Another Tennis No Oujisama

di Sanako_Shiotani
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ma dove siamo finite? In una prigione a cinque stelle? ***
Capitolo 2: *** Perse per la città….un momento ma questa è Tokyo! ***
Capitolo 3: *** Ci serve una casa…e in fretta! ***
Capitolo 4: *** Inizia la nostra avventura a Tokyo ***
Capitolo 5: *** Svelato il mistero, Stiamo.... ***
Capitolo 6: *** Visita alle scuole, è tempo di iscrizioni! ***
Capitolo 7: *** Primo giorno nel Seishun Gakuen ***
Capitolo 8: *** primo giorno al Hyotei ***



Capitolo 1
*** Ma dove siamo finite? In una prigione a cinque stelle? ***


Capitolo 1: Ma dove siamo finite? In una prigione a cinque stelle?


Stefi's POV


Gli esami erano finiti, e finalmente avrei potuto godermi le vacanze estive.

Ero d’accordo con la mia amica Michela, che sarebbe rimasta a dormire da me per qualche giorno.

I genitori infatti sarebbero andati in montagna e lei aveva preferito non seguirli.

Arrivò a casa poco prima di cena

I miei genitori quella sera erano fuori cosi avremo cenato da sole.

Dopo cena, Michela si sedette davanti al computer e io mi stesi sul letto.

All'improvviso la sentii ridere e incuriosita le chiesi cosa stesse guardando

-dei video...- rispose ridacchiando. Continuò a guardare video per tutta la sera,

fino a quando tutte e due stanche ci andammo a coricare per la notte.

-Buonanotte- dissi spegnendo la luce.

Calò il silenzio, ma all'improvviso Michela riprese a ridere.

-si può sapere che hai da ridere?-

domandai non capendo il motivo di tanta ilarità

-stavo ripensando ai video...- rispose Michela.

-che video?-

-quelli su Fuji...-

-Il monte?- domandai perplessa

-ma no! quelli sul mio principino!- rispose ridendo.

-ah quel Fuji...io è da un po’ che non li sto più seguendo- risposi fissando il soffitto.

-a volte mi capita di pensare come sarebbe essere li con loro...- disse sbadigliando.

Restammo a parlare ancora un po’ fino a quando entrambe ci addormentammo.

La mattina dopo mi svegliai con una strana sensazione.

La prima cosa che notai era che il letto sembrava molto più largo di come lo ricordassi.

Facendo attenzione a non svegliare Michela, scesi dal letto e andai verso la finestra.

Il letto non sembrava l'unica cosa diversa, l'intera stanza sembrava cambiata!.

Un po’ titubante aprii la finestra e mi affacciai, rimasi sbalordita nel vedere un immenso giardino, sopratutto perché io abitavo al quinto piano!. Mi avvicinai al letto e inizia a scuotere Michela per svegliarla.

-mmm...ancora cinque minuti...- mormorò nascondendo la testa sotto al cuscino

-ma quali cinque minuti alzati! è successo qualcosa di strano non siamo più a casa mia!- dissi scuotendola più forte.

Alla fine sembrò arrendersi perché aprì gli occhi e si tirò su sbadigliando

-che significa...non siamo più a casa tua?-

-guardati attorno- dissi allargando le braccia.

Spostò lo sguardo a destra e a sinistra e poi lo riportò su di me.

-è vero questa non sembra la tua stanza...- disse stranamente calma mi aspettavo una reazione diversa.

-questo lo vedo...-

-aaaaaaaaaaaah! ci hanno rapiteeeeeeeeee! aiutoooooooo!- urlò correndo per tutta la stanza.

Ecco è esattamente il tipo di reazione che mi aspettavo da lei.

-Michela calmati e non giungere a conclusioni affrettate!-

esclamai fermandola per un braccio, mi stava facendo venire il mal di testa con tutto quel correre avanti e indietro.

Aspettai che si fosse calmata e cercai l'interruttore della luce.

-wow!- esclamammo entrambe quando, grazie alla luce, riuscimmo a vedere l'intera stanza.

Non c'era dubbio che non si trattasse della mia, era molto più grande, e solo in quel momento notai che il letto era matrimoniale.

-Ma dove siamo finite...- disse Michela confusa quanto me.

-Non lo so, ma sarà meglio andarcene-

-ma siamo in pigiama!- esclamò contrariata Michela.

-allora cerchiamo altri vestiti, ma usciamo da qui- dissi afferrandola e trascinandola fuori.

Controllammo che il corridoio fosse libero e ci incamminammo lungo di esso. Entrammo in diverse stanze, quella casa era più grande del previsto, alla fine trovammo una cabina armadio e ci infilammo li dentro.

-è enorme!....ma che sfortuna ci sono solo abiti da uomo!- esclamò Michela.

-vorrà dire che ci accontenteremo- risposi cercando qualcosa che poteva andarci bene.

Alla fine trovammo dei Jeans e una camicia, oltre che dei mocassini neri per me e marroni per Michela.

-Mi cambio prima io, tu controlla che non arrivi nessuno- dissi iniziando a spogliarmi.

Quando ebbi finiti richiamai Michela dentro.

-ora tocca a te, cerca di fare veloce- dissi dandole i vestiti e mettendomi fuori a controllare.

All'improvviso sentii Michela urlare.

-si può sapere che ti urli? vuoi farci scoprire?-

sibilai voltandomi.

-no...ma guarda...ho il seno!- esclamò con le lacrime di gioia.

Io mi avvicinai e notai che effettivamente il suo seno era aumentato parecchio, le stranezze si susseguivano una dietro l'altra.

Quando anche Michela si fu cambiata uscimmo e iniziammo a cercare l'uscita di quella villa.

L'impresa si rivelò più difficile del previsto, quella casa era un labirinto!.

Alla fine dopo innumerevoli corridoi e scale trovammo quella che doveva essere la porta d'ingresso.

Eravamo state fortunate, non avevamo incontrato nessuno.

-Libertè!- esclamò Michela correndo fuori, la seguii desiderosa anche io di uscire da li.

Prima che ce ne potessimo rendere conto però ci ritrovammo rincorse da tre grossi e cattivi cani!

-e questi mo che vogliono?!- esclamò Michela correndo più veloce

-credo stiano facendo la guardia! piuttosto pensa a scappare!-

Era proprio vero che quando si aveva paura l'adrenalina aumentava.
Senza voltarci corremmo più veloce che potevamo, ma la nostra corsa terminò davanti al cancello della villa, che ovviamente era chiuso. Indietreggiammo fino a ritrovarci con le spalle contro di esso.

-siamo finite! questi ora ci sbranano!- esclamò Michela. Per la prima volta dovevo ammettere che non aveva tutti i torti.

La fortuna però quel giorno sembrava dalla nostra parte, perché il cancello si aprì quel tanto che bastava per farci uscire, senza perdere tempo a chiedermi come fosse possibile afferrai Michela che sembrava paralizzata e la spinsi fuori, ignara che qualcuno dalla villa ci stava osservando. Continuammo a correre anche dopo esserci allontanate dalla villa, almeno fino a quando le gambe ce lo consentirono.


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Capitolo 2
*** Perse per la città….un momento ma questa è Tokyo! ***


Capitolo 2: Perse per la città….un momento ma questa è Tokyo!


Miki's POV


Non sapevo da quanto stavamo correndo, ma ancora non mi azzardavo a fermarmi.

Ero terrorizzata all’idea che quei cani ci avessero seguiti. Ma quale pazzo mette tre dobermann a guardia della casa? E senza museruola!.

Alla fine fui costretta a fermarmi anche perché le mie gambe sembravano imbottite di piombo.

-basta…non ce la faccio più a correre, sono sfinita…- ansimai gettandomi a terra tra l’erba, se non avevo mai sofferto d’asma quello era il momento giusto per iniziare.

Non avevo mai corso cosi tanto in vita mia!. Anzi di solito io non corro!

-va bene fermiamoci…- la voce di Stefania mi arrivò ovattata alle orecchie come se non avesse la forza di parlare.

Tenevo gli occhi chiusi ma sentii chiaramente Stefania stendersi vicino a me.

Non sapevamo dove ci trovavamo ma in quel momento l’unica cosa che ci interessava era riprenderci.

-Dove credi che siamo?- chiese Stefania rompendo il silenzio.

-Non lo so, sembra un prato…- risposi dato che eravamo sdraiate sull’erba.

Mi tirai su e mi guardai attorno. Notai che c’erano altre persone oltre a noi, un tipo in tuta da jogging ci passò davanti e poco dopo anche una ragazza con un cane.

-affollato come prato- disse Stefania

Dopo una più attenta osservazione ci accorgemmo che era un parco pubblico.

Ma dopotutto ancora non sapevamo dove ci trovavamo. Eravamo perse chissà dove.

La gente che passava continuava a fissarci e la cosa iniziava ad infastidirmi.

-ma che hanno da guardare tutti!- sbottai alzando le braccia al cielo.

-credo sia perché indossiamo abiti da uomo-

Già lo avevo dimenticato, beh sempre meglio di portare ancora il pigiama.

Mi alzai per sgranchire le gambe.

Era inutile restare li, non avremo risolto nulla a starcene in quel parco.

-dobbiamo chiedere informazioni-

-e a chi?- chiese Stefania.

-a chiunque! Io devo sapere dove sono! E penso anche te no?-

Stefania annuì alzandosi.

-potremo chiedere a quel signore…- disse indicando un tipo sulla quarantina seduto a leggere un giornale.

Annuii e mi avvicinai all’uomo.

-mi scusi signore…- lo chiamai mettendomi davanti a lui.

-le serve qualcosa?- chiese quello alzando lo sguardo dal giornale.

-si, vorrei farle una domanda…dove siamo?- la domanda suonava strana anche a me, figuriamoci al signore, che infatti mi fissò strano per qualche secondo.

-siamo a Tokyo signorina non lo sa?- chiese come se fossi pazza.

Felice di aver ottenuto la risposta che desideravo tornai da Stefania.

-allora che ti ha detto?- chiese impaziente.

-siamo a Tokyo- risposi sorridendo.

-ah perfetto!- esclamo Stefania sorridendo anche lei.

All’improvviso però il significato di quella parola ci colpì in pieno.

Ci fissammo senza dire nulla per qualche secondo, quasi non respiravamo.

Poi entrambe urlammo -SIAMO A TOKYOOOOO?!-

Quelle parole sembrarono aleggiare nell’aria sopra di noi,

quasi senza accorgercene stavamo di nuovo correndo.

-Non possiamo correre per qualsiasi cosa assurda ci succede!-

esclamai mentre Stefania mi faceva segno di entrare dentro un bar

-entriamo, parleremo con più calma sedute-

Entrammo nel bar, c’era parecchia gente ma riuscimmo comunque a trovare un tavolo libero.

Ci eravamo appena sedute quando una ragazza con l’uniforme da cameriera si avvicinò lasciandoci il menù.

Stefania mi stava parlando ma io ero troppo presa ad ammirare la loro divisa per ascoltarla.

-ma io sto parlando da sola?-

-che?...a no scusa, ero distratta-

-e da cosa?- mi chiese Stefania.

-non trovi che le loro divise siano adorabili? Chissà come ci starei bene adesso che ho questo seno prosperoso!- risposi sognante.

Stefania sospirò scuotendo la testa.

La cameriera di prima tornò per chiedere se volevamo ordinare qualcosa.

Fissai per un po’ il menù

-per me un tè alla pesca- risposi alla fine.

-per me un bicchiere d’acqua…- disse Stefania.

La cameriera annuì e si allontanò.

-dimmi Michela…paghi tu?-

All’inizio non capii cosa volesse dire, poco dopo però realizzai, non avevamo soldi.

Forse se ci saremo alzate senza fare rumore e fossimo uscite velocemente dal bar nessuno ci avrebbe fatto caso.

- c’è qualcosa che mi da fastidio…- mi lamentai agitandomi sulla sedia

Infilai una mano nella tasca posteriore dei pantaloni,

quando tirai fuori la mano tenevo tra le dita un portafoglio scuro di forma rettangolare.

Spaventata lo lanciai sul tavolino come se mi fossi bruciata.

-che ci fa un portafoglio nei tuoi pantaloni?- chiese Stefania con gli occhi spalancati

-e io che ne so! Magari qui non si usa controllare le tasche prima di riporre gli abiti nell’armadio!-

Anche se la cosa mi spaventava, allo stesso tempo mi incuriosiva.

Afferrai il portafoglio e con le mani che un po’ mi tremavano lo aprii.

Dentro c’erano tanti soldi come non ne avevo mai visti in vita mia.

-guarda quanti soldi!- dissi passandolo a Stefania.

-sono veramente tanti! Ehi aspetta, ma c’è anche qualcos’altro-

infilò le dita tra le banconote e tirò fuori quello che sembrava essere un documento.

-ah perfetto ci mancava pure questo!- esclamai alzando gli occhi al cielo.

-Michela…credo tu debba vedere una cosa…-

Girò il documento verso di me.

C’era la foto di una ragazza, ma gli unici campi riempiti erano quelli della data di nascita e dell’altezza. Non c’erano ne il nome ne il cognome.

-che ci fa il portafoglio di una ragazza nei pantaloni di un uomo?-

-non credo sia questo il problema…la ragazza nella foto…sei tu-

Stefania lo disse seriamente ma io scoppiai comunque a ridere.

-ma dai! È assurdo!-

Stefania mi mise il porta salviette davanti, mi ci specchiai e quella che vidi effettivamente non ero io, almeno non la solita, tuttavia ero uguale alla ragazza nella foto.

I capelli erano leggermente più lunghi di come li ricordavo, ma sempre lisci e scalati, anche il colore era rimasto lo stesso, castano scuro. Avevo la frangia laterale che mi ricadeva lungo un lato del viso.

Ma la cosa che mi colpì più di tutte furono gli occhi, erano grandi e dalla forma mi ricordavano vagamente lo stile dei cartoni.

Posai il porta salviette e fissai Stefania, per qualche ragione lei non era cambiata.

Le cose strane tutte a me!.

Stefania mi passò il documento. Non capivo perché non ci fosse scritto niente.

-questo dovrebbe essere il documento che ogni studente giapponese dovrebbe avere con se- disse Stefania

-cioè una specie di tesserino scolastico?-

-si, infatti qui in basso c’è scritto scuola di appartenenza, anche se è vuoto-

disse indicandomi uno spazio libero sul documento.

Fissai quei puntini neri

-Già peccato che io non vado più a scuola!- esclamai ridendo.

Alcune ragazze con la divisa scolastica si erano girate a guardarci, ne approfittai per pronunciare una domanda fatidica.

-scusate, sapete in che anno siamo?-

Quelle ci fissarono strano, poi indicarono un calendario appeso al muro.

Lessi la scritta in cima “Agosto 2007”

Eravamo ad agosto, c’ho significava che non avevo ancora fatto diciassette anni, quando nella realtà ne avevo già diciannove!.

Sbattei la testa sul tavolo. Avevo sopportato di essere in una città che non conoscevamo, avevo anche sopportato di trovarmi a Tokyo, il che non mi dispiaceva in fondo, ma quello, quello era davvero troppo!.


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Capitolo 3
*** Ci serve una casa…e in fretta! ***


Capitolo 3: Ci serve una casa…e in fretta!.


Stefi's POV


Grazie ai soldi trovati nel portafoglio potemmo pagare l’ordinazione e lasciare il bar. Una volta fuori però dovetti aspettare che a Michela passasse la sua crisi. -ancora diciassette anni…devo ancora fare diciassette anni…- continuava a ripetere con gli occhi spalancati mordendosi le unghie. -Non ti sembra di esagerare? infondo si tratta solo di qualche mese- dissi cercando di calmarla, con scarsi risultati. -tu non capisci il mio dramma!- esclamò afferrandomi per le spalle e fissandomi con gli occhi che mandavano scintille di fuoco -mi fai paura!- esclamai indietreggiando. Alla fine sembrò calmarsi e riprendere un po’ di lucidità. Ci guardammo attorno, eravamo a Tokyo cosi lontano da casa e non avevamo la minima idea di come ci eravamo finite, la cosa certa era che non si trattava di un sogno. Cos’era accaduto durante la notte?. -avremo bisogno di un posto dove stare…- mormorai -già ma prima dovremo pensare a comprare qualche vestito, non ne posso più di questi pantaloni e questa giacca, per fortuna abbiamo abbastanza soldi per comprare vestiti per entrambi e trovare anche un posto dove stare- disse Michela.

-Sai stavo pensando, se hai trovato quel tesserino vuoto forse è perché devi riempirlo tu…- dissi

-Avevo già pensato al nome…qualcosa come Yoshizawa Miki- rispose Michela tirando fuori il tesserino, incredibilmente erano già apparsi su di esso.

Fissammo il tesserino incredule.

-bene…andiamo a cercare qualche vestito-.

Si stava facendo sera perciò non avevamo il tempo di comprare molti vestiti, la cosa più importante adesso era cercare un posto dove stare.

Entrammo nel primo negozio di abbigliamento, io comprai una maglietta a maniche lunghe nera, un paio di jeans scuri a sigaretta e anche un paio di stivali. Michela comprò una maglietta rosa a mezze maniche, una minigonna jeans, dei calzettoni bianchi e delle converse rosa. Dopo aver pagato chiedemmo il permesso di poter indossare quello che avevamo acquistato e senza farci notare lasciammo gli abiti da uomo che indossavamo nel camerino ed uscimmo dal negozio con gli abiti appena comprati.

-per il momento accontentiamoci di questi, adesso la cosa più importante è trovare una sistemazione- disse Michela.

-appena potrò ti restituirò i soldi- dissi, i vestiti per entrambe li aveva pagati lei.

In quel momento lo sguardo mi cadde su alcune riviste lasciate fuori dal negozio, ne raccolsi una e iniziai a sfogliarla.

-cosa guardi?- domandò Michela avvicinandosi.

-sto cercando qualche annuncio di affitto- risposi continuando a girare pagina.

Finalmente trovai quello che cercavo, una pagina piena di annunci di affitta camere o appartamenti.

Iniziammo a fare una cernita. Purtroppo non ci erano rimasti molti soldi e alcune camere avevano un prezzo davvero elevato.

-guarda qui, che ne dici di questo?- chiese Michela indicando uno dei tanti annunci sulla pagina. Dalla foto sembrava una stanza, piccola, ma per due ragazze poteva andare bene e il costo non era neanche troppo elevato rientrava nel nostro budget.

Nell’annuncio era riportata anche la via. Domandammo informazioni su dove si trovava e scoprimmo che non era distante da dove ci trovavamo noi.

-Emh…sei proprio sicura sia questa Stefi?- commentò Michela quando dopo aver seguito le indicazioni arrivammo davanti una casa in una strada isolata.

Guardai prima la foto poi la casa, sul giornale non dava l’idea di essere tanto vecchia.

La casa che avevamo davanti invece doveva essere li da parecchio, tanto che mancavano alcune tegole al tetto e anche i muri avevano delle crepe.

-La via corrisponde…proviamo a suonare- dissi avvicinandomi alla porta.
Suonai il campanello ma non rispose nessuno. Provai diverse volte finchè non venne ad aprire una donna.

-cosa volete?- domandò senza aprire del tutto la porta anche cosi però udimmo le strilla di alcuni bambini.

-noi…siamo qui per l’annuncio di affitto- disse Michela.

-ah si, per quello però dovete parlare con la signora del secondo piano-

-e dove possiamo trovarla?- chiesi

-è uscita a trovare un amica, entrate intanto- disse aprendo la porta e facendosi da parte per farci passare. Michela entrò per prima, io la seguii subito dopo richiudendo la porta.

Le vidi andare verso la cucina, stavo per raggiungerle quando infilando una mano nella tasca dei jeans sentii qualcosa. Afferrai l’oggetto e lo tirai fuori, era un portafoglio come quello trovato da Michela. Ricordandomi quello che era successo a Michela quando lo aveva trovato cercai subito uno specchio, per fortuna ce n’era uno li in corridoio. Al primo sguardo non mi sembrava fossi cambiata molto. Guardando con più attenzione però mi accorsi che i miei capelli erano ancora più lunghi, mi arrivavano oltre i fianchi. Il colore era rimasto sempre nero. Anche il fisico aveva subito dei cambiamenti, ero più in forma, sembrava facessi palestra da sempre.

Rimisi il portafoglio in tasca e andai in cucina.

-Ma che succede?- domandai vedendo Michela e la donna alle prese con tre bambini scalmanati che urlavano e piangevano.

-Eccoti finalmente! C’è del cibo sul fuoco pensaci tu per favore!- esclamò Michela indicandomi i fornelli. Dall’odore acre e dal fumo scuro dedussi che del cibo non era rimasto molto. Salvai il salvabile e buttai quello che si era bruciato. La donna mi diede alcuni piatti e io vi disposi il cibo.

-Vi ringrazio, scusate non mi sono ancora presentata, io sono Suzuna- disse la donna mentre ci sedevamo intorno al tavolo.

-Questi invece sono i miei tre figli, il più grande Kazuo ha quattro anni e poi ci sono le due gemelline Asako e Meiko che hanno due anni- spiegò la donna.

-Io sono Yoshizawa Miki…lei invece è….- Michela si bloccò, non sapeva che avevo trovato il portafoglio, anche se ancora non ci avevo guardato dentro. Però avevo già pensato ad un nome.

-io sono Shiotani Sanako- risposi.

-Può scusarci un momento?- disse Michela alzandosi facendomi segno di seguirla.

-Non dirmi che hai trovato anche tu il portafoglio?- disse una volta in corridoio

-Proprio cosi, guarda- risposi mostrandoglielo.
Michela lo aprì, come immaginavo dentro c’erano dei soldi e un documento.

-Non c’è dubbio questa sei tu- disse mostrandomi la foto sul documento. Il mio nome e cognome erano già apparsi.

-Ti sono cresciuti i capelli! Non ci avevo fatto caso prima- disse Michela girandomi attorno.

Rimisi il portafoglio in tasca e tornammo in cucina. Io mi sedetti a parlare con la signora Suzuna mentre Michela faceva giocare i bambini.

-Questa deve essere lei- disse Suzuna quando sentimmo la porta aprirsi.

Poco dopo entrò in cucina un anziana signora sorretta da un bastone.

-Vedo che hai ospiti Suzuna-san- disse avanzando verso di noi.

-Loro sono Yoshizawa-san e Shiotani-san, sono qui per la camera in affitto-

spiegò Suzuna. Aveva parlato a voce abbastanza alta, nonostante la signora si trovasse di fronte a lei, doveva non sentirci molto bene.

-Non siete giapponesi vero?-

Io e Michela ci scambiammo un occhiata.

-no infatti…veniamo dall’Italia, siamo venuti qui in Giappone dopo aver vinto una borsa di studio per frequentare una vostra scuola a scelta- mi ero inventata tutto, eccetto il fatto di venire dall’Italia, ma sembravano esserci cascate.

-Però avete lineamenti orientali-

-Questo perché entrambi i nostri padri sono giapponesi- sperai non mi crescesse il naso come pinocchio.

-avete soldi per pagare?- chiese Hoshie

Gli mostrammo tutto quello che avevamo, pensavamo potesse bastare ma la signora scosse la testa.

-Non è sufficiente?- chiese Michela un po’ preoccupata.

-No no, vanno bene ma solo per la prima quota d’affitto. Dovete pagarmi l’affitto ogni quattro mesi- rispose l’anziana signora

-ci troveremo un lavoro da fare- risposi, era l’unico modo per guadagnare soldi.

-Un mio amico è proprietario di un bar e sta cercando nuove cameriere potresti provare li, di pure che ti mando io-

-Grazie signora-

Suzuna si avvicinò a Michela che stava ancora badando ai bambini.

-Yoshizawa-san…le andrebbe di fare la babysitter ai miei figli? Vedo che con i bambini ci sa fare, non posso pagarla molto ma sarà sufficiente per pagare le quote d’affitto-

Michela accettò e dopo aver pagato la prima quota ci accompagnarono nella nostra stanza.

Non era molto grande, era un piccolo monolocale con un angolo cottura ma per noi due andava bene.

Eravamo entrambe stanche, e anche se erano solo le dieci di sera ci addormentammo quasi subito, ovviamente dopo aver tirato fuori i futon dall’armadio.


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Capitolo 4
*** Inizia la nostra avventura a Tokyo ***


Capitolo 4: Inizia la nostra avventura a Tokyo


Miki's POV


La prima cosa che pensai quando mi svegliai il mattino dopo era che quei futon erano davvero comodi. La sera prima ero stata piuttosto titubante, abituata a dormire su un letto normale credevo che non avrei chiuso occhio. Invece dovevo ammettere che avevo dormito proprio bene. La seconda cosa che pensai era che i figli della signora Suzuna urlavano davvero troppo.

-ma non si scaricano mai?-

-sono bambini, non vanno a batteria-

-e allora che li facesse stare zitti!-

-abituati Miki, ti ricordo che ci dovrai lavorare-

Mi disse Stefi mentre mi dava delle pacche di incoraggiamento. Dopo questa breve discussioni cominciammo ad alzarci e a prepararci per questa giornata lunga e faticosa.

Mi cambiai, indossavo una magliettina sbracciata e dei pantaloncini.

-bene Miki, io vado alla ricerca del bar.-

-ok, ci vediamo più tardi-

-sicuro, e buona fortuna con i bambini-

-non ti preoccupare, andrà benissimo!-

dissi e Stefania se ne andò.

-bene Miki è ora di lavorare!-

Presi le scale per dirigermi nell'appartamento della signora. Le urla dei bambini si facevano più forti

mamma mia! Ma quanta voce hanno?”

bussai alla porta ma non ci fu risposta, allora bussai più forte e finalmente la signora mi aprì. Aveva in braccio le due gemelle che urlavano.

-Oh sia lodato il cielo, stavo per uscire ma non sapevo che fare...ecco-

mi diede le due bambine che avevano smesso di piangere all’improvviso e stavano osservando il mio viso e i miei capelli

-Ora devo proprio scappare, in cucina ti ho lasciato un foglio su quello che devono mangiare. Bene divertitevi!-

e chiuse la porta lasciandomi sola, diedi un'occhiata alla stanza, sembrava che fosse passato un tornado.

-...bene, allora che vogliamo fare oggi?-

dissi guardando le gemelle e subito dopo mi vomitarono addosso.

-...Fantastico, sono certa che ci divertiremo sicuramente...-


Stefi's POV


-vediamo un po'...-

guardai il volantino dove veniva riportata la mappa e il punto esatto del bar ma a dire la verità non sapevo come ci si arrivava.

-E ora? Dove vado?-

Mi fermai e cominciai a guardarmi intorno per provare ad orientarmi meglio.

-Ma che, manco a casa mia le strade sono cosi!-

davanti a me si fermò un autobus e scesero alcune persone

-...ma si, chiedo all'autista.-

pagai il biglietto e nel frattempo mi rivolsi all’autista.

-Scusi, mi saprebbe dire dove si trova questa via?-

gli chiesi mostrandogli il volantino

-mmm...beh signorina io non mi fermo proprio li davanti ma nei dintorni...-

-va bene! Basta che mi dica lei quando scendere-

-d’accordo-

e le porte si chiusero e l'auto partì. Presi posto e cominciai a vedere dal finestrino. Le case sembravano tutte uguali. Ancora non ero in grado di orientarmi bene. Passarono diversi minuti finché l'autista non mi avvertì che dovevo scendere. Ringraziai con un inchino e appena le porte si aprirono scesi dal bus. L'autista mi aveva detto che l'auto si fermava nei dintorni della via che cercavo quindi non dovevo essere distante. Tirai fuori dalla tasca il biglietto e lessi di nuovo l'indirizzo poi mi guardai intorno e finalmente la vidi. La via che cercavo era poco distante. Mi incamminai in quella direzione pronta per affrontare il mio primo giorno di lavoro al bar. La prima cosa che notai quando entrai era che c'era davvero tanta gente. Poi mi venne in mente che ieri era il 15 d'agosto e in Giappone corrispondeva alla nostra festa dei morti. Ecco spiegato dunque le strade e i negozi più affollati del solito.

-Tu devi essere la nuova cameriera- disse un signore gentile invitandomi ad entrare.

-Hoshie-san mi ha avvertito che sarebbe arrivata una ragazza straniera per lavorare- disse mentre lo seguivo nel suo ufficio.

-Ti spiegherò brevemente quello che dovrai fare, è molto semplice per il momento dovrai occuparti di fare caffè e altre bevande che i clienti ti chiedono, poi quando avrai preso dimestichezza con il lavoro potrai anche servire i tavoli-

Ascoltai annuendo, non mi sembrava difficile.

-Per quanto riguarda gli orari, il bar apre dalle 8:00 alle 14:00 e poi riapre dalle 16:00 alle 19:30-

Come orario non mi sembrava male.

-Potrei sapere il vostro nome signorina?-

-Shiotani Sanako- risposi con un inchino.

-Shiotani-san. Questa è la sua uniforme vada a cambiarsi e buona fortuna per il suo primo giorno- disse con un sorriso di incoraggiamento.

Presi la mia uniforme e andai in bagno a cambiarmi.

-Forza Stefi fai del tuo meglio!- esclamai guardandomi allo specchio prima di uscire



Miki's POV


Avendo una nipote di due anni ero abituata a trattare con i bambini. Ma badare a tre tutti in una volta era più faticoso di quello che pensavo. Ma ormai avevo offerto il mio aiuto alla signora Suzuna e non potevo tirarmi indietro proprio ora, inoltre avevamo bisogno di soldi e non potevo lasciare che lavorasse solo Stefania. “Chissà come se la sta cavando al bar” pensai mentre rimettevo le scarpe a Meiko una delle gemelle che se l'era sfilate e le stava mordicchiando.

-No Meiko le scarpe non si mangiano....Asako non giocare con le forbici!....Kazuo tu sei il fratello più grande potresti anche aiutarmi con le tue sorelline invece di giocare con l'acqua!-

Il bambino si era messo in piedi su una sedia davanti al lavandino e schizzava l'acqua per terra.

Adesso capisco perché Suzuna-san non vedeva l'ora di trovare un aiuto” pensai mentre lo tiravo già beccandomi un calcio sui fianchi.

Alla fine riuscii a trovare un gioco per farli stare calmi tutti e tre: le costruzioni.

Le gemelline si misero a fare una specie di torre che però ebbe vita breve. Il fratello invece si mise a costruire una casa. Finalmente avevo un momento di pace, niente pianti o urla. Sospirai sedendomi su una sedia. Purtroppo il mio momento di pace durò un nano-secondo. Avevo appena sfiorato l'idea di prepararmi un tè quando Meiko scoppiò a piangere. Mi alzai dalla sedia e la presi in braccio.

-Cos'è successo piccola?- chiesi dolcemente mentre gli battevo una mano sulla schiena cercando di farla smettere.

-Oni-chan mi ha rubato una costruzione- piagnucolò la bambina

Mi voltai verso Kazuo e vidi che teneva qualcosa in bocca. Non ci misi molto a capire che era il pezzo delle costruzioni che aveva preso alla sorellina.

Quando realizzai, lasciai andare Meiko e presi Kazuo costringendolo a sputare il pezzo.

-Non farlo più! È pericoloso potevi ingoiarlo!- dissi sudando freddo. Ci mancava solo che il mio primo giorno di baby-sitter si concludesse con uno dei figli che ci lasciava le penne!.

Fortunatamente Suzuna-san rientrò poco dopo.

-Ti ringrazio per aver badato ai miei figli, spero non ti abbiano causato troppi problemi-

-ma no! Sono degli angioletti!- dissi sorridendo.

Suzuna-san mi pagò e dopo averli salutati andai al mio appartamento al piano di sopra.

Trovai Stefi davanti alla porta che stava per entrare.

-Come è andata al bar?- domandai.

-Miki...tutto bene, ho avuto qualche problema a trovarlo ma alla fine è andato tutto per il meglio- disse Stefania aprendo la porta.

-E tu con i bambini?-

-Anche io ho avuto i miei problemi, Kazuo stava quasi per ingoiare un gioco!-

-Oddio!-

-si lascia stare...piuttosto, è da un po' che mi chiedevo...ma in che anime o manga siamo finite?-

-Non saprei, finora non ho visto nessun viso noto-

-Lo scopriremo prima o poi-

-Per forza, tra due settimane o poco più riaprono le scuole, dovremo iscriverci anche noi-

-Ti prego non ricordarmelo...- risposi buttandomi sul letto

-Non vuoi cenare?-

-no mi è passata la fame-.


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Capitolo 5
*** Svelato il mistero, Stiamo.... ***


Capitolo 5: Svelato il mistero, Stiamo....


Stefi’s POV


Erano passati diversi giorni da quando eravamo arrivate a Tokyo. Io avevo continuato a lavorare nel bar e Miki faceva ancora da baby-sitter. In quei giorni però la signora Suzuna aveva preso dei giorni di ferie dal lavoro, cosi Miki era libera dal suo impegno.

Era sera e io stavo preparando la cena, da quando eravamo là, non avevo ancora mai fatto avvicinare Michela ai fornelli e lei non sembrava intenzionata a farlo.

-NOOOOOOOOOOOOO!-

un urlo agghiacciante mi arrivò alle orecchie mentre mescolavo il sugo.

Subito afferrai una spatola e corsi da Michela.

-che succede? C'è uno scarafaggio? Dimmi dov'è che lo schiaccio!- dissi brandendo la spatola come fosse una clava.

-ma quale scarafaggio! È questa!- esclamò Miki agitandomi il tesserino scolastico sotto il naso.

-devo schiacciare la tessera?- chiesi perplessa.

-non devi schiacciare un bel niente!-

-e allora perché hai urlato?- chiesi

-leggi qui e capirai!- disse mettendomi il tesserino aperto in mano.

Io lessi quanto c'era scritto. Il suo nome, il cognome, l'altezza, gli anni, e infine una cosa che fino a quel momento non avevo notato: la scuola di appartenenza. E vicino ad essa c'era scritto ben leggibile “Seishun-Gakuen”.

-Oh....- fu l'unica cosa che riuscii a dire.

-Tutto qui?- chiese Michela riprendendo il tesserino e rimettendolo nel portafoglio.

-ma è apparso da solo?-

-Si…beh io l’ho solo pensato e poi è apparso sul tesserino!-

-Non so che dire, non è detto che sia proprio quel Seishun-Gakuen- risposi alzando le spalle. D’altronde anche se eravamo li da dieci giorni non avevo mai visto nessuno di loro, nemmeno l’ombra.

-C è solo una cosa da fare per scoprirlo…andare a visitare la scuola!- disse Michela.

-si ma ormai è tardi ci andremo un'altra volta adesso dobbiamo cenare- risposi indicando l’orologio, erano le 21:00

-a proposito di cenare…non avevi qualcosa sul fuoco?-

-….ah! il sugo!- esclamai e corsi in cucina.


Miki’s POV


Da quando avevo scoperto che forse ci trovavamo nel mondo dei principi, per la prima volta non vedevo l’ora di visitare una scuola! Certo forse si sarebbe rivelata solo un illusione, ma volevo e dovevo vedere quella scuola.

-Cosa farai dopo averla vista?- mi chiese Stefi mentre facevamo colazione.

-Mi pare ovvio…mi ci iscrivo!- risposi bevendo il mio tè

-Sei sicura? Voglio dire non ci hai pensato nemmeno un po’…-

-Oh si che ci ho pensato! Per ben due minuti!- esclamai ed entrambe scoppiammo a ridere.

-Bene, per me è arrivato il momento di andare a lavoro, ci vediamo più tardi- disse Stefi finendo di fare colazione e uscendo.

Rimasta sola mi vestii anche io e non sapendo che fare in casa decisi di uscire.

Ormai conoscevo abbastanza bene il quartiere da poter andare in giro da sola.

Avevo voglia di un po’ di shopping cosi mi ero portata dietro qualche soldo. Andai nello stesso negozio dove eravamo entrate il primo giorno che eravamo arrivate qui. Comprai un giacchetto un po’ più pesante per la sera, un paio di Jeans chiari, alcune magliette di diverso colore. Stavo per andare alla cassa quando vidi un vestitino argentato senza maniche rivestito di tulle con un fiocco in vita. Non resistetti e trovata la mia misura comprai anche quello.

Soddisfatta dei miei acquisti uscii dal negozio e tornai a casa per posare le buste.

Mi spogliai e provai quello che avevo comprato davanti allo specchio.

wow!” pensai ammirando la mia figura allo specchio. Mi stava tutto perfetto.
Anche se ora che avevo una terza abbondante invece della mia solita taglia S avevo dovuto comprare una M per le magliette.

-Che bella sensazione…- mormorai toccandomi il seno.

Dopo aver provato tutto, sistemai le cose nell’armadio.

Quasi quasi vado a fare visita a Stefi” il tempo di pensarlo ed ero già fuori.

Stefania mi aveva spiegato come arrivare al bar quindi non ebbi difficoltà a raggiungerlo.

Entrai dentro e mi guardai attorno cercando di scorgere la mia amica tra tutta quella gente.

Finalmente la vidi, era dietro al bancone a lavare bicchieri.


Stefi’s POV


Quel giorno al bar eravamo solo in due, io e un'altra cameriera, Haruka. Il bar era pieno, soprattutto di studenti, ma anche persone adulte. Ci alternavamo tra il bancone e i tavoli.

In quel momento ero dietro il bancone a sciacquare bicchieri quando mi ritrovai Michela davanti.

-Miki…-

-Sorpresa!- esclamò sorridendo.

-Mi fa piacere che tu sia venuta, ma come vedi il bar è pieno non ho molto tempo da dedicarti….- risposi riprendendo a fare quello che stavo facendo prima che arrivasse

-Non preoccuparti ero passata solo per salutarti…ma già che ci sono puoi prepararmi un caffè?-

Posai il bicchiere al suo posto e la fissai

-Che c’è?- domandò confusa

-Ce l’hai i soldi?-

-Certo che ce l’ho!-

Sollevata mi voltai per fare il caffè.

-Ecco a te- dissi mettendogli la tazza su un piattino

-Grazie-

In quel momento sentii un rumore provenire dal retro del locale e poi qualcuno lamentarsi. Lasciai Miki al suo caffè e mi diressi dove avevo sentito il rumore.

Entrai nel camerino e trovai Haruka a terra che si toccava la caviglia.

-Haruka! Ma che è successo?- domandai preoccupata

-Sono inciampata nella borsa- rispose la ragazza provando ad alzarsi ma la caviglia doveva farle male e per di più era gonfia.

-Accidenti…credo di essermela slogata- disse risedendosi a terra.

E ora come faccio?” pensai, gestire il locale da sola era impossibile.

All’improvviso mi venne un idea. In quelle condizioni Haruka non poteva lavorare ma forse una sostituzione poteva essere la soluzione ideale e io sapevo già a chi chiedere.


Miki’s POV


Mentre bevevo il caffè Stefania si era allontanata dopo aver sentito un rumore. Dieci minuti dopo tornò tenendo qualcosa fra le mani.

-Hai da fare?- domandò

-no sono libera perché?- risposi

-perfetto allora indossa questa per oggi lavorerai qui- disse mettendo una busta tra le mani

-che?! Io lavorare qui…ma sei sicura che posso?- chiesi sorpresa

-Si si….inoltre non ho alternative, sono da sola, Haruka si è fatta male e sta venendo il fidanzato a prenderla per portarla in ospedale-

-Poverina…e va bene, dove posso andare a cambiarmi?- domandai

-Vai nel retro- disse Stefi indicandomi una porta.

Passai dietro il bancone poi andai nel retro del bar. Indossai l’uniforme da cameriera che era della mia misura.

Dovevo essere rimasta più del dovuto davanti lo specchio perché Stefania mi venne a chiamare.

-Si può sapere che stai facendo? Il locale è pieno vieni a darmi una mano!- esclamò affacciandosi dalla porta.

-Arrivo scusa, stavo solo vedendo come mi stava, non trovi che questo completo mi doni? Soprattutto ora che ho questo davanzale…-

-Michela!- esclamò Stefania trascinandomi fuori.

-Allora, tu resterai qui al bancone, mentre io mi occupo di servire ai tavoli, pensi di potertela cavare?-

-Sta tranquilla, ti stupirò!- esclamò

-è proprio questo che mi preoccupa….-

-ehi! Non farò guai te lo prometto, sarò una valida aiutante!-

Per avvalorare le mie parole non restai senza far niente ma iniziai subito a servire due clienti.

Stefania mi osservò per un po’, poi tranquillizzata si diresse tra i tavoli per vedere se qualcuno doveva ordinare.


Stefi’s POV


Michela sembrava in grado di cavarsela da sola cosi la lasciai a servire i suoi clienti mentre io mi occupavo di quelli ai tavoli. La maggior parte aveva già ordinato o stava terminando. Poi vidi due ragazzi seduti al tavolo in un angolo del bar che a braccia conserte attendevano di riferire le loro ordinazioni.

Presi penna e taccuino e mi diressi verso di loro.

-Buongiorno ditemi pure….le vostre...ordinazioni…-

oddio non ci credo! Sto sognando!” pensai fissando i due ragazzi.

Non era possibile che fossero davvero loro, che li seduti davanti a me ci fossero davvero Atobe e Oshitari e mi stavano guardando!. Un momento perché mi fissavano? Ah già ero li a prendere le loro ordinazioni.

-Per me un caffè- disse Atobe

-Io prendo un tè freddo- disse Oshitari.

-ah…ah….va bene….- risposi senza smettere di fissarli, ero come pietrificata.

-Signorina si sente bene?-

la voce di Oshitari mi riscosse e finalmente trovai il coraggio di allontanarmi da loro.

Raggiunsi il bancone con le gambe che mi tremavano e mi fiondai dietro di esso.

-Miki devi preparare un caffè al tè e un tè al caffè!...cioè volevo dire un caffè freddo e un tè caldo….no non era cosi!- afferrai un vassoio e me lo sbattei in faccia

-Ma che ti prende?!- esclamò Michela fissandomi come se fossi pazza.

-Che mi prende?....guarda il tavolo nell’angolo a destra- dissi indicandoglielo.

Michela si voltò in quella direzione, per un attimo non vidi cambiamenti nella sua espressione poi dopo un po’ gli occhi e la bocca si spalancarono e di colpo tornò a voltarsi verso di me

-Non ci credo! Ma sono davvero loro?-

-Si! Te lo giuro un attimo fa ero davanti a loro!- esclamai emozionata.

-Ma allora siamo davvero nel loro mondo! Comunque ti sei ricordata queste benedette ordinazioni?-

-si si erano un tè freddo e un caffè-

-alleluja!-

Aspettai che Michela li preparasse poi li misi su un vassoio e li portai ai due ragazzi.

Ero un po’ più tranquilla anche se non riuscivo a togliermi quel sorriso ebete dalla faccia.

-Ecco le vostre ordinazioni- dissi sistemandole sul tavolo.

-Emh…signorina ci dispiace farglielo notare, ma ha invertito le ordinazioni…quello sarebbe il mio caffè- disse Atobe.

-….m…mi dispiace!- dissi consegnando ad ognuno la sua esatta ordinazione.

Loro mi sorrisero e iniziarono a consumare.

Volevo andarmene ma non riuscivo a muovermi, ero di nuovo pietrificata!.

Per fortuna Michela venne in mio soccorso e mi trascinò via.


Miki’s POV


Trascinai Stefi dietro al bancone e gli diedi un bicchiere d’acqua.

-Ok adesso cerca di darti una calmata, se vedessi come li stavi guardando avevi quasi la bava alla bocca!- dissi ridendo.

-Non è vero!- esclamò rossa in volto.

Scossi la testa e tornai al mio lavoro. In quel momento notai che Atobe e Oshitari se n’erano andati e avevano lasciato il conto sul tavolo.

-Vado io- disse Stefi. Si avvicinò al tavolo prese i soldi che comprendevano anche la mancia e un piccolo fogliettino bianco lo lesse e velocemente se lo infilò nella divisa.

Ma quel giorno le sorprese non erano finite. Poco dopo infatti le porte del bar si aprirono nuovamente e fecero la loro entrata altri tre volti a noi ben noti.

Erano Yukimura, Sanada e Renji del Rikkai.

Stefania non sembrava averli notati cosi la richiamai sottovoce

-Guarda un po’ chi è entrato- dissi indicandoglieli.

Il vassoio che teneva in mano gli cadde a terra.

-Tutti tuoi- dissi battendogli una mano sulla spalla.

Lei mi lanciò un occhiataccia e si diresse da loro.

Io rimasi al bancone a godermi la scena.


Stefi’s POV


Erano davvero loro, prima Atobe e Oshitari e adesso questi tre!.

Mentre mi avvicinavo ne approfittai per osservarli.

Yukimura con quel sorriso dolce sembrava un angelo, Sanada al contrario mi faceva paura! Con quell’espressione sempre seria! Ma almeno era senza cappello.

Renji invece più lo guardavo e più mi ricordava Buddah!

-Volete ordinare?- chiesi quando fui davanti a loro.

-Prendiamo tutti e tre una coca-cola- disse Yukimura.

-No Yukimura, non puoi bere bibite gassate- lo riprese Sanada

-Uno strappo alla regola ogni tanto non mi farà male- insistette l’altro.

-Allora tre coca-cole…- dissi appuntandolo sul taccuino.

-Ma lo sa signorina che lei è davvero carina? È nuova non l’ho mai vista prima-

disse Yukimura.

-Emh…già- Era una mia impressione o Yukimura mi aveva appena fatto un complimento?

-Adesso capisco perché ci sono cosi tanti clienti, lei è la nuova attrazione del locale!-

come prego?”

-Yukimura!- lo riprese Sanada

Io mi allontanai, versai la coca-cola in tre bicchieri di vetro ci infilai le cannucce e tornai da loro.


Miki’s POV


La raggiunsi poco dopo.

-va tutto bene?-

-oh un'altra cameriera! Anche lei signorina è davvero bella!- esclamò Yukimura

-si…lei è molto gentile…-

Afferrai Stefi per un braccio e la costrinsi a voltarsi

-Temo che “Mr. flebo” abbia bisogno di un ricovero urgente!- le sussurrai per non farmi sentire da loro.

-lascialo perdere…piuttosto voglio chiedergli una cosa- disse Stefania

-Vengono spesso studenti in questo bar?-

-Bhe direi di si- rispose Sanada riferendosi agli altri clienti che erano la maggior parte studenti di svariate scuole.

Ringraziò e si allontanò e io rimasi sola con loro.

-la tua amica è proprio simpatica non è che potresti darle questo?- disse consegnandomi un fogliettino

-…certo- dissi prendendolo e allontanandomi.

I tre ragazzi terminarono di bere e se andarono ma prima Yukimura rivolse un ampio sorriso ad entrambe.

-tieni questo l’ha lasciato per te- dissi consegnandole il bigliettino

Stefi lo guardò appena e lo mise in tasca, sembrava avere la testa altrove.

-Miki…ho deciso- disse voltandosi verso di me.

-Cosa hai deciso?-

-la scuola…io mi iscriverò al Hyotei!-.


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Capitolo 6
*** Visita alle scuole, è tempo di iscrizioni! ***


Capitolo 6: Visita alle scuole, è tempo di iscrizioni!


Miki’s Pov


Erano trascorsi alcuni giorni dal nostro particolare incontro al bar dove lavorava Stefi.

Quella mattina mi ero svegliata di buon umore, cosa solitamente rara visto che appena sveglia era meglio non rivolgermi la parola se non si voleva rischiare di ritrovarsi senza una mano.

-Buongiorno mondo!- esclamai entrando in cucina dove trovai Stefi a preparare la colazione.

-Miki…ti trovo stranamente di buon umore questa mattina-

-lo so! Non vedo l’ora di fare colazione e uscire di casa!-

-per?…-

-andare a iscrivermi a scuola!-

-e?...-

-incontrare il mio Fuji!-

-si e poi?....-

-….ricominciare la scuola…è terribile non so se ce la posso fare!- mi lamentai accasciandomi su una sedia.

Stefi mi mise una tazza di tè fumante davanti

-su bevi e vai a prepararti che la scuola non attende- disse sorridendo.

Bevvi il tè di controvoglia continuando a sospirare. Non smisi di sospirare nemmeno mentre mi facevo una doccia e anche dopo quando mi stavo vestendo per uscire.

-hai intenzione di andare avanti cosi per molto?-

-ma Stefi non dirmi che tu sei contenta di ricominciare la scuola?!-

-beh…non proprio però…-

-aspetta…perché ti sei vestita in quel modo…e poi non ti ho mai vista cosi truccata…e i capelli in perfetto ordine…-

non feci in tempo a finire che Stefi mi spinse fuori dalla porta ridacchiando.

-su su, non perdiamo tempo il Seishun Gakuen ci…voglio dire ti aspetta!-.

Ci ritrovammo cosi per strada dirette alla fermata dell’autobus che ci avrebbe portate alla scuola del Seigaku.

Per tutto il tempo del viaggio non riuscivo a smettere di pensare a come sarebbe stata la mia vita da studentessa in una scuola giapponese.

-la prossima è la nostra fermata- mi avvertì Stefi distogliendomi dai miei pensieri.

Quando scendemmo incrociammo alcuni studenti con la divisa del Seishun Gakuen e li seguimmo per arrivare alla scuola.

-Più mi avvicino e più sento l’emozione crescere!- esclamai saltellando verso l’entrata mentre già immaginavo come mi avrebbe donato la loro uniforme.

Una volta nel cortile della scuola però, l'emozione lasciò lo spazio al panico!

-no! Io non ce la faccio! Torno indietro!- esclamai facendo dietro front pronta a tornare al nostro appartamento.

-ferma! Che stai facendo non puoi ripensarci proprio ora!- disse Stefania afferrandomi per un braccio.

-perché no?-

-come perché?! Questa è la tua sola occasione per conoscere e conquistare Fuji-

Bastò sentir pronunciare il suo nome per farmi tornare il buon umore

-allora che stiamo facendo ancora qui? C'è un iscrizione che mi attende!- dissi correndo verso l'entrata trascinando con me Stefania.

Una volta dentro, trovare la segreteria non fu difficile.

Era davvero comodo saper leggere il giapponese in una scuola giapponese!.

-Posso aiutarvi?- domandò una giovane donna in tailleur.

-si, sono qui per iscrivermi- risposi.

La donna ci fece entrare in segreteria indicandoci due sedie dove sedersi.

-dovete iscrivervi entrambe?-

-no soltanto lei- rispose Stefi indicandomi

-Il suo nome?-

-Yoshizawa Miki- risposi ricordandomi di mettere il cognome davanti.

L'iscrizione durò solo pochi minuti, il tempo di fornire i miei dati e le misure per la divisa. Poi mi fecero firmare dei moduli e mi dissero che mi avrebbero consegnato la divisa insieme al tesserino scolastico l'indomani direttamente a casa.

Annuii ringraziandola, omettendo però che ero già in possesso del tesserino.

Salutammo e uscimmo dalla segreteria.

Era fatta, ora ero una studentessa del Seishun Gakuen.

Le lezioni sarebbero cominciate solo fra tre giorni perciò non mi stupii di vedere solo pochi studenti per i corridoi.

-a quanto pare dovrò attendere prima di incontrare Fuji- dissi un po' abbattuta.

Eravamo già fuori dalla scuola, quando sentii il bisogno urgente di andare in bagno.

-Aspetta devo andare in bagno!-

-adesso? Non puoi trattenerla?-

Stefania sembrava piuttosto impaziente di iscriversi al Hyotei

-non ce la faccio! Dai aspettami qui ci metto due minuti!-

Risposi e corsi di nuovo dentro.

Domandai ad una bidella dove si trovasse il bagno e mi indicò in fondo al corridoio a sinistra.

Ormai al limite mi fiondai nel primo bagno libero e chiusi la porta.

Mi rialzai tirando la catena e aprii la porta.

Che però non si aprì, provai a girare la maniglia prima da un verso poi da un altro, ma niente.

-Stefi?....sei li dietro? Dai se è uno scherzo non è divertente!- esclamai battendo i pugni sulla porta.

Dall’altra parte non mi rispose nessuno, Stefi era ancora fuori ad aspettarmi.

sono rimasta chiusa dentro!” pensai andando nel panico.

-aiuto! Qualcuno mi sente? Aiuto sono bloccata!- presi a urlare prendendo la porta a pugni continuando a girare la maniglia nella speranza che si sbloccasse.

Ero certa che se non fossi uscita di li a breve Stefania ci sarebbe andata da sola al Hyotei.

Le mani mi facevano male a forza di dare pugni.

Sospirando appoggia la fronte contro la porta e chiusi un attimo gli occhi.

All’improvviso sentii lo scatto della serratura ma prima che potessi tirarmi indietro la porta si aprì e io caddi in avanti.

-attenta…- qualcuno aveva bloccato la mia caduta.

Quando ritrovai l’equilibrio e alzai lo sguardo verso il mio salvatore o salvatrice.

-Graz…- le parole mi morirono in bocca quando riconobbi davanti a me Fuji.

-tutto bene?- chiese sorridendo

Io annuii incapace di pronunciare una frase di senso compiuto.

non ci posso credere! È lui qui davanti a me!” pensai mentre stavo quasi per mettermi a piangere dalla gioia.

-non sei di questa scuola?-

-…cosa? Oh si mi sono iscritta oggi!- risposi ritrovando l’uso della parola.

-una nuova studentessa allora, e posso sapere il suo nome?-

Chiese scansandomi una ciocca di capelli dal volto.

-mi….mi…Mi chiamo Yoshizawa Miki- risposi mettendo le mani in tasca perché mi tremavano.

-Piacere di conoscerti Yoshizawa-san, io sono Fuji Shuusuke, terzo anno-

-allora dovrò chiamarti Fuji sempai…-

Fuji-sempai, Fuji-sempai, Fuji-sempai Fuji…”

-ti sei incantata?-

-…oh! no scusa…-

-Beh io ora devo andare, spero di rivederti presto Yoshizawa-san-

-a presto…-

Rimasi imbambolata mentre lo guardavo allontanarsi.

-L’ho visto…sono riuscita a vederlo e ci ho anche parlato…-

Uscii dal bagno praticamente volando, mi sentivo cosi leggera e felice.

Potevo quasi sentire un coro di angeli.

-Era ora! Pensavo ci fossi morta dentro quel bagno!-

Esclamò Stefania sapevo che era arrabbiata ma in quel momento non ci diedi peso. Avevo la testa altrove.

-ma mi ascolti? Miki?..Miki attenta! Il….-

Forse avevo un po’ troppo la testa tra le nuvole, talmente tanto da non vedere un palo della luce

-palo…tutto bene?-

-ahia che botta…si tutto bene…-

Risposi tastandomi la fronte.

Ma non sarebbe stato un palo della luce a cancellare la mia gioia!.

-spostati-

Mi voltai di scatto nel sentire quella voce

E sorpresa delle sorprese...avevo Tezuka davanti a me!.

Scontrarmi con un palo non poteva cancellare la mia gioia…ma lui si!.

Mi scansai lasciandolo passare.

-ma era?-

-si Stefi, era lui…forza andiamo al Hyotei-

E tanti saluti alla felicità!.


Stefi’s Pov.


Michela aveva completato la sua iscrizione e ora toccava a me.

Nella borsa avevo una mappa per raggiungere il Hyotei perché non avevo idea di come arrivarci.

Salimmo sull’autobus e ci sedemmo aspettando la nostra fermata.

-e cosi alla fine hai incontrato Fuji…-

-si ed è bello come mi aspettavo- rispose Miki sognante.

Io risi guardando fuori dal finestrino chiedendomi se anche io avrei incontrato qualcuno del Hyotei, chissà magari avrei rivisto Atobe e Oshitari.

Il tragitto in autobus durò circa mezz’ora.

-Stefi credo che dobbiamo scendere, penso che quella sia la scuola…-

Disse Miki indicando fuori dal finestrino un enorme struttura scolastica.

-si dobbiamo scendere…-

Mi alzai per prenotare la fermata. L’autobus si fermò e noi scendemmo.

-accidenti…- esclamammo all’unisono una volta davanti la scuola.

Si capiva che il Hyotei era una scuola prestigiosa anche solo a guardarla da fuori.

-però…te la sei scelta bene…- disse Miki

-che ci vuoi fare, quando una a gusto…- risposi ridendo.

Ci incamminammo verso la scuola, che notammo, era stranamente silenziosa.

Avevamo percorso tutto il cortile fino all’entrata senza incrociare nemmeno uno studente. È vero che la scuola non era ancora cominciata ma avremo dovuto incontrare almeno qualche studente.

Una volta dentro l’atmosfera non era cambiata.

-accidenti che silenzio…- disse Miki

-forse non ci saranno gli studenti ma i professori devono esserci per forza, dai cerchiamo la segreteria cosi posso iscrivermi!-

Trovammo la segreteria quasi subito, forse per via della targhetta a caratteri dorati incisa sopra

-quando si dice esagerare…- mormorò Miki fissando la porta

-che vuoi farci…qui siamo nel Hyotei…qui esagerare è la parola d’ordine- risposi bussando alla porta. Una signora ci venne ad aprire. -Buongiorno, vorrei iscrivermi con chi posso parlare?- domandai. La donna ci invitò ad entrare. A quanto pare ero stata fortunata perché era proprio lei che si occupava delle iscrizioni. Io e Miki ci sedemmo su due poltrone mentre la donna prese posto dietro la scrivania.

-Deve iscriversi solo lei?- domandò rivolgendosi a me

-si signora- risposi annuendo.

La donna mi chiese alcuni dati, e su alcuni ammetto dovetti mentire. Dopo circa mezz’ora che eravamo li dentro la donna mi disse che la mia iscrizione era completata e che mi avrebbero spedito la divisa a casa.

-la ringrazio- dissi alzandomi e stringendole la mano. La stessa cosa fece Miki poi lasciammo la stanza.

-e cosi ora siamo entrambe studentesse! Ci pensi Miki andremo di nuovo a scuola!- dissi emozionata.

-evviva…-

-su non fare quella faccia! Non sei neanche un po’ contenta?-

-ma che dici? Non vedi sprizzo gioia da tutti i pori…-

No, decisamente non era contenta. A dire il vero nemmeno a me l’idea di ricominciare a studiare a svegliarmi presto tutte le mattine, le interrogazioni e i compiti a sorpresa, insomma tutto quello che riguardava la scuola, mi faceva fare i salti di gioia. Però mi bastava pensare che non sarei andata in una scuola qualunque ma nel Hyotei! Cos’era un compito a sorpresa davanti la possibilità di rivedere Atobe?.

Ero certa che lo stesso pensava Miki, per vedere Fuji si sarebbe svegliata anche alle 6 del mattino!.

-che facciamo torniamo a casa? Tanto pare che non ci sia nessuno- disse Miki

-si…andia….ehi aspetta!-

-che c’è?-

-non lo senti anche tu? Nell’aria c’è un profumo di fiori…-

Era da quando eravamo entrate nella scuola che avevo sentito profumo di fiori, ma ora era più forte. Senza pensarci presi a seguire la scia di profumo curiosa di vedere dove mi avrebbe condotto ignorando Miki che continuava a chiamarmi.

Il profumo divenne più forte quando mi fermai davanti una porta, o meglio ad una struttura.

-è l’aula magna?!- disse Miki

-cosa?-

-dietro questa porta c’è l’aula magna, c’è scritto sul cartello in alto- dissi indicandolo. Certo che per essere un aula magna, era parecchio grande! Sembrava una chiesa e poi era distante dall'edificio scolastico...

Chissà perché quel profumo cosi forte di fiori proveniva da la dentro. Sapevo che c’era solo un modo per scoprirlo. Afferrai la maniglia e la spinsi verso il basso, quando la porta si aprì, entrambe restammo in silenzio guardandoci attorno per qualche secondo.
Non avevamo visto nessuno studente perché erano tutti la dentro. La sala era piena di ragazzi e ragazze che andavano avanti e indietro trasportando scatoloni e attaccando festoni. Nell’aria si respirava il tipico clima di quando si organizza una festa.

-probabilmente stanno preparando la sala per la festa di benvenuto per i nuovi studenti- disse Miki

-credo anche io…però ancora non capisco da dove proviene quel profumo di fiori!- dissi guardandomi attorno. Ci incamminammo verso il centro della sala, gli altri studenti erano cosi presi dai loro compiti che non fecero caso a noi. Mi fermai proprio al centro della sala, guardando in alto vidi un enorme sfera tutta colorata che pendeva dal soffitto.

-ehi a cosa servirà questa?- chiese Miki stringendo tra le mani una lunga corda.

-non lo so…perciò non tirarla…-

-ops…già fatto-

-Miki!- all’improvviso la sfera si aprì in due e una cascata di petali rossi mi sommerse

-Stefi! Stai bene? Rispondimi!- esclamò Miki

Sentivo i petali ovunque, nei vestiti, tra i capelli perfino in bocca!.

Qualcuno mi porse la mano, credendo fosse quella di Miki l’afferrai e mi rialzai sgrullandomi di dosso i petali che erano rimasti appiccicati.

-Grazie Miki…-

-veramente io sono dietro di te…- rispose

Io mi voltai di scatto. Se non era stata lei ad aiutarmi allora chi…

-va tutto bene?- chiese una voce che avrei riconosciuto tra mille.

-O…O….Oshitari…-

perché ogni volta che mi trovavo in sua presenza iniziavo a balbettare?

-ci conosciamo?...ehi ora ricordo, tu sei la cameriera di quel bar!-

-Già…sono…io…-

Miki mi diede una leggera gomitata

-andiamo…sei quasi peggio di me quando vedo Fuji…che farai se arriva anche Atobe?- bisbigliò

-ehi che succede qui?-

ecco appunto!.

Non bastava Oshitari ora era arrivato anche Atobe!

-Qualcuno ha tirato la corda e la sfera si è aperta riversando tutti i fiori su questa ragazza- disse Oshitari

Notai Miki fare finta di nulla e guardarsi attorno.

-Io ti conosco tu lavori in quel bar- disse Atobe avvicinandosi

-ah..ah…- mormorai incapace di fare frasi sensate

-ha detto di si- disse Miki

-Come mai siete qui?-

Provai a rispondere ma dalla mia bocca usci solo un verso.

-Dice che è qui perché si è iscritta poco fa, io l’ho accompagnata-

-ma tu riesci a capirla? No perché io ho sentito solo un verso strano…- disse Oshitari.

Sentendo quelle parole mi imbarazzai ancora di più e chinai il capo fissandomi i piedi.

In quel momento ero completamente inutile, in presenza di quei due il mio cervello andava a farsi benedire!.

-Vi devo chiedere di andarvene, come vedete abbiamo tutti molto da fare, se restate qui in mezzo sarete solo d’intralcio- disse Atobe.

Sapevo che sentendo quelle parole Miki avrebbe reagito male, ma in quel momento non avevo la forza per fermarla

accidenti a me! Sono tutti e due qui davanti a me e io non riesco a spiccicare una parola! Stupida! Stupida che sono!” pensai maledicendomi.

Miki si avvicinò ad Atobe puntandogli un dito contro.

-….e va bene ce ne andiamo- disse afferrandomi per un braccio e trascinandomi lontano da loro.

-Aspetta- Oshitari ci raggiunse e si fermò davanti a me.

In mano stringeva un piccolo fiore

-Questo sta meglio sui tuoi capelli- disse allungando il braccio e sistemandomi il fiore dietro l’orecchio

-g…g….g…-

-ti ringrazia moltissimo!- esclamò Michela portandomi via.

Fuori dalla scuola avevo le farfalle allo stomaco! Mi sentivo come se potessi volare

-Stefi sei peggio di me davanti a Fuji…-

-Mi ha messo un fiore tra i capelli…- mormorai sognante

-manco mi ascolti…dai torniamo a casa che la nostra nuova vita da studentesse sta per cominciare!- disse Miki prendendomi sottobraccio.


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Capitolo 7
*** Primo giorno nel Seishun Gakuen ***


Capitolo 7: Primo giorno nel Seishun Gakuen


Miki’s Pov


Finalmente era arrivato il primo giorno di scuola. Uscii di casa tutta pimpante dopo aver salutato Stefania. Sull’autobus, durante tutto il tragitto verso scuola non riuscivo a togliermi quel sorriso beato dalla faccia. Di iniziare scuola non me ne fregava un accidente, l’unico pensiero che avevo in testa era lui…Fuji. Quel giorno, mi dissi, l’avrei dedicato a farmi notare da lui!.

Scesi dall’autobus e camminai verso il cortile della scuola. La campanella non era ancora suonata cosi non dovetti andare di corsa per non fare tardi. Una volta dentro controllai il tabellone delle classi per vedere dove ero stata smistata.

Spero di essere in classe con Fuji….ma che dico lui è al terzo anno! Io invece sto al secondo….peccato beh spero almeno di essere in classi vicine” pensai mentre cercavo il mio cognome nella lista

-Yoshizawa….oh eccolo! Allora sono nella classe 2 H -

La mia classe era al secondo piano subito dopo le scale.

Dentro c’erano già degli studenti, mentre il professore non era ancora arrivato.

Mi guardai attorno cercando un banco dove sedermi. Ne vidi uno libero vicino alla finestra. “Quello è perfetto!” pensai avvicinandomi.

Notai che il banco vicino era già occupato da uno studente che se ne stava chino sul banco a dormire

voglia di studiare saltami addosso…” pensai osservando il ragazzo posando la cartella a terra e sedendomi.

Mi voltai verso la finestra quando un urlo mi fece saltare

-c…che succede?!- esclamai voltandomi. Scoprii che ad urlare era stato lo studente vicino a me.

-perché urli?-

-cos…o scusa non volevo spaventarti stavo dormendo e ho fatto un brutto sogno!- disse imbarazzato grattandosi la testa.

-Credo di non essere l’unica ad essersi spaventata…-

Gli feci notare che nella classe era calato il silenzio e tutti gli studenti lo stavano fissando.

-Ops…beh comunque piacere io sono Momoshiro Takeshi- disse sorridendo ignorando gli altri compagni

-Miki Yoshizawa piacere mio- risposi chinando il capo

sono in classe con Momo…e chi se lo immaginava…”.

In quel momento entrò il professore, e la lezione cominciò.

Le prime tre ore di lezione trascorsero tranquille, in realtà non facemmo molto, le dedicammo più che altro a presentarci e a parlare del programma che avremmo svolto durante l’anno.

Non appena suonò la campanella, Momo si voltò verso di me, provò a chiedermi qualcosa ma io non gli diedi il tempo perché ero già schizzata fuori dall’aula.

Fuji!...devo trovare Fuji!” pensai correndo per il corridoio.

Probabilmente era al piano superiore dove c’erano le classi degli studenti di terza.

Salii la rampa di scale. Trovarlo non sarebbe stato facile perché non avevo idea in quale classe cercarlo. Sbirciai in una ma non lo vidi, cosi continuai a camminare. All’improvviso notai una piccola folla di studentesse vicino ad un aula. Pensai che sarebbe stato meglio ignorarle e decisi di passare oltre.

-Fuji sempai!- esclamò una di loro.

Di scatto mi fermai, possibile che quelle fossero ammiratrici di Fuji? Del mio Fuji!

Iniziai a farmi largo tra la folla, se li c’era davvero Fuji dovevo raggiungerlo a tutti i costi!.

-p…permesso…scusate….e levatevi!- esclamai spingendone una via.

-Ehi! Ma che vuoi? Che hai da spingere?!-

All’improvviso tutte le ragazze si erano voltate verso di me.

mi sento un tantino osservata…”

-Oh no! Guardate Fuji è sparito!- esclamò una di loro

-è vero! Dove sarà andato?- disse un'altra

-proviamo di la!- esclamò una.

Feci appena in tempo a scansarmi per non essere calpestata che le ragazze se ne andarono tutte verso destra.

-uffa…ero cosi vicino a lui…- dissi sospirando

-cerchi qualcuno? Oh ma tu sei la nuova studentessa!-

Mi voltai verso chi mi aveva parlato. Non appena vidi chi era divenni tutta rossa e mi sentii svenire.

-Ehi! Ti senti bene?- chiese afferrandomi prima che potessi andare giù

-s…si grazie- risposi rialzandomi.

Non mi sembrava più di svenire, ma avevo ancora le gambe che mi tremavano.

Ecco l’effetto che mi faceva Fuji!. Mi diedi uno schiaffo per riprendermi.

-sei sicura di stare bene?- chiese Fuji fissandomi preoccupato

-si si certamente!- esclamai sorridendo.

Forza Miki, sei sola con lui questa è la tua occasione per farti notare!” pensai

-Fuji-sempai…io volevo dirti…-

-Fuji ecco dov’eri!-

all’improvviso da dietro l’angolo sbucò Kikumaru.

perché proprio ora?!”

-stavo tornando in classe quando ho incontrato questa ragazza, è una nuova studentessa si chiama Yoshizawa Miki, l’ho incontrata qui a scuola qualche giorno fa- disse Fuji.

Era fantastico sentire il mio nome pronunciato da lui.

-piacere di conoscerti io sono Kikumaru Eiji!-

-il piacere è tutto mio…- risposi sorridendo

vedi di sloggiare in fretta voglio restare sola con Fuji!”.

Come se io non ci fossi i due presero a conversare allegramente.

arriverà prima o poi il mio turno di parlare con lui…”

-beh io vado in classe ci vediamo!- disse Kikumaru correndo via.

Finalmente di nuovo soli, ora potevo parlare con lui tranquillamente, senza nessuno che ci disturbi!

-Yoshizawa ecco dov’eri!- esclamò Momo

ma perché mi odi tanto?!” pensai fissando verso l’alto

-Momo che ci fai qui?-

-ti stavo cercando…Fuji-sempai! Vedo che hai già conosciuto Yoshizawa-san sai stiamo in classe insieme!-

e potremo conoscerci anche meglio se solo tu te ne andassi!” ma era così difficile restare per più di due secondi sola con lui?.

-scusa Fuji ma noi dobbiamo tornare in classe la ricreazione sta per finire- disse Momo prendendomi per un braccio e trascinandomi via

-no aspetta! Non voglio tornare in classe! Io devo…-

-cosa sta succedendo qui?-

No! Anche Tezuka no!

-Momo insomma che facciamo ancora qui? Dobbiamo tornare in classe!- esclamai iniziando a correre trascinandomelo dietro.

Tornai in classe con il fiatone

-accidenti che corsa!- esclamai passandomi una mano tra i capelli

-Yoshizawa-san...-

sentii un mormorio alle mie spalle e quando mi voltai vidi Momo steso a terra con ancora la mano stretta nella mia e il volto pallido.

mi ero dimenticata di lui! Poveraccio l'ho trascinato per tutta la scuola!” pensai imbarazzata

-Momo-chan mi dispiace scusa- dissi chinando il capo

-non fa niente dai, anche se non capisco perché siamo dovuti correre via in quel modo-

-lascia perdere, piuttosto è arrivato il professore, sediamoci- dissi prendendo posto al mio banco.

Passai tutto il tempo della lezione a pensare ad un modo per trovarmi sola con Fuji.

Non pensavo potesse essere così difficile scambiarci due parole!

-Yoshizawa…-

eppure non può essere che ogni volta appare uno di loro dal nulla!”

-Yoshizawa…-

soprattutto Tezuka quei due sono sempre insieme!...”

-Maledizione!- urlai prendendomi la testa tra le mani

-Signorina Yoshizawa insomma risponda!- esclamò il professore

-eh?...dice a me?- chiesi guardandomi intorno

-ci sei solo tu in questa classe con quel cognome…- disse il professore irritato, potevo quasi vedere la vena che gli pulsava sulla testa

-m…mi scusi…ero distratta, non succederà più- risposi chinando il capo

-hai perfettamente ragione…non succederà più…perché ora te ne vai fuori!-

Obbedii e me ne andai dall’aula. Un po’ mi dispiaceva di essere stata buttata fuori già il primo giorno, ma almeno potevo concentrarmi sulle cose veramente importanti! Cioè Fuji.

Iniziai a camminare avanti e indietro a testa china. Ero talmente presa dai miei pensieri che non mi accorsi di qualcuno che camminava nella mia stessa direzione e gli andai addosso.

-Oh scusa io non….ah sei tu…cioè volevo dire guarda dove cammini!- esclamai rivolgendomi ad un ragazzino che mi fissava con quello sguardo da strafottente di chi si crede migliore di altri.

-sei tu che dovresti scusarti- rispose guardandomi male

che cavolo ti guardi nanetto?” pensai irritata.

Ci guardammo in cagnesco per qualche secondo poi lui si voltò dall’altra parte e se ne andò.

-dannato Ryoma…- mormorai a denti stretti. -Perché dovevo incontrarlo proprio il primo giorno di scuola?!- esclamai.

Non sapevo per quanto il professore mi avrebbe tenuto fuori dall’aula, però sapevo che mi stavo annoiando! Se fossi rientrata almeno avrei potuto seguire la lezione ma li fuori non sapevo che fare.

Probabilmente il professore non mi avrebbe fatto rientrare prima della fine della lezione, quindi decisi di fare due passi.

Camminai per il corridoio fino ad arrivare alle scale. Decisi di scendere al piano inferiore. Sperai di non incontrare nessun professore, non volevo che mi riprendessero perché stavo vagando per la scuola invece di essere a lezione.

Passai davanti ad un aula la cui porta era semi aperta, ma dentro era tutto buio.

L’avevo appena sorpassata quando uno strano bagliore provenne dall’interno

che sta succedendo qui dentro?” pensai sbirciando dentro. Non riuscii a vedere granché

solo del fumo e strani bagliori colorati. Riuscii anche a distinguere la sagoma di qualcuno, ma non capivo chi fosse.

All’improvviso la porta si aprì del tutto e io caddi a faccia avanti

-ahia…-

-benvenuta…-

alzai lo sguardo e mi ritrovai davanti un uomo con un camice bianco, gli occhiali dalle lenti cosi spesse che non riuscivo a vedere gli occhi e con in mano uno bicchiere contenente uno strano liquido dal colore indeciso tra il giallo e un verdognolo che metteva la nausea solo a guardarlo.

L’uomo mi porse la mano per aiutarmi ad alzarmi

-grazie…-

un momento…ma è Inui!”

-tieni bevi questo ti sentirai subito meglio- disse con un ghigno sadico porgendomi la disgustosa bevanda dal quale aveva iniziato ad uscire della schiuma

-emh…grazie ma sto bene cosi!- esclamai correndo via.

Corsi via senza sapere dove stavo andando, finché svoltando l’angolo mi scontrai nuovamente contro qualcuno

-e che cavolo! Smettila di essere sempre tra i piedi stupido nano!- esclamai

-come scusa?-

Aprii gli occhi e vidi che davanti a me non c’era lo stupido nano, ma due ragazzi che riconobbi subito. Quello più alto si chiamava Takashi Kawamura. L’altro era Shuichiro Oishi.

-scusatemi! Pensavo foste qualcun altro-

-non importa però fai attenzione a correre cosi potresti farti male- disse Oishi

-hai ragione Oishi-sempai…-

-mi conosci?-

accidenti!”

-emh.. ecco…-

In quel momento suonò la campanella. Che fortuna!

-scusate ma devo scappare in classe ciao!- dissi salutandoli e andandomene

Anche se avevo detto che non avrei più corso, dovevo sbrigarmi a tornare in classe.

ancora pochi metri!” pensai mentre già avvistavo la porta della mia aula.

All’improvviso però dall’aula vicino uscì qualcuno, non riuscii a frenare in tempo e gli andai addosso

-non è possibile! È tutto oggi che vado addosso alle persone,perché la gente deve sempre mettersi in mezzo?!- sbraitai agitando le braccia.

Non mi ero nemmeno resa conto di chi avevo davanti, almeno finché non sentii uno strano verso

-sssssssh…-

-“Kaido!”

Lo fissai senza sapere cosa dire, anche lui continuava a fissarmi e dallo sguardo sembrava parecchio arrabbiato! Probabilmente stava aspettando le mie scuse. Avrei voluto davvero scusarmi con lui ma ero paralizzata!

-ssssssssssh!-

pauraaaaaa!”

-brutta vipera! Ora te la prendi pure con le ragazze?-

dalla mia aula era appena uscito Momo che vedendo la scena era intervenuto.

Pochi secondi e quei due stavano litigando. Provai a fermarli ma senza riuscirci.

In quel momento vidi arrivare anche Kawamura e Oishi

-ragazzi adesso basta, state attirando troppo l’attenzione- disse Oishi tentando di dividerli.

che tenero Oishi sembra davvero una mamma!” pensai guardando la scena

-che sta succedendo qui?-

Era arrivato anche Kikumaru e insieme a lui c’era Fuji

finalmente!”

-cos’è tutto questo casino?-

dietro a Fuji era sbucato Tezuka

ma chi l’ha chiamato?!”

Quando videro Tezuka i due smisero subito di litigare

almeno a qualcosa serve…”

Tezuka prese entrambi per il colletto e gli diede una bella strigliata.

La situazione sembrava finalmente risolta. Ad un tratto apparve anche Inui con in mano un vassoio delle sue bibite

-ne ho preparate davvero tante ne volete un po’?-

In un attimo il corridoio era deserto. Eravamo rimasti solo io ed Inui che di nuovo mi stava fissando con quello sguardo sadico

-devo andare in classe!- esclamai schizzando dentro l’aula e correndo al mio posto.

Le ultime ore di lezioni passarono tranquille ed arrivò il momento di andare a casa.

Mentre camminavo pensai che le cose non erano andate esattamente come volevo, con Fuji ci avevo parlato solo pochi secondi.

almeno sono riuscita a incontrare tutti quanti!...anche se qualcuno ne avrei fatto volentieri a meno…”

Arrivai davanti agli armadietti, stavo per aprire il mio quando mi accorsi che poco distante c’era Fuji. Lo fissai e lui se ne accorse.

-sei Yoshizawa…però non ricordo il tuo nome potresti ripetermelo?-

-Miki…-

-Miki eh? È proprio un bel nome ora che me lo hai detto non lo scorderò più- disse sorridendo in quel modo angelico che mi fa impazzire

se è un sogno non svegliatemi…”

-Fuji andiamo- disse Tezuka che era davanti l’entrata della scuola

svegliatemi da questo incubo!”

-ora devo andare- disse Fuji allontanandosi.

Prima di uscire da scuola però si voltò nuovamente a guardarmi e facendo ciao con la mano mi sorrise di nuovo.

Io risposi al saluto, ma poi per sbaglio incrociai lo sguardo di Tezuka e da come mi guardava sembrava volesse uccidermi! Abbassai il braccio e mi voltai dall’altra parte.

Quando tornai a casa ero stanchissima, mi sembrava di aver corso una maratona!

-Miki…-

Stefi era davanti la porta

-come è andato il primo giorno di scuola?- domandò mentre entravamo in casa

-non benissimo come speravo ma qualche risvolto positivo c’è stato- risposi chiudendomi la porta alle spalle.

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Capitolo 8
*** primo giorno al Hyotei ***


Capitolo 8: primo giorno al Hyotei


Finalmente era arrivato quel fatidico giorno…il primo giorno di scuola nel Hyotei Gakuen! Mi trovavo davanti l’entrata dell’istituto, anche se era la seconda volta che ci andavo mi lasciava senza fiato!

-waaaaa….- dissi sotto voce. C’erano un sacco di studenti, chissà se riuscirò ad orientarmi li dentro. Stavo per varcare l’entrata quando…

-AAAAAAAH!!!!-

mi girai di scatto spaventata e c’era una folla attorno a qualcosa o a qualcuno

forse si sta svolgendo una rissa….il primo giorno di scuola? E per giunta nel Hyotei??”

mi domandavo ma non potevo rispondere a quelle domande se non andavo a vedere di persona, cosi mi avvicinai e la maggior parte erano ragazze. Arrivata non riuscivo ancora a vedere a cosa stavano intorno, cercai di infilami ma mi spinsero in dietro, persi l’equilibrio ma per fortuna la mia caduta venne bloccata dalla parete.

-non mi aspettavo di ritrovarmi tra le braccia una ragazza gia il primo giorno di scuola…-

oddio! Il muro ha parlato!!!”

mi girai di scatto e non trovai il muro a sostenermi, ma ben si Oshitari!

oddio! Sono andata addosso a Oshitari!....ho Oshitari davanti a me!!!!”

-A…a…-

oddio dove Miki quando serve!!!!!”

-?...non ti sei fatta male?-

chiese lui, mi ripresi dallo shock momentaneo e feci no con la testa, anche se avevo perso l’uso della parola potevo almeno interagire con i gesti!

-menomale-

aaaaaah che carino si è preoccupato per me….”

-Comunque non mi sono presentato l’altra volta, sono Oshitari Yuushi-

si presento sorridendo

io sono Shiotani Sanako” anche se l’ho pensato, dalla mia bocca è uscito

-A….a….-

E CHE DIAMINE!!!! PARLA CRISTO PARLAAAAAAAAAAA!!!”

-AAAAH! ATOBE-SAMA!!!!-

di nuovo quelle urla, mi voltai per capire e vidi un ragazzo con aria di superiorità e arroganza. Certo non era una scena che mi piaceva molto dato che alle sue spalle c’era una moltitudine di ragazze che sbavavano dietro e sinceramente quella scena mi disgustava

-è il primo giorno, e già devo assistere a scene del genere?-

-Finalmente hai parlato-

o cavolo, mi ero dimenticata di Oshitari!

-hem ecco….mi chiamo Shiotani Sanako! Piacere di conoscerti!- dissi inchinandomi

-il piacere è mio Shiotani-chan…- disse con quel sorriso che per me era il paradiso

-allora, sai gia in quale classe stai?-

-no, devo controllare…-

-allora ti accompagno-

Seguii Oshitari fino al tabellone, dove erano trascritti i nomi degli studenti e le rispettive classi. Quando arrivammo li davanti c’erano ancora parecchi studenti che stavano controllando in quale sezione erano stati smistati. Aspettai che se ne andasse un po’ di gente cosi da lasciarmi spazio per vedere in quale sezione mi trovavo. Dopo un attenta controllata del tabellone scoprii che ero stata smistata nella 2 C.

ho finalmente trovato la sezione, ma non idea di dove si trovi la classe”

-se hai fatto ti accompagno in classe- disse Oshitari che era dietro di me.

-sul serio? Grazie! Almeno non rischierò di perdermi…-

wow! Sono riuscita a mettere più di due parole vicino, anche se mi sento ancora nervosa”.

Oshitari mi accompagnò fino al secondo piano dove si trovava la mia aula.

-è questa qui, spero ti troverai bene, più tardi se ti va potrei farti da guida e mostrarti un po’ la scuola- disse Oshitari

Io annuii. Era bene che imparassi a muovermi in quella scuola cosi grande già il primo giorno. Salutai Oshitari ed entrai nell’aula.
Quasi tutti i posti erano già stati occupati. Solo due erano ancora liberi. Rispettivamente il penultimo e l’ultimo banco della fila centrale. Mi sedetti al penultimo banco appoggiando la cartella a terra. Nell’aula c’era parecchio movimento, e già si erano formati piccoli gruppi, probabilmente di studenti che già si conoscevano.

All’improvviso sentii che dietro di me, qualcuno si era seduto all’ultimo banco.

Mi venne in mente che forse con me davanti non avrebbe avuto una buona visuale.

Mi girai per presentarmi e chiedergli cosi se volesse fare a cambio

-umm…senti io sono Shiotani Sanako mi chiedevo…se volevi fare a cambio di banco nel caso tu non riesca a vedere con me davanti-

-no ti ringrazio ci vedo bene, sono piuttosto alto…io sono Ootori Choutaro- rispose il ragazzo.
Ero in classe con Ootori, questa si che era una sorpresa. Dal vivo sembrava ancora più dolce di come già lo immaginavo. La prima volta che l’avevo visto mi aveva colpito soprattutto i suoi capelli chiari.

Ero ancora girata verso di lui quando entrò il professore.

-è meglio se ti giri non vorrei che il professore ti riprende subito- bisbigliò Ootori.

La lezione cominciò poco dopo, la maggior parte degli studenti non aveva ancora i libri, io compresa, cosi presi un quaderno dalla cartella e scrissi qualche appunto.

Erano passate gia tre ore di lezione, fortuna che non erano pesanti. Quasi tutti erano un riassunto su cosa avremmo studiato. Alcuni studenti uscivano dalla classe anche se non capivo il motivo ma poi feci due più due: ricreazione! L’ora preferita di Miki

a proposito, chissà cosa sta combinando Miki? Spero che si sta comportando bene…” mi voltai verso la porta e vidi Oshitari che mi chiamava.

-allora, sei pronta?-

-pronta per cosa?-

-…te lo sei dimenticato?- mi domando

-….a già! Il giro! Scusa…-

-hehe…non importa. Forza, andiamo che la ricreazione non dura molto-

cosi cominciai a girare per la scuola in compagnia di Oshitari. C’erano parecchie aule, una più distante dell’altra ma tutte molto belle e ben curate.

-allora, ora sai orientarti?-

-a dire il vero mi sono fermata all’aula di musica…- dissi, mi era venuto un gran mal di testa e mal di gambe, non so quante scale abbiamo salito e sceso!

-non preoccuparti…- disse avvicinandosi di più -…l’importante è che ti ricordi in quale aule devi andare- mi disse con il suo caratteristico timbro di voce. Anche se mi ha detto una sciocchezza, le mie orecchie lo hanno interpretato come –“…l’importate è che ti ricordi in quale aula mi trovo io, cosi che potrai venire a trovarmi ogni volta che vorrai…”-

Il mio corpo cominciò ad andare in fiamme.

-…Stai bene?-

-eh?-

-sei tutta rossa, non è che hai la febbre?- disse allungando la mano verso il mio viso

-ALLARME ROSSO! ALLARME ROSSO! PERICOLO DI CONTATTO! ALLARME ROSSO! ALLARME ROSSO!- -cosa sta succedendo!!!- -signore, stiamo per avere una attacco!- -che cosa?!?!- -il battito cardiaco è accelerato! Non arriva abbastanza ossigeno!- -le prestazioni motorie sono assenti!- -aumento della salivazione!- -stiamo rischiando un collasso!- -mettetemi in contatto con i riflessi!- -mi spiace signore, sono fuori gioco!- -che cosa?!- -ALLARME ROSSO! ALLARME ROSSO! IMPATTO IMMINENTE TRA 5…4…3…- -…non ho altra scelta…- -no signore! Non lo faccia!-

-è l’unica cosa che possiamo fare soldato!- -ma cosi avremo un collasso!- -ormai, è la fine…- -1…-“

-Eccoti qua, Oshitari. Ti stavo cercando…- disse una voce a me famigliare. Mi voltai e infatti era Atobe, stranamente da solo. Non appena Oshitari lo vide, ritrasse la mano.

-…Atobe…mi stavi cercando?-

-Si. Oggi ci sono gli incontri con le matricole, devi essere presente.-

-ma avevi detto che te ne occupavi tu.-

-ho cambiato idea. Avvisa anche gli altri-

disse Atobe andandosene e lasciandoci soli.

non ho capito cosa sia successo ma…sono salva!”

-aaaaah….e ora chi lo sente a Gakuto…-

-qualcosa non va?-

-diciamo che avevo degli impegni ma Atobe ha rovinato tutto e giustamente devo subire io tutte le lamentele dei miei compagni…- disse con aria abbattuta. Mi dispiaceva un po’ vederlo cosi.

-…che crudele!- dissi

-?-

-voglio dire, ti molla a te il lavoro che in realtà dovrebbe fare lui! Ma chi si crede di essere?! Solo perché è ricco, si pensa il principe…no il RE del mondo! Da ordini a destra e a manca e gli altri devono obbedire senza poter ribattere!...-

oddio…ma che ho detto? Ho insultato Atobe davanti Oshitari!!”

-oddio…io…scu-

-hahahahahahaha!-

-????-

-...era proprio come immaginavo! Tu non sei come quelle oche che sbavano dietro ad Atobe, ansi lo hai per fino insultato…-

-sbavare dietro a quello?! Ma per piacere! Neanche se mi pagasse!-

-appunto- disse sorridendo. Almeno ero riuscita a trasformare quella faccia abbattuta in una espressione serena

-aaaaah….bene, dopo questa credo di poter affrontare le lamentele-

-sei sicuro?-

-si, ora è meglio che vai in classe che la campanella è gia suonata da un pezzo-

-oddio! Corro!- mi misi a correre per il corridoio lasciando Oshitari ai suoi impegni anche se

-….la mia aula è dall’altra parte!- dissi correndo nel senso opposto a quello che avevo preso.

Ormai la giornata si era conclusa anche se non potevo ancora tornare a casa. infatti come punizione per essere arrivata tardi in classe, mi toccava pulire l’aula. Beh menomale che non lo dovevo fare da sola. Mi misi a pulire vicino la finestra quando mi accorsi che la classe si affacciava sui campi da tennis, c’erano un sacco di ragazzi disposti ordinatamente come fossero tanti soldati, e davanti a loro c’era Atobe che sicuramente stava dando ordini come aveva fatto oggi con Oshitari. Dietro di lui c’erano Ootori, Oshitari e un ragazzo dai capelli rossicci.

“…credo che sia Gakuto”. Aveva il viso arrabbiato, forse non si è sfogato del tutto.

-Shiotani! Non sei qui per guardare Atobe che si allena!- mi rimproverò il professore

-no! Mi scusi!- mi misi di nuovo a pulire. Diedi per l’ultima volta uno sguardo dalla finestra e vidi l’espressione da superiore di Atobe.

“…tutta colpa tua Atobe!” pensai riprendendo a pulire.

-aaaaaah…che stanchezza, ora mi fa male pure la schiena a forza di pulire i banchi…e che diamine è il primo giorno…- dissi mentre mi massaggiavo la spalla. Ormai ero a metà strada di casa.

-chissà com’è gli è andata a Miki…-

Ero davanti alla porta quando

-Miki…-

me la ritrovai accanto con aria distrutta

possibile che le sia andata peggio di me oggi?”

-come è andato il primo giorno di scuola?- domandai mentre entravamo in casa

-non benissimo come speravo ma qualche risvolto positivo c’è stato- rispose chiudendo la porta.

-e a te, com’è andata?- mi domandò

-il contrario del tuo…-

-…fantastico…- disse abbattuta

-che c’è per cena?-

la giornata non gli era andata benissimo, ma l’appetito non le mancava.

-…quello che c’è-

-…sushi??-

-esatto-

Era l’unica cosa che avevamo, o meglio che ci portavano!

Anche se oggi non è stato un gran bel primo giorno, può darsi che ci vada meglio domani…no?



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