Dissidia. Un guerriero si aggiunge, il Ciclo ricomincia di Blacksapphire (/viewuser.php?uid=128281)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un guerriero si aggiunge, il Ciclo ricomincia ***
Capitolo 2: *** La prima schermaglia, il primo incontro ***
Capitolo 3: *** Il gatto e il corvo, il sovrano e il buffone ***
Capitolo 4: *** Un inaspettato maestro, il desiderio del padre ***
Capitolo 5: *** Campana di luce, bestia nell'ombra ***
Capitolo 1 *** Un guerriero si aggiunge, il Ciclo ricomincia ***
Un guerriero si aggiunge, il Ciclo ricomincia
Blacksapphire sedeva sulle rive del fiume Iskaria della città di Athesis fissando il tramonto che tingeva di fiamma i palazzi del luogo che l'aveva visto nascere, crescere, gioire e soffrire; inoltre la sponda sassosa era il posto che preferiva per lucidare la sua katana, Kurotsubasa, anche se spesso veniva lì solo rilassarsi un poco.
Con gli occhi socchiusi per il sonno che lo stava prendendo, ad un certo punto gli parve di scorgere un alone bianco davanti a sé. Subito si alzò di scatto sguainando Kurotsubasa e la puntò contro una delle più belle donne che avesse visto: era alta e snella, tutto il suo corpo era avvolto da una veste bianca e da capelli che parevano di oro fino, i quali si sposavano perfettamente coi suoi occhi azzurro cielo: a Blacksapphire pareva uscita direttamente dagli antichi poemi studiati all'Accademia.
Non era però l'aspetto fisico a trattenere la lama del ragazzo, bensì la sensazione di armonia e tranquillità che quella creatura, certamente soprannaturale, era in grado di trasmettere. Aprendo leggermente le labbra e parlando con voce lieve iniziò a parlare in tutta serenità: «Trattieni la tua ala, angelo nero dal cuore bianco, anche se saresti del tutto legittimato ad attaccarmi a causa della sventura che vengo ad annunciarti; il tuo mondo è stato trascinato all'interno del Ciclo delle Battaglie che vede scontrarsi me, Cosmos dea dell'Armonia e la mia nemesi Chaos, divinità del disordine e della discordia. È stato questi a fare la prima mossa stavolta, arruolando con l'inganno tra le sue file una persona, al cui destino tu sei legato, e così sono obbligata a prenderti con me per divenire uno dei guerrieri di Cosmos». «Aspetta un momento -replicò sbigottito Blacksapphire- intendi dire che tocca a me prendere in mano le sorti del mio mondo...Quindi se venisse effettivamente distrutto sarebbe solo colpa mia: è troppo per me: di sicuro tra le tue file e quelle di Chaos saranno state scelte altre persone, di certo fortissime e non certo come conseguenza di una scelta altrui...E poi devo sapere chi è questa persona che, da quanto ho capito, sarà molto probabilmente mia avversaria e con cui potrebbe capitare di scontrarmi! Non sarei mai capace di ferire una persona alla quale tengo.»
Rimasto come senza fiato, il ragazzo si zittì e le lacrime presero a rigargli il viso; con un gesto delicato, la dea le asciugò con le sue dita sottili e affusolate prima di piangere anch'essa: da traquilla la sua voce era divenuta stentorea e quasi implorante ma, con la bontà che solo una dea possiede, pronuncio queste parole di conforto accennando pure un sorriso: «Non ti chiedo di perdonarmi ma sappi che piange il cuore anche a me ogni volta che ricomincia il Ciclo e sempre nuove persone vengono a chiamate a difendere il proprio mondo senza nessuno che li chiami eroi. Vorrei inoltre tanto saperti blandire con parole allettanti e rassicurarti con la promessa di una facile vittoria, ma l'Armonia che io rappresento si basa anche sulla sincerità e dalla mia bocca non uscirà menzogna alcuna. Ti posso soltanto dire che nel tuo cuore si possiedi qualcosa capace di rendere più forte il tuo braccio e più affilata la tua lama, lo stesso qualcosa che potrebbe permetterti di ritornare qui assieme alla persona che presto incontrerai, senza che nessuno dei due venga risucchiato nel Nulla.»
Blacksapphire chiuse quindi gli occhi cominciò ad inspirare ed espirare profondamente in modo da calmare l'agitazione e sgombrare la mente per quanto possibile. Dopo un minuto che nella sua mente si era dilatato ad un secolo di pensieri contrastanti finalmente si decise: se c'erano davvero delle possibilità di successo allora valeva la pena di sguainare la spada e lottare a tutti i costi per riuscirci...E poi “quella persona” non gli diceva sempre ‘pensa positivo che si sistema tutto!’? Senza dire altro, Blacksapphire rinfoderò la spada e, annuendo leggermente col capo, fece intendere a Cosmos che era pronto a prendere su di sé quel fardello; la dea questa volta sorrise davvero e gli disse: «Mi ricordi proprio quel Leone Codardo che ha faticato molto per trovare il proprio coraggio..Ma tanto lo incontrerai pure tu molto presto. Ora riposa mentre questo frammento di realtà viene strappato dalle mani capricciose del destino e cucito insieme ad altri per creare l'ennesimo teatro di questo eterno conflitto.»
Blacksapphire si svegliò sotto un cielo plumbeo sdraiato su un pavimento che pareva una lastra di vetro trasparente posata direttamente su uno specchio d'acqua. Rialzatosi vide Cosmos seduta su un piccolo trono fatto interamente di madreperla e attorniata da dieci giovani, tutti di aspetto e abiti diversi: i guerrieri di Cosmos e ora pure lui ne faceva parte. Vedendo come li stava guardando con aria incuriosita, la dea gli parlò gentilmente: «Purtroppo non hai il tempo di conoscerli a parole ma la sintonia del tuo cuore e della tua arma con loro faranno il resto però posso illustrarti i nomi di tutti: il cavaliere dall'elmo cornuto si fa chiamare Guerriero della Luce, poi c'è Firion, questo giovane dalle armi vermiglie è il Cavalier Cipolla, Cecil, Bartz, Terra, Cluod, Squall (il Leone Codardo di cui ti ho parlato), Zidane e Tidus. Non posso dirti altro al momento, ormai lo scontro è imminente». Difatti, preceduti da un cielo rosso di fiamme, venivano avanzando undici figure accompagnate da un enorme demone alato con quattro braccia: Chaos e i suoi combattenti. Tra questi Blacksapphire riconobbe subito Astherja, la giovane maga bionda di cui era innamorato, Benché al posto del suo solito sorriso vi fosse uno sguardo estremamente triste: “una persona cui sei legato dal destino”, avrebbe dovuto capirlo subito.
Immediatamente i guerrieri di Cosmos sguainarono ognuno la sua arma e si lanciarono contro gli avversari. Blacksapphire invece rimase fermo qualche secondo pensando: “Astherja, sono pronto a riportarti a casa e a restituirti il sorriso!”. Con queste parole nell'animo estrasse Kurotsubasa e si gettò anche lui nella mischia: la sua battaglia era iniziata.
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Capitolo 2 *** La prima schermaglia, il primo incontro ***
La prima schermaglia, il primo incontro
«Andiamo, Kurotsubasa!» sussurrò Blacksapphire mentre raggiungeva i suoi nuovi compagni.
Non era tuttavia nel suo stile attaccare avversari sconosciuti, era pur vero che fino ad allora aveva solamente combattuto duelli all'Accademia di Studio e Arte Militare di Athesis e gli unici avversari uccisi erano i mostri ritenuti pericolosi che si aggiravano ai margini della sua città. Tutti questi pensieri gli stavano ancora attraversando la testa quando davanti a lui gli si parò una figura che pareva un'armatura animata di color azzurro turchese, la quale pronunciò con voce metallica: «Ma cosa abbiamo qui? Un'altra pedina da rispedire al Nulla!»; subito Blacksapphire notò cerchi e linee luminose tracciarsi davanti all'inquietante figura: stava preparando qualche incantesimo! Con un rapido fendente il ragazzo riuscì a dissolvere la magia e a disimpegnarsi dallo scontro per cercare Astherja.
Correndo per il campo di battaglia vedeva che ognuno era impegnato a lottare contro un avversario: chi con spade, chi con lance, chi con la magia o solamente a mani nude; “è questione di pochissimo e poi per me e Astherja sarà lo stesso. Non devo pensarci. Torneremo a casa assieme, conclusa questa guerra insensata...Sempre che riesca a tenere testa a questi guerrieri di Chaos”.
Non fece neanche in tempo a formulare quel pensiero quando dall'alto vide incombere su di lui una katana lunghissima impugnata da un uomo vestito di nero con lunghi capelli argentati; fortunatamente il giovane riuscì a schivare il colpo all'ultimo ritrovandosi faccia a faccia col suo nuovo avversario: come aveva imparato si mise in posizione di guardia e l'altro fece lo stesso tenendo la spada ad altezza del viso e parallela al terreno.
«Vediamo quanto lontano può volare un uccellino con un'ala così piccola» -disse il guerriero- iniziando a menare fendenti all'aria che Blacksapphire tuttavia dovette parare come fossero attacchi veri; subito rispose con un fendente di lato, bloccato immediatamente dalla lunghissima lama avversaria generando un impatto tale da far arretrare il giovane di qualche centimetro. «Dannazione!-esclamò- Ma da quale mondo puoi provenire per essere talmente forte.....Per un umano, almeno.» «Quello è Sephiroth, considerato tuttora il combattente più forte del mio mondo e, una volta, pure un grande eroe. Mi dispiace ma per chiudere i conti col passato e recidere il fato che mi lega a lui, devo essere io a combattere contro di lui! Corri e non permettere ai suoi colpi di raggiungerti!» Queste furono le parole che sentì poco dopo essersi ritrovato davanti il ragazzo biondo con lo spadone che corrispondeva al nome di Cloud, il quale si era posto fra lui e un velocissimo fendente che sarebbe risultato senza dubbio fatale.
«Grazie, Cloud! Spero sinceramente di poter ricambiare presto.» Detto questo Blacksapphire, riprese la sua frenetica corsa per il campo di battaglia in cerca di Astherja se non che vide abbattersi sopra di sé una gigantesca sfera di energia di colore nero; si voltò per vedere chi l'avesse lanciata: quello era l'ultimo assaggio delle capacità di Sephiroth in quella prima schermaglia.
Quasi per istinto Blacksapphire cercò di ripararsi con la katana e vi infuse il potere dell'unica magia offensiva che conosceva, ovvero Holy; attorno a lui iniziò ad allargarsi come un disco di colore perlaceo che man mano erodeva la sfera nera creata da Sephiroth disperdendone così la forza.
Il giovane guerriero tuttavia non fece in tempo a sospirare per lo scampato pericolo che fu investito da una violenta colonna d'acqua salata che per poco non lo soffocava e, quando riuscì ad aprire gli occhi ancora brucianti la vide davanti a se: Astherja....
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Capitolo 3 *** Il gatto e il corvo, il sovrano e il buffone ***
«Astherja!-gridò
Blacksapphire- cosa ho fatto per essere attaccato a vista da te? Non
posso credere tu ti sia fatta trascinare in questo turbine insensato
di battaglie senza nemmeno opporti! Basta, torniamo a casa,
adesso!»
«Capiscimi,
non si può Black....Ormai siamo entrati nel Circolo e anche
per
preservare l'Ordine dalla cui parte ti sei schierato, siamo costretti
a combattere fino a quando uno di noi due soccomberà
all'altro».
A
questa risposta così fredda e distaccata, delle calde
lacrime
iniziarono a rigare il volto del giovane combattente, incapace di
sostenere lo sguardo della ragazza e continuò a parlare
singhiozzando: «Non
è vero. Un modo ci dev'essere per rompere il Circolo: me
l'ha detto
la dea Cosmos!»
«Cosmos?
-rispose Astherja- Cosmos mente quanto Chaos...Io sapevo che per la
fazione opposta sarebbe stata scelta un'altra persona del mio stesso
mondo ma non credevo dovessi per forza essere tu. Ora ti prego,
solleva la tua spada e attaccami: lo sai che non sarei capace di fare
nulla sapendo che il mio avversario è inerme, per sua
volontà o
no.»
A
queste parole Astherja attirò alla sua mano le gocce d'acqua
che
ancora circondavano la scena di quel patetico rendez-vous,
materializzando Mizuneko, la sua spada wakizashi, pronta a
lanciarsi contro Blacksapphire. Questi non poté che parare i
colpi
alla ben e meglio arretrando sempre di più fino a quando,
appoggiato
il piede destro, non si ritrovò nel bel mezzo di un cerchio
magico
scaturito dal terreno che pareva immobilizzarlo. Lentamente e con
passo aggraziato fece la sua comparsa un uomo dai tratti delicati che
indossava elaborate vesti dorate «Hahaha, ma cosa abbiamo
catturato
qui? -esordì ridacchiando-Dal colore dei vestiti e dall'arma
sembrerebbe che Cosmos abbia voluto tra le sue fila la brutta copia
del nostro Sephiroth.»
La
risposta di Blacksapphire fu preceduta dalle parole di Astherja
«Liberalo, Imperatore Matheus! Non dovresti dare la caccia a
Firion?
È giusto che sia io, guerriera di Chaos di Athesis a lottare
contro
la nemesi del mio stesso mondo.» A queste parole, con
un'espressione
di disappunto e con un gesto distratto delle dita l'Imperatore
sciolse l'incantamento della trappola magica e se ne andò
fissando
Astherja con astio e parlandole quasi in tono di minaccia:
«Non
approfittarne, piccola lady di Athesis, solo perché godi
della
protezione di Kuja e di Kefka »
Ora
i due erano di nuovo da soli, faccia a faccia l'un l'altra, e
Blacksapphire stava iniziando forse a capire: lui era stato
trascinato nel Circolo delle battaglie ed era proprio in mezzo ad una
battaglia in quel momento: forse la sua spada sarebbe stata
più
convincente delle sue parole, per quanto sentisse una parte di
sé
morire nell'attaccare la persona amata.
Stringendo
la presa sull'impugnatura di Kurotsubasa si lanciò alla
carica forte
dello spirito combattivo ritrovato; se i suoi fendenti incontravano
la lama di Astherja, subito era pronto a contrattaccare, se
incontrava una barriera d'acqua magica, la mandava in frantumi con un
affondo.
Un
triste sorriso apparve sulla bocca della maga: «Finalmente
inizi a
giocare secondo le regole. Molto bene Blacksapphire, forse
così sarà
meno doloroso per entrambi.»
«Mi
stai fraintendendo, Astherja! Io ho solo capito che questo è
un modo
per giungere più velocemente alla liberazione di
entrambi!» Ribatté
Blacksapphire sul cui viso era comparso un sorriso sprezzante mentre
gli occhi castani erano illuminati dalla luce della determinazione,
tanto che il suo modo di combattere risultava nettamente differente
rispetto a pochi istanti, prima, divenendo, tra affondi, fendenti,
parate e schivate, rapido ed elegante, quasi danzasse assieme alla
propria partner una danza al suono di pianoforte ed archi in un tempo
che pareva dilatarsi ad ogni loro movimento.
Ma
proprio nel momento in cui avrebbe voluto tentate il tutto per tutto
col suo colpo migliore una gigantesca ala nera gli squarciò
il petto
immobilizzandolo, dando così il tempo ad Astherja di
raccogliere un
oggetto simile ad una campana alata apparsa dal nulla; non appena la
raccolse gli occhi eterocromi della ragazza si invertirono e la sua
arma, Mizuneko, si trasformò in un enorme felino blu con un
occhio
bendato, pronto a balzare all'attacco.
Di
scatto l'ala che aveva ferito Blacksapphire si ritrasse sotto le
vesti di una figura che pareva uno bizzarro pagliaccio, il quale
compiaciuto della scena, prese a saltellare nei dintorni schernendo
il giovane guerriero, che oramai giaceva a terra esangue.
«Ahi
ahi, brutto uccellaccio nero! Hai visto? Con quei brutti vestiti
scuri hai fatto agitare la gattina del nostro Chaos...Ma visto che
così la piccola Astherja è riuscita a rilasciare
i propri poteri
Ex, potrei anche perdonarti per questa volta...Ops, è vero!
Non
possono essercene altre se muori! Addio, soldatino di Cosmos
Hihihihihi».
Quella
risata stridula a Blacksapphire faceva più male della ferita
al
petto perché risuonava dell'impotenza provata per non aver
saputo
salvare Astherja; tuttavia, prima ancora di formulare il pensiero
seguente, vide la bestia blu della giovane maga balzargli addosso e
inghiottirlo in un gorgo d'acqua salmastra fino a perdere
definitivamente i sensi, scivolando in un abisso scuro e denso quanto
la pece che pareva pervadere ogni fibra del suo corpo. Solo una
parola risuonava flebile, “katharsis”, poi il nulla
per un
periodo indefinito prima di essere svegliato...Da qualcuno che lo
annusava.
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Capitolo 4 *** Un inaspettato maestro, il desiderio del padre ***
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-Sniff,
sniff- Questi furono i primi suoni che Blacksapphire percepì
poco
prima di aprire gli occhi e trovare sopra di sé la faccia
abbronzata
e ispida di un uomo di mezza età. Colto dallo spavento si
rizzò a
sedere cercando Kurotsubasa alla sua sinistra realizzando a mala pena
di essere ancora vivo.
«Hey
hey calmati, nuovo acquisto di Cosmos! E scusami se ti sto
annusando...È che odori così tanto di salmastro
che all'inizio ho
pensato provenissi anche tu da Spira; e quell'odore risveglia sempre
in me il mio lato nostalgico.» disse l'uomo non appena vide
il
giovane guerriero ancora intento a cercare la propria spada a
tentoni.
«Salmastro?
Ma io non sono stato in ma...Oh è vero! Astherja! Devo
andare subito
a cercarla!» Rispose Blacksapphire in preda all'agitazione ma
fu
subito ributtato a terra da una pedata del suo interlocutore.
«Sembra
tu abbia ricevuto troppe pallonate in testa, novellino, e di ragazzi
difficili uno basta e avanza, ma lasciamo perdere questo discorso..So
che smani dal desiderio di salvare la tua principessina e di sicuro
mi attaccherai di certo sapendomi un guerriero di Chaos però
stammi
bene a sentire: ora come ora non hai alcuna speranza di vincere la
partita senza nemmeno sapere le regole e senza un minimo di
allenamento. Sfortunatamente hai avuto la sfortuna di entrare in
campo proprio nel bel mezzo di uno scontro, mentre Astherja ha
già
avuto modo di ricevere i suoi schemi da Kefka e Kuja, quindi
spiegarti un po' di cosette riequilibrerebbe un po' i giochi, fidati
del vecchio Jecht».
Blacksapphire
fissava il guerriero di Chaos con aria allibita e di certo non sapeva
cosa rispondere, visto che l'aiuto che gli veniva offerto proveniva
da uno dei combattenti dello schieramento opposto.
Vinta
la timidezza, l'imbarazzo o la paura o qualunque cosa fosse, il
giovane decise di domandare cosa lo spingesse a volergli dare una
mano anziché eliminarlo lì sul momento: la
risposta di Jecht arrivò
senza farsi attendere: «Di certo il mio aiuto è
tutt'altro che
disinteressato, dopo tutto sono ancora un brutto, cattivo e
spaventoso guerriero di Chaos, no? Ciononostante desidero quanto te
porre fine il prima possibile a questi scontri e poter sistemare le
cose con mio figlio Tidus in una vasca da blitzball dove l'ultimo
sangue comporta al massimo qualche livido.»
«Tidus
è tuo figlio?» lo interruppe Blacksapphire.
«Esattamente,
anche se lui è tutto sua madre in quanto aspetto, e tutto
suo padre
in quanto cocciutaggine...Ebbene sì il destino gioca anche
questi
scherzi e non c'è mai nessuno a fischiare fallo quando
serve. In
ogni caso ho deciso di riporre la mia fiducia in te per il semplice
motivo che sei ancora un nuovo acquisto e i tuoi ricordi non hanno
ancora iniziato a volare via come sabbia trascinata dal vento, un
piccolo effetto collaterale del conflitto tra Ordine e Discordia; e
ovviamente più un ricordo è debole tanto
più debole sarà la
volontà del combattente di spezzare il Circolo..Eh
già, ti sei
cacciato in un bel casino, giovane...? Non ti ho neppure chiesto come
ti chiami..Hai visto? Sto pure dimenticando il galateo sportivo da
tutto il tempo che passo in questo mondo sospeso a sentire le trame
di Matheus, Garland e compagnia bella.
Ora
che hai avuto il tempo di riposarti e annoiarti sentendo tutta la mia
storia, che ne dici di prendere la tua spada e scaldarci un
po'?».
Finalmente
Blacksapphire ebbe la possibilità di rialzarsi, impugnare
Kurotsubasa e mettersi in guardia pronto a qualsiasi scontro avesse
davanti, semplice allenamento o battaglia fino alla morte; la mente
del ragazzo era ancora confusa dalle parole di quell'uomo ma in cuor
suo sapeva che non poteva rinunciare anche alla più esigua
speranza
di poter riavere Astherja al suo fianco e tornare a casa tutti e due
assieme...finalmente.
«Ti
confesso che non so ancora se fidarmi di te, Jecht guerriero di
Chaos, tuttavia ora come ora l'aiuto che mi offri è l'unica
cosa su
cui posso contare, specialmente se dovrò tenere testa a
combattenti
del calibro di Sephiroth o Matheus. In ogni caso sappi che
Blacksapphire, guerriero di Cosmos e allievo dell'Accademia di Studio
e Arte Militare di Athesis, accetta volentieri questa lezione.
Cominciamo!»
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Capitolo 5 *** Campana di luce, bestia nell'ombra ***
Dissidia 5
Blacksapphire pensò di dover rivedere il proprio concetto
di allenamento: Jecht non gli lasciava mezzo secondo di respiro e continuava a
incalzarlo con la sua lama enorme, alternando pugni e calci come se non
bastasse: «Ma che sport avete nel vostro mondo? Non lo sai che nel blitzball è
permesso toccare la palla con tutti gli arti: con le mani si passa e con le
gambe si calcia in porta, sono le basi queste!» lo schernì l’uomo, facendolo
innervosire ulteriormente. Tuttavia Blacksapphire non era un combattente
eccessivamente inesperto ed era ben conscio che la mancanza di concentrazione
avrebbe solamente peggiorato le cose, anzi doveva assolutamente mantenere il
sangue freddo trattandosi di un guerriero di Chaos: quindi facendo un bel
respiro ed espirando si preparò a schivare uno spaventoso fendente dall’alto e
scartò di lato e riuscì a colpire il suo nemico sul braccio protetto dalle
piastre metalliche, ma proprio mentre stava per ritornare in posizione di
guardia, Jecht afferrò il suo di braccio e gli tirò una testata così forte da
spedirlo a terra.
Se si fosse guardato allo specchio, avrebbe notato il
rivolo di sangue che colava dalla fronte benché il dolore e la sensazione del
liquido caldo sulla pelle non avevano tardato a farsi sentire: «Lasciami
indovinare Jecht: questo era un goal di testa?» «Hahaha! Questa è bella. Vedo
che ti sta tornando il senso dell’umorismo oltre alla voglia di combattere.» In
effetti il suo avversario non si sbagliava: lentamente iniziava a rendersi
conto che doveva lottare sul serio e in qualche maniera il desiderio di
combattere si era destato in lui provando anche un certo gusto nel mettersi
alla prova…Proprio come nello scontro con Astherja. Però non doveva pensarci in
quel momento dato che vide lo spadone di Jecht piantarsi nel terreno a pochi
centimetri dalla sua faccia. Blacksapphire rotolò di lato e balzò di nuovo in
piedi in posizione di guardia pronto a un nuovo assalto di Jecht, ma il
guerriero di Chaos scattò in direzione opposta verso uno strano oggetto
luminoso sorto dal terreno. Il ragazzo in nero rimase sbigottito e onestamente
non sapeva che fare se non rimanere a fissare la scena con aria interrogativa;
fortunatamente la spiegazione di Jecht non tardò ad arrivare: «A vederla sembra
una campana con le ali ma immagino tu sia abbastanza intelligente da immaginare
che serva a ben altri scopi, e non a suonare il cambio campo. Questo, recluta
di Cosmos, è un nucleo di forza Ex: scaturisce dal terreno dove sta avvenendo
uno scontro come fosse un frutto, e chi se ne impossessa…Bè, sta a vedere.»
Jecht strinse il nucleo Ex fino a mandarlo in frantumi che lo circondarono di
una luce intensa per poi sparire lasciando al posto del guerriero di Chaos un
essere bestiale: aveva la pelle a scaglie marroni, le quali sulla schiena sporgevano
come spuntoni veri e propri, mentre il volto era coperto da un’ispida barba
bianca, non troppo diversa dai lunghi capelli che cadevano sulle spalle
massicce.
Blacksapphire era impressionato ed inorridito dalla
trasformazione avvenuta e soprattutto spaventato dalla forza brutale che
emanava dal suo nuovo avversario.
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