The Heirs (BAWM spin-off)

di syssy5
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1: La Nuova Hogwarts ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2: Le prime novità ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3: Il club di Incantesimi ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4: La grotta sotterranea ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5: Alan ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6: L'inizio ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7: Woooww!! ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8: Brutte notizie ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9: Immenso ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10: “Non ti nasconderò più niente...” ***
Capitolo 12: *** !! AVVISO !! ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


The Heirs



Prologo

Simon Weasley oltrepassò la barriera del binario 9 e ¾ di King’s Cross con un mattone al posto dello stomaco. Non era la prima volta che vedeva da vicino l’Espresso per Hogwarts (con tutte le volte che aveva accompagnato suo fratello…) ma stavolta c’erano i suoi bagagli, la gabbia del suo piccolo gufo Pepe e la sua bacchetta nel carrello che stava spingendo. Quante volte aveva sognato questo momento? Mille? E ora avrebbe sinceramente voluto mollare tutto e andare a nascondersi da qualche parte.

“Dai, spicciamoci!” fece la vocetta allegra di Julie Potter, che sembrava molto ansiosa di salire sul treno.

“Aspetta un po’, signorina! Neanche un bacio?” Ginny trattenne la figlia per la manica della giacca e le sistemò meglio i capelli spettinati.

“Mamma!” fece Julie, staccandosi in tutta fretta e guardandosi in giro per assicurarsi che nessuno dei suoi compagni l’avesse vista mentre la madre la trattava come una bambina.

“Quest’anno quelli del primo anno sono proprio dei nanerottoli.” Osservò Dan guardando lungo il binario, ostentando la sua scopa nuova luccicante – un regalo di Sirius.

Jack annuì con aria ovvia, passandosi una mano sulla fronte per cacciarsi indietro il ciuffo di capelli rossi che gli finiva sempre davanti agli occhi. “Guarda quello, secondo me non supera il metro.” Disse al cugino, indicando un ragazzino grassoccio vicino ai suoi genitori.

“Jack, smettila di comportarti da arrogante.” Hermione si chinò all’altezza di suo figlio minore e gli sistemò con un sorriso amabile il colletto della camicia. “Va tutto bene, Simon?”

Simon annuì ma non rispose. Aveva le mascelle rigide.

Ron gli diede una bottarella bonaria sulle spalle. “Rilassati, campione! Te la caverai alla grandissima, vedrai.”

“Anch’io vado!” Katie Weasley, vispa e allegra più che mai, stava saltellando per aggrapparsi al carrello di Jack incurante dei tentativi del fratello di tenerla a distanza, e alla fine si fermò solo perché Ron la prese in braccio. “Anch’io voglio!!” ma le proteste svanirono facilmente alla vista della bambola che il papà le aveva provvidenzialmente portato da casa per un’emergenza di questo tipo.

“Forza, vi conviene salire o non troverete posti liberi.” Harry aiutò Julie a caricare il suo baule e poi si fece indietro, mentre anche gli altri sistemavano le loro cose sul vagone bagagli.

“Avete tutto, no?” Ginny fece un sorriso raggiante. “Fate i bravi, divertitevi, studiate…”

“Non vi cacciate nei guai…” aggiunse Hermione.

Julie salutò tutti con un bacio e salì per prima sul treno, seguita da Dan che stava cercando di scappare da suo padre (Harry voleva ricordargli di evitare di tornare a casa per Natale con l’ennesimo osso rotto per via di quei soliti voli acrobatici ai limiti del regolamento che tanto amava fare).

“Fatti onore, tesoro.” Hermione abbracciò ancora una volta Simon, che era stato appena salutato da suo padre e sua sorella. Ancora una volta il ragazzino si limitò ad annuire e basta, salendo sul treno.

“Da’ uno sguardo a tuo fratello.” Ron diede una pacca sulle spalle a Jack. “E non combinare disastri…mi sono spiegato?”

Jack gli fece un occhiolino mentre saliva sul predellino del vagone. “Come no. Ciao!”

Katie si sbracciò vorticosamente per salutare i fratelli e i cugini mentre il treno partiva, sgambettando furiosamente e mandando bacetti al ‘ciuf ciuf’ che si allontanava da King’s Cross.

[...]

Simon uscì dallo scompartimento coi pugni serrati e le guance in fiamme. [...] E in quel mentre qualcosa di grosso lo urtò bruscamente e gli fece fare un volo all’indietro, facendogli battere la testa contro la parete alle sue spalle..

“Oh, mi dispiace!” sentì dire a qualcuno, ma siccome stava ancora vedendo le stelle non riuscì a capire chi fosse. “Scusa, stavo…e non ti ho visto…ecco, vieni…” quella stessa persona che lo aveva presumibilmente buttato giù lo aiutò a rimettersi in piedi. Simon si toccò la nuca dolorante e scosse leggermente la testa, riuscendo finalmente a recuperare l’uso degli occhi.

Davanti a lui c’era un ragazzo robusto e piuttosto altino, ma almeno all’apparenza non più adulto di lui. Era castano con gli occhi castani e il naso più schiacciato.

“Mi dispiace.” Balbettò ancora. “Ti sei fatto male?”

Simon fece a malapena in tempo a scuotere la testa per rassicurarlo che si sentirono dei passi rapidissimi e un altro ragazzino arrivò di corsa. Questo era magro e biondo e sembrava furioso. “Eccoti qui, finalmente!!”

Il ragazzo grassoccio arretrò fino a nascondersi dietro Simon, che lo guardò oltre la sua spalla con un’aria sorpresa: così grosso aveva paura di uno così magro? “Non è colpa mia!” lo sentì biascicare.

“Ah no, eh?” ringhiò l’altro ragazzo. “L’ho dato a te il libro, cosa credi? Di prendermi in giro? E adesso come la mettiamo, eh?”

“Ma non l’ho fatto apposta!”

Simon decise di intromettersi. “Perché ce l’hai con lui, che ti ha fatto?”

Il biondino lo squadrò per un momento, decidendo se era il caso di dar retta a un ragazzino più basso di lui. “Questo stupido idiota mi ha rotto il libro di Incantesimi. Gliel’avevo prestato per un attimo e il suo gattaccio l’ha strappato tutto. Guarda.”

Simon osservò il libro che il ragazzini stringeva in mano, da cui penzolavano dei fogli. “Non farla così tragica. Si può riparare.”

Il biondo lo guardò con gli occhi stretti in due fessure. “E tu che ne sai?”

Simon lo guardò per un momento. “I tuoi genitori sono babbani, vero?”

“E allora?” fece quello, quasi sulla difensiva.

Simon scrollò le spalle con un’aria serena. “Forse non lo sai, ma con la magia si può riparare quasi tutto. Non c’è bisogno di scaldarsi tanto.”

Il biondo sbattè gli occhi e sembrò rifletterci su, poi finalmente si calmò. “Ne sei…assolutamente sicuro?”

“Sicurissimo.”

“Beh…in tal caso…”

Il ragazzo grassoccio finalmente venne avanti e si voltò verso Simon con un sorrisone. “Grazie mille, amico. Ti devo un favore.”

Simon scrollò le spalle. “Non mi devi niente, l’avrebbe scoperto da solo tra un po’.”

“Già, ma prima gliele avrei suonate.” Fece il biondo con un sorrisetto. “Mi chiamo Matthew Walker, Matt per gli amici. Tu?”

“Simon Weasley.”

“Weasley?” il ragazzo grassoccio si accigliò. “Ma tuo fratello non è…”

“…cacciatore di Grifondoro, si.”

“Anche mio fratello è nella squadra, battitore. Io sono Samuel West.” Il paffuto ragazzo sorrise amichevolmente.

“Qualcosa dal carrello, ragazzi?” una signora dall’aria gentile si fermò proprio davanti ai ragazzini, spingendo un carrello su cui stava ogni ben di Dio.

Samuel strabuzzò gli occhi. “Ooh…”

[...]

Entrando nella Sala Grande di Hogwarts Simon non si soffermò neanche a guardarsi in giro con aria stupita e ammirata come facevano gli altri compagni; no, lui aveva lo sguardo basso e teneva le mani strette forte in due pugni nelle tasche dell’uniforme. Ecco, ormai lo Smistamento era a secondi. Ora sarebbe iniziato o finito tutto. Non aveva il coraggio di alzare gli occhi, infatti non vide gli altri che si fermavano e inciampò in avanti, finendo addosso al suo grassoccio amico che lo sorresse gentilmente.

“Ehi, tutto bene?” gli chiese con la vociona impacciata, e Simon annuì senza parlare.

Una strega dal cappello appuntito, coi capelli bianchi e il naso adunco, si schiarì la voce. “Un momento d’attenzione, per favore. Diamo inizio alla cerimonia dello Smistamento!”

Simon neanche prestò ascolto alla canzone che recitava il cappello parlante; solo in quel momento parve rendersi conto delle quattro lunghissime panche che stavano nella Sala Grande, e scorgendo quella di Grifondoro vide Jack e Dan che se la ridevano di gusto coi loro amici e sua cugina Emily, la figlia di zio Bill e zia Aki, che esibiva con orgoglio il suo distintivo di Caposcuola. Vide anche Julie, che aveva un’espressione sognante mentre con le sue amiche guardava un ragazzo molto più grande al tavolo di Tassorosso. Julie incontrò il suo sguardo e gli rivolse un gran sorriso incoraggiante. Simon fece per rispondere al sorriso, ma capì immediatamente che la sua bocca aveva fatto probabilmente più una smorfia che altro.

“Amanda Lorins!”

“Isabel Temple!”

“Robert Noringhtons!”

“Kennie Howards!”

Uno a uno i ragazzi chiamati andavano a farsi smistare. Simon stava saltellando sui piedi impercettibilmente, e quando Kennie Howard fu spedito a Serpeverde sentì un fastidiosissimo bisogno di correre nel primo bagno disponibile.

“Matthew Walker!”

“Speriamo bene.” Il ragazzino biondo che stava vicino a lui avanzò verso la sedia e si lasciò mettere il cappello in testa. E un momento dopo fu mandato a Grifondoro.

“Bravo Matt, beato lui.” Disse il ragazzo grassoccio a bassa voce. “Tu dove vorresti andare, Simon?”

“Va bene tutto.” Simon si stava strozzando per biascicare poche parole. Non aveva una goccia di saliva in gola.

“Melanie Mitchell!”

“Samuel West!”

“Oh mamma.” L’impacciato Samuel raggiunse la sedia – urtandola piuttosto bruscamente, e facendo ridere qualche studente – e si agitò goffamente mentre il cappello borbottava qualcosa a bassa voce. Ma alla fine si rilassò visibilmente quando il cappello urlò “Grifondoro.”

Simon fu felice per lui, soprattutto quando lo vide sorridere per le orgogliose pacche sulle spalle che suo fratello, l’amico di Jack, gli diede appena lo raggiunse al tavolo di Grifondoro.

“Harold Travis!”

“Connie Brown!”

[...]

“Simon Weasley!”

[...]

Simon si trascinò fin sulla sedia. [...] Chiuse forte gli occhi quando sentì il cappello posarsi sulla testa. [...]

“Grifondoro!”

Simon spalancò gli occhi mentre la professoressa gli sfilava il cappello dalla testa, e a malapena sentì gli applausi dei suoi compagni di casa. Si alzò dalla sedia solo quando la professoressa lo guardò con un sopracciglio inarcato e gli fece cenno con la testa di togliersi di lì.

Samuel gli diede una vigorosa pacca sulle spalle, facendolo barcollare in avanti. “E vai, siamo nella stessa casa!”

“Congratulazioni, Grifondoro!” Jack lo spettinò a furia di strapazzargli i capelli, e anche Dan gli fece una gran festa. E finalmente Simon si lasciò andare al suo primo sorriso della giornata. E il suo primo pensiero fu di andare a cercare il suo gufo Pepe dopo cena; voleva spedire a suo padre e a sua madre la notizia quanto prima.

[...]

(tratto da “A WIZARD’S LIFE” di Sunny)

* * *

In questo primo spazio per i ringraziamenti, il mio grazie speciale va a Sunny, che mi ha permesso di creare una storia con i personaggi da lei inventati, che è stata a sentire ogni mia piccola idea e chiarito i miei dubbi...
GRAZIE DI CUORE

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Capitolo 2
*** Capitolo 1: La Nuova Hogwarts ***


nota alla lettura: le parti spostate a destra e a sinistra di una tabulazione sono citazioni prese dalla one-shot di Sunny "A WIZARD’S LIFE" che costituisce anche il mio prologo

The Heirs



Capitolo 1: La Nuova Hogwarts

Tante cose erano cambiate ad Hogwarts da quando Harry, Ron, Hermione e Ginny ci studiavano; le selezioni per le squadre di quidditch erano aperte e tutti gli studenti, anche a quelli delle prime classi, erano stati istituiti dei corsi extra scolastici, una sorta di club, che i ragazzi frequentavano a loro piacimento e c'era molta più libertà tra gli studenti e gli insegnanti. Anche i fantasmi se ne erano andati, ognuno nella loro terra natale, ma erano stati sostituiti da almeno un coppia per ogni casa; in particolar modo, il fantasma di Grifondoro era un ragazzo molto estroverso, che ci provava sempre con tutti i begli esemplari di femmina che circolavano all'interno del castello. L'unica eccezione fu quando vide arrivare ad Hogwart Daniel e Jack per la prima volta, ricordando loro che lui aveva studiato con i genitori dei due ragazzi; questo fantasma si chiamava difatti Seamus Finnigan.

Dopo la distruzione della prima Hogwarts era tornato perchè, secondo lui, “non si poteva lasciare l'universo femminile, senza un Seamus Finnigan con cui stare”. Altri ragazzi comunque, chi per un motivo, chi per un altro, avevano deciso di non abbandonare il luogo della loro insensata morte, non riuscendo ad accettarla; i due fantasmi di Serpeverde poi, gli unici due Serpeverde morti quel giorno ad Hogwarts, non erano riusciti a fuggire coi loro compagni nella furia della battaglia ed erano stati uccisi dai primi auror accorsi sul posto. Cindy Garnet frequentava solo il secondo anno, ma era già una ragazzina che non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno; aveva dei sottili capelli argentati, che una volta erano stati biondi, e occhi di ghiaccio con una buffa nota di vivacità. Era molto altezzosa e schizzinosa, ma non rifiutava due sane risate, ora che non aveva più niente di cui preoccuparsi.

Spike MacKenzie invece, era un colosso con capelli più scuri, ma mai neri, e un'espressione sempre imbronciata. Continuava a ripetere con tutti che lui doveva essere vivo e guardare quelle “mammolette” dall'alto in basso; aveva quindici anni quando fu stroncato da un auror che, sbagliando mira due secondi prima di stramazzare al suolo, aveva centrato proprio lui.

Comunque, tra tutti i fantasmi, Seamus era senza dubbio quello più divertente, eccezione fatta solo per il fantasma di Tassorosso Justin Finch-Fletchey, insieme a lui stava sempre una ragazzina che non avrà avuto più di 14 anni e si chiamava Grace Storm; aveva dei bei riccioli, che una volta erano di colore ramato e degli occhietti piccoli e tondi molto scuri. Sembrava molto timida e non dimostrava affatto l'età che aveva avuto, ma bensì qualche anno di meno.

A Corvonero c'era sempre Sophie LaVerne, un'insopportabile su-tutto-io di 13 anni, con i capelli che le arrivavano alle spalle, dritti come fossero spaghetti e molto scuri, infatti una volta erano neri come la pece; sul naso facevano bella mostra un grosso paio di occhiali che si tirava su furiosamente ogni volta che sentiva che la sua intelligenza veniva offesa, praticamente sempre. A farle compagnia c'era Barry Harnold, che frequentava gli ultimi anni quando fu sepolto vivo sotto una maceria di massi, che poco prima erano il soffitto; era rimasto intrappolato, senza possibilità di venir fuori ed era morto a poco a poco. Era un ragazzo alto, alto e magro, magro, a tal punto che tanti credevano che invece di essere stato ucciso nell'attacco ad Hogwarts fosse morto di stenti; i suoi capelli, una volta color paglia, erano tutti ritti e spettinati e gli conferiva ancor più un'aria da ma-siamo-sicuri-che-fosse-una-persona-vera? Vicino a lui si aggirava sempre una graziosa ragazzina, il fantasma più giovane mai vissuto ad Hogwarts; infatti Shirley Stuart di Grifondoro frequentava solo il primo anno quando fu centrata da un'avada kedavra che un pazzo mangiamorte sparava tra la folla, lei e tre delle sue amiche, senza neanche riuscire a scappare. Non aveva nessuno con cui stare e, come tutti gli altri, non riusciva ad abbandonare quel luogo a lei così caro, dato che essendo figlia di babbani per nessuna ragione al mondo avrebbe rinunciato alla magia, così passava le giornate con l'unico che l'accogliesse in un abbraccio fraterno che tanto le mancava.


[...] Hogwarts era davvero come casa, o almeno lo diventava dopo un po’. Simon, per esempio, ci si trovava benissimo. Seguiva ogni mattina le lezioni con grande interesse – per lui ogni novità era un’emozione nuova – e studiare non gli pesava per niente; la sera, poi, si stava sempre tutti insieme in qualche modo. Qualche volta era andato ad assistere agli allenamenti della squadra di Grifondoro, in particolare ai provini per la scelta del nuovo portiere. Per lui non era una grande novità vedere suo fratello e suo cugino che davano spettacolo, visto che lo facevano da una vita, ma dopo un po’ finiva per annoiarsi a sentire per tutto il tempo ragazzine urlanti che sospiravano e strillicchiavano ogni volta che Jack faceva quel suo odioso sorrisetto e si scansava i capelli dalla faccia. Squallido e patetico. E poi lui non aveva mai particolarmente amato il quidditch, andava a vederlo solo perché era la passione di Matt. Samuel, invece, avendo anche lui già il fratello in squadra ed essendo anche troppo goffo e robusto per aspirare a uno sport simile, non andava pazzo per il quidditch.

[...]

(tratto da “A WIZARD’S LIFE” di Sunny)


I primi mesi trascorsero sereni per i quattro ragazzi, Dan e Jack, in quattro anni di scuola, si erano creati un mondo tutto loro, dove da grandi giocatori di quidditch quali erano, amavano pavoneggiarsi col loro gruppo di amici, mentre ragazze isteriche continuavano a fissarli avide, e organizzavano tutta una serie di scherzi agli amici, ma soprattutto al custode, Gaylord. Era un vecchio auror mezzo matto, con una memoria che faceva cilecca un giorno sì e l'altro pure, a tal punto che, a volte, appena finito di pulire un corridoio o spazzato via le foglie dal giardino, già se n'era dimenticato e ricominciava tutto da capo.

Amelia amava passare parte del suo tempo con i due amici e compagni, ma appena incrociava un gruppetto di ragazze appostate da qualche parte in attesa di Dan e Jack, si dileguava alla velocità della luce.

Julie invece, oltre a trascorrere il tempo con le sue amiche Trisha, Cassidy e Shannon, andava molto spesso a trovare il preside che lei trovava estremamente simpatico e curioso; il professor Dwayne infatti, poteva considerarsi un degno erede di Silente. Si diceva che fosse un mago americano molto potente, secondo solo, guarda caso, a Harry Potter e proprio per il grande potere che aveva permetteva agli studenti maggior libertà. Una volta che dovette sostenere una supplenza nella classe della ragazzina, portò tutti gli studenti all'aria aperta giù per il parco ed insegnò loro seduto sull'erba e col vento che sfogliava le pagine dei libri e faceva svolazzare i capelli.

Ma Simon era quello più soddisfatto: sembrava fatto su misura per quella vita e quelle lezioni; aveva trovato qualcosa di veramente interessante.


[...]

In breve tempo si era fatto un sacco di amici, soprattutto fra i ragazzi di Tassorosso che facevano Pozioni e Trasfigurazione con loro e gli altri ragazzi del dormitorio maschile di Grifondoro, ma Matt e Sam erano quelli con cui stava di più. Il più delle volte Sam combinava qualche pasticcio grosso e lui lo tirava fuori in qualche modo, però lo faceva con piacere: Sam era un buon amico, anche se ancora non sapeva puntare i piedi con la gente e si lasciava sempre aggredire con troppa semplicità. Al contrario Matt voleva sempre averla vinta su tutti, ma era un grande giocatore di scacchi e alle volte lui e Simon passavano ore la sera davanti a una scacchiera, ed erano così bravi che perfino i ragazzi più grandi si soffermavano ad assistere.

[...]

(tratto da “A WIZARD’S LIFE” di Sunny)


Durante le lezioni, Dan e Jack facevano di tutto, soprattutto parlare; in questo caso la loro materia preferita, e anche la più odiata per ciò che si doveva studiare, era Divinazione, la cui professoressa Coral non li degnava mai di attenzione, così che loro si organizzavano quel tempo a loro piacimento. A riportarli all'attenzione, seppur la maggior parte delle volte senza successo, era la povera Amelia, costretta a sorbirsi tutte le loro battutine senza poter seguire le lezione come avrebbe voluto.

Julie, anche se ancora frequentava il secondo anno, era appassionata di antiche rune e si era fatta prestare dalla professoressa Hollis, l'insegnante di Studio delle Antiche Rune, alcuni libri sull'argomento per il puro piacere di scoprire cose nuove.


[...]

Inutile a dirsi, Simon si era distinto immediatamente come un piccolo genio: aveva il massimo dei voti già in un mese di scuola, e i suoi professori erano entusiasti di lui. Il più fiero era proprio Jack, che si vantava spudoratamente con i suoi amici di avere un fratello così sveglio. Simon non si lasciò abbindolare dai suoi sprazzi di affetto fraterno: Jack aveva una reputazione piuttosto elevata in tutta Hogwarts, e sarebbe stata certamente macchiata in qualche modo se si fosse detto in giro che suo fratello era scemo o piagnucolone. Invece così era perfetto, aveva un fratello che aveva fatto guadagnare a Grifondoro un sacco di punti in meno di un mese.

[...]

(tratto da “A WIZARD’S LIFE” di Sunny)


E' così che si trascorreva il tempo ad Hogwarts, chi studiava, chi organizzava scherzi e chi passava il tempo con gli amici; era così bello ritrovarsi tutti insieme come non lo erano mai stati che i primi mesi trascorsero quasi senza che se accorgessero, ognuno preso dalle proprie attività preferite.


* * *

Primo capitolo un po' piatto direi; è solo che dovevo presentare bene tutto il contesto che Sunny ha inserito in minima parte nelle sue one-shot e io ho spiegato meglio ed allargato... piaciuta la sorpresa?? Mi ha incuriosita molto l'idea di Seamus che Sunny dà nel suo BAWM0 e mi dispiaceva che dovesse morire... e poi così fila giusto?? Comunque, a parte lui e Justin, gli altri sono tutti personaggi di mia invenzione (con caratteri e aspetto fisico che sono nati mentre li stavo scrivendo, quindi se qualcosa non quadra è normale: niente di loro è stato pianificato); ho dovuto aggiungere anche due Serpeverde (lasciamo le serpi senza fantasmi e quindi senza vittime?? Nooo) che guarda caso sono gli unici due morti. Ed ora, prima di dare il via ai ringraziamenti, voglio ricordare che il prologo altri non è che una parte riassuntiva della one-shot di Sunny, quindi la novità inizia da questo primo capitolo; ma ora diamo spazio alle risposte delle vostre recensioni:

sandra potter: questa storia è tratta dalla saga di BAWM di Sunny; se vuoi capire meglio le parentele (e leggere una storia che secondo me VALE) leggi prima le altre parti (BAWM 0 BAWM 1 BAWM 2 BAWM 3 BAWM 4 One-Shots BAWM)

Ransie86: eh sì, Sunny mi ha prestato i suoi personaggi per questa mia storia perchè mi aspettavo qualcosa in più sui ragazzi che andavano a scuola e sulla nuova Hogwarts, poi ho deciso che l'avrei fatto io (anche perchè Sunny ha fatto in modo che i ragazzi si dividessero la storia con i genitori)... non so quanti fan avrò, perchè il mio stile è certamente diverso da quello di Sunny e da questo cap (il primo scritto da me) inizierai a capirlo...

aledra_xan: grazie per avermi recensito... come ho già detto, anch'io adoro molto BAWM e spero di essere all'altezza della storia (mi sono presa una bella gatta da pelare, no??) :D

sirius4ever: e grazie alla pubblicità di Sunny, ci sono anche le tue parole a farmi compagnia... :D spero che ti piacerà anche ciò che scriverò io e che accadrà in seguito (ho già in mente una bella trama che conosce solo Sunny)

Sunny: spero tanto che i tuoi auguri mi possano aiutare in quest'opera che, ora come ora, mi sembra più grande di me... a parte ciò che già sai, sappi che metterò un altro po' di pepe nella storia (in fondo non posso scrivere solo cose importanti, devo pur riempirli i momenti di vuoto, no?? :D )

Lily: grazie tante per l'augurio e spero di riuscire a cavarmela... quello che accadrà ai quattro ragazzi sarà qualcosa di veramente tosto, leggere per credere... :D

Maky91: grazie anche a te per avermi recensita; nel prologo il protagonista (quasi) assoluto è per forza Simon, perchè questa mia idea poteva essere collegata solo ed esclusivamente al primo anno ad Hogwarts del più giovane dei Weasley, e quindi avevo già pronto il pezzo iniziale (quello dello smistamento) che appartiene alla fanfic “A WIZARD’S LIFE” di Sunny, autrice dei personaggi... comunque per i prossimi cap, anche se ci saranno altri pezzi della one-shot, cercherò di dare più spazio anche agli altri personaggi; Sunny parla in special modo di Simon e io amplio con gli altri ragazzi...

PS: abbiate pazienza per i primi capitoli che saranno un po' piatti

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Capitolo 3
*** Capitolo 2: Le prime novità ***


nota alla lettura: le parti spostate a destra e a sinistra di una tabulazione sono citazioni prese dalla one-shot di Sunny "A WIZARD’S LIFE" che costituisce anche il mio prologo

The Heirs



Capitolo 2: Le prime novità

Julie sembrava molto interessata al libro che stava leggendo (“Rune antiche e moderne: le differenze più sostanziali”) e s'incuriosiva sempre di più ad ogni piccola notizia che non conosceva; Dan, Jack e Amelia invece, insieme ai loro compagni di squadra, si stavano preparando per affrontare un nuovo, duro allenamento di quidditch. Annabelle Brent, il nuovo capitano della squadra, aveva indetto una riunione proprio la sera prima per illustrare ai giocatori il suo nuovo schema di allenamento.

Simon, Matt e Sam, stavano parlottando vicino al fuoco, raccontandosi le loro esperienze ed emozioni per il primo mese scolastico appena trascorso.

“Mi sono piaciute un sacco le lezioni di Difesa contro le arti oscure del prof. Monty; più va avanti, più si fanno interessanti...” stava dicendo Matt.

“A me invece sta molto simpatico il prof. Harmon, sapete quello di cura delle creature magiche; un giorno dovevo portare delle pergamene a mio fratello che aveva dimenticato in sala comune e lui è stato molto gentile con me!” aggiunse Sam.

“A te che prof. piace?” chiese Matt a Simon.

“Adoro Russ e come insegna Storia della magia.”

“Ti piace quel vecchio noioso?!?” rispose un po' perplesso Matt.

“Mi piace molto la sua materia... in secondo posto adoro anche incantesimi e trasfigurazione... diciamo, alla pari.”

“Posso capire Povrek e la McCork, ma Russ non riesco a reggerlo... alle sue lezioni mi addormento sempre” rispose Sam “invece mi stimolano molto le lezioni di erbologia; la prof. Spring è molto brava.”

Nell'avanzare lentamente della sera, la sala comune di Grifondoro stava lentamente svuotandosi, finchè non rimasero solo un paio di ragazzine del secondo anno che continuavano a fissare isteriche Dan e Jack; anche Amelia aveva abbandonato gli amici, con un sonoro sbadiglio si era congedata augurando la buonanotte e salendo la scaletta a chiocciola diretta verso la sua camera da letto.

Simon, non potendo sopportare oltre quell'atmosfera, convinse gli amici ad andare a dormire.


Finiti gli allenamenti e dopo la doccia, Amelia se ne tornò alla sala comune, accompagnata dalla sua compagna Hellen Anderson, che voleva chiederle di aiutarla a conquistare Dan; il ragazzo invece fu trascinato da suo cugino Jack, che dopo le docce volle fare una capatina alle cucine per sgraffignare qualcosina.

Fu proprio nei sotterranei che scoprirono per caso un passaggio segreto vicino l'ingresso delle cucine. Erano quasi giunti alla loro golosa destinazione quando sentirono arrivare Gaylord, il custode. In fretta e furia si lanciarono contro la prima porta che trovarono, e lì dentro, in ascolto per capire quando fosse il momento propizio per uscire, urtarono una parete mobile e Dan finì dall'altra parte del muro.

“Ma che cos...” stava dicendo, quando sentì la voce del cugino al di là del muro.

“Dan, ci sei? Sei ancora lì?”

“Sì!” rispose l'altro.

“Dobbiamo tirarti fuori di lì, o Gaylord potrebbe scoprirci ugualmente, dobbiamo tornare in sala comune.”

“E bravo il nostro genio, mi dici tu come fare?”

“Prova a spingere il muro e io proverò a tirare, vediamo se così riusciamo a sbloccare il passaggio.”

Provarono insieme, mentre Dan spingeva, e Jack, dopo aver trovato degli appigli sul muro, aveva iniziato a tirare.

“Non funziona.” la voce di Dan al di là del muro era molto chiara.“Allora facciamo il contrario, io spingo e tu tiri.”

Provarono di nuovo, ma anche se stavolta era Jack a spingere, Dan non trovò nessun appiglio per poter tirare.

“Oh... come facciamo... come facciamo?” Jack stava iniziando a perdere la pazienza, a metà tra l'arrabbiato e il disperato.

Tra i lamenti di Jack, la voce di Dan si fece sentire più chiara che mai: “Vuoi ascoltare me ora, brutto idiota?” Jack tacque di botto. “Secondo me funziona come una di quelle... come le chiamano i babbani... ah sì, porte girevoli. Tu prova a spingere solo il tuo lato destro ed io farò lo stesso; vediamo se riusciamo a farla girare. Se non dovessimo farcela, facciamo cambio e spingiamo dalla parte sinistra, d'accordo?”

“Ok!” rispose Jack calmatosi un po' alla volta.

Stavolta funzionò; l'idea di Dan si era rivelata fattibile e la porta stava lentamente girando, mentre il ragazzo al di là del muro, già iniziava a scorgere una sottile lama di luce della stanza adiacente senza dubbio più illuminata dello stretto passaggio per via delle candele. Quando ci fu abbastanza spazio per riuscire a far passare il ragazzo, Jack si catapultò dentro, ancor prima di permettere a Dan di uscire.

“Ma questo cos'è?” disse ammirato e incuriosito.

“Credo sia un passaggio segreto, una volta ho sentito mio padre parlare di una mappa che raffigurava l'intera Hogwarts, comprensiva di passaggi segreti e persone all'interno.” rispose Dan con meno euforia rispetto al cugino “Ma ora è meglio se ci sbrighiamo a uscire e tornare di sopra.”

Tornati in sala comune, stracarichi di dolciumi e roba varia, Dan si era fatto molto più curioso riguardo a quel passaggio che avevano scoperto lui e suo cugino, così prese in disparte sua sorella e le chiese:

“Senti Julie, sai se per caso Hogwarts ha ancora i vecchi passaggi segreti di quando studiavano i nostri genitori?”

La risposta della sorella non tardò ad arrivare:

“Potrebbero esistere ancora, certo... per quel che ne so, la Nuova Hogwarts è stata ricostruita sulle vecchie e ancora solide fondamenta, quindi alcuni passaggi, seppur sepolti, potrebbero esistere ancora e perchè no? Essere ancora praticabili; ma perchè tutte queste domande?”

“Niente... e che io e Jack abbiamo fatto una scommessa: lui diceva che i passaggi non ci sono più, mentre io insistevo sul fatto che fossero ancora esistenti. Comunque grazie per l'informazione; ho vinto la scommessa.” E fingendosi allegro Dan si allontanò da lei.


Il tempo continuava scorrere per gli studenti nella tanto amata Hogwarts; seppur stracarichi di compiti, i divertimenti non tardavano ad arrivare ed era un sollievo poter staccare un po' dalla solita routine. Quando potevano, Simon, Matt e Sam scendevano giù fino al lago a respirare la fresca aria autunnale, prima che l'inverno imminente rendesse troppo fredda l'atmosfera per poter star fuori nel parco.

[...]

Ai primi di Novembre dal terzo anno in poi ebbero il permesso di ricominciare le gite a Hogsmeade, e questo lasciava la sala comune di Grifondoro decisamente svuotata il sabato; quella sera, ad esempio, non c’era quasi nessuno in giro: un paio di ragazzi del secondo anno stavano giocando a Sparaschiocco vicino al fuoco, tre ragazzine del primo anno parlottavano a bassa voce sul divanetto, mentre Simon e Matt giocavano a scacchi vicino alla finestra. Sam, che era seduto a terra vicino alle loro sedie, ogni tanto sbadigliava e alzava gli occhi per vedere a che punto era la partita.

Simon ordinò alla sua regina di muoversi. “Scacco.” Dichiarò con un sorrisetto.

“Tu sei un demonio.” Matt osservò con attenzione la scacchiera, arricciando il naso quando vide che era decisamente in difficoltà.

“Chi sta vincendo?” chiese pigramente Samuel, sbadigliando.

“Lui si sta illudendo.” Fece Matt, cercando una possibile soluzione.

Simon fece un sorrisetto e si stiracchiò. “Alla prossima mossa chiudo la partita.”

Samuel si mise dritto sulle ginocchia. “Ehi ragazzi, è un po’ che vorrei dirvi una cosa.”

“Che c’è, Sam?” chiese Simon.

“Ecco, pensavo…noi non ci siamo iscritti a nessun club.”

Matt si accigliò ma non tolse gli occhi dalla scacchiera. “Cioè?”

Samuel scrollò le spalle. “Cioè tutti fanno qualcosa e noi no.”

“Cavallo in D6.” Matt si liberò dallo scacco. “Io avevo proposto Quidditch, ma voi rompete.”

“E’ una palla, Matt. Lo vuoi fare solo perché lo fanno tutti. Torre in A8.” Simon si grattò una tempia.

Samuel annuì. “E poi io non voglio fare uno sport dove c’è anche mio fratello. E’ già abbastanza penoso viverci insieme.”

“Potremmo iscriverci a qualcosa di stupido che ci lascia un sacco di tempo libero.” Disse piatto Matt, facendo la sua mossa.

“Perché deve essere per forza qualcosa di stupido?”

Matt alzò gli occhi al cielo. “Perché così non dobbiamo per forza dipendere da te, Simon.”

“Che scemenza.” Simon con noncuranza ordinò al suo alfiere di avanzare.

“E se facessimo quella specie di corso di Erbologia del venerdì pomeriggio?” propose Samuel.

“Scordatelo, Sam.” Fece deciso Simon. “Non mi piacciono le piante.”

“Però prendi sempre il massimo a Erbologia.” Osservò Matt.

“Si, perché è una materia facile.” Simon scrollò le spalle. “Scacco matto.”

“Cos…no! Ma dai!” Matt guardò inorridito la scacchiera. “Non è matto, non…”

“E’ matto, piantala.”

“Ma come diavolo…hai barato!”

Samuel rise. “Sei il migliore, Simon.”

“Ma quale migliore!” Matt non voleva rinunciarci. “Ci deve essere un errore…non è matto…”

Simon ridacchiò. “Sei un caso disperato.”

“Proprio te cercavo!”

Simon riconobbe la voce della cugina e si voltò quando la vide che si avvicinava. “Ehi Julie.”

[...]

“Che gruppo ci consigli di frequentare, Julie? Sai, di quelli pomeridiani.” fece sbrigativamente Simon.

“Avete provato il club di Incantesimi?” chiese Julie. “Io faccio Trasfigurazione Speciale, ma Mary mi ha detto che anche Incantesimi è buono. E poi c’è un sacco di gente.”

“Non è male come idea.” Simon guardò Matt. “Che dici?”

“Da provare. Quando si riuniscono?”

“Quelli del primo e secondo anno il lunedì alle sette.”

“Allora domani ci andiamo.” Fece Simon.

“Beh…ci vediamo.” Julie li salutò e si allontanò in direzione del dormitorio femminile.

[...]

(tratto da “A WIZARD’S LIFE” di Sunny)


Dan, Jack e Amelia tornarono molto tardi stracarichi di pacchetti, tra cui si notavano qualche dolciume e vari scherzi; Amelia aveva anche preso un bel regalo di compleanno per la sorellina di Simon, ma non volle rivelare a nessuno cosa contenesse, mentre gli altri due, com'era prevedibile, se n'erano dimenticati.

Simon e Matt, com'era da aspettarselo, erano immersi nella ulteriore partita a scacchi, con un conteggio finale di 13 partite vinte a 5 per Simon.

“Abbiamo fatto anche due pareggi.” continuava a ripetere Matt a chiunque si avvicinasse e chiedesse il risultato.

Sam era quello meno interessato; continuava a cercare con lo sguardo la bellissima cugina di Simon, e appena riusciva a scorgerla davanti al camino o circondata dalle sue amiche, continuava a fissarlo con una espressione da ebete dipinta sul volto.

Appena giunta l'ora della cena scesero tutti nella Sala Grande; quelli più eccitati erano quelli tornati da Hogsmeade, soprattutto quelli del terzo, dato che era prima volta che la visitavano, e la cena fu consumata più vivacemente del solito.

Ma Simon riusciva solo a pensare alle parole di Julie e al club di Incantesimi concludendo ogni volta che era una scelta perfetta.


* * *

stavolta un po' più di movimento per i nostri giovani eroi; niente di abbastanza rilevante fin'ora, tranne forse qualche piccola cosina, giusto per rimettere un po le cose come erano una volta... e con l'anno nuovo e il mio compleanno, mi sono fatta e vi ho fatto un bel regalo: primo cap dell'anno e primo cap scritto col mio nuovo portatile, preso proprio il giorno del mio 21° compleanno... :D quanto sono contenta... ricordo sempre che il prologo e alcuni pezzi della fic, altro non sono che spezzoni della one-shot di Sunny, ma ora: via ai ringraziamenti...

marikotter: mille grazie per avermi recensito... vedi, sono molto contenta di aver esaudito questo tuo desiderio... in effetti era anche il mio, ma quando ho capito che più di qualche one-shot non potevo leggere, ho deciso di cimentarmi io stessa in questa impresa... continua a seguirmi, ne ho preparate veramente di belle per i nostri amici...

Sunny: sono molto lusingata per le tue belle parole, comunque non credere che io sia più brava di te con questo genere di cap di transizione: non mi vengono mai della lunghezza giusta e alcune parti sono più frettolose di altre... piaciuto il puzzle?? dovevo usare altri pezzi della tua one-shot e per un po' li vedremo lì in mezzo...

sirius4ever: grazie anche a te per il tuo sostegno... più avanti ne vedremo delle belle, ma per questi primi capitoli ci saranno poche novità... spero comunque che ti piacciano lo stesso...

Maky91: mi fa molto piacere leggere le tue parole e anche se dici che non sei una grande esperta, a me tira molto su di morale... nel primo cap ho solo ampliato con mie idee ciò che aveva già scritto Sunny; come ho già detto è stato come fare un puzzle... anch'io ho letto il sesto libro e devo dire che mi è sembrato ... anche tu aggiorna presto la tua fic che sono molto curiosa...

PS: ho letto il sesto libro di HP (in un giorno e mezzo; record) e siccome già sapevo cosa accadeva, devo dire che mi sono fatto due risate tra un'avventura e l'altra; quello che mi è dispiaciuto è che i capitoli non gli hanno reso giustizia (doveva essere più lungo) e si alternano momenti ricchi di particolari a veri e propri buchi... mah, chi la capisce la Rowling??

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Capitolo 4
*** Capitolo 3: Il club di Incantesimi ***


nota alla lettura: le parti spostate a destra e a sinistra di una tabulazione sono citazioni prese dalla one-shot di Sunny "A WIZARD’S LIFE" che costituisce anche il mio prologo

The Heirs



Capitolo 3: Il club di Incantesimi

[...]

In effetti al club di Incantesimi c’era un bel po’ di gente, come aveva detto Julie. Simon, Matt e Sam entrando riconobbero un gruppetto di compagni di Tassorosso e li salutarono allegramente, ma a parte loro c’erano parecchi Corvonero e anche qualche Serpeverde.

[...]

“Chi è che dirige gli incontri?” chiese Matt a Nigel Pink, un ragazzetto magro e coi capelli corvini.

Quello storse la bocca. “Non lo so con precisione, ma mi pare che se ne occupa il prefetto di Corvonero, Jane Mellory.”

“E oggi come facciamo, allora?” esclamò Mark Devon-Durray, un Tassorosso alto e lentigginoso. “So che oggi c’è la riunione dei Prefetti coi Caposcuola, chi prende il suo posto?”

Simon si guardò un po’ in giro per farsi un’idea di chi poteva essere il sostituto…e finì per notare una ragazzina che ricordava vagamente allo Smistamento (ricordava molto poco di quella giornata, comunque); era una Corvonero del primo anno, con degli incredibili occhi color ghiaccio e i capelli neri lucenti corti fino alle orecchie. Era piuttosto carina, e sedeva su una delle sedie con un grosso libro aperto sulle gambe.

“Secondo voi la riunione si fa lo stesso?” chiese Sam, grattandosi con la manona un braccio.

In quel preciso momento si aprì la porta ed entrarono cinque ragazzi, cinque Serpeverde del secondo anno per la precisione, tutti con espressioni tronfie e alquanto arroganti. Immediatamente si capì che non potevano assolutamente essere brave persone, perché uno di loro – il più robusto – per passare diede uno spintone a una ragazzina del primo anno di Grifondoro, che finì a terra in malo modo. Simon osservò quello che stava davanti a tutti…e nel riconoscerlo si accigliò.

“Ma che simpatici.” Fece ironicamente Matt.

“Lo sapevo che era a Serpeverde…” borbottò Simon sottovoce.

“Chi?” gli chiese incuriosito Sam.

“Quello lì davanti si chiama Devon Collins, abita poco lontano da me.” Fece Simon, seguendo con lo sguardo il ragazzo spavaldo mentre si andava a piazzare nella parte centrale della stanza. “E’ un idiota. Suo padre è un pezzo grosso al Ministero e perciò se la crede tanto, ma mio padre dice che è solo un pallone gonfiato.”

“Bene bene.” Esordì Collins, guardando tutti con un sinistro sorrisetto. “Il prefetto oggi non c’è, e come studente migliore del gruppo lo sostituisco io.” Si levò un leggero mormorio in proposito. “Perciò vedete di rigare dritto o posso anche farvi sbattere fuori dal club.”

“Appunto.” Fece Simon sottovoce.

“Tutti mocciosi del primo anno, eh?” fece uno dei ragazzi che si accompagnava a Devon, e il ragazzo rise.

“Se dovete venire qui a rallentare le cose, badate che ci sono una miriade di altri club che fanno bene per voi.” Fece ancora Collins. “Tipo quello per imparare a pulire per bene i bagni.”

Il gruppetto di Serpeverde scoppiò in una risata sguaiata, mentre alcune ragazzine del primo anno di Tassorosso lasciarono la stanza indignate. Matt si accigliò e guardò i ragazzi come se avesse una gran voglia di prenderli a botte.

“Ehi, tu!” Devon Collins si avvicinò alla ragazzina che stava leggendo. “Non mi stavi ascoltando, per caso?”

Lei alzò gli occhi dal libro. “Ho capito che stavi dicendo. Sto aspettando che passi alla parte pratica.”

Collins inarcò un sopracciglio. “Sei una Corvonero, eh? Come ti chiami?”

“Melanie Mitchell.” Rispose brevemente lei.

“Beh, Mitchell…non mi piacciono quelli che mi danno fretta.” Con una fredda risatina le strappò il libro di mano.

“Ehi!” Melanie balzò in piedi. “Ridammelo!”

“No, non credo proprio.” Devon passò il libro a uno dei suoi amici. “Stavi disturbando la mia lezione. Non hai avuto rispetto per me. Credo proprio che per oggi te ne andrai fuori senza partecipare.”

Melanie mise le mani sui fianchi. “Sei solo un prepotente, e non mi puoi cacciare fuori. Non ne hai l’autorità.”

“Ah no, eh?” Collins fece un sorrisetto e chiamò il suo compagno robusto. “Tony, questa mocciosa pensa che non possiamo sbatterla fuori di qui. Tu che dici?” Il grosso ragazzo fece un passo avanti piuttosto minacciosamente, e Melanie ne fece uno indietro.

Quando è troppo è troppo. “Perché non te la prendi con qualcuno della tua taglia?”

Tutti i presenti si voltarono a guardare il ragazzino che aveva parlato – Simon. Sam lo fissò con gli occhi sbarrati, quasi come a voler capire come gli era saltato in testa di intromettersi, ma Simon non si lasciò scuotere. Anzi, incrociò le braccia sul petto e guardò con aria torva il gruppetto di bulli. Melanie Mitchell lo guardò con un misto di sorpresa e ammirazione. Devon Collins, invece, nel vederlo fece un sorrisetto odioso e gelido.

“Ma guarda chi c’è qui.” Avanzò verso di lui, mentre gli altri ragazzi si allontanavano per lasciargli spazio. “Weasley, incredibile…sei da solo? Non ci sono tuo padre e tuo fratello ad asciugarti il naso? E che sarà successo mai?” il gruppo di Serpeverde si diede a un’altra risata, ma Simon non si scompose neanche. Continuò a fulminare con lo sguardo il prepotente ragazzo. “Che cosa ci fai qui, piccoletto? Sei venuto a rompere? Alza i tacchi, questo non è posto per te.”

“Nemmeno per te.” Sibilò Simon. “Restituiscile subito il suo libro e lasciaci in pace.”

“Ooh, il moccioso viene qui a fare l’eroe.” Devon fece una sgradevole smorfia ironica. “Tornatene dai tuoi genitori, nanerottolo. Tanto di questo club non farai mai parte, non finchè ci sono anch’io.”

“Allora è molto più semplice di come pensi.” Simon curvò le labbra in un sorrisetto. “Muovi le chiappe e levati di torno, Collins.”

Sentendo alcuni dei più giovani – tra cui Matt più degli altri – incoraggiare vivacemente Simon, Collins fece un passo avanti e lo spinse bruscamente e con forza. Simon finì addosso a Sam, che col suo pancione gli impedì di cadere e lo aiutò a rimettersi subito in piedi, ma Simon scattò in avanti con rabbia e sfoderò la bacchetta minacciosamente. A quel gesto si levarono alcuni “oh!” e molti ragazzi arretrarono.

“E quella dovrebbe spaventarmi, Weasley?” Collins rise. “Sai a malapena come far levitare gli oggetti!”

“Conosco molti più incantesimi di te.” Ruggì Simon.

Collins fece un sorrisetto maligno e sfoderò la sua bacchetta. “Te la sei proprio cercata, moccioso.” Tutti gli altri ragazzi si fecero indietro. “E chi ti difenderà stavolta, o hai già chiesto a tuo fratello di venire a prenderti all’uscita?”

Il tipico temperamento Weasley prese il sopravvento, e Simon senza aggiungere altro gli puntò la bacchetta contro e urlò “Tarantallegra!”

Devon Collins cominciò a saltellare involontariamente assumendo le pose più buffe, e molti ragazzi scoppiarono a ridere forte nel vederlo in quelle posizioni ridicole. Il ragazzo ringhiò di rabbia e sempre agitandosi a più non posso riuscì a puntare dritto la bacchetta e urlare “Reflego!”

Simon si vide piombare addosso l’incantesimo e non ebbe il tempo per evitarlo: un secondo dopo sentì le gambe diventargli pesantissime e crollò sulle ginocchia, evitando di sbattere la faccia per terra solo perché puntò le mani.

Uno degli amici di Collins lo liberò dall’incantesimo di Simon pronunciando “Finite Incantatem” e quello finalmente smise di agitarsi, ma molti ragazzi protestarono – Matt in testa a tutti – che non era una mossa leale. Per tutta risposta Collins si avvicinò a Simon, che non riusciva ad alzarsi dalla posizione a quattro zampe in cui era finito, e gli puntò la bacchetta contro. Ma prima che potesse scagliargli qualche incantesimo, Simon lo afferrò per la caviglia e tirò con forza, facendolo cadere a terra di netto. Altri strilli di incoraggiamento accompagnarono il duello, mentre Simon mormorava il controincantesimo e si rimetteva in piedi.

“Mi hai stancato!” urlò Devon Collins, rialzandosi con rabbia e puntandogli la bacchetta contro proprio mentre lo faceva anche Simon.

“Aereria!”

“Repello!”

Simon non riuscì a vedere se il suo incantesimo era andato a segno – una zaffata di vento lo colse alla sprovvista e lo fece sbattere con violenza con una tempia contro uno dei banchi dietro di lui, e tutto si fece nero.


“Qualcuno chiami Madama Shirley, presto!”

“Idiota, così finisce nei guai!”

“Aspetta, aspetta! Sta aprendo gli occhi!”

“Volete farvi un po’ più indietro, accidenti?! Lasciatelo respirare!”

“Ci sei, Simon? Riesci a sentirmi?”

Simon aprì gli occhi con difficoltà, avvertendo subito un gran mal di testa e un bruciore alla fronte. Quando riuscì a mettere a fuoco forme e colori realizzò di stare steso a terra e riconobbe il faccione preoccupato di Sam e quello di Matt, che erano in ginocchio accanto a lui, ma praticamente c’era tutto il club che lo guardava dall’alto; alcuni avevano l’aria preoccupata, altri sembravano al settimo cielo.

“Sei ancora tutto intero, amico?” chiese premurosamente Sam.

Simon si toccò la fronte dove gli bruciava e si trovò le dita sporche di sangue, il che non gli fece assolutamente piacere. “…ma che…”

“Sei stato grande, Simon!” esclamò entusiasta Matt, smanettando per l’emozione. “Hai centrato in pieno Collins!”

“L’ho preso?”

“E sei stato mitico!” fece Nigel da dietro.

“Ha cominciato a fare rutti a più non posso e a sussultare, non riusciva più nemmeno a parlare!” Matt se la rideva di gusto. “Lui e i suoi leccapiedi se ne sono usciti di corsa, non riuscivano nemmeno a farlo camminare dritto.”

“Ehi Weasley, chi ti ha insegnato quella forza di incantesimo?” fece un ragazzo alto del secondo anno.

Simon fece un sorrisetto stanco. “Mio fratello.”

“Sei stato il massimo!” fece un altro ragazzo.

Sam aiutò Simon a mettersi seduto mentre ancora si levavano strillini allegri e gioiosi. Matt gli passò una mano davanti al viso un paio di volte, ma notò che Simon aveva l’aria un po’ stralunata e ridacchiò. “Sarà meglio se ti portiamo da Madama Shirley. Le dirai che sei caduto per le scale. Dai, andiamo.”

Simon si lasciò aiutare da Sam a rimettersi sulle sue gambe e accolse volentieri l’idea di Matt di passargli un braccio attorno al collo per farsi aiutare a camminare: non si sentiva molto stabile, girava un po’ tutta la stanza.

“Mi raccomando, qua dentro non è successo mai niente!” disse ad alta voce una ragazza più grande, e tutti concordarono tacitamente, anche se in parecchi si congratularono ancora con Simon mentre lui, Matt e Sam si avviavano alla porta.

“Si, credo proprio che seguiremo questo club.” Disse allegro Matt mentre Sam apriva la porta per farli uscire.

“Aspettate!” la ragazzina coi capelli neri e gli occhi grigi, Melanie Mitchell, li rincorse e si fermò a un passo da loro. Si schiarì la voce e fece un sorrisetto timido. “Ehm…io volevo…ecco…insomma, grazie.” Disse a Simon, arrossendo visibilmente.

Simon fece un sorriso stralunato. “Ma ti pare.”

“Comunque io sono Melanie.” Disse ancora lei, ciondolandosi sui piedi. “Mel per gli amici.”

“Simon, tanto piacere.” Simon tese la mano ma dal momento che gli girava la testa a momenti le centrava un occhio, e Matt ridacchiò abbassandogliela all’altezza normale.

Lei sorrise radiosa e gliela strinse. “Allora…ci vediamo qui tutti i lunedì e i mercoledì, giusto?”

Simon annuì e per qualche strano motivo non gli dispiacque nemmeno un po’ l’idea. Matt lo scosse. “Andiamo?”

Melanie li salutò con la mano e Sam chiuse la porta alle loro spalle, e Matt finalmente si lasciò andare a un fischio soddisfatto. “Wow! Come inizio è stato fantastico! Sapete, l’inizio di una cosa è la parte più importante, se fai una bella impressione poi tutto fila per il meglio.”

“Già, però sono io che mi sono rotto la testa.” Brontolò Simon, anche se non era affatto deluso.

“E sei anche il nuovo eroe del club. Vedi, volevi che non ti vedessero solo come il fratello di Jack e ora sei ‘Super Rutto Simon’, il che non è poco.” Replicò Matt, aiutandolo a camminare. [...]

(tratto da “A WIZARD’S LIFE” di Sunny)


Una volta raggiunta la sala comune, Matt e Sam entrarono accompagnando Simon; il fratello, che si trovava come al solito circondato dai suoi amici, balzò subito in piedi e corse da lui.

“Cosa gli è successo?” chiese.

“Ecco... eravamo giù al club...” aveva iniziato Sam, ma Simon lo interruppe:

“Ho dato una lezione a un paio di sbruffoni, niente di grave Jack... Devon Collins!”

“Devon Collins?!?”

“Sì, ma anche lui non è certo stato a guardare... si è difeso, ma non abbastanza.”

“Fammi dare un'occhiata...” si era avvicinata anche Amelia “Mmh, curum!” e in un batter d'occhio, la ferita di Simon fu guarita.


Nel giro di poco tempo la notizia aveva già fatto il giro della sala comune e al ritorno di Julie, il chiasso che doveva esserci era tale che dovette lanciare più volte alcune scintille rosse per attirare l'attenzione.

“Grazie di avermi finalmente notata!” disse con una nota un po' arrabbiata nella voce “Fareste meglio a fare meno baccano, vi si sente a tre piani di differenza... a meno che non vogliate farvi togliere 50 punti a testa dalla McCork!”

Improvvisamente un leggero brusio sostituì il gran vociare di un attimo prima.

“Vedi Julie,” s'intromise Dan “é per via di quello che ha fatto Simon...”

“E cos'avrebbe fatto, di grazia?”

“Ha sfidato Devon Collins e l'ha messo al tappeto!”

“Non avresti dovuto farlo Simon!” replicò rivolta al cugino.

“Certo, allora avrei dovuto lasciargli maltrattare una ragazza? Andiamo Jay, anche tu avresti fatto lo stesso al mio posto!”

“Ma non era meglio chiamare un insegnante?”

“Forse... è solo che Collins stava approfittando dell'assenza del prefetto Mellory e io non ci ho visto più...”

“Vabbè, finiamola qui... ma non sfidare più nessun altro; se ti becca un prefetto, o peggio, un insegnante, rischi grosso, caro il mio cugino...”

“Stai tranquilla, non credo che Collins ci riproverà molto presto...”

* * *

Ultimo cap "puzzle"; lo so, qui non c'è molto di mio, ma volevo finire di mettere gli ultimi spezzoni principali della one-shot di Sunny per potermi dedicare completamente alla storia principale... da ora in poi niente più copia e incolla dalla fic di Sunny!! molto presto sentiremo parlare degli eredi... ricordate che il prologo e alcuni pezzi della fic appartengono alla one-shot di Sunny; un grazie a tutti coloro che recensiscono e anche a chi legge e basta, ricordando loro che un commento non costa nulla ma vale molto...

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Capitolo 5
*** Capitolo 4: La grotta sotterranea ***


The Heirs



Capitolo 4: La grotta sotterranea

Dopo aver scoperto che gli antichi passaggi segreti dovevano esistere ancora tutti, perchè le fondamenta non erano state distrutte, Dan e Jack decisero di andare all'esplorazione della scuola per cercarli tutti e renderli di nuovo praticabili; in special modo Dan era affascinato all'idea di una mappa che raffigurasse l'intero edificio come quella appartenuta a suo padre e non vedeva l'ora di farne una copia aggiornata per potersene servire come fu per i suoi genitori e i suoi zii e per le future generazioni.

Quando riuscivano a trovare qualche ora buca, i due se ne andavano in giro ad esplorare, cercando nuove vie, passando in vari cunicoli e colpendo vari muri con la bacchetta; quando trovavano qualcosa di sospetto che però si rivelava essere solo qualche crepa o deterioramento del tempo, ne rimanevano assai delusi.

Un pomeriggio, durante i soliti allenamenti di quidditch, entrambi erano molto eccitati perchè avevano deciso di continuare le loro esplorazioni appena fatte le docce.

“Ehi Lang, è tua!” e con una veloce scartata Jack passò la pluffa al compagno.

“Grazie Weasley!”

“Ehi, Jack... hai programmi per dopo?” Amelia gli stava volando poco sopra in larghe spirali.

“Devo andare con mio cugino, ci rivediamo in Sala Comune... mi dispiace Amelia...”

Dopo altri tre o quattro tiri in porta, il capitano congedò tutti i giocatori.

“Allora ragazzi, ci rivediamo ai prossimi allenamenti giovedì” disse il capitano Brent “e siate PUNTUALI...” concluse soffermandosi a guardare Dan e Jack.


Erano appena usciti dagli spogliatoi quando un ragazzo del Terzo anno di Corvonero venne loro incontro:

“Chi di voi è Jack Weasley?”

“Sono io...” rispose il ragazzo.

“Piacere Alan; senti, potresti dare questo a tuo fratello Simon? E' da parte di una mia compagna di Casa; dì che glielo manda Melanie.” e porse a Jack un pacchetto.

“Ok, ma...” e prima ancora di poter aggiungere altro il ragazzo si era dileguato alla velocità della luce.

“Chissà cos'è...” intervenne Dan che dalla comparsa del ragazzo non aveva fatto altro che fissare il pacchetto.

“Vediamo che c'è dentro?” rispose l'altro distogliendo finalmente lo sguardo da ragazzo che era corso via.

“Non credo sia prudente, tuo fratello potrebbe arrabbiarsi; aspetta...” prese la bacchetta, la puntò in direzione del pacco e mormorò “aperio!”

Dal pacchetto si librò una specie di fantasma che rivelava il contenuto dell'involucro: un libro.

“Bleah, che schifo... mi sa che mio fratello ha trovato un'altra secchiona come lui...”

Julie, seduta su un tavolino isolato nella biblioteca, era immersa in una ricerca sulle erbe marine per la professoressa Spring.

“Ehi, Jay-Jay, sola?”

“Oh, sei tu Simon... stavo facendo questo compito, ma in questo punto non mi è molto chiaro: non capisco perchè fanno distinzione tra specie marine e specie acquatiche; le confondo...”

“Ma è molto semplice: quelle marine sono più scure e si deteriorano prima, mentre quelle acquatiche sono più tenere e morbide; inoltre le specie marine devono essere conservate in acqua dolce, l'acqua salata le distruggerebbe, mentre le altre specie possono essere conservate anche senz'acqua...”

“Grazie Simon, sei stato molto prezioso; io torno in Sala Comune, Trisha mi sta aspettando.”

Dopo essere uscita dalla biblioteca e aver imboccato il corridoio che portava alle scale, Julie Potter vide due figure losche girare acquattate per il castello.

“Che diavolo state combinando voi due?” chiese la ragazza a Dan e Jack.

“Niente che ti riguardi sorellina.”

“No, veramente cercavamo di intrufolarci nelle cucine, vuoi qualcosa da sgranocchiare cuginetta?”

“No, grazie... però ascoltate questa piccola ragazza, come dite voi: fate attenzione, non fatevi beccare. Non ci servono punti in meno così presto...”

“Oh, certo, stai tranquilla... ah, a proposito, puoi dare questo pacchetto a mio fratello? Glielo manda una certa Melanie di Corvonero...”

“Certo!”

Appena Julie si era allontanata in direzione della Sala Comune di Grifondoro, Dan e Jack avevano ripreso la loro strada verso i sotterranei. Avevano già esplorato ogni stanza adiacente al corridoio delle cucine, tranne una porta alla fine.

Una volta giunti alla loro meta, trovarono una stanza spoglia, fredda e umida; infiltrazioni d'acqua sulle pareti avevano formato grosse chiazze di muffa e le torce appese alle pareti erano talmente umide che fu quasi impossibile accenderle. Girovagando al suo interno non trovarono niente che stimolasse la loro curiosità; in parole povere: una vera delusione!

L'unica cosa degna di attenzione in quella stanza era una specie di altarino a misura di elfo finemente lavorato e tutto incrostato di sporcizia. Stanco e deluso Jack si sedette su di esso a mò di sgabello.

“Che perdita di tempo... una stanza così interessante e così insistentemente normale. E cos'è poi questo coso? E' talmente scomodo che non va bene neanche come seggiolino...”

“E chissà cosa sono queste iscrizioni...” e mentre Dan stava toccando gli strani simboli sul lato dell'altare, questo sprofondò nel terreno portando con sé Jack. “Ehi cugino, tutto bene?”

“Potresti stare più attento a prossima volta? Rischio di farmi male sul serio...”

“Ma dov'è che ti trovi? Da quel che ne so le cucine sono il punto più basso della scuola...”

“Credo di essere sotto di esse. Dai Dan, abbiamo trovato quello che stavamo cercando... vieni giù che esploriamo questa... questa... credo sia una grotta...”

E con un incantesimo Dan si fece scivolare dolcemente nel varco sul pavimento.


“Ehi Julie, hai visto Jack?”

“Sì Amelia, era di sotto con mio fratello. Credo che siano andati di nuovo a rubare dalle cucine.”

“Da un po' di tempo quei due mi sembrano molto misteriosi, non trovi?”

“Mah, per me basta che non si facciano beccare...”


La grotta in cui si trovavano Dan e Jack non era eccessivamente fredda, per cui non furono tentati di tornarsene nella Sala Comune ben riscaldata, o per lo meno non subito. Era una grotta molto ampia e poco illuminata, per questo fecero comparire alcune candele e ordinarono loro di spargersi per l'intera grotta; innumerevoli fasci di luce fioca seguirono la richiesta, che si separarono in molte direzioni, mostrando loro che la grotta era ben lungi da come se l'avevano immaginata: era di molto più grande.

“Che facciamo ora?” chiese Jack.

“Potremmo dividerci, ma rischieremmo di perderci... potremmo fare così:” estrasse la bacchetta e la puntò al proprio bacino “filibus”e un sottile filo legò magicamente la vita di Dan con un punto imprecisato sul terreno sopra il varco da cui erano entrati.

Jack imitò subito il cugino legandosi anch'esso allo stesso punto dell'altro.

“Okay, sono pronto... andiamo?”

“Andiamo! Io vado qui a destra, tu Jack prendi al centro... appena uno dei due trova qualcosa, torna qui e tira il filo dell'altro; se non troviamo niente, tra circa una mezz'oretta ci ritroviamo qui e torniamo in Sala Comune... tutto chiaro?”

“Ma certo... sei pronto...? Partenza!”


Appena Simon varcò la soglia della Sala Comune fu investito da una valanga di ammiratori e ammiratrici; appena riuscì a liberarsi si diresse verso il camino, dove sedevano sua cugina e Amelia e regnava la pace.

“Non ne posso più di tutto questo chiasso ogni volta che torno qua; mi fa venire voglia di cambiare Sala Comune...” “Lasciali stare Simon, sono tutti idioti senza cervello...”

“Ha ragione Julie, lasciali stare...”

“Grazie Jay... Amy; almeno da voi due ho un po' di comprensione...”

“Oh, ma ne avrai anche da mio fratello e dal tuo: gli hai tolto un sacco di ammiratori rompiscatole...”

“Non c'è niente da ridere, vorrei vedere te al mio posto...”

“A proposito...: tuo fratello mi ha dato questo per te; ha detto che era da parte di una certa Melanie di Corvonero.”

“Ah già, la ragazza che ho salvato dall'aggressione... la causa di tutto questo...”

Prese il pacchetto dalle mani della cugina ed iniziò a scartarlo; fu molto stupito nel trovare al suo interno un libro e una dedica al suo interno:

«Siccome non ho potuto ringraziarti come meritavi, ti prego di accettare questo libro; è uno dei miei preferiti, spero che ti piaccia...
Mel
»

Allegata alla prima pagina c'era anche una foto di lei: era di spalle, poi si girava e sorrideva prima di nascondere il viso tra le mani, mentre sullo sfondo una folata di vento alzava le foglie secche dal terreno. Dopo quel bel gesto dalla sua nuova amica, Simon non potè fare a meno di non arrossire; un piccolo e dolce sorriso spuntò sulle sue labbra e prima di dover dare spiegazione alle due ragazze presenti, prese la sua roba e se ne andò nei dormitori.

* * *

Chiedo umilmente perdono per il ritardo, ma ho avuto un po' di problemi e ho dovuto ridefinire bene la trama della storia; cmq ora ho ben chiari in mente i primi cap, quindi prometto: niente più ritardi, almeno per un po'... so che vi ho rotto le scatole, ma non smetterò mai di dire che questa fic inizia dalla one-shot di Sunny... ora largo ai ringraziamenti...

Sunny: grazie infinite per le belle parole e per il sostegno che mi dai ogni volta... devo ringraziare anche te se mi sono decisa a darmi una svegliata e aggiornare la fic, grazie all'ultimo cap che hai pubblicato... spero di leggere ancora belle parole, nella recensione o nel tuo prossimo aggiornamento; a presto...

Hiromi: sapero che a qualcuno sarebbe piaciuto, infatti ho inserito Seamus proprio per quel motivo... presto lo sentiremo parlare con i nostri eroi, proprio come hai indovinato... spero che continuerai a seguirmi anche dopo questo mio madornale ritardo...

Maky91: grazie per i tuoi complimenti e spero che ti sia piaciuto anche questo cap mooolto in ritardo... chiedo perdono!! ti prego, continua a seguirmi e aggiorna presto la tua fic che sono stra-curiosa...

Per tutti arrivederci al prossimo cap e mi raccomando: RECENSITE NUMEROSI!!

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Capitolo 6
*** Capitolo 5: Alan ***


The Heirs



Capitolo 5: Alan

Dan e Jack tornarono in Sala Comune delusi ed eccitati allo stesso tempo essendo comunque stanchi; l'esplorazione della grotta non aveva portato nessuna novità. Già solo la scoperta era stata una grossa emozione e il fatto che fosse molto ampia lasciava sperare ai due ragazzi che avrebbero trovato avventure alla loro altezza in quel luogo.

La Sala Comune era quasi vuota e i due non fecero fatica a mimetizzarsi e imboccare la scala per i dormitori; una volta infilati dentro al letto Dan chiese al cugino:

“Ehi Jack, credi che dovremmo dire a qualcuno, a un professore intendo, quella grotta che abbiamo scoperto?”

“Non credo che la troveranno molto importante, è solo una grotta...”

“Facciamo così: se troviamo qualcosa di importante avvisiamo un prof., potremmo anche diventare famosi...”

“Okay, ci sto...”


L'altare era rimasto sprofondato nella grotta; una leggera nebbiolina si innalzava da essa ed entrò nel castello approfittando del passaggio aperto. Molto lentamente ma con decisione si espanse per tutto il resto della scuola liberando i suoi orrori tra gli studenti. Nessuno la notava, ma lei continuava inesorabile il suo percorso alla ricerca della sua meta; e quando la trovò si dissolse come spazzata dal vento, portandosi però dietro qualcun'altro.


Simon si svegliò molto dolcemente, ripensando agli ultimi avvenimenti della sera prima, in particolar modo al regalo di Mel.

“Ehi Simon, già sveglio?” a parlare era stato il suo amico Sam.

“Già... succede quando vai a letto presto! Non come Matt...” rispose l'altro indicando il ragazzo ancora profondamente addormentato.

“Che facciamo, lo svegliamo?”

“Io direi di farlo dormire ancora un po', che ne dici?”

“Okay...”

Ma ancor prima di poter fare qualche altra cosa, si precipitarono come dei forsennati nella stanza, Dan, Jack, Ben Larrison e Marshall, il fratello di Sam, che in un battibaleno svegliarono tutti nel piccolo dormitorio, soprattutto Jack che si buttò a peso morto sul letto dove Matt dormiva ancora...

“Che cosa strana, mio fratello sveglio a quest'ora... cos'è successo? Avanti...”

“Avete sentito le novità? Sembra che uno studente della scuola sia scomparso...”

“Sì..., ma posso dormire ancora...?” rispose Matt, ancora insonnolito.

“Cosa vuol dire SCOMPARSO?” come previsto Simon si interessò al fatto.

“Sì... Alex, la compagna di Amelia, ha sentito la prof. McCork dirlo al prof. Dwayne...”

“E non sarà uno di Grifondoro, per caso...” anche Sam prese parte alla conversazione.

“Ecco perchè siamo venuti, volevamo vedere se qualcuno di noi mancava... hanno detto che è uno STUDENTE, quindi un ragazzo, e con voi siamo tutti: 30” intervenne Ben.

“Questo vuol dire che qualcun'altro è lo studente mancante...”

“Già, già... però ora ragassi vi ssaluto; le mie amiche Angie ed Elise mi asspettano di ssotto...” Angel, l'altro compagno di Simon, Matt e Sam, dai gusti un po' bizzarri, lasciò la stanza.


Nella Sala Grande il chiasso non era indifferente: era raddoppiato, rispetto alle altre volte e ogni Casa si guardava attorno per scoprire chi di loro non era presente; per la verità quelli che si guardavano intorno erano Grifondoro, Tassorosso e Serpeverde. Dan notò che la maggior parte delle facce dei Corvonero erano spente, alcune anche rivolte verso terra. Simon capì subito cosa stava guardando il cugino e intercettò la faccia di Mel; la sua sembrava molto più abbattuta rispetto a quelle di tutti gli altri.

Il professor Dwayne richiamò tutti all'attenzione sparando più volte scintille rosse:

“Ragazzi, non so cosa abbiate sentito tramite voci di corridoio, ma io sono qui per svelarvi la verità: uno studente della scuola è scomparso; non dovete allarmarvi però, perchè crediamo di sapere dove possa trovarsi. Come tutti voi sapete, la nostra scuola è stata ricostruita sulle fondamenta della vecchia; i passaggi segreti che la scuola aveva, potrebbero essere ancora praticabili e creare scherzi a tutti noi. Ultimamente ho sentito voci di ragazzi che vi si avventuravano raggiungendo le cucine. Ribadisco ancora che non è prudente avventurarsi per la scuola senza conoscerne i segreti, e questo potrebbe essere proprio ciò che ha fatto il nostro caro amico Alan Marge.”

“Ehi, Jack... hai sentito? Alan... sarà mica quel ragazzo che abbiamo incontrato ieri?”

“Alan Marge... frequenta il Terzo anno di Corvonero...” Seamus si era avvicinato al tavolo di Grifondoro per riferire tutto ciò che si dicevano tra loro i fantasmi.

“Ehi Seamus, il preside sa degli studenti che girano giù nelle cucine: non è che tu o qualche fantasma ha fatto la spia?” gli chiese Jack.

“Gli altri fantasmi non saprei, io proprio no... anzi, mi piacerebbe venire con voi; anche i vostri genitori mi hanno chiesto più di una volta di accompagnarli in una delle loro tante avventure giù per i passaggi segreti...”

“Vedremo Seamus... per la prossima volta ti facciamo sapere.”

Intanto Simon si era alzato e aveva raggiunto Mel al suo tavolo:

“Ehi... come ti senti?”

“Lui è stato il primo amico che ho trovato qui... l'unico che non mi trattava come una bambina...” parlava con un tono di voce molto basso “forse non avrei dovuto chiedergli quel favore, forse è per colpa mia che è scomparso...”

“No, stai tranquilla... vedrai che non è colpa tua... a proposito, mi è piaciuto molto il tuo regalo;” Simon cambiò discorso per cercare di rincuorarla “ieri ho iniziato a leggere quel libro e mi piace molto...”

“Davvero?!?” Mel alzò il viso per guardare Simon negli occhi.

“Adesso fammi un bel sorriso e non pensare ad Alan... vedrai che non hai nessuna colpa per quel che gli è successo...” Mel abbozzò un lieve sorriso e Simon le rispose a sua volta.


Dan e Jack erano molto nervosi, sia per la scomparsa di Alan, sia perchè il preside sapeva delle loro uscite segrete; arrivati alle cucine incontrarono Seamus e subito si infilarono nell'ultima porta in fondo per poter parlare liberamente.

“Ho controllato tutti i passaggi che mi avete detto, ma sono tutti vuoti... questo vuol dire che Alan si trova qua sotto.” disse il fantasma indicando il buco sul pavimento.

Lentamente si calarono attraverso di esso e Dan e Jack si legarono ancora magicamente al loro punto di partenza.

“Jack, stavolta vai a sinistra, io vado al centro e tu, Seamus, a destra... chi trova qualcosa avvisa gli altri; mi raccomando, se tutto va per il meglio dovremmo riuscire a ritrovare Alan da qualche parte qui sotto.”

Una volta partiti iniziarono ad esplorare la grotta, ma più di una volta incontrarono dei bivi; Jack soprattutto, trovava sempre nuove strade e ne imboccava una per un po' per poi tornare sui suoi passi e prendere l'altra.

Seamus era il più fortunato: passava attraverso le rocce e guardava dove portava l'altro passaggio prima che la parete si facesse troppo spessa per poterla attraversare.

Dan invece si faceva guidare dal suo istinto che difficilmente lo tradiva; cercarono a lungo, per più di un'ora, con scarsi risultati.


Amelia era seduta accanto a Simon nella Sala Comune di Grifondoro; l'amico era intento a leggere il libro regalatogli da Mel e lei era immersa nei suoi pensieri: era sicura che Dan e Jack tramavano qualcosa. Erano scappati via come dei forsennati dopo l'ultima lezione, prima che lei potesse fermarli; li aveva visti parlare più volte con Seamus quasi stessero complottando e tutto ciò non la faceva stare tranquilla. Quello che le dava maggiormente fastidio però, non era il fatto che potessero farsi beccare, qualsiasi cosa stessero facendo, ma che non l'avessero messa al corrente di quello che stavano facendo, specialmente da parte di Jack; credeva che dopo anni e anni passati a divertirsi insieme, se l'era meritata un po' di fiducia.

“Quei due cretini ancora non si vedono...” Julie era appena tornata dal suo giro di perlustrazione per trovare il fratello e il cugino.

“Lasciali stare Jay, sono cavoli loro se si perdono o scompaiono come Alan.”

“Sì, ma preferirei riavere mio fratello intero stasera... sennò sai mia madre...”

“La zia Ginny capirà... in fondo Dan e Jack sono dei veri eredi dei nostri genitori; loro alla nostra età facevano anche di peggio...”

“Non mi interessa quello che facevano loro, ma quello che fa mio fratello.”

“Julie, calmati... vedrai che fra poco torneranno.” cercò di tranquillizzarla Amelia.

La ragazza si sedette accanto agli amici e dopo un po' crollò sfinita; si addormentò con la testa tra le braccia di Amelia e le gambe poggiate sopra le ginocchia di suo cugino Simon.

* * *

E come promesso: un aggiornamento veloce... pur essensdo tutto ancora molto oscuro, spero si capisca da dove arriva il pericolo :D Questo è uno dei miei pezzi forti, spero che vi piaccia... come sempre questa fic ha inizio dalla one-shot di Sunny... ed ora: i ringraziamenti...

Maky91: non ti preoccupare, ho promesso: niente più ritardi!! Ed infatti hai visto?? grazie come sempre per le tue belle parole... se non ricevo una tua recensione vado in paranoia, quindi: mi raccomando... ah, lo scorso cap era un po' piatto, la vera azione inizia da qui: sei pronta??

Hiromi: uhaoo, quante domande... allora: sicuramente ci saranno piccoli approcci amorosi, quindi non escludo qualcosa anche tra Jack e Amelia; all'inizio della fic Simon è appena giunto ad Hogwarts, quindi ha 11 anni (come Mel), di conseguenza Julie 12 e Dan, Jack e Amelia 14... per il resto, se vuoi consolarti di Katie, fai come me: ogni tanto rileggiti FMI; anche senza aggiornamento quello che c'è basta per farmi sognare... ciao e a presto...

Per tutti gli altri che vogliono essere citati qui, basta cliccare nel link qui sotto... un commento non costa nulla e dona molto allo scrittore...

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Capitolo 7
*** Capitolo 6: L'inizio ***


The Heirs



Capitolo 6: L'inizio

Nei giorni seguenti, ad Hogwarts, c'era una tensione nell'aria talmente palpabile che si sarebbe potuta tagliare; ogni studente se ne andava in giro con molta circospezione come se sarebbe stato attaccato da un momento all'altro. Le Sale Comuni delle quattro Case non erano mai state così piene da tempi immemorabili.

I professori però, cercavano di tranquillizzare gli studenti come aveva fatto il preside, perchè non c'era veramente nulla da temere; le lezioni si svolgevano naturalmente, anche quelle all'aperto e perfino il quidditch non era stato sospeso. Fuori, Dan, Jack e Amelia, insieme al resto della squadra, si stavano allenando per l'imminente partita: Grifondoro Vs. Corvonero.

Nella Sala Comune di Grifondoro, Julie guardava suo fratello sfrecciare per il campo ad una velocità quasi folle, quasi come se ne fosse rapita; la sua compagna di classe Shannon cercò di riscuoterla dai suoi pensieri:

“Ehi, tutto bene?”

“Cosa...?!? Oh, sì... sì.”

“Dai, stai tranquilla... vedrai che tutta questa faccenda si risolverà e non dovrai più preoccuparti per tuo fratello.”

“Ma io non mi sto preoccupando.”

“E allora perchè da quando sei qui non fai altro che fissare quella finestra? Su, ora vieni con me a quel tavolo laggiù e la smetti di preoccuparti...”

Con un lieve sorriso, Julie accettò l'offerta, distogliendo, per la prima volta in tutta la serata, lo sguardo dal campo di quidditch.


Simon si aggirava nella biblioteca silenzioso come un fantasma; quello che stava accadendo non lo convinceva e odiava stare con le mani in mano senza poter far niente. Nessuno degli innumerevoli scaffali, divisi per categoria, sembrava convincerlo più di tanto.

“Ma è poi vero che qualsiasi cosa stia cercando si trovi in un libro?” disse parlando a sé stesso.

Un rumore proveniente da uno dei tavoli lo attirò lì, e scoprì Mel china su più di un libro che cercava forsennatamente qualcosa.

“Ehi...” disse appena la vide.

“Ciao!” rispose lei dopo essersi voltata.

“Studi a quest'ora?”

“Non proprio... volevo cercare qualcosa riguardo questi eventi, quello che sta per accadere, o che forse sta già accadendo...”

“Allora abbiamo avuto la stessa idea... ti dispiace se mi unisco a te?”

“Ma certo che no, anzi... una mano in più è sempre utile...”

“Allora mi fai vedere che hai trovato...”


Quando Amelia tornò dall'allenamento era sola come al solito; Julie scattò in piedi, ma la sua amica trattenendola le impedì di andare da lei. Si sedette vicino al fuoco godendosi la comodità della poltrona dove si trovava.

Poco dopo arrivò anche Simon, stranamente un po' più raggiante del solito; andò a sedersi accanto ad Amelia in attesa degli altri.

“Com'è andato l'allenamento?”

“Molto bene... credo proprio che siamo più che pronti ad affrontare Corvonero e a batterli naturalmente...” rispose la ragazza con aria soddisfatta.

“E mio fratello e mio cugino si sono dileguati come al solito, non è così?”

“Se scopro dov'è che va senza di me, lo faccio stritolare da un basilisco e poi lo dò da mangiare a un drago...”

“Come sei crudele Amy” rispose Simon soffocando una risata “devi essere più gentile o non troverai mai un ragazzo che ti prenda con sé...”

L'amica scoppiò a ridere senza riuscire a fermarsi; dopo un po' anche Simon fu trascinato dalla risata e continuarono a ridere come due ossessi senza capire perchè e senza riuscire a smettere.


Dopo un po' di tempo la tensione cominciò ad allentare e tutti i ragazzi erano più sereni quasi come se niente fosse accaduto; un giorno addirittura, Julie a lezione di Incantesimi, vide suo fratello aggirarsi per i corridoi e lo salutò allegramente.

Tutto sembrava essere tornato tranquillo come il primo giorno di scuola, la prima partita di quidditch fu memorabile con un risultato di 210 punti per Grifondoro contro gli 80 di Corvonero, ma alcuni di loro, in fondo al loro cuore, credevano che quella era solo calma apparente.

C'era nebbia quel pomeriggio ad Hogwarts, sia fuori sia dentro la scuola; le lezioni all'aperto erano state sospese e le classi che dovevano fare Erbologia o Cura delle Creature Magiche erano tutte riunite nella Sala Grande. Ad un certo punto un urlo squarciò l'aria.

I fantasmi irruppero in tutte le classi sconvolti; Justin entrò scivolando lentamente nella Sala Grande con uno sguardo perso nel vuoto. Quelli che lo videro così, furono convinti che se normalmente avesse avuto colore sul viso, probabilmente in quel momento sarebbe stato bianco come un lenzuolo. Gli studenti presenti gli andarono incontro chiedendo spiegazioni, ma tutto quello che il fantasma riuscì a fare fu balbettare qualcosa di incomprensibile e indicare un punto imprecisato alle sue spalle.

Su esortazione di tutti gli studenti, compresi i professori, Justin si convinse a guidarli nel posto che l'aveva spaventato tanto; giunsero ad un corridoio del terzo piano, anche se incontrarono molta fatica, dato che gli altri fantasmi avevano guidato ogni classe in quel punto proprio come aveva fatto Justin.

La folla parlava, sussurrava e qualcuno gridava, ma tutti erano quasi ipnotizzati dal muro di fronte dove campeggiava un'immensa scritta nero pece:


TREMATE, L'ULTIMO EREDE STA ARRIVANDO!


I fantasmi erano quelli che sembravano più interessati alla faccenda perché tutti, nessuno escluso, ricordavano gli avvenimenti della Camera dei Segreti; stavano spiegando a tutti i presenti cosa poteva voler dire tutto quello, forse la maledizione della Camera dei Segreti era destinata a ripetersi a scadenze precise.

Justin ricordava molto bene quello che aveva vissuto e trovare quella scritta aveva avuto un effetto disastroso per lui; addirittura da una parte provava ancora un po' di rimorso per aver creduto allora che tutto fosse causato dalla persona che poi li aveva salvati tutti.

Mentre la folla nel corridoio cresceva, Simon riuscì a raggiungere sua cugina:

“Ma tutto questo non ha senso” stava dicendo Julie al fantasma Sophie “mio padre ha ucciso il basilisco e resa inutilizzabile quella Camera quando era al mio stesso anno, mettendo a repentaglio la sua vita per salvare mia madre.”

Ma il fantasma non ne voleva sapere di aver torto.

“Senti Jay, qua non capiscono un cavolo... togliamoci di torno e lasciamo curiosare questi qua, io vorrei fare delle ricerche per scoprire se la Camera dei Segreti è di nuovo in funzione o solo una semplice, disgustosa coincidenza...”

“Sì, andiamocene... questi zotici non capiscono un cavolo!”

E presero a fendere la folla e dirigersi in biblioteca; tra gli studenti presenti, riuscirono a trovare Dan e stranamente Jack, che aveva con sé Amelia.

“Andate avanti un attimo io torno subito...” disse ad un certo punto Simon.

“Ma cosa...? Ehi, dove vai?”

Poco più avanti Mel guardava rapita la scritta.

“Non devi preoccuparti, la Camera dei Segreti è ben sigillata...”

“Cosa...? Che vuoi dire Simon?”

“Mio zio, con un piccolo aiuto anche da mio padre, è entrato nella Camera e l'ha resa inutilizzabile; comunque sto andando in biblioteca per continuare le nostre ricerche... spero tu voglia unirti a me, perché qua si sta soffocando...”

“Daccordo, andiamo...”


In biblioteca si trovavano solo due persone: Amelia e Julie.

“Mio fratello e Dan?” chiese Simon appena giunse con Mel.

“Se la sono svignati come loro solito...”

“Stai calma Amy... e anche tu Jay, non preoccuparti per tuo fratello... vedrete che li troveremo tutti interi stasera in Sala Comune...”

“Ma se lo prendo... Jack è morto... l'avevo già detto, vero? Ehi Julie, dì qualcosa...”

La ragazza si riscosse dal suo stato di malinconia e disse con decisione:

“Al lavoro...”

* * *

Nuovo cap... qui siamo entrati nel vivo dell'azione; che dite, vi ho incuriositi?? allora cliccate nel link in basso e ditemelo di persona...per voi un commento non è niente, per me un commento è tutto... questa fic nasce dalla one-shot di Sunny e non mi scorderò mai di ricordarlo, cmq è l'ora dei ringraziamenti:

Hiromi: sono contenta che questo cap ti sia piaciuto, per me sono molto importanti i tuoi commenti... per Seamus, dopo ne vedremo delle belle; in questo cap succede già abbastanza... troppo sconvolgimento (ma si dirà così?? :D ) per i fantasmi, che Seamus proprio non c'è entrato... cmq non ti farò aspettare a lungo...

Sunny: sììì... non sai quanto sono contenta che sei riuscita a commentare, mi mancavi... Amelia si unirà alla squadra dei Giovani Esploratori (potremmo chiamarli GE :D ) fra un po'... in questo cap mi sono molto ispirata ai tuoi consigli, ecco spiegato il regalo... per Julie ho immaginato una piccola Ginny (che a sua volta ho immaginato come una piccola Molly Weasley) e non riuscivo a farla smettere di comportarsi così... quando dici i personaggi prendono vita... è proprio VERO...

Arrivederci al prossimo cap e mi racomando: recensite, rensite e RECENSITE...

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Capitolo 8
*** Capitolo 7: Woooww!! ***


The Heirs



Capitolo 7: Woooww!!

Dan e Jack erano riusciti a dileguarsi tra la folla per dirigersi verso le cucine; l'antico altarino era ancora sprofondato nella grotta sotterranea e i due ragazzi non aspettarono altro per calarsi di sotto e ricominciare l'esplorazione più convinti che mai.

Presero ulteriori strade che non avevano ancora esplorato, decisi a non arrendersi finché non avessero trovato qualcosa, anche un minimo indizio, dovendoci mettere anche una vita. In loro c'era un sentimento strano, come se sapessero che tutto quello che stava accadendo nel castello provenisse da lì, e quasi come si sentissero responsabili della scoperta di quel luogo.


Amelia, Julie, Simon e Mel, rimasero a far ricerche a lungo in biblioteca; ciò che ne dedussero, non era praticamente niente. Simon un po' lo sapeva che la loro disperata ricerca di un indizio era come arrampicarsi sugli specchi, ma tentava ugualmente per la paura di aver sbagliato.

La notte era già calata da un pezzo quando decisero di abbandonare la biblioteca e tornarsene nelle proprie Sale Comuni in attesa del nuovo giorno.

“Anche stavolta niente di nuovo...” Mel era un po' stanca.

“Potremmo trovarci anche domani e continuare le ricerche” propose Julie “non è possibile che non riusciamo a trovare niente...”

“Per ora è meglio andare a letto e riposarci; domani, quando saremo ben riposati, dopo le lezioni verremo qui. Chi arriva prima inizia a cercare, gli altri si uniranno dopo.” concluse Simon.

Poco dopo il gruppo si divise, ognuno diretto alla propria Sala Comune e ai propri dormitori; ognuno, disteso nel proprio letto, fece fatica ad addormentarsi quella sera, tutti con la consapevolezza di non fare abbastanza e poter fare molto di più.


Vari metri più sotto, Dan e Jack continuavano la loro ricerca verso l'ignoto, ognuno secondo una strada diversa; nel tanto girovagare si rincontrarono più nel profondo della grotta.

“Ehi, Jack...”

“Chi è?” rispose l'altro.

“Sono io, Dan... strano che ci siamo incontrati, le nostre due strade ad un certo punto si uniscono...” disse più a se stesso che al cugino, come prendendo nota mentalmente degli ultimi sviluppi.

“Forza, andiamo avanti...”

“Jack, non credi sia ora di tornare indietro?” chiese Dan Fissando l'oscurità più cupa che si parava davanti ai loro occhi.

“Ma che ti prende, hai paura forse?”

“No no, ma che dici... è solo che sono preoccupato per mia sorella; l'ho lasciata sola da parecchie ore...”

“Non stare in pena per lei... e poi non è sola; è con Simon... ora continuiamo?”

“Mmh...” Dan non era molto convinto.

“Tu fa come ti pare” disse alla fine l'altro “io proseguo da solo!”

E lasciato lì il cugino Jack proseguì la sua avventura da solo.


Simon, Julie ed Amelia entrarono in Sala Comune ormai deserta per via dell'ora tarda, ma non furono stupiti di non trovarvi Dan e Jack; si sedettero davanti ai ceppi ormai spenti e consumati da quello che doveva essere stato un gran bel fuoco.

“Sono stanchissima...” disse in un sussurro Julie accasciata sulla sua sua poltrona.

“E quei due è un pezzo che sono scomparsi...”

“Stai calma Amy, vedrai che torneranno a momenti.” Simon di fronte al camino fissava i rimasugli del fuoco senza in realtà vederli.

“Ma che calma e calma... sono scomparsi più di cinque ore fa, non hanno detto niente, neanche a me... e si permettono pure di non presentarsi?”

“Amelia, Simon ha ragione... non c'è da innervosirsi anche loro saranno in arrivo... nel frattempo io me ne vado a dormire; sono stremata...” e con uno sbadiglio e un cenno della mano Julie si congedò dal gruppo in direzione del suo Dormitorio.

Amelia continuava a rimuginare sul fatto che Jack era diventato più freddo nei suoi confronti e su quello che gli avrebbe fatto se avesse scoperto cosa combinava col cugino; alla fine Simon la convinse ad andarsene a dormire e rimase solo, continuando sempre a fissare il camino dal quale non aveva mai staccato lo sguardo da quando si era seduto.


Dan era rimasto impalato lì dove lo aveva lasciato il cugino, incerto se tornare indietro, aspettarlo o raggiungerlo; Jack si era già allontanato di molto, quando la via si fece più agevole e le pareti più lisce. Sembrava che in quel punto, più che una grotta, c'era un corridoio; ancora qualche metro e le pareti si allargarono, l'umidità tipica delle grotte scomparve e una leggera illuminazione rischiarò l'aria tutt'attorno.

Poi, in lontananza, una vera a propria luce gettò la sua luminosità sul pavimento; un arco, da cui penetrava una lanterna appesa ad un soffitto alto e finemente lavorato. Jack si trovò davanti ad una stanza, nel cuore di Hogwarts, che era apparentemente immensa; solo una parola uscì dalle sua labbra alla vista di tutto quello splendore:

“Woooww!!”

Avanzò qualche lento passo all'interno soffermandosi a guardare la grandiosità della stanza, prima di girarsi e, senza staccare un solo piede da terra, chiamare suo cugino a gran voce. Dan, d'altro canto, sentito l'urlo del cugino seguì il filo dell'incantesimo e quando anche lui si trovò davanti all'enorme stanza non riuscì a fare a meno di esclamare anche lui:

“Woooww!!”

Il soffitto, formato da grandi arcate, dava l'impressione di essere altissimo; era sorretto da grandi colonne riccamente lavorate di un marmo molto scuro, mentre quello del pavimento, di colore rosso mattone, creava un contrasto perfetto ed armonico. Varie nicchie erano scavate nelle pareti, Dan e Jack ne contarono una decina, sui due muri che riuscivano a vedere; alcune di esse ospitavano resti di vecchi dipinti, rovinati dal tempo e dall'umidità della vicina grotta. Le pareti avevano lo stesso colore delle colonne, alternando ogni tanto un candido marmo sulle rifiniture più elaborate; la maestosità della stanza però, non era resa completamente dalla fioca luce della lanterna all'entrata.

“Luminos...” esclamò Dan; e dalla punto della sua bacchetta comparvero tante candele che andarono a disporsi in tutta la stanza, quasi rischiarandola a giorno. Fu in quel momento che si resero conto della vastità di quel luogo; era come se i due ragazzi fossero delle formiche in un campo da Quidditch. Indietreggiarono istintivamente come se ne fossero intimoriti, mentre vedevano le candele dell'incantesimo di Dan scivolare sempre più nel profondo della stanza, senza riuscire a capire se essa avesse una fine o fosse realmente immensa.

“Ma... ma...” riuscì solo a balbettare Dan.

“E' straordinaria...” esclamò Jack euforico, mentre la stanza gli rispondeva con un leggero eco, invitando il ragazzo a parlare ancora “è straordinaria!!” urlò, mentre l'eco, ora più chiaro, rimbombava in tutte le direzioni.

“Questa è una scoperta fenomenale; ma ti rendi conto cos'abbiamo davanti? Probabilmente siamo i primi ad entrare qui dopo secoli e secoli... dopo tutta la fatica che abbiamo fatto, finalmente siamo ripagati.” disse Dan sedendosi a terra e ammirando lo splendore che aveva davanti.

Jack avanzò qualche altro passo, poi un po' a destra, qualche passo a sinistra.

“Qui è immenso...” esclamò mentre l'eco dei suoi passi era accompagnato dal riecheggio delle sue parole “credo che la prossima volta dovremmo dividerci; qualcuno di noi due deve continuare ad esplorare la grotta, mentre l'altro verrà qui...”

“Ti dispiace se resto io ad esplorare questa stanza?” chiese Dan ansioso di scoprire gli altri segreti che quel posto aveva da offrire.

“Niente da obbiettare; preferisco l'umidità della grotta, alla grandiosità di questo posto...”

“Ora non credi dovremmo tornare indietro?”

“Certo, andiamo; finalmente stasera sono soddisfatto...”


Dan e Jack rientrarono in Sala Comune, parlando eccitati, credendo di trovarla vuota; furono sorpresi quando videro Simon ancora intento a fissare il camino.

“Siete tornati finalmente...” disse mentre guardava ancora il fuoco, per poi girarsi lentamente “io non so e non voglio sapere cosa fate fino a tarda notte, ma cercate di non pensare solo a voi stessi e non trascurate Julie o Amelia; anche se magari non lo danno a vedere, soffrono molto perché si sentono tradite da voi, in particolare Amelia da te, Jack” disse puntandogli un dito addosso “e Julie da te...” il dito accusatorio stavolta era rivolto a Dan “ora: buonanotte!” disse prima di alzarsi e dirigersi verso il proprio dormitorio.

“Credo abbia ragione Jack...” disse il cugino quando furono rimasti soli “credo dovremmo dir loro cosa sta accadendo...”

“Non subito,” rispose l'altro “non ora... prima dobbiamo capire cosa abbiamo tra le mani, poi ti assicuro che metteremo tutti al corrente.”

“Come preferisci...”

* * *

So che avevo promesso di non far più ritardo, ma ho avuto veramente molto da fare, in special modo con un forum che ora è scomparso e ci sono stata veramente molto male perchè mi ero occupata di lui fino all'ultimo... inoltre ho ripreso a leggere "Le Cronache di Narnia" che trovo davvero fantastiche e mi hanno appassionato sempre più, a tal punto da non riuscire a staccare gli occhi di dosso da quelle pagine neanche al lavoro... senza contare che la nuova ed inaspettata scomparsa di EFP di ha un po' demoralizzata, cmq spero che non ci saranno più imprevisti del genere (appena ho finito "Le Cronache di Narnia" volevo leggere il ciclo di Avalon di Marion Zimmer Bradley); ora passo ai ringraziamenti ricordandovi che i protagonisti appartengono a Sunny e alle sue storie...

PS: Anche se non sembra, questo è uno dei cap più importanti della storia, o meglio: la stanza scoperta dai nostri GE è di fondamentale importanza; ve ne accorgerete meglio più avanti... :D

Topomouse: hai indovinato in pieno: ora la storia inizia ad entrare nel vivo; soprattutto questo cap è molto importante per il resto della storia, anche se per ora non sembra... spero che continuerai a seguirmi anche dopo questo fenomenale ritardo (che spero sia ripagato)

Maky91: sono contenta che ti piacciano i personaggi... per me è un complimento molto importante, perchè significa che ho indovinato i carattere e il modo di fare creato da Sunny... aspetto una tua recensione anche per questo cap, se non hai deciso di lasciarmi...

Spero vogliate seguire ancora ancora la mia storia, nel frattempo vi ricordo di RECENSIRE... al prossimo cap (che non tarderà ad arrivare)...

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Capitolo 9
*** Capitolo 8: Brutte notizie ***


The Heirs



Capitolo 8: Brutte notizie

“Cavallo in D7...”

“Alfiere in E6.”

“Alfiere in B5!”

Simon osservò attentamente la scacchiera indeciso se sacrificare un pezzo per avere un quadro generale a suo favore o se cambiare strategia; l'atmosfera nella Sala Comune dei Grifondoro era tesa ed era difficile concentrarsi.

Un allegro fuocherello scoppiettava nel camino, ma niente sembrava riscaldare l'animo dei giovani studenti tutti lì riuniti dopo gli ultimi eventi; Julie e Amelia sedevano silenziose in un angolo riparato dai freddi spifferi, mentre Dan e Jack si erano diretti al Dormitorio per fare quattro chiacchiere lontano da orecchie indiscrete.

“Alfiere in D7...” decise infine Simon, certo che gli avrebbe fatto ripagare la futura perdita del suo alfiere.


I giorni sembravano lunghi come anni; perfino i minuti e i secondi riuscivano a non passare mai. Infatti dopo appena tre giorni tutti gli abitanti del castello di Hogwarts parevano invecchiati di molto tempo. E anche se la tensione cominciava ad allentarsi, i corridoi e le sale della scuola erano ancora troppo silenziosi.

L'unico posto che sembrava intatto era il Parco all'esterno del castello, l'unico posto sicuro di tutta Hogwarts; gli studenti erano costantemente scortati dagli insegnanti, ma ciò che era peggio era il fatto che nessuno capisse cosa stava accadendo.

Quella lezione di Erbologia fu per Dan, Jack, Amelia e i loro amici un vero toccasana: molto rilassante; l'argomento della lezione, una strana pianta acquatica dal nome esotico, li aiutò per un attimo a scordare gli avvenimenti degli ultimi tempi. E mentre tornavano al castello parlottavano entusiasti, dimentichi dei problemi che incombevano su Hogwarts.

Già dall'ingresso, il silenzio che sovrastava l'aria era inquietante. I giovani si guardarono intorno incuriositi da quell'atmosfera stranamente troppo silenziosa, anche per i tempi che correvano. Le facce degli studenti all'ingresso e lungo i corridoi erano più scure che mai. Dan e Jack erano quelli meno allarmati, mentre Amelia era piuttosto inquieta come se intuisse qualcosa che ancora non capiva. Solo un lamento ad un certo punto interruppe l'atmosfera; e abituati al silenzio assoluto per i vari piani, quell'unico suono ebbe l'effetto di squillanti trombe nella notte oscura. La ragazza che l'aveva emesso guardava con occhi sbarrati una pergamena appesa ad una porta, ed una volta vicini si accorsero di conoscerla: era Annabelle Brent, il capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro. Accanto a lei la sua amica Marissa tentava di rassicurarla. Prima ancora di chiedere il motivo per cui la ragazza era tanto sconvolta, volsero lo sguardo per leggere l'avviso appeso:


"A tutti gli studenti,

vi informiamo che a seguito delle ultime sparizioni di studenti, avvenute all'interno della nostra scuola nella mattinata del giorno 16 Novembre, tutte le lezioni sono sospese; vi preghiamo di aspettare nuove istruzioni all'interno delle vostre classi. Un insegnante sarà mandato da voi per scortarvi alla vostra Sala Comune. Grazie della cortese attenzione,

La Vicepreside

Prof. McCork"


Gli studenti guardarono stupefatti la pergamena, poi si volsero verso il loro capitano per capire perchè la notizia la sconvolgesse così tanto.

“Ecco, guardate...” disse lei tentando di ricacciare indietro le lacrime; quel foglio sgualcito che la ragazza porgeva loro, risultò essere una lettera indirizzata alla sorella maggiore “il gufo che avevo mandato a mia sorella appena letto l'avviso mi è tornato indietro, e non ho sue notizie da stamattina... temo che sia scomparsa anche lei...”

“E' solo che si preoccupa troppo, secondo me...” intervenne Marissa prima di rivolgersi di nuovo all'amica “vedrai che tua sorella sta bene, non preoccuparti...”

Ancora prima di poter aggiungere altre parole, giunse la vicepreside, turbata in volto ma con passo deciso.

“Signorina Brent, venga con me per favore...” le disse con voce profonda. La ragazza si limitò a seguirla, non riuscendo però a trattenere qualche singhiozzo.


Nell'aula di Storia della Magia, l'attesa di scoprire cosa fosse successo in realtà era snervante; gli otto studenti cercano di allentare la tensione ognuno secondo il metodo che gli era più familiare: Dan e Jack si scambiavano occhiate restando in silenzio, pensando entrambi alla medesima cosa, gli amici Ben Larrison e Marshall West non riuscivano a starsene fermi, Kailyn, Alex e Hellen spettegolavano sospettose, ed Amelia fissava il paesaggio fuori dalla finestra, senza in realtà vederlo, stringendosi nelle braccia.

Quando entrò il professor Monty, l'insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure, tutti i ragazzi sobbalzarono per poi avvicinarsi all'uomo.

“Seguitemi...” disse solo.

Al suo seguito cercano almeno altre due classi che riconobbero come il quarto anno di Serpeverde e Corvonero. L'insegnante riprese il suo percorso seguita da una piccola folla su per rampe e corridoi, finchè non si fermò di fronte ad una porta ed entrò; poco dopo uscì con il quarto di Tassorosso.

“Professore, possiamo sapere cosa...?” tentò di chiedere una ragazza di nome Bernetta, mentre usciva dalla classe.

“Dopo, dopo...” l'interruppe l'insegnante. Poi riprese il suo percorso diretto ai piani più bassi dell'edificio; quando si trovò di fronte all'ingresso della Sala Grande, si spinse da parte per far entrare gli studenti e poi sorvegliare l'entrata.

Dopo poco arrivarono le seconde classi accompagnate dal professor Povrek di Incantesimi e le prime con la professoressa Bloomby; il terzo e il quinto erano già all'interno, mentre il settimo li raggiunse da un'altra porta col professor Elphius. Il Preside Dwayne sedeva al suo posto scrutando torvo il tavolo da pranzo e aspettando le ultime quattro classi della professoressa McCork; solo allora si alzò e disse:

“Cari studenti, vi ho qui riuniti per comunicarvi i cattivi eventi delle ultime ore; in seguito alla scomparsa del signor Alan Marge, stamane di altri tre studenti non si hanno più notizie. Essi sono: il signor Normand Bloom di Tassorosso” e mentre il professore diceva ciò, i ragazzini del primo anno fissavano tristi i propri piedi “la signorina Missie Garrick di Serpeverde” le facce tristi stavolta ce l'avevano i ragazzi del quinto anno “e la signorina Rudy Brent...” il settimo anno guardò il professore fisso negli occhi, certi che tutto quello avrebbe finalmente avuto una fine; invece la sorella, Annabelle, scoppiò in singhiozzi tra le braccia dei propri compagni di Casa, proprio nel momento in cui il Preside aveva azzittito tutti, così che tutti si girarono nella sua direzione mettendola al centro dell'attenzione “in comune accordo con tutti gli insegnanti, abbiamo deciso di farvi restare qui per il resto della giornata, prima di riaccompagnarvi nelle rispettive Sale Comuni; potete usare il tempo che vi resta come meglio volete...” detto questo si rimise seduto circondato da alcuni colleghi, mentre gli altri insegnanti, aiutati dal custode Gaylord, pattugliavano le entrate.

Erano passate delle ore ormai, e anche se tutti bene o male chiacchieravano c'era meno chiasso rispetto che durante i pasti dove, di solito, il silenzio è dato dalle bocche dei ragazzi intenti a masticare piuttosto che a parlare; Amelia e Julie parlavano di tanto in tanto, alternando lunghi e muti sguardi alle parole che risultavano senza senso, Dan e Jack si erano staccati dagli altri per parlare senza essere ascoltati da orecchie indiscrete e Simon ascoltava le due ragazze senza interessarsi veramente al discorso.

“Dobbiamo tornare là sotto...” disse ad un certo punto Dan.

“Cosa speri di trovare?” chiese l'altro.

“Non lo so, ma qualunque cosa stia succedendo qui, tutto è iniziato quando siamo scesi oltre l'altarino di pietra...”

“Quindi tu credi che qualsiasi cosa stia facendo agli studenti, provenga da lì sotto?”

“Il posto che abbiamo scovato è il più vecchio che ci sia in questo castello, non sappiamo quali cose oscure possa nascondere... non sono neanche sicuro che facciamo bene a scendere lì sotto da soli...”

“Quindi credi sia meglio avvertire i professori?”

“Non lo so... non ne sono sicuro... potrebbe essere tutto un grosso abbaglio...”

“Magari potremmo chiedere a qualche studente un consiglio su ciò che abbiamo trovato...”

“No, non credo sia neanche questa la soluzione... dovremmo ammettere di aver infranto le regole della scuola più volte...”

“Allora che ne dici di...?” ma in quel momento furono interrotti da Simon “Di cosa state parlando?”

“Niente che ti possa interessare Pannolone...” rispose Jack indignato.

“Va bene allora, come vuoi...” rispose tentando di non farlo arrabbiare ancora di più “ma che ne dite se invece di fare gli asociali non vi unite al resto della famiglia?” chiese poi guardando Dan.

“Va bene, arriviamo...” rispose e mentre Simon si alzava, seguito da lui, Jack lo tirò via un momento per sussurrargli veloce all'orecchio “Dobbiamo tornare là sotto... stanotte...”

* * *

Lo so, lo so... avevo promesso niente più ritardi, ma stavolta sono giustificata: sono stata senza computer per cinque mesi, connettendomi solo sporadicamente a casa del mio fidanzato... poi metti medici, dentisti e matrimoni vari e avete in mente i miei ultimi mesi (logicamente ci sono anche gli impegni di lavoro; quelli erano scontati), quindi anche volendo non sono riuscita trovare tempo, tranne quando ho inserito a mano i dati di 1200 questionati di 90 domande... e me lo perdonate un piccolo blocco dello scrittore?? ^_^ comunque ora basta annoiarvi e, ricordando sempre che i diritti di copyright ( :D ) appartengono a Sunny, passo ai ringraziamenti...

Topomouse: tanta... questa è la risposta alla tua domanda; c'è tanta roba sotto Hogwarts... l'ho immaginata come se fosse la punta di una piramide, come una sorta di iceberg; immaginatevi quanta roba può esserci sotto... :D

Dark_Iori: :') :''D devo dirti la verità: leggendo le tue parole mi sono commossa... ogni autore sogna di leggere recensioni del genere per la propria storia; quando poi i personaggi non sono neanche miei e quindi non li comprendo a fondo e non riesco a scriverli come dovrebbero essere scritti è anche meglio... io una degna erede?? :'D ma guardami, continuo a piangere... :D comunque hai ragione: Dan e Jack potrebbero prendere le scope e giocare a Quidditch in quella stanza, ma non so se ho reso bene l'idea, ma ne sono alquanto intimoriti, sentono la presenza di qualcosa di oscuro che però non comprendono... e in quando a Seamus: mi piaceva troppo per lasciarlo fuori... :D

Arkadio: ti ringrazio, spero ti piaccia il genere e come si sta svolgendo la storia...

Marty: un grazie per il tuo piccolo sostegno che mi ha aiutata molto...

A tutti voi: lo so che ho fatto tardi, ma CONTINUATE A SEGUIRMI... :D ah, dimenticavo: il messaggio è scritto con un font particolare e potrebbe non essere visualizzato correttamente...

PS: Vi ricordo che potete trovare il gioco di ruolo di BAWM a questo indirizzo: http://bawmgiocodiruolo.forumfree.net... iscrivetevi in tanti!!

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Capitolo 10
*** Capitolo 9: Immenso ***


The Heirs



Capitolo 9: Immenso

Gli studenti chiacchieravano a bassa voce divisi in gruppetti; Dan e Jack, insieme ai loro fratelli, parlavano ancora di fare ricerche in biblioteca per trovare qualcosa che potesse spiegare cosa stava accadendo ad Hogwarts.

I professori che erano stati mandati a perlustrare il Castello rientrarono dalle porte d'ingresso, spalancandole lievemente; qualche studente si voltò a guardare i volti sconsolati dei professori, alcuni tra i quali scuotevano la testa in senso negativo.

“Ora sarete scortati alle vostre Sale Comuni” iniziò il Preside “dove dovrete restare fino a domani mattina, quando i Professori verranno a riprendervi... ad ogni insegnante sarà affidato un gruppo di classi; le prime quattro classi di Grinfondoro saranno accompagnate dalla professoressa McCork, mentre le altre tre dal professor Monty; per Corvonero: le prime quattro classi saranno accompagnate dal professor Povrek, le altre tre dalla professoressa Hollis... alle prime quattro classi di Tassorosso assegno la professoressa Spring e alle altre tre il professor Russ; per Serpeverde: alle prime quattro classi il professor Elphius e alle altre tre la professoressa Coral... ora: buonanotte!” e così dicendo si allontanò dalla Sala Grande per tornarsene ai suoi alloggi.

Tutti i ragazzi si alzarono quasi contemporaneamente per seguire gli insegnanti che erano stati loro affidati fino alle proprie Sale Comuni.


La porta della Sala Comune si aprì e gli studenti accompagnati dalla vicepreside entrarono uno alla volta; Amelia stringeva convulsamente la mano di Simon seguita da Julie, mentre Dan e Jack non facevano altro che scambiarsi occhiate scuri in volto e annuendo di tanto in tanto come se stessero parlando normalmente. Alla fine la professoressa parlò:

“Ora siete pregati di rimanere qui fino a domani mattina; tra un po' arriveranno anche i vostri compagni... quando tornerò dovrete già essere tutti pronti ad uscire... io e l'altro professore vi aspetteremo qui fuori... vi auguro una buonanotte...” concluse con voce malinconica.

Mentre la Sala Comune veniva chiusa, Dan e Jack si accomodarono lontano da tutti per definire gli ultimi dettagli del loro piano:

“Come facciamo per scendere di sotto, ora che sono tutti qui?” disse Jack.

“Anche se potrebbe essere troppo tardi dobbiamo aspettare che tutti se ne siano andati a dormire...” rispose il cugino.

“E se dovessero iniziare a far baldoria? Sai quanto durano queste cose...”

“In quel caso potremmo cercare di svignarcela anche così; impegnati come saranno tra di loro, non si accorgeranno di noi...”

E per non destare alcun sospetto, i due raggiunsero gli altri vicino al camino, proprio mentre entravano gli altri studenti col professor Monty.


Era passato vario tempo e la gran parte degli studenti si era diretta verso i dormitori. Dan e Jack fissavano ancora il fuoco morente, rivolgendo di tanto in tanto qualche parola a Simon; Julie invece dormiva rannicchiata in un angolo del divano. Ogni tanto apriva gli occhi, farfugliava qualcosa e si rimetteva a dormire.

“Vai sul letto Jay...” le ripeteva Simon ogni volta, ma lei o non voleva o proprio non sentiva e parole del cugino.

Quando si agitò nuovamente, il ragazzino le si avvicinò e le sussurrò piano all'orecchio le stesse parole; la ragazza faticò ad aprire gli occhi, farfugliò un “Okay... okay...” e si tirò su con un grosso sbadiglio, dirigendosi verso il proprio dormitorio evitando di sbandare. Prima di salire le scale si voltò e disse con un timido sorriso assonnato:

“Buonanotte a tutti...”

“Anche io me ne vado a letto... voi che fate?” disse Simon.

“Fra un po' veniamo anche noi...” mentì il fratello.

“Già, prima dovremmo svegliare Amelia, ma guarda come dorme dolcemente...” aggiunse Jack indicando la ragazza che sdraiata su un altro divanetto aveva un'espressione serena sul volto.

“Dovete fare come ho fatto io con Julie... più resta lì e più avrà la schiena bloccata quando si alzerà...”

“Sì, sì... non ti preoccupare Piccoletto...” concluse il fratello, mentre Simon saliva le scale.

Erano rimasti in pochi nella Sala Comune; Jack prese il suo mantello e coprì il corpicino di Amelia per evitare che prendesse freddo, ora che il fuoco era ormai spento.

“E' il momento...” sussurrò Dan al cugino.

Si allontanarono cautamente dall'amica, che sarebbe stata il loro alibi se qualcuno avesse sospettato che loro fossero usciti, e passeggiarono lentamente per la Sala, osservando attentamente se qualcuno avesse notato la loro fuga; quando arrivarono alla porta furono certi che nessuno stava guardando e si apprestarono ad uscire. Non si accorsero però che un paio d'occhi avevano visto scivolare le loro sagome fuori della Sala Comune.


All'esterno il Castello sembrava più tetro del solito; alcuni insegnanti pattugliavano i corridoi e si sentivano i loro passi echeggiare da lontano. Non riuscendo a capire la loro provenienza, Dan fede cenno a Jack di non far rumore e proseguirono con più circospezione del dovuto.

Scesero la prima rampa di scale e sbirciarono nel corridoio; trovarono il professor Harmon, l'insegnante di Cura delle Creature Magiche, con una torcia in mano che passeggiava con passo lento. Per fortuna era voltato di spalle, altrimenti sarebbero stati scorti di certo. Nel frattempo altri passi echeggiavano dal basso; certi che qualcuno si apprestasse a salire la scalinata venendo loro incontro, i due rifecero la strada che avevano percorso fino a quel momento in senso inverso e si imboscarono in una stanzetta vuota.

“Come facciamo se non riusciamo a scendere?” chiese Dan.

“Ricordi? Alla fine del corridoio al quinto piano c'è una piccola rampa di scale; potremmo scendere di qualche piano da lì...” rispose Jack con un sibilo.

Sbirciarono all'esterno e quando lo trovarono deserto uscirono in fretta cercando di salire le scale e arrivare al prossimo piano. Quel corridoio era deserto e i due lo attraversarono quasi di corsa, diretti alla piccola rampa che non era pattugliata; scesero di tre piani, poi furono costretti ad attraversare un piccolo corridoio dove un insegnante era da poco passato: ma da lì non potevano proseguire.

“E adesso?” sbottò Jack a bassa voce.

“C'è un passaggio da queste parti che ci porta ai sotterranei; però non sappiamo cosa, o meglio chi, potremmo trovare dall'altra parte...”

“E' la nostra unica scelta: andiamo...”

“D'accordo...” rispose Dan un po' titubante.


Il passaggio terminava dietro un finto muro, che scorreva lateralmente battendo tre volte su di esso; quel punto dei sotterranei era stranamente deserto e i due uscirono velocemente e presero a correre in direzione delle cucine. Per fortuna tutti gli insegnanti si erano spostati ai piani superiori e nessuno li vide.

In un attimo si calarono nella grotta e si diressero verso la grande sala che avevano scoperto durante la loro ultima visita.

“E qui le nostre strade si dividono...” disse ironicamente Jack.

“Mi raccomando, fa attenzione là fuori...” rispose Dan, mentre il cugino si avviava ancora di più nel profondo della grotta. Poi si voltò e rimase qualche secondo incantato dalla maestosità di quel luogo; infine avanzò.

L'incantesimo che aveva lanciato la prima volta ancora durava, ma il ragazzo lo ripetè e potè vedere ancora meglio con maggior luce rispetto a poco prima.

Si mosse di qualche passo all'interno, poi voltò a sinistra in cerca del fondo della stanza; nel frattempo le alte colonne scorrevano interminabili e per quanto Dan cercasse di vedere dove finissero, non riusciva a scorgere altro che colonne e ancora colonne.

Dopo molto camminare arrivò ad una parete di roccia, l'unico segno in quella stanza che confermasse che il luogo dove si trovava era all'interno di una grotta. Il ragazzo tastò la superficie, ma non trovò niente che si potesse considerare degno di interesse; proseguì a tentoni per un po', poi, stufo, prese a correre alla ricerca di qualche indizio che potesse spiegare l'esistenza di quella stanza così ben rifinita.

Tornò davanti all'ingresso, dove si scorgeva parte della grotta e corse oltre, alla ricerca della parete opposta; anche lì trovò lo stesso muro di roccia che ipoteticamente finiva nel punto in cui aveva incontrato l'altro. Alla fine Dan decise di percorrere tutta la parete per cercare qualche segno della presenza di esseri viventi.

Sembravano passate delle ore ormai, e quando il ragazzo raggiunse la fine della parete di roccia aveva percorso sì e no mezzo chilometro; da lì ricominciava il muro di marmo che si incrociava con un altro identico là dove si trovava all'ingresso.

“Ha quasi la forma di un diamante...” constatò tra sé e sé il ragazzo; ma ancor prima di avere il tempo per fare altre congetture sentì l'urlo agghiacciante di suo cugino e si precipitò immediatamente indietro verso la fredda e umida grotta.

* * *

Questo capitolo lo dedico agli amanti delle peripezie di Harry e Ron... qui troviamo due degni eredi, o per lo meno spero che lo siano... ^_^ anche se vi siete stancati di sentirlo io non smetto di ripeterlo: la Saga di BAWM appartiene solo ed esclusivamente a Sunny ^_^

Totallymad: non c'è problema... non so se l'hai notato, ma è stata ferma per cinque mesi... Jack ti fa morire?? hai letto gli altri capitolo di BAWM?? ^_^

Spero che se anche ho fatto molto ritardo, questo capitolo aggiunto al volo possa farmi perdonare...

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Capitolo 11
*** Capitolo 10: “Non ti nasconderò più niente...” ***


The Heirs



Capitolo 10: “Non ti nasconderò più niente...”

Aveva appena salutato suo cugino, quando Jack si inoltrò ancora di più nel profondo della grotta. Non erano mai andati oltre quel punto, ma sembrava che si stesse facendo più freddo e più buio; l'umidità nell'aria saliva a vista d'occhio. La luce che aveva acceso il cugino nella stanza diventava sempre più fioca finchè Jack non riuscì a vedere oltre il proprio naso.

“Lumos!” mormorò e la punta della sua bacchetta si accese formando un cono di luce che gli permetteva almeno di vedere dove metteva i piedi. I lontananza si udiva un lieve scroscio d'acqua, ma era impossibile capire da dove provenisse. Ogni tanto Jack aveva l'impressione di non essere solo e si girava di scatto riuscendo solo a distinguere il filo dell'incantesimo che risplendeva di una fioca luce azzurrognola e nient'altro.

Proseguì ancora, mentre il cammino si faceva sempre più difficoltoso e la luce della bacchetta non era sufficiente; anzi, sembrava addirittura che quel punto fosse pervaso da un incantesimo che impediva alla luce di entrare.

“Lumos,” tentò ancora “Luminos... oh, andiamo... voglio solo un po' di luce” disse il ragazzo vagamente irato; ma la luce non venne e la sua bacchetta si spense definitivamente. Provò ad avanzare di qualche altro passo, ma rischiò di inciampare e si fermò a riflettere appoggiato alla parete; nel frattempo, dalla direzione in cui era arrivato, si sentivano i passi di qualcuno che gli stava venendo incontro.

“Dan...?” provò a chiedere incerto.

Da dietro l'angolo che aveva girato quasi tentando di ammazzarsi, proveniva una sorta di luce che sembrava malata; il ragazzo restò all'erta per vedere chi fosse.

“Dan, se sei tu non fare scherzi...” disse di nuovo rivolto alla luce; ma nessuna risposta arrivò, mentre la luce si faceva sempre più forte. Ancora qualche passo e da dietro l'angolo sbucò una figura bluastra che faceva luce.

Per lo spavento il ragazzo urlò, credendo che fosse quella cosa che rapiva gli studenti; solo dopo essersi sgolato analizzò bene la figura. Era una forma femminile con una lunga tunica bianca che reggeva una bacchetta illuminata della luce blu che aveva visto e che veniva riflessa dal suo vestito; ma quando Jack guardò il suo viso, urlò nuovamente, anche se con meno forza: era Amelia.

“Ti ho trovato finalmente!” disse con aria vagamente severa.

“Amelia... mi hai fatto prendere un colpo...” disse Jack, riprendendo fiato.

“E ti sarebbe stato bene!” esclamò ancora la ragazza.

“Lo dici tu... e comunque: cosa ci fai qua sotto?” chiese.

“No, cosa ci fate voi qua sotto... dovreste essere entrambi in Sala Comune, al sicuro... tu e tuo cugino... io non ho fatto altro che seguirvi...”

“Noi stiamo solo cercando di scoprire cosa sta accadendo ad Hogwarts...”

“Certo, come no... ora però fila di sopra...” disse con aria che assomigliava vagamente a Molly Weasley.

“Aspetta un attimo, non abbiamo ancora finito...”

E mentre i due continuavano a rimbeccarsi e a litigare, arrivò Dan trafelato per la corsa.

“Cosa sta succedendo qui? Amelia che ci fai qua sotto?” disse dopo aver preso fiato.

“E' quello che le ho detto anch'io...” aggiunse Jack ancora imbronciato.

“Capisco... senti, che ne dici se torniamo di sopra, vuoi?” disse Dan rivolto all'amica.

“Ma certo... andiamo! Jack?” chiese aspettandosi di vederlo fare marcia indietro; ma mentre i due erano distratti a parlare, il ragazzo se l'era già filata.


La Sala Comune dei Grifondoro era oscura e silenziosa; Julie già dormiva della grossa nel suo letto a baldacchino, ma qualcun'altro era ancora vigile e ben sveglio. Simon scese le scale del Dormitorio scoprendo come il caldo salottino era deserto.

“Me lo sarei immaginato da mio fratello e mio cugino... ma Amelia... dove sei andata?” chiese fra sé mentre il suo sguardo vagava per la stanza, soffermandosi sul camino ormai spento. Avanzò di qualche passo, accarezzando lo schienale delle poltroncine e si avvicinò all'uscio; udì, o credette di udire, i professori che pattugliavano i corridoi e si allontanò con l'intento di tornare al Dormitorio.

Prima di avviarsi per le scale però, prese un pezzo di pergamena da sopra un tavolino e lasciò un messaggio per quei tre che si stavano avventurando nel castello di notte; il biglietto diceva:

“Cari miei esploratori, evitate di uscire di notte e soprattutto evitate di farvi beccare. Firmato: Simon”


Aveva capito cosa volevano fare gli altri due, ma Jack non era dello stesso parere; mentre stavano discutendo sul da farsi, lui ne approfittò per girare un ulteriore angolo e sparire improvvisamente dalla vista. La luce di Amelia da dietro l'angolo bastava per rischiarare un grosso pezzo di strada, dritta ma ripida; prima scese un piccolo pezzo di strada, poi si avventurò per una grossa salita, aiutandosi con le mani oltre che con i piedi per evitare di scivolare sulle pietre umide.

Accortisi dell'inganno, Dan e Amelia partirono all'inseguimento; girarono anch'essi l'angolo e scoprirono che l'altro si stava già arrampicando sulla salita.

“Jack... dove stai andando?” chiese il cugino.

“Jack, vieni subito qui!” urlò Amelia con fare autoritario; ma l'altro faceva orecchie da mercante, e così i due si apprestarono a scendere un pezzo di strada, prima di arrampicarsi dietro al ragazzo che tentava la fuga.

“Non ho intenzione di andarmene prima di aver trovato qualcosa...” disse Jack, mentre continuava ad arrampicarsi.

“Ma qualcosa l'abbiamo già trovata, Jack... ricordi la stanza?” rispose il cugino, anche se parlare mentre ci si arrampicava era faticoso.

“Quello potrà bastare per te... ma di certo io non mi accontento... è solo una stanza vuota.”

Amelia nel frattempo imprecava a bassa voce, tenendo la bacchetta con i denti per arrampicarsi usando entrambe le mani; e mentre la salita continuava, Dan cercava di far ragionare il cugino:

“Dai, ora torniamo indietro... continueremo domani...”

La salita era finita per Jack, che intraprese una corsa a perdifiato cercando di seminare gli altri due; quando anche Dan riuscì a salire, il cugino se l'era già svignata e al ragazzo non restò altro che aiutare Amelia a salire e riprendere l'inseguimento.

“Mi volete spiegare cos'è questa storia della stanza?” chiese nel frattempo Amelia.

“All'incirca da quando sono iniziate le sparizioni, io e Jack abbiamo intrapreso l'esplorazione di questa grotta, inizialmente con l'intento di ridisegnare la Mappa del Malandrino; era una mappa disegnata da mio nonno e dai suoi amici che raffigurava Hogwarts e coloro che c'erano dentro... ma da quando Hogwarts è stata distrutta e poi ricostruita nessuno ha pensato ad una nuova versione della Mappa; quella vecchia ormai non funzionerà più...”

“E così è qui che venivate ogni volta che ve la svignavate...”

“Sì... siamo convinti che questa grotta c'entri qualcosa con le sparizioni... anche perchè era in qualche modo sigillata prima che arrivassimo noi...”

“Così credi che è per colpa vostra che gli studenti stanno scomparendo?”

“Non lo so, ma mi auguro di no... dopo vari tentativi abbiamo trovato quella stanza di cui parlavo prima; mi trovavo lì quando sei comparsa spaventando Jack... tutte le altre stanze sono senza uscita, ma questa non l'avevamo ancora mai esplorata... ed è l'ultima...”

All'improvviso la strada si divise in due, ma il filo dell'incantesimo legato a Jack non mentiva su quale fosse la sua direzione; così presero a sinistra.

“Perchè non mi avete mai detto niente?” continuò Amelia.

“Volevamo tenere la scoperta per noi e rivelarla al momento opportuno...”

“Capisco, ma Jack... non mi aspettavo questo comportamento da lui... mi ha sempre raccontato tutto...”

Dan non seppe che rispondere e così proseguì il percorso in silenzio; presto giunse un altro bivio, e mentre seguivano le tracce di Jack a sinistra, il ragazzo disse semplicemente:

“Vedrai che si scuserà...”


Jack allentò il passo; ormai era certo di aver distanziato gli altri due e proseguì per quella stradina stretta che aveva imboccato, sempre a sinistra, conscio che se non avesse trovato niente non sarebbe potuto tornare indietro a prende l'altra strada del bivio senza incontrare i due.

“Non tornerò indietro finchè non avrò trovato qualcosa... Amelia dovrà rassegnarsi...” continuava a ripetersi il ragazzo.

E quando si accorse che sulla sua destra c'era una specie di porta, o comunque qualcosa che si stava aprendo dopo essersi appoggiato al muro con la mano, stupito dato che neanche lui credeva veramente alle proprie parole, disse solo:

“Non ti nasconderò più niente...”

* * *

Ammetto di aver finito questo capitolo già da un pezzo, ma per un errore non sono riuscita a pubblicarlo... so che questo ritardo non è perdonabile, comunque vorrei porre una domanda: ma c'è ancora qualcuno interessato?? Spero di sì, visto che vedo che la leggete, ma almeno un piccolo commentuccio me lo lasciate?? Più saranno le parole che mi scriverete, più veloce sarò nel pubblicare il prossimo capitolo... ^_^ Allora avete capito?? Cliccate sulla scritta blu qui sotto e fatemi sapere com'è questa storia... o anche solo che l'avete letta, mi farebbe davvero molto piacere...

Stavolta nessun ringraziamento, perchè non ho avuto nessuan recensione, cmq vi ricordo sempre che la Saga di BAWM appartiene solo ed esclusivamente a Sunny...

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Capitolo 12
*** !! AVVISO !! ***


Questo non è un capitolo, ma ci tenevo ad avvisare quelli che leggevano (e che spero mi leggeranno in seguito) che ho momentaneamente interrotto la fic ma che in futuro la finirò (non mi piace lasciare le storie senza un finale, ho già ben chiaro tutto quello che deve accadere quindi sicuramente questa fic avrà un finale); in questo periodo sono presa dalla mia famiglia e da altre cose che non sto qui a elencare che mi hanno costretta a rinunciare a qualcosa come questa storia, ma torno a precisare: AVRA' UN FINALE, SOLO NON E' PER ORA...
Grazie a chi mi ha letto, a chi mi legge e a chi mi leggerà e grazie soprattutto a chi avrà la pazienza di aspettare un po' per conoscere il finale... ^_^
syssy5

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