Happy meal

di Geneviev
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Happy meal ***
Capitolo 2: *** Ronald mcDonald ***
Capitolo 3: *** Angelico happy meal ***



Capitolo 1
*** Happy meal ***


 

Un happy meal

 

 

Un banalissimo fast food affollato di gente, chiassoso e pregno di odore cancerogenicamente sfizioso di patatine fritte e hamburger speziati, grondanti salse.

Le piastrelle bianche del pavimento su cui le scarpe da tennis fischiavano odoravano di detergente e su ogni parete erano appesi cartelli rossi e gialli che pubblicizzavano i vari fast menù.

Un piccolo bambino, vestito di una salopette di jeans e di una camicia a quadretti rossi e bianchi, si fece largo fra le persone per raggiungere il bancone nero, a cui arrivava appena, dove un commesso con la camicia blu e un cappellino sulla testa aveva appena finito di servire i suoi clienti.

"Ciao" salutò il commesso cordiale, sorridendo al piccolo Dean, che sembrava un po’ impacciato.

"Un happy meal" disse Dean con una voce da bambino tenero e coccoloso.

"Un happy meal" ripeté il commesso annuendo. "Hamburger, cheeseburger, chicken mc nuggets o mc toast?" chiese, ammiccando con fare convincente al bambino che lo fissava perplesso. "Mh?".

"Un happy meal" disse ancora il piccolo Dean, con i capelli castani tutti spettinati, mezzonascondendosi dietro al bancone su cui aveva appoggiato le manine.

Il commesso sorrise di fronte all’innocenza di quel pargolo, non che futuro killer e scatenatore dell’apocalisse. Si chinò in avanti poggiando gli avambracci al piano scuro.

"Hamburger, cheeseburger, chicken mc nuggets o mc toast?" ribadì il commesso, osservando il piccolo Dean che muoveva impaziente i piedi e le braccia con l’imbarazzo di un bambino che vuole solo ficcarsi un po’ di schifezze nel pancino.

Il commesso tornò in postura eretta senza spostare gli occhi dal piccolo Dean che rimaneva in silenzio, e sul suo volto da commesso frustrato si stampò un’espressione arrendevole, mentre annuiva al nulla con le labbra socchiuse e le orecchie un po’ a sventola che spuntavano da sotto il berretto.

"Un happy meal. Per piacere" ripeté ancora Dean con gli occhioni innocenti e le guanciotte morbidose. Troppo tenero.

Una rabbia silenziosa prese possesso del corpo del commesso, che strinse convulsamente il monitor della cassa, indispettito, mentre i suoi occhi diventavano completamente neri e l’unico suo desiderio era uccidere quel piccolo marmocchio.

 

 

 

 

 

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Chiedo venia per questo XD Spero almeno che vi abbia fatto sorridere e che mi lascerete qualche commentino! ^^

 

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Capitolo 2
*** Ronald mcDonald ***


 

Ronald McDonald

L’una di pomeriggio di una domenica di ottobre, in un affollato fast food pieno di famiglie con bambini vocianti. Era l’allegria dovuta al fatto che dopo essersi gustati il loro ‘happy meal’ tutto frittoso e salsato con sorpresa annessa, potevano arrampicarsi e rincorrersi sui giochini imbottiti fatti di reti e tubi colorati.

Come se quello non fosse bastato a far strillare i bambini di gioia, quella domenica, c’era un povero ragazzo all’ingresso, vestito da Ronald McDonald, che distribuiva palloncini.

Aveva la faccia completamente dipinta di bianco e intorno alla bocca una grossa chiazza color sangue che sarebbe dovuto sembrare un largo sorriso, il naso dello stesso colore che non avrebbe dovuto sembrare sanguinolento. Aveva una parrucca di folti riccioli rosso acceso sulla testa e lunghe scarpe da clown ai piedi, un vestito giallo che lasciava scoperte le maniche e i calzettoni a strisce rosse e bianche.

Un bambino si era immobilizzato lì accanto, con le manine ancora salate e unte dalle patatine fritte che stringevano un pupazzetto logoro a forma di orsacchiotto, vestito di un largo maglioncino verde e dei jeans. Fissava il pagliaccio con gli occhioni sgranati, senza muovere un muscolo, come se avesse appena visto la Medusa e si fosse tramutato in pietra.

"Ciao bel bambino, lo vuoi un palloncino?" domandò il ragazzo vestito da Ronald McDonald, sorridendo al piccolo Sam, appena finì di modellare lunghi palloncini gommosi per un gruppetto di bambini isterici.

Gli occhi di Sam sembrarono diventare più grandi quando si riempirono di lucide lacrime e il suo viso da bimbo tenero si contorse nella smorfia più triste e terrorizzata dal mondo. Scoppiò a piangere, strizzando gli occhietti e spalancando la boccuccia che ancora non aveva finito di masticare le patatine fritte.

"Oddio" mormorò il ragazzo vestito da pagliaccio, guardandosi attorno freneticamente senza sapere cosa fare, cercando di capire cosa avesse mai fatto di male.

Il piccolo Sam seguitava a piangere, con il corpicino scosso dai singulti, che rimaneva fermo nello stesso punto, la boccuccia ancora aperta da cui uscivano strepiti e singhiozzi.

"Mi scusi" disse desolato un uomo di nome John Winchester, arrivando dietro al bambino per prenderlo in braccio, chetandolo, e riportarlo al tavolo.

 

 

 

 

 

 

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Chiedo nuovamente venia XD e ringrazio per la collaborazione il personale di McDonald's, la famiglia Winchester, e ovviamente chi mi ha letto!

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Capitolo 3
*** Angelico happy meal ***


Nuova pagina 1

Contesto: un punto imprecisato della quinta serie.

 

Angelico happy meal

 

 

“Avrei proprio voglia di un happy meal. Cas, andresti a prendermi un happy meal?” chiese Dean, poggiato allo schienale della panca imbottita.

L’angelo seduto accanto a lui, abbassò per un attimo gli occhi blu sui vassoi pieni d’involti sfatti macchiati di ketchup e cheddar cheese, prima di tornare a guardarlo con un -ma perché non ti alzi tu- stampato sul viso immobile.

“Per favore” aggiunse il cacciatore, con una pallida imitazione dei puppy eyes di Sam. Dean non era molto portato per gli occhioni da cucciolo, ma era altrettanto vero che non era da Dean essere così umilmente gentile.

Castiel, dall’alto della sua angelica accondiscendenza, prese i dollari che il ragazzo gli porgeva e si alzò in piedi, dirigendosi verso il bancone, mente Dean lanciò un’occhiata complice al fratello, seduto dall’altra parte del tavolo, intento a finire la sua coca-cola.

Castiel aspettò diligentemente che fosse il suo turno, e quando la grassa signora afroamericana con i figli al seguito si fu spostata, avanzò di due passi con un fruscio del suo troppo grande e usurato trench, fino a essere di fronte all’impiegato.

“Buon giorno” salutò il commesso nella sua divisa rossa e gialla, con tanto di cappellino e orecchie a sventola. “Mi dica”

“Vorrei un happy meal” rispose Castiel, con la sua voce roca e seria, e un cipiglio concentrato.

“Hamburger, cheeseburger, chicken mc nuggets o mc toast?” chiese il ragazzo con fare annoiato, spostando lo sguardo dallo schermo della cassa per guardarlo.

L’angelo assottigliò di poco le palpebre nell’osservare il mortale, come faceva di solito quando non capiva una battuta di Dean, nel vano tentativo di capire cosa quella creatura stesse dicendo, o almeno che lingua stesse parlando.

“Vorrei un happy meal” ripeté Castiel, optando per il -probabilmente non ha capito-

“Sì, ho capito. Lo vuole con hamburger, cheeseburger, chicken mc nuggets o mc toast?” ribadì il commesso.

“Solo un happy meal” replicò l’angelo, scandendo le parole, come se stesse parlando a una scimmietta.

“Mi sta prendendo in giro?” domandò il commesso in uno scatto poco professionale, con le sopracciglia corrugate e uno sguardo stupito.

Castiel fece un profondo respiro, fulminando l’umano con lo sguardo, quasi convinto di essere lui quello preso in giro, finché dei rumori molto simili a risate non gli giunsero all’orecchio. Si voltò in direzione dei due Winchester.

Dean era piegato in due dalle risate, battendo il pugno sul tavolo di formica, mentre Sam scuoteva il capo con una mano poggiata alla fronte, ridacchiando sconsolato della serie -gliel’ha fatto fare per davvero-

 

 

 

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Ringrazio chiunque abbia letto, e tutti quelli  che hanno sorriso!

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