Cronache del Sovalahl

di Kornelio
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Compleanno ***
Capitolo 2: *** In fuga ***
Capitolo 3: *** Imboscata ***
Capitolo 4: *** Il falco ***
Capitolo 5: *** Traditore ***
Capitolo 6: *** In viaggio ***
Capitolo 7: *** L'Accademia ***
Capitolo 8: *** Lezioni ***
Capitolo 9: *** Ehlam ***
Capitolo 10: *** Dunon ***
Capitolo 11: *** Ribelli ***



Capitolo 1
*** Compleanno ***


Avviso a tutti i lettori: Ho notato che molti leggono il primo, poi però (scoraggiati dalla lunghezza forse?) non leggono il secondo. Per fortuna però quelli che leggono il secondo continuano. Qual'è la morale? Sopravvivete al primo e cimentatevi col secondo. XD Buona lettura!

Faceva molto freddo e Argo aveva i piedi congelati. Le scarpe di pelle non bastavano a scaldargli i piedi, ma per fortuna aveva il cappotto di lana che gli arrivava alle caviglie. A Ghona l'inverno arrivava prima del resto dello Jahe Ovest perchè era  più vicina alla catena montuosa dello Zohar-Zes e i venti freddi avevano meno strada da percorrere. Bussò tre volte e lo zio gli aprì con un sorriso sulle labbra "Domani si va a Ruyuk" Argo rimase perplesso, era la prima volta che lo zio lo portava alla capitale "E come mai?" chiese. "Beh domani è il tuo sedicesimo compleanno, non l'avrai dimenticato spero!" 

"No, certo che no, però mi hai sorpreso" "Non importa, adesso vieni a tavola e... a proposito, hai ritirato il pacco che ti avevo chiesto di prendere dal fabbro?" 

"Certo, ma cosa contiene?" "nulla di importante, vieni o si fredda la zuppa". 

Il giorno dopo Argo si svegliò alle sei di mattina come suo solito e fu sorpreso di vedere lo zio già sveglio e con uno zaino in spalla.

"stavo venendo a chiamarti, prepara uno zaino e mettici il coltello che ti ho regalato, non si sa mai, da qui a Ruyuk sono parecchie miglia. Alle provviste ho già provveduto io e... i cavalli sono pronti" 

Uscirono in silenzio e si avviarono verso la stalla del paese. Camminarono per circa cinque minuti e poi si fermarono davanti a due grandi battenti in legno. Presero due cavalli e pagarono lo stalliere che imprecò sotto i denti quando venne svegliato, ma si addormentò subito dopo. 

Si avviarono vero il lago a piedi, e dopo aver caricato i cavalli su una chiatta cominciò a remare. Il primo sole non era ancora comparso e il tempo sembrava scandito dalle remate sull'acqua. Dopo un po' si diedero il cambio e Argo ebbe modo di godersi l'alba in tutto il suo splendore. Finalmente arrivarono dall'altra parte e lo zio disse "monta a cavallo, si parte! Siamo fortunati perché da quì a Ruyuk c'è solo la pianura dello We e dovremo galoppare a briglia sciolta senza comandare i cavalli" "Sai che fortuna" rispose e i due spronarono i cavalli. 

Due ore dopo si fermarono per fare colazione e lo zio tirò fuori due caciotte, del pane e del latte che Argo tracannò con gusto. Durante il pasto lo zio tirò fuori un libro e lo porse ad Argo. "è la storia della guerra tra i nani dell' isola maggiore, i berserker del nord, gli elfi della foresta di Fronad, i draghi dei monti Vihel, i orchi di Johe,Soke e Gho e infine noi umani dello Jahe Est. Si concluse con un accordo scritto dal nostro consiglio dei maghi che prevalsero su tutti meno che sui draghi, che per qualche ignoto motivo lasciarono la guerra tornando ai loro monti. Da quel giorno solo navi mercantili approdano a Verer, l'unico insediamento presso i monti Vihel. Si dice che la loro biblioteca trabocca di libri che narrano dei tempi avvenuti ancor prima della creazione del Sovalahl ed è da lì che arriva questo, buon compleanno" Argo osservò le rifiniture in oro e il tessuto di pelle di drago, inoltre il libro portava un grande lucchetto di piombo. "grazie". 

A sera avvistarono le imponenti mura di Ruyuk e solo verso mezzanotte giunsero al portone principale. Cominciò a piovere e si tirarono i appucci dei mantelli sopra la testa. Una guardia li fermò li fermò sbadigliando "identificarsi prego". Argo rimase incantato dall'ascia enorme e dallo scudo  della guardia. "Ismaehl e Argo, veniamo da Ghona" "Entrate". Appena varcata la soglia lasciarono i cavalli in una stalla ed entrarono nella locanda più vicina. L'aria era viziata e dal tetto cadevano grosse gocce d'acqua. "Cosa volete?" chiese l'oste . "Della carne, birra e una camera...pulita" con una risata roca l'oste si allontanò dal bancone e tornò poco dopo con due bistecche e due boccali stracolmi della famosa birra dello Jahe Est, invidiata perfino dai nani. "Si festeggia, auguri". 

Il mattino seguente si svegliò con tutti i muscoli indolenziti dall'umidità. "Forza ragazzo, un nuovo giorno ci aspetta" a quelle parole Argo si ricordò che si trovava a Ruyuk e un'ondata di allegria lo travolse. "Quand' ero più giovane abitavo nella cerchia interna. In questa citta vivono gli uomini in maggioranza ma anche elfi e nani e oggi ti porterò al mercato, dove è concentrata gran parte della popolazione". Detto questo uscirono dalla locanda dopo aver pagato il l'oste. Mentre camminavano per la citta Argo notò che non erano molti gli elfi, e soprattutto erano molto più simili agli umani di quelli della grande foresta di Fronad, che lui conosceva bene perchè li aveva incontrati quando era andato a caccia con lo zio. I nani, poichè era la prima volta che ne vedeva, lo affascinavano perché sembravano umani bassi, tozzi, muscolosi e con la faccia leggermente schiacciata.

Quando giunsero alla piazza del mercato Argo rimase colpito dall'enorme statua al centro della piazza che raffigurava due gemelli su una corona. 

"Tieni queste monete e compra ciò che vuoi, io devo fare delle commissioni, ci vediamo sotto la statua tra mezz'ora" Argo non ebbe nemmeno il tempo di rispondere che lo zio si era già allontanato. Comprò una mela e cominciò a girare per il mercato. Era impressionante la quantità di gente, ma soprattutto la varietà dei prodotti e Argo venne attratto dal banco di un elfo che vendeva un pugnale molto lungo, quasi quanto una spada, ma più massiccio. "Quanto viene?" l'elfo ci pensò un attimo e rispose "Cinquanta monete" Argo si stupì e rispose "lo prendo" "Veramente intendevo d'oro" avvilito il ragazzo fece per andarsene ma l'elfo lo fermò "Aspetta potrei accettare cento monete d'argento più quel bel pugnale che porti al fianco" il ragazzo si riavvicinò "Affare fatto" e prese il pugnale-spada "Si chiama Fronerm ed è la mia migliore creazione, forse avrei potuto guadagnarci di più, eppure sento di aver fatto la cosa giusta"aggiunse con un sorriso. Argo maneggiò l'arma e sentì che era molto più leggera di quanto pensasse.

La rinfoderò con cura e si avviò verso la statua, ma qualcosa attrasse la sua attenzione: un raggio blu aveva appena attraversato un vicolo parallelo alla piazza. 

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Capitolo 2
*** In fuga ***


Silenziosamente si nascose dietro l'angolo della strada e vide un gruppetto di ragazzi intenti a guardare qualcosa. Decise di avvicinarsi e un raggio rosso gli bruciò la spalla. "Non puoi usare magie di fuoco durante i combattimenti, guarda cos'hai combinato, hei tutto bene?" Un ragazzo incredibilmente simile ad Argo si chinò su di lui e con poche parole gli guarì l'ustione. "Co...come hai fatto?" "Piacere sono Goar un mago" il ragazzo da cui era partito il raggio di fuoco precisò "Apprendista mago"

 "Zitto Leny!", Goar aiutò Argo ad alzarsi e gli chiese"Da dove vieni...come ti chiami?" "Sono Argo,di Ghona"

 "Io abitavo a Porto Vorsh ma sono venuto quì per studiare magia e ho cominciato quest'anno, dopo la scoperta dei miei poteri"

 "E come è successo?"

 "un mago è venuto a casa mia e mi ha fatto recitare una formula di stordimento, così" un piccolo raggio blu scaturì dalla mano di Goar. Argo rimase in silenzio per un po' e poi disse"Posso provare?" "Certo, ripeti le mie parole, swarda" Argo eseguì ma non accadde nulla "Peccato" . "Ehi riprova, nemmeno io ce l'ho fatta subito" Argo ritentò e un raggio stordente colpì Leny in pieno petto "Ora siamo pari". 

"Argo dove eri finito!" all'improvviso Argo ricordò "Oh zio perdonami me lo sono scordato"

lo zio si avvicinò ma quando notò Leny a terra disse "Cos'è successo?"

Argo indulgiò domandandosi come l'avrebbe presa Ismaehl "Ecco zio, sono..." Non ebbe tempo di finire la frase che un urlo squarciò l'aria "Orchi!!!"

Tutti corsero in piazza da cui, in fondo alla via principala, si poteva vedere il massiccio portone che tremava sotto i pesanti colpi dgli orchi. Tuttavia, nonostante l'incessante gragniola di colpi, non cedeva e in questi secondi preziosi tutto l'esercitò ebbe il tempo di schierarsi e la popolazione cercare 

riparo. 

I fuggitivi vennero covocati per fuggire dai tunnel che sbucavano a Tarin, dove imbarcazioni di emergenza li avrebbero scortati fino a Ber-Hur, la citta fortezza. Ismahel prese per un braccio Argo e Goar e disse a Leny di seguirli. I tre aiutarono la povera gente a portare le poche cose a cui erano affezzionati e li incitarono a sbrigarsi: il portone non avrebbe tenuto a lungo.  I tunnel non erano lontani e quando le prime persone scomparvero sotto terra il portone cedette. 

"Maledizione" imprecò Ismahel ed ordinò ad Argo di consegnarli il pacco che pochi  giorni prima aveva ritirato e, sotto ordine dello zio, tenuto sempre con sè. Lo appoggio a terra e ne estrasse un  lungo fodero che si leghò alla vita. Infine estrasse un lungo spadone che infilò nel fodero. "Correte avanti, io vi raggiungerò e... Argo ti spiegherò dopo" detto questo lanciò un'enorme palla di fuoco che incenerì all'istante un orco che era riuscito a superare la barriera dell'esercito.

Sempre più confuso Argo seguì i due amici e insieme scomparvero nel buio sottosuolo.

Tre ore dopo riemerserò ai margini di Tarin strofinandosi gli occhi per la forte luce dei tre soli del Sovalahl, "Goar, Leny, avete idea di dove andare?" Leny suggerì di seguire la folla che si apprestava a raggiungere le chiatte di legno e così fecero. 

Quando anche i più lenti arrivarono i marinai salparono e i tre guardarono Tarin che si allontanava, senza traccia di Ismaehl.

Passarono la giornata a discutere sulla situazione; Il primo a parlare fu Goar "Sentite, quale potrebbe essere il motivo dell'attacco. Che io sappia dopo la grande guerra non ci sono stati più contatti tra umani e orchi, e ora questo" Argo prese la parola"Ora che ci penso ho letto nel libro che mi ha regalato mio zio che nel trattato scritto dal consiglio i orchi sono stati confinati a causa della loro indole aggressiva e della loro scarsa intelligenza nel deserto, e ovviamente questo non gli è piaciuto però non si sono mai ribellati. Aspettate ora che ci penso tra i orchi c'era anche un umano, l'ho riconosciuto perché era più basso di loro, ovviamente sarebbe potuto anche essere un berserker perché era armato di ascia" . A sera si strinsero sotto la coperta di Argo e si addormentarono speranzosi di ritrovare Ismaehl.

Il mattino dopo i tre si svegliarono a causa del suono di una campana che segnava la prima sosta a terra. Appena scesi si misero a cercare frutti per rifocillarsi e ne regalarono alcuni ai più anziani. Nella ricerca non si accorsero di essersi allontanati dalle imbarcazioni perché sapevano di avere due ore a disposizione. Ad un certo punto un fruscio li fece sussultare "Avete sentito?", Sguainarono le spade e le loro mani si illuminarono di rosso fuoco. Argo si fece avanti "Chi và là?"chiese. Dopo un silenzio snervante una voce familiare rispose "complimenti ragazzo sei mago" "Ismaehl" I tre corsero ad abbracciarlo "Venite, ho una lunga storia da raccontarvi e il mio cavallo ha bisogno di riposo" Lo condussero alle chiatte dove molti lo riconobbero e ringrazziarono.

Crearono un fuoco magico e Ismaehl cominciò il suo racconto:

"Dal tempo della creazione del Sovalahl il regno degli uomini era dominato da due importanti figure, i Gemelli. I Gemelli erano figli della natura e grazie a loro il regno degli uomini era sempre in pace. Erano abili maghi e abili guerrieri, ma il loro potere aumentava notevolmene se essi si trovavano vicini. Ehlam fu l'ultimo gemello, assieme a suo fratello, ma quando scomparve il consiglio decise di scacciare anche l'altro gemello e di prendere il potere. La pace si spezzo quando la sete di potere dei popoli prese il sopravvento. La fine delle razze era imminente ma Elahm scoprì l'esistenza di un medaglione in grado di comandare i draghi e grazie a lui gli umani ebbero la possibilatà di prevalere, riportando la pace poi però il consiglio decise che il potere del medaglione era troppo potente per affidarlo ad una sola persona e così lo rubarono e lo nascosero. Accecato dalla furia Ehlam dichiarò che si sarebbe vendicato e poi scomparve. Di lui non si seppe più nulla, fino ad oggi. Questo me lo ha raccontato lui...  mio fratello.

Ad Argo mancò il respiro ma non ebbe la possibilità parlare perché Ismaehl continuò "Ora una nuova guerra è scoppiata, Elahm è tornato, ma stavolta è il suo lato oscuro ha prevalere. Al comando di un esercito di orchi ed elfi rinnegati, per prendere il trono di Ruyuk, anche se non è questo il suo unico obbiettivo, egli cerca il medaglione."

Argo attese di ritrovare la calma e poi parlò "Zio, non me l'avevi mai detto, perché?"

"Sono stato incaricato di trovare un gemello e quando, molto tempo fa, ti ho fatto l'esame di magia ho scoperto che non avevi poteri. Però non ho avuto il coraggio di abbandonarti e sono stato ricompensato perché ho trovato anche l'altro gemello, vero Goar?" questa volta fu Goar a rimanere senza fiato.

"Siamo stati incaricati-aggiunse Ismaehl- dal consiglio di andare a chiedere aiuto ai nani e ai berserker, poiché questo attacco a sorpresa è stato devastante.Viaggieremo in incognito perché Elahm vi sta cercando, vi teme" Non aggiunsero altro, spensero il fuoco e salirono sulle chiatte. Per il resto della giornata Ismaehl istruì Argo alle regole basilari di magia e quando fù a buon punto chiamò anche Goar per cominciare le nozioni più avanzate. Intanto Leny stringeva amicizie con tutti, spezzando la monotonia del viaggio con esibizioni e curando chi soffriva il mal d'acqua.

___________ Recensite, recensite e recensite ancora. XD

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Capitolo 3
*** Imboscata ***


A sera raggiunsero Tabe dove affittarono una stanza all'osteria del Passo Ghiacciato. Purtroppo si dovettero accontentare di un pezzo di pavimento in una stanza sovraffollata. "Magari ci fossero attacchi tutti i giorni, sai che affari"disse l'oste prima di spegnere l'ultima candela.

"Svegliaaaa!" urlò una guardia "Il Passo è a un giorno di cammino!" Poco alla volta il popolo di Ruyuk si svegliò creando un baccano che avrebbe svegliato anche un drago.

"Goar,Leny, dové lo zio?" Allarmati i tre ragazzi uscirono dalla locanda nel momento preciso in cui Ismaehl apriva la porta. "Tenete" e consegnò a Goar e a Leny due Fronerm "Ora sarete in grado di difendervi meglio e... oggi partiremo prima degli altri perché prima i rinforzi arrivano meglio è per il consiglio. Ho affittato una piccola imbarcazione, più comoda delle chiatte e un po' più veloce, perfetta per navigare sull'Ulrak, sbrigatevi, il passo ci aspetta a mezza giornata di navigazione, poi dovremmo continuare a piedi" Passarono in una conceria per comprare giacche e cappotti adatti al clima e del cibo, finalmente tolsero gli ormeggi e salparono.

Mentre Goar issava la vela e Leny riponeva i bagagli Argo ne approfitto per visitare il piccolo gozzo, comprendeva una stiva e un letto per due o tre persone molto largo, nient'altro.

Dispiaciuto tornò dagli altri e si godette la brezza invernale. Goar si avvicino a ismael "è complicato attraversare il passo?" 

"Beh, d'inverno il fiume si congela e bisogna arrampicarsi sulle montagne ai lati e non è un impresa facile però una volta su è come in pianura, solo molto più freddo, inoltre sullo Zohar-Zes ci sono molte foreste. A dir la verità sono io che ho deciso di arrampicarci perchè nel passo ci sono troppi bracconieri ed è molto pericoloso".

Finalmente a sera attraccarono a riva e accesero un fuoco magico all'interno della barca "Se ci stringiamo potremmo dormire tutti sul letto"disse Ismaehl. 

Durante la notte non chiusero occhio a causa dei problemi che si hanno quando si dorme in quattro nello stesso letto e il mattino dopo si svegliarono a fatica.

Dopo aver fatto colazione sotto la luce del primo sole il gruppo scese dalla barca e si mise in cammino di buona lena con l'animo sollevato da quella fresca breza che più tardi avrebbero tanto disprezzato.

Un'ora più tardi arrivarono ad un sentiero che saliva verso l'alto e che era ricoperto da un lieve strato di neve "Si sale". Il sole li scaldava e riposero le pelliccie nelle sacche, ma furono costretti a rimetterle quando una fitta foresta li coprì.

Procedevano in silenzio e ogni tanto si divertivano ad evocare scintille colorate che quando arrivavano ad una certa altezza esplodevano in mille petali. Proprio mentre Goar ne stava per evocare una Ismael lo fermò bruscamente "Fate silenzio e sguainate le spade..."non ebbe il tempo di finire la parola che un nugolo di freccie sibilanti comparve all'improvviso, ma vennero abilmente deviate da Ismaehl con la magia.

Da dove erano arrivate si sentirono delle grida e dei tonfi, ma ce ne erano degli altri e li circondarono. Un uomo basso e tarchiato, probabilmente un nano, si fece avanti e parlò con voce rauca e potente "Bene,bene,bene! Dei maghi. Sono disposto a lasciarvi in vita se mi date le vostre sacche e le vostre magnifiche armi" Erano venti contro quattro di cui dieci con gli archi puntati su di loro, sei armati di ascie e quattro di spade, fin troppo facile. Dai tre ragazzi partirono tre raggi rossi, ma solo due furono al centro dell'att'enzione, quelli dei due gemelli si unirono e si creò un'enorme ondata di fuoco che bruciò otto arcieri e uno armato di ascia. Gli arcieri rimasti rimasero stupiti e quel momento bastò a Ismaehl per pronunciare una formula e legargli le mani con le corde dei loro stessi archi. Rimanevano ancora quattro uomini e sei nani che si lanciarono all'attacco. I tre ragazzi combattevano schiena contro schiena e anche in questa occasione i due gemelli diedero prova della loro bravura sferrando colpi alla velocità di un fulmine. Nonostane tutto anche Leny si dava da fare tenendo testa a due spadaccini lanciando palle infuocate di notevoli dimensioni. Poco lontano Ismaehl li osservava nascosto dietro un albero dopo aver creato un illusione di se stesso che combatteva con un'altro spadaccino. Alla fine tornò allo scoperto mentre i tre non lo vedevano e prese per la collottola il nano che aveva parlato per primo dicendogli "Sparisci e ringrazzia il cielo che non ti abbia arrostito". Quello se ne andò zoppicando e imprecando sulla sorte che l'aveva messo sulla strada di quei maghi.

Ismaehl si voltò a quardare i ragazzi"Tutto a posto?" I tre annuirono e ripresero la camminata.

Per tutto il giorno pensarono alla devastante ondata di fuoco e tutti gli incantesimi li facevano insieme. Anche Leny ebbe il suo momento di gloria, quando parlarono della sua abilità con la spada e il tempo passo velocemente.

A sera montarono la tenda in cima alla montagna, nell' unica radura presente. Mangiarono bistecche e trangugiarono il succo di mela che tanto allietava il palato.

Si ricoprirono di pelliccie e si addormentarono.

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Capitolo 4
*** Il falco ***


Il mattino seguente si svegliarono sotto la luce dorata del sole  e dopo una breve colazione a base di cereali e carne secca si rimisero in cammino. "Gambe in spalla , questa sarà la parte meno faticosa e intendo raggiungere Ber-Hur tra tre giorni quindi vedete di camminare veloci" 

L'alba era spuntata da poco e i primi raggi del sole rischiararono la vasta pianura. All'orizzonte scorsero un villaggio grazie al fumo che si innalzava dai comignoli. "Strano, non sapevo esistessero villaggi da queste parti" disse Goar quando misero piede in un campo di luppolo non molto distante dalla palizzata che circondava le abitazioni.

Quando attraversarono l'entrata principale erano circa le nove, ma le assonnate guardie cittadine quasi non si accorsero di loro. 

Il villaggio era fremente di attività poiché era dì di festa e le ragazze si affacciavano sulle bancherelle ai lati delle strade per comprare fiocchetti e nastrini.

Entrarono nell'unica locanda e ordinarono all'oste, un vecchietto allegro, la bevanda del luogo. Nell'attesa osservarono i paesani che scherzavano tra di loro e bevevano grosse quantità di alcolici. Argo notò un uomo ammantato che beveva in un angolo ombroso ma non gli diede molta importanza. 

Finalmente l'oste tornò con dei boccali riempiti di un liquido argentato e trasparente. 

Appena la bevanda fresca entrò in contatto con la gola dei ragazzi essi rimasero senza fiato con lo stomaco in subbuglio. Con un filo di voce Leny disse "mai provata una cosa del genere"

Mentre uscivano Argo notò che l'uomo nell'angolo era sparito lasciando il boccale vuoto e, quando infilò le mani in tasca trovò un biglietto:

Incontriamoci tra un'ora fuori dalle mura.

Consegniò il biglietto a Ismaehl che non pronunciò alcuna parola tranne "Venite".

Un'ora dopo erano sotto un melo dei campi. Delle nubi scure minacciavano pioggia. Una figura ammantata si avvicinò a loro "Ascoltate, gli ordini sono cambiati, un generale Berserker si è unito ad Elahm e ora possiamo contare solo sull'aiuto dei nani. Uccidete il generale Berserker" Ismaehl annuì e l'uomo si allontanò a passo rapido sotto la fitta pioggia. "Aspetta, come hai fatto a trovarci" urlò Leny e l'uomo indicò un falco pellegrino che gli si posò sul braccio.

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Capitolo 5
*** Traditore ***


Due ore dopo erano in cammino, ammantati da calde pelliccie sotto bianchi fiocchi di neve. Avevano percorso pareccie miglia quando decisero di accamparsi. Ismaehl accese il fuoco e disse "Dobbiamo andare più veloce possibile, le scorte si stanno esaurendo e la neve potrebbe crearci problemi quindi vi insegnerò una formula magica che ci tornerà utile domani, avvicinatevi e dite aamek" dopo aver ripetuto la formula più volte Argo si sollevò di pochi centimetri da terra con grande sorpresa dei presenti "Ora Argo muoviti". Esitante Argo accennò un passo e si ritrovò parecchi metri più avanti

. Dopo che tutti ebbero imparato la formula si addormentarono accanto al fuoco scoppiettante.

Quando si svegliarono dovettero scaldarsi con la magia perché avevano il corpo intirizzito e congelato. Grazie alla nuova formula percorrevano la strada con straordinaria velocità e la discesa arrivò presto.

A mezzo giorno erano ai piedi delle montagne e a tarda sera avvvistarono come un puntino la città.

Camminarono tutta la notte e il giorno seguente presero un passaggio da un carro di fieno. Solo molto tempo dopo arrivarono sotto l'enorme portone di Ber-Hur, la città fortezza.

L'intera città era costruita in una sconosciuta pietra nera segnata dagli anni. Le case erano costruite l'una sull'altra e i tetti erano strade trafficate e controllate da innumerevoli pattuglie. Dai muri e dalle strade trasudava sporcizzia e i mendicanti sostavano ai bordi delle strade.

Ad un certo punto Ismaehl, che come gli altri mostrava segli di forte stanchezza, entrò in un edificio mal tenuto da cui uscivano vapori bollenti. All'entrata sedeva un nano sudicio e dagli occhi malvagi a cui Ismaehl consegnò alcune monete. Con un grugnito il nano scostò una tenda e gli consegnò alcuni asciugamani e una saponetta consumata indicando una porta dietro la quale erano situate enormi vasche. "Spogliatevi e lavatevi, abbiamo tutti bisogno di un bagnio caldo" Consegnarono i vestiti al nano e si immersero nell'acqua calda.

Un'ora dopo ritirarono i vestiti e uscirono in cerca di un'alloggio. Fortunatamente non dovettero cercare molto e appena giunti in camera si addormentarono in un sonno profondo.

Si svegliarono verso mezzogiorno e tra mille sbadigli Ismaehl disse "Bene, vestitevi in fretta perchè devo andare a fare visita ad una vecchia conoscienza"

Uscirono dalla locanda e scesero per alcune strade fino ad arrivare allo strato più basso della città, imboccarono un vicolo stretto ed entrarono in un negozio puzzolente e mal illuminato.

"Ismaehl vecchio mio!" disse una rauca voce da dietro uno scafale stracolmo di libri sudici come il venditore.

I due si abbracciarono "E questi due giovani chi sono?" "Parenti". 

Goar vide il luccichio di un ascia a due lame dietro uno scaffale "Ma chi diavolo..." cinque berserker sbucarono dai loro nascondigli. Ismaehl gridò "traditore", con un ghigno malefico il libraio rispose "Pagano parecchio loro".

I berserker si lanciarono su di loro schivando abilmente le palle di fuoco "Correte, ci penso io a loro, portate a termine la missione" I ragazzi si lanciarono fuori dalla porta, ma due berserker riuscirono a seguirli.

Correvano a gran velocità spingendo la gente e i mendicanti ma i berserker guadagnavano terreno. Ad un certo punto  arrivarono sotto una grande torre che sovrastava la citta e vi entrarono; corsero per innumerevoli corridoi finché arrivarono in un anfiteatro e si nascosero dietro alcune poltrone."Li abbiamo seminati, però è meglio rimanere quì sotto". Dieci minuti dopo un rumore attirò la loro attenzione e nell'anfiteatro entrarono una sessantina di persone con le tuniche del consiglio dei maghi e quando tutti si furono seduti un uomo in armatura prese la parola"Signori, come sapete non potremo contare sull'aiuto dei guerrieri del nord, i berserker a causa del nuovo generale..." Nella sala entrò un uomo con un falco pellegrino sul braccio e bisbigiò qualcosa all'orecchio del generale per poi ritornare da dove era venuto "Ho brutte notizie, la capitale è caduta sotto il controllo degli orchi, ma non tutto è perduto, possiamo ancora contare sull'aiuto dei nani e forse degli elfi" a quel punto Argo si alzò e sotto gli sguardi allibiti di tutti i presenti si fece largo tra le sedie e si mise di fronte al generale "Elahm è a comando dell'esercito di orchi ed elfi rinnegati, io, mio fratello, Leny e Ismaehl eravamo in viaggio per uccidere il generale Berserker quando ci hanno teso un'imboscata e hanno catturato lo zio"

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Capitolo 6
*** In viaggio ***


Un vecchio mago si alzò in piedi "Siete voi i gemelli?" Argo e Goar annuirono, "Bene allora andrete all'antica accademia, in essa sono stati addestrati i  maghi più potenti del sovalahl e anche se non riceviamo da anni notizie, sono sicuro sia ancora in funzione". Il generale riprese la parola "Inizieremo le ricerche per ritrovare Ismaehl e fino alla vostra partenza potrete rimanere nella torre. Il consiglio è chiuso" Mentre i maghi si alzavano, un'inserviente accompagniò i ragazzi nei loro alloggi "La cena verrà servita tra due ore, nel frattempo potrete raggiungere la sala dove si riunisce il consiglio nel tempo libero, tenete questa è la mappa della torre" e con queste parole si ritirò.

La stanza aveva una forma circolare come il bagno e la vasca in esso contenuta, tre grandi letti e altrettanti comodini erano sistemati in una parte a destra dell'entrata e tre pregiate scrivanie erano state sistemate in modo che nessuno desse le spalle all'altro.

Riposero le armi e scesero nella sala grande. 

I maghi chiacchieravano silenziosamente e non notarono la presenza dei ragazzi che andarono a sedersi in tre poltrone vicino al camino. Il fuoco scoppiettante e l'atmosfera rilassante fecero si che il tempo passò in fretta e arrivò il momento della cena.

Due ore dopo, sazi e stanchi, tutti i presenti si ritirarono nei loro alloggi e la serata ebbe fine.

Fu la prima notte, dopo tanto tempo, che poterono dormire in un letto caldo e non sulle gelide montagnie dello Zohar-Zes.

Argo aprì gli occhi e un caldo raggio di sole gli illuminò il viso; il cameriere bussò di nuovo. "Ecco,ecco,arrivo".

Buongiorno signore, il generale vi attende, la sua camera è quella" e così dicendo indicò la porta alla loro sinistra.

"Grazie" Argo sveglò gli altri e insieme raggiunsero il generale.

"Bensvegliati, oggi stesso partirete per l'accademia, preparate i bagagli" non aggiunse altro e i tre obbedirono.

Un ora dopo erano seduti in una lussuosa carrozza preceduta da una scorta di quattro soldati.

Mentre passavano accanto ad una fattoria un sibilio seguito da un tonfo attirò la loro attenzione. Dalla casupola uscirono molti orchi e un elfo vestito di nero con in mano un arco immenso che si avvicinarono alla carrozza e la circondarono.

L'elfo gridò qualcosa e i tre ragazzi fecero appena in tempo ad abbassarsi che un nugolo di freccie distrusse i vetri delle finestre e passò a pochi centimetri da loro.

si fece avanti a passo sicuro ed aprì la porta della carrozza, quello fù l'errore peggiore della sua vita e anche l'ultimo perchè una vampata di fuoco fece esplodere la carrozza in mille pezzi.

Gli orchi arretrarono di un passo e sguainarono le ascie e le spade intaccate dalle numerose guerre.

Dalle macerie della carrozza emersero tre ragazzi con le armi sguainate e le mani di un rosso accecante. Gli orchi fecero un passo indietro, ma ad un comando cominciarono a stringere il cerchio, ma sempre senza mai avvicinarsi troppo. Goar incenerì un orco e la battaglia ebbe inizio.

Nonostante fossero cinquanta contro tre i ragazzi combattevano furiosamente e decimavano gli orchi ad una velocità notevole. 

sembrava che i gemelli si fossero allenati per anni e si muovevano sincronicamente e Leny li imitava alla perfezione.

Dopo i primi cinque minuti la stanchezza si fece sentire e, anche se non ne rimanevano più di una quindicina l'energia magica cominciò a scarseggiare.

Un colpo di spada colpì Leny alla spalla ed egli svenne.

Anche i gemelli si muovevano quasi goffamente e i colpi a segno da parte degli orchi aumentavano, indebolendo la corazza magica che si erano creati.

Restavano tre orchi e con un ultimo sforzo li finirono.un quarto era sgattaiolato alle spalle di Argo, ma quando l'ascia gli arrivò a pochi centimetri qualcosa bloccò l'orco e l'ultima cosa che vide prime di svenire come gli altri fu un uomo ammantato di nero che trafiggeva l'orco e consegniava un biglietto ad un falco pellegrino.

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Capitolo 7
*** L'Accademia ***


Goar aprì gli occhi, il corpo gli doleva tutto e gli sembrava di avere tutte le ossa rotte. Si tastò la gamba e sentì un dolore lancinante quando sfiorò una grossa ferita sotto al ginocchio, decise di alzarsi in piedi ma gli sembrava di ondeggiare e solo allora capì di trovarsi nella cuccette di una nave. Salì zoppicando le scale di legno e aprì il boccaporto, immediatamente una brezza salmastra gli rinfrescò il viso.

Due forti mani lo aiutarono a copletare gli ultimi gradini e il marinaio gli indicò una cuccetta.

Bussò e Argo gli aprì la porta "Buongiorno, siediti pure"e gli indico una poltrona, nella stanza erano presenti anche Leny e l'uomo che li aveva salvati e che avevano incontrato per la prima volta in montagna.

"Poco dopo la vostra partenza una sentinella è tornata raccontandoci l'accaduto e io sono stato inviato per accertarmi della vostra morte, che fortunatamente non è avvenuta, complimenti avete sterminato un battaglione di cinquanta orchi"

"Dove stiamo andando?"chiese Goar. "Siamo in viaggio per Verer, abbiamo ricevuto un messaggio e sappiamo che l'accademia è ancora in funzione, anzi è diventata una "città" di maghi"

Passarono la giornata in cabina e a sera avvistarono le luci di Verer.

Quando scesero a terra era notte fonda e i marinai li accompagnarono in una locanda per poi andarsene e tornare alla barca.

Il mattino dopo un inserviente gli indicò la strada per arrivare all'accademia.

Quando arrivarono ai margini del paese si ritrovarono di fronte una lunga scalinata in roccia brulicante di giovani apprendisti e numerosi mercanti.

Impiegarono alcuni minuti prima di mettere piede sull'ultimo gradino e quando alzarono gli occhi si trovarono davanti ad un immenso portone  strettamente sorvegliato dalle guardie dell'accademia, un incrocio tra maghi e soldati.

Il portone era ricoperto di ottone o oro, e quando i tre soli lo illuminarono tutto venne illuminato da una luce rossastra. 

Dal portone partiva la strada principale e in fondo ad essa doveva trovarsi l'Accademia, Goar fu il primo ad oltrepassarlo e i tre cominciarono a farsilargo tra la folla. Argo si fermò a riflettere e poi domandò "Andiamo direttamente all'Accademia o prima facciamo un giro in città?" 

con la fronte imperlata di sudore dal calore mattutino Leny propose "Credo sia meglio recarci il più presto possibile all'Accademia, tu che ne pensi Goar"

Quest' ultimo con uno scatto fulmineo allungò la mano verso la sacca di Leny e afferrò il polso di uno sfortunato ladro, gli ruotò il polso e lo fece cadere a terra, "Che non ti riveda più a rubare o la prossima volta ti spezzerò il polso, chiaro?".

Il ladro si rialzò con un gemito e corse via lanciando maledizioni contro Goar, che per tutta risposta si girò e si avviò verso l'Accademia.

Venti minuti dopo arrivarono davanti ad una grande arena scavata nel terreno dove gli apprendisti si affrontavano sotto l'occhio attento del maestro, aggirarono l'arena e si ritrovarono davanti l'immensa facciata dell'Accademia interamente scavata nella roccia.

Un anziamo mago si avvicino a loro "Benvenuti, vi stavamo aspettando" l'uomo si girò e chiamò un ragazzo sui venti anni "Lak vi guiderà dall' Alto Funzionario". Lak li scortò attraverso l'atrio dove gruppi di maghi si fermavano a chiacchierare, poi attraversarono una parte della vasta libreria dell'Accademia che oltre ai libri conteneva anche ingredienti per pozioni, mappe e altri oggetti che però venivano custoditi dal Bibliotecario, almeno così aveva detto Lak.

Dopo poco arrivarono davanti ad una porta intarsiata in legno antico, Lak la indicò e poi si congedò con un cenno del capo.

Argo inarcò le sopracciglia e poi busso, un giovane uomo aprì la porta e con un largo sorriso disse "Prego sedetevi sono l' Alto Funzionario e sono quì per spiegarvi come funziona l'Accademia, approposito chi di voi tre sono i gemelli?"

Con un amaro sorriso Leny indicò i due compagni e l'Alto Funzionario riprese "Bene, quì siete al sicuro e da questo pomeriggio comincierete tutti e tre le vostre lezioni, sarete assegnati alla prima classe quindi partirete da zero, ecco i vostri programmi per le lezioni, le chiavi dei vostri alloggi e tre mappe, buona permanenza e approposito, io mi cchiamo Ase.  

I tre ragazzi uscirono dalla stanza e dopo aver consultato la mappa si diressero verso le loro stanze dove avrebbero aspettato fino a quando sarebbero cominciate le lezioni. Si salutarono e andarono in cerca delle loro stanze.

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Capitolo 8
*** Lezioni ***


Dopo aver girovagato per alcuni corridoi finalmente arrivò alla sua stanza, fece scattare la serratura e con un poderoso calcio spostò la pesante porta in legno. La stanza era molto piccola e formata da un cassettone un letto e una scrivania con una candela, Argo vide la sua sacca in un angolo e dopo aver 

riposto i vestiti aprì un cassetto della scrivania dove trovò alcune pergamene, dell'inchiostro e una piuma.

Non vide cerini per accendere la candela e dovette usare la magia, la debole fiammella bastò ad illuminare la stanza ed Argo si sdraiò sul letto per riposarsi.

Qualche ora dopo i rintocchi di una campana annunciarono l'inizio delle lezioni, Argo uscì e notò che il corridoio era affollato di ragazzi che si affrettavano a raggiungere le aule. Rientrò per prendere le pergamene che infilò in una borsa e poi si affrettò a seguire gli altri ragazzi cercando Goar e Leny, ma non trovandoli decise di cercare la sua aula che, secondo la mappa si trovava al piano terra. 

Atraversati numerosi corridoi affollati entrò di corsa in quella che doveva essere l'aula di botanica e medicina. 

L'aula somigliava molto ad un anfiteatro e le pareti erano rivestite da una immensa pianta rampicante, probabilmente un'illusione.

Alcuni alunni avevano già preso posto e al secondo rintocco di campana entrò il maestro, un elfo.

Sotto gli sguardi intimoriti di tutti, quest'ultimo discese le scale a passo svelto e, giunto in fondo appoggiò la sua borsa sopra la sua scrivania, poi si girò e dopo che tutti ebbero preso posto cominciò a parlare "Benvenuti, sono il maestro Kwayr e durante le mie lezioni apprenderete tutte le tecniche per guarire e imparerete a conoscere le piante e i loro usi, bene cominciamo subito, oggi vi insegnerò le formule di base per rimarginare le ferite e fermare le emorragie, un volontario?"

Dopo qualche minuto di silenzio Argo si alzò, conosceva alcune formule che gli aveva insegnato Ismaehl e si sentiva abbastanza sicuro, inoltre avrebbe potuto cercare con gli occhi Goar e Leny e capire se si trovavano in quell'aula.

 Si posiziono davanti al maestro che estrasse un coltello e disse con tono fermo "Porgi il braccio", Argo sbiancò dalla paura, immaginava che lui avesse guarito un taglio del maestro.

"Porgi il braccio, non sentirai nulla", pur con riluttanza si arrotolò una manica e allungò il braccio sinistro, il maestro incise il braccio di Argo con un taglio e poi chiese "sai come curarlo", Argo annuì e pronunciò la formula "yata gwey", la ferita si richiuse lasciando una lunga cicatrice lungo l'avambraccio.

"ottimo, come avete sentito la frase più semplice è yata gwey e consuma una piccola parte di energia, ma esistono anche altre formule, bene Argo puoi tornare a posto, adesso prendete tutti nota" e cominciò a dettare un lungo elenco di formule spiegando quanta energia richiedessero e per quali ferite servissero.

Le due ore passarono in fretta e quando uscirono sarebbero potuti essere scambiati per dei veterani di guerra ricoperti di cicatrici che, a detta del maestro sarebbero passate in pochi giorni.

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Capitolo 9
*** Ehlam ***


Goar aprì gli occhi, il corpo gli doleva tutto e gli sembrava di avere tutte le ossa rotte. Si tastò la gamba e sentì un dolore lancinante quando sfiorò una grossa ferita sotto al ginocchio, decise di alzarsi in piedi ma gli sembrava di ondeggiare e solo allora capì di trovarsi nella cuccette di una nave. Salì zoppicando le scale di legno e aprì il boccaporto, immediatamente una brezza salmastra gli rinfrescò il viso.

Due forti mani lo aiutarono a copletare gli ultimi gradini e il marinaio gli indicò una cuccetta.

Bussò e Argo gli aprì la porta "Buongiorno, siediti pure"e gli indico una poltrona, nella stanza erano presenti anche Leny e l'uomo che li aveva salvati e che avevano incontrato per la prima volta in montagna.

"Poco dopo la vostra partenza una sentinella è tornata raccontandoci l'accaduto e io sono stato inviato per accertarmi della vostra morte, che fortunatamente non è avvenuta, complimenti avete sterminato un battaglione di cinquanta orchi"

"Dove stiamo andando?"chiese Goar. "Siamo in viaggio per Verer, abbiamo ricevuto un messaggio e sappiamo che l'accademia è ancora in funzione, anzi è diventata una "città" di maghi"

Passarono la giornata in cabina e a sera avvistarono le luci di Verer.

Quando scesero a terra era notte fonda e i marinai li accompagnarono in una locanda per poi andarsene e tornare alla barca.

Il mattino dopo un inserviente gli indicò la strada per arrivare all'accademia.

Quando arrivarono ai margini del paese si ritrovarono di fronte una lunga scalinata in roccia brulicante di giovani apprendisti e numerosi mercanti.

Impiegarono alcuni minuti prima di mettere piede sull'ultimo gradino e quando alzarono gli occhi si trovarono davanti ad un immenso portone  strettamente sorvegliato dalle guardie dell'accademia, un incrocio tra maghi e soldati.

Il portone era ricoperto di ottone o oro, e quando i tre soli lo illuminarono tutto venne illuminato da una luce rossastra. 

Dal portone partiva la strada principale e in fondo ad essa doveva trovarsi l'Accademia, Goar fu il primo ad oltrepassarlo e i tre cominciarono a farsilargo tra la folla. Argo si fermò a riflettere e poi domandò "Andiamo direttamente all'Accademia o prima facciamo un giro in città?" 

con la fronte imperlata di sudore dal calore mattutino Leny propose "Credo sia meglio recarci il più presto possibile all'Accademia, tu che ne pensi Goar"

Quest' ultimo con uno scatto fulmineo allungò la mano verso la sacca di Leny e afferrò il polso di uno sfortunato ladro, gli ruotò il polso e lo fece cadere a terra, "Che non ti riveda più a rubare o la prossima volta ti spezzerò il polso, chiaro?".

Il ladro si rialzò con un gemito e corse via lanciando maledizioni contro Goar, che per tutta risposta si girò e si avviò verso l'Accademia.

Venti minuti dopo arrivarono davanti ad una grande arena scavata nel terreno dove gli apprendisti si affrontavano sotto l'occhio attento del maestro, aggirarono l'arena e si ritrovarono davanti l'immensa facciata dell'Accademia interamente scavata nella roccia.

Un anziamo mago si avvicino a loro "Benvenuti, vi stavamo aspettando" l'uomo si girò e chiamò un ragazzo sui venti anni "Lak vi guiderà dall' Alto Funzionario". Lak li scortò attraverso l'atrio dove gruppi di maghi si fermavano a chiacchierare, poi attraversarono una parte della vasta libreria dell'Accademia che oltre ai libri conteneva anche ingredienti per pozioni, mappe e altri oggetti che però venivano custoditi dal Bibliotecario, almeno così aveva detto Lak.

Dopo poco arrivarono davanti ad una porta intarsiata in legno antico, Lak la indicò e poi si congedò con un cenno del capo.

Argo inarcò le sopracciglia e poi busso, un giovane uomo aprì la porta e con un largo sorriso disse "Prego sedetevi sono l' Alto Funzionario e sono quì per spiegarvi come funziona l'Accademia, approposito chi di voi tre sono i gemelli?"

Con un amaro sorriso Leny indicò i due compagni e l'Alto Funzionario riprese "Bene, quì siete al sicuro e da questo pomeriggio comincierete tutti e tre le vostre lezioni, sarete assegnati alla prima classe quindi partirete da zero, ecco i vostri programmi per le lezioni, le chiavi dei vostri alloggi e tre mappe, buona permanenza e approposito, io mi cchiamo Ase.  

I tre ragazzi uscirono dalla stanza e dopo aver consultato la mappa si diressero verso le loro stanze dove avrebbero aspettato fino a quando sarebbero cominciate le lezioni. Si salutarono e andarono in cerca delle loro stanze.

 

Dopo aver girovagato per alcuni corridoi finalmente arrivò alla sua stanza, fece scattare la serratura e con un poderoso calcio spostò la pesante porta in legno. La stanza era molto piccola e formata da un cassettone un letto e una scrivania con una candela, Argo vide la sua sacca in un angolo e dopo aver 

riposto i vestiti aprì un cassetto della scrivania dove trovò alcune pergamene, dell'inchiostro e una piuma.

Non vide cerini per accendere la candela e dovette usare la magia, la debole fiammella bastò ad illuminare la stanza ed Argo si sdraiò sul letto per riposarsi.

Qualche ora dopo i rintocchi di una campana annunciarono l'inizio delle lezioni, Argo uscì e notò che il corridoio era affollato di ragazzi che si affrettavano a raggiungere le aule. Rientrò per prendere le pergamene che infilò in una borsa e poi si affrettò a seguire gli altri ragazzi cercando Goar e Leny, ma non trovandoli decise di cercare la sua aula che, secondo la mappa si trovava al piano terra. 

Atraversati numerosi corridoi affollati entrò di corsa in quella che doveva essere l'aula di botanica e medicina. 

L'aula somigliava molto ad un anfiteatro e le pareti erano rivestite da una immensa pianta rampicante, probabilmente un'illusione.

Alcuni alunni avevano già preso posto e al secondo rintocco di campana entrò il maestro, un elfo.

Sotto gli sguardi intimoriti di tutti, quest'ultimo discese le scale a passo svelto e, giunto in fondo appoggiò la sua borsa sopra la sua scrivania, poi si girò e dopo che tutti ebbero preso posto cominciò a parlare "Benvenuti, sono il maestro Kwayr e durante le mie lezioni apprenderete tutte le tecniche per guarire e imparerete a conoscere le piante e i loro usi, bene cominciamo subito, oggi vi insegnerò le formule di base per rimarginare le ferite e fermare le emorragie, un volontario?"

Dopo qualche minuto di silenzio Argo si alzò, conosceva alcune formule che gli aveva insegnato Ismaehl e si sentiva abbastanza sicuro, inoltre avrebbe potuto cercare con gli occhi Goar e Leny e capire se si trovavano in quell'aula.

 Si posiziono davanti al maestro che estrasse un coltello e disse con tono fermo "Porgi il braccio", Argo sbiancò dalla paura, immaginava che lui avesse guarito un taglio del maestro.

"Porgi il braccio, non sentirai nulla", pur con riluttanza si arrotolò una manica e allungò il braccio sinistro, il maestro incise il braccio di Argo con un taglio e poi chiese "sai come curarlo", Argo annuì e pronunciò la formula "yata gwey", la ferita si richiuse lasciando una lunga cicatrice lungo l'avambraccio.

"ottimo, come avete sentito la frase più semplice è yata gwey e consuma una piccola parte di energia, ma esistono anche altre formule, bene Argo puoi tornare a posto, adesso prendete tutti nota" e cominciò a dettare un lungo elenco di formule spiegando quanta energia richiedessero e per quali ferite servissero.

Le due ore passarono in fretta e quando uscirono sarebbero potuti essere scambiati per dei veterani di guerra ricoperti di cicatrici che, a detta del maestro sarebbero passate in pochi giorni.

 

Secondo l'orario Argo aveva pochi minuti per raggiungere l'arena di arti da combattimento, era eccitato dall'idea di mettere alla prova le sue abilità in quel campo.

Raggiunse l'arena attraverso un passaggio sotterraneo e si mise assieme ad altri dieci ragazzi davanti ad un nano che a quanto pare era il loro maestro e si chiamava Duvenor. 

"Benvenuti" gridò il nano con voce rauca "molti di voi già mi conoscono, ma so che ci sono dei nuovi allievi, volete fare un passo avanti perfavore" 

Argo e altri tre ragazzi avanzarono cautamente "Bene, potete tornare in riga, ora vedete quel tavolo, prendete una spada e ritornate" Argo si avvicinò al tavolo che si trovava al bordo dell'arena e scostò una pesante mazza ferrata sotto alla quale vi era una spada piuttosto lunga e appesantita dalla ruggine, ma comunque una buona spada. Poi si voltò e tornò dal maestro passando un dito sul filo spesso della spada.

"Formate delle coppie, tu ragazzo con me" Argo impiegò qualche minuto a comprendere chi avesse indicato il maestro e quando capì che si trattava di lui arrossì per l'imbarazzo e si avvicinò.

"Bene, adesso uno per volta tenterete di colpire il compagno e quello dovrà parare, così" e sferrò un colpo sul fianco di Argo che non aspettandosi il colpo non riuscì a pararlo e chiuse gli occhi aspettando il peggio, ma il dolore non arrivò e si ritrovò a guardare il suo fianco perfettamente intatto con la spada del maestro appoggiata sopra "State tranquilli, per un incantesimo finchè vi troverete nell'arena nulla potrà nuocervi, comunque devi migliorare i riflessi ragazzo" e poco prima di finire la frase lanciò un colpo alla gola di Argo, che prontamente si abbasso, schivò un secondo colpo ed infine tentò di colpire il maestro alla gamba, ma la sua spada si incrociò un attimo prima con quella del maestro "Ottimo! bel lavoro..."

"Argo signore" "bel lavoro Argo".

Passarono un'ora ad allenarsi e alla fine Argo si accasciò al suolo esausto ma soddisfatto.

"Per oggi è tutto, ci vediamo domani" e gli allievi si congedarono. 

Trascinandosi a stento sulle gambe Argo si avviò verso le doccie dove lasciò che l'acqua bollente gli rilassasse i muscoli e i vapori profumati gli salissero per le narici.

Mezz'ora dopo era seduto in sala mensa dove aveva incontrato il fratello che gli aveva raccontato che Leny si trovava in infermeria per un errore durante la lezione di medicina.

Con la bocca piena di zuppa calda si raccontarono a vienda i fatti della giornata e dopo un'ora si salutarono e tornarono ai loro alloggi.

Così passarono numerose settimane durante le quali i gemelli vennero addestrati a tutte le discipline e si avvicinava la fine dell'anno.

Un giorno, dopo una lunga giornata di studio Argo si diresse verso la mensa dopo essersi attardato alle doccie, ma non trovando nessuno si avviò verso la sua camera. Ad un certo punto, dopo aver percorso un lungo corridoio desertò comparve Leny "Corri Argo, ti spiegherò per strada, Ehlam ha invaso l'accademia con le sue truppe di rinnegati e cerca te e Goar, entra" e silenziosamente entrò in uno stretto cunicolo nascosto dietro un arazzo "Tieni, non ho trovato di meglio" e porse ad Argo la spada che aveva usato alla sua prima lezione di arte guerriera "Questo cunicolo porta alle montagne, dove ci aspettano gli altri..." non ebbe tempo di finire la frase che comparve da una nicchia un elfo vestito di nero "Eccovi qui mocciosi, Ehlam vi sta aspettando"

Con un gesto fulmineo Leny tentò di colpire l'elfo con il fronerm, ma questi schivò l'affondo e colpì Leny in piena faccia con un pugno. Quando l'elfo rialzò lo sguardo un raggio rosso lo incenerì all'istante, poi Argo aiutò l'amico a rialzarsi "Corri!".

Senza un'istante di esitazione i due ragazzi cominciarono a correre verso l'uscita del passaggio. Quando furono all'aria aperta videro una barca a vela con sopra Argo, Ase, Kwair e Duvenor. Un lieve sibilo attirò l'attenzione di Argo e subito dopo Leny cadde a terra con una freccia conficcata nella schiena "No!" Argo si voltò e fece appena in tempo ad evitare una seconda freccia che lo colpì di striscio su una guancia "Fermi, lo voglio vivo!" Un uomo alto, vestito di nero comparve nel corridoio seguito da un gruppo di elfi e orchi, Ehlam.

Argo raccolse il suo amico e se lo mise in spalla, poi riprese la corsa verso la barca, ma ad un certo punto sentì le gambe farsi pesanti fino ad immobilizarle, dietro di lui sentì una risata, ma quando stava per lasciarsi cadere a terra sentì le gambe di nuovo libere, qualcosa stava prendendo il controllo sul suo corpo, le sue braccia lasciarono cadere Leny e le gambe si diressero verso la barca. Non voleva abbandonare il suo amico, ma non riusciva a fermarsi. Con un salto atterrò nella barca, al fianco di Goar e finalmente sentì riprendere il controllo sul suo corpo. La barca aveva cominciato a muoversi grazie ad un vento probabilmente magico. Ase stava in ginocchio con gli occhi chiusi e probabilmente stava avvenendo un combattimento mentale tra lui ed Ehlam.

Dopo quasi un'ora Ase si accascio sulla barca, con il volto pallido come quello di un cadavere, Kwayr si precipitò su di lui, mentre Duvenor reggeva il timone, e cominciò a recitare delle formule. Dopo molto tempo il viso di Ase riprese un leggero rossore e Kwayr si mise a sedere a prua con il cappuccio calato sugli occhi.

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Capitolo 10
*** Dunon ***


Sulla barca nessuno parlava e dopo poco tutti si addormentarono, tranne Duvenor che stava con gli occhi semichiusi a scrutare l'orizzonte.

Ad un certo punto Argo aprì un occhio, una botta alla barca lo aveva svegliato; vide un vecchio salire a bordo, probabilmente aveva accostato la sua imbarcazione alla loro. Il vecchio guardò Argo, scavalcò il corpo di Duvenor e poi disse qualcosa che fece ritornare Argo in un sonno profondo.

Il mattino dopo Argo si svegliò in un letto di paglia accanto al fratello e poco più in là Ase riposava in un altro letto. Dopo essersi sciaquato il viso in un tinello svegliò il fratello "Goar, sai dove siamo?" "Non ne ho idea, affacciamoci alla finestra" I due fratelli si diressero verso una grande apertura nel muro simile ad una finestra e ciò che videro fu una giungla di piante gigantesche che terminava in una larga spiaggia. "Ma dove..." 

"Vi siete svegliati , bene venite a fare colazione" Kwayr era appena entrato nella stanza e indossava un cappello di paglia che lo proteggieva dalla luce solare. "Di sotto troverete molte spiegazioni!".

Immediatamente si precipitarono in quello che doveva essere il soggiorno; seduto su una sedia a dondolo videro Duvenor che li salutò con un sorriso e poco dopo entrò il vecchio che Argo aveva visto sulla barca.

Il vecchio depose sopra un piccolo tavolo di legno due frutti gialli, poi ne prese uno, si sedette e cominciò a tagliarlo. "Immagino che abbiate molto da chiedermi, cominciate pure"

Goar prese una sedia e si sedette a sua volta "inanzitutto dove ci troviamo?"

Il vecchio depose il frutto e si diresse verso una grande libreria da cui estrasse una grande pergamena che aprì sul tavolo "Questa è una mappa del regno e noi ci troviamo quì" e indicò un punto nel mare molto vicino a Dunon, la capitale dell'isola maggiore patria dei nani.

"ovviamente non è segnata a causa delle sue modeste dimensioni, in qualche ora la si può circumnavigare e seguendo i sentieri la si può tagliare in mezz'ora"

Argo indicò un punto oltre la finestra "Quelle sono le coste dell'isola maggiore?"

"Esatto"

Goar afferro un pezzo del frutto che il vecchio stava tagliando e lo assaggiò"Chi è lei?"

Il vecchio posò il frutto e sorrise"Io sono colui che ha forgiato il medaglione per salvare le razze dalla distruzione... oh! guardate chi è arrivato"

Con un sonoro sbadiglio Ase entrò nella stanza "Cosa, lei ha forgiato il medaglione, se Ehlam lo venisse a scoprire per lei sarebbe la fine!"

"Calma,calma, io l'ho forgiato ma ora non sò proprio dove si trovi, quindi cosa può volere da me Ehlam?"

Kwayr corse ad aiutare Ase che ancora faticava a tenersi in piedi "Ho deciso, quando sarò in grado di camminare voi due, Argo e Goar, andrete a studiare a Dunon poichè il vostro addestramento non è terminato; nel frattempo io Kwayr e Duvenor andremo in cerca del medaglione, l'unico modo per fermare Ehlam è trovare i draghi"

Dopo aver pranzato i due fratelli uscirono dalla casa per una passeggiata sulla spiaggia "Mi chiedo come sarà Dunon, la capitale dei nani"

A sera rientrarono carichi di frutta e dopo una breve cena si ritirarono tutti per dormire.

Il mattino seguente vennero svegliati da Duvenor con il quale si recarono ai margini della foresta dove incontrarono Kwayr "Questa notte una grande onda ha portato via le barche e dovremo costruirne una, aiutatemi a tagliare gli alberi, niente magia, non si sà mai"

Passarono la mattina a segare e dopo molte ore una zattera con tanto di vela era legata al piccolo pontile davanti alla casa.

Dopo aver pranzato rgo Goar e Kwayr salirono sull'imbarcazione e si diressero verso Dunon "Non ci vorrà molto, vi lascierò al porto dove dovrete cavarvela da soli, poi tornerò dagli altri per cominciare le ricerche"

Poco dopo arrivarono nell'immenso porto di Dunon, regno dei mercanti, dove si poteva trovare di tutto.

"Fate attenzione!" disse Kwayr prima di ripartire.

Mentre passeggiavano per le vie del porto una leggera nebbiolina calò sulla città e cominciò a piovere. Per non bagnarsi entrarono nella prima taverna che trovarono dove si sedettero ad un tavolo appartato e ordinarono due boccali di birra che gli venne servita calda e con delle briciole nere che galleggiavano tra la schiuma. 

Mentre parlavano di come avrebbero trovato la scuola entrarono due sagome vestite completamente di nero, due elfi rinnegati.

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Capitolo 11
*** Ribelli ***


Goar diede una gomitata ad Argo e si calarono i cappucci sugli occhi; gli elfi si sedettero un paio di tavoli dopo il loro e cominciarono a parlare "Da quando Ehlam ha scoperto che ci sono due gemelli non si dà pace e a noi tocca viaggiare di città in città per cercarli, con così poche truppe mi domando come farà a difendersi da eventuali attacchi da parte del consiglio dei maghi"

"Idiota, non devi parlare in pubblico di Ehlam, già i nostri vestiti attirano l'attenzione..."

"Va bene, però ora andiamo, dobbiamo controllare la scuola"

I due elfi si alzarono e uscirono dalla locanda, "hai sentito, non possiamo andare alla scuola, è controllata"

Una signora che passava lì vicino afferrò il braccio di Argo e prima che Goar potesse estrarre la spada la signora gli fermò la mano e disse "Tranquilli, seguitemi non è un buon posto per parlare" poi si voltò e scomparve dietro una tenda.

Con le mani poggiate sulle spade e i sensi all'erta i gemelli seguirono la donna.

Dietro la tenda regnava il buio più totale e i suoni della taverna sembravano provenire da un'altra dimensione, poi si accese una fiaccola e capirono di trovarsi all'entrata di un lungo cunicolo. 

La donna ricomparve e notarono che aveva un occhio circondato da un tatuaggio a forma di fiamma "Se cercate protezione dagli uomini di Ehlam potete contare sulla mia... gilda, per ora non posso dirvi altro, comunque sappiate che lavoriamo per il vostro stesso obbiettivo"

Detto questo spense la torcia e scomparve "Vieni Argo, usciamo a fare una passeggiata" si calarono i cappucci sul viso e uscirono dalla locanda diretti al porto, mentre camminavano cominciò a piovere e quando arrivarono ai moli si era scatenata una bufera apocalittica. 

Davanti al porto si era ammassata una folla di persone che reclamavano il rimborso dei biglietti, ma che fuggirono appena un peschereccio gli volò sopra e si schiantò con un boato su di una piccola casa.

"Argo, decidiamo adesso, non abbiamo un riparo, la scuola è controllata e non possiamo raggiungere in alcun modo Ase e gli altri" Argo era contrario a chiedere l'aiuto di questa misteriosa gilda a causa dei...favori richiesti "Daccordo, non mi sembra che abbiamo altra scelta"

Si voltarono e ritornarono alla locanda, passarono oltre la tenda e cercarono una torcia "Vi stavo aspettando" dal cunicolo apparve la donna di prima; questa volta però indossava un vestito nero attillato che risaltava le forme e due pantaloni da cui pendevano alcuni coltelli e una fune, con un sorriso la donna disse "Non sorprendetevi, tra poco capirete" e si avviò nello stretto passaggio.

Senza parlare i due fratelli la seguirono e dopo qualche minuto sbucarono in un'immensa caverna attrezzata a fucina dove nani e umani forgiavano armi e armature "Sembra che vi stiate preparando ad una guerra" disse Goar tergendosi il sudore dalla fronte "Esatto" rispose freddamente la donna.

Dopo aver attraversato la fucina entrarono in un lungo corridoio da cui ne partivano molti altri. In fondo al corridoio arrivarono davanti ad una seconda porta "State per parlare con il nostro 'sovrano' che vi spiegherà quale sarà il vostro compito nei prossimi giorni, noi siamo l'ultima speranza per il Sovalahl, noi siamo la resistenza" detto questo la porta si aprì e i gemelli si ritrovarono in una sala immensa percorsa da numerose tavolate sulle quali creature di tutte le razze erano riunite per pranzare "Ora devo lasciarvi"  Appena la donna fu uscita venne loro incontro un uomo alto dal cui fianco pendeva una gigantesca ascia da guerra "Benvenuti, il mio nome è Gyuron, vi prego di seguirmi nel mio studio privato dove potremo parlare al sicuro da orecchie indiscrete" così dicendo ritornarono nel dedalo di corridoi e dopo numerose svolte arrivarono in una piccola stanza nella quale regnava il caos più totale "Scusate il disordine ma negli ultimi giorni ho avuto molto da fare, sedetevi prego" dopo aver spostato due pile di pergamene i due fratelli si poterono sedere "dunque, la nostra gilda segreta è nata al tempo della grande guerra delle razze, anche se allora svolgeva unicamente il compito di infiltrare spie nel territorio nemico, poi si è disciolta e per parecchio tempo non se n'è più sentito parlare. 

Alcuni mesi fa si cominciò a girare voce che Ehlam stesse organizzato un esercito, diciamo che quarantamila orchi non passano inosservati, e quindi per precauzione alcuni veterani della gilda riordinarono questa struttura e mi chiamarono al loro comando data la mia esperienza. Ora che la capitale è caduta la gilda ha ripreso i suoi contatti e abbiamo ricominciato ad inviare spie. Dopo che l'esercito regoalare è stato sconfitto abbiamo deciso di crearne uno segreto così mentre Ehlam è occupato a cercare il medaglione nella capitale noi ci organizziamo. Ovviamente non siamo così ottusi da pensare che rimarrà per sempre a cercare il medaglione, non impiegherà molto a capire che esso non si trova più al sud e quindi abbiamo già cominciato ad inviare truppe in tutto il Sovalahl

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