Angie.

di ChristineJ
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Again. ***
Capitolo 2: *** L'urlo. ***
Capitolo 3: *** Una favola. ***



Capitolo 1
*** Again. ***



 Sono Chris, e sono tornata con una nuova storia dedicata alla mia amica Angie. *-*

Eravamo in classe, facendo biologia. Le ore con il sognor Picket non passavano mai, lui era un professore dalla serie: 'quando io ero ragazzo...' : quel giorno si stava lamentando dei telefonini accesi in classe. Ah, giusto, forse dovrei presentarmi. Io sono Angie, vivo a Manhattan e frequento il Marymounth Manhattan college, al terzo anno.
Finalmente, dopo le sue esperienze di vita, suonò la campanella, ed io mi diressi agli armadietto con Samantha. '0103', il codice del mio armadietto. Pescai dai libri sparsi nel casino il mio preferito tra quella mucchia: l'autobiografia di Justin Bieber. Oh, ma quanto lo amo. Lo adoro così tanto che non m'interessa se la gente dice..
-Non so come faccia a piacerti. Lui è così stupido- disse Sam, come la chiamo io. Scossi la testa, abbozzai un sorriso. Non sopportavo che lo prendessero in giro? Cosa ha mai fatto di male? Canta, e per giunta lo fa anche bene.
-Vorremmo forse parlare della tua ossessione per Brad Pitt?- le chiesi. Non ero l'unica ad amare una persona. Solo perchè Brad Pitt avesse 30 anni e Justin Bieber 16, non voleva dire che Brad Pitt meritasse più fama. Rise, e io risi assieme a lei. Mentre chiacchieravamo di quanto fosse figo Josh senza la maglietta, Mattew ci raggiunse. Mattew è sempre stato carino con me, e Sam è convinta che io gli piaccia. Lui è.. bhe, carino. Occhi verdi, capelli biondo scuro. Un corpo da urlo, andava tutti i giorni in palestra.
-E così ti piace Justin Bieber- disse sorridente mentre io leggevo ed anniuvo. Lo sapeva, voleva solo prendermi in giro. Neanche fossi una malata mentale.
-E così la mattina ti passi la piastra come le femminucce- dissi per prenderlo in giro. Magari era vero. I suoi capelli erano liscissimi.
-Non credo che quelli di Justin Bieber siano naturali- rispose pronto, facendo ridere Sam. Alzai gli occhi al cielo, poi continuai a leggere. Poi, ad un certo punto della storia, mi misi a fantascticare.
'Lui è davanti a me. Lo saluto, lui ricambia. Poi si avvicina.
-Io sono Justin- dice sorridente - tu devi essere un angelo- gli sorrido e annuisco.
-Il tuo angelo- rispondo. Lui avvicina il suo viso al mio..'

-Angie! Torna in te invece di sognare! La professoressa Stewart t'interrogherà in letteratura inglese!- quasi urlò Sam per farsi sentire. Ero caduta in una pausa di riflessione profonda, sognando il mio incontro ravvicinato con Justin Bieber. Forse Sam ha ragine a dire che sono un'ossessa. Ma non è male essere un'ossessa. Insomma.. Magari Sam sogna di baciare Josh, ora. Io invece sogno di baciare Justin. E non sarebbe certo male se succedesse davvero. Annuii a Sam, corsi al mio armadietto prendendo letteratura ingles e cercai di studiare. La professoressa Sewart non è mai stata cattivae nella sua materia prendo sempre una B, o una B+.  Sedute  sull'erba fresca, Sam  cercava di convicermi che  Mattew è follemente innamorato di me, mentre cerco di capire qualcosa  di quello che dice il libro, qualsiasi cosa dica.
-Insomma.. Ma non noti come ti guarda? Tipo che i suoi occhi si illuminano come il sole.. E i muscoli si contraggono..- dissee Sam con aria sognante. Scossi la testa.
-Non c'è nulla nei suoi occhi, e nei suoi muscoli. Ed io e lui siamo solo amici- dissi quasi convinta delle mie parole.
-Non sto dicendo che piaccia a te. Sto solo dicendo che tu gli piaci.- disse lei. Alzai gli occhi al cielo.
-Ti rendi conto di quante volte in un solo giorno riesci a scuotere la testa e alzare gli occhi al cielo?- disse Sam, cercando di fare un calcolo. Se c’era qualcuno che non aveva una migliore amica normale, quella ero io. Cercai di leggere quello che c’era scritto, immaginando fosse stato scritto da Justin. Solo l’idea che lui avrebbe potuto scrivere ‘Oliver Twist’ renderebbe quella palla di libro qualcosa di bello e significativo. Chissà se un giorno l’avrei mai incontrato. 

 

Spero che vi sia piaciuto, continuerò a postare i capitoli :)

 

P.s.: Lasciate qualche commento. u.u

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Capitolo 2
*** L'urlo. ***


Ed ecco il secondo capitolo. u.u Ciao Angie, e ciao Mattew.*-*

 

Ero a casa, girovagando su internet, quando mi chiama Sam.
-Ehi Angie! È sabato, usciamo stasera?- chiese. Stavo per rispondere, quando lancio un urlo che anche mia madre corre a vedere cosa succede.
-Dio! Justin a NY! Sam, a NY! Potrò vederlo, wow!- dissi emozionata. Sognavo da sempre questo momento. Ricominciai a sognare, e Sam mi lasciò fare per un bel po’.

‘ -Angie-  dice lui, quando riusciamo a stare in un angolino appartato lontano dalle fans scatenate –ti ho cercata per tantissimo tempo. Tu sei sempre stata la ragazza dei miei sogni. Finalmente sei arrivata.- mi sorride, e io ricambio il sorriso. Nonostante lo adorassi da sempre, lo avrei immaginato più.. Montato. Invece era semplice come una nuvola e morbido come cioccolato. –Sei bellissima, stasera- dice con gli occhi illuminati d’amore.. PER ME. Abbasso gli occhi e arrossisco, e lui con un dito mi prende per il mento e mi solleva la testa. Mi mordo le labbra, ho paura di essere rossa come un peperone. Avvicina i nostri volti, e..’

 

-Ok, Angie, non dirmi che ti stai immaginando tutto quello che farete insieme e bla bla bla…- disse Sam sul più bello. Riesce sempre a farlo. Ma forse è meglio così. Insomma.. Solo il fatto che noi due abbiamo la stessa età e parliamo la stessa lingua non vuol dire che ci baceremo. Insomma, è un cantante. Meglio che non mi illuda.
-Si, stavo proprio pensando a quello. Secondo te ci rimarrò così male quando non mi guarderà nemmeno?- solo il pensiero mi faceva venir voglia di piangere. Sam aveva paura di dirmi quello che pensava. Ma era quello che pensavo anch’io.
-Quando arriverà?- Mi chiese Sam cambiando argomento. Cercai una data su internet. Diceva ‘9 Aprile’.
-Mhm.. Qui dice che è il 9 Aprile.- dissi. Poi fui improvvisamente presa dal panico.
-Aprile è tra un mese!- urlò lei. Già, eravamo alla fine di Febbraio, quel giorno era giusto il 28. E se non avremmo trovato i biglietti? Mi venne da tremare..
-Ok, vado a spiegare ai miei genitori che per il bene dell’umanità devono comprarmi quel biglietto- dissi. Sam rise, mi fece prometterle di chiamarla appena ci fossero state novità ed attaccò. Anche se odiava Justin Bieber, non riusciva ad essere indifferente. Sapeva che per me era importante. Mi alzai, e ammirai la mia camera. Dappertutto c’erano poster di Justin, poi sulle pareti c’erano anche foto che scattavo io. Ho sempre amato scattare fotografie, e molti dicono che sono brava. Alcune foto sono artistiche: paesaggi, fiori.. Il resto, immortalano me e i miei amici. La mia preferita, che ho fatto ingrandire dal fotografo, è una foto che feci quando io e Sam andammo a farci il piercing al naso, qualche mese fa. Dopo aver ottenuto il permesso delle nostre madri, ovviamente. Nella foto ci guardavamo il naso e sembravamo delle emerite idiote. Adesso avevo il piercing con la J, come Justin. Scesi giù per le scale, ad annunciare ai miei genitori quello che avrei voluto fare. Non ebbi nemmeno il tempo di entrare in cucina, che mamma e papà stanno già sollevando la questione. Non ascoltai nemmeno quello che stanno dicendo, che intervenni subito.
-Mamma, papà- dissi con aria solenne, come se dovessi tenere un discorso davanti milioni di persone  -per me è importante. Seguo da tantissimo quel cantante, e lui arriva proprio qui vicino, nel centro di New York. Dai, non potete non farmi andare!- cercai di convincerli. Ma sembravano già convinti.
-Angie, senti. Tu ci andrai, dobbiamo solo comprare il biglietto. La condizione è che..- disse mamma, ma non finì di parlare che già urlavo di gioia. Mamma mi zittì.
-La condizione è che tu non diventi un’ossessa. Ok?- disse seria. Annuii, aspettando di tornare in camera per fare l’ossessa. Risi di me stessa. Sapevo che per me Justin era un’ossessione. Salii, e cercai di gridare a bassa voce. Ma come si fa a gridare a bassa voce? Chiamai Sam.
-Ok, se mi hai chiamato così presto vuol dire che hanno detto sì.- disse probabilmente senza vedere nemmeno chi la chiamava.
-Uhm.. E perché?- chiesi curiosa.
-Perché se ti dicevano di no tu avresti pianto o tenuto il muso, o entrambe le cose, per almeno due ore. Ma loro avrebbero continuato a dire no, allora tu mi avresti chiamato e grazie a me saremmo riuscite a convincerle- disse. Alzai gli occhi al cielo. La modestia di Sam è pari a zero, ma certo che è geniale.
-Ma ora parliamo di cose serie.- disse lei. Chissà che cazzata avrebbe sparato. –Che cosa metterai?- chiese improvvisamente preoccupata –E come ti vestirai?- stava per piangere. Mi venne da ridere.
Sam è sempre stata una maniaca dell’abbigliamento e del make-up. Anche a me piaceva prepararmi, ma non fino a questo punto. Probabilmente mi avrebbe messo trecentomila trucchi diversi e poi, senza chiedermi nemmeno il suo parere, mi avrebbe messo quello che le piaceva di più. Stessa cosa con i vestiti.
-Corro da te- disse come se fosse una priorità.
Entrò, e guardò mia madre.
-Signora Robert, dovete ascoltarmi- disse seria. Mia madre la guardò preoccupata. –Ci servono dei soldi.- risi. Mia madre mi guardò, e rise anche lei.  


 

Bene, spero vi sia piaciuto!*-* Lo dedico a Angie, la fan numero 1 in A-S-S-O-L-U-T-O di Justin Bieber u.u
 

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Capitolo 3
*** Una favola. ***


Sono ancora qui, con un nuovo capitolo di questa storia.*-*



Io e mia madre ridevamo come due matte, Sam era l’unica che aveva una faccia seria. Appena smettemmo, Sam prese la parola.
-Signora, lei sa quanto è importante Justin Bieber per sua figlia. Vorrebbe forse farla andare al concerto senza un vestito nuovo?- disse Sam. Mia madre annuì.
-Allora, Samantha, io ti do dei soldi, ma poi non chiederne altri. Ti do 1000 dollari, ok?- disse mia madre. Wow, Sam era magica. Sam annuì felice di avere in mano quella cifra.
-Ora tu vieni a casa mia, e ti converrebbe portare con te l’MP4 e gli auricolari- disse la mia migliore amica.
-Sarà lunga.. Non vorrei essere al tuo posto, tesoro.- disse mamma ridendo di gusto. Che madre. Non sapevo mai se amarla o odiarla. Salii in camera mia, presi tutti i trucchi che possedevo e il mio MP4, li misi in una borsa di Justin –che avevo fatto fare apposta dal fotografo-  e andai da Sam. Salimmo in camera sua, lei aveva tutte le foto che le avevo fatto con il mio reflex in bianco e nero e la foto-gigante di noi con il piercing. Mi sedetti sulla sua sedia e chiusi gli occhi.
-Ok, ti mostro la mia idea. Ti farò tanti trucchi diversi e ti scatterò una foto per ognuno. Poi le passeremo al computer e scarteremo quelle che non mi pia… ehm, che non ci piacciono. Che ne dici?- chiese sorridente. Alzai le spalle.
-Mettiti gli auricolari, và.-  disse arrabbiata. Come prima canzone, misi ‘One Time’, la mia preferita.
-And my world, it’s your world.. And- iniziai ad urlare, quando Sam mi tolse un auricolare.
-Non so se sei peggio tu o lui.- disse. Ovviamente intendeva dire: ‘Sta zitta, devo concentrarmi’. Annuii, e ascoltai almeno un’ora di canzoni con gli occhi chiusi, sentendo ogni tanto una leggera pressione qui o lì. Ogni 10 minuti circa, poi, mi faceva aprire gli occhi e mi scattava una foto. Era ridicola, ogni tanto mi veniva da ridere. Dopo un’ora, mi tolse le cuffiette. La guardai perplessa.
-Cosa c’è adesso?- le chiesi quasi preoccupata. Mi guardò arrabbiata.
-Che ne dici di parlare come fanno le persone normali?- chiese a sua volta.
-Mhm.. Credi davvero che le persone normali costringano le loro amica ad un trattamento di bellezza?- chiesi ancora.
-No di certo, perché le loro amiche accetterebbero sicuramente un trattamento di bellezza, non sono mica come te- si decise a rispondere. Scossi la testa.
-Ok, parliamo come le persone normali.- dissi sbuffando, aveva vinto lei.
-Secondo te piaccio a Josh?- disse lei. Josh era un ragazzo davvero carino: capelli biondi e occhi verdi.. E un corpo da urlo, come tutti i giocatori di rugby della scuola.
-Ti ho detto 30 mila volte che ti ama più di quanto ama se stesso!- le dissi alzando gli occhi al cielo. Sam era una di quelle ragazze bellissime che non lo ammettono, ma che nel loro cuore lo sanno perfettamente. Non mi ascoltò, era assorta nei suoi pensieri.
-A cosa pensi esattamente, Sam?- le chiesi.
-Alla tua pettinatura. Dobbiamo cambiare il tuo taglio, ma non so come ti starebbe meglio- rispose. I miei occhi erano quasi fuori dalle orbite.
-Che cosa? Stai per caso scherzando?- dissi toccando i miei capelli, manco volessi proteggerli.
-No, affatto. Non scherzo. Domani pomeriggio andremo dalla parrucchiera, ho già parlato con lei. Ti farà provare delle parrucche, quella che ti sta meglio sarà il tuo nuovo taglio. – disse molto convinta di sé. Risi.
-La parrucchiera ti ha permesso di..- iniziai a dire.
-La parrucchiera è mia zia, e mi ama perché ha due figli maschi. – disse lei e rise. Poi continuò a truccarmi, mi fece un’ultima fotografia e mi fece segno di alzarmi.
-Non toglierlo, sei bellissima- disse. Mi guardai allo specchio, mi prese un colpo. Avevo un rossetto rosso scuro, una striscia di matita di quasi un centimetro e l’ombretto era verde scuro. Presi una salvietta, e iniziai a togliermi dal viso ogni segno di trucco. Poi guardai Sam e scossi la testa. Quella ragazza stava proprio male.
-Ah, ancora una cosa. Tra una settimana, sabato mattina, andremo a comprare il tuo abito. Poi sceglieremo il trucco coordinato. Tu farai tutto il resto- disse Sam.
-Cosa sarebbe esattamente tutto il resto?- chiesi preoccupata.
-Bho, contare quanti giorni mancano, essere in ansia..- disse. Alzai gli occhi al cielo, anche se probabilmente avrei fatto tutto quello che Sam aveva appena elencato. Dopo aver detto questo, Sam accese il PC e cantò con il karaoke tutte le canzoni di Justin Bieber, sbagliando tutte le note. Ri-scossi la testa e ri-alzai gli occhi al cielo.
-Non capisco come facciate ad odiarlo. Lui è così..- dissi, cercando una parola.
-Stupido. Un bambino con la voce da femminuccia.- disse lei. Poi mi accompagnò a casa che era già tardi. Dopo un paio di minuti che entrai in casa, Mattew mi chiamò.
-Dimmi Mattew- gli dissi senza nemmeno salutarlo.
-Ehm.. No, nulla. Ti ho solo chiamato perché ho saputo che andrai al concerto di Bieber- disse lui. Che dolce, mi aveva chiamato anche se il giorno dopo ci saremmo incontrati a scuola.
-Sei davvero carino- risposi io.
-Ehm… Adesso devo scappare, ciao dolcezza- disse. Non ebbi neanche il tempo di salutarlo. Mi aveva chiamato dolcezza. Chiamai urgentemente Sam, raccontandogli parola per parola della nostra conversazione. Parlammo a telefono fino a mezzanotte, analizzando per lo più il significato di ‘dolcezza’. A mezzanotte io e Sam eravamo così stanche che attaccammo senza nemmeno salutarci. Mi addormentai cantando ‘Baby’, la prima canzone di Justin.
 
Mi svegliai con un problema. No, non era il problema che mancavano solo 39 giorni, che era ancora e già allo stesso tempo l’uno Marzo. Non volevo che Justin cantasse ‘One Less Lonely Girl’.
-Perché? – mi chiese Christine quando arrivai in classe. Lezione di chimica, Sam non faceva parte di quel corso. Christine era molto simpatica, lei non prendeva in giro Justin Bieber. Mi ascoltava e annuiva, e alle volte mi confortava. Chris è molto bella: capelli biondi, occhi verdi e un fisico da urlo. Ogni volta che le dicevo che aveva un fisico bellissimo lei rispondeva che io non ero certo grassa.
-Quando ai concerti canta quella canzone porta una ragazza sul palco. Mi sentirei malissimo se non fossi io- le spiegai. Ci avevo pensato nella notte, quando avevo sognato che portava sul palco una ragazza che era vicino a me. Chris annuì.
-Capisco. Sai cosa devi fare? Non devi pensarci. Devi soltanto stare lì e divertirti. Poi quando canta quella canzone ci pensi. Magari porta te sul palco.- disse lei sorridente. Era sempre molto gentile con me.
-Vorrei, ma è un po’ difficile che io ci riesca-risposi.
-Ti capisco benissimo. Ma quando sei lì è qualcosa di speciale, dimenticherai tutto.- disse lei con aria sognante.
-Anche tu sei andata ad un concerto?- le chiesi curiosa. Annuì.
-Sono andata a due concerti dei Muse. Io li adoro. Il primo concerto fu bellissimo, anche se non riuscii ad avere il loro autografo. Al secondo ero più tranquilla, ma fu fantastico soprattutto perché li incontrai tutti. Feci persino una foto con loro. – spiegò lei. Ora ero curiosissima. L’ora era appena finita, avevamo tempo per parlare.
-Raccontami cosa si prova- le chiesi.
-Con piacere, ma non cambierà le cose. È qualcosa di speciale, e credo che ognuno lo prova a modo suo. Io, prima di andare, non ero in ansia. Quando arrivai lì fu davvero un colpo. I Muse non erano ancora arrivati, ma per essere ai primi posti ero lì due ore prima. Le gambe tremavano. Caddi persino a terra. Il cuore mi batteva e avevo le farfalle allo stomaco. Quando poi iniziarono a cantare fu ancora più emozionante. Non so spiegartelo… Fu come se lì, tra più di 30 mila persone, ci fossimo solo io e i Muse, con le loro fantastiche canzoni- disse lei.
E con queste parole, quasi mi passò la paura per quella canzone. Sarebbe stato fantastico, anche se io non fossi salita su quel palco. 



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