli occhi.
Se mi fossi trovata davanti a Nessie sari stato certo che avesse capito i miei obbiettivi, che avesse capito chi ero veramente e i miei tranelli.
Invece mi ritrovavo davanti a questa ragazza che si stava aprendo totalmente con me e mi stava chiaramente dicendo di odiare le persone come me, anche se non sapeva che io fossi davvero così.
Abbassai lo sguardo, incapace di risponderle.
Che cosa avrei mai potuto dirle?
Per una volta non mentii. Mi limitai a fare un cenno d’assenso con il capo prima di iniziare a giocherellare con la tovaglia, ascoltando il resoconto delle sue delusioni amorose.
Ma dentro di me, l’unica cosa che riuscivo a pensare era una sola.
Sono un essere orribile.



Note dell’autrice
 

Salve a tutte! Mi dispiace per il ritardo, ma ad essere sincera negli ultimi giorni non mi sentivo molto motivata a continuare questa storia… Ma per fortuna ho la mia editor che mi inietta un po’ di incoraggiamento.
Che ne pensate del capitolo? In realtà ne avevo scritto un altro già da tempo, molto diverso da questo. Poi però ho realizzato che se avessi postato l’alto, sarebbero mancati davvero pochissimi capitoli alla fine e anche se so che prima o poi dovrò postarlo, ho voluto scrivere questo capitolo, assai diverso da ciò che avevo pensato.
Non so se il prossimo capitolo verrà di nuovo riscritto o posterò quello che ho già fatto, ma vi avverto che in entrambi i casi la storia sta per finire, mancano circa cinque capitoli ma carichi di colpi di scena e brevi, per cui manca davvero poco e finirà presto.
Quindi, recensite numerosi, fatemi sapere se preferite che scriva di nuovo altri extra come questo o che tiri a finire la storia. Motivatemi ragazze, in questo periodo la voglia di cancellare la storia è tanta…
Spero di ricevere pareri e commenti.
Baci, Grace.  

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Capitolo 17
*** I feel like you are here... ***


Capitolo 16

Questo capitolo è dedicato a MiriamEditor, senza la quale probabilmente mollerei tutto. :*



                                         I feel like you’re here…
Jacob
 
Erano passate due settimane da quando avevo incontrato Rebecca e avevo continuato a vederla.
Ero così disperato da attaccarmi a qualche piccola somiglianza fisica e caratteriale per lasciarmi coinvolgere da quella ragazza innocua, incosciente di avere un mostro davanti a sé.
Stavo per far soffrire anche un’altra ragazza, una sosia di Renesmee.
Più tempo passavo con lei, più iniziavo ad essere felice.
Ma Nessie mi mancava sempre, non potevo negarlo. Chissà se le cose erano cambiate, cosa faceva, se soffriva…
No, non volevo pensarci.
Non volevo far soffire Renesmee come soffrivo io, non se lo meritava.
Ero io quello che doveva soffrire perché ero io non mi accontentavo del rapporto che avevo con lei.
Se solo fossi stato più paziente, se avessi aspettato solo qualche mese in più…
Nessie era pur sempre una bambina e non era come le altre e  doveva sentirsi diversa, in qualche modo.
Non doveva essere una situazione facile con lei e per di più si era ritrovata ad essere partecipe dell’Imprinting, era logico che fosse confusa: tutte quelle emozioni mai provate prima s’impossessavano della sua mente ed era come se fosse cieca.
Sarei potuto tornare indietro e vedere se…
Ma cosa stavi dicendo? Cosa cazzo stavo dicendo?
Non potevo tornare indietro: se in qualche modo fosse riuscita a superare la cosa, se avesse trovato qualcun altro da amare… Lei era forte, superava qualsiasi cosa.
Di certo non era rimasta a piangere come una bambina.
Eppure una strana sensazione mi spingeva a pensare il contrario.
Ero in un piccolo bar con Rebecca, seduti accanto alla vetrina, e me ne stavo a guardare i passanti che camminavano per la stradina ricoperta di neve.
Ero inquieto, mi agitavo sulla sedia, senza un motivo ben preciso.
Le mie erano solo sensazioni, ma c’era qualcosa che non andava.
Mi sembrava di sentire la presenza di qualcosa o qualcuno vicino a me…
Sentivo l’odore di Renesmee. Forse stavo davvero impazzendo…
< Si scusa, dicevi?> Chiesi fingendomi interessato.
< Cos’hai oggi? Sei strano, pensieroso…> Disse Rebecca scrutandomi in volto.
Distolsi lo sguardo per non mostrarle i miei occhi.
< Ho mal di testa, ma non è niente> Dissi la prima cosa che mi passò per la mente, cercando di essere credibile.
La sensazione che non mi dava pace s’intensificò ancora di più, come se lei fosse lì, davanti a me.
E, nello stesso istante in cui mi voltai per guardare al di là della vetrata, le labbra di Rebecca s’incollarono alle mie.
Rimasi perfettamente immobile.
Mi aveva baciato.
 

 
Note dell’autrice

Fuggo prima di scoprire la vostra reazione… Credetemi, nemmeno io vorrei tutto questo ma la storia vuole andare così…. :)
E da ora in poi succederà davvero tutto velocemente… Siamo alla fine…
Fatemi sapere cosa ne pensate, come l’altra volta, per favore!
Un bacio e al prossimo aggiornamento!


 

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Capitolo 18
*** Ti ho perso per sempre ***


Capitolo 17

Ti ho perso per sempre



Renesmee
 
Guardai davanti a me, al di là della vetrata di un cafè, e lo vidi.
La gioia che provai in quel momento era imparagonabile.
Jacob era lì, in tutto il suo splendore, e c’era solo un vetro a separarci.
La sua pelle scura, i suoi denti perfettamente bianchi, e il suo odore inconfondibile erano lì e avrei finalmente potuto toccarli.
Mi avvicinai al vetro, incerta sul da farsi.
E nell’istante in cui posai una mano sul vetro per bussare, tutto quanto mi crollò addosso: una giovane ragazza si avvicinò a lui e lo baciò.
La gioia che avevo provato prima si sbriciolò, così come il mio cuore: si era ricomposto e in un attimo si era spezzato di nuovo.
 Non potevo crederci.
Jacob aveva un’altra, si era rifatto una vita.
Avrei dovuto essere felice per lui: dopotutto, era ciò che volevo.
Non riuscii a fermare le lacrime silenziose che scesero sul mio viso, rigandomi le guance.
Era finita: lo avevo perso per sempre.

 
Note dell’autrice
 
So cosa state pensando: “Ma è uno scherzo? Questa ha scitto sì e no 160 parole e ci lascia così?” e mi dispiace molto, perché davvero so che è molto, molto corto, ma non volevo accorparlo con il prossimo capitolo, volevo lasciarvi un po’ di tempo x rifeltterci su…
E così Nessie ha visto Jake e Rebecca che si baciano… che ne pensate? Come immaginate il finale imminente?
Naturalmente, ora che sono in vacanza ed ho più tempo libero, per rifarmi di questo capitolo super corto, posterò prima di mercoledì, magari proprio domani o martedì… Più risposte da parte vostra avrò prima posterò (ho fatto anche la rima! XDD) No, seriamente, tengo particolarmente a sapere la vostra opinione su questo capitolo, è importante x la storia u.u
Mancano circa tre capitoli e l’epilogo, per cui vorrei sentirvi numerosi!
E mi rivolgo ai lettori silenziosi: lo so che ci siete, vi vedo! Fatemi sapere tutti quanti cosa pensate succederà o vorreste che succedesse!
Ora me ne vado perché so di star scrivendo note più lunghe del capitolo XD 

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Capitolo 19
*** May I've lost you forever... ***



Capitolo 18

May I’ve lost you forever…

Jacob


< Rebecca, io… mi dispiace averti illusa e non è che tu non mi piaccia, è che…>
< Ami un’altra. Lo so, non preoccuparti, Jacob. Volevo solo provare a vedere che effetto faceva> Rispose per nulla imbarazzata.
< Come sai il mio vero nome? E come sai che…> Le chiesi.
< è quella lì fuori, vero?> Chiese indicando la vetrata.
Mi voltai immediatamente e la vidi.
Anche se era voltata di spalle, era lei, la sua figura longilinea e snella era inconfondibile.
Rebecca mi prese la mano, stringendola tra le sue. < Vai Jacob, vai. Sei ancora in tempo> Disse guardandomi intensamente.
< Grazie> Fu tutto ciò che riuscii a dire prima di iniziare a correre.
Tutti e due eravamo dotati di una velocità sorprendente, ma eravamo in  piena città, e nessuno dei due ne avrebbe approfittato.
Potevo vederla, leggermente barcollante, cercare di correre.
Corsi velocemente, il più velocemente possibile, infischiandomi dei passanti che mi guardavano esterrefatti.
Quando le fui vicino, l’afferrai per il polso, costringendola a voltarsi.
Il suo viso, visibilmente molto più magro, con occhiaie profonde e violacee, era bagnato di lacrime ed il suo corpo ancora più magro era scosso dai singhiozzi.
Come cavolo l’avevo conciata?
Ero stato un terribile egoista, avevo sbagliato tutto.
< Nessie> Sussurrai con un  groppo in gola. Non volevo piangere, non dovevo.
< Lasciami andare Jacob> Sussurrò senza un minimo di forza di volontà.
< Nessie,  io devo spiegarti…> M’interruppe prima che potessi farle capire che si trattava tutto di un errore, un terribile e gigantesco errore.
< No Jacob, tranquillo, non devi spiegarmi niente. Sei andato avanti, hai una nuova vita, sono felice per te, era quello che speravo> Disse cercando di non scoppiare a piangermi in faccia.
E come un’imbecille, rimasi immobile a guardarla.
La mia mano scivolò dal suo polso e lei scappò via, lontana da me, ed io non gli corsi dietro.
Adesso era veramente finita.
Non c’erano più speranze.
Qualcuno aveva esaudito le mie preghiere, ma io avevo distrutto tutto con le mie mani.
Prima che i miei occhi si velassero di lacrime, vidi un oggetto nero sull’asfalto.
Lo raccolsi e notai che era un diario. Era l’unica cosa di Nessie che mi restava.
Lo strinsi al petto mentre lacrime silenziose ne bagnavano la pregiata copertina di pelle.
< Nessie> Sussurrai.
L’avevo persa per sempre.
Non c’è più, non sarà mai più mia, continuavo a ripetermi tra le lacrime.

 

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Capitolo 20
*** Obscurity and light... ***


 

Obscurity and light…

 
Jacob Pov
 
Leggere quel diario mi aveva fatto sentire ancora peggio. Non era pieno, c’era solo una pagina scritta con la sua calligrafia: piccola, in corsivo perfetto, senza sbavature, sempre uguale e bellissima.
Quelle parole continuavano a schiaffeggiarmi e non riuscivo a pensare ad altro.
 

Caro jacob,
ti sto scrivendo questa lettera che non leggerai mai e non so bene perché.
So che questo diario resterà ad ammuffire in un angolo remoto della mia immensa libreria d’ebano. Forse ho solo bisogno di un diversivo per passare qualche minuto perdendo la percezione del tempo e dello spazio, oppure voglio solo sfogarmi con qualcuno.
La cosa terribile è che sono consapevole di essere la causa di questa situazione. Sono alla deriva, aspetto solo di sprofondare negli abissi, ma i miei familiari me lo impediscono.
Sono egoista, lo so: almeno posso sforzarmi e fargli credere di stare bene per non far soffrire anche loro, ma non ne ho più la forza.
La situazione ormai è precipitata, il puzzle che rappresenta la mia vita si è distrutto e non riesco più a trovare e unire i pezzi: tu ti sei portato via quelli essenziali e non li troverò mai più.
Chissà se io ho i tuoi, se anche tu stai perdendo il controllo…
Sono egoista un’altra volta perché una parte di me, quella buona - sempre se ne possiedo una- spera che almeno tu sia riuscito a ricomporre i tuoi pezzi, a farti una nuova vita lontano da me, mentre l’altra parte, quella cattiva ed egoista, spera che anche tu soffra un po’. Certo, non voglio che tu stia male come me, ma solo un po’, in modo da farti tornare da me un giorno.
Perché ora che sei lontano, ora che mi hai dato il tempo per pensare, mi manchi così tanto?
Perché non riesco più a sorridere e a vivere senza di te? Perché il cuore mi fa male?
È come se si fosse aperta una gigantesca voragine, ma è una sensazione più forte e dolorosa di questa.
Possibile che ti abbia perduto per sempre?
Ovunque mi giri, i ricordi mi assaliscono, sbattendomi in faccia ciò che ho perso, ciò che non ho mai meritato: te.
Qui ogni cosa ha una storia, ogni mobile è sato toccato da te e la maggior parte dei ninnoli che riempiono la mia stanza sono tuoi regali, oggetti fatti con le tue mani appositamente per me.
Forse ciò di cui ho bisogno è evadere da questo posto, andarmene.
Ma io non sono pronta a lasciarmi tutto alle spalle, non sono pronta a dimenticare il tuo viso e le sensazioni che ho provato con te.
Stare qui senza di te non ha senso. Niente ha più senso. Perché continuo ad alzarmi la mattina?
So che tu non tornerai mai, ma non riesco a non guardare verso il bosco sperando di vederti.
Cosa significa?
Forse ho capito ciò che provo per te, ma ormai è troppo tardi.
Se solo avessi insistito ancora qualche giorno, forse…
Vedi com’è facile dare la colpa a te? So che sono io che ho sbagliato tutto, ma è più facile illudermi che sono la santerellina della situazione.
Comunque sia, spero che tu sia felice.
 
P.s: Ti ho detto che ho capito cosa provo per te, e voglio dirtelo: ti amo, Jacob, e finalmente l’ho capito. Ora che non ci sei più, ho capito di amarti, e ne ho la certezza. Vedi com’è strana la vita? Ora che è troppo tardi, so di amarti.
Ma tu non tornerai mai più, ti ho perso per sempre, e la colpa è soltanto mia.
 
Con amore,
Nessie.

 
Continuavo a rileggerla, piengendo come un ragazzino, ma non me ne fragava più niente.
Avrei dovuto essere finalmente felice da quelle parole perché Nessie aveva capito ciò che provava per me ed ero pronto a giurare che mi amava, eppure non ci riuscivo.
Era come se fossi in un tunnel buio e sapessi che a quel punto dovevo vedere la luce del sole, la via d’uscita, eppure non la vedevo.
Ero cieco. Forse lo ero sempre stato.
Probabilmente passai giorni interi seduto sul pavimento freddo a rileggere quella pagina, ma non riuscivo a separarmene.
Per cosa continuavo a vivere? L’avevo persa, non l’avrei più rivista…
Il suo viso, i suoi morbidi capelli, la sua pelle chiara e perfetta, i suoi occhi talmente grandi da perdermici dentro…
Dopo mesi di buio, finalmente riuscii a vedere una scintilla di luce, forse la fine del tunnel, della mia agonia.
Ero davvero disposto a rinunciare così a lei? A non provare nemmeno a rivederla?
Dov’era finito il Jacob Black di una volta,quello che non si arrendeva mai?
L’immagine della mia Nessie, quella donna bloccata nel corpo di bambina, si sbiadiva e lasciava il posto a quella della ragazzina sofferente con le occhiaie violacee che io stesso el avevo causato.
Due immagini, stessa persona.
Volevo davvero vivere per sempre con il rimorso e quell’orribile immagine davanti?
No. Non volevo, non potevo.
Nessie era la mia vita, il mio sole di mezzanotte, la luce dopo il buio.
E forse, questa volta, ci sarebbe davvero stata una luce.
Per la prima volta dopo mesi, vidi la luce. Non era un fascio di luce bianca, piuttosto un debole raggio di un pallido sole di primavera, ma per me era tutto.
Per la prima volta dopo anni e anni, mi ritrovai a sperare senza perdere le speranze.
Perché in quel momento, non dovevo.
Se di nuovo avessi smesso di sperare, l’ombra mi avrebbe inghiottito ancora, e con me anche Renesmee.
Sì. Perché questa volta ero certo che lei mi amasse, e tutto era nelle mie mani.
Potevo scegliere. Per la prima volta potevo scegliere: buio o luce. Verità o menzogna. Amore o odio. Amore o morte.
Ancora una volta, tutto era nelle mie mani.
E se avessi sbagliato ancora come avevo fatto mesi prima, questa volta non avrei più avuto una seconda possibilità.
Sì, dovevo tornare da lei.
 
 

 
 
Note dell’autrice
 
Salve a tutte! Questo capitolo è, a parer mio, molto intenso. Finalmente Jacob capisce, legge il diario, si rende conto di ciò che ha tra le mani e di ciò che rischia di perdere. E devide di tornare da Renesmee. E ora? Lei lo accetterà? Avrà trovato qualcuno a cui voler bene? Ingannerà sé stessa un’altra volta?
La decisione è nelle mie mani, anche se ormai è nel mio pc visto che ho finito pure l’epilogo…
Eh sì perché il prossimo capitolo sarà l’ultimo, dopodichè ci sarà un bell’epilogo che sto cercando di scrivere da mesi, ritoccandolo all’infinito. Voglio che renda giustizia a questa coppia tormentata…
Dopo avervi fatto uscire di testa con i miei pensieri contorti, vorrei ringraziare tutte le fantastiche persone che hanno recensito e chi ha aggiunto la storia tra le seguite/preferite/ricordate.
Grazie mille a tutte voi, non sapete quanto felice io sia.
Ora mi rivolgo a tutti quei lettori silenziosi che mi stanno leggendo: so che ci siete, vi vedo…Cosa vi costa scirvere due righe con le vostre impressioni sul capitolo e cliccare su “invia una recensione”? VI prendete anche dei punti per aver recensito… E mi fate felice… Non m’importa di ricevere critiche positive o critiche, anzi! Voglio sapere cosa ne pensate, la verità.
P.s: Non so se vi interessa, comunque ho scritto una mia “presentazione”, se così ci può chiamare un mio tentativo di scriverla, nella pagina d’autore. Lì trovate il mio account Twitter e Facebook, se vi interessa…
Grazie mille a tutte, ci vediamo mercoledì!
Baci, Grace.  

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Capitolo 21
*** Tra sogno e realtà ***


 

Tra sogno e realtà


Ecco qua l’ultimo capitolo… Ci vediamo in fondo con le note. Leggetele perché ci sono avvisi importanti. Grazie e buona lettura :)

Renesmee
 
Era quello che speravo, dovevo esserne felice.
Se veramente provavo ciò che sentivo, avrei dovuto esserne felice e fargli le mie congratulazioni, fingendo di stare bene e non farlo soffrire.
Invece no, lo avevo fatto soffrire ancora di più.
Mi toccai il polso, nell’esatto punto in cui Jacob mi aveva afferrata, e chiusi gli occhi.
Jacob, dove sei? Mi manchi. Troppo.
Me ne stavo in giardino, in piedi, ad osservare la foresta intorno a me.
Pioveva, come sempre, ma non m’importava.
I capelli completamente fradici si appiccicavano al mio collo, ed i vestiti aderivano alla mia pelle.
Chissà come mai nessuno veniva a portarmi in casa.
Di solito veniva mia madre o mio padre e mi trascinavano dentro, vietandomi di uscire.
Forse anche loro avevano perso le speranze.
Jacob non sarebbe tornato ed io avrei dovuto farmene una ragione.
Ma allora perché non ci riuscivo?
Non avrei mai più potuto essere felice? Niente più sorrsi, battutine, corse spensierate nella foresta?
D’altronde, ero io che mi ero scelta quella vita ed ora dovevo pagarne le conseguenze.
Chiusi gli occhi e mi appoggiai alle fondamenta della casa.
Come avevo potuto essere così stupida? Avevo avuto tutto e un secondo dopo tutto quanto era svanito, sbriciolato come il mio cuore, ed ero stata io a distruggerlo, con le mie stesse mani.
Uno scricchiolio catturò la mia attenzione ed un odore così familiare da farmi male al cuore mi riempì le narici.
Chiusi ancora di più gli occhi e mi beai di quella sensazione: era come se Jacob fosse lì.
Stavo diventando pazza, ma se ­­­avessi passato il resto dell’eternità sentendo con me la presenza di Jacob, ne sarei stata felice.
Non ero pronta a dimenticarlo e non lo sarei mai stata.
Udii un altro scricchiolio, più vicino questa volta, e mi costrinsi ad aprire gli occhi.
Volevo vedere fino a che punto arrivava la mia pazzia. Pregai perché avessi anche le allucinazioni e sgranai gli occhi quando mi accorsi che era veramente così: a pochi metri da me, c’era Jacob.
Se era un’allucinazione, perché era così triste e con occhiaie profonde?
Forse il mio subconscio mi stava mostrando come avevo ridotto Jacob.
Rimasi a fissarlo, immobile, senza far trasparire le mie emozioni.
Anche lui mi guardò, immobile, apettando forse che io facessi un altro passo.
Poteva un’allucinazione essere così…vera?
Un pensiero che lottava per essere ascoltato vinse e mi vorticò nella testa.
E se quella non fosse stata un’allucinazione?
Smisi anche di respirare ed i miei muscoli si immobilizzarono.
Non riuscivo a capire se avesse iniziato anche a tuonare o se fossero i miei singhiozzi a fare quei suoni.
Aveva anche iniziato a piovere acqua calda e salata?
Non sentivo più niente se non il mio cuore battere velocemente, forse troppo, ed i miei pensieri vorticare ad una velocità impressionante nella mia mente.
< Jake?> Riuscii a sussurrare. Forse era un singhiozzo, forse non l’avevo veramente detto.
Jacob si avvicinò velocemente a me e si fermò a qualche passo di distanza.
< Nessie> Sussurrò. Riuscivo a percepire fin troppo bene il dolore nella sua voce.
< Mi dispiace… Non so da dove iniziare. Sono stato un cretino, è colpa mia se stiamo così, sono stato io ada andarmene e sono stato un’insensibile e non mi perdonerò mai per questo. Io… Non mi aspetto che tu riesca a perdonarmi subito, e forse non lo farai mai, ma voglio lottare>. Rimasi immobile per minuti interi cercando di dare un senso a quelle parole pronunciate troppo velocemente.
< Tu… Io… Pensavo che… La ragazza> Dicevo frasi senza senso, non riuscivo più a parlare.
Socchiuse gli occhi. < è stato tutto un equivoco. Ci siamo baciati, ma è stata lei a baciare me, io non volevo, non ho ricambiato. L’ho invitata ad uscire solo perché ti somigliava troppo, ma non era come te, nessuna potrebbe mai sostituirti. Tu sei unica Nessie, sei l’unica in tutti i sensi>.
Prese un bel respiro, aggrottando la fronte dallo sforzo. < Tu sei l’unica in grado di farmi sentire davvero me stesso, in grado di farmi calmare quando sono in collera, in grado di farmi cambiare colore degli occhi a seconda dello stato d’animo. E sei l’unica persona che abbia mai amato così intensamente>.
Il respiro mi morì in gola.
Tutto accadde molto velocemente, non mi sembrava nemmeno di muovermi, ma mi ritrovai stretta tra la morsa delle sue braccia forti, al caldo. E pochi secondi dopo, mi ritrovai a baciare Jacob Black.
Le sue labbra, calde come le mie, si muovevano bramose sulle mie. Sentivo il suo respiro caldo e profumato nella mia bocca, i muscoli del suo petto contrarsi contro di me, il suo bacino contro il mio, scariche elettriche trapassarmi il corpo, facendomi tremare le gambe e la sua lingua danzare con la mia, in una danza senza tempo.
Le sue mani stringevano la mia vita, attirandomi a sé e le mie erano nei suoi capelli.
Sentivo il bisogno che aveva di me, di sentirmi vicino, e finalmente capii tutto.
Ero stata una stupida, sin dall’inizio.
Adesso che finalmente lo stavo baciando, rividi le mie scelte precedenti e dovetti reprimere un sorriso.
Si staccò leggermente da me e premette la sua fronte sulla mia.
Adesso ero io quella che doveva parlare.
Per la prima volta, riuscii a dire ciò che provavo a voce alta, a Jacob.
< Ti amo> Due semplici parole, dette nel modo più dolce possibile.
Jacob smise di respirare e allontanò il viso per guardarmi negli occhi.
Nei suoi c’erano mille emozioni: gioia, stupore, incredulità, amore. Nessuno mi aveva mai guardato così intensamente. Era come bruciare vive.
< Tu… cosa?> Chiese quasi senza voce.
Strinsi le dita intorno alla sua maglietta e fissai il suo petto.
< Ti amo, Jacob Black> Ripetei più convinta.
Mi alzò il viso in modo che potessi incrociare il suo sguardo e sorrise dolcemente.
< Anche io ti amo, troppo> E ricominciò a baciarmi, con più ardore di prima.
Finalmente, per la prima volta in vita mia, tutto fu chiaro: i sorrisi di Jacob quando ancora ero una bambina, i suoi occhi terrorizzati quando mi nascondevo per fargli paura, e capii quanto davvero mi amasse. Da sempre.
Finalmente ogni tessera del puzzle che rappresentava la mia vita era completo, avevo tutte le tessere e il disegno era molto chiaro: un grande cuore, completo.
Sì, perché avevo anche ritrovato tutti i singoli frammenti di cuore che si erano sbriciolati ogni istante di più durante quel lunghissimo periodo.  
Perché, volente o nolente, io appartenevo a Jacob e lui a me. CI appartenevamo. Eravamo come un’unica persona, dovevamo stare insieme per completarci.
Ora che sentivo le sue labbra sulle mie guance, sul mio collo, sulla mia clavicola, ero finalmente me stessa ma al contempo un’altra persona.
Perché nella mia vita c’era una nuova rivoluzione che aveva il nome di Jacob Black.



 
Note dell’autrice

ç_ç So che per molte di voi è una liberazione questa, ma per me è un po’ difficile postare l’ultimo capitolo.
Non è ancora tempo di scrivere le note malinconiche, a quelle penserò domenica quando avrò postato l’epilogo.
Che ne pensate del capitolo? Mi sono impegnata molto perché volevo rendere giustizia alla storia, ai personaggi in sé e a tutto quanto.
Personalmente sono abbastanza soddisfatta del capitolo, e credo che sia la prima volta. So che non è granché, forse avrei potuto fare di meglio, ma io ho dato il massimo ed è uscito questo. Spero lo appreziate.
Vorrei ringraziare tutte le magnifiche persone che hanno iniziato a recensire gli ultimi capitoli: grazie mille, il vostro supporto è importante per me.
Grazie anche alla mia MiriamEditor: è stata lei a convincermi a postare oggi, altrimenti lo avrei fatto tra settimane xD
Bene, vi lascio, sperando di leggere qualche recensione. In fondo, è un piccolo sforzo da parte vostra per rendermi felice e farmi sentire soddisfatta. Le vostre critiche sono preziose per me, perché aiutano a crescere, confrontarsi e migliorare.
Un’ultima cosa: a me piace stringere una specie di rapporto con le mie scrittrici preferite e lettrici… Se vi va, potete contattarmi su Twitter, il link lo trovate nella mia pagina d’autore, qua non so come metterlo xD
Se vi interessa, poi, ho altre due storie in corso: Wherever you Will go, sul cast di Twilight, e Il mio soldato, una Bella/Edward.
Grazie mille e a Domenica!
Baci, Grace.  

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Capitolo 22
*** Epilogo ***


 

Epilogo

 A Miriam,Questo capitolo è interamente dedicato a te, per tutto ciò che hai fatto per me, non solo qui su Efp, ma anche nella vita di tutti i giorni.
Anche se non è molto che ci conosciamo, è come se fosse una vita.
Sei importante per me, sei una persona speciale e non finirò mai di ringraziare il destino che ci ha fatto incontrare.
Abacabana nana nana <3 


Jacob Pov
 
La luce del sole che filtrava dalla finestra era tenue, leggera e calda.
Era una bellissima giornata estiva e saranno stati una quindicina di gradi: era caldo, per i nostri standard.
MI rigirai nel letto, sentendo un corpo caldo e morbido premuto contro il mio.
Abbassai lo sguardo, trovando una cesta di ricci biondo scuro sul mio petto a coprire il viso angelico di Renesmee.
Non potei reprimere un sorriso.
Non riuscivo ancora a credere che tutto ciò fosse la mia realtà, eppure in un certo senso lo avevo sempre saputo.
Sapevo che il nostro destino era stare assieme, eppure gli avvenimenti precedenti mi avevano fatto pensare ad un “finale alternativo”.
E invece ora, ogni cosa si era sistemata. E non importava se avremmo dovuto affrontare altre battaglie, altri litigi… Adesso avevo la certezza che Nessie mi amasse. Il resto, era tutto superficiale.
Mi distesi sul fianco, accarezzando quei sottili e ondulati fili d’oro scuro, attorcigliandoli delicatamente attorno alle mie dita.
Le sue gambe si mossero, intrecciandosi alle mie.
Il contatto improvviso con la sua pelle calda mi provocò un debole sussulto e il mio cuore raddoppiò i battiti.
Era incredibile l’effetto che potesse farmi quella minuta ragazzina di appena un metro e sessantatrè centimentri per quarantatrè chili.
Spostai di lato i suoi capelli per moter ammirare il suo volto, come facevo ormai ogni volta che dormivamo insieme.
La sua pelle candida era rosata sulle guance, i suoi occhi erano chiusi, rilassati, e la sua bocca leggermente socchiusa e un dito tra le labbra.
Mentre ero ancora intento ad osservarla, le sue labbra s’incurvarono in un sorriso, e le sue braccia strinsero a sé il mio corpo.
< Buongiorno principessa> Mormorai baciandole la fronte.
< Buongiorno lupacchiotto> Ripose sorridendo.
Ridacchiai, stringendomi a lei.
Com’era bello iniziare la giornata in quel modo, svegliandoci così, avvinghiati…
< Dormito bene?> Domandai mentre stendevo un braccio per farle appoggiare la testa.
< Apparte il tuo russare rumorosamente… Sai, a volte sei peggio del vecchio pick up di mia madre> Disse stuzzicandomi.
Mi finsi offeso. < Ah sì, eh? Ora te lo faccio vedere io principessa> E così dicendo iniziai a farle il soleltico alla vita, punto in cui era più vulnerabile di tutte.
Anche se non eravamo umani, eravamo ugualmente vulnerabili… Avevamo anche noi i nostri talloni d’Achille.
< NO! Ai… Aiu… to!!! Sme…smet…tila!! Ah!! No… N…o!!!! Bas…ta!!!> Si contorceva sotto il mio tocco, ridendo e gridando, con il fiato corto.
MI fermai parecchi minuti dopo, posando il mento sula sua pancia e guardandola negli occhi mentre cercava di riprendere fiato.
MI accarezzò i capelli, sorridendo.
< Cosa facciamo oggi?> Chiese.
< Quello che vuoi> Risposi sospirando.
Erano da poco iniziate le vacanze estive e ciò significava che avevamo  tre interi mesi a disposizione solo per noi…
< Io un’idea ce l’avrei> Disse Nessie, lanciandomi un’occhiata d’intesa e trascinandomi sopra di lei.
Anche se sapevo che non le avrei mai fatto male, era strano per me sentire il suo piccolo corpo sotto il mio, cercavo sempre di pesarle il meno possibile.
Iniziai a baciarla, con tutta la dolcezza di cui ero capace.
< Non dovremmo alzarci e vestirci?> Domandai mentre le mie mani correvano sotto la sua canottiera bianca.
< No> Rispose semplicemente.
< No> Ripetei sfilandole quell’indumento d’intralcio.
E ricominciammo ad amarci da lì, sotto le coperte, senza fretta, senza pensieri: c’eravamo solo io e lei, due persone che presto sarebbero diventate una sola. Una magia.

Renesmee Pov
 
Uscii dal bagno, lanciando un’occhiata veloce allo specchio. Indossavo un paio di shorts lilla, Converse dellos tesso colore ed una canotta bianca.
L’estate era finalmente arrivata anche qua a Forks.
Raccolsi le due ciocche di capelli che mi ricadevano sul viso unendole dietro la nuca con due fermacapelli d’argento massiccio. Sopra i pettini, degli zaffiri blu scuro erano incastonati in mezzo a intricati disegni floreali. Era un piccolo cimelio di famiglia, appartenenti a nonna Swan, la mia bisnonna mai conosciuta.
Chiusi la porta di camera e andai nel salotto, cercando Jacob.
Lo trovai accucciato davanti allo stereo, ad armeggiare con quell’aggeggio.

< Posso sapere cosa stai combinando?> Chiesi avvicinandomi a lui.
< Una sorpresa> Rispose.
Nello stesso momento, una dolce melodia riempì la stanza.
Conoscevo fin troppo bene quella canzone. Era la nostra canzone. E dovevo dire che le parole erano proprio perfette.
< Mi concede questo ballo?> Domandò Jacob accennando un inchino.
Mi prese la mano, avvicinandomi a lui e posizionandosi nel centro della stanza.
Le sue mani corsero sulla mia vita, tenendomi saldamente i fianchi, come se temesse di vedermi correre via, mentre le mie gli cinsero il collo, avvicinando i nostri visi così tanto da sentire i nostri respiri caldi sulla pelle.
Iniziammo a muoverci in cerchio, senza parlare.
Le note della canzone parlavano al posto nostro.
Jacob iniziò a canticchiere la canzone, guardandomi dritta negli occhi.

Fammi essere il tuo eroe
Balleresti se io ti chiedessi di ballare?
Correresti senza mai guardare indietro?
Piangeresti se mi vedessi piangere?
salveresti la mia anima stanotte?
Tremeresti se io toccassi le tue labbra?
Rideresti? oh ti prego dimmi di si
Ora moriresti per l’unica persona che ami?
Tienimi fra le tue braccia stanotte
 
Accompagnava ogni frase con il rispettivo gesto: le sue dita corsero sulle mie labbra, le sue braccia mi strinsero forte a sé e la sua guancia si poggiò sulla mia.
 


Posso essere io il tuo eroe, piccola
Posso far sparire il dolore
Ti starò vicino per sempre
Tu riesci a togliermi il respiro

Giureresti che sarai per sempre mia?
Mentiresti, correresti e ti nasconderesti?
Ci sto troppo dentro, ho perso la testa
Non m'interessa, tu sei qui stanotte

posso essere il tuo eroe, piccola
Posso far sparire il dolore
Ti starò vicino per sempre
Tu riesci a togliermi il respiro

Ohhh voglio solo tenerti qui
Voglio solo tenerti,si
Ci sto troppo dentro, ho perso la testa
bene, non m'interessa, tu sei qui stanotte

Posso essere io il tuo eroe, piccola
Posso far sparire il dolore  
Ti starò vicino per sempre
Tu riesci a togliermi il respiro



 
Terminò facendomi fare una piroetta e un caschè, riprendendomi subito e togliendomi davvero il fiato.
Lo osservavo dal basso, ed era ancora più bello…
Abbassò il viso in modo da poter sfiorare le mie labbra con le sue, calde e morbide, perfettamente adattabili alle mie.
Mi tirò su, tenendomi ancora stretta a sé.
Quei momenti erano talmente perfetti da non sentire il bisogno della favola: la realtà era tanto, ma tanto meglio.

Jacob finì la canzone, guardandomi dritto negli occhi.
 
posso essere il tuo eroe
Posso far sparire il dolore
E ti starò vicino per sempre
Tu riesci a togliermi il respiro
Tu riesci a togliermi il respiro
Posso essere io il tuo eroe


< Tu sei già il mio eroe Jake> Mormorai abbassando lo sguardo.
Mi osservò sorridendo dolcemente, stringendo le mani ai lati del mio viso.
< Dillo> M’incitò, guardandomi dritto negli occhi.
< Che cosa?> Chiesi non capendo.
Sorrise. < Dimmi che mi ami> Sussurrò.
E, finalmente, riuscii a dire quelle semplici ma vitali parole, capaci di farti battere il cuore e capaci di renderti una persona migliore, felice, amata.
< Ti amo> Sussurrai, completamente convinta da quelle parole.
 

 
Note dell’autrice
 
E siamo arrivati alla fine di questa piccola Fan fiction. Mi sto commuovendo come una stupida a pensare che tutto questo è finito.
Per me è stato un piacere scrivere questa storia,  e in un certo senso sono entrata nei personaggi, ho vissuto con loro per questi mesi… Ed è stata un’esperienza fantastica.
Scrivere questo capitolo è stato difficile, ci ho messo circa tre mesi, non avevo l’ispirazione e anche oggi non sono convinta, mi sembra molto più osceno rispetto a tutti gli altri…
Avrei voluto scrivere un epilogo “epico”, importante, che rendesse giustizia ai personaggi e alla storia, ma non credo di esserci riuscita.
Però ha un significato dietro di sé e per questo non l’ho modificato: l’ho scritto al termine di una giornata davvero molto importante per me, che ricorderò per sempre.
L’ispirazione è arrivata anche grazie alla mitica canzone di Enrique Iglesias, Hero.
Ho fatto in corsivo alcune frasi che riassumono brevemente la storia, le più importanti.
Per chi non l’avesse neancora capito, sono una romanticona e la frase “dimmi che mi ami” si è praticamente scritta da sola: non potevo non mettercela, era proprio tipico di me.
Come ho già detto prima e ripeto, scrivere questa storia è stata una bellissima esperienza per me perché mi ha fatto provare emozioni nuovi e sono entrata nei personaggi… praticamente sono diventata Renesmee per qualche minuto mentre scrivevo ogni singolo capitolo.
Credo che questa sia la nota più lunga che abbia mai fatto, ma visto che alcune di voi miusopportano dal primo capitolo, vi chiedo: fate un piccolo sforzo per me!
Questa FF ha un significato molto particolare per me, perché l’idea di scrivere un seguito di Breaking Dawn (come lo immaginavo io, natualmente), da parte di Jacob e Renesmee è venuta lo scorso Giugno… Però l’ho messa in pratica parecchi mesi dopo… Ed è la mia prima fan fiction, per cui resterà sempre qualcosa di molto importante per me.
Detto questo, spero che tutti i dubbi che avevate sulla storia si siano chiariti… Spero il capitolo vi sia piaciuto, per me è stato bellissimo scriverlo.
Vorrei ringraziare tutte colo che hanno sempre recensito gli scorsi capitolo, i lettori silenziosi, le mie amiche che hanno avuto moltissima pazienza con me e naturalmente il mio Ciccio: l’ispirazione è venuta grazie a te e anche se non leggerai mai queste note… grazie per utto ciò che hai fatto. Non ti dimenicherò mai.
Se vi interessa, ho altre due FF in cantiere: Il mio soldato, Edward e Bella, e Wherever you will go, sul cast di Twilight. E, per ultima, la One-Shot sulla prima notte all’Isola Esme di Edward e Bella, narrata dal punto di vista del nostro vampiro.
Ancora grazie a tutte e a presto!
Baci, Chiara.  

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