Tormento d'amore

di albalau
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** capitolo 19 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


Capitolo 1

 

 

La rappresentazione era stata un successo. Entrambe le ragazze avevano portato in scena una dea e un' Akoya indimenticabili.

Maya era stata la prima ad andare sul palco. L'intensità della sua interpretazione aveva colpito tutti. Aveva fatto sentire tutta l'intensità dell'amore di Akoya e la disperazione per non poter vivere questo sentimento. Alla fine c'era stata un'ovazione. Un applauso, durato diversi minuti, aveva accolto gli attori sul palco. Maya era ancora avvolta dalle sensazioni provate nel recitare. I suoi occhi avevano solo cercato i suoi. Per tutto il tempo. E sentiva quello sguardo su di se. Non l'aveva mai abbandonata. Ora, in mezzo a quel fragore, lo guardava. Sperava di essere riuscita a trasmettergli quello che aveva nel cuore. Importava solo quello. Glielo doveva, non solo perché glielo aveva chiesto lui, ma per quello che aveva fatto per lei in tutti quegli anni.

Le luci della sala si accesero lentamente, mostrando agli attori l'entusiasmo del pubblico.

Ora poteva vederlo nitidamente. Bello come sempre. Impeccabile come sempre.

Ma il suo sguardo.......Limpido, intenso, commosso. Sorrideva dolcemente. Un sorriso diretto solo a lei. Sentì il cuore battere velocemente, il respiro le mancò un attimo. Ci era riuscita. Ne era certa. Lo leggeva sul suo viso. Lentamente piegò le labbra in un sorriso, indirizzandolo a lui.

Ma si spense quasi subito. La donna al suo fianco attirò la sua attenzione. Bella, elegante, delicata. Aveva posato la mano sul suo braccio, sussurrandogli qualcosa all'orecchio.

Maya abbassò il capo, tentando di nascondere le lacrime. Per un momento l'illusione dell'incontro di anime l'aveva avvolta. Ma era solo un'illusione, appunto. La realtà era ben diversa. L'uomo che amava più della sua vita, stava per sposarsi con quella bellissima donna e lei..............lei avrebbe dovuto continuare a vivere. Sentì la mano di Sakurakoji che strinse la sua. Con grande sforzo si voltò. Gli sorrise. Ora dovevano andare, tra poco sarebbe stato il turno di Ayumi.

 

Masumi Hayami era senza fiato. La sua ragazzina aveva compiuto un miracolo. Era riuscita ad arrivare al cuore di tutti gli spettatori e, soprattutto al suo. Durante l'intera rappresentazione, non le aveva tolto gli occhi di dosso. Non ci riusciva. Fin dalle prime battute, aveva trasportato tutti nella valle, l'aveva fatta rivivere su quel palco. La sua voce melodiosa e forte, i suoi movimenti delicati, il suo sentimento, il suo dolore. Tutto era reale. La sua promessa, era riuscita a mantenerla. Lui aveva visto e toccato la dea. Si, toccato. Perché aveva di nuovo avvertito le loro anime congiungersi, come quel giorno. Sorrise tra se. Quel giorno. Aveva vissuto un'illusione, ne era sicuro. Lei non poteva, ne avrebbe mai potuto amarlo.

Quando le luci si riaccesero, vide chiaramente il suo viso, i suoi occhi. Non poté fare a meno di sorriderle. Ma rimase colpito quando lei gli rispose. Il suo cuore accelerò i battiti. Stava per fare una mossa molto avventata. L'impulso di andare da lei sul palco era salito dentro di se violentemente. Fu Shiori a fermarlo. La sua fidanzata aveva posato una mano sul suo braccio, cercando di attirare la sua attenzione. Gli parlò anche, ma non sentì le sue parole. Il suo sguardo era concentrato su quell'esile figura sul palcoscenico. La vide abbassare la testa e gli sembrò che una lacrima scendesse dai suoi occhi. Poi il gesto del ragazzo e il sorriso di lei.

Una fitta di gelosia gli attanagliò lo stomaco. Perché, perché quel sorriso, perché quella dolcezza.

Tornò a sedersi cercando di concentrarsi sullo spettacolo di Ayumi. Ma quell'immagine non voleva abbandonarlo.

 

Sakurakoji accompagnò Maya nel suo camerino. Era ancora preso dalle sensazioni che la ragazza

aveva risvegliato in lui. L'amava da molto tempo ed era giunto il momento di mettere in chiaro le cose tra loro.

Chiuse la porta dietro di se e la guardò attraverso lo specchio. Sentendo i suoi occhi, Maya si voltò.

La fissava intensamente. Ebbe un brivido. Sapeva che gli doveva una risposta, lo aveva promesso.

Il ragazzo le andò di fronte e le prese entrambe le mani.

-Maya ti devo parlare.- disse con voce emozionata.

-Lo so Yuu.- gli ripose.

Prese un profondo respiro, poi continuò.-

-Avrai capito quello che provo per te. Io ti amo e molto. So che non ricambi i miei sentimenti, ma prova almeno a darmi, a darci una possibilità.-

La ragazza ascoltava in silenzio.

-Vuoi sposarmi?- le chiese d'improvviso.

Maya ebbe un sussulto. Se lo aspettava, ma comunque rimase sorpresa. Chinò il capo. Voleva bene a Yuu e forse, con il tempo avrebbe potuto anche amarlo e dimenticare Masumi.

No, quello non sarebbe mai accaduto, ma non poteva rinunciare a tutto per colpa di quell'amore impossibile. Rialzò la testa decisa.

-Si Yuu. Accetto di sposarti.-

Sakurakoji la strinse felice e le diede un bacio. Maya si abbandonò a lui, rispondendogli. Non era ciò che voleva, ma doveva. Con quel bacio stava dicendo addio al suo amore.

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


Capitolo 2

 

 

La sala era gremita. Tutti aspettavano, con impazienza, l'arrivo delle due attrici e il conseguente verdetto. Gli ospiti non facevano che parlarne. Nessuno si sbilanciava troppo, anche perché, non sapevano chi scegliere. Entrambe le ragazze erano state splendide.

Masumi stesso era molto indeciso. La sua ragazzina era stata impeccabile, lei era l'unica dea che il suo cuore riconosceva.

Ma non riusciva a scacciare l'immagine di lei che sorrideva a quel ragazzino che le stringeva la mano. Era geloso e non solo di lui, ma di chiunque le stesse a fianco. Sorrise dentro di se. Che diritto aveva? Lui stesso stava per sposare la donna scelta dal padre e non aveva fatto niente per impedirlo.

Il brusio nella sala cessò all'apertura delle porte.

La signora Tzukykage stava entrando con passo sicuro e deciso. Dietro di lei apparvero le due ragazze. Erano splendide.

Ayumi indossava un abito grigio perla, molto aderente e scendeva fino a terra morbidamente. Era tempestato di piccoli strass che luccicavano ad ogni movimento, rendendola ancora più splendente. I capelli erano stati acconciati con leggeri boccoli che sfioravano le spalle nude. Al collo era adornato da una collana con un piccolo diamante al centro con gli orecchini abbinati.

Il vestito di Maya era di color lilla. Senza spalline, corpetto anch'esso aderente e una serie di veli che scendeva a coprirle interamente le gambe. Sul centro della scollatura, era stata appuntata una piccola rosa viola e una stola, dello stesso colore della rosa, ricopriva la schiena e le spalle. Anche lei portava una collana molto sottile con una perla sempre viola e orecchini uguali. I capelli erano stati raccolti in un leggero chignon.

Avanzavano tra due ali di folla, che si era aperta al loro passaggio.

Masumi non riusciva a distogliere lo sguardo da Maya. Mai l'aveva vista così bella, così incantevole, così donna. Era completamente affascinato.

Shiori si accorse dell'atteggiamento del fidanzato. Socchiuse gli occhi, infastidita. Non capiva come potesse essersi innamorato di quell'insulsa ragazza. È vero sul palco era eccezionale, ma al di fuori non era nulla. Ma fra poco non avrebbe più dovuto preoccuparsi. Mancavano due giorni al matrimonio e sarebbe stato solo suo.

La signora in nero salì sul piccolo palco allestito per l'occasione. Le due ragazze si fermarono di fronte a lei. Erano in preda ad un'agitazione sempre crescente. Senza rendersene conto, si presero per mano. Chigusa Tzukykage, vedendo quel gesto, sorrise. Nonostante la rivalità erano riuscite ad instaurare un rapporto di amicizia e lealtà. Nessuno avrebbe mai potuto spezzare quel legame.

La donna si preparò a parlare in un religioso silenzio.

-Do il benvenuto a tutti voi.- incominciò.- Come sapete questa è una serata molto importante. Oggi si deciderà il destino della dea scarlatta.-

Guardò dolcemente Maya e Ayumi.

-Devo farvi i miei complimenti. Siete riuscite a capire quello che volevo da voi. La vostra interpretazione ha superato tutte le mie aspettative. Brave.-

Tirarono un sospiro di sollievo. Mai complimento più grande era arrivato da lei.

-Ma, sfortunatamente devo fare una scelta. La mia è stata una decisione sofferta.-

Guardò prima Ayumi.

-Sei riuscita a superare i tuoi limiti. La tua dea era splendida, etera, divina. Sei riuscita a trasmettere la sua divinità. Ma, nonostante questo, mancava qualcosa al suo amore. Era si appassionato e tormentato, ma mancava di forza.-

Volse gli occhi a Maya.

-Il tuo invece era vero. La disperazione del distacco, l'intensità dei tuoi sentimenti l'hanno reso vivo. Nonostante alla dea mancasse un po di leggiadria e eleganza, l'Akoya che hai interpretato era superba. Mai ho sentito tanto amore e disperazione, neanche quando ero io ad interpretarla.-

Un leggero mormorio si alzò nella sala. Cessò ad un cenno della mano della donna.

-Detto questo non posso fare a meno di eleggere mia erede.....................-

Tutti trepidavano nell'attesa.

-Maya Kitajima!-

Nella sala esplose un boato. Tutti applaudivano forte.

Maya, incredula, si portò le mani al viso e incominciò a piangere per l'emozione. Ayumi fu la prima ad abbracciarla. Le bruciava fortemente l'ennesima sconfitta da parte sua, ma doveva riconoscere i meriti di quella ragazza. Era sempre stata la più brava delle due. Lei, in ogni caso, non aveva niente da recriminarsi. Era fiera di essere giunta fino a li e aveva dato il meglio di se.

Masumi non poteva crederci. Ce l'aveva fatta. Finalmente la sua ragazzina era riuscita a realizzare il sogno della sua vita.

Un giornalista si avvicinò a lui.

-Per la Daito questo è un problema. Non credo che la signorina Kitajima voglia far rappresentare lo spettacolo a lei. Tutti conoscono quello che prova per lei.-

L'uomo si girò infastidito. Non era quello certo il momento per certe affermazioni. Ma doveva controllarsi.

-Per questo intendo parlare con la signorina in questione. Vedrò se riuscirò a convincerla-

Maya era ancora circondata dagli amici che si stavano congratulando con lei. Era felice, come mai. Ma doveva ancora fare una cosa. Ripagare il suo ammiratore per averle dato la possibilità di arrivare fino a li. A fatica riuscì a divincolarsi e raggiungere la signora Tzukykage. Parlarono per qualche minuto. La donna rimase sbalordita dalla richiesta della ragazza, ma lesse decisione nei suoi occhi. L'avrebbe accontentata.

-Signori ho ancora un annuncio da fare. Si tratta dei diritti di rappresentazione.-

Nella sala calò di nuovo il silenzio. Masumi concentrò il suo sguardo sul palco. Cosa avrebbe detto adesso?

Sapeva di aver poche possibilità, ma una piccola parte di lui continuava a sperare.

-Ho appena parlato con Maya e mi ha comunicato la sua intenzione di cedere tali diritti alla Daito Art Production.-

Masumi sgranò gli occhi, non poteva crederci. Venne invitato ad andare a fianco delle due donne. Posò il suo sguardo ancora incredulo su Maya. Lei abbassò leggermente gli occhi.

-Perché?- le chiese piano.

-è la scelta migliore che potessi fare.- rispose in un sussurro.

I fotografi li stavano bombardando di flash. Entrambi si voltarono e si fecero immortalare.

Dopo tutto quello scompiglio, furono fatte anche le altre nomine. Sakorakoji venne scelto come Isshin e Kuronuma come regista. Erano stati molto apprezzati.

Verso la fine della festa venne notata un'insolita agitazione intorno alla nuova dea. L'ennesimo giornalista si avvicinò in cerca dello scoop. Appena capì di che cosa si trattava, richiamò l'attenzione ed esortò i principali protagonisti a dare la notizia.

L'interesse dei presenti aumentò.

Sakurakoji, allora, prese per mano Maya, conducendola al centro della sala. Si schiarì la voce.

-Volevo comunicare a tutti voi che ho chiesto la mano di Maya. E lei ha accettato!-

Esplose un nuovo applauso. Tutti andarono a congratularsi con loro.

Il sangue di Masumi sembrò gelarsi. Non poteva essere vero. Eppure quello che vedeva era reale!

Lei sorridente stretta a quel ragazzo. No, no!

Gli mancò l'aria, doveva uscire. Ma le gambe rifiutavano di obbedire. Lo costringevano a continuare a guardare quello spettacolo. In quel momento sentì il suo cuore spezzarsi. Per sempre.

 

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


Capitolo 3


Un forte rumore provenì dal suo ufficio. La segretaria guardò l'uscio chiuso e sospirò. In fondo se l'era cercata. Lui per primo non aveva avuto il coraggio di farsi avanti con lei, l'aveva sempre tenuta a distanza con il suo sarcasmo. Non poteva pensare di tenerla legata a se per sempre solo con delle rose. E poi aveva scelto di spontanea volontà di sposare quella donna. Fare una vita con Shiori. Con che diritto ora pretendeva che Maya non facesse lo stesso?
Lentamente si alzò e bussò. Nessuna risposta, ma se lo aspettava. Piano entrò nell'ufficio. Masumi le dava le spalle e il suo sguardo era perso al di là del vetro. L'ufficio era sotto sopra. Varie riviste, piccoli oggetti erano sparsi sul pavimento, segno di un'incontrollabile rabbia. Richiuse la porta e si apprestò a riordinare.
-Lasci stare!- le impose l'uomo.
Si rialzò e fisso l'ampia figura.
-Signor Masumi, cosa si aspettava? Maya ha diritto di fare ciò che vuole.- gli disse, cercando di smuoverlo.
Si girò di scatto fulminandola.
-L'avevo avvertita di non continuare a comportarsi così, ma non mi ha dato ascolto. Questo è il risultato delle sue azioni.-
-Mizuky, stia molto attenta a quello che dice. Sono sempre il suo capo.- la sua voce era di ghiaccio.
La donna sapeva di tirare la corda, ma stavolta gli avrebbe detto tutto.
-Lei ha sempre avuto un'atteggiamento impossibile nei confronti di quella ragazza. Capisco che non conosceva altro modo per aiutarla, ma quando ha avuto la possibilità di svelarsi a lei ci ha rinunciato.-
Masumi appoggiò le mani sulla scrivania, socchiudendo gli occhi. Accidenti a lei, perché non se ne stava zitta? Ma in fondo aveva ragione. La situazione, era colpa sua. Solo sua. E ora non poteva più rimediare.
All'improvviso prese una decisione.
-Cancelli tutti i miei appuntamenti. Ho una faccenda da sbrigare.-
Prese la giacca ed uscì, senza aggiungere altro.

Stava varcando la soglia di casa Takamiya. Doveva assolutamente parlare con Shiori. Il giorno dopo si sarebbero sposati, ma lui non ce la faceva. Non poteva con il ricordo di Maya nel cuore.
Venne fatto accomodare nel salone principale. La fidanzata era già in attesa.
Quando lo vide, scrutò la sua espressione. Sembrava molto deciso. Tremò al pensiero di quello che voleva dirle. Ma una cosa era sicura, non gli avrebbe permesso di annullare il matrimonio. Sarebbe ricorsa a tutto per impedirlo.
Cercando di mascherare il suo nervosismo, si avvicinò a lui, porgendogli le mani. Masumi le prese, stringendole un po.
-Ciao caro, sono felice di vederti. Ma non capisco la tua visita.- disse dolcemente.- Non credevo che non saresti riuscito ad aspettare domani per vedermi.-
Masumi la condusse al divano e si sedettero.
-Perdonami Shiori, ma è una cosa importante.-
La donna s'irrigidì.
-Di...che ...cosa si tratta?-
L'uomo avvertì la paura nella sua voce. No, non poteva farle questo. In fondo era colpa sua se lei si era innamorata di lui.
-Non temere, niente di così grave. Ma ho una richiesta da farti.-
-Dimmi pure, ma non farmi preoccupare.- era molto tesa.
Masumi prese un respiro.
-Devo chiederti di rinviare le nozze, almeno fino alla prima della Dea Scarlatta.-
A quelle parole sbiancò. Perché le chiedeva questo?
-Ma Masumi è tutto pronto ormai.- protestò.
-Lo so , ma dato che la mia società dovrà mettere in scena lo spettacolo, non avrò tempo da dedicarti. E non lo meriti. Ti prometto che dopo recupereremo il tempo perduto.-
Shiori scuoteva la testa.
-Non mi importa, io voglio starti accanto!-
-Ti prego, cerca di capire. Intendo essere un ottimo marito per te, ma in questo momento non potrei. Lasciami questa opportunità.-
La sua frase, il tono della voce le parve sincero. Forse, dopo l'annuncio della sera prima, si era definitivamente rassegnato. Abbassò la testa e sorrise lievemente. Aspettare due mesi non era così impossibile. Rialzò la testa e sfoderò uno splendido sorriso.
-D'accordo, facciamo come vuoi tu. Ma ti avviso, non accetterò altri ritardi.- gli disse.
-Non ce ne saranno.- promise.
Per suggellare quelle parole, le prese il viso e la baciò. Un bacio profondo, che però lo lasciò indifferente. Ma doveva farlo. Ormai era già morto dentro, niente avrebbe più potuto ferirlo.

Maya si svegliò molto tardi. Rei l'aveva tenuta in piedi quasi fino all'alba. Voleva sapere tutto della proposta di matrimonio di Yuu. Con una felicità che non provava, le spiegò ogni cosa. Non poteva dirle la verità . Non avrebbe capito.
Per un attimo, nei suoi occhi riapparve il viso del suo ammiratore, quando gli aveva dato i diritti di rappresentazione. L'aveva stupito, l'aveva reso felice. Non era pentita della sua scelta, avrebbe fatto di più se fosse stato possibile.
Si alzò e andò in cucina. Per fortuna era sola. Non sarebbe riuscita a sopportare altre domande da parte dell'amica. Stava per prepararsi la colazione, quando suonò il campanello. Chi poteva essere?
Aprì la porta e si trovò davanti al viso un'enorme mazzo di rose viola.
-Buon giorno Maya.- la salutò Hijiri.
-Buo...buon...giorno.- balbettò.
-Il suo ammiratore le chiede scusa per non averle fatto le congratulazioni ieri sera. Per questo sono qui oggi.- le spiegò.
Maya prese le rose. Si immerse nel loro profumo. Le lacrime stavano per uscire dai suoi occhi, ma le trattenne.
-La ringrazio signor Hijiri. E ringrazi anche il mio ammiratore.- disse all'uomo.
-Lo sa che la segue sempre e non vede l'ora che giunga la prima della dea. Mi ha assicurato che sarà presente.-
Maya ebbe un fremito. Certo che ci sarebbe stato. Lui c'era sempre stato. All'improvviso ricordò la prima di Lande Dimenticate. Fu l'unico ad assistere, fu l'unico che sfidò un tifone solo per mantenere una promessa fatta a lei.
D'impulso prese una decisione. Se voleva toglierselo dalla testa doveva farlo. Anche perché dal cuore sarebbe stato impossibile.
-Devo farle una richiesta signor Hijiri. E la deve riferire al mio ammiratore.- era decisa.
L'uomo attese in silenzio. Maya si voltò e lo guardò negli occhi.
-Gli dica che lo ringrazio dal profondo del mio cuore. Lui ha fatto moltissimo per me e raggiungendo il mio obbiettivo, credo di averlo ripagato di tutto.- prese un respiro profondo.- Per favore, gli chieda di non mandarmi più le rose. Ormai sono cresciuta e farò del mio meglio per non deluderlo mai. Ma è giunto il momento di mettere fine a questo legame.-
Hijiri era stupito dal suo discorso, ma prima o poi sapeva che sarebbe giunto questo momento. Ma adesso arrivava la parte più difficile. Come avrebbe reagito il suo capo?

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


Capitolo 4

Erano ore che girava per le strade deserte di Tokyio. O meglio, erano settimane che faceva la stessa cosa. Quell'uomo spariva sempre al solito orario dall'ufficio e andava a rintanarsi in qualche bar ad ubriacarsi. Lui ogni volta lo ritrovava e lo riportava a casa. Ma il giorno dopo si ripeteva la stessa cosa. Tutto era cominciato quando gli aveva riferito il messaggio di Maya. Era rimasto in silenzio ad ascoltarlo e le uniche parole che aveva pronunciato erano state “ Meglio così. Io non sarei mai riuscito a tagliare questo legame “.
Finalmente l'aveva trovato. Questa volta si era spinto molto distante. Si avvicinò al tavolo dove era seduto e prese posto di fronte a lui.
-Ha intenzione di girare tutti i bar della città, per caso?-
Il suo tono ironico non lo impensierì. Ci era abituato ormai.
-Lasciami stare Hijiri. Non ho bisogno ne di te, ne di nessuno.-
Il collaboratore sospirò. Si stava distruggendo e non poteva più sopportare il suo atteggiamento.
-Perché è arrivato fino a questo punto?- gli domandò.
Masumi sbatté il bicchiere sul tavolo.
-E me lo chiedi? Si sposa! E lo fa con...con....- non riuscì a continuare.
-E sopratutto lo fa lo stesso giorno in cui si sposerà lei.-
Lo vide abbassare il capo sconsolato.
-Posso farle una domanda?- gli chiese.
Annuì con la testa.
-Ma voglio la verità. In ogni caso non credo che in questo momento sia in grado di mentirmi.- affermò.
-Cosa vuoi sapere.-
-Se avesse il minimo sospetto che Maya non sia innamorata di Sakurakoji, ma del suo ammiratore delle rose, cosa farebbe?-
Sorrise sarcastico.
-Da dove ti viene questa idea.-
-Mi risponda e basta.- disse in tono deciso.
-Nulla. Lei non sa che dietro alle rose c'è il mio volto. Le cose non cambierebbero.- era rassegnato.
-La lascerebbe a lui senza fare niente. Le farebbe vivere una vita senza amore solo perché avrebbe paura di conoscere la sua reazione. Mi scusi, ma non è un'atteggiamento da uomo.-
Scattò in piedi furioso.
-Tu che ne sai? Cosa ne capisci!- gli urlò in faccia.
Cercò di tirargli un pugno, ma barcollò e cadde a terra. Li inginocchiato, iniziò a singhiozzare.
-Lei non potrebbe mai amarmi. Non può.- mormorò tra le lacrime.
Vedendolo in quello stato, Hijiri ne ebbe pietà. Lo aiutò ad alzarsi e lo portò alla macchina. Lo fece sedere sul sedile posteriore e rimase a guardarlo. Possibile che la paura di essere respinto da lei, lo avesse reso così fragile? Si decise. In più di un'occasione aveva visto gli occhi di Maya illuminarsi al solo sentir nominare il suo ammiratore, ma non era affetto o riconoscenza quello che aveva visto. C'era dell'altro e molto più profondo. In particolar modo nell'ultimo periodo. Avrebbe scoperto che cosa nascondeva la ragazza e capire se per loro due c'era una minima possibilità di essere felici insieme.

Davanti a quella casa non si decideva ad entrare. Da molto tempo non si trovava li. Precisamente da quando era stata invitata per comprendere meglio il ruolo di Ardis.
Timidamente alzò la mano e suonò il campanello. Venne fatta accomodare nella sala e subito fu raggiunta da Ayumi.
-Finalmente sei qui! Era ora che accettassi il mio invito.- la salutò calorosamente.
Maya le andò incontro e l'abbracciò felice. Nessuna poteva capire quanto profondo fosse l'affetto che nutriva per lei.
-Sono anch'io molto felice di vederti.- le rispose.- Sono stata molto impegnata con le prove e per....- non finì la frase.
-Il matrimonio, vero?- le domandò.
Maya annuì. Ayumi la portò al divano e si sedettero vicini. La conosceva ormai e molto bene. Aveva capito che qualcosa non andava, non aveva l'espressione di una futura sposina felice.
-Cosa c'è che non va Maya?-
La ragazza abbassò il capo e rispose.
-Non lo so Ayumi. Lo so che dovrei essere felice di sposare Yuu, ma non mi sento così.- sentiva che poteva confidarsi con fiducia a lei.
-Lo ami?- chiese titubante.
-No, non lo amo. Ma gli voglio molto bene. So che questo non basta per creare un'unione duratura, ma con il tempo forse...-
-Se manca l'amore manca tutto. Tu me lo hai insegnato.- le disse decisa.
-Ma non posso continuare a vivere in un'illusione.- la disperazione nella sua voce era palpabile.
L'amica le prese la mano. Stava per porgli la domanda che avrebbe chiarito tutto.
-Tu sei innamorata però. L'ho capito delle parole della signora Tzukykage. Non avresti mai potuto fare un'interpretazione così perfetta se non fosse così.- la vide sussultare e si convinse ancora di più.- Ami il tuo ammiratore?-
A quella domanda le lacrime iniziarono a scorrere sul suo viso. Decise di svuotare finalmente il suo cuore.
-Si, lo amo. Disperatamente, intensamente, con tutta me stessa. Ma non c'è futuro per questo amore. Lui non ricambia e non ricambierà mai i miei sentimenti.- iniziò a piangere violentemente.
Ayumi era sorpresa dalla sua dichiarazione. Come poteva amare così intensamente una persona che non conosceva! A meno che......
-Maya tu conosci la sua identità?-
Fece segno di si con la testa. Ora era tutto chiaro. La prese per le spalle e la scosse.
-Se è così perché non sei corsa da lui, perché non glielo hai detto!- era concitata.
Maya esplose.
-Sta per sposarsi! Ama la sua fidanzata e io non potrei mai competere con lei!-
L'amica era senza parole. Come si sposava! Poi la folgorazione. Solo una persona, oltre all'ammiratore, era sempre stato presente nella vita di Maya. Solo una persona si era prodigata per farla restare in corsa per la Dea Scarlatta. E solo una persona stava per sposarsi.
-Maya, non sarai innamorata di Masumi Hayami?- lo pose titubante la domanda.
La ragazza spalancò gli occhi. Inconsciamente glielo aveva fatto capire. O forse, aveva bisogno di dirlo a qualcuno per liberare almeno un po il suo cuore dalla sofferenza che la opprimeva. Non riusciva più a fingere.
-Si. Ed è lui il mio ammiratore. Ma non lo amo per quello, ma per la splendida persona che è. Ho conosciuto la sua parte più nascosta, quella che non ha mai mostrato. Lo amo disperatamente, ma anche mi rendo conto che non potrà mai esserci nulla.-
Ayumi decise di lasciar cadere l'argomento. La sofferenza dell'amica l'aveva profondamente turbata. Trascorsero il resto del pomeriggio cercando di rilassarsi. A sera inoltrata Maya si congedò. Ringraziò l'amica e si scusò per il suo sfogo. Ayumi le disse di non preoccuparsi: il suo segreto era al sicuro. Rientrò nella sua stanza, ripensando a Maya. Non immaginava che si potesse amare così intensamente una persona. E non era così certa che i suoi sentimenti non fossero ricambiati. Prese una decisione. Avrebbe fatto tutto quello che era in suo potere per aiutare l'amica.

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Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


Da circa un'ora stava aspettando l'arrivo del presidente Hayami, sotto lo sguardo curioso della signorina Mizuky. Si era presentata senza preavviso. Quella mattina aveva preso la sua decisione, capire se in qualche modo la sua amica poteva avere una possibilità.
Lo vide uscire dall'ascensore, impeccabile come sempre. Masumi si stupì di vederla li.
-Buongiorno Ayumi.- la salutò.
-Buongiorno.- rispose con un leggero inchino.
-A cosa devo la tua visita? Non avevi appuntamenti, se non sbaglio.- le chiese.
-No infatti, ma mi faceva piacere parlare con lei. È da molto che non ci vediamo.-
Masumi sorrise. La fece accomodare nel suo ufficio e ordinò a Mizuky di portare del the.
-Vedo che stai bene. Non pensavo superassi così bene la sconfitta da parte di Maya.- esordì, sedendosi di fronte a lei.
Ayumi posò la tazza sul tavolino.
-Maya è stata più brava. Meritava di vincere.- gli disse fissandolo negli occhi.
Notò una leggera ombra nel suo sguardo. Era stato il nome dell'amica a provocarlo. Allora non si era sbagliata, ma doveva approfondire.
-Masumi, sono qui anche per dirle un'altra cosa.-
-Dimmi pure.-
Prese fiato.
-Mi dispiace, ma non potrò essere presente al suo matrimonio. Maya mi ha chiesto di farle da damigella.-
Masumi strinse i pugni, cercando di controllare la sua espressione. Il matrimonio della sua ragazzina. Non riusciva ad accettarlo. Ma non poteva far niente per cambiare le cose.
Ayumi vide e studiò la sua reazione. Quasi le venne da ridere. Quei due erano talmente stupidi e accecati dall'amore che provavano e non vedevano quello che era chiaro a molti. Bene, ora sapeva che fare.
L'uomo interruppe i suoi pensieri.
-Spiace anche a me Ayumi, ma non posso obbligarti a scegliere.-
-La ringrazio.- gli disse la ragazza.- Adesso devo andare. Mi ha fatto piacere rivederla.-
-Anche a me. Abbi cura di te.-

-Kitajima, ma che combini! Si può sapere dove hai la testa?- le urlò Kuronuma.
La ragazza abbasso la testa sconsolata. Oggi non andava proprio. Aveva la mente altrove. Quella mattina le era capitata tra le mani una rivista. Aveva accuratamente evitato di leggere i giornali. Non voleva vedere le eventuali foto del signor Hayami in compagnia della fidanzata. Ma quel mattino.............
Era entrata nel camerino e se l'era trovata davanti. L'articolo annunciava la data ufficiale del matrimonio del secolo e coincideva con il suo. Si chiese il perché. Perché quell'uomo aveva scelto quel giorno? L'idea che nello stesso momento si sarebbero ritrovati separati per sempre la faceva star male. E questo suo stato d'animo si ripercuoteva sulla sua interpretazione.
Sakutakoji si avvicinò a lei.
-Perdonami Maya. Forse avrei dovuto aspettare a chiederti di sposarmi. La cosa ti ha deconcentrata.- le disse dolcemente.
-No va tutto bene. Sono solo un po stanca. Tra le prove e i preparativi non ho avuto molto tempo per riposarmi.- rispose con un sorriso.
Non poteva certo dirgli la verità.
-Ti prometto che cambierà tutto dopo sposati.-
Il ragazzo sospirò. Sperava davvero che fosse così.
- Se lo dico tu, ti credo.-
L'abbracciò, stringendola forte. Maya, a fatica, cercò di rilassarsi. Doveva abituarsi a lui, se no non sarebbe riuscita ad andare oltre con lui.
Hijiri osservava la scena da un punto nascosto del teatro. La reazione di Maya era chiara. Non era spontanea, non voleva veramente quel ragazzo.
L'aprirsi della porta, attirò la sua attenzione. Rimase sorpreso di vedere li Ayumi. La ragazza, notandolo, si avvicinò a lui. Gli era capitato di vederlo con Hayami alla Daito . Curiosa, aveva chiesto informazioni alla signorina Mizuky. La donna le spiegò che quell'uomo svolgeva degli incarichi molto riservati per conto del presidente. Se le informazioni erano vere e se lui era lì, doveva essere collegato anche con le rose. Ne era certa.
-Buongiorno.- lo salutò.- Lei è?-
La domanda lo spiazzò.
-Non si preoccupi, credo di aver capito cosa la lega a Maya e al signor Hayami.- disse con un sorriso.
Hijiri ne rimase colpito. Quella ragazza era davvero perspicace.
-Mi chiamo Karato Hijiri.- rispose in modo gentile.
Tornarono con lo sguardo sul palco.
-Cosa pensa di fare con quei due?- domandò Ayumi all'improvviso.
Stavolta fu il turno di Hijiri sorridere. Aveva capito tutto.
-Al momento scoprire se i miei sospetti sono fondati. E da quel che vedo, lo sono.-
-Ho fatto la stessa cosa io stamattina. Devo dire che sono due idioti. Sembra che si divertano a farsi del male a vicenda.-
Si fissarono negli occhi. Entrambi capirono che la felicità di quei due dipendeva in parte da loro.
-Ha da fare stasera?- le domandò l'uomo.
La ragazza si stupì. Non capiva che aveva in mente. Ma decise di assecondarlo.
-No, sono libera.-
-Bene. Ho un piano in mente e lei mi sarà utile.- le spiegò.

Finalmente poteva uscire dal suo ufficio. La giornata era stata un'inferno. Nonostante i vari impegni, non era riuscito a togliersi dalla testa l'idea di Maya con quel ragazzo. Quel giorno, più degli altri. Forse era stata la visita di Ayumi che glielo aveva ricordato. Non poteva più fingere che fosse un sogno. Era la realtà.
Scese nel garage per prendere la macchina. Ma quando accese non partì. Provò varie volte, ma niente. Sbuffò. Sarebbe andato a piedi, non aveva scelta.
Per strada trovò un negozio di liquori aperto. Visto che non poteva andare al bar che aveva addocchiato, dovette accontentarsi. Comprò una bottiglia di whisky e lentamente iniziò a berla. Anche quella sera. Ma almeno stavolta, Hijiri non lo avrebbe trovato. Dopo un po che camminava, si guardò intorno. Mise a fuoco le immagini. Non poteva crederci, gli venne da ridere. Era nel parco. Nel parco della sua ragazzina. Andò all'altalena, dove l'aveva vista tante e tante volte. Si sedette e si perse nei ricordi. Ricordi bellissimi.

Maya era riuscita a rasserenarsi un po. Ayumi, che era andata a teatro, le aveva chiesto di cenare insieme. La cosa le aveva fatto un'immenso piacere. Si era divertita tantissimo. Dopo tanto tempo, era tornata ad essere la solita Maya, senza segreti, preoccupazioni. Se stessa.
L'amica aveva insistito per accompagnarla a casa e lei aveva accettato. Passarono nelle vicinanze del parco dove era solita andare. Chiese all'autista di fermarsi. Ad un tratto le era venuta voglia di andarci. Ringraziò Ayumi della bella serata. Grazie a lei era riuscita a trovare un po di tranquillità. S'incamminò ed entrò nel suo luogo di pensiero. Quante volte era stata li. Poi, ad un tratto, ricordò. Quante volte lui l'aveva ritrovata proprio li. I ricordi gli affollarono la mente. Ricordi tristi, ma anche belli. Si diresse verso la “sua”altalena. Ancora per quella sera, solo per quella sera, voleva pensarlo. Ma quando ci arrivò, rimase bloccata.
Lui era li, di fronte a lei. Seduto, teneva la testa bassa. Non si accorse della sua voce che usciva.
-Signor Hayami.- sussurrò.
Masumi pensò di essersi sognato la sua voce. Possibile che adesso la sentisse anche? Lentamente rialzò il capo, consapevole che lei non ci fosse.
Ma quando i suoi occhi incontrarono lo sguardo di lei, si bloccò. Non aveva sognato. Lei era veramente li. Rimasero così per molto tempo. Occhi negli occhi. Con il cuore che batteva all'impazzata nel petto di entrambi.

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Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


Era dallo spettacolo di prova che non lo vedeva. L'emozione di ritrovarselo davanti la paralizzava. Perché era li. Perché proprio la sera che aveva deciso che avrebbe pensato a lui un ultima volta.
Masumi non riusciva a parlare. Quell'incontro inaspettato l'aveva bloccato. Ancora più bella di quanto la ricordasse.
Fu Maya la prima a scuotersi.
-Buona sera.- lo salutò.
Masumi scrollò leggermente la testa per schiarirsi le idee.
-Buona sera ragazzina. Come mai in giro a quest'ora? E da sola. Credevo che il suo fidanzato non la lasciasse un attimo.- disse con un tono sarcastico.
Strinse la bottiglia tra le mani. Non sopportava l'idea di quel ragazzo vicino a lei.
-Non credo siano affari suoi quello che faccio.- gli rispose piccata.
-Sono affari miei invece. Se le capitasse qualcosa ne andrebbe di mezzo lo spettacolo. Sa o no che ore sono? È sempre la solita sconsiderata.-
Maya s'indispetti.
-So badare a me stessa. E poi sono quasi arrivata. Non si preoccupi non mi accadrà nulla. Ne a me ne al suo prezioso spettacolo.-
Masumi bevve un sorso di whisky prima di tornare a guardarla.
-Lo spero.- disse solo quello.
Maya notò il suo tono di voce e ne rimase sorpresa.
-Ma lei è ubriaco!- si stupì.
Masumi scoppiò a ridere.
-Si ragazzina, ha indovinato. Mi capita spesso ultimamente.-
Spalancò gli occhi. In tutti gli anni che lo conosceva, mai una volta lo aveva visto in quelle condizioni. Cosa poteva essergli successo, per ridursi in quello stato. Avrebbe dovuto essere felice. Aveva i diritti della dea, stava per sposarsi,non capiva. Stava per domandarglielo, quando lo vide alzarsi. Ma a fatica. Barcollava vistosamente e dovette attaccarsi alla catena dell'altalena per non cadere. Senza penarci troppo andò verso di lui e lo aiutò a stare in piedi.
-Spero non abbia la macchina.-
-Per mia fortuna no. Non ha voluto saperne di partire stasera.-
La ragazza lo abbracciò dal fianco e portò la mano di lui sulla sua spalla.
-Venga con me. Non può andare in giro in queste condizioni.-
poi prese la bottiglia che aveva in mano e la gettò via.
-Questa non le serve più. Ha bevuto abbastanza per stasera.-
Masumi era troppo ubriaco e sorpreso per protestare. E poi era molto decisa. Qualunque cosa avesse detto non sarebbe servita.
-Come vuoi ragazzina. Stasera non ho la forza per replicare-
Si fece portare da lei. Maya faceva un po fatica ad andare dritta. L'uomo non riusciva proprio a camminare come si deve.
Fortunatamente arrivarono presto a casa di lei. Entrarono e lo fece sedere sul divano. Preparò un caffè forte. Forse così si sarebbe svegliato. Gli porse la tazza, ma Masumi no volle prenderla.
-Lo beva.- gli ordinò
-Cosa fa. Si mette a comandare adesso?-
Maya lo guardò seria. Non avrebbe accettato obbiezioni. L'uomo si convinse a fare come lei diceva. In caso contrario era sicuro che glielo avrebbe fatto bere a forza. Prese la tazza e lentamente la svuotò sotto il suo controllo.
-Contenta adesso?- le chiese ridandole la tazza.
-Si e molto.- gli rispose.
Il silenzio calò tra loro. Nessuno dei due sapeva cosa dire. Anche perché la situazione era alquanto imbarazzante per entrambi.
Stavolta fu Masumi a rompere il silenzio.
-Come procedono le prove?- era l'unico argomento che avevano in comune.
-Bene. Siamo quasi pronti.- disse piano.
Di certo non poteva dirgli che troppo spesso era deconcentrata e a causa di lui.
Tornarono a tacere. Dopo qualche minuto l'uomo si alzò, deciso ad andarsene.
-Dove vuole andare? Non è ancora in grado di camminare.- tentò di fermarlo.
-Riuscirò a tornare a casa, non si preoccupi. Non sono mica un bambino.-
Maya non voleva lasciarlo andare e d'istinto lo prese per un braccio. Masumi, sorpreso da quel gesto, si girò. Ma complice la mente non ancora perfettamente lucida, perse l'equilibrio. Caddero insieme sul pavimento. Rimasero li a sentire la sensazione che provocava il contatto dei loro corpi. Masumi lentamente si sollevò incontrando il suo viso, che era a pochi centimetri. Poteva sentire il suo respiro, il suo profumo. Senza accorgersene, Maya portò le braccia sui suoi fianchi. Piano, molto piano, l'uomo si abbassò verso di lei. Le sfiorò le labbra, fissandola sempre negli occhi. Quel lieve contatto procurò un violento brivido ad entrambi. Non ci pensò molto. Continuò a darle piccoli baci sulle labbra fino a che lentamente le dischiuse.
Sentire il suo sapore di uomo e quello che le stava facendo, fece perdere a Maya ogni imbarazzo. Smise di stringerlo e portò le mani al suo petto. Gli sciolse il nodo della cravatta e iniziò a sbottonargli la camicia, scoprendo il suo petto. Posò le mani su di esso, accarezzandolo, sfiorandolo. Sentendo tutto questo, Masumi prese ad accarezzarla a sua volta. La curva del collo, quella dei fianchi, fino ad arrivare alla sua gamba. Sentì la sua morbidezza man mano che avanzava nella sua esplorazione. Maya gli tolse la camicia del tutto e lui fece lo stesso con la maglia di lei. Rimasero a contemplarsi a vicenda. Quasi nello stesso istante si riavvicinarono, volevano continuare ad accarezzarsi, baciarsi, scoprirsi. Le mani, le labbra, non smettevano di toccare e baciare. Stavano conoscendosi lentamente. Masumi, di colpo, la prese in braccio. Non potevano stare di certo sul pavimento. Maya, intuite le sue intenzioni, dopo aver portato le gambe intorno alla sua vita, gli indicò la stanza. Senza smettere di baciarsi, la posò sul letto. Terminarono di spogliarsi tra i loro gemiti e sospiri. Masumi stava scoprendo ogni cosa di lei. Percorreva ogni centimetro di quel corpo sinuoso con le mani e le labbra. Quando raggiunse il suo fiore, Maya credette di impazzire. Non immaginava lontanamente di che cosa fosse capace il suo corpo. Il suo amore glielo stava insegnando. Non riuscendo più a controllarsi, si staccò da lui e lo sdraiò sotto di se. Voleva fare lo stesso, portarlo al limite. Fece quello che aveva fatto lui, ma stavolta, vista la sua inesperienza, fu Masumi a guidarla. Apprese in fretta e lo capì all'istante. Rimase colpito dalla passione della sua ragazzina. Questa volta fu lui a risollevarla. Lentamente si mise sopra al suo corpo. Maya portò le gambe intorno ai suoi fianchi e si inarcò contro il suo bacino. Sempre guardandola, Masumi iniziò ad entrare in lei. La vide sussultare, poi dilatare le pupille in preda all'estasi. Erano una persona sola adesso. Cominciò a muoversi, seguito da lei. Continuarono quella danza fino a che il piacere esplose violento in loro, lasciandoli completamente storditi.
L'uno tra le braccia dell'altra si addormentarono esausti e felici. Non avevano condiviso solo un atto fisico, ma la loro stessa vita.

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Capitolo 7
*** capitolo 7 ***


Il sole stava sorgendo. Entrambi erano distesi sul letto abbracciati. Maya appoggiava il capo sul petto di Masumi e lo stringeva. Lui le accarezzava la schiena. Con gli occhi aperti, godevano di quel momento. Ma erano anche turbati. Cosa sarebbe successo adesso?
Si erano dichiarati, si erano appartenuti. Completamente.
Maya, lentamente, alzò gli occhi verso di lui. Notò il suo sguardo turbato. Mise una mano sulla sua guancia e Masumi si voltò a guardarla. L'amore che gli lesse in viso era enorme. Si chinò se di lei e la baciò dolcemente.
-Cosa faremo adesso?- gli chiese quando si separarono.
L'uomo sospirò.
-Non lo so. Siamo riusciti a complicarci la vita per via delle nostre paure.- rispose.
Aveva ragione. Se avessero avuto più coraggio, la situazione sarebbe stata molto diversa.
-Avrei dovuto dirti tutto la notte che passammo nella valle dei susini. È stato li che ho capito fino in fondo quanto ti amavo. Ma, come una stupida, sono rimasta zitta. - gli confessò.
Masumi la strinse ancora di più.
-Anche io ho commesso molti errori. I miei atteggiamenti nei tuoi confronti, sono sempre stati sbagliati. Credo di averti sempre amata, ma non volevo ammetterlo. Ho dovuto accettare la forza dei miei sentimenti quando ti portai a casa mia, la notte che ti trovai sotto la pioggia.- le disse.
Spalancò gli occhi su di lui. L'amava da così tanto! Allora tutte le cose che aveva fatto per lei erano solamente dovute all'amore.
Decise di porgli una domanda. La più dura.
-Perché ti sei fidanzato con Shiori?- temeva la risposta.
-Per ubbidire ad un'ordine di mio padre. Voleva assolutamente legarsi ai Takamiya e un matrimonio era il modo migliore. Ma non l'ho fatto solo per quello.-
Si alzò e si sedette sul letto, dandole le spalle.
-Ricordi la sera che ti portai al planetario?-
-Si, lo ricordo.-
- Quella sera dovevo dare una risposta a mio padre. Ma prima di farlo, volevo capire se potevo avere anche una minima speranza con te. Stavo per confessarti tutto. I miei sentimenti, tutto. Ma la sparizione della signora Tzukykage e le tue parole, mi fecero sprofondare. Per questo accettai. Se non potevo avere te, tanto valeva spendere la mia vita per gli affari.-
Maya si avvicinò alla sua schiena e gli mise le braccia intorno. Le lacrime stavano scendendo sul suo viso.
-Perdonami. È stata tutta colpa mia.-
Si voltò a guardarla. Se la portò sulle sue gambe cingendola per i fianchi.
-Abbiamo sbagliato entrambi.-
Rimasero in quella posizione per molto, in silenzio. Fu Masumi a romperlo.
-Devo ancora dirti una cosa.- prese un respiro.- Sono sempre stato io a mandarti le rose.-
Attese la sua reazione ad occhi chiusi.
-Lo sapevo già. Ti sei tradito con il biglietto che mi mandasti per la premiazione di Lande Dimenticate.-
Masumi era sorpreso. Lei conosceva il suo segreto da così tanto.
Tornò a fissarla.
-Perché non mi hai mai detto niente?- le domandò tremante.
-Avevo paura che negassi. E poi non volevo che pensassi che confondessi l'amore con la gratitudine. Non è così. Io ti ho sempre amato, solo che ci ho messo tanto, troppo tempo ad accorgermene.-
La scostò leggermente.
-Perché hai accettato di sposare Sakurakoji?-
-Per il tuo stesso motivo. Se non potevo averti, non contava chi fosse al mio fianco.-
Erano veramente due stupidi.
Maya si alzò e si mise a cavalcioni su di lui, stringendolo.
-Ma ora siamo insieme. Senza segreti.- sussurrò al suo orecchio.
Masumi l'attirò a se, contro il suo corpo. Il fuoco condiviso quella notte, aveva ripreso a divampare. In modo dirompente. Tornarono ad amarsi, in modo assoluto.

In un bar non molto frequentato, una ragazza moto affacsinante, faceva il suo ingresso. L'uomo che l'aspettava, appena la vide si alzò per accoglierla.
-Buongiorno.- la salutò cortesemente.
-Buongiorno a lei.- rispose con un sorriso.
Si accomodarono e ordinarono un caffé. Dopo un breve silenzio, incominciarono a parlare.
-Come è andata ieri sera?- le chiese Hijiri.
-Direi bene. Appena Maya ha visto il parco è voluta scendere e andare a piedi. Mi sono fermata poco lontano da casa sua e l'ho vista arrivare con il signor Hayami. Ho atteso per un po. Sono andata via quando le luci si sono spente.- gli disse.
Hijiri sorrideva compiaciuto. Li conoscevano talmente bene che era stato facile.
Ayumi lo stava fissando. Quell'uomo era un tipo molto affascinante e sicuro di se. Non poteva negare che l'aveva colpita. Ma ancora di più si stupiva del suo ingegno.
-Posso sapere come ha fatto a fare in modo che lui finisse proprio li?-
-è stato facile. Ho sabotato la sua macchina e poi ho solo direzionato il suo cammino.- le spiegò. - Anch'io sono rimasto vicino a casa di Maya e posso assicurarle che sono rimasti insieme.-
Entrambi si sorrisero. Era andato tutto per il meglio. Speravano solo che quei due non rovinassero tutto come al solito.

Maya e Masumi avevano deciso di rompere con i rispettivi partner. Nessuno dei due poteva portare avanti una storia senza futuro.
La ragazza arrivò alla sala prove e subito venne accolta dalle grida del regista. Se lo aspettava, infatti era molto in ritardo. Dopo la lavata di testa, andò a cambiarsi e li venne raggiunta da Sakurakoji.
Il ragazzo l'abbracciò, ma lei si divincolò.
-Che ti succede?- le chiese stupito.
-Niente. Devo prepararmi Yuu.- cercò di essere naturale.
Sakurakoji comprese subito che qualcosa non andava e non riguardava lo spettacolo. La prese per un braccio facendola voltare.
-Dimmi la verità. È mio diritto.-
Maya sospirò rassegnata. Doveva parlargli, ma voleva farlo dopo le prove. Ora lui non le dava scelta.
Si sedette sul divanetto e si preparò.
-Ascolta Yuu, io non posso sposarti. Mi dispiace.- gli disse piano.
Il ragazzo temeva di aver capito male. Si mise al suo fianco, prendendole una mano. A quel gesto lei sussultò, ma non si sottrasse.
-Se hai bisogno di più tempo lo capisco. Sposteremo la data.- disse gentilmente.
-No, non hai capito. Non ti sposo.- confermò di nuovo.
A quel punto Sakurakoji scattò.
-Come sarebbe a dire? Tu hai accettato!-
-Lo so. Ma vedi io non me la sento. Perdonami se ti faccio soffrire.-
La prese violentemente per le spalle, facendola alzare con forza. Portò il viso all'altezza del suo. Maya nei suoi occhi lesse una rabbia profonda.
-Non te lo permetto. Tu mi sposerai. Ricordati che sei mia.-
Per la prima volta Maya ebbe paura di lui. Non si era mai comportato così.
-Yuu lasciami, mi fai male.- lo pregò.
Il ragazzo la scrutò con attenzione. Anche attraverso la rabbia, aveva capito che le era successo qualcosa. E quel qualcosa poteva solo essere che l'uomo che lei amava ricambiava i suoi sentimenti. Ma non gliela avrebbe lasciata, per nessuna cosa al mondo.
-Ti avviso, se non lo farai manderò all'aria lo spettacolo, farò in modo di distruggerti la carriera. Sono disposto a tutto per tenerti con me.- le sibilò.
La lasciò sola. Maya crollò sul pavimento in lacrime. Cosa poteva fare adesso?

Masumi attendeva nel salone di casa Takamiya. Tra poco Shiori l'avrebbe raggiunto. Sapeva che non avrebbe preso affatto bene la notizia, ma sperava che non facesse colpi di testa. La porta si aprì e la donna elegantemente entrò. Si avvicinò a lui per abbracciarlo, ma Masumi si sottrasse. Rimase turbata dal suo comportamento.
-Masumi, tesoro, che ti prende?- gli chiese preoccupata.
-Shiori sono qui perché ti devo parlare.-
Lo guardò con sospetto.
-Dimmi pure.- disse.
-Perdonami, ma devo rompere il fidanzamento.- gli comunicò deciso.
La donna sussultò. No, non poteva farle questo. Gli andò di fronte, quasi per sfidarlo.
-Tu non farai niente del genere. Mi sposerai alla data stabilita.-
Masumi non si tirò indietro.
-Sai anche tu che non ti amo e non potrei mai renderti felice. Accetta la mia decisione.-
Shiori s'insospettì. Per fargli prendere quella decisione, doveva essere accaduto qualcosa con Maya. Quella ragazzina stava cercando nuovamente di interferire. Lo guardò con una luce malvagia nello sguardo.
-Non accetto. Tu manterrai la tua parola, altrimenti sono capace di distruggere sia te che quella ragazza. Ricordati chi sono.- lo minacciò
-Non cercare di farmi cambiare idea con le minacce.- le rispose duro.
-Tu non lo sai, ma da qualche tempo sto tenendo d'occhio Maya. I miei uomini aspettano solo un mio cenno per intervenire. Fa una mossa sbagliata e sarà lei a pagarne le spese.- con queste parole scoppiò in una risata sinistra.
Masumi sbiancò. Quella donna aveva preso in anticipo le sue precauzioni e lo aveva inchiodato. Se era così, sapeva anche che avevano passato la notte insieme. Maledizione. Se non si fosse fatto prendere dallo sconforto se ne sarebbe accorto. Ora era veramente nei guai.

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Capitolo 8
*** capitolo 8 ***



Erano stati dei giorni infernali.
Masumi non sapeva più cosa fare. In quei giorni aveva scoperto che Shiori non solo stava facendo pedinare Maya, ma anche lui. Lo stava tenendo in pugno. Non poteva neanche rischiare di telefonare alla ragazza, era possibile che il telefono fosse tenuto sotto controllo.
Dal canto suo, nemmeno Maya era messa meglio. Sakurakoji non la lasciava mai da sola. Si era perfino trasferito nell'appartamento accanto al suo per sorvegliarla.
La cosa non era sfuggita ad Ayumi. Una sera era passata a trovare l'amica e vi aveva trovato il ragazzo. Per un attimo, la confusione e lo sconcerto attraversarono i suoi occhi, ma riuscì a mascherarlo.
-Ayumi! Sono contenta di rivederti!- esclamò Maya, quando aprì la porta.
-Passavo da queste parti e ho deciso di farti un saluto.- le disse con un sorriso.
Si accomodò al''interno del piccolo appartamento.
-Ciao Sakurakoji.- lo salutò, senza troppo entusiasmo.
Maya era in cucina intenta a preparare il te. Le mani le tremavano. Voleva parlare con l'amica, ma con il ragazzo presente, non poteva dire nulla.
Nel frattempo Ayumi si era seduta su una sedia e lo scrutava. Entrando si era subito accorta dell'aria tesa che aleggiava nella stanza. Doveva capire che cosa era successo e il perché della sua presenza. Il ritorno di Maya gli fece venire un'idea.
-Sai Maya, non sono venuta solo per salutarti, ma avevo bisogno di parlarti da sola.- disse in modo affranto.
-Ti è successo qualcosa?- chiese allarmandosi.
Ayumi annuì con il capo, abbassandolo infine.
Maya allora guardò Sakurakoji.
-Penso sia il caso che tu vada. Non credo che tu debba sapere cosa Ayumi mi deve dire.- lo informò con freddezza.
Il ragazzo si alzò, ma prima di uscire le disse.
-Ti avviso di non fare sciocchezze.-
Appena fu fuori, Maya si sedette sul divano e cominciò a piangere. Ormai non riusciva più a sostenere quella situazione. Ayumi le si avvicinò e le prese una mano.
-Ho solo finto. Avevo capito che eri tesa. Cosa succede Maya?- le domandò dolcemente.
-Non so più che fare.- mormorò.
-Cosa intendi dire?- si stava preoccupando.
Maya prese un profondo respiro e si preparò a confessare tutto.
-Le cose tra me e Masumi sono cambiate. Non so come è accaduto, ma...........ma........lui mi ama.-
Pensava che la notizia la sorprendesse, ma la sua espressione rimase neutra, anzi fu lei a sorprenderla.
-Lo so Maya. Il vostro incontro di quella sera è stato organizzato da me e dal signor Hijiri.- le spigò sorridendo.
-Allora tu sai che cosa......è.......- ora era rossa in volto.
Ayumi scoppiò a ridere. Com'era buffa quando si imbarazzava!
-Si lo sappiamo entrambi.- ma poi tornò seria.- L'unica cosa che non capisco è la presenza di Sakurakoji. Per logica avresti dovuto lasciarlo.-
Alla ragazza ritornarono le lacrime agli occhi.
-L'ho fatto. Gli ho spiegato che non potevo sposarlo, che avevo fatto uno sbaglio e che saremmo stati infelici. Ma non ha voluto sentire ragioni. Mi ha detto che se non lo sposerò farà di tutto per rovinare lo spettacolo e la mia carriera.-
L'amica scattò in piedi scioccata.
-E non è tutto. Mi segue come un'ombra. Da quella sera non nemmeno più potuto vedere Masumi.-
L'amica continuava ad andare avanti e indietro per la stanza. Ma come si era permesso di comportarsi così! Si stava rivelando un essere abbietto.
Vide lo sguardo triste di Maya e decise immediatamente di agire.
-Non preoccuparti, forse so cosa fare.- poi le si inginocchiò davanti.- Stai tranquilla. Risolveremo la situazione.-

Si incontrarono al solito bar, la mattina seguente. Subito Hijiri si accorse della rabbia di quella splendida ragazza.
-Qui bisogna fare qualcosa. E subito.- gli disse appena si accomodò.
Hijiri si allarmò.
-Che succede?-
-Sakurakoji sta minacciando Maya e la segue in continuazione. Non ce la fa più, sta crollando.- gli comunicò.
L'uomo strinse i pugni per la rabbia.
-Noi non siamo messi meglio. Maya è controllata da Shiori e il signor Hayami teme che possa farle qualcosa. Oltretutto anche lui è pedinato. Abbiamo le mani legate.-
-Devono vedersi.-
-Sono d'accordo. Anche il mio capo è al limite. Ma dobbiamo anche trovare una soluzione per questa situazione.-
Rimasero a discutere ancora per qualche ora. Il piano era buono, ma avevano bisogno anche dell'aiuto di Mizuky.

Masumi era, come al solito, nel suo ufficio. Doveva lavorare, ma non ci riusciva. Stava continuamente pensando a Maya. Come gli mancava. Non poteva sopportare di starle ancora lontano. Ma era rischioso cercare di incontrarla.
Il flusso dei suoi pensieri venne interrotto dall'aprirsi della porta. Hijiri e Mizuky si misero di fronte a lui.
-Signore dobbiamo parlare.-
Masumi si appoggiò allo schienale della sua poltrona.
-Ditemi.-
-Oggi pomeriggio dovrà presentarsi al Kid's studio. È o non è suo compito controllare lo svolgimento delle prove?- gli chiese la segretaria.
Alzò un sopracciglio in modo interrogativo.
Hijiri si avvicinò ancora un po alla scrivania.
-Avete entrambi bisogno di vedervi. Anche Maya ha dei problemi a causa di quel ragazzo.-
A quelle parole scattò in piedi.
-Cosa intendi Hijiri?-
Dopo un attimo di silenzio. Gli disse tutto quello appreso da Ayumi. Masumi era sempre più atterrito. Si maledisse per l'ennesima volta. Tutto questo era colpa sua e della sua codardia.
-Come facciamo con gli uomini di Shiori?-
-Di loro me ne occuperò io.- comunicò l'uomo ombra.
-E il ragazzo?-
-Lui è affar mio.- gli disse Mizuky.
Masumi si voltò verso la vetrata. Fra poco avrebbe rivisto il suo amore. Dopo così tanto tempo.
Sorrise. Non avrebbe potuto avere al suo fianco persone migliori di Hijiri e Mizuky. E anche Ayumi. Ora sentiva una nuova forza impadronirsi di lui. Il tempo del dolore era finito. Adesso avrebbe fatto tutto quello che era in suo potere per riprendersi la sua vita e la sua felicità. Nessuno lo avrebbe più ostacolato.

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Capitolo 9
*** capitolo 9 ***


La macchina con all'interno il presidente della Daito, viaggiava a velocità moderata per le vie della città. La fidata segretaria era alla guida. Subito si accorse dell'auto nera dietro di loro. Sorrise. Tutto stava procedendo come stabilito.
Per non destare sospetti sulla loro destinazione, avevano studiato un tragitto molto lungo. Ciò serviva anche per il piano messo a punto da Hijiri.
Erano quasi giunti al punto designato.
-Si tenga forte presidente.- lo avvisò Mizuky.
Masumi strinse la maniglia della portiera con decisione.
D'improvviso la macchina accelerò, mettendo un po di distanza dagli inseguitori. Subito anche loro iniziarono ad andare più forte. Un grave errore.
Un camion gli tagliò la strada, provocando un incidente e bloccandoli in modo completo.
Hijiri, sul marciapiede di fronte, non poté che rendersi soddisfatto. Tutto era andato nel migliore dei modi.

Fece il suo ingresso al Kid's studio. Sentiva chiaramente le urla del regista provenire dalla sala prove. Questo era un chiaro segnale che le cose non procedevano bene.
Spinse piano la porta. Maya era a capo chino di fronte a Kuronuma e si stava prendendo una bella sgridata. Sakurakoji era al suo fianco e le stringeva la mano in modo possessivo. Non poté decifrare lo sguardo della sua amata, dacché teneva gli occhi incollati al suolo.
Decise di entrare.
-Buongiorno a tutti.- esordì.
Kuronoma si voltò di scatto. Cosa diavolo ci faceva lì?
-Salve presidente Hayami.- disse andandogli incontro.- Posso sapere il perché di questa visita?-
Masumi gli sorrise.
-Volevo vedere come procedevano le prove. La prima è vicina.-
L'uomo guardò i suoi due protagonisti.
-Come vanno? Un disastro completo! Sembra che sia la prima volta che recitano.- sbottò.
Hayami puntò i suoi occhi su Maya. Ancora la ragazza, nonostante ne sentisse il bisogno, non lo aveva guardato.
Maya aveva paura. Il cuore batteva all'impazzata solo all'idea di essere nella stessa stanza. Ma non poteva rischiare di volgere il suo sguardo verso di lui. Tutti, sopratutto Yuu, avrebbero capito che cosa la legasse al giovane presidente.
-Posso parlare con la sua prima attrice?-
Quella richiesta la fece sobbalzare.
Il regista sbuffò.
-Faccia come vuole. Forse riuscirà a smuoverla.-
Masumi si postò di lato per farsi precedere dalla ragazza, ma Sakurakoji la fermò.
-Verrò anch'io insieme a Maya.- gli disse.
A questo punto, intervenne Mizuky.
-Lei Sakurakoji dovrebbe venire con me. Ci sono delle clausole del suo contratto che dobbiamo ancora chiarire.-
Il ragazzo la fulminò. Non voleva assolutamente lasciare Maya da sola con quell'uomo.
-Non possiamo parlarne in un'altro momento?-
-Lasciala respirare! Non ti stacchi mai da lei. Che cosa vuoi che accada, che scappi?- lo aggredì Kuronuma.
Il ragazzo non poté fare a meno di ubbidire. Accidenti, ma perché quell'uomo non si faceva gli affari suoi?

Il camerino in cui entrarono era avvolto nell'oscurità. Appena varcata la soglia. Masumi la prese tra le braccia, stringendola forte.
-Quanto mi sei mancata.- le sussurrò tra i capelli.
Maya contraccambiò con ardore la sua stretta.
-Mi sei mancato anche tu. Perdonami........non ho potuto nemmeno chiamarti!- disse con le lacrime agli occhi.- Sakurakoji non mi ha mai lasciata un attimo libera, mi ha preso anche il telefono.-
L'uomo si sentì trapassare. Anche se era a conoscenza delle azioni del ragazzo, sentire le parole del suo amore lo facevano star male.
-Lo so Maya. Ma nemmeno io ero messo meglio. Shiori mi controlla. Oggi sono riuscito a venire grazie ad un piano messo a punto da Hijri.-
La ragazza alzò gli occhi su di lui, incredula. Possibile che sia Yuu che Shiori si comportassero nella stessa maniera?
-Masumi, io non ce la faccio più.-
Le accarezzò dolcemente il viso. No, quella situazione era insostenibile ormai.
-Non preoccuparti. Cercherò di risolvere il problema. Fidati di me.- le sussurrò.
Maya lo fissò intensamente e annuì.
Lentamente si alzò sulla punta dei piedi, avvicinando il viso al suo. Masumi si chinò su di lei, catturandole le labbra in un lunghissimo bacio. Quando si separarono, capirono che non sarebbe bastato quel contatto. I loro corpi, le loro anime chiedevano a gran voce un'unione più profonda.
L'uomo fece scattare la chiave della serratura in modo silenzioso. Le prese il volto tra le mani attirandolo nuovamente. Incominciò a baciarla. Maya mise le mani sul suo petto, facendole scorrere su di esso. Gli allentò la cravatta, fino a sciogliere del tutto il nodo. Incominciò a sbottonargli la camicia e sfilandola dai pantaloni. Masumi insinuò le mani sotto la maglia della ragazza, accarezzandole la schiena. Infine, facendole alzare le braccia, gliela tolse. La prese in braccio, appoggiandola con la schiena sul muro. Maya, per sentirsi più sicura, avvinghiò le gambe intorno alla sua vita. La calma con la quale avevano iniziato era stata abbandonata. Si cercavano con foga. Per troppo tempo erano stati separati. Masumi continuava ad accarezzarle i fianchi e la schiena. Con l'altra mano risaliva la gamba della ragazza, esplorando l'interno di lei. Quel tocco la fece sussultare per un attimo, per poi inarcarsi verso di lui. I respiri di entrambi iniziarono ad essere più affannosi. Maya, presa dalla frenesia, gli sbottonò i pantaloni, facendoglieli scivolare a terra. Sostenuta dal corpo di lui, tolse una gamba dai suoi fianchi, per poterlo accarezzare, sentire ed esplorare meglio. Masumi era scosso dai continui brividi di piacere che la ragazza gli faceva provare. Perse l'equilibrio. Fortunatamente il muro continuò a sostenerli. Maya, vista la nuova posizione assunta, prese l'iniziativa. Scivolò sul suo corpo, ricoprendolo di baci. Arrivò nel centro della sua virilità. Masumi perse il controllo nel sentire quello che il suo amore gli stava facendo. Un gemito uscì dalle sue labbra. Poggiò la fronte imperlata di sudore al muro. Sentì le lacrime agli occhi. Staccò dolcemente Maya da lui.
-Io ti amo. Non posso vivere senza di te.- le disse con voce carica di sentimento.
Lo strinse a se.
-Anche io ti amo. Non lasciarmi.- gli rispose con un sorriso.
La prese in braccio, facendola sdraiare sul piccolo divano. Si mise sopra di lei. Maya allacciò nuovamente le gambe intorno ai fianchi, offrendosi completamente a lui. La penetrò lentamente, gustandosi e facendole gustare il momento. I loro movimenti seguivano il battere dei loro cuori. Sempre più intensi. Sempre più veloci. Il culmine fu dirompente. Non avevano la minima idea che insieme potessero arrivare a simili vertici. Stremati, appagati rimasero l'uno tra le braccia dell'altra.
No, non potevano permettere ad altri di manovrarli ancora.
Maya alzò il viso verso di lui.
- Sono pronta a tutto per non separarmi più da te. Dimmi quello che devo fare e io lo farò.-

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Capitolo 10
*** capitolo 10 ***


Mizuky entrò di corsa nell'ufficio del suo capo. Masumi alzò la testa dai documenti che stava esaminando, estremamente stupito. Era la prima volta che la vedeva così agitata.
-Mizuky si calmi. Cos'è successo per ridurla in queste condizioni?-
La donna buttò sulla scrivania dei fogli.
-Li guadi signore. Si sono mossi in maniera decisa. Non ha più niente, neanche la Daito!- gli comunicò crollando sulla poltrona.
L'uomo prese a leggere quella relazione. Man mano che procedeva, diventava sempre più pallido. Come diamine ci erano riusciti?
I Takamiya avevano preso il controllo di tutta la società, il patrimonio degli Hayami era stato requisito da loro. Non poteva crederci. E per di più, suo padre sembrava aver accettato senza nessun problema!
Strinse i pugni.
-Cancelli tutti i miei appuntamenti. Ammesso che ne abbia ancora.- disse alla donna in modo duro.
-Che......che vuole fare.- gli chiese piano.
Le lanciò uno sguardo gelido.
-Mio padre dovrà darmi molte spiegazioni.-

Stava ammirando il grande albero del giardino. Forse quella era l'ultima volta che poteva farlo. Grazie alla stupidità di suo figlio, aveva dovuto rinunciare a tutto.
I passi alle sue spalle lo fecero voltare.
-Non credevo arrivassi così presto.- gli disse con il solito tono burbero.
-Spiegami solo perché lo hai fatto.- lo aggredì.
Il vecchio Hayami scoppiò a ridere.
-E hai il coraggio di chiedermelo?- tornò immediatamente serio, puntando i suoi occhi freddi su di lui.- Hai osato cercare di rompere il fidanzamento con Shiori, hai intrecciato una relazione con quella ragazza e hai osato tentare di portarmi via i diritti!- gli urlò in faccia.
Masumi si avvicinò a lui.
-Ho solo cercato di riappropriarmi della mia vita. Ma quello che hai fatto tu è stato imperdonabile. Ti sei venduto hai Takamiya, hai buttato all'aria tutto quello che hai costruito nella tua vita. E per cosa? Per un'investimento fallito e per la paura di veder realizzato il tuo sogno. Mi fai pena.- gli disse con disgusto.
Fece per andarsene, ma prima aggiunse un'ultima cosa.
-Ringrazio gli dei per non essere realmente tuo figlio.-

Shiori stava bevendo del tee in compagnia di suo nonno. Un sorriso di vittoria aleggiava sul suo viso.
-Il tuo piano sta procedendo alla perfezione. Anche Eisuke è dalla nostra parte. Ora Masumi dovrà per forza cedere.- disse con la massima calma.
Il capostipite la guardò non troppo convinto.
-Avergli tolto il patrimonio e l'azienza non vuol dire che accetti le nostre condizioni.-
-Lo farà. Tiene troppo a quella piccola sgualdrina. Se non lo farà, sarà lei la prima a pagare.-
-Cosa vuoi dire?- tuonò Masumi, entrando nel salone.
Shiori si alzò elegantemente dal divano, dirigendosi verso di lui.
-Vedo che oltre al prestigio, hai perso anche l'educazione. Beh non importa.-
Gli posò una mano sul braccio, ma Masumi si scostò bruscamente.
-Non ti conviene fare così.-
-Smettila! Non mi hai ancora spiegato il significato delle tue parole.- disse palesemente infastidito.
La donna si diresse verso la grande vetrata, con calma. Poi si voltò verso di lui.
-Semplice tesoro. Ho manterrai la tua parola, oppure vedrai la tua dolce ragazzina morire. E mi assicurerò che accada sotto i tuoi occhi e senza che tu possa intervenire.-
A Masumi sembrò di sprofondare in un'abisso senza fine.

Maya era riuscita a scappare dalla stretta sorveglianza di Sakurakoji. Non sopportava più la sua vicinanza. Gli dava ormai il voltastomaco. Con il suo ricatto, era riuscito a distruggere tutto quello che avevano costruito. È vero, la prima a sbagliare era stata lei, non avrebbe mai dovuto accettare di sposarlo. Ma la disperazione l'aveva spinta a quella decisione così assurda, ma mai pensava che lui si comportasse in quel modo odioso.
Chiuse gli occhi, lasciandosi cullare dal vento e dal lento dondolio dell'altalena.
Ripensava al suo ultimo incontro con Masumi e alle parole che gli aveva detto. Era davvero disposta a tutto per poter stare insieme a lui per sempre, ma era anche consapevole che sarebbe stato difficile, se non impossibile.
-Finalmente ti ho trovata. Sai che non devi allontanarti da me.-
Quella voce la fece sobbalzare. Se lo ritrovò davanti, con uno sguardo colmo d'ira.
-Adesso basta Yuu! Non posso continuare in questo modo. Perché non accetti la mia decisione e basta! Sarebbe meglio sia per me, che per te.-
Il ragazzo si portò velocemente di fronte a lei. La prese per le braccia, facendola alzare.
-Tu mi appartieni. Sei mia da quando hai accettato di sposarmi.- le disse furioso.
Maya si divincolò da lui, spostandosi lontano.
-Lo sai che non è così. Con il tuo comportamento stai rovinando anche la nostra amicizia.- gli urlò.
-Non mi importa. È te che voglio e te avrò.-
Con quella frase la prese con la forza e la trascinò verso la sua casa.
Aprì la porta e la sbatté all'interno della stanza. Maya era completamente terrorizzata. Mai l'aveva visto così.
-Bene. Adesso vedremo se sei ancora così casta e pura, o se per caso hai regalato le tue grazie a quel verme.-
-Yuu, ti prego. Lasciami andare.- disse tra le lacrime.
La prese nuovamente. La portò con ferocia nella sua camera.
-Ora prenderò ciò che mi spetta di diritto. Con o senza il tuo consenso.- disse con una voce spaventosa.
Chiuse l'uscio alle sue spalle. Maya si sentì morire. Invocò mentalmente il nome e la figura di Masumi. Solo lui adesso poteva darle la forza per superare quella terribile esperienza.

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Capitolo 11
*** capitolo 11 ***


Ayumi aveva deciso di fare una passeggiata. La giornata, a dispetto della stagione, era tiepida. Il sole splendeva, riscaldando con i suoi raggi l'aria.
Era in prossimità del laghetto situato al centro del grande parco. Lo stesso in cui la sua amica aveva interpretato in maniera magistrale il folletto Puck. Si sedette su una panchina ad ammirare lo spettacolo. Si sentiva bene, rilassata. Dopo la rappresentazione dimostrativa, aveva volutamente deciso di prendersi una pausa dai suoi impegni teatrali. Era giunto il momento di staccare la spina e cercare di prendersi un po di tempo per se. Chiuse gli occhi con il viso rivolto al sole, un sorriso appena accennato le illuminava il viso. D'un tratto un'immagine si materializzò nella sua testa. Un'uomo alto, bello e affascinante. Di scatto riaprì gli occhi, arrossendo. Perché stava pensando a lui? Sicuramente non passava inosservato, ma da li a pensarlo........Però era già da qualche giorno che non riusciva a toglierselo dalla mente. L'aveva indubbiamente colpita. Non solo per il suo aspetto fisico, ma sopratutto per la sua intelligenza e dolcezza.
-Karato Hijiri.- sussurrò appena.
Il suono del telefonino la fece sobbalzare. Si diede della stupida a fare ceri pensieri e prese l'apparecchio. Rimase per un attimo sorpresa di leggere il nome di Maya sul display.
-Ciao Maya.- la salutò con allegria.
L'amica non rispose, sentiva solo dei singhiozzi.
-Maya rispondi. Che cos'hai?- le chiese preoccupata.
Finalmente riuscì a parlare.
-Ayumi.....ti prego.....vieni qui....- le disse tra i sussulti.
Si alzò di colpo in piedi.
-Dove sei? Arrivo subito.-
-A casa.- rispose la ragazza.

Dopo appena quindici minuti era davanti alla porta della casa di Maya. Bussò, ma non ricevette risposta. Decise di entrare. Trovò la stanza immersa nel buio. Le imposte erano state chiuse, per impedire alla luce di entrare. Molto lentamente, avanzò nella stanza.
-Maya, dove sei?- chiese piano, quasi avesse paura di scoprire qualcosa di terribile.
Un rumore che proveniva dalla camera vicino a lei, la fece sussultare. Si diresse da quella parte ed entrò. Spalancò gli occhi e la bocca. Raggomitolata sul pavimento, c'era la sua amica. Corse da lei. Non sapeva cosa potesse essere successo, ma il suo tremore e la paura che lesse sul suo viso, la terrorizzarono. L'abbracciò stretta, trasmettendole il suo calore. Sentì la ragazza piangere e aggrapparsi a lei.
Finalmente, dopo molto tempo, la sentì calmarsi. Le scostò i capelli bagnati dal viso e la guardò.
-Cosa succede Maya?- le domandò.
L'amica prese un profondo respiro. Aveva bisogno di lei, del suo aiuto.
-Io.....io....ti prego....aiutami!-
Una morsa strinse il cuore di Ayumi.
-Lo farò, ma dimmi che hai!-
Si aggrappò alle braccia dell'amica.
-Yuu....Yuu...lui....lui.....mi.....mi ha....violentata!- e scoppiò di nuovo in lacrime.
Ayumi si sentì gelare. Come aveva osato quella specie di essere umano! Di colpo la rabbia, una rabbia feroce si impadronì di lei. Doveva assolutamente allontanarla da quel ragazzo.
-Vieni con me!- le ordinò.
-Aspetta, non vorrai che io lo dica a Masumi.- le chiese tremante.
Vide il terrore nei suoi occhi. Non poteva certamente dire a quell'uomo quello che era accaduto alla sua donna. Avrebbe ammazzato Sakurakoji e Maya non poteva sicuramente reggere all'idea del suo amore in carcere.
-No, sta tranquilla. Ti porto a casa mia. Non voglio rischiare che te lo ritrovi ancora davanti.-
-Maya non si muove.- disse la voce maschile alle sue spalle.
La ragazza si alzò, guardando da capo a piedi quell'abominio che aveva di fronte.
-Togliti dai piedi Sakurakoji. Con o senza il tuo consenso, porterò via Maya.-
Poi si rivolse all'amica.
-Prepara le tue cose. Ce ne andiamo subito.-
-Ti ho già detto che lei rimane qui!- le urlò, cercando di afferrarla.
Ma fu più svelta di lui. Si scansò, facendogli perdere l'equilibrio. Il ragazzo cadde rovinosamente per terra. Ayumi ne approfittò per tirargli un grosso vaso in testa. A quell'impatto, il ragazzo perse conoscenza.
-Sbrigati! Non vorrei correre il rischio che si svegli.-
Dopo cinque minuti uscirono dall'appartamento. Doveva metterla al sicuro e, al momento, casa sua era il posto adatto.

Stava camminando da ore nella sua stanza. Cercava di decidere il da farsi. Non poteva certamente informare Hayami di quello che era accaduto, ma non poteva nemmeno pensare di proteggere l'amica da sola. Se ripensava al racconto di Maya, ancora le venivano i brividi. Fortunatamente era riuscita a calmarla e l'aveva convinta a riposare. Non riusciva ad immaginare qualcosa di peggio. Incominciò a piangere al pensiero del dolore della ragazza nella stanza a fianco.
Doveva,voleva assolutamente fare qualcosa.
Prese il telefono e compose il numero dell'unica persona che avrebbe potuto aiutarla.

Era ormai notte fonda e la luna splendeva alta nel cielo. Un'ombra apparse dietro alle tende della finestra di Ayumi. Silenziosamente entrò nella camera della giovane addormentata sul letto. Si avvicinò e si fermò ad ammirarla. Il chiarore della luna illuminava il suo volto. Era bella, molto bella. Ma quella ragazza non era solo quello. Aveva un'animo nobile e il suo carattere era forte e deciso. Le sfiorò i capelli che erano ricaduti sulla fronte. Quel tocco delicato la destò.
Si ritrovo a fissare quegli occhi caldi che tanto la affascinavano. Di colpo, arrossendo, si sedette sul letto.
-Quando sei arrivato?- gli chiese, cercando di ricomporsi.
Hijiri si allontanò un poco da lei. Non immaginava neanche lui che quella ragazza potesse turbarlo così profondamente.
-Non da molto. Sono entrato dalla finestra. Non era il caso che mi vedessero entrare qui in piena notte.- le rispose con la sua voce calda.- Perché mi hai chiamato?è successo qualcosa di grave?-
Ayumi si ricompose del tutto. Doveva dirgli tutto, ma con cautela. Anche se non era Hayami, sapeva che teneva molto a Maya e la sua reazione poteva essere sia forte, sia imprevedibile.
-Si tratta di Maya. È qui a casa mia.-
La guardò con curiosità, ma non fece domande.
Ayumi sospirò.
-Oggi mi ha chiamata. Sono andata da lei. L'ho trovata in uno stato pietoso.- s'interruppe, non era certa di voler continuare.
Hijiri si allarmò.
-Cosa le è successo?-
-Yuu. Ecco, lui le ha fatto del male. Molto.- disse piano.
Hijiri scattò verso di lei. La prese per le spalle.
-Ti prego. Non dirmi che è quello che penso!. Chiese quasi urlando.
La ragazza non rispose, ma lesse la verità nei suo occhi. Di colpo la lascio, andandosi a sedere sul letto e tenendosi la testa tra le mani.
No, non era possibile! Come aveva potuto fare quello alla persona che diceva di amare. Iniziò a sentire le lacrime inumidirgli gli occhi. Maya! Non poteva neanche immaginare quello che aveva provato nelle mani di quell'animale. E lui non l'aveva protetta. Era venuto meno alla promessa fatta al suo capo. All'uomo che avrebbe dato la vita per lei.
Ayumi, vedendo la sua disperazione, gli andò vicino e gli prese il viso tra le mani.
-Non è stata colpa tua.- gli disse, intuendo i suoi pensieri.
-Sono venuto meno al mio dovere.-
-Nessuno poteva minimamente intuire di che cosa fosse capace Sakurakoji. Ma adesso viene la parte più difficile.-
L'uomo annuì. Hayami sarebbe stato più difficile da tenere.
-Intendo sistemare io la questione, prima che giunga alle sue orecchie. E di questo dovremmo parlarne anche con Maya.-
Entrambi furono d'accordo. Se la cosa fosse giunta a lui, si sarebbe rovinato la vita. E l'avrebbe rovinata anche al suo amore.
Si alzò deciso ad andarsene.
-Che farai adesso?- gli chiese un po preoccupata.
-Cercherò una soluzione efficace. Poi agirò, ma devo far presto.-
La ragazza gli posò una mano sul braccio.
-Fa attenzione.- sussurrò dolcemente.
Quelle parole dette in quel modo, lo bloccarono. Rimasero per molto tempo a fissarsi intensamente. Lentamente Hijiri si chinò su di lei e nel contempo Ayumi si sollevò sulle punte dei piedi. Sfiorarono le loro labbra, delicatamente. Quel tocco accese in loro un fuoco che non credevano potesse esplodere. Immediatamente il bacio divenne intenso, profondo. L'attirò a se, stringendola forte. Lei gli cinse il collo con le braccia, aderendo a lui. Si separarono, ansimanti.
-Rimani qui.- disse la ragazza.
-Sei sicura di quello che fai?-
-Più di quel che pensi.-
Non se lo fece ripetere. La prese in braccio e raggiunse il letto. Molto lentamente incominciò a sfilarle i vestiti. Lei seguì il suo esempio. Non immaginava potesse essere così bello, così perfetto. Lui era estasiato da lei. Sembrava davvero una dea. Ripresero a baciarsi, spinti dal loro desiderio. Ogni loro tocco, ogni movimento portava solo un nome. Amore.
Quella notte misero a nudo i loro sentimenti. Entrambi avevano capito che cosa fossero le anime gemelle. Finalmente anche le loro si erano unite.

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Capitolo 12
*** capitolo 12 ***


Aprì gli occhi di scatto. Era completamente sudato e ansimante. Cercò di mettere a fuoco la stanza, ma faticava a riuscirci. Le sensazioni che aveva provato con quel sogno, molto più somigliante ad un'incubo, non volevano abbandonarlo. Si passò una mano sul viso, ricordando quelle immagini.
Era seduto in una camera buia, senza possibilità di muoversi. Nell'oscurità, udiva chiaramente le urla di dolore della sua ragazzina. Sentiva il cuore lacerarsi. Lo chiamava, disperatamente, ma lui non poteva raggiungerla. Gridava il suo nome, ma era come se la voce si disperdesse nel vuoto. L'impossibilità di correre da lei, aiutarla lo faceva morire.
Si alzò e andò alla finestra. Fortunatamente era solo un sogno, ma perché, se era così, quell'angoscia non voleva allontanarsi da lui? Si decise a chiamarla. Forse il suono della sua voce sarebbe riuscita a tranquillizzarlo. Compose il numero, ma il telefono squillò a vuoto. Guardò perplesso il display. Possibile fosse talmente stanca da non udirlo? L'ansia si impadronì di lui. Possibile che quel ragazzo la tenesse sotto controllo anche di notte? Doveva scoprirlo assolutamente.
Si vestì e volò in macchina. Si diresse velocemente verso casa di Maya. Appena arrivato, trovò l'uscio di casa leggermente socchiuso. Lentamente aprì la porta ed entrò. Lo spettacolo che si presentò davanti hai suoi occhi lo fece rabbrividire. C'era un caos tremendo, tutto era stato o rotto, o gettato a terra in malo modo. Gli armadi erano aperti e molti abiti di Maya erano stati ridotti in brandelli. Ma del suo amore nessuna traccia. Ora aveva realmente paura per lei. Che era successo?

Non aveva dormito molto quella notte. Ripensava ancora al discorso fattole da Ayumi. In fondo doveva riconoscere che aveva ragione. Doveva raccontare l'accaduto a Masumi, ma sinceramente la sua sicura reazione violenta la spaventava e non poco. Guardò fuori dalla finestra. Il sole stava sorgendo, illuminando quella mattina piena di paure. Andò nel bagno e si accinse a fare una doccia. Sperava riuscisse a rilassarla un poco e a farle prendere il coraggio che le serviva. Mentre si spogliava, il suo sguardo si soffermò alla vista della sua immagine riflessa. Sentì nuovamente le lacrime. Sakurakoji aveva evitato di lasciarle dei segni sul viso, dato che sarebbe stata la sola parte visibile, ma il suo corpo, che sarebbe stato coperto dal costume di scena, non aveva ricevuto lo stesso trattamento. Strinse le braccia intorno ad esso, accovacciandosi per terra tremante.
D'un tratto alzò la testa in maniera decisa. No, non sarebbe mai riuscita a perdonarlo. Aveva rovinato tutto quello che c'era tra loro, solo per puro egoismo e potere di possesso. Non l'amava. Quando si prova questo sentimento, si cerca sempre il meglio per la persona che si ha nel cuore, non si può farle del male. Avrebbe pagato e nel modo peggiore. Ancora il suo ex-amico non sapeva di che cosa fosse capace.

Stava ammirando il viso dell'uomo al suo fianco da parecchio tempo. Non capiva come era successo, ma si era innamorata di lui in maniera completa. Ora comprendeva appieno le parole della signora Tzukykage sull'interpretazione di Maya. Solo un vero sentimento, profondo, assoluto, poteva far comprendere l'amore della dea. E lei adesso lo provava. Distolse un attimo gli occhi da lui e cercò di alzarsi. Ma non ci riuscì. Una poderosa stretta le cinse la vita. Si voltò di scatto, perdendosi nel suo sguardo. Senza parlare avvicinò il viso al suo e depose un lieve bacio su quelle labbra piene e sensuali. Hijiri passò una mano tra i suoi biondi capelli attirandola ancora più a se, dolcemente. Quel bacio divenne immediatamente profondo e provocante. Le accarezzò la schiena, facendola fremere. Lei depose le mani sul suo torace scolpito, percorrendolo con lievemente con le dita. Tocco che lo mandò in estasi. La stese sotto di se, percorrendo interamente il suo corpo con le labbra. Non si stancava mai di farlo. Il respiro di Ayumi divenne affannoso. Si inarcava sempre di più verso di lui, chiedendo, silenziosamente, qualcosa di più profondo Richiesta che Hijiri accettò. Si riportò su di lei, fissandola negli occhi. All'interno vi lesse un desiderio, una passione profonda. Stesse emozioni che albergavano nei suoi. Lentamente penetrò in lei, iniziando a muoversi piano. Voleva farle assaporare a pieno il momento. Lei gli cinse il collo con le braccia, aggrappandosi a lui. L'apice esplose intenso. Rimasero stretti a lungo. Ayumi posò un bacio sul suo collo.
-Ti amo.- sussurrò.
Hijiri si spostò per poterla guardare.
-Ti amo anch'io Ayumi.- le disse emozionato.

Entrarono nel salone. Con loro sorpresa vi trovarono Maya. La ragazza era di fronte alla finestra. Ayumi ed Hijiri si guardarono. Dovevano parlarle assolutamente e decidere il da farsi.
Maya, sentendo dei movimenti alle sue spalle si voltò. Per un attimo rimase sorpresa, ma poi ricordò le parole dell'amica. Si erano conosciuti e insieme avevano organizzato il suo incontro con Masumi al parco. Ma subito si accorse che c'era di più. Lesse amore nei loro sguardi. Un sentimento intenso. Questo poteva solo portare all'unione di anime. Sorrise. Mai avrebbe pensato che fra loro due potesse scoppiare l'amore assoluto. Ne fu felice.
-Buongiorno.- li salutò.
Ayumi le andò incontro, abbracciandola.
-Hai dormito bene?- le chiese dolcemente.
Maya sospirò.
-Non molto, a dire la verità.- poi si rivolse ad Hijiri.- Immagino sappia tutto.-
L'uomo annuì.
-Maya devo sapere una cosa. Che intende fare?-
Si diresse nuovamente alla grande finestra.
-Sono consapevole che devo informare Masumi dell'accaduto, ma non vorrei essere da sola con lui. Non credo di riuscire ad arginare la sua furia da sola. Sono anche certa che vorrà vedersela con Sakurakoji, ma in quel caso voglio esserci anch'io con lui. Non per fermarlo, ma per vedere quel verme sprofondare.- la sua voce era dura, quasi gelida.
Quel tono preoccupò i presenti. Mai avrebbero pensato di sentire tanta rabbia, tanto rancore in lei. Ma la comprendevano, anche in loro albergavano gli stessi sentimenti nei confronti di quel ragazzo. Il suono del telefono ruppe quelle riflessioni. Hijiri guardò il display.
-è il signor Hayami.- disse alle due ragazze.
Ayumi e Maya si guadarono. Quest'ultima annuì. Hijiri comprese.
-Mi dica signore.- esordì rispondendo al suo capo.
Dopo averlo ascoltato attentamente gli disse.
-Siamo a casa di Ayumi. La aspettiamo.-

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Capitolo 13
*** capitolo 13 ***


Arrivo trafelato a casa Himekawa. Non conosceva il motivo per il quale Maya era li, ma qualcosa nella voce del suo collaboratore l'aveva messo in allarme. Si fece annunciare.
Nel salone lo attendevano, con ansia. La prima persona che cercò con lo sguardo fu la sua ragazzina. Se ne stava li, in piedi, dietro al divano. Vicino a lei Ayumi. Hijiri era comodamente seduto sulla poltrona. Sentì subito nell'aria che qualcosa non andava.
Cercò di andare verso Maya, ma l'uomo ombra lo fermò.
-Buongiorno signore.- saluto con rispetto.- La prego si accomodi.- aggiunse.
-Posso sapere che succede?- ormai la calma lo aveva abbandonato del tutto.
Fu Maya a prendere la parola.
-Per favore Masumi. Fa come ti ha detto il signor Hijiri.-
La guardò perplesso. Com'era strana quella mattina. Non lo aveva abbracciato come al solito, non lo aveva accolto con il suo splendido sorriso. Se ne stava a distanza, con al fianco Ayumi. Sembrava quasi che l'amica le stesse dando forza per qualcosa.
Fece come gli fu richiesto, ma ora incominciava ad avere paura. Complici anche le sensazioni del suo incubo, che non lo abbandonavano.
-Ti devo parlare di una cosa molto importante.- esordì la ragazza, dopo un profondo respiro.
-Ti ascolto Maya.- le rispose.
Non era per niente facile affrontare l'argomento. Non sapeva da che parte cominciare. In fondo però, una parte non c'era. Bastava solo trovare il coraggio di far uscire le parole. In ogni caso la sua paura,il suo tormento era il sapere che avrebbe ferito a morte non solo il cuore, ma anche l'anima del suo amato.
Si decise, non poteva aspettare oltre.
-Ieri è successa una cosa brutta, molto brutta.- abbassò il capo lievemente.
Masumi iniziò ad agitarsi.
-Ero andata al parco, per stare un po da sola e per sottrarmi alla continua sorveglianza di Yuu. Ma poco dopo, lui mi ha trovata.-
Strinse forte i pugni sulle ginocchia. Ancora quel ragazzo.
-Abbiamo litigato furiosamente e lui è diventato...........è diventato un'altro.-
Ayumi la guardava con ammirazione. Non era facile per lei dover raccontare quelle cose a Masumi. In particolar modo alla presenza sua e di Hijiri.
L'uomo, nel frattempo, si era spostato vicino al suo capo. Era suo il compito di cercare di arginare la furia che da li a qualche minuto sarebbe esplosa violenta.
Maya riprese il suo racconto, ma la sua voce era diventata un sussurro.
-Mi ha trascinata a casa sua e li ha detto delle cosa orribili. Mi ha offesa, insultata e , indirettamente, ha insultato anche te.-
Ora veniva la parte più difficile. Aveva visto il viso dell'amato diventare sempre più pallido. Strinse la mano dell'amica, in cerca di sostegno.
-Visto che lui vuole sposarmi ad ogni costo, ha deciso di controllare di persona se io........se io..........fossi ancora intatta.-
Quella frase lo fece profondare. No! Non poteva essere. Lui non l'aveva toccata! Non doveva toccarla!
-Maya- incominciò con voce tremante- non dirmi che ti......lui ti.......-
La vide annuire.
-Si Masumi. L'ha fatto.-
Quella frase lo fece scattare in piedi. Gli occhi erano fiammeggianti, pieni di puro odio. La rabbia si era impadronita di lui, quasi soffocandolo. Un grido di dolore ruppe il silenzio nella stanza.
-Io lo ammazzo quel lurido, viscido bastardo.- disse con una voce che sembrava provenire dagli inferi.
Si girò in direzione della porta, ma Hijiri lo fermò.
-Non ancora signore. Immagino come si senta, ma per fargliela pagare a dovere, dovremmo agire con cautela.-
Masumi lo fulminò.
-Agire con cautela? Io lo scortico vivo quello!- urlò.
Maya, finalmente si decise ad avvicinarsi a lui. Gli posò una mano sul braccio teso. Anche attraverso quel minimo contatto, poeva avvertire tutta la sua ire.
-Aspetta Masumi. Il signor Hijiri ha ragione.-
Lui la guardò, senza capire il senso delle sue parole. Maya lo notò immediatamente e gli spiegò cosa intendeva dire.
-Se lo affronti apertamente, rischi di avere la peggio. Anch'io voglio che paghi nella maniera più terribile, ma non voglio dover rinunciare a te. Se adesso andassi da lui le cose potrebbero rivoltarsi contro di te.-
-Abbiamo già un piano in mente. Prima sarò io a muovermi, in seguito sarà lei ha chiudere la faccenda.- concluse Hijiri.
Masumi li guardò stralunato. Non aveva ancora la mente abbastanza lucida per seguire il loro ragionamento. Maya lo fece sedere e gli prese in viso tra le mani, fissandolo intensamente.
-Per favore, fai come ti abbiamo chiesto. In fondo si tratta solo di pochi giorni. Ora io ho bisogno di te, del tuo amore. Voglio cancellare quell'orribile ricordo e solo tu puoi aiutarmi.-
La dolcezza nella sua voce lo calmò. Per un attimo rivide la sua ragazzina, forte e decisa, dolce e appassionata. Come poteva esserlo ancora dopo quello che le era successo.
D'un tratto fu il dolore a farsi strada nel suo petto. Un dolore immenso. Le mise le mani sulla vita, attirandola a se. Posò il capo sul suo ventre e finalmente lo sfogò. Lacrime, miste a singhiozzi, scrosciarono dai suoi occhi. Si sentiva responsabile. Non l'aveva protetta. Come poteva ancora essere degno del suo amore?
La ragazze gli cinse le spalle con le braccia. Sentiva il suo dolore attraverso quello sfogo e la sua pena. Si chinò fino al suo orecchio e gli sussurrò.
-Non è stata colpa tua. Ti prego Masumi non prenderti responsabilità che non hai. Stammi vicino, amami come hai sempre fatto. Solo così riusciremo a superare tutto questo. Io e te, insieme.-
Hijiri e Ayumi li osservavano in silenzio. La ragazza si appoggiò al suo uomo, anch'essa con le lacrime agli occhi. Perché mai per quelle due anime era tanto difficile essere felici? Si fissarono e decisero di uscire, lasciandoli soli.

Erano passate diverse ore da quando ogni cosa era uscita allo scoperto. Masumi, rassicurato da Maya, decise di parlare con Hijiri. Trovarono lui e Ayumi in giardino.
-Posso sapere che cosa hai in mente?- gli domandò.
-Inanzitutto trovarlo. Sembra che sia sparito, dopo il trattamento di Ayumi.-
L'uomo la guardò, non capendo.
-Gli ho rotto un vaso in testa.-
Malgrado la situazione, sorrise. Quella ragazza era davvero formidabile.
Riguardò il suo collaboratore, in attesa del seguito.
-Poi sonderò il terreno. Al momento non farò nulla, l'onore spetta a lei.-
-Ho anche io in mente qualcosa. Per primo informa Kuronuma che Mata sarà assente dalle prove per qualche giorno. Poi contatta Akame, dovrà sostituire quell'animale. Io sarò a Nagano. Appena hai notizie raggiungimi li.-
-D'accordo signore. Se mi dovessero chiedere spiegazioni che devo dire?-
Sorrise in modo diablico.
-Che Yuu Sakurakoji ha avuto dei problemi e che ha rinunciato alla parte.-

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Capitolo 14
*** capitolo 14 ***


Erano da un paio di giorni a Nagano. Maya lentamente si stava riprendendo da quell'orribile esperienza. Masumi non la lasciava mai sola, era costantemente al suo fianco. Si preoccupava per ogni sua minima esigenza, cercava di rassicurarla in ogni modo.
Maya era felice di averlo accanto. Ma percepiva che qualcosa ancora non andava. Lui la trattava con tenerezza e dolcezza, ma si limitava a quello. Non l'aveva mai abbracciata, come faceva di solito e i suoi baci si limitavano a leggeri sfioramenti di labbra.
Stava passeggiando sulla spiaggia, riflettendo sul comportamento del suo uomo. Lo capiva, non doveva essere semplice per lui. In realtà non lo era neanche per lei. Temeva che, anche se li legava un sentimento profondo, di essere respinta in qualche modo. Doveva cercare di superare quel momento e solo lui poteva aiutarla.
Con questa nuova decisione, si avviò verso casa, dove lui sicuramente la stava aspettando.
Masumi era seduto in terrazza e guardava il mare. Sapeva che Maya adorava camminare sulla bianca sabbia e l'aveva lasciata andare, da sola. Era certo che in quel luogo non corresse alcun pericolo.
Chiuse gli occhi, stancamente. Non sopportava più quella situazione. Quanto avrebbe desiderato stringerla forte a se, baciarla con passione, fare l'amore con lei. Ma non poteva. Temeva di spaventarla, aveva paura che si sentisse costretta. Ora lei doveva solo essere lasciata tranquilla, non aveva certo bisogno di quel tipo di attenzioni.
Si alzò e posò le mani sul parapetto. La vide mentre si avvicinava a casa. Com'era bella. Strinse le mani a pugno. L'avrebbe aspettata, anche in eterno se serviva.

Finalmente le ricerche di Hijiri avevano dato i suoi frutti. Era riuscito a scoprire dove quel ragazzo si era rintanato, certamente con la paura che quello che aveva fatto giungesse alle orecchie dell'uomo amato da Maya.
Entrò piano nel cascinale fatiscente che gli era stato indicato. Un forte odore di muffa lo investì, facendolo nauseare. Portandosi una mano alla bocca, continuò il suo cammino. Una fioca luce proveniente da sotto una delle porte, attirò la sua attenzione. Si avvicinò e spinse l'uscio.
Il ragazzo se ne stava seduto a terra davanti al fuoco di fortuna. Era irriconoscibile. Forse il peso di quello che aveva fatto, stava ricadendo più violento che mai. Ma non gli fece pena. Quel giorno era cosciente delle sue azioni.
Lentamente si portò alle sue spalle e lo toccò. Il ragazzo sussultò violentemente, scattò in piedi come una molla, volgendo lo sguardo all'uomo che si trovò di fronte.
-Chi è lei? E cosa vuole da me?- gli chiese aggressivo.
-Non fare il duro con me ragazzino, non ti conviene.- gli rispose.
Sakurakoji si allontanò da lui, aveva capito che doveva essere alle dipendenze dell'ammiratore di Maya e sicuramente era a conoscenza dell'accaduto. Meglio mettere un po di distanza.
Hijiri si guardò attorno e sorrise. Quel posto in rovina e pieni di sporcizia era la dimora ideale per lui.
-Non mi ha ancora risposto. Cosa vuole da me?- domandò nuovamente il ragazzo.
-Semplice. Devi venire con me.- disse con calma.
-Io non vengo da nessuna parte. In particolar modo se me lo ordina un'uomo che ha a che fare con un vigliacco.-
Hijiri sentiva prudergli le mani. Che voglia aveva di prenderlo a pugni!
-Ascoltami bene. Con le buone o le cattive tu verrai con me.- la sua voce aveva una nota di collera.
-E perché?- chiese beffardo.- Vuole portarmi dal suo capo? Non ha voluto neanche incontrare Maya. Per quale motivo, invece, vorrebbe vedere me?-
A quel punto, Hijiri perse il controllo. Lo prese per la camicia e lo spinse violentemente contro il muro. I suoi occhi erano pieni di collera.
-Non sai che voglia che ho di torcerti il collo, ma non posso farlo in virtù di una promessa fatta. Sarà qualcun'altro ad avere questo piacere.- avvicinandosi al suo orecchio continuò.- Ma non permetterti più di fare il nome di quell'angelo. Non sei nemmeno degno di respirare la sua stessa aria.-
Lo trascinò con forza nella sua macchina, sbattendolo all'interno. Poi ci ripensò. Poteva essere pericoloso averlo alle spalle. Lo tirò fuori e aprì il bagagliaio. Lo scaraventò dentro. Prima di chiudere gli disse.
-Questo è il tuo degno posto.-
Ora doveva solo avvisare Hayami.

Masumi riattaccò il telefono. Era molto compiaciuto dal lavoro fatto da Hijiri. Sorrise leggermente. Bene, ora poteva agire.
Sentì la porta dell'ingresso aprirsi e poco dopo Maya gli fu di fronte.
-Hai fatto una bella passeggiata?- le chiese dolcemente.
-Si. Ma principalmente mi è servita per pensare.-
Si sedettero sul divano. La ragazza gli prese una mano, strigendogliela. Masumi,a quel tocco, sussultò leggermente. Non sapeva come comportarsi. Se fosse dipeso da lui, avrebbe seguito il suo istinto, ma non poteva. Quindi si limitò a ricambiarla.
Maya sentì la sua tensione, ma non voleva tornare indietro. Voleva proseguire per quelle che erano le sue intenzioni.
-Masumi, c'è qualcosa di cui ti devo parlare.- incominciò.
L'uomo la guardò un po curioso.
-Dimmi, ti ascolto.-
Maya prese un profondo respiro.
-Perché ti sento distante? Lo so che sei sempre vicino a me, mi ricopri di attenzioni, non mi fai mancare nulla. Ma ,in un certo senso, mi sento sola.-
L'uomo sbarrò gli occhi. Non pensava di sbagliare trattenendosi con lei. Invece..............
-Maya, io non volevo darti questa impressione.- mormorò.
-Lo so. Come so che ti dai ancora la colpa. Ma non devi.-
Il silenzio calò tra loro. Un silenzio assordante, pieno di dolore. Potevano avvertirlo. Maya sospirò. Forse per lui non era ancora giunto il momento di andare avanti. Si alzò.
-Vado a farmi una doccia.- gli disse uscendo dalla stanza.
Masumi rimase di nuovo da solo. Non immaginava di trasmettere queste sensazioni alla sua donna. Si prese la testa tra le mani. Aveva ragione lei, il senso di impotenza che aveva provato non lo abbandonava. L'aveva praticamente distrutto. Ma non capiva in cosa il suo atteggiamento la facesse sentire così. Poi l'illuminazione. Possibile che Maya lo desiderasse? Poteva essere che la sua solitudine dipendesse da quello? Di colpo decise di seguire quello che gli diceva il cuore. Andò da lei.
L'acqua stava scivolando sul suo corpo, rilassandolo un poco. Ma la sua mente era in agitazione. Non ci era riuscita, non glielo aveva fatto capire.
-Sei una stupida. Perché non hai parlato chiaramente?- si domandò ad alta voce.
-Ora non dirmi che parli da sola.-
La sua voce calda la fece sussultare. Si voltò verso i vetri appannati della cabina. Vide la sua sagoma. Con una mano cercò di togliere la condensa accumulata. Lo vide, vide i suoi occhi. Senza rendersene conto, aprì l'anta scorrevole. Rimasero li, a fissarsi, per un lungo periodo. Maya allungò una mano, prendendolo per un braccio e attirandolo a se. Masumi la lasciò fare, ma aveva paura. Sentimento che lei gli lesse nello sguardo.
In quel momento capì che era soltanto lei che poteva far sparire quell'ombra, quella paura.
Lentamente gli sbottonò la camicia, sfilandogliela. Poi fu il turno dei pantaloni e in seguito della biancheria. Infine lo fece entrare con lei nella doccia. Per tutto il tempo Masumi non era riuscito a distogliere lo sguardo da lei. I suoi gesti, il suo corpo, la passione che aveva visto accendersi nei suoi occhi.
Maya si avvicinò a lui. Gli toccò il torace con il suo petto. Lo sentì accelerare il respiro. Quello era un'equivocabile segno che il suo desiderio nei suoi confronti non era mutato. Si aggrappò alle sue spalle, alzandosi sulle punte dei piedi e gli sfiorò le labbra con le sue. Masumi la prese per i fianchi con le mani, tenendola ben salda. Maya si staccò leggermente.
-Io ho bisogno di te, dei tuoi baci, delle tue mani su di me. Ho il bisogno di sentirmi parte di te, di sentirti dentro di me, di sapere che nulla è cambiato tra noi. Ho bisogno del tuo amore.-
A quella frase, Masumi sentì le lacrime scendere sul suo viso e mescolarsi con l'acqua. Sembrava che quella doccia stesse lavando via la sofferenza provata. Strinse forte la sua ragazzina, come non aveva mai fatto.
-Anch'io ho bisogno di te, ma avevo paura. Paura di essere rifiutato da te, che quello che ti era successo.......- lo fece tacere posandogli un dito sulle labbra.
-Io ti amo e anche tu mi ami. Solo questo conta.- disse dolcemente.- Da ora in poi non ci saranno più ostacoli tra noi.-
Le accarezzò il viso, posandole la mano dietro la nuca e avvicinando il suo viso.
-No, non più amore mio.- e la baciò appassionatamente.

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Capitolo 15
*** capitolo 15 ***


I raggi del sole filtravano dalla finestra, riscaldando il suo corpo. Maya aprì lentamente gli occhi, godendosi quel calore. Ma non era l'unico che sentiva. Il braccio del suo amato le cingeva la vita, dolcemente. Si voltò a guardarlo. Dormiva ancora profondamente e un leggero sorriso increspava le sue labbra. Quanto gli era mancata quell'espressione. Si avvicinò a lui e gli posò un leggero bacio sulle labbra, facendo attenzione a non svegliarlo. Era così bello!
Finalmente ogni barriera tra loro era caduta, dando vita ad un'amore ancora più forte e intenso.
Si alzò, mise una sua camicia e si diresse in terrazza. Adorava vedere il mare, gli dava un senso di tranquillità. D'improvviso sentì due braccia cingerla da dietro.
-Buongiorno.- le disse, sfiorandole la nuca con le labbra.
A quel tocco, Maya rabbrividì. Si girò e gli rivolse un luminoso sorriso.
-Buongiorno anche a te amore.-
Si strinsero forte. Dopo qualche minuto, Masumi si decise a dirle della chiamata di Hijiri. Entrarono e la fece sedere.
-Maya devo dirti una cosa.-
La ragazza notò il suo tono serio e subito capì cosa voleva dirle.
-Dov'è?- gli chiese.
Masumi sorrise. La sua ragazzine era diventata molto perspicace.
-Hijiri lo ha portato a casa sua. Ci sta aspettando.-

Arrivarono nel primo pomeriggio. Si fermarono davanti alla porta. Masumi la scrutò, ma appariva tranquilla. Decise di entrare.
Hijiri li aspettava all'ingresso. Gli disse che era stato costretto a legarlo, per impedirgli la fuga.
Masumi andò da lui per primo. Lo vide li, apparentemente inerme. Il rumore che provocò la chiusura della porta, fece alzare la testa al ragazzo. Si stupì nel vedere il presidente Hayami di fronte a lui. Cosa aveva a che fare con quell' uomo che lo aveva trascinato li.
Dal canto suo, Masumi faticava a mantenere la calma. Perché non poteva seguire solamente il suo istinto? Respirò nel tentativo di calmarsi. Prese una sedia e si sedette.
-Ti chiederai il motivo della mia presenza qui.- esordì.
-Si, sono molto curioso infatti.-
L'uomo sorrise.
-Hai commesso un gravissimo errore. Quello che hai fatto a Maya non ha giustificazioni.-
-Ho fatto solo quello che dovevo. Lei è mia e mia soltanto. Era l'unico modo che avevo .- gli urlò.
Masumi, a quelle parole, ebbe uno scatto felino verso di lui. Lo prese per il collo con entrambe le mani e incominciò a stringere. Il viso di Sakurakoji incominciò a farsi paonazzo. Non riusciva più a respirare. Hjiri entrò di corsa per fermare il suo capo. Non era ancora il momento.
-Si fermi!-
Masumi, udendo la voce del suo collaboratore, riprese un briciolo di lucidità. Per un attimo stava mandando in fumo tutto. Si allontanò rapidamente de quel verme, altrimenti rischiava di cadere nuovamente in tentazione. Si passò una mano sul viso nel tentativo di ritrovare un po di autocontrollo.
Sakurakoji riprese a respirare a fatica. Quell'uomo era un folle. Cosa gli importava di quello che succedeva a Maya. Come se gli avesse letto nel pensiero,Masumi gli parlò.
-Non avevi alcun diritto nemmeno di sfiorarla. Ti aveva già detto che non ti avrebbe sposato, eppure hai pensato solo a te stesso, ignorando completamente i sentimenti di Maya.-
-Non capisco ancora che gliene importi.-
-Semplicemente perché mi ama e io amo lui.- disse Maya entrando nella stanza.
Il ragazzo spalancò gli occhi nel vederla, ma sopratutto nell'udire le sue parole.
-Ti vedo sorpreso.- gli disse con voce glaciale.- Sappi che non sei riuscito a separarci. Il nostro amore è sopravvissuto anche a questo, diventando sempre più forte.-
Gli andò vicino. Il suo viso era a pochi centimetri da quello di Sakurakoji.
-Mi fai schifo. Non meriti niente. Sei riuscito a distruggere tutto quello che hai costruito e l'hai fatto da solo.-
Si allontanò da lui. Il ragazzo era sempre più scioccato da quella rivelazione.
-Sappi che ti è stata tolta la parte nello spettacolo e non potrai più recitare. Non ti vorranno nemmeno nelle recite scolastiche. Non intendo denunciarti solo per non esporre Maya ad un'assalto mediatico. Ritieniti fortunato. Ma se un giorno dovessi di nuovo, anche per puro caso, incontrarti sulla mia strada, giuro che ti ammazzo. E non mi sentirò in colpa.- Masumi era freddo, mentre pronunciava la frase.
-Comunque lei non è stato l'unico a possedere il suo corpo. Vivrà sempre con il pensiero di venire paragonato a me.- sfidò ancora la sorte.
A quel punto l'uomo non ci vide più. Incominciò a prenderlo a pugni, ma stavolta nessuno lo fermò.
-Quel ragazzo è un suicida.- constatò Hijiri, rivolgendosi a Maya.
La ragazza era impassibile mentre osservava il suo uomo che picchiava Sakurakoji.
Finalmente Masumi decise di mettere fine al suo pestaggio. Sakurakoji aveva perso conoscenza, ma era ancora vivo.
-Fanne quello che vuoi, ma levamelo dai piedi.- disse ad Hijiri.
-D'accordo capo. So già dove portarlo, ma starò via un paio di giorni.-
-Non mi importa quanto starai via. Non voglio più rivedere la sua faccia.-

Erano distesi sul grande letto della loro villa. Si, perché ormai quella era la loro casa. Si accarezzavano e stringendo teneramente. Quello che avevano passato ormai non esisteva più. Solo loro contavano. La loro vita incominciava da li. Solo una cosa era da risolvere e Masumi se ne rendeva conto. Shiori. Ora doveva solo sistemare lei per poter ricominciare in maniera definitiva.

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Capitolo 16
*** capitolo 16 ***


Ayumi camminava su e giù per il piccolo appartamento di Hijiri. Quel pomeriggio l'uomo le aveva telefonato, chiedendogli di andare a casa sua. Lui sarebbe arrivato nel giro di un'ora. Ma era in ritardo di due. La ragazza si stava agitando. Lo scattare della serratura la fece voltare.
-Sei arrivato finalmente!- gli disse correndogli incontro.
Hijiri la strinse a se, con forza.
-Mi sei mancata.- le sussurrò tra i capelli.- Perdonami, ma ho dovuto fare una piccola deviazione.-
Si sedettero sul divano.
-Sono andato a Nagano. Il signor Hayami mi chiesto di organizzare una piccola scorta per Maya, dato che da domani riprenderà le prove.- le spiegò.
Ayumi era stata informata di tutto quello che era accaduto nella settimana precedente, sia del ritrovamento di Sakurakoji, sia delle minacce fatte dalla signorina Takamiya. Non era un momento facile per la sua amica.
-Che cosa ne hai fatto di Yuu?- gli chiese curiosa.
Hijiri sorrise.
-L'ho praticamente imbarcato a forza su una nave diretta in sud America. Ma non era da crociera. -
Ayumi lo guardò stupita.
-Ma dovevi andare così lontano? Non potevi farlo da qui?- gli domandò.
L'uomo scoppiò in una fragorosa risata.
-Quello è un mercantile con marinai non troppo gentili. Rimpiangerà amaramente quello che ha fatto!-
La ragazza si gettò sopra di lui.
-Sei proprio perfido! Ma a pensarci bene poteva andargli anche peggio.-
Hjiri la strinse a se.
-Ora basta parlare di lui. Avrei in mente un passatempo molto più piacevole.- la guardava con acchi carichi di desiderio.
Ayumi sentì il cuore accelerare i battiti. Ormai aveva imparato a riconoscere quell'espressione in lui e lei non pensava fosse possibile provare un sentimento simile.
Lentamente avvicinò il viso a quello del suo compagno. Posò le labbra sulle sue, coinvolgendolo in un bacio profondo e appassionato.
-Sono tua. Solo e unicamente tua.- gli sussurrò, prima che la passione prendesse il sopravvento.

Le prove erano riprese. Maya e Akame erano in sintonia perfetta. Kuronoma li guardava soddisfatti. Quella ragazza riusciva a tirare fuori il meglio da tutti quelli che lavoravano con lei. Infatti il suo nuovo partner non era stato mai così bravo.
-Bene per oggi finiamola qui. Da domani riproveremo allo Shuttel X. Mi raccomando, puntuali.-
Maya entro nel suo camerino per cambiarsi, ma appena messo piede dentro, i suoi occhi si spalancarono. Praticamente tutta la stanza era piena di rose viola. Una composizione particolare faceva bella mostra di se sul piano davanti allo specchio. Si avvicinò a annusò il profumo che proveniva da essa. Era intenso, dolce, carico d'amore. Poi scorse il biglietto. Lo aprì.
“ Amore mio, non sai quanto mi costi stare lontano da te, ma prima devo chiudere definitivamente la questione di Shiori. Appena possibile correrò da te. Il mio cuore batte solo se ci sei tu al mio fianco. Ti amo.
Masumi.”
Strinse a se quel biglietto.
“E io sono sempre con te” sussurrò.

Masumi era rientrato a casa. Suo padre lo attendeva nella camera da letto.
-Vedo che ti sei deciso a tornare.- disse il vecchio Hayami, con aria di rimprovero.
-Non credo che ti debba delle spiegazioni sul mio comportamento.-
-Cosa stai cercando di dirmi?-
-Che non sono affari tuoi.-
Eisuke strinse i pugni in modo rabbioso.
-Sono affari miei invece. Sono tuo padre!-
Masumi scattò.
-Tu non lo sei e non lo sarai mai! Sappi che non ho intenzione di sottomettermi ne a te ne hai Takamiya. Mai più! Da ora in avanti agirò a modo mio, qualunque cosa accada.-
-Anche se ci andasse di mezzo la tua preziosa dea?- lo sfidò.
-Se Maya venisse solo sfiorata........- non riuscì a continuare.
-Tu mi hai tolto il mio sogno, la mia stessa vita. Te la dovrai vedere da solo con i Takamiya. Per me sei morto Masumi.- gli disse piano.
-Fai come preferisci. Ora non mi importa più.- così dicendo uscì.

Il palcoscenico dello Shuttel X era ancora più grande di come lo ricordasse. Ritrovarsi li, dopo quasi due mesi, fu un'emozione fortissima. Maya chiuse gli occhi e rivisse tutta la serata e le sensazioni che aveva provato.
-Sei felice?-
Quella voce calda alle sue spalle la fece sussultare. Si voltò e vide i suoi occhi azzurri pieni d'amore su di se.
La tentazione di abbracciarlo era fortissima, ma entrambi sapevano che ancora non potevano lasciarsi andare in pubblico.
-Signor Hayami, buongiorno.-
-Ragazzina, mi sembri molto emozionata di essere di nuovo qui. Spero che anche la tua dea sia come allora.-
-Lo sarà, stia tranquillo.- esordì Kuronoma, apparendo dietro a Maya.
-Sono contento di sentirglielo dire. Se non le spiace mi piacerebbe assistere alle prove.-
Il regista annuì. Mandò tutti a prepararsi, solo Maya si attardò un'attimo.
-Masumi, hai parlato con Shiori?- gli chiese.
L'uomo sospirò.
-Fra un'ora devo essere a casa Takamiya.- disse soltanto.
La ragazza lo guardò con un'ombra d'ansia nello sguardo.
-Fa attenzione.-

Venne accolto nel salone della grande villa. Shiori sedeva vicino a suo nonno. Al loro fianco due uomini vestiti di nero. Masumi ebbe un leggero brivido. Riconobbe in loro lo stile della yakuza.
-Bene Masumi, vedo che non hai intenzione di abbassare la testa.- disse la donna.
In quel momento capì che erano informati di quello accaduto a Maya e del fatto che continuasse a vederla.
-Se oggi sono qui è per proporti un'affare.-
Fu il capo famiglia ad intervenire.
-Lei non ha niente con cui contrattare. La Daito è nostra. La dea scarlatta è nostra. Anche se fosse riuscito ad entrare in possesso di documenti scottanti che ci riguardano, nessuno le crederebbe.-
-Ma questo non cambia il fatto che tu non mi abbia ubbidito.- s'intromise la donna.- E ora......-
Fece un cenno ai due uomini. Subito venne afferrato e messo brutalmente in ginocchio. Shiori gli andò vicino.
-Hai fatto male e adesso sarà la tua cara dea a pagare.- gli sussurrò.
-Shiori non fare pazzie. Prenditela con me, ma lascia stare Maya.-
La donna scoppiò a ridere.
-è il modo migliore per farti soffrire!-
Masumi sgranò gli occhi. Doveva impedirlo, ma come.
Con malagrazia venne condotto in un semi interrato. La porta si chiuse alle sue spalle. Non c'era via d'uscita. In cuor suo, sperava che Hijiri, notando la sua assenza, decidesse di muoversi. Solo lui poteva aiutarlo adesso.

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Capitolo 17
*** capitolo 17 ***


-Dannazione!- esclamò, buttando il telefono sul tavolo.
Hijiri non sapeva più cosa fare. Masumi Hayami era scomparso da qualche giorno. Dopo vari tentativi andati a vuoto, Finalmente aveva scoperto dove era finito.
-Uno stupido. È stato solo uno stupido.- disse ad alta voce.
Il suo capo era riuscito a farlo arrabbiare sul serio questa volta. Ma cosa gli era passato per la mente di andare dai Takamiya da solo! Forse sperava di riuscire a convincerli senza troppi problemi, ma non sapeva delle ultime novità. Non era riuscito ad informarlo. Dopo varie indagini, aveva scoperto che quella famiglia si era legata alla yakuza e che avevano inserito nella dirigenza della Daito alcuni dei suoi membri. Inoltre la famiglia aveva concesso l'uso delle sue società per traffici illeciti. Per questo non doveva assolutamente andare senza una scorta, ma era arrivato tardi. Fortunatamente la sorveglianza che teneva d'occhio tutti loro, aveva intercettato una conversazione dove si rivelava il nascondiglio di Hayami.
Ma comunque aveva le mani legate, almeno per il momento. Decise di chiamare l'unica persona che in quel momento poteva aiutarlo.
-Incontriamoci al solito posto.- disse appena ricevette risposta.
L'indomani si diresse vicino al piccolo spiazzo che si trovava all'interno della torre di Tokyo. Era appartato e l'ideale. Mizuky lo stava già attendendo.
-Sono al corrente di tutto.- gli disse la donna appena lo vide.
-Maya lo sa?-
La segretaria scosse la testa.
-Ho preferito non dirle niente. Prima ne volevo parlare con lei.-
Hijiri si mise a camminare.
-Dovremmo fare attenzione. Ho scoperto che anche lei è tenuta d'occhio.- poi un pensiero lo fulminò.- So come fare in modo che sia informata senza degnare sospetti.-

Maya continuava con le prove, ma si vedeva che la sua concentrazione non era delle migliori. Erano diversi giorni che non aveva notizie di Masumi e la cosa la impensieriva. Il regista se ne era accorto, ma non aveva fatto domande. In fondo non era la prima volta che capitava e lei si era sempre risollevata.
La ragazza era chiusa nel suo camerino, in attesa di quella notizia che non arrivava da giorni. Un lieve tocco alla porta la fece sussultare.
-Avanti.-
Sulla soglia comparve Ayumi. Maya sentì immediatamente gli occhi riempirsi di lacrime. Lei era l'unica persona che conosceva il suo cuore e l'unica con cui poteva confidarsi liberamente.
-Ayumi!- disse correndole incontro, abbracciandola.
L'amica la strinse forte, anche perché avrebbe avuto bisogno del suo sostegno.
-Maya.- disse scostandola da se.
Si guardarono per un'istante e Maya capì subito che c'era qualcosa che non andava.
-Cosa succede?- chiese senza girarci attorno.
Ayumi sorrise. Da quando aveva aperto completamente il suo cuore a quell'uomo era maturata in tutti i sensi e non solo per quello che le era capitato. Doveva tutto a lui.
-Non abbiamo potuto dirti niente fino ad adesso. Karato ha scoperto che sei sorvegliata dai Takamiya.-
La ragazza sbiancò. Non ne aveva il minimo sospetto. Ma allora, forse.........
-Dov'è Masumi?- le domandò con enfasi.
L'amica abbassò lievemente il capo.
-Ayumi lo so che doveva andare da loro. È da quel giorno che non lo sento.-
Le prese le mani.
-Ascolta, lui......lui è in mano loro.-
Maya iniziò a tremare. Ora era finalmente chiaro il motivo del suo silenzio.
- Sta......sta...............-
-Sta bene, non preoccuparti. Lo stanno solo tenendo prigioniero. Shiori non ha ancora rinunciato all'idea di sposarlo. Non esiterà di far del male anche a te per farlo cedere. Ma abbiamo già un piano in mente per liberarlo. Abbi fiducia in noi.- le disse con enfasi.
-Ma voi chi?-
-Io, Karato e Mizuky. Ma al momento è meglio che tu ne stia allo scuro. Dobbiamo agire con cautela.- le spiegò con calma.- Concentrati solo sullo spettacolo e non pensare ad altro. Tra non molto tu e il tuo amore potrete vivere felici e insieme.-
Il suo sorriso e la convinzione di quelle parole riuscì a tranquillizzarla.

La stava aspettando a casa. Sperava con tutto il cuore che avesse compreso e non facesse colpi di testa. In fondo quella ragazza poteva essere imprevedibile, ne aveva dato prova in tutti quegli anni.
-Sei già arrivato.- Ayumi gli parlò in modo dolcissimo, che gli fece sciogliere il cuore.
Ancora non riusciva a comprendere come potesse amare ed amarlo così profondamente.
-Come è andata?- le chiese, cercando di controllare l'impulso di stringerla.
-Ha capito e non farà niente di avventato.-
Il suo sorriso illuminava la sua stessa vita. Aveva bisogno di lei, come dell'aria da respirare.
Come se gli avesse letto nel pensiero, la ragazza gli gettò le braccia al collo.
-Mi sei mancato.- gli sussurrò.
Hijiri la strinse.
-Anche tu, ma sai che dovevo cercare una soluzione.-
-E a quanto pare ci siamo riusciti, ma lo sai che anche noi saremmo presi di mira? Non ci metteranno molto a scoprire quello che abbiamo in mente.-
Hijiri la guardò serio.
-Sei disposta a rinunciare a tutto?-
-Si.- rispose sicura.
-Allora sai che dobbiamo fare.-

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Capitolo 18
*** capitolo 18 ***


Guardava le pareti della sua angusta prigione. Era circa una settimana che si trovava li. Pensava alla sua ragazzina. Chissà cosa stava passando, non sapendo dove era finito. Sperava solo che stesse bene e che quella pazza di Shiori non le avesse fatto nulla. Lo scattare della serratura gli fece alzare la testa.
-Sei venuta a controllare di persona che fossi ancora qui?- le chiese con voce carica di disprezzo.
La donna scoppiò in una fragorosa risata.
-Non potresti andare da nessuna parte neanche volendo, mio caro. Sono qui solo per conoscere la tua decisione.-
-Non intendo accettare, ormai avresti dovuto capirlo.- le rispose fissandola.
Shiori avanzò nella stanza e gli si fermò di fronte.
-Quanto sei testardo mio caro.- disse, passando una mano tra i capelli dell'uomo.
Masumi si scostò di colpo. Gli faceva ribrezzo anche solo l'idea di stare nella stessa stanza.
La donna emise un leggero sospiro.
-Visto come stano le cose, non mi lasci scelta.-
Tornò verso la porta, ma prima di uscire lo informò.
-Preparati. Domani sera assisterai all'ultima rappresentazione della tua bella.- e se ne andò lasciandolo in preda al tormento.

Maya era distesa sul letto nella grande casa di Ayumi. Anche se sapeva che gli uomini di Hijiri la sorvegliavano, non poteva escludersi una mossa degli altri individui. Villa Himekawa era il posto più sicuro, al momento. Almeno lo sarebbe stato fino alla rappresentazione. Ayumi ancora non le aveva rivelato nulla del piano messo a punto per liberare il suo Masumi e farli vivere in pace. -Domani finirà tutto. Domani incomincerà la mia vita finalmente.-
Hijiri e Mizuky stavano discutendo su gli ultimi dettagli.
-Siamo sicuri che andrà tutto bene?- chiese preoccupata.
-Si, ma dovremmo agire con il massimo tempismo. Un solo attimo e sarebbe fatale per tutti.-
La donna sospirò. In che situazione si trovavano. Ma, conoscendo ormai l'uomo di fronte a se, era sicura che non ci sarebbero stati intoppi.
-Maya resterà con Ayumi fino alla fine. Quella ragazza si è dimostrata una persona meravigliosa e un'amica preziosa.-
-Come lei del resto Mizuky. È sempre stata al fianco del signor Masumi e anche di Maya. Se non ci fosse stata lei chissà dove saremmo adesso.- Hijiri la guardava con un sorriso.
-Tutti noi abbiamo fatto la nostra parte per unire quelle due anime, anche se si sono complicati la vita. Ma ora non sarà più così.-
Si salutarono, dandosi appuntamento per il giorno seguente. La loro svolta.

Il teatro era gremito per il debutto ufficiale della Dea Scarlatta. Molte personalità erano intervenute per non perdersi quello spettacolo.
Maya si stava preparando nel suo camerino. Guardandosi allo specchio, i suoi ricordi tornarono alla sera dello spettacolo dimostrativo. Sentì le stesse sensazioni salirle nel petto e invaderla. Come allora, era lontana dal suo amore, ma questa volta sapeva che alla fine si sarebbero riuniti.
Ayumi, accanto a lei, la ammirava estasiata. Ora, davanti agli occhi, aveva visto la vera dea.
Il suono del suo telefono la riscosse.
-Va bene.- disse solo, riagganciando.
L'amica la guardava con aria interrogativa.
-Maya ora posso dirti tutto. Preparati.-
Con voce bassa, come per paura di essere udita, le spiegò il loro piano. La ragazza sgranò gli occhi, incredula. Come era possibile che avessero organizzato una cosa simile.
-Ma......ma.....funzionerà?- balbettò, ancora basita.
-Si. Devo sapere solo una cosa da te.-
Maya annuì, in attesa.
Ayumi ricordò le parole di Karato.
-Sei disposta a rinunciare a tutto?- chiese all'amica.
-Per vivere con lui, si.- rispose senza esitare.

La macchina scura dei Takamiya si fermò all'ingresso del grande teatro. Shiori Takamiya era scesa, seguita da Masumi Hayami. I giornalisti si scatenarono nel vederli. A Masumi la cosa lo infastidì molto, ma daltronde loro non sapevano della rottura e dovette far buon viso a cattivo gioco. Inoltre era molto preoccupato per quello che sarebbe potuto accadere durante lo spettacolo. La sua unica fonte di sollievo, era il sapere che certamente Hijiri avrebbe fatto di tutto per proteggere Maya.
Si sedettero nei posti loro assegnati, i migliori dove avrebbero visto e sarebbero stati visti dal palco. Shioiri si piegò verso di lui.
-Preparati amore mio, tra poco dirai addio alla tua ragazzina.-
Le luci si spensero e il sipario si aprì. Maya comparve davanti a loro. Lo spettacolo cominciava.

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Capitolo 19
*** capitolo 19 ***


L'atmosfera diffusasi nell'intero teatro aveva avvolto tutti. Quello provato nello spettacolo di prova non era nemmeno paragonabile. L'intensità dei sentimenti espressi da Maya e dal suo nuovo partner era entrata nei cuori dei presenti. In un primo momento, il pubblico era rimasto interdetto nel vedere sulla scena, nel ruolo di Isshin, Akame. In molti si chiesero il perché di quella sostituzione e che fine avesse fatto Sakurakoji. Ma quasi subito si erano ricreduti. Quel ragazzo non era nemmeno l'ombra di quello della volta precedente. Sembrava un'unica persona con Maya e la loro sintonia li aveva molto colpiti.
Maya, appena entrata in scena, aveva subito visto Masumi, ma anche Shiori al suo fianco. Sembrava tutto come allora, a prima vista, ma sapeva che non era così. Presa da una sicurezza che le era mancata, aveva dato tutta se stessa nell'interpretazione. Il suo amore, la sua passione, il suo dolore. Lei era tutto questo. Era riuscita ad incarnarlo in maniera perfetta. Aveva aperto completamente il suo essere.
Masumi non riusciva a distogliere lo sguardo da lei. Era assurto nelle sue parole, nei suoi gesti. Gli sembrava di essere su quel palco, insieme al suo amore. Tutto intorno a si era annullato completamente. Esistevano solo le loro anime che si chiamavano, cercavano, univano.
Shiori era rimasta colpita da quella ragazza. Era davvero brava, doveva ammetterlo. Sarebbe stata una perdita terribile per il teatro. In ogni caso la colpa era di Masumi. Se l'avesse sposata senza fare storie, non sarebbe mai arrivata a tanto.
Hijiri osservava attentamente gli uomini alle varie uscite della sala. Guardò l'orologio. Mancava ancora un'ora, c'era abbastanza tempo.
Ayumi, dietro alle quinte, fece la stessa cosa. Sentì un leggero tocco sulla spalla. Si voltò e trovò di fronte a se il sorridente volto di Mizuky.
-Stiamo per arrivare al punto cruciale.- le disse.
-Lo so.-
-Sei certa di quello che fai? Tu sei nata per recitare.-
Ayumi la guardò con una luce nuova negli occhi.
-Anch'io ero convinta di questo, ma Maya mi ha fatto capire che il teatro non è tutto. Bisogna vivere la vita in maniera completa . Non voglio arrivare, un giorno, a dover rimpiangere quello che avrei potuto avere e ho perso.- poi il suo sguardo si addolcì.- E devo ringraziare anche Karato. Con lui ho scoperto che cosa sia amare e essere amati, con tutto se stessi. Mi chiede se sono sicura? Si, lo sono. Non voglio perdere quello che ho. Per niente al mondo.-
La donna rimase a bocca aperta dalle parole della ragazza. In passato aveva sbagliato a giudicarla e se ne rendeva conto ogni giorno di più. Una volta ripresa, le strinse le mani.
-Sia Maya, ma sopratutto Hjiri sono fortunati ad averti accanto.-
-Sono io ad essere fortunata.- rispose con semplicità.

La scena culminante era giunta. Tra pochi minuti sarebbe calato il sipario. Shiori si voltò nuovamente verso l'uomo al suo fianco.
-Guardala bene. Senti il suo dolore, la sua disperazione. Fra poco saranno le tue.-
Masumi si sentì gelare. Allora il suo piano era uccidere Maya alla fine della rappresentazione! Gli venne un'idea. Sperava che funzionasse.
-Tu vuoi eliminarla sul quel palco? Ti rendi conto che così facendo la consacrerai in eterno? Ci sarà sempre la sua ombra su di te. Non te ne libererai mai.- disse piano, ma deciso.
La donna strinse i pugni.
-Ti sbagli. Presto tutti si dimenticheranno di lei e anche tu.- sibilò.
Masumi abbassò il capo. Doveva riuscire a fermarla, ma sembrava tutto perduto. D'un tratto scorse la figura del suo fidato collaboratore. Nessun gesto nella sua direzione, ma dal suo sguardo capì che fra non molto ci sarebbe stato del movimento e che lui doveva non solo affidare la sua Maya a lui, ma anche se stesso. Tornò con gli occhi sul palco.
La rappresentazione era giunta al termine. Il sipario calò sui protagonisti. Quell'opera sarebbe rimasta scolpita nei cuori dei presenti per sempre. Il sipario si aprì, richiamando gli attori alla ribalta. Sorridenti si inchinarono di fronte al loro pubblico, che li applaudiva. Dopo alcuni minuti, finalmente fu richiuso, celando a tutti il terribile evento che stava per abbattersi.
Nessuno si accorse del lieve cigolio proveniente dall'alto, solo una persona lo fece. La stessa che aveva organizzato la follia. Poi il crollo. Un rumore assordante. Le grida.
Il pubblico, ammutolito prima, agitato poi, si mise a correre disordinatamente, mentre la sicurezza andò a vedere cosa fosse successo. Lo spettacolo li ammutolì. L'intero blocco dei riflettori, le varie attrezzature, erano crollate, travolgendo gli attori. Fortunatamente sembrava che non ci fossero feriti, ma subito si accorsero di una cosa che li raggelò. Un lembo del kimono di scena appartenente a Maya, spuntava da sotto le macerie. Velocemente cercarono di spostare i pesanti macchinari,con enorme fatica però. Non riuscivano ad essere efficaci. Kuronuma mise tutto se stesso, ma neanche lui poté far molto. La disperazione si diffuse in tutti i presenti.
Nella sala Shiori sorrideva. Il suo piano era riuscito, ne aveva appena avuto la conferma. Decise che era ora di abbandonare anche lei quel luogo, ma si ritrovò bloccata dall'enorme flusso di persone. Tutti loro vennero spintonati da varie parti. Cercava di tenere d'occhio Masumi. Si, era ancora dietro di lei. Ma all'improvviso venne fatta cadere rovinosamente. Non riusciva ad alzarsi, nonostante i suoi uomini cercassero di aiutarla. Accidenti! Aveva pensato a tutto, ma non alla via di fuga che avrebbe dovuto avere. Convulsamente si tirò in piedi e guardò nuovamente alle sue spalle. Spalancò gli occhi. Masumi era scomparso. No, non poteva essere!
-Cercatelo! Deve essere qui!- ordinò con tono isterico.
Dopo qualche ora, finalmente venne raggiunta dai suoi uomini. La notizia che le diedero la scioccò.
Scomparso! Il suo uomo era scomparso!
Ma la notizia più tremenda doveva ancora arrivare. Fu quella a farla impazzire del tutto.


Si affacciò al balcone della sua stanza. Il profumo del mare, il grido dei gabbiano erano le cose più belle che avesse mai visto. Dopo quasi due anni ancora rimaneva senza parole di fronte a quello spettacolo. Chiuse gli occhi e per l'ennesima volta tornò a quella sera.
Il crollo dei riflettori aveva colto tutti di sorpresa. Mentre tutti avevano alzato gli occhi al soffitto, si era tolta velocemente la stola che ricopriva il suo kimono, gettandola a terra. Non vista, era sgattaiolata dietro alle quinte, dove Ayumi e Mizuky l'aspettavano. Uscirono di corsa ed entrarono in macchina. Velocemente le due ragazze si cambiarono, cercando di mascherare al meglio il loro aspetto. L'aereoporto le attendeva.
Masumi era immerso nella folla. Quando Shiori era caduta, si era visto trascinare in malo modo lontano da lei. Solo voltandosi aveva riconosciuto Hijiri. Subito si accorse di essere stato circondato dagli uomini del suo collaboratore e che stavano lasciando l'edificio. Una macchina li attendeva. Si mascherarono anche loro, non potevano correre rischi. Arrivati a destinazione, trovò la sua ragazzina. Entrambi dovettero tenere a freno l'impulso di abbracciarsi, dovevano fingere di non conoscersi. Ma rimase sbalordito nell'apprendere che l'altra ragazza era Ayumi. Attese a chiedere informazioni ad Hijiri, era meglio non parlare di niente. Si sentì prendere sottobraccio. Si voltò e vide una donna bionda che gli sorrideva. Rimase sorpreso, ma subito dopo la riconobbe e sorrise. Era certo che la sua fidata segretaria non l'avrebbe abbandonato e lui non poteva lasciarla sicuramente li da sola. Presero posto in aereo e decollarono. Tutti loro guardarono fuori dal finestrino. Stavano dicendo definitivamente addio alla loro vita, per iniziarne una nuova.
Sentì due braccia cingerle la vita.
- Buongiorno amore.- sussurrò Masumi al suo orecchio.
Maya si girò tra le sue braccia, si alzò in punta di piedi e lo baciò in modo appassionato. Non si stancava mai di farlo.
Si separarono con il respiro affannoso.
-Buongiorno anche a te.-
Si fissarono intensamente negli occhi. Lessero il loro immenso amore.
Senza ulteriori parole, si volsero verso il mare. Quella piccola isola era diventata il loro paradiso. Non rimpiangevano la scelta che avevano fatto. Gli aveva portato solo felicità. E non solo a loro. Anche Hijiri ed Ayumi avevano trovato il loro paradiso, insieme al loro amore. Mizuky, dopo un primo momento si smarrimento, era riuscita ad ambientarsi e aveva addirittura trovato in un'abitante del luogo la sua metà. Tutti avevano raggiunto la felicità che si meritavano.
Masumi la strinse più forte. Maya si abbandonò a lui.
Ora niente e nessuno sarebbe più riuscito a dividerli. Insieme, uniti.
Per l'eternità.



FINE

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