Scrubs, 8a e 1/2 serie di Panenutella (/viewuser.php?uid=110822)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** 1. La mia proposta ***
Capitolo 3: *** 2. La mia confusa fidanzata ***
Capitolo 4: *** 3. Il mio migliore amico ***
Capitolo 5: *** 4. Il mio matrimonio (parte 1) ***
Capitolo 6: *** 5. Il mio matrimonio (parte 2) ***
Capitolo 7: *** 6. Il mio finale ***
Capitolo 1 *** Introduzione ***
Introduzione
“E chi può dire che le mie fantasie non si possano avverare, almeno per questa volta?”
J.D. cercava di non pensare al fatto che quella sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe attraversato il parcheggio del Sacro Cuore come medico. Dal giorno dopo sarebbe andato a lavorare in un altro ospedale, l’ospedale di Kim. Poco prima di varcare il cancello, si fermò, fissandosi le scarpe nel buio della notte.
“Ho passato otto anni della mia vita in questo ospedale. Ho passato tutta la mia vita a fare sogni che non si sarebbero mai avverati. Ma il futuro posso ancora scriverlo io. Perché non tentare?”
Ritornò sui suoi passi, prima camminando, poi correndo sempre di più, finché non si ritrovò di nuovo nell’ingresso del Sacro Cuore.
- Ehi Bambi, che ci fai ancora qui? Perché non vai a casa? – domandò Carla, posando delle cartelle sul bancone e prendendone altre.
- Carla, hai visto Elliot? – le chiese come risposta.
- Dovrebbe essere a controllare ancora una sua paziente, perché?
J.D. non rispose. Si lanciò di corsa nei corridoi, per poi arrivare al reparto di terapia intensiva. Incrociò Ted, Gooch e la loro band che, appena lo videro passare in quel modo, attaccarono a cantare Don’t stop me now dei Queen.
- Cos' I'm having a good time having a good time… I'm a shooting star leaping through the sky, like a tiger defying the laws of gravity, I'm a racing car passing by like Lady Godiva, I’m gonna go, go go, there’s no stopping me….
Mentre correva, J.D. pensò che quella canzone suonata con l’ukulele non era poi così carina, ma gli diede nuove energie. Come un fulmine si precipitò nell’ala di Terapia Intensiva, dove trovo Elliot che parlava con una sua paziente.
- Elliot – la chiamò appena si fu fermato. Lei si voltò, sorpresa. Lui le prese la mano, le si inginocchio davanti e…
Capitolo molto corto, ma la storia vera e propria comincerà dal prossimo! Spero che la mia FF vi piaccia, proverò a renderla il più originale possibile.
Ringrazio tutti quelli che leggeranno questa FF, che la metteranno nei preferiti (forse) e, soprattutto, quelli che recensiranno!
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Capitolo 2 *** 1. La mia proposta ***
J.D. prese la mano di Elliot fra le sue e le si inginocchiò davanti.
- Elliot, io sono un idiota, un ossessivo, un insicuro; ho paura dell'intimità, delle monetine, degli squali, dell'Inserviente.... in amore, sono un perdente.
- Oh, andiamo.... un pochino, forse. - lo interruppe Elliot, ma J.D. non la stette a sentire.
- ... ma ti amo. Ecco, per caso mi chiedevo se tu....
- J.D., se è un altro dei tuo ischerzi alla Candid Camera giuro che ti stacco il collo.
J.D. congiunse le mani a mo' di preghiera.
-.... vuoi sposarmi, Elliot?
Elliot tirò su col naso, strizzò gli occhi guardando in alto, si sventolò la faccia e alla fine scoppiò in singhiozzi.
- Sì! Sì! Sì! Per l'amor del cielo sì!! Non sarò più ZITELLA!!! Ma... - guardò di nuovo J.D., che sorrideva felice -... l'anello?
- Veramente pensavo che ti avrebbe fatto piacere sceglierlo tu... e... no, non ce l'ho.
- Oh, Pivello, per l'amore di Lennon! - il dr. Cox spuntò da dietro una tenda. - Non puoi.. NON PUOI chiedere a Barbie di sposarti senza neanche avere un anello!
- Ha ragione, J.D., avresti dovuto preparartela. - Turk e Carla raggiunsero il dr.Cox.
- Avete spiato la mia proposta di matrimonio? - chiese Elliot, più accusando che chiedendo.
- Certo! - rispose Carla. - Abbiamo visto J.D. correre per tutto l'ospedale per cercarti, volevamo vedere se ti voleva chiedere....
- ...in prestito una borsa - finì il dr.Cox.
- Per favore, questo è un momento importante per me! Per noi. - supplicò J.D.
- Ah, sì, è vero - disse Perry. Poi scoppiò in un applauso, seguito a ruota da Turk, Carla e tutti i pazienti della sala (che, stranamente, si erano messi d'accordo per non farsi venire un infarto durante il momento magico).
- Fra tutte le situazioni che mi ero immaginata, non avrei mai pensato che me l'avresti chiesto in ospedale! Io me lo immaginavo in un ristorante, su una barca a remi, davanti al naso pieno di botulino di mia madre... ma non in ospedale!
J.D. la abbracciò felice, pieno d'orgoglio per esserci riuscito. Si sorbì le congratulazioni di tutto il personale, immaginando il suo futuro con Elliot. Non poteva immaginare che da lì ad una settimana la sua fidanzata sarebbe andata fin troppo fuori di testa.
Ecco il secondo capitolo di "Scrubs 8a e 1/2 serie"! Ringrazio ele85, che mi ha recensito pochi giorni dopo la pubblicazione di questa mia nuova FF! Spero che tu continui a leggere questa mia piccola storiella!
Come sempre, ringrazio quelli che passeranno solo di qui, quelli che leggeranno questa storia, quelli che la metteranno fra i preferiti e, soprattutto, quelli che recensiranno!
Ok! Arrivederci al prossimo capitolo!
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Capitolo 3 *** 2. La mia confusa fidanzata ***
- Turk! Turk!! Tuuurk!!! - strillò Carla entrando dentro all'atrio del Sacro Cuore, dove c'era Turk appoggiato al bancone della reception ad aggiornare la cartella di un suo paziente.
- Carla, sono le otto e mezzo del mattino. Stai già facendo la pazza per una stupidaggine qualsiasi di Isie? - rispose lui senza staccare gli occhi dalla cartella.
- Stavolta è seria! Allora, stavo preparando Isie per andare all'asilo quando in tv è passato quello stupidissimo spot con Naomi Campbell che cade in passerella, hai presente?
- Ooh... sì! - ridacchiò Turk annuendo. Carla sorvolò sulla risposta del marito.
- Isabella allora l'ha guardato e poi mi ha detto "Mamma, io da oggi voglio fare la modella!". Così smetterà di mangiare, diventerà anoressica, la rinchiuderanno in quegli ospedali psichiatrici dove anche se la andremo a trovare si sentiràtroppo sola e si sparerà in bocca!!! - concluse piangendo con la voce troppo alta di un'ottava.
- Santo cielo, tesoro - disse Turk alzando gli occhi al cielo e chiudendo la cartella con un abile gesto della mano. - Isabella è una bambina di quattro anni, dovresti smetterla di fare una tragedia per ogni sciocchezza che dice... specialmente ora che ne arriva un altro, no? - Carla tirò su col naso e annuì vigorosa. - Bene, allora - concluse Turk - e adesso girati e goditi quello che sta succedendo dietro di te.
In effetti stava succedendo qualcosa dietro di Carla e Turk: Perry e Jordan se ne stavano dicendo di tutti i colori.
- ... Ascoltami, Attila - esordì il dr.Cox - non puoi piazzare tua madre sul mio divano insieme a Jackie e Jenny, è ridicolo! Li spupazza come fa un macaco col proprio piccolo! Solo perchè me ne devo stare qui tutti i giorni, non significa che devo preparare la cena ad una vecchia ultramillenaria! Per quanto ne so, quel rottame potrebbe essere salito sul Titanic!
Jordan sbadigliò con un gesto teatrale. - Percival. Non devi preparare la cena, devi anche rifarle il letto nella stanza e pulirle il bagno... io sono troppo impegnata da Leonard, che per altro da qualche giorno mi sta facendo dei complimenti, il che è strano perchè...
-... Jordan! - la interruppe Cox. - C'è una lista di cose che potrei dire lunga almeno un chilometro, ma tutte riguardano la frase "cose che mi interessano meno della vecchia vecchia di Jordan". Dunque, vediamo, solo per fare un esempio.... la cocaina, la rivoluzione studentesca del '68, la guerra in Vietnam, la religione, gli Hippie, gli U2, i problemi di vestiti della Regina Elisabetta, il problema della tua macchina con tre ruote.... - fece una pausa per riprendere fiato - ... Leonardo di Caprio, il Dalai Lama, droga, rock 'n roll, e naturalmente....
- ...HUGH JACKMAN!!!!!! - urlò J.D. concludendo per lui.
- J.D.! Finalmente sei qui! - lo abbracciò Elliott arrivata per caso dal corridoio. Era passata solo una settimana da quando J.D. le aveva chiesto di sposarlo, e lei era alquanto... diventata matta. - Meno male che sei arrivato, tesorino, perchè dobbiamo discutere di alcune questioni urgenti... oh, ciao, Sammy! - accarezzò la testolina del figlio di J.D. mentre tirava fuori dal camice un'agenda rigonfia di bigliettini, fogli e roba simile. - Dunque... il matrimonio è fra sei mesi, no? Dobbiamo decidere dove far sedere tua madre, i miei, i cugini della mia prozia Sally e del mio prozio pirata...
- Quella che fa Honka - honka quando va al bagno e ha una benda sull'occhio?
- Sì. Poi dobbiamo decidere se affittare o no quel roseto, ma a me non piace molto, perchè le rose sono blu, e non c'è un altro roseto in città....
- Tesoro, non stai correndo un po' troppo?
- Il matrimonio è fra tre mesi! J.D! Non abbiamo TEMPO!!! Oh, sì, aspetta, c'è qualche roseto, anzi ce n'è uno proprio in centro, verso la collina, come piace a me.... E poi mi devi accompagnare ad assaggiare le torte....
Elliot fu interrotta da un bacio di J.D., che ormai non voleva più sentire i deliranti discorsi della sua fidanzata. Proprio in quel momento giunse Bob Kelso, che vedendo la scena, se ne tornò alla caffetteria lasciando un biglietto sul tavolo della reception urlando: "Donnie! Muffin!"
Cox e Turk presero il bigliettino, e sopra lessero:
"Che ne dite di fare un campus del Sacro Cuore? L'ospedale guadagnerebbe e potremo insegnare ai giovani medici scemi e rampanti!"
Il cercapersone di J.D. squillò, e lui, imprecando, dovette uscire dall'ospedale e andare a casa di Kim, che reclamava Sam per il suo turno da genitore, lasciando Elliot perplessa e confusa.
- Elliot, tesoro, che succede? - Le chiese Carla, col suo solito fare materno.
- Eh? No, niente Carla.... quando torna, dì a J.D. che sono sul tetto. - e se ne andò.
Dopo circa un'ora, J.D. raggiunse Elliot sul tetto, e le si avvicinò piano, volendole coprire gli occhi. Sfortunatamente, però scivolò e le finì addosso.
- Chi sono? - esordì.
- J.D., non respiro! - tossì Elliot. Quando si rialzarono, Elliot gli prese una mano e, imbarazzata, gli disse:
- J.D., io ti amo da morire, ma.... - sospirò - ...non mi sembra che tu abbia così tanta voglia di sposarmi, visto che praticamente non ti interessi a dove ci sposeremo, dove andremo a mangiare....
- Come sarebbe, Elliot? Io mi interesso moltissimo!
- La cosa, J.D., è.... che..... io..... non so se voglio sposarti, J.D.. Mi dispiace, ma devo pensarci.
Oh, mamma! Cosa starà passando per la testa di Elliot? Lo scopriremo al prossimo capitolo!!Spero che vi siate divertiti leggendo questo capitolo, e ringrazio chi leggerà. Sono molto ansiosa di scoprire che cosa ne pensate di questa mia Fanfiction.Alla prossima!
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Capitolo 4 *** 3. Il mio migliore amico ***
Elliot,
dopo il colloquio con J.D., se ne andò a stare da Carla e
Turk, lasciando il suo fidanzato da solo con Sammy.
J.D. si sforzava in tutti i modi di trovare una soluzione, ma
più si spremeva le meningi, più i suoi pensieri
dirottavano verso unicorni e roba simile. Mentre faceva una passeggiata
in centro a guardare le vetrine dei negozi, pensando a che regalo fare
ad Elliot per convincerla a rimanere con lui, si ritrovò
quasi per caso in un ippodromo a cavalcare a pelo una giumenta bianca -
e i suoi gioiellini ne risentirono parecchio :P -.
Invece di tornare a casa dopo la fine dei suoi turni, J.D. passava la
maggior parte del suo tempo al Sacro Cuore, insieme a Turk, che molto
spesso cercava - e ci riusciva - di tirargli il morale almeno un
pochettino sopra i tacchi, dov'era solito stare in quei giorni.
- Sono a pezzi, Coso. - Cominciò J.D., bevendo un sorso del
suo caffè macchiato. - Non riesco proprio a trovare il modo
per far tornare Elliot da me.
- C'è qualcosa che può farti dentire meglio? -
chiese Turk. Si scambiarono un'occhiata complice.
- Dr. Cox, può darmi una mano con una paziente? Quanta
medicina gli devo dare?
- Ragazzo, è IBUPROFENE. Dagliene quanti potrebbe mangiare
il topo della mia vicina, anche se questo comporterebbe una sua morte
ist.....
- VOLAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!! - Turk fece il suo
ingresso in terapia intensiva portando J.D. a cavalcioni, che
se ne stava con un breccio proteso in avanti in una goffa imitazione di
Superman. Dopo aver fatto tre giri della stanza in questo
modo, Turk se lo fece saltare sulla spalla come se J.D. pesasse quanto
sua figlia Isabella, e gli fece fare un giro shackeratore, che si
concluse con lo sfracellamento di J.D. contro il pannello delle
radiografie, che si spezzò all'istante.
- Turklelton, lo avresti ubriacato di meno se gli avessi iniettato la
cocaina direttamente nel cervello. - informò Cox.
- Beh, almeno ci è voluto un po' di..... Guy Love!
(Nda: ora parte la frase: "It's
Guy Love between two guys..." :P)
- Sì sì sì, ora portatelo via. -
tagliò corto Perry.
Un'estate, J.D. e Turk dovettero decidere se fare volontariato in un
ospizio o seguire un corso di barman. Visto che per una volta la
"tecnica del barman" aveva funzionato per Turk, adesso doveva anche
funzionare per J.D.
Infatti, alle quattro e mezza del mattino, i due ragazzi erano ancora
nel bar, acclamati dalla gente, a far roteare per aria i bicchieri
pieni di Tequila.
- COSO! Mi è venuta un'idea!! - urlò Turk al di
sopra della musica. - Elliot ha detto che ci doveva pensare, no? Il
giorno in cui parlava di continuo del roseto, giusto? Ecco quello che
devi fare: organizza tu il matrimonio! Così le farai capire
che ci tieni a lei!
- Caspita, coso, hai ragione! Vado! - J.D. cercò di saltare
il bancone, ma inciampò nella macchina del caffè
e si ritrovò lungo disteso. Nella caduta, inoltre, si era
trascinato dietro la gonna di una cliente, con il risultato che quella
si era ritrovata in mutande, e J.D. che dovette scappare per non essere
picchiato da un omone che sarebbe stato uguale a Randall, l'amico
dell'Inserviente, se fosse stato più piccolo di almeno dieci
volte.
la sera prima, a casa Turk, Carla stava preparando la cena
massaggiandosi il ventre rigonfio, mentre Elliot leggeva una rivista di
vestiti da sposa con malinconia.
- Elliot - la rammonì Carla. - Non ti aiuta continuare a
leggere quelle riviste. Buttala via e bevi una Coca. - ma l'amica non
sembrava ascoltarla.
- Guarda questo, Carla - Elliot le indicò un vestito bianco
senza spalle con le balze lungo la gonna. Carla annuì.
- Già, è veramente bellissimo.
- Avrei scelto questo, se.... se....
- Ascoltami, Elliot. - Carla aveva assunto il suo tono autoritario di
sempre. - Adesso tu te ne vai a dormire, ok? E domattina ci pensiamo.
Infatti, la mattina seguente....
- Elliot! ELLIOT!!! Sveglia! - urlò una voce maschile
proveniente dall'ingresso.
Elliot saltò giù dal letto, credendo che fosse
suonata la sveglia senza averla sentita. Poi guardò
l'orologio: erano le sei. E il suo turno iniziava a mezzogiorno.
Contariata, si diresse versò il salotto, ancora in pigiama,
e lì trovò J.D., che sorrideva impacciato
stringendo in mano un enorme mazzo di rose bianche. Elliot sorrise, ma
non disse niente.
- Ho pensato che magari avresti preferito queste rose, al matrimonio.
Si intonerebbero con il tuo vestito. Magnifico. E ho anche pensato a
St. John. Sai dove si sarebbero dovuti sposar eTurk e Carla? Ha un
roseto nel giardino privato. Potremmo, se vuoi, sposarci lì.
Elliot sorrise ancora, con le lacrime agli occhi, prese il bouquet e
abbracciò J.D. L'altro sorrise.
- Allora ci sposiamo? - Lei annuì. "Grazie, coso"
pensò J.D. baciandola. Quando si staccarono, Elliot lo
osservò e disse:
- Perchè hai un occhio nero?
J.D. bofonchiò: - Lunga storia....
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Capitolo 5 *** 4. Il mio matrimonio (parte 1) ***
Hello everyone! Per questa
puntata ho dovuto mettere i miei pensieri pazzi all’inizio,
per non rovinare la fine del capitolo! Allora, si comincia con un
flashback, poi si fa un salto di cinque mesi. Niente di personale, solo
che ho avuto la cosiddetta “crisi da penna vuota”,
e non ho saputo inventarmi qualcosa di decente. Quindi…
divertitevi!
J.D. correva verso il portone di Turk e Carla, in cerca di Elliot. Ma
sotto a quel portone incontrò qualcuno che sperava si fosse
arreso. J.D. rallentò la corsa, fino a camminare,
avvicinandosi al ventisettenne in attesa davanti alla porta a vetri.
"Che cosa vuoi, Keith?"
"Ho saputo che hai chiesto a Elliot di sposarti. Complimenti. Alla fine
ci sei riuscito"
"Porta rispetto, pivello, sei sempre un mio sottoposto." Keith rise
alle parole di J.D. " Ascolta, Keith. tu hai avuto una
possibilità con lei e l'hai sprecata."
"Appunto! Io ne ho avuta una! Tu molte di più."
" Lascia perdere, Keith."J.D. tentò di
oltrepassarlo per entrare, ma il ragazzo gli sbarrò il
passo.
" Non ci andrai." J.D. rise con voce stridula, schernendolo.
" Perchè, sennò che fai, Grande Capo?"
Un colpo secco fece indietreggiare J.D. La sagoma del pugno di Keith
stava già diventando viola, intorno all'occhio.
"Ne vuoi un altro?"
- Un calcio sui gioielli! Dagli un calcio sui gioielli e
scappa! - Si ordinò J.D. Un attimo
dopo Keith era a terra, lamentoso. J.D. corse verso la porta di Carla,
lasciandolo lì. "Perchè hai un occhio nero?" gli
avrebbe chiesto Elliot pochi minuti dopo, e lui avrebbe risposto
evasivo. Non voleva farla soffrire ancora.
- Yuhuuuuu, J.D.??? Sei in questo universo? - Turk fu costretto a
mollargli la bottiglia di birra in testa. - Caspita, Coso, sei rimasto
assente per un po'. Di quanti mesi sei dovuto andare indietro per avere
questo film-flashback?
J.D. sbuffò: - circa cinque mesi.
- J.D., sei un idiota.
- Perchè?
- Pensi ancora alla rissa con Keith? Pensa a domani, che ti sposi!
Pensa a oggi, che è il tuo addio al celibato!!
- EHI, RAGAZZI! C'E' QUELLA TIPA LI' CHE HA DELLE TETTE DA URLO, MI HA
APPENA SGANCIATO UN CINQUE FACCIALE STREPITOSO!!!!
- Gira al largo, Todd. - lo scacciò Turk. -
Perchè hai voluto invitarlo al tuo addio al celibato?
- Perchè mi serviva per la partita a freccette.
- Pensa anche a Glenn. Perchè mai è vestito in
quel modo? - scoccarono un'occhiata verso l'Inserviente. Se ne stava
lì, a scolare birra insieme ad un procione imbalsamato
assolutamente disgustoso (NDA: Specialmente per me...), lontano da
tutti, con una stranissima gonna scozzese sopra i pantaloni della
divisa. Aveva spiegato, mugugnando poche parole, che era in
ritardo e doveva farla in fretta. Non se l'era bevuta nessuno.
- E invece Carla e Elliot dove sono? – chiese Turk.
- Al bowling insieme a tutte le ragazze.
- Perchè le donne devono sempre fare qualcosa di
più figo rispetto a noi?
- Guarda che anche questa festa è bellissima! –
esclamò J.D. – Ted, attacca!
- Ehm… s-salve… forse questa canzone non
c’entra niente, ma… un, due, tre,
quattro… Out the door just in time./Head down the 405/ Gotta
meet the new boss by 8 am…
- GARA DI BEVUTEEEEEE!!!
J.D. non se ne volle andare finchè non crollò
letteralmente sul bancone del bar e Turk dovette riaccompagnarlo a casa
e buttarlo sul letto. J.D. se la dormì sodo per un
po’, ma verso le sei e mezzo si svegliò.
Fissò il soffitto e sospirò. Il cuore gli batteva
all’impazzata, e un solo pensiero gli vorticava nella testa:
“Sto per sposarmi.”
Passò la mattinata in compagnia di Turk, il suo testimone,
preparandosi. Indossò lo smoking, con calma innaturale. Si
passò il gel fra i capelli, non toccò cibo.
Tutto, per lui, si svolgeva in un sogno irreale. Stava per incontrare
Elliot. Eccoci qui. Tutti quegli anni a fare il tira e molla, con lei,
in un valzer continuo di baci, imbarazzi e amicizie a lungo termine.
Tutto per quel giorno.
- Coso, dobbiamo andare.
Lui e Turk erano vestiti uguali. J.D. non riusciva a staccarsi quel
sorriso ebete dalla faccia. E dire che quella situazione aveva
dell’incredibile e del comico, soprattutto: avevano
noleggiato una mini, ma all’ultimo momento, per
chissà quale motivo, l’ordine era andato a farsi
benedire, e la macchina di Turk ce l’aveva Carla, per Elliot.
Così, si dovettero arrangiare.
- Corri come il vento, Sasha! – urlò J.D. a
squarciagola, ridendo come un folle.
Arrivarono alla chiesa di St. John, nel roseto dietro alla navata
principale. La sera era limpida e c’erano candele bianche
dappertutto. Era stato invitato tutto l’ospedale: da Todd,
nel suo smoking senza maniche, all’Inserviente, avvolto in
una pelliccia di scoiattolo orripilante. C’era anche Jordan,
e il dr.Cox, l’altro testimone. Ma quello da cui J.D. non
riusciva a staccare gli occhi, era Elliot.
E il suo pensiero continuava a ronzare assordante.
“STO PER SPOSARMI. ANCORA POCHI PASSI, J.D. STO PER
SPOSARMI”.
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Capitolo 6 *** 5. Il mio matrimonio (parte 2) ***
Ad
ogni passo J.D. rivedeva i momenti della sua vita passati
con Elliot. Le litigate, tutte insieme, ma anche tutte le pazzie, le
risate, le
serate fantastiche passate con lei.
“Stai
tranquillo, è l’ansia
dell’attesa” pensò la sua voce
interiore. “Ma lei è così
bella…”
Elliot
era davanti a lui: indossava un vestito da sposa
senza spalle con un grande strascico, e in mano teneva un bouquet di
rose
bianche. Quel pensiero lo fece sorridere: “Che buffo sposarsi
nel roseto di una
chiesa”.
J.D.
raggiunse la sua sposa, e la prese per mano.
Padre
Johnson ( chiamato Capitan Solo da J.D. e Turk)
cominciò la cerimonia:
-
Cari fratelli e sorelle, siamo qui riuniti oggi per
celebrare il matrimonio tra John Dorian e Elliot Reid. Se qualcuno ha
qualcosa
da obbiettare parli adesso o taccia per sempre.
Per
un attimo J.D. ebbe il terrore di veder spuntare Dan
dalla prima fila e fare uno dei suoi soliti discorsi minatori. Volse lo
sguardo
verso i presenti… ma no, Daniel era lì, in prima
fila, accanto a Kim e a sua
madre…
Il
prete intanto continuava a parlare, e J.D. volse lo
sguardo verso i due testimoni: uno, Turk, lo guardava col suo
sorrisetto buffo,
quello che gli faceva brillare gli occhi quando aveva in mente qualche
nuova
diavoleria… l’altro, Percival Cox, lo guardava
assente, e J.D. fu sicuro che
lui si trovasse nella sua spiaggia felice in quel momento.
Poi
alla fine lui ed Elliot si alzarono e si presero per
mano.
-
Vuoi tu, John Dorian, prendere la qui presente Elliot Reid
come tua legittima sposa?
-
Lo voglio.
-
E tu, Elliot Reid, vuoi prendere il qui presente John
Dorian come tuo legittimo sposo?
-
Lo voglio. – Elliot sorrideva con le lacrime agli occhi. Il
suo orologio interiore da zitella smise di fare TIC TAC.
-
Portate qui gli anelli.
Il
piccolo Sam avanzò passettino per passettino, reggendo a
malapena il grande cuscino bianco con sopra le due fedi. Per fortuna
c’era
Carla, la damigella, insieme a lui, che col suo immenso pancione lo
guidava
sulla retta via fino ai due sposi.
J.D.
pronunciò i voti infilando ad Elliot la fede, e lei
fece lo stesso.
-
Puoi baciare la sposa.
Le
loro labbra si unirono per suggellare quei momenti
magici. Gli invitati scoppiarono in un grande applauso, e loro due
cominciarono
a salutarli, finché J.D., preso da un’improvvisa
follia, disse:
-
Aspetta, ti prendo in braccio!
-
No J.D., non ce la fai – replicò Elliot.
-
Ma sì!!!
Fece
uno sforzo immenso, ma non riuscì a sollevare sua
moglie (J.D. non faceva che ripetere quella parola per assaporare ogni
volta il
gusto e l’ebbrezza che gli trasmetteva), invano. Intanto
Marco, il fratello di
Carla, svolazzava intorno a loro come un satellite, con la videocamera
in mano.
Elliot allora si volse verso di lui e disse:
-
Marco, facci un video mentre lo prendo in braccio!
E
Marco si appostò davanti a loro, un po’ obliquo,
per fare
una giusta inquadratura della forzuta Elliot che prendeva in braccio
J.D. senza
mostrare alcuno sforzo e sorridendo alla telecamera.
Il
ricevimento si consumò lì, nel roseto che tanto
aveva
sconvolto gli ultimi mesi di Elliot. Tutti ridevano, bevevano,
mangiavano e
ballavano. Specialmente Carla si scatenava in mezzo alla pista, e gli
altri
dovettero farle spazio per non prenderla sul pancione da nove mesi.
Anche l’Inserviente
volle fare un giro di valzer, suonato dalla band di Ted, con la sposa,
e J.D.
dovette mandarlo via a forza per poter ballare con sua moglie. Non fece
in
tempo, ovviamente, perché il posto di Glenn Matthew era
stato rimpiazzato dal
testimone Perry Cox. In poche parole, J.D. ballò una o due
volte con Elliot, ma
non sembrava offeso. Anzi, sfruttò l’occasione per
andare a parlare con Keith,
anche lui invitato ma che se ne stava in un angolo.
-
Non è per malvagità che ti abbiamo invitato.
-
Ah no? E allora perché?
J.D.
guardò Elliot che danzava con suo padre al centro della
pista.
-
Perché sei stato importante per lei, e le sarebbe
dispiaciuto non vederti nel giorno più importante della sua
vita. E devi
accettarlo, hai avuto la tua occasione, e io ho vinto la gara contro di
te. Eravamo
la lepre e la tartaruga.
-
E tu eri la tartaruga, perché ci hai messo otto anni a
capire che Elliot è la donna della tua vita, COSO!!!
Turk
lo prese in braccio, e lui spalancò le braccia urlando:
-
VOLAAAAA!!!!
Corsero
in mezzo alla pista, investendo Lily Reid, la madre
di Elliot, ma chi se ne importa! Anzi, Elliot si divertì a
vedere la messa in
piega della madre andare in rovina.
Ballarono
per un sacco di tempo, finchè Carla non fermò
Turk
prendendolo per un orecchio e dicendo ai due sposi:
-
Vi aspetta l’aereo! Muovetevi!
E
loro sparirono, correndo verso l’aeroporto.
Lo so, meriterei la
fustigazione in pubblico per il grosso ritardo, ma mi mancava
l’ispirazione!
E così i due
piccioncini si sono sposati… finalmente!!
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Capitolo 7 *** 6. Il mio finale ***
From: jdorian@sacredheart.blop
To:
rapperturk@sacredheart.blop
Text:
Carissimo Turk,
Dopo quasi un mese io
e Elliot stiamo per tornare dalle nostre vacanze alle Hawaii
– ha insistito
tanto per andarci …- ovunque ci sono collane di fiori,
gonnellini di paglia e
nuotatori nudi. In questo momento ti sto scrivendo dal bar sulla
spiaggia
sorseggiando un Bahama Mama – il quinto -. Ti ricordi quando
Bob ne ha bevuti
tantissimi? Che spasso!
Però
c’è una cosa che
non mi piace: in questo paradiso le mie fantasie si sono un
po’… non-più-originalizzate
(non so se questo verbo esiste…): per forza, qui
c’è solo sabbia e mare, mare e
sabbia… e poi in questo periodo le fantasie convergono tutte
su un solo argomento:
io papà.
Eh, già….
TUUUUUUUUUUURK,
Elliot è incinta!!
Come di certo saprai io
e Elliot ci abbiiamo dato dentro di matto appena siamo atterrati, le
Hawaii sono
così stimolanti!!
Mi servirebbe uno dei tuoi
abbracci…
Come va con George? Carla
come sta? Ci sono novità alla Sacra Scorreggia?? (Ebbene
sì, ho letto il tuo messaggio
che diceva di aver vandalizzato il cartello… ih ih ih!)
Rispondi presto, orsetto di
Cioccolato!
Con Amore
J.D.
From: rapperturk@sacredheart.blop
To: jdorian@sacredheart.blop
Text:
Caro J.D.,
Carla sta bene e anche
George… si è divertito a nascere con due
settimane di anticipo eh? Ah ah ah! Che
gran bello spavento!
NOOOOOOOOOOOOO, Elliot
incinta!! Complimentissimi, coso! Non vedo l’ora di
trasportarti in giro per l’ospedale!
Sai che manchi anche a Cox? Se ne va in giro a spiegare ai
specializzandi che quando
c’eri tu almeno i pazienti si divertivano, anche se eri
totalmente incompetente.
A proposito di specializzandi,
coso, Kelso è completamente ammattito.
Ha utilizzato tutti i fondi
dell’ospedale per far costruire una struttura vicino
all’ospedale. Una SCUOLA PER
SPECIALIZZANDI!! Ti rendi conto? E ha chiesto a me, Cox e, quando
tornerai, anche
a te, di fare gli insegnanti!
Vabbè, lasciamo
perdere.
Ehi, Coso, salta sul taxi
e prendi l’aereo, che sta per partire! Tengo
d’occhio l’orologio, amico!
Turk
P.s = Carla passerà
qualche
settimana a Chicago con i bambini. Partirà la settimana
prossima: ha detto che Marco
ha avuto un incidente e che adesso è completamente bendato a
letto. Chissà,
forse sono state tutte le mie maledizioni lanciate negli
anni…
Torna presto, Coso!
Angolo
dell’autrice: E
con questo chiudiamo Scrubs 8a e ½ serie!! Mi sono divertita
tantissimo a
scriverla!! Ringrazio tutti quelli che l’hanno seguita fino
in fondo o solo in
parte!
Ah,
a proposito, le e-mail le ho inventate io, quindi non
cercate gli indirizzi su internet!
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