You&Me

di Sparrowhawk
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** World is mine - opening ***
Capitolo 2: *** Worls is mine - middle ***
Capitolo 3: *** World is mine - ending ***



Capitolo 1
*** World is mine - opening ***


Titolo: You&Me - World is mine
Fandom: VOCALOIDs
Personaggi: Miku Hatsune; Kaito
Rating: Verde
Genere: Sentimentale; Romantico; Fluff
Altro: AU
Note: Tuuuuuuutta questa fanfiction è scaturita dalla canzone di Miku, World is mine appunto. Quando ho sentito la versione cantata da Kaito e quella di loro due assieme non ho avuto più dubbi. DOVEVO metterli assieme.


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Miku seguì il suo Master per il corridoio, riflettendo attentamente su quello che i superiori le avevano appena detto.
"L'ultima canzone che hai fatto, "World is mine", ha avuto molto successo...ma abbiamo pensato che potrebbe avere più forza se la interpretassi con uno dei Vocaloid maschio che abbiamo a disposizione. Per esempio...con Kaito.".
Le sembrava quasi assurdo che fra tutti, avessero fatto in particolare il suo nome.
Lui, che prima di ogni altra cosa rappresentava tutto per lei, era stato scelto proprio dalla compagnia per essere il suo partner. Non poteva crederci.
Una coincidenza che non stava ne in cielo ne in terra ai suoi occhi.
Adesso che aveva deciso di abbandonare il suo amore nei suoi confronti, adesso che finalmente si stava abituando all'idea di lasciarselo alle spalle, se ne uscivano fuori con una sentenza simile, senza un minimo di riguardo per quello che provava lei.
Si bloccò quando realizzò una cosa: nella canzone che aveva composto "World is Mine", parlava del fatto che, nonostante lei fosse la reginetta del mondo intero e tutti le volessero bene, l'unica persona che invece amava non la guardava.
O comunque non si rendeva conto veramente di quello che sentiva.
Inoltre parlava anche di quanto lei stessa si comportasse da dura quando invece voleva solo essere protetta.
In pratica...descriveva il suo affetto per Kaito.
Tutti sapevano che erano molto uniti, visto che stavano sempre assieme, ma non credeva che persino i superiori avessero capito che il suo era amore, non amicizia.
"Per loro una nostra relazione sarebbe un gran colpo visto che siamo i vocaloid più quotati..." si disse ricominciando a camminare dietro al suo Master "...perciò si sentono in dovere di darmi una spinta...".
Sbuffò arrabbiata ed infastidita. Non potevano fare così, la vita era la sua e se diceva che non voleva più avere a che fare con Kaito, voleva dire che non voleva avere niente a che fare con Kaito...giusto?!
-Bene Miku, per oggi abbiamo finito...- il suo Master si fermò non appena raggiusero la suit della ragazza -...quando vuoi puoi scendere per raggiungere gli altri. Hai fatto un buon lavoro, brava!
Miku sorrise.
Se si fosse innamorata di uno come il suo Master, Kyosuke, non avrebbe avuto problemi. Lui era sveglio, simpatico ed allegro ogni giorno della sua vita.
Avrebbe capito subito quello che sentiva senza costringerla a fare i salti mortali per provare a dirglielo.
-...grazie...forse dopo scendo.
Lo salutò e si ficcò in stanza, correndo verso il letto a baldacchino e fiondandovisi sopra senza alcun ritegno.
Voleva piangere ma non ce la faceva.
Kyosuke aveva detto che si sarebbe occupato lui stesso di informare Kaito della situazione e, molto probabilmente, se fosse salita nella saletta privata dell'Hotel dove tutti i Vocaloid si ritrovavano a giorno lavorativo concluso, lo avrebbe visto e ci avrebbe anche dovuto parlare.
Per di più, visto che avrebbe certamente accettato, dovevano lavorare insieme per decidere cosa doveva cantare Kaito.
Si alzò e si mise seduta, stringendo il suo cuscino al petto.
Tanto valeva pensarci subito allora, così si sarebbe risparmiata il tempo.

Sekai de ichiban o hime sama souiu atsukai kokoro e te yo ne
(The nunber one princess in the world)



Canticchiò la prima frase della canzone riflettendo sul da farsi.
Se lei era la principessa numero uno del mondo...per forza di cose Kaito doveva fare il suo principe azzurro. E sempre per lo stesso motivo...se lei era una principessa convinta che l'unica persona importante al mondo era lei, allora Kaito doveva convincerla del contrario.
"Sekai de..." ripetè a voce alta "Sekai de...".

Sekai de ichiban ohimesama waka tteirukara o mae ha ore no yome
(Number one princess in the world, I know that, so you are my Bride)



La voce di Kaito la fece sussultare.
Il ragazzo era entrato in camera sua senza alcun permesso e intromettendosi nelle sue congetture. Non che fosse la prima volta, visto che erano soliti passare ore ed ore assieme nelle rispettive stanza a parlare, ma adesso era diverso.
E lui lo sapeva.
-Direi che così dovrebbe andare non pensi?- le chiese lui sorridente e avvicinandosi al suo letto con fare calmo ed elegante -...ammetto che me la era già preparata.
Miku non disse niente, continuando a fissare davanti a se.
Non voleva guardarlo negli occhi perchè sapeva che se si fosse persa in quel cielo azzurro sereno, poi non sarebbe più stata in grado di uscirne.
Kaito sospirò, intuendo che Miku ce l'aveva ancora con lui per qualche oscuro motivo.
Non sapeva cosa avesse fatto di così orrendo, ma si sentiva male quando lei non gli parlava.
-...senti Miku- cominciò -...per favore dimmi cosa succede. Non ce la faccio più a sostenere questa situazione. Siamo amici, tu puoi dirmi tutto quello che vuoi.
Dicendo ciò allungo la mano per accarezzarla, ma Miku si scostò bruscamente lasciandolo a bocca aperta.
-Adesso basta Miku!- esordì innervosendosi -Dimmi che hai!
-Non ho niente!- strillò lei tirandogli il cuscino in faccia e voltandosi dall'altra parte.
-Niente?!- urlò l'altro -Questo me lo chiami niente?!
La afferò per un braccio dimostrando che anche lui aveva dei limiti in fatto di pazienza.
Se almeno avesse capito cosa la turbava!
-Cosa c'è?- chiese ancora fissandola.
Miku girò la faccia dall'altra. "Non devo guardarlo, non devo...".
-Ti dico che non c'è niente...
Kaito le prese la faccia fra le mani e poi la guardò dritta negli occhi -Bugiarda...
Grosse lacrime cominciarono a scendere dagli occhi della ragazza nello stesso istante in cui ricambiò lo sguardo di Kaito. Lo sapeva che le sarebbe bastato guardarlo per rischiare di parlare. Lo sapeva dall'inizio, per questo aveva deciso di non parlargli più.
-...Meiko...- sussurrò tra i singhiozzi.
-Come?
Kaito detestava vederla piangere. Lo detestava con tutto se stesso, però non glielo aveva mai detto, neanche una volta.
Non ci era mai riuscito.
-Meiko!- strillò allora Miku ritrovando la sua rabbia e spingendolo via -Tu hai baciato Meiko! Io vi ho visti e non te lo perdonerò mai, mai!
Lui fece per parlare ma Miku non gliene diede il tempo.
-Avevi detto che non stavate più assieme! Avevi detto che non provavi nulla per lei! Avevi detto che l'unica principessa ero io! Lo avevi detto!
Lo spinse fuori dalla porta e la richiuse a chiave alle sue spalle prima che Kaito si voltasse di nuovo e potesse entrare.
-Aspetta...- disse infine quest'ultimo -...aspetta lascia che ti spieghi!
-VATTENE! Io ti odio!
Kaito rimase pietrificato nel sentirsi dire una cosa del genere proprio da lei, dalla sua piccola Miku.
-...mi andava bene essere tua amica perchè pensavo che fossi io la persona più importante per te...la tua principessa...
Miku continuò a parlare mentre piangeva, perchè sapeva che lui era ancora lì di fronte alla porta della sua stanza. Lo sentiva indistintamente.
-...ma quando vi ho visto...sono stata così male...Non voglio più soffrire così, non voglio!
Kaito poggiò una mano sulla porta e abbassò lo sguardo.
Dall'altra parte anche Miku fece lo stesso, posizionandola proprio dove c'era anche quella del suo amore...del suo principe.
Kaito.
Non c'erano più parole che valesse la pena di pronunciare.
Lui aveva una spiegazione, sapeva che ce l'aveva, ma lei non la voleva sentire.
Non ce la faceva.
Ogni volta che lo vedeva le tornavano alla mente le immagini di lui con Meiko che si baciavano. Era troppo per lei.
Troppo doloroso.
Troppo triste.
"Possibile che anche quando so di odiarti come nessun'altro..." pensò scivolando a terra in ginocchio e appoggiando il capo alla porta "...sei anche l'unico che so di amare più del mondo intero...?".
Si girò e diede le spalle alla porta portandosi le ginocchia vicino al petto e rannicchiandosi lì da sola al buio, mentre piangeva altre lacrime amare per un amore che credeva non corrisposto e senza speranza.
...Purtroppo non sapeva che dall'altra parte, dagli occhi di Kaito, stavano cadendo quelle stesse lacrime che adesso imbrattavano i suoi abiti.

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Capitolo 2
*** Worls is mine - middle ***


-Mi speghi perchè hai queste tremende borse sotto gli occhi Mikuchan?
La truccatrice che faceva parte dello staff la osservò attraverso lo specchio ancora sconcertata dalla vista di quelle occhiaie assurde.
Era più o meno la sesta volta che le chiedeva come e perchè le aveva, ma Miku, nonostante le avesse risposto tutte e sei le volte, non le aveva mai detto al verità.
Ovvero, non le aveva rivelato che era rimasta in piedi tutta la notte a singhiozzare per il modo in cui aveva litigato con Kaito.
Solo loro due ne erano a conoscenza.
Fortunatamente la mattina, alla colazione di gruppo, lui non si era fatto vedere e perciò Miku aveva potuto godersi un minimo di serenità con gli amici senza la costante paura di un nuovo confronto con Kaito.
La cosa brutta era che invece Meiko c'era e, almeno a suo parere, non aveva smesso di fissarla per un secondo.
Sembrava che la stesse studiando. Chissà cosa voleva adesso...
Non le bastava aver rovinato la sua amicizia con Kaito per sempre?
Non le bastava aver distrutto i suoi sogni d'amore con una sola semplice azione?
...non le bastava vederla ridotta in quello stato pietoso?
-Sono rimasta sveglia a pensare alla nuova canzone che devo scrivere...- rispose nuovamente Miku abbandonando quei pensieri cupi -...non è una cosa semplice come pensavo!
Sorrise, tentando di non far notare a nessuno che il suo solito umore solare si era tramutato in altro e si era andato a nascondere tre metri sotto terra.
-Oh insomma Mikuchan...- disse allora Ai (la truccatrice) sbuffando -...come te lo devo dire che per la tua pelle delicata non va bene questo atteggiamento? Se non vuoi che ti vengano le ruge dovresti riposare di più!!
Miku rise sonoramente -Sono giovane per pensare alle rughe, ho solamente 16 anni!
-Bisogna cominciare presto. Prevenire è meglio che curare mia cara!
Risero insieme come sempre quando si doveva truccare.
Miku non aveva avuto alcuna difficoltà a diventare amica dell'intero staff.
Essendo molto disponibile ed estreversa nonchè una pasticciona assurda, era stato facile conquistarsi l'azienda e il pubblico.
Persino i facchini dell'hotel la conoscevano e la chiamavano per nome.
L'unica persona con cui non era mai riuscita ad entrare in contatto era Meiko.
Avendo 20 come Kaito ed essendo la più vecchia fra le vocaloid femminili era ovvio che vedesse la sua entrata alla Sony come un vero e proprio affronto personale.
Senza contare il fatto che anche Kaito sembrava essersi subito affezionato a lei, allontanandosi ancora di più dalla loro storia d'amore.
Che lo stesso Kaito assicurava come finita.
Miku strinse i pugni "Se fosse finita non la avresti baciata..." si disse ancora convinta della sua colpevolezza "..non lo avresti mai fatto!".
-Bene basta ho finito, puoi andare dal tuo Master!
Ai la riportò alla realtà.
Kyosuke la stava aspettando fuori dal camerino per il servizio fotografico sul nuovo singolo, World is Mine.
Sorrise ricordandosi di quanto amasse posare per le canzoni che scriveva: ogni volta interpretava personaggi differenti. Nuovi vestiti, nuovi accessori, nuove posizioni strane!
Tutto diventava divertente!!
Corse fuori e saltò al braccio di Kyosuke facendosi guidare per lo stage.
-Allora, ho una sorpresa per te Mikuchan!
Il Master di Miku sogghignò serenamente mentre, a bracetto con lei, la portava sul set per farle fare le foto. Sembrava felice ed emozionato, cosa che incuriosì di non poco la ragazza. Non che Kyosuke non fosse un tipo divertente, ma raramente era così disposto a condividere le sue emozioni più personali.
-Una specie di regalo?- disse allora Miku eletrizzata.
-...una specie, sì!
-Dimmi dimmi dimmi!!
Kyosuke la prese per mano e, sospingendola nel mezzo del set, confessò il suo segreto.
-Anche Kaito parteciperà alla servizio fotografico!- esordì alla fine facendo però quasi svenire sul colpo la povera Miku -Non sei contenta? So quanto gli vuoi bene e allora ho convinto la compagnia ad anticipare il vostro servizio...
Si avvicinò a lei per sussurrarle qualcosa nell'orecchio -...in reltà ti ho vista un pò giù di morale in questi giorni...così ho pensato che lui ti potesse aiutare.
Miku sorrise ignorando completamente il suo desiderio di scappare a gambe levate per andare a nascondersi nel bagno a continuare il pianto della stessa sera. Non voleva far sentire in colpa il suo Master, visto e considerato quanto si era impegnato e si stava impegando tutt'ora per lei.
Si sforzò nel risultare il più credibile possibile parlando -...Sì, grazie mille Kyosuke. Avevo proprio bisogno di passare del tempo con lui. Ultimamente non ne abbiamo avuto modo...
-Davvero? A me non sembra...
Una voce a lei fin troppo familiare la fece irrigidire di colpo, costringendola a voltarsi molto lentamente.
Kaito era lì, di fronte ai suoi occhi, che la guardava in un modo adirato che non gli aveva mai visto usare con nessuno. La fulminò non appena tentò di guardarlo in volto.
Le faceva paura.
Più di ogni altra cosa, in quel momento le faceva paura.
-Da quanto ci stai aspettando? Ti vedo un pò nervoso!
Kyosuke andò immediatamente a strigergli la mano, portando un piccolo sorriso sul volto del ragazzo. Miku osservò la scena ancora tremante ed incredula.
-...non preoccuparti, sono qui da poco- disse allora Kaito calmo -...è che ho dormito pochissimo stanotte.
Alzò nuovamente il viso per intercettare gli occhi di Miku facendola arrossire -...c'era un pensiero fisso che mi tormentava.
Quel pensiero era semplice: confessare o no a Miku quello che provava?
Kaito era rimasto sveglio ore ed ore solo per decidere quella cosa. Aveva sempre pensato che gli andava bene essere semplicemente suo amico perchè sapeva che Miku parlava e si comportava solo con lui in quel modo. Senza contare che lui aveva vent'anni, mentre Miku solo sedici.
Cosa avrebbe detto la gente? E la casa discografica?
All'inizio quelle domande lo avevano assillato fino allo stremo...
Ma adesso era arrivato ad un punto in cui quelle stesse domande risultavano superflue ed inutili...
Perchè nessuno gli sembrava più importante del suo amore per lei.
Il Master di Miku abbandonò presto la scena visto il sollecito del fotografo.
Bastarono pochi scatti per far entrare la cosa nel vivo: ordini, suggerimenti, cambio delle luci e degli sfondi. Il mondo di un modello era quello e ci si doveva abituare senza alcuna remora. Dopotutto, senza un'adeguata pubblicità, nessuno di loro sarebbe stato lì adesso.
I set scelti erano più o meno identici, con gli stessi colori.
Viola, nero e bianco. Mobili da lolita erano sparsi un pò ovunque ad adornare i vari habitat. Divani, poltrone piene di cuscini ed un fantastico lettone rotondo che a Miku sembrò immediatamente un sogno.
"Almeno se mi concentro sul lavoro non rischio di notare quanto è arrabbiato Kaito" si disse Miku pensierosa, non sapendo però il reale motivo dell'ansia che attorniava il povero ragazzo.
Lui stava aspettando l'occasione giusta e, alla fine, quella si presentò su un piatto d'argento.
Stavano facendo delle foto quando, pur sempre per ordine del fotografo, Kaito riuscì ad avvicinarsi con la bocca all'orecchio di Miku potendo dirle quello che stava pensando.
-...non ti terrò nascosto che ora che so perchè ce l'hai con me mi sento un attimino offeso...- sussurrò pur mantenendo un viso consono al suo personaggio -...ma voglio che tu sappia che non ti ho mai mentito quando ti ho detto che l'unica principessa per me eri tu. Non potrei mai, e dico mai, sostituirti perchè...sei troppo speciale per me.
Notando gli occhi sorpresi di Miku aggiunse un'altra cosa giusto poco prima che venisse proclamata la pausa -...sei bellissima oggi.
E la lasciò così, con quella bomba fra le mani, scappando via prima che vedesse il suo viso rossastro.
"Non ti ho mentito...l'unica principessa per me sei tu...sei troppo speciale per me".
Miku arrossì ripensando a quelle parole.
Voleva dire che...
Alzò lo sguardo e lo vide mentre la guardava di soppiatto cercando di capire se aveva intuito il messaggio insito nelle sue parole.
Kaito sperava davvero che ci arrivasse da sola, per non costringerlo a diventare rosso più di quello che già era. Era vero che aveva baciato Meiko, ma non era vero che lo aveva fatto di sua volontà anzi.
Meiko era ubriaca e si era comportata in modo strano per tutta la sera, sfociando poi la sua follia temporanea in quell'unico atto che anche Miku aveva visto.
Lo aveva baciato lei e, nonostante tutto, Kaito l'aveva respinta immediatamente.
Non voleva darle false speranze.
Aveva già trovato la principessa che aveva completamente rapito il suo cuore.
E quella era solamente la sua piccola Miku.

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Capitolo 3
*** World is mine - ending ***


"Non preoccuparti...vedrai che presto nevicherà..."
"No non è vero, lo dici solo per farmi piacere!"
"...invece ti assicuro che nevicherà e quando succederà verrò dritto da te e ti porterò fuori a fare il pupazzo di neve migliore del mondo!"
"...davvero...?"
"Davvero"
"Prometti?!"
"...prometto"


DRIIIIIIIIIIINNNN!!
Il suono dellla sveglia la fece sussultare immediatamente impedendole di rimuginare oltre su quello che aveva appena finito di sognare.
Anzi, in realtà quello non era un sogno, ma un'ossessione.
Il ricordo più lontano che aveva, dopo l'incidente in macchina, era quello dell'inverno dei suoi dieci anni, in cui aveva incontrato quel ragazzo misterioso che era riuscito a tirarla su di morale quando ce lo aveva a terra.
Aveva promesso di fare un pupazzo straordinario con lei se avesse nevicato...
...ma dopo quella volta Miku non lo aveva più visto.
Ci pensava sempre, ogni giorno almeno un minuto, ma una cosa che non riusciva a richiamare era il viso del ragazzo. Era come se lo avesse completamente cancellato.
Non esisteva più, era scomparso. Aveva tentato di ritrovare quel volto, però non ci riusciva mai. Neanche fosse così complicato fare una cosa che tutti gli altri facevano senza fatica.
Però lei aveva la scusa che dopo quegli avventimenti aveva rischiato di morire in un incidente per colpa di pirata della strada.
...era una scusa che almeno la aiutava a non sentirsi in colpa per averlo dimenticato.
Ma in fin dei conti perchè si sarebbe dovuta sentire male per lui?
In fin dei conti era per colpa sua che, nel suo paese dopo quella bella nevicata, lei era andata al parco giochi per cercarlo senza però trovarlo. Era colpa sua se alla fine era andata in strada per vedere se arrivava...e colpa sua se dopo quella macchina la aveva messa sotto a quel modo brusco e violento.
Si tirò su lentamente sentendosi una vipera per quello che aveva appena pensato.
-Meglio che mi alzo...- disse facendo un bello sbadiglio e realizzando che quello era il giorno in cui avrebbe inciso World Is Mine con Kaito. Spalancò gli occhi felice e balzò giù dal letto a piedi uniti fiondandosi nel suo armadio per recuperare il migliore vestito che avesse a disposizione: per lui voleva essere la più bella del mondo! In assoluto!
Sopratutto visto quello che le aveva detto giusto qualche giorno prima...
"Non ti ho mentito...l'unica principessa per me sei tu...sei troppo speciale per me".
Arrossì da sola ripensadoci ancora leggermente incredula.
Kaito la amava, lo aveva capito adesso.
Che stupida che era stata a dubitarne. Davvero stupidissima!
Corse in bagno e si preparò alal velocità della luce, pur facendo molta attenzione a non sbavare il lucidalabbra o a mettere troppo ombretto vista la fretta che aveva nel vederlo.
Purtroppo Kaito era partito per Kyoto il giorno dopo e, sebbene si fossero sentiti parecchio via internet e telefono, sicuramente non era la stessa cosa che averlo in carne ed ossa ogni giorno al suo fianco. Voleva vederlo...dio solo sapeva quanto.
-Miku!! Devi sbrigarti se non vuoi arrivare in ritardo!!
Il suo Master era già arrivato, il che voleva dire che era in un ritardo astronomico.
Prese i suoi ultimi effetti e si precipitò ad aprire la porta stampandosi un sorrino a trentadue denti in volto -Andiamo?- disse afferrando il braccio del Master senza permettergli di perdere altro tempo a rimproverarla. Lo sapeva già da sola che aveva la brutta abitudine di svegliarsi talmente tardi da fare ritardo ogni santo giorno...

Spalancò la porta dell'ufficio del Master di Kaito con tutta la forza che aveva dando per l'ennesima volta prova di quanto fosse impaziente e infantile a volte pur avendo la bellezza di sedici anni. Non salutò Julieth non appena notò che Kaito non era ancora arrivato.
Era delusa in realtà, ma quando Kyosuke le diede una gomitata nel fianco si costrinse a sorridere nuovamente e a parlare con la gentilezza che era solita contraddistinguerla.
-Saaaaaaaaaaaaaaaaalveeee!!- disse, facendo ridere il Master di Kaito, Julieth.
-Come al solito sei piena di energia vero?- esordì allora Julieth segnando la porta sfondata dal colpo di "Judo" della piccola Miku.
Miku si fece piccola piccola portandosi la mano sulla testa in segno di scuse.
Non era sua intenzione ma a volte la sua forza si liberava in un momento unico senza darle il tempo di ponderarla come si doveva. Una cosa assurda visto come era magra e senza muscoli ce potessero essere definiti tali.
Trascorsero alcuni minuti di silenzio per lei, mentre i due Master si scambiavano sagaci scambi di battute sul lavoro che avevano da fare quel giorno. Nessuno però toccava il fatto che Kaito non era ancora entrata nella stanza...
"Va bene..." pensò Miku cercando di calmarsi "...mi sto preoccupado troppo...".
In effeti era vero. Era in ritardo di pochi secondi non c'era motivo di essere isterica!
Cominciò a giocherellare con i capelli senza badare più di tanto ai discori di Kyosuke e Julieth. Non le interessava sapere quello che doveva fare, per lei era importante solamente vedere Kaito.
...riabbracciarlo...
...sentire la sua voce e il suo tocco gentile.
Le sarebbe bastato quello e tutta la sua ansia sarebbe scomparsa se lo sentiva.
Guardò fuori: la neve stava scendendo dolcemente dal cielo, facendo diventare il paesaggio esterno fra i grattaceli di Tokio completamente bianco. Amava la neve, al adorava anche dopo quello che era successo, però non si era più permessa di fare un pupazzo di neve anche se si divertiva molto a farlo.
Avrebbe voluto farlo con quel bambino e lui glielo aveva promesso...forse sperava ancora di rivederlo e di poter così giocare assieme come si erano promessi.
Come lui gli aveva promesso...
Adesso che ci pensava quel giorno era l'anniversario del suo incidente.
Sospirò ricordando il rumore dello stridere dei freni della macchina e del buio che la aveva soprafatta in un istante. Le faceva ancora male pensare a quel ricordo e sopratutto le faceva paura.
-...fatemi indovinare...
Una voce a lei più che familiare la scrollò dai suoi pensieri cupi per riempirla di una gioia e di un calore che provava solamente con un unica persona -...Miku è passata di qua.
Kaito le sorrise dolcemente notando il suo viso pieno di felicità. Miku non badò nemmeno al suo commento e gli corse incontro spalancando le braccia e stringendolo forte in vita affondando la faccia nel suo petto.
Il suo profumo di Muschio Bianco la travolse.
Come amava il suo profumo! Come amava Kaito!
Kyosuke e Julieth si guardarono in faccia ridendo: erano felici che i loro due vocaolid andassero così d'accordo. Lo trovavano costruttivo per entrambi e sicuramente molto furbo per il loro rispettivo merciandising.
Kaito si portò Miku dietro fino al divanetto di fronte alla scrivania della sua Master facendo sedere sedere la ragazza al suo fianco. Non sembrava per nulla decisa a mollarlo per il momento e a lui, con tutta la sincerità del mondo, non dispiaceva averla così vicino. Le era mancata davvero molto in quel breve periodo di lontananza perciò poterla coccolare come faceva sempre (dopo quel brutto periodo di astinenza) lo faceva stare bene con se stesso.
Guardò un secondo Julieth.
-Quando registriamo?- chiese infine un pò più serio.
Il suo Master lo guardò strano -...beh nel pomeriggio perchè?
-Perchè io avrei da fare questa sera...perciò vorrei tenermela libera se non vi dispiace.
Miku alzò lo sguardo vero di lui con un punto interrogativo dipinto in volto.
Aveva da fare?
E tutti i bei progetti che avevano fatto via telefono?? Che fine avevano fatto?
Kaito capì subito quello che pensava e la strinse ancora più forte.
Non voleva che si arrabbiasse ancora visto che poi il suo affare centrava con lei direttamente. Solo che non poteva spiegarglielo altrimenti avrebbe rovinato al sorpresa!!
-...quindi stasera non ci vediamo?- chiese la ragazza delusa. Cercò di non dare troppo a vedere che dentro di lei stava urlando come una pazza alla sola idea di non avere il suo adoratissimo ragazzo (che problema c'era nel pensarlo?) tutto per se nemmeno quando era tornato da lei.
-No no...certo che ci vediamo...- esclamò allora Kaito facendole prendere un colpo che la fece addirittura sobbalzare. Non era preparata ad una tale reazione da parte del ragazzo visto che di solito era calmo e pacato in ogni sua azione -...figurati se mi perdo l'opportunità di stare con te!! Neanche morto accidenti!
Si morse la lingua nel suo tentativo di essere esagitato, facendo ridere tutti quanti. Non era per niente da lui fare così ma faceva lo stesso, se Miku avesse cominicato a dubitare del suo affetto nei suoi confronti la loro storia sarebbe morta ancora prima di cominciare.
...adesso però aveva fatto capire che aveva organizzato qualcosa di importante per Miku.
Si sbattè la mano in faccia chiedendosi perchè doveva sempre essere così trasparente anche quando doveva tenere un segreto a fin di bene!
Fece spallucce e pensò che tanto le avrebbe rivelato tutto quella stessa sera.

Miku corse su per le scale dell'Hotel per raggiungere lo spiazzo della terrazza che era scoperto, cercando di fare più attenzione possibile a dove metteva i piedi. Era in ritardo, di nuovo, e voleva vedere cose le aveva preparato Kaito per quella serata speciale.
Si era fatta mille domande, davvero mille di numero, ma non era riuscita a trovare risposta.
Buio totale.
Si fermò di fronte alla porta afferrando la maniglia e respirando a fondo, nel vano tentativo ci trovare il coraggio che le stava mancando. Le gambe era molli, le mani tremavano, la sua mente vagava da una preoccupazione all'altra senza trovare un filo logico, il suo corpo era rigido.
Si sentiva persino la bocca secca, ma alla fine spalancò la porta lentamente.
Osservò incredula quello che si ritrovò di fronte: lì, davanti a lei e nel perfetto mezzo della terrazza, c'era un pupazzo di neve bello grande anche se un pò storto che teneva un cartello in mano con su scritto "SCUSAMI SE SONO IN RITARDO!".
Miku lì per lì non capì, ma avvicinandosi al pupazzo cominciò a far funzionare gli ingranaggi nel suo cervello collegando le cose che fino a quel momento le erano sfuggite.
Il modo in cui Kaito la faceva sentire...così familiare e stranamente coinvolgente.
La sua voce...che aveva la capacità di farla calmare e diventare allegra in breve tempo.
Le sua mani dolci su di lei...quel calore che le trasmetteva...tutto le era sempre sembrato nostalgico. Tutto quanto.
Lo aveva amato dal primo istante in cui lo aveva visto pur non comprendendone il motivo.
Si era sempre domandata come mai le era piaciuto così, senza averci mai nemmeno parlato...
E adesso finalmente lo sapeva.
Le venne da piangere e si portò le mani agli occhi cercando di non sembrare una bimba di tre anni. In quel preciso momento sentì la mano di Kaito mentre le metteva al collo la sua sciarpa azzurra che non mollava mai in nessuna occasione. Si voltò verso di lui e lo guardò dritto negli occhi.
-Lo sai...- disse calmo Kaito prendendole il viso fra le mani -...io non volevo scomparire a quel modo. Solo che quel giorno mi avevano portato in città a casa per festeggiare la Vigilia con amici di famiglia...e quando sono tornato, ho scoperto quello che ti era successo...
Kaito sembrò triste e mortificato nel parlare di quella cosa e Miku poteva comprenderne il motivo. Dopotutto lei stessa lo aveva accusato, quella stessa mattina.
-...non ho più avuto il coraggio di farmi vedere...
Miku strinse le mani intorno alla giaccia blu scuro di lui sempre piangendo ma fissandolo senza esitazione. Era il momento delle spiegazioni che aveva aspettato per tutto quel tempo pur non ammettedolo a se stessa.
-Poi ti ho rivista un anno fa, nella saletta del tempo libero in mezzo al resto dei Vocaloid e mi sono sentito quasi morire dalla felicità. Ti ho riconosciuta subito Miku, non ti ho mai dimenticata...mai, neanche per un secondo. E come potevo...
Le asciugò le lacrime con un dito avvicinandosi al suo volto lentamente ma inesorabilmente.
Il bacio che le diedi fu semplice, pulito, per nulla esageratamente violento e pieno di passione e affetto. Proprio come Kaito stesso. Era un bacio che lo rappresentava completamente e Miku assaporò quel momento in tutto il suo splendore.
Avrebbe voluto che non si staccasse mai da lei, ma alla fine il distacco fu inevitabile.
-...io ti amavo già allora...- continuò lui.
Appoggiò la sua fronte su quella di Miku, socchiudendo gli occhi e sorrridendo sarcasticamente -Ho persino tentato di sostituirti nel mio cuore con qualcun'altro ma è stato tutto inutile nel momento in cui tu sei riapparsa nella mia vita. Ti amo Miku...
Sussurrò a cuor leggero e sinceramente.
-...ti amo da morire...
La strinse forte e non la lasciò più andare per almeno cinque minuti buoni, poco prima di sollevare contemporaneamente le faccie per vedere il cielo che rilasciava quei piccoli fiocchi bianco argentati. Era uno spettacolo unico e finalmente, dopo anni di attesa per entrambi, potevano goderselo assieme. Uniti. Innamorati.
A Miku però venne un dubbio.
-Avevi detto che mi avresti fatto il pupazzo più bello del mondo o sbaglio?
Kaito la guardò perplesso -...perchè non ti va bene questo?
Miku sorrise baciandolo velocemente.
-...certo che va bene!- disse ridendo -Ma a me sembra quello più bello dell'universo Kaito!
Corse via dal suo abbraccio cominciando a danzare, ridendo come una bambina ben consapevole del fatto che le guance del ragazzo erano diventate rossissime.
Kaito la osservò un secondo e poi sorrise anche lui.
Era felice di averla ritrovata quanto Miku lo era di aver ripreso i suoi ricordi più importanti.
Ma la cosa più importante era che si amavano.
E questo bastava.

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