Iron Man e l'incubo glaciale di Silvia_sic (/viewuser.php?uid=75909)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Imparare ad ascoltare ***
Capitolo 2: *** "Questione di vita o di morte" ***
Capitolo 3: *** La War Machine in azione ***
Capitolo 4: *** A.T.P. ***
Capitolo 5: *** Tutti a Washington DC! ***
Capitolo 6: *** Forse troppa pace... ***
Capitolo 7: *** Il compleanno ***
Capitolo 8: *** Incubo glaciale alla Città degli Angeli ***
Capitolo 9: *** Il piano per la distrutta dell'umanità ***
Capitolo 10: *** Scontro finale ***
Capitolo 11: *** Una dura realtà ***
Capitolo 12: *** Mai abbandonare la speranza ***
Capitolo 1 *** Imparare ad ascoltare ***
capi 1
Questa volta mi
sono dilettata in una storia su Iron Man. Ho immaginato la
continuazione dei 2 film del fantastico uomo di ferro, per leggere
questa storia è importante aver visto tutti e due i film,
soprattutto il primo, altrimenti non si capisce nulla!
Visto che la
sottoscritta è una ragazza, sicuramente ci sono delle parti
romantiche tra Tony e Pepper (sono così carini insieme!!!)
La storia è
divisa a capitoli e spero sia di vostro gradimento...
Ora vi lascio
al primo capitolo, buona lettura e, mi raccomando, ditemi cosa ne
pensate!
Imparare
ad ascoltare
Per
l'ennesima volta Tony Stark nelle vesti di Iron Man aveva sconfitto
il nemico, Ivan Vanko era stato definitivamente eliminato. Ora Iron
Man lavorava per lo S.H.I.E.L.D. contro qualunque nemico che si fosse
presentato per interrompere il rilassante periodo di pace.
Però
dopo qualche settimana alla fine della lotta contro Ivan, i più
grandi nemici dello Stato presero coraggio per affrontare
l'invincibile Iron Man, cercando di prendere poi, il comando di tutto
il pianeta.
Nulla
a competere con la tecnologia e l'astuzia usata da Tony per
perfezionare la formidabile armatura.
Ogni
battaglia durava pressoché pochi minuti, sempre con vincitore il
mitico Iron Man, ma le battaglie si susseguivano velocemente e Tony
Stark era costretto a portarsi con se l'armatura Mark V nell'apposita
valigetta, intervenendo qualora si fosse presentato un immediato
pericolo.
Dopo
l'ultimo attacco, Tony si era chiuso nel suo laboratorio per
sistemare le piccole ammaccature riportate.
-Signore,
gli attacchi si son fatti sempre più frequenti nell'ultima
settimana. Sarebbe opportuno avere molta prudenza.- consigliò la
voce del fidato computer.
-So
quel che faccio Jarvis, non serve farmi la ramanzina ogni volta!
Sembri mia madre!- rispose Tony con sarcasmo.
-La
prudenza non è mai troppa, le persone che le stanno attorno
potrebbero correre un grande pericolo.- enunciò la mente
tecnologica.
Per
tutta risposta, Tony alzò il volume dello stereo per non sentire la
voce di Jarvis, che fu costretto ad arrendersi e a tentare un'altra
via per farlo ragionare. L'unica speranza era la segretaria di
Anthony: la signorina Potts.
Pepper,
come sempre, lavorava nel suo piccolo ufficio all'interno
dell'immensa casa, impegnata dalle varie scartoffie.
-Signorina
Potts, avrei bisogno del suo aiuto- disse la voce metallica di
Jarvis, interrompendo il silenzio della sala.
-Il
mio aiuto? In cosa posso esserti utile?- domandò gentilmente la
ragazza, mentre finiva di riordinare la scrivania.
-Si
tratta del signor Stark- informò sempre con il tono di voce calmo.
-Ha
fatto saltare in aria qualcos'altro? È ferito?- chiese preoccupata
interrompendo il lavoro e attendendo una risposta da parte del
computer.
-Niente
di tutto ciò signorina Potts. Dovrebbe solo parlargli, credo che lei
sia l'unica persona in grado di farlo ragionare.- disse facendo
tirare un sospiro di sollievo a Pepper, che temeva per l'incolumità
della casa e soprattutto di lui.
-Su
cosa dovrei farlo ragionare?- domandò spostandosi, poi, in salotto.
-Sul
pericolo che lo circonda. Deve essere più prudente durante gli
scontri, perchè potrebbe coinvolgere anche degli innocenti.- enunciò
Jarvis.
-Sono
pienamente d'accordo con te, vado a parlargli immediatamente!- disse
appoggiando i vari registri sul tavolo e scendendo le scale per
raggiungere il laboratorio dove si trovava Tony, impegnato con
l'armatura.
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Arrivata
davanti alle porte di vetro vide Tony impegnato a riparare l'armatura
Mark VI con il volume dello stereo al massimo.
-Perchè
lo hai chiuso? Stavo ascoltando musica!- obbiettò Tony appena Pepper
abbassò del tutto il volume della musica.
-Se
ha intenzione di diventare sordo è sulla buona strada.... comunque
dobbiamo parlare- proferì Pepper attendendo l'attenzione di Tony.
-Son
tutt'orecchi...- disse Tony continuando a maneggiare con la chiave
inglese e non distogliendo lo sguardo dall'armatura.
Non
ottenendo la sua attenzione, Pepper strappò la chiave inglese dalle
sue mani.
-Ma...-
cercò di protestare -Ok.... e non mi squadrare con quello sguardo!
Lo so che devo ancora firmare tutte quelle cartacce e devo ancora
approvare le spedizioni, ma...- disse cercando di giustificarsi.
-Cosa?!?!
Non ha ancora approvato le spedizioni? I clienti le aspettano per
domani!- esclamò con fare di rimprovero, scordandosi del suo vero
obbiettivo. -Comunque non sono qua per discutere di lavoro....-
-Hai
parlato con Jarvis?- chiese guardandola negli occhi e intuendo la
risposta... -Ecco lo sapevo! Ma perchè quel computer deve sempre
ricorrere alle maniere forti?- si domandò retorico, cercando una via
di fuga camminando per il laboratorio.
-Perchè
lei ragiona solo con le maniere forti! E l'unica a inculcarle il buon
senso sono io!- esclamò rincorrendolo tra i macchinari.
-Per
l'ennesima volta: so quel che faccio!-
-No!
Tu non sai quel che fai!- disse afferrandolo per il braccio,
facendolo voltare per guardarlo negli occhi. -Non puoi capire la mia
preoccupazione quando combatti contro il nemico di turno! Tu non
capisci!- esclamò cercando di trattenere le lacrime che, pungenti
cercavano di scendere dai suoi occhi.
Tony
la guardò negli occhi e poi parlò:-Scusa, hai ragione. Ti prometto
che userò più prudenza e parlerò con il Presidente per cercare una
soluzione al problema. Però devi stare tranquilla, ne ho passate di
peggiori!- disse prendendole le mani e guardandola negli occhi.
-Cambiando argomento... finalmente ti sei decisa di darmi del Tu,
dopo un mese di relazione! Facciamo passi da gigante!- esclamò
facendola sorridere.
-Tony,
tu sei tutto quello che ho! Non voglio perderti!- disse per poi
saltargli tra le braccia.
-Non
ho nessuno a parte te, non correrò il rischio di perderti! Puoi
stare tranquilla!- disse guardandola negli occhi, leggermente resi
lucidi dalle lacrime.
Erano
in mezzo al laboratorio abbracciati, con i volti vicinissimi tra loro
e le labbra che si stavano per congiungere in un romantico bacio.
Quando....
-Signore,
non vorrei interrompere il dolce momento, ma la devo avvertire che la
polizia di Los Angeles ha chiesto il suo intervento per un'altra
minaccia!- enunciò la voce metallica di Jarvis.
I
due si allontanarono tra loro e Tony rispose al computer:
-Ma
non potevi aspettare 5 minuti? Stavamo parlando! E poi, io oggi non
posso andare.- proferì Tony.
-Signore,
deve assolutamente rispondere alla richiesta.-
-Contatta
il colonnello Rhodes e digli di occuparsene lui, non dovrebbe
dispiacergli visto che non mi ha ancora restituito la War Machine!-
ordinò Tony pensando che l'amico Rhody se la sarebbe cavata bene
anche senza il suo aiuto.
-Sarà
fatto signore- rispose Jarvis interrompendo la comunicazione.
-Ma
scusa, perchè non puoi occupartene tu?!- domandò Pepper.
-Intanto
perchè nell'ultimo scontro, quel babbeo di uomo talpa è riuscito a
rovinarmi la vernice dell'armatura, non vorrai mica che i miei fans
vedessero l'armatura con un piccolo graffio sulla corazza del
braccio?!-
-Certo!
È una cosa inaudita!- esclamò Pepper ridendo.
-Appunto!
E in secondo luogo, stasera ho un appuntamento...- enunciò non
finendo la frase.
-E
con chi?- domandò la ragazza curiosa.
-Con
te, ovvio! Usciamo a cena, una pausa farà bene a tutti e 2!- esclamò
dirigendosi verso l'uscita del laboratorio.
-Ma
non dovevi verniciare l'armatura?- chiese Pepper.
-Ah!
Giusto! Cosa farei senza di te!- esclamò facendola sorridere. -Ferro
Vecchio! Occupati dell'armatura! E non voglio danni al mio ritorno!
Altrimenti papino si arrabbia!- ordinò al robottino tuttofare.
-Bene
ora possiamo anche andare! Avanti piccola!- disse alzando Pepper da
terra e posizionandola sulla sua spalla a modo di sacco di patate.
-Noooo!
Tony! Rimettimi giù! So camminare con le mie gambe da sola!-
protestò la ragazza, cercando di divincolarsi per farsi mettere a
terra senza, però nessun successo.
-Non
puoi far nulla contro l'invincibile Iron Man!- esclamò Tony,
scomparendo per le scale con Pepper ancora sulla spalla.
Continua... |
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Capitolo 2 *** "Questione di vita o di morte" ***
capi2
“Questione
di vita o di morte”
Intanto Jarvis
si preoccupò di contattare il colonnello Rhodes per la missione a
Los Angeles.
Il telefonò
squillò, la chiamata proveniva dalla casa di Anthony, e Rhody
rispose:
-Ciao Tony, è
da un po' che non ci si sente!-
-Mi dispiace
deluderla colonnello, ma non sono il signor Stark.- disse la voce di
Jarvis.
-Jarvis!? È
successo qualcosa?- chiese confuso, per la chiamata da parte
dell'intelligentissimo computer.
-Nulla di
preoccupante colonnello. Se non le dispiace dovrebbe occuparsi
dell'attacco di pochi minuti fa a Los Angeles. Il signor Stark non è
potuto intervenire e mi ha chiesto di domandarle se poteva
occuparsene lei.- spiegò Jarvis.
-Certamente!
Nessun problema, potrei usare la War Machine, ce l'ho ancora io.-
informò mentre ammirava l'armatura, custodita al centro militare.
-Mi metterò in
contatto con lei appena attiverà l'armatura-
-Perfetto! Sarò
pronto in pochi minuti- disse chiudendo la conversazione.
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Nel frattempo
Tony e Pepper si prepararono per la serata, nonostante tutto Tony
aveva ragione: un po' di svago avrebbe fatto bene ad entrambi e una
serata romantica al ristorante era quello che serviva.
Tony si
avventurò nella stanza-guardaroba per cercare qualcosa da mettersi,
aveva moltissimi vestiti che nemmeno sapeva di possedere e tra quelli
trovò un completo maschile composto da giacca e pantaloni color
beige firmato Giorgio Armani.
Il modello
attirò il suo sguardo, così decise di provarselo con una maglia
bianca sotto, come prova. Il risultato fu sorprendente... gli calzava
a pennello, risaltava il suo bel fisico da affascinante playboy! Però
gli mancava una bella camicia, cravatta e scarpe.
Come camicia
optò per una bianca, aggiungendo un tocco di classe con un bel paio
di gemelli ai polsini, ma quando andò a cercare una cravatta da
mettere... si trovò un po' in difficoltà! Infatti aveva un intero
armadio dedicato a tutti i tipi di cravatte! Ce n'erano veramente di
tutte le varietà e colori: a strisce, pallini, quadretti, con varie
decorazioni e a tinta unita!
Davanti a
quell'ardua scelta, cominciò a sudare freddo! Di solito per la
scelta della cravatta ci pensava sempre Pepper, ma in questo caso
chiamare la persona con cui si sta per uscire a cena per farle
scegliere la cravatta, non sembrava proprio il caso!
Ragion per cui
doveva arrangiarsi da solo:
-Jarvis! Vieni
subito, è una questione di vita o di morte!- disse Tony chiamando il
fidato computer.
-Mi dica
signore!- proferì Jarvis subito dopo.
-Avrei bisogno
di un suggerimento per la scelta della cravatta!- enunciò convinto
del fatto che Jarvis gli sarebbe stato d'aiuto.
-La cravatta?
Mi dispiace deluderla, ma non sono molto azzeccato per la scelta di
cravatte.- enunciò la mente tecnologica.
-Basati sulle
scelte che faceva Pepper per abbinarla al resto! Io davanti a questo
armadio mi sparerei un colpo, non so proprio come facciano le donne!-
Dopo un momento
di silenzio per analizzare i dati dei precedenti completi, Jarvis
parlò: -Non posso aiutarla questa volta, nessun dato è
utilizzabile visto che il completo che indossa non l'ha mai usato,
però potrei suggerirle di indossare una cravatta dello stesso colore
del completo che indosserà la signorina Potts.-
-Mi sembra una
splendida idea! Potevo arrivarci anche da solo!- esclamò entusiasta,
prima di riscontrare un piccolo problema. -L'unico intoppo è che non
ho la più pallida idea di cosa indosserà Pepper!- disse passandosi
una mano sugli occhi, ormai disperato.
-Ho pensato
pure a quello signore. La signorina Potts indosserà un vestito blu,
un regalo di compleanno scelto da Pepper da parte sua-
-E come fai a
saperlo?- domandò curioso.
-Pochi minuti
fa, la signorina Potts mi ha chiesto di prelevarlo dal suo
guardaroba, quindi credo che indosserà quel completo.- rispose
Jarvis.
-Ma non potevi
dirmelo prima?!?! Comunque quest'anno del suo regalo di compleanno
potrei occuparmene io. Visto che si è sempre scelta i regali lei...
questa volta le faccio una sorpresa!- enunciò soddisfatto per la
decisione.
-Mi sembra
un'ottima idea.- proferì il computer.
Tony cominciò
a selezionare le cravatte blu tra tutte le altre, quando finì... si
ritrovò con 10 cravatte blu da poter scegliere.
-Io mi chiedo
perchè tengo così tante cravatte! Tuttavia opterei per una cravatta
a tinta unita- disse prendendo in mano l'oggetto in questione e
ributtando disordinatamente nell'armadio le altre cravatte blu.
-Almeno so come
si fa il nodo della cravatta. Non sono ancora da buttare!- disse
sistemandosi la cravatta intorno al collo.
Poi si guardò
allo specchio... era decisamente stupendo, un vero figurino.
Indossava un elegante completo maschile beige, camicia bianca, scarpe
sportive nere e la semplice cravatta blu che gli donava un tocco di
classe.
-Potrei fare il
modello! Sono veramente irresistibile!- enunciò, vantandosi davanti
al grande specchio.
-Sprecare la
sua intelligenza nel campo della moda mi sembrerebbe inutile. Lei è
bravo a fare il lavoro che svolge ora. Di modelli ce ne sono
parecchi, ma di menti geniali come la sua ce ne sono ben poche.-
disse il computer, esprimendo la sua opinione.
-Grazie! Ma tu
non dovevi andare da Rhody?- chiese Tony.
-Il colonnello
Rhodes ha appena attivato l'armatura, ora devo collegarmi con lui. Le
auguro una buona serata, arrivederci!- disse Jarvis chiudendo la
conversazione.
Tony finì di
sistemarsi mettendosi un po' di profumo e poi andò ad aspettare
l'arrivo di Pepper in salotto.
Aveva prenotato
in un lussuosissimo ristorante in centro a Malibu, dove era cliente
abituale per le cene di lavoro.
Dopo pochi
minuti di attesa, vide Pepper in cima alle scale pronta a scenderle e
ne rimase sbalordito. Era una visione angelica, indossava un elegante
vestito blu senza maniche, i capelli mossi le cadevano dolcemente
sulle spalle coperte da un leggerissimo coprispalle, al collo aveva
un semplice ciondolo in oro bianco e calzava un paio di eleganti
scarpe blu con tacco non esageratamente alto.
Tony era
rimasto incantato, continuò a fissarla fino a quando gli fu davanti
agli occhi e lei lo risvegliò da quel piccolo periodo di coma
dicendo:- Sono pronta! Possiamo andare!-
-Sei veramente
uno schianto!- enunciò dopo essersi ripreso.
-Grazie!-
rispose lei sorridendo.
-Fatti
guardare!-disse prendendola per mano e facendola volteggiare. -Il
colore blu ti dona tantissimo, risalta la tua bellezza!-
-E smettila!
Non prendermi in giro!- esclamò lei sempre ridendo.
-Non ti sto
prendendo in giro! Sei veramente uno schianto! Forse potremmo anche
non andare a cena e stare a casa...- proferì prendendola per i
fianchi e avvicinandola a sé, con fare malizioso.
-Se fai il
bravo, forse dopo ti premio...- disse lei rispondendo alla
provocazione e sfuggendo dalle sue braccia muscolose. -Ora si va a
cena!- esclamò dirigendosi verso la porta.
-Mi arrendo!
Bhè, almeno ci ho provato!- disse raggiungendola e uscendo insieme
per godersi una splendida serata.
Continua... |
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Capitolo 3 *** La War Machine in azione ***
capi3
La
War Machine in azione
Il colonnello
Rhodes preparò anche una pattuglia di soldati aeronautici per
aiutarlo nella battaglia, se ne fosse stato necessario. Poi indossò
l'armatura e il computer Jarvis si mise in contatto con lui, facendo
una revisione della corazza.
-Mi scusi per
il ritardo colonnello, ma il signor Stark aveva bisogno di un mio
consiglio...- enunciò Jarvis dopo aver risposto alla chiamata.
-Che tipo di
consiglio?- chiese curioso Rhody.
-Era una
questione di vita o di morte per la scelta della cravatta, stasera
usciva a cena con la signorina Potts, ecco perchè non è potuto
intervenire personalmente a Los Angeles- spiegò il computer,
provocando una risata da parte del colonnello.
-Solo per Tony
la scelta della cravatta è una questione di vita o di morte! Almeno
un po' di divertimento me lo lascia anche a me!- disse riferendosi
alla missione.
-Possiamo
cominciare la revisione: propulsori, attivi. Armi, attive.- disse
Jarvis - Visuale aeronautica,..-
-Attiva!
Possiamo partire!- esclamò Rhody finendo la frase del computer.
-Colonnello,
l'intervento dell'esercito non sarà necessario. Il suo lavoro
dovrebbe bastare.- informò la mente tecnologica, calcolando le
probabilità di vittoria contro il nuovo nemico.
-Non ci si deve
basare sempre sui calcoli, è opportuno avere molta prudenza e poi
farò sgranchire le gambe ai piloti, una specie di esercitazione!-
rispose.
-Lei è
l'opposto del signor Stark.- proferì Jarvis, ricordando la
discussione avuta con il signor Stark poco tempo prima.
-Tony è sempre
stato un tipo a cui piace il pericolo!- disse ricordando i vecchi
tempi. Poi fece una serie di movimenti per assicurarsi che la War
Machine fosse stata abbastanza maneggevole... erano pronti per
partire verso la meta.
Il colonnello
era collegato vocalmente agli aerei miliari
-Pronti al
decollo tra...3...2...1...partenza!- disse attivando i propulsori e
decollando, portandosi dietro la flotta militare volante, per
raggiungere l'area di combattimento: la fantastica città di Los
Angeles.
Il volo non
durò molto, grazie all'uso dei turbo propulsori, Rhody si era
assicurato che gli aerei militari sarebbero intervenuti solo su suo
specifico ordine e gli aveva comandato di stare pronti
all'intervento, ad alta quota nei pressi di Los Angeles.
Rhody atterrò
nel punto da dove era partito il soccorso d'aiuto e vide che davanti
ad un'importante monumento erano radunate varie pattuglie di polizia.
Allora domandò ad un agente, un po' fuori forma, quale fosse la
minaccia per cui aveva dovuto intervenire.
-Mi scusi
agente...- disse richiamando l'attenzione di tutti, che non si erano
accorti del suo arrivo -Cosa succede? Dov'è il pericolo?-
-Ma lei non è
Iron Man!- esclamò l'agente a cui si era rivolto.
-Sono il
colonnello Rhodes, Iron Man non è potuto intervenire. Ho già
combattuto al fianco di Iron Man contro Ivan Vanko.- informò
presentandosi.
-Ah sì, mi
ricordo! Bene siamo felice che sia qui!-
-Ok... ma cosa
dovrei fare?! Io non vedo nessuna minaccia! Cosa succede? - chiese
leggermente innervosito per non aver ottenuto una risposta e anche
perchè l'agente non lo aveva riconosciuto prima.
-Si calmi!
Adesso le spiego tutto...-rispose l'agente notando il tono alterato
nella voce del colonnello. -Allora... stasera in quel palazzo si è
tenuta una serata di beneficenza, ma un pazzo armato fino ai denti è
entrato e ha preso in ostaggio le persone più importanti d'America!
C'è anche il Presidente là dentro! Deve fare qualcosa per fermarlo
altrimenti farà una strage!- urlò l'agente sull'orlo di una crisi
di panico, perchè la responsabilità dell'ordine di polizia era sua.
-Ok, ho capito.
Avete identificato l'individuo?- chiese sperando in una risposta
affermativa.
-Certo! È
stato subito identificato...- disse facendosi passare dei fogli con i
dati del malvivente -Sappiamo che è scappato da prigione pochi
giorni fa ed erano sulle sue traccie. Il suo nome è Bob Sneijder, è
finito in prigione per rapina a mano armata. L'allarme lo ha dato una
vecchietta e ha testimoniato che il ragazzo era armato fino ai denti!
Dev'essere un ragazzo ossessionato dalle armi!- informò per dopo
guardare l'armatura e dire -Mai quanto lei suppongo! Più armato di
così non si può!- manifestando una fragorosa risata.
-Veramente...
mi manca l'arma per far tacere un poliziotto...- proferì Rhody
mettendo a tacere il poliziotto panciuto. -Dovrete creare un
diversivo. Parlate con lui attraverso un megafono, per distrarlo,
intanto io entrerò dal condotto dell'aria, arriverò alla sala
principale dove si trova Bob e dopo averlo disarmato lo ributterò in
prigione!- enunciò convinto del suo magnifico piano.
Poi quando
l'agente cominciò a parlare al megafono con Bob, Rhody planò sul
tetto dell'edificio e si introdusse nei condotti di ventilazione.
-Bob, è il
capo della polizia che ti parla! Noi possiamo aiutarti, non devi fare
niente di stupido, peggiorerà solamente le cose! Quindi possiamo
risolverla in modo civile, lascia andare gli ostaggi!-disse l'agente
cercando un discorso per distrarre il malvivente.
-Tanto a cosa
servirebbe? Mi sbatterete di nuovo in quella schifosa e fredda cella!
Posso farla finita qui e porterò con me tutti gli ostaggi!- rispose
Bob attraverso un altro megafono trovato per caso.
-Non dire
idiozie! Di vita ce n'è una sola! Puoi ancora sistemarla, devi fare
solo ciò che ti diciamo noi!- enunciò il poliziotto, non ottenendo
più risposta. Mentre Rhody cercava, attraverso i condotti di
ventilazione la postazione del signor Sneijder.
-Jarvis, riesci
ad individuare la sala dove sta Bob?- chiese Rhody viaggiando
attraverso le gallerie dell'edificio.
-Certo signore.
Deve proseguire diritto per una decina di metri, poi potrà
analizzare con i suoi occhi la situazione... c'è una grata che si
affaccia sulla sala- rispose sempre con il solito tono calmo e
cordiale.
Il colonnello
fece ciò che gli era stato detto e subito dopo 10 metri aveva la
visuale completa sulla sala dove erano riuniti tutti gli ostaggi e
Bob.
Rimase
sbalordito... l'uomo che doveva essere armato fino ai denti era
munito di una semplice pistola revolver che teneva in tasca, mentre
tutti gli ostaggi erano comodamente seduti sulle poltrone e
conversavano sottovoce.
-Se quello è
armato fino ai denti io sono donna! E qui, sappiamo benissimo, tutti
e due, che non lo sono!- disse leggermente irritato, capendo che il
suo intervento era una pura perdita di tempo.
-Certo signore!
Si tratta nuovamente di un falso allarme, il quale poteva intervenire
la polizia senza il nostro aiuto.- spiegò Jarvis.
-Allora è già
successo...-
-Mi dispiace
dirlo, ma sì, è già successo!- proferì riferendosi agli sprecati
interventi di Iron Man per una missione del tipo non pericolosa.
-Ormai che
siamo qua, tutto quello che possiamo fare è agire- disse Rhody
sferrando un calcio alla grata, scendendo nella sala.
Bob sentendo il
rumore si girò e impugnò la revolver puntandola verso la War
Machine.
Rhody vide che
il ragazzo tremava dalla paura e non sapeva nemmeno impugnare l'arma.
-Avanti
ragazzo, vieni con me che ti riporto al fresco!- esclamò Rhody
facendo un passo verso il criminale.
-Non ti
muovere, altrimenti sparo!- avvertì Bob saldando meglio la presa
sulla revolver.
-Fa un po' come
credi...- disse avanzando a passo sicuro verso il ragazzo.
Le pattuglie di
polizia, sistemate fuori dallo stabilimento, sentirono 5 colpi di
pistola e poi un silenzio inquietante.
Bob teneva
stretta tra le mani l'arma fumante, aveva esaurito tutti i proiettili
colpendo la War Machine, ma senza provocarle un solo graffio.
Dopo pochi
secondi di silenzio:
-Adesso tocca a
me!- enunciò il colonnello Rhodes estasiato, mettendo in risalto
tutte le armi che equipaggiavano l'armatura.
A quella vista,
Bob sgranò gli occhi terrorizzato e scappò verso l'uscita
dell'edificio, dirigendosi verso le pattuglie di polizia.
-Chiedo
perdono! Non scapperò più di prigione! Ma ora riportatemi in cella!
Via di qui!!- urlò in preda al panico.
Poi si diresse
verso il capo della polizia...
-Mi ammanetti!
Presto, non c'è più tempo! Riportatemi al fresco!- pregò, porgendo
i polsi per farsi ammanettare.
Il signor
Sneijder fu subito accontentato e rispedito nella sua bella cella
nella prigione principale della regione.
La War Machine
uscì tranquillamente dall'edificio seguita da tutti gli ex ostaggi e
si diresse verso l'agente grassottello per fare una bella
chiacchierata.
-Grazie
colonnello! Senza di lei non ce l'avremmo fatta!- esclamò l'agente
vedendo l'armatura incamminarsi verso di lui.
-Non è affatto
vero! Poteva farlo anche uno dei vostri agenti! Io me ne vado! E dica
alla vecchietta che ha visto Bob, armato fino ai denti, di farsi fare
un paio di occhiali da vista!- disse prima di prendere il volo e
tornare alla base con tutta la flotta aerea.
Era stato uno
spreco di tempo, una vera sciocchezza! Rhody decise che era meglio
discutere con Tony di quella faccenda... E così, dopo essersi
assicurato che i piloti militari abbiano tutti fatto ritorno alla
base Edwards Air Force, visto che era di passaggio, si fermò alla
casa di Malibu di Tony.
continua... |
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Capitolo 4 *** A.T.P. ***
capi4
A.T.P.
Tony e Pepper
erano appena rincasati dopo aver passato una splendida e rilassante
serata.
Andarono
sull'ampio terrazzo della casa per ammirare il cielo ricoperto da
migliaia di stelle, che brillavano come diamanti.
-È veramente
stupendo!- disse la ragazza mentre ammirava il firmamento.
-A ha!- rispose
lui guardando disinteressato il cielo.
-Cos'hai? Sei
strano, prima andava tutto apposto!- enunciò notando lo strano
cambiamento di umore da parte di Tony.
-Stasera credo
di aver fatto il bravo... ma non ho visto nessun premio!- esclamò
facendo il finto offeso, facendo scoppiare Pepper in un'argentina
risata.
-Allora è per
questo... tranquillo, il premio te lo meriti!- proferì,
avvicinandosi a lui finendogli davanti a un palmo dal naso.
-Quindi non ti
dispiace se il mio premio inizierà rubandoti un bacio...-disse
sussurrando, per poi abbracciarla e avvicinarsela ancora di più al
suo corpo.
E, tanto per
cambiare, a interrompere quel romantico momento ci pensarono Jarvis e
Rhody...
Infatti la War
Machine atterrò proprio sul terrazzo dove si trovavano i due.
-Tony! Pepper!
È... è bello rivedervi!- esclamò Rhody leggermente imbarazzato per
l'intrusione inaspettata.
I 2 non
sapevano cosa dire, non avevano bene realizzato che cosa stava
succedendo, poi parlò Jarvis: -Signor Stark, signorina Potts...
passato bene la serata?-
Tony mollò la
presa su Pepper che si allontanò di 3 passi da lui, rossa in viso
per l'imbarazzo.
-Avete tutti un
ottimo tempismo per interrompere le persone! Che Parlano!- esclamò
riferendosi a Jarvis per l'interruzione nel laboratorio e per Rhody
per essere piombato senza preavviso sul terrazzo.
-Sì sì, di
quello che vuoi, ma voi due non stavate parlando! Io e te stiamo
parlando... se per te quello vuol dir parlare, dovrò mantenere le
distanze!- disse scherzando e cercando di cancellare l'imbarazzo
creato.
-Comunque...
cosa sei venuto a fare qui?- chiese Tony.
-Devo parlarti,
si tratta delle missioni.- enunciò il colonnello con tono serio e
fermo.
-Ok...
dimmi...-disse Tony attendendo la notizia.
-Non sarebbe
meglio entrare in casa?! Vi sedete e parlate!- consigliò Pepper
dirigendosi verso la porta che dava al salotto.
-Sì, mi sembra
una splendida idea! Forza entriamo!- enunciò Tony seguendo la
ragazza.
Rhody, sempre
con l'armatura indosso, seguì i 2, ma venne subito bloccato da Tony.
-Dove credi di
andare con quell'armatura? Pepper mi ha proibito di entrare in casa
con la mia corazza, dopo quel disastro che ho combinato, mi sembra il
minimo... e lo stesso vale per te, ti ricordo che mi hai aiutato
anche tu a distruggere la mia bella abitazione!- esclamò ricordando
il giorno del suo compleanno quando aveva rischiato di distruggere
l'intera città.
-L'addestramento
dà i suoi frutti! Vero, Pepper?- disse il colonnello ridendo.
-Diciamo che
sta diventando un po' più obbediente...- disse anche lei ridendo.
-Ma che
simpatico che sei!- esclamò Tony prendendo in giro l'amico.
-Dove posso
togliermi l'armatura?- chiese Rhody.
-Jarvis, porta
il colonnello Rhodes al laboratorio e usa i macchinari per smontare
l'armatura...- proferì Tony richiamando il computer.
-Sarà fatto
signore!- rispose Jarvis, conducendo il colonnello verso il
laboratorio di Tony, dove teneva tutte le armature.
********************************************************************************
Rhody, dopo
pochi minuti raggiunse Tony e Pepper in salotto che stavano
conversando sulla discussione trascurata riguardo le spedizioni non
ancora approvate dal signor Stark.
-Ecco! Quello
vuol dire parlare!- esclamò Rhody facendo la sua entrata nella sala.
-Avanti,
siediti e dimmi tutto! Com'è andata a Los Angeles?- chiese Tony
facendo accomodare l'amico sul comodo divano in pelle chiara
pregiata.
-Appunto... per
quella missione poteva occuparsene benissimo la polizia... e..-
enunciò non riuscendo a finire la frase per la brusca interruzione
da parte di Tony.
-Hanno chiamato
ancora per una missione A.T.P.?!? Ma non è possibile! È già la
decima volta che succede! Adesso basta! Dovrò prendere
provvedimenti!- affermò convinto, alzandosi e dirigendosi verso il
laboratorio.
Rhody lo
guardava allontanarsi con occhi sbalorditi, una reazione del genere
non se la sarebbe mai aspettata, poi cercò spiegazioni da parte di
Pepper.
-Le missioni
che?!?!-
-Le missioni
A.T.P., le ha battezzate lui così. Significa le missioni A Tempo
Perso!- enunciò Pepper risistemando i documenti posti sul tavolino.
-Ma adesso dove
vuole andare?!?!- chiese leggermente spaventato nel ricevere una
risposta, pensando che Tony avrebbe fatto qualcosa di veramente
stupido.
-Semplice, si
sarà andato a preparare per andare dal Presidente- disse
tranquillamente senza la minima preoccupazione.
-Dal
Presidente?!?! E a fare cosa!?!?- esclamò agitato, scattando in
piedi, come se qualcosa lo avesse punto.
-A dirgliene 4!
Mi sembra ovvio!- affermò convinta più che mai.
-Pepper?! Stai
dando i numeri?! Ti ricordo che il Presidente è il Presidente mica
il vicino di casa, che ci puoi litigare quanto vuoi!!! La vicinanza a
Tony ti ha fatto male!- proferì il colonnello non credendo alle sue
orecchie.
-Sarà anche il
Presidente, ma Tony è pur sempre Iron Man! Il Presidente ha dato il
numero per contattare Iron Man, in caso di pericolo, a tutti! E
quando dico tutti, dico proprio a tutti! Un paio di giorni fa è
stato chiamato dalla Germania, per un “pericolo imminente”, alla
fine dopo ore di volo per arrivare in tempo fino in Europa,
l'emergenza è stato un gattino che non riusciva a scendere
dall'albero! È tornato a casa stanco morto solo per il viaggio che
in conclusione non ha portato nessun beneficio per la popolazione!
Poi dimmi se non ha il diritto di protestare!- esclamò, spiegando
per filo e per segno la situazione.
-Fino in
Germania?!?! Ma sono impazziti? Diciamo che al Presidente è sfuggita
la situazione dalle mani! Ma mica vorrà andarci con la corazza Iron
Man e far saltar tutto in aria!?- domandò sarcastico.
-Spero di
no...- rispose Pepper, facendo rabbrividire Rhody che si stava
immaginando Iron Man che distruggeva la Casa Bianca.
Subito dopo, il
casino che veniva dal laboratorio cessò e si sentirono i passi di
Tony salire le scale per arrivare al salotto. Una volta giunto nella
sala, si sedette nuovamente sul divano sotto lo sguardo esaminatore
di Pepper e Rhody, che non capivano il continuo sbalzo di umore.
-Che succede?-
chiese Pepper.
-La vernice di
Mark VI non si è ancora asciugata... e non posso andare fino a
Washington... - disse con sguardo leggermente dispiaciuto. -Non
importa! Ci andrò domani mattina, almeno troverò il Presidente
sveglio e non nel letto con la vestaglia!- esclamò riacquistando il
buon umore.
-Visto che ci
vai domani mattina, verrò anche io.- enunciò Rhody, sollevato del
fatto che Tony, per la fine della serata, non avrebbe creato nessun
casino.
-E con cosa
verresti? In aereo? Se vuoi ti presto l'aereo privato- disse Tony.
-Verrò con la
War Machine!- dichiarò convinto del fatto che Tony gliela avrebbe
restituita senza alcun problema.
-No, no, caro!
La MIA invenzione resta qui con il resto delle armature! Te la farò
usare solo in caso di assoluta necessità e pericolo!- enunciò Tony,
ridendo per la faccia sbigottita dell'amico, che non aveva pensato
alle conseguenze nel togliersi la corazza.
-Va bene, hai
ragione... è tua... Ma io come faccio a tornare a casa? Mica so
volare da solo!- proferì, cercando una qualunque via d'uscita per
riottenere la War Machine.
-Tranquillo! Ho
la casa abbastanza grande per contenere 3 persone... puoi dormire
nella stanza degli ospiti. E domani mattina mi seguirai con l'aereo!-
propose Tony, ottenendo rassegnazione da parte del colonnello.
-Niente
affatto!- annunciò la voce di Pepper. -Rhody può tranquillamente
dormire qui, ma il fatto che dovrebbe seguirti con un aereo per il
cielo, non mi sta proprio a genio! Chissà cosa siete in grado di
combinare insieme voi 2! Quindi... domani andrete tutti e 2 a
Washington con l'aereo e verrò anche io!- esclamò decisa e
autoritaria. -E niente ma!- aggiunse quando vide Tony pronto per
obbiettare.
-Perfetto! Mi
sembra una splendida idea! Ora però faremo meglio a coricarci se
domani dobbiamo prendere un volo per Washington!- esclamò Rhody,
istigando ancora di più il povero Tony che aveva dovuto arrendersi.
-Ok, mi
arrendo! Però mi porto dietro la Mark V, caso mai ci sia un attacco
improvviso!- esclamò ottenendo pieno appoggio da parte di Pepper,
desiderosa del fatto che Tony non corresse rischi pericolosi.
Restarono il
salotto per ancora un po' di tempo a discutere nuovamente sulle
missioni e i vari avversari che Iron Man aveva dovuto sconfiggere e
non si accorsero che si era fatto tardi.
-Credo che
adesso mi ritirerò nella mia stanza... da che parte dovrei
dirigermi?- chiese educatamente il colonnello, accortasi dell'ora
tarda.
-Allora... sali
le scale, prosegui lungo il corridoio, poi gira alla seconda uscita
sulla destra, e lungo quel corridoio sulla sinistra c'è l'entrata
della camera, munita di bagno privato. Capito tutto?- enunciò Pepper
spiegando le coordinate da seguire per arrivare alla camera da letto.
Rhody la guardò
con un po' di smarrimento, poi fece mente locale: - ..seconda uscita
sulla destra, poi a sinistra... ok tutto chiaro! Qui c'è il rischio
di perdersi se non si conosce la casa!- esclamò ridendo.
-Per domani
essere pronti alle 8, che si parte!- enunciò Tony al colonnello, che
si stava per avviare verso la propria stanza.
-Parli tu! Che
generalmente parti con minimo 2 ore di ritardo! A domani, passate una
buona nottata!- salutò Rhody cominciando a salire le scale.
I 2 lo
salutarono, poi Pepper si alzò dal divano.
-Dove credi di
andare?- domandò Tony afferrandola delicatamente per il polso.
-A dormire, mi
sembra logico! Guarda che ora è!- rispose lei, che si era
dimenticata della promessa fatta ore prima...
-Niente
affatto! Io pretendo il mio meritato premio!- esclamò circondandole
le braccia intorno alla vita e avvicinandosi al suo viso... -
Dov'eravamo rimasti...?-
continua... |
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Capitolo 5 *** Tutti a Washington DC! ***
capi5
Tutti
a Washington DC!
Il mattino
seguente alle 8 puntuali, Jarvis aveva preparato tutto il necessario
per la partenza, l'aereo era pronto per il decollo sul grande spazio
d'atterraggio sopra la casa, l'unica cosa che mancava erano i
passeggeri.
Il colonnello
Rhodes si era preparato e aveva raggiunto l'area di decollo solo con
10 minuti di ritardo. Invece non c'era l'ombra di Tony e Pepper...
-Sarebbe meglio
se andassi a chiamare Tony, sarà ancora a dormire...- disse il
colonnello, informando Jarvis e dirigendosi verso l'interno della
casa.
-Meglio di no!-
esclamò Jarvis, prima che il colonnello avesse fatto un altro passo.
- Credo sia più saggio che vada io a chiamarli...-
-A pensarci
bene, suppongo che tu abbia ragione- enunciò facendo mente locale.
-Si accomodi
sull'aereo, credo che tra meno di 20minuti il signor Stark e la
signorina Potts siano pronti... vado a chiamarli- proferì il
computer.
Dopo alcuni
minuti il colonnello Rhodes vide Tony e Pepper che insieme si
dirigevano verso l'aereo e Tony aveva con se una valigetta
leggermente ambigua.
-Buongiorno!-
esclamò Pepper salendo sull'aereo, salutando il colonnello.
-Buongiorno ad
entrambi!- disse Rhody ricambiando il saluto. -Che hai in quella
valigetta?- chiese a Tony.
-Calzini,
mutande, camicia, cravatta e una bomba a mano...- disse cercando di
prenderlo in giro. E ci riuscì alla grande!
-ODDIO! MA SEI
IMPAZZITO?!?!- esclamò scattando in piedi.
-Non ti
preoccupare è solo la Mark V!- informò Pepper ridendo per la
reazione agitata del colonnello.
-La Mark V?!?
Tu vorresti dirmi che quella piccola valigia contiene una corazza!?!?
Ma come hai fatto a farla stare lì dentro?- domandò sbalordito,
notando le dimensioni della valigia e pensando alla grandezza
dell'armatura.
-Fidati ci sta!
Sono o non sono un genio?!- domandò retorico, posizionando la
valigetta sotto il suo sedile.
-Questa volta
sei stato bravo... hai ritardato solo di 40minuti. Proprio bravo!-
esclamò Rhody prendendo in giro l'amico.
-Non dare la
colpa a me! Adesso voglio dormire, questa notte ero impegnato a fare
ben altra cosa...- enunciò lanciando uno sguardo malizioso a Pepper,
che Rhody notò molto facilmente e questo bastò per farlo tacere.
-Svegliatemi quando arriviamo!- esclamò mettendosi sdraiato sul
sedile e chiudendo gli occhi per riposare un po'.
-Tutto è
pronto! Possiamo decollare- disse il computer Jarvis, accendendo i
motori per partire e raggiungere Washington.
Il viaggio durò
qualche oretta e Tony dormì beato su suo sedile per quasi tutto il
volo, quando decise di pilotare per un po' il mezzo e dare un po' di
movimento al viaggio, visto che si annoiava troppo...
Aveva ricevuto
l'autorizzazione di atterraggio alla Casa Bianca e venne ad
accoglierli una delle tante segretarie del Presidente.
-Come posso
esservi utile?- domandò gentilmente la donna.
-Dobbiamo
parlare col Presidente...-rispose Tony rimanendo indiscreto.
-Avete un
appuntamento?-
-Ma certo che
no!- rispose tranquillamente.
-Allora, mi
dispiace, ma il Presidente non può ricevervi, ha la giornata piena.-
enunciò la segretaria facendo finta di controllare l'agenda.
-Sappiamo
benissimo tutti quanti che in quell'agenda non c'è il benché minimo
segno di inchiostro... quindi, o mi fa entrare a parlare col
Presidente o dovrò cavarmela da solo...- enunciò soddisfatto di
averla messa nel sacco.
-Io gli darei
ascolto se fossi in lei!- consigliò Pepper alla donna che guardava
Tony con sguardo perduto.
-E va bene...
seguitemi- disse accompagnando Tony, Pepper e Rhody nella stanza
ovale dove il Presidente stava maneggiando alcune scartoffie.
-Guarda, guarda
chi si vede! Il grande Anthony Stark, o comunemente detto Iron Man!-
esclamò il Presidente quando lo vide entrare. -E c'è anche la sua
fidata assistente e il colonnello Rhodes... a cosa devo questa
piacevole visita?- domandò. Si sapeva perfettamente che il
Presidente non provava molta simpatia per il signor Stark, tanto meno
per Iron Man.
-Bhè, io mi chiedevo
perchè lei, da emerito idiota, ha messo a disposizione il contatto
di Iron Man, per le emergenze, a tutto il mondo...- rispose Tony
tranquillamente, giocherellando con un oggetto preso dalla scrivania
del Presidente.
-Tony!- lo rimproverò
Pepper per il modo volgare usato per esprimersi. A sistemare un po'
la situazione, ci pensò il colonnello Rhodes.
-Quello che voleva dire il
signor Stark è che, il numero di emergenza per contattare Iron Man,
dovrebbe averlo solo l'esercito statunitense, che a sua volta deve
analizzare le missioni e in caso di grave pericolo, richiedere
l'intervento di Iron Man- cercò di spiegare Rhody, con maniere più
gentili e rispettose.
-Avete avuto qualche
problema?- chiese, conoscendo perfettamente tutte le missioni a tempo
perso di Iron Man. Li stava prendendo in giro e questo Tony lo notò.
-Non siamo qui per fare
dell'ironia... lei avrà un fascicolo intero sui miei movimenti,
perciò è a conoscenza di tutto. Quindi le impongo di farmi
contattare solamente dall'esercito statunitense! Altrimenti in caso
di pericolo imminente non sarò tenuto ad intervenire per lo Stato!-
enunciò Tony autoritario.
-Si dia un contegno! Sa
chi sono io!?- esclamò il Presidente scocciato dal comportamento del
signor Stark.
-Certo che lo so! Lei è
il re degli idioti!- rispose tranquillamente, facendo irritare il
Presidente.
La situazione nella stanza
si stava surriscaldando, anzi era già incandescente. Allora Pepper
decise di intervenire, per non peggiorare le situazione...
-Forse è meglio che parli
io con il Presidente...- disse attirando l'attenzione di Tony, che
capì dal suo sguardo un messaggio tipo: “Non combinare casini e fa
fare a me!”. Tony si fece da parte e lasciò che Pepper
illustrasse, in modo civile, al Presidente le varie situazioni.
Nel frattempo Tony era
uscito dalla stanza per calmare i bollenti spiriti, se sarebbe
rimasto ancora qualche minuto con quel cretino di Presidente avrebbe
sicuramente fatto saltare in aria qualcosa... Decise di aspettare
fuori dalla stanza ovale, per il bene di tutti.
Dopo alcuni minuti Pepper
e il colonnello uscirono dalla stanza.
-Allora?!- chiese curioso
Tony.
-Fatto!- esclamò Pepper
vittoriosa, incamminandosi verso l'area di decollo.
-Fatto!?!?- domandò
sbalordito a Rhody, credendo che anche lui fosse riuscito a
convincere il Presidente.
-Non guardare me! Ha fatto
tutto da sola!- esclamò Rhody discolpandosi, facendo segno di resa e
indicando col capo la ragazza, che si stava allontanando a passo
spedito.
-Ehy! Aspetta!- esclamò
Tony raggiungendola continuando a camminare. -Come hai fatto? Hai
qualche potere nascosto?- domandò esterrefatto.
-Persuasione femminile mio
caro!- rispose sorridendo.
-Wow! Non la userai anche
su di me, vero?!-
-Tu non fai mai quello che
ti dico... quindi ho i miei dubbi...-
-Non è vero!- ribatté
lui.
-Sì, invece!- enunciò
fermandosi e guardandolo negli occhi.
Dopo un attimo di
silenzio...
-Ok, è vero...ma...-
-Meglio così, non
riuscirei a stare accanto ad uno che mi obbedisce a bacchetta!-
esclamò sollevata, tornando ad incamminarsi, lasciando Tony
leggermente sbalordito.
-Per questo verso, siamo
sicuri che non sono sotto un incantesimo...-disse ridendo e
seguendola -Così mi piaci!- esclamò circondandole i fianchi con un
braccio.
-Togli quella mano dal mio
fondo schiena.- ordinò Pepper, accortasi della posizione della mano
di Tony.
-Non posso farlo... non
prendo ordini!-esclamò Tony sorridendo.
E si avviarono verso
l'aereo che era pronto per il viaggio di ritorno verso Malibu.
********************************************************************************
Nelle 2 settimane seguenti
non si registrò neanche un piccolo richiamo per l'intervento di Iron
Man. Era diventata quasi una vacanza! Tony aveva dedicato parte del
suo tempo agli affari della Stark Expo, ma la mancanza di
combattimento lo rattristiva un po'...
Anche se si allenava ogni
giorno in palestra, per lui non era la stessa cosa... non sentiva la
stessa adrenalina che provava quando usava l'armatura Iron Man.
Un giorno, dopo aver
finito l'allenamento mattutino, incrociò, per i corridoi dalla
grande casa, Pepper che stava, appunto, cercando lui.
-Eccoti qua! Ti stavo
cercando!- esclamò Pepper dopo averlo visto.
-Dimmi tutto! Mi hanno
chiamato per una missione?!- domandò speranzoso.
-Ehm... no. Comunque devi
firmare un paio di carte...- rispose sorpresa per l'inaspettata
domanda appena posta.
-Ok... andiamo in cucina
che devo anche bere qualcosa...- disse dirigendosi verso la cucina,
seguito dall'assistente.
Arrivati in cucina, Tony
prese dal frigo una bottiglietta d'acqua e la bevve tutta in un
sorso.
-Bene... dove devo
firmare?- domandò ispezionando i vari fogli posti su tavolo.
Una volta finito, pose a
Pepper una domanda:
-Ma sei sicura di aver
detto al Presidente di farmi contattare esclusivamente dall'esercito?
Oppure di non chiamare affatto?-
-Sta tranquillo! Se
l'esercito avrà bisogno d'aiuto, ti contatterà- rispose lei, avendo
capito che dubbio era sorto a Tony.
-Già, hai ragione...
Forse nessuno ha il coraggio di affrontare l'invincibile Iron Man!-
esclamò convinto.
-Ok... non vorrei essere
acida, ma... dovresti farti una doccia! Oggi ti sei allenato più del
solito e non emani un gradito profumo...-
-Allora... Io vado a farmi
una doccia!- esclamò prendendo l'asciugamano e mettendoselo intorno
al collo. -Vieni con me?!- chiese, poi, speranzoso di una risposta
affermativa.
-Questa volta passo...
magari un altro giorno...- rispose sorridendo e stando al gioco.
-Fa come credi... Se ti
serve qualcosa, io dopo la doccia vado in laboratorio- informò
mentre si dirigeva verso il piano superiore per raggiungere il bagno.
-Perfetto! Ma cosa vai a
fare ogni pomeriggio in laboratorio?!- domandò curiosa.
-Sorpresa!- esclamò Tony
scomparendo al piano di sopra, lasciandola con un dubbio.
********************************************************************************
Di una cosa Tony si
sbagliava... qualcuno aveva il coraggio e l'intelligenza per
affrontare Iron Man...
Infatti all'estremo nord
del pianeta, in un posto gelato e dimenticato da Dio...
C'era un uomo che
escogitava un piano per distruggere Iron Man e allo stesso tempo
l'industriale miliardario Anthony Stark.
Quest'uomo si chiamava
Andrew Schweinsteiger, viveva in un posto isolato al polo nord e dopo
anni passati al gelo era diventato un uomo che viveva ad una
temperatura media di -20 gradi centigradi.
Il suo corpo si era
abituato a zone fredde e se la temperatura ambientale arrivava a
grado 0, o più, lui rischiava di morire di caldo.
La famiglia Schweinsteiger
aveva un debito con la famiglia Stark, perchè molto tempo prima, per
colpa del padre di Tony, erano stati accusati di attacco allo stato e
subito scappati al polo per sfuggire alla prigione. Howard Stark
aveva bloccato il desiderio del dominio del mondo nelle mani di
Schweinsteiger. Ora l'unico sopravvissuto della famiglia era Andrew e
voleva vendicarsi.
Andrew aveva, anche lui
una mentalità geniale, infatti per l'attacco a Tony si era preparato
un armatura che lo tenesse ad un temperatura di -20°, e aveva creato
una macchina in grado ricoprire il pianeta con uno strato di ghiaccio
e neve. Andrew aveva escogitato il modo per eliminare definitivamente
la famiglia Stark e conquistare il mondo.
Aveva passato anni a
studiare i movimenti e le invenzioni dell'industriale Anthony Stark,
sapeva tutto sulla sua vita e il suo obbiettivo era attirarlo in una
trappola....
continua... |
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Capitolo 6 *** Forse troppa pace... ***
capi6
Forse troppa pace...
Da qualche giorno, Tony
passava parte del suo pomeriggio nel laboratorio a lavorare su un
nuovo progetto e nessuno sapeva cosa riguardava...
-Non vorrei essere
invadente, ma mi domandavo a cosa stava lavorando...- enunciò
Jarvis, mentre Tony maneggiava con dei computer.
-Semplice! Visto che tra 2
giorni è il compleanno di Pepper, io le sto costruendo un regalo!-
esclamò preso dal lavoro.
-E
quale sarà il regalo?- domandò curioso il computer.
-Te lo
dirò, ma non devi farne parola con Pepper, altrimenti rovini la
sorpresa... si tratta di un armatura, tipo la mia... Un Iron Woman!-
informò Tony continuando a guardare lo schermo, elettrizzato al
massimo.
-Un'armatura?
Ma non sarebbe meglio un gioiello o un profumo o del vestiario?-
domandò Jarvis sorpreso per la risposta.
-Sì,
ma se le regalo un armatura, sono più tranquillo... metti che un
giorno succeda qualcosa... con l'armatura sarà in grado di
difendersi, mentre con un gioiello ho i miei dubbi- rispose sicuro
della sua idea.
-Su
questo verso ha ragione, ma una corazza non è un regalo tanto
femminile.- enunciò il computer esprimendo la sua opinione.
-Lo
so, a quello ci ho già pensato! Perciò le farò 2 regali!- esclamò
soddisfatto per la brillante idea.
-Potrei
consigliarle...- disse prima di essere interrotto.
-Quest'anno
ci ho pensato personalmente, non serve che tu faccia niente, non
preoccuparti. Di che colore potrei verniciarla?- disse cambiando
discorso.
-Non
saprei, signore...-
-Fammi
pensare...- enunciò concentrandosi per riflettere -Ho trovato!
Argento e blu metallizzato!- esclamò come illuminato.
-Potrei
domandarle perchè ha optato per questi colori?- chiese educatamente
il computer.
-Per
il semplice fatto che il colore blu le dona tantissimo, come quel
vestito che ha indossato quella sera che siamo usciti a cena....-
disse ricordando la splendida serata.
-...-
Jarvis non fece parola per il troppo imbarazzo.
-Perfetto!
È deciso! Fabbricala e verniciala!- disse Tony guardando il
prototipo sullo schermo del PC.
-Sarà
fatto. Entro domani mattina dovrebbe essere pronta- informò il
computer analizzando i dati per l'armatura.
********************************************************************************
Intanto
Pepper si stava dirigendo verso il laboratorio, ma trovò la porta,
che dava alle scale, bloccata e non poteva accedere in quella zona.
Allora
chiamò Jarvis.
-Mi
dica signorina Potts- enunciò Jarvis dopo essere stato richiesto.
-La
porta del laboratorio non si apre... dovrebbe essere rotta, potresti
sistemarla?- chiese la ragazza spostandosi per la casa.
-Non
c'è nessun guasto, semplicemente è stata bloccata- disse il
computer.
-Bloccata?
E perchè mai? Cosa sta combinando nel laboratorio?- domandò Pepper
esterrefatta, riferendosi a Tony.
-Mi
dispiace, ma mi è stato vietato farne parola con lei....- enunciò
Jarvis, ricordando l'ordine dato dal signor Stark.
-Dimmi
solo se sta combinando qualcosa di stupido e irresponsabile,
altrimenti dovrò scoprirlo a modo mio!-
-Nulla
di tutto ciò, non sta facendo niente di pericoloso, può stare
tranquilla- disse il computer, tranquillizzandola.
-Ok,
ma dovrei ugualmente parlare con lui, potresti dirgli di venire?
Dovrebbe controllare un paio di cosette...- chiese gentilmente,
poggiando un pesante fascicolo sul tavolo.
-Certamente,
vado subito-
Dopo
alcuni minuti, Tony salì dal laboratorio, sbloccando la porta.
-Che
succede?- chiese facendo comparsa nella grande stanza, dove Pepper
era impegnata a sistemare i fascicoli.
-Scusa,
ma prima mi sono scordata di farti firmare anche queste carte, sono
ancora spedizioni.- spiegò porgendogli una penna per firmare.
-Non
ti scusare, può capitare di dimenticarsi di qualche fogliaccio... e
poi non c'è nessun problema, son pur qua!- disse tranquillamente,
mentre esaminava velocemente le carte, per dopo segnarle con uno
scarabocchio che rappresentava la sua firma.
-Bhè...
tecnicamente non sei proprio qua... sei chiuso in laboratorio, ma che
stai pianificando?- domandò curiosa, nella speranza di ottenere una
risposta soddisfacente.
-Una
sorpresa!- disse rispondendo nello stesso modo di prima. -Lo
scoprirai a tempo debito-
-Se lo
dici tu... basta che non commetti pazzie! Per il resto va bene
tutto!- esclamò Pepper guardandolo allontanarsi alla finestra
-Oggi
è proprio una bella giornata... credo che mi farò un giretto...-
disse voltandosi e guardare la segretaria.
-Le
chiavi delle auto sono al solito posto...- disse dando poca
importanza al fatto che lui avrebbe fatto un giro.
-Ma io
non ho detto che prenderò l'auto!- esclamò scomparendo nel
laboratorio.
-COS'HAI
DETTO?! NON PENSARCI NEMMENO!- gridò Pepper seguendolo a ruota,
intuendo le sue intenzioni.
-E chi
pensa? Io vado!- esclamò attivando i macchinari per indossare
l'armatura.
-Ma ti
potrà vedere qualcuno e avvertire il Presidente, così il fatto che
siamo andati fino a Washington non è servito a nulla!- enunciò
Pepper contrariata.
-Tranquilla
non mi farò vedere da nessuno... faccio un giretto sopra casa e
magari vado a far esplodere qualche pietra nel mare...-
-NON
DIRLO NEANCHE PER SCHERZO! Ti ordino di toglierti immediatamente
quell'armatura!- esclamò Pepper. Ormai, però, era troppo tardi...
Tony aveva già indossato la corazza e non aveva alcuna intenzione di
obbedire.
-Non
posso... se obbedisco ai tuoi ordini ti dà fastidio...- disse
ricordandosi della conversazione avuta alla Casa Bianca.
-Non
era quello che intendevo!- obbiettò la segretaria -Vabbè... adesso
nessuno potrà farti cambiare idea... vai, ma fammi il favore di non
distruggere niente!- disse ormai rassegnata.
-Vedrò
cosa posso fare...- proferì mentre si metteva in posizione per la
partenza -Torno per pranzo. Ciao!!!- disse prendendo il volo e
scomparendo nel cielo azzurro.
********************************************************************************
Intanto
che Tony si divertiva a svolazzare per i cieli di Malibu, Andrew
Schweinsteiger era arrivato a Los Angeles e aveva trovato il
nascondiglio per la sua base: una cantina frigorifera abbandonata. A
lui bastò poco per renderla funzionante e regolarizzare la
temperatura a meno 20 gradi sotto lo 0.
Decise
di prendere un paio di giorni per sistemare tutti i vari macchinari e
la macchina che avrebbe congelato l'intero pianeta e, sopratutto,
riflettere sull'attacco per poi attirare Tony Stark nella sua
trappola mortale.
continua... |
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Capitolo 7 *** Il compleanno ***
capi7
Il
compleanno
Passarono
2 giorni di piena serenità, era il giorno del compleanno di Pepper e
Tony aveva preparato i regali, almeno per un anno il regalo lo aveva
deciso lui...
Quella
mattina si svegliò molto tardi, forse Pepper si era dimenticata di
svegliarlo, ma meglio così, perchè l'unico momento in cui Tony è
tranquillo è quando dorme.
Si
mise seduto sul letto e guardò fuori dall'immensa finestra che dava
sul mare, si stiracchiò, si grattò la testa con una mano
scompigliando ancora di più i capelli, poi notò qualcosa e si pose
la domanda fondamentale:
-Dove
sono i miei boxer?-
Bastò
guardarsi un po' in giro e poi vide con sorpresa, che l'indumento era
appeso al lampadario del soffitto. Restò qualche secondo a guardarlo
chiedendosi cosa facesse lì sopra, dopo gli si accese una lampadina
ricordandosi della sera precedente, allora distolse l'attenzione dal
paio di boxer neri e guardò l'ora, erano le 11.30! Si alzò dal
letto per andare a farsi una doccia, vestirsi e scendere al piano di
sotto a cercare Pepper.
-Jarvis,
sei attivo?- disse Tony scendendo le scale.
-Per
lei sempre, signore- rispose il computer.
-Dov'è
Pepper?- chiese andando in cucina e bevendo una tazza di caffè.
-La
signorina Potts è nel suo ufficio, sta lavorando- enunciò Jarvis.
-Mi
chiedo perchè non si prenda una pausa il giorno del suo compleanno!
Vado da lei, oggi non deve lavorare!-esclamò Tony dirigendosi verso
la stanza dove lavorava Pepper.
Arrivò
davanti alla porta, bussò ed entrò senza nemmeno ottenere risposta.
-Buongiorno!-
esclamò entrando nella stanza, poi si accorse che era al telefono.
-Volevo
solo aug...- cercò di dire prima di essere liquidato.
-Adesso
non posso... mi dirai dopo...-disse sorridendogli uscendo dalla
stanza e continuando a parlare al telefono.
Tony
notò in lei qualcosa di diverso, ma non ci fece tanto caso e tornò
in cucina aspettando che la chiamata finisse. Aspettò 10minuti, ma
non aveva ancora finito di parlare allora Tony decise di andare in
laboratorio, sarebbe tornato a cercarla tra 30minuti...
Appena
la porta del laboratorio si sentì chiudersi, Pepper posò il
telefono, terminando la falsa chiamata e tornò in ufficio...
Dopo
30minuti Tony tornò al piano superiore e incrociò Pepper per il
corridoio, che cambiò immediatamente percorso facendo dietro-front.
-Ah
eccoti finalmente!- disse seguendola.
-Sono
di fretta devo uscire, torno questo pomeriggio. A dopo!- disse
prendendo la borsetta e uscendo velocemente da casa.
Adesso
Tony si stava preoccupando sul serio, gli sembrava che lo stesse
evitando. Non credeva di aver fatto nulla di male quella mattina,
anche perchè la sera precedente andava tutto bene...
Si
mise a pensare... forse aveva sbagliato qualcosa, allora la chiamò
al cellulare, ma lei non rispose, suonava a vuoto. Provò a chiamarla
ogni 10minuti, voleva capire cosa stava succedendo, ma il telefono
suonava sempre a vuoto.
Pepper
era uscita di casa velocemente senza aspettare che Tony finisse la
frase, era salita in macchina e guidava verso una meta sconosciuta.
Sentì
vibrare il cellulare nella borsetta, lo prese e vide che Tony la
stava chiamando... non voleva parlare, quel giorno le faceva
rammentare brutti ricordi, rimise il telefono nella borsa e facendo
ciò una lacrima le rigò il volto...
Doveva
cercare di calmarsi, scacciare quei ricordi e per farlo decise di
passare un po' di tempo su una spiaggia abbandonata e silenziosa. Il
rumore delle onde, il profumo del mare e la brezza marina riuscirono
a calmarla.
Aveva
passato un paio d'ore fuori casa e si erano fatte le 3 di pomeriggio,
allora decise che era meglio tornare a casa, risalì in macchina
cercò il cellulare nella borsa e vide che aveva 20 chiamate perse
tutte da parte di Tony. Partì per tornare da lui, forse era un po'
preoccupato...
********************************************************************************
Dire
che Tony era preoccupato, era poco... infatti Tony si stava uccidendo
nei sensi di colpa e nel laboratorio cercava un modo per rintracciare
Pepper, visto che non rispondeva alle chiamate.
Subito
dopo sentì la porta di casa chiudersi e un rumore di scarpe col
tacco... era lei!
Tony
si catapultò al piano superiore facendo gli scalini 2 a 2, per
vedere se era lei... la vide di spalle che camminava verso l'ufficio
e la fermò.
-Si
può sapere perchè non rispondi al telefono? Ero preoccupato!-
esclamò Tony vedendola, lei bloccò la sua camminata, ma non si
girò. Sentire la sua voce le aveva creato un blocco all'altezza
della gola.
-Stamattina
volevo farti gli auguri, ma sei scappata via! Ehy?! Pepper?! Ci
sei?!- domandò, non avendo ottenuto alcuna risposta, le si mise di
fronte e solo allora si rese conto che aveva gli occhi lucidi.
-Ma
che succede?! Qualcosa non va?- chiese lui spostandole una ciocca di
capelli dagli occhi arrossati.
Per
solo 2 secondi riuscì a guardarlo negli occhi, poi scoppiò a
piangere e si buttò tra le sue braccia singhiozzando. Tony rimase un
po' sorpreso da quella reazione, ma la tenne stretta a se finché non
si calmò del tutto. Solo allora parlò:
-Andiamo
a sederci e poi con calma mi spieghi che succede... ok?- disse Tony,
ottenendo una risposta affermativa.
La
portò fino al divano del salotto, la fece sedere, poi lui si diresse
verso la cucina, tornando con un bicchiere d'acqua e glielo porse.
-Allora
che è successo?- le chiese sedendosi accanto a lei.
-Niente-
rispose giocherellando con il bicchiere tra le mani.
-Non
ho mai visto piangere qualcuno, perchè non è successo niente-
proferì lui, rubandole un sorriso.
-Questo
giorno mi fa sentire triste...- disse lei rispondendo alla domanda.
-Il
tuo compleanno? E perchè mai dovresti essere triste?- domandò,
sbalordito per la risposta.
-Perchè
se ricordi bene oggi è lo stesso giorno in cui ti hanno rapito in
Afghanistan! Quel giorno pensavo di averti perso per sempre! E se ci
penso mi fa star male perchè ho sofferto tantissimo!-disse
liberandosi di un peso troppo grande da portare da sola, non lo aveva
mai detto a nessuno prima d'ora. -Ti prego, non lasciarmi mai più!-
disse abbracciandolo di nuovo per assicurarsi che fosse veramente lì
con lei.
-Perchè
non me lo hai detto prima?! Era solo questo? Avanti, non pensarci,
ora sono pur qua!- la rassicurò lui. Lei si stacco dall'abbraccio
per guardarlo negli occhi. -Ora si spiega perchè non vuoi che faccia
niente di “stupido”!- enunciò asciugandole con un dito la
lacrima che stava scivolando sulla sua guancia.
-Scusa
per come mi sono comportata prima... ma...- disse prima di essere
interrotta.
-Non
devi giustificarti, mi basta sapere che adesso stai meglio.- disse
facendola sorridere e capendo che stava di nuovo bene.
-Bene!-
esclamò Tony alzandosi dal divano -Ora è venuto il momento di
vedere il tuo regalo, anzi i tuoi regali! Seguimi, dobbiamo andare in
laboratorio!- disse prendendola per mano e facendola alzare.
-In
laboratorio?! E che regalo è?- chiese curiosa.
-Sorpresa!
Dai vieni! Vedrai che ti piacerà!- esclamò andando in laboratorio.
Arrivarono
davanti alla porta del laboratorio poi Tony si blocco e si girò
verso di lei.
-Allora
ti ho fatto 2 regali in caso non ti piacesse il primo... ora chiudi
gli occhi e non sbirciare!- enunciò Tony.
-2
regali?! E perchè dovrei chiudere gli occhi?! Cos'è?!- chiese
cercando di sbirciare oltre il corpo di Tony.
-Tu
chiudi gli occhi! Fidati!- esclamò lui e una volta che lei chiuse
gli occhi la portò di fronte al suo primo regalo coperto da un telo.
-Apri
gli occhi!- disse lui. Lei gli aprì e si ritrovò di fronte ad una
“cosa” coperta da un telo grigio
-Allora
era questo a cui stavi lavorando e che volevi che non scoprissi!-
disse cercando di indovinare cosa si nascondesse sotto il telo.
-Già!
Ti avevo detto che era una sorpresa! Avanti, scoprilo!- esclamò,
sperando che il regalo le piacesse almeno un pochino.
Allora
lei spostò il telo scoprendo una stupenda armatura color blu e
argento. Rimase un po' colpita, ma le piaceva come idea... come
dire... originale!
-Allora?!
Ti piace?!- domandò Tony speranzoso.
-Tu
sei matto!- rispose lei ridendo. -È stupenda, ma vorrei capire cosa
mi potrebbe servire un “Iron Man”!-
-È
solo per farmi stare più tranquillo... se succede qualcosa, con
questa saprai come difenderti! Ha lo stesso meccanismo della mia Mark
V, la puoi portare ovunque! E, tanto per precisare, è un Iron
Woman!- esclamò soddisfatto della sua nuova invenzione.
-Grazie!
È un pensiero stupendo! È carino che ti preoccupi per me!- disse
abbracciandolo.
-Visto
che il primo regalo ti è piaciuto... il secondo possiamo anche farne
a meno...- disse scherzando.
-Ma
visto che ci siamo... posso anche accettare il secondo...-
-Forse
hai ragione... Vado a prenderlo!- esclamò andando alla scrivania ed
estraendo un pacchetto regalo.
-Ecco!
Questo si avvicina già di più ad un regalo... almeno ha il fiocco!
Aprilo!- disse Tony porgendole il pacchetto.
Lei lo
prese e lo scartò, appena vide il contenuto di quel pacco, per un
momento le girò la testa dallo stupore.
-Tu
sei proprio matto!-
-Ti
piace?- domandò lui.
-Certo
che sì, ma non dovevi disturbarti così tanto! È solo il mio
compleanno! Un collier in diamanti è anche troppo!- esclamò
ammirando il gioiello.
-Ma
che disturbarmi! L'ho fatto con piacere! Tra i 2 quale ti piace di
più?- chiese curioso della risposta.
Pepper
guardò prima il luccicante gioiello, poi l'armatura ed infine,
guardandolo negli occhi rispose: -Anche se il collier è stupendo, mi
piace di più l'armatura! Perchè l'hai fatta per proteggermi e
questo è il regalo più bello che abbia mai ricevuto! Grazie!- disse
dandogli un appassionato e romantico bacio.
-Prima
che me ne dimentichi!- esclamò Tony appena si staccarono.
-Dimmi...-
-Stamattina
mi sono svegliato e ho trovato i miei boxer in un posto abbastanza
insolito...-
-I
tuoi boxer?! Posto insolito?!- chiese stupita e un po' confusa.
-Sul
lampadario del soffitto- enunciò lui, osservando la faccia
sbalordita e imbarazzata di Pepper. -Ti chiederei, cortesemente, se
la prossima volta ti limiteresti a lanciarli ad altezza uomo, visto
che non sono ancora riuscito a prenderli e sono ancora appesi lassù!-
disse ridendo.
-Cercherò
di fare il possibile, signor Stark... desidera altro?- chiese lei
scherzando.
-A dir
la verità... sì!- esclamò avvicinandosi a lei e baciandola con
passione.
continua... |
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Capitolo 8 *** Incubo glaciale alla Città degli Angeli ***
capi8
Incubo
glaciale alla Città degli Angeli
Subito
dopo il calar del sole, a Los Angeles si scatenò il caos. Andrew
Schweinsteiger aveva iniziato ad attaccare la splendida città, per
attirare l'attenzione di Iron Man.
Con la
sua armatura, ovunque passasse, lasciava una scia di ghiaccio.
Sembrava la corazza di Tony, tranne per il rivestimento e
l'alimentazione. Era completamente rivestito, dalla testa ai piedi,
da semplice tela in grado di mantenere bassa la temperatura corporea,
infatti per tenersi al fresco, era rivestito da piccoli tubicini,
dove scorreva dell'azoto liquido. Era alimentata da uno strano
marchingegno, posto all'altezza del bacino, che produceva a quantità
azoto liquido.
Non
aveva armi esplosive... l'unico pericolo era l'azoto liquido che una
volta sparato, dai getti posti sui palmi delle mani, ghiacciava tutto
quello a cui era a contatto. Era in grado di volare, usando dei
propulsori ad aria congelata e, anch'essa, congelava ogni cosa.
Andrew
Schweinsteiger aveva iniziato il piano per la conquista del mondo,
sotto le vesti del gelato Ice Man.
Tra le
strade di Los Angeles tutti i cittadini avevano perso il controllo.
L'intervento dell'esercito era stato inutile, era bastato poco per
congelate la maggior parte dei soldati con un solo schizzo di azoto
liquido.
Dopo
vari tentativi falliti per fermare Ice Man, un agente coraggioso si
avvicinò a lui e chiese: -Cosa vuole dalla nostra città?-
-Anthony
Stark!!!-rispose gridando, in preda alla rabbia e congelando lo
sventurato agente, che invano aveva tentato di fuggire.
Il
momento dell'intervento di Iron Man era giunto...
********************************************************************************
Il
telefono squillò più volte, ma nessuno rispose alla chiamata.
Allora ci pensò Jarvis e andò immediatamente a riferire il
messaggio ad Iron Man.
-Signore,
c'è un problema- enunciò Jarvis facendo sentire la sua presenza
nella stanza.
-Che
tipo di problema?- chiese Tony, che era disteso sul divano a guardare
la tv.
-A Los
Angeles c'è stato un attacco, l'esercito non è riuscito a fermarlo.
Dicono che si fa chiamare Ice Man e ha chiesto di lei, signore-
informò Jarvis.
-Evvai!
Una missione!- esclamò balzando in piedi e correndo verso il
laboratorio per indossare l'armatura.
Durante
il suo percorso da salotto a laboratorio, incrociò Pepper, che
vedendolo correre chiese: -Cosa succede? Perchè corri?-
-Seguimi
ti spiego strada facendo...- disse scendendo le scale a passo
spedito, seguito dalla segretaria.
-Allora?!-
-C'è
stato un attacco a Los Angeles... devo intervenire!- esclamò
attivando il computer per indossare l'armatura Mark VI.
-Mi
raccomando, fai attenzione!- disse Pepper, premurosa come sempre.
-Non
ti preoccupare... tornerò a casa senza neanche un graffio!- esclamò
convinto, mentre Jarvis faceva la revisione della corazza e che tutti
i sensori fossero attivi.
-Siamo
pronti per partire- enunciò il computer.
-Perfetto!
Ci vediamo dopo, bellezza! Ciao!- esclamò Tony prendendo il volo nel
cielo stellato, per dirigersi verso Los Angeles.
Durante
il volo per raggiungere la città:
-Jarvis,
che informazioni abbiamo riguardo a questo Ice Man?!- domandò Tony
al computer, per prepararsi alla battaglia.
-L'unica
informazione data dall'esercito è che spara ghiaccio dalle mani ed è
in grado di volare usando propulsori ad aria ghiacciata, ma non credo
sia disposto di armi esplosive...- rispose il computer.
-Non
dovrebbero esserci pericoli, ma in che senso spara ghiaccio?!- chiese
immaginandosi un uomo che combatte a furia di palle di neve.
-Questo
non glielo so spiegare... dovrei analizzare il nemico e poi sarò in
grado di risponderle- enunciò Jarvis.
-Fa
niente... tanto siamo arrivati!- disse atterrando a Los Angeles, dove
era scoppiato il caos più totale e vide in lontananza una sagoma e
intorno a lui solo ghiaccio.
-Quello
davanti a lei è il nemico. Analizzando l'armatura che possiede...
posso dirle che quest'uomo vive ad una temperatura di -20°, è
tenuto freddo da un collegamento di tubi, in cui scorre azoto liquido
ed è questo che spara, a contatto con altri corpi diventa ghiaccio-
-Meno
20°!?!?! ma stai scherzando, vero?- domandò Tony esterrefatto per
l'informazione data da Jarvis.
-No,
signore-
-Bene,
è ora di fermare quello svitato!- esclamò Iron Man avvicinandosi
sempre più ad Ice Man. -Ehy! Tu! Calippo con le gambe! Eccomi sono
qua, ora che vuoi?!- urlò Tony richiamando l'attenzione di Andrew.
-Finalmente
sei arrivato, Anthony Stark!-
-Chi
sei? E, sopratutto, cosa vuoi da me?!-chiese Tony, sorpreso di essere
stato chiamato per nome e non con “Iron Man”.
-Io
sono Andrew Schweinsteiger, mio padre, una volta lavorava per tuo
padre Howard. Ma lo ha licenziato e accusato di tradimento allo
Stato, solo perchè voleva conquistare tutto il Mondo! Allora io e la
mia famiglia siamo dovuti scappare al Polo Nord, dove sono
sopravvissuto solamente io e mi sono abituato al clima polare. Sono
venuto a distruggerti e a coronare il sogno di mio padre: Conquistare
l'intero Pianeta! Sotto il nome del terribile Ice Man!- informò
Andrew concludendo con una risata malefica.
-Schweinsteiger?!
E noi abbiamo assunto uno con un cognome così? Suona da perfido e
infatti ti calza a pennello!- proferì Tony sicuro di avere la
vittoria in pugno.
-Non
canterei vittoria così velocemente, presto il mondo sarà ai miei
piedi! Ahahahah!-
-Questo
lo vedremo...- enunciò Tony attaccando Ice Man.
Iron
Man attaccò con una serie di pugni, cercando di colpirlo in pieno
volto, ma Ice Man riuscì a schivarli facilmente. Era agile e furbo,
su questo non c'erano dubbi. Allora Tony provò a lanciare fasci di
energia dalle mani, ma appena alzò un braccio, Ice Man gli schizzò
l'azoto che congelò l'intero braccio dalla punta delle mani alla
spalla.
-Astuto!
Ma non credere che io non sia pronto anche a questo!- disse facendo
alzare lievemente le placche della corazza e sgretolando il ghiaccio.
-Ti
avevo sottovalutato... si vede che dovrò impegnarmi un po' di più
in questo scontro...- sghignazzò Andrew, sparando contro Iron Man
getti di azoto liquido.
Riuscì
a schivarli tutti e diede al contrattacco, si fiondò su di lui e con
un pugno lo beccò all'altezza della spalla, scaraventandolo una
decina di metri all'indietro.
-Forse
mi hai rotto un braccio!- disse tranquillamente Ice Man. -Mi sono
dimenticato di dirti che il mio corpo guarisce in pochissimo tempo...
tra pochi secondi il mio braccio sarà come nuovo! Tutto merito degli
esperimenti che ha fatto mio padre su di me!- enunciò riuscendo a
muovere il braccio come prima.
-Ma
come fa!?- si chiese Tony schifato.
-Ho
trovato alcune informazioni sul padre di Andrew... era uno scienziato
specializzato nel settore nucleare, dovrebbe aver fatto qualche
esperimento su suo figlio, rendendolo capace di vivere al freddo e a
ricostituirsi velocemente, cose insolite per un essere umano normale-
disse Jarvis rispondendo alla domanda di Tony.
-Sorprendente,
vero?- chiese Andrew.
-Piuttosto,
provo ribrezzo... che cosa disumana...- enunciò Tony.
-Avanti
facciamola finita!- esclamò Ice Man, sparando ai piedi di Iron Man
dell'azoto liquido, che lo piantò al terreno
Tony
cercò in tutti i modi di liberarsi ma il ghiaccio era troppo
spesso...
-Deve
distruggere l'apparecchio che manda il liquido alle mani, così non
sarà più in grado di immobilizzarla- enunciò Jarvis.
-Splendida
idea!- esclamò Tony e con una veloce mossa, prese mira e centrò il
bersaglio.
-Maledetto!
Ora dovrò ripararla!- si lamentò Andrew -Ma non te la caverai così!
Hai vinto la battaglia, ma non la guerra!- esclamò prendendo il
volo.
-Torna
qui, codardo!-urlò Tony mentre vedeva Ice Man allontanarsi. Poi con
i propulsori nelle mani riuscì a liberarsi dal ghiaccio che lo
teneva ancorato al terreno e cercò di partire per l'inseguimento, ma
sfortunatamente i propulsori erano andati temporaneamente fuori uso.
-I
propulsori si sono disattivati per il troppo freddo... serviranno una
ventina di minuti per riattivarli, possono aver subito danni
gravi...- informò Jarvis.
-Fa un
controllo e tieni d'occhio il nostro nuovo amico Schweinsteiger...
non mi piace per niente quello!- puntualizzò dirigendosi verso
l'armata dell'esercito.
-Mi
dispiace, ma non riesco a captare nessun segnale radio, né fonti di
calore visto che Ice Man sopravvive ad una temperatura massima di
-20°-
-Poco
importa... se si rifarà vivo, non avrà più tante vie di fuga!-
esclamò deluso per non essere stato in grado di batterlo subito.
********************************************************************************
Stava
andando tutto sotto i piani di Ice Man, il suo vero obbiettivo in
quella battaglia era immobilizzare Iron Man temporaneamente, in grado
così di compiere la sua prossima mossa per mettere nel sacco
l'affascinante Anthony Stark: il rapimento...
In
quell'arco di tempo, dove Tony aspettava che i propulsori si
riattivassero, Andrew stava volando per i cieli di Malibu, diretto
all'abitazione di Tony.
Pepper,
aspettando il ritorno di Tony, aveva pensato di risistemare i
documenti nell'archivio del laboratorio, almeno avrebbe fatto
qualcosa che non le avrebbe fatto pensare al combattimento a Los
Angeles.
Ma il
silenzio della casa fu interrotto da un terribile fracasso
proveniente dal tetto dell'abitazione. Inizialmente, Pepper pensava
che fosse tornato Tony, ma dopo un rumore di vetro che si rompeva, le
sue convinzioni caddero.
Il
rumore dei passi lenti e pesanti si faceva sempre più vicino, fino
ad arrivare all'inizio della stanza di laboratorio.
Pepper
cercò di mantenere la calma, vedendo l'uomo mascherato avvicinarsi
sempre di più. Non ci voleva un genio per capire che quello non era
una persona affidabile e che voleva solamente chiedere un consiglio.
-Eccoti,
finalmente!- esclamò Andrew vedendo la ragazza.
-Chi
sei?- chiese Pepper cercando di mantenere un tono di voce calmo e
controllato, per non far trasparire la paura.
-Scusa,
sono proprio un maleducato... mi ero scordato che io so tutto sulla
vita di Tony Stark e di chi gli sta intorno, mentre voi non sapete
nulla di me... Sono Andrew Schweinsteiger...- enunciò glaciale
l'uomo.
Sentendo
quel nome, Pepper si ricordò di un vecchio documento dove riportava
tutti i dati su quel cognome e, a quanto ricordava, non aveva buoni
rapporti con la famiglia Stark.
-Vedi...
sono venuto appositamente dal Polo Nord per vendicarmi della famiglia
Stark e l'unico rimasto è il nostro geniale Tony... E dopo averlo
definitivamente eliminato conquisterò l'intero pianeta!-
Pepper
osservava i movimenti di Andrew, domandandosi che fine aveva fatto
Tony, visto che il suo avversario era ancora in circolazione e di lui
neanche l'ombra. Dalle parole di Andrew capì che non era morto, ma
poteva essere gravemente ferito...
-Sono
riuscito a bloccare Tony a Los Angeles... disattivando, col ghiaccio,
i suoi propulsori, però lui mi ha messo fuori uso lo spara azoto...
basterà stringere qualche vite... non ha causato danni gravi- disse
osservando il marchingegno e afferrando un cacciavite dal tavolo, lo
sistemò in pochi secondi. Rassicurandosi il funzionamento provando
a schizzare del liquido su una delle macchine di laboratorio che
erano presenti nella sala. Pepper vedendo cosa era stato in grado di
fare, cominciò a sudare freddo... Le era venuto in mente di usare la
Iron Woman, ma non aveva la minima idea su come farla funzionare...
doveva guadagnare tempo...
-Cosa
sei venuto a fare qui?-
-È
molto semplice... fa tutto parte del mio piano. Devo pur attirare
l'invincibile Iron Man nella mia trappola e non posso attirarlo senza
l'esca adatta...- rispose sghignazzando.
Pepper
non riusciva a capire le intenzioni di Andrew, il tono di voce sempre
calmo e rilassato e la maschera sul volto che nascondeva gli stati
d'umore... era difficile capirlo!
-Devo
sottrarre a Tony, quello che gli sta più a cuore...- enunciò
convinto.
-Nessuno
sa cosa a Tony stia più a cuore, lo conosco da anni e ancora non
l'ho capito... forse la cosa che gli sta più a cuore è proprio lui
stesso!- ribatté Pepper sicura, prendendo un po' più di coraggio,
incrociando le braccia.
-Ahahahah!
Allora l'unico a saperlo sono solo io... dovrei mantenere il segreto,
ma a te lo dirò...- proferì avvicinandosi alla ragazza fino ad
arrivarle ad un palmo dal naso.
Lei
non si mosse, il cuore le cominciò a battere più forte nel petto
per la paura, non aveva il coraggio di muoversi e allontanarsi,
sentiva il freddo che emanava il corpo di Andrew anche se erano a un
metro di distanza.
Poi
lui le si avvicinò all'orecchio e sussurrò:- … sei tu!-
A
Pepper sembrò che il cuore gli si fosse fermato per un battito, poi
quello che vide fu soltanto uno sfondo nero come le tenebre.
continua... |
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Capitolo 9 *** Il piano per la distrutta dell'umanità ***
capi9
Il
piano per la distrutta dell'umanità
-Ancora
niente?!- domandò Tony spazientito.
-Forse
questa è la volta buona...- rispose Jarvis.
-Finalmente!
Funzionano!- esclamò felice, appena sentì il rumore dei propulsori,
sotto i suoi piedi, accendersi.
-Siamo
pronti per il decollo. Fortunatamente, i propulsori non hanno
riportato danni gravi.- enunciò il computer.
-Meglio
così... adesso torniamo a casa che si è fatto tardi!- esclamò
prendendo il volo.
-Ancora
nessun segnale per Ice Man!?- chiese Tony durante il viaggio.
-Mi
spiace, ma credo che non si possa localizzare... Qualcosa che non va,
signore?- chiese Jarvis per il silenzio da parte di Tony.
-No,
niente di importante... ho solo un brutto presentimento...- disse
aumentando la velocità per tornare a casa.
Arrivarono
a Malibu e Tony entrò dal laboratorio togliendosi l'armatura, quando
notò il disordine che c'era in quella stanza. Era sicuro di non
averlo lasciato così in subbuglio... documenti a terra, attrezzi non
al loro posto...
Fece
un paio di passi e dopo notò la scultura di ghiaccio vicino ad una
parete... era stato lì!
-Maledetto!-
esclamò stringendo i pugni -Jarvis! Ice Man è stato qui! Forse è
ancora nei paraggi!-
-Ci
penso io, signore!- enunciò il computer.
-Pepper!-
esclamò, tutto d'un tratto ricordandosi che era sola in casa.
-Pepper!-
urlò chiamandola, sperando in una qualunque risposta. Corse su per
le scale velocemente e vide i frammenti di una delle vetrate a terra,
sgranò gli occhi e corse a controllare l'ufficio della segretaria,
ma … niente.
Tornando
in salotto, vide un pezzo di carta scivolato a terra, lo raccolse e
lo lesse: “La ragazza è con me... aspetta la mia chiamata e non
fare mosse azzardate altrimenti lei morirà!”
Accartocciò
il foglio tra le sue mani e sentì riaffiorare la rabbia.
-Signore,
del nemico non c'è traccia e la signorina Potts non è in casa.-
proferì Jarvis.
-Come
ha potuto! Lei non centrava niente!- esclamò irato. -Devo trovarla!-
enunciò scendendo in laboratorio e mettendosi al computer.
Non
fece in tempo a digitare una parola che il telefono squillò.
Sicuramente
era lui che chiamava, esitò nel rispondere, poi pensò che
attraverso la telefonata poteva scoprire il luogo dove era nascosto e
teneva prigioniera Pepper.
Collegò
il telefono al computer per intercettare la chiamata, poi premette il
tasto verde per attivare la telefonata, portandosi il telefono
all'orecchio per accertarsi che fosse lui...
-Finalmente
hai risposto! Credevo che non te ne importasse più...- esclamò Ice
Man facendosi riconoscere.
-Perchè
lo hai fatto!? Lei non centra niente!- esclamò Tony cercando di
aprire una conversazione, per guadagnare qualche secondo in più
perchè il computer fosse in grado di rintracciare il segnale
telefonico della chiamata.
-È
andato tutto secondo i miei piani, il vero obbiettivo di questa tappa
era rapirla, rendendoti vulnerabile!-
-Sei
solo un lurido codardo!-esclamò ancora più innervosito.
-Ah
sì?! Bhè forse hai ragione, ma io non ho mai detto che avrei
seguito le regole!- rispose Andrew sempre con tono di voce
tranquillo.
-Non
osare neanche torcerle un capello!- esclamò continuando a guardare
lo schermo.
-Non
sarò io a farlo... la sua vita è nelle tue mani! Ora ci troviamo in
un posto abbastanza fresco e se non farai in tempo a trovarci, lei
morirà! Oppure se ci trovi, morirà con tutto il resto della
popolazione terrestre grazie alla Bomba-N!- esclamò presentando la
sua nuova arma di distruzione mondiale, molto peggio della bomba
atomica.
-La
Bomba-N?! Che intenzioni hai?!-
-È
solo un mio giocattolino... che ricoprirà il globo con un lenzuolo
di neve e ghiaccio, con un clima di -20°, facendo estinguere la
popolazione terrestre!!!-
-Così
dopo rimarrai solo come un cane!- esclamò Tony cercando ancora
qualche secondo. Il computer segnava una zona della città di Los
Angeles, ma doveva scoprire ancora il punto esatto.
-Non
ti preoccupare... creerò esseri in grado di vivere al freddo, come
ha fatto mio padre con me! E poi io sono abituato alla solitudine,
non ti devi creare problemi, ti spedirò all'altro mondo con la
coscienza a posto!- esclamò, sfoggiando una delle sue perfide
risate.
-Non
cantar vittoria! Riuscirò a trovarti!- esclamò Tony, sorridendo per
il fatto che il computer aveva trovato il segnale della chiamata.
-Ti
conviene...- rispose Ice Man concludendo la conversazione e
riattaccando.
********************************************************************************
Ice
Man si trovava in una zona abbandonata della città di Los Angeles,
era nascosto in una delle tante celle frigorifere di una vecchia
fabbrica.
Pepper
era con lui, legata e imbavagliata in quel posto congelato, la
temperatura era regolata a -20° e non sarebbe riuscita a
sopravvivere ad un clima così pungente, per molto tempo. Non si
sentiva più le dita e minuto dopo minuto stava cedendo.
-Il
tuo eroe dovrebbe arrivare a minuti...- enunciò Andrew attirando
l'attenzione di Pepper. Si tolse la maschera per far vedere il suo
volto. Pepper lo osservò attentamente: aveva un volto sfigurato, con
innumerevoli cicatrici, ma sembrava un ragazzino anche se aveva più
di 30anni, forse la sua temperatura corporea aveva bloccato la fase
di crescita. Nonostante tutto, il suo volto rappresentava la perfidia
in persona, i suoi occhi bramavano vendetta e potere, mentre quel
ghigno sadico non trasmetteva nulla di buono...
-Scusa
se prima non ho fatto vedere la mia persona, ma vedi... io non
sopravvivo nemmeno da una temperatura di 0° e fuori per me è un po'
caldino... riesco a sopravvivere solo grazie alla mia speciale tuta,
che con l'azoto liquido mi tiene ad una bassissima temperatura...-
disse, così svelando a Pepper il suo unico, e importante, punto
debole.
-La
mente geniale di Tony avrà pensato a rintracciarci attraverso la
telefonata, quindi credo sia venuto il momento di sistemare per bene
la Bomba-N e prepararsi...- disse rinfilandosi la maschera e
dirigendosi verso la porta che dava all'esterno.
-Mi
raccomando... non morire prima del suo arrivo!- esclamò Ice Man con
perfidia e chiudendo la porta della cella.
Continua... |
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Capitolo 10 *** Scontro finale ***
capi10
Lo
scontro finale
-Li
abbiamo trovati!-esclamò Tony guardando lo schermo.
-Sì,
signore. Si tratta di una vecchia fabbrica abbandonata.- proferì
Jarvis.
-Credo
che siano in una delle celle frigorifere, visto che Ice Man ha detto
che si trovano in un posto “abbastanza fresco”! Pepper non
riuscirà a sopravvivere a lungo lì dentro! Dobbiamo sbrigarci!-
esclamò scattando in piedi e dirigendosi verso il punto dove metteva
l'armatura. Vide la corazza della War Machine...
-Jarvis!
Contatta il colonnello Rhodes e digli che è una missione
importantissima, deve usare la War Machine, potrebbe essermi
d'aiuto!- disse assicurandosi che la propria corazza fosse
maneggevole e ancora funzionante, dopo la piccola lotta contro Ice
Man.
-Subito!-
rispose Jarvis, interrompendo la conversazione per andare a chiamare
il colonnello Rhodes.
-E
ora... andiamo a salvare Pepper!- esclamò prendendo il volo e
dirigendosi verso la vecchia fabbrica dove Ice Man dava gli ultimi
ritocchi alla Bomba-N.
********************************************************************************
-Pronto.-
disse il colonnello rispondendo alla chiamata.
-Buona
sera, colonnello. Dovrei riferirle un messaggio da parte del signor
Stark- enunciò il computer.
-Ti
ascolto...- disse Rhody riconoscendo la voce meccanica di Jarvis.
-Dovrebbe
intervenire insieme da Iron Man, nella lotta contro Ice Man, usando
la War Machine.- proferì Jarvis, riferendo il messaggio di Tony.
-Con
la War Machine?! Tony aveva detto che me l'avrebbe fatta usare solo
in caso di assoluta necessità e pericolo! Cos'è successo?!- chiese
allarmato.
-Ice
Man ha programmato una bomba in grado di sterminare tutta la
popolazione terrestre, ricoprendo il pianeta di ghiaccio e neve, e ha
rapito la signorina Potts- informò il computer, descrivendo
velocemente il quadro della situazione.
-Pepper?!
È in pericolo?!- chiese il colonnello.
-Se il
signor Stark non si sbriga a raggiungerla...- disse facendo un attimo
di silenzio -...potrebbe morire-
-Riferisci
a Tony che lo raggiungerò facendo in più fretta possibile!-
-Grazie,
colonnello. La War Machine è nel laboratorio.-
-Perfetto!
Arriverò prima possibile!- esclamò Rhody interrompendo la
conversazione e dirigendosi in macchina fino a casa di Tony.
********************************************************************************
-Il
colonnello mi ha detto di riferirle, che cercherà di raggiungerla il
più presto possibile!- disse Jarvis a Tony che volava a velocità
supersonica verso la fabbrica.
-Bene...
ecco la fabbrica e quella cosa sul tetto dovrebbe essere la
Bomba-N...- disse notando un ingombrante oggetto posto sul tetto,
dove c'era anche Ice Man che lo aspettava.
Tony
atterrò nel grande piazzale circondato dalle mura della fabbrica e
si guardò intorno per cercare la prigione che teneva rinchiusa
Pepper.
-Sei
arrivato in tempo... bravo! Lei dovrebbe ancora essere viva!- enunciò
Andrew sghignazzando con fare malefico.
-Dov'è
lei?!-
-Se te
lo dicessi... non ci sarebbe lo stesso divertimento! Dovrai scoprirlo
da solo! Se la troverai te la lascerò salvare- esclamò Ice Man
passeggiando sul tetto.
-Jarvis!
Fai uno scan dell'intero edificio... se sarà necessario lo smonterò
mattone per mattone, per trovarla viva!- esclamò Tony parlando a
bassa voce con il computer.
-Certo,
signore!- rispose cominciando lo scan.
-Allora?!
Che ne pensi del mio bel giocattolino? Divertente, vero?- domandò
sarcastico, mentre si avvicinava alla Bomba-N.
-E
come farà quell'aggeggio, da solo, a rendere il clima del pianeta
freddo?- chiese cercando di guadagnare tempo per la scannerizzazione,
guardando attentamente in tutte le direzioni possibili, sempre non
facendosi notare dal nemico.
-Non
credere che sia tanto stupido!- esclamò Ice Man, facendo pensare a
Tony di aver capito il suo piano per ritrovare Pepper.
-Questa
Bomba è collegata virtualmente ad altri piccoli esplosivi con
satellite, che ho sparso per il mondo!- continuò tranquillizzando,
in minima parte, Tony.
-A ha!
Ti ascolto!- rispose disinteressato, invitandolo a continuare.
-Il
segnale di satelliti forma una fascia virtuale che avvolge totalmente
il globo, ragion per cui rappresenta lo spazio, che questo gioiello,
è in grado di congelare!- esclamò riferendosi alla sua speciale
Bomba-N, di cui andava completamene fiero.
-Come
la funzionalità di un congelatore?- chiese per guadagnare altro
tempo.
Non
trovava segnali vitali nelle vicinanze e l'unica spiegazione era che
poteva essere morta... ma non ci volle pensare neanche per un
secondo, ricominciando la scannerizzazione in modo più attento e
dettagliato possibile.
-Un
milione volte tanto un congelatore! Forse anche di più! E per voi
sarà la fine!!!- esultò ridendo per il piano di vendetta.
-Signore! Ci sono dei segnali di vita provenienti
dall'ala ovest dell'edificio, ma sono deboli e stanno svanendo sempre
più velocemente!- informò Jarvis, trovando il luogo dove Pepper era
tenuta rinchiusa, a lottare per la vita contro la morte.
-Questo non dovrà accadere!- esclamò più determinato
del suo solito.
Poi si rivolse ad Ice Man:-Avevi detto che se avessi
trovato Pepper, avrei potuto salvarla...-
-Cosa?!- domandò sbalordito, intuendo da quella frase
che era riuscito a trovare la prigione della ragazza, senza che lui
se ne accorgesse.
-... ed è ciò che farò!- disse dirigendosi verso la
meta indicata da Jarvis.
Però Andrew pensò subito a fermarlo e con un getto di
azoto liquido, gli bloccò le gambe al suolo e poi si avvicinò a
lui, scendendo dal tetto.
-Sei furbo.... molto furbo.... ma io prima non dicevo
sul serio-
-Non succederà come prima! Riesco a rompere il
ghiaccio!- esclamò Tony puntando i propulsori delle mani verso il
ghiaccio, ma non fece tempo ad attivarli. Infatti Ice Man a quella
mossa aveva congelato anche le mani.
-Non cercare di farmela di nuovo, non sei furbo quanto
me!- esclamò cominciando a girargli intorno per godersi quel momento
di gloria, mentre Iron Man cercava invano di liberarsi dal ghiaccio
che lo bloccava.
-Se continui ad agitarti in quel modo, finirai per
rompere il ghiaccio! Quindi mi sembra opportuno tenerti fermo ancora
un po'!- esclamò puntandogli una mano contro e gettandogli
dell'azoto liquido, lo congelò fino al collo.
-Freddino... vero?- disse sghignazzando.
-Sto benissimo... solo che sono un po', come dire,
bloccato!- disse cercando di mantenere un atteggiamento tranquillo e
ironico, anche se era di tutt'altro stato emotivo: agitato e
mostruosamente arrabbiato.
-Te ne starai lì finché il timer della Bomba-N
arriverà allo 0, la vicinanza all'esplosione ti distruggerà! E non
per metterti fretta, ma... hai solo 15minuti di tempo! Quindi dì le
tue ultime preghiere!- disse voltandogli le spalle e ammirando la sua
arma di distruzione.
Era completamente bloccato, non riusciva a muoversi,
però se non si sarebbe liberato in fretta... Pepper sarebbe morta.
L'unica via di fuga per quella trappola era rompere il ghiaccio con
l'energia del reattore.
-Jarvis, tutta l'energia alle pareti della corazza,
dobbiamo frantumare il ghiaccio!- disse Tony sottovoce per non essere
sentito.
-Dando l'energia a tutte le parti dell'armatura,
sprecherà molta energia. E adesso le rimane il 91%.- proferì il
computer.
-Non mi importa! Esegui!- esclamò Tony.
-Come
desidera- rispose Jarvis attivando i contatti per dare l'energia a
tutta l'armatura.
Allora
Tony sprigionò più energia possibile. Era veramente una tortura,
come un'improvvisa morte. Sentiva come se la vita gli uscisse dal
petto, ma nonostante il dolore, continuò.
Iron
Man si ricoprì di una luce azzurra, solo allora Ice Man si girò, ma
per colpa di quel bagliore non riuscì a vedere e capire nulla. Prima
sentì uno scricchiolio, poi il rumore del ghiaccio, frantumarsi in
mille pezzi.
-Ma...
co..co..come hai fatto!?- cercò di sillabare mentre indietreggiava,
alla vista di Iron Man libero dallo strato di ghiaccio.
-Non
credo sia molto importante come abbia fatto, piuttosto ti conviene
tagliare la corda perchè non sono dell'umore adatto!- esclamò
avvicinandosi ad Andrew e tirandogli un fortissimo pugno all'altezza
dello stomaco, facendolo catapultare fin sopra il tetto e causandogli
non pochi danni al suo immune scheletro.
-Adesso
le rimane solo il 40% delle energie, un altro spreco di energia di
questo genere e potrebbe non farcela- proferì Jarvis facendo il
quadro della situazione.
-Jarvis!
Il segnale!- ordinò Tony.
-Subito!-
rispose il computer, facendo visualizzare sulla schermata il punto
dove era rinchiusa Pepper.
continua... |
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Capitolo 11 *** Una dura realtà ***
capi11
Una dura realtà
Tony
fu portato di fronte ad una porta metallica, che evidentemente dava
alla cella frigorifera. Impugnò la maniglia, per entrare nella
stanza, ma non si limitò a spalancare la porta, infatti la scardinò
completamente dal muro, facendo sì che i cardini della porta
saltassero per aria.
E come
da segnalazione, Pepper si trovava lì, a terra legata e
imbavagliata. Stava perdendo i sensi, ma il rumore della porta le
fece riprendere coscienza e quando riconobbe l'armatura di Tony le
venne quasi da piangere per la contentezza.
-Pepper!-
esclamò Tony appena la vide. Si avvicinò a lei velocemente,
togliendole il bavaglio e sciogliendo la corda che le circondava vita
e polsi dietro la schiena.
-Tony?-
chiese Pepper un po' smarrita e toccandolo, sperando che non fosse
frutto della sua immaginazione.
-Sì,
sono io. Sta tranquilla, andrà tutto bene, ti porterò via di qua!-
rispose lui cercando di rassicurarla, poi la prese tra le braccia e
la portò fuori da quell'infernale prigione dove era stata rinchiusa.
-Jarvis,
i propulsori sono ancora attivi?- chiese Tony al computer, con la
ragazza mezza congelata tra le braccia.
-Grazie
all'esplosione di energia, di prima, ha rinforzato le superfici della
corazza, facendo sì che i propulsori si riattivassero, quindi sono
attivi e l'armatura molto più resistente- enunciò Jarvis dando
un'ottima notizia.
-Bene!
Allora andiamo a casa prima che sia troppo tardi- disse serio,
notando che Pepper tremava ancora per il gelo.
-Dove
credi di andare!? Non ti dimentichi di qualcosa?- chiese la voce di
Andrew, facendogli ricordare che quel maledetto era ancora vivo e che
aveva ancora pochi minuti per salvare l'intera popolazione mondiale
dalla micidiale Bomba-N.
-Non
dovresti essere con un piede nella fossa, visto il volo che ti ho
fatto fare?-
-Ti
dimentichi del mio potenziale nel guarire in fretta! Sarà presto la
vostra fine, visto che rimangono solo 10 minuti per la disfatta dei
terrestri!-esclamò Ice Man sfoggiando una delle sue risate più
malefiche.
Tony
si era dimenticato del fatto che se non sarebbe intervenuto l'intera
umanità rischiava di scomparire, l'unico pensiero che aveva in quel
momento era salvare Pepper, ma per farlo doveva anche distruggere la
Bomba-N e Ice Man. Doveva sbarazzarsene.
Aveva
ancora la ragazza tra le braccia, decise che doveva metterla in un
posto protetto e al sicuro, intanto che liberava il mondo da un
crudele destino. L'avrebbe portata vicino alle mura dell'edificio
dove non poteva essere colpita e correre rischi.
-Devo
sistemare una piccola faccenda... ti lascio qui per pochi minuti, poi
ti prometto che torneremo a casa.- enunciò Tony a Pepper, posandola
a terra e facendogli poggiare la schiena sulla parete di mattoni. Poi
fece per allontanarsi.
-Aspetta!-
disse la ragazza, mettendo tutta la forza che le rimaneva per
pronunciare quelle parole, richiamandolo. Lui le si chinò accanto
prendendole una mano per farle coraggio e anche per far coraggio a se
stesso.
-Dimmi...-
disse seriamente preoccupato togliendosi l'elmo, fatto di lega di oro
e titanio, per ascoltare meglio le sue parole.
Le
faceva male ovunque: parlare, muoversi, respirare... qualunque azione
facesse provava un dolore allucinante, tutta colpa del periodo
passato al gelo, stava lentamente peggiorando e perdendo i sensi.
Appena vide il volto di lui, accennò un leggero sorriso. Aspirò un
po' d'aria, che le provocò un bruciore lancinante al petto,
facendogli fare una smorfia di dolore.
-Cos'hai?
Stai male?- chiese Tony allarmato, non immaginando il dolore che la
ragazza stava provando.
-No,
sto bene...- rispose lei mentendo, poi continuò: -...il calore-
sussurrò non riuscendo a terminare la frase.
-Il
calore?! Stai tranquilla tra un po' ti riporto al caldo!- esclamò
Tony.
-...No!...-
esclamò bloccandolo e facendogli capire che non si stava riferendo a
quello.
-Non
sforzarti, fai con calma- enunciò Tony anche se non avevano molto
tempo prima dello scoppio della Bomba-N.
-Il
calore... Devi distruggerlo col calore...- disse Pepper puntando lo
sguardo dietro le spalle di Tony, che si girò e vide che si stava
riferendo ad Ice Man.
-Vorresti
dire che il suo punto debole è il calore?- chiese Tony sbalordito
per la rivelazione.
Lei
annuì, poi proseguì: -Non riesce a vivere ad una temperatura di 0
gradi.... riesce a stare in vita solo per la sua tuta... l'unico modo
per distruggerlo è un'alta temperatura...- proferì a fatica,
pronunciando le parole lentamente ed ad ogni parola perdeva energie.
-Giusto!
Il calore! Pepper sei un genio!- esclamò Tony facendola sorridere.
Cercò
di alzare una mano e con un po' di fatica riuscì a muovere un
braccio. Posò la sua mano gelida sulla guancia di lui sentendo il
calore della sua pelle, facendogli una carezza. Tony appoggiò la sua
mano su quella di lei per sentirla più vicina.
-Andrà
tutto bene, tra un po' sarà tutto finito, non preoccuparti ci sono
io a proteggerti- disse Tony cercando di tranquillizzarla.
-Promettimi
che starai attento e che... non mi dimenticherai mai...- disse ormai
consapevole del fatto che non ce l'avrebbe fatta.
-No!
Non pensarci nemmeno! Tu non morirai, riuscirò a salvarti!- esclamò
Tony non accettando ciò che aveva appena detto la ragazza.
-...
Ti amo...- furono le sue 2 ultime parole prima di sprofondare in un
sonno eterno. La sua mano scivolò senza forze dalla guancia di lui.
I suoi occhi si chiusero lentamente, mostrandole per sempre un nero
buio e profondo.
-...no...-
riuscì a sussurrare Tony, sconvolto. Teneva ancora la sua mano, non
riusciva a tollerarlo, gli sembrava solo un bruttissimo incubo.
-...no...-
ripeté con un sussurro, allungò una mano verso il suo candido viso,
ma la ritirò immediatamente. Continuava a pensare che era stata solo
colpa sua: se sarebbe riuscito a sconfiggerlo prima, forse non
l'avrebbe rapita. Tutta colpa sua perchè aveva maledettamente torto!
Era riuscito a mettere in pericolo le persone che gli stavano attorno
e, per di più, aveva perso la persona che gli stava più di tutte a
cuore. Sì, perchè per lui, lei era tutto!
-Nooooo!!!!!!-
urlò sfogando la sua rabbia, il suono archeggiò nell'aria con un
eco. Provava un dolore lancinante all'altezza del petto, vicino al
suo cuore... no, non vicino, era il suo cuore. Una morsa di dolore lo
stava colpendo, non aveva mai provato così tanta sofferenza.
Si
girò verso Ice Man, ora i suoi occhi bramavano pura vendetta, lo
vide in piedi vicino alla Bomba-N sul tetto, capì che stava ridendo.
Anche se non vedeva il sorriso sadico dipinto sul suo volto, riuscì
a capirlo per quella maledetta e perfida risata.
-È
morta, eh?! Ti avevo avvertito io!- esclamò Andrew manifestando
un'altra crudele sghignazzata, portandosi le braccia incrociate al
petto con fare saccente.
-Tu...-
proferì Tony con tono letteralmente infuriato e minaccioso. Raccolse
l'elmo da terra e si alzò da terra, dirigendosi con passo lento
verso il centro della piazzola, lasciandosi alle spalle il corpo di
lei senza vita.
-Se
lei non c'è più è anche colpa tua! Perchè lei!?- esclamò sempre
più arrabbiato e distrutto dal dolore. Ice Man continuava a ridere
divertito dalla sofferenza che provava Tony per la morte di Pepper.
-Ti ho
chiesto: Perchè lei!?! Rispondimi!- gridò con tutto il fiato che
aveva in corpo, e questo bloccò lo sghignazzo di Andrew.
-Perchè
lei era la persona a cui ci tenevi di più... e vederti provare
dolore mi fa gioire!- esclamò continuando a ridere scompostamente.
-Questa
me la paghi!!!!- urlò Tony rimettendosi l'elmo, saltandogli addosso
e riempiendolo di fortissimi pugni, ma l'altro più ne incassava e
più rideva. Rideva per la sofferenza. Rideva per la disperazione.
Rideva per il tormento. Non per la propria sofferenza, disperazione o
tormento, ma per quello che stava provando Tony in quel momento. Ice
Man era felice di sentire la sua rabbia abbattersi su di lui come una
tempesta, tanto, tutti quei danni che gli stava provocando, guarivano
in un arco di pochissimo tempo e tornava più agile di prima.
Un
pugno dopo l'altro, ripetutamente. Non riusciva a fermarsi, aveva
troppa rabbia dentro, anche se quei colpi erano tirati invano. Ad
ogni contatto riusciva a sentire lo scricchiolare delle ossa di Ice
Man, che si stavano fratturando. Poi con un colpo decisivo lo fece
volare parecchi metri indietro, facendolo schiantare contro il muro,
questo sempre accompagnato dalla risata di Andrew.
Tony
cadde a terra stremato, aveva il fiatone, per quell'improvviso scatto
d'ira e forse anche perchè l'energia del reattore stava diminuendo.
Si sfilò nuovamente il copricapo per riprendere un po' più d'aria e
lo gettò a terra, poi vide che il corpo di Andrew si muoveva ancora
e cercava il modo di rimettersi in piedi.
-Quella
volta che sono stato rapito...- raccontò Tony ancora con il fiato
corto, ricordando il periodo passato in prigionia in Afghanistan.
-avevo un compagno di detenzione, si chiamava Yinsen ed è l'uomo a
cui dovevo dare la vita...- proferì intanto che Ice Man si era messo
seduto con le spalle al muro in attesa che il suo insolito corpo
tornasse a guarire. -in quei 3 mesi in cui mi avevano chiuso in una
caverna a lavorare, ho scoperto chi ero veramente e grazie a
quell'uomo ho capito quanto è importante la vita...- disse ridendo.
-...Basta essere felici...- enunciò con semplicità.-... io credevo
di esserlo... ma la felicità non si nasconde sempre dietro a ville
lussuose, auto, popolarità e denaro, e l'ho capito solo per merito
di quell'uomo... Un giorno mi aveva chiesto se avevo famiglia, io gli
ho risposto di no e lui mi ha detto che ero un uomo che aveva Tutto e
Niente. Bhè aveva ragione, non avere una famiglia è come se alla
tua vita manca l'altra metà. Lui aveva una famiglia e quando ne
parlava gli brillavano gli occhi e diceva che una volta uscito da lì,
l'avrebbe rivista...- fece un attimo di pausa, Andrew era ancora
accasciato a terra e lo stava ascoltando. -... solo sul punto di
morte mi ha detto che la sua famiglia era morta e solo così
l'avrebbe rivista... era ciò che voleva...- Un flashback di immagini
gli passarono davanti agli occhi ricordando quella scena. -E adesso,
quando anche io ho trovato una famiglia tu me la porti via! Sì,
perchè lei era la mia famiglia, era l'altra metà, era quella che
amavo, era la mia vita, lei era Tutto! E tu... me l'hai portata via!-
gridò sbattendo un pugno sull'asfalto provocando delle spaccature.
-Tranquillo,
la raggiungerai presto con il resto degli abitanti del pianeta!!!-
esclamò lui con perfidia e rialzandosi senza fatica.
-No,
questo non lo permetterò! Altri innocenti non devono essere
coinvolti! Ti porterò all'altro mondo con me...- proferì con un fil
di voce, che Ice Man riuscì a sentire e non capiva cosa stava
tramando.
-Jarvis!-
proferì Tony richiamando il computer.
-Mi
dica signore.-
-È
l'ora di far un po' di casino, tra un attimo, Ice Man, sarà stato
solo un brutto incubo! Adesso aiutami a concentrare tutta, e dico
tutta, la potenza al generatore toracico!- esclamò Tony rimettendosi
in piedi.
-Le
resta solo 30% delle energie, un attacco come quello del generatore
toracico le sprecherà tutte, proverà un dolore allucinante! E ci
sono poche speranze di sopravvivenza- enunciò Jarvis facendo gli
ultimi calcoli e intuendo le intenzioni di Tony.
-Non
mi importa! Il dolore non mi fa paura e tanto meno la morte... tutto
quello che dobbiamo fare è salvare il mondo! Ora obbedisci!- ordinò
Tony al computer.
-Ma
signore! Lei non sa a cosa va incontro! Se intende salvare la
popolazione in questo modo, rischierebbe la vita e morirà! Potremmo
aspettare il colonnello Rhodes, che le darà una mano, dovrebbe
arrivare a momenti!- esclamò Jarvis pensando che Tony non avesse ben
chiara la delicata situazione.
-Non
c'è tempo! E poi è il solo modo per rivederla...- enunciò Tony,
abbassando il capo tristemente. Aveva deciso che si sarebbe
sacrificato per il bene di tutti e anche per interrompere la sua
continua agonia per la morte di Pepper.
-La
signorina Potts non avrebbe approvato... non deve sacrificarsi! È
una follia!- affermò il computer cercando di convincerlo.
-Jarvis...
tu non puoi capire... Prova a metterti nei miei panni... senza di lei
la mia vita è finita! Non riuscirei a vivere con questo tormento!
Lei è morta per causa mia! Non puoi neanche immaginare che voragine
mi sento nel petto, questo continuo tormento non riuscirò mai a
superarlo! È come se una parte di me se ne fosse andata con lei...-
enunciò addolorato. -Quindi, ti prego. Permettimi di farla finita,
così potrò rivederla ancora!- implorò Tony quasi con le lacrime
agli occhi.
-Non
glielo permetterò! Non farò parte del suo piano per
autodistruggersi!- esclamò Jarvis rifiutandosi di eseguire gli
ordini.
Tony
sorrise.
-Sapevo
che sarebbe arrivato anche questo momento...- disse Tony dopo che il
computer si rifiutò di obbedire.
-Di
cosa sta parlando?- chiese Jarvis non capendo.
-Del
fatto, che mi aspettavo che un giorno ti saresti rifiutato di
eseguire gli ordini... allora ho installato appositamente un
ghost-drive che mi permette di bloccare ogni tuo comando, lasciandomi
la libertà di scelta senza intralci... mi dispiace, ma dovrò
farlo... - enunciò aprendo un piccolo dispositivo sul braccio
sinistro e digitando qualcosa sulla piccola tastiera.
-Ma
non può farlo!- protestò Jarvis che cercava inutilmente di bloccare
virtualmente il ghost-drive, ma senza successo.
-Bene,
ora non puoi più fermarmi... ti chiedo ancora scusa, ma è l'unico
modo che avevo, mi dispiace... sappi che per me sei sempre stato un
ottimo amico, grazie di tutto... e ora addio!- disse Tony
preparandosi per concentrare tutta l'energia al pezzo toracico.
-Non
glielo permetterò...- enunciò Jarvis interrompendo la conversazione
per cercare il colonnello Rhodes.
********************************************************************************
Il
colonnello Rhodes era già arrivato a casa di Tony, indossato
l'armatura e in quel momento si stava dirigendo verso la zona
abbandonata di Los Angeles dove si stava svolgendo il combattimento.
-Colonnello
Rhodes, è sorto un problema- disse la voce di Jarvis, aprendo una
conversazione con Rhody che stava volando verso la meta.
-Che
tipo di problema?- chiese il colonnello.
-Il
signor Stark ha deciso di lanciare un potente attacco contro la
Bomba-N e Ice Man, per distruggerli- enunciò il computer.
-E
quale problema ci sarebbe?- chiese non notando alcun grattacapo.
-Il
vero problema è che il signor Stark non ha energia a sufficienza e
potrebbe rischiare la vita, ha deciso di sacrificarsi!- disse Jarvis
spiegando il reale pericolo.
-Cosa?!
Allora tu bloccagli i comandi!- esclamò Rhody.
-Ci ho
provato, ma il signor Stark aveva installato, di nascosto, un
ghost-drive che blocca qualunque mia eventuale modifica. Ha deciso di
morire...-
-Ma
perchè dovrebbe farlo!?! Tra meno di 2 minuti arrivo e posso
aiutarlo!- esclamò il colonnello non capendo perchè Tony era
ricorso a decisioni così drastiche.
-La
signorina Potts è morta e vuole farla finita anche lui.- disse
Jarvis con un tono leggermente malinconico.
-Oddio...-
disse Rhody dopo l'avviso, pensò in silenzio per qualche attimo poi:
-Dobbiamo fermarlo!- esclamò attivando i turbo propulsori.
********************************************************************************
-Allora?!?!
Come la vogliamo mettere?!- domandò Ice Man sghignazzando e vedendo
Iron Man, in piedi, a pochi metri da lui senza elmo. Era fermo in
quella posizione da un po' di tempo e Andrew non riusciva a capire
cosa stesse combinando. Tony stava concentrando tutta l'energia per
il colpo decisivo, che avrebbe fatto scomparire Ice Man, la Bomba-N
e... lui stesso.
-Tra
un po' smetterai di ridere...- enunciò Tony sorridendo soddisfatto,
aveva accumulato un sacco di potenza e quell'attacco avrebbe fatto
saltare in aria quella maledetta bomba, provocando un bel incendio
facendo si che Ice Man sarebbe morto per il troppo calore.
-Ti
mancano solo 4minuti e in quello stato non riuscirai a fermarmi! Tra
un po' dirai addio alla tua bella vita!- esclamò Ice Man incrociando
le mani al petto con sicurezza.
-Hai
fatto male i conti: io ti fermerò e anche tu,come me, dirai addio
alla tua bella vita o dovrei dire pietosa vita...-
-Ahahah!
Sì, sì, come no! Io sono indistruttibile! Nulla potrà farmi
morire!!!- gridò estasiato e sicuro di se stesso.
-No,
tu invece hai un punto debole e io so qual è!- esclamò Tony alzando
lo sguardo verso Andrew che a quell'affermazione indietreggiò di 2
passi.
-Ma...ma...
come...come fai a saperlo...?- chiese Andrew non facendo trasparire
la paura nella sua voce.
-L'hai
detto a qualcuno che ha trovato giusto riferirmelo...- disse provando
ancora una fitta al cuore ricordando che lei non c'era più.
-Maledetta!
Dovevo ucciderla prima!- esclamò Ice Man stringendo i denti per la
rabbia e forse anche un po' per paura.
-Adesso
è l'ora di farla finita!!! Ti porterò all'altro mondo con me!-
gridò sprigionando un potente attacco dal pezzo toracico, mirando
alla Bomba-N.
Dal
suo petto fuoriuscì un raggio di luce azzurra diretto verso la
Bomba-N, sentiva l'energia che gli scorreva in corpo che pian piano
scompariva, facendolo sentire sempre più debole. Un dolore
indescrivibile, ma non doloroso quanto l'angoscia che provava il suo
cuore. E nonostante tutto, continuava la sua missione suicida.
Per la
veloce mossa Ice Man non si accorse a cosa stava puntando, a primo
momento pensò che avesse sbagliato mira e non lo aveva centrato, poi
quando sentì dei rumori provenienti da dietro la sua schiena, si
girò e vide la Bomba-N che lentamente si stava squagliando, colpita
dal fascio di energia.
-Noooo!!!-
urlò Andrew disperato mettendosi le mani sulla testa e cadendo sulle
ginocchia, vedendo la sua arma per la conquista del mondo, che andava
distrutta.
Iron
Man continuava a lanciare verso la Bomba-N energia, doveva
distruggerla, dargli fuoco, ma non ce l'aveva ancora fatta. Con un
urlo deciso, Tony lanciò verso l'obbiettivo un colpo più potente e,
finalmente, la Bomba-N prese fuoco.
-No!
Il fuoco no!!!- gridò Ice Man incapace di muoversi per il troppo
calore essendo troppo vicino alla bomba. Cadde a terra mentre il
fuoco si faceva sempre più vicino, la sua tuta speciale si
disintegrò per il troppo calore. Ice Man cominciò a dimenarsi
sempre di più, non riuscendo a sopportare una temperatura così
elevata anche se le lingue di fuoco si trovavano a pochi metri di
distanza da lui.
Incapace
di muoversi, si dimenava al suolo cercando di sfuggire a
quell'orrenda morte, annaspando a fatica aria. Le fiamme raggiunsero
il suo freddo corpo e lo avvolsero in una morsa mortale, urlava per
il dolore, la pelle cominciò a bruciacchiarsi, poi tutto ad un
tratto il suo corpo bruciò velocemente e inaspettatamente si
trasformò in cenere.
Ora
Ice Man era solo un brutto ricordo, scomparso per sempre e incapace
di creare alcuna minaccia per il mondo. Le fiamme si ritirarono a
poco a poco fino a scomparire del tutto misteriosamente. La Bomba-N
era stata definitivamente disintegrata e ora la terra e i suoi
abitanti non correvano più alcun pericolo.
Tutto
accadde in meno di un minuto sotto gli occhi di Tony, che privo di
forze cadde sulle ginocchia respirando a fatica. Gli restava solo
l'1% di energie, ormai si era rassegnato... sarebbe morto a minuti.
Si
girò e vide il corpo della ragazza ancora immobile e senza vita, si
avvicinò a lei trascinandosi per terra con le ultime forze che gli
rimanevano. Con molta fatica riuscì a raggiungerla, cercò di
mettersi seduto e se la trasse accanto, tra le sue braccia.
Nonostante tutto quello che era successo non riusciva ancora a
credere a quello che le era capitato e, colto dalla disperazione,
pianse.
continua... |
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Capitolo 12 *** Mai abbandonare la speranza ***
capi12
Mai abbandonare la
speranza
Poco
dopo atterrò nel grande piazzale la War Machine con Rhody, che non
capiva cosa era successo visto che il luogo sembrava deserto.
-Ma
siamo nel posto giusto?- chiese il colonnello a Jarvis.
-Sì,
colonnello, ma credo che siamo arrivati troppo tardi... Ice Man è
stato distrutto...- enunciò il computer analizzando la zona.
-Tony!-
gridò Rhody appena vide l'amico accasciato vicino al muro. Si
avvicinò e solo dopo si accorse che teneva tra le braccia il corpo,
senza vita, di Pepper.
Alzò
la visiera dell'elmo, non sapeva cosa dire. Tony non alzò nemmeno lo
sguardo, sapeva che era lì e che avrebbe cercato di convincerlo a
farsi aiutare, ma lui non ne aveva la minima intenzione, voleva solo
andarsene per sempre...
-Tony...
mi dispiace...- disse abbassando lievemente il capo, era veramente
una brutta situazione.
-Lasciami
solo, voglio andarmene in pace!- esclamò senza nemmeno guardarlo
negli occhi.
-Non
dire sciocchezze! Lascia che ti aiuti, vi riporterò a casa.- enunciò
il colonnello, cercando di far cambiare idea a Tony.
-No!
Lei è morta! Non lo capisci!?!? È morta! Ed è stata tutta colpa
mia! Se l'avessi trovata prima non sarebbe successo!- gridò
infuriato guardandolo finalmente in faccia.
Rhody
capì che si sentiva in colpa e credeva che il colpevole
dell'incidente fosse stato lui. Non lo aveva mai visto così
distrutto, lo conosceva da una vita e nemmeno per la morte del padre
si era disperato a tal punto.
-Non è
stata colpa tua... È stato un incidente, ma devi superarlo e andare
avanti...- disse Rhody cercando in qualche modo di consolarlo.
-No,
non ce la farò mai! Lei per me era tutto, era la mia vita!- esclamò
Tony tornando a guardare il corpo di Pepper tra le sue braccia.
Il
colonnello non sapeva cosa rispondere, di sicuro Tony non aveva
intenzione di farsi aiutare e voleva morire, ma di certo non poteva
starsene lì ad aspettare che morisse, non poteva permetterlo, era
pur sempre suo amico!
-Senti,
lo so che per te è un brutto colpo, ma...- cercò di dire il
colonnello, prima di essere bruscamente interrotto.
-Adesso
basta, voglio stare solo!- esclamò Tony, il suo tono sembrava per di
più una supplica.
-Lasciami
solo con lei.- disse, poi, abbracciandola a se.
Rhody
fece ciò che gli era stato chiesto, si allontanò di qualche metro e
si sedette a terra, pensando a un motivo per convincere Tony.
Il
luogo venne avvolto da un malinconico silenzio. L'unico rumore che si
sentiva erano le auto, in lontananza, che scorrevano per la
trafficata zona di Los Angeles.
Tony
aspettava la morte tenendo abbracciata Pepper,ad occhi chiusi,
ripensava a tutti i momenti passati con lei e ora sarebbero stati
insieme per sempre. Sentiva solo il proprio respiro affannato
quando...
“Bum
bum...”
Aprì
velocemente gli occhi, non credeva alle sue orecchie, gli sembrava di
aver sentito il battito del cuore di Pepper. Forse erano solo
allucinazioni... ma...
“Bum
bum...” di nuovo.
“Bum
bum...”
No,
non era pazzo, era realmente il suo cuore!
-Jarvis!
Controlla le funzioni vitali! Subito!- esclamò Tony facendo
sobbalzare il colonnello Rhodes, che si alzò e si avvicinò.
-Che
succede?- chiese Rhody.
-Zitto!-
lo zittì Tony alzando un braccio come per bloccarlo.
“Bum
bum...”
Riusciva
a sentirla, tra le sue braccia, lei si stava riprendendo...
“Bum
bum...”
-Allora?!
Jarvis?!- chiese spazientito Tony per non aver ottenuto risposta.
-Le
sue funzioni vitali si stanno ristabilendo, ha ancora una
possibilità! Se riuscissimo a portarla in ospedale avrebbe un'altra
chance!- esclamò il computer facendo un check-up completo alla
ragazza, in fin di vita.
“Bum
bum... Bum bum... Bum bum...” il suo battito si stava
regolarizzando.
Tony
si sentì come rinascere. Le forze si rigenerarono, sentì l'energia
ritornare a scorrergli nel corpo, all'improvviso.
-Ci
penso io! La porto all'ospedale e poi torno a prendere te!- esclamò
Rhody tendendogli la mano per aiutarlo ad alzarsi.
-No,
non c'è tempo! Dobbiamo portarla a casa! Lì ho una macchina
rigeneratrice alimentata a reattori ad arco, l'ho terminata per
venderla agli ospedali, ma ho ancora l'originale al laboratorio!
Negli ospedali sarà in uso tra un mese! E l'unico mezzo per salvarla
è quello!- esclamò Tony convinto della sua invenzione.
-Ok!
La porterò a casa, dopo Jarvis saprà cosa fare.- proferì il
colonnello.
-Non
se ne parla! La porterò io a casa e andrà tutto bene!- disse
guardandola e sentendo il suo cuore che ricominciava a tamburellare.
-Ma
Tony! Sei senza forze! Non riuscirai mai ad arrivare fino a Malibu!-
esclamò Rhody, sconvolto per la testardaggine dell'amico.
-Parla
per te! Io mi sento più forte di prima!- esclamò alzandosi senza la
minima fatica con la ragazza tra le braccia.
-Infatti,
la sua energia è risalita al 100%, direi un fatto davvero
inspiegabile!- esclamò Jarvis controllando lo stato di energia del
signor Stark.
-Passami
l'elmo, per favore- disse Tony a Rhody, che senza proferire parola si
chinò, raccolse l'elmo e glielo porse.
Tony
se lo sistemò per bene, controllò che tutti i circuiti fossero
attivi e finalmente era pronto per tornare a casa.
-Stammi
dietro!- esclamò Tony prendendo il volo, seguito dal colonnello, che
ancora non riusciva a credere ai suoi occhi.
Il
cielo si annuvolò all'improvviso, si stava avvicinando un grosso
temporale e dovevano arrivare a Malibu il più presto possibile.
Tony
volava ad una velocità elevatissima, l'unico suo pensiero era lei e
non aveva neanche pensato come l'energia del suo corpo si sia
rigenerata così all'improvviso. Volava così veloce che Rhody,
dietro di lui, faticava a stargli accanto.
Questione
di minuti e arrivarono sulla costa di Malibu dove c'era l'abitazione
di Tony. Atterrarono sul terrazzo ed entrarono dalla vetrata, già
sfondata da Ice Man quando era scappato.
Tony
entrò, le luci erano tutte accese, Jarvis aveva pensato di attivare
i macchinari per il suo arrivo. Distese la ragazza sul divano e si
diresse verso il laboratorio. Il colonnello non sapeva come essere
d'aiuto, Tony era andato senza dire una parola, si sentiva un po' a
disagio...
Dopo
nemmeno 1 minuto riapparse liberato dall'ingombrante armatura, che
gli impediva movimenti fluidi, visto che era messa un po' maluccio.
-Che
fai lì impalato!? Avanti seguimi e togliti l'armatura, sai come sono
le regole!- esclamò ridendo, come per prenderlo un po' in giro. Gli
stava tornando il buon umore, convinto che sarebbe andato tutto per
il meglio.
Riprese
Pepper tra le braccia e, seguito dal colonnello, scese nel
laboratorio dove l'incubatrice era stata attivata e pronta per l'uso.
Rhody
si tolse l'armatura, poi si avvicinò a Tony che aveva disteso Pepper
nella speciale macchina e le stava attaccando in varie parti del
corpo delle piccole ventose con dei fili collegate ad un reattore ad
arco.
-Posso
aiutarti in qualche modo?- chiese Rhody, cercando di non essere
d'intralcio per il lavoro di Tony.
-No,
grazie. Ho quasi finito...- disse poi andando verso un computer e
digitando alcune parole e cifre, a Rhody incomprensibili.
-Come
funziona la macchina?- domandò l'amico curioso.
-Le
ventose hanno dei sensori che trasmettono energia attraverso il
reattore ad arco posto là sotto.- rispose indicandolo. -Poi si
trasmettono i dati al computer e infine si avvia, è un'incubatrice
di rianimazione.- disse, dando l'avvio alla macchina.
-E
quanto dovrà stare collegata?-
-Dipende
dallo stato... può stare anche fino a 2ore... non sono riuscito a
fare di meglio- enunciò un po' deluso di se stesso.
Si
sentì un forte boato da fuori, il temporale si stava avvicinando,
infatti poco dopo grosse gocce d'acqua caddero dal cielo con
violenza.
Tony e
Rhody si misero seduti nel laboratorio e aspettarono il risveglio
della ragazza. Per tutto il tempo non si parlarono, ognuno pensava
senza dire una parola. L'unico rumore era quello della pioggia
incessante e il mare agitato che con le onde si schiantava sugli
scogli.
Passò
mezz'ora, passò un'ora, passarono 2 ore, passarono 3 ore...
Tony
iniziò a perdere la speranza, cominciava a dubitare che andasse
tutto bene, lo schermo del computer segnalava minuscoli
miglioramenti. In 3 ore aveva riacquistato solo poche energie e Tony
pensò che non c'erano più speranze.
-E se
non ce la fa?- chiese Tony interrompendo il silenzio.
-Ma
certo che ce la farà! Dopo tutto quello che ha passato, se ritarda
un po' è normale!- esclamò il colonnello sicuro delle sue idee.
-Sono
passate 3 ore e ci sono pochissimi miglioramenti... non so più cosa
pensare.- enunciò Tony poggiando i gomiti sulle gambe e mettendosi
le mani tra i capelli, disperato.
-Ci
sono sempre dei miglioramenti!- affermò poggiandogli una mano sulla
spalla in segno di conforto. -Forza, andiamo di sopra a prenderci una
tazza di caffè, torniamo tra poco...- disse convincendolo.
Andarono
al piano superiore, si riempirono 2 tazze di caffè fumante e si
sedettero sul divano, guardando fuori dalla finestra il mare agitato.
-Ho
paura...- enunciò Tony con un espressione serissima sul volto.
L'amico non aveva mai sentito quelle 2 parole uscire dalla sua bocca,
Tony non aveva mai avuto paura di niente, e si stupì ben poco per
quella piccola rivelazione.
-Andrà
tutto bene! Ci sono stati miglioramenti, anche se piccoli, ma ci
sono! Non mancherà molto...- disse il colonnello.
Tony
poggiò la testa sullo schienale e chiuse gli occhi, sperando che
tutto si sarebbe risolto nel migliore dei modi...
-Posso
chiederti una cosa?- chiese gentilmente il colonnello.
-Certo,
dimmi...- disse guardandolo in volto e aspettando la domanda.
-Prima,
perchè hai pensato che fosse stato meglio uccidersi?-
Ci fu
un momento di silenzio, poi Tony rispose: -Semplice. Perchè più
della metà della mia anima era già morta... era andata via con
lei... Non so come spiegarlo, ma non mi sono mai sentito più male
come in quel momento...-
-Ma
era una pazzia! Saresti stato in grado di superarlo, come per tuo
padre- proferì Rhody, dopo aver ottenuto risposta.
-No...
ti sbagli, non è la stessa cosa. Lei per me è tutto, è la mia vita
e la sua morte, per colpa mia, non l'avrei superata...- rispose
convinto.
-Non è
stata colpa tua!- esclamò il colonnello
-Invece
sì! Se io l'avessi sconfitto prima, lei non sarebbe stata rapita!
Oppure se mi sarei sbrigato a trovarla, lei non sarebbe in quello
stato!- esclamò alzando un po' il tono della voce.
Rhody
pensò che non era il discorso adatto da trattare in quel momento,
così cambiò subito discussione.
-Un'altra
cosa devo chiederti... come hai fatto a recuperare le energie così
velocemente?- domandò il colonnello.
-Non
ne ho la minima idea...- disse pensandoci un po'. -È una cosa
strana... non saprei spiegarla. Fino a pochi minuti prima mi sentivo
morire e dopo avevo l'energia al 100%! Jarvis, come la spiegheresti?-
chiese Tony, richiamando il computer.
-Si
tratta di un caso abbastanza insolito... Le particelle del reattore
si sono rigenerate automaticamente in un tempo brevissimo, di solito
ci mettono un po' più di tempo... l'unica spiegazione è che abbiano
ricevuto l'impulso da fuori, il suo corpo.- enunciò Jarvis che dopo
molte diagnosi era giunto a quella conclusione.
-Il
mio corpo? Ma se non riuscivo nemmeno a reggermi in piedi!- esclamò
Tony leggermente sorpreso.
-È
stato un impulso dovuto al sistema nervoso, possono essere profumi,
gusti o rumori. Le hanno causato una strana reazione- spiegò il
computer cercando di essere il più chiaro possibile.
Tony
ci pensò un po', doveva ricordarsi cosa poteva essere stato a
donargli quella potenza. Ripensò a tutti i momenti, poi...
-Pepper!-
esclamò illuminato.
-Eh?-
disse Rhody non capendo cosa centrasse in quel momento Pepper.
-È
stato merito suo! Il battito del suo cuore! Da quel momento mi sono
sentito un'energia scorrere dentro!- esclamò ricordandosi quel
preciso momento.
-Hai
visto? Pepper ti aiuta in qualsiasi momento!- disse il colonnello
ridendo.
I
grossi nuvoloni neri se ne andarono lasciando spazio ad un firmamento
ricoperto da luminose e piccole stelle.
-Ehy!
Ma che avete combinato?!- chiese una voce.
Tony e
Rhody si girarono verso l'individuo che aveva detto quella frase.
-Pepper...-
sussurrò Tony alzandosi in piedi, non credendo ai propri occhi, gli
pareva un'allucinazione.
Pepper
si era risvegliata! E sembrava stesse bene.
La
ragazza si avvicinò a Tony e Rhody, che con due facce da baccalà la
guardavano esterrefatti.
-Allora?!
Chi ha combinato questo casino?!- domandò indicando la vetrata del
soggiorno in frantumi. Cercava di essere il più seria possibile, ma
non ci riuscì, le scappò un sorriso e abbracciò Tony felice di
rivederlo.
Lui la
strinse a se forte e le sussurrò: -Non farmi più scherzi del
genere, mai più!-
-Come
stai?!- domandò poi, guardandola negli occhi, resi lucidi dalla
contentezza.
-Ho
solo un po' di freddo, ma per il resto sto benissimo!- rispose
sorridendo.
Tony
la fece sedere sul divano e dopo aver preso una coperta gli si
sedette accanto e la tenne stretta a se cercando di riscaldarla.
-Jarvis,
fai virtualmente tutti i controlli e dimmi se c'è qualcosa che non
va- disse Tony al computer, per far controllare la salute della
ragazza.
-Sarà
fatto signore!- esclamò Jarvis.
-Ti ho
detto che sto bene!! Non serve nessun controllo!- esclamò Pepper
cercando di tranquillizzarlo.
-Gli
hai fatto prendere un bello spavento, era disperato!- esclamò Rhody
felice che la ragazza si fosse rimessa nei migliori dei modi.
-Alla
fine la Iron Woman si è rivelata poco utile, vero?- disse Tony
ridendo.
-Ti
eri dimenticato di spiegarmi come funzionasse, sai non sono molto
pratica!- esclamò Pepper prendendolo un po' in giro.
Pepper
chiese che fine aveva fatto Ice Man e Tony si limitò a rispondere
che lo aveva sconfitto. Però la ragazza domandò come erano andate
le cose e allora il colonnello Rhodes gliele spiegò per filo e per
segno, Tony non se la sentiva di raccontarlo. Quando Rhody disse che
Tony aveva tentato il suicidio perchè la credeva morta, rimase
sbalordita, non sapeva proprio cosa dire. Almeno sapeva che Tony ci
teneva tanto a lei e questo era la dimostrazione di quanto l'amasse.
-Arrivo
subito!- esclamò Tony alzandosi e dirigendosi verso il piano di
sopra.
-Ma
dove va?- chiese Pepper a Rhody.
-Non
ne ho la più pallida idea. Comunque sappi che lui farebbe qualsiasi
cosa per te, persino dare la vita e questo lo ha dimostrato.- enunciò
il colonnello.
Pepper
si limitò solamente a sorridergli, visto che Tony ritornò.
-Dove
sei andato?- chiese la ragazza curiosa.
Lui
non le rispose, si mise in ginocchio di fronte a lei e le prese una
mano.
-Devi
sapere che per me sei la persona più importante della mia vita,
quando avevo il tuo corpo senza vita tra le braccia, mi sono sentito perso, la mia vita se
ne era andata. Tu per me sei vita e voglio passare il resto dei miei
giorni insieme a te...- trasse da dietro la schiena una scatolina
azzurra, la aprì scoprendo uno splendido anello.
-Virginia
Pepper Potts, vuoi sposarmi e diventare mia moglie?- disse
infilandole l'anello nell'anulare della mano sinistra.
Pepper
pianse per la felicità
-Certo
che lo voglio!- esclamò buttandogli le braccia al collo.
Tony
si rimise in piedi, sempre tenendola tra le braccia. E guardandola
negli occhi....
-Ti
amo!- disse per poi darle un appassionato bacio.
Ora
finalmente era felice! Gli era stata ridata la sua vita e adesso
aveva veramente Tutto!
FINE
Salve a tutti!
Se siete arrivati fino
all'ultima riga di questa storia, spero vi sia almeno piaciuta! XD
Ho cercato di mettere un
po' tutto in questo scritto: romanticismo, scienza, tecnologia,
mistero, azione, malizia, comicità e, ahimè, anche un po' di
tristezza...
Comunque spero di essere
riuscita a trasmettervi tutti i sentimenti che ci ho messo a scrivere
questa storia, a cui ci tengo anche veramente tanto!
Poi io me lo immagino con
gli attori degli altri 2 film di Iron Man! E Robert e Gwyneth sono
fantastici insieme!
A questo punto arrivano i
ringraziamenti: ringrazio vaned1995 che ha seguito la mia storia,
recensendo i capitoli! E sopratutto ringrazio tutti i membri del
forum di Tony&Pepper che hanno letto!
Grazie di tutto! Io mi
sono divertita a scriverla e spero che voi vi siate divertiti a
leggerla!
Grazie
1000!!!
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