Il
bacio è un dolce trovarsi dopo essersi a lungo cercati.
Era il 31
luglio ed era una pessima giornata per Lilian Luna Potter.
Quell’estate sarebbe dovuta andare a casa di Sarah e invece
ieri sera le era arrivato una maledetta Strillettera da sua madre che
le impediva di spostarsi anche solo di un metro da casa Potter!
Quante storie per una T in Pozioni! Si appuntò mentalmente di
affatturare Al prima possibile: perché non teneva mai la bocca
chiusa?
Fatto sta che la
ragazzina se ne stava imbronciata sul suo letto, il baule ai suoi
piedi conteneva una serie di oggetti incastrati alla bell’e
meglio e un groviglio di vestiti faceva mostra di sé in un
angolo remoto.
“Lily muoviti
o faremo tardi!” la rimproverò sua cugina Rose dalla
porta, il bagaglio pronto e levitante alle sue spalle.
Lily la guardò
con astio, non voleva tornare a casa! Cosa diavolo avrebbe fatto
un’estate intera in città? Rose e Albus sarebbero
partiti per un viaggio post-diploma e Hugo aveva in programma di fare
visita agli zii in Francia.
Ci sarebbe andata
molto volentieri anche lei.
Sbuffò e si
alzò di malagrazia dal letto.
Agitò la
bacchetta in maniera distratta e i suoi ultimi averi s’invischiarono
nel baule, che si chiuse con uno schiocco sinistro.
Lo ignorò e
si accinse a seguire sua cugina che l’attendeva poco lontano.
Un sorriso
comprensivo si dipinse sulle labbra della primogenita di Ron Weasley
e Hermione Granger. La sera precedente Lily le aveva offerto una
valida spalla su cui riversare la malinconia nel dover abbandonare
Hogwarts.
“Non essere
triste, Lily. Sono sicura che zia Ginny l’ha detto solo per
minacciarti! Vedrai, tornerò presto e staremo tutta l’estate
assieme!”
La strinse in un
abbraccio e le diede un bacio affettuoso sulla guancia.
Lily grugnì,
ma suo malgrado si lasciò sfuggire un sorriso.
“Andiamo.”
le disse la cugina, e sciogliendo l’abbraccio Lily poté
notare che aveva gli occhi lucidi.
Lily e Albus stavano
provando a sollevare i bauli sulla retina dello scompartimento,
quando una voce alle spalle di Lily la fece venire meno nelle
braccia.
“Ehi Potter!”
Il baule che stava
trattenendo le rovinò addosso.
“Ahia! MALFOY!
Mi hai fatto prendere un colpo! Cosa diavolo vuoi?”
Il ragazzo biondo,
una mano sulla porta dello scompartimento per tenerla aperta, sorrise
malevolo e disse:
“Io niente, ma
la professoressa Salem ti cercava fuori la carrozza”
Detto questo si
spostò di lato, facendola passare.
La ragazza si chiese
vagamente cosa desiderasse ancora quella donna - le aveva già
rovinato l’estate! - ma quando giunse dinanzi alla porta
aperta della carrozza trovò la stazione deserta.
Fece per tornare
indietro, pensando che Malfoy doveva aver perso qualche rotella -
forse i M.A.G.O. dovevano avergli dato al cervello! - non si
parlavano dallo oltre un anno e adesso se ne usciva con quegli
scherzi idioti? Non fece in tempo a ruotare su sé stessa però
che un paio di mani la trattennero rivolta verso la porta.
“Ma che diav…”
provò a ribellarsi invano. Le mani si posarono sui suoi occhi
e lei sentì la forma di un petto dietro la schiena. Sempre ad
occhi coperti, quel qualcuno la fece voltare nella sua direzione.
Lily si chiese se
qualcuno lassù ce l’avesse con lei quella mattina e si
dipinse sul volto un’espressione scettica. Sentì uno
sbuffo sommesso, vagamente familiare e le mani vennero sostituite da
una benda.
Si pietrificò,
aveva avuto come una folgorazione e il sospetto di sapere chi fosse
la persona che aveva dinanzi la shockò troppo per permetterle
di reagire.
Due labbra calde
sfiorarono le sue e dentro il petto di Lily i polmoni parvero
implodere, aveva bisogno di aria. I secondi scandivano i battiti del
suo cuore. Lily non resistette e azzerò la distanza con un
lieve bacio. La sua bocca prese a muoversi lentamente su quella del
suo “interlocutore”, che iniziò ad assecondarla.
Pian piano si fecero
più audaci, mentre il bacio si approfondiva. Una lingua calda
s’intrufolò all’interno della sua bocca e la mente
di Lily si annebbiò. Sollevò le braccia e cinse il
collo del ragazzo con cui stava avendo quel piacevole scambio di
opinioni e quando strinse i capelli fra le dita non ebbe più
dubbi su chi fosse.
Raggiungere quella
consapevolezza le provocò un blackout cerebrale. Si aggrappò
con forza a quella speranza sopita, che rispose entusiasta e la
sollevò tra le braccia, sbattendola contro il muro.
Le mani di Lily
corsero alla benda e la sciolsero e finalmente poté fissare il
suo sguardo verde in quello grigio che la osservava, per poi
spostarsi sulle labbra gonfie ad un centimetro dalle sue.
Depose un ultimo
delicato bacio su di esse e poggiò la fronte contro quella del
ragazzo biondo che ancora la stringeva.
“Mi
hai baciato” ansimò lui, negli
occhi un brillio divertito.
Lily si staccò
di mezzo centimetro e gli restituì lo sguardo, nella testa le
immagini di un pomeriggio al parco, durante il quale un ragazzino
arrogante era entrato prepotentemente nella sua vita, distruggendole
un castello di sabbia e baciandola subito dopo.
Scoppiò in
una risata divertita e rispose: “No,
sei stato tu a baciare me”.
Intrecciò le
mani a quelle del ragazzo e pensò che d’ora in poi i
pranzi domenicali non sarebbero stati più tanto irritanti.
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