§ Last Summer §

di Sophie Ondine
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Momenti di Ordinaria Follia!!! ***
Capitolo 3: *** La Partenza ***
Capitolo 4: *** Il Bar Della Spiaggia ***
Capitolo 5: *** Kagome E Inu-Yasha ***
Capitolo 6: *** Rin E Sesshomaru ***
Capitolo 7: *** Sango E Miroku ***
Capitolo 8: *** I Miei Fratellastri ***
Capitolo 9: *** Kagura E Bankotsu ***
Capitolo 10: *** Il Dondolo Di Casa Russell ***
Capitolo 11: *** Gli Occhiali Chanel, Il Detersivo e Il Portafoto ***
Capitolo 12: *** Ricordati Di Respirare... ***
Capitolo 13: *** Una Sorella Impicciona, Leopardi E Te ***
Capitolo 14: *** Due Chili Di Troppo! ***
Capitolo 15: *** Inizio Della Serata ***
Capitolo 16: *** Tuffo Notturno E Brillo ***
Capitolo 17: *** Il Sostegno Di Sango E La Perspicacia Di Bankotsu ***
Capitolo 18: *** Perchè Non Ti Innamori Di Me? ***
Capitolo 19: *** Nuova Amicizia? ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


                                                         § LAST SUMMER §

Il giardino della scuola , accuratamente tagliato e curato, brulicava di studenti e genitori.
Gli studenti dell'ultimo anno del liceo attendevano impazienti il discorso finale del preside. Quei tipici discorsi che auguravano buona fortuna nel loro nuovo viaggio chiamato "vita". Poco interessava a quei ragazzi vestiti con le toghe blu, volevano solo che il preside finisse per poter lanciare in aria i loro tocchi, come voleva la tradizione, possibilmente senza beccarseli in un occhio.

Nell'aria si poteva sentire la gioia  di tutti quei ragazzi. Tutti orgogliosi di se stessi per essere riusciti a prendere il diploma.

Il preside, un uomo tipicamente italoamericano, basso e calvo, con una gran pancia che faceva intendere benissimo che l'uomo era di buona forchetta, con la sua voce roca da gran fumatore disse le ultime parole:-...e con questo ho finito! Buona fortuna ragazzi!-

Finalmente le aveva pronunciate, quelle  famose parole.

I ragazzi non attesero nemmeno che il preside scese dalla pedana.
Nell'aria si alzarono una marea di tocchi blu. Gli studenti mentre li lanciavano urlavano di gioia.

Tra la folla una ragazza, di appena diciotto anni cercava con lo sguardo le sue amiche.
Nella mano destra teneva il suo diploma mentre nella sinistra il tocco blu.
I suoi capelli color ebano quel giorno erano lucenti , merito dello shampoo ai semi di lino , quando voleva faceva miracoli.

Le iridi color tabacco continuavano a cercare tra la folla. Non era facile trovare le persone desiderate in mezzo a tutta quella gente euforica.

Mentre continuava la sua vana ricerca, la ragazza si sentì abbracciare da dietro. Conosceva bene quelle manine candide e bianche.

Sorrise.
Una persona in meno da cercare.

-Kagome non ci posso credere!- trillò la voce dietro di lei.

-Inizia a crederci, Rin!- rispose lei con quel tono sarcastico che non l'abbandonava mai.

Kagome si voltò verso la sua amica.
Rin le sorrideva entusiasta. Gli occhi di Rin quel giorno brillavano più del solito, un po' perchè era commossa e un po' perchè la toga blu le faceva risaltare gli splendidi occhi nocciola.

Rin stringeva avida tra le mani il suo diploma, come se qualcuno potesse portaglielo via. Ma di questo poteva stare tranquilla, chi mai poteva trovare gusto nel rubare un diploma?

Le due amiche scorsero tra la gente una figura famigliare.
Una ragazza, loro coetanea, con i lunghi capelli castani legati in una coda alta, camminava con le lacrime agli occhi.

-Sango... perchè piangi?- domandò Kagome preoccupata all'amica.

Sango si tamponò i bordi degli occhi con il fazzoletto color rosa che conservava nella tasca della gonna. Riprese fiato e poi inziò a parlare.

-Piango perchè... quest'anno è il nostro ultimo anno tutte insieme!- ammise poi tutto d'un fiato la diciottenne.

-Non fare la paracula come al tuo solito!- sbottò una quarta voce che costrinse tutte le ragazze a voltarsi.

La ragazza che aveva parlato teneva, al contrario delle altre, controvoglia il diploma tra le mani, come se quel povero pezzo di carta fosse un enorme macigno.

Aveva incarcato un sopracciglio , guardando Sango come per dire "A Chi Vuoi Darla A Bere?"

-Kagura, perchè Sango dovrebbe essere una paracula?- domandò Rin all'amica.

Kagura guardò Rin con i suoi intensi occhi scarlatti. Scosse la testa. Povera ingenua, pensava.

Si avvicinò a loro con passo lento e felpato. Kagura poteva anche avere un lunguaggio non proprio pulito, ma sapeva muoversi come una gatta, il che le faceva guadagnare molti punti.

-Dico che è una paracula per il semplice fatto che lei al college si ritroverà con Kagome , al contrario di me e te , cara la mia Rin! E mentre loro due saranno appiccicate come una cozza allo scoglio a Yale, io e te saremmo rispettivamente a Princeton e Harvard, tutte sole, abbandonate da tutto e da tutti, dimenticate dal mondo!- disse poi la ragazza con tono melodrammatico facendo scatenare l'ilarità delle sue amiche.

Ma le risate di Sango durarono poco, infatti scoppiò di nuovo a piangere.
-Non dire così Kagura... come farò a vivere senza le tue cazzate quotidiane e i tuoi doppi sensi?-

-Grazie per il complimento T__T- disse la yasha sconsolata.

Rin e Kagome non avevano ancora proferito parola e, dopo essersi lanciate un eloquente occhiata, decisero di risollevare il morale , ormai sotto terra , delle loro migliori amiche.

-Guardate che i telefoni e i computer li hanno inventati apposta! Hanno anche inventato la web cam! E tutto questo solo per noi!-

-Kagome ha ragione, e poi pensiamo ai tre mesi di relax assoluto che ci aspettano in California! Ragazze, solo noi quattro , nella mega villa di famiglia di Kagura sul mare!- concluse poi Rin con gli occhi sognanti.

Tutte si rallegrano al suono di quelle parole. Vacaza, relax, California. Quelle semplici parole risuonavano nelle loro orecchie come una dolce poesia d'amore. Molto meglio delle parole d'amore di Romeo e Giulietta.

Insieme fino alla fine. Se l'erano giurato alle elementari, quando si erano conosciute.

A dir la verità Kagura e Rin si conoscevano da molto prima. Loro erano praticamente erano cresciute insieme. Molto spesso trovavano foto di loro due con i pannolini ancora addosso.

E per quella loro amicizia dovevano solo ringraziare le loro madri. Le due donne si erano conosciute al corso di ginnastica per prepararsi al parto. Inoltre le ragazze erano anche vicine di casa.

Beh... definire casa le villone dove vivevano era un'eufemismo. Quelle ville erano immense, con ben tre piani, salotti enormi , adatti per le feste, giardino sempre ben curato e ordinato e poi la piscina sempre pulita e fresca.

La fortuna di possedere genitori ricchi...

Kagome e Sango subentrarono dopo, precisamente il primo giorno delle elementari.

Si erano ritrovate tutte e quattro vicine di banco grazie alle maestre che avevano deciso la disposizione dei bambini.

E da quel giorno niente le separò più.
A dodici anni fecero anche un patto di sangue.
Riunite nella soffita della villa di Sango (anche Kagome e Sango sono ricche), la sera di Halloween , durante un pigiama party, presero un vecchio spillo e si punsero tutte l'indice della mano sinistra.
L'unica che non ebbe il coraggio di pungersi da sola fu Kagura, anche se faceva la coraggiosa aveva una tremenda fobia degli aghi, infatti Kagome fu costretta a tenerle ferma la mano e pungerle piano piano il dito diafano.

Una volta che ognuna si era punta, misero una goccia del loro sangue in una scatoletta, la chiusero ed espressero questo desiderio "Insieme, fino alla morte, nel bene o nel male!"

Alla fine del "rito" , Rin aveva detto che quella promessa , anzichè una promessa d'amicizia, le sembrava quella di un matrimonio.

E adesso eccole là. Tutte belle, tutte orgogliose, tutte sorridenti per essere riuscite a superare un ostacolo tutte insieme.

Quanti ostacoli avevano superato?
Difficile da dire.

Erano davvero troppi, dai più insignificanti ai più importanti.

Superarono insieme il momento in cui Kagome , a sei anni, cadde dalla bicicletta sbucciandosi un ginocchio.
Quando Rin si arrampicò su un albero per dimostrare a tutte che non soffriva di vertigini.

Non potevano dimenticare il giorno in cui a Kagura cadde il primo dente da latte.
 E poi ancora , quando Sango riuscì a superare la sua paura del buio.

Ma questi erano ostacoli piccoli. Insignificanti in confronto agli altri che avevano sopportato.

Erano tutte insieme, sotto la pioggia, quando furono celebrati i funerali della madre di Kagura.

Il giorno in cui Kagome dovette subire un'operazione a causa di un incidente , tutte erano lì pronte a darle conforto e coraggio.

Asciugarono le lacrime di Sango quando i genitori della ragazza avevano deciso di separarsi.
 E infine aiutarono Rin affinchè non cadesse in quel tunnel oscuro chiamato Anoressia.

Ma davvero bastava un trasferimento in un'altra città, andare in un università diversa per rompere quel filo sottile che le univa?
Conoscevano bene la risposta. Era No.

Certo, non sarebbe stato facile all'inizio, ma , come in tutte le cose, bastava un pò d'impegno e forza di volontà per riusciure ad abbattere quel nuovo muro che si presentava loro davanti.

-Ehi ragazze. Un bel sorriso-
Il padre di Rin non sarebbe mai cambiato. Perennemente con quella macchina fotografica digitale in mano per immortalare ogni singolo momento.

Le ragazze non se lo fecero ripetere due volte. Si strinsero tra di loro.
Kagura poggiò la sua gancia su quella di Rin e sorrise radiosa, Sango circondò con il suo braccio il braccio destro di Rin e fece l'occhiolino all'obbiettivo. Kagome ,invece, aveva poggiato il mento sulla spalla di Sango , alzando l'indice e il medio della mano sinistra in segno di vittoria. E infine Rin mise il suo unico braccio libero dalla stretta di Sango intorno al collo di Kagura per poi sorridere anche lei felice all'obbiettivo.

La macchinetta fece CLIC. Segno che la foto era stata scattata.

-Kagome , tesoro! Come sono fiera di te- disse una donna sulla quarantina, vestita con un elegante pantalone di lino bianco, adatto per l'estate. La donna mentre parlava si asciugava le lacrime con un kleenex.

Kagome alzò gli occhi al cielo. Ma perchè sua madre doveva metterla così in imbarazzo?
-Mamma, ti prego, ti scongiuro... smettila di piangere!-

Kagura guardava divertita la scena. Kagome e sua madre formavano un bel quadretto famigliare.

-Allora, sorellina, come ci si sente ad aver preso il diploma?- domandò una ragazza del tutto simile a Kagura.
Anche lei aveva le labbra carnose color rosso. Al contrario di Kagura, portava i capelli lunghi sciolti.

-Esattamente come ieri!- fece Kagura alla sorella maggiore.

Molto spesso Kagura si domandava il perchè di quelle domande!
Mica aveva scalato l'Everest, mica aveva salvato il mondo da uno scoppio nucleare in meno di trenta secondi... Aveva semplicemente ritirato il suo diploma.

Poco lontano da loro c'era una ragazza che avrebbe volentieri fulminato sua madre in quel momento.

-Rin, dai mangia qualcosa... sei così magra!-

Anche Rin imitò Kagome , alzando gli occhi al cielo. Sua madre voleva farla sempre mangiare. Ogni volta girava con uno snack ipercalorico nella borsetta per poi rifilarlo a sua figlia in modo che potesse prendere qualche chilo.

Rin maledisse se stessa e quando aveva iniziato , all'età di quattordici anni, quella dieta drastica che l'aveva poi condotta verso l'anoressia.

Era davvero seccante avere , a diciotto anni, i tuoi genitori che ti proibiscono di uscire se non mangi tutto quello che hai nel piatto.

L'unica che non sembrava scocciata della presenza dei suoi famigliari sembrava Sango.

Anzi, era felice, ancora più di prima.

Vedere che suo padre e sua madre che si parlavano normalmente come due vecchi amici era davvero gratificante.  E anche Kohaku, suo fratello di appena dodici anni,sembrava dello stesso umore della sorella.

-Allora ragazze, domani è il grande giorno!- esclamò poi il padre di Kagura con un sorriso.

Il padre di Kagura quel giorno indossava un bellissimo completo giacca e cravatta, di un noto stilista italiano. Assomigliava poco alla figlia più piccola, Kagura era la fotocopia della madre. Ma la ragazza aveva ereditato dal padre il carattere diretto e sarcastico.

-Ammettilo papà... non vedi l'ora che io parta per stare con la tua figlia preferita!-disse Kagura con le braccia incrociare al petto e usando un tono canzonatorio.

L'uomo non rispose alla provacazione, conosceva troppo bene la figlia.

-Faremmo bene a mandarle da sole, lì, tutta l'estate?-domandò poi la madre di Kagome.

Le ragazze si voltarono.
No! Come poteva , la madre di Kagome , fare una domanda simile proprio il giorno prima della partenza?

-Io credo si sì! Ormai le  nostre bambine sono grandi abbastanza per cavarsela da sole e poi dopo l'estate andranno al college, quindi questa la si può considerare una prova!- fece la madre di Sango cercando di rassicurare l'amica come meglio poteva.

Le ragazze tirarono un sospiro di sollievo. Se la madre di Sango non esistesse, bisognerebbe inventarla.

-Sango, ricordami di fare una statua a tua madre, prima di partire!- disse sottovoce Rin all'amica che le sorrise compiaciuta.

-E tu , invece, ricordami di portare del nastro adesivo per chiudere la bocca a tua madre!- fece Kagura a Kagome con il tono più intimidatorio che riusciva a fare.

- Non ce ne sarà bisogno Kagura, posso pensarci benissimo da sola!-

Il padre di Rin poi guardò l'orologio che teneva al polso e constatò che erano già le 16.

-Io direi di tornare a casa! Dovete ancora preparare le valigie!-

Le ragazze abbassarono la testa afflitte.
Non c'era niente di più stressante che fare le valigie. Fare una scelta ristretta di abiti, fare tutti gli abbinamenti...
Ma il vero problema erano le previsioni del tempo. Succedeva sempre che quando c'era la pioggia si portavano vestiti leggeri e invece quando c'era il sole abiti più pesanti.
E questa cosa non aveva mai risparmiato nessuna delle quattro ragazze. A turno era capitato a tutte.

-Allora ragazze a domani!- disse Rin mentre si allontanava con Shiori, la sorellina di appena otto anni che continuava a tirarla la manica della toga.

-Ricordati... all'aereoporto alle 9 e 30! Altrimenti partiamo senza di te!- la minacciò Kagome poichè sapeva benissimo delle propensione al ritardo dell'amica.

Mentre tutte si allontanavano con le rispettive famiglie, non fecero altro che pensare a cosa sarebbe accaduto il giorno dopo.

Erano convinte che quella sarebbe stata un'estate indimenticabile.

E non si sbagliarono.


Salve a tutti, avete appena letto la mia nuova fanfiction "§ Last Summer §"! è fresca fresca, ho deciso di postarla subito visto che siamo in estate anche noi!

Come avrete notato ho messo anche kagura tra le protagoniste. Prima la odiavo ma adesso mi piace molto, a patto che non la mettano in coppia con Sesshomaru , sia chiaro u_u!

Come avrete capito la storia è ambientata in America... bellissimo *.*!
Bene spero vi sia piaciuto questo primo capitolo! Ditemi che ne pensate! un kiss a tutti e commentante in molti!

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Capitolo 2
*** Momenti di Ordinaria Follia!!! ***


MOMENTI DI ORDINARIA FOLLIA!!!

Casa Dray:


Kagome continuava a fare su e giu per la stanza. Erano le 19 e lei non aveva ancora finito di preparare la sua valigia.
Eppure si era decisa a finirla massimo per le 17. Aveva sforato di due ore. Insomma, non erano poche.
Ma la colpa non era tutta sua.
Suo fratello Sota, che in quel momento avrebbe preferito pugnalare a morte, continuava ad entrare e ad uscire dalla sua stanza. Metteva le mani dappertutto, toccava ogni piccola cosa. E poi ogni volta che tornava a disturbare la sorella , entrava nella stanza con qualche snack che trasudava cioccolato da tutti i pori.
Quella per Kagome era una vera tentazione visto che aveva deciso di mettersi a dieta. A volte voleva avere il fisico ultra slim di Rin.
A quella ragazza entrava tutto. Ma poi , ragionandoci sopra, si ricordava che Rin si era ammalata e se possedeva quel fisico non era perchè aveva seguito una dieta sana ed equilibrata. E quindi alla fine Kagome lasciava stare quel desiderio irrealizzabile.

Stava piegando l'ennesima maglietta a maniche corte da mettere in valigia , quando sentì qualcuno piangere sulla porta.
Kagome sbuffò rumorosamente.

Ma perchè sua madre era così piagnucolona?

-Mamma... ti prego, smettila di piangere!- disse Kagome senza alzare gli occhi dal cassetto  dove erano riposti i suoi preziosi costumi.

La mora prese il costume arancione, un colore che le stava abbastanza bene, quello azzuro a quadretti, che ricordava tanto il grembiule suo dell'asilo, e poi qualche altro. Tanto alcuni li avrebbe comprati lì in California.

California... quante volte aveva pronunciato questo nome? Troppe.
Uno degli stati più belli degli USA a giudizio di Kagome. E lei aveva la possibilità di passarci ben tre mesi, senza genitori, senza quel marmocchio rompiscatole di suo fratello.

Lei, con le sue migliori amiche. Se era un sogno , preferiva essere svegliata alla fine.

-Oh tesoro mio!- esclamò la donna sulla soglia della porta, con un altro kleenex in mano.

Kagome voltò la testa verso la donna. Ma sua madre era ancora lì? Mica se ne era accorta.

Si caricò di tutta la pazienza che possedeva e poi disse le sue solite e famose parole:-Mamma... per favore, smettila!-

Per fortuna che domani si parte, pensò.


Casa Baker:

-Rin , tesoro, mi prometti che mangerai?- domandò la donna preoccupata alla figlia.

Rin sospirò rassegnata. Era inutile.
Ormai erano passati quattro anni e lei era guarita. Certo stava sempre attenta a quello che mangiava, ma era una cosa normale, una cosa che facevano tutte le ragazze della sua età.
E poi non ci teneva minimamente a rivivere quello che aveva vissuto quattro anni fa!
No , per niente.

Ma la ragazza pensò che era meglio abbandonare quei pensieri. Doveva pensare alla valigia.

Prese tra le mani il foglietto di carta straccia che aveva usato per segnarsi tutte le cose da portare per la vacanza.

I costumi, la cosa più importante, i vari jeans , pinocchietti, hotpants, le minigonne.
E poi ancora le magliette, i top, i sandali , le scarpe chiuse.
Mamma mia, certo che ne aveva portata di roba.

Ma in fondo era compensibile, doveva stare lì tre mesi. Se fosse stato per lei ci sarebbe rimasta per sempre in California. Ma la sorte non era stata buona con lei sotto quel punto di vista.

La ragazza poggiò i gomiti sull'immenso tavolo di legno della cucina.
Le spiagge dalla sabbia calda e bianca, il mare limpido, la leggera brezza marina che scompigliava i capelli e poi... i bei ragazzi.

Oddio, forse stava diventando come Kagura?
Fissata con i ragazzi?
Beh poteva anche essere... erano cresciute insieme, poteva anche darsi che la sua amica l'avesse contagiata sotto quel punto di vista.

Rin fu costretta ad abbandonare quei pensieri.
Sua sorella Shiori stava passeggiando per casa con un suo vestito azzurro e un paio di decoltè con il tacco piuttosto alto.
Ecco dove erano finiti! Li voleva portare con lei in vacanza.

Rin spalancò gli occhi. Sua sorella stava mangiando anche un gelato.

-Sono bellissima!- intanto esclamava tutta felice.

Ma si poteva essere così scemi a otto anni? Atteggiarsi con un vestito?
 
Shiori intanto continuava a mangiare il gelato , peccato che il suo modo di mangiarlo non era proprio corretto.
La ragazza notò con orrore che un pezzo di gelato stava per cadere sul vestito.

No! No! No! No!
Non poteva succedere.
Rin si alzò subito dalla sedia e corse verso la sorellina.

Arrivò appena in tempo. Il gelato cadde sul pavimento.

Rin tirò un sospiro di sollievo. Poi si voltò vero la sorellina:-Shiori! Togliti immediatamente quel vestito!-

Shiori guardò la sorella facendo gli occhi da cerbiatta.

Certo che i bambini sanno già usare bene le proprie armi di difesa, pensò Rin.

-Rin, io voglio essere bella come te e voglio venire con te in California!- disse la bambina con le lacrime agli occhi.

A Rin le si strinse il cuore.
Poggiò una mano sulla guancia della sorellina e , sorridendo teneramente, disse:-Shiori ma tu sei già bella! E poi torno presto dalla California, anzi ti prometto che ti porto un bel regalo da lì! Ok?-

La bambina al suono della parola "Regalo" si rallegrò.
Rin esultò tra sè e sè, era riuscita ad evitare un bel pianto.

-E adesso, per favore, vai a toglierti il vestito!-
-D'accordo- disse la bambina correndo verso la sua stanza.

Rin sorrise.

Per fortuna domani parto.



Casa Russel:

Kagura si avviò con passo felpato verso la stanza della sorella.
Abi era giù in cucina che preparava da mangiare.

La diciottenne entrò e , facendo attenzione a non fare rumore, chiuse la porta alle sue spalle.
Si avviò verso l'armadio e l'aprì.

-La fortuna di possedere una sorella maggiore di ventidue anni!- esultò la ragazza.

Infatti Kagura trovò un sacco di vestiti che le piacevano, ne avrebbe preso qualcuno in prestito , senza bisogno che la sorellona venisse a saperlo.
Cioè, prima o poi lo avrebbe scoperto, ma lei sarebbe già stata comodamente stravaccata su una sdraio nelle bellissime spiagge della California.

E poi quel "Prestito" era a fin di bene. Servivano a Kagura per fare colpo sui ragazzi.

Afferrò con le mani perfettamente curate e smaltate una gonna che arrivava appena sopra il giocchio, era nera e a balze.

Poi si appropriò di un bellissimo top rosso con degli strass.
Il rosso poi a lei donova particolarmente. Forse per il fatto che quel colore si abbinava benissimo ai suoi occhi.

Prese altre cose, ma non troppe. Altrimenti Abi se ne sarebbe accorta.

Chiuse l'armadio e tornò nella sua stanza. Piegò velocemente i vestiti e ripose il suo Bottino nella valigia marcata Luois Vuitton.

TOC TOC.
Abi non aspettò nemmeno che la sorella dicesse avanti ed entrò nella stanza.

-Ma che bussi a fare se poi entri lo stesso?- domandò la yasha.
-Questione di educazione!- rispose la sorella secca.

-Alla faccia dell'educazione!-

Abi fece finta di non aver sentito. Altrimenti se avesse risposto sarebbe finita proprio male quel giorno.
Lei e sua sorella aveano un carattere talmente simile che litigavano 24 ore su 24.
Era proprio vero il detto "Gli opposti si attraggono".

-Finito di fare la valigia?- domandò poi Abi indicando la valigia chiusa sul letto della sorella.

-Secondo te?-

Abi però non disse niente e ridusse i suoi occhi a due fessure.
Caspita, certo che metteva terrore in quel momento.
-Non avrai preso i miei vestiti, vero?- domandò poi con tono intimidatorio.

Kagura spalancò gli occhi stupita e sollevò le mani al cielo.
-Chi? Io? Ma stai scherzando? Io ho i miei di vestiti!-

La ventiduenne la guardò scettica. Doveva ammettere che Kagura era davvero una brava attrice. Però forse per quella volta si poteva fidare.

Abi poi uscì dalla stanza dicendo:-Tra dieci minuti arriva papà, e la cena è pronta tra venti minuti!-

Kagura tirò un sospiro di sollievo. Gliel'aveva fatta alla sorellona.

Finalmente domani si parte, pensò buttandosi sulla sedia girevole della sua scrivania.



Casa Cook:

Kohaku continuava a fare zapping tra i vari canali. Non ce ne era nessuno che gli piaceva.
Passava da una televendita di un nuovo prodotto per la cucina che , chissà come mai, dicevano che facesse miracoli ad una di quelle telenovele argentine dove bisognava attenti con chi ti baciavi perchè potevi scoprire che quella persona era tuo nonno.

Sango decise di sfogliare una di quelle riviste patinate che sua madre si ostinava a comprare.
Girò svogliatamente le pagine osservando, con poca attenzione, le fotografie delle filiformi modelle delle passerelle di Parigi.

La ragazza guardò l'orologio che portava al polso, erano precisamente le 20 e 07.
Lei la sua valigia l'aveva finita da un pezzo.

Si era portata un sacco di costumi, i vestiti non tantissimi, tanto sapeva che la maggior parte li avrebbe acquistati lì in California.
Dietro aveva deciso di portarsi la sua inseparabile tavola da surf.

Kagura e Kagome sembravano più interessati ai ragazzi per quella vacanza , invece lei voleva solo surfare.
E in California ci sarebba riuscita benissimo. Quello stato era considerato il paradiso dei surfisti.

Dalla cucina sentì un invitante odore di carne alla brace. La sua preferita.

Volse lo sguardo verso la cucina  e sorrise. Suo padre quel giorno si sarebbe fermato da loro, per accompagnare il giorno dopo la figlia all'aereoporto.
Sembrava , e non solo  a lei ma anche a Kohaku, che i loro genitori iniziassero ad andare d'accordo. Dentro di loro speravano che i due tornassero insieme, ma preferirono non aggrapparsi a speranze fasulle.

Sango poi pensò alle sue amiche.
Sorrise.
Le conosceva troppo bene e sapeva benissimo che di sicuro Kagome stava pregando la madre di non piangere, che non partiva per la guerra ma solo per una semplice vacanza con le sue amiche.

Avrebbe scommesso un occhio della testa che Rin invece inseguiva la sorellina , che probabilmente si era infilata un vestito della maggiore, per tutta casa, urlando come una pazza affinchè la piccolina di casa Baker non le macchiasse i vestiti con il gelato.

E infine era più che convinta che Kagura, invece, aveva fregato qualche vestito alla sorella maggiore.
Rise sotto i baffi mentre si immaginava le scene.

-Sango, vorrei parlarti!- disse poi una voce famigliare vicino  a lei.
La ragazza guardò la persona che aveva parlato.

Suo padre era lì vicino a lei con la faccia seria.

Sango non disse niente e si alzò dal suo posto preferito, seguendo il padre nella sua stanza.

L'uomo si sedette sul letto della figlia e fece cenno a lei di sedersi vicino a lui.

Sango aspettò che suo padre iniziasse a parlare.
   
-Sango, so benissimo di non essere un padre molto presente, ma tu capirai bene la nostra situazione. Adesso sei grande e hai diciotto anni e sei anche una bellissima ragazza. Insomma, tesoro, adesso tu te ne andrai con le tue amiche lontano da casa. Quello che voglio dirti è di stare attenta ai ragazzi... i loro scopi non sono mai nobili e se proprio vuoi divertirti...beh ...usa le precauzioni!- il padre della ragazza era visibilmente imbarazzato.
Non era facile per lui parlare di quelle cose con la figlia ormai diciottenne.

Sango strabuzzò gi occhi. Tutto questo mistero per una cazzata del genere?
Quel discorso glielo avevano fatto sua madre e sua nonna materna il giorno in cui le erano venute le mestruazioni.

Lei aveva già perso la verginità... e suo padre si svegliava adesso?

Per fortuna domani si parte! pensò.


Quella per le ragazze, fu una notte lunghissima.

Nessuna di loro riusciva a chiudere occhio. L'emozione era indescrivibile.
Ognuna , distesa nel proprio letto fantasticava su quello che sarebbe potuto accadere.

Kagura, con i lunghi capelli scuri sparsi sui morbidi cuscini, guardava il soffitto sopra di lei, immaginando le sue ipotetiche storie con un bel fusto da spiaggia. Magari un surfista. Conoscere un ragazzo che surfava non era difficile, grazie a Sango, che praticava proprio quello sport, le percentuali per riuscire a flirtare con uno di loro era molto più alte.

Rin invece, con un leggero lenzuolo bianco che le copriva solo la parte inferiore del corpo e girata sul fianco destro, mentre sentiva la sorellina ,che non riusciva a dormire da sola per paura del buio, dormire beata, guardava la luna. Quella notte era alta nel cielo e brillava intensamente.
La ragazza immaginò che i granelli di sabbia delle spiaggie californiane dovessero avere lo stesso colore.

La luce della stanza di Kagome era ancora accesa. Erano le due del mattino  e lei non riusciva a prendere sonno. Doveva ancora abituarsi psicologicamente che il giorno seguente sarebbe stata comodamente seduta su una sdraio a prendere il sole.
Chissà... magari lì poteva anche conoscere l'amore. Tutto era possibile.

E per ultima Sango, che quella sera aveva deciso di sedersi sul davanzale della finestra della sua stanza, fumava tranquillamente una sigaretta. Era , in quel momento, l'unica cosa che riusciva a calmarla. Guardò la sua inseparabile tavola da surf , poggiata sulla parete e ben custodita nell'apposito involucro nero.  Tirò forte il fumo della sigaretta e buttò fuori l'aria. Non vedeva l'ora di provare la sua tavola da surf sui cavalloni della California.


HOLA A TUTTI! ECCO A VOI IL SECONDO CAPITOLO DI §LAST SUMMER§! SPERO VI SIA PIACIUTO! ABBIAMO POTUTO VEDERE IL GIORNO PRIMA DELLA PARTENZA DELLE RAGAZZE! NEL PROSSIMO LEGGEREMO INVECE LA VERA E PROPRIA PARTENZA... PER VEDERE INU-YASHA, SESSHOMARU E CO. ... BEH DOVRETE ASPETTARE UN Pò!

E ADESSO PASSIAMO AI RINGRAZIAMENTI:

RORULLA: TESORO MIO *.*! SEI LA PRIMA CHE COMMENTA! E SEI ANCHE QUELLA CHE HA LA SAMTA PAZIENZA DI AIUTARMI SU MSN! POVERA TE! NON SAI IN CHE GUAIO TI SEI CACCIATA! UN BESO E DIMMI SE TI PIACE ANCHE QUESTO CAPITOLO

DOLCE SANGO91: SONO DAVVERO FELICE CHE TI SIA PIACIUATO L'INIZIO E SPERO, VIVAMENTE, DI NON AVERTI DELUSO NEMMENO CON QUESTO CAPITOLO! TI DICO CHE NEL 3 CAP, CIOè IL PROSSIMO, VEDRAI UNA SANGO MOOOOOOLTO SPAVENTATA! UN KISS

INUFAN4EVER: CARA KIKKA, FIGLIA ADORATA, SE NON CI FOSSERO DEI CASINI, LE FF NON SAREBBERO MIE! CHE CI POSSO FARE? FORSE SONO STATA CONTAFIATA DA BEAUTIFL (ANCHE SE NON L'HO MAI VISTO t__t)! UN KISS

JESSY101: CIAU! SONO CONTENTA CHE LA FF TI SIA PIACIUTA! SPERO CHE IL SECONDO CAP NON SIA STATO DA MENO! UN BACIO

SUPERSARA: TESORO MIO *.*! TU L'HAI AVUTA IN ANTEPRIMA PERCHè SEI SPECIALE U__U! E POI SONO SICURA CHE NON VEDI L'ORA DI IMMAGINARTI SESSHOMARU IN COSTUME! UN BACIONE

MIKAMEY: CHE BELLO! SEGUI ANCHE QUESTA MIA FF! SPERO CHE TI PIACCIA! SUL FATTO DI KAGURA , SONO D'ACCORDO CON TE, A ME PIACE MA A PATTO CHE NON LA METTANO CON SESSHOMARU, LUI è SOLO DI RIN! KISSONI

KADE: CARO IL MIO MIRKO! SCAZZA? SCIANTI! TE L'AVEVO DETTO NO, CHE MI HAI ISPIRATO PER UNO SCAMBIO DI BATTUTE TRA KAGOME E KAGURA? CHE FAREI SENZA DI TE! BACIOTTI

ARYUNA: KAGURA NOOOOOOOO! SE AMAZZI ARY, IO COME FACCIO SENZA I SUOI SPASSOSISSIMI COMMENTI? COMUNQUE CARISSIMA, SONO STRA FELICE CHE TI PIACCIA LA MIA FF! DIMMI SE KAGURA TI PIACE COME SI COMPORTA CON LA SORELLA QUI! BACIONI

KAGOLOVE: CARA RAMO! GRAZIE MILLE PER I COMPLIMENTI! SPERO DI NON DELUDERTI IN SEGUITO! UN KISS

COMMENTATE MI RACCOMANDO! FATE FELICE UNA POVERA AUTRICE! BACI A TUTTI

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Capitolo 3
*** La Partenza ***


LA PARTENZA

-Io lo sapevo che quella arrivava in ritardo- sbraitò Kagome davanti l'aereoporto Kennedy di New York.

Erano le 9 e 32. Kagome, Sango e Kagura, con le rispettive famiglie, erano in piedi davanti l'imponente edificio.
Naturalmente Kagome si riferiva a Rin , che , come previsto, era in ritardo, anche se i minuti erano pochi.

Kagura si era seduta sulla sua valigia e aspettava in silenzio , lanciando di tanto in tanto qualche occhiata all'orologio.

-Ve lo giuro, se Rin non arriva in 5 minuti , noi ce ne andiamo- continuò Kagome.

-Dai Kagome, calmati, vedrai che adesso arriverà- disse Sango  cercando di far sbollire la rabbia alla sua amica.
Le previsioni di Sango si rivelarono più che esatte, infatti videro in lontananza Rin che agitava le braccia nella loro direzione, dietro di lei la madre che teneva una mano a Shiori e per ultimo il padre che portava la pesante valigia della figlia.

Rin attraversò veloce la strada e , in meno di 5 secondi, raggiunse le sue amiche. Era tutta sudata ed accaldata.

Kagura guardò nuovamente l'orologio e disse:-Le 9 e 34! Sei migliorata, l'altra volta hai tardato di 7 minuti, un bel progresso! Ti faccio i miei complimenti!-

-Non sei per niente spiritosa , Kagura. E per favore, non arrabbiatevi, non è mia la colpa. Papà non si ricordava la strada per l'aereoporto!- e mentre parlava, Rin si girò per guardare in cagnesco il padre, che intanto era riuscito a portare la valigia dall'altra parte della strada.

Quella mattina il sole picchiava sulla caotica città di New York. Il caldo era afoso, che non ti permetteva di respirare. La gente andava sempre in giro con una bottiglietta d'acqua nella borsa per non rimanere disidratata. Molto spesso si poteva scorgere , in mezzo a tutta la gente di New York, qualche turista che indossava un enorme cappello di paglia, tipici dei film d'epoca.

Le ragazze erano tutte vestite in modo leggero, sapevano benissimo che laggiù in California faceva ancora più caldo.

Kagome si tolse gli occhiali a mascherina scuri che indossava quella mattina, poi, guardando i famigliari delle sue amiche, disse:-Io credo che sia ora di fare il chek-in! Possiamo andare da sole!-

Sango annuì con la testa, mentre Kagura e Rin si sorrisero.

I genitori delle ragazze furono d'accordo, in fondo l'aereo sarebbe partito tra 20 minuti, le ragazze dovevano sbrigarsi.

I saluti però durarono molto più di quello che dovevano.

La madre di Kagome abbracciò la figlia piangendo come una fonta, e la figlia , come al solito, sbuffò rumorosamente.
La madre di Rin invece rifilò alla figlia un paio di merendine piene di zuccheri e grassi.
-Mi raccomando,  mangia. Non farmi stare con il pensiero-

-Non si preoccupi , signora Baker. Penserò io a far mangiare sua figlia!- disse subito Kagura , poggiando le mani sulle esili spalle di Rin, poichè sapeva che se non fosse intervenuta , le raccomandazioni sarebbero durate più del dovuto.

Kagura fu quella che ci mise di meno a salutare la propria famiglia. Suo padre e sua sorella non si perdevano in tutte quelle smancerie, e in questo si riteneva fortunata. L'unica cosa che non le andava giù ,era il fatto che il padre le aveva fatto dieci mila raccomandazioni sulla casa. Kagura gli domandò come mai, quando era andata laggiù Abi  lui non avesse detto niente alla maggiore. La ragazza ricevette una risposta molto frustrante, sua sorella era più matura e responsabile di lei.
Immaginati che noia, aveva pensato Kagura.

Poi per ultima c'era Sango, che in quel momento stava abbracciando forte suo fratello Kohaku. Peccato che l'abbraccio durava da quasi un minuto.
Alla fine , visto che Sango non si decideva a mollare la presa, Rin fu costretta a dividere i due fratelli.

E anche i saluti erano sistemati.
Le ragazze, tutte con la propria valigia in mano, si avviarono verso le porte scorrevoli di vetro luccicanti.

-Mi raccomando ,Sango, ricordati quello che ti ho detto ieri sera- urlò il padre della ragazza mentre la figlia entrava nell'immenso ingresso dell'aereoporto.

Sango alzò gli occhi al cielo. Le altre si voltarono verso di lei.

-Che discorso?- domandò Rin curiosa.

-Ieri sera mio padre mi ha detto di fare attenzione ai ragazzi e , se proprio mi devo divertire, di usare le giuste precauzioni- disse la bruna con un sospiro mentre si avviava , con le sue amiche , a fare il chek-in.

Kagura si portò una mano alla bocca per trattenere le risate, ma il tentativo si rivelò completamente inutile. Infatti scoppiò in una fragarosa risata, contagiando le altre.

Sango guardò arrabbiata le sue migliori amiche.

-
Io non ci trovo niente da ridere!- ringhiò

-Io invece sì! Ma dai, proprio adesso viene a farti questo discorso? Sarebbe stato più giusto se lo avessero fatto a Kagome, visto che è l'unica, tra noi quattro, ad essere ancora vergine- sottolineò la yasha, mentre continuava a ridere.

La ragazza interpellata sospirò. Odiava quando Kagura le faceva notare che lei era l'unica a non aver ancora concluso niente.

-Ma vedrai che adesso Kagome si impegnerà! Piuttosto, mi aiutate a mettere la valigia qui sopra?- domandò Rin mentre cercava di sollevare il trolley rigido di colore rosso.

Le ragazze stavano facendo il chek-in e doveva posare la valigia sul tapis roulant.

Kagura si propose di aiutare Rin, ma appena provò a sollevare la valigia, urlò:-Ma che cazzo ti sei portata? I bambini morti? Questa valigia pesa più di te!-

La yasha aveva urlato talmente forte da far ridere anche l'hostess che, intanto, convalidava i titoli di viaggio delle ragazze.



-Ho paura, ho paura , ho paura...- continuava a dire Sango , che era seduta accanto a Kagome sull'aereo.

La bruna era seduta dalla parte del corridoio dell'aereo. Non aveva voglia di stare accanto al finestrino, lo lasciava con molto piacere a Kagome quel posto.

I posti per i passeggeri erano due a due, infatti dietro di loro c'erano Rin e Kagura, ansiose della partenza dell'aereo.

Rin era vicino al finestrino , dietro Kagome mentre Kagura dietro Sango.

-Allora , come va la situazione?- domandò Rin mentre, con Kagura, si sporgeva in avanti per guardare le sue due amiche.

Kagome voltò lo sguardo verso Rin, aveva una faccia sofferente.
Indicò con la testa la sua mano destra. Era praticamente stritolata da quella di Sango.
-E non siamo ancora partiti. Non oso pensare cosa mi farà quando sarà partito l'aereo!- disse terrorizzata Kagome, forse stava anche peggio delle sua vicina di posto.

-Ho paura, non ce la posso fare! E se l'aereo casca? No! Oddio, voglio scendere-
Sango stava proprio delirando. Non sembrava nemmeno lei.
Di solito era così padrona di se stessa da far paura. Era brava a nascondere le proprie emozioni.

-Sango, se non la smetti subito ti do una botta in testa, così ti calmi una volta per  tutte!- sbottò alla fine Kagura.
Non sopportava le persone che perdevano la loro compostezza. Si trattava di un innocuo viaggetto di sei ore. La California era lontana, ma non poteva succedere nulla. Al massimo cadeva l'aereo , ma questo preferì non dirlo a Sango.

"I signori passeggeri sono pregati di allacciarsi le cinture di sicurezza" disse la voce dell'hostess al microfono.
Rin , Kagura e Kagome fecero come era stato chiesto , ma Sango tremava talmente tanto da non riuscire a tenere in mano niente.

Alla fine Kagome, liberando la sua povera mano dalla morsa di quella della sua amica, le allacciò la cintura.

-Non ce la posso fare!- Sango aveva le lacrime agli occhi.

SDENG!
Kagura non ce l'aveva fatta a trattenersi. Infatti si era alzata leggermente dal suo sedile e aveva dato quel tanto agognato pungo in testa.
Quando era troppo, era troppo.

L'aereo iniziò a muoversi, prese velocità.

Sango stritolò di nuovo la mano di Kagome e strinse il bracciolo del suo sedile.

Digrignò i denti.

La povera Kagome contrasse i muscoli facciali in una smorfia di dolore. Sango stava davvero rompendo la mano alla ragazza.
Invece Kagura sembrava del tutto tranquilla, Rin era felicissima. Per lei il decollo era la parte più bella del volo, l'atterraggio un pò meno, dipendeva dal pilota. Se era stronzo faceva fare qualche salto all'aereo con tutti i passeggeri, se non era stronzo invece atterrava piano senza nessun sussulto.

Intanto il veivolo aveva acquistato una velocità incredibile.
Iniziò ad inclinarsi e a staccare le ruote da terra.

-Che bello!- esultò Rin sul posto. Quella era la parte che preferiva, anche se poi le si tappavano le orecchie.

Sango aveva sentito le parole di Rin. Come poteva trovare bello un momento come quello?
Pensava che Rin fosse pazza, ma adesso ne aveva la certezza assoluta.

L'aereo continuò a salire di quota.
Kagome , per sopportare il dolore che provava la sua mano destra, decise di guardare fuori dal finestrino. Vide chiaramente la città di New York farsi sempre più piccola.
La loro isola , Long Island.

Si domandò quanto le sarebbe mancata in quei tre mesi , forse un bel pò.
In fondo , era molto affezzionata alla sua cara isola natale.

Kagome era talmente presa dai suoi pensieri che non si accorse nemmeno che Sango aveva mollato la presa.

Anche il segnale di allacciarsi le cinture si era spento.
Sango si era portata le mani sugli occhi per asciugarsi le lacrime. Mamma mia , che fatica quel volo!
Rin si sporse in avanti.

-Va meglio, Sanguccia?- domandò cortese.

La bruna annuì e sorrise con le lacrime agli occhi. Rin le porse un fazzoletto per aciugarsi le lacrime.

-Quante storie per un semplice decollo!- sbottò Kagura con uno sbuffo.

-Dai, Kagura! Ognuno ha le sue paure!- intervenne Rin a favore dell'amica.

Alla conversazione si aggiunse anche Kagome , che continuava a massaggiarsi la mano indolenzita:-Sì, Rin , hai ragione. Ma questa pazza mi ha rotto una mano!-

Rin e Kagura scoppiarono a ridere come due sceme quando videro la faccia della loro amica. Era davvero buffa.

Poi l'unica yasha del gruppo , dopo aver guardato l'orologio, disse:- Adesso sono le 10. Il viaggio dura sei ore, senza scali. Credo che arriveremmo per le quattro del pomeriggio. Godiamoci il viaggio!-

Le ore passarono tranquille. Tra un sonnellino di Sango, che sembrava essersi finalmente calmata, le chiacchierate tra Rin e Kagura e ,infine, Kagome che sentiva a palla l'iPod, arrivarono all'aereoporto di Los Angeles.

Il Los Angeles International Airport era immenso.
Scesero dall'aereo, stranamente Sango era più tranquilla durante l'atterraggio, forse perchè Kagura le aveva detto che se frignava ancora l'avrebbe picchiata sul serio.

Rin fu la prima a scendere. Appena mise piede fuori si sentì soffocare dal caldo afoso.
Si sventolò una mano sul viso e disse:-Al confronto Long Island è fredda!-

Infatti aveva ragione, faceva un caldo bestiale. Fortuna che lei quel giorno aveva indossato i suoi shorts bianchi. Quindi stava abbastanza fresca.

Aspettarono le loro valigie. Persero un pò di tempo perchè la valigia di Kagura non arrivava ancora e credevano che l'avessero perduta.
La yasha aveva fatto un vero e proprio casino per riavere al più presto la sua valigia.
Per fortuna la trovarono subito e la riconsegnarono alla legittima proprietaria.

Per un attimo Kagura aveva temuto che quella fosse una specie di punizione perchè aveva fregato alcuni vestiti alla sorella.

-Kagura, come si chiama la città dove si trova casa tua?-domandò Sango.

-Long Beach! Credo che la navetta parta tra un pò proprio in quella direzione!-

Infatti la ragazza non si sbagliava. Caricarono tutto sulla navetta e presero posto negli ultimi posti, quelli in fondo.

Kagome guardava fuori dal finestrino.
-Caspita, le strade della California sono uguali a quelle nostre a Long Island!-

-Kagome, è un'autostrada, è logico che sono tutte uguali! E poi , scusa, dove credevi di andare? Nel Paese Delle Fate?-domandò in tono acido Kagura.

Kagome capì al volo che la sua amica era ancora arrabbiata per l'episodio della valigia. Kagura si legava al dito anche le cose più sciocche.

Il tragitto durò poco.
Le quattro amiche si ritrovarono su una strada di Long Beach.

-Kagura, e adesso?-domandò Sango.

La diciottenne si guardò intorno in cerca di un cartello che indicasse il nome di quella via.
Lo trovò.

Rimase qualche minuto a pensare a quale fosse la via più breve da prendere per arrivare a casa sua, di fronte al mare.

Dopo averci pensato su per qualche minuto, con le altre che si lamentavano del gran caldo, iniziò a camminare facendo da guida.
La casa non era lontana. Sarebbero arrivate nel giro di qualche minuto.

Mentre camminavano tranquille sotto il sole cocente, Rin si fermò per la strada.

-Ragazze, io non ce la faccio a portare la mia valigia! Kagura puoi portarmela tu? Io porterò la tua!- chiese Rin.

-Tu sei pazza a portarti dietro tutta questa roba!- disse Kagura mentre faceva scambio di valigie con la sua amica.

Paige Avenue. Così si chiamava la via dove c'era la casa di Kagura.
A Kagome quel nome ricordava tanto il nome di una delle protagoniste di "Streghe".

La villa di Kagura era a dir poco favolosa.

Il cancello era bianco e ben verniciato. Una volta entrati si poteva ammirare il prato all'inglese ben curato, con qualche cespuglio e qualche alberello.

Davanti a loro un sentiero di mattonelle bianche le conduceva verso la porta d'ingresso.
La villa era di ben tre piani. Le pareti erano un bellissimo color bianco, non c'era nessun segno di imperfezione.

Arrivarono davanti alla porta di lego scuro, era grande.
Kagura infilò le chiavi nella toppa e girò forte.

La casa da fuori era bellissima ma dentro lo era ancora di più.

Per terra c'era il parquet. Il salotto aveva dei bellissimi divani rossi, i lampadari erano di murano, tipicamente italiani.

Anche la cucina era abbastanza grande. A Sango brillarono gli occhi: il piano cottura era fatto a penisola. Lei adorava le cucine così.

Salirono lungo una rampa di scale in marmo.
Al secondo piano c'erano le stanze.

-Io prendo la mia solita stanza!- disse Kagura conducendo le amiche verso una porta bianca.

Le ragazze capirono subito che quella era la stanza di Kagura. In primo luogo aveva le pareti rosse, e sapevano benissimo quanto la yasha amasse il rosso.

Rin prese la stanza accanto a quella della sua amica.

Kagome e Sango invece presero le stanze che erano dall'altra parte parte della villa, ma sempre sullo stesso piano.

Il terzo piano invece veniva utilizzato come sala hobby, spiegò Kagura.

-Alla faccia della casetta al mare!- mormorò Sango mentre poggiava la tavola da surf sulle pareti perfette della sua stanza.

Le ragazze poi sistemarono le loro cose. Misero i vestiti negli armadi, la biancheria nei cassetti...

Quel lavoro prese un bel pò di tempo, visto che le ragazze si erano portate dietro mezza casa.

Più o meno alle 19 si ritrovarono tutte in salone.

-Kagura ma ... non avevi detto di avere la piscina?- domandò Rin.

La ragazza sorrise, sapeva benissimo che Rin adorava le piscine nelle ville.

-Si trova sul giardino del retro-

Kagura portò le sue amiche sul guardino del retro. Anche questo, come l'altro del resto, era ben curato e tagliato.

Ma le ragazze furono rapite dalla vista della piscina. Era davvero grande.
C'erano delle scale per entrare, c'era la parte alta e la parte bassa e in ultimo anche il trampolino.

Rin spalancò gli occhi. Anche lei aveva una piscina simile a casa sua, ritrovarne un'altra a casa di Kagura era davvero un sogno.

Ma le ragazze dovettero voltarsi verso Kagome. Le stava brontolando lo stomaco.
Rise nervosamente:-Eheh... scusate, il mio pancino reclama cibo!-

-E non abbiamo fatto la spesa!- constatò Sango.

-Attaccatevi! Io a fare la spesa adesso non ci vado!- disse subito Kagura. Era davvero stanca e uscire adesso le sembrava davvero troppo.

-Le pizze con consegna a domicilio le hanno inventate apposta!- concluse Rin prendendo mano al telefono.



Dopo un'ora e una bella pizza...


-Caspita che mangiata, la pizza era davvero buona!-disse felicemente Sango mentre era distesa su un materassino gonfiabile ,di un bel azzurro trasparente.

Una volta divorate le pizze, sotto insistenza di Rin, le ragazze si misero i costumi e scesero giù in piscina.

Ognuna si prese qualcosa a cui appoggiarsi.

Sango e Kagura avevano preso dei materassini, Kagome si trovava con il sedere dento una ciambella rosa , mentre euforica muoveva le braccia e le gambe alzando grossi schizzi d'acqua.
Infine Rin aveva trovato una specie poltroncina. Alzò lo sguardo e vide, con i suoi bellissimi occhi nocciola, il cielo stellato.
Proprio in quel momento passò una stella cadente.

Nella testa le balenò un'idea , un pò stramba.

-Ragazze, che ne dite di esprimere un desiderio? Ognuna dice quello che vuole durante quest'estate e alla fine della vacanza vediamo se quel desiderio si è avverato!- disse Rin.

Kagome si alzò appena.
-Per me va bene! Anzi, se permettete inizio io! Allora , vorrei che quest'estate riuscissi a perdere la verginità con un bel ragazzo, almeno la smetterò di sentirmi rinfacciare da Kagura il fatto che sono ancora vergine!- disse la mora.

Kagura sollevò le sopracciglia:-Kagome io te lo rinfaccio ogni volta perchè devi deciderti a cogliore quella mela proibita!-

-Ma come parli?- domandò Sango- E cosa va a dire a Kagome? Guarda che quella poi è capace di andare a letto con il primo che incontra pur di non ascoltarti più!-

-Hai ragione , Sango! Ho sbagliato! Non è la mela che deve cogliere... ma la banana!-

Rin e Sango sospirarono rassegnate. Possibile che Kagura dicesse sempre e solo doppi sensi?

-Comunque a parte gli scherzi, io credevo che quella che avrebbe perso la verginità per ultima sarebbe stata Rin e invece...è stata la prima!- continuò la yasha.

Kagome rise appena.
-Ricordo ancora la tua faccia ,Kagura!-

Sango, che continuava a fare su e giu con il materassino, prese parola:-Il mio desiderio non comprende la parola "Ragazzi". Il mio unico interesse è solo vincere le gare di surf che si terranno durante questi tre mesi.-

Kagura sbuffò:- Ma come puoi dire una cosa simile? Come puoi non interessarti ai ragazzi proprio in questo periodo dell'anno?-

-Kagura, non tutte sono come te!- sottolineò Sango in tono scarcastico.

La ragazza dagli occhi rossi agitò la mano dicendo:- E va bene, come vuoi tu Sango! Il mio Desiderio invece è composto da una sola parola "Divertimento"-

Rin si voltò verso di lei, sapeva già cosa intendeva la sua amica ma voleva sentirglielo dire:-Cosa intendi con la parola "Divertimento"?-

-Sesso! Solo sano sesso!-

Ecco le famose parole di Kagura. Sotto questo punto di vista non sarebbe mai cambiata.
Quando Kagome , o Sango , o Rin le dicevano che era una ninfomane lei si difendeva dicendo che se non ci pensava adesso, quando poteva farlo?
E in effetti non aveva tutti i torti.

E poi lei non andava a letto con chiunque, se un ragazzo le piaceva molto si divertiva.

-Rin , adesso tocca a te!- disse poi Kagome.

La ragazza ci pensò un pò su!
In effetti lei non aveva chissà quale grande desiderio.

-Io non ho niente da esprimere! Quel che sarà, sarà...-

-Certo che tra te e Sango, non si sa chi ha espresso il desiderio più scemo!-disse alla fine Kagura.

Sango guardò incavolata Kagura.
-Stai dicendo che sono una scema?-

-Perchè? Non lo sei?-

Sango non rispose, si buttò in acqua e si avvicinò al materassino di Kagura.

-Cosa vuoi fare? Ti consiglio di non buttarmi in acqua perchè non voglio bagnarmi i capelli!-

Troppo tardi! Era come parlare ad un muro.
Sango aveva rovesciato Kagura fecendola, come previsto, bagnare tutta.

Rin e Kagome non riuscirono a trattenere le risate. Vedere Kagura in quel modo era davvero buffo.

La yasha fece la finta arrabbiata e iniziò a schizzare l'amica.

Rin e Kagome , facevano da spettatrici.

Quella notte rimasero in piscina fino a tardi, riempiendo l'aria di quella casa con le loro risate cristalline.

SALVE  A TUTTI! ECCO A VOI IL NUOVO CAPITOLO DI §LAST SUMMER§! AVETE VISTO LA POVERA SANGO IN PREDA AD UNA CRISI DI NERVI... MI SONO ISPIRATA AD UNA MIA AMICA CHE , DURANTE IL DECOLLO PER LA GRECIA, MI HA ROTTO SUL SERIO UNA MANO!
ABBIAMO ANCHE VISTO I DESIDERI DELLE RAGAZZE...ADESSO NEL PROSSIMO FAREMO LA CONOSCENZA DI ALTRI PERSONAGGI ... E VI DICO CHE NON CI SARANNO SOLO I RAGAZZI...! SPERO CHE QUESTO CAP VI SIA PIACIUTO!

RINGRAZIAMENTI:

DOLCE SANGO91:SONO STRAFELICE CHE TI SIA PIACIUTO IL CAPITOLO SCORSO...SPERO CHE QUESTO NON SIA STATO DA MENO! ECCO IL MOTIVO PER CUI SANGO ERA SPAVENTATA...POVERINA! UN KISS! (PS:TI ANDREBBE DI SCAMBIARCI I CONTATTI DI MSN??? SEMPRE SE VUOI :D)

RORO: AMORE MIO! SORELLINA GEMELLA! è UN èIACERE LEGGERE COMMENTI COSì LUNGHI! GUARDA CHE IL TUO SUGGERIMENTO NON ERA PER NIENTE STUPIDO! E POI SCUA...SHIORI CARINA??? A ME SEMBRA DAVVERO SCEMA T__T! ANCHE TU SEI LA MIA SENSEI! UN KISS E W L'ANACONDA!

YULY:GRAZIE TANTE! SPERO CHE ANCHE QUESTO CAP TI SIA PIACIUTO! BACI

7919: CIAU IKA! ALLA FINE HO AGGIORNATO xD! GRAZIE MILLE PER I COMPLIMENTI...MI COMMUOVO! UN BACIONE

MIKAMEY: CARISSIMA, TEMO CHE PER I RAGAZZI DOVRAI ASPETTARE IL PROSSIMO CAPITOLO! UN KISS

KEIKO93: CIAU! ALLORA CARA KEIKO93 ALLA TUA DOMANDA SE SARà UNA RIN/SESSHOMARU O UNA KAGURA/SESSHOMARU... NON TE LO DICO...QUELLI CHE HANNO SEGUITO LE MIE PRECEDENTI FANFICTION LO SANNO BENISSIMO... MA SE VUOI TOGLIERTI IL DUBBIO , TI CONSIGLIO DI ANDARE AL PROLOGO DELLA STORIA E DI LEGGERE LA NOTA IN FONDO! UN BACIONE E DIMMI CHE NE PENSI DI QUESTO NUOVO CAPITOLO!

ARYUNA: CARISSIMA ARY è LOGICO CHE IO FERMI KAGURA, ALTRIMENTI NON POSSO SGANASCIARMI DALLE RISATE OGNI VOLTA CHE LEGGO UN TUO COMMENTO! ANCHE TU CONVINTA CHE SHIORI SIA CARINA? A ME SEMBRA SEMPRE SCEMA! E NON SGRIDARE LA POVERA KAGURA... IN FONDO DEVE FARE BELLA FIGURA CON I RAGAZZI!GUARDA TI DICO CHE BANOTSU C'è MA NON SARà UN SURFISTA BENSì...ODDIO STAVO PER DIRTELO...MANNAGGIA ALLA MIA BOCCACCIA! COMUNQUE PER SUIKOTSU E JAKOTSU NON CI HO PENSATO...SE VUOI DARMI UN SUGGERIMENTO TE IO SAREI PIù CHE FELICE DI RICEVERLO! PER LA NEURO , OGGI HO CHIAMATO...FORSE PASSANO A PRENDERTI TRA UN PAIO DI GIORNI! UN KISS

KaDE: CARO MIRKO, MARITINO MIO! ADESSO SESSHOMARU è QUI A CASA MIA...MA DOPO PASSA DA TE! TE L'HO DETTO CHE SI APPASSIONA ANCHE A BEAUTIFUL? O.O! UN BACIO ALL'ANACONDA!

LILYSOL: ODDIO...QUANDO HO LETTO IL TUO NOME...STAVO PER SVENIRE! NON CI SPERAVO PIù!  GRAZIE PER IL "SCRIVI BENISSIMO" (NON è UNA PRESA PER IL CULO?) SPERO CHE ANCHE IL CAP NUOVO TI SIA PIACIUTO! BACIONI!

JESSY101: CIUA JESSY! GUARDA TI DICO SOLO CHE I RAGAZZI NON SARANNO 4 E...CI SARANNO ANCHE DELLE RAGAZZE! UN KISS

KAGOlove: CIAU RAMO! HO AGGIORNATO! GRAZIE MILLE PER I COMPLIMENTI! FAMMI SAPERE CHE NE PENSI DEL NUOVO CAP! BACIOTTI

INUFAN4EVER: KIKKA...TI PERDONO PERCHè SONO UNA MADRE COMPRENSIVA( NON COME QUELLA DI JEAN CLAUDE! LOL)! UN BACIO!

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Capitolo 4
*** Il Bar Della Spiaggia ***


IL BAR DELLA SPIAGGIA

Sango dormiva beatamente tra le candide lenzuola della sua stanza. Era stesa a pancia in giù, un braccio che penzolava dal bordo del letto, la faccia completamente rilassata. Che beatitudine.
La bocca era leggermente aperta, cosa che la rendeva piuttosto buffa. Non dava alcun segnale che facesse ipotizzare ad un suo, eventuale, risveglio.
Sango si sentiva in paradiso, quei materassi erano comodissimi , i cuscini morbidi... durante la notte le era passata per la testa la pazza idea di trasferirsi là per sempre...
Ma non era possibile.

Peccato che quel momento idilliaco, per la povera bruna, fu subito spezzato.
La porta sbattè con violenza contro il muro, emettendo un suono fastidioso che rimbombò per tutta la stanza.
La povera sognatrice fu costretta a svegliarsi. Ebbe un sussulto.

Sango aveva i capelli tutti scompigliati, non sembravano dei capelli ma più che altro un cespuglio di rovi. Gli occhi erano semichiusi.

La ragazza ipotizzò che dovesse esserci qualcuno davanti alla porta, poichè vedeva dei colori sfumati e indefiniti sulla soglia. Però non capiva chi potesse essere.

Portò le mani agli occhi e se li stropicciò.

Quando finì vide chiaramente davanti a lei Kagura. Con quel suo pigiama di seta rosso , le mani appoggiate sui fianchi e la faccia truce ,metteva davvero paura.

-Kagura, si può sapere che cazzo vuoi alle...- Sango si sporse verso il comodino di legno di ciliegio, posizionato alla destra del suo letto-...8 e 30 del mattino? Io ho sonno!-

-Non me ne frega un'accidenti se hai sonno! Se non sei giù in cucina entro dieci secondi, ti spello viva!- ribatè in tono minaccioso la yasha.

Sango la guardò altrettanto inferocita. Era in vacanza, mica in una scuola militare.

-Perchè devi rompermi così le palle?- domandò di nuovo la ragazza.

-Mi vendico per ieri sera e poi voglio andare subito in spiaggia!-

Sango strabuzzò gli occhi. Ma la spiaggia era lì , a due minuti di cammino. Insomma, poteva alzarsi anche tardi.

La bruna si portò le mani al viso ed emise un suono impossibile da classificare, era una via di mezzo tra il suono che emette una gallina mentre le si taglia il collo e la risata di una iena. Di sicuro era un modo per lamentarsi. Poco ma sicuro.

Sango prese le infradito, che costituivano le sue ciabatte, e scesa dal letto.
Kagura l'aspettò, poi, non appena fu dietro di lei, andò verso la camera di Rin.

-Anche la povera Rin svegli?-

La yasha non si degnò nemmeno di rispondere.
Entrò delicatamente nella stanza di Rin, facendo attenzione a non fare molto rumore.
Già da quel momento Sango iniziò ad incavolarsi. Con lei Kagura aveva fatto un casino pazzesco...e con Rin? Tutto in  modo molto delicato e silenzioso.

-Ehi Rin, su, svegliati!- disse poi piano Kagura, scuotendo leggermente Rin, molto probabilmente annegata tra le coperte del letto.

In quel momento dal bagno uscì Kagome, sembrava fresca come una rosa e che avesse dormito per otto ore di fila.
Sango la invidiò, beata lei che non aveva sonno.

La mora indossava il suo costume da spiaggia arancione.
Diede il buongiorno alla sua amica Sango, che la ricambiò con una specie di grugnito, poi si mise davanti la porta della stanza di Rin ed osservò la scena divertita.
Sorrise.
Kagura si comportava come una madre con Rin.

Kagome sapeva benissimo quanto la yasha volesse bene alla piccola Rin. Controllava sempre che magiasse, aveva paura che potesse ricadere nell'anoressia.

L'amicizia con Rin era ben consolidata.

-Certo Kagura, che nessuno penserebbe mai che anche tu abbia un lato sensibile- ironizzò Kagome.

-Sono una ragazza piena di risorse!-

-E anche una gran rompicoglioni!- puntualizzò Sango acida.

Intanto Rin si era alzata a fatica dal letto. Anche lei, esattamente come Sango, emise uno strano verso di lamento, solo che il suo era una via di mezzo tra un richiamo per piccioni e  lo starnazzare di un anatra.

-Se andate giù c'è la colazione già pronta!- disse poi Kagura a Sango e Rin , che erano le uniche a non aver ancora messo qualcosa sotto i denti.

-Ma se ti sei limitata a comprare quattro ciambella glassate al bar qua accanto...- puntaulizzò Kagome , beccandosi un occhiataccia da parte di Kagura.



La yasha respirò a pieni polmoni l'aria del mare. Sapeva di salsedine, le piaceva tantissimo quell'odore. Lo trovava irresistibile.

Kagome e Rin imitarono l'amica, l'unica che non seguiva il coro era Sango. Era ancora incavolata per il risveglio di quella mattina. E per di più il primo giorno di vacanza, doveva passarci tre mesi... non osava nemmeno immaginare come sarebbero stati gli altri giorni.

-Che splendida giornata- commentò Kagura mentre iniziava a togliersi la maglietta.

-Ceeerto! Stupenda, soprattutto se sei stata buttata giù dal letto alle 8 e 30 di mattina!- commentò acida Sango.
Kagura la ignorò completamente e questo contribuì a far incavolare Sango ancora di più.
Odiava che la gente la snobbasse.

Basta, ho bisogno di una surfata!

Le onde non erano altissime, ma accettabili, utili per fare qualche piccolo numero.
Sango si tolse il pantaloncino di jeans , che indossava sopra il costume, e si sfilò la maglietta a maniche corte azzurra, mostrando gli addominali perfetti, merito del surf.

Corse verso l'immensa distesa azzurra, senza dire niente alle sue amiche.



Quando Rin si svegliò il sole era già alto nel cielo e picchiava sulla spiaggia , rendendo la candida sabbia cocente.
La ragazza, non appena aveva steso il suo asciugamano e si era sdraiata, era caduta tra le braccia di Morfeo. Aprì a fatica gli occhi, in parte per colpa del sole. Quando si fu abituata alla luce, guardò il suo orologio digitale che segnava le 12 e 13.
Aveva dormito per più di tre ore.

Ma la cosa era comprensibile , visto che durante la notte non era riuscita a chiudere occhio , girandosi invano nel letto.

Volse lo sguardo alla sua sinistra. Kagura stava comodamente sdraiata a pancia in giù e leggeva una rivista.
Rin avrebbe scommesso tre occhi della testa che la sua amica stesse leggendo l'oroscopo. Kagura aveva il vizio di leggere solo riviste dove il suo oroscopo diceva che la sua vita sesuale sarebbe stata da Dio.

Beata lei che si convince con così poco, pensò ridendo Rin.

Poi la ragazza guardò alla sua destra. L'asciugamano verde accanto a lei era vuoto. Sango stava ancora surfando.
Infatti riuscì a vederla in sella alla sua amatissima e inseparabile tavola, mentre cavalcava un bel cavallone. Durante la giornata le onde erano diventate più alte.

Infine la ragazza guardò Kagome, che si trovava proprio di fianco a Sango.
Indossava i suoi occhiali a mascherina scuri. Di sicuro stava facendo del Boywatching.

Si da già all'opera...

Rin però sentì preoccupazione dentro di lei. Non voleva assolutamente che Kagome perdesse la verginità giusto per togliersi il pensiero.
Era una cosa importante, da non prendere assolutamente sotto gamba. E poi era una delle sue migliori amiche.

-Buongiorno, bella addormentata- disse Kagura non appena si accorse che la sua amica aveva aperto gli occhi.

Anche Kagome salutò la ragazza.
Dopo più o  meno cinque minuti arrivò anche Sango, uscendo dal mare come una sirena e attirando non pochi sguardi languidi da parte dei ragazzi. Ma lei non ci fece nemmeno caso e continuava a camminare verso gli asciugamani come se niente fosse.

-Da quanto tempo è che stai surfando?-domandò curiosa Rin.

-Abbastanza! Però adesso ho fame!- si lamentò la bruna.

Kagome e Kagura annuirono insieme a Sango.

-Rin, vacci  a prendere qualcosa da mangiare al bar!- ordinò la yasha.

Rin guardò l'amica, disse:-Ma perchè proprio io?-

-Perchè sei quella che non ha fatto nulla fino ad adesso!- le rispose Kagura.

Rin sospirò rassegnata. Kagura era una schiavista nata, si domandava se per caso in una vita precedente fosse stata un generale delle SS.

La povera ragazza fece come le era stato ordinato. Si mise adosso la sua gonnellina  bianca e si avviò , a grandi passi, verso il bar.

Il bar della spiaggia era molto carino e particolare. Era uno di quei bar che sembravano delle capanne, con il tetto fatto di paglia. Una specie di chiosco.
A Rin piaceva molto.

Si avvicinò al bancone. C'era una ragazza molto carina che serviva. Doveva avere all'incirca la sua età.
Indossava una maglietta a maniche corte verde, stesso colore dei suoi occhi. I capelli di un bel rosso, tenuti in due code alte.

Era davvero carina.
Rin ordinò quello che le loro amiche avevano chiesto. E non era poca roba. Come facevano a mandar giù tutto quel cibo?

La servì proprio la ragazza dai capelli ramati. Non appena Rin finì di ordinare, la barista le portò tutto e le chiese curiosa:- Ce la farai a mangiare tutta questa roba?-

-In realtà non è per me, è per le mie amiche!- rispose Rin con un sorriso. Era anche un pò impicciona.

-Ti hanno schiavizata?- domandò sempre con lo stesso tono simpatico.

-Si , purtroppo! T__T!- 

La ragazza rise sotto i baffi. Rin notò che aveva le orecchie a punta, anche lei, esattamente come Kagura, era una yasha.

-Comunque io mi chiamo Ayame, piacere!- disse poi la yasha allungando una mano verso Rin.

La mora la prese e la strinse.

-Io sono Rin!-


Rin era ancora seduta su una delle sedie alte vicino al bancone del bar. Si era fermata a chiacchierare con Ayame. Aveva scoperto che anche lei aveva diciotto anni e l'anno prossimo sarebbe andata ad Harvard.
Come aveva supposto, Ayame era una ragazza esuberante, chicchierono e mooooolto impicciona.
Ma era comunque molto simpatica.

Ayame si trovava in quella località per lavorare, il baretto era di proprietà dei suoi genitori e lei si era proposta di occuparsene da sola, in fondo aveva diciotto anni, voleva dimostrare loro che era responsabile.
Alloggiava in un campeggio, da sola in tenda. Insomma una ragazza in gamba.

Mentre parlavano , si avvicinarono un gruppo di ragazzi. Il primo tra questi, con un codino basso e dei bellissimi occhi azzurri disse:-Ehi Ayame, non ci presenti la tua amica?-

Ayame alzò gli occhi al cielo e sospirò rassegnata.
-Sempre a conoscere ragazze, vero Miroku?-

Il ragazzo fece un espressione che lasciava intendere molte cose. Rin lo guardò curiosa, che ragazzo strano, degno amico di Ayame.

-Comunque lei è Rin!- disse poi la yasha indicando l'amica con la mano destra.

Miroku si avvicinò a Rin , le prese la mani e disse:- Oh dolce creatura, che piacere! Io sono Miroku!-

Rin lo guardò quasi spaventata. Era davvero un tipo strano, ma simpatico.
Poi notò che dietro di lui c'erano altri ragazzi.

-Lui è Inu-Yasha, il mio migliore amico!-Miroku indicò un ragazzo molto carino. Alto, con un fisico ben piazzato, i capelli erano argentei.
Notò anche due buffe orecchie canine, molto probabilmente doveva essere un hanyou.

Rin sorrise e il ragazzo la ricambiò.

Miroku continuò a parlare, spostò l'attenzione di Rin su un altro ragazzo.
Stessi capelli e occhi di Inu-Yasha. Solo che era più alto, le orecchie erano quelle di uno youkai. Una bellissima voglia a forma di mezza luna viola regnava sulla fronte candida.

Rin rimase un'attimo stupita. Doveva ammettere che sia Inu-Yasha , che Miroku , erano dei bellissimi ragazzi, ma lui l'aveva colpita maggiormente.

-Quell'asociale laggiù è Sesshomaru, lui e Inu-Yasha sono fratelli!-

-Fratellastri!- dissero poi all'unisono i ragazzi con voce severa verso l'amico.

Anche la voce le piaceva molto. Rin pensò che era bello come un attore di Hollywood, quelle star irraggiungibili con cui puoi parlare solo attraverso la tua immaginazione.

Rin cercò di risultare il più simpatica possibile, sorridendo amabilmente.

-Ma perchè mi lasciate sempre indietro? Per fortuna che con me, questa volta, c'era Koga!- sbottò poi la voce di una ragazza alle loro spalle.

Inu-Yasha alzò gli occhi al cielo. Quella ragazza era davvero assillante. Si chiedeva come aveva fatto a sopportarla per tutto quel tempo.

Rin allungò il collo e guardò oltre la testa di Miroku, che le era ancora davanti e le sorrideva.
Vide benissimo una ragazzina di appena diciassette anni. Era carinissima.

Lunghi capelli argentei, proprio come Inu-Yasha e Sesshomaru, pelle diafana, da risultare innaturale. Al contrario , però, lei aveva due intensi occhi scuri.
La ragazzina si era avvicinata ad Inu-Yasha e lo guardava con la faccia incavolata. Il ragazzo faceva finta di non sentirla.

Rin sorrise, erano davvero buffi da vedere.

-Scusami Rin, mi sono dimenticato, lei è Kanna, sorellina di Inu-Yasha e Sesshomaru!- disse alla fine Miroku , poichè si era accorto della presenza della ragazza.

Kanna si voltò verso la ragazza. Le sorrise e si avvicinò.
Allungò una mano verso Rin.

La diciottenne , in un primo momento la guardò confusa, poi ,capendo l'intenzione della ragazzina, prese la mano e la strinse.

-Ciao! Mi dispiace che tu abbia avuto la sfortuna di incontrare questo gruppo di pazzi!- esclamò Kanna con un sorriso.

Rin non poteva essere più d'accordo.

Miroku poi prese di nuovo parola.
-Rin, c'è anche Koga...-
Il ragazzo non fece a tempo a finire la frase, Rin si era voltata e aveva visto un ragazzo dai lunghi capelli scuri, legati in una coda alta, dagli occhi azzurri, sporgersi verso il bancone per poi dare un bacio sulla bocca ad Ayame.

-Ciao tesoro!- aveva detto il ragazzo.

-Appunto...Koga, il ragazzo di Ayame!- finì poi Miroku.

Ayame sorrise felice mentre le brillavano gli occhi. Rin capì che la ragazza era molto innamorata di Koga.

Rimase ancora là al bar a chicchierare con tutti.
Beh, proprio tutti no...Sesshomaru, esattamente come aveva detto Miroku, se ne stava in disparte.

Kanna si era seduta vicino alla diciottenne , iniziando a parlare a raffica. Non la smetteva neppure per prendere fiato. Gesticolava una continuazione e mimava tutto quello che diceva.

Che ragazzina buffa!

Di sicuro una come Kagura, dopo nemmeno cinque minuti, le avrebbe dato un pugno in testa per farla stare zitta.
Anche Miroku si impegnava per tenere viva la conversazione, facendo battute e altro ancora.
Inu-Yasha parlava, non come sua sorella e Miroku, ma parlava.
Ayame , con l'arrivo di Koga, sembrava che avesse perso la parola. A dir la verità a Rin sembrò un'altra persona. Sorrideva raggiante e faceva gli occhi dolci al suo ragazzo, che la ricambiava.

La forza dell'amore, pensò Rin tra sè e sè.

Ma dopo un po' la loro conversazione fu interrotta da una voce.

-Ciao a tutti voi, nulla facenti!- esclamò un ragazzo alle loro spalle.

-Senti chi parla, sei tu quello che deve lavorare e invece se ne sta qui tutto il giorno a non fare niente!- disse Inu-Yasha con tono canzonatorio.

Rin si voltò nella direzione della voce. Davanti a lei vide un ragazzo di circa vent'anni. Un bel fisico asciutto e muscoloso. Gli occhi di un bel blu intenso, i lunghi capelli corvini , legati in una treccia ordinata.
Anche lui, come Sesshomaru, aveva una voglia viola sulla fronte ma quella del ragazzo era a forma di croce.

-Guarda , carissimo Inu-Yasha, che il lavoro di bagnino è molto stancante, ho bisogno di rigenerarmi a volte!- disse il ragazzo con aria saccente.

-Tsk! Stare su una vedetta tutto il giorno e vedere se qualcuno affoga lo chiami un lavoro stancante? Ops, scusa... tu in realtà rimorchi le ragazze... potresti fare concorrenza a Miroku!- continuò il mezzo demone.

Ayame sorrise appena a quel teatrino, ormai quotidiano. Prese un lattina di Coca-cola da un frigorifero e la diede al bel bagnino, ormai sapeva cosa voleva.

Kanna tirò Rin verso di sè e le sussurò all'orecchio:-Lui è Bankotsu, come avrai capito è il bagnino della spiaggia!-

Le presentazioni furono fatte anche tra Rin e Bankotsu.
Il ragazzo aveva fatto subito emergere la sua natura di donnaiolo, facendo dei complimenti alla ragazza che la misero in imbarazzo.
Mentre questo accadeva , Miroku si domandò mentalmente come mai, ogni volta che ci provava lui, le ragazze gli davano degli schiaffi , lasciando il segno delle cinque dita sulla guancia.

I misteri della vita!

Da quando era arrivato Bankotsu, Inu-Yasha aveva iniziato a parlare di più, anche se parlava solo per mandare frecciatine al bagnino.
Ma almeno la conversazione appariva più divertente.
Rin riuscì a rilassarsi, ma aveva dentro di sè una strana sensazione.

Quando qualcuno la richiamò, capì il perchè.

-Rin! Allora eri qui. Ti davamo per dispersa- disse Kagome mentre si avvicinava alla sua amica.
Dietro di lei Sango con i capelli tutti bagnati, molto probabilemente aveva smesso da poco di surfare.

-Scusatemi ragazze , mi ero fermata a chiacchierare e ...mi sono completamente dimenticata di voi!-

-Di questo ce ne eravamo accorte- disse Sango leggermente incavolata con le mani sui fianchi.

Ma il peggio non era ancora arrivato.

Alla fine giunse in vista anche Kagura... e la sua faccia non era per niente rassicurante, tutt'altro.

-Ecco dove ti eri cacciata!-

Rin si portò le mani al viso e disse:-Scusami Kagura!-

-Scusa un corno!- sbottò Kagura.

Aveva indossato la sua minigonna e un paio di occhiali scuri dalle lenti grandi. Gli occhi della yasha non si vedevano e per Rin , forse, era un bene. Immaginava solo lontanamente come potessero essere e sinceramente non le interessava saperlo.

I ragazzi posarono i loro sguardi sulle nuove arrivate. A quel punto fu più che naturale partire con le presentazioni, anche se richiedeva un pò di tempo.

Tutte sorrisero gentili, Kagura si tolse anche gli occhiali, per non apparire troppo maleducata.

Tutto andò bene, tranne all'ultima presentazione.

-...e lui è Bankotsu!- disse Rin.

Sango e Kagome sorrisero anche a lui e , come previsto, il ragazzo fece una serie di complimenti e sguardi ammiccanti, ma le due non sembravano per niente infastidite, anzi...

L'unica che in quel momento sembrava turbata era Kagura, si voltò dall'altra parte.

-...infine c'è Kagura- finì di dire Rin, voltando la sua amica verso il ragazzo.

La yasha sembrava quasi imbarazzata e la cosa a Rin, ma anche a Sango e Kagome, sembrava davvero strana. Kagura era di quelle ragazze che, davanti ad un nuovo ragazzo, non si imbarazzava.

Bankotsu, al suono di quel nome e, dopo averla osservata attentamente per capire se era la stessa persona che intendeva lui, sorrise guardando la ragazza. Uno di quei tipici sorrisi che usava per rimorchiare le ragazze.Kagura si sentiva agitata, le sudavano le mani e non era una sensazione piacevole. 

Il ragazzo non aveva la banchè minima intenzione di parlare e allora la yasha si armò di tutto il coraggio che possedeva e , con tono quasi schifato, disse:-Chi non muore si rivede!-

Le sue tre amiche la guardarono sconvolta. Kagura non era mai stata così scortese con una persona.

-A quanto sembra, questo detto è proprio vero!- continuò il ragazzo.

-Ehm... scusate... ma voi due... vi conoscete?- domandò poi Koga.

I due si voltarono verso il ragazzo che aveva appena parlato e, all'unisono , dissero:-Sì!-

Ma Kagura aggiunse anche un "Purtroppo".

Nessuno sapeva cosa dire, non sapevano cosa fare...

-Beh mi sembra che sia il caso di tornare al lavoro...-disse poi Bankotsu allontanandosi e salutando tutti.

Però , anche quando Bankotsu se ne era andato, il silenzio continuava a regnare.
Alla fine Kagura disse:-Mi dispiace per lo spettacolo di prima!-

-Tranquilla, non è successo niente!- esclamò Ayame, facendo risollevare il buon umore generale.


Paige Avenue. Casa Russel...

Sango era sdraita a pancia in giù su uno dei comodissi e , soprattuto, costosi divani di pelle del salotto.

La maglietta a maniche corte era stata dimenticata sul pavimento. Kagome era in ginocchio, vicino al divano, e spalmava sulla povera schiena della bruna, ormai bruciacchiata, una crema dopo sole, che ,diceva, facesse miracoli alla pelle e alleviasse le scottature.

Sango emetteva dei versi di lamento ogni qual volta che Kagome posava, in modo assai delicato, la mano intrisa di crema dopo sole.

-Io te l'avevo detto di metterti la protezione solare per andare a surfare... ma tu come al solito non mi hai voluto dare ascolto! Sei la solita testona!- disse Kagome mentre stava spalmando altra crema.

Sango incassò l'accusa. La sua amica non aveva tutti i torti, lei faceva sempre di testa sua, ma il più delle volte ci rimaneva fregata. Forse avrebbe dovuto iniziare a dare più ascolto alle sue amiche.

-Come ti sono sembrati i ragazzi di oggi?- domandò poi all'improvviso Kagome.

-Mmh...simpatici! Anche se uno è un vero maniaco...aspetta, mi sembra si chiamasse...Miroku!- disse Sango alzando gli occhi per pensare.

La mora ridacchiò divertita. In effetti Sango aveva ragione, quel ragazzo aveva toccato non so quante volte il fondoschiena della povera bruna.

-Però il resto mi sembrano apposto... uno è un pò freddo, ma niente di irreparabile! Quello con le orecchie da cane fa surf come me... almeno potrò chiacchierare di qualcosa di interessante con lui! Koga, il ragazzo di Ayame, mi sembra abbastanza normale...e poi c'è quel Bankotsu...-

-A propostito...secondo te cosa può aver fatto Bankotsu a Kagura? Insomma, lei gli ha risposto in un modo...- la interruppe Kagome, versandosi altra crema sulla mano.

-Boh... Kagura ce lo dirà quando ne avrà voglia, non voglio invadere il suo spazio! Senti ma... la diretta interessate dov'è?-

-Adesso è in camera sua con Rin. Si sono chiuse non appena sono entrate in casa!- la informò.

Sango stette zitta per alcuni minuti, poi disse:-Non è che dovremmo preoccuparci?-

Kagome ridacchiò.

-Stai tranquilla, tutte e due sono etero convintissime!-



Rin era seduta a gambe incrociate sul grande letto di Kagura.
La yasha , invece, passeggiava nervosamente su e giu per la stanza , fumando avida una sigaretta scroccata da Sango.

Ormai era da un bel po' che faceva così. E Rin non riusciva a capire il perchè di quel comportamento che proprio non coincideva con la Kagura sicura di sè di sempre.

-Adesso smettila! Mi fai venire il mal di testa a furia di fare su e giu!- sbottò poi.

Kagura si buttò sul letto a peso morto, continuando a tenere in mano la sigaretta, però cadde un pò di cenere sul copriletto.

-Merda! Che giornata del cazzo!-sbottò la yasha, fin troppo adirata per un pò di cenere sul letto.

Rin non disse niente e si limitò a pulire la cenere con un fazzoletto.

Quando Kagura finì la sigaretta la ragazza aprì bocca.

-Allora Kagura, mi vuoi spiegare che succede? Come mai conosci Bankotsu?-

La yasha fece un repiro profondo, buttò poi fuori tutta l'aria.

In quel momento si decise  a parlare, anzi a confessare tutto.

-Io e Bankotsu, quattro anni fa, siamo ... beh ... stati "fidanzati" se così vogliamo dire!-non aspettò che Rin dicesse qualcosa, continuò- è stato durante quell'estate, di quell'anno maledetto! Era da poco morta la mamma, ero proprio qui in vacanza,ed io ero una povera quattordicenne ingenua e lui un sedicenne arrapato...-

-Fino a che punto siete arrivati?- domandò poi allarmata Rin.

Kagura rise appena.
-Tranquilla, non siamo andati oltre i baci. Pensavo che mi volesse bene ma...un bel giorno l'ho trovato che pomiciava con una della sua età... anche se quella pomiciata era molto, ma molto più spinta!- continuò.

-Bastardo!- disse Rin sottovoce. Ma l'insulto non sfuggì alla demone che sorrise come per ringraziarla.

-è dura vero?- domandò di nuovo la diciottenne.

-Un po'... ma ... ormai è storia vecchia! Concentriamoci sul presente!- esclamò Kagura.
Sembrava che le fosse tornato di nuovo il buon umore.

Non voleva assolutamente soffrire. Era l'estate dei suoi diciotto anni, voleva solo il divertimento.
Non avrebbe assolutamente permesso a Bankotsu di rovinargliela.



Ore 22 e 30. Il cielo era pieno di stelle.
Un lieve vento soffiava sulla spiaggia e il suono delle onde era l'unico rumore udibile.
O quasi...

Una luce in lontananza spiccava in quel paesaggio scuro.
Era la luce di un bar.

Le voci delle persone presenti riempivano l'aria.

Avevano alzato un pò il gomito quella sera ,i ragazzi...

Inu-Yasha aveva bevuto come una spugna. Rum e pera, Rum e coca, Cuba libre, Vodka reale, Sex on the beach e qualche birra avevano fatto il loro effetto.

Koga e Miroku erano un pò brilli ma abbastanza lucidi. Si erano offerti di accompagnare il povero hanyou verso il bagno per aiutarlo a vomitare, non si reggeva nemmeno in piedi.

Entrambi presero Inu-Yasha per le braccia e , barcollando, camminarono , con molta fatica, verso il bagno.
Ma un po' per il sonno, un po' per la sbronza, nemmeno Koga e Miroku riuscirono a stare in piedi. Diedero la colpa ad Inu-Yasha che li faceva andare "fuori strada".

Ayame , da dietro il bancone, ridacchiò divertita.

-Sesshomaru, ho paura che ci sia bisogno di te!- urlò poi nella direzione del ragazzo.

Anche Sesshomaru aveva bevuto, ma lui l'alcool lo reggeva fin troppo bene. Si alzò dalla sedia sbuffando.
Odiava dover fare da balia a quel cretino di Inu-Yasha.

-Aspetta, ti aiuto io!- disse poi Bankotsu, alzandosi anche lui per poi dirigersi verso il bagno.

Kanna guardò il teatrino che si presentava di fronte ai suoi occhi: Inu-Yasha che sembrava più fuori di un balcone, Sesshomaru che si stava comportando da bravo fratello maggiore, anche se la sua faccia diceva tutt'altro, e aiutava il fratello ad andare verso il bagno e per ultimo Bankotsu che teneva sia Koga che Miroku. Quei due sembrava che avessero perso il loro autocontrollo e , facendo finta di essere delle donne, baciavano sulla guancia il povero Bakotsu, visibilmente irritato.

-Dai Banky, fatti dare un bacino!- disse Miroku con la vocina da donna.

-Brutto maniaco, mi fai schifo!- urlò l'altro.

Ayame non riusciva a trattenersi. Miroku che faceva il cretino con un ragazzo?
Solo perchè era un po' brillo e gli piaceva fare il buffone altrimenti era pura fantascienza, non conosceva nessun ragazzo come lui che era più che felice di essere etero.

-Io mi chiedo quando cresceranno...- disse poi Kanna mentre sorseggiava ancora il suo Cosmopolitan.

La rossa fece una faccia che voleva dire "Non chiederlo a me".

Mentre Koga faceva una voce da donna, Sesshomaru imprecava ad alta voce perchè doveva aiutare il fratello a vomitare e Bankotsu cercava di allontanare da sè Miroku, troppo preso dal gioco, Kanna iniziò a parlare.

-Sono davvero simpatiche le ragazze di oggi...-

Ayame si limitò ad annuire.
Passarono alcuni secondi e , mentre puliva il bancone con uno straccio umido, riflettè sul tono di voce di Kanna, non era per niente rassicurante e quel simpatiche voleva dire anche altre mille cose.

-Kanna... che vorresti dire?-

La ragazzina fece finta di niente e , spostandosi una ciocca di capelli con fare innocente, disse:-Ho già i miei progetti!-

Ayame strabuzzò gli occhi, quando Kanna usava la parola progetti c'era solo da nascondersi per non essere travolti dalla catastrofe.

-Esprimiti!- ordinò la rossa.

-Ho già in mente delle coppie...-

Coppie? Aveva sentito bene?

-Ma Kanna... non puoi organizzare tu la vita degli altri!- la rimproverò la yasha.

La diciassettenne gonfiò le gote, segno che era incavolata.
Ayame sospirò rassegnata, a Kanna non si poteva dire di no...

Viziata!

-E va bene...dimmi le tue ipotetiche coppie!-

Kanna sembrò illuminarsi.

-Allora... quella Sango la vedrei bene con Miroku, è l'unica che riesce a tenergli testa! Il carattere di Rin credo che riesca a completare quello di mio fratello Sesshomaru! Non so cosa ci sia stato tra quella Kagura e Bankotsu ma credo che potrà succedere qualcosa...-

Ayame la interruppe:- Ma Kanna, le conosciamo da poco...se per caso le tue "supposizioni" si rivelassero sbagliate?-

-Uno, le mie supposizioni non sbagliano mai. Il mio intuito femminile o sesto senso, chiamalo come vuoi,  ti assicuro che non fa mai cilecca e Due, Io non finito!-

-Perché? Chi altro metteresti insieme?- domandò a quel punto, curiosa, la rossa.

Kanna aspettò qualche minuto, adorava tenere sulle spine le persone:-Inu-Yasha e Kagome, hanno parlato molto e...-

-Impossibile! Lo sai meglio di me che Inu-Yasha...-

-Dettagli , Ayame. E poi anche tu sai che a me questa cosa non va giù...- disse prontamente la ragazzina.

La yasha alzò un sopracciglio. Se lo diceva Kanna...

I suoi pensieri però furono interrotti da delle urla.
Le ragazze si voltarono e videro un povero Bankotsu , steso per terra, che cercava di dimenarsi per togliersi di dosso Koga e Miroku , che provavano a baciarlo.

-Che schifo!- urlò.

In quel momento Ayame pensò che era meglio lasciar perdere quei pensieri e di occuparsi del povero Bankotsu e del suo ragazzo.





HOLA A TUTTI ! COME STATE? ( E A TE CHE IMPORTA? NDVOI)
T__T! ANTIPATICI! PRR (DOVREBBE ESSERE UNA PERNACCHIA)

CMQ VI è PIACIUTO IL NUOVO CAP DI LAST SUMMER? VI PIACCIONO I PERSONAGGI? SPERO PROPRIO DI SI!

VI DICO GIA DA ADESSO CHE DEDICHERò UN CAPITOLO AD OGNI PROTAGONISTA E AL SUO AVVICINAMENTO CON UN RAGAZZO.

LA PRIMA SARà KAGOME, POI RIN , SANGO E PER ULTIMA KAGURA!

RINGRAZIAMENTI:

INUFAN4EVER: CIAU KIKKA! IL CAP NUOVO TI è PIACIUTO? SPERO DI Sì! UN KISS

RORO: AMORE MIO...I TUOI COMMENTI NON SONO IDIOTI MA STUPENDI! MI PIACCIONO TROPPO! UN BACIO

DOLCE SANGO91: CIAU IRENE! SPERO CHE IL CAP TI SIA PIACIUTO...HO DEDICATO LA PRIMA PARTE DEL CAP ESCLUSIVAMENTE A SANGO...CONTENTA? UN KISS

JESSY101: CARA JESSY, SE CI SARà KIKYO O MENO NON POSSO DIRTELO...TI LASCIO UN Pò SULLE SPINE! UN BACIO

MIKAMEY: GRAZIE MILLE! SPERO CHE PURE QUESTO L'ABBIA APPREZZATO! IN EFFETTI IL FATTO DI RIN MI ERA VENUTO AL MOMENTO! NON CI AVEVO NEMMENO PENSATO! BACIOTTI

KaDe: CARO IL MIO MIRKO! IN QUESTO CAP HO MESSO ANCHE AYAME... NON SENTIRAI PIù LA SUA MANCANZA...ALMENO SPERO! UN BACIO

KEIKO93: QUANDO HO LETTO IL TUO COMMENTO STAVO PER PIANGERE! NESSUNO MI HA MAI DETTO CHE SCRIVEVO DA DIO! *.*! NON SAI COME ERO FELICE!SPERO CHE QUESTO CAP SIA SCRITTO BENE COME L'ALTRO! UN BACIO

LILYSOL: T__T! MA DAVVERO HAI RISO PER QUELLA COSA? A ME SEMBRAVA UNA COSA NORMALE...BEATA TE CHE TI DIVERTI CON POCO...EHEHEH! SCEHRZO...LO SAI CHE TI VOGLIO BENE! LA TEORIA DELLE RAGAZZE SARà ANCHE STRAMBA MA A ME PIACE MOLTO! UN BESO

KAGOlove: CIAU RAMO! GRAZIE MILLE! SPERO CHE ANCHE QUESTO CAPPY TI SIA PIACIUTO! KISSONI

YULY: GRAZIE MILLE ANCHE A TE! ANCHE IO VORREI FARE COME LORO...! BACIOTTI


RINGRAZIO ANCHE LE PERSONE CHE HANNO MESSO QUESTA FF TRA I PREFERITI , E CIOè:

BABY_DARK
BEBYCHAN
CHOCOLAKAGOME
DANY CHAN
HOPE35
JESSY101
KaDe
KAGOlove
KEIKO93
LARETTA
LELLA92
LILYSOL
PIKKOLA RIN
RORO

PS: MI LASCIATE UN COMMENTINO ANCHE VOI?

CIAU A TUTTI E AL PROSSIMO CAPITOLO!
RAN UGAJIN92





 



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Capitolo 5
*** Kagome E Inu-Yasha ***


KAGOME E INU-YASHA

Il sole brillava sulla piccola e ordinata Paige Avenue. Tutte le case erano silenziose, si sentiva il lieve cinguettare degli uccellini. Se si prestava più attenzione si poteva udire, di sottofondo, lo scrosciare delle onde che si infrangono sugli scogli.

Nell'aria era percepibile quel lieve venticello estivo che donava sollievo alla povera gente accaldata.

Verso la fine della strada, in una casa dalle pareti bianche candide, un gruppo di ragazze a noi ben note, dormiva beatamente tra le fresche lenzuola del letto.

Ma forse tutte non è il termine più appropriato.
Una di loro, per colpa della sua natura non troppo dormigliona, era già in piedi.

Dalla finestra ,lievemente aperta in modo da poter consentire al sole di illuminare la stanza da letto, si poteva intravedere una bellissima ragazza dai capelli color ebano che passeggiava nervosamente per la stanza.

Kagome, come detto prima, non era una dormigliona. Quella notte aveva dormito sufficientemente.
Si era svegliata da sola, senza bisogno di sveglie o altri aggeggi elettronici.

La mora indossava ancora la sua maglia preferita, taglia XXL, che usava come pigiama.
In realtà , su di lei, quella maglia la si poteva definire un vestito. Le arrivava sotto il ginocchio. Il tessuto non era pregiato, fatta di semplice cotone. Ma la cosa che piaceva a Kagome era il disegno, uno Snoopie enorme che guardava terrorizzato la sveglia , con sotto scritto "I'm allergic to morning".

Camminava scalza , adorava il contatto con il parquet.

Eppure sulla sua faccia non era presente un'espressione calma e rilassata. I muscoli facciali erano contratti.
Kagome pensava a quale costume indossare quel giorno.

Insomma, un problema risolvibile.
Eppure , alla povera diciottenne, quel piccolo ostacolo pareva insormontabile.
Poteva essere paragonato ad una catastrofe naturale, di quelle apocalittiche, dove , nei film americani, un ragazzo, sempre bello, intelligente e coraggioso, in meno di trenta secondi riusciva a porvi rimedio, salvando l'umanità intera.

In quel momento la scelta si era ridotta a due costumi, entrambi dei bikini. Kagome odiava i costumi interi, erano da signore di sessant'anni.

Quello tenuto nella mano destra era molto semplice, di un leggero color rosa pastello, l'altro, stretto nella sinistra, era più particolare. Non c'era un colore predefinito, era sfumato, si partiva dal bianco fino ad arrivare ad un color lavanda, alcune paillette arricchivano il costume.

Non era poi così difficile scegliere , tanto li avrebbe indossati tutti e due...
Ma questo concetto non era chiaro nella testa di Kagome.

Ancora indecisa, usò un metodo un  po' infantile. Doveva fare la conta.

Posò i costumi sul letto poi, dopo ave scelto una delle innumerevoli canzoncine per le conte, di quelle che usano sempre i bambini dell'asilo, iniziò.

L'indice, caratterizzato dall'unghia mordicchiata, cadde sul costume rosa pastello. L'altro  lo avrebbe indossato il giorno dopo.

Raccolse il beauty case, uscì dalla stanza cercando di fare il meno rumore possibile, e si diresse in bagno.

Con la porta chiusa a chiave, iniziò la missione Diventa Bella Per Trovarti Un Ragazzo.

La "missione", come l'aveva soprannominata, l'aveva messa a punto la sera prima. Consisteva nell'apparire bella e ordinata, l'aspetto contava molto.

La prima cosa che fece fu quella di togliersi i piccoli peli superflui, cresciuti troppo velocemente. Armata di un depilatore elettrico iniziò a passaserlo sulle gambe.

Poi passò alle sopracciglia, si spalmò una crema esfoliante sul corpo, si mise dello smalto , che tra l'altro era quello di Kagura, la quale di sicuro si sarebbe incavolata a morte.

Che taccagna! aveva pensato Kagome.

Una volta infilato il costume, si rimirò allo specchio. Dopo un'accurata e critica occhiata, decise di legare i capelli in una coda alta, almeno sarebbe stata più fresca, i capelli lunghi d'estate sono davvero fastidiosi.

SBAM SBAM

Kagome capì subito che qualcuno, da dietro la porta, sbatteva con  una certa violenza il pugno sulla porta bianca di legno.

-Kagome! Esci da questo maledette bagno e scendi in spiaggia con me!- urlò Sango.

La mora aprì la porta, si trovò di fronte una Sango infuriata, in quel momento era davvero inquietante la somiglianza con la bambina del film "L'esorcista".

-Vuoi imparare ad andare sulla tavola da surf, sì o no?- domandò la bruna.

-Tranquilla, adesso vengo!-



Quel giorno le ragazze erano scese tardi in spiaggia. Un po' perchè Rin, Kagome e Sango si erano ribellate a Kagura, che voleva arrivare prestissimo e un po' perchè ,Kagura stessa, non aveva voglia di svegliarsi sempre presto.

La spiaggia non era molto affollata, qualche ombrellone sparso qua e là dove, le famiglie con molti bambini, sembrava che avessero allestito un campo di addestramento. Palette e secchielli pieni di sabbia, borse termiche stracolme di roba da mangiare, chi più ne ha , più ne metta.

Stesero sulla sabbia i loro asciugamani, poi ognuna si divise , seguendo i propri piani.

Rin si diresse verso il bar, aveva voglia di un bel caffè, quella notte non era riuscita a chiudere occhio e poi voleva stare un po' con la sua nuova amica Ayame.
Kagura, armata di riviste di gossip e occhiali da vip, si stese sull'asciugamano , decisissima ad avere una tintarella da copertina.

Kagome invece, correndo come una bambina, si diresse verso la riva, con dietro Sango che teneva sotto il braccio la tavola da surf.

L'acqua si infrangeva sugli scogli, facendo degli schizzi e rendendo l'acqua spumosa.

-Non vedo l'ora di provare, sono emozionatissima!- esclamò Kagome.

Sango sospirò, poi disse:-Kagome, guarda che non è così semplice come sembra...-

La sua amica aveva un brutto difetto, si entusiasmava per troppo poco. Almeno aveva il dovere di metterla in guardia.

Ma sembrava che la mora non avesse nemmeno sentito o preso in considerazione le parole di Sango, tutto entrava da un'orecchio e usciva dall'altro.

La mora si buttò subito in mare, ma l'acqua quel giorno, per il suo corpo troppo caldo, era fredda.
Con un espressione , che faceva intendere benissimo i suoi pensieri, disse:- è gelida!!!-

Sango alzò gli occhi al cielo, Kagome era incorregibile.

-Se tu mi ascoltassi qualche volta...- e lasciò la frase in sospeso.

Dopo qualche minuto, per abituarsi alla temperatura dell'acqua, iniziarono la tanto sospirata lezione di surf.

Kagome era euforica, peccato che quell'euforia non serviva a molto. Infatti si dimostrò una pessima allieva. Non riusciva a salire sulla tavola, se ce la faceva perdeva subito l'equilibrio.
La sua felicità di poco prima svanì come neve al sole. Era triste e afflitta.

-Stai tranquilla Kagome, anche io la prima volta ero come te , se non peggio!- cercò di rassicurarla Sango.

In  quel momento sembrava che la mora avesse ritrovato tutta la sua felicità, quelle parole l'avevano confortanta molto, almeno non pensava più di essere un impedita.
Provò nuovamente a salire, doveva farcela, almeno riuscire a stare in equilibrio.

Fece un bel respiro profondo, aspettò di vedere un'onda di altezza accettabile, quando la vide si mise sopra la tavola, si alzò in piedi e ... cadde di nuovo.

Quella caduta era stata più violenta delle altre, appena emerse si ritrovò di fronte Sango visibilmente preoccupata.

-Kagome, stai bene?-

-Coff...Sì, tutto bene!- rispose lei tossendo. Un po' d'acqua le era entrata negli occhi e le bruciavano terribilmente.

Infatti non riuscì a distinguere l'altra figura vicina alla sua amica. Le ci volle un po' per poter tenere gli occhi ben aperti.

Vide chiaramente la persona vicino a Sango che rideva sotto i baffi...

Cafone!

Eppure lo conosceva... quelle orecchie canine, i capelli lunghi e argentei, gli occhi color ambra...
Era Inu-Yasha, uno dei ragazzi che aveva conosciuto il giorno prima grazie a Rin.

Il ragazzo era in compagnia della sua tavola da surf, di sicuro era un patito del surf peggio della sua amica. Aveva raccolto i capelli in una coda bassa, alcune ciocche , però, erano libere e ricadevano, sbarazzine, sul viso.

-Stavo cercando di stare in equilibrio sulla tavola da surf ma non ci sono riuscita...- continuò la mora per interrompere quel silenzio imbarazzante.

Inu-Yasha cercò di trattenersi quanto poteva , ma il suo tentativo si rivelò vano, scoppiò in una fragorosa risata.

Kagome sentì il sangue ribollirle nelle vene... se c'era qualcosa che non sopportava è che qualcuno potesse ridere di lei.
Come si permetteva?

Era vero che lei non era un asso nel surf, ma era alle prime armi... un po' di rispetto e comprensione.

Kagome gonfiò le gote, segno che era arrabbiata e , senza dire una parola, uscì dall'acqua.

-Dai, Kagome, non prendertela!- urlò Sango seguendo l'amica.
Inutile, era come parlare ad un muro.

La mora tirò dritto mentre l'acqua cristallina si infrangeva sulla sua pancia piatta. Sapeva benissimo che in quel momento non avrebbe risposto delle sue azioni, avrebbe potuto spaccare il muso a quel ragazzo così maleducato.

-Finalmente ti ho raggiunto!- disse Sango affiaccando l'amica, dietro di lei Inu-Yasha.

Ma Kagome sembrava che non l'avesse sentita nemmeno.

-Kagome ,ti prego ,calmati! Inu-Yasha non voleva offenderti!- continuò la bruna.

Bella questa, pensò furiosa la mora, se non voleva offenderla poteva benissimo trattanersi.
Ma forse anche lei sarebbe scoppiata a ridere se avesse visto una che fa una caduta clamorosa dalla tavola da surf.

Fece un bel respiro, era davvero utile per calmarsi.Si girò verso  due interessati. Incurvò le labbra in un sorriso, un po' tirato a dire la verità, ma pur sempre un sorriso.
Sango, che conosceva davvero bene Kagome, sorrise a sua volta.

-Allora, proviamo di nuovo?- domandò Kagome più entsiasta di prima. Era davvero incredibile di come potesse mutare in fretta il suo umore, o forse era semplicemente una brava attrice.

-Per farmi perdonare, ti farò io da maestro!- esordì alla fine il mezzo demone , che fino a quel momento era stato in silenzio.
Kagome si voltò verso di lui un po' sorpresa. Però era stato gentile...

Ma tanto Sango avrebbe detto "Non ti preoccupare, Kagome non è arrabiata, continuo io con lei!"

Ma Kagome aveva fatto male i suoi calcoli, rimase ancora più sorpresa quando sentì cosa disse la bruna all'hanyou.

-Questa sì che è una buona idea! Mi raccomando Inu-Yasha , trattamela bene!-

Traditrice!
Come poteva abbandonarla così? Con quel ragazzo per giunta.
Altro che amica...

-No,Sango! Aspetta...- cercò di dire lei.
 
-Bye bye!-

E adesso?



Sapeva fin dall'inizio che era tutto uno sbaglio... lo sapeva benissimo eppure era rimasta là con lui, con il ragazzo che aveva riso di lei. Ancora si domandava come mai fosse rimasta con lui anzichè girare i tacchi e tornare al suo asciugamano.

Era passata un'ora. Un'ora di cadute in acqua, di panciate dolorosissime.

-Uffa, non ci riesco!- continuava a lamentarsi Kagome.

-E smettila di fare la ragazzina! tsk!- ribatteva quell'altro.

La ragazza aveva avuto la conferma che quel mezzo demone era davvero un cafone.

Cercò di salire di nuovo sulla tavola, ma aveva poggiato male il piede, tanto che scivolò.
Kagome si era preparata ad un'altra panciata.
Chiuse gli occhi e rimase in apnea , ma non sentì la sensazione dell'acqua sul suo corpo, solo due braccia che la sorreggevano.

Aprì delicatamente gli occhi, non capendo il motivo per cui non era in acqua. Che avesse dei poteri magici che la facevano levitare?
Impossibile! Quello poteva accadere solo ad Harry Potter con la sua mitica scopa.

Quando i suoi occhi furono ben aperti vide chiaramente Inu-Yasha che la teneva ben salda tra le sue braccia.

-Sei davvero un'imbranata...- disse lui con un tono canzonatorio.

Kagome si sentiva alquanto imbarazzata, quel contatto fisico per lei era troppo...
Si grattò nervoamente la tempia con l'indice e farfugliò qualcosa.

-Ehm... mi dispiace...-

Kagome alzò il suo sguardo, le guance erano in fiamme, ci si poteva cuocere un uovo.
Alcuni capelli le ricadevano sbarazzine sulla fronte bianca, gli occhi erano un po' rossi per colpa dell'acqua salata del mare, le gote rosee.

Rimase lì incantata a fissare il ragazzo che la teneva ancora tra le braccia.
Lo osservò meglio.

Quegli occhi erano a dir poco favolosi, intensi , caldi ... poteva trovare molti aggettivi per descriverli ma in quel momento le sfuggivano.
Inu-Yasha , visto meglio , era davvero un bel ragazzo... peccato per quel suo carattere.

Se non fosse stato così acido ci avrei fatto un pensierino...

Kagome si rese conto che quel contatto visivo stava durando già da un po', ma nessuno dei due voleva distogliere lo sguardo per primo, come se fosse una specie di sfida.
Avrebbero continuato a fissarsi a lungo se qualcosa, o meglio qualcuno non li avesse interrotti.

-MANIACO!!!- sbraitò una ragazza.

Kagome si girò verso la direzione della voce, inconfondibile quella voce...

Sango era in acqua seguita a ruota da Miroku, l'amico di Inu-Yasha.
Cosa aveva fatto quel ragazzo non era poi così difficile da indovinare... di sicuro le aveva palpato il sedere.
Miroku continuava a seguire la bella bruna con un sorriso ebete stampato sulla faccia, incurante delle minacce di morte di quest'ultima.

Doveva avere un bel coraggio, pensò Kagome. Certo, Sango non era minacciosa quanto Kagura ma quando voleva anche lei era brava a spaventare gli altri.

Anche Inu-Yasha , che fino a quel momento si era limitato a ricambiare l'occhiata di Kagome, si girò verso i due ragazzi, continuando a tenera tra le braccia la mora.

-Miroku... ma cosa combini?- disse poi Inu-Yasha rivolto all'amico.

Il ragazzo con il codino si voltò, insieme a lui anche Sango.
All'inizio i due ragazzi spalancarono gli occhi, molto stupiti e sia Inu-Yasha che Kagome non capirono il perchè.

-Piuttostu tu, caro Inu-Yasha... cosa combini?- ribattè Miroku con un sorrisetto tutt'altro che rassicurante.

Solo in quel momento i due si resero conto di essere rimasti nella stessa posizione di prima. Kagome sentì le guance andarle ancora più a fuoco...

Che situazione imbarazzante!

Mentre cercavano di ritornare ad una posizione normale, in modo molto goffo per altro, Kagome lanciò un'occhiata di sfuggita all'hanyou, anche lui sembrava imbarazzato.

Era strano vederlo così, anche se lei lo conosceva da poco tempo, non era riuscita a vederlo imbarazzato. Era addirittura adorabile con quell'espressione.

Quando sentì di nuovo sotto i piedi la sensazione della sabbia fredda, si riavviò i capelli all'indietro.

Sentiva però uno sguardo su di lei... era quello di Sango.
Aveva uno sguardo di chi la sa lunga, come era insopportabile quando faceva così.
Kagome sapeva benissimo cosa stava pensando la sua cara amichetta... non era così difficile decifrare i pensieri di Sango.

Non poteva resistere un minuto di più... doveva fare qualcosa per salvarsi da quella terribile situazione.

-Sarà meglio andare, vero Sango?- esclamò alla fine Kagome con un tono di voce decisamente troppo alto.

La mora si diresse verso l'amica , le prese la mano e la trascinò via con sè. Salutò in fretta sia Inu-Yasha che Miroku.

Mentre camminava nell'acqua sentì la voce dell'hanyou, che le disse:-Kagome, ti aspetto anche oggi pomeriggio!-

No! Perchè l'aveva detto? Da quel momento in poi, ne era sicura, Sango l'avrebbe perseguitata.

SALVE A TUTTI! MI INGINOCCHIO DAVANTI A TUTTI VOI E CHIEDO UMILMENTE PERDONO... è STATO UN PERIODO PIUTTOSTO DIFFICILE , A PARTIRE DA AGOSTO, PER QUESTO MOTIVO NON HO PIù AGGIORNATO... E DETTO SINCERAMENTE MI ERA PASSATA LA VOGLIA DI SCRIVERE... MA TRANQUILLI TUTTI... ADESSO è RITORNATA!!! SPERO RECENSIRETE IN MOLTI!!! CIAU  E AL PROSSIMO CAP

PS: PURTROPPO NON POTRò AGGIORNARE MOLTO SPESSO A CAUSA DELLA SCUOLA E ... DELL'AMORE LONTANO! UN KISS

RAN UGAJIN92

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Capitolo 6
*** Rin E Sesshomaru ***


RIN E SESSHOMARU

Svegliarsi di prima mattina con le urla e i "delicati" pugni che Sango dava sulla porta non era proprio il massimo, a dirla tutta.
Ma Rin non poteva assolutamente farci nulla... tanto quella notte non era proprio riuscita a chiudere occhio, forse non si era ancora abituata al cambio di letto.

La stanza era ancora scura poichè le tapparelle erano abbassate e solo pochi raggi del sole filtravano dalle fessure.
Mentre si metteva a sedere sul letto per potersi stiracchiare meglio sentì ancora Sango che urlava a Kagome di uscire dal bagno.

Da quando in qua Kagome perdeva tempo in bagno? Che avesse preso sul serio la sua promessa fatta in piscina il primo giorno di vacanza?

La diciottenne sorrise appena... Sentiva che quella sarebbe stata una giornata particolare.

E non si sbagliava...



-
Io mi chiedo perchè la gente debba portarsi un sacco i roba in spiaggia... Sembra di stare in un campo minato!- esclamò Sango mentre , insieme alle sue amiche, stendeva gli asciugamani sulla sabbia , che quel giorno scottava più del solito.

La bruna si riferiva alle famiglie che avevano occupato la spiaggia con le cose più impensabili. In effetti aveva ragione, dovunque si voltasse lo sguardo si potevano scorgere secchielli e palette dappertutto...

Rin non disse nulla , sistemò meglio il suo asciugamano e si iginocchiò sopra.
Alzò lo sguardo verso le sue amiche e chiese con la sua voce delicata e anche un po' assonata:- Che facciamo?-

La prima a rispondere fu Kagura, già in constume da bagno e con gli occhiali all'ultima moda addosso:- Io ho intenzione di arrostirmi per bene ,quindi se volete fare altro non contate su di me-
Mentre diceva queste parole prese della crema solare e se la spalmò sul braccio.

Rin poi guardò in direzione di Kagome e Sango, la prima si stava già dirigendo verso la riva del mare, la seconda invece aveva appena preso in mano la sua tavola da surf. Sango, guardando Kagome e sospirando rassegnata, disse rivolta verso Rin:-Io invece do delle lezioni di surf a Kagome...speriamo che avvenga il miracolo e che riesca almeno a salirci!-

La diciottenne non potè fare a meno i ridere sotto i baffi. Era tipico di Kagome entusiasmarsi per qualcosa e poi, al primo fallimento, rassegnarsi definitivamente. A Rin tornò in mente il periodo delle scuole medie.

Avevano istituito un club di recitazione, lei e Kagome avevano deciso di partecipare. Kagome non stava più nella pelle, nelle due settimane prima dell'inizio del corso non aveva fatto altro che assilare le sue amiche tanto che alla fine si era beccata una rispostaccia da Kagura.
Ma quello che Rin ricordava con maggiore divertimento era la faccia di Kagome quando il professore di recitazione le disse che doveva migliorare l'impostazione della voce e entrare meglio nel personaggio... secondo Rin era indescrivibile. L'eccitazione e la contentezza delle settimane precedenti avevano fatto posto a delusione e rabbia.

Appena finita la lezione disse "Sono una frana nel teatro... meglio se lascio stare" e così fece, negli anni a seguire non volle più vedere un copione teatrale.

Ancora adesso se qualcuna di loro riportava alla luce quell'avvenimento Kagome si arrabbiava diventano verde dalla rabbia.

Eppure è proprio per questo che le vogliamo bene, pensò Rin.

La ragazza , dopo aver rievocato quel ricordo, si guardò intorno in cerca di qualcosa da fare. Non aveva voglia di stendersi al sole poichè non era dell'umore giusto, al contrario di Kagura.

Alla fine Rin decise di andarsi a prendere un bel caffè al bar da Ayame, quella ragazza così divertente e così buffa conosciuta il giorno prima. E poi aveva proprio bisogno di un bel caffè.

In fondo non aveva dormito per niente quella notte.



Quella mattina non c'era molta gente al bar. I soliti tre o quattro clienti abituali.
Ayame sapeva benissimo che il suo locale avrebbe iniziato a riempirsi verso l'ora di pranzo e già le venivano , come diceva lei in tono ironico, gli attacchi di panico.

Per fortuna il suo adorabile fidanzato Koga, senza bisogno che glielo chiedesse, in quelle ore la aiutava più che volentieri... almeno così diceva lui, ma secondo lei il suo lupacchiotto non faceva certo i salti di gioia ed era davvero comprensibile.

Però poteva portarsi avanti con il lavoro in quell'arco di tempo in cui il bar non era pieno di gente.
Questo era quello che aveva pensato.
Ma non aveva fatto i conti con qualcosa di più distruttivo di un uragano...questa cosa aveva anche nome e cognome.

Kanna Taisho.

La "piccola" quel giorno non aveva voglia di stare in spiaggia e le era venuta la brillante idea di andare a fare una visitina ad Ayame.
Peccato che in quel momento la visitina non era ben accetta, ma questo la rossa preferì non dirglielo.
La ragazzina era seduta su uno sgabello alto e sorseggiava un caffè freddo, ultimamente in quel periodo le era presa la fissa di bere sempre e solo quello, parlava a raffica senza far concludere niente alla povera barista che, in quel momento, avrebbe voluto tirare fuori una mazza a baseball e dargliela in testa.

-Chissà se oggi si faranno vedere quelle ragazze che abbiamo conosciuto ieri...- disse poi la diciassettenne poggiando il mento sul dorso della mano destra.

Ayame , mentre puliva una tazzina da caffè, disse con tono non curante:- Credo proprio di sì-
 
-
Oh buongiorno, Sesshomaru!-trillò poi Kanna.

Infatti in quel momento era entrato nel bar Sesshomaru, fratello maggiore di Kanna. Lui non era un tipo che faceva tutto in allegra compagnia, infatti , come accadeva da alcuni giorni a quella parte, lui arrivava in spiaggia da solo , quando voleva lui e senza Kanna e Inu-Yasha.

Aveva in mano un libro dell'università, ben curato e dalla copertina ancora intatta. Kanna non riusciva a capire come mai, invece, i suoi libri sembrava che avessero passato mille e più avventure,infatti la copertina era quasi sempre rovinata e alcune pagine spiegazzate. Da quel punto di vista era difficile pensare che fossero fratelli.

Ayame lazò lo sguardo dal lavandino dove stava lavando altre tazzine e sorridendo disse al suo amico:-Ciao Sesshomaru, ti porto il solito caffè?-

-Magari più tardi- disse appena lui senza nemmeno rispondere al buongiorno della sorella e al saluto della sua amica. Ma lui era fatto così e la gente che lo conosceva bene quasi non ci faceva più caso alla sua freddezza, che a volte appariva come scortesia o arroganza.

Si sedette ad un tavolino e prese a leggere il suo libro.

-Il solito secchione...- fece Kanna con un tono da finta-schifata.

-Dovresti prendere esempio da tuo fratello, almeno lui studia... non come te che perdi tempo dalla mattina alla sera- disse prontamente Ayame. Aveva proprio voglia di provocare Kanna.

-Sembri mio padre quando parli così- rispose lei con non curanza.

Ayame strinse il pugno sotto il bancone... perchè in quel momento Kanna non le aveva risposto in tono alterato? Di solito faceva sempre così.
Forse quella non era la sua giornata fortunata.

Decise che era meglio continuare a lavorare, per quanto Kanna glielo potesse permettere. Prese lo strofinaccio e iniziò a pulire una macchia di succo di frutta sul bancone con un certo vigore.

L'altra invece continuò a bere il suo caffè e guardava suo fratello immerso negli studi.

-Uffa... sono sempre più dell'idea che Sesshomaru abbia bisogno di una ragazza allegra e solare, è troppo chiuso in se stesso e perso nel suo mondo! E sono sempre più dell'idea che Rin sia quella per lui... Devo inventarmi qualcosa...-

In quel momento Ayame strinse lo strofinaccio. Ma possibile che Kanna non si facesse mai i fatti suoi?
Saranno stati cavoli i Sesshomauru se non voleva una ragazza?

-Kanna...è meglio se non ti intrometti in queste cose...- cercò di dire la yasha con tutta la calma che possedeva , e in quel momento era davvero poca.

Ma sembrava che la ragazzina non stesse nemmeno ad ascoltarla.

-Parli del diavolo e spuntano le corna... Ecco Rin che arriva!- disse con entusiasmo indicando una figura esile che si avvicinava a loro.



Quando Rin arrivò al bar vide che non c'era quasi nessuno. Al bancone c'era Kanna, che sembrava contenta di averla vista arrivare. Ayame invece sembrava un po' irritata.

La diciottenne continuò a camminare nella sua direzione.

-Ciao ragazze!- disse Rin sorridendo ad Ayame e Kanna.

-Ciao Rin!- risposero all'unisono le ragazze.

Ayame era contenta dell'arrivo di Rin, almeno avrebbe potuto avere una conversazione normale con una persona normale, Kanna era felice invece...per motivi tutti suoi, ma che erano ben noti ad Ayame.

Si sedette su uno degli sgabelli e ordinò il suo caffè bello forte.
Mentre Rin aspettava sentì chiaramente su di sè uno sguardo piuttosto insistente. Era davvero fastidioso, la metteva a disagio.
Sapeva benissimo che era Kanna che la stava osservando così. Si sentiva stranamente agitata e non sapeva nemmeno il motivo.

-Senti Rin... tu per caso sei fidanzata?- domandò poi la ragazzina all'improvviso.

Ayame alzò gli occhi al cielo, era impossibile fermare Kanna. Dentro di sè sperava con tutto il cuore che Rin rispondesse di sì, almeno la piccola peste non avrebbe combinato nulla. Ma purtroppo la risposta non fu quella che la yasha si aspettava. Infatti Rin rispose, in modo molto cortese, che al momento non c'erano fidanzati.

Che bel guaio, aveva pensato Ayame. Adesso ,di sicuro, Kanna si sarebbe data da fare per attuare i suoi Fantasmagorici Progetti.

Dopo più o meno cinque minuti arrivò il tanto desiderato caffè di Rin e , tra un sorso e una risata, Kanna cercava di avere più informazioni possibili sulla diciottenne.
Ayame , invece, assisteva, abbastanza contrariata, al teatrino dove Rin era la vittima sacrificale e Kanna il suo aguzzino.

La vedeva bene vestita con una palandrana lunga e nera, il viso coperto e in mano un'ascia affilata per tagliare la testa alla vittima. Secondo la yasha era molto probabile che in una vita precedente Kanna fosse stata un boia.

Dal canto suo Rin rispondeva sempre in maniera molto gentile e affabile, cosa del tutto normale poichè la ragazza era sempre così con tutti e, mentre passavano i minuti, iniziò anche a divertirsi.

-Dove andrai all'università, Rin?- domandò poi Kanna.

-Ad Harvard, ho saputo che anche Ayame andrà lì!-

Ma a Kanna poco importava se c'era anche Ayame, non diede a Rin il tempo di finire la frase che già si era voltata nella direzione del tavolino dove suo fratello si era seduto e continuava a leggere, sempre con lo stesso entusiasmo, il libro di studi.

-Ehi Sesshomaru, sai che Rin andrà a studiare ad Harvard? Potresti dirle com'è!-

Il diretto interessato , dopo aver staccato gli occhi dalle pagine del libro, si era voltato ad ascoltare la sorella, ma nella sua espressione non si poteva captare nessun sentimento di tipo umano.

Ayame invece strabuzzò gli occhi. Ed era sempre più dell'idea che Kanna fosse davvero una pazza. Ma quella più sconvolta era Rin. Non si aspettava una reazione del genere.
Sarebbe stato più normale se avesse detto "anche mio fratello Sesshomaru studia ad Harvard".

Poi Rin aveva visto tutto L'Entusiasmo di Sesshomaru nell'apprendere la notizia.

Certo, non si aspettava i salti di gioia, in fondo si conoscevano da poco tempo, ma almeno un minimo di interesse... forse Miroku aveva ragione quano lo definiva un asociale.

Rin non sapeva spiegarsi il motivo ma Sesshomaru, al contrario di tutti gli altri, la metteva in qualche modo in soggezione.
Anche prima , quando era arrivata al bar, aveva visto benissimo che lui era seduto al tavolo a leggere ma non aveva avuto il coraggio di salutarlo. Ed era la prima volta che le capitava, di solito, superata la timiezza iniziale,  riusciva a socializzare con tutti senza alcun problema.
Molto spesso Sango diceva che se era riusciva ad allacciare dei rapporti normali con Kagura poteva farlo con chiunque, inutile dire la reazione della diretta interessata...

Ma se da una parte Sesshomaru la impauriva , dall'altra l'affascinava. E nemmeno questa volta riusciva a spiegarsi il motivo. Forse per i suoi modi di fare, per la sua freddezza e , doveva ammetterlo, anche per l'aria da Bello e Dannato che aveva.

Ad ogni modo la diciottenne giudicò fuori luogo quello che aveva detto Kanna.



Ormai era lì da un paio di minuti e Rin non aveva ancora finito il suo caffè che nel frattempo si era raffreddato, perdendo tutto il suo gusto.
Kanna aveva smesso con il terzo grado e aveva deciso di andare in spiaggia a prendere un po' di sole.

Alla fine erano rimaste solo Rin e Ayame , che ringraziava la sua buona stella per il fatto che la piccola Taisho se ne fosse andata.

Ma il locale iniziò subito a riempirsi e quindi le due ragazze non ebbero il tempo nemmeno di scambiare quattro chicchiere in santa pace, ogni qual volta che volevano inziare un discorso si presentava un cliente per ordinare qualcosa e finiva che lasciavano il discorso a metà.

-Rin mi faresti un favore?- chiese poi Ayame in preda ad una vera e propria crisi di nervi.

-Certo, dimmi!-

-Potresti portare questa tazzina di caffè a Sesshomaru? Tra una cosa e l'altra mi sono dimenticata di lui!- chiese poi posando sul bancone una tazzina di caffè.

Rin si morse il labbro inferiore, con tutte le persone che erano presenti nel locale proprio a lei era capitato Sesshomaru?
Ma non poteva rispondere di no, sarebbe stato troppo scortese da parte sua.

Fece un bel respiro e , stampandosi a forza un sorriso sul viso, prese la tazzina e si diresse verso il tavolino.
Già iniziava a sentirsi agitata, ma in fondo cosa doveva fare di tanto complicato? Semplicemente posare la tazzina sul tavolo e andarsene.

Eppure Rin non riusciva a calmarsi. Non sapeva spiegarsi il motivo.

Intanto , mentre pensava, non si era accorta di essere arrivata.

Posò il caffè sul tavolo, con un gesto non molto delicato tanto che Sesshomaru alzò lo sguardo dal libro.

-Ehmm... ti ho portato il caffè...- riuscì solo a dire.

Il ragazzo rispose appena con un "grazie" e , posando il libro, iniziò a bere.
Eppure c'era qualcosa che lo disturbava... Rin era ancora lì in piedi di fronte a lui.

La diciottenne non sapeva come mai ma l'agitazione di prima si era trasformata in curiosità.
Un cosa davvero strana.

-Ti serve qualcosa?- domandò lui.

-Ti dispiace se mi siedo qui?- chiese lei.

Sesshomaru fece cenno di sì con la testa, a lui non faceva differenza.
Rin ,tutta soddisfatta, si sedette.

Ma ancora una volta ci fu un'improvviso cambio di umore, la soddisfazione si era mutata in agitazione. Adesso che era lì cosa poteva dire?

Avrebbe dovuto pensare prima di chiedergli di sedersi lì con lui. A volte Rin si sentiva davvero scema.

Cercò di pensare il più in fretta possibile degli
argomenti di conversazione, possibilmente non stupidi.
Ma la cosa era più facile a dirsi che a farsi.

Iniziò a muovere in modo nervoso il piede, sbattendolo sù e giù.

Alla fine disse la prima cosa che le venne in mente:-E così tu studi ad Harvard...-

Rin si maledisse più volte per quell'osservazione così stupida.

-Così pare...-

Una risposta non proprio soddisfacente, pensò la ragazza che intanto cercava altre cose da dire o da domandare.

Ancora una volta tirò fuori la prima cosa che le venne in mente.
-E com'è ? Intendo dire... l'università...-

E ancora una volta si maledisse per non essere riuscita ad unire quattro parole e formare una frase di senso compiuto.

-Come tutte le università sulla faccia della terra...- rispose scortese Sesshomaru, che sembrava infastidito dalla presenza della ragazza.

Che cafone... ed io che lo consideravo interessante...

In effetti Rin non aveva ricevuto delle belle risposte e non era riuscita ad intavolare una conversazione normale.
Voleva quasi andarsene quando l'occhio le cadde sul libro chiuso poggiato sul tavolino.

Era un libro di letteratura.
Ed era la sua materia preferita al liceo... forse qualcosa in comune quei due l'avevano.

-Caspita, un libro di letteratura italiana... sei un'appassionato di questa materia?- domanò alla fine Rin con tutto il fiato che aveva in gola.

Ma dall'altra parte non ottenne risposta.
Provò di nuovo.

-A me ,ad esempio, piace molto il romanzo cortese, in particolar modo il circolo Bretone...-continuò a dire lei sfogliando il libro del ragazzo che, nel frattempo, aveva preso tra le mani.

Fece finta di leggere qualcosa in quelle pagine bianche con su scritte parole, parole e ancora parole, in realtà attendeva con impanzienza una risposta di Sesshomaru.
Passò qualche secondo, che parvero ore a causa dell'attesa.

Aspettava e aspettava ma non riuscì ad udire nessuna risposta.
Ormai rassegnata , alzò lo sguardo cercando gli occhi del giovane.

-Io preferisco la poesia di Giacomo Leopardi, il pessimismo cosmico...- disse alla fine Sesshomaru.

Rin sorrise appena, chissà come mai, avrebbe scommesso due occhi della testa che Leopardi sarebbe piaciuto molto a quel ragazzo così solitario e taciturno.

Da lì in poi le cose vennero da sè. Rin riuscì a superare il nervosismo e le sembrò che Sesshomaru fosse più "aperto" nei suoi confronti... forse l'aveva presa per una ragazzina superficiale...

E chi poteva dirlo.

Cercare di capire Sesshomaru era davvero un'impresa titanica.


Da lontano, e precisamente da dietro un bancone, una ragazza osservava, tra un succo di pesca e un caffè, la scena.

Ayame pensò che forse Kanna non aveva tutti i torti, ma per il momento non glielo avrebbe detto...

SALVE A TUTTI!!! SONO TORNATA! CHIEDO SCUSA SE CI HO MESSO TANTO AD AGGIORNARE MA SAPETE, LA SCUOLA MI RUBA UN SACCO DI TEMPO (SOPRATTUTTO FILOSOFIA... GRRRRRR)!
AVETE APPENA LETTO IL CAPITOLO DEDICATO A RIN E SESSHOMARU, LA MIA COPPIA DEL CUORE... IL PROSSIMO SARà DEDICATO A SANGO E MIROKU (è GIA IN CORSO LA SCRITTURA) IL VERO PROBLEMA PER  QUESTA COSPPIA è CHE NON HO MOLTE IDEE, QUINDI SE VOI CARISSIMI LETTORI VOLESTE DARMI QUALCHE SUGGERIMENTO SARANNO BEN ACCETTI!

RINGRAZIAMENTI:

KAGGY95: CARA KAGGY... GRAZIE PER I COMPLIMENTI! MI DISPIACE MA PER KAGOME DOVRAI PAZIENTARE ANCORA UN PO'! DEVONO ANCORA ENTRARE IN SCENA MOLTI PERSONAGGI...MA SARAI ACCONTENTATA! UN KISS

INUFAN4EVER: CARA FEDE! SPERO CHE TI PIACCIA ANCHE QUESTO CAPPY! UN KISS ALLA MIA FIGLIA PREFERITA

MIKAMEY: CARA MIKAMEY, LEGGERE I TUOI COMMENTI è SEMPRE BELLISSIMO, VISTO CHE SEGUI ANCHE ALTRE MIE STORIE...TI CHIEDO SCUSA SE NON HO POTUTO AGGIORNARE PRIMA! UN BACIO

KINGDOMHEART: CIAU MERY! MI FA PIACERE CHE HAI LETTO ANCHE QUESTA STORIA! BACIONI

RORULLA: TESORO MIO! SCUSAMI TANTO PER TUTTE LE COSE CHE TI HO DETTO! SPERO CHE TI PIACCIA QUESTO CAPITOLO! BACIOTTI

KEIKO93: CARISSIMA... DEVO AMMETERE CHE ASPETTAVO IMPAZIENTE IL TUO COMMENTO! MI FAI SEMPRE UN SACCO DI COMPLIMENTI CHE NON PENSO DI MERITARE! SPERO DI NON AVERTI DELUSO CON QUESTO CAPPY! UN KISS

IMPORTANTE: PER LE MIE "AMICHETTE" DI MSN (RORO,INUFAN4EVER, KADE,CHE NON HA COMMENTATO.... ECC...) VOLEVO DIRE CHE NON MI FUNZIONA PIù MSN... A NATALE MI FARò METTERE LA CONNESSIONE INTERNET SUL PC PORTATILE...QUINDI PAZIENTATE ANCORA UN PO'! VI VOGLIO BENE!

DETTO QUESTO VI SALUTO! CIAU!

E COMMENTATE!

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Capitolo 7
*** Sango E Miroku ***


SANGO E MIROKU

Sango avrebbe voluto spararsi un colpo in testa. Era distesa sull'enorme letto della camera che le aveva dato Kagura, immersa tra i cuscini morbidi e le lenzuola fresche. I capelli sparsi qua e là e il top , che costituiva il suo pigiama, mostrava leggermente l'addome scolpito.

La povera ragazza , ancora una volta si lamentava tra sè e sè. Erano iniziate davvero male quelle vacanze , almeno dal suo punto di vista.
Il giorno prima Kagura l'aveva buttata giù dal letto, costringendola ad interrompere il suo bellissimo sogno... a dir la verità Sango non ricordava cosa stesse sognando, ma la cosa non aveva molta importanza, era un semplice dettaglio che non avrebbe mai rivelato alla sua amica yasha.

Invece quel giorno avrebbe dato lezioni di surf a Kagome.

La mora l'aveva assillata tutta la sera  pregandola di aiutarla... Secondo Kagome, se lei fosse stata in grado di praticare un po' di surf avrebbe potuto rimorchiare qualsiasi ragazzo.
Che teoria stupida, almeno secondo Sango.

Di sicuro era stata Kagura a metterle in testa certe teorie così strambe.

Forse un qualche dio voleva punirla per qualcosa che aveva fatto, anche se , secondo lei, non aveva fatto niente di chissà che nei suoi diciott'anni di vita.
Non aveva mai fatto uso di droghe, non aveva ucciso nessuno, non aveva una vita sessuale troppo intensa e "strana". Però fumava... quello si che era un buon motivo per punirla...

Sango scosse la testa, ma cosa andava a pensare?
Era l'effetto della mattina e dello stress.

Sentì dei rumori provenire dal bagno... probabilmente era Kagura, anche quando andavano a scuola la yasha si alzava ore prima per sistemarsi i capelli ed avere un trucco da rivista di moda.
Sango si portò una mano sugli occhi e se li strofinò, poi si alzò, cercando ,con non poche difficoltà, le infradito seminate in chissà quale angolo della camera, e , procedendo a passi piccoli e strisciando i piedi per terra, uscì.

Nel corridoio del secondo piano di casa Russell c'era ancora un po' di oscurità interrotta da lievi raggi del sole che filtravano dalle tapparelle semi abbassate.

Notò che la porta della stanza di Rin era ancora chiusa, probabilmente stava dormendo, vide anche la porta della stanza di Kagura chiusa e la cosa le parve davvero strana, pensava che fosse già in piedi.

Alla fine capì... in bagno c'era Kagome!

Ma aveva preso così sul serio le lezioni di surf?

Decise che era meglio non esprimersi in merito. L'attenzione di Sango poi fu catturata dalla scala che conduceva al terzo piano. Kagura aveva detto che era la sala hobby.
 Aveva voglia di fare qualcosa di divertente che riuscisse a svegliarla.

Quando salì constatò con piacere che la fortuna non l'aveva ancora abbandonata. Nel piano riservato alla sala hobby c'era una console con un sacco di videogiochi. Lei adorava giocare così, con un fratello più piccolo poi era logico che le piacesse.


Doveva ammetterlo... Kagome era una vera frana con la tavola da surf. Ma non riusciva a dirglielo, le sarebbe dispiaciuto troppo, in fondo era una della sue migliori amiche.

Kagome, non appena erano scese in spiaggia, si era fiondata in acqua pentendosene in seguito perchè l'acqua era fredda.

La mora continuava a cadere dalla tavola, non riuscendo a stare sulla tavola per più di tre secondi. Ed era in quei momenti che veniva fuori la Kagome che Sango conosceva.
Quella che si arrende sempre e non vuole mai riprovare. Era una vera pusillanime e questo tipo di atteggiamento a Sango dava davvero fastidio.

Anche se da una parte voleva dirle che era una vera frana, dall'altra non voleva nemmeno che lei abbandonasse tutto subito, era ora di cambiare.

-Kagome, anche io all'inizio ero come te, solo con il tempo si migliora!- esclamò poi Sango per incoraggiare l'amica.

A Kagome le si illuminarono gli occhi, allora per lei c'era ancora una speranza...
In realtà Sango aveva mentito, ma era una bugia a fin di bene. In realtà lei sulla tavola , la prima volta, era riuscita a starci per qualche minuto. Molto probabilmente lei era davvero portata e Kagome no, ma questo non voleva assolutamente dire che lei non potesse riuscirci.

La mora provò ancora, ancora e ancora... sempre con scarsi risultati.

Mentre Sango aspettava, con un certa impazienza, si guardò intorno. In acqua non c'era molta gente a quell'ora del giorno, giusto qualche genitore che cercava di insegnare al proprio figlio a nuotare.
Poi c'erano anche due o tre surfisti sparsi qua e la. Tra le onde la ragazza scorse un ragazzo. Aveva i capelli argentei legati in una coda bassa in modo che le lunghe ciocche non lo intralciassero poi aveva anche due buffe orecchie canine.

Sango lo riconobbe subito... era Inu-Yasha. Uno dei ragazzi che aveva conosciuto il giorno prima. Si ricordava benissimo di lui, anche perchè faceva surf come lei e poi come poteva scordarsi di un ragazzo con le orecchie da cane così carine?

Sango guardò il suo stile. Era davvero impeccabile. Si muoveva davvero bene tra le onde. Probabilmente quel ragazzo praticava da moltissimo tempo quello sport. La ragazza lo invidiò non poco.
Intanto Inu-Yasha aveva finito di cavalcare un onda e, girandosi intorno, vide ache lui Sango.

Si avvicinò, quella ragazza le era stata subito simpatica. Poi una ragazza che picchiava Miroku non poteva che essere un mito per lui.

-Ciao ,Sango!- esclamò lui.

-Ehi Inu-Yasha! Anche tu a surfare?- domandò lei allegra.

Il ragazzo annuì, poi le chiese:-E la tua tavola dov'è?-

La diciottenne rispose:-In realtà sono qui con la mia amica Kagome, ti ricordi di lei vero? Voleva che le insegnassi a surfare e allora....-
Ma la ragazza non fece in tempo a finire la frase che dovette interrompersi all'improvviso.
Entrambi si voltarono nella direzione da dove proveniva quello strano rumore, Sango, non sapeva il perchè, immaginava già chi potesse essere.

Infatti Kagome era caduta dalla tavola da surf, mo non era una delle sue solite cadute, questa era stata più violenta.
Appena Kagome risalì dall'acqua Sango le si precipitò e le chiese come stava. La mora rispose tossendo e le assicurò che stava bene.

Intanto sentiva dietro di lei Inu-Yasha che iniziò a ridere sotto i baffi. In effetti veniva anche a lei da ridere ma non le sembrava il caso di farlo di fronte a Kagome, se la sarebbe presa di sicuro.
Ma l'hanyou non conosceva affatto il carattere non proprio facile di Kagome e, non appena scoppiò a ridere la diretta interessata uscì dall'acqua.

Perfetto, pensò Sango. Cercò di farla ragionare. Fosse facile.

Alla fine, tra una sgolata e l'altra, riuscì a raggiungere quella maledetta testona.
Sango sospirò, ormai Kagome era partita in quarta e lei avrebbe voluto davvero tirarle un bel pugno in testa per farla calmare.

Ma qualcosa, anzi qualcuno, fece fermare la bruna per lo stupore.

-Per farmi perdonare ti farò da maestro!-

Queste erano state le parole... e le aveva dette Inu-Yasha. Sango si voltò piano verso il mezzo demone... doveva ammettere che era davvero gentile, aveva trovato un modo per farsi perdonare.

Poi, fulminea, rivolse il suo sguardo verso l'amica , che era rimasta altrettanto sbalordita.
La bruna stava per rispondere con un cortese
"Non ti preoccupare, Kagome non è arrabiata, continuo io con lei!", ma una piccola parte del suo cervello le impediva di dire quelle parole, come se una vocina piccola e debole riuscisse a prevalere, ad avere la meglio sulla sua volontà.

La vocina continuava a dire "Accetta la proposta...".

Era combattuta, in mezzo a due fuochi. Stare con la sua migliore amica o darle l'opportunità di conoscere un bel ragazzo, perchè difatti lo era, e ,forse, dare il via ad una storia.
In fondo Kagome aveva espresso quel desiderio, conoscere dei ragazzi e trovarne uno con cui perdere la verginità. L'occasione era lì a portata di mano, Sango non avrebbe permesso a Kagome di sprecarla, altrimenti si sarebbe lagnata per tutto il resto della vacanza dando la colpa a lei.

Alla fine si decise, prese tutto il fiato che aveva in gola e disse:-Questa sì che è una buona idea, Inu-Yasha trattamela bene!-

Kagome cercò di ribattere. Certo che era davvero una stupida, le si presentava davanti agli occhi un'occasione bellissima e lei voleva rifiutarla?
A maggior ragione Sango era più che convinta che dovesse lasciarli da soli.
 
Alzò la mano per salutarla e , con grande velocità, si avviò verso una direzione presa totalmente a caso.



Ormai era mezzogiorno. Il sole era alto, la sabbia cocente, l'acqua del mare cristallina e bollente come un brodo e... i bambini sempre dei gran rompipalle.
Non ce n'era uno che non strillasse o che non sollevasse, con le loro palette di plastica, quantità enormi di sabbia sulle persone. Tutto questo dava molto fastidio alla povera Sango che, dopo aver salutato Kagome e Inu-Yasha e aver vagato in lungo e in largo per la spiaggia alla ricerca di Kagura, aveva deciso di stendersi un po' al sole.

Obbiettivo fallito. Non ci riusciva per niente.
Quei piccoli mostri, che i genitori si ostinano a chiamare bambini e a descriverli come se fossero degli angioletti scesi in terra per portare la pace nel mondo sembrava si fossero messi d'accordo per disturbare il suo attimo di pace. 

Sango si alzò dall'asciugamano, si guardò la pancia notando che rispetto a prima era un po' più scura. Strizzò meglio gli occhi e poi mise a fuoco il paesaggio.

Se non ci fossero stati i bambini avrebbe detto davvero di trovarsi in paradiso.

La ragazza vide che nè Kagome nè Rin erano tornate. Sperava con tutto il cuore che Kagome si stesse divertendo ... altrimenti non sarebbe sopravvissuta alla sua ira funesta quella sera stessa.

Kagura era ancora stesa al sole, non si stancava mai. Sango la guardò meglio, sembrava che stesse dormendo, nel dubbio preferì non dirle nulla, altrimenti anche lei le avrebbe inflitto la sua ira funesta.
Si tolse l'elastico che le raccoglieva i lunghi e fluenti capelli e corse verso l'acqua.
Dopo tutto quel tempo al sole le serviva proprio una bella nuotata per rinfrescarsi. Non capiva come Kagura riuscisse a stare tutto quel tempo stesa senza accusare , dopo, un forte mal di testa.

Sango non trovava parole per esprimere la piacevole sensazione che provava la sua pelle a contatto con l'acqua del mare. Era un toccasana. Si immerse nell'acqua e nuotò per un paio di secondi.
Riemerse per riprendere fiato.

Le piaceva proprio tanto. Fin da quando era piccola ne era sempre stata attratta. Era come se quello in realtà fosse il suo ambiente naturale, come se il mare fosse un richiamo troppo forte per non sentirlo. Quando con la sua famiglia, prima che i genitori si separassero, andavano tutti insieme al mare, lei ci passava le ore in acqua tanto che i polpastrelli si raggrinzivano e il padre era costretto a tirarla fuori a forza dal mare.

Anche d'inverno andava spesso in spiaggia , si sedeva su uno scoglio e osservava l'immensa distesa azzurra così incantevole, così stupefacente e allo stesso tempo così misteriosa e pericolosa. Secondo lei era un'ottimo modo per pensare e per scacciare i pensieri negativi che la turbavano. Anche quando i genitori le avevano dato la notizia del loro divorzio lei , la prima cosa che fece fu di correre verso la spiaggia e andare ad osservare il mare. Ancora adesso non si ricorda quante ore ci passò lì, di sicuro erano davvero tante perchè ad un certo punto arrivarono Kagura , Rin e Kagome, tutte e tre preoccupate per lei. Aveva capito che i genitori si erano rivolti a loro poichè la conoscevano molto bene e sapevano dove potesse trovarsi.

Sango si lisciò i capelli, prese ancora fiato e si lanciò verso il largo. Un paio di bracciate e sarebbe arrivata nel punto in cui i suoi piedi non toccavano più la sabbia.

Ma qualcosa le impedì di andare avanti, non si accorse che mentre lei procedeva in quel senso qualcun'altro si stava dirigendo nella direzione opposta alla sua. Naturalmente, poichè nessuno dei due si era accorto della presenza dell'altro, la testata fu inevitabile.

-Chiedo scusa, non l'avevo vista...-

-Sango!- esclamò la persona non appena aprì gli occhi.

La ragazza , al contrario, ci mise un po' a realizzare chi fosse la persona con cui aveva avuto il "piacere" di scontrarsi poichè un po' di acqua salata le era finita negli occhi e bruciava da morire, dalla voce , però, aveva capito che era un ragazzo.

Quando il dolore passò, Sango riuscì mettere a fuoco e a riconoscere il ragazzo davanti a lei, che intanto aveva assunto un sorriso da ebete sulla faccia.

Capelli scuri, occhi azzuri, due orecchini sull'orecchio sinistro e uno su quello destro, un piccolo codino dietro la nuca...

In quel momento aveva un vuoto di memoria. Ed era una cosa che lei assolutamente odiava. Di sicuro se gli avesse chiesto il nome avrebbe fatto una figuraccia e lei odiava fare queste figure.

-Bella come sempre!- continuò il ragazzo non curante del fatto che lei non aveva ancora proferito parola.

Eureka! Aveva avuto l'illuminazione...

Era Miroku. Il ragazzo maniaco conosciuto grazie a Rin il giorno prima. E come scordarselo un tipo come quello; sempre allegro, sempre con quel sorrisetto da ebete e quelle mani lunghe come tentacoli pronte a toccare qualsiasi cosa che avesse una forma che ricordasse quella di un sedere bello sodo.

-Ciao ,Miroku!- esordì lei con ua voce troppo squillante per essere la sua.

-Che ci fai qui tutta sola?- domandò poi.

-Stavo facendo una nuotata!- disse ma subito dopo si pentì di aver detto una cosa del genere, aveva capito che ,molto probabilmente, Miroku avrebbe approfittato della situazione.

E non si sbagliava.

Il ragazzo subito si propose di farle compagnia, lei ,naturalmente, non potè fare altro che accattare. Fisicamente , per lei, non era per niente male, peccato per quel carattere così libertino. Non appena lei aveva detto sì , subito era partita una mano per toccarle il sedere, che fosse un modo per ringraziarla? Che strana concezione dei ringraziamenti!!!

Però alla fine qualcosa di sensato riusciva a dirla, riusciva addirittura a farla ridere di gusto con qualche battuta brillante e spiritosa.

-E così quest'anno andrai a Yale!- disse lui nel bel mezzo di una conversazione.

-Esatto! Io e Kagome siamo state prese lì, Rin invece ad Harvard e Kagura a Princeton! Insomma quest'anno, alla fine dell'estate, ci divideremo!-

-Anche io studio lì, insieme ad Inu-Yasha!- la informò il ragazzo con voce felice.

Sango strabuzzò gli occhi. Si sarebbe ritrovato quel pazzo all'università?
Andiamo bene, pensò tra sè e sè.

Mentre continuavano a nuotare all'improvviso un'onda anomala si alzò, Sango non fece nemmeno in tempo a realizzare che subitò sentì addosso la sgradevole sensazione di essere trascinata dalle onde del mare.

Le entrò della sabbia nel naso, quella era ancora più fastidiosa. I capelli tutti davanti agli occhi.
Per fortuna sua non durò molto e riuscì a risalire subito in superficie.

Tossì appena.

-Sango, tutto bene?- domandò Miroku che aveva osservato la scena visto che era riuscito ad evitare quell'onda maledetta.

-Sì, grazie- disse lei tra un colpo di tosse e l'altro.

Ad un certo punto si rese conto di una cosa. Miroku continuava a guardare con un'espressione non proprio rassicurante il suo petto.

Sango abbassò molto lentamente lo sguardo e , con orrore , vide che la parte superiore del suo bikini era letteralmente volata via per colpa dell'onda anomala.

-Però Sango... complimenti, bel panorama!- esclamò il ragazzo.

La ragazza non ci vide più dalla rabbia. Il viso rosso come un peperone, un po' per la vergogna e un po' per la rabbia. Con un braccio cercava di coprirsi il petto mentre con la mente provava in tutti i modi di trattenersi dal dare uno schiaffo al ragazzo.

Ma alla fine il sentimento ebbe la meglio sulla ragione. Alzò la mano e la caricò con tutta la forza e la rabbia che sentiva dentro di sè.

Miroku rimase con gli occhi spalancati per la sorpesa, il segno delle cinque dita sulla guancia destra era bello rosso e pulsava anche.
Sango invece si allontanò per recuperare il suo reggiseno poco lontano da lei.

Mentre cercava di riaggangiarsi la parte superiore del suo costume pensò che figura peggiore  non avrebbe potuto farla... con un ragazzo come Miroku poi...

HOLA RAGA! VISTO COME SONO STATA VELOCE? SPERO CHE ANCHE QUESTO CAPPY VI SIA PIACIUTO! NON HO TEMPO DI RINGRAZIARE (QUEI POCHI , AHIMè!) CHE HANNO COMMENTATO! UN KISS


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Capitolo 8
*** I Miei Fratellastri ***


I MIEI FRATELLASTRI

L'aereo continuava a volare senza alcun problema. Nemmeno un piccolo vuoto d'aria.
Il tempo, come aveva previsto il telegiornale il giorno prima, era limpido e perfetto.

Un ragazzo di circa ventitrè anni leggeva con un certo interesse il libro di legge che teneva gelosamente tra le mani.
Di fianco a lui un altro ragazzo, sfogliava una rivista di moda con poco interesse. I capelli lunghi erano tenuti in una stecca di legno con una sfera color lilla mentre alcuni gli ricaevano disordinati sulla fronte bagnata da qualche goccia di sudore per colpa del caldo asfissiante. Il ragazzo dimostrava diciannove anni.
Per ultimo c'era un diciottenne dall'aria piuttosto calma, aveva nelle orecchie le cuffie del suo lettore musicale con i gruppi rock e punk che più gli piacevano. Teneva gli occhi chiusi e i capelli scuri erano perfettamente ordinati e arrivavano appena alle spalle.

Tutti e tre sembravano talmente presi dalle loro cose che nessuno avrebbe potuto distrarli. In quel momento nel corridoio dell'aereo passò un ragazzo, talmente bello che sembrava un modello.

Probabilmente era un italiano. Il secondo ragazzo, quello che sfogliava la rivista di moda, subito alzò lo sguardo per osservarlo meglio.
Si sporse con la testa per poi vederlo sparire in un'altra classe, probabilmente quella turistica. Il primo ragazzo, quello che leggeva il libro di legge fu costretto ad abbandonare la propria lettura poichè si era ritrovato il corpo del suo vicino di posto al posto delle leggi.

Alzò gli occhi al cielo visibilmente infastidito.

-Jakotsu!- esclamò con un pizzico di irritazione - vuoi smetterla di sporgerti verso di me per poter guardare i fondoschiena dei ragazzi?-

L'altro, il diretto interessato, si girò verso il suo interlocutore e , con un espressione triste, disse:- Renkotsu ma che ci posso fare?-

-Infatti non devi fare niente! Smettila una volta per tutte!!!- esclamò furente Renkotsu.

Jakotsu subito si tolse dall'amatissimo libro del fratello e , con un gesto fulmineo, si sitemò i capelli sulla fronte. Si sistemò la maglietta scura a maniche corte che indossava quel giorno e riaprì la rivista che stava leggendo, non si accorse, però , che mentre riapriva la rivista diede una gomitata all'altro ragazzo seduto di fianco a lui.

Il diciottenne subito aprì gli occhi e si voltò verso la sua destra.

-Jakotsu, per favore fai più attenzione!- disse poi il ragazzo con un tono cortese ma allo stesso tempo un po' scocciato.

Un altro sbuffo.

-Certo che siete di una simpatia oggi, voi due! Se non vi andava di venire potevate anche restare a casa!-

Renkostu alzò nuovamente gli occhi dal libro, questa volta ancora più scocciato di prima.

-Jakotsu, ti voglio ricordare che io e Suikotsu siamo venuti solo perchè lo voleva nostro padre!-

-Nostro padre? Forse tuo padre, io, nei miei diciannove anni di vita, l'avrò visto sì e no tre volte! Cosa gli sarà successo? Una improvvisa illuminazione?- domandò poi sarcastico Jakotsu.

Suikotsu , nel frattempo, era rimasto in religioso silenzio. Non aveva assolutamente voglia di essere mangiato vivo dai suo fratellastri.

Renkotsu respirò rumorosamente, segno evidente della sua irritazione, chiuse il libro che emise un suono sordo, prese altro fiato e disse ancora rivolto a Jakotsu:- Non sarà di certo stato un santo ma in punto di morte ha chiesto esplicitamente che i suoi quattro figli passassero insieme l'estate nella sua residenza a Long Beach! Come saprai Bankotsu si trova già lì... Non ci ha chiesto molto, se poi non riuscissimo proprio ad andare d'accordo potremmo non vederci mai più e vivere felici e contenti con la nostra parte di eredità, equamente divisa!-

Jakotsu era pronto a controbattere ma fu obbligato a smettere dalla mano di Suikotsu che , capite le intenzioni del ragazzo, si era posata sul suo braccio , un po' troppo bianco per essere estate, per farlo tacere. In quel momento la voce dell'hostess obbligò ai tre ragazzi di prestare attenzione alle sue indicazioni.
l'immagine di allacciare le cinture di sicurezza si illuminò, i passeggeri fecero quanto era stato richiesto e si prepararono all'atterraggio.



Il vento si era levato sulla spiaggia di Long Beach. Qualche famiglia aveva deciso di tornare a casa per potersi godere al fresco il pranzo.

In mare c'era poca gente.

E Bankotsu si stava annoiando a morte. Quel giorno sembrava che stasse andando a farsi levare un dente senza anestesia. Stava seduto sulla sedia e guardava , con poco interesse, il mare , sicuro di poter scorgere qualche bagnante che era sul punto di annegare. Ma le sue aspettative era più che sbagliate.

Ormai era da giorni che stava seduto lì, su quella sedia senza fare niente, secondo lui, il suo "bellissimo" fondoschiena stava prendendo la forma della sedia.

Ma soprattutto quel giorno era scocciato per l'arrivo dei suoi carissimi fratelli.
Fratelli... piuttosto fratellastri.

Avevano in comune solo lo stesso padre che, tra l'altro, in vita sua aveva visto pochissime volte. Solo i suoi soldi aveva visto durante la sua infanzia e la sua adolescenza e fin troppo chiaramente.

E poi i suoi fretellastri non gli stavano molto simpatici.

Renkotsu, il figlio della moglie di suo padre, era un ventitrenne troppo pignolo e saccente.
Jakotsu , figlio di un'amante, esattamente come lui, era il finocchio di famiglia. Bankotsu metteva in dubbio , a volte, la parentela tra il suo fratellastro e suo padre.
Infine c'era Suikotsu, anche lui figlio di un'amante, troppo tranquillo e pacato, faceva venire il latte alle ginocchia.

E lui?

Lui era il secondo figlio, quello tra Renkotsu e Jakotsu. Il playboy della situazione. E in questo era fin troppo simile al padre.
E quante volte aveva manifestato questa sua natura.

A volte , scherzando, sosteneva che la colpa era di sua madre che , fin da quando era nella culla, lo definiva un ragazzo bellissimo. Alla fine lui si era convinto di questo, almeno così diceva.

Però doveva ammetterlo, era un vero bastardo con le ragazze. Aveva perso il conto di quanti cuori aveva infranto. Tantissime ragazze avevano sofferto per le sue bugie, molte erano state lasciate subito dopo essersi concesse con tanto amore.
Ma che ci poteva fare?
Lui era fatto così, le ragazze non riuscivano a soddisfarlo del tutto. Forse la colpa era proprio delle ragazze, erano colpevoli del fatto di innamorarsi di lui. E Bankotsu perdeva subito il suo interesse inziale.

Eppure lui odiava questo suo carattere.
Quando era piccolo aveva visto fin troppe volte la madre piangere per suo padre, era caduta in depressione, in una despressione tremenda. Aveva allucinazioni per colpa degli psicofarmaci che ormai erano diventati una droga. L'immagine di sua madre era di lei distesa su un letto che dormiva, con un'apatia negli occhi quadno si svegliava che metteva tristezza anche a lui.
E lui poteva solo piangere in silenzio, era solo un bambino e i suoi problemi, al confronto con quelli di sua madre, erano niente.

Eppure lui soffriva, intesamente e costantemente. Ma soffriva in silenzio.

Con il tempo aveva accettato che sua madre,anche se lui la invocava a gran voce la notte per la paura del buio, non sarebbe mai andata da lui e aveva imparato a farsi le ossa da solo.

Ma nonostante questo aveva capito che tutto quell'incubo aveva avuto inizio da suo padre.
E lo odiava per questo.

Odiava i suoi modi di fare, odiava i suoi soldi. Tutto ciò che apparteneva a lui lo odiava. Compresi i suoi fratellastri.

Ma allora perchè lui faceva esattamente come suo padre?

Inconsciamente voleva imitarlo?

Che bel dilemma.

Bankotsu in quel momento maledisse i bagnanti che non rischiavano di affogare.



-Caspita! Il paparino si trattava bene... chissà se sono stato concepito in questa casa!- esclamò Jakotsu con la valigia in mano davanti all'immenso portone della villa di sua padre.

La villetta era di ben tre piani , perfetta per i festini.

Suikotsu si limitò a sorridere all'affermazione del fratello mentre Renkotsu, il più noioso come lo aveva definito Jakotsu, si voltò a guardarlo malissimo, avrebbe potuto incenerirlo.
La povera vittima fece finta di niente, era meglio ignorare suo fratello maggiore che dargli corda, in questo modo Renkotsu se la prendeva ancora di più.

I ragazzi poi avanzarono ancora, superarono il giardino, fin troppo trascurato, infatti Renkotsu si prefissò di chiamare un giardiniere il giorno dopo, e bussarono alla porta.

Bankotsu, che stava comodamente sdraiato sul divano a guardare la tv, infatti il suo turno era finito ed era tornato subito a casa per evitare le sanguisughe cioè le ragazze che gli si appiccicavano addosso, andò svogliatamente ad aprire.

Sapeva benissimo chi c'era dall'altra parte della porta eppure rimase lo stess sorpreso. Con i suoi fratelli non si assomigliava di una virgola - e meno male - pensò tra sè e sè.

-Ciao, fratellone, che piacere vederti!!!- disse in tono sarcastico Jakotsu.

Bankotsu levò gli occhi al cielo.
Sarebbe stata una convivenza davvero difficile, se non addirittura mortale!!!


HOLA A TUTTI!!! VISTO CHE VELOCITà CON IL NUOVO CAPITOLO? HO INSERITO RENKOTSU, JAKOTSU E SUIKOTSU , I CARISSIMI FRATELLASTRI DI BANKOTSU. C'è DA PREMETTERE CHE NELLA VERSIONE PRECEDENTE QUESTI PERSONAGGI NON ERANO PREVISTI, MA SICCOME VOLEVO METTERE IN RISALTO LA PSICOLOGIA DEL PERSONAGGIO DI BANKOTSU, CHE ADORO, HO MESSO SU TUTTA UNA STORIA INGARBUGLIATA!!!

RINGRAZIO LE PERSONE CHE MI HANNO COMMENTATO (MYIMMAGINATION, PIKKOLA RIN, KAGGY95, ARYUNA E MIKAMEY) SONO CONTENTA CHE VOI SIATE ENTUSIASTE DI QUESTA STORIA E QUESTO MI PERMETTE DI ANDARE AVANTI!

ADESSO PERò VI FACCIO UNA DOMANDA: COSA VI ASPETTATE O VI PIACEREBBE TROVARE NEL PROSSIMO CAPITOLO?

SPERO CHE RISPONDIATE ALTRIMENTI DOVRETE RIMANERE SENZA CAPITOLO NUOVO PER UN PO' VISTO CHE HO UN BEL BLOCCO DA ARTISTA! DETTO QUESTO VI SALUTO E SPERO CHE COMMENTIATE IN MOLTI! CIAU

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Capitolo 9
*** Kagura E Bankotsu ***


KAGURA E BANKOTSU

Che pacchia!
Poteva dirlo chiaramente, anzi, poteva addirittura urlarlo!!!

Kagura era davvero contenta. Una bellissima vacanza con le sue amiche, nella sua adorata villa di famiglia, la spiaggia paradisiaca...

C'era solo un piccolo neo in tutto quel candore che la disturbava.
Bankotsu!!!
Quel ragazzo sbruffone e menefreghista, con una faccia che lei avrebbe preso volentieri a schiaffi, ma forse non si sarebbe limitata solo a quello, avrebbe fatto molto di più. Sarebbe stata capace di compiere un vero e proprio delitto. Omicidio premeditato. Di sicuro sarebbe stata quella la sua accusa.

Rivederlo le aveva aperto una ferita che , forse, non si era ancora chiusa del tutto. Ma adesso Kagura non aveva voglia di pensarci.

Come aveva sostenuto , e continuava a sostenere, quella vacanza sarebbe stata una vera pacchia e niente e ,soprattutto, nessuno avrebbe potuto rovinargliela.

Si voltò verso la sveglia digitale poggiata sul suo comodino fatto di legno di ciliegio. Segnava le 8 e 47. Era abbastanza presto, questa volta non avrebbe svegliato, anzi buttato giu dal letto nel vero senso della parola, la povera Sango. Per tutta la durata della giornata precedente non aveva fatto altro che lamentarsi. E doveva ammettere che era davvero fastidiosa, più di una volta si era trattenuta dal darle un bel pugno in testa e lasciarle un bernoccolo degno di quel nome.

Il corpo di Kagura era semi coperto dalle lenzuola rosse. La yasha si rese conto che in realtà non aveva solo le coperte di quel colore ma praticamente tutta la stanza era rossa.
Ma che poteva farci? Era un colore che adorava, i suoi occhi erano rossi e poi sua madre , quando era piccola e ingenua, le diceva che quel colore la rendeva bellissima come una principessa, anzi forse di più...

Sorrise malinconica e si lasciò sfuggire un gemito sommesso al ricordo di sua madre. Tutti le dicevano che le assomigliava, nonostante fossero passati quattro anni si ricordava fin troppo bene il viso di sua madre.

Kagura scosse la testa, meglio non pensarci, non perchè non volesse bene a sua madre ma perchè sapeva che quei ricordi le mettevano addosso una malinconia che difficilmente voleva sparire.

La ragazza si mise a sedere sul letto e si stiracchiò per bene, poi andò ad aprire la finestra per far entrare un po' d'aria nella stanza, c'era odore di chiuso.
Non appena la finestra fu spalancata respirò l'aria a pieni polmoni, nelle narici sentiva chiaramente l'odore della salsedine. Quanto amava quell'odore!!!

Scrutò meglio il cielo, non c'era una nuvola. L'immensa distesa celeste era interrotta da qualche stormo di gabbiani che volavano disordinati.
Poi Kagura decise di scedere in cucina per prepararsi un bel caffè, le serviva proprio per darle la giusta carica, altrimenti come avrebbe fatto a dare pugni in testa a Sango o Kagome o a Rin ,anche se a lei molto raramente.

Aprì la porta della sua stanza e si ritovò nel corridoio. Però una cosa non le sfuggì , che Kagome si era barricata in bagno e non usciva più.
Sapeva fin troppo bene che c'era lei, ne aveva la certezza assoluta. Solo una strambra come Kagome avrebbe potuto decidere di farsi bella solo per perdere la verginità.

Certo che se Kagome perdeva tempo in bagno a farsi bella, per Kagura, da quel momento in poi, il mondo poteva anche girare al contrario.


Sole, sole, sole e ancora sole. Non si serebbe mai stancata di prederne. Le donava una carnagione stupenda e poi faceva sparire i brufoli.

Kagura si trovava in spiaggia con le sue amiche. Lei aveva già esposto i suoi piani fin dal principio. Voleva prendere il sole.

Sinceramente cosa facevano le altre poco le importava, bastava solo che nessuno la distogliesse dal suo obbiettivo. A volte, doveva ammetterlo, era davvero egoista.
In quel momento Kagome annunciò alle sue amiche la sua intenzione di fare surf, con lezioni da parte di Sango. La yasha aveva notato che nello sguardo della povera bruna tutto c'era ,tranne che uno sguardo contento.
In effetti nemmeno lei avrebbe sprizzato gioia da tutti i pori se avesse dovuto dare lezioni a Kagome di surf. Come motivo principale c'era la scarsa pazienza che possedeva e come secondo motivo il fatto che lei non sapesse andare sulla tavola da surf.

Rin, invece, si avviò, ancora con i vestiti addosso, si diresse verso il bar di Ayame, quella ragazza tanto simpatica conosciuta per caso. La yasha la osservò fino a quando quell'esile figura non scomparve del tutto.

Kagura, rimasta sola, mise gli occhiali ultima moda e si stese sul suo asciugamano, guarda caso, rosso. Un leggero sorriso le si dipinse sul volto.


Quanto tempo aveva passato sdraiata al sole?
Difficile dirlo, lei non ci badava. Si rese conto , però, che iniziava ad accusafre un leggero mal di testa. Si mise a sedere e , prendendo uno spruzzino dalla sua borsa di paglia adatta per le giornata in spiaggia, si spruzzò in un po' di acqua sul corpo, per dare un leggero sollievo al suo povero corpo bruciacchiato.

Sentì i suoi capelli bagnati, colpa del sudore. Si slegò lo chignon per poi riacconciarselo.
Kagura, mentre era intenta a sistemarsi i capelli, sentì delle risate un po' troppo forti per i suoi gusti venire dalla vedetta del bagnino. Si voltò con fare poco interessato, e in effetti poco le importava, era solo per sciogliere i muscoli del collo. Ma quello che vide non le servì a sciogliersi.

Un gruppo di ragazze, tutte curve, bionde e con l'aria da oche si aggirava attorno alla vedetta del bagnino. Tutte ridevano all'unisono, avevano una risata che a Kagura dava molto fastidio, le avrebbe volentieri prese a schiaffi una per una. Sembravano come dei bambini che litigano per accaparrarsi il pezzo di torta più grande. Ma la cosa peggiore fu vedere l'oggetto dei loro desideri. Era l'ultima persona che avrebbe voluto vedere: Bankotsu.

Lui era là, in piedi, a pavoneggiarsi. Il gallo della situazione. Un braccio poggiato sul bracciolo della sedia su cui era seduto, con la mano libera si passava le dita fra i capelli. Tipico atteggiamento da playboy.
Kagura storse la bocca, assunse un'aria disguastata. Le dava il volta stomaco vederlo atteggiarsi da fico.

La ragazza continuò a fissare quel quadretto a dir poco ridicolo, le ragazze erano ridicole , lui era ridicolo, tutto era ridicolo.

In quel momento Bankotsu, sentendosi osservato, si girò verso la direzione di Kagura. La riconobbe subito, le sorrise, un sorrisetto sghembo, da sbruffone che la ragazza odiava da morire.

Non appena si accorse che anche lui la guardava, con uno scatto fulmineo, si girò dall'altra parte, facendo finta di essere interessata all'orizzonte del mare.
La yasha però non capì, anzi non intuì le intenzioni del bel moro.

Bankotsu liquidò con una scusa banalissima le sue ammiratrici e si diresse verso Kagura, ormai il suo turno era finito, a dir la verità mancavano ancora dieci minuti ma, secondo lui, nessuno avrebbe rischiato di annegare proprio in quel momento.

-Ehilà, Kagura!- esclamò lui con un tono da finto allegro.

La diretta interessata alzò gli occhi al cielo scocciata. Ma proprio da lei doveva andare? Non poteva continuare a fare il gallo della situazione con quelle oche giulive? Sarebbe stato meglio, almeno per lei.

-Ciao...- rispose lei piuttosto seccata.

-Sei cambiata tanto in questi quattro anni, se lo avessi saputo non ti avrei trattata in quel modo- continuò il ragazzo sedendosi sulle ginocchia per trovarsi alla stessa altezza di Kagura.

La yasha sentì ribollirle il sangue nelle vene, faceva pure il cretino? Cosa sperava di ottenere?

-Tranquillo, penso che se fossimo rimasti insieme in ogni caso ci saremmo lasciati! Tu invece non mi sembri cambiato affatto, ti scopi sempre tutto quello che si muove?- domandò alla fine con un tono canzonatorio. Voleva proprio vedere cosa avrebbe risposto.

-Prensi davvero che io sia così? Mi dispiace che tu pensi questo di me, non sono proprio quel tipo di ragazzo- a quell'affermazione la yasha sollevò un sopracciglio come per fargli capire che non se la beveva per niente quella frase- e comunque mi sembra che tu , almeno da quanto mi ha raccontato Rin, sia cambiata molto in questi anni. Non sei la ragazzina timida che ricordavo, quando Rin ha descritto le sue amiche l'idea che fossi te quella ragazza mangiatrice di uomini non mi ha nemmeno sfiorato poi quando ti ho vista a stento ci credevo! Come mai sei diventata così?-

Bella domanda! Kagura abbassò la testa e fissò la sabbia sotto i suoi piedi. E chi sapeva dare una risposta, se era diventata così è perchè forse doveva succeddere. Secondo lei tutto era ordito dal destino, tutto succedeva perchè doveva succedere.

Non rispose alla domanda.

-Ti ho fatto così male?- domandò di nuovo.

Sgranò gli occhi, aveva così fiducia in sè stesso?

Era diventata così per colpa sua? Assolutamente no!!!
Non si cambiava mica per una delusione amorosa, ci si riprendeva subito o quasi, i tempi poi cambiavano da persona a persona.

-Ma chi ti credi di essere? Sei davvero convinto che tutto giri attorno a te?- sbottò Kagura inalberata.

Bankotsu non sembrò sorpreso della reazione, anzi, sembrava quasi aspettarsela e sorrise appena.

-Se ti arrabbi così vuol dire che ti brucia ancora!- disse lui alzandosi per poi andarsene.

Kagura non abbe nemmeno il tempo di controbbattere. Rimase stupita.

AUGUTI A TUTTI VOI, CARI LETTORI! COME STATE? AVETE PASSATO DELLE BUONE VACANZE? SPERO PROPRIO DI Sì...
IO INVECE SONO RIMASTA MOLTO MALE PER I POCHI COMMENTI RICEVUTI! SOLO 1 COMMENTO... CHE DELUSIONE... STO DI NUOVO PENSANDO DI LASCIAR PERDERE, ANCHE SE HO NUOVE FANFICTION IN CANTIERE E STO SCRIVENDO ALCUNI CAPITOLI DI UNA NUOVA FANFICTION...
VABBè... CMQ VOLEVO RINGRAZIARE DI CUORE MYIMMAGINATION CHE MI HA COMMENTATO... TANTE GRAZIE, IL TUO COMMENTO ERA DAVVERO STUPENDO!
SPERO CHE QUESTO NUOVO VI SIA PIACIUTO, IL PROSSIMO ( SE CI SARà) PARLERà DI 3 NUOVI PERSONAGGI... CON QUESTO HO DETTO TUTTO! UN BACIO A TUTTI VOI!!


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Capitolo 10
*** Il Dondolo Di Casa Russell ***


IL DONDOLO DI CASA RUSSELL

Avanti e indietro, avanti e indietro. E ancora e ancora. Il ferro cigolava anche un po' ma a Sango quel rumore non dava assolutamente fastidio, anzi... le piaceva. Forse perchè le ricordava il dondolo di casa sua. Era legato a dei ricordi molto lontani, quasi sbiaditi nella sua mente. Molto probabilmente Kohaku non era ancora nato e i suoi genitori vivevano ancora felici e contenti , proprio come nelle favole.

Il dondolo era di ferro dipinto di bianco, alcune parti erano un po' smaccate, ma comunque bello.

Invece, quello di casa Russell era leggermento diverso ma ugualmente gradevole. Kagura si era preoccupata di mettere dei cuscini abbastanza comodi per poter dare sollievo al fondoschiena, fin troppo stressato, della sua amica.
Sango , quel tardo pomeriggio di giugno, indossava un pantaloncino corto e una maglietta bianca che doveva essere più grande di lei di almeno tre taglie, ma poco le importava, in fondo doveva solo stare a casa mica andare ad un appuntamento con l'uomo della sua vita.

I capelli erano raccolti in una coda alta dall'aspetto un po' precario ,a dir la verità, gli aveva lasciati leggermente mossi pechè si scocciava di lisciarli con il phon.

Si era seduta sul dondolo nel giardino di casa di Kagura per poter fumare in santa pace una sigaretta, altrimenti avrebbe dovuto sopportare le forze di Kagome e Rin che non sopportavano minimamente l'odore del tabbacco. Almeno Kagura l'appoggiava in questo, visto che ogni tanto qualche sigaretta se la concedeva anche lei.

Aveva tolto le infradito che utilizzava come ciabatte e aveva incrociato le gambe sul cuscino del dondolo.

L'aria, quella sera, era fresca e finalmente si poteva avvertire sulla pelle abbronzata un certo sollievo dopo ore ed ore sotto il sole. Aspirava il fumo e poi, con un certo rumore, lo buttava fuori. Vicino a lei c'era un posacenere proveniente da una bancarella indiana.

Sango guardava un punto indefinito del cielo che si colorava di un tenue color rosso a causa del tramonto. Anche quel giorno aveva esagerato con gli allenamenti di surf e avvertiva , su tutto il corpo, un dolore piuttosto sopportabile, però questa volta aveva usato una protezione a fattore totale per evitare scottature.

Mise un braccio su un bracciolo e ci appoggiò la testa iniziando a pensare alla giornata.

Come al solito si erano svegliate grazie alle urla di Kagura, le canzoni cantate a squarciagola da Kagome, che purtroppo non poteva sentire quanto fosse stonata poichè aveva l'iPod nelle orecchie a tutto volume, e i lamenti disperati di Rin mentre parlava al telefono con la mamma che la implorava di mangiare qualcosa di molto calorico. E lei , poverina, quella che doveva sopportare tutto.

Per fortuna erano riuscite a sopravvivere a quella che si stava trasformando nella loro quotidiana routine.

In spiaggia si erano susseguiti una serie di fatti che, secondo il modesto parere di Sango, si sarebbero mutati nella quotidianità.

Kagome era stata letteralmente sequestrata da Inu-Yasha. "Solo per le lezioni di surf" aveva detto lui prontamente ad una battuta a doppio senso di Kagura.

Fatto sta che alla fine Kagome lo aveva seguito, Sango , con ogni sorta di scusa presente sulla faccia della terra, cercava di spiarli andando a surfare nel punto dove si allenavano quei due, ma più volte Rin l'aveva costretta a farsi i cavoli suoi.

Kagura aveva optato per il solito programma: abbronzarsi per tutto il giorno, con il conseguente attacco di mal di testa dopo alcune ore.
Anche Rin era rimasta al sole per qualche ora ma ad un certo punto della mattinata, anche lei come Kagome, era sparita. L'aveva vista allontanarsi verso il bar di Ayame.

Quanto a lei... era stata per tutto il giorno molestata da quel maniaco di Miroku. Era davvero stressante , però a tratti risultava anche simpatico.

Era riuscita a ridere un po' con lui, ma appena Sango si mostrava più rilassata subito quel maniaco allungava un tentacolo verso il suo sedere.

-Sapevo che ti avrei trovata qui! Sempre a fumare vero?- esclamò poi una voce dietro di lei.

La povera Sango, che aveva chiuso gli occhi per rilassarsi qualche minuto e liberare un po' la mente, presa dallo spavento balzò in avanti facendo cadere la cenere della sigaretta sul dondolo.

La colpevole dello spavento di Sango ridacchiò divertita e ,facendo rumore con gli zoccoli che utilizzava per casa, si avvicinò al dondolo.

-Certo che sei proprio paurosa!- constatò la voce.

Sango riconobbe subito quella voce, prima non ci aveva fatto caso perchè era troppo assorta nei suoi pensieri.

-Kagome, voglio ricordarti che quella che è uscita urlando dalla camera da letto dei genitori di Rin quando abbiamo affittato il film "L'esorcista" sei tu! Non farei tanto la spavalda se fossi in te- esclamò Sango indignata e con un tono da maestrina.

Intanto allungò una mano verso il cuscino del dondolo e la passò accuratamente per far sparire le tracce di cenere. Altrimenti Kagura avrebbe davvero compiuto un omicidio.
Nel frattempo Kagome aveva incrociato le braccia al petto con un'espressione arrabbiata sul volto.
La bruna, che stava facendo un tiro di sigaretta nel frattempo, si voltò verso quella che doveva essere la sua migliore amica ma al suo posto ci vide solo una mocciosa capricciosa e permalosa.

Sango la osservò meglio e scorse in quell'atteggiamento, tra l'altro non richiesto perchè era stata Kagome la prima a provocarla, un'espressione tipica di quando era bambina e le venne da sorridere.

L'altra, dal canto suo , non riusciva a capire il perchè di quel sorriso. Lasciò cadere le braccia lungo i fianchi e chiese:-Perchè fai quel sorriso ebete?-

-Ho rivisto una tua tipica espressione che facevi quando eri bambina, mi sono tornati in mente i nostri momenti passati insieme!- disse Sango con un velo di malinconia nella voce.

La mora strabuzzò gli occhi.

-Sango, mica siamo due vecchie decrepite! Parli come un'ottantenne...-

-Perchè non riesci mai a cogliere la vena poetica delle mie parole?- domandò Sango senza nemmeno far finire la frase a Kagome.

Le ragazze smisero di parlare. Con lentenza voltarono le teste l'una verso l'altra.

Kagome guardò gli occhi scuri di Sango che faceva altrettanto. Fu tutto una questione di pochi istanti che subito scoppiarono a ridere fragorosamente riempendo l'aria di quel giardino.

La bruna, che nel frattempo aveva spento la sigaretta, si era protesa in avanti , poggiando il petto sulle ginocchia mentre Kagome si teneva la pancia e buttava la testa all'indietro.

Nessuna delle due sapeva il vero motivo di quella risata ma più si guardavano e più veniva loro da ridere e ogni volta era peggio della prima.
Iniziarono a sentire male agli addominali, soprattutto Kagome che non era allenata come Sango.

Non si resero minimante conto che le loro risate avevano suscitato la curiosità di Rin ,che si trovava a sfogliare una rivista di moda sul divano del salotto.

Infatti la piccola se ne stava tranquillamente seduta e sembrava quasi annoiata. Poi però aveva sentito due persone ridere, inconfondibili quelle risate, e si era precipitata a vedere cosa stesse succedendo.

-Per caso è successo qualcosa di divertente? Dai fate ridere pure me!-

Le due ragazze ringraziarono il cielo per l'arrivo di Rin così avrebbero smesso una volta per tutte di ridere come due galline. Si voltarono verso la porta finestra del giardino di casa Russell e osservarono Rin.

Entrambe notarono che la carnagione di Rin acquistava un po' più di colore rispetto a prima e le regalava un'aria fanciullesca, fresca e pura.

Poi Sango decise di prendere parola e non far attendere la sua amica che aspettava impaziente una risposta soddisfacente:-Non è successo nulla, siamo solo un po' sceme!- esclamò con un tono ancora divertito e non appagando la famelica curiosità della povera Rin.

Sospirò rassegnata e poi si mise a sedere per terra sulle calde mattonelle rosse. Poggiò le mani dietro la schiena e guardò sia Sango che Kagome, le era venuta un'improvvisa voglia di chiacchierare.

-Allora? Che dite di bello?- domandò Rin con voce squillante.

-Dico che mi sto preoccupando per Kagome! Inu-Yasha le sta troppo appiccicato...- disse Sango con un tono non curante e accendendosi un'altra sigaretta.

La diretta interessa divenne di mille colori e abbassò la testa dicendo:-M-ma cosa dici? Io e Inu-Yasha siamo solo amici e mi da lezioni di surf!-

Rin sorrise divertita alla reazione dell'amica e prese parola anche lei:-Beh Kagome, non ci sarebbe niente di male nel caso in cui tu provassi un'attrazione verso Inu-Yasha...Chissà, forse potrebbe essere il ragazzo con cui tu possa perdere la verginità!-

A quelle parole Sango scoppiò a ridere.

-Bastarda! Perchè ridi?- ringhiò Kagome.

Ma la bruna non fece in tempo a rispondere perchè il suono del telefono interruppe la conversazione. Da una parte però Kagome fu solo che felice e ringraziò la misteriosa persona che aveva chiamato.

Tutte e tre si diressero verso l'interno della casa. A rispondere fu Rin che prese il cordless bianco e ,portandolo all'orecchio, disse:-Pronto? Chi parla?-

Le altre due videro l'espressione di Rin cambiare in meno di due nano secondi: aveva strabuzzato gli occhi e si sentiva un po' di paura nella sua voce.
Non riuscivano il capire il perchè di quella reazione, che fosse un maniaco?

-Ciao Abi! Kagura? Te la passo subito , è uscita in questo istante dalla doccia!- continuò la diciottenne.

Sango e Kagome capirono allora il perchè di quella reazione. Abi era molto peggio di un maniaco. Chissà cosa aveva fatto Kagura per suscitare l'ira di sua sorella.

Nel frattempo Kagura aveva raggiunto le amiche nel salotto perchè aveva sentito il suono del telefono. Indossava un accappatoio bianco e in testa si era fatta un turbante per non far cadere le goccioline di acqua per terra.

Si rivolse a Sango e Kagome e chiese:- Chi è al telefono?-

-Presto lo scoprirai!- dissero all'unisono.

La yasha non capiva perchè facevano tanto le misteriose ma preferì non dire nulla. Vide Rin che le porgeva il telefono con un'aria tutt'altro che rassicurante.

-Buona fortuna!- pronunciò flebile. E queste parole disorientarono ancora di più Kagura.

Avvicinò con una certa lentezza l'apparecchio all'orecchio che spuntava dal turbante e , con un velo di paura, cosa molto strana per una come lei che avrebbe affrontato un leone a mani nude, disse:- P-pronto?-

-KAGURAAAAAAAAAAA!-urlò la voce dall'altra parte.

La yasha chiuse gli occhi. Sua sorella era mille volte peggio di un leone.
Si voltò verso quelle che dovevano essere le sue amiche e , con tutta la rabbia che potesse avere, le fulminò con lo sguardo.

Apenna la telefonata si sarebbe conclusa le avrebbe conciate per le feste. Parola di Kagura.


HOLA CHICAS! COME STATE? IO MALE...HO LA FEBBRE! ALLORA, AVETE FINALMENTE LETTO UN NUOVO CAPITOLO DI LAST SUMMER...SO BENISSIMO CHE NON SUCCEDE NULLA DI CHE IN QUESTO CAPITOLO MA SAPETE CHE NON AVEVO NESSUNA IDEA E ALLORA HO OPTATO PER UN CAPITOLO DI "INTERMEZZO" PER FAR VEDERE COME SI SVOLGESSE LA VACANZA DELLE NOSTRE EROINE E DI COME SIA LA LORO AMICIZIA!
RINGRAZIO CHE MI HA DATO DEI SUGGERIMENTI, INFATTI NE HO UTILIZZATO QUALCUNO, AD ESEMPIO LA TELEFONATA DI ABI , INCAZZATA COME UNA IENA, PER LA POVERA KAGURA!
NON SONO STATI CITATI I PERSONAGGI COMPARSI NEL CAPITOLO PRECEDENTE PERCHè QUESTO EPISODIO SI SVOLGE NELLA STESSA GIORNATA DELL'ARRIVO DEI FRATELLI, TUTTI SI CONOSCERANNO NEL NUOVO CAPITOLO!

VI CHIEDO POI SCUSA PER IL RITARDO MA SAPETE TRA LA SCUOLA E TUTTI GLI IMPEGNI... E COME SE NON BASTASSE HO POSTATO UNA NUOVA STORIA ***A GARLANDO OF ROSES***, ANZI NE APPROFITTO PER INVITARVI A LEGGERLA XD!

E ADESSO PASSIAMO AI RINGRAZIAMENTI:

MIKAMEY: TI RINGRAZIO MOLTO PER I CONSIGLI CHE MI HAI DATO, VEDRAI TUTTO QUELLO CHE HAI DETTO A TEMPO DEBITO! UN BACIONE

ARYUNA: CERTO CHE CI SARà UNA RISSA TRA BANKOTSU E RENKOTSU MA PIù IN Là CON I CAPITOLI E IL PRIMO A PRENDERE UN PUGNO SARà IL NOSTRO POVERO BANKOTSU (MI DISPIACE MA è PER ESIGENZE DI COPIONE) MA ALLA FINE IL TUO TESORINO SI RISCATTERà! UN BACIO ALL'UNICA DELLE MIE "AMICHE" DI MSN CHE CONTINUA A SEGUIRMI!

YULY: PER IL MOMENTO TI DOVRAI ACCONTENTARE DI QUESTO CAPITOLO! MA NEL PROSSIMO VEDRAI QUELLO CHE VOLEVI! BACIO

VALE728: GRAZIE MILLE PER I COMPLIMENTI! SONO CONTENTA CHE QUESTA STORIA TI PIACCIA... PURTROPPO I COMMENTI SONO SEMPRE POCHI! KISS

SA CHAN: SCUSA PER IL RITARDO MA SPERO CHE IL CAP SIA DI TUO GRADIMENTO! BACIONI

GEMELLINA DOLLY: DEVO ESSERE SINCERA? QUANDO HO VISTO IL TUO COMMENTO MI è PRESO UN COLPO AL CUORE...HO PENSATO "ECCO CHE QUALCUNO HA TROVATO UN SACCO DI ERRORI NELLA MIA FICTION E ME LO VUOLE FAR NOTARE"! MA è STATA UNA VERA SORPRESA VEDERE I COMPLIMENTI RICEVUTI TANTO CHE VOLEVO URLARE DI GIOIA! SONO DAVVERO CONTENTA CHE TI SIA PIACIUTA, SOLO ULTIMAMENTE MI STO DEDICANDO ALLA PSICOLOGIA DEI MIEI PERSONAGGI, PRIMA ERO MOLTO STATICA NELLA NARRAZIONE! MA LA PARTE PIù BELLA è STATA LA FRASE "SPLENDIDA QUESTA STORIA", SONO FELICISSIMA DI QUESTO! E PER QUANTO RIGUARDA GLI ERRORI STO CERCANDO DI PRESTARE PIù ATTENZIONE! TI RINGRAZIO DAVVERO TANTO! SPERO CONTINUERAI A SEGUIRMI! UN BACIONE

KEIKO 93: ULTIMA MA NON IMPORTANZA! LEGGERE I TUOI COMMENTI è SEMPRE UNA DELIZIA PER IL MIO EGO (FIN TROPPO SGONFIATO)! SAPERE CHE LA MIA STORIA TI PIACE COSì TANTO MI RIEMPIE IL CUORE DI GIOIA! DIMMI COSA NE PENSI DI QUESTO CAPITOLO! UN BACIO!

DETTO QUESTO...COMMENTATE!

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Capitolo 11
*** Gli Occhiali Chanel, Il Detersivo e Il Portafoto ***


GLI OCCHIALI CHANEL, IL DETERSIVO E IL PORTAFOTO

Il cassetto venne aperto con molta forza e gli oggetti al suo interno si mossero appena.

La ragazza notò che dentro c'era solo una gran confusione, prima o poi avrebbe dovuto mettersi a riordinarlo... peccato che sapeva che ci avrebbe messo molto di più di una semplice mezz'ora.
Kanna allungò la mano dalla pelle diafana in cerca dei suoi occhiali con la montatura scura di Chanel, ultimo regalo del papà per il suo diciassettesimo compleanno.
Li aveva desiderati fin dal primo momento in cui gli aveva visti e dio solo sapeva quanti litigi aveva dovuto affrontare con il padre per farseli comprare.

Alla fine però era riuscita ad averla vinta, bastava solo fare qualche coccola in più al vecchio e ottenere qualche voto più alto a scuola , per questo si era fatta aiutare da Sesshomaru con i compiti ,quelle poche volte che il suo adorato fratellastro tornava a casa.

Si ricordò ancora le parole del padre non appena aveva finito di scartare il pacchetto regalo, "Kanna, se li perdi non te ne ricomprerò un altro paio, ricordatelo bene!".
E infatti li aveva trattati benissimo, almeno nei primi due mesi, poi la sua natura da disordinata era riemersa e , inevitabilmente, non si ricordava dove potessero essere finiti i suoi amati occhiali.

Voleva sfoggiarli un po', magari farsi fare anche qualche bella foto per poterla inviare a Shippo, il suo adorabile ragazzo.

Al pensiero di quel nome Kanna sospirò, tolse la mano dal cassetto e iniziò a fantasticare fissando un punto fisso nel vuoto.
Aveva appena un anno in più di lei. Frequentavano lo stesso liceo. Ancora si ricordava di tutte le volte che, per poterlo osservare da lontano, si metteva di fronte la sua aula di chimica, però per i primi mesi del suo innamoramento non aveva avuto il coraggio di provarci. Ed era una cosa piuttosto strana per una ragazza con il carattere di un uragano.

Con i ragazzi che le piacevano realmente non riusciva ad avere tutta quella sicurezza che , invece, sfoggiava con i ragazzi di cui non le importava niente.
La prima volta che si scambiarono una parola fu durante gli allenamenti della squadra di basket. Lei si trovava in palestra con le altre cheerleader per provare la nuova coreografia, la palla era andata a finirle vicino e Shippo, con il solito tono gentile, le aveva chiesto di passargliela.

Poi si sa...da cosa nasce cosa. A dir la verità la colpa era stata di Yura, una delle sue migliori amiche, che non si teneva mai niente per sè e aveva fatto di tutto per farli conoscere.

Adesso Shippo si trovava in Francia , dalla madre, e si sentivano quando potevano, di solito usavano la chat.

Kanna stava decisamente sognando ad occhi aperti, parlare di Shippo aveva sempre un effetto calmante sul suo umore troppo agitato.
Ma qualcosa, anzi , qualcuno costrinse la povera ragazzina innamorata ad abbandonare quei pensieri.

Infatti quel giorno, come tutti gli altri del resto, Inu-Yasha e Sesshomaru stavano discutendo, di cosa però non lo sapeva.

Si alzò e richiuse il cassetto con il piede. Aprì la porta della sua stanza e trovò nel corridoio i suoi amati fratelli litigare. Inu-Yasha era in piedi con le braccia incrociate al petto e quell'aria da sbruffone che usava quando litigava con qualcuno , davanti a lui Sesshomaru ,che lo superava di pochi centimentri in altezza, rispondeva con la solita freddezza sul volto ma nella voce si poteva sentire un tono minaccioso.

-Ti ho detto mille volte di non usare le mie cose , soprattutto i miei libri!-

-Tsk! Sai che me ne frega della tua roba?- rispose insolente Inu-Yasha.

Gli occhi di Sesshomaru si ridussero a due fessure.

-Davvero? E allora perchè usi sempre le mie cose che , guarda caso, una volta nelle tue mani ritornano sempre distrutte?-

I due cominciarono a guardarsi in cagnesco. Kanna capì subito che doveva intervenire. Con decisione si avviò verso i due ragazzi e , mettendosi tra di loro e allungando le mani verso i loro petti per fermarli, disse:-Io credo che basti così!-

La diciassettenne sapeva benissimo che avrebbero smesso, aveva un certo effetto su di loro e non sapeva ancora, a distanza di molti anni, spiegarsi bene il perchè.

Sesshomaru sbuffò, non riusciava a rispondere male a Kanna, si girò e sbattè la porta della sua camera chiudendosi dentro.

-Io sono sicuro che quel ragazzo abbia bisogno di una ragazza che sappia addolcirlo!- disse Inu-Yasha.

Kanna a quelle parole sorrise. Se anche Inu-Yasha la pensava come lei poteva benissimo accelerare i tempi per far scattare la scintilla tra Rin e Sesshomaru. Magari chiedendo proprio l'aiuto di Inu-Yasha, era sicura che non si sarebbe tirato indietro.
La ragazzina stava per tornare nella sua stanza per poter scegliere il costume che quella mattina avrebbe sfoggiato in spiaggia.

-Ehm...Kanna...- disse Inu-Yasha con la voce leggermente preoccupata.

-Si?- si voltò la ragazzina nella direzione in cui l'aveva chiamata il fratello.

Inu-Yasha sembrava al quanto preoccupato, peggio di quando litigava con Sesshomaru, e questo Kanna non riusciva proprio a capirlo, non poteva mica rompergli gli gambe.

-Ieri mi sono seduto su qualcosa e... erano i tuoi occhiali Chanel!- continuò.

La ragazza spalancò gli occhi. Sperava dentro si sè che non le desse un brutta notizia.

-E... li ho rotti!- continuò il ragazzo tirando fuori dalla tasca dei suoi bermuda quelli che una volta erano un paio di occhiali Chanel.

Adesso Kanna capiva il motivo per cui Sesshomaru si arrabbiava sempre con lui. Sentì qualcosa esploderle nel corpo, un istinto omicida senza dubbio.
Chiuse i pugni fino a far diventare le nocche bianche , respirò profondamente e poi urlò:-INU-YASHA, IO TI AMMAZZO!-

Di sicuro avrebbe messo al corrente Inu-Yasha dei suoi piani per Rin e Sesshomaru dopo avergli segato una gamba.





Ayame quella mattina si era svegliata con l'intento di mettere a posto il bar prima dell'arrivo dei clienti. La sveglia aveva trillato alle 7 e 30 precise, si era alzata, con una certa fatica, e si era avviata.

Ma non è per niente facile riordinare un bar con il tuo fidanzato mentre ti abbraccia e bacia. E Ayame lo sapeva fin troppo bene. Andava avanti il tutto da più o meno un'ora, cioè da quando era arrivato.

La rossa stava lavando un bicchiere e , convinta che Koga avesse davvero smesso di fare il cretino e si fosse messo sotto a pulire il bancone, sentì due mani forti e grandi strongerle la vita.
Ayame laciò cadere il bicchiere nel lavandino e , con le mani bagnate e con la schiuma del lava piatti, cercò di sciogliere l'abbraccio del fidanzato.

-Dai Koga, smettila! Devo mettere in ordine... i clienti inizieranno ad arrivare verso le 9 ... e manca solo mezz'ora!- protestò la yasha.

Il ragazzo , però, non sembrava per niente convinto a lasciarla andare. Quel giorno, non sapeva perchè, aveva avuto un'improvviso bisogno di coccole da parte della sua dolce metà. Non la smetteva di reclamare baci e carezze.

Le baciò dolcemente un guancia stringendola di più a sè e disse con tono malizioso:- Mezz'ora sarà più che sufficiente...-

Ayame sembrò molto stupita per la risposta ricevuta. A volte Koga faceva battute di quel genere ma in quel momento, per i suoi gusti, era davvero troppo. Si sentiva già abbastanza stressata per colpa del bar da gestire, proprio per questo aveva chiesto ai suoi cugini Ginta e Hakakku di venire da lei e darle una mano. Poi iniziava ad accusare una certa stanchezza perchè a volte faceva le ore piccole considerando anche che era una gran dormigliona.

In quel momento Koga le aveva alzato leggermente la magliettina a maniche corte , Ayame allora, con la mano sporca di detersivo e con un gesto fulmineo, spalmò sulla faccia del fidanzato un po' di detersivo per piatti.

Il demone lupo, che non si aspettava una reazione del genere , assaggiò mal volentieri il detersivo alla menta e non ne fu molto contento.
Ayame rise sotto i baffi.

-Maledetta! Così si tratta il proprio fidanzato?- domandò alterato Koga.

La yasha non riusciva più a trattenersi e scoppiò in una fragorosa risata. Vedere Koga con del detersivo sulla bocca era davvero buffo, poi se assumeva quell'espressione alterata lo era ancora di più.

Koga, che non sopportava quando la gente rideva di lui, con tutta la forza che possedeva, perchè la sua fidanzata non era tanto debole e indifesa come tutte le ragazze presenti sulla faccia della terra, la buttò per terra facendo sparire le loro figure da dietro il bancone, allungò una mano verso il lavandino e prese dell'altra schiuma di detersivo e , imitando Ayame, gliela spalmò sulla faccia.

La rossa rimase al quanto stupita ma aveva capito che quella si stava trasformando in una vera e propria guerra e non si tirò indietro dall'invito che il suo ragazzo le aveva proposto.
Tutti e due, ridendo a crepapelle, iniziarono ad allungare le mani per poter sporcare il proprio avversario.

Continuarono così per alcuni minuti tra le risate di Ayame e le imprecazioni di Koga. Non si accorsero però che in quel momento nel bar entrò qualcuno. Anzi... più di uno.

-Ayame?- chiamò una voce.

La rossa al suono della voce che la chiamava spalancò gli occhi e cercò , in fretta e furia, di tirarsi su da terra ma il tentativo fallì su tutta la linea, infatti Koga non era poi così leggero per lei e alla fine finì che tutti e due si fecero male lamentandosi in modo piuttosto sonoro.

La persona che aveva chiamato la barista , sentendo le voci, si avviò verso il bancone, non del tutto pulito per colpa di Koga , e si sporse.

-Ma che state facendo?- domandò Bankotsu meravigliato.

Sia Ayame che Koga lo guardarono un po' imbarazzati ma il peggio avvenne dopo, infatti spuntarono altre tre teste del tutto sconosciute ai due fidanzati.

Nessuno dei due riusciva a collegare quelle facce a qualcuno che conoscevano, sembravano così anonime e ordinarie.

-E così questa è la famosa Ayame di cui ci hai parlato ieri sera! Come la invidio, ha dei capelli bellissimi e sta con un figo del genere!- esclamò poi Jakotsu.

In quel momento Koga divenne di mille colori... non aveva mai ricevuto dei complimenti da un ragazzo e la cosa era piuttosto imbarazzante. La fidanzata invece si limitò a ridacchiare, quel tipo le stava davvero simpatico.

Bankotsu, poi, dicise di prendere parola:- Scusatelo, è un po' dell'altra sponda- disse con un tono piuttosto marcato per far capire ai due le tendenze sessuali di Jakotsu- Loro sono i miei fratellastri, ma è meglio che vi ricomponiate e poi passeremo alle presentazioni!-






Abi era una vera stronza. Lo aveva sempre pensato, anche quando erano piccole. Egoista, viziata, megalomane e prepotente.
Kagura avrebbe potuto continuare a riempire la lista di tutti gli aggettivi più idonei a descrivere sua sorella.
Ieri sera le aveva fatto davvero una bella ramanzina e tutto solo per due gonne e due top. Manco le avesse rubato dei soldi.

Ed era anche piuttosto arrabbiata con le sue amiche, se così poteva chiamarle.

Rin avrebbe potuto inventarsi una scusa, era una brava attrice quando voleva.

E invece no. Gliel'aveva passata.

La yasha sbuffò, era meglio non pensarci più di tanto.
Ormai quello che era successo non si poteva cambiare.

Si sitemò meglio la maglietta a maniche corte che indossava sopra il costume nero. Stavano tutte per scendere in spiaggia. Si sarebbero fermate prima da Ayame perchè la dispensa era vuota e necessitava di essere riempita.
Kagura incurvò le labbra carnose in un sorriso, non si era dimenticata la faccia di Kagome quando aveva visto che nella dispensa non c'erano più le sue merendine preferite. Quella mattina erano state tutte a digiuno.

Rin non ne soffriva più di tanto e nemmeno lei ma Sango e Kagome sembrava che non mangiassero da settimane. Entrambe cominciavano la mattina con una bella prima colazione. Non sapeva spiegarsi ,però, come riuscissero a smaltire gli enormi cornetti che trangugiavano. Forse avevano il metabolismo di un piranha
.

La yasha fece una giravolta su se stessa per controllare che tutto fosse a posto. Notò che una piccola ciocca di capelli era sfuggita al fermaglio verde che le sosteneva lo chignon e lo sistemò dietro l'orecchio appuntito.
Le voci di Kagome , Sango e Rin si fecero incalzanti. Kagura capì che era arrivato il momento di scendere ,altrimenti sarebbero salite per portarla in spiaggia con la forza.

Allungò una mano sul letto per poter prendere l'enorme borsa contenete tutte le sue creme solari.

Mentre si dirigeva verso la porta si fermò vicino ad un cassettone bianco. Non era molto alto e sopra c'erano, oltre a profumi , smalti e spazzole, dei portafoto. Kagura ne prese uno in particolare.
La cornice era di legno ben lavorato, dipinto di rosa e con motivo astratti. Guardò intensamente la foto, poi la baciò.

-Ciao...mamma- pronunciò queste parole con un tono basso e poi uscì.





Erano davvero simpatici. Nonostante fossero i fratellastri di Bankotsu. Non poteva non dirlo.
E Miroku continuava a domandarsi come mai gli stessero simpatici.

Era uno di quei quesiti a cui non avrebbe mai trovato risposta.
Per carità,Bankotsu gli era molto simpatico ... perdeva alcuni punti solo nel settore "RIMORCHIO".

Il ber moro aveva sempre più successo di lui, che ,quasi sempre, si ritrovava la guancia gonfia, pulsante, rossa e con il segno delle cinque dita.

Quella mattina , come sempre, era passato da casa di Inu-Yasha e i suoi fratelli per poter scendere in spiaggia. Era inutile andare a prendere Koga , sapeva benissimo che non c'era. Stranamente , da qualche mattina,aveva deciso di svegliarsi prima e aiutare la sua dolce Ayame a riordinare il bar per l'arrivo dei clienti.
Durante il tragitto Sesshomaru, come al solito, aveva assunto quell'aria imbronciata che aveva fatto intendere a Miroku di lasciarlo stare.
Kanna , invece, non aveva chiuso la bocca un momento. Doveva dirlo, era davvero buffa come ragazzina. Ed era anche carina, ma si ricordò le parole di Inu-Yasha il giorno in cui aveva osato fare un complimento a Kanna.

Non avrebbe dovuto toccare sua sorella con un dito,altrimenti gli avrebbe spezzato le ossa. E non voleva assolutamente correre questo rischio.

Appena arrivati aveva trovato subito i nuovi acquisti della compagnia. Il primo a dare nell'occhio era stato Jakotsu.

Non appena aveva visto Inu-Yasha gli occhi avevano iniziato a brillare. Aveva anche un parlantina particolare e molto spiritosa.
Bankotsu, con una faccia imbarazzata per il comportamento del fratello minore, dopo aver salutato tutti, aveva dato il via alle presentazioni.

Il primo fu proprio Jakotsu, che non la smetteva di muoversi e ad emettere gridolini degni solo di una famminuccia o...di una checca. Infatti Bankotsu,cercando di non farsi sentire, aveva rivelato loro che il fratello minore aveva tendenze decisamente diverse dalle sue.
Renkotsu fu il secondo. Miroku sarebbe di sicuro scoppiato a ridere se non fosse stato una persona educata. Gli faceva ridere quella testa pelata...e non ne sapeva nemmeno il motivo. Era apparso subito come un tipo freddo , non freddo come Sesshomaru, perchè lui era insuperabile, ma comunque non molto espansivo.
Per ultimo conobbero Suikotsu. A dir la verità Miroku non l'aveva notato subito, forse perchè se ne stava tranquillo da una parte senza dar fastidio a nessuno.

Dopo le presentazioni si erano seduti e , visto lo scarso numero dei clienti, avevano incomincito a chiacchierare.

Miroku notò all'istante l'antipatia che Banktsu e Renkotsu provavano l'uno verso l'altro. Non c'era una volta che non si mandassero frecciatine o cose simili.
Era anche emersa la scarsa conoscenza tra i fratelli. Sembrava quasi che in vita loro si fossero visti sì e no quattro volte.

Ognuno poi era così diversa dall'altro... non avevano davvero nulla in comune se non il padre. Certo come situazione era un po' triste a giudizio di Miroku, ma preferì non continuare.

In quel momento Ayame interruppe i pensieri del ragazzo richiamando l'attenzione generale verso un gruppetto di quattro ragazze.

-Ecco le nostre ragazze!- aveva esclamato la rossa.

Infatti sulla porta erano comparse Kagura, Kagome , Rin e Sango.

La dolce Sango. Che gran bella ragazza!
Non che le altre per Miroku fossero da meno ma lei in particolare aveva attirato la sua attenzione. Forse perchè delle quattro era stata l'unica che aveva mostrato, anche se accidentalmente e non volontariamente, le sue gioie.

Kagome, che era davanti alle altre, si fiondò vicino al bancone e ,con gli occhi da cane bastonato, disse:-Ayame...ho bisogno assolutamente di un cornetto altrimenti muoio!-

-Anche io ho bisogno di qualcosa...qualsiasi ,Ayame, basta che sia ipercalorica!- si aggiunse Sango.

Quasi come se si fossero letti nel pensiero, Inu-Yasha e Miroku si lanciarono una veloce occhiata e incurvarono le labbra in un impercettibile sorriso scatenato dalle frasi delle due ragazze.
Ayame, invece, che si trovava ancora in braccio a Koga, si alzò e le accontentò.

Kagome, quando prese in mano il cornetto caldo che trasudava cioccolata da tutti i pori, sembrava sul punto di piangere e disse con tono deciso:-Credo di aver raggiunto il nirvana-

Sango diede meno spettacolo, passando subito all'attacco. Addentò un grosso pezzo di cornetto facendo uscire fuori la crema e sporcandosi , inevitabilmente, gli angoli della bocca.
Kagura e Rin si limitarono a scuotere la testa in segno di arresa. Sembravano due bambine delle elementari.

La yasha del gruppo, in seguito, spostò la sua attenzione da Kagome e Sango al tavolino dove erano seduti tutti gli altri.
Come al solito c'erano Koga, sempre presente per la sua Ayame, Miroku , che non la smetteva di mangiarsi Sango con gli occhi e facendo capire che per la testa non gli passavano di certo pensieri casti e puri, Inu-Yasha ,Kanna e Sesshomaru.
Purtroppo la povera Kagura scorse anche un volto che avrebbe preferito non vedere, almeno in quel momento.
Ma poi si accorse di altri volti, completamenti nuovi per i suoi occhi. Li guardò meglio ma non le venne in mente nessuno. Quei volti non le dicevano niente.

-Ragazze, non avete ancora conosciuto i fratelli di Bankotsu. Sono arrivati ieri sera e si fermeranno qui per tutta l'estate- annunciò poi Ayame.

Kagome e Sango, che ormai avevano finito di mangiare il loro cornetto, rimasero stupite altrettanto quanto Rin ma quella che rimase più sorpresa fu Kagura.
Non sapeva dell'esistenza di fratelli di Bankotsu, aveva sempre creduto che fosse figlio unico.

Esattamente come prima Jakotsu fece riemergere la sua natura da egocentrico, mettendosi in mostra facendo mille complimenti alle ragazze, chi per una borsa , chi per un paio di scarpe e chi per una magliettina.
Kagome e Sango, avendo l'ego gonfiato per i complimenti ricevuti, subito fecero amicizia con i nuovi arrivati.

Rin, in modo più discreto, si sedette, anche sotto consiglio di Kanna, di fianco a Sesshomaru e , dopo una serie di sguardi, diedero il via ad un dialogo tra persone civili.

L'unica che restò zitta fu proprio Kagura. Si limitava a rispondere se strettamente necessario e a volte rispondeva con monosillabi. Non sapeva dare una motivazione a quel suo comportamento, non capiva perchè era rimasta così sconvolta dal fatto che Bankotsu avesse dei fratelli.

Forse perchè era convinta di sapere tutto di lui.

Kagura si rese conto che le convinzioni, purtroppo, non sono spesso giuste. E quando lo si scopriva faceva molto male...

HOLA CHICAS...COMO ESTAS?
SPERO BENE! SIAMO ARRIVATI FINALMENTE ALL'ENTRATA UFFICIALE DEI FRATELLASTRI DI BANKOTSU NEL GRUPPO... DA ADESSO IN POI NE VEDREMO DELLE BELLE XD
ABBIAMO NOTATO UNA KANNA SEMPRE PIù CONVINTA A FAR SCOCCARE LA FRECCIA DI CUPIDO TRA RIN E SESSHOMARU, AYAME E KOGA SEMPRE PIù COMPLICI E IL TENERO COMPORTAMENTE DI KAGURA CON LA FOTO DELLA SUA MAMMA.

SPERO CHE IL CAPITOLO VI SIA PIACIUTO...IN QUELLO PRECEDENTE HO RICEVUTO SOLO DUE COMMENTI...CHE DELUSIONE!

VOLEVO RINGRAZIARE POI LE 32 PERSONE CHE HANNO MESSO QUESTA FANFICTION NEI PREFERITI! UN BACIO A TUTTI!

RAN UGAJIN92

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Capitolo 12
*** Ricordati Di Respirare... ***


RICORDATI DI RESPIRARE...

Renkotsu non sarebbe mai riusciuto a capire perchè, ogni volta che passava la prima notte in un posto nuovo, difficilmente si addormentava.

Gli succedeva fin da quando era piccolo e la cosa gli dava immensamente fastidio. Si rigirava nel letto invano, senza trovare pace e soprattutto sonno.
Da una parte era davvero snervante, dall'altra si poteva anche accettare, almeno aveva più tempo per riflettere.

Quella notte, una delle tante notti afose della California, aveva avuto modo di ripercorrere mentalmente la giornata passata e dei nuovi incontri fatti. Era un gruppo bello grande quello dove si trovava suo fratello ed erano anche simpatici. Nonostante fosse il più grande non gli creava nessun problema, sembrava che con tutti i componenti si potesse fare un discorso sensato.

Quella notte aveva avuto anche modo di poter riflettere. Sulla sua famiglia un po' strana ma soprattutto su suo padre.
Suo , di Bankotsu, di Jakotsu e Suikotsu.

Per una persona così egoista come lui era difficile riuscire a dividere qualcosa con gli altri e non sopportava nemmeno di dover dividire suo padre con altri tre ragazzi.

Che per giunta doveva chiamare fratelli.

Li odiava. Tutti.
Era per colpa loro se Renkotsu aveva perso il suo mito, la sua figura di riferimento. Era come se una mappa del tesoro gli si fosse sgretolata tra le mani.

Aveva poco più di tre anni quando suo padre ebbe un altro figlio da un'altra donna. Quel bambino era Bankotsu, infatti era quello che odiava più di tutti. Era lui che aveva dato il via a tutto.

Nonostante fosse così piccolo era molto intelligente, aveva capito che c'era qualcosa che non andava tra i loro genitori: sua madre era di pessimo umore oppure la trovava in bagno, seduta sul wc a piangere a dirotto con il tutto il mascara che le colava.
Non gli era mai passato per la testa che la colpa potesse essere sua poichè la madre lo rassicurava sul fatto che lui era la sua unica ragione di vita.

Il giorno del suo quarto compleanno il padre era assente e Renkotsu aveva assunto un espressione imbronciata per tutta la festa di compleanno rovinando la giornata anche alla sua povera madre. Era l'anno di Jakotsu.

Nell'anno dei suoi cinque anni si ripetè la stessa cosa. Padre assente e madre triste contribuirono a rendere il carattere del bambino più introverso di quanto non lo fosse già. In quel periodo venne concepito Suikotsu.
Poi , ad un certo punto, sembrò che le cose stessero per tornare alla normalità. A volte capitava che Renkotsu vedesse suo padre sulla soglia della porta con una valigia in mano. Viaggi di lavoro, li chiamava lui.

Gli anni passarono. Renkotsu crebbe, divenne maturo e intelligente.
Fu durante i suoi diciassette anni di vita che scoprì tutto.

Doveva fare una ricerca per la scuola ma non sapeva dove trovare del materiale, poi gli venne in mente di recarsi nello studio di suo padre e rovistare in giro, di sicuro avrebbe trovato qualcosa. Infatti così fu. Ma quel materiale a tutto serviva tranne che per la sua ricerca.

In un cassetto molto disordinato , da una scatola bianca un po' anonima spuntavano tre foto. Le aveva prese.

Tre ragazzi. Diversi fra loro ma soprattutto da lui. Almeno a prima vista.

Quella stessa sera domandò a tavola chi fossero quei tre ragazzi. Renkotsu ricordava fin troppo bene la reazione di sua madre che aveva fatto cadere il cucchiaio nel piatto nello stesso momento in cui il figlio aveva tirato fuori le tre foto mostrandole al marito.

-Credo che sia ora che tu sappia, visto che sei l'unico ad esserne rimasto all'oscuro per così tanto tempo- si limitò a dire il padre prendendo le foto in mano e guardandole.

Renkotsu si ricordò di un documentario che aveva visto qualche giorno prima. Parlava di ingegneria, precisamente parlava di dighe. Mostrava come dovessero essere costruite per evitare disastri. Come esempio celebre era stato citato il disastro del Vajont del 9 ottobre del 1963.
Bastava un niente per far sì che la diga causasse danni, che si rompesse allagando tutto.

-Renkotsu, questi sono i tuoi tre fratelli minori-

Anche la sua diga, dopo che il padre ebbe pronunciato quelle parole, si era rotta allagando tutto in modo irreversibile.




Quella mattina si erano svegliate molto presto per poter fare la spesa. Era stato più faticoso del solito, addirittura più faticoso che andare a scuola.
Kagome aveva cercato di convincere tutte le altre ad andare con lei a fare la spesa, altrimenti quella sera sarebbero rimaste a digiuno. La sera precedente si erano salvate grazie alle pizze con consegna a domicilio.
Nè Kagura e nè Sango voleva alzarsi, solo Rin , sempre sorridente e gentile si era proposta di accompagnarla.

Per prepararsi aveva cercato di fare il meno rumore possibile.
La cosa risultò piuttosto facile.

La cosa ancora più bella era che il supermarket non distava molto dalla villona di Kagura, sì e no dieci minuti a piedi.
Quella mattina c'era un lieve vento che dava refrigerio alle ragazze. La città non si era ancora svegliata e reganava una strana pace in quell'angolo di paradiso fin troppo rumoroso.

Non appena ebbero superato il cancello Rin e Kagome respirarono a pieni polmoni l'aria che sapeva di salsedine.
Con passo lento e cadenzato , andando quasi a tempo, si avviarono verso il supermarket.
Rin si era preoccupata di prendere la carta di credito perchè era sicura che Kagome, con la sua solita sbadataggine, se ne sarebbe dimenticata. Non voleva nemmeno immaginare la figuraccia che avrebbero potuto fare alla cassa al momento del pagamento, lei di sicuro non sarebbe sopravvissuta.

Nessuna delle due si decideva ancora a proferire parola. Il silenzio era rotto solo dal ticchettio dei sandaletti bianchi ,muniti di qualche centimetro di tacco, sull'asfalto.

Rin, che era una vera maniaca in fatto di moda, disse:-Carini i sandaletti! Nuovi?-

-Presi al cinquanta per cento di sconto in un negozietto etnico!- rispose trionfante Kagome come se avesse appena vinto la medaglia d'oro alle olimpiadi.
L'altra si limitò a sorridere.

Di nuovo il silenzio.
Rin cercò nuovi argomenti per intavolare una conversazione. Cosa poteva chiedere a quella svitata di Kagome?
Frugò meglio nella sua mente , sicura di poterci trovare qualcosa.
Poi le venne l'illuminazione.

-Come procedono le lezioni i surf?- domandò con tono disinteressato. In realtà la domanda era ben mirata. Aveva visto che tra lei e Inu-Yasha si stava instaurando un rapporto molto complice, certo non erano ancora grandi amici , procedevano piano piano, a piccoli passi, ma la cosa andava bene così.

La mora, stranamente, si sentì avvampare. Odiava quell'ondata di calore improvvisa.
-Vanno b-bene...Co-come dovrebbero andare scusa?- domandò con un tono di voce un po' agitato. Troppo , per i gusti di Rin che non era del tutto soddisfatta dalla risposta.

-Dai ,Kagome, sei una delle mie migliori amiche, a me lo puoi dire, sai che sono muta come una tomba! Inu-Yasha ti interessa un po'?-

-Beh...se devo essere sincera, un po' sì!- esclamò felice la mora, poi continuò-chissà, forse è lui il ragazzo con cui perderò la verginità!-

A quelle parole Rin strabuzzò gli occhi. Non riusciva a credere alle sue orecchie.
Poteva andare bene l'interessamento e l'attrazione fisica ma da qui fino a parlare di perdita della verginità le sembrava un po' esagerato. Voleva bene a Kagome, l'aveva vista troppe volte piangere per un ragazzo e non voleva che prendesse un'altra fregatura. In parte ,però, doveva ammetterlo la colpa era di Kagome che si faceva un sacco di film ogni volta che un ragazzo mostrava un minimo di interesse per lei. Pensava subito che quello sarebbe stato il grande amore della sua vita, era inevitabile che i ragazzi scappassero di fronte ad un atteggiamento simile.

-Kagome, non vorrei rovinarti i piani, ma non ti sembra di correre troppo? Capisco che Kagura a volte possa risultare pesante con le battute che ti rivolge riguardo alla prima esperienza sessuale ma te non devi lasciarti condizionare troppo!- la ammonì.

-Rin...non è solo per questo-le rispose abbassando la testa e osservando il cemento scuro della strada un po' sporco-è che , a volte, mi sento esclusa quando iniziate i vostri discorsi sul sesso e roba simile! Mi vergogno del fatto di non essere mai andata oltre i baci! A diciotto anni una inizia anche a farsi dei film tutti suoi su queste cose. Capisco che posso risultare infantile e immatura con questo tipo di ragionamento ma non posso farci niente-

Rin avrebbe preferito non sentire quelle parole. La mandavano in bestia, se avesse avuto la forza necessaria le avrebbe volentieri mollato uno schiaffo bello pesante, esattamente come quelli che Sango dava a Miroku ogni qual volta che il ragazzo le toccava il sedere.

-Kagome, per favore, non farmi incavolare! Sembra che sia quasi un peso per te ma non è assolutamente così. Non hai una data di scadenza da rispettare, non devi nemmeno vergognarti di essere ancora vergine, anzi, trovare ragazze vergini a questa età è raro. Considerati come una specie di pietra rara, non hai niente da invidiare a nessuno, forse sono gli altri a dover invidiare qualcosa a te!- replicò decisa Rin.

Kagome sorrise. Rin sapeva sempre trovare le parole giuste per ogni situazione, se al suo posto ci fossero state o Sango o Kagura non avrebbero reagito allo stesso modo. Senza dubbio Kagura le avrebbe dato un pugno in testa e Sango le avrebbe fatto una lavata di capo peggio di sua madre. Forse era anche quello uno dei motivi per cui, nei momenti di indeciosione totale, si rivolgeva prima a Rin. Sapeva ascoltare e dispensare consigli davvero ottimi.

Istintivamente si fermò e abbracciò calorosamente l'amica.

-Tranquilla ,Rin! Seguirò il tuo consiglio!-

L'altra si limitò a sorridere e ricambiò l'abbraccio. Kagome era incorregibile, in un attimo riusciva a cambiare l'umore di una persona. Questa cosa funzionava anche con lei, purtroppo.




Verso l'ora di pranzo la spiaggia , stranamente si svuotava, e Kagome se ne compiaceva molto. In quel momento si trovava sola agli asciugamani. Sango aveva deciso di andare da Ayame con Rin e Kagura voleva fare una passeggiata sul bagnasciuga. A lei era toccatto il triste compito di sorvegliare la roba nelle borse da spiaggia.
Non era il massimo dell'allegria stare lì ,stesa sul suo asciugamano sotto il sole cocente.

Allungò una mano verso la sua borsa per prendere il cappellino con la visiera per salvare almeno il suo cervello da quel sole potente, altrimenti i suoi neuroni si sarebbero trasformati in uova strapazzate.
Mentre frugava nella borsa guardò il suo braccio e notò che ,purtropo, l'abbronzatura era a chiazze e formava dei fastidiosi giochi di colore, alcune parti erano più scure , altre rosse e altre ancora chiare. Sospirò.
Era mai possibile che qualcosa le andasse bene?
Non era nemmeno brava a spalmare in modo uniforme della crema protettiva. La prossima volta si sarebbe fatta aiutare da Kagura, a pochi giorni di distanza dal loro arrivo la yasha si ritrovava già un bel colorito.

Si mise il cappello in testa una volta trovato e , poggiandosi con le mani sull'asciugamano si mise ad osservare il panorama.
Quel giorno il mare era piatto e tranquillo, aveva il solito colore , un misto tra il verde e l'azzurro. Bellissimo.
Il sole si rispecchiava nell'acqua e brillava su tutta la sua superficie.

Che spettacolo mozza fiato. Però Kagome era convinta che il panorama più bello fosse quello del tramonto. Quando il cielo si colorava di quel rosso acceso, quasi da sembrare sangue, tutto cambiava. Ed era emozionante.

La ragazza chiuse gli occhi. Tutto ciò era inebriante.

Ma la cosa non durò molto perchè qualcuno, che arrivando da dietro l'aveva fatta spaventare, la costrinse a girarsi.
Questo qualcuno aveva poggiato le mani sulle spalle della ragazza, che , aprendo subito gli occhi e voltandosi di scatto, aveva lanciato un urlo di spavento.

-Tranquilla, non sono il lupo cattivo, Kagome- aveva detto subito la persona dietro di lei.

Quando il cuore della ragazza ritornò a battere normalmente , Kagome riuscì a mettere a fuoco la sagoma della persona davanti a lei.

Vide subito quegli occhi color ambra, bellissimi. Ma soprattutto le orecchie canine che la facevano impazzire per quanto erano carine.

-Inu-Yasha!- esclamò.

-Sei davvero perspicace- disse per prenderla in giro.

Kagome bofonchiò un "antipatico". Senza nemmeno aspettare un invito Inu-Yasha si accomodò sull'asciugamano di Rin, che era ancora leggermente bagnato, e si mise di fronte alla ragazza.

Kagome non riusciva a capire il comportamento dell'altra persona, che avesse intenzione di parlare con lei?

Probabilmente sì, e non c'era bisogno di chissà quale mente per capirlo...

Solo lei era capace di porsi domande simili. Si maledisse mentalmente.

-Beh, come mai qui?- domandò alla fine non sapendo cosa fare.

Perchè Inu-Yasha le metteva quella strana agitazione addosso? In fondo era un ragazzo normale come tanti, doveva solo ricordarsi di respirare in sua presenza.

La mora attese paziente, cercando di non far trasparire nulla. Mentre aspettava, pochi secondi che le sembrarono eterni, osservò attentamente, come se tutte le volte precedenti non fossero esistite, il volto dell'hanyou. Le sembrò del tutto nuova quella forma delle labbra , così perfetta e bella. Studiò le sopracciglia folte e arcuate che abbellivano gli occhi color ambra.

La voce del ragazzo fece distrarre Kagome.

-Non sapevo che fare e sono venuto , sicuro di trovarti- la informò.

Kagome non sapeva perchè, ma per una frazione di secondo, le venne voglia di tirargli un bel pugno in testa e abbassarlo di un paio di centimetri. Aveva capito, dalle parole di Inu-Yasha, che lei era solo un passatempo quando non sapeva che fare. Ma come al solito aveva travisato le parole che le erano state dette e si era fermata in tempo.

Certe volte non riusciva proprio a capire. Era un suo difetto. Una parte del cervello la obbligò a fermarsi.

Sempre quella parte del suo cervello , le suggerì di giocare d'astuzia...

-E se non mi avessi trovato? Se ci fosse stata Rin , Sango o Kagura che avresti fatto?-

-Mi sarei messo a cercarti- rispose in modo del tutto indifferente Inu-Yasha.

Kagome sentì che le guance stavano per colorarsi sempre di più. Sentì il cuore batterle più forte e una strana felicità le invadeva il cuore.
Se la cercava era davvero un segno positivo.

Doveva ammetterlo, non le era indefferente il fascino del ragazzo seduto di fronte a lei.
Aveva decisamente un carattere difficile da prendere all'inizio. Non c'era una volta che rispondesse in maniera gentile ed educata ed ogni occasione era buona per attaccar briga con qualcuno , sia con Sesshomaru che con Koga e Bankotsu.
Stranamente , aveva notato la ragazza, l'unico con cui riusciva ad intraprendere una conversazione civile era Miroku.
E se lo si conosceva meglio non era così male come ragazzo.

Kagome aveva visto che in fondo era anche timido , si imbarazzava per poco...almeno quando era con lei.

E anche come surfista non era niente male. Da quando le dava lezioni di surf, il che avveniva praticamente ogni giorno, aveva potuto notare la passione che metteva in quello sport. Non le erano sfuggiti nemmeno i muscoli ben delineati.
Non appena aveva posato gli occhi sui suoi addominali e sul sodo deretano, Kagome si era detta che molto probabilmente tutte al suo posto avrebbero fatto lo stesso. Perfino Rin, così casta e pura...

Inu-Yasha, che nel frattempo era stato zitto a giocherellare con i granelli di sabbia bianca, guardò la ragazza che cercava di nascondersi la faccia. Chissà perchè...
Le ragazze... come erano difficili da capire.

Visto che non erano riusciti ancora a spiccicare una parola , l'hanyou decise di farsi avanti. Peccato che il modo non era dei migliori ma era il suo modo di interagire con le ragazze e nessuno poteva cambiarlo.

Infatti le disse:-Come mai ti sei messa il cappello, vuoi spaventare meno gente possibile perchè ti sei resa conto di quanto sei brutta?-

Kagome strabuzzò gli occhi.

Che razza di cafone.

-Inu-Yasha...sei...morto!!!- ringhiò la ragazza tirandogli la boccetta di plastica contenente la sua crema solare prottettiva.

Da quel momento , tra i due, iniziò una specie di lotta con sabbia e risate.

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Capitolo 13
*** Una Sorella Impicciona, Leopardi E Te ***


UNA SORELLA IMPICCIONA, LEOPARDI E TE

Adattarsi ad uno stile di vita agiato era fin troppo facile. Lo stesso valeva per Jakotsu.

Vasca idromassaggio, frigorifero grande, stanze immense e giardino quasi paradisiaco...
Era un vero sogno. Ma perchè suo padre non gli aveva regalato una casa del genere anche quando era piccolo?
Da quando era venuto al mondo aveva attirato su di sè la sfiga come se fosse una calamita.

Padre inesistente, madre ,a volte, isterica e fratelli odiosi uguale sfiga!

Renkotsu ,in appena due giorni di permanenza, era riuscito ad attirarsi le antipatie di tutti. Perfino di Suikotsu, che cercava di andare d'accordo con tutti. Non lo ammetteva ma Jakotsu l'aveva pizzicato più volte levare gli occhi al cielo quando Renkotsu si lamentava riguardo a qualcosa.
Suikotsu ,invece, non creava nessun problema anzi era molto discreto e stava per fatti suoi. Molto spesso aiutava Jakotsu in cucina.
Per ultimo Bankotsu , il playboy della casa. Nemmeno lui creava tanti problemi ed era un vero spasso quando lanciava frecciatine a Renkotsu.

E Jakotsu?

Lui dava fastidio al fratello pelato, parlava con il più piccolo e cercava di instaurare un legame con Bankotsu , che vedeva come una specie di eroe.

Quella mattina Jakotsu stava trangugiando dei cornflakes al cioccolato, seduto sul piano della cucina con il pigiamo ancora addosso. Suikotsu ,invece, aspettava che il caffè fosse pronto. La faccia di entrambi era assonnata. Nessuno parlava e nessuno ne aveva voglia.

-BANKOTSU, SEI UN DANNATO BASTARDO!-urlò poi Renkotsu dal piano di sopra facendo spaventare sia Jakotsu che Suikotsu.

I due si guardarono , Jakotsu con il cucchiaio in bocca mentre l'altro reggeva con le mani la tazza blu fumante. Inutile chiedersi cosa fosse successo:Bankotsu aveva fatto qualche scherzetto a Renkotsu.
Forse gli aveva spalmato della schiuma da barba sulla testa pelata.

Ed erano solo i primi giorni. Non osavano pensare cosa sarebbe potuto succedere nelle prossime settimane.




Rin lo aveva sempre saputo. E non era nemmeno tanto difficile da comprendere.

Lei, delle quattro, era quella più studiosa di tutte. Negli anni del liceo aveva speso pomeriggi interi per dare ripetizioni a Kagome di matematica, a Sango invece di francese e a Kagura di filosofia.

Lei invece era sempre andata bene. E la sua materia preferita era letteratura.
Prima di chiudere la valigia la sera prima della partenza aveva deciso, senza pensarci troppo su, di mettere dentro un libro di letteratura italiana. Non sapeva nemmeno il motivo per cui aveva scelto proprio quel libro ma si riteneva fortunata perchè c'era il poeta preferito di un ragazzo che le suscitava una certa curiosità.

Quel giorno aveva deciso di leggere qualcosa di quell'autore così pessimista ma ,allo stesso tempo, così affascinante.

Come ormai accadeva tutte le mattine Rin si trovava nel bar di Ayame , sempre super indaffarata tra un cliente e Koga che le stava appiccicato come una cozza allo scoglio.
Rin aveva preso posto vicino al bancone. Dopo aver ordinato una coca cola fresca di frigorifero, aveva aperto il libro iniziando a leggere le prime righe di una poesia.

Era "A Silvia".

Doveva ammettere che non era il massimo dell'allegria il caro Giacomino, come si ostinava a chiamarlo Kagura.

Eppure quelle parole, scritte di sicuro con grande ardore e devozione, arrivavano subito al cuore. Tutta la poesia lasciava comprender al lettore l'idea di Leopardi nei confronti della vita, nei confronti della natura. Era deluso, amareggiato.
Silvia dunque è la personificazione della speranza, il simbolo di quell'età giovanile che il poeta non ha mai realmente vissuto a causa della sua solitudine.

Ogni parola entrava dentro il lettore, trascinandolo in un mondo malinconico.

Ecco che cosa piaceva alla ragazza, l'abilità dei poeti , ma anche degli scrittori, di riuscire a portare per mano, attraverso i versi e le parole, i lettori nel loro mondo.

Il tempo era passato a Rin, ad un certo punto, decise di chiudere il libro, un po' perchè era in vacaza e un po'perchè iniziava a sentire un dolorino al collo. Nel frattempo Ayame era riuscita a sopravvivere all'ondata di clienti e , esausta ma sorridente, si era avvicinata alla sua nuova amica.

Aveva visto chiaramente il libro e disse:-Sindrome da secchiona?-

Rin sollevò la testa e ,guardando la barista, sorrise.

-Non sono una secchiona...è che mi piace molto la letteratura- disse poi per difendersi. Odiava quando le si dava della secchiona.

La yasha sorrise. Quella era la tipica frase da secchione, almeno per lei. Però Rin non aveva l'aria da chi non esce mai di casa e passa tutta la sua vita sui libri, meglio così, pensò.
Prese un succo di frutta nel frigorifero e se lo versò in un bicchiere. Era buonissimo. Riuscì a dissetarla.

In quel momento nel bar fecero il loro ingresso sia Kanna che Sesshomaru. La ragazzina indossava solo dei pantaloncini di jeans, un po' sbiaditi e stropicciati, e il pezzo superiore del suo bikini. Il viso era leggermente arrossato.

-Kanna, che hai fatto al viso?- domandò Ayame senza nemmeno salutarla e facendo voltare Rin che dava le spalle alla porta.

La diciassettenne sbuffò scocciata e , avviandosi verso un tavolino, disse:-Ho preso troppo sole e mi sono scottata!-

Il fratello si limitò a seguirla e a sedersi con lei, nel frattempo scuoteva la testa rassegnato, quella bambina non sarebbe mai cresciuta. Rin , che aveva seguito la scena attentamente, sorrise vedendo l'espressione di Sesshomaru.

Ma come al solito la fortuna non era dalla sua parte, il ragazzo, che stranamente si sentiva osservato, volse lo sguardo in direzione di Rin, che avvampò di colpo non appena le iridi ambrate di lui incrociarono le sue.
La diciottenne si voltò di scatto di nuovo in direzione di Ayame che , nel frattempo , stava continuando a sorseggiare soddisfatta la sua bibita.
Rin istintivamente si portò le mani sulle guance come per coprirsi. Nella sua mente si diede della cretina. Ogni volta riusciva a farsi beccare.

-Ayame, senti ci porti qualcosa?- domandò poi Kanna , che sembrava essersi ripresa dalla sua incavolatura.

La barista si limitò ad eseguire gli ordini e sparì da sotto il bancone per estrarre chissà cosa.
Intanto Kanna aveva notato Rin e subito il suo cervello e la sua natura impicciona si misero all'azione.

-Rin, perchè non vieni a sederti qui con noi?-chiese subito dopo la ragazzina con un tono di voce piuttosto alto.

L'altra, dal canto suo, avrebbe preferito che quelle parole non fossero rivolte proprio a lei ma di sicuro non c'era altra Rin al di fuori di lei in tutto il locale.

Rispondere o non rispondere?
Questo era il dilemma.

Nella testa di Rin iniziarono a susseguirsi una serie di pensieri. Se non avesse risposto sarebbe sembrata maleducata e in ogni caso Kanna l'avrebbe chiamata di nuovo, se si fosse girata sarebbe stata quasi costretta a sedersi con loro quindi significava...

Al diavolo tutti quei pensieri!!!

La diciottenne alla fine, dopo aver portato a termine la sua battaglia interiore, decise di comportarsi nel modo più naturale possibile.

Si girò con molta lentezza, di sicuro non avrebbe dato a vedere il nervosismo che aveva addosso, e , rivolgendo un sorriso a Kanna, disse:- Ciao!-

Beh, poteva anche andare meglio e avrebbe potuto dire anche una frase migliore al posto di un banale "ciao".

-Allora, vieni a sederti qui?-

Come era stato previsto la diciassettenne ripetè la domanda. Le possibilità erano due: o rifiutare o accettare.

Se avesse scelto la prima avrebbe , di sicuro, dovuto inventare una scusa abbastanza plausibile. E la cosa non era facile visto che lei aveva scarsa fantasia.
E nonostante tutto c'era qualcosa che l'attirava a quel tavolino anzi qualcuno. Come una calamita che attira a sè un pezzetto di ferro.
Forse più che una calamita sembrava quasi un canto soave, come quello delle sirene che incantavano i giovani viaggiatori portandoli alla follia pura.

Senza nemmeno pensarci più di tanto e dare una risposta , si diresse verso il tavolino. In mano il suo preziosissimo libro.

Con gesti aggrazziati e delicati prese posto esattamente tra i due fratelli. Il libro di letteratura era poggiato sulle coscie.

Kanna non aspettò nemmeno un secondo e disse:- Come mai qui?-

Mamma mia che impicciona! Ma almeno era simpatica.

-Ehm... non avevo molto da fare...- disse subito Rin un po' imbarazzata.

Teneva lo sguardo fisso sul visino diafano di Kanna, cercando di evitare quegli occhi ambrati a volte troppo freddi e impassibili. Sentiva dentro di sè una strana sensazione, uno strano agitamento. Il cuore batteva all'impazzata e le sudavano le mani, ma non per il caldo di quella mattina.
Ma perchè non aveva rifiutato in modo educato?

Mentalmente iniziò ad enumerare tutti gli insulti possibili ed immaginabili.

La diaciassettenne, che era molto intelligente e furba, aveva perfettamente intuito il disagio della ragazza e , molto probabilmente, ne conosceva il motivo. Almeno era un segno positivo, un motivo in più per attuare il suo piano.

Il vero problema per Kanna era quel musone di suo fratello maggiore. Intuire a malapena i suoi pensieri era davvero complicato e chi riusciva a farlo doveva assolutamente ricevere una medaglia. Chissà da chi aveva preso in famiglia.
Poggiò il mento sulla mano destra , che a sua volta era poggiata sul bracciolo della sedia, e cercò di escogitare qualcosa. Mentre il suo cervello cercava mille modi possibili per farli parlare lo sguardo le cadde proprio sulle gambe di Rin , che mostravano perfettamente il libro di letteratura.

-Caspita , Rin! Studi anche in vacanza...- disse poi con un tono molto vago indicando il libro e richiamando l'attenzione anche di Sesshomaru.

Rin abbassò di scatto la testa sul libro.

Kanna , senza dire nulla, lo prese e lo aprì dove Rin aveva posizionato la matita.

Nulla poteva essere più perfetto. Il titolo "A Silvia" di Giacomo Leopardi risplendeva in quella pagina bianca.

-A quanto tu e mio fratello avete gli stessi gusti!- continuò fingendosi interessata a tutte quelle parole che per lei erano messe a caso.

La diciottenne avvampò e sperò che quello che stava vivendo fosse solo un brutto sogno. Non aveva il coraggio di voltarsi nella direzione del ragazzo seduto accanto a lei, non poteva farcela.

L'altra ragazza, poi, poggiò il libro sul tavolo e , spostando la sedia, con tono allegro, annunciò ai due di voler andare da Ayame.
Non appena si allontanò sperò che quei due riuscissero a scambiare qualche parola, lei gli aveva solo "aiutati" il resto toccava a loro. Incrociò le dita dietro la schiena.


Nel frattempo al tavolino la situazione non era delle migliori. Rin avrebbe voluto solo suicidarsi, Sesshomaru sembrava sempre più intenzionato a non aprire bocca.

Ma alla fine qualcosa accadde. Il ragazzo allungò il braccio verso il libro e lo prese in mano. Almeno qualcosa in comune con Kanna ce l'aveva , nessuno dei due chiedeva per poter prendere qualcosa. Che brutto vizio, pensò Rin.

Sfogliò le pagine lentamente e accuratamente.

-Secondo me la più bella poesia è questa- disse tutt'un tratto.

Rin finalmente si decise a girarsi verso di lui con la faccia un po' stupita e spaesata. A cosa si stava riferendo?

Il libro venne poggiato nuovamente sul tavolino , metà dalla parte di Rin e l'altra metà dalla parte di Sesshomaru. Eppure lei non capiva.
Il ragazzo sospirò e indicò con lo sguardo la pagina.

Al posto di "A Silvia" spiccava un altro titolo. "L'infinito".

Allora quella era la sua poesia preferita. Come aveva fatto a non pensarci?

Rin si voltò in direzione del ragazzo e , timidamente, gli sorrise. Poi iniziò la sua "lezione extra" su Leopardi con un insegnante tanto bello quanto misterioso. Ascoltava avidamente la spiegazione, come se quelle parole fossere preziose gemme. La sua attenzione era massima.

Si avvicinò di più, lo fece discretamente, come era solito nel suo carattere.

Sesshomaru le parlava e lei ascoltava. Almeno la stava considerando.

Nella sua testa solo due parole continuavano a ripetersi all'infinito: Grazie...Leopardi!



SALVE A TUTTI! ECCO FINALMENTE IL NUOVO CAPITOLO DI LAST SUMMER DEDICATO IN PARTE A JAKOTSU E POI ALLA MIA COPPIETTA PREFERITA: RIN X SESSHOMARU! *.*

CHE NE PENSATE? CARINI INSIEME?

NON HO TEMPO DI RINGRAZIARE TUTTE LE PERSONE CHE HANNO COMMENTATO...SPERO COMMENTERETE ANCHE QUESTO NUOVO CAPITOLO! DETTO QUESTO UN BACIONE A TUTTI E ALLA PROSSIMA!

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Capitolo 14
*** Due Chili Di Troppo! ***


DUE CHILI DI TROPPO!

Magliette, magliette e magliette.

Solo magliette!

Tutta la stanza ne era invasa. Sembrava che fosse scoppiata una bomba atomica. Kagura era seduta proprio nel punto centrale della stanza e guardava con aria sconsolata tutti quei pezzi di staffa sparsi sul pavimento. Aveva appena finito di fare la doccia per togliere la salsedine dalla pelle abbronzata.
I capelli bagnati eano tenuti da un rigido turbante fatto con un asciugamano bianco. Ormai il corpo era perfettamente asciutto e profumava di crema idratante ai frutti di bosco.

La parte complicata era la scelta dei vestiti. Per la parte inferiore del corpo aveva optato per dei pinocchietti neri,
che , secondo lei, le facevano un bel sedere. Il vero dilemma era la maglietta.
Ne aveva talmente tante che non sapeva da che parte cominciare.

Le magliette blu le aveva escluse sin dall'inizio poichè con il nero non stava bene. Il giallo non le piaceva e il rosso aveva deciso di non indossarlo perchè lo utilizzava troppo spesso, nonostante fosse il suo colore preferito.

Rosa? Nah, troppo da bambolina.

Viola? Nemmeno, sarebbe stata scambiata per una emo.

Forse avrebbe usato il verde. Sì, le sarebbe stato bene e di sicuro si sarebbe intonato con i suoi orecchini preferiti e con il fermaglio per fare lo chignon.
Finalmente riuscì a vedere un barlume di speranza in quel tunnel oscuro. Come un leone che caccia la gazzella, Kagura si avventò verso le ante dell'armadio e aprì un cassetto, che, stranamente, si era salvato dalla sua furia. Senza nemmeno cercarla , prese una canotta verde con un simpatico personaggio dei fumetti stampato all'altezza del petto. La infilò subito e notò che le stava a pennello.

Finalmente c'era riuscita!!!

Ma qual era il motivo per cui ci aveva messo così tanto?

Quella sera tutto il gruppo avrebbe passato la serata a casa sua. Il giorno prima si erano ritrovati in un momento di ozio assoluto al bar di Ayame. Tutti, compresi i nuovi arrivati, cioè i fratellastri di Bankotsu.

Tra una palpatina di Miroku e uno schiaffo di Sango, Inu-Yasha aveva pensto che passare una sera tutti insieme sarebbe stato bello.
Il vero problema era dove ritrovarsi.

Kagura, mentre stava sorseggiando un succo di frutta all'arancia, senza nemmeno pensarci , disse:- Venite a casa mia!-

Non sapeva come mai , le era venuto così, damblè.
In fondo casa sua era grande, ci sarebbero stati tutti perfettamente. Però , prima di fare la doccia, aveva avuto l'accortezza di togliere ogni tipo di sopramobile delicato. La sicurezza non è mai troppa.

La yasha si piegò per prendere una maglia a maniche corte per piegarla , quando sentì un urlo a dir poco animalesco venire dalla stanza di Kagome.
Si precipitò subito verso la porta , preoccupata.

Aprì la porta velocemente, rischiando anche di darsela sul piede nudo, e come dolore credeva che fosse uno dei peggiori.

-Kagome, che succede?- urlò Rin, che nel frattempo stava facendo la doccia ed era uscita dalla doccia ancora tutta gocciolante, non aveva nemmeno avuto la precauzione di mettersi un asciugamano in testa e stavabagnando il pavimento.

Kagura pensò che l'avrebbe uccisa all'istante se non si fossero trovate in quella situazione.
Anche Sango, che si trovava in salotto per sistemare le varie cose, aveva raggiunto il secondo piano per vedere cosa fosse successo. I capelli erano tutti disordinati e la faccia sconvolta.

Da una delle porte del corridoio del secondo piano di casa Russel uscì Kagome. Gli occhi rossi per le lacrime, l'espressione imbronciata e l'urlo di poco prima la facevano apparire come un vero mostro.

Indossova una maglia senza maniche rosa e sotto una minigonna bianca a cui non era stata tirata su la cerniera lampo e mostrava l'addome della ragazza.

-Allora, cos'è successo?- domandò poi Kagura alterata perchè la mora non si decideva a parlare.

-Sono ingrassata!!!- urlò Kagome piangendo ancora di più.

Tutte le altre tirarono un sopsiro di sollievo, anche se subito dopo le avrebbero voluto tirare uno schiaffone in pieno viso per l'enorme spavento che aveva fatto prendere loro.

Sango, poi, prese parola.

-Con tutti i frullati , i gelati e i cornetti che hai mangiato questa settimana da Ayame era inevitabile che tu mettessi su qualche chilo!-

Per Kagome fu come ricevere una pugnalata dritta al cuore. Già aveva l'umore sotto le scarpe, se poi ci si metteva anche Sango era davvero la fine. Un'altra lacrima le scese lungo la guancia.

-Adesso smettila! Non saranno due chili di troppo a fare la differenza!- sbraitò Kagura, che era quella più incavolata di tutte.

-E secondo te una cerniera che si chiude a fatica non è un dramma?- domandò furente l'altra.

La cerniera lampo della minigonna riusciva a chiudersi ma con una certa difficoltà.
Kagura sentì il sangue salirle ancora più al cervello.

Rin, che fino a quel momento aveva preferito tenere la bocca chiusa, decise di parlare.

-Se ti stendi sul letto vedrai che chiuderai la cerniera normalmente-

Ma Kagome stava lì, ferma, immobile con gli occhi rossi pieni di lacrime. Se avesse avuto una macchina del tempo l'avrebbe di sicuro utilizzata per tornare indietro di qualche giorno, anzi di una settimana e di cucirsi la bocca per non mangiare più!

Ma era impossibile!

E lei qualche giorno prima aveva deciso di diventare irresistibile per Inu-Yasha!!!

Possibile che quel piano fosse già fallito???



SALVE GENTE! RIECCOMI CON IL NUOVO CAPITOLO DI LAST SUMMER! SO BENISSIMO CHE NON SUCCEDE NULLA MA AVEVO TANTA VOGLIA DI AGGIORNARE CHE HO DECISO DI SPEZZARE IL CAPITOLO IN DUE PARTI! BENE NEL PROSSIMO LEGGERETE GLI AVVENIMENTI DELLA SERATA! COSA VI ASPETTATE???

DETTO QUESTO VI SALUTO! UN BACIONE A TUTTI I LETTORI!

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Capitolo 15
*** Inizio Della Serata ***


INIZIO DELLA SERATA

Il campanello suonava insistentemente.

La persona che aveva pigiato il pulsante non aveva davvero voglia di aspettare almeno due secondi. Sango corse verso la porta per arrestare quel suono insopportabile. Odiava la gente che non aveva molta pazienza.

Allungò una mano verso la maniglia e aprì.

-Ciao, Sanguccia!- disse Miroku non appena si trovò davanti agli occhi la figura della sua prediletta.

L'altra alzò gli occhi al cielo. Già Miroku non le stava molto simpatico, anzi le dava davvero i nervi, poi quando la chiamava "Sanguccia" era ancora più irritante.

Dietro il ragazzo c'erano i fratelli No Taisho al completo. Inu-Yasha e Kanna sempre pronti a stuzzicarsi e Sesshomaru con quella maschera impassibile e fredda. Faceva davvero paura a volte.

-Prego, entrate!- disse subito la ragazza evitando di rispondere a Miroku , che la guardava con occhi luccicanti.

I quattro entrarono e subito Kanna si lasciò sfuggire un "oh". Di sicuro era per la bellezza della casa.

-Ben arrivati!- disse poi Kagura , spuntando dalla rampa di scale per accogliere i suoi ospiti. Da brava padrona di casa li fece accomodare tutti in salotto offrendo anche qualcosa da bere.

Quel pomeriggio, infatti, Kagura aveva obbligato Sango e Rin ad andare a fare la spesa. La lista sembrava infinita per tutte le cose che pensavano servissero per la serata.
Kanna, seduta di fianco a suo fratello Sesshomaru, si guardava intorno studiando ogni centimetro della casa, senza lasciarsi sfuggire nessun particolare. Aveva notato perfettamente un piccolo graffio presente su una cornice di argento poggiata su un mobile costoso.
Mentre Inu-Yasha iniziava già il suo giro di alcol con una birra e Miroku non perdeva tempo per fare delle avances a Sango in maniera piuttosto esplicita e a volte anche volgare, la piccola di casa Taisho chiese:-E Rin dov'è?-

-Eccomi!-

Rin, mentre teneva la mano a Kagome , era scesa dalle scale raggiungendo il salotto. Alla ragazza era toccato un compito davvero ingrato: convincere Kagome del fatto che lei non fosse affatto grassa.

Dopo che Kagome aveva illustrato il suo "problema catastrofico" , Kagura ,con il solito tono dolce e cortese, aveva obbligato Rin a "sistemare" la faccenda, non prima , però, di averla spaventata ordinandole di pulire immediatamente tutta l'acqua che aveva portato in corridoio con i suoi capelli bagnati.
E lei, zitta e ubbidiente come al solito, aveva fatto tutto.
Naturalmente asciugare l'acqua per terra era niente rispetto a Kagome.

Dopo essersi asciugata per bene i capelli , si era chiusa in bagno con la sua amica, lei seduta sul bordo del bidet mentre l'altra sul coperchio del wc, e aveva iniziato a fare un discorso molto saggio e maturo. Le aveva spiegato che la bellezza non si decideva in base ai chili o robe simili, che ognuno aveva la propria costituzione , che lei era bella lo stesso ma se proprio ci teneva poteva mettersi d'impegno e mandare via quei fastidiosissimi chiletti in più.

Per fortuna Kagome non disse nulla e accettò tutti i consigli. Una delle paure di Rin era che la sua amica non ascoltasse nemmeno una virgola del suo discorso visto che in passato aveva sofferto di anoressia.
Che sgradevole sensazione provava quando la gente glielo rinfacciava. Aveva sbagliato, anche lei poteva fallire qualche volta.

Se avesse potuto Rin avrebbe di sicuro cancellato, o magari riscritto, quel pezzo della sua storia così triste e tetro.
Ma Kagome non aveva detto assolutamente nulla, grazie al cielo. Si era limitata ad ascoltare e ad annuire guardando Rin con gli occhi rossi e gonfi.

Alla fine del discorso erano uscite dal bagno e Rin , seguita da Kagome che non voleva accogliere gli ospiti con gli occhi gonfi e rossi, si era recata in camera per decidere cosa mettersi. Tra mille interrogativi alla fine aveva scelto, come Sango, un vestito estivo fresco e semplice. Il suo era privo di spalline ed era bianco con quache stampa floreale maxi al fondo. Nulla di impegnativo. Semplice come lei.

Ed eccola là. Giù nel salotto di casa Russela, con Kagome che le stringeva la mano, mentre salutava gli ospiti.

Kanna sembrò illminarsi. Studiò attentamente l'abbigliamento di Rin e il suo voto fu positivo.

-Vieni a sederti con noi!- la invitò subito la ragazzina.

Rin, non sapeva bene il perchè , ma sentiva una strana agitazione quando Kanna le rivolgeva la parola.

-Ehi, Kagome, non fare la timida e aggregati anche te con noi!- gridò Miroku alla mora mentre Rin scioglieva la sua mano da quella dell'amica.

Anche Kagome, esattamente come la sua amica con Kanna, iniziò ad agitarsi. Solo che lei il motivo lo conosceva fin troppo bene. Vicino a Miroku, carino e rozzo come sempre, sedeva Inu-Yasha con la fedele bottiglia di birra in mano.

La mora fece un bel respiro e si avvicinò. Miroku la osservò bene, soprattutto osservò le sue gambe e disse:-Caspita,Kagome, complimenti! Hai delle gambe bellissime!- ed emise un fischio di approvazione.

La diretta interessata arrossì vistosamente. Di sicuro, pensò, sono diventata peggio di un pomodoro.
Una parte dentro di lei esultava di gioia, almeno quei due chili non le avevano fatto perdere fascino.

Sango, che stava arrivando dalla cucina con le mani occupate da vassoi contenenti i cibi che quella sera avrebbero soddisfatto i loro pancini, aveva sentivo tutto. Posò i vassoi sul tavolo, e Kanna subito afferrò una pizzetta, e si diresse verso Miroku.

-Miroku, ti adoro quando dici così! Grazie!- esclamò Sango scoccando un bacio sulla guancia del ragazzo.

Tutti rimasero a bocca aperta. Sango che rivolgeva attenzioni di quel genere a Miroku era uno spettacolo surreale.

Lo stesso Miroku era rimasto basito. Assomigliava tanto ad uno dei personaggi dei cartoni animati, che dopo aver ricevuto un bacio diventano rossi e fanno uscire dalle orecchie del fumo proprio come i treni.

Siccome non aveva capito che la ragazza aveva agito così perchè in questo modo Kagome non si sarebbe lamentata per i prossimi sei giorni sul suo aumento di peso, disse:-Sanguccia mia, se davvero bastava che io facciessi dei complimenti alle altre per ricevere un tuo bacio potevi dirmelo prima e avrei risparmiato tanta fatica!-

E intanto afferrò la bruna ,con le mani libere, per i fianchi attirandola a sè reclamando un altro bacio, ma non più sulla guancia.

-Brutto maniaco, adesso non ti allargare!- lo avvisò Sango mentre, tra le risate generali , tranne quella ,ovviamente, di Sesshomaru, con le mani cercava di allontanare le labbra fameliche di Miroku.

Nemmeno il suono del campanello riuscì a distrarre i ragazzi presenti. Kagura, che si trovava ancora in cucina per tagliare al meglio e disporre per bene sul vassoio i brawnies al cioccolato che aveva preparato con l'aiuto di Sango quel pomeriggio, si diresse verso la porta. Teneva il vassoio nella mano destra.

Era straconvinta che a suonare fossero Ayame e Koga e , mentre apriva la porta e senza nemmeno guardare in faccia i suoi ospiti, con un gesto cerimonioso porse il vassoio verso gli ospiti e con gli occhi chiusi disse:- Ti prego, Ayame, cerca di essere più che spietata con il tuo giudizio.Devo assolutamente migliorare come pasticcera!-

-Ti sembro forse Ayame?- domandò una voce.

Kagura aprì di scatto gli occhi, cosa davvero inutila perchè aveva già riconosciuto quella voce. Bankotsu!

Che figura di merda! urlò dentro di lei.

Già la sua presenza bastava ad infastidirla poi quella sera appariva agli occhi della yasha ancora più odioso.
Sempre sicuro di sè, con quell'aria da figo che non lo abbandonava mai, nemmeno per un istante.

Dietro Bankotsu non potevano mancare i fratellastri. Renkotsu, sempre molto imbrociato , chissà quale scherzo gli aveva fatto Bankotsu prima di uscire di casa, Jakotsu e Suikotsu.

Jakotsu non appena Kagura aveva offerto i suoi brawnies ne aveva preso uno e ficcato tutto in bocca. Sulle sue labbra erano evidenti le briciole di cioccolato.

A bocca piena disse:-Non si direbbe che sei una pasticcera a prima vista ma ti faccio i miei complimenti! Però ti dò un consiglio: mia madre , quando ero piccolo, metteva nell'impasto una spolveratina di cannella. Ti assicuro che erano fantastici i suoi brownies!-

Mentre Jakotsu diceva questo era entrato in casa, seguito da Renkotsu e Suikotsu. Tutti e tre si erano precipitati a salutare gli altri.

Sulla sogli della porta era rimasto solo Bankotsu.

-Vuoi un invito scritto per entrare?- domandò subito acida Kagura.

-Credevo non mi volessi a casa tua!-

-Se tu lo avessi pensato sul serio saresti rimasto a casa!- ribattè la ragazza.

Finalmente Bankotsu si decise a muoversi. Mentre camminava prese un quadratino di brownies al cioccolato.

-Jakotsu per una volta aveva ragione, a prima vista non si direbbe ma sei proprio brava nel cucinare dolci.- constatò mandando giù quel dolce boccone a avvicinandosi ai costosi divani per salutare gli amici.

La yasha, invece, rimase come pietrificata. Come riusciva a mandarla nella confusione più assoluta? Anche con un semplice gesto o frase.
Respirò a fondo, chiuse la porta.

-Tu invece a prima vista sembri proprio uno stronzo.- bisbigliò rientrando in cucina.

Il campanello suonò ancora una volta. Erano Koga e Ayame.

INVOCO CLEMENZAAAAAAAAAAAA! SONO DAVVERO MORTIFICATA PER NON AVER POSTATO PRIMA MA SUL SERIO SONO SUCCESSE TALMENTE TANTE COSE CHE NON SONO RIUSCITA AD AGGIORNARE. POI ULTIMAMENTE MI VENGONO IN MENTE ALTRE FF E ALLORA PRESA DALL'ISPIRAZIONE BUTTO GIU PER ISCRITTO TUTTE LE IDEE CHE MI VENGONO IN MENTE! SPERO CHE IL CAPITOLO VI SIA PIACIUTO! RINGRAZIO TUTTI VOI CHE MI SEGUITE SEMPRE CON COSTANZA E MI SPRONATE AD ANDARE AVANTI! UN BACIO

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Capitolo 16
*** Tuffo Notturno E Brillo ***



TUFFO NOTTURNO E BRILLO

Tutti si stavano divertendo. Tutti tranne lei.

Incavolata nera, Kagura stava in cucina a preparare gli altri vassoi per i suoi ospiti. Le risultava difficile non arrabbiarsi quando ripensava a quello che le aveva detto Bankotsu.

Il coltello ,che aveva in mano, si muoveva in modo molto pericoloso sulle pietanze.

-Kagura, non prendertela con i brownies. Non ti hanno fatto niente di male!-disse all'improvviso una voce proveniente dalla porta.

La yasha sollevò subito gli occhi. Rin la stava osservando divertita.

-Da quanto tempo sei là?- domandò Kagura sorridendo e ritrovando il buon umore.

Era strano da spiegare a parole ma Rin riusciva a muoverle un meccanismo particolare che la faceva sorridere subito. Le ispirava allegria.
Quello era uno dei motivi per cui , il più delle volte, si confidava prima con lei e poi con Sango e Kagome.

-Abbastanza per vedere un'espressione da killer sul tuo volto- continuò Rin avvicinandosi a lei.

La piccola prese un altro vassoio e ne poggiò un altro vuoto sul tavolo. Non c'erano nemmeno le briciole.
Kagura strabuzzò gli occhi.

-Hanno già finito il vassoio?- chiese.

Ma la risposta non arrivò perchè Rin era già sparita in salotto.Era incredibile la velocità con cui svolgeva alcune cose.

Kagura continuò il suo lavoro, le mancava poco e avrebbe potuto finalmente sedersi e godersi la serata.
Al diavolo Bankotsu!
Voleva solo divertirsi.

-Serve una mano?- domandò un'altra voce, ma non era quella di Rin.

La yasha interruppe nuovamente il suo lavoro. Ma questa volta non sorrise, anzi, sgranò gli occhi.
Tra tutte le persone che casa sua ospitava, quella era l'ultima e la più improbabile che potesse aspettarsi

-Non ti diverti con gli altri, Renkotsu?-

-Non molto! Trovo molto difficile l'approccio con gli altri, sono uno che preferisce stare per conto suo!- disse Renkotsu mentre si avvicinava a Kagura.

-Allora tu e Sesshomaru potreste andare d'accordo!-

-Non credo. A volte quel ragazzo è davvero terrificante. Anche se adesso sta litigando con Inu-Yasha.- e sorrise.

La yasha rimase sorpresa. Renkotsu che sorrideva...
Era davvero strano. Di solito lo aveva visto imbronciato o serio.

Lo guardò meglio.
Nonostante avesse la testa rasata, non era un brutto ragazzo. I lineamenti, se si dava un'occhiata molto accurata, somigliavano a quelli dei suoi fratellastri. Anche se non volevano ammetterlo, era vero.
L'unica differenza stava nei caratteri.

Ma forse era proprio quello che rendeva quei quattro ragazzi così diversi tra loro.

-Allora, cosa posso fare per rendermi utile?-

Kagura si destò dai suoi pensieri.

Sorrise.

-Potresti prendere le birre nel frigorifero?-



Jakotsu era davvero pericoloso.

Inu-Yasha lo aveva capito fin da subito, non appena il ragazzo lo aveva guardato con occhi luccicanti.
Non solo faceva apprezzamenti molto espliciti su di lui, ma non si arrendeva di fronte ai rifiuti.

Aveva davvero la testa dura!

Anche quella sera non smetteva di perseguitarlo.
Il peggio era che Miroku, il suo migliore amico, o almeno così diceva di essere, non lo difendeva, anzi, si divertiva pure.

-Oh,Inu-Yasha, come sei carino quando bevi la birra!-

Il mezzo demone si fece andare la birra di traverso.

Adesso basta!

Tutto aveva un limite,soprattutto la sua pazienza. Non ne poteva più di sentire la voce stridula di Jakotsu ogni volta che si muoveva.

"Inu-Yasha come sei bello quando metti il broncio", "Inu-Yasha sei adorabile quando ti passi le dita tra i capelli", "amo alla follia le tue orecchie...".

La povera vittama, seduto sul divano, si fece più vicino a Kagome, seduta accanto a lui. Lei subito si fece tesa e mille domande le attraversarono la mente,esattamente come le macchine della Formula 1.
Aveva un odore gradevole, il trucco continuava a fare il suo effetto?

-Inu-Yasha, ma cosa fai?- gli sussurrò all'orecchio, mentre velocemente si sistemava una ciocca di capelli fuori posto.

-Ho paura di Jakotsu- confessò.

Impossibile trattenersi dal ridere. Inu-Yasha, quell'Inu-Yasha che non perdeva occasione per pavoneggiarsi, fare lo spaccone e l'arrogante adesso aveva paura.
Di Jakotsu,poi!
Non avrebbe fatto del male nemmeno ad una mosca, era davvero innocuo.

Kagome si portò una mano alla bocca ,cercando di trattenere le risate.
Inu-Yasha se ne accorse e subito divenne di mille colori.

-Maledetta, perchè ridi?- domandò furente.

-Sei troppo buffo!!!-

Nel frattempo Sango, che aveva osservato la scena tra quei due, vedendo quella certa confidenza, sorrise felice.
Almeno Kagome si stava divertendo, per di più con il ragazzo che suscitava il suo interesse e la sua curiosità.

Non poteva dire lo stesso di lei.
Da quando era cominciata la serata Miroku non le aveva lasciato un attimo di tregua. E dopo un paio di birre era diventato ancora più pericoloso.
Nonostante lei lo rifiutasse in continuazione, lui non demordeva. Assomigliava un po' a Jakotsu da quel punto di vista, ma solo da quello, purtroppo.

E proprio in quel momento si trovava seduto sul divano, con Bankotsu altrettanto brillo, Jakotsu e Koga, e cantava delle canzoncine sconce , che nemmeno suo fratello Kohaku avrebbe potuto eseguire.
Sango scosse la testa, sembrava un bambino.

-Sanguccia, vieni qua vicino a me!!!- disse poi il ragazzo battendo la mano sul divano per richiamarla.

-Te lo puoi scordare!- ringhiò lei, allontanandosi sempre di più, come se potesse avere dei tentacoli e prenderla all'improvviso.

-Ma così mi spezzi il cuore!-

E mentre diceva questo, Bankotsu, Koga e Jakotsu risero a crepapelle.
A Sango invece vennero i nervi.

Di sicuro non si sarebbe mai innamorata di lui!!!





-Ayame, mi hai mentito!- sentenziò una voce.

La diretta interessata, che era andata un minuto in bagno per soddisfare un bisogno fisico, si spaventò molto quando si ritrovò di fronte la faccia incavolata di Kanna.
La diciassettenne aveva poggiato le mani sui fianchi e dipinto sul volto un'espressione poco rassicurante. Questo era uno dei pochissimi casi in cui somigliava a Sesshomaru.

Ayame, non appena realizzò chi fosse la persona che l'accusava, di cosa però non sapeva, si portò una mano alla gola e, schiarendosi la voce, chiese:-Di cosa stai parlando?-

Kanna sgranò gli occhi, segno che stava per infuriarsi sul serio.

-Sto parlando di una cosa avvenuta qualche giorno fa al bar!-

Ayame voleva avere una pistola a portata di mano.
Come poteva ricordarsi cosa potesse essere successo qualche giorno fa al bar?

Secondo lei Kanna era davvero troppo viziata, a volte superava Inu-Yasha, e non era cosa da poco.
Respirò a fondo per ritrovare la calma.

-Kanna, al bar succedono tante di quelle che non me le posso ricordare! Spiegati meglio- l'ultima frase la disse con un tono un po' troppo alto.

-Sesshomaru mi ha detto che qualche giorno fa hai mandato Rin a portargli un caffè al tavolo! Ma insomma!!! Prima mi fai dei discorsi da ragazza matura dicendomi che non mi devo intromettere e poi sei la prima che crei l'occasione per far avvicinare quei due! Sei con me o contro di me?- domandò la ragazzina.

La rossa, dopo aver sentito queste parole, si postò una mano sugli occhi per la disperazione.
Faceva davvero sul serio.

-Non l'ho fatto apposta! C'era tanta gente e Rin era lì, le ho chiesto solo un piccolo favore!- replicò esasperata.
Prima o poi, per colpa di Kanna, sarebbe finita in ospedale a causa di un esaurimento nervoso.

Kanna , invece, alzò un sopracciglio, incredula. La spiegazione di Ayame le sembrava tanto una scusa.
Cambiò subito espressione e lasciò cadere le mani lungo i fianchi. Sembrava soddisfatta.

-Bene! Mi fa piacere che tu stia dalla mia parte!-

E così dicendo, se ne andò.

Ayame invece rimase ancora lì, davanti la porta del bagno, sbigottita. Probabilmente il suo cervello non aveva ancora metabolizzato tutta la frase di Kanna.



Rin si sedette su una delle sdraio in giardino, nella parte della piscina.

Aveva le guance arrossate, colpa della birra che aveva bevuto. Purtroppo non reggeva l'acol molto bene.
A sedici anni aveva avuto la sua prima sbronza, e non se l'era di certo dimenticata.
Sempre in compagnia di Sango, Kagome e Kagura era andata in un pub. Siccome si vergognava ad ammettere che non aveva mai bevuto alcol in vita sua , scelse subito un angelo azzurro.

Non appena lo aveva assaggiato aveva sentito come un fuoco dentro la sua gola. Ma ormai il danno era fatto, non poteva far vedere alle sue amiche che non le piaceva.
E così se lo era scolato tutto, con tutte le sue conseguenze.

Cosa fosse accaduto dopo non lo sapeva di preciso, erano ricordi molto sfocati. Di sicuro aveva vomitato. Le sue amiche ancora ridevano al pensiero di quella sera.

E lei ancora ricordava il mal di testa atroce che le venne la mattina non appena si fu svagliata.

-Come mai sei qui fuori?- domandò una voce alle sue spalle, riportandola alla realtà e distraendola dai suoi ricordi.

Rin si voltò di scatto e sentì un altro tipo di calore, diverso da quello dell'alcol, dentro di lei.

Sesshomaru era in piedi, di fronte a lei.
Che l'avesse seguita?
Di sicuro non le sarebbe dispiaciuto affatto.

Ringraziò mentalmente quella birra che Kagome le aveva fatto bere, almeno le guance erano già rosse, non c'era pericolo di farsi vedere avvampare da Sesshomaru.

-Avevo bisogno di un po' d'aria. Tu, invece?- chiese lei guardandolo negli occhi.
 
Il ragazzo nel frattempo si era seduto sulla sdraio vicino a quella di Rin. Lo aveva fatto molto lentamente facendo accrescere la curiosità della ragazza ad ogni secondo.

-Dopo un po' la confusione mi infastidisce!-

Rin rise. In fondo quella risposta se l'aspettava.

-E poi Inu-Yasha stà dando il peggio di sè-

Questa volta Rin non potè fare a meno di ridere più forte. Inu-Yasha quella sera era davvero uno spasso.
Inoltre i suoi teatrini con Kagome erano molto divertenti.

-Tuo fratello ti mette in imbarazzo?-

-Fratellastro- precisò lui.

-Ah, è vero!- disse lei.

Non capiva perchè potesse dargli tanto fastidio il termine "fratello".
Anche Kanna era sua sorellastra ma con lei si comportava diversamente, era più...protettivo.

-Perchè ti dà così fastidio la parola "fratello"?- domandò lei senza nemmeno pensarci.

Infatti si pentì subito per essere stata così invadente. Aveva capito che Sesshomaru era una persona di poche parole e che non amava l'invadenza. Ma a volte lei non riusciva a contenersi, aveva una gran voglia di sapere più cose possibili su di lui.

-Oh, scusami. Forse non ne vuoi parlare...-aggiunse lei come per rimediare al piccolo danno fatto.

Mentre parlava si era portata una mano dietro il collo, lo faceva sempre quando era in imbarazzo.
Sesshomaru invece non si scompose. Si limitò a voltare la testa in direzione di Rin.
Non disse nulla.

La ragazza si sentì ancora più in soggezione, e non riusciva a trovare una soluzione per tirarsi fuori da quella situazione.
Poi però il ragazzo parlò.

-Non c'è un motivo preciso. Non siamo mai andati d'accordo-

Le aveva risposto?
Non riusciva a crederci nemmeno lei.
Lo guardò incredula. Non sapeva bene il motivo ma quella risposta l'aveva spiazzata, completamente.
In qualche modo non l'aveva respinta!

Ma quel momento di felicità interiore di Rin venne interrotta da delle urla provenienti da dentro la villa.

Ayame e Koga furono i primi a correre fuori.

Tutti e due non riuscivano a reggersi in piedi per colpa delle risate.

-Cosa succede?- domandò curiosa Rin.

-Inu-Yasha sta per buttare Kagome in piscina...vestita!- disse poi Koga.

La ragazza strabuzzò gli occhi.
Sperava solo che Kagura non si arrabbiasse.

Dopo pochi secondi vide arrivare Inu-Yasha con Kagome su una spalla che scalciava e urlava come una matta.
Gli altri erano dietro di loro.

Miroku, usando come scusa la sua sbronza, si era poggiato su Sango, almeno per poterla toccare meglio.
Bankotsu e Jakotsu ridevano a crepapelle. Gli unici che sembravano sobri erano Kagura, Renkotsu e Suikotsu.
Tra i tre però Kagura era quella più divertita dalla scena.
Alla fine fece anche Kanna la sua entrata, incavolata come sempre perchè era stata lasciata indietro.

-Lasciami, Inu-Yasha!!!-sbraitò Kagome, tirando una ciocca di capelli al povero mezzo demone.

-Neanche per sogno! Adesso ti fai una bella nuotata!- disse lui.

Però si sa, l'acol fa brutti scherzi, compreso quello di far perdere l'equilibrio. Difatti, per colpa di Kagome che continuava a scalciare, anche lui cadde in piscina con lei.

Le risate vennero subito dopo.

Non appena riemersero iniziarono a punzecchiarsi a vicenda.
Anche Miroku, alla fine, seguì l'esempio di Inu-Yasha e si tuffò , con tanto di Sango al seguito, in acqua. Almeno avrebbe avuto l'occasione di vedere meglio il suo corpo con l'effetto del vestito bagnato.

Kanna, come tutti gli altri, rise. Ma non le sfuggì il fatto che Sesshomaru si trovasse seduto vicino a Rin, che Inu-Yasha avesse scherzato proprio con Kagome e che Miroku non faceva altro che guardare Sango, anzi se la mangiava con gli occhi.
Di questo fu più che felice.

L'unica incognita che rimaneva era Kagura.

Sperava con tutto il cuore che non mostrasse interesse per Sesshomaru, perchè quella sera l'aveva vista avvicinarsi un po' troppo.

Di sicuro avrebbe trovato un modo per farla avvicinare a Bankotsu.

Niente e nessuno poteva scombinare i suoi piani!!!


SALVE A
TUTTI! ECCO A VOI IL NUOVA CAPITOLO DI LAST SUMMER! CHIEDO SEMPRE PERDONO PER NON AVER AGGIORNATO IN TEMPO MA TRA LA SCUOLA, LA DANZA E LA POCA ISPIRAZIONE (ME TAPINA!) NON SAPEVO QUANDO SCRIVERE!
SPERO CHE IL NUOVO CAPITOLO VI SIA PIACIUTO!

ADESSO PERò SONO IO A CHIEDERVI UN FAVORE: COSA VOLETE CHE ACCADA NEL PROSSIMO CAPITOLO?
VE LO CHIEDO PERCHè SONO A CORTO DI IDEE E VORREI QUALCHE VOSTRO SUGGERIMENTO!!!

RINGRAZIO TUTTI QUELLI CHE , COME SEMPRE, COMMENTANO! NON SAPETE QUANTO MI FACCIA PIACERE TUTTO CIò.
RINGRAZIO ANCHE LE BEN 45 PERSONE CHE HANNO MESSO QUESTA STORIA TRA I PREFERITI!
CONTINUATE A SEGUIRMI, MI RACCOMANDO!

UNA BACIO DALLA VOSTRA

RAN UGAJIN92





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Capitolo 17
*** Il Sostegno Di Sango E La Perspicacia Di Bankotsu ***


IL SOSTEGNO DI SANGO E LA PERSPICACIA DI BANKOTSU

Erano le due di notte e in casa Russel non volava neanche una mosca.
Le ragazze dormivano beatamente nei loro letti.
Beh... quasi tutte.

Sango , ad esempio, non riusciva a chiudere occhio. Si sentiva stranamente inquieta, agitata senza un apparente motivo.
Eppure di motivi ne aveva tanti.
Primo fra tutti c'era il fatto che era iniziato luglio, quindi la vacanza iniziava ad "accorciarsi", anche se Kagura quando aveva sentito quel commento le aveva rivolto uno sguardo perplesso perchè avevano davanti ancora due mesi di vacanza. Ma per Sango due mesi erano comunque pochi.
Poi c'era Kagome che aveva iniziato una dieta davvero strana per poter perdere quei dannatissimi due chili in più. Aveva riempito la dispensa di casa con quintali di gallette integrali, che secondo il modesto parere di Sango era come mangiare polistirolo, se non peggio. Anche questa volta era intervenuta Kagura, arrabbiatissima anche con Rin che non aveva cercato neanche per un secondo di distogliere Kagome da quel folle piano.
Il vero problema era che Kagome non le mangiava poi tanto volentieri quelle gallette, ma siccome tutte e quattro le ragazze si erano trovate d'accordo sul fatto di non sprecare del cibo (e soprattutto i soldi che ci avevano speso) avevano deciso di mangiarle loro, con non poche difficoltà.

Altra fonte di inquietudine era Miroku. Così appiccicoso, così insistente, così stressante e ,soprattutto, così maniaco.
Dopo la serata passata a casa di Kagura poche sere prima, era diventato un vero incubo per lei, non lo sopportava. In particolar modo quando faceva il cascamorto con le altre.
Più e più volte aveva tentato di toccare il sedere a Kagura, che aveva risposto con un bel pungo, così come con Rin, che invece riusciva ,ogni volta con la sua agilità, a scampare a quelle mani troppo lunghe. Quando aveva appena sfiorato Kagome ad intervenire era stato Inu-Yasha ancora prima delle diretta interessata. E questo Sango lo aveva notato con estremo piacere.

E poi ultimo, ma non meno importante anzi, da qualche giorno avvertiva una strana aria in casa. Non c'erano stati litigi tra di loro, stranamente riuscivano ad andare d'amore e d'accordo, e questo voleva dire riuscire a sopportare qualche sfuriata di Kagura.
Sentiva che c'era qualcosa che non andava.
O forse sarebbe stato meglio dire che Rin aveva qualcosa che non andava. Dopo la serata passata tutti insieme a casa era diventata ancora più silenziosa.

E questo era un problema a cui non sapeva davvero trovare una soluzione.

La ragazza sollevò in alto il suo busto e si ritrovò seduta sul letto, con le lenzuola fresche e leggere tutte spiegazzate per colpa del suo continuare a girarsi invano. Si voltò verso la finestra e respirò profondamente.

Poi sentì che qualcuno stava bussando davanti la porta,rigorosamente chiusa, della sua stanza.
Si alzò ,toccando con i piedi nudi il delicato parquet, e andò ad aprire.

-Rin, che ci fai qui?- domandò non appena riconobbe nell'oscurità della casa l'esile figura della sua amica.

-Scusami... è che non riesco a prendere sonno e poi ho un disperato bisogno di parlarti- confessò Rin.
Pronunciò quelle parole quasi si sentisse in colpa. E Sango non ne vedeva davvero il motivo. Non conosceva al mondo persona più buona di Rin.

Sango chiuse con delicatezza, per evitare di fare rumore, la porta alle loro spalle e Rin subito si tuffò nel grande letto della sua amica.

-Cosa devi dirmi di così tragico?- chiese ironicamente la castana per spezzare quell'aria di tensione.

Rin non sorrise nemmeno, non era in vena di scherzi. Non in quel momento almeno.
Con la mano destra si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e guardò senza alcun interesse il copriletto a righe del letto di Sango.
L'altra, che stava in piedi con le braccia incrociate al petto, continuava ad aspettare. preferì non mettere fretta a Rin, l'avrebbe innervosita inultimente. Quindi aspettò pazientemente.

-Promettimi che quello che sto per dirti non ne farai parola nè con Kagome nè con Kagura, anzi soprattutto con lei!-

-Prometto!-

Rin allora raddrizzò la schiena e incrociò le gambe. Guardò Sango dritta negli occhi, velati da una leggera tristezza.
Prese fiato e poi disse.

-Due giorni fa sono andata a fare una passeggiata sulla spiaggia con Kagura. Mi ha confessato di provare interesse per Sesshomaru...- e si fermò per qualche secondo.

-Ma in realtà Sesshomaru interessa a te, vero?- concluse Sango , mentre si accendeva una sigaretta. Ultimamente quando era in California ogni scusa sembrava perfetta per fumare.

Rin dilatò lo sguardo in un'espressione smarrita. Per un minuto la fissò senza nemmeno sbattere le palpebre.
Poi quando il fumo della sigaretta le entrò nelle narici, dandole piuttosto fastidio, scosse la testa come per svegliarsi da uno stato di trance.

-E tu come fai a saperlo?- chiese.

-Mi ci sono voluti pochi sguardi attenti per capire. Non sono come Kagome, io!- sottolineò Sango.

Rin riuscì ad abbozzare un sorriso, che subito scomparve. Spronfodò nuovamente in quel seccante stato di depressione.
Sango la osservò, inclinò leggermente la testa , come per studiarla meglio. Schiacciò la sigaretta, non del tutto finita, nel posacenere poggiato sul suo comodino bianco.
Poi, lentamente, si sedette sul letto e si avvicinò a Rin e le mise un braccio intorno alle spalle e l'attirò leggermente verso di sè.
La testa della piccolina poggiava sulla forte spalla di Sango.

-Rin, credo che quella che sto per porti sia una domanda retorica... Preferisci rinunciare a Sesshomaru o a Kagura?- domandò a bassa voce e dolcemente.

-Beh è ovvio... preferisco rinunciare a lui che perdere un'amicizia che va avanti sin dall'infanzia. Non ho alcun dubbio. Ma il punto non è questo, Sango! Io non riesco a capire come possa essere successo tutto questo, come abbia fatto a non accorgermene subito dell'interesse di Kagura nei confronti di Sesshomaru...-

-Non crearti problemi inutili. In questo momento è come se tu stessi lottando contro i mulini a vento. Non puoi farci niente, è successo. Adesso devi solo cercare di comportarti nel modo che ritieni più giusto.- disse Sango stringendola di più a sè e sorridendo mentre pronunciava queste parole.

Rin chiuse gli occhi.
La sua amica aveva ragione.
Era inutile lottare contro i mulini a vento. Non aveva nulla da rimproverarsi, era successo punto e basta. Doveva solo rimediare.
Ma ci sarebbe riuscita?

Sentì improvvisamente l'impulso di piangere, ma ricacciò dentro le lacrime perchè non voleva essere troppo pesante per Sango.

-Senti, posso dormire da te?- domandò poi Rin.

-Ma certo! Come quando eravamo piccole. Mi ricordo che una volta siamo rimaste sveglie per tutta la notte perchè eravamo troppo emoziate all'idea di dormire insieme- ricordò con entusiasmo l'altra ragazza, sciogliendo il proprio braccio dalle spalle della sua amica e buttandosi sul materasso di schiena. Rin la seguì.
E rise.
Rise con Sango tutta la notta rievocando ricordi lontani... eppure così felici.


***

Kagome continuava a sbadigliare. Era più forte di lei.
Eppure aveva dormito molto quella notte.

-Ehi Kagome... sembri davvero stanca!- esclamò Ayame da dietro il bancone mettendole davanti una tazzinadi caffè.

Le ragazze quella mattina si erano svegliate piuttosto tardi, soprattutto Rin e Sango. Siccome Kagura , alla vista delle gallette integrali aveva iniziato a sbraitare come una furia contro Kagome perchè non ne poteva più di mangiare gallette con la marmellata, senza zuccheri aggiunti per di più, Rin e Sango avevano proposto di fare colazione al bar... magari evitando di trangugiare brioches piene di cioccolata o crema.
Ed eccole là, dopo una breve doccia e un cambio di vestiti, sedute al bancone del bar di Ayame, sempre pimpante e allegra.

-Ma dove la trovi tutta questa energia?- domandò Kagome.

La ragazza sollevò le spalle non riuscendo a trovare una risposta e tornò al suo lavoro.

-Buongiorno a voi, ragazze!- trillò subito una voce alle loro spalle.

Tutte e quattro si voltarono di scatto.
Jakotsu, seguito da Suikotsu e Renkotsu aveva fatto il suo ingresso nel bar.

Il primo indossava un costume piuttosto appariscente, giallo con dei fiori rossi. Non proprio la definizione di discreto. Come sempre si muoveva e si atteggiava da femmina.

Renkotsu si avviò subito verso Kagura.
Lei gli rivolse un sorriso gentile e lo salutò così:-Buongiorno, pelatino! Come va?-
Quel soprannome gliel'aveva affibbiato il giorno precedente.

Tutto il gruppo era uscito fuori per bere qualcosa e durante la serata, fatta di risate per i continui tentavi di stupro di Jakotsu nei confronti di Inu-Yasha, Kagura, forse un po' troppo brilla, aveva chiamato Renkotsu in quel modo, facendo sbellicare dalle risate Bankotsu, Inu-Yasha, Koga e Miroku.
Ovviamente il povero ragazzo se l'era presa molto, non tanto con Kagura, ma con il suo fratellastro che si era permesso di ridere di lui in maniera così plateale.

Mentre Jakotsu,con la sua tipica voce da checca isterica, si sporgeva sul bancone, mettendo in imbarazzo Suikotsu e attirando l'attenzione di tutti i presenti nel bar, disse:-Ayamucciaaaa, mi puoi dare una bella bibita ghiacciata? Sto morendo dal caldo!-

Contemporaneamente Kagome, con la tazzina ancora sulle labbra, si sporse con il busto indietro per poter dire qualcosa a Rin e Sango, che erano sedute vicino e parlavano per fatti loro.

-Ehi ragazze...- disse le sottovoce.

Subito Rin e Sango smisero di parlare e le prestarono attenzione.

-Cosa c'è?- domandò Sango.

-Non è che per caso Kagura è interessata a Renkotsu?- chiese lei.

Sia Rin che Sango inarcarono le sopracciglia con un espressione disperata. Possibile che Kagome a volte fosse così tonta?

-Ciao ragazze!- un'altra voce intervenne nel piccolo locale.

Rin conobbe subito quella voce, senza alcun bisogno di voltarsi come invece aveva fatto con Jakotsu.
Subito sentì il corpoimmobilizzarsi.
Si voltò poi lentamente, sperando che quella persona non fosse con lei.

Ma quando completò la lieve torsione del collo lo vide.

Sesshomaru era proprio accanto a Kanna, la sua sorellina pestifera.
Sulle sue labbra era stampato un sorriso furbetto.

In piedi, sulla soglia della porta, attaccata al braccio di suo fratello, che come al solito non batteva ciglio per allontanarla, Kanna guardava con un certo piacere il posto che occupava Rin.
E notava pure che Kagura era impegnata a parlare amabilmente con Renkotsu. Chissà, forse l'impressione che a Kagura interessasse Sesshomaru era una sua fantasia...

Invece Rin, sentendo che le guance erano diventate più rosse di un peperone maturo, aveva subito rivolto lo sguardo a Kagura, e aveva visto chiaramente il cambiamento di espressione della yasha non appena Sesshomaru aveva fatto il suo ingresso.
Lo sguardo si era fatto più intenso e interessato.

Non ce la faceva... non poteva stare lì a guardare.
Prima che Kanna la potesse "rapire", rivolse uno sguardo complice a Sango, che aveva assistito a tutta la scena, e a bassa voce le disse:-Io vado via... non me la sento di rimanere-

L'altra non rispose. Era meglio così, condivideva la scelta di Rin.

Si alzò di scatto e ad alta voce disse:- Ragazzi io devo andare... da Bankotsu! Ha detto che doveva farmi vedere una cosa...-
Pronunciò queste parole arrossendo ancora di più. Non sapeva perchè le era venuto in mente il nome di Bankotsu, ma dalle facce degli altri ragazzi, aveva capito che non era stata la scelta più azzeccata da fare.
Difatti Sango si era coperta gli occhi con le mani in segno di rassegnazione.
Kagome corrugò la fronte.

Rin non indagò oltre con lo sguardo. Non era per niente interessata a vedere lo sguardo di Renkotsu, Suikotsu o Jakotsu. Ancora meno di Kagura e Kanna.

E infatti fece bene perchè la diciassettenne l'avrebbe volentieri incenerita con lo sguardo. Si era permessa di andarsene? Per lei era inconcepibile.

Non appena Rin sentì sotto i suoi piedi la sabbia calda si sentì al sicuro. Era come stare in una fossa con dei leoni famelici.

-Conoscendo Bankotsu, di sicuro Rin non vedrà la sua collezione di farfalle...- disse Jakotsu malizioso, sorseggiando la sua aranciata ghiacciata.

Ma la ragazza non aveva sentito quel commento.

E adesso cosa poteva fare?

Beh... pensò Rin, poteva davvero a fare visita a Bankotsu. Non c'era niente di male. Si sarebbe fatta quattro risate.
Di sicuro il bel bagnino si sarebbe messo a criticare Renkotsu per la sua testa rasata oppure Jakotsu per i suoi tratti femminili così evidenti.

L'immagine che le aveva presentato Kagura su Bankotsu non coincideva per niente con quello che invece si era fatta Rin.
La yasha lo aveva etichettato come uno stronzo, punto e basta. Ma non stronzo solo con le ragazze, stronzo in generale.
Eppure Rin, per quel poco che lo conosceva, non lo reputava affatto una cattiva persona.
Di certo non sarebbe stato un santo, ma era simpatico e gli piaceva stare in compagnia. Scherzava con tutti, andava d'accordo con Inu-Yasha, con Miroku, Koga e anche con Sesshomaru. Non aveva niente che non andasse.
Il fatto che fosse un po' farfallone alla fine non era neanche un lato tanto negativo. Era una sua peculiarità, per lei era difficile immaginarsi un Bankotsu che non guardava le ragazze. La cosa divertente era metterlo a confronto con Miroku, che il più delle volte riceveva dei rifiuti.

Rin camminava sulla sabbia calda e subito raggiunse la torretta del bagnino dove stava Bankotsu.
Lo vide seduto lì, annoiato.

Rin stava per salutarlo, ma con la coda dell'occhio vide una cosa che non le piacque.
Sesshomaru stava arrivando verso di lei.

No!
Non poteva essere!

Lei aveva detto una bugia, piuttosto improbabile, davanti a tutti, beccandosi anche sguardi maliziosi, per non vederlo e adesso lui era dietro di lei?

Doveva trovare una soluzione e al più presto.

Non c'era nient'altro da fare...

-Bankotsu! Ti prego nascondimi!- supplicò la ragazza , salendo sulla torretta e mettendosi dietro una tavola da surf rossa.

Il ragazzo all'inizio si spaventò, perchè Rin lo aveva preso alla sprovvista, poi si meravigliò.
Non capiva cosa potesse esserci di tanto pericolo da indurre la ragazza a nascondersi dietro la tavola da surf appoggiata sulla ringhiera della torretta.

-Rin, ma cosa fai?-

-Zitto... non parlare! Ti spiegherò dopo!- disse lei portandosi l'indice alle labbra e facendo segno al ragazzo di non proferire parola.

Bankotsu continuava a non capire.

Ma gli bastò un secondo per comprendere il comportamento strano della sua nuova amica, che nel frattempo si era fatta piccola piccola e cingeva le proprie gambe con le braccia per non farsi vedere.

-Bankotsu, Rin è ancora da te?- domandò poi Sesshomaru comparendo vicino alla torretta.

Il bagnino si alzò dalla sedia e si sporse dalla ringhiera e disse:-No, è appena andata via... è andata di là!- e indicò un punto qualsiasi.

Sesshomaru non ringraziò nemmeno. Si limitò a guardare nella direzione che Bankotsu gli aveva indicato e si avviò.
Non appena la folta chioma argentea dello youkai si fece piccola, Bankotsu si diresse verso una borsa termica vicino alla sedia e prese due lattine fresche di Coca-Cola.
Si avvicinò a Rin, che ancora era inginocchiata, si inginocchiò pure lui, trovandosi faccia a faccia con la ragazza e , porgendole una lattina, disse:-Adesso spiegami perchè vuoi evitare Sesshomaru...-


HOLA A TUTTI CARI LETTORI!
SONO TORNATA, FINALMENTE!
MI SCUSO CON TUTTI VOI PER NON AVER PIù AGGIORNATO LA STORIA MA HO PASSATO UN BRUTTO PERIODO NEGLI ULTIMI MESI E LE MIE FANFICTION SONO PASSATE IN SECONDO PIANO! MI SCUSO ANCORA!
VOGLIO ASSOLUTAMENTE FINIRE QUESTA STORIA, CERCHERò DI ESSERE PIù VELOCE (HO ANCHE STILATO UNA LISTA DELLE COSE CHE DOVRANNO SUCCEDERE).
SPERO CHE IL CAPITOLO VI SIA PIACIUTO E CHE QUESTI MESI DI LONTANANZA NON ABBIANO PEGGIORATO IL MIO MODO DI SCRIVERE.

AVVISO A TUTTE LE FAN DELLA COPPIA KAGOME- INU-YASHA: NEL PROSSIMO CAPITOLO CI SARà UN BEL PASSO AVANTI!!!

RINGRAZIO PP8, SELVAGGIA_CHAN E MARYKU PER AVER COMMENTATO IL CAPITOLO PRECEDENTE.
RINGRAZIO INOLTRE LE 41 PERSONE CHE HANNO MESSO LA STORIA TRA I PREFERITI, LE DUE PERSONE CHE L'HANNO MESSA TRA LE STORIE DA RICORDARE E LE 7 PERSONE CHE L'HANNO MESSA TRA LE STORIE SEGUITE!

GRAZIE A TUTTI E AL PROSSIMO CAPITOLO!

RAN UGAJIN92


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Capitolo 18
*** Perchè Non Ti Innamori Di Me? ***


PERCHè NON TI INNAMORI DI ME?

Sango passeggiava sulla spiaggia. Era quasi l'ora del tramonto e il cielo si era tinto di arancione, il sole, che presto sarebbe stato inghiottito dal mare, sembrava un enorme fetta di limone che stava per essere intinta nel thè.

La ragazza sentiva sui suoi piedi la piacevole sensazione delle onde spumose e fresche. Siccome l'afa era scomparsa e adesso si alzava un lieve venticello, Sango aveva deciso di indossare un pantaloncino di jeans e una maglietta a maniche corte, per non sentirsi troppo scoperta.

Mentre passeggiava rideva, da sola.
Rideva perchè ripensava alla figuraccia, del tutto involontaria, di Rin quella mattina.
Aveva scelto una scusa davvero pessima per allontanarsi. Tutti l'avevano presa in giro dopo, soprattutto Jakotsu con le sue battutine spinte e piene di doppi sensi.

Eppure Rin era una brava attrice, a volte. Avrebbe potuto dire che andava da Miroku, ma poi Sango si corresse perchè se avesse fatto quel nome davanti a tutti gli altri le battutine non sarebbero mancate nemmeno in quel caso.
Forse Inu-Yasha... Ma nemmeno lui andava bene, perchè così dicendo avrebbe scatenato la gelosia di Kagome.

Forse alla fine Bankotsu era davvero l'unico nome sensato che le poteva venire in mente.
In ogni caso dopo la fuga dal bar di Rin, Sango aveva notato che Sesshomaru se n'era andato senza dire una parola a nessuno.
E Kagura si era arrabiata non poco.

Sango si fermò all'improvviso e si passò una mano tra i capelli, sbuffando.
Che situazione complicata.

Capiva Rin.
Capiva il motivo per cui lei non avesse voluto dire nulla a Kagome. Non perchè non le volesse bene, anzi Rin e Kagome si adoravano, ma preferiva lasciare Kagome nei suoi momenti felici con Inu-Yasha.
Sango sapeva che se Rin le avesse detto qualcosa Kagome avrebbe lasciato perdere tutto con Inu-Yasha e avrebbe trovato una soluzione adatta a tutte.
Perchè lei era fatta così.
Aveva una particolare vocazione come crocerossina, le piaceva aiutare gli altri.

Ma non era solo Rin a trovarsi in una situazione sgradevole. Anche lei aveva quella sensazione.
Era come se stesse tradendo le sue due amiche.
Anche se tradire non era proprio la parola più corretta da usare, ma poichè erano tanto amiche quel sentimento si faceva largo nel cuore della ragazza in modo del tutto naturale.
Come poteva far finta di niente?

Ma i pensieri di Sango non andarono oltre.
Sentì una voce dietro di lei.

Una voce che ben conosceva...

-Sango!!!- urlò una voce maschile alle sue spalle.

"Oh, mio Dio" pensò lei tra sè e sè.

L'espressione di insofferenza sul suo viso, dipintosi proprio nel momento in cui quella voce era arrivata alle sue orecchie, scomparve subito. Al suo posto c'era un sorriso, anche se un po' troppo tirato da risultare un po' falso.

-Miroku!- disse lei voltandosi- Come mai qui?-

Il ragazzo la raggiunse. Aveva corso.

-Ti ho vista da lontano e ho pensato di farti compagnia...-la informò lui.

Sango avrebbe voluto rispondergli con uno scortese e acido "Non ce n'è alcun bisogno"... Ma non le sembrava il caso.
In fondo era gentile lui con lei.
E anche simpatico.

Lui le si mise di fianco e ripresero a camminare.
E Sango si sentì stranamente in imbarazzo. Non sapeva cosa dire... sembrava che il cervello non fosse connesso alla bocca.
Odiava quel genere di situazione. Oltretutto era la prima volta che si sentiva in imbarazzo con Miroku, di solito era incavolata perchè lui allungava le mani su ogni centimetro del suo corpo, anche nei posti più insensati a volte.
Il fatto che adesso lui le stesse così vicino senza nemmeno sfiorarla le sembrava così surreale da parte di Miroku, e allo stesso tempo così normale.

-Ma cos'è successo oggi al bar con Rin? Nel pomeriggio Jakotsu è venuto da me , Inu-Yasha e Koga a raccontarci qualcosa... ma non abbiamo capito molto perchè ogni volta Jakotsu si fermava per fare delle avances ad Inu-Yasha, che, ad essere sincero, non ha molto gradito- disse Miroku rompendo quel silenzio imbarazzante.

Sango si voltò verso di lui e notò un lampo di divertimento negli occhi blu del ragazzo. Non riusciva a non smettere di pensare alla faccia di Inu-Yasha davanti alle proposte indecenti di Jakotsu. Era davvero schifato e spaventato.
Anche Sango, con la sua vivace immaginazione, non potè fare a meno di sorridere al pensiero del povero mezzo demone tra la grinfie della checca isterica.

La ragazza, con qualche risata che spezzava il discorso, spiegò al ragazzo l'episodio di quella mattina.
Si soffermò molto sul fatto che Rin fosse diventata rossa come un pomodoro al nome "Bankotsu" e sulle battute di Jakotsu.

Mentre ridevano, Miroku all'improvviso domandò:-Sango, perchè non ti innamori di me?-

Di solito nei film d'amore, non appena il protagonista dice qualcosa del genere la protagonista si blocca e inizia a boccheggiare perchè non sa come rispondere o perchè non sa ancora di essere innamorata del protagonista o perchè non ha il coraggio di dirglielo in faccia per paura di un rifiuto.
Di solito il tutto si risolve con un bacio.

In effetti quello poteva essere il panorama ideale per un bacio romantico, la spiaggia, il mare, il sole che tramontava, la leggere brezza marina e il verso dei gabbiani in lontananza.
Una ragazza romantica come Kagome non avrebbe di certo sprecato un'occasione simile.

Ma Sango era davvero diversa.
Prima di tutto non arrestò la sua camminata, e non sgranò nemmeno gli occhi.

Continuò a camminare e , guardando il mare, disse:-Perchè, ad essere sincera, mi sono sempre tenuta alla larga da tipi come te- e lo disse con una tale calma da far invidia pure al Dalai Lama.

-Perchè, come ti sembro io?-

Sango inarcò le sopracciglia... Quella domanda le sembrava tanto insensata.

-Beh...- questa domanda l'aveva messa più in difficoltà della prima, perchè non voleva usare le parole sbagliate, non voleva offenderlo- beh... sei piuttosto... "libero"! Ti piace guardare tutte le ragazze esistenti sulla faccia della terra... è come se fossero una specie di droga per te!-

Miroku non disse niente. Anche perchè Sango aveva ragione.

-E non pensare che io dica così perchè in passato sono stata con un ragazzo come te che poi mi ha spezzato il cuore, assolutamente no,è solo che non sono attratta da tipi del genere! Ma con questo non voglio dire che tu non sia simpatico!- disse di nuovo la ragazza in tono cordiale e affabile.

Miroku si fermò. E, allungando le mani sulle spalle di Sango per fermarla e metterla di fronte a lei, la guardò fissa negli occhi, inchiodandola con i suoi occhi blu, molto profondi e molto intensi.
Fu allora che Sango sentì una specie di vortice che le si formava nello stomaco. Molte persone sentivano le farfalle, lei invece un vortice. Una specie di piccolo tornado.

Non si sentiva tranquilla... ed aveva quasi la netta sensazione che le sue parole non fossero state del tutto sincere. Forse per lui avrebbe potuto fare un'eccezione.

-Vedrai che ti farò cambiare idea...- disse lui sicuro di sè.

Adesso sì che Sango iniziò a boccheggiare, come se il corpo non rispondesse più ai suoi comandi.

Però all'improvviso, come per magia, il corpo riprese a rispondere alla sua mente.
Aveva tirato uno schiaffo in pieno viso al ragazzo, che aveva spezzato quel momento così "romantico" poggiandole una mano sul sedere.
Sango aveva ripreso  a camminare, con lo sguardo infuriato, lasciando indietro Miroku con una guancia rossa , che cercava di raggiungerla scusandosi per la sua debolezza.

-Dai, Sango... è stato più forte di me!- si giustificò lui.

Ma lei non l'ascoltava. E per un attimo aveva avuto un momento di esitazione.
Che stupida! Aveva sempre avuto ragione sui tipi come Miroku... Erano davvero inaffidabili.

Finalmente Miroku riuscì a raggiungere Sango, ma non perchè lui fosse più veloce di lei nel camminare, ma perchè la ragazza si era fermata a guardare qualcosa sulla riva della spiaggia.
Una cosa che solitamente non si trova in quel genere di posto.

-Ma è un gatto!- esclamò Sango.

***

Kagome sentiva il petto esploderle. Non per un qualche avvenimento romantico, ma perchè era davvero esausta.

-Ehi, Kagome! Come stai? Sei stanca?-

-Stà tranquillo, Inu-Yasha! Sto bene!- disse lei sdraiandosi sull'asciugamano vicino al mare.

Si buttò a peso morto e atterrò sull'asciugamano con le braccia aperte, come se stesse per arrendersi davanti ad un nemico.
I capelli erano tutti bagnati, per colpa delle continue cadute dalla tavola da surf.
Eppure quel giorno era contenta.

Per una volta era riuscita a cavalcare un'onda, anche se di dimensioni non molto grandi.
Poi era caduta di nuovo in acqua, ma quella meravigliosa sensazione di soddisfazione era rimasta in lei per tutto il pomeriggio.
Alla fine ci era riuscita.
Quel pomeriggio anche i continui rimproveri di Inu-Yasha le erano sembrati niente. Lei non si era arrabiata e aveva continuato la sua lezione sorridendogli amabilmente e ritentando.

Inu-Yasha uscì dall'acqua, con la tavola da surf sotto il braccio, e si mise vicino a Kagome, che aveva chiuso gli occhi per alleviare quella stanchezza che si era leggermente impossessata di lei.
L'hanyou sorrise vedendo Kagome così contenta.

-Oggi sei stata proprio brava! Sei migliorata molto!- disse lui con un sorriso sulle labbra.

Kagome aprì gli occhi e vide Inu-Yasha seduto di fianco a lei, con le mani che cingevano le gambe, che la guardava con gentilezza.
E lei inevitabilmente arrossì e si sentì inquieta.

-Grazie...- rispose lei mettendosi a sedere e trovandosi vicino al viso del ragazzo.

Si guardarono per un po'.
Kagome era agitata dentro di sè, anche se da fuori sembrava del tutto tranquilla. Voleva distogliere lo sguardo ma al tempo stesso non voleva.
Guardava attentamente l'espressione nel volto di Inu-Yasha. Gli occhi erano dolci , forse non li aveva mai visti così. Qualche ciocca di capelli argentei si era incollata alla fronte del ragazzo e dava fastidio agli occhi.
Allora Kagome, con delicatezza e dolcezza, con una mano gli spostò qualche ciocca.
Lo stesso fece Inu-Yasha con lei.

Rimasero tutti e due con una mano sul viso dell'altro.

E poi si baciarono.

Kagome sentiva dentro di sè una felicità incommensurabile. Poggiò una mano sulla spalla del ragazzo e si avvicinò di più a lui.
L'hanyou ,invece, le strinse la vita e l'attirò a sè.

Un bacio al tramonto, un bacio romantico.
Cosa poteva desiderare di più Kagome?

Stava baciando il ragazzo che le piaceva... non poteva volere di più. Sarebbe stato insensato.
Quando il bacio terminò lei lo guardò negli occhi e disse:-Era ora che ti decidessi a baciarmi-

-Hai ragione! Avrei dovuto farlo molto prima!- rispose Inu-Yasha dolcemente e abbracciandola con il sole che tramontava e faceva posto alla sera.


ECCOMI QUA RAGAZZI! HO FATTO PRESTO VERO?

COME PROMESSO C'è STATO UN PASSO AVANTI NEL RAPPORTO TRA INU-YASHA E KAGOME. IL TANTO SOSPIRATO BACIO!
CHE NE DITE?
MA NON PENSATE CHE PER LORO SIA FINITA QUI! SIAMO SOLO ALL'INIZIO DELLA LORO TORMENTATA STORIA!
E DI SANGO E MIROKU CHE NE PENSATE? CARINI VERO?

ANTICIPAZIONI DEL PROSSIMO CAPITOLO: KAGURA E BANKOTSU PARLERANNO TRA LORO E UN NUOVO INQUILINO( A QUATTRO ZAMPE) ANDRà AD ABITARE A CASA RUSSELL, CON QUALCHE LAMENTELA DELLA PROPRIETARIA.

RINGRAZIO LE PERSONE CHE HANNO COMMENTATO IL CAPITOLO PRECEDENTE, IN PARTICOLARE MISS ADLER(L'EMAIL CHE MI HAI MANDATO MI HA FATTO DAVVERO TANTO PIACERE).

AL PROSSIMO CAPITOLO!

RAN UGAJIN92

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Capitolo 19
*** Nuova Amicizia? ***


NUOVA AMICIZIA?

Bankostu stava per mettere in ordine ciò che rimeneva della sua attrezzatura da bagnino. La giornata era finita, così come il suo turno , ed era pronto per tornare a casa e godersi il divano. Sempre che quel divano non l'avesse preso Renkotsu...

All'improvviso sentì un dito picchiettare su una sua spalla abbronzata. 
Si voltò e vide davanti a sè Kagura.

La prima reazione fu di stupore, perchè lei era l'ultima persona che aspettava di trovarsi davanti. Anzi, non aveva preso minimamente in considerazione l'ipotesi che la yasha potesse presentarsi a lui.

Che giornata piena di sorprese... Prima Rin, poi Kagura!

-Mettiamo in chiaro le cose! Tu, le mie amiche non le sfiori nemmeno con un dito!- disse subito Kagura inchiodandolo con lo sguardo scarlatto e poggiandosi le mani sui fianchi in modo spavaldo.

Bankotsu sospirò perchè aveva capito che si trattava di Rin. Si domandò cosa avesse potuto fare quella ragazza per suscitare quella reazione in Kagura... di sicuro non aveva finto proprio bene, anzi forse aveva finto in maniera pessima. Il bagnino pregò solo che alla performance penosa di Rin non fosse stato presente Jakotsu altrimenti quella sera a casa sarebbero volate per tutto il tempo battute a doppio senso che avrebbero fatto innervosire anche Suikotsu, di solito sempre calmo e tranquillo e poco incline alle liti.
E per colpa di Jakotsu, Renkotsu avrebbe iniziato a sbraitare a destra e a manca, perchè in quei giorni faceva di tutto per scatenare un litigio proprio con Bankotsu, magari sperando di riuscire a trovare una scusa per mollargli un cazzotto in pieno viso per rompergli il setto nasale.

Il bel bagnino sorrise beffardo, cosa che fece perdere il controllo alla yasha , che aspettava una risposta e anche al più presto perchè non aveva tempo da perdere.

-Sei davvero preoccupata per le tue amiche o , forse, sei gelosa?- chiese canzonatorio.

Kagura strinse la mano destra e le nocche divennero bianche, le narici del naso si dilatarono per il respiro troppo violento che stava emettendo... sembrava quasi un toro deciso a incornare il torero provocatorio.

-Sei il solito idiota!- disse lei voltandosi e iniziando ad andarsene.

-Aspetta un attimo!- 

Bankotsu aveva cambiato tono e adesso stringeva il polso della yasha.

Kagura girò la testa nella direzione del ragazzo e puntò lo sguardo su quella mano, posata lì, sul suo polso. 
La mano di lui era grande e calda , ma nonostante ciò Kagura sentì un brivido percorrerle la schiena. 

Anche se si erano rivisti non avevano mai avuto modo di sfiorarsi, di toccarsi. 
Si sentì in imbarazzo, cosa piuttosto rara in lei.

Bankotsu, che stava provando lo stesso stato d'animo della yasha, si affrettò a lasciarle il polso, si schiarì la voce e disse:-Senti, so di non essermi comportato bene con te e mi dispiace...-

-Aspetta un attimo- disse la yasha alzando la mano destra per fermarlo- Mi stai chiedendo scusa?-

Bakotsu sospirò mentre Kagura gonfiò il petto soddisfatta. Sapeva che il ragazzo non era per niente bravo a dire che aveva sbagliato, anzi odiava ammetterlo. Però così come lui aveva fatto soffrire lei , lei faceva soffrire lui. 
Incrociò le braccia al petto e aspettò impaziente.

Il povero bagnino respirò profondamente. Stava soffrendo non solo nell'animo ma anche fisicamente, non si sarebbe sorpreso se in quel momento gli fosse comparsa una dermatite.

-Scusami...- disse flebile.

-Non ho sentito bene- fece Kagura allungando la testa e avvicinando una mano all'orecchio per poter sentire meglio.

Bankotsu si arrabiò non poco, era quasi sul punto di mandarla a quel paese, ma si trattenne e con tutto il coraggio che aveva disse:- Ti chiedo scusa, ho sbagliato- scandendo bene le parole.

-Scuse accettate! C'è qualcos'altro che vuoi chiedermi?- 

-In effetti sì...- confessò Bankotsu.

-Adesso che mi sono scusato, che ne dici di ricominciare come amici? Sai, è davvero scocciante sentirmi rivolgere delle domande dagli altri su che tipo di rapporto ci sia stato tra me e te-

Ed era vero. Da quando i suoi amici avevano assistito al loro incontro, un po' disastroso, non facevano altro che fargli domade su domande.
Sia Inu-Yasha, che Miroku, Koga, Ayame e Kanna, anzi lei più di tutti. Per fortuna Sesshomaru era uno che si faceva sempre i fatti propri. In ogni caso, quando sentiva rivolgersi delle domande riguardo lui e Kagura, i suoi amici ricevevano delle risposte sempre molto scorbutiche, ma questo non sembrava buttare giù quel branco di impiccioni che tornava alla carica ogni volta con più curiosità della volta precedente.
Anche Kagura sapeva cosa volesse dire quella situazione, solo che lei alle sue amiche aveva confessato tutto, prima a Rin, poi a Sango e Kagome. Ma preferì non dirgli nulla, sicuramente si sarebbe arrabiato con lei per aver spifferato tutto alle sue amiche.

-Va bene! Ricominciamo!- disse Kagura entusiasta, in fondo era quello che voleva. Non ce la faceva più a trattarlo male davanti a tutti.

Allungò la mano a Bankotsu che gliela strinse.

***

-Che mal di testa!- si lamentò Rin, poggiando i gomiti sul bancone del bar.

Ayame, che stava passano la scopa sul pavimento del suo locale, si voltò in direzione della sua amica e la vide davvero abbattuta, con la testa fra le mani.

-Hai preso troppo sole, per caso?- chiese preoccupata.

La castana sollevò di scatto la testa alle parole di Ayame.

Magari fosse stato il sole!

Quel giorno non si era fermata neanche per un nanosecondo. Prima si era rifugiata da Bankotsu, che voleva sapere il motivo per il quale stava scappando da Sesshomaru. Lei, alla domanda del bagnino, sorseggiando una Coca-Cola ghiacciata, rispose con un cortese rifiuto, non voleva spifferare alla prima persona che le capitava a tiro i suoi problemi.
Era già tanto se si era aperta con Sango, e le sembrava di fare un torto a Kagome e a Kagura non dicendo loro nulla. Se avesse detto qualcosa a Bankotsu sarebbe stato ancora peggio.
Fortunatamente il ragazzo sembrò capire le motivazioni del silenzio di Rin e non si impicciò più di tanto. 
Rin, infatti, vedendo quel comportamento così comprensivo si rallegrò.

Comunque, dopo essere stata un po' con Bankotsu, aveva deciso di fare una passeggiata da sola, per scacciare via dalla testa i cattivi pensieri.
Solo che, non sapeva come, si era ritrovata Sesshomaru a pochi metri di distanza. E ovviamente lei era scappata a gambe levate.

Però sembrava che ovunque andasse lui si materializzasse di fianco a lei, come per magia.

E si lamentò di questo, perchè prima era lei che lo aveva rincorso per poterlo conoscere meglio, adesso che lei cercava di evitarlo per far contenta la sua migliore amica, era lui a seguirla.

Il mal di testa le venne proprio per quel motivo. Era come se nel suo cervello ci fossero delle scimmie urlatrici che le vietavano di stare con Sesshomaru.
E lei , a furia di sentirle nell'arco della giornata, aveva accusato il mal di testa.

-Può darsi...- rispose Rin alla domanda di Ayame.

-Beh, devi stare attenta.-

E Rin sentì il sangue gelarsi nelle vene. E sentì di nuovo le scimmie urlatrici. E avrebbe voluto alzarsi e andarsene per l'ennesima volta ma le gambe sembravano implorarla di restare seduta, tanto avevano camminato e corso.

Probabilmente non era destino che quel giorno lei riuscisse ad evitare Sesshomaru.

Lei si voltò verso il ragazzo, in fondo le faceva piacere vederlo, era pur sempre il ragazzo che le interessava. Vide subito che non era solo, con lui c'erano sia Koga che Kanna.

Ci mancava solo la piccola impicciona, pensò Rin sul punto di avere una crisi di nervi.

-Ciao, Koga! Dove sei stato tutto il pomeriggio? Sei stato con Inu-Yasha e Miroku?- domandò Ayame al suo ragazzo, posando la scopa vicino ad una sedia dei tavolini, e stampando un bacio sulla guancia al bel moro.

Koga sospirò.

-Magari fossi stato con Miroku ed Inu-Yasha. Ho dovuto sopportare Jakotsu con le sue richieste da checca. E preciso che ero perfettamente da solo, visto che Inu-Yasha è andato via con Kagome per le lezioni di surf e Miroku è corso dietro a tutte le ragazze della spiaggia,poi è arriv...- ma si bloccò.

E si portò una mano alla bocca come per impedire alle parole di uscire e provocare un danno irrimediabile.
Stava per dire "è arrivata quella rompiscatole di Kanna".

-Continua, Koga! Chi è arrivato dopo?- disse Kanna inchiodandolo con lo sguardo ormai ridotto a due fessure.

Ayame si sentì davvero in ansia per il suo ragazzo.

-Ehi, Rin. Guarda cosa ho trovato sulla spiaggia!- urlò una voce da lontano.

Provvidenzialmente apparve Sango seguita da Miroku, Inu-Yasha e Kagome. Gli ultimi due si tenevano per mano e non la smettevano di tubare come due piccioncini.
Miroku, purtroppo, era stato costretto a portare la tavola da surf del suo migliore amico, che l'aveva minacciato di gravi incidenti(del tutto casuali, sia chiaro!) alla sua persona. Sango non si era opposta alla proposta di Inu-Yasha, poichè trovava quell'idea davvero utile per tenere ferme le mani di quella sottospecie di maniaco.

-Ma... è un gatto!- esclamò Rin, contenta. Sembrava quasi che le fosse passato il mal di testa.

-Esatto! L'ho trovata mentre ero con Miroku, è una femmina.- esclamò Sango.

-E cosa hai intenzione di fare?-

-Ovvio, la teniamo con noi!-

-Non ci provare nemmeno- disse perentoria Kagura alle sue spalle.

Sia Kagome che Rin si portarono una mano sulla fronte. Sapevano il terrore che aveva la yasha per i felini e conoscevano la passione di Sango per quest'ultimi.

Adesso tutto il gruppo era al completo. C'era anche Jakotsu che per l'occasione aveva deciso di indossare una camicetta verde mela annodata che mostrava l'ombelico. Kanna storse il naso alla vista di quell'abbigliamento assurdo.

-Dai, Kagura. Non darà fastidio.- la supplicò Sango.

-Appunto, non darà fastidio in casa perchè non ci entrerà- continuò.

Per salvare la situazione, Rin si alzò e si mise di fianco a Sango e ,accarezzando la gattina color crema, fece gli occhi dolci alla sua amica. Kagome non si avvicinò perchè  sembrava che Inu-Yasha non avesse alcun intenzione di mollarle la mano.

-Non dirmi che una come te ha paura dei gatti?- la prese in giro Bankotsu, dandole una gomitata.

-E anche se fosse?- urlò, isterica.

-Oh mio Dio, ma Kagome e Inu-Yasha si tengono per mano!!!- urlò ,invece, Jakotsu, del tutto indifferente alla sorte della povera micetta.

Fu in quel momento che nel bar sulla spiaggia si creò una confusione incredibile dovuta alle persone che continuavano a parlarsi l'uno sopra l'altro.

***

-Sia ben chiaro, la gatta non si deve avvicinare a me!-

-Agli ordini, capitano!- disse Sango facendo il saluto militare per prendere in giro la povera yasha.

Alla fine Rin e Sango ( e anche Kagome, col pensiero) erano riuscite a convincere Kagura a tenere la gattina a cui era stato dato il nome di Kirara, che mostrò una grande simpatia per tutte le inquiline della casa.
Solo Kagura sembrava non apprezzare l'affetto di quel batuffolo color crema. Ogni volta che Kirara si avvicinava a lei iniziava a gridare come una pazza per allontanarla.
Dispiaciuta da quel comportamento, la piccola felina si rifugiava tra le braccia di Sango , che la consolava con una dose extra di coccole e grattini sotto il mento.

-Ma adesso il vero problema è un altro- disse Rin , seduta al tavolo della cucina- Kagome deve dirci qualcosa, vero?-

Tutte e tre si voltarono verso la mora che subito avvampò.

-Avanti, vogliamo i dettagli!- disse Sango avvicinandosi all'amica e scrutandola attentamente.

Kagome abbassò lo sguardo per non guardare Sango nella versione "Sherlock Holmes". Le sue mani iniziarono a muoversi nervosamente.
Odiava doversi sentire sotto pressione dalle sue amiche. Che forse amiche non erano proprio.

-Ti conviene dirci tutto, tanto alla fine il modo di farti parlare lo troviamo- disse Kagura,avvicinandosi a sua volta.

Aveva fatto capire a Kagome che le avrebbe fatto il solletico se non avesse parlato di lei ed Inu-Yasha.
E Kagome non sopportava il solletico, lo soffriva fin troppo.

E inoltre, ancora non sapeva come, Kagura aveva la forza necessaria per buttarla a terra e farle il solletico sotto i piedi, il suo punto più dolente.

Al solo pensiero di quella tortura Kagome decise di parlare.

Raccontò a grandi linee di come lui era stato gentile con lei e di come si erano baciati. Le effusioni in pubblico e il tenersi per mano erano venute da sè.

Mentre raccontava era arrossita.

-Che cosa romantica- disse Rin, non appena l'amica ebbe finito il suo racconto.

-Già,è vero- sospirò Sango, invidiosa del fatto che , comunque, Kagome era riuscita a trovare un ragazzo dolce, anche se a prima vista non si sarebbe detto. L'unico ragazzo che avrebbe potuto baciare lei non era di certo un gentleman.

-Sì! Inu-Yasha è così tenero, dolce e gentile!- continuò Kagome con gli occhi che le brillavano.

-Beh... adesso non esagerare- disse Kagura.

-Non esagero affatto. E poi è anche molto bello...-

-No! Il più bello è Sesshomaru!- ribattè Kagura con decisione.

Rin rimase in silenzio, Sango pure.

-Ma perchè, a te piace Sesshomaru?- domandò Kagome, incredula.

In quel preciso istante Rin ringraziò il fatto che Kagome fosse un po' tonta nelle questioni amorose.





SALVE A TUTTI, MIEI CARI LETTORI!
PERDONATEMI PER I MIEI TEMPI BIBLICI, MA HO LA MATURITà QUEST'ANNO E SONO INCASINATISSIMA CON LA STUDIO, QUINDI GLI AGGIORNAMENTI SARANNO MOOOOOOLTO LENTI.

VI DICO SOLO DI RINGRAZIARE ALYS93 , CHE MI MANDATO UN MESSAGGIO, CHIEDENDOMI DI CONTINUARE QUESTA FAN FICTION. è GRAZIE A LEI SE HO POSTATO QUESTO CAPITOLO.
NON VI RINGRAZIO TUTTI PER MANCANZA DI TEMPO ( E VOGLIA XD). VOGLIO SOLO RINGRAZIARE LA NEW ENTRY LARCHEEX PER IL SUO BEL COMMENTO.

RAGAZZE VI DO DELLE ANTICIPAZIONI SUL PROSSIMO CAPITOLO: SIA RIN CHE KAGURA INIZIERANNO AD INSTAURARE UN BEL RAPPORTO DI AMICIZIA CON DUE DEI FRATELLASTRI DI BANKOTSU; LA RIVALITà TRA RENKOTSU E BANKOTSU DIVENTERà ANCORA PIù FORTE E , INFINE, MIROKU FARà CAPIRE A KAGOME DI NON ESSERE D'ACCORDO DELLA STORIA TRA LEI ED INU-YASHA SENZA PERò DARLE UN VALIDO MOTIVO.

UN BACIONE A TUTTI

RAN UGAJIN92

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