Non posso scordare l'amor.

di Alicia Weasley
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo primo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo secondo. ***
Capitolo 3: *** Capitolo terzo. ***



Capitolo 1
*** Capitolo primo. ***


“NON POSSO SCORDARE L’AMOR”

 
 
 
Canzone: Non posso scordare l’amor (Aladdin 2)
Personaggi: Ron/Hermione
Genere: commedia, romantico, song-fic
 
Questa storia è stata scritta senza alcun fine di lucro. I personaggi citati non mi appartengono ma sono di proprietà di J.K. Rowling.
 
 

Dedico questa fan fiction a Evey_f.
Perché sei un’amica fantastica,
 perché mi hai sempre incoraggiato a scriverla,  
perché come me adori questa canzone
e … perché oggi è il tuo compleanno!
Spero ti piaccia.
 

CAPITOLO PRIMO
 

- Allora Ron, ricapitoliamo. -
-Stasera, a casa mia … alle 7 e mezza. PUNTUALE. -  rammentò Hermione al suo fidanzato.

Ron si passò una mano tra i capelli. Tentò un’ultima volta di dissuaderla da quella proposta.
- Hermione … io non … ecco non sono proprio sicuro … insomma … è ancora presto … ci sarà tempo per conoscere i tuoi genitori … -
Hermione, come al solito, non accettò giustificazioni.
-Ron, i miei genitori ci tengono davvero tanto ad incontrarti … ufficialmente.  E anche io sono, diciamo … d’accordo. – gli ripose, un po’ stufa ma leggermente imbarazzata.
Quella sera, infatti, Hermione lo avrebbe presentato” ufficialmente” ai suoi genitori.
L’idea era quella di una cenetta “intima”.
E il solo pensiero di quella serata semplicemente terrorizzava il povero Ron.
Però … Non era il caso di deludere Hermione proprio adesso. Meglio evitare litigi incombenti, dove alla fine lei gli teneva il broncio e lui doveva pietosamente chiederle scusa.
-Si forse hai ragione … infondo è solo una cenetta no?- disse, come per tranquillizzare se stesso, ma soprattutto per evitare altri problemi con Hermione.
-Esatto- gli rispose sorridente la ragazza.
-Bene. Allora io vado ad aiutare mia madre con i preparativi … Ci vediamo stasera Ron. -
Si diresse verso la porta della stanza e quando fu uscita si smaterializzò.

Ron sprofondò sul suo letto, sbuffando.
Infondo era solo una cenetta. Cosa mai sarebbe potuto accadere?
 

 

***********************
 

 
 
Le 7.30. Ron suonò il campanello di casa Granger. Almeno era puntuale.
-Buonasera caro!- lo accolse la madre di Hermione. –Prego, entra pure.-
Ron era stato poche volte a casa di Hermione, perché di solito era lei che veniva alla Tana.
La casa aveva un aspetto curato ed elegante, e questo lo inquietava ancora di più.
All’ingresso, sulla destra, c’era un pianoforte: vedendolo, Ron si ricordò di quando Hermione aveva invano cercato di insegnargli a suonarlo. Sorrise.
-Allora Ronald, i tuoi genitori stanno bene?- chiese la signora Granger,  mentre si dirigevano in salotto.
- Si, stanno tutti bene grazie.-
-Dammi pure il cappotto caro.-
 
-Ciao Ron… - Hermione gli venne incontro raggiante. Era davvero bella. Aveva una camicetta color smeraldo e i capelli raccolti in uno chignon.
 -Buonasera Ronald.-  gli disse il signor Granger.  Un uomo alquanto ambiguo, a suo parere.
-Buona sera, signor Granger.-
 
-Allora, andiamo a tavola?- Li richiamò la signora Granger.
 
La serata stava  procedendo abbastanza bene.
Il signor Granger intraprese perfino una fitta conversazione con Ron sul sistema legislativo nel mondo magico.
Entrambi erano intenti a parlare anche se Ron mostrava evidente difficoltà sull’argomento.
 -Ah Hermione tesoro, indovina chi è venuto a trovarci ieri?- intervenne la signora Granger inaspettatamente, con nochalanche.
-Chi?-
-Il tuo amico, quello bulgaro … com’è che si chiamava caro?- si rivolse al signor Granger.
Ron pronunciò, quasi inconsciamente, quel nome: -Viktor Krum. -
Hermione abbassò d’istinto lo sguardo ed evitò chiaramente di incontrare quello di Ron.
-Ah Ron lo conosci anche tu?- chiese meravigliata la signora Granger, non più di quanto lo fosse Ron nell’udire quel nome.
- Diciamo di sì. -
-In ogni caso, Viktor ci ha detto che ti aveva scritto qualche tempo fa- continuò la madre di Hermione, -Dicendoti che sarebbe venuto a trovarci. Hermione, perchè non ci hai detto niente? E' stato molto gentile sai? Sembra davvero un caro ragazzo.-
 -Non è vero caro?- si rivolse a suo marito.
-Assolutamente.-  rispose il signor Granger, compiaciuto.
Evidentemente, entrambi i genitori erano perfettamente all’oscuro della leggendaria rivalità tra Krum e Ron.
Dal canto suo, Hermione in quel momento sarebbe voluta sprofondare.
-Ehm, mamma … sai com’è non ci siamo sentiti per parecchio tempo, poi io sono andata ad Hogwarts … insomma mi è sfuggito … - fu l’unica giustificazione plausibile che riuscì a dare.
Ron, incapace di ragionare in quel momento, ovviamente non credette neanche ad una parola.
Era sbalordito. Viktor aveva scritto a Hermione? Si erano visti? Si sentivano ancora?
E lui non ne sapeva niente ?
 
Calò il silenzio.

Cadde una forchetta.

Ron fece finta di guardare l’orologio e, come suo solito, compiendo un gesto di assoluta impulsività, si alzò da tavola.
-Io … è meglio che vada. Grazie della cena. Arrivederci. -
I signori Granger erano sbalorditi.
-C’è ancora il dessert!- riuscì a sentire Ron, che era già quasi fuori dalla porta.
Hermione si alzò e gli corse dietro.
-Dove stai andando?-
-A casa.-
-Ron, aspetta …- lo implorò inizialmente Hermione.
-Apri la porta Hermione. O sarò costretto a materializzarmi in casa tua.- le intimò lui.
-Non puoi materializzarti in casa mia-  replicò lei.
-Allora aprimi la porta.-
Hermione non lo fece, e Ron agì di sua volontà.
-Ron , lasciami spiegare … -
Fuori, il tempo non prometteva per niente bene. Stava per arrivare un temporale.
-E così Vicky ti ha cercata?-
-Credevo che non saremmo più tornati sull’argomento.-
-Oh certo. Basta solo che Krum ti mandi lettere, venga a trovare i tuoi genitori ... -
-E’ successo solo due volte!-
-E tu non mi hai detto niente? –
-Non ti ho detto niente, perché sapevo che l’avresti presa così.-
-No se tu fossi stata sincera con me .-
-Sì invece.-
Hermione fece una smorfia.- Ron, lo sai anche tu che se te l’avessi detto non sarebbe cambiato niente.-
-Almeno saresti stata sincera con me! L’avrei capito! -
-Bugiardo.-
-Dai del bugiardo a me? TU mi hai mentito!-
 
Le urla si sentivano perfino dal salotto.
-Mi auguro che non facciano sempre così. - sussurrò il signor Granger a sua moglie.
-Suvvia! Anche noi eravamo così caro, ricordi?-
Il signor Granger sorrise.
 
 
 
-Ron, ti ricordo che ci sono i miei di là, dobbiamo litigare proprio ADESSO?- gli intimò Hermione.
-Quando litighiamo la colpa è sempre mia vero? Stavolta TU hai torto!- e le puntò un dito accusatore.
 Hermione si mise le braccia ai fianchi. Era esasperata. –E quando mai tra noi va tutto bene!-
-Che ti piaccia o no, tra noi due è così, litighiamo! E che lo sappiano anche i tuoi genitori! - Ron in quel momento sfogò tutta la rabbia che aveva dentro.
-Sto perdendo il mio tempo. Ciao Hermione.-
Lo vide scomparire nell’oscurità della notte. E non era la prima volta.
La pioggia. Una tenda, una foresta, un posto di cui non ricordava il nome.
Ma stavolta non lo rincorse, non imprecò, non lo chiamò a gran voce.
Rimase lì fuori, di nuovo sotto la pioggia battente e si sedette sul portico.
-Hermione, non lo vedi come piove? Vieni subito dentro! Ti ammalerai a stare lì fuori!-
Non ricevendo alcuna risposta, la madre uscì e si sedette accanto a lei.
- Vuoi parlarne?-
Hermione cercò inutilmente di nascondere le lacrime. Abbracciò la madre, e le raccontò tutto.
 

  

 

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Capitolo 2
*** Capitolo secondo. ***


CAPITOLO SECONDO

 
Andò in camera sua, si buttò sul letto e pianse. Stronzo! Ecco che cos’era. Si, un maledetto stronzo.  
Ma perché? Perché doveva farla sempre soffrire così?
Quella che doveva essere una piacevole serata, si era trasformata in un disastro.
 
Ma infondo lei lo sapeva, da quando si erano messi insieme, che avrebbe dovuto accettare quella “clausola” della loro relazione. Le litigate che sarebbero state all’ordine del giorno.
Ma questa volta no, non gliel’avrebbe fatta passare liscia.
Immersa in quei dolorosi pensieri, si addormentò.
                                                                                                   

 
 
E scordati di lui
e dell’istante in cui hai visto gli occhi suoi
gli sguardi fra voi due
e quando ti stringeva fra le braccia sue
scordati ogni carezza
le gioie, l’affetto, ma che sciocchezza!
è troppo da sopportar
scorda anche l’amor!

 
 
 
 
 
 
 
Ron aprì violentemente la porta della Tana.
-Già di ritorno?Come è andata la serata?- gli chiese Harry sorridente, venendogli incontro.
-Uno schifo.- e salì in camera sua
Harry e Ginny si guardarono perplessi.
-Ah, cosa avrà combinato stavolta?!- esclamò Ginny.
 
Diede un calcio al letto. Perché Hermione gli aveva mentito per così tanto tempo?
Se pensava di farlo sentire in colpa,  si sbagliava di grosso. Lei stavolta era in torto. Lei gli aveva mentito.
 

Si sdraiò sul letto. Guardò il soffitto, chiuse gli occhi. Bastava andare un po’ indietro nel tempo. Solo quattro anni prima, al Ballo del Ceppo …
 
 
-Ti sta usando...-
-Come osi! E poi so badare a me stessa.-
-Ne dubito. È troppo vecchio!
-Che cosa?! È questo che pensi?
-Sì, è questo che penso...-
-Allora sai qual è la soluzione, non è vero?!-
-Sentiamo-
-La prossima volta che c'è un ballo raccogli il coraggio e invitami prima che lo faccia qualcun altro! E non come ultima risorsa
!- *

 
 
 

Che conta il sentimento?
innamorarsi non è un gran divertimento!
Ma quante fesserie … quando sussurrava le sue smancerie!
L’amore è nauseante
e quando è troppo è asfissiante!
Su fammi un favor:
scorda in fretta l’amor!

 
 

 

Era l’alba del giorno dopo. Hermione si svegliò presto. Aveva passato una notte praticamente insonne, continuando a pensare alla serata.
A Ron.
Si alzò e pensò di leggere un libro, per distrarsi. Ne prese uno qualunque, tra i tanti libri che aveva nella sua libreria.
Aprì la prima pagina, e vi trovò una fotografia di lei e Ron.
 
Quella fotografia gliela aveva scattata Harry.

 
 

Siamo sulla spiaggia di Villa Conchiglia. Siamo in acqua. Ron mi prende in braccio; cerco di divincolarmi con tutte le mie forze. Rido.
 
-Ron, mettimi giù!- lo imploro.
-Non ci penso nemmeno- risponde lui, ridendo.

Ci tuffiamo in acqua.
-Sei vero deficiente!- gli dico io.
-Questa frase mi pare di averla già sentita.-
Mi accarezza il viso.
Sconfitta. Fregata. Alla fine vince sempre lui.
Rassegnata, mi lascio cadere tra le sue braccia. 

 

Se lo ricordava benissimo.


 

-SBANG-
Improvvisamente, un tonfo.
Pergamene, pezzi di giornale, libri, tutto a terra.
-Grattastinchi! Che cosa hai fatto?- urlò Hermione.
Il gatto era infatti saltato sul mobile dove c’erano tutti i documenti di Hermione.
La ragazza si alzò di malavoglia dal letto e raccolse ciò che era caduto.
Un libretto polveroso, rosso, sotto tutte quelle pergamene.
Due nomi scritti in copertina.
Ron e Hermione.

Tante foto, tanti momenti, troppi ricordi.
E aprì la prima pagina.

Grattastinchi parve non udire una parola di quello che disse Hermione. Uscì dalla camera miagolando.
Al contrario di quello che pensava Ron, era un gatto molto intelligente.
                                                                                        
 
 
Quando lui mi stringeva accanto se
La sua mano sfiorava la mia!
Ma che sensazione …
Oh che emozione!
 
 
 

 

E poi mi baciò…

 
 

 

Le zanne del Basilisco caddero con un gran fragore dalle braccia di Hermione.
Corse da Ron, lo abbracciò e lo baciò sulla bocca.
Ron gettò via le zanne e il manico di scopa e rispose con tanto entusiasmo che sollevò Hermione da terra. **



 

Scordatelo!
 
 
 

 

Dimentica il suo viso
Non scorderò giammai il suo viso
Dai tuoi sogni svanirà all’improvviso
Lui è importante
 
 
 

 

Il pensiero di quella serata le cancellò il sorriso dal volto.
Però …Il suo viso … i suoi occhi di quell’azzurro mare … i suoi capelli rossi … il suo sorriso …
Come poteva dimenticarlo?
Non l’avrebbe mai dimenticato, neanche volendolo. Di ciò era certamente sicura.
 
 
È solo una follia!
La vita è stuzzicante senza compagnia!

 
Ron notò che c’era qualcosa sotto il cuscino.
Una lettera.
 
 
Caro Ron,
dire che sono sorpresa nel ricevere una tua lettera è poco.
In questo periodo ho alcuni esami, e sto studiando parecchio (più del solito!)
Sorrise.
Mi manchi Ron.
Gli ultimi giorni che abbiamo passato insieme, prima di partire, sono stati i più belli della mia vita.
Non ci crederai, mi mancano persino le nostre litigate.
Spero di vederti presto.
Ti amo,                            
 
Tua Hermione.


 

Amarsi è un’impresa
Riserva sempre una sorpresa
Un dolce rendez-vous
Oh ti prego!
Due passi a tu per tu
Oh basta!
Sento battere il cuor!
Non posso scordare l’amor!
 

 

Pazzia. In un tempo lontano le mancavano perfino le litigate! Rise.
 

  

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Capitolo 3
*** Capitolo terzo. ***


CAPITOLO TERZO
 

Passarono due giorni. Né Ron si fece vedere a casa di Hermione, né Hermione alla Tana.
Entrambi davano l’occhio alla finestra aspettandosi di vedere qualcuno di tanto desiderato, che non arrivò.
Così Hermione decise di fare il primo passo, sapendo che andava -volontariamente- a distruggere quel briciolo di orgoglio che ancora gli rimaneva.
 

 

*****************

 

 

Era una bella serata estiva. L’aria era fresca e il cielo pieno di stelle.
Hermione dapprima esitò, poi si fece coraggio e bussò alla porta.
 
-Salve signora Weasley, scusi l’orario… Ron... è in casa?-
Molly Weasley, che non vedeva la ragazza da qualche giorno, rispose alquanto sorpresa.
-Sì certo cara … è di sopra, nella sua stanza.-
-Grazie.-
 
Hermione salì di corsa le scale. Di fronte alla camera di Ron, esitò.
Si fece coraggio e bussò.
Toc. Toc.
Niente.
Toc Toc Toc.
Nessuna risposta …
 
Toc Toc Toc Toc.
Ok, era chiaro che Ron lo faceva apposta.
Spalancò la porta, e …

La stanza era vuota.

La finestra era aperta. In lontananza vide Ron, seduto sull’erba, sotto una quercia, vicino allo stagno.
 
Scese di corsa le scale e uscì. Nessuno si accorse di lei.
 
Hermione sospirò guardando Ron.
Solo due giorni, e gli era mancato così tanto.
 
E l’orgoglio … andò a farsi benedire.
 
 

 

L’amore tuo non sa scordar
L’amore mio non può scordar
Perché fin dal primo giorno mi hai saputo amar
Io ti amo
L’amore rivivrà
Nulla al mondo mai dividerci potrà
 
 
 

 

Ma un momento … com’è che non l’aveva vista entrare in casa? Perché non l’aveva chiamata?
Si avvicinò furibonda a Ron.
Ron si voltò verso di lei.
-Che ci fai qui?- le chiese appena la vide arrivare.
Poi tornò ad osservare il riflesso della luna sull’acqua.
Hermione lo guardò sbalordita.
-“Che ci fai qui?” è l’unica cosa che sai dirmi? - 
E gli diede uno spintone.
-Ahia! E questo perché?- piagnucolò Ron.
-Perché te lo meriti Ron!-
-Mi hai vista arrivare e non ti sei neanche degnato di chiamarmi? O sei saltato dalla finestra? Disse ironicamente.
E non solo sono venuta- continuò Hermione -per cercare di risolvere con te, a danno del mio orgoglio,  e per giunta mi accogli così?-
-Aspetta cosa hai … sei venuta per risolvere con me?- fu l’unica cosa che Ron percepì delle sue parole.
Hermione perse la pazienza.
-Diamine Ron, ma mi ascolti quando parlo?-
Ron insisté. –Perché sei venuta?-
Hermione fece un bel respiro.
-Ok, mi dispiace per quanto è successo l’altra sera. Avrei dovuto parlarti di Krum.- disse rassegnata e non riuscendo a guardarlo in faccia.
-Già, avresti dovuto.-
-Non è successo niente davvero. Ci siamo sentiti solo due volte … ma non sapevo che fosse andato dai miei genitori. Credimi.-
-Ciò non toglie che tu sia un maledetto stronzo. Te ne sei andato così senza neanche farmi spiegare. E per giunta non ti sei neanche degnato di farti sentire.-
 
-Ma purtroppo è impossibile dimenticarsi di te.– concluse. Ripensando a Grattastinchi, sorrise.
Gli fu immensamente grata di tutto quel caos. Era davvero un gatto intelligente.
Hermione si sedette. 
Stettero qualche minuti in silenzio, imbarazzati. Entrambi guardarono il loro riflesso sull’acqua.

-Ron, sarebbe carino che dicessi qualcosa anche tu.-
-Mi hai appena detto che sono un maledetto stronzo.-
-Lo vedi che non mi ascolti?-
E scoppiarono entrambi a ridere.
-Ti ho portato una cosa. - Hermione frugò nella sua borsa, prese la loro fotografia preferita e gliela porse.
-Ricordi?-
Ron la contemplò per un bel minuto. Ricordava perfettamente quel giorno.
Poi entrambi guardarono il loro riflesso nell’acqua.
-Come eravamo lì, siamo adesso.- concluse Ron.
Hermione non rispose. Capiva il senso delle sue parole, più di quanto avesse mai capito prima.

Si erano rincorsi per anni, e ora finalmente si erano ritrovati.
Infondo tra loro era così. Dimenticarsi era impossibile. Lo era sempre stato.
Perchè non accettarlo e basta?

-Ciò non toglie che questo sia un colpo grosso per il tuo orgoglio, Granger.-  disse ridendo, Ron.
-Lo so, un giorno me ne pentirò.-
-E, quanto mi costerà tutto questo? Perché so che prima o poi me la farai pagare-
-Facciamo un bacio.-
-Solo un bacio? Direi che è una proposta accettabile.-
-Sta' zitto.-
Hermione gli buttò le braccia al collo e lo baciò dolcemente.

 

L’alba poi sarà
Per noi radiosa
Avrà il profumo di una rosa
 
 

 

-Vuoi ballare?- le chiese Ron non appena si furono separati.
Hermione spalancò gli occhi. –Qui? Adesso?-
-Si.- rispose semplicemente.
Le cinse i fianchi e lei gli mise le braccia al collo.
-Ti devo ancora un ballo- gli disse, mentre la faceva girare dolcemente.
-Giusto.-
Entrambi stavano pensando la stessa cosa.
Uno sguardo che valeva più di mille parole.
-Con questo pensi che saremo pari?- le chiese Ron, mentre continuavano a ballare, senza ritmo, senza musica.
Solo al ritmo della loro musica.
-Mmm … di sicuro dovrai venire a cena dai miei almeno due volte a settimana.-
-Cosa? Non vale!-
-Oh certo che vale. Pensavi davvero di riuscire a cavartela così semplicemente? Credevo che oramai sapessi quanto sono furba Ron. – gli disse maliziosamente Hermione.
Risero entrambi.
 
Stettero lì ore, a ballare, a ridere, a baciarsi.
Sotto quel cielo pieno di stelle, quell’aria fresca, la luna che li illuminava.
 
 
Un dolce rendez-vous
Oh si!
Due passi a tu per tu
Oh basta!
È troppo per me!
Io voglio restare con te.

 
Infondo, avevano affrontato battaglie peggiori.
E in questa, tra loro due, non ci furono né vincitori né vinti.
Decisero semplicemente di perderla per sempre.
 
 
 


 

-THE END-
 

 
 

 

* Harry Potter e il Calice di Fuoco, 2005.
**Citazione da Harry Potter e i Doni della Morte, pag. 575, di J.K. Rowling.

 
 
Grazie a tutti quelli che leggeranno o recensiranno questa storia … vi avverto, sono ancora alle prime armi con le fan fiction … sinceramente non so com’è venuta, ma a me è piaciuto molto scriverla.
Mi piacerebbe molto sentire il vostro parere e se avete da darmi qualche consiglio o suggerimento, non esitate!

 
Alicia Weasley 

 

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