Iron Man e l'incubo glaciale

di Silvia_sic
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Imparare ad ascoltare ***
Capitolo 2: *** "Questione di vita o di morte" ***
Capitolo 3: *** La War Machine in azione ***
Capitolo 4: *** A.T.P. ***
Capitolo 5: *** Tutti a Washington DC! ***
Capitolo 6: *** Forse troppa pace... ***
Capitolo 7: *** Il compleanno ***
Capitolo 8: *** Incubo glaciale alla Città degli Angeli ***
Capitolo 9: *** Il piano per la distrutta dell'umanità ***
Capitolo 10: *** Scontro finale ***
Capitolo 11: *** Una dura realtà ***
Capitolo 12: *** Mai abbandonare la speranza ***



Capitolo 1
*** Imparare ad ascoltare ***


capi 1

Questa volta mi sono dilettata in una storia su Iron Man. Ho immaginato la continuazione dei 2 film del fantastico uomo di ferro, per leggere questa storia è importante aver visto tutti e due i film, soprattutto il primo, altrimenti non si capisce nulla!

Visto che la sottoscritta è una ragazza, sicuramente ci sono delle parti romantiche tra Tony e Pepper (sono così carini insieme!!!)

La storia è divisa a capitoli e spero sia di vostro gradimento...

Ora vi lascio al primo capitolo, buona lettura e, mi raccomando, ditemi cosa ne pensate!




Imparare ad ascoltare


Per l'ennesima volta Tony Stark nelle vesti di Iron Man aveva sconfitto il nemico, Ivan Vanko era stato definitivamente eliminato. Ora Iron Man lavorava per lo S.H.I.E.L.D. contro qualunque nemico che si fosse presentato per interrompere il rilassante periodo di pace.


Però dopo qualche settimana alla fine della lotta contro Ivan, i più grandi nemici dello Stato presero coraggio per affrontare l'invincibile Iron Man, cercando di prendere poi, il comando di tutto il pianeta.


Nulla a competere con la tecnologia e l'astuzia usata da Tony per perfezionare la formidabile armatura.


Ogni battaglia durava pressoché pochi minuti, sempre con vincitore il mitico Iron Man, ma le battaglie si susseguivano velocemente e Tony Stark era costretto a portarsi con se l'armatura Mark V nell'apposita valigetta, intervenendo qualora si fosse presentato un immediato pericolo.


Dopo l'ultimo attacco, Tony si era chiuso nel suo laboratorio per sistemare le piccole ammaccature riportate.


-Signore, gli attacchi si son fatti sempre più frequenti nell'ultima settimana. Sarebbe opportuno avere molta prudenza.- consigliò la voce del fidato computer.


-So quel che faccio Jarvis, non serve farmi la ramanzina ogni volta! Sembri mia madre!- rispose Tony con sarcasmo.


-La prudenza non è mai troppa, le persone che le stanno attorno potrebbero correre un grande pericolo.- enunciò la mente tecnologica.


Per tutta risposta, Tony alzò il volume dello stereo per non sentire la voce di Jarvis, che fu costretto ad arrendersi e a tentare un'altra via per farlo ragionare. L'unica speranza era la segretaria di Anthony: la signorina Potts.


Pepper, come sempre, lavorava nel suo piccolo ufficio all'interno dell'immensa casa, impegnata dalle varie scartoffie.


-Signorina Potts, avrei bisogno del suo aiuto- disse la voce metallica di Jarvis, interrompendo il silenzio della sala.


-Il mio aiuto? In cosa posso esserti utile?- domandò gentilmente la ragazza, mentre finiva di riordinare la scrivania.


-Si tratta del signor Stark- informò sempre con il tono di voce calmo.


-Ha fatto saltare in aria qualcos'altro? È ferito?- chiese preoccupata interrompendo il lavoro e attendendo una risposta da parte del computer.


-Niente di tutto ciò signorina Potts. Dovrebbe solo parlargli, credo che lei sia l'unica persona in grado di farlo ragionare.- disse facendo tirare un sospiro di sollievo a Pepper, che temeva per l'incolumità della casa e soprattutto di lui.


-Su cosa dovrei farlo ragionare?- domandò spostandosi, poi, in salotto.

-Sul pericolo che lo circonda. Deve essere più prudente durante gli scontri, perchè potrebbe coinvolgere anche degli innocenti.- enunciò Jarvis.


-Sono pienamente d'accordo con te, vado a parlargli immediatamente!- disse appoggiando i vari registri sul tavolo e scendendo le scale per raggiungere il laboratorio dove si trovava Tony, impegnato con l'armatura.


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Arrivata davanti alle porte di vetro vide Tony impegnato a riparare l'armatura Mark VI con il volume dello stereo al massimo.


-Perchè lo hai chiuso? Stavo ascoltando musica!- obbiettò Tony appena Pepper abbassò del tutto il volume della musica.


-Se ha intenzione di diventare sordo è sulla buona strada.... comunque dobbiamo parlare- proferì Pepper attendendo l'attenzione di Tony.


-Son tutt'orecchi...- disse Tony continuando a maneggiare con la chiave inglese e non distogliendo lo sguardo dall'armatura.


Non ottenendo la sua attenzione, Pepper strappò la chiave inglese dalle sue mani.


-Ma...- cercò di protestare -Ok.... e non mi squadrare con quello sguardo! Lo so che devo ancora firmare tutte quelle cartacce e devo ancora approvare le spedizioni, ma...- disse cercando di giustificarsi.


-Cosa?!?! Non ha ancora approvato le spedizioni? I clienti le aspettano per domani!- esclamò con fare di rimprovero, scordandosi del suo vero obbiettivo. -Comunque non sono qua per discutere di lavoro....-


-Hai parlato con Jarvis?- chiese guardandola negli occhi e intuendo la risposta... -Ecco lo sapevo! Ma perchè quel computer deve sempre ricorrere alle maniere forti?- si domandò retorico, cercando una via di fuga camminando per il laboratorio.


-Perchè lei ragiona solo con le maniere forti! E l'unica a inculcarle il buon senso sono io!- esclamò rincorrendolo tra i macchinari.


-Per l'ennesima volta: so quel che faccio!-


-No! Tu non sai quel che fai!- disse afferrandolo per il braccio, facendolo voltare per guardarlo negli occhi. -Non puoi capire la mia preoccupazione quando combatti contro il nemico di turno! Tu non capisci!- esclamò cercando di trattenere le lacrime che, pungenti cercavano di scendere dai suoi occhi.


Tony la guardò negli occhi e poi parlò:-Scusa, hai ragione. Ti prometto che userò più prudenza e parlerò con il Presidente per cercare una soluzione al problema. Però devi stare tranquilla, ne ho passate di peggiori!- disse prendendole le mani e guardandola negli occhi. -Cambiando argomento... finalmente ti sei decisa di darmi del Tu, dopo un mese di relazione! Facciamo passi da gigante!- esclamò facendola sorridere.


-Tony, tu sei tutto quello che ho! Non voglio perderti!- disse per poi saltargli tra le braccia.


-Non ho nessuno a parte te, non correrò il rischio di perderti! Puoi stare tranquilla!- disse guardandola negli occhi, leggermente resi lucidi dalle lacrime.


Erano in mezzo al laboratorio abbracciati, con i volti vicinissimi tra loro e le labbra che si stavano per congiungere in un romantico bacio.


Quando....


-Signore, non vorrei interrompere il dolce momento, ma la devo avvertire che la polizia di Los Angeles ha chiesto il suo intervento per un'altra minaccia!- enunciò la voce metallica di Jarvis.


I due si allontanarono tra loro e Tony rispose al computer:

-Ma non potevi aspettare 5 minuti? Stavamo parlando! E poi, io oggi non posso andare.- proferì Tony.


-Signore, deve assolutamente rispondere alla richiesta.-


-Contatta il colonnello Rhodes e digli di occuparsene lui, non dovrebbe dispiacergli visto che non mi ha ancora restituito la War Machine!- ordinò Tony pensando che l'amico Rhody se la sarebbe cavata bene anche senza il suo aiuto.


-Sarà fatto signore- rispose Jarvis interrompendo la comunicazione.


-Ma scusa, perchè non puoi occupartene tu?!- domandò Pepper.


-Intanto perchè nell'ultimo scontro, quel babbeo di uomo talpa è riuscito a rovinarmi la vernice dell'armatura, non vorrai mica che i miei fans vedessero l'armatura con un piccolo graffio sulla corazza del braccio?!-


-Certo! È una cosa inaudita!- esclamò Pepper ridendo.


-Appunto! E in secondo luogo, stasera ho un appuntamento...- enunciò non finendo la frase.


-E con chi?- domandò la ragazza curiosa.


-Con te, ovvio! Usciamo a cena, una pausa farà bene a tutti e 2!- esclamò dirigendosi verso l'uscita del laboratorio.


-Ma non dovevi verniciare l'armatura?- chiese Pepper.


-Ah! Giusto! Cosa farei senza di te!- esclamò facendola sorridere. -Ferro Vecchio! Occupati dell'armatura! E non voglio danni al mio ritorno! Altrimenti papino si arrabbia!- ordinò al robottino tuttofare.


-Bene ora possiamo anche andare! Avanti piccola!- disse alzando Pepper da terra e posizionandola sulla sua spalla a modo di sacco di patate.


-Noooo! Tony! Rimettimi giù! So camminare con le mie gambe da sola!- protestò la ragazza, cercando di divincolarsi per farsi mettere a terra senza, però nessun successo.


-Non puoi far nulla contro l'invincibile Iron Man!- esclamò Tony, scomparendo per le scale con Pepper ancora sulla spalla.


Continua...

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Capitolo 2
*** "Questione di vita o di morte" ***


capi2

Questione di vita o di morte”


Intanto Jarvis si preoccupò di contattare il colonnello Rhodes per la missione a Los Angeles.


Il telefonò squillò, la chiamata proveniva dalla casa di Anthony, e Rhody rispose:


-Ciao Tony, è da un po' che non ci si sente!-


-Mi dispiace deluderla colonnello, ma non sono il signor Stark.- disse la voce di Jarvis.


-Jarvis!? È successo qualcosa?- chiese confuso, per la chiamata da parte dell'intelligentissimo computer.


-Nulla di preoccupante colonnello. Se non le dispiace dovrebbe occuparsi dell'attacco di pochi minuti fa a Los Angeles. Il signor Stark non è potuto intervenire e mi ha chiesto di domandarle se poteva occuparsene lei.- spiegò Jarvis.


-Certamente! Nessun problema, potrei usare la War Machine, ce l'ho ancora io.- informò mentre ammirava l'armatura, custodita al centro militare.


-Mi metterò in contatto con lei appena attiverà l'armatura-


-Perfetto! Sarò pronto in pochi minuti- disse chiudendo la conversazione.


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Nel frattempo Tony e Pepper si prepararono per la serata, nonostante tutto Tony aveva ragione: un po' di svago avrebbe fatto bene ad entrambi e una serata romantica al ristorante era quello che serviva.


Tony si avventurò nella stanza-guardaroba per cercare qualcosa da mettersi, aveva moltissimi vestiti che nemmeno sapeva di possedere e tra quelli trovò un completo maschile composto da giacca e pantaloni color beige firmato Giorgio Armani.


Il modello attirò il suo sguardo, così decise di provarselo con una maglia bianca sotto, come prova. Il risultato fu sorprendente... gli calzava a pennello, risaltava il suo bel fisico da affascinante playboy! Però gli mancava una bella camicia, cravatta e scarpe.


Come camicia optò per una bianca, aggiungendo un tocco di classe con un bel paio di gemelli ai polsini, ma quando andò a cercare una cravatta da mettere... si trovò un po' in difficoltà! Infatti aveva un intero armadio dedicato a tutti i tipi di cravatte! Ce n'erano veramente di tutte le varietà e colori: a strisce, pallini, quadretti, con varie decorazioni e a tinta unita!


Davanti a quell'ardua scelta, cominciò a sudare freddo! Di solito per la scelta della cravatta ci pensava sempre Pepper, ma in questo caso chiamare la persona con cui si sta per uscire a cena per farle scegliere la cravatta, non sembrava proprio il caso!


Ragion per cui doveva arrangiarsi da solo:


-Jarvis! Vieni subito, è una questione di vita o di morte!- disse Tony chiamando il fidato computer.


-Mi dica signore!- proferì Jarvis subito dopo.


-Avrei bisogno di un suggerimento per la scelta della cravatta!- enunciò convinto del fatto che Jarvis gli sarebbe stato d'aiuto.


-La cravatta? Mi dispiace deluderla, ma non sono molto azzeccato per la scelta di cravatte.- enunciò la mente tecnologica.


-Basati sulle scelte che faceva Pepper per abbinarla al resto! Io davanti a questo armadio mi sparerei un colpo, non so proprio come facciano le donne!-


Dopo un momento di silenzio per analizzare i dati dei precedenti completi, Jarvis parlò: -Non posso aiutarla questa volta, nessun dato è utilizzabile visto che il completo che indossa non l'ha mai usato, però potrei suggerirle di indossare una cravatta dello stesso colore del completo che indosserà la signorina Potts.-


-Mi sembra una splendida idea! Potevo arrivarci anche da solo!- esclamò entusiasta, prima di riscontrare un piccolo problema. -L'unico intoppo è che non ho la più pallida idea di cosa indosserà Pepper!- disse passandosi una mano sugli occhi, ormai disperato.


-Ho pensato pure a quello signore. La signorina Potts indosserà un vestito blu, un regalo di compleanno scelto da Pepper da parte sua-


-E come fai a saperlo?- domandò curioso.


-Pochi minuti fa, la signorina Potts mi ha chiesto di prelevarlo dal suo guardaroba, quindi credo che indosserà quel completo.- rispose Jarvis.


-Ma non potevi dirmelo prima?!?! Comunque quest'anno del suo regalo di compleanno potrei occuparmene io. Visto che si è sempre scelta i regali lei... questa volta le faccio una sorpresa!- enunciò soddisfatto per la decisione.


-Mi sembra un'ottima idea.- proferì il computer.


Tony cominciò a selezionare le cravatte blu tra tutte le altre, quando finì... si ritrovò con 10 cravatte blu da poter scegliere.


-Io mi chiedo perchè tengo così tante cravatte! Tuttavia opterei per una cravatta a tinta unita- disse prendendo in mano l'oggetto in questione e ributtando disordinatamente nell'armadio le altre cravatte blu.


-Almeno so come si fa il nodo della cravatta. Non sono ancora da buttare!- disse sistemandosi la cravatta intorno al collo.


Poi si guardò allo specchio... era decisamente stupendo, un vero figurino. Indossava un elegante completo maschile beige, camicia bianca, scarpe sportive nere e la semplice cravatta blu che gli donava un tocco di classe.


-Potrei fare il modello! Sono veramente irresistibile!- enunciò, vantandosi davanti al grande specchio.


-Sprecare la sua intelligenza nel campo della moda mi sembrerebbe inutile. Lei è bravo a fare il lavoro che svolge ora. Di modelli ce ne sono parecchi, ma di menti geniali come la sua ce ne sono ben poche.- disse il computer, esprimendo la sua opinione.


-Grazie! Ma tu non dovevi andare da Rhody?- chiese Tony.


-Il colonnello Rhodes ha appena attivato l'armatura, ora devo collegarmi con lui. Le auguro una buona serata, arrivederci!- disse Jarvis chiudendo la conversazione.


Tony finì di sistemarsi mettendosi un po' di profumo e poi andò ad aspettare l'arrivo di Pepper in salotto.


Aveva prenotato in un lussuosissimo ristorante in centro a Malibu, dove era cliente abituale per le cene di lavoro.


Dopo pochi minuti di attesa, vide Pepper in cima alle scale pronta a scenderle e ne rimase sbalordito. Era una visione angelica, indossava un elegante vestito blu senza maniche, i capelli mossi le cadevano dolcemente sulle spalle coperte da un leggerissimo coprispalle, al collo aveva un semplice ciondolo in oro bianco e calzava un paio di eleganti scarpe blu con tacco non esageratamente alto.


Tony era rimasto incantato, continuò a fissarla fino a quando gli fu davanti agli occhi e lei lo risvegliò da quel piccolo periodo di coma dicendo:- Sono pronta! Possiamo andare!-


-Sei veramente uno schianto!- enunciò dopo essersi ripreso.


-Grazie!- rispose lei sorridendo.


-Fatti guardare!-disse prendendola per mano e facendola volteggiare. -Il colore blu ti dona tantissimo, risalta la tua bellezza!-


-E smettila! Non prendermi in giro!- esclamò lei sempre ridendo.


-Non ti sto prendendo in giro! Sei veramente uno schianto! Forse potremmo anche non andare a cena e stare a casa...- proferì prendendola per i fianchi e avvicinandola a sé, con fare malizioso.


-Se fai il bravo, forse dopo ti premio...- disse lei rispondendo alla provocazione e sfuggendo dalle sue braccia muscolose. -Ora si va a cena!- esclamò dirigendosi verso la porta.


-Mi arrendo! Bhè, almeno ci ho provato!- disse raggiungendola e uscendo insieme per godersi una splendida serata.

Continua...

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Capitolo 3
*** La War Machine in azione ***


capi3

La War Machine in azione


Il colonnello Rhodes preparò anche una pattuglia di soldati aeronautici per aiutarlo nella battaglia, se ne fosse stato necessario. Poi indossò l'armatura e il computer Jarvis si mise in contatto con lui, facendo una revisione della corazza.


-Mi scusi per il ritardo colonnello, ma il signor Stark aveva bisogno di un mio consiglio...- enunciò Jarvis dopo aver risposto alla chiamata.


-Che tipo di consiglio?- chiese curioso Rhody.


-Era una questione di vita o di morte per la scelta della cravatta, stasera usciva a cena con la signorina Potts, ecco perchè non è potuto intervenire personalmente a Los Angeles- spiegò il computer, provocando una risata da parte del colonnello.


-Solo per Tony la scelta della cravatta è una questione di vita o di morte! Almeno un po' di divertimento me lo lascia anche a me!- disse riferendosi alla missione.


-Possiamo cominciare la revisione: propulsori, attivi. Armi, attive.- disse Jarvis - Visuale aeronautica,..-


-Attiva! Possiamo partire!- esclamò Rhody finendo la frase del computer.


-Colonnello, l'intervento dell'esercito non sarà necessario. Il suo lavoro dovrebbe bastare.- informò la mente tecnologica, calcolando le probabilità di vittoria contro il nuovo nemico.


-Non ci si deve basare sempre sui calcoli, è opportuno avere molta prudenza e poi farò sgranchire le gambe ai piloti, una specie di esercitazione!- rispose.


-Lei è l'opposto del signor Stark.- proferì Jarvis, ricordando la discussione avuta con il signor Stark poco tempo prima.


-Tony è sempre stato un tipo a cui piace il pericolo!- disse ricordando i vecchi tempi. Poi fece una serie di movimenti per assicurarsi che la War Machine fosse stata abbastanza maneggevole... erano pronti per partire verso la meta.


Il colonnello era collegato vocalmente agli aerei miliari

-Pronti al decollo tra...3...2...1...partenza!- disse attivando i propulsori e decollando, portandosi dietro la flotta militare volante, per raggiungere l'area di combattimento: la fantastica città di Los Angeles.


Il volo non durò molto, grazie all'uso dei turbo propulsori, Rhody si era assicurato che gli aerei militari sarebbero intervenuti solo su suo specifico ordine e gli aveva comandato di stare pronti all'intervento, ad alta quota nei pressi di Los Angeles.


Rhody atterrò nel punto da dove era partito il soccorso d'aiuto e vide che davanti ad un'importante monumento erano radunate varie pattuglie di polizia. Allora domandò ad un agente, un po' fuori forma, quale fosse la minaccia per cui aveva dovuto intervenire.


-Mi scusi agente...- disse richiamando l'attenzione di tutti, che non si erano accorti del suo arrivo -Cosa succede? Dov'è il pericolo?-


-Ma lei non è Iron Man!- esclamò l'agente a cui si era rivolto.


-Sono il colonnello Rhodes, Iron Man non è potuto intervenire. Ho già combattuto al fianco di Iron Man contro Ivan Vanko.- informò presentandosi.


-Ah sì, mi ricordo! Bene siamo felice che sia qui!-


-Ok... ma cosa dovrei fare?! Io non vedo nessuna minaccia! Cosa succede? - chiese leggermente innervosito per non aver ottenuto una risposta e anche perchè l'agente non lo aveva riconosciuto prima.


-Si calmi! Adesso le spiego tutto...-rispose l'agente notando il tono alterato nella voce del colonnello. -Allora... stasera in quel palazzo si è tenuta una serata di beneficenza, ma un pazzo armato fino ai denti è entrato e ha preso in ostaggio le persone più importanti d'America! C'è anche il Presidente là dentro! Deve fare qualcosa per fermarlo altrimenti farà una strage!- urlò l'agente sull'orlo di una crisi di panico, perchè la responsabilità dell'ordine di polizia era sua.


-Ok, ho capito. Avete identificato l'individuo?- chiese sperando in una risposta affermativa.


-Certo! È stato subito identificato...- disse facendosi passare dei fogli con i dati del malvivente -Sappiamo che è scappato da prigione pochi giorni fa ed erano sulle sue traccie. Il suo nome è Bob Sneijder, è finito in prigione per rapina a mano armata. L'allarme lo ha dato una vecchietta e ha testimoniato che il ragazzo era armato fino ai denti! Dev'essere un ragazzo ossessionato dalle armi!- informò per dopo guardare l'armatura e dire -Mai quanto lei suppongo! Più armato di così non si può!- manifestando una fragorosa risata.


-Veramente... mi manca l'arma per far tacere un poliziotto...- proferì Rhody mettendo a tacere il poliziotto panciuto. -Dovrete creare un diversivo. Parlate con lui attraverso un megafono, per distrarlo, intanto io entrerò dal condotto dell'aria, arriverò alla sala principale dove si trova Bob e dopo averlo disarmato lo ributterò in prigione!- enunciò convinto del suo magnifico piano.


Poi quando l'agente cominciò a parlare al megafono con Bob, Rhody planò sul tetto dell'edificio e si introdusse nei condotti di ventilazione.


-Bob, è il capo della polizia che ti parla! Noi possiamo aiutarti, non devi fare niente di stupido, peggiorerà solamente le cose! Quindi possiamo risolverla in modo civile, lascia andare gli ostaggi!-disse l'agente cercando un discorso per distrarre il malvivente.


-Tanto a cosa servirebbe? Mi sbatterete di nuovo in quella schifosa e fredda cella! Posso farla finita qui e porterò con me tutti gli ostaggi!- rispose Bob attraverso un altro megafono trovato per caso.


-Non dire idiozie! Di vita ce n'è una sola! Puoi ancora sistemarla, devi fare solo ciò che ti diciamo noi!- enunciò il poliziotto, non ottenendo più risposta. Mentre Rhody cercava, attraverso i condotti di ventilazione la postazione del signor Sneijder.


-Jarvis, riesci ad individuare la sala dove sta Bob?- chiese Rhody viaggiando attraverso le gallerie dell'edificio.


-Certo signore. Deve proseguire diritto per una decina di metri, poi potrà analizzare con i suoi occhi la situazione... c'è una grata che si affaccia sulla sala- rispose sempre con il solito tono calmo e cordiale.


Il colonnello fece ciò che gli era stato detto e subito dopo 10 metri aveva la visuale completa sulla sala dove erano riuniti tutti gli ostaggi e Bob.

Rimase sbalordito... l'uomo che doveva essere armato fino ai denti era munito di una semplice pistola revolver che teneva in tasca, mentre tutti gli ostaggi erano comodamente seduti sulle poltrone e conversavano sottovoce.


-Se quello è armato fino ai denti io sono donna! E qui, sappiamo benissimo, tutti e due, che non lo sono!- disse leggermente irritato, capendo che il suo intervento era una pura perdita di tempo.


-Certo signore! Si tratta nuovamente di un falso allarme, il quale poteva intervenire la polizia senza il nostro aiuto.- spiegò Jarvis.


-Allora è già successo...-


-Mi dispiace dirlo, ma sì, è già successo!- proferì riferendosi agli sprecati interventi di Iron Man per una missione del tipo non pericolosa.


-Ormai che siamo qua, tutto quello che possiamo fare è agire- disse Rhody sferrando un calcio alla grata, scendendo nella sala.


Bob sentendo il rumore si girò e impugnò la revolver puntandola verso la War Machine.

Rhody vide che il ragazzo tremava dalla paura e non sapeva nemmeno impugnare l'arma.


-Avanti ragazzo, vieni con me che ti riporto al fresco!- esclamò Rhody facendo un passo verso il criminale.


-Non ti muovere, altrimenti sparo!- avvertì Bob saldando meglio la presa sulla revolver.


-Fa un po' come credi...- disse avanzando a passo sicuro verso il ragazzo.


Le pattuglie di polizia, sistemate fuori dallo stabilimento, sentirono 5 colpi di pistola e poi un silenzio inquietante.


Bob teneva stretta tra le mani l'arma fumante, aveva esaurito tutti i proiettili colpendo la War Machine, ma senza provocarle un solo graffio.


Dopo pochi secondi di silenzio:


-Adesso tocca a me!- enunciò il colonnello Rhodes estasiato, mettendo in risalto tutte le armi che equipaggiavano l'armatura.


A quella vista, Bob sgranò gli occhi terrorizzato e scappò verso l'uscita dell'edificio, dirigendosi verso le pattuglie di polizia.


-Chiedo perdono! Non scapperò più di prigione! Ma ora riportatemi in cella! Via di qui!!- urlò in preda al panico.


Poi si diresse verso il capo della polizia...


-Mi ammanetti! Presto, non c'è più tempo! Riportatemi al fresco!- pregò, porgendo i polsi per farsi ammanettare.


Il signor Sneijder fu subito accontentato e rispedito nella sua bella cella nella prigione principale della regione.


La War Machine uscì tranquillamente dall'edificio seguita da tutti gli ex ostaggi e si diresse verso l'agente grassottello per fare una bella chiacchierata.


-Grazie colonnello! Senza di lei non ce l'avremmo fatta!- esclamò l'agente vedendo l'armatura incamminarsi verso di lui.


-Non è affatto vero! Poteva farlo anche uno dei vostri agenti! Io me ne vado! E dica alla vecchietta che ha visto Bob, armato fino ai denti, di farsi fare un paio di occhiali da vista!- disse prima di prendere il volo e tornare alla base con tutta la flotta aerea.


Era stato uno spreco di tempo, una vera sciocchezza! Rhody decise che era meglio discutere con Tony di quella faccenda... E così, dopo essersi assicurato che i piloti militari abbiano tutti fatto ritorno alla base Edwards Air Force, visto che era di passaggio, si fermò alla casa di Malibu di Tony.

continua...

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Capitolo 4
*** A.T.P. ***


capi4

A.T.P.


Tony e Pepper erano appena rincasati dopo aver passato una splendida e rilassante serata.


Andarono sull'ampio terrazzo della casa per ammirare il cielo ricoperto da migliaia di stelle, che brillavano come diamanti.


-È veramente stupendo!- disse la ragazza mentre ammirava il firmamento.


-A ha!- rispose lui guardando disinteressato il cielo.


-Cos'hai? Sei strano, prima andava tutto apposto!- enunciò notando lo strano cambiamento di umore da parte di Tony.


-Stasera credo di aver fatto il bravo... ma non ho visto nessun premio!- esclamò facendo il finto offeso, facendo scoppiare Pepper in un'argentina risata.


-Allora è per questo... tranquillo, il premio te lo meriti!- proferì, avvicinandosi a lui finendogli davanti a un palmo dal naso.


-Quindi non ti dispiace se il mio premio inizierà rubandoti un bacio...-disse sussurrando, per poi abbracciarla e avvicinarsela ancora di più al suo corpo.


E, tanto per cambiare, a interrompere quel romantico momento ci pensarono Jarvis e Rhody...

Infatti la War Machine atterrò proprio sul terrazzo dove si trovavano i due.


-Tony! Pepper! È... è bello rivedervi!- esclamò Rhody leggermente imbarazzato per l'intrusione inaspettata.


I 2 non sapevano cosa dire, non avevano bene realizzato che cosa stava succedendo, poi parlò Jarvis: -Signor Stark, signorina Potts... passato bene la serata?-


Tony mollò la presa su Pepper che si allontanò di 3 passi da lui, rossa in viso per l'imbarazzo.


-Avete tutti un ottimo tempismo per interrompere le persone! Che Parlano!- esclamò riferendosi a Jarvis per l'interruzione nel laboratorio e per Rhody per essere piombato senza preavviso sul terrazzo.


-Sì sì, di quello che vuoi, ma voi due non stavate parlando! Io e te stiamo parlando... se per te quello vuol dir parlare, dovrò mantenere le distanze!- disse scherzando e cercando di cancellare l'imbarazzo creato.


-Comunque... cosa sei venuto a fare qui?- chiese Tony.


-Devo parlarti, si tratta delle missioni.- enunciò il colonnello con tono serio e fermo.


-Ok... dimmi...-disse Tony attendendo la notizia.


-Non sarebbe meglio entrare in casa?! Vi sedete e parlate!- consigliò Pepper dirigendosi verso la porta che dava al salotto.


-Sì, mi sembra una splendida idea! Forza entriamo!- enunciò Tony seguendo la ragazza.


Rhody, sempre con l'armatura indosso, seguì i 2, ma venne subito bloccato da Tony.


-Dove credi di andare con quell'armatura? Pepper mi ha proibito di entrare in casa con la mia corazza, dopo quel disastro che ho combinato, mi sembra il minimo... e lo stesso vale per te, ti ricordo che mi hai aiutato anche tu a distruggere la mia bella abitazione!- esclamò ricordando il giorno del suo compleanno quando aveva rischiato di distruggere l'intera città.


-L'addestramento dà i suoi frutti! Vero, Pepper?- disse il colonnello ridendo.


-Diciamo che sta diventando un po' più obbediente...- disse anche lei ridendo.


-Ma che simpatico che sei!- esclamò Tony prendendo in giro l'amico.


-Dove posso togliermi l'armatura?- chiese Rhody.


-Jarvis, porta il colonnello Rhodes al laboratorio e usa i macchinari per smontare l'armatura...- proferì Tony richiamando il computer.


-Sarà fatto signore!- rispose Jarvis, conducendo il colonnello verso il laboratorio di Tony, dove teneva tutte le armature.


********************************************************************************


Rhody, dopo pochi minuti raggiunse Tony e Pepper in salotto che stavano conversando sulla discussione trascurata riguardo le spedizioni non ancora approvate dal signor Stark.


-Ecco! Quello vuol dire parlare!- esclamò Rhody facendo la sua entrata nella sala.


-Avanti, siediti e dimmi tutto! Com'è andata a Los Angeles?- chiese Tony facendo accomodare l'amico sul comodo divano in pelle chiara pregiata.


-Appunto... per quella missione poteva occuparsene benissimo la polizia... e..- enunciò non riuscendo a finire la frase per la brusca interruzione da parte di Tony.


-Hanno chiamato ancora per una missione A.T.P.?!? Ma non è possibile! È già la decima volta che succede! Adesso basta! Dovrò prendere provvedimenti!- affermò convinto, alzandosi e dirigendosi verso il laboratorio.


Rhody lo guardava allontanarsi con occhi sbalorditi, una reazione del genere non se la sarebbe mai aspettata, poi cercò spiegazioni da parte di Pepper.


-Le missioni che?!?!-


-Le missioni A.T.P., le ha battezzate lui così. Significa le missioni A Tempo Perso!- enunciò Pepper risistemando i documenti posti sul tavolino.


-Ma adesso dove vuole andare?!?!- chiese leggermente spaventato nel ricevere una risposta, pensando che Tony avrebbe fatto qualcosa di veramente stupido.


-Semplice, si sarà andato a preparare per andare dal Presidente- disse tranquillamente senza la minima preoccupazione.


-Dal Presidente?!?! E a fare cosa!?!?- esclamò agitato, scattando in piedi, come se qualcosa lo avesse punto.


-A dirgliene 4! Mi sembra ovvio!- affermò convinta più che mai.


-Pepper?! Stai dando i numeri?! Ti ricordo che il Presidente è il Presidente mica il vicino di casa, che ci puoi litigare quanto vuoi!!! La vicinanza a Tony ti ha fatto male!- proferì il colonnello non credendo alle sue orecchie.


-Sarà anche il Presidente, ma Tony è pur sempre Iron Man! Il Presidente ha dato il numero per contattare Iron Man, in caso di pericolo, a tutti! E quando dico tutti, dico proprio a tutti! Un paio di giorni fa è stato chiamato dalla Germania, per un “pericolo imminente”, alla fine dopo ore di volo per arrivare in tempo fino in Europa, l'emergenza è stato un gattino che non riusciva a scendere dall'albero! È tornato a casa stanco morto solo per il viaggio che in conclusione non ha portato nessun beneficio per la popolazione! Poi dimmi se non ha il diritto di protestare!- esclamò, spiegando per filo e per segno la situazione.


-Fino in Germania?!?! Ma sono impazziti? Diciamo che al Presidente è sfuggita la situazione dalle mani! Ma mica vorrà andarci con la corazza Iron Man e far saltar tutto in aria!?- domandò sarcastico.


-Spero di no...- rispose Pepper, facendo rabbrividire Rhody che si stava immaginando Iron Man che distruggeva la Casa Bianca.


Subito dopo, il casino che veniva dal laboratorio cessò e si sentirono i passi di Tony salire le scale per arrivare al salotto. Una volta giunto nella sala, si sedette nuovamente sul divano sotto lo sguardo esaminatore di Pepper e Rhody, che non capivano il continuo sbalzo di umore.


-Che succede?- chiese Pepper.


-La vernice di Mark VI non si è ancora asciugata... e non posso andare fino a Washington... - disse con sguardo leggermente dispiaciuto. -Non importa! Ci andrò domani mattina, almeno troverò il Presidente sveglio e non nel letto con la vestaglia!- esclamò riacquistando il buon umore.


-Visto che ci vai domani mattina, verrò anche io.- enunciò Rhody, sollevato del fatto che Tony, per la fine della serata, non avrebbe creato nessun casino.


-E con cosa verresti? In aereo? Se vuoi ti presto l'aereo privato- disse Tony.


-Verrò con la War Machine!- dichiarò convinto del fatto che Tony gliela avrebbe restituita senza alcun problema.


-No, no, caro! La MIA invenzione resta qui con il resto delle armature! Te la farò usare solo in caso di assoluta necessità e pericolo!- enunciò Tony, ridendo per la faccia sbigottita dell'amico, che non aveva pensato alle conseguenze nel togliersi la corazza.


-Va bene, hai ragione... è tua... Ma io come faccio a tornare a casa? Mica so volare da solo!- proferì, cercando una qualunque via d'uscita per riottenere la War Machine.


-Tranquillo! Ho la casa abbastanza grande per contenere 3 persone... puoi dormire nella stanza degli ospiti. E domani mattina mi seguirai con l'aereo!- propose Tony, ottenendo rassegnazione da parte del colonnello.


-Niente affatto!- annunciò la voce di Pepper. -Rhody può tranquillamente dormire qui, ma il fatto che dovrebbe seguirti con un aereo per il cielo, non mi sta proprio a genio! Chissà cosa siete in grado di combinare insieme voi 2! Quindi... domani andrete tutti e 2 a Washington con l'aereo e verrò anche io!- esclamò decisa e autoritaria. -E niente ma!- aggiunse quando vide Tony pronto per obbiettare.


-Perfetto! Mi sembra una splendida idea! Ora però faremo meglio a coricarci se domani dobbiamo prendere un volo per Washington!- esclamò Rhody, istigando ancora di più il povero Tony che aveva dovuto arrendersi.


-Ok, mi arrendo! Però mi porto dietro la Mark V, caso mai ci sia un attacco improvviso!- esclamò ottenendo pieno appoggio da parte di Pepper, desiderosa del fatto che Tony non corresse rischi pericolosi.


Restarono il salotto per ancora un po' di tempo a discutere nuovamente sulle missioni e i vari avversari che Iron Man aveva dovuto sconfiggere e non si accorsero che si era fatto tardi.


-Credo che adesso mi ritirerò nella mia stanza... da che parte dovrei dirigermi?- chiese educatamente il colonnello, accortasi dell'ora tarda.


-Allora... sali le scale, prosegui lungo il corridoio, poi gira alla seconda uscita sulla destra, e lungo quel corridoio sulla sinistra c'è l'entrata della camera, munita di bagno privato. Capito tutto?- enunciò Pepper spiegando le coordinate da seguire per arrivare alla camera da letto.


Rhody la guardò con un po' di smarrimento, poi fece mente locale: - ..seconda uscita sulla destra, poi a sinistra... ok tutto chiaro! Qui c'è il rischio di perdersi se non si conosce la casa!- esclamò ridendo.


-Per domani essere pronti alle 8, che si parte!- enunciò Tony al colonnello, che si stava per avviare verso la propria stanza.


-Parli tu! Che generalmente parti con minimo 2 ore di ritardo! A domani, passate una buona nottata!- salutò Rhody cominciando a salire le scale.


I 2 lo salutarono, poi Pepper si alzò dal divano.


-Dove credi di andare?- domandò Tony afferrandola delicatamente per il polso.


-A dormire, mi sembra logico! Guarda che ora è!- rispose lei, che si era dimenticata della promessa fatta ore prima...


-Niente affatto! Io pretendo il mio meritato premio!- esclamò circondandole le braccia intorno alla vita e avvicinandosi al suo viso... - Dov'eravamo rimasti...?-

continua...

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Capitolo 5
*** Tutti a Washington DC! ***


capi5

Tutti a Washington DC!


Il mattino seguente alle 8 puntuali, Jarvis aveva preparato tutto il necessario per la partenza, l'aereo era pronto per il decollo sul grande spazio d'atterraggio sopra la casa, l'unica cosa che mancava erano i passeggeri.


Il colonnello Rhodes si era preparato e aveva raggiunto l'area di decollo solo con 10 minuti di ritardo. Invece non c'era l'ombra di Tony e Pepper...


-Sarebbe meglio se andassi a chiamare Tony, sarà ancora a dormire...- disse il colonnello, informando Jarvis e dirigendosi verso l'interno della casa.


-Meglio di no!- esclamò Jarvis, prima che il colonnello avesse fatto un altro passo. - Credo sia più saggio che vada io a chiamarli...-


-A pensarci bene, suppongo che tu abbia ragione- enunciò facendo mente locale.


-Si accomodi sull'aereo, credo che tra meno di 20minuti il signor Stark e la signorina Potts siano pronti... vado a chiamarli- proferì il computer.


Dopo alcuni minuti il colonnello Rhodes vide Tony e Pepper che insieme si dirigevano verso l'aereo e Tony aveva con se una valigetta leggermente ambigua.


-Buongiorno!- esclamò Pepper salendo sull'aereo, salutando il colonnello.


-Buongiorno ad entrambi!- disse Rhody ricambiando il saluto. -Che hai in quella valigetta?- chiese a Tony.


-Calzini, mutande, camicia, cravatta e una bomba a mano...- disse cercando di prenderlo in giro. E ci riuscì alla grande!


-ODDIO! MA SEI IMPAZZITO?!?!- esclamò scattando in piedi.


-Non ti preoccupare è solo la Mark V!- informò Pepper ridendo per la reazione agitata del colonnello.


-La Mark V?!? Tu vorresti dirmi che quella piccola valigia contiene una corazza!?!? Ma come hai fatto a farla stare lì dentro?- domandò sbalordito, notando le dimensioni della valigia e pensando alla grandezza dell'armatura.


-Fidati ci sta! Sono o non sono un genio?!- domandò retorico, posizionando la valigetta sotto il suo sedile.


-Questa volta sei stato bravo... hai ritardato solo di 40minuti. Proprio bravo!- esclamò Rhody prendendo in giro l'amico.


-Non dare la colpa a me! Adesso voglio dormire, questa notte ero impegnato a fare ben altra cosa...- enunciò lanciando uno sguardo malizioso a Pepper, che Rhody notò molto facilmente e questo bastò per farlo tacere. -Svegliatemi quando arriviamo!- esclamò mettendosi sdraiato sul sedile e chiudendo gli occhi per riposare un po'.


-Tutto è pronto! Possiamo decollare- disse il computer Jarvis, accendendo i motori per partire e raggiungere Washington.


Il viaggio durò qualche oretta e Tony dormì beato su suo sedile per quasi tutto il volo, quando decise di pilotare per un po' il mezzo e dare un po' di movimento al viaggio, visto che si annoiava troppo...


Aveva ricevuto l'autorizzazione di atterraggio alla Casa Bianca e venne ad accoglierli una delle tante segretarie del Presidente.


-Come posso esservi utile?- domandò gentilmente la donna.


-Dobbiamo parlare col Presidente...-rispose Tony rimanendo indiscreto.


-Avete un appuntamento?-


-Ma certo che no!- rispose tranquillamente.


-Allora, mi dispiace, ma il Presidente non può ricevervi, ha la giornata piena.- enunciò la segretaria facendo finta di controllare l'agenda.


-Sappiamo benissimo tutti quanti che in quell'agenda non c'è il benché minimo segno di inchiostro... quindi, o mi fa entrare a parlare col Presidente o dovrò cavarmela da solo...- enunciò soddisfatto di averla messa nel sacco.


-Io gli darei ascolto se fossi in lei!- consigliò Pepper alla donna che guardava Tony con sguardo perduto.


-E va bene... seguitemi- disse accompagnando Tony, Pepper e Rhody nella stanza ovale dove il Presidente stava maneggiando alcune scartoffie.


-Guarda, guarda chi si vede! Il grande Anthony Stark, o comunemente detto Iron Man!- esclamò il Presidente quando lo vide entrare. -E c'è anche la sua fidata assistente e il colonnello Rhodes... a cosa devo questa piacevole visita?- domandò. Si sapeva perfettamente che il Presidente non provava molta simpatia per il signor Stark, tanto meno per Iron Man.


-Bhè, io mi chiedevo perchè lei, da emerito idiota, ha messo a disposizione il contatto di Iron Man, per le emergenze, a tutto il mondo...- rispose Tony tranquillamente, giocherellando con un oggetto preso dalla scrivania del Presidente.


-Tony!- lo rimproverò Pepper per il modo volgare usato per esprimersi. A sistemare un po' la situazione, ci pensò il colonnello Rhodes.


-Quello che voleva dire il signor Stark è che, il numero di emergenza per contattare Iron Man, dovrebbe averlo solo l'esercito statunitense, che a sua volta deve analizzare le missioni e in caso di grave pericolo, richiedere l'intervento di Iron Man- cercò di spiegare Rhody, con maniere più gentili e rispettose.


-Avete avuto qualche problema?- chiese, conoscendo perfettamente tutte le missioni a tempo perso di Iron Man. Li stava prendendo in giro e questo Tony lo notò.


-Non siamo qui per fare dell'ironia... lei avrà un fascicolo intero sui miei movimenti, perciò è a conoscenza di tutto. Quindi le impongo di farmi contattare solamente dall'esercito statunitense! Altrimenti in caso di pericolo imminente non sarò tenuto ad intervenire per lo Stato!- enunciò Tony autoritario.


-Si dia un contegno! Sa chi sono io!?- esclamò il Presidente scocciato dal comportamento del signor Stark.


-Certo che lo so! Lei è il re degli idioti!- rispose tranquillamente, facendo irritare il Presidente.


La situazione nella stanza si stava surriscaldando, anzi era già incandescente. Allora Pepper decise di intervenire, per non peggiorare le situazione...


-Forse è meglio che parli io con il Presidente...- disse attirando l'attenzione di Tony, che capì dal suo sguardo un messaggio tipo: “Non combinare casini e fa fare a me!”. Tony si fece da parte e lasciò che Pepper illustrasse, in modo civile, al Presidente le varie situazioni.


Nel frattempo Tony era uscito dalla stanza per calmare i bollenti spiriti, se sarebbe rimasto ancora qualche minuto con quel cretino di Presidente avrebbe sicuramente fatto saltare in aria qualcosa... Decise di aspettare fuori dalla stanza ovale, per il bene di tutti.


Dopo alcuni minuti Pepper e il colonnello uscirono dalla stanza.


-Allora?!- chiese curioso Tony.


-Fatto!- esclamò Pepper vittoriosa, incamminandosi verso l'area di decollo.


-Fatto!?!?- domandò sbalordito a Rhody, credendo che anche lui fosse riuscito a convincere il Presidente.


-Non guardare me! Ha fatto tutto da sola!- esclamò Rhody discolpandosi, facendo segno di resa e indicando col capo la ragazza, che si stava allontanando a passo spedito.


-Ehy! Aspetta!- esclamò Tony raggiungendola continuando a camminare. -Come hai fatto? Hai qualche potere nascosto?- domandò esterrefatto.


-Persuasione femminile mio caro!- rispose sorridendo.


-Wow! Non la userai anche su di me, vero?!-


-Tu non fai mai quello che ti dico... quindi ho i miei dubbi...-


-Non è vero!- ribatté lui.


-Sì, invece!- enunciò fermandosi e guardandolo negli occhi.


Dopo un attimo di silenzio...


-Ok, è vero...ma...-


-Meglio così, non riuscirei a stare accanto ad uno che mi obbedisce a bacchetta!- esclamò sollevata, tornando ad incamminarsi, lasciando Tony leggermente sbalordito.


-Per questo verso, siamo sicuri che non sono sotto un incantesimo...-disse ridendo e seguendola -Così mi piaci!- esclamò circondandole i fianchi con un braccio.


-Togli quella mano dal mio fondo schiena.- ordinò Pepper, accortasi della posizione della mano di Tony.


-Non posso farlo... non prendo ordini!-esclamò Tony sorridendo.


E si avviarono verso l'aereo che era pronto per il viaggio di ritorno verso Malibu.


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Nelle 2 settimane seguenti non si registrò neanche un piccolo richiamo per l'intervento di Iron Man. Era diventata quasi una vacanza! Tony aveva dedicato parte del suo tempo agli affari della Stark Expo, ma la mancanza di combattimento lo rattristiva un po'...


Anche se si allenava ogni giorno in palestra, per lui non era la stessa cosa... non sentiva la stessa adrenalina che provava quando usava l'armatura Iron Man.


Un giorno, dopo aver finito l'allenamento mattutino, incrociò, per i corridoi dalla grande casa, Pepper che stava, appunto, cercando lui.


-Eccoti qua! Ti stavo cercando!- esclamò Pepper dopo averlo visto.


-Dimmi tutto! Mi hanno chiamato per una missione?!- domandò speranzoso.


-Ehm... no. Comunque devi firmare un paio di carte...- rispose sorpresa per l'inaspettata domanda appena posta.


-Ok... andiamo in cucina che devo anche bere qualcosa...- disse dirigendosi verso la cucina, seguito dall'assistente.


Arrivati in cucina, Tony prese dal frigo una bottiglietta d'acqua e la bevve tutta in un sorso.


-Bene... dove devo firmare?- domandò ispezionando i vari fogli posti su tavolo.


Una volta finito, pose a Pepper una domanda:


-Ma sei sicura di aver detto al Presidente di farmi contattare esclusivamente dall'esercito? Oppure di non chiamare affatto?-


-Sta tranquillo! Se l'esercito avrà bisogno d'aiuto, ti contatterà- rispose lei, avendo capito che dubbio era sorto a Tony.


-Già, hai ragione... Forse nessuno ha il coraggio di affrontare l'invincibile Iron Man!- esclamò convinto.


-Ok... non vorrei essere acida, ma... dovresti farti una doccia! Oggi ti sei allenato più del solito e non emani un gradito profumo...-


-Allora... Io vado a farmi una doccia!- esclamò prendendo l'asciugamano e mettendoselo intorno al collo. -Vieni con me?!- chiese, poi, speranzoso di una risposta affermativa.


-Questa volta passo... magari un altro giorno...- rispose sorridendo e stando al gioco.


-Fa come credi... Se ti serve qualcosa, io dopo la doccia vado in laboratorio- informò mentre si dirigeva verso il piano superiore per raggiungere il bagno.


-Perfetto! Ma cosa vai a fare ogni pomeriggio in laboratorio?!- domandò curiosa.


-Sorpresa!- esclamò Tony scomparendo al piano di sopra, lasciandola con un dubbio.


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Di una cosa Tony si sbagliava... qualcuno aveva il coraggio e l'intelligenza per affrontare Iron Man...


Infatti all'estremo nord del pianeta, in un posto gelato e dimenticato da Dio...

C'era un uomo che escogitava un piano per distruggere Iron Man e allo stesso tempo l'industriale miliardario Anthony Stark.


Quest'uomo si chiamava Andrew Schweinsteiger, viveva in un posto isolato al polo nord e dopo anni passati al gelo era diventato un uomo che viveva ad una temperatura media di -20 gradi centigradi.


Il suo corpo si era abituato a zone fredde e se la temperatura ambientale arrivava a grado 0, o più, lui rischiava di morire di caldo.


La famiglia Schweinsteiger aveva un debito con la famiglia Stark, perchè molto tempo prima, per colpa del padre di Tony, erano stati accusati di attacco allo stato e subito scappati al polo per sfuggire alla prigione. Howard Stark aveva bloccato il desiderio del dominio del mondo nelle mani di Schweinsteiger. Ora l'unico sopravvissuto della famiglia era Andrew e voleva vendicarsi.


Andrew aveva, anche lui una mentalità geniale, infatti per l'attacco a Tony si era preparato un armatura che lo tenesse ad un temperatura di -20°, e aveva creato una macchina in grado ricoprire il pianeta con uno strato di ghiaccio e neve. Andrew aveva escogitato il modo per eliminare definitivamente la famiglia Stark e conquistare il mondo.


Aveva passato anni a studiare i movimenti e le invenzioni dell'industriale Anthony Stark, sapeva tutto sulla sua vita e il suo obbiettivo era attirarlo in una trappola....

continua...

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Capitolo 6
*** Forse troppa pace... ***


capi6

Forse troppa pace...


Da qualche giorno, Tony passava parte del suo pomeriggio nel laboratorio a lavorare su un nuovo progetto e nessuno sapeva cosa riguardava...


-Non vorrei essere invadente, ma mi domandavo a cosa stava lavorando...- enunciò Jarvis, mentre Tony maneggiava con dei computer.


-Semplice! Visto che tra 2 giorni è il compleanno di Pepper, io le sto costruendo un regalo!- esclamò preso dal lavoro.


-E quale sarà il regalo?- domandò curioso il computer.


-Te lo dirò, ma non devi farne parola con Pepper, altrimenti rovini la sorpresa... si tratta di un armatura, tipo la mia... Un Iron Woman!- informò Tony continuando a guardare lo schermo, elettrizzato al massimo.


-Un'armatura? Ma non sarebbe meglio un gioiello o un profumo o del vestiario?- domandò Jarvis sorpreso per la risposta.


-Sì, ma se le regalo un armatura, sono più tranquillo... metti che un giorno succeda qualcosa... con l'armatura sarà in grado di difendersi, mentre con un gioiello ho i miei dubbi- rispose sicuro della sua idea.


-Su questo verso ha ragione, ma una corazza non è un regalo tanto femminile.- enunciò il computer esprimendo la sua opinione.


-Lo so, a quello ci ho già pensato! Perciò le farò 2 regali!- esclamò soddisfatto per la brillante idea.


-Potrei consigliarle...- disse prima di essere interrotto.


-Quest'anno ci ho pensato personalmente, non serve che tu faccia niente, non preoccuparti. Di che colore potrei verniciarla?- disse cambiando discorso.


-Non saprei, signore...-


-Fammi pensare...- enunciò concentrandosi per riflettere -Ho trovato! Argento e blu metallizzato!- esclamò come illuminato.


-Potrei domandarle perchè ha optato per questi colori?- chiese educatamente il computer.


-Per il semplice fatto che il colore blu le dona tantissimo, come quel vestito che ha indossato quella sera che siamo usciti a cena....- disse ricordando la splendida serata.


-...- Jarvis non fece parola per il troppo imbarazzo.


-Perfetto! È deciso! Fabbricala e verniciala!- disse Tony guardando il prototipo sullo schermo del PC.


-Sarà fatto. Entro domani mattina dovrebbe essere pronta- informò il computer analizzando i dati per l'armatura.


********************************************************************************


Intanto Pepper si stava dirigendo verso il laboratorio, ma trovò la porta, che dava alle scale, bloccata e non poteva accedere in quella zona.

Allora chiamò Jarvis.


-Mi dica signorina Potts- enunciò Jarvis dopo essere stato richiesto.


-La porta del laboratorio non si apre... dovrebbe essere rotta, potresti sistemarla?- chiese la ragazza spostandosi per la casa.


-Non c'è nessun guasto, semplicemente è stata bloccata- disse il computer.


-Bloccata? E perchè mai? Cosa sta combinando nel laboratorio?- domandò Pepper esterrefatta, riferendosi a Tony.


-Mi dispiace, ma mi è stato vietato farne parola con lei....- enunciò Jarvis, ricordando l'ordine dato dal signor Stark.


-Dimmi solo se sta combinando qualcosa di stupido e irresponsabile, altrimenti dovrò scoprirlo a modo mio!-


-Nulla di tutto ciò, non sta facendo niente di pericoloso, può stare tranquilla- disse il computer, tranquillizzandola.


-Ok, ma dovrei ugualmente parlare con lui, potresti dirgli di venire? Dovrebbe controllare un paio di cosette...- chiese gentilmente, poggiando un pesante fascicolo sul tavolo.


-Certamente, vado subito-


Dopo alcuni minuti, Tony salì dal laboratorio, sbloccando la porta.


-Che succede?- chiese facendo comparsa nella grande stanza, dove Pepper era impegnata a sistemare i fascicoli.


-Scusa, ma prima mi sono scordata di farti firmare anche queste carte, sono ancora spedizioni.- spiegò porgendogli una penna per firmare.


-Non ti scusare, può capitare di dimenticarsi di qualche fogliaccio... e poi non c'è nessun problema, son pur qua!- disse tranquillamente, mentre esaminava velocemente le carte, per dopo segnarle con uno scarabocchio che rappresentava la sua firma.


-Bhè... tecnicamente non sei proprio qua... sei chiuso in laboratorio, ma che stai pianificando?- domandò curiosa, nella speranza di ottenere una risposta soddisfacente.


-Una sorpresa!- disse rispondendo nello stesso modo di prima. -Lo scoprirai a tempo debito-


-Se lo dici tu... basta che non commetti pazzie! Per il resto va bene tutto!- esclamò Pepper guardandolo allontanarsi alla finestra


-Oggi è proprio una bella giornata... credo che mi farò un giretto...- disse voltandosi e guardare la segretaria.


-Le chiavi delle auto sono al solito posto...- disse dando poca importanza al fatto che lui avrebbe fatto un giro.


-Ma io non ho detto che prenderò l'auto!- esclamò scomparendo nel laboratorio.


-COS'HAI DETTO?! NON PENSARCI NEMMENO!- gridò Pepper seguendolo a ruota, intuendo le sue intenzioni.


-E chi pensa? Io vado!- esclamò attivando i macchinari per indossare l'armatura.


-Ma ti potrà vedere qualcuno e avvertire il Presidente, così il fatto che siamo andati fino a Washington non è servito a nulla!- enunciò Pepper contrariata.


-Tranquilla non mi farò vedere da nessuno... faccio un giretto sopra casa e magari vado a far esplodere qualche pietra nel mare...-


-NON DIRLO NEANCHE PER SCHERZO! Ti ordino di toglierti immediatamente quell'armatura!- esclamò Pepper. Ormai, però, era troppo tardi... Tony aveva già indossato la corazza e non aveva alcuna intenzione di obbedire.


-Non posso... se obbedisco ai tuoi ordini ti dà fastidio...- disse ricordandosi della conversazione avuta alla Casa Bianca.


-Non era quello che intendevo!- obbiettò la segretaria -Vabbè... adesso nessuno potrà farti cambiare idea... vai, ma fammi il favore di non distruggere niente!- disse ormai rassegnata.


-Vedrò cosa posso fare...- proferì mentre si metteva in posizione per la partenza -Torno per pranzo. Ciao!!!- disse prendendo il volo e scomparendo nel cielo azzurro.


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Intanto che Tony si divertiva a svolazzare per i cieli di Malibu, Andrew Schweinsteiger era arrivato a Los Angeles e aveva trovato il nascondiglio per la sua base: una cantina frigorifera abbandonata. A lui bastò poco per renderla funzionante e regolarizzare la temperatura a meno 20 gradi sotto lo 0.


Decise di prendere un paio di giorni per sistemare tutti i vari macchinari e la macchina che avrebbe congelato l'intero pianeta e, sopratutto, riflettere sull'attacco per poi attirare Tony Stark nella sua trappola mortale.

continua...

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Capitolo 7
*** Il compleanno ***


capi7

Il compleanno


Passarono 2 giorni di piena serenità, era il giorno del compleanno di Pepper e Tony aveva preparato i regali, almeno per un anno il regalo lo aveva deciso lui...


Quella mattina si svegliò molto tardi, forse Pepper si era dimenticata di svegliarlo, ma meglio così, perchè l'unico momento in cui Tony è tranquillo è quando dorme.


Si mise seduto sul letto e guardò fuori dall'immensa finestra che dava sul mare, si stiracchiò, si grattò la testa con una mano scompigliando ancora di più i capelli, poi notò qualcosa e si pose la domanda fondamentale:


-Dove sono i miei boxer?-


Bastò guardarsi un po' in giro e poi vide con sorpresa, che l'indumento era appeso al lampadario del soffitto. Restò qualche secondo a guardarlo chiedendosi cosa facesse lì sopra, dopo gli si accese una lampadina ricordandosi della sera precedente, allora distolse l'attenzione dal paio di boxer neri e guardò l'ora, erano le 11.30! Si alzò dal letto per andare a farsi una doccia, vestirsi e scendere al piano di sotto a cercare Pepper.


-Jarvis, sei attivo?- disse Tony scendendo le scale.


-Per lei sempre, signore- rispose il computer.


-Dov'è Pepper?- chiese andando in cucina e bevendo una tazza di caffè.


-La signorina Potts è nel suo ufficio, sta lavorando- enunciò Jarvis.


-Mi chiedo perchè non si prenda una pausa il giorno del suo compleanno! Vado da lei, oggi non deve lavorare!-esclamò Tony dirigendosi verso la stanza dove lavorava Pepper.


Arrivò davanti alla porta, bussò ed entrò senza nemmeno ottenere risposta.


-Buongiorno!- esclamò entrando nella stanza, poi si accorse che era al telefono.


-Volevo solo aug...- cercò di dire prima di essere liquidato.


-Adesso non posso... mi dirai dopo...-disse sorridendogli uscendo dalla stanza e continuando a parlare al telefono.


Tony notò in lei qualcosa di diverso, ma non ci fece tanto caso e tornò in cucina aspettando che la chiamata finisse. Aspettò 10minuti, ma non aveva ancora finito di parlare allora Tony decise di andare in laboratorio, sarebbe tornato a cercarla tra 30minuti...


Appena la porta del laboratorio si sentì chiudersi, Pepper posò il telefono, terminando la falsa chiamata e tornò in ufficio...


Dopo 30minuti Tony tornò al piano superiore e incrociò Pepper per il corridoio, che cambiò immediatamente percorso facendo dietro-front.


-Ah eccoti finalmente!- disse seguendola.


-Sono di fretta devo uscire, torno questo pomeriggio. A dopo!- disse prendendo la borsetta e uscendo velocemente da casa.


Adesso Tony si stava preoccupando sul serio, gli sembrava che lo stesse evitando. Non credeva di aver fatto nulla di male quella mattina, anche perchè la sera precedente andava tutto bene...


Si mise a pensare... forse aveva sbagliato qualcosa, allora la chiamò al cellulare, ma lei non rispose, suonava a vuoto. Provò a chiamarla ogni 10minuti, voleva capire cosa stava succedendo, ma il telefono suonava sempre a vuoto.


Pepper era uscita di casa velocemente senza aspettare che Tony finisse la frase, era salita in macchina e guidava verso una meta sconosciuta.


Sentì vibrare il cellulare nella borsetta, lo prese e vide che Tony la stava chiamando... non voleva parlare, quel giorno le faceva rammentare brutti ricordi, rimise il telefono nella borsa e facendo ciò una lacrima le rigò il volto...


Doveva cercare di calmarsi, scacciare quei ricordi e per farlo decise di passare un po' di tempo su una spiaggia abbandonata e silenziosa. Il rumore delle onde, il profumo del mare e la brezza marina riuscirono a calmarla.


Aveva passato un paio d'ore fuori casa e si erano fatte le 3 di pomeriggio, allora decise che era meglio tornare a casa, risalì in macchina cercò il cellulare nella borsa e vide che aveva 20 chiamate perse tutte da parte di Tony. Partì per tornare da lui, forse era un po' preoccupato...


********************************************************************************


Dire che Tony era preoccupato, era poco... infatti Tony si stava uccidendo nei sensi di colpa e nel laboratorio cercava un modo per rintracciare Pepper, visto che non rispondeva alle chiamate.

Subito dopo sentì la porta di casa chiudersi e un rumore di scarpe col tacco... era lei!


Tony si catapultò al piano superiore facendo gli scalini 2 a 2, per vedere se era lei... la vide di spalle che camminava verso l'ufficio e la fermò.


-Si può sapere perchè non rispondi al telefono? Ero preoccupato!- esclamò Tony vedendola, lei bloccò la sua camminata, ma non si girò. Sentire la sua voce le aveva creato un blocco all'altezza della gola.


-Stamattina volevo farti gli auguri, ma sei scappata via! Ehy?! Pepper?! Ci sei?!- domandò, non avendo ottenuto alcuna risposta, le si mise di fronte e solo allora si rese conto che aveva gli occhi lucidi.


-Ma che succede?! Qualcosa non va?- chiese lui spostandole una ciocca di capelli dagli occhi arrossati.


Per solo 2 secondi riuscì a guardarlo negli occhi, poi scoppiò a piangere e si buttò tra le sue braccia singhiozzando. Tony rimase un po' sorpreso da quella reazione, ma la tenne stretta a se finché non si calmò del tutto. Solo allora parlò:


-Andiamo a sederci e poi con calma mi spieghi che succede... ok?- disse Tony, ottenendo una risposta affermativa.


La portò fino al divano del salotto, la fece sedere, poi lui si diresse verso la cucina, tornando con un bicchiere d'acqua e glielo porse.


-Allora che è successo?- le chiese sedendosi accanto a lei.


-Niente- rispose giocherellando con il bicchiere tra le mani.


-Non ho mai visto piangere qualcuno, perchè non è successo niente- proferì lui, rubandole un sorriso.


-Questo giorno mi fa sentire triste...- disse lei rispondendo alla domanda.


-Il tuo compleanno? E perchè mai dovresti essere triste?- domandò, sbalordito per la risposta.


-Perchè se ricordi bene oggi è lo stesso giorno in cui ti hanno rapito in Afghanistan! Quel giorno pensavo di averti perso per sempre! E se ci penso mi fa star male perchè ho sofferto tantissimo!-disse liberandosi di un peso troppo grande da portare da sola, non lo aveva mai detto a nessuno prima d'ora. -Ti prego, non lasciarmi mai più!- disse abbracciandolo di nuovo per assicurarsi che fosse veramente lì con lei.


-Perchè non me lo hai detto prima?! Era solo questo? Avanti, non pensarci, ora sono pur qua!- la rassicurò lui. Lei si stacco dall'abbraccio per guardarlo negli occhi. -Ora si spiega perchè non vuoi che faccia niente di “stupido”!- enunciò asciugandole con un dito la lacrima che stava scivolando sulla sua guancia.


-Scusa per come mi sono comportata prima... ma...- disse prima di essere interrotta.


-Non devi giustificarti, mi basta sapere che adesso stai meglio.- disse facendola sorridere e capendo che stava di nuovo bene.


-Bene!- esclamò Tony alzandosi dal divano -Ora è venuto il momento di vedere il tuo regalo, anzi i tuoi regali! Seguimi, dobbiamo andare in laboratorio!- disse prendendola per mano e facendola alzare.


-In laboratorio?! E che regalo è?- chiese curiosa.


-Sorpresa! Dai vieni! Vedrai che ti piacerà!- esclamò andando in laboratorio.


Arrivarono davanti alla porta del laboratorio poi Tony si blocco e si girò verso di lei.


-Allora ti ho fatto 2 regali in caso non ti piacesse il primo... ora chiudi gli occhi e non sbirciare!- enunciò Tony.


-2 regali?! E perchè dovrei chiudere gli occhi?! Cos'è?!- chiese cercando di sbirciare oltre il corpo di Tony.


-Tu chiudi gli occhi! Fidati!- esclamò lui e una volta che lei chiuse gli occhi la portò di fronte al suo primo regalo coperto da un telo.


-Apri gli occhi!- disse lui. Lei gli aprì e si ritrovò di fronte ad una “cosa” coperta da un telo grigio


-Allora era questo a cui stavi lavorando e che volevi che non scoprissi!- disse cercando di indovinare cosa si nascondesse sotto il telo.


-Già! Ti avevo detto che era una sorpresa! Avanti, scoprilo!- esclamò, sperando che il regalo le piacesse almeno un pochino.


Allora lei spostò il telo scoprendo una stupenda armatura color blu e argento. Rimase un po' colpita, ma le piaceva come idea... come dire... originale!


-Allora?! Ti piace?!- domandò Tony speranzoso.


-Tu sei matto!- rispose lei ridendo. -È stupenda, ma vorrei capire cosa mi potrebbe servire un “Iron Man”!-


-È solo per farmi stare più tranquillo... se succede qualcosa, con questa saprai come difenderti! Ha lo stesso meccanismo della mia Mark V, la puoi portare ovunque! E, tanto per precisare, è un Iron Woman!- esclamò soddisfatto della sua nuova invenzione.


-Grazie! È un pensiero stupendo! È carino che ti preoccupi per me!- disse abbracciandolo.


-Visto che il primo regalo ti è piaciuto... il secondo possiamo anche farne a meno...- disse scherzando.


-Ma visto che ci siamo... posso anche accettare il secondo...-


-Forse hai ragione... Vado a prenderlo!- esclamò andando alla scrivania ed estraendo un pacchetto regalo.


-Ecco! Questo si avvicina già di più ad un regalo... almeno ha il fiocco! Aprilo!- disse Tony porgendole il pacchetto.


Lei lo prese e lo scartò, appena vide il contenuto di quel pacco, per un momento le girò la testa dallo stupore.


-Tu sei proprio matto!-


-Ti piace?- domandò lui.


-Certo che sì, ma non dovevi disturbarti così tanto! È solo il mio compleanno! Un collier in diamanti è anche troppo!- esclamò ammirando il gioiello.


-Ma che disturbarmi! L'ho fatto con piacere! Tra i 2 quale ti piace di più?- chiese curioso della risposta.


Pepper guardò prima il luccicante gioiello, poi l'armatura ed infine, guardandolo negli occhi rispose: -Anche se il collier è stupendo, mi piace di più l'armatura! Perchè l'hai fatta per proteggermi e questo è il regalo più bello che abbia mai ricevuto! Grazie!- disse dandogli un appassionato e romantico bacio.


-Prima che me ne dimentichi!- esclamò Tony appena si staccarono.


-Dimmi...-


-Stamattina mi sono svegliato e ho trovato i miei boxer in un posto abbastanza insolito...-


-I tuoi boxer?! Posto insolito?!- chiese stupita e un po' confusa.


-Sul lampadario del soffitto- enunciò lui, osservando la faccia sbalordita e imbarazzata di Pepper. -Ti chiederei, cortesemente, se la prossima volta ti limiteresti a lanciarli ad altezza uomo, visto che non sono ancora riuscito a prenderli e sono ancora appesi lassù!- disse ridendo.


-Cercherò di fare il possibile, signor Stark... desidera altro?- chiese lei scherzando.


-A dir la verità... sì!- esclamò avvicinandosi a lei e baciandola con passione.

continua...

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Capitolo 8
*** Incubo glaciale alla Città degli Angeli ***


capi8

Incubo glaciale alla Città degli Angeli


Subito dopo il calar del sole, a Los Angeles si scatenò il caos. Andrew Schweinsteiger aveva iniziato ad attaccare la splendida città, per attirare l'attenzione di Iron Man.


Con la sua armatura, ovunque passasse, lasciava una scia di ghiaccio. Sembrava la corazza di Tony, tranne per il rivestimento e l'alimentazione. Era completamente rivestito, dalla testa ai piedi, da semplice tela in grado di mantenere bassa la temperatura corporea, infatti per tenersi al fresco, era rivestito da piccoli tubicini, dove scorreva dell'azoto liquido. Era alimentata da uno strano marchingegno, posto all'altezza del bacino, che produceva a quantità azoto liquido.


Non aveva armi esplosive... l'unico pericolo era l'azoto liquido che una volta sparato, dai getti posti sui palmi delle mani, ghiacciava tutto quello a cui era a contatto. Era in grado di volare, usando dei propulsori ad aria congelata e, anch'essa, congelava ogni cosa.


Andrew Schweinsteiger aveva iniziato il piano per la conquista del mondo, sotto le vesti del gelato Ice Man.


Tra le strade di Los Angeles tutti i cittadini avevano perso il controllo. L'intervento dell'esercito era stato inutile, era bastato poco per congelate la maggior parte dei soldati con un solo schizzo di azoto liquido.


Dopo vari tentativi falliti per fermare Ice Man, un agente coraggioso si avvicinò a lui e chiese: -Cosa vuole dalla nostra città?-


-Anthony Stark!!!-rispose gridando, in preda alla rabbia e congelando lo sventurato agente, che invano aveva tentato di fuggire.


Il momento dell'intervento di Iron Man era giunto...


********************************************************************************


Il telefono squillò più volte, ma nessuno rispose alla chiamata. Allora ci pensò Jarvis e andò immediatamente a riferire il messaggio ad Iron Man.


-Signore, c'è un problema- enunciò Jarvis facendo sentire la sua presenza nella stanza.


-Che tipo di problema?- chiese Tony, che era disteso sul divano a guardare la tv.


-A Los Angeles c'è stato un attacco, l'esercito non è riuscito a fermarlo. Dicono che si fa chiamare Ice Man e ha chiesto di lei, signore- informò Jarvis.


-Evvai! Una missione!- esclamò balzando in piedi e correndo verso il laboratorio per indossare l'armatura.


Durante il suo percorso da salotto a laboratorio, incrociò Pepper, che vedendolo correre chiese: -Cosa succede? Perchè corri?-


-Seguimi ti spiego strada facendo...- disse scendendo le scale a passo spedito, seguito dalla segretaria.


-Allora?!-


-C'è stato un attacco a Los Angeles... devo intervenire!- esclamò attivando il computer per indossare l'armatura Mark VI.


-Mi raccomando, fai attenzione!- disse Pepper, premurosa come sempre.


-Non ti preoccupare... tornerò a casa senza neanche un graffio!- esclamò convinto, mentre Jarvis faceva la revisione della corazza e che tutti i sensori fossero attivi.


-Siamo pronti per partire- enunciò il computer.


-Perfetto! Ci vediamo dopo, bellezza! Ciao!- esclamò Tony prendendo il volo nel cielo stellato, per dirigersi verso Los Angeles.


Durante il volo per raggiungere la città:


-Jarvis, che informazioni abbiamo riguardo a questo Ice Man?!- domandò Tony al computer, per prepararsi alla battaglia.


-L'unica informazione data dall'esercito è che spara ghiaccio dalle mani ed è in grado di volare usando propulsori ad aria ghiacciata, ma non credo sia disposto di armi esplosive...- rispose il computer.


-Non dovrebbero esserci pericoli, ma in che senso spara ghiaccio?!- chiese immaginandosi un uomo che combatte a furia di palle di neve.


-Questo non glielo so spiegare... dovrei analizzare il nemico e poi sarò in grado di risponderle- enunciò Jarvis.


-Fa niente... tanto siamo arrivati!- disse atterrando a Los Angeles, dove era scoppiato il caos più totale e vide in lontananza una sagoma e intorno a lui solo ghiaccio.


-Quello davanti a lei è il nemico. Analizzando l'armatura che possiede... posso dirle che quest'uomo vive ad una temperatura di -20°, è tenuto freddo da un collegamento di tubi, in cui scorre azoto liquido ed è questo che spara, a contatto con altri corpi diventa ghiaccio-


-Meno 20°!?!?! ma stai scherzando, vero?- domandò Tony esterrefatto per l'informazione data da Jarvis.


-No, signore-


-Bene, è ora di fermare quello svitato!- esclamò Iron Man avvicinandosi sempre più ad Ice Man. -Ehy! Tu! Calippo con le gambe! Eccomi sono qua, ora che vuoi?!- urlò Tony richiamando l'attenzione di Andrew.


-Finalmente sei arrivato, Anthony Stark!-


-Chi sei? E, sopratutto, cosa vuoi da me?!-chiese Tony, sorpreso di essere stato chiamato per nome e non con “Iron Man”.


-Io sono Andrew Schweinsteiger, mio padre, una volta lavorava per tuo padre Howard. Ma lo ha licenziato e accusato di tradimento allo Stato, solo perchè voleva conquistare tutto il Mondo! Allora io e la mia famiglia siamo dovuti scappare al Polo Nord, dove sono sopravvissuto solamente io e mi sono abituato al clima polare. Sono venuto a distruggerti e a coronare il sogno di mio padre: Conquistare l'intero Pianeta! Sotto il nome del terribile Ice Man!- informò Andrew concludendo con una risata malefica.


-Schweinsteiger?! E noi abbiamo assunto uno con un cognome così? Suona da perfido e infatti ti calza a pennello!- proferì Tony sicuro di avere la vittoria in pugno.


-Non canterei vittoria così velocemente, presto il mondo sarà ai miei piedi! Ahahahah!-


-Questo lo vedremo...- enunciò Tony attaccando Ice Man.


Iron Man attaccò con una serie di pugni, cercando di colpirlo in pieno volto, ma Ice Man riuscì a schivarli facilmente. Era agile e furbo, su questo non c'erano dubbi. Allora Tony provò a lanciare fasci di energia dalle mani, ma appena alzò un braccio, Ice Man gli schizzò l'azoto che congelò l'intero braccio dalla punta delle mani alla spalla.


-Astuto! Ma non credere che io non sia pronto anche a questo!- disse facendo alzare lievemente le placche della corazza e sgretolando il ghiaccio.


-Ti avevo sottovalutato... si vede che dovrò impegnarmi un po' di più in questo scontro...- sghignazzò Andrew, sparando contro Iron Man getti di azoto liquido.


Riuscì a schivarli tutti e diede al contrattacco, si fiondò su di lui e con un pugno lo beccò all'altezza della spalla, scaraventandolo una decina di metri all'indietro.


-Forse mi hai rotto un braccio!- disse tranquillamente Ice Man. -Mi sono dimenticato di dirti che il mio corpo guarisce in pochissimo tempo... tra pochi secondi il mio braccio sarà come nuovo! Tutto merito degli esperimenti che ha fatto mio padre su di me!- enunciò riuscendo a muovere il braccio come prima.


-Ma come fa!?- si chiese Tony schifato.


-Ho trovato alcune informazioni sul padre di Andrew... era uno scienziato specializzato nel settore nucleare, dovrebbe aver fatto qualche esperimento su suo figlio, rendendolo capace di vivere al freddo e a ricostituirsi velocemente, cose insolite per un essere umano normale- disse Jarvis rispondendo alla domanda di Tony.


-Sorprendente, vero?- chiese Andrew.


-Piuttosto, provo ribrezzo... che cosa disumana...- enunciò Tony.


-Avanti facciamola finita!- esclamò Ice Man, sparando ai piedi di Iron Man dell'azoto liquido, che lo piantò al terreno


Tony cercò in tutti i modi di liberarsi ma il ghiaccio era troppo spesso...


-Deve distruggere l'apparecchio che manda il liquido alle mani, così non sarà più in grado di immobilizzarla- enunciò Jarvis.


-Splendida idea!- esclamò Tony e con una veloce mossa, prese mira e centrò il bersaglio.


-Maledetto! Ora dovrò ripararla!- si lamentò Andrew -Ma non te la caverai così! Hai vinto la battaglia, ma non la guerra!- esclamò prendendo il volo.


-Torna qui, codardo!-urlò Tony mentre vedeva Ice Man allontanarsi. Poi con i propulsori nelle mani riuscì a liberarsi dal ghiaccio che lo teneva ancorato al terreno e cercò di partire per l'inseguimento, ma sfortunatamente i propulsori erano andati temporaneamente fuori uso.


-I propulsori si sono disattivati per il troppo freddo... serviranno una ventina di minuti per riattivarli, possono aver subito danni gravi...- informò Jarvis.


-Fa un controllo e tieni d'occhio il nostro nuovo amico Schweinsteiger... non mi piace per niente quello!- puntualizzò dirigendosi verso l'armata dell'esercito.


-Mi dispiace, ma non riesco a captare nessun segnale radio, né fonti di calore visto che Ice Man sopravvive ad una temperatura massima di -20°-


-Poco importa... se si rifarà vivo, non avrà più tante vie di fuga!- esclamò deluso per non essere stato in grado di batterlo subito.


********************************************************************************


Stava andando tutto sotto i piani di Ice Man, il suo vero obbiettivo in quella battaglia era immobilizzare Iron Man temporaneamente, in grado così di compiere la sua prossima mossa per mettere nel sacco l'affascinante Anthony Stark: il rapimento...


In quell'arco di tempo, dove Tony aspettava che i propulsori si riattivassero, Andrew stava volando per i cieli di Malibu, diretto all'abitazione di Tony.


Pepper, aspettando il ritorno di Tony, aveva pensato di risistemare i documenti nell'archivio del laboratorio, almeno avrebbe fatto qualcosa che non le avrebbe fatto pensare al combattimento a Los Angeles.

Ma il silenzio della casa fu interrotto da un terribile fracasso proveniente dal tetto dell'abitazione. Inizialmente, Pepper pensava che fosse tornato Tony, ma dopo un rumore di vetro che si rompeva, le sue convinzioni caddero.


Il rumore dei passi lenti e pesanti si faceva sempre più vicino, fino ad arrivare all'inizio della stanza di laboratorio.


Pepper cercò di mantenere la calma, vedendo l'uomo mascherato avvicinarsi sempre di più. Non ci voleva un genio per capire che quello non era una persona affidabile e che voleva solamente chiedere un consiglio.


-Eccoti, finalmente!- esclamò Andrew vedendo la ragazza.


-Chi sei?- chiese Pepper cercando di mantenere un tono di voce calmo e controllato, per non far trasparire la paura.


-Scusa, sono proprio un maleducato... mi ero scordato che io so tutto sulla vita di Tony Stark e di chi gli sta intorno, mentre voi non sapete nulla di me... Sono Andrew Schweinsteiger...- enunciò glaciale l'uomo.


Sentendo quel nome, Pepper si ricordò di un vecchio documento dove riportava tutti i dati su quel cognome e, a quanto ricordava, non aveva buoni rapporti con la famiglia Stark.


-Vedi... sono venuto appositamente dal Polo Nord per vendicarmi della famiglia Stark e l'unico rimasto è il nostro geniale Tony... E dopo averlo definitivamente eliminato conquisterò l'intero pianeta!-


Pepper osservava i movimenti di Andrew, domandandosi che fine aveva fatto Tony, visto che il suo avversario era ancora in circolazione e di lui neanche l'ombra. Dalle parole di Andrew capì che non era morto, ma poteva essere gravemente ferito...


-Sono riuscito a bloccare Tony a Los Angeles... disattivando, col ghiaccio, i suoi propulsori, però lui mi ha messo fuori uso lo spara azoto... basterà stringere qualche vite... non ha causato danni gravi- disse osservando il marchingegno e afferrando un cacciavite dal tavolo, lo sistemò in pochi secondi. Rassicurandosi il funzionamento provando a schizzare del liquido su una delle macchine di laboratorio che erano presenti nella sala. Pepper vedendo cosa era stato in grado di fare, cominciò a sudare freddo... Le era venuto in mente di usare la Iron Woman, ma non aveva la minima idea su come farla funzionare... doveva guadagnare tempo...


-Cosa sei venuto a fare qui?-


-È molto semplice... fa tutto parte del mio piano. Devo pur attirare l'invincibile Iron Man nella mia trappola e non posso attirarlo senza l'esca adatta...- rispose sghignazzando.


Pepper non riusciva a capire le intenzioni di Andrew, il tono di voce sempre calmo e rilassato e la maschera sul volto che nascondeva gli stati d'umore... era difficile capirlo!


-Devo sottrarre a Tony, quello che gli sta più a cuore...- enunciò convinto.


-Nessuno sa cosa a Tony stia più a cuore, lo conosco da anni e ancora non l'ho capito... forse la cosa che gli sta più a cuore è proprio lui stesso!- ribatté Pepper sicura, prendendo un po' più di coraggio, incrociando le braccia.


-Ahahahah! Allora l'unico a saperlo sono solo io... dovrei mantenere il segreto, ma a te lo dirò...- proferì avvicinandosi alla ragazza fino ad arrivarle ad un palmo dal naso.


Lei non si mosse, il cuore le cominciò a battere più forte nel petto per la paura, non aveva il coraggio di muoversi e allontanarsi, sentiva il freddo che emanava il corpo di Andrew anche se erano a un metro di distanza.


Poi lui le si avvicinò all'orecchio e sussurrò:- … sei tu!-


A Pepper sembrò che il cuore gli si fosse fermato per un battito, poi quello che vide fu soltanto uno sfondo nero come le tenebre.

continua...

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Capitolo 9
*** Il piano per la distrutta dell'umanità ***


capi9

Il piano per la distrutta dell'umanità


-Ancora niente?!- domandò Tony spazientito.


-Forse questa è la volta buona...- rispose Jarvis.


-Finalmente! Funzionano!- esclamò felice, appena sentì il rumore dei propulsori, sotto i suoi piedi, accendersi.


-Siamo pronti per il decollo. Fortunatamente, i propulsori non hanno riportato danni gravi.- enunciò il computer.


-Meglio così... adesso torniamo a casa che si è fatto tardi!- esclamò prendendo il volo.


-Ancora nessun segnale per Ice Man!?- chiese Tony durante il viaggio.


-Mi spiace, ma credo che non si possa localizzare... Qualcosa che non va, signore?- chiese Jarvis per il silenzio da parte di Tony.


-No, niente di importante... ho solo un brutto presentimento...- disse aumentando la velocità per tornare a casa.


Arrivarono a Malibu e Tony entrò dal laboratorio togliendosi l'armatura, quando notò il disordine che c'era in quella stanza. Era sicuro di non averlo lasciato così in subbuglio... documenti a terra, attrezzi non al loro posto...


Fece un paio di passi e dopo notò la scultura di ghiaccio vicino ad una parete... era stato lì!


-Maledetto!- esclamò stringendo i pugni -Jarvis! Ice Man è stato qui! Forse è ancora nei paraggi!-


-Ci penso io, signore!- enunciò il computer.


-Pepper!- esclamò, tutto d'un tratto ricordandosi che era sola in casa.


-Pepper!- urlò chiamandola, sperando in una qualunque risposta. Corse su per le scale velocemente e vide i frammenti di una delle vetrate a terra, sgranò gli occhi e corse a controllare l'ufficio della segretaria, ma … niente.


Tornando in salotto, vide un pezzo di carta scivolato a terra, lo raccolse e lo lesse: “La ragazza è con me... aspetta la mia chiamata e non fare mosse azzardate altrimenti lei morirà!”

Accartocciò il foglio tra le sue mani e sentì riaffiorare la rabbia.


-Signore, del nemico non c'è traccia e la signorina Potts non è in casa.- proferì Jarvis.


-Come ha potuto! Lei non centrava niente!- esclamò irato. -Devo trovarla!- enunciò scendendo in laboratorio e mettendosi al computer.


Non fece in tempo a digitare una parola che il telefono squillò.


Sicuramente era lui che chiamava, esitò nel rispondere, poi pensò che attraverso la telefonata poteva scoprire il luogo dove era nascosto e teneva prigioniera Pepper.


Collegò il telefono al computer per intercettare la chiamata, poi premette il tasto verde per attivare la telefonata, portandosi il telefono all'orecchio per accertarsi che fosse lui...


-Finalmente hai risposto! Credevo che non te ne importasse più...- esclamò Ice Man facendosi riconoscere.


-Perchè lo hai fatto!? Lei non centra niente!- esclamò Tony cercando di aprire una conversazione, per guadagnare qualche secondo in più perchè il computer fosse in grado di rintracciare il segnale telefonico della chiamata.


-È andato tutto secondo i miei piani, il vero obbiettivo di questa tappa era rapirla, rendendoti vulnerabile!-


-Sei solo un lurido codardo!-esclamò ancora più innervosito.


-Ah sì?! Bhè forse hai ragione, ma io non ho mai detto che avrei seguito le regole!- rispose Andrew sempre con tono di voce tranquillo.


-Non osare neanche torcerle un capello!- esclamò continuando a guardare lo schermo.


-Non sarò io a farlo... la sua vita è nelle tue mani! Ora ci troviamo in un posto abbastanza fresco e se non farai in tempo a trovarci, lei morirà! Oppure se ci trovi, morirà con tutto il resto della popolazione terrestre grazie alla Bomba-N!- esclamò presentando la sua nuova arma di distruzione mondiale, molto peggio della bomba atomica.


-La Bomba-N?! Che intenzioni hai?!-


-È solo un mio giocattolino... che ricoprirà il globo con un lenzuolo di neve e ghiaccio, con un clima di -20°, facendo estinguere la popolazione terrestre!!!-


-Così dopo rimarrai solo come un cane!- esclamò Tony cercando ancora qualche secondo. Il computer segnava una zona della città di Los Angeles, ma doveva scoprire ancora il punto esatto.


-Non ti preoccupare... creerò esseri in grado di vivere al freddo, come ha fatto mio padre con me! E poi io sono abituato alla solitudine, non ti devi creare problemi, ti spedirò all'altro mondo con la coscienza a posto!- esclamò, sfoggiando una delle sue perfide risate.


-Non cantar vittoria! Riuscirò a trovarti!- esclamò Tony, sorridendo per il fatto che il computer aveva trovato il segnale della chiamata.


-Ti conviene...- rispose Ice Man concludendo la conversazione e riattaccando.


********************************************************************************


Ice Man si trovava in una zona abbandonata della città di Los Angeles, era nascosto in una delle tante celle frigorifere di una vecchia fabbrica.


Pepper era con lui, legata e imbavagliata in quel posto congelato, la temperatura era regolata a -20° e non sarebbe riuscita a sopravvivere ad un clima così pungente, per molto tempo. Non si sentiva più le dita e minuto dopo minuto stava cedendo.


-Il tuo eroe dovrebbe arrivare a minuti...- enunciò Andrew attirando l'attenzione di Pepper. Si tolse la maschera per far vedere il suo volto. Pepper lo osservò attentamente: aveva un volto sfigurato, con innumerevoli cicatrici, ma sembrava un ragazzino anche se aveva più di 30anni, forse la sua temperatura corporea aveva bloccato la fase di crescita. Nonostante tutto, il suo volto rappresentava la perfidia in persona, i suoi occhi bramavano vendetta e potere, mentre quel ghigno sadico non trasmetteva nulla di buono...


-Scusa se prima non ho fatto vedere la mia persona, ma vedi... io non sopravvivo nemmeno da una temperatura di 0° e fuori per me è un po' caldino... riesco a sopravvivere solo grazie alla mia speciale tuta, che con l'azoto liquido mi tiene ad una bassissima temperatura...- disse, così svelando a Pepper il suo unico, e importante, punto debole.


-La mente geniale di Tony avrà pensato a rintracciarci attraverso la telefonata, quindi credo sia venuto il momento di sistemare per bene la Bomba-N e prepararsi...- disse rinfilandosi la maschera e dirigendosi verso la porta che dava all'esterno.


-Mi raccomando... non morire prima del suo arrivo!- esclamò Ice Man con perfidia e chiudendo la porta della cella.

Continua...

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Capitolo 10
*** Scontro finale ***


capi10

Lo scontro finale


-Li abbiamo trovati!-esclamò Tony guardando lo schermo.


-Sì, signore. Si tratta di una vecchia fabbrica abbandonata.- proferì Jarvis.


-Credo che siano in una delle celle frigorifere, visto che Ice Man ha detto che si trovano in un posto “abbastanza fresco”! Pepper non riuscirà a sopravvivere a lungo lì dentro! Dobbiamo sbrigarci!- esclamò scattando in piedi e dirigendosi verso il punto dove metteva l'armatura. Vide la corazza della War Machine...


-Jarvis! Contatta il colonnello Rhodes e digli che è una missione importantissima, deve usare la War Machine, potrebbe essermi d'aiuto!- disse assicurandosi che la propria corazza fosse maneggevole e ancora funzionante, dopo la piccola lotta contro Ice Man.


-Subito!- rispose Jarvis, interrompendo la conversazione per andare a chiamare il colonnello Rhodes.


-E ora... andiamo a salvare Pepper!- esclamò prendendo il volo e dirigendosi verso la vecchia fabbrica dove Ice Man dava gli ultimi ritocchi alla Bomba-N.


********************************************************************************


-Pronto.- disse il colonnello rispondendo alla chiamata.


-Buona sera, colonnello. Dovrei riferirle un messaggio da parte del signor Stark- enunciò il computer.


-Ti ascolto...- disse Rhody riconoscendo la voce meccanica di Jarvis.


-Dovrebbe intervenire insieme da Iron Man, nella lotta contro Ice Man, usando la War Machine.- proferì Jarvis, riferendo il messaggio di Tony.


-Con la War Machine?! Tony aveva detto che me l'avrebbe fatta usare solo in caso di assoluta necessità e pericolo! Cos'è successo?!- chiese allarmato.


-Ice Man ha programmato una bomba in grado di sterminare tutta la popolazione terrestre, ricoprendo il pianeta di ghiaccio e neve, e ha rapito la signorina Potts- informò il computer, descrivendo velocemente il quadro della situazione.


-Pepper?! È in pericolo?!- chiese il colonnello.


-Se il signor Stark non si sbriga a raggiungerla...- disse facendo un attimo di silenzio -...potrebbe morire-


-Riferisci a Tony che lo raggiungerò facendo in più fretta possibile!-


-Grazie, colonnello. La War Machine è nel laboratorio.-


-Perfetto! Arriverò prima possibile!- esclamò Rhody interrompendo la conversazione e dirigendosi in macchina fino a casa di Tony.


********************************************************************************


-Il colonnello mi ha detto di riferirle, che cercherà di raggiungerla il più presto possibile!- disse Jarvis a Tony che volava a velocità supersonica verso la fabbrica.


-Bene... ecco la fabbrica e quella cosa sul tetto dovrebbe essere la Bomba-N...- disse notando un ingombrante oggetto posto sul tetto, dove c'era anche Ice Man che lo aspettava.


Tony atterrò nel grande piazzale circondato dalle mura della fabbrica e si guardò intorno per cercare la prigione che teneva rinchiusa Pepper.


-Sei arrivato in tempo... bravo! Lei dovrebbe ancora essere viva!- enunciò Andrew sghignazzando con fare malefico.


-Dov'è lei?!-


-Se te lo dicessi... non ci sarebbe lo stesso divertimento! Dovrai scoprirlo da solo! Se la troverai te la lascerò salvare- esclamò Ice Man passeggiando sul tetto.


-Jarvis! Fai uno scan dell'intero edificio... se sarà necessario lo smonterò mattone per mattone, per trovarla viva!- esclamò Tony parlando a bassa voce con il computer.


-Certo, signore!- rispose cominciando lo scan.


-Allora?! Che ne pensi del mio bel giocattolino? Divertente, vero?- domandò sarcastico, mentre si avvicinava alla Bomba-N.


-E come farà quell'aggeggio, da solo, a rendere il clima del pianeta freddo?- chiese cercando di guadagnare tempo per la scannerizzazione, guardando attentamente in tutte le direzioni possibili, sempre non facendosi notare dal nemico.


-Non credere che sia tanto stupido!- esclamò Ice Man, facendo pensare a Tony di aver capito il suo piano per ritrovare Pepper.


-Questa Bomba è collegata virtualmente ad altri piccoli esplosivi con satellite, che ho sparso per il mondo!- continuò tranquillizzando, in minima parte, Tony.


-A ha! Ti ascolto!- rispose disinteressato, invitandolo a continuare.


-Il segnale di satelliti forma una fascia virtuale che avvolge totalmente il globo, ragion per cui rappresenta lo spazio, che questo gioiello, è in grado di congelare!- esclamò riferendosi alla sua speciale Bomba-N, di cui andava completamene fiero.


-Come la funzionalità di un congelatore?- chiese per guadagnare altro tempo.


Non trovava segnali vitali nelle vicinanze e l'unica spiegazione era che poteva essere morta... ma non ci volle pensare neanche per un secondo, ricominciando la scannerizzazione in modo più attento e dettagliato possibile.


-Un milione volte tanto un congelatore! Forse anche di più! E per voi sarà la fine!!!- esultò ridendo per il piano di vendetta.


-Signore! Ci sono dei segnali di vita provenienti dall'ala ovest dell'edificio, ma sono deboli e stanno svanendo sempre più velocemente!- informò Jarvis, trovando il luogo dove Pepper era tenuta rinchiusa, a lottare per la vita contro la morte.


-Questo non dovrà accadere!- esclamò più determinato del suo solito.


Poi si rivolse ad Ice Man:-Avevi detto che se avessi trovato Pepper, avrei potuto salvarla...-


-Cosa?!- domandò sbalordito, intuendo da quella frase che era riuscito a trovare la prigione della ragazza, senza che lui se ne accorgesse.


-... ed è ciò che farò!- disse dirigendosi verso la meta indicata da Jarvis.


Però Andrew pensò subito a fermarlo e con un getto di azoto liquido, gli bloccò le gambe al suolo e poi si avvicinò a lui, scendendo dal tetto.


-Sei furbo.... molto furbo.... ma io prima non dicevo sul serio-


-Non succederà come prima! Riesco a rompere il ghiaccio!- esclamò Tony puntando i propulsori delle mani verso il ghiaccio, ma non fece tempo ad attivarli. Infatti Ice Man a quella mossa aveva congelato anche le mani.


-Non cercare di farmela di nuovo, non sei furbo quanto me!- esclamò cominciando a girargli intorno per godersi quel momento di gloria, mentre Iron Man cercava invano di liberarsi dal ghiaccio che lo bloccava.


-Se continui ad agitarti in quel modo, finirai per rompere il ghiaccio! Quindi mi sembra opportuno tenerti fermo ancora un po'!- esclamò puntandogli una mano contro e gettandogli dell'azoto liquido, lo congelò fino al collo.


-Freddino... vero?- disse sghignazzando.


-Sto benissimo... solo che sono un po', come dire, bloccato!- disse cercando di mantenere un atteggiamento tranquillo e ironico, anche se era di tutt'altro stato emotivo: agitato e mostruosamente arrabbiato.


-Te ne starai lì finché il timer della Bomba-N arriverà allo 0, la vicinanza all'esplosione ti distruggerà! E non per metterti fretta, ma... hai solo 15minuti di tempo! Quindi dì le tue ultime preghiere!- disse voltandogli le spalle e ammirando la sua arma di distruzione.


Era completamente bloccato, non riusciva a muoversi, però se non si sarebbe liberato in fretta... Pepper sarebbe morta. L'unica via di fuga per quella trappola era rompere il ghiaccio con l'energia del reattore.


-Jarvis, tutta l'energia alle pareti della corazza, dobbiamo frantumare il ghiaccio!- disse Tony sottovoce per non essere sentito.


-Dando l'energia a tutte le parti dell'armatura, sprecherà molta energia. E adesso le rimane il 91%.- proferì il computer.


-Non mi importa! Esegui!- esclamò Tony.


-Come desidera- rispose Jarvis attivando i contatti per dare l'energia a tutta l'armatura.


Allora Tony sprigionò più energia possibile. Era veramente una tortura, come un'improvvisa morte. Sentiva come se la vita gli uscisse dal petto, ma nonostante il dolore, continuò.


Iron Man si ricoprì di una luce azzurra, solo allora Ice Man si girò, ma per colpa di quel bagliore non riuscì a vedere e capire nulla. Prima sentì uno scricchiolio, poi il rumore del ghiaccio, frantumarsi in mille pezzi.


-Ma... co..co..come hai fatto!?- cercò di sillabare mentre indietreggiava, alla vista di Iron Man libero dallo strato di ghiaccio.


-Non credo sia molto importante come abbia fatto, piuttosto ti conviene tagliare la corda perchè non sono dell'umore adatto!- esclamò avvicinandosi ad Andrew e tirandogli un fortissimo pugno all'altezza dello stomaco, facendolo catapultare fin sopra il tetto e causandogli non pochi danni al suo immune scheletro.


-Adesso le rimane solo il 40% delle energie, un altro spreco di energia di questo genere e potrebbe non farcela- proferì Jarvis facendo il quadro della situazione.


-Jarvis! Il segnale!- ordinò Tony.


-Subito!- rispose il computer, facendo visualizzare sulla schermata il punto dove era rinchiusa Pepper.

continua...

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Capitolo 11
*** Una dura realtà ***


capi11

Una dura realtà


Tony fu portato di fronte ad una porta metallica, che evidentemente dava alla cella frigorifera. Impugnò la maniglia, per entrare nella stanza, ma non si limitò a spalancare la porta, infatti la scardinò completamente dal muro, facendo sì che i cardini della porta saltassero per aria.


E come da segnalazione, Pepper si trovava lì, a terra legata e imbavagliata. Stava perdendo i sensi, ma il rumore della porta le fece riprendere coscienza e quando riconobbe l'armatura di Tony le venne quasi da piangere per la contentezza.


-Pepper!- esclamò Tony appena la vide. Si avvicinò a lei velocemente, togliendole il bavaglio e sciogliendo la corda che le circondava vita e polsi dietro la schiena.


-Tony?- chiese Pepper un po' smarrita e toccandolo, sperando che non fosse frutto della sua immaginazione.


-Sì, sono io. Sta tranquilla, andrà tutto bene, ti porterò via di qua!- rispose lui cercando di rassicurarla, poi la prese tra le braccia e la portò fuori da quell'infernale prigione dove era stata rinchiusa.


-Jarvis, i propulsori sono ancora attivi?- chiese Tony al computer, con la ragazza mezza congelata tra le braccia.


-Grazie all'esplosione di energia, di prima, ha rinforzato le superfici della corazza, facendo sì che i propulsori si riattivassero, quindi sono attivi e l'armatura molto più resistente- enunciò Jarvis dando un'ottima notizia.


-Bene! Allora andiamo a casa prima che sia troppo tardi- disse serio, notando che Pepper tremava ancora per il gelo.


-Dove credi di andare!? Non ti dimentichi di qualcosa?- chiese la voce di Andrew, facendogli ricordare che quel maledetto era ancora vivo e che aveva ancora pochi minuti per salvare l'intera popolazione mondiale dalla micidiale Bomba-N.


-Non dovresti essere con un piede nella fossa, visto il volo che ti ho fatto fare?-


-Ti dimentichi del mio potenziale nel guarire in fretta! Sarà presto la vostra fine, visto che rimangono solo 10 minuti per la disfatta dei terrestri!-esclamò Ice Man sfoggiando una delle sue risate più malefiche.


Tony si era dimenticato del fatto che se non sarebbe intervenuto l'intera umanità rischiava di scomparire, l'unico pensiero che aveva in quel momento era salvare Pepper, ma per farlo doveva anche distruggere la Bomba-N e Ice Man. Doveva sbarazzarsene.


Aveva ancora la ragazza tra le braccia, decise che doveva metterla in un posto protetto e al sicuro, intanto che liberava il mondo da un crudele destino. L'avrebbe portata vicino alle mura dell'edificio dove non poteva essere colpita e correre rischi.


-Devo sistemare una piccola faccenda... ti lascio qui per pochi minuti, poi ti prometto che torneremo a casa.- enunciò Tony a Pepper, posandola a terra e facendogli poggiare la schiena sulla parete di mattoni. Poi fece per allontanarsi.


-Aspetta!- disse la ragazza, mettendo tutta la forza che le rimaneva per pronunciare quelle parole, richiamandolo. Lui le si chinò accanto prendendole una mano per farle coraggio e anche per far coraggio a se stesso.


-Dimmi...- disse seriamente preoccupato togliendosi l'elmo, fatto di lega di oro e titanio, per ascoltare meglio le sue parole.


Le faceva male ovunque: parlare, muoversi, respirare... qualunque azione facesse provava un dolore allucinante, tutta colpa del periodo passato al gelo, stava lentamente peggiorando e perdendo i sensi. Appena vide il volto di lui, accennò un leggero sorriso. Aspirò un po' d'aria, che le provocò un bruciore lancinante al petto, facendogli fare una smorfia di dolore.


-Cos'hai? Stai male?- chiese Tony allarmato, non immaginando il dolore che la ragazza stava provando.


-No, sto bene...- rispose lei mentendo, poi continuò: -...il calore- sussurrò non riuscendo a terminare la frase.


-Il calore?! Stai tranquilla tra un po' ti riporto al caldo!- esclamò Tony.


-...No!...- esclamò bloccandolo e facendogli capire che non si stava riferendo a quello.


-Non sforzarti, fai con calma- enunciò Tony anche se non avevano molto tempo prima dello scoppio della Bomba-N.


-Il calore... Devi distruggerlo col calore...- disse Pepper puntando lo sguardo dietro le spalle di Tony, che si girò e vide che si stava riferendo ad Ice Man.


-Vorresti dire che il suo punto debole è il calore?- chiese Tony sbalordito per la rivelazione.


Lei annuì, poi proseguì: -Non riesce a vivere ad una temperatura di 0 gradi.... riesce a stare in vita solo per la sua tuta... l'unico modo per distruggerlo è un'alta temperatura...- proferì a fatica, pronunciando le parole lentamente ed ad ogni parola perdeva energie.


-Giusto! Il calore! Pepper sei un genio!- esclamò Tony facendola sorridere.


Cercò di alzare una mano e con un po' di fatica riuscì a muovere un braccio. Posò la sua mano gelida sulla guancia di lui sentendo il calore della sua pelle, facendogli una carezza. Tony appoggiò la sua mano su quella di lei per sentirla più vicina.


-Andrà tutto bene, tra un po' sarà tutto finito, non preoccuparti ci sono io a proteggerti- disse Tony cercando di tranquillizzarla.


-Promettimi che starai attento e che... non mi dimenticherai mai...- disse ormai consapevole del fatto che non ce l'avrebbe fatta.


-No! Non pensarci nemmeno! Tu non morirai, riuscirò a salvarti!- esclamò Tony non accettando ciò che aveva appena detto la ragazza.


-... Ti amo...- furono le sue 2 ultime parole prima di sprofondare in un sonno eterno. La sua mano scivolò senza forze dalla guancia di lui. I suoi occhi si chiusero lentamente, mostrandole per sempre un nero buio e profondo.


-...no...- riuscì a sussurrare Tony, sconvolto. Teneva ancora la sua mano, non riusciva a tollerarlo, gli sembrava solo un bruttissimo incubo.


-...no...- ripeté con un sussurro, allungò una mano verso il suo candido viso, ma la ritirò immediatamente. Continuava a pensare che era stata solo colpa sua: se sarebbe riuscito a sconfiggerlo prima, forse non l'avrebbe rapita. Tutta colpa sua perchè aveva maledettamente torto! Era riuscito a mettere in pericolo le persone che gli stavano attorno e, per di più, aveva perso la persona che gli stava più di tutte a cuore. Sì, perchè per lui, lei era tutto!


-Nooooo!!!!!!- urlò sfogando la sua rabbia, il suono archeggiò nell'aria con un eco. Provava un dolore lancinante all'altezza del petto, vicino al suo cuore... no, non vicino, era il suo cuore. Una morsa di dolore lo stava colpendo, non aveva mai provato così tanta sofferenza.


Si girò verso Ice Man, ora i suoi occhi bramavano pura vendetta, lo vide in piedi vicino alla Bomba-N sul tetto, capì che stava ridendo. Anche se non vedeva il sorriso sadico dipinto sul suo volto, riuscì a capirlo per quella maledetta e perfida risata.


-È morta, eh?! Ti avevo avvertito io!- esclamò Andrew manifestando un'altra crudele sghignazzata, portandosi le braccia incrociate al petto con fare saccente.


-Tu...- proferì Tony con tono letteralmente infuriato e minaccioso. Raccolse l'elmo da terra e si alzò da terra, dirigendosi con passo lento verso il centro della piazzola, lasciandosi alle spalle il corpo di lei senza vita.


-Se lei non c'è più è anche colpa tua! Perchè lei!?- esclamò sempre più arrabbiato e distrutto dal dolore. Ice Man continuava a ridere divertito dalla sofferenza che provava Tony per la morte di Pepper.


-Ti ho chiesto: Perchè lei!?! Rispondimi!- gridò con tutto il fiato che aveva in corpo, e questo bloccò lo sghignazzo di Andrew.


-Perchè lei era la persona a cui ci tenevi di più... e vederti provare dolore mi fa gioire!- esclamò continuando a ridere scompostamente.


-Questa me la paghi!!!!- urlò Tony rimettendosi l'elmo, saltandogli addosso e riempiendolo di fortissimi pugni, ma l'altro più ne incassava e più rideva. Rideva per la sofferenza. Rideva per la disperazione. Rideva per il tormento. Non per la propria sofferenza, disperazione o tormento, ma per quello che stava provando Tony in quel momento. Ice Man era felice di sentire la sua rabbia abbattersi su di lui come una tempesta, tanto, tutti quei danni che gli stava provocando, guarivano in un arco di pochissimo tempo e tornava più agile di prima.


Un pugno dopo l'altro, ripetutamente. Non riusciva a fermarsi, aveva troppa rabbia dentro, anche se quei colpi erano tirati invano. Ad ogni contatto riusciva a sentire lo scricchiolare delle ossa di Ice Man, che si stavano fratturando. Poi con un colpo decisivo lo fece volare parecchi metri indietro, facendolo schiantare contro il muro, questo sempre accompagnato dalla risata di Andrew.


Tony cadde a terra stremato, aveva il fiatone, per quell'improvviso scatto d'ira e forse anche perchè l'energia del reattore stava diminuendo. Si sfilò nuovamente il copricapo per riprendere un po' più d'aria e lo gettò a terra, poi vide che il corpo di Andrew si muoveva ancora e cercava il modo di rimettersi in piedi.


-Quella volta che sono stato rapito...- raccontò Tony ancora con il fiato corto, ricordando il periodo passato in prigionia in Afghanistan. -avevo un compagno di detenzione, si chiamava Yinsen ed è l'uomo a cui dovevo dare la vita...- proferì intanto che Ice Man si era messo seduto con le spalle al muro in attesa che il suo insolito corpo tornasse a guarire. -in quei 3 mesi in cui mi avevano chiuso in una caverna a lavorare, ho scoperto chi ero veramente e grazie a quell'uomo ho capito quanto è importante la vita...- disse ridendo. -...Basta essere felici...- enunciò con semplicità.-... io credevo di esserlo... ma la felicità non si nasconde sempre dietro a ville lussuose, auto, popolarità e denaro, e l'ho capito solo per merito di quell'uomo... Un giorno mi aveva chiesto se avevo famiglia, io gli ho risposto di no e lui mi ha detto che ero un uomo che aveva Tutto e Niente. Bhè aveva ragione, non avere una famiglia è come se alla tua vita manca l'altra metà. Lui aveva una famiglia e quando ne parlava gli brillavano gli occhi e diceva che una volta uscito da lì, l'avrebbe rivista...- fece un attimo di pausa, Andrew era ancora accasciato a terra e lo stava ascoltando. -... solo sul punto di morte mi ha detto che la sua famiglia era morta e solo così l'avrebbe rivista... era ciò che voleva...- Un flashback di immagini gli passarono davanti agli occhi ricordando quella scena. -E adesso, quando anche io ho trovato una famiglia tu me la porti via! Sì, perchè lei era la mia famiglia, era l'altra metà, era quella che amavo, era la mia vita, lei era Tutto! E tu... me l'hai portata via!- gridò sbattendo un pugno sull'asfalto provocando delle spaccature.


-Tranquillo, la raggiungerai presto con il resto degli abitanti del pianeta!!!- esclamò lui con perfidia e rialzandosi senza fatica.


-No, questo non lo permetterò! Altri innocenti non devono essere coinvolti! Ti porterò all'altro mondo con me...- proferì con un fil di voce, che Ice Man riuscì a sentire e non capiva cosa stava tramando.


-Jarvis!- proferì Tony richiamando il computer.


-Mi dica signore.-


-È l'ora di far un po' di casino, tra un attimo, Ice Man, sarà stato solo un brutto incubo! Adesso aiutami a concentrare tutta, e dico tutta, la potenza al generatore toracico!- esclamò Tony rimettendosi in piedi.


-Le resta solo 30% delle energie, un attacco come quello del generatore toracico le sprecherà tutte, proverà un dolore allucinante! E ci sono poche speranze di sopravvivenza- enunciò Jarvis facendo gli ultimi calcoli e intuendo le intenzioni di Tony.


-Non mi importa! Il dolore non mi fa paura e tanto meno la morte... tutto quello che dobbiamo fare è salvare il mondo! Ora obbedisci!- ordinò Tony al computer.


-Ma signore! Lei non sa a cosa va incontro! Se intende salvare la popolazione in questo modo, rischierebbe la vita e morirà! Potremmo aspettare il colonnello Rhodes, che le darà una mano, dovrebbe arrivare a momenti!- esclamò Jarvis pensando che Tony non avesse ben chiara la delicata situazione.


-Non c'è tempo! E poi è il solo modo per rivederla...- enunciò Tony, abbassando il capo tristemente. Aveva deciso che si sarebbe sacrificato per il bene di tutti e anche per interrompere la sua continua agonia per la morte di Pepper.


-La signorina Potts non avrebbe approvato... non deve sacrificarsi! È una follia!- affermò il computer cercando di convincerlo.


-Jarvis... tu non puoi capire... Prova a metterti nei miei panni... senza di lei la mia vita è finita! Non riuscirei a vivere con questo tormento! Lei è morta per causa mia! Non puoi neanche immaginare che voragine mi sento nel petto, questo continuo tormento non riuscirò mai a superarlo! È come se una parte di me se ne fosse andata con lei...- enunciò addolorato. -Quindi, ti prego. Permettimi di farla finita, così potrò rivederla ancora!- implorò Tony quasi con le lacrime agli occhi.


-Non glielo permetterò! Non farò parte del suo piano per autodistruggersi!- esclamò Jarvis rifiutandosi di eseguire gli ordini.


Tony sorrise.


-Sapevo che sarebbe arrivato anche questo momento...- disse Tony dopo che il computer si rifiutò di obbedire.


-Di cosa sta parlando?- chiese Jarvis non capendo.


-Del fatto, che mi aspettavo che un giorno ti saresti rifiutato di eseguire gli ordini... allora ho installato appositamente un ghost-drive che mi permette di bloccare ogni tuo comando, lasciandomi la libertà di scelta senza intralci... mi dispiace, ma dovrò farlo... - enunciò aprendo un piccolo dispositivo sul braccio sinistro e digitando qualcosa sulla piccola tastiera.


-Ma non può farlo!- protestò Jarvis che cercava inutilmente di bloccare virtualmente il ghost-drive, ma senza successo.


-Bene, ora non puoi più fermarmi... ti chiedo ancora scusa, ma è l'unico modo che avevo, mi dispiace... sappi che per me sei sempre stato un ottimo amico, grazie di tutto... e ora addio!- disse Tony preparandosi per concentrare tutta l'energia al pezzo toracico.


-Non glielo permetterò...- enunciò Jarvis interrompendo la conversazione per cercare il colonnello Rhodes.


********************************************************************************


Il colonnello Rhodes era già arrivato a casa di Tony, indossato l'armatura e in quel momento si stava dirigendo verso la zona abbandonata di Los Angeles dove si stava svolgendo il combattimento.


-Colonnello Rhodes, è sorto un problema- disse la voce di Jarvis, aprendo una conversazione con Rhody che stava volando verso la meta.


-Che tipo di problema?- chiese il colonnello.


-Il signor Stark ha deciso di lanciare un potente attacco contro la Bomba-N e Ice Man, per distruggerli- enunciò il computer.


-E quale problema ci sarebbe?- chiese non notando alcun grattacapo.


-Il vero problema è che il signor Stark non ha energia a sufficienza e potrebbe rischiare la vita, ha deciso di sacrificarsi!- disse Jarvis spiegando il reale pericolo.


-Cosa?! Allora tu bloccagli i comandi!- esclamò Rhody.


-Ci ho provato, ma il signor Stark aveva installato, di nascosto, un ghost-drive che blocca qualunque mia eventuale modifica. Ha deciso di morire...-


-Ma perchè dovrebbe farlo!?! Tra meno di 2 minuti arrivo e posso aiutarlo!- esclamò il colonnello non capendo perchè Tony era ricorso a decisioni così drastiche.


-La signorina Potts è morta e vuole farla finita anche lui.- disse Jarvis con un tono leggermente malinconico.


-Oddio...- disse Rhody dopo l'avviso, pensò in silenzio per qualche attimo poi: -Dobbiamo fermarlo!- esclamò attivando i turbo propulsori.


********************************************************************************


-Allora?!?! Come la vogliamo mettere?!- domandò Ice Man sghignazzando e vedendo Iron Man, in piedi, a pochi metri da lui senza elmo. Era fermo in quella posizione da un po' di tempo e Andrew non riusciva a capire cosa stesse combinando. Tony stava concentrando tutta l'energia per il colpo decisivo, che avrebbe fatto scomparire Ice Man, la Bomba-N e... lui stesso.


-Tra un po' smetterai di ridere...- enunciò Tony sorridendo soddisfatto, aveva accumulato un sacco di potenza e quell'attacco avrebbe fatto saltare in aria quella maledetta bomba, provocando un bel incendio facendo si che Ice Man sarebbe morto per il troppo calore.


-Ti mancano solo 4minuti e in quello stato non riuscirai a fermarmi! Tra un po' dirai addio alla tua bella vita!- esclamò Ice Man incrociando le mani al petto con sicurezza.


-Hai fatto male i conti: io ti fermerò e anche tu,come me, dirai addio alla tua bella vita o dovrei dire pietosa vita...-


-Ahahah! Sì, sì, come no! Io sono indistruttibile! Nulla potrà farmi morire!!!- gridò estasiato e sicuro di se stesso.


-No, tu invece hai un punto debole e io so qual è!- esclamò Tony alzando lo sguardo verso Andrew che a quell'affermazione indietreggiò di 2 passi.


-Ma...ma... come...come fai a saperlo...?- chiese Andrew non facendo trasparire la paura nella sua voce.


-L'hai detto a qualcuno che ha trovato giusto riferirmelo...- disse provando ancora una fitta al cuore ricordando che lei non c'era più.


-Maledetta! Dovevo ucciderla prima!- esclamò Ice Man stringendo i denti per la rabbia e forse anche un po' per paura.


-Adesso è l'ora di farla finita!!! Ti porterò all'altro mondo con me!- gridò sprigionando un potente attacco dal pezzo toracico, mirando alla Bomba-N.


Dal suo petto fuoriuscì un raggio di luce azzurra diretto verso la Bomba-N, sentiva l'energia che gli scorreva in corpo che pian piano scompariva, facendolo sentire sempre più debole. Un dolore indescrivibile, ma non doloroso quanto l'angoscia che provava il suo cuore. E nonostante tutto, continuava la sua missione suicida.


Per la veloce mossa Ice Man non si accorse a cosa stava puntando, a primo momento pensò che avesse sbagliato mira e non lo aveva centrato, poi quando sentì dei rumori provenienti da dietro la sua schiena, si girò e vide la Bomba-N che lentamente si stava squagliando, colpita dal fascio di energia.


-Noooo!!!- urlò Andrew disperato mettendosi le mani sulla testa e cadendo sulle ginocchia, vedendo la sua arma per la conquista del mondo, che andava distrutta.


Iron Man continuava a lanciare verso la Bomba-N energia, doveva distruggerla, dargli fuoco, ma non ce l'aveva ancora fatta. Con un urlo deciso, Tony lanciò verso l'obbiettivo un colpo più potente e, finalmente, la Bomba-N prese fuoco.


-No! Il fuoco no!!!- gridò Ice Man incapace di muoversi per il troppo calore essendo troppo vicino alla bomba. Cadde a terra mentre il fuoco si faceva sempre più vicino, la sua tuta speciale si disintegrò per il troppo calore. Ice Man cominciò a dimenarsi sempre di più, non riuscendo a sopportare una temperatura così elevata anche se le lingue di fuoco si trovavano a pochi metri di distanza da lui.


Incapace di muoversi, si dimenava al suolo cercando di sfuggire a quell'orrenda morte, annaspando a fatica aria. Le fiamme raggiunsero il suo freddo corpo e lo avvolsero in una morsa mortale, urlava per il dolore, la pelle cominciò a bruciacchiarsi, poi tutto ad un tratto il suo corpo bruciò velocemente e inaspettatamente si trasformò in cenere.


Ora Ice Man era solo un brutto ricordo, scomparso per sempre e incapace di creare alcuna minaccia per il mondo. Le fiamme si ritirarono a poco a poco fino a scomparire del tutto misteriosamente. La Bomba-N era stata definitivamente disintegrata e ora la terra e i suoi abitanti non correvano più alcun pericolo.


Tutto accadde in meno di un minuto sotto gli occhi di Tony, che privo di forze cadde sulle ginocchia respirando a fatica. Gli restava solo l'1% di energie, ormai si era rassegnato... sarebbe morto a minuti.


Si girò e vide il corpo della ragazza ancora immobile e senza vita, si avvicinò a lei trascinandosi per terra con le ultime forze che gli rimanevano. Con molta fatica riuscì a raggiungerla, cercò di mettersi seduto e se la trasse accanto, tra le sue braccia. Nonostante tutto quello che era successo non riusciva ancora a credere a quello che le era capitato e, colto dalla disperazione, pianse.

continua...

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Capitolo 12
*** Mai abbandonare la speranza ***


capi12

Mai abbandonare la speranza


Poco dopo atterrò nel grande piazzale la War Machine con Rhody, che non capiva cosa era successo visto che il luogo sembrava deserto.


-Ma siamo nel posto giusto?- chiese il colonnello a Jarvis.


-Sì, colonnello, ma credo che siamo arrivati troppo tardi... Ice Man è stato distrutto...- enunciò il computer analizzando la zona.


-Tony!- gridò Rhody appena vide l'amico accasciato vicino al muro. Si avvicinò e solo dopo si accorse che teneva tra le braccia il corpo, senza vita, di Pepper.


Alzò la visiera dell'elmo, non sapeva cosa dire. Tony non alzò nemmeno lo sguardo, sapeva che era lì e che avrebbe cercato di convincerlo a farsi aiutare, ma lui non ne aveva la minima intenzione, voleva solo andarsene per sempre...


-Tony... mi dispiace...- disse abbassando lievemente il capo, era veramente una brutta situazione.


-Lasciami solo, voglio andarmene in pace!- esclamò senza nemmeno guardarlo negli occhi.


-Non dire sciocchezze! Lascia che ti aiuti, vi riporterò a casa.- enunciò il colonnello, cercando di far cambiare idea a Tony.


-No! Lei è morta! Non lo capisci!?!? È morta! Ed è stata tutta colpa mia! Se l'avessi trovata prima non sarebbe successo!- gridò infuriato guardandolo finalmente in faccia.


Rhody capì che si sentiva in colpa e credeva che il colpevole dell'incidente fosse stato lui. Non lo aveva mai visto così distrutto, lo conosceva da una vita e nemmeno per la morte del padre si era disperato a tal punto.


-Non è stata colpa tua... È stato un incidente, ma devi superarlo e andare avanti...- disse Rhody cercando in qualche modo di consolarlo.


-No, non ce la farò mai! Lei per me era tutto, era la mia vita!- esclamò Tony tornando a guardare il corpo di Pepper tra le sue braccia.


Il colonnello non sapeva cosa rispondere, di sicuro Tony non aveva intenzione di farsi aiutare e voleva morire, ma di certo non poteva starsene lì ad aspettare che morisse, non poteva permetterlo, era pur sempre suo amico!


-Senti, lo so che per te è un brutto colpo, ma...- cercò di dire il colonnello, prima di essere bruscamente interrotto.


-Adesso basta, voglio stare solo!- esclamò Tony, il suo tono sembrava per di più una supplica.

-Lasciami solo con lei.- disse, poi, abbracciandola a se.


Rhody fece ciò che gli era stato chiesto, si allontanò di qualche metro e si sedette a terra, pensando a un motivo per convincere Tony.


Il luogo venne avvolto da un malinconico silenzio. L'unico rumore che si sentiva erano le auto, in lontananza, che scorrevano per la trafficata zona di Los Angeles.


Tony aspettava la morte tenendo abbracciata Pepper,ad occhi chiusi, ripensava a tutti i momenti passati con lei e ora sarebbero stati insieme per sempre. Sentiva solo il proprio respiro affannato quando...


Bum bum...”


Aprì velocemente gli occhi, non credeva alle sue orecchie, gli sembrava di aver sentito il battito del cuore di Pepper. Forse erano solo allucinazioni... ma...


Bum bum...” di nuovo.


Bum bum...”


No, non era pazzo, era realmente il suo cuore!


-Jarvis! Controlla le funzioni vitali! Subito!- esclamò Tony facendo sobbalzare il colonnello Rhodes, che si alzò e si avvicinò.


-Che succede?- chiese Rhody.


-Zitto!- lo zittì Tony alzando un braccio come per bloccarlo.


Bum bum...”


Riusciva a sentirla, tra le sue braccia, lei si stava riprendendo...


Bum bum...”


-Allora?! Jarvis?!- chiese spazientito Tony per non aver ottenuto risposta.


-Le sue funzioni vitali si stanno ristabilendo, ha ancora una possibilità! Se riuscissimo a portarla in ospedale avrebbe un'altra chance!- esclamò il computer facendo un check-up completo alla ragazza, in fin di vita.


Bum bum... Bum bum... Bum bum...” il suo battito si stava regolarizzando.


Tony si sentì come rinascere. Le forze si rigenerarono, sentì l'energia ritornare a scorrergli nel corpo, all'improvviso.


-Ci penso io! La porto all'ospedale e poi torno a prendere te!- esclamò Rhody tendendogli la mano per aiutarlo ad alzarsi.


-No, non c'è tempo! Dobbiamo portarla a casa! Lì ho una macchina rigeneratrice alimentata a reattori ad arco, l'ho terminata per venderla agli ospedali, ma ho ancora l'originale al laboratorio! Negli ospedali sarà in uso tra un mese! E l'unico mezzo per salvarla è quello!- esclamò Tony convinto della sua invenzione.


-Ok! La porterò a casa, dopo Jarvis saprà cosa fare.- proferì il colonnello.


-Non se ne parla! La porterò io a casa e andrà tutto bene!- disse guardandola e sentendo il suo cuore che ricominciava a tamburellare.


-Ma Tony! Sei senza forze! Non riuscirai mai ad arrivare fino a Malibu!- esclamò Rhody, sconvolto per la testardaggine dell'amico.


-Parla per te! Io mi sento più forte di prima!- esclamò alzandosi senza la minima fatica con la ragazza tra le braccia.


-Infatti, la sua energia è risalita al 100%, direi un fatto davvero inspiegabile!- esclamò Jarvis controllando lo stato di energia del signor Stark.


-Passami l'elmo, per favore- disse Tony a Rhody, che senza proferire parola si chinò, raccolse l'elmo e glielo porse.


Tony se lo sistemò per bene, controllò che tutti i circuiti fossero attivi e finalmente era pronto per tornare a casa.


-Stammi dietro!- esclamò Tony prendendo il volo, seguito dal colonnello, che ancora non riusciva a credere ai suoi occhi.


Il cielo si annuvolò all'improvviso, si stava avvicinando un grosso temporale e dovevano arrivare a Malibu il più presto possibile.


Tony volava ad una velocità elevatissima, l'unico suo pensiero era lei e non aveva neanche pensato come l'energia del suo corpo si sia rigenerata così all'improvviso. Volava così veloce che Rhody, dietro di lui, faticava a stargli accanto.


Questione di minuti e arrivarono sulla costa di Malibu dove c'era l'abitazione di Tony. Atterrarono sul terrazzo ed entrarono dalla vetrata, già sfondata da Ice Man quando era scappato.


Tony entrò, le luci erano tutte accese, Jarvis aveva pensato di attivare i macchinari per il suo arrivo. Distese la ragazza sul divano e si diresse verso il laboratorio. Il colonnello non sapeva come essere d'aiuto, Tony era andato senza dire una parola, si sentiva un po' a disagio...


Dopo nemmeno 1 minuto riapparse liberato dall'ingombrante armatura, che gli impediva movimenti fluidi, visto che era messa un po' maluccio.


-Che fai lì impalato!? Avanti seguimi e togliti l'armatura, sai come sono le regole!- esclamò ridendo, come per prenderlo un po' in giro. Gli stava tornando il buon umore, convinto che sarebbe andato tutto per il meglio.


Riprese Pepper tra le braccia e, seguito dal colonnello, scese nel laboratorio dove l'incubatrice era stata attivata e pronta per l'uso.


Rhody si tolse l'armatura, poi si avvicinò a Tony che aveva disteso Pepper nella speciale macchina e le stava attaccando in varie parti del corpo delle piccole ventose con dei fili collegate ad un reattore ad arco.


-Posso aiutarti in qualche modo?- chiese Rhody, cercando di non essere d'intralcio per il lavoro di Tony.


-No, grazie. Ho quasi finito...- disse poi andando verso un computer e digitando alcune parole e cifre, a Rhody incomprensibili.


-Come funziona la macchina?- domandò l'amico curioso.


-Le ventose hanno dei sensori che trasmettono energia attraverso il reattore ad arco posto là sotto.- rispose indicandolo. -Poi si trasmettono i dati al computer e infine si avvia, è un'incubatrice di rianimazione.- disse, dando l'avvio alla macchina.


-E quanto dovrà stare collegata?-


-Dipende dallo stato... può stare anche fino a 2ore... non sono riuscito a fare di meglio- enunciò un po' deluso di se stesso.


Si sentì un forte boato da fuori, il temporale si stava avvicinando, infatti poco dopo grosse gocce d'acqua caddero dal cielo con violenza.


Tony e Rhody si misero seduti nel laboratorio e aspettarono il risveglio della ragazza. Per tutto il tempo non si parlarono, ognuno pensava senza dire una parola. L'unico rumore era quello della pioggia incessante e il mare agitato che con le onde si schiantava sugli scogli.


Passò mezz'ora, passò un'ora, passarono 2 ore, passarono 3 ore...


Tony iniziò a perdere la speranza, cominciava a dubitare che andasse tutto bene, lo schermo del computer segnalava minuscoli miglioramenti. In 3 ore aveva riacquistato solo poche energie e Tony pensò che non c'erano più speranze.


-E se non ce la fa?- chiese Tony interrompendo il silenzio.


-Ma certo che ce la farà! Dopo tutto quello che ha passato, se ritarda un po' è normale!- esclamò il colonnello sicuro delle sue idee.


-Sono passate 3 ore e ci sono pochissimi miglioramenti... non so più cosa pensare.- enunciò Tony poggiando i gomiti sulle gambe e mettendosi le mani tra i capelli, disperato.


-Ci sono sempre dei miglioramenti!- affermò poggiandogli una mano sulla spalla in segno di conforto. -Forza, andiamo di sopra a prenderci una tazza di caffè, torniamo tra poco...- disse convincendolo.


Andarono al piano superiore, si riempirono 2 tazze di caffè fumante e si sedettero sul divano, guardando fuori dalla finestra il mare agitato.


-Ho paura...- enunciò Tony con un espressione serissima sul volto. L'amico non aveva mai sentito quelle 2 parole uscire dalla sua bocca, Tony non aveva mai avuto paura di niente, e si stupì ben poco per quella piccola rivelazione.


-Andrà tutto bene! Ci sono stati miglioramenti, anche se piccoli, ma ci sono! Non mancherà molto...- disse il colonnello.


Tony poggiò la testa sullo schienale e chiuse gli occhi, sperando che tutto si sarebbe risolto nel migliore dei modi...


-Posso chiederti una cosa?- chiese gentilmente il colonnello.


-Certo, dimmi...- disse guardandolo in volto e aspettando la domanda.


-Prima, perchè hai pensato che fosse stato meglio uccidersi?-


Ci fu un momento di silenzio, poi Tony rispose: -Semplice. Perchè più della metà della mia anima era già morta... era andata via con lei... Non so come spiegarlo, ma non mi sono mai sentito più male come in quel momento...-


-Ma era una pazzia! Saresti stato in grado di superarlo, come per tuo padre- proferì Rhody, dopo aver ottenuto risposta.


-No... ti sbagli, non è la stessa cosa. Lei per me è tutto, è la mia vita e la sua morte, per colpa mia, non l'avrei superata...- rispose convinto.


-Non è stata colpa tua!- esclamò il colonnello


-Invece sì! Se io l'avessi sconfitto prima, lei non sarebbe stata rapita! Oppure se mi sarei sbrigato a trovarla, lei non sarebbe in quello stato!- esclamò alzando un po' il tono della voce.


Rhody pensò che non era il discorso adatto da trattare in quel momento, così cambiò subito discussione.


-Un'altra cosa devo chiederti... come hai fatto a recuperare le energie così velocemente?- domandò il colonnello.


-Non ne ho la minima idea...- disse pensandoci un po'. -È una cosa strana... non saprei spiegarla. Fino a pochi minuti prima mi sentivo morire e dopo avevo l'energia al 100%! Jarvis, come la spiegheresti?- chiese Tony, richiamando il computer.


-Si tratta di un caso abbastanza insolito... Le particelle del reattore si sono rigenerate automaticamente in un tempo brevissimo, di solito ci mettono un po' più di tempo... l'unica spiegazione è che abbiano ricevuto l'impulso da fuori, il suo corpo.- enunciò Jarvis che dopo molte diagnosi era giunto a quella conclusione.


-Il mio corpo? Ma se non riuscivo nemmeno a reggermi in piedi!- esclamò Tony leggermente sorpreso.


-È stato un impulso dovuto al sistema nervoso, possono essere profumi, gusti o rumori. Le hanno causato una strana reazione- spiegò il computer cercando di essere il più chiaro possibile.


Tony ci pensò un po', doveva ricordarsi cosa poteva essere stato a donargli quella potenza. Ripensò a tutti i momenti, poi...


-Pepper!- esclamò illuminato.


-Eh?- disse Rhody non capendo cosa centrasse in quel momento Pepper.


-È stato merito suo! Il battito del suo cuore! Da quel momento mi sono sentito un'energia scorrere dentro!- esclamò ricordandosi quel preciso momento.


-Hai visto? Pepper ti aiuta in qualsiasi momento!- disse il colonnello ridendo.


I grossi nuvoloni neri se ne andarono lasciando spazio ad un firmamento ricoperto da luminose e piccole stelle.


-Ehy! Ma che avete combinato?!- chiese una voce.


Tony e Rhody si girarono verso l'individuo che aveva detto quella frase.


-Pepper...- sussurrò Tony alzandosi in piedi, non credendo ai propri occhi, gli pareva un'allucinazione.


Pepper si era risvegliata! E sembrava stesse bene.


La ragazza si avvicinò a Tony e Rhody, che con due facce da baccalà la guardavano esterrefatti.


-Allora?! Chi ha combinato questo casino?!- domandò indicando la vetrata del soggiorno in frantumi. Cercava di essere il più seria possibile, ma non ci riuscì, le scappò un sorriso e abbracciò Tony felice di rivederlo.


Lui la strinse a se forte e le sussurrò: -Non farmi più scherzi del genere, mai più!-


-Come stai?!- domandò poi, guardandola negli occhi, resi lucidi dalla contentezza.


-Ho solo un po' di freddo, ma per il resto sto benissimo!- rispose sorridendo.


Tony la fece sedere sul divano e dopo aver preso una coperta gli si sedette accanto e la tenne stretta a se cercando di riscaldarla.


-Jarvis, fai virtualmente tutti i controlli e dimmi se c'è qualcosa che non va- disse Tony al computer, per far controllare la salute della ragazza.


-Sarà fatto signore!- esclamò Jarvis.


-Ti ho detto che sto bene!! Non serve nessun controllo!- esclamò Pepper cercando di tranquillizzarlo.


-Gli hai fatto prendere un bello spavento, era disperato!- esclamò Rhody felice che la ragazza si fosse rimessa nei migliori dei modi.


-Alla fine la Iron Woman si è rivelata poco utile, vero?- disse Tony ridendo.


-Ti eri dimenticato di spiegarmi come funzionasse, sai non sono molto pratica!- esclamò Pepper prendendolo un po' in giro.


Pepper chiese che fine aveva fatto Ice Man e Tony si limitò a rispondere che lo aveva sconfitto. Però la ragazza domandò come erano andate le cose e allora il colonnello Rhodes gliele spiegò per filo e per segno, Tony non se la sentiva di raccontarlo. Quando Rhody disse che Tony aveva tentato il suicidio perchè la credeva morta, rimase sbalordita, non sapeva proprio cosa dire. Almeno sapeva che Tony ci teneva tanto a lei e questo era la dimostrazione di quanto l'amasse.


-Arrivo subito!- esclamò Tony alzandosi e dirigendosi verso il piano di sopra.


-Ma dove va?- chiese Pepper a Rhody.


-Non ne ho la più pallida idea. Comunque sappi che lui farebbe qualsiasi cosa per te, persino dare la vita e questo lo ha dimostrato.- enunciò il colonnello.


Pepper si limitò solamente a sorridergli, visto che Tony ritornò.


-Dove sei andato?- chiese la ragazza curiosa.


Lui non le rispose, si mise in ginocchio di fronte a lei e le prese una mano.


-Devi sapere che per me sei la persona più importante della mia vita, quando avevo il tuo corpo senza vita tra le braccia, mi sono sentito perso, la mia vita se ne era andata. Tu per me sei vita e voglio passare il resto dei miei giorni insieme a te...- trasse da dietro la schiena una scatolina azzurra, la aprì scoprendo uno splendido anello.


-Virginia Pepper Potts, vuoi sposarmi e diventare mia moglie?- disse infilandole l'anello nell'anulare della mano sinistra.


Pepper pianse per la felicità


-Certo che lo voglio!- esclamò buttandogli le braccia al collo.


Tony si rimise in piedi, sempre tenendola tra le braccia. E guardandola negli occhi....


-Ti amo!- disse per poi darle un appassionato bacio.


Ora finalmente era felice! Gli era stata ridata la sua vita e adesso aveva veramente Tutto!


FINE


Salve a tutti!

Se siete arrivati fino all'ultima riga di questa storia, spero vi sia almeno piaciuta! XD

Ho cercato di mettere un po' tutto in questo scritto: romanticismo, scienza, tecnologia, mistero, azione, malizia, comicità e, ahimè, anche un po' di tristezza...

Comunque spero di essere riuscita a trasmettervi tutti i sentimenti che ci ho messo a scrivere questa storia, a cui ci tengo anche veramente tanto!

Poi io me lo immagino con gli attori degli altri 2 film di Iron Man! E Robert e Gwyneth sono fantastici insieme!

A questo punto arrivano i ringraziamenti: ringrazio vaned1995 che ha seguito la mia storia, recensendo i capitoli! E sopratutto ringrazio tutti i membri del forum di Tony&Pepper che hanno letto!

Grazie di tutto! Io mi sono divertita a scriverla e spero che voi vi siate divertiti a leggerla!

Grazie 1000!!!

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